(CA ui i) e iui Mia ba, VA dai ‘agi LS it Il EGR Ln i \ LA va Di = | Pome Rm Te ti n. i Li I e Aa Kt Hlirpogt] lb pi n 9 ha So Rif [a E Ji > a ILLE di pe LIS ia Giordano Bruno DRAMMA MILANO Tipografia Commercial n 1884 als dtt , TORIO EMANUELE , Carnevale 1881 -82. {Resta sapore * T'ERSONAGGI >> GIORBANO BRUNO —. . . Sig. G. SALASSA LORENZO (figlio naturale di GIORDANO BRUNO, «dot- tato:da).. ... ». > A.D'ANDRADE ROMANO DEI LOMBARDI «+. > F. MIGLIARA LEANDRO giovine patrizio. S.ra ANGIOLETTI LAURA figlia di ROMANO. >» A. Busi IL GRANDE INQUISITORE . Sig. SALVARANI — ROCCO LILLE DAMIANI ANDREA . Ni agN° UNGUARDIANO) che nonparlano —N. N. UN OsTE .. Ni Ni Giovani e Nobili Veneziani, Servi di Romano, Gondolieri, Seguaci di Bruno, Soldati, In- quisitori, Si Servi del S. Uffizio, Frati e Popolo. L'azione del 1.° e 2.° Atto è in Veni quella del:3.° e 4.° Atto in Re Anno 1600 ber a pieni Sofee bi; pece SUIT ZIA Fitto Primo PIAZZA IN'VENEZIA Un’Osteria e alcune seggiole. — In fondo un canale praticabile, che traversa la scena. — Sul canale un ponte, che mette in un viottolo, sull'angolo del quale sorge a destra, un magnifico Palazzo illumi— minato a festa, prospiciente sul Canale. —.Un in- gresso laterale, illuminato da faci fisse ai muri, con- ducedal viottolo nel Palazzo. La porta principale verso . il Canale è aperta; durante la scena seguente, visi ve- dono approdare gondole, dalle quali scendono persone ragguardevoli, che, ricevute dai servi, entrano nel Palazzo. — Sera. i SCENA TI, GIOVANI e NOBILI VENEZIANI, parte ‘in abiti fanta- stici con mezza maschera al volto, e parte in abiti comuni, vengono da sinistra, traversano il ponte, e dalla strada entrano nel Palazzo. LEANDRO, ROCCO ed altri Giovani vanno e vengono ferman- dosi sulla Piazza, cantando e ridendo, Poi LQ- RENZO e LAURA. Leandro (accompagnandosi colla ghitarra) A te, Venezia bella, adorata, A te, mia sposa, la serenata. HEVVPETIAIAMITEREZI LIA VITE RENTAL rara rr ovinantosinezineneisevazize vecio sinioneee IVTIPRErTA:Itr rara rirevenaatos aes szereris cva:i0e vice vi’ veve’ ’avurecovio sr 0uIvI vare ri [tti STA Hocco (Volgendosi all’osteria) Leandro, scuotiti! Le mura adori?... Vieni ove brillano Divini amori, Ove donzelle Cotanto belle Potrai mirar. Coro dei nobili Al convito n’andiam! alla festa! Leandro Prima di venir alla gran festa Distruggere io vo’ un'idea funesta! Oste, su via porgetemi Vino di Cipro; a questo petto ardente - - Occorre del più vecchio e più potente. Vivan le belle Danzanti; volano.... Gli occhi fiammeggiano Più che le stelle; Ne’ Joro vortici Mi ruban Vanima.... sui Crudo gioir! «__°—’—Più non mi muovo — Suolo dolcissimo, ir belt —r____——_———_——_—F—rrrrrr n -___ a-rt-rvreorosoeeriovoe nueva zeranen sonia mise eeerarmierereriiovnieteacivoteote0ie Nido mio nuovo! Muoio in tue braccia... Santo delir! | A te, Venezia bella, adorata, A te, mia sposa, la serenata, Coro AI Convito! n’andiam alla festa. (S'appressano in una gondola LAURA e LORENZO) Eaurna Sul mare immenso — più non impera Nè sulla terra — che la circonda... Venezia, è fango — la tua bandiera! Lutto e non feste! — Pianga e s’ asconda. Core (con alto di cu iosità) E un amante e la sua Della Che passeggiano alla luna; Laura sembra la sua stella, Ma egli fa poca fortuna. Seguiam tutti i vaghi amanti, E vediam, se pur n’ è dato, In fra i suoni, i balli e i canti Di trovar l’innamorato. È Lorenzo di Giordano, Che fuggì dal sacro tempio ; lì Lorenzo... il