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Wednesday, September 2, 2020

Grice ed Albergamo

Francesco Albergamo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigationJump to search Questa voce è da wikificare Questa voce o sezione sull'argomento filosofi non è ancora formattata secondo gli standard. Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.  Francesco Albergamo Francesco Albergamo (Favara, 18 agosto 1896 – Napoli, 13 ottobre 1973) è stato un filosofo italiano e un pioniere della filosofia della scienza in Italia.   Indice 1 La vita 2 Il pensiero filosofico 3 Bibliografia degli scritti di Albergamo 4 Fonti La vita Nato a Favara, in provincia di Agrigento, da Giacomo e Giuseppina Butticé. Suo nonno era un ricco proprietario di una rinomata pasticceria di Favara. Il padre, ferroviere, fu trasferito prima a Messina e poi a Palermo, portando con sé la famiglia. A causa di questi trasferimenti, svolge gli studi liceali da autodidatta, conseguendo poi la laurea in filosofia presso l'Università di Palermo.  Nel 1931, vinto il concorso a cattedra di storia e filosofia, si trasferisce a Trapani, dove insegna al liceo classico Ximenes, e dove sposa Maria Carmela Rizzo, da cui avrà quattro figli. Insegna poi a Benevento (1933-1935) ed infine a Napoli presso il Liceo classico statale Vittorio Emanuele II, dal 1936 al 1967.  Pressoché tutta l'attività filosofica e didattica di Francesco Albergamo si svolge a Napoli, ed è caratterizzata dal clima culturale molto vivo nella città di Benedetto Croce. Come filosofo, si dedica a due principali linee di attività. La prima è dedicata all'insegnamento ed alla didattica della filosofia, l'altra allo studio del rapporto tra filosofia e scienza. In entrambe le linee, il suo lavoro ha avuto una grande caratura culturale, e la sua personalità fu considerata, nella città di Napoli, di grande spessore etico, per la generosità e l'impegno che hanno contraddistinto la sua vita.  Circa la prima linea, il ricordo della sua attività didattica è rimasto a lungo nei tantissimi giovani che hanno ricevuto una solida formazione filosofica di cultura laica, razionale, liberale. Vero è che a Benevento, dove aveva insegnato per soli due anni, gli è stata dedicata una strada che, significativamente, parte da Piazzale Benedetto Croce per poi ricollegarsi a Via Francesco de Sanctis.  Al Liceo Classico Vittorio Emanuele tra i diversi allievi che si sono distinti nel campo della filosofia e della cultura ricordiamo in particolare due delle figlie di Benedetto Croce. Il suo nome è ricordato in una lapide dedicata alle più illustri personalità che vi hanno insegnato, tra cui Giovanni Gentile. Oltre all'insegnamento nei licei, è stato libero docente di filosofia teoretica presso l'Università di Napoli, dove ha svolto una intensa attività di corsi e conferenze.  Con i suoi manuali di storia della filosofia, e con numerose pubblicazioni dedicate ai licei, FA costituisce un importante punto di riferimento nella didattica della filosofia a livello nazionale, prima per il classico e poi anche per lo scientifico. Una notevole attività è anche dedicata alla formazione dei docenti di filosofia, con numerosi articoli, pubblicazioni, corsi e conferenze.  L'altra linea di attività, quella dedicata allo studio del rapporto tra filosofia e scienza, si snoda lungo un arco di tempo molto vasto, che va dall'inizio degli anni '30 fino alla sua scomparsa, nel 1973. I risultati sono confluiti nella pubblicazione di importanti saggi filosofici (vedi bibliografia).  Di formazione idealistica e kantiana, appena trasferitosi a Napoli, nel 1936, instaura un rapporto stretto con Benedetto Croce, con frequenti visite e colloqui nella sua abitazione a Palazzo Filomarino, guardata a vista dalla polizia.  Dalle sue lettere a Croce (73, 74, 75), si evince un chiaro riconoscimento di Croce come suo Maestro, oltre a forti sentimenti di devozione e di sincera amicizia.  