CONDOTTA POLITICO-MILITARE ESPRESSA DAI FATTI UNIVERSALMENTE NOTI, I QUALI CELEBRANO COTANTO LA SINGOLARITÀ* DI NAPOLEONE BONAPARTE. Paralello degli uomini ipiù celebrati dalla Storia dei Secoli. ]N"on è del mio proposito il qui premet- tere alle azioni di NAPOLEONE le cau- se che rivoluzionarono la Francia, e i fatti che a danno proprio, o di altrui operarono i Francesi, poiché questi sono noti a tutti, o se qualcuno' vi è, che non li sappia, da quelli stessi, che io dirò, operati da Lui, meglio si rileverà la gran- dezza degli altri distinguendosi troppo bene riunite in un solo quelle grandi ia qualità, con le quali si va a riordinare, e regolare in pace il cittadino, come in guerra a vincere e superare l'inimico. Nè vi voleva di meno: conobbe BONA- PARTE opportunamente, che non si ha la pace, se non si fa la guerra, che non può tornare all'ordine il Francese, se non è vittorioso, subito che la gloria di aver vinto altrui richiama, per goder dei frut- to, al dovere di vincere se stesso se non si dipende? Col dipendere dagl'ordini di BONAPARTE nel campo di battaglia, si volò dal Francese alla vittoria: che me- raviglia, se all'un fatto autorevole per- ciò riesci agevole inculcare con altri i doveri di giustizia, nell'osservanza de' quali, rimesso l'ordine pubblico, si passò ad unire a quelli di conquista i frutti preziosi della pace. Troppo è singolare NAPOLEONE BONAPARTE nella storia dei secoli. Quegli uomini che arrichirono di beni, che fornirono di gloria la Patria, ed i re- gni, di cui erano signori, di cui erano Digitized i5 cittadini, con le loro imprese in guerra, con i loro consigli in pace, daranno a me tutto quel meglio che ciascuno di essi possedeva parzialmente, per provarlo riunito in BONAPARTE a riordinare la Francia, a pacificare V Europa. Non si vuol qui osservare l'ordine dei fatti, nei quali BONAPARTE si mostrò da prima grande Capitano, ma presa sib- bene l'epoca del Consolato tanto glorioso per Lui, e dove Egli si mostrò grande politico, si faranno servire i fatti nell 9 uno, e nell'altro stato operati all'espres- sione di quella condotta, la quale prati- cata da Lui solo, celebra veracemente la sua Singolarità. Dirò pertanto, con tutto che io non ignori, che Giulio Cesare fu l'uomo in Roma, il quale più d'ogni altr'uomo del- le storie antiche può dare a me una qualche simigliala di NAPOLEONE in Francia, pure i fatti che me lo descrivo- no per grande, non sono quegli stessi che ora mi dimostrano grandissimo BONA- PARTE. "4 11 ritorno di Giulio Cesare dal Gover- no della Spagna non è simile a quello di BONAPARTE dopo V occupazione dell' Egitto; Cesare trovò la Repubblica Ro- mana divisa in due fazioni, una di Gneo Pompeo, e l'altra di Marco Crasso. BO- NAPARTE trova la Repubblica Francese non divisa in fazioni, ma in tanto disor- dine e confusione, che più non è divisi- bile, poiché l'eccesso dell'anarchia pro- duce la serie indefinita delle divisioni sempre rinascenti e rovinose; pure non altri vi fu, se non che Egli, tanto poten- te, che la divise per trarla dalla sua con- fusione. Giulio Cesare vien pregato da ognu- no dei due rivali a farsi del suo partito, e Cesare si fa mediatore di pace. BONAPARTE non pregato va da se a rimproverare d'ingiustizia, e di oppres- sione i Governanti, e a nome del Popolo Francese ingiustamente oppresso intima la loro destituzione. Digitized by Google iS Giulio Cesare si fa pacificatore di chi voleva la pace. BONAPARTE assicura la pace a fron- te di coloro che volevan la guerra. Giulio Cesare dee vincere con la per- suasione due nemici, che erano nel se- no della Patria a promovere con la di- visione