Sacchi (Casa Matta di Siziano). Filosofo. La sua produzione fu
molto abbondante e abbracciò i campi più diversi della filosofia. A differenza
di altri poligrafi del tempo la sua scrittura era basata su una solida
formazione e un sapere quasi enciclopedico, per cui i suoi scritti, pur
influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode culturali del tempo,
mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia condusse i suoi studi, che
dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi maestri vi fu Romagnosi;
fu corrispondente di Fauriel e Gioia. Si sposò con Erminia Rossi, di Milano, e
l'anno successivo la coppia si trasferì nel capoluogo lombardo, dove però ben
presto la sposa morì di parto, il che costituì per lui una perdita che lo
afflisse per il resto dei suoi giorni. A riprova del grande affetto e
dell'altrettanto grande dolore che egli nutrì per la moglie, oltre a ciò che
scrive esplicitamente nella propria autobiografia: "Morì con la forza d'animo d'un filosofo,
colla soavità d'un angelo …Io l'amo ancora come se fosse viva, e l'amo a segno
che qualche momento mi pare di vederla e di parlarle…", si può rilevare un
personaggio di un suo racconto, in cui è facile scorgere un ritratto della sua
dolce Erminia, morta appena un anno prima: «Era presente una zia, tutta buona,
tutta soave, che amava tanto i fanciulli; e di recente sposa e contenta, solo
desiderava che il cielo anche di questi la facesse beata a compenso delle
afflizioni sostenute nella sua giovinezza; ma l’infelice avea un desiderio, del
quale l’essere esaudita dovea riescirle mortale. Una lagrima intanto di
compiacenza spuntava sul ciglio dello sposo, sventurato! e non sapeva essere
foriera dell’interminato pianto che l’attendeva, quando in breve, perdendola,
dovea rimanere il più misero dei viventi.»
(Defendente SACCHI, Cose inutili, Milano) L'attività editoriale Oltre ai
romanzi ed alle monografie maggiori, innumerevoli sono gli articoli da lui pubblicati
nelle più importanti riviste culturali del tempo: lo «Spettatore Italiano», la
«Minerva Ticinese», gli «Annali universali di Statistica», la «Gazzetta
Privilegiata di Milano», il «Pirata», il «Cosmorama pittorico», l'«Annotatore
piemontese», la «Vespa», la «Farfalla», l'«Eco», «Il Barbiere di Siviglia»,
l'«Indicatore lombardo», il «Ricoglitore», la «Rivista Europea». In particolare, dal 1835 fino alla morte fu
direttore del «Cosmorama Pittorico»; inoltre era riconosciuto di fatto come
l'animatore e il personaggio di spicco della «Gazzetta Privilegiata di Milano»
(diretta da Angelo Lambertini). La sua
feconda attività e la sua facilità espositiva si spiegano anche col fatto che,
per problemi fisici alla mano, era solito dettare i suoi testi. Ritratto Un "Ritratto di Defendente
Sacchi", opera di Pelagio Palagi, è conservato presso la Galleria d'Arte
Moderna di Bologna. In esso l'autore ha alle spalle i volumi di quella che
doveva essere la sua ricca biblioteca, a sottolineare l'attaccamento di Sacchi alle
lettere e al sapere. L'immagine sembra confermare le impressioni sul suo
aspetto fisico da parte di G.B. Cremonesi nell'introduzione ad una ristampa del
1841 di L'albero dei sospiri: "Era piccolo di persona e non bello di
aspetto, benché i suoi lineamenti presentassero un non so che di piacevole nel
tutt'insieme e di sereno" La sua ricca e documentata attività editoriale
gli valse numerosi riconoscimenti (ad esempio, fu ammesso come socio nella
"Reale Accademia delle Scienze di Torino"). A coronamento dei suoi
interessi artistici, istituì a Pavia una Civica Scuola di Pittura. La sua prematura scomparsa venne imputata
alla gracilità del fisico, spesso malato e provato da dolori, cui si
aggiungevano le pene per la perdita della moglie e della figlia ("La
natura gli aveva data un costituzione gracile; l'applicazione e più sventure
l'indebolirono. Tre anni e più fu egli travagliato da forti dolori"
Cremonesi: Opere: Nella molteplicità della sua produzione, si segnalano in
particolare: “La Storia della filosofia
greca,” La Collezione dei Classici Metafisici pubblicata insieme a Rolla e
Germani, La Vita di Lorenzo Mascheroni, con la raccolta di alcuni suoi scritti
inediti; Il romanzo storico I Lambertazzi e i Geremei, (di cui vennero fatte
diverse edizioni); L'altro romanzo di successo, La pianta dei sospiri (due
edizioni; tradotta anche in francese) Le Antichità romantiche d'Italia (cui
collaborò anche il cugino Giuseppe Sacchi); La traduzione del Diritto pubblico
universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti di Giovanni Maria Lampredi della "Biblioteca Scelta di opere
tradotte dal latino") I Saggi su gli Uomini Utili e Benefattori del Genere
Umano (nella stessa "Biblioteca scelta") I suoi biografi ricordano
anche che egli si riproponeva di pubblicare un lavoro di grande respiro dal
titolo I voti dell'Italia, il cui manoscritto però avrebbe egli stesso dato
alle fiamme. Su Defendente Sacchi
Innocenzio De Cesare, Defendente Sacchi, in "L'Omnibus Pittoresco", Cenni
di G. B. Cremonesi in: D. Sacchi La pianta dei sospiri, Milano, Silvestri, Autobiografia
(prefazione e commento di Maria Fanny
Sacchi), Pavia, Bizzoni, Filosofo, critico, narratore (presentazione di Emilio
Gabba e Dante Zanetti), Milano, Cisalpino, ["Fonti e studi storia dell'Pavia" Storia
della filosofia greca, Pavia, Capelli, Elogio di Condillac, Pavia, Bizzoni, Della
filosofia di Socrate (dissertazione), Pavia, Bizzoni, I trovatori e le galanterie nel Medio evo,
Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti, Pavia, Bizzoni (rist. Milano, Borroni e Scotti; Genova, Dario
Rossi, orenzo Mascheroni, Poesie edite ed inedite ... Raccolte e pubblicate per
cura di Defendente Sacchi, Pavia, Bizzoni, La pianta dei sospiri (romanzo),
Lodi, Orcesi, Milano, Silvestri, facsimile del testo online dalla Biblioteca
Braidense Marcellina, ou l'Arbre des
soupirs, roman traduit de l'italien, par M. Camille de Lagracinière, Paris, C. Béchet,
Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano, Bettoni, Diritto pubblico
universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato, Milano, Silvestri, Defendente
Sacchi e Giuseppe Sacchi, "I fregi simbolici di San Michele in
Pavia", Antichita romaniche d'Italia, e Giuseppe Sacchi, Antichità
romantiche d'Italia epoca prima -seconda, Milano, Stella, e Giuseppe Sacchi,
Della condizione economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi.
Saggio primo intorno all'architettura simbolica, civile e militare, usata in
Italia nei secoli 6°, 7° e 8° e intorno all'origine de' Longobardi, alla loro
dominazione in Italia, alla divisione dei due popoli ed ai loro usi, culto e
costumi, Milano, Stella, Della
condizione economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali.
Sulle feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel
Medioevo. Saggi due, Milano, Stella, Della condizione, economica, morale e
politica degli Italiani nei tempi Municipali, Annali universali di statistica
economia pubblica, storia, viaggi e commercio, Defendente Sacchi, Intorno
all'indole della letteratura italiana nel sec. XIX, ossia della letteratura
civile, con un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti.
Saggio, Pavia, Luigi Landoni, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, Intorno alle
dighe marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed alla istituzione del porto
franco, Milano, Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria,
Miscellanea di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni, I Lambertazzi e i Geremei o le
fazioni di Bologna nel secolo 13° : cronaca di un trovatore, Milano, Stella, L'arca
di Sant'Agostino : monumento in marmo del secolo 14. ora esistente nella chiesa
cattedrale di Pavia, colle illustrazionii, Pavia, Fusi e C., Varietà
letterarie, o Saggi intorno alle costumanze, alle arti, agli uomini e alle
donne illustri d'Italia del secolo presente, Milano, Stella, A Cesare Cantu :
intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a' progetti pel
monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda della
capitale: lettera inutile, Milano, Stella, Cose inutili, Milano, Visaj, Teodote
: storia del secolo VIII, Milano, Nervetti, Le belle arti in Milano nell'anno 1832, Nuovo
Raccoglitore, "Nuove questioni sull'architettura rituale in relazione alle
opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato Robolini", in
Annali Universali di Statistica, e Giuseppe Sacchi, Le arti e l'industria in
Lombardia, Milano, Visaj, Leopoldo Cicognara, Del bello: ragionamenti (con le
notizie su la vita e le opere dell'autore compilate da Defendente Sacchi),
Milano, Silvestri, Instituti di beneficenza a Torino (relazione), Milano, a
Società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria,Lezioni
d'un parroco sul cholera, Milano, Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro
utilità ed ordinamento. Memorie popolari italiane Milano, Manini, Novelle e
racconti, Milano, Manini, L' Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e
pubblicato per la fausta inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1,
Milano, Manini, Bernardino Luino, Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del folletto
alle signore, Milano, Manini, Uomini utili e benefattori del genere umano
(saggi), Milano, Silvestri, Amori e vicende dei quattro sommi poeti italiani:
Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Studi storici-biografici, Milano, Vallardi,
s. a. Defendente Sacchi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Defendente
Sacchi, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Defendente Sacchi, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Defendente Sacchi, su Liber
Liber. Opere di Defendente Sacchi, su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Defendente Sacchi, . Opere di
Defendente Sacchi, su Progetto Gutenberg. Defendente Sacchi. Sacchi. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacchi” – The Swimming-Pool Library.
Sachelli (Canicattì). Filosofo. Nato da Vincenzo e Calogera Rinaldi,
rimase orfano di padre a 13 anni, frequenta le scuole primarie nella sua
cittadina natale per poi trasferirsi a Caltanissetta, dove, ospite di uno zio
materno, frequentò il liceo. Fu iniziato
in Massoneria nella loggia Felice Cavallotti di Agrigento, e nel 1917 divenne
Maestro massone. Laureato in filosofia
all'Palermo ndove fu allievo di Giovanni Antonio Colozza e Cosmo Guastellafu
dapprima insegnante di scuola superiore a Bologna, Girgenti, Caltanissetta e
Bressanone, e al Liceo ginnasio Andrea D'Oria di Genova. Nel capoluogo ligure,
Sacheli iniziò la sua carriera accademica come libero docente. Successivamente
insegnò la stessa disciplina alle Cagliari e di Messina, dove conseguì la
docenza ordinaria. Morì a Taormina, dove
si era stabilito per sfuggire ai violenti bombardamenti alleati che colpirono
Messina. Con i suoi saggi diede un apporto all'approfondimento all'interpretazione
della filosofia di Sant'Agostino, di San Tommaso e di Jean-Jacques Rousseau.
Numerose sono le opere filosofiche da lui composte. "La carità del natio
loco" lo spinse anche a scrivere sulle tradizioni, i miti e le leggende di
Canicattì, collaborando con la rivista Sicania e pubblicando i risultati delle
sue ricerche nelle Linee di folklore canicattinese. Opere Linee di Folklore canicattinese,
Acireale, tip. Popolare, Indagini etiche: i criteri, il problema dell'etica,
Milano, Remo Sandron, Atto e valore, Firenze, Sansoni, Ragion pratica:
preliminari critici, Firenze, Sansoni, Crisi della Pedagogia, Roma, Perrella, Concetto
di didattica, Messina, G. D'Anna, C. Ottaviano, Sophia: rassegna critica di
filosofia e storia della filosofia, CEDAM, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi
Muratori, Erasmo, Calogero Angelo Sacheli,. G. Ferrante, Biografia di Calogero
Angelo Sacheli, su canicatti-centrodoc. Angelo Sacheli. Sacheli. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacheli” – The Swimming-Pool Library.
Saitta (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile,
fu seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e
Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, fu
mandato a studiare in seminario nel collegio di Nicosia e quindi nel liceo di
Monreale, per essere avviato alla carriera ecclesiastica. Ricevuti gli ordini
sacri, conseguì due anni dopo la laurea in lettere a Palermo, ma dismetterà
l'abito sacerdotale a seguito di una crisi interiore che lo indusse ad
allontanarsi dalla Chiesa cattolica.
Frequentando le lezioni di Gentile, si accostò al suo idealismo,
laureandosi in filosofia col massimo dei voti. Aveva cominciato intanto a
insegnare lettere nei licei di Terranova e Lucera, mentre divenne professore di
filosofia nei licei statali di Cagliari, Sassari, Fano, Faenza, e negli
istituti Galvani e Minghetti di Bologna. Ottenne una cattedra universitaria di
filosofia a Firenze, per passare negli anni seguenti all'Cagliari, di Pisa, e a
quella di Bologna. Direttore della «Vita Nova» Aveva inoltre collaborato a
varie riviste come il «Giornale critico della filosofia italiana», «Levana», e
poi soprattutto «Vita Nova», periodico mensile bolognese fondato da Arpinati e
vicino a Gentile, di cui Saitta assunse la direzione mantenendola fino alla sua
soppressione. Della rivista, organo dell'Università fascista di Bologna, curò
la rubrica Noi e gli altriSpunto polemico, firmando i suoi interventi con lo
pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per i toni accesi e le
posizioni anticlericali e anti-concordatarie, che lo portarono a scontrarsi con
esponenti cattolici della stessa scuola gentiliana, in particolare Armando Carlini. Saitta aderiva infatti a una concezione
movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista del suo tempo, che
interpretava come il compimento dei valori romantici del Risorgimento,
intendendo la nazione in senso hegeliano quale sintesi tra individuale e universale.
Rispetto a Carlini che appariva più freddo e accademico, Saitta col suo
attivismo riusciva a esercitare una forte capacità di attrazione verso i
giovani, tra cui un suo allievo universitario, Delio Cantimori, che ebbe come
collaboratore alla «Vita Nova». Così si sviluppò quella tendenza a preferire la
scuola di storia della filosofia [di Saitta] dove la preparazione di tipo
scolastico e le esigenze tecniche erano minori, ma dove si sentiva un calore
ideale, una passione filosofica, un fervore per la verità, e una forza di
convinzione spesso dura, e più che dura, ma più vicina a quei sentimenti e a
quelle esigenze giovanili, una decisione innovatrice suggestiva e che sembrava
offrire un orientamento non meramente accademico per la soluzione di quei problemi.» (Delio Cantimori, articolo sul «Giornale
critico della filosofia italiana», ora in Politica e storia contemporanea, L.
Mangoni, Einaudi,) L'idealismo attuale di Saitta Saitta del resto, accogliendo
la concezione gentiliana dell'atto come perenne autocreazione del pensiero che
tutto comprende, aveva sviluppato una visione attualistica dell'idealismo non
riducibile a una teoria statica, bensì intesa come azione e continuo dinamismo,
che lo portava a esaltare la libertà creativa della ragione umana contro ogni
forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la sua accentuazione della
polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle tesi formulate da Spaventa
e dallo stesso Gentile, delle correnti immanentistiche della filosofia
rinascimentale italiana che egli poneva a fondamento della genesi
dell'idealismo moderno. Questo
immanentismo, per il quale Dio si esprime nell'attività dello spirito umano, è
per Saitta un «reale umanismo» che rende possibile la libertà dell'individuo,
nella quale consiste la «nuova coscienza illuministica» della religione moderna
da lui contrapposta a quella tradizionale, oppressiva e decadente, della
trascendenza. Per difendere la libertà
del soggetto da ogni autoritarismo e sopraffazione, Saitta si è schierato tuttavia
non solo contro il dualismo platonico, la teologia di impianto tomistico e la
neoscolastica, ma in parte anche contro lo stesso idealismo di Hegel che ha
finito per oggettivare la ragione facendone un sistema assoluto da lui ritenuto
«all'origine degli schiavismi moderni».
Persino nell'attualismo di Gentile sarebbe rimasto un retaggio della
vecchia teologia trascendente, quando esso attribuisce lo Spirito ad un Io
assoluto anziché ai singoli individui: sono costoro per Saitta i veri creatori
di valori spirituali, coloro cioè in cui va identificato il Soggetto
trascendentale. Egli in tal modo intendeva preservare la portata stessa
dell'atto creativo del pensiero dell'idealismo gentiliano, rivestendolo di
significati empirici, positivistici, contigenti, ripresi anche da autori come
Rousseau e Feuerbach. Saitta condusse una vita sempre appartata, durante i
quali si sarebbe progressivamente riavvicinato alla fede cattolica. A Gagliano Castelferrato, suo paese nativo,
gli è stata intitolata una piazza dove è stato collocato un parco giochi per
bambini. Molti anni prima gli era stata intitolata una strada che usualmente,
però, ha continuato ad essere chiamata Via Roma. Più tardi gli venne intitolato
l'Istituto Professionale Femminile di Stato. Altre opere: “Lo spirito come eticità
(Bologna, Zanichelli); “La teoria dello spirito come eticità” (Bologna,
Zanichelli), “La personalità umana e la nuova coscienza illuministica (Genova,
Emiliano Degli Orfini) La libertà umana e l'esistenza (Firenze, Sansoni) Il
problema di Dio e la filosofia dell'immanenza (Bologna, Cesare Zuffi). Oltre
alle opere di natura propriamente filosofica, si è a occupato di storia della
filosofia, dai greci all'età moderna, soffermandosi sul Rinascimento e i
pensatori italiani, in particolare Ficino:
La scolastica e la politica dei Gesuiti (Torino, Bocca,) Le origini del
neotomismo (Bari, Laterza) Il pensiero di Gioberti (Messina, Principato, Firenze,
Vallecchi La filosofia di Ficino (Messina, Principato); riedita come Marsilio
Ficino e la filosofia dell'Umanesimo (Bologna, Fiammenghi & Nanni)
L'educazione dell'umanesimo in Italia (Venezia, La Nuova Italia) Filosofia
italiana ed umanesimo (Venezia, La Nuova Italia, Leone Ebreo, su treccani, Gioberti
Vincenzo, su treccani, Il carattere della filosofia tomistica (Firenze,
Sansoni, La teoria dell'amore e l'educazione del Rinascimento (Bologna,
U.P.E.B.) L'illuminismo della sofistica greca (Milano, Bocca) Il pensiero
italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, Cesare Zuffi, Cusano e
l'Umanesimo italiano, con altri saggi sul Rinascimento (Bologna, Tamari). Ettore
Centineo, Ricordo, rticolo su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze,
Sansoni, treccani, Albano Sorbelli,
L'Archiginnasio: bollettino della Biblioteca comunale di Bologna, direzione di Franco Bergonzoni, Regia tipografia
dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, su siusa.archivi.beniculturali. S. Salustri, L'Università fascista di
Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in «Accademie e scuole:
istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere», Daniela Novarese, Milano, Giuffrè, . Vittore Pisani, Paideia, Casa editrice
Paideia, Roberto Pertici, Storia della storiografia, Jaca Book, L. Mangoni, L'interventismo della
cultura. Intellettuali e riviste del fascismo, Bari, Laterza, Roberto Pertici, Storia della storiografia, Roberto
Pertici, Storia della storiografia, Cantimori ricorderà con commozione
l'«irrequietezza spirituale della scuola di Saitta» e la sua «attenzione volta
ad argomenti quasi ignorati dalla cultura italiana» (cit. da Bruno Valerio
Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori. Atti del convegno tenuto
a Russi Editori Riuniti). Cit. in
Roberto Pertici, Storia della storiografia, Eugenio Garin, Cronache di
filosofia italiana, Bari, Laterza, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di
Giuseppe Saitta, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», «Il
Saitta, forse meglio di ogni altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente
umanistica, e di un "reale umanismo": e questa appunto volle
sottolineare e difendere contro ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre
tutta la dialettica gentiliana a lotta sempre risorgente fra ragione umana
liberatrice e costruttrice di una società di uomini liberi, e religione
tradizionale cristallizzata nelle oppressioni di strutture chiesastiche
portatrici di una "filosofia di morte"» (Eugenio Garin, Cronache di
filosofia italiana. Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Aletti
Editore. Ricordo di Giuseppe Saitta , su archiviostorico.unibo. Sommario dei libri, su gaglianocastelferrato.com.
«La filosofia moderna come celebrazione
della soggettività è quasi tutta sbozzata con Marsilio Ficino. Con lui, anziché
col Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia quella
teoria della conoscenza, che sbocca con profonda e potente originalità in Kant»
(Giuseppe Saitta, Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo, Bologna, Fiammenghi
& Nanni). Ettore Centineo, Ricordo
di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze,
Sansoni, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta, su
«Giornale critico della filosofia italiana»,Eugenio Garin, Cronache di filosofia
italiana Bari, Laterza, Roberto
Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Villalba di Guidonia, Aletti
Editore, Attualismo (filosofia)
Filosofia rinascimentale Idealismo italiano Delio Cantimori Gentile Ricordo, su archiviostorico.unibo. treccani bibliotecasalaborsa.
Giuseppe Saitta. Saitta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Saitta” –
The Swimming-Pool Library.
Salutati (Stignano). Filosofo. Vedo che ignori quanto sia dolce l'amor
di patria: se ciò fosse utile alla difesa e all'ampliamento [della patria], non
[ti] sembrerebbe un crimine penoso, nè un delitto scellerato, il fracassare con
la scure il capo del proprio padre, o ammazzare i fratelli, o cavare con la
spada dal grembo della moglie il figlio prematuro...» (Epistolario, a Ser
Andrea di Conte). Cancelliere di
Firenze/ Figura culturale di riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità
di discepolo del Boccaccio e precettore di Poggio Bracciolini e Leonardo
Bruni. Considerato uno dei più importanti uomini di governo tra la fine
del XIV e gli inizi del XV secolo, Coluccio Salutati, nei suoi trent'anni di
cancelliere della Repubblica di Firenze, svolse un importantissimo ruolo
diplomatico nel frenare le ambizioni del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti,
intenzionato a creare uno Stato comprendente l'Italia centro-settentrionale.
Nel contesto di questa lotta elaborò la sua dottrina della libertas fiorentina.
Oltre all'impegno politico, il Salutati svolse un importante ruolo nella
diffusione dell'umanesimo petrarchesco e boccacciano, divenendone l'esponente
più importante e il praeceptor della prima generazionedegli umanisti. Il suo
lascito più importante presso i posteri fu la codificazione "civile"
dell'umanesimo, cioè l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica
all'interno dell'agone politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra
l'altro di un vastissimo epistolario e di trattati politici, filosofici e
letterari), difatti, il mito della florentina libertas, cioè di quel complesso
di valori ispirati alla libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino,
si rafforzò enormemente sotto il suo cancellierato, e fu utilizzato quale
strumento diplomatico per accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri
Stati della Penisola. La casa natale di Coluccio Salutati a Stignano,
frazione di Buggiano. Origini e formazione giuridica Nato a Stignano in
Valdinievole (oggi frazione di Buggiano, in provincia di Pistoia), Lino
Coluccio Salutati fu costretto, a pochi mesi dalla nascita, ad abbandonare il
luogo natìo per raggiungere il padre Piero (detto dal Villani di buoni
costumi e di prudenzia laudabile) a Bologna, ove il genitore serviva il signore
della città Taddeo Pepoli, che a sua volta garantiva protezione alla famiglia
Salutati. Nella città felsinea Coluccio compì, per volontà paterna (ma più
probabilmente del Pepoli che, morto Piero Salutati nel 1341, aveva preso sotto
la sua protezione la famiglia e il giovane Coluccio in particolare), studi
giuridici, benché fosse maggiormente interessato alle discipline letterarie, e
seguì le lezioni di logica e di grammatica di Pietro da Moglio. Coluccio,
ormai diciannovenne, lascia Bologna a causa anche della caduta dei Pepoli e
ritorna a Stignano, dove un rogito testimonia la sua presenza. Gli anni
successivi all'allontanamento da Bologna, videro Salutati esercitare il mestiere di
notaio in vari centri toscani (specialmente in Valdinievole), coltivando, come
si vedrà nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo studio dei
classici, come dimostra la lettera a Luigi de' Gianfigliazzi del 1362, colto
politico fiorentino col quale Coluccio discute su Valerio Massimo e altri
autori antichi. Cancelliere di Firenze Premesse Nel frattempo, la
carriera amministrativa del Salutati lo spinse ad intraprendere anche la
carriera politica: cancelliere del Comune di Todi prima, della Repubblica di
Lucca poi, ed infine, dopo essere giunto a Firenze ed avervi esercitato
per breve periodo l'incarico di scriba omnium scrutinorum, Cancelliere di
quella città, Coluccio tenne, pertanto, nelle sue mani la carica più importante
della diplomazia della Repubblica fiorentina, divenendo un personaggio di
spicco della politica italiana di fine Trecento. Demetrio Marzi, importante
studioso di Coluccio per la sua attività istituzionale, sottolinea che, nei
trentun anni in cui tenne ininterrottamente la sua carica, Coluccio:
«Costantemente rieletto e confermato dal 1375 al 1406, con le stesse ingerenze,
lo stesso stipendio e i soliti privilegi, Coluccio lasciò nell'Ufficio un
numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di
sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da
questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse
costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei
Consigli, degli uffici più svariati..(Marzi) L'Europa Occidentale al
principio dello Scisma d'Occidente. La frattura in seno alla Chiesa Cattolica
spinse il papa romano Urbano VI a firmare la pace coi fiorentini. La guerra
degli Otto Santi Magnifying glass icon mgx2. svgGuerra degli Otto Santi. Le
relazioni tra Santa Sede (all'epoca ad Avignone) e la Repubblica fiorentina
degenerarono rapidamente a causa della volontà di papa Gregorio XI di ritornare
a Roma e ripristinarvi l'autorità della Chiesa. La paura che si formasse, nel
centro Italia, un forte stato ecclesiastico allarmò sia Firenze (intimorita di
essere inglobata nel nuovo Stato) che le città degli Stati Pontifici, che a
causa della lontananza del Papato avevano acquisito una grande forza ed
indipendenza. La guerra, durata tre anni, finì frettolosamente a causa della
scissione interna alla Chiesa stessa tra cardinali francesi ed italiani, fatto
che portò alla nascita del gravoso Scisma d'Occidente. Il nuovo papa, l'italiano
Urbano VI, assolse Firenze dalla scomunica per avere alleati contro l'antipapa
Clemente VII. Tra gli scomunicati, c'era anche Coluccio Salutati, in
quanto figura chiave della politica dell'epoca. «Coluccium Pieri de Florentia,
excellentissimum cancellarium comuni Florentie», ricevette l'assoluzione da
parte del Papa tramite i legati Simone Pagani, vescovo di Volterra, e
Francesco d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani. Dal tumulto
dei Ciompi alla restaurazione oligarchica Magnifying glass icon mgx2.svg
Tumulto dei Ciompi e Storia di Firenze § L'ascesa degli Albizi. Firenze, mentre
stava stipulando la pace con papa Urbano VI, fu sconvolta dalla rivolta del
popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato dalla prepotenza
politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli operai salariati (i
ciompi) a rivoltarsi. Si ebbero i primi scontri e i ciompi, risultati
vincitori, imposero Michele di Lando quale gonfaloniere di Giustizia e riformatore
della Signoria in senso democratico. L'animosità degli sconfitti si fece
sentire molto presto: dopo aver chiuso gli opifici riducendo alla fame gli
operai, la grande borghesia e l'aristocrazia riuscirono a trarre dalla loro
parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i capi dei ciompi, si dimise
dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai magnati, tra i quali
primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime oligarchico durato fino
alla venuta di Cosimo de' Medici. Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che
egli informò Domenico Bandini di Arezzo dei tumulti avvenuti in città e
stimando gli uomini assurti al potere quali degni e pieni di considerazione.
L'atteggiamento emerso in quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà
contrario a quanto Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo
ci descrive lo stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in
tale carica nonostante l'avversione per i Ciompi: «Dalle lettere di
Coluccio Salutati, riferite all'estate del 1378, si evince come il cancelliere
non fosse soddisfatto del governo instaurato dal Popolo Minuto, ed è probabile
che il cancelliere conoscesse anche i “piani politici” di chi voleva ritornare
al potere. Questo ci permette di ipotizzare che, la decisione di ritornare al
proprio ufficio si legava sia alle necessità familiari dell'umanista, sia
all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro ma anche, alla conoscenza
dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al potere, unito alla convinzione
della mancanza di conoscenze politiche adeguate per governare una
città come Firenze da parte dei Ciompi stessi (Cirillo) Massima
estensione dei domini viscontei alla morte del Duca Gian Galeazzo. Ha un ruolo
decisamente più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si difendesse
dalle ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano,
desideroso di sottomettere l'intera Penisola al suo controllo schiacciando le
resistenze delle Signorie dell'Italia Settentrionale. Galeazzo sposta infatti
le sue attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e Coluccio giocò un ruolo
importante in questa situazione spronando il popolo fiorentino a difendere la
sua tradizionale libertà (la florentina libertas) e rispondendo egli stesso
dalle accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in Antonium Loscum. La
situazione per i fiorentini, all'inizio del conflitto, era alquanto drammatica,
in quanto si ritrovarono praticamente circondati dai domini di Gian Galeazzo e
solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate da Giovanni Acuto, riuscirono a
frenare i piani di dominio del Visconti. La guerra, che riprese dopo una
momentanea tregua a partire dal 1396, vide la formazione di una vasta
coalizione antiviscontea di cui fecero parte tutti gli stati italiani del
centro-nord, tenuti assieme dalla politica estera fiorentina e da quella
veneziana. Nonostante gli alleati fossero stati gravemente surclassati dalle
forze milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro indipendenza
resistendo a dodici anni di guerra, cioè fino alla morte improvvisa di Gian
Galeazzo a causa della peste, lasciando Firenze in una posizione di potenza
nell'Italia centro-settentrionale. Gli ultimi anni e la morte Coluccio
trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena celebrato sia per la sua
posizione di guida dell'umanesimo, sia per l'abilità politica dimostrata contro
il Visconti, ma anche in grandi amarezze a causa dei lutti (morte della seconda
moglie il 28 febbraio 1396 e la morte di alcuni dei suoi figli in occasione
della pestilenza). Quando poi morì, la Signoria, il giorno successive, gli fece
celebrare funerali solenni in Santa Maria del Fiore, ponendo sulla sua bara una
ghirlanda d'alloro per le sue virtù poetiche. I suoi discepoli Leonardo Bruni
suo successore, Poggio Bracciolini, futuro cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo
piansero amaramente, ricordandolo come un padre e come il più grande decoro di
Firenze. Coluccio umanista La guida dell'umanesimo italiano e per trent'anni,
dopo la morte del Petrarca e del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano,
unico erede di quei grandi (Dionisotti) Miniatura che ritrae proveniente
da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze. Alla morte del Boccaccio,
sia per ragioni anagrafiche (era di una generazione sita tra quella di Petrarca
e Boccaccio e la successiva degli umanisti del XV secolo), sia per la propria
grandezza letteraria e filosofica, fu il principale esponente dell'umanesimo
italiano, come ricorda infatti Carlo Dionisotti e altri studiosi[N 4], quel
«trait d'union tra la generazione che aveva vissuto in prima linea il
rinnovamento petrarchesco e quella dei nuovi umanisti già pienamente
quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia per il ruolo istituzionale sia per quello
culturale, rapporti anche con i Paesi europei: tenne corrispondenza con un
colto cortigiano di Carlo VI di Francia, Jean de Montreuil, e con l'arcivescovo
di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto mentre il presule inglese si trovava a
Firenze. Fecondo scrittore, apologeta "diplomatico" della classicità
contro gli attacchi degli aristotelici e di alcuni ecclesiastici ostili
all'antropologia umanista, Coluccio alternerà il suo magistero culturale con
quello politico, difendendo la libertà repubblicana di Firenze adottando lo
stile e il genere degli antichi trattatisti. La formazione umanistica
Nonostante Lino avesse preso definitivamente l'attività notarile, come
testimonia il suo primo rogito effettuato nella nativa Stignano, l'amore per la
cultura e la letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla fine degli anni
sessanta, Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni, amico a sua volta
di Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un rapporto epistolare
a distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle proposte umanistiche
del poeta Aretino. Nel periodo che intercorse tra questa prima epistola e la
morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella mentalità classicista del
maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con l'altro grande umanista e
allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo animatore del
circolo umanista di Santo Spirito a Firenze. Tra Santo Spirito e la sua casa.
L'educazione dei giovani umanisti Seguendo la scia del maestro Boccaccio,
sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso, il Cancelliere della
Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito, tenendovi lezioni
cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si ricordano, tra i più
importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini), ma anche di
altre regioni italiane (quali il vicentino Antonio Loschi e il già ricordato Pier
Paolo Vergerio). Nel convento degli agostiniani Salutati, aiutato nel suo
magistero culturale dal coltissimo frate Luigi Marsili[40], non si fece
soltanto portavoce degli ideali dell'umanesimo classicista petrarchesco, ma
continuò a tenere in alta considerazione Dante Alighieri, deprecato da una
cerchia dei giovani umanisti in quanto scrittore volgare e pessimo latinista. La
fondazione della cattedra di greco a Firenze. Oltre al suo compito di
formazione dei giovani umanisti che andranno a diffondere il nuovo sapere
presso gli altri centri culturali italiani, Salutati ebbe il merito non solo di
affidare le cattedre tradizionali dello Studium fiorentino ad umanisti
discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini), ma soprattutto quello di far
rifiorire in Italia il greco classico. Grazie all'incontro avvenuto a Venezia
tra i giovani umanisti Roberto de' Rossi e Giacomo Angeli da Scarperia e i due
colti bizantini Manuele Crisolora e Demetrio Cidone, inizia, usufruendo dei
poteri di Cancelliere, ad intessere rapporti con Crisolora per invitarlo
ufficialmente a Firenze quale docente di greco classico nello Studium[N 7].
Questi, giunto nell'Europa Occidentale per conto dell'imperatore Manuele II
Paleologo per cercare alleanze contro i turchi ottomani, cercò di instaurare
rapporti di amicizia con gli Stati che visitava trasmettendo la conoscenza del
greco classico ai nascenti circoli umanistici, edotti di latino ma non della
lingua di Omero[42]. Pertanto Crisolora accettò l'offerta del Salutati,
rimanendo nella città toscana dal 1397[43] al 1400 e lasciando in eredità ai
suoi discepoli (e amici) fiorentini gli Erotematà, compendi linguistici di
greco classico caratterizzati da una sinossi con la grammatica latina. L'umanesimo
incontrò, durante la sua diffusione, il sospetto e l'ostilità di alcuni
ambienti religiosi a causa della libertà e responsabilità etica del singolo
uomo che Coluccio andava insegnando[N 8], e del suo progetto di conciliare la
natura della cultura classica con quella cristiana. I principali antagonisti
dell'umanesimo fiorentino, il camaldolese Giovanni di San Miniato e il
domenicano Giovanni Dominici (quest'ultimo poi cardinale), intendevano
sostanzialmente mantenere l'istruzione e la morale rigidamente nelle mani della
gerarchia, rifiutando la ventilata autonomia spirituale dei pagani e
riaffermando la loro interpretazione allegorica[N 9]. Le humanae litterae
non sono antitetiche agli studia divinitatis Coluccio, davanti a questi
attacchi, sostenne la necessità, anche da parte dei laici, di avere
coscienza di ciò che dicono e professano nella vita attiva, ribadendo il valore
positivo di questo modello di vita[44] e combattendo il vuoto nominalismo
tomista che la cultura ecclesiastica ufficiale difendeva strenuamente quest'ultimo
visto come nocivo perché, avendo ormai intriso la stessa Bibbia di sillogismi
filosofici, allontanava dalla Verità gli uomini: «Senza la capacità di
intendere in fondo i termini, la lingua, non si dà conoscenza della scrittura,
della parola di Dio. Ogni conoscenza seria è comunicazione. In tal modo gli
studia humanitatis come mezzo per ritrovare nella lettera l'inseparabile
spirto, nel corpo l'anima indisgiungibile, sono strettamente connessi con gli
studia divinitatis.» (Garin39) La poesia vehiculum ad Deum La disputa
sulla verità teologica della poesia, genere privilegiato nella conoscenza di
Dio, è quello che impegnerà maggiormente Salutati. Seguendo il tracciato delle
Genealogie deorum gentilium del maestro Boccaccio, Coluccio Salutati risponde
alle accuse dell'immoralità della poesia a Giovanni di San Miniato, in una
lettera del 21 settembre del 1401, affermando non solo che ogni verità proviene
da Dio stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia attraverso i
salmisti, Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere letterario più vicino
a Dio. ale tesi verrà poi ulteriormente rinforzata nell'incompiuto De laboribus
Herculis, in cui si arriverà a sostenere una vera e propria poesia teologica,
per cui anche gli antichi poeti pagani, con le loro opere, si avvicinavano a
Dio. L'attività filologico-paleografica La Biblioteca del Salutati
Un'edizione a stampa veneziana dell'Affrica del 1501. Il poema epico del
Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora un po' rozzo, suscitò
delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Salutati formò, impiegando gran
parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di 100 volumi, collezione
molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore culturale. Coluccio
possedette un manoscritto delle tragedie di Seneca ricopiato ottimamente di suo
pugno con l'aggiunta dell'Ecerinide del preumanista padovano Albertino
Mussato[48], ma anche esemplari di autori poco conosciuti nel Medioevo quali
Tibullo e Catullo ed una rarissima copia d'età carolingia delle Ad familiares
di Cicerone, coperta dall'amico e cancelliere milanese Pasquino Capelli a
Vercelli[51]. A questa scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse negli anni
seguenti anche le Epistole ad Atticum, rendendo il Salutati «il primo dopo
secoli a possedere entrambe le raccolte di lettere di Cicerone. Remigio
Sabbadini riporta che, nella sua biblioteca, Coluccio «fu il primo a possedere
il De agricultura di Catone, il Centimeter di Servio, il commento di Pompeo
all'Ars maior di Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae
pseudociceroniane»[53], mentre Francesco Tateo continua elencando «i Dialoghi
di Gregorio Magno e l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di
Agostino, di Seneca, di Ovidio e di Stazio» in suo possesso. Nonostante
questa passione da bibliofilo, che rese la biblioteca del Salutati la più
significativa dopo quella del Petrarca agli albori del XV secolo, Coluccio non
sfoggiò mai eccellenti doti filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del
suo discepolo Leonardo Bruni. La questione dell'Africa Coluccio cercherà,
inoltre, di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del
Petrarca, una copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata[56]. Gli sforzi di
Salutati e dei primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli
anni settanta: Lombardo aveva timore a pubblicare un'opera «rimasta in un testo
incompiuto ed incerto», rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca[57].
Quando poi, al principio del 1377, giunge a Firenze il sospirato poema epico
dell'Aretino, «...il Salutati è afflitto dalle sospensioni, dalle lacune e
certamente anche dalla pesantezza d'ala del poema tanto vantato e sognato». La
delusione, trasmessa in una lettera a Francescuolo da Brossano, spinse il
Salutati a non farsi più editore e commentatore dell'opera. L'inizio della
scrittura umanistica Coluccio intervenne anche nel campo della paleografia. Nel
vivo studio dei classici, Coluccio fece un'introduzione fondamentale: dopo aver
adottato, per gran parte della sua vita, «una scrittura cancelleresca e una
libraria 'semigotica'»[60], a partire dal 1400 lesse e trascrisse un codice
delle Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si erano
persi nel corso del Medioevo: «l'uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e
le legature ae, ę e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento
inizia la storia della scrittura umanistica»[61]. Opere Cristofano
Allori dell'Altissimo, Ritratto di Coluccio Salutati, 1587, dipinto ad olio,
Galleria degli Uffizi, Firenze Epistolario Premessa Composto da 344
lettere[26], l'epistolario di Coluccio, «documento fondamentale di questa lunga
ed efficace opera di rinnovamento» culturale, tratta dei temi più disparati.
Organicamente, la raccolta si divide in due filoni: le lettere private, indirizzate
ad amici e conoscenti, e quelle pubbliche, scritte a nome della Repubblica
diFirenze. Stilisticamente, l'epistolario di Coluccio spicca per l'uso di uno
stile che si allontana da quello delle lettere medioevali, fitte della retorica
della ars dictandi, per lasciare il posto ad una serenità cordiale e stoica che
si richiamava alle Familiares di Cicerone e al repertorio lessicale degli altri
autori classici, determinando così quello che è stato definito «latino
misto»[63]. Epistolario privato Nella prima categoria, le lettere scritte
a nome dell'umanista Coluccio mettono in mostra le tendenze socio-culturali del
primo umanesimo italiano. Da un lato, la percezione del divario cronologico tra
i contemporanei e gli antichi, eredità diretta della sensibilità petrarchesca;
dall'altro, l'esposizione in più punti del suo pensiero, dalla rivendicazione
del valore della vita attiva contro i monaci e quegli ecclesiastici che
sottolineavano invece l'eccellenza della vita claustrale al valore della poesia.
Immancabile è la tematica politica, esposta nella lunga lettera a Carlo di
Durazzo[65] e ritenuta essere il sunto del pensiero politico del primo
umanesimo[N 11]. Epistolario pubblico Queste lettere, scritte in qualità
di cancelliere della Repubblica, sono di carattere puramente politico, in
quanto rivolte a contrastare l'azione egemonica di Gian Galeazzo Visconti.
Riprendendo i modelli dei classici latini (Seneca, Sallustio, Cicerone),
Coluccio additava Gian Galeazzo quale tiranno in contrasto con la florentina
libertas. Il tono di queste lettere doveva essere così grave e tagliente che,
secondo la tradizione, il duca di Milano rispondeva che un'epistola del
Salutati era più deleteria di una sconfitta militare di Milano in campo
aperto[66]. Dal punto di vista più tecnico, come fa notare Marco Cirillo:
«...il lavoro svolto presso la cancelleria di Firenze ha reso Coluccio Salutati
uno dei più noti cancellieri del Medioevo; tale notorietà si deve al metodo di
lavoro che egli ha adottato nel trentennio in cui ha ricoperto tale carica.
Effettivamente, i cambiamenti che il Salutati ha apportato, soprattutto nel
campo dell'epistolografia politica medievale, pur non essendo certo radicali,
ebbero una notevole influenza su molte corti d'Europa. La letteratura sull'argomento
è unanime nell'affermare che, Coluccio Salutati, pur utilizzando la formula
prevista dall'epistolografia cancelleresca medievale, che prevedeva: la
Salutatio, il Proverbium, la Narratio, la Petitio e la Conclusio; ebbe modo di
personalizzare ogni fase dell'epistola in base alle proprie esigenze narrative.
È frequente perciò trovare nelle sue lettere una Salutatio piuttosto breve ed
un Proverbiumsoprattutto quando egli esprimeva teorie politichepiuttosto
lungo.» (Cirillo) Trattati Politici Vincenzo Camuccini, Morte
di Giulio Cesare, particolare, olio su tela, 1798, Museo nazionale di
Capodimonte, Napoli De Tyranno (1400) Epistola-trattato inviata a Francesco
Zabarella, filosofo padovano, il De Tyranno (basato sull'omonimo trattato di
Bartolo da Sassoferrato e sul Polycraticus di Giovanni di Salisbury[67])
riflette sulla nascita della tirannide e sulla liceità dell'assassinio del
tiranno stesso. Indotto a fare questa riflessione su spunto del giovane Antonio
dell'Aquila, studente padovano che aveva chiesto al Salutati la liceità
dell'assassinio di Giulio Cesare, e dalla volontà di difendere la scelta
dantesca di porre Bruto e Cassio nelle fauci di Lucifero[68], Coluccio ammette
la liceità di un tale gesto nei confronti di un despota, ma negandola però al generale
romano, in quanto «fu un benemerito capo di stato, che fu tradito dagli stessi
uomini che erano stati da lui beneficiati» Invectiva ad Antonium Luschum, Scritta
contro un suo ex discepolo, Antonio Loschi, cancelliere dell'ormai defunto Gian
Galeazzo (morto nel 1402) e autore di una perduta Invectiva in florentinos[71],
ha un tono più concreto rispetto al teorico De Tyranno. Nell'Invectiva Coluccio
mostra la partigianeria repubblicana sostenitrice della florentina libertas,
emula dell'Atene di Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi
alleati. Salutati ricorda al Loschi come Firenze sia nel giusto perché è
sottoposta alle leggi, che non possono essere violate, mentre a Milano il
diritto è strumento arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta
al di sopra delle leggi. Gli scritti filosofico-teologici De seculo et
religione, Scritta all'amico Niccolò di Lapo da Uzano (che prese poi il nome di
Girolamo appena entrato nell'ordine dei camaldolesi) si articola in due
libri[75] ed è datata 1381, in quanto Coluccio inviò a Fra' Gerolamo da Uzzano
una lettera d'accompagnamento insieme al testo da lui realizzato. L'opera
tratta di una esortazione assai fervida alla vita claustrale, ma rivendica
anche la validità della vita quale laico, in quanto strada «valida nell'ambito
gerarchico delle occupazioni umane, a cui egli rimane ancora legato». L'opera
del Salutati, esaltante la vita ritirata prendendo spunto anche da Cicerone,
Livio, Macrobio e Omero, tratta anche della condanna morale di cui è afflitta
la Chiesa, dai papi fino ai predicatori. De fato et fortuna, Facsimile
del codice Laurenziano Pl. CX sup. 41, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze,
riportante una lettera del Salutati. Diviso in cinque libri, il trattato espone
l'argomento del libero arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e
gli avvenimenti che possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai
complessa ed erede di una lunga tradizione teologico-filosofica (i modelli sono
Alberto Magno, Tommaso d'Aquino e il De bona fortuna di Aristotele), si
sviluppa nel tentativo di dimostrare come l'esistenza umana si inquadri in una
“causa prima” (Dio), la quale opera in comunione, talvolta incontrandosi,
talvolta scontrandosi, con la volontà dell'uomo. De Nobilitate legum et
medicine. Trattato che cerca di proporre una gerarchia dei saperi, proponendo
la legge come valore supremo sulla medicina, intesa come sapere
tecnico-scientifico: come l'anima è superiore al corpo, così le leggi (che si
rifanno al campo spirituale) sono superiori alla medicina, che fa parte della
meccanica[78]. Le leggi, infatti, regolano la vita sociale, determinano il
convivere civile, stabiliscono l'ordine e devono essere ottime perché possano
produrre uomini migliori[79]. Coluccio continua affermando che le leggi, dal
momento che appartengono alla sfera spirituale e quindi celeste, sono legate
direttamente a Dio: gli uomini, perciò, possono collaborare con Dio nella
costruzione perfetta della società grazie al fatto che esse sono ispirate dalla
divinità medesima. De Laboribus
Herculis. Opera di grande impegno intellettuale, Coluccio lavorò per più di
vent'anni su questo vasto saggio di poesia. Diviso in 4 libri e lasciata
incompiuta, intende continuare il progetto culturale di Boccaccio delle
Genealogie, vale a dire una difesa della poesia a livello universale basata
sulle vicende terrene dell'eroe mitologico Ercole[82], reinterpretate in senso
allegorico e indirizzate verso la via della virtù (Salutati si basò su Ercole
anche per la radice etimologica del nome greco, risalente ad ερος κλερος (heros
cleos), cioè uomo forte e glorioso[81]). Per Coluccio, come aveva già
scritto a Giovanni di San Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale
in quanto il senso interpretativo di un testo classico supera la dimensione
culturale in cui è stato scritto: per cui le opere dei pagani, se piene di
valori positivi, non devono essere rigettate, ma accolte in quanto provenienti
da Dio stesso. Altre Carmen de morte Francisci Petrarce Carme in latino
commemorativo del Petrarca e accennato in varie epistole a Roberto Guidi conte
di Battifolle, a Benvenuto da Imola e a Francescuolo da Brossano, del quale è
quasi dubbio il completamento[. De verecundia, Trattatello in forma epistolare
indirizzato ad Antonio Baruffaldi sulla natura positiva o negativa della
verecundia (cioè il rispetto). Grazie agli studi genealogici di Francesco
Novati, si è potuti ricostruire l'ascendenza e la discendenza
del cancelliere fiorentino, appartenente al ramo dei Salutati di Stignano.
Qui sotto è riportato un albero genealogico che espone l'ascendenza e la
discendenza di Coluccio Salutati[N 12]: IgnotaColuccio Ignota, figlia di
un tal LinoPiero Lino Coluccio donna ignota; Piera di Simone
Riccomi[84]AndreaCorradoGiovanniSorella ignota, sposata a uno dei Giovannini di
Stignanosorella ignota, sposata ad uno dei Dreucci di Pistoia Piero (morto di peste②
Andrea morto di peste ② Bonifazio ~ 1420 ca Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo Margherita d'Andrea de' Medici Antonio ~ Duccia di Guernieri de' Rossi;Nonnino
Filippo (1383 ca-post 1407 Simone Lionardo, chierico Salutato, chiericoLorenzo
(incerto) Note Esplicative A lungo si è
ritenuta corretta la data del 1331, Campana Martelli, ( 238-239 e239, nota 1), Nuzzo, e
altri studiosi hanno dimostrato che la data corretta è Villani, Coluccio
Salutati XXVII racconta l'ascesa politica di Coluccio ad una delle più
prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario grazie
all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, Coluccio fu poi eletto
Cancelliere (il 18 di aprile) in sostituzione di Niccolò Monaci, uomo politico
con cui il Serragli fu in disputa. Si veda
Epistolario per le addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico
in comune Niccolò Niccoli («tali parente» nell'epistola di Bruni; «patris
nostri» in quella di Poggio). In Ivi, l'istriano Pier Paolo Vergerio, in una lettera
a Francesco Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di
Firenze («...urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium
Salutatum»). Della stessa opinione
anche: Cappelli76, in cui si ricorda, al momento dei funerali, il commosso
addio dell'allievo Pier Paolo Vergerio, che chiamò Salutati communis omnium
magister («maestro comune di tutti [noi]»); Vasoli40; Contini869;
Gargan141. Luogo significativo per
continuare le riunioni dei nuovi umanisti, in quanto vi viveva quel fra' Martino
da Signa erede universale degli scritti del Boccaccio. Si vedano Contini869; e
Petoletti42: Boccaccio dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca
all'agostiniano Martino da Signa con l'indicazione che alla morte del frate i
volumi fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così
avvenne...» La grandezza di
Dante, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, furono messi in
discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, Niccolò Niccoli,
all'interno dei Dialogi ad Petrum Histrum di Leonardo Bruni. L'accusa
principale consisteva nella barbaria del loro latino e nel, caso di Dante, nel
fraintendimento del senso di alcuni passi virgiliani. Solamente l'intervento
del vecchio Salutati, nel I libro, riesce a capovolgere la situazione, salvando
Dante dalle accuse feroci del Niccoli: «Come anche risulta da un dialogo del
Bruni, che di quella polemica antidantesca è il documento principe,
l'intervento del S[alutati] riuscì ad assicurare la continuità, proporzionata
all'età nuova, della tradizione dantesca a Firenze.» (Dionisotti) I contatti tra Costantinopoli e Firenze erano
facilitati dalla presenza, nella capitale bizantina, dello stesso Giacomo da
Scarperia, che decise di riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere
greco da lui stesso. Si veda: Tateo50.
La visione "laica" dell'umanesimo non si deve confondere con
la proposta "laicista", dal punto di vista etico e antropologico.
Mantenendo sempre un'attenzione ossequiosa verso la Chiesa e una sincera
devozione verso le Verità cristiane, Coluccio intende nel contempo «esaltare e
rivendicare la responsabilità umana al di fuori di qualsiasi determinismo
meccanicista e ponendo in valore la libertà personale del singolo»
(Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il rapporto tra
libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia «conciliabile con
l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio». Si è condensato, in questi due punti,
l'attacco generale del mondo ecclesiastico contro l'umanesimo. Come sottolinea
Cappelli78, la questione sul valore della poesia riguarda la disputa con
Giovanni di San Miniato tenutasi nel 1401 (cfr. Epistolario, 3, Fratri Johanni
de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo dell'umanesimo e
risale al 1405 (cfr. Epistolario, Il codice di Catullo facente parte della
biblioteca del Salutati (cod. Paris. 14137) entrò nelle mani del cancelliere fiorentino
igrazie alle pressioni che esercitò sull'erudito veronese Gasparo de Broaspini,
secondo quanto riporta Sabbadini34. Della stessa opinione anche Francesco
Novati che, in Epistolario, 1222 nota 2, giunge alla stessa conclusione del
Sabbadini in quanto vi ha trovato delle postille autografe del Salutati. Così la definisce Cappelli, L'epistola, datata 1381, è importante perché,
dopo l'elogio di Carlo per la fortunata impresa militare della conquista del
Regno di Napoli e il paragone con gli eroi antichi, Coluccio enumera i doveri
di un buon sovrano: cercare l'unità religiosa della Chiesa, spaccata dallo
Scisma (cfr. Epistola, 2, 27-28);
gestire con moderazione il potere e imparare a gestire le proprie emozioni
(Epistola, 232: «incipe prius tibi quam aliis imperare; rege te ipsum, noli
regendorum subditorum studium tuimet derelinquere moderamen.») per evitare di
cadere nei vizi e di essere classificato come un tiranno (Epistola, 233).
Esaltandolo alla virtù, alla temperanza e alla giustizia, Coluccio insomma
tratteggia il modello del sovrano ideale, cavalleresco, formato sull'esempio
dei classici -- continua è la comparazione con gli antichi statisti e sovrani)
e timorato di Dio. Le informazioni,
ricavate attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da parte del Novati,
sono prese in ordine sparso da Epistolario, 4.2, Tavole genealogiche dei
Salutati, ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e
figli di Coluccio. Per consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere,
si consulti sempre Epistolario, Riferimenti
Dionisotti. Villani, Coluccio SalutatiXXI, Marzi113. Carrara. Contini869.
Carrara: «Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui che era
"pierius" (così foggiò il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto
alle Pieridi, le Muse. Garin, Epistolario, 1, 1, Magistro Petro de
Moglio3. Epistolario, 1, 1, Petro da Moglio3,
nota 1. Marzi114, nota 1.
Tateo43. Epistolario, 1, 4,
Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de Gianfigliaziis, 9-12.
In Epistolario, 1, 16, Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni
de Florentia summi pontificis secretario, domino suo44, Coluccio si
lamenta della sua mansione di cancelliere nella cittadina umbra, così come farà
nelle Ep. 1, 17 e 18. Marzi14: «Vero è
che nel secolo XV invalse l'uso di chiamare Cancelleria Fiorentina l'ufficio del
quale era capo il Dettatore, che aveva la particolare ingerenza di scrivere le
lettere e di trattare le faccende della politica esterna. Per le informazioni
in generale, si veda Bosisio248. EEpistolario,
4.2429 e Ibidem, nota 2. Per l'intera
vicenda, si veda Bosisio249. Epistolario
«Unum dicam, quod emerserunt et ad tante
sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro salute
cunctorum.» «Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande
repubblica emersero e vi sono [uomini], i quali bisognò [vi fossero] per la salvezza
di tutti.» Inoltre, sempre in Ivi, nota 2, il Novati annota che Coluccio
fu così favorevole al nuovo governo in quanto fu uno dei pochissimi a non
essere proscritto dalle cariche istituzionali.
Bosisio, Come riporta Bosisio260,
Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione anti-fiorentina, mentre il
signore di Milano (dal 1395 duca per investitura imperiale) si alleò con Lucca
e altre città umbro-marchigiane.
Bosisio260. Bosisio261. Marzi133. Marzi148. Cappelli 76. Villani, Coluccio Salutati XXII, nota 5. Cappelli86.
Marzi, Epistolario, Wilkins259. Senili, Cesareo2 La prima epistola riportata
dal Novati in cui Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese risale al 20
dicembre 1367 (cfr. Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de
Certaldo...) ma, come fa notare lo stesso Novati, i toni sono troppo famigliari
per essere la prima epistola scambiata tra i due (Ivi48 n° 1). Branca «Inclyte cur vates, humili sermone locutus, /
de te pertransis? te vulgo mille labores / percelebrem faciunt: etas te nulla
silebit.» «Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel volgare idioma, /
avanzi nel corso del tempo? [...] Mille fatiche ti rendono celebre presso il
volgo / : nessuna epoca tacerà sul tuo conto.» (Branca) Si veda anche
Epistolario, 1, Egrigio viro Franciscolo de Brossano domini Francisci Petrarce
genero, Ep. ove Coluccio piange sia la scomparsa del Petrarca, ma annuncia
anche quella del Boccaccio: «Fallebar
enim, et dum Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo
commento, veterum pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime
nobis merore novi funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes.
Vigesima quidem prima die decembris Boccaccius noster
interiit...» «Infatti ero ingannato, e mentre piango Francesco e mentre,
attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo commento, quasi
tralasciata la sentenza degli antichi, ecco che nuove lacrime si aggiunsero a
noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di un'opera che inizia.
Il nostro Boccaccio spira. Tateo. Cappelli,
ricorda anche che Salutati era solito mettere a disposizione dei suoi
allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i luoghi di incontro
erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere, come dimostra anche
Tateo42. Tateo42: «Gli animatori di
questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella propria casa, l'altro
nella sua cella di Santo Spirito, ricevevano i giovani più promettenti della nobilità
fiorentina, e li iniziavano al gusto delle lettere antiche. Sabbadini43 riporta
che l'erudito greco era già a Firenze. Garin36 sintetizza, prendendo spunto dal
De saeculo et religione e dall'Epistolario, 2,
303-307, l'ideale di vita attiva propria dell'essere umano inteso come
cittadino del mondo: «Terrestre è la vocazione umana. L'impegno nostro è nella
costruzione della città terrena, nella società». Garin,
38-39: «Il Salutati...insisteva sul valore della educazione nuova [...]
essa insegnava a ritrovare sub corticem il valore intenzionale dei termini,
smarrito nella consuetudo, penetrando l'espressione nel suo significato intimo
come direzione spirituale. Parola e cosa, insiste il Salutati, non possono
disgiungersi.» Epistolario, 3,
Fratri Johanni de Angelis, «Noli, venerabilis in Christo frater, sic austere me
ab honestis studiis revocare. Noli putare quod, cum vel in poetis vel aliis
Gentilium libris veritas queritur, in vias Domini non eatur. Omnis enim veritas
a Deo est, imo, quo rectius loquar, aliquid est Dei.» «Non volere, o
venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in modo così austero da studi degni
di ammirazione. Non voler ritenere che, quando si cerca la verità o nei poeti o
in altri libri degli scrittori pagani, non si cammini lungo le vie del Signore.
Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per parlare fino in fondo rettamente,
alcuna cosa è propria di Dio.»
Epistolario, : «Nullum enim
dicendi genus maius habet cum divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium
quam eloquium poetarum.» «Nessun genere letterario, infatti, ha un
maggior legame con le parole divine e con la stessa divinità quanto la parola
dei poeti.» Gargan141.
Sabbadini25. Gargan142: «Il
manoscritto di Vercelli fu alla fine portato a Firenze, ove rimane (Laur. 49,
9), unica copia carolingia esistente delle Epistole di Cicerone.» Sabbadini34.
Gargan142. Sabbadini, 34-35.
Tateo49. Gargan ritiene che «la
sua filologia non fu di altissima classe...».
Billanovica. Fitta la corrispondenza tra Salutati e Della Seta, come
testimonia la prima lettera inviata dal cancelliere fiorentino il 25 gennaio
del 1376 (Epistolario, 1, Insigni viri Lombardo...optimo civi patavino, Billanovich11. Billanovich52. Epistolario, 1, Franciscolo de Brossano, Bischoff211. Bischoff,
Cappelli Cesareo Cfr. la già
citata Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, Epistolario, 2, Epistola
Coluci Salutati florentina ad Carolum regem Neapolitanum, 1, 6, 11-46.
Canfora13. Villani, Coluccio SalutatiXXIII, riporta la veemenza con cui
Salutati "fulminava" Gian Galeazzo con le sue lettere, riportando tra
l'altro la testimonianza di Enea Silvio Piccolomini cui quest'aneddoto è
attribuita la paternità. Canfora, Pastore Stocchi68. Sia la citazione che il contesto in cui fu
scritto il De Tyranno sono esposti in Canfora,
14-16. Così Cappelli82: «In altri
termini, se Cesare, pur giunto al potere in modo "tirannico" o
violento, seppe poi legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di
esso (ex parte exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua
uccisione non fu legittima, mentre lo sarebbe quella di un tiranno che
esercitasse come tale.» Per la
figura di Loschi, si rimanda alla voce biografica Viti. Canfora,
ipotizza, a14, l'aiuto di Leonardo Bruni nello sviluppare il paragone
Firenze-Atene, in quanto Coluccio Salutati «non [era] molto esperto di quella
lingua e di quella cultura». Cappelli 83. Vasoli40: «Così il Salutati, rivolgendosi al
cancelliere milanese Antonio Loschi, nella Invectiva in Antonium Luschum, dopo
aver contrapposto i guasti del regime tirannico milanese ai vantaggi di quello
libero e repubblicano di Firenze, glorifica la sua città come "fiore
d'Italia" e come esempio di vita serena e armoniosa.» Cappelli
84. Epistolario, 2, V15, di cui si
riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento: «Mitto tibi munusculum istis paucis noctibus
correctionis studio lucubratum. In quo si quid proficies tu vel alii, laus sit
omnium conditori Deo, cui placeat me in tuis sanctis orationibus commendare.
Vale felix et diu. Colucius tuus.» «Ti mando un piccolo pensiero composto
in queste poche notti dopo un'opera di revisione. Attraverso questo [trattato],
se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di tutti voi sia per lodare Dio,
al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue sante orazioni. Sta felice a
lungo. Il tuo Coluccio.»
Cappelli, Tateo46: «[Nel De Nobilitate
Coluccio] ribadiva, attraverso un discorso più ampio e articolato, la
distinzione della medicina, designata medievalmente come "arte
meccanica", ossia tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza della
vita spirituale e quindi superiore all'altra.» Cappelli81,
Garin40: «Le leggi...sono veramente un sigillo divino, con cui dopo il
primo peccato Dio ha offerto alle comunità degli uomini la vita per riconquistare
il bene...Ispirate da Dio agli uomini, inscritte nell'anima umana, esse hanno
un'altra superiorità, rispetto alle leggi naturali: possono essere conosciute
nella loro pienezza integrale, con una certezza che non si troverà mai nelle
scienze della natura.» Cappelli80. Tateo46. Cfr. Epistolario, 2224, nota 1 per la storia
del codice contenente il carme. Si riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistola
XVIII in cui Coluccio annuncia a Benvenuto da Imola il suo progetto: «Sed ut ad Franciscum nostrum redeam,
opusculum metricum de ipsius funere iam incepi...» «Ma per ritornare al
nostro Francesco, ho già iniziato [a stendere] un opuscolo metrico sulla
cerimonia funeraria dello stesso...»
