DISSERTAZIONÉ • SULL * ORIGINE DELL* ANTICA • IDOLATRIA E SULJ.A FORMA DE' PRIMI IDOLATRICI SIMULACRI COMPOSTA DALL'ABATE ; Giuseppe luigi traversari H Patrizio Ravennate , Canonico Arciprete della Infigne Collegiata di Meldola , e tra gli Arcadi • ' LANIO' ATENIENSH. PRESSO GIOSEFFANTONIO ARCHI. 5 DISSERTAZIONE SULL' ORIGINE DELL’ ANTICA IDOLATRIA • 1 . • E SULLA FORMA DE' PRIMI IDOLATRICI SIMULACRI. AL NOBILISSIMO CAVALIERE , E DOTTISSIMO LETTERATO IL SIGNOR CONTE AURELIO GUARNIERI PATRIZIO OS1MANO V AUTORE. Veneratissimo Signor Conte fi 'S T fi Aria, intralciata, difficile , e per nju- /. X no, ch’io fappia, di proposto rifchia- tt » rata fi è la Queftione , che mi vien pro- OS A porta a trattare, veneratiffimo Sig. Con- te ; cioè fe i Simulacri primieri delle Pagane Di- vinità fodero lemplici e rozze Pietre , o quadra- te , o rotonde, lenza veruna umana, o animalel- ca ferabianza . Io ricevo con Ibmmo giubbilo per una parte l’onore de’ voftri cenni, e vi fi) al mag- gior fegao buon grado per avermeli gentilmente partecipati . E’ una degnazion Angolare la voftra il credermi pur capace di l'oddisfarvi in materia di eru- dizione . Ma per l’ altra ben coaofcendo la pochez- A 3 za del \ v Digitized by Google / 6 ' Dksert. sull* Origine za del mio talento, e la fcartezza di mie cognizio- ni , provo un eftremo roflòre di non potervi ubbi- dire in quel modo, che ad un voftro pari, ed alla qualità dell’ argomento fi converrebbe. Inclinato per genio all’ amena Letteratura , ma Tempre da im- pieghi fagri , e da gravi Itudj recinto , e fommer- lo in occupazioni tutte diverte , lenza tempo , lèn- za relpiro come potrò teftenere la qualità di Lette- rato innanzi a Voi , che in ogni maniera di colte Lettere liete Maeflro ? E ben fapete quanto male in- contrante a colui , che fu ardito parlar di guerra in- T 4 nanzi ad Annibaie. Ciò non pertanto , fcnibrando- mi più teoncia la taccia di malcreato , e di (cono- fcente , che non quella d’ignorante , e di mal efper- to , a telo fine di tellimoniarvi per alcun modo la mia oltervanza , mi farò lecito di comunicarvi i miei penlamenti. Sarà quindi gentile impiego del voltro bel cuore infieme, e della vofira dottrina il com- patirli te rozzi , o il rigettarli fe erranti. Per- mettetemi però , gentilifitmo Sig. Conte , che io nel diitenderli mi allontani alquanto dal metodo fecco e digiuno, che per alcuni fi tiene , e che foltanto confine nel produrre Autori a rifate , e inzeppar fe- lli , e affafteflar citazioni. Comecché molto io lodi la fatica e l’ induftria di chi procede fifFattamente , la materia, che abbiamo tra mano, fe io non vò lungi dal vero , brama di fpaziare in più aperto cam- mino , « di venir rintracciata da’ Tuoi vetulti principi. In due parti perciò credo ben fatto il dividere la prefente Dillèrtazione , che a Voi trafmetto, e cou- facro . Ragionerò nella prima alcun poco della ori- gine, delle maniere , e degli oggetti di quella fatale Idolatria , che a poco a poco lopprimendo i lumi della natura , della ragione , della Religione , della lloria , coprì di tenebre , e manommite tutta la faccia dell’ Univerfo . Difcenderò pofeia naturalmente nel- la feconda a rendere , per quanto io polla , proba- bile la opinione, che t primi Idolatrici Simulacri tollero di quadrata, o rotonda forma, e non aven- ti figura alcuna o di Animale , o di Uomo . In questa dell'antica Idolatria 7 quella guila crederò di potere all* autorità voìtra , ed alla mia ubbidienza per alcuna via foddisfare. ^ . Si laici a Maimonide ( i J , ed alla Scuola Ra- binica il fidare lenza prove agli Antidiluviani tem- pi l’epoca della nafcente fuperftizione. Entrando nell’argomento, quel che puolli da noi con cer- tezza affermare fi è, che poco tempo dopo il Di* luvio s’ intrulè il Politeifmo a pervertir le menti de- gli Uomini . Il libro di Giosuè f a ) ne avverte , che Tare Padre di Abramo , e di Nachor aveva fer- vito a* Dei menzogneri . Óra la nalcita di Tare ? fecondo i calcoli dell’ Uflerio, accadde non più di 22 1. anni dopo la generale inondazione del nofiro Globo . Il libro poi di Giuditta ( 3 ) ci fa lapere , che non pur Tare , ma eli Antenati di Abramo fe- guivano gli empj riti della Caldea adoratrice di più falle Divinità. Labano chiama Tuoi Dei gl’ Idoli * che Rachele tua Figliuola gli avea involati (”4), e Giacobbe prima di offrire un facrificio all’ Altiifi- mo fa recarli da tutti quelli di fua comitiva gl’ Ido- li , che ferbavano , e li nafconde (otterrà . Molto, dagli Eruditi fi difputa qual folle dell* Idolatria nafcente il primiero oggetto. Pretende il Clerico ( 5 J elfère fiati gli Angeli adorati lenza limitazione , e lenza relazione all* Onnipotente. Volilo ( 6 ) d* altra parte lòltiene , che il Dogma de’ due Principi buono , e cattivo folle dell’ Idola- tria più antica generatore. Noi non fiamo per di- partirci dalla fentenza più comune, e più compro- vata, cioè che gli Altri, e quindi gli < Elementi follerò i primi a rifcuoter l’ adorazione de’ tralignan- ti mortali. Fra un nembo di monumenti, e di au- torità , che in conferma di tale fentenza recar po- . A 4 * ' trei * \ r » ( 1 ) De Idolat. curri Interpr. Dionyfi VoJJìi . ( 2 ) Cape 24. v. 2. ( 3 ) Cap. p. v. 8. C4) Genef.cap. 31. v. 19. £?. 30., Cap . 3$. v. 2. 4 * (5 J Index Philolog. ad HiJÌ. Thil. Orienta in voce Angelus , V Ajlra . ( 6 ) De idolat . lib. 1. 8 Dissert. sull* Origine trei 3 e che in Macrobio C i ) , in Gerardo VofTio già citato C 2 )> ne l Le Plucne ( 3 ), nel Bergero ( 4 ) lt polfòno agevolmente vedere , io trafcelgo il folo Eufebio Cefarienlè , tanto più che in Lui rinven- go accennata non pur 1 ’ origine , ma V ingànnevol motivo di quella umana depravazione.' Egli adun- que ( 5 ) colia (corta del gravilTìmo Diodoro Sici- liano, parlando prima degli Egiziani, poi de’ Fe- nici , popoli , fra’ quali ebbe forfè 1 ’ Idolatria la fua culla , e finalmente de’ Greci , dice , che (6 ) ,, i „ primi Abitatori di Egitto , avendo volti gli oc- chi a contemplare il Mondo, e con alto ilupo- „ re coixfiderando la natura di tutte le cole , ili- 3> marono, che il Sole, e la Luna follerò Dei lem- 3, piterni , e primarj , de’ quali per certo rapporto „ chiamarono 1’ uno Ofiride , e 1’ altra Ilide ,, infegnando eller quelli due Dei dell’ Univerfo 3, tutto moderatori. Rapporto poi ai Fenicj egli afferma che • ,, i primi fra loro datifi ( 7 ) a filo- ,, fofare , tennero unicamente in luogo di Dei il ,, Sole , e la Luna , e gli altri Pianeti , e gli Ele- ,, men- 33 . > (1 ) Saturnale lib. 1. C 2 ) De Idololat. Orig. lib ». 3. per totum . (3 ) Storia del Cielo Tom. I. C 4 ) Trattat . Storie, della Relig. Tom. 1 . 4 5 ) Yraparat. Evang. lib. I. c. 9. ( 6 ) Tot* owj xotr A lyuirrov Avd’p'jìTHS ro 7 rcchctiQt ywofJLtviss ccvccfihr^ccvrcce tov xo$[jlov , xou rlw rctfr oKw xa.rcLT'Kccyv/rcts re xoui rocrras UTTohccfìett/ uvea Osar otihas re xou irpu- ru$ vihiW) xou rlw <relwnv y w rov \xiv Osipiv ; rlw ’Be Kit ovoyxKOA rara? Sé .Tttf Ozag u<pirrocvr<u rov $i[/,tccvtcc xospLw ì>ioixe*v . ( 7 ) HA/ok , xcu (reXlw/iv 5 xou r»? Tkoittxs T rKetfY\rots ctrrepccs , xou rot sto%£cc } xta tvtoìs nwoufiiy pLQvov lyivwsxov . dell'antica Idolatria. 