l'interna discordia. BONAPARTE dee vincere con la for- za i nemici esterni della Francia, e dee persuadere la Francia in disordine della necessità di un nuovo ordine di cose per felicitarla. Giulio Cesare accetta l' incarico di mediatore non per servire, ma per regna- re; perchè coll'esser così fra Crasso e Pompeo, ambidue li vedeva dipendenti da Lui; regna chi non dipende, non di- pende chi giudica, e quello che giudica si fa arbitro dei due nemici: non voleva Cesare con la sua dipendenza rendere più forte uno dei rivali, ma voleva col pretesto della sua mediazione indeboli- re ambidue. Trattò la pace non per unir- i6 li fra di loro, ma per unirli a se, non per- chè fossero amici, ma perchè fossero di- sarmati. BONAPARTE instruito dei disordi- ni della Francia e delle sue perdite, con eroica risoluzione veste il carattere di guerriero, di 'pacificatore; si mostrò così al Consiglio dei Cinquecento, dove era maggiore l'autorità, e dove erano tanti che volevano governare; non si ritiene da dirli indegni di quest'ufficio, quando per due anni avevano così male governa- ta la Francia. Il rimprovero di un simile delitto, la fermezza di chi rimprovera, ed il coraggio, avvilì e disperse i delin- . quenti, (molto più di Trasibulo che cac- ciò d'Atene i trenta suoi tiranni): si rimi* se allora BONAPARTE al voto del Popò* lo Francese, che lo acclamò Liberatore; ed assicurato di lealtà, annunziò il Con- solato, e la sua Costituzione. Fatta la pace fra Pompeo, e Crasso per opera di Cesare, tutti due concorse- ro a farlo Console, e in tutto il tempo Digitized by Google n Consolato il di Lui Collega non compar- ve mai a palazzo. Si vide BONAPARTE Primo Conso- le, e gli altri due furono sempre con Lui nel Consolato. Se fu solo Cesare a comandare fu con usurpazione. Se ha BONAPARTE nel comando la primazia, glie la concede la costituzione: Cesare non soffriva che gli applausi di buon governo fossero attribuiti ad al- cun altro che a Lui: per tal modo andava avvezzando Roma al governo di un solo, e disponeva gli animi ad approvare nel Consolato la Monarchia. BONAPARTE sebbene il primo nel Consolato, ed il maggiore nella autorità; è però sempre insieme con gli altri a go- vernare; non sprezza l'opera altrui, non sfugge l'altrui consiglio, e vuole che tut- ti abbiano parte al merito della sua bon- tà, della sua aggiustatezza; non vuol cam- biar governo nei momenti che tanto si opera per stabilirlo; tutto quello che si i8 fa, si fa per conoscere, 3e il Francese può essere buon repubblicano: il grido della libertà democratica non è un voto vale- vole per la esclusione della monarchia; quantunque siansi veduti i Francesi ele- trizzati andare incontro alla morte per vendicare la libertà; si deve dar ciò alla forza di quel barbaro terrore difuso per avvilimento universale con la op- pressione dell'innocente; sostenuto con la franchigia ed esaltazione del malva- gio per accrescere il numero dei terrori- sti; non già ad un maturo consiglio, ad una risoluzione giudiziosa, unanime, uni- versale, che però il procedere di BONA- PARTE fu assai prudente per richiamare all'ordine i Francesi in rivoluzione, e metterli veracemente in libertà, col co- stituire la forma di un buon governo. Cesare ha finito il Consolato. BONAPARTE viene dichiarato a Vita Primo Console. Cesare dopo il Consolato si elesse il Governo delle Gallie dove andò con E- Digitized '9 sercito, e fece guerra a molte nazioni. Vide pesare che le fazioni lo potevano fare il primo della Repubblica, ma non bastavano a farlo padrone, per cui era necessario un esercito: come armarsi però senza scoprire il suo disegno? Ecco