ESTASI DELL'AMICIZIA E DELL'AMOR FRATERNO. « Xie estasi dell' amicizia. — Rapimenti dell'amor fraterno. Anche senza il fascino del sesso , anche senza i vincoli del sangue l'nomo può amar l'uomo di quel sentimento che si chiama amicizia. Ho gii\ parlato troppe volte e a lungo nella mia Fisiolo- gia del piacere e in altri miei libri più recenti dell'amicizia, né starò a ripetermi. Qui non dob- biamo occuparci che di quelle rarissime forme di questo sentimento che possono portarci fino al- l'estasi. L'amicizia è possibile fra uomini e uomini, fra uomini e donne, fra donne e donne; ma il sesso è tale un elemento perturbatore d'ogni altro af- fetto , che non sia amore , da rendere 1' amicizia assai rara fra due persone di sesso diverso, e anche quando i sensi non parlano e nessun desi- derio accompagna l'amicizia, questa è però modi- ficata profondamente da quella tenerezza irresisti- bile che l'uomo ha per la donna, di quel bisogno di protezione che la donna sente dinanzi all'uomo. Ecco perchè preferirei separare dal gruppo delle Estasi umane. 9 130 CAPITOLO V amicizie vere quella che Tuomo e la donna pos- sono intrecciare tra di loro, ravvicinando queste alla famiglia degli amori platonici. V amicizia è un sentimento di lusso e noi lo vediamo mancare affatto o presentarci forme atro- fiche negli uomini di bassa gerarchia psichica. Le sue energie sono deboli, talché cedono subito il campo ad altri sentimenti più imperiosi e che hanno una grande missione nel ciclo della vita. È anche per questo che le donne ci presentano più raramente esempio di calde e tenere amicizie. In esse l' amore e la maternità occupano tanta parte del cuore da non lasciare il posto per altri sentimenti minori, e d'altronde la galanteria virile fa delle donne altrettanti rivali e semina la ge- losia e inviperisce le vanità e solletica la malizia e la maldicenza; per cui V amicizia fra donne è pianta rara, che vive per lo più vita breve e fra le pareti di una stufa ben calda e custodita. Che l'amicizia sia una pianta di lusso lo prova il vederla fiorire nell' età delle massime energie affettive, cioè nella giovinezza. Col primo aocenno L' AMICIZIA 131 di capelli bianchi , col primo chinar della curva vitale, le amicizie nuove sono molto rare e le an- tiche si conservano spesso per abitudine, per ri- conoscenza, ma son fiacche e messe quasi sempre* nel secondo giro degli affetti. Se r amicizia è sentimento raro , è tanto più delicato e si muove in una sfera di altissima idea- lità. Intendo sempre parlare della vera, della su- blime amicizia, di quel sentimento che fa di due nomini un nomo solo, che li unisce mano con mano, cuore con cuore, anima con anima. Per lo più fra la massa del volgo si chiamano con quésto nome simpatie fugaci, associazioni d'interessi, con- suetudini d'occasione ed altre cose ancor più vol- gari e più basse. Per questa via di certo nessun rapimento è possibile. Ciò che dà il marchio di nobiltà all'amicizia è V eleziùne che ne è il midollo e lo scheletro, che- ne è il motivo informatore. Non è soltanto negli ordini politici che relezione sostituita all'eredità o alla forza segna un gigantesco progresso: anche nel campò degli affetti l' elezione è il battesimo che li consacra ad una vita gloriosa, che li tra- sporta dai bassi fondi delle necessità organiche nel cielo dell' idealità. Neil' amore, nell' affetto di patria, nella maternità, in tutti i potenti affbtti che stringono l'uomo coi vincoli della famiglia, vi 132 CAPITOLO V è un vigore irresistibile , vi è una forza trascen- dente, ma nello stesso tempo noi ci sentiamo ra- piti dal fato, dalla necessità:. Siamo ben felici di questa cara