9 „ menti in oltre con quanto a !or fi congiunge ,, Finalmente paHando a far parola dei Greci , reca il bel palio di Platone nel Cratilo, che in queite note fi elprime ( i ): ,, A me certamente ralfem- ,,bra, che i primi ad abitare la Grecia quelli fol- „ tanto per Dei riputalfero , che dalla maggior , pane de’ Barbari prefentemente fi adorano , il ’, Sole cioè , la Luna , la Terra , gli Altri , il Cie- lo , quali vedendo e.fi con perpetuo corlb aggi- ,, rarfi , dalla parola ra G«y correre , Aosi Dei li ,, chiamarono. ,, t Il lèntimento di Eulebio, o di Diodoro, che dee chiamarli il lèntimento di tutti gli Storici più fenfati , potrebbe!! agevolmente con facra au- torità comprovare. Mosè ( *J, Giobbe (i ) , I* .Autore del libro della Sapienza ( 4 ) col profcri- vere il culto fuperltiziofo degli Altri, e degli Ele- menti , il fuppongono tacitamente come il più an- tico , perchè il dipingono come il più lulinghie- j>o , e capace a pervertire l'umano cuore. Così fu veramente. Il cuore umano aggirato da un fafeino teuebrofo di licenziole palliont , am- mollito dal lbverchio amor del piacere , fcollò dal natio genio d' indipendenza , languido , e indiffe- rente negli efercizj della Religione , la quale già inftillata nel primo Padre erafi poi tutta pura da INoè trafmellà ne' difeeudenti , cominciò palio pal- io a ( 1 ) tyojyovTout tj.ot 01 t porrà ruv P 1 tìpuiruv rwv Trìpi TW EAÀa^a J T 8 TKf ^JjOVtSi Stai «y«>' 6 cU , • WiTTlp vuù T0XK01 TVV (locpQctpW , t{KlOV , XOU xcu ylw, xou carpa , xou tspcaov . art OVLU tWTOC OpWTK TTOO/TCO OMrl 10 VTCL , XOU Piovra, j curo tojuths tìk <piKi'j>s rns tu Orir Qks curasi (tovoijlkìou . (2) Deuter. c. 4. v. ip. (3) Job. C. 31. V. 16. 1 ( 4 ) Sap. c. 1 3. Digitized by Google io Dissert. sull'Origine fo a perdere la giufta idea del vero Nfume , elio gli brillava all’ intorno con tanta luce* Un guitto* e terribil giudizio di Dio medeilmo , il quale, come avverte S. Agostino , fparge penali tenebre (opra . le illecite cupidigie , permife nell’ Domo un sì fa- tale dementamento. Chi fdegnava di rendere al Facitore 1’ onor dovuto come a Sovrano , meritò di perder colpevolmente lino le tracce per ravvi- farlo . Abbandonato così alla stoltezza de' Tuoi pen- fieri, fcambiò ( i ) la gloria sfolgoreggiarne, ed immenia dell' incorruttibile Iddio co'’ limitati river- beri , che ne vedea nelle Creature. Gli Astri pri- . ma di tutto a lui parvero contrallegnati co' mag- giori caratteri della Divinità . Quel movimento •. loro non interrotto , que’ periodi tempre uniformi , quello fplendore Tempre brillante, quegl' in Aulii : sempre benefìci fermarono il corfo alla di lui am- mirazione , e riconofcenza , quando pur dovevano lervirgli di guida per falire ad amar la bontà, a ri- conofcere la potenza del Creatore . Egli lciocca- mente impadulò ne’ rulcelli , e dimenticò la lòrgen- te , e invece di riguardarli come Ministri delle divine beneficenze, li adorò come Dei. L’ amor proprio , la fuperbia , la mollezza , il libertinaggio trovarono il loro conto in fimil delirio. Gli Astri comparivano Dei benigni, comodi, utili, che nul* la eligevano, nulla vietavano, per nulla al più cor* rotto genio opponevanlì , nè mettean freno alle più torte inclinazioni . Il culto degli Elementi , della Terra, del Fuoco, dell’Aria, de’ Venti lì congiun- te ben presto con quello degli Astri, perchè appog- giato fopra gli stelli principj , e come un palio mal mifurato lud’un pendio fdrucciolevole cagiona pre- cipizi Tempre maggiori , fi venne ad attribuire la divinità alle inlenfibili cole, ed infieme agli utili, e dannofi animali, agli uni per riconolceili de’ be- nefizi , che fanno agli Uomini \ agli altri per pla- carli , e distornarli dall’ infierire . L’ antichiflima opmio- ( i ) Afojì. ad Rom, c. x. dell' antica Idolatria . n opinione de’ due Principj buono , e cattivo ebbe for- fè gran parte in questi folleggiamenti, eia vera- ce , ma poi alterata dottrina degli Angeli , de’ De- moni , delle Anime de’ trapalfati trovolfi molto op- portuna per dilatarli. Si volle credere tutta la na- tura animata . Animati lì tennero gli Astri dagl’ Indiani , dai Caldei, dagli Egizj , dai Maghi, da Pitagora , da Platone , da Cicerone , da Varrone . Il mare , i fiumi , le fontane , la pioggia , il tuo- no , le rupi , le caverne , le pietre , i monti , gli alberi , le piante , gli erbaggi , e tutti poi gli Ani- mali li coniìderarono come alberghi d’ una infinità di attive prelìdi Intelligenze producitrici di quelli effetti or nocevoli , .or vantaggiolt , che feulco- no il fenlo umano . Le Anime de’ Trapalfati o dalla riconolcenza , o dall’ amor degli Uomini con- fecrate ricevettero ben prello 1’ Apoteolì , ed ac- crebbero il numero delle Intelligenze motrici del- la natura . Come Macrobio C i ) , e 1’ Abate Le Pluche ( 2 _),il primo in aria da Filofofo , il fecon- do in aria da Storico, diffiifamente ci mollrano, Oliride, Ifidè , Amone,Oro, Serapide degli Egizj ; Zeus , o Dios Giove , Marte , Saturno , Venere , Mercurio , Giunone , Cibele de’ Greci , e de’ Roma- ni ; Dionilìo, Urotalt ,e Alilat degli Arabi; Marnas de’ Fililtei; Moloch degli Ammoniti; Adad de’ Sirj ; Adonai , Achad , Architi , Baelet , Belfamin , Mel- chet de’ Paleltini , non erano da principio che il Sole, la Luna, o la Terra, e quindi in progredii Anime di Principi o Principelle, d’ Eroi o Eroi- ne ite a regnar nel Sole, nella Luna, negli Altri, o a preledere alla Terra. Quindi la turba degl’ Id- dj Confenti o maggiori , degl’ Iddj fecondar) o minori ; e 1’ altra infinita plebaglia di unte varie Divinità regolatrici di tutti gli effetti , e di tutti gli elleri naturali , quale non meno accuratamen- te, che leggiadramente ci viene dal grande Ago- stino ( t ) Saturnal. lib. I. f a J Star, del Ciel. lib. I* i2 Dissert. sull* Origine ftino C 1 J accennata . In Quella guifa le due opi- nioni del Volito, e del Clerico amichevolmente fi legano colla opinione comune, e tutte unite ci additano la prima origine del più grande acceca- mento degli Uomini. ,, Deplorabile acciecamen- ,, to ! (" concluda quello paragrafo il facro Autore del Libro della Sapienza ) vana illufione di quelli , „ che non conolcono Dio ! Attorniati da’ Tuoi be- ,, nefizj non hanno veduta la mano, che li dif- „ fonde ; dalla magnificenza delle opere della na- ,, tura non ne hanuo faputo riconofcere 1’ Artefi- ce . Si fono perfuafi , che il fuoco , 1’ aria , i ,, venti , le llelle. Tacque, il Sole, la Luna fof- fero i Dei , che reggono il' Mondo Più „ miferabili ancora , perchè ripongono la lor fìdu- ,, eia in fimulacri morti , ed inanimati ; elfi dan- „ no il nome di Dei all’ opera della mano degli „ Uomini , alT oro , all’ argento indullriofamente ,, lavorati a figure d’ animali , a pietre modellate ,, fecondo il gulto di un Artefice L’Uomo ,, fi forma un Dio d’ un tronco inutile, a cui dà •la propria forma dia', oppur quella d’ un Ani- „ male. ,, Qui però vuole avvertirli , che T ufo de’ Si- mulacri in figura d’ Uomini , e d’ Animali appar- tiene bensì a’ tempi della già groil'olana , ed avanzata Idolatria , ma non a quelli della nalcen- te . ,, Un Uom fa J , che dritto ragioni f pro- fieeue fi) De Civit. Dei lib. V. VI. ( 2 ) AM' ort y.ev oi rpurrot } koa tMcuot«- TOl TUV (XV&pWTUJV , «Té VOCUy O/XoBojWfOWf TpO- tìx.o * , «Té hot# ccipttpufjLcuriv j «tu t ore ypot~ tylXJfc , «Sé xA.afT.XW J yi yAlTTtXW , » « vlpict - rrOTQITLKH f rCKVYK tpiUpyifAWYIS , 8^£ fJ.IV QLKQÒOUt- *W, B^é op^iTtKTOVtKVis o-vujKTurrg y ra.ru ry o ifjca mfaoyityj.