l'arte di Cesare; si armò per servizio della Re- pubblica, la servì valorosamente per po- terla signoreggiare, la esaltò per poterla opprimere: nel regnare l'arte del segreto non è tacere, ma consiste in rivelare una intenzione verisimile che nasconda la vera, ma che non sia la principale: la più fina simulazione del mondo consiste nel sapersi ben servire della verità. BONAPARTE fu fatto Primo Console non dalle fazioni, ma dal voto libero di una gran nazione: i meriti della guerra, e quelli maggiori della pace precedettero la sua perpetuità nel Consolato; non ser- vì alla Francia per signoreggiarla, non la esaltò per opprimerla, quando con averla levata da suoi disordini, e fatta amica di tutte le nazioni 5 non cercò di escludere i 20 tanti dall'onore di questa grand'opera, i quali ora sono con Lui nel governo vi- gilantissimi per conservarla. Per dare però una maggior rilevanza al paragone di BONAPARTE con Giulio Cesare, mi farò a tracciar questi nè suoi principj per condurmi così a provar me- glio la singolarità dell'altro; e giusta la diversità di tante sue virtuose azioni, mi farò pure a dir di quelli, i quali nei bei secoli della Grecia, e di Roma onorarono la loro patria, perchè i più valorosi nell' arte della guerra, i più sapienti nel go- verno dei popoli tra coloro tutti, che il precedettero, scorrendo la vita de' me- desimi, dimostrerò, senza osservare l'or- dine dei tempi, giacché non è ciò del mio soggetto, riunite in BONAPARTE le grandi virtù di tutti quelli celebratis- simi nella storia delle nazioni. CeSare nella sua più fresca età passò la prima volta a militare sotto Marco Minucio GermOj allora Pretore in Asia., e mandato in Bitinia all'assedio di Miti- Digitized by Google 21 iene, la sola città che ricusava sottomet- tersi ai Romani, si distinse tanto nella sua presa, che meritò diverse corone ci- viche, le quali davansi a chi aveva sal- vata la vita ad alcun cittadino romano. BONAPARTE che nel principio della Rivoluzione Francese trovavasi in Parigi tutto intento a coltivare i grandi suoi ta- lenti nella scuola militare, e nella vera filosofia, fu mandato all'assedio di Tolo- ne Ufficiale in una compagnia d'artiglie- ri,, allora di soli ventitre anni, ed ivi le prove del suo valore furono tanto lumi- nose e così sollecite, che i Rappresen- tanti del popolo ivi presenti, non tarda- rono a promoverlo Generale di Brigata, nel qual posto più d'ogn'altro suo pari si mostrò esperto nell'arte difficilissima di condur i soldati alla vittoria; e singo- larmente intrepido si rendette in quei terribili momenti di assalto, sotto l'im- peto del quale ebbe a tornar Tolone in potere dei Repubblicani. 22 Giulio Cesare fu accusato da L. Vezio cavalier romano complice nella cospira- zione di Catilina. BONAPARTE fu accusato, e fatto ar- restare a Nizza dal Convenzionale Befroi come terrorista. Il terrore allora era di- retto a dominare sugli uomini per disor- dinarli, per perderli. La Congiura di Catilina si volgeva a fare un dominatore di Roma per felici- tarla. Il Valore mostrato nell'armi da BO- NAPARTE mosse l'invidia di tanti ad accreditarne l'accusazione. Fu accusato Giulio Cesare di troppa parzialità per Lentulo, Gabinio, Cetego, Statilio capi dei congiurati. Questi per salvar la vita ebbe bisogno di un Cicero- ne; fuggì gli occhi di tutti; si rinserrò nella propria casa timoroso d'incontrare nuovamente il risentimento dei Padri. BONAPARTE va da se a Parigi per fa- re delle rimostranze al Comitato di salute pubblica contro una simigliante ingiusti- Digitized a3 zia, ha cuore di orare la propria causa in faccia a quel Tribunale istesso eret- to