Marzi, p.115. Antiche Filippo
Villani, Le vite d'uomini illustri fiorentini, Giammaria Mazzuchelli, Venezia,
Giambatista Pasquali, Moderne Nicola Abbagnano, La filosofia del Rinascimento,
in Nicola Abbagnano , Storia della filosofia,
3, Milano, TEA, Giuseppe Billanovich, Gli inizi della fortuna di
Francesco Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1947, 18 dicembre . Bernhard Bischoff, Paleografia
latina. Antichità e Medioevo, GildaMantovani e Stefano Zamponi, Padova, Antenore,
Alfredo Bosisio, Il Basso Medioevo, in Federico Curato , Storia
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geografico De Agostini, Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico,
Firenze, Sansoni, Augusto Campana, Lettera del cardinale padovano (Bartolomeo
Uliari) a Coluccio Salutati, in Ch. Henderson , Classical Mediaeval and
Renaissance studies in honor of Berthold Louis Ullman, Roma, Davide Canfora,
Prima di Machiavelli. Politica e cultura in età umanistica, Roma-Bari, Laterza,
Guido Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma, Carocci
editore, Alessandro Cesareo, L'Epistolario di Coluccio Salutati ed il carteggio
con Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca
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Ledda e Elisabetta Menetti, Dalle Origini al Cinquecento, in Ezio Raimondi , La
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Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed., Roma-Bari, Laterza,
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cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio
Cappelli, Armando Nuzzo, Coluccio
Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in Letteratura
Italiana Antica, Manlio Pastore Stocchi, Pagine di storia dell'Umanesimo italiano,
Milano, FrancoAngeli, , Marco Petoletti,
Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis, C. Monti, Marco Petoletti
et alii , Boccaccio autore e copista, Firenze, Mandragora, Francesco Petrarca,
Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti, 2,
Firenze, Le Monnier, Coluccio Salutati, Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5
tomi, Roma, Forzani e C. tipografi del Senato, Si sono consultati: Epistolario,
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Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, Firenze, G.C.
Sansoni, Achille Tartaro e Francesco Tateo, Il Quattrocento. L'età
dell'umanesimo, in Carlo Muscetta , La letteratura italiana, 3, tomo I, Bari,
Laterza, Si sono presi in considerazione: F. Tateo, La cultura umanistica e i
suoi centri, E. Wilkins, Vita del Petrarca, Luca Carlo Rossi e Remo Ceserani,
Milano, Feltrinelli, edito per la prima volta negli Stati Uniti col
nome diLife of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, Cesare Vasoli,
Le filosofie del Rinascimento, Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, Paolo
Viti, Loschi, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, 66, Roma, Istituto della Enciclopedia
italiana, Palazzo Salutati Francesco Petrarca Giovanni Boccaccio Umanesimo
Repubblica di Firenze Leonardo Bruni. James Hankins, Coluccio Salutati e Leonardo
Bruni, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Marco Cirillo, Il tiranno in Coluccio Salutati,
umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di Giuseppe Bonghi.
Coluccio Salutati. Salutati. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Salutati”
– The Swimming-Pool Library.
Sanctis. Essential philosopher. He considers
philosophy as a branch of the belles lettresand his field of expertise is when
stylists stopped using an artificial Roman, and turned to ‘Italian.’ Grice: “I
really do not like de Sanctis; when an author becomes philosophical, he says
that he has been infested of the philosophical pest!” -- Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e de Sanctis," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Sanctis. Keywords: storia della
filosofia, il saggio filosofico, il poema filosofico, il tema filosofico.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanctis” – The Swimming-Pool Library.
Sanseverino (Napoli). Filosofo. Considerato uno fra i massimi
precursori del neo-tomismo. Si trasferì in giovanissima età a Nola dalla natia
Napoli per frequentare il seminario diocesano dove suo zio era rettore. Dopo
l'ordinazione, continuò lo studio della filosofia con l'intento di confrontare
i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in Italia,
all'epoca, quello cartesiano. Lo studio comparato dei vari sistemi gli permise
una conoscenza più approfondita della Scolastica, soprattutto delle opere di
Tommaso d'Aquino, e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Da
allora, e fino alla fine della sua vita, la sua unica preoccupazione fu la
restaurazione della filosofia scolastica, non solo con scritti, ma anche con
lezioni, conferenze e discussioni. La sua preparazione in materie filosofiche
gli permise di divenire, non ancora trentenne, professore di logica e
metafisica presso il seminario di Napoli. Fu anche canonico della cattedrale
della propria città. Fondò la rivista La Scienza e la Fede che continuò ad
uscire, a cura dei suoi discepoli Nunzio Signoriello e Antonio D'Amelio, a
oltre vent'anni di distanza dalla morte del filosofo. Nel 1851 venne chiamato
da Ferdinando II a insegnare filosofia morale nell'Napoli, e venne incaricato
anche di preparare un manuale "ufficiale" per le scuole del Regno
delle Due Sicilie; Sanseverino scrisse allo scopo il manuale "I principali
sistemi della filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e
de' Dottori del Medio Evo". Con l'unità d'Italia Sanseverino venne
progressivamente emarginato e messo in condizione di abbandonare l'insegnamento
universitario. Continuò tuttavia ad insegnare presso il seminario di Napoli.
Morì nella città partenopea nel corso di un'epidemia di colera. Profondo
conoscitore di Aquino e della filosofia medievale, il Sanseverino diede alle stampe,
negli anni quaranta dell'Ottocento, alcuni interessanti saggi sui filosofi
moderni, fra cui Emanuele Kant e Baruch Spinoza. Nel 1849 iniziò ad occuparsi
più specificamente di San Tommaso e della dottrina tomista con La dottrina di
S. Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, cui
fece seguito, otto anni più tardi, un Saggio di teologia scolastica in difesa
dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud. Fra il
1850 e il 1853, esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del
criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo,
un'ampia e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista del Settecento
e su quella a lui contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti)
confutata sulla base della logica dei più alti rappresentanti del cristianesimo
medievale. Il suo capolavoro, in cinque
volumi, fu però pubblicato solo fra il 1862 e il 1865. Si tratta del celebre
saggio, redatto in lingua latina, Philosophia christiana cum antiqua et nova
comparata, che ha per oggetto la storia della logica nell'ambito della
filosofia cristiana. Un sesto volume, già progettato, non vide mai la luce a
causa dell'improvviso decesso dell'autore. L'opera fu ripresa in alcune sue
parti dallo stesso Sanseverino ad uso dei suoi studenti nel suo Philosophia
christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum
scholarum clericalium. Venne pubblicata a Napoli la versione definitiva degli
Elementa. L'opera, letta e molto citata nella seconda metà dell'Ottocento e
durante tutto il Novecento, si articola in quattro tomi, di cui gli ultimi due,
Antropologia e Teologia naturale, uscirono postumi rispettivamente tre e cinque
anni dopo la morte del filosofo grazie all'iniziativa di un suo allievo, Nunzio
Signoriello. Quest'ultimo si assunse anche l'onere di dirigere, dopo la
scomparsa del proprio fondatore, le pubblicazioni della rivista di Sanseverino
La Scienza e la Fede, che mantenne vivo l'interesse, a Napoli e in Italia,
sulla filosofia cristiana medievale e sul tomismo. Altre opere: “Delle teorie
kantiane difese da O. Colecchi nella sua opera che per titolo: sopra alcune
questioni le più importanti della filosofia” (Napoli); “La Scienza e la fede:
il razionalismo teologico dei più celebri filosofi tedeschi e francesi da Kant
insino ai nostri giorni” (in La Scienza e la Fede); “Spinoza e i moderni
razionalisti” (Napoli, La Scienza e la fede); “La dottrina di s. Tommaso
sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, (Napoli,
Giannini); “Saggio di teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S.
Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud” (Napoli, Manfredi); “Elementa
philosophiae theoreticae ad usum cleri neapolitani” (Napoli, Manfredi); “Philosophia
christiana cum antiqua et nova comparata” (Napoli, Manfredi); “Institutiones
seu Elementa philosophiae christianae cum antiqua et nova comparata” (Napoli,
Manfredi); “Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium
redacta ad usum scholarum clericalium” (Napoli, Manfredi); “Compendio della
filosofia cristiana comparata con le dottrine de' filosofi antichi e moderni” (Napoli,
Biblioteca cattolica); Ugo Dovere, Gaetano Sanseverino filosofo tomista,
tentativo di ricostruzione, in Doctor communis, Ugo Dovere, Gli orientamenti
del periodico napoletano La scienza e la fede, in Campania sacra, Pasquale
Naddeo, Le origini del neotomismo e la scuola di Gaetano Sanseverino, in Storia
della filosofia, Società editrice italiana, Torino Pasquale Orlando, Il neotomismo
a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, Pasquale Orlando, Vita e opere di
Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, Pasquale Orlando,
L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla rinascita del
tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, Carmine Matarazzo,
Per una "rivoluzione del cuore". La visione dell'umano in Giacomo
Leopardi nella lettura critica di Gaetano Sanseverino tra antropologia
cristiana e istanze pastorali, Alessandro Polidoro Editore, Napoli . Tomismo Neotomismo. Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Gaetano Sanseverino, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Gaetano Sanseverino, . Gaetano Sanseverino, in
Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.
Biografia di Gaetano Sanseverino, su dif.unige. di Gaetano Sanseverino, su dif.unige. Gaetano
Sanseverino. Sanseverino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Sanseverino” – The Swimming-Pool Library.
Santilli (Sant’Elia Fiumerapido). Filosofo.
Figlio del medico santeliano Silvestro, sindaco del paese, atredici anni si
trasferì a Napoli con la madre Giuseppa Mancini, figlia del medico Evangelista
Mancini di Picinisco ma residente a San Germano (oggi Cassino), e i tre
fratelli, per completare gli studi. A Napoli sseguì il corso liceale presso la
Scuola di Francesco Murro. All'Università e discepolo di Galluppi e amico, fra
gli altri, Settembrini, Fiorelli e Sanctis. Si laurea in filosofia, aprendo
anche una Scuola di Diritto Morale e Costituzionale. Fervente
giobertiano, e attivo propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di
un'Italia federata sotto la guida di Pio IX. Ebbe frequenti rapporti epistolari
con Mamiani, con il cardinale Gizzi e con il filosofo eclettico Cousin.
Quest'ultimo lo introduce nel giro culturale del socialismo utopistico europeo
e soprattutto francese, ma modula il suo socialismo secondo i propri valori
cristiani ed umanitari, rifiutando la logica della lotta di classe. Ha comunque
a scrivere che nel Regno di Napoli occorreva una savia distribuzione della
ricchezza. Presidente della Società Dantesca di Napoli e prolifico filosofo,
giornalista e poeta. Fonda e direge i giornali
"L'Enciclopedico" e il quotidiano giobertiano "Critica e Verità"
fondato durante i moti rivoluzionari in cui vivacemente sosteneva che occorreva
occuparsi della piaga della povertà meridionale, scrivendo il 20 marzo che:
"La nazione vuole pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto
dell'indigenza, tra le sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di
preghiera, ma diritto necessario, assoluto ... il popolo non capisce la
speculativa astrazione di alcune verità, non sa i titoli di libertà, di costituzione,
di uguaglianza, una riforma che
dimentica affatto la fisica prosperità de' popoli non è che riforma di solo
nome. Fra i sui saggi filosofici: "Le idee soggettive", testo di
studio nelle scuole del Granducato di Toscana; "Sul realizzamento del
pensiero"; "Sviluppo filosofico dell'Autorità"; "Cenno
psicologico sull'attività e la passività dello spirito"; "Individuo e
Società"; "Princìpi dell'Umanità razionale"; "Il socialismo
in economia" e "Lavoro, industria e capitale". Le sue poesie le
pubblicava sul giornale "La Gazza". Si batté politicamente per
l'ottenimento della Costituzione da parte di re Ferdinando II di Borbone.
Malvisto e considerato individuo pericoloso dalla polizia borbonica, per i suoi
scritti, la sua attività politica e i suoi discorsi pubblici, il cui numero di
ascoltatori si andava infoltendo sempre di più, Santilli fu ucciso a
baionettate insieme al fratello Vincenzo di 27 anni, all'amico e compaesano
Filippo Picano di 18 anni e alla fantesca Carmela Rossi detta Mega da soldati
svizzeri che fecero irruzione nella sua abitazione di Napoli, in Largo Monteoliveto,
durante i moti insurrezionali di Napoli. Secondo i ricordi Settembrini venne
ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indica come il
predicatore alla soldataglia. Lo ricordano due epigrafi: una sulla facciata
della sua casa natia a Sant'Elia Fiume Rapido e una sulla facciata della
palazzina in cui abita a Napoli, in Largo Monteoliveto, accanto al Palazzo
Gravina. Di lui scriveno Sanctis, Pepe, Settembrini, Vannucci, Massari, Grosso,
Guzzardella, Mandalari che volle raccogliere, in un unico volume, su desiderio
di Sanctis, tutti i saggi di Santilli tramite il libro "Memorie e scritti
di" (Roma). Franco Della PerutaIl Giornalismo Italiano del
Risorgimento, I. Ghiron, Della Peruta, ()
Storia del quindici maggio in Napoli L. Settembrini "Memorie e
scritti raccolti da Mario Mandalari"
Mario Mandalari, Memorie su Angelo Santilli, Roma, 1893. Alberto
Guzzardella, Angelo Santilli, un grande cattolico socialista e martire del
Risorgimento Italiano, Milano, 1973. Isaia Ghiron, Il valore italiano, Volume
1, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, Franco Della Peruta, Il
Giornalismo Italiano del Risorgimento, FrancoAngeli, . Benedetto Di Mambro, in
Sant'Elia Fiumerapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca, . Luigi
Settembrini, Ricordanze della mia vita, Volume 1, Antonio Morano. Angelo
Santilli. Santilli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santilli” – The
Swimming-Pool Library.
Santorio (Capodistria). Filosofo. Considerato il padre della
fisiologia sperimentale moderna. Santorio fu il primo a comprendere
l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi in
medicina, per valutare i quali inventò alcuni dispositivi ancora attualmente in
uso nella pratica medica, tra cui il termometro e il tachimetro. Oltre ai suoi
meriti in medicina, Santorio fu filosofo e studia sperimentalmente la struttura
della materia, di cui descrisse la struttura corpusculare e meccanica, anticipando
le ricerche successive di Galileo e Descartes.
Completati gli studi di medicina a Padova, nel 1582, esercitò la
professione per molti anni in Croazia, Polonia e Ungheria. Torna a Venezia dove
fece amicizia con Sarp, Sagredo e Galilei. Il suo adattamento del pendolo alla
pratica medica precede gli esperimenti condotti da Galileo con i pendoli, ed
era noto ai professori dello studio di Padova sin dal 1600. Fu un pioniere
nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più
famoso fu una grande bilancia usata per studiare l'equilibrio omeostatico e le
trasformazioni metaboliche Tra i soggetti che si prestarono alla
sperimentazione vi fu anche il collega Galileo Galilei. Noominato professore di
'Medicina Teorica' (corrispondente all'attuale fisiologia generale) a Padova.
In quella città pubblicò descrizioni di congegni termometrici e di precisione
che divennero di largo uso nella pratica medica. Rinuncia alla cattedra per
dedicarsi alla pratica privata. E un pioniere nell'impiego delle misurazioni
fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia
(stadera medica) usata per studiare le trasformazioni metaboliche in soggetti
sperimentali tra i quali vi fu lo stesso Galileo. Fu pioniere nell'uso del
metodo sperimentale di cui comprese l'importanza e la necessità replicando i
suoi esperimenti per circa trent'anni. Considerato a torto il fondatore della
iatromeccanica, ne fu tuttavia ispiratore con i suoi importanti studi sul
metabolismo e sulla termoregolazione umana. Fu il primo a quantificare la
perspiratio insensibilis e ad introdurre in medicina l'uso del termometro
clinico che egli stesso ideò. Santorio
inventò anche altri strumenti (pulsilogio, igrometro, "letto
artificioso", "eolopila medica", "termometro lunare")
intesi a tradurre in numero e determinare con esattezza matematica i parametri vitali
umani. Altre opere: Le sue opere ebbero numerose edizioni, diffusione europea e
ampia popolarità. Classico il “De statica medica” -- uno dei libri più
importanti della storia della fisiologia. Santorio Santorio, Sanctorii
Sanctorii, “Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt
libri quindecim. Nunc primum accessit eiusdem authoris De inventione remediorum
liberAubert, Santorio Santorio, Ars de statica medicina, Leida, D.Lopes de
Haro, Commentaria in artem medicinalem Galeni, Nova pulsuum praxis morborum
omnium diagnosim prognosim et medendi aegrotis rationem statuens, sine eorum
relatione”; “Commentaria in primam fen primi libri canonis Auicennae”; “Commentaria
in primam sectionem Aphorismorum Hippocratis”; “Opera omnia, F. Bigotti e D.
Taylor, The Pulsilogium of Santorio: New Light on Technology and Measurement in
Early Modern Medicine, in Societate si politica, Questo testo proviene in parte dalla relativa
voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo.
Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), pubblicata sotto
licenza Creative Commons Castiglioni A.,: Storia della Medicina, II, Mondadori,
Milano, 1948. Pazzini A.,: Storia della Medicina, II, Società Editrice Libraria,
Milano, 1Premuda L.,: Storia della Medicina, Cedam, Padova, Premuda L.,: Storia
della Fisiologia, Del Bianco Editore, Udine, Voce: Santorio Santorio in
Enciclopedia Italiana, XXII, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1936.
Voce Santorio Santorio in Enciclopedia Biografica Universale Treccani, Istituto
della Enciclopedia Italiana, Roma, Enciclopedia Britannica, Encyclopædia
Britannica, Inc. Santorio Santorio, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Santorio Santorio, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Santorio Santorio, . Museo Galileo, su catalogo.museogalileo. Un
importante progetto di ricerca internazionale su Santorio Santorio e la nascita
della quantificazione in medicina è attualmente organizzato e promosso dalla
Wellcome Trust presso il Centre for Medical History dell'Exeter. Un video in inglese sulla vita e le opere di
Santorio. Santorio Santorio. Santorio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Santorio” – The Swimming-Pool Library.
santucci
Sanzo (Roma). Flosofo. Conseguita la laurea in filosofia
insegna nei Licei Statali della provincia di Brindisi. Ammesso alla Scuola di
Perfezionamento in Filosofia della Scienza dell'Università Statale di Milano,
lavora alle dirette dipendenze di Geymonat. Consegue, quindi, tutti i gradi
accademici a Salento, dove termina la carriera in qualità di Professore e
Coordinatore del Corso di Dottorato in Sociologia. Ha fondato l'Associazione
Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”. Ha subito il fascino delle filosofie in auge
negli anni della sua giovinezza, esistenzialismo e neorazionalismo. Ha rivolto
la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società del periodo
a cavallo fra Otto e Novecento. Si è occupato di autori quali BecquerelBoutruox,
Corbino, Couturate Curie, Enriques, Fermi, Frola, Geymonat, Husserl, Peano,
Poincaré, Russell, Vailati. Università
del SalentoArchivio dell'Ufficio Personale DocenteFascicolo Matricola Poincaré,
Sui fondamenti della geometria, ed. it. Brescia, Editrice La Scuola, Collana
"Il Pensiero", L’artificio della lingua, -- Grice: “I like that: it’s
my Gricese, a language I invent and which makes me the master; there’s the
arbitrary and there’s the artificial, and Sanzo, reconstructing Peano’s
project, fails to distinguish this” -- Milano, Franco Angeli, Collana di
Epistemologia diretta da Emilio Agazzi,Guido Cimino; Gabriella Sava , Il nucleo
filosofico della scienza, Galatina, Congedo Editore, Collana di Filosofia
diretta da G. Papuli, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica, Torino,
UTET, I Classici della Scienza, Collana diretta da Ludovico Geymonat, Poincaré
e i filosofi, Lecce, Edizioni Milella, Orso Mario Corbino, Scienza e società,
Saggi raccolti e commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia
Hermes/hestia diretta da M. Castellana, Jules-Henri Poincaré, Scritti di
fisica-matematica, Ubaldo Sanzo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana
"I Classici del pensiero", pubblicata su licenza della Unione
TipograficoEditrice Torinese di Torino, 2009. Opere di Ubaldo Sanzo, SCIENTIARivista
internazionale di sintesi scientifica, su apollolicio. Poincaré, su
apollolicio. Philosophie et science dans la pensée de Louis Couturatsu
apollolicio. Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo
Licio”, su apollolicio. Museo Galileo di FirenzeCatalogo della Biblioteca. Ubaldo
Sanzo. Sanzo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanzo” – The
Swimming-Pool Library.
SarloDe
Sarno (Napoli). Filosofo. Sconosciuto durante la sua vita,
interprete originale di Giordano Bruno e Tommaso Campanella, fu riscoperto da
Francesco Flora. Si hanno poche notizie sulla sua vita, riportate da Croce nel
volume Pensiero e Poesia. Collaborò al Giornale critico della filosofia
italiana con saggi su Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Giambattista Vico.
Tradusse per la Casa editrice Giuseppe Laterza e figli, l'opera di Georges
Sorel, Considerazioni sulla violenza. Si suicidò con un colpo di rivoltella. Si
interessò a Giordano Bruno e Tommaso Campanella. Avrebbe trascorso la sua vita
in incognito, se non per l'interesse di Croce e Flora. Croce stesso curò
l'edizione di alcuni scritti di Sarno con il titolo Pensiero e poesia, a cui
Flora fece seguire una seconda edizione dal titolo Filosofia poetica, aggiungendovi
testi esclusi da Croce e con un'antologia critica in appendice. La riscoperta di Sarno è dovuta a Perniola: «“Il suo punto di partenzaegli scriveè
l’opposizione tra un sentimento sempre identico a se stesso, essenzialmente
interiore (sensus sui) ed un sentire esteriore, che si tramuta nelle cose di
cui ha esperienza, che si presta e si dona tutt’intero alle cose, affinché esse
vivano in lui”.» (M. Perniola, Enigmi.
Il momento egizio nella società e nell’arte) Una collezione dei testi più
significativi che erano già inclusi nell'edizionde sono stati pubblicati sotto
il titolo Filosofia del sentire. A. Marroni. Atre opere: Pensiero e poesia, B.
Croce (Laterza, Bari); Filosofia poetica, F. Flora (Laterza, Bari); Filosofia
del sentire, A. Marroni, Pescara, Tracce); Considerazioni sulla violenza,
tradotte da Sarno, con introduzione di Benedetto Croce” (Bari, Giuseppe Laterza
e figli, M. Perniola, “Enigmi. Il momento egizio nella società e nell'arte,
Costa & Nolan, Genova, A. Marroni, Sarno filosofo del “farsi altro” in A.
Sarno, Filosofia del sentire, A. Marroni, Tracce, Pescara D'Angelo, L'estetica
italiana del Novecento, Laterza, Bari, A. Marroni, Antonio Sarno e la passione
per il presente in Filosofie dell'intensità. Quattro maestri occulti del
pensiero italiano contemporaneo, Mimesis, Milano, A. Marroni, "Antonio
Sarno e i carmina in foliis volitantia" in Agalma, Filosofia del sentire,
su lett.unitn. Giornale Critico di Filosofia Italiana, su lelettere. Sarno.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sarno” – The Swimming-Pool Library.
Sarpi (Venezia). Filosofo. Very important Italian philosopher. Definito
da Girolamo Fabrici d'Acquapendente come «Oracolo del secolo». Autore della
celebre Istoria del Concilio tridentino, subito messa all'Indice, fu fermo oppositore
del centralismo monarchico della Chiesa cattolica, difendendo le prerogative
della Repubblica veneziana, colpita dall'interdetto emanato da Paolo V. Rifiutò
di presentarsi di fronte all'Inquisizione romana che intendeva processarlo e
subì un grave attentato che si sospettò essere stato organizzato dalla Curia
romana, "agnosco stilum Curiae romanae", che negò tuttavia ogni responsabilità.
L'infanzia «era una ritiratezza in sé medesimo, un sembiante sempre penseroso,
e più tosto malinconico che serio, un silenzio quasi continuato anco co'
coetanei, una quiete totale, senza alcun di quei giuochi, a' quali pare che la
natura stessa ineschi i fanciulli, acciò che col moto corroborino la
complessione: cosa notabile che mai fosse veduto in alcuno. Poi, così servò in
tutta la sua vita, et all'occasioni diceva non poter capir il gusto e
trattenimento di chi giuoca, se non fosse affetto d'avarizia. Un'alienazione da
ogni gusto, nissuna avidità de' cibi, de' quali si nutriva così poco, che
restava meraviglia come stasse vivo» (F. Micanzio, Vita di padre Paolo). Istoria
del Concilio tridentino, Nell'anno in cui proseguivano le sedute del Concilio
di Trento, Carlo V era in guerra con i prìncipi protestanti tedeschi e il
Parlamento inglese adottava un Libro di preghiere d'ispirazione luterana,
Pietro, questo il nome secolare del Sarpi, nacque a Venezia da Francesco di
Pietro Sarpi, di famiglia di lontane origini friulane (precisamente di San Vito
al Tagliamento) e mercante a Venezia eppure, scrive il biografo Micanzio, per
la sua indole violenta «più dedito all'armi ch'alla mercatura»; la madre,
veneziana, «d'aspetto umile e mite», si chiamava Isabella Morelli. Rimasta
vedova, fu accolta con Pietro e l'altra figlia Elisabetta nella casa del
fratello Ambrosio Morelli, prete della collegiata di Sant'Ermagora. Con
lo zio, «uomo d'antica severità di costumi, molto erudito nelle lettere
d'umanità [addottrinando nella grammatica e retorica molti fanciulli della
nobiltà», fece i primi studi, imparando presto e con facilità. A dodici anni,
nel 1564, anno dell'istituzione, dopo la chiusura del Concilio, dell'Indice dei
libri proibititra i tanti, vi finirono il Talmud e il Corano, il De Monarchia
di Dante e le opere di Rabelais, Folengo, Telesio, Machiavelli ed Erasmopassò alla
scuola del padre Giovanni Maria Capella, teologo cremonese dell'Ordine dei
Servi di Maria, seguace delle dottrine di Giovanni Duns Scoto, il quale gli
insegnò logica, filosofia e teologia, finché il ragazzo fece così rapidi
progressi che «il maestro istesso confessava non aver più che insegnargli». Con
altri maestri veneziani apprese la matematica, la lingua greca e
l'ebraica. «Con la familiarità e co' studii entrò Pietro anco in
desiderio di ricevere l'abito de' servi, o perché gli paresse vita conforme
alla sua inclinazione ritirata e contemplativa, o perché vi fosse allettato dal
suo maestro», malgrado l'opposizione della madre e dello zio Ambrogio che lo
voleva prete nella sua chiesa, il 24 novembre 1566 entrò nel monastero
veneziano dei servi di Maria. A Mantova Qui continuò ancora a studiare
con il Capella, rimanendo alieno dalle distrazioni proprie della sua età finché
nel 1567, in occasione della riunione a Mantova del capitolo generale
dell'Ordine servita, fu mandato in quella città «ad onorar il congresso e far
vedere che gl'ordini non sono oziosi, ma spendono il tempo in sante e lodevoli
operazioni», difendendo «318 delle più difficili proposizioni della sacra
teologia e della filosofia naturale. Il qual carico con che felicità lo
sostenesse e con che giubilo e stupore di quella venerabile corona, si può dall'evento
argomentare. Convento e chiesa di San Barnaba a Mantova Essersi così distinto a
soli quindici anni gli valse la nomina a teologo da parte del duca di Mantova
Guglielmo Gonzaga«prencipe di grandissimo ingegno, così profondamente erudito
nello scienze, che difficilmente si discerneva qual fosse maggiore, o la
prudenza di governare, o l'erudizione di tutte le scienze et arti, sino nella
musica»mentre il vescovo Gregorio Boldrino gli affidò la cattedra di «teologia
positiva di casi di coscienza e delli sacri canoni». Stabilito nel convento di
San Barnaba, perfezionò la conoscenza della lingua ebraica e iniziò, col
puntiglio consueto, ad applicarsi agli studi storici. Fu certo a motivo
di quest'interesse che a Mantova frequenta M. Olivo, già segretario di E. Gonzaga,
cardinale e legato pontificio nelle ultime sessioni del concilio di Trento, la
cui caduta in disgrazia presso Pio IV coinvolse anche l'Olivo che fu dagli
«inquisitori molto travagliato, col tenerlo longamente in carcere dopo la morte
del cardinale suo signore», ma che ora, dopo la morte del pontefice, «viveva
privatamente in Mantova. Il gusto principale che riceveva fra Paolo in
conversare con lui era perché lo trovava d'una moderazione singolare, erudito,
e che, per esser stato col cardinale a Trento, aveva avuto gran maneggio in
quelle azioni e sapeva tutte le particolarità de' negozii più secreti, et aveva
anco molte memorie, nell'intendere le quali fra Paolo riceveva molto piacere».
Erano gli anni in cui in Italia continuava con vigore la repressione
inquisitoriale di Pio V: Pietro Carnesecchi venne decapitato, gli ebrei furono
espulsi dallo Stato pontificiotranne che da Roma e da Ancona, nei ghetti delle
quali vennero costretti a risiederee fu
impiccato l'umanista Aonio Paleario; il papa scomunicò Elisabetta d'Inghilterra
nel 1570, organizzò la Lega contro i turchi, ottenendo la vittoria navale di
Lepanto e a Parigi, a migliaia di ugonotti furono massacrati: in quest'anno Sarpi
fece la sua professione, entrando ufficialmente nell'Ordine servita. Anche di
lui l'Inquisizione si occupò per la prima volta a seguito della denuncia di un
confratello, un tale Claudio, che lo accusò di sostenere che dal primo capitolo
del Genesi non si può ricavare l'articolo di fede della Trinità: ma, poiché
effettivamente di Trinità divina non vi è traccia nel Vecchio Testamento,
l'Inquisizione gli diede ragione, archiviando il caso. Dopo aver ricevuto
nel convento mantovano il titolo di baccelliere, nel 1574 fu invitato a Milano
da Carlo Borromeo il quale, dopo aver ottenuto dalle autorità spagnole, contro
la volontà del Senato, il riconoscimento del tribunale e della polizia
diocesana, aveva avviato un processo di riforma del clero. L'anno successivo
ottenne di essere trasferito nel convento dell'Ordine servita di Venezia, dove
fu incaricato dell'insegnamento della filosofia e continuò i suoi studi
scientifici. Nella grande epidemia di peste, che imperversò a Venezia, facendo 50.000 vittimetra le quali Tiziano fra'
Paolo rimase immune dal contagio, ma perdette la madre. Dopo essersi
addottorato in teologia nell'Padova, venne nominato reggente del convento di
Venezia e, l'anno dopo, priore della provincia veneta. Quello stesso anno,
durante il Capitolo generale tenutosi a Parma, nel quale venne rieletto priore
generale Giacomo Tavanti, tenne una dissertazione di fronte ai cardinali
protettori dell'Ordine, Alessandro Farnese e Giulio Antonio Santori. Sarpi fu
uno dei tre saggi, insieme con C. Franco e A. Giani, incaricati di preparare
una riforma della regola: «il carico suo speziale fu d'accommodare quella parte
che toccava i sacri canoni, le riforme del concilio di Trento, allora nuove, e
la forma de' giudizii quella parte tutta ove si tratta de' giudizii
accommodatamente allo stato claustrale. Lasciò in questo carico in Roma fama di
gran sapere e di molta prudenza, non solo nelle corti de' due cardinali
suddetti, co' quali, per ordine contenuto in un breve apostolico di Gregorio
XIII, conveniva conferire tutte le leggi che si facevano, ma anco fu necessario
molte volte trattar col pontefice medesimo. Sbrigato da quale peso ritornò al
suo governo. Si tenne a Bologna il nuovo Capitolo dell'Ordine servita e Sarpi
viene eletto procuratore generale, «la suprema dignità di quell'ordine dopo il
generale il carico porta seco di difender in Roma tutte le liti e controversie
che vengono promosse in tutta la religione» Dovette pertanto trasferirsi a Roma
dove conobbe e «prese strettissima familiarità col padre Bellarmino poi
cardinale, e durò l'amicizia sin al fine della vita», grazie al quale forse
poté prendere visione di diversa documentazione relativa alle istruzioni date
ai legati pontifici durante il Concilio di Trento. Conobbe anche il dottor
Navarro, teologo spagnolo difensore dell'arcivescovo di Toledo, Bartolomé
Carranza, accusato di eresia, il gesuita Nicolás Alfonso de Bobadilla e il
cardinale Castagna, che fu poi papa Urbano VII. Ebbe occasione di passare a
Napoli per presiedere Capitoli e «conversare con quel famoso ingegno Giovanni
Battista della Porta, il quale, anco nelle sue opere mandate in luce, fa
onorata menzione del padre Paolo come di non ordinario personaggio».
Scaduto il periodo di carica a procuratore generale dell'Ordine servita, Sarpi
ritornò a Venezia, frequentandovi i circoli intellettuali che si riunivano
nella bottega di Bernardo Sechini e nella casa del nobile veneziano Andrea
Morosini, dove conobbe anche Giordano Bruno, mentre a Padova frequentava la
casa di Gian Vincenzo Pinelli, «il ricetto delle muse e l'academia di tutte le
virtù in quei tempi», dove poté incontrare Galileo e forse ancora il Bruno, il
quale s'intrattenne a Padova più di tre mesi, poco prima di essere arrestato a
Venezia nel maggio del 1592. Seconda denuncia all'Inquisizione
Ottavio Leoni (?): papa Paolo V. Si dovette scegliere il nuovo generale
dell'Ordine servita, e fra i due principali candidati, Lelio Baglioni e
Gabriele Dardano, Sarpi si espresse a favore del primo. Il rancore spinse il
Dardano a denunciare Paolo Sarpi al Sant'Uffizio, accusandolo di negare
efficacia allo Spirito Santo, di avere rapporti sospetti con ebrei veneziani e
allegando una lettera che fra' Paolo gli scrisse anni prima da Roma, nella
quale erano contenute «alcune parole in discredito della corte, come che in
quella si venisse alle dignità con male arti, e di tenerne esso poco conto,
anzi abominarla». Sarpi, senza nemmeno essere chiamato a Roma per
discolparsi, fu subito prosciolto da ogni accusa ma il cardinale di Santa
Severina, Giulio Antonio Santori, protettore dell'Ordine e capo del
Sant'Uffizio, «mostrò però implacabile indignazione al padre» utilizzando tutta
la sua autorità per escludere gli amici del frate «dalli gradi et onori con
maniere così strane e fini così bassi, ch'io non ardisco poner i casi che mi
sono stati dati in nota, perché troppo gran scandalo arrecherebbono al
mondo». Sarpi continuò i suoi studi mentre non cessavano le rivalità
nell'Ordine servita, del quale venne eletto priore, Montorsoli, che morì tre anni dopo,
succedendogli così, Dardano, accanito avversario del Sarpi. Questi, deciso a
uscire dall'Ordine per sottrarsi all'inimicizia dalla quale si sentiva
circondato, cercò invano di ottenere un vescovato, prima a Caorle e poi a Nona,
in Dalmazia, che però gli vennero rifiutati a causa delle negative informazioni
che di lui il Dardano e Ludovico Gagliardi, preposito della casa veneziana dei
gesuiti, diedero al papa: essi avrebbero «sentito mormorare alle volte che egli
con alcuni facci una scoletta piena d'errori». Non solo: nel Capitolo, il
Dardano accusò padre Paolo di portare «una berretta in capo contra una forma
che sino sotto Gregorio XIV disse esser proscritta; che portasse le pianelle
incavate alla francese, allegando falsamente esserci decreto contrario, con
privazioni divote; che nel fine della messa non recitasse lo Salve Regina». Ma
Sarpi fu assolto anche da queste accuse. L'interdetto del papa contro
Venezia Rivendicazioni sulla non validità dell'Interdetto, Venezia, La
Repubblica veneziana, stretta a nord dall'Impero, in Italia dalla prevalenza
spagnola e papale, in Oriente dalla potenza turca, era ormai avviata a quel
lungo declino politico ed economico che avrà la sua sanzione alla fine del
Settecento. Alla prudente politica dei vecchi patrizi, rasseglla compromissione
con l'Impero e il papato, si sostituì quella degli innovatori, i cosiddetti
«Giovani», decisi a sottrarre la Serenissima all'invadenza ecclesiastica
nell'interno e a rilanciarne le fortune commerciali nell'Adriatico, compromesse
dal controllo dei porti esercitato dallo Stato pontificio e dalle azioni degli
Uscocchi, i pirati cristiani croati appoggiati dall'Impero. Iil Senato
veneziano proibì la fondazione di ospedali gestiti da ecclesiastici, di
monasteri, chiese e altri luoghi di culto senza autorizzazione preventiva della
Signoria; il 26 marzo 1605 un'altra legge proibiva l'alienazione di beni
immobili dai laici agli ecclesiastici, già proprietari, pur essendo solo un
centesimo della popolazione, di quasi la metà dei beni fondiari della
Repubblica, e limitava le competenze del foro ecclesiastico, prevedendo il
deferimento ai tribunali civili degli ecclesiastici responsabili di reati di
particolare gravità. Avvenne che il canonico vicentino Scipione Saraceno,
colpevole di molestie a una nobile parente, e l'aristocratico abate di Nervesa,
Brandolini, reo di omicidi e di stupri, fossero incarcerati. Paolo V emanò due
brevi richiedenti l'abrogazione delle due leggi e la consegna al nunzio
pontificio dei due ecclesiastici, affinché secondo il diritto canonico fossero
giudicati da un tribunale ecclesiastico. Il nuovo doge Leonardo Donà fece
esaminare i due brevi da giuristi e teologi, fra i quali il Sarpi, affinché
trovassero modo di controbattere alle richieste della Santa Sede. Il 28 gennaio
venne nominato teologo canonista proprio il Sarpi e lo stesso giorno il suo
scritto: Consiglio in difesa di due ordinazioni della Serenissima Repubblica,
venne inviato al Papa. Il Sarpi difese le ragioni della Repubblica con numerosi
scritti: sono di questi mesi la Scrittura sopra la forza e validità delle
scomuniche, il Consiglio sul giudicar le colpe di persone ecclesiastiche, la
Scrittura intorno all'appellazione al concilio, la Scrittura sull'alienazione
dei beni laici agli ecclesiastici e altri ancora, poi raccolti nella sua
successiva Istoria dell'interdetto. In quell'opera è contenuta anche la
traduzione in italiano, fatta dal Sarpi stesso, del trattato di Jean Gerson
sulla validità della scomunica, che fu attaccato dal cardinale Bellarmino, al quale
fra' Paolo rispose allora con l'Apologia per le opposizioni del cardinale
Bellarmino. Mentre il frate servita Fulgenzio Micanziosuo futuro
biografoiniziava a collaborare con Paolo Sarpi, dopo che il 17 aprile Paolo V
aveva scomunicato il Consiglio veneziano e fulminato con l'interdetto lo Stato
veneto, Venezia pubblicò il Protesto del monitorio del pontefice, scritto
ancora da Sarpi, nel quale il breve papale Superioribus mensibus è definito
«nullo e di nessun valore», mentre impedì la pubblicazione della bolla
pontificia. Rubens; il cardinale Joyeuse incorona Maria de' Medici.
Obbedendo alle disposizioni del papa, i gesuiti rifiutarono di celebrare le
messe a Venezia e la Repubblica reagì espellendoli insieme con cappuccini e
teatini: «partirono la sera alle doi di notte, ciascuno con un Cristo al collo,
per mostrare che Cristo partiva con loro. Concorse moltitudine di populo e
quando il preposto, che ultimo entrò in barca, dimandò la benedizione al
vicario patriarcale [si levò una voce in tutto il populo, che in lingua
veneziana gridò loro dicendo "Andé in malora!" [A Roma si sperava che
l'interdetto provocasse una sollevazione contro i governanti veneziani ma «li
gesuiti scacciati, li cappuccini e teatini licenziati, nissun altro ordine
partì, li divini uffizi erano celebrati secondo il consueto il senato era
unitissimo nelle deliberazioni e le città e populi si conservarono quietissimi
nell'obbedienza» Venezia era alleata, in funzione anti-spagnola, con la
Francia, ed era in buoni rapporti con l'Inghilterra e con la Turchia.
Fingendosi veneziani, il 10 agosto soldati spagnoli, per provocare la rottura
delle relazioni turco-veneziane, sbarcarono a Durazzo, saccheggiandola, ma la
provocazione fu facilmente scoperta e i turchi offrirono a Venezia l'appoggio
della loro flotta contro il papa e la Spagna. L'Inquisizione intimò a Sarpi di
presentarsi a Roma per giustificare le molte cose «temerarie, calunniose,
scandalose, sediziose, scismatiche, erronee ed eretiche» contenute nei suoi
scritti ma il frate naturalmente si rifiutò. Invano il papache aveva
scomunicato Sarpi e Micanziosi dichiarava favorevole a portare guerra a
Venezia: la sua unica alleata, la Spagna, minacciata da Francia, Inghilterra e
Turchia, non poteva sostenerla in quest'impresa e si giunse così alle
trattative diplomatiche, favorite dalla mediazione del cardinale francese François
de Joyeuse. Venezia rilasciò i due ecclesiastici incarcerati e ritirò il suo
Protesto al papa in cambio della revoca dell'interdetto, mentre le leggi
promulgate dal Senato veneziano restarono in vigore e i gesuiti non poterono
rientrare nella Repubblica. Gli attentati In quel tempo Sarpi ricevette
la visita dell'ex-luterano ed erudito tedesco Kaspar Schoppe, molto intimo dei
segreti affari della Curia romana, il quale gli confidò che «il papa, come gran
prencipe, ha longhe le mani, e che per tenersi da lui gravemente offeso non
poteva succedergli se non male, e che se sino a quell'ora avesse voluto farlo
ammazzare, non gli mancavano mezzi. Ma che il pensiero del papa era averlo vivo
nelle mani e farlo levare sin a Venezia e condurlo a Roma, offerendosi egli,
quando volesse, di trattare la sua riconciliazione, e con qual onore avesse
saputo desiderare; asserendo d'aver in carico anco molte trattazioni co'
prencipi alemanni protestanti e la loro conversione». Monumento a Sarpi a
Venezia, in Campo Santa Fosca, presso il luogo dell'attentato Lo Schoppe,
ambiguo provocatore, intendeva convincere il frate a mettersi nelle mani
dell'Inquisizione come miglior partito che il Sarpi potesse prendere, tanto
«parvero strane le due proposte di far ammazzare o prender vivo il padre», ma i
disegni omicidi erano reali: «circa le 23 ore, ritornando il padre al suo
convento di San Marco a Santa Fosca, nel calare la parte del ponte verso le
fondamenta, fu assaltato da cinque assassini, parte facendo scorta e parte
l'essecuzione, e restò l'innocente padre ferito di tre stilettate, due nel
collo et una nella faccia, ch'entrava all'orecchia destra et usciva per apunto
a quella vallicella ch'è tra il naso e la destra guancia, non avendo potuto
l'assassino cavar fuori lo stillo per aver passato l'osso, il quale restò
piantato e molto storto». I sicari, fuggendo, trovarono rifugio nella
casa del nunzio pontificio e la sera s'imbarcarono per Ravenna, da dove
proseguirono per Ancona e di qui raggiunsero Roma. Si conoscono i loro nomi:
l'esecutore materiale dell'attentato fu Rodolfo Poma, già mercante veneziano,
poi trasferitosi a Napoli e di qui a Roma, dove divenne intimo del cardinale
segretario di Stato Scipione Caffarelli-Borghese e dello stesso Paolo V. Fu
coadiuvato da tre uomini d'arme, tali Alessandro Parrasio, Giovanni da Firenze
e Pasquale da Bitonto, mentre «la spia, o guida, fu un prete, Michiel Viti
bergamasco, solito offiziare in Santa Trinità di Venezia, che non lasciò
dubitare quanti mesi precedessero questo bel effetto prima che fosse mandato
alla luce; poi che questo prete la quadragesima antecedente, sotto specie
d'aver gusto delle predicazioni del padre maestro Fulgenzio, andava ogni
mattina in convento de' servi alla porta del pulpito, che risponde alla parte
di dentro, e cortesemente trattava con lui, ricercandolo anco di qualche dubbio
di coscienza. E continuò di poi sempre a salutarlo et anco andar in convento a
visitarlo, parlandogli sempre di cose spettanti all'anima». Il pugnale non
aveva tuttavia leso organi vitali e il Sarpi riuscì a sopravvivere; il noto
chirurgo Girolamo Fabrici d'Acquapendente, che l'operò, disse di non aver mai
medicato una ferita più strana, rispondendo allora Sarpi con la famosa
espressione: «eppure il mondo vuole che sia data stilo Romanae Curiae». Le
conseguenze furono la rottura della mascella e vistose cicatrici nel volto. Il
27 ottobre 1607 il Senato, dichiarando il Sarpi «persona di prestante dottrina,
di gran valore e virtù», gli concede una casa in piazza San Marco ove possa
risiedere con il Micanzio e altri frati, e una sovvenzione affinché possa
acquistare una barca e provvedere alla sua sicurezza personale. Sarpi rifiutò
la casa ma si servì da allora di una barca che gli evitasse i pericolosi
tragitti a piedi per le calli veneziane. Poco più di un anno dopo, fu
sventato un secondo attentato, ordito, sembra su mandato del cardinale
Lanfranco Margotti, da due frati serviti, Giovanni Francesco da Perugia e
Antonio da Viterbo, i quali, fatta una copia della chiave della camera di
Sarpi, «volevano secretamente introdurre nel monasterio due o più sicarii e la
notte trucidare l'innocente padre». La corrispondenza europea e la morte Sarpi
inizia a corrispondere con personalità soprattutto di fede calvinista o
gallicana: fra questi ultimi, Jacques Leschassier e Jacques Gillot, che
pubblicò gli Actes du concile de Trente,
dimostrando le pressioni papali sui vescovi riuniti a concilio, e fra gli altri
l'italiano Francesco Castrino, i francesi Jean Hotman de Villiers, Isaac
Casaubon, Jacques-Auguste de Thou, Philippe Duplessis-Mornay, i tedeschi
Achatius e Christoph von Dohna. Attraverso il dialogo diretto con gli
intellettuali europei, Sarpi acquisì «quella straordinaria ampiezza di
orizzonti e di interessi, quella solida conoscenza dei problemi dello stato
moderno», che gli permise di «arricchire la sua cultura storica, giuridica e
scientifica» e lo condusse «a incidere sulla sua posizione religiosa, ad approfondirne
la crisi, risolvendola poi con l'accoglimento di nuove prospettive e di nuove
idealità; spalancandogli un mondo nuovo, che gli faceva sentire più soffocante,
più viziata, la vita italiana». Incontrò a Venezia Bedell, che riferì di lui e
del Micanzio come essi fossero «completamente dalla nostra parte nella sostanza
della religione» e, Cristoph von Dohna, inviato dal principe tedesco Cristiano
I di Anhalt-Bernburg, e il pastore ginevrino Giovanni Diodati, per valutare la
possibilità di introdurre a Venezia la Riforma. La traduzione in lingua
italiana, fatta da quest'ultimo, del Nuovo Testamento, viene diffusa a Venezia
proprio in questo periodo. Altre polemiche suscitano, le prediche
quaresimali di Fulgenzio Micanzio che vengono interpretate a Roma come un
attacco alla fede cattolica. Sarpi è anche preoccupato per la tregua stipulata
tra la Spagna e i Paesi Bassi, perché vede in essa un indebolimento di questi
ultimi «che, o prima o dopo, resteranno sopraffatti dalle arti spagnole»,
mentre gli spagnoli ne potrebbero trarre beneficio anche in vista del loro
dominio in Italia. Sarpi sperava in un'alleanza generale di Francia,
Inghilterra, principi protestanti, Paesi Bassi, Savoia e Venezia che portasse
alla guerra contro l'Impero cattolico ispano-tedesco e cancellasse il dominio
papale e spagnolo in Italia: «Se sarà guerra in Italia, va bene per la
religione; e questo Roma teme; l'Inquisizione cesserà e l'Evangelio avrà corso.
E andrà bene anche per le libertà civili di Venezia: qui, anche se «il giogo
ecclesiastico è assai più mite che nel rimanente d'Italia, in quella parte
nondimeno che tocca la stampa è l'istesso appunto che negli altri luoghi.
Nessuna cosa si può stampare se non veduta e approvata dall'Inquisizione. Dove
si ragiona di alcun papa, non permettono che si dica alcuna di disonore, se
bene vera e notoria. Non permettono che alcuno separato dalla Chiesa romana sia
lodato di qualsivoglia virtù, né nominato se non con vituperio. Si ammalò
gravemente, e morì il 15 gennaio. Secondo la versione ufficiale, sebbene
sfinito, volle alzarsi per il mattutino, come al solito, e celebrare la Messa.
La mattina del 12 gennaio, fatto chiamare il priore del convento, lo pregò che
lo raccomandasse alle preghiere dei confratelli e che gli portasse il Viatico.
Gli consegnò tutte le cose concesse a suo uso. Si fece vestire, si confessò e
passò il resto del mattino facendosi leggere da fra Fulgenzio e da Fra Marco i
Salmi e la Passione di Cristo narrata dagli Evangelisti. Gli fu quindi
amministrato dal priore, alla presenza della Comunità, il Viatico. Fu visitato
dal medico che gli disse che aveva poche ore di vita. Egli, sorridendo,
rispose: Sia benedetto Dio! A me piace ciò che a Lui piace. Col suo aiuto
faremo bene anche quest'ultima azione (quella di morire). Fu udito ripetere più
volte, con soddisfazione: Orsù, andiamo dove Dio ci chiama!. Secondo alcuni le
sue ultime parole sarebbero state: Esto perpetua, riferendosi a Venezia (v.
Bianchi-Giovini, Esistono tuttavia altre versioni della sua morte che lo fanno
apparire più vicino al culto protestante. Sarpi nella storia della
letteratura e della scienza Figura assai complessa di pensatore, Sarpi occupa
indubbiamente un posto di primo piano nella storia della letteratura e della
scienza. Fu uno dei più grandi scrittori del suo secolo. «La sua prosa
(è) una delle più maschie ed efficaci di tutta la letteratura nostra, che non
conosce lenocini né fronzoli, che scolpisce le figure con raro risalto, che ha
un magnifico potere rievocatore allorché descrive dispute e contrasti, ch'è
impareggiabile nel sarcasmo, tutto contenuto in un'unica espressione, tre o
quattro parole» (Arturo Carlo Jemolo.) Giovanni Papini, parlando della
Istoria del Concilio di Trento, l'ha definita: «un modello di lucidità
narrativa... e di prosa semplice, esatta e rapida (Scritti filosofici
inediti3)» Nel campo delle scienze poi ha lasciato orme indelebili in
vari campi: nella filosofia, nella matematica, nell'ottica, nell'astronomia,
nella medicina ecc. Galilei e suo grande amico, e non disdegnò di appellarlo:
Mio Maestro. Dinanzi al primo avvertimento a Galilei, Sarpi (che non visse
abbastanza a lungo per assistere alla condanna dscrisse. Verrà il giorno, e ne
sono quasi certo, che gli uomini, da studi resi migliori, deploreranno la disgrazia
di Galileo e l'ingiustizia resa a sì grande uomo.» Sarpi scoperse, per
primo, la dilatabilità della pupilla sotto l'azione della luce e le valvole
delle vene (Enciclopedia Treccani). I suoi biografi parlano anche di scoperte
nel campo dell'anatomia, dell'ottica, ecc. L'invenzione del telescopiodice
Bianchi-Gioviniil Galilei la dovette per certo ai lumi somministratigli dal
Sarpi, se pure questi non ne fu il primo inventore, come pensano alcuni (v.74).
Sopra la sua sapienza matematica si citava l'autorevole giudizio di Galileo
Galilei (Papini). Robertson non ha stentato ad appellare Sarpi il più grande
dei veneziani. Daniel Georg Morhof ha appellato Sarpi la Fenice del suo
tempo. Galileo Galilei non esitò a dire: Paolo de' Servi del quale posso
senza iperbole alcuna affermare che niuno l'avanza in Europa in cognizione di
queste scienze (matematiche) (contro alle calunnie ed imposture di B. Capra, in
ediz. naz., Firenze, II.. La teoria di Galileo delle maree, successivamente
dimostratasi erronea, riprende idee di Sarpi, esposte nei Pensieri naturali,
metafisici e matematici (in particolare nei pensieri). Giovanni Battista
Della Porta, dopo aver dichiarato di avere appreso alcune cose da Fra Paolo, lo
proclamò splendore ed ornamento non solo della città di Venezia e dell'Italia,
ma di tutto il mondo. (Magia naturalis). Il cardinale Domenico Passionei definì il
Sarpi dottissimo oltre ogni espressione (cfr. Opuscoli Un busto regalato alla
città di Udine dai Mazziniani italiani emigrati in Argentina. In uno studio il
cui intento era quello di misurare il Q.I. di 300 personaggi famosi. Sarpi si
posizionò al quinto posto, al pari del più noto matematico Pascal (cit.
"The Early Mental Traits of Three Hundred Geniuses" di Catharine M.
Cox, in "Genetic Studies of Genius" di Lewis M. Terman. Copyright
1926, Stanford University Press). Sarpi e la Chiesa Il Sarpi alla grande
intelligenza unì anchecome riconosciutagli da tuttiun'esemplare integrità di
vita. Arturo Carlo Jemolo, dopo essersi rivolto varie domande intorno alla sua
ortodossia, ha dato questa risposta: «Gli elementi ci mancano per una
risposta perentoria: noi non possiamo dissipare l'alone di mistero che circonda
Fra Paolo.Questo non c'impedisce di ammirare l'uomo e l'opera.” (Arturo Carlo
Jemolo. Fondamentalmente lo scontro di Paolo Sarpi con la Curia romana fu
legato ad un progetto politico volto a contenere il potere della Chiesa in
ambito esclusivamente spirituale e a promuovere un'alleanza tra Venezia e la
Francia in un'ottica antimperiale e fortemente antispagnola. Per questo
intrattenne contatti con i riformati (Lettere ai protestanti). Inoltre la sua
visione della Chiesa era un vago ritorno verso la chiesa primitiva: egli quindi
era indotto a condannare il potere temporale, il processo di mondanizzazione
del clero, la superiorità del papa sul Concilio. Stringe amicizia con Dominis,
arcivescovo di Spalato, che tende all'apostasia. Quest'ultimo pubblica la sua
Istoria del Concilio Tridentino, che costituisce il suo capolavoro storico ed
offre la prima imponente ricostruzione del Concilio di Trento. L’opera fu
condannata dalla Congregazione dell'Indice e quindi posta all'Indice dei libri
proibiti. Furono intercettate dal nunzio pontificio a Parigi mons. Roberto
Ubaldini «compromettenti carteggi di Sarpi con l'ambasciatore veneziano Antonio
Foscarini e con l'ugonotto Francesco Castrino; carteggi ben presto inviati a
Roma per essere messi a disposizione del Sant'Uffizio, ma anche da utilizzare
per far ammettere una buona volta al governo veneziano quanto da tempo da Roma
si veniva denunciando, che quel frate, che si proclamava più cattolico del Papa
e come tale difeso ufficialmente dai responsabili politici veneziani, altri non
era che un protestante, al servizio delle forze ereticali europee: dunque infedele
e ipocrita. Una taccia di ipocrisia che non darà tregua alla figura sarpiana
lungo i secoli, come stanno a provare innumerevoli esempi, dal dotto curiale
Girolamo Aleandro, che ricevuta da Peiresc la sarpiana Istoria dell'Interdetto
appena edita rispondeva all'illustre erudito francese con fare perentorio che
quel fra Paolo servita era nero ministro del Diavolo che si dice esser padre
delle menzogna, se ben egli veramente non credeva né nel Diavolo né in Dio, al prelato friulano Giusto Fontanini con la sua
velenosa Storia arcana della vita di Sarpi servita, al celebre cardinal
Domenico Passionei, che credeva di avere le carte per dimostrare che l'idea del
frate furfante era di introdurre il calvinismo in Venezia, come ancora
ricordava nel secolo scorso il dotto cardinale Angelo Mercati.»[32] Un
parere analogo si trova anche nella recente Storia della Chiesa di Hertling e
Angiolino Bulla, dove Sarpi viene definito: «un ipocrita che fino all'ultimo
fece la parte del religioso, sebbene nel suo intimo si fosse da tempo allontanato
dalla Chiesa. Altre opere: “Trattato dell'interdetto di Paolo V nel quale si
dimostra che non è legittimamente pubblicato, Apologia per le opposizioni fatte
dal cardinale Bellarmino ai trattati et risolutioni di G. Gersone sopra la validità
delle scomuniche, 1606. Considerationi sopra le censure della santità del papa
Paolo V contra la Serenissima Repubblica di Venezia, Istoria del Concilio
Tridentino, Il trattato dell'immunità
delle chiese (De iure asylorum), Discorso dell'origine, forma, leggi ed uso
dell'Uffizio dell'Inquisizione nella città e dominio di Venezia, Trattato delle
materie beneficiarie, Opinione di Servita, come debba governarsi la Repubblica
Veneziana per havere il perpetuo dominio, Venezia, La storiografia recente attribuisce
lo scritto al patriziato veneziano medesimo. Edizioni Scritti giurisdizionalistici, Istoria
del Concilio Tridentino, Istoria del Concilio tridentino (Geneua, Aubert); “Istoria
del Concilio Tridentino, Pagnoni Editore, Milano, Gambarin , Istoria del
Concilio tridentino, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Giovanni Gambarin ,
Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia, 2, Bari, Laterza, Giovanni
Gambarin , Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Istoria
del Concilio Tridentino, testo critico di Giovanni Gambarin, introduzione di
Renzo Pecchioli, Collana Biblioteca, Sansoni, Firenze, II ed. Lettere inedite
di Fra Paolo Sarpi a Simone Contarini ambasciatore veneto in Roma,, pubblicate
dagli autografi, Monumenti storici pubblicati dalla R. Deputazione veneta di
storia patria. Serie 4, Miscellanea 12, Venezia, Fratelli Visentini, Pagine
scelte, Arturo Carlo Jemolo, Vallecchi, Firenze, Lettere ai protestanti,
Scrittori d'Italia, 1, Bari, Laterza, Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Antologia degli scritti politici e storici. Francesco T. Roffarè,
CEDAM, Padova, Istoria dell'Interdetto e
altri scritti editi e inediti, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto,
Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia,
Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Romano
Amerio , Scritti filosofici e teologici, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Pensieri
naturali, metafisici e matematici. Manoscritto dell'iride e del caloreArte di
ben pensarePensieri medico-moraliPensieri sulla religioneFabulaeMassime e altri
scritti. Edizione integrale commentata Luisa Cozzi e Libero Sosio, Ricciardi,
Milano-Napoli, 1Scritti giurisdizionalistici, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Lettere ai Gallicani, Boris Ulianich, Wiesbaden, F. Steiner, La Repubblica di Venezia la casa d'Austria e
gli Uscocchi, Bari, Laterza, Scritti scelti: Istoria dell'Interdetto, Consulti,
Lettere, Giovanni Da Pozzo, Collezione di Classici Italiani, UTET, Torino); Storici,
Politici, e Moralisti del Seicento, Luisa e Gaetano Cozzi, Collana La Letteratura
Italiana. Storia e Testi, Milano-Napoli,
Ricciardi, Istoria del Concilio Tridentino. Seguita dalla «Vita del padre
Paolo» di Fulgenzio Micanzio. Corrado Vivanti, Collana NUE nEinaudi, Torino, Collana
Piccola Biblioteca. Nuova Serie, Einaudi, Torino, Pensieri. Gaetano e Cozzi, Collana Classici
Ricciardi, Torino, Considerazioni sopra le censure di papa Paolo V contro la
Repubblica di Venezia e altri scritti sull'Interdetto, Gaetano e Luisa Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Lettere a Gallicani e Protestanti,
Relazione dello Stato della Relazione, Trattato delle Materie Beneficiarie. Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Gli ultimi consulti. Gaetano e
Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dai «Consulti», il
carteggio con l'ambasciatore inglese sir Dudley Carleston. Gaetano e Luisa
Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dal «Trattato di pace et
accomodamento» e altri scritti sulla pace d'Italia. Gaetano e Luisa Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Consulti, Corrado Pin, Pisa-Roma,
Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali, Letteratura e vita civile. Paolo Sarpi, Collana
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Micanzio, Scriveva tra l'altro Sarpi nella lettera: «E che volete ch'io speri
in Roma, ove li soli ruffiani, cenedi et altri ministri di piaceri o di
guadagni hanno ventura?». I cenedi sono i giovani che si prostituiscono F. Micanzio, cit. G, Cozzi, Sarpi, Opere, F. Micanzio, Sarpi, Istoria dell'interdetto e
altri scritti editi e inediti, F. Micanzio, cdove stilo può significare sia
stile che stiletto Ivi G. Cozzi, Lettere a Groslot de l'Isle, in
«Lettere ai protestanti», Lettera a Francesco Castrino, in «Lettere ai
protestanti», Citato in C. Rizza, Peiresc e l'Italia, Torino, Giappichelli, Corrado
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Sarpi in ogni facolta scientifica e nelle dottrine ortodosse tendenti alla
difesa dell'originario diritto de' sovrani né loro rispettivi dominj ad intento
che colle leggi dell'ordine vi rifiorisca la pubblica prosperita, Venezia,
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Sasso (Roma). Filosofo. Studia a Roma. Si laurea discutendo una tesi su Machiavelli
avendo come relatore Antoni e correlatore Chabod. Durante gli anni universitari
seguì le lezioni di Pantaleo Carabellese, Guido De Ruggiero, Luigi Scaravelli,
Bruno Nardi, Raffaele Pettazzoni, Natalino Sapegno, Giuseppe Gabetti, Gennaro
Perrotta e Gaetano De Sanctis. Borsista
all'Istituto italiano per gli Studi Storici, ha insegnato Storia delle dottrine
politiche all'Urbino e successivamente Storia delle dottrine politiche, Storia
della filosofia, e Filosofia teoretica
all'Università "La Sapienza" di Roma, di cui è stato nominato
professore emerito. Direttore dal 1986 al
dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli fondato da Croce,
lo è anche della storica rivista di filosofia, storia e letteratura "La
Cultura.” I I suoi studi hanno riguardato soprattutto l'idealismo italiano (in
particolare l'opera di Croce), le opere politiche e storiografiche di Niccolò
Machiavelli e per quanto riguarda la sua riflessione più propriamente
teoretica, le problematiche di ontologia fondamentale. È inoltre autore di
sette libri e innumerevoli saggi danteschi. Si è inoltre occupato di Platone,
Polibio, Lucrezio, Guicciardini, Shakespeare e Thomas Mann. È presidente della "Fondazione Giovanni
Gentile" , presidente dell'"Edizione nazionale delle Opere di
Benedetto Croce" e socio nazionale dell'Accademia dei Lincei. Altre opere:
“Machiavelli e Borgia. Storia di un giudizio” (Roma, Edizioni dell'Ateneo); “Machiavelli”
(Napoli, Morano); “Passato e presente nella storia della filosofia, Bari,
Laterza); “Benedetto Croce. La ricerca della dialettica, Napoli, Morano, Il progresso e la morte. Saggi su Lucrezio,
Bologna, Il Mulino, L'illusione della dialettica. Profilo di C. Antoni, Roma,
Edizioni dell'Ateneo, Per F. Guicciardini. Quattro studi, Istituto Storico
Italiano per il Medio Evo, Roma); Essere e negazione, Napoli, Morano, Machiavelli
e gli antichi e altri saggi, Milano-Napoli, Ricciardi, Tramonto di un mito.
