carbonara Più denigratore che profoudo è stato giustamente giudicato, infine, il libro del NoàCK, J. G. Fichte nach sei non Leben, Leliren und Wirken (Leipzig, 1862). — XXVIII — filosofo tedesco, inopportunamente staccata da tutto il resto deli’edifizio speculativo. Anche nella maggior parte degli odierni studi storici sul Lichte divenuti più che mai frequenti dopoché al moto neo-kantiano iniziatosi al grido: ritorniamo al Kant! (zurìick zu Kant!) (') si associò, come orientamento filo¬ sofico, un moto neo-fichtiano: ritorniamo al Fichte!j(zuriick zu Fichte!) che è andato sempre più accentuandosi dagli ultimi decenni del secolo scorso ai giorni nostrf (*) è - \ j (') 11 ritorno al Kant si suole farlo risalire alla celebre lezione dello Zellar: Ueber die Bedeutung und Aufgabe der Er/iJnntnistheorie (Heidelberg, 1862); ma già nel 1847 il Weisse pronunziava a Lipsia un discorso: In welchem Sitine sich die deutsche Philisopkie wieder a " Kanl zu orientieren hai (Leipzig, 1847),. dal quale si rileva la sua avversione alla dialettica hegeliana e il suo sforzo por contrapporre al panteismo idealistico un teismo etico. n? V ' m P ro P oa ìto I’Uebeuweg-Hbinzb, Grundtjss der Geschichle (ter p/iilosop/tie seit Beginn des neunzehnten Jahrhundcrts (Berlin, 1906, 10» ediz.), § 26, Elnwìrkung Fichtes auf neuere Lahren, pp. 264-269* e .coltre le pp. 317, 347, 361, 514, .547-548.
Tuesday, May 17, 2022
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