i Napoleone non mi sembra per nulla così grande come il Cromwell. Le sue enormi vittorie, che s’ estesero A _1 «Napoleone fu l'idolo della comune degli " 3 i gli nomini, perchè a le qualità e le facoltà degli Cn OI k Ni Chi co: i 0 fesso moderno; auche quand'è all'apice della fortuna; “gli aleggia dentro lo stesso spirito che troviamo nei giornali del tempo. da 7 si limitò alla piccola Inghilte che gli alti trampoli ti la statura dell'uomo per essi lui sincerità parl d'una specie molto inferiore: NOn quel suo silenzioso. Per 1 L'universo; NOn il « cammino co lo chiamava; ‘pensiero, il valore, che S1 co latenti, © 8° accendono poi quasi amm® 1 Napoleone viveva in un’ epoca che non avera più | este: ; fede in Dio; che considerav® non-entità jl significato ; a ‘d’ogni silenzio, d'ogni qualità latente: non PIù sulla |. È Bibbia puritan& aveva egli & fondarsi, ì scettiche Enciclopedie. Eppure, ® tanto ei giunse- ed meritorio L essere arrivato così lontano. Tl suo carattere : compatto, pronto ed articolato, in ogni Senso, è in sè - stesso piccolo; forse, a paragone i quello del nostro i grande Cromwell, caotico ed inarticolato. Non è « muto profeta che si sforza di parlare.; > ha piuttosto in sè un portentoso miscuglio di ciarlataneria ! Il concetto dell’ Hume, d'una fanatica ipocrisia, Con quanto è in esso di vero, potrà applicarsi molto meglio Napoleone che non s’ applicasse al Cromwell, ® Maometto od ai loro simili, per 1 quali realmente, preso & tutto rigore, conte- neva a mala pena alcuna stilla di verità. Sin da prim- cipio, appare in quest’ uomo un elemento di riprovevole ambizione, che alla fine lo vince, @ trascina lui e l’opera sua in ruma. a SE vi be divenne motto prover= era necessario di Ei a Se ARen alto il coraggio de’ DARE bisognava tenere aggio de’ suol uomini e così plesso, non ci son ; via. Fio Non è un santo, mon è un cappuccino, per Usare la nemmeno un eroe, nell'alto signi \ x guificato d al capo VI: Napoleone o l' uomo di pagata pa tutta 1 Europa, mentre il e: o di & da espressione sua; È ; » (Emerson, op. cita È dedi $ A. prrura SEST è i eglio, ® lungo e stato ID o resse Ind so, se non at i oleone ste55° ; atti, ba alcun proposito che sì ; :orno; ch'è destinato e KI x . ‘no vantaggio può mal ve- anl a dolo one? Le menzogne SI sco- ul a ruinos@ La prossima agi ‘ near È e prestar fe al bugiardo; quand an +1 della più alta impor prono, © se nessuno VOST Da uand' anche s1a che dica il vero» È ;l vecchio grido: < Al tei venga creduto. A cr È Una bugia è nulla; al nulla, nom Potere lupo ‘> a farete, e © avrete vare qualch - alla fine, null er giunta rimess Y x È Dare verain Napoleone una certa sincerità ; anche è) nella insincerità, bisogna distinguere quanto è super: ficiale da quanto è fondamentale. A traverso & que ste sue macchinazioni esteriori, & queste ciarlatanerie, ch''erano molte e riprovevolissime, vediamo pure nel- Jla realtà, istintivo e impossi- l'uomo un certo senso de ) bile a sradicare; vediamo ch' el Sl fondò sul fatto.... SI n lui l'istinto di na- tanto ch’ ebbe alcun fondamento. I tura è superiore alla cultura. Il Bourrienne ' racconta che i suoi savants, in quel viaggio d’ Egitto, s' affanna= vano una sera a dimostrare che non ci può essere Dio. Erano riusciti a provarlo, a loro grande soddisfazione, con ogni maniera di logica. Napoleone, guardando su, alle stelle, risponde : «La dimostrazione è molto inge- gnosa, messieurs ; ma chi ha fatto tutto ciò? » La dot- trina atea gli passa sopra come un’ ondata ed egli rimane al cospetto del grande fatto: « Chi f ti ci09 > Similm Ì | fece utto ente nella pratica: come 0 possa essere grande e trionfare i gni.u9Maro onfare in questo mondo, egli 1 Mémoires de Mi de Rourri. i Villemarest, Paris, chez Tadrocat. 