L'idea di "progresso" fra Otto e Novecento, Bologna, Il Mulino, Per
invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Croce, Bologna, Il Mulino, L'essere
e le differenze. Sul "Sofista" di Platone, Bologna, Il Mulino, Variazioni
sulla storia di una rivista italiana: "La Cultura"; Il Mulino, Machiavelli,
Bologna, Il Mulino, Comprende: Il pensiero politico, Napoli, IISS, Bologna, Il
Mulino, Premio Viareggio di Saggistica, La storiografia. La fedeltà e
l'esperimento, F. Scarpelli, F.S. Trincia e M. Visentin interrogano Gennaro
Sasso, Bologna, Il Mulino,Filosofia e idealismo, Napoli, Bibliopolis, Comprende: Croce,
Gentile, Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Paralipomeni, Secondi paralipomeni, Ultimi
paralipomeni, Tempo, evento, divenire, Bologna, Il Mulino, La potenza e l'atto.
Sggi su Gentile, Firenze, La Nuova Italia, Le due Italie di Gentile, Bologna, Il Mulino, La
verità, l'opinione, Bologna, Il Mulino, Ernesto De Martino fra religione e
filosofia, Napoli, Bibliopolis); Il guardiano della storiografia. Profilo di
Federico Chabod (Bologna, Il Mulino [Napoli, Guida, del Profilo di FChabod,
Bari, Laterza, Dante. L'imperatore e Aristotele, Roma, Istituto Storico Italiano
per il Medio Evo, Fondamento e giudizio. Un duplice tramonto?, Napoli,
Bibliopolis, 2004. Il principio, le cose, Torino, Aragno, Delio Cantimori. Filosofia e storiografia,
Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore, Dante, Guido e Francesca, Roma,
Viella, Le autobiografie di Dante, Napoli, Bibliopolis, Discorsi di Palazzo
Filomarino, raccolti da M. Herling, premessa di N. Irti, Napoli, IISS, Il logo,
la morte, Napoli, Bibliopolis, . Ulisse
e il desiderio. Il canto XXVI dell'Inferno, Roma, Viella, La voce dei ricordi,
Napoli, Bibliopolis, Storiografia e decadenza, Roma, Viella, . I corrotti e gli
inetti. Conversazioni su Machiavelli (Milano, Bompiani); “Allegoria e simbolo”
(Torino, Aragno); “La lingua, la Bibbia, la storia. Su "De vulgari
eloquentia" I, Roma, Viella, Su
Machiavelli. Ultimi scritti, Roma, Carocci, Croce. Storia d'Italia e storia
d'Europa, Napoli, Bibliopolis, [raccolto
in questo volume: La 'Storia d'Italia' di Bendetto Croce. Cinquant'anni dopo,
Napoli, Bibliopolis. "Forti cose a pensar mettere in versi". Studi su
Dante, Torino, Aragno, Purgatorio e Antipurgatorio. Un'indagine dantesca, Roma,
Viella, . Croce e le letterature e altri saggi, Napoli, Bibliopolis, .
Biografia e storia. Saggi e variazioni, Roma, Viella, . Note il MulinoRivisteLa Cultura, su mulino. Fondazione
Gentile | Dipartimento di Filosofia | SapienzaRoma. Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su
premioletterarioviareggiorepaci. Croce in un recente libro di Gennaro Sasso.
Dibattito, Il Cannocchiale, [interventi di: G. Arnaldi, G. Calabrò, A.
Jannazzo, G, Sasso, V. Stella, F. Valentini, M. Visentin]. G. Arnaldi, Gennaro
Sasso. Uno specialista di più specialità, in Id., Conoscenza storica e mestiere
di storico, il Mulino, IISS-Napoli , A. Bellocci, Verità e doxa: la questione
dello "sguardo" e della "relazione" ne Il logo, la morte di
Gennaro Sasso, filosofia-italiana.net. A. Bellocci, Laicismo della verità,
della doxa e tolleranza in Gennaro Sasso, Leussein, A. Bellocci,
L'impossibilità della differenza e i paradossi dell'identità nel pensiero di
Gennaro Sasso, Archivio di filosofia, A. Bellocci, Il problema della 'non'
relazione ne Il principio, le cose di Gennaro Sasso, Giornale critico della
filosofia italiana, A. Bellocci, La verità, l'opinione di Gennaro Sasso. Lo
''specchio'' della verità e l'''eterna opinione'' metafisica, Filosofia
italiana, R. Berutti, Annotazioni
critiche sull'"essere" ovvero sul "non essere essere" del
discorso che lo concerne. Il problema dell'ontologia nella riflessione di
Gennaro Sasso, Pólemos, M. Capati,
Gennaro Sasso, Paragone. Letteratura, M. Cardenas, L'autonoema. Il giudizio tra
attualismo e neoeleatismo, Filosofia italiana, C. Cesa, Sasso interprete di Gentile, Archivio
di storia della cultura, A. De Vicentiis, Storiografia e pensiero politico
nelle "Istorie fiorentine" di Machiavelli: l'interpretazione di
Gennaro Sasso, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, F.
Fronterotta, L'essere e le differenze. In margine a un libro di G. Sasso sul
Sofista di Platone, Novecento, M. HerlingM. Reale , Storia, filosofia e
letteratura. Studi in onore di Gennaro Sasso, Bibliopolis, Napoli, G. Inglese, Machiavelli: una storia del suo
pensiero politico, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e
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Sasso, in Enciclopedia filosofica (a cura del Centro Studi Filosofici di
Gallarate), Milano, S. Maschietti, Dire l'incontrovertibile. Intorno all'analisi
filosofica, Giornale di filosofia, su giornale di filosofia.net. F. Mignini,
Essere e negazione. Per un recente volume di Gennaro Sasso, Giornale critico
della filosofia italiana, Marcello Mustè, "Crisi" e
"critica" dello storicismo. Filosofia e storiografia nel pensiero di
Gennaro Sasso, Novecento, Marcello Mustè, Filosofia e storia della filosofia
nella riflessione di Gennaro Sasso, Filosofia italiana, X N. Parise, Sulla
relazione. Gennaro Sasso critico della metafisica, Luigi Passerino Editore,
Gaeta . N. Parise, Figure della scissione. A proposito di Allegoria e simbolo, filosofia, N. Parise, L’aporia del nulla, Filosofia
italiana, G. Perazzoli, Il concetto di laicità e la filosofia, in G. Perazzoli,
Miligi , Laicità e filosofia, Mimesis, Milano Udine, Pietroforte, Problema del
nulla e principio di non contraddizione. Intorno a "Essere e
negazione" di Gennaro Sasso, Novecento, J. Salina, Neoparmenidismo e teorie della
verità, Filosofia italiana, F. Scarpelli , Nulla, anamnesi, riflessività.
Intervista a Gennaro Sasso su alcuni temi del libro Essere e negazione
(raccolta da Scarpelli, Trincia, M. Visentin), Il Cannocchiale, F. Tessitore,
Gennaro Sasso interprete di Croce, in Id., La ricerca dello storicismo. Studi
su Benedetto Croce, il Mulino, IISS-Napoli , F. Vander, Critica della filosofia italiana
contemporanea. Dialettica e ontologia: i termini di una contrapposizione,
Marietti, Genova-Milano, M. Visentin, Tempo e giudizio. Spunti da un recente
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Scritti sull'essere e il senso della verità, Bibliopolis, Napoi, M. Zanetti,
Critiche al divenire. Tra Sasso e Severino, Filosofia italiana, X S. Zurletti,
Lo specchio di Perseo, Chaos KosmosLibri ed eventi, ojs/index.php babelonline
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affiliation country Gennaro Sasso, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
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Gennaro Sasso. Sasso. Keywords: scuola di Velia, veliati, veliani, parmenide,
scuola di Crotone. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sasso” – The Swimming-Pool
Library.
Sava (Belpasso). Filosofo.
Gli venne conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine dei SS.Maurizio e
Lazzaro su proposta del Ministero dell'Agricoltura. Collabora inoltre alla
quarta e quinta edizione della Nuova Enciclopedia Popolare Italiana. Il suo saggio “Sui pregi” e “Doveri dei
medici”, pubblicato, Gli è stato dedicato
il libro Roberto Sava La vita e l'opera -- di A. Prezzavento. Il paese natale
di Belpasso, ha dedicato al suo ricordo la biblioteca comunale, istituita; è
intitolato al suo nome, inoltre, un premio di laurea. British and foreign
medical review: or quarterly journal of .. Repertorio di libri e pubblicazioni
su adamoli Biblioteca comunale Roberto
Sava su lineaamica Biblioteca comunale
su comunebelpasso Alba Dicembre Speciale
Archiviato il 9 ottobre in . su l'Alba.
Roberto Sava. Sava. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sava” – The
Swimming-Pool Library.
Scala (Noto). Filosofo. Insieme a Molet, fu uno dei due
studiosi che parteciparono alla commissione dei cinque dotti creata da papa
Gregorio XIII per la riforma del calendario . Chiamato da Padova per insegnare
matematica, fu costretto a rifiutare per le sue precarie condizioni di salute .
Morì, infatti, giovanissimo a soli ventinove anni. Pubblicazioni L'Efemeridi del mag.co et
eccel.te sig. Gioseppe Scala Siciliano, per anni dodici, le quali cominciano
dall'anno di Christo nostro Sig. &
finiscono nel fine di dicembre dell'anno. Alle quali sono aggiunti i canoni, ò
introduttioni dell'efemeridi dell'eccell. sig. G. Moleto matematico et dal
detto signor Gioseppe Scala ridotto all'uso delle presenti efemeridi, In Venetia:
appresso i Giunti. Ephemerides Iosephi Scalae Siculi Noetini art. et med. doc.
ad annos duodecim, incipientes ab anno Domini. Vnà cum introductionibus
ephemeridum excel. d. I. Moletii mathematici. Ab eodem d. Iosepho Scala, ad vsum
suarum, restitutis. Venetiis: Lucantonio Giunta il giovane. Col suo nome è oggi
chiamato il Gruppo Astrofili di Noto
Santi Correnti, Quello che la Sicilia ha dato all'Italia e al mondo. Vedi:Ortolani,
Biografia degli uomini illustri di Sicilia ornata de' loro rispettivi ritratti,
Tomo II, Napoli, Corrado Spataro, L'astronomo netino Giuseppe Scala jr. e la
"nuova scienza" del Cinquecento. Calendario gregoriano. Giuseppe
Scala. Scala. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scala” – The
Swimming-Pool Library.
Scalea
(Morano Calabro).
Filosofo. Figlio del principe di Scalea, marchese di Misuraca e barone di
Morano, dal quale ereditò i titoli, e di Anna Beatrice Carafa, dei principi di
Belvedere. Fu allievo di Caloprese.
Divulgò la filosofia razionalista, difese alcuni colleghi, anche loro
seguaci di Cartesio, accusati di ateismo, ed ebbe un'accesa polemica con Doria
sull'origine dello spinozismo, in merito alla quale scrisse una opera critica.
Opere: “Riflessioni sulle principali materie della prima filosofia fatte
all'occasione di esaminare la prima parte di un libro intitolato: Discorsi
Critici Filosofici intorno alla Filosofia degli Antichi e de' Moderni &c.
di Paolo Matti Doria [...]” (Stamperia di Felice Mosca, Napoli); “De origine
mali dissertation”; “De bono dissertation” Dizionario di filosofia, riferimenti
in . Alfonso Mirto, "Nota sul
pensiero di Francesco Maria Spinelli", in Calabria letteraria, 31, 1983,
nn. 7-9, 74-76. Fabrizio Lomonaco ,
Francesco Maria Spinelli, Vita, e studj scritta da lui medesimo in una Lettera,
Il Melangolo, Genova 2007. Alfonso Mirto, Spinelli Francesco Maria in
Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, , ad vocem. Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su
Francesco Maria Spinelli Francesco Maria
Spinelli, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Francesco Maria Spinelli, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere di Francesco Maria Spinelli. Keywords: bonum, ‘il bono’ the good. Spinelli,
principe di Scalea. Scalea. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalea” –
The Swimming-Pool Library.
Scalfari (Civitavecchia). Filosofo. Considerato,
anche dai suoi avversari, uno dei più grandi filosofi italiani. Professorecontribuì,
con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è fondatore del quotidiano la
Repubblica. I campi principali dell'analisi di Scalfari sono l'economia e la
politica. La sua ispirazione politica è socialista liberale, azionista e
radicale. Punti forti dei suoi articoli recenti sono la laicità, la questione
morale, la filosofia. Si iscrive al Liceo Mamiani di Roma, ma è a Sanremo
(dove la famiglia, di origini calabresi, si era trasferita temporaneamente,
essendo il padre direttore artistico del Casinò) che completerà gli studi
liceali, al liceo classico G.D. Cassini, avendo come compagno di banco Italo
Calvino. Nel 1950 si sposa con la figlia del giornalista Giulio De
Benedetti, Simonetta, morta nel 2006. Dalla fine degli anni settanta
Scalfari è sentimentalmente legato a Serena Rossetti, già segretaria di
redazione de L'Espresso (e poi di Repubblica), che sposerà dopo la scomparsa
della moglie Simonetta. Eugenio Scalfari è ateo. Esordi
giornalistici durante il fascismo Tra le prime esperienze giornalistiche di
Scalfari c'è Roma Fascista, organo ufficiale del GUF (Gruppo Universitario
Fascista), mentre era studente di giurisprudenza. Negli anni successivi
Scalfari continua a collaborare con riviste e periodici legati al fascismo,
come NuovoOccidente, diretto dall'ex squadrista e fascista cattolico Giuseppe
Attilio Fanelli. Nel 1942 Scalfari sarà nominato caporedattore di Roma
Fascista. All'inizio del 1943 scrive una serie di corsivi non firmati
sulla prima pagina di Roma Fascista in cui lancia generiche accuse verso
speculazioni da parte di gerarchi del Partito Nazionale Fascista sulla
costruzione dell'EUR. Questi articoli portarono alla sua espulsione dai GUF per
opera di Carlo Scorza, allora vicesegretario del PNF. Di fronte al gerarca,
intenzionato a perseguire gli speculatori, il giovane Scalfari aveva ammesso
come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Il gerarca accusò poi il
giovane di essere un imboscato, e lo prese materialmente per il ero
strappandogli le mostrine dalla divisa del partito. Carriera
giornalistica nel dopoguerra Dopo la fine della seconda guerra mondiale entra
in contatto con il neonato Partito Liberale Italiano, conoscendo giornalisti
importanti nell'ambiente. Mentre lavora presso la Banca Nazionale del Lavoro,
diventa collaboratore, prima a Il Mondo e poi a L'Europeo, di due personalità
che spesso richiama nei suoi scritti: Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti.
Ricorderà poi, con orgoglio, di essere stato licenziato dalla BNL per una serie
di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione. Partecipa
all'atto di fondazione del Partito Radicale. Nello stesso anno nasce il
settimanale L'Espresso: Scalfari è direttore amministrativo e scrive articoli
di economia. Nel 1963 somma la carica di direttore responsabile de
L'Espresso a quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in
cinque anni a superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico
si fuse con il piglio imprenditoriale, dato che Scalfari continuò a gestire anche
la parte organizzativa e amministrativa. Eugenio Scalfari nella
foto da deputato Sempre nel 1967 Scalfari pubblica insieme a Lino Jannuzzi
l'inchiesta sul SIFAR che fa conoscere il tentativo di colpo di Stato chiamato
piano Solo. Il generale De Lorenzo li querela e i due giornalisti
vengonocondannati rispettivamente a 15 e a 14 mesi di reclusione, malgrado la
richiesta di assoluzione fatta dal Pubblico Ministero Vittorio Occorsio, che
era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse
il segreto di Stato. Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie
all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle
elezioni politiche Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle
liste del PSI, segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari,
che era stato eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di
Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo
la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive
la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel ,
dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore".
In quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima
presidente dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva;
tra questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di
Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta
pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, Razza padrona. Fondazione e
direzione de la Repubblica Nel 1976, dopo aver già tentato (inutilmente) di
varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta
definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica,
che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata
con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina
del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie
in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il
principale giornale italiano per tiratura. L'assetto proprietario
registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso
Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di
acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della "scalata" del
titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il "lodo Mondadori",
resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in
seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre
giudici per averelusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta dal
Pubblico Ministero Vittorio Occorsio, che era riuscito a leggere gli
incartamenti integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato.
Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro
offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche del 1968
Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria
Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari, che era stato eletto sia
nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e
aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento,
aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a
L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel , dopo 45 anni, ammette
che "quella firma era stata un errore". In quegli anni critica
accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di
Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona
nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro
Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da
Giuseppe Turani, “Razza padrona”. Fondazione e direzione de la Repubblica. Dopo
aver già tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro
Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata,
Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14
gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la
Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il
quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una
scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano
per tiratura. L'assetto proprietario registra negli anni ottanta
consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De
Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in
occasione della "scalata" del titolo Arnoldo Mondadori Editore,
finito con il "lodo Mondadori", resosi necessario a causa del fatto
che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo
della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per avereun pronunciamento
favorevole nella disputa con De Benedetti per il controllo della Mondadori:
tale accordo fu fortemente voluto da Giulio Andreotti, grazie
all'intermediazione di Giuseppe Ciarrapico. Sotto la guida di Scalfari,
"Repubblica" apre il filone investigativo sul caso Enimont, che dopo
due anni verrà in buona parte confermato dall'inchiesta di "Mani
pulite". Contro Craxi, a differenza che con Spadolini e con De Mita,
Scalfari s'era speso sin dall'inizio del decennio precedente, considerandolo
l'archetipo della questione morale contro cui si scagliava l'anima della
sinistra rappresentata da Berlinguer. Di questi invece elogiò lo
"strappo" con l'Unione Sovietica in occasione del golpe polacco, pur
restando essenzialmente estraneo alla tradizione comunista e rimanendo su
posizioni legate all'intellettualità laica e alla tecnocrazia. In tal senso
vanno lette alcune sue importanti iniziative, tutte sostenute per il tramite di
"Repubblica": sponsorizza il "governo del Presidente",
candidandovi il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, già
negli anni ottanta; indica al presidente Scalfaro il commissario PSI a Milano
Giuliano Amato come viatico per la sua scelta a premier. Apprezza Guido Rossi
come commissario delle aziende travolte nel turbine di Tangentopoli. Il 27
gennaio 1994 incomincia, dapprima in solitaria, la sua ventennale battaglia
contro Silvio Berlusconi . Sconfitto Vittorio Sgarbi, è il primo a percepire e
ad avvertire il pubblico circa la potenziale pericolosità di Beppe Grillo -- è il primo a preconizzare una possibile,
futura alleanza fra Matteo Renzi e Matteo Salvini . Ritiro dalla
direzione de la Repubblica Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della
sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore, dopo
che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo, la proprietà a Carlo De
Benedetti; gli subentra Ezio Mauro. Non scompare dalla testata del giornale,
poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista dell'edizione domenicale.
I suoi editoriali sono entrati oramai nella consuetudine del giornale, tanto da
essere soprannominatianche per la loro lunghezza"la messa cantata della
domenica" Cura altresì una rubrica su L'Espresso (Il vetro soffiato). Il 6
luglio 2007, sul Venerdì di Repubblica (il magazine settimanale che esce dal
1987), annuncia di voler abbandonare dopo l'estate la sua storica rubrica
Scalfari risponde, ringraziando i lettori per l'affetto ricevuto e gli stimoli
da loro pervenuti per le sue riflessioni. Gli subentra Michele Serra. Su
RaiSat Extra è andato in onda per qualche tempo, ogni giovedì, un programma dal
titolo La Scalfittura, in cui Scalfari teneva colloqui politici con Giovanni
Floris. Controversie Nel e nel ,
le sue "interviste" con papa Francesco hanno causato per due volte la
smentita da parte della sala stampa vaticana in relazione alle parole
attribuite da Scalfari al Pontefice. Scalfari ha ribattuto di aver scritto
virgolettati "come se fossero usciti dalla bocca del Papa", senza
aver preso appunti o registrato durante i colloqui, sostenendo che quello era
stato il suo metodo di lavoro per quasi cinquant'anni. il Vaticano ha smentito
un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, a seguito della
pubblicazione di un suo articolo su Repubblica, negando he il Papa avesse
rilasciato un’intervista a Scalfari e sostenendo che il contenuto dell’articolo
fosse il frutto di una sua ricostruzione. Ciononostante, Papa Francesco
continua periodicamente a concedere interviste esclusive a Scalfari. Premi ed
onorificenze Scalfari ha ricevuto varie onorificenze. A livello giornalistico
ha vinto nel 1988 il Premio Internazionale Trento per "Una vita dedicata
al giornalismo", nel 1996il "Premio Ischia" alla carriera, nel
1998 il Premio Guidarello al giornalismo d'autore e, di recente, il Premio Saint-Vincent
-- è stato nominato Cavaliere di gran croce dal presidente della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro mentre nel 1999 ha ricevuto una delle più prestigiose
onorificenze della Repubblica francese diventando Cavaliere della Legione
d'onore (successivamente è stato promosso ufficiale). È cittadino onorario di
Velletri, città in cui risiede. Ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Vinci e
gli è stata conferita la cittadinanza benemerita di Sanremo. Nel vince il prestigioso Premio Viareggio
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino
per uniforme ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della
Repubblica italiana — Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica
italiananastrino per uniforme ordinariaGrande ufficiale dell'Ordine al merito
della Repubblica italiana —Ufficiale della Legion d'onorenastrino per uniforme
ordinariaUfficiale della Legion d'onore Cittadinanza onoraria di Vibo Valentia,
Velletri e Vinci. Cittadinanza benemerita
di Sanremo. Altre opere:” Petrolio in gabbia” (Bari, Laterza), “I padroni della
città” (Bari, Laterza); “Le baronie elettriche” (Bari, Laterza, Rapporto sul
neocapitalismo in Italia, Bari, Laterza, Il potere economico in URSS, Bari, Laterza,
Storia segreta dell'industria elettrica, Bari, Laterza, L'autunno della
Repubblica. La mappa del potere in Italia, Milano, Etas Kompass, Il caso Mattei. Un corsaro al servizio della repubblica,
con Francesco Rosi, Bologna, Cappelli, Razza padrona. Storia della borghesia di
Stato, con Giuseppe Turani, Milano, Feltrinelli, Interviste ai potenti, Milano,
Arnoldo Mondadori Editore, Come andremo a incominciare?, con Enzo Biagi,
Milano, Rizzoli, L'anno di Craxi (o di Berlinguer?), Milano, Mondadori, La sera
andavamo in Via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla «Repubblica»,
Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana Super ET, Torino, Einaudi, Incontro
con Io, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, , Denis
Diderot, Il sogno di d'Alembert seguito da Il sogno di una rosa di Eugenio
Scalfari, Collana La memoria, Palermo, Sellerio, I ed. accresciuta, nuova
Introduzione di E. Scalfari, Palermo, Sellerio, , Alla ricerca della morale perduta,
Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, Il labirinto, Milano,
Rizzoli, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Attualità dell'Illuminismo, a
cura di, Roma-Bari, Laterza, La ruga sulla fronte, Milano, Rizzoli, Collana ET
Scrittori, Torino, Einaudi, Articoli,
Roma, la Repubblica, Dibattito
sul laicismo, E. Scalfari, Roma, La Biblioteca di Repubblica, L'uomo che non credeva in Dio, Collana
Supercoralli, Torino, Einaudi, Per l'alto mare aperto. La modernità e il
pensiero danzante, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Scuote l'anima mia
Eros, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, ,Enrico Berlinguer, La questione
morale. La storica intervista di Eugenio Scalfari, Reggio Emilia, Aliberti,
.ed. ampliata, Prefazione di Luca Telese, Aliberti, . Vito Mancuso-E. Scalfari,
Conversazioni con Carlo Maria Martini, Collana Campo dei fiori, Roma, Fazi, La
passione dell'etica. Scritti, Angelo Cannatà, Collezione I Meridiani, Milano, Mondadori,
Papa Francesco-E. Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti, Torino,
Einaudi, L'amore, la sfida, il destino. Il tavolo dove si gioca il senso della
vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, , Racconto autobigrafico, Collana
Passaggi, Torino, Einaudi, L'allegria, il pianto, la vita, Collana Supercoralli,
Torino, Einaudi, L'ora del blu, Torino Einaudi, Il Dio unico e la società
moderna. Incontri con Papa Francesco e il Cardinale Carlo Maria Martini,
Torino, Einaudi, liberoquotidiano, libero quotidiano news commenti-e-opinioni vittorio_feltri_eugenio_scalfari_ritratto
fuoriclasse_re giornalisti diversi.html. ilfoglio, il foglio uffa news
benvenuti al-grand-hotel-scalfari-splendida-vista sul secolo-di-carta- la7,
la7/dimartedi/video/da-montanelli-e-scalfari-ho-imparato-che-bisogna-scrivere-per-farsi-capire-marco-travaglio
Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Mimesis, , diviso in quattro
capitoli: la Politica, l'Arte, la Religione, la Filosofia. Scheda sul
storico della Camera dei deputati, su storia.camera. Sull'amicizia tra
Scalfari e Calvino leggiamo: "Caro Eugenio, le tue lettere sono come
manate sulla schiena e io ne ho bisogno di manate sulla schiena, specie di
questi tempi."(...) Mi viene l'acquolina in bocca pensando alle ghiotte
discussioni che faremo quando ci ritroveremo insieme", cfr. Angelo Cannatà
"Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis, Paolo Guzzanti, Guzzanti vs De Benedetti.
Faccia a faccia fra un gran editore e un giornalista scomodo, Aliberti
editore, Cfr. Corriere della Sera, La Repubblica : Gli 80 anni di Eugenio Scalfari,
su repubblica. Mirella Serri, I redenti. Gli intellettuali che vissero due
volte, Milano, Corbaccio, 2Ero giovane, fascista e felice, intervista a Eugenio
Scalfari apparsa su Il Foglio, pasqualericcio. Nel corso dell'inchiesta
Scalfari riferisce di un colloquio avuto col generale Aurigo: "Mi disse
che gli ordini (le disposizioni relative al 'Piano Solo') contemplavano anche
l'ipotesi di una eventuale resistenza da parte del prefetto (gli ordini
dicevano che bisognava mettere il prefetto, qualora avesse resistito a questa
iniziativa dei carabinieri, in condizioni di non nuocere". Fonte: Angelo
Cannatà, "Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis, 42. Eugenio Scalfari / Deputati / Camera dei deputati
storico, su storia.camera. Il
commissario Calabresi e quella firma, su repubblica. Fabio Tamburini, Un siciliano a Milano,
Longanesi, da ultimo citato da Ferruccio de Bortoli su corriere della sera attacchi-corriere_
Franco Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano,
Cairo, e Alberto Mazzuca, Penne al
vetriolo, Bologna, Minerva, Nei cui
confronti Carlo Caracciolo e Carlo De Benedetti dicono che Scalfari ebbe un
"innamoramento", in seguito non più condiviso dallo stesso editore
della Repubblica che ormai non lo considerava "un grande politico":
intervista alla Stampa. Scrive Scalfari: Gelli è Belfagor, il messaggero del
diavolo; ma il diavolo, cioè Belzebù, chi è? ("Belzebù è, in una certa
misura, lo stesso partito socialista, elemento importante di quel quadro
politico e di quella inamovibilità". Fonte: Eugenio Scalfari e il suo
tempo, di Angelo Cannatà, Mimesis, 61. L'articolo di Scalfari, Caro Craxi tu lo
sai chi è Belzebù, è apparso su Repubblica repubblica, repubblica sezioni/politica
festaforza coccode coccode.html. 5 marzo
(archiviato il 21 agosto ). la7,
la7/le-invasioni-barbariche/video/lintervista-a-eugenio-scalfari Voto Renzi
perché l'avversario è Grillo, su youtube.com.
youtube.com, youtube Rep, su rep.repubblica. E. Mauro dal pulpito di Repubblica officia la
democrazia e aspira a diventare papa, Panorama. Il Post Archiviato il 25
dicembre in ., 22 novembre "Le interviste vanno comunque
reinterpretate", su youtube.com. ll
Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco,
su ilpost. 31 marzo (archiviato il 1º
aprile ). Il Vaticano smentisce Eugenio
Scalfari che fa dire al Papa che l'inferno non esiste, su ilmessaggero. 31
marzo (archiviato il 31 marzo ). Rep, su rep.repubblica. 1º marzo . Premio Viareggio , su repubblica (archiviato
il 25 agosto ). Dettaglio Sito web del
Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale. Sito web del Quirinale: dettaglio
decorato., su quirinale. C. Mauri, Il cittadino Scalfari, prefazione di Ruggero
Guarini, Milano, SugarCo, 1Giancarlo Perna, Eugenio Scalfari, una vita per il
potere, Milano, Leonardo Editore, Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo
tempo, Milano-Udine, Mimesis, F. Bucci,
Eugenio Scalfari. L'intellettuale dilettante, Roma, Società Editrice Dante
Alighieri, Giampaolo Pansa, La Repubblica di Barbapapà, Milano, Rcs Libri, Giovanni Valentini, La Repubblica tradita,
Roma, PaperFirst, Franco Recanatesi, La mattina andavamo in piazza
Indipendenza, Milano, Cairo Editore, A. Mazzuca, Penne al vetriolo. I grandi
giornalisti raccontano la Prima Repubblica, Bologna, Minerva, La Repubblica
Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Eugenio Scalfari, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. storia.camera, Camera dei deputati. Registrazioni di Eugenio Scalfari, su
RadioRadicale, Radio Radicale. Dati
personali e incarichi nella V legislatura, Camera dei deputati. PredecessoreDirettore
de L'EspressoSuccessore Arrigo Benedetti9 giugno 196324 marzo 1968Gianni Corbi
PredecessoreDirettore de la RepubblicaSuccessore nessuno. Ezio Mauro. Eugenio
Scalfari. Scalfari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalfari” – The
Swimming-Pool Library.
Scarano. (Brindisi). Filosofo. Studia a Bologna, anda poi a
Padova e a Venezia. Il Senato della Serenissima lo chiama alla cattedra di
filosofia lasciata da Aldo Manuzio il Giovane.
Molto apprezzato dai contemporanei, e tra i fondatori dell'Accademia
Veneziana. Scrive il saggio “Scenophylax” (Venezia), nel quale tratta della
convenienza di restituire alla tragedia e alla commedia la lingua del Lazio. P.
Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, A. Sordo, Ritratti brindisini. Scarano.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarano” – The Swimming-Pool Library.
Scaravelli (Firenze). Filosofo. Iscritto alla facoltà di medicina
dell'Istituto di Studi Superiori Fiorentino, dopo aver quasi completato gli
studi e aver servito come ufficiale medico nella Prima guerra mondiale, cambiò
ateneo e facoltà al scegliendo il corso
di laurea in filosofia a Pisa, dove si laureò con lode con Carlini. Insegnò in
licei italiani e stranieri e negli Istituti italiani di cultura di Atene,
Bruxelles, Zagabria e Lisbona. Ottenuta quell'anno la docenza in Filosofia
teoretica a'Pisa, vi insegnò con qualche incarico temporaneo alla Scuola
normale superiore e all'Università "La Sapienza" di Roma. Nell'ultimo
anno della sua vita ottenne il trasferimento all'Firenze, dove però non
insegnerà mai, per una grave depressione che l'avrebbe condotto di lì a poco al
suicidio. Era sposato e aveva due figli.
Profondo conoscitore di Kant, approfondì nei suoi studi (pubblicati con
molta riluttanza e quasi solo per esigenze concorsuali) in particolare i temi
relativi ai rapporti tra la filosofia kantiana e la fisica moderna, i problemi
relativi alla Critica del Giudizio ed anche i temi dell'idealismo. Biblioteca personale I suoi libri,
doll'Università La Sapienza dai suoi eredi, sono oggi conservati in uno
specifico fondo alla "Villa Mirafiori", dove ha sede la Biblioteca di
filosofia Opere principali: Critica del
capire, Firenze, Sansoni, Saggio sulla categoria kantiana della realta,
Firenze, Le Monnier, La prima meditazione di Cartesio, Firenze, La Nuova
Italia, Osservazioni sulla Critica del giudizio, Pisa, Scuola Normale
Superiore, Opere: Mario Corsi (Critica
del capire e altri scritti, Scritti kantiani, L'analitica trascendentale:
scritti inediti su Kant), Firenze, La nuova Italia. La Biblioteca di Luigi
Scaravelli, su bibliotecafilosofia.uniroma1. 2L' attualità di Scaravelli, E. Mirri,
Napoli, Edizioni scientifiche italiane, M. Visentin, Le categorie e la realtà:
saggi su Scaravelli, Firenze, Le lettere, G. Sasso, Filosofia e idealismo, De Ruggiero,
Calogero, Scaravelli, Napoli, Bibliopolis, Il pensiero di Scaravelli: la storia
come problema e come metodo, atti del Convegno svoltosi presso l'Accademia
d'Ungheria in Roma col titolo di Il
problema del giudizio storico e Luigi Scaravelli, Mario Corsi, Soveria
Mannelli, Rubbettino, Scaravelli pensatore europeo, M. Biscuso e G. Gembillo,
Messina, Siciliano, Gennaro Sasso, Scaravelli e il giudizio, in Filosofia e
idealismo. Secondi paralipomeni, Napoli, Bibliopolis, S. Palermo, Tra critica e metafisica. Luigi
Scaravelli lettore di Kant, Pisa, Edizioni ETS, Luigi Scaravelli, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Luigi Scaravelli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Massimiliano
Biscuso, Profilo di Luigi Scaravelli, su bibliotecafilosofia.uniroma1. La completa dei suoi scritti, su giornaledifilosofia.net.
Luigi Scaravelli. Scaravelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Scaravelli” – The Swimming-Pool Library.
Scarpelli (Vicenza). Filosofo. Studioso di analisi
del linguaggio, è stato uno dei fondatori della cosiddetta scuola analitica italiana
di filosofia del diritto assieme a Bobbio. È stato, insieme allo stesso Bobbio
e a Giovanni Tarello, uno dei massimi esponenti della filosofia del diritto
analitica italiana del Novecento, insegnando in varie università italiane anche
Teoria generale del diritto, dottrine dello Stato, Filosofia morale e Filosofia
della politica ed occupandosi costantemente, per l'intera vita, di problemi di
etica e politica. Il pensiero filosofico-giuridico scarpelliano può essere
raccolto attorno a due grandi temi: la semiotica del linguaggio prescrittivo e
il metodo giuridico. Scarpelli contribuisce in misura fondamentale alla
cosiddetta svolta prescrittivistica in campo semiotico ed è fautore di una
giustificazione etico-politica del positivismo giuridico. Oltre ad approfondire
lo studio del metodo del ragionamento morale, si è impegnato attivamente in
relazione a questioni di etica e bioetica quali per esempio l'aborto e
l'eutanasia. Ha compiuto inoltre studi sulla democrazia e i concetti di libertà
politica e di partecipazione politica. Da una famiglia di origine pugliese
trasferitasi poi in Lucchesia; il padre è magistrato. Dopo avere frequentato il
liceo, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università degli
Studi di Torino. La formazione di Scarpelli è all'insegna del pensiero
filosofico idealistico allora dominante in Italia e fondata, tra gli altri, sui
testi di Croce e Gentile. Durante gli anni universitari, desta l'interesse di
Scarpelli in particolare Allara, maestro della scuola civilistica torinese, e
la filosofia del diritto. Segue le lezioni del corso di Filosofia del diritto
di Bobbio, che ha l'incarico per quell'anno di ricoprire la cattedra di Gioele
Solari. Sotto la guida del filosofo e giurista italiano Solari, Scarpelli si
laurea nel 1946 discutendo una tesi sul tema della persona nella filosofia
giuridica moderna. Già in questo lavorolo ricorda Bobbio, molti anni più tardi,
nel ritratto dell'allievoScarpelli rivela un orientamento critico verso le
versioni organicistiche della filosofia al tempo in auge. Si laurea
anchein Scienze politiche sempre sotto la guida di Solari. Risale a questo anno
la pubblicazione nella Rivista del diritto commerciale di una breve nota
intitolata Scienza giuridica e analisi del linguaggio; in questa nota Scarpelli
precorre il celebre saggio di Bobbio che porta lo stesso titolo e che è
considerato il manifesto della scuola analitica italiana di filosofia del
diritto. Scarpelli, sino da giovanissimo, prende le distanze dalle correnti
filosofiche idealistiche, organicistiche ed attualistiche accreditate sul
continente per accostarsi al positivismo logico e, più in generale, alla
filosofia analitica e agli studi di semiotica. È tra i primi a proporne una
applicazione in campo giuridico e ad evidenziare la rilevanza della analisi del
linguaggio per la teoria e la dogmatica giuridica. Appena dopo la laurea,
diviene assistente volontario di Bobbio; in seguito, in qualità di assistente
incaricato, collabora con Bobbio alla preparazione di due seminari, uno sulla
giustizia nel materialismo storico e l'altro sulla interpretazione giuridica.
La giustizia e il marxismo sono temi a cui Scarpelli dedica il primo libro
intitolato Esistenzialismo e marxismo, il quale reca come sottotitolo Saggio
sulla giustizia. Nonostante alcuni cambiamenti intervenuti nel corso degli
anni, nel libro si rintracciano alcuni motivi del pensiero scarpelliano che lo
stesso Scarpelli riconosce di non avere mai abbandonato: anzitutto, l'idea che
la filosofia debba proporsi come forma di pensiero mondano, legato
esclusivamente a ciò che gli uomini sono e fanno al mondo, e l'idea della
scelta e dell'impegno come basi della esistenza di ciascun uomo. Risultato
vincitore del concorso per l'accesso in magistratura, lascia la carriera
universitaria con qualche rimpianto; ne è testimonianza la corrispondenza
epistolare col maestro Norberto Bobbio. Durante gli anni di magistratura, i
rapporti con l'università non si interrompono però completamente: consegue la
libera docenza in Filosofia del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza
dell'Università degli Studi di Milano; nei due anni successivi svolge corsi
liberi nella stessa disciplina e svolge su incarico il corso di dottrina dello
Stato al fianco di Renato Treves. Godendo di una borsa Rockefeller, ottenuta
soprattutto grazie ad Alessandro Passerin d'Entrèves, per un anno si dedica
ininterrottamente allo studio ponendo le basi di una delle sue opere
principali: il Contributo alla semantica del linguaggio normative. Esercita la
professione di magistrato a Milano fino al anno in cui lascia definitivamente
la carica per ritornare a tempo pieno all'insegnamento universitario. Tiene
per incarico il corso di filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza
di Perugia, professore straordinario di
Filosofia del diritto presso la medesima Facoltà; al compimentodel triennio, è Professore
sempre a Perugia. Professore di Filosofia morale nella Facoltà di Lettere e
filosofia del diritto dell'Università degli Studi di Pavia, presso la cui
Facoltà di Giurisprudenza tiene anche le lezioni di Filosofia del diritto. Titolare
della cattedra di Filosofia del diritto della Facoltà di Giurisprudenza di
Torino. Mantiene l'incarico fino a quando si trasferisce accanto a Treves
all'Università degli Studi di Milano ricoprendo la cattedra di Filosofia del
diritto di cui è già titolare. Promuove il dottorato in filosofia analitica e
teoria generale del diritto; ancora oggi attivo, tale dottorato è uno dei tre
curricula che compongono l'attuale dottorato in a Milano. Durante gli anni di
docenza, oltre ai corsi di Filosofia del diritto e Filosofia morale, Scarpelli
insegna su incarico Teoria generale del diritto, Filosofia della politica e
Analisi del linguaggio politico. Lavora appassionatamente e alacremente a
un'opera sistematica rimasta incompiuta: si tratta di un trattato di teoria
generale del diritto di cui resta solo la struttura del lavoro, dettagliata
fino alla scansione dei paragrafi. A tale opera Scarpelli pensa per lunghi
anni, almeno dieci, come dimostra quanto egli scrive nel saggio intitolato La
teoria generale del diritto: prospettive per un trattato; eccettuate le
anticipazioni presenti in questo lavoro e in altri saggi successivi, tra le
carte rimaste di Scarpelli, non v'è alcuna parte di testo scritta di pugno dal
filosofo. Come attestano gli allievi, il modo di lavorare di Scarpelli avrebbe
portato ad una stesura unitaria a partire dalle citazioni e dai riferimenti
raccolti e ordi corso degli anni. Ad oggi, questa mole di documenti resta
l'ultima testimonianza del lavoro di Scarpelli, la traccia degli ultimi
sviluppi del suo pensiero di filosofo del diritto e studioso di analisi del
linguaggio. Muore a Milano. Tra gli scritti pubblicati postumi e ancora
incompiuti, si ricorda soprattutto il testo di una conferenza mai tenuta
intitolato La mia meta-etica e la mia esperienza etica in cui Scarpelli
esplicita le due problematiche che hanno dominato la sua ricerca meta-etica:
quella della razionalità interna dell'etica e quella della sua
fondazione. L'attività scientifica Scarpelli ricopre numerose cariche in
istituzioni dedite alla ricerca e partecipa a numerosi convegni, incontri di
studio e simposi di rilievo nazionale ed internazionale. È stato membro del
Centro di studi metodologici di Torino e dello Institut international de
philosophie politique; è stato socio corrispondente dell'Accademia delle
scienze di Torino e socio dell'Istituto Lombardo Accademia delle scienze e
delle lettere.Direttore dell'Istituto per la Scienza per la amministrazione
pubblica. Ha fatto parte dei consigli direttivi della Rivista internazionale di
filosofia del diritto e di Sociologia del diritto. Entra a far parte del
comitato di redazione della Rivista di filosofia di cui cura numeri monografici
dedicati al concetto di libertà, alla logica deontica e alla bioetica. È stato
condirettore della collana Diritto e cultura moderna e direttore della collana
Luoghi critici per le edizioni di Comunità. Presidente della Società italiana
di filosofia giuridica e politica è stato vicepresidente del Comitato nazionale
di bioetica ed è stato nominato presidente onorario della Società italiana di
filosofia analitica. Contribuisce alla nascita, dovuta all'iniziativa
soprattutto di Ludovico Geymonat, del Centro Studi metodologici di Torino. In
qualità di affiliato, riceve il compito di fare una relazione sulla
Enciclopedia delle scienze unificate; lavoro a cui fanno seguito negli anni
Cinquanta alcuni contributi sulla analisi del linguaggio così come concepita
dal movimento del positivismo logico. In questi anni Scarpelli si avvicina
sempre di più alla filosofia anglosassone e in particolare agli studi oxoniensi
sul linguaggio della morale e della politica, partecipando anche ad incontri di
studio ad Oxford. Seguendo inizialmente le ricerche di Morris, è fra i
protagonisti della cosiddetta svolta linguistica della filosofia italiana. Si
deve a lui l'introduzione nel nostro Paese del pensiero e delle opere del
filosofo della morale Hare e del filosofo della politica Oppenheim. Ad ambedue i filosofi, Scarpelli dedica
alcuni lavori; sono da ricordare anzitutto le note, che in realtà sono ampi
saggi di analisi del linguaggio normativo e contributi di meta-etica, ai due
saggi di Hare: The Language of Morals e Freedom and Reason. Intraprende un
vivace dibattito sul concetto di libertà politica che porta alla stesura di
vari lavori; tra essi, si può ricordare anzitutto il saggio dal titolo Libertà
come fatto e come valore ed il volume La
libertà politica. Si devono a Scarpelli i primi studi in Italia sulla
analisi del linguaggio giuridico in cui v'è una sistematica applicazione degli
strumenti della semiotica ai suoi tre livelli: la sintattica (lo studio dei
rapporti tra i segni), la semantica (lo studio dei rapporti tra i segni e i
significati), la pragmatica (lo studio dei rapporti tra i segni e i loro
utenti). Tutta la speculazione e la produzione scientifica di Scarpelli è
basata sulla tesi della grande distinzione tra linguaggio descrittivo e
linguaggio prescrittivo; ma negli anni si evolve progressivamente il livello a
cui è individuato il tratto differenziale tra l'uno e l'altro, individuato
dapprima sul piano pragmatico e poi sul piano semantico. L'esposizione compiuta
del pensiero scarpelliano sulla significanza del linguaggio prescrittivo si ha
nell'opera del Semantica, morale e diritto, trasfusa nella voce Semantica
giuridica dello stesso anno. L'idea che il linguaggio prescrittivo (le norme, i
comandi, gli ordini, le preghiere, ecc.) abbiano significato trae origine dalla
distinzione tra il principio di significanza e il principio di verificazione.
Alcuni spunti in tal senso sono rintracciabili già nel Contributo alla
semantica del linguaggio normativo il cui nucleo concettuale ancora vicino al
positivismo logico sta nell'intuizione che gli enunciati normativi, quantunque
non possano essere verificati o falsificati, debbano nondimeno riferirsi alla
realtà. Questa idea è alla base anche del libro Cos'è il positivismo giuridico in
cui Scarpelli propone una giustificazione etico-politica del positivismo
giuridico, criticando sia la versione bobbiana del positivismo giuridico come
approach sia la versione proposta da Hart. Fonti Le indicazioni sulla
produzione scientifica di Uberto Scarpelli più ampie, seppur non complete, si
rintracciano al momento nei seguenti contributi: R. Guastini, Variazioni su
temi di Scarpelli. Con un'appendice bibliografica, in «Materiali per una storia
della cultura giuridica italiana», Xdegli scritti di Uberto Scarpelli. Nota
Bibliografica, in Filosofia analitica Donatelli e Luciano Floridi, Lithos
editrice, Roma, (con anche l'indicazione delle note sul “Monitore dei
Tribunali” e degli articoli comparsi su alcuni giornali, quotidiani e
periodici: “L'Opinione”, “Panorama”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Mondo economico”);
Mario Jori, Uberto Scarpelli, giurista e filosofo, in «Rivista internazionale
di filosofia del diritto», Norberto Bobbio, La mia Italia, Polito, Passigli
Editori, Firenze, nelle pagine dedicate
al ritratto di Uberto Scarpelli. Semantica del linguaggio normativo, in Filosofia
del diritto, (Paolo Di Lucia), Raffaello Cortina Editore, Milana. La
presente non è completa e non contempla
i numerosissimi scritti e note apparsi sui giornali, quotidiani e
periodici. Esistenzialismo e marxismo. Saggio sulla giustizia, Taylor, Torino,
Filosofia analitica e giurisprudenza, Istituto editoriale Cisalpino, Milano, Il
problema della definizione e il concetto di diritto, Istituto editoriale
Cisalpino, Milano, Contributo alla semantica del linguaggio normativo, Accademia
delle Scienze, Torino, (nuova edizione con introduzione e Anna Pintore,
Giuffrè, Milano, Filosofia analitica,
norme e valori, Comunità, Milano, Validità, legittimità, effettività del
diritto, e positivismo giuridico, Cluep, Perugia, ciclostilato Cos'è il
positivismo giuridico, Comunità, Milano, (nuova edizione con introduzione di
Alfonso Catania e Mario Jori, ESI, Napoli) Diritto e analisi del linguaggio,
Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, Letture filosofiche e politiche.
Introduzione agli studi politici, Uberto Scarpelli, Cisalpino-Goliardica,
Milano, Hobbes. Linguaggio e leggi naturali. Il tempo e la pena, Giuffrè,
Milano, L'etica senza verità, Il Mulino, Bologna, La teoria generale del
diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi dedicati a Norberto Bobbio, Uberto
Scarpelli, Comunità, Milano, Il linguaggio del diritto,Led, Milano, Bioetica
Laica, Maurizio Mori, Baldini e Castoldi, Milano, Saggi Scienza del diritto e
analisi del linguaggio, Rivista del diritto commerciale, Dissertazione (check) per
la libera docenza, Giurisprudenza italiana, L'Unità della scienza nella “International
Encyclopedia of Unified Science”, Rivista di filosofia, Il giudice e la legge,
Occidente. Rivista mensile (saggio compreso nel fascicolo speciale dedicato a
Il potere giurisdizionale nello stato moderno e in particolare nella costituzione
italiana, Liberalismo e democrazia nella Costituzione italiana, Occidente.
Rivista bimestrale di studi politici, Elementi di analisi della proposizione
giuridica, Jus, (riedito in Atti del congresso di studi metodologici promosso
dal Centro di Studi metodologici, Ramella, Torino, Diritto naturale vigente,
Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Alcuni problemi della teoria
analitica del valore nel libro “Elementi di filosofia analitica” di Arthur Pap,
Rivista di filosofia, Linguaggio
valutativo e prescrittivo, Jus, La Filosofia di Gentile e le critiche di Solari,
in Studi in memoria di Solari, Ramella, Torino, Responsabilità del magistrato,
Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Behaviourism, positivismo
logico e fascismo, Rivista bimestrale di cultura e di politica, Gli Stati Uniti
e “il grande cambiamento”, Rivista bimestrale di cultura e di politica, Etica e
linguaggio, Rivista di filosofia, Società e natura nel pensiero di Kelsen,
Rivista internazionale di filosofia del diritto, Osservazioni sul concetto di
segno nel pensiero di Charles Morris, Rivista di filosofia, La natura della
analisi del linguaggio, Rivista di filosofia, La natura della metodologia
giuridica, Rivista internazionale di filosofia del diritto (incluso anche in
Filosofia e scienza del diritto. Atti del II Congresso nazionale di filosofia
del diritto (Giuffrè, Milano), La «Filosofia del diritto» di Widar Cesarini
Sforza, Rivista di diritto civile, I compiti della filosofia del diritto, in La
ricerca filosofica nella coscienza delle nuove generazioni, Carlo Arata e
altri, Il Mulino, Bologna, I fondamenti e il metodo della analisi del linguaggio,
in Il pensiero contemporaneo. Filosofia, epistemologia, logica, Rossi-Landi,
Comunità, Milano,Retribuzione (voce), Enciclopedia Filosofica, IV, Sansoni,
Firenze, La définition en droit, Logique et Analyse,ss. poi tradotto come La
definizione nel diritto, Jus, Imperativi e asserzioni (Grice: “Or is it
indicatives and imperatives?”) Rivista di filosofia, La libertà, la democrazia
e il magistrato, Monitore dei Tribunali, Relazione, in Dibattito bolognese sui valori,
Augusto Guzzo e Uberto Scarpelli, Edizioni di Filosofia, Torino, Libertà, ragione e giustizia, Rivista di
filosofia, Marxismo, sociologia neopositivistica e lotta delle classi, Quaderni
di Sociologia, Il permesso, il dovere e la completezza degli ordinamenti
normativi (a proposito di un libro di Amedeo G. Conte), Rivista trimestrale di
diritto e procedura civile, La dimensione normativa della libertà, Rivista di
filosofia, 1Positivismo logico e società contemporanea, Rivista di filosofia, Libertà come fatto e come valore, Rivista di
filosofia, Illuminismo e legislazione, La Magistratura, Le “proposizioni
giuridiche” come precetti reiterati, Rivista internazionale di filosofia del
diritto, Risposta di Uberto Scarpelli, in Quaderni della Rivista “Il politico”.
Tavola rotonda sul positivismo giuridico (Pavia), Milano, Giuffrè, L'educazione
del giurista, Rivista di diritto processuale, Semantica giuridica, voce del
Novissimo digesto italiano, XVI, UTET, Torino (Semantica, morale e diritto,
Giappichelli, Torino) Problemi e idee circa l'insegnamento del dirittoGruppo di
lavoro per il diritto G. Pugliese, in Le scienze dell'uomo e la riforma universitaria,
Laterza, Bari, I magistrati e le tre
democrazie, Rivista di diritto processuale, Le argomentazioni dei giudici:
prospettive di analisi, Il Foro italiano, suppl. ai Quaderni. Serie II. La
formazione extralegislativa del diritto nell'esperienza italiana. Atti delle
giornate di studio di Ancona, “Moore in Italia,” (cf. Luigi Speranza, “Grice in
Italia”), Rivista di filosofia, La
«grande divisione» e la filosofia della politica, introduzione a F. Oppenheim,
Etica e filosofia politica, Il Mulino, Bologna, Il metodo giuridico, Rivista di diritto
processuale (riedito come voce della
Enciclopedia Feltrinelli-Fisher. Diritto, Crifò, Feltrinelli, Milano.) Dovere
morale, obbligo giuridico, impegno politico, Rivista di filosofia, ss. (riedito
in Studi sassaresi, Giuffrè, Milano) Impegno politico e conoscenza sociologica,
Quaderni di Sociologia, Il diritto nella società industriale: una strategia di
accostamento, Rivista di diritto processuale. (edito anche in Il diritto della
società industriale. Obbligazione politica e libertà di coscienza. Atti del IX
Convegno nazionale della Società italiana di Filosofia giuridica e politica
(Pergia), Giuffrè, Milano, Prefazione a Dagobert D. Runes, Dizionario di
filosofia, Mondadori, Milano, La facoltà di scienze politiche di Milano e il
potere negativo, Politica del diritto, Intervento in Autonomia e diritto di
resistenza, Studi sassaresi, Giuffrè, Milano, Insegnamento del diritto,
filosofia del diritto e società in trasformazione, Rivista trimestrale di
diritto pubblico, (riedito in L'educazione giuridica, Libreria Universitaria,
Perugia, Per una sociologia del diritto
come scienza, Sociologia del diritto (riedito in La sociologia del diritto: un
dibattito, Giuffrè, Milano, e in Diritto e trasformazione sociale, Laterza,
Bari, La conoscenza sociologica, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e
ragione, in Atti delConvegno Nazionale di Filosofia (Pavia), Società filosofica
italiana, Roma, Democrazie e competenze,
Amministrare, Giuffrè, Milano, Introduzione. La Filosofia. La filosofia
dell'etica. La filosofia del diritto di indirizzo analitico in Italia e
Introduzione all'analisi delle argomentazioni dei giudici, in Diritto e analisi
del linguaggio, Uberto Scarpelli, Milano, Comunità, 1Lawrence M. Friedman e il
sistema giuridico, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, Rivista
di filosofia, Intervento al convegno del PSI di Milano, in I socialisti e la
cultura. Materiali e contributi per una politica culturale alternativa,
Marsilio, Venezia, Le condizioni metagiuridiche della partecipazione, Atti del
XXII Convegno di Studi di Scienza dell'amministrazione, Giuffrè, Milano Le “entità strane dette norme” ed i guastini
di Guastini, Sociologia del diritto, Santi Romano, teorico conservatore,
teorico progressista, in Le dottrine giuridiche di oggi e l'insegnamento di
Santi Romano, P. Biscaretti di Ruffìa, Giuffrè, Milano, Intervento in La partecipazione popolare nella
Costituzione repubblicana: prevenzione sociale e controllo della criminalità.
Atti del convegno di Senigallia, Giustizia e Costituzione, Intervento nella
presentazione di Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, in Milano, Sala del
Grechetto, pubblicata in UTETPanorama di Lettere e Scienze, Hobbes e
l'obbligazione politica come obbligazione in coscienza, in Studi in onore di Liebman,
IV, Giuffrè, Milano, Idea dell'università e diritto allo studio, in Atti del
Convegno su Il diritto allo studio nel quadro dei rapporti fra Università e
Regione, Quaderni della Regione Lombardia, Teoria formale o teoria strutturale del
diritto. Per la dissoluzione della metafora formalistica, in Studi in onore di
C. Grassetti, Giuffrè, Milano, La partecipazione politica, Sociologia del
diritto, La meta-etica e la sua rilevanza etica, Rivista di filosofia, Intervento in Giudici separati? Magistratura,
società e istituzioni, Atti del I Convegno Emilio Alessandrini (Senigallia), Giustizia
e Costituzione, La critica analitica a Kelsen, Rivista di filosofia (riedito in
Hans Kelsen nella cultura filosofico-giuridica del novecento, C. Roehrssen,
Istituto delle Enciclopedia italiana, Roma) La responsabilità politica, XIII
Congresso nazionale della Società Italiana di Filosofia giuridica e politica.
Pavia, Giuffrè, Milano, Responsabilità politica o virtù repubblicana, in
Garanzie processuali o responsabilità del giudice, Franco Angeli, Milano, Riflessioni
sulla responsabilità politica. Responsabilità, libertà, visione dell'uomo,
Rivista internazionale di filosofia del diritto, Interventi (pubblicati senza
essere rivisti dall'autore) nella giornata di studi su Le ragioni della
libertà: degenerazione dello stato burocratico e risposte neoliberali per
l'Italia, Einaudinotiziecircolare ai soci della Fondazione Einaudi, Il tempo e
la pena, in Piacere e felicità: fortuna e declino. Atti del 3º Convegno di
studiosi di Filosofia morale (Chiavari-S. Margherita Ligure), R. Crippa,
Liviana Editrice, Padova, Filosofia e diritto, in La cultura filosofica
italiana nelle sue relazioni con altri campi del sapere. Atti del convegno di
Anacapri, Guida Editori, Napoli, B.
Leoni e l'analisi del linguaggio, Il politico. Rivista italiana di Scienze
politiche, La democrazia e il segreto,
in Il segreto nella realtà giuridica italiana. Atti del convegno nazionale,
Roma, Cedam, Padova, La teoria generale del diritto: prospettive per un
trattato, in La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi
dedicati a Noberto Bobbio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, L'interpretazione premesse alla teoria
dell'interpretazione giuridica, in Società norme e valori. Studi in onore di
Renato Treves, Uberto Scarpelli e Vincenzo Tomeo, Giuffrè, Milano, Auctoritas
non veritas facit legem, in Linguaggio persuasione verità: atti del Congresso
nazionale di filosofia tenutosi in Verona, Cedam, Padova (anche in Rivista di filosofia, Intervento in Il Welfare State possibile.
Saggi e interventi di Francesco Barone, Uberto Scarpelli, prefazione di Enrico
Mattei, Le Monnier, 1 Scienze dell'uomo e potere sull'uomo: oltre la libertà e
la dignità, in Baudrillard e altri, Sapere e potere, I, Viviana Conti, Multhipla
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italiana. Nuova Serie, Voci: Diritto, Interpretazione, Istituzione, Norma,
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privato, Gli orizzonti della giustificazione, Rivista di filosofia (poi in
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alcune difficoltà culturali e di una tentazione perversa inerenti ai “diritti
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logiche e discriminazione fra i sessi, Lavoro e diritto, Hobbes e lo stato
totalitario, Bollettino della Società Filosofica italiana. Nuova Serie (intervento
nella Tavola Rotonda su Attualità e presenza di Hobbes, in Hobbes oggi, Andrea
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compiti della filosofia del diritto, Notizie di Politeia, Formanti, dattiloscritto
inedito. Note a sentenza, note bibliografiche, recensioni e schede libro Nota a
sentenza del Tribunale di Milano, 2soc. Acc. Compra Vendita immobili S.A.C.V.I.
c. Della Beffa, su Locazione di coseLocazione di immobili urbaniProroga ecc.,
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Uberto Scarpelli. Scarpelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Scarpelli” – The Swimming-Pool Library.
Sciacca (Messina). Filosofo. Allievo e assistente a Palermo di
Renda, volse il suo interesse verso la filosofia kantiana, tema a cui dedica un
primo saggio, La funzione della libertà nella formazione del sistema kantiano a
cui fece seguito, nel 1963, il saggio L'idea della libertà. Fondamento della
coscienza etico-politica, che riproduceva, in appendice, la memoria. Professore
Emerito di Storia della filosofia presso la Facoltà di Lettere dell'Palermo, è
stato presidente della Società filosofica italiana Autore di numerosi saggi, il
filosofo si è espresso attraverso una ricca . Opere; Filosofi che si
confessano, Guido D'Anna editore, Messina, Il fondamento della sterēsis nella
"Filosofia dell'azione", Accademia di Scienze, Lettere ed Arti,
Palermo, Il concetto di tiranno, dai greci a Coluccio Salutati, U. Manfredi
editore Palermo, 1953; La visione della vita nell'Umanesimo e Coluccio
Salutati, Palermo Politica e vita spirituale, ed. Palumbo, Palermo, Gli Dei in
Protagora, ed. Palumbo, Esistenza e realtà in Husserl, ed. Palumbo, Palermo,
Esistenza e realtà, Palermo, L'Idea della libertà in Kant. Fondamento della
coscienza etico-politica, ed. Palumbo, Palermo, Scetticismo cristiano, ed.
Palumbo, Palermo, Ritorno alla saggezza, ed. Palumbo, Palermo, L'uomo senza
Adamo, ed. Palumbo6; Sapere e alienazione, ed. Palumbo, Palermo, 1 Il Segno,
quel Segno, ed. Cappelli, Bologna. Pubblicato l'anno dopo in "Reale
accademia di lettere scienze e arti", «La filosofia per cambiare il
mondo», La Repubblica. Alessandro De
Bono, Giuseppe Maria Sciacca. La vita e la filosofia, Alessandria della Rocca,
M.K.N.,Caterina Genna, «Antonio Renda e Giuseppe Maria Sciacca: due testimoni
della tradizione neokantiana», in Piero di Giovanni, Le avanguardie della
filosofia italiana nel XX secolo, FrancoAngeli, "Bollettino quadrimestrale
della Società Filosofica Italiana", Piero Di Giovanni, L'opera e il
pensiero di Giuseppe Maria Sciacca M. , Scritti di Giuseppe Maria Sciacca Armando Plebe Piero Di Giovanni. Giuseppe
Maria Sciacca. Sciacca. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sciacca” –
The Swimming-Pool Library.
Sciacca (Giarre). Filosofo.
«La filosofia non asciuga lacrime né
dispensa sorrisi, ma dice la sua parola sulla "verità" delle lacrime
e dei sorrisi.» Dopo gli studi liceali classici si trasferì a Napoli, nella cui
università si laureò in filosofia, con Antonio Aliotta. Cominciò quindi, dopo
aver conseguito la libera docenza in filosofia, la carriera universitaria a
Napoli, come assistente incaricato di storia della filosofia antica e
collaborando come condirettore alla rivista Logos fondata e diretta da Aliotta.
