fondatore di Roma e primo » re de' romani. Romolo fu il primo re de' romani , e padre della romana republica; uo- mo primieramente d' ardentissimo a- nimo e per le armi grande : e così fatto certamente l' aveva disposto la for- tuna a quello che dovea seguire. Per la cui opera, in tra tante minaccie di vicini , di spinose montagnie surgesse il fondamento dello 'mperio che do- vea crescere infino al cielo. Perchè non si potea porre sicuramente tanta grandezza in debole fondamento, sì gran cosa richiedea terra salda e duca d' alto animo. E così fu : che dove prima a pena fu assai erba per lo armento d' Ercole , e dove prima a pena solea essere assai fronde per le capre di Faustulo, in quello luogo puose la fortezza di tutte le terre e la somma signoria delli uomini. Dun- que costui con Remo suo fratello ( e insieme con Rea Silvia, la quale fu chiamata Ilia , madre senza dubio ) creduto o fitto figliuolo di Marte, in- contanente com' elio nacque provò la crudeltà di Amulio re delli albani , e non solamente contro alla madre, ma eziandio contro a sé e contro al suo fratello. Dal quale Amulio fu coman- dato eh' ellino fossero gittati in Te- vere: e a caso elli furono liberati, o che fosse per divina provedenzia, la qual cosa è lecito di credere dello imperio che dovea essere sì grande, quella provedenzia apparecchiante non sperato cominciamenlo alle grandis- sime cose. Soperchiando il fiume a caso le ripe e non potendosi andare a quello , furono gittati quelli fanciulli presso alla ripa ; e, partendosi li fami- gliari del re, i quali li avevano git- tati, rimasono salvi. A questo luogo, tratta dal pianto di questi fanciulli, venne una lupa ( o eh' ella fosse vera o ch'ella fosse cosa finta, dell'una e dell' altra è nominanza ), e , com' ella avesse compassione, venne a que- sto luogo: del cui latte elli furono nutricati , traendo con li labri il latte delle tette della detta fiera, infino che furono trovati da Faustulo pas- tore del re, il quale di sopra ave- mo nominato, e la lupa similmente, essendo discresciuto il fiume; e in fino agli anni della pubertà coli' amore del padre furono nutricati. Ma allora più di dì in dì il suo vigore si mo- strava e per effetto diventava famoso ; già erano cari da ogni parte e am- piamente erano terribili , ogni cosa ar- divano; già il suo notricatore, per le opere informato, cominciava a fer- marsi in quella openione ch'egli aveva pensalo, cioè quelli essere figliuoli del re. Questo celato per alcuno tem- pò, finalmente apparve: preso Remo da' famigli del re e datogli pena, per consolare la ingiuria fu dato a Numi- tore suo avolo per parte di madre , nel cui terreno tramendue i frategli avevano fatte correrie. Il quale vedu- to, non mosso ad ira, com'è usan- za, per l' ingiuria ricevuta, ma mosso verso di quello con una nascosa dol- ciezza, e udito ch'elli erano due, consi- derato da l'una parte l'etade di quelli, da l' altra l' aspetto nobile e non di pastori, vennegli a memoria i suoi nipoti ; e , dimandando pianamente delle,, circostanzie, avea trovato poco meno che costui era l' uno de' suoi nipoti , e di questo non dubitava : però elio il teneva in più libertà, e non come preso ma come suo , come ve- ramente elio era. E questa era più diritta via a distruzione del re, per- chè manifestato a Romolo non sola- mente la condizione del presente stato del fratello, ma la nazione di tramen- due nascosta infino a quello tempo; ammonendoli colui, ch'era tenuto pa- dre, ch'elli non erano suoi figliuoli ma erano di schiatta reale ; e, spostali per ordine l' ingiuria di quegli e con questa l'ingiuria di suo avolo e di sua madre, fatto Romolo più animo- so , conosciuto il fatto , dispuosesi non solamente a liberare il fratello, ma vendicare sé e '1 fratello e l'avolo e la madre, non manifestamente perchè era dispari in possanza , ma piana- mente mandati alcuni giovani di qua e di là, i quali si trovassono a una ora nella casa del re. Così disposti gli agguati, e a tempo accorrendo Remo, corsono contra Amulio, il quale non si guardava e non pensava sì fatto pericolo. Morto Amulio, Numitore fra- tello di quello, e innanzi cacciato da lui, fu