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Thursday, May 5, 2022

GRICE E CARDONA: NAPOLEONE NUDO; ossia, il culto dell'eroe

 i Napoleone non mi sembra per nulla così grande come  il Cromwell. Le sue enormi vittorie, che s’ estesero A    _1 «Napoleone fu l'idolo della comune degli   " 3 i gli nomini, perchè  a le qualità e le facoltà degli Cn OI k Ni  Chi co: i 0 fesso moderno; auche quand'è all'apice della fortuna;  “gli aleggia dentro lo stesso spirito che troviamo nei giornali del tempo.    da 7    si limitò alla piccola Inghilte  che gli alti trampoli ti  la statura dell'uomo per essi  lui sincerità parl  d'una specie molto inferiore: NOn quel suo  silenzioso. Per 1  L'universo; NOn il « cammino co  lo chiamava;   ‘pensiero, il valore, che S1 co   latenti, © 8° accendono poi quasi amm®    1 Napoleone viveva in un’ epoca che non avera più    | este: ;  fede in Dio; che considerav® non-entità jl significato ; a    ‘d’ogni silenzio, d'ogni qualità latente: non PIù sulla |. È  Bibbia puritan& aveva egli & fondarsi, ì  scettiche Enciclopedie. Eppure, ® tanto ei giunse- ed  meritorio L essere arrivato così lontano. Tl suo carattere :  compatto, pronto ed articolato, in ogni Senso, è in sè -  stesso piccolo; forse, a paragone i quello del nostro i  grande Cromwell, caotico ed inarticolato. Non è « muto  profeta che si sforza di parlare.; > ha piuttosto in sè  un portentoso miscuglio di ciarlataneria ! Il concetto  dell’ Hume, d'una fanatica ipocrisia, Con quanto è in esso  di vero, potrà applicarsi molto meglio Napoleone che  non s’ applicasse al Cromwell, ® Maometto od ai loro  simili, per 1 quali realmente, preso & tutto rigore, conte-  neva a mala pena alcuna stilla di verità. Sin da prim-  cipio, appare in quest’ uomo un elemento di riprovevole  ambizione, che alla fine lo vince, @ trascina lui e l’opera  sua in ruma.  a SE vi be divenne motto prover=  era necessario di Ei a Se ARen  alto il coraggio de’ DARE bisognava tenere  aggio de’ suol uomini e così  plesso, non ci son ; via. Fio  Non è un santo, mon è un cappuccino, per Usare la    nemmeno un eroe, nell'alto signi  \ x guificato d  al capo VI: Napoleone o l' uomo di pagata pa    tutta 1 Europa, mentre il e: o di       &  da        espressione sua; È ;  » (Emerson, op. cita È    dedi        $    A.  prrura SEST è  i eglio, ® lungo    e stato ID o  resse Ind  so, se non at i  oleone ste55° ;  atti, ba alcun proposito che sì  ; :orno; ch'è destinato  e KI x .  ‘no vantaggio può mal ve-    anl a  dolo one? Le menzogne SI sco-  ul a ruinos@ La prossima  agi ‘ near   È e prestar fe al bugiardo; quand an  +1 della più alta impor       prono, © se  nessuno VOST  Da uand' anche s1a    che dica il vero» È ;l vecchio grido: < Al   tei venga creduto. A  cr È Una bugia è nulla; al nulla, nom Potere  lupo ‘> a farete, e © avrete    vare qualch - alla fine, null    er giunta rimess Y x  È Dare verain Napoleone una certa sincerità ; anche  è)    nella insincerità, bisogna distinguere quanto è super:  ficiale da quanto è fondamentale. A traverso & que  ste sue macchinazioni esteriori, & queste ciarlatanerie,  ch''erano molte e riprovevolissime, vediamo pure nel-   Jla realtà, istintivo e impossi-    l'uomo un certo senso de )  bile a sradicare; vediamo ch' el Sl fondò sul fatto.... SI  n lui l'istinto di na-    tanto ch’ ebbe alcun fondamento. I  tura è superiore alla cultura. Il Bourrienne ' racconta  che i suoi savants, in quel viaggio d’ Egitto, s' affanna=  vano una sera a dimostrare che non ci può essere Dio.  Erano riusciti a provarlo, a loro grande soddisfazione,  con ogni maniera di logica. Napoleone, guardando su,  alle stelle, risponde : «La dimostrazione è molto inge-   gnosa, messieurs ; ma chi ha fatto tutto ciò? » La dot-   trina atea gli passa sopra come un’ ondata ed egli   rimane al cospetto del grande fatto: « Chi f ti   ci09 > Similm Ì | fece utto  ente nella pratica: come 0   possa essere grande e trionfare i gni.u9Maro   onfare in questo mondo, egli              1 Mémoires de Mi de Rourri. i  Villemarest, Paris, chez Tadrocat. 