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#griceevirno
Virno
(Napoli). Essential Italian philosopher. Grice: “Virno, like me, is a
semiotician.” Filosofo. Di orientamento operaista, docente di filosofia
a Roma. Tra i principali esponenti dell'organizzazione della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio, il suo nome ricorse nelle cronache dei
cosiddetti "anni di piombo" in Italia. Fu arrestato e detenuto in
prigione per diversi anni sino alla sua definitiva assoluzione. Nel corso della
detenzione elaborò il suo pensiero che trovò espressione nella rivista Luogo
comune. «Democrazia è il fucile in spalla agli operai», slogan attribuito
a Potere Operaio «Mi sono formato politicamente a Genova, dove la mia famiglia
viveva e io facevo liceo. Genova era esposta all’influenza di Torino, dove vi
furono le prime occupazioni nel ’67; quindi nell’estate di quell’anno si
mobilitarono gli studenti medi (più vivaci di quelli universitari, che invece
erano in contatto con le organizzazioni tradizionai dei partiti, UGI e via
dicendo). Come studenti medi fondammo dunque il Sindacato degli Studenti,
che nell’autunno del ’67 fece i primi scioperi su tematiche già
sessantottesche, la lotta all’autoritarismo, solidarietà con gli studenti greci
dopo il golpe dei colonnelli e quant’altro... nell’autunno sempre per un
trasferimento della famiglia, sono venuto ad abitare a Roma, e di lì a non
molto ho preso contatti e rapporti con il gruppo che sarebbe diventato Potere
Operaio, che allora sostanzialmente nella capitale era il gruppo delle facoltà
scientifiche... Entro in Potere operaio dopo gli episodi cruciali della
primavera a Torino.» Lavora a Milano come insegnante all'Alfa Romeo di
Arese e all'Innocenti, organizzando anche azioni collettive nelle fabbriche
sino alla dissoluzione di Potere operaio nel 1973. Presenta la sua tesi di
laurea sul concetto di lavoro e la teoria della coscienza di Theodor Adorno e
partecipò attivamente alle manifestazioni ad opera dei lavoratori precari e di
altri emarginati. Fondò assieme a Oreste Scalzone e a Franco Piperno la rivista
Metropoli organo ideologico del movimento politico. Nell'ambito
dell'inchiesta giudiziaria nota come "7 aprile", la redazione della
rivista viene accusata di appartenere in blocco all'organizzazione eversiva
«costituita in più bande armate variamente denominate». «siamo arrestati
io, Castellano, Maesano e Pace (che però sfugge all’arresto, di nuovo, giuro,
non per sagacia). Noi siamo arrestati, poi ci fanno confluire, ritroviamo gli altri
nel cortile di Rebibbia, nel braccio speciale, stiamo un po’ di mesi lì, poi
c’è la diaspora, cioè il Ministero ordina di mandare ognuno di questi detenuti
in un carcere speciale diverso, perché ovviamente, tramite avvocati, visite,
benché ci fosse il regime di braccio speciale, quello era diventato una specie
di luogo in cui si elaboravano documenti, lettere a giornali, si faceva
campagna politica, c’erano state delle lotte interne. Quindi, c’è la
diaspora, io vado a Novara, Oreste va a Cuneo, quell’altro va a Favignana,
quell’altro ancora da un’altra parte. Comincia questo giro negli speciali, e ci
ritroviamo non tutti ma in parte nel carcere di Palmi, inaugurato nell’autunno
del ’79, carcere per soli politici o per detenuti comuni completamente
politicizzati, una specie di “Kesh”. Là dentro c’era una situazione curiosa,
anche molto spettacolare, perché si incontrano assolutamente tutti. Infatti,
per un primo periodo con i compagni delle BR o con Alunni o quelli dei NAP, si
pensò anche di approfittare di questa situazione per avviare una discussione
larga, di carattere "costituente": però, il problema è che anche lì
c’è il fatto che i più spregiudicati di loro, come Curcio, erano d’accordo,
avevano capito di aver perso l’essenziale, cioè il cambio di paradigma, cioè il
fatto che i giovani operai erano non più riconducibili, altri invece no. Riassumendo
in breve, la mia detenzione fu un anno, poi due anni liberi in cui curai la
serie continua di Metropoli nell’81, due anni ancora di carcere, condanna a 12
anni in primo grado, un anno di arresti domiciliari ... l’assoluzione (insieme
a tanti altri imputati del 7 aprile) fu la conferma. La travagliata esperienza
politica e esistenziale di questi anni sarà trasfusa da Virno nella pubblicazione
di Luogo Comune una rivista dedicata all'analisi della vita nella situazione
sociale del "postfordismo". Nel 1993 Virno lasciò il lavoro di
editore della rivista per insegnare filosofia nell'Urbino -- è stato professore invitato all'Montréal e al
suo ritorno in Italia occupò la cattedra di filosofia del linguaggio, semiotica
ed etica della comunicazione nell'Università della Calabria da dove si
trasferirà all'Università Roma Tre. Convinto della necessità di un nuovo
linguaggio della politica che chiarisca le trasformazioni economiche, sociali e
culturali che da più di un decennio caratterizzano le società occidentali,
introduce nella “Grammatica della moltitudine” una riflessione sul contrasto
tra i termini di popolo e moltitudine che generano una accesa polemica teorico-filosofica.
Quando avvenne la formazione degli stati nazionali fu l’espressione “popolo” a
prevalere. Virno si domanda se non sia venuto il tempo di restaurare l'altro
concetto della moltitudine. La multitude è quell'insieme di persone che
nell'azione politica e in quella economica, pur agendo collettivamente non
perdono il senso della propria individualità, resistendo sempre alla riduzione
a unica massa informe com'è nel termine di "popolo". La moltitudine è
dunque la base delle libertà civili. In contrapposto, moltitudine e una
pluralità che non si sintetizza nell'uno, il più grave pericolo per l'autorità
dello Stato che esercita il «supremo imperio». Dopo i secoli del “popolo”
e quindi dello Stato (Stato-nazione, Stato centralizzato ecc.), torna infine a
manifestarsi la polarità contrapposta, abrogata agli albori della modernità. La
moltitudine come ultimo grido della teoria sociale, politica e filosofica?
Forse.” Opere: “L'idea di mondo: intelletto pubblico e uso della vita” (Editore:
Quodlibet); “Saggio sulla negazione: per una antropologia linguistica”
(Editore: Bollati Boringhieri); “E così via, all'infinito: Logica e
antropologia” (Editore: Bollati Boringhieri), “Motto di spirito e azione
innovative: per una logica del cambiamento” (Editore: Bollati Boringhieri). “Quando
il verbo si fa carne: linguaggio e natura umana” (Editore: Bollati Boringhieri,
Scienze sociali e «natura umana». Facoltà di linguaggio, invariante biologico,
rapporti di produzione” (Editore: Rubbettino); “Grammatica della moltitudine.
Per una analisi delle forme di vita contemporanee” (Editore: DeriveApprodi); “Esercizi
di esodo. Linguaggio e azione politica” (Editore: Ombre Corte); “Il ricordo del
presente. Saggio sul tempo storico” (Editore: Bollati Boringhieri); “Parole con
parole: poteri e limiti del linguaggio” (Editore: Donzelli); “Mondanità. L'idea
di «Mondo» tra esperienza sensibile e sfera pubblica” (Editore:
Manifestolibri); “Convenzione e materialism” (Editore: Theoria [Ristampa
Editore: DeriveApprodi, Scheda docenteUniversità Roma Tre Intervista, Hecceitasweb «Questo termine è entrato nel linguaggio
corrente negli anni '90 per indicare un insieme di caratteristiche economiche,
sociali e istituzionali del nostro presente, avvertite [pessimisticamente] come
profondamente diverse rispetto al nostro recente passato» e in genere come
molto negativamente mutate. (In articolo di Maria Turchetto, Fordismo e
postfordismo. Qualche dubbio su alcune "certezze" della sinistra
italiana., edito nel n° 67 di Protagonisti). Grammatica della moltitudine. Per
una analisi delle forme di vita contemporanee, ed.DeriveApprodi, Anni di piombo
Potere operaio"General intellect". In Zanini, A.; Fadini, U. .
Lessico postfordista: dizionario di idee della mutazione. Feltinelli, Giovanni
Copertino, sito "Filosofico.net". Virno. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers,
Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Virno” – “Grice e Virno: la conversazione
– una popolazione di due!” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria. . #virno https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635750753103550
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