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Thursday, April 28, 2022

GRICE ED ENNIO: IL PRIMO FILOSOFO INGLESE, IL PRIMO FILOSOFO LATINO

 Wikipedia Ricerca Quinto Ennio poeta, drammaturgo e scrittore romano Lingua Segui Modifica Quinto Ennio (in latino: Quintus Ennius; Rudiae, 16 luglio 239 a.C. – Roma, 8 ottobre 169 a.C.) è stato un poeta, drammaturgo e scrittore romano. Viene considerato, fin dall'antichità, il padre della letteratura latina, poiché fu il primo poeta ad usare la lingua latina come lingua letteraria in competizione con quella greca.   Ennio che ascolta Omero, immaginato da Raffaello nel Parnaso, Stanze Vaticane Biografia Modifica Quinto Ennio nacque nel 239 a.C. a Rudiae, nei pressi di Lecce, città dell'antica Calabria (l'attuale Salento, corrispondente alla Puglia meridionale) in cui allora convivevano tre culture: quella greca che aveva come centro maggiore Taranto, quella osca dei centri minori indigeni italici, e quella dell'occupante romano[1]: Aulo Gellio testimonia infatti che Ennio, pur vantandosi di discendere da Messapo (eroe eponimo della Messapia e dei Messapi)[2], era solito dire di possedere "tre cuori" (tria corda), poiché sapeva parlare in greco, in latino e in osco[3].  Durante la seconda guerra punica militò in Sardegna e nel 204 a.C. vi conobbe Catone il Censore, che lo portò con sé a Roma[4]. Qui ottenne la protezione di illustri uomini politici quali Scipione l'Africano e, poco tempo dopo, entrò in contatto con altri aristocratici del circolo degli Scipioni, filoelleni, come Marco Fulvio Nobiliore. Queste amicizie lo posero in conflitto con Catone, diffidente nei confronti delle altre culture e di quella greca in particolare.  Nel 189 a.C. Marco Fulvio Nobiliore, nella guerra contro la Lega etolica, condusse con sé Ennio come poeta al seguito, con il compito cioè di celebrare le gesta del generale (come in effetti fece nella tragedia praetexta Ambracia). Questo scandalizzò Catone in quanto comportamento contrario al costume degli avi, al mos maiorum. Cinque anni dopo Quinto Fulvio Nobiliore, figlio di Marco, gli assegnò dei terreni presso la colonia da lui dedotta a Pesaro e gli fece conferire la cittadinanza romana. Riconoscente, Ennio espresse orgogliosamente questa concessione:  (LA)  «Nos sumus Romani qui fuimus ante Rudini»  (IT)  «Sono cittadino di Roma, io che un tempo fui cittadino di Rudiae»  (Quinto Ennio, Annales[5]) Ennio, messo a capo del collegium scribarum histrionumque, trascorse gli anni della vecchiaia in relativa orgogliosa miseria, con una sola serva al suo servizio, attendendo alla composizione delle sue tragedie e del poema epico:  (LA)  «Annos septuaginta natus - tot enim vixit Ennius - ita ferebat duo quae maxima putantur onera, paupertatem et senectutem, ut eis paene delectari videretur»  (IT)  «A settant'anni - tanti, infatti, ne visse - Ennio sopportava la povertà e la vecchiaia, che si suole considerare come le cose più moleste, quasi sembrando che ne godesse»  (Cicerone, De Senectute, 14 - trad. A. D'Andria) Tra i suoi discepoli ricordiamo il nipote (figlio di sua sorella), il tragediografo e pittore Marco Pacuvio, e il commediografo Cecilio Stazio (con cui condivise l'abitazione).   Sofferente di gotta, Ennio morì a Roma nel 169 a.C. Per i suoi meriti, oltre che per l'amicizia personale, fu sepolto nella tomba degli Scipioni, sull'antica Via Appia, dove fu raffigurato da un busto su cui era inciso un epitaffio in distici elegiaci che Cicerone credeva composto dallo stesso Ennio:  (LA)  «Aspicite, o cives, senis Enni imaginis formam: hic vestrum panxit maxima facta patrum. Nemo me lacrumis decoret, nec funera fletu faxit. Cur? Volito vivus per ora virum»  (IT)  «Ecco, o cittadini, i tratti dell'effigie del vecchio Ennio: costui le massime gesta cantò dei vostri padri. Nessuno di lacrime mi onori, né la mia morte pianga. Perché? Volo vivo tra le bocche degli uomini»  (Quinto Ennio) Opere Modifica  Cosiddetta testa di Ennio, dal sepolcro degli Scipioni sull'Appia. Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Storia della letteratura latina (240 - 78 a.C.). Ennio sperimentò numerosi generi letterari, molti dei quali a Roma erano poco conosciuti o del tutto sconosciuti, pertanto è stato definito il vero padre della Letteratura latina[6].   Della maggior parte di queste sue opere rimangono solo pochi frammenti e titoli.  Per quanto riguarda l'epica, si conoscono gli Annales e lo Scipio[7].  Gli Annales furono il poema nazionale del popolo romano prima che fosse composta l'Eneide (29-19 a.C.). Ennio narrava la storia di Roma anno per anno, come spiega lo stesso titolo, dalle origini sino al 171, sino a poco prima della morte del poeta, dunque, avvenuta nel 169 a.C., e si ispira al modello greco, come farà poi Virgilio. L'opera era strutturata in 18 libri, suddivisi in tre gruppi di sei, detti esadi, ma rimangono solo 600 versi dei circa 30 000 originali.  Nel proemio posto all'inizio dell'opera Ennio racconta che Omero stesso gli era apparso in sogno per rivelargli di essersi reincarnato in lui dopo avergli esposto la dottrina pitagorica della metempsicosi, ovvero della transmigrazione delle anime. Mentre nei primi libri sono raccontati gli eventi che vanno dalle origini all'invasione di Pirro (280-272), nei successivi il racconto arriva fino al 171 a.C., due anni prima della morte del poeta. Nel proemio della seconda esade, poi, Ennio polemizza con coloro che lo criticavano per aver introdotto l'esametro, polemizzando contro gli autori che scrivevano in saturni - con chiaro riferimento a Nevio, che comunque omaggiava, non ripetendo la narrazione della prima guerra punica - e racconta gli eventi dalle guerre puniche sino alla seconda guerra macedonica, mentre la terza esade è quasi del tutto andata perduta.  Per quanto riguarda le composizioni drammatiche, per concorde affermazione degli antichi, Ennio eccelleva nella tragedia, con composizioni come Alexander, Andromaca prigioniera, Medea, Tieste, Achille, Aiace, Il riscatto di Ettore, Ecuba, Ifigenia, Telamone, Telefo. A parte, come praetextae, Sabinae[8] e Ambracia[9]. Che non fosse un grande poeta comico, lo testimonia il fatto che restano solo pochissimi versi e due titoli di commedie, la Caupunculae e il Pancratiastes.  Alla poesia dotta appartenevano titoli come Epicharmus ed Euhemerus, di tono filosofico, gli Hedyphagetica[10], o ancora, sul versante della poesia disimpegnata, le Saturae e gli Epigrammi[11].  Il mondo poetico e concettuale di Ennio Modifica Ennio fu il primo poeta latino a scrivere un poema in esametri, il metro di Omero, che fu poi utilizzato da tutti i poeti epici successivi: il suo capolavoro, gli Annales, fu il primo poema epico a narrare la storia di Roma dalle origini facendo di Ennio il "vate" di Roma e tra i principali modelli stilistici del De rerum natura di Lucrezio e dell'Eneide di Virgilio. Scrisse numerose commedie e tragedie di cui restano pochi frammenti, e da altri frammenti si ritiene che abbia scritto anche alcune satire, anticipando addirittura Lucilio, considerato il padre del genere.   (LA)  «O Tite tute Tati tibi tanta tyranne tulisti!»  (IT)  «O Tito Tazio, tiranno, tu ti attirasti disgrazie tanto grandi!»  (Quinto Ennio) Poiché i frammenti a noi pervenuti sono pochi e giunti per tradizione indiretta, non siamo capaci di valutare la struttura compositiva del poema maggiore e le tecniche della narrazione, ma emergono con sufficiente chiarezza le caratteristiche della lingua e lo stile elevato e solenne, che appaiono frutto di un geniale contemperamento di tratti tipicamente latini e audaci innovazioni grecizzanti. Ricorre spesso ad arcaismi internazionali, tratti distintivi di derivazione omerica (tanto che si presenta nel proemio come Omero redivivo, e Orazio stesso lo definisce alter Homerus, "altro Omero"). Infatti fu ritenuto uno dei principali fautori dell'ellenizzazione; nonostante Catone fosse uno degli scrittori più attaccati alla cultura romana, riconobbe e apprezzò in Ennio le doti intellettuali. Pare che fu Ennio ad introdurre l'esametronella letteratura latina, formando i suoi versi anche solo con degli spondei (infatti sono detti versi olospondaici).  