Fondò la rivista Il Giornale di Metafisica. Molto intenso fu il suo rapporto
filosofico e di stima reciproca con Giovanni Gentile, un sodalizio iniziato nel
1933 e testimoniato dalla fitta corrispondenza tra i due filosofi, da cui però
ben presto Sciacca si allontanò, in particolare dal filone di pensiero idealistico,
per condurre la sua propria ricerca filosofica in modo più ampio, tanto da
condurlo a studiare per un certo periodo, grazie alle sue conoscenze pure in
campo teologico, sia la corrente del misticismo cristiano che quella dello
spiritualismo cristiano. Conseguì
l'ordinariato ncon cattedra all'Pavia, quindi insegnò, dal 1947 alla morte
prematura, filosofia teoretica presso l'Genova, che in seguito gli intitolò il
proprio Dipartimento di Studi sulla Storia del Pensiero Europeo. Dal 1959 al
1974, ricoprì anche la carica di presidente dell'Accademia di studi
italo-tedeschi di Merano. A Genova morì. Storico della filosofia, studioso e
profondo conoscitore del pensiero del sacerdote e filosofo Antonio Rosmini,
promotore della fondazione del "Centro Internazionale di Studi
Rosminiani" di Stresa nel 1966, Sciacca è una delle principali figure
dello spiritualismo filosofico del Novecento, a cui pervenne dopo i primi
interessi per l'attualismo gentiliano ed i successivi, più impegnativi studi
sullo spiritualismo cristiano, anche interpretandolo in modo originale,
delineando un particolare percorso di continuità che, connettendo la metafisica
classica al pensiero filosofico moderno, perviene a concepire un'apertura del
soggetto personalecome creaturaverso l'attualità assoluta dell'Essere
(«filosofia dell'integralità»). La sua memoria è ricordata principalmente
attraverso le opere dei suoi due allievi, Maria Adelaide Raschini e Pier Paolo
Ottonello, entrambi docenti dell'ateneo genovese. È sepolto presso il Sacro Monte di
Domodossola, casa madre dei rosminiani, dove infatti riposano le spoglie di
molti membri appartenuti alla congregazione. S. AgostinoMorcelliana, Brescia. L'Anima
Morcelliana, Brescia. La filosofia morale di Antonio Rosmini Fratelli Bocca,
Torino. Atto ed essere Fratelli Bocca, Torino. Interpretazioni rosminiane
Marzorati, Milano. Come si vince a WaterlooMarzorati, Milano. La filosofia e la
scienza nel loro sviluppo storico. Per i licei scientificiCremonese, Roma.
PlatoneMarzorati, Milano.Filosofia e antifilosofia Marzorati, Milano. La Chiesa
e la civiltà moderna Marzorati, Milano. Pagine di critica letteraria Marzorati,
Milano. L'oscuramento dell'intelligenza Marzorati, Milano. Studi sulla
filosofia antica. Con un'appendice sulla filosofia medioevale Marzorati,
Milano. Ontologia triadica e trinitaria. Discorso metafisico-teologico
Marzorati, Milano. L'Insegnamento della filosofia: atti del II Convegno di
studi, Messina, maggio Editrice peloritana, Messina. Reflexiones inactuales
sobre el historicismo hegeliano Fundación Universitaria Española, Madrid. Ontologia
triadica e trinitariaL'Epos, Palermo. Atto ed essereL'Epos, Palermo. Il magnifico oggiL'Epos, Palermo. In Spirito e
VeritàL'Epos, Palermo. La
clessidraL'Epos, Palermo. L'ora di Cristo L'Epos, Palermo. La principale fonte
biografica qui seguita è: Pier Paolo Ottonello, "Sciacca, Michele
Federico", Dizionario Biografico degli Italiani, Cfr. CSFG-Centro di Studi Filosofici di
Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni Editore, 1 Pier Paolo
Ottonello, "Sciacca, Michele Federico", Dizionario Biografico degli
Italiani, CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei
Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni Editore, Michele Schiavone, L'idealismo di M.F.
Sciacca come sviluppo del rosminianismo, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane
Sodalitas, Antimo Negri, Michele Federico Sciacca: dall'attualismo alla
filosofia dell'integralità, Forlì, Edizioni di Ethica, Emilio Pignologni, Genesi e sviluppo del
rosminianesimo nel pensiero di Michele F. Sciacca, Milano, Marzorati, La
filosofia di M.F. Sciacca, Bologna, Quaderni del Giornale di Metafisica, Michele
Federico Sciacca, Stresa (VB), Estratti della Rivista Rosminiana, Maria
Adelaide Raschini, Incontrare Sciacca, Venezia, Marsilio Editori, Pier Paolo
Ottonello, Sciacca. L'anticonformismo costruttivo, Venezia, Marsilio Editori,
2000. Alessandra Modugno, Heidegger e Sciacca. Essere, persona, libertà, tempo,
Venezia, Marsilio Editori, H.M. Ortiz, "Muerte e inmortalidad" de
Sciacca, Firenze, Leo S. Olschki Editore, . Michele Shiavone, L'idealismo di M.
F. Sciacca come sviluppo del rosminianesimo , Collana di studi filosofici
rosminiani (n. 14), Domodossola (NO) ; Milano, Sodalitas, Ospitato su Bontadini
e la metafisica. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Michele
Federico Sciacca, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Pubblicazioni di Michele Federico Sciacca,
su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de
l'Innovation. Sito dedicato alla vita ed
alle opere di M.F. Sciacca, su fondazionesciacca. Profilo biografico, su
pensierofilosoficoreligiosoitaliano.org. Michele Federico Sciacca. Sciacca.
Keywords. Refs.: Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library.
Scupoli (Otranto). Filosofo. Very important Italian philosopher. Ricevette
come nome di battesimo Francesco. Entrò nell'ordine dei teatini quasi
quarantenne, nel 1569, per ricevere gli ordini sacri in soli otto anni. Fu
discepolo di sant'Andrea Avellino, appartenente al suo stesso ordine. Risale
l'accusa di violazione della regola, per cui fu arrestato per un anno e sospeso
a divinis. Per la sua assoluzione dovette attendere quasi la morte; intanto,
sopportò l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e umanità. Il
combattimento spirituale «"Con
l’orazione porrai la spada in mano a Dio, perché combatta e vinca per te."
La preghiera è dunque l’arma di tutte le vittorie. Essa è la debolezza di Dio e
la forza dell’uomo perché il cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi
figli.» (Padre Lino Pedron. Opere: Il combattimento spirituale, come afferma V.
Gambi nell'introduzione all'opera delle ed. Paoline del 1960, è un trattato di
strategia spirituale che come altre opere e vicino alla spiritualità ignaziana
conduce l'anima a una perfezione tutta interiore. L'opera indica cinque mezzi
per raggiungere la perfezione spirituale: 1. Sfiducia in sé 2. pienissima
confidenza in Dio 3. combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere
i propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù
4. preghiera e meditazione 5. comunione.
Spiritualità Imitazione di Cristo A Testo del Combattimento spirituale,
su monasterovirtuale. Scupoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Scupoli," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Selvatico-Estense?
Semerari (Taranto). Filosofo. Grice: “Wheereas it
would be considered in bad taste at Oxford, the Italians pun on names – and
there is an essay on the ‘seme’ of ‘semerari’ Witty!” -- Grice: “Perhaps
Semerari is right and the philosopher MUST metaphorise. What better title to an
essay on Calabellse than ‘La sabbia e la roccia”?” -- Grice: “I like Semerari:
His ‘principio del dialogo in Socrate” is reprinted in his invaluable
collection on “Dialogo.”” – Grice: “In a way, we may say that Calogero,
Semerari, and myself, belong to the school of the philosophy of conversation –
not to mention Apel!”. Laureato aa Roma, dove fu allievo di Carabellese, fu poi
professore di filosofia a Bari --(a lui è dedicata la biblioteca del
dipartimento). Con Paci ha collaborato «aut
aut», di cui era in redazione. Collaborò anche a «Critica storica», «Giornale
critico della filosofia italiana», «Clizia», «Historica», « Rivista internazionale
di filosofia del diritto», «Rivista di filosofia», «Il pensiero», «Archivio di
filosofia» e altre riviste specialistiche. Fondò la rivista «Paradigmi», e ne
fu il direttore. Si è dedicato per lo
più a Spinoza, a Schelling, alla fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty e al
materialismo storico di Marx. Opere: “I
problemi dello spinozismo,” Vecchi, Trani, “Storia e storicismo: saggio sul
problema della storia nella filosofia Carabellése,” Vecchi, Trani; “Storicismo
e ontologismo critico,” Lacaita, Manduria, Dialogo, storia, valori: studi di
filosofia.” Ciranna, Siracusa; Interpretazione di Schelling, Libreria
scientifica, Napoli; “L'esistenzialismo
italiano,” (Grice: “This reminds me of parochial Warnock and his “English
philosophy,” or Sorley for that matter!”) -- Cressati, Bari; “Questioni di
etica contemporanea,” Adriatica, Bari; Responsabilità e comunità umana.
Ricerche etiche, Lacaita, Manduria; La filosofia come relazione, Quaderni di
cultura, Sapri; Ferruccio De Natale, Guerini e Associati, Milano Scienza nuova
e ragione, Lacaita, Manduria; Furio Semerari, premessa di Carlo Sini, Guerini e
Associati, Milano Da Schelling a Merleau-Ponty. Studi sulla filosofia contemporanea,
Cappelli, Bologna; La lotta per la
scienza, Silva, Milano; Francesco Valerio, premessa di Fulvio Papi, Guerini e
Associati, Milano, Spinoza, Marzorati, Milano; Esperienze del pensiero moderno,
Argalia, Urbino; La filosofia dell'esistenza in Kant, Adriatica, Bar; Introduzione a Schelling, Laterza, Bari Filosofia
e potere, Dedalo, Bari Civiltà dei mezzi, civiltà dei fini. Per un razionalismo
filosofico-politico, Bertani, Verona; La
scienza come problema: dai modelli teorici alla produzione di tecnologie, De
Donato, Bari; Insecuritas. Tecniche e paradigmi della salvezza, Spirali,
Milano; La sabbia e la roccia. L'ontologia critica di P. Carabellése, Dedalo,
Bar; Dentro la storiografia filosofica. Questioni di teoria e didattica, Dedalo,
Bari); Sartre. Teoria, scrittura, impegno, Edizioni del Sud, Bari; Novecento
filosofico italiano. Situazioni e problemi, Guida, Napoli; Skepsis. Studi
husserliani” (Dedalo, Bari); Filosofia. Lezioni preliminari, Guerini e
Associati, Milano Confronti con Heidegger, Dedalo, Bari prefazione a Edmund
Husserl, La filosofia come scienza rigorosa, Laterza, Bari, Frammenti di
diario; l'anno di Istanbul, Schena, Fasano. “La cosa stessa.” Seminari fenomenologici,
Dedalo, Bari; Schelling, Lettere filosofiche su dommatismo e criticismo e Nuova
deduzione del diritto naturale , Laterza, Bari. Pensiero e narrazioni. Modelli
di storiografia filosofica, Dedalo, Bari; Frammenti di diario; l'anno del
Messico, Schena, Fasano; Fenomenologia delle relazioni, Palomar, Bari; Ragione
e storia. Studi in memoria di Giuseppe Semerari, F. Tateo, Schena, Fasano; Dalla materia alla coscienza. Studi su
Schelling in ricordo di Giuseppe Semerari, Carlo Tatasciore, Guerini, Milano; ‘La
certezza incerta” Scritti su Giuseppe Semerari con due inediti dell'autore,
Furio Semerari, Guerini, Milano; Augusto Ponzio, Il significato della filosofia
per Giuseppe Semerari, in "BariSera", Luciano Niro, Giuseppe
Semerari. Il problema morale, Atheneum, Firenze, Julia Ponzio e Filippo
Silvestri, Il seme umanissimo della filosofia. Sul pensiero di Giuseppe
Semerari, Mimesis, Milano Giuseppe Semerari, in TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Semerari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Semerari” – The Swimming-Pool Library.
Semmola (Napoli). Filosofo. Grice: “I find it
difficult to sea if Semmola endorses formalism or informalism in his monumental
“Logica.”” Grice: “While Ayer never liked it, metaphysics is very popular in
Italy, as Semmola’s monumental “Metafisica” testifies.” Grice: “It’s good to
see philosophy as an institution, in the Italian way of using this word, as per
Semmola, “Istituzione di Filosofia.” Fu senatore del Regno d'Italia nella XVI legislature.
(check). Figlio di Giovanni, uno dei più grandi esponenti della scuola napoletana,docente
e poi Segretario del Parlamento del Regno d'Italia; partecipa ai moti di
Marigliano. Scrive, tra l'altro, “Istituzioni di Filosofia,” “Logica,” “Metafisica”
(presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. Questo è l'epitaffio sul monumento a
lui dedicato e sito nel Recinto o Quadrilatero degli Uomini Illustri del
Cimitero Monumentale di Napoli-Poggioreale. Mente divinatrice ardente spirito
investigatore che nello studio della natura morbosa dell'uomo produsse miracoli
di arte e di scienza scolare e presto emulo del suo gran più ai giovann conchiuse
alla novità delle dottrine una sapienza antica procacciandosi fama in patria e
fuori di sommo maestro in medicina ne rifulse lo ingegno incomparabile dalla
cattedra nell'università napoletana nelle accademie e negli ospedali nei
consessi legislativi e nei congressi scientifici nella parola negli scritti membro
della commissione legislativa riunita in Firenze principale autore di un codice
sanitario italiano inviato unico plenipotenziario alla conferenza sanitaria internazionale
di Vienna deputato e poi senatore nel patrio parlamento onorato due volte di
medaglia d'oro dal proprio governo per le cure ai colerosi da quello del
Brasile per la guarigione del suo imperatore Socio di gran numero di accademie
italiane e straniere Insignito di molti tra i maggiori gradi cavallereschi. Morì
nella fede catolica avita Questo marmo per voce del comune Si fa eco
della pubblica solenne onoranza cittadina Le spoglie mortali riposano nella cappella
mortuaria di famiglia ove le vollero la vedova ed i figliuoli a rendere vieppiù
paghi la loro pietà ed il riconoscente affetto. Grand'Ufficiale dell'Ordine
della Corona d'Italianastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine
della Corona d'Italia Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaronastrino
per uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro
Onorificenze straniere Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna)
nastrino per uniforme ordinariaGran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica
(Spagna) Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila
Viçosa (Portogallo )nastrino per uniforme ordinariaCavaliere di Gran Croce
dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Portogallo) Commendatore
di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) nastrino per uniforme ordinariaCommendatore
di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) Commendatore di I classe
dell'Ordine della Stella Polare (Svezia)nastrino per uniforme ordinariaCommendatore
di I classe dell'Ordine della Stella Polare (Svezia) Grand'Ufficiale
dell'Ordine di Nichan Iftikar (Tunisia)nastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale
dell'Ordine di Nichan Iftikar (Tunisia) Commendatore dell'Ordine Imperiale di
Leopoldo (Impero austro-ungarico)nastrino per uniforme ordinariaCommendatore
dell'Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico) Cavaliere
dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)nastrino per uniforme ordinariaCavaliere
dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) Opere di Mariano Semmola, su
openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Mariano Semmola, su storia.camera, Camera dei deputati. Senatori
d'Italia, Senato della Repubblica. Mariano Semmola. Semmola. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Semmola” – The Swimming-Pool Library.
Serra
(Dipignano). Filosofo. Considerato
il primo filosofo dell’economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa.
A Serra va «il merito di avere composto per primo un trattato scientifico,
seppure non sistematico, sui principi e sulla politica economica». Breve
trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove
non sono miniere Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in
utroque, nelSerra fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a
causa della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella
per liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente
dietro accusa di falso monetario. Mentre era in carcere compose il Breve
trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove
non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade,
conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto. Il 6
settembreriuscì a farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca
di Osuna, per proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro
fu infruttuoso e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove
probabilmente morì. Essendo molto gravi all'inizio Professorele
condizioni finanziarie del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e
l'onere del fisco già così gravoso da indurre molti a lasciare la città per
sottrarvisi), Marc'Antonio De Santis (Discorsi) aveva proposto di limitare
l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le piazze
estere. La polemica con De Santis è alla base del Breve Trattato di Antonio
Serra, che dimostra con esempi tratti dalla storia antica e contemporanea
l'inutilità e anzi il danno di questi presunti rimedi, e da ciò trae occasione
per spiegare le vere cause della prosperità delle nazioni. Serra comincia
analizzando le cause della scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori
che avrebbero potuto invertire questa tendenza economica. Egli fu il primo ad
analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i
beni visibili che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali).
Ha spiegato come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal
deficit della bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado
di respingere l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era
dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata
nella promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle
concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica ed è
assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì
"lampada di vita". Sua influenza nella storia del pensiero
economico Fu l'abate Ferdinando Galiani a riscoprire l'opera, tessendone un
elogio nella nota XXIX del suo celebre trattato Della Moneta. "Chiunque
leggerà questo trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso
ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza
economica avesse il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui
scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli
rimedi efficaci." Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e
all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti
anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica. Serra, che
in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto
quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato
finalmente riscoperto. L'opera di Serra ed il suo breve trattato figurano con
molta evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert. Note
Friedrich List, National system of political economy, J.B. Lippincott &
Co., Joseph Alois Schumpeter, Luca Addante, Cosenza e i cosentini: un volo
lungo tre millenni, Rubbettino Editore, Francesco Martelloni, Regno di Napoli e
Terra d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una
"crisi", in C. Perrotta , La scienza è una curiosità. Scritti in
onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, Rodolfo Benini, Benedetto Croce,
Storia del Regno di Napoli, Editori Laterza. «Avendo ottenuto di parlare al
viceré duca di Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito,
presenti i consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e
chiacchiere senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.». Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana.Theodore A. Sumberg. Oreste
Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno,
, Ecra, Breve trattato delle cause che
possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Volume
1, Antonio Serra, Destefanis, Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta, Opere
di Ferdinando Galiani, Milano-Napoli, Edward Elgar Publishing, Ferdinando
Galiani, Della moneta, Napoli, Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio Serra
primo scrittore di economia civile, in Luca Addante, Patriottismo e libertà.
L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza, Pietro Custodi, Notizie
degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici
italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano, Giuseppe Pecchio,
Storia della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai
giornali del governo di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli
scritti da F. Zazzera, in Archivio storico
italiano, Giacomo Savarese, Trattato di economia politica, I, Napoli, Francesco
Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani del secolo XVIII, Torino, Lodovico
Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e della economia pubblica e
degli Stati, Napoli, Davide Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli, Luigi
Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza; Tommaso
Fornari, Studii sopra Antonio Serra e Marc'Antonio De Santis, Pavia 1879; Luigi
Amabile, Fra Tommaso Antonio Serra (economista) . Serra (Dipignano, Napoli,
primi anni XVII secolo) economista e filosofo italiano della scuola
mercantilista. Serra è considerato il primo scrittore di economia politica in
Italia, e uno dei primi in Europa. A Serra va «il merito di avere composto per
primo un trattato scientifico, seppure non sistematico, sui principi e sulla
politica economica». Breve
trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove
non sono miniere Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in
utroque, fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a causa
della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella per
liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente dietro
accusa di falso monetario. Mentre era in carcere compose il Breve
trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove
non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade,
conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto. Riuscì a
farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca di Osuna, per
proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro fu infruttuoso
e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove probabilmente
morì. Essendo molto gravi all'inizio Professorele condizioni finanziarie
del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così
gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi), Marc'Antonio De
Santis (Discorsi) aveva proposto di limitare l'esportazione della moneta e di
abbassare i tassi di cambio con le piazze estere. La polemica con De Santis è
alla base del Breve Trattato di Antonio Serra, che dimostra con esempi tratti
dalla storia antica e contemporanea l'inutilità e anzi il danno di questi
presunti rimedi, e da ciò trae occasione per spiegare le vere cause della
prosperità delle nazioni. Serra comincia analizzando le cause della
scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori che avrebbero potuto
invertire questa tendenza economica. Egli fu il primo ad analizzare e
comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i beni visibili
che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali). Ha spiegato
come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal deficit della
bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado di respingere
l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era dovuta al
tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata nella
promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle
concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica ed è
assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì
"lampada di vita". Sua influenza nella storia del pensiero
economico Fu l'abate Ferdinando Galiani a riscoprire l'opera, tessendone un
elogio nella nota XXIX del suo celebre trattato Della Moneta. "Chiunque
leggerà questo trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso
ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza
economica avesse il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui
scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli
rimedi efficaci." Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e
all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti
anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica. Serra, che
in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto
quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato
finalmente riscoperto. L'opera di Serra ed il suo breve trattato figurano con
molta evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert. Note
Friedrich List, National system of political economy, J. B. Lippincott &
Co., Joseph Alois Schumpeter, L. Addante, Cosenza e i cosentini: un volo lungo
tre millenni, Rubbettino Editore, Francesco Martelloni, Regno di Napoli e Terra
d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una
"crisi", in C. Perrotta , La scienza è una curiosità. Scritti in
onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, R. Benini, B. Croce, Storia del Regno
di Napoli, Editori Laterza. «Avendo ottenuto di parlare al viceré duca di
Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito, presenti i
consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e chiacchiere
senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.». Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Manuel Serra Moret, Diccionario Económico de Nuestro Tiempo, su
eumed.net, Theodore A. Sumberg, Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo.
Vita e pensiero del primo economista moderno, , Ecra, Breve trattato delle cause che possono far
abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Destefanis, Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta,
Opere di F. Galiani, Milano-Napoli, Ferdinando Galiani, Della moneta, Napoli, Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio
Serra primo scrittore di economia civile in Luca Addante, Patriottismo e libertà.
L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza, Pietro Custodi, Notizie
degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici
italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano Giuseppe Pecchio, Storia
della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del
governo di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli scritti da
Francesco Zazzera in Archivio storico italiano, Giacomo Savarese, Trattato di
economia politica, I, Napoli; Francesco Ferrara, Prefazione, in Trattati
italiani del secolo XVIII, Torino; Lodovico Bianchini, Della scienza del ben
vivere sociale e della economia pubblica e degli Stati, Napoli, Davide
Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli, Luigi Accattatis, Le biografie
degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza, Tommaso Fornari, Studii
sopra Antonio Serra e Marc'Antonio De Santis, Pavia; Luigi Amabile, Fra Tommaso
ampanella. La sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia, INapoli, Antonio
De Viti de Marco, Le teorie economiche di Antonio Serra, in Memorie del R.
Istituto lombardo di scienze e lettere, classe di lettere e scienze storiche e morali,
Rodolfo Benini, Sulle dottrine economiche di Serra Appunti critici, in Giornale
degli economisti, Economisti del Cinque
e Seicento, A. Graziani, Bari, G. Arias, Il pensiero economico di Antonio
Serra, in Politica, B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Bari, Economisti
napoletani dei sec. XVII e XVIII, Giorgio Tagliacozzo, Bologna, Luigi Einaudi,
Saggi bibliografici e storici intorno alle dottrine economiche, Roma, Joseph
Alois Schumpeter, Storia dell'analisi economica, Torino, Luigi De Rosa, Antonio
Serra e i suoi critici, in Atti del 3º Congresso storico calabrese, Napoli, Giuseppe
Galasso, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, Guida Editori, Oscar
Nuccio, Sul significato storico del «Breve trattato» di Antonio Serra, in
Rivista storica del Mezzogiorno, Raffaele Colapietra, Introduzione, in Problemi
monetari negli scrittori napoletani del Seicento, R. Colapietra, Roma Antonio
Aquino, Antonio Serra e l'approccio monetario all'analisi della bilancia dei
pagamenti, in Studi economici, Raffaele
Colapietra, Genovesi in Calabria nel Cinque e Seicento, in Rivista storica calabrese,
Manoscritti napoletani di Paolo Mattia Doria, Giulia Belgioioso, I, Galatina, Tullio Toscano, Il "Breve trattato"
di Antonio Serra e la disputa sui cambi esteri del Regno di Napoli, in Rivista
di politica economica, Clemente Secondo Rije, Notizie biografiche su Antonio
Serra, in A. Serra, Breve trattato, ed. anast., introduzione di Sergio Ricossa,
Napoli, Peter Groenewegen, Serra, Antonio in The New Palgrave: a dictionary of
economics, John Eatwell, Murray Milgate, Peter Kenneth Newman, IV, London; Sergio
Ricossa, Cento trame di classici dell’economia, Milano, Theodore A. Sumberg,
Antonio Serra: A Neglected Herald of the Acquisitive System, in American
Journal of Economics and Sociology, Oscar
Nuccio, Il pensiero economico italiano, II, 2, Sassari, Antonio Serra und sein
Breve trattato: Vademecum zu einem Unbekannten Klassiker, Bertram Schefold,
Düssendorlf, Il Mezzogiorno agli inizi
del Seicento, L. De Rosa, Roma-Bari , Alle origini del pensiero economico in
Italia, I, Moneta e sviluppo negli economisti napoletani dei secoli XVII-XVIII,
A. Roncaglia, Bologna (in partic. E. Zagari, Moneta e sviluppo nel «Breve trattato»
di Antonio Serra, A. Rosselli, Antonio Serra e la teoria dei cambi, Antonio Landolfi, Domenico Luciano,
Prefazione, in A. Serra, Breve trattato delle cause che possono far abbondare
li regni d’oro e argento..., Antonio Landolfi, Domenico Luciano, Vibo Valentia,
Augusto Placanica, Storia della Calabria dall’antichità ai giorni nostri, Roma,
Alessandro Roncaglia, Antonio Serra, in Rivista italiana degli economisti, Luca
Addante, Repubblicanesimo e mito di Venezia nel Breve trattato di Antonio
Serra, in Clio, Erik S. Reinert, Sophus A. Reinert, An early national
innovation system: the case of Antonio Serra's Breve trattato, in Institutions
and economic development Istituzioni e
sviluppo economico, Alessandro Roncaglia, La ricchezza delle idee. Storia del
pensiero economico, Roma-Bari, Enzo Grilli, Serra visto da Grilli, Roma, Rosario
Villari, Politica barocca. Inquietudini, mutamento e prudenza, Roma-Bari , Sophus
A. Reinert, Introduction, in A. Serra, A short treatise on the wealth and
poverty of nations, Sophus A. Reinert, London; Alessandro Roncaglia, Serra, in
Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, Roma, Rosario Villari, Un sogno di libertà. Napoli
nel declino di un impero, Milano; Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo.
Vita e pensiero del primo economista moderno, Roma ; Cosimo Perrotta, Antonio
Serra's development economics: mercantilism, backwardness, dependence, in
History of economic thought and policy, Luca Addante, La politica del Breve
trattato, in A. Serra, Breve trattato..., trad. in italiano moderno di Giuseppe
Nicoletti, Soveria Mannelli, Antonio Serra and the economics of good
government, Rosario Patalano, Sophus A. Reinert, Basingstoke-New York (in partic. R. Patalano, Serra's Brief
treatise in a world-system perspective: the Dutch miracle and Italian decline
in the early 17th century, G. Sabatini, The influence of Portuguese economic
thought on the Breve trattato: Antonio Serra and Miguel Vaaz in Spanish Naples,
Serra, André Tiran, Real and monetary factors in the de Santis-Serra
controversy, Cosimo Perrotta, Serra and underdevelopment, Francesco Di
Battista, Serra's discovery and ill fate in the liberal 19th century, A. Roncaglia, The heritage of Antonio
Serra, 299–314. Mercantilismo Storia del pensiero economico. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Anna Maria Ratti, Antonio Serra, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Al.
Roncaglia, AIl contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Antonio Serra. Serra. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Serra” – The Swimming-Pool Library.
Settala
(Milano). Filosofo. Figlio
di Francesco e Giulia Ripa, figlia del giureconsulto pavese Giovanni Francesco
Ripa. Studia nel collegio dei Gesuiti di Brera e si laureò a Pavia. Due
anni dopo ottenne la prima cattedra straordinaria di Medicina a Pavia; ma vi
rinunciò poco tempo dopo per svolgere l'attività medica a Milano. Ebbe tuttavia
le cattedre di politica e di morale nelle Scuole canobiane di Milano e
l'incarico di protofisico generale dello stato di Milano. Si prodigò in
occasione delle epidemie di peste che si svilupparono a Milano e la famosa
peste dei I promessi sposi. Manzoni lo nomina ne I promessi sposi, una prima
volta quando parla del figlio, Senatore
Settala, medico, membro, insieme ad Alessandro Tadino del tribunale della
sanità ai tempi della vicenda di Renzo e Lucia; e una seconda volta nel
capitolo XXXI, allorché è tra i primi ad accorgersi che la "strana
malattia" che si stava diffondendo nella zona lecchese, era la peste. Fra
le sue opere si ricordano la traduzione latina, con commento, dei libri
ippocratici “De aëribus, aquis et locis” (“In librum Hippocratis Coi de
aeribus, aquis, locis, commentarii V. Appositus est Graecus Hippocratis
contextus ope antiquorum exemplarium, restitutus, ... Cum indice rerum et
verborum locupletissimo, Coloniae: Ioan. Baptistae Ciotti Senensis aere) e dei
Problemata di Aristotele (“Commentariorum in Aristotelis problemata” - Tomus
I-II, Francoforte sul Meno: apud haeredes Andreae Wecheli, Claudium Marnium,
& Ioannem Aubrium). “In Librum Hippocratis Coi de aeribus, aquis,
locis Commentarii V. appositus est graecus Hippocratis contextus ... restitutus
et ... emendatus, una cum nova eiusdem in Latinum versione, Colonia, Giovanni
Battista Ciotti”; “Ludovici Septalii Patricii Mediolanensis Commentariorum in
Aristotelis Problemata, septem primas sectiones continens, ab eodem Latine
factas” (Francoforte, Apud Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii); “Ludovici
Septalii Patricii Mediolanensis Commentariorum in Aristotelis Problemata,
secundam heptadem continens, ab eodem Latine factam” (Francoforte, Apud
Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii); “Animaduersionum, &
cautionum medicarum libri septem. Quorum materiam sequens pagina indicabit, Mediolani:
apud Io. Bapt. Bidell); “De peste, & pestiferis affectibus. Libri quinque.,
(Mediolani: apud Ioannem Baptistam Bidellium); “De peste et pestiferis
affectibus, Ludouici Septalij patrici et medici Mediolanensis); “De ratione
instituendae, & gubernandae familiae. Libri quinque. Senator F. edidit,
& Iulio Aresio Senatus Mediolanensis principi dicauit, Mediolani: apud Io.
Baptistam Bidellium, 1626 Della ragion di stato libri sette. Di Lodouico
Settala. All'illustrissimo, & eccellentissimo signore Don Emanuelle de
Fonseca e Zugniga, Milano: appresso Gio. Battista Bidelli, “Cura locale de'
tumori pestilentiali, che sono il bubone, l'antrace, o carboncolo, & i
furoncoli. Contenente tutto quello, che si ha da fare esteriormente nellquesti
mali. Tolta dal libro della cura della peste. Del signor profisico, Milano: per
Giouan Battista Bidelli, “Preseruatione dalla peste scritta dal sig.
protomedico Settala, Brescia: per Bartholomeo Fontana, “Commentaria in
Aristotelis Problemata” Lugduni, Sumptibus Claudi Landry, Antidotario romano
latino, et volgare tradotto da Hippolito Cesarelli romano. Con l'aggionta
dell'elettione de semplici, e prattica delle compositioni. E di due trattati,
vno della teriaca romana, ... l'altro della teriaca egittia. Aggiontoui in
questa vltima impressione le auertenze, & osseruationi appartenenti alla
compositione de medicamenti del sig. Lodovico Settala, Milano: per Gio.
Battista Bidelli, Auertenze, et osseruationi appartenenti al curar le ferite,
tradotte dall'ottavo libro delle osseruationi del signor Ludouico Settala, da
Alessandro Tadino, Milano: per Gio. Pietro Cardi, Breue compendio per curare
ogni sorte de tumori esterni, & cutanee turpitudini, raccolto dalle
osseruationi fisice, & chirurgice nelli vltimi anni fatte dal sig. Lodouico
Settala medico collegiato ,,, d'Alessandro Tadino medico collegiato, Milano:
per Lodouico Monza: ad instan. di Altobello Pisani, Ludovici Septalii
mediolanensis, Opera de ratione familiae cum instituendae, tum gubernandae
libri V et De ratione status libris VII, Editio nova, Ulmae: prostat apud Jo.
Frid. Gaum, CERL Thesaurus, «Ripa, Giovanni Francesco” Giuseppe Ferrario,
Statistica medica di Milano: dal secolo XV fino ai nostri giorni, Milano, Guglielmini
e Redaelli, Belloni, C. Borromeo e la Storia della Medicina, in San Carlo e il
suo tempo: atti del convegno internazionale nel IV centenario della morte (Milano).
Edizioni di Storia e Letteratura, Bartolomeo
Corte, Notizie istoriche intorno a medici scrittori milanesi, Milano, Filippo Argelati, Bibliotheca scriptorum
mediolanensium seu acta, et elogia virorum omnigena eruditione illustrium, qui
in metropoli Insubriae, oppidisque circumjacentibus orti sunt, II, Mediolani, Paolo
Sangiorgio, Cenni storici sulle due Pavia e di Milano e notizie intorno ai più
celebri medici, chirurghi e speziali di Milano dal ritorno delle scienze sino
all’anno. Opera postuma, F. Longhena, Milano, Salvatore De Renzi, Storia della
medicina italiana, III, Napoli, Ercole Ferrario, Intorno alla vita ed alle
opere mediche di Ludovico Settala. Cenni, Milano, Pietro Capparoni, Profili
biobibliografici di medici e naturalisti celebri italiani, Roma, Cava, La peste
di S. Carlo. Note storico mediche sulla peste, Milano, Silvia Rota Ghibaudi,
Ricerche su Ludovico Settala, Firenze (con elenco delle opere e delle loro edizioni
a stampa). Ferro, La peste nella cultura lombarda, Milano, Giorgio Cosmacini,
Il medico e il cardinale, Milano. Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura
italiana, Firenze, Presso Molini, Landi, e Company, L. Facchin, Ludovico
Settala: un intellettuale barocco fra scienza e arte, su enbach.eu.
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Pietro Capparoni, Ludovico Settala, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Mellerio, Ludovico Settala, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Ludovico Settala. Settala. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Settala” – The Swimming-Pool Library.
Severino
(Brescia). Filosofo. Considerato da parte della critica
come uno dei più grandi filosofi italiani del '900 e uno dei più grandi
filosofi di tutti i tempi. Il suo pensiero filosofico intende collocarsi oltre
tutta la storia della filosofia occidentale che secondo Severino è permeata dal
Nichilismo. Il padre era un militare di carriera siciliano originario di
Mineo trasferitosi a Brescia, mentre la madre era una bresciana di Bovegno in
alta Val Trompia. Si laureò a Pavia come
alunno dell'Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su Heidegger e la
metafisica, sotto la supervisione di Bontadini. L'anno successivo ottenne la
libera docenza in filosofia teoretica. Insegnò a Milano. I libri pubblicati in
quegli anni entrarono in forte conflitto con la dottrina ufficiale della Chiesa
cattolica, suscitando vivaci discussioni all'interno dell'Università Cattolica
e nella Congregazione per la dottrina della fede (l'ex Sant'Uffizio). Dopo un
lungo e accurato esame (condotto da Cornelio Fabro) la Chiesa proclamò
ufficialmente nel 1969 l'insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e
il cristianesimo. Lasciata l'Università Cattolica, Severino venne chiamato
all'Università Ca' Foscari Venezia, dove fu tra i fondatori della Facoltà di
lettere e filosofia, nella quale hanno insegnato o insegnano alcuni dei suoi
allievi (Umberto Galimberti, Carmelo Vigna, Luigi Ruggiu, Salvatore Natoli,
Italo Valent). Professore di Filosofia teoretica, diresse l'Istituto di
filosofia (diventato poi Dipartimento di Filosofia e Teoria delle scienze e,
oggi, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali) fino al 1989 e insegnò anche
logica, storia della filosofia moderna e contemporanea e sociologia. Cominciò
una serie di pubblici colloqui col teologo tomista Giuseppe Barzaghi in
cui pareva aprirsi lo spiraglio di una riconsiderazione della possibilità cristiana. Ca'
Foscari Venezia lo proclamò Professore emerito; insegnò Ontologia fondamentale
presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di
Milano; fu Accademico dei Lincei e Cavaliere di gran croce, inoltre collaborò per
alcuni decenni[senza fonte] con il Corriere della Sera e con
Bresciaoggi. Il Consiglio comunale di Bovegno gli conferì la cittadinanza
onoraria con la seguente motivazione: "Discendente per parte di madre da
antica famiglia bovegnese, ha contribuito con la sua opera in maniera rilevante
al pensiero filosofico occidentale contemporaneo, sulle orme degli antichi
filosofi greci. Nella sua autobiografia ha espresso il suo legame con la terra
avìta di Bòvegno che onorata, lo vuole annoverare tra i suoi concittadini più
illustri". È morto a Brescia il 17 gennaio dopo una lunga malattia. Politica e
società Severino ha spesso criticato sia il capitalismo sia il comunismo, fonti
dell'heideggeriana "vita inautentica" in quanto espressioni di
"dominio della tecnica" (come d'altronde il fascismo), ma anche la
sinistra in quanto "non è più socialdemocrazia", rilasciando anche
dichiarazioni sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'Italia:
«Le spiegazioni della crisi del nostro tempo rimangono molto in superficie
anche quando vogliono andare in profondità. Il fenomeno di fondo, che non viene
adeguatamente affrontato, è l'abbandono, nel mondo, dei valori della tradizione
occidentale; e questo mentre le forme della modernità dell'Occidente si
sono affermate dovunque. Un abbandono che si porta via ogni forma di assolutoe
innanzitutto Dio.(...) Muore, dicevo, ogni forma di assolutezza e di
assolutismo, dunque anche quella forma di assoluto che è lo Stato moderno, che
detienedice Weber"il monopolio legittimo della violenza". Questo
grande turbine che si porta via tutte le forme della tradizione è guidato dalla
tecnica modernaed è irresistibile nella misura in cui ascolta la voce che
proviene dal sottosuolo del pensiero filosofico del nostro tempo. Il turbine
travolge anche le strutture statuali. Investe innanzitutto le forme più deboli
di Stato. La trasformazione epocale di cui parlo non è indolore: il vecchio
ordine non intende morire, ma è sempre più incapace di funzionare, soprattutto
in Paesi come l'Italia. E il nuovo ordine non ha ancora preso le redini. È la
fase più pericolosa (non solo per l'Italia).» e criticando
"l'assolutismo cattolico e comunista", oltre che tacciando la
magistratura di "ingenuità", poiché processando una classe politica a
fondo ha rivelato la contiguità anche con la criminalità organizzata, figlia
della guerra fredda e, secondo Severino, impossibile da debellare
integralmente in pochi anni senza debellare lo Stato stesso, causando notevoli
problemi. «L'Italia è uno Stato acerbo. Ha 150 anni su per giù. Ma
soprattutto ha alle proprie spalle una storia di frazionamento politico-economico-sociale,
dove si sono imposte forze che hanno avuto nel mondo un peso ben maggiore di
quello dell'Italia unita.. Sull'evasione fiscale: Una tara storica, come prima
le dicevo. L'evasione fiscale è un furto ai danni di tutti. Se c'è da costruire
una strada io devo metterci anche la parte degli evasori. Certo, molti
artigiani e piccoli imprenditori, se non evadessero, fallirebbero. Tutti sanno
queste cose. Però conosco anche tanti cattolici ai quali molti uomini di Chiesa
facevano capire che se non avessero ritenuto "giusto" pagare le tasse
dello Stato, avrebbero fatto bene a non pagarle. Questo Papa, da buon pastore,
sta cercando di cambiare le cose. Ma non vorrei che si perdesse di vista che la
"corruzione" di fondo è l'"evasione" del mondo dal passato
dell'Occidente. Oltre alle citate critiche cattoliche, Martin Heidegger
parlando con Cornelio Fabro a Roma ebbe a dire a proposito di "Ritornare a
Parmenide rmenide" di Severino: "Severino ha immobilizzato il
mio Dasein!" Già da molto prima prima, alcuni appunti di lavoro
heideggeriani testimoniano come Martin Heidegger seguisse il giovanissimo Severino
(da uno studio di Alfieri e Herrmann). Severino è stato criticato dal
matematico e logico Piergiorgio Odifreddi, in risposta a un giudizio critico
dello stesso Severino su un'opera di Odifreddi, ovvero l'introduzione scritta
per l'edizione italiana di L'ABC della relatività di Bertrand Russell, dove
venivano citati alcuni filosofi (tra cui Severino stesso, Heidegger, Croce e
Deleuze), secondo Severino in maniera non congrua e "alla rinfusa";
il matematico ha accusato invece Severino di non considerare l'importanza della
scienza (come già fecero i neoidealisti, come Croce e Gentile), a differenza di
grandi filosofi del passato che avevano studiato a fondo alcune teorie (facendo
l'esempio di Kant, Nietzsche e Cartesio, matematico lui stesso). Nel dialogo
tra Severino e Alessandro Di Chiara, Oltre l'uomo e oltre Dio (2002) la
filosofia della necessità si contrappone alla filosofia della libertà.
Pensiero Nei suoi scritti fa spesso riferimento a pensatori come Parmenide,
Eraclito, Aristotele, Hegel, Nietzsche, Leopardi, Heidegger e Gentile. Secondo
Severino il pensiero di Giacomo Leopardi, Nietzsche e di Giovanni Gentile è
l'apice della follia del nichilismo. Severino considera questi tre filosofi
come i tre più grandi geni che hanno portato all'estremo la concezione greca
del Nulla ovvero l'entrare e l'uscire degli enti dal Nulla. L'eternità di
tutti gli essenti Severino affronta l'antico problema radicalizzato da Platone
e Aristotele e ripreso poi in epoca moderna da Heidegger: il problema
dell'essere. Per Severino, tutte le filosofie costituitesi precedentemente sono
caratterizzate da un errore di fondo: la fede nel senso greco del
divenire. Sin dagli antichi greci, infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è)
viene considerato come proveniente dal nulla, dotato temporaneamente di
esistenza e successivamente ritornante nel nulla. Rifacendosi al pensiero
di Parmenide, Severino è stato definito come fondatore di un neoparmenidismo,
di cui sarebbe l'unico esponente, peraltro criticato in senso anti-metafisico
da Gennaro Sasso e da Mauro Visentin, i quali sostengono, rovesciando la sua
tesi, come, contrariamente all'opinione diffusa, in Parmenide esista invece un
deciso rifiuto della metafisica.. Severino, riflettendo sull'opposizione
assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini non vi è nulla in
comune, ritiene evidente che l'essere non può non rimanere costantemente uguale
a se stesso, evitando di rimanere alterato dall'altro da sé. Anzi, essendo
l'essere la totalità di ciò che esiste, non può esserci altro al di fuori di
esso dotato di esistenza (Severino rifiuta, quindi, il concetto di differenza
ontologica così come è stato avanzato da Heidegger). Per Severino, quindi,
tutta la storia della filosofia occidentale è basata sull'errata
convinzione che l'essere possa diventare un nulla, sebbene alcuni filosofi,
come Schopenhauer, abbiano tentato di negare tale assunto. Ma, mentre Parmenide
tentava di risolvere il conflitto tra il divenire e l'immutabilità dell'essere
affermando l'illusorietà del divenire (negando l'esistenza delle cose del mondo
e cadendo quindi in un'aporia), Severino sceglie una via differente, portando
il suo pensiero a delle tesi estreme. Dato che l'essere è, e non può mai
diventare un nulla, «ogni essente è eterno». Ogni cosa, ogni pensiero, ogni
attimo sono eterni. Il divenire temporale non può, quindi, che rappresentare
l'apparire successivo degli eterni stati dell'essere, così come i fotogrammi di
una pellicola si susseguono sino a formare lo svolgimento completo di un film.
Gli enti entrano ed escono da quello che Severino chiama "cerchio
dell'apparire". Ciò significa che, quando un ente esce dal cerchio
dell'apparire, non diviene un nulla, ma si sottrae semplicemente alla vista:
dunque, le cose esistono anche quando scompaiono ovvero non si vedono
("vedere senza vedere", dice Donato Sperduto in una tragicommedia sul
pensiero severiniano). Riprendendo la metafora di Plotino, afferma che il
divenire degli enti è come lo scorrere degli oggetti sulla superficie di uno
specchio. Le cose, infatti, esistono prima di entrare nel campo visivo dello
specchio e ovviamente continuano ad esistere anche dopo esserne uscite. Non
solo Plotino, ma anche Agostino di Ippona, con un'immagine simile, definì il
tempo come immagine mobile dell'Eterno. Nel pensiero di Severino, tuttavia,
l'eternità non è limitata a un Dio che dà e toglie la vita agli Enti, facendoli
entrare e uscire dallo specchio (senza che nulla esista prima e dopo), ma si
estende anche a tutti gli enti che nel divenire si manifestano.
Dimostrazione dell'eternità di tutti gli essenti Magnifying glass icon
mgx2.svg Divenire § Severino. La
dimostrazione severiniana dell'eternità di tutti gli essenti, si basa
sostanzialmente sul principio di non contraddizione, ma non nella versione che
ne dà Aristotele nel De Interpretatione. In essa anzi "il discorso del
tramonto del senso dell'essere...trova la sua formulazione più rigorosa e più esplicita".
Bisogna invece "ritornare a Parmenide", correggernecon Platonel'esito
aporetico, dimostrando che l'evidenza fenomenica non è in contrasto col
principio di non contraddizione, ma scoprendo anche che il divenire così come
Platone lo pensa, come uscire dal nulla e ritornare nel nulla, non appare
affatto, non è affatto "evidente". Di qui si potrà proseguire
su una via (quella indicata da Parmenide, il "sentiero del giorno")
ben diversa da quella imboccata con Platone dal pensiero occidentale.
Consideriamo la proposizione parmenidea: "...è infatti l'essere, il nulla
non è": tale proposizione esprime l'opposizione "assoluta"
tra i termini "essere" e "non essere"; pertanto ogni
essente, in quanto ent-e, è assolutamente opposto al nulla e non ci può essere
né un tempo né uno stato in cui un ente non sia, come pensa invece il principio
di non contraddizione aristotelico: "è necessario che l'essere sia, quando
è, e che il non-essere non sia, quando non è". Quest'enunciato esprime il
pensiero di un tempo, una condizione, in cui l'ente è nulla, in cui
essere=nulla. Questa impossibile ed impensabile contraddizione costituisce la
"follia essenziale" in cui cresce e sta, senza esserne consapevole,
tutto il pensiero occidentale. Infatti il pensiero occidentale pensa sì,
consapevolmente, l'ente come essere, ma insieme come diveniente (pensa cioè che
esca dal nulla e ritorni nel nulla). Ad esso sfugge invece che ciò equivale a
pensare l'ente come nulla; e questo è il nichilismo più proprio, la follia che
si annida nell'inconscio della filosofia, della scienza e della tecnica.
La differenza ontologica Per Heidegger, l'essere non è un ente tra gli enti.
Esso rappresenta piuttosto l'apparire ontologico degli enti, e per questo
motivo viene definito un transcendens rispetto all'ente. Severino rigetta la
concezione heideggeriana, affermando che la totalità dell'essere è costituita
dalla totalità degli enti. La vera differenza ontologica è quindi per Severino
quella che si costituisce tra l'essere (l'ente) diveniente e quello
immutabile. L'essere che appare e scompare non è lo stesso essere
immutabile, ma è anch'esso eterno. Entrambi esistono, ma in differenti
dimensioni. L'essere come fondamento è una struttura eterna e non soggetta ad
alcun mutamento. Tutto è avvolto (fino alla morte) dal nichilismo Un po'
tutti i filosofi che l'hanno avuto sottomano hanno inteso il nichilismo come
allontanamento dalla verità, e l'hanno dunque declinato a seconda dell'idea di
verità a cui stavano pensando. Nella prospettiva severiniana dell'eternità di
tutte le cose, il nichilismo è dunque il credere che le cose siano mortali,
ovvero che l'essere possa non essere,ed uscire e rientrare nel nulla, ovvero
credere nel divenire delle cose. Credere infatti che le cose escano dal nulla e
vi ritornino equivale ad identificare l'essere con il nulla: quindi si parla di
pura "follia". Al di fuori della follia appare l'eternità di ogni
cosa e di ogni evento. Al di fuori del nichilismo il sopraggiungere dell'ente è
il comparire o lo sparire dell'eterno. Il divenire dell'essere è un'opinione
senza verità. L'Occidente non domina il mondo casualmente o perché ha una
possibilità offensiva superiore; ma, al contrario, ha una possibilità offensiva
superiore perché domina il mondo che crede nelle sue stesse imprescindibili
idee guida (scienza, potenza, tecnica, salvezza, ecc.) e quindi in una cultura
che ritiene più avanzatae dove dunque l'avanzamento non è una virtù morale, ma
la capacità di capire e fare più cose per sopravvivere all'imprevedibilità
dell'esistenza. Nichilismo, morte e destino Severino ritiene che la
filosofia abbia sempre cercato riparo contro il terrore che scaturisce
dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto si è sempre creduto
nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal nulla e rientrarvi.
Anche le grandi forme di epistème come quelle di Aristotele ed Hegel, che
tendono a dare un ordine ed una configurazione prestabiliti all'esistenza, si
muovono sullo stesso terreno. L'intera storia dell'Occidente è quindi per
Severino storia del nichilismo. La radicale distruzione dell'epistème operata
da parte della filosofia contemporanea e la rapida ascesa della scienza moderna
ai vertici del sapere sono conseguenze inevitabili di questa forma di pensiero
(la civiltà della tecnica è, infatti, la forma estrema di volontà di potenza).
Secondo la logica severiniana, tutto ciò che appare appare in maniera
necessaria ed il progressivo manifestarsi degli eterni non segue, quindi, una
sequenza casuale. Ciò significa che la libertà dell'uomo non esiste, ma appare
all'interno di quell'essente (anch'esso eterno) che è il nichilismo
dell'Occidente. Ed è proprio all'interno dell'Occidente che appare il
"mortale" come noi lo conosciamo. Ma l'Occidente è destinato al
tramonto, per fare spazio al Destino della verità, la verità che testimonia la
follia della fede nel divenire. Solo all'interno del destino della verità la
morte acquista un significato inaudito: in realtà la morte è la persuasione
dell'assentarsi dell'eterno. Dio e il Superdio Da quanto detto
precedentemente appare chiaro come nel pensiero di Severino non ci sia posto
per il Dio comunemente inteso; da qui il contrasto insanabile con la Chiesa
Cattolica. Nel corso della storia della filosofia, e nel pensiero della
Chiesa cattolica in particolare, l'affermazione dell'esistenza di qualcosa di
immutabile (tra cui Dio in tutti i diversi modi nei quali filosofia e religione
lo hanno concepito) è sempre stata fatta partendo dal presupposto che il
divenire non significhi necessariamente la nascita dal nulla e il tornare nel
nulla delle cose che in esso si presentano. Quest'affermazione è, inoltre,
sempre avvenuta con l'intento di risolvere le varie contraddizioni che quel
presupposto implica e di inventare un "rimedio" per l'"angoscia"
che il pensiero dell'annientamento provoca. Questo genere di immutabilità è,
quindi, di segno diverso da quella che compete agli enti sulla base
dell'impossibilità assoluta che qualcosa si annulli. Per questo motivo è
impossibile che esista un Dio come è stato pensato dalla religione e dalla
filosofia. A maggior ragione è impossibile che esista il Dio del cristianesimo,
che è tradizionalmente concepito come dotato della capacità di creare gli enti
dal nulla e di mantenerli in esistenza grazie alla sua libera volontà
(altrettanto libero potrebbe essere, per Dio,
l'"annichilimento"diverso dal concetto fisico di annichilazione -, e
cioè la volontà di far cessare la durata della loro esistenza per farli
ritornare nel nulla). Essendo ogni ente eterno, non può esserci né
creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla
luce del "Destino della verità", ogni ente, anche il più
insignificante, acquista un significato inaudito. L'uomo si porta quindi
radicalmente al di là del superuomo e della volontà di potenza: l'uomo è un
"superdio", ben più grande del Dio della tradizione religiosa.
L'inconciliabilità fra la dottrina dell'Essere e il Tomismo è stata sostenuta
da Cornelio Fabro. Barzaghi, con cui Severino ha più volte dialogato pubblicamente,
ha mostrato la possibilità di utilizzare le intuizioni severiniane
sull'eternità dell'essente proprio per affermare l'esistenza di Dio e
ricondurre il pensiero del filosofo all'alveo cristiano da cui si è staccato
(entrambi sono stati alunni, all'Università Cattolica, del filosofo cattolico e
apologeta Gustavo Bontadini). Severino, pur non rivedendo pubblicamente il suo
punto di vista sull'esistenza di Dio, ha apprezzato ed elogiato la proposta di
padre Barzaghi. Necessità dell'oltrepassamento Nessuna nota a piè di
pagina Questa voce o sezione sull'argomento filosofia è priva o carente di
note e riferimenti bibliografici puntuali. Sebbene vi siano una e/o dei , manca la contestualizzazione delle
fonti con note a piè di pagina o altri riferimenti precisi che indichino
puntualmente la provenienza delle informazioni. Puoi migliorare questa voce
citando le fonti più precisamente. Segui i suggerimenti del progetto di
riferimento. Con il libro La Gloria, giunge, tra le altre cose, alla
dimostrazione necessaria dell'esistenza degli "altri". Quando
Cartesio infatti scopre che la carta vincente della scienza è la conferma delle
ipotesi da parte dell'"esperienza", e cioè da parte della
"presenza certa a me" da parte delle cose, si apre il problema della
fondazione dell'esistenza appunto di altre dimensioni che come la mia accolgono
l'accadere del mondo, ma che a differenza della mia non sono apparenti, non
sono cioè da me "visibili". I fallimenti dei tentativi di soluzione a
tale problema (eminentemente proposti ad opera della fenomenologia, sì che
questo problema fu certamente uno dei più cogenti all'interno del discorso
filosofico di Husserl), a cominciare da quello di Cartesio, si determineranno
essenzialmente per l'assenza del senso autentico dell'essente e del senso
dell'"oltrepassamento"."L'oltrepassamento dell'attualità nella
costellazione infinita di cerchi finiti dell'apparire del Destino" è
necessità dell'esistenza di un altro apparire finito, diverso da quello
attuale. Nella Gloria, Severino perviene alla fondazione del senso
autentico dell'"oltrepassamento", dopo aver stabilito nelle opere
precedenti che il divenire autentico (cioè non nichilistico) non è il crearsi e
l'annullarsi dell'essente, ma il comparire e lo sparire di ciò che è eterno.
Ma è in questa sede innanzitutto fondamentale precisare, a partire da
considerazioni svolte dallo stesso Severino in Destino della Necessità (
che le cose della "terra" (termine con il quale Severino designa la
dimensione degli essenti che via via appaionoe che, per contro, il nichilismo
pensa come fuoriuscenti dal nulla ed al nulla ritornanti)
"incominciano" ad apparire (il loro apparire esce cioè dall'ombra del
non-apparire ed entra nel cerchio dell'apparire). Con "cerchio
dell'apparire" si intende, qui, la totalità degli enti che appaiono: è,
cioè, l'apparire in quanto ha come contenuto tutto ciò che appare (ossia è
l'apparire "trascendentale"); l'apparire delle cose della terra,
quell'apparire incominciante di cui sopra, è, perciò, la relazione tra il
cerchio dell'apparire (l'apparire trascendentale) e una parte del suo
contenuto. È altrettanto fondamentale precisare che l'incominciare della
terra (a sua volta eterna), non aggiunge alcunché al Tutto eternoche è, con
Parmenide, appunto, non incompiuto, ouk ateleuteton, non manchevole, oulon achineton (Parmenide,
fr. 8, vv 38, 33, 38). Anche l'incominciante apparire, difatti, è eterno: il
suo incominciare è il suo entrare nel cerchio dell'apparire. Entrandovi,
naturalmente, apparema questo apparire dell'entrare è lo stesso entrare, ossia
è quello stesso di cui si dice che, eterno, entra nel cerchio dell'apparire. E,
così come ogni ente, anche l'appartenenza della terra al cerchio dell'apparire
è eterna. L'eterna appartenenza al cerchio dell'apparire entra nel cerchio
eterno dell'apparire. Entrandovi, appare, e quest'ultimo apparire è lo stesso
apparire incominciante in cui consiste l'incominciante appartenenza della terra
al cerchio dell'apparire. L'apparire incominciante è cioè apparire di sé stesso
(e di tutte le altre cose che incominciano ad apparire), ed è questa
autoriflessione dell'apparire incominciante ciò che entra nel cerchio
dell'apparire e incomincia a far parte del contenuto di questo cerchio.
Ma ogni essente che incomincia ad apparire (ogni oltrepassante) è destinato ad
essere oltrepassato: diventerebbe, altrimenti, condizione indispensabile
dell'apparire degli essenti e quindi originarietà che sarebbe dovuta apparire
già da sempre. Un oltrepassante che sia non oltrepassabile è impossibile,
perché altrimenti esso dovrebbe iniziare ad appartenere allo "Sfondo"
(e Severino intende, con questo termine, quel complesso di significati, o
"costanti persintattiche"costanti sintattiche di ogni significato –,
senza i quali non apparirebbe nulla, motivo per cui non possono non essere
sempre presenti. Tra questi ad esempio vi sono i significati «essere» e
«nulla». Inoltre, la serie progressiva degli essenti che via via appaiono è
necessariamente finita; infatti, se in direzione del passato fosse estensibile
all'infinito, ci vorrebbe un percorso infinito, e quindi mai concluso, per
giungere al momento attuale. C'è quindi un primo passo compiuto dalla
terra. La totalità attuale di ciò che è destinato ad apparire è, per
quanto sopra esposto, necessariamente oltrepassata. Ma in che senso? Essa
non è, difatti, oltrepassata dall'apparire infinitogiacché l'apparire infinito
(l'infinito oltrepassarsi da parte delle forme proprie dell'apparire finitodove
la Gloria è proprio questo infinito dispiegarsi) non è un oltrepassamento
incominciante, ma è l'oltrepassamento già da sempre ed eternamente compiuto
della totalità del finito. La totalità attuale dell'incominciante è, dunque,
necessariamente oltrepassata da un incomincianteil quale non può apparire
attualmente, ma è tuttavia necessario che appaia (in quanto l'incominciare è
incominciare ad apparire), e che quindi è necessario che appaia sopraggiungendo
in un cerchio diverso, altro, dal cerchio originario dell'apparire. La totalità
simpliciter degli essenti-che-sono-degli-oltrepassanti (la totalità
dell'oltrepassante, cioè, che include come parte la totalità attuale
dell'oltrepassante) non può essere a sua volta oltrepassata, perché ciò che la
oltrepasserebbe sarebbe un oltrepassante non incluso nella totalità
dell'oltrepassante; e se l'oltrepassante (cioè l'incominciante) che oltrepassa
la totalità degli oltrepassanti non fosse a sua volta oltrepassato, esso
sarebbe quel contenuto impossibile che è, appunto (per quanto sopra esposto),
l'incominciante non-oltrepassabile. Poiché la terra oltrepassa anche
l'attualità dell'apparire del cerchio originario, sopraggiungendo in un cerchio
diverso, il contenuto incominciante che appare nel cerchio originario
dell'apparire attuale, è oltrepassato (infinitamente) in due direzioni:
(a) In quanto contenuto incominciante, esso è oltrepassato lungo il
dispiegamento infinito del contenuto attuale del cerchio originario (o, per
utilizzare il lessico severiniano, lungo la Gloria del dispiegamento infinito
della terra che si inoltra nel cerchio originario). Ma non è in quanto tale
contenuto è attuale che esso viene oltrepassato lungo il dispiegamento infinito
del contenuto attuale. (b) In quanto contenuto attuale (in quanto, cioè,
alla sua attualità) il contenuto incominciante è oltrepassato invece in un
altro cerchioe in un'infinità di altri cerchi dell'apparire.
L'oltrepassante-incominciante, qui, entra nell'apparire non attuale. Anche
questa seconda direzione dell'oltrepassamento è un dispiegamento infinito nella
Gloria, ma, appunto, nella gloria che consiste nell'infinito sopraggiungere,
nel cerchio originario, della costellazione infinita degli altri cerchi. La
gloria è l'unità di queste due dimensioni. La dimensione dell'essente, che
incomincia cioè ad apparire nel cerchio originario, è necessariamente
oltrepassata da un'altra dimensione dell'essente (perché l'incominciante non
può incominciare ad appartenere all'essenza dello Sfondo, non incominciante e
non tramontante, del cerchio originario); ma anche l'attualità dell'essente che
incomincia ad apparireossia anche l'apparire (che, in quanto tale, è apparire
attuale) dell'essente che incomincia ad apparireincomincia ad apparire, sì che
(per lo stesso motivo) è necessariamente oltrepassata in un altro cerchio
dell'apparire; e anche la sintesi tra l'attualità del cerchio originario e
l'attualità in sé dell'altro cerchio incomincia ad apparire nel cerchio
originario, quando in esso incomincia ad apparire ciò che ne oltrepassa
l'attualità; e dunque (per lo stesso motivo) tale sintesi è oltrepassata in un
terzo cerchio (e, cioè, l'attualità in sé dell'altro cerchio non è oltrepassata
solo nel cerchio originario, ma necessariamente in un terzo cerchio)e così
all'infinito. In definitiva, l'oltrepassamento dell'attualità di un
cerchio non avviene solo lungo la dimensione "verticale" del singolo
cerchio, ma anche lungoquella "orizzontale" della costellazione di
cerchi del Destino. L'oltrepassamento hegeliano, invece, conserva
"idealmente", cioè astrattamente, ciò che oltrepassa, e non
realmente, determinandone la distruzione. In un contesto siffatto è fondata
l'impossibilità dell'esistenza degli "altri", perché l'altro, che è
il mio oltrepassante, determinerebbe il mio superamento, e mi consegnerebbe ad
una dimensione puramente ideale. Infatti nel sistema hegeliano l'esistenza
degli altri significa l'esistenza di soggetti empirici, sensibili, che è quindi
comunque interna all'esistenza produttiva dell'unico "Io". Il
nichilismo è un essente che incomincia ad apparire, ed è quindi destinato ad
essere oltrepassato. L'essente che oltrepassa il nichilismo è l'essente che
porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità. Il nichilismo
è, infatti, pensare e vivere le cose come nulla in quanto delle cose non appare
il legame alla struttura originaria della verità, e quindi non appare
l'eternità. L'essente, o la dimensione di essenti, che porta al tramonto
l'isolamento del senso delle cose dalla verità è la gloria (cioè la
manifestazione) della verità stessa. L'ampiezza dell'isolamento non coinvolge
solo il legame tra i singoli essenti e la verità, ma anche il legame tra gli
infiniti cerchi dell'apparire, il loro passato e il futuro del percorso che la
terra è destinata a compiere in essi. Nella Gloria non si è Dio, perché Dio
crea ed annienta le cose anche e soprattutto quando ama; e dunque appartiene al
regno dell'errore perché l'amore è volontà e la volontà è voler alterare il
senso proprio ed eterno, cancellarne l'identità. Dio è, quindi, infinitamente
meno della più umbratile tra le cose vere. Tutto è oltre Dioe oltre ogni forma
di mortalità, compresa la vita umana come credenza nel poter creare e
annientare gli essenti. Opere: “La struttura originaria” (Brescia, La
Scuola; Nuova ediz. riveduta, Introduzione del Milano, Adelphi); “Fichte” (Brescia,
La Scuola, poi in Fondamento della contraddizione, n.5, Milano, Adelphi, Filosofia della prassi,
Milano, Vita e Pensiero, Milano,
Adelphi, “Ritornare a Parmenide” in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi
in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Ritornare a
Parmenide. Poscritto, in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza
del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Essenza del nichilismo.
Saggi, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Gli abitatori del tempo. Cristianesimo,
marxismo, tecnica (Roma, Armando,
Téchne); “Le radici della violenza” (Milano, Rusconi, IMilano, Rizzoli);
“Legge e caso, Piccola Biblioteca Milano, Adelphi,); “Destino della necessità.
Κατὰ τὸ χρεών, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi); “A Cesare e a Dio” (Milano,
Rizzoli, La strada, Milano, Rizzoli); “La filosofia antica, Milano, Rizzoli); “La
filosofia moderna, Milano, Rizzoli, “ Il parricidio mancato,Collana Saggi. Milano,
Adelphi, La filosofia contemporanea. Da Schopenhauer a Wittgenstein, Milano,
Rizzoli, Traduzione e interpretazione
dell'«Orestea» di Eschilo, Milano, Rizzoli, La tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano,
Adelphi, “Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Biblioteca Filosofica
n.6, Milano, Adelphi); “Antologia filosofica dai Greci al nostro tempo, Milano,
Rizzoli); “La filosofia futura, Milano, Rizzoli); “Il nulla e la poesia. Alla
fine dell'età della tecnica: Leopardi, Milano, Rizzoli); “Filosofia. Lo
sviluppo storico e le fonti” (Firenze, Sansoni); “Oltre il linguaggio” (Collana
Saggi. Nuova serie n.7, Milano, Adelphi); “La guerra” (Milano, Rizzoli); “La
bilancia. Pensieri sul nostro tempo, Milano, Rizzoli); “Il declino del capitalismo”
(Milano, Rizzoli); “Sortite. Piccoli scritti sui rimedi (e la gioia), Milano,
Rizzoli); “Heidegger e la metafisica, Collezione Scritti di E. Severino n.4,
Milano, Adelphi); “Pensieri sul Cristianesimo, Milano, Rizzoli); “Tautótēs,
Biblioteca Filosofica n.13, Milano, Adelphi, La filosofia dai Greci al nostro tempo” (Milano,
Rizzoli); “La follia dell'angelo: conversazioni intorno alla filosofia” (Ines
Testoni, Milano, Rizzoli, Milano, Mimesis); “Cosa arcana e stupenda.
L'Occidente e Leopardi” (Milano, Rizzoli); “Il destino della tecnica, Milano,
Rizzoli); “La buona fede” (Milano, Rizzoli); “L'anello del ritorno, Biblioteca
Filosofica n.18, Milano, Adelphi); “Crisi della tradizione occidentale” (
Milano, Marinotti); “La legna e la cenere. Discussioni sul significato dell'esistenza”
(Milano, Rizzoli); “Il mio scontro con la Chiesa, Milano, Rizzoli); “La Gloria.
ἄσσα οὐκ ἔλπονται: risoluzione di «destino della necessità», Biblioteca
Filosofica n.20, Milano, Adelphi, Oltre l'uomo e oltre Dio,con Alessandro Di
Chiara (interventi di Carlo Angelino), Genova, il melangolo, Lezioni sulla
politica. I Greci e la tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano,
Marinotti, Tecnica e architettura, Milano, Raffaello Cortina Editore, Dall'Islam a Prometeo, Milano, Rizzoli, Fondamento
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coscienza religiosa, Milano, Rizzoli, Milano, BUR, . Sull'embrione, Milano, Rizzoli,
Il muro di pietra. Sul tramonto della tradizione filosofica, Milano, Rizzoli, 2Ricordati
di santificare le feste, con Vincenzo Vitiello, Milano, AlboVersorio, (con CD audio). L'identità della follia.
Lezioni veneziane, Giorgio Brianese, Giulio Goggi, Ines Testoni, Milano,
Rizzoli, Oltrepassare, Biblioteca Filosofica n.25, Milano, Adelphi, Dialogo su
Etica e Scienza, con Edoardo Boncinelli, Milano, Editrice San Raffaele, Immortalità e destino, Milano, Rizzoli, La
buona fede. Sui fondamenti della morale, Milano, Rizzoli, 2008. Volontà, fede e
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lo spirito della tecnica, con un saggio inedito sulla pena di morte, Milano,
AlboVersorio, La ragione, la fede, Milano, AlboVersorio, L'identità del destino. Lezioni veneziane,
Milano, Rizzoli, Il diverso come icona del male, Torino, Bollati Boringhieri, Democrazia, tecnica, capitalismo, Brescia,
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senso della verità, Pisa, Edizioni ETS, La guerra e il mortale, Luca Taddio,
con un saggio di G. Brianese, Milano-Udine, Mimesis, (con due CD audio). Macigni e spirito di gravità.
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Milano, Adelphi, . L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica. Con un
saggio inedito sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, . La potenza
dell'errare. Sulla storia dell'Occidente, Milano, Rizzoli, . Il morire tra ragione
e fede, con Angelo Scola, Venezia, Marcianum Press, . Parliamo della stessa
realtà? Per un dialogo tra Oriente ed Occidente, con Raimon Panikkar, Milano,
Jaca Book, . Sul divenire. Dialogo con Biagio De Giovanni, Modena, Mucchi, .
Piazza della Loggia. Una strage politica, I. Bertoletti, Brescia, Morcelliana,
. In viaggio con Leopardi. La partita sul destino dell'uomo, Milano, Rizzoli, .
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Brescia, Morcelliana, Storia, Gioia, Biblioteca Filosofica n.36, Milano,
Adelphi, .Il tramonto della politica. Considerazioni sul futuro del mondo,
Milano, Rizzoli, L'essere e l'apparire. Una disputa, con Gustavo Bontadini,
Brescia, Morcelliana, Dell'essere e del possibile, con Vincenzo Vitiello, Milano,
Mimesis, . Dispute sulla verità e la
morte, Milano, Rizzoli, Lezioni milanesi. Il nichilismo e la terra (-),
Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis, Testimoniando il destino, Biblioteca
Filosofica n.39, Milano, Adelphi, Ontologia e violenza. Lezioni milanesi (-),
Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis, Curatele Aristotele, I principi del divenire.
Libro primo della Fisica, trad., introd. e commento di E. Severino, Brescia, La
Scuola, Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e
dell'artenastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della
scuola della cultura e dell'arte — Roma, Cavaliere di gran croce dell'Ordine al
merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di
gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana «Di iniziativa del
Presidente della Repubblica» — Roma, mmagine del nastrino non ancora presente
Cittadinanza onoraria del Comune di Bovegno — Bovegno. Mauro Bonazzi, Morto il
filosofo Emanuele Severino, su Corriere della Sera, Addio Severino, filosofo
dell'eternoMorto a Brescia il 17 gennaio, solo il 21 la notizia, su ansa E.
Severino, Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli, È morto Emanuele Severino, l'ultimo filosofo
parmenideo, su la Repubblica, Scianca,
Addio a Emanuele Severino: ecco chi era il grande filosofo dell'essere, su Il
Primato Nazionale, Bovegno, il filosofo
cittadino onorario, su giornaledibrescia «L'esperimento di Barzaghi è importante e va
seguito con attenzione. [...] Immerso nell'alienazione, il cristianesimo è come
una casa invisibile di cui qualcuno dice, indicando un banco di nebbia:
"Là c'è una casa". Che cosa si riuscirebbe a vedere se la nebbia
(l'alienazione) diradasse? Forse una casa. Ma forse nulla. Nel primo caso,
[...] il cristianesimo avrebbe ancora qualcosa da dire, e di grande» (E.
Severino, Nascere. E altri problemi della coscienza religiosa). «Rigoroso fino alla fine. Solo un po' più
triste», in Bresciaoggi, Emanuele
Severino, il tributo si celebrerà a Palazzo Loggia, in Bresciaoggi, Silvia
Truzzi, Emanuele Severino, l'intervista: "Ecco perché la giovane Italia va
in malora", su il Fatto Quotidiano, Piergiorgio Odifreddi, LA SCIENZA
SOTTO TIRO, su la Repubblica, Diego Fusaro e Daniele Didero, Emanuele Severino,
su Filosofico.net. Gianluca Miligi et al., "Sguardo su Emanuele
Severino" , su filosofia.). il cui
"pensiero poetante", titolo di un saggio di Antonio Prete, che
riprende la metafora di Heidegger su Friedrich Hölderlin, è stato analizzato da
Severino cf. La Guerra , « [...] occorre riconoscere che le sue
posizioni, qualunque sia il giudizio che si pensa di dover dare su di esse, non
sembrano aver avuto, perlomeno fino ad ora, un vero e proprio seguito tra
coloro che si occupano professionalmente di filosofia.» (Cfr. Mauro Visentin,
Il neoparmenidismo italiano. Le premesse storiche e filosofiche, Napoli,
Bibliopolis) Neoparmenidismo, su filosofia. «Se noi potessimo mai non essere, già adesso
non saremmo. La prova più certa della nostra immortalità è il fatto che noi ora
siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è
già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è
esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un
tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo
si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista
della creazione del mondoche si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi
analoghi di Platone e altri filosofi.» (A. Schopenhauer) D. Sperduto, Vedere senza vedere ovvero
Il crepuscolo della morte, Prefazione di E. Severino, Schena ed., Fasano di
Brindisi, "Ritornare a Parmenide", in Essenza del Nichilismo,
Brescia, Aristotele, Liber de Interpretatione, 1 "...essenza del nichilismo"
... follia estrema ed estremamente nascosta: la persuasione che gli
esse nti, in quanto tali, escano dal loro non essere e vi ritornino: la
persuasione che vi sia un tempo in cui l'essente (prima di essere e dopo il suo
essere) sia nulla, che il non niente sia niente: la persuasione che è il
culmine in cui si mantiene l'intera storia dell'Occidente."La morte e la
terra21 E. Severino, Pensieri sul cristianesimo, su books.google. 7
settembre (archiviato il 17 settembre
). E. Severino, Destino della necessità,
Milano, Adelphi, L'alienazione dell'Occidente: osservazioni sul pensiero di
Emanuele Severino, ed. Quadrivium, Genova, Cfr. Severino E., La struttura
originaria, Milano, Adelphi, Sito web del Quirinale: dettaglio decorato. Sito web del Quirinale: dettaglio
decorato. Amadori F., Il libero
arbitrio: Schopenhauer e Severino, in "Filosofia" Antonelli A.,
Verità, nichilismo, prassi. Saggio sul pensiero di Emanuele Severino, Roma,
Armando, Berto F., La dialettica della struttura originaria, Padova, Il
Poligrafo, Crapanzano G.E., L'immutabilità del diveniente. Saggio sul pensiero
di Emanuele Severino, Roma, Gruppo Albatros Il Filo, Cusano N., Capire
Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla, Prefazione di Emanuele
Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . Cusano N., Emanuele Severino. Oltre il
nichilismo, Prefazione di Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, . Dal Sasso
A., Dal divenire all'oltrepassare. La differenza ontologica nel pensiero di
Emanuele Severino, Prefazione di Giorgio Brianese, Roma, Aracne, Dal Sasso A.,
Creatio ex nihilo. Le origini del pensiero di Emanuele Severino tra attualismo
e metafisica, Prefazione di Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . De
Giovanni B., Disputa sul divenire. Gentile e Severino, Napoli, Editoriale
Scientifica, . De Paoli M., Furor Logicus. L'eternità nel pensiero di Emanuele
Severino, Milano, Franco Angeli, Donà M., Aporia del fondamento, Napoli, Città
del Sole, nuova edizione ampliata: Milano, Mimesis Edizioni, Fabro C.,
L'alienazione dell'Occidente. Osservazioni sul pensiero di Emanuele Severino,
Genova, Quadrivium, Goggi G., Al cuore del destino. Scritti sul pensiero di
Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . Goggi, G., Emanuele Severino,
Città del Vaticano, Lateran University Press, . Greyer C.-F., Der Nihilismus,
Europa und eine neue Ontologie. Emanuele Severinos Analyse über das 'Wesen des
Nihilismus', Franziskanische Studien,Hoffmann T. S., 'Alles ist voll von Sein'.
Emanuele Severinos Rückgriff auf Parmenides und die Überwindung des Nihilismus,
Wiener Jahrbücher für Philosophie, Hoffmann T. S., Philosophie in Italien. Eine
Einführung in 20 Porträts, Wiesbaden, Marix Verlag, Magliulo, N., Cacciari e
Severino. Quaestiones disputatae, Milano-Udine, Mimesis, . Mauceri, L., La
hybris originaria. Massimo Cacciari ed Emanuele Severino, Napoli-Salerno,
Orthotes Editrice, . Messinese L., L'apparire del mondo. Dialogo con Emanuele
Severino sulla “struttura originaria” del sapere, Milano, Mimesis, 2Messinese
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Pisa, ETS, . Messinese L., Stanze della metafisica. Heidegger, Löwith, Carlini,
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cattolico. Severino, la Chiesa, la filosofia, Bari, Dedalo, . Petterlini A.,
Brianese G. e Goggi G. , Le parole dell'Essere. Per Emanuele Severino, Milano,
Mondadori, Poma P., Necessità del divenire. Una critica a Emanuele Severino,
Pisa, ETS, . Saccardi F., Metafisica e parmenidismo. Il contributo della
filosofia neoclassica, Napoli-Salerno, Orthotes, . Scilironi C., Ontologia e
storia nel pensiero di Emanuele Severino, Abano Terme, Francisci, Scurati M.,
Pensare l'identità. Da Schelling a Severino, Milano, Alboversorio, Simionato
M., Nulla e negazione. L'aporia del nulla dopo Emanuele Severino, Prefazione di
Emanuele Severino, Pisa, Edizioni Plus (Pisa University Press), . Soncini U.,
Il senso del fondamento in Hegel e Severino, Genova, Marietti, Spanio D. , Il
destino dell'essere. Dialogo con Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, .
Sperduto D., Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte, Prefazione
di E. Severino, Fasano di Brindisi (BR), Schena Editore, Sperduto D., Maestri
futili? Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese, Emanuele Severino,
Roma, Aracne, Sperduto D., Il divenire dell'eterno. Su Emanuele Severino (e
Dante), Prefazione di L. Messinese, Roma, Aracne, . Testoni I. , Emanuele
Severino, La follia dell'angelo, Milano, Mimesis, Tarca L.V., Verità,
alienazione e metafisica. Rilettura critica della proposta filosofica di
Emanuele Severino, Treviso, Mevio Washington, Valent I. , Cura e salvezza.
Saggi dedicati a Emanuele Severino, Bergamo, Moretti & Vitali, Visentin
M., Tra struttura e problema. Note intorno al pensiero di E. Severino, Venezia,
Marsilio [ora in Il neoparmenidismo italiano, IDal neoidealismo al
neoparmenidismo, Napoli, Bibliopolis, Metafisica Ontologia Episteme Nichilismo
Giacomo Leopardi Friedrich Nietzsche Parmenide Martin Heidegger Rasoio di Occam
Italo Valent Umberto Galimberti. Sito ufficiale, su emanueleseverino. Emanuele Severino, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Emanuele Severino, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere di Emanuele Severino, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere di Emanuele Severino, . Emanuele Severino, su
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Severino, su RadioRadicale, Radio Radicale.
Vi racconto il mio scontro con la Chiesa Cattolica, su ricerca.repubblica.
Rassegna stampa di e su Severino, su lgxserver.uniba. Rassegna stampa di e su
Severino, su lgxserver.uniba. Video intervista a Emanuele Severino, su asia.,
sito ASIA, Associazione spazio interiore ambiente Emanuele Severino, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. pensiero di
Emanuele Severino, su emanueleseverino.com. Vasco Ursini. Severino. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Severino” – The Swimming-Pool Library.
Sforza
(Forli). Filosofo. Direttore del Resto del Carlino e
docente alla SapienzaRoma dal 1939, fu autore di importanti opere di filosofia
del diritto quali Il concetto, il diritto e la giurisprudenza naturale, Filosofia
del diritto e filosofia della storia, Idee e problemi di filosofia giuridica,
ecc. Widar Cesarini Sforza, in Dizionario biografico degli italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. PredecessoreDirettore de il Resto del
CarlinoSuccessore Tomaso Monicelli. Sforza. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Sforza” – The Swimming-Pool Library.
Sgalambro (Lentini). Filosofo. important Italian philosopher. La sua
opera filosofica è stata definita di orientamento nichilista, definizione
spesso respinta da Sgalambro stesso, ma talvolta anche accettata, e si può
piuttosto definire un'originale sintesi tra la filosofia della vita di Arthur
Schopenhauer e il materialismo e pessimismo di Giuseppe Rensi, con le influenze
dell'esistenzialismo sui generis di Emil Cioran, di alcuni temi della
scolastica e della "teologia empia" e naturalistica di Vanini e
Mauthner. Sgalambro è noto anche per la collaborazione con il cantautore
Franco Battiato, delle cui canzoni fu autore dei testi tra il 1995 e il .
Manlio Sgalambro nacque a Lentini, da una famiglia benestante (il padre era un
farmacista). Ha sempre osservato un riserbo quasi "conventuale" nella
sua vita privata, fornendo tuttavia alcuni elementi biografici nelle sue
interviste o presentazioni. Dopo l'infanzia trascorsa a Lentini, si trasferisce
a Catania, dove rimane per tutta la vita. Nel 1947 si iscrive all'Università
degli studi di Catania: «All'università decisi di non iscrivermi in
Filosofia perché la coltivavo già autonomamente. Mi piaceva il diritto penale e
per questo scelsi la facoltà di Giurisprudenza.” Inoltre non si trovava
d'accordo con la cultura filosofica dominante allora nelle accademie, troppo
legata all'idealismo di Croce e Gentile: «Erano loro che occupavano tutto
lo spazio culturale, ma io non mi ritrovavo affatto in quei sistemi complessi e
completi, dove ogni cosa era già stata incasellata. Per me pensare era una
destructio piuttosto che una costructio: ero uno che notava le rovine,
piuttosto che la bellezza. Questo era un po' scomodo, e non certamente accademico.»
Si sposa, e dal matrimonio nascono cinque figli (Elena, Simona, Riccardo,
Irene, Elisa). Il reddito che proveniva da un agrumeto (lasciatogli in eredità
dal padre) non basta più, così sceglie di integrarlo compilando tesi di laurea
e facendo supplenze nelle scuole: «Il matrimonio è un momento, come dice
Hegel, in cui «la realtà determinata entra in un individuo». Dunque il matrimonio
non coincide semplicemente con l'amore per una persona, ma con la durata: ecco
dove sta l'essenza, quasi teologica, del matrimonio.» Sgalambro era
dichiaratamente ateo anche se credeva nella reincarnazione, come ricordato
anche dall'amico Battiato, e ha avuto un funerale religioso. Da molti anni
viveva da solo nella sua casa catanese. La produzione filosofica «Che non
ci sia niente di peggiore del mondo, non si deve dimostrare.» (La
conoscenza del peggio) Sgalambro ripeteva spesso che non possedeva titoli né
lauree «per i biglietti da visita» e quindi come sia riuscito a diventare uno
scrittore di filosofiai cui libri sono tradotti in francese, tedesco e
spagnoloera «un mistero» che egli stesso stentava a spiegarsi. Il suo
primo contatto con un'opera filosofica avviene nel periodo dell'adolescenza,
quando legge La formazione naturale nel fatto del sistema solare di Roberto
Ardigò nella biblioteca di un parente. Seguono i Principi di psicologia di
William James, le Ricerche logiche di Husserl (un'opera che ritornerà più volte
nella sua riflessione), e, soprattutto, Il mondo come volontà e
rappresentazione di Schopenhauer. L'incontro con il pensatore tedesco spinge
Sgalambro ad un interesse sempre crescente per la cultura nordeuropea, che
sfocerà poi nella scoperta di Kant, Hegel, Friedrich Nietzsche, e Kierkegaard,
a cui dedica i suoi primi saggi. Inizia a collaborare alla rivista catanese
Prisma (diretta da Grassi): il primo scritto è Paralipomeni all'irrazionalismo,
dove, influenzato da Rensi, sviluppa un attacco all'idealismo crociano allora
in piena egemonia. Egli si ispira anche all'ironia di Karl Kraus di cui ama lo
stile aforistico ("Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale lo avrebbe fatto
in tre righe"). Assieme a Sebastiano Addamo, scrive per il periodico
Incidenze (fondato da Antonio Corsano): il primo articolo è Crepuscolo e notte
(che viene ristampato nel ), un breve saggio di "esistenzialismo
negativo", ispirato ad Heidegger e Céline. Frattanto inizia a scrivere
anche per la rivista Tempo presente (diretta da Nicola Chiaromonte ed Ignazio
Silone). Alla fine degli anni settanta decide di organizzare il suo
pensiero in un'opera sistematica: a 55 anni Sgalambro manda il suo primo libro,
La morte del sole, con un biglietto di due righe alla casa editrice Adelphi; al
proposito dirà: «E lì è rimasto due anni. Ma siccome io sono fatto in
questo modo, non ho chiesto niente. Poi è arrivata una telefonata a mia moglie.
Mi chiedevano di andare a Milano, per prendere contatto con l'editore. Roberto
Calasso mi disse che quel libro non era maturo, era marcio: ed era esattamente
così”Negli anni seguenti, con lo stesso editore, pubblica anche: Trattato dell'empietà,
Anatol, Del pensare breve, Dialogo teologico, Dell'indifferenza in materia di
società, La consolazione, Trattato dell'età, De mundo pessimo, La conoscenza
del peggio, Del delitto, e Della misantropia. Spesso viene avvicinato alla
corrente nichilista; talvolta ha respinto la definizione, mentre altre volte
l'ha accettata, nel senso di un nichilismo attivo e demolitore, non passivo e
chiuso: «Indubbiamente questa visione è nell'intimo di me stesso. Per un
nichilista le coseil Papa, Mussolini, un vaso di terracottasi equivalgono.
Questo non significa che non si ha il senso di ciò che vale: significa piuttosto
che si prova a romperlo come si può, per esempio con il martello del
pensare.» Intanto, all'inizio degli anni novanta, con alcuni amici avvia
una piccola attività editoriale a Catania: nasce così la De Martinis.
All'interno di questa casa editrice, Sgalambro si occupa di saggistica,
pubblicando un paio di propri testi (Dialogo sul comunismo e Contro la musica)
e ristampando alcune opere di Giulio Cesare Vanini e di Julien Benda. Suscita
polemiche una sua intervista a Francesco Battistini sulla mafia, dove critica
anche Leonardo Sciascia e il mito dell'antimafia "militante" (che tra
l'altro fu criticata da Sciascia stesso negli ultimi anni di vita): «L'immagine
della Sicilia… C'è, come no? Ma cercarla in faccende di Cuffaro e di Gabanelli
è come cercare un tesoro fra le spine dei fichi d'India. Cercare che cosa, poi?
La griglia mafiosa è una gabbia. È chiaro che ha ragione la Gabanelli e che
Cuffaro vuole cancellare a suo modo la mafia, con un tratto di parole. Ma
contesto che la mafiosità sia una chiave di conoscenza... Non cambio idea. La
mafia è un concetto astratto. E gli astratti si distruggono con la logica, non
con la polizia... La polizia può arrestare la mafia. Eliminarla, mai. Quello
che importa è la Mafia maiuscola, concetto generale e perciò indistruttibile...
La mafia in sé non mi fa venire in mente nulla. Come la patria, i morti di
Solferino. Cose vetuste. Leonardo Sciascia era lo scrittore sociale, un maestro
di scuola che voleva insegnarci le buone maniere sociali. Ma rivisitarlo oggi è
come rileggere Silvio Pellico. La sua funzione si è esaurita... La mafia è
l'unica economia reale di quest'isola... Ci sono fenomeni della storia,
ricchezze che non si possono fare con le mani pulite. Qui la ricchezza è sempre
stata fondiaria, senza investimenti... La ricchezza è per sua natura sporca...
Basta col gioco della spartizione: è mafioso o no? Domande da periodo di lotte
religiose: è luterano o cattolico? In Sicilia sono arrivati anche i laici, per
fortuna.» Definisce poi Claudio Fava "quel piagnone",
affermando che "i famosi Cavalieri", soprannome dato dal padre di
Fava a quattro imprenditori catanesi considerati collusi con Cosa nostra,
«erano l'unica economia possibile» per la città. Nel è tornato in maniera sarcastica
sull'argomento: «Considero la Sicilia come un fenomeno estetico e non ne
cambierei nulla. In questo senso potrei dire che mi considero un mafioso…». Era
stato attaccato dal sociologo Franco Ferrarotti che lo definì "un
neo-reazionario" e di "intolleranza aristocratica e silenzio sulla
mafia". Alla sua isola ha dedicato l'opera Teoria della
Sicilia: «Là dove domina l'elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni
isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell'isola è segnata da
questa certezza. Un'isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si
sorregge sui flutti, sull'instabile. Per ogni isola vale la metafora della
nave: vi incombe il naufragio.» Oltre ai saggi per Adelphi, ha pubblicato
per Bompiani Teoria della canzone, Variazioni e capricci morali, e due raccolte
di poesie, Nietzsche (frammenti di una biografia per versi e voce) e Marcisce
anche il pensiero (frammenti di un poema) (), dedicato all'ultima mezz'ora di
vita di Immanuel Kant, nonché L'impiegato di Filosofia, nel quale ironicamente
afferma di aver rinunciato alla filosofia ritrovandosi più filosofo che mai,
curioso libretto stampato in un museo della stampa con caratteri mobili, edito
da La Pietra Infinita. Infine, ha pubblicato con Il Girasole: Del metodo
ipocondriaco, Quaternario (racconto parigino), la raccolta di poesie Nell'anno
della pecora di ferro, la pièce teatrale L'illusion comique e Dal ciclo della
vita. Le collaborazioni con Franco Battiato ed altri «La matematica è il
tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con cui si indica lo
scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L'ordine, già il termine ha
qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le forze dell'ordine
cosmico, i riti cosmici. L'autentico sentimento scientifico è impotente davanti
all'universo. L'inflazione che caccia nelle mani dell'individuo, in un gesto
solo, miliardi di marchi, lasciandolo più miserabile di prima, dimostra punto
per punto che il denaro è un'allucinazione collettiva» (La morte del
sole, frasi recitate da Franco Battiato in 23 coppie di cromosomi). Avviene
l'incontro con Franco Battiato, del tutto casualmente, perché presentavano
insieme un volume di poesie dell'amico comune Angelo Scandurra. Dopo pochi
giorni da quell'incontro, Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di
scrivere il libretto dell'opera Il cavaliere dell'intelletto: «Un anno fa
non ci conoscevamo neppure. Da allora non abbiamo fatto altro che lavorare
insieme. Lui sarà anche un filosofo, ma per me è un talento che mi stimola e
arricchisce. Mi sembra impossibile, oggi, tornare a scrivere i testi delle mie
cose.» (Battiato) «In mezzo a tutto questo, mi capitò tra i piedi Franco
Battiato. Per un certo verso direi che è stato uno di quegli incontri che ti
portano fuori strada, ma questa è una percezione che ho avuto molto tardi. A
volte trovo che è come se tutto quel tempo io lo abbia perduto: la questione
starebbe nel vedere se sia possibile recuperarlo. Sgalambro a Conegliano Sgalambro
accetta e risponde ironicamente all'invito di Battiato chiedendogli di scrivere
insieme un disco di musica pop. Tra Sgalambro e Battiato si sviluppa un
sodalizio artistico e umano, anche se non sempre facile: «Anche perché io non
sono un grande seguace dell'amicizia. Con Battiato abbiamo avuto lunghe liti,
che duravano parecchio. Poi uno dei due, in genere lui, telefonava e il
rapporto riprendeva. Tutti i litigi erano per un rigo da cambiare in una
canzone: io non accettavo le esigenze della musica e per lui questo era
costoso. Il suo impegno in politica? Non ho mai capito come si sia potuto
lasciare tentare, tutti i giorni ho cercato di convincerlo a levarsi, solo ora
per fortuna sta tornando in se stesso.» Collabora a quasi tutti i
progetti di Franco Battiato, per cui scrive: i libretti delle opere Il
cavaliere dell'intelletto (su Federico II di Svevia), Socrate impazzito, Gli
Schopenhauer e Telesio (su Bernardino Telesio), e del balletto Campi magnetici;
i testi di svariati album musicali (L'ombrello e la macchina da cucire,
L'imboscata, Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto, Apriti
sesamo) e vari inediti, presenti ad esempio nell'album Fleurs; le sceneggiature
dei film Perduto amor, Musikanten (sugli ultimi anni della vita di Beethoven) e
Niente è come sembra, del programma televisivo Bitte, keine Réclame e del
documentario Auguri don Gesualdo (su Gesualdo Bufalino). Benché affermasse che
la canzone era per lui "una distrazione", dal 1998 scrive testi di
canzoni anche per Patty Pravo (Emma), Alice (Come un sigillo, Eri con me),
Fiorella Mannoia (Il movimento del dare), Carmen Consoli (Marie ti amiamo),
Milva (Non conosco nessun Patrizio), Adriano Celentano (Facciamo finta che sia
vero) e Ornella Vanoni (Aurora). Dopo essere intervenuto anche ai
concerti di Battiato, nel 2000 si cimenta lui stesso con la musica e pubblica
il singolo La mer, contenente la cover del celebre brano di Charles
Trenet. In una rappresentazione de L'histoire du soldat di Igor'
Stravinskij interpretò la voce narrante, con Franco Battiato nella parte del
soldato e Giovanni Lindo Ferretti in quella del Diavolo. Nel 2001
pubblica l'album Fun club, prodotto da Franco Battiato e Saro Cosentino, che
contiene «evergreen» del calibro di La vie en rose (di Piaf) e Moon river (di
Henry Mancini), ma anche l'ironica Me gustas tú (di Manu Chao): «Un
alleggerimento che considero doveroso. Dobbiamo sgravare la gente dal peso del
vivere, invece che dare pane e brioches. Questa volta, mi sono sgravato
anch'io. E poi, la musica leggera ha questo di bello, che in tre minuti si può
dire quanto in un libro di 400 pagine o in un'opera completa a teatro.»
(Manlio Sgalambro). Dà la voce all'aereo DC-9 Itavia nell'opera Ultimo volo di
Pippo Pollina sulla strage di Ustica. Nel 2009 pubblica il singolo La
canzone della galassia, contenente la cover di The galaxy song (tratto da Il
senso della vita dei Monty Python), cantata assieme al gruppo sardo-inglese
Mab. Torna dopo 40 anni ad esibirsi in un pub di Catania, assieme al
filosofo Salvatore Massimo Fazio e il curatore del suo sito Alessio Cantarella.
Finita l'esibizione alla presenza di Pippo Russo e Franco Battiato, seguì il
concerto delle Lilies on Mars, band formata da due ex componenti del gruppo MAB
(Masia e Cristofalo), band che si era esibita con Battiato nella canzone Il
vuoto, su testo di Sgalambro. Partecipazioni dirette alle opere di
Battiato Canzoni In Di passaggio (da L'imboscata) recita in greco antico: (EL)
«Ταὐτὸ τενὶ ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶ γηραιόν'
τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεινά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν ταῦτα.» «La stessa cosa
sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio:
questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi.»
(Eraclito, Frammenti, 88) Interviene recitando in Shakleton, dall'album
Gommalacca. In Invito al viaggio (da Fleurs) recita: «Ti invito al viaggio in
quel paese che ti somiglia tanto. I soli languidi dei suoi cieli annebbiati
hanno per il mio spirito l'incanto dei tuoi occhi quando brillano offuscati.
Laggiù, tutto è ordine e bellezza, calma e voluttà; il mondo s'addormenta in
una calda luce di giacinto e d'oro; dormono pigramente i vascelli vagabondi,
arrivati da ogni confine per soddisfare i tuoi desideri.» (Charles
Baudelaire, I fiori del male) In Corpi in movimento (da Campi magnetici)
recita: «Se io, come miei punti, penso quali si vogliano sistemi di cose, per
esempio, il sistema: amore, legge, spazzacamino… e poi non faccio altro che
assumere tutti i miei assiomi come relazioni tra tali cose, allora le mie
proposizioni, per esempio, il teorema di Pitagora, valgono anche per queste
cose.» (David Hilbert, Lettera a Frege) Partecipa a quasi tutti i tour di
Franco Battiato: Nel tour del '97 recita versi in latino sul brano di
Battiato Areknames (da Pollution), ribattezzato per l'occasione Canzone
chimica: «Bacterium flourescens liquefaciens, Bacterium histolyticum, Bacterium
mesentericum, Bacterium sporagenes, Bacterium putrificus…» (Canzone chimica)
Esegue una nuova versionecon il testo riadattato in chiave filosoficadi Accetta
il consiglio (tratto da The Big Kahuna), che viene pubblicato l'anno dopo
nell'album live Last Summer Dance. Canta due brevi strofe dei suoi versi nella
canzone La porta dello spavento supremo, dall'album Dieci stratagemmi di
Battiato: «Quello che c'è / ciò che verrà / ciò che siamo stati / e comunque
andrà /tutto si dissolverà (...) Sulle scogliere fissavo il mare / che
biancheggiava nell'oscurità / tutto si dissolverà.» (La porta dello
spavento supremo/Il sogno, testo di Manlio Sgalambro e Carlotta Wieck) Opere
Libri Manlio Sgalambro, La morte del sole, Milano, Adelphi, Trattato dell'empietà,
Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Vom Tod der Sonne (edizione tedesca de La
morte del sole), traduzione di Dora Winkler, Monaco (Germania), Hanser, Del
metodo ipocondriaco, Valverde (CT), Il Girasole, Anatol, Milano, Adelphi, Manlio
Sgalambro, Anatol (edizione francese), traduzione di Dominique Bouveret,
Saulxures (Francia), Circé, Del pensare breve, Milano, Adelphi, Manlio
Sgalambro, Dialogo teologico, Milano, Adelphi, Contro la musica. (Sull'ethos
dell'ascolto), Catania, De Martinis, Dell'indifferenza in materia di società,
Milano, Adelphi, Del pensare breve), traduzione di Carole Walter, Saulxures
(Francia), Circé, Dialogo sul comunismo, Catania, De Martinis, Manlio
Sgalambro, La consolazione, Milano, Adelphi, La morte del sole (seconda edizione),
Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Teoria della canzone, Milano, Bompiani, s
(contiene l'edizione francese di Dialogo teologico), traduzione di Carole
Walter, Saulxures (Francia), Circé, Manlio Sgalambro, Nietzsche. (Frammenti di
una biografia per versi e voce), Bompiani, Milano, Poesie (edizione a tiratura
limitata di 72 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra
Infinita, Trattato dell'età. Una lezione di metafisica, Milano, Adelphi, Manlio
Sgalambro-Davide Benati, Segrete (edizione a tiratura limitata di 30 esemplari
numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Trattato
dell'età), traduzione di Dominique Férault, Parigi (Francia), Payot, Opus
postumissimum. (Frammento di un poema), Silvia BatistiRossella Lisi, Firenze,
Giubbe Rosse, Manlio Sgalambro, Dolore e poesia (edizione a tiratura limitata
di 32 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita,
De mundo pessimo (contiene Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto) e
Dialogo sul comunismo), Milano, Adelphi, Trattato dell'empietà (seconda
edizione), Milano, Adelphi, Quaternario. Racconto parigino, Valverde (CT), Il Girasole,
Nietzsche. Frammenti di una biografia per versi e voce (seconda edizione),
Milano, Bompiani, La conoscenza del peggio, Milano, Adelphi, Del delitto, Milano,
Adelphi, La consolazione, L'impiegato di filosofia (edizione a tiratura
limitata di 100 esemplari numerati), Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Crepuscolo
e notte, Messina, Mesogea, Nell'anno della pecora di ferro, Valverde, Il Girasole, Marcisce anche il pensiero. Frammenti di un
poema (seconda edizione di Opus postumissimum. (Frammento di un poema)), Milano,
Bompiani, Della misantropia, Milano, Adelphi,
Teoria della canzone (seconda edizione con una nuova introduzione
dell'autore), Milano, Bompiani, Manlio
Sgalambro, L'illusion comique, Valverde, Il Girasole, Manlio Sgalambro, Variazioni e capricci
morali, Milano, Bompiani, Dal ciclo
della vita, Valverde, Il Girasole, Devozione allo spazio in Giuseppe Raciti,
Dello spazio, Catania, CUECM, Sciascia e le aporie del fare in Sciascia.
Scrittura e verità, Palermo, Flaccovio, Manlio Sgalambro, Carpe veritatem in Schopenhauer,
La filosofia delle università, Milano, Adelphi, Empedocle o della fine del ciclo cosmico in
Antonio Di Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà, v. 1, Catania, Maimone,
Gentile o del pensare in Antonio Di Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di
civiltà, v. 2, Catania, Maimone, Post scriptum in Pietro Barcellona, Lo spazio
della politica. Tecnica e democrazia, Roma, Riuniti, Manlio Sgalambro,
postfazione in Julien Benda, Saggio di un discorso coerente sui rapporti tra
Dio e il mondo, Catania, De Martinis, Rensi in Giuseppe Rensi, La filosofia
dell'autorità, Catania, De Martinis, quarta di copertina Manlio Sgalambro, prefazione
in Angelo Scandurra, Trigonometria di ragni, Milano, All'Insegna del Pesce
d'Oro, Manlio Sgalambro, La malattia dello spazio in Insulæ. L'arte
dell'esilio, Genova, Costa & Nolan, Manlio Sgalambro, Vanini e
l'empietà in Giulio Cesare Vanini, Confutazione delle religioni, Catania, De
Martinis, Manlio Sgalambro, Breve introduzione in Giuseppe Tornatore, Una pura
formalità, Catania, De Martinis, Piccola glossa al “Trattato della
concupiscenza” in Jacques Bénigne Bossuet, Trattato della concupiscenza, Catania,
De Martinis, Manlio Sgalambro, postfazione in Ernst JüngerKlaus Ulrich
Leistikov, Mantrana. Un gioco, Catania, De Martinis, Gentile e il tedio del
pensare in Giovanni Gentile, L'atto del pensare come atto puro, Catania, De
Martinis, Manlio Sgalambro, Il bene non può fondarsi su un Dio omicida in Carlo
Maria Martini Umberto Eco, In cosa crede chi non crede?, Roma, Liberal, Sciascia
e le aporie del fare in Leonardo Sciascia. La memoria, il futuro, Matteo
Collura, Milano, Bompiani, prefazione in Tommaso Ottonieri, Elegia sanremese,
Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, La morale di un cavallo in Ottavio
Cappellani, La morale del cavallo, Scordia, Nadir, Manlio Sgalambro, Prefazione
in Maurizio Cosentino, I sistemi morali, Catania, Boemi, postfazione in
Domenico Trischitta, Daniela Rocca. Il miraggio in celluloide, Catania, Boemi, Manlio
Sgalambro, Piccole note in margine a Salvo Basso in Salvo Basso, Dui, Catania,
Prova d'Autore, Il fabbricante di chiavi in Mariacatena De LeoLuigi Ingaliso,
Nell'antro del filosofo. Dialogo, , Catania, Prova d'Autore, postfazione in
Alessandro Pumo, Il destino del corpo. L'uomo e le nuove frontiere della
scienza medica, Palermo, Nuova Ipsa, Manlio Sgalambro, Sodalizio in Franco
Battiato. L'alba dentro l'imbrunire (allegato a Franco Battiato. Parole e
canzoni), Vincenzo Mollica, Torino, Einaudi, 2004V Manlio Sgalambro, Del
vecchio in Riccardo MondoLuigi Turinese, Caro Hillman… Venticinque scambi
epistolari con James Hillman, Torino, Bollati Boringhieri, Manlio Sgalambro, prefazione
in Anna Vasta, I malnati, Porretta Terme (BO), I Quaderni del Battello Ebbro, seconda
di copertina, Lettera a un giovane poeta in Luca Farruggio, Bugie estatiche,
Roma, Il Filo, prefazione in Toni Contiero, Galleria Buenos Aires, Reggio
Emilia, Aliberti, Manlio Sgalambro, Teoria della Sicilia in Guido Guidi
Guerrera, Battiato. Another link, Baiso, Verdechiaro, Manlio Sgalambro, Nota
introduttiva in Michele Falzone, Franco Battiato. La Sicilia che profuma
d'oriente, Palermo, Flaccovio, Manlio
Sgalambro, Una nota in Franco Battiato, In fondo sono contento di aver fatto la
mia conoscenza (allegato a Niente è come sembra), Milano, Bompiani, Manlio
Sgalambro, Nadia Boulanger e l'ethos della musica in Bruno Monsaingeon,
Incontro con Nadia Boulanger, Palermo, rueBallu, prefazione in Arnold de Vos,
Il giardino persiano, Fanna (PN), Samuele, Manlio Sgalambro, prefazione in
Angelo Scandurra, Quadreria dei poeti passanti, Milano, Bompiani, seconda di
copertina Manlio Sgalambro, Sull'idea di nazione in Catania. Non vi sarà
facile, si può fare, lo facciamo. La città, le regole, la cultura, Catania,
ANCE, Manlio Sgalambro, Dicerie in Franco Battiato, Don Gesualdo (allegato a
Auguri don Gesualdo), Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, postfazione in Carlo
Guarrera, Occhi aperti spalancati, Messina, Mesogea, Manlio Sgalambro, Nota
critica in Anna Vasta, Di un fantasma e di mari, Catania, Prova d'Autore, Nota
in Georges Bataille, W.C., Antonio Contiero, Massa, Transeuropa, Massa,prefazione
in Giampaolo Bellucci, Un grappolo di rose appese al sole, Villafranca Lunigiana,
Cicorivolta, Manlio Sgalambro, prefazione in Selenia Bellavia, Pourparler,
Catania, Prova d'Autore, Manlio Sgalambro, Apologia del teologo in Fabio
Presutti, Deleuze e Sgalambro: dell'espressione avversa, Catania, Prova d'Autore,
,Breve riflessione in Massimiliano Scuriatti, Mico è tornato coi baffi, Milano,
Bietti, Manlio Sgalambro, Presentazione in Armando Rotoletti, Circoli di
conversazione a Biancavilla, Modugno, Arti Grafiche Favia, Il senso della bellezza
in Franco Battiato, Jonia me genuit. Discografia leggera, discografia classica,
filmografia, pittura, Firenze, Della Bezuga, Moralità plutarchee in Domenico
Trischitta, Catania, Il Garufi, Manlio Sgalambro, La città dei morti in Luigi
Spina, Monumentale. Un viaggio fotografico all'interno del gran camposanto di Messina,
Milano, Electa, prefazione in Ghesia Bellavia, Fermo immagine, Catania, Il Garufi,
Sulla mia morte in Franco Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà,
Milano, Bompiani, Album Manlio Sgalambro, Fun club, Milano, Sony, 2001 Singoli
Manlio Sgalambro, La mer, Milano, Sony,Manlio Sgalambro, Me gustas tú, Milano,
Sony, feat. Mab, La canzone della galassia, Milano, Sony, Collaborazioni Album
testi (L'ombrello e la macchina da cucire, Breve invito a rinviare il suicidio,
Piccolo pub, Fornicazione, Gesualdo da Venosa, Moto browniano, Tao, Un vecchio
cameriere, L'esistenza di Dio) in Franco Battiato, L'ombrello e la macchina da
cucire, Milano, EMI, testi (Di passaggio, Strani giorni, La cura, Ein Tag aus
dem Leben des kleinen Johannes, Amata solitudine, Splendide previsioni, Ecco
com'è che va il mondo, Segunda-feira, Memorie di Giulia, Serial killer) e voce
(Di passaggio) in Franco Battiato, L'imboscata, Milano, Polygram, voce (Canzone chimica) in Franco Battiato,
L'imboscata live tour (registrazione video di un concerto), Milano, Polygram, testo
(Emma Bovary) in Patty Pravo, Notti, guai e libertà, Milano, Sony, testi (Shock
in my town, Auto da fé, Casta diva, Il ballo del potere, La preda, Il mantello
e la spiga, È stato molto bello, Quello che fu, Vite parallele, Shackleton) e
voce (Shackleton) in Franco Battiato, Gommalacca, Milano, Polygram, testi
(Medievale, Invito al viaggio) e voce (Invito al viaggio) in Franco Battiato,
Fleurs. Esempi affini di scritture e simili, Milano, Universal, testi (Running
against the grain, Bist du bei mir, La quiete dopo un addio, Personalità
empirica, Il cammino interminabile, Lontananze d'azzurro, Sarcofagia, Scherzo
in minore, Il potere del canto) e voce (Personalità empirica) in Franco
Battiato, Ferro battuto, Milano, Sony, testo (Invasione di campo) in Invasioni, New Scientist, testo (Come un
sigillo) in Franco Battiato, Fleurs 3 (album), Milano, Sony, voce (Non
dimenticar le mie parole) in Franco Battiato, Colonna sonora di Perduto amor
(colonna sonora del film), Milano, Sony, voce (Shackleton, Accetta il
consiglio) in Franco Battiato, Last summer dance (registrazione audio di un
concerto), Milano, Sony, testi (Tra sesso e castità, Le aquile non volano a
stormi, Ermeneutica, Fortezza Bastiani, Odore di polvere da sparo, I'm that,
Conforto alla vita, 23 coppie di cromosomi, Apparenza e realtà, La porta dello
spavento supremo) e voce (La porta dello spavento supremo) in Franco Battiato,
Dieci stratagemmi. Attraversare il mare per ingannare il cielo, Milano, Sony, voce
(La porta dello spavento supremo) in Franco Battiato, Un soffio al cuore di
natura elettrica (registrazione audio e video di un concerto), Milano, Sony, testi
(Il vuoto, I giorni della monotonia, Aspettando l'estate, Niente è come sembra,
Tiepido aprile, The game is over, Io chi sono?, Stati di gioia) e
dell'adattamento in italiano di Era l'inizio della primavera (da Aleksej
Nikolaevič Tolstoj, It was in the early days of spring) in Franco Battiato, Il
vuoto, Milano, Universal, testo (Maori legend) in Lilies on Mars, Lilies on
Mars, testo (Il movimento del dare) in Fiorella Mannoia, Il movimento del dare,
Milano, Sony, testi (Tutto l'universo obbedisce all'amore, Tibet) e
dell'adattamento in italiano di Del suo veloce volo (da Antony Hegarthy,
Frankenstein) in Franco Battiato, Fleurs 2, Universal, testo (Marie ti amiamo)
in Carmen Consoli, Elettra, Milano, Universal, 2009 testi (Inneres Auge, 'U
cuntu) e voce ('U cuntu) in Franco Battiato, Inneres Auge. Il tutto è più della
somma delle sue parti, Milano, Universal, testo (Non conosco nessun Patrizio!)
in Milva, Non conosco nessun Patrizio!, Milano, Universal, testo (Facciamo finta che sia vero) in
Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero, Milano, Universal, testo (Eri con me) in Alice, Samsara, Arecibo, testi (Un irresistibile richiamo, Testamento,
Quand'ero giovane, Eri con me, Passacaglia, La polvere del branco, Caliti
junku, Aurora, Il serpente, Apriti sesamo) in Franco Battiato, Apriti sesamo,
Milano, Universal, Singoli testi (Strani
giorni, Decline and fall of the Roman empire) in Franco Battiato, Strani
giorni, Milano, Polygram, testo in Patty Pravo, Emma Bovary, Milano, Sony, 1998
testi (Shock in my town, Stage door) in Franco Battiato, Shock in my town,
Milano, Polygram, 1998 testi (Il ballo del potere, Stage door, Emma,
L'incantesimo) in Franco Battiato, Il ballo del potere, Milano, Polygram, testi
(Running against the grain, Sarcofagia, In trance) in Franco Battiato, Running against
the grain, Milano, Sony, testo in Franco Battiato, Il vuoto, Milano, Universal,
testo in Franco Battiato feat. Carmen Consoli, Tutto l'universo obbedisce all'amore,
Milano, Universal, testo in Franco
Battiato, Inneres Auge, Milano, Universal, testo in Franco Battiato,
Passacaglia, Milano, Universal, Opere
teatrali testi in Franco Battiato, Il cavaliere dell'intelletto, inedito (prima
rappresentazione: Palermo, testi e attore in Martin Kleist, Socrate impazzito,
inedito (prima rappresentazione: Catania) testi e attore in Franco Battiato,
Gli Schopenhauer, inedito (prima rappresentazione: Fano (PU), 8 agosto 1998)
attore in Igor' Fëdorovič Stravinskij, L'histoire du soldat, inedito, (prima
rappresentazione: Roma, libretto e voce
(Corpi in movimento, La mer) in Franco Battiato, Campi magnetici. I numeri non
si possono amare, Milano, Sony, (prima rappresentazione: Firenze) voce (Volare
è un'arte, Negli abissi, Pratica di mare, A tu per tu con il Mig, Verso
Bologna, Simulacro) in Pippo Pollina, Ultimo volo. Orazione civile per Ustica,
Bologna, Storie di Note, (prima
rappresentazione: Bologna) attore in Manlio SgalambroRosalba BentivoglioCarlo
Guarrera, Frammenti per versi e voce, inedito (prima rappresentazione: Catania,
testi in Battiato, Telesio. Opera in due atti e un epilogo, Milano, Sony, (prima rappresentazione: Cosenza, ) Film
sceneggiatura e attore (Martino Alliata) in Franco Battiato, Perduto amor,
Giarre, L'Ottava, sceneggiatura e attore (nobile senese) in Franco Battiato,
Musikanten, Giarre, L'Ottava, sceneggiatura in Franco Battiato, Niente è come
sembra, Milano, Bompiani, Documentari intervento in Daniele Consoli, La verità
sul caso del signor Ciprì e Maresco, Zelig, intervento in Franco Battiato,
Auguri don Gesualdo, Milano, Bompiani,
intervento in Massimiliano Perrotta, Sicilia di sabbia, Movie
Factory, intervento in Franco Battiato,
Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani, Videoclip attore inBattiato, L'ombrello e la
macchina da cucire, attore in Franco Battiato, Di passaggio, attore in Franco
Battiato, Strani giorni, attore in Franco Battiato, Shock in my town, attore in
Franco Battiato, Running against the grain, attore in Franco Battiato, Bist du
bei mir, attore in Franco Battiato, Ermeneutica, attore in Battiato, La porta
dello spavento supremo, attore in Franco Battiato, Il vuoto, attore in Franco
Battiato, Inneres Auge, Programmi televisivi Franco Battiato, Bitte, keine
Réclame, Libri Francesco Saverio Niso,
Comunità dello sguardo. Halbwachs, Sgalambro, Cordero, Torino, Giappichelli,
2001 Mariacatena De LeoLuigi Ingaliso, Nell'antro del filosofo. Dialogo con
Manlio Sgalambro, Catania, Prova d'Autore, Lina Passione, La notte e il tempo.
Divagazioni su Franco Battiato, Manlio Sgalambro e… altro, Catania, CUECM, Alessandro
Max Cantello, Sgalambro speaks. Uno scherzo mimetico che possa introdurre ad
una filosofia, Mas Club, Manlio
Sgalambro. L'ultimo chierico, Rita Fulco, Messina, Mesogea, Caro misantropo. Saggi e testimonianze per
Manlio Sgalambro, Antonio CarulliFrancesco Iannello, Napoli, La Scuola di
Pitagora, Salvatore Massimo Fazio,
Regressione suicida. Dell'abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio
Sgalambro, Barrafranca , Bonfirraro,
Manlio Sgalambro. Breve invito all'opera, Davide Miccione, Caltagirone, Lettere da Qalat, Antonio Carulli, Introduzione a Sgalambro,
Genova, Il Melangolo, Patrizia
TrovatoAntonio CarulliPiercarlo NecchiManuel Pérez Cornejo, La piccola verità.
Quattro saggi su Manlio Sgalambro, Milano, Mimesis, Saggi Sergio Zavoli, Le ombre della sera in
Di questo passo. Cinquecento domande per capire dove andiamo, Torino, Nuova ERI,
Calogero Rizzo, De consolatione theologie in Massimo Iiritano, Sergio Quinzio.
Profezie di un'esistenza, Soveria Mannelli, Rubettino, Armando Matteo, Manlio Sgalambro:
il dovere dell'empietà in Della fede dei laici. Il cristianesimo di fronte alla
mentalità postmoderna, Soveria Mannelli, Rubettino, Stefano Lanuzza, Il
filosofo insulare in Erranze in Sicilia, Napoli, Guida, Pino Aprile, La morte
del sole in Giù al sud. Perché i terroni salveranno l'Italia, Segrate (MI),
Piemme, Marco Risadelli, Note su “Dell'indifferenza in materia di società” di
Manlio Sgalambro in Alessandra MallamoAngelo Nizza, Polisofia, Roma, Nuova
Cultura, , Giuseppe Raciti, Until the
end of the world. Sgalambro lettore di Spengler in Per la critica della notte.
Saggio sul “Tramonto dell’Occidente” di Oswald Spengler, Milano, Mimesis, Articoli
Enrico Arosio, Ora Sgalambro il mondo in L'Espresso, Stefano Lanuzza, Il pensiero
ipocondriaco in Il Ponte, Gerd Bergfleth, Finis mundi. Manlio Sgalambro und der
Weltuntergang in Der Pfahl. Jahrbuch aus dem Niemandsland zwischen Kunst und Wissenschaft,
Alberto Corda, Profilo di Manlio Sgalambro, filosofo “irregolare” in Arenaria, Giuseppe
Raciti, Sgalambro maestro “cattivo” per elezione in Ideazione, Ferdinando
Raffaele, Intorno alla creatività filosofica. A colloquio con il filosofo
Manlio Sgalambro in Parolalibera, Francesco Saverio Nisio, Sgalambro, l'unico
che canta. Mille sguardi, II in Democrazia e diritto. Guerra e individuo, Marcello
Faletra, Dialogo, Cyberzone Fabio Presutti, Manlio Sgalambro, Giorgio Agamben:
on metaphysical suspension of language and the destiny of its inorganic
re-absorption in Italica, Concetta Bonini, Manlio Sgalambro. Il cavaliere
dell'intelletto in Freetime. Sicilia, Marcello
Faletra, La pistola di Sgalambro,
in//peppinoimpastato.com/visualizza.asp Marcello Faletra, L'azzardo del
pensiero o il filosofo della crudeltà:Cyberzone Faletra, In ricordo, Artribune,
Tesi di laurea Salvatore Massimo Fazio, Cioran e Sgalambro: un confronto,
Università degli Studi di Catania, Fatima Scaglione, BattiatoSgalambro. Tra
musica e filosofia, Università degli Studi di Palermo, Cecilia Comparoni,
L'impossibilità di essere consolati. L'itinerario tragico, Università degli
Studi di Genova, a.a. - Filmografia Guido Cionini, Manlio Sgalambro. Il
consolatore, ineditoGuido Cionini, Another side of Sgalambro, inedito (2008)
Marcello Faletra, Mario Bellone, Manlio Sgalambro. Del pensare breve, inedito. Franco
Battiato su Storia della musica Articolo
su Repubblica, adesso il filosofo diventa crooner Intervista a Battiato e SgalambroYouTube Intervista a Manlio Sgalambro: Il filosofo
rock che dà del “lei” a Battiato livesicilia | elena giordano Manlio
Sgalambro, l'ultima intervista "Teoria
della canzone", Bompiani, e la prefazione a "La filosofia delle
università", Adelphi Sgalambro, il
ricordo commosso di Cacciari: “Con lui incontro straordinario”Video Il Fatto
Quotidiano TV, su tv.ilfattoquotidiano).
“A un tratto ci si accorge di quella cosa che chiamiamo pensare”: Addio
a Sgalambro. La sua ultima intervista.
cfr. "De mundo pessimo", "Frammenti di storia
dell'empietismo", "Trattato dell'empietà" Adelphi GAP
Speciali. Manlio SgalambroUn viaggio oltre il luogo commune Rai Scuola
Mariacatena De Leo & Ingaliso,
Nell'antro del filosofo: dialogo con Manlio Sgalambro (Prova d'autore È morto
Manlio Sgalambro, il filosofo di Franco Battiato, radiomusik, Franco Battiato
choc a Napoli: «Sento la fine vicina, meglio cogliere il giorno». Sgalambro, il
filosofo che cantò il nichilismo Giovanni Tesio, "In ginocchio
davanti a Nietzsche", TuttoLibri, "La conoscenza del peggio", Adelphi La scrittura aforistica di Manlio Sgalambro
| Intervista a Manlio Sgalambro::
LaRecherche Paralipomeni
all'irrazionalismo Archiviato il 7 marzo
in . Giorgio Calcagno, Sgalambro:
il filosofo è uno spione (da La Stampa Francesco Battistini, Sgalambro:
Sciascia addio, non servi più, Corriere della Sera. Carlo Formenti, Ferrarotti
accusa: «Sgalambro neoreazionario», in “Corriere della Sera”, Liliana Madeo, Battiato: note per un filosofo
(da La Stampa). Marinella Venegoni, Così
Sgalambro canta la sua filosofia (da La Stampa dSito ufficiale, su
sgalambro.altervista.org. Manlio Sgalambro, su AllMusic, All Media Network.
Manlio Sgalambro, su Discogs, Zink Media. Manlio Sgalambro, su MusicBrainz,
MetaBrainz Foundation. Manlio Sgalambro, su Internet Movie Database,
IMDb.com. Manlio Sgalambro. Il filosofo
cantante maestro dell'ironia: "Sono un uomo felice di stare su
quest'Isola", in la Repubblica, Incontro in Le conversazioni di Perelandra. Sgalambro.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Sgalamabro," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Siciliani (Galatina). Filosofo. Figlio di un
commerciante di pelli, dopo gli studi nel seminario di Otranto frequenta il
Collegio gesuitico di Lecce e, il Collegio medico-cerusico di Napoli, dal quale
fuggì dopo essere stato segnalato alla polizia borbonica a causa delle sue
simpatie liberali. A Pisa si laureò
sotto la guida di Studiati, stringendo inoltre un proficuo rapporto di
collaborazione con lo iatrofilosofo Puccinotti, che influì molto sui suoi studi
filosofici. Sempre in Toscana strinse rapporti di profonda amicizia con
personalità importanti e influenti della cultura dell'Ottocento, quali:
Silvestro Centofanti, Filippo Pacini, Gino Capponi, Maurizio Bufalini e
altri. Seguendo la sua vocazione, orientò
i propri studi verso le discipline filosofiche e ottenne la cattedra di
Filosofia speculativa e morale nel Regio liceo "Dante Alighieri" di
Firenze, dove insegna. A Firenze sposa la letterata e filantropa Cesira
Pozzolini, nipote del senatore Vincenzo
Malenchini e appartenente a una famiglia di forte fede unitaria e liberale (la
madre, Gesualda Malenchini, ispettrice nelle scuole femminili di Firenze e
fondatrice di una scuola rurale gratuita per i figli dei contadini del piccolo
centro di Bivigliano, era stata la prima donna ad aver portato a Firenze il
tricolore nei moti e il fratello Giorgio Pozzolini aveva combattuto nelle
maggiori battaglie risorgimentali affiancando Garibaldi e Bixio). Da questa
unione nacque il console Vito Siciliani conte di Morreale. E iniziato in
massoneria nella loggia fiorentina "La Concordia.” Nominato professore
straordinario di filosofia teoretica a Bologna dal ministro Correnti e
incaricato dell'insegnamento di pedagogia. Nel 1879, poi, divenne docente
ordinario della stessa disciplina sempre nell'Ateneo felsineo. A Bologna tenne
anche il secondo corso italiano di sociologia teoretica. Qui, inoltre, strinse
amicizia col poeta Giosuè Carducci, anch'egli accademico a Bologna ed entrò in
contatto con Francesco Fiorentino e Bertrando Spaventa. Co-direttore della "Rivista
bolognese di scienze, lettere, arti e scuole" con Fiorentino, Albicini ed Panzacchi.
Ne abbandonò la direzione per divergenze maturate in seno alla direzione
generate, probabilmente, dall'impostazione (eclettica) che Siciliani intendeva
dare alla Rivista e che contrastava con l'indirizzo idealistico voluto da
Fiorentino. A Bologna istitue un centro
di studi pedagogici, contribuendo all'elevazione della pedagogia al rango di
scienza. Fu un convinto assertore della valorizzazione della persona e perciò
la sua azione educativa, per giungere alla conquista della libertà e del
carattere morale da parte del soggetto da educare, prevedeva l'intervento della
famiglia e della società. Altro suo pensiero fondamentale fu il principio
dell'autodidattica che, pur non escludendo l'azione dell'educatore, mette in
primo piano il protagonismo del soggetto da educare. Alla sua morte ricevette
onoranze e attestati di stima da parte di molti studiosi europei e americani,
mentre in Italia la sua fama fu oscurata da giudizi negativi, espressi
anzitutto da Giovanni Gentile che vedeva in lui un'espressione (benché
autonoma) della scuola positivistica . Di recente è stata rivalutata
l'influenza vichiana sul suo pensiero. A
lui è dedicata la Biblioteca civica di Galatina, nella quale è conservato il
"Fondo Siciliani" la raccolta, cioè, dei libri appartenuti al
pensatore e dolla biblioteca dalla moglie Cesira Pozzolini. A lui è dedicato
anche il Liceo Socio-Psicopedagogico di Lecce. Sepolto nel Cimitero delle Porte
Sante di Firenze. Di formazione
giobertiana, Siciliani si accostò al pensiero di Vico già negli anni
fiorentini, tentando di inaugurare una filosofia mediana (detta della
"terza via") che individuasse una sintesi tra opposte e differenti
discipline. Dal suo punto di vista, infatti, ogni pensiero contiene del buono e
delle esagerazioni. Metodo del pensiero "mediano" sarà, dunque,
quello di salvare ciò che c'è di buono di una scuola di pensiero per rigettarne
le astrattezze e le esagerazioni. Con il
saggio “La Critica nella filosofia zoological” approde nel più ampio dibattito,
ricevendo apprezzamenti e pareri favorevoli dai più illustri scienziati
internazionali. Nel frattempo approfonde e da il suo contributo speculativo
alle nuove discipline che muovano alla ricerca di un'identità epistemologica:
la sociologia (Socialismo, darwinismo e sociologia moderna; Teorie sociali e
socialismo) e la psicologia (Prolegomeni alla moderna psicogenia). Sanctis
conferì a Siciliani la presidenza di vari congressi pedagogici che si tennero a
Firenze, Venezia, Genova, Milano. Presiede la prima sezione del Congresso
pedagogico romano. Queste esperienze lo portano a un approfondimento sempre
maggiore della pedagogia, alla quale contribue a conferire un indirizzo
scientifico, positivista e ampiamente laico (si vedano le sue opere Rivoluzione
e pedagogia moderna, La scienza nell'educazione). Opere: “Introduzione alla filosofia delle
scienze naturali e storiche (Firenze1); “Il metodo numerico e la statistica in
medicina (Firenze); “Della legge storica” (Firenze); “Della libertà ed unità
organica dell'insegnamento filosofico” (Firenze); Della fisiologia e delle
lezioni fisiologiche sperimentali” (Pisa);” Su la storia della medicina” (Firenze); “I principi metafisici di G. B.
