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Tuesday, May 31, 2022

GRICE E CAFFO: EGO ET ALTER

  quando esse stesse costituiscono oggetto di valutazione. Per l'analisi di queste circostanze sotto l'aspetto del valore m o  rale, il Meinong si serve di una simbolica assai semplice, distin guendo il bene e il male, secondo che siano propri del soggetto  odialtrisoggetti,rispettivamente colleletteregeu,reu;e le appetizioni egoistiche, altruistiche e neutrali colle lettere e,a,n,se sono del soggetto,colle lettere n,qe v se appartengono ad altri soggetti.  I valori egoistici risultano perciò espressi con le lettere  i neutrali colle lettere :  99  ( 1 ) I b i d ., p . - 1 0 9 - 1 1 0 .  page187image2165457520 Ta  е  e  201  96,  Un  Pla ,  7  Ja,  rn  Uca  เหฯ  Uy :  129. – Non tutte le circostanze,che accompagnano l'attua  zione di uno scopo della volontà, hanno importanza pel valore  morale.E intanto è certo,che esse in generale entrano a far  parte del fenomeno,non in quanto sono reali,ma in quanto il soggetto le ritiene tali. È sempre il lato subbiettivo che interessa  nel giudizio morale.  gli altruistici con le lettere:  Tv  e  Siccome il Meinong non si propone di dare una teoria compiuta deifatticoncomitantidelvalore,ma solodianalizzaretalunicasi  page188image2165440512 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 171  speciali, così, per evitare complicazioni, quando adopera i simboli senza l'indice intende significare i valori egoistici.  Q u e s t i s i m b o l i p o s s o n o e s p r i m e r e b e n i, m a a n c h e l e v o l i z i o n i a d essi riferentisi. Per indicare le volizioni il Meinong adopera gli  stessi segni fra parentesi.  Infine per semplificare il calcolo egli suppone,di regola,che la circostanza concomitante sia sempre una sola,la quale insieme alla volizione formi ciò che egli chiama binomio della volizione. Se le circostanze sono più, allora si forma un polinomio (1).  La precedenza della lettera in un polimonio o binomio indica il valore principale desiderato o attuato.  Tra lo scopo dellla volizione e l'oggetto della valutazione conco mitante possono correre le seguenti relazioni:  1. Identità: ciò che il vero artista crea non soddisfa lui sol tanto, egli apparirà sempre in qualche modo come un beneficatore di tutta una sfera di uomini.  2. Coesistenza di più qualità di una stessa cosa o anche di più cose : per esempio, un tale vuol comprare un piano che ha un b e l t o n o , m a il p i a n o h a a n c h e u n a c a t t i v a m e c c a n i c a ; o u n c a n e d a g u a r d i a m o l t o v i g i l e , il q u a l e p e r ò m o r d e ; o u n a m a c c h i n a c h e lavora bene, ma che fa rumore e fumo, ecc.  3. Nesso causale, nelle sue due forme: a) lo scopo è causa di conseguenze valutabili; chi, per esempio, promuove il movimento e l ' i n d u s t r i a d e i f o r e s t i e r i , m i r a a d a r r i c c h i r e il p a e s e , m a a n c h e lo demoralizza; b) lo scopo non si può raggiungere che come ef fetto di dati valori morali ; per esempio, un fabbricante per  ( 1 ) I b i d ., p . 1 1 1 - 1 1 5 .  page188image2165440720 130. In che modo ifatti concomitanti del valore sono  connessi collo scopo della volizione? Siccome ogni scopo di voli zione è anche un oggetto di valutazione,la domanda può formu larsi,in termini generali, così:come dei valori  possono entrare in connessione tra loro? Si noti però che la connessione deve sta  bilirsi prima del cominciamento della volizione  deve tenerne conto. ,giacchè questa  escluse.  Le coesistenze casuali restano naturalmente  page189image2165670304 Ora torniamo alla domanda principale: in che modo il valore morale di una valutazione dipende dai valori concomitanti,e,in caso di binomio, dal valore concomitante ?  131. – Noi abbiamo distinto quattro categorie di valori, g, T, u e u , le quali si applicano anche ai fatti concomitanti.  Peròilcasousipuòomettere,perchè non accadràmai,chesi voglia un proprio non -valore per sè stesso. Rimangono così trepossibilità, le quali, liberamente combinate, dànno dodici casi cheono la tavola dei valori. Per l'esame di questi casi bisogna pensare, che ad un oggetto di volizione si aggiungano gli altri come fatti concomitanti, e osservare le variazioni di valore che questo intervento produce.  1. La volizione positivamente altruistica è data dalla for mula (Y).Ilmomento più importante è qui l'associazione dellacircostanza concomitante u, il proprio danno. È evidente che l'ag giunta di questo secondo momento accresce il valore di (i) e di tanto,quanto più grande sarà il sacrificio proprio. Indicando il valore con W ,si avrà dunque:  Se invece si aggiunge v, il danno altrui, sia di persone estranee al rapporto (quando per beneficare uno si danneggia altri), sia dello stesso beneficato (quando il beneficio produce pure un male al beneficato ), allora il valore della volizione con questa circostanza concomitante diventerà minore. E la formula sarà :  ( 1 ) I b i d ., p . 1 1 5 - 1 1 7 .  W (ru)< W (Y).  W (r)> WY.  page189image2165670720 172  PARTE II - SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  guadagnare di più deve migliorare la condizione materiale dei suoi operai (1).  Se la circostanza concomitante è pure in favore del beneficato, allora la formula sarà indubbiamente :  W (ru)> W (Y).  