1620-1861, lui-meme, rédigéa par Mi de    Fauyol  Fauvolot do Bonrrionna (1769-1894), amico d'infanzia e segretario    timo di Napoleone, — colui  MA i, colui cho formulò, d'accordo co  diem nl DE Oi orrori contenuti ola COLI REA  to I ‘ourrienne et nen erreura volontaires dI RT  fon                    L' EROE QUALE RE, -    traverso ® tuttii viluppi, il nocciolo pra    vede, ® de direttamente.!  tione; ed a quello ten 9 2 bj pei  driscalco del suo palazzo delle Tuileries gli    e tappezzerie, dimostrandogli ‘con    me fossero magnifiche, e DEF giunta @ He,  mercato; Napoleone, Per tutta risposta, hiese Sa  Ni forbici, mozzò una napPInA dl oro dele o  finestra, se la messe in tasca, e tirò via. Qualche Hai :  dopo, la cavò fuori al momento buono, gran È SE  rore del suo fornitore: non era Oro, ma. orpello! ; no-  tevole come anche a Sant' Elena, sempre; sino & #  ultimi giorni, egli insista sul pratico, sul reale: < A che  parlare e lamentare? & che, sopra tutto, leticare? Non  ‘gi viene con ciò ad alcun risultato; @ nulla si riesce,  a far nulla. E se nulla potete fare; tacete! > Parla  ‘spesso così a’ suoi poveri seguaci malcontenti ; è come  una forza silenziosa tramezzo alle loro morbose querele. A  E per conseguenza, non possiamo dire che fosse in n   lui pure una fede genuina, Der quant’ era possibile? Ve- i  deva in questa nuova enorme democrazia, che s’ affer- n  mava nella rivoluzione francese, un fatto che non sì può -  sopprimere, un fatto che il mondo intero, con tutte le  sue vecchie forze e le instituzioni, non può metter da  parte: di ciò egli aveva il vero intuito, e quell’ intuito  trascinava seco la sua coscienza ed il suo entusiasmo :  era la sua fede. Forse che non ne interpetrò bene  l’oscura portata ? La carriòre ouverte auv talents — gli  strumenti & chi sa maneggiarli: quest’ è effettivamente  la verità, tutta la verità anzi, e comprende tutto il si- :  bo dell riluzione fece 0 i a  ix Ò n ‘ »  al ieri i dda  DE nidi pae CE cedono innanzi a quest'uomo Dire ecm  vr i rat dp  degli soci dl diplomati e vugle cha ogni ir  facoltà di RIGA RARI HRolnio: egoista, prudente, psn se :  ale parvenza altrùi, uè da e sntisinne. 1a Siocniae da alcuna @  re, da nessuna fretta. » (Emerson, loco cit, sì VI meg SaIoaaai Si ù               LETTURA SESTA.    Napoleone nel suo primo periodo sie to  “vero democratico ; nondimeno, Per sua natura, QI  ati ita mili sapeva che Ja democrazia,    in quanto mai fosse verità, non poteva essere: RIO  ed odiava cordialmente P'anarchia. T1 20 giugno 5  seduto col Bourrienne in un caflè, mentre la folla Diso,  schiamazzando, Napoleone esprime il più DIOCr, a 3 i-  sprezzo per le antorità che non reprimono que! dio  dine. Il 10 agosto sì meraviglia che nessuno prenda 1  o di que’ poveri Svizzeri : vincerebbero Se uves:  dante. Tanta fede nella democrazia, eP7    316    comand    sero un coman I I  pure tant! odio dell’ anarchia sostengono apoleone IM  illanti campagne    grande Opera. Nelle br IO]  d'Italia, via via sino alla pace di Léoben,' 81 direbbe  che il suo ideale sia questo: fatta trionfare la rivolu-  zione francese; affermarla contro questi simulacri aus  striaci che 0Sano dirla, un simulacro! — Nondimeno,  egli sente pure; ed ha diritto di sentire, quanto neces?  siria sia una forte autorità; e come senz) essa l’opera  della rivoluzione non possa prosperare nè durare. Fre-  nare quella granda rivoluzione devastatrice, che divorava  sè stessa ; domarla così, che, raggiunto il suo intrinseco  scopo, essa possa divenire organica, capace di vivere tra  gli altri organismi, tra le altre cose formate, e non sol-  tanto quale opera di devastazione, di distruzione : non  mirava egliin parte a questo come alla vera mèta della  sua vita? non s'ingegnò, anzi, effettivamente, di far  IA A traverso Wagram ed Austerlitz, a traverso  Re.  