Vico” (Firenze); “Il triumvirato: Dante, Galileo e Vico (Firenze); Ai popoli
salentini e al gonfalone di Galatina un saluto e un augurio (Firenze); “Del
criterio filosofico nell'arte di scrivere e negli studi critici storici e
bibliografici (Bologna); Critica del positivismo (Bologna); Sulle fonti
storiche della filosofia positiva in Italia”; 1-Galileo (Bologna) Gli hegeliani
in Italia (Bologna); La condanna del positivismo (Bologna); Della pedagogia
positiva e della scienza dell'educazione in Italia (Bologna); Su la scienza
dell'educazione (Bologna); Sul rinnovamento della filosofia positiva in Italia
(Firenze); La critica sulla filosofia zoologica del sec. XIX (Napoli);
Prolegomeni alla moderna psicogenia (Bologna); Socialismo, darwinismo e sociologia
moderna (Bologna); La scienza dell'educazione nelle scuole italiane come
antitesi alla pedagogia ortodossa (Bologna); Teorie sociali e socialismo
(Firenze); Dei massimi problemi della pedagogia (Roma); Su l'insegnamento
religioso secondo i dettami della filosofia
scientifica (Firenze); Riforma nello insegnamento della pedagogia (Torino);
Della pedagogia scientifica (Milano); Rivoluzione e pedagogia moderna (Torino);
Storia critica delle teorie sociali (Bologna); Fra vescovi e cardinali (Roma);
Rivoluzione e pedagogia (Torino); La scienza nell'educazione secondo i principi
della sociologia moderna (Bologna); Rinnovamento e filosofia internazionale
(Bologna); La nuova biologia (Milano) Le questioni contemporanee e la libertà
morale nell'ordine giuridico (Bologna). G. Calogero, nella Enciclopedia
Italiana, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo,
Milano-Roma, Giovanni Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in
Italia Guido Calogero. Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Giovanni Invitto e Nicola Paparella , Rileggere Pietro Siciliani, Lecce,
Capone Editore, Galatinesi illustri, Guida Biografica, Galatina, TorGraf
Galatina, Pietro Siciliani, Carteggio familiar, Francesco Luceri, Centro Studi
Salentini, Lecce, P. Siciliani e Ce. Pozzolini.
Filosofia e Letteratura (Atti del Convegno Nazionale. Galatina, Francesco
Luceri con prefazione di Fulvio Tessitore, Centro Studi Salentini, Lecce. Enciclopedie
on line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana". «http:// aspi.unimib/index.php?id=1591»,
la voce in Archivio Storico della Psicologia Italiana. Keywords: “i principi
metafisici di Vico”. Pietro Siciliani. Siciliani. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Siciliani” – The Swimming-Pool Library.
Signa (Signa). Filosofo. Professore di retorica
(“ars dictaminis”) a Bologna e Padova. Visse in varie città, spostandosi ad
Ancona, Venezia, Bologna, Padova, e Firenze. Tra i saggi più significativi si
ricordano una storia dell'assedio di Ancona, unico suo lavoro di tipo storico,
il “Bon Compagno”; “Rethorica novissima”; “Scacchi e il “Libellus de malo
senectutis et senis nel quale, con spirito arguto, prende in giro le
affermazioni di Cicerone che idealizzavano la vecchiaia”. Il suo “Liber de
obsidione Ancone” pubblicato dall'editore Zanichelli, è ristampato in edizione
italiana (“L'assedio di Ancona” dall'editore Viella di Roma. Il breve trattato di epistolo-grafia amorosa,
la “Rota Veneris,” è pubblicato dalla Salerno Editrice. Altre opere: “Liber de
amicitia”; “Ysagoge Boncompagnus; “Tractatus virtutum”; “Rhetorica novissima”; Libellus
de malo senectutis et senis Palma Oliva Cedrum Mirra Quinque tabulae
salutationum”; “Rota veneris”; “Liber de obsidione Ancone Bonus Socius e Civis
Bononiae, Fonti, Bon Compagno da Signa, P. Garbini, Roma, Salerno Editrice, Gabrielli,
Le epistole di Cola di Rienzo e l'epistolografia medievale, in Archivio della
Società romana di storia patria,Gaudenzi, Sulla cronologia delle opere dei
dettatori bolognesi da Buon Compagno a Bene da Lucca, in Bullettino dell'Istituto
storico italiano, G. Manacorda, Storia della scuola in Italia, II, Palermo Francesco
Tateo, Boncompagno da Signa, in Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Boncompagno da Signa, su Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Capua,
Boncompagno da Signa, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Boncompagno da Signa, su sapere,
De Agostini. Virgilio Pini, Boncompagno da Signa, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Boncompagno da Signa, su
ALCUIN, Ratisbona. S. Wight:
Boncompagno's charter doctrine (Bologna), in: Medieval Diplomatic and the 'ars
dictandi', Scrineum. Keywords: “ars dictaminis” – o rettorica --. Bon Compagno
da Signa. Signa. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Signa” – The Swimming-Pool
Library.
Simioni
(Venezia). Fiosofo. Tra i
principali studiosi di Pirandello, inizia la sua attività politica militando
nelle file del Movimento socialista. Venne espulso dal partito per indegnità morale.
Collabora con l’United States Information Service. Si trasfere a Monaco di iera
per approfondire gli studi per poi ritornare a Milano. Leader di un collettivo
operai-studenti, mentre lavorava alla Arnoldo Mondadori, fonda il
"collettivo politico metro-politano" milanese. Il gruppo, che teorizza lo scontro aperto, e considerato
il progenitore delle brigate rosse. Insieme a circa settanta persone, tra cui componenti
del collettivo ed elementi cattolici del dissenso, partecipa al convegno di
Chiavari nella sala Marchesani, adiacente la pensione Stella Maris, nel quale
un gruppo di partecipanti guidati da Curcio dichiara la propria adesione ad una
visione politica. La data di questo convegno viene da taluni considerata come
la data di nascita delle brigate rosse; altri affermano che la formazione di
lotta armata sia nata con il convegno di Pecorile (Reggio Emilia). L'ultima
attività, prima di passare alla completa clandestinità sul territorio italiano,
a compe come redattore di "Sinistra proletaria", l'ultimo dei quali
riporta in copertina uno sfondo rosso con disegnato al centro un cerchio nero
attorniante le sagome di quattordici mitra. Trasferitosi in Francia, fonda a
Parigi assieme la scuola di lingue Hyperion, la quale secondo alcuni ha la
funzione di una vera centrale internazionale del terrorismo. Si afferma che e anche il capo del Super-clan, organizzazione
nata da una costola delle brigate rosse.
A Parigi si insere nella vita cittadina, ricominciando a frequentare gli
ambienti progressisti e divenendo vicepresidente della fondazione Abbé Pierre. E
proprio quale accompagnatore dell'Abbé Pierre, e ricevuto da Giovanni Paolo II in udienza privata. Si
avvicina al buddhismo tibetano. Qui inoltre conosce una donna da cui in seguito
ha un figlio che si trasfere in Italia. Si apparta nella campagna di Truinas,
nella Drôme, dove gestì un B&B. Craxi, alludendo alla esistenza di un
"grande” delle brigate rosse (l'eminenza grigia ipotizzata da alcuni che
dall'estero avrebbe guidato, come un burattinaio, molte delle azioni
terroristiche sul suolo italiano), dichiara che costui poteva essere cercato tra
quei personaggi che avevano cominciato a fare politica con noi e poi sono
scomparsi, magari sono a Parigi a lavorare per il partito armato», frase che
venne da molti ritenuto indicasse come "grande" proprio lui.
L'organizzazione di sinistra extraparlamentare Lotta Continua lo accusa di
essere un confidente della polizia e in contatto con i servizi segreti.. Durante
la fase iniziale di Mani pulite, e accusato da Larini di essere il
"grande", accuse respinte da lui che le ritenne parte di un'azione
contro Craxi, vista la comune militanza nel Movimento socialista. Lucarelli
L'istituto francese Hyperion era realmente una scuola di lingue o la stanza di
compensazione di diversi servizi segreti?
A. Ferrari, In teleselezione dalla Francia gli ordini ai terroristi
italiani? Corriere della Sera Entrambi gli edifici sono proprietà della
curia Il convegno di Pecorile in Anni di
Piombo.wordpress Il nucleo storico delle
brigate rosse. S. Stein L'abbé Pierre: un sacré destin L'Express
E morto il misterioso grande, La Tribuna di Treviso, S. Fratini, Hyperion: scuola di lingue
chiacchierata, -ANSA, repubblica/ cronaca/ 10/27/ news/caso_moro_il_bierre_franceschini_moretti_una_spia_
riduttivo_si_sentiva_lenin. Dalla lotta armata al buddhismo , in Critica
Sociale, Anni di piombo Superclan Hyperion (Parigi) Venezia Anni di piombo. Corrado
Simioni. Simioni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Simioni” – The
Swimming-Pool Library.
Simoni
(Lucca). Filosofo. Figlio
di Simoni, un mercante di seta, la cui famiglia era originaria di Vagli, in
Garfagnana e Polissena, donna di una famiglia originaria di Vimercate. Studia
con Bendinelli e Paleario, due umanisti in dore di eresia. Il secondo fine sul
rogo a Roma. Legge sostenuto dal padre e dal patrizio veneziano Mocenigo
peregrina nei maggiori Studi d'Italia: prima a Bologna, poi a Pavia, a Ferrara,
Napoli. Si laurea a Padova. Diversi ma tutti autorevoli i suoi professori: da
Maggi a Cardano, da Boldoni ad Brasavola. La sua formazione era di stampo
aristotelico, come s'insegnava nello Studio padovano, con una forte esigenza
razionalistica che aveva riflessi nel campo religioso, tale da mettere in
dubbio l'immortalità dell'anima e a creare sospetti di eresia tra i professori
e gli studenti di quella Università. Con questa preparazione, Simoni fece
ritorno a Lucca, dove fu tra i fondatori del Collegio medico, esercitò la
professione medica e sembra aver scritto i suoi primi saggi di argomento
filosofico. Nall'infanzia del Simoni, Lucca aveva vissuto un periodo
concitato di aperti conflitti sociali e poi di tentativi di riforme politiche e
religiose, portate avanti dal gonfaloniere Francesco Burlamacchi e dal circolo
di intellettuali riuniti intorno a Pietro Martire Vermigli, priore di San
Frediano. Quando Simoni era ritornato a Lucca, quella fervida attività era già
stata spenta dalla reazione cattolica guidata dal vescovo inquisitore
Guidiccioni, ma certo quelle idee di Riforma circolavano ancora
sotterraneamente in città, e forse lo stesso Simoni le aveva già raccolte
durante i suoi trascorsi nelle diverse Università da lui frequentate. Sta
di fatto che Simoni fu chiamato dalle autorità lucchesi a dare spiegazioni
sulle proprie opinioni religiose: per tutta risposta il nostro medico, «non
fidandosi troppo delle sue forze», cercò la salvezza con la fuga: «munito solo
di un cavallo e dei propri risparmi, dopo aver preso commiato dalla famiglia,
fuggì, accompagnato da un servitore, alla volta di Ginevra». Negli atti
ufficiali della Repubblica di Lucca, la sua condanna per eresia risulta
formalizzata. A Ginevra, patria del calvinismo, si era formata da decenni una
numerosa colonia di emigrati italiani per motivi religiosi, e tra questi non
pochi erano i lucchesi. La comunità italiana era inserita in una propria chiesa
e Simoni vi ebbe l'incarico di catechista; ottenuta la cittadinza ginevrina,
sposò Angela Cattani, figlia di Francesco, un concittadino da tempo stabilitosi
a Ginevra, e ne ebbe una figlia. Preso a benvolere dall'influente teologo
Teodoro di Beza, ottenne di insegnare filosofia all'Accademia di Ginevra: un
incarico dapprima senza compenso, poi retribuito insieme con la nomina a Professore.
Anche il padre Giovanni si stabilì a Ginevra: in quello stesso periodo gli
venne aumentato lo stipendio, ottenne un alloggio gratuito e, nel successivo
febbraio, nell'Accademia fu istituita appositamente per lui la cattedra di
medicina. A Ginevrà pubblicò i primi libri. Presso l'editore Jean Crespin
apparve il suo In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub
sensum cadunt commentarius unus: è il commento al “De sensu et sensibilibus” di
Aristotele. In esso distingue dapprima le verità di fede dalle verità
filosoficheuna premessa tipica dell'aristotelismo padovanoma poi cerca di
dimostrare che la ragione, indagando la natura, può giungere a Dio, rivelando
le verità di fede. In tal modo, Simoni sostiene che anche le questioni
teologiche hanno natura razionale e, qualora sorgano contrasti, la ragione è in
grado di comporli, indicando la via da seguire per una corretta
interpretazione: una conseguenza, seppure non esplicita nel commento del
Simoni, della prevalenza della ragione sulla fede, è che il dogmaespressione
della tradizionale subordinazione della ragione alla fedenon ha motivo di
esistere. Il suo aristotelismo che poco concede alla teologia cristiana si
conferma con i successivi commenti all'Etica Nicomachea e al De anima, mentre
dal 1567 Simoni condusse una lunga e dura polemica contro il medico e filosofo
Jacob Schegk. Questi, proprio all'opposto del Simoni, usava argomenti tratti
dalla teologia scolastica per dimostrare la realtà della teoria, allora
caldeggiata in ambienti luterani, della ubiquità del corpo di Cristo. Simoni
rispondeva con argomenti di carattere fisico dimostrando l'irrealtà di tale
assunto: un solo corpo fisico non può che occupare, nello stesso tempo, un
unico spazio determinato e anche Cristo, in vita, fu soggetto alla legge
naturale. Dopo la morte, egli aveva mantenuto soltanto una natura divina, e non
è sostenibile l'idea che Dio possa mutare le leggi naturali: ente perfetto e
primo motore immobilecome l'aveva delineato AristoteleDio agisce sulla natura
unicamente attraverso la sua perfezione che indirizza al bene gli esseri
naturali. Il suo carattere collerico e l'alta considerazione che egli
aveva di sé lo portò a una lite clamorosa con Niccolò Balbani, un altro
lucchese, catechista della comunità italiana. Durante il matrimonio della
figlia di questi, Simoni lo coprì d'insulti, con grave scandalo delle autorità
di Ginevra, che fecero imprigionare Simoni e lo espulsero dall'Accademia. A
nulla valsero le scuse presentate dal Simoni: è del resto probabile che la
severità del Consiglio e del Concistoro ginevrino fosse motivata anche dalla
freddezza e dallo spirito d'indipendenza dimostrato dal medico lucchese, che
pure si dichiarava calvinista, in materia di religione. Tuttavia Teodoro di
Beza gli mantenne ancora la sua amicizia e lo fornì di una lettera di raccomandazione
con la quale, Simone Simoni lasciò temporaneamente a Ginevra la moglie e la
figlia per dirigersi alla volta di Parigi. A Parigi Parigi: cortile
del Collège Royal, oggi Collège de France. Nella capitale francese ottenne una
buona accoglienza: i calvinistiqui chiamati ugonottierano ancora tollerati e le
lusinghiere referenze gli fecero ottenere una cattedra di filosofia al Collège
Royal, dove le sue lezioni ottennero subito un grande concorso di pubblico.
Come scrisse al Beza, alle sue lezioni assistevano sei o settecento «huomini
barbati, dottori, professori, et altri di robba lunga, preti, frati, giesuiti et
altra simil razza d'uomini. Si ebbe le congratulazioni di Ramo, che volle
incontrarlo e lo chiamò «felicissimum et praestantissimum ingenium italicum»,
non però quelle del collega Charpentier, che temeva che il Simoni fosse stato
mandato da Ginevra «per turbare questa scuola». Sapeva che la sua
permanenza a Parigi era precaria: «il nome di Ginevra mi nuoce più che il nome
di ugonotto», né poteva valere molto la protezione del cardinale Odet de
Coligny, passato al calvinismo. Simoni riferiva di aver rifiutato offerte
sostanziose da parte cattolica per insegnare in loro collegi, a prezzo di una
sua conversione, e di attendersi un prossimo editto che avrebbe affrontato il
problema della convivenza tra cattolici e ugonotti. Un editto
effettivamente ci fu, emanato da Carlo IX alla fine dell'anno, con il quale si
proibiva ai protestanti l'insegnamento pubblico. Così, perduti anche i suoi
libri che gli furono sequestrati, Simoni fu costretto ad abbandonare la
Francia. Si apre un nuovo periodo di difficoltà per il Simoni, cui
morirono la moglie Angela e il fratello Lodovico. Non potendo insegnare a
Ginevra, cercò di ottenere un incarico a Zurigo e a Basilea, sollecitando in
tal senso altri emigrati italiani come l'editore Perna e l'umanista Curione,
ma invano. I sospetti di antitrinitarismo che gravavano sul suo conto, da
quando, aveva fatto visita nel carcere di Berna all'«eretico» Valentino Gentile
poco prima che questi venisse giustiziato, e il recente scandalo provocato a
Ginevra non agevolavano il suo inserimento nelle élite intellettuali delle
città svizzere. Ottenne bensì una raccomandazione dal Bullinger per un
posto di insegnante a Heidelberg, ma anche qui rimase poco tempo: la sua
amicizia con l'antitrinitario Thomas Erastus, il suo aristotelismo senza
compromessidal nulla, nulla si crea, sostenne in una pubblica lezione, cosicché
anche Cristo era stato creato da Dio Padree il suo carattere spigoloso gli
alienarono ogni simpatia e Simoni dovette riprendere la via di Basilea.
Finalmente, nel 1569, ottenne una cattedra straordinaria di filosofia
all'Lipsia. Se Simoni poteva fregiarsi della stima dell'elettore di Sassonia
Augusto I, non eguale considerazione ottenne dai suoi colleghi, che fecero
gruppo a sé e lo isolarono. Simoni non si perse d'animo: molto popolare tra gli
studenti per la vivacità delle sue lezioni e lo spirito critico che infondeva
negli allievi, fondò, all'interno dell'Università, un'accademia sul modello
umanistico italiano, battezzandola “degl’acuti”. Di questa istituzione entra a
far parte un gruppo di suoi studenti. Le discussioni dovevano vertere sulla
interpretazione di passi aristotelici. Notevole la mancanza di ogni precetto di
osservanza religiosa in senso specifico. I giovani così raggruppati intorno al
Simoni dettero ben presto dello spirito critico e dell'idea di esser superiori
agli altri, che il vivace professore aveva finito per insinuare nei loro animi.
Pasquinate anonime contro un professore, e il giorno dopo, un litigio clamoroso
tra questo e il Simoni, iniziarono una serie di incidenti che ebbero termine con
la soppressione dell'Accademia». La soppressione dell'Accademia, decisa
dal Senato universitario, testimonia i difficili rapporti intercorrenti tra
l'Università e il Simoni, che per altro in città era reputato «ospite illustre,
professionista affermato e ricercato, uomo di mondo e di cultura dalla
posizione prestigiosa, che godeva della stima e del rispetto dei suoi
concittadini, e la cui fama oltrepassavala frontiera del paese che gli dava
ospitalità». Egli, infatti, oltre a insegnare filosofia e ad avere allievi
anche illustri, come i prìncipi lituani Radziwiłł, esercitava la professione
medica, vantando clienti di riguardo, e si era risposato con una nobile del
luogo, Magdalena von Hülsen. La «De vera nobilitate» Pubblicò il suo
scritto filosofico più originale, la De vera nobilitate, dedicata all'Elettore
di Sassonia. La vera nobiltà è la virtù dell'anima umana, la quale è intesa
aristotelicamente come forma del corpo: la virtù dell'anima è perciò
strettamente legata alla particolare costituzione del corpo, trasmessa
nell'individuo di generazione in generazione dal seme del genitore, che
costituisce la causa efficiente del singolo essere. Non per nulla da «genere»
deriva «generoso», e se pure «non tutti i nobili sono generosi, chi è generoso
è considerato nobile». Le differenze sociali tra gli individui e le
conformazioni dei loro corpi sono egualmente corrispondenti per necessità
naturale, secondo Simoni: «la natura vuole infatti fare diversamente i corpi
dei liberi da quelli dei servi, questi robusti e con deformità necessarie al
loro particolare utilizzo, quelli diritti e belli, perché non desti tali
fatiche, ma alla vita civile», anche se non mancano eccezioni alla
regola. Certamente l'educazione ricevuta svolge una funzione per la
formazione dell'uomo, ma resta inferiore a quella naturale: di due giovani, di
diversa estrazione sociale ma educati allo stesso modo, il nobile risulterà
alla fine meglio formato, in quanto la natura lo ha costituito di una «materia»
superiore. L'educazione ha lo stesso effetto della medicina: fa recuperare la
propria condizione di salute, ma non può migliorarla oltre il limite fissato
dalla natura. Viene da sé che le famiglie nobili diano lustro alla
nazione, formando l'élite della società civile sotto l'aspetto culturale e
politico. Questo però non avviene in tutte le nazioni, ma soltanto in quelle di
antica civiltàin sostanza, in gran parte delle società europeementre presso i
barbari non può esistere nobiltà: «essi sono giustamente detti servi per natura
e in quanto servi, non portano in loro nessuna virtù, essendo nati per servire
sotto una tirannia e non in un regio e civile governo. Le virtù dei nobili non
possono consistere nell'accumulare ricchezze, ma esse sono ugualmente attive e
pratiche: sono le virtù civili del politico, che si occupa del benessere dei
cittadini, quelle del medico, che si occupa della salute degli individui, del
fisiologo, che studia la natura e infine del metafisico, che studia le cose
divine. Queste ultime, insieme alla virtù della contemplazione, è però meglio
riservarle nella vita che ci attende dopo la morte, quando quei problemi
saranno facilmente risolti: «queste cose sono irrise dai politici, tra i quali,
non tra gli angeli, si discute di nobiltà. Nel frattempo, è opportuno
«dedicarsi alle cose di questo mondo ed essere utili alla società degli uomini:
si loda Socrate il quale, trascurate le altre parti della filosofia, coltivò
quella sola che era più adatta ai costumi degli uomini e alle istituzioni
civili». Che la vera nobiltà si debba esprimere nell'attività pratica e
civile è ribadito più volte dal Simoni, la nobiltà spunta fuori dalla società
civile, non dalla solitudine», e le virtù spirituali, come quelle mostrate
dai mistici e dai contemplativi, non sono virtù nobili proprie dell'essere
umano. Queste virtù tipicamente cristiane discendono direttamente da Dio e
perciò non derivano da generazione naturale, non sono frutto della carne e del
sangueil fondamento della vera nobiltàe non essendo ereditarie non possono
essere considerate virtù nobili. Naturalmente, ai non nobili non possono essere
affidati incarichi di responsabilità nel governo della società, ma al più solo
l'esercizio di magistrature minori. Derivando dal sangue la nobiltà, non si può
diventare autenticamente nobili attraverso conferimenti onorifici, anche se
concessi da un sovrano mentre, al contrario, un autentico nobile non può essere
privato della fama e dell'onore, perché in lui opera sempre «quella forza e
quell'efficacia naturale ricevuta dai suoi antenati». Conflitti accademici e
religiosi Lipsia: l'attuale Accademia delle Scienze Dopo questa
applicazione dei principi aristotelici al vivere civile e al governo dello
Stato, che deve essere affidato a chi per natura fa parte degli ottimati,
Simoni si dedica a trattare temi propriamente medici. Appare a Lipsia il suo “De
partibus animalium” ove descrive la conformazione del feto, la De vera ac
indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium
humoralium, l'Artificiosa curandae
pestis methodus, cui seguì l'anno dopo una Synopsis brevissima novae theoriae
de humoralium febrium natura: temi di drammatica attualità, a Lipsia, investita
da un'epidemia di peste. Simoni aveva ottenuto il permesso di esercitare
la professione medica all'interno dell'Università, pur senza ottenere, oltre
quella straordinaria di filosofia, anche una cattedra di medicina. Presentò
all'Elettore una proposta di riforma universitaria. S'indicava la necessità di
una maggiore cura nell'assunzione dei professori, che dovevano dimostrare non
solo di possedere la necessaria scienza, ma anche capacità didattiche. Dovevano
anche essere obbligati a tenere un maggior numero di lezionis'imponevano multe
ai professori inadempientimentre la durata dell'anno accademico veniva
prolungata. Particolare cura dedicava il Simoni all'insegnamento della
medicina. Dovevano tenere lezioni cinque professori, tra i quali un chirurgo
che avrebbe tenuto esercitazioni di anatomia e fatto dimostrazioni pratiche di
cura delle diverse affezioni. La qualità dell'insegnamento teorico andava
migliorata: Simoni riteneva che corressero troppe affermazioni dogmatiche, che
sarebbero dovute essere verificate dalla pratica e dal rigore della
dimostrazione dialettica. A questo proposito egli opinava che avrebbe giovato
un'accurata conoscenza delle opere di Aristotele. Non mancavano poi
critiche severe sull'attuale andamento dell'Lipsia: i rettori erano scelti
grazie alle loro aderenze, si promuovevano studenti immeritevoli, vi era scarsa
pulizia, la farmacia universitaria era mal tenuta. Tali proposte e simili
critiche non potevano che alimentare ancor più l'ostilità dei colleghi. Egli
non sembrava preoccuparsene: la stima dell'Elettore Augusto si manteneva
immutata, se lo fece nominare Professore di filosofia e lo promosse a suo primo
medico personale. Avvenne tuttavia che, su sollecitazione della chiesa
luterana, la quale aveva preparato una confessione di fede che in particolare
tutti funzionari e gli impiegati, a vario titolo, dello Stato avrebbero dovuto
firmare, l'Elettore pretese tale sottoscrizione anche dal professor Simoni,
ottenendone un netto rifiuto. Racconta lo stesso Simoni che, avendo
«rifiutato costantemente di sottoscrivere quella che i teologi sassoni
denominarono Formula di Concordia, il Principe Elettore rivolse il suo sdegno
contro di me». Al che il Simoni «decise di andarsene e, nonostante l'Elettore
cercasse d'impedirlo, diede l'ultimo saluto a quelle popolazioni. Si trasferì a
Praga, dove venne assunto quale medico personale dell'imperatore Rodolfo II.
Tale incarico e il carattere cattolico dell'Impero di cui era ora suddito
rendeva necessario un chiarimento sulle sue posizioni religiose, poiché era
nota la rottura avvenuta a Ginevra con i calvinisti e a Lipsia con i luterani.
Simoni si adeguò facilmente alla nuova situazione e abiura pubblicamente le
passate convinzioni, ritrattò quanto nei suoi scritti poteva esservi di
«eretico» e abbracciò formalmente il cattolicesimo. Si trattò di una scelta di
convenienza, seppure comprensibile nel clima torbido delle persecuzioni e
dell'intolleranza. Lo scrisse lui stesso all'amico Nicolas Selnecker, un teologo
luterano: «Confesso di aver abiurato, anche se non avrei voluto farlo neppure a
costo del mio sangue. Di tale mio atto altri comunque sono i responsabili. In
nessun altro modo avrei potuto infatti salvare la mia vita, quella di mia
moglie e dei miei figli che speravo di poter condurre con me»la moglie morì
poco dopo e i tre figli rimasero affidati a Lipsia al nonno materno«io, un
italiano perseguitato a causa della religione luterana, dichiarato nemico della
patria, esposto per decreto del Senato all'agguato di sicari». E ricordò la
sorte di chi non si era piegato a compromessi: «io che vidi con questi occhi il
Paleologo, esule per causa di religione, condotto su richiesta del legato
pontificio dalla Moravia a Vienna, e di qui trascinato in catene a Roma (si
sente dire che ormai è stato crudelmente arso sul rogo), io che ero circondato
da ogni parte da infinite difficoltà e pericoli di ogni genere, che cosa avrei
dovuto fare?». Questa lettera non venne agli occhi dei gesuiti, che vantarono
il successo ottenuto con la presunta conversione del medico famoso, il quale
avrebbe promessoa dir lorodi collaborare nella lotta agli eretici. La loro
soddisfazione non dovette però durare a lungo, o forse essi stessi credettero
poco alla conversione del Simoni, se lo storico gesuita Sacchini poteva qualificarlo di «miserabile uomo che in
disprezzo di ogni religione sprofondò nell'empietà», mentre tra i protestanti
il Beza, alla notizia della sua conversione, commentò di essere sempre stato
convinto che l'unico Dio di Simoni fosse in realtà Aristotele. e Jakob Monau,
dopo aver ricordato i suoi continui trascorsi«da cattolico si è fatto
calvinista, da calvinista antitrinitario, da antitrinitario luterano, e ora di
nuovo papista»lo tratteggiò da «uomo profano ed empio, come indicano sia i suoi
costumi, sia i suoi discorsi, sia tutta la sua vita». Forse Simoni stesso sentì
di essere circondato da un clima di diffidenza se non di disprezzo, perché
solo dopo poco più di un anno, prese la risoluzione di lasciare le terre
dell'Impero per trasferirsi in Polonia. In Polonia Sembra che sia stato
un altro italiano, Nicola Buccella, medico personale del re István Báthory, a
raccomandarlo come medico della corte di Cracovia. Buccella, di fede
anabattista, godeva di notevole considerazione, né la sua fama di eretico gli
aveva pregiudicato l'esercizio della professione in quella Polonia che era
ancora un paese tollerante. Il prestigioso incarico e la fama stessa di cui da
tempo godeva gl’apre le porte della migliore società polacca, e egli sposa
Magdalena Krzyźanowska, figlia di Joachim Krzyźanowski, nobile borgomastro
della capitale. Il castello reale di Grodno Riprese a pubblicare
alcuni libri: la Disputatio de putredine è una confutazione, sulla scorta di
Aristotele, delle teorie del medico svizzero, nonché teologo, Erastus, mentre
la Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta è una
relazione sulla morte del borgomastro di Varsavia Jerzy Niemsta, che era stato
suo paziente. Sulla malattia di quest'ultimo tornò nel Simonius supplex,
insieme con una delle solite polemiche che lo videro ora opporsi al medico di Squarcialupi.
Una nuova svolta nella vita del Simoni si verifica con la malattia e la morte
del re Stefano. Báthory si sente male nel suo castello di Grodno, e nel
consulto tenuto dal Buccella e dal Simoni emersero serie divergenze: il primo
giudicò molto grave le condizioni del re, mentre Simoni ritenne che non ci
fosse nessun pericolo. Due giorni dopo le condizioni di Stefano Báthory si
aggravarono e i due medici si trovarono d'accordo nell'imporre un salasso al re
ma in contrasto sulla dieta: Simoni era favorevole a fargli bere del vino, che Buccella
intendeva invece proibire. Nemmeno nella diagnosi si trovarono d'accordo: per
il Buccella, il sovrano soffriva di asma, per Simoni, di epilessia. L'11
dicembre sopravvenne una nuova grave crisi e il re perse conoscenza. Pur
giudicando molto gravi le sue condizioni di salute, Simoni rassicura i
circostanti, perché, a suo dire, non c'era ancora pericolo di morte: aveva
appena pronunziato queste parole che il re spirava. Simoni lascia il castello e
non volle assistere all'autopsia, sostenendo che fosse inutile, poiché
l'epilessia «ab infernis partibus ducit originem» e non lascia tracce nel
cadavere. Coordinata dal Buccella, l'autopsia e effettuata da Zigulitz, che
accerta una grave alterazione dei due reni. La ri-cognizione dello scheletro di
Báthory conferma che la morte avvenne per de-generazione renale, uremia e
calcolosi. Cracovia: chiesa di San Francesco pubblica a sua difesa lo Stephani
primi sanitas, vita medica, aegritudo, mors, che e violentemente contestato dal
“De morbo et obitu serenissimi magni Stephani” scritto da Chiakor su
ispirazione di Buccella. La polemica prosegue a lungo, coinvolgendo altri amici
di Buccella, e degenerando in insulti e attacchi sulle convinzioni religiose
dei due protagonist. Contro Simoni, tra gli altri, fu indirizzato l'opuscolo “Simonis
Simoni lucensis, primum romani, tum calviniani, deinde lutherani, denuo romani,
semper autem athei summa religio”. Alla fine, Sigismondo III ri-conferma
Buccella nella carica di medico curante, escludendo Simoni da ogni incarico di
corte. Da allora, le notizie su lui si fanno scarse. Pur senza avere
incarichi ufficiali, mantenne una ricca clientela e godette della considerazione
di Rodolfo, dei principi Radziwiłł, di Pavlowski
e dei gesuiti, dai quali si fa r-ilasciare un salva-condotto per rientrare in
Italia e recarsi a Roma. Precauzione necessaria, con i suoi trascorsi: una
precauzione maggiore e però quella di rinunciare al viaggio. La sua vita
agitata ha così fine a Cracovia, come lo ricordava la lapide posta sulla sua
tomba nella chiesa di San Francesco. La data di nascita si deduce dalla lapide
sepolcrale, poi andata distrutta in un incendio, posta nella chiesa di San
Francesco, a Cracovia, nella quale era scritto che il Simoni «ultimum diem
clausit III, aIl testo della lapide è in S. Ciampi, Viaggio in Polonia, Queste
notizie biografiche si apprendono da saggio di Simoni, “Scopae, quibus verritur
confutation”. Per secoli gli storici locali discussero del luogo di nascita del
medico toscano. M. Verdigi, Simone
Simoni, filosofo e medico, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, C. Lucchesini,
Opere, Come scrive egli stesso: S. Simoni, “Synopsis brevissima ...” C.
Madonia, Simone Simoni da Lucca, G.
Tommasi, “Sommario della storia di Lucca”; A. Pascal, Da Lucca a Ginevra. Studi
sull'emigrazione religiosa lucchese nel secolo A. Fabris, “Il rapporto tra
filosofia e teologia in Simoni” n M. Verdigi, Simone Simoni, S. Simoni a Teodoro di Beza, in A. Pascal, Da
Lucca a Ginevra, e in M. Verdigi, Simone Simoni, cS. Simoni a Teodoro di Beza,
in M. Verdigi, Simone Simoni, c D. C. Madonia, Simone Simoni, F. Pierro, La vita errabonda di uno spirito
eternamente inquieto. Simone Simoni, S. Simoni, Simonius supplex ..., in C.
Madonia, Simone Simoni da Lucca, M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione
al cattolicesimo dell'eretico lucchese. Il paleo-logo e decapitato in carcere e il cadavere arso pubblicamente a Roma, nel
campo de' fiori. M. Firpo, Alcuni
documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simone
Simoni, F. Sacchini, Historia Societatis
Jesu, citato in M. Verdigi, Simone Simoni, T. di Beza, lettera a Rudolph
Gwalther, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, J. Monau, lettera a Johannes Crato,
in D. Caccamo, “Eretici italiani” Pierro, La vita errabonda di uno spirito
eternamente inquieto. Simone Simoni, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca. Altre
opere: “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum
cadunt commentarius unus” (Genevae, Crispinum); “Commentariorum in Ethica
Aristotelis ad Nicomachum, liber primus” (Genevae, apud Ioannem Crispinum); “Interpretatio
eorum quae continentur in praefatione Simonis Simonij Lucensis, Doct. Med.
& Phil. cuidam libello affixa, cuius inscriptio est: Declaratio eorum quae
in libello D. D. Iacobi Schegkii, & c.” (Genevae, apud Ioannem Crispinum);
“Phisiologorum omnium principiis Aristotelis De anima libri tres” (Lipsiae, Ernst
Võgelin); Antischegkianorum liber unus, in quo ad obiecta Schegkii respondetur,
vetera etiam nonnulla, dialectica & phisiologica praesertim, errata
eiusdem, male defensa & excusata inculcantur, novaque quam plurima peiora
prioribus deteguntur, Basileae, apud Petrum Pernam, Responsum ad elegantissimam
illam modestissimamque praephationem Jacobi Schegkii, cui titulum fecit Prodromus
antisimonii” “Ad amicum quendam epistola, in qua vere ostenditur, quid causae
fuerit, quod responsum illud, quo maledicus, & multis erroribus refertus
Iacobi Schegkij doctoris & professoris Tubingensis liber plene refellitur,
nondum in lucem prodierit, Parisiis, in vico Jacobaeo; “De vera nobilitate” (Lipsiae,
Ioannes Rhamba excudebat, De partibus animalium, proprie vocatis Solidis, atque
obiter de prima foetus conformatione, Lipsiae, Iohannes Rhamba excudebat, De
vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium
humoralium, Lipsiae, apud haeredes Jacobi Bervaldi, Artificiosa curandae pestis
methodus, libellis duobus comprehensa, Lipsiae, apud Ioannes Steinmann Synopsis brevissima novae theoriae de
humoralium frebrium natura, periodis, signis, et curatione, cuius paulo post
copiosissima et accuratissima consequentur hypomnemata; annexa eiusdem autoris
brevi de humorum differentiis dissertatione. Accessit eiusdem Simonis examen
sententiae a Brunone Seidelio latae de iis, quae Jubertus ad axplicandam in
paradoxis suis disputavit, Basileae, per Petrum Pernam, Historia aegritudinis
ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta, Cracoviae, in officina
Lazari, Disputatio de putredine, Cracoviae, in officina typographica Lazari Commentariola
medica et phisica ad aliquot scripta cuiusdam Camillomarcelli Squarcialupi nunc
medicum agentis in Transilvania, Vilnae, per Iohannem Kartzanum Velicef, Simonius
supplex ad incomparabilem virum, praeclarisque suis facinoribus de universa
Republica literaria egregie meritum Marcellocamillum quendam Squarcilupum
Thuscum Plumbinensem triumphantem: pars prima; “Pars altera: in qua de
peripneumoniae nothae dignitione curationeque in domino a Niemista, de subiecto
febris, de rabie canis, de starnutamento, de infecundis nuptiis agitur” (Cracoviae,
A. Rodecius, D. Stephani primi Polonorum regis magnique Lithuaniae ducis vita
medica, aegritudo, mors, Nyssae, Reinheckelii, Responsum ad epistolam cuiusdam
Georgij Chiakor Ungari, de morte Stephani primi, Responsum ad Refutationem scripti de sanitate,
victu medico, aegritudine, obitu, D. Stephani Polonorum regis, Olomutii, Scopae,
quibus verritur confutatio, quam advocati Nicolai Buccellae Itali chirurgi
anabaptistae innumeris mendaciorum, calumniarum, errorumque purgamentis
infartam postremo emiserunt, Olomutii, typis F. Milichtaler, Appendix scoparum
in N. Buccellam, F. Sacchini, Historiae Societatis Iesu, Antverpiae, Ex officina
filiorum Martini Nutii, Sebastiano Ciampi, Viaggio in Polonia, Firenze, presso
Giuseppe Galletti, Cesare Lucchesini, Opere edite e inedite, Lucca, tipografia
Giusti, Girolamo Tommasi, Sommario della storia di Lucca, Firenze,
G.Vieusseaux, Arturo Pascal, Da Lucca a
Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese, Rivista storica italiana», D.
Cantimori, Un italiano a Lipsia, Studi Germanici», F. Pierro, La vita errabonda
di uno spirito eternamente inquieto. Minerva Medica. Torino, Domenico Caccamo,
Eretici italiani” (Firenze, Sansoni); M. Firpo, “Alcuni documenti sulla
conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simoni”, “Annali della
Scuola normale superiore di Pisa», Madonia, Simone Simoni da Lucca, in
«Rinascimento», Firenze, Sansoni, Claudio Madonia, Il soggiorno di Simone
Simoni in Polonia, in «Studi e ricerche II», Verdigi, Lucca, Maria Pacini Fazzi
editore, G. Tiraboschi su Simone Simoni, in «Biblioteca modenese», Modena, S. Ciampi, Viaggio in Polonia, su
books.google. C. Lucchesini, Della storia letteraria del Ducato lucchese, su
books.google. G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca, su books.google. S. Simoni, Antischegkianorum
liber unus, su books.google. S. Simoni, De vera nobilitate, su books.google. S.
Simoni, Artificiosa curandae pestis methodus. Simone Simoni. Simoni. Keywords.
Luigi Speranza, “Grice e Simoni” – The Swimming-Pool Library.
Sini
(Bologna). Filosofo. Grice: “I like Sini; especially his “I
segni dell’anima,” since this is, in a nutshell, what my philosophy has been
all about: the signs of the soul!” Ha studiato a Milano con Barié e Paci, con
il quale si è laureato in Filosofia, diventandone in seguito assistente. Dopo
aver conseguito la libera docenza, ha insegnato Filosofia ad Aquila. Chiamato a
ricoprire la cattedra di Filosofia teoreticaa Milano, dove svolve per un
triennio la funzione di Preside di facoltà. Membro per molti anni del Collegium
Phaenomenologicum di Perugia, del Direttivo Nazionale della Società Filosofica
Italiana e dell'Institut International de Philosophie di Parigi, è socio
corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei, dell'Istituto lombardo di
scienze e lettere e dell'Archivio Husserl di Lovanio. Insignito per una sua
opera del Premio della Presidenza del Consiglio dello Stato italiano, ha
ricevuto nel 2002 la Croce d'onore di I Classe per la Scienza e l'Arte dallo
Stato austriaco. Ha collaborato per oltre un decennio alle pagine culturali del
Corriere della Sera e collabora tuttora con la Rai, con la Radiotelevisione
svizzera, con vari settimanali e testate giornalistiche. Dirige per
AlboVersorio la collana "Pragmata" ed è membro del comitato
scientifico del festival La Festa della Filosofia. Il 7 dicembre viene premiato dal Comune di Milano con
l'Ambrogino d'oro. Con Grice, tra i primi a segnalare all'attenzione
l'importanza della teoria del segno di Peirce. Propone un filone di ricerca
sulla convergenza dei percorsi filosofici di Peirce e Heidegger sul filo
dell'ermeneutica benché la sua formazione didattica fosse di orientamento prevalentemente
fenomenologico. Il tema della scrittura e successivi sviluppi La sua proposta
teoretica si concentra sul tema della scrittura e sulla centralità
dell'abecedario come forma logica della filosofia nella lingua del Lazio. In “Figure
dell'enciclopedia filosofica” rende conto della radicalità del gesto istitutivo
di Lucrezio e della nascita della filosofia romana in modo da illuminare la
genealogia della nostra civiltà e le figure del suo destino. Questo saggio si
misura con nodi problematici e profondi della nostra cultura. Si mostrata la
verità del gesto filosofico di Lucrezio nel tratto tecnologico dell’abecedario
che trasforma la relazione al mondo in cosità (de rerumm natura). La pratica
del concetto, infatti, in-forma il paradigma dell'oggettività (in rerum natura)
e traduce la sterminate antichità dell'umano all'interno dell'ambito crono-topico
della visione logica elaborata dalla scansione dell’abecedario del mondo con la
conseguente nascita del tempo e del sapere storico. All'educazione mitologica
dei corpi dei uomini si sostituisce l'educazione dei animi nella ri-mozione
delle qualità sensibili della vita vissuta. Prima operazione di ingegneria
genetica che comporta sia la nascita del soggetto morale nella paideia del bio-politico
(come Nietzsche intuisce) sia il conseguente destino nichilista rivelato dal dis-incanto.
Ma l'intreccio, che dalla pre-istoria conduce ai nostri giorni, rinvia al
desiderio e all'iscrizione originaria che danza nelle figure del sesso e della
morte. La soglia così dischiusa, annunciata dalla verità analogica dell'evento
mimato nella generazione, permette il passaggio del movente desiderante nel
desiderio di vita eternal. Platone e la logica disgiuntiva hegeliana
rappresentano i due poli più rilevanti di questa consapevolezza lancinante.
Addirittura, tutta la filosofia platonica è probabilmente da pensare come la
domanda più alta e profonda che sia mai stata posta alla sapienza di Dioniso. E così, dagli ominidi alla società dell'informazione,
sul filo delle pratiche che ne circoscrivono le traiettorie, la trama del senso
transita al segno disegnando le coordinate del nostro tempo e il predominio
della visione scientifica e delle sue figure che dileguano la consistenza
dell'intersoggetivita, profilando nel rituale pubblico del potere finanziario,
e nella conseguente imposizione dell'universalità oggettiva, un paradosso
costitutivo che nasconde nuove e positive opportunità ancora tutte da scoprire
(e attualmente mascherate dalla deleteria mercificazione imperante). Delineando
nuove occasioni di senso, le Figure dell'enciclopedia invitano a “sognare più
vero”, vale a dire ad abitare la conoscenza filosofica nell'esercizio
dell'evento del significato nella concretezza delle sue pratiche. Ethos di una
nuova scrittura della soggezione del mortale al desiderio, nell'apertura al
transito della vita. Approfondisce la questione del logos (parola, ragione) e
della tecnica facendo del primo il fondamento ultimo, della seconda l'essenza.
Una posizione di rilievo e in controtendenza all´interno del panorama di questa
specifica area della filosofia contemporanea. Altre opere: “I greci” ((Nuova
Accademia di Belle Arti Editrice, Milano), “La funzione della filosofia”
(Marsilio Ed., Padova); “La fenomenologia” (Lampugnani Nigri, Milano) Storia
della filosof9a (Morano editore, Napol); “Il pragmatismo (Laterza, Roma-Bari);
“Segno” (Il Mulino, Bologna); “Passare il segno” (Il Saggiatore, Milano); “Kinesis.
Saggio d'interpretazione (Spirali, Milano)”; “Il Metodo” (Unicopli, Milano);
Parola e silenzo” (Marietti, Genova); “Segni dei animi” (Laterza, Bari); “Segno
ed immagine” (Spirali, Milano); “Segni dei uomini” (Egea, Milano): “L'espressione
e il profondo” (Lanfranchi, Milano)”, Etica della scrittura (Il Saggiatore,
Milano, Mimesis, Milano); “Pensare il progetto (Tranchida, Milano) Filosofia teoretica
(Jaca Book, Milano) Variazioni sul foglio-mondo. Peirce, Wittgenstein, la
scrittura, con Rossella Fabbrichesi Leo (Hestia, Como) L'incanto del ritmo (Tranchida,
Milano Filosofia e scrittura (Laterza, Roma-Bari) Scrivere il silenzio:
Wittgenstein e il problema del linguaggio (Egea, Milano) Teoria e pratica del
foglio-mondo (Laterza, Roma-Bari) Gli abiti, le pratiche, i saperi (Jaca Book,
Milano) Scrivere il fenomeno: fenomenologia e pratica del sapere (Morano,
Napoli) Ragione (Clueb, Bologna) Idoli della conoscenza (Cortina, Milano La
libertà, la finanza, la comunicazione (Spirali, Milano) La scrittura e il
debito: conflitto tra culture e antropologia (Jaca Book, Milano) Il comico e la
vita (Jaca book, Milano) Figure dell'enciclopedia filosofica. Transito verità
(Jaca Book, Milano), L'analogia della parola: filosofia e metafisica; La mente e il corpo: filosofia e psicologia; Origine
del significato: filosofia ed etologia; La virtù politica: filosofia e
antropologia; Raccontare il mondo: filosofia e cosmologia; Le arti dinamiche:
filosofia e pedagogia La materia delle
cose: filosofia e scienza dei materiali (Cuem, Milano) Archivio Spinoza. La
verità e la vita (Ed. Ghibli, Milano) Del viver bene: filosofia ed economia
(Cuem, Milano) Distanza un segno: filosofia e semiotica (Cuem, Milano) Il gioco
del silenzio (Mondadori, Milano); “Il segreto di Alicia” (AlboVersorio, Milano);
“Eracle al bivio: semiotica e filosofia” (Bollati Boringhieri, Torino); “Da
parte a parte. Apologia del relativo (Ed. ETS, Pisa) L'uomo, la macchina, l'automa:
lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto (Bollati Boringhieri,
Torino) L'Eros dionisiaco (AlboVersorio, Milano, ) Figure d'Occidente. Platone,
Nietzsche e Heidegger” (AlboVersorio, Milano); La nascita di Eros (Albo
Versorio, Milano, ); “Scrivere il silenzio: Wittgenstein e il problema del
linguaggio (Castelvecchi, Roma ) Spinoza (Book Time, Milano ) Critica Enrico
Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello,
Sini, Ets, Pisa Il filosofo e le
pratiche. In dialogo con Sini (E.Redaelli,
BrovelliCrippa, Valle, Redaelli),
Milano, CUEM. Vincenzo Comerci, Filosofia e mondo. Il confronto di Sini, Milano,
Mimesis. Cristiano, La filosofia di
Sini. Semiotica ed ermeneutica (Milano,
Mimesis) Collana Pragmata, in AlboVersorio, Cfr. Copia archiviata, su unimi). Logos e techne, tecnologia e filosofia, su
youtube.com. Sini Noema (canale ufficiale), su YouTube. Treccani Enciclopedie o Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. openMLOL,
Horizons Unlimited srl.Registrazioni di Carlo Sini, su RadioRadicale, Radio
Radicale. Nòema la rivista online di
filosofia diretta da Rossella Fabbrichesi e Carlo Sini, su riviste.unimi.
Archivio Carlo Sini il luogo ove i materiali relativi ai passati corsi
universitari del prof. Sini ed altro ancora, su archiviocarlosini. Lectio
Magistralis di Carlo Sini su La Différance di Jacques Derrida, Arcoiris TV, Riflessioni
sul Senso della Vita. Intervista a Carlo Sini, di Ivo Nardi, giugno , sito
Riflessioni Collana PragmataAlboVersorio, su alboversorio.wordpress.com. Carlo
Sini. Sini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sini” – The Swimming-Pool
Library.
Siracusano
(Siracusa). Filosofo. Grice:
“We know William was from Ockham but we call him Ockham; similarly, Alcaldino
was from Siracusa, so we should call him Siracusa!” -- Vissuto vicino alla
corte degli Hohenstaufen. Sebbene non vi siano certezze sull'esatto anno
di nascita di Alcadino, a parere di un suo biografo, egli sarebbe nato a
Siracusa. Suo padre lo manda a studiare a Salerno, presso la celebre scuola
medica. Dopo gli studi in lettere, si cimenta in quelli di filosofia,
raccogliendo attorno a sé una serie di seguaci. Quindi, in seguito alla
conclusione del corso regolare degli studi, e scelto per fare da insegnante filosofia
presso la stessa scuola salernitana. Divenuto uno dei più stimati
filosofi della scuola, e chiamato alla corte di Enrico VI di Svevia, che nel
frattempo era entrato in possesso del regno di Sicilia, ed e assunto come
filosofo del sovrano. Dopo la morte di Enrico, divenne il filosofo di lui figlio, Federico II, che lo resa degno
di confidenza e apprezzamento. Oltre alle ordinarie attività legate alla prosa
filosofica, si occupa anche di poesia. Scrive un saggio in versi sui bagni
minerali di Pozzuoli, il De Balneis Puteolanis. In questo poema filosofico
rimato vengono descritti con precisione il luogo, le qualità e le virtù dei
suddetti bagni. Scrive inoltre due opere nelle quali celebrava le gesta di
Enrico VI e Federico II. Altre opere: “De Balneis Puteolanis”; “De
Triumphis Henrici Imperatoris De His Quae a Friderico II Imperatore Praeclare
ac Fortifer Gesta Sunt. Pasquale Panvini di S. Caterina Salvatore De Renzi. Pasquale Panvini di S. Caterina, Biografia
degli uomini illustri della Sicilia, Giuseppe Emanuele Ortolani, Tomo I,
Napoli, Salvatore De Renzi, Storia documentata della scuola medica di Salerno,
Napoli. Siracusa. Keywords: i bagni di Pozzuoli. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Siracusa” – The Swimming-Pool Library.
Sirenio
(Brescia). Filosofo. Professore
di metafisica a Bologna. “De fato” (Venetiis, Giordano Ziletti). Sirenio.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sirenio” – The Swimming-Pool Library.
Soave
(Lugano). Filosofo. Per
qualche tempo maestro di Manzoni, fu il più efficace divulgatore del sensismo
italiano. Lapide commemorativa di Soave all'Pavia. Nacque da
Giuseppe e Clara Herrik. La sua numerosa famiglia versava in ristrettezze
economiche, ma egli riuscì ad iniziare gli studi presso l'istituto di S. Antonio
e, a soli sedici anni, lascia Lugano per recarsi a Milano dove, nel 1760, prese
i voti nella congregazione dei padri Somaschi. Trasferitosi a Pavia, presso il
collegio di San Majolo, iniziò gli studi filosofici efu inviato a Roma al
collegio Clementino, che era il più importante della congregazione dei padri
Somaschi, per completare gli studi teologici. In questo periodo si dedicò anche
allo studio delle lingue greca, inglese, francese, tedesca e spagnola.
Nel 1765 pubblicò le sue traduzioni delle Bucoliche e delle Georgiche di
Virgilio, cui aggiunse un poemetto sul modo di tradurre e il volgarizzamento di
un sermone di San Basilio Magno. Fu richiamato in seguito alla Scuola dei Paggi
di Parma, dal direttore Francesco Venini, a leggere Belle lettere ed a
insegnare Poesia latina. Qui rimase fino al 1768 quando Guillaume du Tillot
promosse la riforma dell'Università, affidandogli la cattedra di Poesia.
Nel 1770 preparò l'Antologia Latina, per dare agli allievi i migliori esempi di
oratoria e di poetica. Ed è proprio in questo momento che prese corpo nel Soave
l'idea della Gramatica ragionata, in seguito stampata a Parma. Torna a Milano,
dove il conte Carlo Firmian, governatore austriaco della Lombardia, gli affidò,
la cattedra di Filosofia a Brera. Oubblicò la versione italiana delle Ricerche
intorno all'istituzione naturale di una società e di una lingua e all'influenza
dell'una e dell'altra su le umani cognizioni, dissertazione presentata per
rispondere al quesito, posto dall'Accademia Reale delle Scienze e delle Lettere
di Berlino: "Supponendo degli esseri umani lasciati alle loro facoltà
naturali, sarebbero essi in grado di inventare il linguaggio? E con quali mezzi
potrebbero giungere a questa invenzione?". Seguendo una delle
classiche questioni filosofiche dibattute nel Sei-Settecento, pubblicò le
Riflessioni intorno all'istituzione di una lingua universale, nelle quali Soave
teorizzava la formazione di un linguaggio che consentisse a tutti gli uomini di
comunicare tra loro, anche se alla fine si dichiarava scettico circa la
possibilità di introdurre ex novo una lingua universalmente valida, preferendo
l'adozione del francese, che a suo dire svolgeva il ruolo di lingua colta
universale, un tempo esclusiva del latino. Tradusse in italiano il
compendio dei saggi di John Locke Saggio filosofico sull'umano intelletto e la
Guida dell'intelletto alla ricerca della verità. A quest'ultimo saggio Soave
aggiunse, oltre alle consuete annotazioni, anche un'appendice didascalica, sul
Metodo che dee tenersi per trovare la verità e per insegnarla ad altrui. Questo
commento è ricco di implicazioni, per cogliere il carattere del suo approccio
pedagogico. Infatti Soave era soprattutto interessato a dare un'immediata
traduzione del pensiero di Locke, nei termini di un discorso didattico ed in
particolare a trarre indicazioni per la soluzione del problema di come comporre
buoni libri elementary. Inoltre, sempre nell'appendice, Soave riprende, da un
punto di vista prevalentemente didattico, la questione, per lui fondamentale,
di come introdurre i giovani ai primi principi della scienza, suggerendo che il
rigore del metodo analitico, il solo valido sul piano conoscitivo, venga
attenuato ne' libri elementari. Avvertendo la necessità di superare tutti
quegli ostacoli, che si frapponevano in Europa alla libera circolazione delle
idee e al continuo e fecondo scambio su un terreno scientifico, letterario e
filosofico, Soave fonda il periodico Scelta di opuscoli interessanti tradotti
da varie lingue che sarebbe durato fino anche se con il nome di Opuscoli
scelti. In essi oltre pubblica anche alcuni saggi che testimoniavano il suo
eclettismo, tipico dell'epoca. Collabora con altri studiosi alla realizzazione
di una serie di opuscoli (trentasei in tutto), di vario argomento (soprattutto
traduzioni), nei quali inserì alcune sue opere. Scrive le “Novelle morali.
La loro edizione definitiva risulterà una delle opere più apprezzate ed
utilizzata a lungo nelle scuole per l'educazione dei giovani. Ottenne la
cattedra di Logica e Metafisica a Brera, alla quale venne incorporata in
seguito quella di Etica. Partecipa al movimento illuministico e
riformatore. In seguito all'editto di Giuseppe II sulla riforma delle scuola
in Lombardia, venne incaricato di rinnovare le scuole elementari e di preparare
alcuni testi scolastici. Per svolgere questo gravoso compito venne nominato
membro della Delegazione delle scuole normali, istituita alle dipendenze della
giunta delle Pie Fondazioni, e si reca ad osservare il metodo normale, seguito
dalle scuole di Rovereto, Trento e Bolzano. Avrebbe dovuto innanzitutto fornire
una nuova traduzione del Libro del metodo, confrontando quella poco corretta e
quindi incapace di servire da codice che era giunta alla
delegazione. In seguito a queste sue ricognizioni, sia territoriali
che letterarie, scrive il Compendio del metodo delle scuole normali ad uso
delle scuole della Lombardia austriaca, rivolto in particolare alla formazione
dei maestri e contenente i principi educativi del metodo normale. A questo
compendio sono legate indissolubilmente anche: Traduzione del Regolamento
generale delle scuole normali, principali e comuni, che era stato emanato da
Maria Teresa d'Austria e redatto da Felbiger, cui aggiunse in un'Appendice. Quanto
è compreso nel libro del metodo relativamente allo stesso regolamento e inoltre
la traduzione delle Leggi scolastiche da osservarsi nelle Reali scuole normali
della Lombardia austriaca. Fonda la prima Scuola normale italiana,
inaugurata a Brera. Tenta anche di recarsi in Francia, tuttavia le notizie
sulla Rivoluzione che nel frattempo era scoppiata lo convinsero a restare in
Italia dove si dedica a studi filosofici. Stampa le Istituzioni di logica,
etica e metafisica, saggio pensata per lo studio nei licei e nelle università
e, dall'edizione, vi aggiunse gli “Opuscoli metafisici”. Le truppe di Buonaparte
occuparono Milano e si rifugiò a Lugano, poiché scrive sotto un opuscolo contro
gli ideali rivoluzionari, intitolato “Vera idea della rivoluzione di Francia,
lettera di Glice Ceresiano ad un amico”. Ha qualche incarico di supplenza nel
collegio di Sant'Antonio e tra i suoi allievi ci e Manzoni. Il principe di
Angri lo invitò a Napoli, per istruire il suo unico figlio, ma con l'occupazione
francese della città, tenta dapprima la fuga in Sicilia e in seguito visse
seminascosto, fino a che non gli venne restituita, da parte del governo
provvisorio austriaco, la cattedra di filosofia a Brera. Tuttavia il ritorno
dei Francesi gliela tolse
definitivamente e si dedicò agli studi. Con la proclamazione della Repubblica
Italiana, e nominato direttore del Collegio nazionale di Modena, al fine di
ridare prestigio ad un istituto educativo di antica data, e gli fu affidata la
cattedra di Analisi delle idee. Nominato tra i primi 30 membri dell'Istituto
Nazionale. Fa parte della classe di Scienze morali e politiche e si occupa in
particolare della Metafisica e dell'Etica. Attira numerose critiche, per
la pubblicazione del saggio “La filosofia di Kant esposta ed esaminata” nella
quale tenta di confutare il filosofo tedesco. Non riuscendo ad ottenere
risultati a Modena, ottenne la cattedra di Analisi delle idee a Pavia. Membro
della Società Italiana delle Scienze. Collabora alla realizzazione della
collana dei "Classici Italiani", voluta dal governo. Srive “La
mitologia ossia esposizione delle favole e descrizioni dei riti religiosi dei
gentili..., con l'aggiunta d'un transunto delle Metamorfosi d'Ovidio e la
Storia del popolo ebreo compendiata, ad uso delle scuole. Pubblica la Memoria
sopra il progetto di Elementi di ideologia di Destutt de Tracy e l'Esame dei
principi metafisici della zoo-nomia, cercando di contrastarne le teorie, in un
estremo tentativo di difesa delle ideali acquisizioni dell'Illuminismo da ogni
novità che le minacciasse, segno del carattere ormai moderato e timido del suo
empirismo, governato dal desiderio di un compromesso tra quella parte d'illuminismo
volta ad aspirazioni razionalistiche, alla crescita dell'identità di un
suddito-cittadino e allo sviluppo di forme economiche più moderne, e lo
sviluppo della religiosità all'interno di forme canoniche, come occasione di
crescita culturale e di consapevolezza di comportamentiː un tentativo che si
rivela alquanto fragile ed arduo. Ormai la sua consapevolezza critica ed il suo
rigore scientifico stano venendo meno. Si accinse a riordinare ed a
risistemare le sue opere, al fine di preparare alcuni saggi sull'istruzione per
l'Istituto Nazionale, ma la morte lo colse nella casa della sua congregazione,
la Colombina, presso Pavia. Dizionario storico della Svizzera. Cfr. la riedizione moderna, con ampio saggio
introduttivo: Gramatica ragionata della lingua italiana, S. Fornara, Pescara,
Libreria dell'Università Editrice, G. Benassati e L. Rossi , L'Italia nella
Rivoluzione, Casalecchio di reno, Grafis, Angelo Grossi, L. Gianella, Francesco
Soave. Vita e scritti scelti, Lugano, Giovanni Orelli, La Svizzera italiana, in
Alberto Asor Rosa , Letteratura italiana. Storia e geografia. L'età contemporanea,
Claudio Marazzini e Simone Fornara , Francesco Soave e la grammatica del
Settecento, Atti del convegno di Vercelli, Alessandria, Edizioni dell'Orso. M. Roggero,
La voie italienne vers l'alphabet avant 1860, Histoire de l'éducation, Sensismo. TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Francesco Soave, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Francesco Soave, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della
Svizzera. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Francesco Soave, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Francesco Soave. Soave. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Soave” – The Swimming-Pool Library.
Solari
(Albino), Filosofo. Frequenta
il prestigioso Collegio San Francesco di Lodi retto dai Barnabiti per poi
proseguire gli studi a Messina, da dove poi si trasferì presso Torino. Si formò
nel Laboratorio di Economia Politica di Martiis, per poi scegliere la filosofia
del diritto sotto la guida di Carle. Anche membro di una tra le istituzioni
culturali più prestigiose a livello nazionale: l'Accademia Nazionale dei
Lincei. Autore di un idealismo sociale e studioso di Pagano, esponente della
scuola di filosofia del diritto dell'Torino, dove tenne questa cattedra quando
succedette a Carle all’anno in cui fu sostituito da Bobbio. Ha tra i suoi allievi lo stesso
Bobbio, Treves, Scarpelli, Gobetti, Entrèves, Pareyson, Firpo, Colli, Leoni,
Einaudi e Goretti. Per tutta la vita si dedica esclusivamente
all'insegnamento universitario, rifiutando qualsiasi incarico pubblico (non
diventa nemmeno preside della sua facoltà); le cattedre da lui ricoperte sono
state nelle Messina, Cagliari e Torino. Presta il giuramento di fedeltà al
fascismo. Altre opere: “La scuola del
diritto naturale nelle dottrine etico-giuridiche” (Torino, Fratelli Bocca); “L'idea
individuale e l'idea sociale nel diritto private”; “Lezioni di filosofia del diritto”
(Editore La cooperativa dispense dell'A.T.U., Torino); “Filosofia del diritto
private”; “Lezioni di filosofia del diritto, Studi storici della filosofia del
diritto, Giappichelli, Torino. Torino gli ha intitolato una biblioteca interdipartimentale.
Bergamo gli intitola un giardino pubblico e una via. Albino intitolato una via. S.
Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Lezioni
di filosofia del diritto: anno accademico, G. Carle e G. Solari, raccolte dagli
studenti Giuseppe Bruno e Francesca Guasco, Editore La cooperativa dispense
dell'A.T.U., Torino, Studi storici di filosofia del diritto, Giappichelli,
Torino); “Solari nella cultura del suo tempo” (FrancoAngeli, Milano); A. Contu,
“Questione sarda e filosofia del diritto in Gioele Solari, con un saggio di
Norberto Bobbio, Giappichelli, Torino, D. Cugini, Commemorazione di Solari, Torinese,
Albino. Francesco D'Agostino , Il problema del diritto e dello Stato nella
filosofia del diritto di Hegel (G. Giappichelli Editore, Torino); L. Firpo , La
filosofia politica (Laterza, Bari). TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gioele Solari, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Gioele
Solari, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere di Gioele Solari, su openMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere di Gioele Solari, .
Solari, Gioele, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gioele Solari. Solari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Solari” – The Swimming-Pool Library.
Soleri (Pagliero di San Damiano Macra). Filosofo..
Nato in un piccolo centro della provincia di Cuneo, studiò all'Università
Cattolica di Milano. Ordinato sacerdote. Ha come maestro Olgiati, uno dei
fondatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Lavora a più di 100
scritti fra cui Il problema metafisico del male (e Inevitabilità e decisività
del problema teologico. È intitolato al suo nome l'Istituto di istruzione
superiore "G. Soleri" di Saluzzo, ove insegna e fu preside. Altre opere: “La
proprietà” (S.E.I. Torino); “Telesio, La Scuola, Brescia); “Lucrezio, La
Scuola, Brescia); “Marco Aurelio, La Scuola, Brescia); “L'immortalità
dell'anima” (S.E.I., Torino; Economia e morale” (Borla, Torino); “Il problema
metafisico del male in “Sapienza”; “Essere, atto, valore in”; “Il problema del
valore” (Morcelliana, Brescia); “Incisività e decisività del problema
teologico”, in “Studia Patavina”, “Orizzonte della metafisica”; Sito
dell'Istituto Soleri. H. Happ, “Hyle:
Studien zum aristotelischen Materie-Begriff, Walter de Gruyter, R. Pozzo, The impact of Aristotelianism on
modern philosophy, CUA); D. Ettore, La figura e l'opera di Soleri. Saggio di
ricerca, Saluzzo, Per iniziativa del Comitato per le onoranze a Soleri
dell'Istituto magistrale statale. Soleri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Soleri” – The Swimming-Pool Library.
Somenzi
(Redondesco). Filosofo. Ufficiale meteorologo
dell'Aeronautica, dopo aver partecipato alla Resistenza, lavorò all'ufficio
studi dello Stato maggiore. Si divise tra la carriera militare e quella
accademica, optando infine per la cattedra di filosofia a Roma. Tra i suoi
allievi vi fu Cordeschi. Partendo da un interesse per l'operazionismo,
diresse i suoi studi teorici alla cibernetica e fu tra i primi a interessarsi
di intelligenza artificiale e a studiare i rapporti mente-cervello e mente-macchina.
Opere “La filosofia della scienza” (Milano, Fratelli Bocca); “La meccanica
quantistica” (Milano, Fratelli Bocca); “L' operazionismo” (Milano, Edizioni di
Comunità); “La scienza nel suo sviluppo storico” (Torino, ERI); “Automi”
(Torino, Boringhieri); “Tra fisica e filosofia. Roberto Donolato, Abano Terme,
Piovan. La materia pensante, Milano, CLUP Città Studi. Fonte: A. Rainone,
Enciclopedia Italiana, riferimenti in. Saggi in onore, Roma, Union Printing, antologia
e testimonianze, Mantova, Fondazione Banca agricola mantovana, Cibernetica
Intelligenza artificiale Antonio
Rainone, «Somenzi, Vittorio» la voce nella Enciclopedia ItalianaVI Appendice,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vittorio Somenzi, un maestro del
domandare, di Claudio Del Bello, da Giano, n. 45, sito "Metodologia
online". Filosofo al servizio della scienza, Corriere della Sera, Archivio
storico. Vittorio Somenzi. Somenzi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Somenzi”.
Sordi (Centenaro di Ferriere). Filosofo. Figlio
di Agostino e Giovanna Taschieri, si fece religioso nella Compagnia di Gesù e
ben quattro dei suoi fratelli seguirono il suo esempio. Entrò nel
seminario di Piacenza, dove frequentò le classi ginnasiali. Vinse il concorso
per l'ammissione al Collegio Alberoni di Piacenza, dove rimase fino al 1813,
quando fu costretto a lasciare per motivi di salute. Rientrò in seminario e,
sotto la guida del canonico Vincenzo Buzzetti, approfondì il pensiero di San
Tommaso la cui filosofia era andata in disuso (s’insegnava la filosofia del
secolo: Sarti, Soave, Draghetti, Condillac, Wolfe, Storkenau). Nel 1816,
a 23 anni, divenne sacerdote ed entrò nella Compagnia di Gesù appena ricostituita,
fece il noviziato nella Casa di Sant'Ambrogio a Genova, dove incontrò Azeglio
che attraverso i colloqui con il Sordi conobbe e stimò la filosofia di San
Tommaso, di cui prima aveva sentito parlare con disprezzo e incominciò a
rivedere la sua formazione filosofica. Nel 1819 divenne insegnante di
filosofia nel Collegio di Ferrara e passò a Reggio Emilia come insegnante di
logica, metafisica ed etica e con la carica di prefetto della biblioteca
civica. A Reggio Emilia si distinse e acquistò stima e fama tanto che il padre
Generale della Compagnia Luigi Fortis lo propone al padre Pavani, provinciale
d'Italia, come professore di logica nel Collegio Romano. Il Pavani, però prega il
padre Generale di desistere dal suo proposito per motivi di opportunità “si
leverebbe un gran rumore tra i professori del Collegio Romano … tanta è la
prevenzione contro il padre Sordi perché tomista.” Dal 1829 al 1834 venne
mandato a Modena, al collegio San Bartolomeo, come professore di logica,
metafisica ed etica. Qui, ispirandosi ai rivolgimenti culminati con la cattura
di Ciro Menotti, pubblicò l'opuscolo “Catechismo delle rivoluzioni”. In questi
anni strinse amicizia con il gesuita Giuseppe Pecci. Attraverso quest'amicizia
padre Serafino potrà esercitare il suo influsso anche su suo fratello,
cardinale Gioacchino Pecci che, divenuto poi Papa, con l'Enciclica Aeterni
Patris proporrà a tutte le scuole cattoliche le dottrine di San Tommaso
d'Aquino. Venne inviato a Forlì e poi a Spoleto dove insegnò teologia
morale. Nel 1836 venne nominato Rettore del Collegio di Orvieto. Nel 1840
ritornò a Modena come Rettore; carica che esercitò per tre anni, e poi rimase
ancora a Modena come Ministro e Padre Spirituale degli alunni. Nominato
Rettore del Collegio San Pietro di Piacenza, dove già dal 1839 era stato aperto
anche l'AloisianumIstituto di formazione filosofica per giovani gesuiti
dell'area Lombardo Veneta. Nel 1848, padre Serafino era ancora a Piacenza,
quando il Collegio venne preso d'assalto dai rivoluzionari: “Scoppiarono allora
alte grida diAbbasso i gesuiti. Morte ai gesuiti. Mortee qui aggiungevano i
nomi or dell'uno or dell'altro Padre del collegio.” Così si legge nel racconto
di padre Lombardini, testimone oculare degli avvenimenti. Nel 1851 ilGenerale
Jan Roothaan lo chiamò a Roma, desideroso di vedere finito un testo di
filosofia che padre Serafino doveva realizzare insieme a padre
Carminati. Fu nominato Preposto della Provincia Romana fino al 1856. Padre
Serafino governò quella Provincia con rara prudenza e grande spirito di bontà.
Nel 1859 passò al Collegio degli scrittori della Civiltà Cattolica con
l'incarico di scrittore e padre spirituale della comunità. Contribuì in questi
tre anni al fiorire della rivista componendo con padre Taparelli una serie di
articoli. Fu chiamato all'Aloisianum di Verona come Prefetto degli studi
dei giovani religiosi che qui studiavano filosofia. A Verona cessò di vivere
per malattia cardiaco. Uno dei più insigni rappresentanti del tomismo, il
movimento di rinnovamento della filosofia di Aquino, che, partito dal seminario
di Piacenza con il canonico Vincenzo Buzzetti, si diffuse in tutta l'Italia
tramite i fratelli Serafino e Domenico Sordi, alunni dello stesso Buzzetti. I
due fratelli, entrati nella Compagnia di Gesù, vi portarono il rinnovamento tomista,
cioè le grandi idee di San Tommaso studiate e sviluppate ai fini di rispondere
agli interrogativi più profondi dell'uomo moderno. L'azione di padre Serafino
in favore del neotomismo fu particolarmente efficace per gli incarichi
prestigiosi a lui affidati, per il suo insegnamento presso numerosi Collegi
dove i suoi scritti di filosofia, trascritti, venivano usati come testo;
inoltre molte delle persone da lui avviate allo studio di San Tommaso sono
state i protagonisti del rinnovamento tomista e i diretti collaboratori nella
preparazione dell'enciclica "Aeterni Patris" in cui il papa Leone
XIII esorta a rimettere in uso la sacra dottrina di San Tommaso e a propagarla
il più largamente possibile. Il fratello di Serafino, padre Domenico, diffuse
il tomismo nella provincia napoletana, dove operò in varie città (Napoli,
Lecce, Maglie, Salerno, Sora, Arpino, Andria). Al Collegio Massimo di Napoli fu
collaboratore diLuigi Taparelli D'Azeglio promuovendo la diffusione della
filosofia di San Tommaso fra gli alunni, alcuni dei quali furono protagonisti
del rinnovamento della cultura cattolica. Fra questi va ricordato Curci
cofondatore della rivista “La Civiltà Cattolica”, che descrive il suo
insegnante con dovizia di particolari nelle sue “Memorie” eMatteo Liberatore,
cofondatore del periodico “Scienza e Fede”, redattore di “La Civiltà Cattolica”
e uno degli estensori dell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Altre
opere: “Appendice al capitolo XII del Catechismo del senso comune” del
Rorbacher L'Amico d'Italia (manoscritto
originale presso la biblioteca universitaria di Genova). Theses ex universa
Philosophia, Parma Catechismo delle RivoluzioniModena,
Soliani. Lettere intorno al Nuovo saggio sull'origine delle idee dell'Abate
Antonio Rosmini SerbatiModena, Vincenzo Rossi 1843, 104 I primi elementi del sistema di V.
Gioberti dialogizzati tra lui e un lettore dell'opera sua –Bergamo, Natali,
Allocuzione di Pio IX con in fine esposizione della materia a modo di
catechismo, del prof S. S.Roma, Tip. Apostolica I misteri di Demofilo per S. S.
Professore di filosofiaTorino Castellazzo e De Gaudenzi, Circolare del
R.Provinciale Serafino Sordi ai Superiori della Provincia Romana –Roma, Civ.
Cattolica. De studio Theologiae in nostra societate –Roma, Civ. Cattolica, Recensione all'opuscolo di Giacomo Oddo
“l'Indipendenza, il Cattolicesimo e l'Italia, MilanoRoma, Civ, Cattolica La
libertà al tribunale della ragioneRoma, Civ. Cattolica. Se per essere
indipendenti abbisogna che il Papa abbia il potere temporale. Di un sacerdote
cattolicoRoma Civ. Cattolica. Il movimento nazionale, istruzione popolare in
occasione di un opuscolo pubblicato nell'Umbria da un preteso prete galantuomoRoma
Civ. Cattolica, opuscolo di 48 Il
Sillabo di S. S. Pio Papa IX esposto in forma di catechismo da lSerafino Sordi
della Compagnia di Gesù Verona, Vigentini e Franchini. Opere attribuite: Saggio
intorno alla dialettica e alla religione di Gioberti (Piacenza, Tedeschi); “Una
proposta al Clero Italiano. Ragionamenti sul Gesuita Moderno” (Torino, Castellazzo
e De Gaudenzi); La scomunica: Nel Messaggero di Modena, Lettera sull'Austria,
Bergamo, Dottrine di S. Alfonso dei Liquori difese contro le impugnazioni del
Sig. Abate RosminiMonza 1850 Opere diSerafino Sordi. Ontologia, pubblicata
daDezza. Theologia naturalis, pubblicata daDezza nManuale di logica classica, pubblicato
da D. Pesce. Opere inedite riportate da Dezza nel libro “Alle origini del
Neotomismo” Ethica generalis et specialis Psicologia Trattato sull'origine
delle idee Dissertazione sulla materia e sulla forma Dissertazione
sull'evidenza Osservazioni intorno alla filosofia a noi prescritta da S.
Ignazio Esortazioni al clero (presso don BalleriniPC) Note Dezza, Alle origini
del Neotomismo, Dezza, I neotomisti; E. Silva, Ferriere, cenni storici, R.
Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo Buzzetti e
dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del Tomismo,Dezza,
I neotomisti italiani del XIX secolo.Dezza, Alle origini del Neotomismo, Breve
storia della Provincia veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai
giorni nostri La chiesa di S. Pietro in
PiacenzaStudi per il IV cent. dalla fond. TEP; Breve storia della Provincia
Veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostri A. M. D.
G C. Cenacchi, Tomismo e Neotomismo a FerraraLiber. Edit. Vaticana La Civiltà
Cattolica, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo
Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del
Tomismo Libr. Edit. Vaticana, F. Cordani, Una grande cultura piacentina
dimenticata, PC Ed. Berti C. M. Curci, Memorie del Padre Curci, G. Barbera
Editore, FI C. M. Cornoldi, Memorie Autobiografiche (Archivio Aloisianum) F.
Dante, Storia della Civiltà Cattolica Ed. Studium Roma.Dezza, Alle origini del
Neotomismo, MI.Dezza, I neotomisti italiani del XIX secolo, Bocca ed. MI. La chiesa di S. Pietro in PiacenzaStudi per il
IV cent. dalla fond. TEP); Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai nostri
giorni, II Ed. Porta PC L. Ferrari, I
fratelli Sordi e il Neotomismo in Italia in il filosofo canonico V. Buzzetti
nel centenario della morte, PC G. Martina, La Chiesa nell'età dell'assolutismo,
del liberismo, del totalitarismo, Morcelliana BS. U. Padovani, Importanza della
critica filosofica di S. Sordi a V. Gilbert, in Riv. Di Filosofia Neoscolastica,
MI ed. Vita e Pensiero A. MONTI, "La Compagnia di Gesù nel territorio
della Provincia Torinese, Chieri); Giovanni Paolo II, enciclica Fides et Ratio
1998 S. Panareo, L'istruzione in terra d'Otranto sotto i Borboni, B. Perazzoli,
Studi sul Rosminianesimo nell'Ottocento, Ed. Rosminiane Sodalitas, L. Pozzi, S:
Sordi filosofo neotomista, Studia Patavina Riv. Di Filos.e Teologia. V. Rolandetti, Da Buzzetti all'Aeterni Patris
Conv. Intern. Tomistico, Trento); V. Rolandetti, Vincenzo Buzzetti teologo,
Libr. Ed. Vat. 1974. E. Silva, Ferriere, cenni storici, UTEP, PC, D. Sordi,
Pochi e brevi cenni sulla vita menata nel secolo da P.S.Sordi, man. Inedito G.
Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla
diffusione del neotomismo nella cultura cattolica PC altervista.org G. Tononi,
Condizioni della Chiesa nei ducati parmensi. M. Volpe, I Gesuiti nel
Napoletano Aeterni Patris Aloisianum
Carlo Maria Curci Collegio Alberoni Compagnia di Gesù Jan Roothaan La Civiltà
Cattolica L. Taparelli d'Azeglio Matteo Liberatore Neotomismo Sordi, su Treccan iEnciclopedie Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Serafino Sordi. G. Sordi, Il contributo
dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo
nella cultura cattolica, PC su serafinosordi. altervista. org. books.google/books?hl=it&id =-G3PUnY3zb EC&q=taparelli+d%27
azeglio+e+il+rinnovamento+della+scolastica La Civiltà Cattolica Taparelli d'Azeglio
e il rinnovamento della Scolastica al Collegio Romano] books. google/ books?hl=it&id=KcRveZ1rpnwC&q=intorno
alle+origini+del+rinnovamento+tomista+in+ italia La Civiltà Cattolica Intorno
alle origini del rinnovamento tomistico in Italia Taparelli e Sordi p(parte
secondapagg. books.google/books?id=_y_qxX2vxrEC&pg=PA229&lpg=%20LA+ CIVILTA
+ CATTOLICA +%C2%AC-+1929#v= onepage&q&f=false La Civiltà
Cattolica1929La rinascita del tomismo a Napoli (parte primaI collaboratori del Taparelli (parte
secondaIl peripato in azione pagg.books.google/books?id=7dtNAAAAMAAJ&pg=PA318-IA1&l#v=onepage&q&f=false
La Civiltà Cattolica Il contributo della Compagnia di Gesù alla preparazione
dell'enciclica “Aeterni Patris.” Serafino Sordi. Sordi. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sordi” – The Swimming-Pool Library.
Soria (Sant'Andrea a Lama). Filosofo. Nato forse
a Pisa, e non a Livorno come sostenuto da alcuni autori, da Enrico e da Maria
Elisabetta delle Sedie da Calci, la famiglia paterna risiedeva da tempo a Sant'Ilario
in Campo, nell'isola d'Elba. Filosofo appartenente alla corrente del sensismo,
insegnò all'Pisa, combatté il cartesianesimo ed esaltò Galileo Galilei. Scrive
il saggio “Rationalis Philosophiae Institutiones”. Direttore della Biblioteca
universitaria di Pisa. Pubblica a Pisa la “Raccolta di opuscoli filosofici e
filologici.” Il saggio comprende “Dell’immaterialità delle nature
intelligenti”; “Della potenza che ha lo spirito umano di determinar se medesimo
chiamata libertà”; “Il virtuoso regime del proprio corpo è un bene
indispensabile per la felicità della vita” e “Della natural dipendenza della
salute corporea dall'Ilarità dello Spirito”; “Della Simpatia” – “Dialogo tra un
Cav. Francese, e un Italiano” e l’”Esame del Giudizio di Monsieur Du Fresnoy
circa Buonarroti”; “Sulle metamorfosi degl'insetti”; “Degl'influssi celesti”; “Dissertazione
Accademica sull'Innesto”; “La teoria de' fosfori, e de' loro divarj. Allievo di Grandi, segna il passaggio della
scuola galileiana verso l'illuminismo. De Soria individual nello sviluppo
economico il centro dell'interesse dell'attività politica. È sepolto nella
chiesa di Sant'Andrea a Lama, in provincia di Pisa, paese di origine della
madre. Ugo Baldini, De Soria, Giovanni
Gualberto, in "Dizionario biografico degli italiani", Roma, Istituto
della Enciclopedia italiana, Soria è attestato anche a Livorno ed è appartenuto
a una nota famiglia locale. Cfr. Renzo Toaff, La nazione ebrea a Livorno e a
Pisa L.S. Olschki, Firenze, Gualberto De
Soria, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Giovanni Gualberto De Soria,
in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni
Gualberto De Soria. Soria. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soria” –
The Swimming-Pool Library.
Sorrentino, Andrea. Vico. Bordon, La
retorica di Vico. Andrea SORRENTINO , G. B. V. e le razze mediterr.inee :
in Bulletin italien di Bordeaux , a . XVII , n . 2 , avril - juin 1917 , pp .
96-101 . 19. Alberto ScrocCA , G. B. V. e un suo recente critico : in Rassegna
nazionale di Firenze , 1-16 agosto e i ...
Sorrentino (Carbonara di Nola). Flosofo. Docente di
filosofia a Salerno. È tra i massimi
esperti italiani del filosofo e teologo tedesco Friedrich Schleiermacher, ma
oltre alle letture di carattere teologico-religioso, è anche ideatore di una
filosofia autonoma ed originale. Sorrentino è infatti convinto che si debba
ricercare una connessione tra le varie forme di sapere, spesso rinchiuse
nell'ambito dei propri specialismi e pertanto sterili. Dopo un periodo di studio passato in Italia
(Milano, Napoli) e l'estero (Tubinga, Heidelberg) si laurea in Filosofia presso
l'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Consegue la laurea
in teologia presso la facoltà teologica "San Luigi" di Napoli è
ricercatore a Salerno. Rceve una borsa di formazione a Gottinga, a Kiel e a
Monaco. Diviene ricercatore confermato a Salerno. è docente, tuttora in ruolo,
di Filosofia della religione preso la medesima università. La filosofia di Sorrentino si sviluppa
soprattutto intorno a tematiche come il dibattito sulla religione, inteso nel
senso di una problematizzazione e di una tematizzazione del religioso nella
società moderna e contemporanea, a partire dal tardo Illuminismo fin ai giorni
nostri. Sorrentino cerca di inquadrare il pensiero filosofico relativo
all'etica e alla religione. Da qui parte il tentativo di una tematizzazione
filosofica della dimensione simbolica. Il motore della ricerca è il tentativo
di giungere ad una forma di connessione dei saperi che possa superare le
difficoltà e le incomprensioni del mondo contemporaneo, non solo in ambito
filosofico. Altre opere: “La teologia
della secolarizzazione: chiesa, mondo e storia; La filosofia della religione, Ermeneutica
e filosofia trascendentale, Filosofia ed esperienza religiosa, Realtà del senso
e universo religioso. Per un approccio trascendentale al fenomeno religioso; La
dottrina della fede; Il valore della vita; Dialettica; Barth in discussione, Obbedire
al tempo. L'attesa; La dialettica nella cultura romantic; Religione e religioni; Il prisma della
rivelazione. Una nozione alla prova di religioni e saperi, L'eredità
dell'Illuminismo e la critica della religione, Diversità e rapporto tra
culture, Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto tra le religioni, Nichilismo
e questione del senso, Teologia naturale e teologia filosofica, La libertà in
discussione, Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto fra le religioni, “La
persona come paradigma di senso”. Dibattito sull'eredità di Mounier, La
teologia politica in discussione, Salerno, su unisa. Giornale di filosofia
della religione, su aifr. Sergio Sorerntino. Sorrentino. Keywords. Luigi
Speranza,”Grice e Sorrentino”.
Sorrentino, Vincenzo.
Sotione (Roma). Filosofo. Teacher of Seneca. In glossary to
Roman philosophers, in “Roman philosophers.”
Sozzini: -- Socinianism, Nella prima meta del sedicesimo
sicolo nacquero in questa casa Lelio e Fausto Sozzini letterati insigni
filosofi sommi della liberta di pensiero strenui propugnatori contro il
soprannaturale vindice della umana ragione fondarono la celebre scuola Socinian
precorrendo di tre secoli le dottrine del modern razionalismo – I liberali
senesi ammiratori reverenti questa memoria posero 1879. A movement originating
in the sixteenth century from the work of
reformer Laelius Socinus “Sozzini” and his nephew Faustus Socinus. Born in Siena of a patrician family, Sozzini
is widely read. Influenced by the evangelical movement, Sozzini makes contact
with noted Protestant reformers, including Calvin and Melanchthon, some of whom
questioned his orthodoxy. In response, Sozzini writes a confession of faith,
one of a small number of his writings to have survived. After his death,
Sozzini’s oeuvre was carried on by his nephew, Faustus, whose writings
including “On the Authority of Scripture,” “On the Savior Jesus Christ,” and “On Predestination,” expressed heterodox
views. Sozzini believed that Christ’s nature is entirely human, that the souls
does not possess immortality by nature though there is selective resurrection
for believers, that invocation of Christ in prayer is permissible but not
required, and he argues, like Grice, Pears, and Thomson, against
predestination. After publication of his
writings, Sozzini is invited to Transylvania and Poland to engage in a
dispute within the Reformed churches there. He decides to make his permanent
residence in Poland, which, through his tireless efforts, became the center of
the Socinian movement. The most important document of this movement was the
Racovian Catechism, published shortly after Faustus’s death. The Minor church
of Poland, centered at Racov, became the focal point of the movement. Its
academy attracted hundreds of students and its publishing house produced books
in many languages defending Socinian ideas. Socinianism, as represented by the
Racovian Catechism and other writings collected by Faustus’s disciples,
involves the views of Laelius and especially Faustus Socinus, aligned with the
anti-Trinitarian views of the Polish Minor church.. It accepts Christ’s message
as the definitive revelation of God, but regards Christ as human, not divine;
rejects the natural immortality of the soul, but argues for the selective
resurrection of the faithful; rejects the doctrine of the Trinity; emphasizes
human free will against predestinationism; defends pacifism and the separation
of church and state; and argues that reason
not creeds, dogmatic tradition, or church authority must be the final interpreter of Scripture.
Its view of God is temporalistic: God’s eternity is existence at all times, not
timelessness, and God knows future free actions only when they occur. In these
respects, the Socinian view of God anticipates aspects of modern process
theology. Socinianism was suppressed in Poland in 1658, but it had already
spread to other European countries, including Holland where it appealed to
followers of Arminius and England, where it influenced the Cambridge
Platonists, Locke, and other philosophers, as well as scientists like Newton.
In England, it also influenced and was closely associated with the development
of Unitarianism. Sozzini. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Sozzini, rationalism,
and moi”, Luigi Speranza, “Grice e Sozzini” – The Swimming-Pool Library.
Spadaro
(Messina), Filosofo. Laureato
a Messina, entra subito dopo nel noviziato della Compagnia di Gesù. Insegna
lettere a Roma per 2 anni dal 1991 al 1993. Il 21 dicembre 1996 riceve
l'ordinazione presbiterale e il 24 maggio 2007 pronuncia i voti solenni nella
Compagnia di Gesù. Consegue la licenza in Teologia Fondamentale, il diploma in
Comunicazioni Sociali, il dottorato di ricerca in Teologia presso la Pontificia
Università Gregoriana di Roma. Completa la sua formazione negli Stati Uniti,
nella Provincia dei gesuiti di Chicago. Comincia a scrivere per la rivista La
Civiltà Cattolica e dal 1998 entra a far parte in maniera stabile della
redazione. Si occupa soprattutto di teoria della letteratura e di critica
letteraria, in particolare legata ad autori contemporanei italiani (tra questi,
Cesare Pavese, Alda Merini, Giorgio Bassani, Mario Luzi, Pier Vittorio
Tondelli) e scrittori statunitensi (dai classici come Emily Dickinson, Walt
Withman, Flannery O'Connor e Jack London ai contemporanei come J. Kerouac, R. Carver).
Tra le materie che tratta vi sono anche la musica (B. Springsteen, T. Waits, N. Drake, N. Cave),
l'arte contemporanea (M. Rothko, E. Hopper, A. Warhol, J.-M. Basquiat), il
cinema e le nuove tecnologie della comunicazione e il loro impatto sul modo di
vivere e pensare (in particolare su , Second Life, sulla lettura digitale, sui
vari social networks, sulla filosofia hacker o sulla cyberteologia). Ha fondato BombaCarta, un progetto culturale
che coordina iniziative di scrittura creativa, produzione video e lettura anche
su internet. È curatore della collana di poesia L'Oblò delle edizioni Ancora. Insegna
presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale della Pontificia
Università Gregoriana -- è a capo del
comitato scientifico "La sfida e l'esperienza" che raccoglie docenti
e manager interessati ai temi della spiritualità e dell'innovazione. Viene
incaricato di coordinare le attività culturali della Compagnia di Gesù in
Italia. Sabato 24 febbraio 2007 è il relatore principale al primo evento
organizzato dai Gesuiti sulla musica rock nel quale riabilita la dignità
musicale (non liturgica) del genere nel suo complesso, limitandone la condanna
alla valutazione di rari e singoli casi.
Padre Antonio Spadaro davanti alla raccolta completa di La Civiltà Cattolica.
Diviene Rettore della Comunità dei gesuiti de La Civiltà Cattolica. -- è
annunciata la sua nomina a direttore della rivista.. Nel numero del 1º
ottobre della rivista è apparso il suo
articolo di presentazione nella nuova veste di direttore. La sua attività in Rete è legata, oltre alla
presenza nei social network, anche allun sito personale e di due blog: uno
dedicato alla CyberTeologia e uno dedicato a Flannery O'Connor. Benedetto XVI
lo nomina consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e anche consultore
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Nel gennaio ha ricevuto a Caserta il prestigioso premio
"Le Buone NotizieCivitas Casertana", uno dei più importanti premi di
giornalismo italiani, unico nel suo genere a livello internazionale. Ad agosto
incontra più volte papa Francesco per conto de La Civiltà Cattolica e di
altre 15 riviste della Compagnia di Gesù. Il contenuto delle conversazioni è
stato pubblicato sotto forma di intervista a settembre ed ampiamente ripreso dalla stampa internazionale. L'articolo di La Civiltà Cattolica. Spadaro
ha dedicato un articolo a . L'articolo analizza il significato di nel contesto culturale italiano, ne analizza
la storia, e ne mette in evidenza pregi e limiti. La sua conclusione è: «Dalla descrizione e dalle valutazioni
compiute comprendiamo bene come
rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si
scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile,
mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi
collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno
dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e
integrata del sapere. Infatti è come un
organismo vivente: cresce (al ritmo del 7% ogni mese), si ammala, è sottoposta
a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue.
Ma soprattutto nasconde un'altra utopia,
a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione
delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza
collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di "torre di
Babele", che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma
anche nel relativismo.» Concede
un'intervista a Wikinotizie-Wiki@Home, pubblicata con il titolo Intervista al
gesuita 2.0, nella quale commenta l'articolo e spazia sulle tematiche
inerenti e il mondo della rete
internet. Pubblicazioni Tracce profonde.
Il viaggio tra il reale e l'immaginario, Roma, Città Nuova, Radio on. Tra le
colonne sonore (Napoli, Giannini); Lo
sguardo presente. Una lettura teologica di “Breve film sull'amore di K. Kieslowski”,
Rimini, Guaraldi, Del volume esiste anche una versione elettronica. P.
Tondelli. Attraversare l'attesa” (Reggio Emilia, Diabasis); “Laboratorio″.
Tondelli e la nuova narrativa italiana, Reggio Emilia, Diabasis) Il volume è
apparso anche come pubblicazione digitale a puntate settimanali sul sito di
RaiLibro della Radio Televisione Italiana]. Carver. Un'acuta sensazione d'attesa,
Padova, Messaggero di Sant'Antonio Editrice, A che cosa «serve» la letteratura?, Leumann
(To)-Roma, Elle Di Ci La Civiltà Cattolica,
[Premio Capri per la sezione Letteratura e Premio Crotone sezione
Giovane critici italiani] Lontano dentro se stessi. L'attesa di salvezza in
Pier Vittorio Tondelli, Milano, Jaca Book, Connessioni. Nuove forme della
cultura al tempo di internet, Bologna, Pardes [qui intervista sul libro a Radio Vaticana] La
grazia della parola. Karl Rahner e la poesia, Milano, Jaca Book, Nella melodia
della terra. La poesia di K. Wojtyla, Milano, Jaca Book, Abitare nella possibilità. L'esperienza della
letteratura, I, Milano, Jaca Book,
L'altro fuoco. L'esperienza della letteratura,
II, Milano, Jaca Book, Alla ricerca del lupo. Genio, tensioni, vanità, Bologna,
Pardes); “Nell'ombra accesa. Breviario poetico di Natale, Milano, Ancora, . Web
2.0 Reti di relazione, Milano, Paoline, . Svolta di respiro. Spiritualità della
vita contemporanea, Milano, Vita & Pensiero, . Cyberteologia. Pensare il
cristianesimo al tempo della rete, Milano, Vita & Pensiero, . Curatele
Chris Cappell, Lasciami correre via, Padova, Messaggero, 2001. François
Varillon, Traversate di un credente, Milano, Jaca Book); Rowan Williams, La
dodicesima notte (Milano, Ancora); Hopkins, La freschezza più cara. Poesie
scelte, Milano, Rizzoli); Whitman, Canto una vita immensa, Milano, Ancora, Un
Dio sempre più grande. Pregare con i gesuiti, Milano, Ancora. bio, su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro,
Antonio Spadar obio, su laciviltacattolica. Saggi su "La Civiltà
Cattolica", su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, BombaCarta, su
bombacarta.com. accesso=16 agosto .
Antonio Spadaro, L'OblòAncora, su ancoralibri. Orazio La Rocca, I
gesuiti benedicono il rock: "La musica di Springsteen & Co parla
all'anima", Repubblica. Padre Antonio Spadaro nuovo direttore di Civiltà
Cattolica: cogliere pienamente la sfida digitale, su oecumene.radiovaticana.org.
Antonio Spadaro, Antonio Spadarosocial networks, antoniospadaro.net. Cyberteologia,
su cyberteologia. Accesso Flannery O'Connor, su flanneryoconnor. Nomina di
consultori del Pontificio Consiglio della Cultura, su press.catholica.va. Rinunce
e nomine, su Bollettino della Santa Sede, Bollettino della Santa Sede. Su La Civiltà Cattolica la mia intervista a
Papa Francesco, su cyberteologia, Intervista a papa Francesco , in La Civiltà
Cattolica, Copia archiviata, su laciviltacattolica7)., La Civiltà
Cattolica intervista al gesuita, Opere
di Antonio Spadaro. Registrazioni di Antonio Spadaro, su RadioRadicale, Radio
Radicale. Antonio Spadaro:
Cyberteologia, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai.
Antonio Spadaro.. Spadaro. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadaro” –
The Swimming-Pool Library.
Sparti
(Roma). Filosofo. È professore
a Siena, Pisa, e l'Università della Svizzera italiana. Insegna a Milano e
l'Bologna. Fondatore e membro del comitato di direzione della rivista Studi
culturali. Collabora a numerose riviste
scientifiche ("Iride", "Paradigmi", "Rivista di
estetica", "Rassegna italiana di sociologia", "Intersezioni").
Concentrato la sua attenzione sull'estetica dell'improvvisazione. Riconoscimenti "Research Fellow"
della fondazione Humboldt presso la Johann Wolfgang Goethe-Universität.
"Fellow" del Collegium Budapest-Institute For Advanced Study, in
Ungheria. Note USIDati personali: Davide
Sparti . Opere principali: “Se un leone
potesse parlare. Indagine sul comprendere e lo spiegare” (Firenze, Sansoni); “Sopprimere
la lontananza uccide” “Davidson e la teoria dell'interpretazione” (Firenze,
Nuova Italia) “Epistemologia delle scienze sociali” Roma, Nuova Italia
Scientifica); “Soggetti al tempo. Identità personale fra analisi filosofica e
costruzione sociale” ( Milano, Feltrinelli); “Identità e coscienza” (Bologna,
Il Mulino); “Wittgenstein politico, (saggi di J. Bouveresse, S. Cavell, D.
Davidson, B. Williams, ed altri, introdotti e trascelti da D. Sparti), Milano,
Feltrinelli. “Epistemologia delle scienze sociali” (Bologna, Mulino);
“L'importanza di essere umani: etica del ri-conoscimento” (Milano,
Feltrinelli); “Suoni inauditi. L'improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana”
(Bologna, Il Mulino); “Musica in nero. Il campo discorsivo del jazz, Torino,
Bollati); “Il corpo sonoro. Oralità e scrittura nel jazz, Bologna, Il Mulino);
“L'identità incompiuta: paradossi dell'improvvisazione musicale, Bologna, Il
Mulino Sul tango. L'improvvisazione
intima, Bologna, Il Mulin. Sparti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Sparti” – The Swimming-Pool Library.
Spaventa
(Bomba). Filosofo. Fratello
maggiore del patriota Silvio, nacque da un'agiata famiglia borghese. Sua madre,
Maria Anna Croce, e pro-zia di Croce. Studia a Chieti ottenuto l'incarico di docente di matematica, si
trasferì col fratello a Montecassino. La sua formazione continuò a Napoli, dove
si dedicò anche allo studio del tedesco; fu infatti tra i primi a studiare i
filosofi tedesci in tedesco – Grice: “Which is the right thing to do – and
which Ryle, or Strawson, for that matter – are unable to!” Si avvicinò ai circoli liberali e a pensatori
come Colecchi e Antonio Tari. Fondò una scuola o academia di filosofia; inoltre
partecipò alla redazione de Il Nazionale, il giornale fondato e diretto dal
fratello Silvio. Dopo l'abrogazione della Costituzione da parte di
Ferdinando II, fu costretto a lasciare Napoli per trasferirsi prima a Firenze,
quindi a Torino, dove divenne giornalista scrivendo su giornali e riviste
piemontesi: Il Progresso, Il Cimento, Il Piemonte, Rivista Contemporanea. È nel
periodo torinese che Spaventa si avvicinò al pensiero di Hegel ed elaborò il
proprio sistema filosofico e il pensiero politico: pubblicò, tra l'altro, una
serie di saggi in cui polemizzava con La Civiltà Cattolica, rifiutando l'idea
di religione come passo necessario per lo sviluppo umano. Egli in tal
modo condivise con altri esuli napoletani gli stessi fermenti patriottici e
liberali che avevano nell'idealismo hegeliano il loro motivo ispiratore. In
Napoli, l'idea hegeliana penetra nelle menti de' cultori della scienza, i quali
mossi come da santo amore si affratellavano, e con la voce e con gli scritti la
predicavano. Né i sospetti già desti della polizia, né le minacce e le
persecuzioni valsero ad infievolire la fede in questi arditi difensori della
indipendenza del pensiero; i numerosi studenti raccolti da tutti i punti del
Regno nella grande capitale disertavano le cattedre, ed accorrevano in folla ad
ascoltare la nuova parola. Era un bisogno irresistibile ed universale, che li
spingeva ad un ignoto e splendido avvenire, all'unità organica dei diversi rami
della cognizione umana; ifilosofi, partecipavano al general movimento, ed
ambivano soprattutto, come gli antichi italiani, di essere veri filosofi. Chi
può ridire la gioia, le speranze, l’entusiasmo di quel tempo? Chi può
ridire l’affetto col quale si amavano i maestri e gli allievi, e insieme
procedevano alla ricerca della verità? Era un culto, una religione ideale,
nella quale si mostravano degni nepoti dell'infelice Nolano.» Studii
sopra la filosofia di Hegel, Torino, «Rivista Italiana». Ottenne la cattedra di
Filosofia a Modena, poi quella di Storia della Filosofia presso l'Bologna e
Napoli. Tenne le lezioni in cui espose le sue teorie sul rapporto di
circolarità tra pensiero italiano ed europeo. Scopo di questa
interpretazione era quello di liberare la cultura filosofica italiana dal suo
provincialismo, attraverso la diffusione nella penisola dell'idealismo tedesco,
in particolare hegeliano. Fu anche deputato del Regno d'Italia per tre
legislature: fu sostenitore di una politica laica e legata ad un forte senso
dello Stato, considerato come sorgente dei princìpi e dei valori ispiratori di
un armonioso sviluppo civile, da cui gli individui e la comunità devono trarre
l'alimento necessario per una crescita ordinata e corretta». Secondo Gentile,
la filosofia di Spaventa poggia su tre cardini fondamentali: la tesi
della «circolazione europea del pensiero italiano» che dimostri il percorso
dinamico della filosofia moderna attraverso l'Europa e il suo ritorno in Italia
dove aveva avuto origine; la riforma della dialettica hegeliana, per salvare
l'identità di essere e pensiero escludendo ogni presupposto «oggettivo» esterno
al pensare; il recupero dell'aspetto pratico nel processo conoscitivo che eviti
la caduta in un «astratto idealismo». La circolazione del pensiero europeo La
tesi spaventiana della circolazione del pensiero europeo si articola in due
passaggi: l'affermazione che la filosofia italiana del Rinascimento,
connotata dal naturalismo e dall'immanentismo, ha precorso la filosofia
moderna, giungendo attraverso Spinoza agli idealisti tedeschi Fichte,
Schelling, Hegel. il ritorno in Italia della filosofia moderna, con la
riappropriazione dei filoni spiritualistici europei da parte di Rosmini e
Gioberti. Mentre per la critica tradizionale la filosofia italiana era
caratterizzata dalla sua ininterrotta fedeltà alla linea platonico-cristiana,
lo Spaventa cercò di dimostrare, con gli studi dedicati al pensiero del
Rinascimento, che la filosofia moderna, laica e idealistica, generalmente
associata alla Riforma luterana, in realtà era nata in Italia, pur essendosi
arrestata poi a causa della Controriforma, per conoscere il suo massimo
sviluppo in Germania: egli interpretò con chiave di lettura hegeliana questo
progressivo passaggio dello Spirito filosofico dall'Italia all'Europa, e il suo
successivo ritorno, sottolineando la continuità del razionalismo di Cartesio
col principio innatistico di Tommaso Campanella della cognitio abdita,
dell'empirismo di John Locke con la campanelliana cognitio illata («nozione
acquisita»), dell'immanentismo di Baruch Spinoza col panteismo di Giordano
Bruno, del criticismo di Immanuel Kant con la «metafisica della mente» di Vico,
mentre poi Pasquale Galluppi e Antonio Rosmini si sarebbero riappropriati
inconsciamente di quello stesso spirito permeato dal kantismo, come Vincenzo
Gioberti di quello dell'idealismo tedesco. «Ripigliare il sacro filo
della nostra tradizione filosofica, ravvivare la coscienza del nostro libero
pensiero nello studio dei nostri maggiori filosofi, ricercare nelle filosofie
delle altre nazioni i germi ricevuti dai primi padri della nostra filosofia e
poi ritornati fra noi in forma nuova e più spiegata di sistema, comprendere
questa circolazione del pensiero italiano, della quale in gran parte noi
avevamo smarrito il sentimento, riconoscere questo ritorno del nostro pensiero
a sé stesso nel grande intuito speculativo del nostro ultimo filosofo Hegel,
sapere insomma che cosa noi fummo, che cosa siamo e che cosa
dobbiamo essere nel movimento della filosofìa moderna, non come membri
isolati e scissi dalla vita universale dei popoli, nè come avvinti al carro
trionfale d'un popolo particolare, ma come nazione libera ed eguale nella
comunità delle nazioni: tale, o signori, è stato sempre il desiderio e
l'occupazione della mia vita. Prolusione alle lezioni di Storia della filosofia
nell'Bologna, Modena, Regia Tipografia Governativa) Uno dei suoi propositi, giustificato
dalla stessa tesi della circolazione del pensiero europeo, era il tentativo di
far uscire gli intellettuali italiani dal provincialismo stagnante in cui
versavano, apportando loro gli elementi più innovativi del pensiero idealistico
d'oltralpe, per dare un fondamento filosofico-culturale al processo
rivoluzionario dell'unificazione nazionale. La rivoluzione storica da attuare
non e il programma neo-guelfo del primato morale e civile di Gioberti che
ripudia in blocco la filosofia moderna, ma anda intesa hegelianamente come
«toria della libertà, nella quale lo spiritualismo non significava
un'involuzione, bensì un riallineamento alle nazioni più avanzate. Son
molti ancora in Italia i quali tacciano di astratta e oscura la filosofia
alemanna e, reputandola contraria alla natura speculativa dell'ingegno
italiano, si accontentano di una maniera di sapere che non ha nessuna
connessione con la nostra tradizione filosofica; è un perpetuo oltraggio alla
memoria de' nostri sommi ed infelici pensatori, e la principal cagione del
decadimento della scienza tra noi. Costoro dimenticano la storia del pensiero
italiano, della quale furono gli eroi e martiri i nostri filosofi; non
ricordano i roghi di Bruno e di Vanini, la lunga prigionia di Campanella, e
l'umile pietra che, nel tempio de' Gerolomini in Napoli, ricopre le ceneri di Vico,
ultima luce del nostro mondo intellettuale. Non i nostri filosofi degli ultimi
duecento anni, ma Spinoza, Kant, Fichte, Schelling ed Hegel, sono stati i veri
discepoli di Bruno, di Vanini, di Campanella, di Vico, ed altri illustri.
(Principii di Filosofia). Non si limitò a recepire passivamente l'hegelismo, ma
da avvio ad una sua profonda revisione, introducendovi temi originali che cerca
di riprendere dalla tradizione autoctona italiana. In particolare, cerca
di rispondere alle critiche di Trendelenburg, il quale non vede come dal primo
momento della logica hegeliana, quello dell'essere puro e indeterminato, puo
scaturire il divenire dialettico dello spirito, se non tramite un'indebita
intromissione dal di fuori. Per dimostrare l'identità dell'essere col spirito,
e quindi che l'Idea è intrinseca alla realtà storica, avente come scopo la
libertà, sostenne l'esigenza di mentalizzare o kantianizzare» la logica di
Hegel, unificando quest'ultima con la fenomenologia, cioè col percorso
conoscitivo del singolo individuo umano, che diventa progressivamente auto-cosciente
di avere in se stesso, nello proprio spirito, tutta la realtà assoluta
logicamente articolata. Riforma così la dialettica hegeliana nell'ottica
di Kant e Fichte, ritenendo prevalente l'atto soggettivo (no inter-soggetivo)
della coscienza trascendentale rispetto ad ogni presupposto oggettivistico o
inter-soggettivistico), valorizzando inoltre il momento finale dello spirito
rispetto alle fasi precedenti della logica e della natura, situate fuori
dall'auto-coscienza. È lo spirito la protagonista di ogni originaria produzione.
In maniera simile a Fischer, infatti, la deduzione hegeliana, che dalla
contrapposizione di essere e nulla faceva scaturire il divenire, venne intesa in
senso kantiano e fichtiano dando il primato alla sintesi unificatrice del
divenire: è lo spirito, nel suo perenne fluire, che dà luogo all'essere, il
quale, originariamente indeterminato e perciò in-concevibile, si rivela un
non-essere, essendo posto all'interno dello spirito stesso. Per questo primato
assegnato all'atto del concivere, fa da apripista all'idealismo attuale di
Gentile. Per contrastare l'avanzata del positivismo che e penetrato in
Italia dopo la raggiunta unità nazionale, di fronte all'esaurirsi delle spinte
ideali che caratterizzano il Risorgimento, si impegna nella valorizzazione
dell'aspetto pratico del processo spirituale, per evitare la caduta in un «stratto
idealismo, che non cura né pregia lo sperimento. In particolare riprese da Vico
una concezione pratica e storica della metafisica dell'assoluto, intendendo
l'auto-coscienza hegeliana (quale Begierde, cioè appetizione») come umanità,
ovvero impeto che agisce nel soggetto umano. Analogamente puo sostenere,
nel tracciare LA STORIA DELLO SPIRITO ITALIANO che è il soggetto umano a dare
concretezza e coscienza di sè al processo storico. La Riforma della modernità
che aveva abolito i vecchi principi della filosofia scolastica si basa per
l'appunto sull'immanenza di Dio e sulla capacità della coscienza umana di auto-determinarsi
e di accedere direttamente all'Infinito, come enunciano Bruno e Campanella. Il
riconoscimento del valore infinito dell'uomo ha ripercussioni anche sulla
concezione etico-politica, stimolando studi e interessi sulla filosofia
hegeliana del diritto. Permase una viva concezione etica dello stato
italiano, che lo indusse a rinvenire nell'idealismo hegeliano la sintesi tra la
corrente post-illuministica, basata sull'arbitrio individuale soggetivo e su
una concezione meramente contrattualistica dello Stato, ed il cattolicesimo
liberale, fondato viceversa sull'arbitrio divino e sull'aderenza
dogmatico-confessionale al principio d'autorità. Il suo liberalismo rigetta
l'individualismo o soggetivismo che privilegia l'interesse del singolo
portandolo a servirsi dell'organismo universale per i propri fini, distruggendo
la società. Allo stato italiano spetta dunque la funzione pedagogica di promuovere
gli interessi DI TUTTI, di ogni italiano, tutelando la famiglia, in cui si
forma l'individuo o soggeto, e al contempo la società civile. La famiglia
e la società civile hanno la loro verità nello stato. Dove lo stato italiano
non è altro che famiglia (lo stato patriarcale italiano), o una istituzione di
pubblica sicurezza (polizia italiana), non solo lo stato italiano non è il vero
stato, ma né la famiglia né la società civile esistono nella loro vera forma.
Lo stato italiano è l'unità del principio della famiglia e del principio della
società civile (della naturalità umana e del libero volere, del diritto e della
moralità). Non è una semplice associazione fondata mediante il libero arbitrio
soggetivo, o il patto inter-soggetivo etc, né una associazione puramente naturale.
È tutto ciò insieme. È assoluta soggettività etica dei individui.. Assoluta,
perché è sostanza; soggettività, perché è saputa e voluta dagli individui
liberamente come la loro stessa essenza (etica) e universalità. Dove manca tale
sapere e volere, lo stato italiano non è libera soggettività, e l'individuo non
ha vero valore (individualismo moderno). In altri termini, è la sostanza
nazionale, conscia veramente e realmente di se medesima; lo spirito del popolo
(come tale, come spirito etico) nella sua vera e perfetta esistenza. Studi
sull'etica hegeliana. Poiché il potere stesso dello stato italiano può essere
utilizzato da un individuo o da una classe in vista dei suoi interessi di
parte, accetta il modello costituzionale, sebbene non privo di conflitti tra
particolarità e universalità, nel quale la personalità dello stato italiano e
elevata sopra la lotta sociale. Ripudiando l'astratto cosmopolitismo, lo stato italiano
va dunque inteso come l'immanenza di dio, dell'universalità dello spirito italiano
calato nella concretezza della nazionalità del popolo italiano, tutti uguali, ratelli
dell'umana famiglia. È con Spaventa soprattutto che la filosofia in Italia
cessa d'essere esercitazione accademica e vacua speculazione, si avvia a
diventare organica visione del mondo, da cui derivi e consegua una morale, si
avvia cioè a diventare religione laica, dando inizio a quel largo movimento di
distacco di intellettuali dalla chiesa cattolica. (G. Arfé, L'hegelismo
napoletano e Spaventa, in «Società», Firenze. E uno dei maggiori teorici che si
sforzarono dare un un'impronta ideale e spirituale al percorso risorgimentale
verso l'unità d'Italia, non limitata all'ambito filosofico, come riconobbero in
seguito storici e studiosi del Risorgimento. Con lui e De Sanctis e giunta
al culmine quella motivazione politica della nazione italiana che e la
caratteristica in forza della quale il movimento sorto a Napoli supera i limiti
di un episodio regionale. Da noi, gl’italiani, al contrario che in Inghilterra
e in Francia, l'hegelismo non è stato solo una filosofia ma un elemento della
vita civile della nazione italiana nel momento culminante del suo Risorgimento.
(S. Landucci, L'hegelismo in Italia nell'età del Risorgimento, in «Studi
storici», Roma. Spaventa influe profondamente, attraverso la mediazione di Jaja,
anche l'idealismo italiano di Gentile, il quale porta a termine il lavoro di
kantianizzazione o mentalizzazione di Hegel avviato da lui, trasformando la sua
dottrina in un compiuto attualismo o filosofia dell'atto, basata cioè sul
perenne dinamismo dell'atto del pensiero. Gentile cura inoltre la pubblicazione
della spaventiana prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella
Napoli, ri-nominandola significativamente “La filosofia italiana”, ritenendola
un saggio di carattere non solamente storiografico, ma soprattutto fenomenologico,
in cui cioè lo spirito della filosofia italiana esprime la sua ritrovata coscienza
di sè. Gentile si confronta ampiamente con lui nella propria riforma della
dialettica hegeliana, oltre a raccogliere e sistemare alcuni suoi scritti
inediti, tra cui un frammento giudicato uno snodo importante verso la genesi
del proprio attualismo, contribuendo alla riscoperta e alla rinascita degli
studi intorno alla dottrina spaventiana. Anche l'idealista Croce, che dopo
la morte dei genitori andò a vivere da Silvio Spaventa, segue le sue lezioni,
apprezzandone soprattutto lo spirito profondamente liberale. Altri di suoi
scolari, o allievi sono Fiorentino, Maturi, Jaja, Masci, Tocco, Labriola, ed
Alfonso. Nuovi studi sono sorti in occasione del bicentenario della nascita di
Spaventa e De Sanctis. Opere: “La filosofia di Kant e la sua relazione colla
filosofia italiana” Unione Tipografica-editrice, Torino, “Principii di
filosofia” Stabilimento Tip. Ghio, Napoli, “Studi sull'etica di Hegel” Stamperia
della Regia Università, Napoli “La filosofia di Gioberti” Tip. del Tasso,
Napoli, “Saggi critici di filosofia, politica e religione” Tip. Giordano Bruno,
Roma. “La dottrina della conoscenza di Bruno” Stamperia della Regia Università,
Napoli. “Principi di etica” Pierro, Napoli. “La filosofia italiana nelle sue
relazioni con la filosofia europea” G. Gentile, Laterza, Bari. “Logica e
metafisica” G. Gentile, Laterza, Bari. Opere, G. Gentile, raccolte e aggiornate
da Italo Cubeddu e Simona Giannantoni, "Classici della Filosofia",
Sansoni, Firenze. Opere, saggio introduttivo, prefazioni, note e apparati di
Francesco Valagussa, postfazione di Vincenzo Vitiello, Bompiani, Milano. Quattro
articoli sulla filosofia tedesca (Kant, Fichte, Schelling, Hegel), Giuseppe
Landolfi Petrone, Il Prato, Edizione
critica delle Opere psicologiche inedite Domenico D'Orsi: Lezioni di
antropologia, Psiche e metafisica Elementi
di psicologia speculativa, Sulle psicopatie in generale. Note Cit. in B. Spaventa, Antologia degli scritti,
G. Vacca, pag. 17, Bari, Laterza. Piero Di Giovanni, Giovanni Gentile: la
filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo, FrancoAngeli, Gentile e
Spaventa, su treccani. Bertrando
Spaventa, su treccani. Bertrando Spaventa: il contributo italiano alla
storia del pensiero, su treccani. «In
quel tempo, che gli Austriaci — "i Tedeschi" dicevano generalmente in
Italia — dimoravano non solo nelle contrade lombarde e venete, ma anche in
Toscana, io non avevo il coraggio di dire: filosofia tedesca» (nota di B.
Spaventa). Principii di Filosofia,
Napoli, Ghio. Le tradizioni filosofiche nell'Italia unita, di Giovanni
Rota. Ugo e Annamaria Perone, Giovanni Ferretti, Claudio Ciancio, Storia
del pensiero filosofico, Torino, SEI, Cit.
di Giovanni Gentile in Della vita e degli scritti di Bertrando Spaventa,
prefazione a Bertrando Spaventa, Scritti filosofici, Napoli, A. Morano &
figlio, Fernanda Gallo, Gli hegeliani di Napoli e il Risorgimento, in LEA,
«Lingue e letterature d'Oriente e d'Occidente», n. 6, Firenze University Press,
. Spaventa fu autore in proposito anche
di saggi psicologici come Sulle psicopatie in generale, o La legge del più forte, in cui si
confrontava tra l'altro col darwinismo.
Studi sull'etica hegeliana, Napoli, Stamperia della R. Università, Il
concetto di nazione (nazionalità) segna in lui un superamento della filosofia
hegeliana della storia basata sul susseguirsi di popoli-guida (cfr. Carratelli,
Storia e civiltà della Campania (Napoli, Electa); “Studii sopra la filosofia di
Hegel”; “Unificazione nazionale ed egemonia culturale, G. Vacca (Bari, Laterza);
E. Garin, “La fortuna nella filosofia italiana” in L'opera e l’eredità di Hegel (Bari, Laterza);
I. Cubeddu, Da Spaventa a Gentile: Kant
e il neoidealismo, in "La tradizione kantiana in Italia", Atti del
convegno della Società filosofica italiana
(Messina, G.B.M.); La raccolta gentiliana delle sue opere venne riedita e
curate da I. Cubeddu e S. Giannantoni, e ri-stampata da F. Valagussa e V. Vitiello.
Coscienza nazionale, treccani. G.
Gentile, Bertrando Spaventa (Firenze, Vallecchi); G. Vacca, Politica e filosofia
(Bari, Laterza); R. Bartot, L'hegelismo di Spaventa (Firenze, Olschki); I. Cubeddu,
Bertrando Spaventa: Edizioni e studi (Firenze, Sansoni); T. Serra, Bertrando
Spaventa: etica e politica (Roma, Bulzoni); R. Franchini, Dalla scienza della
logica alla logica della scienza” (Napoli, Pironti); E. Garin, Filosofia e politica”
(G. Tognon, Napoli, Bibliopolis); E. Garin, Bertrando Spaventa, Napoli,
Bibliopolis, L. Gentile, “Coscienza
Nnzionale” (Chieti, Ed. NOUBS, G. Origo “Perpetuazione e difesa della filosofia
italica” (Roma, Bibliosofica); A. Savorelli, Il contributo italiano alla storia
del Pensiero Filosofia (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); Attualismo
Hegelismo Idealismo italiano Idealismo tedesco Treccani Enciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. storia.camera, Camera dei deputati.
Archivi di Teatro Napoli, Foto di Bertrando Spaventa su
cir.campania.beniculturali. D. Fusaro, “Spaventa: Il far intendere Hegel
all'Italia, vorrebbe dire ri-fare l'Italia), su filosofico.net. 2 Silvio e
Bertrando Spaventa dal sito del comune di Bomba, Gentile e Spaventa, su
treccani. Scritti filosofici di Bertrando Spaventa, G. Gentile. Gli hegeliani
di Napoli e il Risorgimento, su fupress.net. su Spaventa, su treccani. Spaventa.
Keywords: italianita, Englishry, Englishness, English nation, the English, the
English tongue, the tongue of the English, the tongue of the Anglians, the
English spirit, the English ghost. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spaventa” –
The Swimming-Pool Library.
Spedalieri
(Bronte). Fiosofo. Figlio
Vincenzo e da Antonina Dinaro, studiò nell'Oratorio di S. Filippo Neri di
Bronte e dnel seminario di Monreale dove insegnò filosofia. Alcune sue tesi,
considerate eretiche a Palermo, furono invece approvate e stampate a Roma con
il titolo di Propositionum theologicarum specimen. Trasferitosi a Roma, entrò a
far parte dell'Arcadia con il nome di Melanzio Alcioneo. Pio VI gli diede
il titolo di beneficiato della Basilica Vaticanache comportava una modesta
rendita mensilee l'incaricò di scrivere la storia del prosciugamento dell'Agro
pontino, che non riuscì a terminare e fu stampata soltanto col titolo De'
Bonificamenti delle terre pontine. NContro l'Enciclopedia degli illuministi,
uscì la sua Analisi dell'Esame critico del signor Nicola Fréret sulle prove del
Cristianesimo e il Ragionamento sopra
l'arte di governare e il Ragionamento sulla influenza della religione cristiana
nella società civile. Scrisse la Confutazione dell'esame critico del
cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, contro la famosa opera del
Gibbon sulla storia dell'Impero romano, la cui caduta veniva imputata dallo
storico inglese all'influenza negativa della religione cristiana. Altre
opere: “Dei diritti dell'uomo libri VI “Nell'opera più importante Dei
diritti dell'uomo, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione
di Assisi, si rifece alle concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina
del contratto sociale come origine della società, ma contestandone la tesi di
un originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto
all'interno della società civile l'uomo può realizzare i suoi bisogni di
felicità e di perfezione. Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla natura,
è la società civile: ciò fu dimostrato; e vuol dire, che l'uomo non può
rinunziare, generalmente parlando, alla società civile senza opporsi alla sua
propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il Principato il
Popolo non ha diritto di disfare il principato. Se la forma migliore di governo
è, il principato, e al principe il popolo affida le tre facoltà di giudicare,
di decretare e di eseguire, il popolo non può togliergli il principato a suo
beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi leggieri, senza motivi, perché
violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il principe non violi la condizione
essenziale del contratto stipulato, il do ut facias, a meno che egli non faccia
ciò che si era impegnato a fare in cambio della proprietà del principato:
ossia, custodire i diritti naturali di ciascuno e dirigere tutte le operazioni
del principato alla felicità de' sudditi. Questa è la base del contratto, e se
invece il principe «prendesse a distruggere i diritti naturali di ognuno, a
sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri
sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del contratto
non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba
«investirne un altro con auspici migliori». Ma chi deciderà che il
contratto stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il contratto
siasi sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale
dichiarazione a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe. E
il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla
unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti tutti
i sudditi può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero
corpo e formato da tutti i magistrati, tutti gl’ordini de' cittadini, le
persone illuminate, probe, e non soggette all'impeto del momento ogni colta
nazione nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce nel
contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che questa
giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio, per così dire,
immortale, che rappresenti permanentemente tutti gl'individui. Laonde basta che
la dichiarazione si faccia da questo corpo, per esser legale. Qualora il
principe resista e voglia mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi
così da tiranno, il corpo della nazione mai però un singolo cittadinopotrà
legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a
morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato, che rifiutava tanto
il principio della sovranità popolare quanto il primato della religione nel
governo dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione francese. La
garanzia di assicurare i diritti fondamentali dell'uomo è data dalla religione
cristiana che ha come princìpi essenziali l'amore e la carità verso il
prossimo. Polemizza anche contro i giansenisti che accusa di giacobinismo e di
spirito sovvertitore dei troni. Gli
rispose con asprezza Tamburini nello scritto Lettere teologico politiche sulla
presente situazione delle cose ecclesiastiche. Il riconoscimento che la
sovranità derivi dal popolo e che questi, attraverso i suoi delegati, possa
giungere a rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e
inimicizie da parte dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al
saggio, che ha alla sua uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione
in tutta Europa. Soltanto nella seconda metà dell'Ottocento esso puo nuovamente
circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale, venne
nuovamente ignorato. La sua morte improvvisa fa nascere la diceria che il
decesso fosse avvenuto per avvelenamento. Ludovico Geymonat e Renato
Tisato, «Il pensiero filosofico-pedagogico italiano, Filosofi e pedagogisti
estranei all'illuminismo». In : Ludovico Geymonat , Storia del pensiero
filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); G. Melzi, Dizionario di opere
anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi relazione
all'Italia. Milano : Coi torchi di L. di Giacomo Pirola, N. Nicolini, op.
cit.. C. Giurintano, Società e Stato
(Palermo). A. Pisanò, Una teoria comunitaria dei diritti umani: i diritti
dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italian. Analisi dell'Esame critico del signor Nicola Frèret sulle prove del cristianesimo
Ragionamento sopra l'arte di governare Ragionamento sulla influenza della
religione cristiana nella società civile Confutazione dell'esame critico del
cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, Confutazione dell'esame critico
del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, De' diritti dell'uomo.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadalieri sul contratto conversazionale.” H.