necessità, Ina V Io, sempre superbo, sente qualcosa più forte di lui e riverente s' in- china e ubbidisce alle leggi della natura. Nell'amicizia invece nulla di tutto questo: nes- sun fato, nessuna necessità, nessuna tirannia d'uo- mini, di cose o di tempi. Due anime umane si incontrano nel viavai della folla, si contemplano e s'intendono. Un riso sorriso in due, una lagrima pianta in due, un grido d' entusiasmo escito pro- rompente, irresistibile in uno stesso momento da due petti umani , avvicina i cuori e stringe le destre. Son due note musicali, che partito da due. strumenti lontani si sono incontrate per V aria , formando un accordo d'armonia. E quello stringersi delle mani rivela nella sua espressione semplicissima tutta la psicologia più fine e più profonda dell'amicizia. In amore son le labbra che tendon Farco e si cercano; in amore son le viscere che si intrecciano e si fecondano: neir amicizia son le mani, che si cercano e si stringono; gli istrumenti del pensiero e dell'azione. Sentire insieme e sentire egualmente, ammirare le stesse cose e disprezzare gli stessi uomini, par- lare commossi cogli stessi i)oeti e benedire con ESTASI DELL' AMICIZIA 133 una voce sola lo stesso sole , ci fa parenti nelle anime, come in amore le simpatie fanno di due sangui un sangae solo , di dae desiderii un desi- derio solo, e colla fiisione intima di due esistenze, creano una terza vita. L'amicizia è una parentela d'elezione, è un amore delle anime, è un sentire il proprio pensiero som- mato a un altro; i proprii sentimenti, le proprie simpatie, le proprie aspirazioni ripercossi sempre dall'eco affettuosa di un'altra simpatia, di un'altra natura umana, che risponde alla nostra. Dolcezze ineffabili, voluttìi di altissima sfera, che fanno l'uomo superbo d'esser uomo. Questo consenso non cercato ma trovato, questo combaciarsi intero e completo di due anime, questo libero matrimonio di due nature umane può ba- stare a rapirci in estasi ; quando soprattutto ci rifugiamo in seno all' amicizia per sfug;^ire dagli urli del profanum vulgus; quando siamo inseguiti dal latrato dei cani ; quando ci sentiamo asfissiati dal lezzo del fango in cui pur troppo dobbiamo le tante volte camminare e sommergerci. È allora che l'oasi dell'amicizia ci stende la sue braccia e ci involge colle sue ombre profumate , colle sue brezze inebbrianti , e proviamo la santa gioia di chi escito da una cloaca immonda e oscura, si trova nell'aperto cielo in mezzo alla luce, all'aria 134 CAPITOLO V pura; fors'anche fra il profiimo dei fiori e il sor- riso dei bambini. L'estasi di due amici che si comprendono, che ^i stringon le mani . che si guardan negli o:;chi, leggendovi riflessa Pimmagine di so stessi, è muta come quasi tutti i rapimenti della vita. É muta ed è profonda: è serena eie azzurra. Non si sa eome incominci e dove finisca; appunto come noi non sappiamo , guardando in alto , dove il cielo incominci e dove esso finisca. Tiriamo profondo profondo il respiro, perchè vorremmo quasi ingran- dirci di dentro , come ci sentiamo raddoppiati di fuori; e il nostro Io si confonde, si sprofonda con un'altra coscienza, quasi due parti di un'anima sola, che separate dalla violenza, incontratesi nello spazio, ritornano ad essere una cosa sola. In quei momenti beati ogni confine ben definito della co- Jàcienza si ofiftisca e si sperde : ci pare di essere due, perchè godiamo sentimenti, bellezze, splendori ^el vero o del buono in due; ci par di essere uno, perchè sentiamo vibrare due coscienze in unaco- 43cienza sola; perchè le due anime si son abbrao- -ciate e strette e confuse in un'anima sola. [ ESTASI dell' A^knCIZIA 135 * * Sante e