1620-1861, lui-meme, rédigéa par Mi de Fauyol Fauvolot do Bonrrionna (1769-1894), amico d'infanzia e segretario timo di Napoleone, — colui MA i, colui cho formulò, d'accordo co diem nl DE Oi orrori contenuti ola COLI REA to I ‘ourrienne et nen erreura volontaires dI RT fon L' EROE QUALE RE, - traverso ® tuttii viluppi, il nocciolo pra vede, ® de direttamente.! tione; ed a quello ten 9 2 bj pei driscalco del suo palazzo delle Tuileries gli e tappezzerie, dimostrandogli ‘con me fossero magnifiche, e DEF giunta @ He, mercato; Napoleone, Per tutta risposta, hiese Sa Ni forbici, mozzò una napPInA dl oro dele o finestra, se la messe in tasca, e tirò via. Qualche Hai : dopo, la cavò fuori al momento buono, gran È SE rore del suo fornitore: non era Oro, ma. orpello! ; no- tevole come anche a Sant' Elena, sempre; sino & # ultimi giorni, egli insista sul pratico, sul reale: < A che parlare e lamentare? & che, sopra tutto, leticare? Non ‘gi viene con ciò ad alcun risultato; @ nulla si riesce, a far nulla. E se nulla potete fare; tacete! > Parla ‘spesso così a’ suoi poveri seguaci malcontenti ; è come una forza silenziosa tramezzo alle loro morbose querele. A E per conseguenza, non possiamo dire che fosse in n lui pure una fede genuina, Der quant’ era possibile? Ve- i deva in questa nuova enorme democrazia, che s’ affer- n mava nella rivoluzione francese, un fatto che non sì può - sopprimere, un fatto che il mondo intero, con tutte le sue vecchie forze e le instituzioni, non può metter da parte: di ciò egli aveva il vero intuito, e quell’ intuito trascinava seco la sua coscienza ed il suo entusiasmo : era la sua fede. Forse che non ne interpetrò bene l’oscura portata ? La carriòre ouverte auv talents — gli strumenti & chi sa maneggiarli: quest’ è effettivamente la verità, tutta la verità anzi, e comprende tutto il si- : bo dell riluzione fece 0 i a ix Ò n ‘ » al ieri i dda DE nidi pae CE cedono innanzi a quest'uomo Dire ecm vr i rat dp degli soci dl diplomati e vugle cha ogni ir facoltà di RIGA RARI HRolnio: egoista, prudente, psn se : ale parvenza altrùi, uè da e sntisinne. 1a Siocniae da alcuna @ re, da nessuna fretta. » (Emerson, loco cit, sì VI meg SaIoaaai Si ù LETTURA SESTA. Napoleone nel suo primo periodo sie to “vero democratico ; nondimeno, Per sua natura, QI ati ita mili sapeva che Ja democrazia, in quanto mai fosse verità, non poteva essere: RIO ed odiava cordialmente P'anarchia. T1 20 giugno 5 seduto col Bourrienne in un caflè, mentre la folla Diso, schiamazzando, Napoleone esprime il più DIOCr, a 3 i- sprezzo per le antorità che non reprimono que! dio dine. Il 10 agosto sì meraviglia che nessuno prenda 1 o di que’ poveri Svizzeri : vincerebbero Se uves: dante. Tanta fede nella democrazia, eP7 316 comand sero un coman I I pure tant! odio dell’ anarchia sostengono apoleone IM illanti campagne grande Opera. Nelle br IO] d'Italia, via via sino alla pace di Léoben,' 81 direbbe che il suo ideale sia questo: fatta trionfare la rivolu- zione francese; affermarla contro questi simulacri aus striaci che 0Sano dirla, un simulacro! — Nondimeno, egli sente pure; ed ha diritto di sentire, quanto neces? siria sia una forte autorità; e come senz) essa l’opera della rivoluzione non possa prosperare nè durare. Fre- nare quella granda rivoluzione devastatrice, che divorava sè stessa ; domarla così, che, raggiunto il suo intrinseco scopo, essa possa divenire organica, capace di vivere tra gli altri organismi, tra le altre cose formate, e non sol- tanto quale opera di devastazione, di distruzione : non mirava egliin parte a questo come alla vera mèta della sua vita? non s'ingegnò, anzi, effettivamente, di far IA A traverso Wagram ed Austerlitz, a traverso Re. SOT aan Hg per osare ed operare, € s'inalzò ica IRE re. Tutti gli uomini videro sione Cad Ro ioni soldati solevano dire ai dala avvocati di Parigi, tutti ‘Bisogna che mettiamo là il Pan Diga ‘andarono, e lo messe ni nostro Petit Caporal!