vil, l’insano Che ne porge un triste esempio. Lorenzo (con ira) . È rivolta a me l’offesa? L’alma freme, batte il core! - Già suonaron l’ultim’ ore; - E voi tutti io sfiderò. Laura E rivolta a te I’effesa; rato L’alma freme, batte il core!... Già suonaron l'ultim’ ore Io con te li sfiderò. (LORENZO furente si scaglia contro ROCCO, e gli toglie la spada. Gli altri NOBILI sguainano. le proprie e si schierano în fondo) SCENA II. Detti, ROMANO dei LOMBARDI entra frettoloso dalla casa di destra, seguito da servi con torce accese, Bomano Chi grida? Chi chiama? Qual chiasso villano? Non son cîttadini, ma plebe briaca ! Lorenzo, tu?... Il ferro in mano hai snudato?.... Parla! Che avvenne! Sei pazzo ?... Ti placa!... Laura (atterrita alla vista del padre) Che mai dirà Al Genitor?... pa Voce non ha, Non ha più cor. Lorenzo (con timore) Che mai dirò AI Genitor?... Voce non ho, Non ho più cor. Leandro (con circospezione) Il segno di croce facciamoci... e andiam via! Quel vecchio è uno sgherro dell’ Inquisizione. Partiamo, fuggiamo... La belva più ria, E un angelo a petto di questo demòne. Romane (ai Nobili) Non chiedo ragioni di vostra contesa, Fra tenebre nacque... in tenebre resti; E calmi la notte col sonno gli. ardori Di giovani folli, di stolti furori.... Partite! Or è cauto lontani restar. Coro di Nobili (infimoriti da Romano). Fuggiam dal feroce Vegliardo Romano : Col fiato ne ammorba Il truce, l’insano; ‘— 10 — nea Qui tutto è sospetto.... Amici, fuggìam. 1 NOBILI, it CORO, LEANDRO e LAURA sì riti- rano pel ponte ed entrano nel Palazzo. L’OSTE ha chiuso ed è scomparso durante la rissa, ROMANO fa un cenno ai Servi di allontanarsi. SCENA III. ROMANO e LORENZO Romano Vengo, tu il sai, da Roma; e il Santo Re e Pontefice armava il braccio mio. ‘Or sotto il ferreo terribil manto Della suprema Città di Dio L’ Inquisizione veneta sta; E a Roma solo ubbidirà. Dell’ eresia le vampe infeste Soffocherò —. tutte le teste D’ un colpo all’ idra io troncherò. Lorenzo Fu il Campanella scoperto e preso? Romano Libero ei 8° agita... Ma il gran sovrano De’ rei, che Italia e il mondo ha acceso Contro la Chiesa santa, è Giordano. Presso i suoi complici quì ascoso stà! Lorenzo Odio quel uomo tanto... tel giuro. Romano Non basta odiarlo: questo io non curo; Tu quì arrestarlo ora dovrai: (Musica da ballo neil’interno del Palazzo) In fra le maschere lo scoprirai, Ed il porrat — nelle mie man. Lorenzo Si chiede un atto di traditor?... Romano Queste ai novizi prove si dan. Lorenzo Tradir ricuso; son uom d’onor. Romano (con sdegno) A me tu, folle, devi?... RANA RARA pinete Lorenzo Obbedienza ! Homano Ed alia Chiesa! Trema... . Lorenzo (soffocando il furore) Obbedienza! Romano Dunque ?... Lorenzo (con sottomissione) Giordano io scoprirò! Eomano (ricomponendosi) Tuci giovanili e schictti Modi ti gioveran, se manca il senno Di età maggior, Tuo sguardo onestà; ispira, K assai tua voce ad ascoltarti attira. Per la grand’ opra non sarai solo, D’altri miei fidi 1’ aiuto avrai; Pronto a miei cenni sempre sarai, Uno per ‘tutti sia il mio voler. Lorenzo (con dolore) L’iniqua trama ahi mi colpisce! La terra, il cielo pur n’ hanno orror!... Vile è colui, ch’ altri tradisce, Nè v' ha pietade pel traditor. ERomano (imperioso) Come voglio, sia fatto. Or d’ altro; è m'’ odi. Dal dì che ardenti e improvidi Sguardi su Laura hai posti, Travolto dalla subita Cicca passion tu fosti; N | Una rea febbre 1° agita Tutte le membra o siolto, E vedo nel tuo volto Il fuoco del delir. Bada! io ti scruto, o giovine, E leggo il tuo desire; Guai se tal fiamma ignobile Io non vedrò svanire. Tu sogni; ma chi vigila l'e per tuo ben consiglia; Dimentica mia figlia, O trema del tuo ardir. (parte da sinistra mentre sì volge ancora con fiero sguardo su LORENZO). Lorenzo (con dolore): SO Solo alfin... solo quì sono... Piangere, impallidir, tremar t’è dato sa Povero cor! Ma dannate in eterno ei Son mie lacrime in lor foco d'inferno. Ci i . . 