SOT aan Hg per osare ed operare, € s'inalzò  ica IRE re. Tutti gli uomini videro  sione Cad Ro ioni soldati solevano dire  ai dala avvocati di Parigi, tutti  ‘Bisogna che mettiamo là il Pan Diga  ‘andarono, e lo messe ni nostro Petit Caporal!> E  S ro là; essi, e tutta la Trancia in    tutta la sua          m = 18 aprile 1797, dr       ch    L' EROE QUALE RE. DAI  massa E poi il consolato; 1° impero; la vittoria su tutta  pEurop® {.. È abbastanza naturale che il povero luogo-    ” n 9  tenente del reggimento La Fère, potesse apparire ai pro-  i ‘n erande fra quanti nomini fossero da 56    sto punto; quel fatale elem nto di ciarla-  0. Rinnegando la sua vel   chia fede nei fatti, cOn jò a credere nelle parvenze,  brigò per imparentarsì con le dinastie austriache, col  papati, con le vecchie false feudalità, che pure un tempo  gli apparivano chiaramente false; pensò & fondare una  e così via — come se la enorme   mirasse che @    dinastia Sua  rivoluzione francese non    era dunque € dannato ®  zogna;> è terribile, m®    il vero dal falso quando v  ventosa ammenda, questa, che 1 uomo paghi per avere    ceduto alla infedeltà del cuore. La falsa ambizione ego  stica era divenuta ora il suo dio: un® volta scesi sino  all’inganno di sè stessi, tutti gli altri inganni seguono  naturalmente, € si cade sempre più e più basso. In quale  gretta e rappezzata miseria, in quale mascherata tea-  trale di manti di carta e d'orpello, aveva ravvolta que-  st'uomO la propria grande realtà, immaginando cor ciò  di farla più reale! E quel vacuo Concordato col papa;  che pretende ristabilire il cattolicismo mentr' egli stesso  1 riconosce ch è il metodo di estirparlo, la vaccine  religioni e quelle cerimonie d’incoronazione, quelle con-  È sacrazioni nella chiesa di Notre-Dame per mezzo della  Ai. vecchia chimera italiana — « cui nulla mancava, > come  disse l’Augereau,' ca completarne la pompa, Se non'quel  mezzo milione d’uomini, morti per far finire tutto ciò!...> +  | RIA Ae di Cromwell fu con la spada e con la —  ja, e dobbiamo dirla genuinamente vera. La spada    \aneria prese            2 1° TEO 1801.   Da or Francesco Auger at   Drama EETUIGIO), ANA onu, duca di Castiglione, maresciallo e pari di |  ‘che fu governatore a Berlino nel 1818, è difese Tione nel 1814    18 fruttidoro (LT9T); © ne                                  ESTA. i  ETTURA SES  ; lui senz alcuna chi-  blemi del purttatni  Aveva usato en-  ; I  a et pretendev® ora difenderle!  bagliò credette troppo  vide nell'uomo    di -]*   i ta facilità...  della fame © di questa 12  Siglo ta (Lor che edificasse sulle nubi, e:  SAR ina, e di arve dal mondo?    i ni Sì  ‘gua casa IN confusa rund; | i DO  art in ciascuno di noi, esiste quest SE.  e potrebbe svilupparsi ove la tenti    ciarlataneria, ;  fosse forte abbastanza. € on    Ma il suo sviluppo; invero; |  come ingrediente riconoscibil e  ie DE: Sa a di Napoleone, &  stessa piccina. Che fu dunque 1 opere SI  i lpore? Uno sprazzo come di po   malgrado di tanto sca p 3 Re  vere da fucile largamente sparsa; Una fiamma t)   di eriche secche. Per un'ora, | universo intero sembra  avvolto dal fumo e dalle fiamme; ma per un' ora sol-  tanto. Poi svanisce, ed ecco riapparire Vl umiverso CON  le sue vecchie montagne ed i vecchi fiumi, con le stelle  nell'alto e giù sotto il benefico suolo.   Il duca di Weimar diceva sempre agli amici di farsi  animo, chè questo Napoleonismo era ingiusto, era men-  zogna, e non poteva durare. La teoria è vera. Più questo  Napoleone calpestava il mondo, tenendolo tirannicamente   + oppresso, più fiera sarebbe un giorno la reazione del  mondo contro di lui. L' ingiustizia si ripaga da sè, e con  uno spaventevole interesse composto. Non so davvero       a in dina pro alt OG  Dio si ha risersata jar lui Ladino Boo oi SA TmaSoni ne  PESI Lira si, Sraianol: cho vuol gio del HIFEMENE   la la mila cl 1 ila son fumi tie  tnio parere non durabile perchè LARA RE LIE ICINLI    x       L' EROE QUALE RE. 319.  