> E S ro là; essi, e tutta la Trancia in tutta la sua m = 18 aprile 1797, dr ch L' EROE QUALE RE. DAI massa E poi il consolato; 1° impero; la vittoria su tutta pEurop® {.. È abbastanza naturale che il povero luogo- ” n 9 tenente del reggimento La Fère, potesse apparire ai pro- i ‘n erande fra quanti nomini fossero da 56 sto punto; quel fatale elem nto di ciarla- 0. Rinnegando la sua vel chia fede nei fatti, cOn jò a credere nelle parvenze, brigò per imparentarsì con le dinastie austriache, col papati, con le vecchie false feudalità, che pure un tempo gli apparivano chiaramente false; pensò & fondare una e così via — come se la enorme mirasse che @ dinastia Sua rivoluzione francese non era dunque € dannato ® zogna;> è terribile, m® il vero dal falso quando v ventosa ammenda, questa, che 1 uomo paghi per avere ceduto alla infedeltà del cuore. La falsa ambizione ego stica era divenuta ora il suo dio: un® volta scesi sino all’inganno di sè stessi, tutti gli altri inganni seguono naturalmente, € si cade sempre più e più basso. In quale gretta e rappezzata miseria, in quale mascherata tea- trale di manti di carta e d'orpello, aveva ravvolta que- st'uomO la propria grande realtà, immaginando cor ciò di farla più reale! E quel vacuo Concordato col papa; che pretende ristabilire il cattolicismo mentr' egli stesso 1 riconosce ch è il metodo di estirparlo, la vaccine religioni e quelle cerimonie d’incoronazione, quelle con- È sacrazioni nella chiesa di Notre-Dame per mezzo della Ai. vecchia chimera italiana — « cui nulla mancava, > come disse l’Augereau,' ca completarne la pompa, Se non'quel mezzo milione d’uomini, morti per far finire tutto ciò!...> + | RIA Ae di Cromwell fu con la spada e con la — ja, e dobbiamo dirla genuinamente vera. La spada \aneria prese 2 1° TEO 1801. Da or Francesco Auger at Drama EETUIGIO), ANA onu, duca di Castiglione, maresciallo e pari di | ‘che fu governatore a Berlino nel 1818, è difese Tione nel 1814 18 fruttidoro (LT9T); © ne ESTA. i ETTURA SES ; lui senz alcuna chi- blemi del purttatni Aveva usato en- ; I a et pretendev® ora difenderle! bagliò credette troppo vide nell'uomo di -]* i ta facilità... della fame © di questa 12 Siglo ta (Lor che edificasse sulle nubi, e: SAR ina, e di arve dal mondo? i ni Sì ‘gua casa IN confusa rund; | i DO art in ciascuno di noi, esiste quest SE. e potrebbe svilupparsi ove la tenti ciarlataneria, ; fosse forte abbastanza. € on Ma il suo sviluppo; invero; | come ingrediente riconoscibil e ie DE: Sa a di Napoleone, & stessa piccina. Che fu dunque 1 opere SI i lpore? Uno sprazzo come di po malgrado di tanto sca p 3 Re vere da fucile largamente sparsa; Una fiamma t) di eriche secche. Per un'ora, | universo intero sembra avvolto dal fumo e dalle fiamme; ma per un' ora sol- tanto. Poi svanisce, ed ecco riapparire Vl umiverso CON le sue vecchie montagne ed i vecchi fiumi, con le stelle nell'alto e giù sotto il benefico suolo. Il duca di Weimar diceva sempre agli amici di farsi animo, chè questo Napoleonismo era ingiusto, era men- zogna, e non poteva durare. La teoria è vera. Più questo Napoleone calpestava il mondo, tenendolo tirannicamente + oppresso, più fiera sarebbe un giorno la reazione del mondo contro di lui. L' ingiustizia si ripaga da sè, e con uno spaventevole interesse composto. Non so davvero a in dina pro alt OG Dio si ha risersata jar lui Ladino Boo oi SA TmaSoni ne PESI Lira si, Sraianol: cho vuol gio del HIFEMENE la la mila cl 1 ila son fumi tie tnio parere non durabile perchè LARA RE LIE ICINLI x L' EROE QUALE RE. 319. cod’ artiglieria 0 veder affogare