Le Società di Mutuo Soccorso in Italia. I. — Le origini. Il prof. Gobbi, nel suo pregevole libro: « Le Società di Mutuo Soccorso » (1) dice che « il nome di Società di Mutuo soccorso è co¬ munemente assunto da associazioni, le quali hanno per loro scopo principale di dare ai soci sussidi in caso di malattia o in altre even¬ tualità che interessino la loro famiglia o l’esercizio della loro atti¬ vità economica, ricavando i mezzi all’uopo principalmente da con¬ tributi dei soci stessi ». Considerato così il carattere economico-sociale dei sodalizi mu¬ ralisti, non possiamo sicuramente affermare che le prime traccie di essi si riscontrino nelle antiche Corporazioni di arti e mestieri, nelle maestranze, nei Collegi, nelle Università. Queste associazioni si proponevano scopi di difesa professionale, di perfezionamento nelle arti esercitate dagli associati ; qualche volta, in via secondaria, l’eser¬ cizio di pratiche religiose; e spesso assumevano importanza politica di prim’ordine e conferivano dignità nobiliare, come nelle arti della repubblica Fiorentina. Abbiamo però nel nostro paese esempi di società mutualiste sca¬ turite dal vecchio tronco della corporazione o del Collegio, o meglio che'di questo possono reputarsi trasformazione. Così e non altrimenti noi possiamo considerare la Società fra i falegnami e fabbri di Faenza che fa rimontare la sua origine al 1410; l’altra pure di Faenza fra calzolai ed arti affini che si dice sorta nel 1474; la So¬ cietà Veneta Sovvegno Calafati al R. Arsenale del 1454 ; la Società Calafati del porto di Genova del 1456; la Società dei Cappellai di Padova del 1530; il Consorzio degli Orafi ed Argentieri capi d’arte di Roma del 1509. Nè diverso giudizio possiamo recare sui sodalizi che sorsero nel secolo decimosettimo e nella prima metà del deci- mottavo. E questi sono: la Società dei calzolai di Cesena (1610); le due Società Maestri falegnami, ebanisti e carrozzai e fra falegnami ed arti affini di Torino (1636); la Società fra carrozzai, sellai, fabbri¬ canti di Torino (1653); la Società fra calzolai padroni di Asti (1681); la Società Archimede fra operai fabbri, meccanici ed affini e fra fabbri ferrai e serraglieri (proprietari di officina) (1700); la Confraternita Sovvegno fra israeliti di Padova (1713); le Società Riunite Sovvegni spagnuoli e tedeschi di Venezia (1736); il Pio Istituto lavoranti cap¬ ii) Milano, Società editrice libraria, 1901. — 2 — pellai di Torino (1736); la Società Cocchieri e palafrenieri di Torino (1748). Quantunque sorta nel 1738, la Unione Pio-Tipografica Italiana di Torino può dirsi la prima che abbia assunto dalle sue origini e poi meglio perfezionati con successivi adattamenti, i caratteri del mutuo soccorso. Essa fu approvata con Regie patenti 19 agosto 1751 e poi nel suo riformato organismo con Regie patenti 28 settembre 1770. E ira i sodalizi che sorsero nella seconda metà del secolo decimottavo e possiamo considerare, al pari della Unione Pio Tipografica di To¬ rino, come le più antiche Società di mutuo soccorso, meritano par- ticolar menzione: la Pia Unione fra lavoranti calzolai di Torino del i/54 e la Società dei Servitori di Faenza del 1790. T . 1 -^ a s ? c °nda metà del secolo decimottavo sorsero quindi in rippnr, • P rim ? Società di mutuo soccorso, secondo il concetto mo- Daese affe[>m are che di buon'ora si manifestò nel nostro Fara il^KfrfSr? 11 6 J° Uta A } P rev idenza sociale. Ed è cosa singo- concettn°df nnl a Che ’ “® ntre secoQdo la evoluzione logica del Sassari dalIe , f orme più semplici di essa dovrebbe videnza tipIIa lesse, il risparmio, forma primigenia della pre¬ previdenza mutuaPs/nT 116 0I ! ganicile . sorse in Italia più tardi della Hlllacoo^fonì qUale C r blna * due elementi del risparmio auanrìn <yìà ^ !• ^ prime Casse di risparmio sorsero nel 1822, litaria, la quale si esu M , Jl ns P arm io, che è virtù so- adatto a raccoglierlo duò P«p.»?r ma - pa e ® e quando trova l’organo domestiche, ed in questa anche nel segreto delle pareti quanto l’economiaVonetaria dp? 0 ^^^ fumare che esso è antico che l’atto primo deTsodalizfo ? 10va inoltre considerare contributo che versa il socio 1Sta + e Un atto dl ris P a nmio; il fini della mutualità, rappresenta La - 1 fondi occorren ti ai “lata, sottratta alle spese vofottSie sp t np dei SU01 guadagni rispar- occorre per i bisogni della vita 6 6 n pUre risecata su quanto me„fo 0 U“liX a .S a m m uta 4 ,I?5', ’ ec ?l° 1 . d!,olmo " 0 no rapido l'inoro- primo dofsecoli“orsòrKtcietó Fi ” 0 al 1851 società di mutuo soccorso (1). di dii Gl0va rammentarle dl Bergamo : nel 1810. Pr« ’camnen*»! !’ ls p. tut0 n | armoniTo’dS el Teatr’f) 1 r?Ìni SU Ì“ t ^ municipale Simoiie Mayr ano. la Pia Unione tessitori in seta areento l a Società di M. S. fra cap- ’ aigento e oro di Tonno; nel 1884, la Società - 3 — Assieme a’gli altri benefici di ordine politico e 'sociale che la unificazione del Regno ci recò, dobbiamo segnalare anche il rapido incremento nelle Società di mutuo soccorso. Durante il periodo della prima metà del secolo decimonono solo 48 Società nuove videro la luce, come abbiamo veduto. Al 31 dicembre 1885, cioè dopo 35 anni soltanto, la statistica a quella data denunzia la esistenza di 4896 So¬ dalizi e ah 31 dicembre 1894, dopo nove anni, ne troviamo 6722, con un aumento di 1826. Vedremo in seguito quante e di qual forza siano quei sodalizi al 31 dicembre 1904, secondo la recente statistica, pub¬ blicata dall’Ispettorato Generale del Credito e della Previdenza. IL — I caratteri. Le Società di mutuo soccorso italiane, nella loro generalità, sono associazioni che esercitano in modo prevalente funzioni di carattere assicurativo col principio della mutualità, aggiungendo spesso a queste altre funzioni accessorie dirette ad accrescere le forze economiche e intellettuali e morali dei soci. Fra le funzioni di carattere assicurativo ha prevalenza in tutte l’assicurazione di un sussidio in caso di malattia. Spesso vi si ag¬ giungono le spese funerarie in caso di morte ed un sussidio una volta tanto ai superstiti. I sussidi di malattia sono commisurati ai contributi, spesso con calcoli empirici, qualche volta alla stregua di previsioni tecnicamente calcolate. Quasi tutte le Societàc he con¬ cedono sussidi di malattia, per conseguire il diritto al sussidio fissano un periodo di tempo dall’ ammissione, che comunemente chiamasi periodo di noviziato. Sono poche le Società che accordano il sussidio subito dopo l’ammissione: 45 secondo l’ultima statistica (1); tutte le altre vanno da un minimo di un mese ad un massimo di 24 mesi, e ve ne ha 120 nelle