care e dolci ebbrezze dell'amicizia, che si elevano per la loro purezza nelle sfere più alte dei sentimenti umani. Se sono men calde di quelle dell'amore, sono però più durevoli e serene; se vi è meno volutt:\, vi è più pensiero; se vi è meno fuoco, vi è più luce. Ma perchè questi sterili e vani confronti? Per- chè sagrificare anche noi a quel maledetto gallo d' Esculapio, che costringe sempre V uomo a con- frontare le cose che studia e de^scrive ? Forse che si potrA> risolvere il problema ^ la rosa sia più bella del giglio, lo zafiBro più splendi<lo del dia- mante, il cavallo più bello del leone? Lasciamo ogni bellezza al suo posto e non tormentiamo le creature del nostro pianeta, facendole passare sotto le forche caudine delle nostre gerarchie. La natura feconda e generosa non ha mai scrìtto dei numeri sulle proprie creature: nessuna prima, nes- suna ultima, e il muschio microscopico che nasce e fiorisce fra le fessure del tronco d' una palma superba, è bello quanto l'albero maestoso che le offre l'ospitalità; e la stretta di mano dell'amici- 136 CAPITOLO V zia è cara quanto lo stringersi insieme delle lab- bra innamorate. Le estasi dell'amicizia sono di varie forme, ma quasi tutte possono ridursi a queste due: estasi di simpatm e estasi di conforto. Delle prime ho parlato fin qui, riducendole ad un'espressione sola. Le altre sono più facili e più. comuni. Esse non sono che estasi di carità rese più intense, più calde, più poetiche, perchè il sen- timento che le ispira è di più alta natura. Nella carità facciamo il bene agli altri, solo perchè uo- mini; all'amico diamo tutto noi stessi, per lui fac- ciamo i maggiori sagrifizii, perchè uomo e perchè amico. Dall'elemosina che ci umilia e può anche avvi- lirci, incomincia una scala ascendente e che ha mille gradini e pei quali si sale alle forme più squisite della beneficenza. Sulla più alta cima sta sempre 1' amicizia , che conforta e aiuta e soccorre senza umiliare e porge il dono con tale delicatezza, che mal sapresti dire, se sia più prezioso il dono o più caro il modo con cui ti vien presentato. ESTASI dell'amicizia 137 Impiccolire il sagrifizio fino a nasconderlo af- fatto, mostrare che chi dà è invece colui che ri- ceve, ohe il donatore rimane debitore ; nascondere nella gioia di dare l'orgoglio di dare e soffocare fin dal suo nascere l' involontario rossore di chi riceve , sono altrettanti miracoli che V amicizia compie colla massima agilità , colla maggiore na- turalezza di questo mondo. Indovinare il dolore anche senza il pianto, pre- sentire l'imbarazzo quando nessuno lo sospetta, prevedere la sventura prima che arrivi, il pericolo prima che l'allarme sia dato, non attender mai che la mano si stenda a voi, ma stendere la vostra e nella stretta di mano nascondere il benefizio, sono le prime lettere dell' alfabeto dell' amicizia ; son problemi elementari che il cuore risolve di primo acchito e senza bisogno di studiare la matematica. Davvero che in questi ca^i è diflBcile dire chi più goda dei due, chi primo arrivi al rapimento del benefizio fatto o della riconoscenza caldissima. L'uno ha preveduto , ha presentito , ha indovi- nato. L' amico soffre ed io posso far tacere quel dolore. L' amico ha bisogno di soccorso , di con- forto, ed io sarò quei fortunato che potrò soccor- rere e confortare. Il cuore batte forte forte in petto , le mani tremano per 1' emozione e un sor- riso involontario e angelico corre sul nostro volto. 