(vy ìiyiXov etra* . dell'antica Idolatria;. fiegue il noftro Eufebio, rapportandoli alle telli- monianze di tutti gli Autori gentili ) può facil- „ mente rimanere perfuafo , che i primi ed an- „ tichiffimi Uomini niuna fatica , o Audio ripofe- „ ro nel fabbricare Templi , ed innalzar Simula- cri , non etlèndo Aate per anco inventate le „ Arti della Pittura , della Statuaria , della Scol- „ tura, anzi neppure 1’ Architettonica . „ Quindi dopo avere ripetuto il già detto circa la primige- nia adorazione degli Astri conclude , che „ da „ principio niuna menzione vi fu di greca , o di yy babilonica Teogonia , niun ufo di Simulacri y „ niuna ridevole vanità nella denominazione de- ,, gli Dei parte mafchj , e parte femmine • fi) È veramente lembra cofa aliai naturale , che la fòrgente Idolatria ne' vetustiffimi tempi , comecché avelie cangiato 1* oggetto della Religion prima e verace , non giungeiìè però sì tosto a cangiarne i riti e le cerimonie . Porfirio fcortato da Teo- frasto , e citato da Eufebio ( 2 J pretende delinear- ci il religiofo culto innocente degli antichi Poli- teisti . Ma in verità quell'impostore Filofofo ne- mico giurato del Cristianefimo nell’ adombrarci ì* estrinseca religione de’ primi adoratori de’ falfi Dei , non fa che prendere in prestito que’ colori , con cui la Scrittura Santa ci adombra la Religione de’ Patriarchi adoratori del vero Dio. Nulla infatti di più fèmplice e di più fchietto . Que' fanti IH mi v Uomini negli efercizj di Religione poco curavanfi dell’esteriore, e del fasto. Ellì la facev.an confi- stere in picciol numero di estrinfeche azioni , per- fuafi , che il vero culto è quello del cuore. L’ in- nalzamento de’ Templi non oltrepalla per avventu- ra l’età di Mosè. Un femplice Altare in un luo- go ( I ) Oux tstpct ng Iw Qtoyoviccs EXXfuwX'f? , # fiapGctpiKK rote TaXouTaTOtf f «^6/x »; tcw 7\oy<K y • bhe &X.0VW ìlpustS y ìtìt Ó c. « (a} Prjepar. Evang. lib, J, V Digitized by Google 14 Djssert. sull’Origine go mondo , e fpartato , lènza statue e lènza figu* re , lènza adornamenti e lènza ricchezze , in un bofco , o fovra d’ una eminenza era il luogo dove Abele , Noè , Abramo , Ifiacco , Giacobbe colle lo- ro famiglie fi raunavano per tributare all* Altiflìmo i loro voti ed omaggi . Ivi a Lui predavano le primizie dell’ erbe e de’ frutti , ovvero il latte , i «radumi , e le lane degli Animali , che dopo il Di- luvio cominciarono ad immolarli . Ora fu quelle medefime tracce di religiofa femplicità io tengo per certo , che nella fua infanzia procedette la Idola- tria . Intela a venerar come Dei il Sole, la Luna, la milizia celefte, gli elementi , le prelidi Intelli- genze non Teppe sì tofto ufare altra forma di culto , fe non fe quella , con cui aveva intefo , e veduto adorarli da’ Patriarchi fedeli il fommo Conditore dell’ Univerfo . Niun ulo adunque per anco de’ Si- mulacri rapprelentanti fiotto animalefica , o umana lembianza le pretelè Divinità . Niun ufo di quelle datue , che rozzamente in feguito , e grottefcamen- te modellate dagli Egizj , ottennero poi e castiga- to difiegno , e fipiccata *. motta , ed energico atteg- giamento lotto lo ficalpello indulìre di Dedalo. An- zi qui dee acconciamente fioggiungerfi , che anche dopo la coftruzione de’ Templi fi tardò molto prefi* fo le antiche Nazioni ad ergere in elfi le llatue fi- gurate ; come degli Egiziani parlando afièrma Lu- ciano , il quale aggiunge ( i ) d’ aver nella Siria veduti Templi dell’ antichità più remota lènza im- magine , o rapprefientanza veruna . Che più? Ro- ma detta , che in paragon degli Egizj , e de’ Greci nacque sì tardi, per oltre anni 170. ( come ci atte- da Varrone citato ( 2 ) da S. Agofiino ) Simulacri non ebbe ( 3 ) ne’ proprj Templi,, finché Tarquinia Fri fico ( 1 } De Dea Syria . ( 2 ) De Civit. Dei lib . 4. c. 3 1. ( 3_) Dicit eiiam Varrò , antiquos Rcmanos ylufi quam annos 170. Deos fine Simulacro coluijje . Qiiod fi adhuc , inquit , manfijjet y caflius Dii ob - fervarcntur . S. Auguft. citat. dell’antica Idolatria. t? Prifco Uomo di Greco , e di Tofcano genio tutta di Simulacri inondolla . Anzi più didimamente aflerifce Zonara ellervi date leggi , forfè di Numa , £ roibitive a’ Romani di rapprelentare la immagine livina fotto la forma di Uomo, ovvero di Anima- le .( i ) Ma l’ Idolatria finalmente è l’opera del- le tenebre, e per poco crefciuta, non potea a me- no di non addenfarle nel cuor dell’Uomo. L’Uo- mo divenuto più empio circa gli oggetti dell’inter- no fuo culto , non tardò guari a fard ridicolo circa le maniere di elercitarlo. Egli avea degradata ab- ballala la fua ragione , adorando come Dei le fem- plici Creature . Quello medelìmo fpirito di verti- gine il tratte ben pretto ad avvilirli viemmaggior- menfe coll’ adorare 1’ opera fletta delle fue mani . Ei volle oggetti fenfibili e materiali anche all’ •efterno fuo culto. Ei pretefe di circolcrivere li fuoi Dei per converfarvi più da vicino , ed innal- zò , e venerò .Simulacri . Or di qual forma erede- rem noi , che follerò in quello genere le prime in- venzioni dell’ umana ttoltezza > Quali gli fcogli , in cui da quella banda urtarono primamente gli Uomini deliranti ? Eccomi alla feconda parte della Dittertazione pervenuto, ed eccomi al punto di nia- nifeltare la mia opinione . Io reputo adunque probabiliflìmo , che follerò in primo luogo i Pilieri , o le grotte pietre qua- drate , le quau chiamate furon Betilie , e che ori- f linariamente non erano, che Are ferventi alle rc- igiole adunanze. Sanconiatone , Scrittore antichit- fimo delle tradizioni Fenicie , portato da Portino fino alle ftelle , e da Lui creduto informatilfimo della Storia Giudaica , come non molto dittante dalla età di Mosè , nel celebre fuo frammento , là dove narra le imprefe del Dio Urano , o Cielo , affer- ( i ) At'typvrou$v , xan tyofiop$ov nxwa. tu Sa eariSTca Pvy.yjois aTe-r/wcoo'. / uuar . Tom. a . y. io- Digitized by Google I T 6 DlSSEftf. sull* Ortgtné afferma, che ,, Egli trovò le Betilie ( i ) coftrtien- „ do con inlolita mirabil arte Pietre animate. ,, Io non ho letto di tale Frammento fé non la ver- done greca fatta già da Filone Biblico , e riporta- ta diftefamente da Eufebio . ( 2 J So, che il Si- gnor di Gebelin colla fpiegazione di quello antico irjonumento ha fatto vedere, che il Traduttor gre- cò ne avea malamente recato il lenfo, e che ridu- cendo i termini al vero loro fignificato , 1 ’ Autor Fenicio trovali uniforme al Legislator degli Ebrei. (3) Checché ne fia , dilHetto non vengami di le- guir le tracce già legnate dal grande Uezio , e dall* erudito Calmet , affermando , che Sanconiatone in quell’ accennato ritrovamento delle Betilie , e co- struzion di Pietre animate ci adombra , benché in modo affai alterato , la vera Storia del celebre mo- numento, o Altare di Giacobbe. Quest’ottimo Pa- triarca (~ 4 J nel fuo viaggio da Berfabee in Melo- potamia postoli in certo luogo a dormire fu di un grande , e ruvido Saffo acconciatoli a forma di guan- ciale , ebbe la sì nota vifion della Scala corfeggia- ta dagli Angeli , fu la di cui lòmmità appoggiato flava 1 ’ AltilTìmo , da cui lènti rinnovarli le grandi promelfe fatte ad Abramo . Deftatofi egli , efcla- mò Quanto è mai terribile quello luogo / Vera- mente non è egli altro , che la Cafa di Dio , e la porta del Cielo . Diede a quel luogo il nome di Beth - el , che lignifica nell’ ebreo linguaggio Cafa. di Dio Conlècrò il Saffo, che la notte lèrvUo gli aveva di guanciale , verfandovi dell’ Olio , e in monumento 1 * erefle. Quindi concependo un Vo- to , il conclufe col dire cs II Signore farà il mi® Dio se e quella Pietra chiameraffì Cafa di Dio c 5 ( I ) Et/ miwe 0»? Oupcao? ( 2 ) Pr*p. Evang. lib . I. c. 9. C 3 ) AUeg. Orien- tai. p. 22. e 9 5. Memor. de V Accad. des Infcrip* T . 