page190image2165824832 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 173  Invece l'aggiunta del vantaggio proprio al bene altrui nè dimi nuisce,nè aumenta il valore.Quindi si avrà:  2. La volizione egoistica è espressa dalla formula (9),lam o  dificazione più grave qui si ha, quando al caso (g) si aggiunge la circostanza del male altrui v.Allora si avrà:  W (gu)< W (9).  Se la circostanza concomitante è invece r, il valore della voli zione egoistica si eleva. La formula diverrà quindi:  W (gr)> W (9).  Che poi alla volizione egoistica si aggiunga la circostanza secon daria di un altro proprio vantaggio o anche di un proprio danno, non modifica il valore di (g). Si avranno quindi le due egua glianze:  W (99)= W (g)= 0  W (uu)< W (u).  Così pure si aumenta il non-valore,se oltre al danno principale si aggiungono altri danni. Epperò :  W (UU)< W (U).  Per quanto il caso sia inusitato, si può prevedere anche,che al male altrui si associ una qualche conseguenza buona,indiretta,  page190image2165824624 e  W (49)= Wr.  W(gu)=W(g)= 0.  3. La volizione altruistica negativa o anti-altruistica è espressa  con la formula (u).Se per attuare il danno altrui, si fa anche il  danno proprio u,questa circostanza aggrava il male e aumenta il non -valore.  Si avrà quindi:  page191image2165602944 174 PARTE II·SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  Il fatto concomitante della propria utilità non aggiunge,nè toglie al valore della volizione principale anti-altruistica.Si avrà quindi l'eguaglianza:  W (ug)= W (u).  La somma dei risultati ottenuti si può disporre nel seguente quadro :  W (rr)> W (v)? W (gr)> W (9)? W (ur)> W (u)? W(rg)=W(T) W(99)=W(9)=0 W(ug)=WU) W (ru) < W ( ) W (UU) < W U )  W(ru)>W()  W (uu)< W U )  Da questo quadro si rileva,che le circostanze concomitanti con segno negativo non sono più feconde di effetti di quelle con segno positivo.Di queste ultime,g non modifica nulla, e r non dà risul tatisicuri,come indicailpuntointerrogativo.L'influenzadeifatti concomitanti si può dunque riassumere così:, agisce aumentando d e b o l m e n t e il v a l o r e ; g n o n m o d i f i c a n u l l a ; u d i m i n u i s c e g r a n d e mente il valore ; u opera secondo lo scopo della volizione ora au mentando, ora diminuendo e ora non modificando il valore.  Si è già detto che sarebbe unilaterale il voler giudicare del valore morale di una volizione dallo scopo;che però,in quanto lo scopo prende parte alla determinazione del valore,l'altruismo positivo è buono , l'egoismo è indifferente , l'altruismo negativo è cattivo.Ora è importante constatare,che il senso in cui i tremo  menti valutativi operano sui fatti concomitanti è completamente lo stesso (1).  La validità della tavola dei valori, dianzi tracciata,  page191image2165597536 ma pure prevista. Allora il non -valore si ridurrà, nel modo indi cato dalla ineguaglianza:  132 .  ( 1 ) I b i d ., p . 1 1 7 - 1 2 2 .  W (ur)> W (u).  g W(gu)<W(9)  W (gu)= W (9)= 0  -  page192image2165697504 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 175  subisce variazioni,se cambia la qualità della volizione ?-- intendendo per qualità la differenza tra appetizione e repulsione, che però non deve equipararsi a una contrapposizione logica tra affermazione e negazione, i cui termini si escludano a vicenda, ma considerarsi  come una doppia possibilità psicologica, di cui l'una abbia altret tanta realtà indipendente, quanto l'altra.  si possono fare le seguenti sostituzioni, che aiutano a trovare il corrispondente valore nella tavola relativa alle volizioni (1):  (T)= (non—-1)= (U) (U)= (non--V)= (Y)  (ū)= (non- u)= (g).  133. -- Lo stato subbiettivo di rappresentazioni e di predi sposizioni anteriore alla volizione è indicato dal Meinong con laparola progetto (project). E siccome in questo stato abbiamo sup posta anche la cognizione delle circostanze concomitanti valutabili, così al polinomio o al binomio della volizione corrisponde un poli nomio o un binomio del progetto. Per indicare questi stati Meinong adopera gli stessi simboli senza la parentesi. Osservando le voli zioni in rapporto agli stati predisposizionali, l'analisi delle valuta zioni dei fatti concomitanti può rendersi più esatta.  Si ponga,per esempio,un binomio iniziale vu, che esprima il mio desiderio di far male, al momento opportuno, a una persona,  ma chenonmisiapossibileevitare,ciòfacendo,conseguenzedan nose per me,u.Se ildesiderio di non danneggiarmi prevale,al  lora non si avrà più il binomio (uu), ma l'altro (ūr),il quale dice che la volizione è risultata nel senso di non volere il male proprio,  page192image2165590880 (U) (ū)  Un'analisi delle nolizioni mostra, che esse si comportano egual  mente come la volizione, solo che si applicano di regola ai va lori y, u ed u,ritenendosi assurdo il non volere il proprio van  taggio g.Indicando le nolizioni con (T)  g  (1) Ibid., p. 122-125.  page193image2165807200 176 PARTE II-SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  pur ammettendo che questa volizione abbia per circostanza conco mitante y, cioè il bene altrui. In forma positiva la volizione fi nale sarà (gr).E così da una situazione iniziale negativa vu si riesce nella opposta gr (1).  Meinong chiama coordinati fra loro due binomi di progetti,dai quali procedano due volizioni formalmente concordanti. Anche i binomi di queste volizioni saranno coordinati fra loro (2).  Egli si ferma ad esaminare più a lungo la coppia dei binomi ru - gu, dei binomi, cioè, che hanno la maggiore importanza pra tica.Il primo esprime l'altrui bene col proprio danno, il secondo il bene proprio col danno altrui.  