Aus dem Paradies, das Cantor uns geschaffen, soll uns niemand vertreiben können. Insiemi infiniti 1. Introduzione Finch ́e gli insiemi che si considerano sono finiti (cio`e si pu`o contare quanti sono i loro elementi mettendoli in corrispondenza biiettiva con i numeri che precedono un certo numero naturale) la nozione di insieme pu`o fornire un comodo modo di esprimersi, ma non `e indi- spensabile. Di fatto Cantor per primo elabor`o la nozione di insieme per risolvere problemi di quantita` di elementi in insiemi infiniti (cio`e non finiti). Definizione. Si dice che due classi hanno la stessa cardinalit`a quando c’`e una biiettivit`a tra le due classi. In tal caso si dir`a anche che le due classi sono equinumerose. Definizione. Si dice che un insieme A `e finito se esistono un numero naturale n e una biiettivit`a da A sull’insieme dei numeri naturali che precedono n; in questo caso diremo che A ha n elementi. Se ci`o non succede, si dice che l’insieme `e infinito. Se un insieme A `e finito e un altro insieme B `e contenuto propriamente (contenuto ma non uguale) in A allora A e B non sono equinumerosi, cio`e non c’`e alcuna biiettivit`a tra i due. Questo risultato dipende dal fatto che per nessun numero naturale ci pu`o essere una biiettivit`a tra l’insieme dei numeri che lo precedono e l’insieme di quelli che precedono un diverso numero naturale. L’ultima affermazione non si estende agli insiemi infiniti; lo giustifichiamo con un con- troesempio gi`a considerato da Galileo Galilei nel suo Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. I numeri pari sono un sottinsieme proprio dei numeri naturali, ed entrambi gli insiemi non sono finiti; inoltre la funzione che a un numero naturale associa il suo doppio `e una biiettivit`a dai numeri naturali sui numeri pari. Cos`ı si deve dire che i numeri naturali sono tanti quanti i numeri pari pur costituendo questi un sottinsieme proprio dell’insieme dei naturali. Per gli insiemi finiti non solo si pu`o dire se hanno lo stesso numero di elementi, ma anche se uno ha piu` elementi di un altro o meno. Per fare ci`o ci si rif`a alla relazione d’ordine naturale tra i numeri naturali che contano gli elementi di ciascuno dei due insiemi. Per gli insiemi infiniti non si pu`o utilizzare lo stesso metodo. Come decidere allora quando un insieme ha piu` o meno elementi di un altro? Ci si potrebbe limitare a dire che un insieme `e finito o infinito. Tuttavia l’esperienza di vari insiemi infiniti porta naturalmente a domandarci se si pu`o stabilire una gerarchia simile a quella fra gli insiemi finiti. Prenderemo a modello le stesse propriet`a degli insiemi finiti. 2. Cardinalit`a Definizione 1. Siano A e B due insiemi. Diremo che la cardinalit`a dell’insieme A `e minore o uguale a quella dell’insieme B, e scriveremo |A| ≤ |B| quando esiste una funzione totale iniettiva di A in B. Questa relazione fra insiemi non `e un ordine, n ́e stretto n ́e largo. Non `e stretto perch ́e |A| ≤ |A|, per motivi ovvi (basta considerare la funzione identit`a). Non `e un ordine largo, perch ́e pu`o accadere che |A| ≤ |B| e anche |B| ≤ |A|, con A ̸= B. Un esempio `e proprio quello in cui A `e l’insieme dei numeri naturali e B quello dei numeri naturali pari. Scopo di queste note `e di studiare le propriet`a di questa relazione. Attraverso essa potremo arrivare al concetto di “uguale cardinalit`a”, che `e ci`o che ci interessa. 