quali il periodo di noviziato supera i 24 mesi. Ma il numero maggiore si condenza intorno al periodo da uno a 12 mesi: il 76 per 100 del totale. Non tutte le Società concedono il sussidio dal primo giorno della malattia, sono anzi pocchissime quelle che lo concedono; le al¬ tre fissano un periodo, che chiamono periodo di carenza, nel quale i soci non hanno diritto al sussidio. Il periodo di carenza è di ordi¬ nario di uno a tre giorni, ma giunge sino a dieci e per poche So¬ cietà va oltre i dieci giorni. orefici ed arti aifiai di Bologna, la Società Sant’Anna fra i maestri muratori di Pinerolo; nel' 1835, la Società cocchieri e domestici di Sant’Antonio Abate di Verona; nel 1836, la Società •di M. S. fra parrucchieri di Novara, la Società di M. S. fra brentatori di Vercelli, la Società di M. S. fra lavoranti guantai, tintori e conciatori di pelle di guanto di Torino, la Società operaia di M. S. fra conciatori di Torino; nel 1812, la Società di M. S. fra parrucchieri di "Torino;, nel 1843 , la Società dì vi. s. fra barbieri, parrucchieri e profumieri di Bologna; nei 1444, il Pio Istituto di M. S. pei medici e chirurgi della città e provincia di Bologna, la So¬ cietà fra medici e chirurgi di Lombardia in Milano, la Società di M. S. fra farmacisti, medici e veterinari di Parma, la Società lavoranti calzolai di Pinerolo, la Società di M. S. fra ma¬ rinai pescatori di Trapani; nel 1846, la Società di M. S. dei medici-chirurgi della città e provincia di Ferrara, l’Istituto di M. S. fra medici, chirurgi e farmacisti di Roma e sua pro¬ vincia, la Società mutua beneficenza di Citta di Castello; nel 1847, la Società di M. S. tra calzolai di Alba, la Società medico-farmaceutica di Padova; nel 18 - 1 S, l’Unione operaia pa¬ triottica fratellanza di Asti, la Società Femminile di M. S. S. Bonifacio di Pinerolo, la So¬ cietà Generale fra gli operai di Pinerolo, l’Unione per le malattie di Verona, la Federazione italiana fra lavoranti del libro (compositori) di Tonno; nel 1849, la Società di M. S. fra i pompieri municipali di Ancona ; nel 1764, la Università dei pescivendoli patentati di Roma (I) Questi dati e i seguenti concernono le Società riconosciute soltanto, per la quale la statistica ha potuto registrare notizie più copiose. Si tratta quindi di osservazioni che con¬ cernono 1548 Società soltanto. — 4 — Nè il sussidio è concesso per tutta la durata della malattia. J37 Società soltanto sussidiano la malattia fino al suo termine; ma nelle altre assai raramente il sussidio va oltre i 180 giorni in un anno, e il numero maggiore si conta fra quelle che non vanno oltre 120 giorni La misura del sussidio di malattia per mo te Società (il 4-2 per 1001 rimane invariata per tutta la durata della malattia, in molte altre (il 50.4 per 100) varia, sia aumentando dopo alquanti giorni sia diminuendo. L’assicurazione obbligatoria contro gl infortuni del lavoro tutela oggi in Italia una larga massa di operai, ma non H tutela tutti : l’artigianato, la mano d’opera agricola, le industrie ohe non appli¬ cano macchine, sono ancora oggi fuori il campo dell assicurazione obbligatoria. E’ confortante perciò osservare nell azione dei nostri sodalizi muralisti, in via se pur vuoisi sussidiaria, un aiuto inte¬ gratore pei casi di infortunio. Per quanto concerne la invalidità temporanea il numero maggiore delle Società (823 su 965) conside¬ rano questa agli effetti-del sussidio come una malattia ordinaria; le altre danno il sussidio in misura diversa. Piu scarso è il numero delle Società che danno sussidio in caso d’invahdita permanente (542), e il sussidio per alcune è determinato sia in un assegno una volta tanto, sia in forma continuativa;- per altre, e sono il numero maggiore, il sussidio è indeterminato, viene dato, cioè, secondo la entità e la disponibilità dei fondi sociali. E ancora in minor numero sono le Società che danno sussidi in caso di morte per fa,tto di in¬ fortunio sul lavoro (464 soltanto); e questi sussidi sono in misura determinata sotto forma di assegni per una volta o continuativi o di pensioni o di spese funerarie, o in misura indeterminata. Quantunque riferentisi alle Società riconosciute soltanto, hanno valore, come indice tecnico, i dati relativi ai casi di malattia sussi¬ diati, ai soci sussidiati, alle giornate di malattia sussidiate ed agli oneri finanziari che ne derivano alla Società. Di questi dati ripor- Per ogni Società, in media, sono sussidiati 45.1 soci all’ anno, per 52 6 casi di malattia e per 995.3 giornate di malattia, con una spesa media di 1007.02. Su 100 soci si hanno 29.1 casi di malattia, sussidiati e sono sussidiati 25 soci. Per ogni caso di malattia sono sussi¬ diate giornate 18.7; e per ogni socio esistente sono sussidiate giornate 5.52. Questa media può rappresentare l’indice di morbosità nei soci delia Società di mutuo soccorso ed ha grande valore per il migliore ordinamento tecnico di questi sodalizi, per una più razionale corri¬ spondenza fra i mezzi di cui dispongono e gli impegni che assumono con la promessa statutaria. La spesa media pei sussidi di malattia, annualmente, risulta di lire 5.64 per ogni socio esistente. Nell’ordine stesso del mutuo soccorso devono porsi i sussidi per spese funerarie di soci defunti. Molte Società provvedono diretta- mente alle spese funerarie, alcune concorrono con la famiglia alle spese stesse. Non sono infrequenti poi i casi di Società che danno sussidi alle famiglie dei soci morti sia una volta tanto sia in forma continuativa. Sono relativamente poche le Società che concedono sussidi di puerperio e di baliatico (l’8.9 per 100). Nè sono molte le Società che provvedono con sussidi ai soci disoccupati (il 6.5 per — 5 — 100). Questi dati si riferiscono a tutte Società delle quali si occupa la statistica recente. Carattere degno del maggiore studio delle nostre Società mu- iualiste è di aver attinto alla forza delle loro organizzazioni per dar vita ad istituzioni cooperative a vantaggio dei propri soci. Questa geniale filiazione della cooperazione dal seno della previdenza mu- tualista fu rilevata ed illustrata dal Mabilleau in occasione di uno studio che, per conto del Musee Sociale di Parigi venne a fare in Italia delle nostre Istituzione di previdenza assieme al Conte di Rocquigny ed al Rayneri (1). La statistica recente ne dà una conferma luminosa. Nel quadro seguente è indicato il numero delle Società di Mutuo Soccorso che esercitano funzioni cooperative. COMPARTIMENTI Prestiti ai soci Magazzini di consumo Cooperative di lavoro Cooperative di credito Piemonte. 174 281 2 Liguria. .. 19 15 — Lombardia. 