il suo reg- jelior pal 7 ; cite rimento migliore, anzichè fucilare quel povero libraio {edesco palm!? Fu un'aperta ingiustizia, una, tirannia, un assassinio, che nessun uomo, la dipinga pure con uno strato di colore alto un dito, potrà mai far apparire altrimenti. Questa ed altre simili ingiustizie s' impres? sero profonde nei cuori; un fuoco represso balenava dagli occhi degli uomini quando vi ripensavano.... aspet- tando il giorno! Ed il giorno venne: € la Germania gli si sollevò d’ intorno. — L'opera di Napoleone sl ridurrà a lungo andare & quanto egli compì giustamente, 2 quanto la natura sancirà con le sue leggi, a quanto di realtà era in lui; ® tanto, e nulla più. Il resto fu tutto fumo e sciupio. La carrière ouverte Aux talents: questo grande messaggio di verità, che ha ancora da articolarsi e da adempiersi dappertutto, ei lo lasciò in uno stato affatto inarticolato. Egli fu un grande schema, un abbozzo, non mai completato: ed invero, forse che il grand’ uomo è mai altro? Ma egli, ahimè, rimase in uno stato tr0ppo rudimentale |... È quasi tragico il riflettere alle sue opinioni sul mondo, quali le esprime là, a Sant'Elena. Sembra pro- vare la più sincera meraviglia che tutto sia andato & quel modo: ch’ egli sia stato gettato là, sulla rupe, e "che il mondo ruoti ancora sul suo asse. La Francia. è ‘grande, anzi è sola grande; ed in fondo Napoleone è la Francia. La stessa Inghilterra, egli dice, non è per na- ura che un'appendice della Francia; < è per la Francia n'altra isola d’Oleron. >» Così era per natura, per la ‘Non può comprendere, non sa concepire che la realtà «ela confederazione del Reno veniva formandosi, la polizia scoperse al , Sci librai furono arrestati ) ono per avervi avuto parte e Napol Sa commissiono militare. Quattro degli Roca LARE oro provincie: due, Schiderer e Palm, condannati a mi % 4 to Napoloone fece grazia, una il libraio Palm di Norimberga vi atura di Napoleone. Guardate, infatti : ECCOMI QUI da i 1 Nel 1806, mentre l’ esercito francese occupava ancora la Germania, cuni documenti, che rivelavano i piani d'un comitato segreto d'insurre- e LEmTURÀ de mma; che la Francia TR da ci c jeposto al suo P o, Ji non S1a la Francia. 3 ‘n a credere ciù andezza, © dI DI ipbia i nesta “iano, COSÌ compatta, così ana, ì g'è involuta; s'è quasi sua N° 0 ante un temp: e a di fanfaronnadi da tmosfer: torbida n'ai osto & lasciarsi calpe: LS contastare come pla si tà alla Francia ed a sè; 0A it A mire! Napoleone 7 1 costene Ma, ahimè, OF he giov Le, ui ; e natura, anch’ ess% si dia Essendosi UNA volta staccato 1) st e) scamp nel vuoto; è Vv ebbe per o di rado tocco ad un uomo sorte tanto desolata: e dovette morire; povero Napoleone !.. mento troppo presto sciupato, sino & "& ecco il nostro ultimo eroe! A si er * * Sa Tiltimo in un doppio significato, poichè debbono con ‘]ui terminare queste nostre peregrinazioni a traverso ‘tempi e luoghi così diversi, cercando, studiando gli eroi. UR ME ne rinoresce: era un piacere per me in quest’ occu: | pazione, sebbene misto a molta pena. È un grande s0g= 5 molto grave, molto vasto, questo che io, appunto darmi tropp'aria di gravità, ho chiamato cult@ Esso penetra profondo nelle secrete vie del- ‘e ne’ più vitali interessi di questo mondo; tei ge bro ben degno di svolgimento. In sei Invece che sei giorni, avremmo potuto far meglio. lo: chi sa se nemmeno vi sono riu- per penetrarvi un poco, dovetti Dn DIRE Tronno spesso, con bru- uttate là isolate, senza commento, ho L’ EROE QUALE RE. — ‘cortese benevolenza, non voglio ora parlare. per saviezza e leggiadria, ha ascoltato pazient pozze parole. Sentitamente, cordialmente, vi rendo zie, ed a tutti dico: Dio sia con voil
Thursday, May 5, 2022
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