The Grice Club

Welcome

The Grice Club

The club for all those whose members have no (other) club.

Is Grice the greatest philosopher that ever lived?

Search This Blog

Sunday, April 10, 2022

GRICE E CORRADO: LA SEMIOTICA MAGICA A CROTONA

 Molte fonti filosofica suggeriscono l'idea di un'origine mitica comune per la semiotica e la filosofia: entram­be le pratiche, infatti, figurano come doni di Apollo e sono a lui variamente collegate. Così, per esempio, Platone nel Simposio (197a): "In verità, Apollo scoprì l'arte del tiro con l'arco e la medicina e la divinazione". È molto suggestivo, dal punto di vista semiotico, che le due pratiche primordiali che inaugurano un sapere basato sui segni, siano avvertite come originariamente collegate. E un effettivo stretto colle­gamento esse lo trovano nella figura antichissima dello ia­tromantis, il filosofo-cum-medico-indovino, che unisce in sé le facoltà di un veggente e la capacità di curare le malattie. L'appellati­vo del filosofo come iatromantis è riferito in prima istanza allo stesso dio Apollo; ma passa poi a una serie di filosofi in vario modo legati al dio, che uniscono al dono della mantica e della medicina, anche quello di effettuare delle purificazioni. Un elemento fondamentale che caratterizza la figura del­l filosofo iatromantis è la sua capacità di usare una procedura dia­gnostica: trattandosi di un veggente, egli è in grado di individuare la causa nascosta (il segnato) di una malattia (il segnante), causa che è da at­tribuirsi sempre a un intervento sopra-naturale. In epoca antichissima, la malattia è concepita infatti come miasma, come contaminazione, dovuta a un contatto con un'entità  divina o demonica. Si tratta di una concezione (vale la pena sottolineado) che affonda le radici in una religione italica pre-olimpica, animistica e demonica; cfr. Lanata (1967); Detienne (1963: 32 e sgg.); Dodds (1951); Lloyd (1979); Parker (1983). Un'ampia panoramica sul movimento magico e catartico era già stata fornita dagli studi del Rohde (1890-94: tr. it. 1982). Per questa ragione, c'è bisogno di un filosofo-cum-medico-indovino, in grado di leggere i segni che gli rendono accessibile il mondo delle forze oscure e sopra-naturali alle quali è imputato il presente stato di contaminazione; in se­guito alla sua diagnosi, il filosofo-cum-iatromantis [those spots mean measles,  black cloud means rain] può indicare gli stru­menti magici atti a purificare il miasma. Questa concezione è ben iliustrata da una notizia di un filosofo della scuola pitagorica a Crotona, Alessandro Poliistore, che cita le "Memorie pitagoriche"."L'aria, secondo i pitagorici, è piena di anime. Ed essi le conside­rano demoni ed eroi e pensano che siano essi a inviare agli uo­mini i sogni e i segni premonitori (semeia) e le malattie, e non solo agli uomini, ma anche alle greggi e agli altri animali da pa­scolo. E a questi demoni ed eroi sono dirette le cerimonie ca­tartiche e apo-tropaiche e tutta la mantica e i vaticini e tutto ciò che è di tal genere" (Diog. Laert., Vitae, VIII, 32 D-K, 58 B la). Va notato, di sfug­gita, che il carattere italico molto arcaico della concezione espressa dal brano è garantito dal riferimento al bestiame coinvolto nelle stesse vicende della comunità umana. C'è la rappresentazione di una comunità agricola in cui uomini e bestie formano una unità inscindibile (Cfr. Deticnne (1963: 32). Sono presenti in questo passo tutti gli elementi di una semiologia SACRA e magica abbinata a una filosofia esoterica e medicina magica. I demoni sono la fonte delle malattie che affliggono gli uomini. Ma, contemporaneamente, sono anche la fonte dell'informazio­ne che concerne il mondo in-visibile o in-perceptibile, in-sensibile, inviando agli uomini i segni (compreso quel particolare tipo di segno che sono i so­gni) dai quali si rende riconoscibile l'origine della malattia. Del resto il circolo comunicativo si chiude attraverso gli speciali segni che gli uomini sono chiamati a produrre: i riti catartici e apo-tropaici. In particolare, le cerimonie apo-tro­paiche sono costituite dalla recita di epoidai, cioè di formu­le verbali incantatorie, ritenute idonee a scongiurare il ma­le. Si tratta di segni linguistici che da una parte chiudono il circuito comunicativo con il sopra-naturale, dall'altra sono efficaci, nel senso che intendono agire sul mondo e non rispecchiarlo.

No comments:

Post a Comment