In particolare, alla caduta del fascismo, esprime al Maestro la sua "profonda gioia" perché "finalmente l'Italia comincia a incamminarsi per la via maestra che le avevate additato", e prosegue poi: "Gioiamo della gioia vostra e dei vostri cari: della gioia che ora, dopo tutto quello che voi, giusto, avete sofferto, aleggia sulla vostra casa" (73).  Questo rapporto si affievolisce a partire dai primi anni '50, quando più che la filosofia fu la politica a provocare un allontanamento di Francesco Albergamo dall'ambito crociano, per aderire progressivamente agli orientamenti ed alle ideologie della sinistra e del marxismo.  Già agli inizi degli anni '50, aderisce al movimento dei "Partigiani della Pace", nato a Parigi nel 1949 sotto il simbolo della colomba della pace, appositamente dipinta da Pablo Picasso,stringendo una forte amicizia con Lucio Lombardo Radice, Maurizio Valenzi, Renato Caccioppoli, Ambrogio Donini e altri.  Nell'estate del 1952 partecipò ad una delegazione in visita alla repubblica democratica tedesca, assieme a Giancarlo Pajetta, Renato Guttuso, Francesco Flora. La visita era, naturalmente, finalizzata a diffondere ed esaltare le "conquiste del socialismo". Di ritorno dal viaggio, il Ministero dell'Interno dispose il ritiro del passaporto, e quello della Pubblica Istruzione gli comminò una ammonizione, come se avesse abbandonato il servizio senza autorizzazione, mentre il viaggio era stato fatto nel periodo di chiusura estiva delle scuole. Fu forse questo episodio, che Francesco Albergamo considerò una manifesta soperchieria di stampo scelbiano, che lo indusse l'anno successivo ad iscriversi al PCI, salutato da Togliatti con un cordiale telegramma di benvenuto.  Nel corso di tutti gli anni '50, partecipò attivamente alla vita culturale e politica della città di Napoli, che in quel periodo era in grande effervescenza. Il movimento culturale della sinistra napoletana non si riconosceva pienamente in una ideologia, come afferma Gerardo Marotta, "ma si fondava su un dibattito filosofico che traeva i suoi succhi da un corale sforzo di comprensione del proprio tempo" (80). Il dibattito raccoglieva e valorizzava l'eredità culturale degli illuministi e degli hegeliani napoletani del secolo precedente, attingendo alla lezione storicistica meridionale che va da G.B. Vico a Croce, passando per F. De Sanctis e G. Salvemini, e collegandosi poi al pensiero di Antonio Gramsci.  L'Albergamo partecipa con conferenze che venivano organizzate dalle associazioni culturali napoletane tra cui "Cultura Nuova" ed il "Gruppo Gramsci", ed accetta, sia pure a malincuore, una candidatura del PCI alle elezioni comunali di Napoli.  Il problema del rapporto tra filosofia e scienza viene visto in termini di nuovi modi e nuovi contenuti per la didattica delle scienze e della filosofia. Tra i primi in Italia, ed in aperta polemica con la scuola crociana ed il clima dominante, Francesco Albergamo avverte i rischi, per lo sviluppo della società italiana, di una cultura prevalentemente classica: "Con la seconda rivoluzione industriale che è in atto in tutto il mondo, noi italiani non ci possiamo permettere il lusso di rimanercene ancorati ad una cultura prevalentemente classica ed umanistica."  L'Albergamo lavorò con la passione di una intera vita, fino a pochi giorni dalla sua morte. L'ultimo suo scritto uscì postumo su "Critica" marxista"(69). In seguito alla sua scomparsa, avvenuta il 14 ottobre 1973, il quotidiano comunista L'Unità dette notizia della sua scomparsa con un lungo articolo (79).  Il pensiero filosofico Possiamo, per semplicità di esposizione, dividere l'opera dell'A in tre periodi. Nel primo periodo, il pensiero dell'Albergamo si muove nel quadro di una concezione filosofica di tipo idealistica, dominata in Italia dal pensiero di Benedetto Croce e Giovanni Gentile.  