138 CAPITOLO V Tutti gli artificii più astati sono da noi adoperati per far sembrar facile ciò che è difficile, naturale ciò che forse è per noi un doloroso sagrìflzio. Nes- suna astuzia è più raffinata, nessuna ipocrisia più opaca, nessuna fantasia più immaginosa di quella che adopera l'amico per occultare il benefizio, per giungere in tempo; per abbellire la carità collo splendore della sorpresa. Il dono dell'amico è un fiore bello e profumato che ci presenta la mano di un bambino, innocente e giulivo come la bontà sempre aperta dell'uomo generoso, rìdente come tutte le primavere della vita e della natura. E chi riceve ed è costretto a non vergognarsi di ricevere e chi indovina tutte le sante astruserie e i fini accorgimenti che accompagnano V opera del conforto e chi misura tutta 1' altezza dell' a- nima che corre soccorrevole a noi, rimane confuso e commosso e dallo strazio della disperazione è portato di volo alla beatitudine più sicura e più alta. L'amico ci ha indovinato e l'amico risponde con un'onda di riconoscenza; il sorriso di chi fa il bene è nobile come il sorriso di chi lo riceve, e due estasi si confondono in un'estasi sola. Chi più felice dei due? Nessuno. — Chi più grande? Nessuno. — Quale il debitore, quale il creditore? Nessuno dei due; o entrambi creditori, entrambi debitori. ESTASI DELL' AMICIZIA 139 Chi più bello del sole che illumina o della terra che è baciata dal sole! Chi più bello del cielo che si specchia nel mare o del mare che si fa azzurro al sorriso del cielo? Chi più dà e più ri- ceve della gloria dei grandi o del riflesso d' ami- cizia che le turbe innalzate dal genio rimandano al sole del pensiero? — Beata ignoranza codesta, di non poter distinguere due bellezze che si fon- dono in una bellezza sola ; due gioie che si unifi- cano ìa una voluttà sola; due grandezze che si sperdono e si consumano in una sola immensità. Non malediciamo la vita, se questa ci lascia lo spazio e il tempo per essere uno di questi amici o per assistere ad una di queste scene del mondo morale. Quante bassezze, quante viltà, quanto fango si devono trovare nei sentieri pedestri della vita por dimenticare uno di quei quadri, quante tene- bre ci vorranno per cancellare tanta luce, quanto male per far dimenticare tanto bene! Nessun fiume, per fangoso che sia, ha potuto togliere all'oceano le sue trasparenze; nessun sofiQo di uomo ha po- tuto spegnere il sole, nessun gelo Tha mai potuto raffreddare ! 140 CAPITOLO V * * L'affetto ohe ravvicina i nati tVuno stesso padre e d'una stessa madre, esiste abbozzato anche negli animali. Gli uccellini allevati in uno stesso nido, spesso anche quando Thanno abbandonato, vivono assieme e si amano: spesso anche le scimmie ed altri mammiferi sentono di essere fréitelli, ma que- ste fratellanze son pallide e di piccola durata. I colpi di fucile del cacciatore crudele , i lunghi viaggi, i nuovi amori, spezzano ben presto i vin- coli di fratellanza, e dopo pochi giorni, o poche settimane, o pochi mesi, secondo i casi; ogni ri- conoscimento di uno stesso sangue si dilegua e scompare. I fratelli possono intrecciare un nuovo nido, un incestuoso amore, o possono farsi la più spietata guerra. Anche fra gli uomini l'amore fraterno è spesso pallido e non presenta che deboli energie; i molti cuculi deposti nel nido d'una famiglia, le antipatie e le dissonanze dei caratteri troppo frequenti ad onta della comune genealogia , le lotte d'interesse opposto , le lunghe e necessarie assenze imposte dalle vicende della vita, sono altrettante cause l'amoe fraterno 141 che possono rallentare o rompere le catene fra- terne. Fra fratello e fratello, fra sorella e sorella si aggiunge poi la ruggine delle gare di vanità e di emulazione, e questa ruggine corrode più ohe la lima di forti passioni. Per tutte queste ragioni i forti amori fraterni son rari, rarissime le estasi