Nannini (Siena). Filosofo. Grice: “Nannini has intuitions in
Italian.” Grice:
“I agree with Nannini about the naturalism: the ‘anima’ is there to ‘explain’
‘spiegare’ the action, ‘l’azione’ – He is the Italian Muybridge!” – Grice: “The
Nannini series is the equivalent of the Muybridge series” Studia a Firenze con
Luporini e Landucci e, inizialmente, con Cesare Luporini. Ha accompagnato la
sua attività di ricerca in campo filosofico ed i suoi impegni accademici con
una intensa attività politica a Siena come militante del Partito Comunista
Italiano. È stato Professore di Filosofia Morale all'Urbino (1986-1992) e di
Filosofia Teoretica all’Università Siena (1992-), dove ha insegnato per alcuni
anni anche filosofia della mente ed è stato principale cofondatore e direttore
di una scuola di dottorato interdisciplinare in Scienze Cognitive. È stato
inoltre più volte, dal 1989 al , visiting professor presso le Osnabrück, North
London, Bremen e Oldenburg. Attualmente in pensione, è ancora pro tempore
Docente Senior presso l’Siena e dal è
direttore di Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia (RiFP). I
suoi studi giovanili si sono incentrati sulla filosofia delle scienze sociali,
lo strutturalismo francese e la storia del pensiero antropologico.
Successivamente, rivoltosi alla filosofia analitica ed in particolare alla
teoria dell’azione, ha cercato di sviluppare il “naturalismo metodologico”
criticando il ritorno di neo-wittgesteiniani come G.H. von Wright alla
distinzione storicistica tra scienze della natura e scienze dello spirito.
Sempre muovendosi entro la filosofia analitica, ma rivolgendo il proprio
interesse alla filosofia pratica, ha difeso il non cognitivismo in meta-etica.
A partire dagli anni Novanta Professoresi è infine spostato dalla teoria
dell’azione alla filosofia della mente. In una prima fase si è occupato
soprattutto della storia del concetto di mente , per approdare dopo il 2000 ad
una forma di naturalismo cognitivo basata su una soluzione
fisicalistico-eliminativistica del problema mente-corpo. Opere: “Il
pensiero simbolico” (Bologna, Il Mulino); “Cause e ragioni” -- Modelli di
spiegazione delle azioni” umane nella filosofia analitica” (Roma, Editori
Riuniti. “Il Fanatico e l'Arcangelo” -- Saggi di filosofia analitica pratica,
Siena, Protagon. “L'anima e il corpo” -- Una introduzione storica alla filosofia della
mente, RomaBari, Laterza; 10ª e “Naturalismo” cognitivo: Per una “teoria
materialistica” della mente, Macerata, Quodlibet, “La Nottola di Minerva” -- Storie
e dialoghi fantastici sulla filosofia della mente, Milano, Mimesis. “Educazione,
individuo e società” Torino, Loescher. ),
La mente può essere naturalizzata?, Colle di Val D’Elsa (Siena), SeB Editori.
Saggi, Freud e l'antropologia, in «La Cultura. Rivista di Filosofia,
Letteratura e Storia»,“ Il materialismo “primario”, in , Il pensiero di Luporini,
Milano, Feltrinelli, L'anomalia del
mentale «Rivista di filosofia», Mente e
corpo nel dibattito contemporaneo, in A.Vv., L’anima, Milano, Mondadori, TMente,
corpo e società nel naturalismo forte, in «Nuova Civiltà delle Macchine», Realismo
scientifico e ontologia materialistica, in «Giornale di metafisica», Nicolaci G., Perone U., Ontologia e
metafisica, Il concetto di verità in una prospettiva naturalistica, in Amoretti
M.C., Marsonet M. , Conoscenza e verità, Milano, Giuffré, L’Io come Direttore
Assente, in Cardella V., Bruni D. , Cervello, linguaggio, società: Atti del
Convegno del Coordinamento dei Dottorati Italiani di Scienze Cognitive, Roma,
CORISCO, Orologi, menti e cervelli: Riflessioni preliminari su tempo reale e
tempo fenomenico tra fisica teorica e filosofia della mente, in Amoretti M.C. ,
Natura umana, natura artificiale, Milano, Angeli, La naturalizzazione delle
rappresentazioni mentali, in «Sistemi intelligenti», Kant e le scienze
cognitive sulla natura dell’Io, in Amoroso L., Ferrarin A., La Rocca C. ,
Critica della ragione e forme dell'esperienza: Studi in onore di Massimo
Barale, Pisa, Edizioni ETS, Realismo scientifico e naturalismo cognitivo, La
coscienza può essere naturalizzata?, in Nannini S., Zeppi A. , La mente può
essere naturalizzata?, Colle di Val D’Elsa (Siena), SeB Editori, Inconscio, coscienza e intenzionalità nel
naturalismo cognitivo, in «Sistemi intelligenti», La seconda svolta cognitiva
in filosofia della mente, in «Reti, saperi, linguaggi: Naturalismo cognitivo:
Per una teoria materialistica della mente, Quodlibet, Sandro Nannini, La Nottola di Minerva: Storie
e dialoghi fantastici sulla filosofia della mente, Mimesis. Nannini. Keywords. Luigi
Speranza: “Grice e Nannini: il santo, l’eroe, il fanatico, l’arcangelo” – The Swimming-Pool
Library.
Nardi
(Spianate
di Altopascio). Filosofo. Grice:
“The Italians are fortunate: with Alighieri they can philosophise about him!” Primogenito
di una famiglia benestante, composta di nove figli, viene avviato sin dalla
tenera età alla carriera ecclesiastica. Nel 1896 entra nel collegio dei frati
francescani a Buggiano e nel 1900, a sedici anni, diventa chierico, assumendo
il nome di frate Angelo. Uscì dal convento di Buggiano perché non aveva
intenzione di continuare nella vita religiosa, avendone perduta la vocazione.
Proseguì gli studi di filosofia e teologia frequentando il convento di
Sant'Agostino di Nicosia in provincia di Pisa. Volendo proseguire gli studi, i
genitori gli indicarono un'unica strada, quella di entrare in seminario e
diventare prete. Nel 1902 Nardi venne ammesso al seminario di Pescia e il 4
marzo 1907 diventò sacerdote. Qui si avvicinò fugacemente al movimento
Modernista, condannato da papa Pio X con l'Enciclica Pascendi. Nel 1908
Nardi sostenne l'esame di concorso per una borsa di studio triennale conferita
dall'opera Pia Galeotti di Pescia al fine di frequentare un corso di
perfezionamento filosofico presso l'Università Cattolica di Lovanio (Belgio).
Nel 1909 Nardi aveva da poco iniziato a frequentare l'Università Cattolica di
Lovanio che già decise l'argomento della sua tesi di laurea Sigieri di Brabante
nella Divina Commedia e le fonti della filosofia di Dante, che venne discussa con
Maurice De Wulf. La lettura dell'opera di Pierre Mandonnet, nella parte
dedicata a Sigieri, non persuadeva Nardi sulla soluzione data al problema della
presenza di questo averroista nel Paradiso dantesco. Due pregiudizi la
inficiavano: il primo “consisteva in un'inesatta visione storica di quello che
nel Medio Evo e nel Rinascimento era stato l'averroismo. Il secondo pregiudizio
del Mandonnet era quello di ritenere il pensiero filosofico di Dante conforme
in tutto e per tutto a quello di San Tommaso." Nel momento in cui Nardi
entrava a Lovanio abbandonò il modernismo teologico, ma non abbracciò la
filosofia neo-scolastica che quella Università belga stava elaborando. Non
aveva senso per lui ripetere, sul finire dell'Ottocento, nell'epoca del
positivismo, l'operazione culturale di San Tommaso che prevedeva l'unificazione
di fede e ragione. Il metodo di lavoro che Nardi seguì nel corso della
sua vicenda di studioso e ricercatore, rimase sempre improntato al massimo
rigore filosofico, risentendo come una traccia indelebile dell'esperienza di
Lovanio, dove dovette affrontare studi scientifici. Per Nardi l'interpretazione
del testo coincide con la libertà, ma tale atto libero non può attivarsi senza
uno scrupoloso lavoro di scavo e ricerca del materiale documentario, l'esatta
interpretazione filosofica dei testi. Ottenuta un'ulteriore borsa di studio
dall'Opera Pia di Pescia frequenta corsi di filosofia a Vienna, Berlino, Bonn.
Oltre alla pubblicazione della propria tesi su Sigieri nella “Rivista di
filosofia neo-scolastica”, Nardi vi pubblicò altri interventi spesso critici
con la linea editoriale del periodico. scritto ai corsi dell'Istituto di Studi
Superiori di Firenze perché voleva riconoscere in Italia la sua laurea in
filosofia conseguita a Lovanio. A Firenze discuterà la tesi di laurea in
filosofia dedicata alla figura del medico e filosofo padovano Pietro d'Abano. Collaborava
alla “Voce”, rivista fondata da Giuseppe Prezzolini con il quale mantenne per
lunghi anni una fitta corrispondenza. Nell'autunno 1914 Nardi volle
abbandonare il sacerdozio. In una successiva lettera del 1941 indirizzata al
vescovo Angelo Simonetti, spiegava che era stato l'ambiente familiare a
spingerlo nel 1907 a chiedere la sacra ordinazione, con preghiere e minacce. Di
trasferì a Mantova per insegnare filosofia presso il liceo classico Virgilio,
dove vi restò fino al quando si trasferì a Milano. Ha da Giovanni Gentile un
incarico per l'insegnamento della filosofia medievale presso la facoltà di
lettere dell'Roma. Tuttavia non ottenne la cattedra universitaria (se non dopo
molti anni), a causa dell'art. 5 del Concordato in base al quale la curia
romana escludeva i sacerdoti secolarizzati dall’insegnamento. Gli fu
assegnata la “Penna D’Oro” dal presidente del Consiglio Fernando Tambroni. Nel
1962 gli fu conferita la laurea honoris causa da parte dell’Padova e da parte
di quella di Oxford. Le opere e gli studi su Alighieri si è dedicato
instancabilmente per di più in mezzo secolo allo studio del pensiero di Dante,
anche quando si occupava di Virgilio, di Sigieri di Brabante, di Pietro
Pomponazzi. Nardi ha saputo mettere in discussione schemi consolidati, ha
aperto strade nuove, ha formulato proposte inedite che ci permettono di avere
una più esatta comprensione dei testi danteschi. Una costante di Nardi è di
aver conservato sempre una propria autonomia, se non un vero e proprio
distacco, rispetto agli ambienti culturali in cui si era trovato ad agire,
fossero Lovanio, Firenze o Roma. Il coraggio con cui seppe polemicamente
ribaltare tesi consolidate negli ambienti accademici, gli fruttarono ingiustamente
isolamento e non adeguata considerazione rispetto alle sue acquisizioni
veramente anticipatrici. Basti pensare alle sue tesi sull'averroismo latino,
all'importanza data alla figura di Avicenna, di Alberto Magno, al rifiuto del
preteso tomismo di Dante. E se di Gentile parlava come di un "vero e
grande maestro", dandogli ragione nella sua polemica con il De Wulf
(relatore della sua tesi a Lovanio), Nardi pur tuttavia non aderirà al
Neoidealismo, ma vi trarrà soltanto spunti e stimoli per le sue ricerche.
L'incontro con Dante costituisce per Nardi l'episodio decisivo della sua vita
intellettuale e morale. Scriverà nel 1956: "in Dante trovai il vero e
primo maestro, quello a cui debbo la maggior gratitudine". Il senso della
sua ricerca è stato interrogare il "miracolo" della Divina Commedia,
questo "singolare poema sbocciato all'improvviso contro tutte le buone
regole dell'arte e del dittare". Secondo Nardi nella commedia è custodita
la Verità, che si è manifestata ad un poeta ispirato da una profetica visione.
La lunga fatica del Nardi è giunta a concludere che la filosofia di Dante non
si riduce a nessun sistema codificato; è una sintesi complessa tendente a
superare le antinomie e che mantiene intera la sua spiccata originalità, il suo
personalissimo pensiero. Per arrivare a coglierlo occorre da una parte
ristabilire il preciso significato delle parole in rapporto alla terminologia
filosofica e scientifica del Medioevo, e ricostruire dall'altra l'ambiente
culturale e l'atmosfera spirituale nelle quali Dante si muoveva per arrivare a
determinare la fonte, il libro letto da Dante. Nardi ha gettato luce su
molti elementi e suggestioni che Dante derivava dalla filosofia araba e
neoplatonica. Essenziali per comprendere Dante sono Alberto Magno e Sigieri più
di Tommaso; così come il neoplatonismo e la cultura araba più dello
scolasticismo aristotelico. A Nardi interessava particolarmente affrontare il
tema della "visione dantesca", esperienza profetica che seppe
tradurre come nessun altro nel linguaggio della Divina Commedia. La visione di
Dante non è finzione letteraria, è rivelazione reale dell'aldilà, concessa da
Dio in virtù di un supremo privilegio. Dante visse il rapimento mistico ed
estatico al terzo cielo come esperienza reale. Dante credette di essere sceso
veramente nell'Inferno, salito veramente al Purgatorio e al Paradiso. Per Nardi
la Commedia si distacca dagli altri scritti di Dante, perché ne è il loro
compimento. Tale culmine si realizza attraverso un'esperienza eccezionale, di
origine mistico-religiosa a lui soltanto riservata, una rivelazione che ha il
potere di trasformare e rendere nuove tutte le altre opere precedenti.
L'opera dantesca, secondo Nardi, si deve suddividere in tre fasi: la prima
fase, che termina a venticinque anni, è sotto l'influsso di Guinizzelli,
assente del tutto la filosofia. La seconda fase, quella filosofico-politico,
coincide con le rime allegoriche, il Convivio, il De vulgari eloquentia e la
Monarchia. La terza fase, quella della poesia profetica, coincide con la Divina
Commedia, poema che segna il ritorno all'unità della filosofia cristiana. Dante
vi compare come profeta che deve annunciare al mondo l'avvento di un inviato di
Dio per la redenzione umana. La Commedia è "poema sacro", la sua è
poesia religiosa. Nardi vede in questa terza fase finalmente riconciliarsi la
speranza cristiana spezzatasi con l'aristotelismo e l'avverroismo. Per Nardi
l'aristotelismo è inconciliabile con il cristianesimo, e il tomismo pertanto è
"il più strano paradosso del pensiero umano". La Commedia testimonia
della riunificazione della filosofia con la rivelazione di Dio. Dante visse una
visione profetica, esperienza che mancò ad Aristotele. L’'Accademia dei
Lincei gli ha conferito il Premio Feltrinelli per la Filosofia. Opere: “Flosofia dantesca” (Bari, Laterza); “Critica
dantesca” (Milano-Napoli, Ricciardi); “Filosofia dantesca” (di Alighieri) (Firenze,
La Nuova Italia); “La filosofia medievale” (Roma, Ed. di storia e letteratura,
“Alighieri” (Roma-Bari, Laterza). Paolo
Falzone, Dizionario biografico degli italiani,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, ."Giornale Critico della
Filosofia Italiana", Premi
Feltrinelli, su lincei. Medioevo e
Rinascimento,” Firenze, Sansoni, Alberto Asor Rosa, Dizionario della
letteratura italiana del Novecento, ad vocem Sigieri di Brabante e Alessandro
Achillini, (check). Di un nuovo commento alla canzone del Cavalcanti sull'amore,
“Cultura neolatina”, Noterella poetica sull'averroismo di Guido Cavalcanti,
Rassegna filosofica, Sigieri di Brabante e le fonti della filosofia di Dante,
in “Rivista di filosofia neoclassica” Sigieri di Brabante nella Divina Commedia
e le fonti della filosofia di Dante, Spianate, La teoria dell'anima e la
generazione delle forme secondo Pietro d'Abano, “Rivista di filosofia
neoscolastica”, Vittorino da Feltre al paese natale di Virgilio, in “Atti del
IV Congresso nazionale di Studi Romani”, Roma, Lyhomo (note al “Baldus” di T.
Folengo), “Giornale critico della filosofia italiana”, “Nel mondo di Dante,
Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Sigieri di Brabante nel pensiero del
rinascimento italiano” (Edizioni italiane, Roma); “Dante profeta, in Dante e la
cultura medioevale. Nuovi saggi di filosofia dantesca, Bari, Laterza); “La
mistica averroistica e Pico”; “L' aristotelismo padovano (Firenze, Sansoni; già
edita in “Archivio di filosofia, Umanesimo e Machiavellismo”, Padova); “Il
naturalismo del Rinascimento, Corso di storia della filosofia. Anno accademico,
T. Gregory, Roma, Edizioni Universitarie; “L'alessandrinismo nel Rinascimento,
Corso di Storia della filosofia. Anno accademico, I. Borzi e C. R. Crotti, Roma, “La Goliardica”
La fine dell'averroismo, Gli scritti del Pomponazzi. “Giornale critico della
filosofia italiana”, Le opere inedite del pomponazzi. Il fragmento marciano del
commento al “De Anima” e il maestro del pomponazzi, Pietro Trapolino, Il
problema della verità, soggetto e oggetto dell'conoscere nella filosofia antica
e medioevale, Editrice Universale di Roma, Roma, La crisi del Rinascimento e il
dubbio cartesiano, Corso di storia della filosofia. Anno accademico, T.
Gregory, “La Goliardica” Il commento di Simplicio al “De Anima” nelle
controversie della fine del sec. XV e del sec. XVI, “Archivio di filosofia”,
Padova, La miscredenza e il carattere morale di Nicoletto Vernia, Giornale
critico della filosofia italiana, Le opere inedite del Pomponazzi, “Giornale
critico della filosofia italiana” Le meditazioni di Cartesio, Lezioni di storia
della filosofia. Anno accademico, “La Goliardica”, Roma, Pomponazzi… e la
cicogna dell'intelletto, “Giornale critico della filosofia italiana” Il
dualismo cartesiano, Corso di storia della filosofia. Anno accademico T.
Gregory, “La Goliardica”, Roma, 1953. Il dualismo cartesiano degli Occasionalisti
a Leibniz, Corso di storia della filosofia. Anno accademico T. Gregory, “La
Goliardica”, Roma, Ancora qualche notizia e aneddoto su Nicoletto Vernia,
Giornale critico della filosofia italiana, Marcantonio e Teofilo Zimara: due
filosofi galatinesi del Cinquecento, “Archivio storico Pugliese” Un'importante
notizia su scritti di Sigieri a Bologna e a Padova alla fine del sec. XV ,
“Giornale critico della filosofia italiana”, Contributo alla biografia di
Vittorino da Feltre, “Bollettino del Museo civico di Padova”, Letteratura e
cultura del Quattrocento, in “La civiltà veneziana del Quattrocento”, Firenze,
Sansoni, Appunti intorno al medico e filosofo padovano Pietro Trapolin, In
Miscellanea in onore di Roberto Cessi, Edizioni di Storia e letteratura, Roma, Copernico
studente a Padova, in Mélanges offerts à Etienne Gilson, de l'Accadémie
Française, Toronto-Paris Studi e problemi di critica testuale. Convegno di
studi di filologia italiana nel centenario della Commissione per i Testi di
Lingua, Bologna, L'aristotelismo della Scolastica e i Francescani, in Studi di
Filosofia Medioevale, Edizioni di Storia e letteratura, Roma, Pietro Pomponazzi
e la teoria di Avicenna intorno alla generazione spontanea dell'uomo Mantuanitas
vergilana, Edizioni dell'Ateneo, Roma, La scuola di Rialto e l'Umanesimo
veneziano, in Umanesimo Europeo e Umanesimo veneziano, Sansoni, Firenze, Studi
su Pietro Pomponazzi, Le Monnier, Firenze, Saggi sull'Aristotelismo Padovano
dal secolo XIV al XVI, Le Monnier, Corsi manoscritti di lezioni e ritratto di
Pietro Pomponazzi, in Atti del VI Convegno internazionale di studi sul
Rinascimento, Sansoni, Firenze, Studi su Pietro Pomponazzi, Le Monnier,
Firenze, Saggi e note di critica dantesca, Ricciardi, Filosofia e teologia ai
tempi di Dante in rapporto al pensiero del poeta, in Saggi e note di critica
dantesca, Ricciardi, Milano, Napoli, Saggi e note sulla cultura veneta del
Quattro e CinquecentoMazzantini, Editrice Antenore, Padova, Saggi sulla cultura veneta del Quattro e del
CinquecentoMazzantini, Antenore, Padova, Divina Commedia, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema
Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere di Bruno
Nardi, .Pubblicazioni di Bruno Nardi, su Persée, Ministère de l'Enseignement
supérieur, de la Recherche et de l'Innovation. Tullio Gregory, Enciclopedia dantesca,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Un profilo biografico nel sito "dante
online", Consulenza scientifica Società Dantesca Italiana. Bruno Nardi. Nardi.
Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate,” The
Swimming-Pool Library. – Luigi Speranza, “Grice e Nardi: il paradiso
filosofico” --.
Natoli (Patti). Filosofo.
Grice: “I like Natoli. He philosophises on the ‘uomo tragico’ at the source
of western civilisation, and also the experience of ‘pain’ at the source of
it.” Si laurea a Milano, dove ha trascorso gli anni nel
Collegio Augustinianum. Insegna a Venezia e Filosofia della politica alla
Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano.
Attualmente è Professore di Filosofia teoretica presso la Facoltà di scienze
della formazione dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Attività
accademica In particolare, Salvatore Natoli è il propugnatore di un'etica
neopagana che, riprendendo elementi del pensiero greco (in particolare, il
senso del tragico), riesca a fondare una felicità terrena, nella consapevolezza
dei limiti dell'uomo e del suo essere necessariamente un ente finito, in
contrapposizione con la tradizione cristiana. Filosofia del dolore Una
particolare e approfondita analisi sul tema del dolore è stata condotta da Natoli
in diverse sue opere. Il dolore è parte essenziale della vita e per gli
antichi filosofi greci era l'altra faccia della felicità: «I greci si
sentono parte e momento della più grande e generale natura, crudele e insieme
divina, si sentono momento di quest'eterno e irrefrenabile fluire, ove non vi è
differenza tra bene e male allo stesso modo in cui il dolore si volge nella
gioia e la gioia nel dolore» La natura infatti dava la vita e nello
stesso tempo crudelmente la toglieva. Il dolore in realtà fa parte della vita
ma non la nega: il dolore può essere vissuto e reso sopportabile se chi soffre
percepisce non la pietà dell'altro ma che la sua sofferenza è importante per
chi entra in rapporto con lui e con la sua sofferenza. Se chi soffre si sente
importante per qualcuno, anche se soffre ha motivo di vivere. Se non è
importante per nessuno può lasciarsi prendere dalla morte. Secondo Natoli
l'esperienza del dolore ha due aspetti: uno oggettivo, il danno («Nel momento
in cui la sofferenza è motivata attraverso la colpa, colui che soffre non solo
patisce il danno, ma ne diviene anche il responsabile»); e uno soggettivo, cioè
come viene vissuta e motivata la sofferenza. La stessa sofferenza è
interpretata in modo differente da diverse culture: per alcune il dolore fa
parte della contingenza del mondo fenomenico, dell'apparenza per altre invece,
è vissuto intensamente come ad esempio nel cristianesimo dove al dolore viene
associata la redenzione. Vi è una circolarità tra il dolore e il senso che fa
sì che, pur essendo il dolore universale, ad ognuno appartenga un dolore
diverso. Vi è dunque un senso del dolore e un non senso che il dolore
causa. Il dolore infatti contraddice la ragione che non sa darsi spiegazione
del perché il dolore abbia colpito proprio quell'individuo e per quali colpe
quello abbia commesso e, infine, perché il dolore travagli il mondo. Il
tentativo di rispondere a queste fondamentali domande fa sì che l'individuo
scopra nuove forze in lui che generino un vittorioso uomo nuovo che, partendo
dall'esperienza del dolore, s'interroghi sul senso dell'esistere, tenendo
sempre presente però, che il dolore può segnare anche una definitiva
sconfitta. Nel dolore l'uomo può scoprire le sue possibilità di crescita
ma questo non vuol dire disprezzare il piacere, sostenendo che questo, invece,
ottunde gli animi. Il piacere invece affina la sensibilità come accade per chi
ascolta frequentemente una buona musica. Il piacere invece è negativo quando
diventa «monomaniaco, eccessivo, quando, anziché sviluppare la sensibilità, la
fossilizza in un punto di eccessiva stimolazione. E l'eccessivo stimolo
distrugge l'organo.» A differenza del piacere, dell'amore che è dialogo tra
due, che è espansivo e affabulatorio anche quando è silenzioso, l'esperienza
del dolore chiude il singolo nella sua individualità e incomunicabilità, poiché
«il corpo sano sente il mondo, il corpo malato sente il corpo. E quindi il
corpo diventa una barriera tra il proprio desiderio, l'universo delle
possibilità, e la realizzabilità delle medesime possibilità.» Sebbene il
dolore sia "insensato" si cerca di spiegarlo con le parole spesso
inutili ed allora si cerca dapprima la parola "efficace" che offre la
tecnica o la parola "efficace" della preghiera, della fede, che non
annulla il dolore, ma dà una speranza nel miracolo. L'efficace uso della parola
per spiegare il dolore fa sì che gli uomini trovino conforto nella comune
sofferenza, in quella universalità del dolore dove però ognuno rimane nella sua
singolarità di senso. La parola efficace della tecnica per un verso ha
alleviato il dolore ma per un altro può creare delle condizioni di vita
tali per cui la stessa tecnica controlla il dolore senza togliere la malattia,
creando così un'esistenza prolungata senza futuro sotto la continua incombenza
della morte: «A partire dal Settecento, ma ancor più nel corso
dell’Ottocento, la tecnica è stata sempre di più associata alle filosofie del
progresso: infatti ha emancipato gli uomini dai vincoli naturali, ha ridotto il
peso della fatica, ha attenuato il dolore, ha accresciuto il benessere, ha
conteso lo spazio alla morte differendola sempre di più… ma la tecnica, oggi, è
nelle condizioni di interferire in modo profondo nei processi naturali
modificandone i cicli…» Una soluzione all'inevitabilità del dolore può
essere l'adesione a un nuovo paganesimo secondo l'antica visione greca
dell'accettazione dell'esistenza del finito e della morte dell'uomo. «Il
cristianesimo ha alterato l'anima pagana. Nel momento in cui il sogno di un
mondo senza dolore è apparso, non ci si adatta più a questo dolore anche se si
crede che un mondo senza dolore non esisterà mai. La coscienza è stata visitata
da un sogno che non si cancella più, e anche se lo crede inverosimile tuttavia
vuole che ci sia.» Anche il cristianesimo infatti teorizza l'uomo finito,
ma non essere naturale destinato alla morte, ma come creatura di Dio. Per il
cristiano la vita finita condotta secondo il dovere porta all'accettazione
della morte come passaggio a Dio. Per il neopaganesimo la vita finita è degna di
essere vissuta senza speranza di infinitezza ma vivendola secondo un ethos, che
non è dovere di obbedire a un comando morale con la speranza di un premio
eterno, ma buona e spontanea abitudine di una condotta consapevole
dell'universale fragilità umana. Opere: “Soggetto e fondamento” -- studi
su Aristotele e Cartesio (Padova, Antenore); “La ccritica del linguaggio”
(Venezia, Marsilio); “Ermeneutica e genealogia: Filosofia e metodo” (Milano,
Feltrinelli); “L'esperienza del dolore. Le forme del patire” (Milano, Feltrinelli);
“Gentile” (Torino, Bollati Boringhieri); “Vita buona vita felice. Scritti di
etica e politica” (Milano, Feltrinelli); “Teatro filosofico. Gli scenari del sapere
tra linguaggio e storia” (Milano, Feltrinelli); “L'incessante meraviglia. Filosofia,
espressione, verità, Milano, Lanfranchi); “La felicità. Saggio di teoria degli
affetti” (Milano, Feltrinelli); “I nuovi pagani, Milano, Il Saggiatore); “Dizionario
dei vizi e delle virtù” (Milano, Feltrinelli); “La politica e il dolore” Roma,
EL); “Soggetto e fondamento. Il sapere dell'origine e la scientificità della
filosofia” (Milano, Bruno Mondadori); “Delle cose ultime e penultime” (Milano,
Mondadori); “Natura, poesia, filosofia” (Milano, Bruno Mondadori); “Progresso e
catastrofe: dinamiche della modernità” (Milano, Marinotti); “Dio e il divino.
Confronto con il cristianesimo, Brescia, Morcelliana); “La politica e la virtù”
(Roma, Lavoro); “La felicità di questa vita. Esperienza del mondo e stagioni
dell'esistenza, Milano, Mondadori); “L'attimo fuggente o della felicità” (Roma,
Edup); “Stare al mondo. Escursioni nel tempo presente, Milano, Feltrinelli, Il cristianesimo di un non credente, Magnano,
Qiqajon); “Libertà e destino nella tragedia greca” (Brescia, Morcelliana, Stare
al mondo. Escursioni nel tempo presente, Milano, Feltrinelli, “Parole della
filosofia o dell’arte di meditare, Milano, Feltrinelli, “La verità in gioco” (Milano,
Feltrinelli, Guida alla formazione del carattere, Brescia, Morcelliana, Sul
male assoluto. Nichilismo e idoli nel Novecento, Brescia, Morcelliana ,I
dilemmi della speranza, Molfetta, La meridiana, La salvezza senza fede, Milano,
Feltrinelli, La mia filosofia: Forme del
mondo e saggezza del vivere, Pisa, Ets, L'attimo fuggente e la stabilità del bene,
(contiene la Lettera a Meneceo sulla felicità di Epicuro), Roma, Edup, Edipo e
Giobbe. Contraddizione e paradosso, Brescia, Morcelliana, Dialogo sui novissimi
(con Francesco Brancato), Troina, Città Aperta, Il crollo del mondo. Apocalisse ed
escatologia, Brescia, Morcelliana,” L'edificazione di sé. Istruzioni sulla vita
interiore, Roma-Bari, Laterza, “Il buon
uso del mondo. Agire nell'età del rischio, Milano, Mondadori, Figure
d'Occidente. Platone, Nietzsche e Heidegger (con Massimo Donà e Carlo Sini,
introduzione di Erasmo Silvio Storace), Milano, AlboVersorio, Eros e Philia, Milano, AlboVersorio, “Nietzsche
e il teatro della filosofia” (Milano, Feltrinelli); “Le parole ultime. Dialogo
sui problemi del «fine vita» (con Ivan Cavicchi, Piero Coda e altri), Bari,
Dedalo, I comandamenti. Non ti farai idolo né immagine, Bologna, Il mulino);
“Le verità del corpo” (Milano, AlboVersorio, Sperare oggi (con Franco Mosconi),
Trento, Il margine. Le virtù dei Giusti e l'identità dell'Europa Enciclopedia Italiana Treccani alla voce
corrispondente La salvezza senza fede,
Feltrinelli Ove non indicato diversamente, le informazioni contenute nel
paragrafo "Filosofia del dolore" hanno come fonte Enciclopedia
multimediale delle Scienze Filosofiche. Il senso del dolore. in .
L'esperienza del dolore. L'esperienza
del dolore nell'età della tecnica. Siamo "finiti". E anche la tecnica
lo è, da Europa, I Nuovi pagani, Il
saggiatore, Milano, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Opere dopenMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere Registrazioni su
RadioRadicale, Radio Radicale. Intervista per Il Rasoio di Occam, di Carlo
Crosato. Video intervista su Asia, su asia. Dov'è la vittoria? “l'Italia civile
che resta minoranza” intervista di Paolo Barbie, Il Fatto Quotidiano. Salvatore
Natoli. Natoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Natoli” – The Swimming-Pool
Library.
Nicoletti
(Udine).
Filosofo. – Grice: “His diagramme
for ‘arbor porphyriana’ is also brilliant – ending with “Plato,” “Socrates.””
-- Grice: “I especially like his squaring the square of opposition!” -- Grice:
“A veritable genius, this Nicoletti.” --
Not under ‘Venezia’! -- paolo di venezia: philosopher, the son of Andrea
Nicola, of Venice He was born in Fliuli Venezia Giulia, a hermit of Saint
Augustine O.E.S.A., he spent three years as a student at St. John’s, where the
order of St. Augustine had a ‘studium generale,’ at Oxford and taught at
Padova, where he became a doctor of arts. Paolo also held appointments at the
universities of Parma, Siena, and Bologna. Paolo is active in the
administration of his order, holding various high offices. He composed
ommentaries on several logical, ethical, and physical works of Aristotle. His
name is connected especially with his best-selling “Logica parva.” Over 150
manuscripts survive, and more than forty printed editions of it were made, His huge sequel, “Logica magna,” was a flop.
These Oxford-influenced tracts contributed to the favorable climate enjoyed by
Oxonian semantics in northern Italian universities. Grice: “My favourite of
Paul’s tracts is his “Sophismata aurea”how peaceful for a philosopher to die
while commentingon Aristotle’s “De anima.”!” His nom de plum is “Paulus
Venetus.”— Paolo da Venezia Nota
disambigua.svg Disambiguazione"Paolo Veneto" rimanda qui. Se stai
cercando lo scrittore e vescovo nato a Venezia, vedi Paolino Minorita. Paolo da Venezia in una stampa ProfessorePaolo
da Venezia, o Paolo Veneto, vero nome Paolo Nicoletti (Udine), filosofo. Eremitano,
fu studente all'Oxford e docente all'Padova dal 1408 ove ebbe tra gli allievi
Paolo Della Pergola. Divenne ambasciatore veneto presso la corte polacca. Per
le sue idee teologiche e esiliato a Ravenna ma, due anni dopo, gli fu
consentito di tornare a Padova. Fu
seguace di Guglielmo di Ockham e Sigieri di Brabante e autore di vari trattati,
tra cui alcuni commenti ad Aristotele . Il suo trattato Logica magna fu
utilizzato come testo di insegnamento della logica all'Padova e può essere
considerato la maggiore opera di logica formale prodotta dal Medioevo. Opere: “Logica,” “Commenti alle opere di
Aristotele” “Expositio in libros Posteriorum Aristotelis,” “Expositio super
VIII libros Physicorum necnon super Commento Averrois,” “Expositio super libros
De generatione et corruptione” “Lectura super librum De Anima” “Conclusiones
Ethicorum” “Conclusiones Politicorum” “Expositio super Praedicabilia et
Praedicamenta.” “Scritti sulla logica: Logica Parva or Tractatus Summularum, “Logica
Magna”; “Quadratura”; “Sophismata Aurea. Altre opere: “Super Primum
Sententiarum Johannis de Ripa Lecturae Abbreviatio,” “Summa philosophiae
naturalis,” “De compositione mundi. Quaestiones adversus Judaeos. Sermones. N
Dizionario di Filosofia Treccani, riferimenti in . Vedi «Paolo Della Pergola» in Dizionario di
Filosofia Treccani. Eugenio Garin,
Storia della filosofia italiana, terza ed., Edizione CDE su licenza della
Giulio Einaudi editore, Milano, «Paolo Veneto», in Enciclopedia Dantesca, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, «Paolo Veneto», in Dizionario di Filosofia
Treccani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Alessandro D. Conti, Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Alessandro
D. Conti: Esistenza e verità: forme e strutture del reale in Paolo Veneto e nel
pensiero filosofico del tardo medioevo. Istituto Storico Italiano per il Medio
Evo, Roma, Nuovi studi storici, A. R. Perreiah: "A Biographical
Introduction to Paul of Venice". In: Augustiniana. Paolo Veneto, Logica, Venetiis, Bartolomeo
Imperatore, Francesco Imperatore, Enrico
Gori, dal sito Filosofico.net (Alessandro Conti, Paul of Venice, in E. Zalta ,
Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and
Information, Stanford.Filosofia.
Nicoletti. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Paolo da Harborne, and Paolo da Venezia,” lecture for
the Club Griceiano Anglo-Italiano, Bordighera. Luigi Speranza, “Grice e
Nicoletti: quadratura ed implicatura” – The Swimming-Pool Library.
Negri (Padova). Filosofo. Grice: “Only in
Italy a philosopher philosophises on Pinocchio!” -- Grice: “I like his idea of
a new ‘grammar of politics,’ even if he uses the extravagant metaphor,
delightful though, ‘fabbrica di porcellana’. He has a gift for metaphor, sure!”
– Grice: “’la lenta ginestra’ to qualify Leopardi’s ontology is genial!” -- Grice:
“Negri reminds me of ‘pinko Oxford’!” Tra gli anni sessanta e gli
anni settanta, fu uno dei maggiori teorici del marxismo operaista. Dagli anni
ottanta in poi, si dedicò invece allo studio del pensiero politico di Baruch
Spinoza, contribuendo, insieme a Louis Althusser e Gilles Deleuze, alla sua
riscoperta teorica. In collaborazione poi con Michael Hardt, ha scritto libri
molto influenti nella Teoria politica contemporanea. Accanto alla sua
attività teorica, ha svolto una intensa attività di militanza politica, come
co-fondatore e teorico militante delle organizzazioni della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia. A causa della sua
attività politica è stato incarcerato e processato, all'interno del processo 7
aprile, con l'accusa di aver partecipato ad atti terroristici e d'insurrezione
armata. Venne, tuttavia, assolto da queste imputazioni, per poi venire
condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale
nella rapina di Argelato. Opere: “Stato e diritto in Hegel. Studio sulla genesi
illuministica della filosofia giuridica e politica” (Padova, Cedam); “Lo
storicismo” (Milano, Feltrinelli, “Alle origini del formalismo giuridico: studio
sul problema della forma in Kant e nei giuristi kantiani” (Padova, Cedam, Curatela
di Hegel, Scritti di filosofia del diritto, Bari, Laterza, Alcune riflessioni
sullo stato dei partiti” (Padova, Tip. poligrafica moderna); “Crisi dello
Stato-piano. Comunismo e organizzazione rivoluzionaria” (Milano, Feltrinelli); “Ideali
e realizzazioni d'integrazione” (Milano, Giuffrè); “Studi su Weber, in Annuario
bibliografico di filosofia del diritto, I, Milano, Giuffrè); “Problemi di
storia dello Stato moderno. in
"Rivista critica di storia della filosofia", “La teoria capitalistica dello stato nel '29,
John M. Keynes, in "Contropiano", Marx sul ciclo e la crisi. Note, in
"Contropiano", “Descartes politico o della ragionevole ideologia”
(Milano, Feltrinelli); “Rileggendo Hegel” -- filosofo del diritto, in Incidenza
di Hegel. Napoli, Morano, Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Scienze politiche, (Stato
e politica), Milano, Feltrinelli, Crisi e organizzazione operaia” (Milano,
Feltrinelli); Partito operaio contro il lavoro, in Sergio Bologna, Paolo
Carpignano, Negri, “Crisi e organizzazione operaia” (Milano, Feltrinelli, Proletari e Stato. Per una discussione su
autonomia operaia e compromesso storico, Milano, Feltrinelli); “La fabbrica
della strategia” 33 lezioni su Lenin, Padova, “Cooperativa libraria editrice
degli studenti di Padova-Collettivo editoriale librirossi, La forma Stato. Per
la critica dell'economia politica della Costituzione” (Milano, Feltrinelli); Materiale
sul problema dello stato e sul rapporto fra democrazia e socialismo, con
Riccardo Guastini, Ugo Rescigno, Emilio Agazzi, Milano, Unicopli-Cuem, “Il
dominio e il sabotaggio: sul metodo marxista della trasformazione sociale,” Milano,
Feltrinelli, “Manifattura, società
borghese, ideologia: Una famosa polemica sul rapporto
struttura-sovrastruttura,” con Franz Borkenau e Henryk Grossmann, Roma,
Savelli, Marx oltre Marx [Grice, “Grice oltre Grice”]. Quaderno di lavoro sui
Grundrisse, Milano, Feltrinelli, “ Dall'operaio massa all'operaio sociale.
Intervista sull'operaismo, a cura di Paolo Pozzi e Roberta Tommasini, Milano,
Multhipla, “Il comunismo e la guerra,” Milano, Feltrinelli, Politica di classe:
il motore e la forma. Le cinque campagne oggi. Milano, Machina Libri, “Otto
Dix,” Milano, Studio d'arte Grafica, “L'anomalia selvaggia. Saggio su potere e
potenza in Spinoza” (Milano, Feltrinelli);“Macchina tempo. Rompicapi,
liberazione, costituzione,” Milano, Feltrinelli, Pipe-line. Lettere da
Rebibbia, Torino, Einaudi, Italie rouge
et noire. Journal, traduzione di Yann Moulier Boutang, prefazione di
Bernard-Henri Lévy, Paris, Hachette, Diario di un'evasione, Cremona, Pizzoni, Les
nouveaux espaces de liberté, con Félix Guattari, Gourdon, Bedou, Le verità
nomadi: per nuovi spazi di libertà, con Félix Guattari, Roma, Pellicani,
“Fabbriche del soggetto: profili, protesi, transiti, macchine, paradossi,
passaggi, sovversione, sistemi, potenze: appunti per un dispositivo ontologico,
in "XXI secolo. Bimestrale di politica e cultura", “Lenta ginestra:
saggio sull'ontologia di Leopardi, Milano, SugarCo, “Fine secolo. Un manifesto
per l'operaio sociale. Milano, SugarCo,” “Arte e multitudo. Sette lettere,” Milano,
Politi, “Il lavoro di Giobbe. Il famoso testo biblico come parabola del lavoro
umano, Milano, SugarCo, “Il potere costituente. Saggio sulle alternative del
moderno, Carnago, SugarCo, Spinoza sovversivo. Variazioni (in)attuali,
introduzione di Emilia Giancotti, Roma, Pellicani, “Il lavoro di Dioniso. Per
la critica dello Stato postmoderno, con Michael Hardt, Roma, Manifestolibri, “
L'inverno è finito. Scritti sulla trasformazione negata, a cura di Giuseppe
Caccia, Roma, Castelvecchi, I libri del rogo, Roma, Castelvecchi, Contiene:
Crisi dello Stato-piano; Partito operaio contro il lavoro; Proletari e Stato;
Per la critica della costituzione materiale; Il dominio e il sabotaggio, La
costituzione del tempo. Prolegomeni. Orologi del capitale e liberazione
comunista, Roma, Manifestolibri, Spinoza, introduzioni di Gilles Deleuze,
Pierre Macherey e Alexandre Matheron, Roma, DeriveApprodi, Contiene: L'anomalia
selvaggia; Spinoza sovversivo; Democrazia ed eternità in Spinoza, Sogni Incubi
Visioni. Politica e conflitti nella crisi della società del lavoro, con Michael
Hardt e Damiano Palano, Milano, Lineacoop, La sovversione. Colloquio di
Annamaria Guadagni con Toni Negri, Roma, Liberal, Kairòs, alma venus,
multitudo. Nove lezioni impartite a me stesso, Roma, Manifestolibri, Desiderio
del mostro. Dal circo al laboratorio alla politica, a cura di e con Ubaldo
Fadini e Charles T. Wolfe, Roma, Il manifesto, Impero. Il nuovo ordine della
globalizzazione, con Michael Hardt, Milano, Rizzoli, Europa politica. [Ragioni di una necessità],
a cura di e con Heidrun Friese e Peter Wagner, Roma, Manifestolibri, Luciano
Ferrari Bravo ritratto di un cattivo maestro. Con alcuni cenni sulla sua epoca,
Roma, Manifestolibri, L'Europa e l'impero. Riflessioni su un processo
costituente, Roma, Manifestolibri, Cinque lezioni di metodo su moltitudine e
impero, Soveria Mannelli, Rubbettino, Il ritorno. Quasi un'autobiografia,
conversazione con Anne Dufourmantelle, Milano, Rizzoli, Guide. Cinque lezioni
su impero e dintorni, con contributi di Michael Hardt e Danilo Zolo, Milano,
Cortina, Moltitudine. Guerra e democrazia nel nuovo ordine imperiale, con
Michael Hardt, Milano, Rizzoli, La differenza italiana, Roma, Nottetempo, Movimenti
nell'impero. Passaggi e paesaggi, Milano, Cortina, Global. Biopotere e lotte in
America Latina, con Giuseppe Cocco, Roma, Manifestolibri, Goodbye Mr Socialism,
a cura di Raf Valvola Scelsi, Milano, Feltrinelli, Settanta, con Raffaella
Battaglini, Roma, DeriveApprodi, Fabbrica di porcellana. Per una nuova
grammatica politica, Milano, Feltrinelli, Dalla fabbrica alla metropoli. Saggi
politici, Roma, Datanews, Il lavoro
nella Costituzione e una conversazione con Adelino Zanini, Verona, Ombre Corte,
Dentro/contro il diritto sovrano. Dallo Stato dei partiti ai movimenti della
governance, a cura di Giuseppe Allegri, Verona, Ombre Corte, Comune. Oltre il privato ed il pubblico, (Grice:
“Cf. Grice on ‘common language’ and ‘private language’”) con Michael Hardt,
Milano, Rizzoli, Inventare il comune,
Roma, DeriveApprodi, Il comune in rivolta. Sul potere costituente delle lotte,
Verona, Ombre Corte, Questo non è un Manifesto, con Michael Hardt, Milano,
Feltrinelli, 2Spinoza e noi, Milano-Udine, Mimesis, Fabbriche del soggetto.
Archivio e una conversazione con Mimmo
Sersante, Verona, Ombre corte, Arte e multitudo (a cura di Nicolas Martino),
Roma, DeriveApprodi, Storia di un comunista, a cura di Girolamo De Michele, Milano,
Ponte alle Grazie, Galera ed esilio. Storia di un comunista, a cura di Girolamo
De Michele, Milano, Ponte alle Grazie, Assemblea, con Michael Hardt, Milano,
Ponte alle Grazie, Da Genova a domani. Storia di un comunista, a cura di
Girolamo De Michele, Milano, Ponte alle Grazie. Negri. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Negri," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Neri (Milano). Filosofo. Grice:
“Neri is an interesting philosopher – he speaks of the aporia of the
realization, which is intriguing, and considers that ‘objectivism’ started with
Galileo, which is realistic!” Professore a Verona. Allievo di Banfi e Paci, rappresenta
una delle ultime sintesi della Scuola di Milano, di cui riprende alcuni dei
temi portanti: ricerca fenomenologica, analisi storico-politica, studi
estetici. Rispetto ai suoi maestri, del cui pensiero è stato uno dei
maggiori interpreti, sviluppa un percorso di ricerca originale, caratterizzato
da una critica delle ideologie del Novecento e dei loro fallimenti, e da una
lettura non dogmatica della storia contemporanea, volta a metterne in luce
discontinuità e aporie. Forte di un'indole scettica e fedele al principio
dell'epoché fenomenologica, Neri ha ripercorso le vicende della dialettica
marxista, focalizzando in particolare la sua attenzione sull'Europa
centro-orientale, e sulle varie forme di controcondotta e dissenso che, a
partire dagli anni sessanta, sono andati germinando in quel contesto storico. I
suoi autori di riferimentoHusserl e Merleau-Ponty, Bloch e Lukács, Kosík e
Kołakowskirivelano la tensione intellettuale tra ricerca teoretica e storica
che ha caratterizzato il lavoro di Neri, dalle principali monografie, ai saggi
su aut aut e Il filo rosso, fino al materiale inedito conservato presso
l'Archivio Neri, da pochi anni istituito presso l'Università degli Studi di
Milano. Durante gli anni universitari, trascorsi tra Pavia e Milano, Neri
ha l'occasione di frequentare gli ultimi corsi di Antonio Banfi, ormai lontano
dalla fenomenologia e intento a perfezionare (e radicalizzare) il suo umanesimo
di stampo marxista, e dell'ancor giovane Enzo Paci che, in quegli stessi anni
di dopoguerra, intraprende un confronto innovativo con gli esiti della ricerca
husserliana, e in particolare con i contenuti della Crisi delle scienze
europee, oggetto di numerosi corsi. Proprio questo "apprendistato
fenomenologico", secondo l'espressione di Luciano Fausti, ha consentito a
Neri di acquisire un metodo di ricerca che lo ha accompagnato, non solo nei
suoi studi delle opere di Husserl, Merleau-Ponty, Patočka (dei quali traduce e
cura varie pubblicazioni), ma, più in generale, nell'analisi del pensiero
storico e politico novecentesco. A questi interessi va ad aggiungersi quello
per l'arte e l'estetica, decisivo in questi primi anni, e dovuto in particolare
agli insegnamenti di Dino Formaggio, con cui Neri si laureò. Neri continuerà a
interessarsi a questi temi anche negli anni successivi, dedicando diversi
scritti a Panofsky (della cui Prospettiva come forma simbolica cura nell'edizione)
e a Caravaggio, e interrogandosi sul rapporto tra fenomenologia ed
estetica. Agli anni di studio, segue una fase di ricerca che lo porterà
nei primi anni sessanta a Praga, ospite dell'Accademia delle Scienze della Cecoslovacchia
e, in seguito, negli Stati Uniti d'America, dove è visiting scholar a
Pennsylvania. A Praga, Neri entra in contatto con la giovane generazione di
intellettuali cechi che, in questi anni cruciali, portano avanti l'idea di
riformare il socialismo dal suo interno, a partire da una profonda
reinterpretazione del materialismo e della prassi marxiana. È grazie a Neri che
in Italia si diffondono le opere di Karel Kosík e di Jan Patočka che, pur così
profondamente diversi, condividono con Neri l'interesse per la fenomenologia e
la politica. Durante la sua esperienza americana, Neri dedica a Marx una serie
di lezioni e conferenze, i cui testi inediti, facenti parte del Fondo Neri,
sono conservati presso la Biblioteca di Filosofia dell'Università degli Studi
di Milano. Analizzando il pensiero di Marx, Neri si rifà in particolar modo,
oltre che all'insegnamento di Kosík, agli scritti di Gajo Petrović e alla
scuola jugoslava legata alla rivista Praxis. Tornato in Italia, inizia un lungo
periodo di insegnamento a Verona, durante il quale incentra i suoi corsi sulla
fenomenologia post-husserliana, su Bloch, sull'idea filosofica di Europa e la
sua eredità, a seguito del fallimento dei principali progetti politici
novecenteschi. Escono in questi anni le sue opere più note: “Aporie della
realizzazione”, sulla filosofia e l'ideologia dei paesi del socialismo
realizzato, e “Crisi e costruzione della storia”, dedicato, ancora una volta,
al maestro Banfi. In più occasioni, manifesta il suo debito nei confronti
dei suoi maestri milanesi, per averlo iniziato allo studio della fenomenologia.
In tal senso, il passaggio dall'insegnamento di Banfi a quello di Paci è
decisivo. «Al centro non era piùscrive Neri poco prima di morire, ricordando
quegli anniil "disperato razionalismo" del fondatore della
fenomenologia: il fuoco della rilettura era diventato il "mondo della
vita" e la critica dell'obbiettivismo moderno». Un pensiero che ben si
presta a una generazione di giovani studiosi che, durante gli anni sessanta, si
raccolgono intorno a Paci, desiderosi di affinare un pensiero che consenta di
riguadagnare un sguardo disincantato, ma non indifferente, sulla realtà sociale
e culturale circostante, contro «l'asfissiante razionalismo» di Banfi e, più in
generale, contro l'impronta culturale del PCI. Neri rientra in questa
nuova leva di studiosi e in questi termini si possono interpretare anche i suoi
studi fenomenologici. «Con il tema del mondo della vitaribadisce Neri, in un
altro tra i suoi scritti più tardila fenomenologia mostrava di saper affrontare
i problemi posti dalle scienze storiche e sociali, dall'antropologia culturale
e infine anche dal pensiero marxista». L'esempio di Paci, tuttavia, che cercò a
tutti gli effetti di coniugare metodo fenomenologico e dialettica marxista, è
seguito dall'allievo solo parzialmente, lasciando la sua impronta più visibile
nel volumePrassi e conoscenza, una cui parte è dedicata ai critici marxisti
della fenomenologia. Col passare del tempo, tuttavia, Neri adotta una posizione
di sempre più evidente rottura, prediligendo a qualsiasi tentativo
conciliatorio una critica fenomenologica del socialismo realizzato e delle sue
distorsioni. A tal proposito, il confronto con Kosík e il dissenso, all'interno
del socialismo reale, giocano un ruolo di primo piano. Come si evince
dalla sua “Aporie della realizzazione,” distingue due fasi e due generazioni di
filosofi, all'interno della complessa crisi del socialismo in costruzione. Da
una parte, la prima generazione è rappresentata da György Lukács e da Ernst
Bloch. Proprio al pensiero di quest'ultimo, alle sue concezioni di storia e di
utopia e ai suoi numerosi ripensamenti, Neri dedica una lunga analisi, che
tornerà periodicamente anche negli anni successivi, come testimoniano i
programmi dei suoi corsi universitari. A Bloch è ispirato, d'altronde, il
titolo del libro, che Neri ricava da una pagina di Principio speranza. È
all'interno della dialettica tra realtà e realizzazione, tra condizione
presente e speranza futura, che Neri individua l'andatura del socialismo reale,
della sua filosofia e della sua ideologia. Solo con la seconda generazione di
filosofi, tuttavia, le aporie della realizzazione socialista vengono veramente
al pettine; la malinconia di Bloch cede infatti il passo allo sguardo scettico
di Kołakowski e al tentativo di Kosík di rileggere la dialettica marxista in
termini concreti, al di là di ogni deriva ideologica. Dello stesso tenore è
anche il libro su Banfi, Crisi e costruzione della storia, di pochi anni
successivo, in cui Neri si confronta con lo stesso tema della realizzazione,
inteso stavolta nei termini del tentativo banfiano di costruire un percorso
storico su basi razionali, oltre la crisi della civiltà moderna, verso una
nuova prospettiva umanistica. Alla luce del ritratto offertoci da Neri, che si
concentra in particolare sugli anni trenta, intesi come momento cruciale per lo
sviluppo della teoria banfiana, emerge un'immagine di Banfi particolarmente
complessa, nella quale la svolta ideologica e l'adesione al comunismo non
offuscano il perdurare di uno spirito critico e di una prospettiva europea, che
si sviluppa al di là dei particolarismi delle filosofie nazionali. L'Archivio
Guido Davide Neri -- è stato creato presso la Biblioteca di Filosofia
dell'Università degli Studi di Milano l'Archivio Guido Davide Neri. In tale
archivio è raccolta un'imponente quantità di materiali inediti, che comprendono
riflessioni, appunti per corsi e seminari, annotazioni di viaggio,
corrispondenze. Sono considerati di particolare rilievo, in vista di futuri
studi sul pensiero filosofico di Neri, i 149 quaderni, contenenti le
riflessioni del filosofo, dalla metà degli anni cinquanta, fino alla sua morte.
Attraverso la lettura di questi scritti, ora completamente consultabili e in
corso di digitalizzazione, è possibile chiarire il rapporto e gli scambi di
Neri con altri rappresentanti della filosofia milanese: da Banfi a Paci, da Dal
Pra a Preti. Grande importanza rivestono anche i commenti in presa diretta su
alcuni tra i più rilevanti avvenimenti storici del Novecento: dall'invasione
sovietica dell'Ungheria, alla Primavera di Praga, fino al crollo del socialismo
reale. A ciò si aggiungono le riflessioni sul ruolo della filosofia nella
società, sul modo e l'opportunità di insegnarla, e sulla sua tenuta, di fronte
alle scosse della storia. Opere: “Prassi e conoscenza,” con una sezione
dedicata ai critici marxisti della fenomenologia (Milano, Feltrinelli); “Aporie
della realizzazione: filosofia e ideologia nel socialismo reale” (Milano,
Feltrinelli); “Crisi e costruzione della storia” (Napoli, Bibliopolis); “Il
sensibile, la storia, l'arte” (Verona, Ombre Corte, Francesco Tava, su Open
Commons of Phenomenology. G. Scaramuzza, Presentazione, in Atti della Giornata
di Studio e di Testimonianze svoltasi presso la Fondazione Corrente, Milano, Materiali
di Estetica, nArchivio Guido Davide Neri, su sba.unimi. degli scritti di Neri,
in aut aut, n. Atti della Giornata di Studio e di Testimonianze svoltasi presso
la Fondazione Corrente, Milano, in Materiali di Estetica, Quando tra noi muore un filosofo. Ricordo di
Guido D. Neri, amici, colleghi e studenti, Pizzighettone, Viciguerra, Luciano
Fausti, Guido Davide Neri tra scepsi e storia. Un percorso filosofico, Milano,
UNICOPLI, . Laura Frigerio e Elena Mazzolani, Il Fondo Guido Davide Neri, in
Sistema Università, Amedeo Vigorelli,
Fenomenologia e storia. A partire da Patocka: itinerario filosofico di Guido
Davide Neri, in Leussein, Francesco
Tava, Open Commons of Phenomenology. sba.unimi. Fondo librario Guido Davide Neri,
su sba.unimi. Neri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Neri” – The Swimming-Pool
Library.
Nesi (Firenze).
Filosofo. Grice: “I once had a fight
with Nowell-Smith; he was saying that a philosopher should not be a moralist; I
told him that by that token Nesi wasn’t one!” – “De moribus” Figlio di
Francesco di Giovanni e di Nera di Giovanni Spinelli, si dedicò interamente
agli studi filosofici. Strinse stretti rapporti con i principali umanisti
fiorentini dell'epoca, tra cui Acciaiuoli e Ficino. Influenzato dall'operato di
Savonarola, ricoprì anche diverse cariche politiche. Opere: Ioannis Nesii adulescentuli oratiuncula,
Orazione del Corpo di Cristo, Orazione de Eucharestia, Orazione sull'umiltà
,Sulla carità, De moribus, De charitate, Oraculum de novo saeculo, Canzoniere,
Poema. TreccaniEnciclopedie oIstituto dell'Enciclopedia Italiana. E. Tortelli, Dizionario
biografico degli italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nesi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Nesi” – The Swimming-Pool Library.
Nifo (Sessa Aurunca).
Filosofo. Grice: “I like Nifo;
first, because he wrote a treatise he called ‘ludicrous rhetoric;’ second,
because he tried to refute Pomponazzi against the mortality of the soul –
surely the soul is ‘mortal’ is a category mistake --.” Alla corte di Carlo V
(Luigi Toro, MSessa Aurunca). Durante i propri studi, frequenta Padova, dove
studiò filosofia e divenne allievo di Vernia.
Fu professore a Padova e in seguito insegnò anche a Napoli, Roma e Pisa,
guadagnando una fama tale da essere incaricato daLeone X di difendere la
dottrina cattolica sull'immortalità contro gli attacchi di Pomponazzi e degli
alessandristi. Fu ricompensato con la nomina a conte palatino con il diritto di
assumere il cognome del Papa, Medici. Busto esposto nel Liceo classico "di
Sessa Aurunca. La sua prima filosofia si ispirava ad Averroè, modificò poi la
propria visione giungendo a posizioni più vicine all'ortodossia cattolica. Pubblicò
un'edizione delle opere di Averroè corredate di un commento compatibile con la
sua nuova posizione. Nella grande
controversia con gli alessandristi si oppose alla tesi del Pomponazzi per il
quale l'anima razionale è inseparabile dal corpo materiale e, dunque, la morte
di questo porta con sé anche la scomparsa dell'anima. Sostenne, invece, che
l'anima individuale, quale parte dell'intelletto assoluto, è indistruttibile e
alla morte del corpo si fonde in un'unità eterna. Tra i suoi allievi, presso l'Salerno, tra gli
altri, ricordiamo, Rosselli, filosofo calabrese autore di un testo molto
controverso, Apologeticus adversos cucullatos (Parma), in cui cerca di
affermare le sue dottrine che tendono a discostarsi da quello del suo
maestro. Lo si ritiene protagonista di
un curioso episodio: pubblicò il trattato De regnandi peritia, che alcuni
ritengono essere un plagio del più noto “Il Principe” di Machiavelli del cui
manoscritto sarebbe venuto in possesso. Gli fu conferita la cittadinanza
onoraria di Napoli ed iessa fu estesa ai figli ed agli eredi in perpetuo. A lui
è dedicato il Convitto Nazionale di Sessa Aurunca, della quale fu anche
sindaco. Opere: “Liber de intellectu”; “De immortalitate animi”; “De infinitate
primi motoris quaestio”; “Opuscula moralia et politica”; Dialectica ludicra,”
“De regnandi peritia.” Furono poi più volte ripubblicati, in quanto ampiamente
diffusi, i suoi numerosi commentari su Aristotele, di cui i più importanti
sono: :Aristotelis de generatione & corruptione liber Augustino Nipho
philosopho Suessano interprete & expositore”; “Expositiones in libros de
sophisticos elenchis Aristotelis”; “Expositiones in omnes libros de Historia
animalim, de partibus animalium et earum causis ac de Generatione animalium, In
libris Aristotelis meteorologicis commentaria, Venetiis, Ottaviano Scoto, Physicorum
auscultationum Aristotelis libri octo, Super Libros Priorum Aristotelis, Commentarium
in tres libros Aristotelis De anima, Dilucidarium metaphysicarum disputationum
in Aristotelis Deum et quatuor libros metaphysicarum. L'edizione più nota fu
quella stampata a Parigi. Dialectica ludicra, frontespizio; conservato nella
biblioteca del Convitto, Dialectica ludicra (disegno interno Dialectica ludicra, In libris Aristotelis meteorologicis
commentaria In libros Aristotelis De
generatione & corruptione interpretationes & commentaria, frontespizio;
conservato anch'esso nella biblioteca del Convitto Nifo di Sessa Aurunca. In
libros Aristotelis De generatione & corruptione interpretationes & commentaria. G. Gabrieli, "Raccolta Storica dei Comuni",
Istituto di Studi Atellani, Sant'Arpino, C. De Lellis, Discorsi delle Famiglie Nobili del
Regno di Napoli, Napoli, Giovanni Francesco Paci, Giampiero Di Marco, I sindaci
della città di Sessa, Sessa Aurunca, Zano Editore. La filosofia nella corte.
Monografia introduttiva, testo latino a fronte, traduzione, note e apparati di
E. De Bellis. Collana “Il pensiero occidentale”, Milano, Bompiani). Dizionario
di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Giampiero Di Marco,
Giuseppe Parolino, Incunaboli e cinquecentine nelle biblioteche di Sessa, Minturno,
Caramanica Editore, M. Palumbo, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . E. De Bellis, Il pensiero logico,
Galatina, Congedo, Ennio De Bellis, Nicoletto Vernia e Agostino Nifo. Aspetti
storiografici e metodologici, Galatina, Congedo, Ennio De Bellis, Collana Quaderni di “Rinascimento”. Istituto
Nazionale di Studi sul Rinascimento (Firenze, Olschki); Angelico Poppi,
Introduzione all'aristotelismo padovano, Antenore, Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Conferenza Episcopale Italiana. Alcuin,
Ratisbona. Agostino Nifo. Nifo. Keywords: ludicra – Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Nifo: la dialettica ludrica” – The Swimming-Pool Library.
Nizolio
(Brescello).
Filosofo. Grice: “I read Nizolio and
it’s like reading myself!” – Insegna a Brescia e Parma. PPubblica il lessico “Observationes
in M. Tullium Ciceronem,” o “Thesaurus Ciceronianus.” Ha una lunga polemica con
Maioragio per una critica portata da quest'ultimo a Cicerone che, iniziata con
la Epistola ad M. A. Majoragium, prosegue con l'Antapologia e si conclude con i
“De veris principiis et vera ratione philosophandi contra pseudophilosophos”
(Parma) che interessarono Leibniz al punto che questi li fece ristampare premettendogli
il titolo “Anti-barbarus Philosophicus, sive Philosophia Scholasticorum impugnata”.
E chiamato da Gonzaga a Sabbioneta. Contemporaneamente alle critiche di Ramo
alla logica aristotelica, anche per lui occorre sostituire all'astrattezza di
quella logica un pensiero che sia concretamente legato al reale, e a questo
scopo la strada maestra sta nel ritrovare i processi del pensiero direttamente
nella struttura grammaticale della lingua. Individua cinque principi per fare
della buona filosofia. Il primo principio generale della verità e della buona
filosofia consiste nella conoscenza della lingua romana, in cui sono espressi
quei saggi filosofici. Il secondo principio è la conoscenza di quei precetti che
si trovano nella grammatica e nella retorica, sostituendo la grammatica e la
retorica alla metafisica, dal momento che il metafisico si e preoccupato solo
di ricercare il vero, senza occuparsi dell’utile, il necessario, o il pertinente
delle cose trattate. Il terzo principio consiste nell’interpretare il filosofo antico
e nello sforzarsi di comprendere il modo con il quale il popolo romano si
esprime, essendoci verità in quella schiettezza – Grice: ‘slightness” -- di
linguaggio. Il quarto principio generale del vero è il libero, e la vera
licenza delle opinioni e del giudizio su qualunque argomento, come richiede il
vero e il naturale. Non devono essere dunque Cicerone o Antonino nostril maestri,
ma i cinque sensi, l'intelligenza, il pensiero, la memoria, l'uso e
l'esperienza delle cose. Il quinto
principio afferma che, oltre a esporre ogni tesi con la chiarezza della lingua
comune senza introdurre nel discorso oscurità o sottigliezze, occorre non
trattare problemi che non hanno realtà. Esempi di invenzioni filosofichi prive
di oggettività sono la “idea” platonica e la tesi del reale dell’universalie. Infatti,
il reale è costituito soltanto da singoli individui e questi devono essere
indagati non attraverso la loro natura propria e privata, ma attraverso la loro
comune e continua successione. Si fa filosofia non astraendo, ossia togliendo
da una singola realtà quel quid che viene poi analizzato come se esso fosse
reale, ma comprendendo, ossia considerando insieme il singolo reale.
L'universale è una vana e finta astrazione che deriva invece dalla comprensione
di ogni singolare di ogni genere, accolto insieme con un atto solo, senza
astrazione intellettiva, ma con il solo ausilio di un'intelligenza che
comprende il singolare. In sostanza, noi non possiamo distaccare, con
un'operazione dell'intelletto, un universale da ogni singolare, ma semmai
passare dall'individuale al collettivo. L'operazione consiste nel sostituire
alla dialettica la retorica e alla logica la grammatica ma, pur mettendo in
rilievo i difetti della logica classica, non riesce a fondare una nuova logica efficace
e persuasiva. Altri saggi: “Observationes in M. Tullium Ciceronem,” Brixiae
(Brescia), in-folio, opera ripubblicata con aggiunte a Venezia nol titolo “Thesaurus
ciceronianus,” e “Lexicon ciceronianum”
con aggiunte di Facciolati, “De veris
principiis et vera ratione philosophandi contra pseudo-philosophos, scritto contro
gli scolatici,”Parma, “Leibniz ne ha curato una nuova edizione con una prefazione
ed una lettera a Thomasius sulla dottrina di Aristotele, Francofurti (Roma,
Bocca). Garin, Rossi, Vasoli, Testi umanistici su la retorica. Testi editi e
inediti su retorica e dialettica di Nizolio, Patrizi e Ramo, Milano, Bocca “Marii Nizolii Brixellensis in M.T. Ciceronem
observationes Caelii Secundi Curionis labore & industria secundò atque
iterum locupletatae, perpolitae, & restitutae. Ejusdem M. Nizolii libellus,
in quo vulgaria quaedam verba, & parum Latina, ad purissimam Ciceronis
consuetudinem emendantur, ab eodem Caelio, s.c. limatus & auctus” (BU
Clermont Auvergne). Dizionario Biografico degli Italiani. È quindi probabile
che preferisce fare ritorno volontariamente a Brescello, dove muore. Ballestri,
Massimiliano. Milano, Cosmo editore, R. Battistella, umanista e filosofo, Treviso,
L. Zoppelli, Nizzoli, Alberto. Nizolio e il rinnovamento scientifico moderno,
Como, Meroni,Rossi, “La celebrazione
della rettorica e la polemica antimetafisica del "De Principiis" in
La crisi dell'uso dogmatico della ragione, Antonio Banfi, Milano, Bocca, Thieme,
Klaus, Marius Nizolius aus Bersello: Vier Bücher über die wahren Prinzipien und
die wahre philosophische Methode. Gegen die Pseudophilosophen [monografia sui
"principi", Monaco, W. Fink, Logica aristotelica Universale Idea. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. G. Calogero, Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. EEncyclopædia Britannica, Inc.
M. Palumbo, Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nizzoli. Nizolio. Keywords:
Cicerone – Refs.: Luigi Speranza: Grice e Nizolio: il thesaurus ciceronianus” –
The Swimming-Pool Library.
Noce (Pistoia). Filosofo. Grice: “Only in Italy, philosophy and
history are so connected; it would be as if we at Oxford after the war would be
only concerned with understanding Churchill!” Grice: “For us, to do linguistic
philosophy was to get away from post-tramautic stress disorder acquired during
what Winthrop stupidly called the ‘phoney’ war!” – Grice: “It’s not difficult
to understand why Noce’s notes on Gentile were only published posthumously!” --
essential Italian philosopher. «Certo i cattolici hanno un vizio
maledetto: pensare alla forza della modernità e ignorare come questa modernità,
nei limiti in cui pensa di voler negare la trascendenza religiosa, attraversi
oggi la sua massima crisi, riconosciuta anche da certi scrittori laici.»
(Risposte alla scristianità, da Il Sabato). Ttitolare della cattedra di
"Storia delle dottrine politiche" all'Università La Sapienza di
Roma. Studioso del razionalismo cartesiano e del pensiero moderno (Hegel,
Marx), analizzò le radici filosofiche e teologiche della crisi della
modernità, ricostruendo con cura le contraddizioni interne
dell'immanentismo. Argomentò l'incompatibilità tra marxismo, umanesimo,
ed altri sistemi di pensiero che propugnavano la liberazione secolare dell'uomo
e la dottrina cristiana (affermò: "solo il Redentore può
emancipare"). Sostenne tenacemente, per tali motivi, l'impossibilità del
dialogo tra cattolici e comunisti e previde il "suicidio della
rivoluzione". Studioso del fascismo, sostenne che tale ideologia fosse
peraltro in continuità con il comunismo e fosse anch'esso un momento della
secolarizzazione della modernità. Sostenne, inoltre, l'esistenza di molti punti
di contatto tra il fascismo e il pensiero dei sessantottini. Filosofo
della politica, preconizzò la crisi del socialismo reale, mentre esso viveva la
sua massima espansione a livello mondiale. Argomentò che tale sistema, da una
parte applicava coerentemente la filosofia di Marx, ma dall'altra negava le premesse
del marxismo: ciò in quantomostrava Del Nocelo stesso sistema di Marx si basava
sulla contraddizione tra dialettica e materialismo storico. Ribadiva infine la
necessità dei valori di verità e di moralità. Figlio di un ufficiale
dell'esercito e di Rosalia Pratis, savonese discendente di una famiglia nobile
savoiarda, Augusto Del Noce nasce a Pistoia nel 1910. L'anno dopo la madre si
trasferisce con il figlio a Savona e, allo scoppio della guerra mondiale, a
Torino, presso una zia materna. A Torino, Augusto svolge tutta la sua carriera
di studi: dapprima al noto liceo D'Azeglio, frequentato da alcuni dei futuri
protagonisti della vita politica e culturale della città e della nazione
(Norberto Bobbio, Massimo Mila, Gian Carlo Pajetta, Cesare Pavese, Felice Balbo
e altri), poi all'Università degli Studi di Torino, Facoltà di Lettere e
Filosofia, allievo di A. Faggi, Erminio Juvalta e Carlo Mazzantini con il quale
si laurea nel 1932 con una tesi su Malebranche. Inizia quindi a insegnare
presso istituti superiori (Novi Ligure, Assisi, Mondovì), mentre sviluppa la
sua attività di studio anche con soggiorni all'estero. Legge con
entusiasmo Umanesimo integrale di Jacques Maritain, che rafforza in lui, tra
l'altro, una sempre più convinta opposizione al fascismo. Cerca invano di farsi
trasferire a Torino e di accedere qui alla carriera universitaria. Nel 1941 si
trasferisce a Roma per un distacco propostogli dall'amico Enrico Castelli. A
Roma frequenta Franco Rodano che, con Felice Balbo e altri, anima l'esperienza di
«Sinistra Cristiana», un tentativo di conciliazione di comunismo e
Cristianesimo da quale Del Noce resta per breve tempo affascinato. Nel 1944
viene accolta la sua richiesta di trasferimento presso un istituto superiore di
Torino, dove torna a risiedere. Accompagna all'insegnamento un'intensa attività
di studio e di collaborazione a diversi periodici, tra cui Cronache Sociali che
gli dà occasione di incontrare Giuseppe Dossetti. Scrive e pubblica il
saggio La non filosofia di Marx, che ripubblicherà vent'anni dopo nella sua
opera maggiore (Il problema dell'ateismo) e nel quale fissa i termini
complessivi della sua interpretazione del marxismo. Nello stesso anno cura
l'edizione italiana di Concupiscentia irresistibilis di Lev Isaakovič Šestov. Inizia
la collaborazione alla Enciclopedia filosofica del Centro Studi Filosofici
Cristiani di Gallarate, diretta da Luigi Pareyson. Dal 1957 al 1961 è
distaccato a Bologna presso il centro di documentazione diretto da Giuseppe
Dossetti. Nel capoluogo emiliano frequenta Nicola Matteucci e collabora
stabilmente al neonato periodico «Il Mulino». Scrive su Ordine Civile, rivista
animata da Gianni Baget Bozzo, e altri alcuni saggi, uno dei quali, «Idee per
l'interpretazione del fascismo», sarà all'origine delle future revisioni
storiografiche di De Felice e Nolte. Partecipa al convegno organizzato dalla
Democrazia Cristiana a Santa Margherita Ligure con una relazione intitolata
L'incidenza della cultura sulla politica nella presente situazione italiana:
sugli stessi temi Del Noce intratterrà per anni un rapporto difficile con il
partito cattolico (altri interventi nei convegni di San Pellegrino e di Lucca.
Partecipa a un concorso a cattedra a Trieste, ma non ottiene il posto. Pubblica
Il problema dell'ateismo e l'anno successivo Riforma cattolica e filosofia
moderna, Volume I, Cartesio. Partecipa alla «Giornata rensiana» con una
relazione intitolata Giuseppe Rensi fra Leopardi e Pascal. Ovvero l'autocritica
dell'ateismo negativo in Giuseppe Rensi, nella quale espone la sua fondamentale
fenomenologia del pessimismo come pensiero religioso. Nello stesso anno vince
il concorso per una cattedra di Storia della filosofia moderna e contemporanea
all'Università degli Studi di Trieste, dove divenne Professore. In quell'anno
esce L'epoca della secolarizzazione, che raccoglie molti dei saggi e degli
interventi degli anni sessanta. Si realizza il tanto atteso trasferimento a
Roma, dove, all'Università "La Sapienza", insegna prima Storia delle
dottrine politiche e poidal 1974Filosofia della politica. Si infittisce
la sua collaborazione a riviste e periodici, sui quali interviene anche
riguardo all'attualità politica e culturale. Diresse la collana «Documenti di
cultura moderna», dell'editore torinese Borla (poi passata alla Rusconi) proponendo
al pubblico italiano autori come Marcel de Corte, Titus Burkhardt, Manuel
García Pelayo, Hans Sedlmayr ed Eric Voegelin. Partecipa vivacemente al
dibattito sul divorzio. Dopo la metà degli anni settanta inizia il rapporto con
gli universitari di Comunione e Liberazione partecipando a convegni e incontri
promossi dal Movimento Popolare. Pubblica il saggio Il suicidio della
rivoluzione, dedicato al compimento e alla dissoluzione del marxismo. Con Il
cattolico comunista chiude i conti con l'esperienza di Rodano (che nel
frattempo ha lasciato la DC per il PCI) e dei teorici della conciliazione tra
Cattolicesimo e marxismo. Dal 1978 inizia anche la collaborazione continuativa
con il settimanale «Il Sabato» e contribuisce alla creazione della rivista «30
giorni», di cui rimarrà stabile collaboratore. Nello stesso anno viene
candidato come indipendente nelle liste della Democrazia Cristiana per il
Senato: primo dei non eletti, entrerà in Senato l'anno successivo (1984) a
seguito della morte di un collega. Viene insignito del «Premio
Internazionale Medaglia d'Oro al merito della Cultura Cattolica. Riceve il premio
Nazionale di Cultura nel Giornalismo: la penna d'oro. Viene premiato dal Meeting
di Rimini. Muore a Roma. È tumulato nel Famedio del cimitero di Savigliano. Esce
“Gentile”, che raccoglie diversi saggi sul padre dell'attualismo, sul fascismo
e sul suo significato nella storia, frutto di decenni di studi e
rielaborazioni. L'archivio del filosofo e la sua biblioteca sono custoditi a
Savigliano dalla fondazione Centro Studi Augusto Del Noce, sorta nei primi anni
novanta, diretta prima da G. Ramacciotti, poi da Francesco Mercadante, da
Giuseppe Riconda, e E. Randone. INella sua più celebre opera Il problema
dell'ateismo (del 1964) Del Noce inizia l'analisi della storia della filosofia
moderna invertendo il paradigma storicistico e positivistico che nel
progressismo aveva la sua cifra comune. Il filosofo afferma infatti che tale
paradigma di illuministica origine ha come prima condizione d'esistenza la
postulazione dell'ateismo come necessità del progredire dei sistemi filosofici
e delle scienze a prescindere dalla teologia cristiana, cioè a prescindere
dalla Scolastica, anzi in più o meno esplicita opposizione alla
Scolastica. La tesi che Del Noce intende dimostrare in questa sua opera è
-come evidenzia appunto il titolo- la considerazione dell'ateismo non più come
«necessità» bensì come «problema» della modernità, il cui ultimo, coerente e
necessario sbocco è appunto il nichilismo post-nietzscheano distaccato ormai da
qualsiasi riflessione filosofica e sfociato in una pura forma di vita, in puro
way of life di distruzione e auto-distruzione dell'uomo. Del Noce pone quindi
innanzitutto una distinzione fra tre diverse forme di ateismo, ovvero fra l'ateismo
positivo o politico diurno, i cui esempi perfetti sono stati l'illuminismo di
un Diderot o l'umanesimo di un Feuerbach, l'ateismo negativo o nichilistico
(«notturno»), esemplificato invece dalla filosofia di Schopenhauer, e infine
l'ateismo tragico, detto anche «follia filosofica», cioè la forma più rara e
particolare di ateismo che Del Noce trova solo in due casi in tutta la storia
della filosofia, ovvero in Nietzsche e in Jules Lequier. Posta
questa propedeutica distinzione, Del Noce inizia l'anamnesi del pensiero
filosofico moderno per rintracciare la genesi di ogni forma di ateismo,
impossibile da pensarsi per la filosofia antica come dimostra il fatto che
anche la filosofia epicurea -considerata comunemente come ateistica- ammetteva
in realtà l'esistenza degli dèi. Per Del Noce appare evidente che la crisi
della Scolastica medievale non ha costituito un processo necessario per il
semplice fatto che proprio colui che aveva intenzione di riformarla -cioè
Cartesio- fu invece colui che in realtà la tradì e se ne allontanò: è nelle
celeberrime Meditazioni metafisiche che il filosofo francese -allievo dei
Gesuiti- tentò di riproporre una nuova prova dell'esistenza di Dio da opporre
al naturalismo libertinista del Seicento, che predicava relativismo etico e che
sostituiva il dio-logos con la Natura impersonale e senza ordine. In
realtà però Cartesio, nel suo sforzo apologetico, compì il definitivo
tradimento della filosofia cristiana riattingendo ad un agostinismo privato di
platonismo e considerando così le idee dei semplici «contenuti della mente». In
altre parole se l'idea di Dio, quantunque logicamente necessaria, non è il
riflesso intellettivo di una realtà ontologica esterna al soggetto ma è una
semplice struttura logica, allora vale realmente la critica kantiana della
prova ontologica di Sant'Anselmo secondo la quale non è lecito aggiungere il
predicato dell'esistenza alla perfezione dell'idea se non per un
paralogismo. Del Noce in sintesi ha mostrato come il tradimento e la
perdita della Scolastica, attuata innanzitutto da Cartesio, ha come punto
centrale l'idea di Idea, che è passata ad essere da struttura del reale a
struttura del razionale, passando quindi dal dominio dell'ontologia a quello
della psicologia. Per questo non vi è alcuna spiegazione se non il rifiuto
pregiudiziale di riconoscere uno statuto ontologico all'idea, cosicché non
vi sarebbe appunto alcuna necessità di trapasso della Scolastica né tantomeno
alcuna necessità di genesi del razionalismo; in tal senso la famosa critica di
Kant varrebbe quindi solo contro Cartesio e non contro Sant'Anselmo, il cui
platonismo gli permetteva ancora di inferire necessariamente la «perfezione»
dell'esistenza dall'idea dell'Essere con ogni perfezione, cioè dall'idea di
Dio. Prosegue la sua analisi mostrando quindi come in Cartesio, che pur nelle
sue intenzioni voleva essere un defensor Fidei, già sussisteva in nuce ogni
forma di illuminismo che avrebbe poi dominato nel Settecento, per questo egli
parla di un pre-illuminismo cartesiano e aggiunge inoltre che proprio Cartesio,
fiero avversario del libertinismo dilagante nel suo tempo, fu colui che
tradusse l'ateismo libertinistico e irrazionalistico nella sua forma
razionalizzata, cioè nell'illuminismo, che sarebbe stato appunto un
libertinismo razionalistico. Si noti che Del Noce non pone giudizi sulla
persona di Renato Cartesio, e anzi sottolinea come al suo tempo egli si poteva
davvero credere il grande condottiero vincitore della battaglia culturale del
Cristianesimo contro il libertinismo, ma ciò perché non era riuscito a
prevedere una forma di ateismo non-irrazionalistico e non-relativistico quale
fu appunto l'illuminismo settecentesco, che non si limitò più ad opporsi alla
Scolastica ma che formò una propria dogmatica visione della storia in cui il
Cristianesimo, rappresentato dalle leggende nere del Medioevo, era stato solo
un ostacolo per lo «sviluppo» e l'«emancipazione» dell'umanità (si tenga
presenta la definizione kantiana di «illuminismo»). Da Cartesio in poi sono
comunque due i percorsi filosofici che partono e che sviluppano i due aspetti
compresenti in Cartesio, ovvero l'illuminismo e lo spiritualismo: da una parte
infatti Condillac, Kant, Condorcet, fino a Hegel e Marx riceveranno il lascito
propriamente razionalistico e sensu lato materialistico di Cartesio, dall'altra
invece Pascal, Malebranche, Vico e infine Rosmini saranno gli eredi del suo
patrimonio spiritualistico, inteso questo come filosofia di accordo fra ragione
naturale e fede cristiana, posta la distanza epistemologica dalla Scolastica;
famosa ed illuminante è a questo proposito la teoria della «visione in Dio» di
Malebranche, nonché la distinzione pascaliana fra «Dio dei filosofi» e «Dio di
Gesù Cristo». Andando comunque alla radice del problema del tradimento della
metafisica cristiana (Tomismo) da parte di Cartesio e del conseguente
illuminismo, Del Noce individua come unica possibile condizione per tale
tradimento il rifiuto del peccato originale come male metafisico e quindi il
rifiuto dello «status naturae lapsae» di cui proprio il Cristo sarebbe il
redentore: senza alcuna natura umana da redimere, cioè senzanecessità di alcun
redentore, il razionalismo ha sostituito il peccato con l'ignoranza e Dio con
la ragion critica, rifacendosi così ad un pelagianesimo laicizzato che da solo
rende possibile una qualsiasi forma di ateismo. Egli nota, infine, che avendo
rifiutato la radice metafisica del male se ne è dovuta cercare quella fisica o
psicofisica, secondo gli schemi ideologici che nel Novecento avrebbero reso la
psicanalisi e la psicologia gli elementi complementari allo scientismo per una
completa e non riduttiva visione del mondo senza Dio, e per una definitiva
«ateologizzazione» della ragione. Compimento e dissoluzione del marxismo
Riguardo al marxismo e alla sua interpretazione Del Noce scrisse due opere,
ovvero Il cattolico comunista e Il suicidio della rivoluzione, che
costituiscono la continuazione de Il problema dell'ateismo in quanto in esse il
filosofo analizza più dettagliatamente solo una delle linee filosofiche
originate da Cartesio, quella razionalistica, cioè quella che nella storia
moderna fu vincente nella sua estensione politica, nel tentativo di trovare e
di dimostrare la continuità necessaria fra razionalismo, materialismo, marxismo
e infine nichilismo, quest'ultimo inteso come cifra problematica della civiltà
postmoderna. La giustificazione epistemologica di questa analisi è data
dal fatto incontestabile che la storia del Novecento inizia da un fatto
filosofico, ovvero dal passaggio della filosofia marxiana in azione politica,
ovvero dalla coerentizzazione di quella che Del Noce definisce la
«non-filosofia di Marx»: da ciò appare non solo giustificato ma anche
necessario portarsi sul piano storico della filosofia per comprenderne il suo
portato teoretico, e così disinnescarne il suo sostrato ideologico. Si affianca
a diversi filosofi, quali ad esempio Voegelin, per rintracciare l'inizio della
cosiddetta secolarizzazione, il cui compimento sarebbe stato appunto il
marxismo e poi il nichilismo, nel sequestro della nozione di «progresso» da
parte di filosofie laiche dalla teologia di Gioacchino da Fiore, o meglio
dall'interpretazione di tale teologia: ben nota è infatti la distinzione
gioachimita nelle tre età della storia, l'Età di Dio-Padre (Ebraismo), l'Età di
Dio-Figlio (Cristianesimo) e infine l'Età di Dio-Spirito che avrebbe dovuto
superare i «limiti» del Cristianesimo ed estendere l'elezione e la salvezza in
modo universale. Di tale teologia mistica e profetica si appropriò lo
gnosticismo sviluppatosi in seno al Cristianesimo stesso ed estesosi pian piano
oltre i confini delle filosofie razionalistiche del Settecento e soprattutto
dell'Ottocento. Del Noce nota infatti una sorta di dialettica nata all'interno
dell'illuminismo settecentesco non tanto fra atei e deisti bensì fra
rivoluzionari e conservatori, ovvero fra il puro giacobinismo ghigliottinatore
dell'«ancien Régime» e il progressismo che caratterizzò invece la fase
dell'illuminismo dopo la degenerazione della rivoluzione francese in Terrore,
ovvero la fase dei cosiddetti ideologues, fra i quali Cabanis e Condorcet. Il
punto attorno a cui si sviluppava tale dialettica fu appunto la differente
filosofia della storia che aveva caratterizzato l'illuminismo
pre-rivoluzionario e l'illuminismo post-rivoluzionario, in quanto il primo
aveva escluso una qualsiasi evoluzione storica e necessaria dell'umanità e
aveva anzi condannato il Medioevo con la storiografia della leggenda nera,
mentre il secondo aveva invece rivalutato l'intera storia pre-illuministica
(sia pagana che cristiana) considerandola come momento dialettico necessario
pur se negativo della storia universale. In questo senso Del Noce ha
potuto mettere in parallelo l'opposizione fra illuminismo giacobino e
spiritualismo in Francia e quella fra kantismo e hegelismo in Germania, ove
spiritualismo e hegelismo sono state filosofie vincenti in quanto hanno
assorbito in sé il momento rivoluzionario e negativo dell'illuminismo per poi
superarlo nella formazione di quella filosofia della storia che ebbe certo in
Hegel il suo culmine. Riguardo al binomio illuminismo-spiritualismo la critica
vincente del secondo sul primo è stata quella di un estremo e insostenibile
riduzionismo rappresentato dal sensismo di Condillac, in altre parole è stata
la critica di ridurre la comprensione del mondo al pari di ciò che lo stesso
illuminismo aveva accusato la religione di aver fatto. In questo contesto è la
nascita della visione sociologica del mondo a rappresentare il tentativo di
superare questa aporia illuministica senza tuttavia dover ritornare alla
metafisica tradizionale: Del Noce insomma sostiene il trapasso dell'illuminismo
in socialismo, non a caso nato in Francia, intesa questa come dottrina che
dell'illuminismo mantiene il carattere utopistico (socialismo utopistico) e
quindi anti-tradizionalistico, ma ne sconfessa invece il deprecabile
riduzionismo che ancora non permetteva un'adeguata analisi della società ai
fini della rivoluzione politica. In Germania invece la dialettica fra
kantismo e hegelismo, con netta vittoria dell'hegelismo, ha come punto di
svolta la riconsiderazione hegeliana della storia come storia dell'Assoluto
(«storia di Dio»), secondo il ben noto schema gioachimita che vedeva in
ogni momento storico un grado dimanifestazione dell'Assoluto, e quindi «necessario»
pur nella sua negatività. In questo senso Hegel è colui che diede forma alla
corrente tradizionalistica dell'illuminismo, ove la tradizione non è più
peròcome per Tommaso d'Aquinol'insieme delle verità eterne e immutabili che
solcano trasversalmente la dimensione temporale mediante il passaggio delle
generazioni, ma è bensì la struttura dialettica eterna che necessita
l'evoluzione delle verità, e quindi la sua temporalizzazione. Per questo
Del Noce afferma che l'idealismo hegeliano ebbe nei confronti del kantismo la
medesima funzione che in Francia ebbe il positivismo comtiano nei confronti del
socialismo utopistico: egli ricorda la critica di Comte nei confronti
dell'illuminismo settecentesco, la sua rivalutazione della tradizione (in senso
dialettico), nonché la celeberrima teoria degli stadi che costituisceancora una
voltauna forma secolarizzata della teologia gioachimita. È dopo questa
dettagliata analisi che Del Noce innesta il discorso sul marxismo, il quale
appunto si configuròper stessa ammissione di Marxcome ripresa critica di Hegel
attraverso la filtrazione di Feuerbach e della sinistra hegeliana (celebri sono
le marxiane Tesi su Feuerbach) e come fusione fra la dialettica hegeliana e la
politica del socialismo utopistico: alla base del cosiddetto socialismo
scientifico rimane ancora il desiderio di palingenesi politica propria di
Saint-Simon o di Fourier, ma onde evitare il risibile utopismo di questi ultimi
ad esso Marx applicò la dialettica hegeliana con cui solamente si sarebbe
potuto analizzare il capitalismo e prevederne così il «necessario»
fallimento. A tal punto però l'analisi marxiana di come potrà nascere la
società comunista introduce l'elemento di distacco non solo dall'idealismo
hegeliano ma anche dalla filosofia stessa, ovvero la necessità di tradurre il
pensiero analitico in azione politica e di affidare alla storia invece che alla
ragione il compito di dimostrare la verità delle tesi marxiane. In questo Del
Noce si riallaccia a una lunga storiografia socialista, uno dei cui esponenti
più noti è per esempio Lukács, che afferma la stretta e necessaria continuità
fra filosofia di Marx e di Engels, politica di Lenin e politica di Stalin,
senza concedere alcuna differenza né alcuna opposizione fra socialismo reale e
socialismo ideale (quasi a guisa di giustificazione storica). Il fattore
fondamentale di continuità fra Marx e Lenin è infatti quella struttura
tipicamente gnostica che equalizza il male all'ignoranza e il bene alla
conoscenza e quindi divide il genere umano fra la massa degli ignoranti e la
ristretta cerchia degl’lluminati, che nella riflessione leniniana erano gli
intellettuali borghesi che per una non spiegata differenza dal resto della
borghesia avrebbero potuto e dovuto guidare la rivoluzione; in questo senso la
politica leniniana, poi proseguita coerentemente nella politica staliniana,
sarebbe stata l'incarnazione perfetta nonché l'unica incarnazione possibile
della filosofia marxiana, e non invece -come è tesi di una certa apologetica
socialista- un tradimento di Marx. Ancora una volta si rifà a una lunga
storiografia critica nel considerare il marxismo non come una filosofia ma come
una religione, ma a ciò egli aggiunge la dimostrazione non del suo carattere di
religione civile bensì di religione gnostica: in tal modo il marxismo leninista
sarebbe davvero il compimento del razionalismo ove quest'ultimo è inteso come
gnosticismo laico, religione non di Dio ma dell'Idea/ideale che non ha bisogno
dell'Incarnazione di un Dio-Uomo in quanto l'uomo stesso avrebbe potuto e dovuto
far incarnare tale Idea nel mondo attraverso la sua azione. Questo è il
senso dell'appellativo delnociano di «non-filosofia» per il
marxismo, giacché la contemplazione metafisica in esso viene interamente
assorbita dall'azione politica, in quanto per Marx la politica è la vera
metafisica al pari di come per Nietzsche lo è la morale. Eppure è proprio
questo punto a costituire secondo Del Noce la contraddizione fondamentale
interna al marxismo e quindi la causa prima del suo fallimento storico: se infatti
la «riconciliazione con la realtà» iniziata da Hegel, proseguita da Feurbach a
portata a compimento da Marx deve rivoltare l'intera comprensione del mondo in
trasformazione del mondo, cioè in rivoluzione, allora in ciò non rimane
giustificato il riferimento ideologico all'avvenire come sede immaginifica
della società comunista, ovvero non rimane giustificato il carattere ancora
religioso del marxismo per cui esso ha sostituito il futuro all'eternità e il
lavoro dell'uomo alla redenzione del dio-uomo. Il fallimento storico del
comunismo, quindi, sarebbe stato non solo la dimostrazione sperimentale della
falsità delle teorie marxiane ma anche il coerente compimento del marxismo come
auto-distruggersi nella sua forma di religione. Con ciò si spiegherebbe per Del
Noce l'attivismo comunista nonché la graduale decadenza del socialismo nel
mondo fino alla sua profetizzata fine, simboleggiata dalla caduta del Muro di
Berlino. È propria di lui infatti la teoria secondo cui il compimento e la
dissoluzione del marxismo non siano due momenti separati o addirittura opposti,
ma siano bensì il medesimo momento dispiegato coerentemente nel tempo.
L'interpretazione del fascismo Sul fascismo e sulla sua interpretazione in
stretta relazione al marxismo dedicato gran parte dei suoi studi e delle sue
opere, partendo appunto dalle opinioni comuni e molte volte ideologiche degli
storici nei confronti del fascismo e delineando una struttura paradigmatica
tanto controversa quanto precisa e fondata. È a partire dalla definizione data dallo
storico tedesco Ernst Nolte di ogni movimento fascista come «resistenza contro
la trascendenza», intesa come trascendenza storica e non metafisica, che Del
Noce sottolinea la continuità fra questo serio giudizio e la communis opinio
del fascismo come movimento reazionario, per questo tradizionalista e
nazionalista, e per converso di ogni forma di tradizionalismo e di nazionalismo
come rimando implicito e forse inconscio al fascismo. Di questo fa una
critica serrata, facendo notare innanzitutto le origini culturali dei due
fondatori del fascismo, cioè Gentile e Mussolini, come antitetiche rispetto a
ogni forma di politica reazionaria, tradizionalista e nazionalista e come
invece affini rispetto al socialismo, del quale Mussolini in particolare fu un
esponente. Si noti che l'obiettivo che Del Noce intende colpire e abbattere è
quella generale concezione del fascismo come momento singolare e controcorrente
rispetto all'intera storia moderna, dalla rivoluzione francese in poi, mentre
ciò che intende mostrare è la continuità quasi necessaria che è posta fra
l'hegelismo, il marxismo e il fascismo come tre momenti dell'unico processo di
secolarizzazione. Il filosofo inizia quindi dall'analisi della figura storica
di Mussolini e della sua formazione culturale, notando il suo giovanile
anticlericalismo, il suo spontaneo confluire nel socialismo, e il seguente
superamento di quest'ultimo per l'evoluzione fascista del suo pensiero. È in
particolare sul concetto di «rivoluzione» che pone l'accento, essendo
questo un concetto base del marxismo che però, attraverso l'incontro
mussoliniano con la tedesca «filosofia dello Spirito» risorgente in Italia,
dovette radicalmente trasformarsi e portarsi dal livello sociale della «classe»
a quello personale del «soggetto». È insomma l'incontro intellettuale di
Mussolini con la filosofia di Gentile ad aver reso necessaria la trasformazione
della rivoluzione in un senso non più finalistico o escatologico (come era nel
marxismo puro, il cui fine è appunto la società comunista) ma in un senso
propriamente attivistico e lato sensu solipsistico, in termini gentiliani cioè
attualistico. Con ciò Del Noce può connettere la psicologia di Mussolini con il
vero e proprio formalismo pratico del fascismo, il quale non aveva in realtà
alcun contenuto definito, ma proclamava bensì una forma di azione tanto vaga e
generale da poter attrarre a sé ogni sorta di ceto sociale (anche il
proletariato) e di frangia ideologica, in alcuni momenti persino quella
marxistica. Il concetto di «rivoluzione» infatti contiene in sé già un
termine finale ben preciso verso cui lo stato attuale del mondo andrebbe
rivoluzionato, mentre nella politica fascista il termine rivoluzione deve
necessariamente essere sostituito dal termine «riforma» (si pensi appunto alla
riforma Gentile) in senso non più tradizionale, cioè come ri-formare ciò che è
stato de-formato, bensì in senso creazionale, cioè come dare una nuova forma
(indefinita) alle antiche cose, perciò rimane un concetto molto affine a quello
di marxistico di rivoluzione, e permette l'affiancamento ideale dell'attualismo
gentiliano al modernismo teologico fiorente a quel tempo e condannato come
eresia dalla Chiesa. Altri saggi: “Senso comune e teologia della storia
nel pensiero di Castelli” (Torino, Edizioni di filosofia); “La solitudine di
Faggi” (Torino, Edizioni di filosofia); “L'incidenza della cultura sulla
politica nella presente situazione italiana” in Cultura e libertà, Roma,
Edizioni 5 lune, “Il problema dell'ateismo: Il concetto di ateismo e la storia
della filosofia come problema,” Bologna, Il Mulino, Bologna, “Riforma cattolica
e filosofia moderna,” Bologna, Il Mulino, Brescia, Morcelliana, “Il problema
ideologico nella politica dei cattolici italiani,” Torino, Bottega d'Erasmo, “Il
problema politico dei cattolici,” Roma-Milano, UIPC, “Weil, interprete del
mondo di oggi, in L'amore di Dio, Torino, Borla, “L'epoca della
secolarizzazione” (Milano, Giuffrè) “L'Euro-comunismo e l'Italia,” Roma, Editrice
Europea Informazioni, “Il suicidio della rivoluzione,” Milano, Rusconi, Premio
Nazionale Rhegium Julii per la Saggistica, “Il cattolico comunista,” Milano,
Rusconi, “L'interpretazione trans-politica della storia contemporanea,” Napoli,
Guida, “Secolarizzazione e crisi della modernità,” Napoli, Istituto Suor Orsola
Benincasa-Edizioni scientifiche italiane, “Gentile: per una interpretazione
filosofica della storia contemporanea,” Bologna, Il Mulino, “Da Cartesio a
Rosmini. Scritti vari di filosofia,” Milano, Giuffrè, “Filosofi dell'esistenza
e della libertà.” Spir, Chestov, Lequier, Renouvier, Benda, Weil, Vidari,
Faggi, Martinetti, Rensi, Juvalta, Mazzantini, Castelli, Capograssi, Milano,
Giuffrè, “Rivoluzione, Risorgimento, Tradizione: scritti su l'Europa e altri, Milano,
Giuffrè, “I cattolici e il progressismo,” Milano, Leonardo, “Fascismo e anti-fascismo:
errori della cultura,” Milano, Leonardo, Cristianità e laicità. Scritti su Il
sabato (e vari, anche inediti), Milano, Giuffrè); Pensiero della Chiesa e
filosofia contemporanea. Leone XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Roma,
Edizioni Studium, “Verità e ragione nella storia. Antologia di scritti, “ lberto
Mina, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli); “Modernità. Interpretazione
transpolitica della storia contemporanea” (Morcelliana, Brescia.). Del Noce
insegnò nel capoluogo piemontese. G. Bozzo. Del Noce, il filosofo della libertà
politica). Augusto Del Noce, «Idee per
l'interpretazione del fascismo», Ordine Civile. E tra i componenti del comitato
promotore del referendum abrogativo antidivorzista) e più tardi sull'aborto. premio Rhegium Julii, su circolorhegiumjulii.wordpress.com.
P. Armellini, Razionalità e storia, in Il pensiero politico, Roma, Aracne editrice,
Massimo Borghesi, Augusto Del Noce. La legittimazione critica del moderno.
Marietti, Genova-Milano .[collegamento interrotto] Luca Del Pozzo, Filosofia
cristiana e politica, Pagine, I libri del Borghese, Roma, S. Fumagalli, Gnosi
moderna e secolarizzazione nell'analisi di Emanuele Samek Lodovici ed Augusto
Del Noce, PUSC, (scaricabile in PDF dal sito sergiofumagalli) Gian Franco Lami,
La tradizione, Franco Angeli, Milano, Marietti, Genova-Milano. Enciclopedia
ItalianaV Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Pietro Ratto,
Ipotesi sul fondamento dell'essenza dissolutiva del marxismo e del fascismo, in
Boscoceduo. La rivoluzione comincia dal principio, Sanremo, EBK Edizioni
Leudoteca, Ambrogio Riili, Augusto Del Noce interprete del Marxismo. L'ateismo,
la gnosi, il dialogo con Volpe e Goldmann, in Centotalleri, Saonara, il prato, Francesco
Tibursi, Il pensiero di Augusto del Noce come Teoria sociale, in Andrea
Millefiorini , Fenomenologia del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella
riflessione sociologica italiana, Societas, Roma, Nuova Cultura, Xavier
Tilliette, Omaggi. Filosofi italiani del nostro tempo, traduzione di G.
Sansonetti, Brescia, Morcelliana, Natascia Villani, Marxismo ateismo
secolarizzazione. Dialogo aperto con Augusto del Noce, in Pensiero giurdico.
Saggi, Napoli, Editoriale Scientifica, Augusto Del Noce, in Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Repertori Bibliografici, su centenariodelnoce).
La metafisica civile: ontologismo e liberalismo dalla rivista telematica di filosofia
Dialeghesthai. P. Ratto, Laicità e Democrazia: da Del Noce a Giotto, su BoscoCeduo,
Democrazia e modernità in Augusto Del
Noce, articolo dal mensile 30Giorni. L'inseparabilità dei Tre. La modernità, di
Andrea Fiamma Centro Culturale,//centrodelnoce. Fondazione //fondazioneaugustodelnoce.net.
centenariodelnoce. Articoli di Del Noce «Il dialogo tra la Chiesa e la cultura
moderna» da Studi Cattolici. «L'errore di Mounier» da Il Tempo. «Risposte alla
scristianità» da Il Sabato. «La sconfitta del modernismo» da Il Tempo. «La
morale comune dell'Ottocento e la morale di oggi», tratto da Il problema della
morale oggi. «Rivoluzione gramsciana», tratto da Il suicidio della rivoluzione.
«Origini dell'indifferenza morale» da Il Tempo. «Le origini dell'indifferenza
religiosa» da Il Tempo. «Religione civile e secolarizzazione» da Il Tempo. «Un
dramma europeo: il dissenso cattolico» da Corriere della Sera. «Questi poveri
cattolici minacciati dal suicidio» da Il Sabato «In stato di
porno-assedio»[collegamento interrotto] da Il Sabato. «La più grande vergogna
del nostro secolo» da Il Sabato. «Fu vera gloria? La resistenza 40 anni
dopo»[collegamento interrotto], tratto da Litterae Communionis. «Una colomba,
non un santo (caso Bukarin)» da Il Sabato. «Intensità d'una gran illusione
(Dossetti e dossettismo)»[collegamento interrotto] da Il Sabato.
«L'antifascismo di comodo» da Corriere della Sera. «Togliatti? Un perfetto
gramsciano. Polemica su Gramsci»[collegamento interrotto] da Il Sabato.
«Il nazi contagio» da Il Sabato. «La morale catto-comunista» da Il Sabato.
«Abbasso Mazzini» da Il Sabato. «I lumi sull'Italia»[collegamento interrotto]
da Il Sabato. «Recensione del romanzo di Benson "Il Padrone del mondo"»
dal mensile 30Giorni. «Filo rosso da Mosca a Berlino (Hitler-Stalin)» da Il
Sabato. «Le connessioni tra filosofia e politica»[collegamento interrotto] da
Il Tempo. «Pci, l'impossibile conversione» tratto da Prospettive nel mondo. Augusto
Del Noce. Noce. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e del Noce," per Il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Noferi
(Firenze).
Filosofo. Important Italian philosopher, especially
influential at what Grice called Italy’s Oxford, i. e. Firenze“Palla Strozzi
was more a mentor than a philosopher, but I would consider him both a Grecian
and Griceian in spirit.” -- Palla Strozzi Palla e Lorenzo Strozzi, dettaglio
dell'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano. Grazie alla ricchezza
accumulata nelle ultime generazioni dalla sua famiglia, il padre poté far
istruire il figlio da filosofi, e grazie all'interesse e all'intelligenza, divenne
di fatto uno dei più fini uomini di cultura fiorentini del suo tempo. Ricco e
colto, commissiona numerose opere d'arte, tra le quali la Cappella Strozzi nella
Basilica di Santa Trinita, opera di Brunelleschi e Ghiberti. La cappella, progetto
irrealizzato da Noferi, venne fatta erigere in la sua memoria e ne ospitò la
sepoltura monumentale. Per questo ambiente commissiona l'Adorazione dei Magi a
Gentile da Fabriano e la Deposizione dalla Croce a L. Monaco, terminata poi da
Beato Angelico che ne fece uno dei suoi capolavori. Collezionista di libri rari
e conoscitore del greco e del latino, si trova nvischiato nell'opposizione
strenua contro Cosimo de' Medici. Cosimo
e l'uomo che per la prima volta si e di fatto preso tutto il potere cittadino,
grazie a un sistema di clientelismo con uomini chiave alla guida degli uffici
della repubblica di Firenze. Davanti a lui solo due strade sono possibili:
l'alleanza accettando un ruolo subordinato o lo scontro frontale. Forte della
sua ricchezza e fiero della propria cultura, e a capo della fazione anti-medicea
assieme ad un altro oligarca indomabile, Albizi. La fortuna arriva alla sua
fazione, riuscendo ad ottenere prima l'incarcerazione di de’ Medici, poi la
dichiarazione del medesimo come magnate, cioè tiranno, ed il suo conseguente
esilio da Firenze. Il suo obiettivo comunque non era tanto l'eliminazione di un
avversario, ma la restaurazione della “liberta”. In questo e diverso
d’Albizi. Intanto de’ Medici manda già
segni di prepararsi a un rientro, che avvenne puntuale al cambio di governo con
il veloce avvicendamento dei gonfalonieri, meno di un anno dopo la sua partenza
da Firenze. Tra i primi provvedimenti vi è proprio la vendetta sugli avversari,
con l’esilio del filosofo e d’Albizi. In questo de’ Medici e favorito anche
dall'appoggio popolare che lui e la sua casata si sono saputi conquistare.
Quindi parte per Padova. Il suo palazzo a Padova e un ritrovo di filosofo, nel
periodo d'oro quando la città veneta era uno dei centri culturali più notevoli
della penisola italiana, per certi risultati artistici più importante della
stessa Firenze (si pensi ai capolavori lasciati proprio da due fiorentini come
Giotto o Donatello). Lascia la sua
raccolta di libri rari, arricchita ulteriormente durante il suo soggiorno
padovano, al monastero di Santa Giustina. Muore a Padova nel suo palazzo verso
il Prato della Valle. Sepolto nella vicina chiesa di Santa Maria di Betlemme. Cavaliere
dello Speron d'oronastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dello Speron d'oro Marcello Vannucci, Le grandi famiglie di
Firenze, Roma, Newton Compton Editori, G. Reichenbach, Palla Strozzi, in
Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roberto Palmarocchi,
La famiglia Strozzi, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Strozzi-Noferi. Noferi. Refs.:Luigi
Speranza, "Grice e Strozzi-Noferi -- Grecian, Griceian," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Nola (Crotone). Filosofo. Gice: “At Oxford, we are proud of our
philosophy, at Bologna, and in Italy in general, they are proud of their
physicians, as they call them – students of nature!” Stemma della famiglia Nola
Molise Coat of arms of the House of Nola MoliseBlasonatura Un campo d’argento
con una sbarra torchina, dentro la quale sono tre scudi d’arme di color d’oro.
Di origini napoletane e zio di Molisi, insegnò per lungo tempo a Napoli.
Discepolo di Altomare, divenne noto per suo saggio, “Quod sedimentum sanorum,
aegrorumque corporum non sit eiusdem speciei aduersus Ferdinandum Cassanum &
alios contrarium sentientes.” Saggi: “Quod sedimentum sanorum, aegrorumque
corporum non sit eiusdem speciei aduersus Ferdinandum Cassanum & alios contrarium
sentientes. G. Marruncelli, Elementi dell'arte di ragionare in medicina” (Napoli,
Gabinetto Bibliografico e Tipografico); S. Renzi, “Storia della medicina” (Napoli,
Filiatre-Sebezio); Adalberto Pazzini, La Calabria nella storia della medicina,
Roma); Lavoro critico (Bari, Dedalo). La Famiglia dei Nola. Molise, Archivio
storico di Crotone. Giovanni Andrea de Nola. Nola. Keywords. Refs.: “Grice e
Nola” – The Swimming-Pool Library.
Norcia (Norcia).
Filosofo. Grice: “By focusing on ‘desire,’ Norcia focuses on Thales who
famously, for fixing on the stars, de-fixed from the ground!” -- Grice: “If I had to chose one philosophical
word I adore is ‘desideratum,’ and Norcia tells it right – while Short and
Lewis doubt it, to desire is like to consider – and the ‘sidus’ is involved!” agostino
da Norcia, filosofo. Originario dell'Umbria. Compone il saggio “De amore
fundamenta mundis ac ethicae”. Di Norcia si è appreso attraverso i riferimenti
in Bruno e Mersenne. Stando a quanto racconta Mersenne muore nel Lazio. Il nucleo
centrale dela sua filosofia consiste nell'unione dell'idea di dio come amore con
uno spunto, totalmente ri-adattato, di derivazione platonica, secondo cui il
reale è emanazione, a partire da livelli di purezza e deità più elevati.
Facendo dell'amore la caratteristica principale di dio, arriva a dire che il
reale coincide con l'amore, in forme più o meno degradate. Da questo concetto
fa derivare una forte istanza di svelamento. Nonostante l'apparente neutralità
emotiva del reale, il vero fondamento divino, e quindi dell'universo, è
l'amore. Il vero si consegue quindi applicando questo principio ad una apparenza
fenomenica, in modo da svelarne il vero essere, cioè il principio di amore –
Grice: “Not to be confused with my principle of conversational self-love!” -Il
suo passo più celebre, tuttavia, riguarda l'etimologia della parola “de-sider-ium”,
che collega all'espressione “de sidera”. Come una stella, infatti, un
de-sider-io e qualcosa che percepiamo con i sensi, ma senza potere esperire
direttamente l'amore che da loro scaturisce, così il “de-siderio” è mera
apparenza sotto la quale si cela un bisogno. Il “de-siderio,” questo tendere
all'apparenza, scompare completamente solo una volta compreso fino in fondo il
fondamento dell'essere, nella “mystica copulatio” raggiungibile attraverso la
filosofia. La sua filosofia quindi, sembra unire una forte istanza metafisica a
un'altrettanto forte istanza etica, cercando nel reale una fondamentale armonia
di senso che è compito di ogni uomo, scopertala, riprodurre e preservare. “De l'infinito, universo e mondi,” Londra, “Praxis
descensus seu applicatio entis,” Marburg, D. Cantimori, “Storia ereticale” (G.
Laterza). F. Bolgiani, “Ortodossia ed eresia: il problema storiografico nella
storia e la situazione ortodossia-eresia agli inizi della storia (CELID). Agostino
da Norcia. Norcia. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Norcia” – The
Swimming-Pool Library.
Noto (Pollina).
Filosofo. Grice: “Italian
philosophers, must be for St. Peter, who DIED there – are obsessed with God –
Noto wrote his thesis on that, evidence and lack thereof for God – the part
concerining the refutation for those who deny evidence is fascinating! And
typically of an Italian philosopher, he narrows down his research to ‘secolo
XIII,’ where we at England and Oxford hardly existed!”Fa gli studi ginnasiali
al Convento di Giaccherino e al Convento del Bosco ai Frati. Vestì il saio
francescano a Fucecchio e professò. Studia filosofia a Lucca, Bosco ai Frati,
il Convento di San Vivaldo, Fiesole, Siena e il Convento di Sargiano. Emise i
voti a Fiesole e fu ordinato sacerdote a Siena. Andò a Parigi e frequentò
l’Istituto Cattolico, la Sorbona e il Collège de France. Conseguì il Dottorato
in filosofia e il Diploma di studi superiori alla Sorbona. Essendo andato a
Londra per alcuni mesi ebbe il Diploma di lingua inglese che in seguito
perfezionò tornando ogni anno a Londra nel periodo estivo. Pubblicò la tesi di
laurea “L’evidenza di Dio nella filosofia del sec.XIII" (Ed. CEDAM,
Padova). Si imbarca per l’Egitto e si stabilì a Ghiza dove insegnò. Lì ricoprì
gli incarichi di Guardiano e Maestro dei Chierici. Torna in Italia e fu per un
anno direttore di un grande hotel di Montecatini Terme. Si trasfere a Figline
Valdarno per l’insegnamento all’Istituto “Marsilio Ficino”. Si iscrisse alla
Università Cattolica dove conseguì il Dottorato in filosofia valido in Italia.
Aveva iniziato l’insegnamento della lingua inglese alla scuola per infermieri
dell’ospedale di Figline e un corso serale per adulti. Crea un laboratorio
linguistico per facilitare e perfezionare l’apprendimento delle lingue. Deceduto
nell’Ospedale di Figline Valdarno per edemapolmonare acuto da miocardite in
diabetico. Affetto da grave forma di diabete, si era sentito male nella notte
dell’11 novembre, ma dopo aver prolungato il riposo mattutino aveva tenuto
lezione fino a mezzogiorno. Prese allora poco cibo e tornò a riposarsi. Alle 18
andò alla preghiera comune e alle 18.30 tenne il corso di lingua inglese per
adulti. Alle 20 mentre era a tavola fu chiamato il medico cardiologo che ordinò
il ricovero urgente in ospedale. Qui alle 2.25 la sua vita è stata stroncata da
un complesso attacco cardiaco polmonare.
Ai funerali, presieduti dal Padre Provinciale nella Chiesa di San
Francesco in Figline erano presenti tanti religiosi e sacerdoti, i parenti,
molte suore oltre che un grande pubblico di studenti e popolo che riempiva la chiesa.
È stato sepolto nel cimitero di Montemurlo. Convento di Giaccherino Convento
del Bosco ai Frati Convento di San Vivaldo Convento di Sargiano Montemurlo L'evidenza di Dio nella filosofia del secolo
XIII. Noto. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Noto” – The Swimming-Pool
Library.
Novaro
(Diano
Maria). Filosofo. Grice: “Novaro comes from my favourite area in Italy, “La
riviera ligure”!” Grice: “Novaro wrote a nice little treatise on the nature of
the infinite – a concept which fascinates me!” --Fratello di Novaro, nacque da
famiglia economicamente agiata e dopo aver condotto brillantemente gli studi
liceali, ottenendo la laurea a Torino. Si stabilì a Oneglia dove fu assessore
comunale per il partito socialista. Dopo avere per breve tempo insegnato nel
locale liceo, con i fratelli si occupò dell'industria olearia intestata alla
madre Paolina Sasso. Pur dedito
all'attività imprenditoriale fece parte attiva della vita letteraria dei primo
anni del Novecento e fondò la rivista “La Riviera Ligure,” da lui diretta fino
alla sua cessazione. Ospitò nel suo giornale filosofi come Pascoli,
Roccatagliata, Jahier, Boine e Sbarbaro.
Scrisse saggi di carattere filosofico e raccolse tutte le sue poesie,
che hanno come tema principale il bellissimo paesaggio ligure, in un volume
intitolato Murmuri ed echi che vide le stampe. Fu anche il curatore
dell'edizione delle opere di Boine che sentiva affine negli interessi soprattutto
di carattere etico. Opere: “Malebranche,” “ Il concetto di infinito e il
problema cosmologico” (Roma, Balbi), “Malebranche,” Lanciano, Carraba, Murmuri
ed echi, Napoli, Ricciardi, Ristampato più volte, edizioni recenti: edizione
definitiva Giuseppe Cassinelli, premessa di Pino Boero e Maria Novaro, Milano,
All'insegna del pesce d'oro, edizione critica Veronica Pesce, prefazione di
Giorgio Ficara, Genova, Fondazione Giorgio e Lilli Devoto, Enciclopedia
Italiana III Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, E.
Cardinale, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, La Riviera Ligure Nicolas Malebranche. Tra Diano
Marina e Oneglia: i luoghi dei fratelli Novaro, su parchiculturali. Fondazione
Mario Novaro, Genova, su fondazionenovaro. Scheda biografica nel sito della
Fondazione Mario Novaro, Genova, su Fondazione novaro. Mario Novaro. Novaro. Keywords:
‘la riviera ligure’ – Luigi Speranza, “Grice e Novaro” – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Riviera Ligure.
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