Eros [...] non è nato né immortale né morta- le, ma nello stesso giorno, ora fiorisce e vive, se vi riesce, ora muore, per poi risuscitar, di nuovo. (Diotima a Socrate) Sigmund Freud, nella creazione della psicoanalisi, dette un rilievo assolutamen- te centrale alla sessualità; per essere più esatti le pulsioni sessuali, o libido, poi eros, rappresentarono uno dei cardini portanti sui quali ruotò la metapsicologia freudiana, nonché la ricostruzione delle dinamiche intrapsichiche e relazionali nelle loro manifestazioni patologiche e non. Tutto questo è risaputo. È anche noto che al riguardo Freud si richiamò ripetutamente all'eros di Platone. L'obbiettivo di questo contributo è di sondare brevemente in quali forme e con quali significati egli si riallacciò alla concezione del filosofo greco, se i richiami risultano giustificati sul piano storico e filologico, e infine se fu la lettura dei te- sti platonici a suggerire a Freud determinate valenze dell'eros; dunque se vi sia una "paternità" platonica della rinomata concezione della sessualità freudiana. Vi sono due indirizzi principali rispetto ai quali Freud si appoggiò a Platone, che segnano al contempo due delle più importanti vie della concettualizzazione della sessualità: l'una concerne la sua estensione sul piano delle dinamiche psi- chiche; l'altra la sua trasposizione sul piano biologico, a sua volta articolata in due filoni. Seguiamo la partizione freudiana. I. Lo scudo del "divino Platone" In Massenpsychologie und Ich-Analyse, scritto e pubblicato nel 1921, il concet- to di libido, e con esso l'estensione della sessualità in esso presupposta, è diret- tamente ricondotto a tutto ciò che rientra nell'universo semantico della parola Liebe\ ove Liebe va dal «Geschlechts-liebe mit dem Ziel der geschlechtlichen Vereinigung» fino all'amore per le «abstrakte Ideen» 2 . ' S. Freud, Massenpsychologie und Ich-Analyse, in Gesammelte Werke, voi. XIII, pp. 98 sg.: «Libido ist ein Ausdruck aus der Affektivitatslehre. Wir heifien so die als quantitative Gròfie betrachtete - wenn auch derzeit nicht meBbare - Energie solcher Triebe, welche mit ali dem zu tun haben, was man als Liebe zusammenfassen kann. [ . . . ] Wir meinen also, dass die Spra- che mit dem Wort "Liebe" in seinen vielfàltigen Anwendungen eine durchaus berechtigte Zusammenfassung geschaffen hat, und dass wir nichts Besseres tun konnen, als dieselbe auch MARCO SOLINAS Difendendo tale operazione dallo «Sturm von EntrUstung» che sollevò, Freud si riallaccia direttamente a Platone: Und doch hat die Psychoanalyse mit dieser "erweiterten" Auffassung der Liebe nichts Originelles geschaffen. Der "Eros" des Philosophen Plato zeigt in seiner Herkunft, Leistung und Beziehung zur Geschlechtsliebe eine vollkommene Deckung mit der Lie- beskraft, der Libido der Psychoanalyse, wie Nachmansohn und Pfister im Einzelnen dargelegt haben [...] Diese Liebestriebe werden nun in der Psychoanalyse a potiori und von ihrer Herkunft her Sexualtriebe geheifien [. . .] 3 . Il tono essenzialmente difensivo del richiamo a Platone emerge in modo ancor più esplicito nell'immediato prosieguo: Wer die Sexualitat fllr etwas die menschliche Natur Beschàmendes und Erniedrigendes halt, dem steht es ja frei, sich der vornehmeren Ausdrucke Eros und Erotik zu bedienen. [...] Ich kann nicht finden, daB irgend ein Verdienst daran ist, sich der Sexualitat zu schamen; das grìechische Wort Eros, das den Schimpf lindem soli, ist doch schliefllich nichts anderes als die Obersetzung unseres deutschen Wortes Liebe 4 . Considerazioni analoghe, e con la stessa identica intenzione difensiva, aveva svolto del resto Freud l'anno prima, nella nuova prefazione ai tanto celebri quanto discussi Drei Abhandlugen zur Sexualtheorie, quando ricordava a tutti coloro che lo accusavano, indignati, di "Pansexualismus": «wie nane die erwei- terte Sexualitat der Psychoanalyse mit dem Eros des gSttlichen Platon zusam- mentrifft» 5 . Per individuare i dialoghi platonici cui si riferisce qua Freud