Nel primo rientrano, nel senso massimale,tutte le occasioni in  cui si può affermare la grandezza morale di un uomo ; nel senso  minimale i casi della più comune fedeltà al proprio dovere.La  sezione di linea dei valori morali che comprende il meritorio e il corretto è tutta espressa da questo binomio; laddove la sezione  che va dal punto d'indifferenza al tollerabile e al riprovevole cor risponde alla negazione di questo binomio.  Nel binomio gu sono espressi tutti i casi che vanno dal più sano egoismo alle negazioni più delittuose dell'altruismo. Reciproca mente, la rinuncia a siffatte volizioni va dal semplicemente dove roso all'eroico.  Le volizioni che procedono da questi due binomi comprendono adunque tutte le quattro classi di valori , caratterizzati in prin cipio (3).  134. – I due binomi anzidetti suppongono un conflitto fra l'interesse proprio e l'altrui. È evidente che dalla grandezza di q u e s t i i n t e r e s s i , d a l l a p o r t a t a d i g e d i Y , d i p e n d e il v a l o r e m o r a l e della valutazione (I momenti u eu s'intendono compresi nella ne gazione di g e y).Intanto è certo, che il valore egoistico in cui g è congiunto con u,W (gu), si trova sempre al disotto del zero della scala, ed ha segno negativo ; mentre il valore altruistico in cui  ècongiuntoconu,W (ru),sitrovaaldisopradelzeroedhasegno  page193image2165808656 (3) Ibid., p. 128-130.  .  (1) Ibid., p. 125-127. (2 ) I b i d ., p . 1 2 8 .  page194image2165530544 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 177  positivo. Ciò posto, la funzione valutativa tra i termini dei due binomi si può scoprire agevolmente con una semplice osservazione. Sacrificare un piccolo interesse proprio a un grande interesse altrui, ha un valore positivo minore,che il sacrificare a un piccolo inte  resse altrui un grande interesse proprio. D'altra parte chi non  pospone a un grande interesse altrui un piccolo interesse proprio produce un non-valore morale più basso,che non colui il quale per una utilità propria rilevante non tien conto di utilità altrui tras curabili.  Questo primo abbozzo di una legge del valore si può esprimere nelle due formule :  Y  nelle quali C e C'indicano le costanti proporzionali sconosciute, condizionate dalla qualità delle unità g e r (1).  1 3 5 . Nell'applicazione di queste formule all'esperienza si rendono necessarie talune modificazioni.  Seponiamoivalorireg egualiailimiti e0,alloraical coli diventano molto esatti:  - limW(gu)= - 00.  L'esperienza non è però sempre d'accordo con queste formule.  Ognuno ammetterà,chel'adoperarsinell'interessealtruisiaccosti al punto morale d'indifferenza, quanto più grande è quest'inte resse ; e che il trascurarlo divenga nella stessa misura riprovevole, supposto costante e limitato l'interesse proprio da sacrificare. È  p.130-131. F. ORESTANO.  page194image2165530960 W (ru)= C  e  -  W(gu)=-CY  1  per 9  9  12  perr= perr= 0  O  lim W (gu) lim W (gu)= 0  lim W (gu)= 0  per g = 0  (1) lbid.,  limW(ru)= 0, limW(ru)= 0, lim W (ru)= 0 , limW(Yu)= 0,  page195image2165622400 pure evidente,che la trascuranza di un interesse altrui diviene  tanto più indifferente, quanto più irrilevante è questo interesse.  Epperò non si ammetterà da tutti, che il valore dell'altruismo di  venga allora infinito (come nella 2a formula). Osservando però  bene, questi casi non rientrano nel campo della morale.Si con  trasterà pure che il valore del sacrificio di un bene proprio per l'altrui, cresca colla grandezza del bene sacrificato (formula terza),  ma l'esperienza prova che l’esitazione al sacrificio si fa maggiore quanto più grande è il bene cui si sta per rinunziare.Invece èda riconoscersi che non è esatta la quarta formula,perchè non sipuò  negare ogni valore al bene che si fa ad altri, solo perchè non si determina un conflitto con un bene proprio.  Le formule anzidette si debbono mitigare nella loro assolutezza,  perchè si accostino di più alla realtà.Per far ciò basta attenuare  il valore di g, il che si può ottenere aggiungendo a g ogni volta una costante c o c '.  с  ( lim W (ru) = C , lim W (gu) = - 'C ( 1).  Y  page195image2165626144 178  PARTE II-SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  Si avranno così le formule :  Queste formule non modificano i limiti funzionali dianzi otte nuti, ponendo y = 0,T = 0 0 g = 00; cambia bensì la formula delquarto limite, perocchè se g= 0:  Y  136. - Sin qui abbiamo considerato l'una variabile indipen  dente dall'altra. Che avverrà però, se le variazioni si compiranno in entrambe le variabili congiuntamente, supponendo che reg rimangano uguali fra loro per grandezza di valore ?  Sostituendo a g il simbolo y, le formule diverranno:  ( 1 ) I b i d ., p . 1 3 1 - 1 3 3 .  Y  T  W(ru)=09+  W(ru)= C  W(gu)=-6  T  W(gu)=  9td  rto  с  Ć  rto'  page196image2165609968 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 179  dal che risulta, che il non-valore deve crescere e diminuire nello stesso senso di r e g , e il valore in senso contrario.  Consultando l'esperienza,si può riscontrare agevolmente che un  oggetto,per esempio un dono,abbia lo stesso valore per chi lo dà e  per chi lo riceve.Ora si domanda,regalare di più avrà un valore  più alto o più basso del regalare di meno ? Senza dubbio più alto.E  se si contrapponga vita a vita, chi sacrifichi la propria per con  servare quella di un altro, suscita di fatto grande ammirazione.  Questo èperò ilcontrariodiciòchequelleformule esprimono.Oc corre adunque correggere le formule e per far ciò Meinong intro  duce un esponente di g,più grande dell'unità, e lo indica colle lettere k e k'.  