Tuttavia, più che alle tematiche tipiche dell'idealismo, è interessato ai problemi nuovi che si pongono al pensiero filosofico a causa dello sviluppo impetuoso della scienza nel novecento, in particolare nei settori della fisica relativistica e quantistica, della matematica, e della biologia. Francesco Albergamo precorre, in una prospettiva idealistica, la necessità di un dialogo costruttivo, osmotico, della filosofia con le particolari discipline scientifiche ed empiriche.  Nel primo lavoro scientifico (1), richiamandosi all'insegnamento di Kant, sostiene che la scienza, come esperienza dell'attività dello spirito, è resa possibile dalle forme trascendentali. Tuttavia, sostiene l'Albergamo, gli sviluppi più recenti della matematica (geometrie non euclidee, matematiche non archimedee, gli iperspazi, ecc.) e della fisica ( teoria della relatività di Einstein, meccanica quantistica, principio di indeterminazione di Heisenberg) provano la contingenza di tali forme trascendentali, .  Affronta anche il problema, fortemente dibattuto, dell'alternativa tra determinismo ed indeterminismo, e perviene alla conclusione che anche l'alternativa indeterministica sia egualmente legittima: la conoscenza scientifica può essere costruita anche se si ignora il principio di casualità e si finge che i fenomeni si succedano a caso, secondo le leggi matematiche della probabilità. Queste tesi originali furono apprezzate e commentate , all'epoca, da diversi filosofi italiani, tra cui C.Ottaviano (76), Aliotta (77), ed altri (78).fino a pervenire ad una ampia esposizione della problematica filosofica connessa alla scienza del novecento. Il saggio La critica della scienza nel novecento"(10), pubblicato in prima edizione nel 1942 e poi più volte ristampato fu giudicato "assai pregevole" da Benedetto Croce (73, 74, 75). Di questa opera, Guido De Ruggero scrisse che essa "offre una delle più efficaci sistemazioni speculative che io conosca delle vedute pragmatistiche della scienza, compresa quella del Croce alla quale più strettamente si connette"(74).  L'ambizione dell'Albergamo, che traspare chiaramente nei diversi spunti critici nei confronti dei limiti dell'idealismo nell'affrontare il problema della logica della scienza, è quella di "costituire una confutazione dell'idealismo per via dell'idealismo stesso"(81). In altre parole, vuole in qualche modo superare la concezione che relegava la scienza nel limbo degli "pseudoconcetti", per dare piena legittimità ai processi conoscitivi, sia delle scienze esatte che delle scienze empiriche, restando comunque ancorato all'idealismo.  Benedetto Croce in qualche modo accetta e favorisce la ricerca di A, giudica "assai ben pensato e ragionato" il suo lavoro, ma rimane rigido nell'accogliere la storia della scienza come parte integrante della storia della filosofia (73, 74).  Finito il periodo bellico, l'attività dell'A si sviluppa poi in una serie di opere in cui sistematicamente, ed in un quadro storico, vengono trattati i problemi della logica delle scienze esatte (23) e della scienze empiriche (32).  In questo periodo A, dirigendo per l'editore Laterza una collana di scrittori di teoria delle scienze, propone alla cultura italiana la conoscenza di importanti pensatori d'oltralpe, come Poincarè (24, 26), Bergson (40), Bachelard (31) ed altri.  Il secondo periodo dell'attività di Francesco Albergamo può datarsi attorno ai primi anni '50, ed è caratterizzato da un progressivo allontanamento da Croce e dalla sua scuola, dovute alle difficoltà dell'Albergamo a trovare un pieno accoglimento delle sue tesi sulla scienza, ed anche, in qualche misura, a diverse valutazioni politiche.  