per distruggere gli innocenti; e non avendo più dove ricorrere per denegata giustizia, chiede il permesso di ritirarsi a Costantinopoli, perchè soverchiamen- te delicato, non vuol vivere a fronte di un'accusa troppo ingiusta. Il patrocinio delle Vestali, l'amor del Popolo tant'altre volte come in questa capriccioso, perchè mosso dall'ingenita avversione al volere dei grandi, richiama Giulio Cesare al suo uffizio. Affidato BONAPARTE al patrocinio più sicuro della sua giustizia, attende da filosofo il momento propizio alla sua gloria, poiché il i3. Vendemiatore vide BONAPARTE col comando di un corpo numeroso di linea tanto ben disposto, e regolato, trarre dall'estremo periglio la Convenzione, e salvar Parigi dal furore di un nuovo disordine, che urtando libe- ramente, poteva nelle sue rovine aprire la tomba a tutti i Cittadini : un'operazio- *4 ne tanto salutare, li procurò dei potenti amici, li meritò la pubblica ammirazio- ne, la riconoscenza nazionale; in questo giorno egli trionfò di tutti i cuori: gli amici lo amavano teneramente, lo teme- vano grandemente gl'inimici : il suo trion- fo fu molto dissimile a quello di Mario, di Siila, di Cesare, e di Pompeo; questi volevano, trionfando, signoreggiare, ed avvilire tutti i Romani: BONAPARTE riponeva nella grandezza dei Francesi, e nella maggiore loro felicità il suo trion- fo, la sua gloria era di vincere., lasciando alla nazione di trionfare. La prima azione di questo Giovine Guerriero fu quella di sostenere nella Patria i diritti delle supreme podestà contro un forte partito dei suoi, il qual voleva nella morte dei Governanti assi- curare al disordine la sua dominazione, che è quanto dire, a Lui viene affidata la grande impresa di frenare, di avvilire gl'inimici interni della Patria, che sono i più potenti, i più terribili, perchè i più Digitized by Google a5 % sicuri di unire alla forza aperta i funesti progressi di una domestica prodizione. Per tutto questo era mal sicuro dell'istes^ ssl sua vita, perchè Comandante di tanti altri armati troppo facili a cedere alla se- duzione di alcuni di quelli, coi quali ol- tre ad aver comune la patria, erano del medesimo sangue, divisi soltanto di sen- timento per la formazione di questo, o dell'altro Governo* pure BONAPARTE superiore ad ogni pericolo, va, come si disse, condotto dal suo genio a farsi il terrore dei sediziosi, il salvatore dei Go- vernanti: molto più grande questa im- presa di quella di Petrejo contro Catili- na, poiché questi comandava all'aperto a piè dell'Alpi i suoi Armati, dove la co- gnizione del luogo, e la sua ampiezza dava al Capitano in caso di perdita il piano per una gloriosa ritirata. Quando per BONAPARTE il campo di battaglia era Parigi; aveva pertanto comune con gl'inimici gFistessi ostacoli, i medesimi pericoli, che anzi si facevano maggiori *6 per Lui; perchè doveva esser sempre nel sospetto, che quella immensa popo- lazione rivoluzionata, inquieta per l'in- certezza di un felice destino, potesse fornire ad ogni momento di un maggior numero di soldati le legioni dei ribelli: con tutto questo le sue disposizioni fu- rono così giudiziose, il suo coraggio tan- to sorprendente, che con poco sangue sparso vinse interamente la fazion nemi- ca, e levò ad essa ogni speranza di risor- gere, per tornare contro di Lui a nuova pugna. Egli adunque, come Filopemene mandato a guerreggiare contro gFistessi Greci suoi, non si disse per Lui ventura il trionfar di loro, ma una soda virtù, mentre quelli, che eguali han tutte le co- se, non possono che per virtù primeggia- re sugli altri, e distinguersi più di loro. Se fu capace BON APARTE di trionfa- re