Le due formule diverranno così (rimettendo g al posto di r):  Sicchè si avranno i seguenti limiti:  A questo punto le nozioni dei limiti non hanno più bisogno,se  condo il Meinong, di alcun'altra correzione. Solo per semplicità di espressioneponendoC= 1ek= 2laformuladelbinomiodiverrà:  È questa la formula principale, cui Meinong si riferirà nelle discussioni seguenti (1).  Le due volizioni staranno, secondo la formula principale or ora  ( 1 ) I b i d ., p . 1 3 3 - 1 3 6 .  page196image2165608928 W (ru)- C e Y  gl'+ c  perr= 9  g?+1  e  900 pery 9=0  W (gu) = - C'  Y  W (ru)=  ghto  Y  limW(ru)=00 limW(gu)=0 limW(ru)=0 limW(gu)=0.  Preliminarmente egli ne ricava alcune conseguenze. Ogni pro  getto offre a colui,che dovrà reagire con una volizione,la doppia possibilità di fare o di tralasciare.  W(gu)=  Y g?+ 1  page197image2165829408 ricavata,in un rapporto di reciprocità negativa,per ciò che ri guarda il loro valore morale.  In secondo luogo, siccome le volizioni di grande valore (positivo o negativo) o sono meritorie o riprovevoli, e quelle di piccolo valore o corrette o tollerabili, così potrà dirsi in generale che: quanto più distanti sono il numeratore e il denominatore di quella formula nella scala dei numeri, tanto più il valore della volizione sarà indicato dalle parti estreme superiore o inferiore della linea dei valori;quanto più vicini sono invece quei numeri,tanto più l'indice del valore cadrà verso il punto di mezzo di detta linea. L a f o r m u l a s i a p p l i c a i n o l t r e a n c h e a i c a s i d i v o l i z i o n i, i c u i s c o p inon siano accompagnati da circostanze concomitanti. Basta ri durla così:  W ()= =  W(g)=0(1).  UU .  Mentre laprima coppiaesprimevailcasodiconflittod'interessi, la caratteristica della seconda è la concordanza degl'interessi propri  con gli altrui (positivi e negativi). Se il progetto offre l'occasione di congiungere con la mia utilità  l'altrui, o se mi rappresenta un pericolo altrui nel quale scorgo un pericolo mio,la volizione corrispondente sarà espressa con (gr). V'è però anche la rappresentazione del desiderio di un male altrui, cui si associa anche la previsione di un danno proprio. La corri spondente volizione sarà espressa con (uu).  Ilconflittoquinonesistefrag er,ma fragev,cioèfrage  page197image2165827328 180 PARTE II-SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  >  137. IlMeinongpassaoraadesaminare,piùbrevemente, un'altra coppia di binomi :  ( 1 ) I b i d ., p . 1 3 6 - 1 3 7 .  gr  ge-Y Questa riflessione ci fa subito applicare al caso attuale la formula  principale del primo binomio,così:  gø+1  g1 -Y  W(vu)= q*+  ( r)=  )  Y  1  page198image2165599824 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG  181  Siccome l'azione sarà tanto più riprovevole,quanto più grande sarà il proprio sacrificio in ragione del danno che si vuol produrre, si può togliere y dal denominatore ;la formula precedente si cambia quindi in quest'altra:  -(go+ 1)r.  Mantenendo anche in questo caso il principio della reciprocità negativa dei due binomi, l'altro binomio diverrà  epperò la seconda formula principale così ottenuta sarà (1):  (g  138. – Le costanze rilevate in queste formule dimostrano sufficientemente, che il valore morale è in relazione tanto con lo scopo principale della volizione, quanto con i fatti valutabili con comitanti .  Questa relazione di dipendenza è però un dato ultimo e irridu cibile? o non è essa stessa funzione di un dato ancora più pro fondo ? Noi potremo dire di avere scoperto questo dato, quando osserveremo quel momento particolare della volizione valutata,che,  cresciuto, accresce il valore, diminuito, lo diminuisce.  Ora in questa scoperta l'empiria aiuta più che ogni riflessione  teorica.Essacidice,chenellevalutazionimoraliciòcuisimira  è il carattere permanente del soggetto della volizione, la sua ca  pacità o disposizione intrinseca a sentire il bene e il male degli  altri.Inaltritermininonlavolizionepersèstessa,ma l'animo (die Gesimung) che in essa si rivela, è il vero oggetto della valu  tazione morale.Questo dato empirico,suggerito dalla comune espe rienza, dev'essere ora dalla teoria esattamente analizzato (2).  page198image2165602736 1 (g°+1)  W (gr)=  W (gr)=  +1)  =  W (uu)  W (uu)= - (g°+ 1)r,  1  -  ( 1 ) I b i d ., p . 1 3 8 - 1 4 0 . (2) Ibid.,1 p. 140-143.  page199image2165809488 182 PARTE II-SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  1 3 9 . E anzitutto va messo in relazione con le due formule principali ottenute nelle precedenti analisi.  In quanto alla prima, che si applica ai conflitti tra diversi og getti egoistici e altruistici di volizione,basta domandare,in chegrado e misura il bene altrui ci sta a cuore.Per ogni volizione si  può così stabilire il valore subbiettivo dell'oggetto corrispondente. Se vi ha conflitto,vincerà il valore subbiettivo più grande.La de  cisione fra interesse proprio e altrui (egoistico) seguirà quindi in ogni caso la parte che ha il più grande valore pel soggetto. Se questo opta per Y, ciò vuol dire che l'interesse altrui gl'importa più del proprio;e,viceversa,se optaperg,vuol direche,almeno in questo caso,gli preme più l'interesse proprio che l'altrui.  Se ora poniamo che lo stesso valore y venga preferito in ogni caso da un soggetto a un più grande g, e da un altro a un più piccolo g, ciò si può spiegare solo ammettendo una diversità sub biettiva fra i due individui, una diversa disposizione costante dei loro sentimenti. Quanto più grande è il valore g costantemente sacrificato,tanto più ilrelativo soggetto è disposto aisentimenti simpatici. Se, invece, il valore y vien trascurato per un più pic colo g, si deve concludere che il soggetto della volizione è più in differente ai valori altruistici.  