L'esigenza di Francesco Albergamo era quella di dare piena legittimità filosofica alla logica del pensiero scientifico. Per raggiungere questo obiettivo, era necessario operare un "capovolgimento" dialettico nel rapporto Natura-Spirito della filosofia crociana, allo stesso modo in cui Marx aveva operato nei confronti di Hegel. Per Albergamo infatti "spiritualismo e materialismo costituiscono in realtà una opposizione dialettica, nella quale di continuo ognuno dei due deve vincere la resistenza opposta dall'altro... come già nella dottrina hegeliana, così anche quella del Croce esige… un "capovolgimento", in maniera che il suo oggetto…trovi proprio nel suo opposto la condizione per vivere e svolgersi" (29).  Nel terzo periodo di attività, a partire dal 1967, quello della massima maturità ed originalità, affronta una analisi sistematica delle forme di "pensiero prelogico", inteso come "pensiero che, spontaneamente, senza alcuna riflessione logica, veniamo indotti a formulare per una suggestione tanto irresistibile quanto inconscia che inibisce la nostra intelligenza" (61).  Analizza con grande attenzione tali forme di pensiero, sulla base dei risultati e delle osservazioni di etnologi ed antropologi (da Frazer a Levy-Bruhl, Levy-Strauss, H. Kelsen, ed altri), oltre che dei risultati della scuola psico-analitica, da Freud a Cesare Musatti.  Analizzando questa poderosa base di osservazioni sperimentali, perviene ad individuare i principali meccanismi della prelogica: automatismo associativo, intuizione animistica, inibizione dell'intelligenza ad opera del sentimento.  Vengono così portati alla luce della consapevolezza quei processi inconsci ove si generano mito e magia.  Le molteplici e diverse credenze mitiche e magiche, con la loro uniformità di struttura e le loro coincidenze spesso sorprendenti, sono interpretate come il risultato di un automatismo psichico inconscio, che persiste pur attraverso le situazioni storiche più diverse.  La tesi dell'Albergamo è che tali forme prelogiche, che sono alla base dei miti, dei riti, e delle pratiche magiche dei popoli primitivi, lungi dall'essersi esaurite con il progredire del pensiero scientifico e filosofico, sono presenti in maniera diversa, non solo in età infantile ed in alcuni soggetti psicopatici, ma anche nelle stesse persone colte, nonché in alcuni ambiti dello stesso pensiero scientifico e filosofico (62).  Accanto a questo nuovo ed affascinante filone di ricerca, si intensifica l'opera di educatore, con decine di opere destinate alla scuola, manuali , antologie , trattati, nonché da studi e pubblicazioni sulla didattica delle scienze e della filosofia.  Bibliografia degli scritti di Albergamo Saggio di una concezione filosofica della scienza, Napoli, Loffredo 1934. Disegno storico della filosofia ad uso dei licei classici e degli istituti magistrali, Milano, Sig 1934. (Diverse edizioni successive) La tesi finitista contro l'infinito attuale e potenziale, in Atti della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, vol. 5, fasc. 2 (1936), pp. 374–385. La filosofia di Africano Spir, in Annuario Liceo Vittorio Emanuele di Napoli, vol. XIV- XV,1935-36 e 1936-37, pp. 209–221. Critica del concetto di infinito, in Annuario Liceo Vittorio Emanuele di Napoli, vol. XVI, 1937-38, pp. 334–347. L'Italia di Augusto e l'Italia oggi, in Augusto. Celebrazione nel bimillenario augusteo, a cura del R. Provveditorato agli studi di Trapani, Trapani 1938. Cura di I. Kant, Prolegomeni ad ogni metafisica futura che vorrà presentarsi come scienza, Bari, Laterza 1938. Il criticismo kantiano e la scienza moderna, in Atti della Società Italiana per il Progresso delle Scienze, 1939. Kant e la scienza moderna, in Archivio della Cultura Italiana, a. I, fasc. III (1939), pp. 253–274. Le basi teoretiche della fisica nuova, Padova, Cedam 1940. Filosofia e biologia, in Sophìa, VIII (1940), fasc. III, pp. 304–308, fasc. IV, pp. 381–397. Recensione di A.V. Geremicca, Spiritualità della natura, Bari, Laterza 1939, «Sophia», VIII, n.1, gennaio-marzo (1940) p. 86. La critica della scienza del Novecento, Firenze, La Nuova Italia editrice 1941, (II ed. 1949). Lo spirito come attività creatrice, Firenze, La Nuova Italia editrice 1941. Il concetto di