P. Grice, “A critique to conversational quasi-contrastualism.” Nicola
Spedalieri. Spedalieri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spedalieri” –
The Swimming-Pool Library.
Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo --
Speranza, Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola
-- Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria -- Speranza lui speranza: luigi della --. Italian
philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St.
John’s very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a
number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He
is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the
Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his
specialty. He can be reached via H. P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed
opinion di Luigi Speranza,” par Luigi Speranza. A. M. Ghersi Speranzavide
Ghersi-Speranza. Ghersi is a collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough
to list Speranza’s publications.” Speranza, like Mill, was fortunate to belong
to a literary familyand he would read Descartes’s Meditations, which drew him
to philosophy. His studies in logic drew him to semanticsHis first love was
Oxonian analysis as summarised in Hartnack’s essay on ‘contemporary’
philosophy. One of Speranza’s earliest essays is on Plato’s Cratylus, relying
mainly on Cassierer, but also drawing from Austin’s Philosophical Papesr.
Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a dyadic relation and what’s behind
Plato’s theory of forms. This was Speranza’s contribution to a seminar in
ancient philosophy. For his contribution on medieaval philosophy, Speranza drew
on the modistae, and the Patrologia Latina for the use of ‘intentio’ in various
writers, up to AquinoSperanza finds it fascinating that the earliest modistae
do find a conceptual link between the ‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a
seminar on scepticism, Speranza contributed with a paper on Gricedrawing on
Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It relates to Grice’s problem with the
conversational category of fortitude. Speranza concludes that a phenomenalist
account is possible, but there are two other options: ‘silence’ (“not to
participate in the conversational game”) or the utterance of non-alethic
utterances, such as questions and commands. For a seminar on political philosophy,
Speranza contributed with an essay on ‘Contractualism’ from Rousseau onwards
--. For a seminar on phenomenology and the social sciences, Speranza
contributed with an essay on ‘The conversational unit,’ the idea that the emic
approach is preferable to the etic approach. For a seminar on argumentation
theory on Habermas, Speranza contributed with a “German Grice,” the idea of a
‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative proceduresand those who
provide taxonomies of rationality should be made aware of this. For “The
Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s Impenetrability.” The
idea that Davidson is right and Alice does not mean that there is a knock-down
argument, or that she should change the topiche draws on Grice’s collaborator
at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and belief.” At the
request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa, Speranza
contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic particles of
logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English philosopher H. P.
Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg from the same
project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy, Speranza
presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of
words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on
what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression
meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged
yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress
on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?”
providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.”
Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of
‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation
project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in
conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay “Post-modernist
Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a congress on
“Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,” three steps in
the critique of conversational reason. The first step is empirical, the second
is quasi-contractualist, and the third is rational, undersood weakly and
strongly. For an essay on relativism, Speranza presented an essay on ‘The
cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s jocular
references to Kantthe Conversational Immanuel. For an essay on desirability,
Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and
self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence
with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice
Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California,
Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool LibraryH. P. Grice’s Play Group,
Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza
has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood,
J. O. Urmson,H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide:
The Grice Papers, BANC, MSS.
Spirito (Arezzo). Filosofo. Allievo di Gentile.
Firmatario del manifesto degli intellettuali fascisti e, nel periodo fascista,
tra i teorici del corporativismo. Ha cattedre di insegnamento a Pisa, Messina,
Genova e Roma. A Roma e ordinario di Filosofia. Er, allora, tra i principali
filosofi a Roma insieme con Antoni, allievo di Croce, Calogero, filosofo del
"dialogo" (Cf. Grice – “dialogo” vs. “conversazione”) -- e Nardi
grande studioso di filosofia di Aligheri e medievale. Rinomate sono non tanto
le sue lezioni quanto i suoi pomeriggi di discussione del giovedì. Tre ore, non
di lezione, ma di discussione serrata su un problema filosofico; uno soltanto
per un intero anno accademico. Uno, per esemptio, e dedicato al concetto di sogno.
Ai giovedì nell'aula grande dell'Istituto di Filosofia interveneno tante e
diverse persone: gli studenti, i numerosi assistenti e inoltre partecipanti di
varie età convinzioni e provenienze. Ascolta tutti, rilancia e guida la
discussione verso nuove prospettive interpretative. In quegli anni pubblica
saggi connessi a quei giovedì. Tra le altre: “Il Problematicismo”; “La Vita
come Ricerca”; “La Vita come Amore”, “Cattolicesimo e Comunismo”, fino
all'ultima, autobiografica “Vita di un Incosciente”. Volendo indicare un tratto
distintivo della sua filosofia, essa consiste nella curiosità e nel rispetto
per qualsiasi posizione. Non esiste una parola definitiva, ma la ricerca della
verità dove essere portata sempre ulteriormente avanti. In questo senso vanno interpretate le sue
riflessioni che spaziano dai campi della speculazione filosofica, al giuridico,
al sociale fino all'economico. Dopo la morte del filosofo è stata costituita la
Fondazione Ugo Spirito. È sepolto al Cimitero del Verano, a fianco del
cosiddetto Crocione. Tra i vari livelli di ricerca, spicca nella sua filosofia
la riflessione sulle strutture dello stato. Allontanandosi nettamente dal
pensiero di matrice liberale, non vede
alcuna contra-posizione tra la figura dell'individuo e quella dello stato. Con
un passo oltre questa interpretazione, che giudica dis-organica e arbitraria,
vede al contrario lo stato come figura entro cui gl’individui vieneno a
realizzarsi. Il binomio individui/tato/stato diventa così un'equazione, in cui
il secondo termine viene a risolversi e quindi realizzarsi pienamente nel
primo, che si caratterizza "non [come] una semplice sovrastruttura
disciplinatrice, ma come un organismo che esprime un'unica volontà e compone
tutti i dissidi individualistici".
In questo senso, l'unica via percorribile nella realizzazione di tale
modello è la via corporativa in cui lo stato, che da stato di al meno due
individui diventa stato di al meno due produttori, rappresenta il luogo in cui
interesse pubblico o comune ed interesse privato o soggetivo vengono a
coincidere, poiché, per dirla con Gentile, in esso non deve venire annullata quella
sorgente di vita economica e morale che sono gl’individui. Questa concezione è stata definita immanenza
dei individui nello stato, volta alla mobilitazione degl’individui nelle e per
le strutture create dallo stato. Se nella sua accezione l'economia è politica e
se ne deve garantire la subordinazione alle scelte sociali, in questo senso va
inquadrato il ruolo che assegna allo stato in termini di intervento pubblico o
comone. Ben lungi dal prospettare una situazione paragonabile al collettivismo,
è lontano anche dagli eccessi dis-organici che imputav al sistema
liberale. Il funzionario di stato, che
in prospettiva dove andare a sostituire il capitalista privato, e giudicato non
come un agente del collettivismo o del capitalismo statale (che sappiamo cosa
produsse col sovietismo), ma un semplice delegato tecnico, che si fa garante di
una diversa realtà: assicurare socialmente il controllo della produzione ela
stessa proprietà dei mezzi produttivi. Altre opere: “Il diritto penale
italiano, Il nuovo diritto penale, Critica dell'economia liberale, “L'idealismo
italiano e i suoi critici” – Grice: “A delightfull read, especially for us
Oxonians, since he manages to quote extensively from the Proceedings of the
Aristotelian Society, seeing that Ryle hated idealism!” -- I fondamenti dell'economia
corporativa, Capitalismo e corporativismo, Scienza e filosofia, La vita come
ricerca, Rubbettino, Dall'economia liberale al corporativismo, La vita come
arte, Il problematicismo, La vita come amore, Critica della democrazia, Rubbettino, Il comunismo, Dall'attualismo al
problematicismo, Memorie di un incosciente” (Rusconi, Milano); “Pareto” (Cadmo,
Roma); “Critica della democrazia” (Luni, Milano); “Il corporativismo:
dall'economia liberale al corporativismo; i fondamenti dell'economia corporativa;
capitalismo e corporativismo, raccolta di saggi, Rubbettino, M. Rodotà ,
Passeggiando in bicicletta; Bighellonando dentro il Verano, Corriere della
Sera, Lino di Stefano, Filosofo, Giurista, Economista, Giovanni Volpe editore,
Roma 1Giovanni Gentile, Individuo e Stato, "Books Received.", Economist
[Londra, Inghilterra], Antimo Negri, Dal corporativismo comunista all'umanesimo
scientifico. Itinerario teoretico, Manduria, Lacaita, Franco Tamassia , L'opera
di Ugo Spirito, Roma, Atti del Convegno Internazionale Il pensiero di Spirito,
Roma, Antonio Russo, Positivismo e idealismo in Ugo Spirito, Roma, Fondazione
Ugo Spirito, Giovanni Dessì, Spirito. Filosofia e rivoluzione” (Milano, Luni);
A. Russo, Dal positivismo
all'antiscienza, Milano, Guerini e Associati, Hervé A. Cavallera, Spirito: la
ricerca dell'incontrovertibile, Formello, SEAM, Danilo Breschi, Spirito del
Novecento. Il secolo di Ugo Spirito dal fascismo alla contestazione,
Rubbettino, Antonio Cammarana,
Proposizioni sulla filosofia di Giovanni Gentile, prefazione del senatore
Armando Plebe, Roma, Gruppo parlamentare MSI-DN, Senato della Repubblica, Pagine, Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze, A. Cammarana, Teorica della reazione dialettica: filosofia del
postcomunismo, Roma, Gruppo parlamentare MSI-DN, Senato della Repubblica,,
Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, V. Pirro, Ricordo, in "Nuovi
Studi Politici" Ed. Bulzoni, Roma, Alessandra Tarquini, Ugo Spirito, in Il
contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, . M. Mustè, Enciclopedia machiavelliana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, . Paolo Bettineschi, L'esperienza storica e l'intrascendibilità del
conoscere. Sul sapere di non sapere, in Rivista di filosofia neo-scolastica, , Problematicismo
Corporativismo Fascismo Corporazione proprietaria. Treccani Enciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Vito A.
Bellezza, Ugo Spirito, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Ugo Spirito, in Dizionario di
storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Alessandra Tarquini, Ugo Spirito, in Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema
Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Find a Grave. Opere di Ugo Spirito, su openMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere di Ugo Spirito, .
Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, su fondazionespirito. Spirito,
Ugo, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Spirito.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spirito” – The Swimming-Pool Library.
Calogero: Filosofo del dialogo.
Spisani (Ferrara), Filosofo. Studioso di solito
indicato tra i filosofi della scienza, si laurea a Padova con una tesi di
sull'attualismo italiano. In seguito collabora a Urbino. A Bologna fonda la
rivista “Rassegna di Logica” e il Centro
superiore di logica e scienze comparate, che aveva nel comitato direttivo
Popper e Ricœur. In una lettera Carnap critica una sua decisione di non pubblicare
un'opera. Morì suicida. Ha scritto varie opere, tra le quali: “Neutralizzazione
dello spazio per sintesi produttiva”; “Endo-metria e universo del discorso” e “Teoria
generale dei numeri relativi, legati alla logica e alla matematica
trascendentale. Nella prefazione si dice che: "C'è una relazione divisoria
che ipotizza il valore “M,” numero logico trans-infinito all'origine della
neutralizzazione dello spazio transfinito. Aleph ({\displaystyle \aleph }\aleph
) va verso successivi aumenti.” “Ma è la relatività dei numeri (allora espressa
nel calcolo per valori di posizione) che ne individua la direzione
inversa." Spisani pubblica un altro
libro, di taglio più divulgativo, “Introduzione alla teoria dei numeri
relativi.” Qui spiega le sue scoperte in forma di dialogo; tra gli
interlocutori (check) la misteriosa figura della piovra Clipso. Il suo lavoro è stato citato da Smith nel suo
saggio sui limiti della metafisica. Il pensiero di Spisani è ripreso da Bruno
Gallo, fondatore della logo-fenica.
Opere: “Natura e spirito nell'idealismo attuale” (Milano, Fabbri); “Neutralizzazione
dello spazio per sintesi produttiva, presentazione” (Bologna, Cappelli); “Il
numero nell'istanza ontologica del rapporto d'identità” (Imola, Galeati); “Logica
ed esperienza” (Milano, Marzorati); “Logica della contestazione” (Bologna,
Cappelli, (check thi: ); “ Implicazione, endo-metria, universo del discorso”
(Bologna); “Teoria generale dei numeri relativi con ingresso dei numeri
moltiplicatori e divisor” (Bologna); “Introduzione alla teoria generale dei
numeri relative” (Bologna, Centro superiore di logica e scienze comparate,
Sezione di analisi matematica). Dal catalogo ACNP Franco Spisani, “Teoria Generale dei numeri
relative” (Bologna, pubblicato a cura del Centro superiore di logica e scienze
comparate; la lista dei direttori di ricerca è sulla quarta di copertina. «Dear professor Spisani, I am astonished that
you insist on your decision not to publish your essay. It is essential that you
make your number theory known; and I have already emphasized the importance of
the presentation of multipliers and divisors. Don't have any doubts. You have
my total support. With best wishes, R. Carnap». (“Teoria Generale dei numeri
relative” -- La lettera è in una pagina non numerata tra pag. 14 e pag.
15.) L'ha vegliato prima di suicidarsi,
la Repubblica La teoria generale dei
numeri relativi, Franco Spisani. Sulla
storia della pubblicazione della Teoria generale, importanti ricerche erano già
pronte nel 1963; allora, dice l'autore, "ne discussi con Carnap. Carnap
avevo sottoposto i risultati dell'indagine. Carnap spiegai anche le ragioni
che, al momento, mi inducevano a non diffonderne le conclusioni. Carnap rispose
che quella scelta gli sembrava affatto ingiustificata: l'operas crises non
poteva rimanere nel silenzio. Tuttavia non cambiai parere. Non avrei
pubblicato, e glielo confermai." Smith, Essay on ultimate questions: critical
discussion of the limits of contemporary philosophical inquiry, Avebury, Dai
numeri naturali ai numeri relativi, moltiplicatori e divisori di Bruno Gallo, “Un
uomo genial”, necrologio pubblicato da la Nuova Ferrara, L'ha vegliato prima di
suicidarsi, di Carlo Gulotta, la Repubblica, sezione Bologna, Archivio. Spisani.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spisani” – The Swimming-Pool Library.
Sraffa (an Italian noble -- vitters, and Grice -- L.cited by H. P. Grice, “Some like Vitters,
but Moore’s MY man.” Vienna-born philosopher trained as an enginner at
Manchester. Typically referred to Wittgenstein in the style of English
schoolboy slang of the time as, “Witters,” pronounced “Vitters.”“I heard Austin
said once: ‘Some like Witters, but Moore’s MY man.’ Austin would open the
“Philosophical Investigations,” and say, “Let’s see what Witters has to say
about this.” Everybody ended up loving Witters at the playgroup.” Witters’s
oeuvre was translated first into English by C. K. Ogden. There are interesting
twists. Refs.: H. P. Grice, “Vitters.” Grice was sadly discomforted when one of
his best friends at Oxford, D. F. Pears, dedicated so much effort to the
unveiling of the mysteries of ‘Vitters.’ ‘Vitters’ was all in the air in
Grice’s inner circle. Strawson had written a review of Philosophical Investigations.
Austin was always mocking ‘Vitters,’ and there are other connections. For
Grice, the most important is that remark in “Philosohpical Investigations,”
which he never cared to check ‘in the Hun,’ about a horse not being seen ‘as a
horse.’ But in “Prolegomena” he mentions Vitters in other contexts, too, and in
“Causal Theory,” almost anonymouslybut usually with regard to the ‘seeing as’
puzzle. Grice would also rely on Witters’s now knowing how to use ‘know’ or
vice versa. In “Method” Grice quotes verbatim: ‘No psyche without the
manifestation the ascription of psyche is meant to explain,” and also to the
effect that most ‘-etic’ talk of behaviour is already ‘-emic,’ via internal
perspective, or just pervaded with intentionalism. One of the most original and
challenging philosophical writers of the twentieth century. Born in Vienna into
an assimilated family of Jewish extraction, he went to England as a student and
eventually became a protégé of Russell’s at Cambridge. He returned to Austria
at the beginning of The Great War I, but went back to Cambridge in 8 and taught
there as a fellow and professor. Despite spending much of his professional life
in England, Vitters never lost contact with his Austrian background, and his
writings combine in a unique way ideas derived from both the insular and the
continental European tradition. His thought is strongly marked by a deep
skepticism about philosophy, but he retained the conviction that there was
something important to be rescued from the traditional enterprise. In his Blue
Book 8 he referred to his own work as “one of the heirs of the subject that
used to be called philosophy.” What strikes readers first when they look at
Vitters’s writings is the peculiar form of their composition. They are
generally made up of short individual notes that are most often numbered in
sequence and, in the more finished writings, evidently selected and arranged
with the greatest care. Those notes range from fairly technical discussions on
matters of logic, the mind, meaning, understanding, acting, seeing,
mathematics, and knowledge, to aphoristic observations about ethics, culture,
art, and the meaning of life. Because of their wide-ranging character, their
unusual perspective on things, and their often intriguing style, Vitters’s writings
have proved to appeal to both professional philosophers and those interested in
philosophy in a more general way. The writings as well as his unusual life and
personality have already produced a large body of interpretive literature. But
given his uncompromising stand, it is questionable whether his thought will
ever be fully integrated into academic philosophy. It is more likely that, like
Pascal and Nietzsche, he will remain an uneasy presence in philosophy. From an
early date onward Vitters was greatly influenced by the idea that philosophical
problems can be resolved by paying attention to the working of language a thought he may have gained from Fritz
Mauthner’s Beiträge zu einer Kritik der Sprache 102. Vitters’s affinity to
Mauthner is, indeed, evident in all phases of his philosophical development,
though it is particularly noticeable in his later thinking.Until recently it
has been common to divide Vitters’s work into two sharply distinct phases,
separated by a prolonged period of dormancy. According to this schema the early
“Tractarian” period is that of the Tractatus Logico-Philosophicus 1, which
Vitters wrote in the trenches of World War I, and the later period that of the
Philosophical Investigations 3, which he composed between 6 and 8. But the
division of his work into these two periods has proved misleading. First, in
spite of obvious changes in his thinking, Vitters remained throughout skeptical
toward traditional philosophy and persisted in channeling philosophical
questioning in a new direction. Second, the common view fails to account for
the fact that even between 0 and 8, when Vitters abstained from actual work in
philosophy, he read widely in philosophical and semiphilosophical authors, and
between 8 and 6 he renewed his interest in philosophical work and wrote
copiously on philosophical matters. The posthumous publication of texts such as
The Blue and Brown Books, Philosophical Grammar, Philosophical Remarks, and
Conversations with the Vienna Circle has led to acknowledgment of a middle
period in Vitters’s development, in which he explored a large number of
philosophical issues and viewpoints a
period that served as a transition between the early and the late work. Early
period. As the son of a greatly successful industrialist and engineer, Vitters
first studied engineering in Berlin and Manchester, and traces of that early
training are evident throughout his writing. But his interest shifted soon to
pure mathematics and the foundations of mathematics, and in pursuing questions
about them he became acquainted with Russell and Frege and their work. The two
men had a profound and lasting effect on Vitters even when he later came to
criticize and reject their ideas. That influence is particularly noticeable in
the Tractatus, which can be read as an attempt to reconcile Russell’s atomism
with Frege’s apriorism. But the book is at the same time moved by quite
different and non-technical concerns. For even before turning to systematic
philosophy Vitters had been profoundly moved by Schopenhauer’s thought as it is
spelled out in The World as Will and Representation, and while he was serving
as a soldier in World War I, he renewed his interest in Schopenhauer’s
metaphysical, ethical, aesthetic, and mystical outlook. The resulting
confluence of ideas is evident in the Tractatus Logico-Philosophicus and gives
the book its peculiar character. Composed in a dauntingly severe and compressed
style, the book attempts to show that traditional philosophy rests entirely on
a misunderstanding of “the logic of our language.” Following in Frege’s and
Russell’s footsteps, Vitters argued that every meaningful sentence must have a
precise logical structure. That structure may, however, be hidden beneath the
clothing of the grammatical appearance of the sentence and may therefore
require the most detailed analysis in order to be made evident. Such analysis,
Vitters was convinced, would establish that every meaningful sentence is either
a truth-functional composite of another simpler sentence or an atomic sentence
consisting of a concatenation of simple names. He argued further that every
atomic sentence is a logical picture of a possible state of affairs, which
must, as a result, have exactly the same formal structure as the atomic
sentence that depicts it. He employed this “picture theory of meaning” as it is usually called to derive conclusions about the nature of the
world from his observations about the structure of the atomic sentences. He
postulated, in particular, that the world must itself have a precise logical
structure, even though we may not be able to determine it completely. He also
held that the world consists primarily of facts, corresponding to the true
atomic sentences, rather than of things, and that those facts, in turn, are
concatenations of simple objects, corresponding to the simple names of which
the atomic sentences are composed. Because he derived these metaphysical
conclusions from his view of the nature of language, Vitters did not consider
it essential to describe what those simple objects, their concatenations, and
the facts consisting of them are actually like. As a result, there has been a
great deal of uncertainty and disagreement among interpreters about their
character. The propositions of the Tractatus are for the most part concerned
with spelling out Vitters’s account of the logical structure of language and
the world and these parts of the book have understandably been of most interest
to philosophers who are primarily concerned with questions of symbolic logic
and its applications. But for Vitters himself the most important part of the
book consisted of the negative conclusions about philosophy that he reaches at
the end of his text: in particular, that all sentences that are not atomic
pictures of concatenations of objects or truth-functional composites of such
are strictly speaking meaningless. Among these he included all the propositions
of ethics and aesthetics, all propositions dealing with the meaning of life,
all propositions of logic, indeed all philosophical propositions, and finally
all the propositions of the Tractatus itself. These are all strictly
meaningless; they aim at saying something important, but what they try to
express in words can only show itself. As a result Vitters concluded that
anyone who understood what the Tractatus was saying would finally discard its
propositions as senseless, that she would throw away the ladder after climbing
up on it. Someone who reached such a state would have no more temptation to
pronounce philosophical propositions. She would see the world rightly and would
then also recognize that the only strictly meaningful propositions are those of
natural science; but those could never touch what was really important in human
life, the mystical. That would have to be contemplated in silence. For “whereof
one cannot speak, thereof one must be silent,” as the last proposition of the
Tractatus declared. Middle period. It was only natural that Vitters should not
embark on an academic career after he had completed that work. Instead he
trained to be a school teacher and taught primary school for a number of years
in the mountains of lower Austria. In the mid-0s he also built a house for his
sister; this can be seen as an attempt to give visual expression to the
logical, aesthetic, and ethical ideas of the Tractatus. In those years he
developed a number of interests seminal for his later development. His school
experience drew his attention to the way in which children learn language and
to the whole process of enculturation. He also developed an interest in
psychology and read Freud and others. Though he remained hostile to Freud’s
theoretical explanations of his psychoanalytic work, he was fascinated with the
analytic practice itself and later came to speak of his own work as therapeutic
in character. In this period of dormancy Vitters also became acquainted with
the members of the Vienna Circle, who had adopted his Tractatus as one of their
key texts. For a while he even accepted the positivist principle of meaning
advocated by the members of that Circle, according to which the meaning of a
sentence is the method of its verification. This he would later modify into the
more generous claim that the meaning of a sentence is its use. Vitters’s most
decisive step in his middle period was to abandon the belief of the Tractatus
that meaningful sentences must have a precise hidden logical structure and the
accompanying belief that this structure corresponds to the logical structure of
the facts depicted by those sentences. The Tractatus had, indeed, proceeded on
the assumption that all the different symbolic devices that can describe the
world must be constructed according to the same underlying logic. In a sense,
there was then only one meaningful language in the Tractatus, and from it one
was supposed to be able to read off the logical structure of the world. In the
middle period Vitters concluded that this doctrine constituted a piece of
unwarranted metaphysics and that the Tractatus was itself flawed by what it had
tried to combat, i.e., the misunderstanding of the logic of language. Where he
had previously held it possible to ground metaphysics on logic, he now argued
that metaphysics leads the philosopher into complete darkness. Turning his
attention back to language he concluded that almost everything he had said
about it in the Tractatus had been in error. There were, in fact, many
different languages with many different structures that could meet quite
different specific needs. Language was not strictly held together by logical
structure, but consisted, in fact, of a multiplicity of simpler substructures
or language games. Sentences could not be taken to be logical pictures of facts
and the simple components of sentences did not all function as names of simple
objects. These new reflections on language served Vitters, in the first place,
as an aid to thinking about the nature of the human mind, and specifically
about the relation between private experience and the physical world. Against
the existence of a Cartesian mental substance, he argued that the word ‘I’ did
not serve as a name of anything, but occurred in expressions meant to draw
attention to a particular body. For a while, at least, he also thought he could
explain the difference between private experience and the physical world in
terms of the existence of two languages, a primary language of experience and a
secondary language of physics. This duallanguage view, which is evident in both
the Philosophical Remarks and The Blue Book, Vitters was to give up later in
favor of the assumption that our grasp of inner phenomena is dependent on the
existence of outer criteria. From the mid-0s onward he also renewed his
interest in the philosophy of mathematics. In contrast to Frege and Russell, he
argued strenuously that no part of mathematics is reducible purely to logic.
Instead he set out to describe mathematics as part of our natural history and
as consisting of a number of diverse language games. He also insisted that the
meaning of those games depended on the uses to which the mathematical formulas
were put. Applying the principle of verification to mathematics, he held that
the meaning of a mathematical formula lies in its proof. These remarks on the
philosophy of mathematics have remained among Vitters’s most controversial and
least explored writings. Later period. Vitters’s middle period was
characterized by intensive philosophical work on a broad but quickly changing
front. By 6, however, his thinking was finally ready to settle down once again
into a steadier pattern, and he now began to elaborate the views for which he
became most famous. Where he had constructed his earlier work around the logic
devised by Frege and Russell, he now concerned himself mainly with the actual
working of ordinary language. This brought him close to the tradition of British
common sense philosophy that Moore had revived and made him one of the
godfathers of the ordinary language philosophy that was to flourish in Oxford
in the 0s. In the Philosophical Investigations Vitters emphasized that there
are countless different uses of what we call “symbols,” “words,” and
“sentences.” The task of philosophy is to gain a perspicuous view of those
multiple uses and thereby to dissolve philosophical and metaphysical puzzles.
These puzzles were the result of insufficient attention to the working of
language and could be resolved only by carefully retracing the linguistic steps
by which they had been reached. Vitters thus came to think of philosophy as a
descriptive, analytic, and ultimately therapeutic practice. In the
Investigations he set out to show how common philosophical views about meaning
including the logical atomism of the Tractatus, about the nature of concepts,
about logical necessity, about rule-following, and about the mindbody problem
were all the product of an insufficient grasp of how language works. In one of
the most influential passages of the book he argued that concept words do not
denote sharply circumscribed concepts, but are meant to mark family
resemblances between the things labeled with the concept. He also held that
logical necessity results from linguistic convention and that rules cannot
determine their own applications, that rule-following presupposes the existence
of regular practices. Furthermore, the words of our language have meaning only
insofar as there exist public criteria for their correct application. As a
consequence, he argued, there cannot be a completely private language, i.e., a
language that in principle can be used only to speak about one’s own inner
experience. This private language argument has caused much discussion.
Interpreters have disagreed not only over the structure of the argument and
where it occurs in Vitters’s text, but also over the question whether he meant
to say that language is necessarily social. Because he said that to speak of
inner experiences there must be external and publicly available criteria, he
has often been taken to be advocating a logical behaviorism, but nowhere does
he, in fact, deny the existence of inner states. What he says is merely that
our understanding of someone’s pain is connected to the existence of natural
and linguistic expressions of pain. In the Philosophical Investigations Vitters
repeatedly draws attention to the fact that language must be learned. This
learning, he says, is fundamentally a process of inculcation and drill. In
learning a language the child is initiated in a form of life. In Vitters’s
later work the notion of form of life serves to identify the whole complex of
natural and cultural circumstances presupposed by our language and by a
particular understanding of the world. He elaborated those ideas in notes on
which he worked between 8 and his death in 1 and which are now published under
the title On Certainty. He insisted in them that every belief is always part of
a system of beliefs that together constitute a worldview. All confirmation and
disconfirmation of a belief presuppose such a system and are internal to the
system. For all this he was not advocating a relativism, but a naturalism that
assumes that the world ultimately determines which language games can be
played. Vitters’s final notes vividly illustrate the continuity of his basic
concerns throughout all the changes his thinking went through. For they reveal
once more how he remained skeptical about all philosophical theories and how he
understood his own undertaking as the attempt to undermine the need for any
such theorizing. The considerations of On Certainty are evidently directed
against both philosophical skeptics and those philosophers who want to refute
skepticism. Against the philosophical skeptics Vitters insisted that there is
real knowledge, but this knowledge is always dispersed and not necessarily
reliable; it consists of things we have heard and read, of what has been
drilled into us, and of our modifications of this inheritance. We have no
general reason to doubt this inherited body of knowledge, we do not generally
doubt it, and we are, in fact, not in a position to do so. But On Certainty
also argues that it is impossible to refute skepticism by pointing to propositions
that are absolutely certain, as Descartes did when he declared ‘I think,
therefore I am’ indubitable, or as Moore did when he said, “I know for certain
that this is a hand here.” The fact that such propositions are considered
certain, Vitters argued, indicates only that they play an indispensable,
normative role in our language game; they are the riverbed through which the
thought of our language game flows. Such propositions cannot be taken to
express metaphysical truths. Here, too, the conclusion is that all
philosophical argumentation must come to an end, but that the end of such
argumentation is not an absolute, self-evident truth, but a certain kind of
natural human practice. Sraffa. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Il gesto della
mano di Sraffa.” Speranza, “Sraffa’s handwave, and his impicaturum”; Luigi
Speranza, “L’implicatura di Sraffa,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Stabile
(Sapri). Duplicato. Filosofo.
Laureatosi a Napoli con una tesi sulla filosofia dei valori, divenne
ricercatore a Salerno. Pubblica saggi su Dupréel, sulla scuola di Budapest, su
Montaigne e sulla Heller apparsi su "Prassi e teoria", "Aut
Aut", "Studi di filosofia politica e diritto", "il
Centauro", "Ombre rosse", riviste tra le più prestigiose nel
panorama della pubblicistica filosofica italiana; collaborò inoltre, con
Schiera, alla direzione della collana di testi e studi "Relox" della
casa editrice Bibliopolis di Napoli.. Salerno dedicò un convegno di studi alla
sua memoria: "La saggezza moderna. Temi e problemi dell'opera di Pierre
Charron". Biblioteca personale Il
fondo, acquisito nella seconda metà degli anni Ottanta, rappresenta solo una
piccola porzione della biblioteca di Stabile, infatti la consistenza attuale si
aggira intorno ai 650 volumi altri libri sono in possesso del Dipartimento di
Filosofia a Salerno.Tuttavia la consistenza maggiore ricopre il periodo intorno
a cui si è formata la personalità scientifica di Stabile. I libri del fondo
sottolineano l'interesse verso la critica marxista e la scuola di Budapest
(moltissimi i volumi degli Editori Riuniti). Degni di attenzione alcuni
esemplari caratteristici degli anni Settanta, come ad esempio quelli della
collana "I gabbiani" del Saggiatore o ancora la collana quasi
completa degli "Opuscoli marxisti" della Feltrinelli, i volumi della
collana "Biblioteca di nuova cultura" della Mazzotta, e quelli della
"Scienza nuova" della Dedalo: collane radicalmente trasformate nei
successivi anni o sostituite da altre; talora nate solamente per offrire testi
economici che rispondessero ai bisogni di una maggiore diffusione culturale.
Sono presenti anche dei volumetti allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e
le pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Salerno. Pubblicazioni Monografie Valore morale e società nel pensiero di
Eugène Dupréel, Salerno, Università degli studi di Salerno, Facoltà di
magistero, Soggetti e bisogni : saggi su Agnes Heller e la teoria dei bisogni,
Firenze, La Nuova Italia, Monografie in
collaborazione e Vittorio Dini e
Giampiero Stabile, Saggezza e prudenza : studi per la ricostruzione di
un'antropologia in prima età moderna, Napoli, Liguori, P. Charron, Piccolo
trattato sulla saggezza, Napoli, Bibliopolis, Articoli di riviste Umanesimo e rivoluzione nel pensiero di A. Heller,
in «Prassi e teoria : rivista di filosofia della cultura», Vittorio Dini e
Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell'opera di P. Charron
: atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni
scientifiche italiane, Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna:
temi e problemi dell’opera di Pierre Charron : atti del Convegno di studi in
memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Pierre Charron
Storia della filosofia Università degli Studi di Salerno Giampiero Stabile in SHARE Catalogue Fondo
Stabile in ARiEL Discovery tool di Ateneo dell'Salerno. Most likely a replica
from now on: sttabile: Giampiero Stabile
(Sapri), filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi sulla filosofia europea dei
valori, divenne ricercatore di Storia della Filosofia all'Salerno. Pubblica
saggi su E. Dupréel, sulla scuola di Budapest, su Montaigne e sulla Heller
apparsi su "Prassi e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia
politica e diritto", "il Centauro", "Ombre rosse",
riviste tra le più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica
italiana; collaborò inoltre, con Pierangelo Schiera, alla direzione della
collana di testi e studi "Relox" della casa editrice Bibliopolis di
Napoli.. Salerno dedicò un convegno di studi alla sua memoria: "La
saggezza moderna. Temi e problemi dell'opera di Pierre Charron". Biblioteca personale Il fondo, acquisito
nella seconda metà degli anni Ottanta, rappresenta solo una piccola porzione
della sua biblioteca private. Infatti la consistenza attuale si aggira intorno
ai 650 volumi altri libri sono in possesso del Dipartimento di Filosofia
dell'Salerno.Tuttavia la consistenza maggiore ricopre gli anni Settanta,
periodo intorno a cui si è formata la personalità scientifica di Giampiero
Stabile. I libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista e
la scuola di Budapest (moltissimi i volumi degli Editori Riuniti). Degni di
attenzione alcuni esemplari caratteristici degli anni Settanta, come ad esempio
quelli della collana "I gabbiani" del Saggiatore o ancora la collana
quasi completa degli "Opuscoli marxisti" (poi "Opuscoli")
della Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova
cultura" della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della
Dedalo: collane radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da
altre; talora nate solamente per offrire testi economici che rispondessero ai
bisogni di una maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti
allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di
Filosofia dell'Salerno. Pubblicazioni
Monografie Valore morale e società nel
pensiero di Eugène Dupréel, Salerno, Università degli studi di Salerno, Facoltà
di magistero, 1976, 116Soggetti e bisogni : saggi su A. Heller e la teoria dei
bisogni, Firenze, La Nuova Italia, Monografie in collaborazione e Vittorio Dini e Giampiero Stabile, Saggezza e
prudenza : studi per la ricostruzione di un'antropologia in prima età moderna,
Napoli, Liguori, Pierre Charron, Piccolo
trattato sulla saggezza, Napoli, Bibliopolis, 1985, 130Articoli di riviste Umanesimo e rivoluzione nel pensiero di Agnés
Heller, in «Prassi e teoria : rivista di filosofia della cultura», Vittorio
Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell'opera di
Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile,
Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Vittorio Dini e Domenico Taranto , La
saggezza moderna: temi e problemi dell’opera di Pierre Charron : atti del
Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni
scientifiche italiane, Pierre Charron Storia della filosofia Università degli
Studi di Salerno Giampiero Stabile in
SHARE Catalogue Fondo Stabile in ARiEL Discovery tool di Ateneo dell'Salerno
Filosofia Università Università. Giampiero
Stabile. Stabile. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stabile” – The
Swimming-Pool Library.
Stefani
(Pergola).
Filosofo. Grice: “I may well say
that my idea of a propositional complex owes much to Stefani’s obsession with
‘sensus’ simplex or ‘divisus, and ‘sensus compositum’ –“ “The opposite of
‘com-posito’ is de-posito, though!” -- Grice: “I like his diagrammes; The Boedlian
have loads of his mss!” Grice: “He has a figure for the ‘figura quadrata,’ –“.
Grice: “He has a figure for ‘suppositio.’” -- Fu il
membro più noto di una famiglia di insegnanti marchigiani. Avviato alla
carriera ecclesiastica nella città natale, ma presto strasferì a Venezia dove
già vive il nonno Stefano Stefani, gli zii Lino e Pietro, insegnanti, e forse
anche il padre Antonio. Allievo di Nicollini. Il suo saggio più importante è il
“De sensu composito et diviso”. Insegna a
Rialto. Nominato vescovo di Capodistria, rinuncia alla carica per
non distaccarsi dalla filosofia. Spolto nella chiesa di San Giovanni Elemosinario
di Venezia dove gli e anche costruito un monumento a pubbliche spese. Vi resta
solo una lapide, in quanto l'edificio e distrutto da un incendio. Opere: “Dubia
in consequentias Strodi,” “In regulas insolubilium,” “De scire e dubitare,”
“Compendium Logicae,” “Logica,” “Tractatus de sensu composito et diviso, edito
da M. Brown, S Dino Buzzetti, Paolo della Pergola, in Dizionario biografico
degli italiani, 81, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Fonte: Dizionario di filosofia, riferimenti. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
su Alcuin, Ratisbona. Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Stefani. Keywords: senso composito, senso
diviso. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Stefani.”
Stefanini
(Treviso). Filosofo. Grice:
“Italians are obsessed with personalismo, I am with interpersonalismo!”
“L’essere è personale.” “Tutto ciò che non è personale nell’essere rientra
nella produttività della persona, come mezzo di manifestazione della persona e
di *comunicazione* o conversazione *tra* due persone,” “La mia prospettiva
filosofica). Figlio di Giovanni, che gestisce una tintoria, e Lucia de Mori,
diplomata maestra elementare -- è attivo nelle associazioni e nei movimenti
cattolici del trevigiano, iscrivendosi a Gioventù Cattolica dove assumerà
presto l'incarico di presidente diocesano. Qui maturerà la vocazione di
educatore, seguendo, in particolare, gli insegnamenti contenuti nell'enciclica
Rerum Novarum di Leone XIII. Opera pure nel sindacato cattolico dei
lavoratori. Dopo il diploma presso il
Liceo Classico Antonio Canova, dove ha fra gli altri Paolo Rotta come
insegnante di storia e filosofia, nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di
Lettere e Filosofia dell'Padova. Nell'ateneo patavino, la corrente del
positivismo è tra le più seguite, ma in controtendenza Stefanini decide di
scrivere la propria tesi su Maurice Blondel, esponendovi le proprie critiche
sull'opera del filosofo francese, avendo Antonio Aliotta come relatore, con cui
si laurea in filosofia nel 1914. Nel periodo di studi padovano, inizia a
frequentare anche il circolo universitario cattolico di Giacomo Zanella e,
subito dopo la laurea, inizia a insegnare nelle scuole pubbliche. Mentre completa gli studi universitari,
inizia già a respirarsi aria di guerra in Italia, ma come molti giovani cattolici,
pur favorevole ad una posizione di neutralità nei confronti della guerra, viene
comunque chiamato alle armi nel 1915. Terminato il conflitto, uscendone con il
grado di capitano e una croce al merito di guerra, nel 1919 consegue pure una
seconda laurea in lettere all'Padova, con una tesi sul pensiero estetico di
Gian Vincenzo Gravina, nonché riprende l'insegnamento nelle scuole. Nel 1920 è eletto consigliere del Comune di
Treviso ma, nel 1921, la violenza dello squadrismo fascista investe anche il trevigiano.
Stefanini si oppone con fermezza a tale ideologia, evidenziando
l'inconciliabilità di cristianesimo e fascismo, dimettendosi e dedicandosi
completamente all'insegnamento, che ora è la sua occupazione principale e che
condurrà sempre secondo una pedagogia ispirata ai principi cristiani,
costantemente attento e sensibile sia ai bisogni che agli interessi degli
studenti. Nello stesso periodo, si dedica con scrupolo alla stesura di
apprezzati testi didattici di storia e filosofia, nonché di pedagogia secondo
un indirizzo cristiano. Conseguita la
libera docenza in pedagogia nel 1925, nello stesso anno ottiene, per incarico,
l'insegnamento di questa disciplina all'Padova, nonché si sposa con Maria
Javicoli, da cui avrà tre figli, Elena, Paolo e Lucia. In quegli anni, oltre ad
iscriversi al Partito Nazionale Fascista, affianca l'insegnamento nelle scuole
pubbliche a quello universitario fino al 1936 quando, vinto l'ordinariato, ha
una cattedra di storia della filosofia alla Facoltà di Magistero dell'Messina
che tiene fino al 1938 quando si trasferisce a Padova, alla cattedra di
pedagogia, quindi a quella di storia della filosofia nel 1940 che terrà fino
alla morte prematura, nel 1956. Al contempo, tiene per incarico l'insegnamento
di estetica a Padova e quello di pedagogia all'Venezia, nonché sarà preside
della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo patavino nel triennio
1941-43. Nel dopoguerra, riabilitato
alla propria cattedra e all'insegnamento universitario, si dedica
prevalentemente allo studio e la ricerca, ma partecipando anche alla
riorganizzazione della filosofia cattolica italiana, in particolare promuovendo
incontri, convegni e riunioni all'Istituto Aloisianum dei padri gesuiti di
Gallarate, che diventerà poi il Centro di studi filosofici di Gallarate, per
primo diretto da Carlo Gianon. Socio
corrispondente dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, nonché socio
effettivo dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, ricevette il
premio della R. Accademia d'Italia nel 1933 per le discipline filosofiche, e il
premio Marzotto per la filosofia nel 1953, nonché fu membro dei consigli
direttivi della Società filosofica italiana e del Centro Studi filosofici di
Gallarate. Nel 1956 ha poi fondato a Padova la Rivista di estetica, della quale
ha potuto dirigere solo il primo fascicolo dell'annata 1956, e a cui gli
subentrerà Luigi Pareyson. Fra i suoi allievi, ricordiamo Armando Rigobello,
Giovanni Santinello, Ezio Riondato, Giovanni M. Pozzo. Gli saranno intitolate delle scuole medie statali
di Treviso e Padova, nonché l'ex Istituto magistrale di Mestre. Attività e pensiero Stefanini è stato uno dei
più importanti filosofi italiani di ispirazione cristiana, nonché uno dei
maggiori rappresentati dello spiritualismo cristiano. Partendo sempre dalla
filosofia cristiana, ha riesaminato storicamente e criticamente diverse
correnti del pensiero filosofico, fra cui lo storicismo, la filosofia
dell'azione, il neoidealismo, la fenomenologia, l'esistenzialismo, lungo il
corso della storia della filosofia, dagli antichi (fra i quali Platone,
Sant'Agostino, Bonaventura, San Tommaso), fino ai moderni (Vincenzo Gioberti,
Maurice Blondel, Antonio Rosmini ed altri), sulla scia della sua prima
formazione giovanile incentrata su uno stretto connubio fra prospettiva storica
e dimensione teoretica. Interessato pure
all'estetica, su cui ha scritto molti lavori, il contributo più importante
dello Stefanini è frutto della sua costante riflessione su personalismo e
spiritualismo, grazie alla quale il rapporto soggetto-oggetto viene
interpretato in termini di alterità, di altro da sé, prospettivaquestache
permetterà di concepire il singolo individuo come membro di una comunità.
Questo rapporto soggetto-oggetto, da un tale punto di vista, sarà concepito
come il momento fondante di ogni comunità di esseri umani in relazione fra
loro. Le più importanti problematiche connesse a questi principi di base,
saranno poi affrontate dallo Stefanini nelle due opere fondamentali Metafisica
della persona” – cf. Strawson, “The concept of a person” -- e Personalismo sociale,
o interpersonalismo. Strettamente connesse a queste tematiche filosofiche, poi,
sono quelle didattico-pedagogiche aperte e portate avanti dallo Stefanini
pressoché durante l'intero suo periodo di attività, dai primi anni formativi
fino agli ultimi della maturità, in continuo ripensamento e progressiva
rivisitazione. Per quanto concerne poi
la sua vasta produzione scientifica, ricordiamo solo che dà alle stampe le
seguenti, notevoli pubblicazioni: “L'esistenzialismo di M. Heidegger,”
“Spiritualismo Cristiano,” Gioberti, Il dramma filosofico della Germania, Metafisica
della persona ed altri saggi, Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico,
Personalismo sociale, Estetica, Trattato di estetica. Viene pubblicata la
raccolta di scritti intitolata Personalismo filosofico. Dizionario Biografico
degli Italiani. Si veda pure: L. Corrieri, Uun pensiero attuale, Edizioni
Prometheus, Milano. Citando sue testuali parole. L’opera del Blondel è più arte
che filosofia. I passaggi più ardui superati con immagini ardite, anziché con
logiche dimostrazioni; affermate le più inconciliabili antitesi affinché queste
rendano vivo e tragico il contrasto; i mezzi dialettici atti più a trascinare
che a convincere: tutto ciò ci conferma pienamente nella nostra interpretazione.
L'opera del Blondel è, più che una dottrina filosofica, un romanzo psicologico
che descrive le esitazioni e le incertezze, le vane pretese e le supreme
aspirazioni dell'umana volontà, che alfine si appaga e riposa in Dio. Per ciò
che al di là del filosofo si riesca ad afferrare l'uomo, al di là del sistema
si riesca ad afferrare il programma generoso del credente, la filosofia
dell'azione può essere efficacemente educativa, può esercitare nella coscienza
contemporanea l'influsso salutare che essa si era proposta» (da Luigi
Stefanini, L'Azione. Saggio critico sulla filosofia di M. Blondel, Padova). Cfr. Laura Corrieri, cit. Il quale, a sua volta, prende le mosse dalle
concezioni personalistiche mounieriane e giobertiane; cfr. Gregorio Piaia, cit.
Opere principal: Il problema della conoscenza in Cartesio e Gioberti, Torino,
Sei, Il problema religioso in Platone e S. Bonaventura. Sommario storico e
critica di testi, Torino, Sei,Idealismo cristiano, Padova, R. Zannoni Editore, Platone,
2 voll., Padova, Cedam); Il problema estetico in Platone, Torino, Sei,
Imaginismo come problema filosofico, I,
Padova, Cedam, Problemi attuali d'arte, Padova, Cedam, 1La Chiesa Cattolica,
Milano-Messina, Principato, Vincenzo Gioberti. Vita e pensiero, Milano, F.lli
Bocca, Metafisica dell'arte e altri
saggi, Padova, Editoria Liviana, La mia prospettiva filosofica, Treviso,
Edizioni Canova (prima edizione del 1950). Esistenzialismo ateo ed
esistenzialismo teistico. Esposizione e critica costruttiva, Padova, Cedam,
1Itinéraires métaphysiques, trad. par J. Chaix-Ruiy, Paris, Aubier, Estetica,
Roma, Edizioni Studium, Trattato di Estetica,
I: L'arte nella sua autonomia e nel suo processo, Brescia, Editrice
Morcelliana); Personalismo educativo, Roma, F.lli Bocca). Per l'elenco completo
degli scritti di Stefanini si rimanda alla relativa pagina online curata dalla
Fondazione "Luigi Stefanini".
Dialettica dell'immagine. Studi sull'imaginismo di Luigi Stefanini, a
cura dell'Associazione filosofica trevigiana, Genova, 1991. Luciano Caimi,
Educazione e persona in Luigi Stefanini, Editrice La Scuola, Brescia, 1985.
Glory Cappello, Luigi Stefanini. Dalle opere e dal carteggio del suo archivio,
Europrint, Treviso, 2006. Per una antropologia in Luigi Stefanini: metafisica,
personalismo, umanesimo, Glory Cappello, Edizioni R. Pagotto, Padova, . Michele
Lasala, Una ragione vivente. L'immagine e l'ulteriore, in Frammenti di filosofia contemporanea,
I.v.a.n. Project, Limina Mentis Editore, Villasanta, XXI. Matteo De Boni, Le
ragioni dell’esistenza. Esistenzialismo e ragione in Luigi Stefanini, Mimesis
Edizioni, Milano-Udine, A. Rigobello , Scritti in onore di Luigi Stefanini,
Liviana editrice, Padova, Sul pensiero di Luigi Stefanini, in Rivista
Rosminiana, Luigi Stefanini, su treccani. STEFANINI, Luigi, in Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, luigi-stefanini.
Fondazione Luigi Stefanini, su fondazionestefanini. Luigi Stefanini. Stefanini.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stefanini” – The Swimming-Pool
Library.
Stella
(Sernaglia della
Battaglia). Filosofo. Grice: “What
is it with Italian philosoophers that they are all into what at Oxford we would
call jurisprudence?” Grice: “It seems like all Italian philosophers are like
Italian versions of H. L. A. Hart!”. Dopo aver frequentato il liceo presso il
Collegio di Treviso si iscrisse a Milano, dove vinse una borsa di studio presso
il Collegio Augustinianum e fu allievo di Crespi. Divenne professore, dapprima
a Catania, e, successivamente, a Milano. I suoi studi si diressero, dapprima,
su alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del
reato. Il suo contributo scientifico più
noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è “Leggi
scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,” monografia in cui ricostruisce il problema del nesso di
causalità penale prospettando il criterio della sussunzione sotto leggi
scientifiche come strumento per la soluzione di casi dubbi. Solo mediante una
legge scientifica di copertura, atta a spiegare il rapporto fra condotta del
presunto autore del reato ed evento dannoso, sarà possibile formulare un
giudizio di responsabilità penale. Ad
es. solo dopo aver dimostrato, sulla base di una legge scientifica, che
l'ingestione di determinati farmaci determina malformazioni del feto, sarà
possibile imputare alla ditta produttrice il reato di lesioni gravissime
(colpose o dolose). In difetto di una dimostrazione scientifica, non potrà
formularsi alcuna imputazione penale. Propose che la regola di giudizio
dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione anche nel
processo penale italiano. Dapprima avversato da parte della dottrina processual
penalistica, il principio venne accoltoin tema di nesso causaledalla corte
suprema di cassazione, anche a Sezioni Unite. Oggi è norma codicistica.
ADiresse riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte
normative di largo successo presso la comunità forense. Nei successivi decenni gli interessi
scientifici si volsero alla teoria
generale del diritto ed alla filosofia del diritto, mediante pubblicazione di
scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici,
rivolti ad un pubblico relativamente più vasto. Esercitò la professione di
avvocato, partecipando, in qualità di difensore di alcuni imputati, al processo
del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fece applicazione, a livello pratico,
delle teorie relative alla causalità scientifica. Principali pubblicazioni: “L'alterazione di
stato mediante falsità, Milano, “ La descrizione dell'evento,”Milano, “Leggi
scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,” Milano, “Giustizia e
modernità, Milano,” “I saperi del
giudice,” Milano, “ll giudice corpuscolariano,” Milano, “La giustizia e le
ingiustizie,” Bologna. Note Addio A
Federico Stella, il «galantumo del diritto» di Paolo Biondani, Corriere della
Sera, 1Archivio storico. Il centro di
ricerca Federico Stella biografia e . Università Cattolica del Sacro Cuore.
Most likely a replica from now on: filosofo.
È stato inoltre Professore di Diritto penale e filosofo del diritto. Nato a
Sernaglia della Battaglia, piccolo centro in provincia di Treviso, dopo aver
frequentato il liceo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso si iscrisse
all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove vinse una borsa di
studio presso il Collegio Augustinianum e fu allievo di Alberto Crespi. Divenne
professore di diritto penale, dapprima nell'Università degli Studi di Catania,
e, successivamente, presso l'Università Cattolica di Milano, dove insegnò fino
alla propria scomparsa, avvenuta nel 2006.
Causalità e leggi scientifiche I suoi studi si diressero, dapprima, su
alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del
reato. Il suo contributo scientifico più
noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è Leggi
scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale, monografia in cui Stella ricostruisce il
problema del nesso di causalità penale prospettando il criterio della
sussunzione sotto leggi scientifiche come strumento per la soluzione di casi
dubbi: solo mediante una legge scientifica di copertura, atta a spiegare il
rapporto fra condotta del presunto autore del reato ed evento dannoso, sarà
possibile formulare un giudizio di responsabilità penale. Ad es. solo dopo aver dimostrato, sulla base
di una legge scientifica, che l'ingestione di determinati farmaci determina
malformazioni del feto, sarà possibile imputare alla ditta produttrice il reato
di lesioni gravissime (colpose o dolose). In difetto di una dimostrazione
scientifica, non potrà formularsi alcuna imputazione penale. Propose, attraverso i suoi scritti e le sue
lezioni, che la regola di giudizio dell'"oltre ogni ragionevole
dubbio" trovasse applicazione anche nel processo penale italiano. Dapprima
avversato da parte della Dottrina processual penalistica, il principio venne
accoltoin tema di nesso causaledalla Corte suprema di cassazione, anche a
Sezioni Unite; oggi è norma codicistica.
Attività ulteriori Diresse riviste giuridiche di diritto penale e fu fra
i curatori di raccolte normative di largo successo presso la comunità
forense. Nei successivi decenni gli
interessi scientifici di Stella si volsero alla teoria generale del diritto ed
alla filosofia del diritto, mediante pubblicazione di scritti maggiormente
agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici, rivolti ad un pubblico
relativamente più vasto. Esercitò la
professione di avvocato, partecipando, in qualità di difensore di alcuni imputati,
al processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fece applicazione, a
livello pratico, delle teorie relative alla causalità scientifica. Principali pubblicazioni L'alterazione di
stato mediante falsità, Milano, La descrizione dell'evento, Milano. Leggi
scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale, Milano, seconda edizione
Giustizia e modernità, Milano, 3ª ed. I saperi del giudice, Milano, ll giudice
corpuscolariano, Milano, La giustizia e le ingiustizie, Bologna, Addio A
Federico Stella, il «galantumo del diritto» di Paolo Biondani, Corriere della
Sera, Archivio storico. Il centro di
ricerca Federico Stella. Stella. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Stella”.
Stellini
(Cividale). Filosofo. La
sua fama è dovuta soprattutto a “De ortu et progressu morum.” La sua concezione morale è di stampo
aristotelico e sotto alcuni aspetti può essere considerato uno dei precursori
della sociologia. A lui è stato dedicato il liceo classico di Udine e che nella
sua biblioteca contiene gli scritti autografi di Stellini. Enciclopedia
Treccani, su treccani. Dizionario biografico friulano, su friul.net. Stellini.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stellini” – The Swimming-Pool Library
Sterlich (Chieti). Filosofo. Figlio del marchese
Rinaldo De Sterlich (di famiglia originaria dei paesi di lingua tedesca) e
della marchesina aquilana Margherita Alfieri, studiò a Napoli nel Collegio dei
Nobili, gestito dalla Compagnia di Gesù. Fu proprio questa esperienza che lo
portò a concepire la sua profonda ostilità verso i Gesuiti, che fu uno dei
tratti caratteristici del suo pensiero filosofico. All'età di vent'anni tornò a
Chieti e sposò Giuditta Castiglione (di famiglia aristocratica di Penne) da cui
ebbe una numerosa prole (una ventina di figli di cui solo una decina
sopravvissero ai primi anni mentre gli altri si spensero in tenera età). La
cura della famiglia e dei beni ereditati dal padre (di cui era l'unico figlio
maschio) lo portarono a dover compromettere le sue aspirazioni letterarie. Ma
la cultura rimase sempre la sua prima passione e, alla metà del secolo XVIII,
per superare l'isolamento culturale che gli veniva imposto dal dover vivere a
Chieti, cominciò a costituire la sua personale biblioteca. Questa crebbe in
misura esponenziale di anno in anno, tanto che nel 1776 contava 12.000 volumi,
divenendo così una delle migliori biblioteche del Regno. L'intento di de
Sterlich era di mettere la stessa a disposizione della città di Chieti per la
sua crescita culturale. Sfortunatamente il suo desiderio fu reso vano
dall'incuria di chi gestì la stessa dopo la sua morte. Cospicue parti di quella
grande biblioteca sono stati individuate in tutta Italia: nella Biblioteca
Provinciale «G. D'Annunzio» di Pescara, nella Biblioteca Provinciale «A.C. De
Meis» di Chieti, nella Biblioteca Nazionale di Napoli, etc. Sarebbe molto
riduttivo considerare de Sterlich come solo un collezionista di libri. Egli li
raccoglieva per elaborarli e per creare le sue riflessioni e i suoi pensieri.
De Sterlich si rivela così aggiornatissimo sui dibattiti culturali europei del
Settecento ed è tra i primi italiani a leggere e commentare le opere di
Montesquieu, Rousseau, Voltaire, e di altri illuministi europei. Di questa
partecipazione alla cultura illuministica europea ne è testimonianza un copioso
scambio di lettere con altri intellettuali (Antonio Genovesi, Giovanni Antonio
Battarra, Giovanni Lami, Giovanni Bianchi, Gaspare de Torres) dell'epoca.
Questo ricco carteggio è un documento prezioso per delineare il passaggio in
Italia alla cultura illuministica e rappresenta l'impronta da lui lasciata nel
panorama culturale del Settecento Italiano. Romualdo de Sterlich lasciò anche
alcune testimonianze scritte del suo pensiero: due Dialoghi di Fra' Cipolla e
la Nanna. In essi trova largo spazio la sua antipatia per i Gesuiti. Tramite la
solida amicizia con Giovanni Lami, de Sterlich entrò a far parte dell'Accademia
della Crusca e dell'Accademia dei Georgofili. Romualdo de Sterlich si spense a
Chieti e fu sepolto nella Chiesa di S. Francesco di Paola. Cepparrone Luigi,
L'illuminismo europeo nell'epistolario di Romualdo De Sterlich, Sestante Ed.,
Collana Bergamo University Press. Il
sito dell'Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Programmatori “R. de Sterlich”Chieti
Scalo, su desterlich.ch. Romualdo de Sterlich. Sterlich. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sterlich” – The Swimming-Pool Library.
Steuco
(Gubbio). Filosofo. Della famiglia Steuchi o Stucchi.
Acuto esegeta dei testi biblici e profondo conoscitore delle lingue latina,
greca ed ebraica, si oppose tenacemente alla riforma protestante e prese parte
al Concilio di Trento. Entrò nella congregazione dell'Ordine dei Canonici
Agostiniani di San Salvatore di Bologna, poi nel monastero di San Secondo, a
Gubbio, mutando il suo nome di battesimo Guido in Agostino. Andò al Monastero
di Bologna, ove frequentò i corsi di ebraico e retorica presso l'Università
bolognese. Fu inviato dalla sua congregazione al Monastero di Sant'Antonio di
Castello a Venezia, dove, per l'ampia conoscenza dei linguaggi biblici e
l'acume filologico, gli fu affidata la biblioteca del monastero, donata ai
canonici dal cardinal Domenico Grimani, della quale una buona parte del
patrimonio librario era appartenuto a Pico della Mirandola. Steuco scrisse una serie di opere polemiche
contro Lutero ed Erasmo, accusandoli di fomentare la rivolta contro la Chiesa.
Questi lavori rivelano il solido sostegno che Steuco dà alle tradizioni e alle
pratiche della Chiesa, difendendo risolutamente l'autorità papale. Parte della
sua produzione risalente a questo periodo include un intenso lavoro filologico
sull'Antico Testamento, culminato con la pubblicazione del Veteris testamenti
ad Hebraicam veritatem recognitio, per la composizione del quale egli si basò
su manoscritti ebraici e greci, tratti della biblioteca Grimani, utili a
correggere il testo della traduzione latina redatta da San Gerolamo. Nel
revisionare e spiegare il testo, egli mai deviò dal significato letterale e
storico. Contemporanea a questo lavoro
di esegesi biblica fu la composizione di un'opera d'impianto enciclopedico che
egli scrisse in questo periodo, al quale diede il nome di Cosmopœia. Le sue
opere polemiche ed esegetiche destarono l'attenzione favoravole di Papa Paolo
III, e questi ordinò Steuco vescovo di Kissamos, nell'isola di Creta, e
bibliotecario della collezione papale di manoscritti e stampe del Vaticano. Si
recò a Lucca con Paolo III e l'imperatore Carlo V. Quantunque mai fosse andato
a visitare il suo vescovado a Creta, Steuco adempì attivamente con scrupolo il
suo ruolo di bibliotecario del Vaticano fino alla sua morte Nel frattempo a Roma redasse i Commenti al
Vecchio Testamento riguardanti i Salmi di Giacobbe, aiutando ad annotare e
correggere i testi di parte della Vulgata alla luce degli originali ebraici. A
questo periodo risale la composizione della celeberrima opera De perenni
philosophia libri X, dedicata a Paolo III, nella quale egli tenta di mostrare
che molte delle idee esposte dai saggi, poeti e filosofi dell'Antichità (ad es.
Orfeo, Talete, Pitagora, Parmenide, Platone, Aristotele, Plutarco, Numenio, i
neoplatonici, l'ebreo Filone, nonché opere come gli Oracoli caldaici, gli
Oracoli sibillini, i trattati ermetici e i frammenti teosofici) erano
essenzialmente in armonia con la sostanza delle dottrine della fede cattolica.
Questo lavoro contiene una polemica indiretta a margine, poiché Steuco elaborò
un numero di questi argomenti per sostenere molte posizioni teologiche
recentemente poste in questione in Italia da riformatori e critici della fede
cattolica traditionale. Come umanista
egli ebbe un profondo interesse per le rovine della Roma antica, e nell'operare
un rinnovamento urbano dell'Urbe. A tal proposito, degne d'essere menzionate,
sono una serie di brevi orazioni in cui raccomandò espressamente a Paolo III di
risistemare l'acquedotto conosciuto come Aqua Virgo, in modo da supplire
adeguatamente il fabbisogno di acqua fresca per la città di Roma. Steuco fu mandato da papa Paolo III a
presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna,
affidandogli il compito di sostenere l'autorità e le prerogative papali. Morì
mentre si trovava a Venezia per problemi di salute, e dove cercava di
ristabilirsi durante un periodo di sospensione del Concilio. .e sue ossa furono
traslate nell'Eremo di Sant'Ambrogio a Gubbio. De perenni philosophia libri IX,
Basileæ, per Nicolaum Bryling et Sebastianum Francken, Concilio di Trento
Esegesi biblica Ermetismo (filosofia) Teosofia di Tubinga, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Ricciotti, Agostino
Steuco, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vincenzo Lavenia, Agostino Steuco, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Agostino Steuco, su open MLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere, Michael Ott, Agostino Steuco, in Catholic
Encyclopedia, Robert Appleton Company. David M. Cheney, Agostino Steuco, in
Catholic Hierarchy. Hugh Chisholm, Steuco, Agostino, in Enciclopedia
Britannica, XI, Cambridge University Press. Associazione Centro Culturale Leone
XIII, su leonexiii.org. Canonici Regolari Lateranensi di Gubbio, su
bibliotecasteuco. Steuco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Steuco” –
The Swimming-Pool Library.
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