Machiavelli
(Firenze).
Filosofo. Grice: “While Strawson prefers ‘The Prince,’ my favourite Machiavelli
is the dialogo, discorso, ovvero dialogo intorno della lingua –“ Grice: “The
full title makes it sound slightly analytic – ‘whether it should be called
‘florentine, Italian, or tooscana’ I mean, a stipulation!” -- Grice: “Like me,
we can call Machiavelli a philosopher of language – the trend being very
Florentine between Machiavelli and Varchi.” -- possibly Italy’s greateset
philosopher – Noto come il fondatore della scienza
politica moderna, i cui principi base emergono dalla sua opera più famosa, Il
Principe, nella quale è esposto il concetto di ragion di stato e la concezione
ciclica della storia. Questa definizione, secondo molti, descrive in maniera
compiuta sia l'uomo sia il letterato più del termine machiavellico, entrato
peraltro nel linguaggio corrente ad indicare un'intelligenza acuta e sottile,
ma anche spregiudicata e, proprio per questa connotazione negativa del termine,
negli ambiti letterari viene preferito il termine
"machiavelliano". L'ortografia del cognome è, purtroppo,
ambigua: la versione "Macchiavelli", quella della statua a lui
dedicata agli Uffizi, in attesa di chiarimenti dell'Ufficio Culturale del museo
o dell'Accademia della Crusca, andrebbe considerata ugualmente corretta in
lingua italiana. L'analisi della firma del filosofo, riportata qui accanto,
farebbe propendere per la "c" singola[senza fonte]. «Nacqui
povero, ed imparai prima a stentare che a godere.» (N. Machiavelli,
Lettera a Francesco Vettori.) Niccolò Machiavelli (scritto anche Macchiavelli
sulla statua a lui dedicata all'ingresso degli Uffizi) nacque a Firenze, terzo
figlio, dopo le sorelle Primavera e Margherita e prima del fratello Totto; figlio
di Bernardo e di Bartolomea Nelli. Anticamente originari della Val di Pesa, i
Machiavelli sono attestati popolani guelfi residenti almeno dal XIII secolo a
Firenze, dove occuparono uffici pubblici ed esercitarono il commercio. Il padre
Bernardo era tuttavia di così poca fortuna da esser considerato, non si sa
quanto veritieramente, figlio illegittimo: dottore in legge, risparmiatore per
carattere o per necessità, ebbe interesse agli studi di umanità, come risulta
da un suo Libro di Ricordi che è anche la principale fonte di notizie
sull'infanzia di Niccolò. La madre, secondo un suo lontano pronipote, avrebbe
composto laude sacre, rimaste peraltro sconosciute, dedicate proprio al figlio
Niccolò. Cominciò a studiare latino con un certo Matteo, l'anno dopo si
dedicava allo studio della grammatica con Poppi, all'aritmetica e l'anno seguente affrontava le prove scritte
di componimento in latino. Opere in questa lingua esistevano nella biblioteca
paterna: la I Deca di Tito Livio e quelle di Flavio Biondo, opere di Cicerone,
Macrobio, Prisciano e Marco Giuniano Giustino. Adulto, maneggerà anche Lucrezio
e la Historia persecutionis vandalicae di Vittore Uticense. Non conobbe invece
il greco, ma poté leggere le traduzioni di alcuni degli storici più importanti,
soprattutto Tucidide, Polibio e Plutarco, da cui trasse importantissimi spunti
per la sua riflessione sulla Storia. S'interessò alla politica anche prima di
avere degli incarichi istituzionali, come dimostra una sua lettera del 9 marzo
1498, la seconda che di lui ci è pervenutala prima è una richiesta al cardinale
Giovanni Lopez, del 2 dicembre 1497, affinché si adoperi a riconoscere alla sua
famiglia un terreno contestato dalla famiglia dei Pazziindirizzata
probabilmente all'amico Ricciardo Becchi, ambasciatore fiorentino a Roma, nella
quale egli si esprime in modo critico contro Girolamo
Savonarola. Due sono le fasi che scandiscono la vita di Niccolò
Machiavelli: nella prima parte della sua esistenza egli è impegnato soprattutto
negli affari pubblici; nella successiva nella scrittura di testi di portata
teorica e speculativa. Si apre la seconda fase segnata dal forzato
allontanamento dello storico e filosofo toscano dalla politica attiva. «Della
persona fu ben proporzionato, di mezzana statura, di corporatura magro, eretto
nel portamento con piglio ardito. I capelli ebbe neri, la carnagione bianca ma
pendente all'ulivigno; piccolo il capo, il volto ossuto, la fronte alta. Gli
occhi vividissimi e la bocca sottile, serrata, parevano sempre un poco
ghignare. Di lui più ritratti ci rimangono, di buona fattura, ma soltanto
Leonardo, col quale ebbe pur che fare ai suoi prosperi giorni, avrebbe potuto
ritradurre in pensiero, col disegno e i colori, quel fine ambiguo
sorriso» (Roberto Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli) Caterina
Sforza Riario, ritratta da Lorenzo di Credi. Niccolò aveva già presentato al
Consiglio dei Richiesti, il 18 febbraio 1498, la propria candidatura a
segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica fiorentina, ma gli fu
preferito un candidato savonaroliano. Pochi giorni però dopo la fine
dell'avventura politica e religiosa del frate ferrarese, il 28 maggio
Machiavelli fu nuovamente designato ed eletto il 15 giugno dal Consiglio degli
Ottanta, elezione ratificata dal Consiglio maggiore il 19 giugno 1498,
probabilmente grazie all'autorevole raccomandazione del Primo segretario della
Repubblica, Marcello Virgilio Adriani, che il Giovio asserisce essere stato suo
maestro. Per quanto i compiti delle due Cancellerie siano stati spesso
confusi, generalmente alla prima si attribuivano gli affari esterni, e alla
seconda quelli interni e la guerra: ma i compiti della seconda Cancelleria,
presto unificati con quelli della Cancelleria dei Dieci di libertà e pace,
consistevano nel tenere i rapporti con gli ambasciatori della Repubblica,
cosicché, essendogli stata affidata, ianche questa ulteriore responsabilità,
Machiavelli finì per doversi occupare di una tale somma di compiti da essere
storicamente considerato, senza ulteriori distinzioni, il «Segretario
fiorentino». Era il tempo nel quale, conclusa l'avventura italiana di
Carlo VIII, la maggiore preoccupazione di Firenze era volta alla riconquista di
Pisaresasi indipendente dopo che Piero de' Medici l'aveva data in pegno al re
di Francia- e alleata di Venezia che, intendendo impedire l'espansione
fiorentina, aveva invaso il Casentino, occupandolo a nome dei Medici. Il
pericolo venne fronteggiato dal capitano di ventura Paolo Vitelli, e la
mediazione del duca di Ferrara Ercole I, iriconsegnò il Casentino a Firenze,
autorizzandola altresì a riprendersi Pisa. In marzo venne inviato a Pontedera,
dove erano acquartierate le milizie del signore di Piombino, Jacopo d'Appiano,
alleato di Firenze. In maggio scrisse il Discorso della guerra di Pisa
per il magistrato dei Dieci: poiché «Pisa bisogna averla o per assedio o per
fame o per espugnazione, con andare con artiglieria alle mura», esaminate
diverse soluzioni, si esprime favorevole a un assedio di «un quaranta o
cinquanta dì ed in questo mezzo trarne tutti gli uomini da guerra potete, e non
solamente cavarne chi vuole uscire, ma premiare chi non ne volesse uscire,
perché se ne esca. Dipoi, passato detto tempo, fare in un subito quanti fanti
si può; fare due batterie, e quanto altro è necessario per accostarsi alle
mura; dare libera licenza che se ne esca chiunque vuole, donne, fanciulli,
vecchi ed ognuno, perché ognuno a difenderla è buono; e così trovandosi i
Pisani voti di difensori dentro, battuti dai tre lati, a tre o quattro assalti
sarìa impossibile che reggessero». Il 16 luglio 1499 si presentò a Forlì
alla contessa Caterina Sforza Riario, nipote di Ludovico il Moro e madre di
Ottaviano Riario, che era stato al soldo dei fiorentini, per rinnovare
l'alleanza e ottenere uomini e munizioni per la guerra pisana. Ottenne solo
vaghe promesse dalla contessa che era già impegnata a sostenere lo zio nella
difficile difesa del Ducato milanese dalle mire di Luigi XII e dovette
ripartire senza aver nulla ottenuto. Era nuovamente a Firenze in agosto, quando
le artiglierie fiorentine, provocata una breccia nelle mura pisane, aprivano la
via alla conquista della città, ma il Vitelli non seppe sfruttare l'occasione e
temporeggiò finché la malaria non ebbe ragione delle sue truppe, costringendolo
a togliere l'assedio il 14 settembre. Invano ritentò l'impresa: sospettato di
tradimento, quello che «era il più reputato capitano d'Italia» fu
decapitato. Nessuna prova vi era che il Vitelli fosse stato corrotto dai
Pisani ma la giustificazione di Machiavelli, a nome della Repubblica, in
risposta alle critiche di un cancelliere di Lucca, fu che «o per non havere
voluto, sendo corropto, o per non havere potuto, non avendo la compagnia, ne
sono nati per sua colpa infiniti mali ad la nostra impresa, et merita l'uno o
l'altro errore, o tuct'a due insieme che possono stare, infinito castigo».
Conquistato il Ducato di Milano, in risposta alla richieste fiorentine Luigi
XII mandò suoi soldati a risolvere l'impresa di Pisa le cui mura furono bensì
abbattute nel luglio del 1500 ma né gli svizzeri né i francesi entrarono in
città anzi, lamentando che Firenze non li pagasse, levarono l'assedio e
sequestrarono il commissario fiorentino Luca degli Albizzi, che fu rilasciato
solo dietro riscatto. A Machiavelli, presente ai fatti, non restava che
informare la Repubblica, che decise di mandarlo in Francia, insieme con
Francesco della Casa, per cercare nuovi accordi che risolvessero finalmente la
guerra di Pisa. Il cardinale di Rouen Georges d'Amboise raggiunsero la
corte francese a Nevers, presentando al re e al ministro, cardinale di Rouen,
le rimostranze per il cattivo comportamento dei loro soldati; sapendo che
Firenze non aveva al momento denari sufficienti a finanziare l'impresa,
invitarono Luigi a intervenire direttamente nella guerra, al termine della
quale la Repubblica avrebbe ripagato la Francia di tutte le spese. Il rifiuto
dei francesiche richiedevano a Firenze il mantenimento degli svizzeri rimasti
accampati in Lunigiana e minacciavano la rottura dell'alleanzamise i legati
fiorentini, privi di istruzioni dalla Repubblica, in difficoltà, acuite dalla
ribellione di Pistoia e dalle iniziative che frattanto aveva preso in Romagna
Cesare Borgia, i cui ambiziosi e oscuri piani potevano anche indirizzarsi
contro gli interessi fiorentini. Occorreva, pagando, mantenere buoni
rapporti con la Franciascriveva da Tours il 21 novembree guardarsi dalle
macchinazioni del papa: così, ottenuto dalla Signoria il denaro richiesto dalla
Francia, Machiavelli poteva finalmente ritornare a Firenze il 14 gennaio 1501.
Quella lunga permanenza nella corte francese verrà dislocata negli opuscoli De
natura Gallorum, dove i francesi verranno descritti come «humilissimi nella
captiva fortuna; nella buona insolenti più cupidi de' danari che del sangue
vani et leggieri più tosto tachagni che prudenti», con una bassa opinione degli
Italiani, e nel successivo Ritratto delle cose di Francia, dove, spostandosi su
un piano d'analisi prettamente politica, finisce col fare della Francia
l'esemplare dello stato moderno. Soprattutto egli insiste sul nesso fra la
prosperità della monarchia e il raggiunto processo di unificazione nazionale,
sentito come la lezione peculiare delle "cose di Francia".
Cesare Borgia «Questo signore è molto splendido e magnifico, e nelle armi
è tanto animoso che non è sì gran cosa che non gli paia piccola, e per gloria e
per acquistare Stato mai si riposa né conosce fatica o periculo: giugne prima
in un luogo che se ne possa intendere la partita donde si lieva; fassi ben
volere a' suoi soldati; ha cappati e' migliori uomini d'Italia: le quali cose
lo fanno vittorioso e formidabile, aggiunte con una perpetua fortuna»
(Machiavelli, Lettera ai Dieci del 26 giugno 1502) La minaccia del Borgia si
fece presto concreta: fermato dalle minacce della Francia quando tentava
d'impadronirsi di Bologna, si volse contro Piombino, entrando nel territorio
della Repubblica e cercando di imporle tributi, dai quali Firenze fu nuovamente
fatta salva dall'intervento di Luigi. Fra una missione a Pistoia e un'altra a
Siena, Niccolò ebbe tempo di sposare. Marietta Corsini, donna di modesta
origine, dalla quale avrà sei figli: Primerana, Bernardo, Lodovico, Guido,
Piero e Baccina. Padrone di Piombino il 3 settembre 1501, il Borgia, per mezzo
del suo sodale Vitellozzo Vitelli s'impadronì di Arezzo, dove si stabilì Piero
de' Medici, poi delle terre di Valdichiana, di Cortona, di Anghiari e di Borgo
San Sepolcro e di lì passò a investire Camerino e Urbino, chiedendo nel
contempo di intavolare trattative con Firenze che, nel frattempo, vistasi
stretta dai due Borgia, padre e figlio, aveva rinnovato gli accordi con la
Francia. lo stesso giorno della caduta della città nelle mani di Cesare,
partirono per Urbino Machiavelli e il vescovo di Volterra, Francesco Soderini,
fratello di Piero: ricevuti , si sentirono ordinare di cambiare il governo
della Repubblica, pena la sua inimicizia. La crisi fu superata grazie
all'intervento delle armi francesi: avvicinandosi queste ad Arezzo, la città fu
sgomberata e restituita, insieme con le altre terre, ai Fiorentini. Riferimento
a questi casi è il breve scritto dell'anno successivo, Del modo di trattare i
popoli della Valdichiana ribellati, nel quale, preso esempio dal comportamento
tenuto dagli antichi Romani in caso di ribellioni, rimprovera il governo
fiorentino di non aver trattato severamente la ribelle città di Arezzo. Pensa
che come i Romani «fecero giudizio differente per esser differente il
peccato di quelli popoli, così dovevi fare voi, trovando ancora nei vostri
ribellati differenza di peccati giudico ben giudicato che a Cortona,
Castiglione, il Borgo, Foiano, si siano mantenuti i capitoli, siano vezzeggiati
e vi siate ingegnati riguadagnarli con i beneficii ma io non approvo che gli
Aretini, simili ai Veliterni ed Anziani non siano stati trattati come loro. I
Romani pensarono una volta che i popoli ribellati si debbano o beneficare o
spegnere e che ogni altra via sia pericolosissima.» Di fronte a quelli
che apparivano tempi nuovi e tempestosi, nei quali occorreva che uomini capaci
prendessero pronte risoluzioni, come prima riforma nell'organizzazione dello
Stato fiorentino fu resa vitalizia la carica di gonfaloniere, affidata a Pier
Soderini, che appariva uomo accetto tanto agli ottimati che ai popolani. La
prima missione che egli affidò a Machiavelli fu quella di prendere nuovamente
contatto col Borgia il quale, formalmente capitano delle truppe pontificie e
finanziato da quello Stato, intendeva tuttavia agire nel proprio interesse e in
quello della sua famiglia, stringendo un nuovo patto col Luigi XII e
ottenendone libertà d'azione nei suoi piani di espansione, non solo nei
confronti di signorotti quali gli Orsini, i Baglioni e il Vitelli, già suoi
alleati, ma anche contro lo stesso Bentivoglio di Bologna. Seguendo la
tradizionale politica di alleanza con la Francia, Firenzepur diffidando del
Valentinointendeva confermargli la sua amicizia, per non essere investita dai
suoi aggressivi disegni. Machiavelli giunse a Imola dal Borgia il 7
ottobre, confidandogli che Firenze non aveva aderito all'offerta di amicizia
propostale dagli Orsini e dai Vitelli, congiurati a Magione contro il duca
Valentino, e ne ricevette in cambio un'offerta di alleanza, alla quale Niccolò,
affascinato dalla figura di Cesare Borgia, guardava con favore più di quanto
non facesse il governo fiorentino. Fu al seguito del Valentino per tutta la
durata di quei tre mesi di campagna militare e, due ore dopo l'uccisione a
tradimento di Vitellozzo e di Oliverotto da Fermo, ne raccolse le parole «savie
e affezionatissime» per i Fiorentini, invitati nuovamente a unirsi a lui per
avventarsi contro Perugia e Città di Castello. Firenze, a questo punto, decise
di mandare presso il Borgia un ambasciatore accreditato, Jacopo Salviati, così
che il nostro Segretario lasciò il campo di Città della Pieve per fare ritorno
a Firenze. Vitellozzo Vitelli, ritratto da Luca Signorelli. «Vitellozo, Pagolo
et duca di Gravina in su muletti ne andorno incontro al duca, accompagnati da
pochi cavagli; et Vitellozo disarmato, con una cappa foderata di verde, tucto
aflicto se fussi conscio della sua futura morte, dava di sé, conosciuta la
virtù dello huomo et la passata sua fortuna, qualche ammirationeArrivati
adunque questi tre davanti al duca, et salutatolo humanamente, furno da quello
ricevuti con buono volto Ma, veduto il duca come Liverotto vi mancava adciennò
con l'occhio a don Michele, al quale lLeverotto era demandata, che provedessi
in modo che Liverotto non schapassi Liverotto havendo facto riverenza, si
adcompagnò con gli altri; et entrati in Senigagla, et scavalcati tutti ad lo
alloggiamento del duca, et entrati seco in una stanza secreta, furno dal duca
fatti prigioni venuta la nocte al duca
parve di fare admazare Vitellozzo e Liverotto; et conductogli in uno luogo
insieme, gli fe' strangolare Pagolo et el duca di Gravina Orsini furno lasciati
vivi per infino che il duca intese che a Roma el papa haveva preso el cardinale
Orsino, l'arcivescovo di Firenze et messer Jacopo da Santa Croce; dopo la quale
nuova, a dì 18 di giennaio, ad Castel della Pieve furno anchora loro nel
medesimo modo strangolati» (Machiavelli, Descrizione del modo tenuto dal
duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il signor
Pagolo e il duca di Gravina Orsini). La morte di Alessandro VI privò Cesare
Borgia delle risorse finanziarie e politiche che gli occorrevano per mantenere
il ducato di Romagna, che si dissolse tornando a frammentarsi nelle vecchie
signorie, mentre Venezia s'impadronì di Imola e di Rimini. Dopo il brevissimo
pontificato di Pio III, Machiavelli fu inviato a Roma per il conclave che il 1º
novembre elesse Giulio II. Raccolse le ultime confidenze del Valentino, del
quale pronosticò la rovina imminente, e cercò di comprendere le intenzioni
politiche del nuovo papa, che egli sperava s'impegnasse contro i Veneziani, le
cui mire espansionistiche erano temute da Firenze: «O la sarà una porta che
aprirà loro tutta Italia, o fia la rovina loro», scrive il 24 novembre. A
Roma gli giunse la notizia della nascita del secondogenito Bernardo: «Somiglia
voi, è bianco come la neve, ma gli ha il capo che pare velluto nero, et è
peloso come voi, e da che somiglia voi parmi bello», gli scrive la moglie
Marietta. E Machiavelli, che lungamente in questo scorcio di tempo aveva
frequentato la casa del cardinal Soderini, al quale forse prospettò già il suo
progetto di costituire una milizia nazionale che sostituisse l'infida
soldatesca mercenaria, il 18 dicembre s'avviò per Firenze. In Francia
Ingresso a Genova di Luigi XII, Le fortune della Francia in Italia sembrarono
declinare dopo la cacciata dal Napoletano ad opera dell'armata spagnola di
Gonzalo Fernández de Córdoba. Firenze, alleata di Luigi XII, e timorosa delle
prossime iniziative della Spagna, del papa e della nemica tradizionale, la
Siena di Pandolfo Petrucci, era interessata a conoscere i progetti del re e a
questo scopo alla sua corte mandò Machiavelli «a vedere in viso le provvisioni
che si fanno e scrivercene immediate, e aggiungervi la coniettura e iudizio
tuo». Il 22 gennaio 1504 Machiavelli era a Milano per conferire con il
luogotenente Charles II d'Amboise, che non credeva in un attacco spagnolo in
Lombardia e rassicurò Niccolò sull'amicizia francese per Firenze. Raggiunse
la corte e l'ambasciatore Niccolò Valori a Lione il 27 gennaio, ricevendo
uguali rassicurazioni dal cardinale di Rouen e da Luigi stesso. In marzo
ripartiva per Firenze e di qui si recava per pochi giorni a Piombino da Jacopo
d'Appiano, per sondare la posizione di quel signorotto. È di questo tempo la
stesura del suo primo Decennale, una storia dei fatti notevoli occorsi degli
ultimi dieci anni volta in terzine: Machiavelli non è poeta, anche se invoca
Apollo nell'esordio del poemetto, ma a noi interessa il suo giudizio
sull'attualità della vicenda politica italiana e su quel che attende
Firenze: «L'imperador, con l'unica sua prole vuol presentarsi al
successor di Pietro al Gallo il colpo ricevuto duole; e Spagna che di Puglia
tien lo scetro va tendendo a' vicin laccioli e rete, per non tornar con le sue
imprese a retro; Marco, pien di paura e pien di sete, fra la pace e la guerra
tutto pende; e voi di Pisa troppa voglia avete. Onde l'animo mio tutto
s'infiamma or di speranza, or di timor si carca tanto che si consuma a dramma a
dramma, perché saper vorrebbe dove, carca di tanti incarchi debbe, o in qual
porto, con questi venti, andar la vostra barca. Pur si confida nel nocchier
accorto ne' remi, nelle vele e nelle sarte; ma sarebbe il cammin facile e corto
se voi el tempio riapriste a Marte» (Decennale primo, vv 529-549) I
tentativi d'impadronirsi di Pisa fallirono ancora: battuta a Ponte a Cappellese
il 27 marzo 1505, Firenze doveva anche guardarsi dalle manovre dei signori ai
loro confini. Machiavelli andò a Perugia l'11 aprile per conferire col
Baglioni, ora alleato con gli Orsini, con Lucca e con Siena, poi a Mantova, per
cercare invano accordi con il marchese Giovan Francesco Gonzaga e il 17 luglio
a Siena. In settembre, fallì un nuovo assalto a Pisa e Machiavelli ne trasse
spunto per presentare la proposta della creazione di un esercito cittadino.
Rimasti diffidenti i maggiorenti della cittàche temevano che un esercito
popolare potesse costituire una minaccia per i loro interessima appoggiato dal
Soderini, Machiavelli si mosse per mesi nei borghi toscani a far leva di
soldati, istruiti «alla tedesca», e finalmente, il 15 febbraio 1506, Firenze
poté vedere la prima parata di una milizia «nazionale» che peraltro non avrà
nessun ruolo nella successiva conquista di Pisa e si rivelerà di scarso
affidamento nella difesa di Prato del 1512. Con la pace concordata con la
Francia nell'ottobre 1505, la Spagna, con Ferdinando II d'Aragona, aveva preso
definitivamente possesso del Regno di Napoli. I piccoli stati della penisola
attendevano ora le mosse di Giulio II, deciso a imporre la sua egemonia
nell'Italia centrale: nel luglio, il papa chiese a Firenze di partecipare alla
guerra che egli intendeva muovere al signore di Bologna, Giovanni Bentivoglio,
che era alleato, come Firenze, dei francesi, e perciò teoricamente amico, oltre
che confinante, dei Fiorentini. Si trattava di temporeggiare, osservando gli
sviluppi dell'impresa del papa al quale fu mandato Machiavelli, che lo incontrò
a Nepi il 27 agosto 1506. Giulio II gli dimostrò di godere dell'appoggio
della Francia, che aveva promesso di inviare truppe in suo aiuto, cosicché fu
agevole a Machiavelli promettere aiuti a sua voltadopo però che fossero
arrivati quelli di re Luigie seguì papa Giulio che, con la sua corte curiale e
pochi armati se n'andava a Perugia, ottenendo, il 13 settembre, la resa senza
combattimento di Giampaolo Baglioni che, con stupore e rimprovero del
Machiavelli e, un giorno, anche del Guicciardini, non ebbe il coraggio di
opporsi alle poche forze allora a disposizione del Papa. La corte papale, dopo
aver atteso a Cesena fino a ottobre l'arrivo dei francesi e, dopo questi, dei
Fiorentini di Marcantonio Colonna, entrò trionfante a Bologna l'11 novembre.
Machiavelli, tornato a Firenze già alla fine d'ottobre, s'occupò ancora
dell'istituzione delle milizie fiorentine: il 6 dicembre furono creati i Nove
ufficiali dell'Ordinanza e Milizia fiorentina, eletti dal popolo, responsabili
militari della Repubblica. In Germania Massimiliano I d'Asburgo Il
nuovo anno si aprì con le minacce del
passaggio in Italia del «Re dei Romani» Massimiliano, intenzionato a ribadire
le proprie pretese di dominio sulla penisola, a espellere i francesi e a farsi
incoronare a Roma «imperatore del Sacro Romano Impero». Si valutò a Firenze la
possibilità di finanziargli l'impresa in cambio della sua amicizia e del
riconoscimento dell'indipendenza della Repubblica: fu inviato a questo scopo
l'ambasciatore Francesco Vettori e, il 17 dicembre, lo stesso Machiavelli.
Giunse a Bolzano, dove Massimiliano teneva corte, l'11 gennaio 1508 e le lunghe
trattative sull'esborso preteso da Massimiliano s'interruppero quando i
Veneziani, sconfiggendolo più volte, gli fecero comprendere la velleità dei
suoi sogni di gloria. Da questa esperienza Machiavelli trasse tre
scritti, il Rapporto delle cose della Magna, composto il 17 giugno 1508, il
giorno dopo il suo rientro a Firenze, il Discorso sopra le cose della Magna e
sopra l'Imperatore, del settembre 1509, e il più tardo Ritratto delle cose
della Magna, una rielaborazione del primo Rapporto. Rileva la grande potenza
della Germania, che «abunda di uomini, di ricchezze e d'arme»; le popolazioni
hanno «da mangiare e bere e ardere per uno anno: e così da lavorare le
industrie loro, per potere in una obsidione [assedio] pascere la plebe e quelli
che vivono delle braccia, per uno anno intero sanza perdita. In soldati non
spendono perché tengono li uomini loro armati ed esercitati; e li giorni delle
feste tali uomini, in cambio delli giuochi, chi si esercita collo scoppietto,
chi colla picca e chi con una arme e chi con un'altra, giocando tra loro onori
et similia, e quali tra loro poi si godono. In salari e in altre cose spendono
poco: talmente che ogni comunità si truova ricca in publico». Importano e
consumano poco perché «le loro necessità sono assai minori delle nostre», ma
esportano molte merci «di che quasi condiscono tutta la Italia [...] e così si
godono questa loro rozza vita e libertà e per questa causa non vogliono ire
alla guerra se non sono soprappagati e questo anche non basterebbe loro, se non
fussino comandati dalle loro comunità. E però bisogna a uno imperadore molti
più denari che a uno altro principe». Tanta forza potenziale, che potrebbe fare
la grandezza politica e militare dell'Imperatore, è limitata dalle divisioni
delle comunità governate dai singoli principi, una realtà simile a quella
italiana: nessun principe tedesco vuole favorire l'imperatore, «perché,
qualunque volta in proprietà lui avessi stati o fussi potente, è domerebbe e
abbasserebbe e principi e ridurrebbeli a una obedienzia di sorte da potersene
valere a posta sua e non quando pare a loro: come fa oggi il re di Francia, e
come fece già il re Luigi, quale con l'arme e ammazzarne qualcuno li ridusse a
quella obedienzia che ancora oggi si vede». La conquista di Pisa Decisa a
concludere le operazioni militari contro Pisa, Firenze mandò Machiavelli a far
leve di soldati: in agosto condusse soldati prelevati da San Miniato e da
Pescia all'assedio della città irriducibile. Riunite altre milizie, si incaricò
di tagliare i rifornimenti bloccando l'Arno; poi, il 4 marzo del 1509, andò
prima a Lucca a intimare a quella Repubblica di cessare ogni aiuto ai Pisani e,
il 14, si recò a Piombino, incontrando gli ambasciatori di Pisa per cercare
invano un accordo di resa. Raccolte nuove truppe, in maggio era presente
all'assedio: Pisa, ormai stremata, trattava finalmente la pace. Machiavelli
accompagnò i legati pisani a Firenze dove fu firmata la resa e l'8 giugno poté
entrare in Pisa con i commissari Niccolò Capponi, Antonio Filicaia e Alamanno
Salviati. Un ben più vasto incendio era intanto divampato nell'Italia
settentrionale: stipulata un'alleanza a Cambrai, Francia, Spagna, Impero e
papato si avventavano contro la Repubblica veneziana che a maggio cedeva i suoi
possedimenti lombardi e romagnoli e, in giugno, anche Verona, Vicenza e Padova,
consegnate a Massimiliano. Firenze, da parte sua, doveva finanziare la nuova
impresa imperiale: consegnato un primo acconto in ottobre, Machiavelli era a
Verona per consegnare il saldo a Massimiliano, che era stato però costretto
alla ritirata dalla controffensiva veneziana, resa possibile dalla rivolta
popolare contro i nuovi padroni. E Machiavelli commentava dei «due re, che
l'uno può fare la guerra e non vuol farla, l'altro ben vorrebbe farla e non
può», riferendosi a Luigi e a Massimiliano che se n'era tornato in Germania a
chiedere soldati e denari ai principi tedeschi. Atteso inutilmente il
ritorno dell'Imperatore, il 2 gennaio 1510 Machiavelli se ne tornò a Firenze.