1 2 (2) (3) INSIEMI INFINITI Esempi. (1) Se A `e un insieme e B ⊆ A, allora |B| ≤ |A|. Se Z `e l’insieme dei numeri interi e N quello dei numeri naturali, allora |Z| ≤ |N|. Ci`o pu`o apparire paradossale, ma vedremo che non lo `e. Consideriamo infatti la seguente funzione: 2x se x ≥ 0, −2x−1 sex<0. Si pu`o facilmente verificare che f : Z → N `e non solo iniettiva, ma anche suriettiva. Se X `e un insieme finito e Y `e un insieme infinito, allora |X| ≤ |Y |. Supponiamo che X abbia n elementi. Faremo induzione su n. Se n = 0, la funzione vuota `e quella che cerchiamo. Supponiamo la tesi vera per insiemi con n elementi e supponiamo che X abbia n + 1 elementi: X = {x1, . . . , xn, xn+1}. Per ipotesi induttiva esiste una funzione totale iniettiva f: {x1,...,xn} → Y. Siccome Y `e infinito, esiste un elemento y ∈/ Im(f) (altrimenti Y avrebbe n elementi). Possiamo allora definire una funzione totale iniettiva g : X → Y che estende f ponendo g(xn+1) = y. Diamo subito la definizione che ci interessa maggiormente. Definizione 2. Siano A e B due insiemi. Diremo che A e B hanno la stessa cardinalit`a, f(x) = e scriveremo |A| = |B|, quando esiste una funzione biiettiva (totale) di A su B. Non daremo la definizione di cardinalit`a, per la quale occorrerebbe molta piu` teoria e che non ci servir`a. Sar`a piu` rilevante per noi scoprire le connessioni fra le due relazioni introdotte. 3. Propriet`a della cardinalit`a di insiemi infiniti (C1) Se A `e un insieme, allora |A| = |A|. (C2) Se A e B sono insiemi e |A| = |B|, allora |B| = |A|. (C3) SeA,BeCsonoinsiemi,|A|=|B|e|B|=|C|,allora|A|=|C|. Queste tre proprieta` sono quasi ovvie: basta, nel primo caso, considerare la funzione identit`a; nel secondo si prende la funzione inversa della biiettivit`a A → B; nel terzo si prende la composizione fra la biiettivit`a A → B e la biiettivit`a B → C. (M1) Se A `e un insieme, allora |A| ≤ |A|. (M2) SeA,BeCsonoinsiemi,|A|≤|B|e|B|≤|C|,allora|A|≤|C|. La dimostrazione di queste due `e facile (esercizio). C’`e un legame fra le due relazioni? La risposta `e s`ı e sta proprio nella “propriet`a antisimmetrica” che sappiamo non valere per ≤. Il risultato che enunceremo ora `e uno fra i piu` importanti della teoria degli insiemi e risale allo stesso Cantor, poi perfezionato da altri studiosi. Teorema 1 (Cantor, Schr ̈oder, Bernstein). Siano A e B insiemi tali che |A| ≤ |B| e |B| ≤ |A|, allora |A| = |B|. Dimostrazione. L’ipotesi dice che esistono una funzione f : A → B iniettiva totale e una funzione g : B → A iniettiva totale. Per completare la dimostrazione dobbiamo trovare una funzione biiettiva h: A → B. Un elemento a ∈ A ha un genitore se esiste un elemento b ∈ B tale che g(b) = a. Analogamente diremo che un elemento b ∈ B ha un genitore se esiste a ∈ A tale che f(a) = b. Siccome f e g sono iniettive, il genitore di un elemento, se esiste, `e unico. Dato un elemento a ∈ A oppure b ∈ B, possiamo avviare una procedura: (a) poniamo x0 = a o, rispettivamente x0 = b e i = 0; (b) se xi non ha genitore, ci fermiamo; (c) se xi ha genitore, lo chiamiamo xi+1, aumentiamo di uno il valore di i e torniamo al passo (b). Partendo da un elemento a ∈ A, possono accadere tre casi: • la procedura non termina; scriveremo che a ∈ A0; 3. PROPRIET`a DELLA CARDINALIT`a DI INSIEMI INFINITI 3 • la procedura termina in un elemento di A; scriveremo che a ∈ AA; • la procedura termina in un elemento di B; scriveremo che a ∈ AB. Analogamente, partendo da un elemento b ∈ B, possono accadere tre casi: • la procedura non termina; scriveremo che b ∈ B0; • la procedura termina in un elemento di A; scriveremo che b ∈ BA; • la procedura termina in un elemento di B; scriveremo che b ∈ BB. Abbiamo diviso ciascuno degli insiemi A e B in tre sottoinsiemi a due a due disgiunti: A = A0 ∪ AA ∪ AB , B = B0 ∪ BA ∪ BB . Se prendiamo un elemento a ∈ A0, `e evidente che f(a) ∈ B0, perch ́e, per definizione, a `e genitore di f(a). Dunque f induce una funzione h0 : A0 → B0, dove h0(a) = f(a). Questa funzione, essendo una restrizione di f, `e iniettiva e anche totale. E` suriettiva, perch ́e, se b ∈ B0, esso ha un genitore a che deve appartenere ad A0. Se prendiamo un elemento a ∈ AA, allora f(a) ∈ BA: infatti a `e genitore di f(a) e la procedura, a partire da b = f(a) termina in A. Dunque f induce una funzione hA : AA → BA che `e iniettiva e totale. Essa `e anche suriettiva, perch ́e ogni elemento di BA ha genitore che deve appartenere ad AA. Analogamente, se partiamo da un elemento b ∈ BB, allora g(b) ∈ AB e g induce una funzione iniettiva e totale hB : BB → AB che `e suriettiva, esattamente per lo stesso motivo di prima. Ci resta da porre h = h0 ∪hA ∪h−1. Allora h `e una funzione h: A → B che `e totale, B iniettiva e suriettiva (lo si verifichi). Esempio. Illustriamo la dimostrazione precedente con la seguente situazione: sia f : N → Z la funzione inclusione; consideriamo poi la funzione g : Z → N 4z se z ≥ 0, −4z−2 sez<0. Quali sono gli elementi di N che hanno un genitore? Esattamente quelli che appartengono all’immagine di g, cio`e i numeri pari. I numeri dispari, quindi, appartengono a NN, perch ́e la procedura si ferma a loro stessi. Consideriamo x0 = 2 ∈ N; siccome g(−1) = 2, abbiamo x1 = −1; poich ́e −1 ∈/ Im(f), la procedura si ferma e 2 ∈ NZ. Consideriamo invece x0 = 4 ∈ N; siccome g(1) = 4, abbiamo x1 = 1 e possiamo andare avanti, perch ́e 1 = f(1), dunque x2 = 1 ∈ N. Poich ́e 1 ∈/ Im(g), abbiamo che 4 ∈ NN. Studiamo ora x0 = 16 ∈ N; siccome g(4) = 16, abbiamo x1 = 4; siccome f(4) = 4, abbiamo x2 = 4 ∈ N; siccome 4 = g(1), abbiamo x3 = 1 ∈ Z; siccome 1 = f(1), abbiamo x4 = 1 ∈ N. La procedura si ferma qui, dunque 16 ∈ NN. Si lascia al lettore l’esame di altri elementi di N o di Z. La relazione ≤ si pu`o allora vedere non come una relazione d’ordine largo fra insiemi, ma piuttosto come un ordine largo fra le “cardinalit`a” degli insiemi. Non vogliamo per`o definire il concetto di cardinalit`a; ci limiteremo a confrontarle usando le relazioni introdotte. Il teorema seguente dice, in sostanza, che la cardinalit`a dell’insieme dei numeri naturali `e la piu` piccola cardinalit`a infinita. Teorema 2. Sia A un insieme infinito. Allora |N| ≤ |A|. Dimostrazione. Costruiremo un sottoinsieme di A per induzione. Siccome A `e infinito, esso non `e vuoto; sia x0 ∈ A. Evidentemente {x0} ̸= A, quindi esiste x1 ∈ A \ {x0}. Ancora {x0, x1} ≠ A, quindi esiste x2 ∈ A \ {x0, x1, x2}. Proseguiamo allo stesso modo: supponiamo di avere scelto gli elementi x0, x1, . . . , xn ∈ A, a due a due distinti. Siccome {x0, . . . , xn} ≠ A, esiste xn+1 ∈A\{x0,...,xn}. Dunque la procedura associa a ogni numero naturale un elemento di A e la funzione n → xn `e iniettiva. Questo risultato ha una conseguenza immediata. g(z) = 4 INSIEMI INFINITI Corollario 3. Sia A ⊆ N. Allora A `e finito oppure |A| = |N|. Dimostrazione. Se A non `e finito, allora `e infinito. Per il teorema, |N| ≤ |A|. Ma |A| ≤ |N| perch ́e A ⊆ N. Per il teorema di Cantor-Schr ̈oder-Bernstein, |A| = |N|. Un altro corollario `e la caratterizzazione che Dedekind prese come definizione di insieme infinito. Corollario 4. Un insieme A `e infinito se e solo se esiste un sottoinsieme proprio B ⊂ A tale che |B| = |A|. Dimostrazione. Se A `e finito, `e evidente che un suo sottoinsieme proprio non pu`o avere tanti elementi quanti A. Supponiamo ora che A sia infinito. Per il corollario precedente, esiste una funzione iniettiva totale f : N → A. Definiamo ora una funzione g : A → A ponendo: f(n+1) seesisten∈Ntalechex=f(n), x se x ∈/ Im(f). La condizione “esiste n ∈ N tale che x = f(n)” equivale alla condizione “x ∈ Im(f)”. La funzione g `e ben definita, perch ́e f `e iniettiva; dunque, se x = f(n) per qualche n, questo n `e unico. Osserviamo anche che x ∈ Im(f) se e solo se g(x) ∈ Im(f). Verifichiamo che g `e totale e iniettiva. Il fatto che sia totale `e ovvio. Supponiamo che g(x) = g(y). • Se x ∈/ Im(f), allora g(x) = x; dunque non pu`o essere y ∈ Im(f) e perci`o g(y) = y, da cui x = y. • Sex∈Im(f),`ex=f(n)perununicon∈N. Allorag(x)=f(n+1)∈Im(f). Perci`o g(y) = g(x) = f(n + 1) ∈ Im(f) e quindi, per quanto osservato prima, y ∈ Im(f). Ne segue che y = f(m) per un unico m ∈ N e g(y) = f(m + 1). Abbiamo allora f(n+1) = f(m+1) e, siccome f `e iniettiva, n+1 = m+1; perci`o n = m e x = f(n) = f(m) = y. Qual `e l’immagine di g? E` chiaro che f(0) ∈/ Im(g). Viceversa, ogni elemento di A\{f(0)} appartiene all’immagine di g, cio`e Im(g) = A \ {f(0)}. Se allora consideriamo la funzione g come una funzione g : A → A \ {f (0)}, questa `e una biiettivit`a. In definitiva |A| = |A \ {f(0)}|; se poniamo B = A \ {f(0)}, abbiamo il sottoinsieme cercato. Notiamo che, nella dimostrazione precedente, A \ B = {f (0)} `e finito. Come esercizio si trovi in modo analogo al precedente un sottoinsieme C ⊂ A tale che |C| = |A| e A \ C sia infinito. 4. Insiemi numerabili Il teorema secondo il quale per ogni insieme infinito A si ha |N| ≤ |A| ci porta ad attribuire un ruolo speciale a N (piu` precisamente alla sua cardinalit`a). Definizione 3. Un insieme A si dice numerabile se |A| = |N|. Un sottoinsieme di N `e allora finito o numerabile. Abbiamo gi`a visto in precedenza che anche Z (insieme dei numeri interi) `e numerabile. Piu` in generale possiamo enunciare alcune propriet`a degli insiemi numerabili. Teorema 5. Se A `e finito e B `e numerabile, allora A ∪ B `e numerabile. Dimostrazione. Se A ⊆ B, l’affermazione `e ovvia. Siccome A ∪ B = (A \ B) ∪ B possiamo supporre che A e B siano disgiunti, sostituendo A con A \ B che `e finito. Possiamo allora scrivere A = {a0,...,am−1} e considerare una biiettivit`a g: N → B. Definiamo una funzione f : N → A ∪ B ponendo an se 0 ≤ n < m, g(n−m) sen≥m. g(x) = f(n) = 4. INSIEMI NUMERABILI 5 E` facile verificare che f `e una biiettivit`a. Teorema 6. Se A e B sono numerabili, allora A ∪ B `e numerabile. Se A1, A2,..., An sono insiemi numerabili, allora A1 ∪ A2 ∪ ··· ∪ An `e un insieme numerabile. Dimostrazione. La seconda affermazione segue dalla prima per induzione (esercizio). Vediamo la prima. Supponiamo dapprima che A ∩ B = ∅. Abbiamo due biiettivit`a f : N → A e g: N → B. Definiamo una funzione h: N → A ∪ B ponendo: f n 2 h(n) = n − 1 g 2 Si verifichi che h `e una biiettivit`a. In generale, possiamo porre A′ =A\(A∩B), e abbiamo A∪B = A′ ∪(A∩B)∪B′; questi tre insiemi sono a due a due disgiunti. I casi possibili sono i seguenti: (1) A′, A ∩ B e B′ sono infiniti; (2) A′ `e finito, A ∩ B `e infinito, B′ `e infinito; (3) A′ `e finito, A ∩ B `e infinito, B′ `e finito; (4) A′ `e infinito, A ∩ B `e infinito, B′ `e finito; (5) A′ `e infinito, A ∩ B `e finito, B′ `e infinito; (6) A′ `e infinito, A ∩ B `e finito, B′ `e finito. Ci basta applicare quanto appena dimostrato e il teorema precedente. Si concluda la dimostrazione per induzione della seconda affermazione. Il prossimo teorema pu`o essere sorprendente. Un modo breve per enunciarlo `e dire: L’unione di un insieme numerabile di insiemi numerabili `e numerabile. Teorema 7. Per ogni n ∈ N, sia An un insieme numerabile e supponiamo che, per m ̸= n, Am ∩ An = ∅. Allora A={An :n∈N} `e numerabile. Dimostrazione. Per questa dimostrazione ci serve sapere che la successione dei numeri primi p0 = 2, p1 = 3, p2 = 5,..., `e infinita. Sia,perognin∈N,gn:An →Nunafunzionebiiettiva. Sex∈A,esisteununicon∈N tale che x ∈ An; poniamo j(x) = n. Definiamo allora f(x) = pgj(x)(x). j (x) Per esempio, se x ∈ A2, sar`a f(x) = 5g2(x). La funzione f : A → N `e iniettiva; quindi |A| ≤ |N|. MaA0 ⊆Aequindi |N| = |A0| ≤ |A| ≤ |N|. Per il teorema di Cantor-Schr ̈oder-Bernstein, |A| = |N|. Il teorema si pu`o estendere anche al caso in cui gli insiemi An non sono a due a due disgiunti; si provi a delinearne una dimostrazione. Questo teorema ha una conseguenza sorprendente. Teorema 8. L’insieme N × N `e numerabile. Dimostrazione. Poniamo An = { (m, n) : m ∈ N }. Gli insiemi An sono a due a due disgiunti e ciascuno `e numerabile. E` evidente che n∈N An = N × N. Ancora piu` sorprendente `e forse quest’altro fatto. Teorema 9. L’insieme Q dei numeri razionali `e numerabile. se n `e pari, se n `e dispari. B′ =B\(A∩B) 6 INSIEMI INFINITI Dimostrazione. Un numero razionale positivo si scrive in uno e un solo modo come m/n, con m, n ∈ N primi fra loro (cio`e aventi massimo comune divisore uguale a 1). Ne segue che l’insieme Q′ dei numeri razionali positivi `e numerabile, perch ́e a m/n (con m e n primi fra loro) possiamo associare la coppia (m, n) ∈ N × N e la funzione cos`ı ottenuta `e iniettiva. Dunque |N| ≤ |Q′| ≤ |N × N| = |N|. L’insieme Q′′ dei numeri razionali negativi `e numerabile, perch ́e la funzione f : Q′ → Q′′ definita da f(x) = −x `e chiaramente biiettiva. Per concludere, possiamo applicare altri teoremi precedenti, tenendo conto che Q = Q′ ∪ {0} ∪ Q′′. C’`e un altro modo per convincersi che Q′ `e numerabile, illustrato nella figura 1. Si 1/5 1/4 1/3 1/2 1/1 2/5 3/5 4/5 3/4 5/4 2/3 4/3 5/3 3/2 5/2 2/1 3/1 4/1 5/1 Figura 1. Enumerazione dei razionali positivi immagina una griglia dove segniamo tutte le coppie con coordinate intere positive. Possiamo percorrere tutta la griglia secondo il percorso indicato e associare in questo modo a ogni numero naturale un numero razionale, incontrandoli tutti. Trascuriamo naturalmente i punti in cui il quoziente fra ascissa e ordinata `e un numero razionale gi`a incontrato precedentemente (per esempio, nella prima diagonale si trascura il punto (2, 2) che corrisponderebbe al numero razionale 2/2 = 1, gi`a incontrato come 1/1; nella terza diagonale si trascurano (2, 4), (3, 3) e (4, 2)). 5. Esistenza di cardinalit`a A questo punto sorge naturale la domanda se ci sono insiemi infiniti di un’infinit`a diversa da quella dei numeri naturali. Non ci siamo riusciti nemmeno considerando l’insieme dei razionali che, intuitivamente, dovrebbe avere piu` elementi dei numeri naturali. C’`e una costruzione che produce cardinalit`a maggiori. Prima per`o definiamo con preci- sione ci`o che intendiamo. Definizione 4. Se A e B sono insiemi, diciamo che A ha cardinalit`a minore della cardinalit`a di B, e scriviamo |A| < |B|, se |A| ≤ |B|, ma non `e vero che |A| = |B|. 5. ESISTENZA DI CARDINALIT`a 7 Il modo corretto per verificare che |A| < |B| `e questo: • esiste una funzione totale iniettiva di A in B; • non esiste una biiettivit`a di A su B. Notiamo che non basta verificare che una funzione iniettiva totale di A in B non `e suriettiva. Per esempio, esiste certamente una funzione totale iniettiva di N in Q che non `e suriettiva; tuttavia, come abbiamo visto, |N| = |Q|. Un altro esempio: l’insieme N ∪ {−2} `e numerabile, anche se la funzione di inclusione N → N ∪ {−2} non `e suriettiva. Infatti la funzione f : N → N ∪ {−2} definita da f(0) = −2 e f(n) = n − 1 per n > 0 `e una biiettivit`a. L’idea per trovare un insieme di cardinalit`a maggiore partendo da un insieme X `e dovuta a Cantor. Teorema 10 (Cantor). Se X `e un insieme, allora |X| < |P (X)|. Dimostrazione. Dimostriamo che esiste una funzione totale iniettiva X → P(X); essa `e, per esempio, { (x, {x}) : x ∈ X } cio`e la funzione che all’elemento x ∈ X associa il sottoinsieme {x} ∈ P(X). Dobbiamo ora dimostrare che non esistono funzioni biiettive di X su P(X). Lo faremo per assurdo, supponendo che g: X → P(X) sia biiettiva. Consideriamo C ={x∈X :x∈/ g(x)}. La definizione di C ha senso, perch ́e g(x) `e un sottoinsieme di X, dunque si hanno sempre due casi: x ∈ g(x) oppure x ∈/ g(x). Siccome, per ipotesi, g `e suriettiva, deve esistere un elemento c ∈ X tale che C = g(c). Dunquesihac∈C oppurec∈/C. Supponiamo c ∈ C; allora c ∈ g(c) e quindi, per definizione di C, c ∈/ C: questo `e assurdo. Supponiamo c ∈/ C; allora c ∈/ g(c) e quindi, per definizione di C, c ∈ C: assurdo. Ne concludiamo che l’ipotesi che g sia suriettiva porta a una contraddizione. Perci`o nessuna funzione di X in P(X) `e suriettiva. L’insieme P(X) ha la stessa cardinalit`a di un altro importante insieme. Indichiamo con 2X l’insieme delle funzioni totali di X in {0, 1}. Definizione 5. Se A `e un sottoinsieme di X, la funzione caratteristica di A `e la funzione χA : X → {0, 1} definita da 1 sex∈A, χA(x)= 0 sex∈/A. Possiamodefinireduefunzioni,f:P(X)→2X eg:2X →P(X)nelmodoseguente: per A∈P(X)siponef(A)=χA;perφ∈2X sipone g(φ)={x∈X :φ(x)=1}. Teorema 11. Per ogni insieme X si ha |P(X)| = |2X|. Dimostrazione. Proveremo che g ◦ f e f ◦ g sono funzioni identit`a. Sia A ∈ P(X); dobbiamo calcolare g(f(A)) = g(χA): abbiamo g(χA)={x∈X :χA(x)=1}=A, per definizione di χA. Sia φ ∈ 2X; dobbiamo calcolare f(g(φ)). Poniamo B = g(φ) = {x ∈ X : φ(x) = 1}. Occorreverificarecheφ=χB. Siax∈X;seφ(x)=1,allorax∈BequindiχB(x)=1; se φ(x) = 0, allora x ∈/ B e quindi χB(x) = 0. Non essendoci altri casi, concludiamo che φ = χB. Ora, siccome per ogni A ∈ P(X) si ha A = g(f(A)), g `e suriettiva e f `e iniettiva. Analogamente, per φ ∈ 2X, φ = f(g(φ)) e dunque f `e suriettiva e g `e iniettiva. 8 INSIEMI INFINITI 6. La cardinalit`a dell’insieme dei numeri reali Con il teorema di Cantor a disposizione, si pu`o affrontare il problema di determinare la cardinalit`a dei numeri reali. Intanto dimostriamo un risultato preliminare; consideriamo l’intervallo aperto I={x∈R:0<x<1} e dimostriamo che |I| = |R|. Consideriamo la funzione f : R → R, √ 2 1+x−1 f(x) = x 0 Un facile studio di funzione mostra che f `e iniettiva e che Im(f) = I. Allo stesso risultato si arriva considerando la funzione g(x) = π2 arctan x. La considerazione di I ci permetter`a di semplificare i ragionamenti. Sappiamo che ogni numero reale in I si pu`o scrivere come allineamento decimale: 21 = 0,500000000000 . . . 31 = 0,333333333333 . . . √71 = 0,142857142857 . . . 22 = 0,707106781187 . . . π4 =0,785398163397... dove i puntini indicano altre cifre decimali. Prevedibili in base a uno schema periodico nei primi tre casi, non prevedibili negli ultimi due che sono numeri irrazionali. Il numero dieci non ha nulla di particolare. Si pu`o allo stesso modo sviluppare un nu- mero reale come allineamento binario. Gli stessi numeri, scritti a destra dell’uguale come allineamenti binari, sono: 21 = 0,100000000000000000000000000 . . . 13 = 0,010101010101010101010101010 . . . 17 = 0,001001001001001001001001001 . . . √ 22 = 0,101101010000010011110011001 . . . π4 =0,110010010000111111011010101... e le cifre si ripetono ancora periodicamente nei primi tre casi. In generale un numero r ∈ I si scrive come r = 0,a0a1a2 ..., dove ai = 0 oppure ai = 1; in modo unico, se escludiamo tutte le successioni che, da un certo momento in poi, valgono 1. Questo `e analogo ai numeri di periodo 9 nel caso decimale. Dunque abbiamo in modo naturale una funzione f : I → 2N: f(r) `e la funzione φ: N → {0, 1} definita da φ(n) = an dove a0, a1, · · · sono le cifre di r nello sviluppo binario di r. La funzione f `e totale e iniettiva, quindi concludiamo che |I| ≤ |2N|. se x̸=0, se x = 0. 7. IL PARADISO DI CANTOR 9 Vogliamo ora definire una funzione g: 2N → I. Prendiamo φ ∈ 2N; la tentazione sarebbe di definire g(φ) come quel numero reale il cui sviluppo binario `e 0,φ(0) φ(1) φ(2) . . . ma questo non funziona, perch ́e, se per esempio la funzione φ `e la costante 1, il numero 0,111111 . . . `e 1 ∈/ I. Se anche escludessimo questa funzione, avremmo il problema del “periodo 1”. Dunque agiamo in un altro modo. Alla funzione φ associamo il numero reale il cui sviluppo binario `e g(φ) = 0,0 φ(0) 0 φ(1) 0 φ(2) ... cio`e intercaliamo uno zero fra ogni termine. E` chiaro che, se φ ̸= ψ, allora g(φ) ̸= g(ψ), dunque g `e iniettiva e totale. Teorema 12 (Cantor). |R| = |P (N)|. Dimostrazione. Abbiamo gi`a a disposizione le funzioni f: I → 2N e g: 2N → I, entrambe iniettive. In particolare, |I| ≤ |2N e |2N| ≤ |I|; per il teorema di Cantor-Schr ̈oder-Bernstein, |I| = |2N|. Sappiamo poi che |I| = |R| e che |2N| = |P(N)|. Dunque |R| = |I| = |2N| = |P(N)|, come voluto. Occorre commentare questo risultato. Per dimostrarlo abbiamo usato il teorema di Cantor-Schr ̈oder-Bernstein, quindi non abbiamo potuto scrivere esplicitamente una biietti- vit`a di R su P (N). Ma non `e questo il punto piu` importante. La conseguenza piu` rilevante del teorema `e che non `e possibile descrivere ogni numero reale, perch ́e, come vedremo in seguito, i numeri reali che possono essere espressi con una formula sono un insieme numerabile. 7. Il paradiso di Cantor Un’altra applicazione del teorema di Cantor porta alla costruzione del cosiddetto “paradi- so di Cantor”. Questa espressione vuole indicare l’esistenza di una successione di cardinalit`a infinite ciascuna strettamente maggiore della precedente. Allo scopo basta iterare il passaggio all’insieme dei sottinsiemi, per esempio a partire dall’insieme dei numeri naturali, per ottene- re una successione di insiemi la cui cardinalit`a, per il teorema di Cantor, continua a crescere strettamente: |N| < |P(N)| < |P(P(N))| < |P(P(P(N)))| < ··· < |P(...P(P(P(N))))...)