6 1. in 12. p, 24 3. (4) Cenef. 28. 18. Dalla V* dell'antica Idolatria; 17 Dalla Mefopotamia tornando nella Terra di Ca* naan , giunto allo Stello luogo , e Soddisfar volen- do al già fatto voto d’ offerire a Dio la decima de’ Tuoi beni , innalzò fimil mente un Altare di pietra , e replicò il nome di Beth - el , Cafìz di Dio. Finalmente di bel nuovo in que’ contorni felicitato dall’ apparizien del Signore , nove! mo- numento di pietra cortrulle , d’ olio , e di liba- zioni Spalmandolo, ed a lui pure comunicando la denominazione di Beth - el . Io ammetterò , che quello termine Beth - el dato agli Altari , ed ai mo- numenti facri , quanto all’ edema efprelfione , fofr fe uri ritrovamento di Giacobbe; ma follerrò con egual verità, che quanto all’ idea , ed all’interno . concetto degli Uomini ei difcendelfè dalla tradi' zion più rimota. Beth - el , Caja di Dio , potea fi- milmente confiderai , e chiamarli 1’ Altare nell* ulcir dall’ Arca edificato dal buon Noè , perchè ivi 1’ AltiSTimo a lui diede fegni fenfibili di fua prelenza , e mifericordia . Beth-el per Somiglian- te ragione potea appellarli 1’ Altare edificato da Abramo fui monte Moria per fagrificare il Figliuo- lo; éd egli infatti chiamò quel monte Dominus vi - debit. Beth-el giuftamente nomar fi poteano tutti gli Altari innalzati da’ Patriarchi fedeli per ufo an- tichilfimo, forle dagli antidiluviani fecoli proceden- te , perchè tutti onorati da qualche' Speciale com- mercio della Divinità , percnè diftinti da qualche fuperna verfata beneficenza , perchè in certo modo protetti , ed invertiti dal Nume , e destinati a tri- butargli culto , Sacrifizio , e riconofcenza dalle cir- costanti Generazioni . Ora da quefti Altari , e monumenti di pietra , chiamati da Giacobbe per la prima volta Beth - el , cioè Caja di Dio , e già tenuti per tali fino da* remotiSfimi tempi , chi non conofce ( entra qui acconciamente il Le Pluche) (i J etìerne derivate le sì note Betilie , quelle grolle pietre quadrate , B che to Stor. del Cielo , Digitized by Google 1 8 D r SSERT. SULL* ORIGINE che con ol) preziofi , ed aromatiche eircnze irriga- vano , e che poi furono in tanti luoghi oggetto di veturtiffima adorazione, come da più Autori , e no- minatamente da Fozio nella fua Biblioteca dinto- ftrafi ? Chi non conofce dal Bethel di Giacobbe C foggiunge opportunamente il Voflìo ) ( i ) deri- vato il famofò Betilos , quel (allo prelentato a Sa- turno invece di Giove, come per relazione favo- lofa Efichio ( 2 ) ci narra , e che ottenne poi tan- to culto dalla forfennata Gentilità ? Ed io al Vof- iìo , ed al Le Pluche fottofcrivendomi , concludo : Chi non conofce in quelti monumenti, ed Altari il primo inciampo degl’ Idolatri , ed il primo og- getto fènfìbile , e materiale delle adorazioni fuper- ìtiziofe ? Mettiamci di grazia in varj punti di villa naturalismi . Confideriamo il genere umano dopo la confufion delle lingue , e la differitone delle .Nazioni già prefo da uno fpirito di vertigine , e già declinante al Politeifmo . Malgrado le volon- tarie tenebre , che incominciano ad acciecarlo et l'erba tuttora nel cuore il fème della religion pri- migenia ; e nella memoria i fagri riti, e le reli- giofe cerimonie dal Patriarca Noè tramandate . Egli perciò innalza, e confagra in ogni luogo pie- tre modellate a fòggia d’ Altare per onorarvi la Divinità : ei vi ft proftra all’ intorno: ci vi ce- lebra le religiofè adunanze : ei vi prefenta i Tuoi Sagrifizj , comecché forfè non più al folo , e vero Nume, nta agli altri ' ancora , agli elementi, agli fpiriti . Ei fa però , ed una tradizione non rimo- ta glielo rammenta , che il primo Riparatore de- gli Uomini dopo il Diluvio ergendo un limile Al- tare , il vide torto adombrato dalla fènfibil pre- lenza , e maeftà dell’ Altiflìmo difeefo in atto di ricevere , e di gradire placabilmente i fuoi Olo- caufti . CO De PhU. ChriJIUn. C? Theol. Gent. Vib. 6. t. :p. ( 2 ) BatTuho? «toj fjtocXe-fTO o AtGo; to> K poeti) cari &ios , Dell* antica Idolatria; taufti . Comecché la Scrittura noi dica , io noa credo temerità 1* aderire , che limili degnazioni compartifle talvolta il Signore anche ai Figliuoli, o ai Nipoti di Noè , che fi mantenner fedeli pri- ma d' Aoramo. Ben il vecchio Sacerdote, e Re di Salem Melchifedecco ne avea tutto il merito. Checché ne fia , certamente il genere umano non può non confiderar quelle pietre , od Altari , che qual cola rilpettabile , e (anta. Fi le vede fèrbate ad un culto Speciale della Divinità , e ad un peculiar commercio col Cielo : ei le vede in- nalzate o per rinnovar la memoria d' alcun luper- no ricevuto favore , o per invitar gli animi ad una fedele riconofceitza : ei le vede anche ufate per edere teftimonio , e monumento durevole delle al- leanze , de' patti , delle folenni prometle , e de' giu- ramenti , ne’ quali s’ interpone il tremendo nome » e la Maeftà Divina. Gli efempli , che fu di ciò abbiamo nella Scrittura , non fanno , che dinotarci una vetuftidìma poftumanza. A tutto quello s' ag- giunga 1' opinione già di fopra accennata , e che fi- no dai primi tempi fi propagò fra i mortali , cioè che tutto ripieno folle d’ Intelligenze regolatrici degli elleri , e degli effetti della natura . Con- nettali pure l’altra opinione d’ antichità non mi- nore da S. Agoffino rammentataci ( i J colle pa- role del celebre Mercurio Trifmegifto , cioè che per certe conlecrazioni rimanellèro li Simulacri non pure inveititi , ma realmente animati dalli Dei venuti ad abitarvi , affin di nuocere, o d? giovare più da vicino ai loro adoratori . Ciò , che forfè adombrar volle Sanconiatone con quella ef- preffione di 7 ^ 0 ^$ Pietre animate. Con- siderando noi il genere umano in tali profpetti , qual cola più probabile, e naturale a concluderli, eh' egli , parte abufando delle antiche tradizioni veraci , parte ingannato dalle nuove folli perlua- B 2 fioni, C t J De Civit. Dei lib. 7. e. 23. e 24* f 2 o Dissert. sull* Origine fioni j e già rilbluto di voler oggetti fenfibili al proprio culto , cominciale ben pretto a venerare quegli Altari , que’ monumenti di pietra , quelle Eetilie , .riguardandole o come Alberghi della Di- vinità , o come fimboli della prefenza divina , e finalmente , tempre più creteendo 1* accecamen- to , come tanti veraci Iddii ? Se il genere umano è pure intefiato di adorare l’opera delle tee ma- ni , qual cofa più reverenda , e più degna di culto ai di lui occhi pretentali , che i mentovati Altari , o monumenti , o Betilie ? Qui vorrà alcuno per avventura obbjettarmi , che quando trattali d’antichità olcurilfima , più che^ col raziocinio , voglionfi colla fioria , e co’ fatti fiabilir le opinioni j ed io non fono per conten- derlo. Forte però, che l’opinione da me propo- sta non li deduce naturalmente in gran parte dai Libri Storici di Mosè , i quali ( lanciando anche ftare quella ifpirazione divina , che li confacra, e mirandoli tei con occhio di Filotefo non tumido per alterezza , nè da paliioni alterato ) ben va- gliono aliai più, che tutti li Vedam de’Bramini, gli Zend di Zoroaftro , i Kinghi di Confucio , e di Se-ma-fiien, ed i racconti favololi di Erodo- lo ? Pur i*on fi creda , che io voglia in quella ma- teria lafciare affatto il mio Leggitore digiuno di monumenti , e di autorità . Il Volilo C i ) rapportaci , che il Beth - el , o Pietra di Giacobbe , di cui tanto abbiamo parlato , fu a fomiglianza del Serpente di bronzo , per lun- ga età foggetto di fuperfiiziofa adorazione a molti Giudei , finché da’ veri Ifraeliti prete giuftameu- te in abbominio , gli fu cambiato il nome di JBef/i- el % Cafa di Dio, in quel di Beth - ave , cioè Cafa della Menzogna . Quali poi furono i primi Simulacri degli Ara- bi , tra i quali i Moabiti , e gli Ammoniti fi com- prendevano? Gli Autori antichi, a’ quali rappor- tali i ) lai’, d. r. 2p. / Digitized by Google dell’ antica Idolatria. 