Da queste considerazioni possiamo concludere, che nelle risolu zioni altruistiche la benevolenza e nelle egoistiche l'indifferenza dipendono dalla grandezza dell'importanza soggettiva di r e di g, come era affermato nella prima formula principale dei valori e dei non -valori morali. La benevolenza e l'indifferenza per l'altrui bene e male è adunque quel momento,parallelamente al quale variano le grandezze dei valori e dei non -valori morali:essi sono pertanto il vero oggetto della valutazione morale (1).  140. -- L'esame della seconda formula dà pure analoghi ri  sultati. Chi opera in danno altrui non s'interessa evidentemente al bene degli altri,ma si comporta a riguardo di esso almeno con indifferenza. La volizione (U) segnala però più che l'indifferenza, il b e n e a l t r u i s e m b r a a v e r e u n v a l o r e n e g a t i v o , e il m a l e u n v a l o r e p o sitivo.V'è dunque qui un conflitto nel senso della prima formula,  page199image2165810320 ( 1 ) I b i d ., p . 1 4 3 - 1 4 5 .  e  page200image2165816560 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 183  con risultato conforme al valore preponderante, ch'è in tal caso quello anti-altruistico.Quanto più grande è poi il sacrificio di bene  proprio fatto per realizzare v,tanto più valore ha v pel soggetto,e tanto più grande è pure la malevolenza che questo sente.Il valore g sembra intalcasononilbenepropriosacrificato,ma ildannoaltrui raggiunto.La malevolenza è inoltre tanto più grande quanto più per arrecare un piccolo danno si sacrifica un grande valore proprio. Seinvecevinconoivaloriegoisticisideveammettere,che lamale volenza non era comparativamente tanto grande,massime se basta un piccolo g a scongiurare un rilevante u, val quanto dire a ri durlo indifferente (1).  141. – Sebbene le analisi sin qui fatte siano assai incom plete, pure bastano, secondo il Meinong, per farsi idee abbastanza  chiare su alcuni punti essenziali. E anzitutto se ne ricava,che è caratteristico di ogni valutazione  morale l'esser fondata sopra una specie di misurazione dei valori altruistici dagli egoistici. L'importanza dei fenomeni binomiali,dei  quali ci siamo sin qui occupati,consiste in ciò,che dall'esito della decisione si ricava quanto valga pel soggetto il bene o il male di un altro.  C'è però nella parola altruismo un doppio significato,che dà luogo  ad equivoci, l'uno positivo e attuale, l'altro disposizionale.Nel  primo senso l'altruismo si distingue per la proprietà di non essere  suscettibile di aumento,mentre nell'altro è aumentabile indefini tamente .  In modo analogo può distinguersi un egoismo attualmente dato  e non aumentabile, da un egoismo che può crescere senza limiti. Gli oggetti di valutazioni morali si possono, dopo l'anzidetto,  r i d u r r e i n q u a t t r o c l a s s i : l ' a l t r u i s m o p o s i t i v o è u n b e n e , il n e g a t i v o  èun male,lamancanzadell'altruismopositivoèunmale,laman canza del negativo è un bene.  Il carattere comune delle volizioni,che costituisce l'oggetto della valutazione morale si può esprimere colla parola “ partecipazione , o “ simpatia , (Anteil). Nelle valutazioni morali adunque si mira alla capacità, manifestantesi nella volizione,di partecipare all'utile  (1 ) I b i d ., p . 1 4 5 - 1 4 9 .  page200image2165808448 page201image2165805952 e al danno degli altri. Questa disposizione simpatica non è ancora il carattere, ed è soggetta anche a variare. E anzi notevole, che per il giudizio morale di una volizione è indifferente, se la di  sposizione altruistica del soggetto sia stata passeggiera o sia per manente (1)  Perchè, però, la simpatia sia veramente morale,occorre che sia imparziale. Qui entra in azione il momento della giustizia.Quando tre persone in uno stato di uguali bisogni, ricevono l'uno r, l'altro 2 x, il terzo nulla, allora noi siamo meno inclini ad a m mirare l'atto altruistico corrispondente.  Una sola volizione non è per sè stessa nè giusta, nè ingiusta, ma diventa tale se confrontata con altrevolizioni.Di queste una serve di caso normale. Per giustizia si può quindi intendere essen zialmente la concordanza col valore normale (2).  Il caso più puro di simpatia o di partecipazione è quello in cui si fa astrazione tanto dallo stato particolare dell'io,quanto dalla persona altrui individualmente presa. Questa simpatia assoluta, impersonale,universale,non legata a particolari circostanze di tempo e di luogo forse non esiste, ma in ogni caso serve come guida ideale per misurare i valori morali. Si può quindi definitivamente concludere che: oggetto delle valutazioni morali è la simpatia im personale, che si manifesta nelle volizioni, per il bene e il male del prossimo (3).  142. — Stabilita la simpatia come la proprietà degli atti morali, tutta una massa di azioni,nelle quali questo momento non è direttamente in quistione,non rientrerebbe nella detta categoria. Intanto nella terminologia corrente l'opposizione tra buono e cattivo comprende anche valutazioni, nelle quali il criterio della simpatianonentra.Sidice,peresempio,buonalasubordinazione all'au torità, si approva in certi casi la menzogna convenzionale,si tollera la mancanza a promesse non solenni, ecc.  