In Ennio abbondano le metafore, sempre molto presenti nei poemi epici, le allitterazioni e l'uso della retorica.  Note Modifica ^ La vita: Ennio e i suoi continuatori, su sapere.it, De Agostini Editore S.p.A. URL consultato il 28 dicembre 2020 (archiviato il 5 settembre 2018). ^ Quinto Ennio, Annali (Libri IX–XVIII). Commentari. Volume IV. Napoli: Liguori Editore, pp. 316 e ss. ^ Quintus Ennius tria corda habere sese dicebat, quod loqui Graece et Osce et Latine sciret("Quinto Ennio diceva di avere tre anime in quanto parlava greco, osco e latino") - Aulus Gellius, Noctes Atticae 17.17. ^ Cornelio Nepote, Catone, I 4. ^ v. 525 Skutsch. ^ Quinto Orazio Flacco ^ Poemetto epico-encomiastico, del quale restano solo 14 versi, dedicato a Publio Cornelio Scipione, nel quale il condottiero viene descritto come perfetto exemplum di vir romanus ^ Trattava il ratto delle Sabine. ^ Trattava le gesta di Marco Fulvio Nobiliore in una spedizione contro gli Etoli nel 189 a.C., culminata nella presa della città di Ambracia. ^ Catalogo di cose buone da mangiare, redatto con vena salottiera e decisamente superficiale, come evidente dall'unico frammento pervenutoci, di 11 versi, in Apuleio, De magia, 11. ^ Componimenti in distici elegiaci che si rifacevano a momenti particolari della vita dell'autore. Voci correlate Modifica Rudiae Sepolcro degli Scipioni Altri progetti Modifica Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a Quinto Ennio Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina in lingua latina dedicata a Quinto Ennio Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Quinto Ennio Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Quinto Ennio Collegamenti esterni Modifica Ènnio, Quinto, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modifica su Wikidata Nicola Terzaghi, ENNIO, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1932. Modifica su Wikidata Ennio, Quinto, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. Modifica su Wikidata ( EN ) Quinto Ennio, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata ( LA ) Opere di Quinto Ennio, su Musisque Deoque. Modifica su Wikidata ( LA ) Opere di Quinto Ennio, su PHI Latin Texts, Packard Humanities Institute. Modifica su Wikidata Opere di Quinto Ennio, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Modifica su Wikidata ( EN ) Opere di Quinto Ennio, su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata I frammenti degli annali editi e illustrati da Luigi Valmaggi, Torino, Casa Editrice Ermanno Loescher, 1900. ( EN ,  LA )  Remains of old latin. Vol. 1: Aennius and Caecilius, E. H. Warmington (a cura di), Cambridge-London, 1935, pagg. 1-465. Ennianae Poesis Reliquiae, Johannes Vahlen (a cura di), Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri, 1854 e 1903². Controllo di autorità VIAF ( EN ) 84976347 · ISNI ( EN ) 0000 0001 0920 8922 · BAV 495/44519 · CERLcnp01321767 · LCCN ( EN ) n79109712 · GND( DE ) 118682105 · BNE ( ES ) XX977849(data) · BNF ( FR ) cb120078470 (data) ·J9U ( EN ,  HE ) 987007300448105171 (topic) ·NSK ( HR ) 000117903 · CONOR.SI ( SL ) 94467683 · WorldCat Identities ( EN ) lccn-n79109712   Portale Antica Roma   Portale Biografie   Portale Letteratura   Portale Lingua latina   Portale Teatro Ultima modifica 1 mese fa di Pietro espasian PAGINE CORRELATE Annales (Ennio) poema epico scritto dall'autore latino Quinto Ennio  Marco Fulvio Nobiliore politico romano  Ambracia (Ennio) Wikipedia Il contenuto

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