0 cielo, perchè l’aere Fa A ._ ©. Spargi de’ tuoi profumi? CRT a O terra perchè il giubilo. SA Delle tue stelle assumi? © nare: A me negata è l'estasi. da D’ ogni dolcezza umana, No: ae d'ogni gioia lè vana (ale EZIO Larva, che fugge ognor; TERIOS L’ amor che è riso d’ angioli, 0; Di Nel povero mio cor. i Strazio divien di dèmone, WA Delirio agitator. pr | Amar non posso... 0° AARON] eta P, ‘L'odio mi restag» SS CE ao ag Son stretto a questa to; LR 1 sur aRatalità. EI _: Vò di te vincere. | Con santo zelo, .. Servir vo’ il Cielo... E questa l’ ultima . «Mia volontà. . (parte con fretta per il ponte). ‘ Cala la Vela. arnie, Affo Secondo onere ge oi SALA NEL PALAZZO LOREDANO Una splendida sala da Ballo nel Palazzo di Lore- dano a Venezia, con colonnato per modo che si possa figurare l’accesso in altre sale. Illuminazione splen- didissima. SCENA L Coro degl’Invitati ($ acc incanto dell’ebbre sale! Che ballo immenso! Sarà immortale. Quest’ è la reggia della letizia; Il, paradiso. d’ ogni. delizia. Deh! non fuggire, tempo; t’ arresta; Bearsi al lungo delir giocondo Della fatata splendida festa Tutto in. Venezia vorrebbe il mondo. {Gl’invitati s'allontanano in varie parti) SCENA ILL GIORDANO entra con cautela e colla maschera in mano, poi gli amici. drrezadzanzecezanconca n ionici oc. c0100 dna enricicondiizeotentoro neo dan'ontooarcrroniòolo /Tasossignorcecanzaraanee Giordano Quì ognun danza e delira Spensierato e demente. E niun ragiona, E senno e cuore ha niuno. x tutto quì è in periglio, ove il Leone Alato di San Marco Prostrato dalla Santa Inquisizione Ai piè, scordò il ruggito Di cui tremò per secoli ogni lito (volgendosi in fondo) Ecco gli amici: ma assai lenti e scarsi. Alcuni dei Primi Luce! Giordano Giustizia a tutti! E Primi E verità! Alcuni dei Secondi [venendo oltre) Luce ! Giordano Giustizia a tutti E Secondi E libertà! Giordano Grazie diletti ! Sian pochi i detti; Molta l’opra. A ingannar V'astuta Corio Dei biechi Inquisitori Ho scelto queste sale Di Loredano. È pronto ognuno ? Coro Ognuno! Giordano L’ ardir pari del vero alla grandezza? Ed uniti? Coro Siam tuoi, Giordano Bruno! Giordano e Coro Nel popol vero s’ incominci 1’ opra: S° illumini! Bugiarda è la parola Di Roma e il suo Re, che Dio si noma, Sull’ alma i Papi vogliono l’ impero Per posseder la terra; E coi libri e col braccio tt Viva facciasi ovunque eterna guerra Allo spirito, al verbo, a ogni menzogna, Con che farci suoi schiavi Roma agogna SCENA III. DETTI e LAURA che entra anelante dalla sinistra colla maschera in mano. | Enura Signor, fuggite! Giordano Io? no! non fuggo. Coro (insospettito) Fuggiamo.... È pazzo! (fuggono da va»ie aio Giordano (con ira) Vili! Tu hai fede? (a Laura) ERaunna (sempre ancelante) Gran Dio! In queste sale Circondavi un estremo ‘ Periglio. Per voi tremo... Fuggite per pietà. IIIEEZZZERETETTEZIEXIZZELUPPEE PE CETO CE TI CE CES CECI ICI IA CIT ALIZICI AZIO LETO EI Va besasnza rea dI gra rirvarai tion Giordano (simulando) Fuggir?... Da chi fuggire? Laura Da tutti! I delatori, Cui fia virtù tradire, Vi cercano là fuori... Son mille a me ben noti, Fierissimi e devoti Al sacro Tribunal. Giordano (sorpreso) Mi conoscete? Eguana A Padova Vi scorsi il«dì che ardito Nel fiume vi gettaste, E un fanciullin tornaste Vivo al materno sen. L’ Inquisizion seguiavi Co’ mille sgherri suoi Per arrestarvi; e voi Tra il popolo festante Poteste in un istante Securo allor fuggir. Giordano (simulando la calma) Bruno era quegli, che allor miraste! Io non lo sono!... Mal giudicaste, . — 20— i Laura (sorpresa) Credetti... ho divinato! © ; Voi siete il gran filosofo. Giordano Oh certo s’ è ingannato Il vostro giovin cor. Laura Perdonate se un lembo alzo del velo, Che a me vasconde... (solleva: dl velo) Io v' ho scoperto!... siete... Celarvi non potete... Giordano E chi son io? Laura Giordano Bruno, cittadin di Nola! SCENA IV. (Durante quest’ultimo colloquio, LORENZO entra da destra, LEANDRO da sinistra; si fermano in - fondo, e, non veduti funno alto di attenzione). “erimmiberarisisaorizeoeee — Mi — nisi bro aravrariszazazezea ripa paio : Lorenza ngi Ho. in mani, alfin 1, dai i ‘Ch’ ha Italia avvelenato; ‘Salvo da Ini mille: anime! a Il mondo mi sia. EH 9 Leandro (4. LormNZO | con simulata ironia) % TAL il salverài, mia “tnamo, | 79) È quegli'il gran? ; Filosofo) di Il celebre Giordanb. VESTA Dal Tribunal del Dèmoni Ù 401 1 PR. E O ARNO E ‘J RARE. | Baura (| ‘801 ‘presa vi ala PISAE) | dia 39 DS IDE Lorenzo! dui GicoL.. (a o pi di te-che mai sarà? F a iI Gietiala (con dolore) Fui tradito !..-Oh cerudoltà So IV I Santo phrto) Tana ‘in Cactpnse deg Di palpiti, di ladina , Tempo,non è, mio cuore; .: . ‘ Salvarlo, fat Miracoli. DERE eo -0t devo ame l'amore. OL DI Giordano © La luce tua mi sfolgora, Fanciulla, nel pensiero; Se il mio profeta! Libero Trionferà il mio vero. (poi fissando LORENZO) Quel volto! V° è 1’ immagine Impressa di Teresa... Misto è quel volto... e annunziami La gioia ed il dolor! (Prendendo per mano LORENZO) Giovane, dimmi: sei tu di Roma? La tua favella mel dice... Parla! Dimmi: tua madre come sì noma? Teresa forse? Lorenzo Teresa?... Sì! SCENA V. (In fondo appare ROMANO con SERVI e SOLDATI poi vengono gl’Invitati). Giordano L’ inquisizione! Oh quale orror! (a Lorenzo) E tu con essa? Ah traditor! o Io a te la vita diedi... e la morte - Tu, iniquo, appresti al Genitor!... A te l’ inferno schiuda le porte... Sii maledetto, vil delator. fekresrey=neoan0enencastecpregsoneeaossog@zor—rorerovrseereeeericrone cer csvpirtetronertpariosonnen contiene nanenene Lorenzo Tu... padre mio? Che mai feci io!... Padre, perdonami _Se pur ancora ‘ Merto pietà. SCENA VI. GU INVITATI che riappariscono da destra e sinistra e detti. GI Envitati e Leandro La festa è orrenda! Fuggiamo tutti; Qual tradimenti! > > Keco distrutti --- Degl’ innocenti Gli almi piacer. - HEomano Grazie, o Ciel! Nelle mie mani Or Giordane io vedo tratto! Roma esulti...! Il suo desìo Finalmente è soddisfatto. Lerenzo Orrenda infamia! Tu il. padre mio?... Ah me infelice! Che mai fec? io! Padre, perdonami... O Ciel, pietà! 