21' tali il Calmet ( 1 ) , e che ci parlano delle prime Divinità di que’ Popoli , le defcrivono come fem- pjici Pietre informi, o fcalpellate, ma non con umana forma. ,, Voi ridete, dice Arnobio, (2) „ che ne’ vetufti tempi gli Arabi adoraflero una ,, Pietra informe . „ Malììmo Tirio ( 3 ) o di que* ito , o d’ altro Arabico Simulacro parlando il chia- nia Tfrrpxyjìm Pietra, quadrangolare. Ed Eu- timio Zigabeno nella fua Panoplia ragionando co’ Saraceni : ,, Ed in tjual modo , efclama , voi ab- ,, bracciate la Pietra di Brachthan , e la baciate ? ,, Alcuni rilpondono : Perchè Abramo fopra di efc „ fa eboe il fuo primo commercio con Agar. Al- ,, tri poi : Perchè ad ella legò il fuo CameTo quan- ,, do fu per lagrifìcare Ilàcco . f 4 ) „ Non pen- io di meritar la taccia di capricciofo , fe giudico quelle Pietre adorate in feguito nell’ Arabia nuli* altro elfere fiate da principio, che vetulte Beti- lie , o rozzi Altari fors’ anche al vero Dio confe- crati . Certamente Mosè , ("5 J in ciò ieguendo S er avventura la tradizione , e il più vetullo co- ume , prefcrive , che di rozze Pietre dal ferro non tocche , e informi fallì , ed impoliti follerò gli Altari , che dopo il patlàggio del Giordano fi volelfero al Dio d’ Ifraello innalzare; e nuli’ al- tro , che grandi Pietre fpalmate alquanto di calce folfero i monumenti defiinati. a fcrivervi lòpra le parole della legge. Temette forfè il grande Le- B 3 gisla- ( 1 ) 7 efor. cP Antich. tratto dai Coment, del Cal- met T. 2. ( 2 J Lib. 6 . C 3 J Sermon. 3 8. ( 4 ) Ili* VfJUHi TposrpiQtsrt toj ?u 9 u» t ts Bpxyficxv j xou tpiKsirt raro» ; kou tiiik j aa> ewrw tpctti y %tQTi tir coki) aura s trasloca rn Ay cefi 0 Afipaont. AÀA01 ?>£ ori rpotilìiKur carro» thv xxiju iXov , fJ.iKho»r (jusai rov I sotux. . C s ) Deuter. 27. 5. 22 Dissert. sull’Origine gislatore , che fé tali monumenti , ed Altari fi f 0 f. fero con più eleganza collutti , divenilfero più fa- cilmente al rozzo fuo Popolo, e vacillante pietra d’inciampo, e fomento d’idolatrica fuperllizione . E qui , giacché dell’ Arabica fuperllizione ho fatto parola , voglio avvertire , che della per lungo tem- po mantenne!! nella lua primigenia feniplicità. Giobbe Arabo, o Idumeo , forfè contemporaneo , le- non anteriore a Mosè, accenna lenza meno l’ Ido- latria del fuo Pael'e. Or ei non parla nè di lla- tue , nè di figure . Indica fidamente 1 ’ adorazio- ne , ed il faluto del Sole , e della Luna , ( i ) che poi Uroralt , ed Alilat furono nominati . Se- gno manifelto, che fra que’ popoli non fi era in- trodotto per anco quel lopraccarico di moftruole follie, con cui dalle Scolture Egiziane rimale ag- gravata l’ Idolatria. Che fe non pertanto gli Ara- bi ab antico proltravanfi a Pietre informi , o qua- drate , quali io reputo Betilie , ed Altari , ben con- cluder potrai!! , che quelli follerò il primo. fco- glio, e il primo fcandalo al/ materialifmo de’ più antichi Politeilli . Teltiinonio ne facciano i primi Abitatori del- la Germania . Colloro finché rimaforo nella vern- ila loro rozzezza, finché la fuperllizione fra eli! col commercio delle arti Greche , e Romane non giunfe a farli più vaga infieme , e più llolta , al- tri Simulacri non ebbero, come Tacito ( a J av- verte , che folli informi di legno , e di rozze pie- tre . Erano quelle le forme degl’ Iddii , che por- tavanocon elfo loro alla guerra , penlando , che folle un offendere la Divinità il rapprelèntarla fotto umana fembianza . Ciò , che pure da molti altri ( i ) C. 31. v. 16. ( 2 J De Morìb. Germart. Sta- tua ex stipitibus rudibus , i? impolito lapide effi- gi e s , CP Jìgna quxdam detracia luci s in prxlium ferunt . Nec cohibere parietibus Deos , ncque in ullam humani oris Jpeciem affimilare ex magni- tudine cotlejìium arbitrantur. 1 1 1 Digitized by Google dell'antica Idolatria; . 2$ altri Popoli di non peranche ingentilito collume , per quanto narrano gravi Autori , collantemente penfolfi . Ma e dove lalcio la celebre Madre degl* Iddìi , o fia Cibele di Frigia portata in Roma da Pelìinunte col miniftero di Scipione Nafica , e da* Romani ottenuta per mediazione del Re di Perga- mo al tempo della feconda guerra Cartagine!? ? Tito Livio ( 1 ) le dà il nome di fagra Pietra „ Pietra informe la chiama Minuzio Felice . Arno- bio ( 2 ) la defcrive come una Selce non grande di forco , ed atro colore , e per angoli prominenti ineguale . Eravi fra quei Popoli tradizione , che quella Pietra caduta folle dal Cielo, e che ap- punto da jrK&y cadere la Città Pelfinunte folle Hata chiamata . La Grecia ftefTa non fu priva di quelle fog- gie di Simulacri. Paufania ci attefta, che in una loia parte d’ Acaja furono da trenta Pietre taglia- te in quadro , aventi ciafcuna il nome di una qual- che Divinità , e con fomma venerazione riguarda- te , fendo llato collume antico de* Greci il prellar culto a limili Pietre , non meno di quello , che pofcia faceflèro alle figure, e alle llatue. Mi fa- rà egli difdetto il probabilmente congetturare per le ragioni di fopra addotte , che quelle , ed altre* limili Pietre di Grecia nuli’ altro da principio fof- fero , che Betilie ? Servirono un tempo a niun al- tro ufo, che agli efercizj delle facre adunanze. L* Idolatria col farli più tenebrola giunte a diviniz- zarle . Betilie ùmilmente , o imitazione fenza me- no delle Betilie pollòno crederli gli Ermi , di cui la Grecia , e Roma furono ripiene , e che pofcia ad abellire fervirono fpecialmente le Biblioteche. Bili non erano da principio , che tronchi informi di legno , o di marmo , o di pietre tagliate in quadro fenza mani , e fenza piedi : T runcoque fiinillimus Her- inu?, dille Giovenale. ("3) Ne* quattro di loro lati pretendeva!! dinotare o le quattro ltagioni, o le quat- B 4 tro ( 1 J Lib. 2$4 ( 2 J Lib . 6 • ("3 ) SiiU 8. 1 '24 Dissert. sull* Origine . tro parti del Mondo. Si confiderarono poi come ilatue degli Dei , e di Mercurio principalmente „ Il di lui capo , che vi fi aggiunfe , fu fenza meno un poderiore ornamento. Anche il Dio Termine non fu nell* età più vetude rapprefentato , che fot- to la figura di grolfi Saffi quadrati , cubici , privi di mano , e di piede : Ttrpctywoi , xuQoziìitls y K'Xttp&y xou airone? ; quantunque al Dio Termine pur s* aggiungere la teda umana ne’ fecoli confeguen- ti . E che non può in quella parte una matta per- fuafione a poco a poco crelciuta fra i barlumi di tradizioni parte vere* e parte mendaci? A tutti è noto , che da molti Popoli fi giunte per fino a ve- nerare le Montagne , quali grandilfimi Simulacri della Divinità. Il monte Atlante era il Dio de- gli AfFricani. Occidentali : un monte il Dio de* Oappadoci per allerzione di Malfimo Tirio : Moni a pud Cappadoces prò Deo ejl , prò jur amento , atquc Simulacrum . Un monte , o fia rupe SxotéA© r y xoputplw il chiama Stefano , ( i ) rifcoire pure adorazione dagli Arabi. Giove fi venerava nella cima de’ più alti monti , come dell’ Olimpo , del Callo , dell’ Ida ; e il nome quindi ne rifcuotea di Giove Oljmpico , di Giove Cafio , di Giove Ideo . Gl’ Italiani ilelfi predarono al monte Appennino venerazione , come apparifce da una Ifcrizione ri- ferita dal Matfèi nel tuo Mufeo Veronefe, la qua- le comincia IOVI APENINO. Ora e per qual ra- gione crederemo noi , che adorati veniflero tal» monti , te non per la della , che confecrate avea le Betilie ? Ce la prelenta naturalmente il Berge- ro . ( 2 ) Fu fcelta la cima de’ monti per offrirvi de’ facrihzj , perchè credevano gli Uomini d’ e fie- re più vicini al Cielo, e conseguentemente agli Dei, qualora fi adoravano gli Altri. Per tal mo- tivo (" i ) In Avsccpq . ( 2 ) Trattai, della vera Relig. T. I. §. 