Venezia si salvò soprattutto grazie alle divisioni degli alleati: mentre Luigi
XII aveva tutto l'interesse di ridurre all'impotenza Venezia per avere le mani
libere nella pianura padana, Giulio II la voleva abbastanza forte da opporsi
alla Francia senza averne contrasto alle proprie ambizioni di espansione. Per
Firenze, amica della Francia ma non nemica del papa, era necessario spiegarsi
con il re francese, e Machiavelli fu mandato a Blois, dove Luigi teneva la
corte, incontrandolo. Machiavelli confermò l'amicizia con la Francia ma
disse di dubitare che la Repubblica potesse impegnarsi in una guerra contro
Giulio II, in grado di volgere contro Firenze forze troppo superiori: meglio
sarebbe stata una mediazione che evitasse il conflitto e sottraesse, oltre
tutto, Firenze dalla responsabilità di un impegno nel quale era difficile
trarre un guadagno. Dovette tornare a Firenze il 19 ottobre, convinto che la
guerra fosse ineluttabile. Le vittorie militari non furono sfruttate da Luigi XII
e la sua indizione di un concilio a Pisa, che condannasse il papa, provocò
l'interdetto di Giulio II contro Firenze. Il 22 settembre 1511 Machiavelli era
ancora in Francia, ottenendo dal re soltanto un breve rinvio del concilio:
dalla Francia andò a Pisa e riuscì a ottenere il trasferimento del concilio a
Milano. Il ritorno dei Medici a Firenze Le fortune di Luigi XII volgevano
al tramonto: sconfitto dalla nuova coalizione guidata dal papa, era costretto
ad abbandonare la Lombardia, lasciando Firenze politicamente isolata e incapace
di resistere alle armi spagnole. Pier Soderini fuggì a Siena, i Medici
rientrarono a Firenze: disfatto il vecchio governo, il 7 novembre anche
Machiavelli venne rimosso dal suo incarico, il successivo 10 novembre fu
confinato e multato della grande somma di mille fiorini e il 17 gli fu
interdetto l'ingresso a Palazzo Vecchio. Giuliano de' Medici duca
di Nemours Il nuovo regime processò Pietro Paolo Boscoli e Agostino Capponi,
accusati di aver complottato contro Giuliano de' Medici, condannandoli a morte.
Anche Machiavelli è sospettato: arrestato il 12 febbraio 1513, fu anche
torturato (gli fu somministrata la corda o, com'era chiamata allora a Firenze,
la "colla"). Scrisse allora a Giuliano di Lorenzo de' Medici duca di
Nemours due sonetti, per ricordargli, ma senza averne l'aria e in forma
scherzosa, la sua condizione di carcerato: «Io ho, Giuliano, in gamba un
paio di geti e sei tratti di fune in sulle spalle; l'altre miserie mie non vo'
contalle, poiché così si trattano i poeti Menon pidocchi queste parieti
grossi e paffuti che paion farfalle, né mai fu tanto puzzo in Roncisvalle o in
Sardigna fra quegli arboreti quanto nel mio sì delicato ostello» Giulio
II moriva intanto proprio in quei giorni e dal conclave uscì eletto l'11 marzo
il cardinale de' Medici con il nome di Leone X: era la fine dei pericoli di
guerra per Firenze e anche il tempo dell'amnistia. Uscito dal carcere,
Machiavelli cercò di ottenere favori dai Medici attraverso l'ambasciatore
Francesco Vettori e lo stesso Giuliano, ma invano. Si ritirò allora nel suo
podere dell'Albergaccio, a Sant'Andrea in Percussina, tra Firenze e San
Casciano in Val di Pesa. L'esilio dalla politica. «Il Principe» Qui, tra
le giornate rese lunghe dall'ozio forzato, comincia a scrivere i Discorsi sopra
la prima Deca di Tito Livio che, forse nel luglio 1513, interrompe per metter
mano al suo libro più famoso, il De Principatibus, dal solenne titolo latino ma
scritto in volgare e perciò divenuto ben più noto come Il Principe. Lo dedica
dapprima a Giuliano di Lorenzo de' Medici e, dopo la morte di questi nel 1516,
a Lorenzo de' Medici, figlio di Piero "fatuo"; ma il libro uscì solo
postumo, nel 1532. Certo, non doveva farsi illusioni che un Medici potesse mai
essere quel «redentore» atteso dall'Italia contro «questo barbaro dominio», ma
da un Medici si attendeva almeno la sua propria «redenzione» dall'inattività
cui era stato relegato dal ritorno a Firenze di quella famiglia. Sperava
che l'amico Vettori, ambasciatore a Roma, si facesse interprete del suo
«desiderio [...] che questi signori Medici mi cominciasseino adoperare», dal
momento «che io sono stato a studio all'arte dello stato [...] e doverrebbe
ciascheduno aver caro servirsi d'uno che alle spese d'altri fussi pieno
d'esperienza. E della fede mia non si doverrebbe dubitare, perché, avendo
sempre osservato la fede, io non debbo imparare ora a romperla; e chi è stato
fedele e buono quarantatré anni che io ho, non debbe potere mutare natura; e
della fede e bontà mia ne è testimonio la povertà mia». Delle ombre della sua
povertà, ma anche delle sue luci, Machiavelli scrive al Vettori in quella che è
la più famosa lettera della nostra letteratura: L'Albergaccio di
Machiavelli a Sant'Andrea in Percussina «Venuta la sera, mi ritorno in casa ed
entro nel mio scrittoio; e in su l'uscio mi spoglio quella veste cotidiana,
piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito
condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui uomini, dove, da loro
ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e che io nacqui
per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandargli della ragione
delle loro azioni; e quelli per loro umanità mi rispondono; e non sento per
quattro ore di tempo alcuna noia; sdimentico ogni affanno, non temo la povertà,
non mi sbigottisce la morte; tutto mi trasferisco in loro. E perché Dante dice
che non fa scienza sanza lo ritenere lo avere inteso, io ho notato quello di
che per la loro conversazione ho fatto capitale, e composto uno opuscolo de
Principatibus» (Lettera a Francesco Vettori) Ritornato il 3 febbraio 1514
a Firenze, continuò a sperare a lungo che il Vettori, al quale spedì il
manoscritto del Principe, lo facesse introdurre in qualche incarico
nell'amministrazione cittadina, ma invano. Tutto dipendeva dalla volontà del
papa, e Leone non era affatto intenzionato a favorire chi non si era mostrato,
a suo tempo, favorevole agli interessi di Casa Medici. Machiavelli, da parte
sua, scriveva al Vettori di aver «lasciato i pensieri delle cose grandi e
gravi» e di non dilettarsi più di «leggere le cose antiche, né ragionare delle
moderne: tutte si sono converse in ragionamenti dolci». Si era infatti
innamorato di una «creatura tanto gentile, tanto delicata, tanto nobile e per
natura e per accidente, che io non potrei né tanto laudarla né tanto amarla che
la non meritasse più». La guerra, ripresa in Italia dalla discesa del
nuovo re di Francia Francesco I, si concluse nel settembre 1515 con la sua
grande vittoria a Marignano (oggi Melegnano) contro la vecchia «Lega santa»:
Leone X dovette accettare il dominio francese in Lombardia e la stipula a
Bologna di un concordato che riconosceva il controllo reale sul clero francese.
Si rifece impossessandosi, per conto del nipote Lorenzo, capitano generale dei
Fiorentini, del Ducato di Urbino. A quest'ultimo invano dedicava Machiavelli il
suo Principe: la sua esclusione dalla gestione degli affari di Firenze
continuava. Si diede a frequentare gli «Orti Oricellari», latineggiamento che
indica i giardini del Palazzo di Cosimo Rucellai, dove si riunivano letterati,
giuristi ed eruditi come Luigi Alamanni, Jacopo da Diacceto, Jacopo Nardi,
Zanobi Buondelmonti, Antonfrancesco degli Albizi, Filippo de' Nerli e Battista
della Palla. Qui vi lesse probabilmente qualche capitolo di quell'Asino,
poemetto in terzine che voleva essere una contaminazione fra l'Asino d'oro di
Apuleio e la Divina Commedia dantesca, ma che lasciò presto interrotto: e al
Rucellai e al Buondelmonti dedicò i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio.
Machiavelli si era già cimentato, quando ricopriva l'incarico di segretario
della Repubblica, in composizioni teatrali: una imitazione dell'Aulularia di
Plauto e una commedia, Le maschere, ispirata a Nebulae di Aristofane, sono
tuttavia perdute. Al 1518 risale il suo capolavoro letterario, la commedia
Mandragola, nel cui prologo egli inserisce un accenno autobiografico
«scusatelo con questo, che s'ingegna con questi van pensieri fare el suo tristo
tempo più suave, perch'altrove non have dove voltare el viso; ché gli è stato
interciso mostrar con altre imprese altra virtue, non sendo premio alle fatiche
sue.» Intorno a quest'anno vanno collocate la traduzione dell'Andria di
Terenzio e stesura della novella di Belfagor arcidiavolo o Novella del demonio
che pigliò moglieil suo titolo preciso è attualmente stabilito in Favolail cui
tema di fondo è la visione pessimistica dei rapporti che legano gli esseri
umani, tutti intesi al proprio interesse a danno, se necessario, di quello di
ciascun altro. Il ritorno alla vita politica Lorenzo de' Medici morì,
lasciando il governo di Firenze al cardinale Giulio. Costui, favorevole a
Machiavelli, lo incaricò della stesura di una storia della città sotto lauta retribuzione.
Machiavelli, galvanizzato dall'incarico, diede alle stampe nel 1521 l’Arte
della guerra, dedicandola allo stesso cardinal Giulio. Nello stesso anno fu
inviato in missione diplomatica a Carpi presso il governatore Francesco
Guicciardini di cui, pur avendo opposte visioni della Storia, divenne buon
amico. Nel 1525 cercò di guadagnare il favore di papa Clemente VII offrendogli
le Istorie fiorentine. Nel frattempo giunsero la revoca ufficiale
dell'interdizione dalla vita pubblica e l'affidamento di missioni militari in
Romagna in collaborazione col Guicciardini. I Medici furono cacciati da Firenze e venne
instaurata nuovamente la repubblica. Machiavelli si propose come candidato alla
carica di segretario della repubblica, ma venne respinto in quanto ritenuto
colluso coi Medici e soprattutto con papa Clemente VII. La delusione per
Machiavelli fu insopportabile. Ammalatosi repentinamente, cominciò a peggiorare
vistosamente fino alla morte, sopraggiunta il 21 giugno 1527. Abbandonato da
tutti, fu sepolto nel corso di una modesta cerimonia funebre nella tomba di
famiglia nella basilica di Santa Croce. La città di Firenze fece costruire un
monumento nella basilica stessa; esso raffigura la Diplomazia assisa su un
sarcofago marmoreo. Sulla lastra frontale sono incise le parole Tanto nomini
nullum par elogium (Nessun elogio sarà mai degno di tanto nome). Pensiero
Machiavelli e il Rinascimento Con il termine machiavellico si è spesso indicato
un atteggiamento spregiudicato e disinvolto nell'uso del potere: un buon
principe deve essere astuto per evitare le trappole tese dagli avversari,
capace di usare la forza se ciò si rivela necessario, abile manovratore negli
interessi propri e del suo popolo. Ciò si accompagna a un travaglio personale
che Machiavelli sentiva nella sua attività quotidiana e di teorico, secondo una
tradizione politica che già in Cicerone affermava: "un buon politico deve
avere le giuste conoscenze, stringere mani, vestire in modo elegante, tessere
amicizie clientelari per avere un'adeguata scorta di voti". Con
Machiavelli l'Italia ha conosciuto il più grande teorico della politica.
Secondo Machiavelli la politica è il campo nel quale l'uomo può mostrare nel
modo più evidente la propria capacità di iniziativa, il proprio ardimento, la
capacità di costruire il proprio destino secondo il classico modello del faber
fortunae suae. Nel suo pensiero si risolve il conflitto fra regole morali e
ragion di Stato che impone talvolta di sacrificare i propri princìpi in nome
del superiore interesse di un popolo. La politica deve essere autonoma da
teologia e morale e non ammette ideali, è un gioco di forze finalizzate al bene
della collettività e dello stato. La politica, svincolata da dogmatismi e
princìpi teorici, guarda alla realtà effettuale, ai "fatti": "Mi
è parso più conveniente andare dietro alla verità effettuale della cosa
piuttosto che alla immaginazione di essa". Si tratta di una visione
antropocentrica che si richiama all'Umanesimo quattrocentesco ed esprime gli
ideali del Rinascimento. Nel “Dialogo intorno alla nostra lingua” dà un
giudizio severo su Alighieri. Alighieri è rimproverato di negare la matrice
fiorentina della lingua della Commedia. Il passo assume i caratteri dell'invettiva
contro Aligheri, accusato di aver infangato la reputazione di Firenze:
«Alighieri il quale in ogni parte mostrò d'esser per ingegno, per dottrina et
per giuditio huomo eccellente, eccetto che dove egli hebbe a ragionare della
patria sua, la quale, fuori d'ogni humanità et filosofico instituto, perseguitò
con ogni spetie d'ingiuria. E non potendo altro fare che infamarla, accusò
quella d'ogni vitio, dannò gli uomini, biasimò il sito, disse male de' costumi
et delle legge di lei; et questo fece non solo in una parte de la sua cantica,
ma in tutta, et diversamente et in diversi modi: tanto l'offese l'ingiuria
dell'exilio, tanta vendetta ne desiderava. Ma la Fortuna, per farlo mendace et
per ricoprire con la gloria sua la calunnia falsa di quello, l'ha continuamente
prosperata et fatta celebre per tutte le province, et condotta al presente in
tanta felicità et sì tranquillo stato, che se Alighieri la vedessi, o egli
accuserebbe sé stesso, o ripercosso dai colpi di quella sua innata invidia,
vorrebbe essendo risuscitato di nuovo morire.» Poi, durante un altro
scambio immaginario con Aligheri, Mhiavelli rimprovera il carattere
"goffo", "osceno", addirittura "porco" del
registro utilizzato nell'Inferno: «Aligheri mio, io voglio che tu
t'emendi, et che tu consideri meglio il “parlare” fiorentino et la tua opera;
et vedrai che, se alcuno s'harà da vergognare, sarà più tosto Firenze che tu:
perché, se considererai bene a quel che tu hai detto, tu vedrai come ne' tuoi
versi non hai fuggito il goffo, come è quello: "Poi ci partimmo et
n'andavamo introcque"; non hai fuggito il porco, com'è quello:
"che merda fa di quel che si trangugia"; non hai fuggito
l'osceno, com'è: "le mani alzò con ambedue le fiche"; e
non avendo fuggito questo, che disonora tutta l'opera tua, tu non puoi haver
fuggito infiniti vocaboli patrii che non s'usano altrove che in quella» Autografo
delle Historiae Fiorentinae Per Machiavelli la storia è il punto di riferimento
verso il quale il politico deve sempre orientare la propria azione. La storia
fornisce i dati oggettivi su cui basarsi, i modelli da imitare, ma indica anche
le strade da non ripercorrere. Machiavelli si basa su una concezione ciclica
della storia: "Tutti li tempi tornano, li uomini sono sempre li
medesimi". Ma ciò che allontana Machiavelli da una visione deterministica
della storia è l'importanza che egli attribuisce alla virtù, ovvero alla
capacità dell'uomo di dominare il corso degli eventi utilizzando opportunamente
le esperienze degli errori compiuti nel passato, nonché servendosi di tutti i
mezzi e di tutte le occasioni per la più alta finalità dello stato, facendo
anche violenza, se necessario, alla legge morale. Non a caso il Principe,
nella conclusione, abbandona il suo taglio cinico e pragmatico per esortare i
sovrani italiani, con una scrittura più solenne e venata di un certo idealismo,
a riconquistare la sovranità perduta e a cacciare l'invasore straniero. Non c'è
rassegnazione nel Principe, né tanto meno sfiducia nei confronti dell'uomo. La
storia è il prodotto dell'attività politica dell'uomo per finalità terrene
esclusivamente pratiche. Lo stato, oggetto di tale attività, nella situazione
politica e nel pensiero del tempo si identifica con la persona del
principe. Di conseguenza l'attività politica è riservata solo ai grandi
protagonisti, ai pochi capaci di agire, non al "vulgo" incapace di
decisione e di coraggio. L'obiettivo è creare o conservare lo stato, una
creazione individuale legata alle qualità e alla sorte del suo fondatore: la
fine del principe può determinare la fine del suo stato, come capitò ad esempio
a Cesare Borgia. Il Machiavelli ha dunque un'importanza fondamentale per la
scoperta che la politica è una forma particolare autonoma di attività umana, il
cui studio rende possibile la comprensione delle leggi da cui è perennemente
retta la storia; da quella scoperta discende, come suo naturale fondamento, una
vigorosa concezione della vita, incentrata unicamente sulla volontà e sulla
responsabilità dell'uomo. Una errata interpretazione del Novecento fece
del Machiavelli un precursore del movimento unitario italiano, ma la parola
nazione ha assunto l'attuale significato solo a partire dalla seconda metà del
Settecento, mentre il Machiavelli la usò in senso particolaristico e cittadino
(es. nazione fiorentina o, nel senso più generico di popolo, moltitudine). Tuttavia,
Machiavelli propugna un principato in grado di reggersi sull'unità etnica dell'Italia;
così facendo, e denunciando in tal modo una chiara coscienza dell'esistenza di
una civiltà italiana, Machiavelli predica la liberazione dell'Italia sotto il
patrocinio di un principe, criticando il dominio temporale dei Papi che
spezzava in due la penisola. Ma l'unità d'Italia resta in Machiavelli un
problema solo intuito. Non si può dubitare che avesse concepito l'idea
dell'unità italiana, ma tale idea restò indeterminata, poiché non trovò appigli
concreti nella realtà, restando perciò a livello di utopia, cui solo dava forma
la figura ideale del principe nuovo. Machiavelli dunque intraprese un viaggio
che identificò come spirituale in giro per il mondo. In seguito, tornato in
patria, ebbe una nuova visione sia del "popolo" che della
"nazione" (di qui quello che oggi definiamo rinnovamento
culturale). Il principe o De Principatibus. Niccolò Machiavelli nello
studio, Stefano Ussi, Emblematico è il modo di trattare argomenti delicati,
quali le mosse necessarie al Principe per organizzare uno stato ed ottenerne
uno stabile e duraturo consenso. Per esempio vi troviamo indicazioni
programmatiche, quali l'utilità nello "spegnere" gli stati abituati a
vivere liberi di modo da averli sotto il proprio diretto controllo (metodo
preferito al creare un'amministrazione locale "filo-principesca" o al
recarvisi e stabilirvisi personalmente, metodo però sempre tenuto da conto in
modo da avere un occhio sempre presente sulle proprie terre, e stabilire una
figura rispettata e conosciuta in loco). Altro elemento caratteristico
del trattato sta nella scelta dell'atteggiamento da tenere nei confronti dei
sudditi, culminante nell'annosa questione del "s'elli è meglio essere amato
che temuto o e converso" La risposta corretta si concretizzerebbe in un
ipotetico principe amato e temuto, ma essendo difficile o quasi impossibile per
una persona umana l'essere ambedue le cose, si conclude decretando che la
posizione più utile viene ad essere quella del Principe temuto (pur ricordando
che mai e poi mai il Principe dovrà rendersi odioso nei confronti del popolo,
fatto che porrebbe i prodromi della propria caduta). Qua appare indubbiamente
la concezione realistica e la concretezza del Machiavelli, il quale non viene a
proporre un ipotetico Principe perfetto, ma irrealizzabile nel concreto, bensì
una figura effettivamente possibile e soprattutto "umana".
Ulteriore atteggiamento principesco dovrà l'essere metaforicamente sia "volpe"
che "leone", in modo da potersi difendere dalle avversità sia tramite
l'astuzia (volpe) che tramite la violenza (leone). Mantenendo un solo
atteggiamento dei due non ci si potrà difendere da una minaccia violenta o di
astuzia. Spesso alla figura evocata dal Principe di Machiavelli viene associata
la figura di un uomo privo di scrupoli, di un cinismo estremo, nemico della
libertà. Inoltre gli viene erroneamente associata la frase "il fine
giustifica i mezzi", che invece mai enunciò. Questo perché la parola "giustifica"
evoca sempre un criterio morale, mentre Machiavelli non vuole
"giustificare" nulla, vuole solo valutare, in base ad un altro metro
di misura, se i mezzi utilizzati sono adatti a conseguire il fine politico,
l'unico fine da perseguire è il mantenimento dello Stato. Machiavelli
nella stesura del Principe si rifà alla reale situazione che gli si presentava
attorno, una situazione che necessitava essere risolta con un atto deciso,
forte, violento. Machiavelli non vuole proporre dei mezzi giustificati da un
fine, egli pone un programma politico che qualunque Principe che voglia portare
alla liberazione dell'Italia, da troppo tempo schiava, dovrà seguire. Fuori dai
suoi intenti una giustificazione morale dei punti suggeriti: egli stende un
vademecum necessariamente utile a quel Principe che finalmente vorrà impugnare
le armi. Alle accuse di sola illiberalità od autoritarismo, si può dare una
risposta leggendo il capitolo IX, "De Principatu Civili", ritratto di
un principe nascente dal e col consenso del popolo, figura ben più solida del
Principe nato dal consesso dei "grandi", cioè dei grandi proprietari
feudali. Non esiste un unico tipo di principato, ma per ognuno troviamo
un'ampia trattazione di pregi e dei difetti. Controversie sul Principe
«Quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori gli allor ne sfronda, ed
alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue» (Ugo Foscolo,
Dei sepolcri) La gelida obiettività e un certo cinismo con cui Machiavelli
descriveva il comportamento freddo, razionale ed eventualmente spietato che un
capo di Stato deve mettere in atto, colpì i critici. Così, da una parte vi è la
linea di pensiero tradizionale, secondo la quale "Il Principe" è un
trattato di scienza politica destinato al governante, che tramite esso saprà
come affrontare i problemi, spesso drammatici, posti dal suo ruolo di garante
della stabilità dello stato. Dall'altra, troviamo un'interpretazione secondo
cui il trattato di Machiavelli, che era originariamente un repubblicano, ha
come vero scopo quello di mettere a nudo, e quindi chiarire, le atrocità
compiute dai principi dell'epoca, a vantaggio del popolo, che di conseguenza
avrebbe le dovute conoscenze per attuare le precauzioni al fine di stare in
guardia e difendersi quando si dimostra necessario. Il principe è visto anche
come figura assai drammatica, la quale, per il bene dello stato stesso, non si
può permettere di lasciare spazio al proprio carattere, diventando così quasi
un uomo-macchina. Secondo alcuni, Machiavelli venne in realtà accusato da
subito di nicodemismo, e: «...di non aver mirato ad altro, in quel libro,
che a condurre il tiranno a precipitosa rovina, allettandolo con precetti a lui
graditi...» (Attribuita a Niccolò Machiavelli[28]). Machiavellismo §
L'antimachiavellismo e il repubblicanesimo. Gli esponenti di questa seconda
interpretazione (la cosiddetta "interpretazione obliqua", diffusa dal
XVII secolo, e avanzata per la prima volta da Alberico Gentili spirandosi a
Reginald Pole, poi ripresa da Traiano Boccalini e in seguito Baruch Spinoza)[31],
furono numerosi soprattutto in ambito illuminista (anche se venne rifiutata da
Voltaire), che vedeva in Machiavelli un precursore della politica laica e del
repubblicanesimo: la sostennero, dal Settecento, Jean-Jacques Rousseau[33],
Vittorio Alfieri[34], Giuseppe Baretti, Giuseppe Maria Galanti[36], gli
enciclopedisti (in primis Denis Diderot[3 Opere: Discorso 8] e Jean
Baptiste d'Alembert), Foscolo e Parini[, e ha avuto diffusione soprattutto
nell'Ottocento, prima e durante il Risorgimento[26]; ne è un esempio quello che
Foscolo scrive nei "Sepolcri": «Io quando il monumento / vidi ove
posa il corpo di quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori / gli
allor ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue».
Forse alcuni di essiad esempio, per quanto riguarda Foscolo, è un'ipotesi
alternativa di Spongano e riportata anche da Mario Pazzagliaritenevano anche
che, pur essendo Il principe un'opera fatta per i tiranni e i governanti, fosse
utile lo stesso per svelare al popolo gli intrighi del potere, ritenendo valida
l'interpretazione obliqua, qualunque fossero le intenzioni di Machiavelli. In generale, per i sostenitori di questa
lettura, Il principe avrebbe, come le satire (ad esempio Una modesta proposta
di Jonathan Swift), uno scopo opposto a quello apparente, come avverrà anche
per alcuni scritti di epoca romantica (Lettera semiseria di Grisostomo di
Giovanni Berchet o alcune Operette Morali di Giacomo Leopardi). In epoca
più recente, tuttavia, nella maggioranza dei critici è prevalsa la prima
interpretazione, quella tradizionale, dal quale risalta la libertà e
concretezza, anche spregiudicata, del pensiero di Machiavelli, che non descrive
mondi utopici, ma il mondo reale della politica dei suoi tempi,e la sua concezione
anticipatrice del realismo politico e della cosiddetta realpolitik. L'interpretazione
obliqua è stata riproposta in modo minoritario, ad esempio in alcuni monologhi
del drammaturgo e attore Dario Fo. Il modello linguistico prescelto da
Machiavelli è fondato sull'uso vivo più che sui modelli letterari; lo
scopo, esplicito soprattutto nel Principe, di scrivere qualcosa di utile e
chiaramente espressivo lo induce a scegliere spesso modi di dire proverbiali di
immediata evidenza. Il lessico impiegato dall'autore si rifà a quello
boccacciano, è ricco di parole comuni e i latinismi, seppure abbondanti,
provengono per lo più dal gergo cancelleresco. Nelle sue opere ricoprono un
ruolo assai rilevante anche le metafore, i paragoni e le immagini. La
concretezza è una delle caratteristiche salienti, l'esempio concreto ed
essenziale, tratto dalla storia sia antica che recente, è sempre preferito al
concetto astratto. In generale si parla di uno stile "fresco",
come lo ebbe a definire il filosofo Nietzsche in Al di là del bene e del male,
con un riferimento particolare all'uso della paratassi, a una certa
sentenziosità delle frasi, costruite secondo un criterio di chiarezza a scapito
di un maggior rigore logico-sintattico. Machiavelli rende evidenti concetti
che, se espressi con un linguaggio più elaborato, sarebbero molto difficili da
decifrare, e riesce a esprimere le sue tesi con originale capacità
espositiva. Opere Discorso fatto al magistrato de' Dieci sopra le cose di
Pisa, Parole da dirle sopra la provvisione del danaio, Descrizione del modo
tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da
Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini, De natura Gallorum, Ritratto
delle cose di Francia, Ritratto delle cose della Magna, Il Principe, Discorsi
sopra la prima deca di Tito Livio, Dell'arte della guerra, La vita di
Castruccio Castracani da Lucca, Istorie fiorentine, )Riedizione Istorie
fiorentine, Venezia, 1546. Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua,
Decennali Mandragola, commedia teatrale Belfagor arcidiavolo, Epistolario,
L'asino, Edizioni critiche in pubblico dominio: Legazioni, commissarie,
scritti di governo. Fredi Chiappelli. Laterza, Roma-Bari. Drammaturgie minori
Clizia, Andria, traduzione-rifacimento dell'Andria di Terenzio Onori Nel 2009
Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus Nella cultura di massa Il suo
nome, modificato in "Makaveli", venne usato dal rapper statunitense
Tupac Shakur tper firmare molte sue canzoni e un album uscito postumo. Niccolò
Machiavelli viene proposto anche nel videogioco Assassin's Creed 2 e il seguito
Assassin's Creed: Brotherhood, in veste di Assassino. Proprio in quest'ultimo
assume un ruolo particolarmente importante, insieme ad altri personaggi
dell'Italia rinascimentale. Niccolò Machiavelli è, assieme a John Dee, il
principale antagonista della serie di romanzi fantasy I segreti di Nicholas
Flamel, l'immortale (come capo dei servizi segreti francesi), scritta da
Michael Scott. Nella mostra "Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo"
(Roma, Complesso del Vittoriano, Salone Centrale, promossa dall'Istituto
dell'Enciclopedia Italiana e dalla sezione italiana di Aspen Institute, la
sezione "Machiavelli e il nostro tempo: usi e abusi" presenta, tra
altre "opere", Figurine Liebig, pacchetti di sigarette, schede
telefoniche, trading card, cartoline, francobolli, giochi da tavolo e
videogiochi dedicati a Machiavelli. Nella serie I Borgia di Neil Jordan è
interpretato da Julian Bleach. Machiavel è una band belga, catalogabile sotto
il genere progressive rock. Il nome della band è un chiaro omaggio a Niccolò
Machiavelli. Nella serie I Medici è interpretato da Vincenzo Crea, Edizione
nazionale delle opere Edizione Nazionale delle Opere di Niccolò Machiavelli,
Salerno Editrice di Roma: Il principe, Mario Martelli, corredo filologico
Nicoletta Marcelli, Discorsi sopra la
prima Deca di Tito Livio, Francesco Bausi, L'arte della guerra. Scritti
politici minori, Giorgio Masi, Jean Jacques Marchand, Denis Fachard, Opere storiche, Alessandro Montevecchi, Carlo
Varotti, ITeatro. Andria-Mandragola-Clizia,
Pasquale Stoppelli, Scritti in poesia e
in prosa, Antonio Corsaro, Paola Cosentino, Emanuele Cutinelli-Rèndina, Filippo
Grazzini, Nicoletta Marcelli, coordinam. di Francesco Bausi, ILegazioni, Commissarie, Scritti di governo, Jean-Jacques
Marchand, Legazioni. Commissarie. Scritti di governo, Legazioni. Commissarie. Scritti
di governo, Jean-Jacques Marchand, Matteo Melera-Morettini, Legazioni.