ristituito nel regno, essendo allegro, non meno per la condizione de'trovati nipoti, che per avere acqui- stato il nonne sperato regnio. Da poi, perchè elli erano di grande animo, e '1 regno di suo avolo gli pareva piccio- lo, lassarono Alba all'avolo; e, aman- do il luogo della sua puerizia ovvero del suo pericolo , procurarono di fon- dare nuova terra in quello luogo. E così, per buono agurio, edificarono aspera e, acciò ch'io dica più pro- priamente, pastorale casa in sul monte Palatino; e fu posto alla terra il no- me di Romolo solamente, essendo vinto il fratello nello agurio: il quale nome fu temuto poi al mondo da li popoli e dai re. Poi , o che tra quelli fosse nata discordia, o che fosse per- chè egli avesse dispregiato il coman- damento del fratello, Remo, avendo passato il nuovo muro, fu morto; o che fosse per cupidità della signoria, o per rigore di giustizia , la credenza è varia nelle cose antiche. Romolo, avendo presa la signoria, ordinò sa- crifici della patria e forestieri, e prese abito di re e ornamenti, e ordinò dodici littori, e compuose nuove leggi. Solo a fermezza del popolo e fonda- mento di pace e di concordia tre cose sommamente li pareva di provedere : il consiglio , e io accrescere della co- minciata città, e la durabilità; per- chè era in picciola terra pochi abi- tatori , e per questo gli era speranza di brevissimo tempo , mancando la cagione del generare de' figliuoli. Dun- que primieramente furono eletti cento antichi al Senato (chiamando questo ordine dalla etade, perchè il nome de' padri fu detto dallo amore e da la cura della republica); secondo, intra due boschi fu posto uno tempio chia- mano asilo ( i greci il chiamano San- to), il quale stando aperto, grande turba incontanente venne di vicini paesi; la terza cosa parea che si do- vesse fare con matrimoni ( perchè soli i maschi non poteano durare se non una etade); la qual cosa , perchè era negata da' vicini superbamente e vi- tuperosamente, fecesi per forza e per ingegnio. Perchè in questo mezzo, non mostrando l'ira e il dolore d'es- sere rifiutato, il re apparecchiò di fare solenni giuochi a Nettunno , e coman- dò di fare dinunziare il dì per li po- poli vicini. II quale poi che sopra- venne, molti maschi e femmine delle terre vicine a Roma vennero per ve- dere i giuochi, e non meno per cu- pidità di vedere quella nuova terra quasi nata di subito. Nel mezzo de' giuochi, essendo ogni uomo attento con gli occhi e con l'animo, dilibera- tamente furono prese tutte le fanciulle, non a fine di sua vergognia, ma di tenerle per mogliere e per avere fi- gliuoli. Dunque confortate con buone parole, tra lo isdegno e le lacrime, pel- le lusinghe di quegli li quali l'aveano prese, prima Romolo, e poi gli al- tri , una per uno ne tolseno per mo- glie: e questo fu cagione e comin- ciamento di molte battaglie. I padri e i parenti di queste fanciulle, lamen- tatisi della forza e della malvagità de' suoi osti, dai quali ellino, invitati a giuochi , erano stati offesi per gravis- sima ingiuria, incontanente uscirono fuori della terra e tornarono a casa; e, moltiplicando le lamentanze, aggra- varono l'offesa, e pigliarono l'arme e apparecchiaronsi di fare la vendetta. E di lutti i popoli si fece una rau- nanza a Tito Tazio re de' sabini, per- chè questi avevano più possanza e aveano ricevuto più ingiuria. Ma per- chè la presuntuosa ira non può indu- giare né ricevere consiglio , e perchè l'apparecchiamento alla guerra parea pigro per rispetto dello ardore dell'ani- mo, ciascheduno, non aspettando l'uno l'altro, andarono alla battaglia. E in- nanzi a tutti i ceninesi con l' oste cor- sero nel terreno de' romani : contro ai quali venendo Romolo, mise in rotta i nimici, e uccise Acrone, re di quelli , venuto alle mani con lui in singolare battaglia; e, con lieve as- salto, prese la terra di quelli , la quale era impaurita per la morte del re e per la fuga del popolo. E, tornando a Roma vincitore, portò in Campido- glio l'armi del re. e edificò lo primo tempio in Roma e sacrificollo sotto il nome di Giove Feretrio ( dove i capitani de' romani non portavano, quando erano vincitori, se non la preda