15* 1 \ DELL’ANTICA rDOLATRTX; ìf tfvo <i feielfero le pili alte. Tali cime per eli .«lercizj della Religione confècrare ben predo dir vennero rilpettabili Immaginoifi , che gli Dei vi fodero difcefi^ p®* ricevervi T’ incenfo , e gli omag- gi degli Uomini. Pài non vi volle. Riguardata prima come abitazione de* Numi , fi confidcrarono ben predo quai Simulacri immenfi animati dalla Divinità, ed ottennero una fpecie d’Apoteofi. . Gon quanto fi è da me finora ragionato, e che, le il tempo lo permettelle , con altre notizie , e cagioni facilmente potrebbe!* dilatare, io giudico refa ormai probabile la opinione di chi accinger vogliali a fo denere , che. i primi Simulacri delìq Gentilefche Divinità fodero femplicl Pietre riqua- drate , od informi, fenza alcuna umana, q anima- • Jefca fembianza . ' . ' " Reda ora , che alcuna cola ragionili de* Simu» * a , cr * ° rot °ndi , o tendenti a rotondità, a cui pre- ito fuo culto primiero la cieca' fuperdizione , pfi* ma che folle ai figuri te Statue provveduta. Io non fono per ripetere quanto di fapra ba* ftevolmente ti £ detto intorno a| culto degli Adri* e degli Elementi , degli Spiriti, e degli Eroi. Ag- giungerò (blamente , che non sdendo per anche giunto lo fcalpello Adirio , o. Egiziano a rappre- fentar le figure degli Uomini, e degli Animali, e per elprelfioni di Arnobio , ( i J avanti 1’ ufo , e U difciplina della fcoltura , già penfato avea 1* Idolatria a procacciarli , oltre le Betilie , oggetti temibili alle lue adorazioni. Gonfiitevano quelli iti certi fimboli q dinotanti, la potenza, e dabi- hta de’ Numi , o adombranti in qualche modo al- cuna or qualità, J Battoni , le Verghe, le Afte, che al dir di Trago Pompeo (a) furono la prima “^gna .dei Re, lignificavano il fommo imperio . de Numi, Le colonne, i cilindri , le pur non era- no una imitazione più ‘ ingrandita dei Badoni da comando, ne accennavano l’ eternità. Gli Obe- B 5 Ufchi, ' fi) Lib, & ( a ) Lib % ultima » » Digitized by Google t6 Dissert. sull* Origine lifchi , le Piramidi , i Coni efprimevano i »gg* «}el • Sole , e delle Stelle , o la natura del fuoco , che -in alto vibrava!! acuminato. Menianrto pur buone a Porfirio ( i ) le interpretazioni sì fatte . Concediamogli ancora, fe piace , che tali monu- menti alzati dalla pili vetulla gentilità non fi ri- guarda fiero da principio , che come fimboli , o meri Pegni d’ onore . Il Volfio , e forfè con trop- po impegno, è dello fleflo parere ; ma poi di Por- firio più ragionevole , perchè non tanto foffifta , nè così empio , s’ arrende a concludere , che ben pretto divennero occafione di lcandalo alla mate- riale Idolatria , e oggetto furono di profane ado- razioni . Elfi in una parola ne’ primi tempi flet- terò in luogo di quelle ftatue figurate, che poi ot- tenner l’ incenfo dalle corrotte umane generazio- ni . E qui bramo s’ avverta ? che dove di fopra io dilli , aver preffo molte nazioni tardato non poco le ftatue ad innalzarfi ne’ Templi anche dopo la erezione de’medefimi, io intefi favellar foltanto delle Statue rapprefentanti le Teodie fotto la for- ma di Uomo , oppur d’ Animale ; ma non volli giammai includere i Simulacri , per così dire , fim- Eolici , e non aventi figura . Quelli fono anterio- ri , non pure alla ftabil mole de’ grandi Templi , ma eziandio a quei Padiglioni, o Tabernacoli, o Tempietti portatili , con cui gli antichi Idola- tri ebbero in ul'o di condurre a patteggio i loro Numi . Ora di quelli non figurati Simulacri parlando , m’aprirò il varco con l'autorità di Filone Bibli- co ( aj , il quale nel fuo proemio alla interpreta- zione di Sanconiatone, diftinguendo gli Dei immor- tali , come il Sole , e la Luna , dagli Dei mortali , cioè da que’ Principi , ed Eroi , che per le loro getta avevano confeguita l’ Apoteofi , ci avverte «fiere flato vetullo immcmorabil collume , fpecial- mente (ij Apud Eufeb. Trap. Evang. lib, 3. c. 7. (a) JW. lib. 1. e. 9. MLL* ANTICA IDOLATRIA. 27 mente degli Egiziani , e Fenici , da’ quali preferì norma le altre fazioni, d’ innalzare a quelle Chili d’Iddii Colonnette, o Baftoni , o fia Scettri di le- • J_ - -t fn..: ninmimpntl il nome di (cerando. ( i ) , „ Sanconiatone poi nel fuo frammento racconta- ci fa J, che molti fecoli prima della coftruzione de’ Templi, e formazione delle Statue Ufoo primo navigatore avea dedicate due Colonne %uo sTtfKxS al fuoco , e al vento , e prellato ad entrambe cul- to , e facrificio col fangue degli Animali. Proiie : f He indi a narrare , che dopo la morte de primi roi già divinizzati la grata pofterita onorata avea la lor memoria , lotto i loro nomi confecrando ver- ghe , e colonne, e con feftivi giorni , e fagre ce- rimonie adorandole . Finalmente ci addita , che dopo lunghiffima età fu innalzata al Dio Agro vera effigiata Statua nella Fenicia . .. Giu Teppe Ebreo f 3 ) non diubmigliantl noti- zie prefentaci , aderendo , che i Tir) da principio a’ loro Dii fornirono Afte , e Baftoni , poi Colon* ne , e finalmente le Statue . . '* Certo nella primitiva Egiziana Scrittura fimbo- lica ( 4 ) non in altra foggia , che d’ un Bafton da comando con un occhio efiprimevafi Ofmde , il S uale originariamente fu il Sole , fignificar volen- o la fua regale potenza, ed il mirar ch’egli fa dall’alto tutte le cole. Ed io ben credo efftre agli Eruditi notiffime le Piramidi , gli Obelifchi , ed i Coni dall’ Egitto al Sole innalzati , come per imitar- * i '( I ) Tru'Xas rt , xcu pa<i; aipitpoiw coope- ro? ccuTiM , xoa rocurot ju.yaAw? , kou ioprrccs m/J.or carrots Taf pryisrccs . fi) Apud Eufeb. ibi c. io. ( 3 ) Cont. Apìon. lib. I. (4J Macrok. SatumaL lib. I.c. ai. Digitized by Google aS DisserY. ' suit* Ormine imitarne I fuqi raggi . Da ciò forfè provennero quelle corna , d* cui in fedito 1 Egizia bizzaria li compiacque ornar gentilmente il capo del tuo Giove Amone, del fpo Apollo d*Eliopoli,e della fua Ifide. Ove à no\ piaccia di ftare * certe le- zioni per altro antiche del tetto di Quinto Cur- zio, CO ammetter dovremo, che 1' Amone ado- rato da’ Trogloditi , e proceifionalmente a fpalle di Uomini condotto in una dorata barchetta per aver- ne eli Oracoli , altra forma non avea , che d un Goiìò , ó d’ un Ombelico tutto di fmeratdi , e P rc ~ ziofe gemme fmaltato . Almeno rigettar non po- tralTi 1* autorità di Brodiano,f 2 J il quale ci delcri- ve il Simulacro del Sole (otto nome di Elegalu , venerato iq Edeilfo della Siria Apamena • Di tale Simulacro (e ne può vedere adombrata «. forma in una medaglia pretto il Vaillant battuta ali* ùltimo e più pazzo degl’ Imperadori Antonini . Or ecco la defcrizione di Erodiano, giufta la ver- fione latina fatta dal ^oliziarfo . „ In Edefla non v’ ha Simulacro atta Greca , o alla Romana em- ” «iato fecondo P immagine di quel Dio -, ma un latto grande rotondo da imo > e , a P oco a P oco crefcente in punta quali a figura di Cono . Nero V, è il color della pietra , cui facciano eflere ca- V, data dal Cielo. ed affermano quella 1 ” fer 1* immagine del Sole no n da umano artificio 3y lavnrata Su tali parole fa una riflettìone op- /.ante voi* citato G^> del soie : uiciiuc , 7 ** - , -, *• Tentare gl* Iddìi fotto umana fembianza fu de po- fteriorf Greci, e Romani. Ma gli Afiatici più ve., tutti, ecl anche gli Egizj moltq divamente fi *i- P ° rt Chi °fà pertanto, che, fe ci rimane^ro le me- rie delle più antiche orientali Divinità , ^noi^noi* mone ( i ) Lib. s. (2) Lih 5- CO Uh. 9 . c. io > dell'antica IdoiatrYa. 