sugl'istessi suoi Francesi, e ciò non per se, ma per il solo bene dei vinti, ra- gion voleva, che i Governanti ad una prova tanto singolare d'amore, sceglies- Digitized a 7 scio Lui Comandante in Capo dell'Ar- mata d'Italia, siccome gl'interpreti sicuri del voto universale dei Francesi, per aprire cosi un nuovo campo di gloria ai suo valore, ed assicurare a loro il bene della vittoria sugl'esterni nemici della Francia. NAPOLEONE va senza ritardo al luogo, ^ove lo attende la grandezza de' suoi destini; quivi essendo si mostra a tutti i suoi, come Marc'Autonio mirabi- lissimo nella idea delle sue imprese, le concepisce quali dovevano essere nel- la mente di un regnante; e più di Marc" Antonio l'eseguisce con facilità, mentre questi mancava di una pronta attività per una felice esecuzione. È dunque BO- NAPARTE, dove nasce l'Appennino e mancan l'Alpi, fra strette gole ed inacces- sibili dirupi, in quei luoghi istessi prati- cati altra volta con bravura da un Fla- minio, da un Postumio celebratissimi Capitani di Roma; quivi egli è a fronte di un inimico, che si avanza vittorioso a8 da Voltri per battere Monteligino, ulti- mo trinceramento repubblicano, di dove poi andar più oltre con maggior spedi- tezza, perchè minori gli ostacoli del luo- go, ed arrivare una volta a por piede sul terreno Francese, per risvegliare così, ed animare il partito nemico delia liber- tà. Con tutto questo che pareva tanto prossimo ad eseguirsi, BONAPARTE nel- le concepite disposizioni guerresche, ve- de sicura l'occupazione dell'Italia; e più oltre andando, non vede tanto incerto l'approssimarsi alla Capitale dell'Alema- gna: le grandi distanze, gl'infiniti perico- li, che si frappongono, non lo distraggo- no un momento dal porsi sulle mosse per dar principio all'opera, e giungere ad occupare la grandezza del suo fine: i modi sono presti per vincere; in caso di mancanza, sono pronti gli altri per trarre dalla sua difesa gli utili di una grande vittoria. Sagace nella previdenza di tutte le cose, passa con risolutezza dallo stato di difesa, a quello di offesa; e mentre si Digitized by Google a 9 occupava rinimico a vincere le resisten- ze del Capo di Brigata Rampon, BONA- PARTE, seguitato dai prodi Generali Berthier, e Massena, dirige le truppe dei suo centro, e della sua sinistra sul fian- co, e alle spalle degli Alemanni. Questa manovra tanto difficile nel luogo., ed ese- guita sugl'occhi di un inimico vigilantis- simo, preparò la memorabile vittoria di Montenotte, e la decise; poiché simile ad Alessandro, e a Pirro nella prestezza delle disposizioni, nell'impeto, e violen- za del conflitto, divise il corpo di Beau- lieu dagli Austro-Sardi; e mentre batteva un corpo, l'altro era tenuto a bada, e poi piombando su di questo, ambedue furon vinti, disordinati, dispersi; la conseguen- za di ciò fu l'essersi reso padrone del Cairo, di Dego, e della posizione impor- tantissima di santa Margherita, per cui trovossi al di là delle cime dell'Alpi, su i declivi, che guardano la bella Italia. La impresa non fu strepitosa soltanto per essere stata eseguita nel breve corso 3o di quattro giorni, ma perchè opera di un Capitano di soli ventisette anni, come Pompeo nell'Affrica contro Domizio della Fazion Mariana, e Jarba Re de' Mori suo aleato, per cui questi ebbe da Siila, al- lora Dittatore in Roma, il titolo di Gran- de. BONAPARTE però più grande di Pompeo per aver superatigli ostacoli del- la natura in un con quelli opposti dall'ar- te militare la più studiata, la più per- fetta. A che ricordarsi più con meraviglia del passaggio dell'Alpi fatto da Anniba- le? sebben'egli partito dal