233 ■ 46 1 Veneto . .... .... . 161 32 Emilia . . , . . . . . 182 23 1 Toscana. 92 58 1 Marche....... ■ 128 24 1. — Umbria. . . . . . . 72 18 — — Lazio.. 63 .2 . ■ — — Abruzzi. 82 5 — — Campania. . . . . . 150 10 — — Puglie . . . . . . . 1 • 57 7 1 ; “ Basilicata. 27 — — Calabria . . . . . . 47 14 — — Sicilia. 95 17 — — Sardegna . . 15 — Regno . . . 1597 | . 552 ■ 5 2 Nella maggior parte dei casi non si tratta di istituzioni autonome fondate secondo le norme del codice di commercio, ma di i-ami di attività della stessa Società di mutuo soccorso operante coi fondi di questa. Le Casse di prestiti sono principalmente dirette al fine di produrre un maggiore rendimento coi fondi sociali, e quindi si com¬ prende come esse siano in numero maggiore (il 24.9 per 100). I ma¬ gazzini di consumo, che sul totale rappresentano 8 6 per 100 delle Società esistenti, primeggiano nel Piemonte, dove il 21.3 per 100 delle Società hanno annesso il magazzino di consumo, e merita par¬ ticolare mensione quello della Società Generale operaia di .Torino, reso ancora più forte dalla alleanza con la Cooperativa di consumo dei ferrovieri. (I) La Prévoyance Sociale en Italie - Paris, Armand Colin et C.« Editeurs — Fra gli scopi accessori delle nostre Società mutualiste meritano poi particolare mensione quelli diretti alla istruzione dei soci; le Società vi contribuiscono mediante biblioteche, scuole serali o festive, scuole di disegno o industriali, ó pure mediante I’ assegnazione di premi, la provvista dei libri e così via. Altri scopi accessori sono il collocamento dei soci disoccupati^ ed alcune Società hanno annessi veri e propri uffici di collocamento; il conferimento di doti alle figlie dei soci; la costruzione di abitazioni operaie; la concessione dei sussidi alle famiglie dei soci richiamati sotto le armi. Nei riguardi della costruzione delle case operaie la legge del 1903 sulle case popolari contempla in modo particolare le Società di mutuo soccorso, dando ad esse facoltà di impiegare una parte dei loro fondi in costruzione di case pei propri soci. La legge vuole soltanto che le Società, le quali questa impresa intendono assumere, costituiscano una sezione speciale. E già sotto l’impegno di quella legge parecchie Società hanno chiesto ed ottenuto 1’ autorizzazione di intraprendere la costruzione di case Operaie. Un nuovissimo ufficio assunto delle nostre Società di mutuo soc¬ corso è quello di promuovere la iscrizione, collettiva o individuale, dei soci alla Cassa Nazionale di providenza per la invalidità e la vecchiaia degli operai. Contiamo nel nostro paese Società le quali assicurano pensioni di vecchiaia tecnicamente calcolate: sono modelli del genere le due Società, maschile e femminile, di Cremona. E sonovi Società le quali non pensioni ma sussidi di invalidità o di vecchiaia promettono ai loro soci in misura e qualità corrispondenti ai fondi disponibili. E siccome le Società che corrispondono pensioni o sussidi' di vecchiaia ai soci hanno per tale servizio costituito un fondo speciale alimentato da speciali contributi o da avanzi di bilancio, la legge institutrice della Cassa Nazionale di previdenza consente’ a queste Società di versare alla Cassa i fondi così raccolti e le future contri¬ buzioni, inscrivendo ad essa collettivamente i soci aventi diritto a pensione ed accorda a quei soci, segnatamente i più anziani, qualche maggior favore. ^ Quel precetto della legge è provvido, contiene un germe che dovrebbe essere sviluppato, fecondato da nuove e più larghe con¬ cessioni per condurre i sodalizi mutualisti a divenire organi inter¬ medi attivissimi fra l’operaio e la Cassa Nazionale, sull’esempio di quanto con maravigliosi risultati viene praticandosi nel Belgio. Alcuni credono che, per mantenere vivo lo spirito di fratellanza per aumentare gli elementi che fanno fiorire e cementano la soli¬ darietà mutualista, sia opportuno conservare alle Società di mutuo- soccorso il servizio di pensioni di vecchiaia, di perfezionarlo. Ed altri persuasi che quei sodalizi non possono coi soli contributi dei b^ C n t rni°HAi I ìr e i+ PenS10ni vec ?. hiaia sufficienti ai più elementari vorrebbero che una parte delle risorse assicurate - e i ^ preTld ® nza 0 nu °ve risorse affluissero a quelle Società che intendono mstituire o continuare un bene ordinato servizio di pensioni di vecchiaia. ordinato Io non posso, senza venir meno alle mie convinzioni, manifestate già in pubbliche conferenze, accogliere 1’ una tesi nè 1’ altra. Non occorrono lunghe considerazioni per dimostrare condannevole la prima. In un paese in cui è sorto un Istituto, il quale, con mezzi forniti dallo Stato, può assicurare pensioni di vecchiaia in misura superiore a quella cui possono provvedere istituzioni o sodalizi pri¬ vati, si renderebbe un cattivo servizio ai lavoratori consigliandoli a preferire la cassa pensioni della Società mutualista cui appartengono. Nè si può ammettere che le inscrizioni dei soci di un gruppo operaio alla Cassa Nazionale rallenti i vincoli della fratellanza e della soli¬ darietà. La Società, organo intermedio fra il socio e la Cassa Nazio¬ nale, non affievolisce perciò i suoi rapporti coi soci, anzi li afforza, procurando ad essi maggior vantaggio. E poi, come in tutti i feno¬ meni sociali ed economici, vi sono virtù compensatoci che colmano le lacune e riconducono rapidamente 1’ equilibrio per un momento turbato. La seconda tesi è pericolosa per le conseguenze cui condurrebbe: il fatale spezzamento delle forze le quali per dare il maggiore effetto utile devono convergere in un unico grande e solido organismo, nel quale soltanto può giuocare, in tema di assicurazioni, la legge così proficua dei grandi numeri. In un sistema d’assicurazione libera, nel quale, pure come nella obbligatoria, devono nécessariamente concorrere i tre elementi: lo Stato, il padrone, l’operaio, non si può ammettere che, accanto al¬ l’Istituto nazionale, il quale può funzionare e divenire centro potente di attrazione soltanto per la larghezza dei mezzi che gli si procurano, vivano Istituti privati e diano gli stessi buoni risultati anche procu¬ rando ad essi aiuti speciali e peggio ancora se questi vengono sot¬ tratti all’Istituto Nazionale, L’esperimento dell’assicurazione libera non può farsi che all’ombra di un grande Istituto verso il quale convergano le cure assidue dello Stato, la simpatia delle classi dirigenti, la fiducia dei lavoratori. La legge operò quindi saviamente quando volle associare alla grande opera dell’assicurazione per la invalidità e la vecchiaia degli operai le forze, le iniziative dei sodalizi mutualisti ; ed il legislatore farà ancora meglio se aumenterà gli stimoli, con un ben congegnato sistema di premi, per la iscrizione dei soci della Società di mutuo soccorso. Intanto sono salutari gl’incitamenti che l’amministrazione del grande Istituto adopera presso le nostre Società mutualiste, fu prov¬ vido il pensiero del Ministero di agricoltura, industria e commercio, il quale, con R. Decreto 19 marzo 1905, bandì un concorso a premi in danaro ed in medaglie d’oro e di argento da conferire a quelle Società di mutuo soccorso che al 30 giugno del corrente anno di¬ mostreranno di avere contribuito efficacemente alla iscrizione dei propri soci alla Cassa Nazionale di previdenza. Di queste buone iniziative già si raccolgono copiosi i primi frutti. Sono molte le società che hanno inscritto collettivamente o procu¬ rato le inscrizioni individuali dei loro soci. Si hanno notizie precise di 73 sodalizi a tutto il mese di febbraio scorso. Queste 73 Società hanno inscritto alla Cassa Nazionale, 16,078 soci. Meritano particolare mensione: la Società di m. s. della ditta Ginori, di Sesto Fiorentino che ha inscritto tutti i soci (587); la Società Generale di m. s. per le operaie di Milano che ne ha inscritto 568; la Società operaia di — 8 — m. s. di Modena che ne ha inscritto 519; la Società di m. s. di Mol- fetta. (Bari) che ne ha inscritto 512. 3.° La legislazione e la giurisprudenza. Le Società di mutuo soccorso sono regolate in Italia dalla legge 15 aprile 1886. Questa contempla però soltanto le Società Operaie. Il legislatore temè che con le forme assai semplici per il riconosci¬ mento giuridico fissate nella legge, senza alcun controllo della pote¬ stà politica, potessero rivivere, sotto la specie dell’ associazione mu¬ tualistica. le soppresse corporazioni religiose e quindi volle che le Società composte di operai soltanto potessero chiedere ed ottenere il riconoscimento giuridico con il procedimento escogitato. La for¬ mula rigida della legge è stata però largamente temperata dalla giu¬ risprudenza; la quale ha ammesso che possa considerarsi operaia una Società costituita in gran parte da operai. E così si è potuto am¬ mettere anche nelle Società operaie l’intervento di soci benemeriti, di soci fondatori, che con largo concorso pecuniario esercitano il benefico ufficio del patronato. Le Società di mutuo soccorso non composte di operai possono ottenere il riconoscimento giuridico in base all’articolo 2 del codice civile, come enti morali, e seguendo le norme che all’ uopo furono tracciate dal Consiglio di Previdenza (1). Qui è opportuno rile¬ vare che la giurisprudenza ha riconosciuto nelle Società di mu¬ tuo soccorso i caratteri dell’ ente morale. E quindi non ammette che in caso di scioglimento, il patrimonio sociale possa essere distribuito fra i soci superstiti,jjma debba essere devoluto a scopi afllni o in opere di beneficenza, e vuole che le Società di mutuo soccorso nello acquisto di immobili, nell’accettazione di doni o di legati siano au¬ torizzate con decreto Reale, ai termini della legge del 1850 che con¬ templa appunto enti morali. -------- a uà, ^aucenena aei j naie Civile, depositando copia autentica dell’atto costitutivo e statuto. statuto. Le condizioni che la legge vuole adempiute sono soltanto le se-> guenti : 1. Le Società devono proporsi tutti o alcuni dei fini seguenti: assicurar ai soci un sussidio nei casi di malattia, di impo¬ tenza al lavorò o di vecchiaia ; venir in aiuto alle famiglie dei soci defunti. Possono inoltre; cooperare all’ educazione dei soci e delle loro famiglie ; dare aiuto ai sòci per l’acquisto degli attrezzi del loro me¬ stiere ; esercitare altri uffici propri delle istituzioni di previdenza economica. 2. Gli statuti delle Società devono determinare espressamente; la sede dèlia Società; i Ani pei quali è costituita ; le condizioni, la modalità d’ammissione e di eliminazione dei soci ; i doveri che i soci contraggono e i diritti che ne acqui¬ stano ; le norme e le cautele per l’impiego e la conservazione del patrimonio sociale ; la disciplina alla cui osservanza è condizionata la vali¬ dità delle assemblee generali, delle elezioni e delle deliberazioni; la costituzione della rappresentanza della Società in giudizio e fuori ; le particolari cautele con cui possono essere deliberati, lo scioglimento, la proroga della Società e le modificazioni degli sta-, tuti, sempre che le medesime non. siano contrarie alle disposizioni della legge. La concessione della personalità giuridica alla Società di mutuo soccorso è quindi secondo la legge del 1886, subordinata soltanto all’ esame estrinsero dell’adempimento delle condizioni dianzi indicate. Non si chiede come ne fn manifestato il proposito in alcuni disegni, di legge presentati prima che si giungesse alla legge del 1886, la dimostrazione tecnica della corrispondenza fra contributi e sussidi, non si impone l’impiego dei fondi sociali in determinate specie di investimenti. Deve però avvertirsi che la legge parla di sussidi e dalla discussione parlamentare risulta che si volle escludere pen¬ satamente la parola pensioni, implicando un regolare servizio di pensioni necessariamente la dimostrazione di un ordinamento tec¬ nico adatto allo scopo. Nè si può dire che la facoltà di cor¬ rispondere pensioni possa vedersi compresa nella formula della legge : « esercitare altri uffici propri delle istituzioni di previdenza economica ». Si tratta di una funzione che ha speciale importanza che non può essere esercitata senza un ordinamento tecnico preciso, che implica impegni a lunga scadenza e non si può in modo asso¬ luto ammettere, tenuto conto anche della discussione parlamentare, che il legislatore abbia voluto concedere di straforo l’esercizio di una . così importante funzione. B la giurisprudenza ha confermato il pensiero del legislatore ammettendo che occorra una speciale concessione governativa per' esercitare il ramo pensióni di vecchiaia o di invalidità; concessione — 10 — subordinata alla dimostrazione di un ordinamento tecnico che dia sicurezza per il mantenimento degli impegni assunti (1). Nelle norme preparate dal Consiglio della Prev^nza per a concessione della personalità giuridica mediante deci eto .R®* 1 ® a “® Società di mutuo soccorso non operaie, si chiede qualche cosa di più di quello che la legge del 1886 chiede alle Società operaie. Può sembrare a una prima impressione, che ciò costituisce una c0I1 ^ 10ne meno favorevole alle Società che non possono ottenere i 1 1 cono¬ scimento giuridico altrimenti che con un atto del potere esecutivo. Ma ove si consideri che si tratta di