affettive. Oserei però dire che, meno rare eccezioni, Ta- more fraterno non ci mostra scene commoventi e sublimi , che quando è rafforzato dalla simpatia dei sessi opposti. Earo V affetto intenso fra due fratelli, forse più raro ancora quello fra due so- relle ; più comune invece il sentimento che lega il fratello alla sorella. Quando fratello e sorella si amano davvero, si amano molto , il sentimento che li unisce è un'a- micizia resa ancor più calda dalla comunanza del sangue e può giungere a tanta forza e a tanta idealità da avvicinarsi assai all' amore platonico. Son due creature che non possono amarsi d'amore, perchè troppo rassomiglianti , perchè esciti dalle stesse viscere , perchè hanno ricevuto il primo bacio dalle stesse labbra, perchè hanno succhiato dallo stesso seno quel secondo sangue che è un secondo vincolo di parentela. E poi son cresciuti insieme, hanno respirato i)er tanti anni l'aria dello stesso nido, hanno dormito tra le pareti della 142 CAPITOLO V Stessa casa, hanno pregato sotto la vòlta della stessa chiesa, hanno pianto le tante volte insieme ; hanno diviso i terrori infantili, si sono inebbriati insieme nelle feste dell' infanzia e insieme hanno subito le procelle dell'adolescenza e della prima giovinezza. Come e perchè non si amerebbero quelle due creature, che vedono a vicenda rispec- chiata tanta parte di sé stesso nel cuore e nel pensiero dell'altra? La comunanza delle memorie è parentela del cuori e ad essa basta un cenno, un sorriso, una parola per rifare quei viaggi poe- tici e affascinanti nel tempo che fu. Quei due forse hanno già passata più che mezza la vita insieme, fors'anche hanno insieme composto nella fossa il loro babbo e la loro mamma, e in un certo giorno dell'anno, anche lontani e senz'essersi chia- mati, si trovano insieme sopra una stessa tomba. E come e perchè quelle due creature non si ame- rebbero; non si amerebbero molto; non si amereb- bero sempre? La nostra sorella slam noi stessi incarnati in un sesso diverso e quando in essa noi vediamo ripro- dotti i nostri lineamenti, rifatti gli stessi gesti, riprodotti gli stessi gusti, le stesse antipatie; sor- ridiamo di compiacenza, esclamando: s'io fossi una donna, sarei lei! E la nostra sorella non solo ci rassomiglia nel PBATBLLO E SORELLA 143 volto, nei gesti, ma desidera le stesse cose, sor- ride degli stessi scherzi, ha come noi qnelle stesse debolezze, delle quali dobbiamo spesso arrossire. E si ride insieme, e si arrossisce insieme, dicen- doci nell'orecchio : Anche tuf — 8Ì anch^io ! E la nostra sorellina (che sorellina è sempre ogni sorella, quando è molto amata), e la nostra sorel- lina rassomiglia tanto alla nostra mamma, che la si direbbe la mamma ringiovanita. Essa ha per noi tenerezze materne, indulgenze materne; essa ci può abbracciare e baciare, benché essa sia una donna. Quanto è indulgente e buona! — Con lei possiamo sfogare le nostre bizze, confessare i no- stri rancori; con lei possiamo dividere tutte le amarezze dell' orgoglio offeso , dell' ambizione de- lusa , delle speranze svanite. Essa non e' invidia^ ma ci ama; essa non riderà di noi, né ci vorr.Y consolare colF accusarci fattori della nostra sven- tura. Essa è donna e con noi quasi madre; nes- suna osservazione, nessun rimprovero prima di averci medicati e guariti. Nessuna domanda im- portuna o impertinente prima di averci fasciata la ferita. Possiamo essere più vecchi di lei; essa ci tratterà sempre come bambini, sarà capace per- fino di prenderci fra le sue braccia e di farci la ninna nanna. E la sorella si getta fra le braccia del fratello. 