Rodano con la sua armata di Numidi, e di Spagnuoli per passar le Gole transalpine, e le Alpi* per nove giorni di cammino fino alle sue vet- te combatter dovesse ad ogni passo i Gal- li che in imboscata e con prodizione at- traversavano, estremamente molesti, la sua gita; e negli altri sei giorni impiegati nella discesa, niuno essendovi più, che il molestasse, pure le nevi altissime, i ghiacci, e le bufere rendessero tanto più Digitized by LjOOQIc 3i malagevole, e pericoloso il suo tragitto: ciò non pertanto più maraviglioso fu il salire, e il discendere di BONAPARTE, quando in questo si deve aggiugnere il dover vincere passo passo un inimico, che in un momento era pronto alla di- fesa, e nell'altro prontissimo all'Offesa; per cui gli avvenne di essere una qualche volta respinto; lo che sembrava, e ciò a tutti, una volontaria ritirata, tant'era presto a riprendere il combattimento con più veemenza, e risoluzione; come chi, per accrescere il colpo contro le mura nemiche, par si discosti per levar più alto l'ariete, e la mazza ferrata a far maggiore la gravità del colpo, e più sol- lecita la sua distruzione: ed è per questo che il General Augereau forza le Gole di Millesimo; Menard, e Joubert discac- cian l'inimico da tutte le posizioni di quei contorni; ma l'inimico è sulle altu- re a riprenderne delle nuove, e più for- midabili per cui i Francesi in ogni ora sono chiamati a nuovi disastrosissimi 3* ' conflitti essi vi vanno non un movimen- to pronto, ben regolato e risoluto, in ogni luogo perciò sormontano il potere dell'inimico. Dopo fatiche così ecceden- ti,, e sì luminosi vantaggi più non si teme della vittoria; in fatti quando sugl'albo- ri del sesto dì della battaglia Beaulieu gli attacca, supera il villaggio del Dego, respinge il general Massena per tre vol- te assalitore, Victor, e Lannes per ordine di BONAPARTE piombano sulla sini- stra dell'inimico; ma l'inimico è più for- te; le truppe repubblicane vacillano per un istante; indi ritornano all'assalto; raddoppiano il coraggio, e Dego è nuova- mente in lor potere. Il piano delle ope- razioni dei diversi corpi d'armata è trop- po concorde perchè il risultato non la- sci mai d'essere utilissimo al loro avan- zamento: i suoi capi sono sempre insie- me a combinare su d'un piano troppo attivo e giudizioso, mosso e regolato dal capo supremo, che lo ideò, che lo com- pose. Digitized by Google 33 La valle pertanto di Borimela, e quella del Tanaro sono aperte ai repubblicani; le trincee di Montezimo, e di Ceva sono superate; passano questi il Tanaro, e ri- nimico è in piena ritirata per la strada del Mondovì: sul far del giorno i due e- serciti sono a fronte l'uno dell'altro; co- mincia nel villaggio di Vico la zuffa, Fio- rella, e Dammartin attaccano con impe- to il ridotto, che cuopre il centro del ne- mico, questi abbandona il campo, passa la Stura, e si pone fra Cuneo, e Chera- sco entro un recinto bastionato; Masse- na si muove contro, e rovescia le gran guardie nemiche. Dopo questa operazio- ne i Francesi si trovano vicino a Turi- no: il General Colli propone una sospen- sion d'armi; BONAPARTE vi acconsen- te con la condizione, che vengano a lui rimesse Cuneo, e Tortona; il Re non sa non approvarlo, e BONAPARTE con ciò dà alla sua armata in Italia una situazio- ne sicura ed imponente, e vede aperta senz'altri ostacoli la sua libera comu- 3 34 nicazione con la Francia. Ogni giorno pertanto crescono gli armati,, BONAPAR- TE gl'impiega al passo del Pò nella gran- de battaglia di Lodi; con marce, e con- tromarce cuopre air inimico i veri suoi movimenti, si fa strada tra l'Adda, e il Ticino per dirigere la sua marcia sopra Milano, mentre Beaulieu ingannato, si affaticava a fortificarsi tra il Ticino, e la Sesia. Il resultato di queste felici ope- razioni non aveva in se tutto, che si vo- leva, per andare senz'altro intoppo dritto dritto alla capitale della Lombardia. Fu- rono eccellenti le disposizioni del Gene- rale inimico per apporne dei nuovi; que- sti ritardarono la marcia, non l'impe- dirono', Beaulieu col suo corpo d'armata dall'opposta parte dell'Adda guarda con numerosa artiglieria l'estremità del pon- te di Lodi, che lo cavalca per l'estensio- ne di cento tese; non volle tagliare il ponte, lusingandosi cosi di meglio diri- gere il fuoco alla distruzione di tanti ne- mici insieme strettamente riuniti al suo Digitized by 35 passaggio. Il soldato francese, sotto un tanto Duce, conosce il grande pericolo, ma troppo è animato a superarlo; vede che il passo del ponte è angusto e mici- diale, ma ad impadronirsene ve li spro- na l'onore, e gl'interessi della patria: la morte di alcuni aprirà il varco a molti, si muoja, dicevan essi, purché si vinca. Quanti mai sono che vogliono essere i primi, contenti di assicurare ai supersti- ti col loro sangue gli utili d'una gran- de vittoria: il secondo hattaglione de'ca- rahinieri precede l'armata francese ser- rata in colonna: i prodi si presentano sul ponte, il fuoco dell'inimico è tanto ter- ribile e continuato, che la testa della co- lonna stette in forse per alcuni momen- ti a fronte di un sì alto pericolo, e se un solo istante di più s'indugiava, tutto era perduto:Berthier, Massena, Cervoni, Du- prat si precipitarono alla testa delle trup- pe, e fissarono la fortuna ancor vacillan- te: l'inimico nell'istante è rovesciato, l'Adda è aperta alla cavalleria, la vitto- ria è definitivamente decisa. 36 Più di Cesare glorioso BONAPARTE poiché quello sostenne il ponte sul Aisne contro Galba, che con le sue forze nu- merosissime tentava superarlo; quando l 'a i t ro acquistò il ponte di Lodi contro gli Alemanni, che lo guardavano tanto for- ti: Noyon atterrita apre le porte a Cesa- re. Milano festeggiante incontra BONA- PARTE; in quello Noyon teme il suo ti- ranno; in questo Milano ama il suo bene- fattore: Cesare vinceva per far schiavi i vinti: BONAPARTE trionfa per farli li- beri. Dalle divisate azioni guerresche chi non vede riunito in BONAPARTE il co- va ^gio, l'operativa prontezza di Marcel- la; ìa circospezione, ed il provedimento Fabio Massimo? Conobbe troppo be- > bON APARTE la importanza delle <e imprese; e potè dire molto avanti to quello, che solo aveva pensato di . Si valse opportunamente dei suoi .ta^i con non lasciarsi alle spalle al- trui inimico: vinto uno dalle sue armi, • uigiiizeo uy Google 3? gli altri maravigliati, ed atterriti dalle sue vittorie fecero delle proposizioni di pace, che furono accordate con i vantag- gi dovuti al vincitore; i quali però non portavano il vinto ad un odioso avvili- mento. Riunì BONAPARTE in queste opera- zioni la esecuzione dei pensieri di Mar- cello in Siracusa; di Fabio Massimo nel- la capitale de' Tarentini, popolazioni da loro debellate. Marcello per trattato leva molti bel- 1 issimi simulacri, perchè servissero di ornamento alla sua patria; la quale siuo allora non aveva, ne avuti, nè veduti ab- bigliamenti cosi gentili ed isquisiti. Fa- bio Massimo trasse fuori denari e ric- chezze, lasciando ai Tarentini i loro nu- mi sdegnati che eran di marmo. Marcello fu applaudito dal popolo e condannato dagli uomini di probità. Fabio Massimo fu celebrato da questi, e non curato dagli altri.
Monday, April 11, 2022
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