vi sono due elementi principali: i suoi precedenti richiami al Simposio e il rimando ai saggi di Nachmansohn e Pfister. Quest'ultimo, nel suo brevissimo Plato als Vorlàufer der Psychoanalyse, pubblicato nel 1921, presentava una panoramica complessi- va dell'eros nel Simposio delineandone la convergenza con la libido e la subli- mazione freudiane 6 . Nachmansohn nel suo Freuds Libidotheorie verglichen mit der Eroslehre Platos, pubblicato fin dal 1915, aveva del resto già mostrato che unseren wissenschaftliche Erorterungen und Darstellungen zugrunde zu legen». Tutte le ope- re di Freud sono citate dai Gesammelte Werke (d'ora in poi GW), Chronologisch geordnet, Frankfurt am Main 1 968- 1 999. 2 Ivi, p. 98. 3 Ivi, p. 99 sg., corsivi nostri; P.L. Assoun, Freud, la filosofia e i filosofi, Roma 1990, p. 177 [ed. or. Freud la Philosophie et les Philosophes, Paris 1976] commenta: «L'Eros platonico è la forma originaria di quella sintesi che la stessa psicoanalisi promuove attraverso il suo con- cetto di libido ». 4 Ìbidem. 5 S. Freud, Vorwort zur vierten Auflage, Drei Abhandlugen zur Sexualtheorie, GW, voi. V, p. 32, rimandando anche qui a Nachmansohn. 6 Cfr. O. Pfister, Plato als Vorlàufer der Psychoanlyse, «Internationale Zeitschrift Air Psy- choanalyse» VII/3, 1921, pp. 264-9, qui p. 267 sg.: nell'ascesa erotica descrìtta da Diotima si ritrova «ciò che Freud chiama sublimazione». LA PATERNITÀ DELL 'EROS. IL «SIMPOSIO» E FREUD nel Simposio, ma anche nel Fedro e nella Repubblica, era contenuta una conce- zione dell'eros equivalente a quella psicoanalitica, sia quanto all'estensione se- mantica sia quanto al concetto di sublimazione 7 . Le coordinate testuali entro le quali si inscrivono i richiami freudiani sono dunque rappresentate da questi tre dialoghi. Quanto al Fedro, Freud stesso avrebbe di lì a poco adottato - tacitamente - la metafora del cavaliere quale emblema dell'utilizzo da parte dell'Io dell'energia erotica dell'Es 8 , rielaborando così l'immagine della biga alata richiamata da Nachmansohn 9 . Quanto alla Repubblica, citata da Freud già nel 1914 e nel 1916 in riferimento al sogno 10 , è stato scritto molto rispetto alle affinità con la concezione psicoanalitica (in parte intuite da Nachmansohn) 1 a cominciare dalla idraulica dell' epithymia, alle modalità di gestione repressive e sublimanti del desiderio, all'analisi dell'emersione onirica 12 ; tale questione ci allontanerebbe però dal nostro tema perché più che di paternità sembrerebbe qui trattarsi di anticipazioni; veniamo dunque al Simposio e cerchiamo di capire se l'estensione freudiana vi trovi effettiva corrispondenza. Nel discorso di Socrate-Diotima - ove è contenuta la concezione che può esser considerata rappresentare quella di Platone -, l'eros si configura anzitutto quale forza sessuale in senso stretto, riproduttiva: è in virtù di eros che uomini e 7 Cfr. M. Nachmansohn, Freuds Libidotheorie verglichen mit der Eroslehre Platos, «Interna- tionale Zeitschrift filr Àrztliche Psychoanalyse» III, 1915, pp. 65-83, soprattutto p. 74 sgg.: Platone «anticipa» la concezione della libido e la «concezione della sublimazione di Freud»: l'eros copre infatti tutte quelle manifestazioni che vanno dall' «istinto di conservazione» alI'«amore per la scienza». 8 Cfr. S. Freud, Das Ich und das Es, GW, voi. XIII, p. 253; Id., Nette Folge der Vorlesungen zur Einflihrung in die Psychoanalyse, GW, voi. XV, p. 83. Sulla paternità platonica dell'im- magine cfr. tra gli altri A. Kenny, Meritai Health in Plato 's Republic, in Id., The Anatomy of the Soul, Bristol and Oxford 1973, pp. 1-27, in particolare p. 12; W. Price, Mental Conflict, London and New York 1995, p. 188. 9 M. Nachmansohn, op. cit., p. 77 sg., si richiama alla «Vernunft» quale «Lenker der Seele» rimandando direttamente a Fedro 254 a e 247 d, ovvero ai passi del mito della biga. 10 Sui richiami a Repubblica, cfr. S. Freud, Die Traumdeutung, GW, voi. II/III, p. 70 e p. 625, entrambi aggiunti nel 1914, e Id., Vorlesungen zur Einfuhrung in die Psychoanalyse, GW, voi. XI, p. 147. 