Società fra persone che hanno qualche maggiore coltura, non sembrerà eccessivo chiedere ad esse una più razionale discriminazione negli scopi, qualche maggiore det¬ taglio negli Statuti. E nello stabilire quelle nome il Consiglio della Previdenza si è anche proposto l’obbiettivo d additarle ad esempio alle Società operaie. La legge chiede il minimo, e non può quinci escludere che si faccia di più e meglio. I vantaggi che la legge del 1886 consente alle Società di mutuo soccorso riconosciute sono i seguenti: esenzione dalle tasse di bollo e registro, conferita alla So¬ cietà cooperative dell’articolo 228 del codice di commercio; esenzione dalla tassa sulle assicurazioni e dall' imposta di ricchezza mobile, come all’ articolo 8 della legge 24 agosto 1877, nu¬ mero 4021; parificazione alle Opere pie per il gratuito patrocinio, per la esecuzione dalle tasse di bollo e registro e perla misura dell’im¬ posta di successione o di trasmissione per atti ira soci ; esenzione da sequestro e pignoramento dei sussidi dovuti dalle Società ai soci. Gli obblighi delle Società registrate, come anche di quelle ri¬ conosciute con decreto Reale, si riassumono nell’invio del proprio Statuto al Ministero di agricoltura, industria e commercio e nelle comunicazioni allo stesso Ministero dei rendiconti annuali i quali sono compilati sopra moduli dal Ministero stesso forniti gratuitamente. Il Ministero esamina i rendiconti annuali e spesso dà buoni consigli per la migliore gestione del patrimonio sociale, mettendo in guardia il sodalizio contro la tendenza di spese suutuarie, per un più cauto impiego dei fondi disponibili. Nessun altra ingerenza il Ministero esercita nelle Società registrate, nè esercita ufficio di vigilanza so¬ vra di esse, non potendo sottoporle ad ispezioni, scioglierne le am¬ ministrazioni, nominare Commissari Regi. Nè la legge del 1886 nè altre leggi, oltre i vantaggi di ordine fiscale, conferiscono alle Società di mutuo soccorso aiuti diretti o in¬ ni Il Consiglio di Previdenza non espresse divei del 1897, cosi concepita « Le Società di mutuo so< lità giuridica ai termini della legge del 15 aprile -- -.-e pensioni, ossia rendite vitalizie jn^misuraJìssa e prestabi i una nota al modello di statuto spirano ad ottenere la persona- s possono proporsi di assi- 11 — diretti dello Stato. I nostri sodalizi mutualisti vivono esclusiva- mente, o quasi, eccettuate le non frequenti obblazioni dei benefat¬ tori, attingendo le proprie forze alle contribuzioni dei soci. E ciò, a mio giudizio, costituisce il loro miglior vanto. Occorre però tener conto degli aiuti di carattere non continua¬ tivo e straordinario che vengono ad esse nei concorsi a premio e da sussidi speciali conferiti dal Ministero di agricoltura, industria e commercio. Nel campo dei concorsi a premio meritano particolare mensione quelli che una volta con alquanta frequenza indiceva la Cassa di Risparmio di Milano fra le Società di mutuo soccorso meglio ordi¬ nate. Nel 1882 fu bandito un concorso a premio, di lire 3000 (1500 of¬ ferte dal comm Besso e 1500 date dal Ministero) per il miglior or¬ dinamento delle Società di mutuo soccorso; enei 1901 ne fu indetto un’altro dal Ministero con un premio di mille lire, due di cinque¬ cento e con medaglie di argento o di bronzo a quelle Società ope¬ raie di M. S. che avessero meglio provveduto ad organizzare e ga¬ rantire un servizio di rendite Vitalizie ai soci nei casi di inabilità al lavoro o di vecchiaia, sia direttamente con apposito fondo sociale, sia mediante l’inscrizione dei soci alla Cassa Nazionale di previdenza. Ho rammentato più sopra il concorso a premi del 1905. Incoraggiamenti morali vengono dal Governo alle Società di mutuo soccorso, mediante concessione di medaglie di benemerenza. Nella occasione della Esposizione Generale di Torino del 1882, il Ministero istituì premi consistenti di quattro medaglie d’oro di prima Classe, cinque di seconda e 12 medaglie di argento da conferirsi a quelle Società Operaie che avessero dato prova di miglior ordina¬ mento e di più lunga esistenza con risultati efficaci, giovando anche con le scuole e con le biblioteche alla istruzione degli operai. E frequensemente il Ministero concede medaglie di Benemerenza ai sodalizi operai che hanno dato prova per lunga serie di anni di buon ordinamento e di costante devozione ai principii della mutua¬ lità. Nè sono infrequenti i sussidi in denaro, non molto larghi data la parità dal fondo all’uopo stanziato, che il Ministero dà alle So¬ cietà operaie che più si addimostrano bisognose di aiuti. A. Lo stato attuale. La recente statistica sulle Società di mutuo soccorso, elaborate dell’ Ispettorato generale del credito della previdenza, registra la esistenza in Italia al 31 dicembre 1904 di 6535 Società delle quali riconosciute 1548 non riconosciute 4987 Abbiamo veduto più innanzi che la statistica del 1892 denunziava al 31 dicembre di quell’ànno la esistenza di 6722 Società di mutuo soccorso; e quindi nel decennio, in luogo di riscontrare un incre¬ mento, come erasi verificata, e notevole, dal 1885 al 1894, si constata uua diminuzione di 187 Società, e cioè, in cifra media, del 2 - 8 per cento. La diminuzione più notevole si osserva nell’Italia meridionale e nell’insulare ed in parte della centrale; si giunge sino al 48. 1 — Ì2 — per cent© nelle Puglie. Ma per compenso si ha un aumento nell’ Italia settentrionale e nel rimanente della centrale; aumento che riuscì notevole nel Veneto col 24.2 per cento e nella Lombardia col .15.0 per cento. Abbiamo detto più innanzi che la diffusione delle Società di mu¬ tuo soccorso, assai lenta nella prima metà del secolo decimonono, andò accentuandosi dopo la unificazione del Regno, e riportammo, a dimostrazione, le cifre delle statistiche del 1885 e del 1894. La dimo¬ strazione riesce più evidente classificando il numero delle Società per anno di fondazione. Dai numeri assoluti si traggono le medie seguenti su 100 Società esistenti al 31 dicembre 1904: Società fondate prima del 18*0 — % . 1.0 » ,, dal 1850 al 1859 — » . 2.7 » » dal 1860 al 1869 — » . 10 . 3 » » dal 1870 al 1879 — » . 19 . 2 » » dal 1880 al 1884 — » . 18 . 9 » » dal 1885 al 1889 — » . 14 . 5 » » dal 1890 al 1894 — » . 12 . 6 » » dal 1896 al 1899 — » . 8.7 » » dal 1900 al 1904 — ». 12 . 