19 le trovaffimo quali tutte in figura di Colonne , d? Obelifchi , di Piramidi , o di Coni rappreleutate ? Certo non fenza ragione i Settanta hanno in co(ìu« me di traslatar per Colonne la voce ebrea Matgaba , che ordinariamente traduce!! per ljìatue ; e come il Calmet ( t J ci avverte , il nome di Colonne lem- bra meglio corrifpondere al lignificato del termine originale. Forfè que’ dottilììmi Interpreti vollero dinotare la forma antica , con cui 1 ’ Oriente , e la Terra di Canaan rapprefentar foleva i fuoi Numi ; E forfè Mosè coll’ imporre , che fi demolillèr tutte le ftatue delle profane incontrate Divinità , nuli’ altro impofe nella maggior parte , che la demolizio- ne di Piramidi , e di Colonne . Dilli nella maggior parte, e non in univerfale, poiché quel Sacrifica- verunt fiulptilibus Canaan , che abbiamo nel Salmo 105. , mi lece ellèr più continente nelle parole . E de’ famofi Serafini di Rachele , primo monumento d’ Idolatria materiale , che s’ incontri nella Scrittu- ra, e degli altri Idoletti elìdenti prellb la làmiglia di Giacobbe dalla Melopotamia recati, che diremo noi ? S’ io pretendelfi figurarmeli come piccioli Coni , o colonnette , con quai monumenti , ed autorità po- trei ellère contradetto? Per verità io miro Giacob- be , che intefo a ripurgare la fua Famiglia , pren- de , e (otterrà , non folo gl’ Idoli chiamati Dei ftra- nieri : Deos alienos , ma angora i pendenti , che fi trovavano all’ orecchie de’ fuoi feguaci Io non crederò già, che le Pedone della comitiva di Giacobbe , e malTìme le piilfime Donne Lia , e Rachele ardlllèro di portare sfacciatamente agli orec- chi appefe le (lamette, od immagini d’ alcuna pro- fana Divinità . Primieramente potrebbe!! con tut- ta ragione foftenere , che di que’ tempi non eranò peranco ( 1) T. 2. DiJJìrt. de' Templi degli Antichi . (2 ) Genef C. 25. Dederunt ergo ei omnes Dcos alienos , quos habebant , IP inaures , qua : erant in auribus eorum. At ille infodit eas subter Terebin - thum . 30 Dissert. sull* Origine perineo in ufo le dame figurate. Le Rabbiniche tradizioni dell’ arte datuaria efercitata fuperdiziofa- mente da Tare Padre di Àbramo fono già (eredi- tate prellò degli Eruditi. La pretefa antichità del- la Statua di Nino alzata a Belo fuo Padre rella dai calceli dell’UHèrio fmentita. Nino regnò in Affi- na parecchj fecoli dopo Giacobbe . All’etàdique^ fio Patriarca il Sole , gli Aflri , e malfime il fuoco adorati nella Caldea , Affiria , e Mofopotamia pro- babiliffimamente non aveano che Simulacri fimbo- lici. Quando pure fenza fondamento ammetter fi voleflèro le Statue figurate ai giorni dello ftefiò Giacobbe, io non potrò perfuadermi giammai, che 1’ Uom fanto permeili avelie in alcun tempo ne’ fuoi l’ irreligiol'a ollentazione di tenerle appele agli orecchi , comecché per folo ornamento . Il moti- vo ideilo, oltre a varj altri, che addurre potrei, mi trattiene dal fottolcrivermi all’ opinione del Grazio , e del Wandale , i quali pretendono , che tali orecchini follerò fuperdiziofi Amuleti . Quale relazione adunque degli orecchini cogl’ Idoli per dovere anch’ «Ili meritare il fotterramento ? Se avefi fi luogo ad edernare un mio non inverifimil pen- dere , direi , che la relazione confidelle in una cer- ta edrinfeca fomiglianza colla fimbolica figura degl’ Idoli . Forle l’ ornato di quegli orecchini potea edere qualche gemma , o preziofo metallo cadente , e travagliato a maniera di goccia , di cono , o ver- gherà , che molto raflòmiglialTe la forma appunto degl’ Idolatrici Simulacri . Quindi Giacobbe volen- do abolita per fempre di quedi ultimi la memoria predo de’luoi, nalcolè unitamente fotterra tutti quegli ornamenti, che per la loro forma, e lavoro potuto avrebbero in alcun tempo rifvegliarne la ri- membranza. Ma fi torni in carriera , e col Voffio ( i ) ornai fi rammenti , che non in figura umana , ma bensì in figura di colonne o piramidi acuminate furono i Si- ( i ) Lib. g. c. 5. Digitized by C dell' antica Idolatria ; 31 i Simulacri , a cui nei primi , e più rimoti fuoi tem- pi l’ idolatrante Grecia prodrofli ; che le per con- ientimentò di tutti gli Autori ebbe la Grecia dagli Orientali , e dall' Egitto principalmente i fuoi Nu- mi , e le cerimonie di Religione , farà quella una riprova novella, che di cilindrica, piramidale, o conica forma federo i Simulacri almen più vetulli dall’Oriente, e dall' Egitto inventati. Ora nuli’ altro appunto , che una Colonna fu la Giunone Argiva. Ce lo atteda Clemente Alef- fandrino ( i ) recando alcuni verlì di un vecchio Poeta Greco in lode di Callitoe prima Sacerdo- tellà di quella Diva predò gli Argivi . Io mi farò lecito di darne una mia Traduzione; (a) Della Donna del Ciel preliede al Tempio Clavigera Callitoe , che intorno Di ferti , e bende un dì già ornò primiera Dell’ Argiva Giunon 1 ’ alta Colonna . Non altro , che femplici acuminate Colonne , o Piramidi furono i Simulacri podi ad Apollo , e a Diana, come lo Scaligero (3 ) dalle antiche me- morie deduce. Non altro, erte una rozza Colon- na di legno la Statua di Pallade Attica. ,, Quan- „ to ( dicea perciò Tertulliano) ( aJ diltinguelt ,, dallo dipite d' una croce la Pallade Attica , o „ la Cerere Farrea , che lènza effigie coda d’ un „ rozzo palo , e d’ un legno informe . Un legno „ non dolato ( proliegue Arnobio ) ( $ ) adorodì ,, da que’ di Caria in luogo di Diana : in luogo „ di Giunone un Pluteo da que’ di Samo ; un’ Atta „ dai Romani in luogo di Marte , come le Mule » ài ( I ) 'Zrpuu.eerwv I ( 2 ) K «XfaQoti cXifjLTtcìbos BajiAtw H/W fi pryutK W> {Tìia/axsi , XM buiOCVOKl ripa irti tx.orjj.tKur rtpt tttwx jJMxpw curctsitK . ( 3 ) Ad an. Eufib. 377, f 4 ) AJverf. Cent. C 5 J Lib. 6. 3 2 Dissert. suix’ Origine „ di Vairone ci additano. ,, E giacché Arnobio un Romano Autore ha citato , qui giovi connet- terne un altro , cioè Trogo Pompeo , o fia il Tuo Compilatore Giurino ( i ) , il quale d’ Amulio ,~e di Numitore parlando ultimi fra i Re d’ Alba , in quella foggia h efprime. ,, In que’ tempi tuttora ,, dai Re invece di Diadema portavanfi 1 ’ alle » ,, che lcettri dai Greci furon chiamate. Conciof- ,, liachè dalla prima origine delle cofe furono ado- ,, rate 1 ’ Alle in luogo de’ Simulacri degl' Iddii im- ,, mortali . Ed in memoria di tal religione ai Si- „ mulacri degl’ Iddii tuttora 1' Alte s’ aggiungono . „ Finalmente non altro , che un rozzo malconcio legno , e deforme» liccome Ateneo ( 2 ) ne fa fede » era il Simulacro di Latoua prello a quelli di Deio y c per fitìfatta guilà ridevole, che al ibi vederlo n’ ebbe a icoppiar dalle rifa quel Parmenilco di Metaponto , che dopo 1 * ufeita dall’ antro di Tri- ionio non avea rifo giammai. Quindi non ci ltu- piremo altrimenti al fapere» che un breve defeo attaccato ad una lunghi ifima pertica folle il Simu* lacro del Sole venerato da que’ di Peonia ; e che informi tronchi , maltagliati , e fenz' arte fodero 1 Numi degli antichi Germani » e de’ prilchi Gal- li , come ne allicura Lucano . ( 3 ) Molto mena furem meraviglia in vedere queiti primi idolatrici monumenti di legno più tolto , che d’ altra mate- ria lavorati . Per poco che fiali nell’ erudizione verfato » non può ignorarli » che i Simulacri pri- mieri dell’ ancor giovane Idolatria materiale , giu- lta il collume degli Orientali pattato nella Grecia » e nel Lazio, furono quali comunemente d’ argil- la, o di legno , a cui fuccedè ben prello il mar- mo » quindi i metalli v e finalmente 1’ avorio . Non lafcianci dubitarne i be' palli, che abbiamo in C O Lib. 43. (z) Mb. 5. ( 3 ) Simulacraque moejla Deorum Arte careni , caefisque extant informia truficis . DELL* ANTICA IDOLATRIA. 