1 1 Cfr. M. Nachmanoshn, op. cit., p. 82: «Die Sublimierungstheorie Freuds fìndet sich schon ausfuhrlicher bei Plato und "der Staat" bringt noch eine noch auszubeutende padagogische Lehre, um die Sublimierung des Eros in die Wege zu leiten». 12 Cfr. ad esempio W. Jaeger, Paideia, voi. Ili, Berlin 1947, pp. 74-8; K..R. Popper, The Open Society and its Enemies, London 1 966*, voi. I, p. 313; C.H. Kahn, Plato's Theory of Desire, «Review of Metaphysics» XLI, 1987, pp. 77-103, soprattutto p. 83 sg.; A. Kenny, op. cit., p. 1 1 sgg.; A.W. Price, Plato and Freud, in C. Gill (ed. by), The Person and the Human Mind, Oxford 1990, pp. 247-270, soprattutto pp. 261-3; J. Lear, Open Minded, Cambridge 1998, p. 10 sg. e p. 108; M. Stella, Freud e la "Repubblica": l'anima, la società, la gerar- chia, in M. Vegetti (a cura di), Platone, La Repubblica, Napoli 1998, voi. HI, pp. 287-336. Ho cercato di affrontare alcune di tali questioni in M. Solinas, Unterdriickung, Traum und Unbewusstes in Platons «Politeia» und bei Freud, «Philosophisches Jahrbuch» 111, 2004, pp. 90-112. MARCO SOLINAS animali «sentono il desiderio di generare (yevvav è7tt0i)u/n,o-Tj)» (207 a). Il con- cetto viene quindi "esteso", sì da risultare il fondamento di ogni tipo di amore, come emerge nella celebre ascesa erotica: se il giovane all'inzio «deve amare (èpfiv) un determinato corpo», poi «bisogna far sì che divenga l'amante (èpaornv) di tutti i corpi belli, e che allenti la veemente passione per uno solo», in modo da poter amare «la bellezza ch'è nelle psychai», esser «indotto a con- templare il bello che è nelle istituzioni e nelle leggi», nelle scienze, fino alla contemplazione della bellezza in sé (210 a-c) 13 . Così, il giovane che «è stato educato nell'eros (npòq xà èpamKà naiSaycoYtiGfì) fino a questo punto» (210 e) giungerà alla conoscenza; è perciò grazie alla forza dell'eros che si può giun- gere alla philo-sophia (210 d). Platone si riallaccia così alla precedente defini- zione della philosophia quale desiderio (epithymia) erotico per la sapienza di cui si è privi (200 a-e). In sintesi, l'eros, volto originariamente alla procreazione sessuale, grazie alle corrette modalità pedagogiche adottate a livello extrapsichico, mostra di po- ter essere modellato, plasmato intrapsichicamente, "sublimato" utilizzando il linguaggio freudiano, sì da trasformarsi da forza sessuale in forza amorosa, in eros-philia o Liebestrieb come potremmo dire 14 . Da questo punto di vista la vollkommene Deckung quanto a Herkunft, Leistung und Beziehung zur Geschle- chtsliebe tra eros e libido individuata da Freud (come da Nachmansohn, Pfister e più tardi da molti altri commentatori) 15 si rivela sostanzialmente corretta; sebbene la convergenza - sul piano ontologico e filosofico-antropologico - non debba essere spinta oltre i confini posti dallo statuto di Eros quale «demone me- 13 Seguo la traduzione di G. Calogero, Platone, Il Simposio, Roma/Bari 1946. '4 Freud attribuirà paritariamente a Goethe e Platone una concezione aitine a quella della su- blimazione in S. Freud, Goethe-Preis 1930, GW, voi. XIV, p. 549: «Den Eros hat Goethe immer hochgehalten, seine Macht nie zu verkleinern versucht, ist seinen primitiven oder selbst mutwilligen Àufierungen nicht minder achtungsvoll gefolgt wie seinen hochsublimier- ten und hat, wie mir scheint, seine Wesenseinheit durch alle seine Erscheinungsformen nicht weniger entschieden vertreten als vor Zeiten Plato». Già A.E. Taylor, Platone. L 'uomo e l'opera (1926), trad. it., Firenze 1987-1990, p. 327 sg. e pp. 349-59, pur accostando l'eros all'amore cristiano ne ribadiva l'originaria forma «sessuale» ed «istintiva» di «desiderio bramoso». 