1 Il decennio più fecondo è stato quello dal 1880 al 1889, con una inedia di 33 4: vien dopo il decennio 1890-99 con 21.3; e terzo il decennio 1870-79 con 19 2. . Ma l'incremento più rapido si determina appunto dal 1860 in poi. Esaminando le cifre afferenti ai vari compartimenti è da notare che, mentre nell’Italia settentrionale e centrale è piccolo il numero delle Società instituite negli ultimi anni, questo numero è notevole nell’Italia meridionale ed insulare. E siccome in queste regioni si riscontra pure la maggior diminuzione delle Società nel periodo 1895- 1904, si deve concludere che in esse le Società hanno vita più breve. Tale ipotesi trova conferma nelle cifre seguenti: Su 100 Società esistenti al 31 dicembre 1891, numero di quelle sciolte nel decennio: Piemonte Liguria Lombardia Veneto. Emilia. Toscana Marche Umbria Abruzzi Campania Puglie. Basilicata Calabria Sicilia . Sardegna Regno 25 . 2 L’indice più alto di diminuzioni lo danno le Puglie; seguono la Basilicata, la Calabria, la Campania, la Sardegna. ° Delle 6,535 Società esistenti al 31 dicembre 1904 sono composte di soli uomini . » » di sole donne » » di uomini e donne se ne ignora la composizione . 5,078 252 1,017 189 — 13 — Le Società esistenti al 31 dicembre 1904, abbiamo veduto, sono 1548. Di queste 42 soltanto sono riconosciute con decreto Reale e 1506 con provvedimento del Tribunale, ai sensi della legge 15 aprile 1886. Al 31 dicembre 1894 le Società riconosciute erano 1156; vi fu quindi nel decennio un aumento di 392 ed in media del 33. 6 per %• L’aumento fu più sensibile nell’Italia meridionale. Su 100 Società esi¬ stenti, si contano 23.7 Società riconosciute. Quando si consideri che la legge del 1886 è sufficientemente liberale, non impone vincoli e formalità costose, lascia ai sodalizi la maggiore libertà di azione nello esplicamento dei fini che si propongono, sullo impiego dei fondi, non le asservisce ad alcuna vigilanza governativa, male si spiega il lento incremento delle Società riconosciute e il loro scarso numero ri¬ spetto alla massa. Forse deve rintracciarsi la ragione del fatto in pregiudizi non ancora rimossi dall’animo dei nostri lavoratori, nella imperfetta conoscenza dei benefizi che la personalità giuridica reca, indipendentemente da quelli d’ordine finanziario conferiti dalla legge. Non vogliamo ammettere che influiscano anche tendenze che esulano dal campo della mutualità, del fratellevole aiuto. Queste tendenze trovano più conveniente esplicazione in altre forme di organizza¬ zioni, che in ben ordinato reggimento politico hanno diritto di cit¬ tadinanza per la legittima difesa di interessi professionali e per la protezione del lavoro. Il,numero dei soci aggregati alle Società di mutuo soccorso, se¬ condo le statistiche alle tre date, risulta nelle cifre seguenti: nel 1885 — 730,475 nel 1894 - 933,685 nel 1904 — 926,026 Siccome però non tutte le Società diedero sulle tre indagini le indicazioni del numero dei soci, assumendo, per la integrazione, il criterio della media dei soci per ciascuna Società, si avrebbero le cifre seguenti : nel 1885 — 760,085 nel 1894 — 956,328 nel 1904 — 953,455 La media dei soci per ogni Società nel 1885 risulta di 153.2, nel 1894 di 142 . 3, nel 1904 di 145 . 9. Il numero dei soci è aumentato in tutti i compartimenti dell’Ita¬ lia settentrionale, escluso il Piemonte: è aumentato anche nell’Emi¬ lia, nella Toscana, nell'Umbria e nella Sicilia; ed è diminuito in tutti gli altri compartimenti. Nel periodo 1895-1904 il numero medio dei soci è aumentato in Liguria, Emilia, Campania, Sicilia e Sardegna, si è mantenuto eguale in Lombardia ed è diminuito negli altri com¬ partimenti. Sopra 100 Società esistenti al 31 dicembre 1904, la diversa com¬ posizione numerica di esse è indicata dalle cifre seguenti: Sino a 99 soci . — 53 . 6 Con soci da » » da » » da » » da » » da » » da b b da 1000 a 1500 — 0 . 5 b b oltre . 1500 — 0.3 100 a 199 — 27 . 6 200 a 299 — 27 . 3 300 a 399 — 4.5 400 a 499 — 2.3 500 a 699 — 1.2 700 a 899 — 0.8 — 14 — In complesso, in tutti i compartimenti, esclusa 1’ Emilia ove se ne ha il 43 . 2 per 100 e la Lombardia ove se ne ha il 46 . 0 per 100, più della metà delle Società conta meno di 100 soci; ed in ge¬ nerale un quarto circa delle Società conta un numero di soci da 100 a 200. La statistica del 1904 discrimina anche i soci secondo i sessi. Dei 926,026, soci, 849,418 sono uomini, 76,608 sono donne. Sul movimento economico dqlle Società di mutuo soccorso si pos¬ sono fare raffronti con la statistica del 1885; quella del 1895 non con¬ tiene alcuna notizia sul patrimonio sociale. Ecco i dati riferentisi alle due date: Entrata. Spese . Patrimonio L. 7. L. 14,632.425 .404.205 » 11.790.028 1.200.840 » 72.395.544 Il patrimonio medio per ciascuna Società, che nel 1885 era di L. 9.147,97, nel 1904 ammonta a L. 12.-017,85. Volendo integrare le cifre per le Società, che nei due tempi non diedero la indicazione del patrimonio sociale, assumendo come cri- terio il patrimonio medio, si avrebbero le cifre seguenti: Con lo stesso metodo si possono integrare le cifre afferenti alle entrate ed alle spese. Secondo tali risultati,!che non si possono discostare molto dalla ventarsi ha nel 1904 in confronto al 1885 un aumento di L. 4.919.727 nelle entrate, di L; 5.089.469 nelle spese; e di L 33.748 218 sul pa¬ trimonio, nella misura cioè del 75 . 13 per 100. t 9 o^? trata media .nell’ anno per ciascuna Società risulta di L. 2,342,43, con un mimmo di L. 861,63 per le Società degli Abruzzi e con un massimo di L. 3833,27 per le Società della provincia di Roma. La media delle entrate per ciascun socio è di L. 16 con un Lombardia L ’ 8 ’ 3 ° Pei> la Calabria e un massimo di L. 18,92 per la „ n +S„ el ^ m . e ^ Ì prÌ - nc y? a À i .’ di cui si compongono le entrate sono tre: “SJ on ? dl ® oc ì effettivi, contribuzioni di soci non effettivi, do¬ nazioni ed altro (patronato), altre entrate. Sopra ogni cento lire di entrate nel 1904 ,1 tre elementi davano le cifre seguenti: Contribuzioni di soci effettivi .... 68 80 Contributi di soci non effettivi, donazioni, ecc 7 28 Altre entrate . . y . . . 29 * 47 Il cfflpite inabor 6 di entrata è dovuto, come abbiamo già no¬ tato, alle contribuzioni dei soci effettivi. E la proporzione diventa maggiore quando si consideri che le altre entrate slno in malsima dei fondi impiegati, i quali alla loro volta derivano dalle contribuzioni dei soci. La media delle entrate 1eT3 V 9 ate 5 8 da nn ^urioni dei Soci effettivi Varia da^ SSmo Liguria 58 P °° m Basillcata ad un mas simo dall’82 per 100 in — 15 — Si hanno notizie più particolareggiate sulle entrate delle Società riconosciute ; ma queste, desunte dai loro rendiconti, si riferiscono al 1903. Le percentuali di queste entrate sono le seguenti: Redditi patrimoniali Contribuzioni di soci Introiti lordi . . . Redditi straordinari | Rendita di beni immobili ... 1. 