31 in Ifiaia ( i ) , in Geremia ( 2 ) in Ofiea (3), e nel Libro della Sapienza ( 4 ) . Gli eleganti verfi poi di Tibullo CìJ 1 non Ibi rapporto a quello capo, ma tutta in generale confermano la mia pre- fente opinione . Non di legno però - ma di pietra in figura di gran piramide , al dir di Pautania , fi* il Simula- cro fiotto il nome di Apollo da’ Megarefi guarda- to , e Umilmente una pietra fu la sì celebre Ve- nere Pafia , il di cui Santuario tanta venerazione rifico Uè non pur dall’ Ifiola di Cipro , ma dalla Grecia tutta, e dall’ Alia minore. Venere Pafia, che ha data occafione , e primo impullò al mio fieri vere , quella fi a appunto , che ornai gli dia compimento. Il di lei Simulacro viene da Maflimo Tirio ( 6 ) ad una piramide bianca paragonato . Noi però più efatta ne prenderemo la detenzione da Tacito ( 7 ) , le di cui parole nel fiuo nativo lin- guaggio mi fo lecito di produrre : Haud crtt lon- gum initi a religionis , temyli fitum , formanti Dea 9 ncque alibi fic habetur , vaucis dijjerere ... ... Simu - lacrum Dea non effigie fiumana continuus orbis , la - tiore initio tenuem m ambitum , met a modo exur - gens , C? ratio in obfcuro - Or di quefia Venere Pafia noi coi noftri proprj occhi ne potremo fa- cilmente rilevar Ja figura tutta appunto conforme * alla C o f. 29. ( 2) I. f 3 ) 4. 12, co «$• Eleg. 1. lib. I. O) Nam veneror, jèu Jìiyes habet defertus in agris , $eu vetits in trivio florida Certa lapis f Eleg. io. lib. I. . Sed yatrii fervute lares , coluiflis CP idem Curfarem veflros cum tener ante lares ; Kec yudeat yrifios vos ejfe e fliyite faclos , Sic veteris JeJes incoluiflis evi . T unc melius tenuere fidem , cum ytniyere teSÌ 9 l Stabat in exigua ligneus ade Q$us • (d) Orat. 38. (7) Lib , 2. 54 Dissert. sull'Origine alla defcrizione di Tacito. Balla oflervar tre Me** daglie riportateci dal Patino ( i). La prima bat- tuta dalla Città di Paflo a Drulo Celare ( 2 ) . La feconda coniata da’ Cipriotti a Vefpalìano La terza da’ Cipriotti Umilmente dedicata a Tra- mano C4J • Anzi non l’ Itola lòia di Cipro, co- me di lòpra toccai , e come attella , e compro- va P eruditiffimo incomparabile Spanemio (5), adorò la Venere Pafia . Il di lei culto propagolfi ancora in altre Nazioni , e Città , le «juali perciò lì fecero vanto di ornare col di lei Simulacro , e Tempio i rovefci di lor medaglie . Fede ne fac- cia la Medaglia di Adriano battuta da que’di Sardi nell’ Afia minore, e riferita dal Sirmondo (< 5 ) , e Umilmente un’ altra coniata da Pergameni fpet- tante ad Euripilo prellò il citato Spanemio ( 7 ) ; ed anche un’ antica Corniola prodotta dall’ Ago- ltini , fenza accennare però, le Greca, o Roma- na ( 8 _) . Ed io lòn di parere , che dal tempo , e dagli Eruditi altri limili monumenti o fcoperti lì fieno , o (coprire lì pollano dinotanti la venera- zione dilatata, in che lì ebbe quella folle Palla divinità, e infieme comprovanti la veridica deferii zione , che del di Lei Simulacro Tacito ci rap- prefenta . Debbo però confettare , che quanto ne* monumenti addotti io riconol'co per vera ed el'at- ta la delcrizione mentovata , mi lòrprende altret- tanto il modo , con cui Tacito la conclude : Me- t.r modo exurgens , ei dice , i? ratio in olj'curo . Pof- fibile , che ad un Uom si erudito , quale fu Taci- to, sì gran meraviglia facelle il mirar Venere Pafia in figura di un cono , o di una piramide ? Non dovea egli piuttollo da una tale figura defumere 1* antichità di tal Simulacro , o almeno la derivazio- ne di C 1 J Imy. Roin. Numis . (*2 ) Ibi pag. 80. C 3 ) Ibi pag. 143. (4) Ibi pag. J 3 o. ( $ ) De Praeft. , t? Ufìi Numism. Dijf. 5. ) Colleg. del- le Med. del Col. Chiaram. di Parigi . ( 7 ) Ibi . C»J DiaL 5. pag. 176. \ / Digitized by Googl DELI * ANTICA IDOLATRIA. ne di una veturtilfima coltomanza ? Non dovea Ta- pe re , che ne’ più rimoti tempi, e come Trogo di- cea , ab origine rerum , altri Simulacri non ebbero i Numi , che o pietre quadrate , o piramidi , od obe- lifchi , o coni , o colonne di legno , e di fallo ? Come ignorar potea il conico Simulacro d’ Apollo in Megara , e del Sole in Ed e Ila , e gli obelifchi, è le piramidi al Sole ideilo alzate in Egitto ? Come gli ufeiron di mente i furti, o colonnette rozze di legno , e le impolite pietre , che per di lui alfer- zione rifeuoteano le adorazioni della Germania ? Come sfuggirono alla di lui maflima erudizione le due colonne porte a Giove nel Tempio d’ Ercole in Tiro ; come le altre molte collocate nel Tempio di Gadi ; come le due confecrate al Sole dal Re Ferone nel di lui Tempio in Egitto? Tante co- lonne infine fi J , con cui adombrar (i folevano e Giove , e Giunone , e Bacco chiamato perciò TUputiovios Colutnnarius , e Apollo detto Ayiftfs Compitali , ed Ercole , e Marte , e Bellona , non do- vevano farlo falire all’ origine delle cole , ai colto- mi dell’antica, e primiera rozzezza, e deporre la meraviglia circa la forma del Simulacro di Venere Pafia ? Ma qual cofa Tacito fi penfaflè in quella Tua fofpenfione, egli fel vegga, e noi non ce ne brighe- remo altrimenti. Raccoglieremo bensì le vele ad una Dillerta- zione , che in vallo pelago trafeorfe ornai troppo lungi. Voi, o dottiamo Sig. Conte, farete telfi- monio o del Tuo felice tragitto, o del Ilio infaufto naufragio ; e onorar dovrete o di compatimento i fuoi rilicofi viaggi , o i luoi errori di correzione . Se 1 amor proprio non mi fa velo al giudizio , ere. c " e ^ della tratto avelie a qualche porto di 1 ufficiente probabilità 1 opinione da Voi propolla- ™ l . \ c }°£ che i Simulacri più vernili delle pagane Divinità follerò di quadrata, o di rotonda figura , o al- C O Ue^io Aìnetan. Qjiejì . lib. 3<5 Dissert. SuliTdolatria; ( o almeno tendente a rotonditi . Un più ralente Piloto e di forze , e di tempo , e di finimenti più agiato faprà condurla felicemente ad un porto di fìcurezza . Quanto a me , fe altro non averti po- tato ottenere , Tarò almeno contentiamo d avervi f er alcun modo tellimoniata la mia. ubbidienza , • alto pregio , in che tengo 1’ autorità voftra , e ij voltro merito Angolare . F I N S. Die 8. Augusti 1787. l'idi t prò lUtàe , ac Revino D. V. Domini co Al archi one Mancinforte Epifcopo F aventino Albertus Raccagni Farocbus Sanfli Antonini. Die 1 9. Augujli 1787. imprimatur. Fr. Angelus Maria Merenda Ordinis Predicato- rum Sacra Scripturx LeElor , ac f^icartus Gg~ neralis SaaEli Offici* F aventi a .
Sunday, May 1, 2022
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