2 ERA EeIOrtitiezast:nuvo cene cen vinariesazyaza cc uPONPPA PESSANO MT RI Laura (a GIORDANO) Delle amarezze il calice Berrò con te, Giordano; Già in seno il duolo squarciami Il core a brano a brano; Peno per te, pel figlio Mio primo e solo amor. Leandro Oh come ovunque penetra La santa Inquisizione ! Come sarà terribile La sua imputazione ! In lui perdiamo un figlio, Che della patria è onor. Giordano (4 LAURA) Ah no! Laura, non piangere... Giordano ha l’alma forte ! Pel Vero è pronto a vincere Il duolo pur di morte! Dio deh! ritorna il figlio A Laura e al Genitor, Lorenzo Sento nel seno piovermi D'un aspro duol le stille!... Il padre... oh! il padre scorgere ab 0); Temon le mie pupille! Com'è infelice un figlio Ribelle al genitor ! Romano Entro mi serpe un fremito, Che mi sconvolge il core, Veggendo quest’ eretico Di scismi banditore, Che, della Chiesa*figlio, Divenne traditor! Leandro Tu piangi?... Incauto, a Lui {affida Pel suo perdono; ma l’alma infida Nel suo rimorso gran pena avrà. Coro (a LORENZO) Che piangi?... Ognuno vile ti grida; Se’ un traditor; se’ un parricida! Nè Dio, nè il mondo n’avran pietà. (I SOLDATI circondano GIORDANO e cala la tela/. IITTTTAAEIAIII RA CORTI Affo Cerzo IN ROMA Sala nel palazzo dell’Inquisizione. — In fondo, nel mezzo della parete una cortina nera che chiudela scena, — A sinistra una finestra aperta con ferriata. In fondo un tavolo coperto con un tappeto nero, a cui siedono il grande INQUISITORE e DUE SCRIVANI; ai lati siedono gl’INQUISITORI, e, di fronte, GIORDANO, R0- MANO e LORENZO, — Porte a destra e a sinistra. SCENA I. Romano {> iordano! Voi siete’ D’innanzi ai vostri giudici, al supremo Tribunal della terra! E qui dovete, Smésso l’antico stile, Risponder vero, obbediente, umile. “cà ra G. Inquisitore Vostro nome è Giordan Bruno? Giordano Di Nola. mrantsiorizea nano (199 AMDI ATTI ANI ANAZANAZA NZ RATTI TIT IATA TERI ri prenpanianananananarenaenzana G. Inquisitore Vi conosciamo! Voi correste in terre D’eretici; lè in Praga, in Francoforte. ‘ E predicaste spesso agl’ infedeli La santissima Chiesa dileggiando Di Roma, tutti i novator germani Esaltando. D’ Iddio 1’ essenza in false Forme sponeste; come v’ inspirava Mal talento. D’ Iddio la legge in pubblici E in segreti convegni commentaste; Le coscienze fùr guaste. Giordano Mentite! Solo io dissi agli uomini Il mondo ha una visiera Di antiche, immense tenebre ; Cerchi la luce vera. Dio vuol che l’uomo spinga L’acuta sua pupilla Fin dove in cielo brilla L’eterno suo splendor. Coro d’Inquisitori D’ anime felle Empia utopia! Il tuo, ribelle, Un Dio non è. Non ha che larve - Tua fantasia; .0 & gi ver disparve ; “Se in eresia ft fo i AI fuoco, ‘al fuoco: © Sia condannato! 1 “REP carcer. poco, s ra ! tal OmpIO, egli de (Si apre la cortina’ dalla’ quale ‘escono pina DTA io GRANDE INQUISITORE, quindi ROMANO, poi gli SCRIVANI, ‘gi ISQUISITORI, ed sea pIoR-SSf DANÒ accompagnato, dalle GUARDIE. : Gala la cortina e solo LORENZO rimane în ‘scend), SCENA DÒ dt e Laura 01,3 (LAURA entra dalla' sinisird e presi itasi) di LORENZO | in atto supplichevole). SÉ Roe dia eor ATI v Rat Laura! moi (HI dÉ tia Koi i È & Loréiizo i «105 si vo MREPSRI RATA GIL Lorenzo Di ea DO Ur PA Ale 2 i sd Met: la "I Che vuoi tut ot Raid) fai I nSetdi o SERRA 2 Senti la ToRe.e. un uomo Rico tu soi. “ rE: Lorenzo Tinura! Da me che brami? Sento straziarmi il cuore... Laura Ah! tu il padre salvar déi, Se una belva ancor non sei. Lorenzo Tact Laura! Il ver dicesti È mio padre! Io lo sentìa Quando'.il labbro suo: terribile. Me colpevole maledia. È mio padre! Ancor lo sento AI perenne! e fier tormento.