144 CAPITOLO V come non può fare colle braccia di nessun altro uomo. Del marito ha suggezione, del padre ha rispetto; davanti al figlio vuol essere infallibile. Il fratello invece non è né marito, né padre, né figlio, ma un po' di tutto questo. Egli è un uomo e la sorella può appoggiarsi a lui come alla forza che protegge e difende; egli é un uomo, ma non sarà mai un giudice severo, perchè anch' egli prima di gridare al peccatore, vorrà guarire il peccato e risanare la ferita. La sorella è sicura che il fratello di lei avrebbe peccato come lei, s'egli si fosse trovato nelle stesse circostanze ed essa è sicura di trovare una grande indulgenza, una mi- sericordia grande come quella del Cristo. * * * Ma non occorre peccare per rifugiarsi fra le braccia fraterne del figlio della nostra mamma. Il fratello ha piti ingegno di noi, più di noi ha studiato e vissuto. Egli ci darà la luce per cam- minare nelle tenebre della vita, egli ci darà un braccio poderoso per appoggiarsi, egli sarà la no- stra bussola nel gran mare delle umane dubbiezze. ^' E che faresti tu In questo caso f Come esciresii tu AMOS FRATERNO 145 da questo labirinto f Dimmi se io ho fatto benet Dimmi 86 vi è ancora un rimedio a tanto male f „ E le domande si succedono le une alle altre, senza attender risposta e le risposte diventan altrettante domande; ed è un affollarsi confuso e prorompente di parole, di sorrisi, di lagrime : e sono abbracci che interrompono domande e risposte e sono baci che valgono più d'un volume di ragionamenti e son singhiozzi che taciono alla soavità d' una ca- rezza e son carezze che vogliono esser rimproveri e rimangono invece carezze dolcissime e sono due anime di uomo e di donna, che possono vedersi nudi l'un l'altro senza arrossire, perchè non hanno sesso e sono come Adamo ed Eva prima che avessero bisogno di coprirsi delle foglie dell' al- bero mistico dell'Eden. * * * In questi casi e in altri consimili la commozione può giungere fino al rapimento, e l'estasi si af- ferma con tutti i suoi caratteri di isolamento dal mondo esterno e di concentrazione di tutte le forze del sentimento e del pensiero in un punto solo del mondo psicologico. Beati coloro che 1' hanno Estasi limane, 10 ~r^^ 146 CAPITOLO V provata, fosse poi gioia che prendeva il posto d'un grande dolore o gioia che si faceva cento volte maggiore, perchè si moltiplicava colla igioia d' nn' anima sorella. L'amore fraterno è un sentimento di lusso, tanto è vero che è appena abbozzato e fuggevole negli animali e così pure è debole nelle razze e nelle nature inferiori. I sentimenti di lusso sono i più indistinti, quelli che hanno frontiere meno sicure, per modo che si confondono facilmente con altri affetti di analoga natura. L' amore fraterno (l'ab- biamo già veduto) confina coir iimore platonico e coli' amicizia, e tanto è vero che spesso udiamo escire dalle labbra commosse di due amici, che non pensan punto a far della psicologia, questi gridi dell'anima: Io il amo più che un fratello — Tu mi sei più fraUllo che amico — La nostra amicizia è una vera fratellanza delle anime — Noi non siamo amici ma frnt4ilU ! E d' altra parte non di raro due fratelli escla- mano alla lor volta : Ma il nostro affetto è una santa amicizia — Ma anche senza i lincoli del sangue noi saremmo due amici. ESTASI dell'amicizia 147 * * * Se mi fosse permesso tentare di distinguere il caratt-ere proprio delle estasi dell'amicizia e quello dei rapimenti dell'affetto fraterno, direi che nel primo caso vi è una grande fratellanza nell'urna- nità che ci eleva al disopra del volgo e che nel secondo la voce del sangue ci tiene più vicini al nido e quindi piti caldi, più commossi, più inte- neriti. Nei rapimenti dell' amicizia vi è più