Commissarie. Scritti di governo Denis Fachard, Emanuele Cutinelli-Rèndina, Legazioni.
Commissarie. Scritti di governo, Jean-Jacques Marchand, Andrea Guidi, Matteo
Melera-Morettini, Legazioni.
Commissarie. Scritti di governo. Denis Fachard, Emanuele
Cutinelli-Rèndina, Legazioni. Commissarie.
Scritti di governo, Jean-Jacques Marchand, Andrea Guidi, Matteo
Melera-Morettini. La famosa frase
"Il fine giustifica il mezzo" (o "i mezzi"), usata spesso
come esempio di machiavellismo, è del critico letterario Francesco de Sanctis,
con riferimento ad interpretazioni fuorvianti del pensiero di Machiavelli
espresso nel Principe. Il passo di De Sanctis, dal capitolo XV della sua Storia
della letteratura italiana, dedicato a Machiavelli, recita: "Ci è un
piccolo libro del Machiavelli, tradotto in tutte le lingue, il Principe, che ha
gittato nell'ombra le altre sue opere. L'autore è stato giudicato da questo
libro, e questo libro è stato giudicato non nel suo valore logico e
scientifico, ma nel suo valore morale. E hanno trovato che questo libro è un
codice di tirannia, fondato sulla turpe massima che il fine giustifica i mezzi,
e il successo loda l'opera. E hanno chiamato machiavellismo questa dottrina.
Molte difese sonosi fatte di questo libro ingegnosissime, attribuendosi
all'autore questa o quella intenzione più o meno lodevole. Così n'è uscita una
discussione limitata e un Machiavelli rimpiccinito". Celebrazioni per il V centenario del Principe
di Machiavelli, Accademia della Crusca, Opera di Santa Maria del Fiore, Libri
dei battesimi: Niccolò Piero e Michele di m. Bernardo Machiavellidi Santa
Trinita, nacque a dì 3 a hore 4, battezzato a dì 4 Dal Villani, nella sua Cronica. In Discorsi
di Architettura del senatore Giovan Battista Nelli,La sua trascrizione del De
rerum natura è nel manoscritto Vaticano Rossiano L. Canfora, Noi e gli antichi, Milano Giovio,
Elogia clarorum virorum, 1546, 55v: «Constat a Marcello Virgilio graecae atque
latinae linguae flores accepisse» R.
Ridolfi, Lettera Riccardo Bruscagli, "Machiavelli". Il Senato romano
fece distruggere Velletri e indebolì Anzio sottraendole la flotta: cfr. Livio, "La
sua vicinanza a Pier Soderini, vexillifer perpetuus, si accentua
progressivamente in uno sforzo di sottrarre Firenze a un immobilismo indotto
dal timore di un potere esecutivo più forte e irrispettoso di una lunga
tradizione di libertà repubblicano-oligarchica": Grazzini, Filippo, Ante
res perdita, post res perditas : dalle dediche del Decennale primo a quella del
Principe, Interpres : rivista di studi quattrocenteschi :Roma : Salerno, . Lettera. È un'ipotesi del Ridolfi, cDiscorsi
sopra la prima Deca di Tito Livio, «Giovanpagolo, il quale non stimava essere
incesto e publico parricida, non seppe, o, a dir meglio, non ardì, avendone
giusta occasione, fare una impresa, dove ciascuno avesse ammirato l'animo suo,
e avesse di sé lasciato memoria eterna, sendo il primo che avesse dimostro a'
prelati quanto sia poco uno che vive e regna come loro; ed avessi fatto una
cosa, la cui grandezza avesse superato ogni infamia, ogni pericolo, che da
quella potesse dependere» Nella sua
Storia d'Italia, il Guicciardini esprime lo stesso giudizio di Machiavelli Ritratto delle cose della Magna, in «Tutte le
opere storiche, politiche e letterarie2»
Lettera ai Dieci,Il carcere, la tortura e il ritiro all'Albergaccio, su
viv-it.org. Ottenendo un giudizio evasivo: cfr. la lettera del Vettori Lettera
a Francesco Vettori, David Quint, Armi e
nobiltà : Machiavelli, Guicciardini e le aristocrazie cittadine, Cadmo, Studi
italiani. De credulitate et pietate; et an sit melius amari quam timeri, vel e
contra. Il machiavellismo, su dizionariostoria.wordpress.com. Machiavellismo,
Treccani, 2Citata in Niccolò Machiavelli, Periodici Mondadori, A. Gentili, De
legationibus. R. Pole, Apologia ad Carolum V Caesarem de Unitate Ecclesiae che talvolta elogiarono però anche alcuni
consigli pragmatici dati al principe, come quello della religione come
instrumentum regnii; ad esempio Voltaire, nel capitolo Se sia utile mantenere
il popolo nella superstizione, del Trattato sulla tolleranza, afferma l'utilità,
entro certi limiti, di una forma di religione razionale per il popolo La fortuna di Machiavelli nei secoli, su
windoweb «Machiavelli era un uomo giusto e un buon cittadino; ma, essendo
legato alla corte dei Medici, non poteva velare il proprio amore per la libertà
nell'oppressione che imperava nel suo paese. La scelta di Cesare Borgia come
proprio eroe, ben evidenziò il suo intento segreto; e la contraddizione insita
negli insegnamenti del Principe e in quelli dei Discorsi e delle Istorie
fiorentine ben dimostra quanto questo profondo pensatore politico è stata
finora studiato solo dai lettori superficiali o corrotti. La Corte pontificia
vietò severamente la diffusione di quest'opera. Ci credo ... in fondo, quanto
scritto la ritrae fedelmente. il libro dei repubblicani (...) fingendo di dare
lezioni ai re, ne ha date di grandi ai popoli». (Jean Jacques Rousseau, Il
contratto sociale), «Dal solo suo libro Del Principe si potrebbero qua e là
ricavare alcune massime immorali e tiranniche, e queste dall'autore son messe
in luce (a chi ben riflette) molto più per disvelare ai popoli le ambiziose ed
avvedute crudeltà dei principi che non certamente per insegnare ai principi a
praticarne... all'incontro, il Machiavelli nelle Storie, e nei Discorsi sopra
Tito Livio, ad ogni sua parola e pensiero, respira libertà, giustizia, acume,
verità, ed altezza d'animo somma, onde chiunque ben legge, e molto sente, e
nell'autore s'immedesima, non può riuscire se non un fuocoso entusiasta di
libertà, e un illuminatissimo amatore d'ogni politica virtù» (Del principe e
delle lettere,) «Con quel libro, se la
sapessimo tutta, egli si pensò forse di pigliare, come si suol dire, due
colombi ad una fava: presentando dall'un lato a' suoi Fiorentini come schietta
e naturale una caricata e mostruosa immagine d'un sovrano assoluto, affinché si
risolvessero a non averne mai alcuno; e cercando dall'altro di tirare
insidiosamente i Medici a governarsi in guisa che s'avessero poi a snodolare il
collo, seguendo i fraudolenti precetti da lui con molta adornezza sciorinati in
quella sua dannata opera.» G. Galanti,
Elogio di N. Machiavelli cittadino e segretario fiorentino Alessandro Arienzo, Gianfranco Borrelli,
Anglo-American Faces of Machiavelli, Voce "Machiavellismo"
dell'Encyclopedie Franco Ferrucci, Il
teatro della fortuna: potere e destino in Machiavelli e Shakespeare, Fazi
Editore, Mario Pazzaglia, Note ai Sepolcri, in Antologia della letteratura
italiana, vol I cfr. l'inizio del
Dialogo di Tristano e di un amico.
Introduzione a: Alfredo Oriani, Niccolò Machiavelli //repubblica/rubriche/la-parola
news/realpolitik Realpolitik Video di
Dario Fo che parla di Machiavelli (trasmissione tv Vieni via con me, su
youtube.com. Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. Catalogo della
mostra, Roma Istituto dell'Enciclopedia Italiana, La su Machiavelli è sterminata. Tentativi di
redigerla sono stati realizzati da Achille Norsa, Il principio della forza nel
pensiero politico di Niccolò Machiavelli, seguito da un contributo
bibliografico, Milano Silvia Ruffo Fiore, Niccolò Machiavelli: an annotated
bibliography of modern criticism and scholarship, New York‑Westport‑London
1990; Daria Perocco, Rassegna di studi sulle opere letterarie del Machiavelli,
in "Lettere italiane",Emanuele Cutinelli‑Rendina, Rassegna di studi
sulle opere politiche e storiche di Niccolò Machiavelli, in "Lettere italiane",
Nel l'Istituto della Enciclopedia
Italiana Treccani ha pubblicato in 3 volumi l'opera Machiavelli: enciclopedia
machiavelliana. Di seguito una selezione di studi. Felix Gilbert, Machiavelli e
la vita culturale del suo tempo, Bologna, Il mulino, Claude Lefort, Le travail
de l'oeuvre Machiavel, Paris, Gallimard, Jean-Jacques Marchand, Niccolò
Machiavelli. I primi scritti politici Nascita di un pensiero e di uno stile,
Padova, Antenore, Riccardo Bruscagli, Niccolò Machiavelli, Firenze, La Nuova
Italia editrice, Roberto Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli, Firenze,
Sansoni, Federico Chabod, Scritti su Machiavelli, Torino, Einaudi, John
Greville Agard Pocock, Il momento machiavelliano: il pensiero politico
fiorentino e la tradizione repubblicana anglosassone, Bologna, Il mulino,Carlo
Dionisotti, Machiavellerie, Torino, Einaudi, 1980 Gennaro Sasso, Niccolo
Machiavelli, Il pensiero politico; La
storiografia, Bologna, Il Mulino (Napoli) Giuliano Procacci, Machiavelli nella
cultura europea dell'età moderna, Roma-Bari, Laterza, Gennaro Sasso,
Machiavelli e gli antichi e altri saggi, I-IV, Milano-Napoli, Ricciardi, Maurizio
Viroli, Il sorriso di Niccolò, storia di Machiavelli, Roma-Bari, Laterza, Emanuele
Cutinelli-Rendina, Chiesa e religione in Machiavelli, Pisa, Istituti editoriali
e poligrafici internazionali, Ugo Dotti, Machiavelli rivoluzionario: vita e
opere, Roma, Carocci, 2003 Francesco Bausi, Machiavelli, Roma, Salerno
editrice, Giorgio Inglese, Per Machiavelli. L'arte dello stato, la cognizione
delle storie, Roma, Carocci, Corrado Vivanti, Niccolò Machiavelli: i tempi
della politica, Roma, Donzelli, Andrea Guidi, Un segretario militante.
Politica, diplomazia e armi nel Cancelliere Machiavelli, Bologna, il Mulino,
2009 Gabriele Pedullà, Machiavelli in tumulto. Conquista, cittadinanza e
conflitto nei 'Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio', Roma, Bulzoni, .
William J. Connell, Machiavelli nel Rinascimento italiano, Milano,
FrancoAngeli, Attilio Scuderi, Il
libertino in fuga. Machiavelli e la genealogia di un modello culturale, Roma,
Donzelli, . Michele Ciliberto, Niccolò Machiavelli. Ragione e pazzia,
Roma-Bari, Laterza, . Altri contributi A. Montevecchi, Machiavelli, la vita, il
pensiero, i testi esemplari, Milano E. Janni, Machiavelli, Milano S. Zen,
Veritas ecclesiastica e Machiavelli, in Monarchia della verità. Modelli
culturali e pedagogia della Controriforma, Napoli, Vivarium (La Ricerca
Umanistica, Cosimo Scarcella, Machiavelli, Tacito, Grozio: un nesso
"ideale" tra libertinismo e previchismo, in "Filosofia",
Torino, Mursia, M. Gattoni, Clemente VII e la geo-politica dello Stato
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Roma, Bulzoni, 2005. Maria Cristina Figorilli, Machiavelli moralista. Ricerche
su fonti, lessico e fortuna. Napoli, Liguori editore, A. Capata, Il lessico
dell'esclusione. Tipologie di Virtù in Machiavelli', Manziana, 2008. Giuliano
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moderno. Tra realismo e utopia, Aracne, Roma, Mascia Ferri, L'opinione pubblica
e il sovrano in Machiavelli, in «The Lab's Quarterly», Pisa. Giuseppe Leone,
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Principati e repubbliche. Machiavelli, le forme politiche e il pensiero
francese del Cinquecento, Tep, Firenze 2005 Frédérique Verrier, Caterina Sforza
et Machiavel ou l'origine du monde, Vecchiarelli,Emanuele Cutinelli-Rendina,
Introduzione a Machiavelli, Roma-Bari, Laterza, Lettera a Francesco Vettori
Letteratura italiana Francesco Guicciardini Teoria della ragion di Stato
Istorie fiorentine Barbara Salutati Machiavellismo. TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
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italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
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su Find a Grave. Liber Liber. openMLOL, Horizons Unlimited Progetto Gutenberg.
Audiolibri di Niccolò Machiavelli, su LibriVox.
di Niccolò Machiavelli, su Internet Speculative Fiction Database, Al von
Ruff. Goodreads. Catalogo Vegetti della
letteratura fantastica, Fantascienza.com.Discografia nazionale della canzone
italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi. Niccolò
Machiavelli, su Internet Movie Database, IMDb.com. (DE, EN) Niccolò Machiavelli, su
filmportal.de. Antonio Enzo Quaglio,
Machiavelli, Niccolò, in Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Fabrizio Franceschini, Machiavelli, Niccolò, in Enciclopedia
dell'italiano, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, -. il Principe, ediz.
Istorie fiorentine, ediz. Le opere minori di Machiavelli, su
machiavelli.letteraturaoperaomnia.org. Opere di Niccolò Machiavelli con giunta
di un nuovo indice generale delle cose notabili, Milano, per Giovanni
Silvestri,Rassegna bibliografica degli studi machiavelliani.Una ricognizione
dei contributi scientifici dedicati al Machiavelli negli ultimi decenni. Niccolò
di Bernardo dei Machiavelli. Niccolò Machiavelli. Marchiavelli. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Machiavelli,"
per il club anglo-italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
Madera
(Varese).
Filosofo. Grice: “I like Madera; especially because he uses words I love, like
‘sense’ – ‘la carta del senso’ and soul – anima --.” Insegna
a Milano. Ha insegnato a Calabria e Venezia. È membro dell'Associazione
italiana di psicologia analitica, del Laboratorio analitico delle immagini
(LAI, associazione per lo studio del gioco della sabbia nella pratica
analitica), e fa parte della redazione della Rivista di psicologia
analitica. Fonda i Seminari aperti di pratiche filosofiche di Venezia e di
Milano e PhiloPratiche filosofiche a Milano. Studia Jung. Define la sua
proposta nel campo della ricerca e della cura del senso "analisi
biografica a orientamento filosofico", formando la Società degli analisti
filosofi. Fondat l'”Analisi Biografica A Orientamento Filosofico”, pratica
filosofica volta a utilizzare e a trasformare il metodo psico-analitico, nata
agli inizi Professoree oggi praticata in diverse città . La pratica
dell'analista filosofo si rivolge alle dimensioni “sane” ed è volta alla
ricerca di senso dell'esistenza dell'analizzante. L’orientamento filosofico è
inteso come ricerca di senso che, a differenza della filosofia come modo di
vivere dell’antichità, parte dalla biografia storicamente, culturalmente e
socialmente incarnata. Questo è un tentativo di risposta alla crisi delle
istituzioni tradizionalmente riconosciute come orientanti l’esistenza;
l'analista filosofo si propone di riformulare su base biografica i processi formativi
integrandoli con le psicologie del “profondo”. L’aver cura “terapeutica”
dell’insieme della personalità e della vita dei gruppi è stato da sempre
vocazione della filosofia, riproposta come contenitore di diversi approcci e
discipline delle scienze umane, dalla psicoanalisi alla pedagogia. Il senso è
inteso come il fattore terapeutico fondamentale. L'analisi biografica a
orientamento filosofico non si occupa della cura delle psicopatologie, a
meno che l'analista filosofo non sia anche uno psicoterapeuta, psicologo o
psichiatra. Essendo una pratica filosofica, sono richiesti all'analista
non solo la competenza professionale ma anche l'indirizzo vocazionale della sua
vita alla filosofia, dedicandosi agli esercizi filosofici personali e
comunitari. L'ambito di esperienze e teorie da cui deriva riunisce
l'eredità delle psicologie del profondo, la filosofia intesa nel suo valore
terapeutico e come stile di vita, la pedagogia del corpo e le pratiche di
meditazione, la psicologia sistemica, il metodo autobiografico e biografico, la
narrazione delle storie di vita in una prospettiva sociologica. Opere:“Identità
e feticismo” (Moizzi, Milano); “Dio il Mondo, Coliseum, Milano, “L'alchimia
ribelle,” Palomar, Bari, “Jung. Biografia e teoria,” Bruno Mondadori, Milano,
“L'animale visionario,” Il Saggiatore, Milano, “Mia philosophikê askêsê”, in ê
sunantêsê, “Ti einai ê philosophika prosanatolismenê biographikê analusê?”, in
ê sunantêsê, La filosofia come stile di vita, Bruno Mondadori, Milano, Ipoc, Milano, Il nudo
piacere di vivere, Arnoldo Mondadori, Milano, "Che cosa è l'analisi
biografica a orientamento filosofico", in Pratiche filosofiche e cura di
sé, Bruno Mondadori, Milano, Jung come precursore di una filosofia per
l'anima”, in , Il senso di psiche. Una filosofia per l'anima, Rivista di psicologia
analitica. La carta del senso” Psicologia del profondo e vita filosofica,
Raffaello Cortina Editore, Milano, , Ipoc,
Una filosofia per l'anima. All'incrocio di psicologia analitica e
pratiche filosofiche (Chiara Mirabelli), Ipoc, Milano “Empirisme ou une philosophie pour l’ame?”,
in Recherches Germaniques, Université de Strasbourg, Hors série n. 9, “The Missing Link: from Jung to Hadot and
Vice Versa”, in Eranos. Its Magical Past and Alluring Future: the Spirit of a
Wondrous Place, Spring, Jung. L'opera al rosso, Feltrinelli, Milano. Sconfitta
e utopia. Identità e feticismo attraverso Marx e Nietzsche, Mimesis,
Milano “Che tipo di sapere potrebbe
essere quello della psicoanalisi?”, in Psiche. Rivista di cultura
psicoanalitica, n Màdera R., “Dalla
pseudo-speciazione al capro espiatorio", in , Tabula rasa. Neuroscienze e
culture, Fondazione Intercultura , "The psychic counterpoise to violence
towards the human other", in Papadopoulos, Moral Injury and Beyond.
Understanding Human Anguish and Heling Traumatic Wounds, Abingdon UK, New York
NY: Routledge, , Pratiche filosofiche e
cura di sé, Bruno Mondadori, Milano, Le pratiche filosofiche nella formazione,
Adultità, Guerini e Associati, Milano Bartolini P., Mirabelli C. , L’analisi
filosofica: avventure del senso e ricerca mito-biografica, Mimesis,
Milano-Udine Campanello L.,
"L'analisi biografica a orientamento filosofico e le cure palliative”, in
Tessere reti per una buona morte, Rivista Italiana di Cure Palliative, Campanello
L., Sono vivo ed è solo l'inizio, Mursia, Milano Daddi A. I., Filosofia del profondo,
formazione continua, cura di sé. Apologia di una psicoanalisi misconosciuta,
Ipoc, Milano, Daddi A. I., “Principio
Misericordia, perfezionismo morale e nuova etica. La proposta màderiana per
l'Occidente del terzo millennio”, in I. Pozzoni , Rassegna storiografica
decennale, Limina Mentis, Monza, Diana
M., Contaminazioni necessarie. La cura dell'anima tra religioni, psicoterapia,
counselling filosofici, Moretti&Vitali, Bergamo, Galimberti U., Nuovo
dizionario di psicologia. Psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze, voce
“Biografico, Metodo”, Feltrinelli, Milano
Gamelli I., Mirabelli C., Non solo a parole. Corpo e narrazione nella
formazione e nella cura, Raffaello Cortina, Milano Janigro N. , La vocazione della psiche,
Einaudi, Torino Janigro N., Psicoanalisi.
Un’eredità al futuro, Mimesis, Milano
Malinconico A. , "Dialettica di redazione (ancora in tema di
analisi biografica a orientamento filosofico)", in , Il senso di psiche.
Una filosofia per l'anima, Rivista di psicologia analitica, Malinconico A.,
Psicologia Analitica e mito dell’immagine. Biblioteca di Vivarium, Milano Montanari M., “Per una filosofia del
profondo”, in , Il senso di psiche. Una filosofia per l'anima, Rivista di
psicologia analitica, Montanari M., La filosofia come cura, Mursia, Milano Montanari M., Vivere la filosofia, Mursia,
Milano Moreni L. , “Intervista a tre
analisti filosofi”, in , Il senso di psiche. Una filosofia per l'anima, Rivista
di psicologia analitica, Sull’analisi biografica a orientamento filosofico Analisi biografica e cura di sé Una nuova formazione alla cura Psiche e città. La nuova politica nelle
parole di analisti e filosofi
Quattordici punti sull’analisi biografica a orientamento filosofico. Romano
Màdera et l’analyse biographique à orientation philosophique. Romano Màdera. Madera.
Keywords: “profondo” “la grammatical profonda” “la grammatical del profondo” Tiefe
Grammatik – implicatura del profondo, implicatura del superficiale. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Madera” – The Swimming-Pool Library.
Maffetone (Napoli). Filosofo. Grice: “I like Maffetone;
he tries, like I do, to defend Socrates against Thrasymacus; in the
proceedings, he provides his view on the foundations of Italian liberalism –
and has recently explored the topic of what he calls ‘il valore della vita.’”
Si laurea a Napoli. Ha contribuito al dibattito scientifico sui temi di
bioetica e etica dell'economia e della politica, alla Rawls,, tentando di
ricostruire i principi del liberalismo applicandoli al contesto dell’economia.
Insegna a Roma. Presidente della Fondazione Ravello. Opere: “I fondamenti del liberalismo” (Laterza, Etica
Pubblica, Il Saggiatore); “La pensabilità del mondo” (Il Saggiatore, “Rawls”
(Laterza). “Un mondo migliore. Giustizia globale tra Leviatano e Cosmopoli,
“Marx nel XXI secolo,” Luiss University Press. Radio Radicale. Sebastiano Maffettone.
Maffetone. Keywords: contrattualismo. Rawls on Grice on personal identity.
Keywords: quasi-contrattualismo conversazionale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Maffetone” – The Swimming-Pool Library.
Magalotti (Roma). Filosofo. Grice: “I like Magalotti – very philosophical” – Grice: “When a
philosopher is a count, we don’t say that he was a professional philosopher,
but not an amateur philosopher either – ‘philosopher’ does!” – Grice: “I like
his ‘saggi’ on ‘natural experience’ – he is being Aristotelian: there is
natural experience and there is trans-natural experience – and there is
supernatural experience!” Appartenente all’aristocrazia, figlio di Orazio,
prefetto dei corriere pontifici, e Francesca Venturi. Studia a Roma e Pisa,
dove e allievo di Viviani e Malpighi. Segretario di Leopoldo de' Medici, segretario
dell'Accademia del Cimento (fondata da de’ Medici). Fa parte anche
dell'Accademia della Crusca e dell'Accademia dell'Arcadia, Dall'esperienza al
Cimento nacque i “Saggi di naturali esperienze, ossia le relazioni
dell'attività dell'Accademia del Cimento”. Passa al servizio di Cosimo III de'
Medici iniziando così un'attività che lo
porta a una serie di viaggi per l'Europa (raccolse in diverse opere le sue
vivaci e brillanti relazioni di viaggio). Ottenne il titolo di conte e la
nomina ad ambasciatore a Vienna. Si ritira alla villa Magalotti, in Lonchio. Si
dedica alla filosofia, con particolare attenzione per la filosofia naturale di Galilei Opere:
“Canzonette
anacreontiche di Lindoro Elateo, pastore arcade” “Delle lettere familiari del
conte Lorenzo Magalotti e di altri insigni uomini a lui scritte, Firenze, Diario di Francia, M.L. Doglio, Palermo,
Sellerio. “La donna immaginaria, canzoniere, con altre di lui leggiadrissime
composizioni inedited” (Lucca); “Lettere del conte Lorenzo Magalotti gentiluomo
fiorentino dedicate all'Ecc.mo e Clar.mo Sig. Senatore Carlo Ginori Cav.
dell'Ordine di S. Stefano, Segretario delle Riformagioni e delle Tratte, Lucca.
Lettere contro l'ateismo, Venezia. Lettere odorose, E. Falqui, Milano. Lettere
scientifiche. “Lettere” (Firenze). “Saggi di naturali esperienze fatte
nell'Accademia del cimento sotto la protezione del Serenissimo Principe
Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia, Milano. “Scritti
di corte e di mondo” Enrico Falqui, Roma. “Varie operette del conte Lorenzo
Magalotti con giunta di otto lettere su le terre odorose d'Europa e d'America
dette volgarmente buccheri” Roma.Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Saggi di naturali esperienze fatte
nell'Accademia del Cimento sotto la protezione del serenissimo principe
Leopoldo di Toscana e descritte dal segretario di essa Accademia (Firenze: per
Giuseppe Cocchini all'Insegna della Stella); “La donna immaginaria canzoniere
del celebre conte Lorenzo Magalotti ora per la prima volta dato alla luce e
dedicato alle nobilissime dame italiane” (Firenze: appresso Andrea Bonducci); “Canzonette
anacreontiche di Lindoro Elateo pastore arcade” (Firenze : per Gio. Gaetano Tartini,
e Santi Franchi); “Il sidro poema in due canti di Giovanni Filips tradotto
dall'inglese in toscano dal celebre conte Lorenzo Magalotti ora per la prima
volta stampato con altre traduzioni, e componimenti di vari autori” (Firenze: appresso
Andrea Bonducci); Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond, Opere
slegate : precedute da un carteggio tra Magalotti e Saint-Évremond, tradotte in
toscano” (Roma: Edizioni dell'Ateneo). Scienza in Italia, opera del Museo
Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze, Elogio storico del
conte Lorenzo Magalotti nell'edizione de La donna immaginaria canzoniere del
conte Lorenzo Magalotti con altre di lui leggiadrissime composizioni inedite,
raccolte e pubblicate da Gaetano Cambiagi, In Lucca: nella stamperia di Gio.
Riccomini, Dizionario critico della letteratura italiana, Torino, UTET, Lorenzo Magalotti, Relazioni di viaggio in
Inghilterra, Francia e Svezia” (Bari, G. Laterza). Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca. Liber Liber. openMLOL, Horizons
Unlimited srl. Relazioni di viaggio in
Inghilterra, Francia e Svezia Lettere
scientifiche ed erudite Comento sui
primi cinque canti dell'Inferno di Dante, e quattro lettere del conte Lorenzo
Magalotti Canzonette anacreontiche di
Lindoro Elateo pastore arcade Lettere
scientifiche ed erudite La donna
immaginaria Novelle (il volume contiene anche opere di altri
autori) Gli amori innocenti di Sigismondo conte d'Arco con la Principessa
Claudia Felice d'Inspruch. Il conte Lorenzo Magalotti. Villa Magalotti. Magalotti.
Keywords: ‘naturali esperienze’ --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Magalotti”
– The Swimming-Pool Library.