Tutte queste valutazioni sono dette dal Meinong quasi-morali. I giudizi del valore sono qui praticamente incerti e mutevoli,  page201image2165808864 184 PARTE II-SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  ( 1 ) I b i d ., p . 1 4 9 - 1 5 4 . (2) Ibid., p. 154-155. ( 3 ) I b i d ., p . 1 5 4 - 1 5 9 .  page202image2165812400 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 185  1 4 3 . Esaurita così l'indagine sull'oggetto della valutazione, Meinong passa a esaminare i problemi che si riferiscono al soggetto del valore morale.  L'ego e l'alter sono pure qui i due soggetti, che la esperienza contrappone: l'uno l'agente, l'altro il termine della volizione.  Cominciamo dall'ego. Abbiamo ragioni per ammettere che le valutazioni morali a noi note siano solo concepite nei riguardi del l'agente? No,perchè l'ego non può sostituirsiall'alternelvalutare ciò che gli giova di più.Questi lo saprebbe meglio. Si può ricorrere alle funzioni della coscienza, ma anche queste variano da persona a persona, e anche nella stessa persona. Il principio dell'interesse beninteso è quindi sottoposto a gravi variazioni individuali.  Neppure l'alter come tale ha diritto ad essere considerato come soggetto del valore, in tutte le sue determinazioni individuali e variabili (2)  Da questa analisi Meinong conclude che il vero soggetto del valore morale dev'essere un terzo disinteressato e neutrale. Come  t a l e il s o g g e t t o n o n è u n o s o l o , m a s o n o i n d e t e r m i n a t a m e n t e m o l t i ;  in quanto anzi si vuol comprendere la totalità dei disinteressati in  unico concetto, si può parlare di un soggetto collettivo, il quale  sarà precisamente la collettività circostante (dieumgebende Gesamm  theit)(3). Il soggetto imparziale e disinteressato della valutazione morale è adunque la collettività.  Il valore morale è un valore umano e concreto.Le quistioni del valore sono quistioni di fatto. E un fatto è che l'uomo normal mente attribuisce valore alla simpatia e non -valore alla disposi  zione contraria ad essa.L'uomo,come tale,è,dunque,indefinitivo, il vero soggetto delle valutazioni morali (1).  page202image2165810944 p. 159-162. (2 ) I b i d ., p . 1 6 3 - 1 6 6 . (3) Ibid., p. 167-168. (4 ) I b i d ., p . 1 6 9 - 1 7 0 .  laddove quelli sinora esaminati si distinguevano per una grande  squisitezzaesicurezza.Ma ancheallevolizioniquasi-moralisipuò  applicare il metodo di misurazione, che si serve dell'ipotesi ausi  liare del conflitto, e segnatamente la comparazione con la forza di motivazione dei valori egoistici (1).  (1) Ibid.,  page203image2165820048 Anche i valori morali si possono considerare come valori propri e come valori traslati. Non solo i valori propri sono fondati sulla estimazionecollettiva,ma ivalorimoraliingeneralecostituiscono pure, in un certo senso, dei valori traslati per la collettività.La dimostrazione di questo fatto è di grandissimo interesse pratico, perocchè conferma,che il soggetto del valore morale è di fatto la collettività, e che i dissidenti sono individui insufficientemente o erroneamente orientati (1).  144.– Oggettodellevalutazionisono,comeabbiamovisto,  le disposizioni dell'animo. Che le disposizioni interiori abbiano un  valore traslato nessunomette in dubbio,etantomeno,sidubiterà,  che questo valore varî secondo il termine correlativo delle dispo  sizioni, cioè secondo l'oggetto cui tendono.Il valore dei sentimenti  simpatici e antipatici segna quello delle volizioni, e questo segna il valore delle azioni. Cominciamo da queste.  Dato un individuo E , il quale sia sul punto di agire favorevol. mente o sfavorevolmente riguardo a un individuo A , si domanda , se un terzo individuo X , affatto estraneo al rapporto E A , epperò neutrale, possa provare interesse all'azione di E. La risposta non può essere che affermativa, e ciò per varie ragioni.Anzitutto pel sentimento generico di simpatia umana, che non può mancare qui di manifestarsi, tanto più che gl'interessi egoistici di X non sono in quistione;inoltre perchè l'attività buona consolida e aumenta in E una disposizione al bene, che potrà poi giovare ad altri in dividui B , C e persino anche eventualmente a X ; inoltre perchè l'azione buona è un esempio che provoca,per la legge dell'imitazione,disposizioni analoghe in altri a fare il simile, il che aumenta le probabilità generiche buone, favorevoli anche per X. Adunque ciò che accade tra E ed A non può lasciare indifferente X , il quale attribuirà valore positivo a un'azione altruistica, e valore nega tivo a un'azione egoistica di E (2).  Dall'azione passiamo al sentimento,cioè all'animo,che essa rivela. Non c'è dubbio, che nella maggior parte dei casi il valore della  volizioneèilpresuppostodelvaloredell'azione.Un attoaccidentale  (1) Ibid., p. 170.  page203image2165825040 186 PARTE II-SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  (2)Ibid.,p.171-174.  page204image2165831904 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 187  non esercita tanta influenza indiretta (anche in rapporto all'imita zione),quanto un atto volontario.Passando dalla volontà alle dispo sizioni dell'animo, che in quella si manifestano, è pure evidente che  la volontà buona è dipendente da disposizioni costanti del soggetto, le quali sono naturalmente quotate, come valore traslato, più al tamente di un atto momentaneo, sebbene voluto.  E poichè il contenuto della volontà buona è la simpatia per altrui beni o mali, così il vero valore traslato dell'atto di E riguardoad A ,risiede per X nella quantità di simpatia che l'atto manifesta (1).  