69 ( Interessi attivi.17. 13 (effettivi.38.60 ^ non effettivi.0. 99 l di Magazzini di consumo ... 27. 58 1 di aziende sociali.6.85 .7.16 Anche per queste Società, nella media generale del Regno, il maggiore delle entrate deriva dalle contribuzioni dei soci effettivi, esclusi però il Piemonte, la Toscana e la Calabria ove proviene da¬ gli introiti dei magazzini cooperativi, e la Sicilia ove la maggior parte delle entrate sono dovute alla assunzione da parte di due So¬ cietà di Palermo, quella fra la gente di mare e T altra dei capitani marittimi, di appalti di carico e scarico di merci. In Lombardia le contribuzioni dei soci effettivi eguagliano quasi i redditi patrimo¬ niali; ivi infatti sono le Società più antiche e con patrimonio più rilevante. Le contribuzioni dei soci non effettivi variano dal 2. per 109 nell’Umbria, al 0. 5 per 100 nelle Puglie, perchè appunto nelle So¬ cietà di questa regione è minimo il numero dei soci non effettivi. La spesa media per ciascuna Società nel 1904 risulta di L. 1902,84 e per socio di lire 13. Nelle medie per Società della spesa si va da un minimo di lire 679,30 per le Soc età degli Abruzzi ad un massimo di lire 2925.51 per quelle della provincia di Roma; il minimo ed il massimo delle spese si riscontrano quindi nelle stesse regioni nelle quali si hanno il minimo ed il massimo delle entrate. La spesa per ciascun socio oscilla fra un minimo di lire 6-,67 negli Abruzzi e un massimo di lire 16,51 in Liguria. Nello insieme delle Società non è riuscita possibile una minuta discriminazione delle spese: si è dovuto star paghi alle due grandi divisioni: spese per sussidi, altre spese. Nel 1904, rispettivamente ad ogni 100 lire di entrata, si hanno per il Regno le cifre seguenti: spese per sussidi.51.4 altre spese.29.7 Le spese superarono le entrate dell’1.8 per 100 soltanto in Liguria: nelle altre regioni le spese furono inferiori alle entrate. Nelle So¬ cietà della Basilicata, della Calabria, della Sicilia la proporzione delle altre spese alle entrate è superiore a quella delle spese per sussidi ai soci e alle loro famiglie, indizio di non buono e parsimonioso or¬ dinamento amministrativo ; nel resto del Regno la parte maggiore delle spese fu assorbita dai sussidi ai soci e alle loro famiglie. Come per le entrate così per le spese si hanno più minuti rag¬ guagli nelle spese delle Società riconosciute, erogate durante l’anno 1903. Nelle cifre seguenti si dà la ripartizione di 100 lire di spesa Spese di malattia j f^^se '. ! : Sussidi di cronicità ed impotenza al lavoro Sussidi di vecchiaia. Soci defunti Altri sussidi l Onoranze funebri. . ^ Sussidi alle famiglie 19,45 3.01 4,40 10 87 0.75 2.62 1.34 03 ( Magazzini di consumo . “■§ < Altre aziende sociali . . ’S g ( Altre spese. Spese di amministrazione Spese straordinarie. . . Le spese per sussidi assorbono il 42.44 per cento del totale delle spese e vanno da un minimo del 14.21 per cento in Sicilia ad un massimo del 69.57 per cento nell’ Umbria. In tutte le regioni, esclusa la Lombardia, si nota che la maggior parte delle spese per sussidi va nei sussidi di malattie, col massimo del 50 per cento nel¬ l’Umbria. In Lombardia invece hanno prevalenza i sussidi di vecchiaia. Le spese pei magazzini di consumo sono rilevanti nel Piemonte (56.02 per cento), nella Toscana (43.51 per cento), in Calabria (39.97 per cento). Le spese di amministrazione variano dall’ 8.02 per cento in Piemonte, al 33.47 in Basilicata. . 28.78 . 7.05 . 2.6S . 13.14 . 5.91 La sostanza patrimoniale delle Società al 31 dicembre 1902 che come abbiamo veduto, è di lire 72.395.544. ragguagliata per Società e per soci e distinta fra Società registrate e Società non registrate, dà le cifre seguenti: patrimonio medio. per ciascuna Società Società riconosciuta 24.267,00 Società non riconosciuta 7.887,67 Riconosciute e non riconosciute 12.017,85 per ciascun Sòcio 123.32 60,16 82,50 È più alta la media nelle Società riconosciute; e ciò non dimo¬ stra che il riconoscimento giuridico sia stato per quei Sodalizi ele¬ mento di singolare prosperità, ma che i sodalizi più forti meglio do¬ tati e quindi più evoluti hanno sentito e voluto tutti i vantaggi della personalità giuridica. Dalla media generale del patrimonio per Società si discostano, nel massimo la Lombardia con lire 20.655,70, nel minimo la Calabria con lire 4 391,09; gli stessi scarti si riscontrano nella media del pa¬ trimonio per socio : 122.97 in Lombardia, 40.15 in Calabria. Si hanno i dati della composizione del patrimonio soltanto per le Società riconosciute, e si riferiscono al 31 dicembre 1903. A quella data il patrimonio delle Società riconosciute ammon¬ tava a lire 35.976.981 ed era cosi composto. Beni stabili ...... L. 3.580.079 10,0 Titoli pubblici e privati .... » 15.239,047 42,6 Mutui e depositi a risparmio . « 14.648 374 40.7 Altre attività.» 2.50S.461 6,9 La misura massima di impieghi in immobili è nelle Società delle Calabrie ove si ha il 33.5 per cento, il minimo si riscontra in quelle della Campania col 2.5 per cento. Negli investimenti in titoli pub¬ blici e privati il massimo è nella provincia romana col 70.3 per cento. Nelle Marche invece si ha il massimo in mutui e depositi a risparmio con 1’ 81.9 per cento ; la Liguria presenta invece in que¬ sti impieghi il minimo col 13.8 per cento. Hanno speciale importanza le cifre che discriminano le Società di mutuo soccorso secondo la entità del patrimonio da esse posse¬ duto. Riferiamo qui le cifre assolute e proporzionali del numero delle Società per entità patrimoniale, al 31 dicembre 1904. Numero delle Società che hanno un patrimonio: Da L. 0 a 999 Cifre assolute 1.517 Su 100 Società 23.6 11 1000 a 4999 2.117 35,3 » 5000 a 9999 9S9 16.5 n 10.000 a 49.999 1.239 20.6 n 50.000 a 99.999 156 2.6 n 100.000 a 249.999 60 1.0 ii 250.000 a 49.1,999 12 0.2 n 500.000 a 1.000.000 5 0.1 Oltre un milione 4 tu Senza indicazione del patrimonio 535 — Di 5999 Società che hanno comunicato 1’ ammontare del loro pa¬ trimonio, solo 81, delle quali 54 riconosciute, hanno un patrimonio superiore a lire 100,000 ossia circa 1' 1.10 per cento. 11 23.6 per cento delle Società ha un patrimonio inferiore a lire 1000; il 35 3 per cento un patrimonio da lire 1000 a 5000, il 16.5 per cento un patrimonio da lire 5.000 a 10.0000 ; il 20.6 per cento un patrimonio da lire 10.000 a lire 50 000 e il 2.6 per cento un patrimonio da lire 50.000 a 100.000. 