‘ ©’ Che m’ opprime e strazia il cor. Laura | Pietà del misero. Tuo genitor. Lorenzo L’accento tuo terribile E un dardo al traditor. ebic Laura Lorenzo. it i #1) Ma shananorazi scenza sanacenencacaee cena sane oeanconeesccnionaacea—ea—e@ce0cui0reò’npsQa”ncceinci’’’ ne Agp ipmpasrssssso— Lorenzo Nol posso! Laura Va da me lungi, o perfido, Se nieghi al genitor Salvar la vita. E sorga il dì terribile Che ognuno, o traditor, Ti nieghi aita. Lorenzo Taci!.... e che far poss’ io? Laura Aiutarmi a salvarlo; tu lo puoi! ‘Ei fugga da quell’ orrida Fossa in serena terra, Ove su lui degli uomini Taccia sì cruda guerra. Ove un demén carnefice Non trovi nell’ amico, Nel figlio, un traditor; Ove il sovran suo spirito Onnipotente e pio Possa inalzarsi libero Di tutti al Padre, a Dio; E riabbracciar qui un figlio, Che traviò pentito, Stringendolo al suo cor. . pra, im masasenananasasesc’poossoncostor09posporooscoesaesose® Lorenzo Quell’ardire, che in volto a te brilla, La speranza, la fede m' ispira: E una sacra, divina favilla Della fiamma, che tarde nel cor. Raura e Lorenzo (assieme) Con te nutro la credula speme, Che a giustizia il trionfo sorrida; Siamo uniti per vincere insieme Od insieme da forti morir. (partono). Muta la scena. — Carcere di GIORDANO con porte in fondo: dentro vedesi un giaciglio di pietra, una seg- giola ed un tavolo su cuì arde una lampada. — A sinistra una scala da cui si accede agli Uftizii del- l’ Inquisizione. SCENA III. Giordane (seduto sul giaciglio) «Ecco, o Roma, l’eretico In questo tetro carcere rinchiuso !.... Del sangue suo dissetinsi I tuoi Inquisitori Ebbri di gioia in lor ciechi furori! (Gleaso Sul rabido rogo dall’empio innalzato La fiamma divampa sanguigna e stridente, Ma in mezzo all'incendio securà possente Del martire invitto la voce s’ udrà. Il rogo non strugge — la libera idea; Ma, eterna fenice — risorge o sfavilla; Del vasto creato — nel verbo s'inslilla Te dense tenebre — del mondo a fugar. In mano ai carnefici — chi, miser, mi trasse, Tu fosti, mio figlio; — tu sli maledetto ' 9 Ma no maledirti, + ma no, nol poss’io: La morte è un trionfo — per me, figlio mio! SCENA IV. LORENZO apre con furia la porta del fondo che mette nel carcere; indi entra anche LAURA. Entrambi «$0NO Raealii in domino nero come i servi del- V’ Inquisizione. Lorenzo (di piedi di GIORDANO) Padre mio! Tuo figlio... Giordano Non sogno! Lorenzo Si, son io, ch’ hai maledetto ; Ma figlio tuo! Ripeti un altra volta La tua maledizione i Coll’ accento d’ un padre, ed al mio cuore Più cara suonerà di quel che fora Del sacerdote la benedizione ; Ah! lasciami morir a pieid tuoi. TIrCItIVISIÀ poorrcensersantisaazuztt=veSnII=TIERERA TATE conuaca riv ertaziori (apusa ra rara zar sara ra bist enaneronesane ‘Giordano Felice è un tal momento! A me t’ adusse Iddio; Ora tu sei redento! M’ abbraccia, o figlio mio. Lorenzo Padro' i] mio cuore un balsamo Nella tua voce trova! Col tuo perdon risorgere Mi sembra a vita nuova. Laura Redento il figlio, accoglierlo Ben può il paterno core; Quale inattesa grazia !.., Disparve ogni terrore. Mutti (inginocchiandosi) Gran Dio, che fra le angoscie Apri a quest’ alma il riso, E mesci ai loro spasimi In terra un paradiso. A te, che i santi vincoli Riannodi di natura, Salga da queste mura L’ inno de’ nostri cor. Giordano (STO ER Dal fondo del cor mio 2/0 SARA Grazie a te sien, gran Dio! a Pi E | SCENA V. re k » à, s ER wr: DETTI, e ROMANO, che presentasi in cima della >° dente. Fissa collo sguardo LORENZO, indi scende rapidamente. Lo seguono il GUARDIANO Retles va x carceri e i SERVI del S. UHEIZIO: - da si ‘Romano < È Come tu qui?... La