cod’ artiglieria 0 veder affogare il suo reg-    jelior pal 7 ; cite  rimento migliore, anzichè fucilare quel povero libraio  {edesco palm!? Fu un'aperta ingiustizia, una, tirannia,    un assassinio, che nessun uomo, la dipinga pure con uno  strato di colore alto un dito, potrà mai far apparire  altrimenti. Questa ed altre simili ingiustizie s' impres?  sero profonde nei cuori; un fuoco represso balenava  dagli occhi degli uomini quando vi ripensavano.... aspet-  tando il giorno! Ed il giorno venne: € la Germania gli  si sollevò d’ intorno. — L'opera di Napoleone sl ridurrà   a lungo andare & quanto egli compì giustamente, 2 quanto  la natura sancirà con le sue leggi, a quanto di realtà  era in lui; ® tanto, e nulla più. Il resto fu tutto fumo  e sciupio. La carrière ouverte Aux talents: questo grande  messaggio di verità, che ha ancora da articolarsi e da  adempiersi dappertutto, ei lo lasciò in uno stato affatto  inarticolato. Egli fu un grande schema, un abbozzo, non  mai completato: ed invero, forse che il grand’ uomo è  mai altro? Ma egli, ahimè, rimase in uno stato tr0ppo  rudimentale |...   È quasi tragico il riflettere alle sue opinioni sul  mondo, quali le esprime là, a Sant'Elena. Sembra pro-  vare la più sincera meraviglia che tutto sia andato &  quel modo: ch’ egli sia stato gettato là, sulla rupe, e  "che il mondo ruoti ancora sul suo asse. La Francia. è   ‘grande, anzi è sola grande; ed in fondo Napoleone è la  Francia. La stessa Inghilterra, egli dice, non è per na-  ura che un'appendice della Francia; < è per la Francia  n'altra isola d’Oleron. >» Così era per natura, per la                       ‘Non può comprendere, non sa concepire che la realtà           «ela confederazione del Reno veniva formandosi, la polizia scoperse al        , Sci librai furono arrestati )  ono per avervi avuto parte e Napol   Sa commissiono militare. Quattro degli Roca LARE   oro provincie: due, Schiderer e Palm, condannati a    mi % 4  to Napoloone fece grazia, una il libraio Palm di Norimberga vi           atura di Napoleone. Guardate, infatti : ECCOMI QUI da    i  1 Nel 1806, mentre l’ esercito francese occupava ancora la Germania,    cuni documenti, che rivelavano i piani d'un comitato segreto d'insurre- e                                           LEmTURÀ de mma; che la Francia   TR da ci c  jeposto al suo P o, Ji non S1a la Francia.  3 ‘n a credere ciù    andezza, © dI DI ipbia i  nesta “iano, COSÌ compatta, così   ana, ì  g'è involuta; s'è quasi    sua N° 0  ante un temp: e a di fanfaronnadi    da tmosfer:  torbida n'ai osto & lasciarsi calpe:  LS contastare come pla  si tà alla Francia ed a sè;  0A   it A mire! Napoleone 7 1 costene  Ma, ahimè, OF he giov Le,  ui ; e natura, anch’ ess% si dia  Essendosi UNA volta staccato 1) st e)   scamp nel vuoto; è Vv ebbe per  o di rado tocco ad un uomo             sorte tanto desolata:  e dovette morire; povero Napoleone !..    mento troppo presto sciupato, sino &  "& ecco il nostro ultimo eroe!   A si  er * *  Sa Tiltimo in un doppio significato, poichè debbono con    ‘]ui terminare queste nostre peregrinazioni a traverso  ‘tempi e luoghi così diversi, cercando, studiando gli eroi.  UR ME ne rinoresce: era un piacere per me in quest’ occu:  | pazione, sebbene misto a molta pena. È un grande s0g=  5 molto grave, molto vasto, questo che io, appunto  darmi tropp'aria di gravità, ho chiamato cult@  Esso penetra profondo nelle secrete vie del-  ‘e ne’ più vitali interessi di questo mondo;  tei ge bro ben degno di svolgimento. In sei  Invece che sei giorni, avremmo potuto far meglio.  lo: chi sa se nemmeno vi sono riu-  per penetrarvi un poco, dovetti  Dn DIRE Tronno spesso, con bru-  uttate là isolate, senza commento, ho                            L’ EROE QUALE RE. —    ‘cortese benevolenza, non voglio ora parlare.  per saviezza e leggiadria, ha ascoltato pazient  pozze parole. Sentitamente, cordialmente, vi rendo    zie, ed a tutti dico: Dio sia con voil 

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