Maggi (Pompiano). FIlosofo. Grice:
“I like his portrait” – Grice: “My favourite of his essays is on the
ridiculous; but his most specifically philosophical stuff is the ‘lectiones
philosophicae’ and the ‘consilia philosophica.’” La famiglia aveva possedimenti
e anche un negozio di farmacia. Il padre Francesco, uomo di lettere, fu il suo
primo maestro. Studia a Padova con Bagolino e frequenta attivamente gli
ambienti culturali della città. Si laurea e insegna filosofia. Membro dell'«Accademia
degli Infiammati», strinse amicizia con Barbaro, Lombardi, Piccolomini,
Speroni, Tomitano, Varchi, entrò quindi a far parte del circolo di Bembo,
frequentando insigni filosofi come Paleario, Lampridio e Emigli. Conobbe iPole,
Vergerio, Flaminio e Priuli. Il dibattito sulla questione della lingua e sui
temi estetici legati soprattutto all'interpretazione della Poetica aristotelica
condusse alla preparazione di un commento allo scritto di Aristotele che, iniziato
da Lombardi, fu proseguito, concluso e fatto pubblicare da Maggi, con altra sua
opera dedicata ad Orazio, a Venezia: le “In Aristotelis librum de Poetica
communes explanationes: Madii vero in eundem librum propriae annotations”,
dedicato a Madruzzo. Lascia Padova per entrare al servizio del duca Ercole
II d'Este come precettore del figlio Alfonso e, insieme, per insegnare
filosofia a Ferrara. Si conservano appunti delle sue lezioni sulla Poetica. Anche
della vita culturale della città estense fu protagonista, divenendo principe dell'«Accademia dei Filareti», che
vanta membri come Bentivoglio, Calcagnini, Giraldi e Cinzio, oltre a essere
amico degli umanisti Pigna, Porto e Ricci, che gli diede pubblicamente merito
di essere stato «il primo interprete della Poetica di Aristotele».
“Mulierum praeconium” o “De mulierum praestantia” e dedicata ad Anna d'Este, la
figlia di Ercole e di Renata di Francia, che nello stesso anno fu tradotta “Un
brieve trattato dell'eccellentia delle donne.” Comprende anche una Essortatione
a gli huomini perché non si lascino superar dalle donne, attribuita a Lando,
che si pone come corollario dell'orazione del Maggi. Alla chiusura
temporanea dell'Università, ritorna a Brescia, partecipando alle riunioni
dell'Accademia di Rezzato, fondata da Chizzola. Abita nella quadra della
cittadella vecchia, in contrada Santo Spirito. Sposa Francesca, figlia del
nobile Paris Rosa,. A Brescia sede nel Consiglio Generale e fu incluso
nell'elenco dei consiglieri comunali della città destilla reggenza delle
podestarie maggiori del territorio. Fu destinato alla Podestaria di Orzinuovi,
ma vi rinunciò, come rinunciò anche alla podestaria di Salò, e partecipò alle
sedute del Consiglio Generale. Altre opere: “Un brieve trattato
dell'eccellentia delle donne, Brescia, Turlini “In Aristotelis librum de
Poetica communes explanationes: Madii vero in eundem librum propriae annotationes,
Venetiis, Valgrisi; De ridiculis, in Horatii librum de arte poetica interpretatio,
Venetiis, Valgrisi, “Lectiones philosophicae” Firenze, Biblioteca Riccardiana,
ms. Expositio in libros de Coelo et
Mundo, Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms, Expositio de Coelo, de Anima, Milano,
Biblioteca Ambrosiana, Quaestio de visione, Milano, Biblioteca Ambrosiana, Espositio
super primo Coelo, Piacenza, Biblioteca Passerini-Landi, ms Pollastrelli, Mulierum
praeconium, Modena, Biblioteca Estense, ms Estensis latinus. Oratio de
cognitionis praestantia, Ferrariae, apud Franciscum Rubeum de Valentia, Consilia
philosophica , Vincentii Madii et Jo. Bap. Pignae in favorem serenissimi
Ferrariae ducis in ea praecedentia, Archivio di Stato, Casa e Stato, Modena. Note
In Alessandro Sardi, Estensis latinus 88, Modena, Biblioteca
Estense. Giulio Bertoni, Nota su Vincenzo
Maggi, in «Giornale storico della letteratura italiana», C.. Fahy, Un trattato
di Vincenzo Maggi sulle donne e un'opera sconosciuta di Lando, in «Giornale
storico della letteratura italiana»,
Bruni, Speroni e l'Accademia degli Infiammati, in «Filologia e
letteratura», XIWeinberg , Trattati di retorica e poetica, III, Roma-Bari,
Laterza, Enrico Bisanti, Vincenzo Maggi,
interprete tridentino della Poetica di Aristotele, Brescia, Geroldi, Giorgio
Tortelli, Quattro Maggi in cerca d'autore, in «Quaderni del Lombardo-Veneto»,
Padova, Vincenzo Maggi, su Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. VEnciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Vincenzo Maggi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Liber Liber.
MLOL, Horizons. Vincenzo Maggi. Maggi. Kewyords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Maggi” – The Swimming-Pool Library.
Magi (Pesaro). Filosofo. Grice:
“A fascinating philosopher – “journey around the world in ten words,’ a gem!”
-- Insegna a 'Urbino. Si dedica alla
psicologia “trans-personale”. Fonda il Centro di Filosofia Comparativa (cf.
‘implicatura comparativa’) e “Incognita” a Pesaro, tesoreggiando
‘l’intelligenza del cuore’ e il principio dell’interiorità. Scrisse “I 36 stratagemmi”
(Edizioni Il Punto d'Incontro; dal , BestBUR). Il suo “Il Gioco dell'Eroe. Le
porte della percezione per essere straordinario in un mondo ordinario” vede un
clamoroso successo. “I 64 Enigmi. L'antica sapienza per vincere nel mondo” (Sperling & Kupfer
)è segnalato al primo posto dei libri
più attesi. Lo stato intermedio tratta l’argomento rimosso dei nostri tempi: la
morte, e abbraccia l'orizzonte ampio degli ambiti cari agli autori: filosofia, mistica,
psicologia transpersonale, esperienze ai confini della morte. Esce un
aggiornamento ampliato del Gioco dell'Eroe con il sottotitolo “La porta
dell'Immaginazione”. Vgetariano dichiarato., si focalizza sui modelli mistici per
approfondirne, oltre la portata metafisica e auto-realizzativa, i concetti di
efficacia ed efficienza: nel libro I 36 stratagemmi declina il taoismo nei suoi
aspetti di strategia psicologica; nel saggio "Le arti marziali della parola"
in La nobile arte dell'insulto (Einaudi) evidenzia come l'arte del
combattimento diventi arte retorica e dialettica; nei saggi Il dito e la luna,
La via dell'umorismo e Il tesoro nascosto mostra il rilievo della comunicazione
metaforica e umoristica. Ha inoltre elaborato e sviluppato la dimensione della
psicologia transpersonale all'interno del Gioco dell'Eroe , disciplina da lui
creata e imperniata sulla capacità umana dell'immaginazione. Altre opere:
“Il dharma del sacrificio del mondo” (Panozzo); “La filosofia del linguaggio
eterno,” (cf. Grice: ‘timeless’ meaning, versus ‘timeful’?). Urbino, “Quaderno
indiano,” Scuola superiore di filosofia comparativa di Rimini, “Il dito e la
luna,” Il Punto d'Incontro I 36 stratagemmi,
Il Punto d'Incontro (dal , BestBur; edizione tedesca: 36 Strategeme. Die
chinesische Kunst der Strategie, Random House Kailash Verlag, edizione
spagnola: Las 36 estratagemas. El arte secreto de la estrategia china, Obelisco
Ediciones, edizione portoghese: "Os 36 Estratagemas Chineses", Esfera
dos Livros, ); Sanjiao. I tre pilastri della sapienza, Il Punto d'Incontro, Einaudi,
Uscite dal sogno della veglia. Viaggio attraverso la filosofia della
Liberazione, Scuola superiore di filosofia comparativa di Rimini, La Via dell'umorismo, Il Punto d'Incontro, La
vita è uno stato mentale. Ovvero La conta dei frutti delle azioni nel mondo evanescente,
Bompiani, Kauṭilya, Il Codice del Potere
(Arthaśāstra). Arte della guerra e della strategia, Edizioni Il Punto
d'Incontro, "Lo yoga segreto del perfetto
sovrano" di Gianluca Magi, “Il Gioco dell'Eroe,” Il Punto d'Incontro, I 64
Enigmi, Sperling & Kupfer, . Lo stato intermedio, , Arte di Essere, . Il
tesoro nascosto. 100 lezioni sufi, Sperling & Kupfer, . Il Gioco dell'Eroe.
La porta dell'Immaginazione, Il Punto d'Incontro, 101 burle spirituali,
Sperling & Kupfer, Recitato un cameo, nel ruolo di se stesso, nel film
Niente è come sembra, di Franco Battiato, a fianco di Jodorowsky. Jodorowsky ha
scritto in seguito la presentazione del libro di Magi La Via dell'umorismo.Premio
internazionale Letteratura “ArteSpirito”. Blog . «Fondai a Rimini il Centro di Filosofia Comparativa”.
Per spaziare in temi altissimi con una narrazione transdisciplinare. Attraverso
immaginazione, religioni, filosofie, arti e scienze». Incognita. Advanced Creativity Il Secolo XIX 18 settembre (Roberto Onofrio) " 'Incognita' di
Pesaro. Diario di viaggio nell'Oltre, un'immersione interiore al di là dello
spazio-tempo"31 Il Secolo XIX 26
giugno (Roberto Onofrio) "Advanced
Creativity Mind School. Per capire l'entrata nell'epoca del post-umano" Per
il titolo del suo album Dieci stratagemmi, Battiato si è ispirato a I 36
stratagemmi di Gianluca Magi. Il sottotitolo, "Attraversare il mare per
ingannare il cielo" è il primo stratagemma dei trentasei che compongono
che il libro. Stralcio della quinta
puntata (youtube) Modelli strategici .
Corriere della Sera, (Edoardo Camurri)
wuz Panorama (Anna Mazzone) wuz
Panorama (Oriana Allegri) Il
Secolo XIX 2 (Roberto Onofrio) "Aprite le porte all'Immaginazione, c'è un
mondo oltre la quotidianità"42
Gianluca Magi, I 64 Enigmi, Sperling & Kupfer, Milano : «Diversi
anni fa, in un’intervista, mi chiesero perché sono vegetariano. La mia risposta
fu molto sintetica (e la penso ancora così): Non mangio animali. Non riesco a
digerire l'agonia». La Repubblica (Michele
Serra); Il Riformista (Luca Mastrantonio); Il Venerdì di Repubblica (Brunella
Schisa) Il Gioco dell'Eroe, Il Punto
d'Incontro, . Libro/CD con prefazione di Franco Battiato Il Gioco dell'EroeGianluca. Scena del film
ove compaiono Gianluca Magi e Alejandro Jodorowsky (youtube) La Via dell'umorismo, Il Punto d'Incontro,
Vicenza, La Stampa (Il Premio è stato conferito dalle autorità della Repubblica
di San Marino con la motivazione: «Lo scrittore che ha costruitoattraverso la
sua produzione e l'attività del Centro di Filosofia Comparativa di Rimini ponti
di comunicazione tra le antiche saggezze d'Oriente e d'Occidente,
attualizzandone, in teoria e in pratica, il loro messaggio filosofico,
psicologico e spirituale per l'uomo contemporaneo»). Gli altri premi sono stati
conferiti a: Franco Battiato (Musica), Alejandro Jodorowsky (Teatro), Franco
Mussida (Arti visive), Silvano Agosti (Cinema), Massimo Gramellini
(Giornalismo), Gabriele La Porta (Televisione).
Sito ufficiale di Gianluca Magi (in cinque lingue) Incognita ◦ Advanced
Creativity "Psicologia transpersonale. Che cos'è?" Video Lectio
brevis di Gianluca Magi. Riflessioni di Gianluca Magi sul Senso della vita su
riflessioni. Gianluca Magi. Magi. Keywords: ‘implicatura comparativa’ mistico.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Magi” – The Swimming-Pool Library.
Magnani (Sannazzaro de’ Burgondi). Filosofo. Grice: “I like Magnani; he has written about
conceptual change, which I enjoyed!” -- Grice: “I like Magnani; his treatise on
the philosophy of geometry is brilliant!” --
essential Italian philosopher, not to be confussed with Tenessee
Williams’s favourite actress, Anna Magnani --. Insegna a 'Pavia, dove
dirige il Computational Philosophy Laboratory. Dedicatosi allo studio
della storia e della filosofia della geometriai, i suoi interessi si sono poi
rivolti all'analisi della tradizione neopositivista e post-positivista. Si è
poi dedicato al tema della scoperta scientifica e del ragionamento creativo.
Studia tematiche riguardanti il ragionamento diagnostico in medicina in
collegamento con il problema dell'abduzione, presto diventato fondamentale
nella sua ricerca. La sua attenzione si è anche indirizzata verso il cosiddetto
model-based reasoning. Fonda una serie di conferenze sul Model-Based Reasoning.
Trattai problemi di filosofia della tecnologia e di etica, rivolti anche al
tema trascurato in filosofia dell'analisi della violenza. I suoi
interessi di ricerca includono dunque la filosofia della scienza, la logica, le
scienze cognitive, l'intelligenza artificiale e la filosofia della medicina,
nonché i rapporti fra etica e tecnologia e tra etica e violenza. Ha contribuito
a diffondere il problema dell'abduzione. La sua ricerca storico-scientifica ha
riguardato principalmente la filosofia della geometria. Dirige la Collana di
Libri SAPERE. Opere : “Conoscenza come dovere. Moralità distribuita in un
mondo tecnologico” “Filosofia della violenza” “Rispetta gli altri come cose. Sviluppa
una teoria filosofica dei rapporti fra tecnologia ed etica in una prospettiva
naturalistica e cognitiva. Note Web Page
del Dipartimento di Studi Umanistici
Computational Philosophy Laboratory Web Site [Cfr. le varie pagine dedicate a questi convegni
in//www-3.unipv/webphilos_lab/cpl/index.php Computational Philosophy
Laboratory], Dipartimento di Studi Umanistici, Sezione di Filosofia, Pavia,
Pavia (Italia)] Sun Yat-sen Award Cerimonia
Book Series SAPERE Web Page Copia
archiviata, su lesacademies.org. Edizione cinese: Philosophy and Geometry Morality in a Technological WorldAcademic and
Professional BooksCambridge University Press
Abductive Cognition Understanding
Violence The Abductive Structure of
Scientific Creativity Author Web
Page Handbook of Model-Based
Science Lorenzo Magnani: Logica e
possibilità, su RAI Filosofia, su filosofia.rai. Lorenzo Magnani: Filosofia
della violenza, su RAI Filosofia, su filosofia.rai. Lorenzo Magnani. Magnani. Refs.
Luigi Speranza, "Grice e Magnani," per il Club Anglo-Italiano -- The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria, Italia.
Magni (Milano). Filosofo. Grice: “I love Magni – He has gems like
‘Petrus is Petrus’ – I’m talking about his “Principia et specimen philosophiae”
– The titles for the chapters are amusing, and he refers to ‘ratio essendi’ –
and other stuff – *Very* amusing --.”Figlio dal conte Costantino Magni e da
Ottavia Carcassola, si trasferì a Praga. Entrò nei cappuccini della provincia
boema a Praga. Insegna filosofia entrando, grazie al suo insegnamento, nelle
grazie dell'imperatore. Presto fu eletto Provinciale della Provincia austro-boema
dell'ordine e divenne apprezzato consigliere dell'imperatore e di altri
principi europei. Il re Sigismondo III gli affidò la missione cappuccina nel
suo paese. Ferdinando II lo inviò in missione diplomatica in Francia. Fu uno
dei consiglieri del duca Massimiliano I di iera. Dopo la battaglia della
Montagna Bianca, sostenne l'arcivescovo di Praga Ernesto Adalberto d'Harrach
nella cattolicizzazione della popolazione e nelle riforme diocesane. Prese
parte in nome dell'imperatore ai negoziati con il cardinale Richelieu sulla
successione ereditaria al trono di Mantova. Nel 1635 divenne consulente
teologico nei negoziati per la pace di Praga e dal 1645 fu missionario
apostolico per l'elettorato di Sassonia, Assia, Brandeburgo e Danzica. Nel
luglio del 1647 riprodusse a Varsavia di fronte al re e alla corte
l'esperimento di Torricelli usando un tubo riempito di mercurio per produrre il
vuoto. Riuscì a convertire il conte Ernesto d'Assia-Rheinfels e sua
moglie. Dopo che l'Praga venne affidata ai Gesuiti, entrò in contrasto
con i gesuiti, che lo fecero arrestare a Vienna nel 1655. Fu rilasciato dalla
prigione per intervento dell'Imperatore e tornò a Salisburgo, dove morì quello
stesso anno. Frutto della sua polemica con i protestanti è “De
acatholicorum credendi regula judicium” in cui sostene che senza l'autorità
della Chiesa, la Bibbia da sola non era sufficiente come regola di fede per i
cristiani. Trata lo stesso argomento in “Judicium de acatholicorum et catholicorum
regula credenda”, le cui debolezze argomentative scatenarono la contro-offensiva
dei protestanti. Si occupa di metodologia, logica, epistemologia, cosmologia,
metafisica, matematica e scienze naturali. Rifiutò i principi
aristotelico-scolastici, ispirandosi alle dottrine di Platone, Agostino e Bonaventura. Altre
opera: “Apologia contra imposturas Jesuitarum,” “Christiana et catholica
defensio adversus Societatem Jesu,” “Opus philosophicum,” “Commentarius de
homine infami personato sub titulis Iocosi Severi Medii,” :Concussio
fundamentorum ecclesiae catholicae, iactata ab Herm. Conringi, “Conringiana
concussio Sanctissimi in Christo papae catholici retorta,” “Echo Absurditatum
Ulrici de Neufeld Blesa” “Epistola de responsione H. Conringii” “Epistola
Valeriani Magni Fratris Capucini, Epistola de quaestione utrum Primatus Rom.
Pontificis, “Principia et specimen philosophiae, Acta disputationis habitae
Rheinfelsae apud S. Goarem, Organum theologicum, Methodus convincendi et
revocandi haereticos, De luce mentium, Judicium de catholicorum ei acatholicorum
regula credendi, “De atheismo Aristotelis ad Mersennum, Demonstratio ocularis, loci sine locato:
corporis successiuè moti in vacuo, Bononiae, typis haeredis Victorij Benatij. Vedi
la voce nella Enciclopedia Italiana. J. Cygan, Valerianus Magni, “Vita prima”,
operum recensio et bibliographia, Romae, “Opera Valeriani Magni velut
manuscripta tradita aut typis impressa, «Collectanea Franciscana», Alessandro
Catalano, La Boemia e la riconquista delle coscienze. Ernst Adalbert von
Harrach e la Controriforma, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Massimo
Bucciantini, «La discussione sul vuoto in Italia: il caso di Valeriano Magni»,
in: Discussioni sul nulla tra Medioevo ed Età moderna, Massimiliano Lenzi e
Alfonso Maierù, Firenze, Leo S. Olschki, Alfredo Di Napoli, Valeriano Magni da
Milano e la riforma ecclesiastica in Boemia attraverso la corrispondenza della
Congregazione de Propaganda Fide, Centro Studi Cappuccini LombardiNuova serie
2, Edizioni Biblioteca Francescana, Milano. Relatio veridica de pio obitu R.P.
Valeriani Magni, Lione, Ludwig von Pastor, Storia dei papi, XIII, trad. it.,
Roma, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Heinrich Kretschmayr, Valeriano Magni, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Valeriano Magni, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Michael Bihl, Valeriano Magni. G. Leroy, 1789. Valeriano
Magni. Magni. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Magni: ‘Paolo e Paolo: assiomi
e principi metafisici” – The Swimming-Pool Library.
Mainardini (Padova). Filosofo. Grice: “Padova tries to institute the
‘regnum’ as between Aristotle’s ‘polis’ and the modern ‘stato,’ but in which
case, we wouldn’t call it ‘politeia’ anymore!” -- Grice: “When I studied change I focused on
von Wright – but then there is Padova and his ‘grammatica del mutamento’!” Nato da una
famiglia di giudici e notai – il padre: ‘di Giovanni’ -- che viveva vicino al
Duomo di Padova, completò i suoi studi a Parigi dove fu insignito dell'autorità
di rettore. Il tempo trascorso a Parigi influì moltissimo sull'evoluzione del
suo pensiero. Gli anni parigini furono molto importanti e fecondi per
l'evoluzione del suo pensiero e la visione dello stato di corruzione in cui
versava il clero lo portò a diventare anti-curialista. A Parigi incontrò
Occam e Jandun, con cui condivise passione politica e atteggiamento di
avversione verso il potere temporale della Chiesa. Con Jandun rimase legato da
grande amicizia e assieme a lui subì l'esilio. Mainardini dopo le sue
dure affermazioni contro la Chiesa venne bollato con l'epiteto di “figlio del
diavolo”. Mainardini si trova a Parigi quando si sviluppò la lotta tra
Filippo, re di Francia, e il Papato. Tutto ciò, assieme al vivace contesto
culturale in cui si muoveva, lo portò alla compilazione della sua opera
maggiore il Defensor Pacis, l'opera cui deve la sua fama e che influì
moltissimo sia sul pensiero filosofico-politico contemporaneo che su quello
successivo. A Parigi sperimentò una monarchia decisa ad accrescere il
proprio potere e la propria autorità su tutte le forze politiche centrifughe
del momento ivi compresa la Chiesa di Bonifacio VIII. Diventato consigliere
politico ed ecclesiastico di Ludovico il aro lo seguì a Roma nel 1327 in
occasione della sua incoronazione imperiale e qui fu nominato dallo stesso
Ludovico vicario spirituale della città. L'incoronazione imperiale avvenne ad
opera del popolo romano anziché del papa inaugurando, così, quella stagione
dell'impero laico che Mainardini vagheggiava e che avrebbe aperto la strada alla
laicizzazione dell'elezione imperiale e alla cosiddetta Bolla d'Oro di Carlo IV di Boemia. Con la Bolla
d'Oro fu eliminata ogni ingerenza del papa nell'elezione imperiale diventando
così un fatto esclusivamente tedesco. Fu ancora con Ludovico quando questi si
ritirò, dopo il fallimento dell'impresa romana, in Germania dove rimase fino
alla morte. È del periodo immediatamente antecedente la sua morte la
compilazione di alcune opere minori tra cui spicca il “Defensor Minor,” un
piccolo capolavoro. Si può definire l'opera di Marsilio come il prodotto di
tempi in cui confluiscono la virtù del cittadino, il nazionalismo francese e
l'imperialismo renano-germanico. Il Difensore della pace” è la sua opera
più conosciuta in cui, fra l'altro, tratta dell'origine della legge. Il
suo fondamento era il concetto di ‘pace,’ intesa come base indispensabile dello
Stato e come condizione essenziale dell'attività umana. Si tratta di un'opera
laica, chiara, priva di retorica, moderna e per alcuni versi ancora attuale. La
necessità dello Stato non discendeva più da finalità etico-religiose, ma dalla
natura umana nella ricerca di una vita sufficiente e dall'esigenza di
realizzare un fine prettamente umano e non altro. Da questa esigenza nascono le
varie comunità, dalla più piccola alla più grande e complessa, lo Stato. Ne
deriva la necessità di un ordinamento nella comunità che ne assicuri la
convivenza e l'esercizio delle proprie funzioni. Per Marsilio questa esigenza
ha caratteristiche prettamente umane che non rispondono a finalità etiche ma
civili, contingenti e storiche. Alla base dell'ordinamento c'è la volontà
comune dei cittadini, superiore a qualsiasi altra volontà. È la volontà dei
cittadini che attribuisce al Governo, “Pars Principans,” il potere di comandare
su tutte le altre parti, potere che sempre, e comunque, è un potere delegato,
esercitato in nome della “volontà popolare.” La conseguenza di questo principio
era che l'autorità politica non discendeva da Dio o dal papa, ma dal “popolo,” inteso
come “sanior et melior pars.” In questa ottica egli propone che i vescovi
venissero eletti da assemblee popolari e che il potere del papa fosse subordinato
a quello del concilio. Ludovico il aro Marsilio pone il problema, che
tratterà anche nel Defensor Minor, del rapporto con il Papato e con i suoi
principi politici costruiti. «occulta
valde, qua romanum imperium dudum laboravit, laboratque continuo, vehementer
contagiosa, nil minus et prona serpere in reliquas omnes civitates et regna
ipsorum iam plurima sui aviditate temptavit invadere segretamente, con i quali
aveva cercato, e continua a cercare, di insinuarsi subdolamente in tutte le
altre comunità e regni che aveva già tentato di attaccare con la propria enorme
avidità» (Defensor pacis) Il giudizio di Mainardini sulla chiesa come
istituzione è molto negativo e lo manifesta con la crudezza di linguaggio che
gli è solita quando affronta l'argomento dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa.
Lo scalpore suscitato da questa opera obbligò Mainardini a fuggire presso
l'imperatore Ludovico il aro, con il quale scese in Italia. Il Defensor minor
si colloca fra le opere minori di Mainardini, ma si distingue per la sua
importanza. Si differenzia dal Defensor pacis per essere un'opera più
propriamente teologica mentre l'altra è prevalentemente politica. Lo studio
condotto nel Defensor Minor riguarda la giurisdizione civile ed ecclesiastica,
la confessione auricolare, la penitenza, le indulgenze, le crociate, i
pellegrinaggi, la plenitudo potestatis, il potere legislativo, l'origine della
sovranità, il matrimonio e il divorzio. Il Tractatus de iurisdictione
imperatoris in causis matrimonialibus che Mainardini compila in occasione del
divorzio di Giovanni di Moravia e Margherita di Tirolo-Gorizia si trova
nell'ultima parte del Defensor Minor. Le relazioni tra i coniugi erano
tanto insostenibili che la sposa preferì fuggire. Intervenne l'Imperatore,
imparentato con la sposa, e progettò il matrimonio tra la fuggitiva e Ludovico
di Brandeburgo ma a ciò ostavano il precedente matrimonio e alcuni legami di
sangue. Il “Tractatus de translatione imperii” – “Trattato della translazione dei imperii” -- è un'opera che niente aggiunge alla fama
derivatagli dal Defensor Pacis anche se ebbe una certa diffusione. Si può
considerare questo trattato come una storia sintetica dell'Impero dalla
fondazione di Roma da Romolo fino al secolo XIV. In Mainardini lo “stato
romano” è concepito come prodotto umano, al di fuori da premesse teologiche
quali il peccato o simili. È fortemente affermato il principio della legge
quale prodotto della comunità dei cittadini, legge dotata di imperatività e co-attività
oltre che ispirata ad un ideale di giustizia. Questo ideale di giustizia deriva
dal con-sorzio (concerto) civile, l'unico soggetto che può stabilire ciò che è
giusto e ciò che non lo è. Per Mainardini, l'uomo deve essere inteso come
libero e consapevole. Nel Defensor Pacis appare diffuso un
costituzionalismo affermato fortemente nei confronti sia dello Stato che della
Chiesa. È tra i primi studiosi a distinguere e separare la legalita (ius) dalla
moralita (ethos, mos), attribuendo il primo alla vita civile e il secondo alla
coscienza. Mainardini è sempre un uomo del suo tempo, saldamente ancorato nella
sua epoca, ma con intuizioni che ne fanno un uomo nuovo, anticipatore per certi
versi del Rinascimento. La definizione del nuovo concetto di Stato, autonomo,
indipendente da qualsiasi altra istituzione umana o, a maggior ragione,
ecclesiastica è il grande merito di Mainardini. Anche nella Chiesa viene
affermata una forma di costituzionalismo contro il dilagante strapotere dei
vescovi e dei papi. È ancora l'universitas fidelium a prendere, attraverso il
Concilio, ogni decisione riguardante qualsiasi materia di ordine spirituale. Il
nostro autore non teme di scagliarsi contro la Chiesa, a negare il primato di
Pietro e di Roma, affermare la necessità del ritorno del clero a quella povertà
evangelica tanto cara ad alcune sette riformiste di cui lui certamente conobbe
e comprese il pensiero. Lotta contro la Chiesa ma solo per conservarne o
rivalutarne il più vero, autentico e originario contenuto e significato. Quasi
riformista e conservatore nello stesso tempo, riformista là dove è contro la
corruzione dilagante nella Chiesa di quel periodo, conservatore là dove accetta
la necessità di un ordine costituito, della religione, della morale, intese nel
senso più puro. La modernità di Mainardini consiste anche nel metodo
della sua trattazione e della terminologia che usa, sempre stringata ed
esaustiva, aliena da qualsiasi di quelle forme di retorica che era
caratteristica degli autori medievali. Altri saggi:: “Il difensore della
pace,” C. Vasoli. UTET, Torino, BUR, Milano, Ancona E., C. Vasoli, CEDAM,
Padova (collana Lex naturalis; Battaglia
F., La filosofia politica del medio Evo, Milano, CLUEB Battocchio R.,
Ecclesiologia e politica, Prefazione di G. Piaia, Padova, Istituto per la Storia
Ecclesiastica Padovana, Beonio-Brocchieri Fumagalli M.T., Storia della
filosofia medievale (Bari, Laterza,), Berti E., “Il ‘regno’ di Mainardini: tra
la civis romana e lo stato italiano,” Rivista di storia della filosofia
medievale, Briguglia G., Carocci
Editore, Cadili A., Amministratore della Chiesa di Milano, in Pensiero Politico
Medievale, Capitani O., Medioevo ereticale, Bologna, Il Mulino, Capitani O., Il
medioevo, Torino, UTET, Cavallara C., La pace nella filosofia, Ferrara, Damiata
M., Plenitudo potestas e universitas civium, Firenze, Studi francescani, Del Prete D., Il pensiero politico ed
ecclesiologico, Annali di storia, Università degli studi di Lecce Dolcini C., Bari,
Laterza, Merlo M., Il pensiero della politica come grammatica del mutamento,
Milano, F. Angeli, Passerin d'Entréves A., Saggi di storia del pensiero
politico: dal medioevo alla società contemporanea, Milano Piaia G., Mainardini e dintorni: contributi
alla storia delle idee, Padova, Antenore, Piaia G., La Riforma e la
Controriforma: fortuna ed interpretazione, Padova, Antenore, Simonetta S., Dal
difensore della pace al Leviatano, Milano, UNICOPLI Toscano A., Marsilio da
Padova e Niccolo Machiavelli, Ravenna, Longo, Defensor pacis Defensor minor
Tractatus de translatione Imperii Tractatus de iurisdictione imperatoris in
causis matrimonialibus Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Marsilio da Padova, su sapere, De Agostini. Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Les Archives de littérature du Moyen Âge. Catholic Encyclopedia, Robert
Appleton Company. marsilio: essential
Italian philosopher. Marsilio dei Mainardini, Marsilio di Padova. Mainardini. Keyword:
consorzio conversazionale -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Marsilio," per il Club Anglo-Italiano; Luigi Speranza, “Grice e Mainardini
– la massima del consorzio conversazionale.” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria, Italia.
Malifitano (Siracusa). Filosofo. Grice: “Malfitano, like me, is an emergentist – each ‘complesso’
grows (cresce) and the ‘complexity’ is thus best characterised as ‘crescente,’
– Malfitano uses ‘complexities’ in the plural – a theory of ‘complessita
crescenti’ – The whole point is that you get from one complex to the other.” Grice:
“I like Malfitano. His theory of ‘complessita crescente’ is admirable: he
distinguishes various ‘complesso’ – the material (subdivided into atomic, and
the ‘crescente complessita’ of the molecular), the biological complex (which
comprises the complex of the tissue, and the complex of tthe articular), the
social complex, i. e., the human being
in his inter-subjetctivity -- nd the ideological complex, the abstracta –
ideation, cognition, and conviction – there is a superior geometry, too!” Nacque
da Carmelo, commerciante e navigatore, e Santa Veneziano. Era l'ultimo di sette
fratelli. Frequentò il Liceo Classico Tommaso Gargallo, dove iniziò a nutrire
l'interesse per la materie scientifiche. Già da giovanissimo frequentava
assiduamente una nota farmacia del centro storico della città natale acquisendo
notevole interesse per la chimica e la biologia. Si iscrisse dunque alla
facoltà di chimica dell'Università degli Studi di Catania per frequentare le
lezioni del professor Alberto Peratoner. Malfitano continuò gli studi
universitari a Palermo, dove si trasferì al seguito di Peratoner e ottenne la
laurea nel capoluogo siciliano. Abbandona la Sicilia per spostarsi a
Milano, dove intraprese una breve carriera lavorativa nel campo della chimica
industriale agli stabilimenti Pirelli. Contemporaneamente frequentava la scuola
di microbiologia dell'Università degli Studi di Pavia, retta all'epoca da
Camillo Golgi, futuro Premio Nobel per la medicina nel 1906. Stimolato
dall'ambiente favorevole, Malfitano pubblica I” Comportamento dei microrganismi
sotto l'effetto delle compressioni gassose” -- Inizia in questo modo a farsi
notare da colleghi e professori, sia per la materia dei suoi studi, sia per il
carattere disponibile e solare, come ricorda iPensa, celebre anatomista
milanese. La carriera prese una
svolta definitiva quando, durante un congresso internazionale a Pavia, venne
notato dal futuro successore di Pasteur, Duclaux. Venne dunque invitato a
trasferirsi a Parigi, avendo ricevuto l'offerta di un impiego all'istituto
Pasteur. Una volta arrivato nella capitale francese, Malfitano si dedicò in un
primo momento alla micro-biologia, pubblicando come risultati delle sue
ricerche: Protease de l'aspergillus niger, Influence de l'oxygen sur la
proteolyse en presence de Clorophorme e Bactericidie charbonneuse. Decise di ritornare
a studiare la chimica pura, campo d'indagine scientifica che lo rese
definitivamente famoso. I suoi studi sulla chimica colloidale, arrivarono a
dimostrare la natura elettrochimica delle micelle, e riuscì a misurare con
notevole precisione la conducibilità elettrica dei colloidi. In campo pratico, mise
a punto i cosiddetti ultrafiltri, necessari per gli studi in campo teorico sui
colloidi. Divenne capo di un laboratorio chimico all'Istituto Pasteur. Gli
studi si interruppero durante la gran guerra. Al termine di essa, sposò Vera, una studentessa russa.
Subito dopo il grande conflitto ebbe inizio l'elaborazione della più nota
dottrina del chimico siracusano, ovvero la teoria delle “complessità
crescenti,” concetto alla luce del quale Malfitano non indagò solo le micelle,
ma l'esistenza in generale. Pubblicò Complexité et micelle, e Les composés
micellaires selon la notion de complexité croissant. Le conclusioni non vennero
accettate da subito, ma si dovette attendere l'esperimento del premio Nobel Theodor
Svedberg che dimostrò l'esattezza delle intuizioni di Malfitano. Elaborò
negli anni Venti una teoria che tentava di spiegare la materia, attraverso
l'esame dei diversi livelli atomici e molecolari che la caratterizzano
strutturalmente. La materia, secondo lo scienziato siracusano, è suddivisibile
in atomi, molecole, plurimolecole (polimeri e complessi) e micelle. In ognuna
delle classi citate si possono distinguere tre tipi di unità materiali:
ioniche, polari e ionopolari. L'analisi compiuta sulla materia venne
estesa in campo social-ogico da Malfitano. Tenta di ricondurre la complessità
socio-antropologica alla complessità atomica. I quattro ordini di “complesso” che
costituiscono il mondo sono dunque: il complesso materiale (“complesso atomico”
e “complesso molecolare”), il complesso biologico (complesso istologico e complesso
citologico), il complesso sociale (l'essere umano) e al culmine di un'ipotetica
piramide il “complesso ideologico” (ideazione, conoscenza e convinzioni).
L'ultimo passo della speculazione e il concetto di geometria superiore,
un'armonia equilibrata e simmetrica che domina gli eventi e la materia, una
variabile fondamentale e al tempo stesso fuggevole dell'esistenza, un concetto
che rappresenta la libertà. In ultima analisi, il compito era dunque quello di
comprendere le leggi dell'armonia ordinatrice del cosmo e di preservarne la
bellezza e l'equilibrio. Soleva spesso tornare in Sicilia seppur per
brevi periodi, dovette rinunciare a questa abitudine. L'aggravarsi della sua
malattia, una cecità che gradualmente lo privò della vista, e le sue
convinzioni anti-fasciste, non gli permisero di rivedere il paese natale dalla
fine degli anni Trenta. Morì inell'alloggio assegnatogli dell'Istituto Pasteur
dove aveva trascorso gran parte della sua vita. Pubblica le sue convinzioni
filosofiche servendosi dello pseudonimo "Aporema", termine che
indicava l'impossibilità di ottenere una risposta precisa dallo studio di un
problema. Introdusse per primo a Siracusa la moda di bere il latte acido,
quello che abitualmente viene chiamato yogurt, come era già frequente nella
capitale francese. Durante una tempesta patita in mare Carmelo Malfitano
aveva fatto voto a Santa Lucia, patrona siracusana, di sposare un'orfana se
fosse riuscito a tornare incolume sulla terraferma. Carmelo sposò per questo
motivo Santa Veneziano, orfana di
entrambi i genitori. Da tale unione nacque Giovanni. Ad Repellendam
Pestem Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche Ad repellendam
Pestem Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche122. Antonio Pensa, Ricordi di vita universitaria (Citato
nel testo Ad Repellendam Pestem Storie di Medici e di Sanità nella terra di
Aretusa), Cisalpino Istituto Pasteur, su webext.pasteur.fr. Ad repellendam Pestem Storie di Medici e
Sanità nella terra di Aretusa, Tyche. Ad repellendam Pestem Storie di Medici e
Sanità nella terra di Aretusa, Tyche124.
Ad repellendam Pestem Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa,
Tyche126. Ad repellendam Pestem Storie
di Medici e Sanità, Tyche125. Ad
repellendam Pestem. Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche,
Siracusa, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Malifitano. Malifitano. Keywords. Refs.: H.
P. Grice, “Pirotology,” – “The pirotological ascent,” in “From the banal to the
bizarre: a method for philosophical psychology” -- emergentismo di Grice –
emergentismo di Malfitano – l’organicismo della diada in Malfitano --. Il
complesso di azione e il complesso di inter-azione. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Malifitano” – The Swimming-Poo Library.
Malipiero (Venezia). Filosofo. Grice: “I love
Malipiero’s approach to philosophy: hardly a profession! As if someone were to
be called ‘amateur cricketer’ – Malipiero loves (‘ama’) philosophy and it
shows!” – Grice: “There is philosophical wisdom in any endevaour he finds
himself in!” Grice: “One must love him for his attempted ‘confutazione’ of
Rousseau’s ‘sistema del contrato sociale’ as a ‘triumph of reason’!” -- Nacque
da Angelo di Troilo e da Emilia Fracassetti. Entrambi i genitori erano patrizi:
il padre proveniva dalla storica casata dei Malipiero (ramo "delle
Procuratie Vecchie"), mentre la madre apparteneva a una famiglia di
mercanti bergamaschi nobilitata. Dichiarava di abitare in un palazzo a Santa
Maria Zobenigo (ereditato dal padre dopo l'estinzione di un'altra linea della
famiglia), cui si aggiungevano quattro botteghe nei centralissimi quartieri di
Rialto e San Moisè; altre cinque case si trovavano tra Santa Margherita, San
Gregorio e San Martino.Esordì in politica con l'elezione a savio agli Ordini. Divenne
provveditore alle Pompe, ma non riuscì a prendere possesso della carica a causa
della caduta della Repubblica. A questo punto, lasciò la vita pubblica per
dedicarsi alla filosofia analitica del linguaggio ordinario. Fu un autore
poliedrico, capace di spaziare dall'attualità politica alla letteratura e alla
tragedia di ambito neoclassico. La prima opera pubblicata è il saggio di
matematica “Dimostrazione sulla tri-plicazione e tri-sezione dell'angolo
effettuato colla retta e col cerchio.” Più tardi si cimentò nella filosofia
presentando l'opuscolo “Saggio sugli sforzi della passione nell'intelletto e
su' di lei effetti nel cuore,” in cui sostiene di moderare il razionalismo
perché nell'animo umano esso convivi in armonia con le passioni. Questa idea, in contrasto con quanto asserito
da Rousseau, fu ribadita ne “La felicità della nazione realizzata dal politico
e dal sovrano,” uno dei suoi primi scritti in filosofia morale. In questo
lavoro Malipiero prese in esame la tendenza allo sfarzo di una parte della
società, analizzando come i governi avessero reagito al fenomeno in epoche
diverse. Nell'opera emerge la condanna al lusso sfrenato, ma anche
all'appiattimento estremo dettato da rivoluzionari e giacobini. Lo stesso pensiero moderato è ripreso nel “Trionfo
della ragione; ossia, confutazione del sistema del contratto sociale”
(ristampato, senza grosse variazioni, come “Il trionfo della verità nella
difesa dei diritti del trono ossia Confutazione del contratto sociale.” Grice:
“I find this interesting, since I also oppose contractualism to rationalism!”
-- Qui il Malipiero cercò di dimostrare come la migliore forma di governo non
fosse la democrazia, ma la monarchia. La
sua linea anti-rivoluzionaria fu affermata anche quando si tenne distante dagli
organi della Municipalità istituita sul modello, o ‘sistema’ del contratto.
Accolse perciò con favore l'arrivo degli Austriaci, come dimostrano il ‘Testamento
della spirata libertà cisalpine” e l'annesso sonetto “Confronto fra il genio
della Romana Repubblica e quello dell'Austria.” Di grande importanza è quanto
emerge nella “Voce della verità,” una memoria autografa inviata al governatore
austriaco Mailath von Székhely all'indomani del suo insediamento a Venezia. Nell'opera,
divisa in capitoli dedicati ai problemi dell'amministrazione asburgica
(polizia, zecca, commercio, diritto ecc.), si chiede quale dovesse essere il
criterio di scelta per la nuova classe dirigente veneziana. Dimostrandosi
critico nei confronti degli ex funzionari della Repubblica di Venezia (ceto a
cui lui stesso apparteneva), nominati non in base ai meriti, ma per
favoritismo, auspicava di non concedere spazio a coloro che vivevano nel lusso,
poiché entravano in politica solo per il proprio tornaconto, e soprattutto
verso i trasformisti che cambiavano opinioni con l'avvicendarsi delle
amministrazioni. Con questo lavoro
anticipò le scelte del governo austriaco che, in effetti, estromise il
patriziato dalla vita politica e assegnando le cariche amministrative a
personalità lombarde o delle province ereditarie. Si dedicò, con un certo successo, anche alla
stesura di tragedie, a tema biblico, storico o mitologico, che potessero
presentare allo spettatore esempi da seguire o da evitare. Tra queste “Il
sacrifizio di Abramo,” “Camillo,” “Prometeo ossia La prodigiosa civilizzazione
delle genti,” “Medea.” Altre opere degne di nota sono “La bottega del caffè” “Quadro
critico morale, Lo scultore e la luce, azione mitologica in apoteosi del cav.
Canova,” Il conte Ugolino in fondo alla torre di Pisa. Sciolti, Atabiba ed
Huascar. Azione tragica di spettacolo; La Verità nello spirito dei tempi e nel
nuovo carattere di nostra età (sul congresso di Verona), Zanghira e Lemanza.
Quadro poetico nelle nozze Malipiero/Martinengo dalle Palle; Elogio di Giovanni II del mr. co. Martinengo
dalle Palle; Descrizione della Montagna ov'è la chiesa della Madonna della
Corona nelle alture di Montebello. Fu confermato nobile dell'Impero Austriaco,
assieme ai figli Angelo e Angela, nati dal matrimonio con Contarina di Vincenzo
Pisani. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Troilo. Malipiero. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Malipiero” – The Swimming-Pool Library.
Mamiani (San Secondo Parmense). Filosofo. Grice: “I like Mamiani; unlike
us at Oxford, he takes ‘science’ seriously! But in an amusingly Italian way! He
has explored Newton on the apocalypse! My favourite of his treatises is the one
on space which reminds me of Strawson – Beltrami, unlike Strawson, is
non-Euclideian, and thinks Italian needs Euclideian verbs to match!” Linceo. Membro dell'Accademia dei Lincei ha
insegnato Storia del pensiero scientifico all'Parma, Udine e Ferrara. Si è occupato soprattutto di Isaac Newton,
del quale ha trascritto un trattato inedito sull'Apocalisse, di Cartesio e
dell'origine delle enciclopedie moderne.
Opere principali: “J. M. Guyau Abbozzo di una morale senza obbligazione
né sanzione,” Firenze, Le Monnier, “Newton filosofo della natura” Le lezioni di
ottica e la genesi del metodo newtoniano, Firenze, La Nuova Italia, “Teorie
dello spazio” -- da Descartes a Newton, Milano, FrancoAngeli, “La mappa del sapere.” La classificazione
delle scienze nella Cyclopaedia di E. Chambers, Milano, FrancoAngeli, “Il
prisma di Newton,” Roma-Bari, Laterza, Introduzione a Newton, Roma-Bari:
Laterza, “Trattato sull'Apocalisse,” Torino, Bollati Boringhieri, Isaac Newton,
Firenze, Giunti, Storia della scienza moderna, Roma-Bari, Laterza, Scienza e
Sacra scrittura nel XVII Secolo, Napoli, Vivarium. Isaac Newton, Trattato sull'Apocalisse,
Maurizio Mamiani, Torino, Bollati Boringhieri, Scienza e teologia fra Seicento
e Ottocento: studi in memoria di Maurizio Mamiani, Chiara Giuntini e Brunello
Lotti, Firenze, Olschki, Studi sul pensiero scientifico fra Seicento e
Ottocento. Ricordando Mamiani, "I castelli di Yale", Il Poligrafo,
Padova 2 La Rivoluzione scientificaI domini della conoscenza: La sintesi
newtoniana in Storia della Scienza, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
. Maurizio Mamiani, Newton e l'Apocalisse. Maurizio Mamiani. Mamiani. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mamiani” – The Swimming-Pool Library.
Mancini (Schieti). Filosofo. Grice:
“I like Mancini: he has expanded on the ethos of cooperation – and he has
explored what he calls ‘linguaggio ontologico’ and ‘alienazione’ in connection
with language – he reviewed Pittau’s philosophy of language, and published a
little thing on ‘language and salvation.’ So how can you NOT like him?” Grice: “I like Mancini; if I dwell on
philosophical eschatology, he dwells on the real thing!” Grice: “He has studied
Kant thoroughly; all the interesting bits, like his idea of MALEVOLENTIA!” “La filosofia è il passaggio dal senso al
significato, attraverso le mediazioni culturali, dottrinali, attraverso la
struttura del puro pensare e attraverso le mediazioni della prassi.” Studia a Fano
e si laurea a Milano dove insegna. Bo lo vuole ad Urbino. Studia i massimi
teologi, curato le opera di Barth, Bultmann e Bonhoeffer pubblicando, su
quest'ultimo, anche una biografia e un'analisi dottrinale. Ha fondato
l'Istituto superiore di scienze religiose di Urbino, unico esempio, per molti
anni, di "facoltà teologica" in una università laica. Tra i
filosofi, si è dedicato molto a Kant, pubblicando una Guida alla Critica della
ragion pura. In questo senso è ancora
più importante "Kant e la teologia” dove tratta la filosofia della religione kantiana,
fondata su una concezione morale rigorosa resa possibile dall'Imperativo
categorico, che prospetta una trascendenza per l'uomo, attraverso i postulati
dell'immortalità dell'anima e dell'esistenza di Dio. Questa filosofia della
religione, in cui Kant mette in rapporto la “religione razionale” con la “religione
rivelata” (e che si contraddistingue per i concetti di “male radicale” e di “chiesa
invisibile”), è considerata feconda. Si è anche confrontato con Marx, allora
dominanti nella cultura filosofica e politica italiana. In Marx, tiene in
grande considerazione il concetto di “alienazione” -- presente soprattutto nei
Manoscritti filosofici. Questo concetto, che esprime l'estraneazione
dell'operaio in rapporto al lavoro salariato, a causa dei modi di produzione
capitalistici, capaci di sfruttare il lavoro come fosse una merce, deve essere
stimolo per la Dottrina Sociale della Chiesa. Ciò che Mancini critica in Marx è
l'ateismo e il materialismo, attraverso l'uso della dialettica hegeliana in una
prospettiva materialistica (materialismo storico). Questa concezione infatti
mette in discussione la libertà dell'uomo, inteso come persona, riducendolo
all'insieme dei suoi rapporti economici. Ha inoltre fatto parte della redazione
della rivista Concilium. Fonda la rivista di filosofia “Hermeneutica” ed edita
da Morcelliana. La sua posizione di pensiero verte su un cristianesimo di
matrice liberale e democratica d'impronta sociale, che cerca uno spazio autonomo
e libero, dando una risposta da credente alla cultura laicista e marxista di
quegli anni sulle orme del Concilio Vaticano II. Opere:“Ontologia
fondamentale,” La Scuola, Brescia “Rosmini” “la metafisica inedita, Argalìa,
Urbino “Filosofi esistenzialisti” Heidegger, Marcel, Wahl, Gilson, Lotze),
Argalìa, Urbino“Linguaggio e salvezza,” Vita e Pensiero, Milano “Filosofia
della religione,”Abete, Roma “Bonhoeffer, Vallecchi, Firenze “Teologia
ideologia utopia”Queriniana, Brescia “Kant e la teologia,”Cittadella, Assisi “Futuro
dell'uomo e spazio per l'invocazione”L'Astrogallo, Ancona “Con quale
comunismo?”La Locusta, Vicenza, “Con quale cristianesimo” Coines, Roma,
“Novecento teologico”Vallecchi, Firenze “Teologia ideologia utopia”Queriniana,
Brescia “Fede e cultura”Genova, Marietti “Come continuare a credere” Rusconi, Milano “Negativismo giuridico” QuattroVenti,
Urbino “Guida alla Critica della ragion
pura” I, QuattroVenti, Urbino “ Lettera a un laureando” Urbino, Quattroventi “Il
pensiero negativo e la nuova destra”Mondadori, Milano “Il quinto evangelio come
violenza ermeneutica” in “Apocalisse e ragione”, testi di Carlo Bo e altri,
Urbino, Quattroventi “Hermeneutica”
“Filosofia della prassi,”Morcelliana, Brescia “Tre follie, Camunia, Milano “Guida
alla Critica della ragion pura”“L'Analitica”QuattroVenti, Urbino “Il male
radicale per Kant, in “La ragione e il male. Atti del terzo colloquio su
filosofia e religione”, Genova, Marietti 1 De profundis per la dialettica, in
“Metafisica e dialettica”, Genova, Tilgher Tornino i volti, Marietti, Genova Giustizia
per il creato, Urbino, Quattroventi 1990, coll. "Il nuovo Leopardi"
L'Ethos dell'Occidente. Neoclassicismo etico, profezia cristiana, pensiero
critico moderno, Marietti, Genova Scritti cristiani. Per una teologia del paradosso,
Marietti, Genova Opere postume Diritto e società. Studi e testi, Urbino,
Quattroventi Come leggere Maritain, Brescia, Morcelliana Ethos e cultura nella cooperazione di
credito, Piergiorgio Grassi, Urbino, Associazione per la ricerca religiosa “S.
Bernardino”, Quattroventi Bonhoeffer
(postfazione di Piergiorgio Grassi), Morcelliana, Brescia Frammento su Dio, Andrea Aguti (a cura),
prefazione di Graziano Ripanti, Brescia, Morcelliana Per Aldo Moro. Al di là
della politica, Carlo BoMario LuziItalo Mancini, Urbino, Quattroventi Opere scelte. Voll. 1-3, Brescia, Morcelliana Onorificenze
Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiananastrino per
uniforme ordinariaGrande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana —
Roma, 27 dicembre 1966 su Mancini
Giorgio Rognini, Metafisica e sofferenza. Un itinerario critico con Italo
Mancini, Verona, Mazziana 1983 Andrea Milano, Rivelazione ed ermeneutica. K.
Barth, R. Bultmann, I. Mancini, Urbino, Quattroventi "Biblioteca di
Hermeneutica" Piergiorgio Grassi, Intervista a Italo Mancini sulla
teologia contemporanea, Urbino, Quattroventi 1992, coll. "Il nuovo
Leopardi" Enrico Moroni (a cura), La filosofia politica nel pensiero di
Italo Mancini, Urbino, Quattroventi 1994 Francesco D'Agostino, Italo Mancini,
filosofo del diritto, Urbino, Quattroventi, "Il nuovo Leopardi" G.
RipantiP. Grassi (a cura), Kerigma e prassi, Brescia, Morcelliana, Hermeneutica
1995 Gustavo Pansini (a cura), Studi in memoria di Italo Mancini, Napoli, Edizioni
Scientifiche Italiane Galliano Crinella (a cura), Italo Mancini. Dalla teoresi
classica alla modernità come problema, Roma, Edizioni Studium, Antonio Areddu,
Cristianesimo e marxismo nel pensiero di Italo Mancini. Una rilettura in
memoriam, Pistoia, Petite Plaisance 2001 Italo Mancini tra filosofia e
teologia, in "Riv. di teologiaAsprenas", I A. Pitta (a cura), numero
monografico dedicato a Italo Mancini G. RipantiP. Grassi (a cura), Filosofia,
teologia, politica. A partire da IMancini, Brescia, Morcelliana, Hermeneutica
2004 Mariangela Petricola, Pensare la differenza. La questione di Dio
nell'epoca della disgregazione del senso. Una rilettura con Italo Mancini, in
“Dialegesthai. Riv. telematica di filosofia", mondo domani.org/
dialegesthai/mpe. Mariangela Petricola, Pensare Dio. Il cristianesimo
differente di Italo Mancini, Assisi, Cittadella Editrice Antonio Ascione, Fedele a Dio e alla terra.
L'avventura intellettuale di Italo Mancini, Benevento, Passione Educativa Valeria Sala, Italo Mancini. Filosofo del
diritto, Torino, Giappichelli , "Recta Ratio" Altri progetti
Collabora a Wikiquote Citazionio su Italo Mancini Italo Mancini, su sapere, De Agostini. Italo Mancini, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Seminario in memoriam, su pesaronotizie.com. Centro socio culturale
"Don Italo Mancini" presso il suo paese natale Schieti, su
centroitalomancini. 15 gennaio 22
gennaio ). Pagina sul social network Facebook, su facebook.com. cronologica , su uniurb. L'Istituto di
Scienze Religiose fondato da Italo Mancini, su uniurb. Biblioteca personale
"Ca' Fante", su uniurb. Rivista "Hermeneutica" fondata da
Italo Mancini, su uniurb. A. Aguti, Italo Mancini, in Il pensiero filosofico-religioso
italiano.org. Italo Mancini. Mancini. Keywords: “male radicale” “Kant” “radical
evil” --. “cooperative di credito” – “la massima della benevolenza
conversazionale” --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mancini” – The
Swimming-Pool Library.
Mangione (Bagnara Calabra). Filosofo. Grice: “I like Mangione; for various reasons:
He notes that logic is more related to mathematics – indeed, for logicism
mathematics IS logic – so the opposite to ‘formal’ logic is ‘material’ logic,
not ‘informal’ as Ryle and Strawson want – Mangione has studied ‘categories’
and talks of ‘logica matematica’ – he has studied Frege’s ideografia, as he
aptly translates his grundscrift, and he tried to improve on the ‘nationalism’
which was ubiquitous in logic in Italy in the ‘primo novecento’!” Insegna a Milano.
Diresse le due collane matematiche della casa editrice Progresso tecnico
editoriale di Milano, appendice della Aldo Martello editore. Presso l'editore
Boringhieri di Torino ha diretto “Testi e manuali della scienza contemporanea. “Serie
di logica matematica.” Ha contribuito
alla Storia della filosofia pubblicata da Geymonat per Garzanti con specifici
contributi sulla storia della logica matematica. Amplia e sistematizza tali
contributi nella Storia della logica. Da Boole ai nostri giorni (con la
collaborazione di Silvio Bozzi): l'opera costituisce un ampio ed esaustivo
lavoro di ricognizione e sintesi sugli ambiti di ricerca e sui risultati della
logica contemporanea. Per Franco Muzzio
& C. Editore ha diretto la collana editoriale Muzzio scienze. Insieme a Edoardo Ballo, Silvio Bozzi,
Gabriele Lolli e Paolo Pagli, ha curato, per Bollati Boringhieri, l'edizione di
Gödel. Opere: “Logica matematica” (Torino,
Boringhieri) Rózsa Péter, “Giocando con l'infinito: matematica per tutti,
traduzione di Giulio Giorello, Milano, Feltrinelli, “Matematica e calcolatore,
Le Scienze quaderni, Milano, “Filosofia: saggi in onore di Geymonat, Milano,
Garzanti “Storia della logica, CUEM “Storia della logica”“Da Boole ai nostri
giorni, Garzanti , “Frege. Logica e aritmetica” -- Torino, Boringhieri. Emanuele
Vinassa de Regny, «Corrado Mangione: breve storia di una lunga amicizia», Franco
Prattico, «Pubblicate tutte le opere di Godel» dalla Repubblica, articolo
disponibile sul database SWIF dell'Bari. Corrado Mangione. Keyword: “logica
matematica” “divertente”, “Sidney Harris” Peano, “not” “no” “and” “e” “or” “o”
“if” “si” “some (at least one)” “all” “the” “il” -- -. Mangione. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e la proclama di Mangione: la logica matematica
deve essere divertente!” – The Swimming-Pool Library.
Manfredi (Bologna). Filosofo. Grice: “I like the “liber de homine.” It
reminds me that among my unpublications there’s a ‘Why’!” Grice: “While the
Italians aptly use the same particle for ‘why’ and ‘for’, the Anglo-Saxons
didn’t! That must be because ‘for’ is usually otiose: “Why are you eating.”
“For I am hungry, say I!” cf. “I am hungry.” – Studia a Bologna e Ferrara.
Entra in contatto con circoli umanistici. Insegna a Bologna. Riceveva un
compenso superiore alla media ed è il docente più citato nei Libri partitorum.
Esercita l'astrologia ee attaccato da Pico (“Disputazione contro l’astrologia
divinatrice””). La sua opera “Il Perché”
fu un successo per secoli. Altre opere,
“Tractato de la pestilentia,” Bologna, Johann Schriber, “Pro-gnosticon anni
1490” (Bologna, Bazaliero Bazalieri) “Liber de homine,” Impressum Bononiae, Ugo Ruggeri, Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Girolamo Manfredi. Keyword: divination. Those clouds
mean rain – Those clouds mean death. --. Grice: “The present budget means that
we will have a bad year – Prognosticon anni 1490 --. “The present budget means
we’ll have a hard year, but we shan’t have.” – x means that p entails p. The
year 1490. In 1491, Pico approaches Manfredi, “You said that the budget for
1490 meant that we would have a hard year, but we didn’t!” – Manfredi. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Manfredi: l’implicatura divinatrice” – The Swimming-Pool
Library.
Manicone (Vico del Gargano). Filosofo.
Una delle personalità più caratteristiche del suo tempo della
Capitanata. Definito il “monacello rivoluzionario” a causa della sua
bassa statura, che sembrerebbe di 1,40 m, la sua indole illuministica consiste
in una sete di sapere che non si placa con il dogmatismo, ma con l'esperienza
diretta, lo studio approfondito dei fenomeni naturali e della scienza,
un'osservazione empirica che poteva fornire una risposta valida e concreta alle
varie problematiche e quindi un aiuto pratico all'uomo, al suo benessere e
sviluppo, alla sua felicità. Ciò gli costò l'inimicizia di chi, seppur in pieno
illuminismo, diffidava e demonizzava la scienza. Lo sviluppo
economico-sociale che teorizza Manicone consiste in uno sviluppo connesso e,
per certi versi, dipendente dall'ambiente, perché egli riteneva che la natura
fosse una fonte primaria di ricchezza e la sua distruzione avrebbe potuto
segnare la fine dello sviluppo. Manicone può essere considerato un
profeta dello sviluppo sostenibile, perché in pieno Settecento, quando le
industrie erano inesistenti, ebbe un'ampiezza di vedute che gli consentì di
prevedere le conseguenze disastrose che avrebbe portato l'uso improprio e
scriteriato delle risorse naturali. Le opere in cui Manicone tratta, tra
gli altri, il tema dello sviluppo sostenibile, sono La Fisica Appula (cioè
dell'Apulia) e La Fisica Daunica (cioè della Daunia, antico nome della
Capitanata). Secondo il “monacello”, uno dei peggiori atti compiuti dall'uomo
del suo tempo era la cesinazione selvaggia dei boschi garganici, un tempo
rigogliosi, come anche attesto da Orazio nelle Epistole: «Garganum mugire putes
nemus». Riferisce che il disboscamento del promontorio iniziò nel 1764,
con il taglio “barbaro” dei pini nel territorio “Difesa” di Vico del Gargano e
la cesinazione degli ischi ad Ischitella, talmente “furiosa” che, ad inizio
Ottocento, l'Abate Longano denunciò la carenza di legna da ardere per gli
ischitellani. La causa di questo disboscamento fu la volontà di destinare
i suoli a coltura, anche quelli non adatti a questo scopo e più utili al
pascolo e alla produzione di legname, vista la “rocciosità” della terra sul
promontorio del Gargano. Manicone spiega anche la diminuzione della fauna
selvatica nel Gargano, sempre dovuta alla cesinazione, che diminuiva i
nascondigli per gli animali selvatici, e li rendeva più vulnerabili. Ne
“La Fisica Appula”, il frate dedica un intero libro al Mefitismo (insalubrità
dell'aria) e alle cause che lo generano. Egli sostiene che l'inquinamento può
avere cause naturali o accidentali (provocate dall'uomo), può essere anche
indigeno (proprio della zona) o esotico (derivante da altre zone). Secondo il
Manicone le principali cause accidentali del mefitismo erano: 1. Le
condizioni igieniche precarie delle strade e delle abitazioni; 2. L'insana
abitudine di depositare gli escrementi nelle strade; 3. La sepoltura dei centro abitato (consuetudine abolita con
l'Editto di Saint-Cloud, ma anticipata nel 1792 a Vico del Gargano da Pietro de
Finis, che fece costruire il cimitero monumentale di San Pietro); 4. Il taglio
dei boschi (invece gli alberi sono importanti perché emettono ossigeno e
assorbono anidride carbonica). Lo studio del frate sul territorio garganico fu
talmente minuzioso da fargli notare un mutamento climatico dalla metà del
Settecento all'Ottocento; in alcune zone del Gargano, ci furono sbalzi di
temperatura che provocarono un sensibile calo di precipitazioni nevose e
mitigarono parecchio gli inverni. Secondo il Manicone, la causa è attribuibile
al disboscamento. Il taglio delle foreste avrebbe consentito al sole di
riscaldare prima e maggiormente i suoli e soprattutto non avrebbe bloccato i
venti provenienti da Nord e da Sud, quindi le zone meridionali rispetto alle
alture garganiche si sarebbero raffreddate a causa dell'arrivo della Tramontana
da Nord, mentre nel Gargano settentrionale sarebbero arrivati maggiormente i
venti caldi del Sud. Un rimboschimento avrebbe reso più fertili le terre
coltivabili, ma Manicone stesso, dopo aver dato questo suggerimento, esprime la
consapevolezza di “aver cantato ai sordi”. Viaggiò molto per l'Europa,
studiando Medicina a Vienna e a Berlino, Scienze Fisiche a Londra e Scienze
Naturali a Bruxelles. È noto soprattutto per il suo trattato, La Fisica
Appula. in cui analizza le caratteristiche fisiche delle terre di Puglia e
soprattutto del Gargano. Al Manicone è intitolato il Centro Studi e
Documentazione del Parco Nazionale del Gargano sito presso il Convento di San
Matteo a San Marco in Lamis. Descrizione di Vico Del Gargano nella Fisica
daunica Al tempo di Manicone la popolazione vichese era di 6131 abitanti, circa
lo stesso numero di residenti effettivi attuali. L'area abitata era più
ristretta e consisteva nel nucleo originario (Casale, Civita e Terra) e i quartieri
nuovi di San Marco, Carmine, la Misericordia e Fuoriporta. L'incuria delle
istituzioni si manifestava nella scarsa attenzione verso l'igiene delle acque
del Casale (quartiere affollatissimo), originariamente buone e dolci ma
inquinate dall'incuria generale; anche le strade strette e ombrose della Civita
erano soggette ad abbandono e perennemente sporche. Soltanto i quartieri nuovi
erano larghi, puliti e soleggiati. Le Istituzioni mancavano anche laddove
era necessario rendere più agevole il lavoro dei contadini e dei pastori
vichesi, costruendo strade per diminuire gli ostacoli a cui erano sottoposti
quotidianamente questi uomini quando si recavano nelle loro campagne, poste
spesso in profonde valli o zone impervie. La popolazione vichese era laboriosa
e onesta e non c'erano grandi disuguaglianze economiche, tuttavia Manicone
descrive i suoi compaesani come barbari e incivili, infatti non hanno riguardo
per l'ambiente, ad esempio i pastori lasciano distruggere dalle loro bestie le
pianticelle fruttifere e le vigne, sono dediti all'alcol e spesso ciò li porta
a risse feroci. Le donne sono laboriose come gli uomini e sempre gentili,
il frate però critica fortemente l'usanza vichese, e delle donne dei paesi del
Sud in generale, di urlare e strepitare ai funerali, di portare il lutto a vita
e di vestire sfarzosamente i defunti; il primo comportamento denota la
selvatichezza della popolazione, il secondo uso può essere anti-economico e
negativo per la società e il terzo è uno spreco di denaro, dato in pasto ai
vermi. Un difetto presente in tutte le abitazioni vichesi dell'epoca era
il forno in casa, che poteva provocare incendi domestici e inquinare l'aria
interna. A Vico molti boschi furono
tagliati per lasciare spazio ai campi di grano, ma ciò fu improduttivo
economicamente e causò lo smottamento dei terreni in pendenza, non più
trattenuti dalle radici delle piante. Nella raccolta dell'ulivo, i vichesi
distruggevano gli alberi, picchiando forte con i bastoni per far cadere le
olive; questa errata abitudine provocava la mutilazione della pianta e una
maggiore esposizione al freddo, e conseguentemente minori raccolti per gli anni
successivi. Per Manicone, il mancato sviluppo del Gargano era da imputare
anche alla pigrizia e indolenza dei suoi abitanti, che non erano capaci di
valorizzare i loro prodotti (olive, agrumi, vino, fichi, etc.) e talvolta
acquistavano prodotti meno pregiati e ad alto prezzo da altre regioni. Al
fine di comprendere come le istituzioni del tempo fossero distanti dalle reali
necessità della popolazione, è interessante la situazione che riguardò l'uso
delle acque di Canneto, infatti veniva impedito ai vichesi (anche con la forza)
di utilizzare l'acqua per l'irrigazione dei campi, perché avrebbero disturbato
l'attività di un mulino sito nel territorio di Rodi Garganico. Il giudice diede
ragione ai rodiani ma, per fortuna, questa sentenza ingiusta e ingiustificata
fu annullata dalla Regia Camera. Dalla lettura di alcune pagine delle
opere di Manicone è emerso che, pur cambiando i tempi, gli usi, le risorse a
disposizione, le conoscenze e le attività, l'uomo garganico (e non solo) viveva
e produceva nell'ottica del profitto immediato, sottovalutando gli effetti che
avrebbero potuto causare i suoi comportamenti errati nella vita della futura
comunità. Opere di Michelangelo Manicone contesto – il contesto del
contesto. "Philosophers often say that context is very
important." "Let us
take this remark seriously.’ "Surely,
if we do, we shall want to consider this remark in its relation to this or that
problem, i. e., in context, but also in itself, i. e., out of
context.” H. P. Grice, "The
general theory of context." Michelangelo Manicone. Manicone. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Manicone” – The Swimming-Pool Library.
Mannelli (Grimaldi). Filosofo. Grice:
“Like me, Mannelli loved Kant, Goethe, Schiller, Virgilio – and he has his own
‘palazzo’!” -- Fequenta il ginnasio a Cosenza. Si trasferì con la famiglia
prima ad Aosta, dove terminò gli studi liceali, e poi a Roma. S’interessa sempre
più al mondo politico e dopo la laurea, conseguita con il massimo dei voti,
ritorna a Cosenza e venne eletto Consigliere
Provinciale. Proprio in qualità di
membro del consiglio provinciale, si adoperò in prima persona per arricchire e
promuovere l'ampliamento della Biblioteca Provinciale di Cosenza Si dedicò in tempi e con modi diversi
all'attività di approfondimento e divulgazione. Firmò una versione metrica della
Xenia di Goethe (Roma, Paravia. Fu tra
i maggiori contributori della più importante rivista di arti e lettere della
regione, la Calabria Letteraria. Presidente dell'Accademia Cosentina,
l'istituzione accademica calabrese che vanta un'esistenza plurisecolare e che
nel XVI secolo ebbe come presidente Telesio.
Opere: “Inaugurandosi il monumento al caduti grimaldesi: scultura di Cambellotti,
Reggio Calabria, Editore Il Giornale di Calabria, Paravia, Le storiche Terme
Luigiane: passato-presente-futuro, Cosenza, Cronaca di Calabria, L'Accademia
Cosentina nella sua storia secolare e nell'oggi, Cosenza, Tip. Vincenzo
Serafino. Biografia in Calabriaonline.com
M. Chiodo, L'Accademia cosentina e la sua biblioteca. Società e cultura
in Calabria. Xenia Edizione Paravia. nna
Vincenza Aversa, Dopoguerra calabrese: cultura e stampa, Editore Pellegrini, Catanzaro, Accademia Cosentina Biblioteca Civica di
Cosenza Goethe Poesia "Mamma"
da "Come le nuvole” su Grimaldi Grimaldesi da ricordare, su digilander.libero.
Filippo Amantea Mannelli. Mannelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Mannelli” – The Swimming-Pool Library.
Mantovani (Moncalieri). Filosofo. Insegna a Roma. Membro della Società Tommaso
D’Aquino. Gli ambiti delle sue ricerche spaziano sulla Filosofia della Storia,
l'Ontologia, la Teologia filosofica, e loro rapporti con la scienza. Ha compiuto
studi sulla storia del tomismo (cf. griceianismo). È uno dei maggiori studiosi
e conoscitori del realismo dinamico e di Demaria. Opere:“Fede e ragione: opposizione,
composizione?” Scaria Thuruthiyil, Mario Toso, Roma , LAS, “Quale
globalizzazione? : l'uomo planetario alle soglie della mondialità,” Scaria
Thuruthiyil, Roma, LAS, “Eleos: l'affanno della ragione: fra compassione e
misericordia,” Roma, LAS, “Sulle vie del tempo: un confronto filosofico sulla
storia e sulla libertà, Roma, LAS, “Paolo VI: fede, cultura, università,” “An Deus sit (Summa Theologiae I, q. 2). Fede,
cultura e scienza, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, Didatttica delle
scienze: temi, esperienze, prospettive,” Vaticano: Libreria editrice vaticana,
“La discussione sull’esistenza di Dio nei teologi domenicani” “Oltre la crisi:
prospettive per un nuovo modello di sviluppo: il contributo del pensiero
realistico dinamico Demaria. Roma, LAS,
,”Momenti del logos: ricerche del "progetto LERS" (logos, episteme,
ratio, scientia) : Roma, Nuova cultura,
“Per una finanza responsabile e solidale: problemi e prospettive, Roma, LAS, “Una
ricognizione sulla Summa Theologiae di Tommaso d'Aquino” in Un pensiero per
abitare la frontiera: sulle tracce dell’ontologia trinitaria di Hemmerlie, aRoma
Incisa Valdarno, Città Nuova Istituto
universitario Sophia, Lorenzo Cretti ,
La quarta navigazione: realtà storica e metafisica organico-dinamica, Associazione
Nuova Costruttività -Tipografia Novastampa, Verona, Francisco de Vitoria, Sul
matrimonio, Roma, Scritti teologici inediti. Demaria; Roma,Editrice LAS. Pontifical
University of Saint Thomas Aquinas, su Angelicum. AVEPRO, su avepro.glauco. L’Università
Salesiana, un servizio per l’educazione e la comunicazione La Stampa Autorità
accademiche «Il nostro impegno per la “civiltà dell’amore”. Come vuole don
Bosco» La Stampa, su lastampa, CRUIPRO Conferenza
Rettori delle Università e Istituzioni Pontificie Romane, su cruipro.net. redazione, Nuovi accordi di co-operazione
interuniversitaria, su FarodiRoma, Pontificia Accademia di S. Tommaso D'Aquino,
su cultura.va. Direttorio, su S.I.T.A.. PREMI MEDITERRANEO, su Fondazione
mediterraneo.org. Mantovani, “Vita tua, vita mea”: l'insegnamento di Demaria è
più che mai attuale. Fondazione Adriano Olivetti, su fondazioneadrianolivetti. Mauro
Mantovani. Mantovani. Keywords: Aquino. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Mantovani” – The Swimming-Pool Library.
Marassi (Cardano al Campo). Filosofo. Grice: “I like Marassi; he has
written a ‘natural’ history of ‘man’ – which is interesting, ‘progetto uomo,’
he calls it!” -- Grice: “I like Marassi; he has explored hermeneutics in the
German tradition, Schleimacher to be more specific; but has also written an
essay on Heidegger; his links with me come with his idea of metaphysics and
transcendental arguments which he takes from Kant, who he reads in both German
and Italian, unlike I, or me.” – Grice: “He has written an introduction to a
comparative study of the approaches to ‘the antique’ in both Italian and German
philosophy – a fascinating topic. I suppose the Oxonian approach, indeed Cliftonian,
is a mixture of both!” Allievo di Melchiorre, si laurea a Milano con la tesi “La differenza ontologica
in Heidegger, sotto la direzione di Melchiorre e con la co-relazione di Bontadini.
Ha discusso “Il profilo della presenza: Heidegger e il regno della pluralità”
con Melchiorre e Grassi. Insegna filosofia a Milano. Ha coordinato l'edizione
dell'Enciclopedia filosofica (Bompiani, Milano). Direttore del Dipartimento di Filosofia a
Milano. Dirige la Rivista di filosofia neo-scolastica. Dirige per la casa editrice AlboVersorio la
collana Epoche ed è membro del comitato del festival La Festa della
Filosofia. Si occupa di storia
dell'umanesimo (Bruni, Alberti, Vico), della scolastica, di ermeneutica (Grassi),
di filosofia trascendentale, del pensiero postmoderno. I temi della sua ricerca
ruotano attorno a tre temi principali: la riflessione sui modelli
storico-teorici della filosofia della storia, l'interpretazione dell'umanesimo
italiano (Alberti, Bruni, Vico) in riferimento alla dimensione storica e
morale, l'analisi della fondazione trascendentale del sapere. Opere principali: “Ermeneutica della
differenza in Heidegger, Vita e Pensiero, Milano, Schleiermacher, “Ermeneutica,”
Rusconi, Milano, Bompiani, Milano; Kant, “Critica del giudizio,” Bompiani,
Milano, Metafisica e metodo trascendentale,”
Lotz, “La struttura dell'esperienza, Vita e Pensiero, Milano; “Metamorfosi della storia. Momus e Alberti,” Mimesis,
Milano/ Coordinamento generale e direzione redazionale della Enciclopedia filosofica,
Bompiani, Milano. docenti.unicatt. Marassi. Massimo Marassi. Marassi. Keywords:
Alberti, Bruni, Vico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marassi” – The
Swimming-Pool Library.
Marchesini (Noventa Vicentina). Filosofo. Grice:
“Cassatta has unearthed some opinions by Marchesini which are revolutionary!” Esponente
del positivismo. Alievo di Ardigò,
insegna filosofia a Padova. Direttore della Rivista di Filosofia.Diresse,
anche, un Dizionario delle scienze pedagogiche, edito dalla Società Editrice
Libraria di Milano. Tradusse, inoltre, un testo di Locke Pensieri, edito da
Sansoni. Opere: “La vita,” – Grie: “Sounds promising: a treatise on life! Cf.
my ‘Philosophy of Life’”). Montagnana, Tip. di A. Spighi, “Saggio sulla
naturale unità del pensiero,” Firenze, Sansoni, “Elementi di Psicologia tratti
dalle opere filosofiche di Ardigò,” Firenze, Sansoni, “ Elementi di logica” -- secondo
le opere di R. Ardigò, St. Mill, A. Bain ecc., prefazione di Ardigò, Firenze,
Sansoni,” Grice: “A fascinating little book: it reminded me of Strawson’s
Introduction to Logical Theory! Only Strawson would rather die than axe me to
foreword it!” –[ whereas Marchesini commissioned his tutor to drop a word “or
two””].—Grice: “Marchesini shouldn’t be so reverential towards Ardigo.” Grice:
“I count Marchesini’s oeuvre as being by Marchesini; if I want to read Ardigo,
I read Ardigo!” – “Elementi di morale, ad uso anche dei licei, secondo le opere
degli scienziati moderni, prefazione di Ardigò, Firenze, Sansoni, “Il positivismo
e il problema filosofico, Torino, F.lli Bocca, “Le amicizie di collegio” –
Grice: “I should note that Marchesini uses ‘amecizia’ in quotes! So it doesn’t
really apply to my Clifton days!” -- (con prefazione di E. Morselli e in
collaborazione con Obici), Roma, Società Ed. "Dante Alighieri ", “Elementi
di pedagogia : Con un'appendice di cento scelte citazioni, Firenze, Sansoni, Doveri
e diritti : ad uso delle scuole tecniche e complementari, Milano-Palermo, R.
Sandron, “La teoria dell'utile,” principi etici fondamentali e applicazioni, Milano-Palermo,
R. Sandron, “ Il Simbolismo nella conoscenza e nella morale, Torino, Fratelli
Bocca Editori, “ Il dominio dello spirito, ossia Il problema della personalità
e il diritto all'orgoglio, Torino, F.lli Bocca, Pedagogia, Torino, Paravia, Il
principio della indissolubilità del matrimonio e il divorzio, Pakdova-Verona,
Fratelli Drucker, “Elementi di logica,” ed. interamente rifusa, -- Grice: “This
makes me laugh! It’s like saying: my previous, Ardigo-based stuff, was
nonsense!” -- Firenze, Sansoni, Disegno storico delle dottrine pedagogiche,
Roma, Athenaeum, “La dottrina positiva delle idealità,” Roma, Athenaeum, “L'educazione
morale, Milano, F. Vallardi, “I problemi fondamentali della educazione,”
Torino, Paravia, “I problemi dell'Emilio” di G. G. Rousseau, Firenze, R.
Bemporad e Figlio, “La finzione dell'educazione o la pedagogia del Come se,”
Torino, Paravia, “L'educazione del soldato, con 50 problemi per esercitazioni,”
Firenze, Ed. La Voce, “Il problema della scienza nella storia delle scienze :
per i licei scientifici, Milano, Signorelli, “Dizionario delle scienze
pedagogiche : opera di consultazione pratica con un indice sistematico,
direttore Marchesini, collaboratori: Antonio Aliotta, Giuseppe Aliprandi e
altri, Milano, Soc. Edit. Libraria, Vedi Treccani L'Enciclopedia Italiana. Ultima
ristampa: Firenze, Sansoni, 1968.
Mariantonella , Marchesini e la «Rivista di filosofia e scienze affini».
La crisi del positivismo italiano, Collana di filosofia, Franco Angeli, Treccani
L'Enciclopedia Italiana. Giovanni Marchesini. Keywords: “L’educazione del
soldato” --. Marchesini. Keywords. Resf.: Luigi Speranza, “Grice e Marchesini”
– The Swimming-Pool Library.
Marchesini (Bologna). Filosofo. Grice: “I don’t
think Marchesini has a philosophical background, but he fascinates me! I
especially liked his idea about ‘virility’ and the idea of a knightly code –
‘codice cavalleresco’ – The other field that fascinates me is his research on
‘inter-subjectivity’ in the living form – which he now extends to plants –
‘vivente’ – Surely we don’t refer to a cat as an object – and the philosophical
keyword here is ‘threshold,’ that Marchesini aptly uses.” Cardine della sua
proposta filosoficariconducibile, seppur con caratteristiche proprie, alla più
ampia corrente del Post-humanè lo smascheramento di quell'errore prospettico
che pone l'uomo al centro e a misura dei suoi predicati. «Comincerò il
mio viaggio dal prato più bello, quello che l'aria non abbandona un istante, il
sole vi si intrappola da splendere pur di notte ed i profumi vergini coesistono
con quelli gravidi. È qui che il dio Pan cadde la notte dei tempi, da qui
iniziò il suo girovagare incerto, all'unico desiderio d'amare» (R. Marchesini,
Il dio Pan). Da sempre affascinato dalla natura e, in particolare, dal regno
animale, consegue la laurea a Bologna. Parallelamente agli anni di formazione
universitaria, spinto da un forte interesse verso il comportamento animale,
stringe una feconda collaborazione e amicizia con l'etologo Giorgio Celli, con
il quale inizia a indagare le interazioni sociali degli imenotteri. Per cinque
anni conduce ricerche “sul campo” e, con l'ausilio della macrofotografia, è in
grado di immortalare quegli attimi di vita animale altrimenti nvisibili
all'occhio nudo: rituali di corteggiamento, di accoppiamento e di trofallassi
tra gli insetti che diventeranno il viatico per tutta la sua ricerca
futura. Nei suoi studi di entomologia approfondisce l'analisi dei sistemi
feromonali che saranno tema di alcune pubblicazioni e della successiva ricerca
sul comportamento e sul benessere animale. Nella seconda metà degli anni
ottanta, sotto la guida del professor Franco Pezza, dell'Università degli Studi
di Milano, studia i metodi di allevamento, i parametri di benessere nelle
aziende zootecniche, i fattori di incidenza del rischio in zootecnia, le
modalità di individuazione dei sinistri, pubblicando alcuni lavori sulla
medicina veterinaria delle assicurazioni. Inizia così la sua
collaborazione con diversi atenei sui temi del comportamento animale, tenendo
corsi e master di etologia applicata e medicina comportamentale. Alla metà
degli anni novanta entra nel Consiglio Direttivo della Società di
Scienze Comportamentali Applicatedi cui diverrà Presidente focalizzando la
propria attenzione sul comportamento degli animali domestici, sugli stili di
relazione interspecifica, sui problemi e sulle patologie comportamentali.
Osservando sul campo le espressioni comportamentali e i processi di
apprendimento degli animali, inizia a considerare anacronistici e
contraddittori i modelli esplicativi tradizionali. In sintesi, quello che
Marchesini propone nel panorama delle scienze cognitive è un superamento dei
tre modelli interpretativi al comportamento animalequello behaviorista, quello
etologico classico e quello antropomorficoin virtù di un modello mentalistico
unitario (un'unità necessaria che la mente, come fenomeno unico, richiede), che
valga sia per i processi consapevoli che inconsapevoli e che descriva
espressione e apprendimento in termini elaborativi dell'informazione, sistemici
o composizionali dellecomponenti, solutivi e non reattivi, evolutivi e
relazionali nella realizzazione ontogenetica. Questo porterà alla pubblicazione
di tre testi dal forte impatto innovativo: Intelligenze plurime e Modelli
cognit ivi e comportamento animale ed Etologia cognitiva. Alla ricerca
della mente animale. Gli assunti di base della proposta di Marchesini sono i
seguenti: il soggetto è immerso in un campo di possibilità filogenetiche
che definiscono il tipo di intelligenza propensionale o specie-specificada cui
l'idea di pluralità cognitiva dove le diverse intelligenze sono comparabili ma
non commensurabili; il processo ontogenetico di costruzione dell'identità si
realizza grazie alle dotazioni innate, che ricche di virtualità evolutive,
possono essere organizzate in una molteplicità di modida cui l'idea di rapporto
dimensionale o direttamente proporzionale di innato e appreso; l'espressione
del soggetto è sempre proattiva, mossa cioè da un obiettivo, e quindi frutto di
una condizione problematica che il soggetto cerca di risolvere attraverso
ricette solutive fino al raggiungimento dell'obiettivoda cui il superamento del
concetto di rinforzo. Vi è quindi una ridefinizione della soggettività animale,
come possesso del suo qui e ora, e come capacità di mettere in dialogo tutte
quelle istanze (ontogenetiche e filogenetiche) che gli appartengono nella sua
relazione con il mondo. Bioetica e diritti animali Alla fine degli anni ottanta
si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Bologna, con l'intento di
sondare il rapporto uomo-natura da una prospettiva pedagogico-filosofica.
In questi anni inizia a portare nelle scuole percorsi progettati appositamente
a misura di bambini per permettere loro di conoscere la varietà del mondo
animale evitando letture antropomorfiche, quelle viziate, ad esempio, dai
sedimentati repertori culturali. È in questi anni che avviene uno degli snodi
cardine nell'attività di Marchesini: egli si accorge che le potenzialità che è
in grado di esprimere il binomio bambinoanimale (o più in generale uomoanimale)
è da ricercarsi non nella performatività quanto piuttosto nelle dinamiche che
la relazione, unica e irripetibile, è in grado di generare. L'animale coinvolto
nelle attività didattiche non è più un oggetto dal quale attingerequasi fosse
una fonte miracolosaelementi benefici al percorso formativo del bambino, ma è
nel suo essere soggetto e capace di stipulare un patto con il proprio
interlocutore che lo fa divenire elemento imprescindibile di ogni percorso
formativo. L'esperienza condotta all'interno delle scuole porta
Marchesini alla stesura del volume Natura e pedagogia, inizialmente nato per
divenire la sua tesi di laurea, ma pubblicato prima della conclusione degli
studi umanistici. Le attività con i bambini lo conducono in tutta Italia
portando in evidenza due aspetti: il divorzio che si è andato realizzando
tra l'uomo e le altre specie nella cultura contemporanea, con bambini che non
sono in grado di relazionarsi con gli animali e spesso nemmeno conoscono le
specie domestiche; la svalutazione degli animali e l'incapacità della società
contemporanea di avere consapevolezza dell'importanza della relazione con le
altre specie per lo sviluppo della personalità. Per Marchesini la svalutazione
operata dalla società contemporanea parte dalla perdita di quel rapporto di
convivenza e di ospitalità che viceversa ancora caratterizzava la cultura
rurale. Nasce così il Concetto di soglia (che esprime il bisogno di uscire
dalla dicotomia novecentesca dell'antropomorfismo e della reificazione
dell'eterospecifico. Temi già affrontati in due saggi precedenti, Animali di
città, critico verso l'antropomorfizzazione degli animali da compagnia, Oltre
il Muro, critico verso la reificazione dei cosiddetti animali da utilità. Sono
gli anni in cui riflette sul pensiero animalista e sulla bioetica animale
fondando, insieme a colei che diventerà la sua storica collaboratrice, Sabrina
Golfetto, la casa editrice Apeiron con lo scopo di creare un luogo dove
ospitare riflessioni e dibattiti su tali tematiche. Sono gli anni in cui
abbraccia, senza più abbandonarlo, il vegetarianesimo e dà vita assieme a
Luisella Battaglia e a Margherita Hack a un'intensa attività convegnistica che
confluirà nella collana Quaderni di bioetica di cui sarà direttore. Nel sostituisce Caffo, che ne era stato fondatore
e primo direttore, nella direzione di Animal Studies: Rivista Italiana di
Antispecismo. Nel maggio esce per
le Edizioni Sonda Contro i diritti degli animali? Proposta per un antispecismo
postumanista. Il saggio affronta il tema dello specismo passando in rassegna le
incongruenze e le incoerenze nascoste nelle maglie di un dibattito filosofico e
culturale che pretende di sospendere l'antropocentrismo, rimanendo all'interno
di una cornice umanistica. Il testo vede i commenti finali di Rodotà, Sax,
Vallauri e Fadini. Porta la neonata zooantropologia in Italia, disciplina
all'interno della quale compie una sistematizzazione sia a livello teorico,
accanto alle antropologhe Eleonora Fiorani e Sabrina Tonutti, sia a livello
applicativo con la delineazione di protocolli operativi nelle aree educative e
assistenziali. Per ciò che concerne la zooantropologia teorica, l'ipotesi
di fondo proposta da Marchesini, e riconducibile alla sua teoria della
zootropia, è che gli animali nel corso della storia non abbiano funto solo da
produttori di prestazioni o di collezioni di modelli da imitare ma altresì da
alterità referenziale nei processi antropopoietici. Marchesini sviluppa il
concetto di "referenza animale", inteso come contributo di
cambiamento offerto all'uomo dalla relazione con l'etero-specifico. Gli
uccelli non hanno insegnato all'uomo l'arte di volare -- il modo di realizzare
questa attività -- ma gli hanno ispirato la dimensione esistenziale del volare.