Con una serie di considerazioni infine il Meinong riesce a sta bilire, che nel terzo individuo X , neutrale e disinteressato, può scorgersi il rappresentante della collettività, cioè il vero soggetto della valutazione morale (2).  1 4 5 . Compiuta questa indagine intorno all'oggetto e al  soggetto del valore, Meinong affronta ilproblema del dovere,della imputazione e della libertà.  Le indeterminatezze del concetto del dovere, si teoretiche che pratiche, possono eliminarsi, secondo il Meinong, considerandolo sotto l'aspetto del valore.Non solo,ma questa indagine cifarebbe conoscere una  sufficiente a spiegare definitivamente i fenomeni del dovere morale.  Nel dovere morale è caratteristico l'oggetto deldovere.Morale è quel dovere che ha per oggetto una volizione morale. Ciò cheha un valore morale positivo costituisce il campo del dovere m o rale positivo, mentre il non -valore dà luogo al dovere negativo.  Caratteristico è pure, che il dovere morale ha diversa intensità secondo la qualità morale del suo oggetto.  Il dovere più reciso ed energico si afferma nel campo del cor  retto,ilpiù energico non-dovere nel campo del riprovevole;più debole è il non -dovere che si riferisce al tollerabile, e almeno altrettanto debole è forse il dovere del meritorio. L'intensità non  resta però costante nel seno di ciascuna di queste categorie; si  può inveceingeneraleaffermare,chepeivaloripositivil'intensità del dovere decresce, a misura che aumenta la grandezza del valore  page204image2165827536 2  vera causa  (1) Ibid., p. 174-176. ( 2 ) I b i d ., p . 1 7 6 - 1 8 0 .  page205image2165697088 188 PARTE II·SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  morale, pei valori negativi la forza del non-dovere cresce colla grandezza del non -valore (1).  Questa funzione tra intensità del dovere e valore ci dice,che i  dovere è un fenomeno del valore e consiste precisamente nel va lore della volizione morale, qualificata tale non in rapporto al sog getto agente, ma in rapporto alla collettività. Esso dipende cioè non dal valore delle disposizioni d'animo del soggetto (W ), ma dalla valutazione collettiva (w), la quale determina e impone al sog getto agente un valore attuale. Notevole è che mentre il valore disposizionale sentito dall'agente può spingerlo al più grande sa crificio per un ideale,il valore attuale imposto dalla collettività si contenta di piccoli sacrifici, sicchè i doveri sociali si possono compiere con un piccolo sforzo. Chi adempie al suo dovere quoti diano, puro e semplice, attua per la società un valore importan tissimo, incomparabilmente più grande dello sforzo che gli costa. Il vero bisogno sociale di moralità si limita a che si faccia ciò ch'è corretto, e si tralasci ciò ch'è riprovevole ; il contrario rappre  senta un pericolo sociale (2). Donde deriva il carattere autoritativo del dovere?Premesso che  ogni dovere si riferisce al futuro, si può osservare che esso con siste in un particolare caso di decisione proposto personalmente all'individuo agente da una valutazione collettiva.  Si noti infine, che al campo del corretto corrisponde il dovere  (Pflicht come determinazione più particolare del Sollen) nel senso più rigoroso della parola, e che il termine correlativo del dovere  è il diritto (3).  146. - Mentre nel dovere l'interesse morale è rivolto al  futuro, l'imputazione riflette essenzialmente il passato, e partico larmente le azioni compiute.  I casi nei quali non ha luogo alcuna imputazione sono : 1) quelli in cui non c'è stata volizione,epperò le azioni in  cui il momento psichico manca o non è costituito da una volizione. Gli atti istintivi possono rientrare nella categoria dell'imputabile, se sta in potere della volontà l'evitarli;  page205image2165698960 (1) Ibid., p. 181-185. (2) Ibid., p. 185-192. ( 3 ) I b i d ., p . 1 9 2 - 1 9 5 .  9  page206image2165733808 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 189  2)casiincuic'è statavolizione,ma èaccadutocosadiversa  dallavoluta,oalmenoprevista; l'errorecontaquitantoquanto l'ignoranza o l'insufficienza intellettuale;  3) casi in cui c'è stata volizione e previsione del risultato, ma o la volizione non riguarda un fatto moralmente valutabile,o si è agito in uno stato di necessità (per costrizione esterna,fisica o psichica). Se la costrizione non era assolutamente irresistibile,invece di soppressione, c'è attenuazione della responsabilità (1).  I casi nei quali l'imputazione si attenua si possono schema tizzare così :  I. L'occasione, cioè il complesso delle circostanze che hanno influito sulla volizione.Quanto più grande è stata, per esempio,  la tentazione, tanto più piccola la colpa. Nel concetto d'influenza si comprende anche la suggestione, la quale in certi gradi può  persino sopprimere la responsabilità;  II. I momenti intrasubbiettivi, che si possono suddividere in varie categorie:  2. i rapporti personali fra il soggetto agente e l'altro sog getto, cui l'azione si è riferita;  3. l'opinione che si ha della imputabilità del soggetto; 4. il passato psichico dell'agente;  Tutti questi momenti si applicano,oltre che alla imputabilità, alla calcolazione del merito di un'azione.  Il punto centrale, cui il problema dell'imputabilità o del meritodiun'azionesiriferisce,èlaspontaneitàmoraledell'agente.In com pendio si può dire: chi pone il problema della imputabilità di un'azione,cerca di conoscere due cose:in quale misura l'azione  sia proceduta dalla disposizione d'animo (Gesinnung) del soggetto, e come questa disposizione sia in realtà (2).  page206image2165722576 1. le differenze subbiettive, dipendenti dal temperamento;  5. il tempo, in rapporto sia alla durata dell'azione,sia allo intervallo trascorso fra l'azione e l'imputazione (prescrizione).  Il processo della imputazione morale non è però soltanto intel  lettuale ; consiste anche in una reazione emozionale, con la quale lo spettatore imparziale X si investe quasi della condizione di A  (1) Ibid ., p. 196-197. (2)Ibid.,p.197-204.  page207image2165589840 190 PARTE II-SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  danneggiato o favorito da E. La collettività,rappresentata da X,  reagisce quindi, dal lato emozionale, come A. Nell'imputazione in tellettualmente concepita, oggetto della valutazione è la persona lità di E , in quanto il suo atto può considerarsi come una emana zione diretta (per la spontaneità morale) di questa personalità (1).  147. – Pervenuto a questi risultati nel caratterizzare l'im  putazione, Meinong osserva di non avere fatto uso del concetto  della libertà.E segno,egli dice,che questo momento non ha per  la teoria dell'imputazione quell'importanza, che gli si suole attri buire.  Nel concetto della libertà in senso non soltanto morale,ma ge nerale, c'è una negazione: ciò ch'è negato è qualche cosa di av verso e di spiacevole, vale a dire un non-valore. Dove manca qualche cosa di prezioso, c'è una lacuna, non c'è libertà.  La libertà che si riferisce alla vita morale è stata distinta: (I) in libertà dell'agire e (II) in libertà del volere.  I. Per libertà d'agire si è intesa la libertà fisica di fare o non fare. Si dànno le seguenti eventualità :  1. io tento un'azione, ma un ostacolo esterno la impedisce;  2. io non tento, perchè un ostacolo, come nel caso 1, lo impedirebbe ;  3. io tento e riesco: e così affermo la mia libertà di agire; 4. io non tento, ma se tentassi non troverei alcun ostacolo,  allora la mia libertà di fare è ipotetica, e diviene una facoltà. II.Questa casistica si può applicare anche alla libertà del  volere, sostituendo al tentativo di fare il tentativo di volere.  Lo stato d'animo predisposizionale della volontà è allora il de siderio :  1. io desidero,ma non posso volere; 2. io non desidero, ma se desiderassi non potrei volere;  3. io desidero, e poichè non trovo alcun ostacolo, voglio anche : è questo il caso della libertà del volere o del decidersi;  4. io non desidero, ma se desiderassi non troverei difficoltà  anche a volere. Qui la volontà diviene ipotetica, e, se combinata con altri casi simili, diventa libertà di scelta.  page207image2165603776 ( 1 ) I b i d ., p . 2 0 4 - 2 0 9 .  page208image2165829824 IL VALORE MORALE SECONDO IL MEINONG 191  Abbiamo così iquattro casi possibili di libertà:libertà dell'agire, libertà del decidersi, libertà come facoltà, e libertà di scelta.  La libertà si può definire,in una parola, come desiderio di vo lere secondo la propria inclinazione. Libertà significa allora tanto quanto spontaneità e, così definita, si ricollega con tutti i momenti della valutazione morale di già determinati (1).  L'etica è la scienza, così conclude il Meinong, che esamina il valore che l'uomo ha per l'uomo, e più particolarmente il valore che l'uomo ha nel suo modo di comportarsi con l'uomo. Notevole è in questa definizione il momento della universalità,che distinque il campo dei fatti morali. Il senso comune tende nelle valutazioni morali a rendersi indipendente dalle peculiarità indi viduali e dalle circostanze eccezionali: esso pretende di tenere una  uguale misura per tutti (2). Quella definizione dice pure che ciascun uomo può essere soggetto di valori morali,non meno che oggetto di valutazione; nessuno può dirsi neutrale nelle valutazioni morali. Non puòperomaiaccadere,cheilsoggettoel'oggettodelvalore  s'identifichino. Non che non si possano valutare le proprie voli zioni,ma non sipuò identificareilverosoggettodelgiudizioetico con sè stesso. Voler porre accanto a un'etica sociale un'etica indi viduale è perciò inammissibile. Anche quando l'interesse etico è ri volto al proprio io, la collettività è parte interessata in queste valutazioni, e non le si può perciò negare la funzione di vero sog getto del valore morale (3).  Si è attribuito all'etica un carattere normativo; ciò non deve indurre a credere, che questa scienza possa di propria assoluta autorità imporre precetti al volere e all'agire degli uomini. In quanto disciplina pratica,essa può dare " norme ,, non in nome  proprio, ma presupponendo posti i fini che si vogliono attuare. Solo che l'etica non trova,come lealtre scienzepratiche,ivalorigià definiti, ma li deve ricercare e fissare. Essa diviene quindi  normativa nel senso che, laddove la riflessione ingenua rimane  page208image2165823376 148 .  (1) Ibid., p. 209-214. (2)Ibid.,p.219. (3)Ibid.,p.220-222.  page209image2165814896 192 PARTE II-SAGGIO DI UNA TEORIA DEI VALORI MORALI  inerte, l'etica scorge valori e non-valori,e dove la riflessionein. genua valuta in un dato modo, l'etica lavora a precisare,eacor reggere queste valutazioni. Con le sue deduzioni e dimostrazioni  essa può infatti chiarire errori ed anomalie del valore, che sfug. gono all'occhio non esercitato o indifferente.Ma pure non bisogna dimenticare che i problemi del valore sono problemi di fatto,che l'etica è una scienza empirica, e che l'empiria ha sempre l'ultima parola nelle statuizioni morali (1).  page209image2165806784 ET  (1)Ibid.,p.222-225. costituisc

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