carbonara
L’oratore, è vero, contrappone ancora una volta qui il carattere germanico al carattere neolatino e spe¬ cialmente al francese, per concluderne che non bisognava aspettarsi certo da un Napoleone, strangolatore della na¬ scente libertà della Francia rivoluzionaria, l’attuazione del regno di giustizia che l’architetto del mondo affidava invece al popolo tedesco; ma ciò attesta anche come il filosofo pa¬ triota del 1813 fosse sempre sotto la medesima ispirazione che lo animava veut’anni prima nel suo entusiasmo per la rivoluzione francese; e, malgrado tutte le apparenze in con¬ trario, è sempre la medesima ispirazione quella che tra¬ spare nel Disegno ili uno scritto politico della prima cera Ì813 ( 2 ), destinato a illustrare il proclama del re di Prussia “ Al mio popolo „ : quivi il Fichte, se, dinanzi al pericolo mortale che minacciava la nazione tedesca, riconosce la necessità di porle a capo come despota sovrano (, Zwingherr) il re di Prussia, uou perciò rimane meno fedele al suo ideale democratico; per lui — ha dovuto riconoscerlo lo stesso (*) Veber den Begriff des wahrhaften Krieges (Summit. IVerke, IV, pp. 409-414). (*) 4 «a dem Entwurfe zu etnei- politischen Schrift ini FruhUnge 1813 (Stimma. Werke, VII). — xxrt — Treifcscbke (') — la "Repubblica, senza re, senza principe, senza signori, è sempre il vero Stato di ragione.
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