15 Tra i tanti crìtici si veda ad esempio E. R. Dodds I Greci e l'Irrazionale, Firenze 1997, p. 264 sg. [ed. or. The Greeks And The Irrational, Berkeley/Los Angeles/London 1951] che commentando il Simposio scrive: «Platone qui si avvicina molto al concetto freudiano di libi- do e sublimazione». Nello stesso senso va G. Tourney, Freud and the Greeks, «History of the Behavioral Sciences» 1/1, 1965, pp. 67-85 e p. 80 sg.; H. Marcuse, Eros e civiltà, Torino 1964-1967, pp. 226-7 [ed. or. Eros and CMlisation. A Philosophical Inquiry into Freud, Bo- ston 1955-1966], scrive che l'ascesa rappresenta una «sublimazione non repressiva»; M. Ve- getti, L'etica degli antichi, Roma/Bari 1994, p. 137 sg., senza rimandare a Freud, scrive che nel Simposio si tratta di «eros sublimato». LA PATERNITÀ DELL 'EROS. IL «SIMPOSIO» E FREUD 235 diatore» (cfr. 202 c sgg.), e dal legame, invero assai significativo, tra desiderio erotico e bellezza, originario in Platone, derivato in Freud 16 . In conclusione, la paternità storica della concezione freudiana della libido quale estensione o ampliamento della sessualità spetta di diritto a Platone. Con paternità però in questo caso non si deve pensare ad una influenza diretta del pensiero platonico su Freud; la teorìa della libido infatti, sia quanto all'adozione del termine (latino), che rìsale ai primissimi testi di Freud 17 , sia quanto al mo- dello di funzionamento che ne permette la sublimazione, anch'esso di antica da- ta 18 , non sembra infatti esser stata suggerita dalla lettura dei testi platonici. Re- sta invece il fatto che Freud poteva legittimamente farsi scudo dell'autorità del "divino Platone", e questa era in verità la sua primaria intenzione, di fronte all'indignazione ed alle proteste sollevatesi da più parti contro la sua teoria che attribuiva all'eros si grande rilievo pressoché a tutti i livelli della vita psichica, rinvenendo nell'antico filosofo greco un precursore. Platone levava ancora una volta alta la sua voce, questa volta a difender però la potenza 'positiva' di un'energia psichica, l'eros, per tanti secoli temuta quanto bistrattata, anche in suo nome. Il discorso sulla "paternità" dell'eros assume invece un'altra direzione ove si prenda in considerazione l'estensione della libido o dell'eros al piano biologico; con ciò veniamo al secondo significato attribuito all'eros. II. 1 due suggerimenti del «Simposio» Jenseits des Lustprinzips, scritto e pubblicato nel 1920, segna una tappa fonda- mentale per la psicoanalisi perché in esso Freud inaugura la nuova concezione dualistica delle pulsioni di vita e di morte (che qui tralasciamo), attribuisce ad entrambe carattere "regressivo" (1), e adotta una concezione per cui la pulsione sessuale, o libido, o meglio Eros, riportato sul piano cellulare, viene identificato quale forza che «alles Lebende erhalt», garantendone la potenziale immortalità (2). 1. Quanto al carattere regressivo o funzione di riprìstino attribuito (anche) alle pulsioni sessuali, Freud richiama esplicitamente «die Theorie, die Plato im Symposion durch Aristophanes entwickeln làBt»: l'ipotesi esposta nel mito, scrive, «leitet nàmlich einen Trieb ab von dem Bedùrjhis nach Wiederherstel- 16 Cfr. ad esempio Freud, Dos Unbehagen in der Kultur, GW, voi. XTV, p. 441 sg.: «Einzig die Ableitung aus dem Gebiet des Sexualempfìndens scheint gesichert; es wàre ein vorbildli- ches Beispiel einer zielgehemmten Regung. Die "Schoneit" und der "Reiz" sind ursprttnglich Eingeschaften des Sexualobjekts». 17 Cfr. J. Laplanche e J.B. Pontalis, Enciclopedia della Psicoanalisi (1967), trad. it., Ro- ma/Bari 1997 , voi. I, p. 320 sg. [ed. or. Vocabulaire de la psychanalyse, Paris 1967], per cui il termine «lo si incontra a più riprese nelle lettere e nelle minute indirizzate a Fliess e per la prima volta nella Minuta E (data probabile: giugno 1894)». 18 Cfr. ivi, voi. II, pp. 618-21. 236 MARCO SOLINAS lung eines fruheren Zustandes»^ 9 . Egli sintetizza il mito ricordando che antica- mente v'erano i tre generi del maschio, della femmina e dell'androgino, in cui tutto era doppio finché Zeus non si decise a tagliarli in due, per citare infine: Weil min das ganze Wesen entzweigeschnitten war, trieb die Sehnsucht die beiden Halften zusammen: sie umschlangen sich mit den Handen, verflochten sich ineinander im Verlangen, zusammenzuwachsen [...] 20 . Freud rinviene dunque nel mito arìstofaneo, legittimamente, un modello che soddisfa proprio quella condizione che egli cerca di soddisfare, ovvero la fun- zione della pulsione sessuale di ripristinare uno stato precedente, di raggiungere una meta antica 21 . Con ciò abbiamo una dichiarata ammissione di paternità sto- rica dell'eros quanto al suo carattere regressivo. 2. Quanto all'eros "che conserva", Freud, sempre discutendo il Simposio, non si richiama più direttamente ad Aristofane bensì al Dichterphilosoph 22 ; questo sembra un indizio della sua consapevolezza perlomeno del fatto che nel mito a- ristofaneo il discorso sulla separazione originaria concerne esclusivamente la natura umana (cfr. 189 d; 193 c), l'eros non ha la valenza biologico-universale attribuitagli da Freud (che ora vedremo), concezione che si ritrova invece pie- namente nel discorso di Socrate-Diotima. Egli sembrerebbe dunque coniugare parallelamente le sue due nuove concezioni attribuite all'eros e i due discorsi del Simposio: il ripristino grazie al mito di Aristofane, la funzione universale grazie al discorso socratico; operazione che, sebbene contravvenga in parte al dettato platonico, mostra che Freud sembra volersi riferire ad entrambi i discor- si, ed è ciò che qua conta 23 . 19 S. Freud, Jenseìts des Lustprinzips, GW, voi. XIII, p. 62, corsivo di Freud. 2 ^ Ibidem. Cfr. Platone, Simposio 191a-b, traduz. di U. von Wilamowitz-Moellendorf, corsi- vo di Freud. 2 1 Ibidem. Freud scrive che non citerebbe l'ipotesi contenuta nel mito «wenn sie nicht gerade die eine Bedingung errullen wUrde, nach deren Erfullung wir streben». Anche T. Gould, Pla- tonic Love, London 1963, p. 3 1 sg., riporta l'interpretazione freudiana del mito esclusivamen- te alla questione del «carattere regressivo»; cfr. anche P.L. Assoun, op. cit., pp. 167-172. 22 Finita la citazione prosegue Freud, Jenseits des Lustprinzips, cit., p. 63: «Sollen wir, dem Wink des Dichterphilosophen folgend, die Annahme wagen, dass die lebende Substanz bei ihrer Belebung in Ideine Partikel zeirissen wurde, die seither durch die Sexualtrìebe ihre Wiedervereinigung anstreben?». 23 Ove la liceità agli occhi di Freud di una coniugazione dei due discorsi verrebbe conferma- ta dall'osservazione per cui rispetto al mito, Platone «sich nicht zu eigen gemacht, geschwei- ge denn ihr eine so bedeutsame Stellung angewiesen natte, hStte sie ihm nicht selbst als wa- hrheitshaltig eingeleuchtet», ivi, p. 63, nota 2 aggiunta nel 1921; interpretazione che come sappiamo si scontra irrimediabilmente con la negazione da parte di Socrate della concezione del «ripristino» dell'unità originaria di Aristofane, cfr. Simposio 200 e, 20S d-e. LA PA TERNITÀ DELL 'EROS. IL «SIMPOSIO» E FREUD 237 L'idea guida dell'eros quale forza che «alles Lebende erhàlt», assicurata dall'estensione delle pulsioni sessuali alle singole cellule, è garantire una «po- tentielle Unsterblichkeit» alla materia vivente (se si vuole: mortale) 24 : das Wesentliche an den vom Sexualtrieb intendierten Vorgangen ist doch die Ver- schmelzung zweier Zelleiber. Erst durch diese wird bei den hoheren Lebewesen die Un- sterblichkeit der lebenden Substanz gesichert 25 . Così, con tale «Ausdehnung des Libidobegriffes auf die einzelne Zelle wandelte sich uns der Sexualtrieb zum Eros, der die Teile der lebenden Substanz zuein- anderzudràngen und zusammenzuhalten sucht» 2 ^; la sessualità converge quindi con «den alles erhaltenden Eros» 27 , «mit dem Eros der Dichter und Philoso- phen» 28 . Nel corso degli anni tale concezione verrà conservata e ribadita per sempre da Freud, di contro a quella del riprìstino più tardi abbandonata 29 , e ri- condotta anche in seguito esplicitamente al Simposio: nel 1924 ad esempio scri- verà che «was die Psychoanalyse Sexualitat nannte, [deckt sich . . .] mit dem al- lumfassenden und alles erhaltenden Eros des Symposions P/atos» 30 , nel 1932 che le pulsioni sessuali vengono chiamate «erotische, ganz im Sinne des Eros im Symposion Piatosi 1 . 24 Ivi, p. 42. 2 ^ Ivi, p. 60, corsivo nostro. 2 *> Ivi, p. 66 nota 1, corsivo nostro. 27 Ivi, p. 56. 2 " Ivi, p. 54: «So wilrde also die Libido unserer Sexualtriebe mit dem Eros der Dichter und Philosophen zusammenfallen, der alles Lebende zusammenhalt». 29 Tale concezione era esplicitamente compresa anche in Freud, Massenpsychologie und Ich- Analyse (1921), cit, p. 100, ove Eros «alles in der Welt zusammenhalt»; si veda anche Freud, Das Ich und das Es (1923), GW, voi. XIII, p. 268; Id., Hemmung, Symptom und Angst (1926), GW, voi. XIV, p. 152; Id., Das Unbehagen in der Kultur (1929), GW, voi. XIV, pp. 596, e p. 604 sg.; Id., Die endliche und die unendlìche Analyse (1937), GW, voi. XVI, p. 91 sg. (ove è ripreso Empedocle); infine nel 1938, Id., Abrifi der Psychoanalyse, GW, voi. XVII, p. 70 sg., Freud ribadisce: meta dell'Eros è «immer grofierere Einheiten herzustellen und so zu erhalten, also Bindung» (Empedocle è ivi ripreso nella nota 2); egli abbandona invece esplicitamene il carattere regressivo delle pulsioni erotiche: quanto alla formula «dass ein Trieb die Rttckker zu einem fruheren Zustand anstrebt», «Fttr den Eros (oder Liebestrìeb) kònnen wir eine solche Ànwendung nicht durchfuhren». In nota chiarisce: «Dichter haben Àhnliches phantasiert, aus der Geschichte der lebende Substanz ist uns nichts Entsprechendes bekannt»; è scontato il rimando al mito aristofaneo. 30 S. Freud, Die Widerstande gegen die Psychoanalyse, GW, voi. XIV, p. 105: «was die Psychoanalyse Sexualitat nannte, [deckt sich] keineswegs mit dem Drang nach Vereinigung der geschiedenen Geschlechter oder nach Erzeugung von Lustempfindung an den Genitalien, sondern weit eher mit dem allumfassenden und alles erhaltenden Eros des Symposions Pia- tosi. 3 1 S. Freud, Warum Krieg?, GW, XVI, p. 20: «Wir nehmen an, dass die Triebe des Men- schen nur von zweierlei Art sind, entweder solche, die erhalten und vereinigen wollen, - wir 23S MARCO SOLINAS Ora, l'attribuzione di Freud trova effettivamente riscontro nel discorso di Socra- te-Diotima. Ad un primo livello eros si configura quale causa ultima che spinge gli uomini e «tutti gli animali della terra e del cielo [...] dapprima ad unirsi l'uno con l'altro (av\i\iiyr\\ai àXXi\\ov;) e poi a curarsi dell'allevamento della prole» 32 . Platone amplia quindi ancor più il discorso: «la natura mortale cerca, per quanto può, di divenire eterna ed athanatos. E può riuscirvi solo per questa via, la via della generazione (xfj yevéoei), perché essa lascia sempre dietro di sé un altro essere nuovo in luogo del vecchio» 33 ; ove «ogni singola creatura viven- te [...] non conserva mai in sé le medesime cose, ma si rigenera di continuo, deperendo in altra parte, nei capelli, nella carne, nelle ossa, nel sangue e in tutto quanto il corpo» 34 . Conclude Platone: in virtù di tale incessante generazione «si conserva (oró^exai) tutto ciò che è mortale, non col restare sempre assoluta- mente identico, come il divino, ma in quanto ciò che invecchiando viene meno lascia al suo posto qualcosa di nuovo e simile a sé 35 . Con questo espediente, o Socrate, il mortale, sia corpo sia ogni altra cosa (icori a&\ia icori zàXXa nàvxa), partecipa dell'im-mortalità» 36 . Eros viene dunque esteso a forza biologica universale che "unisce" e "conserva" «ogni cosa» mortale (se si vuole: vivente) garantendone la relativa e potenziale immortalità grazie ad una sorta di macro-duplicazione, la generazione della pro- le, e ad una micro-duplicazione, concernente ogni singolo elemento dell'or- ganismo; Platone dischiude così la via che nel XX secolo sarebbe stata battuta dall'estensione biologico-cellulare freudiana dell'eros (che si appoggiava anche sui risultati della giovane microbiologia ottocentesca- di Weismann, Woodruff etc, dunque sui processi di «duplicazione» cellulare) 37 . heiflen sie erotische, ganz im Sinne des Eros im Symposion Platos, oder sexuelle mit bewuB- ter Oberdehnung des populàren Begriffs von Sexualitat, - und andere, die zerstoren und tdten wollen». 32 207 a-b; esordisce qui Diotima: «Quale credi, o Socrate, che sia la causa di questo amore e di questo desiderio (ocinov et vai xornot) xoO epco-Eoi; Kai tt^ èjtiG'uu.iaq)?», per prosegui- re: «Non ti accorgi del tremendo stato di tutti gli animali, della terra e del cielo, ogni volta che sentono il desiderio di generare, ammalandosi tutti e assecondando l'impulso erotico (èpatiKcòc, Siaxi8é|XEva), che li spinge dapprima ad unirsi l'uno con l'altro e poi a curarsi dell'allevamento della prole?». 33 207 d 1-3: «fi 8vnxT| <pv>oic, £nxeì icona tò 8waxòv àtei xe etvai icaì àOavaxoC;. Stiva- Tal 8è xavun uóvov, xfj •yevéaei, òxi òeì KaxaXeinei èxepov véov àvxi xoù naXaiov». 34 207 d 7 - e 1 : «àXkò. véoc, àeì yiyvónevoc,, xà 8è ànoKKòq, Kai Kaxà xàc, xpixac, sai oàpKa Kai òaxà Kai atna Kai aonjiav xò oiòua», sull'apparente manchevolezza del testo cfr. P. Pucci, Platone, Opere complete, Roma/Bari 1993 8 , voi. Ili, p. 187. 3 5 208 b 1-2: «àXXà x$ xò àitiòv Kai 7taAxtiov)ievov exepov véov è^KaTaXelneiv otov ainò fjv». 3 *> 208 a-b. Sulla natura «inconscia» del desiderio cfr. F. Comford, The Division of the Soul, «The Hibbert Journal», XXVIII, 1929-30, pp. 206-219, soprattutto p. 217; A.W. Price, Plato and Freud, cit., p. 252 sg.; t. Gould, op. cit., p. 49. 37 Cfr. S. Freud, Jenseits des Lustprinzips, cit., pp. 46-61 . LA PATERNITÀ DELL 'EROS. IL «SIMPOSIO» E FREUD 239 Riepilogando, si deve attribuire al dialogo platonico, sia quanto al ripristi- no arìstofaneo sia quanto all'eros che unisce e conserva, la paternità della con- cezione adottata da Freud. In questi due casi però, rispetto alla prima estensione del concetto di sessualità, si tratta di una paternità in senso stretto, nel senso che Freud sembra aver ripreso direttamente da Platone le due idee. Ad avvalorare tale ipotesi vi sono i seguenti elementi. Rispetto al mito di Aristofane, va rico- nosciuto che esso, citato già nel 1833 in una lettera all'allora fidanzata Martha Bernays 38 , è attestato nel corpus fin dal lontano 1905, quando Freud vi accen- nava nei Drei Abhandlugen zur Sexualtheorié 39 ; si tratta dunque di una presen- za (scientifica) di antica data che dopo circa quindici anni si sarebbe andata co- me a solidificare in una delle teorie biologico-filosofiche più ardite dell'intero edificio psicoanalitico. Quanto all'eros quale forza che conserva è degno di nota sottolineare che fin dal 1910, nel suo Leonardo, Freud aveva assunto quasi tacitamente una tale conce- zione ove scriveva di sfuggita che Eros «alles Lebende erhalt» 40 . Ora, fa pensa- re il fatto che circa tre mesi prima dall'inzio del Leonardo, iniziato all'incirca nell'ottobre del 1909 e finito nell'aprile del 1910, Freud citasse il Simposio nel saggio Sull 'uomo dei topi (finito per l'appunto il 1 7 luglio del 1 909); discutendo del rapporto tra il fattore negativo dell'amore e la componente sadica, in modo a dire il vero sorprendente Freud citava in nota le parole pronunciate da Alcibiade nel dialogo platonico: «"ja oft habe ich den Wunsch, ihn nicht mehr unter den Lebenden zu sehen. Und doch wenn das je eintrafe, ich weiB, ich wtìrde noch viel unglucklicher sein, so wehrlos, so ganz wehrlos bin ich gegen ihn," sagt Al- kibiades iiber den Sokrates im Symposion» 41 . Se da questa citazione, per l'appunto inaspettata ed estemporanea, è lecito presumere che Freud avesse ri- letto o perlomeno ripreso in mano il Simposio, è altrettanto lecito inferire che l'idea di Eros quale forza che «alles Lebende erhalt» espressa appena tre mesi 38 Cfr. S Freud, Lettere alla fidanzata e ad altri corrispondenti 1873-1939, Torino 1960- 1990, p. 41, lettera a Martha Bemays, Vienna, 28 agosto 1883: «Ormai non riesco più a sop- portare la compagnia, tanto meno quella della famiglia, sono soltanto un mezzo uomo come dice l'antica favola platonica che tu certo conosci, e la mia sezione soffre non appena sto senza far niente». 39 S . Freud, Drei Abhandlugen zur Sexualtheorie, GW, voi. V, p. 34: «Der populàren Theo- rie des Geschlechtstriebes entspricht am schònsten die poetisene Fabel von der Teilung des Menschen in zwei Halften - Mann und Weib -, die sich in der Liebe wieder zu vereinigen streben». 40 S. Freud, Etne Kindheitserinnerung des Leonardo da Vinci, GW, voi. Vili, p. 136, discu- tendo della "castità" degli scritti postumi di Leonardo scrive che tali scritti «weichen allem Sexuellen so entschieden aus, als w8re allein der Eros, der alles Lebende erhalt, kein wtlrdi- ger Stoff Air den Wissendrang des Forschers». Il termine Eros era stato utilizzato da Breuer fin dal 1895: cfr. Breuer e Freud, Studi sull'isteria, in Opere Complete, Torino 1967-1989, voi. 1, p. 389 (la parte di Breuer è assente nell'edizione degli Studien iiber Hysterie edita nel- le Gesammelte Werke). 41 S. Freud, Bemerkungen iiber einen Fall von Zwangsneurose, GW, voi. VII, p. 456, n. 1; cfr. Simposio 216 c. 240 MARCO SOLINAS dopo gli venne suggerita proprio dalla recente rilettura del dialogo platonico. In questo caso si tratterebbe dunque di ben più di una solo eventuale "Kryptomne- sie" dovuta all'ampiezza delle sue lontane letture giovanili, come quella tirata in gioco laddove Freud - rinunciando garbatamente e felicemente all'originalità - riconosceva ad Empedocle la paternità storica della sua teoria dualistica 42 . Sembra dunque che il Simposio, dalle sue timide comparse del 1905, del 1909 e presumibilmente del 1910, abbia poi più o meno silenziosamente, più o meno inconsciamente continuato a lavorare nella mente di Freud per riemergere infine con l'ampia revisione della concezione della sessualità di Jenseits des Lustprin- zips del 1920. In questo caso però, sia quanto al carattere regressivo sia quanto alla funzione biologica, la "paternità dell'eros" non sarebbe più solo storica, né si tratterebbe più dell'utilizzo dell'autorità del "divino Platone" quale scudo contro le proteste sollevate dal risalto dato alla sessualità: sembrerebbe invece trattarsi di una paternità in senso stretto, di un'influenza diretta esercitata dal Simposio, sviluppatasi e sedimentatasi col lento trascorrere degli anni. Possiamo allora concludere affermando che da una o verosimilmente più riletture del dia- logo di Platone sia scaturita una decisiva rielaborazione di una delle concezioni della sessualità, dell'eros, se non forse tra le più originali in assoluto, di certo tra 42 In Die endliche und die unendliche Analyse (1937), GW, voi. XVI, pp. 90-2, Freud scrive della sua teoria pulsionale dualistica, che incontrava ancora resistenze: «Umsomehr musste es mieti erfreuen, als ich unlàngst unsere Theorie bei einem der groflen Denker der griechischen Frtthzeit wiederfand. Ich opfere dieser Bestàtigung gern das Prestige der Originalitat, zumai da ich bei dem Umfang meiner Lektiire in fruheren Jahren doch nie sicher werden kann, ob meine angebliche Neuschòpfung nicht eine Leistung der Kryptomnesie war». Freud procede quindi nell'accostamento: «Die beiden Grundprinzipien des EmpedoMes - cpiAla und veìkck; - sind dem Namen wie der Funktion nach das Gleiche wie unsere beiden Urtriebe Eros und Destruktion", ove philia ed Eros (come rispetto all'eros del Simposio) hanno in comune la tendenza «das Vorhandene zu immer grOfieren Einheiten zusammenzuffassen». Empedocle è ripreso anche in Abrifi der Psychoanalyse, GW, voi. XVII, p. 70. Sull'accostamento cfr. per esempio G. Tourney, Empedocles and Freud, Heraclitus and Jung, «Boullettin of the History of Medicine» XXX, 1956, pp. 109-123, specialmente pp. 109-116, e Id., Freud and the Greeks, cit., pp. 81-85. LA PATERNITÀ DELL 'EROS. IL «SIMPOSIO» E FREUD 241 le più discusse e significative del XX secolo. Si rivela così, ancora una volta, la forza e la fecondità di un passato antico, che, anche perché tanto amato, sembra morire solo per poi rinascere, di nuovo.
Wednesday, April 6, 2022
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment