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Is Grice the greatest philosopher that ever lived?

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Friday, November 5, 2021

DIZIONARIO GRICEIANO S

 

Sacchi (Casa Matta di Siziano). Filosofo. La sua produzione fu molto abbondante e abbracciò i campi più diversi della filosofia. A differenza di altri poligrafi del tempo la sua scrittura era basata su una solida formazione e un sapere quasi enciclopedico, per cui i suoi scritti, pur influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode culturali del tempo, mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia condusse i suoi studi, che dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi maestri vi fu Romagnosi; fu corrispondente di Fauriel e Gioia. Si sposò con Erminia Rossi, di Milano, e l'anno successivo la coppia si trasferì nel capoluogo lombardo, dove però ben presto la sposa morì di parto, il che costituì per lui una perdita che lo afflisse per il resto dei suoi giorni. A riprova del grande affetto e dell'altrettanto grande dolore che egli nutrì per la moglie, oltre a ciò che scrive esplicitamente nella propria autobiografia:  "Morì con la forza d'animo d'un filosofo, colla soavità d'un angelo …Io l'amo ancora come se fosse viva, e l'amo a segno che qualche momento mi pare di vederla e di parlarle…", si può rilevare un personaggio di un suo racconto, in cui è facile scorgere un ritratto della sua dolce Erminia, morta appena un anno prima: «Era presente una zia, tutta buona, tutta soave, che amava tanto i fanciulli; e di recente sposa e contenta, solo desiderava che il cielo anche di questi la facesse beata a compenso delle afflizioni sostenute nella sua giovinezza; ma l’infelice avea un desiderio, del quale l’essere esaudita dovea riescirle mortale. Una lagrima intanto di compiacenza spuntava sul ciglio dello sposo, sventurato! e non sapeva essere foriera dell’interminato pianto che l’attendeva, quando in breve, perdendola, dovea rimanere il più misero dei viventi.»  (Defendente SACCHI, Cose inutili, Milano) L'attività editoriale Oltre ai romanzi ed alle monografie maggiori, innumerevoli sono gli articoli da lui pubblicati nelle più importanti riviste culturali del tempo: lo «Spettatore Italiano», la «Minerva Ticinese», gli «Annali universali di Statistica», la «Gazzetta Privilegiata di Milano», il «Pirata», il «Cosmorama pittorico», l'«Annotatore piemontese», la «Vespa», la «Farfalla», l'«Eco», «Il Barbiere di Siviglia», l'«Indicatore lombardo», il «Ricoglitore», la «Rivista Europea».  In particolare, dal 1835 fino alla morte fu direttore del «Cosmorama Pittorico»; inoltre era riconosciuto di fatto come l'animatore e il personaggio di spicco della «Gazzetta Privilegiata di Milano» (diretta da Angelo Lambertini).  La sua feconda attività e la sua facilità espositiva si spiegano anche col fatto che, per problemi fisici alla mano, era solito dettare i suoi testi.  Ritratto Un "Ritratto di Defendente Sacchi", opera di Pelagio Palagi, è conservato presso la Galleria d'Arte Moderna di Bologna. In esso l'autore ha alle spalle i volumi di quella che doveva essere la sua ricca biblioteca, a sottolineare l'attaccamento di Sacchi alle lettere e al sapere. L'immagine sembra confermare le impressioni sul suo aspetto fisico da parte di G.B. Cremonesi nell'introduzione ad una ristampa del 1841 di L'albero dei sospiri: "Era piccolo di persona e non bello di aspetto, benché i suoi lineamenti presentassero un non so che di piacevole nel tutt'insieme e di sereno" La sua ricca e documentata attività editoriale gli valse numerosi riconoscimenti (ad esempio, fu ammesso come socio nella "Reale Accademia delle Scienze di Torino"). A coronamento dei suoi interessi artistici, istituì a Pavia una Civica Scuola di Pittura.  La sua prematura scomparsa venne imputata alla gracilità del fisico, spesso malato e provato da dolori, cui si aggiungevano le pene per la perdita della moglie e della figlia ("La natura gli aveva data un costituzione gracile; l'applicazione e più sventure l'indebolirono. Tre anni e più fu egli travagliato da forti dolori" Cremonesi: Opere: Nella molteplicità della sua produzione, si segnalano in particolare:  “La Storia della filosofia greca,” La Collezione dei Classici Metafisici pubblicata insieme a Rolla e Germani, La Vita di Lorenzo Mascheroni, con la raccolta di alcuni suoi scritti inediti; Il romanzo storico I Lambertazzi e i Geremei, (di cui vennero fatte diverse edizioni); L'altro romanzo di successo, La pianta dei sospiri (due edizioni; tradotta anche in francese) Le Antichità romantiche d'Italia (cui collaborò anche il cugino Giuseppe Sacchi); La traduzione del Diritto pubblico universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti di Giovanni Maria Lampredi  della "Biblioteca Scelta di opere tradotte dal latino") I Saggi su gli Uomini Utili e Benefattori del Genere Umano (nella stessa "Biblioteca scelta") I suoi biografi ricordano anche che egli si riproponeva di pubblicare un lavoro di grande respiro dal titolo I voti dell'Italia, il cui manoscritto però avrebbe egli stesso dato alle fiamme.   Su Defendente Sacchi Innocenzio De Cesare, Defendente Sacchi, in "L'Omnibus Pittoresco", Cenni di G. B. Cremonesi in: D. Sacchi La pianta dei sospiri, Milano, Silvestri, Autobiografia  (prefazione e commento di Maria Fanny Sacchi), Pavia, Bizzoni, Filosofo, critico, narratore (presentazione di Emilio Gabba e Dante Zanetti), Milano, Cisalpino,  ["Fonti e studi storia dell'Pavia" Storia della filosofia greca, Pavia, Capelli, Elogio di Condillac, Pavia, Bizzoni, Della filosofia di Socrate (dissertazione), Pavia, Bizzoni,  I trovatori e le galanterie nel Medio evo, Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti, Pavia, Bizzoni  (rist. Milano, Borroni e Scotti; Genova, Dario Rossi, orenzo Mascheroni, Poesie edite ed inedite ... Raccolte e pubblicate per cura di Defendente Sacchi, Pavia, Bizzoni, La pianta dei sospiri (romanzo), Lodi, Orcesi, Milano, Silvestri, facsimile del testo online dalla Biblioteca Braidense  Marcellina, ou l'Arbre des soupirs, roman traduit de l'italien, par M. Camille de Lagracinière, Paris, C. Béchet, Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano, Bettoni, Diritto pubblico universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato, Milano, Silvestri, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, "I fregi simbolici di San Michele in Pavia", Antichita romaniche d'Italia, e Giuseppe Sacchi, Antichità romantiche d'Italia epoca prima -seconda, Milano, Stella, e Giuseppe Sacchi, Della condizione economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi. Saggio primo intorno all'architettura simbolica, civile e militare, usata in Italia nei secoli 6°, 7° e 8° e intorno all'origine de' Longobardi, alla loro dominazione in Italia, alla divisione dei due popoli ed ai loro usi, culto e costumi, Milano, Stella,  Della condizione economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali. Sulle feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel Medioevo. Saggi due, Milano, Stella, Della condizione, economica, morale e politica degli Italiani nei tempi Municipali, Annali universali di statistica economia pubblica, storia, viaggi e commercio, Defendente Sacchi, Intorno all'indole della letteratura italiana nel sec. XIX, ossia della letteratura civile, con un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti. Saggio, Pavia, Luigi Landoni, Defendente Sacchi e Giuseppe Sacchi, Intorno alle dighe marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed alla istituzione del porto franco, Milano, Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria, Miscellanea di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni, I Lambertazzi e i Geremei o le fazioni di Bologna nel secolo 13° : cronaca di un trovatore, Milano, Stella, L'arca di Sant'Agostino : monumento in marmo del secolo 14. ora esistente nella chiesa cattedrale di Pavia, colle illustrazionii, Pavia, Fusi e C., Varietà letterarie, o Saggi intorno alle costumanze, alle arti, agli uomini e alle donne illustri d'Italia del secolo presente, Milano, Stella, A Cesare Cantu : intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a' progetti pel monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda della capitale: lettera inutile, Milano, Stella, Cose inutili, Milano, Visaj, Teodote : storia del secolo VIII, Milano, Nervetti,  Le belle arti in Milano nell'anno 1832, Nuovo Raccoglitore, "Nuove questioni sull'architettura rituale in relazione alle opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato Robolini", in Annali Universali di Statistica, e Giuseppe Sacchi, Le arti e l'industria in Lombardia, Milano, Visaj, Leopoldo Cicognara, Del bello: ragionamenti (con le notizie su la vita e le opere dell'autore compilate da Defendente Sacchi), Milano, Silvestri, Instituti di beneficenza a Torino (relazione), Milano, a Società degli editori degli annali universali delle scienze e dell'industria,Lezioni d'un parroco sul cholera, Milano, Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro utilità ed ordinamento. Memorie popolari italiane Milano, Manini, Novelle e racconti, Milano, Manini, L' Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e pubblicato per la fausta inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1, Milano, Manini, Bernardino Luino, Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del folletto alle signore, Milano, Manini, Uomini utili e benefattori del genere umano (saggi), Milano, Silvestri, Amori e vicende dei quattro sommi poeti italiani: Dante, Petrarca, Ariosto e Tasso. Studi storici-biografici, Milano, Vallardi, s. a. Defendente Sacchi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Defendente Sacchi, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Defendente Sacchi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Defendente Sacchi, su Liber Liber.  Opere di Defendente Sacchi, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Defendente Sacchi, . Opere di Defendente Sacchi, su Progetto Gutenberg. Defendente Sacchi. Sacchi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacchi” – The Swimming-Pool Library.

 

Sachelli (Canicattì). Filosofo. Nato da Vincenzo e Calogera Rinaldi, rimase orfano di padre a 13 anni, frequenta le scuole primarie nella sua cittadina natale per poi trasferirsi a Caltanissetta, dove, ospite di uno zio materno, frequentò il liceo.  Fu iniziato in Massoneria nella loggia Felice Cavallotti di Agrigento, e nel 1917 divenne Maestro massone.  Laureato in filosofia all'Palermo ndove fu allievo di Giovanni Antonio Colozza e Cosmo Guastellafu dapprima insegnante di scuola superiore a Bologna, Girgenti, Caltanissetta e Bressanone, e al Liceo ginnasio Andrea D'Oria di Genova. Nel capoluogo ligure, Sacheli iniziò la sua carriera accademica come libero docente. Successivamente insegnò la stessa disciplina alle Cagliari e di Messina, dove conseguì la docenza ordinaria.  Morì a Taormina, dove si era stabilito per sfuggire ai violenti bombardamenti alleati che colpirono Messina. Con i suoi saggi diede un apporto all'approfondimento all'interpretazione della filosofia di Sant'Agostino, di San Tommaso e di Jean-Jacques Rousseau. Numerose sono le opere filosofiche da lui composte. "La carità del natio loco" lo spinse anche a scrivere sulle tradizioni, i miti e le leggende di Canicattì, collaborando con la rivista Sicania e pubblicando i risultati delle sue ricerche nelle Linee di folklore canicattinese.  Opere Linee di Folklore canicattinese, Acireale, tip. Popolare, Indagini etiche: i criteri, il problema dell'etica, Milano, Remo Sandron, Atto e valore, Firenze, Sansoni, Ragion pratica: preliminari critici, Firenze, Sansoni, Crisi della Pedagogia, Roma, Perrella, Concetto di didattica, Messina, G. D'Anna, C. Ottaviano, Sophia: rassegna critica di filosofia e storia della filosofia, CEDAM, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo, Calogero Angelo Sacheli,. G. Ferrante, Biografia di Calogero Angelo Sacheli, su canicatti-centrodoc. Angelo Sacheli. Sacheli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacheli” – The Swimming-Pool Library.

 

Saitta (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile, fu seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, fu mandato a studiare in seminario nel collegio di Nicosia e quindi nel liceo di Monreale, per essere avviato alla carriera ecclesiastica. Ricevuti gli ordini sacri, conseguì due anni dopo la laurea in lettere a Palermo, ma dismetterà l'abito sacerdotale a seguito di una crisi interiore che lo indusse ad allontanarsi dalla Chiesa cattolica.  Frequentando le lezioni di Gentile, si accostò al suo idealismo, laureandosi in filosofia col massimo dei voti. Aveva cominciato intanto a insegnare lettere nei licei di Terranova e Lucera, mentre divenne professore di filosofia nei licei statali di Cagliari, Sassari, Fano, Faenza, e negli istituti Galvani e Minghetti di Bologna. Ottenne una cattedra universitaria di filosofia a Firenze, per passare negli anni seguenti all'Cagliari, di Pisa, e a quella di Bologna. Direttore della «Vita Nova» Aveva inoltre collaborato a varie riviste come il «Giornale critico della filosofia italiana», «Levana», e poi soprattutto «Vita Nova», periodico mensile bolognese fondato da Arpinati e vicino a Gentile, di cui Saitta assunse la direzione mantenendola fino alla sua soppressione. Della rivista, organo dell'Università fascista di Bologna, curò la rubrica Noi e gli altriSpunto polemico, firmando i suoi interventi con lo pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per i toni accesi e le posizioni anticlericali e anti-concordatarie, che lo portarono a scontrarsi con esponenti cattolici della stessa scuola gentiliana, in particolare Armando Carlini.  Saitta aderiva infatti a una concezione movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista del suo tempo, che interpretava come il compimento dei valori romantici del Risorgimento, intendendo la nazione in senso hegeliano quale sintesi tra individuale e universale. Rispetto a Carlini che appariva più freddo e accademico, Saitta col suo attivismo riusciva a esercitare una forte capacità di attrazione verso i giovani, tra cui un suo allievo universitario, Delio Cantimori, che ebbe come collaboratore alla «Vita Nova». Così si sviluppò quella tendenza a preferire la scuola di storia della filosofia [di Saitta] dove la preparazione di tipo scolastico e le esigenze tecniche erano minori, ma dove si sentiva un calore ideale, una passione filosofica, un fervore per la verità, e una forza di convinzione spesso dura, e più che dura, ma più vicina a quei sentimenti e a quelle esigenze giovanili, una decisione innovatrice suggestiva e che sembrava offrire un orientamento non meramente accademico per la soluzione di quei problemi.»  (Delio Cantimori, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», ora in Politica e storia contemporanea, L. Mangoni, Einaudi,) L'idealismo attuale di Saitta Saitta del resto, accogliendo la concezione gentiliana dell'atto come perenne autocreazione del pensiero che tutto comprende, aveva sviluppato una visione attualistica dell'idealismo non riducibile a una teoria statica, bensì intesa come azione e continuo dinamismo, che lo portava a esaltare la libertà creativa della ragione umana contro ogni forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la sua accentuazione della polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle tesi formulate da Spaventa e dallo stesso Gentile, delle correnti immanentistiche della filosofia rinascimentale italiana che egli poneva a fondamento della genesi dell'idealismo moderno.  Questo immanentismo, per il quale Dio si esprime nell'attività dello spirito umano, è per Saitta un «reale umanismo» che rende possibile la libertà dell'individuo, nella quale consiste la «nuova coscienza illuministica» della religione moderna da lui contrapposta a quella tradizionale, oppressiva e decadente, della trascendenza.  Per difendere la libertà del soggetto da ogni autoritarismo e sopraffazione, Saitta si è schierato tuttavia non solo contro il dualismo platonico, la teologia di impianto tomistico e la neoscolastica, ma in parte anche contro lo stesso idealismo di Hegel che ha finito per oggettivare la ragione facendone un sistema assoluto da lui ritenuto «all'origine degli schiavismi moderni».  Persino nell'attualismo di Gentile sarebbe rimasto un retaggio della vecchia teologia trascendente, quando esso attribuisce lo Spirito ad un Io assoluto anziché ai singoli individui: sono costoro per Saitta i veri creatori di valori spirituali, coloro cioè in cui va identificato il Soggetto trascendentale. Egli in tal modo intendeva preservare la portata stessa dell'atto creativo del pensiero dell'idealismo gentiliano, rivestendolo di significati empirici, positivistici, contigenti, ripresi anche da autori come Rousseau e Feuerbach. Saitta condusse una vita sempre appartata, durante i quali si sarebbe progressivamente riavvicinato alla fede cattolica.  A Gagliano Castelferrato, suo paese nativo, gli è stata intitolata una piazza dove è stato collocato un parco giochi per bambini. Molti anni prima gli era stata intitolata una strada che usualmente, però, ha continuato ad essere chiamata Via Roma. Più tardi gli venne intitolato l'Istituto Professionale Femminile di Stato. Altre opere: “Lo spirito come eticità (Bologna, Zanichelli); “La teoria dello spirito come eticità” (Bologna, Zanichelli), “La personalità umana e la nuova coscienza illuministica (Genova, Emiliano Degli Orfini) La libertà umana e l'esistenza (Firenze, Sansoni) Il problema di Dio e la filosofia dell'immanenza (Bologna, Cesare Zuffi). Oltre alle opere di natura propriamente filosofica, si è a occupato di storia della filosofia, dai greci all'età moderna, soffermandosi sul Rinascimento e i pensatori italiani, in particolare Ficino:  La scolastica e la politica dei Gesuiti (Torino, Bocca,) Le origini del neotomismo (Bari, Laterza) Il pensiero di Gioberti (Messina, Principato, Firenze, Vallecchi La filosofia di Ficino (Messina, Principato); riedita come Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo (Bologna, Fiammenghi & Nanni) L'educazione dell'umanesimo in Italia (Venezia, La Nuova Italia) Filosofia italiana ed umanesimo (Venezia, La Nuova Italia, Leone Ebreo, su treccani, Gioberti Vincenzo, su treccani, Il carattere della filosofia tomistica (Firenze, Sansoni, La teoria dell'amore e l'educazione del Rinascimento (Bologna, U.P.E.B.) L'illuminismo della sofistica greca (Milano, Bocca) Il pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, Cesare Zuffi, Cusano e l'Umanesimo italiano, con altri saggi sul Rinascimento (Bologna, Tamari). Ettore Centineo, Ricordo, rticolo su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze, Sansoni, treccani,  Albano Sorbelli, L'Archiginnasio: bollettino della Biblioteca comunale di Bologna,  direzione di Franco Bergonzoni, Regia tipografia dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, su siusa.archivi.beniculturali.  S. Salustri, L'Università fascista di Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in «Accademie e scuole: istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e del potere»,  Daniela Novarese, Milano, Giuffrè, .  Vittore Pisani, Paideia, Casa editrice Paideia, Roberto Pertici, Storia della storiografia,  Jaca Book, L. Mangoni, L'interventismo della cultura. Intellettuali e riviste del fascismo, Bari, Laterza,  Roberto Pertici, Storia della storiografia, Roberto Pertici, Storia della storiografia,  Cantimori ricorderà con commozione l'«irrequietezza spirituale della scuola di Saitta» e la sua «attenzione volta ad argomenti quasi ignorati dalla cultura italiana» (cit. da Bruno Valerio Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori. Atti del convegno tenuto a Russi Editori Riuniti).  Cit. in Roberto Pertici, Storia della storiografia, Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana, Bari, Laterza, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», «Il Saitta, forse meglio di ogni altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente umanistica, e di un "reale umanismo": e questa appunto volle sottolineare e difendere contro ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre tutta la dialettica gentiliana a lotta sempre risorgente fra ragione umana liberatrice e costruttrice di una società di uomini liberi, e religione tradizionale cristallizzata nelle oppressioni di strutture chiesastiche portatrici di una "filosofia di morte"» (Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana. Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Aletti Editore. Ricordo di Giuseppe Saitta , su archiviostorico.unibo.  Sommario dei libri, su gaglianocastelferrato.com.  «La filosofia moderna come celebrazione della soggettività è quasi tutta sbozzata con Marsilio Ficino. Con lui, anziché col Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia quella teoria della conoscenza, che sbocca con profonda e potente originalità in Kant» (Giuseppe Saitta, Marsilio Ficino e la filosofia dell'Umanesimo, Bologna, Fiammenghi & Nanni).  Ettore Centineo, Ricordo di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana», Firenze, Sansoni, Gianfranco Morra, L'immanentismo assoluto di Giuseppe Saitta, su «Giornale critico della filosofia italiana»,Eugenio Garin, Cronache di filosofia italiana  Bari, Laterza, Roberto Melchiorre, Storiografi italiani del Novecento, Villalba di Guidonia, Aletti Editore,  Attualismo (filosofia) Filosofia rinascimentale Idealismo italiano Delio Cantimori Gentile  Ricordo, su archiviostorico.unibo. treccani bibliotecasalaborsa. Giuseppe Saitta. Saitta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Saitta” – The Swimming-Pool Library.

 

Salutati (Stignano). Filosofo. Vedo che ignori quanto sia dolce l'amor di patria: se ciò fosse utile alla difesa e all'ampliamento [della patria], non [ti] sembrerebbe un crimine penoso, nè un delitto scellerato, il fracassare con la scure il capo del proprio padre, o ammazzare i fratelli, o cavare con la spada dal grembo della moglie il figlio prematuro...»  (Epistolario, a Ser Andrea di Conte).  Cancelliere di Firenze/ Figura culturale di riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità di discepolo del Boccaccio e precettore di Poggio Bracciolini e Leonardo Bruni.  Considerato uno dei più importanti uomini di governo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo, Coluccio Salutati, nei suoi trent'anni di cancelliere della Repubblica di Firenze, svolse un importantissimo ruolo diplomatico nel frenare le ambizioni del duca di Milano Gian Galeazzo Visconti, intenzionato a creare uno Stato comprendente l'Italia centro-settentrionale. Nel contesto di questa lotta elaborò la sua dottrina della libertas fiorentina. Oltre all'impegno politico, il Salutati svolse un importante ruolo nella diffusione dell'umanesimo petrarchesco e boccacciano, divenendone l'esponente più importante e il praeceptor della prima generazionedegli umanisti. Il suo lascito più importante presso i posteri fu la codificazione "civile" dell'umanesimo, cioè l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica all'interno dell'agone politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra l'altro di un vastissimo epistolario e di trattati politici, filosofici e letterari), difatti, il mito della florentina libertas, cioè di quel complesso di valori ispirati alla libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino, si rafforzò enormemente sotto il suo cancellierato, e fu utilizzato quale strumento diplomatico per accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri Stati della Penisola.  La casa natale di Coluccio Salutati a Stignano, frazione di Buggiano. Origini e formazione giuridica Nato a Stignano in Valdinievole (oggi frazione di Buggiano, in provincia di Pistoia), Lino Coluccio Salutati fu costretto, a pochi mesi dalla nascita, ad abbandonare il luogo natìo per raggiungere il padre Piero (detto dal Villani di buoni costumi e di prudenzia laudabile) a Bologna, ove il genitore serviva il signore della città Taddeo Pepoli, che a sua volta garantiva protezione alla famiglia Salutati. Nella città felsinea Coluccio compì, per volontà paterna (ma più probabilmente del Pepoli che, morto Piero Salutati nel 1341, aveva preso sotto la sua protezione la famiglia e il giovane Coluccio in particolare), studi giuridici, benché fosse maggiormente interessato alle discipline letterarie, e seguì le lezioni di logica e di grammatica di Pietro da Moglio.  Coluccio, ormai diciannovenne, lascia Bologna a causa anche della caduta dei Pepoli e ritorna a Stignano, dove un rogito testimonia la sua presenza. Gli anni successivi all'allontanamento da Bologna,  videro Salutati esercitare il mestiere di notaio in vari centri toscani (specialmente in Valdinievole), coltivando, come si vedrà nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo studio dei classici, come dimostra la lettera a Luigi de' Gianfigliazzi del 1362, colto politico fiorentino col quale Coluccio discute su Valerio Massimo e altri autori antichi.  Cancelliere di Firenze Premesse Nel frattempo, la carriera amministrativa del Salutati lo spinse ad intraprendere anche la carriera politica: cancelliere del Comune di Todi prima, della Repubblica di Lucca poi, ed infine, dopo essere giunto a Firenze ed avervi esercitato per breve periodo l'incarico di scriba omnium scrutinorum, Cancelliere di quella città, Coluccio tenne, pertanto, nelle sue mani la carica più importante della diplomazia della Repubblica fiorentina, divenendo un personaggio di spicco della politica italiana di fine Trecento. Demetrio Marzi, importante studioso di Coluccio per la sua attività istituzionale, sottolinea che, nei trentun anni in cui tenne ininterrottamente la sua carica, Coluccio:  «Costantemente rieletto e confermato dal 1375 al 1406, con le stesse ingerenze, lo stesso stipendio e i soliti privilegi, Coluccio lasciò nell'Ufficio un numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei Consigli, degli uffici più svariati..(Marzi)  L'Europa Occidentale al principio dello Scisma d'Occidente. La frattura in seno alla Chiesa Cattolica spinse il papa romano Urbano VI a firmare la pace coi fiorentini. La guerra degli Otto Santi Magnifying glass icon mgx2. svgGuerra degli Otto Santi. Le relazioni tra Santa Sede (all'epoca ad Avignone) e la Repubblica fiorentina degenerarono rapidamente a causa della volontà di papa Gregorio XI di ritornare a Roma e ripristinarvi l'autorità della Chiesa. La paura che si formasse, nel centro Italia, un forte stato ecclesiastico allarmò sia Firenze (intimorita di essere inglobata nel nuovo Stato) che le città degli Stati Pontifici, che a causa della lontananza del Papato avevano acquisito una grande forza ed indipendenza. La guerra, durata tre anni, finì frettolosamente a causa della scissione interna alla Chiesa stessa tra cardinali francesi ed italiani, fatto che portò alla nascita del gravoso Scisma d'Occidente. Il nuovo papa, l'italiano Urbano VI, assolse Firenze dalla scomunica per avere alleati contro l'antipapa Clemente VII.  Tra gli scomunicati, c'era anche Coluccio Salutati, in quanto figura chiave della politica dell'epoca. «Coluccium Pieri de Florentia, excellentissimum cancellarium comuni Florentie», ricevette l'assoluzione da parte del Papa tramite i legati Simone Pagani, vescovo di Volterra, e Francesco d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani. Dal tumulto dei Ciompi alla restaurazione oligarchica Magnifying glass icon mgx2.svg Tumulto dei Ciompi e Storia di Firenze § L'ascesa degli Albizi. Firenze, mentre stava stipulando la pace con papa Urbano VI, fu sconvolta dalla rivolta del popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato dalla prepotenza politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli operai salariati (i ciompi) a rivoltarsi. Si ebbero i primi scontri e i ciompi, risultati vincitori, imposero Michele di Lando quale gonfaloniere di Giustizia e riformatore della Signoria in senso democratico. L'animosità degli sconfitti si fece sentire molto presto: dopo aver chiuso gli opifici riducendo alla fame gli operai, la grande borghesia e l'aristocrazia riuscirono a trarre dalla loro parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i capi dei ciompi, si dimise dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai magnati, tra i quali primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime oligarchico durato fino alla venuta di Cosimo de' Medici. Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che egli informò Domenico Bandini di Arezzo dei tumulti avvenuti in città e stimando gli uomini assurti al potere quali degni e pieni di considerazione. L'atteggiamento emerso in quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà contrario a quanto Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo ci descrive lo stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in tale carica nonostante l'avversione per i Ciompi:  «Dalle lettere di Coluccio Salutati, riferite all'estate del 1378, si evince come il cancelliere non fosse soddisfatto del governo instaurato dal Popolo Minuto, ed è probabile che il cancelliere conoscesse anche i “piani politici” di chi voleva ritornare al potere. Questo ci permette di ipotizzare che, la decisione di ritornare al proprio ufficio si legava sia alle necessità familiari dell'umanista, sia all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro ma anche, alla conoscenza dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al potere, unito alla convinzione della mancanza di conoscenze politiche adeguate per governare una città come Firenze da parte dei Ciompi stessi (Cirillo)  Massima estensione dei domini viscontei alla morte del Duca Gian Galeazzo. Ha un ruolo decisamente più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si difendesse dalle ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, desideroso di sottomettere l'intera Penisola al suo controllo schiacciando le resistenze delle Signorie dell'Italia Settentrionale. Galeazzo sposta infatti le sue attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e Coluccio giocò un ruolo importante in questa situazione spronando il popolo fiorentino a difendere la sua tradizionale libertà (la florentina libertas) e rispondendo egli stesso dalle accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in Antonium Loscum. La situazione per i fiorentini, all'inizio del conflitto, era alquanto drammatica, in quanto si ritrovarono praticamente circondati dai domini di Gian Galeazzo e solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate da Giovanni Acuto, riuscirono a frenare i piani di dominio del Visconti. La guerra, che riprese dopo una momentanea tregua a partire dal 1396, vide la formazione di una vasta coalizione antiviscontea di cui fecero parte tutti gli stati italiani del centro-nord, tenuti assieme dalla politica estera fiorentina e da quella veneziana. Nonostante gli alleati fossero stati gravemente surclassati dalle forze milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro indipendenza resistendo a dodici anni di guerra, cioè fino alla morte improvvisa di Gian Galeazzo a causa della peste, lasciando Firenze in una posizione di potenza nell'Italia centro-settentrionale.  Gli ultimi anni e la morte Coluccio trascorse gli ultimi anni della sua vita terrena celebrato sia per la sua posizione di guida dell'umanesimo, sia per l'abilità politica dimostrata contro il Visconti, ma anche in grandi amarezze a causa dei lutti (morte della seconda moglie il 28 febbraio 1396 e la morte di alcuni dei suoi figli in occasione della pestilenza). Quando poi morì, la Signoria, il giorno successive, gli fece celebrare funerali solenni in Santa Maria del Fiore, ponendo sulla sua bara una ghirlanda d'alloro per le sue virtù poetiche. I suoi discepoli Leonardo Bruni suo successore, Poggio Bracciolini, futuro cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo piansero amaramente, ricordandolo come un padre e come il più grande decoro di Firenze. Coluccio umanista La guida dell'umanesimo italiano e per trent'anni, dopo la morte del Petrarca e del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano, unico erede di quei grandi (Dionisotti)  Miniatura che ritrae proveniente da un codice della Biblioteca Laurenziana a Firenze. Alla morte del Boccaccio, sia per ragioni anagrafiche (era di una generazione sita tra quella di Petrarca e Boccaccio e la successiva degli umanisti del XV secolo), sia per la propria grandezza letteraria e filosofica, fu il principale esponente dell'umanesimo italiano, come ricorda infatti Carlo Dionisotti e altri studiosi[N 4], quel «trait d'union tra la generazione che aveva vissuto in prima linea il rinnovamento petrarchesco e quella dei nuovi umanisti già pienamente quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia per il ruolo istituzionale sia per quello culturale, rapporti anche con i Paesi europei: tenne corrispondenza con un colto cortigiano di Carlo VI di Francia, Jean de Montreuil, e con l'arcivescovo di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto mentre il presule inglese si trovava a Firenze. Fecondo scrittore, apologeta "diplomatico" della classicità contro gli attacchi degli aristotelici e di alcuni ecclesiastici ostili all'antropologia umanista, Coluccio alternerà il suo magistero culturale con quello politico, difendendo la libertà repubblicana di Firenze adottando lo stile e il genere degli antichi trattatisti.  La formazione umanistica Nonostante Lino avesse preso definitivamente l'attività notarile, come testimonia il suo primo rogito effettuato nella nativa Stignano, l'amore per la cultura e la letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla fine degli anni sessanta, Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni, amico a sua volta di Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un rapporto epistolare a distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle proposte umanistiche del poeta Aretino. Nel periodo che intercorse tra questa prima epistola e la morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella mentalità classicista del maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con l'altro grande umanista e allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo animatore del circolo umanista di Santo Spirito a Firenze. Tra Santo Spirito e la sua casa. L'educazione dei giovani umanisti Seguendo la scia del maestro Boccaccio, sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso, il Cancelliere della Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito, tenendovi lezioni cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si ricordano, tra i più importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini), ma anche di altre regioni italiane (quali il vicentino Antonio Loschi e il già ricordato Pier Paolo Vergerio). Nel convento degli agostiniani Salutati, aiutato nel suo magistero culturale dal coltissimo frate Luigi Marsili[40], non si fece soltanto portavoce degli ideali dell'umanesimo classicista petrarchesco, ma continuò a tenere in alta considerazione Dante Alighieri, deprecato da una cerchia dei giovani umanisti in quanto scrittore volgare e pessimo latinista. La fondazione della cattedra di greco a Firenze. Oltre al suo compito di formazione dei giovani umanisti che andranno a diffondere il nuovo sapere presso gli altri centri culturali italiani, Salutati ebbe il merito non solo di affidare le cattedre tradizionali dello Studium fiorentino ad umanisti discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini), ma soprattutto quello di far rifiorire in Italia il greco classico. Grazie all'incontro avvenuto a Venezia tra i giovani umanisti Roberto de' Rossi e Giacomo Angeli da Scarperia e i due colti bizantini Manuele Crisolora e Demetrio Cidone, inizia, usufruendo dei poteri di Cancelliere, ad intessere rapporti con Crisolora per invitarlo ufficialmente a Firenze quale docente di greco classico nello Studium[N 7]. Questi, giunto nell'Europa Occidentale per conto dell'imperatore Manuele II Paleologo per cercare alleanze contro i turchi ottomani, cercò di instaurare rapporti di amicizia con gli Stati che visitava trasmettendo la conoscenza del greco classico ai nascenti circoli umanistici, edotti di latino ma non della lingua di Omero[42]. Pertanto Crisolora accettò l'offerta del Salutati, rimanendo nella città toscana dal 1397[43] al 1400 e lasciando in eredità ai suoi discepoli (e amici) fiorentini gli Erotematà, compendi linguistici di greco classico caratterizzati da una sinossi con la grammatica latina. L'umanesimo incontrò, durante la sua diffusione, il sospetto e l'ostilità di alcuni ambienti religiosi a causa della libertà e responsabilità etica del singolo uomo che Coluccio andava insegnando[N 8], e del suo progetto di conciliare la natura della cultura classica con quella cristiana. I principali antagonisti dell'umanesimo fiorentino, il camaldolese Giovanni di San Miniato e il domenicano Giovanni Dominici (quest'ultimo poi cardinale), intendevano sostanzialmente mantenere l'istruzione e la morale rigidamente nelle mani della gerarchia, rifiutando la ventilata autonomia spirituale dei pagani e riaffermando la loro interpretazione allegorica[N 9].  Le humanae litterae non sono antitetiche agli studia divinitatis Coluccio, davanti a questi attacchi, sostenne la necessità, anche da parte dei laici, di avere coscienza di ciò che dicono e professano nella vita attiva, ribadendo il valore positivo di questo modello di vita[44] e combattendo il vuoto nominalismo tomista che la cultura ecclesiastica ufficiale difendeva strenuamente quest'ultimo visto come nocivo perché, avendo ormai intriso la stessa Bibbia di sillogismi filosofici, allontanava dalla Verità gli uomini:  «Senza la capacità di intendere in fondo i termini, la lingua, non si dà conoscenza della scrittura, della parola di Dio. Ogni conoscenza seria è comunicazione. In tal modo gli studia humanitatis come mezzo per ritrovare nella lettera l'inseparabile spirto, nel corpo l'anima indisgiungibile, sono strettamente connessi con gli studia divinitatis.»  (Garin39) La poesia vehiculum ad Deum La disputa sulla verità teologica della poesia, genere privilegiato nella conoscenza di Dio, è quello che impegnerà maggiormente Salutati. Seguendo il tracciato delle Genealogie deorum gentilium del maestro Boccaccio, Coluccio Salutati risponde alle accuse dell'immoralità della poesia a Giovanni di San Miniato, in una lettera del 21 settembre del 1401, affermando non solo che ogni verità proviene da Dio stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia attraverso i salmisti, Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere letterario più vicino a Dio. ale tesi verrà poi ulteriormente rinforzata nell'incompiuto De laboribus Herculis, in cui si arriverà a sostenere una vera e propria poesia teologica, per cui anche gli antichi poeti pagani, con le loro opere, si avvicinavano a Dio.  L'attività filologico-paleografica La Biblioteca del Salutati  Un'edizione a stampa veneziana dell'Affrica del 1501. Il poema epico del Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora un po' rozzo, suscitò delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Salutati formò, impiegando gran parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di 100 volumi, collezione molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore culturale. Coluccio possedette un manoscritto delle tragedie di Seneca ricopiato ottimamente di suo pugno con l'aggiunta dell'Ecerinide del preumanista padovano Albertino Mussato[48], ma anche esemplari di autori poco conosciuti nel Medioevo quali Tibullo e Catullo ed una rarissima copia d'età carolingia delle Ad familiares di Cicerone, coperta dall'amico e cancelliere milanese Pasquino Capelli a Vercelli[51]. A questa scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse negli anni seguenti anche le Epistole ad Atticum, rendendo il Salutati «il primo dopo secoli a possedere entrambe le raccolte di lettere di Cicerone. Remigio Sabbadini riporta che, nella sua biblioteca, Coluccio «fu il primo a possedere il De agricultura di Catone, il Centimeter di Servio, il commento di Pompeo all'Ars maior di Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae pseudociceroniane»[53], mentre Francesco Tateo continua elencando «i Dialoghi di Gregorio Magno e l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di Agostino, di Seneca, di Ovidio e di Stazio» in suo possesso.  Nonostante questa passione da bibliofilo, che rese la biblioteca del Salutati la più significativa dopo quella del Petrarca agli albori del XV secolo, Coluccio non sfoggiò mai eccellenti doti filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del suo discepolo Leonardo Bruni. La questione dell'Africa Coluccio cercherà, inoltre, di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del Petrarca, una copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata[56]. Gli sforzi di Salutati e dei primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli anni settanta: Lombardo aveva timore a pubblicare un'opera «rimasta in un testo incompiuto ed incerto», rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca[57]. Quando poi, al principio del 1377, giunge a Firenze il sospirato poema epico dell'Aretino, «...il Salutati è afflitto dalle sospensioni, dalle lacune e certamente anche dalla pesantezza d'ala del poema tanto vantato e sognato». La delusione, trasmessa in una lettera a Francescuolo da Brossano, spinse il Salutati a non farsi più editore e commentatore dell'opera. L'inizio della scrittura umanistica Coluccio intervenne anche nel campo della paleografia. Nel vivo studio dei classici, Coluccio fece un'introduzione fondamentale: dopo aver adottato, per gran parte della sua vita, «una scrittura cancelleresca e una libraria 'semigotica'»[60], a partire dal 1400 lesse e trascrisse un codice delle Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si erano persi nel corso del Medioevo: «l'uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e le legature ae, ę e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento inizia la storia della scrittura umanistica»[61].  Opere  Cristofano Allori dell'Altissimo, Ritratto di Coluccio Salutati, 1587, dipinto ad olio, Galleria degli Uffizi, Firenze Epistolario Premessa Composto da 344 lettere[26], l'epistolario di Coluccio, «documento fondamentale di questa lunga ed efficace opera di rinnovamento» culturale, tratta dei temi più disparati. Organicamente, la raccolta si divide in due filoni: le lettere private, indirizzate ad amici e conoscenti, e quelle pubbliche, scritte a nome della Repubblica diFirenze. Stilisticamente, l'epistolario di Coluccio spicca per l'uso di uno stile che si allontana da quello delle lettere medioevali, fitte della retorica della ars dictandi, per lasciare il posto ad una serenità cordiale e stoica che si richiamava alle Familiares di Cicerone e al repertorio lessicale degli altri autori classici, determinando così quello che è stato definito «latino misto»[63].  Epistolario privato Nella prima categoria, le lettere scritte a nome dell'umanista Coluccio mettono in mostra le tendenze socio-culturali del primo umanesimo italiano. Da un lato, la percezione del divario cronologico tra i contemporanei e gli antichi, eredità diretta della sensibilità petrarchesca; dall'altro, l'esposizione in più punti del suo pensiero, dalla rivendicazione del valore della vita attiva contro i monaci e quegli ecclesiastici che sottolineavano invece l'eccellenza della vita claustrale al valore della poesia. Immancabile è la tematica politica, esposta nella lunga lettera a Carlo di Durazzo[65] e ritenuta essere il sunto del pensiero politico del primo umanesimo[N 11].  Epistolario pubblico Queste lettere, scritte in qualità di cancelliere della Repubblica, sono di carattere puramente politico, in quanto rivolte a contrastare l'azione egemonica di Gian Galeazzo Visconti. Riprendendo i modelli dei classici latini (Seneca, Sallustio, Cicerone), Coluccio additava Gian Galeazzo quale tiranno in contrasto con la florentina libertas. Il tono di queste lettere doveva essere così grave e tagliente che, secondo la tradizione, il duca di Milano rispondeva che un'epistola del Salutati era più deleteria di una sconfitta militare di Milano in campo aperto[66]. Dal punto di vista più tecnico, come fa notare Marco Cirillo: «...il lavoro svolto presso la cancelleria di Firenze ha reso Coluccio Salutati uno dei più noti cancellieri del Medioevo; tale notorietà si deve al metodo di lavoro che egli ha adottato nel trentennio in cui ha ricoperto tale carica. Effettivamente, i cambiamenti che il Salutati ha apportato, soprattutto nel campo dell'epistolografia politica medievale, pur non essendo certo radicali, ebbero una notevole influenza su molte corti d'Europa. La letteratura sull'argomento è unanime nell'affermare che, Coluccio Salutati, pur utilizzando la formula prevista dall'epistolografia cancelleresca medievale, che prevedeva: la Salutatio, il Proverbium, la Narratio, la Petitio e la Conclusio; ebbe modo di personalizzare ogni fase dell'epistola in base alle proprie esigenze narrative. È frequente perciò trovare nelle sue lettere una Salutatio piuttosto breve ed un Proverbiumsoprattutto quando egli esprimeva teorie politichepiuttosto lungo.»  (Cirillo) Trattati Politici  Vincenzo Camuccini, Morte di Giulio Cesare, particolare, olio su tela, 1798, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli De Tyranno (1400) Epistola-trattato inviata a Francesco Zabarella, filosofo padovano, il De Tyranno (basato sull'omonimo trattato di Bartolo da Sassoferrato e sul Polycraticus di Giovanni di Salisbury[67]) riflette sulla nascita della tirannide e sulla liceità dell'assassinio del tiranno stesso. Indotto a fare questa riflessione su spunto del giovane Antonio dell'Aquila, studente padovano che aveva chiesto al Salutati la liceità dell'assassinio di Giulio Cesare, e dalla volontà di difendere la scelta dantesca di porre Bruto e Cassio nelle fauci di Lucifero[68], Coluccio ammette la liceità di un tale gesto nei confronti di un despota, ma negandola però al generale romano, in quanto «fu un benemerito capo di stato, che fu tradito dagli stessi uomini che erano stati da lui beneficiati» Invectiva ad Antonium Luschum, Scritta contro un suo ex discepolo, Antonio Loschi, cancelliere dell'ormai defunto Gian Galeazzo (morto nel 1402) e autore di una perduta Invectiva in florentinos[71], ha un tono più concreto rispetto al teorico De Tyranno. Nell'Invectiva Coluccio mostra la partigianeria repubblicana sostenitrice della florentina libertas, emula dell'Atene di Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi alleati. Salutati ricorda al Loschi come Firenze sia nel giusto perché è sottoposta alle leggi, che non possono essere violate, mentre a Milano il diritto è strumento arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta al di sopra delle leggi. Gli scritti filosofico-teologici De seculo et religione, Scritta all'amico Niccolò di Lapo da Uzano (che prese poi il nome di Girolamo appena entrato nell'ordine dei camaldolesi) si articola in due libri[75] ed è datata 1381, in quanto Coluccio inviò a Fra' Gerolamo da Uzzano una lettera d'accompagnamento insieme al testo da lui realizzato. L'opera tratta di una esortazione assai fervida alla vita claustrale, ma rivendica anche la validità della vita quale laico, in quanto strada «valida nell'ambito gerarchico delle occupazioni umane, a cui egli rimane ancora legato». L'opera del Salutati, esaltante la vita ritirata prendendo spunto anche da Cicerone, Livio, Macrobio e Omero, tratta anche della condanna morale di cui è afflitta la Chiesa, dai papi fino ai predicatori.  De fato et fortuna, Facsimile del codice Laurenziano Pl. CX sup. 41, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze, riportante una lettera del Salutati. Diviso in cinque libri, il trattato espone l'argomento del libero arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e gli avvenimenti che possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai complessa ed erede di una lunga tradizione teologico-filosofica (i modelli sono Alberto Magno, Tommaso d'Aquino e il De bona fortuna di Aristotele), si sviluppa nel tentativo di dimostrare come l'esistenza umana si inquadri in una “causa prima” (Dio), la quale opera in comunione, talvolta incontrandosi, talvolta scontrandosi, con la volontà dell'uomo.  De Nobilitate legum et medicine. Trattato che cerca di proporre una gerarchia dei saperi, proponendo la legge come valore supremo sulla medicina, intesa come sapere tecnico-scientifico: come l'anima è superiore al corpo, così le leggi (che si rifanno al campo spirituale) sono superiori alla medicina, che fa parte della meccanica[78]. Le leggi, infatti, regolano la vita sociale, determinano il convivere civile, stabiliscono l'ordine e devono essere ottime perché possano produrre uomini migliori[79]. Coluccio continua affermando che le leggi, dal momento che appartengono alla sfera spirituale e quindi celeste, sono legate direttamente a Dio: gli uomini, perciò, possono collaborare con Dio nella costruzione perfetta della società grazie al fatto che esse sono ispirate dalla divinità medesima.  De Laboribus Herculis. Opera di grande impegno intellettuale, Coluccio lavorò per più di vent'anni su questo vasto saggio di poesia. Diviso in 4 libri e lasciata incompiuta, intende continuare il progetto culturale di Boccaccio delle Genealogie, vale a dire una difesa della poesia a livello universale basata sulle vicende terrene dell'eroe mitologico Ercole[82], reinterpretate in senso allegorico e indirizzate verso la via della virtù (Salutati si basò su Ercole anche per la radice etimologica del nome greco, risalente ad ερος κλερος (heros cleos), cioè uomo forte e glorioso[81]).  Per Coluccio, come aveva già scritto a Giovanni di San Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale in quanto il senso interpretativo di un testo classico supera la dimensione culturale in cui è stato scritto: per cui le opere dei pagani, se piene di valori positivi, non devono essere rigettate, ma accolte in quanto provenienti da Dio stesso.  Altre Carmen de morte Francisci Petrarce Carme in latino commemorativo del Petrarca e accennato in varie epistole a Roberto Guidi conte di Battifolle, a Benvenuto da Imola e a Francescuolo da Brossano, del quale è quasi dubbio il completamento[. De verecundia, Trattatello in forma epistolare indirizzato ad Antonio Baruffaldi sulla natura positiva o negativa della verecundia (cioè il rispetto). Grazie agli studi genealogici di Francesco Novati, si è potuti ricostruire l'ascendenza e la discendenza del cancelliere fiorentino, appartenente al ramo dei Salutati di Stignano. Qui sotto è riportato un albero genealogico che espone l'ascendenza e la discendenza di Coluccio Salutati[N 12]:  IgnotaColuccio Ignota, figlia di un tal LinoPiero Lino Coluccio donna ignota; Piera di Simone Riccomi[84]AndreaCorradoGiovanniSorella ignota, sposata a uno dei Giovannini di Stignanosorella ignota, sposata ad uno dei Dreucci di Pistoia  Piero (morto di peste Andrea morto di peste  Bonifazio  ~ 1420 ca Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo  Margherita d'Andrea de' Medici Antonio  ~ Duccia di Guernieri de' Rossi;Nonnino Filippo (1383 ca-post 1407 Simone Lionardo, chierico Salutato, chiericoLorenzo (incerto) Note Esplicative  A lungo si è ritenuta corretta la data del 1331, Campana  Martelli, ( 238-239 e239, nota 1), Nuzzo, e altri studiosi hanno dimostrato che la data corretta è Villani, Coluccio Salutati XXVII racconta l'ascesa politica di Coluccio ad una delle più prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario grazie all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, Coluccio fu poi eletto Cancelliere (il 18 di aprile) in sostituzione di Niccolò Monaci, uomo politico con cui il Serragli fu in disputa.  Si veda Epistolario per le addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico in comune Niccolò Niccoli («tali parente» nell'epistola di Bruni; «patris nostri» in quella di Poggio). In Ivi,  l'istriano Pier Paolo Vergerio, in una lettera a Francesco Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di Firenze («...urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium Salutatum»).  Della stessa opinione anche: Cappelli76, in cui si ricorda, al momento dei funerali, il commosso addio dell'allievo Pier Paolo Vergerio, che chiamò Salutati communis omnium magister («maestro comune di tutti [noi]»); Vasoli40; Contini869; Gargan141.  Luogo significativo per continuare le riunioni dei nuovi umanisti, in quanto vi viveva quel fra' Martino da Signa erede universale degli scritti del Boccaccio. Si vedano Contini869; e Petoletti42: Boccaccio dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca all'agostiniano Martino da Signa con l'indicazione che alla morte del frate i volumi fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così avvenne...»   La grandezza di Dante, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, furono messi in discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, Niccolò Niccoli, all'interno dei Dialogi ad Petrum Histrum di Leonardo Bruni. L'accusa principale consisteva nella barbaria del loro latino e nel, caso di Dante, nel fraintendimento del senso di alcuni passi virgiliani. Solamente l'intervento del vecchio Salutati, nel I libro, riesce a capovolgere la situazione, salvando Dante dalle accuse feroci del Niccoli: «Come anche risulta da un dialogo del Bruni, che di quella polemica antidantesca è il documento principe, l'intervento del S[alutati] riuscì ad assicurare la continuità, proporzionata all'età nuova, della tradizione dantesca a Firenze.»  (Dionisotti)  I contatti tra Costantinopoli e Firenze erano facilitati dalla presenza, nella capitale bizantina, dello stesso Giacomo da Scarperia, che decise di riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere greco da lui stesso. Si veda: Tateo50.  La visione "laica" dell'umanesimo non si deve confondere con la proposta "laicista", dal punto di vista etico e antropologico. Mantenendo sempre un'attenzione ossequiosa verso la Chiesa e una sincera devozione verso le Verità cristiane, Coluccio intende nel contempo «esaltare e rivendicare la responsabilità umana al di fuori di qualsiasi determinismo meccanicista e ponendo in valore la libertà personale del singolo» (Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il rapporto tra libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia «conciliabile con l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio».  Si è condensato, in questi due punti, l'attacco generale del mondo ecclesiastico contro l'umanesimo. Come sottolinea Cappelli78, la questione sul valore della poesia riguarda la disputa con Giovanni di San Miniato tenutasi nel 1401 (cfr. Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo dell'umanesimo e risale al 1405 (cfr. Epistolario, Il codice di Catullo facente parte della biblioteca del Salutati (cod. Paris. 14137) entrò nelle mani del cancelliere fiorentino igrazie alle pressioni che esercitò sull'erudito veronese Gasparo de Broaspini, secondo quanto riporta Sabbadini34. Della stessa opinione anche Francesco Novati che, in Epistolario, 1222 nota 2, giunge alla stessa conclusione del Sabbadini in quanto vi ha trovato delle postille autografe del Salutati.  Così la definisce Cappelli,   L'epistola, datata 1381, è importante perché, dopo l'elogio di Carlo per la fortunata impresa militare della conquista del Regno di Napoli e il paragone con gli eroi antichi, Coluccio enumera i doveri di un buon sovrano: cercare l'unità religiosa della Chiesa, spaccata dallo Scisma (cfr. Epistola, 2,  27-28); gestire con moderazione il potere e imparare a gestire le proprie emozioni (Epistola, 232: «incipe prius tibi quam aliis imperare; rege te ipsum, noli regendorum subditorum studium tuimet derelinquere moderamen.») per evitare di cadere nei vizi e di essere classificato come un tiranno (Epistola, 233). Esaltandolo alla virtù, alla temperanza e alla giustizia, Coluccio insomma tratteggia il modello del sovrano ideale, cavalleresco, formato sull'esempio dei classici -- continua è la comparazione con gli antichi statisti e sovrani) e timorato di Dio.  Le informazioni, ricavate attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da parte del Novati, sono prese in ordine sparso da Epistolario, 4.2, Tavole genealogiche dei Salutati, ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e figli di Coluccio. Per consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere, si consulti sempre Epistolario, Riferimenti  Dionisotti.  Villani, Coluccio SalutatiXXI,  Marzi113.  Carrara.  Contini869.  Carrara: «Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui che era "pierius" (così foggiò il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto alle Pieridi, le Muse. Garin, Epistolario, 1, 1, Magistro Petro de Moglio3.  Epistolario, 1, 1, Petro da Moglio3, nota 1.  Marzi114, nota 1.  Tateo43.  Epistolario, 1, 4, Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de Gianfigliaziis,  9-12.  In Epistolario, 1, 16, Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni de Florentia summi pontificis secretario, domino suo44, Coluccio si lamenta della sua mansione di cancelliere nella cittadina umbra, così come farà nelle Ep. 1, 17 e 18.  Marzi14: «Vero è che nel secolo XV invalse l'uso di chiamare Cancelleria Fiorentina l'ufficio del quale era capo il Dettatore, che aveva la particolare ingerenza di scrivere le lettere e di trattare le faccende della politica esterna. Per le informazioni in generale, si veda Bosisio248.  EEpistolario, 4.2429 e Ibidem, nota 2.  Per l'intera vicenda, si veda Bosisio249.  Epistolario  «Unum dicam, quod emerserunt et ad tante sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro salute cunctorum.» «Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande repubblica emersero e vi sono [uomini], i quali bisognò [vi fossero] per la salvezza di tutti.»  Inoltre, sempre in Ivi, nota 2, il Novati annota che Coluccio fu così favorevole al nuovo governo in quanto fu uno dei pochissimi a non essere proscritto dalle cariche istituzionali.  Bosisio,  Come riporta Bosisio260, Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione anti-fiorentina, mentre il signore di Milano (dal 1395 duca per investitura imperiale) si alleò con Lucca e altre città umbro-marchigiane.  Bosisio260.  Bosisio261.  Marzi133.  Marzi148.  Cappelli 76.  Villani, Coluccio Salutati XXII, nota 5.  Cappelli86.  Marzi,  Epistolario, Wilkins259.  Senili, Cesareo2 La prima epistola riportata dal Novati in cui Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese risale al 20 dicembre 1367 (cfr. Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de Certaldo...) ma, come fa notare lo stesso Novati, i toni sono troppo famigliari per essere la prima epistola scambiata tra i due (Ivi48 n° 1).  Branca  «Inclyte cur vates, humili sermone locutus, / de te pertransis? te vulgo mille labores / percelebrem faciunt: etas te nulla silebit.» «Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel volgare idioma, / avanzi nel corso del tempo? [...] Mille fatiche ti rendono celebre presso il volgo / : nessuna epoca tacerà sul tuo conto.»  (Branca) Si veda anche Epistolario, 1, Egrigio viro Franciscolo de Brossano domini Francisci Petrarce genero, Ep. ove Coluccio piange sia la scomparsa del Petrarca, ma annuncia anche quella del Boccaccio:  «Fallebar enim, et dum Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo commento, veterum pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime nobis merore novi funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes. Vigesima quidem prima die decembris Boccaccius noster interiit...» «Infatti ero ingannato, e mentre piango Francesco e mentre, attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo commento, quasi tralasciata la sentenza degli antichi, ecco che nuove lacrime si aggiunsero a noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di un'opera che inizia. Il nostro Boccaccio spira. Tateo. Cappelli,  ricorda anche che Salutati era solito mettere a disposizione dei suoi allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i luoghi di incontro erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere, come dimostra anche Tateo42.  Tateo42: «Gli animatori di questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella propria casa, l'altro nella sua cella di Santo Spirito, ricevevano i giovani più promettenti della nobilità fiorentina, e li iniziavano al gusto delle lettere antiche. Sabbadini43 riporta che l'erudito greco era già a Firenze. Garin36 sintetizza, prendendo spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario, 2,  303-307, l'ideale di vita attiva propria dell'essere umano inteso come cittadino del mondo: «Terrestre è la vocazione umana. L'impegno nostro è nella costruzione della città terrena, nella società».  Garin,  38-39: «Il Salutati...insisteva sul valore della educazione nuova [...] essa insegnava a ritrovare sub corticem il valore intenzionale dei termini, smarrito nella consuetudo, penetrando l'espressione nel suo significato intimo come direzione spirituale. Parola e cosa, insiste il Salutati, non possono disgiungersi.»   Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, «Noli, venerabilis in Christo frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare quod, cum vel in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias Domini non eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar, aliquid est Dei.» «Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in modo così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando si cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio.»   Epistolario, :  «Nullum enim dicendi genus maius habet cum divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium quam eloquium poetarum.» «Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior legame con le parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei poeti.»   Gargan141.  Sabbadini25.  Gargan142: «Il manoscritto di Vercelli fu alla fine portato a Firenze, ove rimane (Laur. 49, 9), unica copia carolingia esistente delle Epistole di Cicerone.»  Sabbadini34.  Gargan142.  Sabbadini,  34-35.  Tateo49.  Gargan ritiene che «la sua filologia non fu di altissima classe...».  Billanovica. Fitta la corrispondenza tra Salutati e Della Seta, come testimonia la prima lettera inviata dal cancelliere fiorentino il 25 gennaio del 1376 (Epistolario, 1, Insigni viri Lombardo...optimo civi patavino, Billanovich11.  Billanovich52.  Epistolario, 1, Franciscolo de Brossano, Bischoff211.  Bischoff,  Cappelli Cesareo  Cfr. la già citata Epistolario, 3, Fratri Johanni de Angelis, Epistolario, 2, Epistola Coluci Salutati florentina ad Carolum regem Neapolitanum, 1, 6,  11-46.  Canfora13. Villani, Coluccio SalutatiXXIII, riporta la veemenza con cui Salutati "fulminava" Gian Galeazzo con le sue lettere, riportando tra l'altro la testimonianza di Enea Silvio Piccolomini cui quest'aneddoto è attribuita la paternità.  Canfora,  Pastore Stocchi68.  Sia la citazione che il contesto in cui fu scritto il De Tyranno sono esposti in Canfora,  14-16.  Così Cappelli82: «In altri termini, se Cesare, pur giunto al potere in modo "tirannico" o violento, seppe poi legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di esso (ex parte exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua uccisione non fu legittima, mentre lo sarebbe quella di un tiranno che esercitasse come tale.»   Per la figura di Loschi, si rimanda alla voce biografica Viti.  Canfora,  ipotizza, a14, l'aiuto di Leonardo Bruni nello sviluppare il paragone Firenze-Atene, in quanto Coluccio Salutati «non [era] molto esperto di quella lingua e di quella cultura».  Cappelli 83.  Vasoli40: «Così il Salutati, rivolgendosi al cancelliere milanese Antonio Loschi, nella Invectiva in Antonium Luschum, dopo aver contrapposto i guasti del regime tirannico milanese ai vantaggi di quello libero e repubblicano di Firenze, glorifica la sua città come "fiore d'Italia" e come esempio di vita serena e armoniosa.»   Cappelli 84.  Epistolario, 2, V15, di cui si riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento:  «Mitto tibi munusculum istis paucis noctibus correctionis studio lucubratum. In quo si quid proficies tu vel alii, laus sit omnium conditori Deo, cui placeat me in tuis sanctis orationibus commendare. Vale felix et diu. Colucius tuus.» «Ti mando un piccolo pensiero composto in queste poche notti dopo un'opera di revisione. Attraverso questo [trattato], se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di tutti voi sia per lodare Dio, al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue sante orazioni. Sta felice a lungo. Il tuo Coluccio.»   Cappelli,  Tateo46: «[Nel De Nobilitate Coluccio] ribadiva, attraverso un discorso più ampio e articolato, la distinzione della medicina, designata medievalmente come "arte meccanica", ossia tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza della vita spirituale e quindi superiore all'altra.»   Cappelli81,  Garin40: «Le leggi...sono veramente un sigillo divino, con cui dopo il primo peccato Dio ha offerto alle comunità degli uomini la vita per riconquistare il bene...Ispirate da Dio agli uomini, inscritte nell'anima umana, esse hanno un'altra superiorità, rispetto alle leggi naturali: possono essere conosciute nella loro pienezza integrale, con una certezza che non si troverà mai nelle scienze della natura.»   Cappelli80.  Tateo46.  Cfr. Epistolario, 2224, nota 1 per la storia del codice contenente il carme. Si riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistola XVIII in cui Coluccio annuncia a Benvenuto da Imola il suo progetto:  «Sed ut ad Franciscum nostrum redeam, opusculum metricum de ipsius funere iam incepi...» «Ma per ritornare al nostro Francesco, ho già iniziato [a stendere] un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria dello stesso...»   Marzi, p.115.  Antiche Filippo Villani, Le vite d'uomini illustri fiorentini, Giammaria Mazzuchelli, Venezia, Giambatista Pasquali, Moderne Nicola Abbagnano, La filosofia del Rinascimento, in Nicola Abbagnano , Storia della filosofia,  3, Milano, TEA, Giuseppe Billanovich, Gli inizi della fortuna di Francesco Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 1947,  18 dicembre . Bernhard Bischoff, Paleografia latina. Antichità e Medioevo, GildaMantovani e Stefano Zamponi, Padova, Antenore, Alfredo Bosisio, Il Basso Medioevo, in Federico Curato , Storia Universale,  4, Novara, Istituto geografico De Agostini, Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo biografico, Firenze, Sansoni, Augusto Campana, Lettera del cardinale padovano (Bartolomeo Uliari) a Coluccio Salutati, in Ch. Henderson , Classical Mediaeval and Renaissance studies in honor of Berthold Louis Ullman, Roma, Davide Canfora, Prima di Machiavelli. Politica e cultura in età umanistica, Roma-Bari, Laterza, Guido Cappelli, L'Umanesimo italiano da Petrarca a Valla, Roma, Carocci editore, Alessandro Cesareo, L'Epistolario di Coluccio Salutati ed il carteggio con Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca filologico-letterariaTesi di dottorato , Madrid, Universidad Autonoma de MadridFacultad de Filosofia y Letras, Dicembre . 18 febbraio . Gianfranco Contini, Letteratura italiana delle origini, 3ª ed., Firenze, Sansoni Editore, Enrico Carrara, SALUTATI, Lino Coluccio di Piero, in Enciclopedia Italiana,  30, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,Daniela De Rosa, SALUTATI, Lino Coluccio, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . 25 marzo .  Loredana Chines, Giorgio Forni, Giuseppe Ledda e Elisabetta Menetti, Dalle Origini al Cinquecento, in Ezio Raimondi , La letteratura italiana, Milano, Bruno Mondadori, Carlo Dionisotti, Salutati, Coluccio, in Umberto Bosco , Enciclopedia Dantesca, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Luciano Gargan, Gli umanisti e la biblioteca pubblica, in Guglielmo Cavallo , Le biblioteche nel mondo antico e medievale, Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed., Roma-Bari, Laterza, Mario Martelli, Schede per Coluccio Salutati, in Interpres, Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano, Licinio Cappelli,  Armando Nuzzo, Coluccio Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in Letteratura Italiana Antica, Manlio Pastore Stocchi, Pagine di storia dell'Umanesimo italiano, Milano, FrancoAngeli, ,  Marco Petoletti, Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis, C. Monti, Marco Petoletti et alii , Boccaccio autore e copista, Firenze, Mandragora, Francesco Petrarca, Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti,  2, Firenze, Le Monnier, Coluccio Salutati, Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5 tomi, Roma, Forzani e C. tipografi del Senato, Si sono consultati: Epistolario, . Epistolario,  Epistolario,  Epistolario, Epistolario, Remigio Sabbadini, Le scoperte dei codici latini e greci ne' secoli XIV e XV, Firenze, G.C. Sansoni, Achille Tartaro e Francesco Tateo, Il Quattrocento. L'età dell'umanesimo, in Carlo Muscetta , La letteratura italiana, 3, tomo I, Bari, Laterza, Si sono presi in considerazione: F. Tateo, La cultura umanistica e i suoi centri, E. Wilkins, Vita del Petrarca, Luca Carlo Rossi e Remo Ceserani, Milano, Feltrinelli,   edito per la prima volta negli Stati Uniti col nome diLife of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, Cesare Vasoli, Le filosofie del Rinascimento, Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, Paolo Viti, Loschi, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani,  66, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, Palazzo Salutati Francesco Petrarca Giovanni Boccaccio Umanesimo Repubblica di Firenze Leonardo Bruni.  James Hankins, Coluccio Salutati e Leonardo Bruni, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Marco Cirillo, Il tiranno in Coluccio Salutati, umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di Giuseppe Bonghi. Coluccio Salutati. Salutati. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Salutati” – The Swimming-Pool Library.