| < ··· Si potrebbe ancora andare avanti; definiamo, per induzione, P0(X) = X, Pn+1(X) = P(Pn(X)). Allora possiamo considerare l’insieme Y1 = Pn(N), n∈N e si pu`o dimostrare che |Pn(N)| < |Y1|, per ogni n ∈ N. Dunque abbiamo trovato una cardinalit`a ancora maggiore di tutte quelle trovate in precedenza e il gioco pu`o continuare: consideriamo Y2 = Pn(Y1) n∈N e ancora |Pn(Y1)| < |Y2|. E cos`ı via, costruendo una gerarchia infinita di cardinalit`a sempre maggiori. Oltre a interrogarci sul prolungarsi della successione delle cardinalit`a infinite sempre mag- giori, `e del tutto naturale domandarsi se tra |N| e |P (N)| c’`e o no una cardinalit`a strettamente compresa tra le due. Piu` in generale, ci si pu`o chiedere se, dato un insieme infinito X, esiste un insieme Y tale che |X| < |Y | < |P(X)|. 10 INSIEMI INFINITI Cantor ipotizz`o che non ci siano insiemi Z tali che |N| < |Z| < |P(N)|, e questa ipotesi ha preso il nome di ipotesi del continuo. Non `e questo il luogo dove discutere questa questione, risolta brillantemente da P. J. Cohen nel 1963: l’ipotesi del continuo `e indecidibile rispetto agli assiomi della teoria degli insiemi, nel senso che `e altrettanto coerente prenderla come vera che prenderla come falsa. Non si tratta di argomenti semplici, tanto che per i suoi studi Cohen fu insignito della Fields Medal che, per i matematici, `e l’analogo del Premio Nobel. Esercizi Si ricordi che kN indica l’insieme dei numeri naturali multipli di k, N≥k l’insieme dei numeri naturali maggiori o uguali a k, e N>k l’insieme dei numeri naturali strettamente maggiori di k. Esercizio 1. Si dica, motivando la risposta, se gli insiemi 3N ∪ {2, 5} e 2N \ {10, 8} hanno la stessa cardinalit`a. Esercizio 2. Si costruisca una funzione biiettiva tra gli insiemi 4N ∪ { 32 , 7, √2} e N>9 . Esercizio 3. Si dimostri che per ogni insieme finito X, se f : X → X `e totale e iniettiva, allora `e biiettiva. Si dia un esempio di un insieme infinito in cui l’analoga propriet`a non sussiste. Esercizio 4. Si dimostri che per ogni insieme finito X, se f : X → X `e totale e suriettiva, allora `e biiettiva. Si dia un esempio di un insieme infinito in cui l’analoga propriet`a non sussiste. Esercizio 5. Si costruisca una funzione biiettiva tra gli insiemi Z ∪ { 32 , √3 2} e 3N. Esercizio 6. Si dica, motivando la risposta, se gli insiemi (5N \ {5, 15}) ∪ {√3, 25 } e 2N ∪ {11, 17} hanno la stessa cardinalit`a. Esercizio 7. Si dica, motivando la risposta, se gli insiemi N≥50 ∪ 5N e 3N ∩ 2N hanno la stessa cardinalit`a. Esercizio 8. Sia A un insieme numerabile e sia a ∈/ A. Si costruisca una biiezione tra gli insiemi A e A ∪ {a}. Esercizio 9. Sia A un insieme numerabile e sia a ∈ A. Si costruisca una biiezione tra gli insiemi A e A \ {a}. Esercizio 10. Sia Π l’insieme dei numeri reali irrazionali. L’insieme Π `e numerabile? Esercizio 11. L’insieme di tutte le funzioni da Q all’insieme {0, 1, 2, 3} `e numerabile? Esercizio 12. Sia P = {I | I ⊆ N e I `e un insieme finito} l’insieme delle parti finite di N. Qual `e la cardinalit`a di P ? Esercizio 13. Si dica, motivando la risposta, se l’insieme P(3N) `e numerabile.
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