figlia ancor Di vedo, ea Oh mio furore ' eco 3 F : x Laura e Lorenzo 00 o O qual terror! > ua | » Romano È ‘ Giiordano.. - Questa ou fatale a me una figlia nn dio Spa ma a te la vita. (LEANDRO, il GUARDIANO delle carceri ei SERVI. del S. UFFIZIO mascherati ed armati si ap- d pressano). Lg i VEL 7 Pi AE Li unisoseorevrespropeosovo ” Romano (a GIORDANO) Trencar ti voglio, qual vile stelo ; Delle tue carni la terra e il Cielo Io colle fiamme consolerò. Lorenzo Ed io fidato m’ ero a tal jena ? Tutto l’inferno qui si scatena, E cielo e terra han di te orror. Laura e Leandro Sublime martire! La tua gran vita Tronca in un lampo tra l’infinita Gioia... Qual strazio sento nel cor! Giordano Del mio carnefice sul volto scritto Sta col livore il suo delitto; Solo dal Cielo giustizia avrò. Romano (a° Soldati) Innanzi al Tribunal condotto sia. Coro (Servi e Soldati) S'innalza un turbine Di guai novelli. Su de’ fratelli — Tratti in error. E l’empio eretico < «N° è lavcagionez 9:13 <L Maledizione Sul corruttor! Al rogo ignifico ‘ Condotto Sia. © Chi l’eresia Tra noi portò. . Legge inviolabile Il turbolento A tal tormento Già condannò. RIC FROCIO RA ATONTAITA Atto Quarto Gran sala nel Palazzo dell’Inquisizione in Roma... —. Nel fondo una Galleria apertà sostenuta da colonne, fra ile quali: si, aprono grandi fin:stre che lasciano tra- vedere le cupole e i colli di Roma. — Porta: a de- stra e a sinistra. — Nelmazzo un tavolo con quattro candelabri. — Siedono al tavolo il grande INQUI- SITORE, ROMANO e ) UE SCRIVANI. — DUE SERVI «ai. lati, quindi gl’ INQUISITORI, i SCENA I. Coro d'Inquisitori || |) eo nembo dall’aere piove Lupa ' Di Giordano su:l’empia cervice! "Non v'ha niun che l’appelli infelice, Non v'ha cor che si muova a pietà. Pronto è il rogo, la fiamma divampa... E pur essa la vittima è pronta ! AI gran Nome Cristiano quest’onta. Or. dal fuoco purgata sarà. } SCENA II, Giordano (appressandosi). O sommo Inquisitor! Giunta è l'estrema Ora, che me a gran prova... al rogo.... appella! G. Inquisitore (alle guardie) Fuor della porta vigilate ! (le guardie e i servi partono) O Bruno Di Nola! Quest’ è 1’ ora che vi chiama Alla prova del fuoco.... a morte.... 0 a vita Lieta d'ogni uom nel mondo! E a voi concesso Ciò e’ ha nessuno fu giammai; la scelta Fra la vita e la morte! Scegliete. E in, vostre man la vostra sorte! Giordano (Mi tentan!) Che si vuol da ms? Parlate. G. Inquisitore Qui in faccia a tutti, dichiararvi figlio Della Romana Chiesa ora e in eterno E vi doniam la vita; rimarrete Prigion; ma al figlio libertà darete! Giordano (Dèmone tentator!) Nol vò.... nol posso! G. Inquisitore (qa RomaANO)] Perduto! Udiste ?... La sentenza è data! (Parte coi servi, Le guardie circondano GIORDANO e partono). i SCENA II. Romano (in preda a soffocato sdegno). Cieco sirumento io sono all’empie voglie Di costoro! Ubbidir sempre... e frattanto Spezzare di mia figlia il vergin core, Serbando la mia vita al lutto e al pianto! O Laura, tu l’adori D’averno il rio Filosofo, Che con l'accento magico Tuo cuor conquise già. Or ei morrà sul rogo!... Ma temo per mia figlia... Dal duol trafitta, all’empio Vicina ella cadrà!... Senza la figlia, il padre Più viver non potrà. To l’adoro! In lei Tiposi Ogni speme ed ogni alta; La mia luce, la mia vita Con la sua si spegnerà. Volgi, o Dio su me, su lei Un tuo sguardo protettor, E la figlia, che perdei Deh! ridona al genitor. (ROMANO parte da sinistra e nell'uscire si. moontra con