5. Le federazioni. Nelle norme preparate dal Consiglio di Previdenza per il rico¬ noscimento giuridico delle Società composte di non operai è am¬ messa la costituzione di consorzi fra Società riconosciute per for¬ mare un fondo di riserva consorziale, per assumere impiegati co¬ muni, per stipulare contratti con medici e farmacie, per mettere in comune alcuni servizi, o anche alcune assicurazioni. Si può strin¬ gere anche un accordo fra Società non tutte legalmente riconosciute per esercitare un controllo sui soci sussidiati o per regolare il pas¬ saggio dall’uno all’ altro sodalizio di quei soci che cambiano resi- ^Ta legge francese del 1898 sulle Società mutualiste consente la costituzione di unioni fra le Società, conservando ciascuna la propria autonomia, aventi per oggetto principalmente : l’organizzazione a favore dei membri effettivi delle cure e dei soccorsi indicati nella legge e specialmente la instituzione di farmacie nelle condizioni stabilite dalle leggi speciali sulla materia ; l’ammissione dei membri effettivi che abbiano cambiato residenza; il regolamento delle pen¬ sioni di vecchiaia; 1’ organizzazione di assicurazione mutua pei rischi diversi a cui le Società debbano provvedere, specialmente la fonda¬ zione di Casse di pensioni e di assicurazioni comuni a più Società per le operazioni a lunga scadenza e le malattie di lunga durata; il servizio del collocamento gratuito. La statistica ufficiale non registra la esistenza in Italia di Consorzi o d Unioni costituiti per gli scopi predetti, che hanno alquanta - 18 — analogia eon quelli indicati nelle norme. In recenti Congressi regio¬ nali di Società di mutuo soccorso fu deliberata la costituzione di unioni regionali, ma ancora non possiamo dire se furono costituite e per quali scopi. Nel primo Congresso nazionale delle Società di mutuo soccorso tenuto a Milano il 29 giugno 1900 fu deliberato «d'organizzare fra m loro tutte le Società operaie di mutuo soccorso in federazione nazionale, salvo studiare il modo di organizzarle razionalmente, con a nomma di una Commissione esecutiva provvisoria », fissando intanto a Hi n^ ta 1 o annUa dl , pre ,. 5 per le Societ à aventi non più di 100 soci t pe f <3 £ e i e dl - un numero superiore; e «di indire un mprf Ha] lavnnn Fede n azl one delle Società operaie, quelle delle Ca- La fnlliìl! 6 ?r e Ì Ie delle Cooperative per un’intesa comune ». con?t^ a aduna " za deI 5 settembre dello stesso anno 1900, Essa G ha S «Tintento F ri? e n aZ10D H SOn ° P reyaIen temente d'indole morale. Società federate ed? ,?^ ed - ere . alla tutela de ^ interessi delle nomico delle classi i a JÌ ,!f + lb - U ^ re a miglioramento morale ed eco- raS ungeretei intenti ^ per mezzo delIa Previdenza ». Per aggiungere p ento la Federazione si propone in modo speciale: previdenza e cooperazionp A n< ?I 6 i ment + ) d '^ istituti di mutualità, di Sano effettì^SX*teoon P«r Chè ris S°"- fare opera di solidarietà con tutte le li“■ ,QM . de ! lavoratori; e ,SC ° P0 .iirftr 1 " t‘la<i'asse lavoratrice; “ P6r slazione che valga a svfiunnare^Am 6 dÌ U ° . si ,f tema completo di legi- a tutelare le ragioni deMavoro “ p pi . u 1 . bene . fiz i dell’associazione, sulle classi lavoratrici; 6 ad alIeviare i tributi che gravano nella m^deUo^ ifm^ 00Ì ^ Società federate, intervenendo mediante pubblicazionrco^fere^ze 0 ÒQWe CÌ * ZÌOn - e 6 di P revid enza, meZ SelK^ UÌ Ia C ° n tUttÌ 1 mutuo soccorso rTcoifosS^e Sf parte tutte le Soc ietà italiane di siano inspirate ai5? f a „ 08 ,? ute 0 di fatto - P^chè- videnza. P p l0 ndamentali della mutualità e della pre- di iirc 5 se hanno^^numero^i^ff 1 - 6 UDa quota annua anticipata: se hanno da 100 a 500 soci di k p ® non superiore a 100; di lire 10 ài lire 20 se hanno più di ìooo^om' 1 86 hann0 da 500 a 1000 soci ’ 6 «5dfott federa a e hano diritt0: consigli ed aiuti morali^ ^ oinn: n ss mne esecutiva in ogni circostanza teresse generale- 1 " 81 d<J1 seryizl che la Federazione stabilirà nell’in- àana, monitore della 6 P^derazton^^d^ giorna l e La Cooperazione Ita- Congresso; ^aerazione, ed una copia degli atti di ogni — 19 — « d) di ottenere gratuitamente consulti legali e pareri di in¬ dole amministrativa; « e) di valersi del giornale La Cooperazione Italiana per trattare quelle questioni che si riferiscono agli interessi della mutualità e della previdenza ». Gli organi della Federazione sono: il Congresso delle Società federate; il Consiglio Generale composto di 50 consiglieri eletti dal Congresso fra i soci delle Società federate; la Commissione esecutiva composta di nove membri scelti fra i soci delle Società federate e residenti in Milano; i Comitati regionali, secondo le circoscrizioni stabilite dalla Commissione esecutiva; il Collegio dei Sindaci com¬ posto di tre sindaci effettivi e due supplenti, nominati dal Congresso fra i soci delle Società federate residenti in Milano; le Commissioni di consulenza, di statistica, di propaganda, ecc. quando ne fosse re¬ clamata la costituzione. La Federazione ha organizzato tre Congressi nazionali: quello di Milano nel 1900; quello di Reggio Emilia nel 1901; quello di Fi¬ renze nel 1904. Le Società federate sono andate crescendo nei cinque anni 1901-1905 nella proporzione seguente: 1901 — 548 1902 — 573 1903 — 720 1904 — 733 1905 — 745 In un Congresso internazionale e nel chiudere questa rela¬ zione la quale dimostra quale sia la condizione delle organizzazioni mutualiste in Italia, io non credo che si possano presentare, come epilogo dei fatti osservati, voti e proposte che abbiano riferimento alle particolari condizioni delle nostre Mutue ed al loro avvenire. Credo soltanto possibile esprimere un voto il quale ha necessario legame con la proposta costituzione di una Federazione internazio¬ nale della mutualità, che sarà vanto di questo III Congresso, poiché, a mio giudizio, una Federazione internazionale deve trovare il suo principale fondamento nelle organizzazioni federative nazionali. Ed il voto è il seguente: Che si promuova in Italia la costituzione di Federazioni od Unioni regionali di mutuo soccorso, le quali si propongano i fini additati dalle Norme e meglio specificati dalla legge francese, in quanto siano applicabili alle particolari condizioni e funzioni delle nostre Società ; Che le Federazioni regionali facciano capo ad una Federazione Nazionale, la quale, pure esplicando l’azione d’indole morale che è nel programma dell’attuale Federazione, compia anche alcuni uffici propri delle federazioni regionali, specialmente quello di sovvenire i soci dei sodalizi aggregati alle regionali, i quali, per ragioni di lavoro o per altre ragioni, si trovino fuori del territorio nel quale la Federazione regionale esplica la sua azione.
Tuesday, April 19, 2022
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment