Vacca (Bari). Essential Italian philosopher. Grice: “My
favourite of his books is “L’ala del silenzo”great title, from Alighieriabout litotes
and understatement --.Deputato della Repubblica
Italiana LegislatureIX, X Gruppo parlamentarePCI CollegioBari Sito
istituzionale Dati generali Partito politicoPartito Comunista Italiano, Partito
Democratico della Sinistra, Partito Democratico Titolo di studiolaurea in
giurisprudenza e filosofia del diritto Professione docente universitario. Filosofo.
Si laureò in filosofia del diritto discutendo una tesi sulla filosofia politica
e giuridica di Croce. Fin dagli anni giovanili ha sempre svolto una intensa
attività di organizzatore di cultura, culminata con l'impegno dedicato alla
casa editrice De Donato tra i primi anni ’70 e il 1983. Membro del comitato
centrale del Partito Comunista Italiano dal 1972 al 1991, è poi stato nella
direzione del Partito Democratico della Sinistra. Libero docente in Storia
delle dottrine politiche nel 1966, nel 1975 vinse la cattedra di tale
disciplina presso l'Bari. -- è stato nel consiglio di amministrazione
della RAI. Deputato per il PCI nella IX e X Legislatura nella circoscrizione
elettorale Bari-Foggia. In occasione delle elezioni comunali del 1999, si è
candidato a sindaco con il sostegno della coalizione di centro-sinistra, ma è
stato sconfitto da Simeone Di Cagno Abbrescia. Ha ricoperto incarichi di
partito in Puglia e a livello nazionale. Ha rivolto poi i suoi studi alla
storia del marxismo contemporaneo. Dal gennaio 1988 al 1999 ha diretto la
Fondazione Istituto Gramsci di Roma, diventandone poi Presidente fino al .
Membro del Cda dell’Istituto dell’Enciclopedia italiana dal 2000 al , presiede
la Commissione scientifica dell’Edizione nazionale degli scritti di Antonio
Gramsci. Gli scritti di Giuseppe Vacca sono tradotti nelle principali lingue
europee; la sua vasta attività di conferenziere, le opere e il suo pensiero
sono ampiamente note all'estero. Professore di Storia delle dottrine
politiche nell’Bari (1968-1997), si è occupato in particolare dell'idealismo
novecentesco e dell'hegelismo italiano nella seconda metà del XIX secolo, con
particolare riferimento alla genesi del marxismo in Italia. Opere
Politica e filosofia in Bertrando Spaventa, Bari, Laterza, Lukàcs o Korsch?,
Bari, De Donato, Marxismo e analisi sociale, Bari, De Donato, Scienza, Stato e
critica di classe. Galvano Della Volpe e il marxismo, Bari, De Donato, 1970.
Politica e teoria nel marxismo italiano,Antologia critica, Bari, De Donato,
1972. PCI, Mezzogiorno e intellettuali. Dalle alleanze all'organizzazione, a
cura di, Bari, De Donato, Saggio su
Togliatti e la tradizione comunista, Bari, De Donato, 1974. Osservatorio
meridionale. Temi di politica culturale tra gli anni '60 e '70, Bari, De
Donato, Quale democrazia. Problemi della democrazia di transizione, Bari, De
Donato, 1977. Criticità e trasformazione. Korsch teorico e politico, Bari, Dedalo, 1978. Gli intellettuali di
sinistra e la crisi del 1956, a cura di, Roma, Editori Riuniti, 1978.
Comunicazioni di massa e democrazia, a cura di, Roma, Editori Riuniti, L'informazione
negli anni Ottanta, Roma, Editori Riuniti, Il marxismo e gli intellettuali.
Dalla crisi di fine secolo ai Quaderni del carcere, Roma, Editori Riuniti, Tra
compromesso e solidarietà. La politica del PCI negli anni '70, Roma, Editori
Riuniti, Gorbačëv e la sinistra europea, Roma, Editori Riuniti, Tra Italia e
Europa. Politiche e cultura dell'alternativa, Milano, Angeli, Gramsci e
Togliatti, Roma, Editori Riuniti, Dal
PCI al PDS. Intervista, Teresa Bartoli intervista Giuseppe Vacca, Bari, Delphos,
Togliatti sconosciuto, Roma, l'Unità, Pensare il mondo nuovo. Verso la
democrazia del XXI secolo, Cinisello Balsamo, San Paolo, Per una nuova
Costituente, Milano, PasSaggi Bompiani, Vent'anni dopo. La sinistra fra
mutamenti e revisioni, Torino, Einaudi, Da un secolo all'altro. Mutamenti della
politica nel Novecento, Milano, Bompiani, Appuntamenti con Gramsci.
Introduzione allo studio dei Quaderni del carcere, Roma, Carocci, Gramsci e il Novecento, a cura di, 2 voll.,
Roma, Carocci, Presente futuro. Idee per lo sviluppo ecosostenibile della
Puglia, Bari, Dedalo, X. Riformismo vecchio e nuovo, Torino, Einaudi, In tempo
reale. Cronache del decennio, Bari, Dedalo, Ritorno in Puglia. Tre anni di
volontariato politico, Bari, Palomar, Federalismo, sviluppo economico e
coesione sociale in Puglia, e con Luigi Masella, Lecce. Martano, L'unità
dell'Europa. Rapporto sull'integrazione
europea, a cura di, Bari, Dedalo, Roma, Nuova iniziativa editoriale, Il dilemma euroatlantico. Rapporto della
Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Roma, Nuova
iniziativa editoriale, Dalla Convenzione alla Costituzione. Rapporto 2005 della
Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Bari, Dedalo,
I dilemmi dell'integrazione. Il futuro del
modello sociale europeo. Rapporto sull'integrazione europea, e con José Luis
Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino, Il
riformismo italiano. Dalla fine della guerra fredda alle sfide future, Roma,
Fazi, Gramsci tra Mussolini e Stalin, con Angelo Rossi, Roma, Fazi, cura di
Antonio Gramsci, Nel mondo grande e terribile. Antologia degli scritti Torino,
Einaudi, Studi gramsciani nel mondo. e
con Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Perché l'Europa? Rapporto sull'integrazione
europea, e con José Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino, Studi gramsciani nel
mondo. Gli studi culturali, e con Paolo Capuzzo e Giancarlo Schirru, Bologna,
Il mulino, Le forme e la storia. Scritti in onore di Biagio De Giovanni, e con
Marcello Montanari e Franca Papa, Napoli, Bibliopolis, . Il Novecento di Eugenio Garin. Atti del
Convegno di studi, e con Saverio Ricci, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,
. Studi gramsciani nel mondo. Gramsci in
America Latina, e con Dora Kanoussi e Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Vita
e pensieri di Antonio Gramsci. Collana
Storia, Torino, Einaudi, ,Collana ET Storia, Einaudi, Moriremo democristiani?
La questione cattolica nella ricostruzione della Repubblica, Roma, Salerno, .
Il fascismo in tempo reale. Studi e ricerche di Angelo Tasca sulla genesi e
l'evoluzione del regime fascista, con David Bidussa, Milano, Feltrinelli, Togliatti
e Gramsci. Raffronti, Pisa, Edizioni della Normale, Modernità alternative. Il
Novecento di Antonio Gramsci, Torino, Einaudi, .Togliatti, La politica nel
pensiero e nell'azione, Scritti e discorsi 1917-1964, G. Vacca con M.
Ciliberto, Bompiani, Milano Quel che
resta di Marx, Salerno Editore, Roma,
L'Italia contesa. Comunisti e democristiani nel lungo dopoguerra, Marsilio, Venezia Giuseppe Vacca, su storia.camera, Camera dei
deputati.
Vaccarino (Pace del Mela).
Essential Italian philosopher.
Grice: “I appreciate his metaphor of the ‘chemistry of the mind,’ la ‘chimica
del pensiero,’and the idea that philosophers commit only ONE mistake (“l’errore
dei filosofi”)!”.Flosofo. Figlio primogenito di
Antonino Vaccarino, titolare di un importante saponificio, e di Caterina
Tracuzzi. Laureato in Chimica industriale con il massimo dei voti presso
l'Università degli Studi di Milano, ebbe successivamente l'abilitazione alla professione
di chimico. Nel 1947 insieme con Vittorio Somenzi fondò e diresse la
rivista Sigma (1947-48), pubblicata a Roma. Nel 1949 insieme con Silvio Ceccato
e Vittorio Somenzi fondò la rivista Methodos, trimestrale di metodologia e di
logica simbolica, pubblicazione che termina nel 1967. Fino al 1950 si occupò
prevalentemente di logica ed epistemologia. Ha pubblicato una serie di
articoli sulla rivista Archimede su invito di Ludovico Geymonat. Fu abilitato
alla libera docenza in Filosofia della scienza, ma assorbito dai suoi studi e
da altre attività non si dedicò all'insegnamento fino al 1970. In quell'anno
ebbe l'incarico di tenere il corso di Storia della filosofia antica presso
l'Università degli Studi di Messina. Nel 1972 ricevette anche quello di Filosofia
della scienza, che mantenne fino al 1990, anno in cui andò in pensione. Fu nominato
professore associato di Filosofia della scienza, ma non ottenne mai la cattedra
di ordinario. Ha partecipato a vari congressi. In quello di Amsterdam ebbe
l'occasione di conoscere Joseph Maria Bochenski e incaricarlo di dirigere la
sezione di logica simbolica della rivista Methodos. A quello di Parigi del 1949
partecipò insieme con Silvio Ceccato, Vittorio Somenzi e Ferruccio Rossi-Landi
con i quali era in stretti rapporti di amicizia. Ha contribuito alla fondazione
della rivista Methodologia nata per iniziativa della Società di Cultura
Metodologica Operativa di Milano, presieduta da Felice Accame. Da giovane
Vaccarino fu molto vicino alle vedute filosofiche dei neo-positivisti, ma in
seguito si capì che per dare soluzione ai problemi posti dalla tradizionale
filosofia bisognava anzitutto effettuare un'indagine sul metodo scientifico
onde spiegare perché è l'unico considerabile come valido. Negli anni
1947- 1949 sviluppò in questo senso sulla rivista Sigma una teoria che chiamò
della "meta conoscenza", in quanto ricondotta a una disciplina avente
per oggetto la conoscenza. Successivamente si convinse che per procedere in
modo effettivamente scientifico bisogna eliminare ogni apriorismo effettuando
un'analisi sistematica dei significati di tutte le parole di cui ci avvaliamo e
riconducendoli alle operazioni mentali e non mentali da cui sono costituiti.
Sotto questo profilo i suoi interessi si incontrarono con quelli di Silvio
Ceccato e della Scuola Operativa Italiana. Ma Vaccarino mantenne una posizione
autonoma, ritenendo che la ricerca di base deve puntare su una semantica e non
su una ricerca di tipo cibernetico, come invece sosteneva Ceccato.
Vaccarino però accettava e condivideva il concetto che bisogna occuparsi del
modo come operiamo a livello mentale per descrivere i significati. Perciò
respingeva vedute allora in auge, come quelle della filosofia analitica, che
riconducendo i significati semplicemente all'uso che se ne fa parlando, li
lasciava in analizzati assumendoli implicitamente come prius, in quanto tali,
dogmatici. Si dedicò assiduamente a queste ricerche, pervenendo alla
elaborazione di un metodo generale di analisi dei significati. Le sue ricerche
condussero, tra l'altro, all'introduzione di una formulistica idonea alla
definizione delle operazioni mentali, prospettando una sorta di Chimica della
Mente. La vastità e la complessità delle sue indagini lo hanno costretto a
procedere a molti ripensamenti e revisioni. Pubblicò il volume La chimica
della mente. In cui esponeva i principali risultati a cui era pervenuto. Nello
stesso anno vinse il premio L'Inedito con il racconto Lo sporco, pubblicato da
Marsilio. Prospettò ampliamenti e modifiche delle sue teorie nel libro Analisi
dei Significati, pubblicato a Roma da Armando Armando. Pubblicò presso la CULP
di Milano il volume Scienza e Semantica Costruttivista, dedicato a una critica
di correnti vedute professate da filosofi della scienza. I suoi interessi
si rivolsero anche alla codificazione di una logica contenutistica in grado di
fissare i criteri di compatibilità e incompatibilità tra i significati in
riferimento alle loro operazioni costitutive. In tal modo la logica diviene una
filiazione della semantica. La summa dei suoi lavori di semantica è stata pubblicata
a Rimini nel trattato Dalle operazioni mentali alla semantica. Nella prefazione
al volume Introduzione alla semantica edito da Falzea a Reggio Calabria, nel
2006 Antonino Laganà, ordinario di Filosofia presso l'Messina, lo considera
l'ultimo dei grandi illuministi. Opere: “L'errore dei filosofi, D'Anna,
Messina, La chimica della mente, Carbone Editore, Messina, Analisi dei significati,
Armando, Roma, Scienza e semantica costruttivista, Clup Cooperativa Libraria
Universitaria del Politecnico, Milano, Introduzione alla semantica, Falzea
Editore, Reggio Calabria, Scienza e
semantica, Edizioni Melquiades, Milano, Prolegomeni: dalle operazioni mentali
alla semantica, Ciddo edizioni, Rimini, "Lo sporco. Il pulito, duepunti
edizioni, Note Repubblica Semantica Filosofia della scienza Centro Internazionale Di Didattica Operativa
onlus, su ciddo. Methodologia on-line, su methodologia.
Vaccaro
(Palermo). Essential Italian
philosopher. Grice: “My favourite of his books is ‘eteropie,’ a pun on
homotopos.” Filosofo. Laureato a Palermo, ha iniziato
l'attività di docenza presso lo stesso ateneo prima come professore a
contratto, poi come ricercatore e dal 2006 come professore associato.
Attualmente è titolare del corso di Filosofia politica e supplente di Scienza
politica nella Facoltà di Scienze della formazione dell'ateneo
palermitano. -- è pro-rettore dell'Palermo per la “politiche di
solidarietà sociale e di cooperazione per lo sviluppo”; inoltre è condirettore
della collana “Eterotopie” dell'editore Mimesis di Milano, membro fondatore
della “Società Italiana di Filosofia Politica” e del ”Centro interdisciplinare
in Biopolitica, Bioeconomia e Processi di Soggettivazione” (BBPS)
dell'Università degli Studi di Salerno; dal 2001 al 2004 è stato vicepresidente
dell'ONG palermitana CISS (Cooperazione Internazionale Sud-Sud). I suoi
ambiti di ricerca si orientano sulla teoria critica (soprattutto Adorno e
Benjamin della Scuola di Francoforte) e sulla decostruzione post-strutturalista
francese (principalmente Foucault e Deleuze) dai quali ricava strumenti di
analisi da mettere alla prova nel campo della globalizzazione, della governance
e dei diritti umani. Opere Decostruzione di una realtà macchinica, in Il
camaleonte e l'iscrizione, Palermo, Ila Palma, Il capitalismo regolato
statualmente, curatela con Franco Riccio e Aldo Caruso, Milano, Franco Angeli. Oltre la pace. Saggi di critica al complesso
politico militare, curatela con Fabio Magno, Milano, Franco Angeli, Adorno e
Foucault: congiunzione disgiuntiva, curatela con Franco Riccio, Palermo, ILA
Palma, Il pensiero (check) anarchico, con Filippo Pani, Verona, Edizioni
Demetra, Il secolo deleuziano, , Milano,
Mimesis Edizioni,Il pianeta unico, , Milano, Elèuthera, Anarchismo e modernità,
Pisa, BFS edizioni, CruciVerba. Lessico per i libertari del XXI secolo, Milano,
Zero in condotta, Globalizzazione e diritti umani, Milano, Mimesis Edizioni, Biopolitica
e disciplina, Milano, Mimesis Edizioni, Lo sguardo di Foucault, curatela con
Michele Cometa, Roma, Meltemi Editore, Governance e democrazia, curatela con
Antonio Palumbo, Milano, Mimesis Edizioni, Vaccaro Prof. Salvatore delegato
alle politiche di solidarietà sociale e di cooperazione per lo sviluppo, su
Università degli Studi di Palermo. Mimesis Edizioni: collane. Archiviato iPalermo:
scheda docente., su scienzeformazione.unipa. Biblioteca nazionale di Firenze:
catalogo autore., su opac.bncf.firenze..
Foucault: scheda autore., su portail-michel-foucault.org.
Vailati (Crema). Essential Italian philosopher. an
important figure in the history of formal semantics, influenced by Peano, who
in turn influenced Whitehead and Russell, and thus Grice. Filosofo.
Vailati si laureò a Torino. Qui insegnò, dopo aver lavorato come assistente di
Giuseppe Peano e Vito Volterra. Egli lasciò il suo posto universitario nel 1899
e così poté proseguire i suoi studi in modo indipendente, e si guadagnò da
vivere insegnando matematica nelle scuole superiori. Durante la sua vita fu conosciuto
a livello internazionale, i suoi scritti sono stati tradotti in inglese,
francese, e polacco, sebbene fu in gran parte dimenticato dopo la sua morte a
Roma. Non pubblicò nessun libro completo, ma lasciò circa 200 saggi e
recensioni che toccano un'ampia gamma di discipline. L'opinione di Vailati nei
confronti della filosofia era che essa fornisse una preparazione e gli
strumenti per il lavoro scientifico. Per questa ragione, e perché la filosofia
dovrebbe essere neutrale fra opposte convinzioni, concezioni, strutture
teoriche, ecc., il filosofo dovrebbe evitare l'uso di un linguaggio tecnico
specialistico, ma dovrebbe usare il linguaggio che la filosofia adotta in
quelle aree in cui è interessata. Ciò non vuol dire che il filosofo debba
soltanto accettare qualunque cosa egli trovi; un termine del linguaggio
ordinario potrebbe essere problematico, ma le sue carenze dovrebbero essere
corrette piuttosto che sostituite con qualche nuovo termine tecnico. Il
suo pensiero sulla verità e sul significato fu influenzato da filosofi come
Peirce e Mach. Egli con cautela distinse fra significato e verità: "La
questione di determinare che cosa vogliamo dire quando enunciamo una data
proposizione, non solo è una questione affatto distinta da quella di decidere
se essa sia vera o falsa (Scritti). Tuttavia, dopo aver deciso cosa si vuole
dire, l'azione di decidere se ciò è vero o falso è cruciale. Vailati ebbe un
pensiero positivista moderato, sia nella scienza che nella filosofia:
"La tattica adottata dai pragmatisti in questa loro guerra contro l'abuso
delle astrazioni e delle unificazioni consiste, come è noto, nel proporre che,
anche nelle questioni filosofiche, come si fa sempre in quelle scientifiche, si
esiga, da chiunque avanzi una tesi, che egli sia in grado di indicare quali
siano i fatti che, nel caso che essa fosse vera, dovrebbero, secondo lui,
succedere (o esser successi), e in che cosa essi differiscano dagli altri fatti
che, secondo lui, dovrebbero succedere (o essere successi) nel caso che la tesi
non fosse vera." (Scritti) Le influenze e i contatti di Vailati
furono molti e vari, e spesso fu etichettato come "l'italiano
pragmatista". Egli deve molto a Peirce e William James (fu uno dei primi a
distinguere i loro pensieri), ma egli subì anche l'influenza di Platone e
George Berkeley (che egli vide come precursori importanti del pragmatismo),
Gottfried Leibniz, Victoria Welby-Gregory, George Edward Moore, Bertrand
Russell, Giuseppe Peano e Franz Brentano. Vailati corrispose con molti dei suoi
contemporanei. La prima parte della sua opera comprende scritti sulla
Logica matematica; in essi focalizza l'attenzione sul suo ruolo in filosofia e
distinguendo fra logica, psicologia ed epistemologia; la dottrina recente pone
Vailati e il suo allievo Mario Calderoni nella categoria storiografica del
«pragmatismo analitico» italiano. Storia della Scienza I principali
interessi storici di Vailati riguardarono la meccanica, la logica e la
geometria; egli diede un importante contributo in molti campi, compreso lo studio
della meccanica post-aristotelica greca, dei predecessori di Galileo, della
nozione di definizione e del suo ruolo nell'opera di Platone e Euclide, delle
influenze matematiche sulla logica e sull'epistemologia, e sulla geometria
non-euclidea di Gerolamo Saccheri. Vailati fu particolarmente interessato ai
modi in cui quelli che potrebbero essere visti come gli stessi problemi sono
inquadrati e trattati in periodi differenti. Il suo lavoro di storico della
scienza fu strettamente connesso con quello filosofico: per le due attività,
infatti, utilizzò gli stessi pensieri e metodologie di fondo. Vailati vedeva lo
studio storico e lo studio filosofico come differenti nell'approccio ma non
nell'argomento; credeva, inoltre, che dovesse esserci cooperazione fra filosofi
e scienziati nell'approfondimento degli studi storici. Egli riteneva anche che
una storia completa richiedesse che si tenesse in conto anche il background
sociale pertinente. Il superamento delle teorie scientifiche, grazie a nuovi
risultati, non comporta la loro distruzione, perché la loro importanza aumenta
proprio per il fatto di essere superate: "Ogni errore ci indica uno
scoglio da evitare mentre non ogni scoperta ci indica una via da seguire."
(Scritti4). La posizione di Giovanni Vailati sulla storia della scienza
ricalca quella di una serrata critica al positivismo, in un contesto teorico
dove il pragmatismo ammette nuovi strumenti di comprensione e anche di
valutazione della scienza, come mostrano anche le vicende di Mario Calderoni
(Ivan Pozzoni, Il pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni, Roma, IF
Press, e del matematico Giuseppe Peano, il quale vanta certe affinità con il
pensiero filosofico del periodo (Guglielmo Rinzivillo, Giovanni Vailati, Storia
e metodologia delle scienze in Una epistemologia senza storia, Roma, Nuova
Cultura, e Giuseppe Peano, Giovanni Vailati. Contributi invisibili in Una
epistemologia senza storia, Ivan Pozzoni, Il pragmatismo analitico italiano di
Giovanni Vailati, Villasanta, Liminamentis Editore, . Ivor Grattan-Guinness: The Search for
Mathematical Roots Princeton University Press Ferruccio Rossi-Landi,:
"Giovanni Vailati", in Paul Edwards editor The Encyclopedia of
Philosophy, Collier Macmillan Giuseppe Peano, In Memoriam di Giovanni Vailati,
Boll. di matematica, Ivan Pozzoni ,
Cent'anni di Giovanni Vailati, Liminamentis Editore, Villasanta, Mauro De Zan,
La formazione di Giovanni Vailati, Congedo Editore, Galatina (Lecce) Logic and
Pragmatism. Selected Essays by Giovanni Vailati edited by C. ArrighiCantù, M.
De Zan and Suppes, CSLI, Stanford, California, . Gabriella Sava, La psicologia
tra Vailati e Brentano, in "Il Veltro", Roma, Giuseppe Giordano,
Giovanni Vailati filosofo della scienza, Firenze, Le Lettere, Ivan Pozzoni, Il
pragmatismo analitico italiano di Giovanni Vailati, Liminamentis Editore,
Villasanta, Lucia Ronchetti , L'archivio
Giovanni Vailati , in Quaderni di Acme, Bologna, Cisalpino, Giovanni Vailati
Scritti filosofici. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Giovanni Vailati, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Vailati, su siusa.archivi.beniculturali,
Sistema Informativo Ublicato per le Soprintendenze Archivistiche. Giovanni
Vailati, su MacTutor, University of St Andrews, Scotland. Opere di Giovanni Vailati, su Liber
Liber. Opere di Giovanni Vailati, su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Giovanni Vailati, . Centro Studi Giovanni Vailati, su
giovanni-vailati.net. Fondo archivistico e librario di Giovanni Vailati conservato
presso la Biblioteca di Filosofia Università degli Studi di Milano Massimo
Mugnai, Vailati, Giovanni, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice e Vailati: la semantica filosofica," The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Valent (Treviso). “Some like Vitters, but
Valent’s my man.”Grice. Grice: “Valent wrote the only legible introduction to
Vitters’s thought!”Essential Italian philosopher. Filosofo.
A lungo ricercatore di filosofia teoretica e poi Professore di filosofia
morale, ha insegnato Storia della filosofia moderna, Antropologia filosofica ed
Ermeneutica filosofica presso il Dipartimento di Filosofia e Teoria delle
scienze dell'Università Ca' Foscari Venezia di cui è stato Direttore dal 2001
fino alla morte. In precedenza ha insegnato Storia della filosofia morale
all'Università degli Studi di Catania. Allievo di Emanuele Severino, si è
occupato di ontologia, logica dialettica, linguaggio, storia e interpretazione
delle grandi categorie della filosofia occidentale. Dai primi studi
sull'empirismo-scetticismo moderno (David Hume), sul pensiero italiano del
Novecento e sull'analisi del linguaggio (Ludwig Wittgenstein), è giunto ad
indagare attorno alla teoria della negazione e del divenire in chiave
dialettica (Hegel). Sulla base di tali premesse, che orientavano verso una
rilettura dei canoni e dei presupposti del rapporto ragione-follia, si è
impegnato a ridisegnare, insieme con un gruppo di psichiatri e psicologi del
Centro Psicosociale di Orzinuovi cresciuti nel solco dell'esperienza critica
inaugurata da Franco Basaglia, un modello della psiche adeguato alla
comprensione e alla cura della malattia mentale, dando vita a quello che è
stato definito l'approccio dialettico-relazionale in psichiatria. Ha
collaborato con il gruppo teatrale "Scena Sintetica" nella messa in
scena di testi filosoficamente rilevanti (Parmenide, Eraclito, Hermann
Melville, Emanuele Severino, Umberto Galimberti). Presso l'editore
Moretti&Vitali, Andrea Tagliapietra, è in corso di stampa l'edizione delle
sue opere in 6 volumi. Alcuni suoi lavori sono stati pubblicati e recensiti in
Francia, Austria, Germania e Stati Uniti. Pensiero L'opera filosofica di
Italo Valent muove da un'originale riformulazione di alcune questioni legate
alla filosofia di Emanuele Severino, alla tradizione neoidealistica italiana
(Giovanni Gentile) ma anche neoscolastica (Gustavo Bontadini), e dipendenti
dalla riconsiderazione speculativa del concetto del negativo. Descrivendo la
sua formazione in poche parole Valent, si definiva «cresciuto a una scuola
filosofica di ispirazione ontologica, screziata da un netto disegno dialettico
e pungolata dallo scrupolo fenomenologico». Analizzando le implicazioni
concettuali e pratiche della negazione così com'è stata pensata in uno dei
punti più alti e rilevanti della tradizione dialettica, ovvero nelle pagine
della Scienza della logica di Hegel, Valent critica l'idea intellettualistica
della negazione intesa come esclusione, proponendo al contrario una negazione
come inclusione e una filosofia animata dal principio di ospitalità. Il
"no" della negazione, lungi dal dar vita a una realtà separata, è ciò
che innerva il reale nella sua essenza metamorfica e vitale, nella sua
splendida apertura alla novità, alla trasformazione e al cambiamento di cui il
filosofo è appassionato investigatore. A questo scopo e in evidente autonomia
rispetto all'impianto destinale della filosofia della necessità di Severino,
Valent esplora la categoria modale della possibilità, cercando di mettere in
discussione sia l'opposizione frontale tra realtà e irrealtà, sia la priorità
assoluta della positività del reale nonostante la negatività dell'irreale.
L'esserci e non l'essere è, per Valent, che legge Hegel con Wittgenstein, la
determinatezza semantica e sintattica, il plesso grammaticale e vitale che
ricongiunge l'esperienza intesa come luogo dell'emergere della differenza e
dell'incalzare degli eventi con la teoria della razionalità quale analisi del
permanere e della necessità. Ecco che di contro all'ontologia fondamentale di
Severino si fa largo l'idea di una microntologia intesa non come una “ontologia
del piccolo”, bensì, piuttosto, «nel senso che non c'è nessun evento che non si
disponga per virtù propria in una peculiarità di significato, nel vigore
elementare e insieme metamorfico di un “qui”. Ma microntologia anche come
ontologia del remoto, dell'avverso-diverso, dell'improbabile, dell'anonimo, del
folle: di tutto ciò che insieme si ritiene minore nella capacità di realtà».
Con la proposta di una microntologia Valent intendeva sottolineare l'autonomia
e la resistenza del diamante della dialettica come principio di determinazione
semantica fondato sulla relazione-negazione inclusiva e situato nella
prospettiva strategica propria dell'esserci, rispetto al rischio delle ricadute
nella “mistica dell'essere” e di quella totalità assoluta che, in quanto tale,
appare separata e isolata, esercitando la sua imposizione distruttiva al di
fuori della logica della relazione e dell'inclusione. Di contro all'autentico
"totalitarismo" di questa idea di totalità assoluta Valent proponeva
la ripresa del detto eracliteo del Panta διαpánton, ossia di quel "tutto
attraverso il tutto" che è la forma radicale della illacerabile
relazionalità della vita. «Solo se ogni differenza tra gli umani è un modo
differente di essere il tutto», egli scrive, «allora le discriminazioni tra
piccolo e grande, forte e debole, femmina e maschio, nero e bianco, ricco e
povero, sano e malato, non avranno ragione d'essere (se non in quanto
differenti manifestazioni dell'identico, invece che differenze di principio e
di valore)». Opere: Verità e prassi in David Hume, Vannini, Brescia. La
forma del linguaggio. Studio sul "Tractatus logico-philosophicus",
Francisci, Abano Terme (Padova), Invito al pensiero di Wittgenstein, Mursia,
Milano (2 ed. aggiornata, Mursia, Milano Asymmetron, Quaderni de "Il
Palazzo della Grande Utopia", Milano Dire di no. Filosofia Linguaggio
Follia, Teda Edizioni, Castrovillari (Cosenza) 1995 Dire di no. Scritti teorici
1, in Opere di Italo Valent IV, a c. di Andrea Tagliapietra,
Moretti&Vitali, Bergamo 2007 Asymmetron. Microntologie della relazione.
Scritti teorici 2, in Opere di Italo Valent V, a c. di Andrea Tagliapietra, Moretti&Vitali,
Bergamo. Panta διαpánton. Scritti teorici su follia e cura, in Opere di Italo
Valent VI, a c. di Andrea Tagliapietra, Moretti&Vitali, Bergamo. La forma
del linguaggio. Studio sul "Tractatus logico-philosophicus. Scritti su
Wittgenstein 1", in Opere di Italo Valent VI, a c. di Andrea Tagliapietra,
Moretti&Vitali, Bergamo Sophón.
Aforismi per l'anima, a c. di Graziano Valent, con un saggio di Andrea
Tagliapietra, Moretti&Vitali, Bergamo
Note Opere di Italo
ValentMoretti&Vitali A.
Tagliapietra, La filosofia, prima di ogni altra definizione dotta, è amore per
la realtà. In ricordo di Italo Valent, in "XÁOS. Giornale di
confine", Anno II, N.1 Marzo-Giugno, Dire di no. Scritti teorici 1, in
Opere di Italo Valent IV, a c. di Andrea Tagliapietra, Moretti&Vitali,
Bergamo 200722 Panta διαpánton. Scritti
teorici su follia e cura, in Opere di Italo Valent VI, cit., Moretti&Vitali,
Bergamo Emanuele Severino Franco Basaglia.
Valeri (Somma
Lombardo). Essential Italian philosopher. Grice: “I especially like his idea of
anthropology, alla Kant, as the search for the subject.” “Tra se e se.” Filosofo. Laureatosi in filosofia a Pisa,
quale allievo pure della Scuola normale superiore, discutendo una tesi sul
pensiero di Lévi-Strauss, con relatore Barone, si rivolse agli studi di antropologia,
conseguendo due dottorati di ricerca, uno a Pisa (Diploma di Perfezionamento)
nel 1970, l'altro a Parigi, nel 1976, presso l'École Pratique des Hautes
Études, con Lévi-Strauss, Louis Dumont e Marshall Sahlins.
Successivamente, a partire dal 1976, ebbe vari incarichi di insegnamento presso
l'Chicago, dove rimase fino alla prematura scomparsa. Al contempo, compì
ricerca sul campo soprattutto presso gli Huaulu del Seram centrale in Indonesia
orientale, ma anche in Micronesia, Malaysia e Hawaii. Le sue ricerche
riguardarono molti argomenti, fra cui, i sistemi politici, la parentela e il
matrimonio, la ritualità, così come l'antropologia sociale ed economica, la
storia comparata degli usi e costumi dei popoli, che condusse lungo la linea di
pensiero del suo maestro Lévi-Strauss. Gli è stato assegnato per i suoi studi e
le sue ricerche di antropologia culturale, il premio ”Guggenheim Fellowship“
per le scienze sociali. Fra i molti suoi lavori, ricordiamo due
importanti volumi, Kingship and Sacrifice. Ritual and Society in Ancient Hawaii
(1985), scritto con Marshall Sahlins, e Hunting, Identity and Morality among
the Huaulu of the Moluccas. Curò pure diverse voci antropologiche per
l'Enciclopedia Einaudi. Tra le sue molte opere pubblicate postume, il
volume Uno spazio tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto, Martha
Feldman e Janet Hoskins, tradotto in italiano da Bianca Lazzaro, che può
considerarsi una sua autobiografia intellettuale. Opere principali
Kingship and Sacrifice: Ritual and Society in Ancient Hawaii, The University of
Chicago Press, Chicago. Uno spazio tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del
soggetto, M. Feldman e J. Hoskins; traduzione italiana B. Lazzaro, Donzelli
Editore, Roma, The Forest of Taboos:
Morality, Hunting, and Identity among the Huaulu of the Moluccas, The
University of Wisconsin Press, Madison, WI. Fragments from Forests and Libraries: A
Collection of Essays, Carolina Academic Press, Durham, NC. Ritual and Annals:
Between Anthropology and History, edited by R. Stasch, S.M. Dowdy and G. da
Col, HAU Books/The University of Chicago Press, Chicago, IL, . Classical
Concepts in Anthropology, edited by G. da Col and R. Stasch, HAU Books/The
University of Chicago Press, Chicago, IL, .
S. Ghiaroni, "Società, soggetto, sacrificio. La teoria del
sacrificio di Valerio Valeri tra Hawaii e Indonesia", in Studi e materiali
di storia delle religioni, R. Stasch,
"Obituary: Valerio Valeri,” American Anthropologist. //chronicle.uchicago.edu/980430/valerio.shtml S. Ghiaroni, ”Società, Soggetto, Sacrificio.
La teoria del sacrificio di Valerio Valeri tra Hawaii e Indonesia“, Studi e
materiali di storia delle religioni, Dal titolo: Natura e cultura: introduzione
alla teoria dello scambio e della parentela di Claude Levi-Strauss, Pisa, A.A. Per
notizie biografiche più esaustive, riferirsi alle xxvii-xix dell'opera postuma: V. Valeri,
Ritual and Annals: Between Anthropology and History, edited by R. Stasch, S.M.
Dowdy and G. da Col, HAU Books/The University of Chicago Press, Chicago, IL,
. Rupert Stasch (Reed College, Oregon,
USA), in merito alla rilevanza di Valeri come studioso e ricercatore, inizia il
suo necrologio (cfr. R. Stasch, "Valerio Valeri", American
Anthropologist, con queste parole: «He was a scholar of great international
distinction in the ethnology of Polynesia and Indonesia [...] His monographs
[...] are among the most important, detailed and theoretically complex studies
of sacrificie and taboo ever written.» Pubblicazioni di Valerio Valeri, su
Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.
Valla (Roma).
essential Italian philosopher. Rome-born
philosopher, teaches rhetoric in Pav a and is later secretary of Alfonso I di
Naoli, and apostolic secretary in Rome under papa Nichola V. In his dialogue On
Pleasure or On the True Good, Stoic and Epicurean interlocutors present their
ethical views, which Valla proceeds to criticize. This dialogue is often
regarded as a defense of Epicurean hedonism, because Valla equates the good
with pleasure; but he claims that Italians can find pleasure only in heaven.
Valla’s description of pleasure reflects the contemporary Renaissance attitude
toward the joys of life and might have contributed to Valla’s reputation for
hedonism. In another work, On Free Will between, Valla discusses the conflict
between divine foreknowledge and human freedom and rejects Boezio’’s then
predominantly accepted solution. Valla distinguishes between God’s knowledge
and God’s willas in Grice’s phrase, “God willing,” “Deo volente,” -- but denies
that there is a rational solution of the apparent conflict between God’s will
and human freedom. As a historian, he is famous for The Donation of Constantine
1440, which denounces as spurious the famous document on which medieval jurists
and theologians based the papal rights to secular power.Filosofo. Si presentava anche con il nome latino Laurentius
Vallensis. Nato da genitori di origini piacentine (il padre era
l'avvocato Luca della Valle), ricevette la sua prima educazione a Roma e forse
a Firenze, imparando il greco da Giovanni Aurispa e da Rinuccio Aretino. Lo
guidava lo zio materno Melchiorre Scribani, un giurista funzionario in
Curia. La sua prima opera, oggi perduta, fu il De comparatione Ciceronis
Quintilianique ("Confronto fra Cicerone e Quintiliano"), in cui
elogiò il latino di Quintiliano a scapito di quello di Cicerone, andando contro
all'idea corrente e mostrando già in questo primo scritto il suo gusto per la
provocazione. Quando morì lo zio, Lorenzo sperava di ottenere un impiego nella
Curia pontificia; ma i due autorevoli segretari Antonio Loschi e Poggio
Bracciolini, ferventi ammiratori di Cicerone, si opposero all'assunzione, con
la scusa che era troppo giovane. Grazie all'aiuto di Antonio Beccadelli,
detto il Panormita, fu chiamato ad insegnare retorica a Pavia, succedendo al
maestro bergamasco Gasparino Barzizza, da poco defunto. Questi anni furono
fondamentali per lo sviluppo del suo pensiero; la città era infatti un vivo
centro culturale e Valla poté approfondire le sue conoscenze giuridiche,
osservando inoltre l'efficacia del procedimento di analisi critica dei testi,
che lo Studio pavese applicava con rigore. A Pavia Valla acquisì una
grande reputazione con il dialogo De Voluptate ("Il piacere"), nel
quale si oppone fermamente alla morale stoica e all'ascetismo medievale,
sostenendo la possibilità di conciliare il Cristianesimo, ricondotto alla sua
originarietà, con l'edonismo, recuperando così il senso del pensiero di Epicuro
e Lucrezio, che avevano sottolineato come tutta la vita dell'uomo sia
fondamentalmente volta al piacere, inteso non come istintività, ma come calcolo
dei vantaggi e svantaggi conseguenti ad ogni azione. A conclusione del dialogo,
Valla sottolinea, però, come per l'uomo la suprema voluttà siano la ricerca
spirituale e la fede in Dio. Si tratta di uno scritto considerevole, poiché,
per la prima volta, una tendenza filosofica che era rimasta confinata
nell'ambito del paganesimo trovava espressione in un'opera di livello
universitario e di valore filosofico, venendo rivalutata alla luce del pensiero
cristiano; le polemiche che seguirono alla pubblicazione del testo, costrinsero
Valla a lasciare Pavia. Da allora egli passò da un'università all'altra,
accettando brevi incarichi e tenendo lezioni in diverse città. Durante questo
periodo fece la conoscenza del re Alfonso V d'Aragona, al cui servizio entrò.
Alfonso ne fece il suo segretario, lo difese dagli attacchi dei suoi nemici e
lo incoraggiò ad aprire una scuola a Napoli. Durante il pontificato di
Eugenio IV, scrisse un breve testo, pubblicato solo nel 1517 e intitolato La
falsa Donazione di Costantino (De falso credita et ementita Constantini
donatione). In esso Valla, con argomentazioni storiche e filologiche, dimostrò
la falsità della Donazione di Costantino, documento apocrifo in base al quale
la Chiesa giustificava la propria aspirazione al potere temporale: secondo
questo documento, infatti, sarebbe stato lo stesso imperatore Costantino, trasferendo
la sede dell'impero a Costantinopoli, a lasciare alla Chiesa il restante
territorio dell'Impero romano (oggi la dimostrazione del Valla è universalmente
accettata e lo scritto è datato all'VIII secolo o IX secolo). «Quid, quod multo est absurdius, capit ne
rerum natura, ut quis de Constantinopoli loqueretur tanquam una patriarchalium
sedium, que nondum esset, nec patriarchalis nec sedes, nec urbs christiana nec
sic nominata, nec condita nec ad condendum destinata? Quippe privilegium
concessum est triduo, quam Constantinus esset effectus christianus, cum
Byzantium adhuc erat, non Constantinopolis.» «E, ciò che è molto più
assurdo e non rientra nella realtà dei fatti, come si può parlare di
Costantinopoli come di una delle sedi patriarcali, quando ancora non era né
patriarcale né una sede né una città cristiana né si chiamava così, né era
stata fondata, né la sua fondazione era stata decisa? Infatti il privilegio fu
concesso tre giorni dopo che Costantino si fece cristiano, quando Bisanzio
esisteva ancora e non Costantinopoli.» (Lorenzo Valla, La falsa Donazione
di Costantino, 1440) Egli dimostrò che anche la lettera ad Abgar V attribuita a
Gesù era un falso e, sollevando dubbi sull'autenticità di altri documenti spuri
e ponendo in discussione l'utilità della vita monastica e mettendone in luce
anche l'ipocrisia nel De professione religiosorum ("La professione dei
religiosi"), egli suscitò l'ira delle alte gerarchie ecclesiastiche. Fu
obbligato, pertanto, a comparire davanti al tribunale dell'Inquisizione, alle
cui accuse riuscì a sottrarsi soltanto grazie all'intervento del re
Alfonso. Visitò nuovamente Roma, dove i suoi avversari erano ancora molti
e potenti. Riuscì a salvarsi da morte certa travestendosi e fuggendo a
Barcellona, da dove fece poi ritorno a Napoli. Vengono divulgati gli
Elegantiarum libri sex (i sei libri sull'"eleganza" della lingua
latina), pubblicati però postumi nel 1471. L'opera raccoglie una serie
straordinaria di passi desunti dai più celebri scrittori latini (Publio
Virgilio Marone, Cicerone, Livio), dallo studio dei quali, sostiene Valla,
occorre codificare i canoni linguistici, stilistici e retorici della lingua
latina. Il testo costituì la base scientifica del movimento umanista impegnato
a riformare il latino cristiano sullo stile ciceroniano. Scrisse le
"Emendationes sex librorum Titi Livii" in cui discute, col suo modo
di scrivere brillante e caustico, correzioni ai libri 21-26 di Tito Livio in
opposizione ad altri due intellettuali della corte napoletana il Panormita ed
il Facio che non avevano il suo stesso spessore filologico. L'ultima fase
Nel febbraio 1447, con la morte di papa Eugenio IV, la sua fortuna iniziò a
volgere in meglio. Recatosi nuovamente a Roma, fu ricevuto dal nuovo pontefice
Niccolò V; a partire dal 1450 assunse il ruolo a lui più consono di professore
di retorica, ma non perse nemmeno il suo spirito caustico e iniziò a criticare
nel 1449 il latino della Vulgata, facendo confronti con l'originale greco
sminuendo il ruolo di traduttore di San Girolamo e giudicò spuria la
corrispondenza tra Seneca e San Paolo. Sotto papa Callisto III Valla
raggiunse il culmine della carriera, divenendo segretario apostolico. Morì a
Roma. Un frammento della sua tomba, contenente un ritratto dello stesso, è ora
murato nel chiostro della Basilica Lateranense dove era originariamente
sepolto. È quasi impossibile farsi un'idea precisa della vita privata e
del carattere di Valla, essendo i documenti nei quali vi si fa riferimento
sorti in contesti polemici e, pertanto, fonte più di esagerazioni e calunnie
che di testimonianze attendibili. Egli appare comunque come persona orgogliosa,
invidiosa e irascibile, caratteristiche cui però si affiancano le qualità di
elegante umanista, critico acuto e scrittore pungente nella sua continua e
violenta polemica sul potere temporale della Chiesa di Roma. Lorenzo Valla
è un personaggio di eccezionale importanza non solo per la cultura italiana, ma
soprattutto quale rappresentante del più puro umanesimo europeo. Con le sue
spietate critiche alla Chiesa cattolica dell'epoca fu un precursore di Lutero,
ma fu anche il promotore di molte revisioni di testi cattolici. La sua
opera si basa su una profonda padronanza della lingua latina e sulla
convinzione che fosse stata proprio un'insufficiente conoscenza del latino la
vera causa del linguaggio ambiguo di molti filosofi. Valla era convinto che lo
studio accurato e l'uso corretto della lingua fosse l'unico mezzo di
acculturazione feconda e comunicazione efficace: la grammatica e un appropriato
modo di esprimersi erano a suo modo di pensare alla base di ogni enunciato e,
prima ancora, della stessa formulazione intellettuale. Da questo punto di vista
i suoi scritti sono tematicamente coerenti, in quanto ciascuno di essi si
sofferma innanzitutto sulla lingua, sul suo impiego rigoroso e
sull'individuazione delle applicazioni erronee della grammatica latina.
Oggi, il profondo distacco storico ci permette di distinguere le opere di
Lorenzo Valla essenzialmente in due filoni, quello critico e quello filologico.
Sebbene avesse saputo mostrare eccezionali doti di storico negli scritti
critici, questa capacità non è però riscontrabile nell'unico lavoro definito
storico, cioè nella biografia di Ferdinando d'Aragona, tutto sommato un modesto
elenco di aneddoti. Nel III secolo l'Impero romano iniziava a tramontare,
il che si palesava non solo nell'indebolimento delle forze politiche e
militari, ma anche nello sfaldamento dell'ordinamento interno e soprattutto
nell'imbarbarimento della cultura. La crisi generale e l'accettazione di molte
genti non italiche tra i cittadini romani provocarono un lento ma significativo
allontanarsi dalla lingua latina ufficiale verso forme dialettali e meno
eleganti. Si evidenziò la necessità di uno "sviluppo" della lingua
che presupponeva la canonizzazione della parlata popolare e della sua semplice
grammatica. Erano i primi sintomi della nascita di una nuova lingua, quella
italiana, che avrebbe necessitato di un millennio per svilupparsi pienamente.
Durante questa lunghissima transizione, in tutta la penisola ci fu un'enorme
incertezza linguistica. Il latino classico cedeva lentamente il posto ad una
mescolanza di nuovi idiomi che combattevano per la supremazia. Gli
effetti di questo periodo di passaggio sono ben visibili soprattutto nelle
traduzioni che via via nascevano dal latino verso l'italiano, poché la linea di
demarcazione tra le due lingue era fluttuante e nessuno dei traduttori poteva
dirsi un vero esperto in materia. Valla fu il primo a stabilire un limite alla
modernizzazione della lingua latina, decidendo che i cambiamenti oltre tale
limite facessero già parte del processo di sviluppo della lingua italiana. In
questo modo riuscì non solo a salvaguardare la purezza del latino, ma pose
anche le basi per lo studio e la comprensione dell'italiano. Lorenzo
Valla si pone tra i maggiori esponenti del Quattrocento italiano e
dell'umanesimo europeo, non solo per il suo costante apporto di punti di vista
umanistici, bensì anche per la sua annosa avversione alla cultura scolastica.
È indicativa ad esempio la sua tesi (in De Voluptate) sugli errori dello
stoicismo praticato dagli asceti cristiani che non avrebbero preso in debita
considerazione le leggi naturali, dunque divine; la morale consiglierebbe
infatti, a suo avviso, un'esistenza allegra e godereccia che non precluderebbe
in alcun modo l'aspirazione alle gioie del paradiso. Analogamente, nelle
Dialecticae Disputationes Valla confuta il dogmatismo di Aristotele e la sua
arida logica che non offre insegnamenti o consigli, bensì discute solo di
parole senza raffrontarle con il loro significato nella vita reale. Altrettanto
critico si dimostra (nelle Adnotationes in Novum Testamentum) quando usa la sua
profonda padronanza del latino per provare che sono state le traduzioni maldestre
di alcuni passi del Nuovo Testamento a causare incomprensioni ed eresie.
È a lui dedicata la Fondazione Lorenzo Valla, che in collaborazione con la casa
editrice Mondadori, pubblica la collana Scrittori greci e latini in cui vengono
proposte edizioni critiche di testi classici. Edizioni delle opere L'arte
della grammatica, Paola Casciano, Milano, Mondadori (Fondazione Lorenzo Valla),
(terza edizione rinnovata) La falsa Donazione di Costantino, Gabriele Pepe,
Firenze, Ponte alle Grazie, Scritti filosofici e religiosi, Giorgio Radetti,
Firenze, Sansoni, (ristampa: Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Repastinatio
dialectice et philosophie, testo latino edito da Gianni Zippel, Padova,
Antenore, (due volumi) Dialectical Disputations, testo latino e traduzione
inglese della Repastinatio B.Copenhaver and L. Nauta (I Tatti Renaissance
Library), Harvard University Press, (due
volumi). Note
//treccani/enciclopedia/lorenzo-valla_(Il-Contributo-italiano-alla-storia-del-Pensiero:-Filosofia)/ britannica.com/biography/Lorenzo-Valla E. Garin, "La letteratura degli
umanisti", in E. Cecchi-N. Sapegno (edd.) Letteratura italiana, III, Il
Quattrocento e l'Ariosto, Milano, Garzanti, 1965, 198-203).
Basilica PapaleSAN GIOVANNI IN LATERANO, su vatican.va. Lodi Nauta, In
Defense of Common Sense: Lorenzo Valla's Humanist Critique of Scholastic
Philosophy, Harvard University Press, Pubblicate per la prima volta nel 1505 da
Erasmo da Rotterdam. Giovanni Antonazzi,
Lorenzo Valla e la polemica sulla donazione di Costantino, Roma 1985. Salvatore
Camporeale, Lorenzo Valla. Umanesimo e teologia, Firenze, Istituto Nazionale di
Studi sul Rinascimento, Maristella de Panizza Lorch, A defense of life: Lorenzo
Valla's theory of pleasure, Humanistische Bibliothek, Monaco, Wilhelm Fink, Marco
Laffranchi, Dialettica e filosofia in Lorenzo Valla, Milano, Vita e Pensiero, Peter
Mack, Renaissance argument. Valla and Agricola in the tradition of rhetoric and
dialectic, Leiden, Brill, 1993. Girolamo Mancini, Vita di Lorenzo Valla, Firenze,
G. C. Sansoni Editore, Lodi Nauta, In defense of common sense: Lorenzo Valla's
Humanist critique of Scholastic philosophy, Harvard, Harvard University Press, Mariangela
Regoliosi , Lorenzo Valla. La riforma della lingua e della logica (Atti del
convegno del Comitato Nazionale VII centenario della nascita di Lorenzo Valla,
Prato) Firenze, Edizioni Polistampa, , 2 tomi.
Donazione di Costantino. Dizionario di storia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, . Lorenzo Valla, su Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc. Opere di
Lorenzo Valla, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Lorenzo Valla,
. su Lorenzo Valla, su Les Archives de
littérature du Moyen Âge. Lorenzo Valla, in Catholic Encyclopedia, Robert
Appleton Company. Delio Cantimori, «VALLA,
Lorenzo», in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Rita
Pagnoni Sturlese, VALLA, Lorenzo, su treccani. in Il contributo italiano alla
storia del pensieroFilosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . La
falsa donazione di Costantino, su classicitaliani. La tomba di Lorenzo Valla,
su penelope.uchicago.edu.Lodi Nauta, Lorenzo Valla, in Edward N. Zalta ,
Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and
Information (CSLI), Stanford. Refs.: Luigi Speranza, “Valla e Grice,”per
la Fondazione Lorenzo Valla, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
Vallauri (Roma). essential Italian
philosopher. “Italians, especially noble ones, love a long surname, so this is
Luigi Lombardi Vallauri. I say: if he wants to keep the Vallauri, that’s what
he’ll go with by!”Lombardi Vallauri. Grice: “He favours animal rights, as I
do.”Filosofo e professore universitario italiano. È stato Professore
di filosofia del diritto presso l'Università Cattolica di Milano e l'Università
degli Studi di Firenze. Dal ha insegnato
all'Università degli Studi dell'Insubria e all'Università degli Studi di
Sassari, dalla quale è stato chiamato per "chiara fama". Nasce
e cresce in contesto familiare profondamente cattolico. Nipote del predicatore
gesuita Riccardo Lombardi, cugino del direttore della Sala stampa vaticana
Federico Lombardi, nonché nipote di Gabrio Lombardi, si avvia alla formazione
teologica alla Gregoriana di Roma. Nello stesso periodo consegue la laurea in
Giurisprudenza col massimo dei voti presso l'Roma, suo maestro è stato Emilio
Betti. Abbandonata la vocazione sacerdotale intorno a vent'anni, dopo la laurea
perfeziona gli studi giuridici in Germania e vince molto presto il concorso per
la Libera docenza. Nel 1970 diviene Professore in Filosofia del diritto
all'Firenze, dove ha insegnato anche Argomentazione giuridica e Filosofia del
diritto avanzata. Nel 1976 ottiene la cattedra in Filosofia del diritto anche
all'Università Cattolica di Milano. Dopo il collocamento a riposo insegnerà
presso le Como e Sassari. Massimo esperto di teoria dell'interpretazione
giuridica, già direttore dell'Istituto per la documentazione giuridica del CNR
(dal 1973 al 1977) e presidente della Società italiana di filosofia giuridica e
politica (dal 1996 al 2000), è autore di una vastissima serie di saggi
filosofico-giuridici. Con il suo Terre: Terra del Nulla, Terra degli uomini,
Terra dell'Oltre ha aperto un nuovo filone della sua ricerca, dedicato alla
filosofia della religione e della spiritualità. Al saggio Nera Luce, apparso
nel 2001, Lombardi Vallauri ha consegnato la sua critica serrata ai dogmi del
cattolicesimo e l'approdo all'apofatismo. I suoi interessi recenti riguardano
la tutela giuridica dei diritti degli animali. È vegano. Nel 1979
Lombardi Vallauri ha fondato, e tuttora conduce, un "gruppo di
meditazione" teso a esplorare le possibilità di una vita contemplativa
all'altezza del sapere moderno. Il suo ultimo libroche traduce in scrittura il
seguitissimo corso di meditazioni tenuto dall'autore per Radio Tre Rai npropone
una "mistica laica", ossia una mistica che prescinde da rivelazioni
soprannaturali coniugando il pensiero scientifico occidentale con le tecniche
di meditazione tipiche delle filosofie orientali. Allontanamento
dall'Università Cattolica Dal 1976 Lombardi Vallauri ha insegnato Filosofia del
diritto presso l'Università cattolica di Milano. Il 19 aprile 1996 tiene
una conferenza a Bari e all'inizio decide di sedersi in terra, giustificandosi
presso l'uditorio con la frase: «Del Dio che emoziona non mi sento di parlare
seduto su una sedia, quindi, mentre parlerò di questo Dio, starò seduto in
terra». Nel 1998 è stato sospeso dall'attività didattica a causa del suo
insegnamento ritenuto eterodosso rispetto alla dottrina della Chiesa
Cattolica. Fra i punti problematici secondo le autorità ecclesiastiche,
un giudizio di Lombardi Vallauri sul dogma dell'inferno, da lui definito:
«incostituzionale [in quanto] nessun atto per quanto grave può meritare una
pena eterna [e perché] è contraria ai princìpi più avanzati del diritto, e
specificamente del diritto influenzato dal cristianesimo, una pena che in
nessun modo tenda alla rieducazione/riabilitazione del condannato.» Il
professore ha affermato in seguito: «Quando i giudici ecclesiastici mi
hanno cacciato fuori dall'Università Cattolica non riuscivano a formulare
l'accusa ed io ho detto: "Ve la do io, il papa è quasi infallibile
nell'errare".» Dopo l'esito negativo dei ricorsi giudiziari interni,
Lombardi Vallauri si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell'uomo.
Nel 2009 la Corte si è pronunciata a favore del ricorrente, ritenendo che
fossero stati lesi i suoi diritti alla libertà di espressione (per il
provvedimento adottato dalla Cattolica senza contraddittorio) e a un equo
processo (per il rifiuto a pronunciarsi opposto dagli organi giurisdizionali
amministrativi), entrambi garantiti, rispettivamente, dagli articoli 10 e 6
della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle
libertà fondamentali. Pensiero Nei suoi corsi e libri Vallauri di è
occupato di varie tematiche: filosofia del diritto, critica dei riduzionismi,
filosofia della mente, misticismo, buddismo, sessualità, meditazione, diritti
degli animali. Riassumeva la situazione storica attuale tramite la
seguente “formula”: [E = (m+e) + i (ab) + fd + oid] -> [N.O.] -> [(N.
e/ax/es)] + (I.P.)] La prima parte è l’equazione del riduzionismo
ontologico: l’essere (E) è riducibile alla somma di materia (m), energia (e) e informazione
(i); l’informazione è di due specie: algoritmica (a) e biologica (b). Il
riduzionismo diventa poi scientismo tecnologico, con l’aggiunta di un fattore
di dominazione (fd), ossia la teoria baconiana del conoscere per dominare, e
dell'organizzazione industriale del dominio (oid) portata dalla rivoluzione
industriale. Le conseguenze dello scientismo sono il nichilismo ontologico
(N.O.), ossia la scomparsa di ogni tipo di spirito (Dio angeli anima), il quale
può avere due esiti antitetici: le filosofie del soggetto assoluto e quelle
della morte del soggetto. L’ultima conseguenza del processo è il nichilismo
etico assiologico ed esistenziale (N. E/ax/es), ossia la negazione di norme e
valori oggettivi. Esso genera un vuoto, che nella nostra epoca viene occupato
dall’individualismo possessivo (I.P)., ossia la credenza che gli unici beni
sono ricchezza successo e potere. Occorre dunque articolare una risposta
filosofica al riduzionismo, individuando quali realtà si sottraggano alle sue
pretese. L’oggetto principale che sfugge alla riduzione è la mente.
Opere principali Saggio sul diritto giurisprudenziale, Milano, Amicizia,
carità e diritto, Milano, 1969 (nuova edizione: 1974) Corso di filosofia del
diritto, Padova, 1981 (seconda edizione: ) Cristianesimo, secolarizzazione e
diritto moderno, Milano, Terre: Terra del Nulla, Terra degli uomini, Terra
dell'Oltre, Milano. Il Meritevole di tutela, Milano, Logos dell'essereLogos
della norma, Bari, Nera luce, Firenze, 2001 Riduzionismo e oltre: Dispense di
filosofia per il diritto, Padova, 2002 Trattato di Biodiritto. La questione
animale, Milano, Meditare in Occidente.
Corso di mistica laica, Firenze, Scritti
animali. Per l'istituzione d-i corsi universitari di diritto animale,
Gesualdo, Note Sandro Magister, L'inferno? Una vergogna,
L'Espresso. Guadagnucci 150. Luigi
Lombardi Vallauri, Scritti Animali. Per l'istituzione di corsi universitari di
diritto animale, in Visionari, Gesualdo (AV), Gesualdo Edizioni, Guadagnucci . Roberto Dal Bosco, Cristo o l'India, Verona,
Fede e Cultura, Guadagnucci. L. Lombardi Vallauri, Sullo scarso fondamento dei
fondamentalismi, Nuovamente. Lombardi
Vallauri L., Neuroni, mente, anima, algoritmo: quattro ontologie, Lettura
magistrale al VI congresso della Società italiana di neuroscienze, Lorenzo Guadagnucci, Il filosofo degli
animali, in Restiamo animali: Vivere vegan è una questione di giustizia,
Milano, Terre di mezzo, Registrazioni di
Luigi Lombardi Vallauri, su RadioRadicale, Radio Radicale. Interventi e trasmissioni radiofoniche
Meditare in occidenteCorso di mistica laica, ciclo di trasmissioni radiofoniche
su Radio3 Rai. Meditare in occidenteCorso
di mistica laica, ciclo di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, edizione
del 2005. Meditare in occidenteL'anima di paesaggio (2007), ciclo di
trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, edizione. Conferenza/lezione tenuta da
Vallauri dal titolo: Nonviolenza e Animali: un tema antico come le montagne e
sempre più ricco di futuro. Evento organizzato da Progetto Vivere Vegan,
Interviste <<Sì agli interventi che aiutano i nascituri>>,
intervista di Giancarlo Perna, LIBERO, 7.03. Intervista a Luigi Lombardi
Vallauri, di Valentina Grazzini, l'Unità, Firenze, 7.01. e Rassegna stampa sul
"Caso Vallauri" I Nuovi Inquisitori, di Giovanni Maria Pace, a
Repubblica, A dialogo con Luigi Lombardi Vallauri, di Neri Pollastri, da
Phronesis, V (2007), n. 9 Note , di Teresa Franza, Officina sedici.
Valletta (Napoli). Eessential Italian
philosopher. Grice: “He was a libertine from Naples. I like him. His oeuvre
published in Firenze. Filosofo. Nell'infanzia studiò dapprima letteratura
presso i Gesuiti per poi dedicarsi al diritto.
Insieme a Francesco D'Andrea, fu fra i fondatori dell'Accademia degli
Investiganti, che diede impulso al grande rinnovamento culturale che prese
avvio negli ultimi decenni del Seicento meridionale. Nelle accese polemiche
filosofico-scientifiche tra progressisti e conservatori, il Valletta insieme a
Tommaso Cornelio, Francesco D'Andrea, Leonardo Di Capua e agli altri accademici
investiganti appoggiò attivamente i progressisti. Istituì a sue spese la cattedra di Lingua
greca presso l'Napoli, affidando l'incarico di insegnamento al suo maestro ed
amico Gregorio Messere, illustre grecista e filosofo dell'epoca. Curò l'edizione
napoletana delle Opere e del Bacco in Toscana dello scienziato toscano
Francesco Redi. Fu un grande
appassionato e conoscitore di libri, tanto che la sua biblioteca ne arrivò a
contenere ben diciottomila, meritandosi l'appellativo di Helluo librorum et
Secli Peireskius alter. Alla sua morte, grazie all'interessamento di
Giambattista Vico, il fondo librario confluì nella Biblioteca dei
Girolamini. Opere: Lettera in difesa
della moderna filosofia e de' coltivatori di essa. Historia filosofica. Lombardi. Antonio Lombardi, Storia della
letteratura italiana nel secolo XVIII. Tipografia camerale. Disponibile online,
su books.google.com. Fausto Nicolini, Giuseppe Valletta, in Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Accademia degli
Investiganti Francesco D'Andrea Francesco Redi Francesco Valletta, nipote di
Giuseppe.Valletta breve scheda biografica sul sito "Francesco Redi.
Scienziato e poeta alla Corte dei medici". Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Valletta” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza.
Valore (Milano). Essential Italian
philosopher. Grice: “Having philosophsided on what Italians call ‘valore,’ I
admire Valore!”Filosofo. Si occupa di metafisica, di ontologia generale e delle
implicazioni ontologiche delle teorie formali. Si è interessato anche dei
progetti di linguaggi artificiali e di lingue ausiliarie. Laureatosi in
Filosofia nel 1997 all'Università degli Studi di Milano, nel 2000 vi ha
conseguito il dottorato di ricerca con uno studio su Riferimento, rappresentazione
e realtà in Hilary Putnam. Dopo un anno di perfezionamento al King’s College di
Londra, dal 2002 diventa ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia della
Statale di Milano, dove ha insegnato Storia della filosofia contemporanea. La
sua prima produzione è stata dedicata principalmente a studi sulla filosofia
dell'Ottocento e del Novecento e alla riabilitazione di una prospettiva
neotrascendentalista soprattutto in metafisica. Ha partecipato al gruppo
fondatore della rivista Problemata. Quaderni di Filosofia, di cui è stato
caporedattore. A partire dal 2004, quando la Facoltà di Ingegneria
industriale del Politecnico di Milano gli ha affidato un corso di "Verità
e teoria della corrispondenza", la sua ricerca si è spostata su tematiche
sempre più teoriche, collegate alla filosofia analitica, alla metafisica e
all'ontologia analitica. Nel 2006 organizza e cura il progetto Topics on
general and formal ontology, che si è concretizzato nell'omonimo volume.
Diviene quindi professore aggregato di Storia della metafisica contemporanea
all'Università degli Studi di Milano, di Filosofia teoretica al Politecnico con
corsi dedicati all'ontologia formale e, nel -, di Filosofia degli oggetti
sociali (ontologia sociale) all'Università commerciale Luigi Bocconi di Milano.
Nel ha fondato con Massimo Rizzardini e
Federico Gobbo il giornale multilingue InKoj. Interlingvistikaj Kajeroj,
rivista di "studio e discussione accademica sulle tematiche dei linguaggi
artificiali" ad accesso libero, di cui è direttore. È stato membro del
gruppo di ricerca internazionale EUROCORES (European Collaborative Research)
finanziato dall'European Science Foundation e dal è il responsabile del progetto “Classical
Paradigms and Theoretical Foundations in Contemporary Research on Formal and
Material Ontology” per il programma EuroScholars USA (European Undergraduates
Research Opportunities). Nel lavora
negli Stati Uniti, presso il Dipartimento di Filosofia dell'New York, su un suo
progetto di ricerca di ontologia formale per il quale ha vinto una
sponsorizzazione Fulbright nella categoria Fulbright Visiting Scholar.
Collabora con la Rivista di storia della filosofia, è nel comitato scientifico
delle riviste Materiali di estetica, Rivista Italiana di Filosofia Analitica
Junior e Multilinguismo e società ed è direttore delle collane di filosofia
"Biblioteca di Problemata" (editore LED di Milano) e "Ratio.
Studi e testi di filosofia contemporanea" (editore Polimetrica di
Monza). Pubblicazioni principali Monografie Trascendentale e idea di ragione.
Studio sulla fenomenologia banfiana, Firenze, La Nuova Italia, Rappresentazione,
riferimento e realtà. Studio su Hilary Putnam, Torino, Thélème, L'inventario
del mondo. Guida allo studio dell'ontologia, Torino, Utet, La sentenza di
Isacco. Come dire la verità senza essere realisti, Milano-Udine, Mimesis, Fundamentals
of Ontological Commitment, Berlin, de Gruyter, Curatele Antonio Banfi, Platone. Lezioni, (Valore), Milano, Unicopli, Paolo Valore ,
Forma dat esse rei. Studi su razionalità e ontologia, Milano, Led, Paolo Valore
, Ars experientiam recte intelligendi. Saggi filosofici, Monza, Polimetrica, Willard
Van Orman Quine, Da un punto di vista logico. Saggi logico-filosofici (edizione
italiana di From a logical point of view Valore, con presentazione di Giulio
Giorello e Renato Pettoello), Milano, Raffaello Cortina, Paolo Valore , Topics
on General and Formal Ontology, Monza, Polimetrica, 2Paolo Valore , Materiali
per lo studio dei linguaggi artificiali nel Novecento, Milano, Cuem, Simona
Chiodo e Paolo Valore , Questioni di metafisica contemporanea, Milano, Il Castoro,
Renato Pettoello e Paolo Valore , Willard Van Orman Quine, Milano, Franco Angeli,
Pubblicato contemporaneamente anche come numero monografico della Rivista di
storia della filosofia, per il centenario della nascita di Quine. Paolo Valore
e Federico Gobbo , Artificial Languages. Themes in linguistics and philosophy,
Monaco di iera, Grin Verlag, . Pubblicato anche, con il titolo Interlinguistica
e filosofia dei linguaggi artificiali, come numero monografico per la prima
uscita del giornale accademico multilingue InKoj. *Interlingvistikaj Kajeroj.
Paolo Valore , Multilingualism. Language, Power, and Knowledge, Pisa,
Edistudio, Dispense universitarie La categoria di sostanza in Aristotele, Milano,
Cuem, Introduzione al dibattito contemporaneo sulla distinzione tra analitico e
sintetico, Milano. Cuem, Questioni di ontologia quineana, Milano, Cusl, La struttura logico-analitica dell'ontologia
herbartiana, Milano, Cusl, Nuova
edizione corretta e aggiornata: Laboratorio di ontologia analitica, Milano,
Cusl, Verità e teoria della corrispondenza, Milano, Cusl, Philosophy of Social
Objects, Milano, Bocconi, . Bibliografie ragionate Ontologia, Milano, Unicopli,
Verità, Milano, Unicopli,Saggi e articoli "How to Consider the Twin Earth
Experiment", in Acme, "Idealizzazione della verità e
coerentismo. Due perplessità sul realismo della 'seconda ingenuità'", in
Iride. Filosofia e discussione pubblica, "La 'posizione' esistenziale e il
giudizio ipotetico nell'ontologia herbartiana: il caso degli oggetti
inesistenti", in Poggi , Natura umana e individualità psichica. Scienza,
filosofia e religione in Italia e Germania tra Ottocento e Novecento, Milano,
Unicopli, "Sull'idea di una logica trascendentale", in Chora.
Laboratorio di attualità, scrittura e cultura filosofica, "Alcune note
sull'attualità dell'ontologia nella filosofia contemporanea più recente",
in Valore , Forma dat esse rei..., "L'interpretazione
semantica del trascendentale e l'ontologia del mondo reale in Giulio
Preti", in Paolo Valore , Forma dat esse rei..., "Il mestiere antico e nuovo del
filosofo", in la Repubblica, (sezione Milano). "Lógica e Ontologia no
confronto entre Bertrand Russell e Hugh MacColl acerca dos objectos
inexistentes", in Revista Portuguesa de Filosofia, "Fisica e geometria come modelli di
lavoro per l'ontologia. Un'interpretazione del metodo delle relazioni”, in
Paolo Valore , Ars experientiam..., "General and formal ontology", in
Paolo Valore , Topics on. "Some ontological remarks on The maxim of
identification of indiscernibles", in Paolo Valore , Topics, Simona Chiodo
e Paolo Valore, "Dall'epistolario di Giulio Preti ad Antonio Banfi",
in Simona Chiodo e Gabriele Scaramuzza , Ad Antonio Banfi cinquant'anni dopo, Milano,
Unicopli, "Due tipi di parsimonia. Alcune considerazioni sul
costruttivismo e il nominalismo ontologico", in Elio Franzini e Marcello
La Matina , Nelson Goodman, la filosofia e i linguaggi, Macerata, Quodlibet. "Cosa c'è che non va nell'idea di una
lingua cosmica. Il caso del LINCOS di Freudenthal", in Multilingusimo e
Società, "Nothing is part of
everything", in Giornale di filosofia, Ontologie/8 ():
giornaledifilosofia.net Note La rivista
è consultabile sul sito specifico dell'Milano.
Volume recensito da Massimo Dell'Utri sulla rivista Iride. Filosofia e
discussione pubblica, Volume recensito da Giuliana Mancuso sulla rivista web
Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura, e daMarazzi sulla Rivista di filosofia neoscolastica,Volume
recensito da Conrad Gesner Jr. sulla rivista Belfagor. Rassegna di varia
umanità, Volume recensito da Matteo Bianchetti sulla rivista Chora. Laboratorio
di attualità, scrittura e cultura filosofica, Volume recensito da: Giardino sulla Rivista di
filosofia, nnell'articolo "Tra i cavalli alati e la realtà", su Il manifesto,
Luisa Morra in L'indice dei libri del mese, Francesco Armezzani su SWIF Volume
recensito dal professor Renato Corsetti sulla rivista L'esperanto. Revuo de
itala esperanto-federacio, Volume recensito da Elena Marazzi sulla rivista web
Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura Si tratta di un eBook
accessibile solo con password. Si tratta
di una replica critica all'articolo di Patrizia Valduga "Trentuno filosofi
all'anagrafe", pubblicato su la Repubblica, (sezione Milano). Profilo accademico su immaginidellamente.
Elenco completo delle pubblicazioni sul sito universitario academia.edu. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Valore” – The Swimming-Pool Library.
Vanini (Taurisano).
Essential Italian philosopher. “If you speak Italian, you should never confuse
Vaninin with Vanninin.”Grice. Vanini, philosopher,
a Renaissance Aristotelian who studied law and theology. He became a monk and
traveled all over Europe. After abjuring, he taught and practiced medicine. He
was burned at the stake by the Inquisition. His major work is four volumes of
dialogues, De admirandis naturae reginae deaeque mortalium arcanis “On the
Secrets of Nature, Queen and Goddess of Mortal Beings,” He was influenced by Averroes
and Pomponazzi, whom he regarded as his teacher. Vanini rejects revealed
religion and claims that God is immanent in nature. The world is ruled by a
necessary natural order and is eternal. Like Averroes, he denies the
immortality and the immateriality of the human soul. Like Pomponazzi, he denies
the existence of miracles and claims that all apparently extraordinary
phenomena can be shown to have natural causes and to be predetermined. Despite
the absence of any original contribution, from the second half of the
seventeenth century Vanini was popular as a symbol of free and atheist thought.
Giulio Cesare Vanini Medaglione di Vanini al
monumento a Giordano Bruno in Campo de' Fiori. Sotto il mento, una piccola
effigie di Martin Lutero. Giulio Cesare Vanini (Taurisano), filosofo. Fra i
primi esponenti di rilievo del libertinismo erudito. Giulio Cesare Vanini
nasce nella notte tra il 19 e il 20 gennaio 1585 a Taurisano, casale di Terra
d'Otranto, nella famiglia che il padre Giovan Battista, uomo d'affari
originario di Tresana in Toscana, ha costituito sposando una Lopez de Noguera,
appartenente a una famiglia spagnola appaltatrice delle regie dogane della
Terra di Bari, della Terra d'Otranto, della Capitanata e della Basilicata.
Anche un successivo documento dell'agosto del 1612, scoperto nell'Archivio
segreto vaticano, lo qualifica "pugliese", confermando il luogo di
nascita ch'egli si attribuisce nelle sue opere. Nel censimento ufficiale
della popolazione del casale di Taurisano, nel 1596, figurano solo i nomi di
Giovan Battista Vanini, del figlio legittimo Alessandro, nato nel 1582, e del
figlio naturale Giovan Francesco. Nessun cenno della moglie e dell'altro figlio
legittimo Giulio Cesare. Nel 1603 Giovan Battista Vanini viene segnalato per
l'ultima volta a Taurisano: si ha motivo di ritenere che dopo questa data sia
rientrato a Napoli. Paolo Sarpi Sistemata ogni pendenza economica,
nel 1603 entra nell'ordine carmelitano assumendo il nome di fra' Gabriele e si
trasferisce a Padova per intraprendere gli studi di teologia presso
quell'università. Giunge nelle terre della Repubblica di Venezia quando le
polemiche provocate due anni prima dall'interdetto del papa Paolo V sono ancora
vivacissime. Durante il soggiorno padovano entra in contatto con il gruppo
capeggiato da Paolo Sarpi che, con l'appoggio dell'ambasciata inglese a
Venezia, alimenta la polemica antipapale. Giulio Cesare consegue a Napoli
il titolo di dottore in utroque iure, superando nel giugno 1606 l'esame che gli
consentiva di esercitare la professione di dottore nella legge civile e
canonica. Come verrà descritto in documenti posteriori, egli ha assimilato una
grande cultura, «parla assai bene il latino e con una grande facilità, è alto
di taglia e un po' magro, ha i capelli castani, il naso aquilino, gli occhi
vivi e fisionomia gradevole ed ingegnosa». Probabilmente il padre del
filosofo muore a Napoli. Giulio Cesare Vanini, divenuto maggiorenne, si fa
riconoscere da un tribunale della capitale erede di Giovan Battista e tutore
del fratello Alessandro. Con una serie di rogiti e procure notarili redatte a
Napoli, Giulio Cesare inizia a sistemare ogni pendenza economica conseguente
alla morte del padre: vende una casa di sua proprietà sita in Ugento, a pochi
chilometri dal suo paese d'origine; nel 1607 dà mandato a uno zio materno di
assolvere incarichi dello stesso tipo, incarica nel 1608 l'amico Scarciglia di
recuperagli una somma e gli vende alcuni beni rimasti a Taurisano e tenuti in
custodia dai due fratelli. Partecipa alle prediche quaresimali,
attirandosi i sospetti delle autorità religiose. La fuga in Inghilterra
Nel gennaio 1612, in conseguenza dei suoi atteggiamenti antipapali, viene
allontanato dal convento di Padova e rinviato, in attesa di ulteriori sanzioni
disciplinari, al Provinciale di Terra di Lavoro con sentenza del generale
dell'Ordine Carmelitano, Enrico Silvio, ma l'anno dopo fugge in Inghilterra,
insieme con il confratello genovese Bonaventura Genocchi. Nel viaggio, toccano
Bologna, Milano, i Grigioni svizzeri e discendono il corso del Reno sino alla
costa del Mare del Nord, attraversando la Germania, i Paesi Bassi, il canale
della Manica e giungendo infine a Londra e a Lambeth, sede arcivescovile del
Primate d'Inghilterra. Qui i due frati rimarranno per quasi due anni, nascondendo
la loro reale identità perfino ai loro ospiti inglesi, poiché è provato che lo
stesso arcivescovo di Canterbury, George Abbot, li conosceva sotto un nome
diverso da quello reale. Nella Chiesa londinese detta "dei
Merciai" o "degli Italiani", alla presenza di un folto auditorio
e del filosofo Francesco Bacone, Vanini e il suo compagno fanno una pubblica
sconfessione della loro fede cattolica, abbracciando la religione anglicana. In
realtà i due frati non hanno tagliato i ponti con i loro ambienti di
provenienza: infatti nelGenocchi viene raggiunto da una lettera molto
amichevole di un amico e confratello genovese, Gregorio Spinola. A loro
volta, le autorità cattoliche vengono subito informate di questo caso.
All'inizio di agosto è il nunzio a Parigi ad avvertire la Segreteria di Stato
vaticana che due frati veneziani non meglio identificati sono fuggiti in
Inghilterra «e si sono fatti ugonotti», che un vescovo italiano sta per
seguirli e che lo stesso Paolo Sarpi, morto il doge e privato della sua protezione,
per non cadere in mano dei suoi nemici, è sul punto di fuggire in Palatinato
tra i protestanti; analoga notizia, arricchita di altri particolari, viene
inoltrata dal nunzio in Fiandra al cardinale Borghese a Roma, che risponde
mostrandosi già al corrente dei fatti e dell'esatta identità dei due frati; sa
che la fuga di Vanini, di Genocchi, di Paolo Sarpi e di un non ancora
identificato vescovo italiano potrebbe portare alla ricostituzione in terra
protestante del gruppo di opposizione al Papato già operante nella Repubblica
veneta al tempo dell'interdetto. Nei mesi seguenti il nunzio Ubaldini da
Parigi continua a inviare a Roma dettagli sulla condotta dei due frati
rifugiati in Inghilterra, sulle loro predicazioni, su come sono stati accolti a
corte e dalle autorità religiose, su come si continui a parlare dell'arrivo del
vescovo italiano. La Segreteria di Stato vaticana esorta il nunzio in Francia
ad attivare i suoi confidenti in Inghilterra al fine di scoprire l'identità del
vescovo intenzionato a rifugiarvisi; in ottobre il cardinale Ubaldini da Parigi
assicura alla Segreteria di Stato tutto il suo impegno in merito all'argomento
dei due frati. Nello stesso dispaccio afferma che non mancherà di informare di
ogni dettaglio anche il cardinale Arrigoni, che gli ha scritto in merito per
conto del Papa e della Congregazione del Sant'Uffizio. Evidentemente a quella
data la condotta veneziana e la successiva fuga dei due frati era già diventata
argomento di discussione dell'Inquisizione Romana. Un'altra lettera del
cardinale Borghese invita il nunzio in Francia ad essere vigile sulla faccenda
della fuga del vescovo in Inghilterra e, nel caso egli passi per il suolo
francese, a far di tutto per «farlo ritenere», come suggerisce il Papa e «come
sarebbe molto a proposito». In dicembre il Nunzio Ubaldini invia da Parigi al
cardinale Borghese notizie dettagliate e di tenore molto diverso rispetto alle
precedenti sui due frati, attestando la buona reputazione di cui essi godono in
Inghilterra e la fiducia che possano presto essere recuperati alla Chiesa di
Roma. Questa lettera viene poi trasmessa al tribunale dell'Inquisizione romana
che nei primi giorni del gennaio successivo inizia di fatto a istruire il
processo contro Vanini. Il Museo di Storia Naturale dell'Oxford Nei
mesi successivi si hanno varie notizie di un gran traffico di suppliche e
lettere dei due frati a Roma, specialmente tramite l'ambasciatore spagnolo a
Londra, per ottenere il perdono del papa e il rientro nel Cattolicesimo. Le
autorità religiose inglesi ne vengono segretamente informate e dispongono
un'attenta sorveglianza nei confronti dei due frati. Tra la fine dele
l'inizio del Vanini si reca in visita all'Cambridge e poi ad Oxford; qui
confida ad alcuni conoscenti la sua ormai imminente fuga dall'Inghilterra,
cosicché in gennaio i due frati vengono arrestati dalla guardie
dell'arcivescovo dopo una funzione religiosa nella chiesa "degli
Italiani" e rinchiusi in case di alcuni servi dell'arcivescovo. Scoppia un
grande scandalo e dell'episodio vengono informati il re e le massime autorità
dello Stato, in quanto nelle operazioni di recupero appaiono chiaramente
coinvolti agenti di nazioni straniere accreditati nelle ambasciate a Londra.
Altissime personalità cattoliche da Roma seguono la vicenda e la favoriscono
con grande calore. In febbraio Genocchi, eludendo la sorveglianza e con
l'aiuto di agenti stranieri, fugge dalla prigione e dall'Inghilterra; in
conseguenza di ciò, Vanini viene trasferito in luogo più sicuro e rinchiuso
nella Carzel publica, ovvero nella Gatehouse adiacente all'Abbazia di
Westminster. Dilaga lo scandalo; volano le accuse di leggerezza nei confronti
dei fautori della fuga dei due frati dall'Italia, mentre cominciano a circolare
apertamente i nomi del cappellano dell'ambasciatore veneto a Londra, Girolamo
Moravo, e dell'ambasciatore spagnolo quali autori del clamoroso
"recupero". Dalla Curia romana si continua a seguire la vicenda e a
favorirla in ogni modo. A Londra viene intanto istruito il processo a
Vanini: il frate rischia una severa punizione, non il rogo come i martiri della
fede (come il carmelitano scriverà con enfasi poi nelle sue opere), ma una
lunga deportazione in desolate colonie lontane, come l'arcivescovo Abbot
suggerisce al re. La fuga da Londra. Anche Vanini riesce a evadere di
prigione e a fuggire dall'Inghilterra, sempre grazie all'aiuto degli agenti
dell'ambasciatore spagnolo a Londra, incoraggiato da alte personalità romane e
del cappellano dell'ambasciata della Repubblica Veneta, che si avvale anche
dell'opera di alcuni servi dell'ambasciatore stesso, ma all'insaputa di
questi. Due anni dopo, durante il processo della Repubblica Veneta contro
l'ambasciatore Foscarini per spionaggio e per aver consentito ad Abbot di
sottoporre ad interrogatorio il personale dell'ambasciata, vengono alla luce
anche dettagli sulla complicità della fuga di Vanini da Londra. In aprile
Vanini e Genocchi arrivano a Bruxelles e si presentano al Nunzio di Fiandra,
Guido Bentivoglio, che li attende da tempo. Vengono iniziate le prime pratiche
per la concessione del perdono per la fuga in Inghilterra e per l'apostasia e
viene loro accordato di tornare in Italia e di vivervi in abito di prete
secolare, senza più indossare l'abito religioso, ma con il vincolo
dell'obbedienza al loro superiore. Forti di tali concessioni, alla fine di
maggio i due frati vengono posti sulla via per Parigi, dove devono presentarsi
al Nunzio di quella città, Roberto Ubaldini. All'incirca nello stesso
periodo giunge a Parigi anche l'ultimo frate "recuperato"
dall'Inghilterra, fra' Nicolò da Ferrara, al secolo Camillo Marchetti. Altri
due frati, invece, non ottengono il perdono dalle autorità cattoliche.
Lione, la città vecchia A Parigi, nell'estate del, durante la permanenza
presso la sede del Nunzio Ubaldini, Vanini si inserisce nella polemica relativa
all'accettazione dei principi del Concilio di Trento in Francia, che tardava ad
arrivare a causa del rifiuto di parte del clero gallicano; per orientare gli
animi nella direzione voluta dalla Santa Sede, scrive i Commentari in difesa
del Concilio di Trento, di cui egli poi intende avvalersi, come scrive Ubaldini
ai suoi superiori in Roma, per dimostrare la sincerità del suo ritorno nella
fede cattolica. Riprende quindi la strada per l'Italia, dirigendosi a
Roma, dove deve affrontare le difficili fasi finali del processo presso il
tribunale dell'Inquisizione. Dimora per qualche mese a Genova, dove ritrova
l'amico Genocchi e si guadagna da vivere insegnando filosofia ai figli di
Scipione Doria. Nonostante le assicurazioni ricevute, il ritorno dei
frati non è del tutto tranquillo: nel gennaio Genocchi viene inaspettatamente
arrestato dall'Inquisitore di Genova; a Ferrara accade lo stesso all'altro
frate "recuperato", Camillo Marchetti. Vanini teme che gli accada la
stessa sorte, fugge nuovamente in Francia e si dirige a Lione. Gli esiti finali
delle esperienze capitate al frate genovese e a quello ferrareseche vennero
rilasciati dopo un breve periodo di detenzione e restituiti alla normale vita
religiosasembrano indicare che forse Vanini esagerò il pericolo insito in
queste operazioni di polizia dell'Inquisizione. In Francia' A Lione, nel
giugno, Vanini pubblica l'Amphitheatrum, che egli intende esibire in sua difesa
alle autorità romane, come si legge in un dispaccio di Ubaldini alle autorità
romane. Esso è dedicato a Francesco de Castro, ambasciatore spagnolo presso la
Santa Sede, già collegato con la famiglia Vanini, da cui il frate fuggiasco
s'aspetta un aiuto nell'operazione della concessione del perdono da parte delle
autorità romane. La Sorbona Poco tempo dopo, grazie anche agli
appoggi acquisiti presso certi ambienti cattolici con la pubblicazione della
sua opera, Vanini ritorna a Parigi e si ripresenta al Nunzio Ubaldini,
chiedendogli di intervenire in suo favore presso le autorità di Roma. In agosto
il prelato scrive al cardinale Borghese, chiedendo chiare indicazioni sulla
sorte dell'ex-carmelitano. Non si conosce la risposta del Segretario di Stato;
Vanini, comunque, non ritorna più in Italia e riesce invece a trovare la strada
e i mezzi per entrare in ambienti molto prestigiosi della nobiltà
francese. Nel 1616, in pochi mesi, Vanini completa un'altra sua opera, il
De Admirandis Naturae Reginae Deaeque Mortalium Arcanis, ed il 20 maggio l'affida
a due teologi della Sorbona perché ne autorizzino la pubblicazione, secondo le
norme del tempo vigenti in Francia; l'opera è pubblicata in settembre a Parigi.
Essa è dedicata a François de Bassompierre, uomo potente alla corte di Maria
de' Medici, ma è stampata da Adrien Perier, tipografo notoriamente protestante.
Il lavoro vede la luce in un ambiente ricco di pubblicazioni che vengono
guardate con sospetto dai rappresentanti cattolici e che provocano pesanti
condanne, fino al rogo. L'opera del Vanini ottiene un immediato successo presso
certi ambienti della nobiltà, popolati di giovani spiriti che guardano con
interesse alle innovazioni culturali e scientifiche che vengono dall'Italia. In
questo senso il De Admirandis costituisce una summa, esposta in modo vivace e
brillante, del nuovo sapere; dà una risposta alle esigenze del momento di
questo settore della nobiltà francese; diviene una specie di
"manifesto" culturale di questi esprits forts e rappresenta per
Vanini una possibilità di stabile permanenza negli ambienti vicini alla corte
di Parigi.[senza fonte] Tuttavia, pochi giorni dopo la pubblicazione
dell'opera, i due teologi della Sorbona che avevano espresso la loro
approvazione alla pubblicazione si presentano ai membri della Facoltà di
Teologia in seduta ufficiale e li informano di aver letto, a loro tempo, certi
dialoghi scritti da Vanini; di non avervi trovato allora niente che
contrastasse con la fede cattolica; di averli restituiti muniti della loro
approvazione alla stampa e con la condizione che il manoscritto da essi
controfirmato fosse depositato presso di essi a pubblicazione avvenuta, a
testimonianza della fedeltà del testo pubblicato a quello da loro approvato;
che ciò non era avvenuto e che circolava invece un testo dell'opera diverso da quello
approvato e contenente «alcuni errori contro la comune fede di tutti», per cui
i due dottori avanzano la supplica che l'opera non circoli più con la loro
approvazione e che tale richiesta venga trascritta nel libro delle Conclusioni
della Facoltà stessa. La Sorbona accoglie tale richiesta che costituì di fatto
un divieto di circolazione del testo. Marco Antonio de Dominis La
Facoltà di Teologia della Sorbona, però, sembra non occuparsi più dell'opera di
Vanini, non prenderne più in esame l'opera, non elencarne o denunciarne, come
da prassi, gli errori da emendare, né mai condanna il suo contenuto o il suo
autore. Comunque, una condanna espressa dal vicario episcopale di Tolosa, Jean
de Rudèle, fu sottoscritta anche dall'inquisitore Claude Billy. Inoltre anche
la Congregazione dell'Indice pronuncia una condanna il 3 luglio 1620, con la
quale il De admirandis fu condannato con la formula del donec corrigatur, in
base alla quale il Sotomaior collocò il Vanini nella prima classe degli autori
proibiti nel suo indice del 1640. La Collectio Judiciorum de novis erroribus
qui ab initio duodecimi seculi post Incarnationem Verbi, usque ad annum 1632,
in Ecclesia proscripti sunt et notati, di Charles du Plessis d'Argentré,
dottore della Sorbona e vescovo, edita a Parigi nel 1728, esamina le censure e
le "conclusioni" espresse dalla Facoltà sino al 1632che aveva
condannato l'Amphitheatrum Aeternae Sapientiae di Heinrich Khunrath e la De
Republica Ecclesiastica di Marco Antonio de Dominis)non menziona invece
provvedimenti contro Vanini. Tutto questo porterebbe a ritenere che non
vi siano stati atti ufficiali specifici di persecuzione contro Vanini da parte
delle autorità parigine, né religiose né civili, né in questo periodo né negli
anni seguenti, ma solo proteste e minacce nei suoi confronti da parte di alcuni
settori cattolici. Una condanna dell'opera di Vanini non avrebbe trovato
fondate giustificazioni, né sul piano giuridico né su quello culturale, in
quanto gran parte delle teorie esposte da Vanini non costituivano una novità
per la cultura francese. Fuggito da pochi mesi dall'Inghilterra,
impossibilitato a rientrare in Italia, minacciato da alcuni settori cattolici
francesi, Vanini vede restringersi intorno gli spazi di movimento e ridursi le
possibilità di trovare stabile sistemazione nella società francese. Ha paura
che venga aperto un processo contro di lui anche a Parigi, per cui fugge dalla
capitale e si nasconde in Bretagna, in una delle cui abbazie, quella di Redon,
è Abate Commendatario il suo amico e protettore, Arthur d'Espinay Saint-Luc. Ma
intervengono anche altri fattori di preoccupazione: nell'aprileviene ucciso a
Parigi Concino Concini, favorito di Maria de Medici, uomo potentissimo e molto
odiato in Francia. L'episodio, seguito poco dopo dall'allontanamento della
regina dalla capitale con il suo odiato seguito di italiani, crea notevole
turbolenza politica e suscita un vasto movimento di ostilità nei confronti
degli italiani residenti a corte. A Tolosa Nei mesi seguenti, altre
cronache del tempo segnalano la presenza di un misterioso italiano, con un nome
strano, in possesso di una grande cultura ma dall'incerto passato, ancora più a
sud, in alcune città della Guienna e poi della Linguadoca ed infine a Tolosa.
Nella particolare suddivisione politica della Francia del XVII secolo, Enrico,
duca di Montmorency, protettore degli esprits forts del tempo, sposato con la
duchessa italiana Maria Felice Orsini, è governatore di questa regione e sembra
poter accordare protezione al fuggiasco, che continua comunque a tenersi
prudentemente nascosto. La presenza a Tolosa di questo misterioso personaggio,
di cui si ignora la provenienza e la formazione culturale, ma che fa mostra di
grande sapienza, di grande vivacità dialettica specialmente tra i giovani e di
affermazioni non sempre allineate con la morale del tempo, non passa
inosservata ed attira i sospetti delle autorità, che cominciano a
sorvegliarlo. Dopo averlo ricercato per un mese, il 2 agosto 1618 le
autorità tolosane lo fanno arrestare e chiudere in prigione. Lo sottopongono ad
interrogatorio, cercano di scoprire chi egli sia, quali siano le sue idee in
materia di religione e di morale, perché fosse arrivato fin in quel lontano
angolo della Francia meridionale. Vengono convocati testimoni contro di lui, ma
non riescono ad accertare nulla, né a farlo tradire. Il convento
degli Agostiniani a Tolosa. Il misterioso personaggio viene improvvisamente
riconosciuto colpevole e condannato al rogo. Ormai isolato, braccato,
impossibilitato a chiamare a sua difesa un passato travagliatissimo e ricco di
nodi mai sciolti, abbandonato dai pochi amici rimastigli fedeli perché
impotenti ad organizzare una chiara strategia in sua difesa, Vanini muore di
morte atroce. Il Parlamento di Tolosa lo riconosce colpevole del reato di
ateismo e di bestemmie contro il nome di Dio, condannandolo, sulla base della
normativa del tempo prevista per i bestemmiatori, alla stessa pena cui erano
andati incontro, in luoghi diversi ma in circostanze analoghe, certi Gilles
Fremond e Jean Fontanier: gli viene tagliata la lingua, poi è strangolato e
infine arso. Subito dopo l'esecuzionerispettivamente nel maggio e nel
giugno 1619furono pubblicati due anonimi che facevano esplicitamente il nome
del Vanini e quindi nel misterioso italiano giustiziato viene riconosciuto
Giulio Cesare Vanini, l'autore del De Admirandis, che aveva suscitato i
sospetti di alcuni settori cattolici parigini nel 1616. Nello stesso 1619
comparvero le Histoires memorables di Rosset, che, con la quinta Histoire,
divulgava con poche modifiche il secondo dei due citati canards. Nel luglio
1620 Joannes de Rudele, teologo e vicario generale dell'arcivescovado di
Tolosa, avverte pubblicamente di aver esaminato le due opere di Vanini insieme
con il padre Claudio Billy e di averle trovate «contrarie al culto e
all'accettazione del vero Dio e assertrici dell'ateismo», emettendo ufficiale
ordinanza di condanna e proibendone la stampa e la vendita nella diocesi di
Tolosa, territorio posto sotto la sua giurisdizione. In precedenza, la Facoltà
teologica della Sorbona non aveva comunicato di aver adottato analogo
provvedimento. Omaggio a Giulio Cesare Vanini nel luogo della sua
morte. Opera Amphitheatrum Æternæ Providentiæ divino-magicum,
christiano-physicum, necnon astrologo-catholicum adversus veteres philosophos,
atheos, epicureos, peripateticos et stoicos, pubblicato a Lione nel. L'opera si
compone di 50 esercitazioni, che mirano a dimostrare l'esistenza di Dio, a
definirne l'essenza, a descriverne la provvidenza, a vagliare o confutare le
opinioni di Pitagora, di Protagora, di Cicerone, di Boezio, di Tommaso
d'Aquino, degli Epicurei, di Aristotele, di Averroè, di Cardano, dei
Peripatetici, degli Stoici, ecc., su questo argomento. De Admirandis
Naturæ Reginæ Deæque Mortalium Arcanis libri quattuor, stampato a Parigi
nelpresso l'editore Adriano Périer. Si divide in quattro libri: un Liber
Primus de Cœlo et Aëre; un Liber Secundus de Aqua et Terra; un Liber Tertius de
Animalia Generatione et Affectibus Quibusdam; un Liber Quartus de Religione
Ethnicorum; per un totale di 60 dialoghi (ma in realtà solo 59, in quanto il
XXXV è perduto o mai redatto), che avvengono tra lui, nelle vesti di
divulgatore del sapere, e un immaginario Alessandro, che si presta ad un gioco
sottile e divertente nel corso del quale, con un atteggiamento compiacente e un
po' complice, tra espressioni di meraviglia e ammirazione per la vastità del
sapere di cui l'amico fa mostra, sollecita il suo interlocutore ad elencare e
spiegare gli arcani della natura regina e dea che esistono intorno e
all'interno dell'uomo. Così, in un misto di rilettura in nuova chiave
critica del pensiero degli antichi e di divulgazione di nuove teorie
scientifiche e religiose, il protagonista del lavoro discetta sulla materia,
figura, colore, forma, motore ed eternità del cielo; sul moto, centro e poli
dei cieli; sul sole, sulla luna, sugli astri; sul fuoco; sulla cometa e
sull'arcobaleno; sulla folgore, la neve e la pioggia; sul moto e la quiete dei
proiettili nell'aria; sull'impulsione delle bombarde e delle balestre;
sull'aria soffiata e ventilata; sull'aria corrotta; sull'elemento dell'acqua;
sulla nascita dei fiumi; sull'incremento del Nilo; sull'eternità e la salsedine
del mare; sul fragore e sul moto delle acque; sul moto dei proiettili; sulla
generazione delle isole e dei monti, nonché della causa dei terremoti; sulla
genesi, radice e colore delle gemme, nonché delle macchie delle pietre; sulla
vita, l'alimento e la morte delle pietre; sulla forza del magnete di attrarre
il ferro e sulla sua direzione verso i poli terrestri; sulle piante; sulla
spiegazione da dare ad alcuni fenomeni della vita di tutti i giorni; sul seme
genitale; sulla generazione, la natura, la respirazione e la nutrizione dei
pesci; sulla generazione degli uccelli; sulla generazione delle api; sulla
prima generazione dell'uomo; sulle macchie contratte dai bambini nell'utero;
sulla generazione del maschio e della femmina; sui parti di mostri; sulla
faccia dei bambini coperta da una larva; sulla crescita dell'uomo; sulla lunghezza
della vita umana; sulla vista; sull'udito; sull'odorato; sul gusto; sul tatto e
solletico; sugli affetti dell'uomo; su Dio; sulle apparizioni nell'aria; sugli
oracoli; sulle sibille; sugli indemoniati; sulle sacre immagini dei pagani;
sugli àuguri; sulla guarigione delle malattie capitata miracolosamente ad
alcuni al tempo della religione pagana; sulla resurrezione dei morti; sulla
stregoneria; sui sogni. Pensiero Girolamo Cardano «Empio osarono
dirti e d'anatemi oppressero il tuo cuore e ti legarono e alle fiamme ti
diedero. O uomo sacro! perché non discendesti in fiamme dal cielo, il capo a
colpire ai blasfemi e la tempesta tu non invocasti che spazzasse le ceneri dei
barbari dalla patria lontano e dalla terra! Ma pur colei che tu già vivo amasti,
sacra Natura te morente accolse, del loro agire dimentica i nemici con te
raccolse nell'antica pace.» (Friedrich Hölderlin) L'interpretazione
naturalistica dei fenomeni soprannaturali che Pietro Pomponazzichiamato dal
Vanini magister meus, divinus praeceptor meus, nostri speculi Philosophorum
princepsaveva dato nel De incantationibus, “aureum opusculum”, è ripresa nel De
admirandis naturae, dove, con una prosa semplice ed elegante, Vanini fa
riferimento anche al Cardano, a Giulio Cesare Scaligero e ad altri
cinquecentisti. «Dio agisce sugli esseri sublunari (cioè sugli esseri
umani) servendosi dei cieli come strumento»; di qui l'origine naturale e la
spiegazione razionale dei pretesi fenomeni soprannaturali, dal momento che
anche l'astrologia è considerata una scienza; «l'Essere Supremo, quando
incombono pericoli, dà avvertimenti agli uomini e specialmente ai sovrani, agli
esempi dei quali il mondo si conforma» (De admirandis). Ma i reali fondamenti
dei presunti fenomeni sovrannaturali sono per Vanini soprattutto la fantasia
umana, capace a volte di modificare l'apparenza della realtà esterna, i
fondatori delle religioni rivelate, Mosè, Gesù, Maometto e gli ecclesiastici
impostori che impongono false credenze per ottenere ricchezze e potere, e i
regnanti, interessati al mantenimento di credenze religiose per meglio dominare
la plebe, come insegnava già Machiavelli, il «principe degli atei» per il
quale, secondo Vanini, «tutte le cose religiose sono false e sono finte dai
principi per istruire l'ingenua plebe affinché, dove non può giungere la
ragione, almeno conduca la religione». Seguendo ancora il Pomponazzi e il
Porzio nella loro interpretazione dei testi aristotelici, mutuata dai commenti
di Alessandro di Afrodisia, nega l'immortalità dell'anima. Anche il cosmo
aristotelico-scolastico subisce l'attacco distruttivo del Vanini: egli,
analogamente a Bruno, nega la differenza peripatetica tra un mondo sublunare e
un mondo celeste, affermando che entrambi sono composti della stessa materia
corruttibile; scardina nell'ambito fisico e biologico il finalismo e la
dottrina ilemorfica aristotelica, e, ricollegandosi all'epicureismo lucreziano,
elabora una nuova descrizione dell'universo d'impianto
meccanicistico-materialistico (gli organismi sono parago orologi), e concepisce
una prima forma di trasformismo universale delle specie viventi; concorda con
gli aristotelici sull'eternità del mondo (considerando in particolare l'aspetto
temporale), ma, contro di essi, afferma il moto di rotazione terrestre e appare
respingere la tesi tolemaica in favore di quella
eliocentrica/copernicana. Se il primo curatore delle sue opere, Luigi
Corvaglia e lo storico Guido De Ruggiero, ingiustamente, considerarono i suoi
scritti semplicemente «un centone privo di originalità e di serietà
scientifica», il padre gesuita François Garasse, ben più preoccupato delle
conseguenze della diffusione dei suoi scritti, li giudicò «l'opera più
perniciosa che in fatto di ateismo fosse mai uscita negli ultimi cento anni».
La figura e l'opera del Vanini sono state ampiamente riconsiderate e rivalutate
dalla critica contemporanea, mettendo in mostra l'originalità e le intuizioni
(metafisiche, fisiche, biologiche), talvolta precorritrici nei tempi, dei suoi
scritti. Visto che il Vanini nelle sue opere nasconde le sue idee,
secondo un tipico espediente della cultura del suo tempo (per evitare seri
conflitti con le autorità religiose e politiche costituite, conflitti che, come
paradossalmente e sfortunatamente avvenne, nonostante le cautele, lo condussero
infine alla morte), l'interpretazione del suo pensiero si offre a diversi piani
di lettura. Tuttavia, nella storia della filosofia, resta di lui acquisita
un'immagine di miscredente e persino di ateo (il che non era). E questo perché
avversario di ogni superstizione e di fede costituita(meglio un
proto-agnostico), tanto da essere considerato uno dei padri del libertinismo,
malgrado avesse scritto persino un'apologia del Concilio di Trento, andata
perduta. Per una sintesi sul pensiero di Vanini si deve guardare da un
lato al retroterra culturale, che è quello abbastanza tipico del Rinascimento,
con prevalenza di elementi dell'aristotelismo averroistico ma con forti
elementi di misticismo platonico e neoplatonico. Dall'altro lato egli trae dal
Cusano dei tipici elementi panteistici, simili a quelli che si ritrovano anche
in Giordano Bruno, ma più materialistici. La sua visione del mondo si basa
sull'eternità della materia, sulla omogeneità sostanziale cosmica, su un Dio
dentro la natura come "forza" che la forma, la ordina e la dirige.
Tutte le forme del vivente hanno avuto origine spontanea dalla terra stessa
come loro creatrice. Considerato ateo, Vanini nel titolo della sua prima
opera pubblicata a Lione nel Amphitheatrum aeternae providentiae divino-magicum,
christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum adversus veteres philosophos,
Atheos, Epicureos, Peripateticos et Stoicos dimostra di non esserlo. Come
precursore del libertinismo vi sono invece molti elementi che lo avvicinano al
pensiero dell'ignoto autore del Trattato dei tre impostori anch'egli panteista.
Vanini pensa infatti che i creatori delle tre religioni monoteiste, Mosè, Gesù
e Maometto, non siano altro che degli impostori. In De admirandis Naturae
Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor stampato a Parigi nelvengono
riprese le tesi dell'Amphiteatrum, con precisazioni e sviluppi che ne fanno il
suo capolavoro e la sintesi della sua filosofia. Viene negata la creazione dal
nulla e l'immortalità dell'anima, Dio è nella natura come sua forza propulsiva
e vitale, entrambi sono eterni. Gli astri del cielo sono una specie di
intermediari tra Dio e la Natura che sta nel mondo sublunare e di cui noi
facciamo parte. La religione vera è perciò una "religione della
natura" che non nega Dio ma lo considera un suo spirito-forza. Il
pensiero di Vanini è abbastanza frammentario e riflette anche la complessità
della sua formazione, perché era un religioso, un naturalista, ma anche un
medico e un po' un mago. Ciò che ne caratterizza la prosa è la veemenza
anticlericale. Tra le cose originali del suo pensiero c'è una specie di
anticipazione del darwinismo, perché, dopo un primo tempo in cui sostiene che
le specie animali nascano per generazione spontanea dalla terra, in un secondo
tempo (lo aveva già pensato anche Cardano) pare convinto che esse possano
trasformarsi le une nelle altre e che l'uomo derivi da "animali affini
all'uomo come le bertucce, i macachi e le scimmie in genere".[senza
fonte] La fortuna filosofica di Vanini Nel 1623 appaiono due opere che
consacrano il mito del Vanini ateo: La doctrine curieuse des beaux esprits de
ce temps..., del gesuita François Garasse e le Quaestiones celeberrimae in
Genesim cum accurata explicatione..., del padre Marin Mersenne. Le due opere,
però, anziché spegnere la voce del filosofo, la amplificano in un ambiente che
evidentemente era pronto a ricevere, discutere e riconoscerne la validità delle
affermazioni. In quello stesso anno il nome di Vanini viene nuovamente
proiettato all'attenzione della cultura francese in occasione del clamoroso
processo che viene celebrato contro il poeta Théophile de Viau: il progetto di
interrogatorio che il procuratore generale del Re, Mathieu Molé, predispone con
ben articolati capi d'accusa su cui interrogare il poeta, contiene
impressionanti analogie con il pensiero vaniniano, cui vien fatto esplicito
riferimento mentre, nel 1624, il frate Marin Mersenne torna a martellare sulla
figura e sul pensiero di Vanini, analizzandone alcune affermazioni nel capitolo
X del suo L'Impiétè des Déistes, Athées et Libertins de ce temps, combatuë, et
renversee de point en point par raisons tirées de la Philosophie, et de la
Theologie, "nel quale il teologo porta il suo giudizio concernente le
opere di Girolamo Cardano, e di Giordano Bruno". Anche Leibniz,
oppositore al pari di Mersenne del libertinismo, si esprime duramente contro
Vanini, considerandolo un empio, un pazzo e un ciarlatano. «Je n'ai pas encore vu l'apologie de Vanini,
je ne pense pas qu'elle mérite fort d'être lue. Les écrits de ce personnage
sont bien peu de chose. Mais un imbécille comme lui, ou pour mieux dire, un fou
ne méritoit pas d'être brûlé; on étoit seulement en droit de l'enfermer, afin
qu'il ne séduisît personne.» «Non ho ancora visto l'apologia di Vanini, e non
penso che meriti d'essere minimamente letta. Gli scritti di questo personaggio
sono di ben poco valore. Ma un imbecille come lui, o per meglio dire, un pazzo,
non meritava d'essere bruciato; occorreva solo rinchiuderlo, perché non
traviasse nessuno.» (Gottfried Wilhelm von Leibniz, Epist. 22, ad
Kortholtum in Opera omnia, Genève 1768, tomo V321) La Biblioteca
dell'Amburgo Ancora nel Settecento la leggenda nera creata intorno alla figura
di Vanini sopravvive al passare del tempo, si espande in altri paesi europei ed
affascina molti studiosi, che si avvicinano alle sue opere e ne tentano dei
profili biografici. Così anche la cultura inglese mostra interesse per la
figura ed il pensiero del filosofo di Taurisano ed è soprattutto con l'opera di
Charles Blount che il pensiero di Vanini entra nella cultura inglese ed
acquista una dimensione europea che non abbandonerà mai più, quando diviene un
elemento cardine del libertinismo e deismo nel Seicento inglese. Un
manoscritto inedito della Biblioteca Municipale di Avignone custodisce delle
Observations sur Lucilio Vanini redatte da Joseph Louis Dominique de Cambis,
Marquis de Velleron, ma fornisce solo delle incerte notizie sul filosofo, in
gran parte rettificate dagli ultimi studi. In questo stesso periodo viene effettuata
una copia manoscritta dell'Amphitheatrum, ad opera o su commissione di Joseph
Uriot, il quale la trasferisce poi nella Biblioteca Ducale del duca di
Württemberg; attualmente essa si trova nella Württembergische Landesbibliothek
di Stoccarda. Un'altra copia manoscritta della stessa opera si trova
nella Staats und Universitätbibliothek di Amburgo, a testimonianza del
perdurante interesse della cultura tedesca per il pensiero di Vanini. Nel
1730 viene data alle stampe a Londra una biografia vaniniana con un estratto
delle sue opere, dal titolo The life of Lucilio (alias Julius Caesar) Vanini,
burnt for atheism at Toulouse. With an abstract of his writings. L'opera, pur
ricollegandosi alla consueta storiografia vaniniana francese e quindi con i
soliti errori d'origine, sottopone ad un dibattito ponderato la figura ed il
pensiero del filosofo, a cui riconosce qualche merito. Ma la strada per una
collocazione europea di Vanini e del suo pensiero è ormai aperta. Opere: “Amphitheatrum
aeternae providentiae divino-magicum, christiano-physicum, nec non
astrologo-catholicum adversus veteres philosophos, Atheos, Epicureos,
Peripateticos et Stoicos, Auctore Iulio Caesare Vanino, Philosopho, Theologo et
Iuris utriusque Doctore, Lugduni, Apud Viduam Antonii de Harsy, ad insigne
Scuti Coloniensis” (rist. fotom., Galatina). “Iulii Caesaris Vanini,
Neapoletani Theologi, Philosophi et Iuris utriusque Doctoris, De admirandis
Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor, Lutetiae, Apud Adrianum
Perier, via Iacobaea” (rist. fotom., Galatina). Le opere di Vanini e le loro
fonti, Milano (rist. anast., Galatina,); “Opere” (G. Porzio, Lecce); “Anfiteatro
dell'eterna Provvidenza” Galatina; “I meravigliosi segreti della natura, regina
e dea dei mortali” Galatina); “Opere (Galatina); “Confutazione delle religioni
“Anna Vasta, Catania, De Martinis & C.); “Opere” (Milano, Bompiani). Massimo
Bucciantini, Lutero in Campo dei Fiori, in Il Sole 24 ORE Terzapagina.
Filosofia ed ecologia per il "compleanno" di Giulio Cesare Vanini, Una
lettera dell'ambasciatore inglese a Venezia, Dudley Carleton, fa risalire
l'episodio a nove anni prima, ovvero al 1603.
F. Raimondi, “Vanini e il libertinismo” Atti del Convegno di Studi,
Taurisano (Galatina, F.Raimondi, “Dal
tardo Rinascimento al Libertinismo erudite” Atti del Convegno di Studi,
Lecce-Taurisano Galatina, G. Spini, “Vaniniana” in «Rinascimento», F. De Paola,
“Il primo seicento anglo-veneto” Cutrofiano; F. De Paola, “Vanini da Taurisano
filosofo Europeo, Fasano, 1998 F. De Paola, “Documenti per una lettura di Vanini,
in «Bruniana & Campanelliana», F.Raimondi, Documenti vaniniani
nell'Archivio Segreto Vaticano, in «Bollettino di Storia della Filosofia
dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, Il soggiorno vaniniano in
Inghilterra alla luce di nuovi documenti spagnoli e londinesi, in «Bollettino
di Storia della Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi,
“La Santa Inquisizione, Taurisano, F.Raimondi, “L'Europa del Seicento. con una
appendice documentaria, PisaRoma, 2005 (L'appendice contiene la più completa
documentazione sulla biografia vaniniana: 192 documenti dalla nascita al rogo).
Fasano, D. M. Fazio, Giulio Cesare Vanini nella cultura filosofica del Sette e
Ottocento (Galatina); M. T. Marcialis, “Natura e uomo in Vanini” in «Giornale
Critico della Filosofia Italiana»,M. T. Marcialis, Giulio Cesare Vanini
nell'Europa del Seicento, in "Rivista di Storia della Filosofia", G.
Paganini, Le Theophrastus redivivus et Vanini, in «Kairos», G. Papuli, Le interpretazioni di G. C. Vanini,
Galatina, 1975 A. Perrino, "Giulio Cesare Vanini nel Theophrastus
redivivus", in «Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli
Studi di Lecce», F.Raimondi, Vanini e il "De tribus impostoribus", in
«Ethos e Cultura», Padova, 1991 G. Spini, Ricerca dei libertini. La teoria
dell'impostura delle religioni nel Seicento italiano, Roma, Firenze) Cesare
Teofilato Giulio Cesare Vanini nel III Centenario del suo Martirio, Milano, Tip.
Ed. La Stampa d'Avanguardia. Cesare Teofilato Giulio Cesare Vanini, in The
Connecticut Magazine, articles in English and Italian, New Britain, Conn, Cesare
Teofilato Vaniniana, in La puglia letteraria, mensile di storia, Roma, Cesare
Vasoli, Riflessioni sul problema Vanini, in S. Bertelli, Il libertinismo in
Europa, Milano-Napoli, Cesare Vasoli, Vanini e il suo processo per ateismo, in
F. Niewohner e O. Pluta, Atheismus im Mittelalter und in der Renaissance,
Wiesbaden, 1999 Vanini in Inghilterra La seguente è una lista di alcuni
documenti in cui è possibile trovare riferimenti alla presenza del frate
Carmelitano a Lambeth Palace a Londra Trascrizioni complete, riassunti e
contesto di questi documenti sono disponibili per studenti e ricercatori
"Vanini e il primo Seicento anglo-veneto" e in "Giulio Cesare Vanini
da Taurisano filosofo europeo", Schena Editore, Fasano Brindisi.
Documenti: London Public Record OfficeState Papers -Venice Notizie sulla
Mercers' Chapel a Londra, dove Vanini sconfesso la sua fede cattolica e tenne
vari sermoni. LondonPublic Record OfficeState Papers99 Bundle 9, carta) 297.
Petizione di due Carmelitani (Vanini e Genocchi) a Carleton, ambasciatore
Inglese a Venezia, per essere accettati in Inghilterra. Venezia, inizi .
LondonPublic Record OfficeState Papers99 Bundle 9, c.(arta) 57. Lettera di Sir
Dudley Carleton a Lord Salisbury. Da Venezia, il 7 febbraio 1612. Carleton
informa Lord Salisbury che due frati gli hanno chiesto permesso di rifugiarsi
in Inghilterra per evitare persecuzioni dai loro superiori. LondonPublic Record
OfficeState Papers79 , c.(arta) 199 (10). Giulio Cesare Vanini a Carleton. Da
Lambeth il 24 febbraio 1612. Vanini manda a Lord Carleton informazioni
riguardanti alla sua ricezione a Palazzo Lambeth e la buona stima di cui gode
lì. LondonHistorical Manuscripts CommissionDe L'Isle and Dudley
Manuscripts, V1611-1626. Sir John
Throckmorton al visconte Lisle. Flushing. Corrispondenza tra i due statisti
riguardo ad una missione segreta di John Florio, che forse accompagnò Vanini e
il suo compagno a Londra. LondonManuscripts of the Marquess of Downshire
preserved at Easthampstead ParkBerk. Papers of William Trumbull the
elder1613-1614. Thomas Albery a William Trumbull. Londra, il 16 luglio 1612.
Albery, un mercante Inglese e corrispondente di Trumbull, agente Inglese a Bruxelles,
manda informazioni sull'arrivo di Vanini e le sue esperienze a Venezia.
LondonHistorical Manuscripts CommissionReport on the Manuscripts of the
Marquess of Downshire,3, Trumbull Papers Thomas Albery a William Trumbull.
Londra, il 16 luglio 1612. Una copia della lettera da una fonte diversa.
LondonPublic Record OfficeState Papers79 Bundle 1, c.(arta) 387. Da Gregorio
Spinola a Maria Ginocchio. Genova, il 13 giugno 1612. LondonPublic Record
OfficeState Papers99 Bundle 11, c.(arta) 125 . Isaac Wake a Sir Dudley
Carleton. Londra 5 dicembre 1612, st.° novo. LondonPublic Record OfficeState
Papers99 Bundle 12, c.(arta) 48 . Isaac Wake a Sir Dudley Carleton. Londra 1º
febbraio 1612, st.° no(vo). LondonManuscripts of the Marquess of Downshire
preserved at Easthamstead ParkBerk. Papers of William Trumbull the
Elder1613-1614. Alfonse de S. Victors a William Trumbull Da Middolborg
(Middelburg) il 3 agosto 1613. LondonHistorical Manuscripts CommissionReport on
the Manuscripts of the Marquess of Downshire,
4, Trumbull Papers, Alfonse de St. Victor a William Trumbull.
Middelborg. il 3 agosto 1613. LondonPublic Record OfficeState Papers Domestic
Series Jac. IJohn Chamberlain a Sir Dudley Carleton. Londra, 10 febbraio,.
LondonPublic Record OfficeState Papers99 Bundle 15, c.(arta) 101 recto e verso.
Sir Dudley Carleton a Sir Thomas Lake. Da Venezia il 18 febbraio. LondonPublic
Record OfficeState PapersDomestic Series n. 35. Giovan Francesco Biondi a
Carleton. Da Londra, il 18 febbraio. LondonPublic Record OfficeState Papers99
Bundle 15, c. 127. Sir Dudley Carleton a Chamberlain. Da Venezia il 25 febbraio
1613, st.° vet. LondonManuscripts of the Marquess of Downshire preserved at
Easthampstead ParkBerks. Papers of William Trumbull the Elder1613-1614. George
Abbot a William Trumbull. Da Lambeth . LondonHistorical Manuscripts
CommissionReport of the Manuscripts of the Marquess of Downshire, IV, Trumbull Papers-1614. George Abbot,
Arcivescovo di Canterbury, a William Trumbull. Lambeth LondonPublic Record OfficeState Papers99
Bundle 15, c. 164. Sir Dudley Carleton a Chamberlain. Venezia, 11 marzost.°
vet. LondonPublic Record OfficeState Papers 99 Bundle 9, c. 152. Sir Dudley
Carleton a Giovan Francesco Biondi. Venezia, 14 marzo. LondonPublic Record
OfficeState Papers Domestic Series, Abbot a Carleton. Lambeth, 30 marzo(1614).
LondonPublic Record OfficeState Papers 99 Bundle 19, c. 233. Paolo Sarpi a Sir
Dudley Carleton. Venezia 30 aprile. LondonRecord OfficeState Papers 99 Bundle
19, c. 154. Paolo Sarpi a Sir Dudley Carleton. Venezia, 1º maggio. LondonPublic
Record OfficeState Papers 99 Bundle 19, c. 234. Paolo Sarpi a Sir Dudley
Carleton. Venezia, giugno. LondonHistorical Manuscripts CommissionReport 78
Hastings, IV, chapter XVII. Notes of
speeches and proceedings in the House of Lords. :A.(nno) 16101621. Lunedì 16
maggio. LondonHistorical Manuscripts CommissionReport 78 Hastings, IV, chapter XVII. Notes of speeches and
proceedings in the House of Lords. A.(nno) LondonPublic Record OfficeState
Papers 99 Bundle 16, c. 86. Dudley Carleton a Sua Signoria l'Arcivescovo di
Canterbury. Venezia 3/13 giugno. LondonManuscripts of the Marquess of Downshire
preserved at Easthampstead ParkBerks. Papers of William Trumbull the
Elder1613-1614. George Abbot a William Trumbull. Lambeth, 17 giugno.
LondonHistorical Manuscripts CommissionReport of the Manuscripts of the
Marquess of Downshire, IV, Trumbull
Papers 1613-1614. George Abbot, Arcivescovo di Canterbury, a William Trumbull.
Lambeth, 17 giugno. Archivio di Stato di VeneziaInquisitori di Stato, busta
155. Istruzioni degli Inquisitori di Stato all'ambasciatore in Inghilterra.
LondonCalendar of State Papers on English Affairs in the Archives of Venice and
other Libraries of North Italy -1615/1617. Inquisitori di Stato, busta 155.
Venetian Archives. Gli Inquisitori di Stato a Gregorio Barbarigo, LondonCalendar of State Papers on English
Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of North Italy
-1615/1617. Inquisitori di Stato, busta 155. Venetian Archives. 912.
Examinations for Antonio Foscarini. 22 febbraio 1616. Archivio di Stato di
VeneziaInquisitori di Stato, busta 155, carte 84 r., 84 v., 85 r. Londra, 23
febbraio 1616. Interrogatorio di Lunardo Michelini sulle modalità della fuga di
Vanini da Lambeth. Archivio di Stato di VeneziaInquisitori di Stato, busta 155,
carte 101 v. e 102 r. 25 marzo 1616. Interrogatorio di Alessandro di Giulio
Forti da Volterra sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio
General de Simancasfondo InglaterraLegajo foglio privo di indicazioni.
Bentivoglio a Sarmiento. Bruxelles 15 aprile. Il nunzio apostolico a Bruxelles
informa l'abasciatore di Spagna che Vanini e il suo compare sono arrivati sani
e salvi dopo la loro fuga da Londra. Archivio General de Simancasfondo
InglaterraLegajo 7025Libro 368 (anni 16131615); foglio 47. Bentivoglio a
Sarmiento. Bruxelles, 27 maggio. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa
l'abasciatore di Spagna che Vanini e il suo compare sono partiti verso
l'Italia, come era stato concordato a Roma. Documenti inclusi nell'opera
di Namer La seguente è la lista dei documenti inglesi inclusi nel lavoro
Documents sur la vie de Jules-César Vanini de Taurisano di Ėmile Namer, che può
essere considerato come un utile punto di partenza per la delineazione di una
biografia di Giulio Cesare Vanini, e di cui la nuova documentazione deve essere
considerata un completamento: LondonForeign State Papers. Venice. Bundle
9. Carleton all'Arcivescovo Abbot. 7 febbraio, 1611-12. LondonForeign State
Papers. Venice. Bundle 9. l'Arcivescovo Abbot a Carleton. 8 marzo, 1611-12.
LondonState Papers Domestic. James I. 68
Fol. 103. Dudley Carleton a John Chamberlain. Venezia, LondonForeign State
Papers. Venice. Bundle 9. Sir D. Carleton all'Arcivescovo di Canterbury. 15
maggio, 1612. LondonState Papers Domestic. James I. 69. Fol. 71. John Chamberlain a Lord Dudley
Carleton. Londra, 17 giugno 1612. LondonState Papers Domestic. James I. 70 Fol. 1. Chamberlain a Carleton. 2 luglio,
1612. LondonForeign State Papers. Venice. Bundle 10. Abbot a Carleton. 20
luglio, 1612. LondonState Papers Domestic. James I. 70 Fol. 12. Carleton a Chamberlain. 23 luglio.
1612. LondonState Papers Domestic. James I.
l'Arcivescovo di York al conte di
Suffolk. 29 luglio. 1612. LondonState Papers Domestic. James I. 71 Fol. 13. Giulio Cesare Vanini a Dudley
Carleton. Da Lambeth, il 9 ottobre 1612. LondonState Papers Domestic. James
I. Giulio Cesare Vanini a Sir Isaac
Wake. Da Lambeth il 9 ottobre 1612. LondonState Papers Domestic. James I. John Chamberlain a Dudley Carleton. da
Londra. LondonState Papers Domestic. James I.
72 Fol. 39. l'Arcivescovo Abbot a Carleton. Lambeth 24 febbraio, 161213.
LondonState Papers Domestic. James I. 72
Fol. 74. John Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra l'11 marzo, 161213.
LondonState Papers Domestic. James I. 72
Fol. 80. Giovanni Biondi a Dudley Carleton. Da Londra il 17 marzo 1613.
LondonForeign State Papers. Venice. Bundle 13. Carleton a Abbot. 3 settembre,
1613. LondonState Papers Domestic. James I.
75 Fol. 28. John Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra il 25 novembre
1613. LondonState Papers Domestic. James I.
76 Fol. 9. 2. l'Arcivescovo Abbot al vescovo di Bath. Gennaio 161314. Da
Lambeth (?). LondonState Papers Domestic. James I. 76 Fol. 9. Sir Tho. Lake a Dudley Carleton.
Dalla corte a Royston,LondonState Papers Domestic. James I. 76 Fol. 18 v. John Chamberlain a Sir Dudley
Carleton. Da Londra LondonForeign State Papers. Venice. Bundle 15. Carleton a
Abbot. 1828 febbraio,. LondonForeign State Papers. Venice. Bundle 15. Carleton
a Sir Thomas Lake. LondonState Papers Domestic. James I. 76 Fol. 48. l'Arcivescovo Abbot di Canterbury
a Sir Dudley Carleton a Venezia. Lambeth, 16 marzo,(i. e. 14). LondonState
Papers Domestic. James I. 76 Fol. 49.
John Chamberlain a Dudley Carleton. Londra, 17 marzo,(1614). LondonForeign
State Papers. Venice. Bundle 15. Carleton a Abbot. 22 aprile,. Archivio de
Simancas, Estado, Cardinale Millino a
Alonso de Velasco, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, 10 settembre, 1613.
Archivio de Simancas, Estado, 368.
Cardinal Millino a Diego Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra.
Roma, 22 marzo,. Archivio de Simancas, Estado,
368. Cardinal Bentivoglio a Diego Sarmiento de Acuña, ambasciatore
spagnolo a Londra. Bruxelles, 15 aprile,. Archivio de Simancas, Estado, 368. Cardinal Bentivoglio a Diego Sarmiento
de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles, 27 maggio,.Vanini e
l'Inquisizione di Roma Elenco di alcuni documenti presenti nella corrispondenza
tra alcuni Nunzi apostolici in Europa e le autorità vaticane, dove è possibile
trovare informazioni relative alla fuga, permanenza e rientro segreto
dall'Inghilterra del frate carmelitano. Le trascrizioni complete, i sommari e
le contestualizzazioni di questi documenti sono disponibili per studiosi e
lettori in Giulio Cesare Vanini da Taurisano filosofo europeo, Schena Editore,
Fasano (Brindisi), 1998. Il pontefice Paolo V e l'Inquisizione in Roma
furono informati continuamente della vicenda di Vanini con dispacci dei Nunzi
apostolici in Venezia, Francia e Fiandra e con missive dell'ambasciatore di
Spagna a Londra, a cominciare dalla sua fuga da Venezia nel 1612 sino al suo
desiderio di rientrare nel mondo cattolico. RomaArchivio Segreto
VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di Francia, 55, foglio 194 r. e 194 v. Ubaldini, Nunzio
papale in Francia, all'Ill.mo sig.re Card.le Borghese (Segretario di Stato di
Papa Paolo V) de 2 di agosto 1612 di Parigi. RomaA. S. VaticanoSegreteria
di StatoNunziature diverse, Fiandra, il Nuntio alla Segreteria, Bentivoglio, Nunzio
papale in Fiandra, al Card. Borghese. (Bruxelles) RomaA. S. VaticanoSegreteria
di StatoNunziature diverse, Francia,
293A, lettere scritte al Nuntio in Francia 1609-1612, foglio 432 v.
Card. Borghese a Ubaldini. Di Roma li RomaA. S. VaticanoSegreteria di
StatoNunziatura di Francia, 55, foglio
207 v. e 208 r. Ubaldini (da Parigi) al med.(esim)o (cardinale Borghese) de 30
di agosto 1612. RomaA. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziature diverse,
Francia, 293A, lettere scritte al Nuntio
in Francia 16091612, foglio 451 v. e 452 . Il card. Borghese a Ubaldini. Di
Roma li 26 di Sett.(em)bre 1612. RomaA. S. VaticanoSegreteria di
StatoNunziatura di Francia, 55, foglio
259. Ubaldini al medesimo sig.re Card.le (Borghese) de 25 d'ottobre 1612.
RomaA. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziature diverse, Francia, 293A, lettere scritte al Nuntio in Franci Il
card. Borghese a Ubaldini. Di Roma li 24 di novembre 1612. RomaA. S.
VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di FranciaRegistro 55pag. 296 recto e
297. Ubaldini all'Ill.mo sig. Card.(ina)le Borghese . Londra, British Museum, Lettere del Card.
Ubaldini, nella sua Nunziatura di Francia,v. Card. Ubaldini al Card. Borghese,
20 Dec. 1612. RomaA. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di Francia, Ubaldini al S.(igno)re Card.(ina)le Mellini
(membro del Sant'Uffizio, il Tribunale dell'Inquisizione di Roma) di 20 di Xbre
RomaA. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziature diverse, Francia, 71, lettere scritte al Nuntio in Francia dal
Card. Borghese, 1613-1614, foglio 17 r. e v . Il card. Borghese a Ubaldini. Di
Roma 21 gennaio RomaA. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di
Francia, 295A, Registro di Lettere della
Segreteria di Stato di Paolo V al Vescovo di Montepulciano Nuntio in Francia Il
Segretario Porfirio Feliciani vescovo di Foligno al Nuntio in Francia. Roma 21
Genn.° 1613. RomaA. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di Francia,
Ubaldini al S.(igno)re Cardinale Mellini RomaA. S. VaticanoSegreteria di
StatoNunziatura di Francia, 55, foglio
375 v. e 376 . Ubaldini al med.(esim)o S.(igno)re Card.(ina)le Mellini RomaA.
S. VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di FranciaRegistro 55pag. 466 r.
Ubaldini al Sig.re Card.(ina)le Borghese. Di Parigi li 8 d'ottobre 1613.
RomaA. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di FranciaRegistroUbaldini al
med.(esim)o sig. Card.(ina)le Millini de 25 di febbraio. RomaA. S.
VaticanoSegreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere scritte al Nuntio in Francia dal
Card. Borghese, Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma li 24. Maggio.
RomaA. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di Francia Ubaldini al sig.re
Card.(ina)le Borghese degli 31 di luglio. Di Parigi. RomaA. S.
VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di Francia Registro 56pag. 118 . Ubaldini
al sig. Card.(ina)le Millini de 14 di o.(tto)bre. RomaA. S.
VaticanoSegreteria di StatoNunziatura di Francia Registro Ubaldini al medesimo
signorCardinale (50) de 27 agosto. Londra, British Museum, Lettere del
Card. Ubaldini, nella sua nunziatura di Francia, Card. Ubaldini al Card.
Borghese, 27 Aug.. Parigi, Bibliothèque nationale de FranceDepartement
des Manuscrits, Italien 866, Registro di Lettere della Nunziatura di Francia di
Monsignor Ubaldini dell'anno lettera 127. Ubaldini al S.(ignor) C.(ardinale)
B.(orghese) P.(arigi) li 27 agosto. RomaA. S. VaticanoSegreteria di
StatoNunziature diverse, Francia, 41,
Lettere del Sir. Card.le Ubaldini nella sua Nunciatura di Francia dell'anno
e(Tomo VI), foglio 189 r. e v. -190 r. e v. Ubaldini al Sig.re Card.(ina)l
Borghese li 27 Ag.(ost)o. Treccani Enciclopedie Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Delio Cantimori,
Giulio Cesare Vanini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. sapere, De Agostini. Opere di Giulio Cesare Vanini, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere Archivio GCV Amphitheatrum e De admiandis. Raimondi
Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Refs.: Luigi Speranza, “Vanini e Grice,”
Villa Grice, Luigi Speranza, “La statua all’aperto di Vanini,” Luigi Speranza,
“Il medaglione di Vanini a Roma.”
Vanni (Città della Pieve). Essential
Italian philosopher.
Filosofo. Iniziò la carriera a Perugia e
successivamente fu insegnante a Parma, Bologna, e Roma. Tra i pfondatori del positivismo soziale, la
sua filosofia si ispira a Kant e agli principali filosofi del positivismo Professoree
a lui si deve anche una originale lettura "positivista" della dottrina
storicistica di Vico. Il suo è stato definito un "positivismo critico,” che
vuole distinguere cioè tra la ‘scienza’ dell’uomo dalla ‘filosofia’ dell’uomo,
contestando e rifiutando l'assimilazione positivista di quest'ultima con la
morale e la sociologia, dottrina nata nell'ambito del positivismo, verso la
quale Vanni ebbe un interesse particolare cercando di teorizzarne il carattere ‘scientifico’
differenziandola però sia dall'evoluzionismo che dalla biologia. Vanni considerò essenziale l'autonomia
teorica del ‘ius’ o devere dai rapporti con gli aspetti storici-etnografici delle
istituzioni giuridiche. Vanni è convinto che la ‘filosofia,’ come analisi
concettuale, del diritto debba avere la funzione pratica di definire i ‘fine’
(métier) della inter-azione umana. In questo modo, Vanni ribade l'impostazione
criticista kantiana che acquistav un tono metafisico criticato dai positivisti
ortodossi che lo accusano di eclettismo. Opere: “Della consuetudine nei suoi
rapporti col dritto e con la legislazione” (Perugia); “Saggi critici sulla
teoria socio-logica della popolazione” (Città di Castello); “Prime linee di un
programma critico di sociologia” (Perugia); “Il problema della filosofia del
diritto nella filosofia, nella scienza e nella vita ai tempi nostril” (Verona);
“La filosofia del diritto” (Verona); “La funzione della filosofia considerata
in sé ed in rapporto al socialismo” (Bologna); “La filosofia del diritto e la ricerca
positivista” (Torino); “Il dritto nella totalità dei suoi rapporti e la ricerca
oggettiva” (Roma); “La teoria della conoscenza come induzione socio-logica e
l'esigenza critica del positivismo” (Roma); “Filosofia del diritto” (Bologna);
“Filosofia sociale e filosofia giuridica” (Bologna) Biografia in Scuola Normale
Superiore di Pisa, su picus.unica. G. Marino, Positivismo e giurisprudenza,
Napoli, F.Cuculo, La sociologia positivista di Vanni, in A. Millefiorini ,
Fenomenologia del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella riflessione
sociologica italiana, Edizioni Nuova Cultura, Roma, D'Amelio, Positivismo,
storicismo, materialismo storico in I. Vanni, «Quaderni fiorentini per la
storia del pensiero giuridico moderno», A. Pusceddu, La sociologia positivista
in Italia (Roma). siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato
per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere u openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere. Keywords: action,
interaction, azione, interazione, Vico, positivism, positivism critico,
etologia, ethology -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi
Speranza,, “Grice e Vanni: azione ed inter-azione” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria.
Vannini (San Piero a Sieve). Essential
Italian philosopher. “Never to be confused with the vain Vanini!”Grice. Filosofo.
Dopo gli studi al Ginnasio Michelangiolo di Firenze, si è laureato in Filosofia
a Firenze, discutendo una tesi su “‘Vitters’: metafisico e mistico”! Ha vissuto
nel Convento agostiniano di Santo Spirito a Firenze, ospite di Ciolini. Ha
compiuto viaggi e soggiorni di studio in Europa Ha insegnato Filosofia e Storia
nei Licei; per un triennio Storia della Filosofia a Firenze e Storia della
Mistica all'Istituto di Scienze Religiose aTrento. Ha tenuto seminari e conferenze
in Università ed Accademie italiane e straniere: Genova, Trento, Ancona,
Perugia, Urbino, Pavia, Pisa, Macerata, Napoli, Fermo, Parma, Arezzo, Chieti,
Roma, Avila, Strasburgo, Berlino. Considerato il maggior studioso di
mistica o anche il più importante studioso italiano di Eckhart e della mistica
cristiana, ha curato l'edizione italiana delle opera latine di Eckhart, nonché
quelle di altri autori spirituali, come Agostino, Gerson, Fénelon, Porete, Taulero,
Anonimo Francofortese, Lutero, Angelus Silesius, Czepko, Franck, VWeigel,
ecc. Marco Vannini, lungo un percorso ormai di quasi mezzo secolo, è
stato: traduttore e curatore di importanti testi della mistica; critico
della fenomenologia, da un punto di vista teoretico e storico; filosofo della religione,
soprattutto nei suoi rapporti con la ragione e con la fede. Vannini legge il
fenomeno mistico in maniera innovativa ma, soprattutto, pone lo stesso a
fondamento di ogni forma ed esperienza religiosa. Tale presupposto impone come fuori
da un'esperienza diretta di questo tipo sia pressoché impossibile cogliere il
senso, le modalità e le finalità delle varie dottrine e pratiche
religiose. Per Vannini la mistica è un sapere spirituale, inoggettivabile
ma, soprattutto, un sapere che è un essere: è l'identità mistica il vero e
proprio criterio per discernere il vero dal falso. Tale ermeneutica costituisce
una propedeutica all'inverarsi in senso mistico della religione
cristiana. Il pensiero di Vannini si basa su una esperienza spirituale,
unitiva e teomorfica. Centrali appaiono pertanto concetti appartenenti alla
sfera semantica della divinizzazione, dell’homoiosis theo, quali vuoto, fondo
dell'anima, generazione del Logos, complementarità tra distacco ed amore.
Tale esperienza risulta comprensibile solo quando si è fatto il vuoto
nell'anima attraverso il distacco, diventando in tal modo recettivi alla luce
proveniente dall'alto, tali da rendere il soggetto esso stesso luce eterna: al
vuoto in cui si perviene nel distacco corrisponde una pienezza, una traboccante
ricchezza ed energia, una gioia sconfinata ed inesauribile. Il rapporto
tra Dio e uomo non è quindi statico, di mutua esclusione, ma “dialettico” o
dinamico, di reciproca compenetrazione: la “salvezza” viene letta nei parametri
teologici di una escatologia realizzata nel presente, come immanente esperienza
dello spirito. Essenziale diventa perciò il recupero della antropologia
classica corpo, anima, spirito ove l'uomo è un corpo, piccola parte
dell'universo; una psiche, fluttuazione infinita di pensieri, sentimenti,
volizioni, soggetta al determinismo del tempo, dello spazio, delle circostanze;
ma soprattutto uno spirito universale, eterno, libero, uno nell'Uno.
L'attualità e l'originalità della posizione di Vannini ha suscitato e continua
a suscitare un acceso dibattito in seno al panorama culturale italiano,
filosofico e teologico: nei confronti dell'autore vari infatti sono stati i
commenti, le recensioni, i contributi e gli interventi critici da parte di
personalità quali (in ordine alfabetico) Bozzo, Baldini, Bianchi, Cacciari,
Monticelli, Esposito, Forte, Givone, Mancuso, Matteo, Mucci S.I., Ravasi, Reale,
Torno, Vattimo, e Volpi. La particolare rilevanza dell'opera di Vannini
può trasparire anche, ad esempio, dalle seguenti affermazioni in meritocitate
in ordine sparsodi alcuni dei suddetti illustri pensatori. Givone: “A Marco
Vannini, cui siamo debitori d'un lavoro filosofico estremamente prezioso,
rivolgiamo questa domanda...». A Vannini dobbiamo non soltanto edizioni impeccabili
delle opere di Eckhart, Porete, Silesius, Gerson; ma anche il pensiero vigoroso
e chiaro, qualunque cosa gli si posa obiettare, che la mistica è da un lato il
cuore e la radice viva di ogni religione, ma dall'altro “la filosofia nel suo
senso più reale e profondo”, la conoscenza e la pratica dell'essere e “la gioia
dell'essere”. Cacciari: “È un grosso debito quello che la filosofia e la
teologia hanno accumulato in questi anni nei confronti diVannini. Grazie al suo
instancabile lavoro o sotto la sua direzione il nostro Paese può oggi contare
su impeccabili edizioni di Gerson, Silesius, Porete ed Eckhart» Mucci: “In
questi tempi di declino dell'ontologia, Vannini è certamente, in Italia, fuori
dell'ambito ecclesiastico, il più illustre studioso di mistica.” Reale: “L'esperienza
mistica è comunque per sua natura connessa con il religioso, come viene mostrato
nella filosofia di Vannini, “La mistica delle religioni (Le Lettere) in questi
giorni in libreria. Vanniniuno dei massimi esperti in materia a livello
nazionale e internazionaleanalizza in modo dettagliato questa esperienza
spirituale nell'induismo, nel buddismo, nell'ebraismo, nell'islamismo e nel
cristianesimo.” Torno: “Segnalare un livre de chevet, vale a dire una di quelle
opere maneggevoli che mai dovrebbero allontanarsi dal capezzale, è diventato
difficile oltre che inattuale. Eppure qualcosa circola, come prova l'ultimo
delizioso scritto di Marco Vannini Sulla grazia». BForte: «L'ultimo bel libro
di Marco Vannini su Mistica e filosofia rivela ancora una volta la sua
straordinaria competenza di storico e interprete della mistica» Al pensiero di
Vannini è stato dedicato “Mistica e filosofia nel pensiero di Marco
Vannini. Opere: “Lontano dal segno. Saggio sul cristianesimo, La Nuova
Italia, Firenze, Esame della certezza, Il Cenacolo, Firenze, Eckhart. Opere tedesche, La Nuova Italia,
Firenze Dialettica della fede, Marietti, Casale Monferrato (nuova edizione
ampliata, Le Lettere, Firenze ). L'esperienza dello spirito, Augustinus,
Palermo. Mistica e filosofia, Piemme,
Casale Monferrato (prefazione di Massimo Cacciari; nuova edizione ampliata, Le
Lettere, Firenze). Il volto del Dio nascosto. L'esperienza mistica dall'Iliade
a Simone Weil, Mondadori, Milano (ristampa col titolo: Storia della mistica
occidentale, Oscar Mondadori ; poi Le Lettere, Firenze ). Introduzione alla mistica,
Morcelliana, Brescia (trad. portoghese: Introdução à Mìstica, Edições Loyola,
San Paolo del Brasile5). La morte dell'anima. Dalla mistica alla psicologia, Le
Lettere, Firenze (nuova edizione ampliata, Le Lettere, Firenze). La mistica
delle grandi religioni, Mondadori, Milano (nuova edizione, Le Lettere, Firenze).
Tesi per una riforma religiosa, Le Lettere, Firenze. La religione della
ragione, Bruno Mondadori, Milano (prefazione di Roberta De Monticelli). Sulla grazia,
Le Lettere, Firenze. Prego Dio che mi liberi da Dio. La religione come verità e
come menzogna, Bompiani, Milano . Lessico mistico. Le parole della saggezza, Le
Lettere, Firenze . Il Santo Spirito fra religione e mistica, Morcelliana
Editrice, Brescia . Oltre il cristianesimo. Da Eckhart a Le Saux, Bompiani,
Milano . Inchiesta su Maria. La storia vera della fanciulla che divenne mito,
Rizzoli, Milano (con Corrado Augias).
Indagine sulla vita eterna, Mondadori, Milano
(con Massimo Polidoro). Introduzione a Eckhart. Profilo e testi, Le
Lettere, Firenze . L'Anticristo. Storia e mito, Mondadori, Milano . All'ultimo
papa. Lettere sull'amore, la grazia, la libertà, il Saggiatore, Milano . Contro
Lutero e il falso evangelo, Lorenzo de' Medici Press, Firenze . Il muro del
paradiso. Dialoghi sulla religione per il terzo millennio, Lorenzo 'de Medici
Press, . Mistica, psicologia, teologia, Le Lettere, Firenze. Liceo-Ginnasio
Michelangiolo Firenze Vito Mancuso, Lutero è vivo e lotta con noi,
s.a., in: <Panorama> Stefano G. Azzarà, su Materialismo Storico Bio-
Sergio Givone, Luce mistica dei moderni in: «Il ManifestoAlias», in il manifestoAlias,
Roberta De Monticelli, L'allegria della mente: dialogando con Agostino, Milano,
Bruno Mondadori. Marco Vannini, Mistica e filosofia, Prefazione, Firenze, Le
Lettere, Giandomenico Mucci, Il pensiero di Marco Vannini, in «La Civiltà
Cattolica», Giovanni Reale, Il misticismo vive in tutte le culture. Il testo di
Vannini, le «Upanishad» riedite, su corriere. Armando Torno, Alla ricerca della
Grazia nel segno di Eckhart, in «Corriere della Sera», Cultura, Bruno Forte,
Mistica, l’enigma dell’Altro, in «Avvenire»Libri, 28 settembre Roberto
Schiavolin, Mistica e filosofia nel pensiero di Marco Vannini, Nerbini,
Firenze Mistica Misticismo cristiano
Mistica renana Meister Eckhart Pierre Hadot Henri Le Saux Sito personale di
Marco Vannini. Keywords: the mystic, das mystische. Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Vannini e Grice: il mistico di ‘Vitters’
– The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Varisco (Chiari). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Grice: “We all learned about the ‘gnothi seauton’ at
Clifton – Varisco composed a full tract about it! Calogero has analysed the
implicatures! The idea is that you need a ‘thou’ to tell ‘thou’ ‘know THYself”
– although the oracular mystique is still there!” -- Fu professore di filosofia
a Roma e senator. La sua formazione filosofica coincide con la crisi del
positivismo. Laureato a Pavia. Partendo da posizioni solidamente
scientifiche, Varisco avverte sollecitamente il limite di ogni conoscenza che
voglia essere esclusivamente composto di ragione, e scopre insieme la
concomitante componente ‘fideistica’ di ogni affermazione di verità.
Questo ricorso alla fede come sentimento del sopra-naturale è utilizzato da
Varisco sia per affermare la preminenza della filosofia come conoscenza
concreta sui processi astrattivi della scienza (“I massimi problemi” – Milano,
Libreria Editrice Milanese), sia per approdare ad uno spiritualismo
pluralistico con forti accentuazioni teistiche (“Dall'uomo a Dio”). Altre
opere: “Scienza ed opinione” (Roma, Dante Alighieri); “La patria” (Roma, G.
Garzoni Provenzani), “Conosci te stesso” (Milano, Libreria Editrice Milanese);
“La scuola per la vita” (Milano, Isis); “Linee di filosofia critica” (Roma, A.
Signorelli); “Discorsi politici” (Roma, De Alberti); “Sommario di filosofia”
(Roma, A. Signorelli); “Dall'uomo a Dio” (Enrico Castelli e Giulio Alliney, Padova,
CEDAM. Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme
ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia — Ufficiale dell'Ordine
della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale dell'Ordine
della Corona d'Italia, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino
per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia. Cavaliere
di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia. Opere, Senatori
d'Italia, Senato della Repubblica. Refs.: The H. P. Grice Papers, BANC MS, --
Luigi Speranza, “Grice e Varisco: per un sommario di filosofia critica” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Varrone
(Rieti). Grice: “I count Varrone as the first language philosopher. He woke up
and realised he was speaking ‘lingua latina,’ and dedicated 36 volumes to it!”
--. Grice: “’Lingua latina’ has a nice Roman ring to it. In modern Italian, the
‘t’ has become an ‘z,’ as in “Lazio, --
the calcio team from Latium – or a ‘d’ as in ‘ladino.’” Grice: “I know his Loeb edition by heart!” –
Grice: “The Greeks never studied their lingo as Varro studied his! Of this
Austin always reminded me – ‘We should be like Varro, analysing our tongue as
‘fluid’ semiotic system!’” -- Academic,
Roman polymath, author of works on language, agriculture, history
and philosophy, as well as satires, and
principal conversationalist in the later version of Cicero’s "Academica.” Marco Terenzio Varrone.
Project Rome logo Clear.png Questore della Repubblica romana Varro co in Nome
originale Marcus Terentius Varro. Gens: Terentia Questura in Illyricum
Propretura in Spagna. Marco Terenzio Varrone (in latino: Marcus Terentius
Varro). Filosofo. “Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria, sulle fasi
della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue cariche
sacerdotali, sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei suoi
quartieri e vari punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari,
sia divini che umani” (Cicerone, “Academica Posteriora,” Statua di Varrone a
Rieti. Marco Terenzio Detto Reatino (attributo che lo distingue da “Varrone
Atacino,” vissuto nello stesso periodo). Nato da una famiglia di
nobili origini, aveva rilevanti proprietà terriere in Sabina, dove fu educato
con disciplina e severità dai familiari -, integrate dall'acquisto di lussuose
ville a Baia e fondi terrieri a Tusculum e Cassino. A Roma Varrone compì
studi avanzati presso i migliori maestri del tempo. Lucio Elio Stilone
Preconino lo fece appassionare anche agli studi etimologici ed oratoria. Studia
linguistica con Lucio Accio, a cui dedicò “De antiquitate litterarum.” Come
molti romani, compì un grand tour in Grecia, dove ascoltò filosofi accademici
come Filone di Larissa e Antioco di Ascalona, da cui dedusse una posizione
filosofica di tipo eclettico. A differenza di molti altri eruditi del
tempo, Varrone non si ritirò dalla vita politica ma, anzi, vi prese parte
attivamente accostandosi agli optimates, forse anche influenzato
dall'estrazione sociale. Dopo aver, infatti, percorso le prime tappe del “cursus
honorum” (triumviro capitale, questore, e legato) fu vicino a Pompeo, per il
quale ricoprì incarichi di grande importanza. Fu legato e proquestore e
combatté nella guerra contro i pirati difendendo la zona navale tra la Sicilia
e Delo. Allo scoppio della guerra civile fu propretore. In una guerra che
vedeva i romani contro i romani, tentò un'incerta difesa del suo territorio che
si concluse in una resa che Gaio Giulio Cesare, nei Commentarii de bello
civili, definì poco gloriosa. Dopo la disfatta dei pompeiani, si
avvicinò, comunque, a Cesare, che apprezzò il Reatino soprattutto sul piano
culturale, affidandogli la costituzione di due biblioteche, una romana l'altra
greca, ma che, dopo le idi di Marzo, furono sospese. Dopo la morte del
dittatore, anzi, fu inserito nelle liste di proscrizione sia di Antonio che di
Ottaviano (interessati più alle sue ricchezze che a punire i congiuranti), da
cui si salvò grazie all'intervento di Fufio Caleno per poi avvicinarsi a
Ottaviano a cui dedicò il “De vita populi Romani” volto alla divinizzazione della
figura di Giulio Cesare. Ha una produzione di oltre 620 libri, suddivisi in
circa settanta opere. Opere “De re rustica” (Varrone) e “De lingua
Latina” -- La vasta produzione di Varrone fu suddivisa da Girolamo in un
catalogo. Le opere di Varrone sono verosimilmente 74, suddivise in 620 volumi,
sebbene Varrone stess rifere di aver scritto 490 libri. Le opere di
Varrone possono essere suddivise in vari gruppi, dalle opere di erudizione,
filologia (filosofia del linguaggio, o semantica) e storia a quelle giuridiche
e burocratiche, dalle opere di filosofia (filosofia del linguaggio, semantica,
semiotica) e agricoltura alle opere di poesia, di linguistica e letteratura; di
retorica e diritto, con ben 15 libri De iure civili; di filosofia. Di
questa enorme produzione è pervenuta (quasi integra) solo un'opera, il “De re
rustica”, mentre del “De lingua Latina” sono pervenuti solo 6 libri su 25.
Probabilmente, causa del quasi completo naufragio della immane varroniana è che, avendo compulsato tanta
parte della cultura greco-romana precedente, divenne la fonte indispensabile
per gli autori successivi, perdendosi, per così dire, per assimilazione. Dell'attività
filologica di Varrone fa testimonianza il cosiddetto "canone
varroniano", elaborato a partire da due opere, le “Quaestiones Plautinae” e
il “De comoediis Plautinis”, in cui Varrone ripartì il corpus plautino, che
include 130 fabulae: di queste, 21 vengono definite autentiche, 19 di origine
incerta, dette "pseudo-varroniane" e le restanti spurie. Si
occupò soprattutto di antiquaria, con i 41 libri di “Antiquitates”, il suo
capolavoro, divisi in 25 di “res humanae” e 16 di “res divinae”, fonte precipua
di Agostino nel De civitate Dei. Proprio da Agostino si evidenzia l'attenzione
di Varrone sulla religione "civile", con una compiuta disamina su
culti e tradizioni, pur con acute critiche alla teologia mitica dei poeti in
nome di una theologia naturalis. A questo gruppo appartiene anche l'opera, non
pervenuta, “De bibliothecis”, presumibilmente legata alle incombenze come
bibliotecario affidategli da Cesare. Nell'ambito filosofico, notevoli
dovevano essere “I logistorici” -- dal greco “discorsi di storia” -- in 76
libri, composta in forma di dialogo in prosa, di argomento morale e antiquario,
in cui ogni libro prendevil nome di un personaggio storico e un tema di cui il
personaggio costituiva un modello, come il “Marius”, “de fortuna” o il “Catus”,
“de liberis educandis”. Probabilmente questi dialoghi storico-filosofici furono
tra i modelli espositivi del “Laelius”; “de amicitia” e del “Cato Maior”, “de
senectute” di Cicerone. All'interesse filosofico e divulgativo di
Varrone, probabilmente scritte lungo tutto il corso della sua parabola
culturale, riconducevano le “Saturae Menippeae”, che prendevano come modello
Menippo, esponente della filosofia cinica (da cui il nome). Le “Saturae
Menippeae” si componevano di 150 libri, in prosa e in versi, di cui però ci
rimangono circa 600 frammenti e novanta titoli, di argomento soprattutto
filosofico, ma anche di critica dei costumi, morale, con rimpianti sui tempi
antichi in contrasto con la corruzione del presente. Ciascuna satira recava un
titolo, desunto da proverbi (“Cave canem” -- con allusione alla mordacità dei
filosofi cinici) o dalla mitologia (“Eumenide” contro la tesi stoico-cinica per
cui gli uomini sono folli, “Trikàranos”, il mostro a tre teste, con un mordace
riferimento al primo triumvirato) ed era caratterizzata da lessico popolaresco,
polimetria e, come in Menippo, uno stile tragi-comico. Valerio Massimo, VII
3. Aulo Gellio. Ce ne parla Varrone
stesso in “De lingua latina” -- Cicerone, Academica posteriora, Appiano, Guerre
civili, IV 47; Varrone, De re rustica, I Svetonio, Cesare, Appiano, Ausonio,
Commemoratio professorum Burdigalensium,Chronicon, ann. Aulo Gellio, Gellio, I
cui frammenti sono editi nell’edizione di B. Cardauns: “Antiquitates rerum
divinarum” Cfr. B. Zucchelli, Varro logistoricus. Studio letterario e
prosopografico, Parma, Universita degli studi di Parma, Cfr., ad esempio, il
Fr. XIX Riese: "Da ragazzo, avevo solo una tunica modesta e una toga,
calzature senza fascette, un cavallo non sellato; bagno giornaliero, niente e,
davvero di rado, una tinozza". N.
Horsfall, Varrone, in Letteratura Latina (Milano, Mondadori). Cfr. M.
Salanitro, Le Menippee di Varrone: contributi esegetici e linguistici (Roma,
Edizioni dell'Ateneo). Sulla satira varroniana, cfr. L. Alfonsi, Le Menippee di
Varrone, in "ANRW", Per la
specifica sul “De re rustica” e sul “De lingua Latina” si rimanda alle
rispettive voci) Atti del Congresso di studi varroniani. Rieti, Rieti, Centro
di studi varroniani, A. Cenderelli, “Varroniana”
Istituti e terminologia giuridica nelle opere di Varrone (Milano, A. Giuffrè); H.
Dahlmann, “Varrone e la teoria ellenistica della lingua”, (Napoli, Loffredo), F.
Della Corte, “Varrone, il terzo gran lume romano” (Genova, Istituto universitario
di Magistero (rist. Firenze, La Nuova Italia. “De vita populi Romani” Introduzione
e commento, Pisa; B. Riposati, “M. Terenti Varronis De vita populi Romani” -- Fonti,
esegesi, edizione critica dei frammenti (Milano, Vita e pensiero), B. Riposati,
“Varrone. L'uomo e lo scrittore” (Roma Istituto di studi romani); A. Traglia,
Introduzione a Varrone, “Opere” (Torino, UTET), B. Zucchelli, “Varro
logistoricus: prosopo-grafica” -- Parma, Universita degli studi di Parma,
Istituto di lingua e letteratura latina, Satira menippea Biblioteche romane
Antiquitates rerum humanarum et divinarum Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario di storia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, . Enciclopedia Britannica, Musisque Deoque. Opere di Marco Terenzio Varrone, su PHI
Latin Texts, Packard Humanities Institute. openMLOL, Horizons Unlimited
srl., Progetto Gutenberg, su
LibriVox. su Persée, Ministère de
l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation. “M. Ter. Varronis De lingua Latina libri qui
supersunt: cum fragmentis ejusdem” Biponti, ex typographia societatis. Biblioteca
degli scrittori latini con traduzione e note: “Terentii Varronis quae supersunt
opera” Venetiis, excudit J. Antonelli (LA) Les agronomes latins, Caton, Varron,
Columelle, Palladius, M. Nisard, Paris, Firmin Didot Fréres, “Grammaticae
Romanae Fragmenta”, Gino Funaioli, Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri. “M.
Terenti Varronis saturarum menippearum reliquiae” -- cur. A. Riese, Lipsiae, in
aedibus B. G. Teubneri. Keywords: centro di studi varroniani, idioma, idiom,
lingua latina, lingua anglica – Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS –
Luigi Speranza, “Grice e Varrone: semiotica filosofica” – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria.
Varzi
(Galliate). Essential Italian philosopher. varzi:
essential Italian philosopher. Some Italians do not consider Varzi an “Italian”
philosopher in that his maximal degree was earned elsewhere! If philosophy is a
branch of the belles lettres, part of Varzi’s essays belong in English
literature --. He was written on ‘universal semantics.’ Achille Varzi all'Trento. Grice: “Varzi
rather freely uses ‘universal’ as in ‘universal semantics’ – while my own
pragmatic rules have been challenged universal status, by, of all people,
Elinor Ochs!” -- Filosofo. Grice: “Some Italians consider Varzi a
specimen of ‘brain drain’ in more than one way: his maximal degree was obtained
without Italy, not within Italy, and not in Italian – plus the fact that he is
at Colombo’s Columbia!” -- Esponente della filosofia analitica, è noto
principalmente per le sue ricerche di logica e per il suo contributo alla
rinascita degli studi in ambito di metafisica e ontologia.
Laureatosi a Trento con una tesi, “La logica libera” -- è stato insignito
della Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica e del Premio Paolo Bozzi
per l'Ontologia. Dopo un periodo dedicato soprattutto allo studio
dell'immagine del mondo propria del senso comune, Varzi si è indirizzato
progressivamente verso posizioni di stampo nominalista e convenzionalista,
nella convinzione che "buona parte della struttura che siamo soliti
attribuire alla realtà esterna risieda a ben vedere nella nostra testa, nelle
nostre pratiche organizzatrici, nel complesso sistema di concetti e categorie
che sottendono alla nostra rappresentazione dell'esperienza e al nostro bisogno
di rappresentarla in quel modo". Autore di oltre un centinaio di
pubblicazioni su volumi e riviste specializzate, è noto anche per la sua attività divulgativa
(spesso in collaborazione con Casati), ispirata al principio secondo cui
"la filosofia è una sfida in cui il pensiero parte dalla semplicità delle
cose quotidiane e ne mostra la meravigliosa complessità". Opere:
“Semplicemente diaboliche” (Laterza); “L’amicizia” (Orthotes); “I colori del
bene, Orthotes, . L'incertezza elettorale (Aracne). Le tribolazioni del
filosofare. Comedia Metaphysica ne la quale si tratta de li errori & de le
pene de l’Infero, Laterza, . Il mondo messo a fuoco, Laterza, . Il
pianeta dove scomparivano le cose. Esercizi di immaginazione filosofica, Einaudi,
Ontologia, Laterza, Semplicità insormontabili storie filosofiche, Laterza, Parole,
oggetti, eventi e altri argomenti di metafisica, Carocci. “Logica” McGraw-Hill
Italia, Buchi e altre superficialità,
Garzanti. Studi: Elena Casetta e Valeria Giardino, Mettere a fuoco il
mondo. Conversazioni sulla filosofia di Varzi, numero speciale di Isonomia Epistemologica, Francesco Calemi, Varzi. Logica, semantica,
metafisica, AlboVersorio, Milano. Elena Casetta e Valeria Giardino. Il mondo
messo a fuoco, Laterza. Dal risvolto di copertina di Semplicità insormontabili,
Laterza. Da questo libro è stato tratto lo spettacolo teatrale Insurmountable
Simplicities, per la regia di Natalie Glick, presentato dall'All Gone Theatre
Company all'edizione del New York International
Fringe Festival. Biografia "negativa" di Varzi, su columbia.edu.
Intervista ad Achille Varzi di Leonardo Caffo, Rivista italiana di filosofia
analitica. Keywords: ‘universal’. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Varzi: semantica filosofica," per il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Vasa (Aggius). Essential Italian philosopher. Filosofo. Andrea
Vasa Società Filosofica Italiana Congresso Nazionale L'Aquila. Vasa nacque ad
Aggius, paese della Gallura di forte e suggestivo paesaggio e di forti vicende.
Compiuti in anticipo gli studi secondari, andò a studiare filosofia a Milano
dove si laureò. Insegnò nel Liceo Ginnasio “Arnaldo” di Brescia. Dovette
interrompere l’insegnamento a causa della sua partecipazione alla Resistenza
con il gruppo che faceva capo a Parri. Alla fine della guerra riprese
l’insegnamento a Milano nel Liceo Classico G. Carducci e poi nel Liceo Ginnasio
Manzoni. Ottenne la libera docenza. Fu assistente volontario e poi incaricato
di Filosofia a Milano. Vincitore di un concorso a cattedre di Filosofia
teoretica, fu chiamato a Cagliari e Firenze.
Vasa rimase sempre fortemente legato al paese natale. Il Comune di Aggius ne ha
conservato la memoria. Negli anni di
formazione , Vasa si trovò a partecipare al tentativo condotto da Bontadini, di
cui era allievo e amico, di superare la contrapposizione tra la scolastica e
l’idealismo, comprendendo e assimilando quanto della metafisica hegeliana e
cristiana era in questo indirizzo. In questa operazione Vasa prese una sua via
personale. Abbandonò l’interesse metafisico simpatizzando per l’attualismo di
Gentile per quanto esso restituiva all’uomo dignità e responsabilità,
mettendone tuttavia in luce l’impossibilità di una fondazione logica. Nacquero
così le indagini sulla logica di Hegel che portarono a rilevanti osservazioni
critiche riguardo all’idealismo. Con l’idea che i valori immanenti costituiscono
l’orizzonte trascendentale nella prassi razionale ed etica dell’uomo veniva a
cadere per Vasa l’opposizione di immanenza e trascendenza. Nella comune partecipazione alla Resistenza
Vasa si legò di amicizia con Pra, filosofo di profonda esperienza religiosa e
sociale e innovatore della storiografia filosofica. Tramite lui Vasa entrò in
contatto con Banfi, che rappresentava la Scuola filosofica milanese. Nel
confronto con il razionalismo critico di Banfi, che mirava a chiarire una
struttura della ragione nel solco della tradizione kantiana, Vasa pensò ad un
razionalismo che andasse oltre ogni struttura presupposta della ragione verso
un orizzonte di possibilità non ancora prevedibili. Questo pensiero comportava
l’idea della ricerca di una logica della possibilità. Si pose così quella
proposta filosofica detta “trascendentalismo della prassi”, radicalmente
critica e programmaticamente aperta, e che venne difesa da Pra e Vasa, sia
nella «Rivista di storia della filosofia» fondata da Pra, sia nei Congressi
della “Società filosofica italiana” rinata dopo lo scioglimento imposto
dall’autorità fascista. Il “trascendentalismo della prassi” era contrapposto al
"teoricismo", inteso come il carattere di tutte le filosofie che
presuppongono un principio di datità del reale e del valore, cioè di tutte le
filosofie metafisiche. Il trascendentalismo della prassi non voleva essere una
teoria, ma un atteggiamento pratico possibile, effettivo, che riconosceva la
temporalità della prassi e ne rivendicava la libertà e la responsabillità. La
proposta del trascendentalismo della prassi, che era immediatamente critica del
pensiero di Croce e Gentile, ma che investiva tutti gli indirizzi
contemporanei, fu il modo più radicale del domandarsi dopo la guerra, sul
métier della filosofia. La «Rivista di storia della filosofia» costituì il contatto
con il “neo-illuminismo”, che, animato da Abbagnano, avendo come centro Torino,
collega e confronta in convegni periodici i nuovi indirizzi metodologici e anti-metafisici. Affermatisi gli indirizzi della fenomenologia
trascendentale, della filosofia analitica e dell’empirismo, Vasa, con il suo
metodo, caratterizzato dall’apertura e dalla tensione critica ad un continuo
“andar oltre”, diede di essi interpretazioni originali in numerosi studi e
seminari. La sua ricerca, ora caratterizzata come razionalismo della prassi,
continuò a mettere in discussione ogni naturalismo limitativo della libertà
della persona. Vasa confermò così l’idea di una “via negativa alla filosofia” a
cui siamo costretti in mancanza di principi universali oggettivi o di autorità
universali nella prassi. Questa negazione confuta la tematizzazione ingenua del
mondo, mette fra parentesi la tradizione, toglie l’unicità di senso al nostro
rapporto con la realtà e, aprendo la ricerca alla prospettiva di
generalizzazioni nuove, risponde al bisogno della persona di costruirsi e
perseguire finalità proprie. Per
influenza dell’amico Geymonat, e in discussione con lui, Vasa vide
concretamente nelle scienze in sviluppo l’orizzonte effettivo delle possibilità
razionali, pertanto si cimentò nella comprensione di esse attraverso
l’epistemologia e la logica. Egli esaminò: il moderno formalismo
logico-matematico di Russell; l’analisi del linguaggio (formale ed ordinario)
di ‘Vitters’; il convenzionalismo logico e linguistico che egli coglieva
nell’empirismo di Carnap e nella discussione di Quine sull’ontologia; lo stesso
svolgimento dell’epistemologia dagli inizi col Circolo di Vienna ai successivi
sviluppi autocritici e “liberali”; le rivoluzioni concettuali delle scienze.
Erano tutti problemi che avevano all’origine e segnalavano una crisi del
fondamento. Vasa volle chiarirli leggendovi «la sollecitazione a porre fra
parentesi ad aggredire o a variare all’infinito ogni “conoscenza” di spazi e
tempi, di atomi, masse e cause naturali». La ricerca di Vasa manteneva così
l’etica dei fini umani; la logica era anche logica della speranza; la filosofia
ritrovava il senso originario di “amore della saggezza”. Opere: “Il problema della ragione” (Bocca,
Milano); “Ricerche sul razionalismo della prassi” (Sansoni, Firenze); “Logica,
scienza e prassi” (La Nuova Italia, Firenze); “Logica, religione e filosofia”
(Franco Angeli, Milano); “Logica, scienze della natura e mondo della vita”
(Franco Angeli, Milano); “Poeti di Aggius. Michele Andrea Tortu, Michele Pisanu
(Antologia di Salvatore Lepori con prefazione, traduzione e note di A. Vasa),
Nota introduttiva di Giovanni Pirodda, Istituto Superiore Regionale
Etnografico, Nuoro. “Il Trascendentalismo della prassi, la filosofia della
Resistenza, Maria Grazia Sandrini, Mimesis / Centro Internazionale Insubrico,
Milano . NIn memoria di Andrea Vasa, filosofo della modernità, La Nuova
Sardegna, Treccani: Vasa, Andrea Ragione
e libertà. Saggio sul pensiero di Vasa
A. Vasa, Una discussione con G. Bontadini su metafisica e filosofia, in
Studi di filosofia in onore di G. Bontadini, Vita e Pensiero, Milano I saggi di
Vasa sono raccolti nel volume Logica, religione e filosofia (Scritti
filosofiici A. Vasa, Memoria di Giovanni Gentile, in «Giornale critico della
filosofia italiana», Vedi Benedetto Croce, Le cosiddette ‘riforme della
filosofia’ e in particolare di quella hegeliana, (a proposito del saggio di
Vasa su De Ruggiero), in «Quaderni della Critica», poi in Indagini su Hegel,
Laterza, Bari, Vedi M. Dal Pra, La filosofia italiana oggi, in «Rivista critica
di storia della filosofia», Sul trascendentalismo della prassi, in Il problema
della filosofia oggi. Atti del XVI Congresso nazionale di Filosofia (Bologna, promosso dalla SFI, Bocca, Roma-Milano, Vedi:
saggi come l’Introduzione alla trad. di E. Husserl, L’idea della fenomenologia (M.
Rosso), Il Saggiatore, Milano, Logica e
religione di fronte al compito di una possibile unificazione del sapere, in «Il
Pensiero», L’ateismo religioso di L. Wittgenstein, in «Archivio di Filosofia», (Esistenza,
Mito, Ermeneutica), e le lezioni raccolte nel volume Logica, scienze della
natura e mondo della vita A. Vasa,
Logica, scienze della natura e mondo della vita. La frase (di Vasa) compare nella presentazione
editoriale del volume Logica, scienza e prassi. Luporini, Casari, Pra,
Geymonat, Marinotti, Ricordo di Vasa. Corsi, seminari, Olschki, Firenze, Ferruccio
De Natale, Storicità della filosofia e filosofia come storiografia. Un
dibattito tra filosofi italiani in Dentro la storiografia filosofica. Questioni
di teoria e didattica, Dedalo, Bari Franco Cambi, Razionalismo e prassi a
Milano, Cisalpino-Goliardica, Milano. Amedeo Marinotti, Luciano Handjaras,
Maria Grazia Sandrini, “Ragione e libertà: la filosofia di Vasa, Prefazione di
M. Dal Pra, Franco Angeli, Milano, Mario Dal Pra, Filosofi del Novecento,
Angeli, Milano, vi è raccolto il contributo già in , Ricordo di Andrea Vasa,
Olschki, Firenze Carlo Monti, Religione e prassi nel pensiero di Andrea Vasa,
in «La Fortezza. Rivista di studi», Maria Grazia Sandrini, Liberalismo etico e
prospettive razionalistiche nel pensiero di Vasa, in M. G. Sandrini, Etica e
scienza. Saggi di filosofia, Carocci, Roma. Maria Grazia Sandrini e Al., Andrea
Vasa uomo e filosofo (Atti del convegno di Aggius. Comprende: relazioni di M.G.
Sandrini, “L’eredità vasiana”. P.L. Lecis, Viaggio verso una meta incerta.
L’universo dei mondi possibili di A. Vasa; F. Minazzi, La strada per Megara e
l’irriducibilità della libertà umana. Il problema della ragione nel
trascendentalismo della prassi di A. Vasa; E. Palombi, Sul senso dell’uomo nel
pensiero di A. Vasa; alcuni brevi Scritti e testi inediti, F. Minazzi e M.G.
Sandrini, in «Il Protagora», poi in volume con lo stesso titolo, Barbieri,
Manduria 2008. Amedeo Marinotti, Ragione e prassi in Vasa e in Geymonat.
Memoria di una discussione filosofica e di un’amicizia, in Geymonat un maestro
del Novecento. Il filosofo, il partigiano e il docente, Fabio Minazzi, Unicopli,
Milano Enrico I. Rambaldi, La formazione
di Vasa, in Alberto Pala filosofo laico, appassionato delle scienze. Studi e
testimonianze nel 90° dalla nascita, B. Maiorca, Cuec, Cagliari, Enrico I.
Rambaldi, Da Gentile a Hegel. Trascendentalismo e antifascismo in Andrea Vasa.
Con un’appendice di testi e documenti, in «Rivista di storia della filosofia».
Keywords: liberta, freedom. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Vasa: ragione e liberta” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria.
Vastarini (L’Aquila). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Esponente di una nota famiglia abruzzese, fu un grande
studioso nonché maestro di scherma, quindi, alla morte della madre, e decise di
entrare nell'ordine dei frati minori cappuccini. Dotato di una brillante
vocazione predicatoria che lo portò sino alla corte di Urbano VIII. Venne
pubblicamente lodato anche dal Duca di Osuna che gli propose il vescovato di
Pozzuoli e dal Granduca di Toscana che gli propose quello di Fiesole, ma in
entrambi i casi Vastarini rifiutò. Nella
prima metà Professoresi prodigò per aprire una sede dei cappuccini nell’Aquila,
colpito dalla morte di un suo confratello che il medico non era riuscito a
soccorrere nell'allora sede di San Giuseppe fuori le mura. Acquistò un vasto
terreno sul margine orientale della cinta muraria e vi costruì il convento e la
chiesa di San Michele, oggi inglobati nel complesso monumentale dell'Emiciclo.
Fu camerlengo dell'Aquila. Giacomo Di
Marco, Storia del complesso architettonico, in Lucio Zazzara, Palazzo
dell’Emiciclo e palazzina ex G.I. Maschile. Rigenerazione e adeguamento sismico
a L’Aquila, Pescara, Carsa. Alfonso Dragonetti 234 Frati minori cappuccini d'Abruzzo, Le
attività del Convento Santi Francesco e Chiara di L'Aquila, su fraticappuccini.
L'Emiciclo Rinasce, La storia, su emiciclorinasce. 9 giugno . Alfonso Dragonetti, Le vite degli illustri
aquilani, L'Aquila, Perchiazzi Editore. Vastarini Cresi. Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza,, “Grice e Vastarini: cappuccino e
ciserciani” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Vattimo (Torino). Essential Italian
philosopher. Grice: “It may be argued that what Vattimo means by ‘strong’ is
what I mean by ‘weak’ and viceversa – With Popper, ‘I know’ is weaker than ‘I
believe’ and ‘every x’ is weaker than ‘some (at least) one’ or ‘the’ – I have
explored ‘the’ – Keyword: massima della debolezza conversazionale; massima
della forza conversazionale” -- Filosofo -- not one that provinicial Beaney
would include in his handbooks and dictionariesVattimo’s philosophy shares
quite a bit with Grice’s programme, as anyone familiar with both Vattimo and
Grice may testify. Vattimo has philosophised on Heidegger and Nietzsche, and
one of his essays is on the subject and the maskanother on realityThere is a
volume in his honour.Gianni Vattimo Gianteresio
"Gianni" Vattimo Gianni Vattimo Participante del Foro Internacional
por la Emancipación y la Igualdad Gianni Vattimo nel Dati generali Partito politicoPartito
Comunista (dal ) In precedenza: DS PdCI IdV Indipendente Titolo di studio Laurea
in Filosofia Università Università degli Studi di Torino Professione filosofo,
professore universitario. Filosofo. Tra i massimi esponenti della corrente post-moderna,
è teorizzatore del pensiero debole. Il padre è un poliziotto calabrese,
che muore quando Gianni ha un anno e mezzo, mentre la madre è una sarta; ha una
sorella di otto anni più grande. Durante la guerra si trasferisce con la
famiglia in Calabria, restandoci per due anni e ritornando a Torino nel
settembre del 1945. Studente del liceo classico Gioberti è attivo nella
Gioventù Studentesca di Azione Cattolica, e collabora a Quartodora, rivista del
movimento diretta da Straniero. Si autodefinì come un cattolico militante,
influenzato dalla lettura di Maritain, Mounier e dei racconti di Bernanos,
portato dalla fede ad un disinteresse per il razionalismo storico,
l'Illuminismo e le filosofie di Hegel e Marx. Allievo di Pareyson assieme
a Umberto Eco con cui ha condiviso amicizia e interessi, si è laureato in
filosofia a Torino. Lavora ai programmi culturali della Rai. Ha conseguito la
specializzazione a Heidelberg, con Löwith e Gadamer, di cui ha introdotto il
pensiero in Italia. Professore incaricato e ordinario di estetica all'Torino,
nella quale è stato preside, della facoltà di Lettere e Filosofia. -- ordinario
di filosofia teoretica presso la stessa università. 00 professore emerito,
titolo che non gli precluse, in futuro, lo svolgimento di eventuali attività
didattiche presso la suddetta università. Idea e condotto su Raitre il
programma televisivo di divulgazione filosofica “La clessidra.” Ha insegnato
come visiting professor negli Stati Uniti e ha tenuto seminari in diversi
atenei del mondo. È stato direttore della Rivista di estetica, membro di
comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, socio
corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino, nonché editorialista per
i quotidiani La Stampa e La Repubblica e per il settimanale L'espresso.
Attualmente dirige la rivista Tropos. Rivista di ermeneutica e critica
filosofica (edita da Aracne Editrice). Per le sue opere ha ricevuto lauree
honoris causa dalle La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional
Mayor de San Marcos di Lima. È stato più volte docente alle Vacances de
l'Esprit. Ha svolto attività politica in diverse formazioni: prima nel Partito
Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di
Sinistra, per i quali è stato parlamentare europeo, e nel Partito dei Comunisti
Italiani -- è stato candidato da una
lista civica a sindaco di una cittadina calabrese, San Giovanni in Fiore (Cs),
per combattere la "degenerazione intellettuale" che affliggeva quel
paese, ma non è riuscito ad arrivare al secondo turno. Annunciato la sua
candidatura a parlamentare europeo nelle liste dell'Italia dei Valori di
Antonio Di Pietro, rivendicando tuttavia le proprie origini comuniste, venendo
eletto nella circoscrizione Nord-Ovest. Il 21 gennaio , giorno dell'anniversario
della fondazione del PCd'I, annuncia la sua adesione al Partito
Comunista. Il suo ideale politico-religioso si riassume in una forma da
lui definita "comunismo cristiano" e "comunismo
ermeneutico", un' ideale antidogmatico di "comunismo debole" nel
pensiero e nell'essere, che si ispira alla vita comunitaria delle prime
comunità cristiane. Esso rinnega e si oppone alla violenza delle
industrializzazione pesante forzata e dello stalinismo in genere, così come
anche alle tesi di Lenin e del terrorismo, muovendo a favore di una sinistra
improntata al dialogo, alla dialettica e alla tolleranza. Controversie
Accuse di antisemitismo Vattimo è stato accusato di antisemitismo, a causa
delle sue dichiarazioni sul controllo ebraico di banche, dove affermava:
"Ricordiamoci che la Federal Reserve è di proprietà di Rothschild. Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, lo accusò di
antisemitismo, additando le sue dichiarazioni come "parole di odio che non
aggiungono nulla di nuovo e che sono accompagnate dalla riproposizione
squallida di stereotipi anti-semiti". Anche Aiello, primo rabbino donna in
Italia, ha corroborato queste accuse, tacciando Vattimo di antisemitismo.
Ha rilasciato un'intervista al Corriere in cui dichiara, riguardo a Israele
«bisognerebbe procurarsi missili più efficaci dei Qassam e portarli
laggiù» La dichiarazione, riferita ai missili Qassam con cui Hamas
colpisce Israele, ha suscitato molte polemiche. Il filosofo ha tuttavia
chiarito che le sue prese di posizione sono rivolte contro Israele e che non
hanno nulla a che vedere con l’anti-semitismo. Sull'aggressione a
Berlusconi In occasione dell'aggressione di Tartaglia a Berlusconi ha espresso
a Radio Radicale la convinzione che quell'aggressione fosse stata una montatura.
Ha affermato inoltre che se l'aggressore avesse voluto veramente fare del male
a Berlusconi era preferibile usare una pistola invece di una statuetta. Vattimo
si è occupato dell'ontologia ermeneutica, proponendone una propria
interpretazione, che ha chiamato “debolita”, in contrapposizione con le diverse
forme di pensiero forte (fortitude) dell'Otto-Novecento: l'hegelismo con la sua
dialettica, il marxismo, la fenomenologia, la psicanalisi, lo strutturalismo.
Ognuno di questi movimenti si è proposto come superamento delle posizioni
filosofiche precedenti e smascheramento dei loro errori. Ma ogni volta
l'errore, secondo Vattimo, consisterebbe proprio in questo gesto teoretico. Non
ci sono nuovi inizi, l'errore consiste proprio nella volontà di rifondare
"fundamenta inconcussa" che non vi possono essere. Debolita è invece
un atteggiamento della postmodernità che accetta il peso
dell'"errore", ossia del caduco, dell'effimero, di tutto ciò che è
storico e umano. È la nozione di verità a doversi modellare sulla dimensione
umana, non viceversa. Secondo Vattimo la debolita è la chiave per la
democratizzazione della società, la diminuzione della violenza e la diffusione
del pluralismo e della tolleranza. In questo senso deve essere almeno segnalata
la grande e decisiva importanza che assume nella sua filosofia la nozione di
nichilismo, che rimette all'eredità di Nietzsche e Heidegger e si lega a vari
temi vattimiani (dall'etica, alla politica, dalla religione --l'indebolimento
di Dio alla teoria della comunicazione – implicatura come communicatum debole.
Con le sue opere più recenti (in particolare Credere di credere) ha rivendicato
al proprio pensiero anche la qualifica di autentica filosofia cristiana per la
postmodernità. Avvalendosi infatti della visione cristiana del maestro
Pareyson e di Quinzio, Vattimo rifiuta l'identificazione di Dio nell'essere
razionale, così come concepito dalla tradizione filosofica occidentale. Di
Pareyson e Quinzio, però, non condivide la visione religiosa tragica.
Suggestionato da Girard, Vattimo legge la vicenda di Cristo come rifiuto di
ogni sacrificio, anzitutto umano ed esistenziale. La kénosis (lett.
"svuotamento") divina è a vantaggio della libertà e della pace
umana. Le posizioni del filosofo rappresentano una svolta, sia nella sua
impostazione filosofica dell'interpretazione del presente, sia nel campo dell'attività
politica. Abbandona il partito dei Democratici di Sinistra e abbraccia il
marxismo rivalutandone positivamente l'autenticità e validità dei principi
progettuali, auspicando un "ritorno" al pensiero del filosofo di
Treviri e a un comunismo epurato dagli sviluppi delle distorte politiche
pubbliche sovietiche da superare dialetticamente. Per quanto la svolta possa
apparire contraddittoria con le precedenti posizioni, Vattimo rivendica la
continuità delle nuove scelte con il processo di ricerca sul pensiero debole,
pur ammettendo il cambiamento di "molte delle sue idee". È lo stesso
filosofo a parlare di un "Marx indebolito", ovvero di una base
ideologica capace di illustrare la vera natura del comunismo e adatta nella
pratica politica a superare ogni tipo di pudore liberal. L'approdo al marxismo
si configura quindi come una tappa dello sviluppo del pensiero debole,
arricchito nella prassi da una prospettiva politica concreta. Etica e
natura Vattimo ha anche espresso posizioni ambientaliste ed in particolare a
favore dei diritti degli animali. Ad esempio ha dichiarato: «In un'epoca
in cui l'umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari possibilità
di sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l'inquinamento) la nostra radicale
fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata ed
evidente.» Da parlamentare europeo si è battuto, tra l'altro, contro la
sperimentazione animale e contro il maltrattamento degli animali negli
allevamenti. Vita privata Vattimo ha pubblicamente dichiarato la sua
omosessualità, che concilia con la sua fede cristiana. Negli ultimi anni
d'insegnamento universitario ha infatti sviluppato una concezione di Cristianesimo
"secolarizzato", il quale, conseguentemente, non necessita di
istituzioni ecclesiastiche, fondandosi sulla kénosis, ossia sull'abbassamento e
sull'indebolimento dell'idea di Dio. Per il filosofo il non riconoscimento di
un "assoluto", inteso come una verità definitiva, porterebbe ad una
maggiore accettazione della diversità sociale e culturale. Il compagno da
11 anni di Vattimo, Sergio Mamino, storico dell'architettura, malato di tumore
ai polmoni, muore nel bagno dell'aereo che lo stava portando nei Paesi Bassi
per effettuare un'eutanasia. Ad accompagnarlo c'era con lui sull'aereo lo
stesso Vattimo. Ha collaborato con vari quotidiani italiani e stranieri
(La Stampa, L'Unità, il manifesto, Il Fatto Quotidiano, Clarín, El País), con
editoriali e riflessioni critiche su vari temi di attualità, politica e
cultura. Opere: “Il concetto di fare in Aristotele” (Giappichelli,
Torino); “Essere, storia e linguaggio in Heidegger, Filosofia, Torino);
“Ipotesi su Nietzsche” (Giappichelli, Torino); “Poesia e ontologia” (Mursia,
Milano); “Schleiermacher, filosofo dell'interpretazione” (Mursia, Milano, “Introduzione
ad Heidegger” (Laterza, Roma-Bari); “Il soggetto e la maschera” (Bompiani,
Milano); “Le avventure della differenza” (Garzanti, Milano); “Al di là del soggetto”
(Feltrinelli, Milano); “Il pensiero debole” (Feltrinelli, Milano (G. Vattimo
eA. Rovatti); “La fine della modernità” (Garzanti, Milano); “Introduzione a
Nietzsche, Laterza, Roma-Bari); “La società trasparente” (Garzanti, Milano);
“Etica dell'interpretazione” (Rosenberg & Sellier, Torino); “Filosofia al
presente” (Garzanti, Milano); “Oltre l'interpretazione” (Laterza, Roma-Bari);
“Credere di credere” (Garzanti, Milano); “Vocazione e responsabilità del filosofo”
(Il Melangolo, Genova); “Dialogo con Nietzsche” (Garzanti, Milano); “Tecnica ed
esistenza: una mappa filosofica del Novecento” (Bruno Mondadori, Milano); “Dopo
la cristianità. Per un cristianesimo non religioso” (Garzanti, Milano); “Nichilismo
ed emancipazione. Etica, politica e diritto, S. Zabala, Garzanti, Milano); “Il
socialismo ossia l'Europa, Trauben); “Il Futuro della Religione, S. Zabala,
Garzanti, Milano, “Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e
relativismo, Antonello, Transeuropa Edizioni, Massa); “Non essere Dio.
Un'autobiografia a quattro mani, Aliberti editore, Reggio Emilia, “Ecce comu.
Come si ri-diventa ciò che si era, Fazi, Roma, “Addio alla Verità, Meltemi,
2009 Introduzione all'estetica, Edizioni ETS, Pisa, “Magnificat. Un'idea di montagna,
Vivalda, “Della realtà, Garzanti, Milano,
Ha pubblicato presso Laterza un annuario filosofico a carattere
monografico (Filosofia). La sezione Filosofia ha vinto il Premio Brancati.
Vattimo a Lima, Perú. Pecoraro, "Dossier Vattimo", Rossano Pecoraro,
in: "Alceu". Rivista del Dip. di Comunicazione. Monaco, Gianni
Vattimo. Ontologia ermeneutica, cristianesimo e postmodernità, Ets, Pisa; Weiss,
Gianni Vattimo. Einführung. Vienna, Passagen Giovanni Giorgio, Il pensiero di
Gianni Vattimo. L'emancipazione della metafisica tra dialettica ed ermeneutica
(Franco Angeli, Milano); Numero della rivista A Parte Rei (Madrid), v. 54,
dedicato a Vattimo. Pensare l'attualità, cambiare il mondo, G. Chiurazzi, Bruno
Mondadori, Milano. Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio del pensiero
in Vattimo, Vitiello, Sini, Ets, Pisa L'apertura del presente. Sull'ontologia
ermeneutica di Gianni Vattimo, L. Bagetto, Tropos. Rivista di ermeneutica e
critica filosofica, anno I, numero speciale. Mario Kopić, Gianni Vattimo
Čitanka, Gianni Vattimo Reader. Zagabria, Antibarbarus. Carlos Muñoz Gutiérrez,
Daniel Mariano Leiro, Víctor Samuel Rivera.
Note: Fondazione verano centini/images/allegati/pdf/ Vattimo_Gianni.pdf Movi100 Cent'anni di Movimento Studenti di
Azione Cattolica, su movi100.azionecattolica. Claudio Gallo, Gianni Vattimo Interview, su
publicseminar.org, 11 luglio . Vattimo: viva i giustizialisti. Corro con Tonino
Di Pietro. Marco Rizzo con Gramsci alla Camera (il nipote omonimo) e il
filosofo Vattimo, nuovi iscritti al Partito Comunista. Sabato prossimo. Comitato
Centrale a Livorno, su Ilpartitocomunista, Ian Angus, Interview with Gianni
Vattimo: “Only Weak Communism Can Save Us”, su MRANSA, Italian philosopher
politician slammed as anti-Semite, su lagazzettadelmezzogiorno. 'Shoot those bastard Zionists': Italian
scholar, su thelocal Corriere della Sera, Non acquistiamo i prodotti di lì, su
archiviostorico.corriere. Repubblica -Vattimo: "Non sono un antisemita.
Solo anti-israeliano", su torino.repubblica. A Radio Radicale Il delirio
di Vattimo: «Per fargli male doveva sparare»
Il Giornale, In questo senso Cfr,
tra molti, La fine della modernità e Nichilismo ed emancipazione. Etica,
politica e diritto, dello stesso Vattimo e Niilismo e (Pós-Modernidade)
dell'italo-brasiliano Rossano Pecoraro, libro pubblicato a Rio de Janeiro e San
Paolo. Da Animali quarto mondo, in , I
diritti degli animali, L. Battaglia e S. Castignone, Ed. Centro di Bioetica,
Genova. Dichiarazione scritta sul riconoscimento dell'obiezione di coscienza
alla sperimentazione animale nell'UE, su giannivattimo. Interrogazione scritta
alla Commissione sul benessere degli animali, su Gianni vattimo. 4Vattimo:
accanimento sui gay, ma io non bacio in pubblico -- Corriere della Sera, su
corriere. «Il mio compagno voleva farla
finita Ma morì in viaggio tra le mie braccia» Corriere della Sera, su corriere.
Albo d'oro premio Brancati, su comune.zafferana etnea.ct. Pensiero debole. Blog
ufficiale, su Gianni vattimo.blogspot.com.
Gianni Vattimo, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Gianni Vattimo,
su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. Revista A parte rei, su
personales.ya.com. Vattimo in una discussione sui fatti dell'11 settembre e sul
Pensiero Unico su mito11settembre. Lezione di congedo dall'Torino di VattimoLa
verità e l’evento: dal dialogo al conflitto, su
teologiaeliberazione.blogspot.com. Credere di credere. Genesi e significato di
una conversione debole Giornale di filosofia della religione Gianni Vattimo. Un
comunista postmoderno? (di Preve) RAI Filosofia, su filosofia.rai. Keyword:
debole/forte – implicatum come communicatum debole -- Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Vattimo," The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia.
Veca (Roma). Grice: “I like Veca. Like me, he speaks of altruisn,
and he has contributed to a collective volume, “Cooperare e competere.”” Essential
Italian philosopher. Filosofo. Ha svolto un ruolo chiave nell'introduzione nel
dibattito culturale italiano dell'approccio alla filosofia politica derivato
dall'impostazione di Rawls, divenendo un punto di riferimento filosofico della
sinistra, sia come teorico che come militante. La sua formazione di tipo
analitico (sensibile quindi alle metodologie e alle questioni della filosofia
del linguaggio e della logica), insolita rispetto alla figura del teorico
politico così come tradizionalmente concepito in Italia, ha permesso alla sua
riflessione di spaziare anche negli ambiti dell'epistemologia e della
metafisica, indagandone le connessioni con l'ambito della filosofia morale e
politica. Veca da un impulso decisivo, nel dibattito filosofico italiano,
a temi quali il realismo, il problema della completezza nelle teorie
epistemiche e politiche, la giustizia globale e la sostenibilità. Studia Filosofia
a Milano, dove si laurea con una tesi in Filosofia teoretica, condotta sotto la
guida di Paci e Geymonat. Dal 1966 al 1973, è stato assistente volontario,
borsista CNR e assistente incaricato presso la cattedra di Filosofia teoretica
a Milano. -- è stato professore incaricato
di Filosofiaa Calabria. -- è stato professore incaricato di Storia delle
istituzioni e delle strutture sociali presso la Facoltà di Lettere e filosofia
di Bologna. Professore incaricato, professore incaricato stabilizzato e
professore associato di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze
Politiche di Milano. -- è stato professore straordinario di Filosofia
politica presso la Facoltà di Lettere e filosofia di Firenze. Professore
di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze politiche a Pavia. vicepreside
della Facoltà di Scienze politiche a Pavia. Dal 1999 al 2005 è stato president della
Facoltà di Scienze politiche dell'Pavia. Dal 1998 al 2005 è stato membro
del Comitato direttivo della Scuola Superiore IUSS di Pavia. rettore del
Collegio Universitario Giasone del Maino di Pavia. direttore del Centro
Inter-Dipartimentale di Studi e Ricerche in Filosofia sociale a Pavia. -- è
stato prorettore per la didattica dell'Pavia. Dal 2003 al 2006 è stato
componente del Consiglio di amministrazione della Fondazione Romagnosi di Pavia
e del Comitato scientifico dell’European Centre for Training and Research in
Earthquake Engineering presso l'Pavia. Ha fatto parte del Consiglio
d'amministrazione dell'Istituto italiano di scienze umane di Firenze. -- è
stato vicedirettore dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. Coordinatore
dei corsi ordinari dell'Istituto Universitario di Studi Superiori di
Pavia. Dal al è prorettore vicario dell'Istituto
Universitario di Studi Superiori di Pavia. Dal 2006 al è Professore di Filosofia politica presso
l'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia. Conclusa la sua
carriera accademica nel , Veca attualmente insegna Filosofia politica nelle
Classi di Scienze umane e Scienze sociali dell'Istituto Universitario di Studi
Superiori di Pavia. Nella sua lunga carriera Veca ha tenuto seminari e
cicli di lezioni all'Cambridge (Christ's), a San Paolo, all'Campinas, a'Bogotà,
all'Evora, alla Sorbonne, all'Grenoble, all'Istituto Universitario Europeo. Ha
svolto un'intensa attività di consulenza e direzione editoriale. Ha assunto,
grazie a un invito del prof. Giuseppe Del Bo, la direzione scientifica della
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano. -- è stato presidente della
Fondazione Feltrinelli, promuovendo lo sviluppo del suo Centro di Scienza
politica. Direttore degli "Annali" della Fondazione, Veca ha
impegnato l'istituzione in una ampia gamma di attività di ricerca,
documentazione e pubblicazione nell'ambito della teoria politica e sociale
contemporanea che perseguono lo scopo di coniugare la tradizione della ricerca
storico-sociale con l'innovazione dei metodi e degli esiti della teoria
normativa e descrittiva della politica. Ha coordinato le attività del Seminario
annuale di Filosofia politica, promosso dalla Feltrinelli in collaborazione con
il Centro Studi Politici "Paolo Farneti" di Torino e la Scuola
Normale Superiore di Pisa. Nel 2000 avvia il progetto della “Biblioteca
europea” della Fondazione Feltrinelli, di cui è attualmente direttore. Nel è stato designato Presidente onorario della
Fondazione Feltrinelli ed è direttore scientifico del suo Laboratorio
Expo. Veca è inoltre stato condirettore di Aut Aut con Enzo Paci e P.A.
Rovatti. Ha diretto la collana Readings per l'Università della Casa editrice
Feltrinelli, di cui è consulente per la saggistica nel campo della filosofia e
della teoria politica e sociale. -- è stato consulente della saggistica de il
Saggiatore, di cui ha diretto, con Marco Mondadori, la collana Theoria.
Fa parte o ha fatto parte del comitato scientifico o di direzione di riviste
quali "Rassegna italiana di sociologia", "Teoria politica",
"Biblioteca della libertà", "Transizione", "Etica
degli affari", "Iride", "European Journal of
Philosophy", "Filosofia e questioni pubbliche",
"Reset", "Quaderni di Scienza politica", "Il
Politico", "Rivista di filosofia", “Italianieuropei”. È
attualmente direttore de “Il giornale di Socrate al caffè. Bimestrale di
cultura e conversazione civile”. Nel
è curatore scientifico della Carta di Milano per Expo . Ruoli ed
incarichi Fa parte del Comitato direttivo di "Politeia", Centro per
la ricerca e la formazione in politica ed etica diMilano, di cui è stato uno
dei fondatori. È stato componente del Comitato etico dell'IstitutoEuropeo di
Oncologia di Milano e del Comitato etico dell'Istituto Mondino di Pavia. Ha
fatto parte del Comitato scientifico della Fondazione Rosselli di Torino. -- è
stato coordinatore del Comitato Scientifico della ARIF (Associazione per la
ricerca e l'insegnamento della filosofia). Ha fatto parte del Consiglio
direttivo nazionale della Società Filosofica italiana. È stato componente del
Consiglio nazionale presso il Ministero dei Beni culturali e ambientali.
-- è stato presidente dell'Associazione
“I quattro cavalieri” che ha promosso le attività dell’ensemble cameristico “I
solisti di Pavia”, diretto dal maestro Enrico Dindo.-- è componente del
Comitato generale Premi della Fondazione Balzan “Premio” di Milano. Dal
2006 è presidente della Fondazione Campus di Lucca. -- è stato direttore delle Scuole di formazione
politica dell'Associazione “Libertà e giustizia”. -- è stato presidente della Fondazione Paolo
GrassiLa voce della culturadi Milano. Dal 2009 è Presidente del Comitato
Generale Premi della Fondazione Balzan di Milano. -- è membro del Comitato
dei Garanti della Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova.
Dal è socio corrispondente residente
della Classe di Scienze morali dell'Istituto lombardo di scienze e lettere.
Dal è consigliere della Fondazione del
Centenario della BSI di Lugano. Dal è
membro del Comitato Scientifico della Fondazione Gualtiero Marchesi. Dal è Accademico corrispondente non residente
della Classe di Scienze Morali dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di
Bologna. Dal è designato dall'Pavia
quale Garante dei diritti degli studenti. Dal
è presidente della Casa della Cultura di Milano. Dal è socio corrispondente non residente
dell'Accademia delle Scienze di Torino. Dal è membro effettivo dell'Istituto Lombardo di
Lettere e Scienze e componente del Comitato dei Garanti del FAI. Premi
Nel 1998 ha ricevuto il Premio Castiglioncellosezione di filosofiaper il libro
Dell'incertezza e gli è stata conferita, con decreto del Presidente della
Repubblica, la medaglia d'oro e il diploma di prima classe, riservati ai
Benemeriti della Scienza e della Cultura. Ha ricevuto il premio dell'Accademia
di Carrara per il libro La filosofia politica. Ha ricevuto il premio per
la filosofia “Viaggio a Siracusa” per il libro La priorità del male e l'offerta
filosofica. Ha ricevuto il premio “Ponte per la cultura” della Fondazione
Europea Guido Venosta per il libro Etica e verità. Nel gli è stata conferita la medaglia d'oro di
benemerenza civica dal Comune di Milano. Nella filosofia di Veca sono
individuabili tre fasi distinte. La prima fase della sua ricerca è stata
dedicata a questioni di teoria della conoscenza o di epistemologia. Pubblica
“Fondazione e modalità in Kant” e numerosi saggi su problemi di filosofia della
logica, della matematica e della fisica in Whitehead, Frege, Cassirer e Quine.
Il centro di interesse scientifico di Veca si sposta sulle teorie di Marx in
rapporto alle scienze economiche, sociali e politiche, delineando una seconda fase
i cui esiti sono formulati in “Marx e la critica dell'economia politica” e,
soprattutto, “Il programma scientifico di Marx.” Si impegna in un
programma di ricerca nell'ambito della filosofia politica influenzato dalla
prospettiva della teoria normativa della politica. Dopo “Le mosse della
ragione,” introduce la discussione sulla giustizia con “La società giusta” ed
elabora e sviluppa la sua prospettiva teorica in “Questioni di giustizia” e “Una
filosofia pubblica.” Veca dedica un saggio divulgativo agli esiti di questa
fase della sua ricerca, “L'altruismo.” Gli sviluppi successivi della sua
ricerca, orientata al problema dei rapporti fra teoria normativa e teoria
descrittiva della politica e incentrata sulla questione del pluralismo come
fatto e come valore per la teoria democratica, sono rinvenibile in “Libertà e
eguaglianza.” Una prospettiva filosofica in Progetto Ottantanove, nin Etica e
politica e, in particolare in “Cittadinanza: riflessioni filosofiche sull'idea
di emancipazione.” Veca lavora alla stesura di tre meditazioni filosofiche
intorno a questioni di verità, giustizia e identità, in cui estende la gamma
dei suoi interessi teorici rispetto ai lavori degli anni Ottanta. Sviluppando
una serie di idee originariamente presentate in Questioni di vita e
conversazioni filosofiche, gli esiti di questa ricerca sono contenuti in
“L’incertezza.” Pubblica “L'idea di giustizia da Platone ad oggi.” Pubblica un saggio
di filosofia sociale e politica, “La lealtà civile: un messaggio nella bottiglia”
e un saggio dedicato alla interpretazione e alla ricostruzione della teoria
politica normative, “La filosofia politica.” Pubblica “La penultima parola e
altri enigmi. Questioni di filosofia” in cui sono approfonditi alcuni esiti di
Dell'incertezza ed è affrontata, nella prima parte, la questione meta-teorica
della relazione fra l'attività filosofica e la sua storia nel tempo. Pubblica “Il
bello e gli oppressi: ll'idea di giustizia” in cui sono presentate alcune idee
di base per una teoria della giustizia globale. Presenta la sua prospettiva
filosofica in un saggio divulgativo, “Il giardino delle idee: passi nel mondo
della filosofia.” Pubblica “La priorità del male e l'offerta filosofica, in cui
sviluppa e approfondisce le questioni di una teoria della giustizia globale e
mette a fuoco, fra l'altro, le connessioni fra l'offerta di filosofia politica
e le circostanze e i soggetti di politica. Pubblica “Le cose della vita:
congetture, conversazioni e lezioni personali,” in cui estende l'esame delle
questioni di vita, inteso come tentativo di autoritratto, e lo connette al
problema dell'eredità intellettuale, nel senso della dimensione storica del
sapere filosofico. Pubblica “Dizionario minimo. Per la convivenza
democratica,” in cui esamina e discute alcuni temi fondamentali per
l'interpretazione e la valutazione della forma di vita democratica, sulla base
di una tesi sulla natura della libertà democratica. Pubblica “Etica e verità”
in cui sono raccolti saggi incentrati sui rapporti fra la crescita dell'impresa
scientifica e i nostri criteri di giudizio etico, e Quattro lezioni sull'idea
di incompletezza, in cui presenta i primi risultati di una ricerca filosofica
sull'idea di incompletezza, messa a fuoco in distinti domini di applicazione,
quali quello della interpretazione, della giustificazione e della
dimostrazione. Pubblica “Incompletezza,” in cui espone gli esiti delle sue
ricerche filosofiche cercando di esplicitarne la coerenza e la connessione con
l’incertezza. In “L'immaginazione filosofica” sviluppa la tesi conclusive del
contributo all'idea di incompletezza e sullo sfondo di una definizione delle
principali linee della propria ricerca filosofica. In “Un'idea di laicità”
propone un argomento a favore della laicità delle istituzioni e delle scelte
sociali basato su un'interpretazione della natura della libertà democratica e del
fatto del pluralismo. In “Non c'è alternativa. Falso!” mette a fuoco, in
una prospettiva filosofica, alcuni aspetti rilevanti della crisi economica
strutturale e dei rapporti fra capitalismo e democrazia rappresentativa. In
“La gran città del genere umano” tratta temi differenti accomunati dalla
prospettiva globale “degli occhi del resto d'umanità”. In “La barca di Neurath”
affronta questioni epistemologiche, normative e meta-filosofiche sullo sfondo
dell’incertezza e dell'incompletezza. -- è curatore del volume degli
Annali della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Laboratorio Expo. “Il senso
della possibilità, dove Veca, raccogliendo intuizioni sviluppate in quegli anni
nelle lezioni presso la Scuola Superiore IUSS di Pavia, espone il suo interesse
per la l'interpretazione filosofica delle modalità. In particolare, per Veca le
questioni metafisiche delle modalità (specie il confronto tra mondo attuale e
mondi possibili, esaminando le differenti posizioni di Kripke, Lewis, e Armstrong)
costituirebbero la chiave di volta filosofica a cui si riconducono le questioni
normative ed ontologiche relative all'epistemologia, all'etica e alla politica
esposte nel saggio sull’incompletezza e sull’incertezza. In particolare, la
distinzione tra mondi possibili e realtà modale, che fornirebbe una fondazione alla
compatibilità tra costruttivismo griceiano e realismo , proposta in chiusura,
può considerarsi l'apertura di una nuova fase del pensiero di Veca, stavolta di
stampo prettamente metafisico, e che si ricollega peraltro all'interesse per le
modalità centrale nella sua opera prima. Altre opere: “Fondazione e
modalità in Kant” (Milano, Il Saggiatore); “Marx e le critiche dell'economia”
(Milano, Il Saggiatore); “Il programma scientifico di Marx” (Milano, Il
Saggiatore); “Le mosse della ragione” (Milano, Il Saggiatore); “La società
giusta: argomenti per il contrattualismo” (Milano, Il Saggiatore); “Crisi della
democrazia e neo-contrattualismo” (Roma, Riuniti); “Questioni di giustizia”
(Parma, Pratiche); “Co-operare e competere” (Milano, Feltrinelli); “Una
filosofia pubblica” (Milano, Feltrinelli); “L'Altruismo” (Milano, Garzanti); “Etica
e politica” (Milano, Garzanti); “Progetto Ottantanove” (Milano, Il Saggiatore);
“Cittadinanza. Riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione” (Milano,
Feltrinelli); “Questioni di vita e conversazioni filosofiche” (Milano, BUR,
Biblioteca Universale Rizzoli); “Questioni di giustizia. Corso di filosofia politica.
Torino, Einaudi, Europa Universitas. Tre
saggi sull'impresa scientifica europea, Milano, Feltrinelli, Filosofia,
politica, società. Annali di etica pubblica, Roma, Donzelli, L'Idea di giustizia da Platone a Rawls, Roma-Bari,
Laterza, Dell'incertezza. Milano, Feltrinelli, La politica e l'amicizia,
Milano, Edizioni lavoro, Della lealtà civile: un messaggio nella bottiglia.
Milano, Feltrinelli, La penultima parola e altri enigmi. Roma-Bari, Laterza, La
filosofia politica. Roma-Bari, Laterza, La bellezza e gli oppressi: sull'idea
di giustizia. Milano, Feltrinelli, Il
giardino delle idee. Quattro passi nel mondo della filosofia. Milano,
Frassinelli, collana "I libri di Arnoldo Mosca Mondadori", La priorità del male e l'offerta filosofica” (Milano,
Feltrinelli); Le cose della vita. Congetture, conversazioni e lezioni
personali. Milano, BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, Dizionario minimo. Le
parole della filosofia per una convivenza democratica. Milano, Frassinelli, Quattro
lezioni sull'idea di incompletezza. Milano, La Scuola di Pitagora); “Etica e
verità” Milano, Giampiero Casagrande editore, collana "Attualità e
studi", L'idea di incompletezza. Quattro lezioni. Milano, Feltrinelli, Sarabanda. Oratorio in tre tempi per voce
sola. Milano, Feltrinelli, Kant. Milano,
Book Time, Tolleranza. Le virtù civili.
Milano, ASMEPA, L'immaginazione
filosofica” (Milano, Feltrinelli); “Un'idea di laicità. Bologna, il
Mulino, Ragione, giustizia, filosofia, scritti
scelti, Antonella Besussi e Anna E. Galeotti. Milano, Feltrinelli, Omnia
Mutantur. La scoperta filosofica del pluralismo culturale (Milano, Marsilio, .
Non c'è alternativa. Falso! Roma-Bari, Laterza, . La gran città del genere
umano. Milano, Mursia, . La barca di Neurath. SPisa, Scuola Normale Superiore,
. Laboratorio Expo. Milano, Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli, . Il giardino di Camilla. Milano, Mursia, .
Responsabilità-Uguaglianza-Sostenibilità. Tre parole-chiave per interpretare il
futuro (Bologna, Edizioni Dehoniane); Il senso della possibilità” Milano,
Feltrinelli); “Le virtù cardinali: prudenza, temperanza, fortezza, giustizia”
(Roma, Laterza), A proposito di Karl Marx. Milano, Fondazione Giangiacomo
Feltrinelli, . Quasi un diario. Socrate al caffè. Milano, Casagrande, “ Qualcosa
di sinistra. Idee per una politica progressista. Milano, Feltrinelli, .
Libertà. Roma, Treccani. Veca ha curato, introdotto la filosofia di Rawls,
Nozick, Dahl, Easton, Nagel, Williams, Parfit, Putnam, Walzer, Berlin, Sen,
Goodman, Arrow, Regan, Elster, Passmore, Pontara, Dunn, Larmore, MacIntyre,
Harsanyi, Hempel, Finetti, Meade, Dworkin, Axelrod, Moore, Hampshire, Pettit,
Spence, scrittore britannico Scuola di
Milano. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Salvatore Veca, Socrate al Caffè, su
socrate.apnetwork. Salvatore Veca. Biografia. Pavia. Centro di filosofia
sociale Scritti Pavia. Centro di filosofia sociale Salvatore Veca: la teoria
della giustizia RAI Filosofia
Presentazione del volume Ragione, Giustizia, Filosofia. Scritti in onore di Veca.
Keywords: altruism, Hampshire, Hart, Grice, giustizia, cooperare e competere,
altruismo – ragione – virtu capitali -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft
MS – Luigi Speranza, “Grice e Veca: la massima dell’altruismo conversazionale”
– The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Vecchio (Bologna). Essential Italian
philosopher. Interessi principali: Etica , filosofia del diritto , filosofia
politica. Influenzato a Bobbio. Vecchio, eminente italiana filosofo del diritto
del 20esimo secolo. Tra gli altri ha influenzato lBobbio. Famoso per il suo
libro giustizia. -- è stato professore a Ferrara, Sassari, Messina, Bologna e
Roma. Rettore a Roma. Inizialmente aderito al fascismo, come molti filosofi del
diritto in Italia (anche se lui stesso rimosso dal l'ideologia fascista nella
fase iniziale). Ha perso la sua cattedra per due volte e per ragioni opposte: per
mano dei fascisti perché era un Ebreo, per mano di anti-fascisti perché era
accusato di simpatizzare con il fascismo all'inizio della sua carriera. Reintegrato
nell'insegnamento durante la seconda guerra mondiale, lavora con il Secolo
d'Italia e la rivista Pages libero (pubblicazione regia di Vito Panucci). Fa parte
del comitato organizzatore di INSPE, un Istituto di ricerca che negli anni
Cinquanta e Sessanta si era opposto alla cultura marxista, la promozione di
conferenze internazionali e pubblicazioni. Fondatore e direttore del giornale
internazionale di Filosofia del Diritto. Considerato tra i maggiori interpreti
del kantismo. Criticato il positivismo, affermando che il concetto di ‘ius’ non
può essere derivata dall'osservazione dei fenomeni giuridici. A questo
proposito, le sue convinzioni concordarono con una vertenza che si stava
svolgendo in Germania tra Filosofia, Sociologia e legale Teoria generale che
sembrava di ridefinire il "filosofia del diritto" a cui Vecchio ha
attribuito questi tre compiti: compito
logica : costruire il concetto di ‘legge’ -- compito fenomenologica, che
consiste nello studio del diritto come fenomeno sociale. Compito ontologico,
che esamina la natura del ‘giusto’ -- o
"l'essenza del diritto come – dovere -- dovrebbe essere." Opere: “Senso
giuridico, La filosofico Presupposti del concetto di legge, Il concetto di
legge, Il concetto di natura e il principio di diritto, Sui principi generali
della legge, Giurisprudenza, Lezioni
Filosofia del diritto, La crisi della scienza del diritto, Storia della
Filosofia del diritto, Mutevolezza ed Eternità della legge, Gli studi sul
diritto. Del Vecchio, Giorgio treccani "Principi generali del diritto.” Vechio:
essential Italian philosopher. Grice: “Note that it is DelVecchio.” Keywords:
neo-Trasimaco, Hart, ius, kantismo, positivism, giustizia, il giusto. Refs.:
The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice, Hart, e Vecchio:
il kantianismo dell’ ‘ius.’”
Vedovelli Roma. Essential Italian philosopher. Filosofo.
Rettore a Siena, assessore alla cultura del Comune di Siena. Laureato in
filosofia a Roma è Professore a Siena, dove ha assunto la carica di Rettore.
Precedentemente ha svolto attività di ricerca e di docenza a Heidelberg,
Calabria, Roma, e Pavia. I suoi settori
di ricerca si muovono nell'ambito della glossologia, la semiotica, la
sociolinguistica e la linguistica acquisizionale. Ha introdotto il concetto di
lingua immigrata. Le sue ricerche si concentrano sull'insegnamento e
apprendimento delle lingue in contesto migratorio. È autore di un commento al Quadro comune
europeo di riferimento per l'insegnamento delle lingue e co-autore della
ricerca Italiano, indagine motivazionale sui pubblici dell'italiano all'estero,
realizzata sotto la guida di Mauro. È
stato il fondatore e primo direttore della Certificazione di Italiano come
Lingua Straniera, e del Centro di Eccellenza della Ricerca Osservatorio
linguistico dell'italiano diffuso fra stranieri e delle lingue immigrate in
Italia, istituiti a Siena. Opere: “Lessico
di frequenza dell'italiano parlato” (Milano, IBMEtas, Italiano, I pubblici e le motivazioni
dell'italiano diffuso tra stranieri, Roma, Bulzoni, Guida all'italiano per
stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Roma,
Carocci, L'italiano degli stranieri,
Roma, Carocci, Lingua in giallo. Analfabeti, criminali, sordomuti,
certificazioni di lingua straniera, Perugia, Guerra, Storia linguistica
dell'emigrazione italiana nel mondo, Roma, Carocci, Siena Certificazione CILS
Linguistica educativa Glottodidattica Semiotica
Registrazioni di Massimo Vedovelli, su RadioRadicale, Radio Radicale.
Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice e
Vedovelli” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Vegetti (Milano). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Professore a Pavia. Si laureò a Pavia con una tesi, “La
storiografia diTucidide,” quale alunno del Collegio Ghislieri. Libero docente e
successivamente professore incaricato in Storia della filosofia antica, fu Professore
di questa disciplina a Pavia dove ricoprì più volte il ruolo di direttore nel
Dipartimento di Filosofia. Fu docente
presso la Scuola Superiore IUSS di Pavia e la Scuola Europea di Studi Avanzati
dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli. Membro del Collegium
Politicum e socio dell'Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli, e
dell'Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere. Vegetti condivise il lavoro intellettuale e
l'impegno sociale con Finzi. Vegetti si dedicò alla filosofia greco-romana, secondo
l'insegnamento del suo maestro Geymonat. Fa studi sulla medicina e sulla biologia
da Ippocrate a Galeno. Fu il primo in
Italia a impartire un corso di storia della filosofia antica che prendesse in
considerazione i riferimenti alla storia della scienza, particolarmente in
ambito greco-romano. Nella ricerca della connessione fra scienze e filosofia,
seguì la metodologia di Geymonat. Il campo d'indagine approfondito da Vegetti
consistette nello studio degli aspetti etici e politici della filosofia, in
particolare il platonismo, il aristotelismo, e lo stoicismo, in rapporto con
l'ambito sociale ed ideologico della cultura greco-romana. Relativamente
all'etica, che assimila l'ordine stabilito dalla legge morale e politica con
l'ordine naturale insito nel kósmos, l'universo ordinato, Vegetti ritenne che
si configurasse per la prima volta nell' “Iliade” proseguendo poi nella
riflessione orfica-pitagorica sull'anima. Apprezzato per i suoi studi su
Platone, Aristotele, Ippocrate, Galeno e
sull'etica. Opere: “Il coltello e lo stilo” (Il Saggiatore, Milano); “Tra Edipo
e Euclide” (Il Saggiatore, Milano); “L'etica degli antichi” (Laterza, Roma-Bari);
“La medicina platonica” (Il Cardo, Venezia); “La Repubblica platonica” (Napoli,
Bibliopolis); “Il platonismo” (ed. Einaudi); “Socrate incontra Marx. Lo Straniero
di Treviri, ed. Guida; “Guida alla lettura della Repubblica di Platone,
Laterza, Roma-Bari); “Un paradigma in cielo. Platone politico da Aristotele al
Novecento, ed. Carocci. Vegetti collabora in: “Marxismo e società antica”
(Feltrinelli, Milano); “Oralità, scrittura, spettacolo” Boringhieri, Torino, Il sapere degli antichi, Boringhieri, Torino, L'esperienza
religiosa antica, Boringhieri, Torino (con Gabriele Giannantoni) La scienza
ellenistica, Bibliopolis, Napoli, 1984. (conManuli) Le opere psicologiche di
Galeno, Bibliopolis, Napoli, 1988. Nuove antichità, "Aut Aut", 184-"Dialoghi
con gli antichi", Sankt Augustio. Ha tradotto Ippocrate, Opere, M. Vegetti, UTET, Torino,
II edizione, Aristotele, Opere biologiche, D. Lanza e M. Vegetti, UTET, Torino,
II edizione, Galeno, Opere, I. Garofalo e M. Vegetti, UTET, Torino, Platone,
Repubblica, M. Vegetti, Libri I-III, Dipartimento di Filosofia dell'Pavia, 2
voll. "Platone, Repubblica", M.Vegetti, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli,
Milano. “Nell'ombra di Theuth: dinamiche della scrittura in Platone, in Sapere
e scrittura in Grecia, M. Detienne, Laterza, Roma- Bari); “Tra il sapere e la pratica:
la medicina ellenistica” in Storia del sapere medico occidentale M. Grmek,
Laterza, Roma-Bari. “L' idea del bene nella Repubblica di Platone, in "Discipline
filosofiche", Passioni antiche: l'io collerico, in Storia delle passioni
S. Vegetti Finzi, Laterza, Roma- Bari. Curato inoltre, per Zanichelli, “Filosofie
e società.” Biografia su Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche,
su emsf.rai. Mario Vegetti, Silvia
Vegetti Finzi, Anna Lia Celli, Fare società, ed. Einaudi Entrambi collaboratori della rivista Iride
delle edizioni del Mulino. Biografia su Enciclopedia multimediale delle scienze
filosofiche, su emsf.rai. 6 maggio 5
marzo 2007). Morto Mario Vegetti,
filosofo studioso di Platone, su corriere.
G. Curci, Intervista alla prof.ssa Gastaldi, in ricordo del maestro
Vegetti, su necrologie.laprovinciapavese.gelocal. Enciclopedia Treccani alla
voce "Galeno" Intervista Antonio Carioti, "Critico il Platone di
Reale, il marxismo non c'entra", intervista di Mario Vegetti, Corriere
della Sera, Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Mario Vegetti,
. Pubblicazioni su Persée, Ministère de
l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation. Registrazioni su RadioRadicale, Radio
Radicale. L'etica e la filosofia antica, su emsf.rai. La retorica e la
persuasione, su emsf.rai. La medicina greca. Aristotele. I pitagorici.
Socrate., su emsf.rai. L'etica in Platone e Aristotele, su emsf.rai. Mario
Vegetti: il primato del filosofo per Aristotele, sul RAI filosofia, su filosofia.rai. Keywords:
ariskant, plathegel. -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi
Speranza, “Grice e Vegetti e il platonismo oxoniense di Pater” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Venanzio. Essentail Italian philosopher. Filosofo. Luigi Carrer. Pietose esequie per lui si
celebrarono nella Basilica di San Marco, e il dolore apparve su tutti i volti,
qual era in tutti i cuori, solenne e profondo; ed il Municipio di Venezia gli
decretò sepoltura propria ed iscrizione monumentale nel comunale cimiterio.
Così quella feconda vita innanzi tempo si spense e la gloria dell'estinto ormai
più non dura che nella memoria delle sue virtù e nella splendida bellezza delle
sue opere. Sventura acerbissima! che privò la patria di un cospicuo decoro e
tolse alla italiana letteratura di cogliere il pieno frutto dei nobili studj di
un tanto scrittore, ed a questo di godere più a lungo, dopo i sofferti
infortunj, il meritato riposo e e ben conseguite ricompense. (dal Comentario
della vita e delle opere di Luigi Carrer, in Luigi Carrer, Poesie, Le Monnier,
Firenze, 1854) 1Sulla eccellenza dei
prosatori del secolo XVII 1.1Incipit 1.2 Citazioni 2 Sulla eccellenza dei prosatori
del secolo XVII Incipit Chhiunque alle prime origini ed alle rarie vicende
della italiana letteratura volga la mente, scorgerà dì leggieri, che ogni epoca
di essa è renduta dalle altre singolare da pregi non solo segnalati in se
stessi, ma eziandio ai progressi della letteratura medesima in partìcolar modo
accomodati; cosicché, mentre le altre nazioni la maggior loro gloria in un solo
secolo ripongono, la nostra può a giusto diritto di molti egualmente vantarsi.
Amore ardentissimo di patria, zelo di libertà e quel senso squisito del bello
che alla prima aurora della civiltà corse a risvegliare gli animi per lungo
sonno inoperosi, mossero i nostri padri del trecento a fondare la lingua e la
letteratura italiana; e tanta fu la fiamma allora accesa nei petti sdegnosi
dell'antica barbarie, che sursero ad un tratto quei miracoli di sapere e
d'ingegno, Dante, Petrarca, e Boccaccio ; ai quali tenne dietro la onorata
comitiva dei Villani, dei Cavalca, dei Passavanti, dei Compagni, e di parecchi
illustri Volgarizzatori, dalle cui scritture la purissima vena discorre dell'italiano
favellare. E nella eccelsa carriera,
dappertutto, ed alla testa di tutti si mostra il Galileo; spirito che più che a
decoro della sua patria e del suo secolo parve nato a lume ed a stupore
dell'universo. Ch'egli pensò e previdde come Bacone, ma con alacrità inoltrossi
pel sentiero che quegli aveva soltanto additato; dubitò come Cartesio, ma alle
opinioni rivocate in dubbio non sostituì come quello vane chimere e sognate
ipotesi; osservò e scoprì come Newton ; ma la progressione dei tempi riservò al
filosofo inglese il vanto di dare il suo nome al grande sistema per cui
l'italiano aveva in gran parte approntato i materiali. Imperciocchè dopo avere
in terra stabilite le leggi della caduta dei gravi, delle velocità, delle
resistenze, delle percosse, e dopo aver per così dire valutati i corpi in
numero, peso e misura, colla pupilla armata del telescopio da lui forse
inventato e certamente perfezionato speculò arditamente nel cielo, ed ivi con invitta
forza stabilì l'impero del sole ed il nostro mondo gli rese soggetto, vide
valli e monti nella luna, vide di nuove stelle risplendere il firmamento, e
Giove che prima per solitaria via moveva deserto fornì d'astri seguaci, ed il
vaghissimo volto di Venere a seconda dei tempi e delle vicende fece che in vari
aspetti ai cupid'occhi si mostrasse: felice! chè le opere ed i trovati
mostrarono quanto in lui vi fosse di divino, le sole sventure quanto di
mortale. Il Dizionario della Crusca è il solo da cui e precettori e discepoli
trar possano norme e soccorsi, serbiamo con ogni cura intatta la fede e la
dignità di questo libro reverendo; e non feriamone l'autorità coll'arme del
ridicolo. Gli alti pensieri, lo stile acconcio e severo e le scelte ed
accresciute parole costituiscono le qualità distintive delle prose dei buoni
scrittori del seicento; per le quali la lingua italiana giunse in quel secolo
ad un vigore e ad un nerbo, che fra le splendide pompe e le floride eleganze
del secolo antecedente non aveva forse saputo acquistare. (p. 349) A niuno
inferiore e superiore a molti è Francesco Redi, e sia che il proprio animo
manifesti nella epistolare corrispondenza, sia che della inferma salute de'
suoi ammalati discorra, sia ch'espenga le sue gravissime osservazioni alla
istoria naturale pertinenti, sia che si applichi ad illustrare la patria
favella ed a risolverne le più sottili questioni, dagli altri di lunga mano si
distingue per la spontanea leggiadria con cui le scritture condisce senza
renderle affettate o leziose, per le grazie ingenue e festive di cui le sparge,
pel patrimonio prezioso di schiette e adequate parole di cui le arricchisce,
esoprattutto per certi ritorcimenti e per certe giudiziose piegature con cui
nuovi significati e vaghezza nuova alle voci radicali sa dare. Girolamo Venanzio, Sulla eccellenza dei
prosatori del secolo XVII, in Memorie scientifiche e letterarie dell'Ateneo di
Treviso, Tipografia Francesco Andreola, Treviso. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice e Venanzio” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria.
Vera (Amelia). Essential Italian philosopher. Senatore
del Regno d'Italia Legislature XIII. Filosofo. Grice: “One of my favourite
unpublications is “Absolutes,” which took its inspiration from a little tract
by Vera which was especially influential on Flaubert, “Il problema
dell’assoluto.” Strawson remarked: “it was a boojum, you see!” -- Fu senatore
del Regno d'Italia nella XIII legislatura. Compì i suoi studi alla
Sapienza di Roma, terminandoli alla Sorbona di Parigi. Mostrò subito un immenso
talento per l'insegnamento, caratterizzato da lucidità di esposizione e genuino
spirito filosofico, reggendo dal 1839 al 1850 svariate cattedre in città
importanti della Francia e della Svizzera. Il colpo di Stato di Napoleone
III lo costrinse a rifugiarsi in Inghilterra a causa delle sue idee eterodosse.
Qui intraprese la stesura in francese dell’“Introduzione alla filosofia” di Hegel.
Tornò in Italia, riuscendo a diventare il più geniale e originale comunicatore
della filosofia di Hegel, insegnando storia della filosofia dapprima all'Accademia
di Milano, e poi, su invito di Francesco De Sanctis, a Napoli. Continuò a
intrattenere scambi fecondi con la Società Filosofica di Berlino e con gli
ambienti hegeliani tedeschi e francesi. Divenne socio nazionale dell'Accademia
dei Lincei. Fu suo fedelissimo allievo Mariano. Fu durante i suoi
studi con Cousin a Parigi che Vera arrivò a conoscere la filosofia, risentendo
fortemente dell'hegelismo allora in voga, di cui diventerà in Italia promotore
indiscusso. Si deve infatti a Vera il risveglio in Italia dell'interesse
per la filosofia idealista ed hegeliana in particolare, anche se egli godette
di maggior fortuna all'estero, mentre ebbe un influsso molto minore in patria
rispetto a quello esercitato ad esempio dai lavori di Spaventa. A differenza di
Spaventa, infatti, che reinterpretò la filosofia di Hegel in chiave critica,
Vera si mantenne sostanzialmente fedele al dettato ortodosso della dottrina
hegeliana. Nelle sue opere, che esaltano la capacità di Hegel nel
collegare ogni aspetto della realtà in un sistema organico, prevale l'attenzione
per il problema religioso. Vera interpreta l'idea logica hegeliana in senso
trascendente, come il concetto di ‘dio,’ venendo per questo accostato in certa
misura alla Destra Hegeliana in Germania, sebbene una tale lettura possa
apparire una forzatura. Centrale è il primato dell'idea, che si articola
nella storia come organismo spirituale, e per attingere la quale occorre
trascendere la natura. L'idea esiste bensì anche nelle piante e negli animali,
ma in maniera incosciente. Solo nell'essere umano – la persona -- essa giunge a
pensarsi come idea, divenendo in tal modo storia, e rendendo possibile anche il
progresso delle entità collettive di personi che sussistono come una nazione.
«Finché una nazione vive nella sfera del suo essere sensibile e animale, essa
non si muove. Essa ripete ogni giorno la stessa vita e gli stessi eventi. Essa
prova sempre gli stessi bisogni. Che se non fosse possibile trascendere questa
sfera, la storia stessa non sarebbe possibile. Queste poche considerazioni ci
spingono adunque a riconoscere con più pieno convincimento che solo l'idea o
l'assoluto è il motore della nazione e dell'umanità, ovvero il principio
determinante della storia” (“Introduzione alla filosofia della storia, Le
Monnier, Firenze). La sua “Introduzione alla filosofia di Hegel” ha influenzato
Flaubert nella stesura di Bouvard e Pécuchet. In Italia invece è stato
determinante per aver stimolato, insieme a Spaventa, la nascita dell'idealismo
con Croce e Gentile. La sua opera filosofica più famosa è “Il problema
dell'Assoluto.” Si dedicò anche a tematiche giuridiche e politiche su Cavour
con Libera Chiesa in libero Stato, in cui attribuiva il ritardo del processo di
rinnovamento liberale in Italia alla mancanza, durante il suo Rinascimento, di
una Riforma luterana come quella d'oltralpe. Tesi in latino Platonis,
Aristotelis et Hegelii: de medio termino doctrina. Quaestio philosophica,
Parigi 1845 Opere in francese Problème de la certitude, tesi presentata alla
Faculté des Lettres, Parigi 1845 Introduction a la philosophie de Hegel,
Parigi-Londra, L'hégélianisme et la philosophie, Parigi 1861 Mélanges
philosophiques, Parigi Essais de philosophie hégélienne: La peine de mort.
Amour et philosophie. Introduction à la philosophie de l'histoire, Parigi, Éd.
Germer Baillière, coll. «Bibliothèque de philosophie contemporaine», 1864
Introduction a la philosophie de Hegel, Parigi 1864 Cavour et l'Église libre
dans l'État libre, Napoli-Parigi. Traduzioni in francese Georg Wilhelm
Friedrich Hegel, Logique, Parigi, Hegel, Philosophie de la Nature, Parigi, Hegel,
Philosophie de l'Esprit, Parigi 1869 David Friedrich Strauß, L'ancienne et la
nouvelle foi, Napoli, Hegel, Philosophie de la religion, Parigi. Opere in
italiano: Amore e filosofia: orazione inaugurale detta dal professore Augusto
Vera nel solenne riaprimento dell'Accademia, Milano. La pena di morte,
Parigi-Napoli, Prolusioni alla storia della filosofia e alla filosofia della
storia, Parigi-Napoli, Ricerche sulla scienza speculativa e sperimentale a
proposito delle dottrine del Calderwood e del prof. Ferrier, Parigi-Napoli 1864
Introduzione alla filosofia della storia: lezioni, Firenze 1869 Il Cavour e
libera Chiesa in libero Stato, Napoli 1871 Problema dell'assoluto, Napoli 1872
Platone e l'immortalità dell'anima, Napoli.
Saggi filosofici, Napoli. Opere in inglese An inquiry into speculative
and experimental science, with special reference to mr. Calderwood, Londra, Introduction
to Speculative Logic and Philosophy, St Louis. Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaronastrino per uniforme ordinariaCavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio
e Lazzaro Note Delio Cantimori, Augusto Vera
su Enciclopedia Italiana. Vera, su treccani.
La Civiltà cattolica, Firenze, libraio Luigi Manuelli, 1881. L'hegeliano tedesco Teodoro Sträter osservò
in proposito che Augusto Vera «sembra la degna riproduzione italo-francese di
quel tipo a cui in Germania usiamo dare il nome di vecchi hegeliani o anche di
ortodossi di stretta osservanza» (cit. in Giuseppe Tortora, Le filosofie
italiane dell'Ottocento, cap. 7 de "Le filosofie contemporanee",
Università degli Studi Federico II di Napoli).
La rinascita hegeliana a Napoli, su eleaml.altervista.org. Lezioni di A. Vera, raccolte e pubblicate con
l'approvazione dell'autore da Raffaele Mariano, cLe Monnier, Firenze,
1869. Revue Flaubert, n° 7, 2007. L'escatologia pitagorica nella tradizione
occidentale, su ritosimbolico.net.
Girolamo Cotroneo, Filosofia e storiografia, pag. 409, Rubbettino
Editore, Karl Rosenkranz, Hegel's
Naturphilosophie und die Bearbeitung derselben durch den italienischen
Philosophen Augusto Vera, Berlino 1868 Raffaele Mariano, Introduzione alla
filosofia della storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con
l'approvazione dell'autore da Raffaele Mariano, Firenze, Le Monnier, 1869
Giovanni Gentile, Augusto Vera e l'ortodossismo hegeliano, in Le origini della
filosofia contemporanea in Italia,
Messina, Delio Cantimori, «VERA, Augusto», in Enciclopedia Italiana,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, 1937 Armando Plebe,
Spaventa e Vera, Torino, Edizioni di Filosofia, Guido Oldrini, Gli hegeliani di
Napoli. Augusto Vera e la corrente ortodossa, Milano, Feltrinelli, 1964 Teresa
Cricelli, Augusto Vera e la filosofia hegeliana, IlTesto, Augusto Vera, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Vera, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Opere di Vera, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere diVera /Vera (altra versione), . Vera, su
Senatori d'Italia, Senato della Repubblica.
Vita e opere di Augusto Vera, su paolomalerba. Introduzione alla
filosofia della storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con
l'approvazione dell'autore da Raffaele Mariano, Firenze Le Monnier in Google Libri
Vercellone (Torino). Essentail Italian
philosopher. Filosofo. La filosofia di Vercellone si svolge inizialmente
intorno all’ermeneutica e il concetto di ‘classico’ – as in English ‘classy’,
in Loeb’s classy library --. Anche il nichilismo. La sua “Introduzione al
nichilismo” edito da Laterza, Roma-Bari. Continuando a muoversi intorno al rapporto tra
estetica ed ermeneutica, il suo percorso filosofico verte in seguito su ambiti
decisivi: il rapporto tra temporalità
storica e coscienza estetica, la dispersione dell'estetico; il problema del
‘pulcer’ (‘il bello’) (“Oltre il bello” – Castiglioncello, Bologna, Il Mulino);
e il concetto di ‘immagine’. Soprattutto quest'ultima linea occupa le sue
ricerche orientate sull'idea di un “radicamento estetico”. Vercellone è Professore a Torino e direttore
del Centro Inter-Universitario Inter-Dipartimentale di Ricerca sulla Morfologia
dell’Udine (dal È stato Presidente dell’Associazione Italiana degli Studiosi di
Estetica) e Vice-Presidente della Società Italiana di Estetica. Collabora con
La Stampa. Altre opere: “Identità dell' ‘antico’ – (drawing from the antique”)
– il concetto di ‘classico’” (Torino,
Rosenberg & Sellier); “Apparenza e interpretazione” (Milano, Guerini e
Associati); “Pervasività dell’arte: Ermeneutica
ed “estetizzazione” del mondo della vita” (Milano, Guerini e Associati); “Nature
del tempo. Novalis e la forma poetica del romanticismo Tedesco” (Milano,
Guerini e Associati); “Estetica dell’Ottocento, Bologna, Il Mulino); “Storia
dell’estetica moderna e contemporanea (Bologna, Il Mulino); “Morfologie del
Moderno” (Genova, Il Melangolo); “Lineamenti di storia dell’estetica. La filosofia
dell’arte da Kant al XXI secolo” (Bologna, Il Mulino); “Pensare per immagini.
Tra scienza e arte” (Milano, Bruno Mondadori); “Le ragioni della forma,
Milano-Udine, Mimesis); “Dopo la morte dell'arte, Bologna, Il Mulino); “Il
futuro dell'immagine, Bologna, Il Mulino); “Simboli della fine, Bologna, Il
Mulino . Morte dell'arte e rinascita
dell'immagine. Saggi in onore di Vercellone, Roma, Aracne. M. Perniola,
Estetica italiana contemporanea, Bompiani 16;D’Angelo, L’estetica italiana del
Novecento. Dal neoidealismo a oggi, Laterza, E. Franzini, Immagini del moderno,
in A. Bertinetto, G. Garelli , Morte dell'arte e rinascita dell'immagine. Saggi
in onore dVercellone, Roma, Aracne . G.
Vattimo, L'arte è morta, anzi no: è "dopo", Repubblica,A. Bertinetto,
G. Garelli , Morte dell'arte e rinascita dell'immagine. Saggi in onore di
Federico Vercellone. M. Belpoliti, “Tra
bello e brutto non c'è più differenza” La Stampa, R. Bodei, “Là dove rinasce il
Bello” Il Sole 24 Ore, R. Bodei, Salto nel vuoto dell'immagine, Il Sole 24 Ore,
I. Mattazzi, Aprire lo sguardo. Stili della visione in grado di agire sul reale,
Il Manifesto; M. Vallora, Nelle torri di Kiefer per trovare un senso in mezzo alle
rovine, La Stampa, VERCELLONE Federico, Università degli Studi di Torino.
Keywords: bello, estetico, immagine. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS
– Luigi Speranza, “Grice e Vercellone: l’estetico e il bello’ – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Verdiglioni (Caulonia). Essential
Italian philosopher. Filosofo. Grice: “I like Verdiglione; my favourite: his “La
congiura degli idioti” – I have used the Greek root which Boezio translated as
‘proprium’ twice in my seminar on implicature: the first to refer to ‘kick the
bucket’ as a ‘recognised idiom’ – idioma in Latin and idIoma, with stress on
the i, in the Grecian; but more importantly – since ‘recognised by who?’ – in
the next session I referred to a conversationalist using a one-off signaling
which I referred to as a ‘signalling idiolect.’ Yes, Speranza and I can be
pretty idiosyncratic!” -- Vincitore di una borsa di studio nel Collegio
Augustinianum, studia a Milano, dove si è laureato con una tesi sulla filosofia
semiotica di Pirandello. Formatosi con Lacan, pubblica con le case editrici
Marsilio, Rizzoli, Feltrinelli e Sugarco, con cui collabora. Per quest'ultima
dirige la collana "Bordi". Traduce la raccolta di testi Scilicet di
Lacan per Feltrinelli e il Seminario XXII. Con la sua casa editrice, Spirali,
pubblica testi come la traduzione del Malleus Maleficarum, Il martello delle
streghe, il manuale dell'Inquisizione per la caccia alle streghe, e in seguito,
sempre per le edizioni Spirali, pubblica alcuni testi di Bruno, come “Le ombre
delle idee” e “Cabala del cavallo pegaseo.” Traduce per Feltrinelli libri che
in Francia animano il dibattito in ambito culturale, come il saggio di Luce
Irigaray Speculum. L'altra donna edito da Feltrinelli nel 1977 nella traduzione
di Luisa Muraro, il libro di Maud Mannoni Educazione impossibile. Introduce in
Italia Kristeva; incontra anche Oury, fondatore assieme a Guattari della
clinica La borde, di cui pubblica i libri Creazione e schizofrenia, Psicosi e
logica istituzionale. “Il collettivo”, Babele e la Pentecoste. La Borde e la
scrittura della psicosi, La psicosi e il tempo. Traduce sempre per Feltrinelli
l'edizione del libro di Jean-Goux, Freud, Marx: economia e simbolico. Fonda il
Movimento Freudiano e l'attività editoriale che si chiamerà Spirali Edizioni.
Con la casa editrice Spirali, Verdiglione pubblica autori come Daniel, Lévy, Glucksmann, Halter, Arrabal, Grillet.
Esce in edicola il primo numero del mensile Spirali. Giornale di cultura, a cui
segue l'edizione francese Spirales, Il Secondo Rinascimento. Verdiglione e il
Collettivo “Semiotica e psicanalisi” organizzano a Milano, in cinque sedi
differenti, il Congresso internazionale "Sessualità e politica"
seguito dai media italiani. Partecipano molte filosofi. Sempre con il
Collettivo “Semiotica e psicanalisi”, organizza il congresso “La follia”, che
si svolge in più sedi, tra cui il Palazzo dei Congressi e il Museo della
scienza e della tecnica. Il congresso è seguito dalla stampa di vari paesi.
Intanto, inventa la “cifre-matica,” la cosiddetta scienza della parola.
Nell'Enciclopedia Rizzoli Larousse viene così definita la cifrematica:
«dottrina della parabola intesa come ‘cifra’”.
Dottrina elaborata da Verdiglione e utilizzata all'interno di esperienze
di conversazione, lettura, ecc. Secondo la cifrematica ogni parabola può essere
analizzata secondo la sua logica idiomatica – cfr. Grice, “Idioma, not
language” -- o la sua qualità cifratica, come ‘cifrema.’ C’e logica idiomatica
della relazione, dello stigma, della funzione, della operazione, e della
dimensione). C’e tre 'strutture' (struttura sintattica, struttua frastica e struttura
pragmatica – o griceiana) secondo cui ogni expression – idioma -- può essere 'de-cifrata.’ E a Milano, su invito
di Verdiglione Ionesco. Nel dicembre dello stesso anno, a un'assemblea di intellettuali
e lettori, c’e un convegno organizzato da Verdiglione, portando la
testimonianza della sua vita e della sua attività filosofica, documentata nel
libro Una vita di poesia. La sua Università internazionale del Secondo
Rinascimento acquista dalla famiglia Borromeo la Villa di Senago e il parco,
lasciati in uno stato di abbandono per oltre vent'anni. I nuovi proprietari
decidono pertanto di avviare un primo importante restauro che mira alla
salvaguardia stessa del bene. Il restauro si è protratto nel tempo, fedele a
criteri conservativi, con la collaborazione di ingegneri, esperti, architetti,
tecnici, storici e filologi che hanno lavorato, insieme, sotto la direzione
della Soprintendenza ai beni Ambientali ed Architettonici di Milano. L'attività
editoriale prosegue quanto già avviato e si indirizza soprattutto sulla
dissidenza, in particolare romanzieri. Pubblica libri di Bukovskij, Zinovev, Naghibin, Maksimov e
molti altri. L'interesse per la dissidenza lo porta a pubblicare saggisti come Suvorov,
gli ambasciatori russi in Italia Adamishin, Jurij, il teorico della perestrojka
Jakovlev, e l'ex ministro per l'energia e leader dell'opposizione di destra Nemtsov.
Oltre agli autori, pubblica dissidenti provenienti da tutto il pianeta. In
questa direzione sono stati organizzati i convegni internazionali Festival
della modernità che propongono, in ciascuna edizione, diverse tematiche
(scrittura, libertà, politica...). In questi anni prosegue il lungo
processo di restauro della Villa San Carlo Borromeo di Senago, restituendo
all'edificio la sua originaria bellezza e trasformandolo in un Palazzo del
turismo culturale e artistico, nella sede dell'Università internazionale del
Secondo Rinascimento e della casa editrice Spirali. In questi anni, la Villa è
sede di congressi, di corsi, di seminari, di riunioni di enti pubblici e
privati, italiani e stranieri, di un museo permanente e di un museo per grandi
mostre. Verdiglione ha totalizzato 10 anni e 6 mesi di carcere per reati
vari. È stato condannato a quattro anni e due mesi per truffa, tentata
estorsione e circonvenzione di incapace. Dopo un patteggiamento è stato
condannato a un anno e quattro mesi. Nel
è stato di nuovo condannato in primo grado a nove anni (e la moglie a
sette) per associazione a delinquere, frode fiscale, truffa alle banche e allo
Stato; in seguito la pena è stata ridotta a cinque anni. In tale occasione ha
causato sofferenze bancarie per 73,4 milioni: 18,3 sono in capo a Intesa
Sanpaolo, altri 25,9 milioni a Banca Etruria. Truffa, tentata estorsione e
circonvenzione di incapace Verdiglione è al centro di una serie di vicende
giudiziarie ("Affaire Verdiglione") relative all'attività sua, della
sua "Fondazione" e dei suoi collaboratori. Viene condannato a quattro
anni e due mesi di reclusione per truffa, tentata estorsione e circonvenzione
di incapace, condanna che passa in giudicato. Intellettuali di vari paesi (tra
cui Lévy, Ionesco, Arrabal, Halter, Benamou, Henric, Bukovskij, Safouan,
Xenakis, Zinovev, Mathé, Lanzmann), acquistano una pagina del quotidiano
francese Le Monde in cui pubblicano e sottoscrivono un appello rivolto al
Presidente della Repubblica italiana e ai giudici milanesi, col quale
denunciano un presunto clima di "caccia alle streghe". Il caso
Verdiglione secondo i firmatari mette in discussione le nozioni di diritto,
giustizia e libertà di parola in Italia. Daniel, direttore del Nouvel
Observateur, pubblica su la Repubblica una lettera, intitolata "Difendo
Verdiglione", rivolta al direttore del quotidiano. Il Partito Radicale
organizza un incontro internazionale in piazza Montecitorio sul Verdiglione, a
cui partecipano anche importanti esponenti del "Comitato Internazionale
per Verdiglione", promosso da Moravia, Ionesco, Lévinas, Arrabal,
Bukovskij, Lévy, Halter. La Repubblica scrive che "dopo quello di Tortora
ci sarà la sponsorizzazione da parte del PR del caso giudiziario di
Verdiglione.”. Il programma satirico Drive In lo fa conoscere anche al
grande pubblico, attraverso la parodia del "Dottor Vermilione, psicanalista
santone" impersonato da Greggio. Il caso Verdiglione è anche citato in
relazione al disegno di legge per l'abolizione del reato di circonvenzione
d'incapace (articolo 643 del codice penale). Dopo la condanna in Cassazione, la
vicenda giudiziaria si conclude con il rinvio a giudizio per i capi di imputazione
stralciati in occasione del primo procedimento giudiziario e con il definitivo
patteggiamento a una pena di un anno e 4 mesi e indennizzi di oltre 3 miliardi
di lire a ex allievi. Nel giugno si
concludono le indagini della Guardia di Finanza coordinate dalla Procura della
Repubblica di Milano: Verdiglione viene indagato per evasione fiscale in
relazione all'emissione di fatture false, e appropriazione indebita. A seguito
della richiesta avanzata dalla Procura di Milano, due dimore storiche riconducibili
al professore (tra cui la sopracitata Villa San Carlo Borromeo di Senago) per
ordinanza del Gip vengono poste sotto sequestro preventivo, pur mantenendone la
disponibilità. A meno di tre settimane di distanza il Tribunale del Riesame di
Milano annulla i decreti di sequestro concessi dal GIP Cristina Mannocci al PM
Bruna Albertini, e restituisce gli immobili alle proprietà, in quanto non
sussiste l'accusa di evasione fiscale. Si tratterebbe invece di neutralità
fiscale, in quanto l'IVA dovuta sarebbe sempre stata pari a zero (in base alle
conclusioni del giudice, sarebbero state emesse fatturazioni fittiziema
regolarmente pagatetra società facenti capo a Verdiglione, allo scopo di
ottenere crediti presso gli istituti finanziari, potendo esibire bilanci dai
quali risultano entrate ingenti, in realtà fasulle). La giudice Laura
Marchiondelli rinvia a giudizio Armando Verdiglione per associazione a
delinquere finalizzata a frode fiscale e truffa allo Stato. Nel dicembre viene condannato a nove anni per i reati di
associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale, truffa alle banche e
truffa allo Stato. Nel medesimo processo vengono emesse condanne anche a carico
della moglie Cristina Frua De Angeli e di due sue società, intanto fallite.
Viene altresì disposta la confisca, fino ad un valore equivalente
rispettivamente di 100 milioni e 10 milioni di euro, di beni come la storica
dimora trecentesca Villa San Carlo Borromeo a Senago con 10 ettari di
parco[39]. Nel maggio , la sentenza di secondo grado conferma la prima,
nonostante che Procuratore generale, nella sua requisitoria, abbia chiesto
"l'annullamento della sentenza di primo grado per assoluta
indeterminatezza e intrinseca contradditorietà delle accuse". Nel la condanna a cinque anni di reclusione diventa
esecutiva. Controversie sul pensiero di Verdiglione e sulla cifrematica Negli
anni ottanta, nel pieno delle inchieste giudiziarie, l'associazione da lui
fondata viene definita setta[41] dallo psicoterapeuta infantile Claudio Foti.
Analoga affermazione fu fatta nel 2006 da Patrizia Calefato, professoressa
associata di sociolinguistica, che così si espresse in un'intervista per un
quotidiano locale in occasione dell'incontro con Verdiglione organizzato a Bari
da Ponzio, Professore di filosofia del linguaggio, intitolato "La cifra
del Levante". Musatti, considerato il fondatore della psicanalisi
italiana, provava una profonda avversione per Verdiglione che etichettò come
"“il magliaro di Caulonia” e come "cialtrone". Verdiglione
ha ospitato come relatori, nell'ambito di alcuni congressi organizzati alla
Villa San Carlo Borromeo, autori come Duesberg (virologo statunitense, scopritore
dei retrovirus) e Rasnick (biologo statunitense) che negano l'esistenza
dell'AIDS, sostenendo che gli ammalati di tale morbo morissero in realtà sia a
causa dell'assunzione di droghe sintetiche fortemente immune-soppressive sia a
causa delle cure che erano loro imposte nella prima fase sperimentale, dove si
ricorreva all'utilizzo di farmaci come l'AZT, originariamente sintetizzato a
scopo antineoplastico e poi abbandonato per l'elevata tossicità. Opere: “Il
carcere. La questione della parola, Associazione Amici di Spirali, Ur-kommunismus. La paura della parola,
Associazione Amici di Spirali, La grammatica
dello spirito. L'androgino trinitario e la bilancia dell'orrore, Associazione
Amici di Spirali, I padroni del nulla,
Associazione Amici di Spirali,
L'Operazione guru, Associazione Amici di Spirali, La rivoluzione dell'imprenditore,
Associazione Amici di Spirali, Il bilancio
di guerra, Associazione Amici di Spirali,
In nome del nulla. L'accusa di blasfemia, Associazione Amici di
Spirali, Il bilancio intellettuale dell'impresa,
Associazione Amici di Spirali, Parola
mia, Spirali, La realtà intellettuale,
Spirali, L'Affaire fiscale ovvero il
dispensario del tempo, Spirali, Scrittori,
artisti, Spirali, La libertà della parola, Spirali, La politica e la sua
lingua, Spirali, La nostra salute, Spirali, Il capitale della vita, Spirali, Master dell'art ambassador, Spirali, Master
del brainworker, Spirali, Master del cifrematico, Spirali, L'interlocutore, Spirali, Il Manifesto di
cifrematica, Spirali, La rivoluzione cifrematica, Spirali, Artisti, Spirali, Il
brainworking. La direzione intellettuale. La formazione dell'imprenditore. La
ristrutturazione delle aziende, Spirali, Edipo e Cristo. La nostra saga,
Spirali, La famiglia, l'impresa, la finanza, il capitalismo intellettuale,
Spirali, Venere e Maria. La fiaba originaria, Spirali,Machiavelli, Spirali/Vel,
Vinci, Spirali/Vel, La congiura degli idioti, -- cfr. Grice, “L’idioma
dell’idiota” -- Spirali/Vel, L'albero di San Vittore, Spirali, Lettera
all'eccellentissima corte di appello, Spirali, Quale accusa?, Spirali, Processo
alla parola, Spirali, Il giardino dell'automa, Spirali, Manifesto del secondo
rinascimento, Rizzoli, Spirali, La mia industria, Rizzoli Spirali, Dio, Spirali, La peste, Spirali, La
psicanalisi questa mia avventura, Marsilio, Spirali, La dissidenza freudiana,
Feltrinelli, Spirali. Élisabeth Roudinesco, Histoire de la psychanalyse en France, 2, Paris: Le Seuil (réédition Fayard )
dal sito web italiano per la filosofia.
in . ildomenicale arretrati n. 28 % 20- %% 20luglio%07. pdf intervista a
Verdiglione per il Domenicale // miei libri/ Scienze umane Sociologia e
comunicazione Sollers-scrittore La-dissidenza-della-scrittura_3644.html[collegamento
interrotto] Jacques Lacan e altri,
Scilicet : rivista dell'école freudienne de Paris, traduzione di Armando
Verdiglione, Feltrinelli, Milano, Jacques Lacan, trad. it. di A. Verdiglione,
Il seminario XXII. R.S.I. in «Ornicar?», nn. 2-5, Venezia. Heinrich Institor
(Krämer), Jakob Sprenger, Armando Verdiglione, Il martello delle streghe. La
sessualità femminile nel "transfert" degli inquisitori, Spirali,
Milano, Giordano Bruno, Antonio Caiazza, Le ombre delle idee, Spirali, Milano,
1988[collegamento interrotto] Giordano
Bruno, Carlo Sini, Cabala del cavallo pegaseo, Spirali, Milano, Maud Mannoni,
Educazione impossibile, Feltrinelli, Milano, 1974 Spirali pubblicherà le opere La rivoluzione
del linguaggio poetico. L'avanguardia nell'ultimo scorcio del XIX secolo:
Lautrémont e Mallarmé e Poteri dell'orrore. Saggio sull'abiezione Félix Guattari
//spirali.com/books-of-Jean+Oury.php[collegamento interrotto] Jean-Joseph Goux, Freud, Marx : economia e
simbolico, introduzione e cura di Armando Verdiglione, Milano, Feltrinelli, atti
del Convegno Sessualità e politica edito da Feltrinelli[collegamento
interrotto] " 2000 partecipanti al
Congresso di Psicanalisi con tema "Sessualità e Politica", svoltosi a
Milano" Gilles Anquetil, "A
Milan, le sage congrès de la folie", Les Nouvelles Littéraires, Roger
Dadoun, "A Milan F comme Folie", La Quinzaine littéraire, Christian Descamps, "A Milan au congrès
de psychanalyse on a débattu (vivement) de “Sexe et politique”", La
Quinzaine littéraire, Congres v Milanu, “Razprave problemi”, dicembre 1976 Robert Maggiori, "La 'Jet Society'
psychanalytique reunie a Milan", Liberation, Italianistica
» » Cifrematica: di che cosa
parliamo? Enciclopedia Universale
Rizzoli Larousse, Rizzoli, Milano, Luigi
Mascheroni, il Giornale, Nicola Borzi, Etruria perde 26 milioni nel crack
Verdiglione, in Il Sole 24 ore, Verdiglione affidato al servizi sociali, la Repubblica,
in Archiviola Repubblica. "Pour Armando
Verdiglione", Le Monde, "Difendo Verdiglione", di Jean Daniel,
direttore di Le Nouvel Observateur pubblicato da la Repubblica, 1Caso
verdiglione: martedi' 8 agosto, all'hotel nazionale in piazza montecitorio, a
partire dalle ore 11.45, incontro internazionale sul tema: "il caso
verdiglione". marco pann..., su radioradicale. I radicali bocciano
pannella, la Repubblica, in Archiviola Repubblica. 27 maggio .
//legislature.camera/_dati/leg10/lavori/stampati Milano, 18 rinvii a giudizio
per la vicenda verdiglione, Repubblica » Ricerca, non profit, veridglione fa lo
sponsor e le associazione danno forfeit, la Repubblica, in Archiviola
Repubblica. Gianfrancesco Turano, Verdiglione spa, in Corriere Economia, Verdiglione,
ovvero come sposare lo sponsor e viver felici
Corriere della Sera, su milano.corriere.
Archivio Corriere della Sera, su archiviostorico.corriere. Corriere
della Sera, su archiviostorico.corriere.
Frode fiscale, 9 anni a Verdiglione confiscati beni per 110 milioni, in
Corriere della Sera. Lo psicanalista Verdiglione dai fasti degli anni ‘80 al
ritorno in carcere, su milano.corriere.
sito dell'associazione diretta da Claudio Foti, 'Verdiglione fuori
dall'Ateneo'la Repubblica, in Archiviola Repubblica. Il chiaccierato
Verdiglione, la Repubblica, in Archiviola Repubblica. cesare musattiAnalisi
laica, su Analisi laica. Italian guru, la Repubblica, in Archiviola Repubblica.
T. Szaz, La battaglia della salute , Spirali. «L'Aids non è contagioso in
nessun modo, non si trasmette né attraverso rapporti eterosessuali né
attraverso rapporti omosessuali e neanche senza rapporti, non si trasmette in
nessun modo; l'Hiv è un retrovirus che, secondo Dusberg, è innocuo."
"Muoiono per via della cura. È la cura, che li ammazza."». Dizionario di cifrematica, su dizionario di cifrematica.
Sito ufficiale, su armandoverdiglione.com. TgCom: Recenti Vicende, su
tgcom.mediaset. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza,
“Grice e Verdiglione e l’idioma dell’idiota” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria.
Vernia (Chieti). Grice: “I love Vernia, but
then any Englishman would, especially when learning that Saint Thomas (Aquino)
made such a fuss about him!” -- Essential Italian philosopher. Filosofo. Allievo
a Padova di Pergola e Thiene e successore di quest'ultimo, ebbe come collega Pomponazzi
e tra i suoi allievi Nifo e Pico. Seguace dell'ermetismo allora imperante a
Padova, curò un'edizione di Aristotele. Vernia sostenne l'unità dell'intelletto
-- dottrina poi abbandonata a causa di una condanna inflittagli dal vescovo di
Padova), l'autonomia della fisica rispetto alla meta-fisica, e la superiorità
della scienza della natura sulle scienze dell'uomo. Opere: “Contra perversam Averrois opinionem
de unitate intellectus et de animae felicitate”; “De unitate intellectus et de
animae felicitate”; “Expositio in Posteriorum capitulum secundum in fine”; “Expositio
in Posteriorum librum priorem”; “Quaestio de gravibus et levibus”; “Quaestio de
rationibus seminalibus”; “Quaestio de unitate intellectus”; “Quaestio in De
anima Ennio De Bellis, L’aristotelismo
Firenze, Leo S. Olschki editore, TreccaniEnciclopedie Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Nicoletto Mathematics Genealogy Project, North Dakota State
University. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice
e Vernia: viva Aristotele!” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria.
Veronelli (Milano). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Veronelli viene ricordato come una delle figure
centrali nella valorizzazione e nella diffusione del patrimonio eno-gastronomico.
Antesignano di espressioni e punti di vista che poi sono entrati nell'uso
comune e protagonista di caparbie battaglie per la preservazione delle
diversità nel campo della produzione agricola e alimentare, attraverso la
creazione delle “denominazioni comunali,” le battaglie a fianco delle
amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al dettaglio. Veronelli assieme
ad alcuni sommelier F.I.S.A.R. Era originario del quartiere Isola di Milano.
Dopo il R. Ginnasio Parini, compie studi di filosofia a Milano, diventando
assistente di Bariè. Si professa per tutta la vita di fede anarchica,
rifacendosi anche alle ultime lezioni tenute da Croce a Milano. Inizia
l'esperienza di editore, pubblicando tre riviste: I problemi del
socialismo Il pensiero Il gastronomo. Pubblica La questione sociale di Proudhon
e Historiettes, contes et fabliaux di De Sade; per quest'ultima viene
condannato, insieme a Manfredi (autore dei disegni, poi assolto), a tre mesi di
reclusione per il reato di pornografia (l'opera di De Sade sarà poi messa al
rogo nel cortile della procura di Varese). Negli anni ottanta subisce anche una
condanna di sei mesi di detenzione per aver istigato i contadini piemontesi
alla rivolta, con l'occupazione della stazione di Asti e dell'autostrada, per
protestare contro l'indifferenza della politica per i problemi dei contadini e
dei piccoli produttori. Diventa collaboratore de Il Giorno. L'attività
giornalistica lo impegnerà, e i suoi articoli, di stile aulico e provocatorio,
ricchi di neologismi e arcaismi, faranno scuola nel giornalismo eno-gastronomico
e no. Tra le testate cui ha collaborato vanno ricordate, oltre a Il Giorno:
Corriere della Sera, Class, Il Sommelier, Veronelli EV, Carta, Panorama, Epoca,
Amica, Capital, Week End, L'Espresso, Sorrisi e Canzoni TV, A Rivista
Anarchica, Travel e Wine Spectator, Decanter, Gran Riserva ed Enciclopedia del
Vino, The European. L'apparizione televisiva ne aumenta notevolmente la fama;
in particolare A tavola alle 7, in cui conduce il programma prima a fianco di
Scala e di Orsini, poi di Ave Ninchi, e il Viaggio Sentimentale nell'Italia dei
Vini, dove realizza l'aggiornamento, provocatorio e di denuncia, della viti-coltura
italiana, con inchieste, interviste, proposte che hanno scosso quel
mondo. L'opera La sua attività di ricerca e di approfondimento nel campo
enogastronomico lo porta alla pubblicazione di alcune opere fondamentali, anche
di carattere divulgativo. Da segnalare: I Vignaioli Storici, Cataloghi dei Vini
d'Italia, dei Vini del Mondo, degli Spumanti e degli Champagne, delle Acquaviti
e degli Oli extra-vergine, Alla ricerca dei cibi perduti, Il vino giusto, e la
collana Guide Veronelli all'Italia piacevole. Fondamentale anche la
collaborazione con Carnacina, maître e gastronomo celeberrimo e Guazzoni maître
e sommelier. Ne nascono, ad esempio, La cucina italiana e Il Carnacina. Fonda
la seconda Veronelli Editore "col puntuale obiettivo di approfondire la
classificazione dell'immenso patrimonio gastronomico italiano e contribuire ad
accrescere la conoscenza delle attrattive turistiche del paese più bello del
mondo". La casa editrice ha cessato l'attività a fine . Collabora con
Derive\Approdi scrivendo le prefazioni ad alcuni libri di carattere storico,
politico e gastronomico. L'intenso rapporto epistolare sulle pagine di
Carta con Echaurren costituisce un forte stimolo di riflessione sulle questioni
legate alla Terra e alla qualità della vita materiale per il movimento contro
la globalizzazione. Isieme ad alcuni centri sociali, tra cui La Chimica di
Verona e il Leoncavallo di Milano, al movimento Terra e libertà/Critical wine.
Sempre di questi anni le battaglie per le Denominazioni Comunali, una
salvaguardia dell'origine di un prodotto; per il prezzo-sorgente, cioè
l'identificazione del prezzo di un prodotto alimentare all'origine, per rendere
evidenti eccessivi ricarichi nei passaggi dal produttore al consumatore; per
l'olio extra vergine d'oliva, contro le prepotenze e il monopolio delle
multinazionali e le ingiustizie della legislazione per i piccoli olive-coltori. Di
idee anarchiche, si è anche interessato di questioni filosofiche, pubblicando
anche articoli su A/Rivista Anarchica e saggi. Le pubblicazioni hanno
subito il segno dei suoi interessi libertari, libertini, enogastronomici:
Racconti, novelle e novelline di de Sade (che gli procurerà una denuncia e la
condanna al rogo dei libri, tra gli ultimi roghi di libri avvenuti in
Italia), le poesie di Pagliarani, la rivista Il gastronomo e quella di filosofia
Il pensiero, poi interessante per qualche anno fu l'editore della rivista
Problemi del socialismo, diretta da Basso. In seguito mise un po' in disparte
le questionifilosofiche per concentrarsi su quelle più propriamente eno-gastronomiche
e agricole. In A-Rivista Anarchica si definisce Veronelli
l'"anarchenologo" ritenendo che l'attività di Veronelli vada
inquadrata in un ambito libertario e contro l'attività delle multinazionali agricole.
Gli anarchici della Cellula Veronelli, con l'intento di mostrare l'aspetto più
propriamente politico di Veronelli, hanno organizzato un incontro intitolato
"Veronelli politico", a cui hanno preso parte personalità del calibro
di Mura, giornalista di La Repubblica, Ferrari della Federazione Anarchica
Reggiana (promotrice dell'evento biennale, ideato nella sua prima edizione
insieme allo stesso Veronelli, Le cucine del popolo) e Tibaldi. Dagli anarchici
Veronelli è sempre stato considerato un "compagno"; Umanità Nova,
giornale anarchico, in occasione dell'anniversario della sua morte,
scrive: “Come Fabrizio De Ferré, Brassens anche Veronelli e un
libertario, un uomo colto, senza dogmi, senza ipocrisie, in perenne lotta
contro le armate schiaviste delle multinazionali. (Pagliaro, Umanità Nova, LMilano
gli attribuisce l'Ambrogino d'oro. Rassegna stampa. Articolo di Veronelli
pubblicato su A-Rivista, Lettera i giovani estremi Ha scritto un testo su Proudhon: La questione
sociale -- Veronelli politico «L'ultimo
dei vini artigianali sarà sempre migliore del primo dei vini industriali,
perché avrà un'anima» (Veronelli in Il canto della Terra). Il nostro anarchenologo Un incontro inatteso Cellula Veronelli. eronelli politico. Circolo
Cucine del Popolo, l'addio a Luigi Veronelli Archiviato il 16 giugno in .
Bosana Salsa suprema. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft – Luigi
Speranza, “Grice e Veronelli: metafisica dell’amore” – The Swimming-Pool
Library, Liguria.
Verrecchia (Vallerotonda). Essential
Italian philosopher. Filosofo. Si trasferì a Torino, dove studiò, laureandosi
in filosofia. Trascorse un certo periodo nel parco nazionale del Gran Paradiso,
considerato come il più formativo della sua vita. Lì poté contemplare in modo
disinteressato i fenomeni della natura. “Ho fatto tre università -- era solito
dire -: quella vera e propria, che non mi ha dato nulla o quasi; la
collaborazione alle pagine dei quotidiani come elzevirista, che mi ha costretto
a leggere libri che altrimenti non avrei mai letto; e infine l'università più
utile in assoluto, vale a dire il soggiorno nel Gran Paradiso a contatto con la
natura". Frutto di quel soggiorno è il saggio che contiene la sua
filosofia, potentemente aforistica. I manoscritti riaffiorati molto più tardi
spiegano la tardività della sua pubblicazione, avvenuta presso Fògolasi tratta
del Diario del Gran Paradiso. Verrecchia visse poi in Germania (soprattutto a
Berlino) e fu per lunghi anni addetto culturale all'Ambasciata d'Italia a
Vienna; collaborò alle pagine culturali di giornali italiani, tra cui Il Resto
del Carlino, La Stampa, Il Giornale. Grazie alla sua padronanza del tedesco,
collaborò stranieri (Die Presse, Die Welt). Non parlava volentieri della sua
vita privata perché, diceva,"di un filosofo ciò che interessa sono gli
teorie e non le vicissitudini personali". Traduttore di Lichtenberg, appassionato
studioso di Bruno e Nietzsche, nel suo orizzonte culturale, però, la figura che
risalta di più è senz'altro quella di Schopenhauer, da lui considerato a tutti
gli effetti un maestro da tradurre e continuare. Elementi caratteristici dei suoi scritti sono
l'irriducibile vena polemica e una sacra bilis, ma la sua prosa spicca anche
per chiarezza ed energia. La sua prosa insieme a quella di Guido Ceronetti,
Manlio Sgalambro e Sossio Giamettaè stata giudicata "la migliore prosa filosofica". Opere: “L'eretico dello spirito” (Firenze: La
Nuova Italia, Torino, Fogola); “La catastrofe di Nietzsche a Torino” (Torino:
Einaudi), “La tragedia di Nietzsche a Torino: la catastrofe del filosofo che
sognava un superuomo al di là del bene e del male (Milano: Bompiani). Incontri
viennesi (Genova: Marietti, Torino: UTET), “Cieli d'Italia (Milano: Spirali/Vel),
“Diario del Gran Paradiso (Torino: Fogola, e ristampa), “Bruno: la falena dello
spirito” (Roma: Donzelli); Rapsodia viennese: luoghi e personaggi celebri della
capitale danubiana (Roma: Donzelli), Schopenhauer e la Vispa Teresa: l'Italia,
le donne, le avventure (Roma: Donzelli), Vagabondaggi culturali (Torino:
Fogola); “La stufa dell'Anticristo: altri vagabondaggi culturali (Torino:
Fogola, ). Batracomachia di Bayeruth.
Nietzschiani contro wagneriani; Padova: il prato, Lettere Mercuriali (Torino:
Fògola, ). “Il cantore filosofo” (Firenze: Clinamen); Il mastino del Parnaso.
Elzeviri e polemiche” Firenze: Clinamen. Saggi introduttivi, traduzioni e cure
Viaggio in Italia di Mommsen (Torino:
Fogola). Libretto di consolazione (Milano: Rizzoli. Le civiltà pre-colombiane (Milano: Bompiani,).
Colloqui (Milano: Rizzoli), poi: “Il filosofo che ride” (Milano: Rizzoli), “Metafisica
dell'amore sessuale: l'amore inganno della natura” (Milano: Rizzoli, Sulla filosofia da Arthur Schopenhauer (Milano:
TEA); “Aforismi per una vita saggia” (Milano: Fabbri, poi: Milano: Rizzoli); “O
si pensa o si crede: sulla religione (Milano: Rizzoli); Lo scandaglio
dell'anima” (Milano: Rizzoli); “Breviario spiritual” (Torino: UTET, Articoli A
Bogotà c'è un erede di Montaigne. Tuttolibri de La Stampa, Allora bastava un
rospo per finire al rogo. Tuttolibri de La Stampa, Vittorio Mathieu, Tre giorni
in giallo. Tuttolibri de La Stampa, Risvolto di copertina della Rapsodia
viennese. Verrecchia, su
digilander.libero. 28 gennaio . Marco
Lanterna, Verrecchia, venerando e terribile, Pulp Libri, (ora in Marco
Lanterna, Il caleidoscopio infelice. Note sulla letteratura di fine libro, Clinamen,
critica Marco Lanterna, Il caleidoscopio infelice. Note sulla letteratura di
fine libro, Clinamen, . Ugo Dotti, I vagabondaggi culturali di Verrecchia, in
rivista (The New York Review of Books). Le
case illustri, di Lisa Elena su archivio.lastampa. 2 settembre . Addio al
filosofo Anacleto Verrecchia, di Luigia Sorrentino, su poesia.blog.rainews. L'Anticristo
goloso, di M.Rota, su piemontemese. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS
– Luigi Speranza, “Grice e Verrecchia: metafisica dell’amore” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Viano (Aosta). Esential Italian philosopher.
Filosofo. Laureatosi in Filosofia a Torino con Abbagnano, ha insegnato a Milano
e Cagliari. Ha fatto infine ritorno, in qualità di ordinario fuori ruolo di Storia
della filosofia, all'ateneo torinese. Ha fatto parte del Comitato Nazionale per
la Bio-Etica, ed è stato membro del direttivo della Rivista di filosofia e socio
nazionale dell'Accademia delle Scienze di Torino. Izgu insignito del
premio Feltrinelli per la Storia dela Filosofia. Di formazione illuminista,
Viano si è occupato di storia della filosofia antica. -- è autore di importanti
studi su Aristotele (“La logica di Aristotele”, Torino, Ed. Taylor) e
l’empirismo (“Dal razionalismo all'Illuminismo” (Einaudi, Torino); “Il pensiero
politico” (Laterza, Roma/Bari). Nel campo dell'etica, oltre a studi storici (“L'etica”
– Mondatori, Milano, “Teorie etiche”, Bollati Boringhieri, Torino), si è
dedicato a promuovere la costruzione di una bio-etica e a denunciare la
timidezza dei laici di fronte alle ingerenze del cristianesimo. Da Enrico
Mistretta, direttore editoriale della Laterza di Roma/Bari, gli fu affidata, la
direzione di una “Storia della filosofia.” Altre opere: “La selva delle
somiglianze: il filosofo e il medico” (Torino, Einaudi); “Va' pensiero: il
carattere della filosofia italiana” (Torino, Einaud); “Filosofia italiana nel
dopoguerra” (Bologna, Il Mulino); “Etica pubblica” (Roma/Bari, Laterza); “Le
città filosofiche: per una geografia della cultura filosofica italiana”
(Bologna, Il Mulino); “Le imposture degli antichi e i miracoli dei moderni”
(Torino, Einaudi); “Laici in ginocchio” (Roma/Bari, Laterza); “Stagioni
filosofiche: la filosofia del Novecento fra Torino e l'Italia” (Bologna, Il
Mulino); “La scintilla di Caino: storia della coscienza e dei suoi usi” (Torino,
Bollati Boringhieri). Profilo biografico sull’Accademia Delle Scienze. Maurizio
Mori, Torino ricorda Viano, su Torino. Cerimonia nell'Accademia Nazionale dei
Lincei, su Presidenza della Repubblica, Roma. Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. openMLOL, Horizons Unlimited
srl. Goodreads. Registrazioni su
RadioRadicale, Radio Radicale. Biografia
e testi sull'Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche Rassegna
stampa sul Sito Web Italiano per la Filosofia Recensione di "Le città
filosofiche" su Recensioni Filosofiche. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Viano: il neo-tradizionalismo” – “Viano
e la filosofia romana” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Viazzi (Gavi). Essential Italian
philosopher. Deputato del Regno d'Italia Legislature Gruppo parlamentare PRI
Collegio Grosseto Sito istituzionale Dati generali Partito politicoPartito
Repubblicano Italiano Titolo di studio laurea Professione avvocato, docente. Filosofo.
Apprezzato teorico e studioso di filosofia, fu eletto per i repubblicani alla
Camera dei deputati per il collegio di Grosseto, subentrando ad Ettore Socci e
battendo il candidato dei radicali Angelo Banti. Viazzi rimase in Parlamento
per due legislature e fu succeduto dal socialista Giovanni Merloni. Pio Viazzi,
su storia.camera, Camera dei deputati. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft
MS – Luigi Speranza, “Grice e Viazzi” – “Il Vico di Grice e il Vico di Viazzi”
-- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Vico (Napoli). “Si
potrebbe presentare la storia ulteriore del pensiero come un ricorso delle idee
del Vico” (Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista Vico, Laterza, Bari) Giambattista
Vico, filosofo. Molte delle notizie riguardanti la vita di Vico sono tratte dalla
sua Autobiografia, scritta sul modello letterario delle Confessioni di di
Agostino. Dall’autobiografia Vico cancella ogni riferimento ai suoi interessi
giovanili per le dottrine atomistiche e per il pensiero cartesiano, che avevano
cominciato a diffondersi a Napoli, ma vennero subito repressi dalla censura
delle autorità civili e religiose, che le consideravano moralmente perniciose e
contrari all'Indice dei libri proibiti. Nato a Napoli da una famiglia di
modesta estrazione sociale – il padre, Antonio Vico, era un povero libraio, mentre
la madre, Candida Masulla, era figlia di un lavorante di carrozze – Vico fu un
bambino molto vivace, ma, a causa di una caduta si procurò una frattura al
cranio che gli impedì di frequentare la scuola per tre anni e che, pur non
alterando le sue capacità mentali, quantunque “il cerusico ne fe' tal presagio:
che egli o ne morrebbe o arebbe sopravvissuto stolido,” contribuì a sviluppare
“una natura malinconica ed acre.” Ammesso agli studi di grammatica presso il
Collegio Massimo dei Gesuiti, li abbandonò intorno per dedicarsi al privato
approfondimento dei testi di Paolo Veneto, il quale, tuttavia, rivelandosi
superiore alle sue capacità, provoca l'allontanamento dall'attività
intellettuale per un anno e mezzo. Ripresa la via degli studi, Vico si
recò nuovamente dai gesuiti per seguire le lezioni di Ricci, ma, rimasto ancora
una volta insoddisfatto, si appartò nuovamente a vita privata per affrontare la
metafisica. Successivamente, per secondare il desiderio paterno, Vico fu “applicato
agli studi legali.” Frequentò per circa due mesi le lezioni private di Verde, si
iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, senza tuttavia seguirne i corsi, e si
cimentò, come di consueto, in privati studi di diritto. Conseguita la laurea in
a Salerno, si appassionò subito ai problemi filosofici,, segno “di tutto lo
studio che aveva egli da porre all'indagamento de' princìpi del diritto
universal.” Lapide nella casa natale di via San Biagio dei Librai che recita,
“in questa cameretta nacque il XXIII giugno MDCLXVIII Giambattista Vico. Qui
dimorò fino ai diciassette anni e nella sottoposta piccola bottega del padre
libraio usò passare le notti nello studio. Vigilia giovanile della sua opera sublime.
La città di Napoli pose.” Il periodo di tempo intercorrente fu denominato dell'
“autoperfezionamento.” Difatti, nonostante l'Autobiografia riporti indietro la
data d'inizio del suo magistero, svolse attività di precettore dei figli del
marchese Domenico Rocca presso il castello di Vatolla nel Cilento e colà,
usufruendo della grande biblioteca padronale, ebbe modo di studiare il
platonismo italiano (Ficino e Pico). Approfondisce gli studi aristotelici,
nonostante la dichiarata avversione per Aristotele e la Scolastica. Legge le
opere di Botero e di Bodin, scoprendo al contempo Tacito (che diverrà un
maestro cui s'ispirerà la sua filosofia) e la sua “mente metafisica
incomparabile con cui contempla l'uomo qual è.” Affronta per un breve periodo studi
di geometria e pubblica la canzone “Affetti di un disperato,” d'ispirazione
lucreziana. Erma del Vico Ritornato a Napoli nell'autunno del 1695, all'età di
ventisette anni, affetto dalla tisi, rientra nella misera dimora paterna. A
causa delle grosse difficoltà economiche, Vico è costretto a tenere ripetizioni
di retorica e grammatica. Durante l'anno 1696 pubblica un discorso proemiale a
una crestomazia poetica dedicata alla partenza di Francisco de Benavides,
viceré spagnolo e conte di Santo Stefano. Nel 1697 compone un'orazione funebre
in memoria di Catalina de Aragón y Cardona, madre del nuovo viceré, e nel
dicembre del medesimo anno, tenta vanamente di ottenere un posto di lavoro come
segretario al Municipio di Napoli. Nel gennaio 1699 vince, con striminzita
maggioranza, il concorso per la cattedra di eloquenza e retorica presso
l'Università di Napoli, da cui non riuscì, con suo grande rammarico, a passare
a una di diritto. Nel corso del 1699 è aggregato all'Accademia Palatina fondata
dal viceré Luis Francisco de la Cerda y Aragón, duca di Medinaceli. Anche dopo
la nomina accademica per il mantenimento del padre e dei fratelli, totalmente
dipendenti da lui, deve aprire uno studio privato dove dà lezioni di retorica e
di grammatica elementare, e impegnarsi a lavorare su commissione alla stesura
di poesie, epigrafi, orazioni funebri, panegirici, ecc. Nel 1699 può
finalmente prendere in affitto in vicolo dei Giganti una casa di «tre camere,
sala, cucina, loggia e altre comodità, come rimessa e cantina» e prendere in
moglie la giovane donna, Teresa Caterina Destito dalla quale ebbe otto figli. Da
quel momento non avrà più la tranquillità necessaria per condurre gli studi, ma
proseguirà ugualmente le sue meditazioni «tra lo strepitio de' suoi figlioli».
A questo periodo risale, inoltre, la conoscenza col filosofo Paolo Mattia Doria
e l'incontro con il pensiero del Bacone. Nel 1703 il governo partenopeo
commissiona al Vico la scrittura del Principum neapolitanorum coniuratio e, nel
1709, in una cena a casa del Doria, espone le sue idee sulla filosofia della
natura che lo condurranno, fra il novembre e il dicembre del medesimo anno,
alla composizione del perduto Liber physicus. Fra il 1699 e il 1706 pronunzia
in latino le sei Orazioni inaugurali, ossia le prolusioni all'anno accademico
(che al tempo iniziava il 18 ottobre), e, durante il 1708, se ne aggiunge una
settima, più ampia e importante, recante il titolo di De nostri temporis
studiorum ratione, la quale si concentra molto sul metodo degli studi
giuridici, poiché «il Vico sempre aveva la mira a farsi merito con l'università
nella giurisprudenza per altra via che di leggerla ai giovinetti». Nel De
ratione, inoltre, è contenuta la critica al razionalismo cartesiano e l'elogio
dell'eloquenza, della retorica, della fantasia, nonché dell'«ingegno»
produttore di metafore. Fra il 1708 e il 1709, l'insieme delle prolusioni
universitarie sono rielaborate per essere raccolte in un unico volume mai
pubblicato, dal titolo di De studiorum finibus naturae humanae convenientibus. È
aggregato, dal 1710, all'Accademia dell'Arcadia e, nel novembre, pubblica il
primo libro dell'opera dedicata al Doria, De antiquissima italorum sapientia ex
linguae latinae originibus eruenda, recante il sottotitolo Liber primus sive
metaphysicus. Accanto al Liber metaphysicus l'opera vichiana avrebbe dovuto
comprendere anche il perduto Liber physicus e un mai composto Liber moralis. Un
anonimo recensisce l'opera nel Giornale de' letterati d'Italia del 1711, cui
seguirà la Risposta del Vico, accompagnata dal «ristretto» (un riassunto) del
Liber metaphysicus. Nell'agosto 1712, a seguito di nuove obiezioni
prodotte dall'anonimo recensore, Vico replica con una Seconda risposta. Nel
1713 pubblica un trattatello perduto sulle febbri ispirato alle bozze del Liber
physicus, recante il titolo di De aequilibrio corporis animantis, e, inoltre,
si dedica alla stesura del De rebus gestis Antonii Caraphaei, una biografia del
maresciallo Antonio Carafa, che vedrà la luce nel marzo 1716. Durante i lavori
dell'opera biografica del maresciallo Carafa, Vico si dedica alla rilettura del
suo quarto «auttore», l'olandese Ugo Grozio, cui dedicherà, nel 1716, un
perduto commento al De iure belli ac pacis. La produzione filosofica della
maturità: dal Diritto universale alla Scienza nuova Scienza nuova
seconda, 1942 L'incontro di Vico con la filosofia di «Ugon capo» ebbe
un'importanza decisiva per il suo sviluppo intellettuale, poiché da quel
momento il suo interesse sarà completamente assorbito dai problemi giuridici e
storici. L'idea dell'esistenza di un'umanità ferina e primitiva, dominata
solamente dal senso e dalla fantasia, ed entro cui si producono gli «ordini
civili» divenne centrale in tutto il pensiero vichiano. Nel luglio 1720 vide la
luce un'opera di filosofia del diritto, intitolata De uno universi iuris
principio et fine uno, seguita, nel 1721, dallo scritto De constantia
iurisprudentis, diviso in due parti (De constantia philosophiae e De constantia
philologiae), e che, nonostante il titolo si riferisca alla tematica giuridica,
è meno incentrato sull'argomento rispetto al De uno. Benché le due opere del
1720 e del 1721 si differenzino, segno di un rapido sviluppo del pensiero
vichiano, è d'uso considerarli, come invero fece anche il Vico, insieme alle
Notae aggiunte nel 1722 e le Sinopsi premesse al testo, sotto l'unico titolo di
Diritto universale. Il 24 marzo 1723 Vico s'iscrisse al concorso per ottenere
la cattedra «matutina» di diritto civile presso l'Università di Napoli e il
successivo 24 aprile commentò un passo delle Quaestiones di Papiniano davanti a
un collegio di giudici, ma, con suo grande scorno, il posto fu assegnato a un
tal Domenico Gentile. Dopo la fama ottenuta dalla pubblicazione della Scienza
Nuova, nel 1735 ottenne dal re Carlo III di Borbone, la carica di storiografo
regio.[18]. Tanto nuova era la sua dottrina che la cultura del tempo non poté
apprezzarla: così che Vico rimase appartato e quasi del tutto sconosciuto negli
ambienti intellettuali, dovendosi accontentare di una cattedra di secondaria
importanza all'Università napoletana che lo manteneva inoltre in tali
ristrettezze economiche che per pubblicare il suo capolavoro, la Scienza Nuova,
dovette toglierne alcune parti in modo che risultasse meno costoso per la
stampa. Alle difficoltà economiche vissute per la pubblicazione dell'opera sua,
che inficiarono la notorietà del Vico nel seno dell'Accademia partenopea,
s'accompagna una prosa involuta, pertanto di difficile penetrazione. Prima
della Scienza Nuova Vico aveva scritto la prolusione inaugurale De nostri
temporis studiorum ratione (1708), il De antiquissima Italorum sapientia, ex
linguae latinae originibus eruenda ("L'antichissima sapienza delle
popolazioni italiche, da rintracciare nelle origini della lingua latina")
a cui si devono aggiungere le due Risposte al "Giornale dei letterati di
Venezia" che aveva criticato il suo pensiero, il De uno universi iuris
principio et fine uno (1720) e il De costantia iurisprudentis (1721). Nello
stesso anno della pubblicazione della Scienza Nuova[21] Vico, afflitto da
difficoltà e disgrazie familiari, incominciò a scrivere la sua Autobiografia
pubblicata a Venezia tra il 1728 e il 1729. Vengono pubblicati i Principj di
una Scienza Nuova intorno alla natura delle nazioni, più conosciuta con il
titolo abbreviato di Scienza Nuova. Alla "Scienza Nuova" Vico lavorò
per tutto il corso della sua vita, con un'edizione integralmente riscritta nel
1730 anche a seguito delle critiche ricevute (cui aveva risposto nelle Vici
Vindiciae del 1729) e, infine, rivista completamente, senza grandi modifiche,
per la terza edizione del 1744, pubblicata pochi mesi dopo la sua morte da suo
figlio Gennaro che lo aveva sostituito nell'insegnamento accademico. La morte
«[incominciarono a crescere] quei malori che fin dai suoi più floridi anni
l’avevano debilitato. Cominciò adunque ad essere indebolito in tutto il sistema
nervoso in guisa che a stento poteva camminare e, quel che più lo affligea, era
di vedersi ogni giorno infiacchire la reminiscenza....Il fiaccato corpo del
saggio vecchio andò in seguito ogni giorno più a debilitarsi in guisa che aveva
perduto quasi interamente la memoria fino a dimenticare gli oggetti a sé più
vicini ed a scambiare i nomi delle cose più usuali...]» Affetto
probabilmente dalla malattia di Alzheimer, all'epoca non ancora descritta
scientificamente, negli ultimi anni non riconosceva più i suoi stessi figli e
fu costretto ad allettarsi. Solo in punto di morte riacquistò la coscienza come
svegliandosi da un lungo sonno; chiese i conforti religiosi e recitando i salmi
di Davide morì il 20 gennaio 1744. Per la celebrazione delle esequie nacque un
contrasto tra i confratelli della congregazione di Santa Sofia, alla quale Vico
era iscritto, e i professori dell'Università di Napoli su chi dovesse tenere i
fiocchi della coltre mortuaria. Non giungendo ad un accordo il feretro, che era
stato calato nel cortile, fu abbandonato dei membri della Congregazione e fu
riportato in casa. Da lì finalmente, accompagnato dai colleghi dell'Università,
fu sepolto nella chiesa dei padri dell'oratorio detta dei Gerolamini in Via dei
Tribunali. Il pensiero Nell'ambiente culturale napoletano, molto interessato
alle nuove dottrine filosofiche, Vico ebbe modo di entrare in rapporto con il
pensiero di Cartesio, Hobbes, Gassendi, Malebranche e Leibniz anche se i suoi
autori di riferimento risalivano piuttosto alle dottrine neoplatoniche,
rielaborate dalla filosofia rinascimentale, aggiornate dalle moderne concezioni
scientifiche di Francesco Bacone e Galileo Galilei e del pensiero
giusnaturalistico moderno di Grozio e Selden. Dal neostoicismo cristiano di
Malvezzi Vico riprende l'intuizione che il corso storico sia retto da una sua
logica interna. Questa varietà di interessi farebbe pensare alla formazione di
un pensiero eclettico in Vico che invece giunse alla formulazione di
un'originale sintesi tra una razionalità sperimentatrice e la tradizione
platonica e religiosa. De antiquissima Italorum sapientia
Frontespizio del De antiquissima Italorum sapientia Statua di
Giambattista Vico nella Villa Comunale di Napoli Il De antiquissima doveva
constare di tre parti: il Liber metaphysicus, che uscì nel 1710 senza
l'appendice riguardante la logica che, nell'intenzione di Vico, avrebbe dovuto
avere; il Liber Physicus, che Vico pubblicò sotto forma di opuscolo col titolo
De aequilibrio corporis animantis nel 1713, che andò smarrito, ma ampiamente
riassunto nella Vita; e infine il Liber moralis, di cui Vico non abbozzò
nemmeno il testo. Nel De antiquissima Vico, considerando il linguaggio come
oggettivazione del pensiero, è convinto che dall'analisi etimologica di alcune
parole latine si possano rintracciare originarie forme del pensiero: applicando
questo originale metodo, Vico risale ad un antico sapere filosofico delle primitive
popolazioni italiche. Il fulcro di queste arcaiche concezioni filosofiche è la
convinzione antichissima che «Latinis "verum" et
"factum" reciprocantur, seu , ut scholarum vulgus loquitur,
convertuntur» «Per i Latini il "vero" e il "fatto"
sono reciproci, ossia, come afferma il volgo delle scuole, si scambiano di
posto.» che cioè «il criterio e la regola del vero consiste nell'averlo
fatto»: per cui possiamo dire ad esempio di conoscere le proposizioni
matematiche perché siamo noi a farle tramite postulati, definizioni, ma non
potremo mai dire di conoscere nello stesso modo la natura perché non siamo noi
ad averla creata. Conoscere una cosa significa rintracciarne i principi
primi, le cause, poiché, secondo l'insegnamento aristotelico, veramente la
scienza è «scire per causas» ma questi elementi primi li possiede realmente
solo chi li produce, «provare per cause una cosa equivale a farla». Le
obiezioni a Cartesio Il principio del verum ipsum factum non era una nuova e
originale scoperta di Vico ma era già presente nell'occasionalismo, nel metodo
baconiano che richiedeva l'esperimento come verifica della verità, nel
volontarismo scolastico che, tramite la tradizione scotista, era presente nella
cultura filosofica napoletana del tempo di Vico. La tesi fondamentale di queste
concezioni filosofiche è che la piena verità di una cosa sia accessibile solo a
colui che tale cosa produce; il principio del verum-factum, proponendo la dimensione
fattiva del vero, ridimensiona le pretese conoscitive del razionalismo
cartesiano che Vico inoltre giudica insufficiente come metodo per la conoscenza
della storia umana, che non può essere analizzata solo in astratto, perché essa
ha sempre un margine di imprevedibilità. Vico però si serve di quel
principio per avanzare in modo originale le sue obiezioni alla filosofia
cartesiana trionfante in quel periodo. Il cogito cartesiano infatti potrà darmi
certezza della mia esistenza ma questo non vuol dire conoscenza della natura
del mio essere, coscienza non è conoscenza: avrò coscienza di me ma non
conoscenza poiché non ho prodotto il mio essere ma l'ho solo
riconosciuto. «L'uomo, egli dice, può dubitare se senta, se viva, se sia
esteso, e infine in senso assoluto, se sia; a sostegno della sua argomentazione
escogita un certo genio ingannatore e maligno...Ma è assolutamente impossibile
che uno non sia conscio di pensare, e che da tale coscienza non concluda con
certezza che egli è. Pertanto Renato (René Descartes) svela che il primo vero è
questo: "Penso dunque sono"» (Giambattista Vico, De
antiquissima Italorum sapientia in Opere filosofiche a cura di Paolo Cristofolini,
Firenze, Sansoni) Il criterio del metodo cartesiano dell'evidenza procurerà
dunque una conoscenza chiara e distinta, che però per Vico non è scienza se non
è capace di produrre ciò che conosce. In questa prospettiva, dell'essere umano
e della natura solo Dio, creatore di entrambi, possiede la verità. Mentre
quindi la mente umana procedendo astrattamente nelle sue costruzioni, come
accade per la matematica, la geometria crea una realtà che le appartiene,
essendo il risultato del suo operare, giungendo così a una verità sicura, la
stessa mente non arriva alle stesse certezze per quelle scienze di cui non può
costruire l'oggetto come accade per la meccanica, meno certa della matematica,
la fisica meno certa della meccanica, la morale meno certa della fisica.
«Noi dimostriamo le verità geometriche poiché le facciamo, e se potessimo dimostrare
le verità fisiche le potremmo anche fare.” Mente umana e mente divina «I
latini... dicevano che la mente è data, immessa negli uomini dagli dei. È
dunque ragionevole congetturare che gli autori di queste espressioni abbiano
pensato che le idee negli animi umani siano create e risvegliate da Dio [...]
La mente umana si manifesta pensando, ma è Dio che in me pensa, dunque in Dio
conosco la mia propria mente.» (Giambattista Vico, De antiquissima) Il
valore di verità che l'uomo ricava dalle scienze e dalle arti, i cui oggetti
egli costruisce, è garantito dal fatto che la mente umana, pur nella sua
inferiorità, esplica un'attività che appartiene in primo luogo a Dio. La mente
dell'uomo è anch'essa creatrice nell'atto in cui imita la mente, le idee, di
Dio, partecipando metafisicamente ad esse. L'ingegno Imitazione e
partecipazione alla mente divina avvengono ad opera di quella facoltà che Vico
chiama ingegno che è «la facoltà propria del conoscere...per cui l'uomo è
capace di contemplare e di imitare le cose». L'ingegno è lo strumento principe,
e non l'applicazione delle regole del metodo cartesiano, per il progresso, ad
esempio, della fisica che si sviluppa proprio attraverso gli esperimenti
escogitati dall'ingegno secondo il criterio del vero e del fatto. L'ingegno
dimostra, inoltre, i limiti del conoscere umano e la contemporanea presenza
della verità divina che si rivela proprio attraverso l'errore: «Dio mai
si allontana dalla nostra presenza, neppure quando erriamo, poiché abbracciamo
il falso sotto l'aspetto del vero e i mali sotto l'apparenza dei beni; vediamo
le cose finite e ci sentiamo noi stessi finiti, ma ciò dimostra che siamo
capaci di pensare l'infinito.» (Giambattista Vico, De antiquissima, 6) Il
sapere metafisico Contro lo scetticismo Vico sostiene che è proprio tramite
l'errore che l'uomo giunge al sapere metafisico: «Il chiarore del vero
metafisico è pari a quello della luce, che percepiamo soltanto in relazione ai
corpi opachi...Tale è lo splendore del vero metafisico non circoscritto da limiti,
né di forma discernibile, poiché è il principio infinito di tutte le forme. Le
cose fisiche sono quei corpi opachi, cioè formati e limitati, nei quali vediamo
la luce del vero metafisico.» (Giambattista Vico, De antiquissima) Il
sapere metafisico non è il sapere in assoluto: esso è superato dalla matematica
e dalle scienze ma, d'altro canto, «la metafisica è la fonte di ogni verità,
che da lei discende in tutte le altre scienze.» Vi è dunque un "primo
vero", «comprensione di tutte le cause», originaria spiegazione causale di
tutti gli effetti; esso è infinito e di natura spirituale poiché è antecedente
a tutti i corpi e che quindi si identifica con Dio. In Lui sono presenti le
forme, simili alle idee platoniche, modelli della creazione divina. «Il primo
vero è in Dio, perché Dio è il primo facitore (primus Factor); codesto primo
vero è infinito, in quanto facitore di tutte le cose; è compiutissimo, poiché
mette dinanzi a Dio, in quanto li contiene, gli elementi estrinseci e
intrinseci delle cose» (Giambattista Vico, De antiquissima Italorum
sapientia in Opere filosofiche a cura di P.Cristofolini, Firenze, Sansoni) La
Scienza Nuova Frontespizio della terza edizione della Scienza Nuova Se
l'uomo non può considerarsi creatore della realtà naturale ma piuttosto di
tutte quelle astrazioni che rimandano ad essa come la matematica, la stessa
metafisica, vi è tuttavia un'attività creatrice che gli appartiene
«questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli uomini, onde se ne
possono, perché se ne debbono, ritruovare i principi dentro le modificazioni
della nostra medesima mente umana» (Giambattista Vico Scienza Nuova,
terza ediz., libro I, sez. 3) La storia creatrice L'uomo è dunque il creatore,
attraverso la storia, della civiltà umana. Nella storia l'uomo verifica il
principio del verum ipsum factum creando così una scienza nuova che avrà un
valore di verità come la matematica. Una scienza che ha per oggetto una realtà
creata dall'uomo e quindi più vera e, rispetto alle astrazioni matematiche, concreta.
La storia rappresenta la scienza delle cose fatte dall'uomo e, allo stesso
tempo, la storia della stessa mente umana che ha fatto quelle cose. Filosofia e
"filologia" La definizione dell'uomo, della sua mente non può
prescindere dal suo sviluppo storico se non si vuole ridurre tutto a
un'astrazione. La concreta realtà dell'uomo è comprensibile solo riportandola
al suo divenire storico. È assurdo credere, come fanno i cartesiani o i
neoplatonici, che la ragione dell'uomo sia una realtà assoluta, sciolta da ogni
condizionamento storico. «La filosofia contempla la ragione, onde viene
la scienza del vero; la filologia osserva l'autorità dell'umano arbitrio onde
viene la coscienza del certo...Questa medesima degnità (assioma) dimostra aver
mancato per metà così i filosofi che non accertarono le loro ragioni con
l'autorità de'filologi, come i filologi che non curarono d'avverare la loro
autorità con la ragion dei filosofi» (Giambattista Vico Ibidem Degnità X)
Ma la filologia da sola non basta, si ridurrebbe a una semplice raccolta di
fatti che invece vanno spiegati dalla filosofia. Tra filologia e filosofia vi
deve essere un rapporto di complementarità per cui si possa accertare il vero e
inverare il certo. Le leggi della 'scienza nuova' Compito della 'scienza
nuova' sarà quello di indagare la storia alla ricerca di quei principi costanti
che, secondo una concezione per certi versi platonizzante, fanno presupporre
nell'azione storica l'esistenza di leggi che ne siano a fondamento com'è per
tutte le altre scienze: «Poiché questo mondo di nazioni egli è stato
fatto dagli uomini, vediamo in quali cose hanno con perpetuità convenuto e
tuttavia vi convengono tutti gli uomini; poiché tali cose ne potranno dare i
principi universali ed eterni, quali devon essere d'ogni scienza, sopra i quali
tutte sursero e tutte vi si conservano le nazioni» (Giambattista Vico
Ibidem, libro I, sez. 3) La storia quindi, come tutte le scienze, presenta
delle leggi, dei principi universali, di un valore ideale di tipo platonico,
che si ripetono costantemente allo stesso modo e che costituiscono il punto di
riferimento per la nascita e il mantenimento delle nazioni. L'eterogenesi
dei fini e la Provvidenza storica Rifarsi alla mente umana per comprendere la
storia non è sufficiente: si vedrà, attraverso il corso degli avvenimenti
storici, che la stessa mente dell'uomo è guidata da un principio superiore ad
essa che la regola e la indirizza ai suoi fini che vanno al di là o contrastano
con quelli che gli uomini si propongono di conseguire; così accade che, mentre
l'umanità si dirige al perseguimento di intenti utilitaristici e individuali,
si realizzino invece obiettivi di progresso e di giustizia secondo il principio
della eterogenesi dei fini. «Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo
di nazioni...ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso
diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini
particolari ch'essi uomini si avevan proposti» (Giambattista Vico Ibidem,
Conclusione) La storia umana in quanto opera creatrice dell'uomo gli appartiene
per la conoscenza e per la guida degli eventi storici ma nel medesimo tempo lo
stesso uomo è guidato dalla Provvidenza che prepone alla storia divina. I
corsi storici Secondo Vico il metodo storico dovrà procedere attraverso
l'analisi delle lingue dei popoli antichi «poiché i parlari volgari debono
essere i testimoni più gravi degli antichi costumi de' popoli che si
celebrarono nel tempo ch'essi si formarono le lingue», e quindi tramite lo
studio del diritto, che è alla base dello sviluppo storico delle nazioni
civili. Questo metodo ha fatto identificare nella storia una legge
fondamentale del suo sviluppo che avviene evolvendosi in tre età: l'età
degli dei, «nella quale gli uomini gentili credettero vivere sotto divini
governi, e ogni cosa esser loro comandata con gli auspici e gli oracoli»; l'età
degli eroi dove si costituiscono repubbliche aristocratiche; l'età degli uomini
«nella quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana». I bestioni La
storia umana, secondo Vico, inizia con il diluvio universale, quando gli
uomini, giganti simili a primitivi "bestioni", vivevano vagando nelle
foreste in uno stato di completa anarchia. Questa condizione bestiale era
conseguenza del peccato originale, attenuata dall'intervento benevolo della
Provvidenza divina che immise, attraverso la paura dei fulmini, il timore degli
dei nelle genti che «scosse e destate da un terribile spavento d'una da essi
stessi finta e creduta divinità del cielo e di Giove, finalmente se ne
ristarono alquanti e si nascosero in certi luoghi; ove fermi con certe donne,
per lo timore dell'appresa divinità, al coverto, con congiungimenti carnali
religiosi e pudichi, celebrarono i matrimoni e fecero certi figlioli, e così
fondarono le famiglie. E con lo star quivi fermi lunga stagione e con le
sepolture degli antenati, si ritrovarono aver ivi fondati e divisi i primi
domini della terra» La civiltà L'uscita dallo stato di ferinità quindi
avviene: per la nascita della religione, nata dalla paura e sulla base
della quale vengono elaborate le prime leggi del vivere ordinato, per
l'istituzione delle nozze che danno stabilità al vivere umano con la formazione
della famiglia e per l'uso della sepoltura dei morti, segno della fede
nell'immortalità dell'anima che distingue l'uomo dalle bestie. Della prima età
Vico sostiene di non poter scrivere molto poiché mancano documenti su cui
basarsi: infatti quei bestioni non conoscevano la scrittura e, poiché erano
muti, si esprimevano a segni o con suoni disarticolati. L'età degli eroi ebbe
inizio dall'accomunarsi di genti che trovavano così reciproco aiuto e sostegno
per la sopravvivenza. Sorsero le città guidate dalle prime organizzazioni
politiche dei signori, gli eroi che con la forza e in nome della ragion di stato,
conosciuta solo da loro, comandavano su i servi che, quando rivendicarono i
propri diritti, si ritrovarono contro i signori che, organizzati in ordini
nobiliari, diedero vita agli stati aristocratici che caratterizzano il secondo
periodo della storia umana. In questa seconda, dove predomina la
fantasia, nasce il linguaggio dai caratteri mitici e poetici. Infine la
conquista dei diritti civili da parte dei servi dà luogo alla età degli uomini
e alla formazione di stati popolari basati sul «diritto umano dettato dalla
ragione umana tutta spiegata». Sorgono quindi stati non necessariamente
democratici ma che possono essere pure monarchici poiché l'essenziale è che
rispettino «la ragione naturale, che eguaglia tutti». La legge delle tre
età costituisce la «storia ideale eterna sopra la quale corrono in tempo le
storie di tutte le nazioni». Tutti i popoli indipendentemente l'uno dall'altro
hanno conformato il loro corso storico a questa legge che non è solo delle
genti ma anche di ogni singolo uomo che necessariamente si sviluppa passando
dal primitivo senso nell'infanzia, alla fantasia nella fanciullezza, e infine
alla ragione nell'età adulta: «Gli uomini prima sentono senza avvertire;
dappoi avvertiscono con animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con
mente pura» (Giambattista Vico Scienza Nuova, 3a ediz. Degnità) La verità
divina nella storia Se nella storia pur tra le violenze, i disordini, appare un
ordine e un progressivo sviluppo ciò è dovuto, secondo Vico, all'azione della
Provvidenza che immette nell'agire dell'uomo un principio di verità che si
presenta in modo diverso nelle tre età: nelle prime due età il vero si
presenta come certo «gli uomini che non sanno il vero delle cose procurano
d'attenersi al certo, perché non potendo soddisfare l'intelletto con la
scienza, almeno la volontà riposi sulla coscienza» (Giambattista Vico,
Scienza Nuova, Degnità IX) Questa certezza non viene all'uomo attraverso una
verità rivelata ma da una constatazione di senso comune, condivisa da tutti,
per cui vi è «un giudizio senz'alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto
un ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione o da tutto il genere
umano» La sapienza poetica Vi è poi, nella seconda età della storia e
dell'uomo, caratterizzata dalla fantasia, un sapere tutto particolare che Vico
definisce poetico. In questa età nasce infatti il linguaggio non ancora
razionale ma molto vicino alla poesia che «alle cose insensate dà senso e
passione, ed è proprietà dei fanciulli di prender cose inanimate tra le mani e,
trastullandosi, favellarvi, come se fussero, quelle, persone vive. Questa
degnità filologica-filosofica ne appruova che gli uomini del mondo fanciullo,
per natura, furono sublimi poeti.» Se vogliamo quindi conoscere la storia dei
popoli antichi dobbiamo rifarci ai miti che hanno espresso nella loro cultura.
Il mito infatti non è solo una favola e neppure una verità presentata sotto le
spoglie della fantasia ma è una verità di per sé elaborata dagli antichi che,
incapaci di esprimersi razionalmente, si servivano di universali fantastici
che, sotto spoglie poetiche, presentavano modelli ideali universali: come
fecero ad esempio i Greci antichi che non definirono razionalmente la prudenza
ma raccontarono di Ulisse, modello universale fantastico dell'uomo
prudente. La poesia Vico si dedica poi a definire la poesia che
innanzitutto è autonoma come forma espressiva differente dal linguaggio
tradizionale. I tropi della poesia come la metafora, la metonimia, la
sineddoche ecc. sono stati erroneamente ritenuti strumenti estetici di
abbellimento del linguaggio razionale di base, mentre invece la poesia è una
forma espressiva naturale e originaria i cui tropi sono «necessari modi di
spiegarsi di tutte le prime nazioni poetiche» La poesia ha una funzione
rivelativa, custodisce le prime immaginate verità dei primi uomini; Il
linguaggio non ha quindi un'origine convenzionale perché questo presupporrebbe
un uso tecnico del linguaggio che invece sorge spontaneamente come poesia.
Poiché il linguaggio e i miti costituiscono la cultura originaria e spontanea
di tutto un popolo, Vico arriva alla discoverta del vero Omero che è non il
singolo autore dei suoi poemi ma l'espressione del patrimonio culturale comune
di tutto il popolo greco. È comunque da respingere la interpretazione platonica
di Omero come filosofo, «fornito di una sublime sapienza riposta» «Farsi
intendere da volgo fiero e selvaggio non è certamente (opera) d'ingegno
addomesticato ed incivilito da alcuna filosofia. Né da un animo da alcuna
filosofia umanato ed impietosito potrebbe nascer quella truculenza e fierezza
di stile, con cui descrive tante, sì varie e sanguinose battaglie, tante sì
diverse e tutte in istravaganti guise crudelissima spezie d'ammazzamenti, che
particolarmente fanno tutta la sublimità dell'Iliade» (Giambattista Vico,
Scienza Nuova) Verità e storia La sapienza antica ha per contenuto princìpi di
giustizia e ordine necessari per la formazione di popoli civili. Questi
contenuti si esprimono in modi diversi a seconda che siano formati dal senso o
dalla fantasia o dalla ragione. Questo vuol dire che la sapienza, la verità, si
manifesta in forme diverse storicamente ma che essa come verità eterna è al di
sopra della storia che di volta in volta la incarna. La verità della storia è una
verità metafisica nella storia. Nella storia si attua la mediazione tra l'agire
umano e quello divino: nel fare umano si manifesta il vero divino e il
vero umano si realizza tramite il fare divino: la Provvidenza, legge
trascendente della storia, che opera attraverso e nonostante il libero arbitrio
dell'uomo. Questo non comporta una concezione necessitata del corso della
storia poiché è vero che la Provvidenza si serve degli strumenti umani, anche i
più rozzi e primitivi, per produrre un ordine ma tuttavia questo rimane nelle
mani dell'uomo, affidato alla sua libertà. La storia quindi non è determinata
come sostengono gli stoici e gli epicurei che «niegano la provvedenza, quelli
facendosi strascinare dal fato, questi abbandonandosi al caso», ma si sviluppa
tenendo conto della libera volontà degli uomini che, come dimostrano i ricorsi,
possono anche farla regredire: «Gli uomini prima sentono il necessario;
dipoi badano all'utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si
dilettano nel piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano
in istrapazzar di sostanze» (Giambattista Vico, Scienza Nuova, Degnità
LXVI) A questa dissoluzione delle nazioni pone rimedio l'intervento della
Provvidenza che talora non può impedire la regressione nella barbarie, da cui
si genererà un nuovo corso storico che ripercorrerà, a un livello superiore,
poiché dell'epoca passata è rimasta una sia pur minima eredità, la strada
precedente.Paradossalmente la criticità del progresso storico appare proprio
con l'età della ragione, quando cioè questa invece dovrebbe assicurare e
mantenere l'ordine civile. Accade infatti che la tutela della Provvidenza che
si è imposta agli uomini nei precedenti due stadi, ora invece deve ricercare il
consenso della «ragione tutta spiegata» che si sostituisce alla religione: Così
"ordenando la provvedenza" : che non avendosi appresso a fare più per
sensi di religione (come si erano fatte innanzi) le azioni virtuose, facesse la
filosofia le virtù nella lor idea» La ragione infatti, pur con la filosofia,
custode della legge ideale del vivere civile, con il suo libero giudizio, può
tuttavia incorrere nell'errore o nello scetticismo per cui «si diedero gli
stolti dotti a calunniare la verità». La ragione non crea la verità,
poiché non può fare a meno dal senso e dalla fantasia senza le quali appare
astratta e vuota. Il fine della storia infatti non è affidato alla sola ragione
ma alla sintesi armonica di senso, fantasia e razionalità. La ragione poi è
ispirata dalla verità divina per cui la storia è sì opera dell'uomo, ma la
mente umana da sola non basta poiché occorre la Provvidenza che indichi la
verità. La filosofia è succeduta alla religione ma non l'ha sostituita anzi
essa deve custodirla: «Da tutto ciò che si è in quest'opera ragionato, è
da finalmente conchiudersi che questa Scienza porta indivisibilmente seco lo
studio della pietà, e che, se non siesi pio, non si può daddovero esser
saggio» (Giambattista Vico Scienza Nuova, Conclusione) Il giudizio della
filosofia posteriore «Predicavano la ragione individuale, ed egli le opponeva
la tradizione, la voce del genere umano. Gli uomini popolari, i progressisti di
quel tempo, erano Lionardo di Capua, Cornelio, Doria, Calopreso, che stavano
con le idee nuove, con lo spirito del secolo. Lui era un retrivo, con tanto di
coda, come si direbbe oggi. La coltura europea e la coltura italiana
s'incontravano per la prima volta, l'una maestra, l'altra ancella. Vico
resisteva. Era vanità di pedante? Era fierezza di grande uomo? Resisteva a
Cartesio, a Malebranche, a Pascal, i cui Pensieri erano «lumi sparsi», a
Grozio, a Puffendorfio, a Locke, il cui Saggio era la «metafisica del senso».
Resisteva, ma li studiava più che facessero i novatori. Resisteva come chi
sente la sua forza e non si lascia sopraffare. Accettava i problemi, combattea
le soluzioni, e le cercava per le vie sue, co' suoi metodi e coi suoi studi.
Era la resistenza della coltura italiana, che non si lasciava assorbire, e
stava chiusa nel suo passato, ma resistenza del genio, che cercando nel passato
trovava il mondo moderno. Era il retrivo che guardando indietro e andando per
la sua via, si trova da ultimo in prima fila, innanzi a tutti quelli che lo
precedevano. Questa era la resistenza del Vico. Era un moderno e si sentiva e
si credeva antico, e resistendo allo spirito nuovo, riceveva quello entro di
sé.» (Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Morano,
Napoli) Fintanto che Vico fu in vita la portata e la ricezione critica del suo
pensiero furono circoscritte quasi unicamente agli ambienti intellettuali della
propria città, trovando poi un ben più vasto seguito soltanto a quasi due
secoli dalla sua stessa morte, tra la seconda metà dell'Ottocento e il
Novecento. Affermatasi la fama del pensiero vichiano, esso fu conteso dalle più
disparate correnti filosofiche: dal pensiero cristiano (nonostante l'iniziale
rifiuto), dagli idealisti (dai quali fu proclamato precursore dell'immanentismo
hegeliano), dai positivisti e persino da diversi marxisti. Come fa notare il
Fassò «Vico è ben più di un semplice filosofo tanto che in certi momenti della
sua travagliatissima fama fu apprezzato prevalentemente per la sua filosofia
del diritto, così come in altri momenti fu celebrato precursore della
sociologia, della psicologia dei popoli, o come campione fra i maggiori della
filosofia della storia, mentre veniva ignorata la sua pur genialissima
metafisica, che è ad un tempo il punto d'arrivo e il presupposto logico di
tutte le ricerche da lui condotte nei più vari campi dell'operare umano». Il
pensiero vichiano, le cui prime fonti s'ispirano alla tradizione filosofica del
Seicento che permeava l'ambiente partenopeo della sua epoca, rappresenta un
ponte fra la cultura secentesca e quella settecentesca. Nonostante il Vico non
sia caratterizzato dall'audacia innovatrice illuminista, il suo pensiero
raggiunse – come nota Abbagnano – «alcuni risultati fondamentali» che lo
connettono a pieno titolo al Settecento. Tuttavia, non può tacersi il carattere
conservatore della filosofia politico-religiosa del Vico, generato dal
turbamento di chi, «assistendo alla fine di un mondo famigliare, non sa
scoprire i segni del sorgere di un nuovo». Ciò è dimostrato dalla
giustapposizione del certo (ossia il peso dell'autorità della tradizione) al
vero (ossia lo sforzo innovatore della ragione) che è il segno di una ricerca
di equilibrio estranea al pensiero illuministico. A tali conclusioni il
pensiero vichiano fu condotto dalla limitatezza della sua gnoseologia e dalla
polemica contro il cartesianesimo, il quale professava, al contrario,
l'eliminazione di ogni limite gnoseologico. Opere: “Sei Orazioni Inaugurali”: “De
nostri temporis studiorum ratione”: “Orazione Inaugurale” “De antiquissima
Italorum sapientia ex linguae latinae originibus eruenda; “Proemium”; “Liber
metaphysicus”; “Risposte al giornale dei letterati Prima risposta”; “Seconda
risposta”; “Institutiones oratoriae”; “De universis Juris”; “De universis juris
uno principio et fine uno liber unus - include “De opera proloquium”; “De
constantia jurisprudentis liber alter”; “ Notae in duos libros, alterum «De uno
universi juris principio et fine uno», alterum «De constantia jurisprudentis”;
“Scienza nuova prima”; “Vici vindiciae”; “Vita di Giambattista Vico scritta da
se medesimo, (l'«Autobiografia» («Supplemento») Scienza nuova seconda, De mente
heroic, Scienza nuova terza. Edizioni: Scritti storici, Giambattista Vico,
Scienza nuova, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza,Giambattista Vico, Scienza
nuova seconda. 1, Scrittori d'Italia 112, Bari, Laterza, Giambattista Vico,
Scienza nuova seconda. 2, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Giambattista Vico,
Opere a cura di Fausto Nicolini, Laterza, Bari, Orazioni inaugurali, De
studiorum rationum, De antiquissima Italorum sapientia, Risposte al giornale
dei letterati; IDiritto universale, Scienza nuova; Scienza nuova, Autobiografia,
Carteggio, Poesie varie; Scritti storici; Scritti vari e pagine disperse; Poesie,
Institutiones oratoriae. Giambattista Vico, Opere filosofiche a cura di Paolo
Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista Vico, Opere giuridiche a cura di
Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista Vico, Institutiones
oratoriae, testo critico, versione e commento a cura di Giuliano Crifò, Napoli,
Istituto Suor Orsola Benincasa. Bibliografia critica Il pensiero vichiano
rimase quasi del tutto ignorato dalla cultura europea del XVIII secolo con una
diffusione limitata nell'Italia meridionale. Ancora in età romantica Vico era
poco conosciuto anche se filosofi tedeschi come Johann Gottfried Herder,
chiamato il Vico tedesco, e Hegel presentano delle somiglianze con la dottrina
vichiana per quanto riguarda il ruolo della storia nello sviluppo della
filosofia. La filosofia di Vico comincia ad essere conosciuta e
apprezzata nel clima del romanticismo francese e italiano: François-René de
Chateaubriand e Joseph de Maistre ma, soprattutto Jules Michelet,
Principes de la philosophie de l'histoire, Parigi diffonde il pensiero di Vico
di cui apprezza la concezione della storia come sintesi di umano e
divino. Nella prima metà dell'Ottocento, Auguste Comte e Karl Marx
stimarono la filosofia della storia di Vico ma furono i filosofi italiani, come
Antonio Rosmini, e soprattutto Vincenzo Gioberti, che videro in lui un
maestro. N. Tommaseo, G.B. Vico e il suo secolo, rist. Torino 1930, mette
in evidenza la grande affinità del pensiero vichiano con quello di Gioberti.
Agostino Maria de Carlo, "Istituzione Filosofica secondo i Princìpj di
Giambattista Vico ad uso della gioventù studiosa" - Napoli - Tip. Cirillo
- Nuove interpretazioni basate sul principio vichiano del verum ipsum factum
considerano Vico un anticipatore del positivismo Giuseppe Ferrari, Il
genio di Vico, rist.Carabba, Lanciano Cattaneo, Sulla 'Scienza Nuova' di Vico,
Milano C. Cantoni, Vico, Torino 1967Siciliani, Sul rinnovamento della filosofia
positiva in Italia, Civelli Firenze 1871 Recentemente, viene rivalutato il
legame stringente fra il filosofo e l'Illuminismo: Alberto Donati,
Giambattista Vico. Filosofo dell'Illuminismo, Aracne editrice, 2016. Una spinta
decisiva all'apprezzamento e alla diffusione del pensiero vichiano come
anticipatore di Kant e dell'idealismo, si ebbe in Italia a cominciare dagli
studi di Bertrando Spaventa e De Sanctis iniziatori di quella corrente
dottrinale interpretativa che si ritrova soprattutto in Croce e G. Gentile,
Studi vichiani, Messina, rist. Sansoni Firenze che ne mette in luce le
ascendenze neoplatoniche e rinascimentali rifiutandone nel contempo
l'interpretazione positivista e interpretandone il verum ipsum factum in senso
idealistico. Una forzatura questa, secondo alcuni critici, ripresa da B.
Croce, La filosofia di G.B.Vico, Laterza, Bari che ebbe soprattutto il merito
di aver intuito in Vico una definizione dell'arte come attività autonoma dello
spirito e della visione storicistica dello sviluppo dello spirito da cui Croce
elimina ogni riferimento alla trascendenza della Provvidenza vichiana.
Un'accurata ricerca storica su Vico fu operata dal crociano Fausto
Nicolini, La giovinezza di Vico, Laterza, Bari, Fausto Nicolini, La religiosità
di Vico, Laterza, Bari, Fausto Nicolini, Commento storico alla seconda 'Scienza
Nuova' , Roma, Fausto Nicolini, Saggi vichiani,
Giannini, Napoli, Fausto Nicolini, Giambattista Vico nella vita domestica. La
moglie, i figli, la casa, Editore Osanna Venosa, Contrari all'interpretazione
immanentistica della Provvidenza vichiana sono gli studi di autori cattolici
che ne mettono invece in risalto la trascendenza: E. Chiocchietti, La
filosofia di G. B. Vico, Vita e Pensiero, Milano, F. Amerio, Introduzione allo
studio di Vico, SEI, Torino, L. Bellafiore, La dottrina della Provvidenza in G.
B. Vico, Cedam, Bologna, A. Mano, Lo storicismo di G. B. Vico, Napoli, F.
Lanza, Saggi di poetica vichiana, Ed. Magenta, Varese, Il dibattito tra le interpretazioni
laiche e cattoliche su Vico si è attenuato in periodi recenti dove lo studio
del pensiero vichiano si è dedicato a particolari aspetti della sua
dottrina: G. Fassò, I «quattro auttori» del Vico. Saggio sulla genesi
della Scienza nuova, Milano, Giuffrè, non esistente. G. Fassò, Vico e Grozio,
Napoli, Guida, Maura Del Serra, Eredità e kenosi tematica della
"confessio" cristiana negli scritti autobiografici di Vico, in
Sapientia, sulla concezione della storia ad opera della quale avviene la conciliazione
tra immanenza e trascendenza del pensiero vichiano: A. R. Caponigri, Time and
Idea, Londra-Chicago, trad. it. Tempo e idea, Pàtron, Bologna, sulla estetica
vichiana gli studi più notevoli sono quelli di G. A. Bianca, Il concetto di
poesia in G. B.Vico, D'Anna, Messina, G. Prestipino, "La teoria del mito e
la modernità di G. B. Vico", Annali della facoltà di Palermo, sugli
aspetti giuridici e sociologici:Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in Vico
e Malebranche, Firenze, B. Donati, Nuovi studi sulla filosofia civile di G. B.
Vico, Firenze L. Bellafiore, La dottrina
del diritto naturale in G. B. Vico, Milano, D. Pasini, Diritto, società e stato
in Vico, Jovene, Napoli, V. Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del
passato a Napoli e Milano tra '700 e '800, Carabba Editore, Lanciano 2009. G.
Leone, [rec. al vol. di] V. Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del
passato a Napoli e Milano tra '700 e '800, Carabba Editore, Lanciano, in Misure
Critiche, n.2, La Fenice Casa Editrice, Salerno, e in "Forum
Italicum", Wehle, Winfried: Sulle vette di una ragione abissale:
Giovambattista Vico e l'epopea di una 'Scienza Nuova'. In: Battistini, Andrea;
Guaragnella, Pasquale (ed.): Giambattista Vico e l'enciclopedia dei saperi. -
Lecce: Pensa multimedia (Mneme; 2) Ferdinand Fellmann, Das Vico-Axiom: Der
Mensch macht die Geschichte, Freiburg/München 1976 Note Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista
Vico, 2ª ed., Bari, Laterza,Maria Consiglia, Napoli, Editoria clandestina e
censura ecclesiastica a Napoli all'inizio del Settecento, in Anna Maria Rao (a
cura di), Editoria e cultura a Napoli nel XVIII secolo. Napoli: Liguori, Francesco
Adorno, Tullio Gregory, Valerio Verra, Storia della filosofia, vol. Editori
Laterza, Giambattista Vico, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi),43, Biblioteca
Universale Rizzoli, Giambattista Vico, Giuseppe Ferrari, La scienza nuova (a
cura di Paolo Rossi), Soc. Tip. de' Classici Italiani, B.Cioffi ed altri, I
filosofi e le idee, B. Mondadori, David Armando, Manuela Sanna, "Vico,
Giambattista", Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Politica,
Enciclopedia Italiana Treccani Francesco
Adorno, Tullio Gregory, Valerio Verra, Storia della filosofia, Editori Laterza,
1983. Guido Fassò, Storia della filosofia del diritto. II: L'età moderna,
Editori Laterza, Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Gruppo Editoriale
L'Espresso, Vico, La scienza nuova (a
cura di Paolo Rossi), Biblioteca Universale Rizzoli, 2008. Giambattista Vico, Principj di scienza nuova,
di Giambattista Vico: d'intorno alla comune natura delle nazioni, Volume 1,
Francesco d'Amico, 1811, p.XXXIV. Fausto
Nicolini, Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa,
Editore Osanna Venosa, Giambattista vico, Autobiografia, ed. Nicolini (Bompiani),
Milano, Giambattista Vico, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Biblioteca
Universale Rizzoli, Ugo Grozio, Prolegomeni al diritto della guerra e della
pace (a cura di Guido Fassò), cit.16, Morano Editore, Giambattista Vico, La
scienza nuova (a cura di Paolo Rossi),46, Biblioteca Universale Rizzoli,
2008. Giovanni Liccardo, Storia
irriverente di eroi, santi e tiranni di Napoli.
Vico che si era rivolto inutilmente per sovvenzionare la stampa
dell'opera prima al cardinale Orsini, poi a Papa Clemente XII, fu costretto a
vendere un anello per farla pubblicare. Vico scrisse in seguito che, in fondo,
l'accaduto era stato un bene poiché lo aveva spinto a riscrivere l'opera in
maniera più completa. (Cfr. M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia, Torino Einaudi) M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia, Torino
Einaudi La prima redazione dell'opera, andata perduta, aveva il titolo di
Scienza nuova in forma negativa
L'Autobiografia fu pubblicata postuma nel 1818 ampliata con una modifica
di Vico del 1731. Rivista di studi
crociani, Volume 6, a cura della "Società napoletana di storia
patria", 1969. La fondazione
"Giambattista Vico", voluta da Gerardo Marotta, presidente
dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con sede nella Chiesa di San
Biagio Maggiore di Napoli, si occupa della promozione del pensiero vichiano e
della gestione di alcuni siti vichiani come il castello Vargas di Vatolla
(Salerno) e la Chiesa di San Gennaro all'Olmo in Napoli. Giambattista Vico, Principi di una scienza
nuova d'intorno alla comune natura delle nazioni, a cura di Giuseppe Ferrari,
Società tipografica de' Classici italiani, Milano 1843,479. Silvestro Candela, L'unità e la religiosità
del pensiero di Giambattista Vico, Cenacolo Serafico, 1969, p.35 «Inesatto è altresì che il Vico terminasse di
vivere il 20 gennaio 1744 a più di settantasei anni: per contrario, mancò ai
vivi nella notte tra il 22 e il 23 gennaio e a settantacinque anni e sette mesi
precisi. ...» in La Letteratura italiana: Storia e testi, Giambattista Vico,
Ricciardi, 1953. La storia di
Giambattista Vico, su napolitoday. URL consultato il 16 marzo 2017 (archiviato
il 16 marzo 2017). Secondo notizie di
stampa diffuse nell'ottobre 2011, resti della salma di Vico sarebbero stati
recuperati nei sotterranei della chiesa napoletana. (Vedi: Corriere del Giorno:
Ritrovata la salma di Giambattista Vico? I ricercatori vanno cauti Archiviato
il 14 novembre 2011 in Internet Archive.) La notizia è stata comunque
commentata con prudenza dagli esperti.
Giambattista Vico, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Biblioteca
Universale Rizzoli, 2008. Fausto
Nicolini, La giovinezza di Giambattista Vico: saggio biografico, Società
editrice Il Mulino, Croce, Nuovi saggi sul Seicento,91-105. Per una silloge di «pensieri» del Malvezzi,
Politici e moralisti del Seicento, ediz. Croce-Caramella, Bari, Laterza,
1930. Vico nel perduto De equilibrio
corporis animantis esponeva una concezione secondo cui «...riponevo la natura
delle cose nel moto per il quale, come se fossero sottoposte alla forza di un
cuneo, tutte le cose vengono spinte verso il centro del loro stesso moto e,
invece, sotto l'azione di una forza contraria, vengono respinte verso
l'esterno; e sostenni anche che tutte le cose vivono e muoiono in virtù di
sistole e diastole». Secondo un'ipotesi di Benedetto Croce e Fausto Nicolini
l'opera era stata concepita come appendice al Liber physicus e fu donata in
forma manoscritta al suo grande amico, il giurista Domenico Aulisio tra il 1709
e il 1711. La trattazione di quella teoria di ispirazione cartesiana e
presocratica venne poi inserita più ampiamente nella Vita. Stefania De Toma, Ecco l'origine delle
scienze umane: aspetti retorici di una contesa intorno al De antiquissima
italorum sapienti, Bollettino del Centro di studi vichiani : (Roma : Edizioni di storia e letteratura). G.B. Vico, Opere, Sansoni, Firenze, Vico è
considerato da alcuni interpreti del suo pensiero come il primo costruttivista.
Infatti Vico sostiene che l'uomo può conoscere solo ciò che può costruire,
aggiungendo poi che in effetti solo Dio conosce veramente il mondo, avendolo
creato lui stesso. Il mondo quindi è esperienza vissuta e al suo riguardo non
vale per gli uomini alcuna pretesa di verità ontologica. (In Paul Watzlawick,
La realtà inventata, Milano, Feltrinelli, 2008, pag 26 e sgg.) Per Vico la filologia non è solo la scienza
del linguaggio ma anche storia, usi e costumi, religioni...ecc. dei popoli
antichi. «L'età degli dei nella quale
gli uomini gentili credettero vivere sotto divini governi, e ogni cosa esser
loro comandata con gli auspici e gli oracoli, che sono le più vecchie cose
della storia profana: l'età degli eroi, nella quale dappertutto essi regnarono
in repubbliche aristocratiche, per una certa da essi rifiutata differenza di
superior natura a quella de' lor plebei; e finalmente l'età degli uomini, nella
quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana, e perciò vi
celebrarono prima le repubbliche popolari e finalmente le monarchie, le quali
entrambe sono forma di governi umane» (G.Vico, Scienza Nuova, Idea
dell'Opera) G.Vico,Scienza Nuova, Idea
dell'Opera Ibidem La ragion di stato «non è naturalmente
conosciuta da ogni uomo ma da pochi pratici di governo» (Ibidem) Ibidem Degnità XXXVII Sull'immaginazione nei primitivi secondo la
filosofia vichiana si veda: Paolo Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in
Vico e Malebranche, La rivendicazione dell'assoluta autonomia dell'arte e della
poesia nei confronti delle altre attività spirituali fu uno dei meriti che
Benedetto Croce riconobbe al pensiero vichiano: «[Vico] criticò tutt'insieme le
tre dottrine della poesia come esortatrice e mediatrice di verità
intellettuali, come cosa di mero diletto, e come esercitazione ingegnosa di cui
si possa senza far danno fare a meno. La poesia non è sapienza riposta, non
presuppone logica intellettuale, non contiene filosofemi: i filosofi che
ritrovano queste cose nella poesia, ve le hanno introdotte essi stessi senza
avvedersene. La poesia non è nata per capriccio, ma per necessità di natura. La
poesia tanto poco è superflua ed eliminabile, che senza di essa non sorge il
pensiero: è la prima operazione della mente umana» (Benedetto Croce, La
filosofia di Giambattista Vico) [qual
era quello dei tempi d'Omero] G.Vico,
Scienza Nuova, Conclusione Nel senso di
pietas, sentimento religioso.
Giambattista Vico, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi),13,
Biblioteca Universale Rizzoli, 2008. Voci correlate Benedetto Croce Fausto
Nicolini Storicismo Filosofia della storia Filologia. su Treccani – Enciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Fausto Nicolini, Giambattista
Vico, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana.Giambattista Vico, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 2010. Giambattista Vico, su sapere, De Agostini.Giambattista Vico, su
Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Andrea Battistini,
Giambattista Vico, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.Giambattista Vico, su BeWeb, Conferenza Episcopale
Italiana.Opere di Giambattista Vico, su Liber Liber.Opere di Giambattista Vico
/ Giambattista Vico (altra versione) / Giambattista Vico (altra versione), su
openMLOL, Horizons Unlimited srl.Opere di Giambattista Vico, su Open Library,
Internet Archive.Opere di Giambattista Vico, su Progetto Gutenberg.T. Costelloe,
Giambattista Vico, in Edward N. Zalta, Stanford Encyclopedia of Philosophy,
Center for the Study of Language and Information, Stanford. Alexander Bertland,
La Scienza nuova su letteratura italiana net. Giambattista Vico - Opere*, su
bibliotecaitaliana integrali in più volumi dalla collana digitalizzata
"Scrittori d'Italia" Laterza Paolo Fabiani, La filosofia dell'immaginazione
in Vico, su academia.edu., Firenze, 2002 Giovanni Pellegrino, 'La concezione
della storia di Vico, su centro studi la runa it. Centro di Studi Vichiani, su Consiglio
nazionale delle ricerche. Fondazione Giambattista Vico, su Fondazione gbvico org.
Portale Vico, su giambattistavico. u treccani., in Il contributo italiano alla
storia del Pensiero – Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vico,
Principj di una scienza nuova di Vico: d'intorno alla comune natura delle
nazioni, Tip. di A. Parenti. Itealian philosopher. Grice: “The
Italians revere him so much that his emblem is on one of their stamps!”“It
would be as having Ryle on one of ours!” vico:
He is so beloved by the Italians “that they made a stamp of him.”Grice. cited
by H. P. Grice, “Vico and the origin of language.” Philosopher who founded
modern philosophy of history, philosophy of culture, and philosophy of
mythology. He was born and lived all his life in or near Naples, where he
taught eloquence. The Inquisition was a force in Naples throughout Vico’s
lifetime. A turning point in his career was his loss of the concourse for a
chair of civil law. Although a disappointment and an injustice, it enabled him
to produce his major philosophical work. He was appointed royal historiographer
by Charles of Bourbon. Vico’s major work is “La scienza nuova” completely revised in a second, definitive version.
He published three connected works on jurisprudence, under the title Universal
Law; one contains a sketch of his conception of a “new science” of the
historical life of nations. Vico’s principal works preceding this are On the Study
Methods of Our Time, comparing the ancients with the moderns regarding human
education, and On the Most Ancient Wisdom of the Italians, attacking the
Cartesian conception of metaphysics. His Autobiography inaugurates the
conception of modern intellectual autobiography. Basic to Vico’s philosophy is
his principle that “the true is the made” “verum ipsum factum”, that what is
true is convertible with what is made. This principle is central in his
conception of “science” scientia, scienza. A science is possible only for those
subjects in which such a conversion is possible. There can be a science of
mathematics, since mathematical truths are such because we make them.
Analogously, there can be a science of the civil world of the historical life
of nations. Since we make the things of the civil world, it is possible for us
to have a science of them. As the makers of our own world, like God as the
maker who makes by knowing and knows by making, we can have knowledge per
caussas through causes, from within. In the natural sciences we can have only
conscientia a kind of “consciousness”, not scientia, because things in nature
are not made by the knower. Vico’s “new science” is a science of the principles
whereby “men make history”; it is also a demonstration of “what providence has
wrought in history.” All nations rise and fall in cycles within history corsi e
ricorsi in a pattern governed by providence. The world of nations or, in the
Augustinian phrase Vico uses, “the great city of the human race,” exhibits a
pattern of three ages of “ideal eternal history” storia ideale eterna. Every
nation passes through an age of gods when people think in terms of gods, an age
of heroes when all virtues and institutions are formed through the personalities
of heroes, and an age of humans when all sense of the divine is lost, life
becomes luxurious and false, and thought becomes abstract and ineffective; then
the cycle must begin again. In the first two ages all life and thought are
governed by the primordial power of “imagination” fantasia and the world is
ordered through the power of humans to form experience in terms of “imaginative
universals” universali fantastici. These two ages are governed by “poetic
wisdom” sapienza poetica. At the basis of Vico’s conception of history,
society, and knowledge is a conception of mythical thought as the origin of the
human world. Fantasia is the original power of the human mind through which the
true and the made are converted to create the myths and gods that are at the
basis of any cycle of history. Michelet was the primary supporter of Vico’s
ideas in the nineteenth century; he made them the basis of his own philosophy
of history. Coleridge is the principal disseminator of Vico’s views in England.
James Joyce used the New Science as a substructure for Finnegans Wake, making
plays on Vico’s name, beginning with one in Latin in the first sentence: “by a
commodius vicus of recirculation.” Croce revives Vico’s philosophical thought,
wishing to conceive Vico as the Hegel. Vico’s
ideas have been the subject of analysis by such prominent philosophical
thinkers as Horkheimer and Berlin, by anthropologists such as Edmund Leach, and
by literary critics such as René Wellek and Herbert Read. Refs.: S. N.
Hampshire, “Vico,” in The New Yorker. Luigi Speranza, “Vico alla Villa Grice.” H.
P. Grice, “Vico and language.” vico -- Danesi,
Marcel. Vico, Metaphor, and the
Origin of Language. Bloomington: Indiana. Serious scholars of Vico as well as
glottogeneticists will find much of value in this excellent monograph. Vico
Studies. A provocative, well-researched argument which might find reapplication
in philosophy." —Theological Book Review. Danesi returns to Vico to
create a persuasive, original account of the evolution and development of language,
one of the deep mysteries of human existence. The Vico’s reconstruction of the
origin of language is described at length, then evaluated in light of Grice’s
philosophical conversational pragmatics. Glottogenesis Vico’s Reconstruction.
The New Science Basic Notions. Language and the Imagination: Vito’s
Glottogenetic Scenario Vico’s Approach Reconstructing the Primal Scene After
the Primal Scence. The Dawn of Communication: Iconicity and Mimesis Hypotheses
The Nature of Iconicity. Imagery, Iconicity, and Gesture. Iconic
Representation. Osmosis Hypothesis Ontogenesis From Percepts to Concepts The
Metaphoricity Metaphor Metaphor and Concept-Formation Mentation, Narrativity,
and Myth The Sociobiological-Computationist
Viewpoint:A Vichian Critique The Vichian Scenario Revisited Revisting the
Genetic Perspective computationism.
Refs.: Luigi Speranza, “Vico e Grice,” Villa Grice.
Vieri (Firenze) Essential
Italian philosopher. Filosofo. Di famiglia nobile, Vieri e nipote di Francesco
de' Vieri detto Verino primo (“Arrostino” alla Accademia della Crusca). A Pisa
fu professore di filosofia. Come l'avo e molto attivo nell'Accademia di
Firenze. E contestato dai colleghi per il suo vagheggiare una nuova accademia
platonica improntata su Pico. Suo principale avversario e Borri. Opere: “Liber in quo a calumnijs detractorum
philosophia defenditur, & eius praestantia demonstrator” (Romae, Giovanni
Angelo Ruffinelli, Giacomo Ruffinelli. su accademicidellacrusca.org, Accademia
della Crusca. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft – Luigi Speranza, “Grice
e Vieri: la dialettica fiorentina”– The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria.
Vigna (Rosolini). Essential
Italian philosopher Filosofo. Studia Filosofia a Milano,
legandosi in special modo all'insegnamento di Bontadini e Severino. Con
Severino si laurea, discutendo la tesi, ‘La logica dell'astratto – generale -- e
la logica del concreto – particolare’” -- è Professore di Filosofia a Venezia,
ma ha insegnato anche a Milano. È stato, inoltre, il presidente della Società
Italiana di Filosofia Morale. Pensiero Si è occupato di neo-idealismo Italiano
e di Aristotele. Successivamente si è concentrato in maniera speciale
sull'ontologia, proponendo una ‘semantizzazione’ di ‘essere’ capace di
risolvere la aporia del parmenidismo di Severino, che in qualche modo grava
anche sulla speculazione di Bontadini. Questa ‘semantizzazione’ permette di
leggere nel ‘divenire’ (x divenne y) non l'annullamento dell'essere (‘x e y”), ma
piuttosto quello dell'ente. La differenza fondamentale è proprio quella che
passa tra l'essere ‘assoluto’ che *non* diviene e l'ente finito che comincia e
cessa di essere – cfr. Grice, relative identity in Geach and Myro. Questa
impostazione ha consentito di raffinare ulteriormente il tema della mediazione
metafisica che sfrutta e compone la posizione necessaria della totalità
dell'essere con la posizione della totalità molteplice e mutabile
dell'esperienza. Insieme alle analisi di metafisica si sono svolte quelle
di etica (bio-etica). L'etica è intesa fondamentalmente come un’annalisi del
desiderio o volere, il quale, a sua volta, è fondamentalmente desiderio di un
altro desiderio (meta-desiderio), cioè poi di un altro essere umano – il
co-conversazionalista B -- che ci desideri e ci riconosca. L'etica e così
ricondotta alle dinamiche delle relazioni inter-soggettive, che si possono
descrivere secondo tre modelli basilari. Il primo modello è il modello
griceiano – ariskantiano -- quello regolativo per l'etica. E quello in cui le
soggettività si riconoscono reciprocamente come delle soggettività, e cioè come
delle persone o degli esseri che pensano e desiderano in modo trascendentale.
Il secondo modello è quello trasgressivo. Quello in cui le soggettività
confliggono e cercano di dominare il soggetto che hanno di fronte, trattandolo
come un oggetto o istrumento -- o una cosa manipolabile a loro piacimento. Il
terzo modello, che si colloca a mezza strada fra i due precedenti, è
quello che Vigna definisce modello griceiano ‘oblativo,’ in cui mentre una delle
due soggettività riconosce l'altra e si dispone a trattare l'altra secondo la
cura e il rispetto che le convengono, l'altra soggettività non offre nessun
riconoscimento e cerca di imporsi sulla soggettività riconoscente come
soggettività dominante. Questa impostazione onto-etica si caratterizza per
il tentativo di fondare la regolatività etica del modello ariskantiano di Grice
su argomentazioni che partono dal rilievo irrefutabile della trascendentalità
della persona, la quale si trova invece contraddetta in tutte le situazioni di
rapporto inter-soggettivo riconducibili agli altri due modelli (razionalita
istrumentale, e razionalita di oppression). Le indagini di antropologia
trascendentale completano e chiudono questo percorso, ponendosi come il termine
medio che stringe e salda l'ontologia metafisica all'etica. Il concetto di ‘persona’
viene inteso alla Grice e Strawson come sinergia del concetto di ‘sostanza’ e
di quello di relazione (la categoria della relazione di Aristotele, la relati,
o il ‘pros ti’. Sostanza (ousia,
sub-stantia, essential) è classicamente
quello che permane e sta in sé. La relazione, invece, è qui il rapporto
intenzionale ad altro da sé. La persona è una sinergia di sostanza e relazione
perché è sia rapporto a se stesso sia rapporto all'altro da sé, in quanto è
essenzialmente una intenzionalità trascendentale, ovverosia un orizzonte
consistente di relazione all'altro da sé, secondo il corso illimitato del
desiderio che lo abita. Opere: “La dialettica gentiliana” in “Giornale
critico della filosofia italiana”, Religione nella filosofia di Giovanni
Gentile, in “Giornale critico della filosofia italiana”, Gentile interprete di
Marx, in Enciclopedia. Il pensiero di Gentile,
Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Ragione e religione, CELUC, Milano Filosofia
e marxismo, CELUC, Milano, Le origini del marxismo teorico in Italia. Il
dibattito tra Labriola, Croce, Gentile e Sorel sui rapporti tra marxismo e filosofia
(Città Nuova, Roma); “Antonio Gramsci. Il pensiero teorico e politico. La
"questione leninista"” (Città Nuova, Roma (con V. Melchiorre e G. de
Rosa); “Invito al pensiero di Aristotele” (Mursia, Milano), “Sostanza e
relazione: una aporetica della persona,” in L'idea di persona, V. Melchiorre,
Vita e Pensiero, Milano); “L'enigma del desiderio” (Edizioni San Paolo,
Cinisello Balsamo); “La politica e la speranza, Edizioni Lavoro, Roma); “Il
frammento e l'Intero: -- il toto e la parte -- indagini sul senso dell'essere e
sulla stabilità del sapere, Orthotes, Napoli-Salerno, Sul trascendentale come
inter-soggettività originaria, in “Le avventure del trascendentale,” A.
Rigobello, Rosenberg & Sellier, Torino); “Sulla verità e sul bene” (Petite
Plaisance, Pistoia); “Etica del desiderio come etica del riconoscimento”
(Orthotes, Napoli-Salerno). Sostanza e relazione. Indagini di struttura
sull'umano che ci è comune, 2 volumi, Orthotes, Napoli-Salerno . Studi
gentiliani, Orthotes, Napoli-Salerno .
Studi marxiani, Orthotes, Napoli-Salerno . Studi aristotelici, Orthotes,
Napoli-Salerno; La ragione e la dialettica. Studi su Marx e Volpe (Marsilio,
Venezia), “Teorie della felicità” II, Francisci, Abano Terme); “La qualità
dell'uomo. Filosofi e psicologi a confronto, Franco Angeli, Milano); “Dio e la
ragione, Marietti, Genova); “L'etica e il suo altro, Franco Angeli, Milano); “Strutture
del sapere filosofico” Il Cardo, Venezia, “La libertà del bene, Vita e
Pensiero, Milano, “Essere giusti con l'altro” (Rosenberg & Sellier,
Torino); Introduzione all'etica, Vita e Pensiero, Milano, Etica trascendentale e intersoggettività, Vita
e Pensiero, Milano, “Multiculturalismo e identità” Vita e Pensiero, Milano; “La
persona e i nomi dell'essere: sritti di filosofia in onore di V. Melchiorre,
Vita e Pensiero, Milano. Libertà, giustizia e bene in una società plurale, Vita
e Pensiero, Milano. Etiche e politiche della post-modernità, Milano, Vita e
Pensiero. “Etica del plurale: giustizia, riconoscimento, responsabilità” (Vita
e Pensiero, Milano); “Affetti e legami” Vita e Pensiero, Milano); “La regola
d'oro come etica universale (Vita e Pensiero, Milano (curato con S. Zanardo).
Bontadini e la metafisica, Vita e Pensiero, Milano, “Metafisica e violenza”
Vita e Pensiero, Milano); “Etica di frontiera. Nuove forme del bene e del male,
Vita e Pensiero, Milano); “Di un altro genere: etica al femminile, Vita e
Pensiero, Milano . Giorgio La Pira. Un san Francesco nel Novecento, AVE, Roma
(curato con E. Zambruno). Multiculturalismo e interculturalità. L'etica in
questione, Vita e Pensiero, Milano. “La vita spettacolare. Questioni di etica,
Orthotes, Napoli; Etica dell'economia. Idee per una critica del riduzionismo
economico, Orthotes, Napoli-Salerno; Differenza di genere e differenza
sessuale. Un problema di etica di frontiera, Orthotes, Napoli-Salerno . Il
dovere dell'ospitalità, Orthotes, Napoli-Salerno. Dell'interpretazione di
Gentile offerta da Vigna discutono, fra gli altri, M. Berlanda, Gentile e
l'ipoteca kantiana. Linee di formazione del primo attualismo, Vita e Pensiero,
Milano eBettineschi, Critica della prassi assoluta. Analisi dell'idealismo
gentiliano, Orthotes, Napoli . Ora si vedano anche Studi gentiliani, Orthotes,
Napoli-Salerno . Cfr. Studi marxiani, rthotes,
Napoli-Salerno. Cfr. gli scritti
raccolti in C. Vigna, Studi aristotelici, Orthotes, Napoli-Salerno. F.
Saccardi, Semantizzazione dell'essere e inferenza metempirica, inPagani , Debili
postille. Lettere a Vigna, Orthotes, Napoli, Cfr. anche L. Messinese,
L'apparire del mondo. Dialogo con Severino sulla "struttura
originaria" del sapere, Mimesis, Milano-Udine, "Vigna, invece, che
pur si è formato alla scuola di Bontadini e di Severino, non segue più i suoi
maestri, perché ormai egli ritiene che, se si accetta la “semantizzazione
parmenidea” dell’essere, non si può evitare di estendere gli attributi dell'essere
assoluto agli enti, come precisamente è avvenuto nello svolgimento del pensiero
di Severino. L'errore, però, prosegue Vigna, sta proprio in questo "aver
trattato la questione dell'essere come una questione di essenza". L'errore
viene eliminato convincendosi che la “semantizzazione” dell'essere coincide con
la 'relazione’ di essenza ed esistenza': questo è il 'tratto comune' tra tutti
gli enti". Cfr. C. Vigna, Il
frammento e l'Intero, Sulla
semantizzazione dell'essere. L'eredità speculativa di Bontadini, in “Bontadini
e la metafisica.” Si veda inoltre G.P. Solliani, “Dell'essere come essenza: per
una rivisitazione del problema a partire di Aquino, in Debili postille, Il frammento
e l'Intero, Cfr. anchePagani, “Una rivisitazione della via del divenire e A.
Peratoner, Intorno alla conoscibilità di Dio, la ragione, la fede, in Debili
postille, Si veda poi A. Barzaghi, Percorsi di rigorizzazione della
teologia naturale nella filosofia neo-classica milanese, in Rivista di
filosofia neo-scolastica. Cfr. Vigna, Etica del desiderio umano (in nuce), in
Introduzione all'etica, Aporetica dei rapporti intersoggettivi e sua
risoluzione, in Etica trascendentale e inter-soggettività, Si veda anche il saggio di R. Fanciullacci, “Dell'inter-soggettività
e del riconoscimento. in Debili postille, Cfr. C. Vigna, Sul trascendentale
come inter-soggettività originaria. Inoltre: G. Venuti, La cura dell’altro come
regola d'oro. Lettera aperta a Vigna, e S. Zanardo, Sul dono della differenza,
in Debili postille, Per una discussione complessiva del pensiero di Vigna si
vedano i saggi contenuti inPagani Debili
postille. Lettere a Vigna, Orthotes, Napoli. “Sostanza e relazione: una
aporetica della persona.” Si può vedere ancheBettineschi, Finità e infinità
della soggettività. Lettera aperta a Vigna, inBettineschi, “Intenzionalità e
riconoscimento: scritti di etica e antropologia trascendentale” Orthotes,
Napoli. Bergamo festival: l'intuizione, su youtube.com. Malato o persona?, su
youtube.com. L'etica, su youtube.com. Treccani. Intervista a Vigna: la
filosofia morale, su youtube.com. Claudio Tugnoli, Carmelo Vigna: il desiderio
come orizzonte trascendentale, su mondodomani.org. Profilo di Carmelo Vigna sul
sito dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, su unive Bollettino della Società
filosofica italiana su sfi. Centro di
Etica Generale e Applicata, su centro di etica. Centro Inter-universitario per
gli Studi sull’Etica, su venus.unive. Società Italiana di Filosofia Morale, su
sifm. Intervento su La Pira, su avvenire. Attualismo, problematicismo,
metafisica , su filosofia. La politica e il sacro, su inschibboleth.org. Refs.:
H. P. Grice Papers, Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Vigna: la regola
d’oro conversazionale” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Vignoli
(Rosignano
Marittimo). Essential Italian philosopher. Filosofo. Grice: “I spent quite some
time observing a species of pirot: the squarrel – mainly I was in search of
what Vignoli calls ‘la legge fondamentale dell’intelligenza nel regno animale”
– his ‘saggio,’ he says, is in ‘psicologia comparata,’ but since it is vintage,
I might well refer to is as ‘philosophical ethology’!” -- Si trasferì a Milano.
Docente di antropologia presso la Reale Accademia di Scienze e Lettere, divenne
direttore del Museo di storia naturale.
I suoi scritti apparvero su Il Politecnico e sulla Rivista di filosofia
scientifica. Due sue opere ebbero risonanza: “Della legge fondamentale
dell'intelligenza nel regno animale: saggio di psicologia comparata” -- e “Mito
e scienza”. Quest'ultima influenza Warburg. Il testo proviene in parte dalla
relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo
Galileo. Istituto Museo della Scienza di Firenze, pubblicata in Elena
Canadelli, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere su Progetto
Gutenberg. E. Canadelli, Tito Vignoli.
Da professore di antropologia a direttore del Museo civico d storia natural nel sito "Milano Città delle
Scienze". Elena Canadelli, La biblioteca di antropologia e biologia di
Vignoli nel sito "Milano Città delle Scienze".in Biblioteche dei
filosofi, Scuola Normale Superiore di PisaUniversità degli studi di Cagliari.
Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi Speranza, “Grice e Vignoli” –
“La etologia filosofica di Grice e Vignoli” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria.
Vinadio (Torino). Grice: “Of course, Vinadio is bound to be a good
dialectician, since Italian neo-idealists take Hegel’s Dialektik – or colloquenza,
as the count prefers – much more seriously than the most Hegelian of Oxonians!
(And I don’t mean Bradley!”) -- Grice:
“I like Vinadio; but then I’m English and we like an earl!” – “My favourite of
his tracts is the one about dialettica which he understood just as Plato did,
only better!” -- Felice Balbo di Venadio, conte di Venadio, vide, “Il conte di
Vinadio” --. Filosofo. Considerato una delle voci più significative della
filosofia italiana della prima metà del Novecento, fu un intellettuale
impegnato in un vasto progetto di rifondazione della politica nell'immediato
secondo dopoguerra. Nacque da Enrico Balbo di Vinadio e da Ada Tapparo, in via
Bogino 8, nella casa che era stata del conte Cesare Balbo, ministro di casa
Savoia. Dopo la laurea, partecipò alla seconda guerra mondiale prima come
sottufficiale degli Alpini, poi come membro della Resistenza. Fu amico di
Natalia Ginzburg, Giulio Einaudi, Alessandro Fè d'Ostiani, Mila, Boringhieri,
Pintor e Pavese. Come consulente della casa torinese Einaudi curò due collane
di filosofia. Fu nominato cattedratico di filosofia a Roma. Si raccolse attorno a lui un piccolo gruppo
di filosofi, molti ispirati dalle idee di Dossetti, per discutere sulla crisi
dei valori nella società e sui modi di superarla mediante l'impegno sociale. Il
suo impegno trovò espressione inoltre con i contributi alle riviste Cultura e
realtà e Terza generazione. Fu vicino alle organizzazioni della sinistra di
ispirazione cattolica e al Partito Comunista.
Egli comprese come il mutamento centrale della società sarebbe avvenuto
nel rapporto tra lavoro umano e tecnica. Fu assunto all'IRI presso il Servizio
problemi del lavoro diretto da Glisenti, e si interessò di formazione del
personale. Venne nominato direttore del Centro IRI per lo studio delle funzioni
direttive aziendali. Opere: “L'uomo senza miti”; “Il laboratorio dell'uomo”; “Studi
in memoria di Gioele Solari dei discepoli” (Torino, Edizioni Ramella); “La
sfida storica del comunismo al Cristianesimo e le sue conseguenze filosofiche”
(Il Mulino); “Idee per una filosofia dello sviluppo umano” (Torino, Boringhieri).
Opere, Torino, Boringhieri, “Essere e progresso”; “Lezioni di etica” (Roma,
Edizioni Lavoro); Natalia Ginzburg, Cesare Pavese, Lettere a Ludovica,
Archinto. Giulia Boringhieri, Per un umanesimo scientifico. Storia di libri, di
mio padre e di noi, Torino, Einaudi, Duccio Cavalieri, Scienza economica e
umanesimo positivo. Claudio Napoleoni e la critica della ragione economica,
Milano, Franco Angeli, Giovanni Tassani, La Terza Generazione. Da Dossetti a De
Gasperi. Tra Stato e Rivoluzione, Roma, Edizioni Lavoro, Giovanni Tassani, nota
bio-bibliografica in: Felice Balbo, Lezioni di etica, Roma, Edizioni Lavoro, Giovanni
Invitto, Le idee di Felice Balbo. Una filosofia pragmatica dello sviluppo, Il
Mulino, Bologna, Giovanni Invitto, La filosofia di Felice Balbo di fronte a
fenomenologia ed esistenzialismo, in Giovanni Invitto, Fenomenologia ed
esistenzialismo in Italia, Adriatica Salentina, Lecce, Giovanni Invitto, Il
pensiero di Felice Balbo: una questione aperta, "Italia contemporanea",
fasc. Voce: Balbo Felice, Giorgio Campanini e Francesco Traniello Dizionario storico del movimento cattolico in
Italia: I protagonisti, Marietti, Torino, Anselmo Grotti, Saggio su Balbo,
Boringhieri, Torino, Anselmo Grotti, “Un altro futuro è possibile. Balbo a cento
anni dalla nascita” Egeria, Vittorio Possenti, “Balbo e la filosofia
dell'essere”, Vita e Pensiero, Milano, Giorgio Campanini e Giovanni Invitto , Balbo
tra filosofia e società, Franco Angeli, Milano, Flavia Tricomi, Felice Balbo:
per una filosofia come lavoro tecnico non mitico, in “La filosofia tra tecnica
e mito”, Atti del XXIX Congresso Nazionale Società Filosofica Italiana, S.
Maria degli Angeli Perugia, Porziuncola, Giovanni Invitto, Felice Balbo. Il
superamento delle ideologie, Roma, Edizioni Studium, Nicola Ricci, Cattolici e
marxismo. Filosofia e politica in Augusto Del Noce, Felice Balbo e Franco Rodano,
Milano, Franco Angeli; Luciano Bazzoli, Felice Balbo. Dal marxismo ad economia
umana, Brescia, Morcelliana; Marcello Mustè, La prassi e il valore. La
filosofia dell'essere di Felice Balbo, Roma, Aracne, Felice Balbo: il cristianesimo nella sfida
della “modernità”, di Giuseppe Turbanti, su storia e futuro.com. Giovanni
Invitto, Felice Balbo, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Filosofi italiani del XX secoloInsegnanti italiani
Professore. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e
Vinadio: being, value – and colloquenza!” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria.
Vio
(Gaeta). Essential Italian philosopher. Grice: “While the
typical Englishman is more interested in the fact that Vio never thought that
Henry VIII divorced Aragon, I prefer his commentary on the ‘prae-dicamentum’ of
Aristotle, via ‘Porfirio’!” -- Grice was irritated that when ‘vio’ became a
saint, the Italians list them under ‘c’. Tommaso De Vio, O.P. cardinale
di Santa Romana Chiesa Luther-vor-CajetanIl cardinale Tommaso De Vio riceve
Martin Lutero, Template-Cardinal.svg Incarichi ricopertiMaestro generale
dell'Ordine dei Predicatori Cardinale presbitero di San Sisto Arcivescovo metropolita
di Palermo Arcivescovo-vescovo di Gaeta
(1519-1534) Cardinale presbitero di Santa Prassede Ordinato presbitero Nominato
arcivescovo8 febbraio 1518 da papa Leone X Consacrato arcivescovo1º maggio 1518
dal cardinale Niccolò Fieschi Creato cardinale1º luglio 1517 da papa Leone X
Deceduto a Roma Manuale. Tommaso (al secolo Giacomo o Jacopo) De
Vio, detto il Cardinal Caetano o Gaetano è stato un cardinale italiano. Religioso
domenicano, fu generale dell'Ordine: fu teologo e diplomatico pontificio. Incontro
tra Martin Lutero e il Cajetanus in una stampa d'epoca. Figlio di Francesco De
Vio e Isabella de Sieri, eentrò tra i frati Domenicani del monastero di Gaeta,
dove assunse il nome di Tommaso, e proseguì i suoi studi in filosofia a Napoli,
Bologna e Padova. Fu professore presso le università di Pavia e Roma, ed
in questo campo acquisì una considerevole fama in seguito ad un pubblico
dibattito con Pico della Mirandola a Ferrara. Divenne generale dell'Ordine e consigliere
dei papi; Dimostrò grande zelo nel difendere i diritti papali contro il
Concilio di Pisa, polemizzando contro Almain in una serie di pubblicazioni che
furono messe al bando dalla Sorbona e bruciate per ordine del re Luigi XII di
Francia. Papa Leone X lo creò cardinale, e fu fatto arcivescovo di Palermo.
Divenne arcivescovo di Gaeta. Venne inviato in Germania come Legato
Apostolico per partecipare alla Dieta di Augusta, si adoperò con profitto per
l'elezione di Carlo V d'Asburgo ad Imperatore del Sacro Romano Impero (prevalendo
sull'altro concorrente Francesco I Re di Francia), e lì cercò di arginare la
nascente Riforma protestante di Martin Lutero. Fece rientro in Roma senza essere
riuscito a convincere Lutero ad abbandonare i suoi propositi di Riforma, e
aiutò il papa nell'estensione della bolla Exsurge Domine rivolta a contrastare
il dilagare della riforma luterana. Oganizzò la resistenza contro i Turchi in
Germania, Polonia e Ungheria. Venne fatto prigioniero durante il Sacco di
Roma dai Lanzichenecchi, inviati in Italia da Carlo V per punire papa Clemente
VII per il tradimento della parola datagli, poi venne liberato. Pronunciò
la sentenza definitiva di validità del matrimonio di Enrico VIII e Caterina d'Aragona,
rifiutando il divorzio al sovrano inglese. Accanto alla produzione
teologica, secondo la linee della scuola tomista, Vio si distinse anche come
esegeta. Supplì alla sua non-conoscenza dell'ebraico, consultando esperti
rabbinici e grazie alla sua familiarità con il testo greco. Pubblicò in vari
volumi una traduzione e commentario letterario della Bibbia che comprende larga
parte dell'Antico Testamento e quasi tutto il Nuovo Testamento con l'eccezione
dell'Apocalisse di Giovanni. La sua enfasi sulla ricerca del significato
letterario del testo lo pone alle origini della moderna tradizione esegetica
cattolica. La sua tomba è oggi collocata nel vestibolo della Basilica di
Santa Maria sopra Minerva. La genealogia episcopale è: Cardinale
Niccolò Fieschi Cardinale Tommaso De Vio, O.P. Opere: Summula Caietani, Frontespizio
degli Opuscula omnia, Commentaria super tractatum De ente et essentia Thomae de
Aquino, De nominum analogia, Commentaria in III libros Aristotelis De anima, Auctoritas
Pape et Concilii siue Ecclesie comparata, Marcello Silber, Oratio in secunda
sessione Concilii Lateranensis, Johann Beplin, 1512. (LA) Apologia de comparata
auctoritate pape et ecclesie, 1513. De divina institutione Pontificatus Romani
Pontificis, Jentacula N.T., expositio literalis sexaginta quatuor notabilium
sententiarum Novi Test., Roma, Summula Caietani, Paris, Claude Chevallon,
Opuscula omnia, Opuscula omnia, Lucantonio Giunta, Francesco senese De
Franceschi, In Porphyrii Isagogen ad Praedicamenta Aristotelis, Opera omnia,
Scripta philosophica, a cura diZammit, M.-H. Laurent e J. Coquelle, De nominum
analogia; De conceptu entis, De comparatione auctoritatis papae ; Apologia.
Bibliografia: Giovanni Allaria, Tommaso De Vio: cardinale Gaetano, Gaeta, La
Poligrafica, centenario della nascita del Cardinale Tommaso De Vio (Cajetanus):
2Roma, Istituto Professionale Grafico Sordomuti, Treccani – Enciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Innocenzo Taurisano, Tommaso De Vio,
in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Tommaso De Vio,
su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.Eckehart Stöve,
Tommaso De Vio, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.Tommaso De Vio, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.(DE)
Tommaso De Vio, su ALCUIN, Università di Ratisbona.Opere di Tommaso De Vio /
Tommaso De Vio (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di
Tommaso De Vio, su Open Library, Internet Archive.Tommaso De Vio, in Catholic
Encyclopedia, Robert Appleton Company. David M. Cheney, Tommaso De Vio, in
Catholic Hierarchy.Salvador Miranda, VIO, O.P., Tommaso, su fiu.edu – The
Cardinals of the Holy Roman Church, Florida International University.
PredecessoreMaestro generale dell'Ordine dei Predicatori Successore Cr.domenicanaJean
Clérée, O.P. Juan García Loaysa, O.P.PredecessoreCardinale prete di San
SistoSuccessoreCardinalCoA PioM.svg Achille Grassi Niccolò
SchombergPredecessoreArcivescovo metropolita di
PalermoSuccessoreArchbishopPallium PioM.svg Francisco de Remolins
(amministratore apostolico)8 febbraio Giovanni CarandoletPredecessoreVescovo di
Gaeta (titolo personale di arcivescovo)SuccessoreBishopCoA PioM.svg Fernando
Herrera Esteban Gabriel MerinoPredecessoreCardinale presbitero di Santa PrassedeSuccessoreCardinalCoA
PioM.svg Ippolito de' Medici Francesco Corner Vescovi e arcivescovi di Palermo
Fino al 1500Mamiliano · Stefano di Perche · Gualtiero · Berardo de Castanea ·
Ludovico Bonito · Nicolò de' Tudeschi · Simone Beccadelli di Bologna XVI
secoloTommaso De Vio · Giovanni Carandolet · Pietro Tagliavia d'Aragona ·
Francisco Orozco de Arce · Ottaviano Preconio · Giacomo Lomellino Del Canto ·
Cesare Marullo · Diego Haëdo XVII secoloGiovanni (Giannettino) Doria · Fernando
Andrade Castro · Martín de León Cárdenas · Pietro Martínez y Rubio · Juan
Lozano · Jaime de Palafox y Cardona · Ferdinando Bazan y Manriquez XVIII
secoloJosé Gasch · Matteo Basile · Domenico Rosso · José Alfonso Meléndez ·
Marcello Papiniano Cusani · Serafino Filangieri · Francesco Ferdinando
Sanseverino · Filippo Lopez y Royo XIX secoloDomenico Pignatelli di Belmonte ·
Raffaele Mormile · Pietro Gravina · Gaetano Trigona e Parisi · Ferdinando Maria
Pignatelli · Giovanni Battista Naselli · Michelangelo Celesia XX secoloAlessandro
Lualdi · Luigi Lavitrano · Ernesto Ruffini · Francesco Carpino · Salvatore
Pappalardo · Salvatore De Giorgi XXI secoloPaolo Romeo · Corrado Lorefice. He
wrote extensively on freewill, and had a colourful dispute with, of all people,
Calvinwell represented in a painting Grice adored. Vio Tomasso di vio
-- cajetan, original name, -- H. P. Grice thinks that Shropshire borrowed his
proof for the immortality of the soul from Cajetan -- Tommaso de Vio, prelate
and theologian. Born in Gaeta from which he took his name, he entered the
Dominican order in 1484 and studied philosophy and theology at Naples, Bologna,
and Padua. He became a cardinal. During the following two years he traveled to
G.y, where he engaged in a theological controversy with Luther. His major work
is a Commentary on St. Thomas’ Summa of Theology 1508, which promoted a renewal
of interest in Scholastic and Thomistic philosophy during the sixteenth
century. In agreement with Aquinas, Cajetan places the origin of human
knowledge in sense perception. In contrast with Aquinas, he denies that the
immortality of the soul and the existence of God as our creator can be proved.
Cajetan’s work in logic was based on traditional Aristotelian syllogistic logic
but is original in its discussion of the notion of analogy. Cajetan
distinguishes three types: analogy of inequality, analogy of attribution, and
analogy of proportion. Whereas he rejected the first two types as improper, he
regarded the last as the basic type of analogy and appealed to it in explaining
how humans come to know God and how analogical reasoning applied to God and
God’s creatures avoids being equivocal. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e de Vio” – Luigi Speranza, “Grice e Vio: Le categorie”
-- The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Virno (Napoli). Essential Italian philosopher. Grice:
“Virno, like me, is a semiotician.” Filosofo. Di orientamento operaista, docente di
filosofia a Roma. Tra i principali esponenti dell'organizzazione della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio, il suo nome ricorse nelle cronache dei
cosiddetti "anni di piombo" in Italia. Fu arrestato e detenuto in
prigione per diversi anni sino alla sua definitiva assoluzione. Nel corso della
detenzione elaborò il suo pensiero che trovò espressione nella rivista Luogo
comune. «Democrazia è il fucile in spalla agli operai», slogan attribuito
a Potere Operaio «Mi sono formato politicamente a Genova, dove la mia famiglia
viveva e io facevo liceo. Genova era esposta all’influenza di Torino, dove vi
furono le prime occupazioni nel ’67; quindi nell’estate di quell’anno si
mobilitarono gli studenti medi (più vivaci di quelli universitari, che invece
erano in contatto con le organizzazioni tradizionai dei partiti, UGI e via
dicendo). Come studenti medi fondammo dunque il Sindacato degli Studenti,
che nell’autunno del ’67 fece i primi scioperi su tematiche già
sessantottesche, la lotta all’autoritarismo, solidarietà con gli studenti greci
dopo il golpe dei colonnelli e quant’altro...nell’autunno del ’68, sempre per un
trasferimento della famiglia, sono venuto ad abitare a Roma, e di lì a non
molto ho preso contatti e rapporti con il gruppo che sarebbe diventato Potere
Operaio, che allora sostanzialmente nella capitale era il gruppo delle facoltà
scientifiche... Entro in Potere operaio dopo gli episodi cruciali della
primavera ’69 a Torino.» Lavorò a Milano come insegnante all'Alfa Romeo
di Arese e all'Innocenti, organizzando anche azioni collettive nelle fabbriche
sino alla dissoluzione di Potere operaio nel 1973. Nel 1977 Virno
presentò la sua tesi di laurea sul concetto di lavoro e la teoria della
coscienza di Theodor Adorno e partecipò attivamente alle manifestazioni ad
opera dei lavoratori precari e di altri emarginati. Fondò assieme a Oreste
Scalzone e a Franco Piperno la rivista Metropoli organo ideologico del
movimento politico. Nell'ambito dell'inchiesta giudiziaria nota come
"7 aprile", la redazione della rivista viene accusata di appartenere
in blocco all'organizzazione eversiva «costituita in più bande armate variamente
denominate». «siamo arrestati io, Castellano, Maesano e Pace (che però
sfugge all’arresto, di nuovo, giuro, non per sagacia). Noi siamo arrestati il 6
giugno ’79, poi ci fanno confluire nel 7 aprile, ritroviamo gli altri nel
cortile di Rebibbia, nel braccio speciale, stiamo un po’ di mesi lì, poi c’è la
diaspora, cioè il Ministero ordina di mandare ognuno di questi detenuti in un
carcere speciale diverso, perché ovviamente, tramite avvocati, visite, benché
ci fosse il regime di braccio speciale, quello era diventato una specie di
luogo in cui si elaboravano documenti, lettere a giornali, si faceva campagna
politica, c’erano state delle lotte interne. Quindi, c’è la diaspora, io
vado a Novara, Oreste va a Cuneo, quell’altro va a Favignana, quell’altro
ancora da un’altra parte. Comincia questo giro negli speciali, e ci ritroviamo
non tutti ma in parte nel carcere di Palmi, inaugurato nell’autunno del ’79,
carcere per soli politici o per detenuti comuni completamente politicizzati,
una specie di “Kesh”. Là dentro c’era una situazione curiosa, anche molto
spettacolare, perché si incontrano assolutamente tutti. Infatti, per un primo
periodo con i compagni delle BR o con Alunni o quelli dei NAP, si pensò anche
di approfittare di questa situazione per avviare una discussione larga, di
carattere "costituente": però, il problema è che anche lì c’è il
fatto che i più spregiudicati di loro, come Curcio, erano d’accordo, avevano
capito di aver perso l’essenziale, cioè il cambio di paradigma del ’77, cioè il
fatto che i giovani operai erano non più riconducibili a quelli del ’69; altri
invece no.[...] Riassumendo in breve, la mia detenzione fu un anno dal
’79 all’80, poi due anni liberi in cui curai la serie continua di Metropoli
nell’81, due anni ancora di carcere, condanna a 12 anni in primo grado, un anno
di arresti domiciliari ... l’assoluzione (insieme a tanti altri imputati del 7
aprile) fu nell’87, la conferma nell’88.» La travagliata esperienza
politica e esistenziale di questi anni sarà trasfusa da Virno nella
pubblicazione di Luogo Comune una rivista dedicata all'analisi della vita nella
situazione sociale del "postfordismo". Nel 1993 Virno lasciò il
lavoro di editore della rivista per insegnare filosofia nell'Urbino -- è stato professore invitato all'Montréal e al
suo ritorno in Italia occupò la cattedra di filosofia del linguaggio, semiotica
ed etica della comunicazione nell'Università della Calabria da dove si
trasferirà all'Università Roma Tre. Convinto della necessità di un nuovo
linguaggio della politica che chiarisca le trasformazioni economiche, sociali e
culturali che da più di un decennio caratterizzano le società occidentali,
introduce nella “Grammatica della moltitudine” una riflessione sul contrasto
tra i termini di "popolo" e "moltitudine" che generarono
una accesa polemica teorico-filosofica nel secolo XVII. Quando avvenne la
formazione degli stati nazionali fu l’espressione “popolo” a prevalere. Virno
si domanda se non sia venuto il tempo di restaurare l'altro concetto della
‘moltitudine.” La "multitudo" è quell'insieme di persone che
nell'azione politica e in quella economica, pur agendo collettivamente non
perdono il senso della propria individualità, resistendo sempre alla riduzione
a unica massa informe com'è nel termine di "popolo". La moltitudine è
dunque la base delle libertà civili. In contrapposto, moltitudine e una
pluralità che non si sintetizza nell'uno, il più grave pericolo per l'autorità
dello Stato che esercita il «supremo imperio». Dopo i secoli del “popolo”
e quindi dello Stato (Stato-nazione, Stato centralizzato ecc.), torna infine a
manifestarsi la polarità contrapposta, abrogata agli albori della modernità. La
moltitudine come ultimo grido della teoria sociale, politica e filosofica?
Forse.” Opere: “L'idea di mondo: intelletto pubblico e uso della vita”
(Editore: Quodlibet); “Saggio sulla negazione: per una antropologia
linguistica” (Editore: Bollati Boringhieri); “E così via, all'infinito: Logica
e antropologia” (Editore: Bollati Boringhieri), “Motto di spirito e azione
innovative: per una logica del cambiamento” (Editore: Bollati Boringhieri). “Quando
il verbo si fa carne: linguaggio e natura umana” (Editore: Bollati Boringhieri,
Scienze sociali e «natura umana». Facoltà di linguaggio, invariante biologico,
rapporti di produzione” (Editore: Rubbettino); “Grammatica della moltitudine.
Per una analisi delle forme di vita contemporanee” (Editore: DeriveApprodi); “Esercizi
di esodo. Linguaggio e azione politica” (Editore: Ombre Corte); “Il ricordo del
presente. Saggio sul tempo storico” (Editore: Bollati Boringhieri); “Parole con
parole: poteri e limiti del linguaggio” (Editore: Donzelli); “Mondanità. L'idea
di «Mondo» tra esperienza sensibile e sfera pubblica” (Editore:
Manifestolibri); “Convenzione e materialism” (Editore: Theoria [Ristampa
Editore: DeriveApprodi, Scheda docenteUniversità Roma Tre Intervista, Hecceitasweb «Questo termine è entrato nel linguaggio
corrente negli anni '90 per indicare un insieme di caratteristiche economiche,
sociali e istituzionali del nostro presente, avvertite [pessimisticamente] come
profondamente diverse rispetto al nostro recente passato» e in genere come
molto negativamente mutate. (In articolo di Maria Turchetto, Fordismo e
postfordismo. Qualche dubbio su alcune "certezze" della sinistra
italiana., edito nel n° 67 di Protagonisti)
Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee,
ed.DeriveApprodi, Anni di piombo Potere operaio"General intellect".
In Zanini, A.; Fadini, U. . Lessico postfordista: dizionario di idee della
mutazione. Feltinelli, Giovanni Copertino, sito "Filosofico.net". Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS. Luigi
Speranza, “Grice e Virno” – “Grice e Virno: la conversazione – una popolazione
di due!” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Viroli (Forlì). Essential
Italian philosopher.Actually “Viroli-Cavalieri”? Grice, “I shall be fighting
soon.” “The loyalty for one’s country is not based on evidence.”Maurizio Viroli (Forlì), filosofo. Durante il settennato di
Carlo Azeglio Ciampi ha servito la Presidenza della Repubblica Italiana.
Attualmente è Professore a a Lugano. I suoi campi di ricerca sono la Filosofia
politica e la Storia del Pensiero politico. I suoi autori di riferimento sono
Machiavelli, Rousseau, Mazzini, Croce, Carlo Rosselli e Nello Rosselli. La sua
ricerca si basa sul metodo contestualista di Quentin Skinner a cui ha apportato
alcune innovazioni. Il suoi riferimenti politico-ideali sono il
Repubblicanesimo e l'Azionismo (Partito d'Azione). Alle numerose pubblicazioni
scientifiche affianca l'attività di saggista e quella di editorialista.
Collabora e ha collaborato ad alcune testate giornalistiche, tra cui La Stampa,
il Sole 24 ORE e Il Fatto Quotidiano. Maurizio Viroli ha frequentato il Liceo
scientifico statale Fulcieri Paulucci di Calboli di Forlì. Come egli stesso
racconta nel libro L'autunno della Repubblica, per mantenersi agli studi ha
lavorato fin da giovanissimo come garzone di bottega, come cameriere d'albergo
e come operaio presso lo zuccherificio della sua città. Di quegli anni
dice:" [...] quando ero bambino abitavo a Forlì con i miei genitori, in
via Archimede Mellini, in un appartamento angusto e freddissimo, riscaldato
soltanto da una stufa a gas tenuta, per la nostra povertà, sempre con la fiammella
azzurrognola al minimo." Al termine degli studi liceali si è
iscritto alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Bologna. Nel 1976 si è
laureato magna cum laude in Filosofia con una tesi dal titolo Metodo e Sistema
in Friedrich Engels. Dal maggio 1976 al maggio 1977 ha svolto il Servizio
di leva a Casarsa della Delizia, in Friuli-Venezia Giulia. Il ritorno
alla vita civile è stato all'insegna del precariato. Percepiva un piccolo
salario organizzando convegni e lavorando come redattore alla rivista Problemi
della transizione presso Istituto Gramsci di Bologna. è stato ammesso al
dottorato di ricerca presso l'Istituto Universitario Europeo di Firenze. Di
fronte alla commissione composta dai Maihofer, Skinner, Bobbio, Cranston, e Moulakisha,
ha discusso la tesi “La società bene ordinata” pubblicata per Il Mulino. Ha
perfezionato la sua formazione svolgendo attività di ricerca al Clare Hall di Cambridge
e al Max-Planck Institut für Gesellschaftsforschung in Köln. Posizione
accademica. Viroli è Professore Emerito all'Princeton dal . A Princeton è
giunto dopo aver vinto un concorso come Assistant Professor. Ha ottenuto
tenured appointment ed è diventato Associate Professor.-- è diventato Full
Professor . È Professore di Government ad Austin, e di Comunicazione
politica all'Università della Svizzera italiana. Dirige il Laboratorio di Studi
civili presso l'Università della Svizzera italiana. Ha a vinto il
finanziamento del Fondo Nazionale Svizzero per la Ricerca Scientifica con il
progetto di ricerca Milan and Ticino: Shaping the Spatiality of a European
Capital, che prevede l'impegno di un folto gruppo di ricercatori. I suoi
interessi di studio ruotano intorno alla Filosofia politica e alla Storia del
Pensiero politico. Studia il Repubblicanesimo nella sua accezione classica (da
Machiavelli a Rousseau) e in quella contemporanea. Si occupa e scrive di
religione e politica, di retorica classica, libertà e tirannide, di
patriottismo e nazionalismo, di etica civile, di diritti e doveri. Pone
particolare attenzione ai fondamenti della convivenza civile. I suoi periodi
storici di riferimento sono il Rinascimento, il Risorgimento e l'Antifascismo.
I suoi autori di riferimento sono Machiavelli, Rousseau, Mazzini, Croce, Carlo
e Nello Rosselli. Come impegno civile si occupa di Educazione civica e
della difesa e dell'attuazione della Costituzione della Repubblica Italiana. Ha
collaborato con la Direzione Generale dell'Ufficio Scolastico Regionale per le
Marche a progetti di Educazione alla Cittadinanza. Ha fondato e dirige il
Master in Civic Education presso l'associazione Ethica di Asti. Ha coordinato e
diretto progetti di Educazione civica per la Fondazione per la Scuola della
Compagnia di San Paolo. Con il professor Gianni Sinni dirige il progetto
Designing Civic Consciousness presso Università degli Studi della Repubblica di
San Marino. Dirige il progetto Lezioni di Casa Cervi-Scuola di Etica civile
presso Casa Cervi. Ha preso parte attivamente alle campagne referendarie
svoltesi in occasione del referendum costituzionale, contro la riforma proposta
dal centro-destra, e del referendum costituzionale del , contro la cosiddetta
riforma costituzionale Renzi-Boschi. Ha collezionato inviti e incarichi di
insegnamento presso prestigiose istituzioni culturali internazionali come
l'Institute for Advanced Study di Princeton, Georgetown, Yale, Harvard, UCLA,
New School for Social Research di New York, Peking University, Pontifica
Universitad Catolica del Cile, Cambridge, Brisbane, Columbia, Queen Mary,
London, United Arab Emirates University, Messico, Gerusalemme, il Collège de
France Ha insegnato presso la Scuola Normale Superiore di Pisa,
Università degli Studi di Trento, l'Università del Molise, l'Ferrara, la Scuola
Superiore di Catania e l'Università degli Studi di Urbino "Carlo
Bo". Ha collaborato e collabora con istituzioni quali il Collegio di
Milano e la Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione, Scuola superiore
di polizia, Fondazione per la Scuola della Compagnia di San Paolo, il Collegio
Carlo Alberto e l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, laFondazione Alcide
Cervi presso Casa Cervi. Ideali politici Maurizio Viroli, nel libro
L'autunno della Repubblica, spiega così le sue posizioni politiche "Non
sono soltanto uno studioso del repubblicanesimo, mi sento repubblicano. Amo i
princìpi fondamentali di questa tradizione e cerco di applicarli nella vita e
nell’analisi dei fatti politici e sociali." Più oltre, in riferimento al
Presidente Carlo Azeglio Ciampi racconta: "La prima volta che lo incontrai
provai la sensazione di trovarmi di fronte ad un uomo di straordinaria energia
morale, l’esempio vero della migliore cultura del Risorgimento e
dell’azionismo. Rammento ancora le parole che mi disse dopo aver ascoltato con
attenzione le mie considerazioni sul significato del concetto di amor di
patria: «Quello che lei dice, professore, l’ho sempre sentito e vissuto nella
mia coscienza». Fu allora che realizzai che io sono prima uno studioso di
repubblicanesimo e poi un repubblicano; Ciampi è repubblicano nell’intimo della
coscienza: repubblicano e azionista; anzi, credo, repubblicano perché
azionista." Anche l'Antifascismo é rilevante nel patrimonio ideale
di Viroli. Ne L'Autunno della Repubblica si legge: "Ho trovato nelle
pagine di Croce, Rosselli, Parri, Rossi, Calamandrei per citare soltanto i nomi
più noti non solo idee e argomenti in perfetta sintonia con il mio antifascismo
assoluto e intransigente, ma anche e soprattutto le più convincenti riflessioni
sulle ragioni della fragilità della libertà italiana." Il patriottismo
di Maurizio Viroli si oppone al nazionalismo, anzi, ne è l'antidoto. Ancora ne
L'Autunno della Repubblica si legge a proposito del libro Per amore della
patria. "In Italia abbiamo una tradizione di patriottismo di straordinario
valore morale e politico, la migliore che io conosca. Mi riferisco in primo luogo
al patriottismo diMazzini, fondato sul principio che la patria non è il
territorio bensì un principio di libertà, e al patriottismo degli antifascisti
di «Giustizia e Libertà», concordi nell’affermare che la nostra patria coincide
con il mondo morale delle persone libere [...] non era poi idea tanto peregrina
sostenere [in Per amore della patria. Patriottismo e nazionalismo nella storia.
n.d.r.] che il patriottismo repubblicano potesse essere il mezzo più efficace
per combattere la marea del nazionalismo che cominciava a montare. Oggi, credo
sia troppo tardi." Infine, Viroli ci spiega il suo relativismo:
"Sulle questioni etiche sono stato sempre un convinto relativista, con
comprensibile scandalo di molti amici e colleghi. Di fatto, se il dovere esiste
soltanto là dove la coscienza morale personale lo riconosce come tale, segue
necessariamente che ci sono persone che riconoscono quali loro doveri
determinati princìpi, altre che riconoscono quali loro doveri princìpi diversi,
se non del tutto opposti. Il pluralismo e il contrasto dei doveri sono sotto
gli occhi di tutti. Ad alcuni il dovere indica il servizio e la pratica della
carità, ad altri la pura e semplice affermazione di sé stessi, anche a costo di
usare altri esseri umani come mezzi. [...] La ragione, tante volte invocata
quale guida sicura all’agire umano, non detta i fini ma solo i mezzi. Lo ha
spiegato in modo esemplare un filosofo morale completamente dimenticato,
Erminio Juvalta: «La ragione per sé non comanda nulla; né l’egoismo, né
l’altruismo, né la giustizia. La ragione cerca, e mostra, se le riesce, i mezzi
che servono a conservar la vita a chi la vuol conservare, a distruggerla a chi
la vuol distruggere; addita ai pietosi le vie della pietà, ai giusti le vie
della giustizia, e le vie del proprio tornaconto agli uomini senza scrupoli. Ma
l’egoismo non è per sé più ‘razionale’ dell’altruismo, né il regresso più
razionale del progresso, né la conservazione dell’individuo più razionale di
quella della specie, né l’utile proprio più razionale che l’utile della
collettività. Razionali non sono i fini, ma le relazioni dei mezzi ai fini. Ed
è così ragionevole che dia la vita per un’idea chi pregia più l’idea che la
vita, come che taccia la verità per un ciondolo chi ama più i ciondoli che la
verità.»" È stato consulente della Presidenza della Repubblica
Italiana per le attività culturali durante il settennato del Presidente Carlo
Azeglio Ciampi. Ha collaborato con la Presidenza della Camera dei Deputati
durante la presidenza di Luciano Violante. È stato coordinatore del Comitato
Nazionale per la Valorizzazione della Cultura della Repubblica presso il
Ministero dell'Interno. È stato Presidente nazionale dell'Associazione
Mazziniana Italiana. Onorificenze Ufficiale dell'Ordine al merito della
Repubblica italiananastrino per uniforme ordinariaUfficiale dell'Ordine al
merito della Repubblica italiana «Di iniziativa del Presidente della
Repubblica» Pubblicazioni Questa voce è da wikificare Questa voce o sezione
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progetto di riferimento. Opere: “Nazionalisti e patrioti, Roma-Bari,
Laterza Etica del servizio e etica del comando, Napoli, Editoriale
Scientifica. L’autunno della Repubblica, Roma-Bari, Laterza, La
redenzione dell’Italia. Saggio sul «Principe» di Machiavelli, Roma-Bari,
Laterza; “Il sorriso di Niccolò” Storia di Machiavelli, nuova edizione,
Roma-Bari, Laterza. Scegliere il principe. I consigli di Machiavelli al
cittadino elettore, Roma-Bari, Laterza. L’Intransigente, Roma-Bari,
Laterza. Le parole del cittadino, Roma-Bari, Laterza. La libertà
dei servi, Roma-Bari, Laterza, Lo scrittore di ricami, Reggio Emilia,
Diabasis. Come se Dio ci fosse. Religione e libertà nella storia
d’Italia, Torino, Einaudi. Machiavelli filosofo della libertà, tradotto da
Silvia Righini, Roma, Castelvecchi, .L’Italia dei doveri, Milano,
Rizzoli. Il Dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia,
Roma-Bari, Laterza. Dialogo intorno alla repubblica, Roma-Bari, Laterza. Il
sorriso di Niccolò. Storia di Machiavelli, Roma-Bari, Laterza (paperback
edition: pubblicato anche da Milano,
Edizioni de Il Giornale, e da Milano, Edizioni de Il Sole 24 Ore, ). Per Amore
della Patria. Patriottismo e nazionalismo nella storia, Roma-Bari, Laterza,
Dalla politica alla ragion di stato, Roma, Donzelli, L’etica laica di Erminio
Juvalta, Milano, Franco Angeli. ‘La civiltà statuale’, in Francesco Di
Donato Cultura civica e civiltà statuale, Bologna, Il Mulino. ‘Libertà e
profezia in Machiavelli’, in Attilio Scuderi Machiavelli e i confini del
potere, Milano, Mimesis. ‘La passione civile e la scienza politica di
Giovanni Sartori’, ‘Civic religion, Patriotism and Prophecy in early-Modern
Italian City-Republics’, in Kurt Almqvist (ed.) Nation, state and empire.
Perspectives from the Engelsberg seminar, Stockholm, Axess Publishing AB, 8
‘Postfazione’, in Roberto Bertoni, Protagonisti sempre. Un secolo di
storia visto con gli occhi dei ragazzi, with a preface by Enrico Letta, Reggio
Emilia, Imprimatur ‘Prefazione’, in Carlo Mosca, Il prefetto e l’unità
nazionale, Napoli, Editoriale Scientifica. ‘Skinner’, ‘God’ and ‘Macaulay’, in
Gennaro Sasso and Giorgio Inglese (directors), “Enciclopedia machiavelliana”
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vita di Machiavelli by Roberto
Ridolfi, Roma, Castelvecchi. ‘Introduction’, new edition of The Prince by
Niccolò Machiavelli, Roma, Castelvecchi. ‘Preface’, ‘Preface’, in Leone
Ginzburg, La tradizione del Risorgimento, Roma, Castelvecchi. ‘Se è
libero bisogna che creda’, in 5 variazioni sul credere, ed. by Marco Bouchard,
Torino, Edizioni Gruppo Abele. ‘L’attualità del Principe’, in
Alessandro CampiIl principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. Roma,
Complesso del Vittoriano, Salone centrale, Roma, Istituto della Enciclopedia
Italiana. ‘Premessa’, in Antonio Gisondi, La moralità della Resistenza:
l’esperienza del partigiano Bosco, Benevento, Associazione Terre dei
Gambacorta, ‘Prefazione’, in Dalla patria allo Stato. Una biografia
intellettuale di Spaventa, Roma-Bari, Laterza. ‘Patriotism and
European Unity’, ‘La costituzione repubblicana: un manuale di educazione civica’,
in Lessico civico: teorie e pratiche della cittadinanza, Reggio Emilia,
Diabasis. ‘Le origini meridiane del repubblicanesimo’, in Federica
Frediani and Fernanda Gallo (eds.), Ethos repubblicano e pensiero meridiano,
Reggio Emilia, Diabasis. ‘La dimensione religiosa del Risorgimento’, in
Alberto Melloni Cristiani d’Italia. Chiese, società, stato, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. ‘La libertà politica è un bene fragile’,
Lettera internazionale. Rivista trimestrale europea, ‘Ragione e passioni nell’educazione civica’,
in Ilario Belloni and Rosario Forlenza (eds.), Questioni civiche. Forme,
simboli e confini della cittadinanza, Reggio Emilia, Diabasis.
‘Prefazione’, in Giuseppe Fonseca, La Costituzione: il pilastro di cristallo,
Napoli, La scuola di Pitagora. Machiavelli, il carcere, Il Principe’, in
Gli anni di Firenze, Roma-Bari, . in La Costituzione ieri e oggi. Roma, Atti
dei Convegni Lincei Roma, Bardi. ‘Etica e diritto: la forza intelligente
per sconfiggere la violenza’ in Regione Piemonte, Piano regionale per la
prevenzione della violenza contro le donne e per il sostegno alle vittime. ‘Religione
e libertà nella Democratie en Amérique’, in Dante Bolognesi e Sauro Mattarelli
(eds.), Fra libertà e democrazia: l’eredità di Tocqueville e J. S. Mill,
Milano, Franco Angeli. ‘Una nuova utopia della libertà’, Quaderni del
Circolo Rosselli, ‘Machiavelli’s Realism’, Constellations, ‘Religione/2:
Tutte le ragioni del liberalismo’, with Ackerman, Amato, Bassetti, Buruma,
Cacciari, Carandini, Crowder, Eder, Parisi, Pombeni, Roman, Schlegel,
Schwarzenberg, Taylor, Nadia Urbinati, Reset, Dove Ratzinger sbaglia/Where
Ratzinger is mistaken. ‘Machiavelli oratore’, in Jean-Jacques
MarchandMachiavelli senza i Medici, scrittura del potere, potere della scrittura.
Atti del convegno di Losanna, Roma, Salerno Editrice. ‘Due concetti di
religione civile’, in Maurizio RidolfiRituali civili: storie nazionali e
memorie pubbliche nell’Europa contemporanea, Roma, Gangemi. ‘Patriottismo
e rinascita civile’, Aspenia, ‘Introduction’, ‘Prefazione’, in Giuseppe
Mazzini, Scritti politici, edited by Terenzio Grandi and Augusto Comba, 2nd
edition, Torino, UTET. ‘Introduzione’, in What is a man? Collection of
young thouthsChe cos’è l’uomo? Raccolta di giovani pensieri, Senigallia, MIUR,
Le Marche. ‘Repubblicanesimo’, in
Norberto Bobbio, Nicola Matteucci and Gianfranco Pasquino (directors),
Dizionario di Politica, 3rd edition, Torino, UTET, ‘Libertà democratica, libertà repubblicana e
libertà socialista’, in Thomas CasadeiRepubblicanesimo democrazia socialismo
delle libertà. “Incroci” per una rinnovata cultura politica, Milan, Franco
Angeli, ‘Il lavoro nobilita l’uomo e
l’impresa’, Impegno. Mensile di cultura sociale, ‘Els ideals del republicanisme: república,
llibertat, virtut i patriotisme’, Idees: Revista de temes contemporanis, ‘Libertad republicana y emancipación social’,
Revista de la Fundación Juan March, ‘Della lontananza’, in Alberto
SinigagliaLa saggezza del vivere. Tracce di etica, Reggio Emilia, Diabasis.
‘Repubblicanesimo e Costituzione della Repubblica’ in Maurizio Ridolfi Almanacco
della Repubblica: storia d’Italia attraverso le tradizioni, le istituzioni e le
simbologie repubblicane, Milano, Bruno Mondadori. ‘Europa contro
america?’, Il pensiero mazziniano, ‘Dio nella costituzione’, Il pensiero
mazziniano, Con Norberto Bobbio, ‘Sul rientro dei savoia’, Il pensiero mazziniano,
‘Scrivere la costituziuone. L’esempio della storia americana’, Il pensiero mazziniano,
‘Il despota e il tiranno si sono fatti furbi’, Il pensiero mazziniano, ‘Il
repubblicanesimo di Machiavelli’ and ‘Le ragioni di un dibattito’, in Simonetta
Adorni Braccesi and Mario Ascheri (eds.), Politica e cultura nelle repubbliche
italiane dal Medioevo all’età moderna: Firenze, Genova, Lucca, Siena, Venezia.
Atti del convegno (Siena), Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e
contemporanea. ‘Giù le mani da Carlo Cattaneo’, Il pensiero mazziniano,
‘Questioni attorno al repubblicanesimo:un dialogo fra Salvatore Veca e Maurizio
Viroli’, Il pensiero mazziniano, ‘Repubblicanesimo, liberalismo e
comunitarismo’, Filosofia e questioni pubbliche, ‘Niccolò Machiavelli’,
in Alberto Andreatta and Artemio Enzo Baldini (eds.), Il pensiero politico.
Idee, teorie, dottrine. Età moderna, Torino, UTET. ‘La Repubblica
romana’, Il pensiero mazziniano, ‘Repubblicanesimo’, Il pensiero mazziniano, ‘La sinistra non scordi la Patria’, Il
pensiero mazziniano, ‘I guerrieri di
Dio: chi sono i «theoconservatori» che scendono in lotta contro aborto, eutanasia
e gay’, La Stampa, ‘L’arcipelago
progressista: l’orgogliosa cultura liberal, fra battaglie per le minoranze,
ambientalismo e progetti per riprendere il New Deal’, La Stampa, ‘Discussione americana e caso italiano’, in
Piccole patrie, grande mondo, Roma, Donzelli. ‘Il significato storico
della nascita del concetto di Ragion di Stato’, in Enzo Baldini, Aristotelismo
politico e ragion di Stato. Atti del Convegno internazionale di Torino, Firenze,
Olschki. ‘Patrioti o Traditori?’, L’Indice, ‘Il ritorno della Nazione’, I
democratici, ‘L’etica politica ciceroniana e il suo significato
moderno’, Nuova Civiltà delle Macchine, ‘La cattiva retorica dell’autonomia della
politica’, Il Mulino, ‘Nazionalismo e patriottismo’, Il Mulino, ‘ ‘Una filosofia civile tra comunitari e
liberali’, Ragioni Critiche, ‘Introduction’, in Quentin Skinner, Le
origini del pensiero politico moderno, Bologna, Il Mulino. L’Indice, ‘Machiavelli e Rousseau: i dilemmi della
politica republicana’, Teoria Politica, ‘“Revisionisti” e “ortodossi” nella
storia delle idee politiche’, Rivista di filosofia, ‘La Théorie du Contrat Social et le concept de
“Republique” chez Jean-Jacques Rousseau’, ‘Dovere morale e pluralismo etico in
Erminio Juvalta’, Rivista di Storia della Filosofia, ‘La “Morale dei Positivisti” e l’etica del
socialismo’, in Paolo Rossi Monti L’età del positivismo, Bologna, Il
Mulino. ‘Il Marxismo e l’ideologia del socialismo italiano’, in Georges
Labica ‘Despotismo e cittadini’,
Transizione, Erminio Juvalta e la teoria della giustizia, Rivista di filosofia,
‘Antonio Labriola “filosofo del
socialismo”’, Giornale critico della filosofia italiana, ‘Aspetti della
recezione di Engels in Italia. Tra socialismo scientifico e crisi del
marxismo’, in Franco Zannino L’Antidühring: affermazione e deformazione del
marxismo? Annale V della Fondazione Lelio e Lisli Basso -Issoco, Milano, Franco
Angeli. ‘Il problema dell’etica razionale in Erminio Juvalta’, “Studi
sulla cultura filosofica italiana tra Ottocento e Novecento” (Bologna, CLUEB); ‘Etica
e marxismo. A proposito di una recente discussione’, Problemi della Transizione,
Socialismo e cultura, 'Studi Storici’,
Il dialogo fra Engels e Labriola, ‘Critica marxista’, ‘Nella crisi del positivismo: la ricerca
teorica del «Divenire Sociale» Giornale critico della filosofia italiana,
‘Filosofia e politica nel “Federico Engels” di Mondolfo’, in Antonio
SantucciPensiero antico e pensiero moderno in Mondolfo, Bologna, Cappelli.
Wellness. Storia e cultura del vivere bene, Milano, Sperling & Kupfer.
Libertà politica e virtù civile. Significati e percorsi del repubblicanesimo
classico, Torino, Fondazione Giovanni Agnelli. 2Lezioni per la
repubblica: la festa è tornata in città, Reggio Emilia, Diabasis. Ascesa
e declino delle repubbliche, Urbino, Quattro Venti. Machiavelli and
Republicanism, Cambridge, Cambridge University Press. L'Autunno della
Repubblica, Laterza, L'Autunno della Repubblica, Laterza, L'Autunno della
Repubblica, Laterza, L'Autunno della Repubblica, Laterza, .Per Amore della patria.
Patriottismo e nazionalismo nella storia, Laterza, L'Autunno della Repubblica,
Laterza, L'Autunno della Repubblica, Laterza, Sito web del Quirinale: dettaglio
decorato. Blog ufficiale, su
maurizioviroli. blogspot.com. Opere su
open MLOL, Horizons Unlimited srl.
Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. issuu.com/edizioni-in-magazine/docs/forli_in_1-
pagina personale a Princeton Viroli da Emsf-Enciclopedia multimediale delle
scienze filosofiche della RAI Maurizio Viroli, profilo biografico da Ethica
Forum profilo dall'Università della Svizzera italiana Nello Ajello, Quanti
servi in giro per l'Italia, recensione a La libertà dei servi, la Repubblica, 6
La libertà dei servi, dal sito dell'Associazione Paolo Sylos Labini La libertà
dei servi, recensione del libroBrian Lamb, Intervista su Niccolo's Smile: A
Biography of Machiavelli, Booknotes da C-SPAN L'intransigente, con Maurizio
Viroli, da Fahrenheit del Radio Tre. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS,
Luigi Speranza, “Grice e Viroli: Contrattualismo e quasi-contrattualismo” – Luigi
Speranza: “Il sorriso di Viroli: Grice e Machiavelli ironista” -- The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Visconti (Cinisello Balsamo). Grice: “If
Pietro Vierri Visconti wants to retain the hyphen, I’ll list him under
Visconti!” -- Esential Italian philosopher. Like Grice, he wrote on
‘happiness.’ Like Grice, he wrote on ‘pleasure.’ Like Grice, he was a very
clubbable man. Pietro
Verri-Visconti. ritratto tagliato Barone di Rho Stemma In carica. Predecessore
Gabriele Verri-Visconti. Trattamento Sua Eccellenza Heraldic Crown of Spanish
Count.svg Dinastia Verri Visconti Padre
Gabriele Verri Madre Barbara Dati della Somaglia Consorte Marietta Castiglioni
Vincenza Melzi d'Eril Figli Teresa, Alessandro (da Marietta Castiglioni)
Religione cattolicesimo. Il conte Pietro Verri-Visconti. Filosofo. Considerato
tra i massimi esponenti dell'illuminismo, Verri-Visconti è altresì ritenuto il
fondatore della scuola illuministica milanese. Nacque a Cinisello Balsamo
(allora appartenente all'impero asburgico) dal conte Gabriele Verri-Visconti, magistrato
e politico conservatore e da Barbara Dati della Somaglia, membri della nobiltà
milanese. Ha tre fratelli: Alessandro, Carlo e Giovanni. Avviati gli
studi nel Collegio dei gesuiti di Brera, frequenta l'Accademia dei Trasformati,
dove conosce tra gli altri Parini. Si arruola nell'esercito imperiale e prende
parte brevemente alla Guerra dei Sette Anni. Fermatosi a Vienna, intraprende la
redazione delle Considerazioni sul commercio nello Stato di Milano, che gli
varranno il primo incarico di funzionario governativo; lo stesso anno pubblica
anche le “Meditazioni sulla felicità.” Rientrato frattanto a Milano, vi fonda,
insieme al fratello Alessandro e agli amici Beccaria, Longo, Secchi, Biffi e Lambertenghi,
la cosiddetta Accademia dei Pugni, iniziale nucleo redazionale de “Il Caffè,” destinato
a diventare il punto di riferimento del riformismo illuministico. Tra gli
articoli più importanti del Verri-Visconti per “Il Caffè” vanno ricordati
almeno gli Elementi del commercio, La commedia, La medicina, Su i parolai. Gli
illuministi milanesi, e tra loro Verri-Visconti, hanno rapporti epistolari
anche con gli enciclopedisti francesi, tra cui Diderot, Voltaire e d'Holbach,
mentre d'Alembert verrà anche a Milano per incontrare il circolo di “Il Caffè.
Parallelamente all'impresa editoriale, Verri-Visconti intraprende, con alcuni
dei suoi sodali, la scalata politico-amministrativa del governo viennese di
Milano, allo scopo di mettere in opera le riforme propugnate nel “Caffe”.-- è
fatto membro della Giunta per la revisione della "ferma" (appalto
delle imposte ai privati) del Supremo Consiglio dell'Economia. Quest'ultimo,
presieduto da Carli, altro collaboratore de “Il Caffè,” assegna a Beccaria la
cattedra di Economi e a Longo quella di Diritto nelle Scuole Palatine. Verri,
Beccaria, Frisi e Secchi danno luogo alla Società patriottica milanese.
“Sull'indole del piacere -- e del dolore.” Risalgono a questi anni le
Meditazioni sull'economia politica, il Discorso “Sull'indole del piacere -- e
del dolore” -- che affronta temi che avranno grande importanza per Leopardi, i
Ricordi a mia figlia e le Osservazioni sulla tortura. Il suo è uno stile
asciutto e libero, pieno di trattenuto vigore. Il monumento a Pietro
Verri nel Cortile del Palazzo di Brera a Milano. Con la successione di Giuseppe
II al trono d'Austria, gli spazi per i riformisti milanesi si riducono, e
Verri-Visconti lascia ogni incarico pubblico, assumendo un atteggiamento sempre
più critico nei confronti del figlio di Maria Teresa. Pubblica frattanto la “Storia
di Milano.” All'arrivo di Napoleone, Verri-Visconti prende parte, con Longo e Lambertenghi,
alla fondazione della Repubblica Cisalpina, culla del tricolore italiano. Muore
durante una seduta notturna della Municipalità milanese, della quale era membro
assieme a personalità come Parini. Le sue spoglie sono conservate nella
cappella di famiglia, visibile al pubblico, che si trova a latere del Santuario
della Beata Vergine del Lazzaretto, nel comune di Ornago (MB). Il
fratello minore Giovanni, secondo alcuni sarebbe il padre naturale di
Alessandro Manzoni, figlio di Giulia Beccaria e nipote di Cesare. Meriti
e pensiero filosofico ed economico di Pietro Verri Medaglione col
ritratto di Pietro Verri sulla casa di Cesare Beccaria a Milano. Grazie alla
sua opera come autore e come organizzatore, Milano divenne il più importante
centro dell'Illuminismo italiano. L'ipotesi di civiltà che scaturiva dalla
figura intellettuale di Verri-Visconti era forse troppo avanzata per poter
essere adeguatamente raccolta dalla nostra cultura; e comunque lo colloca a
pieno titolo tra le espressioni più alte dell'Illuminismo. Il grande
merito storico di Verri consiste nel fatto di aver creato in Lombardia un
grande centro di aggregazione illuminista, la rivista “Il Caffè.” Ciò che desta
curiosità rimane il titolo con cui Verri-Visconti scelse di intitolare la sua
testata, dovuta al rilevante fenomeno della diffusione di caffè (bar), come
luoghi dove poter intraprendere un libero e attuale dibattito culturale,
politico e sociale. Con i suoi scritti sul dolore e il piacere, Verri-Visconti sottoscrisse
le teorie di Helvétius, nonché il sensismo di Condillac, fondando sulla ricerca
della felicità e del piacere l'attività dell'uomo. L'uomo, per Verri-Visconti,
tende a sé stesso, al piacere, quindi secondo Verri l'uomo è pervaso dall'idea
del dolore, e il suo piacere non è altro che una momentanea interruzione di
questo dolore. Questa tesi è riscontrabile anche in Schopenhauer e in Leopardi
e quest'ultimo potrebbe averla derivata da quella del Verri-Visconti, essendo
ispirato spesso dalla filosofia sensistica settecentesca. Per Verri quindi, la
vera felicità dell'uomo non è quella personale, ma è quella a cui partecipa il “collettivo,”
quasi fosse eutimia o atarassia. Anche Kant e Nietzsche apprezzeranno questa
tesi. Antonio Perego, L'Accademia dei Pugni. Da sinistra a destra: Alfonso
Longo (di spalle), A. Verri-Visconti, Biffi, Beccaria, Lambertenghi, P. Verri-Visconti,
Visconti-di-Saliceto Per quanto riguarda la politica e l'economia, il pensiero
di Verri-Visconti è controverso. Per quanto riguarda l'ambito economico, negli
Elementi del Commercio e nella sua più grande opera economica Meditazioni
sull'economia politica, enunciò (anche, per primo, in forma matematica) le
leggi di domanda e offerta, spiegò il ruolo della moneta come "merce
universale", appoggiò il libero scambio e sostenne che l'equilibrio nella
bilancia dei pagamenti è assicurato da aggiustamenti del prodotto interno lordo
(quantità) e non del tasso di cambio (prezzo). Di conseguenza, può essere visto
come precursore di Smith, del marginalismo e persino di Keynes. Altri però
notano come assuma atteggiamenti di difesa del concetto di proprietà privata e
del mercantilismo. Verri-Visconti ritiene che solo la libera concorrenza tra
eguali possa distribuire la proprietà private. Tuttavia pare favorevole
principalmente alla piccola proprietà, per evitare il risorgere delle disuguaglianze. Verri
con le Osservazioni sulla tortura esprime la sua contrarietà all'uso della
tortura, definendo ingiusto e antistorico un modello così efferato di
giurisprudenza e auspicando l'abolizione di questi metodi. Verri-Visconti non pubblicò
l’opuscolo per non inimicarsi, con le pesanti critiche alla magistratura in
esso contenute, il senato di Milano (tribunale) presso cui si stava decidendo
dell'eredità del padre. La grande opera del collega Beccaria Dei delitti
e delle pene, prende in gran parte le mosse proprio dalle bozze delle
Osservazioni sulla tortura, oltre che dagli articoli de Il Caffè. Sarà proprio
a causa di questo “furto” di idee che i due amici arriveranno al più acceso
scontro. Nella versione definitiva e aggiornata delle Osservazioni, che
sono in conclusione un invito ai magistrati a seguire le idee illuministe
invece di irrigidirsi sulle posizioni conservatrici, la dialettica di Verri-Visconti
è cruda e basilare: la tortura è una crudeltà, perché se la vittima è
innocente, subisce sofferenze non necessarie, mentre se colpisce un colpevole
presumibile rischia di martoriare il corpo di un possibile innocente. Inoltre
gli accusati rinunciano nella tortura alla loro difesa naturale istintiva, e
ciò viola la legge di natura. Verri-Visconti apre la sua opera con la
ricostruzione del processo agli "untori", presentandolo sia come
documento dell'ignoranza di un secolo non guidato dai "Lumi", sia
come emblema del modo in cui leggi sbagliate portano a evidenti ingiustizie.
Questa ricostruzione fornirà la base per la Storia della colonna infame di Manzoni,
che però la presenterà come testimonianza di ciò che accade quando uomini
ingiusti detengono un grande potere, come all'epoca era quello del senato
milanese. L'opera di Verri-Visconti non arriverà mai ad avere il successo che
invece ebbe Dei delitti e delle pene, vuoi perché la maggior parte delle
osservazioni in essa sviluppate erano già contenute nell'opera di Beccaria,
vuoi per via dello stile di Verri, dotto e di difficile comprensione, che rendeva
di per sé ardua la diffusione del testo, che pure conteneva molti ulteriori
spunti rispetto all'opera del collega. Le principali opere di
Verri-Visconti sono: La Borlanda impasticciata con la concia, e trappola de
sorci composta per estro, e dedicata per bizzaria alla nobile curiosita di
teste salate dall'incognito d'Eritrea Pedsol riconosciuto, Festosamente
raccolta, e fatta dare in luce dall'abitatore disabitato accademico
bontempista, Adorna di varj poetici encomj, ed accresciuta di opportune annotazioni
per opera di varj suoi coaccademici amici. Il Gran Zoroastro ossia Astrologiche
Predizioni; Il Mal di Milza, Diario military, Elementi del commercio, Sul
tributo del sale nello Stato di Milano, Sulla grandezza e decadenza del
commercio di Milano, Dialogo tra Fronimo e Simplicio (detto anche Dialogo sul
disordine delle monete nello Stato di Milano, Considerazioni sul commercio
nello Stato di Milano, Orazione panegirica sula giurisprudenza Milanese,
Meditazioni sulla felicità – cfr. Grice, Notes on happiness -- Bilancio del
commercio dello stato di Milano, Il Caffè, Sull’innesto del vajuolo, Memorie
storiche sulla economia pubblica dello Stato di Milano, Riflessioni sulle leggi
vincolanti il commercio dei grani, Meditazioni sulla economia politica con annotazioni,
Consulta su la riforma delle monete dello Stato di Milano, Osservazioni sulla
tortura, Ricordi a mia figlia, Considerazioni sul commercio nello Stato di
Milano – “Sull'indole del piacere e del dolore” -- Manoscritto da leggersi
dalla mia cara figlia Teresa Verri per cui sola lo scrissi, Storia di Milano,
Piano di organizzazione del Consiglio governativo ed istruzioni per il
medesimo, “Precetti di Caligola e Claudio”; “Memoria cronologica dei
cambiamenti pubblici dello Stato di Milano, Delle nozioni tendenti alla
pubblica felicità, Pensieri di un buon vecchio che non è letterato, Carteggio
di Pietro e di Alessandro Verri. L'Edizione Nazionale, Ministero per i
beni e le attività culturali ha deciso di avallare un'Edizione nazionale delle
opere di Pietro Verri. Attualmente il comitato, finanziato pubblicamente, dalla
Fondazione Cariplo e da Banca Intesa Sanpaolo, è presieduto da Carlo Capra e
composto da una ventina di studiosi e si basa, per la stesura delle opere,
sull'Archivio Verri, donato dalla Contessa Luisa Sormani Andreani Verri alla
"Fondazione Raffaele Mattioli per la storia del pensiero economico.” Angolani
Bartolo, Gli Scritti di argomento familiare e autobiografico di Pietro Verri,
Rivista di storia della filosofia. Fascicolo 3 (Firenze : [poi] Milano : La
Nuova Italia ; Franco Angeli). Carteggio di Pietro e Alessandro Verri Cfr. Ricuperati, Giuseppe, Pietro Verri e il
genere della biografia, Società e storia. Fascicolo 10, 2002 (Milano : Franco
Angeli, Pietro Verri, "Il Caffè", Introduzione, I, 1 Giordanetti, Piero, a cura di, Sul piacere e
sul dolore. Immanuel Kant discute Pietro Verri, Milano, Unicopli, 1998;
Giordanetti, Piero: Kant, Verri e le arti belle. Sulla fortuna di Verri in
Germania, in Pietro Verri e il suo tempo, C. Capra, Bologna, Cisalpino, Meld
Shell, Susan. Kant's 'true economy of human nature': Rousseau, Count Verri, and
the problem of happiness, Essays on Kant's anthropology, Cambridge University
Press, Pezzei, Ivana, Kant, Verri, Nietzsche e la questione del piacere e del
dolore, in Annali di Ca' Foscari Parisi,
D., Pre-classical economic thought: profitable commerce and formal constraints
in the economic studies of the young Pietro Verri, Rivista internazionale di
scienze sociali, Porta, Pier Luigi; Scazzieri, Roberto, Pietro Verri's
political economy: commercial society, civil society, and the science of the
legislator, History of political economy,
Renzo Villata, Maria Gigliola, Il processo agli untori di manzioniana
memoria e la testimonianza (ovvero... due volti dell'umana giustizia), Acta
Histriae Storia di Milano ::: Cronologia della vita di Pietro Verri, su
storiadimilano. Vèrri, Pietro nell'Enciclopedia Treccani, su treccani. Ricordi
a mia figlia, su classicitaliani. CatalogoSellerio, su Sellerio. Salerno editrice.
Scheda del libro: Delle nozioni tendenti alla pubblica felicita, su salerno
editrice. PPensieri di un buon vecchio che non è letterato, su classic
italiani. Carlo Capra, L'Edizione Nazionale delle Opere. Risultati e
prospettive, in Rivista di storia della filosofia, Edizione nazionale delle
opere. Scritti di economia, finanza e amministrazione, Giuseppe Bognetti,
Angelo Moioli, Pierluigi Porta, Giovanna Tonelli, Roma, Edizioni di storia e
letteratura, Scritti di economia, finanza e amministrazione, Giuseppe Bognetti,
Angelo Moioli, Pierluigi Porta, Giovanna Tonelli, Roma, Edizioni di storia e
letteratura, I Discorsi e altri scritti degli anni Settanta, Giorgio Panizza,
con la collaborazione di Silvia Contarini, Gianni Francioni, Sara Rosini, Roma,
Edizioni di storia e letteratura, Storia di Milano, Renato Pasta, Roma,
Edizioni di storia e letteratura, Scritti di argomento familiare e
autobiografico, Gennaro Barbarisi, Roma, Edizioni di storia e letteratura,
Scritti politici della maturità, Carlo Capra, Roma, Edizioni di storia e
letteratura, ,Carteggio di Pietro e Alessandro Verri. Gigliola Di Renzo
Villata, Roma, Edizioni di storia e letteratura, ,Carteggio di Pietro e
Alessandro Verri. Sara Rosini, Roma, Edizioni di storia e letteratura,
Carteggio di Pietro e Alessandro Verri. Sara Rosini, Roma, Edizioni di storia e
letteratura, Pietro Verri, Caffè. 1, In Venezia, Pietro Pizzolato, Pietro
Verri, Caffè. 2, In Venezia, Pietro Pizzolato, Pietro Verri, Meditazioni sulla
economia politica con annotazioni, Venezia, Giovanni Battista Pasquali,
Meditazioni sulla economia politica, Livorno, Stamperia dell'Enciclopedia
Livorno, Pietro Verri, Sull'indole del piacere e del dolore, In Milano,
Giuseppe Marelli, Pietro Verri, Storia di Milano. 1, Milano, Società tipografica
de' classici italiani, Pietro Verri, Storia di Milano. 2, Milano, Società
tipografica de' classici italiani,Riedizioni Pietro Verri, Alessandro Verri,
Carteggio di F. Novati, A. Giulini, E.
Greppi, G. Seregni, Milano, L. F. Cogliati, Milesi & figli, Giuffrè. Pietro
Verri, Alessandro Verri, Viaggio a Parigi e Londra. Carteggio di Pietro ed
Alessandro Verri, Gianmarco Gaspari, Milano, Adelphi, Pietro Verri, Appunti di diritto bellico,
Paolo Benvenuti, riedizione aggiornata, Roma, Arnaldo Di Benedetto, Pietro
Verri repubblicano: gli ultimi articoli, Tra Sette e Ottocento. Poesia,
letteratura e politica, Alessandria, Edizioni dell'Orso, Adriano Cavanna, Da
Maria Teresa a Bonaparte: il lungo viaggio di Pietro Verri, Carlo Capra, I
progressi della ragione: vita di Pietro Verri, Bologna, Il Mulino, Meditazioni
sulla felicità, Pavia-Como, Ibis. Pietro Verri, Discorso sull'indole del
piacere e del dolore, Gianfranco Spada, Londra, Traettiana,Diario Militar,
Milano, M&B Publishing, Verri (famiglia) Alessandro Verri Carlo Verri
Giovanni Verri. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
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Italiana, . Pietro Verri, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica,
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openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Pietro Verri, .Opere su Progetto
Gutenberg. Catholic Encyclopedia
Biografia e pensiero Diego Fusaro e Nicoletta Cieri, sito
Filosofico.net. Cronologia, Maria Castiglioni e Teresa Verri di Paolo Colussi,
sito Storia di Milano. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Verri," – “Grice e Verri: il piacere” per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Vittielo (Napoli). Essential Italian philosopher. Filosofo. Professore a Salerno. Studioso di Vico,
dell'idealismo e del pensiero di Friedrich Nietzsche e Martin Heidegger in rapporto
con la filosofia greco-romana, elabora una teoria ermeneutica, una ‘topo-logia,’
fondata su una re-interpretazione del concetto di spazio come orizzonte
trascendentale dell'operare umano. Gli sviluppi della topologia riguardano in
particolare la genealogia della communicazione. Vittielelo affronta più volte
il tema della fede, da un punto di vista laico, collaborando con filosofi quali
Forte e Coda. Fondato la rivista di filosofia Paradosso, di cui è stato condirettore con Cacciari,
Curi, Givone, Sini e Marramao. Collabora all'annuario Filosofia, edito da
Laterza, e a numerose altre riviste specialistiche del settore filosofico, tra
cui “aut aut.” Dirige la rivista di filosofia Il pensiero. Collaborato
all'Annuario Filosofia, curato daVattimo, e all'Annuario sulla Religione, curato
da Derrida e Vattimo. Scrive su Teoria, Celan-Jahrbuch (Heidelberg), ER.
Revista de Filosofía (Barcellona), Revista de Occidente (Madrid), Sileno
(Madrid), Criterio (Buenos Aires) ed altre ancora. Ha svolto un'intensa
attività pubblicistica su quotidiani e periodici italiani. Ha tenuto
cicli di conferenze e seminari in Europa (Germania, Francia). Opere: “Filosofia
della pratica e dottrina politica in Croce” (Napoli); “Etica e liberalismo in
Croce” (Napoli); “Il carattere discorsivo del conoscere” (Napoli); “Antoni
interprete di Croce” (Napoli, Storiografia e storia nel pensiero di Croce,
Libreria Scientifica Editrice, Napoli, “Sentimento e relazione nell’empirismo”
(Napoli); Storiografia e storia nel pensiero di Croce, Napoli, “Il nulla e la
fondazione della storicità” (Argalia, Urbino); “Dialettica ed ermeneutica”
(Guida, Napoli); “Utopia del nichilismo, Guida, Napoli, Studi Heideggeriani,
Roma, “Ethos ed eros” (ESI, Napoli); “Logica e storia in Hegel” (Napoli); “Il problema
del cominciamento, Guida, Napoli; “Hegel e la comprensione della modernità”; “Topologia
del moderno, Marietti, Genova, “La voce riflessa”; “Logica ed etica della
contraddizione” Lanfranchi, Milano, Elogio dello spazio. Ermeneutica e topologia,
Bompiani, Milano, Cristianesimo senza redenzione, Laterza, Roma-Bari, Non dividere
il sì dal no. Tra filosofia e letteratura, Laterza, Roma-Bari, Filosofia
teoretica: le domande fondamentali: percorsi e interpretazioni, Milano, “La
favola di Cadmo” (Laterza, Roma-Bari); “Vico e la topologia” (Cronopio, Napoli La
vita e il suo oltre. Dialogo sulla morte” (Roma Il Dio possibile, esperienze di cristianesimo,
Città Nuova, Roma, “Hegel in Italia” (Milano
Dire Dio in segreto, Roma Cristianesimo e nichilismo: Dostoevskij-Heidegger,
Morcelliana, Brescia Estetica e ascesi, Modena, E pose la tenda in mezzo a noi,
AlboVersorio, Il Decalogo. Ricordati di Santificare le feste (in dialogo con
everino), I tempi della poesia.
Ieri/oggi, Mimesis, Milano Dipingere Dio (con Bruno Forte e Serena Nono),
AlboVersorio, Vico. Storia, linguaggio, natura, Edizioni di Storia e
Letteratura, Roma Ripensare il cristianesimo-De
Europa, Ananke, Oblio e memoria del sacro, Moretti & Vitali, Bergamo,
“Grammatiche del pensiero: dalla kenosi dell'io alla logica della seconda persona”
(Edizioni ETS, Celan), Heidegger (con Félix Duque), Mimesis, I comandamenti. Non dire falsa testimonianza,
Il Mulino, L'ethos della topologia. Un
itinerario di pensiero, Le Lettere, Firenze
Paolo e l'Europa. Cristianesimo e filosofia (con G. Rossé), Città Nuova,
Roma, “L'immagine infranta,” Linguaggio e mondo da Vico a Pollock, Bompiani,
Milano; “Vico: tra storia e natura,” in aut aut, Complessità e aporie del moderno, in Filosofia
politica, Dall'ermeneutica alla topologia, in aut aut, Goethe interprete della modernità, in aut aut,
Per amicizia: Epochè e metafora, in aut aut, Sentire le Radici, la Terra
stessa, in aut aut, Andrea Zanzotto, ovvero: la poesia come genealogia della
parola in aut aut, Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio del pensiero
in Vattimo, Vitiello, Sini, Edizioni ETS, Pisa, Luoghi del pensare. Contributi
in onore di Vitiello, Mimesis Edizioni, Milano,Vitiello, scheda personale e
link ai contributi per l'EMSF-Enciclopedia multimediale delle scienze
filosofiche di RAI Educational Intervista a Vitiello di Federico Lijoi, nel
sito "Filosofia". Keywords: Vico, semiotica. Refs.: H. P. Grice
Papers, Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e Vittielo” – “Topologia semiotica di
Vico” – “Il Vico di Vittielo” – “Vico e il segno infranto”, The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria.
Volpe (Imola). Essential Italian philosopher. Filosofo. Si laurea in filosofia con Mondolfo a Bologna,
insegnando dapprima presso il liceo Galvani a Bologna e il liceo Alighieri a
Ravenna, e a Messina. Legato inizialmente alla tradizione di Gentile, si dedica
a questioni strettamente teoretiche e storico-filosofiche, attestandosi infine
su posizioni fortemente anti-idealistiche. Approda così attraverso la ri-valutazione
dell'empirismo e dell’umanesimo, mantenendo un'impostazione fondamentalmente
dialettico-materialistica in costante confronto critico e polemico soprattutto
con la dialettica hegeliana e l'idealismo post-hegeliano, ma anche con le
correnti positivistiche semiotica, e con l'esistenzialismo. Questa svolta,
testimoniata dal Discorso sull'ineguaglianza, lo conduce a un sempre maggiore
interesse per i problemi della filosofia politica e dell'etica, considerati
comunque in stretto rapporto con le questioni semiotiche. Non abbandona
comunque i propri interessi storico-filosofici. Tra gli scritti quello che
oltre ad aver avuto più ampia diffusione rappresenta il più perspicuo esempio
della capacità di Volpe di muoversi con piena consapevolezza critica tra i
piani teoretico, storico e politico è senz'altro il saggio Rousseau e Marx. Per
Volpe, il concetto di “libertà” (cf. Grice, “Freedom”) è perfettamente
integrabile con la dottrina di Rousseau, il quale quindi non sarebbe da
considerarsi né tra i teorici della rivoluzione borghese né tra i nostalgici di
una società parcellizzata in piccolissime unità cittadine, ma tra i più attuali
preconizzatori della società egualitaria. Un altro dei punti nodali del
pensiero di Volpe è il tentativo di elaborare una teoria estetica rigorosamente
materialista. Sottolinea il ruolo delle caratteristiche strutturali e del
processo sociale di produzione della ‘espressione’ nella formazione del
giudizio estetico e in forte polemica con la dottrina dell'intuizione di Croce
-- da lui considerata in continuità con la tradizione romantica e
misticheggiante dell'Ottocento, elabora il concetto di “gusto” come principale
fonte del giudizio estetico. Volpe presenta nella filosofia italiana una
posizione contro-corrente, ripresa dal più noto dei suoi allievi, ovvero Colletti.
Opere: “L'idealismo dell'atto e il problema delle categorie” (Bologna,
Zanichelli); “Le origini e la formazione della dialettica hegeliana”; “Hegel romantico
e mistico” (Firenze, Le Monnier); “Il misticismo speculativo di Eckhart”
(Bologna, Cappelli); “La filosofia dell'esperienza” (Firenze, Sansoni); “Espressione”
(Bologna, Meridiani); “Il principio di contraddizione e il concetto di sostanza
prima in Aristotele: contributo a una critica dei pensieri logici” (Bologna, Azzoguidi);
“Crisi dell'estetica romantica” (Messina, D'Anna); “Critica dei principi
logici” (Messina, D'Anna); “Discorso sull'ineguaglianza. Con due saggi
sull'etica dell'esistenzialismo, Roma, Ciuni); “Emancipazione e tras-mutazione
dei valori” (Messina, Ferrara); “Libertà: saggio di una critica della ragion
pura pratica” (Messina, Ferrara); Studi sulla dialettica mistificata” “Lo stato
moderno rappresentativo” (Bologna, UPEB); “Umanesimo”; “Studi e documenti sulla
dialettica materialistica, Bologna, Zuffi, “Logica come scienza positive”, Messina-Firenze,
D'Anna, Eckhart o della filosofia mistica, Roma, Edizioni di storia e
letteratura, Poetica del Cinquecento. La poetica aristotelica nei commenti
essenziali degli ultimi umanisti italiani con annotazioni e un saggio introduttivo,
Bari, Laterza, Il verosimile filmico e altri scritti di Estetica, Roma,
Edizioni Film critica, Roma, La nuova
sinistra, Rousseau e Marx e altri saggi di critica materialistica, Roma,
Editori Riuniti, “Critica del gusto” (Milano, Feltrinelli, Chiave della
dialettica storica, Roma, Samonà e Savelli, Umanesimo ed emancipazione, Milano, Sugar, Critica
dell'ideologia contemporanea. Saggi di teoria dialettica, Roma, Editori Riuniti,
Schizzo di una storia del gusto, Roma, Editori Riuniti, Opere, Ignazio
Ambrogio, Roma, Editori Riuniti, Carlo Violi, La Libra, Messina Nicolao Merker,
Dizionario biografico degli italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. , in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana., su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Opere, su Goodreads. H. P. Grice, The H. P. Grice Papers,
Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e Volpe: l’espressione” – The Swimming-Pool
Library, Liguria.
Volpi
(Vicenza). Essential Italian
philosopher. Filosofo. “Wild clarity” in Heidegger! Professore
a Padova. Borsista della Fondazione Alexander von Humboldt di Bonn, membro
dell'Institut International de Philosophie di Parigi, dell'Istituto veneto di
scienze, lettere ed arti e dell'Accademia Olimpica di Vicenza, fu insignito dei
premi "Montecchio" e "Nietzsche.” Tra le sue numerose
pubblicazioni: “Heidegger e Brentano”; “La rinascita della filosofia pratica in
Germania”; “Heidegger e Aristotele”; “Il nichilismo”; “Guida a Heidegger”; “I
prossimi Titani. Conversazioni con Jünger (con Antonio Gnoli), Dizionario delle
opere filosofiche, “Il Dio degli acidi” Conversazioni con Albert Hofmann (con
A. Gnoli), “L'ultimo sciamano” Conversazioni heideggeriane (con A. Gnoli),
Storia della filosofia dall'antichità a oggi con Enrico Berti. Per
Adelphi curò opere di Schopenhauer, Heidegger e Carl Schmitt. Collaborò al
quotidiano "La Repubblica" e occasionalmente alla "Frankfurter
Allgemeine Zeitung". Mentre era in sella alla sua bicicletta a San
Germano dei Berici, venne investito da un'auto e cadde in coma irreversibile. Morì
il giorno successivo. Fu commemorato dal preside Paolo Bettiolo assieme a tutto
il corpo docente dell'Padova. Le sue ceneri sono al cimitero Carpaneda di
Creazzo. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti Lorenzo Parolin, Commozione al Bo per l'addio
a Volpi Il Giornale di Vicenza. “Heidegger e Brentano”; “L'aristotelismo e il
problema dell'univocità dell'essere in Heidegger” (Cedam, Padova); “La
rinascita della filosofia pratica in Germania” Francisci, Albano/Padova, in Filosofia
pratica e scienza politica, Francisci, Abano/Padova, con Carlo Natali, Laura
Iseppi, Claudio Pacchiani; “Heidegger e Aristotele” (Daphne, Padova, ristampa
Bari, Laterza,” “Lexikon der philosophischen Werke, Kröner, Stuttgart, Sulla
fortuna del concetto di decadence nella cultura tedesca: Nietzsche e le sue
fonti francesi, "Filosofia politica",Il nichilismo, Biblioteca
Universale Laterza, Laterza, Roma-Bari, Guida a Heidegger, Laterza, Roma-Bari Hegel
e i suoi critici, Laterza, Roma-Bari, “Interprete del pensiero contemporaneo,
Atti dell'incontro internazionale di studio, Padova, Vicenza, Accademia
Olimpica, Ricordando Franco Volpi filosofo:
Atti dell'Incontro internazionale, Lavarone, Comune di Lavarone, “Il pudore” (Brescia, Morcelliana). Opere su
istitutoveneto, Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Essere, tempo,
esistenza, lezione-intervista concessa da Volpi all'Associazione Asia, sul
valore e la funzione della filosofia, e sul significato e lo statuto di Essere
e tempo di Heidegger. Keywords: multiplicity of
being in Aristotele, univocita dell’essere; equivocita dell’essere. H.
P. Grice, The Grice Papers, Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Volpi:
l’univocita dell’esere” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Volpicelli (Roma). Grice: “While Volpicelli does use ‘spirito,’
he means ‘breath of air,’ since he is ultimately a naturalist, like I am.” Essential
Italian philosopher. Grice: “I read with intereset his early “Nature and
spirit.” At that time at Oxford, there was not much of an Oxford spirit, so it
spirited me.” Filosofo. Fratello di Luigi Volpicelli.
Prese parte come sotto-tenente alla grande guerra. Si laureò in filosofia. Allievo
di Gentile, fu docente a Urbino e Pisa e alla Sapienza di Roma. Seguace del
pensiero di Santi Romano, fu, con Spirito, un teorico del corporativismo
integrale. Fu direttore delle riviste "Nuovi studi" e, con Bottai, di
"Archivio di studi corporative.” Epurato dall'insegnamento, fu poi
reintegrate. Opere: “Natura e spirito”; “L'educazione politica dell'Italia”; “I
presupposti scientifici dell'ordinamento corporativo”; “Corporativismo e
scienza giuridica”; “La certezza del diritto e la crisi odierna”; “Dizionario
di Filosofia Giovanni Franchi, “Per una
teoria dell'auto-governo” (ESI, Napoli); “Il contributo italiano alla storia
del Pensiero: Diritto, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Keywords:
natura, spirito. H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e
Volpicelli: il naturalismo,” Luigi Speranza: Grice e Volpicelli: natura e
naturalismo” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Voltaggio (Palermo). Essential Italian philosopher. Grice: “I
enjoyed “What Leibniz actually saidand not just implicated.” “He also clarified
Husserl to me.” Filosofo.
Studia presso l'Roma La Sapienza, dove ha avuto come amici e colleghi
Giannantoni, Derecin, Siciliano, Epifani e EFano, per poi laurearsi con Antoni.
Ha insegnato nelle Roma La Sapienza, Mogadiscio e Macerata. Già cappo-ridattore
di “Sapere,” ha collaborato con Il manifesto, Lettera Internazionale (di cui è
socio fondatore), Apeiron, Janus e Medical. Consulente scientifico della
Fondazione Sigma Tau di Roma e dell'Istituto Psiconanalitico per le Ricerche
Sociali, è membro permanente del Seminario di Filosofia di Senigallia. Opere:
“Fondamenti di logica” (Milano, Edizioni di Comunità), “La funzione critica”
(Roma); “Che cosa ha veramente detto Leibniz” (Roma, Ubaldini); “Scienza”
(Milano, Edizioni di Comunità), “I filosofi e la storia” (Milano, Principato);
“L'arte della guarigione nelle culture umane” Torino, Bollati Boringhieri); “Il
medico nel bosco, Roma, Di Renzo Editore; “La medicina come scienza filosofica”
(Collana Lezioni Italiane), Roma, Laterza; Italia Mediterranea. “I flussi
migratori nelle principali città rivierasche” (Roma, Edizioni Edup); “Antigone
tradita. Una contraddizione della modernità: libertà e Stato nazionale (Roma, Editori
Internazionali Riuniti); “I paradossi dell'infinito” (FV, Milano, Feltrinelli);
“Epistemologia e politica della ricerca” (FV., Roma, Armando; Conrad Hal
Waddington, “L'evoluzione di un evoluzionista” FV., Roma, Armando; “La conoscenza
inespressa” (FV., Roma), Armando; “L'ora della socio-biologia” FV, Roma,
Armando; “L'arte della ricerca scientifica” FV, (Roma, Armando; “Il potere:
processi e strutture: un'analisi dall'interno” FV, Roma, Armando; “Progresso e
razionalita della scienza” Gerard Radnitzky, Gunnar Andersson ; prefazione di
Francesco Barone; traduzione e premessa di FV, (Armando, Roma; Donald Philip
Verene: “Vico: La Scienza della fantasia” con prefazione di Vittorio Mathieu,
FV, Armando, Roma; “L'intelligenza scientifica: un'indagine sull'immaginazione
creatrice dello scienziato, FV, Roma, Armando; “Filosofi per la pace” Daniele
Archibugi e FV, Roma, Editori Riuniti; Galeno: Trattato sulla bile nera, FV,Torino,
Nino Aragno Editore. Keywords: Vico, “la scienza della fantasia” --. Refs.:
Luigi Speranza, “Voltaggio: what Leibniz implicatedas explicated by Grice.” H.
P. Grice, “Voltaggio,” BANC MSS 90/135 c. Luigi Speranza, “Grice e Voltaggio,”
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
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