pen- siero, in quelli dell'affetto fraterno vi è più vi- scere. Nei primi la differenza di sesso turba l'estasi o la porta in altre regioni, nei secondi invece questa differenza è quasi sempre necessaria e contribuisce assai ad accendere i cuori, ad affinare, a intene- rire, a commuovere gli animi che salgono insieme^ in quest'Olimpo del sentimento. * 41 * Descrivere tutte le possibili estasi umane s.i-^ rebbe dar fondo all'universo psicologico e nessuna forza d'uomo vi basterebbe. Io mi accontenter(> 148 CAPITOLO V (li accennare ad alcuni rapimenti dell'affetto fra- temo: altrettanti quadri presi dal vero e che po- trebbero ispirare il poeta, il pittore, lo scultore. * * Due fratelli vivono in paesi lontani Uun dal- l'altro e vengono a conoscere per via indiretta, che il babbo si trova in grave imbarazzo di afifari commerciali. Accorrono non chiamati, si incon- trano sulla soglia della casa paterna. Si sorpren- dono, si interrogano. Son venuti per la stessa ragione chiamati dalla stessa voce interiore. Hanno pensato la stessa cosa, lo stesso piano, gli stessi progetti per salvare l'onore del padre. Lo possono fare e lo faranno. Esaltati, commossi, si gettan nelle braccia l'un dell'altro e godono un soavissimo rapimento del- l'anima. Due fratelli che lavorano insieme, hanno pen- sato uno stesso libro, senza scambiarsi una sola parola. Venuti a comunicarsi a vicenda i loro BAPrMENTI dell'amor FRATERNO 149 progetti, si trova che essi si incontrano e si com- baciano. Lo stupore diventa ammirazione, Tammi- razione contentezza, beatitudine. Essi si abbrac- ciano, si inebbriano della gioia di aver fusi due pensieri in un solo pensiero. I fratelli De Goncourt devono aver provato più volte quest'estasi deliziosa. * * * Due sorelle hanno perduto runico fratello, ve- dovo e padre di numerosa famiglia. Sul cadavere del caro perduto suggellano un bacio in due, che è conclusione d'un giuramento fatto in silenzio, nello stesso momento. Esse non prenderanno ma- rito, esse daranno tutto il loro tempo, il loro de- naro ai nipotini che fanno loro figlinoli, che si stringono al seno in uno slancio di carità generosa. Quelle due anime beate di aver pensato in uno stesso istante la stessa cosa si abbracciano, si stringon forte forte cuore contro cuore; confon- dono lagrime, singhiozzi, sorrisi e godono una deUe estasii fraterne più complesse e più alte che possa godere anima umana. 150 CAPITOLO V 4> * * Una donna è tradita, tradita nel santuario della famiglia, precipitando nella disperazione dall'alto d'ana felicità senza nubi. Tutto si oscura, V aria divien gelo, la terra spine, il cielo un'uragano. Essa ha un fratello, le scrive una parola sola: Vieni e mi salva ! Ma il fratello ha saputo la sventura piombata sul capo della sorella, prima ancora che la let- tera fosse scritta. Suona un campanello, si apre un uscio, vi si precipita un uomo. La sorella lo guarda, non sa piangere e non può ridere. Gli porge la lettera ancora umida dall' inchiostro ed egli legge quelle quattro parole e neppur lui può ridere o piangere o parlare. Perchè quei due fortunati non cadrebbero in estasi in quel momento? RAPIMENTI dell'amor FRATERNO 151 Due naufraghi iV una fiera procella della vita 8on rimasti soli nel mondo. La donna in un mese ha perduto tutti i figliuoli uccisi dalla difterite, ruomo era solo ed è divenuto cieco. Quei due non hanno più né padre, né madre, né zii, né cugini, ma essi son fratello e sorella. Questi hanno attraversato continenti e mari e si sono abbrac- ciati per non separarsi più mai. Perché non ca- drebbero essi in estasi?
Friday, May 20, 2022
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