carbonara Esso è non solo uno nel suo insieme e omo¬ geneo nelle sue parti, ma universale: tutte le grandi que¬ stioni intorno a Dio, all’uomo, alla natura, e ai loro rap¬ porti, rientrano nel suo quadro e vi si coordinano; vi si potranno notare lacune, rifacimenti, mutevolezza di atteg¬ giamenti e di espressioni, indefinitezza di disegno e incom¬ piutezza di linee, ma ciò va attribuito più alle contingenze esteriori in mezzo a cui il sistema si svolse (‘), che non alla sua idea ispiratrice, la quale, posta l’universalità della dottrina a cui dà vita, non poteva non esercitare un in¬ flusso auch’esso universale sulla coltura del tempo e delle età posteriori sino a noi, assicurando così al nome dell’au¬ tore una fama imperitura nella storia dello spirito umano (* *). (') Intorno itilo svolgimento del pensiero lichtiano et'r. \V. Kaiutz, .S ludi<’u z. EnUoicklungsgeschichU der Fichteschen Wissemchaftslehre (Berlin, 1902) e nnolie E. Focus, Vom Werden rlreier Denker : Fichte, Schelling, Schleiermachcr (Tiibingen, 1904). (*) V. la nota nella pree. p. XXVIU e cfr. anello IC. VoitLÀNDlSK, Oeschichte der Philosophie (Leipzig, 1902, 8* edili. 1911, voi. II, pp. 28(5- 287). — Federigo Schlegel considerava la Wissenschaftslehre del Fichte una delle “ tre maggiori tendenze del secolo (circi griissten Tetidenzen iteti Jahrshunderts) „ accanto al Wilhelm Meister del Goethe e alla Rivoluzione francese. E innegabile che il filosofo di Jena fu il filo¬ sofo per eccellenza della scuola romantica, le cui idee, a giudizio concorde degli storici e in particolare dello I-Iaym, che su ciò insiste ctm forza (cfr. Die romantische Schuie, p. 214 e segg.), sono derivate in XXXII Quale questa idea ispiratrice? È l’idea più alta e, pei la coscienza comune, la più paradossale che sia sorta nella storia della filosofìa : la sintesi, cioè, di due termini in ap¬ parenza così inconciliabili come l’io e il non-io, il cono¬ scere e l’essere, la libertà e la necessità, lo spirito e la na¬ tura, nel monismo superiore, nella “ superiore filosofia (Jiohere Phihsophie) „ . direbbe lo Schelling, della libertà. 11 sistema del Fichte consiste, intatti, in una * filosofia della libertà „ /e poiché il suo principio metafisico s’iden¬ tifica con l’ideale morale, giustamente fu chiamato un Idea¬ lismo elico ('). La vecchia metafisica s’intitolava scienza dell’essere, ontologia, e nell’essere riponeva l’assoluto, il reale, e dall’essere derivava ciò che dev’essere l’ideale. Se¬ condò il Fichte, invece^l’assoluto, il principio ultimo e su¬ premo da cui veniamo e a cui tendiamo non ù 1 essei e, ma grandissima parte dalla Dottrina tirila scienza. E si spiega la predi- lezione dei romantici per un sistema come il ttchtiano, il «piale tra¬ sforma il kantismo ancora esitante in un idealismo assoluto, e a tutto uscire, sotto il rispetto metafisico, da «piella stessa genialità dell’ lo, da cui i romantici tutto derivavano sotto il rispetto estetico. (•) Fu detto anche Idealismo soggettivo, ma tale definizione e ei- ronea, perchè V Io che il Fichte pone al principio di tutto il suo si¬ stema non è l’io individuale, sì bene 1 ’/o collettivo, universale, che sta a fondamento di tutti gl’individui, l’/o,assoluto, l’originaria in¬ cognita X, dalla cui unità, ancora chiusa in sè stessa e incosciente, dovrà uscire, in virtù di quel misterioso urto (Ansiosa), che è il t eus er m china di tutta la metafisica Uchtiana, l’antitesi cosciente del soggettivo e dell’oggettivo. “
Tuesday, May 17, 2022
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