Uo spirito cooperativo. Se il tracollare di tante impresa o società sorrette da grossi capitali aggiunge nuove pa^ne ai volume delle nostre afflizioni , è bello invece vedere per virtù popo- lana sorreggersi liberi e sicuri nel loro corso anche in Italia i sodalizii dèlia previdenza e* del mutuo soccorso. Animati nelle loro operazioni dal sentimento della pietà , e non mossi da studio di soverchio guadagno , finiscono col raccogliere anche la ricchezza , come premio della loro virtù e col dare un'alta pro\a di quella verità che gli affari più cauti ed onesti sono sempre in (in dei conti i più lucrosi. Così queste società nuove di operai e di pic- coli indaslriali , svincolale dai vecchi rancori , amiche deirordiiie e della liherlA, v:inno sempre meglio disegnando ed aiiargaiido i contorni dell' azione, c creando una buona Digitized 24 ' PARTE PRIMA. Speranza per l'avvenire della nostra patria. Fatta Tlta- lìa, è d'uopo per fare gP italiani che alle vecchie e ca- scanti passioni di un popolo per secoli torpido e povero , sì sostituisca la fede energica nel lavoro e neir associa- zione. Occorrono a ciò quelle tempre d^ uomini gagliardi ai quali nulla di onesto e di utile pare impossibile, e che nel meditare al proprio, tornaconto non dimenticano quello degli altri. Occorre che in tutte le citlà^ d'Italia sorgano e iiros|u'rino gli spirili benevoli, i quali sappiano inlen- dere l' iiulirizzo del nostro secolo, e prodighino le opere buono a quello stesso modo , e sto per dire , con quella spensieratezza , colla quale i più le stemperano nella ca- scafigine e nelT ozio. E queste qualità cominciano appunto a ravvivarsi nei gruppi de' nostri cooperatori , le quali , mef^lio di tanti discorsi accademici che entrano ed escono dalle orecchie 0 di certi volumi di economia politica , senza lettori, val- gono a provare colla evidenza dei fatti , che la maggiore delle industrie è l'onestà dei costumi, e che il lavoro e r associazione non accrescono soltanto la nostra fortuna materiale, ma ben di più» il patrimonio dei nostri affetti e delle virtù nostre. Di fronte al movimento d'associazione che si estende da tutte le parti, è. necessario stabilire i cardini su cui s' aggiri ben definito l' oggetto e lo scopo dell' associa- zione. Fino ad oggi te società di commercio e dMndostrla avevano per unica mira il guadagno di coloro che le di- rigevano. Questo guadagno talvolta eccessivo , aveva per motore l'egoismo, c per mezzi i tranelli , la speculazione e r aggiolag!2Ìo. E pur troppo mezzi così odiosi hanno fatto colossali e scandalose fortune con desolazione c ro- vina di una falange di creduloni e di delusi. Le società cooperative hanno invece per ragione la fra- ternità, per principio l'eguaglianza, per mezzi l'onore, la probità e il lavoro dei cooperatori associati ; e per ìscopo r emancipazipoe di tutti ; la cooperazione dà ai- Dìgi}ized by spiaiTo d' associazione. 25 r uomo il mezzo di amministrare e di gestire da sè stesso ciò che gli appartiene , ed a ciascun cooperatore accorda la facoltà di aver parte air amministrazione delle cose co- muni. Còsi la cooperazione sorretta dall' intelligenza , vi* vificata dair amor fraterno , rivela air uomo T arcano della sua forza e della sua potenza. Ma peicliè giunga agli sperati e (Te ili senza deviare dai principii che sono fon- damenlo di ogni rigenerazione sociale , si addomanda ai cooperatori vigilanza attiva e studiosa, saggezza, aniiega- zione e virtù; nè, per evitare gli scogli contro cui rup- pero tanti , cessino di tenersi in guardia contro i funesti allctlamenli , i desiderii ambiziosi , le passioni egoistiche e gelose. Bando sopratutto ai sistemi esclusivi! essi con- tengono i germi di discordia e di dissoluzione che bi- sogna sradicare dalla loro prima comj)arsa. Quanto allo socielà cooperative formate lìnora in Italia, mentre dobbiamo conoscere la devozione , il disinteresse dei loro fondatori ed aderenti e i risultati abbastanza fe- lici, tenendo calcolo delle difficoltà che erano da supe- rare, converrà sìeno impiegate maggiori forze e sieno sbandite tutte quelle mezze misure che conducono facil- mente air aborto. Si ha bisogno di uscire al più presto dalie vecchie abitudini, dai sistemi restrittiyi, e rendersi p^puasi che un progresso non è realmente buono se non m quanto possano tutti parteciparvi; che T eguaglianza è T anima della cooperazionc , come d'ogni giustizia; che il genio cooperativo nel suo oggetto , nel suo scopo e nelle sue conseguenze sociali , ha una missione immensa da com- piere, e che deve penetrare come il sole, tanlo nelle cam- pagne quanto nelle grandi città. Ma perchè le società di credito e di produzione pos- sano agire senza ostacoli deesi sgombrare il terreno del- l' industria dall'impiccio delle tante braccia strappate alle campagne e fioriate nelle città a far una disastrosa con- correnza cogli operai. Per togliere dallo stato precario