LAURA). CA SCENA IV. Laura (apprdssandosi ‘a ROMANO) Ah! padre caro, mi benedici! Quel divin spirto, che t’empie il core, Io pur lo sento! Odio i nemici Di quel gran ùomo;-che' giùsto muore... Ma tu, che. il puoi, deh! tu lo salva;; Se Do, «con Lui io morirò. : (Romano La rea fiamma, che in cor ti VE Per chi scuote de’ Papi l’impero, Sulla fronte il delitto’ ti Stampa Che tu svolgi nel cupo pensiero... “Salvo tu vuoi Giordano ? Iniqua ! Nol sperar... tu Il chiedi > invano. i (parte) Laura (con disperazione) Più di salvarlo non v' ha speranza! L’ ala nel tempo batte spietata! . - Ah! la fatale ora 8° avanza. i Con te Giordano io morirò. ( prende il veleno) A morte infame traggono. ; L’ apostolo del vero; Ma dal suo rogo. pallida; | La fiamma sorgerà. Che sovra. il cieco popolo... La luce porterà; COLERE Nè più potrassi spegnere Quel fuoco che foriero Sarà di libertà. | Coro frecta judicate filù hominum Laura Quai voci ascolto! Lugubre E questo il canto estremo, Ch’ ora al supplizio adduce- L’ apostolo del Ver. Coro Recta judicate fili hominum Laura Con te Giordano! Morir voglio! Al gaudio tuo volar desio. SCENA Ve {LORENZO e LEANDRO col corteo funebre s’inol- trano nella scena. GIORDANO Tifo, le guardie si fa avanti nel mezzo). Giordano Gran Dio! la vittima. Tu vedi pronta Il rogo a scendere \a 1 1 Per la tua, fe; CERRI TERA ee L'ira de’ perfidi, Ovunque. conta, Oggi terribile Piombò su di me. Coro Etenim in corde iniquilates operamini; Injustitias manus vestrae concinnant. Lorenzo Si squarcino le tenebre Or dell’uman pensiero, E torni vivo a splendere Il sol di verità, Che strugga alla tirannide L’ atroce maestà, E’ incenerisca i fulmini Del mistico nocchiero Nella futura età.. Giordano e Leandro Da’ rei carnefici Il rogo ardente Pel nuovo martire E posto là; Ma la giustizia Di Dio clemente Le braccia schiudere A Lui vorrà. | (GIORDANO circondato ddlle guardie parte col corteo.) Leandro, Cero (partendo) In terra injustitias manus. vestrae concinnant. SCENA VI. (LORENZO s’appressa a LAURA, che si troverd, vicina. a ROMANO), i Lorenzo (con disperazione) O Padre, addio. Per me l’estrema Ora fatale suonata è già? Guarda tuo figlio, che più non trema Nel vendicare la verità. A me di Laura l’amor fu tolto : Perchè un mistero buio sognai... Ah! padre, credilo, tutto: ignorai; Solo or la luce scorgo del Ver. ER omamno Lorenzo! Lorenzo [trattosi dall’ abito uu pugnale, si ferisce) Laura! Laura (riavendosi avvicinasi a LORENZO) Al gaudio Ei vola. Romane (sorreggendo LORENZO) Serbate a quanti spasimi E il povero mio cor? o aaravai -ercerecote e ————merie—i ve oraconcorsoee «n - peacee -LilsSTFri= pone rete na dor e. Lorenzo È tardi, o padre, il piangere... . Anche Lorenzo... muor! (gli cadde ai piedi). Romano. /Odesi “una campana a lenti rintocchi; avvicinandosi a LAURA e sorreggendola/ Orribil pena mi strazia il core... Un disumano fui genitore...! Non v’ha infelice al par di me! Laura (presso LORENZO) Lieta è quest’ ora... della mia vita... Bel paradiso la via... m’ addita Giordano.... Io volo... In ciel... con tel (Da una finestra vedonsi le fiamme del rogo, ed un urlo di popolo annunzia la fine dello spettacolo. Cala la tela], op de nia - oe vr 2A SN DI LESANIA AL TR I RRIA Ji ) _ DE sa NI Ao AME Ta0 “Si 1 iL VPI, | ati Lion "Ul ci Li TR PSR = Hi (i dI - Un pi Hi 3 i si f VI % Y, ILA } 4 ” ; A Yy 4 Pi f f lo L É } 1} Ì ; A A
Monday, April 11, 2022
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