realtà e le scienze empiriche, in Ricerche filosofiche. Rivista di filosofia, storia e letteratura, n. unico 1941. Vitalismo e meccanicismo nel secolo XX, in Rivista di Fisica, Matematica e Scienze naturali, n. 8-9, 1941. Versione, studio introduttivo e note di G. Berkeley, Trattato sui principi della conoscenza umana, Verona, La Scaligera 1941. La matematica nella critica della scienza contemporanea, in Sophia, n. 1, 1942, pp. 31–54. L'ordine nel mondo degli oggetti, in Logos, a. XXV, fasc. III-IV (1942), pp. 286–302. Recensione di A. Marzorati, Spiritualismo, Milano, Bocca 1940, «Sophia», a. X, n. 2-3 aprile-settembre 1942, pp. 330–331. La natura: Saggi filosofici, Verona, La Scaligera, 1943. Benedetto Croce critico della matematica, in Rassegna d'Italia, a. I, n. 10 (1946), pp. 109–119. Storia della logica delle scienze esatte, Bari. Laterza 1947. Traduzione, studio introduttivo e note di H. Poincaré, Il valore della scienza, Firenze, La Nuova Italia 1947 (rist. 1952). La scienza nell'antichità classica, in A. Padovani (a c. di), Antologia filosofica, Milano, Marzorati 1949 (ristampa 1954) Traduzione, introduzione e note di H. Poincaré, La scienza e l'ipotesi, Firenze, La Nuova Italia 1949. Cura di La scienza nell'antichità classica. Antologia filosofica, Como, Marzorati 1949. La scienza nel Rinascimento, in Grande antologia filosofica, vol.XI, pp. 513–670. Scienza, natura e storia in Gramsci, in Società, a. VIII, 1 (1951), pp. 95–102. Introduzione a S. Laplace, Saggio filosofico sulla probabilità, Bari, Laterza 1951. Cura e introduzione di G. Bachelard, Il nuovo spirito scientifico, Bari, Laterza 1951. (Nuova ed. riv, a cura di L. Geimonat e P. Redondi, Bari, Laterza 1978). Storia della logica delle scienze empiriche, Bari, Laterza 1952. Le scienze naturali nella filosofia di Croce, Bari, Laterza 1952 (con altri autori). Il pensiero scientifico contemporaneo. Antologia storica. Vol. 1 Le scienze esatte e le scienze fisiche. Vol. 2 Le scienze naturali, Firenze, La Nuova Italia 1952. Il pensiero scientifico nell' 800 e nel Questioni di storia contemporanea, vol. I (1952-53), pp. 1035-1074. Il millesimo anniversario della morte di Avicenna, in Rinascita, IX, n. 5, maggio 1952, pp. 298–300. Il valore teoretico della matematica, in Atti del Congresso di studi metodologici, Torino 17-20 dicembre 1952, Torino 1954, pp. 141–147. Introduzione a J.W Goethe, Scienza e natura. Scritti vari, Bari, Laterza 1952, presentazione di A.V. Geremicca. Prefazione a A.M. Frankel, Le scienze naturali nella filosofia di Benedetto Croce, Bari, Laterza 1952. Cura di E. Bergson, L'evoluzione creatrice, s. i. t., Mazara (Trapani) 1952. Le scienze nella dottrina crociana delle categorie, in E FLORA (a c. di), Benedetto Croce, Milano, Malfasi Editore 1953, pp. 257–265. La critica della scienza oggi in Italia, Roma, Perrella 1953. Il dogmatismo religioso contro la libertà e l'autonomia della scienza, in Il Calendario del popolo, a. IX, giugno 1953, p. 1449. La vita nella dialettica della natura, in Società, vol. XI, n. 3 (1953), pp. 343–360. Recensione di S. Timpanaro, Scritti di storia e critica della scienza, con una avvertenza di Sebastiano Timpanaro jr., Firenze, Sansoni 1952, «Belfagor», a. VIII, fase. III (1953), pp. 349–351. Recensione di C. Luporini, La mente di Leonardo, «Belfagor», n. 1 (1954), pp. 109–113. La geometria di Euclide non è la sola possibile, in Il Calendario del popolo, n. 124, anno XI, gennaio 1955, p. 1914. Scienza e filosofia di Albert Einstein, in Rinascita, XII, n. 5, maggio 1955, pp. 363–368. Recensione di H. Reichenbach, I fondamenti filosofici della meccanica quantistica, «Società», n. 2 (1955), pp. 334–340. Introduzione alla logica della scienza, Firenze, La Nuova Italia 1956. I rapporti tra la filosofia e le scienze nel liceo scientifico, in Convegno nazionale di studio sulla didattica della filosofia - I Licei e i loro problemi, a. III, n. 2-3 (1956), pp. 173–178. Intuizione e ragionamento nella matematica, in Atti del Convegno Nazionale "La didattica della matematica nella scuola primaria", Roma 17-20 marzo 1956, pp. 29–38. Matematica e realtà, in Società, a. XII, n. 2 (1956), pp. 317–325. La teoria dei quanti nelle interpretazioni fenomenistica: del Reichenbach, in VIII Congrès International d'histoire des sciences, Florence Milan 1956, vol. I, Paris 1958, pp. 254–260. Direzione della sezione Scienze del Dizionario Bompiani degli autori di tutti i tempi e di tutte le letterature e redazione delle voci: Albert Einstein, Luigi Galvani, Hendrik Anton Lorentz, Edme Mariotte, Carlo Matteucci, Emile Meyerson, Hermann Walther Nernst, Julius Robert von Mayer Storia della filosofia per i licei scientifici, voll. 3, Padova, Cedam 1963. Sopravvivenza della prelogica nel pensiero scientifico e filosofico, Stabilimento Tipografico G. Genovese, Napoli 1964, pp. 28, estr. da «Atti dell'Accademia di Scienze morali e politiche della Società Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti in Napoli», vol. 75. Cura di A. Einstein, Filosofia e relatività, Palermo, Palumbo 1965. Pensiero e attività educativa nel loro corso storico, va. Palermo. Palumbo 1966-1968. La natura: Saggi filosofici, Bologna, Patron 1967. Fenomenologia della superstizione, Roma, Editori Riuniti 1967. Mito e magia, Napoli, Guida 1970. L'educazione scientifica, Milano, Vallardi 1970 [estr. da La pedagogia. Storia e problemi, maestri e metodi, sociologia e psicologia dell'educazione e dell'insegnamento, diretta dal Prof. Luigi Volpicelli]. La ricerca umana. Storia della filosofia, Palermo, Palumbo 1971. Problemi del pensiero. Guida interdisciplinare per lo studio della storia della filosofia, Palermo, Palumbo 1972. La teoria dello sviluppo in Marx ed Engels, Napoli, Guida 1973. Lo strutturalismo di Claude Lévi-Strauss, in Critica marxista, XI, n. I gennaio-febbraio 1973, pp. 91–109. Lo sviluppo dell'Antropologia culturale, in Genus, fasc. 1/2 (1973), pp. 199–203. La "Storia del pensiero filosofico e scientifico" di Ludovico Geymonat, in Critica marxista, XI, n. 5 settembre-ottobre 1973, pp. 205–213. Il pensiero filosofico e scientifico nell'antichità e nel medioevo, Napoli, La Città del Sole 2005 (rist. del testo del 1963, con aggiunte di A. Gargano). Il pensiero filosofico e scientifico in età moderna, Napoli, La Città del Sole 2006 (rist. a cura di A. Gargano). Il pensiero filosofico e scientifico nell'età contemporanea, Napoli, La Città del Sole 2007 (rist. a cura di A. Gargano). Fonti Fondazione Croce, Napoli Lettere tra Croce e Francesco Albergamo e di Albergamo a Codignola, Gentile, Ottaviano e Sciacca, In Giornale critico della filosofia Italiana settima serie, vol. XIV anno XCVII, fasc.I gen. Apr. 2018 Due lettere inedite di Croce a Francesco Albergamo,in Rassegna Storica Salentina, N.41, XXI.1, Giugno 2004, La Veglia ed. Carmelo Ottaviano, Recensione al Saggio di una concezione filosofica della scienza, in Sophia, a.V n.3, luglio –sett. 1937, pp300–303 A. Aliotta, Recensione al Saggio di una concezione filosofica della scienza, in Logos, a.XIX, fasc. 2(1936), p. 144 e segg. R. Mck, Recensione al Saggio di una concezione filosofica della scienza , in Journal of Philosophy, vol. 32, n.13 Jun 1935, pp 358 e segg. Profondo cordoglio per la scomparsa del compagno Albergamo, L'Unità, 16 ottobre 1973 G. Marotta, Renato Caccioppoli, la Napoli del suo tempo e la matematica del XX secolo, Napoli, la città del sole 1999, p. 12 Lettera di F.Albergamo a M.F. Sciacca, 2 gennaio Centro Internazionale i Studi Rosminiani, Stresa, citato in (74) Controllo di autorità SBN IT\ICCU\RAVV\044305 Biografie Portale Biografie Filosofia Portale Filosofia Categorie: Filosofi italiani del XX secoloNati nel 1896Morti nel 1973Nati il 18 agostoMorti il 13 ottobreNati a FavaraMorti a Napoli[altre]

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