de' capitani vinti in singolare battaglia, la quale elli chiamavano « grassa robarìa» ) ; dunque in quello luogo egli appiccò l'armi del morto re, per esempio del tempo da venire, rado ma grande dono di quelli che venieno dietro. I secondi che corsono nel terreno de'romani furono gli aten- nati; e questi furono vinti e perde- rono la terra: ma per prieghi.di Er- silia, moglie di Romolo, la quale era una di quelle sforzate che portava a gli orecchi del re i prieghi e i desi- deri dell'altre, ricevuti a misericor- dia, vennero ad abitare a Roma. Da poi i crustumini , movendo elli la guerra , furono vinti leggiermente , crescendo ogni dì la virtù di Romo- lo; e, venuti a Roma quelli ch'erano vinti, crescendo Roma per li danni de'nimici. Fu più a fare colli sabini, i quali quanto più tardi tanto più maturamente si moveano: presa la rocca di Campidoglio, per tradimento d'una donzella figliuola di Spurio Tar- peo ( il quale era castellano della delta rocca, dal quale ancora è nominato quel monte in mezzo di Roma), fu dubiosa battaglia, combattendo quelli dal luogo di sopra. Nella quale bat- taglia mancando Osto Ostilio , il quale fue arditamente per la parte de' ro- mani infino ch'elio potè, la gente de' romani tutta si cessò in dietro, cac- ciando indietro eziandio Romolo il quale li contrastava. E elli, non speran- do già più della forza umana, dirizzan- do al cielo le armate mani, chiamando Giove com' elio fosse presente, pre- gando o che gli togliesse la vergo - gaia del fuggire vilmente, o eh' elli fortificasse gli abbattuti animi de' suoi con celestiale aiutorio, fece voto di fare in Roma uno secondo tempio a Giove Statore , secondo che piace agli scrittori; e, quasi ricevuta la promis- sione dal cielo, fatto più ardito ri- storoe con sollecita mano la battaglia già caduta, dicendo a'suoi chiaramente che Giove comandava così. Per questo la sua gente, seguendo lo esempio del suo re e il comandamento di Gio- ve, tornò contro a'nimici, da' quali non speravasi ch'egli tornassino; e combattendo innanzi a gli altri aspra- mente Romolo , essendo già mutata la condizione della battaglia, quelli che incalzavano cominciarono a fuggire. Intra i quali Mezio Curzio (secondo dopo il re de' sabini , uomo famosis- simo e in quello di 'nanzi a tutti gli altri in fatti e in virtù molto ardito) non sostenne il furore. Una palude, ch'era presso, fu pericolo e salute a lui, nella quale spaurito il suo ca- vallo furiosamente saltò con grande paura de' suoi, ma confortandolo elli e mostrandogli la via, uscì fuori: e di questo nacque il nome di quella palude, cioè «lago Curzio». Uscitone fuori costui, gli animi crebbono a' suoi, e ancora, bene che con varia fortuna contro a' sabini, corsono in- sieme. E, sendo in questo stato, la pietà trovò via di non sperata pace. Combattendo dall'una parte i mariti, da l'altra parte i padri, vennero tra questi quelle eh' erano state sforzate; e , non considerando sé essere femmi- ne , non temendo il pericolo, con prie- ghi pieni di lagrime e misero abito, pregarono che fosse posto fine alla guerra ; e se voleano pure andare dietro , volgessono le spade più tosto contro a quelle, le quali erano ca- gione della guerra , che, uccidendosi insieme , bruttassono se di presente e per lo tempo a venire bruttassero li figliuoli di quelle (dall'una parte essendo i figliuoli, dall'altra essendo i nipoti) e dessono eterna infamia a quelli che ancora non poteano pecca- re. Dall' una parte e dall' altra si pie- garono gli animi e l'ira s'abbattè e, che maraviglia è a dire, subitamente nell'una oste e nell'altra fu arrestato il romore dell'armi e il gridare de' combattitori, sì umile ammirazione era intrata per quelle rabbiose menti! E non potè lungamente stare nasco- sta: le affezioni mutate incontanente uscirono fuori , e lo riposo seguì a la pietà , e la pace seguì al si- lenzio; la concordia fu fatta toccan- dosi i re le mani, e Roma maravi- gliosamente crescette per lo venire de' sabini. E non meno crebbe Y amo- re dell'una parte e dell'altra verso di quelle valenti donne, e innanzi a gli altri di Romolo, il quale rendè loro grandi e debiti Onori. Ancora restano due guerre. L' una colli fìdenati li quali, temendo la potenzia della si- gnoria di Roma , la quale cresceva , e avendola sospetta , per sé fecero la pruova che gli altri aveano fatta. En- trando elli nel terreno de'romani come nimici , Romolo li andò incontro , e puose il campo non lungi dalla terra de' nimici ; e , mostrando maliziosa- mente temere , condusse i nimici nelli agguati : e di questo fu una non pro- veduta paura e uno subito fuggire, in tanto che , mischiati insieme i vinti e i vincitori, le guardie delle porte appena discerneano i suoi cittadini da' nimici; e, entrati dentro , fu presa la terra. L'altra guerra fu con quelli da Veio, li quali si mossono per amore de'fìdenati e per odio de' romani, e questi, vinti in campo, e guasto il paese, dimandando pace, fecero trie- gua per cento anni, perdendo parte del suo terreno. Questi furono i co- minciamenti di Romolo , questo fu il corso di sua vita e l' ordine de' suoi fatti ; per li quali, appresso quella sal- varla generazione d' uomini e non ancora assai ammaestrati animi del vulgo, egli meritò essere creduto ave- re alcuna divinità per lo padre e per se. Uomo al quale non mancò animo né ingegnio-, in battaglia glorioso, in casa savio: ordinò centurie del po- polo e di cavaglieri, acciò che in ogni tempo di pace e di guerra elio fosse niuno nega ch'elio non fosse inolio amato. Le opinioni di questa cosa sono varie. Alcuni dicono ch'elio fu por- tato in cielo e posto nel concilio delli dei, ma questo è gran salto a uno uomo armato e gravato di peccati, bagniato di sangue e ignorante del vero Iddio e della via del cielo; ma lo ardente e non temperato amore sì fa credere ogni cosa. Dunque, ache- tata la tempesta, essendo risposto da' senatori ( eh' erano stati d'intorno ) al popolo ( disideroso di vedere il suo re e a pruova cercandolo ) eh' elio era andato in cielo, affermando uno eh' e' lo aveva veduto, fu creduto. E quello fu Giulio Proculo (uomo di grande nominanza appresso a' suoi , secondo che si trova, e di grande san- titade e, che manifesto è, di gran no- bilitade, come colui che, nato di re albani, venne a Roma con Romolo e fue cominciamento della giente de' Giuli); il quale, ardito di venire in palese, diede parola d'allegrezza al popolo eh' era in tristizia , dicendo che in quello medesimo dì Romolo, di- scéso da cielo in abito più che d'uo- mo , era stato con lui, affermando eh' 3II0 aveva comandato a lui (con gran- de tremore non ardito di guardare la sua faccia ) questo , cioè eh' egli dicesse a' suoi cittadini che onorassi- no l'arti delle battaglie, essendo certi che ogni potenzia umana è diseguale alla sua in fatti d'arme; e che la sua città, così piace alli dei, sarà capo e donna di tutte le terre: e, dette queste parole, levatosi da gli occhi montò in cielo. E queste cose furono credute a Giulio il quale le contava e giurava, e lo dolore della morte fue mitigato con lo consolamento della divinità, e l'ira, la quale il popolo aveva concetta per la morte di sì caro re, fue umiliata: così ogni uomo cre- de leggiermente quello ch'elli desi- dera. Ma altri pensano che fosse morto da' senatori , veduto il buon destro per la tempesta del tempo, e ch'elli il nascosono nel pantano della palude, acciò che non apparisse alcuno segnio della sua morte. Questa, chente dice Livio , è oscura fama , ma , come piace a chiarissimi scrittori, certamen- te è vera; bene che, come dice quello nel medesimo luogo , quell' altra fu nobile per l'ammirazione dell'uomo e per la presente paura. Puossi forse credere ancora quello che alcuni hanno pensato , eh' elio non fu portato per divinità in cielo né in terra morto come uomo, ma eh' elio fu morto per la lempestade e per lo furore della saetta (la cui forza è ineffabile, e l' operazione è nascosa ) ; e questo es- sere avvenuto a tutti quegli erano con lui, i quali, quanto elli erano più presso , tanto erano smarriti più e impauriti. E la libertà è di molte ma- ni nelle cose dubbiose , ma la verità è una sola, e questa è profondamente nascosta della morte di Romolo come in molte altre cose.
Tuesday, April 5, 2022
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