 

Sanctis. Essential philosopher. He considers philosophy as a branch of the belles lettresand his field of expertise is when stylists stopped using an artificial Roman, and turned to ‘Italian.’ Grice: “I really do not like de Sanctis; when an author becomes philosophical, he says that he has been infested of the philosophical pest!” -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e de Sanctis," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Sanctis. Keywords: storia della filosofia, il saggio filosofico, il poema filosofico, il tema filosofico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanctis” – The Swimming-Pool Library.

 

Sanseverino (Napoli). Filosofo. Considerato uno fra i massimi precursori del neo-tomismo. Si trasferì in giovanissima età a Nola dalla natia Napoli per frequentare il seminario diocesano dove suo zio era rettore. Dopo l'ordinazione, continuò lo studio della filosofia con l'intento di confrontare i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in Italia, all'epoca, quello cartesiano. Lo studio comparato dei vari sistemi gli permise una conoscenza più approfondita della Scolastica, soprattutto delle opere di Tommaso d'Aquino, e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Da allora, e fino alla fine della sua vita, la sua unica preoccupazione fu la restaurazione della filosofia scolastica, non solo con scritti, ma anche con lezioni, conferenze e discussioni. La sua preparazione in materie filosofiche gli permise di divenire, non ancora trentenne, professore di logica e metafisica presso il seminario di Napoli. Fu anche canonico della cattedrale della propria città. Fondò la rivista La Scienza e la Fede che continuò ad uscire, a cura dei suoi discepoli Nunzio Signoriello e Antonio D'Amelio, a oltre vent'anni di distanza dalla morte del filosofo. Nel 1851 venne chiamato da Ferdinando II a insegnare filosofia morale nell'Napoli, e venne incaricato anche di preparare un manuale "ufficiale" per le scuole del Regno delle Due Sicilie; Sanseverino scrisse allo scopo il manuale "I principali sistemi della filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo". Con l'unità d'Italia Sanseverino venne progressivamente emarginato e messo in condizione di abbandonare l'insegnamento universitario. Continuò tuttavia ad insegnare presso il seminario di Napoli. Morì nella città partenopea nel corso di un'epidemia di colera. Profondo conoscitore di Aquino e della filosofia medievale, il Sanseverino diede alle stampe, negli anni quaranta dell'Ottocento, alcuni interessanti saggi sui filosofi moderni, fra cui Emanuele Kant e Baruch Spinoza. Nel 1849 iniziò ad occuparsi più specificamente di San Tommaso e della dottrina tomista con La dottrina di S. Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, cui fece seguito, otto anni più tardi, un Saggio di teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud. Fra il 1850 e il 1853, esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del criterio, discussi colla dottrina de' Santi Padri e de' Dottori del Medio Evo, un'ampia e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista del Settecento e su quella a lui contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti) confutata sulla base della logica dei più alti rappresentanti del cristianesimo medievale.  Il suo capolavoro, in cinque volumi, fu però pubblicato solo fra il 1862 e il 1865. Si tratta del celebre saggio, redatto in lingua latina, Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata, che ha per oggetto la storia della logica nell'ambito della filosofia cristiana. Un sesto volume, già progettato, non vide mai la luce a causa dell'improvviso decesso dell'autore. L'opera fu ripresa in alcune sue parti dallo stesso Sanseverino ad uso dei suoi studenti nel suo Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum scholarum clericalium. Venne pubblicata a Napoli la versione definitiva degli Elementa. L'opera, letta e molto citata nella seconda metà dell'Ottocento e durante tutto il Novecento, si articola in quattro tomi, di cui gli ultimi due, Antropologia e Teologia naturale, uscirono postumi rispettivamente tre e cinque anni dopo la morte del filosofo grazie all'iniziativa di un suo allievo, Nunzio Signoriello. Quest'ultimo si assunse anche l'onere di dirigere, dopo la scomparsa del proprio fondatore, le pubblicazioni della rivista di Sanseverino La Scienza e la Fede, che mantenne vivo l'interesse, a Napoli e in Italia, sulla filosofia cristiana medievale e sul tomismo. Altre opere: “Delle teorie kantiane difese da O. Colecchi nella sua opera che per titolo: sopra alcune questioni le più importanti della filosofia” (Napoli); “La Scienza e la fede: il razionalismo teologico dei più celebri filosofi tedeschi e francesi da Kant insino ai nostri giorni” (in La Scienza e la Fede); “Spinoza e i moderni razionalisti” (Napoli, La Scienza e la fede); “La dottrina di s. Tommaso sull'origine del potere e sul preteso diritto di resistenza, (Napoli, Giannini); “Saggio di teologia scolastica in difesa dell'angeologia di S. Tommaso d'Aquino contro i sofismi di G. Reynaud” (Napoli, Manfredi); “Elementa philosophiae theoreticae ad usum cleri neapolitani” (Napoli, Manfredi); “Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata” (Napoli, Manfredi); “Institutiones seu Elementa philosophiae christianae cum antiqua et nova comparata” (Napoli, Manfredi); “Philosophia christiana cum antiqua et nova comparata in compendium redacta ad usum scholarum clericalium” (Napoli, Manfredi); “Compendio della filosofia cristiana comparata con le dottrine de' filosofi antichi e moderni” (Napoli, Biblioteca cattolica); Ugo Dovere, Gaetano Sanseverino filosofo tomista, tentativo di ricostruzione, in Doctor communis, Ugo Dovere, Gli orientamenti del periodico napoletano La scienza e la fede, in Campania sacra, Pasquale Naddeo, Le origini del neotomismo e la scuola di Gaetano Sanseverino, in Storia della filosofia, Società editrice italiana, Torino Pasquale Orlando, Il neotomismo a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, Pasquale Orlando, Vita e opere di Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, Pasquale Orlando, L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla rinascita del tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, Carmine Matarazzo, Per una "rivoluzione del cuore". La visione dell'umano in Giacomo Leopardi nella lettura critica di Gaetano Sanseverino tra antropologia cristiana e istanze pastorali, Alessandro Polidoro Editore, Napoli .  Tomismo Neotomismo. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Gaetano Sanseverino, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gaetano Sanseverino, . Gaetano Sanseverino, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Biografia di Gaetano Sanseverino, su dif.unige.  di Gaetano Sanseverino, su dif.unige. Gaetano Sanseverino. Sanseverino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanseverino” – The Swimming-Pool Library.

 

Santilli (Sant’Elia Fiumerapido). Filosofo. Figlio del medico santeliano Silvestro, sindaco del paese, atredici anni si trasferì a Napoli con la madre Giuseppa Mancini, figlia del medico Evangelista Mancini di Picinisco ma residente a San Germano (oggi Cassino), e i tre fratelli, per completare gli studi. A Napoli sseguì il corso liceale presso la Scuola di Francesco Murro. All'Università e discepolo di Galluppi e amico, fra gli altri, Settembrini, Fiorelli e Sanctis. Si laurea in filosofia, aprendo anche una Scuola di Diritto Morale e Costituzionale.  Fervente giobertiano, e attivo propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federata sotto la guida di Pio IX. Ebbe frequenti rapporti epistolari con Mamiani, con il cardinale Gizzi e con il filosofo eclettico Cousin. Quest'ultimo lo introduce nel giro culturale del socialismo utopistico europeo e soprattutto francese, ma modula il suo socialismo secondo i propri valori cristiani ed umanitari, rifiutando la logica della lotta di classe. Ha comunque a scrivere che nel Regno di Napoli occorreva una savia distribuzione della ricchezza. Presidente della Società Dantesca di Napoli e prolifico filosofo, giornalista e poeta.  Fonda e direge i giornali "L'Enciclopedico" e il quotidiano giobertiano "Critica e Verità" fondato durante i moti rivoluzionari in cui vivacemente sosteneva che occorreva occuparsi della piaga della povertà meridionale, scrivendo il 20 marzo che: "La nazione vuole pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto necessario, assoluto ... il popolo non capisce la speculativa astrazione di alcune verità, non sa i titoli di libertà, di costituzione, di uguaglianza,  una riforma che dimentica affatto la fisica prosperità de' popoli non è che riforma di solo nome. Fra i sui saggi filosofici: "Le idee soggettive", testo di studio nelle scuole del Granducato di Toscana; "Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo filosofico dell'Autorità"; "Cenno psicologico sull'attività e la passività dello spirito"; "Individuo e Società"; "Princìpi dell'Umanità razionale"; "Il socialismo in economia" e "Lavoro, industria e capitale". Le sue poesie le pubblicava sul giornale "La Gazza". Si batté politicamente per l'ottenimento della Costituzione da parte di re Ferdinando II di Borbone.  Malvisto e considerato individuo pericoloso dalla polizia borbonica, per i suoi scritti, la sua attività politica e i suoi discorsi pubblici, il cui numero di ascoltatori si andava infoltendo sempre di più, Santilli fu ucciso a baionettate insieme al fratello Vincenzo di 27 anni, all'amico e compaesano Filippo Picano di 18 anni e alla fantesca Carmela Rossi detta Mega da soldati svizzeri che fecero irruzione nella sua abitazione di Napoli, in Largo Monteoliveto, durante i moti insurrezionali di Napoli. Secondo i ricordi Settembrini venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indica come il predicatore alla soldataglia. Lo ricordano due epigrafi: una sulla facciata della sua casa natia a Sant'Elia Fiume Rapido e una sulla facciata della palazzina in cui abita a Napoli, in Largo Monteoliveto, accanto al Palazzo Gravina. Di lui scriveno Sanctis, Pepe, Settembrini, Vannucci, Massari, Grosso, Guzzardella, Mandalari che volle raccogliere, in un unico volume, su desiderio di Sanctis, tutti i saggi di Santilli tramite il libro "Memorie e scritti di" (Roma). Franco Della PerutaIl Giornalismo Italiano del Risorgimento, I. Ghiron, Della Peruta, ()  Storia del quindici maggio in Napoli L. Settembrini "Memorie e scritti raccolti da Mario Mandalari"  Mario Mandalari, Memorie su Angelo Santilli, Roma, 1893. Alberto Guzzardella, Angelo Santilli, un grande cattolico socialista e martire del Risorgimento Italiano, Milano, 1973. Isaia Ghiron, Il valore italiano, Volume 1, Tip. nazionale degli editori Ghione e Lovesio, Franco Della Peruta, Il Giornalismo Italiano del Risorgimento, FrancoAngeli, . Benedetto Di Mambro, in Sant'Elia Fiumerapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca, . Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, Volume 1, Antonio Morano. Angelo Santilli. Santilli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santilli” – The Swimming-Pool Library.

 

Santorio (Capodistria). Filosofo. Considerato il padre della fisiologia sperimentale moderna. Santorio fu il primo a comprendere l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi in medicina, per valutare i quali inventò alcuni dispositivi ancora attualmente in uso nella pratica medica, tra cui il termometro e il tachimetro. Oltre ai suoi meriti in medicina, Santorio fu filosofo e studia sperimentalmente la struttura della materia, di cui descrisse la struttura corpusculare e meccanica, anticipando le ricerche successive di Galileo e Descartes.  Completati gli studi di medicina a Padova, nel 1582, esercitò la professione per molti anni in Croazia, Polonia e Ungheria. Torna a Venezia dove fece amicizia con Sarp, Sagredo e Galilei. Il suo adattamento del pendolo alla pratica medica precede gli esperimenti condotti da Galileo con i pendoli, ed era noto ai professori dello studio di Padova sin dal 1600. Fu un pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia usata per studiare l'equilibrio omeostatico e le trasformazioni metaboliche Tra i soggetti che si prestarono alla sperimentazione vi fu anche il collega Galileo Galilei. Noominato professore di 'Medicina Teorica' (corrispondente all'attuale fisiologia generale) a Padova. In quella città pubblicò descrizioni di congegni termometrici e di precisione che divennero di largo uso nella pratica medica. Rinuncia alla cattedra per dedicarsi alla pratica privata. E un pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo dispositivo più famoso fu una grande bilancia (stadera medica) usata per studiare le trasformazioni metaboliche in soggetti sperimentali tra i quali vi fu lo stesso Galileo. Fu pioniere nell'uso del metodo sperimentale di cui comprese l'importanza e la necessità replicando i suoi esperimenti per circa trent'anni. Considerato a torto il fondatore della iatromeccanica, ne fu tuttavia ispiratore con i suoi importanti studi sul metabolismo e sulla termoregolazione umana. Fu il primo a quantificare la perspiratio insensibilis e ad introdurre in medicina l'uso del termometro clinico che egli stesso ideò.  Santorio inventò anche altri strumenti (pulsilogio, igrometro, "letto artificioso", "eolopila medica", "termometro lunare") intesi a tradurre in numero e determinare con esattezza matematica i parametri vitali umani. Altre opere: Le sue opere ebbero numerose edizioni, diffusione europea e ampia popolarità. Classico il “De statica medica” -- uno dei libri più importanti della storia della fisiologia. Santorio Santorio, Sanctorii Sanctorii, “Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt libri quindecim. Nunc primum accessit eiusdem authoris De inventione remediorum liberAubert, Santorio Santorio, Ars de statica medicina, Leida, D.Lopes de Haro, Commentaria in artem medicinalem Galeni, Nova pulsuum praxis morborum omnium diagnosim prognosim et medendi aegrotis rationem statuens, sine eorum relatione”; “Commentaria in primam fen primi libri canonis Auicennae”; “Commentaria in primam sectionem Aphorismorum Hippocratis”; “Opera omnia, F. Bigotti e D. Taylor, The Pulsilogium of Santorio: New Light on Technology and Measurement in Early Modern Medicine, in Societate si politica,  Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze (home page), pubblicata sotto licenza Creative Commons Castiglioni A.,: Storia della Medicina, II, Mondadori, Milano, 1948. Pazzini A.,: Storia della Medicina, II, Società Editrice Libraria, Milano, 1Premuda L.,: Storia della Medicina, Cedam, Padova, Premuda L.,: Storia della Fisiologia, Del Bianco Editore, Udine, Voce: Santorio Santorio in Enciclopedia Italiana, XXII, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 1936. Voce Santorio Santorio in Enciclopedia Biografica Universale Treccani, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Santorio Santorio, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Santorio Santorio, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Santorio Santorio, .  Museo Galileo, su catalogo.museogalileo. Un importante progetto di ricerca internazionale su Santorio Santorio e la nascita della quantificazione in medicina è attualmente organizzato e promosso dalla Wellcome Trust presso il Centre for Medical History dell'Exeter.  Un video in inglese sulla vita e le opere di Santorio. Santorio Santorio. Santorio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santorio” – The Swimming-Pool Library.

 

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Sanzo (Roma). Flosofo. Conseguita la laurea in filosofia insegna nei Licei Statali della provincia di Brindisi. Ammesso alla Scuola di Perfezionamento in Filosofia della Scienza dell'Università Statale di Milano, lavora alle dirette dipendenze di Geymonat. Consegue, quindi, tutti i gradi accademici a Salento, dove termina la carriera in qualità di Professore e Coordinatore del Corso di Dottorato in Sociologia. Ha fondato l'Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”.  Ha subito il fascino delle filosofie in auge negli anni della sua giovinezza, esistenzialismo e neorazionalismo. Ha rivolto la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società del periodo a cavallo fra Otto e Novecento. Si è occupato di autori quali BecquerelBoutruox, Corbino, Couturate Curie, Enriques, Fermi, Frola, Geymonat, Husserl, Peano, Poincaré, Russell, Vailati.  Università del SalentoArchivio dell'Ufficio Personale DocenteFascicolo Matricola Poincaré, Sui fondamenti della geometria, ed. it. Brescia, Editrice La Scuola, Collana "Il Pensiero", L’artificio della lingua, -- Grice: “I like that: it’s my Gricese, a language I invent and which makes me the master; there’s the arbitrary and there’s the artificial, and Sanzo, reconstructing Peano’s project, fails to distinguish this” -- Milano, Franco Angeli, Collana di Epistemologia diretta da Emilio Agazzi,Guido Cimino; Gabriella Sava , Il nucleo filosofico della scienza, Galatina, Congedo Editore, Collana di Filosofia diretta da G. Papuli, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica, Torino, UTET, I Classici della Scienza, Collana diretta da Ludovico Geymonat, Poincaré e i filosofi, Lecce, Edizioni Milella, Orso Mario Corbino, Scienza e società, Saggi raccolti e commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia Hermes/hestia diretta da M. Castellana, Jules-Henri Poincaré, Scritti di fisica-matematica, Ubaldo Sanzo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana "I Classici del pensiero", pubblicata su licenza della Unione TipograficoEditrice Torinese di Torino, 2009. Opere di Ubaldo Sanzo, SCIENTIARivista internazionale di sintesi scientifica, su apollolicio. Poincaré, su apollolicio. Philosophie et science dans la pensée de Louis Couturatsu apollolicio. Associazione Culturale di Volontariato “Nel Segno di Apollo Licio”, su apollolicio. Museo Galileo di FirenzeCatalogo della Biblioteca. Ubaldo Sanzo. Sanzo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanzo” – The Swimming-Pool Library.

 

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Sarno (Napoli). Filosofo. Sconosciuto durante la sua vita, interprete originale di Giordano Bruno e Tommaso Campanella, fu riscoperto da Francesco Flora. Si hanno poche notizie sulla sua vita, riportate da Croce nel volume Pensiero e Poesia. Collaborò al Giornale critico della filosofia italiana con saggi su Giordano Bruno, Tommaso Campanella e Giambattista Vico. Tradusse per la Casa editrice Giuseppe Laterza e figli, l'opera di Georges Sorel, Considerazioni sulla violenza. Si suicidò con un colpo di rivoltella. Si interessò a Giordano Bruno e Tommaso Campanella. Avrebbe trascorso la sua vita in incognito, se non per l'interesse di Croce e Flora. Croce stesso curò l'edizione di alcuni scritti di Sarno con il titolo Pensiero e poesia, a cui Flora fece seguire una seconda edizione dal titolo Filosofia poetica, aggiungendovi testi esclusi da Croce e con un'antologia critica in appendice.  La riscoperta di Sarno è dovuta a Perniola:  «“Il suo punto di partenzaegli scriveè l’opposizione tra un sentimento sempre identico a se stesso, essenzialmente interiore (sensus sui) ed un sentire esteriore, che si tramuta nelle cose di cui ha esperienza, che si presta e si dona tutt’intero alle cose, affinché esse vivano in lui”.»  (M. Perniola, Enigmi. Il momento egizio nella società e nell’arte) Una collezione dei testi più significativi che erano già inclusi nell'edizionde sono stati pubblicati sotto il titolo Filosofia del sentire. A. Marroni. Atre opere: Pensiero e poesia, B. Croce (Laterza, Bari); Filosofia poetica, F. Flora (Laterza, Bari); Filosofia del sentire, A. Marroni, Pescara, Tracce); Considerazioni sulla violenza, tradotte da Sarno, con introduzione di Benedetto Croce” (Bari, Giuseppe Laterza e figli, M. Perniola, “Enigmi. Il momento egizio nella società e nell'arte, Costa & Nolan, Genova, A. Marroni, Sarno filosofo del “farsi altro” in A. Sarno, Filosofia del sentire, A. Marroni, Tracce, Pescara D'Angelo, L'estetica italiana del Novecento, Laterza, Bari, A. Marroni, Antonio Sarno e la passione per il presente in Filosofie dell'intensità. Quattro maestri occulti del pensiero italiano contemporaneo, Mimesis, Milano, A. Marroni, "Antonio Sarno e i carmina in foliis volitantia" in Agalma, Filosofia del sentire, su lett.unitn. Giornale Critico di Filosofia Italiana, su lelettere. Sarno. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sarno” – The Swimming-Pool Library.

 

Sarpi (Venezia). Filosofo. Very important Italian philosopher. Definito da Girolamo Fabrici d'Acquapendente come «Oracolo del secolo». Autore della celebre Istoria del Concilio tridentino, subito messa all'Indice, fu fermo oppositore del centralismo monarchico della Chiesa cattolica, difendendo le prerogative della Repubblica veneziana, colpita dall'interdetto emanato da Paolo V. Rifiutò di presentarsi di fronte all'Inquisizione romana che intendeva processarlo e subì un grave attentato che si sospettò essere stato organizzato dalla Curia romana, "agnosco stilum Curiae romanae", che negò tuttavia ogni responsabilità.  L'infanzia «era una ritiratezza in sé medesimo, un sembiante sempre penseroso, e più tosto malinconico che serio, un silenzio quasi continuato anco co' coetanei, una quiete totale, senza alcun di quei giuochi, a' quali pare che la natura stessa ineschi i fanciulli, acciò che col moto corroborino la complessione: cosa notabile che mai fosse veduto in alcuno. Poi, così servò in tutta la sua vita, et all'occasioni diceva non poter capir il gusto e trattenimento di chi giuoca, se non fosse affetto d'avarizia. Un'alienazione da ogni gusto, nissuna avidità de' cibi, de' quali si nutriva così poco, che restava meraviglia come stasse vivo»  (F. Micanzio, Vita di padre Paolo). Istoria del Concilio tridentino, Nell'anno in cui proseguivano le sedute del Concilio di Trento, Carlo V era in guerra con i prìncipi protestanti tedeschi e il Parlamento inglese adottava un Libro di preghiere d'ispirazione luterana, Pietro, questo il nome secolare del Sarpi, nacque a Venezia da Francesco di Pietro Sarpi, di famiglia di lontane origini friulane (precisamente di San Vito al Tagliamento) e mercante a Venezia eppure, scrive il biografo Micanzio, per la sua indole violenta «più dedito all'armi ch'alla mercatura»; la madre, veneziana, «d'aspetto umile e mite», si chiamava Isabella Morelli. Rimasta vedova, fu accolta con Pietro e l'altra figlia Elisabetta nella casa del fratello Ambrosio Morelli, prete della collegiata di Sant'Ermagora.  Con lo zio, «uomo d'antica severità di costumi, molto erudito nelle lettere d'umanità [addottrinando nella grammatica e retorica molti fanciulli della nobiltà», fece i primi studi, imparando presto e con facilità. A dodici anni, nel 1564, anno dell'istituzione, dopo la chiusura del Concilio, dell'Indice dei libri proibititra i tanti, vi finirono il Talmud e il Corano, il De Monarchia di Dante e le opere di Rabelais, Folengo, Telesio, Machiavelli ed Erasmopassò alla scuola del padre Giovanni Maria Capella, teologo cremonese dell'Ordine dei Servi di Maria, seguace delle dottrine di Giovanni Duns Scoto, il quale gli insegnò logica, filosofia e teologia, finché il ragazzo fece così rapidi progressi che «il maestro istesso confessava non aver più che insegnargli». Con altri maestri veneziani apprese la matematica, la lingua greca e l'ebraica.  «Con la familiarità e co' studii entrò Pietro anco in desiderio di ricevere l'abito de' servi, o perché gli paresse vita conforme alla sua inclinazione ritirata e contemplativa, o perché vi fosse allettato dal suo maestro», malgrado l'opposizione della madre e dello zio Ambrogio che lo voleva prete nella sua chiesa, il 24 novembre 1566 entrò nel monastero veneziano dei servi di Maria.  A Mantova Qui continuò ancora a studiare con il Capella, rimanendo alieno dalle distrazioni proprie della sua età finché nel 1567, in occasione della riunione a Mantova del capitolo generale dell'Ordine servita, fu mandato in quella città «ad onorar il congresso e far vedere che gl'ordini non sono oziosi, ma spendono il tempo in sante e lodevoli operazioni», difendendo «318 delle più difficili proposizioni della sacra teologia e della filosofia naturale. Il qual carico con che felicità lo sostenesse e con che giubilo e stupore di quella venerabile corona, si può dall'evento argomentare. Convento e chiesa di San Barnaba a Mantova Essersi così distinto a soli quindici anni gli valse la nomina a teologo da parte del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga«prencipe di grandissimo ingegno, così profondamente erudito nello scienze, che difficilmente si discerneva qual fosse maggiore, o la prudenza di governare, o l'erudizione di tutte le scienze et arti, sino nella musica»mentre il vescovo Gregorio Boldrino gli affidò la cattedra di «teologia positiva di casi di coscienza e delli sacri canoni». Stabilito nel convento di San Barnaba, perfezionò la conoscenza della lingua ebraica e iniziò, col puntiglio consueto, ad applicarsi agli studi storici.  Fu certo a motivo di quest'interesse che a Mantova frequenta M. Olivo, già segretario di E. Gonzaga, cardinale e legato pontificio nelle ultime sessioni del concilio di Trento, la cui caduta in disgrazia presso Pio IV coinvolse anche l'Olivo che fu dagli «inquisitori molto travagliato, col tenerlo longamente in carcere dopo la morte del cardinale suo signore», ma che ora, dopo la morte del pontefice, «viveva privatamente in Mantova. Il gusto principale che riceveva fra Paolo in conversare con lui era perché lo trovava d'una moderazione singolare, erudito, e che, per esser stato col cardinale a Trento, aveva avuto gran maneggio in quelle azioni e sapeva tutte le particolarità de' negozii più secreti, et aveva anco molte memorie, nell'intendere le quali fra Paolo riceveva molto piacere».  Erano gli anni in cui in Italia continuava con vigore la repressione inquisitoriale di Pio V: Pietro Carnesecchi venne decapitato, gli ebrei furono espulsi dallo Stato pontificiotranne che da Roma e da Ancona, nei ghetti delle quali vennero costretti a risiederee  fu impiccato l'umanista Aonio Paleario; il papa scomunicò Elisabetta d'Inghilterra nel 1570, organizzò la Lega contro i turchi, ottenendo la vittoria navale di Lepanto e a Parigi, a migliaia di ugonotti furono massacrati: in quest'anno Sarpi fece la sua professione, entrando ufficialmente nell'Ordine servita. Anche di lui l'Inquisizione si occupò per la prima volta a seguito della denuncia di un confratello, un tale Claudio, che lo accusò di sostenere che dal primo capitolo del Genesi non si può ricavare l'articolo di fede della Trinità: ma, poiché effettivamente di Trinità divina non vi è traccia nel Vecchio Testamento, l'Inquisizione gli diede ragione, archiviando il caso. Dopo aver ricevuto nel convento mantovano il titolo di baccelliere, nel 1574 fu invitato a Milano da Carlo Borromeo il quale, dopo aver ottenuto dalle autorità spagnole, contro la volontà del Senato, il riconoscimento del tribunale e della polizia diocesana, aveva avviato un processo di riforma del clero. L'anno successivo ottenne di essere trasferito nel convento dell'Ordine servita di Venezia, dove fu incaricato dell'insegnamento della filosofia e continuò i suoi studi scientifici. Nella grande epidemia di peste, che imperversò a Venezia,  facendo 50.000 vittimetra le quali Tiziano fra' Paolo rimase immune dal contagio, ma perdette la madre. Dopo essersi addottorato in teologia nell'Padova, venne nominato reggente del convento di Venezia e, l'anno dopo, priore della provincia veneta. Quello stesso anno, durante il Capitolo generale tenutosi a Parma, nel quale venne rieletto priore generale Giacomo Tavanti, tenne una dissertazione di fronte ai cardinali protettori dell'Ordine, Alessandro Farnese e Giulio Antonio Santori. Sarpi fu uno dei tre saggi, insieme con C. Franco e A. Giani, incaricati di preparare una riforma della regola: «il carico suo speziale fu d'accommodare quella parte che toccava i sacri canoni, le riforme del concilio di Trento, allora nuove, e la forma de' giudizii quella parte tutta ove si tratta de' giudizii accommodatamente allo stato claustrale. Lasciò in questo carico in Roma fama di gran sapere e di molta prudenza, non solo nelle corti de' due cardinali suddetti, co' quali, per ordine contenuto in un breve apostolico di Gregorio XIII, conveniva conferire tutte le leggi che si facevano, ma anco fu necessario molte volte trattar col pontefice medesimo. Sbrigato da quale peso ritornò al suo governo. Si tenne a Bologna il nuovo Capitolo dell'Ordine servita e Sarpi viene eletto procuratore generale, «la suprema dignità di quell'ordine dopo il generale il carico porta seco di difender in Roma tutte le liti e controversie che vengono promosse in tutta la religione» Dovette pertanto trasferirsi a Roma dove conobbe e «prese strettissima familiarità col padre Bellarmino poi cardinale, e durò l'amicizia sin al fine della vita», grazie al quale forse poté prendere visione di diversa documentazione relativa alle istruzioni date ai legati pontifici durante il Concilio di Trento. Conobbe anche il dottor Navarro, teologo spagnolo difensore dell'arcivescovo di Toledo, Bartolomé Carranza, accusato di eresia, il gesuita Nicolás Alfonso de Bobadilla e il cardinale Castagna, che fu poi papa Urbano VII. Ebbe occasione di passare a Napoli per presiedere Capitoli e «conversare con quel famoso ingegno Giovanni Battista della Porta, il quale, anco nelle sue opere mandate in luce, fa onorata menzione del padre Paolo come di non ordinario personaggio».  Scaduto il periodo di carica a procuratore generale dell'Ordine servita, Sarpi ritornò a Venezia, frequentandovi i circoli intellettuali che si riunivano nella bottega di Bernardo Sechini e nella casa del nobile veneziano Andrea Morosini, dove conobbe anche Giordano Bruno, mentre a Padova frequentava la casa di Gian Vincenzo Pinelli, «il ricetto delle muse e l'academia di tutte le virtù in quei tempi», dove poté incontrare Galileo e forse ancora il Bruno, il quale s'intrattenne a Padova più di tre mesi, poco prima di essere arrestato a Venezia nel maggio del 1592. Seconda denuncia all'Inquisizione  Ottavio Leoni (?): papa Paolo V. Si dovette scegliere il nuovo generale dell'Ordine servita, e fra i due principali candidati, Lelio Baglioni e Gabriele Dardano, Sarpi si espresse a favore del primo. Il rancore spinse il Dardano a denunciare Paolo Sarpi al Sant'Uffizio, accusandolo di negare efficacia allo Spirito Santo, di avere rapporti sospetti con ebrei veneziani e allegando una lettera che fra' Paolo gli scrisse anni prima da Roma, nella quale erano contenute «alcune parole in discredito della corte, come che in quella si venisse alle dignità con male arti, e di tenerne esso poco conto, anzi abominarla».  Sarpi, senza nemmeno essere chiamato a Roma per discolparsi, fu subito prosciolto da ogni accusa ma il cardinale di Santa Severina, Giulio Antonio Santori, protettore dell'Ordine e capo del Sant'Uffizio, «mostrò però implacabile indignazione al padre» utilizzando tutta la sua autorità per escludere gli amici del frate «dalli gradi et onori con maniere così strane e fini così bassi, ch'io non ardisco poner i casi che mi sono stati dati in nota, perché troppo gran scandalo arrecherebbono al mondo».  Sarpi continuò i suoi studi mentre non cessavano le rivalità nell'Ordine servita, del quale venne eletto priore,  Montorsoli, che morì tre anni dopo, succedendogli così, Dardano, accanito avversario del Sarpi. Questi, deciso a uscire dall'Ordine per sottrarsi all'inimicizia dalla quale si sentiva circondato, cercò invano di ottenere un vescovato, prima a Caorle e poi a Nona, in Dalmazia, che però gli vennero rifiutati a causa delle negative informazioni che di lui il Dardano e Ludovico Gagliardi, preposito della casa veneziana dei gesuiti, diedero al papa: essi avrebbero «sentito mormorare alle volte che egli con alcuni facci una scoletta piena d'errori». Non solo: nel Capitolo, il Dardano accusò padre Paolo di portare «una berretta in capo contra una forma che sino sotto Gregorio XIV disse esser proscritta; che portasse le pianelle incavate alla francese, allegando falsamente esserci decreto contrario, con privazioni divote; che nel fine della messa non recitasse lo Salve Regina». Ma Sarpi fu assolto anche da queste accuse.  L'interdetto del papa contro Venezia  Rivendicazioni sulla non validità dell'Interdetto, Venezia, La Repubblica veneziana, stretta a nord dall'Impero, in Italia dalla prevalenza spagnola e papale, in Oriente dalla potenza turca, era ormai avviata a quel lungo declino politico ed economico che avrà la sua sanzione alla fine del Settecento. Alla prudente politica dei vecchi patrizi, rasseglla compromissione con l'Impero e il papato, si sostituì quella degli innovatori, i cosiddetti «Giovani», decisi a sottrarre la Serenissima all'invadenza ecclesiastica nell'interno e a rilanciarne le fortune commerciali nell'Adriatico, compromesse dal controllo dei porti esercitato dallo Stato pontificio e dalle azioni degli Uscocchi, i pirati cristiani croati appoggiati dall'Impero. Iil Senato veneziano proibì la fondazione di ospedali gestiti da ecclesiastici, di monasteri, chiese e altri luoghi di culto senza autorizzazione preventiva della Signoria; il 26 marzo 1605 un'altra legge proibiva l'alienazione di beni immobili dai laici agli ecclesiastici, già proprietari, pur essendo solo un centesimo della popolazione, di quasi la metà dei beni fondiari della Repubblica, e limitava le competenze del foro ecclesiastico, prevedendo il deferimento ai tribunali civili degli ecclesiastici responsabili di reati di particolare gravità. Avvenne che il canonico vicentino Scipione Saraceno, colpevole di molestie a una nobile parente, e l'aristocratico abate di Nervesa, Brandolini, reo di omicidi e di stupri, fossero incarcerati. Paolo V emanò due brevi richiedenti l'abrogazione delle due leggi e la consegna al nunzio pontificio dei due ecclesiastici, affinché secondo il diritto canonico fossero giudicati da un tribunale ecclesiastico.  Il nuovo doge Leonardo Donà fece esaminare i due brevi da giuristi e teologi, fra i quali il Sarpi, affinché trovassero modo di controbattere alle richieste della Santa Sede. Il 28 gennaio venne nominato teologo canonista proprio il Sarpi e lo stesso giorno il suo scritto: Consiglio in difesa di due ordinazioni della Serenissima Repubblica, venne inviato al Papa. Il Sarpi difese le ragioni della Repubblica con numerosi scritti: sono di questi mesi la Scrittura sopra la forza e validità delle scomuniche, il Consiglio sul giudicar le colpe di persone ecclesiastiche, la Scrittura intorno all'appellazione al concilio, la Scrittura sull'alienazione dei beni laici agli ecclesiastici e altri ancora, poi raccolti nella sua successiva Istoria dell'interdetto. In quell'opera è contenuta anche la traduzione in italiano, fatta dal Sarpi stesso, del trattato di Jean Gerson sulla validità della scomunica, che fu attaccato dal cardinale Bellarmino, al quale fra' Paolo rispose allora con l'Apologia per le opposizioni del cardinale Bellarmino.  Mentre il frate servita Fulgenzio Micanziosuo futuro biografoiniziava a collaborare con Paolo Sarpi, dopo che il 17 aprile Paolo V aveva scomunicato il Consiglio veneziano e fulminato con l'interdetto lo Stato veneto, Venezia pubblicò il Protesto del monitorio del pontefice, scritto ancora da Sarpi, nel quale il breve papale Superioribus mensibus è definito «nullo e di nessun valore», mentre impedì la pubblicazione della bolla pontificia. Rubens; il cardinale Joyeuse incorona Maria de' Medici. Obbedendo alle disposizioni del papa, i gesuiti rifiutarono di celebrare le messe a Venezia e la Repubblica reagì espellendoli insieme con cappuccini e teatini: «partirono la sera alle doi di notte, ciascuno con un Cristo al collo, per mostrare che Cristo partiva con loro. Concorse moltitudine di populo e quando il preposto, che ultimo entrò in barca, dimandò la benedizione al vicario patriarcale [si levò una voce in tutto il populo, che in lingua veneziana gridò loro dicendo "Andé in malora!" [A Roma si sperava che l'interdetto provocasse una sollevazione contro i governanti veneziani ma «li gesuiti scacciati, li cappuccini e teatini licenziati, nissun altro ordine partì, li divini uffizi erano celebrati secondo il consueto il senato era unitissimo nelle deliberazioni e le città e populi si conservarono quietissimi nell'obbedienza»  Venezia era alleata, in funzione anti-spagnola, con la Francia, ed era in buoni rapporti con l'Inghilterra e con la Turchia. Fingendosi veneziani, il 10 agosto soldati spagnoli, per provocare la rottura delle relazioni turco-veneziane, sbarcarono a Durazzo, saccheggiandola, ma la provocazione fu facilmente scoperta e i turchi offrirono a Venezia l'appoggio della loro flotta contro il papa e la Spagna. L'Inquisizione intimò a Sarpi di presentarsi a Roma per giustificare le molte cose «temerarie, calunniose, scandalose, sediziose, scismatiche, erronee ed eretiche» contenute nei suoi scritti ma il frate naturalmente si rifiutò. Invano il papache aveva scomunicato Sarpi e Micanziosi dichiarava favorevole a portare guerra a Venezia: la sua unica alleata, la Spagna, minacciata da Francia, Inghilterra e Turchia, non poteva sostenerla in quest'impresa e si giunse così alle trattative diplomatiche, favorite dalla mediazione del cardinale francese François de Joyeuse. Venezia rilasciò i due ecclesiastici incarcerati e ritirò il suo Protesto al papa in cambio della revoca dell'interdetto, mentre le leggi promulgate dal Senato veneziano restarono in vigore e i gesuiti non poterono rientrare nella Repubblica.  Gli attentati In quel tempo Sarpi ricevette la visita dell'ex-luterano ed erudito tedesco Kaspar Schoppe, molto intimo dei segreti affari della Curia romana, il quale gli confidò che «il papa, come gran prencipe, ha longhe le mani, e che per tenersi da lui gravemente offeso non poteva succedergli se non male, e che se sino a quell'ora avesse voluto farlo ammazzare, non gli mancavano mezzi. Ma che il pensiero del papa era averlo vivo nelle mani e farlo levare sin a Venezia e condurlo a Roma, offerendosi egli, quando volesse, di trattare la sua riconciliazione, e con qual onore avesse saputo desiderare; asserendo d'aver in carico anco molte trattazioni co' prencipi alemanni protestanti e la loro conversione». Monumento a Sarpi a Venezia, in Campo Santa Fosca, presso il luogo dell'attentato Lo Schoppe, ambiguo provocatore, intendeva convincere il frate a mettersi nelle mani dell'Inquisizione come miglior partito che il Sarpi potesse prendere, tanto «parvero strane le due proposte di far ammazzare o prender vivo il padre», ma i disegni omicidi erano reali: «circa le 23 ore, ritornando il padre al suo convento di San Marco a Santa Fosca, nel calare la parte del ponte verso le fondamenta, fu assaltato da cinque assassini, parte facendo scorta e parte l'essecuzione, e restò l'innocente padre ferito di tre stilettate, due nel collo et una nella faccia, ch'entrava all'orecchia destra et usciva per apunto a quella vallicella ch'è tra il naso e la destra guancia, non avendo potuto l'assassino cavar fuori lo stillo per aver passato l'osso, il quale restò piantato e molto storto».  I sicari, fuggendo, trovarono rifugio nella casa del nunzio pontificio e la sera s'imbarcarono per Ravenna, da dove proseguirono per Ancona e di qui raggiunsero Roma. Si conoscono i loro nomi: l'esecutore materiale dell'attentato fu Rodolfo Poma, già mercante veneziano, poi trasferitosi a Napoli e di qui a Roma, dove divenne intimo del cardinale segretario di Stato Scipione Caffarelli-Borghese e dello stesso Paolo V. Fu coadiuvato da tre uomini d'arme, tali Alessandro Parrasio, Giovanni da Firenze e Pasquale da Bitonto, mentre «la spia, o guida, fu un prete, Michiel Viti bergamasco, solito offiziare in Santa Trinità di Venezia, che non lasciò dubitare quanti mesi precedessero questo bel effetto prima che fosse mandato alla luce; poi che questo prete la quadragesima antecedente, sotto specie d'aver gusto delle predicazioni del padre maestro Fulgenzio, andava ogni mattina in convento de' servi alla porta del pulpito, che risponde alla parte di dentro, e cortesemente trattava con lui, ricercandolo anco di qualche dubbio di coscienza. E continuò di poi sempre a salutarlo et anco andar in convento a visitarlo, parlandogli sempre di cose spettanti all'anima». Il pugnale non aveva tuttavia leso organi vitali e il Sarpi riuscì a sopravvivere; il noto chirurgo Girolamo Fabrici d'Acquapendente, che l'operò, disse di non aver mai medicato una ferita più strana, rispondendo allora Sarpi con la famosa espressione: «eppure il mondo vuole che sia data stilo Romanae Curiae». Le conseguenze furono la rottura della mascella e vistose cicatrici nel volto. Il 27 ottobre 1607 il Senato, dichiarando il Sarpi «persona di prestante dottrina, di gran valore e virtù», gli concede una casa in piazza San Marco ove possa risiedere con il Micanzio e altri frati, e una sovvenzione affinché possa acquistare una barca e provvedere alla sua sicurezza personale. Sarpi rifiutò la casa ma si servì da allora di una barca che gli evitasse i pericolosi tragitti a piedi per le calli veneziane.  Poco più di un anno dopo, fu sventato un secondo attentato, ordito, sembra su mandato del cardinale Lanfranco Margotti, da due frati serviti, Giovanni Francesco da Perugia e Antonio da Viterbo, i quali, fatta una copia della chiave della camera di Sarpi, «volevano secretamente introdurre nel monasterio due o più sicarii e la notte trucidare l'innocente padre». La corrispondenza europea e la morte Sarpi inizia a corrispondere con personalità soprattutto di fede calvinista o gallicana: fra questi ultimi, Jacques Leschassier e Jacques Gillot, che pubblicò  gli Actes du concile de Trente, dimostrando le pressioni papali sui vescovi riuniti a concilio, e fra gli altri l'italiano Francesco Castrino, i francesi Jean Hotman de Villiers, Isaac Casaubon, Jacques-Auguste de Thou, Philippe Duplessis-Mornay, i tedeschi Achatius e Christoph von Dohna. Attraverso il dialogo diretto con gli intellettuali europei, Sarpi acquisì «quella straordinaria ampiezza di orizzonti e di interessi, quella solida conoscenza dei problemi dello stato moderno», che gli permise di «arricchire la sua cultura storica, giuridica e scientifica» e lo condusse «a incidere sulla sua posizione religiosa, ad approfondirne la crisi, risolvendola poi con l'accoglimento di nuove prospettive e di nuove idealità; spalancandogli un mondo nuovo, che gli faceva sentire più soffocante, più viziata, la vita italiana». Incontrò a Venezia Bedell, che riferì di lui e del Micanzio come essi fossero «completamente dalla nostra parte nella sostanza della religione» e, Cristoph von Dohna, inviato dal principe tedesco Cristiano I di Anhalt-Bernburg, e il pastore ginevrino Giovanni Diodati, per valutare la possibilità di introdurre a Venezia la Riforma. La traduzione in lingua italiana, fatta da quest'ultimo, del Nuovo Testamento, viene diffusa a Venezia proprio in questo periodo.  Altre polemiche suscitano, le prediche quaresimali di Fulgenzio Micanzio che vengono interpretate a Roma come un attacco alla fede cattolica. Sarpi è anche preoccupato per la tregua stipulata tra la Spagna e i Paesi Bassi, perché vede in essa un indebolimento di questi ultimi «che, o prima o dopo, resteranno sopraffatti dalle arti spagnole», mentre gli spagnoli ne potrebbero trarre beneficio anche in vista del loro dominio in Italia. Sarpi sperava in un'alleanza generale di Francia, Inghilterra, principi protestanti, Paesi Bassi, Savoia e Venezia che portasse alla guerra contro l'Impero cattolico ispano-tedesco e cancellasse il dominio papale e spagnolo in Italia: «Se sarà guerra in Italia, va bene per la religione; e questo Roma teme; l'Inquisizione cesserà e l'Evangelio avrà corso. E andrà bene anche per le libertà civili di Venezia: qui, anche se «il giogo ecclesiastico è assai più mite che nel rimanente d'Italia, in quella parte nondimeno che tocca la stampa è l'istesso appunto che negli altri luoghi. Nessuna cosa si può stampare se non veduta e approvata dall'Inquisizione. Dove si ragiona di alcun papa, non permettono che si dica alcuna di disonore, se bene vera e notoria. Non permettono che alcuno separato dalla Chiesa romana sia lodato di qualsivoglia virtù, né nominato se non con vituperio. Si ammalò gravemente, e morì il 15 gennaio. Secondo la versione ufficiale, sebbene sfinito, volle alzarsi per il mattutino, come al solito, e celebrare la Messa. La mattina del 12 gennaio, fatto chiamare il priore del convento, lo pregò che lo raccomandasse alle preghiere dei confratelli e che gli portasse il Viatico. Gli consegnò tutte le cose concesse a suo uso. Si fece vestire, si confessò e passò il resto del mattino facendosi leggere da fra Fulgenzio e da Fra Marco i Salmi e la Passione di Cristo narrata dagli Evangelisti. Gli fu quindi amministrato dal priore, alla presenza della Comunità, il Viatico. Fu visitato dal medico che gli disse che aveva poche ore di vita. Egli, sorridendo, rispose: Sia benedetto Dio! A me piace ciò che a Lui piace. Col suo aiuto faremo bene anche quest'ultima azione (quella di morire). Fu udito ripetere più volte, con soddisfazione: Orsù, andiamo dove Dio ci chiama!. Secondo alcuni le sue ultime parole sarebbero state: Esto perpetua, riferendosi a Venezia (v. Bianchi-Giovini, Esistono tuttavia altre versioni della sua morte che lo fanno apparire più vicino al culto protestante.  Sarpi nella storia della letteratura e della scienza Figura assai complessa di pensatore, Sarpi occupa indubbiamente un posto di primo piano nella storia della letteratura e della scienza. Fu uno dei più grandi scrittori del suo secolo.  «La sua prosa (è) una delle più maschie ed efficaci di tutta la letteratura nostra, che non conosce lenocini né fronzoli, che scolpisce le figure con raro risalto, che ha un magnifico potere rievocatore allorché descrive dispute e contrasti, ch'è impareggiabile nel sarcasmo, tutto contenuto in un'unica espressione, tre o quattro parole»  (Arturo Carlo Jemolo.) Giovanni Papini, parlando della Istoria del Concilio di Trento, l'ha definita:  «un modello di lucidità narrativa... e di prosa semplice, esatta e rapida (Scritti filosofici inediti3)»  Nel campo delle scienze poi ha lasciato orme indelebili in vari campi: nella filosofia, nella matematica, nell'ottica, nell'astronomia, nella medicina ecc. Galilei e suo grande amico, e non disdegnò di appellarlo: Mio Maestro. Dinanzi al primo avvertimento a Galilei, Sarpi (che non visse abbastanza a lungo per assistere alla condanna dscrisse. Verrà il giorno, e ne sono quasi certo, che gli uomini, da studi resi migliori, deploreranno la disgrazia di Galileo e l'ingiustizia resa a sì grande uomo.»  Sarpi scoperse, per primo, la dilatabilità della pupilla sotto l'azione della luce e le valvole delle vene (Enciclopedia Treccani). I suoi biografi parlano anche di scoperte nel campo dell'anatomia, dell'ottica, ecc. L'invenzione del telescopiodice Bianchi-Gioviniil Galilei la dovette per certo ai lumi somministratigli dal Sarpi, se pure questi non ne fu il primo inventore, come pensano alcuni (v.74). Sopra la sua sapienza matematica si citava l'autorevole giudizio di Galileo Galilei (Papini). Robertson non ha stentato ad appellare Sarpi il più grande dei veneziani. Daniel Georg Morhof ha appellato Sarpi la Fenice del suo tempo.  Galileo Galilei non esitò a dire: Paolo de' Servi del quale posso senza iperbole alcuna affermare che niuno l'avanza in Europa in cognizione di queste scienze (matematiche) (contro alle calunnie ed imposture di B. Capra, in ediz. naz., Firenze, II.. La teoria di Galileo delle maree, successivamente dimostratasi erronea, riprende idee di Sarpi, esposte nei Pensieri naturali, metafisici e matematici (in particolare nei pensieri).  Giovanni Battista Della Porta, dopo aver dichiarato di avere appreso alcune cose da Fra Paolo, lo proclamò splendore ed ornamento non solo della città di Venezia e dell'Italia, ma di tutto il mondo. (Magia naturalis).  Il cardinale Domenico Passionei definì il Sarpi dottissimo oltre ogni espressione (cfr. Opuscoli Un busto regalato alla città di Udine dai Mazziniani italiani emigrati in Argentina. In uno studio il cui intento era quello di misurare il Q.I. di 300 personaggi famosi. Sarpi si posizionò al quinto posto, al pari del più noto matematico Pascal (cit. "The Early Mental Traits of Three Hundred Geniuses" di Catharine M. Cox, in "Genetic Studies of Genius" di Lewis M. Terman. Copyright 1926, Stanford University Press).  Sarpi e la Chiesa Il Sarpi alla grande intelligenza unì anchecome riconosciutagli da tuttiun'esemplare integrità di vita. Arturo Carlo Jemolo, dopo essersi rivolto varie domande intorno alla sua ortodossia, ha dato questa risposta:  «Gli elementi ci mancano per una risposta perentoria: noi non possiamo dissipare l'alone di mistero che circonda Fra Paolo.Questo non c'impedisce di ammirare l'uomo e l'opera.” (Arturo Carlo Jemolo. Fondamentalmente lo scontro di Paolo Sarpi con la Curia romana fu legato ad un progetto politico volto a contenere il potere della Chiesa in ambito esclusivamente spirituale e a promuovere un'alleanza tra Venezia e la Francia in un'ottica antimperiale e fortemente antispagnola. Per questo intrattenne contatti con i riformati (Lettere ai protestanti). Inoltre la sua visione della Chiesa era un vago ritorno verso la chiesa primitiva: egli quindi era indotto a condannare il potere temporale, il processo di mondanizzazione del clero, la superiorità del papa sul Concilio. Stringe amicizia con Dominis, arcivescovo di Spalato, che tende all'apostasia. Quest'ultimo pubblica la sua Istoria del Concilio Tridentino, che costituisce il suo capolavoro storico ed offre la prima imponente ricostruzione del Concilio di Trento. L’opera fu condannata dalla Congregazione dell'Indice e quindi posta all'Indice dei libri proibiti. Furono intercettate dal nunzio pontificio a Parigi mons. Roberto Ubaldini «compromettenti carteggi di Sarpi con l'ambasciatore veneziano Antonio Foscarini e con l'ugonotto Francesco Castrino; carteggi ben presto inviati a Roma per essere messi a disposizione del Sant'Uffizio, ma anche da utilizzare per far ammettere una buona volta al governo veneziano quanto da tempo da Roma si veniva denunciando, che quel frate, che si proclamava più cattolico del Papa e come tale difeso ufficialmente dai responsabili politici veneziani, altri non era che un protestante, al servizio delle forze ereticali europee: dunque infedele e ipocrita. Una taccia di ipocrisia che non darà tregua alla figura sarpiana lungo i secoli, come stanno a provare innumerevoli esempi, dal dotto curiale Girolamo Aleandro, che ricevuta da Peiresc la sarpiana Istoria dell'Interdetto appena edita rispondeva all'illustre erudito francese con fare perentorio che  quel fra Paolo servita era nero ministro del Diavolo che si dice esser padre delle menzogna, se ben egli veramente non credeva né nel Diavolo né in Dio,  al prelato friulano Giusto Fontanini con la sua velenosa Storia arcana della vita di Sarpi servita, al celebre cardinal Domenico Passionei, che credeva di avere le carte per dimostrare che l'idea del frate furfante era di introdurre il calvinismo in Venezia, come ancora ricordava nel secolo scorso il dotto cardinale Angelo Mercati.»[32]  Un parere analogo si trova anche nella recente Storia della Chiesa di Hertling e Angiolino Bulla, dove Sarpi viene definito: «un ipocrita che fino all'ultimo fece la parte del religioso, sebbene nel suo intimo si fosse da tempo allontanato dalla Chiesa. Altre opere: “Trattato dell'interdetto di Paolo V nel quale si dimostra che non è legittimamente pubblicato, Apologia per le opposizioni fatte dal cardinale Bellarmino ai trattati et risolutioni di G. Gersone sopra la validità delle scomuniche, 1606. Considerationi sopra le censure della santità del papa Paolo V contra la Serenissima Repubblica di Venezia, Istoria del Concilio Tridentino,  Il trattato dell'immunità delle chiese (De iure asylorum), Discorso dell'origine, forma, leggi ed uso dell'Uffizio dell'Inquisizione nella città e dominio di Venezia, Trattato delle materie beneficiarie, Opinione di Servita, come debba governarsi la Repubblica Veneziana per havere il perpetuo dominio, Venezia, La storiografia recente attribuisce lo scritto al patriziato veneziano medesimo.  Edizioni  Scritti giurisdizionalistici, Istoria del Concilio Tridentino, Istoria del Concilio tridentino (Geneua, Aubert); “Istoria del Concilio Tridentino, Pagnoni Editore, Milano, Gambarin , Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Giovanni Gambarin , Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia, 2, Bari, Laterza, Giovanni Gambarin , Istoria del Concilio tridentino, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Istoria del Concilio Tridentino, testo critico di Giovanni Gambarin, introduzione di Renzo Pecchioli, Collana Biblioteca, Sansoni, Firenze, II ed. Lettere inedite di Fra Paolo Sarpi a Simone Contarini ambasciatore veneto in Roma,, pubblicate dagli autografi, Monumenti storici pubblicati dalla R. Deputazione veneta di storia patria. Serie 4, Miscellanea 12, Venezia, Fratelli Visentini, Pagine scelte, Arturo Carlo Jemolo, Vallecchi, Firenze, Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, 1, Bari, Laterza,  Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Antologia degli scritti politici e storici. Francesco T. Roffarè, CEDAM, Padova,  Istoria dell'Interdetto e altri scritti editi e inediti, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Istoria dell'interdetto, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Romano Amerio , Scritti filosofici e teologici, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Pensieri naturali, metafisici e matematici. Manoscritto dell'iride e del caloreArte di ben pensarePensieri medico-moraliPensieri sulla religioneFabulaeMassime e altri scritti. Edizione integrale commentata Luisa Cozzi e Libero Sosio, Ricciardi, Milano-Napoli, 1Scritti giurisdizionalistici, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, Lettere ai Gallicani, Boris Ulianich, Wiesbaden, F. Steiner,  La Repubblica di Venezia la casa d'Austria e gli Uscocchi, Bari, Laterza, Scritti scelti: Istoria dell'Interdetto, Consulti, Lettere, Giovanni Da Pozzo, Collezione di Classici Italiani, UTET, Torino); Storici, Politici, e Moralisti del Seicento, Luisa e Gaetano Cozzi, Collana La Letteratura Italiana. Storia e Testi,  Milano-Napoli, Ricciardi, Istoria del Concilio Tridentino. Seguita dalla «Vita del padre Paolo» di Fulgenzio Micanzio. Corrado Vivanti, Collana NUE nEinaudi, Torino, Collana Piccola Biblioteca. Nuova Serie, Einaudi, Torino,  Pensieri. Gaetano e Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Torino, Considerazioni sopra le censure di papa Paolo V contro la Repubblica di Venezia e altri scritti sull'Interdetto, Gaetano e Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Lettere a Gallicani e Protestanti, Relazione dello Stato della Relazione, Trattato delle Materie Beneficiarie. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Gli ultimi consulti. Gaetano e Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dai «Consulti», il carteggio con l'ambasciatore inglese sir Dudley Carleston. Gaetano e Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dal «Trattato di pace et accomodamento» e altri scritti sulla pace d'Italia. Gaetano e Luisa Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Consulti, Corrado Pin, Pisa-Roma, Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali,  Letteratura e vita civile. Paolo Sarpi, Collana I Classici del Pensiero Italiano n. 23, Edizione speciale per Il Sole 24 Ore, Milano,  Della potestà de' prencipi, Nina Cannizzaro, Collana I Giorni, Marsilio, Venezia, Scritti filosofici inediti. Tratti da un manoscritto della Marciana G. Papini, Collana Cultura dell'anima, R. Carabba, Editore Lanciano (ristampa anastatica),  Manoscritti Consulti: in Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Fondo manoscritti, Consulti:  XVII secolo, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Fondo manoscritti, Consulti: explicit, XVII secolo, Milano, Biblioteca Nazionale Braidense, Fondo manoscritti, O. Ceretti, Cinque pugnali non bastarono a troncare la sua parola, in «Historia», Touring club italiano, Touring Editore, F. Micanzio, Vita del padre Paolo, in «Istoria del Concilio tridentino», Torino F. Micanzio, Micanzio, F. Micanzio, F. Micanzio, Ibidem  F. Micanzio,  F. Micanzio, cF. Micanzio,  F. Micanzio, F. Micanzio, c F. Micanzio, cF. Micanzio, Scriveva tra l'altro Sarpi nella lettera: «E che volete ch'io speri in Roma, ove li soli ruffiani, cenedi et altri ministri di piaceri o di guadagni hanno ventura?». I cenedi sono i giovani che si prostituiscono  F. Micanzio, cit. G, Cozzi, Sarpi, Opere,  F. Micanzio, Sarpi, Istoria dell'interdetto e altri scritti editi e inediti, F. Micanzio, cdove stilo può significare sia stile che stiletto  Ivi  G. Cozzi, Lettere a Groslot de l'Isle, in «Lettere ai protestanti», Lettera a Francesco Castrino, in «Lettere ai protestanti», Citato in C. Rizza, Peiresc e l'Italia, Torino, Giappichelli, Corrado Pin, Paolo Sarpi senza maschera: l'avvio della lotta politica dopo l'Interdetto, in Marie Viallon , Paolo Sarpi. Politique et religion en Europe, Paris, Classiques Garnier, Ludwig Hertling e Angiolino Bulla, Storia della Chiesa. La penetrazione dello spazio umano ad opera del cristianesimo, Città Nuova, Borgna Romain, Faggion Lucien (dir.), Le Prince de Fra' Paolo. Pratiques politiques et forma mentis du patriciat à Venise au XVII° Siécle, Aix-en-Provence, Université de Provence,   Fulgenzio Micanzio, Vita del padre Paolo, dell'ordine de' Servi e theologo della serenissima republ. di Venetia, Leida, Ed. moderna inSarpi, Istoria del Concilio tridentino, Torino, Einaudi, F. Griselini, Memorie anedote spettanti alla vita ed agli studj del sommo filosofo e giureconsulto f. P. ervita, Losanna, presso M. Mic. Bousquet e Comp., F. Griselini, Del genio di f. Paolo Sarpi in ogni facolta scientifica e nelle dottrine ortodosse tendenti alla difesa dell'originario diritto de' sovrani né loro rispettivi dominj ad intento che colle leggi dell'ordine vi rifiorisca la pubblica prosperita, Venezia, Basaglia); Zerletti, Storia arcana della vita di Fra Paolo Sarpi servita scritta da Fontanini, arcivescovo d'Ancira in partibus e documenti relativi, Venezia); “Cassani, Sarpi e le scienze matematiche naturali, Venezia); A. Bianchi-Giovini, Biografia di Fra Sarpi, Basilea, Disponibile on-line R. Morghen, Paolo Sarpi, in «Enciclopedia Treccani», G. Getto, Paolo Sarpi, Firenze, Olschki); Mario Gliozzi Relazioni scientifiche Sarpi e Giovan Battista Porta Archives Internationales d'Histoire des Sciences, Gaetano Cozzi, Paolo Sarpi tra Venezia e l'Europa, Collana Piccola Biblioteca, Torino, Einaudi. V. Frajese, Sarpi scettico. Stato e Chiesa a Venezia tra Cinque e Seicento, Bologna, Il Mulino); I. Cacciavillani, I consulti di Paolo Sarpi sulla Vangadizza, Padova, CEDAM, Cacciavillani, Paolo Sarpi, Venezia, Fiore, I. Cacciavillani,  Sarpi. La guerre delle scritture de la nascita della nuova Europa, Venezia, Fiore, I. Cacciavillani, Sarpi giurista, Padova, C. Pin, Ripensando Paolo Sarpi, Venezia, Ateneo veneto, Concilio di Trento Fulgenzio Micanzio. Paolo Sarpi, su Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Paolo Sarpi, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Paolo Sarpi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Paolo Sarpi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Paolo Sarpi, su Be Web, Conferenza Episcopale Italiana.  Opere su Liber Liber. Opere di Paolo Sarpi, . Paolo Sarpi, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company.  Opere integrali in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia" Laterza Per l'epistolario di Paolo Sarpi, consultare il : correspondance-sarpi.univ-st-etienne.fr (Marie Viallon, dir.). Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Sarpi," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Paolo Sarpi. Sarpi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarpi” – The Swimming-Pool Library.

 

Sasso (Roma). Filosofo. Studia  a Roma. Si laurea discutendo una tesi su Machiavelli avendo come relatore Antoni e correlatore Chabod. Durante gli anni universitari seguì le lezioni di Pantaleo Carabellese, Guido De Ruggiero, Luigi Scaravelli, Bruno Nardi, Raffaele Pettazzoni, Natalino Sapegno, Giuseppe Gabetti, Gennaro Perrotta e Gaetano De Sanctis.  Borsista all'Istituto italiano per gli Studi Storici, ha insegnato Storia delle dottrine politiche all'Urbino e successivamente Storia delle dottrine politiche, Storia della filosofia,  e Filosofia teoretica all'Università "La Sapienza" di Roma, di cui è stato nominato professore emerito. Direttore dal 1986 al  dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli fondato da Croce, lo è anche della storica rivista di filosofia, storia e letteratura "La Cultura.” I I suoi studi hanno riguardato soprattutto l'idealismo italiano (in particolare l'opera di Croce), le opere politiche e storiografiche di Niccolò Machiavelli e per quanto riguarda la sua riflessione più propriamente teoretica, le problematiche di ontologia fondamentale. È inoltre autore di sette libri e innumerevoli saggi danteschi. Si è inoltre occupato di Platone, Polibio, Lucrezio, Guicciardini, Shakespeare e Thomas Mann.  È presidente della "Fondazione Giovanni Gentile" , presidente dell'"Edizione nazionale delle Opere di Benedetto Croce" e socio nazionale dell'Accademia dei Lincei. Altre opere: “Machiavelli e Borgia. Storia di un giudizio” (Roma, Edizioni dell'Ateneo); “Machiavelli” (Napoli, Morano); “Passato e presente nella storia della filosofia, Bari, Laterza); “Benedetto Croce. La ricerca della dialettica, Napoli, Morano,  Il progresso e la morte. Saggi su Lucrezio, Bologna, Il Mulino, L'illusione della dialettica. Profilo di C. Antoni, Roma, Edizioni dell'Ateneo, Per F. Guicciardini. Quattro studi, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Roma); Essere e negazione, Napoli, Morano, Machiavelli e gli antichi e altri saggi, Milano-Napoli, Ricciardi, Tramonto di un mito. L'idea di "progresso" fra Otto e Novecento, Bologna, Il Mulino, Per invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Croce, Bologna, Il Mulino, L'essere e le differenze. Sul "Sofista" di Platone, Bologna, Il Mulino, Variazioni sulla storia di una rivista italiana: "La Cultura"; Il Mulino, Machiavelli, Bologna, Il Mulino, Comprende: Il pensiero politico, Napoli, IISS, Bologna, Il Mulino, Premio Viareggio di Saggistica, La storiografia. La fedeltà e l'esperimento, F. Scarpelli, F.S. Trincia e M. Visentin interrogano Gennaro Sasso, Bologna, Il Mulino,Filosofia e idealismo,  Napoli, Bibliopolis, Comprende: Croce, Gentile, Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Paralipomeni, Secondi paralipomeni, Ultimi paralipomeni, Tempo, evento, divenire, Bologna, Il Mulino, La potenza e l'atto. Sggi su Gentile, Firenze, La Nuova Italia,  Le due Italie di Gentile, Bologna, Il Mulino, La verità, l'opinione, Bologna, Il Mulino, Ernesto De Martino fra religione e filosofia, Napoli, Bibliopolis); Il guardiano della storiografia. Profilo di Federico Chabod (Bologna, Il Mulino [Napoli, Guida, del Profilo di FChabod, Bari, Laterza, Dante. L'imperatore e Aristotele, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, Fondamento e giudizio. Un duplice tramonto?, Napoli, Bibliopolis, 2004. Il principio, le cose, Torino, Aragno,  Delio Cantimori. Filosofia e storiografia, Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore, Dante, Guido e Francesca, Roma, Viella, Le autobiografie di Dante, Napoli, Bibliopolis, Discorsi di Palazzo Filomarino, raccolti da M. Herling, premessa di N. Irti, Napoli, IISS, Il logo, la morte, Napoli, Bibliopolis, .  Ulisse e il desiderio. Il canto XXVI dell'Inferno, Roma, Viella, La voce dei ricordi, Napoli, Bibliopolis, Storiografia e decadenza, Roma, Viella, . I corrotti e gli inetti. Conversazioni su Machiavelli (Milano, Bompiani); “Allegoria e simbolo” (Torino, Aragno); “La lingua, la Bibbia, la storia. Su "De vulgari eloquentia" I, Roma, Viella,  Su Machiavelli. Ultimi scritti, Roma, Carocci, Croce. Storia d'Italia e storia d'Europa, Napoli, Bibliopolis,  [raccolto in questo volume: La 'Storia d'Italia' di Bendetto Croce. Cinquant'anni dopo, Napoli, Bibliopolis. "Forti cose a pensar mettere in versi". Studi su Dante, Torino, Aragno, Purgatorio e Antipurgatorio. Un'indagine dantesca, Roma, Viella, . Croce e le letterature e altri saggi, Napoli, Bibliopolis, . Biografia e storia. Saggi e variazioni, Roma, Viella, . Note  il MulinoRivisteLa Cultura, su mulino. Fondazione Gentile | Dipartimento di Filosofia | SapienzaRoma.  Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci. Croce in un recente libro di Gennaro Sasso. Dibattito, Il Cannocchiale, [interventi di: G. Arnaldi, G. Calabrò, A. Jannazzo, G, Sasso, V. Stella, F. Valentini, M. Visentin]. G. Arnaldi, Gennaro Sasso. Uno specialista di più specialità, in Id., Conoscenza storica e mestiere di storico, il Mulino, IISS-Napoli , A. Bellocci, Verità e doxa: la questione dello "sguardo" e della "relazione" ne Il logo, la morte di Gennaro Sasso, filosofia-italiana.net. A. Bellocci, Laicismo della verità, della doxa e tolleranza in Gennaro Sasso, Leussein, A. Bellocci, L'impossibilità della differenza e i paradossi dell'identità nel pensiero di Gennaro Sasso, Archivio di filosofia, A. Bellocci, Il problema della 'non' relazione ne Il principio, le cose di Gennaro Sasso, Giornale critico della filosofia italiana, A. Bellocci, La verità, l'opinione di Gennaro Sasso. Lo ''specchio'' della verità e l'''eterna opinione'' metafisica, Filosofia italiana,  R. Berutti, Annotazioni critiche sull'"essere" ovvero sul "non essere essere" del discorso che lo concerne. Il problema dell'ontologia nella riflessione di Gennaro Sasso, Pólemos,  M. Capati, Gennaro Sasso, Paragone. Letteratura, M. Cardenas, L'autonoema. Il giudizio tra attualismo e neoeleatismo, Filosofia italiana,  C. Cesa, Sasso interprete di Gentile, Archivio di storia della cultura, A. De Vicentiis, Storiografia e pensiero politico nelle "Istorie fiorentine" di Machiavelli: l'interpretazione di Gennaro Sasso, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, F. Fronterotta, L'essere e le differenze. In margine a un libro di G. Sasso sul Sofista di Platone, Novecento, M. HerlingM. Reale , Storia, filosofia e letteratura. Studi in onore di Gennaro Sasso, Bibliopolis, Napoli,  G. Inglese, Machiavelli: una storia del suo pensiero politico, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano, G. Inglese, Gennaro Sasso, in Enciclopedia machiavelliana, Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, . S. Maschietti, Gennaro Sasso, in Enciclopedia filosofica (a cura del Centro Studi Filosofici di Gallarate), Milano, S. Maschietti, Dire l'incontrovertibile. Intorno all'analisi filosofica, Giornale di filosofia, su giornale di filosofia.net. F. Mignini, Essere e negazione. Per un recente volume di Gennaro Sasso, Giornale critico della filosofia italiana, Marcello Mustè, "Crisi" e "critica" dello storicismo. Filosofia e storiografia nel pensiero di Gennaro Sasso, Novecento, Marcello Mustè, Filosofia e storia della filosofia nella riflessione di Gennaro Sasso, Filosofia italiana, X N. Parise, Sulla relazione. Gennaro Sasso critico della metafisica, Luigi Passerino Editore, Gaeta . N. Parise, Figure della scissione. A proposito di Allegoria e simbolo, filosofia,  N. Parise, L’aporia del nulla, Filosofia italiana, G. Perazzoli, Il concetto di laicità e la filosofia, in G. Perazzoli, Miligi , Laicità e filosofia, Mimesis, Milano Udine, Pietroforte, Problema del nulla e principio di non contraddizione. Intorno a "Essere e negazione" di Gennaro Sasso, Novecento,  J. Salina, Neoparmenidismo e teorie della verità, Filosofia italiana, F. Scarpelli , Nulla, anamnesi, riflessività. Intervista a Gennaro Sasso su alcuni temi del libro Essere e negazione (raccolta da Scarpelli, Trincia, M. Visentin), Il Cannocchiale, F. Tessitore, Gennaro Sasso interprete di Croce, in Id., La ricerca dello storicismo. Studi su Benedetto Croce, il Mulino, IISS-Napoli ,  F. Vander, Critica della filosofia italiana contemporanea. Dialettica e ontologia: i termini di una contrapposizione, Marietti, Genova-Milano, M. Visentin, Tempo e giudizio. Spunti da un recente "Profilo di Carlo Antoni", La Cultura,M. Visentin, Sull'identità e sull'essenza del laicismo italiano. A proposito del "Le due Italie di Giovanni Gentile", Giornale critico della filosofia italiana, M. Visentin, Il neo-parmenidismo italiano. Considerazioni intorno alla verità, l'opinione', in Id., Il neo-parmenidismo italiano. II. Dal neoidealismo al neoparmenidismo, Bibliopolis, Napoli, M. Visentin, Aletheia e doxa oltre Parmenide, in Id., Onto-Logica. Scritti sull'essere e il senso della verità, Bibliopolis, Napoi, M. Zanetti, Critiche al divenire. Tra Sasso e Severino, Filosofia italiana, X S. Zurletti, Lo specchio di Perseo, Chaos KosmosLibri ed eventi, ojs/index.php babelonline search authors view firstName Sara&middle Name last Name Zurletti affiliation country Gennaro Sasso, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Gennaro Sasso, . Gennaro Sasso, su Goodreads.  Registrazioni di Gennaro Sasso, su Radio Radicale, Radio Radicale.  Gennaro Sasso, Progresso, in Enciclopedia del Novecento, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,  Gennaro Sasso, Giovanni Gentile, in Dizionario biografico degli italiani,  53, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Gennaro Sasso, «Giambattista Vico e il simbolo», «Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Memorie della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche», sGennaro Sasso, costituzione mista, Benedetto Croce, Dante, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, eternità del mondo, Francesco De Sanctis, Lucrezio in Machiavelli, in Enciclopedia machiavelliana, G. Sasso, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma Dalla concordia discors alla polemica: filosofia e psicologia di una vicenda, Ripensando la Storia d'Europa, Ripensando la Storia d'Italia, in Croce e Gentile, la cultura italiana e europea, M. Ciliberto, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma. Gennaro Sasso. Sasso. Keywords: scuola di Velia, veliati, veliani, parmenide, scuola di Crotone. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sasso” – The Swimming-Pool Library.

 

Sava (Belpasso). Filosofo. Gli venne conferita l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine dei SS.Maurizio e Lazzaro su proposta del Ministero dell'Agricoltura. Collabora inoltre alla quarta e quinta edizione della Nuova Enciclopedia Popolare Italiana.  Il suo saggio “Sui pregi” e “Doveri dei medici”, pubblicato,  Gli è stato dedicato il libro Roberto Sava La vita e l'opera -- di A. Prezzavento. Il paese natale di Belpasso, ha dedicato al suo ricordo la biblioteca comunale, istituita; è intitolato al suo nome, inoltre, un premio di laurea. British and foreign medical review: or quarterly journal of .. Repertorio di libri e pubblicazioni su adamoli  Biblioteca comunale Roberto Sava su lineaamica  Biblioteca comunale su comunebelpasso  Alba Dicembre Speciale Archiviato il 9 ottobre  in . su l'Alba. Roberto Sava. Sava. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sava” – The Swimming-Pool Library.

 

Scala (Noto). Filosofo. Insieme a Molet, fu uno dei due studiosi che parteciparono alla commissione dei cinque dotti creata da papa Gregorio XIII per la riforma del calendario . Chiamato da Padova per insegnare matematica, fu costretto a rifiutare per le sue precarie condizioni di salute . Morì, infatti, giovanissimo a soli ventinove anni.  Pubblicazioni L'Efemeridi del mag.co et eccel.te sig. Gioseppe Scala Siciliano, per anni dodici, le quali cominciano dall'anno di Christo nostro Sig.  & finiscono nel fine di dicembre dell'anno. Alle quali sono aggiunti i canoni, ò introduttioni dell'efemeridi dell'eccell. sig. G. Moleto matematico et dal detto signor Gioseppe Scala ridotto all'uso delle presenti efemeridi, In Venetia: appresso i Giunti. Ephemerides Iosephi Scalae Siculi Noetini art. et med. doc. ad annos duodecim, incipientes ab anno Domini. Vnà cum introductionibus ephemeridum excel. d. I. Moletii mathematici. Ab eodem d. Iosepho Scala, ad vsum suarum, restitutis. Venetiis: Lucantonio Giunta il giovane. Col suo nome è oggi chiamato il Gruppo Astrofili di Noto  Santi Correnti, Quello che la Sicilia ha dato all'Italia e al mondo. Vedi:Ortolani, Biografia degli uomini illustri di Sicilia ornata de' loro rispettivi ritratti, Tomo II, Napoli, Corrado Spataro, L'astronomo netino Giuseppe Scala jr. e la "nuova scienza" del Cinquecento. Calendario gregoriano. Giuseppe Scala. Scala. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scala” – The Swimming-Pool Library.

 

Scalea (Morano Calabro). Filosofo. Figlio del principe di Scalea, marchese di Misuraca e barone di Morano, dal quale ereditò i titoli, e di Anna Beatrice Carafa, dei principi di Belvedere. Fu allievo di Caloprese.  Divulgò la filosofia razionalista, difese alcuni colleghi, anche loro seguaci di Cartesio, accusati di ateismo, ed ebbe un'accesa polemica con Doria sull'origine dello spinozismo, in merito alla quale scrisse una opera critica. Opere: “Riflessioni sulle principali materie della prima filosofia fatte all'occasione di esaminare la prima parte di un libro intitolato: Discorsi Critici Filosofici intorno alla Filosofia degli Antichi e de' Moderni &c. di Paolo Matti Doria [...]” (Stamperia di Felice Mosca, Napoli); “De origine mali dissertation”; “De bono dissertation” Dizionario di filosofia, riferimenti in .  Alfonso Mirto, "Nota sul pensiero di Francesco Maria Spinelli", in Calabria letteraria, 31, 1983, nn. 7-9,  74-76. Fabrizio Lomonaco , Francesco Maria Spinelli, Vita, e studj scritta da lui medesimo in una Lettera, Il Melangolo, Genova 2007. Alfonso Mirto, Spinelli Francesco Maria in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, , ad vocem. Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su Francesco Maria Spinelli  Francesco Maria Spinelli, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Francesco Maria Spinelli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Francesco Maria Spinelli. Keywords: bonum, ‘il bono’ the good. Spinelli, principe di Scalea. Scalea. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalea” – The Swimming-Pool Library.

 

Scalfari (Civitavecchia). Filosofo.  Considerato, anche dai suoi avversari, uno dei più grandi filosofi italiani. Professorecontribuì, con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è fondatore del quotidiano la Repubblica. I campi principali dell'analisi di Scalfari sono l'economia e la politica. La sua ispirazione politica è socialista liberale, azionista e radicale. Punti forti dei suoi articoli recenti sono la laicità, la questione morale, la filosofia. Si iscrive al Liceo Mamiani di Roma, ma è a Sanremo (dove la famiglia, di origini calabresi, si era trasferita temporaneamente, essendo il padre direttore artistico del Casinò) che completerà gli studi liceali, al liceo classico G.D. Cassini, avendo come compagno di banco Italo Calvino.  Nel 1950 si sposa con la figlia del giornalista Giulio De Benedetti, Simonetta, morta nel 2006.  Dalla fine degli anni settanta Scalfari è sentimentalmente legato a Serena Rossetti, già segretaria di redazione de L'Espresso (e poi di Repubblica), che sposerà dopo la scomparsa della moglie Simonetta.  Eugenio Scalfari è ateo.  Esordi giornalistici durante il fascismo Tra le prime esperienze giornalistiche di Scalfari c'è Roma Fascista, organo ufficiale del GUF (Gruppo Universitario Fascista), mentre era studente di giurisprudenza. Negli anni successivi Scalfari continua a collaborare con riviste e periodici legati al fascismo, come NuovoOccidente, diretto dall'ex squadrista e fascista cattolico Giuseppe Attilio Fanelli. Nel 1942 Scalfari sarà nominato caporedattore di Roma Fascista.  All'inizio del 1943 scrive una serie di corsivi non firmati sulla prima pagina di Roma Fascista in cui lancia generiche accuse verso speculazioni da parte di gerarchi del Partito Nazionale Fascista sulla costruzione dell'EUR. Questi articoli portarono alla sua espulsione dai GUF per opera di Carlo Scorza, allora vicesegretario del PNF. Di fronte al gerarca, intenzionato a perseguire gli speculatori, il giovane Scalfari aveva ammesso come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Il gerarca accusò poi il giovane di essere un imboscato, e lo prese materialmente per il ero strappandogli le mostrine dalla divisa del partito.  Carriera giornalistica nel dopoguerra Dopo la fine della seconda guerra mondiale entra in contatto con il neonato Partito Liberale Italiano, conoscendo giornalisti importanti nell'ambiente. Mentre lavora presso la Banca Nazionale del Lavoro, diventa collaboratore, prima a Il Mondo e poi a L'Europeo, di due personalità che spesso richiama nei suoi scritti: Mario Pannunzio e Arrigo Benedetti. Ricorderà poi, con orgoglio, di essere stato licenziato dalla BNL per una serie di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione. Partecipa all'atto di fondazione del Partito Radicale. Nello stesso anno nasce il settimanale L'Espresso: Scalfari è direttore amministrativo e scrive articoli di economia.  Nel 1963 somma la carica di direttore responsabile de L'Espresso a quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in cinque anni a superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico si fuse con il piglio imprenditoriale, dato che Scalfari continuò a gestire anche la parte organizzativa e amministrativa.   Eugenio Scalfari nella foto da deputato Sempre nel 1967 Scalfari pubblica insieme a Lino Jannuzzi l'inchiesta sul SIFAR che fa conoscere il tentativo di colpo di Stato chiamato piano Solo. Il generale De Lorenzo li querela e i due giornalisti vengonocondannati rispettivamente a 15 e a 14 mesi di reclusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta dal Pubblico Ministero Vittorio Occorsio, che era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato.  Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari, che era stato eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel , dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore".  In quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, Razza padrona.  Fondazione e direzione de la Repubblica Nel 1976, dopo aver già tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.  L'assetto proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della "scalata" del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il "lodo Mondadori", resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per averelusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta dal Pubblico Ministero Vittorio Occorsio, che era riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato.  Scalfari e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche del 1968 Scalfari viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Scalfari, che era stato eletto sia nella circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel , dopo 45 anni, ammette che "quella firma era stata un errore".  In quegli anni critica accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da Giuseppe Turani, “Razza padrona”. Fondazione e direzione de la Repubblica. Dopo aver già tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.  L'assetto proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della "scalata" del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il "lodo Mondadori", resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per avereun pronunciamento favorevole nella disputa con De Benedetti per il controllo della Mondadori: tale accordo fu fortemente voluto da Giulio Andreotti, grazie all'intermediazione di Giuseppe Ciarrapico. Sotto la guida di Scalfari, "Repubblica" apre il filone investigativo sul caso Enimont, che dopo due anni verrà in buona parte confermato dall'inchiesta di "Mani pulite". Contro Craxi, a differenza che con Spadolini e con De Mita, Scalfari s'era speso sin dall'inizio del decennio precedente, considerandolo l'archetipo della questione morale contro cui si scagliava l'anima della sinistra rappresentata da Berlinguer. Di questi invece elogiò lo "strappo" con l'Unione Sovietica in occasione del golpe polacco, pur restando essenzialmente estraneo alla tradizione comunista e rimanendo su posizioni legate all'intellettualità laica e alla tecnocrazia. In tal senso vanno lette alcune sue importanti iniziative, tutte sostenute per il tramite di "Repubblica": sponsorizza il "governo del Presidente", candidandovi il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, già negli anni ottanta; indica al presidente Scalfaro il commissario PSI a Milano Giuliano Amato come viatico per la sua scelta a premier. Apprezza Guido Rossi come commissario delle aziende travolte nel turbine di Tangentopoli. Il 27 gennaio 1994 incomincia, dapprima in solitaria, la sua ventennale battaglia contro Silvio Berlusconi . Sconfitto Vittorio Sgarbi, è il primo a percepire e ad avvertire il pubblico circa la potenziale pericolosità di Beppe Grillo --  è il primo a preconizzare una possibile, futura alleanza fra Matteo Renzi e Matteo Salvini .  Ritiro dalla direzione de la Repubblica Scalfari, padre del quotidiano la Repubblica e della sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il ruolo di direttore, dopo che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo, la proprietà a Carlo De Benedetti; gli subentra Ezio Mauro. Non scompare dalla testata del giornale, poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista dell'edizione domenicale. I suoi editoriali sono entrati oramai nella consuetudine del giornale, tanto da essere soprannominatianche per la loro lunghezza"la messa cantata della domenica" Cura altresì una rubrica su L'Espresso (Il vetro soffiato). Il 6 luglio 2007, sul Venerdì di Repubblica (il magazine settimanale che esce dal 1987), annuncia di voler abbandonare dopo l'estate la sua storica rubrica Scalfari risponde, ringraziando i lettori per l'affetto ricevuto e gli stimoli da loro pervenuti per le sue riflessioni. Gli subentra Michele Serra.  Su RaiSat Extra è andato in onda per qualche tempo, ogni giovedì, un programma dal titolo La Scalfittura, in cui Scalfari teneva colloqui politici con Giovanni Floris.  Controversie Nel  e nel , le sue "interviste" con papa Francesco hanno causato per due volte la smentita da parte della sala stampa vaticana in relazione alle parole attribuite da Scalfari al Pontefice. Scalfari ha ribattuto di aver scritto virgolettati "come se fossero usciti dalla bocca del Papa", senza aver preso appunti o registrato durante i colloqui, sostenendo che quello era stato il suo metodo di lavoro per quasi cinquant'anni. il Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, a seguito della pubblicazione di un suo articolo su Repubblica, negando he il Papa avesse rilasciato un’intervista a Scalfari e sostenendo che il contenuto dell’articolo fosse il frutto di una sua ricostruzione. Ciononostante, Papa Francesco continua periodicamente a concedere interviste esclusive a Scalfari. Premi ed onorificenze Scalfari ha ricevuto varie onorificenze. A livello giornalistico ha vinto nel 1988 il Premio Internazionale Trento per "Una vita dedicata al giornalismo", nel 1996il "Premio Ischia" alla carriera, nel 1998 il Premio Guidarello al giornalismo d'autore e, di recente, il Premio Saint-Vincent -- è stato nominato Cavaliere di gran croce dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro mentre nel 1999 ha ricevuto una delle più prestigiose onorificenze della Repubblica francese diventando Cavaliere della Legione d'onore (successivamente è stato promosso ufficiale). È cittadino onorario di Velletri, città in cui risiede. Ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Vinci e gli è stata conferita la cittadinanza benemerita di Sanremo. Nel  vince il prestigioso Premio Viareggio  Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana — Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinariaGrande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana —Ufficiale della Legion d'onorenastrino per uniforme ordinariaUfficiale della Legion d'onore Cittadinanza onoraria di Vibo Valentia, Velletri  e Vinci. Cittadinanza benemerita di Sanremo. Altre opere:” Petrolio in gabbia” (Bari, Laterza), “I padroni della città” (Bari, Laterza); “Le baronie elettriche” (Bari, Laterza, Rapporto sul neocapitalismo in Italia, Bari, Laterza, Il potere economico in URSS, Bari, Laterza, Storia segreta dell'industria elettrica, Bari, Laterza, L'autunno della Repubblica. La mappa del potere in Italia, Milano, Etas Kompass,  Il caso Mattei. Un corsaro al servizio della repubblica, con Francesco Rosi, Bologna, Cappelli, Razza padrona. Storia della borghesia di Stato, con Giuseppe Turani, Milano, Feltrinelli, Interviste ai potenti, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Come andremo a incominciare?, con Enzo Biagi, Milano, Rizzoli, L'anno di Craxi (o di Berlinguer?), Milano, Mondadori, La sera andavamo in Via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla «Repubblica», Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Collana Super ET, Torino, Einaudi, Incontro con Io, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, , Denis Diderot, Il sogno di d'Alembert seguito da Il sogno di una rosa di Eugenio Scalfari, Collana La memoria, Palermo, Sellerio, I ed. accresciuta, nuova Introduzione di E. Scalfari, Palermo, Sellerio, , Alla ricerca della morale perduta, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, Il labirinto, Milano, Rizzoli, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Attualità dell'Illuminismo, a cura di, Roma-Bari, Laterza, La ruga sulla fronte, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, Articoli,  Roma, la Repubblica,  Dibattito sul laicismo, E. Scalfari, Roma, La Biblioteca di Repubblica,  L'uomo che non credeva in Dio, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Per l'alto mare aperto. La modernità e il pensiero danzante, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Scuote l'anima mia Eros, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, ,Enrico Berlinguer, La questione morale. La storica intervista di Eugenio Scalfari, Reggio Emilia, Aliberti, .ed. ampliata, Prefazione di Luca Telese, Aliberti, . Vito Mancuso-E. Scalfari, Conversazioni con Carlo Maria Martini, Collana Campo dei fiori, Roma, Fazi, La passione dell'etica. Scritti, Angelo Cannatà, Collezione I Meridiani, Milano, Mondadori, Papa Francesco-E. Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti, Torino, Einaudi, L'amore, la sfida, il destino. Il tavolo dove si gioca il senso della vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, , Racconto autobigrafico, Collana Passaggi, Torino, Einaudi, L'allegria, il pianto, la vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, L'ora del blu, Torino Einaudi, Il Dio unico e la società moderna. Incontri con Papa Francesco e il Cardinale Carlo Maria Martini, Torino, Einaudi, liberoquotidiano, libero quotidiano news commenti-e-opinioni vittorio_feltri_eugenio_scalfari_ritratto fuoriclasse_re giornalisti diversi.html. ilfoglio, il foglio uffa news benvenuti al-grand-hotel-scalfari-splendida-vista sul secolo-di-carta- la7, la7/dimartedi/video/da-montanelli-e-scalfari-ho-imparato-che-bisogna-scrivere-per-farsi-capire-marco-travaglio Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Mimesis, , diviso in quattro capitoli: la Politica, l'Arte, la Religione, la Filosofia.  Scheda sul  storico della Camera dei deputati, su storia.camera. Sull'amicizia tra Scalfari e Calvino leggiamo: "Caro Eugenio, le tue lettere sono come manate sulla schiena e io ne ho bisogno di manate sulla schiena, specie di questi tempi."(...) Mi viene l'acquolina in bocca pensando alle ghiotte discussioni che faremo quando ci ritroveremo insieme", cfr. Angelo Cannatà "Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis,  Paolo Guzzanti, Guzzanti vs De Benedetti. Faccia a faccia fra un gran editore e un giornalista scomodo, Aliberti editore,   Cfr. Corriere della Sera,  La Repubblica : Gli 80 anni di Eugenio Scalfari, su repubblica. Mirella Serri, I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte, Milano, Corbaccio, 2Ero giovane, fascista e felice, intervista a Eugenio Scalfari apparsa su Il Foglio, pasqualericcio. Nel corso dell'inchiesta Scalfari riferisce di un colloquio avuto col generale Aurigo: "Mi disse che gli ordini (le disposizioni relative al 'Piano Solo') contemplavano anche l'ipotesi di una eventuale resistenza da parte del prefetto (gli ordini dicevano che bisognava mettere il prefetto, qualora avesse resistito a questa iniziativa dei carabinieri, in condizioni di non nuocere". Fonte: Angelo Cannatà, "Eugenio Scalfari e il suo tempo", Mimesis, 42.  Eugenio Scalfari / Deputati / Camera dei deputati storico, su storia.camera.  Il commissario Calabresi e quella firma, su repubblica.  Fabio Tamburini, Un siciliano a Milano, Longanesi, da ultimo citato da Ferruccio de Bortoli su corriere della sera attacchi-corriere_ Franco Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo,  e Alberto Mazzuca, Penne al vetriolo, Bologna, Minerva,   Nei cui confronti Carlo Caracciolo e Carlo De Benedetti dicono che Scalfari ebbe un "innamoramento", in seguito non più condiviso dallo stesso editore della Repubblica che ormai non lo considerava "un grande politico": intervista alla Stampa. Scrive Scalfari: Gelli è Belfagor, il messaggero del diavolo; ma il diavolo, cioè Belzebù, chi è? ("Belzebù è, in una certa misura, lo stesso partito socialista, elemento importante di quel quadro politico e di quella inamovibilità". Fonte: Eugenio Scalfari e il suo tempo, di Angelo Cannatà, Mimesis, 61. L'articolo di Scalfari, Caro Craxi tu lo sai chi è Belzebù, è apparso su Repubblica repubblica, repubblica sezioni/politica festaforza coccode coccode.html. 5 marzo  (archiviato il 21 agosto ).  la7, la7/le-invasioni-barbariche/video/lintervista-a-eugenio-scalfari Voto Renzi perché l'avversario è Grillo, su youtube.com.  youtube.com, youtube Rep, su rep.repubblica.  E. Mauro dal pulpito di Repubblica officia la democrazia e aspira a diventare papa, Panorama. Il Post Archiviato il 25 dicembre  in ., 22 novembre   "Le interviste vanno comunque reinterpretate", su youtube.com.  ll Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa Francesco, su ilpost. 31 marzo  (archiviato il 1º aprile ).  Il Vaticano smentisce Eugenio Scalfari che fa dire al Papa che l'inferno non esiste, su ilmessaggero. 31 marzo  (archiviato il 31 marzo ).  Rep, su rep.repubblica. 1º marzo .  Premio Viareggio , su repubblica (archiviato il 25 agosto ).  Dettaglio Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale. Sito web del Quirinale: dettaglio decorato., su quirinale. C. Mauri, Il cittadino Scalfari, prefazione di Ruggero Guarini, Milano, SugarCo, 1Giancarlo Perna, Eugenio Scalfari, una vita per il potere, Milano, Leonardo Editore, Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Milano-Udine, Mimesis, F.  Bucci, Eugenio Scalfari. L'intellettuale dilettante, Roma, Società Editrice Dante Alighieri, Giampaolo Pansa, La Repubblica di Barbapapà, Milano, Rcs Libri,  Giovanni Valentini, La Repubblica tradita, Roma, PaperFirst, Franco Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo Editore, A. Mazzuca, Penne al vetriolo. I grandi giornalisti raccontano la Prima Repubblica, Bologna, Minerva, La Repubblica Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Eugenio Scalfari, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. storia.camera, Camera dei deputati.  Registrazioni di Eugenio Scalfari, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Dati personali e incarichi nella V legislatura, Camera dei deputati. PredecessoreDirettore de L'EspressoSuccessore Arrigo Benedetti9 giugno 196324 marzo 1968Gianni Corbi PredecessoreDirettore de la RepubblicaSuccessore nessuno. Ezio Mauro. Eugenio Scalfari. Scalfari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalfari” – The Swimming-Pool Library.

 

Scarano. (Brindisi). Filosofo. Studia a Bologna, anda poi a Padova e a Venezia. Il Senato della Serenissima lo chiama alla cattedra di filosofia lasciata da Aldo Manuzio il Giovane.  Molto apprezzato dai contemporanei, e tra i fondatori dell'Accademia Veneziana. Scrive il saggio “Scenophylax” (Venezia), nel quale tratta della convenienza di restituire alla tragedia e alla commedia la lingua del Lazio. P. Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, A. Sordo, Ritratti brindisini. Scarano. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarano” – The Swimming-Pool Library.

 

Scaravelli (Firenze). Filosofo. Iscritto alla facoltà di medicina dell'Istituto di Studi Superiori Fiorentino, dopo aver quasi completato gli studi e aver servito come ufficiale medico nella Prima guerra mondiale, cambiò ateneo e facoltà  al scegliendo il corso di laurea in filosofia a Pisa, dove si laureò con lode con Carlini. Insegnò in licei italiani e stranieri e negli Istituti italiani di cultura di Atene, Bruxelles, Zagabria e Lisbona. Ottenuta quell'anno la docenza in Filosofia teoretica a'Pisa, vi insegnò con qualche incarico temporaneo alla Scuola normale superiore e all'Università "La Sapienza" di Roma. Nell'ultimo anno della sua vita ottenne il trasferimento all'Firenze, dove però non insegnerà mai, per una grave depressione che l'avrebbe condotto di lì a poco al suicidio. Era sposato e aveva due figli.  Profondo conoscitore di Kant, approfondì nei suoi studi (pubblicati con molta riluttanza e quasi solo per esigenze concorsuali) in particolare i temi relativi ai rapporti tra la filosofia kantiana e la fisica moderna, i problemi relativi alla Critica del Giudizio ed anche i temi dell'idealismo.  Biblioteca personale I suoi libri, doll'Università La Sapienza dai suoi eredi, sono oggi conservati in uno specifico fondo alla "Villa Mirafiori", dove ha sede la Biblioteca di filosofia  Opere principali: Critica del capire, Firenze, Sansoni, Saggio sulla categoria kantiana della realta, Firenze, Le Monnier, La prima meditazione di Cartesio, Firenze, La Nuova Italia, Osservazioni sulla Critica del giudizio, Pisa, Scuola Normale Superiore,  Opere: Mario Corsi (Critica del capire e altri scritti, Scritti kantiani, L'analitica trascendentale: scritti inediti su Kant), Firenze, La nuova Italia. La Biblioteca di Luigi Scaravelli, su bibliotecafilosofia.uniroma1. 2L' attualità di Scaravelli, E. Mirri, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, M. Visentin, Le categorie e la realtà: saggi su Scaravelli, Firenze, Le lettere, G.  Sasso, Filosofia e idealismo, De Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Napoli, Bibliopolis, Il pensiero di Scaravelli: la storia come problema e come metodo, atti del Convegno svoltosi presso l'Accademia d'Ungheria in Roma  col titolo di Il problema del giudizio storico e Luigi Scaravelli, Mario Corsi, Soveria Mannelli, Rubbettino, Scaravelli pensatore europeo, M. Biscuso e G. Gembillo, Messina, Siciliano, Gennaro Sasso, Scaravelli e il giudizio, in Filosofia e idealismo. Secondi paralipomeni, Napoli, Bibliopolis,  S. Palermo, Tra critica e metafisica. Luigi Scaravelli lettore di Kant, Pisa, Edizioni ETS,   Luigi Scaravelli, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Luigi Scaravelli, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Massimiliano Biscuso, Profilo di Luigi Scaravelli, su bibliotecafilosofia.uniroma1. La  completa dei suoi scritti, su giornaledifilosofia.net. Luigi Scaravelli. Scaravelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scaravelli” – The Swimming-Pool Library.

 

Scarpelli (Vicenza). Filosofo. Studioso di analisi del linguaggio, è stato uno dei fondatori della cosiddetta scuola analitica italiana di filosofia del diritto assieme a Bobbio. È stato, insieme allo stesso Bobbio e a Giovanni Tarello, uno dei massimi esponenti della filosofia del diritto analitica italiana del Novecento, insegnando in varie università italiane anche Teoria generale del diritto, dottrine dello Stato, Filosofia morale e Filosofia della politica ed occupandosi costantemente, per l'intera vita, di problemi di etica e politica. Il pensiero filosofico-giuridico scarpelliano può essere raccolto attorno a due grandi temi: la semiotica del linguaggio prescrittivo e il metodo giuridico. Scarpelli contribuisce in misura fondamentale alla cosiddetta svolta prescrittivistica in campo semiotico ed è fautore di una giustificazione etico-politica del positivismo giuridico. Oltre ad approfondire lo studio del metodo del ragionamento morale, si è impegnato attivamente in relazione a questioni di etica e bioetica quali per esempio l'aborto e l'eutanasia. Ha compiuto inoltre studi sulla democrazia e i concetti di libertà politica e di partecipazione politica. Da una famiglia di origine pugliese trasferitasi poi in Lucchesia; il padre è magistrato. Dopo avere frequentato il liceo, si iscrive alla Facoltà di Giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Torino. La formazione di Scarpelli è all'insegna del pensiero filosofico idealistico allora dominante in Italia e fondata, tra gli altri, sui testi di Croce e Gentile. Durante gli anni universitari, desta l'interesse di Scarpelli in particolare Allara, maestro della scuola civilistica torinese, e la filosofia del diritto. Segue le lezioni del corso di Filosofia del diritto di Bobbio, che ha l'incarico per quell'anno di ricoprire la cattedra di Gioele Solari. Sotto la guida del filosofo e giurista italiano Solari, Scarpelli si laurea nel 1946 discutendo una tesi sul tema della persona nella filosofia giuridica moderna. Già in questo lavorolo ricorda Bobbio, molti anni più tardi, nel ritratto dell'allievoScarpelli rivela un orientamento critico verso le versioni organicistiche della filosofia al tempo in auge.  Si laurea anchein Scienze politiche sempre sotto la guida di Solari. Risale a questo anno la pubblicazione nella Rivista del diritto commerciale di una breve nota intitolata Scienza giuridica e analisi del linguaggio; in questa nota Scarpelli precorre il celebre saggio di Bobbio che porta lo stesso titolo e che è considerato il manifesto della scuola analitica italiana di filosofia del diritto. Scarpelli, sino da giovanissimo, prende le distanze dalle correnti filosofiche idealistiche, organicistiche ed attualistiche accreditate sul continente per accostarsi al positivismo logico e, più in generale, alla filosofia analitica e agli studi di semiotica. È tra i primi a proporne una applicazione in campo giuridico e ad evidenziare la rilevanza della analisi del linguaggio per la teoria e la dogmatica giuridica.  Appena dopo la laurea, diviene assistente volontario di Bobbio; in seguito, in qualità di assistente incaricato, collabora con Bobbio alla preparazione di due seminari, uno sulla giustizia nel materialismo storico e l'altro sulla interpretazione giuridica. La giustizia e il marxismo sono temi a cui Scarpelli dedica il primo libro intitolato Esistenzialismo e marxismo, il quale reca come sottotitolo Saggio sulla giustizia. Nonostante alcuni cambiamenti intervenuti nel corso degli anni, nel libro si rintracciano alcuni motivi del pensiero scarpelliano che lo stesso Scarpelli riconosce di non avere mai abbandonato: anzitutto, l'idea che la filosofia debba proporsi come forma di pensiero mondano, legato esclusivamente a ciò che gli uomini sono e fanno al mondo, e l'idea della scelta e dell'impegno come basi della esistenza di ciascun uomo. Risultato vincitore del concorso per l'accesso in magistratura, lascia la carriera universitaria con qualche rimpianto; ne è testimonianza la corrispondenza epistolare col maestro Norberto Bobbio. Durante gli anni di magistratura, i rapporti con l'università non si interrompono però completamente: consegue la libera docenza in Filosofia del diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Milano; nei due anni successivi svolge corsi liberi nella stessa disciplina e svolge su incarico il corso di dottrina dello Stato al fianco di Renato Treves. Godendo di una borsa Rockefeller, ottenuta soprattutto grazie ad Alessandro Passerin d'Entrèves, per un anno si dedica ininterrottamente allo studio ponendo le basi di una delle sue opere principali: il Contributo alla semantica del linguaggio normative. Esercita la professione di magistrato a Milano fino al anno in cui lascia definitivamente la carica per ritornare a tempo pieno all'insegnamento universitario. Tiene per incarico il corso di filosofia del diritto nella Facoltà di Giurisprudenza di Perugia,  professore straordinario di Filosofia del diritto presso la medesima Facoltà; al compimentodel triennio, è Professore sempre a Perugia. Professore di Filosofia morale nella Facoltà di Lettere e filosofia del diritto dell'Università degli Studi di Pavia, presso la cui Facoltà di Giurisprudenza tiene anche le lezioni di Filosofia del diritto. Titolare della cattedra di Filosofia del diritto della Facoltà di Giurisprudenza di Torino. Mantiene l'incarico fino a quando si trasferisce accanto a Treves all'Università degli Studi di Milano ricoprendo la cattedra di Filosofia del diritto di cui è già titolare. Promuove il dottorato in filosofia analitica e teoria generale del diritto; ancora oggi attivo, tale dottorato è uno dei tre curricula che compongono l'attuale dottorato in a Milano. Durante gli anni di docenza, oltre ai corsi di Filosofia del diritto e Filosofia morale, Scarpelli insegna su incarico Teoria generale del diritto, Filosofia della politica e Analisi del linguaggio politico. Lavora appassionatamente e alacremente a un'opera sistematica rimasta incompiuta: si tratta di un trattato di teoria generale del diritto di cui resta solo la struttura del lavoro, dettagliata fino alla scansione dei paragrafi. A tale opera Scarpelli pensa per lunghi anni, almeno dieci, come dimostra quanto egli scrive nel saggio intitolato La teoria generale del diritto: prospettive per un trattato; eccettuate le anticipazioni presenti in questo lavoro e in altri saggi successivi, tra le carte rimaste di Scarpelli, non v'è alcuna parte di testo scritta di pugno dal filosofo. Come attestano gli allievi, il modo di lavorare di Scarpelli avrebbe portato ad una stesura unitaria a partire dalle citazioni e dai riferimenti raccolti e ordi corso degli anni. Ad oggi, questa mole di documenti resta l'ultima testimonianza del lavoro di Scarpelli, la traccia degli ultimi sviluppi del suo pensiero di filosofo del diritto e studioso di analisi del linguaggio. Muore a Milano. Tra gli scritti pubblicati postumi e ancora incompiuti, si ricorda soprattutto il testo di una conferenza mai tenuta intitolato La mia meta-etica e la mia esperienza etica in cui Scarpelli esplicita le due problematiche che hanno dominato la sua ricerca meta-etica: quella della razionalità interna dell'etica e quella della sua fondazione.  L'attività scientifica Scarpelli ricopre numerose cariche in istituzioni dedite alla ricerca e partecipa a numerosi convegni, incontri di studio e simposi di rilievo nazionale ed internazionale. È stato membro del Centro di studi metodologici di Torino e dello Institut international de philosophie politique; è stato socio corrispondente dell'Accademia delle scienze di Torino e socio dell'Istituto Lombardo Accademia delle scienze e delle lettere.Direttore dell'Istituto per la Scienza per la amministrazione pubblica. Ha fatto parte dei consigli direttivi della Rivista internazionale di filosofia del diritto e di Sociologia del diritto. Entra a far parte del comitato di redazione della Rivista di filosofia di cui cura numeri monografici dedicati al concetto di libertà, alla logica deontica e alla bioetica. È stato condirettore della collana Diritto e cultura moderna e direttore della collana Luoghi critici per le edizioni di Comunità. Presidente della Società italiana di filosofia giuridica e politica è stato vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica ed è stato nominato presidente onorario della Società italiana di filosofia analitica. Contribuisce alla nascita, dovuta all'iniziativa soprattutto di Ludovico Geymonat, del Centro Studi metodologici di Torino. In qualità di affiliato, riceve il compito di fare una relazione sulla Enciclopedia delle scienze unificate; lavoro a cui fanno seguito negli anni Cinquanta alcuni contributi sulla analisi del linguaggio così come concepita dal movimento del positivismo logico. In questi anni Scarpelli si avvicina sempre di più alla filosofia anglosassone e in particolare agli studi oxoniensi sul linguaggio della morale e della politica, partecipando anche ad incontri di studio ad Oxford. Seguendo inizialmente le ricerche di Morris, è fra i protagonisti della cosiddetta svolta linguistica della filosofia italiana. Si deve a lui l'introduzione nel nostro Paese del pensiero e delle opere del filosofo della morale Hare e del filosofo della politica  Oppenheim. Ad ambedue i filosofi, Scarpelli dedica alcuni lavori; sono da ricordare anzitutto le note, che in realtà sono ampi saggi di analisi del linguaggio normativo e contributi di meta-etica, ai due saggi di Hare: The Language of Morals e Freedom and Reason. Intraprende un vivace dibattito sul concetto di libertà politica che porta alla stesura di vari lavori; tra essi, si può ricordare anzitutto il saggio dal titolo Libertà come fatto e come valore  ed il volume La libertà politica.  Si devono a Scarpelli i primi studi in Italia sulla analisi del linguaggio giuridico in cui v'è una sistematica applicazione degli strumenti della semiotica ai suoi tre livelli: la sintattica (lo studio dei rapporti tra i segni), la semantica (lo studio dei rapporti tra i segni e i significati), la pragmatica (lo studio dei rapporti tra i segni e i loro utenti). Tutta la speculazione e la produzione scientifica di Scarpelli è basata sulla tesi della grande distinzione tra linguaggio descrittivo e linguaggio prescrittivo; ma negli anni si evolve progressivamente il livello a cui è individuato il tratto differenziale tra l'uno e l'altro, individuato dapprima sul piano pragmatico e poi sul piano semantico. L'esposizione compiuta del pensiero scarpelliano sulla significanza del linguaggio prescrittivo si ha nell'opera del Semantica, morale e diritto, trasfusa nella voce Semantica giuridica dello stesso anno. L'idea che il linguaggio prescrittivo (le norme, i comandi, gli ordini, le preghiere, ecc.) abbiano significato trae origine dalla distinzione tra il principio di significanza e il principio di verificazione. Alcuni spunti in tal senso sono rintracciabili già nel Contributo alla semantica del linguaggio normativo il cui nucleo concettuale ancora vicino al positivismo logico sta nell'intuizione che gli enunciati normativi, quantunque non possano essere verificati o falsificati, debbano nondimeno riferirsi alla realtà. Questa idea è alla base anche del libro Cos'è il positivismo giuridico in cui Scarpelli propone una giustificazione etico-politica del positivismo giuridico, criticando sia la versione bobbiana del positivismo giuridico come approach sia la versione proposta da Hart.  Fonti Le indicazioni sulla produzione scientifica di Uberto Scarpelli più ampie, seppur non complete, si rintracciano al momento nei seguenti contributi: R. Guastini, Variazioni su temi di Scarpelli. Con un'appendice bibliografica, in «Materiali per una storia della cultura giuridica italiana», Xdegli scritti di Uberto Scarpelli. Nota Bibliografica, in Filosofia analitica Donatelli e Luciano Floridi, Lithos editrice, Roma, (con anche l'indicazione delle note sul “Monitore dei Tribunali” e degli articoli comparsi su alcuni giornali, quotidiani e periodici: “L'Opinione”, “Panorama”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Mondo economico”); Mario Jori, Uberto Scarpelli, giurista e filosofo, in «Rivista internazionale di filosofia del diritto», Norberto Bobbio, La mia Italia, Polito, Passigli Editori, Firenze,  nelle pagine dedicate al ritratto di Uberto Scarpelli. Semantica del linguaggio normativo, in Filosofia del diritto, (Paolo Di Lucia), Raffaello Cortina Editore, Milana. La presente  non è completa e non contempla i numerosissimi scritti e note apparsi sui giornali, quotidiani e periodici. Esistenzialismo e marxismo. Saggio sulla giustizia, Taylor, Torino, Filosofia analitica e giurisprudenza, Istituto editoriale Cisalpino, Milano, Il problema della definizione e il concetto di diritto, Istituto editoriale Cisalpino, Milano, Contributo alla semantica del linguaggio normativo, Accademia delle Scienze, Torino, (nuova edizione con introduzione e Anna Pintore, Giuffrè, Milano,  Filosofia analitica, norme e valori, Comunità, Milano, Validità, legittimità, effettività del diritto, e positivismo giuridico, Cluep, Perugia, ciclostilato Cos'è il positivismo giuridico, Comunità, Milano, (nuova edizione con introduzione di Alfonso Catania e Mario Jori, ESI, Napoli) Diritto e analisi del linguaggio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, Letture filosofiche e politiche. Introduzione agli studi politici, Uberto Scarpelli, Cisalpino-Goliardica, Milano, Hobbes. Linguaggio e leggi naturali. Il tempo e la pena, Giuffrè, Milano, L'etica senza verità, Il Mulino, Bologna, La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi dedicati a Norberto Bobbio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, Il linguaggio del diritto,Led, Milano, Bioetica Laica, Maurizio Mori, Baldini e Castoldi, Milano, Saggi Scienza del diritto e analisi del linguaggio, Rivista del diritto commerciale, Dissertazione (check) per la libera docenza, Giurisprudenza italiana,  L'Unità della scienza nella “International Encyclopedia of Unified Science”, Rivista di filosofia, Il giudice e la legge, Occidente. Rivista mensile (saggio compreso nel fascicolo speciale dedicato a Il potere giurisdizionale nello stato moderno e in particolare nella costituzione italiana, Liberalismo e democrazia nella Costituzione italiana, Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Elementi di analisi della proposizione giuridica, Jus, (riedito in Atti del congresso di studi metodologici promosso dal Centro di Studi metodologici, Ramella, Torino, Diritto naturale vigente, Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Alcuni problemi della teoria analitica del valore nel libro “Elementi di filosofia analitica” di Arthur Pap, Rivista di filosofia,  Linguaggio valutativo e prescrittivo, Jus, La Filosofia di Gentile e le critiche di Solari, in Studi in memoria di Solari, Ramella, Torino, Responsabilità del magistrato, Occidente. Rivista bimestrale di studi politici, Behaviourism, positivismo logico e fascismo, Rivista bimestrale di cultura e di politica, Gli Stati Uniti e “il grande cambiamento”, Rivista bimestrale di cultura e di politica, Etica e linguaggio, Rivista di filosofia, Società e natura nel pensiero di Kelsen, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Osservazioni sul concetto di segno nel pensiero di Charles Morris, Rivista di filosofia, La natura della analisi del linguaggio, Rivista di filosofia, La natura della metodologia giuridica, Rivista internazionale di filosofia del diritto (incluso anche in Filosofia e scienza del diritto. Atti del II Congresso nazionale di filosofia del diritto (Giuffrè, Milano), La «Filosofia del diritto» di Widar Cesarini Sforza, Rivista di diritto civile, I compiti della filosofia del diritto, in La ricerca filosofica nella coscienza delle nuove generazioni, Carlo Arata e altri, Il Mulino, Bologna, I fondamenti e il metodo della analisi del linguaggio, in Il pensiero contemporaneo. Filosofia, epistemologia, logica, Rossi-Landi, Comunità, Milano,Retribuzione (voce), Enciclopedia Filosofica, IV, Sansoni, Firenze, La définition en droit, Logique et Analyse,ss. poi tradotto come La definizione nel diritto, Jus, Imperativi e asserzioni (Grice: “Or is it indicatives and imperatives?”) Rivista di filosofia, La libertà, la democrazia e il magistrato, Monitore dei Tribunali,  Relazione, in Dibattito bolognese sui valori, Augusto Guzzo e Uberto Scarpelli, Edizioni di Filosofia, Torino,  Libertà, ragione e giustizia, Rivista di filosofia, Marxismo, sociologia neopositivistica e lotta delle classi, Quaderni di Sociologia, Il permesso, il dovere e la completezza degli ordinamenti normativi (a proposito di un libro di Amedeo G. Conte), Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, La dimensione normativa della libertà, Rivista di filosofia, 1Positivismo logico e società contemporanea, Rivista di filosofia,  Libertà come fatto e come valore, Rivista di filosofia, Illuminismo e legislazione, La Magistratura, Le “proposizioni giuridiche” come precetti reiterati, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Risposta di Uberto Scarpelli, in Quaderni della Rivista “Il politico”. Tavola rotonda sul positivismo giuridico (Pavia), Milano, Giuffrè, L'educazione del giurista, Rivista di diritto processuale, Semantica giuridica, voce del Novissimo digesto italiano, XVI, UTET, Torino (Semantica, morale e diritto, Giappichelli, Torino) Problemi e idee circa l'insegnamento del dirittoGruppo di lavoro per il diritto G. Pugliese, in Le scienze dell'uomo e la riforma universitaria, Laterza, Bari,  I magistrati e le tre democrazie, Rivista di diritto processuale, Le argomentazioni dei giudici: prospettive di analisi, Il Foro italiano, suppl. ai Quaderni. Serie II. La formazione extralegislativa del diritto nell'esperienza italiana. Atti delle giornate di studio di Ancona, “Moore in Italia,” (cf. Luigi Speranza, “Grice in Italia”), Rivista di filosofia,  La «grande divisione» e la filosofia della politica, introduzione a F. Oppenheim, Etica e filosofia politica, Il Mulino, Bologna,  Il metodo giuridico, Rivista di diritto processuale  (riedito come voce della Enciclopedia Feltrinelli-Fisher. Diritto, Crifò, Feltrinelli, Milano.) Dovere morale, obbligo giuridico, impegno politico, Rivista di filosofia, ss. (riedito in Studi sassaresi, Giuffrè, Milano) Impegno politico e conoscenza sociologica, Quaderni di Sociologia, Il diritto nella società industriale: una strategia di accostamento, Rivista di diritto processuale. (edito anche in Il diritto della società industriale. Obbligazione politica e libertà di coscienza. Atti del IX Convegno nazionale della Società italiana di Filosofia giuridica e politica (Pergia), Giuffrè, Milano, Prefazione a Dagobert D. Runes, Dizionario di filosofia, Mondadori, Milano, La facoltà di scienze politiche di Milano e il potere negativo, Politica del diritto, Intervento in Autonomia e diritto di resistenza, Studi sassaresi, Giuffrè, Milano, Insegnamento del diritto, filosofia del diritto e società in trasformazione, Rivista trimestrale di diritto pubblico, (riedito in L'educazione giuridica, Libreria Universitaria, Perugia,  Per una sociologia del diritto come scienza, Sociologia del diritto (riedito in La sociologia del diritto: un dibattito, Giuffrè, Milano, e in Diritto e trasformazione sociale, Laterza, Bari, La conoscenza sociologica, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, in Atti delConvegno Nazionale di Filosofia (Pavia), Società filosofica italiana, Roma,  Democrazie e competenze, Amministrare, Giuffrè, Milano, Introduzione. La Filosofia. La filosofia dell'etica. La filosofia del diritto di indirizzo analitico in Italia e Introduzione all'analisi delle argomentazioni dei giudici, in Diritto e analisi del linguaggio, Uberto Scarpelli, Milano, Comunità, 1Lawrence M. Friedman e il sistema giuridico, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, Rivista di filosofia, Intervento al convegno del PSI di Milano, in I socialisti e la cultura. Materiali e contributi per una politica culturale alternativa, Marsilio, Venezia, Le condizioni metagiuridiche della partecipazione, Atti del XXII Convegno di Studi di Scienza dell'amministrazione, Giuffrè, Milano  Le “entità strane dette norme” ed i guastini di Guastini, Sociologia del diritto, Santi Romano, teorico conservatore, teorico progressista, in Le dottrine giuridiche di oggi e l'insegnamento di Santi Romano, P. Biscaretti di Ruffìa, Giuffrè, Milano,  Intervento in La partecipazione popolare nella Costituzione repubblicana: prevenzione sociale e controllo della criminalità. Atti del convegno di Senigallia, Giustizia e Costituzione, Intervento nella presentazione di Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, in Milano, Sala del Grechetto, pubblicata in UTETPanorama di Lettere e Scienze, Hobbes e l'obbligazione politica come obbligazione in coscienza, in Studi in onore di Liebman, IV, Giuffrè, Milano, Idea dell'università e diritto allo studio, in Atti del Convegno su Il diritto allo studio nel quadro dei rapporti fra Università e Regione, Quaderni della Regione Lombardia,  Teoria formale o teoria strutturale del diritto. Per la dissoluzione della metafora formalistica, in Studi in onore di C. Grassetti, Giuffrè, Milano, La partecipazione politica, Sociologia del diritto, La meta-etica e la sua rilevanza etica, Rivista di filosofia,  Intervento in Giudici separati? Magistratura, società e istituzioni, Atti del I Convegno Emilio Alessandrini (Senigallia), Giustizia e Costituzione, La critica analitica a Kelsen, Rivista di filosofia (riedito in Hans Kelsen nella cultura filosofico-giuridica del novecento, C. Roehrssen, Istituto delle Enciclopedia italiana, Roma) La responsabilità politica, XIII Congresso nazionale della Società Italiana di Filosofia giuridica e politica. Pavia, Giuffrè, Milano, Responsabilità politica o virtù repubblicana, in Garanzie processuali o responsabilità del giudice, Franco Angeli, Milano, Riflessioni sulla responsabilità politica. Responsabilità, libertà, visione dell'uomo, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Interventi (pubblicati senza essere rivisti dall'autore) nella giornata di studi su Le ragioni della libertà: degenerazione dello stato burocratico e risposte neoliberali per l'Italia, Einaudinotiziecircolare ai soci della Fondazione Einaudi, Il tempo e la pena, in Piacere e felicità: fortuna e declino. Atti del 3º Convegno di studiosi di Filosofia morale (Chiavari-S. Margherita Ligure), R. Crippa, Liviana Editrice, Padova, Filosofia e diritto, in La cultura filosofica italiana nelle sue relazioni con altri campi del sapere. Atti del convegno di Anacapri, Guida Editori, Napoli,  B. Leoni e l'analisi del linguaggio, Il politico. Rivista italiana di Scienze politiche,  La democrazia e il segreto, in Il segreto nella realtà giuridica italiana. Atti del convegno nazionale, Roma, Cedam, Padova, La teoria generale del diritto: prospettive per un trattato, in La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi dedicati a Noberto Bobbio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano,  L'interpretazione premesse alla teoria dell'interpretazione giuridica, in Società norme e valori. Studi in onore di Renato Treves, Uberto Scarpelli e Vincenzo Tomeo, Giuffrè, Milano, Auctoritas non veritas facit legem, in Linguaggio persuasione verità: atti del Congresso nazionale di filosofia tenutosi in Verona, Cedam, Padova  (anche in Rivista di filosofia,  Intervento in Il Welfare State possibile. Saggi e interventi di Francesco Barone, Uberto Scarpelli, prefazione di Enrico Mattei, Le Monnier, 1 Scienze dell'uomo e potere sull'uomo: oltre la libertà e la dignità, in Baudrillard e altri, Sapere e potere, I, Viviana Conti, Multhipla edizioni, Milano, Un filosofo a disagio, Bollettino della Società Filosofica italiana. Nuova Serie, Voci: Diritto, Interpretazione, Istituzione, Norma, Validità, in Gli strumenti del sapere contemporaneo, I, Le discipline e II, I concetti, UTET, Torino, Le porte della stalla, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Gli orizzonti della giustificazione, Rivista di filosofia (poi in Etica e diritto, Letizia Gianformaggio e Eugenio Lecaldano, Laterza, Roma-Bari.) Scienza, sapere, sapienza, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Di alcune difficoltà culturali e di una tentazione perversa inerenti ai “diritti degli animali”, in “I diritti degli animali”. Atti del convegno nazionale Genova, Silvana Castignone e Luisella Battaglia, Centro di Bioetica, Genova, La filosofia nella Facoltà di Giurisprudenza, Rivista di filosofia,La bioetica. Alla ricerca dei principi, in Biblioteca della libertà, Un modello di ragione giuridica: il diritto reale razionale, Faralli e Pattaro, Giuffrè, Milano, Dalla legge al codice, dal codice ai principi, Atti dell'Accademia delle Scienze di Torino. Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche,(Rivista di filosofia). La Camera di consiglio come scuola, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Cosmo e universo, in Corpo e cosmo nell'esperienza morale. Atti del Convegno tra studiosi di Filosofia morale (Pietrasanta), Romeo Crippa, Padeia Editrice, Brescia,  Eutanasia. Intervista al Prof. Uberto Scarpelli, Hospital,  Il concetto di libertà politica nel pensiero di Alessandro Passerin d'Entreves, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Amministrazione della giustizia, rapporti umani e funzioni del diritto, in Amministrazione della giustizia e rapporti umani. Atti del Convegno di Sassari, Maggioli, Rimini, Beccaria e l'Italia civile, L'Indice penale, Classi logiche e discriminazione fra i sessi, Lavoro e diritto, Hobbes e lo stato totalitario, Bollettino della Società Filosofica italiana. Nuova Serie (intervento nella Tavola Rotonda su Attualità e presenza di Hobbes, in Hobbes oggi, Andrea Napoli, FrancoAngeli, Milano, Introduzione ai lavori in Interpretazione e decisione. Diritto ed economia. Atti del XVI Congresso nazionale della Società italiana di Filosofia giuridica e politica (Padova), F.  Gentile, Giuffrè, Milano, Intervento in Diritto di sciopero, autonomia collettiva ed intervento del legislatore (Viareggio), Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, Il diritto pubblico italiano di Santi Romano, Materiali per una storia della cultura giuridica,  Il positivismo giuridico rivisitato, Rivista di filosofia,  La bioetica: alla ricerca dei principi, in Studi in memoria di G. Ambrosetti (Giuffrè, Milano); Bioetica: prospettive e principi fondamentali, in La bioetica. Questioni morali e politiche per il futuro dell'uomo, Convegno, Roma, Bibliotechne, Milano, I compiti dell'etica laica nella cultura italiana di oggi, Notizie di Politeia, Relazione su  Stevenson, ‘Ethics and Language', in Il neo-illuminismo italiano. Cronache di filosofia, Pasini e Rolando, Il Saggiatore, Milano,  Diritti positivi, diritti naturali: un'analisi semiotica, in Diritti umani e civiltà giuridica. Atti del convegno organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Perugia, S. Caprioli e F. Treggiari, Stabilimento Tipografico Pliniana Perugia, Etica della libertà, Bioetica. Rivista interdisciplinare,  Filosofia del diritto, in La Filosofia,  Le filosofie speciali, diretta da Pietro Rossi, Torino, UTET, Il linguaggio giuridico: un ideale illuministico, in Nomografia. Linguaggio e redazione delle leggi. Contributi al seminario promosso dalla Banca d'Italia e dalla prima cattedra di filosofia del diritto dell'Milano, Paolo Di Lucia, Giuffrè, Milano, La mia meta-etica e la mia esperienza etica, in Scritti per Uberto Scarpelli, Letizia Gianformaggio e Mario Jori, Giuffrè, Milano,Il linguaggio e la politica dei giuristi, Notizie di Politeia, Sui compiti della filosofia del diritto, Notizie di Politeia, Formanti, dattiloscritto inedito. Note a sentenza, note bibliografiche, recensioni e schede libro Nota a sentenza del Tribunale di Milano, 2soc. Acc. Compra Vendita immobili S.A.C.V.I. c. Della Beffa, su Locazione di coseLocazione di immobili urbaniProroga ecc., in Giurisprudenza,  Nota a sentenzaDegli effetti dell'abolizione del commissariato alloggi e di una possibile applicazione dell'azione surrogatoria, Il Foro Padano, Note bibliografiche a Renato Scognamiglio, Contributo alla teoria del negozio giuridico, Jovene, Napoli, Carattere della prestazione e carattere dell'interesse, Rivista del diritto commerciale, Tacita riconduzione e novazione, Rivista del diritto commerciale, Il cosiddetto conflitto tra diritti personali di godimento e l'art. 1380 del codice civile, Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, Recensione a Sturzo, I discorsi politici, Roma,in Quaderni di Sociologia, Recensione a Bellezza, L'esistenzialismo positivo di Gentile, Firenze, Rivista di filosofia, Nuovi libri. Piovesan, Analisi filosofica e fenomenologia linguistica, Padova, Morality and the Language of Conduct, (eds. Castaneda e Nakhnikian), Detroit, in Rivista di filosofia, Recensione a Findlay, Language, Mind and Value, London, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Philosophy and Ordinary Language (ed. Caton), Urbana, e Lumia, Empirismo logico e positivismo giuridico, Milano, in Rivista di filosofia,  Recensione a Rescher, The logic of commands, London, , in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Pasquinelli, Nuovi principi di epistemologia, Milano, in Rivista di filosofia, Recensione a De Mauro, Introduzione alla semantica, Bari, in Rivista di filosofia, Recensione a Chomsky, Cartesian linguistics. A Chapter in the History of Rationalist Thought, in Rivista di filosofia, Recensione a Antiseri, Dopo Wittgenstein: dove va la filosofia analitica, Roma, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Orecchia, La filosofia del diritto nelle università italiane: Saggio di bibliografia , Milano,  in Rivista di filosofia, Recensione a Amato, Logica simbolica e diritto, Milano, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: in Rivista di filosofia, Recensione a Care and Landesman (eds.), Readings in the Theory of Action, London,  in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Rescher,Studies in the Philosophy of Science, Oxford, 1969; RaphaelBritish Moralists. Oxford, Vax, L'empirisme logique, Paris, n Rivista di filosofia, Recensione a FannSymposium on L. J. Austin, London, Rivista di filosofia, Recensione a Gulotta, Trattato di psicologia giudiziaria nel sistema penale, Milano,  in L'Indice Penale. Uberto Scarpelli. Scarpelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarpelli” – The Swimming-Pool Library.

 

Sciacca (Messina). Filosofo. Allievo e assistente a Palermo di Renda, volse il suo interesse verso la filosofia kantiana, tema a cui dedica un primo saggio, La funzione della libertà nella formazione del sistema kantiano a cui fece seguito, nel 1963, il saggio L'idea della libertà. Fondamento della coscienza etico-politica, che riproduceva, in appendice, la memoria. Professore Emerito di Storia della filosofia presso la Facoltà di Lettere dell'Palermo, è stato presidente della Società filosofica italiana Autore di numerosi saggi, il filosofo si è espresso attraverso una ricca . Opere; Filosofi che si confessano, Guido D'Anna editore, Messina,  Il fondamento della sterēsis nella "Filosofia dell'azione", Accademia di Scienze, Lettere ed Arti, Palermo, Il concetto di tiranno, dai greci a Coluccio Salutati, U. Manfredi editore Palermo, 1953; La visione della vita nell'Umanesimo e Coluccio Salutati, Palermo Politica e vita spirituale, ed. Palumbo, Palermo, Gli Dei in Protagora, ed. Palumbo, Esistenza e realtà in Husserl, ed. Palumbo, Palermo, Esistenza e realtà, Palermo, L'Idea della libertà in Kant. Fondamento della coscienza etico-politica, ed. Palumbo, Palermo, Scetticismo cristiano, ed. Palumbo, Palermo, Ritorno alla saggezza, ed. Palumbo, Palermo, L'uomo senza Adamo, ed. Palumbo6; Sapere e alienazione, ed. Palumbo, Palermo, 1 Il Segno, quel Segno, ed. Cappelli, Bologna. Pubblicato l'anno dopo in "Reale accademia di lettere scienze e arti", «La filosofia per cambiare il mondo», La Repubblica.  Alessandro De Bono, Giuseppe Maria Sciacca. La vita e la filosofia, Alessandria della Rocca, M.K.N.,Caterina Genna, «Antonio Renda e Giuseppe Maria Sciacca: due testimoni della tradizione neokantiana», in Piero di Giovanni, Le avanguardie della filosofia italiana nel XX secolo, FrancoAngeli, "Bollettino quadrimestrale della Società Filosofica Italiana", Piero Di Giovanni, L'opera e il pensiero di Giuseppe Maria Sciacca M. , Scritti di Giuseppe Maria Sciacca  Armando Plebe Piero Di Giovanni. Giuseppe Maria Sciacca. Sciacca. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library.

 

Sciacca (Giarre). Filosofo.  «La filosofia non asciuga lacrime né dispensa sorrisi, ma dice la sua parola sulla "verità" delle lacrime e dei sorrisi.» Dopo gli studi liceali classici si trasferì a Napoli, nella cui università si laureò in filosofia, con Antonio Aliotta. Cominciò quindi, dopo aver conseguito la libera docenza in filosofia, la carriera universitaria a Napoli, come assistente incaricato di storia della filosofia antica e collaborando come condirettore alla rivista Logos fondata e diretta da Aliotta. Fondò la rivista Il Giornale di Metafisica. Molto intenso fu il suo rapporto filosofico e di stima reciproca con Giovanni Gentile, un sodalizio iniziato nel 1933 e testimoniato dalla fitta corrispondenza tra i due filosofi, da cui però ben presto Sciacca si allontanò, in particolare dal filone di pensiero idealistico, per condurre la sua propria ricerca filosofica in modo più ampio, tanto da condurlo a studiare per un certo periodo, grazie alle sue conoscenze pure in campo teologico, sia la corrente del misticismo cristiano che quella dello spiritualismo cristiano.  Conseguì l'ordinariato ncon cattedra all'Pavia, quindi insegnò, dal 1947 alla morte prematura, filosofia teoretica presso l'Genova, che in seguito gli intitolò il proprio Dipartimento di Studi sulla Storia del Pensiero Europeo. Dal 1959 al 1974, ricoprì anche la carica di presidente dell'Accademia di studi italo-tedeschi di Merano. A Genova morì. Storico della filosofia, studioso e profondo conoscitore del pensiero del sacerdote e filosofo Antonio Rosmini, promotore della fondazione del "Centro Internazionale di Studi Rosminiani" di Stresa nel 1966, Sciacca è una delle principali figure dello spiritualismo filosofico del Novecento, a cui pervenne dopo i primi interessi per l'attualismo gentiliano ed i successivi, più impegnativi studi sullo spiritualismo cristiano, anche interpretandolo in modo originale, delineando un particolare percorso di continuità che, connettendo la metafisica classica al pensiero filosofico moderno, perviene a concepire un'apertura del soggetto personalecome creaturaverso l'attualità assoluta dell'Essere («filosofia dell'integralità»). La sua memoria è ricordata principalmente attraverso le opere dei suoi due allievi, Maria Adelaide Raschini e Pier Paolo Ottonello, entrambi docenti dell'ateneo genovese.  È sepolto presso il Sacro Monte di Domodossola, casa madre dei rosminiani, dove infatti riposano le spoglie di molti membri appartenuti alla congregazione. S. AgostinoMorcelliana, Brescia. L'Anima Morcelliana, Brescia. La filosofia morale di Antonio Rosmini Fratelli Bocca, Torino. Atto ed essere Fratelli Bocca, Torino. Interpretazioni rosminiane Marzorati, Milano. Come si vince a WaterlooMarzorati, Milano. La filosofia e la scienza nel loro sviluppo storico. Per i licei scientificiCremonese, Roma. PlatoneMarzorati, Milano.Filosofia e antifilosofia Marzorati, Milano. La Chiesa e la civiltà moderna Marzorati, Milano. Pagine di critica letteraria Marzorati, Milano. L'oscuramento dell'intelligenza Marzorati, Milano. Studi sulla filosofia antica. Con un'appendice sulla filosofia medioevale Marzorati, Milano. Ontologia triadica e trinitaria. Discorso metafisico-teologico Marzorati, Milano. L'Insegnamento della filosofia: atti del II Convegno di studi, Messina, maggio Editrice peloritana, Messina. Reflexiones inactuales sobre el historicismo hegeliano Fundación Universitaria Española, Madrid. Ontologia triadica e trinitariaL'Epos, Palermo. Atto ed essereL'Epos, Palermo.  Il magnifico oggiL'Epos, Palermo. In Spirito e VeritàL'Epos, Palermo.  La clessidraL'Epos, Palermo. L'ora di Cristo L'Epos, Palermo. La principale fonte biografica qui seguita è: Pier Paolo Ottonello, "Sciacca, Michele Federico", Dizionario Biografico degli Italiani,  Cfr. CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni Editore, 1 Pier Paolo Ottonello, "Sciacca, Michele Federico", Dizionario Biografico degli Italiani, CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze, G.C. Sansoni Editore, Michele Schiavone, L'idealismo di M.F. Sciacca come sviluppo del rosminianismo, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, Antimo Negri, Michele Federico Sciacca: dall'attualismo alla filosofia dell'integralità, Forlì, Edizioni di Ethica,  Emilio Pignologni, Genesi e sviluppo del rosminianesimo nel pensiero di Michele F. Sciacca, Milano, Marzorati, La filosofia di M.F. Sciacca, Bologna, Quaderni del Giornale di Metafisica, Michele Federico Sciacca, Stresa (VB), Estratti della Rivista Rosminiana, Maria Adelaide Raschini, Incontrare Sciacca, Venezia, Marsilio Editori, Pier Paolo Ottonello, Sciacca. L'anticonformismo costruttivo, Venezia, Marsilio Editori, 2000. Alessandra Modugno, Heidegger e Sciacca. Essere, persona, libertà, tempo, Venezia, Marsilio Editori, H.M. Ortiz, "Muerte e inmortalidad" de Sciacca, Firenze, Leo S. Olschki Editore, . Michele Shiavone, L'idealismo di M. F. Sciacca come sviluppo del rosminianesimo , Collana di studi filosofici rosminiani (n. 14), Domodossola (NO) ; Milano, Sodalitas, Ospitato su Bontadini e la metafisica. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Michele Federico Sciacca, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.   Pubblicazioni di Michele Federico Sciacca, su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.  Sito dedicato alla vita ed alle opere di M.F. Sciacca, su fondazionesciacca. Profilo biografico, su pensierofilosoficoreligiosoitaliano.org. Michele Federico Sciacca. Sciacca. Keywords. Refs.: Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library.

 

Scupoli (Otranto). Filosofo. Very important Italian philosopher. Ricevette come nome di battesimo Francesco. Entrò nell'ordine dei teatini quasi quarantenne, nel 1569, per ricevere gli ordini sacri in soli otto anni. Fu discepolo di sant'Andrea Avellino, appartenente al suo stesso ordine.  Risale l'accusa di violazione della regola, per cui fu arrestato per un anno e sospeso a divinis. Per la sua assoluzione dovette attendere quasi la morte; intanto, sopportò l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e umanità.  Il combattimento spirituale  «"Con l’orazione porrai la spada in mano a Dio, perché combatta e vinca per te." La preghiera è dunque l’arma di tutte le vittorie. Essa è la debolezza di Dio e la forza dell’uomo perché il cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli.»  (Padre Lino Pedron. Opere:  Il combattimento spirituale, come afferma V. Gambi nell'introduzione all'opera delle ed. Paoline del 1960, è un trattato di strategia spirituale che come altre opere e vicino alla spiritualità ignaziana conduce l'anima a una perfezione tutta interiore. L'opera indica cinque mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: 1. Sfiducia in sé 2. pienissima confidenza in Dio 3. combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere i propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù 4. preghiera e meditazione 5. comunione.   Spiritualità Imitazione di Cristo A Testo del Combattimento spirituale, su monasterovirtuale. Scupoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Scupoli," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Selvatico-Estense?

 

Semerari (Taranto). Filosofo. Grice: “Wheereas it would be considered in bad taste at Oxford, the Italians pun on names – and there is an essay on the ‘seme’ of ‘semerari’ Witty!” -- Grice: “Perhaps Semerari is right and the philosopher MUST metaphorise. What better title to an essay on Calabellse than ‘La sabbia e la roccia”?” -- Grice: “I like Semerari: His ‘principio del dialogo in Socrate” is reprinted in his invaluable collection on “Dialogo.”” – Grice: “In a way, we may say that Calogero, Semerari, and myself, belong to the school of the philosophy of conversation – not to mention Apel!”. Laureato aa Roma, dove fu allievo di Carabellese, fu poi professore di filosofia a Bari --(a lui è dedicata la biblioteca del dipartimento).  Con Paci ha collaborato «aut aut», di cui era in redazione. Collaborò anche a «Critica storica», «Giornale critico della filosofia italiana», «Clizia», «Historica», « Rivista internazionale di filosofia del diritto», «Rivista di filosofia», «Il pensiero», «Archivio di filosofia» e altre riviste specialistiche. Fondò la rivista «Paradigmi», e ne fu il direttore.  Si è dedicato per lo più a Spinoza, a Schelling, alla fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty e al materialismo storico di Marx.  Opere: “I problemi dello spinozismo,” Vecchi, Trani, “Storia e storicismo: saggio sul problema della storia nella filosofia Carabellése,” Vecchi, Trani; “Storicismo e ontologismo critico,” Lacaita, Manduria, Dialogo, storia, valori: studi di filosofia.” Ciranna, Siracusa;  Interpretazione di Schelling, Libreria scientifica, Napoli;  “L'esistenzialismo italiano,” (Grice: “This reminds me of parochial Warnock and his “English philosophy,” or Sorley for that matter!”) -- Cressati, Bari; “Questioni di etica contemporanea,” Adriatica, Bari; Responsabilità e comunità umana. Ricerche etiche, Lacaita, Manduria; La filosofia come relazione, Quaderni di cultura, Sapri; Ferruccio De Natale, Guerini e Associati, Milano Scienza nuova e ragione, Lacaita, Manduria; Furio Semerari, premessa di Carlo Sini, Guerini e Associati, Milano Da Schelling a Merleau-Ponty. Studi sulla filosofia contemporanea, Cappelli, Bologna;  La lotta per la scienza, Silva, Milano; Francesco Valerio, premessa di Fulvio Papi, Guerini e Associati, Milano, Spinoza, Marzorati, Milano; Esperienze del pensiero moderno, Argalia, Urbino; La filosofia dell'esistenza in Kant, Adriatica, Bar;  Introduzione a Schelling, Laterza, Bari Filosofia e potere, Dedalo, Bari Civiltà dei mezzi, civiltà dei fini. Per un razionalismo filosofico-politico, Bertani, Verona;  La scienza come problema: dai modelli teorici alla produzione di tecnologie, De Donato, Bari; Insecuritas. Tecniche e paradigmi della salvezza, Spirali, Milano; La sabbia e la roccia. L'ontologia critica di P. Carabellése, Dedalo, Bar; Dentro la storiografia filosofica. Questioni di teoria e didattica, Dedalo, Bari); Sartre. Teoria, scrittura, impegno, Edizioni del Sud, Bari; Novecento filosofico italiano. Situazioni e problemi, Guida, Napoli; Skepsis. Studi husserliani” (Dedalo, Bari); Filosofia. Lezioni preliminari, Guerini e Associati, Milano Confronti con Heidegger, Dedalo, Bari prefazione a Edmund Husserl, La filosofia come scienza rigorosa, Laterza, Bari, Frammenti di diario; l'anno di Istanbul, Schena, Fasano. “La cosa stessa.” Seminari fenomenologici, Dedalo, Bari; Schelling, Lettere filosofiche su dommatismo e criticismo e Nuova deduzione del diritto naturale , Laterza, Bari. Pensiero e narrazioni. Modelli di storiografia filosofica, Dedalo, Bari; Frammenti di diario; l'anno del Messico, Schena, Fasano; Fenomenologia delle relazioni, Palomar, Bari; Ragione e storia. Studi in memoria di Giuseppe Semerari, F. Tateo, Schena, Fasano;  Dalla materia alla coscienza. Studi su Schelling in ricordo di Giuseppe Semerari, Carlo Tatasciore, Guerini, Milano; ‘La certezza incerta” Scritti su Giuseppe Semerari con due inediti dell'autore, Furio Semerari, Guerini, Milano; Augusto Ponzio, Il significato della filosofia per Giuseppe Semerari, in "BariSera", Luciano Niro, Giuseppe Semerari. Il problema morale, Atheneum, Firenze, Julia Ponzio e Filippo Silvestri, Il seme umanissimo della filosofia. Sul pensiero di Giuseppe Semerari, Mimesis, Milano Giuseppe Semerari, in TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Semerari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Semerari” – The Swimming-Pool Library.

 

Semmola (Napoli). Filosofo. Grice: “I find it difficult to sea if Semmola endorses formalism or informalism in his monumental “Logica.”” Grice: “While Ayer never liked it, metaphysics is very popular in Italy, as Semmola’s monumental “Metafisica” testifies.” Grice: “It’s good to see philosophy as an institution, in the Italian way of using this word, as per Semmola, “Istituzione di Filosofia.” Fu senatore del Regno d'Italia nella XVI legislature. (check). Figlio di Giovanni, uno dei più grandi esponenti della scuola napoletana,docente e poi Segretario del Parlamento del Regno d'Italia; partecipa ai moti di Marigliano. Scrive, tra l'altro, “Istituzioni di Filosofia,” “Logica,” “Metafisica” (presso la Biblioteca Nazionale di Napoli. Questo è l'epitaffio sul monumento a lui dedicato e sito nel Recinto o Quadrilatero degli Uomini Illustri del Cimitero Monumentale di Napoli-Poggioreale. Mente divinatrice ardente spirito investigatore che nello studio della natura morbosa dell'uomo produsse miracoli di arte e di scienza scolare e presto emulo del suo gran più ai giovann conchiuse alla novità delle dottrine una sapienza antica procacciandosi fama in patria e fuori di sommo maestro in medicina ne rifulse lo ingegno incomparabile dalla cattedra nell'università napoletana nelle accademie e negli ospedali nei consessi legislativi e nei congressi scientifici nella parola negli scritti membro della commissione legislativa riunita in Firenze principale autore di un codice sanitario italiano inviato unico plenipotenziario alla conferenza sanitaria internazionale di Vienna deputato e poi senatore nel patrio parlamento onorato due volte di medaglia d'oro dal proprio governo per le cure ai colerosi da quello del Brasile per la guarigione del suo imperatore Socio di gran numero di accademie italiane e straniere Insignito di molti tra i maggiori gradi cavallereschi. Morì  nella fede catolica avita  Questo marmo per voce del comune Si fa eco della pubblica solenne onoranza cittadina Le spoglie mortali riposano nella cappella mortuaria di famiglia ove le vollero la vedova ed i figliuoli a rendere vieppiù paghi la loro pietà ed il riconoscente affetto. Grand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italianastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia Commendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaronastrino per uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Onorificenze straniere Gran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) nastrino per uniforme ordinariaGran Croce dell'Ordine di Isabella la Cattolica (Spagna) Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Portogallo )nastrino per uniforme ordinariaCavaliere di Gran Croce dell'Ordine dell'Immacolata Concezione di Vila Viçosa (Portogallo) Commendatore di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) nastrino per uniforme ordinariaCommendatore di Numero dell'Ordine di Carlo III (Spagna) Commendatore di I classe dell'Ordine della Stella Polare (Svezia)nastrino per uniforme ordinariaCommendatore di I classe dell'Ordine della Stella Polare (Svezia) Grand'Ufficiale dell'Ordine di Nichan Iftikar (Tunisia)nastrino per uniforme ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine di Nichan Iftikar (Tunisia) Commendatore dell'Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico)nastrino per uniforme ordinariaCommendatore dell'Ordine Imperiale di Leopoldo (Impero austro-ungarico) Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia)nastrino per uniforme ordinariaCavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) Opere di Mariano Semmola, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.  Mariano Semmola, su storia.camera, Camera dei deputati. Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Mariano Semmola. Semmola. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Semmola” – The Swimming-Pool Library.

 

Serra (Dipignano). Filosofo. Considerato il primo filosofo dell’economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa. A Serra va «il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure non sistematico, sui principi e sulla politica economica».   Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in utroque, nelSerra fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a causa della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella per liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente dietro accusa di falso monetario.  Mentre era in carcere compose il Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade, conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto. Il 6 settembreriuscì a farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca di Osuna, per proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro fu infruttuoso e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove probabilmente morì.  Essendo molto gravi all'inizio Professorele condizioni finanziarie del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi), Marc'Antonio De Santis (Discorsi) aveva proposto di limitare l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le piazze estere. La polemica con De Santis è alla base del Breve Trattato di Antonio Serra, che dimostra con esempi tratti dalla storia antica e contemporanea l'inutilità e anzi il danno di questi presunti rimedi, e da ciò trae occasione per spiegare le vere cause della prosperità delle nazioni.  Serra comincia analizzando le cause della scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori che avrebbero potuto invertire questa tendenza economica. Egli fu il primo ad analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i beni visibili che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali). Ha spiegato come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal deficit della bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado di respingere l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata nella promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica ed è assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì "lampada di vita".  Sua influenza nella storia del pensiero economico Fu l'abate Ferdinando Galiani a riscoprire l'opera, tessendone un elogio nella nota XXIX del suo celebre trattato Della Moneta. "Chiunque leggerà questo trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza economica avesse il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli rimedi efficaci." Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica.  Serra, che in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato finalmente riscoperto. L'opera di Serra ed il suo breve trattato figurano con molta evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert.  Note Friedrich List, National system of political economy, J.B. Lippincott & Co., Joseph Alois Schumpeter, Luca Addante, Cosenza e i cosentini: un volo lungo tre millenni, Rubbettino Editore, Francesco Martelloni, Regno di Napoli e Terra d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una "crisi", in C. Perrotta , La scienza è una curiosità. Scritti in onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, Rodolfo Benini, Benedetto Croce, Storia del Regno di Napoli, Editori Laterza. «Avendo ottenuto di parlare al viceré duca di Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito, presenti i consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e chiacchiere senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.».  Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Theodore A. Sumberg.  Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno, , Ecra,  Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Volume 1, Antonio Serra, Destefanis, Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta, Opere di Ferdinando Galiani, Milano-Napoli, Edward Elgar Publishing, Ferdinando Galiani, Della moneta, Napoli, Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio Serra primo scrittore di economia civile, in Luca Addante, Patriottismo e libertà. L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza, Pietro Custodi, Notizie degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano, Giuseppe Pecchio, Storia della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del governo di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli scritti da F. Zazzera,  in Archivio storico italiano, Giacomo Savarese, Trattato di economia politica, I, Napoli, Francesco Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani del secolo XVIII, Torino, Lodovico Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e della economia pubblica e degli Stati, Napoli, Davide Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli, Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza; Tommaso Fornari, Studii sopra Antonio Serra e Marc'Antonio De Santis, Pavia 1879; Luigi Amabile, Fra Tommaso Antonio Serra (economista) . Serra (Dipignano, Napoli, primi anni XVII secolo) economista e filosofo italiano della scuola mercantilista. Serra è considerato il primo scrittore di economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa. A Serra va «il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure non sistematico, sui principi e sulla politica economica».   Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere Poco si conosce della sua vita: laureato probabilmente in utroque, fu imprigionato nelle carceri della Vicarìa di Napoli forse a causa della sua partecipazione al complotto architettato da Tommaso Campanella per liberare la Calabria dalla dominazione spagnola, ma più probabilmente dietro accusa di falso monetario.  Mentre era in carcere compose il Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere e lo dedicò al viceré Pedro Fernández de Castro y Andrade, conte de Lemos, che aveva già conosciuto e di cui sperava l'aiuto. Riuscì a farsi ricevere dal nuovo viceré, Pedro Téllez-Girón, III duca di Osuna, per proporgli un programma di riforme utili al Regno, ma l'incontro fu infruttuoso e Serra fu rimandato nelle carceri della Vicarìa, dove probabilmente morì.  Essendo molto gravi all'inizio Professorele condizioni finanziarie del Regno di Napoli (esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi), Marc'Antonio De Santis (Discorsi) aveva proposto di limitare l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le piazze estere. La polemica con De Santis è alla base del Breve Trattato di Antonio Serra, che dimostra con esempi tratti dalla storia antica e contemporanea l'inutilità e anzi il danno di questi presunti rimedi, e da ciò trae occasione per spiegare le vere cause della prosperità delle nazioni.  Serra comincia analizzando le cause della scarsità di moneta nel Regno di Napoli e i fattori che avrebbero potuto invertire questa tendenza economica. Egli fu il primo ad analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale sia per i beni visibili che per quelli invisibili (i servizi e i movimenti di capitali). Ha spiegato come la scarsità di moneta nel Regno di Napoli fosse causata dal deficit della bilancia dei pagamenti. Utilizzando le sue scoperte fu in grado di respingere l'idea, all'epoca più diffusa, per cui la scarsità di denaro era dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al problema era indicata nella promozione attiva delle esportazioni. L'opera segna il distacco dalle concezioni moralistiche scolastiche per passare ad una visione laica ed è assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Benedetto Croce la definì "lampada di vita".  Sua influenza nella storia del pensiero economico Fu l'abate Ferdinando Galiani a riscoprire l'opera, tessendone un elogio nella nota XXIX del suo celebre trattato Della Moneta. "Chiunque leggerà questo trattato" scrive Galiani "resterà sicuramente sorpreso ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale ignoranza della scienza economica avesse il suo autore chiare e giuste le idee della materia di cui scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali e de soli rimedi efficaci." Galiani paragona Serra al francese Jean-François Melon e all'inglese John Locke, considerandolo superiore a loro per avere vissuto molti anni prima in un'epoca di ignoranza della scienza economica.  Serra, che in vita era stato del tutto trascurato e per secoli, tranne appunto quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo molto tempo è stato finalmente riscoperto. L'opera di Serra ed il suo breve trattato figurano con molta evidenza nei lavori dell'economista norvegese Erik Reinert.  Note Friedrich List, National system of political economy, J. B. Lippincott & Co., Joseph Alois Schumpeter, L. Addante, Cosenza e i cosentini: un volo lungo tre millenni, Rubbettino Editore, Francesco Martelloni, Regno di Napoli e Terra d'Otranto al tempo di Masaniello. Aspetti economici e sociali di una "crisi", in C. Perrotta , La scienza è una curiosità. Scritti in onore di Umberto Cerroni, Manni Editori, R. Benini, B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Editori Laterza. «Avendo ottenuto di parlare al viceré duca di Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, fu udito, presenti i consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto « ciarle e chiacchiere senz'altro concludere », fu rimandato al suo carcere.».  Anna Casella, Marc'Antonio De Santis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Manuel Serra Moret, Diccionario Económico de Nuestro Tiempo, su eumed.net, Theodore A. Sumberg, Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno, , Ecra,  Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono miniere, Destefanis,  Illuministi Italiani, Tomo VI Della Moneta, Opere di F. Galiani, Milano-Napoli, Ferdinando Galiani, Della moneta, Napoli,  Francesco Saverio Salfi, Elogio di Antonio Serra primo scrittore di economia civile  in Luca Addante, Patriottismo e libertà. L'Elogio di Antonio Serra di Francesco Salfi, Cosenza, Pietro Custodi, Notizie degli autori contenuti nel presente volume: Serra, in Scrittori classici italiani di economia politica, Parte antica, I, Milano Giuseppe Pecchio, Storia della economia pubblica in Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del governo di Don Pietro Girone duca d'Ossuna viceré di Napoli scritti da Francesco Zazzera in Archivio storico italiano, Giacomo Savarese, Trattato di economia politica, I, Napoli; Francesco Ferrara, Prefazione, in Trattati italiani del secolo XVIII, Torino; Lodovico Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e della economia pubblica e degli Stati, Napoli, Davide Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli, Luigi Accattatis, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, II, Cosenza, Tommaso Fornari, Studii sopra Antonio Serra e Marc'Antonio De Santis, Pavia; Luigi Amabile, Fra Tommaso ampanella. La sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia, INapoli, Antonio De Viti de Marco, Le teorie economiche di Antonio Serra, in Memorie del R. Istituto lombardo di scienze e lettere, classe di lettere e scienze storiche e morali, Rodolfo Benini, Sulle dottrine economiche di Serra Appunti critici, in Giornale degli economisti,  Economisti del Cinque e Seicento, A. Graziani, Bari, G. Arias, Il pensiero economico di Antonio Serra, in Politica, B. Croce, Storia del Regno di Napoli, Bari, Economisti napoletani dei sec. XVII e XVIII, Giorgio Tagliacozzo, Bologna, Luigi Einaudi, Saggi bibliografici e storici intorno alle dottrine economiche, Roma, Joseph Alois Schumpeter, Storia dell'analisi economica, Torino, Luigi De Rosa, Antonio Serra e i suoi critici, in Atti del 3º Congresso storico calabrese, Napoli, Giuseppe Galasso, Economia e società nella Calabria del Cinquecento, Guida Editori, Oscar Nuccio, Sul significato storico del «Breve trattato» di Antonio Serra, in Rivista storica del Mezzogiorno, Raffaele Colapietra, Introduzione, in Problemi monetari negli scrittori napoletani del Seicento, R. Colapietra, Roma Antonio Aquino, Antonio Serra e l'approccio monetario all'analisi della bilancia dei pagamenti, in Studi economici,  Raffaele Colapietra, Genovesi in Calabria nel Cinque e Seicento, in Rivista storica calabrese, Manoscritti napoletani di Paolo Mattia Doria, Giulia Belgioioso, I, Galatina,  Tullio Toscano, Il "Breve trattato" di Antonio Serra e la disputa sui cambi esteri del Regno di Napoli, in Rivista di politica economica, Clemente Secondo Rije, Notizie biografiche su Antonio Serra, in A. Serra, Breve trattato, ed. anast., introduzione di Sergio Ricossa, Napoli, Peter Groenewegen, Serra, Antonio in The New Palgrave: a dictionary of economics, John Eatwell, Murray Milgate, Peter Kenneth Newman, IV, London; Sergio Ricossa, Cento trame di classici dell’economia, Milano, Theodore A. Sumberg, Antonio Serra: A Neglected Herald of the Acquisitive System, in American Journal of Economics and Sociology,  Oscar Nuccio, Il pensiero economico italiano, II, 2, Sassari, Antonio Serra und sein Breve trattato: Vademecum zu einem Unbekannten Klassiker, Bertram Schefold, Düssendorlf,  Il Mezzogiorno agli inizi del Seicento, L. De Rosa, Roma-Bari , Alle origini del pensiero economico in Italia, I, Moneta e sviluppo negli economisti napoletani dei secoli XVII-XVIII, A. Roncaglia, Bologna (in partic. E. Zagari, Moneta e sviluppo nel «Breve trattato» di Antonio Serra, A. Rosselli, Antonio Serra e la teoria dei cambi,  Antonio Landolfi, Domenico Luciano, Prefazione, in A. Serra, Breve trattato delle cause che possono far abbondare li regni d’oro e argento..., Antonio Landolfi, Domenico Luciano, Vibo Valentia, Augusto Placanica, Storia della Calabria dall’antichità ai giorni nostri, Roma, Alessandro Roncaglia, Antonio Serra, in Rivista italiana degli economisti, Luca Addante, Repubblicanesimo e mito di Venezia nel Breve trattato di Antonio Serra, in Clio, Erik S. Reinert, Sophus A. Reinert, An early national innovation system: the case of Antonio Serra's Breve trattato, in Institutions and economic development  Istituzioni e sviluppo economico, Alessandro Roncaglia, La ricchezza delle idee. Storia del pensiero economico, Roma-Bari, Enzo Grilli, Serra visto da Grilli, Roma, Rosario Villari, Politica barocca. Inquietudini, mutamento e prudenza, Roma-Bari , Sophus A. Reinert, Introduction, in A. Serra, A short treatise on the wealth and poverty of nations, Sophus A. Reinert, London; Alessandro Roncaglia, Serra, in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, Roma,  Rosario Villari, Un sogno di libertà. Napoli nel declino di un impero, Milano; Oreste Parise, Antonio Serra e il suo tempo. Vita e pensiero del primo economista moderno, Roma ; Cosimo Perrotta, Antonio Serra's development economics: mercantilism, backwardness, dependence, in History of economic thought and policy, Luca Addante, La politica del Breve trattato, in A. Serra, Breve trattato..., trad. in italiano moderno di Giuseppe Nicoletti, Soveria Mannelli, Antonio Serra and the economics of good government, Rosario Patalano, Sophus A. Reinert, Basingstoke-New York  (in partic. R. Patalano, Serra's Brief treatise in a world-system perspective: the Dutch miracle and Italian decline in the early 17th century, G. Sabatini, The influence of Portuguese economic thought on the Breve trattato: Antonio Serra and Miguel Vaaz in Spanish Naples, Serra, André Tiran, Real and monetary factors in the de Santis-Serra controversy, Cosimo Perrotta, Serra and underdevelopment, Francesco Di Battista, Serra's discovery and ill fate in the liberal 19th century,  A. Roncaglia, The heritage of Antonio Serra,  299–314.  Mercantilismo Storia del pensiero economico. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Anna Maria Ratti, Antonio Serra, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Al. Roncaglia, AIl contributo italiano alla storia del Pensiero: Economia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Antonio Serra. Serra. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Serra” – The Swimming-Pool Library.

 

Settala (Milano). Filosofo. Figlio di Francesco e Giulia Ripa, figlia del giureconsulto pavese Giovanni Francesco Ripa.  Studia nel collegio dei Gesuiti di Brera e si laureò a Pavia. Due anni dopo ottenne la prima cattedra straordinaria di Medicina a Pavia; ma vi rinunciò poco tempo dopo per svolgere l'attività medica a Milano. Ebbe tuttavia le cattedre di politica e di morale nelle Scuole canobiane di Milano e l'incarico di protofisico generale dello stato di Milano. Si prodigò in occasione delle epidemie di peste che si svilupparono a Milano e la famosa peste dei I promessi sposi. Manzoni lo nomina ne I promessi sposi, una prima volta  quando parla del figlio, Senatore Settala, medico, membro, insieme ad Alessandro Tadino del tribunale della sanità ai tempi della vicenda di Renzo e Lucia; e una seconda volta nel capitolo XXXI, allorché è tra i primi ad accorgersi che la "strana malattia" che si stava diffondendo nella zona lecchese, era la peste. Fra le sue opere si ricordano la traduzione latina, con commento, dei libri ippocratici “De aëribus, aquis et locis” (“In librum Hippocratis Coi de aeribus, aquis, locis, commentarii V. Appositus est Graecus Hippocratis contextus ope antiquorum exemplarium, restitutus, ... Cum indice rerum et verborum locupletissimo, Coloniae: Ioan. Baptistae Ciotti Senensis aere) e dei Problemata di Aristotele (“Commentariorum in Aristotelis problemata” - Tomus I-II, Francoforte sul Meno: apud haeredes Andreae Wecheli, Claudium Marnium, & Ioannem Aubrium).  “In Librum Hippocratis Coi de aeribus, aquis, locis Commentarii V. appositus est graecus Hippocratis contextus ... restitutus et ... emendatus, una cum nova eiusdem in Latinum versione, Colonia, Giovanni Battista Ciotti”; “Ludovici Septalii Patricii Mediolanensis Commentariorum in Aristotelis Problemata, septem primas sectiones continens, ab eodem Latine factas” (Francoforte, Apud Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii); “Ludovici Septalii Patricii Mediolanensis Commentariorum in Aristotelis Problemata, secundam heptadem continens, ab eodem Latine factam” (Francoforte, Apud Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii); “Animaduersionum, & cautionum medicarum libri septem. Quorum materiam sequens pagina indicabit, Mediolani: apud Io. Bapt. Bidell); “De peste, & pestiferis affectibus. Libri quinque., (Mediolani: apud Ioannem Baptistam Bidellium); “De peste et pestiferis affectibus, Ludouici Septalij patrici et medici Mediolanensis); “De ratione instituendae, & gubernandae familiae. Libri quinque. Senator F. edidit, & Iulio Aresio Senatus Mediolanensis principi dicauit, Mediolani: apud Io. Baptistam Bidellium, 1626 Della ragion di stato libri sette. Di Lodouico Settala. All'illustrissimo, & eccellentissimo signore Don Emanuelle de Fonseca e Zugniga, Milano: appresso Gio. Battista Bidelli, “Cura locale de' tumori pestilentiali, che sono il bubone, l'antrace, o carboncolo, & i furoncoli. Contenente tutto quello, che si ha da fare esteriormente nellquesti mali. Tolta dal libro della cura della peste. Del signor profisico, Milano: per Giouan Battista Bidelli, “Preseruatione dalla peste scritta dal sig. protomedico Settala, Brescia: per Bartholomeo Fontana, “Commentaria in Aristotelis Problemata” Lugduni, Sumptibus Claudi Landry, Antidotario romano latino, et volgare tradotto da Hippolito Cesarelli romano. Con l'aggionta dell'elettione de semplici, e prattica delle compositioni. E di due trattati, vno della teriaca romana, ... l'altro della teriaca egittia. Aggiontoui in questa vltima impressione le auertenze, & osseruationi appartenenti alla compositione de medicamenti del sig. Lodovico Settala, Milano: per Gio. Battista Bidelli, Auertenze, et osseruationi appartenenti al curar le ferite, tradotte dall'ottavo libro delle osseruationi del signor Ludouico Settala, da Alessandro Tadino, Milano: per Gio. Pietro Cardi, Breue compendio per curare ogni sorte de tumori esterni, & cutanee turpitudini, raccolto dalle osseruationi fisice, & chirurgice nelli vltimi anni fatte dal sig. Lodouico Settala medico collegiato ,,, d'Alessandro Tadino medico collegiato, Milano: per Lodouico Monza: ad instan. di Altobello Pisani, Ludovici Septalii mediolanensis, Opera de ratione familiae cum instituendae, tum gubernandae libri V et De ratione status libris VII, Editio nova, Ulmae: prostat apud Jo. Frid. Gaum, CERL Thesaurus, «Ripa, Giovanni Francesco” Giuseppe Ferrario, Statistica medica di Milano: dal secolo XV fino ai nostri giorni, Milano, Guglielmini e Redaelli, Belloni, C. Borromeo e la Storia della Medicina, in San Carlo e il suo tempo: atti del convegno internazionale nel IV centenario della morte (Milano). Edizioni di Storia e Letteratura,  Bartolomeo Corte, Notizie istoriche intorno a medici scrittori milanesi, Milano,  Filippo Argelati, Bibliotheca scriptorum mediolanensium seu acta, et elogia virorum omnigena eruditione illustrium, qui in metropoli Insubriae, oppidisque circumjacentibus orti sunt, II, Mediolani, Paolo Sangiorgio, Cenni storici sulle due Pavia e di Milano e notizie intorno ai più celebri medici, chirurghi e speziali di Milano dal ritorno delle scienze sino all’anno. Opera postuma, F. Longhena, Milano, Salvatore De Renzi, Storia della medicina italiana, III, Napoli, Ercole Ferrario, Intorno alla vita ed alle opere mediche di Ludovico Settala. Cenni, Milano, Pietro Capparoni, Profili biobibliografici di medici e naturalisti celebri italiani, Roma, Cava, La peste di S. Carlo. Note storico mediche sulla peste, Milano, Silvia Rota Ghibaudi, Ricerche su Ludovico Settala, Firenze (con elenco delle opere e delle loro edizioni a stampa). Ferro, La peste nella cultura lombarda, Milano, Giorgio Cosmacini, Il medico e il cardinale, Milano. Girolamo Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Firenze, Presso Molini, Landi, e Company, L. Facchin, Ludovico Settala: un intellettuale barocco fra scienza e arte, su enbach.eu. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Pietro Capparoni, Ludovico Settala, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Mellerio, Ludovico Settala, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, openMLOL, Horizons Unlimited srl. Ludovico Settala. Settala. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Settala” – The Swimming-Pool Library.

 

Severino (Brescia). Filosofo. Considerato da parte della critica come uno dei più grandi filosofi italiani del '900 e uno dei più grandi filosofi di tutti i tempi. Il suo pensiero filosofico intende collocarsi oltre tutta la storia della filosofia occidentale che secondo Severino è permeata dal Nichilismo. Il padre era un militare di carriera siciliano originario di Mineo trasferitosi a Brescia, mentre la madre era una bresciana di Bovegno in alta Val Trompia. Si laureò a Pavia  come alunno dell'Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su Heidegger e la metafisica, sotto la supervisione di Bontadini. L'anno successivo ottenne la libera docenza in filosofia teoretica. Insegnò a Milano. I libri pubblicati in quegli anni entrarono in forte conflitto con la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica, suscitando vivaci discussioni all'interno dell'Università Cattolica e nella Congregazione per la dottrina della fede (l'ex Sant'Uffizio). Dopo un lungo e accurato esame (condotto da Cornelio Fabro) la Chiesa proclamò ufficialmente nel 1969 l'insanabile opposizione tra il pensiero di Severino e il cristianesimo.  Lasciata l'Università Cattolica, Severino venne chiamato all'Università Ca' Foscari Venezia, dove fu tra i fondatori della Facoltà di lettere e filosofia, nella quale hanno insegnato o insegnano alcuni dei suoi allievi (Umberto Galimberti, Carmelo Vigna, Luigi Ruggiu, Salvatore Natoli, Italo Valent). Professore di Filosofia teoretica, diresse l'Istituto di filosofia (diventato poi Dipartimento di Filosofia e Teoria delle scienze e, oggi, Dipartimento di Filosofia e Beni Culturali) fino al 1989 e insegnò anche logica, storia della filosofia moderna e contemporanea e sociologia. Cominciò una serie di pubblici colloqui col teologo tomista Giuseppe Barzaghi in cui pareva aprirsi lo spiraglio di una riconsiderazione della possibilità cristiana. Ca' Foscari Venezia lo proclamò Professore emerito; insegnò Ontologia fondamentale presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano; fu Accademico dei Lincei e Cavaliere di gran croce, inoltre collaborò per alcuni decenni[senza fonte] con il Corriere della Sera e con Bresciaoggi. Il Consiglio comunale di Bovegno gli conferì la cittadinanza onoraria con la seguente motivazione: "Discendente per parte di madre da antica famiglia bovegnese, ha contribuito con la sua opera in maniera rilevante al pensiero filosofico occidentale contemporaneo, sulle orme degli antichi filosofi greci. Nella sua autobiografia ha espresso il suo legame con la terra avìta di Bòvegno che onorata, lo vuole annoverare tra i suoi concittadini più illustri".  È morto a Brescia il 17 gennaio  dopo una lunga malattia.  Politica e società Severino ha spesso criticato sia il capitalismo sia il comunismo, fonti dell'heideggeriana "vita inautentica" in quanto espressioni di "dominio della tecnica" (come d'altronde il fascismo), ma anche la sinistra in quanto "non è più socialdemocrazia", rilasciando anche dichiarazioni sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'Italia: «Le spiegazioni della crisi del nostro tempo rimangono molto in superficie anche quando vogliono andare in profondità. Il fenomeno di fondo, che non viene adeguatamente affrontato, è l'abbandono, nel mondo, dei valori della tradizione occidentale; e questo mentre le forme della modernità dell'Occidente si sono affermate dovunque. Un abbandono che si porta via ogni forma di assolutoe innanzitutto Dio.(...) Muore, dicevo, ogni forma di assolutezza e di assolutismo, dunque anche quella forma di assoluto che è lo Stato moderno, che detienedice Weber"il monopolio legittimo della violenza". Questo grande turbine che si porta via tutte le forme della tradizione è guidato dalla tecnica modernaed è irresistibile nella misura in cui ascolta la voce che proviene dal sottosuolo del pensiero filosofico del nostro tempo. Il turbine travolge anche le strutture statuali. Investe innanzitutto le forme più deboli di Stato. La trasformazione epocale di cui parlo non è indolore: il vecchio ordine non intende morire, ma è sempre più incapace di funzionare, soprattutto in Paesi come l'Italia. E il nuovo ordine non ha ancora preso le redini. È la fase più pericolosa (non solo per l'Italia).»  e criticando "l'assolutismo cattolico e comunista", oltre che tacciando la magistratura di "ingenuità", poiché processando una classe politica a fondo ha rivelato la contiguità anche con la criminalità organizzata, figlia della guerra fredda e, secondo  Severino, impossibile da debellare integralmente in pochi anni senza debellare lo Stato stesso, causando notevoli problemi.  «L'Italia è uno Stato acerbo. Ha 150 anni su per giù. Ma soprattutto ha alle proprie spalle una storia di frazionamento politico-economico-sociale, dove si sono imposte forze che hanno avuto nel mondo un peso ben maggiore di quello dell'Italia unita.. Sull'evasione fiscale: Una tara storica, come prima le dicevo. L'evasione fiscale è un furto ai danni di tutti. Se c'è da costruire una strada io devo metterci anche la parte degli evasori. Certo, molti artigiani e piccoli imprenditori, se non evadessero, fallirebbero. Tutti sanno queste cose. Però conosco anche tanti cattolici ai quali molti uomini di Chiesa facevano capire che se non avessero ritenuto "giusto" pagare le tasse dello Stato, avrebbero fatto bene a non pagarle. Questo Papa, da buon pastore, sta cercando di cambiare le cose. Ma non vorrei che si perdesse di vista che la "corruzione" di fondo è l'"evasione" del mondo dal passato dell'Occidente. Oltre alle citate critiche cattoliche, Martin Heidegger parlando con Cornelio Fabro a Roma ebbe a dire a proposito di "Ritornare a Parmenide rmenide" di Severino: "Severino ha immobilizzato il mio Dasein!" Già da molto prima prima, alcuni appunti di lavoro heideggeriani testimoniano come Martin Heidegger seguisse il giovanissimo Severino (da uno studio di Alfieri e Herrmann). Severino è stato criticato dal matematico e logico Piergiorgio Odifreddi, in risposta a un giudizio critico dello stesso Severino su un'opera di Odifreddi, ovvero l'introduzione scritta per l'edizione italiana di L'ABC della relatività di Bertrand Russell, dove venivano citati alcuni filosofi (tra cui Severino stesso, Heidegger, Croce e Deleuze), secondo Severino in maniera non congrua e "alla rinfusa"; il matematico ha accusato invece Severino di non considerare l'importanza della scienza (come già fecero i neoidealisti, come Croce e Gentile), a differenza di grandi filosofi del passato che avevano studiato a fondo alcune teorie (facendo l'esempio di Kant, Nietzsche e Cartesio, matematico lui stesso). Nel dialogo tra Severino e Alessandro Di Chiara, Oltre l'uomo e oltre Dio (2002) la filosofia della necessità si contrappone alla filosofia della libertà.  Pensiero Nei suoi scritti fa spesso riferimento a pensatori come Parmenide, Eraclito, Aristotele, Hegel, Nietzsche, Leopardi, Heidegger e Gentile. Secondo Severino il pensiero di Giacomo Leopardi, Nietzsche e di Giovanni Gentile è l'apice della follia del nichilismo. Severino considera questi tre filosofi come i tre più grandi geni che hanno portato all'estremo la concezione greca del Nulla ovvero l'entrare e l'uscire degli enti dal Nulla.  L'eternità di tutti gli essenti Severino affronta l'antico problema radicalizzato da Platone e Aristotele e ripreso poi in epoca moderna da Heidegger: il problema dell'essere. Per Severino, tutte le filosofie costituitesi precedentemente sono caratterizzate da un errore di fondo: la  fede nel senso greco del divenire. Sin dagli antichi greci, infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è) viene considerato come proveniente dal nulla, dotato temporaneamente di esistenza e successivamente ritornante nel nulla.  Rifacendosi al pensiero di Parmenide, Severino è stato definito come fondatore di un neoparmenidismo, di cui sarebbe l'unico esponente, peraltro criticato in senso anti-metafisico da Gennaro Sasso e da Mauro Visentin, i quali sostengono, rovesciando la sua tesi, come, contrariamente all'opinione diffusa, in Parmenide esista invece un deciso rifiuto della metafisica..  Severino, riflettendo sull'opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini non vi è nulla in comune, ritiene evidente che l'essere non può non rimanere costantemente uguale a se stesso, evitando di rimanere alterato dall'altro da sé. Anzi, essendo l'essere la totalità di ciò che esiste, non può esserci altro al di fuori di esso dotato di esistenza (Severino rifiuta, quindi, il concetto di differenza ontologica così come è stato avanzato da Heidegger). Per Severino, quindi, tutta  la storia della filosofia occidentale è basata sull'errata convinzione che l'essere possa diventare un nulla, sebbene alcuni filosofi, come Schopenhauer, abbiano tentato di negare tale assunto.  Ma, mentre Parmenide tentava di risolvere il conflitto tra il divenire e l'immutabilità dell'essere affermando l'illusorietà del divenire (negando l'esistenza delle cose del mondo e cadendo quindi in un'aporia), Severino sceglie una via differente, portando il suo pensiero a delle tesi estreme.  Dato che l'essere è, e non può mai diventare un nulla, «ogni essente è eterno». Ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo sono eterni. Il divenire temporale non può, quindi, che rappresentare l'apparire successivo degli eterni stati dell'essere, così come i fotogrammi di una pellicola si susseguono sino a formare lo svolgimento completo di un film. Gli enti entrano ed escono da quello che Severino chiama "cerchio dell'apparire". Ciò significa che, quando un ente esce dal cerchio dell'apparire, non diviene un nulla, ma si sottrae semplicemente alla vista: dunque, le cose esistono anche quando scompaiono ovvero non si vedono ("vedere senza vedere", dice Donato Sperduto in una tragicommedia sul pensiero severiniano). Riprendendo la metafora di Plotino, afferma che il divenire degli enti è come lo scorrere degli oggetti sulla superficie di uno specchio. Le cose, infatti, esistono prima di entrare nel campo visivo dello specchio e ovviamente continuano ad esistere anche dopo esserne uscite. Non solo Plotino, ma anche Agostino di Ippona, con un'immagine simile, definì il tempo come immagine mobile dell'Eterno. Nel pensiero di Severino, tuttavia, l'eternità non è limitata a un Dio che dà e toglie la vita agli Enti, facendoli entrare e uscire dallo specchio (senza che nulla esista prima e dopo), ma si estende anche a tutti gli enti che nel divenire si manifestano.  Dimostrazione dell'eternità di tutti gli essenti Magnifying glass icon mgx2.svg  Divenire § Severino. La dimostrazione severiniana dell'eternità di tutti gli essenti, si basa sostanzialmente sul principio di non contraddizione, ma non nella versione che ne dà Aristotele nel De Interpretatione. In essa anzi "il discorso del tramonto del senso dell'essere...trova la sua formulazione più rigorosa e più esplicita".  Bisogna invece "ritornare a Parmenide", correggernecon Platonel'esito aporetico, dimostrando che l'evidenza fenomenica non è in contrasto col principio di non contraddizione, ma scoprendo anche che il divenire così come Platone lo pensa, come uscire dal nulla e ritornare nel nulla, non appare affatto, non è affatto "evidente".  Di qui si potrà proseguire su una via (quella indicata da Parmenide, il "sentiero del giorno") ben diversa da quella imboccata con Platone dal pensiero occidentale.  Consideriamo la proposizione parmenidea: "...è infatti l'essere, il nulla non è": tale proposizione esprime l'opposizione "assoluta" tra i termini "essere" e "non essere"; pertanto ogni essente, in quanto ent-e, è assolutamente opposto al nulla e non ci può essere né un tempo né uno stato in cui un ente non sia, come pensa invece il principio di non contraddizione aristotelico: "è necessario che l'essere sia, quando è, e che il non-essere non sia, quando non è". Quest'enunciato esprime il pensiero di un tempo, una condizione, in cui l'ente è nulla, in cui essere=nulla. Questa impossibile ed impensabile contraddizione costituisce la "follia essenziale" in cui cresce e sta, senza esserne consapevole, tutto il pensiero occidentale.  Infatti il pensiero occidentale pensa sì, consapevolmente, l'ente come essere, ma insieme come diveniente (pensa cioè che esca dal nulla e ritorni nel nulla). Ad esso sfugge invece che ciò equivale a pensare l'ente come nulla; e questo è il nichilismo più proprio, la follia che si annida nell'inconscio della filosofia, della scienza e della tecnica.  La differenza ontologica Per Heidegger, l'essere non è un ente tra gli enti. Esso rappresenta piuttosto l'apparire ontologico degli enti, e per questo motivo viene definito un transcendens rispetto all'ente. Severino rigetta la concezione heideggeriana, affermando che la totalità dell'essere è costituita dalla totalità degli enti. La vera differenza ontologica è quindi per Severino quella che si costituisce tra l'essere (l'ente) diveniente e quello immutabile.  L'essere che appare e scompare non è lo stesso essere immutabile, ma è anch'esso eterno. Entrambi esistono, ma in differenti dimensioni. L'essere come fondamento è una struttura eterna e non soggetta ad alcun mutamento.  Tutto è avvolto (fino alla morte) dal nichilismo Un po' tutti i filosofi che l'hanno avuto sottomano hanno inteso il nichilismo come allontanamento dalla verità, e l'hanno dunque declinato a seconda dell'idea di verità a cui stavano pensando. Nella prospettiva severiniana dell'eternità di tutte le cose, il nichilismo è dunque il credere che le cose siano mortali, ovvero che l'essere possa non essere,ed uscire e rientrare nel nulla, ovvero credere nel divenire delle cose. Credere infatti che le cose escano dal nulla e vi ritornino equivale ad identificare l'essere con il nulla: quindi si parla di pura "follia". Al di fuori della follia appare l'eternità di ogni cosa e di ogni evento. Al di fuori del nichilismo il sopraggiungere dell'ente è il comparire o lo sparire dell'eterno. Il divenire dell'essere è un'opinione senza verità. L'Occidente non domina il mondo casualmente o perché ha una possibilità offensiva superiore; ma, al contrario, ha una possibilità offensiva superiore perché domina il mondo che crede nelle sue stesse imprescindibili idee guida (scienza, potenza, tecnica, salvezza, ecc.) e quindi in una cultura che ritiene più avanzatae dove dunque l'avanzamento non è una virtù morale, ma la capacità di capire e fare più cose per sopravvivere all'imprevedibilità dell'esistenza.  Nichilismo, morte e destino Severino ritiene che la filosofia abbia sempre cercato riparo contro il terrore che scaturisce dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto si è sempre creduto nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal nulla e rientrarvi. Anche le grandi forme di epistème come quelle di Aristotele ed Hegel, che tendono a dare un ordine ed una configurazione prestabiliti all'esistenza, si muovono sullo stesso terreno.  L'intera storia dell'Occidente è quindi per Severino storia del nichilismo. La radicale distruzione dell'epistème operata da parte della filosofia contemporanea e la rapida ascesa della scienza moderna ai vertici del sapere sono conseguenze inevitabili di questa forma di pensiero (la civiltà della tecnica è, infatti, la forma estrema di volontà di potenza). Secondo la logica severiniana, tutto ciò che appare appare in maniera necessaria ed il progressivo manifestarsi degli eterni non segue, quindi, una sequenza casuale. Ciò significa che la libertà dell'uomo non esiste, ma appare all'interno di quell'essente (anch'esso eterno) che è il nichilismo dell'Occidente. Ed è proprio all'interno dell'Occidente che appare il "mortale" come noi lo conosciamo.  Ma l'Occidente è destinato al tramonto, per fare spazio al Destino della verità, la verità che testimonia la follia della fede nel divenire. Solo all'interno del destino della verità la morte acquista un significato inaudito: in realtà la morte è la persuasione dell'assentarsi dell'eterno.  Dio e il Superdio Da quanto detto precedentemente appare chiaro come nel pensiero di Severino non ci sia posto per il Dio comunemente inteso; da qui il contrasto insanabile con la Chiesa Cattolica.  Nel corso della storia della filosofia, e nel pensiero della Chiesa cattolica in particolare, l'affermazione dell'esistenza di qualcosa di immutabile (tra cui Dio in tutti i diversi modi nei quali filosofia e religione lo hanno concepito) è sempre stata fatta partendo dal presupposto che il divenire non significhi necessariamente la nascita dal nulla e il tornare nel nulla delle cose che in esso si presentano. Quest'affermazione è, inoltre, sempre avvenuta con l'intento di risolvere le varie contraddizioni che quel presupposto implica e di inventare un "rimedio" per l'"angoscia" che il pensiero dell'annientamento provoca. Questo genere di immutabilità è, quindi, di segno diverso da quella che compete agli enti sulla base dell'impossibilità assoluta che qualcosa si annulli. Per questo motivo è impossibile che esista un Dio come è stato pensato dalla religione e dalla filosofia. A maggior ragione è impossibile che esista il Dio del cristianesimo, che è tradizionalmente concepito come dotato della capacità di creare gli enti dal nulla e di mantenerli in esistenza grazie alla sua libera volontà (altrettanto libero potrebbe essere, per Dio, l'"annichilimento"diverso dal concetto fisico di annichilazione -, e cioè la volontà di far cessare la durata della loro esistenza per farli ritornare nel nulla).  Essendo ogni ente eterno, non può esserci né creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla luce del "Destino della verità", ogni ente, anche il più insignificante, acquista un significato inaudito. L'uomo si porta quindi radicalmente al di là del superuomo e della volontà di potenza: l'uomo è un "superdio", ben più grande del Dio della tradizione religiosa. L'inconciliabilità fra la dottrina dell'Essere e il Tomismo è stata sostenuta da Cornelio Fabro. Barzaghi, con cui Severino ha più volte dialogato pubblicamente, ha mostrato la possibilità di utilizzare le intuizioni severiniane sull'eternità dell'essente proprio per affermare l'esistenza di Dio e ricondurre il pensiero del filosofo all'alveo cristiano da cui si è staccato (entrambi sono stati alunni, all'Università Cattolica, del filosofo cattolico e apologeta Gustavo Bontadini). Severino, pur non rivedendo pubblicamente il suo punto di vista sull'esistenza di Dio, ha apprezzato ed elogiato la proposta di padre Barzaghi.  Necessità dell'oltrepassamento Nessuna nota a piè di pagina Questa voce o sezione sull'argomento filosofia è priva o carente di note e riferimenti bibliografici puntuali. Sebbene vi siano una  e/o dei , manca la contestualizzazione delle fonti con note a piè di pagina o altri riferimenti precisi che indichino puntualmente la provenienza delle informazioni. Puoi migliorare questa voce citando le fonti più precisamente. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento. Con il libro La Gloria, giunge, tra le altre cose, alla dimostrazione necessaria dell'esistenza degli "altri". Quando Cartesio infatti scopre che la carta vincente della scienza è la conferma delle ipotesi da parte dell'"esperienza", e cioè da parte della "presenza certa a me" da parte delle cose, si apre il problema della fondazione dell'esistenza appunto di altre dimensioni che come la mia accolgono l'accadere del mondo, ma che a differenza della mia non sono apparenti, non sono cioè da me "visibili". I fallimenti dei tentativi di soluzione a tale problema (eminentemente proposti ad opera della fenomenologia, sì che questo problema fu certamente uno dei più cogenti all'interno del discorso filosofico di Husserl), a cominciare da quello di Cartesio, si determineranno essenzialmente per l'assenza del senso autentico dell'essente e del senso dell'"oltrepassamento"."L'oltrepassamento dell'attualità nella costellazione infinita di cerchi finiti dell'apparire del Destino" è necessità dell'esistenza di un altro apparire finito, diverso da quello attuale.  Nella Gloria, Severino perviene alla fondazione del senso autentico dell'"oltrepassamento", dopo aver stabilito nelle opere precedenti che il divenire autentico (cioè non nichilistico) non è il crearsi e l'annullarsi dell'essente, ma il comparire e lo sparire di ciò che è eterno.  Ma è in questa sede innanzitutto fondamentale precisare, a partire da considerazioni svolte dallo stesso Severino in Destino della Necessità ( che le cose della "terra" (termine con il quale Severino designa la dimensione degli essenti che via via appaionoe che, per contro, il nichilismo pensa come fuoriuscenti dal nulla ed al nulla ritornanti) "incominciano" ad apparire (il loro apparire esce cioè dall'ombra del non-apparire ed entra nel cerchio dell'apparire). Con "cerchio dell'apparire" si intende, qui, la totalità degli enti che appaiono: è, cioè, l'apparire in quanto ha come contenuto tutto ciò che appare (ossia è l'apparire "trascendentale"); l'apparire delle cose della terra, quell'apparire incominciante di cui sopra, è, perciò, la relazione tra il cerchio dell'apparire (l'apparire trascendentale) e una parte del suo contenuto.  È altrettanto fondamentale precisare che l'incominciare della terra (a sua volta eterna), non aggiunge alcunché al Tutto eternoche è, con Parmenide, appunto, non incompiuto, ouk ateleuteton,  non manchevole, oulon achineton (Parmenide, fr. 8, vv 38, 33, 38). Anche l'incominciante apparire, difatti, è eterno: il suo incominciare è il suo entrare nel cerchio dell'apparire. Entrandovi, naturalmente, apparema questo apparire dell'entrare è lo stesso entrare, ossia è quello stesso di cui si dice che, eterno, entra nel cerchio dell'apparire. E, così come ogni ente, anche l'appartenenza della terra al cerchio dell'apparire è eterna. L'eterna appartenenza al cerchio dell'apparire entra nel cerchio eterno dell'apparire. Entrandovi, appare, e quest'ultimo apparire è lo stesso apparire incominciante in cui consiste l'incominciante appartenenza della terra al cerchio dell'apparire. L'apparire incominciante è cioè apparire di sé stesso (e di tutte le altre cose che incominciano ad apparire), ed è questa autoriflessione dell'apparire incominciante ciò che entra nel cerchio dell'apparire e incomincia a far parte del contenuto di questo cerchio.  Ma ogni essente che incomincia ad apparire (ogni oltrepassante) è destinato ad essere oltrepassato: diventerebbe, altrimenti, condizione indispensabile dell'apparire degli essenti e quindi originarietà che sarebbe dovuta apparire già da sempre. Un oltrepassante che sia non oltrepassabile è impossibile, perché altrimenti esso dovrebbe iniziare ad appartenere allo "Sfondo" (e Severino intende, con questo termine, quel complesso di significati, o "costanti persintattiche"costanti sintattiche di ogni significato –, senza i quali non apparirebbe nulla, motivo per cui non possono non essere sempre presenti. Tra questi ad esempio vi sono i significati «essere» e «nulla». Inoltre, la serie progressiva degli essenti che via via appaiono è necessariamente finita; infatti, se in direzione del passato fosse estensibile all'infinito, ci vorrebbe un percorso infinito, e quindi mai concluso, per giungere al momento attuale. C'è quindi un primo passo compiuto dalla terra.  La totalità attuale di ciò che è destinato ad apparire è, per quanto sopra esposto, necessariamente oltrepassata. Ma in che senso?  Essa non è, difatti, oltrepassata dall'apparire infinitogiacché l'apparire infinito (l'infinito oltrepassarsi da parte delle forme proprie dell'apparire finitodove la Gloria è proprio questo infinito dispiegarsi) non è un oltrepassamento incominciante, ma è l'oltrepassamento già da sempre ed eternamente compiuto della totalità del finito. La totalità attuale dell'incominciante è, dunque, necessariamente oltrepassata da un incomincianteil quale non può apparire attualmente, ma è tuttavia necessario che appaia (in quanto l'incominciare è incominciare ad apparire), e che quindi è necessario che appaia sopraggiungendo in un cerchio diverso, altro, dal cerchio originario dell'apparire. La totalità simpliciter degli essenti-che-sono-degli-oltrepassanti (la totalità dell'oltrepassante, cioè, che include come parte la totalità attuale dell'oltrepassante) non può essere a sua volta oltrepassata, perché ciò che la oltrepasserebbe sarebbe un oltrepassante non incluso nella totalità dell'oltrepassante; e se l'oltrepassante (cioè l'incominciante) che oltrepassa la totalità degli oltrepassanti non fosse a sua volta oltrepassato, esso sarebbe quel contenuto impossibile che è, appunto (per quanto sopra esposto), l'incominciante non-oltrepassabile.  Poiché la terra oltrepassa anche l'attualità dell'apparire del cerchio originario, sopraggiungendo in un cerchio diverso, il contenuto incominciante che appare nel cerchio originario dell'apparire attuale, è oltrepassato (infinitamente) in due direzioni:  (a) In quanto contenuto incominciante, esso è oltrepassato lungo il dispiegamento infinito del contenuto attuale del cerchio originario (o, per utilizzare il lessico severiniano, lungo la Gloria del dispiegamento infinito della terra che si inoltra nel cerchio originario). Ma non è in quanto tale contenuto è attuale che esso viene oltrepassato lungo il dispiegamento infinito del contenuto attuale.  (b) In quanto contenuto attuale (in quanto, cioè, alla sua attualità) il contenuto incominciante è oltrepassato invece in un altro cerchioe in un'infinità di altri cerchi dell'apparire. L'oltrepassante-incominciante, qui, entra nell'apparire non attuale. Anche questa seconda direzione dell'oltrepassamento è un dispiegamento infinito nella Gloria, ma, appunto, nella gloria che consiste nell'infinito sopraggiungere, nel cerchio originario, della costellazione infinita degli altri cerchi. La gloria è l'unità di queste due dimensioni. La dimensione dell'essente, che incomincia cioè ad apparire nel cerchio originario, è necessariamente oltrepassata da un'altra dimensione dell'essente (perché l'incominciante non può incominciare ad appartenere all'essenza dello Sfondo, non incominciante e non tramontante, del cerchio originario); ma anche l'attualità dell'essente che incomincia ad apparireossia anche l'apparire (che, in quanto tale, è apparire attuale) dell'essente che incomincia ad apparireincomincia ad apparire, sì che (per lo stesso motivo) è necessariamente oltrepassata in un altro cerchio dell'apparire; e anche la sintesi tra l'attualità del cerchio originario e l'attualità in sé dell'altro cerchio incomincia ad apparire nel cerchio originario, quando in esso incomincia ad apparire ciò che ne oltrepassa l'attualità; e dunque (per lo stesso motivo) tale sintesi è oltrepassata in un terzo cerchio (e, cioè, l'attualità in sé dell'altro cerchio non è oltrepassata solo nel cerchio originario, ma necessariamente in un terzo cerchio)e così all'infinito.  In definitiva, l'oltrepassamento dell'attualità di un cerchio non avviene solo lungo la dimensione "verticale" del singolo cerchio, ma anche lungoquella "orizzontale" della costellazione di cerchi del Destino.  L'oltrepassamento hegeliano, invece, conserva "idealmente", cioè astrattamente, ciò che oltrepassa, e non realmente, determinandone la distruzione. In un contesto siffatto è fondata l'impossibilità dell'esistenza degli "altri", perché l'altro, che è il mio oltrepassante, determinerebbe il mio superamento, e mi consegnerebbe ad una dimensione puramente ideale. Infatti nel sistema hegeliano l'esistenza degli altri significa l'esistenza di soggetti empirici, sensibili, che è quindi comunque interna all'esistenza produttiva dell'unico "Io".  Il nichilismo è un essente che incomincia ad apparire, ed è quindi destinato ad essere oltrepassato. L'essente che oltrepassa il nichilismo è l'essente che porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità. Il nichilismo è, infatti, pensare e vivere le cose come nulla in quanto delle cose non appare il legame alla struttura originaria della verità, e quindi non appare l'eternità. L'essente, o la dimensione di essenti, che porta al tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità è la gloria (cioè la manifestazione) della verità stessa. L'ampiezza dell'isolamento non coinvolge solo il legame tra i singoli essenti e la verità, ma anche il legame tra gli infiniti cerchi dell'apparire, il loro passato e il futuro del percorso che la terra è destinata a compiere in essi. Nella Gloria non si è Dio, perché Dio crea ed annienta le cose anche e soprattutto quando ama; e dunque appartiene al regno dell'errore perché l'amore è volontà e la volontà è voler alterare il senso proprio ed eterno, cancellarne l'identità. Dio è, quindi, infinitamente meno della più umbratile tra le cose vere. Tutto è oltre Dioe oltre ogni forma di mortalità, compresa la vita umana come credenza nel poter creare e annientare gli essenti.  Opere: “La struttura originaria” (Brescia, La Scuola; Nuova ediz. riveduta, Introduzione del Milano, Adelphi); “Fichte” (Brescia, La Scuola, poi in Fondamento della contraddizione,  n.5, Milano, Adelphi, Filosofia della prassi, Milano, Vita e Pensiero,  Milano, Adelphi, “Ritornare a Parmenide” in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Ritornare a Parmenide. Poscritto, in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Essenza del nichilismo. Saggi, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Gli abitatori del tempo. Cristianesimo, marxismo, tecnica (Roma, Armando,  Téchne); “Le radici della violenza” (Milano, Rusconi, IMilano, Rizzoli); “Legge e caso, Piccola Biblioteca Milano, Adelphi,); “Destino della necessità. Κατὰ τὸ χρεών, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi); “A Cesare e a Dio” (Milano, Rizzoli, La strada, Milano, Rizzoli); “La filosofia antica, Milano, Rizzoli); “La filosofia moderna, Milano, Rizzoli, “ Il parricidio mancato,Collana Saggi. Milano, Adelphi, La filosofia contemporanea. Da Schopenhauer a Wittgenstein, Milano, Rizzoli,  Traduzione e interpretazione dell'«Orestea» di Eschilo, Milano, Rizzoli,  La tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano, Adelphi, “Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Biblioteca Filosofica n.6, Milano, Adelphi); “Antologia filosofica dai Greci al nostro tempo, Milano, Rizzoli); “La filosofia futura, Milano, Rizzoli); “Il nulla e la poesia. Alla fine dell'età della tecnica: Leopardi, Milano, Rizzoli); “Filosofia. Lo sviluppo storico e le fonti” (Firenze, Sansoni); “Oltre il linguaggio” (Collana Saggi. Nuova serie n.7, Milano, Adelphi); “La guerra” (Milano, Rizzoli); “La bilancia. Pensieri sul nostro tempo, Milano, Rizzoli); “Il declino del capitalismo” (Milano, Rizzoli); “Sortite. Piccoli scritti sui rimedi (e la gioia), Milano, Rizzoli); “Heidegger e la metafisica, Collezione Scritti di E. Severino n.4, Milano, Adelphi); “Pensieri sul Cristianesimo, Milano, Rizzoli); “Tautótēs, Biblioteca Filosofica n.13, Milano, Adelphi,  La filosofia dai Greci al nostro tempo” (Milano, Rizzoli); “La follia dell'angelo: conversazioni intorno alla filosofia” (Ines Testoni, Milano, Rizzoli, Milano, Mimesis); “Cosa arcana e stupenda. L'Occidente e Leopardi” (Milano, Rizzoli); “Il destino della tecnica, Milano, Rizzoli); “La buona fede” (Milano, Rizzoli); “L'anello del ritorno, Biblioteca Filosofica n.18, Milano, Adelphi); “Crisi della tradizione occidentale” ( Milano, Marinotti); “La legna e la cenere. Discussioni sul significato dell'esistenza” (Milano, Rizzoli); “Il mio scontro con la Chiesa, Milano, Rizzoli); “La Gloria. ἄσσα οὐκ ἔλπονται: risoluzione di «destino della necessità», Biblioteca Filosofica n.20, Milano, Adelphi, Oltre l'uomo e oltre Dio,con Alessandro Di Chiara (interventi di Carlo Angelino), Genova, il melangolo, Lezioni sulla politica. I Greci e la tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano, Marinotti, Tecnica e architettura, Milano, Raffaello Cortina Editore,  Dall'Islam a Prometeo, Milano, Rizzoli, Fondamento della contraddizione, Milano, Adelphi, . Nascere. E altri problemi della coscienza religiosa, Milano, Rizzoli,  Milano, BUR, . Sull'embrione, Milano, Rizzoli, Il muro di pietra. Sul tramonto della tradizione filosofica, Milano, Rizzoli, 2Ricordati di santificare le feste, con Vincenzo Vitiello, Milano, AlboVersorio,  (con CD audio). L'identità della follia. Lezioni veneziane, Giorgio Brianese, Giulio Goggi, Ines Testoni, Milano, Rizzoli, Oltrepassare, Biblioteca Filosofica n.25, Milano, Adelphi, Dialogo su Etica e Scienza, con Edoardo Boncinelli, Milano, Editrice San Raffaele,  Immortalità e destino, Milano, Rizzoli, La buona fede. Sui fondamenti della morale, Milano, Rizzoli, 2008. Volontà, fede e destino, Davide Grossi, con un saggio di Massimo Donà, Milano-Udine, Mimesis,  (con due CD audio). L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica, con un saggio inedito sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, La ragione, la fede, Milano, AlboVersorio,  L'identità del destino. Lezioni veneziane, Milano, Rizzoli, Il diverso come icona del male, Torino, Bollati Boringhieri,  Democrazia, tecnica, capitalismo, Brescia, Morcelliana,  Discussioni intorno al senso della verità, Pisa, Edizioni ETS, La guerra e il mortale, Luca Taddio, con un saggio di G. Brianese, Milano-Udine, Mimesis,  (con due CD audio). Macigni e spirito di gravità. Riflessione sullo stato attuale del mondo, Milano, Rizzoli, . L'intima mano, Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); Volontà, destino, linguaggio. Filosofia e storia dell'Occidente, Ugo Perone, Torino, Rosenberg & Sellier, Istituzioni di filosofia, Brescia, Morcelliana. [dispense del corso tenuto nel 1968 all'Università Cattolica di Milano] Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli, ; Milano, BUR, . La bilancia. Pensieri sul nostro tempo, Milano, BUR, Del bello, Milano, Mimesis, ,  La morte e la terra, Biblioteca Filosofica n.30, Milano, Adelphi, . Capitalismo senza futuro, Rizzoli, Milano, . Educare al pensiero, Sara Bignotti, Brescia, Editrice La Scuola, . Pòlemos, Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis, Intorno al senso del nulla, Saggi. Nuova serie n.70, Milano, Adelphi, . L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica. Con un saggio inedito sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, . La potenza dell'errare. Sulla storia dell'Occidente, Milano, Rizzoli, . Il morire tra ragione e fede, con Angelo Scola, Venezia, Marcianum Press, . Parliamo della stessa realtà? Per un dialogo tra Oriente ed Occidente, con Raimon Panikkar, Milano, Jaca Book, . Sul divenire. Dialogo con Biagio De Giovanni, Modena, Mucchi, . Piazza della Loggia. Una strage politica, I. Bertoletti, Brescia, Morcelliana, . In viaggio con Leopardi. La partita sul destino dell'uomo, Milano, Rizzoli, . Dike, Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi, . Cervello, mente, anima, Brescia, Morcelliana, Storia, Gioia, Biblioteca Filosofica n.36, Milano, Adelphi, .Il tramonto della politica. Considerazioni sul futuro del mondo, Milano, Rizzoli, L'essere e l'apparire. Una disputa, con Gustavo Bontadini, Brescia, Morcelliana, Dell'essere e del possibile, con Vincenzo Vitiello, Milano, Mimesis, .  Dispute sulla verità e la morte, Milano, Rizzoli, Lezioni milanesi. Il nichilismo e la terra (-), Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis, Testimoniando il destino, Biblioteca Filosofica n.39, Milano, Adelphi,  Ontologia e violenza. Lezioni milanesi (-), Nicoletta Cusano, Milano, Mimesis,  Curatele Aristotele, I principi del divenire. Libro primo della Fisica, trad., introd. e commento di E. Severino, Brescia, La Scuola, Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'arte — Roma, Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana «Di iniziativa del Presidente della Repubblica» — Roma, mmagine del nastrino non ancora presente Cittadinanza onoraria del Comune di Bovegno — Bovegno. Mauro Bonazzi, Morto il filosofo Emanuele Severino, su Corriere della Sera, Addio Severino, filosofo dell'eternoMorto a Brescia il 17 gennaio, solo il 21 la notizia, su ansa E. Severino, Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli,  È morto Emanuele Severino, l'ultimo filosofo parmenideo, su la Repubblica,  Scianca, Addio a Emanuele Severino: ecco chi era il grande filosofo dell'essere, su Il Primato Nazionale,  Bovegno, il filosofo cittadino onorario, su giornaledibrescia  «L'esperimento di Barzaghi è importante e va seguito con attenzione. [...] Immerso nell'alienazione, il cristianesimo è come una casa invisibile di cui qualcuno dice, indicando un banco di nebbia: "Là c'è una casa". Che cosa si riuscirebbe a vedere se la nebbia (l'alienazione) diradasse? Forse una casa. Ma forse nulla. Nel primo caso, [...] il cristianesimo avrebbe ancora qualcosa da dire, e di grande» (E. Severino, Nascere. E altri problemi della coscienza religiosa).  «Rigoroso fino alla fine. Solo un po' più triste», in Bresciaoggi,  Emanuele Severino, il tributo si celebrerà a Palazzo Loggia, in Bresciaoggi, Silvia Truzzi, Emanuele Severino, l'intervista: "Ecco perché la giovane Italia va in malora", su il Fatto Quotidiano, Piergiorgio Odifreddi, LA SCIENZA SOTTO TIRO, su la Repubblica, Diego Fusaro e Daniele Didero, Emanuele Severino, su Filosofico.net. Gianluca Miligi et al., "Sguardo su Emanuele Severino" , su filosofia.).  il cui "pensiero poetante", titolo di un saggio di Antonio Prete, che riprende la metafora di Heidegger su Friedrich Hölderlin, è stato analizzato da Severino  cf. La Guerra ,  « [...] occorre riconoscere che le sue posizioni, qualunque sia il giudizio che si pensa di dover dare su di esse, non sembrano aver avuto, perlomeno fino ad ora, un vero e proprio seguito tra coloro che si occupano professionalmente di filosofia.» (Cfr. Mauro Visentin, Il neoparmenidismo italiano. Le premesse storiche e filosofiche, Napoli, Bibliopolis)  Neoparmenidismo, su filosofia.  «Se noi potessimo mai non essere, già adesso non saremmo. La prova più certa della nostra immortalità è il fatto che noi ora siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista della creazione del mondoche si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi analoghi di Platone e altri filosofi.» (A. Schopenhauer)  D. Sperduto, Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte, Prefazione di E. Severino, Schena ed., Fasano di Brindisi, "Ritornare a Parmenide", in Essenza del Nichilismo, Brescia, Aristotele, Liber de Interpretatione, 1 "...essenza del nichilismo" ... follia estrema ed estremamente nascosta: la persuasione che gli esse nti, in quanto tali, escano dal loro non essere e vi ritornino: la persuasione che vi sia un tempo in cui l'essente (prima di essere e dopo il suo essere) sia nulla, che il non niente sia niente: la persuasione che è il culmine in cui si mantiene l'intera storia dell'Occidente."La morte e la terra21  E. Severino, Pensieri sul cristianesimo, su books.google. 7 settembre  (archiviato il 17 settembre ).  E. Severino, Destino della necessità, Milano, Adelphi, L'alienazione dell'Occidente: osservazioni sul pensiero di Emanuele Severino, ed. Quadrivium, Genova, Cfr. Severino E., La struttura originaria, Milano, Adelphi, Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.  Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.  Amadori F., Il libero arbitrio: Schopenhauer e Severino, in "Filosofia" Antonelli A., Verità, nichilismo, prassi. Saggio sul pensiero di Emanuele Severino, Roma, Armando, Berto F., La dialettica della struttura originaria, Padova, Il Poligrafo, Crapanzano G.E., L'immutabilità del diveniente. Saggio sul pensiero di Emanuele Severino, Roma, Gruppo Albatros Il Filo, Cusano N., Capire Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla, Prefazione di Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . Cusano N., Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, Prefazione di Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, . Dal Sasso A., Dal divenire all'oltrepassare. La differenza ontologica nel pensiero di Emanuele Severino, Prefazione di Giorgio Brianese, Roma, Aracne, Dal Sasso A., Creatio ex nihilo. Le origini del pensiero di Emanuele Severino tra attualismo e metafisica, Prefazione di Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . De Giovanni B., Disputa sul divenire. Gentile e Severino, Napoli, Editoriale Scientifica, . De Paoli M., Furor Logicus. L'eternità nel pensiero di Emanuele Severino, Milano, Franco Angeli, Donà M., Aporia del fondamento, Napoli, Città del Sole, nuova edizione ampliata: Milano, Mimesis Edizioni, Fabro C., L'alienazione dell'Occidente. Osservazioni sul pensiero di Emanuele Severino, Genova, Quadrivium, Goggi G., Al cuore del destino. Scritti sul pensiero di Emanuele Severino, Milano, Mimesis Edizioni, . Goggi, G., Emanuele Severino, Città del Vaticano, Lateran University Press, . Greyer C.-F., Der Nihilismus, Europa und eine neue Ontologie. Emanuele Severinos Analyse über das 'Wesen des Nihilismus', Franziskanische Studien,Hoffmann T. S., 'Alles ist voll von Sein'. Emanuele Severinos Rückgriff auf Parmenides und die Überwindung des Nihilismus, Wiener Jahrbücher für Philosophie, Hoffmann T. S., Philosophie in Italien. Eine Einführung in 20 Porträts, Wiesbaden, Marix Verlag, Magliulo, N., Cacciari e Severino. Quaestiones disputatae, Milano-Udine, Mimesis, . Mauceri, L., La hybris originaria. Massimo Cacciari ed Emanuele Severino, Napoli-Salerno, Orthotes Editrice, . Messinese L., L'apparire del mondo. Dialogo con Emanuele Severino sulla “struttura originaria” del sapere, Milano, Mimesis, 2Messinese L., Il paradiso della verità. Incontro con il pensiero di Emanuele Severino, Pisa, ETS, . Messinese L., Stanze della metafisica. Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini, Severino, Brescia, Morcelliana, . Messinese L., Né laico, né cattolico. Severino, la Chiesa, la filosofia, Bari, Dedalo, . Petterlini A., Brianese G. e Goggi G. , Le parole dell'Essere. Per Emanuele Severino, Milano, Mondadori, Poma P., Necessità del divenire. Una critica a Emanuele Severino, Pisa, ETS, . Saccardi F., Metafisica e parmenidismo. Il contributo della filosofia neoclassica, Napoli-Salerno, Orthotes, . Scilironi C., Ontologia e storia nel pensiero di Emanuele Severino, Abano Terme, Francisci, Scurati M., Pensare l'identità. Da Schelling a Severino, Milano, Alboversorio, Simionato M., Nulla e negazione. L'aporia del nulla dopo Emanuele Severino, Prefazione di Emanuele Severino, Pisa, Edizioni Plus (Pisa University Press), . Soncini U., Il senso del fondamento in Hegel e Severino, Genova, Marietti, Spanio D. , Il destino dell'essere. Dialogo con Emanuele Severino, Brescia, Morcelliana, . Sperduto D., Vedere senza vedere ovvero Il crepuscolo della morte, Prefazione di E. Severino, Fasano di Brindisi (BR), Schena Editore, Sperduto D., Maestri futili? Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese, Emanuele Severino, Roma, Aracne, Sperduto D., Il divenire dell'eterno. Su Emanuele Severino (e Dante), Prefazione di L. Messinese, Roma, Aracne, . Testoni I. , Emanuele Severino, La follia dell'angelo, Milano, Mimesis, Tarca L.V., Verità, alienazione e metafisica. Rilettura critica della proposta filosofica di Emanuele Severino, Treviso, Mevio Washington, Valent I. , Cura e salvezza. Saggi dedicati a Emanuele Severino, Bergamo, Moretti & Vitali, Visentin M., Tra struttura e problema. Note intorno al pensiero di E. Severino, Venezia, Marsilio [ora in Il neoparmenidismo italiano, IDal neoidealismo al neoparmenidismo, Napoli, Bibliopolis, Metafisica Ontologia Episteme Nichilismo Giacomo Leopardi Friedrich Nietzsche Parmenide Martin Heidegger Rasoio di Occam Italo Valent Umberto Galimberti. Sito ufficiale, su emanueleseverino.  Emanuele Severino, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Emanuele Severino, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.  Opere di Emanuele Severino, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Emanuele Severino, . Emanuele Severino, su Goodreads.  Registrazioni di Emanuele Severino, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Vi racconto il mio scontro con la Chiesa Cattolica, su ricerca.repubblica. Rassegna stampa di e su Severino, su lgxserver.uniba. Rassegna stampa di e su Severino, su lgxserver.uniba. Video intervista a Emanuele Severino, su asia., sito ASIA, Associazione spazio interiore ambiente Emanuele Severino, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. pensiero di Emanuele Severino, su emanueleseverino.com. Vasco Ursini. Severino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Severino” – The Swimming-Pool Library.

 

Sforza (Forli). Filosofo. Direttore del Resto del Carlino e docente alla SapienzaRoma dal 1939, fu autore di importanti opere di filosofia del diritto quali Il concetto, il diritto e la giurisprudenza naturale, Filosofia del diritto e filosofia della storia, Idee e problemi di filosofia giuridica, ecc. Widar Cesarini Sforza, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  PredecessoreDirettore de il Resto del CarlinoSuccessore Tomaso Monicelli. Sforza. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sforza” – The Swimming-Pool Library.

 

Sgalambro (Lentini). Filosofo. important Italian philosopher. La sua opera filosofica è stata definita di orientamento nichilista, definizione spesso respinta da Sgalambro stesso, ma talvolta anche accettata, e si può piuttosto definire un'originale sintesi tra la filosofia della vita di Arthur Schopenhauer e il materialismo e pessimismo di Giuseppe Rensi, con le influenze dell'esistenzialismo sui generis di Emil Cioran, di alcuni temi della scolastica e della "teologia empia" e naturalistica di Vanini e Mauthner.  Sgalambro è noto anche per la collaborazione con il cantautore Franco Battiato, delle cui canzoni fu autore dei testi tra il 1995 e il .  Manlio Sgalambro nacque a Lentini, da una famiglia benestante (il padre era un farmacista). Ha sempre osservato un riserbo quasi "conventuale" nella sua vita privata, fornendo tuttavia alcuni elementi biografici nelle sue interviste o presentazioni. Dopo l'infanzia trascorsa a Lentini, si trasferisce a Catania, dove rimane per tutta la vita. Nel 1947 si iscrive all'Università degli studi di Catania:  «All'università decisi di non iscrivermi in Filosofia perché la coltivavo già autonomamente. Mi piaceva il diritto penale e per questo scelsi la facoltà di Giurisprudenza.” Inoltre non si trovava d'accordo con la cultura filosofica dominante allora nelle accademie, troppo legata all'idealismo di Croce e Gentile:  «Erano loro che occupavano tutto lo spazio culturale, ma io non mi ritrovavo affatto in quei sistemi complessi e completi, dove ogni cosa era già stata incasellata. Per me pensare era una destructio piuttosto che una costructio: ero uno che notava le rovine, piuttosto che la bellezza. Questo era un po' scomodo, e non certamente accademico.»  Si sposa, e dal matrimonio nascono cinque figli (Elena, Simona, Riccardo, Irene, Elisa). Il reddito che proveniva da un agrumeto (lasciatogli in eredità dal padre) non basta più, così sceglie di integrarlo compilando tesi di laurea e facendo supplenze nelle scuole:  «Il matrimonio è un momento, come dice Hegel, in cui «la realtà determinata entra in un individuo». Dunque il matrimonio non coincide semplicemente con l'amore per una persona, ma con la durata: ecco dove sta l'essenza, quasi teologica, del matrimonio.» Sgalambro era dichiaratamente ateo anche se credeva nella reincarnazione, come ricordato anche dall'amico Battiato, e ha avuto un funerale religioso. Da molti anni viveva da solo nella sua casa catanese.  La produzione filosofica «Che non ci sia niente di peggiore del mondo, non si deve dimostrare.»  (La conoscenza del peggio) Sgalambro ripeteva spesso che non possedeva titoli né lauree «per i biglietti da visita» e quindi come sia riuscito a diventare uno scrittore di filosofiai cui libri sono tradotti in francese, tedesco e spagnoloera «un mistero» che egli stesso stentava a spiegarsi.  Il suo primo contatto con un'opera filosofica avviene nel periodo dell'adolescenza, quando legge La formazione naturale nel fatto del sistema solare di Roberto Ardigò nella biblioteca di un parente. Seguono i Principi di psicologia di William James, le Ricerche logiche di Husserl (un'opera che ritornerà più volte nella sua riflessione), e, soprattutto, Il mondo come volontà e rappresentazione di Schopenhauer. L'incontro con il pensatore tedesco spinge Sgalambro ad un interesse sempre crescente per la cultura nordeuropea, che sfocerà poi nella scoperta di Kant, Hegel, Friedrich Nietzsche, e Kierkegaard, a cui dedica i suoi primi saggi. Inizia a collaborare alla rivista catanese Prisma (diretta da Grassi): il primo scritto è Paralipomeni all'irrazionalismo, dove, influenzato da Rensi, sviluppa un attacco all'idealismo crociano allora in piena egemonia. Egli si ispira anche all'ironia di Karl Kraus di cui ama lo stile aforistico ("Se Karl Kraus avesse scritto Il Capitale lo avrebbe fatto in tre righe").  Assieme a Sebastiano Addamo, scrive per il periodico Incidenze (fondato da Antonio Corsano): il primo articolo è Crepuscolo e notte (che viene ristampato nel ), un breve saggio di "esistenzialismo negativo", ispirato ad Heidegger e Céline. Frattanto inizia a scrivere anche per la rivista Tempo presente (diretta da Nicola Chiaromonte ed Ignazio Silone). Alla fine degli anni settanta decide di organizzare il suo pensiero in un'opera sistematica: a 55 anni Sgalambro manda il suo primo libro, La morte del sole, con un biglietto di due righe alla casa editrice Adelphi; al proposito dirà:  «E lì è rimasto due anni. Ma siccome io sono fatto in questo modo, non ho chiesto niente. Poi è arrivata una telefonata a mia moglie. Mi chiedevano di andare a Milano, per prendere contatto con l'editore. Roberto Calasso mi disse che quel libro non era maturo, era marcio: ed era esattamente così”Negli anni seguenti, con lo stesso editore, pubblica anche: Trattato dell'empietà, Anatol, Del pensare breve, Dialogo teologico, Dell'indifferenza in materia di società, La consolazione, Trattato dell'età, De mundo pessimo, La conoscenza del peggio, Del delitto, e Della misantropia. Spesso viene avvicinato alla corrente nichilista; talvolta ha respinto la definizione, mentre altre volte l'ha accettata, nel senso di un nichilismo attivo e demolitore, non passivo e chiuso: «Indubbiamente questa visione è nell'intimo di me stesso. Per un nichilista le coseil Papa, Mussolini, un vaso di terracottasi equivalgono. Questo non significa che non si ha il senso di ciò che vale: significa piuttosto che si prova a romperlo come si può, per esempio con il martello del pensare.»  Intanto, all'inizio degli anni novanta, con alcuni amici avvia una piccola attività editoriale a Catania: nasce così la De Martinis. All'interno di questa casa editrice, Sgalambro si occupa di saggistica, pubblicando un paio di propri testi (Dialogo sul comunismo e Contro la musica) e ristampando alcune opere di Giulio Cesare Vanini e di Julien Benda.  Suscita polemiche una sua intervista a Francesco Battistini sulla mafia, dove critica anche Leonardo Sciascia e il mito dell'antimafia "militante" (che tra l'altro fu criticata da Sciascia stesso negli ultimi anni di vita): «L'immagine della Sicilia… C'è, come no? Ma cercarla in faccende di Cuffaro e di Gabanelli è come cercare un tesoro fra le spine dei fichi d'India. Cercare che cosa, poi? La griglia mafiosa è una gabbia. È chiaro che ha ragione la Gabanelli e che Cuffaro vuole cancellare a suo modo la mafia, con un tratto di parole. Ma contesto che la mafiosità sia una chiave di conoscenza... Non cambio idea. La mafia è un concetto astratto. E gli astratti si distruggono con la logica, non con la polizia... La polizia può arrestare la mafia. Eliminarla, mai. Quello che importa è la Mafia maiuscola, concetto generale e perciò indistruttibile... La mafia in sé non mi fa venire in mente nulla. Come la patria, i morti di Solferino. Cose vetuste. Leonardo Sciascia era lo scrittore sociale, un maestro di scuola che voleva insegnarci le buone maniere sociali. Ma rivisitarlo oggi è come rileggere Silvio Pellico. La sua funzione si è esaurita... La mafia è l'unica economia reale di quest'isola... Ci sono fenomeni della storia, ricchezze che non si possono fare con le mani pulite. Qui la ricchezza è sempre stata fondiaria, senza investimenti... La ricchezza è per sua natura sporca... Basta col gioco della spartizione: è mafioso o no? Domande da periodo di lotte religiose: è luterano o cattolico? In Sicilia sono arrivati anche i laici, per fortuna.»  Definisce poi Claudio Fava "quel piagnone", affermando che "i famosi Cavalieri", soprannome dato dal padre di Fava a quattro imprenditori catanesi considerati collusi con Cosa nostra, «erano l'unica economia possibile» per la città. Nel  è tornato in maniera sarcastica sull'argomento: «Considero la Sicilia come un fenomeno estetico e non ne cambierei nulla. In questo senso potrei dire che mi considero un mafioso…». Era stato attaccato dal sociologo Franco Ferrarotti che lo definì "un neo-reazionario" e di "intolleranza aristocratica e silenzio sulla mafia".  Alla sua isola ha dedicato l'opera Teoria della Sicilia:  «Là dove domina l'elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di inabissarsi. Una teoria dell'isola è segnata da questa certezza. Un'isola può sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull'instabile. Per ogni isola vale la metafora della nave: vi incombe il naufragio.»  Oltre ai saggi per Adelphi, ha pubblicato per Bompiani Teoria della canzone, Variazioni e capricci morali, e due raccolte di poesie, Nietzsche (frammenti di una biografia per versi e voce) e Marcisce anche il pensiero (frammenti di un poema) (), dedicato all'ultima mezz'ora di vita di Immanuel Kant, nonché L'impiegato di Filosofia, nel quale ironicamente afferma di aver rinunciato alla filosofia ritrovandosi più filosofo che mai, curioso libretto stampato in un museo della stampa con caratteri mobili, edito da La Pietra Infinita.  Infine, ha pubblicato con Il Girasole: Del metodo ipocondriaco, Quaternario (racconto parigino), la raccolta di poesie Nell'anno della pecora di ferro, la pièce teatrale L'illusion comique e Dal ciclo della vita. Le collaborazioni con Franco Battiato ed altri «La matematica è il tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con cui si indica lo scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L'ordine, già il termine ha qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le forze dell'ordine cosmico, i riti cosmici. L'autentico sentimento scientifico è impotente davanti all'universo. L'inflazione che caccia nelle mani dell'individuo, in un gesto solo, miliardi di marchi, lasciandolo più miserabile di prima, dimostra punto per punto che il denaro è un'allucinazione collettiva»  (La morte del sole, frasi recitate da Franco Battiato in 23 coppie di cromosomi). Avviene l'incontro con Franco Battiato, del tutto casualmente, perché presentavano insieme un volume di poesie dell'amico comune Angelo Scandurra. Dopo pochi giorni da quell'incontro, Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di scrivere il libretto dell'opera Il cavaliere dell'intelletto:  «Un anno fa non ci conoscevamo neppure. Da allora non abbiamo fatto altro che lavorare insieme. Lui sarà anche un filosofo, ma per me è un talento che mi stimola e arricchisce. Mi sembra impossibile, oggi, tornare a scrivere i testi delle mie cose.»  (Battiato) «In mezzo a tutto questo, mi capitò tra i piedi Franco Battiato. Per un certo verso direi che è stato uno di quegli incontri che ti portano fuori strada, ma questa è una percezione che ho avuto molto tardi. A volte trovo che è come se tutto quel tempo io lo abbia perduto: la questione starebbe nel vedere se sia possibile recuperarlo. Sgalambro a Conegliano Sgalambro accetta e risponde ironicamente all'invito di Battiato chiedendogli di scrivere insieme un disco di musica pop. Tra Sgalambro e Battiato si sviluppa un sodalizio artistico e umano, anche se non sempre facile: «Anche perché io non sono un grande seguace dell'amicizia. Con Battiato abbiamo avuto lunghe liti, che duravano parecchio. Poi uno dei due, in genere lui, telefonava e il rapporto riprendeva. Tutti i litigi erano per un rigo da cambiare in una canzone: io non accettavo le esigenze della musica e per lui questo era costoso. Il suo impegno in politica? Non ho mai capito come si sia potuto lasciare tentare, tutti i giorni ho cercato di convincerlo a levarsi, solo ora per fortuna sta tornando in se stesso.»  Collabora a quasi tutti i progetti di Franco Battiato, per cui scrive:  i libretti delle opere Il cavaliere dell'intelletto (su Federico II di Svevia), Socrate impazzito, Gli Schopenhauer e Telesio (su Bernardino Telesio), e del balletto Campi magnetici; i testi di svariati album musicali (L'ombrello e la macchina da cucire, L'imboscata, Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto, Apriti sesamo) e vari inediti, presenti ad esempio nell'album Fleurs; le sceneggiature dei film Perduto amor, Musikanten (sugli ultimi anni della vita di Beethoven) e Niente è come sembra, del programma televisivo Bitte, keine Réclame e del documentario Auguri don Gesualdo (su Gesualdo Bufalino). Benché affermasse che la canzone era per lui "una distrazione", dal 1998 scrive testi di canzoni anche per Patty Pravo (Emma), Alice (Come un sigillo, Eri con me), Fiorella Mannoia (Il movimento del dare), Carmen Consoli (Marie ti amiamo), Milva (Non conosco nessun Patrizio), Adriano Celentano (Facciamo finta che sia vero) e Ornella Vanoni (Aurora).  Dopo essere intervenuto anche ai concerti di Battiato, nel 2000 si cimenta lui stesso con la musica e pubblica il singolo La mer, contenente la cover del celebre brano di Charles Trenet.  In una rappresentazione de L'histoire du soldat di Igor' Stravinskij interpretò la voce narrante, con Franco Battiato nella parte del soldato e Giovanni Lindo Ferretti in quella del Diavolo.  Nel 2001 pubblica l'album Fun club, prodotto da Franco Battiato e Saro Cosentino, che contiene «evergreen» del calibro di La vie en rose (di Piaf) e Moon river (di Henry Mancini), ma anche l'ironica Me gustas tú (di Manu Chao):  «Un alleggerimento che considero doveroso. Dobbiamo sgravare la gente dal peso del vivere, invece che dare pane e brioches. Questa volta, mi sono sgravato anch'io. E poi, la musica leggera ha questo di bello, che in tre minuti si può dire quanto in un libro di 400 pagine o in un'opera completa a teatro.»  (Manlio Sgalambro). Dà la voce all'aereo DC-9 Itavia nell'opera Ultimo volo di Pippo Pollina sulla strage di Ustica.  Nel 2009 pubblica il singolo La canzone della galassia, contenente la cover di The galaxy song (tratto da Il senso della vita dei Monty Python), cantata assieme al gruppo sardo-inglese Mab.  Torna dopo 40 anni ad esibirsi in un pub di Catania, assieme al filosofo Salvatore Massimo Fazio e il curatore del suo sito Alessio Cantarella. Finita l'esibizione alla presenza di Pippo Russo e Franco Battiato, seguì il concerto delle Lilies on Mars, band formata da due ex componenti del gruppo MAB (Masia e Cristofalo), band che si era esibita con Battiato nella canzone Il vuoto, su testo di Sgalambro.  Partecipazioni dirette alle opere di Battiato Canzoni In Di passaggio (da L'imboscata) recita in greco antico: (EL) «Ταὐτὸ τενὶ ζῶν καὶ τεθνηκὸς καὶ ἐγρηγορὸς καὶ καθεῦδον καὶ νέον καὶ γηραιόν' τάδε γὰρ μεταπεσόντα ἐκεινά ἐστι κἀκεῖνα πάλιν ταῦτα.» «La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son questi.»  (Eraclito, Frammenti, 88) Interviene recitando in Shakleton, dall'album Gommalacca. In Invito al viaggio (da Fleurs) recita: «Ti invito al viaggio in quel paese che ti somiglia tanto. I soli languidi dei suoi cieli annebbiati hanno per il mio spirito l'incanto dei tuoi occhi quando brillano offuscati. Laggiù, tutto è ordine e bellezza, calma e voluttà; il mondo s'addormenta in una calda luce di giacinto e d'oro; dormono pigramente i vascelli vagabondi, arrivati da ogni confine per soddisfare i tuoi desideri.»  (Charles Baudelaire, I fiori del male) In Corpi in movimento (da Campi magnetici) recita: «Se io, come miei punti, penso quali si vogliano sistemi di cose, per esempio, il sistema: amore, legge, spazzacamino… e poi non faccio altro che assumere tutti i miei assiomi come relazioni tra tali cose, allora le mie proposizioni, per esempio, il teorema di Pitagora, valgono anche per queste cose.»  (David Hilbert, Lettera a Frege) Partecipa a quasi tutti i tour di Franco Battiato:  Nel tour del '97 recita versi in latino sul brano di Battiato Areknames (da Pollution), ribattezzato per l'occasione Canzone chimica: «Bacterium flourescens liquefaciens, Bacterium histolyticum, Bacterium mesentericum, Bacterium sporagenes, Bacterium putrificus…»  (Canzone chimica) Esegue una nuova versionecon il testo riadattato in chiave filosoficadi Accetta il consiglio (tratto da The Big Kahuna), che viene pubblicato l'anno dopo nell'album live Last Summer Dance. Canta due brevi strofe dei suoi versi nella canzone La porta dello spavento supremo, dall'album Dieci stratagemmi di Battiato: «Quello che c'è / ciò che verrà / ciò che siamo stati / e comunque andrà /tutto si dissolverà (...) Sulle scogliere fissavo il mare / che biancheggiava nell'oscurità / tutto si dissolverà.»  (La porta dello spavento supremo/Il sogno, testo di Manlio Sgalambro e Carlotta Wieck) Opere Libri Manlio Sgalambro, La morte del sole, Milano, Adelphi, Trattato dell'empietà, Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Vom Tod der Sonne (edizione tedesca de La morte del sole), traduzione di Dora Winkler, Monaco (Germania), Hanser, Del metodo ipocondriaco, Valverde (CT), Il Girasole, Anatol, Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Anatol (edizione francese), traduzione di Dominique Bouveret, Saulxures (Francia), Circé, Del pensare breve, Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Dialogo teologico, Milano, Adelphi, Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto), Catania, De Martinis, Dell'indifferenza in materia di società, Milano, Adelphi, Del pensare breve), traduzione di Carole Walter, Saulxures (Francia), Circé, Dialogo sul comunismo, Catania, De Martinis, Manlio Sgalambro, La consolazione, Milano, Adelphi, La morte del sole (seconda edizione), Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro, Teoria della canzone, Milano, Bompiani, s (contiene l'edizione francese di Dialogo teologico), traduzione di Carole Walter, Saulxures (Francia), Circé, Manlio Sgalambro, Nietzsche. (Frammenti di una biografia per versi e voce), Bompiani, Milano, Poesie (edizione a tiratura limitata di 72 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Trattato dell'età. Una lezione di metafisica, Milano, Adelphi, Manlio Sgalambro-Davide Benati, Segrete (edizione a tiratura limitata di 30 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Trattato dell'età), traduzione di Dominique Férault, Parigi (Francia), Payot, Opus postumissimum. (Frammento di un poema), Silvia BatistiRossella Lisi, Firenze, Giubbe Rosse, Manlio Sgalambro, Dolore e poesia (edizione a tiratura limitata di 32 esemplari numerati), Antonio Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, De mundo pessimo (contiene Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto) e Dialogo sul comunismo), Milano, Adelphi, Trattato dell'empietà (seconda edizione), Milano, Adelphi, Quaternario. Racconto parigino, Valverde (CT), Il Girasole, Nietzsche. Frammenti di una biografia per versi e voce (seconda edizione), Milano, Bompiani, La conoscenza del peggio, Milano, Adelphi, Del delitto, Milano, Adelphi, La consolazione, L'impiegato di filosofia (edizione a tiratura limitata di 100 esemplari numerati), Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Crepuscolo e notte, Messina, Mesogea, Nell'anno della pecora di ferro, Valverde, Il Girasole,  Marcisce anche il pensiero. Frammenti di un poema (seconda edizione di Opus postumissimum. (Frammento di un poema)), Milano, Bompiani, Della misantropia, Milano, Adelphi,  Teoria della canzone (seconda edizione con una nuova introduzione dell'autore), Milano, Bompiani,  Manlio Sgalambro, L'illusion comique, Valverde, Il Girasole,  Manlio Sgalambro, Variazioni e capricci morali, Milano, Bompiani,  Dal ciclo della vita, Valverde,  Il Girasole,  Devozione allo spazio in Giuseppe Raciti, Dello spazio, Catania, CUECM, Sciascia e le aporie del fare in Sciascia. Scrittura e verità, Palermo, Flaccovio, Manlio Sgalambro, Carpe veritatem in Schopenhauer, La filosofia delle università, Milano, Adelphi,  Empedocle o della fine del ciclo cosmico in Antonio Di Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà, v. 1, Catania, Maimone, Gentile o del pensare in Antonio Di Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà, v. 2, Catania, Maimone, Post scriptum in Pietro Barcellona, Lo spazio della politica. Tecnica e democrazia, Roma, Riuniti, Manlio Sgalambro, postfazione in Julien Benda, Saggio di un discorso coerente sui rapporti tra Dio e il mondo, Catania, De Martinis, Rensi in Giuseppe Rensi, La filosofia dell'autorità, Catania, De Martinis, quarta di copertina Manlio Sgalambro, prefazione in Angelo Scandurra, Trigonometria di ragni, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro, Manlio Sgalambro, La malattia dello spazio in Insulæ. L'arte dell'esilio, Genova, Costa & Nolan, Manlio Sgalambro, Vanini e l'empietà in Giulio Cesare Vanini, Confutazione delle religioni, Catania, De Martinis, Manlio Sgalambro, Breve introduzione in Giuseppe Tornatore, Una pura formalità, Catania, De Martinis, Piccola glossa al “Trattato della concupiscenza” in Jacques Bénigne Bossuet, Trattato della concupiscenza, Catania, De Martinis, Manlio Sgalambro, postfazione in Ernst JüngerKlaus Ulrich Leistikov, Mantrana. Un gioco, Catania, De Martinis, Gentile e il tedio del pensare in Giovanni Gentile, L'atto del pensare come atto puro, Catania, De Martinis, Manlio Sgalambro, Il bene non può fondarsi su un Dio omicida in Carlo Maria Martini Umberto Eco, In cosa crede chi non crede?, Roma, Liberal, Sciascia e le aporie del fare in Leonardo Sciascia. La memoria, il futuro, Matteo Collura, Milano, Bompiani, prefazione in Tommaso Ottonieri, Elegia sanremese, Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, La morale di un cavallo in Ottavio Cappellani, La morale del cavallo, Scordia, Nadir, Manlio Sgalambro, Prefazione in Maurizio Cosentino, I sistemi morali, Catania, Boemi, postfazione in Domenico Trischitta, Daniela Rocca. Il miraggio in celluloide, Catania, Boemi, Manlio Sgalambro, Piccole note in margine a Salvo Basso in Salvo Basso, Dui, Catania, Prova d'Autore, Il fabbricante di chiavi in Mariacatena De LeoLuigi Ingaliso, Nell'antro del filosofo. Dialogo, , Catania, Prova d'Autore, postfazione in Alessandro Pumo, Il destino del corpo. L'uomo e le nuove frontiere della scienza medica, Palermo, Nuova Ipsa, Manlio Sgalambro, Sodalizio in Franco Battiato. L'alba dentro l'imbrunire (allegato a Franco Battiato. Parole e canzoni), Vincenzo Mollica, Torino, Einaudi, 2004V Manlio Sgalambro, Del vecchio in Riccardo MondoLuigi Turinese, Caro Hillman… Venticinque scambi epistolari con James Hillman, Torino, Bollati Boringhieri, Manlio Sgalambro, prefazione in Anna Vasta, I malnati, Porretta Terme (BO), I Quaderni del Battello Ebbro, seconda di copertina, Lettera a un giovane poeta in Luca Farruggio, Bugie estatiche, Roma, Il Filo, prefazione in Toni Contiero, Galleria Buenos Aires, Reggio Emilia, Aliberti, Manlio Sgalambro, Teoria della Sicilia in Guido Guidi Guerrera, Battiato. Another link, Baiso, Verdechiaro, Manlio Sgalambro, Nota introduttiva in Michele Falzone, Franco Battiato. La Sicilia che profuma d'oriente, Palermo, Flaccovio,  Manlio Sgalambro, Una nota in Franco Battiato, In fondo sono contento di aver fatto la mia conoscenza (allegato a Niente è come sembra), Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, Nadia Boulanger e l'ethos della musica in Bruno Monsaingeon, Incontro con Nadia Boulanger, Palermo, rueBallu, prefazione in Arnold de Vos, Il giardino persiano, Fanna (PN), Samuele, Manlio Sgalambro, prefazione in Angelo Scandurra, Quadreria dei poeti passanti, Milano, Bompiani, seconda di copertina Manlio Sgalambro, Sull'idea di nazione in Catania. Non vi sarà facile, si può fare, lo facciamo. La città, le regole, la cultura, Catania, ANCE, Manlio Sgalambro, Dicerie in Franco Battiato, Don Gesualdo (allegato a Auguri don Gesualdo), Milano, Bompiani, Manlio Sgalambro, postfazione in Carlo Guarrera, Occhi aperti spalancati, Messina, Mesogea, Manlio Sgalambro, Nota critica in Anna Vasta, Di un fantasma e di mari, Catania, Prova d'Autore, Nota in Georges Bataille, W.C., Antonio Contiero, Massa, Transeuropa, Massa,prefazione in Giampaolo Bellucci, Un grappolo di rose appese al sole, Villafranca Lunigiana, Cicorivolta, Manlio Sgalambro, prefazione in Selenia Bellavia, Pourparler, Catania, Prova d'Autore, Manlio Sgalambro, Apologia del teologo in Fabio Presutti, Deleuze e Sgalambro: dell'espressione avversa, Catania, Prova d'Autore, ,Breve riflessione in Massimiliano Scuriatti, Mico è tornato coi baffi, Milano, Bietti, Manlio Sgalambro, Presentazione in Armando Rotoletti, Circoli di conversazione a Biancavilla, Modugno, Arti Grafiche Favia, Il senso della bellezza in Franco Battiato, Jonia me genuit. Discografia leggera, discografia classica, filmografia, pittura, Firenze, Della Bezuga, Moralità plutarchee in Domenico Trischitta, Catania, Il Garufi, Manlio Sgalambro, La città dei morti in Luigi Spina, Monumentale. Un viaggio fotografico all'interno del gran camposanto di Messina, Milano, Electa, prefazione in Ghesia Bellavia, Fermo immagine, Catania, Il Garufi, Sulla mia morte in Franco Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani, Album Manlio Sgalambro, Fun club, Milano, Sony, 2001 Singoli Manlio Sgalambro, La mer, Milano, Sony,Manlio Sgalambro, Me gustas tú, Milano, Sony, feat. Mab, La canzone della galassia, Milano, Sony, Collaborazioni Album testi (L'ombrello e la macchina da cucire, Breve invito a rinviare il suicidio, Piccolo pub, Fornicazione, Gesualdo da Venosa, Moto browniano, Tao, Un vecchio cameriere, L'esistenza di Dio) in Franco Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire, Milano, EMI, testi (Di passaggio, Strani giorni, La cura, Ein Tag aus dem Leben des kleinen Johannes, Amata solitudine, Splendide previsioni, Ecco com'è che va il mondo, Segunda-feira, Memorie di Giulia, Serial killer) e voce (Di passaggio) in Franco Battiato, L'imboscata, Milano, Polygram,  voce (Canzone chimica) in Franco Battiato, L'imboscata live tour (registrazione video di un concerto), Milano, Polygram, testo (Emma Bovary) in Patty Pravo, Notti, guai e libertà, Milano, Sony, testi (Shock in my town, Auto da fé, Casta diva, Il ballo del potere, La preda, Il mantello e la spiga, È stato molto bello, Quello che fu, Vite parallele, Shackleton) e voce (Shackleton) in Franco Battiato, Gommalacca, Milano, Polygram, testi (Medievale, Invito al viaggio) e voce (Invito al viaggio) in Franco Battiato, Fleurs. Esempi affini di scritture e simili, Milano, Universal, testi (Running against the grain, Bist du bei mir, La quiete dopo un addio, Personalità empirica, Il cammino interminabile, Lontananze d'azzurro, Sarcofagia, Scherzo in minore, Il potere del canto) e voce (Personalità empirica) in Franco Battiato, Ferro battuto, Milano, Sony, testo (Invasione di campo) in  Invasioni, New Scientist, testo (Come un sigillo) in Franco Battiato, Fleurs 3 (album), Milano, Sony, voce (Non dimenticar le mie parole) in Franco Battiato, Colonna sonora di Perduto amor (colonna sonora del film), Milano, Sony, voce (Shackleton, Accetta il consiglio) in Franco Battiato, Last summer dance (registrazione audio di un concerto), Milano, Sony, testi (Tra sesso e castità, Le aquile non volano a stormi, Ermeneutica, Fortezza Bastiani, Odore di polvere da sparo, I'm that, Conforto alla vita, 23 coppie di cromosomi, Apparenza e realtà, La porta dello spavento supremo) e voce (La porta dello spavento supremo) in Franco Battiato, Dieci stratagemmi. Attraversare il mare per ingannare il cielo, Milano, Sony, voce (La porta dello spavento supremo) in Franco Battiato, Un soffio al cuore di natura elettrica (registrazione audio e video di un concerto), Milano, Sony, testi (Il vuoto, I giorni della monotonia, Aspettando l'estate, Niente è come sembra, Tiepido aprile, The game is over, Io chi sono?, Stati di gioia) e dell'adattamento in italiano di Era l'inizio della primavera (da Aleksej Nikolaevič Tolstoj, It was in the early days of spring) in Franco Battiato, Il vuoto, Milano, Universal, testo (Maori legend) in Lilies on Mars, Lilies on Mars, testo (Il movimento del dare) in Fiorella Mannoia, Il movimento del dare, Milano, Sony, testi (Tutto l'universo obbedisce all'amore, Tibet) e dell'adattamento in italiano di Del suo veloce volo (da Antony Hegarthy, Frankenstein) in Franco Battiato, Fleurs 2, Universal, testo (Marie ti amiamo) in Carmen Consoli, Elettra, Milano, Universal, 2009 testi (Inneres Auge, 'U cuntu) e voce ('U cuntu) in Franco Battiato, Inneres Auge. Il tutto è più della somma delle sue parti, Milano, Universal, testo (Non conosco nessun Patrizio!) in Milva, Non conosco nessun Patrizio!, Milano, Universal,  testo (Facciamo finta che sia vero) in Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero, Milano, Universal,  testo (Eri con me) in Alice, Samsara, Arecibo,  testi (Un irresistibile richiamo, Testamento, Quand'ero giovane, Eri con me, Passacaglia, La polvere del branco, Caliti junku, Aurora, Il serpente, Apriti sesamo) in Franco Battiato, Apriti sesamo, Milano, Universal,  Singoli testi (Strani giorni, Decline and fall of the Roman empire) in Franco Battiato, Strani giorni, Milano, Polygram, testo in Patty Pravo, Emma Bovary, Milano, Sony, 1998 testi (Shock in my town, Stage door) in Franco Battiato, Shock in my town, Milano, Polygram, 1998 testi (Il ballo del potere, Stage door, Emma, L'incantesimo) in Franco Battiato, Il ballo del potere, Milano, Polygram, testi (Running against the grain, Sarcofagia, In trance) in Franco Battiato, Running against the grain, Milano, Sony, testo in Franco Battiato, Il vuoto, Milano, Universal, testo in Franco Battiato feat. Carmen Consoli, Tutto l'universo obbedisce all'amore, Milano, Universal,  testo in Franco Battiato, Inneres Auge, Milano, Universal, testo in Franco Battiato, Passacaglia, Milano, Universal,  Opere teatrali testi in Franco Battiato, Il cavaliere dell'intelletto, inedito (prima rappresentazione: Palermo, testi e attore in Martin Kleist, Socrate impazzito, inedito (prima rappresentazione: Catania) testi e attore in Franco Battiato, Gli Schopenhauer, inedito (prima rappresentazione: Fano (PU), 8 agosto 1998) attore in Igor' Fëdorovič Stravinskij, L'histoire du soldat, inedito, (prima rappresentazione: Roma,  libretto e voce (Corpi in movimento, La mer) in Franco Battiato, Campi magnetici. I numeri non si possono amare, Milano, Sony, (prima rappresentazione: Firenze) voce (Volare è un'arte, Negli abissi, Pratica di mare, A tu per tu con il Mig, Verso Bologna, Simulacro) in Pippo Pollina, Ultimo volo. Orazione civile per Ustica, Bologna, Storie di Note,  (prima rappresentazione: Bologna) attore in Manlio SgalambroRosalba BentivoglioCarlo Guarrera, Frammenti per versi e voce, inedito (prima rappresentazione: Catania, testi in Battiato, Telesio. Opera in due atti e un epilogo, Milano, Sony,  (prima rappresentazione: Cosenza, ) Film sceneggiatura e attore (Martino Alliata) in Franco Battiato, Perduto amor, Giarre, L'Ottava, sceneggiatura e attore (nobile senese) in Franco Battiato, Musikanten, Giarre, L'Ottava, sceneggiatura in Franco Battiato, Niente è come sembra, Milano, Bompiani, Documentari intervento in Daniele Consoli, La verità sul caso del signor Ciprì e Maresco, Zelig, intervento in Franco Battiato, Auguri don Gesualdo, Milano, Bompiani,  intervento in Massimiliano Perrotta, Sicilia di sabbia, Movie Factory,  intervento in Franco Battiato, Attraversando il bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani,  Videoclip attore inBattiato, L'ombrello e la macchina da cucire, attore in Franco Battiato, Di passaggio, attore in Franco Battiato, Strani giorni, attore in Franco Battiato, Shock in my town, attore in Franco Battiato, Running against the grain, attore in Franco Battiato, Bist du bei mir, attore in Franco Battiato, Ermeneutica, attore in Battiato, La porta dello spavento supremo, attore in Franco Battiato, Il vuoto, attore in Franco Battiato, Inneres Auge, Programmi televisivi Franco Battiato, Bitte, keine Réclame,  Libri Francesco Saverio Niso, Comunità dello sguardo. Halbwachs, Sgalambro, Cordero, Torino, Giappichelli, 2001 Mariacatena De LeoLuigi Ingaliso, Nell'antro del filosofo. Dialogo con Manlio Sgalambro, Catania, Prova d'Autore, Lina Passione, La notte e il tempo. Divagazioni su Franco Battiato, Manlio Sgalambro e… altro, Catania, CUECM, Alessandro Max Cantello, Sgalambro speaks. Uno scherzo mimetico che possa introdurre ad una filosofia, Mas Club,  Manlio Sgalambro. L'ultimo chierico, Rita Fulco, Messina, Mesogea,  Caro misantropo. Saggi e testimonianze per Manlio Sgalambro, Antonio CarulliFrancesco Iannello, Napoli, La Scuola di Pitagora,  Salvatore Massimo Fazio, Regressione suicida. Dell'abbandono disperato di Emil Cioran e Manlio Sgalambro, Barrafranca , Bonfirraro,  Manlio Sgalambro. Breve invito all'opera, Davide Miccione, Caltagirone,  Lettere da Qalat,  Antonio Carulli, Introduzione a Sgalambro, Genova, Il Melangolo,  Patrizia TrovatoAntonio CarulliPiercarlo NecchiManuel Pérez Cornejo, La piccola verità. Quattro saggi su Manlio Sgalambro, Milano, Mimesis,  Saggi Sergio Zavoli, Le ombre della sera in Di questo passo. Cinquecento domande per capire dove andiamo, Torino, Nuova ERI, Calogero Rizzo, De consolatione theologie in Massimo Iiritano, Sergio Quinzio. Profezie di un'esistenza, Soveria Mannelli, Rubettino, Armando Matteo, Manlio Sgalambro: il dovere dell'empietà in Della fede dei laici. Il cristianesimo di fronte alla mentalità postmoderna, Soveria Mannelli, Rubettino, Stefano Lanuzza, Il filosofo insulare in Erranze in Sicilia, Napoli, Guida, Pino Aprile, La morte del sole in Giù al sud. Perché i terroni salveranno l'Italia, Segrate (MI), Piemme, Marco Risadelli, Note su “Dell'indifferenza in materia di società” di Manlio Sgalambro in Alessandra MallamoAngelo Nizza, Polisofia, Roma, Nuova Cultura, ,  Giuseppe Raciti, Until the end of the world. Sgalambro lettore di Spengler in Per la critica della notte. Saggio sul “Tramonto dell’Occidente” di Oswald Spengler, Milano, Mimesis, Articoli Enrico Arosio, Ora Sgalambro il mondo in L'Espresso, Stefano Lanuzza, Il pensiero ipocondriaco in Il Ponte, Gerd Bergfleth, Finis mundi. Manlio Sgalambro und der Weltuntergang in Der Pfahl. Jahrbuch aus dem Niemandsland zwischen Kunst und Wissenschaft, Alberto Corda, Profilo di Manlio Sgalambro, filosofo “irregolare” in Arenaria, Giuseppe Raciti, Sgalambro maestro “cattivo” per elezione in Ideazione, Ferdinando Raffaele, Intorno alla creatività filosofica. A colloquio con il filosofo Manlio Sgalambro in Parolalibera, Francesco Saverio Nisio, Sgalambro, l'unico che canta. Mille sguardi, II in Democrazia e diritto. Guerra e individuo, Marcello Faletra, Dialogo, Cyberzone Fabio Presutti, Manlio Sgalambro, Giorgio Agamben: on metaphysical suspension of language and the destiny of its inorganic re-absorption in Italica, Concetta Bonini, Manlio Sgalambro. Il cavaliere dell'intelletto in Freetime. Sicilia,  Marcello Faletra, La pistola di Sgalambro,  in//peppinoimpastato.com/visualizza.asp Marcello Faletra, L'azzardo del pensiero o il filosofo della crudeltà:Cyberzone Faletra, In ricordo, Artribune, Tesi di laurea Salvatore Massimo Fazio, Cioran e Sgalambro: un confronto, Università degli Studi di Catania, Fatima Scaglione, BattiatoSgalambro. Tra musica e filosofia, Università degli Studi di Palermo, Cecilia Comparoni, L'impossibilità di essere consolati. L'itinerario tragico, Università degli Studi di Genova, a.a. - Filmografia Guido Cionini, Manlio Sgalambro. Il consolatore, ineditoGuido Cionini, Another side of Sgalambro, inedito (2008) Marcello Faletra, Mario Bellone, Manlio Sgalambro. Del pensare breve, inedito. Franco Battiato su Storia della musica  Articolo su Repubblica, adesso il filosofo diventa crooner  Intervista a Battiato e SgalambroYouTube  Intervista a Manlio Sgalambro: Il filosofo rock che dà del “lei” a Battiato livesicilia | elena giordano  Manlio Sgalambro, l'ultima intervista  "Teoria della canzone", Bompiani, e la prefazione a "La filosofia delle università", Adelphi  Sgalambro, il ricordo commosso di Cacciari: “Con lui incontro straordinario”Video Il Fatto Quotidiano TV, su tv.ilfattoquotidiano).  “A un tratto ci si accorge di quella cosa che chiamiamo pensare”: Addio a Sgalambro. La sua ultima intervista.  cfr. "De mundo pessimo", "Frammenti di storia dell'empietismo", "Trattato dell'empietà" Adelphi  GAP Speciali. Manlio SgalambroUn viaggio oltre il luogo commune Rai Scuola  Mariacatena De Leo &  Ingaliso, Nell'antro del filosofo: dialogo con Manlio Sgalambro (Prova d'autore È morto Manlio Sgalambro, il filosofo di Franco Battiato, radiomusik, Franco Battiato choc a Napoli: «Sento la fine vicina, meglio cogliere il giorno». Sgalambro, il filosofo che cantò il nichilismo  Giovanni Tesio, "In ginocchio davanti a Nietzsche", TuttoLibri,  "La conoscenza del peggio", Adelphi  La scrittura aforistica di Manlio Sgalambro |  Intervista a Manlio Sgalambro:: LaRecherche  Paralipomeni all'irrazionalismo Archiviato il 7 marzo  in .  Giorgio Calcagno, Sgalambro: il filosofo è uno spione (da La Stampa Francesco Battistini, Sgalambro: Sciascia addio, non servi più, Corriere della Sera. Carlo Formenti, Ferrarotti accusa: «Sgalambro neoreazionario», in “Corriere della Sera”,   Liliana Madeo, Battiato: note per un filosofo (da La Stampa).  Marinella Venegoni, Così Sgalambro canta la sua filosofia (da La Stampa dSito ufficiale, su sgalambro.altervista.org. Manlio Sgalambro, su AllMusic, All Media Network. Manlio Sgalambro, su Discogs, Zink Media. Manlio Sgalambro, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation. Manlio Sgalambro, su Internet Movie Database, IMDb.com.  Manlio Sgalambro. Il filosofo cantante maestro dell'ironia: "Sono un uomo felice di stare su quest'Isola", in la Repubblica, Incontro in Le conversazioni di Perelandra. Sgalambro. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Sgalamabro," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Siciliani (Galatina). Filosofo. Figlio di un commerciante di pelli, dopo gli studi nel seminario di Otranto frequenta il Collegio gesuitico di Lecce e, il Collegio medico-cerusico di Napoli, dal quale fuggì dopo essere stato segnalato alla polizia borbonica a causa delle sue simpatie liberali.  A Pisa si laureò sotto la guida di Studiati, stringendo inoltre un proficuo rapporto di collaborazione con lo iatrofilosofo Puccinotti, che influì molto sui suoi studi filosofici. Sempre in Toscana strinse rapporti di profonda amicizia con personalità importanti e influenti della cultura dell'Ottocento, quali: Silvestro Centofanti, Filippo Pacini, Gino Capponi, Maurizio Bufalini e altri.  Seguendo la sua vocazione, orientò i propri studi verso le discipline filosofiche e ottenne la cattedra di Filosofia speculativa e morale nel Regio liceo "Dante Alighieri" di Firenze, dove insegna. A Firenze sposa la letterata e filantropa Cesira Pozzolini,  nipote del senatore Vincenzo Malenchini e appartenente a una famiglia di forte fede unitaria e liberale (la madre, Gesualda Malenchini, ispettrice nelle scuole femminili di Firenze e fondatrice di una scuola rurale gratuita per i figli dei contadini del piccolo centro di Bivigliano, era stata la prima donna ad aver portato a Firenze il tricolore nei moti e il fratello Giorgio Pozzolini aveva combattuto nelle maggiori battaglie risorgimentali affiancando Garibaldi e Bixio). Da questa unione nacque il console Vito Siciliani conte di Morreale. E iniziato in massoneria nella loggia fiorentina "La Concordia.” Nominato professore straordinario di filosofia teoretica a Bologna dal ministro Correnti e incaricato dell'insegnamento di pedagogia. Nel 1879, poi, divenne docente ordinario della stessa disciplina sempre nell'Ateneo felsineo. A Bologna tenne anche il secondo corso italiano di sociologia teoretica. Qui, inoltre, strinse amicizia col poeta Giosuè Carducci, anch'egli accademico a Bologna ed entrò in contatto con Francesco Fiorentino e Bertrando Spaventa. Co-direttore della "Rivista bolognese di scienze, lettere, arti e scuole" con Fiorentino, Albicini ed Panzacchi. Ne abbandonò la direzione per divergenze maturate in seno alla direzione generate, probabilmente, dall'impostazione (eclettica) che Siciliani intendeva dare alla Rivista e che contrastava con l'indirizzo idealistico voluto da Fiorentino.  A Bologna istitue un centro di studi pedagogici, contribuendo all'elevazione della pedagogia al rango di scienza. Fu un convinto assertore della valorizzazione della persona e perciò la sua azione educativa, per giungere alla conquista della libertà e del carattere morale da parte del soggetto da educare, prevedeva l'intervento della famiglia e della società. Altro suo pensiero fondamentale fu il principio dell'autodidattica che, pur non escludendo l'azione dell'educatore, mette in primo piano il protagonismo del soggetto da educare. Alla sua morte ricevette onoranze e attestati di stima da parte di molti studiosi europei e americani, mentre in Italia la sua fama fu oscurata da giudizi negativi, espressi anzitutto da Giovanni Gentile che vedeva in lui un'espressione (benché autonoma) della scuola positivistica . Di recente è stata rivalutata l'influenza vichiana sul suo pensiero.  A lui è dedicata la Biblioteca civica di Galatina, nella quale è conservato il "Fondo Siciliani" la raccolta, cioè, dei libri appartenuti al pensatore e dolla biblioteca dalla moglie Cesira Pozzolini. A lui è dedicato anche il Liceo Socio-Psicopedagogico di Lecce. Sepolto nel Cimitero delle Porte Sante di Firenze.  Di formazione giobertiana, Siciliani si accostò al pensiero di Vico già negli anni fiorentini, tentando di inaugurare una filosofia mediana (detta della "terza via") che individuasse una sintesi tra opposte e differenti discipline. Dal suo punto di vista, infatti, ogni pensiero contiene del buono e delle esagerazioni. Metodo del pensiero "mediano" sarà, dunque, quello di salvare ciò che c'è di buono di una scuola di pensiero per rigettarne le astrattezze e le esagerazioni.  Con il saggio “La Critica nella filosofia zoological” approde nel più ampio dibattito, ricevendo apprezzamenti e pareri favorevoli dai più illustri scienziati internazionali. Nel frattempo approfonde e da il suo contributo speculativo alle nuove discipline che muovano alla ricerca di un'identità epistemologica: la sociologia (Socialismo, darwinismo e sociologia moderna; Teorie sociali e socialismo) e la psicologia (Prolegomeni alla moderna psicogenia). Sanctis conferì a Siciliani la presidenza di vari congressi pedagogici che si tennero a Firenze, Venezia, Genova, Milano. Presiede la prima sezione del Congresso pedagogico romano. Queste esperienze lo portano a un approfondimento sempre maggiore della pedagogia, alla quale contribue a conferire un indirizzo scientifico, positivista e ampiamente laico (si vedano le sue opere Rivoluzione e pedagogia moderna, La scienza nell'educazione).  Opere: “Introduzione alla filosofia delle scienze naturali e storiche (Firenze1); “Il metodo numerico e la statistica in medicina (Firenze); “Della legge storica” (Firenze); “Della libertà ed unità organica dell'insegnamento filosofico” (Firenze); Della fisiologia e delle lezioni fisiologiche sperimentali” (Pisa);” Su la storia della medicina”  (Firenze); “I principi metafisici di G. B. Vico” (Firenze); “Il triumvirato: Dante, Galileo e Vico (Firenze); Ai popoli salentini e al gonfalone di Galatina un saluto e un augurio (Firenze); “Del criterio filosofico nell'arte di scrivere e negli studi critici storici e bibliografici (Bologna); Critica del positivismo (Bologna); Sulle fonti storiche della filosofia positiva in Italia”; 1-Galileo (Bologna) Gli hegeliani in Italia (Bologna); La condanna del positivismo (Bologna); Della pedagogia positiva e della scienza dell'educazione in Italia (Bologna); Su la scienza dell'educazione (Bologna); Sul rinnovamento della filosofia positiva in Italia (Firenze); La critica sulla filosofia zoologica del sec. XIX (Napoli); Prolegomeni alla moderna psicogenia (Bologna); Socialismo, darwinismo e sociologia moderna (Bologna); La scienza dell'educazione nelle scuole italiane come antitesi alla pedagogia ortodossa (Bologna); Teorie sociali e socialismo (Firenze); Dei massimi problemi della pedagogia (Roma); Su l'insegnamento religioso  secondo i dettami della filosofia scientifica (Firenze); Riforma nello insegnamento della pedagogia (Torino); Della pedagogia scientifica (Milano); Rivoluzione e pedagogia moderna (Torino); Storia critica delle teorie sociali (Bologna); Fra vescovi e cardinali (Roma); Rivoluzione e pedagogia (Torino); La scienza nell'educazione secondo i principi della sociologia moderna (Bologna); Rinnovamento e filosofia internazionale (Bologna); La nuova biologia (Milano) Le questioni contemporanee e la libertà morale nell'ordine giuridico (Bologna). G. Calogero, nella Enciclopedia Italiana, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma, Giovanni Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia Guido Calogero. Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Giovanni Invitto e Nicola Paparella , Rileggere Pietro Siciliani, Lecce, Capone Editore, Galatinesi illustri, Guida Biografica, Galatina, TorGraf Galatina, Pietro Siciliani, Carteggio familiar, Francesco Luceri, Centro Studi Salentini, Lecce,  P. Siciliani e Ce. Pozzolini. Filosofia e Letteratura (Atti del Convegno Nazionale. Galatina, Francesco Luceri con prefazione di Fulvio Tessitore, Centro Studi Salentini, Lecce. Enciclopedie on line, sito "Treccani L'Enciclopedia italiana". «http:// aspi.unimib/index.php?id=1591», la voce in Archivio Storico della Psicologia Italiana. Keywords: “i principi metafisici di Vico”. Pietro Siciliani. Siciliani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Siciliani” – The Swimming-Pool Library.

 

Signa (Signa). Filosofo. Professore di retorica (“ars dictaminis”) a Bologna e Padova. Visse in varie città, spostandosi ad Ancona, Venezia, Bologna, Padova, e Firenze. Tra i saggi più significativi si ricordano una storia dell'assedio di Ancona, unico suo lavoro di tipo storico, il “Bon Compagno”; “Rethorica novissima”; “Scacchi e il “Libellus de malo senectutis et senis nel quale, con spirito arguto, prende in giro le affermazioni di Cicerone che idealizzavano la vecchiaia”. Il suo “Liber de obsidione Ancone” pubblicato dall'editore Zanichelli, è ristampato in edizione italiana (“L'assedio di Ancona” dall'editore Viella di Roma.  Il breve trattato di epistolo-grafia amorosa, la “Rota Veneris,” è pubblicato dalla Salerno Editrice. Altre opere: “Liber de amicitia”; “Ysagoge Boncompagnus; “Tractatus virtutum”; “Rhetorica novissima”; Libellus de malo senectutis et senis Palma Oliva Cedrum Mirra Quinque tabulae salutationum”; “Rota veneris”; “Liber de obsidione Ancone Bonus Socius e Civis Bononiae, Fonti, Bon Compagno da Signa, P. Garbini, Roma, Salerno Editrice, Gabrielli, Le epistole di Cola di Rienzo e l'epistolografia medievale, in Archivio della Società romana di storia patria,Gaudenzi, Sulla cronologia delle opere dei dettatori bolognesi da Buon Compagno a Bene da Lucca, in Bullettino dell'Istituto storico italiano, G. Manacorda, Storia della scuola in Italia, II, Palermo Francesco Tateo, Boncompagno da Signa, in Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Boncompagno da Signa, su Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Capua, Boncompagno da Signa, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Boncompagno da Signa, su sapere, De Agostini. Virgilio Pini, Boncompagno da Signa, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Boncompagno da Signa, su ALCUIN, Ratisbona.  S. Wight: Boncompagno's charter doctrine (Bologna), in: Medieval Diplomatic and the 'ars dictandi', Scrineum. Keywords: “ars dictaminis” – o rettorica --. Bon Compagno da Signa. Signa. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Signa” – The Swimming-Pool Library.

 

Simioni (Venezia). Fiosofo. Tra i principali studiosi di Pirandello, inizia la sua attività politica militando nelle file del Movimento socialista. Venne espulso dal partito per indegnità morale. Collabora con l’United States Information Service. Si trasfere a Monaco di iera per approfondire gli studi per poi ritornare a Milano. Leader di un collettivo operai-studenti, mentre lavorava alla Arnoldo Mondadori, fonda il "collettivo politico metro-politano" milanese.  Il gruppo, che teorizza lo scontro aperto, e considerato il progenitore delle brigate rosse. Insieme a circa settanta persone, tra cui componenti del collettivo ed elementi cattolici del dissenso, partecipa al convegno di Chiavari nella sala Marchesani, adiacente la pensione Stella Maris, nel quale un gruppo di partecipanti guidati da Curcio dichiara la propria adesione ad una visione politica. La data di questo convegno viene da taluni considerata come la data di nascita delle brigate rosse; altri affermano che la formazione di lotta armata sia nata con il convegno di Pecorile (Reggio Emilia). L'ultima attività, prima di passare alla completa clandestinità sul territorio italiano, a compe come redattore di "Sinistra proletaria", l'ultimo dei quali riporta in copertina uno sfondo rosso con disegnato al centro un cerchio nero attorniante le sagome di quattordici mitra. Trasferitosi in Francia, fonda a Parigi assieme la scuola di lingue Hyperion, la quale secondo alcuni ha la funzione di una vera centrale internazionale del terrorismo. Si afferma che e  anche il capo del Super-clan, organizzazione nata da una costola delle brigate rosse.  A Parigi si insere nella vita cittadina, ricominciando a frequentare gli ambienti progressisti e divenendo vicepresidente della fondazione Abbé Pierre. E proprio quale accompagnatore dell'Abbé Pierre, e ricevuto da  Giovanni Paolo II in udienza privata. Si avvicina al buddhismo tibetano. Qui inoltre conosce una donna da cui in seguito ha un figlio che si trasfere in Italia. Si apparta nella campagna di Truinas, nella Drôme, dove gestì un B&B. Craxi, alludendo alla esistenza di un "grande” delle brigate rosse (l'eminenza grigia ipotizzata da alcuni che dall'estero avrebbe guidato, come un burattinaio, molte delle azioni terroristiche sul suolo italiano), dichiara che costui poteva essere cercato tra quei personaggi che avevano cominciato a fare politica con noi e poi sono scomparsi, magari sono a Parigi a lavorare per il partito armato», frase che venne da molti ritenuto indicasse come "grande" proprio lui. L'organizzazione di sinistra extraparlamentare Lotta Continua lo accusa di essere un confidente della polizia e in contatto con i servizi segreti.. Durante la fase iniziale di Mani pulite, e accusato da Larini di essere il "grande", accuse respinte da lui che le ritenne parte di un'azione contro Craxi, vista la comune militanza nel Movimento socialista. Lucarelli L'istituto francese Hyperion era realmente una scuola di lingue o la stanza di compensazione di diversi servizi segreti?  A. Ferrari, In teleselezione dalla Francia gli ordini ai terroristi italiani? Corriere della Sera Entrambi gli edifici sono proprietà della curia  Il convegno di Pecorile in Anni di Piombo.wordpress  Il nucleo storico delle brigate rosse.  S.  Stein L'abbé Pierre: un sacré destin L'Express E morto il misterioso grande, La Tribuna di Treviso,  S. Fratini, Hyperion: scuola di lingue chiacchierata, -ANSA, repubblica/ cronaca/ 10/27/ news/caso_moro_il_bierre_franceschini_moretti_una_spia_ riduttivo_si_sentiva_lenin. Dalla lotta armata al buddhismo , in Critica Sociale, Anni di piombo Superclan Hyperion (Parigi) Venezia Anni di piombo. Corrado Simioni. Simioni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Simioni” – The Swimming-Pool Library.

 

Simoni (Lucca). Filosofo. Figlio di Simoni, un mercante di seta, la cui famiglia era originaria di Vagli, in Garfagnana e Polissena, donna di una famiglia originaria di Vimercate. Studia con Bendinelli e Paleario, due umanisti in dore di eresia. Il secondo fine sul rogo a Roma. Legge sostenuto dal padre e dal patrizio veneziano Mocenigo peregrina nei maggiori Studi d'Italia: prima a Bologna, poi a Pavia, a Ferrara, Napoli. Si laurea a Padova. Diversi ma tutti autorevoli i suoi professori: da Maggi a Cardano, da Boldoni ad Brasavola. La sua formazione era di stampo aristotelico, come s'insegnava nello Studio padovano, con una forte esigenza razionalistica che aveva riflessi nel campo religioso, tale da mettere in dubbio l'immortalità dell'anima e a creare sospetti di eresia tra i professori e gli studenti di quella Università. Con questa preparazione, Simoni fece ritorno a Lucca, dove fu tra i fondatori del Collegio medico, esercitò la professione medica e sembra aver scritto i suoi primi saggi di argomento filosofico.  Nall'infanzia del Simoni, Lucca aveva vissuto un periodo concitato di aperti conflitti sociali e poi di tentativi di riforme politiche e religiose, portate avanti dal gonfaloniere Francesco Burlamacchi e dal circolo di intellettuali riuniti intorno a Pietro Martire Vermigli, priore di San Frediano. Quando Simoni era ritornato a Lucca, quella fervida attività era già stata spenta dalla reazione cattolica guidata dal vescovo inquisitore Guidiccioni, ma certo quelle idee di Riforma circolavano ancora sotterraneamente in città, e forse lo stesso Simoni le aveva già raccolte durante i suoi trascorsi nelle diverse Università da lui frequentate.  Sta di fatto che Simoni fu chiamato dalle autorità lucchesi a dare spiegazioni sulle proprie opinioni religiose: per tutta risposta il nostro medico, «non fidandosi troppo delle sue forze», cercò la salvezza con la fuga: «munito solo di un cavallo e dei propri risparmi, dopo aver preso commiato dalla famiglia, fuggì, accompagnato da un servitore, alla volta di Ginevra». Negli atti ufficiali della Repubblica di Lucca, la sua condanna per eresia risulta formalizzata. A Ginevra, patria del calvinismo, si era formata da decenni una numerosa colonia di emigrati italiani per motivi religiosi, e tra questi non pochi erano i lucchesi. La comunità italiana era inserita in una propria chiesa e Simoni vi ebbe l'incarico di catechista; ottenuta la cittadinza ginevrina, sposò Angela Cattani, figlia di Francesco, un concittadino da tempo stabilitosi a Ginevra, e ne ebbe una figlia. Preso a benvolere dall'influente teologo Teodoro di Beza, ottenne di insegnare filosofia all'Accademia di Ginevra: un incarico dapprima senza compenso, poi retribuito insieme con la nomina a Professore. Anche il padre Giovanni si stabilì a Ginevra: in quello stesso periodo gli venne aumentato lo stipendio, ottenne un alloggio gratuito e, nel successivo febbraio, nell'Accademia fu istituita appositamente per lui la cattedra di medicina.  A Ginevrà pubblicò i primi libri. Presso l'editore Jean Crespin apparve il suo In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum cadunt commentarius unus: è il commento al “De sensu et sensibilibus” di Aristotele. In esso distingue dapprima le verità di fede dalle verità filosoficheuna premessa tipica dell'aristotelismo padovanoma poi cerca di dimostrare che la ragione, indagando la natura, può giungere a Dio, rivelando le verità di fede. In tal modo, Simoni sostiene che anche le questioni teologiche hanno natura razionale e, qualora sorgano contrasti, la ragione è in grado di comporli, indicando la via da seguire per una corretta interpretazione: una conseguenza, seppure non esplicita nel commento del Simoni, della prevalenza della ragione sulla fede, è che il dogmaespressione della tradizionale subordinazione della ragione alla fedenon ha motivo di esistere. Il suo aristotelismo che poco concede alla teologia cristiana si conferma con i successivi commenti all'Etica Nicomachea e al De anima, mentre dal 1567 Simoni condusse una lunga e dura polemica contro il medico e filosofo Jacob Schegk. Questi, proprio all'opposto del Simoni, usava argomenti tratti dalla teologia scolastica per dimostrare la realtà della teoria, allora caldeggiata in ambienti luterani, della ubiquità del corpo di Cristo. Simoni rispondeva con argomenti di carattere fisico dimostrando l'irrealtà di tale assunto: un solo corpo fisico non può che occupare, nello stesso tempo, un unico spazio determinato e anche Cristo, in vita, fu soggetto alla legge naturale. Dopo la morte, egli aveva mantenuto soltanto una natura divina, e non è sostenibile l'idea che Dio possa mutare le leggi naturali: ente perfetto e primo motore immobilecome l'aveva delineato AristoteleDio agisce sulla natura unicamente attraverso la sua perfezione che indirizza al bene gli esseri naturali.  Il suo carattere collerico e l'alta considerazione che egli aveva di sé lo portò a una lite clamorosa con Niccolò Balbani, un altro lucchese, catechista della comunità italiana. Durante il matrimonio della figlia di questi, Simoni lo coprì d'insulti, con grave scandalo delle autorità di Ginevra, che fecero imprigionare Simoni e lo espulsero dall'Accademia. A nulla valsero le scuse presentate dal Simoni: è del resto probabile che la severità del Consiglio e del Concistoro ginevrino fosse motivata anche dalla freddezza e dallo spirito d'indipendenza dimostrato dal medico lucchese, che pure si dichiarava calvinista, in materia di religione. Tuttavia Teodoro di Beza gli mantenne ancora la sua amicizia e lo fornì di una lettera di raccomandazione con la quale, Simone Simoni lasciò temporaneamente a Ginevra la moglie e la figlia per dirigersi alla volta di Parigi.  A Parigi  Parigi: cortile del Collège Royal, oggi Collège de France. Nella capitale francese ottenne una buona accoglienza: i calvinistiqui chiamati ugonottierano ancora tollerati e le lusinghiere referenze gli fecero ottenere una cattedra di filosofia al Collège Royal, dove le sue lezioni ottennero subito un grande concorso di pubblico. Come scrisse al Beza, alle sue lezioni assistevano sei o settecento «huomini barbati, dottori, professori, et altri di robba lunga, preti, frati, giesuiti et altra simil razza d'uomini. Si ebbe le congratulazioni di Ramo, che volle incontrarlo e lo chiamò «felicissimum et praestantissimum ingenium italicum», non però quelle del collega Charpentier, che temeva che il Simoni fosse stato mandato da Ginevra «per turbare questa scuola».  Sapeva che la sua permanenza a Parigi era precaria: «il nome di Ginevra mi nuoce più che il nome di ugonotto», né poteva valere molto la protezione del cardinale Odet de Coligny, passato al calvinismo. Simoni riferiva di aver rifiutato offerte sostanziose da parte cattolica per insegnare in loro collegi, a prezzo di una sua conversione, e di attendersi un prossimo editto che avrebbe affrontato il problema della convivenza tra cattolici e ugonotti.  Un editto effettivamente ci fu, emanato da Carlo IX alla fine dell'anno, con il quale si proibiva ai protestanti l'insegnamento pubblico. Così, perduti anche i suoi libri che gli furono sequestrati, Simoni fu costretto ad abbandonare la Francia. Si apre un nuovo periodo di difficoltà per il Simoni, cui morirono la moglie Angela e il fratello Lodovico. Non potendo insegnare a Ginevra, cercò di ottenere un incarico a Zurigo e a Basilea, sollecitando in tal senso altri emigrati italiani come l'editore Perna e l'umanista Curione, ma invano. I sospetti di antitrinitarismo che gravavano sul suo conto, da quando, aveva fatto visita nel carcere di Berna all'«eretico» Valentino Gentile poco prima che questi venisse giustiziato, e il recente scandalo provocato a Ginevra non agevolavano il suo inserimento nelle élite intellettuali delle città svizzere.  Ottenne bensì una raccomandazione dal Bullinger per un posto di insegnante a Heidelberg, ma anche qui rimase poco tempo: la sua amicizia con l'antitrinitario Thomas Erastus, il suo aristotelismo senza compromessidal nulla, nulla si crea, sostenne in una pubblica lezione, cosicché anche Cristo era stato creato da Dio Padree il suo carattere spigoloso gli alienarono ogni simpatia e Simoni dovette riprendere la via di Basilea.  Finalmente, nel 1569, ottenne una cattedra straordinaria di filosofia all'Lipsia. Se Simoni poteva fregiarsi della stima dell'elettore di Sassonia Augusto I, non eguale considerazione ottenne dai suoi colleghi, che fecero gruppo a sé e lo isolarono. Simoni non si perse d'animo: molto popolare tra gli studenti per la vivacità delle sue lezioni e lo spirito critico che infondeva negli allievi, fondò, all'interno dell'Università, un'accademia sul modello umanistico italiano, battezzandola “degl’acuti”. Di questa istituzione entra a far parte un gruppo di suoi studenti. Le discussioni dovevano vertere sulla interpretazione di passi aristotelici. Notevole la mancanza di ogni precetto di osservanza religiosa in senso specifico. I giovani così raggruppati intorno al Simoni dettero ben presto dello spirito critico e dell'idea di esser superiori agli altri, che il vivace professore aveva finito per insinuare nei loro animi. Pasquinate anonime contro un professore, e il giorno dopo, un litigio clamoroso tra questo e il Simoni, iniziarono una serie di incidenti che ebbero termine con la soppressione dell'Accademia».  La soppressione dell'Accademia, decisa dal Senato universitario, testimonia i difficili rapporti intercorrenti tra l'Università e il Simoni, che per altro in città era reputato «ospite illustre, professionista affermato e ricercato, uomo di mondo e di cultura dalla posizione prestigiosa, che godeva della stima e del rispetto dei suoi concittadini, e la cui fama oltrepassavala frontiera del paese che gli dava ospitalità». Egli, infatti, oltre a insegnare filosofia e ad avere allievi anche illustri, come i prìncipi lituani Radziwiłł, esercitava la professione medica, vantando clienti di riguardo, e si era risposato con una nobile del luogo, Magdalena von Hülsen.  La «De vera nobilitate» Pubblicò il suo scritto filosofico più originale, la De vera nobilitate, dedicata all'Elettore di Sassonia. La vera nobiltà è la virtù dell'anima umana, la quale è intesa aristotelicamente come forma del corpo: la virtù dell'anima è perciò strettamente legata alla particolare costituzione del corpo, trasmessa nell'individuo di generazione in generazione dal seme del genitore, che costituisce la causa efficiente del singolo essere. Non per nulla da «genere» deriva «generoso», e se pure «non tutti i nobili sono generosi, chi è generoso è considerato nobile».  Le differenze sociali tra gli individui e le conformazioni dei loro corpi sono egualmente corrispondenti per necessità naturale, secondo Simoni: «la natura vuole infatti fare diversamente i corpi dei liberi da quelli dei servi, questi robusti e con deformità necessarie al loro particolare utilizzo, quelli diritti e belli, perché non desti tali fatiche, ma alla vita civile», anche se non mancano eccezioni alla regola. Certamente l'educazione ricevuta svolge una funzione per la formazione dell'uomo, ma resta inferiore a quella naturale: di due giovani, di diversa estrazione sociale ma educati allo stesso modo, il nobile risulterà alla fine meglio formato, in quanto la natura lo ha costituito di una «materia» superiore. L'educazione ha lo stesso effetto della medicina: fa recuperare la propria condizione di salute, ma non può migliorarla oltre il limite fissato dalla natura.  Viene da sé che le famiglie nobili diano lustro alla nazione, formando l'élite della società civile sotto l'aspetto culturale e politico. Questo però non avviene in tutte le nazioni, ma soltanto in quelle di antica civiltàin sostanza, in gran parte delle società europeementre presso i barbari non può esistere nobiltà: «essi sono giustamente detti servi per natura e in quanto servi, non portano in loro nessuna virtù, essendo nati per servire sotto una tirannia e non in un regio e civile governo. Le virtù dei nobili non possono consistere nell'accumulare ricchezze, ma esse sono ugualmente attive e pratiche: sono le virtù civili del politico, che si occupa del benessere dei cittadini, quelle del medico, che si occupa della salute degli individui, del fisiologo, che studia la natura e infine del metafisico, che studia le cose divine. Queste ultime, insieme alla virtù della contemplazione, è però meglio riservarle nella vita che ci attende dopo la morte, quando quei problemi saranno facilmente risolti: «queste cose sono irrise dai politici, tra i quali, non tra gli angeli, si discute di nobiltà. Nel frattempo, è opportuno «dedicarsi alle cose di questo mondo ed essere utili alla società degli uomini: si loda Socrate il quale, trascurate le altre parti della filosofia, coltivò quella sola che era più adatta ai costumi degli uomini e alle istituzioni civili».  Che la vera nobiltà si debba esprimere nell'attività pratica e civile è ribadito più volte dal Simoni, la nobiltà spunta fuori dalla società civile, non dalla solitudine», e le virtù spirituali, come quelle mostrate dai mistici e dai contemplativi, non sono virtù nobili proprie dell'essere umano. Queste virtù tipicamente cristiane discendono direttamente da Dio e perciò non derivano da generazione naturale, non sono frutto della carne e del sangueil fondamento della vera nobiltàe non essendo ereditarie non possono essere considerate virtù nobili.  Naturalmente, ai non nobili non possono essere affidati incarichi di responsabilità nel governo della società, ma al più solo l'esercizio di magistrature minori. Derivando dal sangue la nobiltà, non si può diventare autenticamente nobili attraverso conferimenti onorifici, anche se concessi da un sovrano mentre, al contrario, un autentico nobile non può essere privato della fama e dell'onore, perché in lui opera sempre «quella forza e quell'efficacia naturale ricevuta dai suoi antenati». Conflitti accademici e religiosi  Lipsia: l'attuale Accademia delle Scienze Dopo questa applicazione dei principi aristotelici al vivere civile e al governo dello Stato, che deve essere affidato a chi per natura fa parte degli ottimati, Simoni si dedica a trattare temi propriamente medici. Appare a Lipsia il suo “De partibus animalium” ove descrive la conformazione del feto, la De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium humoralium,  l'Artificiosa curandae pestis methodus, cui seguì l'anno dopo una Synopsis brevissima novae theoriae de humoralium febrium natura: temi di drammatica attualità, a Lipsia, investita da un'epidemia di peste.  Simoni aveva ottenuto il permesso di esercitare la professione medica all'interno dell'Università, pur senza ottenere, oltre quella straordinaria di filosofia, anche una cattedra di medicina. Presentò all'Elettore una proposta di riforma universitaria. S'indicava la necessità di una maggiore cura nell'assunzione dei professori, che dovevano dimostrare non solo di possedere la necessaria scienza, ma anche capacità didattiche. Dovevano anche essere obbligati a tenere un maggior numero di lezionis'imponevano multe ai professori inadempientimentre la durata dell'anno accademico veniva prolungata.  Particolare cura dedicava il Simoni all'insegnamento della medicina. Dovevano tenere lezioni cinque professori, tra i quali un chirurgo che avrebbe tenuto esercitazioni di anatomia e fatto dimostrazioni pratiche di cura delle diverse affezioni. La qualità dell'insegnamento teorico andava migliorata: Simoni riteneva che corressero troppe affermazioni dogmatiche, che sarebbero dovute essere verificate dalla pratica e dal rigore della dimostrazione dialettica. A questo proposito egli opinava che avrebbe giovato un'accurata conoscenza delle opere di Aristotele.  Non mancavano poi critiche severe sull'attuale andamento dell'Lipsia: i rettori erano scelti grazie alle loro aderenze, si promuovevano studenti immeritevoli, vi era scarsa pulizia, la farmacia universitaria era mal tenuta. Tali proposte e simili critiche non potevano che alimentare ancor più l'ostilità dei colleghi. Egli non sembrava preoccuparsene: la stima dell'Elettore Augusto si manteneva immutata, se lo fece nominare Professore di filosofia e lo promosse a suo primo medico personale. Avvenne tuttavia che, su sollecitazione della chiesa luterana, la quale aveva preparato una confessione di fede che in particolare tutti funzionari e gli impiegati, a vario titolo, dello Stato avrebbero dovuto firmare, l'Elettore pretese tale sottoscrizione anche dal professor Simoni, ottenendone un netto rifiuto.  Racconta lo stesso Simoni che, avendo «rifiutato costantemente di sottoscrivere quella che i teologi sassoni denominarono Formula di Concordia, il Principe Elettore rivolse il suo sdegno contro di me». Al che il Simoni «decise di andarsene e, nonostante l'Elettore cercasse d'impedirlo, diede l'ultimo saluto a quelle popolazioni. Si trasferì a Praga, dove venne assunto quale medico personale dell'imperatore Rodolfo II. Tale incarico e il carattere cattolico dell'Impero di cui era ora suddito rendeva necessario un chiarimento sulle sue posizioni religiose, poiché era nota la rottura avvenuta a Ginevra con i calvinisti e a Lipsia con i luterani. Simoni si adeguò facilmente alla nuova situazione e abiura pubblicamente le passate convinzioni, ritrattò quanto nei suoi scritti poteva esservi di «eretico» e abbracciò formalmente il cattolicesimo. Si trattò di una scelta di convenienza, seppure comprensibile nel clima torbido delle persecuzioni e dell'intolleranza. Lo scrisse lui stesso all'amico Nicolas Selnecker, un teologo luterano: «Confesso di aver abiurato, anche se non avrei voluto farlo neppure a costo del mio sangue. Di tale mio atto altri comunque sono i responsabili. In nessun altro modo avrei potuto infatti salvare la mia vita, quella di mia moglie e dei miei figli che speravo di poter condurre con me»la moglie morì poco dopo e i tre figli rimasero affidati a Lipsia al nonno materno«io, un italiano perseguitato a causa della religione luterana, dichiarato nemico della patria, esposto per decreto del Senato all'agguato di sicari». E ricordò la sorte di chi non si era piegato a compromessi: «io che vidi con questi occhi il Paleologo, esule per causa di religione, condotto su richiesta del legato pontificio dalla Moravia a Vienna, e di qui trascinato in catene a Roma (si sente dire che ormai è stato crudelmente arso sul rogo), io che ero circondato da ogni parte da infinite difficoltà e pericoli di ogni genere, che cosa avrei dovuto fare?». Questa lettera non venne agli occhi dei gesuiti, che vantarono il successo ottenuto con la presunta conversione del medico famoso, il quale avrebbe promessoa dir lorodi collaborare nella lotta agli eretici. La loro soddisfazione non dovette però durare a lungo, o forse essi stessi credettero poco alla conversione del Simoni, se lo storico gesuita Sacchini  poteva qualificarlo di «miserabile uomo che in disprezzo di ogni religione sprofondò nell'empietà», mentre tra i protestanti il Beza, alla notizia della sua conversione, commentò di essere sempre stato convinto che l'unico Dio di Simoni fosse in realtà Aristotele. e Jakob Monau, dopo aver ricordato i suoi continui trascorsi«da cattolico si è fatto calvinista, da calvinista antitrinitario, da antitrinitario luterano, e ora di nuovo papista»lo tratteggiò da «uomo profano ed empio, come indicano sia i suoi costumi, sia i suoi discorsi, sia tutta la sua vita». Forse Simoni stesso sentì di essere circondato da un clima di diffidenza se non di disprezzo, perché solo dopo poco più di un anno, prese la risoluzione di lasciare le terre dell'Impero per trasferirsi in Polonia.  In Polonia Sembra che sia stato un altro italiano, Nicola Buccella, medico personale del re István Báthory, a raccomandarlo come medico della corte di Cracovia. Buccella, di fede anabattista, godeva di notevole considerazione, né la sua fama di eretico gli aveva pregiudicato l'esercizio della professione in quella Polonia che era ancora un paese tollerante. Il prestigioso incarico e la fama stessa di cui da tempo godeva gl’apre le porte della migliore società polacca, e egli sposa Magdalena Krzyźanowska, figlia di Joachim Krzyźanowski, nobile borgomastro della capitale.   Il castello reale di Grodno Riprese a pubblicare alcuni libri: la Disputatio de putredine è una confutazione, sulla scorta di Aristotele, delle teorie del medico svizzero, nonché teologo, Erastus, mentre la Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta è una relazione sulla morte del borgomastro di Varsavia Jerzy Niemsta, che era stato suo paziente. Sulla malattia di quest'ultimo tornò nel Simonius supplex, insieme con una delle solite polemiche che lo videro ora opporsi al medico di Squarcialupi.  Una nuova svolta nella vita del Simoni si verifica con la malattia e la morte del re Stefano. Báthory si sente male nel suo castello di Grodno, e nel consulto tenuto dal Buccella e dal Simoni emersero serie divergenze: il primo giudicò molto grave le condizioni del re, mentre Simoni ritenne che non ci fosse nessun pericolo. Due giorni dopo le condizioni di Stefano Báthory si aggravarono e i due medici si trovarono d'accordo nell'imporre un salasso al re ma in contrasto sulla dieta: Simoni era favorevole a fargli bere del vino, che Buccella intendeva invece proibire. Nemmeno nella diagnosi si trovarono d'accordo: per il Buccella, il sovrano soffriva di asma, per Simoni, di epilessia.  L'11 dicembre sopravvenne una nuova grave crisi e il re perse conoscenza. Pur giudicando molto gravi le sue condizioni di salute, Simoni rassicura i circostanti, perché, a suo dire, non c'era ancora pericolo di morte: aveva appena pronunziato queste parole che il re spirava. Simoni lascia il castello e non volle assistere all'autopsia, sostenendo che fosse inutile, poiché l'epilessia «ab infernis partibus ducit originem» e non lascia tracce nel cadavere. Coordinata dal Buccella, l'autopsia e effettuata da Zigulitz, che accerta una grave alterazione dei due reni. La ri-cognizione dello scheletro di Báthory conferma che la morte avvenne per de-generazione renale, uremia e calcolosi. Cracovia: chiesa di San Francesco pubblica a sua difesa lo Stephani primi sanitas, vita medica, aegritudo, mors, che e violentemente contestato dal “De morbo et obitu serenissimi magni Stephani” scritto da Chiakor su ispirazione di Buccella. La polemica prosegue a lungo, coinvolgendo altri amici di Buccella, e degenerando in insulti e attacchi sulle convinzioni religiose dei due protagonist. Contro Simoni, tra gli altri, fu indirizzato l'opuscolo “Simonis Simoni lucensis, primum romani, tum calviniani, deinde lutherani, denuo romani, semper autem athei summa religio”. Alla fine, Sigismondo III ri-conferma Buccella nella carica di medico curante, escludendo Simoni da ogni incarico di corte. Da allora, le notizie su lui si fanno scarse. Pur senza avere incarichi ufficiali, mantenne una ricca clientela e godette della considerazione di  Rodolfo, dei principi Radziwiłł, di Pavlowski e dei gesuiti, dai quali si fa r-ilasciare un salva-condotto per rientrare in Italia e recarsi a Roma. Precauzione necessaria, con i suoi trascorsi: una precauzione maggiore e però quella di rinunciare al viaggio. La sua vita agitata ha così fine a Cracovia, come lo ricordava la lapide posta sulla sua tomba nella chiesa di San Francesco. La data di nascita si deduce dalla lapide sepolcrale, poi andata distrutta in un incendio, posta nella chiesa di San Francesco, a Cracovia, nella quale era scritto che il Simoni «ultimum diem clausit III, aIl testo della lapide è in S. Ciampi, Viaggio in Polonia, Queste notizie biografiche si apprendono da saggio di Simoni, “Scopae, quibus verritur confutation”. Per secoli gli storici locali discussero del luogo di nascita del medico toscano.  M. Verdigi, Simone Simoni, filosofo e medico, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, C. Lucchesini, Opere, Come scrive egli stesso: S. Simoni, “Synopsis brevissima ...” C. Madonia, Simone Simoni da Lucca,  G. Tommasi, “Sommario della storia di Lucca”; A. Pascal, Da Lucca a Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese nel secolo A. Fabris, “Il rapporto tra filosofia e teologia in Simoni” n M. Verdigi, Simone Simoni,  S. Simoni a Teodoro di Beza, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, e in M. Verdigi, Simone Simoni, cS. Simoni a Teodoro di Beza, in M. Verdigi, Simone Simoni, c D. C. Madonia, Simone Simoni,  F. Pierro, La vita errabonda di uno spirito eternamente inquieto. Simone Simoni, S. Simoni, Simonius supplex ..., in C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese. Il paleo-logo e decapitato in carcere  e il cadavere arso pubblicamente a Roma, nel campo de' fiori.  M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simone Simoni,  F. Sacchini, Historia Societatis Jesu, citato in M. Verdigi, Simone Simoni, T. di Beza, lettera a Rudolph Gwalther, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, J. Monau, lettera a Johannes Crato, in D. Caccamo, “Eretici italiani” Pierro, La vita errabonda di uno spirito eternamente inquieto. Simone Simoni, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca. Altre opere: “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum cadunt commentarius unus” (Genevae, Crispinum); “Commentariorum in Ethica Aristotelis ad Nicomachum, liber primus” (Genevae, apud Ioannem Crispinum); “Interpretatio eorum quae continentur in praefatione Simonis Simonij Lucensis, Doct. Med. & Phil. cuidam libello affixa, cuius inscriptio est: Declaratio eorum quae in libello D. D. Iacobi Schegkii, & c.” (Genevae, apud Ioannem Crispinum); “Phisiologorum omnium principiis Aristotelis De anima libri tres” (Lipsiae, Ernst Võgelin); Antischegkianorum liber unus, in quo ad obiecta Schegkii respondetur, vetera etiam nonnulla, dialectica & phisiologica praesertim, errata eiusdem, male defensa & excusata inculcantur, novaque quam plurima peiora prioribus deteguntur, Basileae, apud Petrum Pernam, Responsum ad elegantissimam illam modestissimamque praephationem Jacobi Schegkii, cui titulum fecit Prodromus antisimonii” “Ad amicum quendam epistola, in qua vere ostenditur, quid causae fuerit, quod responsum illud, quo maledicus, & multis erroribus refertus Iacobi Schegkij doctoris & professoris Tubingensis liber plene refellitur, nondum in lucem prodierit, Parisiis, in vico Jacobaeo; “De vera nobilitate” (Lipsiae, Ioannes Rhamba excudebat, De partibus animalium, proprie vocatis Solidis, atque obiter de prima foetus conformatione, Lipsiae, Iohannes Rhamba excudebat, De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium humoralium, Lipsiae, apud haeredes Jacobi Bervaldi, Artificiosa curandae pestis methodus, libellis duobus comprehensa, Lipsiae, apud Ioannes Steinmann  Synopsis brevissima novae theoriae de humoralium frebrium natura, periodis, signis, et curatione, cuius paulo post copiosissima et accuratissima consequentur hypomnemata; annexa eiusdem autoris brevi de humorum differentiis dissertatione. Accessit eiusdem Simonis examen sententiae a Brunone Seidelio latae de iis, quae Jubertus ad axplicandam in paradoxis suis disputavit, Basileae, per Petrum Pernam, Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a Niemsta, Cracoviae, in officina Lazari, Disputatio de putredine, Cracoviae, in officina typographica Lazari Commentariola medica et phisica ad aliquot scripta cuiusdam Camillomarcelli Squarcialupi nunc medicum agentis in Transilvania, Vilnae, per Iohannem Kartzanum Velicef, Simonius supplex ad incomparabilem virum, praeclarisque suis facinoribus de universa Republica literaria egregie meritum Marcellocamillum quendam Squarcilupum Thuscum Plumbinensem triumphantem: pars prima; “Pars altera: in qua de peripneumoniae nothae dignitione curationeque in domino a Niemista, de subiecto febris, de rabie canis, de starnutamento, de infecundis nuptiis agitur” (Cracoviae, A. Rodecius, D. Stephani primi Polonorum regis magnique Lithuaniae ducis vita medica, aegritudo, mors, Nyssae, Reinheckelii, Responsum ad epistolam cuiusdam Georgij Chiakor Ungari, de morte Stephani primi,  Responsum ad Refutationem scripti de sanitate, victu medico, aegritudine, obitu, D. Stephani Polonorum regis, Olomutii, Scopae, quibus verritur confutatio, quam advocati Nicolai Buccellae Itali chirurgi anabaptistae innumeris mendaciorum, calumniarum, errorumque purgamentis infartam postremo emiserunt, Olomutii, typis F. Milichtaler, Appendix scoparum in N. Buccellam, F. Sacchini, Historiae Societatis Iesu, Antverpiae, Ex officina filiorum Martini Nutii, Sebastiano Ciampi, Viaggio in Polonia, Firenze, presso Giuseppe Galletti, Cesare Lucchesini, Opere edite e inedite, Lucca, tipografia Giusti, Girolamo Tommasi, Sommario della storia di Lucca, Firenze, G.Vieusseaux,  Arturo Pascal, Da Lucca a Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese, Rivista storica italiana», D. Cantimori, Un italiano a Lipsia, Studi Germanici», F. Pierro, La vita errabonda di uno spirito eternamente inquieto. Minerva Medica. Torino, Domenico Caccamo, Eretici italiani” (Firenze, Sansoni); M. Firpo, “Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo dell'eretico lucchese Simoni”, “Annali della Scuola normale superiore di Pisa»,  Madonia, Simone Simoni da Lucca, in «Rinascimento», Firenze, Sansoni, Claudio Madonia, Il soggiorno di Simone Simoni in Polonia, in «Studi e ricerche II», Verdigi, Lucca, Maria Pacini Fazzi editore, G. Tiraboschi su Simone Simoni, in «Biblioteca modenese», Modena,  S. Ciampi, Viaggio in Polonia, su books.google. C. Lucchesini, Della storia letteraria del Ducato lucchese, su books.google. G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca,  su books.google. S. Simoni, Antischegkianorum liber unus, su books.google. S. Simoni, De vera nobilitate, su books.google. S. Simoni, Artificiosa curandae pestis methodus. Simone Simoni. Simoni. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Simoni” – The Swimming-Pool Library.

 

Sini (Bologna). Filosofo. Grice: “I like Sini; especially his “I segni dell’anima,” since this is, in a nutshell, what my philosophy has been all about: the signs of the soul!” Ha studiato a Milano con Barié e Paci, con il quale si è laureato in Filosofia, diventandone in seguito assistente. Dopo aver conseguito la libera docenza, ha insegnato Filosofia ad Aquila. Chiamato a ricoprire la cattedra di Filosofia teoreticaa Milano, dove svolve per un triennio la funzione di Preside di facoltà. Membro per molti anni del Collegium Phaenomenologicum di Perugia, del Direttivo Nazionale della Società Filosofica Italiana e dell'Institut International de Philosophie di Parigi, è socio corrispondente dell'Accademia Nazionale dei Lincei, dell'Istituto lombardo di scienze e lettere e dell'Archivio Husserl di Lovanio. Insignito per una sua opera del Premio della Presidenza del Consiglio dello Stato italiano, ha ricevuto nel 2002 la Croce d'onore di I Classe per la Scienza e l'Arte dallo Stato austriaco. Ha collaborato per oltre un decennio alle pagine culturali del Corriere della Sera e collabora tuttora con la Rai, con la Radiotelevisione svizzera, con vari settimanali e testate giornalistiche. Dirige per AlboVersorio la collana "Pragmata" ed è membro del comitato scientifico del festival La Festa della Filosofia. Il 7 dicembre  viene premiato dal Comune di Milano con l'Ambrogino d'oro. Con Grice, tra i primi a segnalare all'attenzione l'importanza della teoria del segno di Peirce. Propone un filone di ricerca sulla convergenza dei percorsi filosofici di Peirce e Heidegger sul filo dell'ermeneutica benché la sua formazione didattica fosse di orientamento prevalentemente fenomenologico. Il tema della scrittura e successivi sviluppi La sua proposta teoretica si concentra sul tema della scrittura e sulla centralità dell'abecedario come forma logica della filosofia nella lingua del Lazio. In “Figure dell'enciclopedia filosofica” rende conto della radicalità del gesto istitutivo di Lucrezio e della nascita della filosofia romana in modo da illuminare la genealogia della nostra civiltà e le figure del suo destino. Questo saggio si misura con nodi problematici e profondi della nostra cultura. Si mostrata la verità del gesto filosofico di Lucrezio nel tratto tecnologico dell’abecedario che trasforma la relazione al mondo in cosità (de rerumm natura). La pratica del concetto, infatti, in-forma il paradigma dell'oggettività (in rerum natura) e traduce la sterminate antichità dell'umano all'interno dell'ambito crono-topico della visione logica elaborata dalla scansione dell’abecedario del mondo con la conseguente nascita del tempo e del sapere storico. All'educazione mitologica dei corpi dei uomini si sostituisce l'educazione dei animi nella ri-mozione delle qualità sensibili della vita vissuta. Prima operazione di ingegneria genetica che comporta sia la nascita del soggetto morale nella paideia del bio-politico (come Nietzsche intuisce) sia il conseguente destino nichilista rivelato dal dis-incanto. Ma l'intreccio, che dalla pre-istoria conduce ai nostri giorni, rinvia al desiderio e all'iscrizione originaria che danza nelle figure del sesso e della morte. La soglia così dischiusa, annunciata dalla verità analogica dell'evento mimato nella generazione, permette il passaggio del movente desiderante nel desiderio di vita eternal. Platone e la logica disgiuntiva hegeliana rappresentano i due poli più rilevanti di questa consapevolezza lancinante. Addirittura, tutta la filosofia platonica è probabilmente da pensare come la domanda più alta e profonda che sia mai stata posta alla sapienza di Dioniso.  E così, dagli ominidi alla società dell'informazione, sul filo delle pratiche che ne circoscrivono le traiettorie, la trama del senso transita al segno disegnando le coordinate del nostro tempo e il predominio della visione scientifica e delle sue figure che dileguano la consistenza dell'intersoggetivita, profilando nel rituale pubblico del potere finanziario, e nella conseguente imposizione dell'universalità oggettiva, un paradosso costitutivo che nasconde nuove e positive opportunità ancora tutte da scoprire (e attualmente mascherate dalla deleteria mercificazione imperante). Delineando nuove occasioni di senso, le Figure dell'enciclopedia invitano a “sognare più vero”, vale a dire ad abitare la conoscenza filosofica nell'esercizio dell'evento del significato nella concretezza delle sue pratiche. Ethos di una nuova scrittura della soggezione del mortale al desiderio, nell'apertura al transito della vita. Approfondisce la questione del logos (parola, ragione) e della tecnica facendo del primo il fondamento ultimo, della seconda l'essenza. Una posizione di rilievo e in controtendenza all´interno del panorama di questa specifica area della filosofia contemporanea. Altre opere: “I greci” ((Nuova Accademia di Belle Arti Editrice, Milano), “La funzione della filosofia” (Marsilio Ed., Padova); “La fenomenologia” (Lampugnani Nigri, Milano) Storia della filosof9a (Morano editore, Napol); “Il pragmatismo (Laterza, Roma-Bari); “Segno” (Il Mulino, Bologna); “Passare il segno” (Il Saggiatore, Milano); “Kinesis. Saggio d'interpretazione (Spirali, Milano)”; “Il Metodo” (Unicopli, Milano); Parola e silenzo” (Marietti, Genova); “Segni dei animi” (Laterza, Bari); “Segno ed immagine” (Spirali, Milano); “Segni dei uomini” (Egea, Milano): “L'espressione e il profondo” (Lanfranchi, Milano)”, Etica della scrittura (Il Saggiatore, Milano, Mimesis, Milano); “Pensare il progetto (Tranchida, Milano) Filosofia teoretica (Jaca Book, Milano) Variazioni sul foglio-mondo. Peirce, Wittgenstein, la scrittura, con Rossella Fabbrichesi Leo (Hestia, Como) L'incanto del ritmo (Tranchida, Milano Filosofia e scrittura (Laterza, Roma-Bari) Scrivere il silenzio: Wittgenstein e il problema del linguaggio (Egea, Milano) Teoria e pratica del foglio-mondo (Laterza, Roma-Bari) Gli abiti, le pratiche, i saperi (Jaca Book, Milano) Scrivere il fenomeno: fenomenologia e pratica del sapere (Morano, Napoli) Ragione (Clueb, Bologna) Idoli della conoscenza (Cortina, Milano La libertà, la finanza, la comunicazione (Spirali, Milano) La scrittura e il debito: conflitto tra culture e antropologia (Jaca Book, Milano) Il comico e la vita (Jaca book, Milano) Figure dell'enciclopedia filosofica. Transito verità (Jaca Book, Milano), L'analogia della parola: filosofia e metafisica;  La mente e il corpo: filosofia e psicologia; Origine del significato: filosofia ed etologia; La virtù politica: filosofia e antropologia; Raccontare il mondo: filosofia e cosmologia; Le arti dinamiche: filosofia e pedagogia  La materia delle cose: filosofia e scienza dei materiali (Cuem, Milano) Archivio Spinoza. La verità e la vita (Ed. Ghibli, Milano) Del viver bene: filosofia ed economia (Cuem, Milano) Distanza un segno: filosofia e semiotica (Cuem, Milano) Il gioco del silenzio (Mondadori, Milano); “Il segreto di Alicia” (AlboVersorio, Milano); “Eracle al bivio: semiotica e filosofia” (Bollati Boringhieri, Torino); “Da parte a parte. Apologia del relativo (Ed.  ETS, Pisa) L'uomo, la macchina, l'automa: lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto (Bollati Boringhieri, Torino) L'Eros dionisiaco (AlboVersorio, Milano, ) Figure d'Occidente. Platone, Nietzsche e Heidegger” (AlboVersorio, Milano); La nascita di Eros (Albo Versorio, Milano, ); “Scrivere il silenzio: Wittgenstein e il problema del linguaggio (Castelvecchi, Roma ) Spinoza (Book Time, Milano ) Critica Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, Ets, Pisa  Il filosofo e le pratiche. In dialogo con Sini (E.Redaelli,  BrovelliCrippa, Valle,  Redaelli), Milano, CUEM. Vincenzo Comerci, Filosofia e mondo. Il confronto di Sini, Milano, Mimesis.  Cristiano, La filosofia di Sini. Semiotica ed ermeneutica  (Milano, Mimesis) Collana Pragmata, in AlboVersorio, Cfr. Copia archiviata, su unimi).  Logos e techne, tecnologia e filosofia, su youtube.com. Sini Noema (canale ufficiale), su YouTube.  Treccani Enciclopedie o Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  openMLOL, Horizons Unlimited srl.Registrazioni di Carlo Sini, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Nòema la rivista online di filosofia diretta da Rossella Fabbrichesi e Carlo Sini, su riviste.unimi. Archivio Carlo Sini il luogo ove i materiali relativi ai passati corsi universitari del prof. Sini ed altro ancora, su archiviocarlosini. Lectio Magistralis di Carlo Sini su La Différance di Jacques Derrida, Arcoiris TV, Riflessioni sul Senso della Vita. Intervista a Carlo Sini, di Ivo Nardi, giugno , sito Riflessioni Collana PragmataAlboVersorio, su alboversorio.wordpress.com. Carlo Sini. Sini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sini” – The Swimming-Pool Library.

 

Siracusano (Siracusa). Filosofo. Grice: “We know William was from Ockham but we call him Ockham; similarly, Alcaldino was from Siracusa, so we should call him Siracusa!” -- Vissuto vicino alla corte degli Hohenstaufen. Sebbene non vi siano certezze sull'esatto anno di nascita di Alcadino, a parere di un suo biografo, egli sarebbe nato a Siracusa. Suo padre lo manda a studiare a Salerno, presso la celebre scuola medica. Dopo gli studi in lettere, si cimenta in quelli di filosofia, raccogliendo attorno a sé una serie di seguaci. Quindi, in seguito alla conclusione del corso regolare degli studi, e scelto per fare da insegnante filosofia presso la stessa scuola salernitana.  Divenuto uno dei più stimati filosofi della scuola, e chiamato alla corte di Enrico VI di Svevia, che nel frattempo era entrato in possesso del regno di Sicilia, ed e assunto come filosofo del sovrano. Dopo la morte di Enrico, divenne il filosofo  di lui figlio, Federico II, che lo resa degno di confidenza e apprezzamento. Oltre alle ordinarie attività legate alla prosa filosofica, si occupa anche di poesia. Scrive un saggio in versi sui bagni minerali di Pozzuoli, il De Balneis Puteolanis. In questo poema filosofico rimato vengono descritti con precisione il luogo, le qualità e le virtù dei suddetti bagni. Scrive inoltre due opere nelle quali celebrava le gesta di Enrico VI e Federico II.  Altre opere: “De Balneis Puteolanis”; “De Triumphis Henrici Imperatoris De His Quae a Friderico II Imperatore Praeclare ac Fortifer Gesta Sunt. Pasquale Panvini di S. Caterina Salvatore De Renzi.  Pasquale Panvini di S. Caterina, Biografia degli uomini illustri della Sicilia, Giuseppe Emanuele Ortolani, Tomo I, Napoli, Salvatore De Renzi, Storia documentata della scuola medica di Salerno, Napoli. Siracusa. Keywords: i bagni di Pozzuoli. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Siracusa” – The Swimming-Pool Library.

 

Sirenio (Brescia). Filosofo. Professore di metafisica a Bologna. “De fato” (Venetiis, Giordano Ziletti). Sirenio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sirenio” – The Swimming-Pool Library.

 

Soave (Lugano). Filosofo. Per qualche tempo maestro di Manzoni, fu il più efficace divulgatore del sensismo italiano. Lapide commemorativa di Soave all'Pavia.  Nacque da Giuseppe e Clara Herrik. La sua numerosa famiglia versava in ristrettezze economiche, ma egli riuscì ad iniziare gli studi presso l'istituto di S. Antonio e, a soli sedici anni, lascia Lugano per recarsi a Milano dove, nel 1760, prese i voti nella congregazione dei padri Somaschi. Trasferitosi a Pavia, presso il collegio di San Majolo, iniziò gli studi filosofici efu inviato a Roma al collegio Clementino, che era il più importante della congregazione dei padri Somaschi, per completare gli studi teologici. In questo periodo si dedicò anche allo studio delle lingue greca, inglese, francese, tedesca e spagnola.  Nel 1765 pubblicò le sue traduzioni delle Bucoliche e delle Georgiche di Virgilio, cui aggiunse un poemetto sul modo di tradurre e il volgarizzamento di un sermone di San Basilio Magno. Fu richiamato in seguito alla Scuola dei Paggi di Parma, dal direttore Francesco Venini, a leggere Belle lettere ed a insegnare Poesia latina. Qui rimase fino al 1768 quando Guillaume du Tillot promosse la riforma dell'Università, affidandogli la cattedra di Poesia.  Nel 1770 preparò l'Antologia Latina, per dare agli allievi i migliori esempi di oratoria e di poetica. Ed è proprio in questo momento che prese corpo nel Soave l'idea della Gramatica ragionata, in seguito stampata a Parma. Torna a Milano, dove il conte Carlo Firmian, governatore austriaco della Lombardia, gli affidò, la cattedra di Filosofia a Brera. Oubblicò la versione italiana delle Ricerche intorno all'istituzione naturale di una società e di una lingua e all'influenza dell'una e dell'altra su le umani cognizioni, dissertazione presentata per rispondere al quesito, posto dall'Accademia Reale delle Scienze e delle Lettere di Berlino: "Supponendo degli esseri umani lasciati alle loro facoltà naturali, sarebbero essi in grado di inventare il linguaggio? E con quali mezzi potrebbero giungere a questa invenzione?".  Seguendo una delle classiche questioni filosofiche dibattute nel Sei-Settecento, pubblicò le Riflessioni intorno all'istituzione di una lingua universale, nelle quali Soave teorizzava la formazione di un linguaggio che consentisse a tutti gli uomini di comunicare tra loro, anche se alla fine si dichiarava scettico circa la possibilità di introdurre ex novo una lingua universalmente valida, preferendo l'adozione del francese, che a suo dire svolgeva il ruolo di lingua colta universale, un tempo esclusiva del latino.  Tradusse in italiano il compendio dei saggi di John Locke Saggio filosofico sull'umano intelletto e la Guida dell'intelletto alla ricerca della verità. A quest'ultimo saggio Soave aggiunse, oltre alle consuete annotazioni, anche un'appendice didascalica, sul Metodo che dee tenersi per trovare la verità e per insegnarla ad altrui. Questo commento è ricco di implicazioni, per cogliere il carattere del suo approccio pedagogico. Infatti Soave era soprattutto interessato a dare un'immediata traduzione del pensiero di Locke, nei termini di un discorso didattico ed in particolare a trarre indicazioni per la soluzione del problema di come comporre buoni libri elementary. Inoltre, sempre nell'appendice, Soave riprende, da un punto di vista prevalentemente didattico, la questione, per lui fondamentale, di come introdurre i giovani ai primi principi della scienza, suggerendo che il rigore del metodo analitico, il solo valido sul piano conoscitivo, venga attenuato ne' libri elementari. Avvertendo la necessità di superare tutti quegli ostacoli, che si frapponevano in Europa alla libera circolazione delle idee e al continuo e fecondo scambio su un terreno scientifico, letterario e filosofico, Soave fonda il periodico Scelta di opuscoli interessanti tradotti da varie lingue che sarebbe durato fino anche se con il nome di Opuscoli scelti. In essi oltre pubblica anche alcuni saggi che testimoniavano il suo eclettismo, tipico dell'epoca. Collabora con altri studiosi alla realizzazione di una serie di opuscoli (trentasei in tutto), di vario argomento (soprattutto traduzioni), nei quali inserì alcune sue opere. Scrive le “Novelle morali. La loro edizione definitiva risulterà una delle opere più apprezzate ed utilizzata a lungo nelle scuole per l'educazione dei giovani. Ottenne la cattedra di Logica e Metafisica a Brera, alla quale venne incorporata in seguito quella di Etica. Partecipa al movimento illuministico e riformatore. In seguito all'editto di Giuseppe II sulla riforma delle scuola in Lombardia, venne incaricato di rinnovare le scuole elementari e di preparare alcuni testi scolastici. Per svolgere questo gravoso compito venne nominato membro della Delegazione delle scuole normali, istituita alle dipendenze della giunta delle Pie Fondazioni, e si reca ad osservare il metodo normale, seguito dalle scuole di Rovereto, Trento e Bolzano. Avrebbe dovuto innanzitutto fornire una nuova traduzione del Libro del metodo, confrontando quella poco corretta e quindi incapace di servire da codice che era giunta alla delegazione.  In seguito a queste sue ricognizioni, sia territoriali che letterarie, scrive il Compendio del metodo delle scuole normali ad uso delle scuole della Lombardia austriaca, rivolto in particolare alla formazione dei maestri e contenente i principi educativi del metodo normale. A questo compendio sono legate indissolubilmente anche: Traduzione del Regolamento generale delle scuole normali, principali e comuni, che era stato emanato da Maria Teresa d'Austria e redatto da Felbiger, cui aggiunse in un'Appendice. Quanto è compreso nel libro del metodo relativamente allo stesso regolamento e inoltre la traduzione delle Leggi scolastiche da osservarsi nelle Reali scuole normali della Lombardia austriaca.  Fonda la prima Scuola normale italiana, inaugurata a Brera. Tenta anche di recarsi in Francia, tuttavia le notizie sulla Rivoluzione che nel frattempo era scoppiata lo convinsero a restare in Italia dove si dedica a studi filosofici. Stampa le Istituzioni di logica, etica e metafisica, saggio pensata per lo studio nei licei e nelle università e, dall'edizione, vi aggiunse gli “Opuscoli metafisici”. Le truppe di Buonaparte occuparono Milano e si rifugiò a Lugano, poiché scrive sotto un opuscolo contro gli ideali rivoluzionari, intitolato “Vera idea della rivoluzione di Francia, lettera di Glice Ceresiano ad un amico”. Ha qualche incarico di supplenza nel collegio di Sant'Antonio e tra i suoi allievi ci e Manzoni. Il principe di Angri lo invitò a Napoli, per istruire il suo unico figlio, ma con l'occupazione francese della città, tenta dapprima la fuga in Sicilia e in seguito visse seminascosto, fino a che non gli venne restituita, da parte del governo provvisorio austriaco, la cattedra di filosofia a Brera. Tuttavia il ritorno dei Francesi  gliela tolse definitivamente e si dedicò agli studi. Con la proclamazione della Repubblica Italiana, e nominato direttore del Collegio nazionale di Modena, al fine di ridare prestigio ad un istituto educativo di antica data, e gli fu affidata la cattedra di Analisi delle idee. Nominato tra i primi 30 membri dell'Istituto Nazionale. Fa parte della classe di Scienze morali e politiche e si occupa in particolare della Metafisica e dell'Etica.  Attira numerose critiche, per la pubblicazione del saggio “La filosofia di Kant esposta ed esaminata” nella quale tenta di confutare il filosofo tedesco. Non riuscendo ad ottenere risultati a Modena, ottenne la cattedra di Analisi delle idee a Pavia. Membro della Società Italiana delle Scienze. Collabora alla realizzazione della collana dei "Classici Italiani", voluta dal governo.  Srive “La mitologia ossia esposizione delle favole e descrizioni dei riti religiosi dei gentili..., con l'aggiunta d'un transunto delle Metamorfosi d'Ovidio e la Storia del popolo ebreo compendiata, ad uso delle scuole. Pubblica la Memoria sopra il progetto di Elementi di ideologia di Destutt de Tracy e l'Esame dei principi metafisici della zoo-nomia, cercando di contrastarne le teorie, in un estremo tentativo di difesa delle ideali acquisizioni dell'Illuminismo da ogni novità che le minacciasse, segno del carattere ormai moderato e timido del suo empirismo, governato dal desiderio di un compromesso tra quella parte d'illuminismo volta ad aspirazioni razionalistiche, alla crescita dell'identità di un suddito-cittadino e allo sviluppo di forme economiche più moderne, e lo sviluppo della religiosità all'interno di forme canoniche, come occasione di crescita culturale e di consapevolezza di comportamentiː un tentativo che si rivela alquanto fragile ed arduo. Ormai la sua consapevolezza critica ed il suo rigore scientifico stano venendo meno.  Si accinse a riordinare ed a risistemare le sue opere, al fine di preparare alcuni saggi sull'istruzione per l'Istituto Nazionale, ma la morte lo colse nella casa della sua congregazione, la Colombina, presso Pavia. Dizionario storico della Svizzera.  Cfr. la riedizione moderna, con ampio saggio introduttivo: Gramatica ragionata della lingua italiana, S. Fornara, Pescara, Libreria dell'Università Editrice, G. Benassati e L. Rossi , L'Italia nella Rivoluzione, Casalecchio di reno, Grafis, Angelo Grossi, L. Gianella, Francesco Soave. Vita e scritti scelti, Lugano, Giovanni Orelli, La Svizzera italiana, in Alberto Asor Rosa , Letteratura italiana. Storia e geografia. L'età contemporanea, Claudio Marazzini e Simone Fornara , Francesco Soave e la grammatica del Settecento, Atti del convegno di Vercelli, Alessandria, Edizioni dell'Orso. M. Roggero, La voie italienne vers l'alphabet avant 1860, Histoire de l'éducation,  Sensismo. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Francesco Soave, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Soave, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Francesco Soave, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.  Francesco Soave. Soave. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soave” – The Swimming-Pool Library.

 

Solari (Albino), Filosofo. Frequenta il prestigioso Collegio San Francesco di Lodi retto dai Barnabiti per poi proseguire gli studi a Messina, da dove poi si trasferì presso Torino. Si formò nel Laboratorio di Economia Politica di Martiis, per poi scegliere la filosofia del diritto sotto la guida di Carle. Anche membro di una tra le istituzioni culturali più prestigiose a livello nazionale: l'Accademia Nazionale dei Lincei. Autore di un idealismo sociale e studioso di Pagano, esponente della scuola di filosofia del diritto dell'Torino, dove tenne questa cattedra quando succedette a Carle all’anno in cui fu sostituito da  Bobbio. Ha tra i suoi allievi lo stesso Bobbio, Treves, Scarpelli, Gobetti, Entrèves, Pareyson, Firpo, Colli, Leoni, Einaudi e Goretti.  Per tutta la vita si dedica esclusivamente all'insegnamento universitario, rifiutando qualsiasi incarico pubblico (non diventa nemmeno preside della sua facoltà); le cattedre da lui ricoperte sono state nelle Messina, Cagliari e Torino. Presta il giuramento di fedeltà al fascismo. Altre opere:  “La scuola del diritto naturale nelle dottrine etico-giuridiche” (Torino, Fratelli Bocca); “L'idea individuale e l'idea sociale nel diritto private”; “Lezioni di filosofia del diritto” (Editore La cooperativa dispense dell'A.T.U., Torino); “Filosofia del diritto private”; “Lezioni di filosofia del diritto, Studi storici della filosofia del diritto, Giappichelli, Torino. Torino gli ha intitolato una biblioteca interdipartimentale. Bergamo gli intitola un giardino pubblico e una via. Albino intitolato una via. S. Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Lezioni di filosofia del diritto: anno accademico, G. Carle e G. Solari, raccolte dagli studenti Giuseppe Bruno e Francesca Guasco, Editore La cooperativa dispense dell'A.T.U., Torino, Studi storici di filosofia del diritto, Giappichelli, Torino); “Solari nella cultura del suo tempo” (FrancoAngeli, Milano); A. Contu, “Questione sarda e filosofia del diritto in Gioele Solari, con un saggio di Norberto Bobbio, Giappichelli, Torino, D.  Cugini, Commemorazione di Solari, Torinese, Albino. Francesco D'Agostino , Il problema del diritto e dello Stato nella filosofia del diritto di Hegel (G. Giappichelli Editore, Torino); L. Firpo , La filosofia politica (Laterza, Bari). TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gioele Solari, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Gioele Solari, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.  Opere di Gioele Solari, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gioele Solari, .  Solari, Gioele, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gioele Solari. Solari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Solari” – The Swimming-Pool Library.

 

Soleri (Pagliero di San Damiano Macra). Filosofo.. Nato in un piccolo centro della provincia di Cuneo, studiò all'Università Cattolica di Milano. Ordinato sacerdote. Ha come maestro Olgiati, uno dei fondatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Lavora a più di 100 scritti fra cui Il problema metafisico del male (e Inevitabilità e decisività del problema teologico. È intitolato al suo nome l'Istituto di istruzione superiore "G. Soleri" di Saluzzo, ove  insegna e fu preside. Altre opere: “La proprietà” (S.E.I. Torino); “Telesio, La Scuola, Brescia); “Lucrezio, La Scuola, Brescia); “Marco Aurelio, La Scuola, Brescia); “L'immortalità dell'anima” (S.E.I., Torino; Economia e morale” (Borla, Torino); “Il problema metafisico del male in “Sapienza”; “Essere, atto, valore in”; “Il problema del valore” (Morcelliana, Brescia); “Incisività e decisività del problema teologico”, in “Studia Patavina”, “Orizzonte della metafisica”; Sito dell'Istituto Soleri.  H. Happ, “Hyle: Studien zum aristotelischen Materie-Begriff, Walter de Gruyter,  R. Pozzo, The impact of Aristotelianism on modern philosophy, CUA); D. Ettore, La figura e l'opera di Soleri. Saggio di ricerca, Saluzzo, Per iniziativa del Comitato per le onoranze a Soleri dell'Istituto magistrale statale. Soleri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soleri” – The Swimming-Pool Library.

 

Somenzi (Redondesco). Filosofo. Ufficiale meteorologo dell'Aeronautica, dopo aver partecipato alla Resistenza, lavorò all'ufficio studi dello Stato maggiore. Si divise tra la carriera militare e quella accademica, optando infine per la cattedra di filosofia a Roma. Tra i suoi allievi vi fu Cordeschi.  Partendo da un interesse per l'operazionismo, diresse i suoi studi teorici alla cibernetica e fu tra i primi a interessarsi di intelligenza artificiale e a studiare i rapporti mente-cervello e mente-macchina.  Opere “La filosofia della scienza” (Milano, Fratelli Bocca); “La meccanica quantistica” (Milano, Fratelli Bocca); “L' operazionismo” (Milano, Edizioni di Comunità); “La scienza nel suo sviluppo storico” (Torino, ERI); “Automi” (Torino, Boringhieri); “Tra fisica e filosofia. Roberto Donolato, Abano Terme, Piovan. La materia pensante, Milano, CLUP Città Studi. Fonte: A. Rainone, Enciclopedia Italiana, riferimenti in. Saggi in onore, Roma, Union Printing, antologia e testimonianze, Mantova, Fondazione Banca agricola mantovana, Cibernetica Intelligenza artificiale  Antonio Rainone, «Somenzi, Vittorio» la voce nella Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vittorio Somenzi, un maestro del domandare, di Claudio Del Bello, da Giano, n. 45, sito "Metodologia online". Filosofo al servizio della scienza, Corriere della Sera, Archivio storico. Vittorio Somenzi. Somenzi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Somenzi”.

 

Sordi (Centenaro di Ferriere). Filosofo. Figlio di Agostino e Giovanna Taschieri, si fece religioso nella Compagnia di Gesù e ben quattro dei suoi fratelli seguirono il suo esempio.  Entrò nel seminario di Piacenza, dove frequentò le classi ginnasiali. Vinse il concorso per l'ammissione al Collegio Alberoni di Piacenza, dove rimase fino al 1813, quando fu costretto a lasciare per motivi di salute. Rientrò in seminario e, sotto la guida del canonico Vincenzo Buzzetti, approfondì il pensiero di San Tommaso la cui filosofia era andata in disuso (s’insegnava la filosofia del secolo: Sarti, Soave, Draghetti, Condillac, Wolfe, Storkenau).  Nel 1816, a 23 anni, divenne sacerdote ed entrò nella Compagnia di Gesù appena ricostituita, fece il noviziato nella Casa di Sant'Ambrogio a Genova, dove incontrò Azeglio che attraverso i colloqui con il Sordi conobbe e stimò la filosofia di San Tommaso, di cui prima aveva sentito parlare con disprezzo e incominciò a rivedere la sua formazione filosofica.  Nel 1819 divenne insegnante di filosofia nel Collegio di Ferrara e passò a Reggio Emilia come insegnante di logica, metafisica ed etica e con la carica di prefetto della biblioteca civica. A Reggio Emilia si distinse e acquistò stima e fama tanto che il padre Generale della Compagnia Luigi Fortis lo propone al padre Pavani, provinciale d'Italia, come professore di logica nel Collegio Romano. Il Pavani, però prega il padre Generale di desistere dal suo proposito per motivi di opportunità “si leverebbe un gran rumore tra i professori del Collegio Romano … tanta è la prevenzione contro il padre Sordi perché tomista.”  Dal 1829 al 1834 venne mandato a Modena, al collegio San Bartolomeo, come professore di logica, metafisica ed etica. Qui, ispirandosi ai rivolgimenti culminati con la cattura di Ciro Menotti, pubblicò l'opuscolo “Catechismo delle rivoluzioni”. In questi anni strinse amicizia con il gesuita Giuseppe Pecci. Attraverso quest'amicizia padre Serafino potrà esercitare il suo influsso anche su suo fratello, cardinale Gioacchino Pecci che, divenuto poi Papa, con l'Enciclica Aeterni Patris proporrà a tutte le scuole cattoliche le dottrine di San Tommaso d'Aquino. Venne inviato a Forlì e poi a Spoleto dove insegnò teologia morale. Nel 1836 venne nominato Rettore del Collegio di Orvieto.  Nel 1840 ritornò a Modena come Rettore; carica che esercitò per tre anni, e poi rimase ancora a Modena come Ministro e Padre Spirituale degli alunni. Nominato Rettore del Collegio San Pietro di Piacenza, dove già dal 1839 era stato aperto anche l'AloisianumIstituto di formazione filosofica per giovani gesuiti dell'area Lombardo Veneta. Nel 1848, padre Serafino era ancora a Piacenza, quando il Collegio venne preso d'assalto dai rivoluzionari: “Scoppiarono allora alte grida diAbbasso i gesuiti. Morte ai gesuiti. Mortee qui aggiungevano i nomi or dell'uno or dell'altro Padre del collegio.” Così si legge nel racconto di padre Lombardini, testimone oculare degli avvenimenti. Nel 1851 ilGenerale Jan Roothaan lo chiamò a Roma, desideroso di vedere finito un testo di filosofia che padre Serafino doveva realizzare insieme a padre Carminati. Fu nominato Preposto della Provincia Romana fino al 1856. Padre Serafino governò quella Provincia con rara prudenza e grande spirito di bontà.  Nel 1859 passò al Collegio degli scrittori della Civiltà Cattolica con l'incarico di scrittore e padre spirituale della comunità. Contribuì in questi tre anni al fiorire della rivista componendo con padre Taparelli una serie di articoli. Fu chiamato all'Aloisianum di Verona come Prefetto degli studi dei giovani religiosi che qui studiavano filosofia. A Verona cessò di vivere per malattia cardiaco. Uno dei più insigni rappresentanti del tomismo, il movimento di rinnovamento della filosofia di Aquino, che, partito dal seminario di Piacenza con il canonico Vincenzo Buzzetti, si diffuse in tutta l'Italia tramite i fratelli Serafino e Domenico Sordi, alunni dello stesso Buzzetti. I due fratelli, entrati nella Compagnia di Gesù, vi portarono il rinnovamento tomista, cioè le grandi idee di San Tommaso studiate e sviluppate ai fini di rispondere agli interrogativi più profondi dell'uomo moderno. L'azione di padre Serafino in favore del neotomismo fu particolarmente efficace per gli incarichi prestigiosi a lui affidati, per il suo insegnamento presso numerosi Collegi dove i suoi scritti di filosofia, trascritti, venivano usati come testo; inoltre molte delle persone da lui avviate allo studio di San Tommaso sono state i protagonisti del rinnovamento tomista e i diretti collaboratori nella preparazione dell'enciclica "Aeterni Patris" in cui il papa Leone XIII esorta a rimettere in uso la sacra dottrina di San Tommaso e a propagarla il più largamente possibile. Il fratello di Serafino, padre Domenico, diffuse il tomismo nella provincia napoletana, dove operò in varie città (Napoli, Lecce, Maglie, Salerno, Sora, Arpino, Andria). Al Collegio Massimo di Napoli fu collaboratore diLuigi Taparelli D'Azeglio promuovendo la diffusione della filosofia di San Tommaso fra gli alunni, alcuni dei quali furono protagonisti del rinnovamento della cultura cattolica. Fra questi va ricordato Curci cofondatore della rivista “La Civiltà Cattolica”, che descrive il suo insegnante con dovizia di particolari nelle sue “Memorie” eMatteo Liberatore, cofondatore del periodico “Scienza e Fede”, redattore di “La Civiltà Cattolica” e uno degli estensori dell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Altre opere: “Appendice al capitolo XII del Catechismo del senso comune” del Rorbacher L'Amico d'Italia  (manoscritto originale presso la biblioteca universitaria di Genova). Theses ex universa Philosophia, Parma  Catechismo delle RivoluzioniModena, Soliani. Lettere intorno al Nuovo saggio sull'origine delle idee dell'Abate Antonio Rosmini SerbatiModena, Vincenzo Rossi 1843,  104 I primi elementi del sistema di V. Gioberti dialogizzati tra lui e un lettore dell'opera sua –Bergamo, Natali, Allocuzione di Pio IX con in fine esposizione della materia a modo di catechismo, del prof S. S.Roma, Tip. Apostolica I misteri di Demofilo per S. S. Professore di filosofiaTorino Castellazzo e De Gaudenzi, Circolare del R.Provinciale Serafino Sordi ai Superiori della Provincia Romana –Roma, Civ. Cattolica. De studio Theologiae in nostra societate –Roma, Civ. Cattolica,  Recensione all'opuscolo di Giacomo Oddo “l'Indipendenza, il Cattolicesimo e l'Italia, MilanoRoma, Civ, Cattolica La libertà al tribunale della ragioneRoma, Civ. Cattolica. Se per essere indipendenti abbisogna che il Papa abbia il potere temporale. Di un sacerdote cattolicoRoma Civ. Cattolica. Il movimento nazionale, istruzione popolare in occasione di un opuscolo pubblicato nell'Umbria da un preteso prete galantuomoRoma Civ. Cattolica, opuscolo di  48 Il Sillabo di S. S. Pio Papa IX esposto in forma di catechismo da lSerafino Sordi della Compagnia di Gesù Verona, Vigentini e Franchini. Opere attribuite: Saggio intorno alla dialettica e alla religione di Gioberti (Piacenza, Tedeschi); “Una proposta al Clero Italiano. Ragionamenti sul Gesuita Moderno” (Torino, Castellazzo e De Gaudenzi); La scomunica: Nel Messaggero di Modena, Lettera sull'Austria, Bergamo, Dottrine di S. Alfonso dei Liquori difese contro le impugnazioni del Sig. Abate RosminiMonza 1850 Opere diSerafino Sordi. Ontologia, pubblicata daDezza. Theologia naturalis, pubblicata daDezza nManuale di logica classica, pubblicato da D. Pesce. Opere inedite riportate da Dezza nel libro “Alle origini del Neotomismo” Ethica generalis et specialis Psicologia Trattato sull'origine delle idee Dissertazione sulla materia e sulla forma Dissertazione sull'evidenza Osservazioni intorno alla filosofia a noi prescritta da S. Ignazio Esortazioni al clero (presso don BalleriniPC) Note Dezza, Alle origini del Neotomismo, Dezza, I neotomisti; E. Silva, Ferriere, cenni storici, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del Tomismo,Dezza, I neotomisti italiani del XIX secolo.Dezza, Alle origini del Neotomismo, Breve storia della Provincia veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostri   La chiesa di S. Pietro in PiacenzaStudi per il IV cent. dalla fond. TEP; Breve storia della Provincia Veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostri A. M. D. G C. Cenacchi, Tomismo e Neotomismo a FerraraLiber. Edit. Vaticana La Civiltà Cattolica, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del canonico Vincenzo Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio sulla rinascita del Tomismo Libr. Edit. Vaticana, F. Cordani, Una grande cultura piacentina dimenticata, PC Ed. Berti C. M. Curci, Memorie del Padre Curci, G. Barbera Editore, FI C. M. Cornoldi, Memorie Autobiografiche (Archivio Aloisianum) F. Dante, Storia della Civiltà Cattolica Ed. Studium Roma.Dezza, Alle origini del Neotomismo, MI.Dezza, I neotomisti italiani del XIX secolo, Bocca ed. MI.  La chiesa di S. Pietro in PiacenzaStudi per il IV cent. dalla fond. TEP); Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai nostri giorni,  II Ed. Porta PC L. Ferrari, I fratelli Sordi e il Neotomismo in Italia in il filosofo canonico V. Buzzetti nel centenario della morte, PC G. Martina, La Chiesa nell'età dell'assolutismo, del liberismo, del totalitarismo, Morcelliana BS. U. Padovani, Importanza della critica filosofica di S. Sordi a V. Gilbert, in Riv. Di Filosofia Neoscolastica, MI ed. Vita e Pensiero A. MONTI, "La Compagnia di Gesù nel territorio della Provincia Torinese, Chieri); Giovanni Paolo II, enciclica Fides et Ratio 1998 S. Panareo, L'istruzione in terra d'Otranto sotto i Borboni, B. Perazzoli, Studi sul Rosminianesimo nell'Ottocento, Ed. Rosminiane Sodalitas, L. Pozzi, S: Sordi filosofo neotomista, Studia Patavina Riv. Di Filos.e Teologia.  V. Rolandetti, Da Buzzetti all'Aeterni Patris Conv. Intern. Tomistico, Trento); V. Rolandetti, Vincenzo Buzzetti teologo, Libr. Ed. Vat. 1974. E. Silva, Ferriere, cenni storici, UTEP, PC, D. Sordi, Pochi e brevi cenni sulla vita menata nel secolo da P.S.Sordi, man. Inedito G. Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo nella cultura cattolica PC altervista.org G. Tononi, Condizioni della Chiesa nei ducati parmensi. M. Volpe, I Gesuiti nel Napoletano  Aeterni Patris Aloisianum Carlo Maria Curci Collegio Alberoni Compagnia di Gesù Jan Roothaan La Civiltà Cattolica L. Taparelli d'Azeglio Matteo Liberatore Neotomismo  Sordi, su Treccan iEnciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Serafino Sordi. G. Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo nella cultura cattolica, PC su serafinosordi. altervista. org.  books.google/books?hl=it&id =-G3PUnY3zb EC&q=taparelli+d%27 azeglio+e+il+rinnovamento+della+scolastica La Civiltà Cattolica Taparelli d'Azeglio e il rinnovamento della Scolastica al Collegio Romano] books. google/ books?hl=it&id=KcRveZ1rpnwC&q=intorno alle+origini+del+rinnovamento+tomista+in+ italia La Civiltà Cattolica Intorno alle origini del rinnovamento tomistico in Italia Taparelli e Sordi p(parte secondapagg. books.google/books?id=_y_qxX2vxrEC&pg=PA229&lpg=%20LA+ CIVILTA + CATTOLICA +%C2%AC-+1929#v= onepage&q&f=false La Civiltà Cattolica1929La rinascita del tomismo a Napoli  (parte primaI collaboratori del Taparelli (parte secondaIl peripato in azione pagg.books.google/books?id=7dtNAAAAMAAJ&pg=PA318-IA1&l#v=onepage&q&f=false La Civiltà Cattolica Il contributo della Compagnia di Gesù alla preparazione dell'enciclica “Aeterni Patris.” Serafino Sordi. Sordi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sordi” – The Swimming-Pool Library. 

 

Soria (Sant'Andrea a Lama). Filosofo. Nato forse a Pisa, e non a Livorno come sostenuto da alcuni autori, da Enrico e da Maria Elisabetta delle Sedie da Calci, la famiglia paterna risiedeva da tempo a Sant'Ilario in Campo, nell'isola d'Elba. Filosofo appartenente alla corrente del sensismo, insegnò all'Pisa, combatté il cartesianesimo ed esaltò Galileo Galilei. Scrive il saggio “Rationalis Philosophiae Institutiones”. Direttore della Biblioteca universitaria di Pisa. Pubblica a Pisa la “Raccolta di opuscoli filosofici e filologici.” Il saggio comprende “Dell’immaterialità delle nature intelligenti”; “Della potenza che ha lo spirito umano di determinar se medesimo chiamata libertà”; “Il virtuoso regime del proprio corpo è un bene indispensabile per la felicità della vita” e “Della natural dipendenza della salute corporea dall'Ilarità dello Spirito”; “Della Simpatia” – “Dialogo tra un Cav. Francese, e un Italiano” e l’”Esame del Giudizio di Monsieur Du Fresnoy circa Buonarroti”; “Sulle metamorfosi degl'insetti”; “Degl'influssi celesti”; “Dissertazione Accademica sull'Innesto”; “La teoria de' fosfori, e de' loro divarj.  Allievo di Grandi, segna il passaggio della scuola galileiana verso l'illuminismo. De Soria individual nello sviluppo economico il centro dell'interesse dell'attività politica. È sepolto nella chiesa di Sant'Andrea a Lama, in provincia di Pisa, paese di origine della madre.  Ugo Baldini, De Soria, Giovanni Gualberto, in "Dizionario biografico degli italiani", Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, Soria è attestato anche a Livorno ed è appartenuto a una nota famiglia locale. Cfr. Renzo Toaff, La nazione ebrea a Livorno e a Pisa  L.S. Olschki, Firenze, Gualberto De Soria, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giovanni Gualberto De Soria, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Gualberto De Soria. Soria. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soria” – The Swimming-Pool Library.

 

Sorrentino, Andrea. Vico. Bordon, La retorica di Vico.  Andrea SORRENTINO , G. B. V. e le razze mediterr.inee : in Bulletin italien di Bordeaux , a . XVII , n . 2 , avril - juin 1917 , pp . 96-101 . 19. Alberto ScrocCA , G. B. V. e un suo recente critico : in Rassegna nazionale di Firenze , 1-16 agosto e i ...

 

Sorrentino (Carbonara di Nola). Flosofo. Docente di filosofia a Salerno.  È tra i massimi esperti italiani del filosofo e teologo tedesco Friedrich Schleiermacher, ma oltre alle letture di carattere teologico-religioso, è anche ideatore di una filosofia autonoma ed originale. Sorrentino è infatti convinto che si debba ricercare una connessione tra le varie forme di sapere, spesso rinchiuse nell'ambito dei propri specialismi e pertanto sterili.   Dopo un periodo di studio passato in Italia (Milano, Napoli) e l'estero (Tubinga, Heidelberg) si laurea in Filosofia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico II". Consegue la laurea in teologia presso la facoltà teologica "San Luigi" di Napoli è ricercatore a Salerno. Rceve una borsa di formazione a Gottinga, a Kiel e a Monaco. Diviene ricercatore confermato a Salerno. è docente, tuttora in ruolo, di Filosofia della religione preso la medesima università.  La filosofia di Sorrentino si sviluppa soprattutto intorno a tematiche come il dibattito sulla religione, inteso nel senso di una problematizzazione e di una tematizzazione del religioso nella società moderna e contemporanea, a partire dal tardo Illuminismo fin ai giorni nostri. Sorrentino cerca di inquadrare il pensiero filosofico relativo all'etica e alla religione. Da qui parte il tentativo di una tematizzazione filosofica della dimensione simbolica. Il motore della ricerca è il tentativo di giungere ad una forma di connessione dei saperi che possa superare le difficoltà e le incomprensioni del mondo contemporaneo, non solo in ambito filosofico.  Altre opere: “La teologia della secolarizzazione: chiesa, mondo e storia; La filosofia della religione, Ermeneutica e filosofia trascendentale, Filosofia ed esperienza religiosa, Realtà del senso e universo religioso. Per un approccio trascendentale al fenomeno religioso; La dottrina della fede; Il valore della vita; Dialettica; Barth in discussione, Obbedire al tempo. L'attesa; La dialettica nella cultura romantic;  Religione e religioni; Il prisma della rivelazione. Una nozione alla prova di religioni e saperi, L'eredità dell'Illuminismo e la critica della religione, Diversità e rapporto tra culture, Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto tra le religioni, Nichilismo e questione del senso, Teologia naturale e teologia filosofica, La libertà in discussione, Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto fra le religioni, “La persona come paradigma di senso”. Dibattito sull'eredità di Mounier, La teologia politica in discussione, Salerno, su unisa. Giornale di filosofia della religione, su aifr. Sergio Sorerntino. Sorrentino. Keywords. Luigi Speranza,”Grice e Sorrentino”.

 

Sorrentino, Vincenzo.

 

Sotione (Roma). Filosofo. Teacher of Seneca. In glossary to Roman philosophers, in “Roman philosophers.”

 

Sozzini: -- Socinianism, Nella prima meta del sedicesimo sicolo nacquero in questa casa Lelio e Fausto Sozzini letterati insigni filosofi sommi della liberta di pensiero strenui propugnatori contro il soprannaturale vindice della umana ragione fondarono la celebre scuola Socinian precorrendo di tre secoli le dottrine del modern razionalismo – I liberali senesi ammiratori reverenti questa memoria posero 1879. A movement originating in the sixteenth century from the work of  reformer Laelius Socinus “Sozzini” and his nephew Faustus Socinus.  Born in Siena of a patrician family, Sozzini is widely read. Influenced by the evangelical movement, Sozzini makes contact with noted Protestant reformers, including Calvin and Melanchthon, some of whom questioned his orthodoxy. In response, Sozzini writes a confession of faith, one of a small number of his writings to have survived. After his death, Sozzini’s oeuvre was carried on by his nephew, Faustus, whose writings including “On the Authority of Scripture,” “On the Savior Jesus Christ,”  and “On Predestination,” expressed heterodox views. Sozzini believed that Christ’s nature is entirely human, that the souls does not possess immortality by nature though there is selective resurrection for believers, that invocation of Christ in prayer is permissible but not required, and he argues, like Grice, Pears, and Thomson, against predestination. After publication of his  writings, Sozzini is invited to Transylvania and Poland to engage in a dispute within the Reformed churches there. He decides to make his permanent residence in Poland, which, through his tireless efforts, became the center of the Socinian movement. The most important document of this movement was the Racovian Catechism, published shortly after Faustus’s death. The Minor church of Poland, centered at Racov, became the focal point of the movement. Its academy attracted hundreds of students and its publishing house produced books in many languages defending Socinian ideas. Socinianism, as represented by the Racovian Catechism and other writings collected by Faustus’s disciples, involves the views of Laelius and especially Faustus Socinus, aligned with the anti-Trinitarian views of the Polish Minor church.. It accepts Christ’s message as the definitive revelation of God, but regards Christ as human, not divine; rejects the natural immortality of the soul, but argues for the selective resurrection of the faithful; rejects the doctrine of the Trinity; emphasizes human free will against predestinationism; defends pacifism and the separation of church and state; and argues that reason  not creeds, dogmatic tradition, or church authority  must be the final interpreter of Scripture. Its view of God is temporalistic: God’s eternity is existence at all times, not timelessness, and God knows future free actions only when they occur. In these respects, the Socinian view of God anticipates aspects of modern process theology. Socinianism was suppressed in Poland in 1658, but it had already spread to other European countries, including Holland where it appealed to followers of Arminius and England, where it influenced the Cambridge Platonists, Locke, and other philosophers, as well as scientists like Newton. In England, it also influenced and was closely associated with the development of Unitarianism. Sozzini. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Sozzini, rationalism, and moi”, Luigi Speranza, “Grice e Sozzini” – The Swimming-Pool Library.

 

Spadaro (Messina), Filosofo. Laureato a Messina, entra subito dopo nel noviziato della Compagnia di Gesù. Insegna lettere a Roma per 2 anni dal 1991 al 1993. Il 21 dicembre 1996 riceve l'ordinazione presbiterale e il 24 maggio 2007 pronuncia i voti solenni nella Compagnia di Gesù. Consegue la licenza in Teologia Fondamentale, il diploma in Comunicazioni Sociali, il dottorato di ricerca in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Completa la sua formazione negli Stati Uniti, nella Provincia dei gesuiti di Chicago. Comincia a scrivere per la rivista La Civiltà Cattolica e dal 1998 entra a far parte in maniera stabile della redazione. Si occupa soprattutto di teoria della letteratura e di critica letteraria, in particolare legata ad autori contemporanei italiani (tra questi, Cesare Pavese, Alda Merini, Giorgio Bassani, Mario Luzi, Pier Vittorio Tondelli) e scrittori statunitensi (dai classici come Emily Dickinson, Walt Withman, Flannery O'Connor e Jack London ai contemporanei come J. Kerouac, R. Carver). Tra le materie che tratta vi sono anche la musica (B.  Springsteen, T. Waits, N. Drake, N. Cave), l'arte contemporanea (M. Rothko, E. Hopper, A. Warhol, J.-M. Basquiat), il cinema e le nuove tecnologie della comunicazione e il loro impatto sul modo di vivere e pensare (in particolare su , Second Life, sulla lettura digitale, sui vari social networks, sulla filosofia hacker o sulla cyberteologia).  Ha fondato BombaCarta, un progetto culturale che coordina iniziative di scrittura creativa, produzione video e lettura anche su internet. È curatore della collana di poesia L'Oblò delle edizioni Ancora. Insegna presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale della Pontificia Università Gregoriana --  è a capo del comitato scientifico "La sfida e l'esperienza" che raccoglie docenti e manager interessati ai temi della spiritualità e dell'innovazione. Viene incaricato di coordinare le attività culturali della Compagnia di Gesù in Italia. Sabato 24 febbraio 2007 è il relatore principale al primo evento organizzato dai Gesuiti sulla musica rock nel quale riabilita la dignità musicale (non liturgica) del genere nel suo complesso, limitandone la condanna alla valutazione di rari e singoli casi.   Padre Antonio Spadaro davanti alla raccolta completa di La Civiltà Cattolica. Diviene Rettore della Comunità dei gesuiti de La Civiltà Cattolica. -- è annunciata la sua nomina a direttore della rivista.. Nel numero del 1º ottobre  della rivista è apparso il suo articolo di presentazione nella nuova veste di direttore.  La sua attività in Rete è legata, oltre alla presenza nei social network, anche allun sito personale e di due blog: uno dedicato alla CyberTeologia e uno dedicato a Flannery O'Connor. Benedetto XVI lo nomina consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e anche consultore del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Nel gennaio  ha ricevuto a Caserta il prestigioso premio "Le Buone NotizieCivitas Casertana", uno dei più importanti premi di giornalismo italiani, unico nel suo genere a livello internazionale.  Ad agosto  incontra più volte papa Francesco per conto de La Civiltà Cattolica e di altre 15 riviste della Compagnia di Gesù. Il contenuto delle conversazioni è stato pubblicato sotto forma di intervista a settembre  ed ampiamente ripreso dalla stampa internazionale.  L'articolo di La Civiltà Cattolica. Spadaro ha dedicato un articolo a . L'articolo analizza il significato di  nel contesto culturale italiano, ne analizza la storia, e ne mette in evidenza pregi e limiti.  La sua conclusione è:  «Dalla descrizione e dalle valutazioni compiute comprendiamo bene come  rappresenti un sogno illuminista di descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia» rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti  è come un organismo vivente: cresce (al ritmo del 7% ogni mese), si ammala, è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne, ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto  nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua: la democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia potrebbe nascondere una nuova forma di "torre di Babele", che ha il suo tallone di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo.»  Concede un'intervista a Wikinotizie-Wiki@Home, pubblicata con il titolo Intervista al gesuita 2.0, nella quale commenta l'articolo e spazia sulle tematiche inerenti  e il mondo della rete internet.  Pubblicazioni Tracce profonde. Il viaggio tra il reale e l'immaginario, Roma, Città Nuova, Radio on. Tra le colonne sonore  (Napoli, Giannini); Lo sguardo presente. Una lettura teologica di “Breve film sull'amore di K. Kieslowski”, Rimini, Guaraldi, Del volume esiste anche una versione elettronica. P. Tondelli. Attraversare l'attesa” (Reggio Emilia, Diabasis); “Laboratorio″. Tondelli e la nuova narrativa italiana, Reggio Emilia, Diabasis) Il volume è apparso anche come pubblicazione digitale a puntate settimanali sul sito di RaiLibro della Radio Televisione Italiana]. Carver. Un'acuta sensazione d'attesa, Padova, Messaggero di Sant'Antonio Editrice,  A che cosa «serve» la letteratura?, Leumann (To)-Roma, Elle Di Ci La Civiltà Cattolica,  [Premio Capri per la sezione Letteratura e Premio Crotone sezione Giovane critici italiani] Lontano dentro se stessi. L'attesa di salvezza in Pier Vittorio Tondelli, Milano, Jaca Book, Connessioni. Nuove forme della cultura al tempo di internet, Bologna, Pardes  [qui intervista sul libro a Radio Vaticana] La grazia della parola. Karl Rahner e la poesia, Milano, Jaca Book, Nella melodia della terra. La poesia di K. Wojtyla, Milano, Jaca Book,  Abitare nella possibilità. L'esperienza della letteratura,  I, Milano, Jaca Book, L'altro fuoco. L'esperienza della letteratura,  II, Milano, Jaca Book, Alla ricerca del lupo. Genio, tensioni, vanità, Bologna, Pardes); “Nell'ombra accesa. Breviario poetico di Natale, Milano, Ancora, . Web 2.0 Reti di relazione, Milano, Paoline, . Svolta di respiro. Spiritualità della vita contemporanea, Milano, Vita & Pensiero, . Cyberteologia. Pensare il cristianesimo al tempo della rete, Milano, Vita & Pensiero, . Curatele Chris Cappell, Lasciami correre via, Padova, Messaggero, 2001. François Varillon, Traversate di un credente, Milano, Jaca Book); Rowan Williams, La dodicesima notte (Milano, Ancora); Hopkins, La freschezza più cara. Poesie scelte, Milano, Rizzoli); Whitman, Canto una vita immensa, Milano, Ancora, Un Dio sempre più grande. Pregare con i gesuiti, Milano, Ancora.  bio, su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, Antonio Spadar obio, su laciviltacattolica. Saggi su "La Civiltà Cattolica", su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, BombaCarta, su bombacarta.com. accesso=16 agosto .  Antonio Spadaro, L'OblòAncora, su ancoralibri. Orazio La Rocca, I gesuiti benedicono il rock: "La musica di Springsteen & Co parla all'anima", Repubblica. Padre Antonio Spadaro nuovo direttore di Civiltà Cattolica: cogliere pienamente la sfida digitale, su oecumene.radiovaticana.org. Antonio Spadaro, Antonio Spadarosocial networks, antoniospadaro.net. Cyberteologia, su cyberteologia. Accesso Flannery O'Connor, su flanneryoconnor. Nomina di consultori del Pontificio Consiglio della Cultura, su press.catholica.va. Rinunce e nomine, su Bollettino della Santa Sede, Bollettino della Santa Sede.  Su La Civiltà Cattolica la mia intervista a Papa Francesco, su cyberteologia, Intervista a papa Francesco , in La Civiltà Cattolica, Copia archiviata, su laciviltacattolica7)., La Civiltà Cattolica  intervista al gesuita, Opere di Antonio Spadaro. Registrazioni di Antonio Spadaro, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Antonio Spadaro: Cyberteologia, sul  RAI Filosofia, su filosofia.rai. Antonio Spadaro.. Spadaro. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadaro” – The Swimming-Pool Library.

 

Sparti (Roma). Filosofo. È professore a Siena, Pisa, e l'Università della Svizzera italiana. Insegna a Milano e l'Bologna. Fondatore e membro del comitato di direzione della rivista Studi culturali.  Collabora a numerose riviste scientifiche ("Iride", "Paradigmi", "Rivista di estetica", "Rassegna italiana di sociologia", "Intersezioni"). Concentrato la sua attenzione sull'estetica dell'improvvisazione.  Riconoscimenti "Research Fellow" della fondazione Humboldt presso la Johann Wolfgang Goethe-Universität. "Fellow" del Collegium Budapest-Institute For Advanced Study, in Ungheria. Note  USIDati personali: Davide Sparti  . Opere principali: “Se un leone potesse parlare. Indagine sul comprendere e lo spiegare” (Firenze, Sansoni); “Sopprimere la lontananza uccide” “Davidson e la teoria dell'interpretazione” (Firenze, Nuova Italia) “Epistemologia delle scienze sociali” Roma, Nuova Italia Scientifica); “Soggetti al tempo. Identità personale fra analisi filosofica e costruzione sociale” ( Milano, Feltrinelli); “Identità e coscienza” (Bologna, Il Mulino); “Wittgenstein politico, (saggi di J. Bouveresse, S. Cavell, D. Davidson, B. Williams, ed altri, introdotti e trascelti da D. Sparti), Milano, Feltrinelli. “Epistemologia delle scienze sociali” (Bologna, Mulino); “L'importanza di essere umani: etica del ri-conoscimento” (Milano, Feltrinelli); “Suoni inauditi. L'improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana” (Bologna, Il Mulino); “Musica in nero. Il campo discorsivo del jazz, Torino, Bollati); “Il corpo sonoro. Oralità e scrittura nel jazz, Bologna, Il Mulino); “L'identità incompiuta: paradossi dell'improvvisazione musicale, Bologna, Il Mulino  Sul tango. L'improvvisazione intima, Bologna, Il Mulin. Sparti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sparti” – The Swimming-Pool Library.

 

Spaventa (Bomba). Filosofo. Fratello maggiore del patriota Silvio, nacque da un'agiata famiglia borghese. Sua madre, Maria Anna Croce, e pro-zia di Croce. Studia a Chieti  ottenuto l'incarico di docente di matematica, si trasferì col fratello a Montecassino. La sua formazione continuò a Napoli, dove si dedicò anche allo studio del tedesco; fu infatti tra i primi a studiare i filosofi tedesci in tedesco – Grice: “Which is the right thing to do – and which Ryle, or Strawson, for that matter – are unable to!”  Si avvicinò ai circoli liberali e a pensatori come Colecchi e Antonio Tari. Fondò una scuola o academia di filosofia; inoltre partecipò alla redazione de Il Nazionale, il giornale fondato e diretto dal fratello Silvio.  Dopo l'abrogazione della Costituzione da parte di Ferdinando II, fu costretto a lasciare Napoli per trasferirsi prima a Firenze, quindi a Torino, dove divenne giornalista scrivendo su giornali e riviste piemontesi: Il Progresso, Il Cimento, Il Piemonte, Rivista Contemporanea. È nel periodo torinese che Spaventa si avvicinò al pensiero di Hegel ed elaborò il proprio sistema filosofico e il pensiero politico: pubblicò, tra l'altro, una serie di saggi in cui polemizzava con La Civiltà Cattolica, rifiutando l'idea di religione come passo necessario per lo sviluppo umano.  Egli in tal modo condivise con altri esuli napoletani gli stessi fermenti patriottici e liberali che avevano nell'idealismo hegeliano il loro motivo ispiratore. In Napoli, l'idea hegeliana penetra nelle menti de' cultori della scienza, i quali mossi come da santo amore si affratellavano, e con la voce e con gli scritti la predicavano. Né i sospetti già desti della polizia, né le minacce e le persecuzioni valsero ad infievolire la fede in questi arditi difensori della indipendenza del pensiero; i numerosi studenti raccolti da tutti i punti del Regno nella grande capitale disertavano le cattedre, ed accorrevano in folla ad ascoltare la nuova parola. Era un bisogno irresistibile ed universale, che li spingeva ad un ignoto e splendido avvenire, all'unità organica dei diversi rami della cognizione umana; ifilosofi, partecipavano al general movimento, ed ambivano soprattutto, come gli antichi italiani, di essere veri filosofi. Chi può ridire la gioia, le speranze, l’entusiasmo di quel tempo? Chi può ridire l’affetto col quale si amavano i maestri e gli allievi, e insieme procedevano alla ricerca della verità? Era un culto, una religione ideale, nella quale si mostravano degni nepoti dell'infelice Nolano.»  Studii sopra la filosofia di Hegel, Torino, «Rivista Italiana». Ottenne la cattedra di Filosofia a Modena, poi quella di Storia della Filosofia presso l'Bologna e Napoli. Tenne le lezioni in cui espose le sue teorie sul rapporto di circolarità tra pensiero italiano ed europeo. Scopo di questa interpretazione era quello di liberare la cultura filosofica italiana dal suo provincialismo, attraverso la diffusione nella penisola dell'idealismo tedesco, in particolare hegeliano. Fu anche deputato del Regno d'Italia per tre legislature: fu sostenitore di una politica laica e legata ad un forte senso dello Stato, considerato come sorgente dei princìpi e dei valori ispiratori di un armonioso sviluppo civile, da cui gli individui e la comunità devono trarre l'alimento necessario per una crescita ordinata e corretta». Secondo Gentile, la filosofia di Spaventa poggia su tre cardini fondamentali:  la tesi della «circolazione europea del pensiero italiano» che dimostri il percorso dinamico della filosofia moderna attraverso l'Europa e il suo ritorno in Italia dove aveva avuto origine; la riforma della dialettica hegeliana, per salvare l'identità di essere e pensiero escludendo ogni presupposto «oggettivo» esterno al pensare; il recupero dell'aspetto pratico nel processo conoscitivo che eviti la caduta in un «astratto idealismo». La circolazione del pensiero europeo La tesi spaventiana della circolazione del pensiero europeo si articola in due passaggi:  l'affermazione che la filosofia italiana del Rinascimento, connotata dal naturalismo e dall'immanentismo, ha precorso la filosofia moderna, giungendo attraverso Spinoza agli idealisti tedeschi Fichte, Schelling, Hegel. il ritorno in Italia della filosofia moderna, con la riappropriazione dei filoni spiritualistici europei da parte di Rosmini e Gioberti. Mentre per la critica tradizionale la filosofia italiana era caratterizzata dalla sua ininterrotta fedeltà alla linea platonico-cristiana, lo Spaventa cercò di dimostrare, con gli studi dedicati al pensiero del Rinascimento, che la filosofia moderna, laica e idealistica, generalmente associata alla Riforma luterana, in realtà era nata in Italia, pur essendosi arrestata poi a causa della Controriforma, per conoscere il suo massimo sviluppo in Germania: egli interpretò con chiave di lettura hegeliana questo progressivo passaggio dello Spirito filosofico dall'Italia all'Europa, e il suo successivo ritorno, sottolineando la continuità del razionalismo di Cartesio col principio innatistico di Tommaso Campanella della cognitio abdita, dell'empirismo di John Locke con la campanelliana cognitio illata («nozione acquisita»), dell'immanentismo di Baruch Spinoza col panteismo di Giordano Bruno, del criticismo di Immanuel Kant con la «metafisica della mente» di Vico, mentre poi Pasquale Galluppi e Antonio Rosmini si sarebbero riappropriati inconsciamente di quello stesso spirito permeato dal kantismo, come Vincenzo Gioberti di quello dell'idealismo tedesco.  «Ripigliare il sacro filo della nostra tradizione filosofica, ravvivare la coscienza del nostro libero pensiero nello studio dei nostri maggiori filosofi, ricercare nelle filosofie delle altre nazioni i germi ricevuti dai primi padri della nostra filosofia e poi ritornati fra noi in forma nuova e più spiegata di sistema, comprendere questa circolazione del pensiero italiano, della quale in gran parte noi avevamo smarrito il sentimento, riconoscere questo ritorno del nostro pensiero a sé stesso nel grande intuito speculativo del nostro ultimo filosofo Hegel, sapere insomma che cosa noi fummo, che cosa siamo e che cosa dobbiamo essere nel movimento della filosofìa moderna, non come membri isolati e scissi dalla vita universale dei popoli, nè come avvinti al carro trionfale d'un popolo particolare, ma come nazione libera ed eguale nella comunità delle nazioni: tale, o signori, è stato sempre il desiderio e l'occupazione della mia vita. Prolusione alle lezioni di Storia della filosofia nell'Bologna, Modena, Regia Tipografia Governativa) Uno dei suoi propositi, giustificato dalla stessa tesi della circolazione del pensiero europeo, era il tentativo di far uscire gli intellettuali italiani dal provincialismo stagnante in cui versavano, apportando loro gli elementi più innovativi del pensiero idealistico d'oltralpe, per dare un fondamento filosofico-culturale al processo rivoluzionario dell'unificazione nazionale. La rivoluzione storica da attuare non e il programma neo-guelfo del primato morale e civile di Gioberti che ripudia in blocco la filosofia moderna, ma anda intesa hegelianamente come «toria della libertà, nella quale lo spiritualismo non significava un'involuzione, bensì un riallineamento alle nazioni più avanzate. Son molti ancora in Italia i quali tacciano di astratta e oscura la filosofia alemanna e, reputandola contraria alla natura speculativa dell'ingegno italiano, si accontentano di una maniera di sapere che non ha nessuna connessione con la nostra tradizione filosofica; è un perpetuo oltraggio alla memoria de' nostri sommi ed infelici pensatori, e la principal cagione del decadimento della scienza tra noi. Costoro dimenticano la storia del pensiero italiano, della quale furono gli eroi e martiri i nostri filosofi; non ricordano i roghi di Bruno e di Vanini, la lunga prigionia di Campanella, e l'umile pietra che, nel tempio de' Gerolomini in Napoli, ricopre le ceneri di Vico, ultima luce del nostro mondo intellettuale. Non i nostri filosofi degli ultimi duecento anni, ma Spinoza, Kant, Fichte, Schelling ed Hegel, sono stati i veri discepoli di Bruno, di Vanini, di Campanella, di Vico, ed altri illustri. (Principii di Filosofia). Non si limitò a recepire passivamente l'hegelismo, ma da avvio ad una sua profonda revisione, introducendovi temi originali che cerca di riprendere dalla tradizione autoctona italiana.  In particolare, cerca di rispondere alle critiche di Trendelenburg, il quale non vede come dal primo momento della logica hegeliana, quello dell'essere puro e indeterminato, puo scaturire il divenire dialettico dello spirito, se non tramite un'indebita intromissione dal di fuori. Per dimostrare l'identità dell'essere col spirito, e quindi che l'Idea è intrinseca alla realtà storica, avente come scopo la libertà, sostenne l'esigenza di mentalizzare o kantianizzare» la logica di Hegel, unificando quest'ultima con la fenomenologia, cioè col percorso conoscitivo del singolo individuo umano, che diventa progressivamente auto-cosciente di avere in se stesso, nello proprio spirito, tutta la realtà assoluta logicamente articolata. Riforma così la dialettica hegeliana nell'ottica di Kant e Fichte, ritenendo prevalente l'atto soggettivo (no inter-soggetivo) della coscienza trascendentale rispetto ad ogni presupposto oggettivistico o inter-soggettivistico), valorizzando inoltre il momento finale dello spirito rispetto alle fasi precedenti della logica e della natura, situate fuori dall'auto-coscienza. È lo spirito la protagonista di ogni originaria produzione.  In maniera simile a Fischer, infatti, la deduzione hegeliana, che dalla contrapposizione di essere e nulla faceva scaturire il divenire, venne intesa in senso kantiano e fichtiano dando il primato alla sintesi unificatrice del divenire: è lo spirito, nel suo perenne fluire, che dà luogo all'essere, il quale, originariamente indeterminato e perciò in-concevibile, si rivela un non-essere, essendo posto all'interno dello spirito stesso. Per questo primato assegnato all'atto del concivere, fa da apripista all'idealismo attuale di Gentile. Per contrastare l'avanzata del positivismo che e penetrato in Italia dopo la raggiunta unità nazionale, di fronte all'esaurirsi delle spinte ideali che caratterizzano il Risorgimento, si impegna nella valorizzazione dell'aspetto pratico del processo spirituale, per evitare la caduta in un «stratto idealismo, che non cura né pregia lo sperimento. In particolare riprese da Vico una concezione pratica e storica della metafisica dell'assoluto, intendendo l'auto-coscienza hegeliana (quale Begierde, cioè appetizione») come umanità, ovvero impeto che agisce nel soggetto umano. Analogamente puo sostenere, nel tracciare LA STORIA DELLO SPIRITO ITALIANO che è il soggetto umano a dare concretezza e coscienza di sè al processo storico. La Riforma della modernità che aveva abolito i vecchi principi della filosofia scolastica si basa per l'appunto sull'immanenza di Dio e sulla capacità della coscienza umana di auto-determinarsi e di accedere direttamente all'Infinito, come enunciano Bruno e Campanella. Il riconoscimento del valore infinito dell'uomo ha ripercussioni anche sulla concezione etico-politica, stimolando studi e interessi sulla filosofia hegeliana del diritto.  Permase una viva concezione etica dello stato italiano, che lo indusse a rinvenire nell'idealismo hegeliano la sintesi tra la corrente post-illuministica, basata sull'arbitrio individuale soggetivo e su una concezione meramente contrattualistica dello Stato, ed il cattolicesimo liberale, fondato viceversa sull'arbitrio divino e sull'aderenza dogmatico-confessionale al principio d'autorità. Il suo liberalismo rigetta l'individualismo o soggetivismo che privilegia l'interesse del singolo portandolo a servirsi dell'organismo universale per i propri fini, distruggendo la società. Allo stato italiano spetta dunque la funzione pedagogica di promuovere gli interessi DI TUTTI, di ogni italiano, tutelando la famiglia, in cui si forma l'individuo o soggeto, e al contempo la società civile.  La famiglia e la società civile hanno la loro verità nello stato. Dove lo stato italiano non è altro che famiglia (lo stato patriarcale italiano), o una istituzione di pubblica sicurezza (polizia italiana), non solo lo stato italiano non è il vero stato, ma né la famiglia né la società civile esistono nella loro vera forma. Lo stato italiano è l'unità del principio della famiglia e del principio della società civile (della naturalità umana e del libero volere, del diritto e della moralità). Non è una semplice associazione fondata mediante il libero arbitrio soggetivo, o il patto inter-soggetivo etc, né una associazione puramente naturale. È tutto ciò insieme. È assoluta soggettività etica dei individui.. Assoluta, perché è sostanza; soggettività, perché è saputa e voluta dagli individui liberamente come la loro stessa essenza (etica) e universalità. Dove manca tale sapere e volere, lo stato italiano non è libera soggettività, e l'individuo non ha vero valore (individualismo moderno). In altri termini, è la sostanza nazionale, conscia veramente e realmente di se medesima; lo spirito del popolo (come tale, come spirito etico) nella sua vera e perfetta esistenza. Studi sull'etica hegeliana. Poiché il potere stesso dello stato italiano può essere utilizzato da un individuo o da una classe in vista dei suoi interessi di parte, accetta il modello costituzionale, sebbene non privo di conflitti tra particolarità e universalità, nel quale la personalità dello stato italiano e elevata sopra la lotta sociale. Ripudiando l'astratto cosmopolitismo, lo stato italiano va dunque inteso come l'immanenza di dio, dell'universalità dello spirito italiano calato nella concretezza della nazionalità del popolo italiano, tutti uguali, ratelli dell'umana famiglia. È con Spaventa soprattutto che la filosofia in Italia cessa d'essere esercitazione accademica e vacua speculazione, si avvia a diventare organica visione del mondo, da cui derivi e consegua una morale, si avvia cioè a diventare religione laica, dando inizio a quel largo movimento di distacco di intellettuali dalla chiesa cattolica. (G. Arfé, L'hegelismo napoletano e Spaventa, in «Società», Firenze. E uno dei maggiori teorici che si sforzarono dare un un'impronta ideale e spirituale al percorso risorgimentale verso l'unità d'Italia, non limitata all'ambito filosofico, come riconobbero in seguito storici e studiosi del Risorgimento. Con lui e De Sanctis e giunta al culmine quella motivazione politica della nazione italiana che e la caratteristica in forza della quale il movimento sorto a Napoli supera i limiti di un episodio regionale. Da noi, gl’italiani, al contrario che in Inghilterra e in Francia, l'hegelismo non è stato solo una filosofia ma un elemento della vita civile della nazione italiana nel momento culminante del suo Risorgimento. (S. Landucci, L'hegelismo in Italia nell'età del Risorgimento, in «Studi storici», Roma. Spaventa influe profondamente, attraverso la mediazione di Jaja, anche l'idealismo italiano di Gentile, il quale porta a termine il lavoro di kantianizzazione o mentalizzazione di Hegel avviato da lui, trasformando la sua dottrina in un compiuto attualismo o filosofia dell'atto, basata cioè sul perenne dinamismo dell'atto del pensiero. Gentile cura inoltre la pubblicazione della spaventiana prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella Napoli, ri-nominandola significativamente “La filosofia italiana”, ritenendola un saggio di carattere non solamente storiografico, ma soprattutto fenomenologico, in cui cioè lo spirito della filosofia italiana esprime la sua ritrovata coscienza di sè. Gentile si confronta ampiamente con lui nella propria riforma della dialettica hegeliana, oltre a raccogliere e sistemare alcuni suoi scritti inediti, tra cui un frammento giudicato uno snodo importante verso la genesi del proprio attualismo, contribuendo alla riscoperta e alla rinascita degli studi intorno alla dottrina spaventiana. Anche l'idealista Croce, che dopo la morte dei genitori andò a vivere da Silvio Spaventa, segue le sue lezioni, apprezzandone soprattutto lo spirito profondamente liberale. Altri di suoi scolari, o allievi sono Fiorentino, Maturi, Jaja, Masci, Tocco, Labriola, ed Alfonso. Nuovi studi sono sorti in occasione del bicentenario della nascita di Spaventa e De Sanctis. Opere: “La filosofia di Kant e la sua relazione colla filosofia italiana” Unione Tipografica-editrice, Torino, “Principii di filosofia” Stabilimento Tip. Ghio, Napoli, “Studi sull'etica di Hegel” Stamperia della Regia Università, Napoli “La filosofia di Gioberti” Tip. del Tasso, Napoli, “Saggi critici di filosofia, politica e religione” Tip. Giordano Bruno, Roma. “La dottrina della conoscenza di Bruno” Stamperia della Regia Università, Napoli. “Principi di etica” Pierro, Napoli. “La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea” G. Gentile, Laterza, Bari. “Logica e metafisica” G. Gentile, Laterza, Bari. Opere, G. Gentile, raccolte e aggiornate da Italo Cubeddu e Simona Giannantoni, "Classici della Filosofia", Sansoni, Firenze. Opere, saggio introduttivo, prefazioni, note e apparati di Francesco Valagussa, postfazione di Vincenzo Vitiello, Bompiani, Milano. Quattro articoli sulla filosofia tedesca (Kant, Fichte, Schelling, Hegel), Giuseppe Landolfi Petrone, Il Prato,  Edizione critica delle Opere psicologiche inedite Domenico D'Orsi: Lezioni di antropologia, Psiche e metafisica  Elementi di psicologia speculativa, Sulle psicopatie in generale. Note  Cit. in B. Spaventa, Antologia degli scritti, G. Vacca, pag. 17, Bari, Laterza. Piero Di Giovanni, Giovanni Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo, FrancoAngeli, Gentile e Spaventa, su treccani.  Bertrando Spaventa, su treccani.  Bertrando Spaventa: il contributo italiano alla storia del pensiero, su treccani.  «In quel tempo, che gli Austriaci — "i Tedeschi" dicevano generalmente in Italia — dimoravano non solo nelle contrade lombarde e venete, ma anche in Toscana, io non avevo il coraggio di dire: filosofia tedesca» (nota di B. Spaventa).  Principii di Filosofia, Napoli, Ghio. Le tradizioni filosofiche nell'Italia unita, di Giovanni Rota.  Ugo e Annamaria Perone, Giovanni Ferretti, Claudio Ciancio, Storia del pensiero filosofico,  Torino, SEI, Cit. di Giovanni Gentile in Della vita e degli scritti di Bertrando Spaventa, prefazione a Bertrando Spaventa, Scritti filosofici, Napoli, A. Morano & figlio, Fernanda Gallo, Gli hegeliani di Napoli e il Risorgimento, in LEA, «Lingue e letterature d'Oriente e d'Occidente», n. 6, Firenze University Press, .  Spaventa fu autore in proposito anche di saggi psicologici come Sulle psicopatie in generale,  o La legge del più forte, in cui si confrontava tra l'altro col darwinismo.  Studi sull'etica hegeliana, Napoli, Stamperia della R. Università, Il concetto di nazione (nazionalità) segna in lui un superamento della filosofia hegeliana della storia basata sul susseguirsi di popoli-guida (cfr. Carratelli, Storia e civiltà della Campania (Napoli, Electa); “Studii sopra la filosofia di Hegel”; “Unificazione nazionale ed egemonia culturale, G. Vacca (Bari, Laterza); E. Garin, “La fortuna nella filosofia italiana” in  L'opera e l’eredità di Hegel (Bari, Laterza); I.  Cubeddu, Da Spaventa a Gentile: Kant e il neoidealismo, in "La tradizione kantiana in Italia", Atti del convegno della Società filosofica italiana  (Messina, G.B.M.); La raccolta gentiliana delle sue opere venne riedita e curate da I. Cubeddu e S. Giannantoni, e ri-stampata da F. Valagussa e V. Vitiello. Coscienza nazionale, treccani.  G. Gentile, Bertrando Spaventa (Firenze, Vallecchi); G. Vacca, Politica e filosofia (Bari, Laterza); R. Bartot, L'hegelismo di Spaventa (Firenze, Olschki); I. Cubeddu, Bertrando Spaventa: Edizioni e studi (Firenze, Sansoni); T. Serra, Bertrando Spaventa: etica e politica (Roma, Bulzoni); R. Franchini, Dalla scienza della logica alla logica della scienza” (Napoli, Pironti); E. Garin, Filosofia e politica” (G. Tognon, Napoli, Bibliopolis); E. Garin, Bertrando Spaventa, Napoli, Bibliopolis,  L. Gentile, “Coscienza Nnzionale” (Chieti, Ed. NOUBS, G. Origo “Perpetuazione e difesa della filosofia italica” (Roma, Bibliosofica); A. Savorelli, Il contributo italiano alla storia del Pensiero Filosofia (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); Attualismo Hegelismo Idealismo italiano Idealismo tedesco Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani,  Istituto dell'Enciclopedia Italiana. storia.camera, Camera dei deputati.  Archivi di Teatro Napoli, Foto di Bertrando Spaventa su cir.campania.beniculturali. D. Fusaro, “Spaventa: Il far intendere Hegel all'Italia, vorrebbe dire ri-fare l'Italia), su filosofico.net. 2 Silvio e Bertrando Spaventa dal sito del comune di Bomba, Gentile e Spaventa, su treccani. Scritti filosofici di Bertrando Spaventa, G. Gentile. Gli hegeliani di Napoli e il Risorgimento, su fupress.net. su Spaventa, su treccani. Spaventa. Keywords: italianita, Englishry, Englishness, English nation, the English, the English tongue, the tongue of the English, the tongue of the Anglians, the English spirit, the English ghost.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spaventa” – The Swimming-Pool Library.

 

Spedalieri (Bronte). Fiosofo. Figlio Vincenzo e da Antonina Dinaro, studiò nell'Oratorio di S. Filippo Neri di Bronte e dnel seminario di Monreale dove  insegnò filosofia. Alcune sue tesi, considerate eretiche a Palermo, furono invece approvate e stampate a Roma con il titolo di Propositionum theologicarum specimen. Trasferitosi a Roma, entrò a far parte dell'Arcadia con il nome di Melanzio Alcioneo.  Pio VI gli diede il titolo di beneficiato della Basilica Vaticanache comportava una modesta rendita mensilee l'incaricò di scrivere la storia del prosciugamento dell'Agro pontino, che non riuscì a terminare e fu stampata soltanto col titolo De' Bonificamenti delle terre pontine. NContro l'Enciclopedia degli illuministi, uscì la sua Analisi dell'Esame critico del signor Nicola Fréret sulle prove del Cristianesimo e  il Ragionamento sopra l'arte di governare e il Ragionamento sulla influenza della religione cristiana nella società civile.  Scrisse la Confutazione dell'esame critico del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, contro la famosa opera del Gibbon sulla storia dell'Impero romano, la cui caduta veniva imputata dallo storico inglese all'influenza negativa della religione cristiana. Altre opere: “Dei diritti dell'uomo libri VI “Nell'opera più importante Dei diritti dell'uomo, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione di Assisi, si rifece alle concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina del contratto sociale come origine della società, ma contestandone la tesi di un originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto all'interno della società civile l'uomo può realizzare i suoi bisogni di felicità e di perfezione. Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla natura, è la società civile: ciò fu dimostrato; e vuol dire, che l'uomo non può rinunziare, generalmente parlando, alla società civile senza opporsi alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale il Principato il Popolo non ha diritto di disfare il principato. Se la forma migliore di governo è, il principato, e al principe il popolo affida le tre facoltà di giudicare, di decretare e di eseguire, il popolo non può togliergli il principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi leggieri, senza motivi, perché violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il do ut facias, a meno che egli non faccia ciò che si era impegnato a fare in cambio della proprietà del principato: ossia, custodire i diritti naturali di ciascuno e dirigere tutte le operazioni del principato alla felicità de' sudditi. Questa è la base del contratto, e se invece il principe «prendesse a distruggere i diritti naturali di ognuno, a sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del contratto non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba «investirne un altro con auspici migliori».  Ma chi deciderà che il contratto stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il contratto siasi sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale dichiarazione a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe. E il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti tutti i sudditi può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero corpo e formato da tutti i magistrati, tutti gl’ordini de' cittadini, le persone illuminate, probe, e non soggette all'impeto del momento ogni colta nazione nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio, per così dire, immortale, che rappresenti permanentemente tutti gl'individui. Laonde basta che la dichiarazione si faccia da questo corpo, per esser legale. Qualora il principe resista e voglia mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno, il corpo della nazione mai però un singolo cittadinopotrà legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato, che rifiutava tanto il principio della sovranità popolare quanto il primato della religione nel governo dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione francese. La garanzia di assicurare i diritti fondamentali dell'uomo è data dalla religione cristiana che ha come princìpi essenziali l'amore e la carità verso il prossimo. Polemizza anche contro i giansenisti che accusa di giacobinismo e di spirito sovvertitore dei troni.  Gli rispose con asprezza Tamburini nello scritto Lettere teologico politiche sulla presente situazione delle cose ecclesiastiche.  Il riconoscimento che la sovranità derivi dal popolo e che questi, attraverso i suoi delegati, possa giungere a rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e inimicizie da parte dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al saggio, che ha alla sua uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione in tutta Europa. Soltanto nella seconda metà dell'Ottocento esso puo nuovamente circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale, venne nuovamente ignorato. La sua morte improvvisa fa nascere la diceria che il decesso fosse avvenuto per avvelenamento. Ludovico Geymonat e Renato Tisato, «Il pensiero filosofico-pedagogico italiano, Filosofi e pedagogisti estranei all'illuminismo». In : Ludovico Geymonat , Storia del pensiero filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); G. Melzi, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi relazione all'Italia. Milano : Coi torchi di L. di Giacomo Pirola, N. Nicolini, op. cit..  C. Giurintano, Società e Stato (Palermo). A. Pisanò, Una teoria comunitaria dei diritti umani: i diritti dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italian. Analisi dell'Esame critico del signor Nicola Frèret sulle prove del cristianesimo Ragionamento sopra l'arte di governare Ragionamento sulla influenza della religione cristiana nella società civile Confutazione dell'esame critico del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, Confutazione dell'esame critico del cristianesimo fatto dal signor Eduardo Gibbon, De' diritti dell'uomo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spadalieri sul contratto conversazionale.” H. P. Grice, “A critique to conversational quasi-contrastualism.” Nicola Spedalieri. Spedalieri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spedalieri” – The Swimming-Pool Library.

 

Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo -- Speranza, Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola -- Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria -- Speranza lui speranza: luigi della --. Italian philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St. John’s very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his specialty. He can be reached via H. P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed opinion di Luigi Speranza,” par Luigi Speranza. A. M. Ghersi Speranzavide Ghersi-Speranza. Ghersi is a collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough to list Speranza’s publications.” Speranza, like Mill, was fortunate to belong to a literary familyand he would read Descartes’s Meditations, which drew him to philosophy. His studies in logic drew him to semanticsHis first love was Oxonian analysis as summarised in Hartnack’s essay on ‘contemporary’ philosophy. One of Speranza’s earliest essays is on Plato’s Cratylus, relying mainly on Cassierer, but also drawing from Austin’s Philosophical Papesr. Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a dyadic relation and what’s behind Plato’s theory of forms. This was Speranza’s contribution to a seminar in ancient philosophy. For his contribution on medieaval philosophy, Speranza drew on the modistae, and the Patrologia Latina for the use of ‘intentio’ in various writers, up to AquinoSperanza finds it fascinating that the earliest modistae do find a conceptual link between the ‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a seminar on scepticism, Speranza contributed with a paper on Gricedrawing on Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It relates to Grice’s problem with the conversational category of fortitude. Speranza concludes that a phenomenalist account is possible, but there are two other options: ‘silence’ (“not to participate in the conversational game”) or the utterance of non-alethic utterances, such as questions and commands. For a seminar on political philosophy, Speranza contributed with an essay on ‘Contractualism’ from Rousseau onwards --. For a seminar on phenomenology and the social sciences, Speranza contributed with an essay on ‘The conversational unit,’ the idea that the emic approach is preferable to the etic approach. For a seminar on argumentation theory on Habermas, Speranza contributed with a “German Grice,” the idea of a ‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative proceduresand those who provide taxonomies of rationality should be made aware of this. For “The Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s Impenetrability.” The idea that Davidson is right and Alice does not mean that there is a knock-down argument, or that she should change the topiche draws on Grice’s collaborator at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and belief.” At the request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa, Speranza contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic particles of logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English philosopher H. P. Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg from the same project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy, Speranza presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?” providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.” Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of ‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay “Post-modernist Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a congress on “Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,” three steps in the critique of conversational reason. The first step is empirical, the second is quasi-contractualist, and the third is rational, undersood weakly and strongly. For an essay on relativism, Speranza presented an essay on ‘The cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s jocular references to Kantthe Conversational Immanuel. For an essay on desirability, Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool LibraryH. P. Grice’s Play Group, Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood, J. O. Urmson,H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide: The Grice Papers, BANC, MSS.

 

Spirito (Arezzo). Filosofo. Allievo di Gentile. Firmatario del manifesto degli intellettuali fascisti e, nel periodo fascista, tra i teorici del corporativismo. Ha cattedre di insegnamento a Pisa, Messina, Genova e Roma. A Roma e ordinario di Filosofia. Er, allora, tra i principali filosofi a Roma insieme con Antoni, allievo di Croce, Calogero, filosofo del "dialogo" (Cf. Grice – “dialogo” vs. “conversazione”) -- e Nardi grande studioso di filosofia di Aligheri e medievale. Rinomate sono non tanto le sue lezioni quanto i suoi pomeriggi di discussione del giovedì. Tre ore, non di lezione, ma di discussione serrata su un problema filosofico; uno soltanto per un intero anno accademico. Uno, per esemptio, e dedicato al concetto di sogno. Ai giovedì nell'aula grande dell'Istituto di Filosofia interveneno tante e diverse persone: gli studenti, i numerosi assistenti e inoltre partecipanti di varie età convinzioni e provenienze. Ascolta tutti, rilancia e guida la discussione verso nuove prospettive interpretative. In quegli anni pubblica saggi connessi a quei giovedì. Tra le altre: “Il Problematicismo”; “La Vita come Ricerca”; “La Vita come Amore”, “Cattolicesimo e Comunismo”, fino all'ultima, autobiografica “Vita di un Incosciente”. Volendo indicare un tratto distintivo della sua filosofia, essa consiste nella curiosità e nel rispetto per qualsiasi posizione. Non esiste una parola definitiva, ma la ricerca della verità dove essere portata sempre ulteriormente avanti.  In questo senso vanno interpretate le sue riflessioni che spaziano dai campi della speculazione filosofica, al giuridico, al sociale fino all'economico. Dopo la morte del filosofo è stata costituita la Fondazione Ugo Spirito. È sepolto al Cimitero del Verano, a fianco del cosiddetto Crocione. Tra i vari livelli di ricerca, spicca nella sua filosofia la riflessione sulle strutture dello stato. Allontanandosi nettamente dal pensiero di matrice liberale,  non vede alcuna contra-posizione tra la figura dell'individuo e quella dello stato. Con un passo oltre questa interpretazione, che giudica dis-organica e arbitraria, vede al contrario lo stato come figura entro cui gl’individui vieneno a realizzarsi. Il binomio individui/tato/stato diventa così un'equazione, in cui il secondo termine viene a risolversi e quindi realizzarsi pienamente nel primo, che si caratterizza "non [come] una semplice sovrastruttura disciplinatrice, ma come un organismo che esprime un'unica volontà e compone tutti i dissidi individualistici".  In questo senso, l'unica via percorribile nella realizzazione di tale modello è la via corporativa in cui lo stato, che da stato di al meno due individui diventa stato di al meno due produttori, rappresenta il luogo in cui interesse pubblico o comune ed interesse privato o soggetivo vengono a coincidere, poiché, per dirla con Gentile, in esso non deve venire annullata quella sorgente di vita economica e morale che sono gl’individui.  Questa concezione è stata definita immanenza dei individui nello stato, volta alla mobilitazione degl’individui nelle e per le strutture create dallo stato. Se nella sua accezione l'economia è politica e se ne deve garantire la subordinazione alle scelte sociali, in questo senso va inquadrato il ruolo che assegna allo stato in termini di intervento pubblico o comone. Ben lungi dal prospettare una situazione paragonabile al collettivismo, è lontano anche dagli eccessi dis-organici che imputav al sistema liberale.  Il funzionario di stato, che in prospettiva dove andare a sostituire il capitalista privato, e giudicato non come un agente del collettivismo o del capitalismo statale (che sappiamo cosa produsse col sovietismo), ma un semplice delegato tecnico, che si fa garante di una diversa realtà: assicurare socialmente il controllo della produzione ela stessa proprietà dei mezzi produttivi. Altre opere: “Il diritto penale italiano, Il nuovo diritto penale,  Critica dell'economia liberale, “L'idealismo italiano e i suoi critici” – Grice: “A delightfull read, especially for us Oxonians, since he manages to quote extensively from the Proceedings of the Aristotelian Society, seeing that Ryle hated idealism!” -- I fondamenti dell'economia corporativa, Capitalismo e corporativismo, Scienza e filosofia, La vita come ricerca, Rubbettino, Dall'economia liberale al corporativismo, La vita come arte, Il problematicismo, La vita come amore, Critica della democrazia,  Rubbettino, Il comunismo, Dall'attualismo al problematicismo, Memorie di un incosciente” (Rusconi, Milano); “Pareto” (Cadmo, Roma); “Critica della democrazia” (Luni, Milano); “Il corporativismo: dall'economia liberale al corporativismo; i fondamenti dell'economia corporativa; capitalismo e corporativismo, raccolta di saggi, Rubbettino, M. Rodotà , Passeggiando in bicicletta; Bighellonando dentro il Verano, Corriere della Sera, Lino di Stefano, Filosofo, Giurista, Economista, Giovanni Volpe editore, Roma 1Giovanni Gentile, Individuo e Stato,  "Books Received.", Economist [Londra, Inghilterra], Antimo Negri, Dal corporativismo comunista all'umanesimo scientifico. Itinerario teoretico, Manduria, Lacaita, Franco Tamassia , L'opera di Ugo Spirito, Roma, Atti del Convegno Internazionale Il pensiero di Spirito, Roma, Antonio Russo, Positivismo e idealismo in Ugo Spirito, Roma, Fondazione Ugo Spirito, Giovanni Dessì, Spirito. Filosofia e rivoluzione” (Milano, Luni); A.  Russo, Dal positivismo all'antiscienza, Milano, Guerini e Associati, Hervé A. Cavallera, Spirito: la ricerca dell'incontrovertibile, Formello, SEAM, Danilo Breschi, Spirito del Novecento. Il secolo di Ugo Spirito dal fascismo alla contestazione, Rubbettino,  Antonio Cammarana, Proposizioni sulla filosofia di Giovanni Gentile, prefazione del senatore Armando Plebe, Roma, Gruppo parlamentare MSI-DN, Senato della Repubblica,  Pagine, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, A. Cammarana, Teorica della reazione dialettica: filosofia del postcomunismo, Roma, Gruppo parlamentare MSI-DN, Senato della Repubblica,, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, V. Pirro, Ricordo, in "Nuovi Studi Politici" Ed. Bulzoni, Roma, Alessandra Tarquini, Ugo Spirito, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . M. Mustè, Enciclopedia machiavelliana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Paolo Bettineschi, L'esperienza storica e l'intrascendibilità del conoscere. Sul sapere di non sapere, in Rivista di filosofia neo-scolastica, , Problematicismo Corporativismo Fascismo Corporazione proprietaria. Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Vito A. Bellezza, Ugo Spirito, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Ugo Spirito, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .  Alessandra Tarquini, Ugo Spirito, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Find a Grave.  Opere di Ugo Spirito, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Ugo Spirito, .  Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, su fondazionespirito. Spirito, Ugo, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Spirito. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spirito” – The Swimming-Pool Library.

 

Calogero: Filosofo del dialogo.

 

Spisani (Ferrara), Filosofo. Studioso di solito indicato tra i filosofi della scienza, si laurea a Padova con una tesi di sull'attualismo italiano. In seguito collabora a Urbino. A Bologna fonda la rivista “Rassegna di Logica”  e il Centro superiore di logica e scienze comparate, che aveva nel comitato direttivo Popper e Ricœur. In una lettera Carnap critica una sua decisione di non pubblicare un'opera. Morì suicida. Ha scritto varie opere, tra le quali: “Neutralizzazione dello spazio per sintesi produttiva”; “Endo-metria e universo del discorso” e “Teoria generale dei numeri relativi, legati alla logica e alla matematica trascendentale. Nella prefazione si dice che: "C'è una relazione divisoria che ipotizza il valore “M,” numero logico trans-infinito all'origine della neutralizzazione dello spazio transfinito. Aleph ({\displaystyle \aleph }\aleph ) va verso successivi aumenti.” “Ma è la relatività dei numeri (allora espressa nel calcolo per valori di posizione) che ne individua la direzione inversa."  Spisani pubblica un altro libro, di taglio più divulgativo, “Introduzione alla teoria dei numeri relativi.” Qui spiega le sue scoperte in forma di dialogo; tra gli interlocutori (check) la misteriosa figura della piovra Clipso.  Il suo lavoro è stato citato da Smith nel suo saggio sui limiti della metafisica. Il pensiero di Spisani è ripreso da Bruno Gallo, fondatore della logo-fenica.  Opere: “Natura e spirito nell'idealismo attuale” (Milano, Fabbri); “Neutralizzazione dello spazio per sintesi produttiva, presentazione” (Bologna, Cappelli); “Il numero nell'istanza ontologica del rapporto d'identità” (Imola, Galeati); “Logica ed esperienza” (Milano, Marzorati); “Logica della contestazione” (Bologna, Cappelli, (check thi: ); “ Implicazione, endo-metria, universo del discorso” (Bologna); “Teoria generale dei numeri relativi con ingresso dei numeri moltiplicatori e divisor” (Bologna); “Introduzione alla teoria generale dei numeri relative” (Bologna, Centro superiore di logica e scienze comparate, Sezione di analisi matematica). Dal catalogo ACNP  Franco Spisani, “Teoria Generale dei numeri relative” (Bologna, pubblicato a cura del Centro superiore di logica e scienze comparate; la lista dei direttori di ricerca è sulla quarta di copertina.  «Dear professor Spisani, I am astonished that you insist on your decision not to publish your essay. It is essential that you make your number theory known; and I have already emphasized the importance of the presentation of multipliers and divisors. Don't have any doubts. You have my total support. With best wishes, R. Carnap». (“Teoria Generale dei numeri relative” -- La lettera è in una pagina non numerata tra pag. 14 e pag. 15.)  L'ha vegliato prima di suicidarsi, la Repubblica  La teoria generale dei numeri relativi, Franco Spisani.  Sulla storia della pubblicazione della Teoria generale, importanti ricerche erano già pronte nel 1963; allora, dice l'autore, "ne discussi con Carnap. Carnap avevo sottoposto i risultati dell'indagine. Carnap spiegai anche le ragioni che, al momento, mi inducevano a non diffonderne le conclusioni. Carnap rispose che quella scelta gli sembrava affatto ingiustificata: l'operas crises non poteva rimanere nel silenzio. Tuttavia non cambiai parere. Non avrei pubblicato, e glielo confermai."   Smith, Essay on ultimate questions: critical discussion of the limits of contemporary philosophical inquiry, Avebury, Dai numeri naturali ai numeri relativi, moltiplicatori e divisori di Bruno Gallo, “Un uomo genial”, necrologio pubblicato da la Nuova Ferrara, L'ha vegliato prima di suicidarsi, di Carlo Gulotta, la Repubblica, sezione Bologna, Archivio. Spisani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spisani” – The Swimming-Pool Library.

 

Sraffa (an Italian noble -- vitters, and Grice --  L.cited by H. P. Grice, “Some like Vitters, but Moore’s MY man.” Vienna-born philosopher trained as an enginner at Manchester. Typically referred to Wittgenstein in the style of English schoolboy slang of the time as, “Witters,” pronounced “Vitters.”“I heard Austin said once: ‘Some like Witters, but Moore’s MY man.’ Austin would open the “Philosophical Investigations,” and say, “Let’s see what Witters has to say about this.” Everybody ended up loving Witters at the playgroup.” Witters’s oeuvre was translated first into English by C. K. Ogden. There are interesting twists. Refs.: H. P. Grice, “Vitters.” Grice was sadly discomforted when one of his best friends at Oxford, D. F. Pears, dedicated so much effort to the unveiling of the mysteries of ‘Vitters.’ ‘Vitters’ was all in the air in Grice’s inner circle. Strawson had written a review of Philosophical Investigations. Austin was always mocking ‘Vitters,’ and there are other connections. For Grice, the most important is that remark in “Philosohpical Investigations,” which he never cared to check ‘in the Hun,’ about a horse not being seen ‘as a horse.’ But in “Prolegomena” he mentions Vitters in other contexts, too, and in “Causal Theory,” almost anonymouslybut usually with regard to the ‘seeing as’ puzzle. Grice would also rely on Witters’s now knowing how to use ‘know’ or vice versa. In “Method” Grice quotes verbatim: ‘No psyche without the manifestation the ascription of psyche is meant to explain,” and also to the effect that most ‘-etic’ talk of behaviour is already ‘-emic,’ via internal perspective, or just pervaded with intentionalism. One of the most original and challenging philosophical writers of the twentieth century. Born in Vienna into an assimilated family of Jewish extraction, he went to England as a student and eventually became a protégé of Russell’s at Cambridge. He returned to Austria at the beginning of The Great War I, but went back to Cambridge in 8 and taught there as a fellow and professor. Despite spending much of his professional life in England, Vitters never lost contact with his Austrian background, and his writings combine in a unique way ideas derived from both the insular and the continental European tradition. His thought is strongly marked by a deep skepticism about philosophy, but he retained the conviction that there was something important to be rescued from the traditional enterprise. In his Blue Book 8 he referred to his own work as “one of the heirs of the subject that used to be called philosophy.” What strikes readers first when they look at Vitters’s writings is the peculiar form of their composition. They are generally made up of short individual notes that are most often numbered in sequence and, in the more finished writings, evidently selected and arranged with the greatest care. Those notes range from fairly technical discussions on matters of logic, the mind, meaning, understanding, acting, seeing, mathematics, and knowledge, to aphoristic observations about ethics, culture, art, and the meaning of life. Because of their wide-ranging character, their unusual perspective on things, and their often intriguing style, Vitters’s writings have proved to appeal to both professional philosophers and those interested in philosophy in a more general way. The writings as well as his unusual life and personality have already produced a large body of interpretive literature. But given his uncompromising stand, it is questionable whether his thought will ever be fully integrated into academic philosophy. It is more likely that, like Pascal and Nietzsche, he will remain an uneasy presence in philosophy. From an early date onward Vitters was greatly influenced by the idea that philosophical problems can be resolved by paying attention to the working of language  a thought he may have gained from Fritz Mauthner’s Beiträge zu einer Kritik der Sprache 102. Vitters’s affinity to Mauthner is, indeed, evident in all phases of his philosophical development, though it is particularly noticeable in his later thinking.Until recently it has been common to divide Vitters’s work into two sharply distinct phases, separated by a prolonged period of dormancy. According to this schema the early “Tractarian” period is that of the Tractatus Logico-Philosophicus 1, which Vitters wrote in the trenches of World War I, and the later period that of the Philosophical Investigations 3, which he composed between 6 and 8. But the division of his work into these two periods has proved misleading. First, in spite of obvious changes in his thinking, Vitters remained throughout skeptical toward traditional philosophy and persisted in channeling philosophical questioning in a new direction. Second, the common view fails to account for the fact that even between 0 and 8, when Vitters abstained from actual work in philosophy, he read widely in philosophical and semiphilosophical authors, and between 8 and 6 he renewed his interest in philosophical work and wrote copiously on philosophical matters. The posthumous publication of texts such as The Blue and Brown Books, Philosophical Grammar, Philosophical Remarks, and Conversations with the Vienna Circle has led to acknowledgment of a middle period in Vitters’s development, in which he explored a large number of philosophical issues and viewpoints  a period that served as a transition between the early and the late work. Early period. As the son of a greatly successful industrialist and engineer, Vitters first studied engineering in Berlin and Manchester, and traces of that early training are evident throughout his writing. But his interest shifted soon to pure mathematics and the foundations of mathematics, and in pursuing questions about them he became acquainted with Russell and Frege and their work. The two men had a profound and lasting effect on Vitters even when he later came to criticize and reject their ideas. That influence is particularly noticeable in the Tractatus, which can be read as an attempt to reconcile Russell’s atomism with Frege’s apriorism. But the book is at the same time moved by quite different and non-technical concerns. For even before turning to systematic philosophy Vitters had been profoundly moved by Schopenhauer’s thought as it is spelled out in The World as Will and Representation, and while he was serving as a soldier in World War I, he renewed his interest in Schopenhauer’s metaphysical, ethical, aesthetic, and mystical outlook. The resulting confluence of ideas is evident in the Tractatus Logico-Philosophicus and gives the book its peculiar character. Composed in a dauntingly severe and compressed style, the book attempts to show that traditional philosophy rests entirely on a misunderstanding of “the logic of our language.” Following in Frege’s and Russell’s footsteps, Vitters argued that every meaningful sentence must have a precise logical structure. That structure may, however, be hidden beneath the clothing of the grammatical appearance of the sentence and may therefore require the most detailed analysis in order to be made evident. Such analysis, Vitters was convinced, would establish that every meaningful sentence is either a truth-functional composite of another simpler sentence or an atomic sentence consisting of a concatenation of simple names. He argued further that every atomic sentence is a logical picture of a possible state of affairs, which must, as a result, have exactly the same formal structure as the atomic sentence that depicts it. He employed this “picture theory of meaning”  as it is usually called  to derive conclusions about the nature of the world from his observations about the structure of the atomic sentences. He postulated, in particular, that the world must itself have a precise logical structure, even though we may not be able to determine it completely. He also held that the world consists primarily of facts, corresponding to the true atomic sentences, rather than of things, and that those facts, in turn, are concatenations of simple objects, corresponding to the simple names of which the atomic sentences are composed. Because he derived these metaphysical conclusions from his view of the nature of language, Vitters did not consider it essential to describe what those simple objects, their concatenations, and the facts consisting of them are actually like. As a result, there has been a great deal of uncertainty and disagreement among interpreters about their character. The propositions of the Tractatus are for the most part concerned with spelling out Vitters’s account of the logical structure of language and the world and these parts of the book have understandably been of most interest to philosophers who are primarily concerned with questions of symbolic logic and its applications. But for Vitters himself the most important part of the book consisted of the negative conclusions about philosophy that he reaches at the end of his text: in particular, that all sentences that are not atomic pictures of concatenations of objects or truth-functional composites of such are strictly speaking meaningless. Among these he included all the propositions of ethics and aesthetics, all propositions dealing with the meaning of life, all propositions of logic, indeed all philosophical propositions, and finally all the propositions of the Tractatus itself. These are all strictly meaningless; they aim at saying something important, but what they try to express in words can only show itself. As a result Vitters concluded that anyone who understood what the Tractatus was saying would finally discard its propositions as senseless, that she would throw away the ladder after climbing up on it. Someone who reached such a state would have no more temptation to pronounce philosophical propositions. She would see the world rightly and would then also recognize that the only strictly meaningful propositions are those of natural science; but those could never touch what was really important in human life, the mystical. That would have to be contemplated in silence. For “whereof one cannot speak, thereof one must be silent,” as the last proposition of the Tractatus declared. Middle period. It was only natural that Vitters should not embark on an academic career after he had completed that work. Instead he trained to be a school teacher and taught primary school for a number of years in the mountains of lower Austria. In the mid-0s he also built a house for his sister; this can be seen as an attempt to give visual expression to the logical, aesthetic, and ethical ideas of the Tractatus. In those years he developed a number of interests seminal for his later development. His school experience drew his attention to the way in which children learn language and to the whole process of enculturation. He also developed an interest in psychology and read Freud and others. Though he remained hostile to Freud’s theoretical explanations of his psychoanalytic work, he was fascinated with the analytic practice itself and later came to speak of his own work as therapeutic in character. In this period of dormancy Vitters also became acquainted with the members of the Vienna Circle, who had adopted his Tractatus as one of their key texts. For a while he even accepted the positivist principle of meaning advocated by the members of that Circle, according to which the meaning of a sentence is the method of its verification. This he would later modify into the more generous claim that the meaning of a sentence is its use. Vitters’s most decisive step in his middle period was to abandon the belief of the Tractatus that meaningful sentences must have a precise hidden logical structure and the accompanying belief that this structure corresponds to the logical structure of the facts depicted by those sentences. The Tractatus had, indeed, proceeded on the assumption that all the different symbolic devices that can describe the world must be constructed according to the same underlying logic. In a sense, there was then only one meaningful language in the Tractatus, and from it one was supposed to be able to read off the logical structure of the world. In the middle period Vitters concluded that this doctrine constituted a piece of unwarranted metaphysics and that the Tractatus was itself flawed by what it had tried to combat, i.e., the misunderstanding of the logic of language. Where he had previously held it possible to ground metaphysics on logic, he now argued that metaphysics leads the philosopher into complete darkness. Turning his attention back to language he concluded that almost everything he had said about it in the Tractatus had been in error. There were, in fact, many different languages with many different structures that could meet quite different specific needs. Language was not strictly held together by logical structure, but consisted, in fact, of a multiplicity of simpler substructures or language games. Sentences could not be taken to be logical pictures of facts and the simple components of sentences did not all function as names of simple objects. These new reflections on language served Vitters, in the first place, as an aid to thinking about the nature of the human mind, and specifically about the relation between private experience and the physical world. Against the existence of a Cartesian mental substance, he argued that the word ‘I’ did not serve as a name of anything, but occurred in expressions meant to draw attention to a particular body. For a while, at least, he also thought he could explain the difference between private experience and the physical world in terms of the existence of two languages, a primary language of experience and a secondary language of physics. This duallanguage view, which is evident in both the Philosophical Remarks and The Blue Book, Vitters was to give up later in favor of the assumption that our grasp of inner phenomena is dependent on the existence of outer criteria. From the mid-0s onward he also renewed his interest in the philosophy of mathematics. In contrast to Frege and Russell, he argued strenuously that no part of mathematics is reducible purely to logic. Instead he set out to describe mathematics as part of our natural history and as consisting of a number of diverse language games. He also insisted that the meaning of those games depended on the uses to which the mathematical formulas were put. Applying the principle of verification to mathematics, he held that the meaning of a mathematical formula lies in its proof. These remarks on the philosophy of mathematics have remained among Vitters’s most controversial and least explored writings. Later period. Vitters’s middle period was characterized by intensive philosophical work on a broad but quickly changing front. By 6, however, his thinking was finally ready to settle down once again into a steadier pattern, and he now began to elaborate the views for which he became most famous. Where he had constructed his earlier work around the logic devised by Frege and Russell, he now concerned himself mainly with the actual working of ordinary language. This brought him close to the tradition of British common sense philosophy that Moore had revived and made him one of the godfathers of the ordinary language philosophy that was to flourish in Oxford in the 0s. In the Philosophical Investigations Vitters emphasized that there are countless different uses of what we call “symbols,” “words,” and “sentences.” The task of philosophy is to gain a perspicuous view of those multiple uses and thereby to dissolve philosophical and metaphysical puzzles. These puzzles were the result of insufficient attention to the working of language and could be resolved only by carefully retracing the linguistic steps by which they had been reached. Vitters thus came to think of philosophy as a descriptive, analytic, and ultimately therapeutic practice. In the Investigations he set out to show how common philosophical views about meaning including the logical atomism of the Tractatus, about the nature of concepts, about logical necessity, about rule-following, and about the mindbody problem were all the product of an insufficient grasp of how language works. In one of the most influential passages of the book he argued that concept words do not denote sharply circumscribed concepts, but are meant to mark family resemblances between the things labeled with the concept. He also held that logical necessity results from linguistic convention and that rules cannot determine their own applications, that rule-following presupposes the existence of regular practices. Furthermore, the words of our language have meaning only insofar as there exist public criteria for their correct application. As a consequence, he argued, there cannot be a completely private language, i.e., a language that in principle can be used only to speak about one’s own inner experience. This private language argument has caused much discussion. Interpreters have disagreed not only over the structure of the argument and where it occurs in Vitters’s text, but also over the question whether he meant to say that language is necessarily social. Because he said that to speak of inner experiences there must be external and publicly available criteria, he has often been taken to be advocating a logical behaviorism, but nowhere does he, in fact, deny the existence of inner states. What he says is merely that our understanding of someone’s pain is connected to the existence of natural and linguistic expressions of pain. In the Philosophical Investigations Vitters repeatedly draws attention to the fact that language must be learned. This learning, he says, is fundamentally a process of inculcation and drill. In learning a language the child is initiated in a form of life. In Vitters’s later work the notion of form of life serves to identify the whole complex of natural and cultural circumstances presupposed by our language and by a particular understanding of the world. He elaborated those ideas in notes on which he worked between 8 and his death in 1 and which are now published under the title On Certainty. He insisted in them that every belief is always part of a system of beliefs that together constitute a worldview. All confirmation and disconfirmation of a belief presuppose such a system and are internal to the system. For all this he was not advocating a relativism, but a naturalism that assumes that the world ultimately determines which language games can be played. Vitters’s final notes vividly illustrate the continuity of his basic concerns throughout all the changes his thinking went through. For they reveal once more how he remained skeptical about all philosophical theories and how he understood his own undertaking as the attempt to undermine the need for any such theorizing. The considerations of On Certainty are evidently directed against both philosophical skeptics and those philosophers who want to refute skepticism. Against the philosophical skeptics Vitters insisted that there is real knowledge, but this knowledge is always dispersed and not necessarily reliable; it consists of things we have heard and read, of what has been drilled into us, and of our modifications of this inheritance. We have no general reason to doubt this inherited body of knowledge, we do not generally doubt it, and we are, in fact, not in a position to do so. But On Certainty also argues that it is impossible to refute skepticism by pointing to propositions that are absolutely certain, as Descartes did when he declared ‘I think, therefore I am’ indubitable, or as Moore did when he said, “I know for certain that this is a hand here.” The fact that such propositions are considered certain, Vitters argued, indicates only that they play an indispensable, normative role in our language game; they are the riverbed through which the thought of our language game flows. Such propositions cannot be taken to express metaphysical truths. Here, too, the conclusion is that all philosophical argumentation must come to an end, but that the end of such argumentation is not an absolute, self-evident truth, but a certain kind of natural human practice. Sraffa. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Il gesto della mano di Sraffa.” Speranza, “Sraffa’s handwave, and his impicaturum”; Luigi Speranza, “L’implicatura di Sraffa,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Stabile (Sapri). Duplicato. Filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi sulla filosofia dei valori, divenne ricercatore a Salerno. Pubblica saggi su Dupréel, sulla scuola di Budapest, su Montaigne e sulla Heller apparsi su "Prassi e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia politica e diritto", "il Centauro", "Ombre rosse", riviste tra le più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica italiana; collaborò inoltre, con Schiera, alla direzione della collana di testi e studi "Relox" della casa editrice Bibliopolis di Napoli.. Salerno dedicò un convegno di studi alla sua memoria: "La saggezza moderna. Temi e problemi dell'opera di Pierre Charron".  Biblioteca personale Il fondo, acquisito nella seconda metà degli anni Ottanta, rappresenta solo una piccola porzione della biblioteca di Stabile, infatti la consistenza attuale si aggira intorno ai 650 volumi altri libri sono in possesso del Dipartimento di Filosofia a Salerno.Tuttavia la consistenza maggiore ricopre il periodo intorno a cui si è formata la personalità scientifica di Stabile. I libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista e la scuola di Budapest (moltissimi i volumi degli Editori Riuniti). Degni di attenzione alcuni esemplari caratteristici degli anni Settanta, come ad esempio quelli della collana "I gabbiani" del Saggiatore o ancora la collana quasi completa degli "Opuscoli marxisti" della Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova cultura" della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della Dedalo: collane radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da altre; talora nate solamente per offrire testi economici che rispondessero ai bisogni di una maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Salerno.  Pubblicazioni Monografie  Valore morale e società nel pensiero di Eugène Dupréel, Salerno, Università degli studi di Salerno, Facoltà di magistero, Soggetti e bisogni : saggi su Agnes Heller e la teoria dei bisogni, Firenze, La Nuova Italia,  Monografie in collaborazione e  Vittorio Dini e Giampiero Stabile, Saggezza e prudenza : studi per la ricostruzione di un'antropologia in prima età moderna, Napoli, Liguori, P. Charron, Piccolo trattato sulla saggezza, Napoli, Bibliopolis, Articoli di riviste  Umanesimo e rivoluzione nel pensiero di A. Heller, in «Prassi e teoria : rivista di filosofia della cultura», Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell'opera di P. Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell’opera di Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Pierre Charron Storia della filosofia Università degli Studi di Salerno  Giampiero Stabile in SHARE Catalogue Fondo Stabile in ARiEL Discovery tool di Ateneo dell'Salerno. Most likely a replica from now on: sttabile: Giampiero Stabile (Sapri), filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi sulla filosofia europea dei valori, divenne ricercatore di Storia della Filosofia all'Salerno. Pubblica saggi su E. Dupréel, sulla scuola di Budapest, su Montaigne e sulla Heller apparsi su "Prassi e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia politica e diritto", "il Centauro", "Ombre rosse", riviste tra le più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica italiana; collaborò inoltre, con Pierangelo Schiera, alla direzione della collana di testi e studi "Relox" della casa editrice Bibliopolis di Napoli.. Salerno dedicò un convegno di studi alla sua memoria: "La saggezza moderna. Temi e problemi dell'opera di Pierre Charron".  Biblioteca personale Il fondo, acquisito nella seconda metà degli anni Ottanta, rappresenta solo una piccola porzione della sua biblioteca private. Infatti la consistenza attuale si aggira intorno ai 650 volumi altri libri sono in possesso del Dipartimento di Filosofia dell'Salerno.Tuttavia la consistenza maggiore ricopre gli anni Settanta, periodo intorno a cui si è formata la personalità scientifica di Giampiero Stabile. I libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista e la scuola di Budapest (moltissimi i volumi degli Editori Riuniti). Degni di attenzione alcuni esemplari caratteristici degli anni Settanta, come ad esempio quelli della collana "I gabbiani" del Saggiatore o ancora la collana quasi completa degli "Opuscoli marxisti" (poi "Opuscoli") della Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova cultura" della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della Dedalo: collane radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da altre; talora nate solamente per offrire testi economici che rispondessero ai bisogni di una maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti allegati a periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Salerno.  Pubblicazioni Monografie  Valore morale e società nel pensiero di Eugène Dupréel, Salerno, Università degli studi di Salerno, Facoltà di magistero, 1976, 116Soggetti e bisogni : saggi su A. Heller e la teoria dei bisogni, Firenze, La Nuova Italia, Monografie in collaborazione e  Vittorio Dini e Giampiero Stabile, Saggezza e prudenza : studi per la ricostruzione di un'antropologia in prima età moderna, Napoli, Liguori,  Pierre Charron, Piccolo trattato sulla saggezza, Napoli, Bibliopolis, 1985, 130Articoli di riviste  Umanesimo e rivoluzione nel pensiero di Agnés Heller, in «Prassi e teoria : rivista di filosofia della cultura», Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell'opera di Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Vittorio Dini e Domenico Taranto , La saggezza moderna: temi e problemi dell’opera di Pierre Charron : atti del Convegno di studi in memoria di Giampiero Stabile, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Pierre Charron Storia della filosofia Università degli Studi di Salerno  Giampiero Stabile in SHARE Catalogue Fondo Stabile in ARiEL Discovery tool di Ateneo dell'Salerno Filosofia Università  Università. Giampiero Stabile. Stabile. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stabile” – The Swimming-Pool Library.

 

 

Stefani (Pergola). Filosofo. Grice: “I may well say that my idea of a propositional complex owes much to Stefani’s obsession with ‘sensus’ simplex or ‘divisus, and ‘sensus compositum’ –“ “The opposite of ‘com-posito’ is de-posito, though!” --  Grice: “I like his diagrammes; The Boedlian have loads of his mss!” Grice: “He has a figure for the ‘figura quadrata,’ –“. Grice: “He has a figure for ‘suppositio.’” -- Fu il membro più noto di una famiglia di insegnanti marchigiani. Avviato alla carriera ecclesiastica nella città natale, ma presto strasferì a Venezia dove già vive il nonno Stefano Stefani, gli zii Lino e Pietro, insegnanti, e forse anche il padre Antonio. Allievo di Nicollini. Il suo saggio più importante è il “De sensu composito et diviso”. Insegna a  Rialto.  Nominato vescovo di Capodistria, rinuncia alla carica per non distaccarsi dalla filosofia. Spolto nella chiesa di San Giovanni Elemosinario di Venezia dove gli e anche costruito un monumento a pubbliche spese. Vi resta solo una lapide, in quanto l'edificio e distrutto da un incendio. Opere: “Dubia in consequentias Strodi,” “In regulas insolubilium,” “De scire e dubitare,” “Compendium Logicae,” “Logica,” “Tractatus de sensu composito et diviso, edito da M. Brown, S Dino Buzzetti, Paolo della Pergola, in Dizionario biografico degli italiani,  81, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fonte: Dizionario di filosofia, riferimenti. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  su Alcuin, Ratisbona.   Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Stefani. Keywords: senso composito, senso diviso.  Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stefani.”

 

Stefanini (Treviso). Filosofo. Grice: “Italians are obsessed with personalismo, I am with interpersonalismo!” “L’essere è personale.” “Tutto ciò che non è personale nell’essere rientra nella produttività della persona, come mezzo di manifestazione della persona e di *comunicazione* o conversazione *tra* due persone,” “La mia prospettiva filosofica). Figlio di Giovanni, che gestisce una tintoria, e Lucia de Mori, diplomata maestra elementare -- è attivo nelle associazioni e nei movimenti cattolici del trevigiano, iscrivendosi a Gioventù Cattolica dove assumerà presto l'incarico di presidente diocesano. Qui maturerà la vocazione di educatore, seguendo, in particolare, gli insegnamenti contenuti nell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Opera pure nel sindacato cattolico dei lavoratori.  Dopo il diploma presso il Liceo Classico Antonio Canova, dove ha fra gli altri Paolo Rotta come insegnante di storia e filosofia, nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Padova. Nell'ateneo patavino, la corrente del positivismo è tra le più seguite, ma in controtendenza Stefanini decide di scrivere la propria tesi su Maurice Blondel, esponendovi le proprie critiche sull'opera del filosofo francese, avendo Antonio Aliotta come relatore, con cui si laurea in filosofia nel 1914. Nel periodo di studi padovano, inizia a frequentare anche il circolo universitario cattolico di Giacomo Zanella e, subito dopo la laurea, inizia a insegnare nelle scuole pubbliche.  Mentre completa gli studi universitari, inizia già a respirarsi aria di guerra in Italia, ma come molti giovani cattolici, pur favorevole ad una posizione di neutralità nei confronti della guerra, viene comunque chiamato alle armi nel 1915. Terminato il conflitto, uscendone con il grado di capitano e una croce al merito di guerra, nel 1919 consegue pure una seconda laurea in lettere all'Padova, con una tesi sul pensiero estetico di Gian Vincenzo Gravina, nonché riprende l'insegnamento nelle scuole.  Nel 1920 è eletto consigliere del Comune di Treviso ma, nel 1921, la violenza dello squadrismo fascista investe anche il trevigiano. Stefanini si oppone con fermezza a tale ideologia, evidenziando l'inconciliabilità di cristianesimo e fascismo, dimettendosi e dedicandosi completamente all'insegnamento, che ora è la sua occupazione principale e che condurrà sempre secondo una pedagogia ispirata ai principi cristiani, costantemente attento e sensibile sia ai bisogni che agli interessi degli studenti. Nello stesso periodo, si dedica con scrupolo alla stesura di apprezzati testi didattici di storia e filosofia, nonché di pedagogia secondo un indirizzo cristiano.  Conseguita la libera docenza in pedagogia nel 1925, nello stesso anno ottiene, per incarico, l'insegnamento di questa disciplina all'Padova, nonché si sposa con Maria Javicoli, da cui avrà tre figli, Elena, Paolo e Lucia. In quegli anni, oltre ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista, affianca l'insegnamento nelle scuole pubbliche a quello universitario fino al 1936 quando, vinto l'ordinariato, ha una cattedra di storia della filosofia alla Facoltà di Magistero dell'Messina che tiene fino al 1938 quando si trasferisce a Padova, alla cattedra di pedagogia, quindi a quella di storia della filosofia nel 1940 che terrà fino alla morte prematura, nel 1956. Al contempo, tiene per incarico l'insegnamento di estetica a Padova e quello di pedagogia all'Venezia, nonché sarà preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo patavino nel triennio 1941-43.  Nel dopoguerra, riabilitato alla propria cattedra e all'insegnamento universitario, si dedica prevalentemente allo studio e la ricerca, ma partecipando anche alla riorganizzazione della filosofia cattolica italiana, in particolare promuovendo incontri, convegni e riunioni all'Istituto Aloisianum dei padri gesuiti di Gallarate, che diventerà poi il Centro di studi filosofici di Gallarate, per primo diretto da Carlo Gianon.  Socio corrispondente dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, nonché socio effettivo dell’Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, ricevette il premio della R. Accademia d'Italia nel 1933 per le discipline filosofiche, e il premio Marzotto per la filosofia nel 1953, nonché fu membro dei consigli direttivi della Società filosofica italiana e del Centro Studi filosofici di Gallarate. Nel 1956 ha poi fondato a Padova la Rivista di estetica, della quale ha potuto dirigere solo il primo fascicolo dell'annata 1956, e a cui gli subentrerà Luigi Pareyson. Fra i suoi allievi, ricordiamo Armando Rigobello, Giovanni Santinello, Ezio Riondato, Giovanni M. Pozzo.  Gli saranno intitolate delle scuole medie statali di Treviso e Padova, nonché l'ex Istituto magistrale di Mestre.  Attività e pensiero Stefanini è stato uno dei più importanti filosofi italiani di ispirazione cristiana, nonché uno dei maggiori rappresentati dello spiritualismo cristiano. Partendo sempre dalla filosofia cristiana, ha riesaminato storicamente e criticamente diverse correnti del pensiero filosofico, fra cui lo storicismo, la filosofia dell'azione, il neoidealismo, la fenomenologia, l'esistenzialismo, lungo il corso della storia della filosofia, dagli antichi (fra i quali Platone, Sant'Agostino, Bonaventura, San Tommaso), fino ai moderni (Vincenzo Gioberti, Maurice Blondel, Antonio Rosmini ed altri), sulla scia della sua prima formazione giovanile incentrata su uno stretto connubio fra prospettiva storica e dimensione teoretica.  Interessato pure all'estetica, su cui ha scritto molti lavori, il contributo più importante dello Stefanini è frutto della sua costante riflessione su personalismo e spiritualismo, grazie alla quale il rapporto soggetto-oggetto viene interpretato in termini di alterità, di altro da sé, prospettivaquestache permetterà di concepire il singolo individuo come membro di una comunità. Questo rapporto soggetto-oggetto, da un tale punto di vista, sarà concepito come il momento fondante di ogni comunità di esseri umani in relazione fra loro. Le più importanti problematiche connesse a questi principi di base, saranno poi affrontate dallo Stefanini nelle due opere fondamentali Metafisica della persona” – cf. Strawson, “The concept of a person” -- e Personalismo sociale, o interpersonalismo. Strettamente connesse a queste tematiche filosofiche, poi, sono quelle didattico-pedagogiche aperte e portate avanti dallo Stefanini pressoché durante l'intero suo periodo di attività, dai primi anni formativi fino agli ultimi della maturità, in continuo ripensamento e progressiva rivisitazione.  Per quanto concerne poi la sua vasta produzione scientifica, ricordiamo solo che dà alle stampe le seguenti, notevoli pubblicazioni: “L'esistenzialismo di M. Heidegger,” “Spiritualismo Cristiano,” Gioberti, Il dramma filosofico della Germania, Metafisica della persona ed altri saggi, Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico, Personalismo sociale, Estetica, Trattato di estetica. Viene pubblicata la raccolta di scritti intitolata Personalismo filosofico. Dizionario Biografico degli Italiani. Si veda pure: L. Corrieri, Uun pensiero attuale, Edizioni Prometheus, Milano. Citando sue testuali parole. L’opera del Blondel è più arte che filosofia. I passaggi più ardui superati con immagini ardite, anziché con logiche dimostrazioni; affermate le più inconciliabili antitesi affinché queste rendano vivo e tragico il contrasto; i mezzi dialettici atti più a trascinare che a convincere: tutto ciò ci conferma pienamente nella nostra interpretazione. L'opera del Blondel è, più che una dottrina filosofica, un romanzo psicologico che descrive le esitazioni e le incertezze, le vane pretese e le supreme aspirazioni dell'umana volontà, che alfine si appaga e riposa in Dio. Per ciò che al di là del filosofo si riesca ad afferrare l'uomo, al di là del sistema si riesca ad afferrare il programma generoso del credente, la filosofia dell'azione può essere efficacemente educativa, può esercitare nella coscienza contemporanea l'influsso salutare che essa si era proposta» (da Luigi Stefanini, L'Azione. Saggio critico sulla filosofia di M. Blondel, Padova).  Cfr. Laura Corrieri, cit.  Il quale, a sua volta, prende le mosse dalle concezioni personalistiche mounieriane e giobertiane; cfr. Gregorio Piaia, cit. Opere principal: Il problema della conoscenza in Cartesio e Gioberti, Torino, Sei, Il problema religioso in Platone e S. Bonaventura. Sommario storico e critica di testi, Torino, Sei,Idealismo cristiano, Padova, R. Zannoni Editore, Platone, 2 voll., Padova, Cedam); Il problema estetico in Platone, Torino, Sei, Imaginismo come problema filosofico,  I, Padova, Cedam, Problemi attuali d'arte, Padova, Cedam, 1La Chiesa Cattolica, Milano-Messina, Principato, Vincenzo Gioberti. Vita e pensiero, Milano, F.lli Bocca,  Metafisica dell'arte e altri saggi, Padova, Editoria Liviana, La mia prospettiva filosofica, Treviso, Edizioni Canova (prima edizione del 1950). Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico. Esposizione e critica costruttiva, Padova, Cedam, 1Itinéraires métaphysiques, trad. par J. Chaix-Ruiy, Paris, Aubier, Estetica, Roma, Edizioni Studium, Trattato di Estetica,  I: L'arte nella sua autonomia e nel suo processo, Brescia, Editrice Morcelliana); Personalismo educativo, Roma, F.lli Bocca). Per l'elenco completo degli scritti di Stefanini si rimanda alla relativa pagina online curata dalla Fondazione "Luigi Stefanini".  Dialettica dell'immagine. Studi sull'imaginismo di Luigi Stefanini, a cura dell'Associazione filosofica trevigiana, Genova, 1991. Luciano Caimi, Educazione e persona in Luigi Stefanini, Editrice La Scuola, Brescia, 1985. Glory Cappello, Luigi Stefanini. Dalle opere e dal carteggio del suo archivio, Europrint, Treviso, 2006. Per una antropologia in Luigi Stefanini: metafisica, personalismo, umanesimo, Glory Cappello, Edizioni R. Pagotto, Padova, . Michele Lasala, Una ragione vivente. L'immagine e l'ulteriore, in  Frammenti di filosofia contemporanea, I.v.a.n. Project, Limina Mentis Editore, Villasanta, XXI. Matteo De Boni, Le ragioni dell’esistenza. Esistenzialismo e ragione in Luigi Stefanini, Mimesis Edizioni, Milano-Udine, A. Rigobello , Scritti in onore di Luigi Stefanini, Liviana editrice, Padova, Sul pensiero di Luigi Stefanini, in Rivista Rosminiana, Luigi Stefanini, su treccani. STEFANINI, Luigi, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, luigi-stefanini. Fondazione Luigi Stefanini, su fondazionestefanini. Luigi Stefanini. Stefanini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stefanini” – The Swimming-Pool Library.

 

Stella (Sernaglia della Battaglia). Filosofo. Grice: “What is it with Italian philosoophers that they are all into what at Oxford we would call jurisprudence?” Grice: “It seems like all Italian philosophers are like Italian versions of H. L. A. Hart!”. Dopo aver frequentato il liceo presso il Collegio di Treviso si iscrisse a Milano, dove vinse una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum e fu allievo di Crespi. Divenne professore, dapprima a Catania, e, successivamente, a Milano. I suoi studi si diressero, dapprima, su alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del reato.  Il suo contributo scientifico più noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è “Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,” monografia in cui  ricostruisce il problema del nesso di causalità penale prospettando il criterio della sussunzione sotto leggi scientifiche come strumento per la soluzione di casi dubbi. Solo mediante una legge scientifica di copertura, atta a spiegare il rapporto fra condotta del presunto autore del reato ed evento dannoso, sarà possibile formulare un giudizio di responsabilità penale.  Ad es. solo dopo aver dimostrato, sulla base di una legge scientifica, che l'ingestione di determinati farmaci determina malformazioni del feto, sarà possibile imputare alla ditta produttrice il reato di lesioni gravissime (colpose o dolose). In difetto di una dimostrazione scientifica, non potrà formularsi alcuna imputazione penale. Propose che la regola di giudizio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione anche nel processo penale italiano. Dapprima avversato da parte della dottrina processual penalistica, il principio venne accoltoin tema di nesso causaledalla corte suprema di cassazione, anche a Sezioni Unite. Oggi è norma codicistica. ADiresse riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte normative di largo successo presso la comunità forense.  Nei successivi decenni gli interessi scientifici  si volsero alla teoria generale del diritto ed alla filosofia del diritto, mediante pubblicazione di scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici, rivolti ad un pubblico relativamente più vasto. Esercitò la professione di avvocato, partecipando, in qualità di difensore di alcuni imputati, al processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fece applicazione, a livello pratico, delle teorie relative alla causalità scientifica.  Principali pubblicazioni: “L'alterazione di stato mediante falsità, Milano, “ La descrizione dell'evento,”Milano, “Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,” Milano, “Giustizia e modernità, Milano,”  “I saperi del giudice,” Milano, “ll giudice corpuscolariano,” Milano, “La giustizia e le ingiustizie,” Bologna. Note  Addio A Federico Stella, il «galantumo del diritto» di Paolo Biondani, Corriere della Sera, 1Archivio storico.  Il centro di ricerca Federico Stella biografia e . Università Cattolica del Sacro Cuore. Most likely a replica from now on: filosofo. È stato inoltre Professore di Diritto penale e filosofo del diritto. Nato a Sernaglia della Battaglia, piccolo centro in provincia di Treviso, dopo aver frequentato il liceo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso si iscrisse all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove vinse una borsa di studio presso il Collegio Augustinianum e fu allievo di Alberto Crespi. Divenne professore di diritto penale, dapprima nell'Università degli Studi di Catania, e, successivamente, presso l'Università Cattolica di Milano, dove insegnò fino alla propria scomparsa, avvenuta nel 2006.  Causalità e leggi scientifiche I suoi studi si diressero, dapprima, su alcune tipologie di reati, successivamente sugli elementi strutturali del reato.  Il suo contributo scientifico più noto, presso gli operatori del diritto penale e la comunità accademica, è Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale,  monografia in cui Stella ricostruisce il problema del nesso di causalità penale prospettando il criterio della sussunzione sotto leggi scientifiche come strumento per la soluzione di casi dubbi: solo mediante una legge scientifica di copertura, atta a spiegare il rapporto fra condotta del presunto autore del reato ed evento dannoso, sarà possibile formulare un giudizio di responsabilità penale.  Ad es. solo dopo aver dimostrato, sulla base di una legge scientifica, che l'ingestione di determinati farmaci determina malformazioni del feto, sarà possibile imputare alla ditta produttrice il reato di lesioni gravissime (colpose o dolose). In difetto di una dimostrazione scientifica, non potrà formularsi alcuna imputazione penale.  Propose, attraverso i suoi scritti e le sue lezioni, che la regola di giudizio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione anche nel processo penale italiano. Dapprima avversato da parte della Dottrina processual penalistica, il principio venne accoltoin tema di nesso causaledalla Corte suprema di cassazione, anche a Sezioni Unite; oggi è norma codicistica.  Attività ulteriori Diresse riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte normative di largo successo presso la comunità forense.  Nei successivi decenni gli interessi scientifici di Stella si volsero alla teoria generale del diritto ed alla filosofia del diritto, mediante pubblicazione di scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai saggi penalistici, rivolti ad un pubblico relativamente più vasto.  Esercitò la professione di avvocato, partecipando, in qualità di difensore di alcuni imputati, al processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fece applicazione, a livello pratico, delle teorie relative alla causalità scientifica.  Principali pubblicazioni L'alterazione di stato mediante falsità, Milano, La descrizione dell'evento, Milano. Leggi scientifiche e spiegazione causale nel diritto penale, Milano, seconda edizione Giustizia e modernità, Milano, 3ª ed. I saperi del giudice, Milano, ll giudice corpuscolariano, Milano, La giustizia e le ingiustizie, Bologna, Addio A Federico Stella, il «galantumo del diritto» di Paolo Biondani, Corriere della Sera, Archivio storico.  Il centro di ricerca Federico Stella. Stella. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stella”.

 

Stellini (Cividale). Filosofo. La sua fama è dovuta soprattutto a “De ortu et progressu morum.”  La sua concezione morale è di stampo aristotelico e sotto alcuni aspetti può essere considerato uno dei precursori della sociologia. A lui è stato dedicato il liceo classico di Udine e che nella sua biblioteca contiene gli scritti autografi di Stellini. Enciclopedia Treccani, su treccani. Dizionario biografico friulano, su friul.net. Stellini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stellini” – The Swimming-Pool Library

 

Sterlich (Chieti). Filosofo. Figlio del marchese Rinaldo De Sterlich (di famiglia originaria dei paesi di lingua tedesca) e della marchesina aquilana Margherita Alfieri, studiò a Napoli nel Collegio dei Nobili, gestito dalla Compagnia di Gesù. Fu proprio questa esperienza che lo portò a concepire la sua profonda ostilità verso i Gesuiti, che fu uno dei tratti caratteristici del suo pensiero filosofico. All'età di vent'anni tornò a Chieti e sposò Giuditta Castiglione (di famiglia aristocratica di Penne) da cui ebbe una numerosa prole (una ventina di figli di cui solo una decina sopravvissero ai primi anni mentre gli altri si spensero in tenera età). La cura della famiglia e dei beni ereditati dal padre (di cui era l'unico figlio maschio) lo portarono a dover compromettere le sue aspirazioni letterarie. Ma la cultura rimase sempre la sua prima passione e, alla metà del secolo XVIII, per superare l'isolamento culturale che gli veniva imposto dal dover vivere a Chieti, cominciò a costituire la sua personale biblioteca. Questa crebbe in misura esponenziale di anno in anno, tanto che nel 1776 contava 12.000 volumi, divenendo così una delle migliori biblioteche del Regno. L'intento di de Sterlich era di mettere la stessa a disposizione della città di Chieti per la sua crescita culturale. Sfortunatamente il suo desiderio fu reso vano dall'incuria di chi gestì la stessa dopo la sua morte. Cospicue parti di quella grande biblioteca sono stati individuate in tutta Italia: nella Biblioteca Provinciale «G. D'Annunzio» di Pescara, nella Biblioteca Provinciale «A.C. De Meis» di Chieti, nella Biblioteca Nazionale di Napoli, etc. Sarebbe molto riduttivo considerare de Sterlich come solo un collezionista di libri. Egli li raccoglieva per elaborarli e per creare le sue riflessioni e i suoi pensieri. De Sterlich si rivela così aggiornatissimo sui dibattiti culturali europei del Settecento ed è tra i primi italiani a leggere e commentare le opere di Montesquieu, Rousseau, Voltaire, e di altri illuministi europei. Di questa partecipazione alla cultura illuministica europea ne è testimonianza un copioso scambio di lettere con altri intellettuali (Antonio Genovesi, Giovanni Antonio Battarra, Giovanni Lami, Giovanni Bianchi, Gaspare de Torres) dell'epoca. Questo ricco carteggio è un documento prezioso per delineare il passaggio in Italia alla cultura illuministica e rappresenta l'impronta da lui lasciata nel panorama culturale del Settecento Italiano. Romualdo de Sterlich lasciò anche alcune testimonianze scritte del suo pensiero: due Dialoghi di Fra' Cipolla e la Nanna. In essi trova largo spazio la sua antipatia per i Gesuiti. Tramite la solida amicizia con Giovanni Lami, de Sterlich entrò a far parte dell'Accademia della Crusca e dell'Accademia dei Georgofili. Romualdo de Sterlich si spense a Chieti e fu sepolto nella Chiesa di S. Francesco di Paola. Cepparrone Luigi, L'illuminismo europeo nell'epistolario di Romualdo De Sterlich, Sestante Ed., Collana Bergamo University Press.  Il sito dell'Istituto Tecnico Statale Commerciale e per Programmatori “R. de Sterlich”Chieti Scalo, su desterlich.ch. Romualdo de Sterlich. Sterlich. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sterlich” – The Swimming-Pool Library.

 

Steuco (Gubbio). Filosofo. Della famiglia Steuchi o Stucchi. Acuto esegeta dei testi biblici e profondo conoscitore delle lingue latina, greca ed ebraica, si oppose tenacemente alla riforma protestante e prese parte al Concilio di Trento. Entrò nella congregazione dell'Ordine dei Canonici Agostiniani di San Salvatore di Bologna, poi nel monastero di San Secondo, a Gubbio, mutando il suo nome di battesimo Guido in Agostino. Andò al Monastero di Bologna, ove frequentò i corsi di ebraico e retorica presso l'Università bolognese. Fu inviato dalla sua congregazione al Monastero di Sant'Antonio di Castello a Venezia, dove, per l'ampia conoscenza dei linguaggi biblici e l'acume filologico, gli fu affidata la biblioteca del monastero, donata ai canonici dal cardinal Domenico Grimani, della quale una buona parte del patrimonio librario era appartenuto a Pico della Mirandola.  Steuco scrisse una serie di opere polemiche contro Lutero ed Erasmo, accusandoli di fomentare la rivolta contro la Chiesa. Questi lavori rivelano il solido sostegno che Steuco dà alle tradizioni e alle pratiche della Chiesa, difendendo risolutamente l'autorità papale. Parte della sua produzione risalente a questo periodo include un intenso lavoro filologico sull'Antico Testamento, culminato con la pubblicazione del Veteris testamenti ad Hebraicam veritatem recognitio, per la composizione del quale egli si basò su manoscritti ebraici e greci, tratti della biblioteca Grimani, utili a correggere il testo della traduzione latina redatta da San Gerolamo. Nel revisionare e spiegare il testo, egli mai deviò dal significato letterale e storico.  Contemporanea a questo lavoro di esegesi biblica fu la composizione di un'opera d'impianto enciclopedico che egli scrisse in questo periodo, al quale diede il nome di Cosmopœia. Le sue opere polemiche ed esegetiche destarono l'attenzione favoravole di Papa Paolo III, e questi ordinò Steuco vescovo di Kissamos, nell'isola di Creta, e bibliotecario della collezione papale di manoscritti e stampe del Vaticano. Si recò a Lucca con Paolo III e l'imperatore Carlo V. Quantunque mai fosse andato a visitare il suo vescovado a Creta, Steuco adempì attivamente con scrupolo il suo ruolo di bibliotecario del Vaticano fino alla sua morte  Nel frattempo a Roma redasse i Commenti al Vecchio Testamento riguardanti i Salmi di Giacobbe, aiutando ad annotare e correggere i testi di parte della Vulgata alla luce degli originali ebraici. A questo periodo risale la composizione della celeberrima opera De perenni philosophia libri X, dedicata a Paolo III, nella quale egli tenta di mostrare che molte delle idee esposte dai saggi, poeti e filosofi dell'Antichità (ad es. Orfeo, Talete, Pitagora, Parmenide, Platone, Aristotele, Plutarco, Numenio, i neoplatonici, l'ebreo Filone, nonché opere come gli Oracoli caldaici, gli Oracoli sibillini, i trattati ermetici e i frammenti teosofici) erano essenzialmente in armonia con la sostanza delle dottrine della fede cattolica. Questo lavoro contiene una polemica indiretta a margine, poiché Steuco elaborò un numero di questi argomenti per sostenere molte posizioni teologiche recentemente poste in questione in Italia da riformatori e critici della fede cattolica traditionale.  Come umanista egli ebbe un profondo interesse per le rovine della Roma antica, e nell'operare un rinnovamento urbano dell'Urbe. A tal proposito, degne d'essere menzionate, sono una serie di brevi orazioni in cui raccomandò espressamente a Paolo III di risistemare l'acquedotto conosciuto come Aqua Virgo, in modo da supplire adeguatamente il fabbisogno di acqua fresca per la città di Roma.  Steuco fu mandato da papa Paolo III a presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna, affidandogli il compito di sostenere l'autorità e le prerogative papali. Morì mentre si trovava a Venezia per problemi di salute, e dove cercava di ristabilirsi durante un periodo di sospensione del Concilio. .e sue ossa furono traslate nell'Eremo di Sant'Ambrogio a Gubbio. De perenni philosophia libri IX, Basileæ, per Nicolaum Bryling et Sebastianum Francken, Concilio di Trento Esegesi biblica Ermetismo (filosofia) Teosofia di Tubinga, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Ricciotti, Agostino Steuco, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Vincenzo Lavenia, Agostino Steuco, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Agostino Steuco, su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere, Michael Ott, Agostino Steuco, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. David M. Cheney, Agostino Steuco, in Catholic Hierarchy. Hugh Chisholm, Steuco, Agostino, in Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press. Associazione Centro Culturale Leone XIII, su leonexiii.org. Canonici Regolari Lateranensi di Gubbio, su bibliotecasteuco. Steuco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Steuco” – The Swimming-Pool Library.

 

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