e dalla miseria, ove si trovano, lutti questi campagnoli che disertano la gleba per cercarsi lavoro nelle manifatture » Digitized by Google 26 PARTE PBIMA. bisognenibbe procurare la loro emancipazione col mclterli anch'essi in grado di partecipare alla propriclà territo- riale per mozzo delle associazioni cooperative. Al che condurrebbero quando si formassero de' sodalizii agricoli c industriali, abbastanza potenti per oHrirc un asilo a coloro che non hanno una via aperta alla loro aUivilà. Con questo mezzo il commercio e T industria si trove- rebbero al riparo dalia concorrensa industriaJi superflui, poiché ove le società cooperative non propagassero ia loro azione nelle campagne, e restassero nelle sole pitià, su- birebbero i maggiori disinganni. Ed oltre a questa concorrenza dannosa, aggiunge quella che i lavoratori si fanno fra essi e che forma reggette dMndebite lagnanze. E infatti coltivatori, affit- jtaìuoli , proprielarii si lamentano troppo spesso dr questa concorrenza che , a detto loro , impedisce di vendere i frulli del campo e del lavoro a buon prezzo, e non pen- sano intanto che la concorrenza de'' produttori coi prezzi moderali suscita un'altra concorrenza, quella de' consu- matori; non pensano che se essi hanno quelle vanghe, quelle zappe, quei martelli, quelle seghe a buon patio, e appunto per la concorrenza delle fucine che procura a minor prezzo il ferro di che hanno bisogno per gli isiru- menti de' tgro mestieri ; che è la concorrenza dei tes- sitori e de" granaiuoli che fa comperare ad essi con mo- dici valori il vestito e il nutrimento, e tutto quanto entra nei bisogni della vita. Ma quando T equilibrio si rompe anche la concorrenza diviene dannosa; le braccia divelle dai campi e intrec- ciate agli ordigni de^ mestieri devono rompere Tarmonia che è il supremo beneficio d^ogni sociale interesse > ed è appunto un gran prezzo delP opera il far in modo che ì campagnoli restino nelle campagne , nò depongano la marra e il sarchiello pel maglio o pel telaio. La concorrenza è ìm gran motore delle attività umane, e trova la sua perpetua alimentazione nelP interesse indi- viduale. Essa non e che il risultato dello sforzo che fa ciascuno pel proprio interesse , e porta poi come ultima Oigitized by SPIBITO D'ASSOCIAZIOMB 37 conseguenza il bene generale. Essa è dunque il principio deir esistenza Jelle società, poiché dalla concorrenza degli uni e degli altri promana il vantaggio di lutti; nè per- meile ad' alcuno di predominare a scapito degli altri, è una compensazione che ci facciamo a vicenda. Senza la concorrenza dei produUori i consumatori pa- gherebbero tutto ad una esorbitanza di prezzi , e senza la concorrenza clie i consomatori si fanno tutto cadrebbe a prezzo sì abbietto che nessuno sarebbe più sollecitato alla produzione. E chi sconoscerà il vantaggio che ne trae T emulazione « che è uno stimolante prezioso per T intelletto e per Fat- tività deir uomo , e ne sorregge ne^ suoi lavori la medi- tazione e i sudori per trionfare sui competitori suoi; per studiare a tale intento , e trovare nuovi processi di produzione più economica e più abbondante per accorciare il tempo e conseguire Y esito migliore , e per soggiogare le forze delia natura, decuplicando e centuplicando la forza deir uomo? Chi teme la concorrenza è solo colui che non sa far meglio degli altri, o clic vagheggia guadagni più ghiotti; egli sa che il consumatore si rivolgerà al fabbricatore che lavora meglio, e al venditore che spaccia a minor prezzo; e chi invoca misure restrittive, chi domanda ai governi la proibizione d' introdurre merci forestiere , attenta alla liberti, ed è un egoista che vuoi prelevare a suo pro- fitto la differenza tra i suoi prezzi e quelli degli stra- nieri. Ha quando V equilibrio delle classi si rompe allora la concorrenza conduce diviato alla ruina. E pur troppo ve- diamo i giovani campagnoli non rare volte dalla mal tol- lerata loro condizione sospìnti a quella delP artigiano delle città, perchè a questo la giornata si paga più cara che ad essi , ed ogni sabato esce dall'officina col suo salario alla mano. Queste braccia divelle dai campi e iuirecciate agli ordigni degli opificii tolgono le larghe emanazioni di quella occupazi.one che fin dai primi tempi alimentò l'uomo «uila terra. Eppure l uomo della campagna quando pensa Digitized by Google 28 PARTE PRIMA. all'artiere della città, dice: in (jual minor conto siamo ' noi tenuti! S'inganna esso a partito; nessuno tiene in minor conto chi guida il solco e T aratro, ed è neces- sario che i contadini il sappiano, che abbiano ànch'essi le loro istituzioni da cui sieno allettati, e che le provvide virtù camminino fra i popoli agricoli » sotto i tetti di paglia , tra i novali e i vigneti , e che la vanga e il sarchiello non restino mortificati dinanzi al maglio ed al telaio.
Tuesday, April 19, 2022
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