Per Marchesini i predicati umanicome la danza, la musica, la cosmesi, la
tecnicavanno considerati come frutti ibridi, esito cioè dell'incontro
relazionale con le altre specie. Il motore della cultura umana è quindi per
Marchesini rintracciabile nell'incontro con l'alterità animale che, nella forma
di una vera e propria epifania, è stato capace di re-direzionare l'uomo lontano
dal suo centro filogenetico e dalla sua solipsia di specie dando vita a nuove
possibilità esistenziali. Per ciò che concerne la zoo-antropologia applicata,
opera una trasformazione in alcuni settori delle attività di relazione con gli
animali, dalla pet therapy alla pedagogia cinofila, impostando i "protocolli
dimensionali", vale a dire individuando nel rapporto delle dimensioni di
relazione, ciascuna dotata di specificità sia di ordine relazionale che
referenziale. In pet therapy lavorare secondo l'approccio dimensionale
significa evitare l'incontro generico tra un paziente e un animale ma
individuare le dimensioni di relazione che sono utili al fruitore secondo i
suoi bisogni specifici e renderle operative attraverso attività
specifiche. Allo scopo di formare nuovi operatori in grado di lavorare
secondo i protocolli dimensionali fonda “Scuola di Inter-Azioone Uomo-Animale
on sede a Bologna. Sii fa co-promotore di Carta Modena (Carta dei Valori e
dei Principi della Pet-Relationship) che riceve il patrocinio del Ministero
della Salute. Il documento mira a tutelare, all'interno del panorama della
attività assistite dagli animali (A.A.A.) sia il fruitore, il benessere
dell'animale coinvolto e il principio inter-relazionale che dal binomio
scaturisce. Pubblica “Etologia filosofica: alla ricerca della inttersoggettività
animale” con il quale inaugura la riflessione ontologica sul carattere
dell’intersoggettività animale, vale a dire su che cosa differenzia un “oggetto”
da un essere “vivente.” Rilegge l'ontologia animale in termini di
"desiderio". “Essere animale” (essere vivente) significa prima di
tutto "essere desiderante", una condizione di *non*-equilibrio che
rende due animali protagonisti de loro divenire nonché capaci di definire il
corso della filogenesi di specie. L'etologia filosofica diviene ben
presto un campo di ricerca entro il quale dialogano allo scopo di ridefinire i
contorni di ciò che intendiamo con essere animale. Inizia la ricerca
filosofica che va a innestarsi nella costellazione di studi definita come
post-human. È di questo period della ri-definizione dell'umano quale
entità ibrida, puntualizzato nel dettato che vede l'uomo non più misura del
mondo ma nemmeno misura di se stesso. In tale corrente filosofica ci sono per
Marchesini le giuste premesse per poter articolare la propria riflessione in
quanto il concetto di “alterità” nel progetto post-human assume un significato
molto più vasto, abbracciando di fatto le entità non umane animali e
macchiniche. Collabora con la rivista Virus inaugurando una nuova
estetica basata sull'ibrido come manifestazione contemporanea del sublime. In
tale luce il Manifesto del Teriomorfismo rappresenta il documento attraverso il
quale gli artisti rifiutano il dettato antropocentrico e riconoscono la natura
ibrida di ogni processo creativo. All'interno di tale campo d'indagine
pubblica Animal Appeal e una feconda collaborazione che travalica i campi
disciplinari e rivela ancora una volta i debiti che la cultura, in questo caso
l'arte, ha contratto con le alterità. Conosce Salsano, storico, sociologo ed
editor della casa editrice Bollati Boringhieri, che affascinato dal lavoro di
Marchesini decide di pubblicare un primo saggio sul rapporto tra bios e techne
dal titolo La fabbrica delle chimere (1999), testo che si pone a cavallo tra le
precedenti esperienze in zooantropologia e bioetica e la nuova riflessione
postumanistica. Esce Post-human. Verso nuovi modelli di esistenza, testo
corposo, concettualmente denso e dalla molteplicità di riferimenti, che ha
suscitato un grande dibattito nel mondo accademico portando il suo autore a
divenire punto di riferimento per ogni ricognizione che vada ad indagare i
rapporti che intercorrono tra vivente (sia esso umano o animale) e tecnica.
Sempre nel medesimo anno fonda Il Centro Studi Filosofia Postumanista allo
scopo di promuovere e sviluppare le tematiche legate al post-human da diverse
prospettive, arte, letteratura, cinema, new media, formazione. Innumerevoli
saranno poi le pubblicazioni sul pensiero postumanista, che vedranno la
pubblicazione del saggio Il tramonto dell'uomo. Inoltre, traduce, cura e scrive
la postfazione dell'edizione italiana del testo The Companion Species Manifesto
di Haraway. Esce per Mimesis Epifania animale. L'oltreuomo come
rivelazione nel quale Marchesini evidenzia come la cultura non vada pensata in
modo antropocentrico come l'esito autarchico di un processo creativo
interamente svolto dall'uomo, pur avvalendosi di materiale zoomorfo, ma come
una rivelazione epifania ispirata dal non umano. Torna in libreria con un
volume interamente dedicato al rapporto tra bios e tecnica, Tecnosfera.
Proiezioni per un futuro postumano (Castelvecchi). Rilegge il connubio tra
essere umano e tecnologia come una partnership emersa dal corredo filogenetico
della specie Sapiens, mettendo in luce le potenzialità ibridatrici e
plasmatrici della tecnologia. Da questa prospettiva, ogni invenzione, ogni
scoperta, ha un effetto epifanico; apre, cioè, una nuova dimensione di
imprevisto e di opportunità che modifica i confini e la percezione di ciò che
definiamo umano. Il mondo degli insetti (“as I observed squarrels” –
Grice) così minuziosamente osservato risulta essere particolarmente evocativo
anche da un punto di vista estetico e narrativo tant'è che dà alla luce la
raccolta di racconti lirici “Il dio Pan,” frutto in parte anche delle
osservazioni compiute tra gli imenotteri. Nei brevi racconti dedicati al
dio agreste della mitologia greca, cerca di sfatare il mito di una natura, da
un lato meccanicistica (mera esecutrice dei dettami della genetica) e
dall'altro lato bucolica e idealizzata che nulla o poco rappresenta ciò che
l'autore mira ad affrescare: una natura reale, un mondo del vivente a volte
crudele ma in grado di interconnettere profondamente tutti i suoi abitanti: la
preda e il predatore, la cavalletta e la mantide. Il testo, recepito
positivamente dall'ambiente culturale bolognese, porta Marchesini a stretto
contatto con il Roversi, altra figura che influenzerà profondamente la sua
attività futura portandola a spingersi in plurimi territori e a cavallo di
numerosi discipline: dalla narrativa alla poesia, passando per la
filosofia. Pubblica il romanzo Uscendo da Lauril e la raccolta di racconti Specchio animale che
ospita la postfazione di Leonetti. Con la pubblicazione di Uscendo da Lauril in
particolare,intraprende l'esperimento di trasferire sul piano narrativo le
evocazioni postumanistiche partendo dalla poetica cyber-punk. In entrambi i
lavori è possibile ritrovare quegli elementi che contraddistinguono la speculazione
filosoficai: la dialettica tra identità alterità, il rifiuto di qualsiasi mito
della purezza originaria e di ogni forma di antropocentrismo. Esce per la
casa editrice Mursia Ricordi di animali, l'autobiografia volta a raccogliere la
storia di vita dell'etologo osservata tramite la lente dei numerosi animali che
ne hanno scandito le tappe fondamentali. -- è invece la volta de La filosofia del
giardiniere, pubblicato dalla Graphe edizioni nella collana Parva. Il libro è
composto di due parti, nella prima il lettore è condotto dalle parole a
passeggiare nel giardino, novello atelier darwiniano, con stupore e riverenza.
Nella seconda sono le immagini di alcuni giardini del mondo a far continuare la
riflessioni sulla cura, portate avanti da Marchesini. Roberto
Marchesini nel Centro Studi di Galliera (Bologna) Progetti esteri Roberto
Marchesini tiene regolarmente conferenze in diversi paesi del mondo tra i
quali: Stati Uniti, dove dal tiene
annualmente una lecture presso l'Harvard, Brasile, Messico, Cile, India, Australia,
Francia, dove è stato ospite della Sorbona, Spagna, Portogallo. Cura la
rubrica etologia a cadenza settimanale "Gli animali che dunque siamo"
per Il Corriere della Sera. “Intelligenza emotiva versus intelligenza
cognitive” in Pluriverso, 3, La Nuova
Italia, La via vegetariana per un mondo
migliore, Vimercate, La spiga vegetariana, pagina 2:// novalogos/drive /File/ LIBRO%
20ANIMAL %20 STUDIES %201-.pdf // novalogos// drive/File/ animalstudies. R.
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pedagogia e scienze cognitive. Oltre al muro, Torino, Franco Muzzio Editore, Natura
e pedagogia, Roma, Theoria, Il concetto di soglia, Roma, Theoria, Io e la
natura, Forlì-Cesena, Macro Edizioni, La fabbrica delle chimere. Biotecnologie
applicate agli animali, Torino, Bollati Boringhieri, Bioetica e scienza veterinarie, Edizioni
Scientifiche Italiane, "Intelligenza emotiva versus intelligenza
cognitiva", In Pluriverso, Firenze, La Nuova Italia, Bioetica e
biotecnologie. Questioni morali nell'era biotech, Bologna, Apeiron,
Intelligenze plurime. Manuale di scienze cognitive animali, Bologna, Peridsa,
“Il galateo per il cane” Milano, Giunti, “Modelli cognitivi e comportamento
animale: Coordinate di interpretazione e protocolli applicative;; Contro i
diritti degli animali? Proposta per un anti-specismo post-umanista,
Alessandria, Edizioni Sonda, Vivere con
il cane. Come migliorare il rapporto fra cani, adulti e bambini, Firenze, De
Vecchi, Il bambino e l'animale. Fondamenti per una pedagogia zoo-antropologica,
Roma, Anicia, Etologia cognitiva. Alla
ricerca della mente animale, Bologna, Apeiron, Pluriversi cognitivi. Questioni
di filosofia ed etologia, Milano, Mimesis, Geometrie esistenziali. Le diverse
abilità nel mondo animale, Bologna, Apeiron, Zooantropologia. Animali e umani: analisi di
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Verso nuovi modelli di esistenza, Torino, Bollati Boringhieri, Il problema del
corpo, tra umanesimo e postumanesimo, in Janus, Tecno-scienza e approccio post-umanistico, in
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parlò il postumano, a cura di. E. Adorni, Aprilia, Novalogos, ,R. Marchesini,
Epifania animale. L'oltreuomo come rivelazione, Milano, Mimesis, R. Marchesini, Ibridazioni e processi
evolutivi, in Formazione e post-umanesimo. Sentieri pedagogici nell'età della
tecnica, Milano, Raffello Cortina, Etologia filosofica. Alla ricerca della inter-soggettività
animale, Milano, Mimesis, Alterità. L'identità come relazione, Modena, Mucchi Editore, Tecno-sfera.
Proiezioni per un futuro postumano, Roma, Castelvecchi, Eco-ontologia. L'essere
come relazione, Bologna, Apeiron, R. Teriomorfismo, Bologna, Hybris, Poetiche postumaniste in Polimorfismo,
multimodalità, neobarocco, N. Dusi e C. Saba, Silvana Editore, , R. Marchesini, "Ontani. Argonauta
dell'ibridazione", in Ontani incontra Giorgio Morandi. Casamondo, Danilo
Montanari Editore, Il Dio Pan. Racconti
lirici, Firenze, Firenze Libri, Graphe edizioni, Perugia, Uscendo da Lauril,
Roma, Theoria, Specchio animale. Racconti di ibridazione, Roma, Castelvecchi, Ricordi
di animali, Milano, Mursia, Il cane secondo me. Vi racconto quello che ho
imparato dai cani, Alessandria, Sonda, La filosofia del giardiniere. Riflessioni
sulla cura, Perugia, Graphe edizioni. Blog ufficiale, su marchesini etologia. iVegetti
della letteratura fantastica, Fantascienza.com. Radio Radicale. Academia.edu.
Sito ufficiale (Scuola di Inter-azione Uomo-Animale). Sito ufficiale del Centro
Studi Filosofia Postumanista diretto da. Roberto Marchesini. Marchesini. Keywords:
terio-morfismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marchesini” – The Swimming-Pool
Library.
Marchetti (Empoli). Filosofo. Grice: “I love Marchetti; for once, he had to find vulgar terms
for all of Lucretius’s learned ones! The Italians used to call their own tongue
‘volgare’ then --; this is not easy matter (to translate Lucretius, not to call
your tongue volgare), especially since Lucretius was often unclear to himslf –
talk of my conversational desideratu of conversational perspicuity [sic]!” -- Grice:
“I like him because he axiomatised Galilei!” Professore a Pisa, contina le
ricerche di Galileo n come iViviani. Collabora con Papa. Scrisse rime morali ed eroiche. L’opera cui
deve la sua fama è la traduzione “Della natura delle cose” di Lucrezio.
Considerata come un manifesto di razionalismo,
“La natura dellle cose” influì notevolmente sul gusto arcadico per la purezza
della lingua e l'eleganza dello stile.
La diffusione di idee materialiste attirò sul Marchetti l'accusa di
empietà. Pur rifugiatosi nella poesia, non riuscì ad evitare le indagini del
Sant'Uffizio, ispirate soprattutto da Vanni. Per altre sue opere di successo fu
attaccato dagli oppositori di Galileo.
Membro dell’ Accademia dei Disuniti, Accademia dell'Arcadia, Accademia
dei Fisiocritici, Accademia dei Risvegliati, Accademia della Crusca e Accademia
Fiorentina. Opere: “De resistentia
solidorum” (Florentiae, typis Vincentij Vangelisti & Petri Matini (Grice:
“Opera abbastanza interessante, basata
sulla teoria galileiana, cui Marchetti dà una struttura assiomatica – ripetto,
‘assiomatica’ -- rigorosa. Tratta in larga parte il problema dei solidi di
uniforme resistenza, precedendo di mezzo secolo l'importante trattato di Grandi),
“Exercitationes mechanicae” (Pisis, ex typographia Io. Ferretti); “Della natura
delle comete,” “Lettera scritta all'illustriss. sig. Francesco Redi,” In
Firenze, alla Condotta, “Saggio delle rime eroiche morali e sacre,” dedicato
all'altezza reale di Ferdinando principe di Toscana, In Firenze, nella stamperia
di Cesare Bindi, “Anacreonte,” radotto dal testo greco in rime toscane da
Alessandro Marchetti accademico della Crusca e da lui dedicato all'altezza
reale di Ferdinando principe di Toscana, In Lucca, per L. Venturini. “Della
natura delle cose libri sei tradotti da Alessandro Marchetti (per Giovanni
Pickard) Vita e poesie di Marchetti da Pistoja filosofo e matematico
all'illustrissimo sig. cavaliere F. Feroni marchese di Bellavista patrizio fiorentino
e accademico della Crusca (Venezia, appresso Pietro Valvasense (Contiene poesie
con la “Vita” scritta dal figlio Francesco). G. Costa, Epicureismo e
pederastia: il Lucrezio e l'Anacreonte
di Alessandro Marchetti secondo il Sant'Uffizio, Firenze, L.S. Olschki, Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Cesare Preti, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Mario Saccenti, “Lucrezio in Toscana: Studio
su Marchetti” (Firenze, L.S. Olschki); De rerum natura Razionalismo, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.su accademicidellacrusca.org, Accademia della
Crusca. Opere di Alessandro Marchetti,
su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Alessandro Marchetti. Marchetti. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marchetti” – The Swimming-Pool Library.
Marchi (Potenza). Filosofo. Grice: “Marchi displays a few features hardly
found at Oxford: He edited a magazine, “filosofia mazziniana” – I can imagine
Bradley wanting to edit “Hegeliana” at Oxford – and we do have a Gilbert Ryle
Room, and an Occam Society! The other trait is illustrated by his manifesto,
“La missione di Roma,” – Churchill would have equaled with something Anglian!” Generale
di corpo d’armata italiano, Medaglia d'oro dei Benemeriti dell'Educazione
Nazionale. Professore a Roma curò la
pubblicazione di diverse riviste in cui si confrontarono alcuni studiosi del
primo Novecento italiano come Varisco. Tra queste Dio e Popolo e “L'idealismo
realistico.” Dio e Popolo, rivista di ispirazione mazziniana, accoglie scritti
miranti alla ricostruzione della filosofia religiosa di Mazzini e i rapporti
tra religione e stato; nega l'ateismo e persegue l'ideale di “repubblica”. “L'idealismo
realistico” raccoglie teorie filosofiche di stampo anti-gentiliano. A lui è dedicato il Premio tesi di Laurea
“Vittore Marchi”, bandito da Roma Tre per i neolaureati che abbiano sostenuto
tesi su un argomento concernente il pensiero filosofico antico degne di essere
pubblicate; e un parco al Municipio IV. Opere: “Ricostruzione della filosofia
religiosa di Mazzini, in Dio e Popolo, “La missione di Roma” o, Atanòr Ed., Il
concetto e il metodo della ‘storia della filosofia,’ – Grice: “His apt implicature is that if you are an
idealist, don’t shed your idealism when discussing J. J. C. Smart!” -- Filosofia
e religione, La perseveranza Ed., Potenza, La filosofia morale e giuridica di Gentile,
Stabilimento Tipografico F.lli Marchi, Camerino, Relazione tra la filosofia teoretica
e la filosofia pratica – Grice: “I would strongly assert that it’s the same
thing: ‘Poodle is our man in practical philosophy’ sounds obscene’” -- in L'idealismo realistico, Roma, “Le prove
dell'esistenza di Dio, in L'idealismo realistico, Roma, Riconoscimenti Medaglia
d'oro ai Benemeriti dell'Educazione Nazionale Gli è stato dedicato un parco a
Roma. Gramsci (J. A. Buttigiec), G. De Turris, Fenomenologia dell'individuo
assoluto, Roma, Edizioni Mediterranee. //uniroma3/news.php?news=603. Vittore
Arnaldo Marchi. Vittore Marchi. Marchi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Marchi” – The Swimming-Pool Library.
Marchi (Brescia). Filosofo. Grice:
“His ‘poesia del desiderio’ is confusing – he means tenderness, as Scruton does
in his book on “Sexual arousal”” -- Grice: “Perhaps Marchi’s most provocative
piece is “L’anima DEL corpo.” If I were to be tutored on that by Hardie, I can
very well imagine Hardie – he was a Scot – ‘what d’you mean, ‘of’?” Psicoterapeuta
di formazione reichiana, umanista, autore di scritti talvolta controversi
perché a scopo provocatorio, si define Solista ed ama stare «fuori
dall'Accademia». Psicologo clinico e sociale, politologo e autore
di numerosi saggi, è stato protagonista di varie battaglie per i diritti civili
e sessuali, riuscendo con una sentenza della Corte Suprema sulla “Vertenza tra
il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Emilio Colombo, e Marchi”, ad ottenere la revoca dei divieti
penali all'informazione e all'assistenza anti-concezionale e ad avviare la
realizzazione di una rete di migliaia di consultori sessuologici e familiari
pubblici. Fonda l’'AIED, guidando l'Associazione in qualità di Segretario. Ha
dato per oltre quarant'anni un contributo determinante non solo alla
segnalazione della pericolosità dell'esplosione demografica (da lui definita
“la madre di tutte le tragedie”) e dei suoi corollari (fame, guerre, genocidi,
disastri ambientali, disoccupazione di massa, migrazioni disperate, crisi
energetica mondiale) ma anche al chiarimento dei meccanismi psicologici che
hanno finora impedito di comprendere e di affrontare questa tragedia
planetaria. Dimostrato con alcuni foto-romanzi interpretati da noti attori (Paola
Pitagora, Pagliai, Gassman, Zavattini e Valdemarin) che i messaggi mass-mediatici
associati alla psicologia motivazionale sono lo strumento più efficace per
indurre le masse alla regolazione delle nascite: una tesi oggi confermata da
varie organizzazioni internazionali. --Presidente italiano di tre importanti
Scuole di Psicoterapia da lui fondate: quella psico-corporea di Reich, quella
bioenergetica di Lowen e quella umanistica di Rogers. Marchi matura un diverso
punto di vista nei confronti degli approcci teorici di Reich, Lowen e Rogers (a
suo parere non avevano colto fino in fondo l'importanza della coscienza e
dell'angoscia della morte nella genesi delle patologie psichiche umane) e
propone una teoria della cultura e della
nevrosi in un libro (“Scimmietta ti amo -Psicologia Cultura Esistenza: da
Neanderthal agli scenari atomici ” Ed. Longanesi “Lo shock primario”, Ultima
Ed. Rai-Erit) che viene proclamato “Libro del Mese”. Fonda a Roma l'Istituto di
Psicologia Umanistica Esistenziale, oggi diretto da Filastro. Pioniere della ricerca psico-sociale, è stato
Presidente Onorario della Società Italiana di Psicologia Politica . I suoi
contributi in questo campo sono stati: 1) la fondazione della Psicopolitica (un
metodo di analisi psicologica dei fenomeni socio-culturali che propone una “lettura” psicologica di tali
fenomeni, diversa da quelle di carattere marxista, idealista o istituzionalista
finora prevalse, con risultati fallimentari, nelle scienze sociali e politiche
tradizionali); 2) l'elaborazione d'una nuova "Psicologia Politica Liberale"
. Si è interessato anche al teatro e alla televisione, creando programmi di cui
Fellini scrisse: “Ecco una nuova televisione culturale di cui c'è, oggi,
bisogno”. E per oltre due anni ha condotto un programma di psicologia su RaiUno
” La chiave d'oro” con Baldini. Guzzanti ha scritto di lui: “ è un felice
incrocio tra Russell ed Allen”. Attivista per il riconoscimento dei
diritti alla contraccezione, al divorzio, all'interruzione di gravidanza e all'eutanasia,
ha fondato il Centro informazioni sterilizzazione aborto) che anticipò la legge
sull'aborto in Italia, e l'Associazione italiana per l'educazione demografica. Ha costantemente sostenuto l'importanza del
problema della crescita demografica e dei problemi economici, ecologici,
sociali e psicologici ad essa connessi. Pur essendo favorevole alla
chiusura dei manicomi, ha criticato la legge Basaglia in quanto scaricava sulle
famiglie il problema dei malati psichiatrici pericolosi; parlando dei delitti
in famiglia, evidenziò come il nucleo familiare resti il luogo principale in
cui avvengono gli omicidi, a suo giudizio "frutto del fallimento"
della legge 180 sulla salute mentale. Propose «una riforma radicale e
l'apertura di cliniche psichiatriche che non siano i vecchi manicomi ma
strutture umanizzate, oltre che di centri per l'attività riabilitativa».
Aderente al Partito Radicale, ha tenuto per tredici anni, dal 1995 al 2008, la
rubrica bisettimanale "Controluce" su Radio Radicale, in cui ha
trattato temi che venivano altrove trattati con conformismo: il sesso e l'amore,
la procreazione e la contraccezione, le malattie e la morte, il lavoro e le
rendite, la libertà e l'autoritarismo. È stato autore della "Teoria
liberale della lotta di classe", nel volume O noi o loro!. Istituto di
Psicologia Umanistica Esistenziale Modello, Fondatori e Storia della Scuola -- è
mosso dalle radici comuni teoriche ed epistemologiche riconducibili alla
fenomenologia e all'esistenzialismo, fondamentali correnti filosofiche del
‘900, e da alcuni autori significativi del movimento della psicologia
umanistico-esistenziale in particolare Carl Rogers, Rank, Frankl, Binswanger, Boss,
Jaspers, Minkowski. Eredita la particolare concezione dell'uomo e della vita,
che rivendica all'essere umano il diritto e la capacità di scelta.
Consapevole della sovrabbondanza di Scuole Psicologiche esistenti in Italia
esitò prima di fondare l'Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale. Preferì
lavorare nell'ambito di indirizzi già affermati, che sentiva geniali e creativi
e fu l'iniziatore della Scuola Reichiana in Italia Presidente dell'Istituto di
Bioenergetica W. Reich di Roma e per 6 anni Presidente dell'Istituto di
Psicologia Rogersiana (FDI) e inoltre concorse a riscoprire e valorizzare
l'opera pionieristica di Rank con la
pubblicazione della sua opera: "Rank pioniere misconosciuto" Melusina
Editrice. Esperienze personali drammatiche e ricerche in campo clinico e
antropologico imposero alla sua attenzione l'importanza dell'angoscia di morte
come uno dei più importanti fattori che contribuiscono alla sofferenza
psicologica e psicopatologica. Sentì allora l'esigenza di creare una
nuova Scuola che riuscisse a riconoscere la rilevanza di questa angoscia
primaria dell'uomo e di sviluppare un approccio originale, pluralista e non
dogmatico alla sofferenza umana, fondato sull'integrazione sinergica delle tre
dimensioni, di approccio simultaneoall'essere umano in terapia verbale,
corporea ed esistenziale. Si tratta di un modello che nasce sulla scia
della filosofia esistenziale, dalla quale eredita la concezione dell'uomo e
della vita che rivendica all'essere umano il diritto e la capacità di scelta e,
intende: (1) offrire la possibilità di elaborare e affrontare le tremende
tensioni esistenziali di ogni essere umano anche nel percorso di malattia psichica
e somatica nel clima di contatto empatico, di solidarietà, convogliando nel
processo terapeutico il grande potenziale di crescita e comunicazione del
paziente, la sua conoscenza dei propri bisogni, la sua creatività, l'apporto
decisivo della sua esperienza. 2) che si presenta multidimensionale,
integrato e non dogmatico alla sofferenza umana e psichica e costantemente
aperto ad arricchire la propria prospettiva teorica e clinica attraverso un
confronto critico e di fertilizzazione con altri approcci psicoterapici, e
interviene su 4 dimensioni fondamentali dell'esperienza umana: la
dimensione empatico relazionale, che definisce il nostro modo di essere nel
mondo con gli altri; la dimensione corporea, che spesso esprime sotto
forma di tensioni e dolori muscolari la sofferenza psicologica; la
dimensione esistenziale, che riconosce l'importanza del senso che si riesce a
dare alla propria esistenza; la dimensione cognitiva, che riconosce la
rilevanza sintomatica della sofferenza psicologica e
psicopatologica. Un esempio di
testo provocatorio, scritto senza avere alcuna competenza in infettivologia, è
il seguente sulla cospirazione dell'AIDS: AIDS......affare multi Miliardario,
su mednat.org. e Aids, la grande truffa
continua in: L. De Marchi, Il nuovo
pensiero forte. Marx è morto, Freud è morto e io mi sento molto meglio; altri
scritti di critica, più documentati, hanno riguardato le sue critiche alle
prassi della chemioterapia dei tumori e gli effetti collaterali, come in Kaputt
tutta la ricerca sul cancro? sempre in De Marchi, op. cit. Addio a Luigi De Marchi lo psicologo che
inventò l'AiedRepubblica Addio a Marchi, lo psicologo che inventò l'Aied L. De Marchi, Il Solista Autobiografia d'un
italiano fuori dal coro, Edizioni Interculturali, Luca Bagatin, articolo su Politica Magazine,
su lucabagatin.ilcannocchiale. Opere:“Sesso e civiltà,” Laterza; “L’orgasmo” Lerici,
Sociologia del sesso, Laterza, Repressione sessuale e oppressione sociale,
Sugar, Wilhelm Reich Biografia di un'idea, Sugar, Psico-politica, Sugar Co, Vita
e opere di Reich, Sugar Co, Scimmietta
ti amo, Longanesi, Lo shock primario. Le radici del fanatismo da Neandertal alle
Torri Gemelle, Poesia del desiderio, La Nuova Italia, Seam, Perché la Lega,
Mondadori, Il Manifesto dei Liberisti Le idee-forza del nuovo Umanesimo
Liberale, Seam, Aids. La grande truffa, Roma, Seam, O noi o loro! Produttori
contro Burocrati, ecco la vera lotta di classe della Rivoluzione Liberale, Bietti,
Il Solista Autobiografia d'un italiano fuori dal coro, Edizioni Interculturali
, Psicoterapia umanistica. L'anima del corpo: sviluppi (Franco Angeli, Reich Una formidabile avventura scientifica e
umana, Macro Edizioni, Il nuovo pensiero forte Marx è morto, Freud è morto e io
mi sento molto meglio, Spirali , Svolta a destra? Ovvero non è conservatore chi
combatte parassiti, fannulloni e sfruttatori, Armando Curcio Editore, La
Psicologia Umanistica Esistenziale Rivista delle Psicoterapie, Roma “La
Sapienza”, Associazione italiana per l'educazione
demografica, Reich luigidemarchi.blogspot.com
openMLOL Horizons Unlimited srl. Radio Radicale. Istituto di Psicologia Umanistica
Esistenziale "Luigi De Marchi" IPUE, su ipue. Archivio IPUE, su
luigidemarchi.wordpress.com. Archivio della rubrica "Controluce" che Marchi
teneva su Radio Radicale,, Renato Vignati Luigi De Marchi, un pioniere della
psicologia italiana in Psychomedia, R.Vignati Lo sguardo sulla persona.
Psicologia delle relazioni umane, Libreria universitaria edizioni, Padova.
Luigi De Marchi. Marchi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marchi” –
The Swimming-Pool Library.
Marconi (Torino). Filosofo. Grice: “Perhaps his most brilliant exegesis on
‘Vitters’ is that about what Marconi calls ‘linguaggio private,’ as in Robinson
Crusoe. Not!” -- Grice: “Marconi has attempted to ‘formalise’ dialectic – as in
Oxonian dialectic – which is what Zeno was trying to do with his reductio ad
absurdum.” Grice: “While Marconi starts alright, with Frege, he gets entangled
with ‘Vitters;’ p’rhaps his innovative approach is best seen in phrases like
‘il significato eluso’, which may describe my implicature; but points to an
etymology: ‘eluso’ is indeed ‘eluso,’ and means ‘ex-ludic,’ out of the game.
The idea being that the game is a simulated fight, and by eluding a punch from
your adversary, you are, well, ‘implicating’!” Professore a Torino, studia con Pareyson
a Torino e con Rescher, Sellars e Thomason a Pittsburgh, dove studia Hegel. Grice: “In Italy, it is not considered
Italian to get your PhD without – not within – Italy. Similarly, at Oxford, you
cannot get your B. A. Lit. Hum. anywhere
else if you want to be regarded as Oxonian. That’s why I never considered B. A.
O. Williams an Oxonian!” -- Noto per i suoi contributi su ‘Vitters,’presenta
diversi risultati, specie riguardo alla semantica. Su questi temi ha pubblicato
“Filosofia e scienza cognitiva (Laterza). Cura con Ferraris la nuova edizione
della Enciclopedia filosofica Garzanti ed è stato presidente della Società
Italiana di Filosofia Analitica. Opere: “Il mito del linguaggio scientifico”studio
su Vitters, Milano, Mursia, Dizionari e
enciclopedie, Torino, Giappichelli, “L'eredità di Vitters”Roma-Bari, Laterza,
Lampi di Stampa; “La competenza lessicale,” Roma-Bari, Laterza, “La filosofia del linguaggio.” Da Frege ai giorni
nostri, Torino, Utet, “Filosofia e scienza cognitiva,”Roma-Bari, Laterza, “Per
la verità: relativismo e la filosofia,” Torino, Einaudi, “Verità, menzogna” –
Grice: “The etymology is an interesting one; since menzogna is cognate to my
meaning, so Marconi actually means ‘truth’ versus ‘trust’ – or honesty versus
dishonesty – seeing that one can ‘lie’ while asserting a truth – provided the
utterer thinks ‘p’ is ‘false’.” Grice: “But this is a commissioned thing, so it
shouldn’t count as it is Marconi discussing with a priest!” Trento, Il Margine,
; “Flosofia e professionismo,” – Grice: “His implicature, and a right one, too,
is that philosophy is a profession, which reminds me of ‘A Room with a view’:
“And what, Sir Cecil, is your profession?” “I don’t HAVE a profession!” -- On the other hand, his translation of my
‘metier’ (mestiere) is an interesting one (The tiger’s métier is to tigerise). Torino,
Einaudi, .“La formalizzazione della dialettica” : Hegel, Marx e la logica
contemporanea,”Torino, Rosenberg & Sellier, “ Guida a Vitters Il
«Tractatus», dal «Tractatus» alle «Ricerche», Matematica, Regole e Linguaggio
privato, Psicologia, Certezza, Forme di vita. Roma-Bari, Laterza, Filosofia
analitica, Prospettive teoriche e revisioni storiografiche. Milano, Guerini e
associati, Vercelli, Mercurio, Scritti sulla tolleranza di Locke, Torino, UTET,
Saggi su Marconi, “Il significato eluso” saggi in onore di Marconi, numero
monografico della «Rivista di estetica», Treccan iEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Intervista di M. Herbstritt, Rivista
italiana di filosofia analitica, sito dell'Università degli Studi di Milano.
Diego Marconi. Marconi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marconi” –
The Swimming-Pool Library.
Mariano (Capua). Filosofo. Grice:
“I like Mariano: his study of Risorgimento applying the philosophy of history
is brilliant” Fedelissimo allievo di Vera, insegna a Napoli. La sua indagine e prevalentemente orientata verso
l'interpretazione di Hegel. Si colloca insieme a Vera in quella tendenza che
privilegia l'interpretazione sistematica e razionale. Inserì talvolta temi non
strettamente legati al pensiero di Hegel affermando tra l'altro che la
filosofia deve essere compiuta dalla religione" (Dall'idealismo nuovo a
quello di Hegel, Motivi, risonanze e variazioni sulle dottrine hegeliane),
trattando riguardo a ciò che dell'idealismo di Hegel è morto e di ciò che non
può morire", argomento precedentemente trattato da Croce, il quale
risponde aspramente alle argomentazioni proposte da Mariano. “Mariano non ha
mai capito nulla di tutto ciò che vi è di più sostanziale in Hegel come non ha
meditata seriamente nessuna grande filosofia; e (ora si può aggiungere) non ne
ha mai letto le opere. Immaginarsi che il Mariano si afferma hegeliano, mentre
sostiene che la conoscenza non è assoluta; che rimane insuperabile il mistero;
che dio esiste fuori del mondo e sarebbe dio anche senza il mondo; e che la
filosofia deve essere compiuta dalla religione! Insomma, ciò che di Hegel
"non può morire" sarebbe ciò che Hegel non ha mai detto perché
affatto indegno della sua mente altissima.» Si schierò a favore del
mantenimento della pena di morte in un dibattito sul tema, in accordo con iVera
( La pena di morte. Considerazioni in appoggio di Vera Napoli. ), uno dei più
autorevoli difensori del mantenimento di questa pratica. È ancora Croce che
commenta con grave disappunto l'argomento. “Notiamo in ultimo che sempre
riecheggiando i vaniloqui del Vera,Mariano si professa filosofico difensore
della pena di morte: come se la maggiore o minore opportunità di mettere i
delinquenti in segregazione cellulare, o d'impiccarli, ghigliottinarli,
garrottarlie impalarli, costituisse una questione filosofica. Ma Mariano ama
tutte le cause generose; e non è da meravigliare se per esse trascenda persino
i limiti della filosofia.» E anche saggista con un gusto per la
"critica della critica" (cit."Storia Letteraria d'Italia, Volume
III, Armando Balduino") – filosofica -- non trascurando l'arte che
annetteva strettamente alla morale. Rivolse la sua indagine anche al
rinascimento con un Saggio biografico critico su Bruno La vita e l'uomo.
Pubblica nche una monografia "apologetica" di Vera. La sua produzione
fu in un secondo momento soprattutto riferita alla storia, in particolare la
storia del cristianesimo e quella delle religioni in genere, argomenti affini
anche alla materia insegnata presso l'università napoletana. Non sono presenti
particolari innovazioni nella sua ricerca, ma fu uno dei primi a discutere la
tesi proposta da Croce riguardo alla riduzione della storia al concetto di
‘arte. Altre opere: “L’Eraclito di Lassalle: saggio sulla filosofia
hegeliana,” (Cf. Speranza e ill suo Grice: saggio sulla pragmatica oxoniense”),
“Il Risorgimento italiano secondo i
principi della filosofia della storia,” ““La
libertà di coscienza,” Milano, Hoepli, “Vera.” Saggio critico, Roma, Tip.
Civelli, “L'individuo e lo Stato nel rapport sociale. Saggio, Milano, Treves, “Il Machiavelli di Villari, Roma,” Loescher, (cf.
“Il Grice dello Speranza”), Leopardi, Roma, Tip. Botta, La pena di morte.
Considerazioni in appoggio di Vera, Napoli. IlCarlo Maria Curci, Milano, Vallardi, Augusto
Vera. Necrologio, «Annuario Napoli», Dio secondo Platone, Aristotele ed Hegel,
«Acc. SMP Napoli. Atti», Biografie del
Machiavelli, 1Arte e religione, Il
brutto e il male nell'arte. Il brutto e il male nel romanzo moderno, Dall'idealismo
nuovo a quello di Hegel, Motivi, risonanze e variazioni sulle dottrine
hegeliane, La vita e l'uomo, I rapporti dello Stato con la religione, Firenze,
Civelli, Il problema religioso in Italia, Roma, Civelli, La riforma
ecclesiastica in Italia, «Il diritto», Cristianesimo, cattolicesimo e civiltà, Papato
e socialismo ai giorni nostri. Studio, Roma, Tip. Artero e comp., Buddismo e cristianesimo,
La Storia è una scienza o un'arte?, «Fanfulla della Domenica», La conversione
del mondo pagano al cristianesimo, Il cristianesimo dei primi secoli. Capua,
gli ha dedicato una strada, sede, tra l'altro, del Banco di Napoli. La Critica.
Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da Croce, Armando Balduino , Storia letteraria
d'ItaliaL'Ottocento, III, Piccin Nuova
Libraria, Piero di Giovanni , Gentile, La filosofia italiana tra idealismo e
anti-idealismo, Milano, cf. Luigi Speranza, “La pragmatica conversazionale: tra
griceianismo e anti-griceianismo.” Franco Angeli, Paolo Malerba, Luciano
Malusa, , sito della Società filosofica italiana Guido Calogero, Enciclopedia Italiana, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Raffaele Mariano. Mariano. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mariano” – The Swimming-Pool Library.
Marin (Venezia). Filosofo. Grice: “I like Giovanni Marin; for one, he
loved, like I do, rhetoric – in his own Venetian kind of way!” Nato dal nobile Rosso Marin, studia con
profitto sotto l'insegnamento di Feltre, dal quale apprese la retorica.
Frequenta il ginnasio, presso il quale recitò eloquenti orazioni in encomio
agli uomini illustri veneziani. Si laurea a Padova. Fu ambasciatore della
Repubblica di Venezia presso gli Estensi e quindi presso Firenze. Rosmini, Carlo
de' Rosmini, Idea dell'ottimo precettore nella vita e disciplina di Vittorino
da Feltre e de' suoi discepoli, Rovereto. Giovanni Marin. Marin. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marin” – The Swimming-Pool Library.
Marliani (Milano). Filosofo. Grice:
“I like Mariliani; especially the cavalier way in which he refers to
philosophers in his brilliant “De secta philosophorum.” Austin would say that
there possibly are sects and sub-sects!” Fglio del patrizio milanese Castello
Marliani. Studia a Pavia, dove fu allievo di Pelacani. Entra nnel Collegio dei
intraprese una carriera nell'insegnamento della filosofia e astrologia. Attivo presso
lo Studio di Milano e Pavia. Con
l'ascesa della dinastia degli Sforza a capo del Ducato di Milano, appartenente
a una famiglia ghibellina, aumenta il p prestigio. Ottiene la concessione in
esenzione dei diritti di sfruttamento delle acque del Secchia nei pressi di
Moglia, nel Mantovano. Alla morte del
duca Francesco Sforza, scrisse una lettera al nuovo duca Galeazzo Maria Sforza
in cui dichiarava di essere stato richiesto da molti Studi in diverse città
d'Italia, sperando di poter essere trasferito da Pavia a Milano e di ricevere
un aumento di salario. Il Consiglio segreto di Milano intercedette presso lo
Sforza in favore di Marliani, esaltando la sua fama anche oltre i confini del
Ducato. Il duca Galeazzo Maria, dopo alcuni indugi, acconsentì per conferirgli
un'assegnazione annua di 1 000 fiorini, il più alto salario riconosciuto a
chiunque nel Ducato. Sotto la reggenza di Ludovico il Moro ottenne i dazi di
Gallarate e della sua pieve. I suoi
studi lo portarono ad essere tra i più grandi scienziati dell'epoca e riuscì a
mettere in discussione Bradwardine e Sassonia.
Nella sua opera Quaestio de caliditate corporum humanorum tempore hyemis
et estati set de antiperistasi, distinse
la temperatura dell'organismo dalla quantità e dalla produzione del calore
naturale del corpo e sostenne che la produzione del calore naturale è più
elevata in inverno che in estate. Si recò a Novara dal conte Gaspare Vimercati,
colpito da problemi respiratori e curò Rinaldo d'Este da una gravissima
malattia che lo colse durante una visita alla corte milanese. Raggiunse i
vertici della propria carriera e prestò le sue doti di medico a Federico I
Gonzaga. Sepolto nella cappella milanese della Marliani, nella chiesa di Santa
Maria delle Grazie. Le opere del
Marliani furono oggetto di studio da Vinci, che lo cita in diverse occasioni
nel suo Codice Atlantico. Ebbe tre
figli: Paolo, Gerolamo e Pietro Antonio, la discendenza del primo dei quali
ottenne all'inizio P Opere: “Quaestio de
caliditate corporum humanorum tempore hyemis et estati set de antiperistasi,” “Disputatio
cum Iohanne Arculano de materiis ad philosophiam pertinentibus,” “Quaestio de
proportione motuum in velocitate,” “Algebra Algorismus de minutiis,” “De secta
philosophorum,” “Probatio cuiusdam sententiae,” “Calculatoris de motu locali.” Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Marliani.
Marliani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marliani e le sette
filosofiche” – The Swimming-Pool Library.
Marotta (Napoli). Filosofo. Grice: “I like Marotta; the idea of a library
for the Istituto Italiano per gli studi filosofici’ at Via Monte di Dio, 11, is
a geniality!” Si laurea con il massimo dei voti a Napoli, presentando la tesi, La concezione dello Stato in Hegel.” Si
interessa presto di storia, letteratura e filosofia, avvicinandosi dapprima
all'Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Croce, poi fondando
l'associazione Cultura Nuova che diresse organizzando manifestazioni e
conferenze rivolte ai filosofi che richiamarono tutte le più grandi personalità
della cultura Italiana. Incoraggiato
dagli auspici dell'allora Presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei
Cerulli, di Piovani e di Carratelli, fonda a Napoli l'Istituto Italiano per gli
Studi Filosofici, del quale è stato Presidente. Donato, all'Istituto Italiano
per gli Studi Filosofici, la biblioteca personale, con una dotazione di oltre
300.000 volumi frutto di trent'anni di appassionata ricerca. Muore a Napoli.
Per i suoi importantissimi apporti al mondo della filosofia ha avuto numerosi
riconoscimenti da centri di ricerca e di formazione di rilievo
internazionale. Ha vinto la sezione
Premio Speciale del Premio Cimitile. Gli è stata conferita la laurea ad honorem
in Filosofia dall'Bielefeld, dall'Università Erasmus di Rotterdam, dalla
Sorbona di Parigi e dalla Seconda Napoli. All'Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici è stato conferito, nell'aula magna dell'Roma, il Prix International
pour la Paix Jacques Muehlethaler, "Bidone d'Oro" per la cultura del
Movimento artistico culturale "Esasperatismo Logos & Bidone" . Gaetano
Capaldo, È morto Marotta, addio al fondatore dell’Istituto Studi Filosofici, su
Diario Partenopeo, Claudio Piga (cur.), Per Gerardo Marotta. Scritti editi e
inediti raccolti dagli amici di Marotta, Arte Tipografica, Napoli, Registrazioni
di Gerardo Marotta, su Radio Radicale, Cinquantamila Giorni de Il Corriere
della Sera. Gerardo Marotta. Marotta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Marotta” – The Swimming-Pool Library.
Marramao (Catanzaro). Filosofo. Grice: “Surely Marramao’s theory of time-relative
identity is more complex than Myro’s! (Myro never read Heidegeer and was proud
of it, can you believe it! He was born
in Russia and studied in the New World – so that’s understandable!” - Grice:
“I like Marramao – he has philosophised on many things, usually homoerotic:
Kairos – the opportune time – and its iconography, and Jesus against power” Essential
Italian philosopher. Allievo di Garin,
si laurea Firenze. Proseguie gli studi a 'Francoforte, lavorando
soprattutto intorno ai diversi filoni del marxismo italiano. Pubblicato
Marxismo e revisionismo in Italia, rintracciando in Gentile la chiave di volta
filosofica del marxismo italiano. Insegna a Napoli. -- è uscito il suo libro Il
politico e le trasformazioni, nel quale ha posto a confronto le tematiche del
marxismo econ le analisi delle trasformazioni di Schmitt. A partire da “Potere
e secolarizzazione” elabora una teoria simbolica del potere (e del nesso
politica-tempo) incentrata sulla ricostruzione ‘archeologica' dei presupposti
del razionalismoe. Fondamentali, nel
dibattito politico-culturale e filosofico le sue collaborazioni a due riviste: Laboratorio
politico diretto da Tronti e il Centauro, diretto da Giovanni. Direttore sdella
Fondazione Basso-Issoco. Ha conseguito altri premi: Premio Pozzale Luigi Russo
a Passaggio a Occidente e Premio di filosofia "Viaggio a Siracusa" a
La passione del presente. Insegna a
Roma. Muovendo dallo studio del marxismo italiano (Marxismo e revisionismo in
Italia, Austromarxismo e socialismo di sinistra fra le due guerre), ha
analizzato le categorie politiche della modernità (Potere e secolarizzazione),
proponendone, in dialogo con i francofortesi (Il politico e le trasformazioni)
e con M. Weber (L'ordine disincantato), una ricostruzione
simbolico-genealogica. Secondo questa lettura, che riprende le ipotesi di Löwith,
nelle forme moderne di organizzazione sociale si depositano significati che
derivano da un processo di secolarizzazione dei contenuti religiosi, ossia
dalla ri-proposizione in dimensione mondana dell'orizzonte simbolico. In
particolare, la secolarizzazione ha il suo centro in un processo di
temporalizzazione della storia, in virtù del quale le categorie del tempo (che
traducono l'escatologia in una generica
apertura al futuro: progresso, rivoluzione, liberazione, etc.) assumono
centralità crescente nelle rappresentazioni politiche. Su queste
considerazioni, riprese anche in “Dopo il Leviatano, Passaggio a Occidente.
Filosofia e globalizzazione, La passione del presente, Contro il potere, si è
innestata via via una tematizzazione esplicita del problema della temporalità,
che per molti aspetti anticipa sia le tesi oggi in voga intorno alla
"accelerazione" e al rapporto politica-velocità, sia i temi della "svolta
spaziale" contemporanea. Contro le concezioni di Bergson e Heideggeri, che
delineano con sfumature diverse una forma pura della temporalità, più
originaria rispetto alle sue rappresentazioni/spazializzazioni, argomenta
l'inscindibilità del nesso spazio-tempo e, richiamandosi tra l'altro alla fisica,
riconduce la struttura del tempo a un profilo aporetico e impuro, rispetto a
cui la dimensione dello spazio costituisce il riferimento formale per pensarne
i paradossi. (Minima temporalia, e Kairós. Apologia del tempo debito. Lectio
magistralis del Prof. Roma Tre, Enciclopedia di filosofia, Garzanti libri,
Milano. Figure del conflitto. Studi in onore di Giacomo Marramao, a c. di A.
Martinengo, Valter Casini Editore, Roma, D. Antiseri, S. Tagliabue, Storia
della filosofia, 14: Filosofi italiani
contemporanei, Bompiani, Milano. RadioRadicale, Radio Radicale. (selezione) , su host.uniroma3. Pagina
personale nel sito dell'Università degli Studi Roma Tre, su host.uniroma3. Video
intervista al Festival della Filosofia su asia. Giacomo Marramao. Marramao. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Marrameo," The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria, Italia.
Marsili (Siena). Filosofo. Grice:
“I like Marsili, and the founder of the ‘accademia del cimento.’ ‘Cimento’ you
know, means ‘experiment,’ – only in Florence!” Si laurea a Siena. Fu nominato “lettore”
di filosofia nello Studio senese. Conobbe Galileo dopo il processo in casa
dell'arcivescovo di Siena Ascanio Piccolomini. Passò alla cattedra di filosofia
nello Studio pisano, dove esercitò la
carica di Provveditore. Fu membro dell'Accademia del Cimento, ma le sue
convinzioni dichiaratamente aristoteliche gli impedirono di coglierne lo
spirito innovatore. Propose un esperimento per capire se lo spazio lasciato
libero nel tubo barometrico durante l'esperienza torricelliana contenesse esalazioni
di mercurio. su catalogo.museo galileo. Dizionario biografico degli italiani,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alessandro Marsili. Marsili.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marsili” – The Swimming-Pool Library.
Martelli (San Marco in Lamis). Filosofo. Grice: “I like Martelli: he wrote on Croce, Gramsci, and
Nietzsche!” Insegna a Urbino. Prtecipato a lungo alla lotta politica in
formazioni marxiste nate a cavallo del Sessantotto. D Ha diretto il master
interfacoltà «Management etico e Governance delle Organizzazioni». Collabora
con MicroMega (periodico). I suoi studi
si sono concentrati su Nietzsche, Gramsci, e di numerosi autori del Novecento,
affrontando alcune tra le più dibattute vicende e problematiche
filosofico-politiche dell'ultimo secolo. Si è occupato di temi di forte
attualità, elaborando l'idea di una filosofia volta ad una critica radicale del
dogmatismo e del fondamentalismo religioso e in generale di ogni forma di
assolutismo che minacci la libertà di pensiero, i diritti civili, le
istituzioni democratiche e la pace tra i popoli. Il suo aimpegno di saggista è
rivolto in particolare alla difesa della laicità, contro l'interventismo
politico delle gerarchie ecclesiastiche e vaticane. Opere: “La felicità e i suoi nemici: apologia
dell'agnosticismo,” Manifestolibri, “Il laico impertinente: laicità e democrazia
nella crisi italiana,” Manifestolibri, “La Chiesa è compatibile con la
Democrazia?” Manifestolibri, “Italy, Vatican State, Fazi editore, “Quando Dio
entra in politica, Fazi editore, Senza dogmi. L'antifilosofia di Papa
Ratzinger, Editori riuniti, Teologia del terrore. Filosofia, religione,
politica dopo l'11 settembre, Manifestolibri, Il secolo del male. Riflessioni
sul Novecento, Manifestolibri, Etica e storia. Croce e Gramsci a confronto, La
città del sole, I filosofi e l'Urss. Per una critica del «Socialismo reale», La
città del sole, Gramsci filosofo della politica, Unicopli, Nietzsche inattuale,
Quattroventi, Filosofia e società nel giovane Nietzsche, Quattroventi,Università
degli studi di Urbino "Carlo Bo" Antonio Gramsci Friedrich Nietzsche
Laicità Il laico impertinente: il blog
di Michele Martelli, su michelemartelli.blogspot.com. Michele Martelli. Martelli.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Martelli” – The Swimming-Pool
Library.
Martinetti (Pont Canavese). Filosofo. Grice: “I like Martinetti; he wrote
about eros, or as the Italians call it, ‘amore,’ – a different root from
cupidus, too! He edited a platonic anthology.” “He also has a strange treatise
on ‘the number’ which post-dates Frege!” -- «Di sé soleva dire di essere un
neoplatonico trasmigrato troppo presto nel nostro secolo» (Cesare
Goretti). Professore di filosofia, si distinse per essere stato l'unico filosofo
che rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà al Fascismo. Fu il primo
dei quattro figli (tre maschi e una femmina, senza contare una bambina che morì
piccolissima) dell'avvocato Francesco Martinetti e di Rosalia Bertogliatti. Studi
Dopo aver frequentato il Liceo classico Carlo Botta di Ivrea, si iscrisse a Torino,
dove ebbe come insegnanti Allievo,
Bobba, Ercole, Flechia e Graf, laureandosi con una tesi, “Il Sistema
Sankhya: un Studio sulla filosofia nell’India” discussa con Ercole, docente di
filosofia teoretica, pubblicata a Torino da Lattes e, grazie all'interessamento di Allievo,
risulta vincitrice del Premio Gautieri. Dopo la laurea Martinetti fece un
soggiorno di due semestri presso l'Lipsia, dove poté venire a conoscenza del
fondamentale studio di Garbe sulla filosofia Sāṃkhya da poco pubblicato. Si può
dunque "ipotizzare che tra gli scopi del viaggio vi fosse anzitutto quello
di approfondire gli studi dell’India, iniziati a Torino con Flechia e 'Ercole." L'insegnamento
Martinetti insegnò dapprima filosofia nei licei di Avellino, Correggio,
Vigevano, Ivrea, e per finire al Liceo Alfieri di Torino. Compone la
monumentale “Introduzione alla metafisica” e “Teoria della conoscenza”, ch
edopo che consegue la libera docenza in
Filosofia teoretica all'Torino gli valse di vincere il concorso per le cattedre
di filosofia teoretica e morale dell'Accademia scientifico-letteraria di Milano
(che diventa Regia Università degli Studî) nella quale insegna. Divenne socio
corrispondente della classe di Scienze morali dell'Istituto lombardo di scienze
e lettere, fondato da Napoleone sul modello dell'Institut de France.
Il rifiuto della politica e la critica della guerra Martinetti fu una singolare
figura di intellettuale indipendente, estraneo alla tradizione cattolica come
ai contrasti politici che viziarono il suo tempo, non aderì né al Manifesto
degli intellettuali fascisti di Gentile né al Manifesto degli intellettuali
antifascisti di Croce. Fu uno dei rari intellettuali che criticarono la prima
guerra mondiale; scrisse infatti che la guerra è «sovvertitrice degli ordini
sociali pratici ed un'inversione di tutti i valori morali dà un primato
effettivo alla casta militare che è sia intellettualmente sia moralmente
l'ultima di tutte subordinando ad essa le parti migliori della nazione strappa
gli uomini ai loro focolari e li getta in mezzo ad una vita fatta di ozio, di
violenze e di dissolutezze. In seguito a quelle che qualifica di circostanze
pesantissime -- la marcia su Roma e la successiva nomina di Mussolini a
presidente del Consiglio -- rifiuta la nomina a socio corrispondente dei reali
lincei. Mentre nelle sue lezioni sviluppa un sistema di filosofia della
religione, inaugura a Milano una Società di studi filosofici, formata da un
gruppo di amici in piena e perfetta indipendenza da ogni vincolo dogmatico dove
si riunirono autorevoli intellettuali del panorama filosofico e in cui
organizzò una serie di conferenze. Le prime conferenze furono tenute da Banfi e
da Fossati oltre che, naturalmente, da Martinetti, le cui tre relazioni,
riunite sotto il titolo comune di “Il compito della filosofia nell'ora
presente” segnano la sua rottura con Gentile. In seguito ad una denuncia per vilipendio
della eucaristia» presentata a Mangiagalli, dove sottoscrivere un memoriale in
difesa dei propri corsi sulla filosofia della religione. Incaricato dalla
Società filosofica italiana, organizza e presiedette il congresso di filosofia.
L'evento e sospeso dopo solo due giorni da Mangiagalli a causa di
agitator. Il congresso e poi chiuso
d'imperio dal questore. Da un lato incise l'opposizione di A. Gemelli,
fondatore dell'Università Cattolica, che fac parte del Comitato organizzatore
(quale rappresentante dell'Università Cattolica) ma che, per scelta di Martinetti,
non era tra i relatori. Dall'altro lato la partecipazione, fortemente voluta da
Martinetti, di Buonaiuti, scomunicato "expresse vitandus" dal
Sant'Uffizio, dette ai filosofi cattolici neoscolastici la scusa per ritirarsi
dal congress. Le minute cronache del congresso hanno già messo in luce come
Martinetti nell'assolvere al compito di organizzatore dell'incontro, assunto
con una apparente riluttanza, operasse assai poco da ingenuo filosofo fuori dal
mondo. Al contrario, ricorrendo a una certa qual abile ruse egli mise assieme
un programma che costituiva quanto di più ostico potesse risultare ai palati
dei cattolici fascisti sia dei filosofi di regime. Martinetti firma con Cesare
Goretti (segretario del Congresso) una lettera di protesta al rettore
Mangiagalli: «Compiamo il dovere d'informarla che conforme al suo ordine
il congresso si è sciolto senza incidenti. Sciogliendosi ha votato
all'unanimità il seguente ordine del giorno di protesta: Il Congresso della
Società filosofica italiana riunito in Milano: avuta comunicazione che è stato
rivolto alla Presidenza un invito superiore achiudere i lavori del Congresso.
Protesta in nome della libertà degli studi e della tradizione italiana contro
un atto di violenza che impedisce l'esercizio della discussione filosofica ed
invano pretende di vincolare la vita del pensiero.» Martinetti fu il
direttore della Rivista di filosofia, ma per prudenza il suo nome non vi
comparve mai come tale. Tra i collaboratori della rivista vi furono: Ennio
Carando, Bobbio, Geymonat, Fossati (che
ufficialmente ne era il direttore responsabile), Solari, Levi, Grasselli, e
Goretti.. Quando il ministro dell'educazione Giuliano impose ai professori il Giuramento di fedeltà al Fascismo,
Martinetti fu uno dei pochi a rifiutare fin dal primo momento: “Eccellenza!
Ieri sono stato chiamato dal Rettore di questa Università che mi ha comunicato
le Sue cortesi parole, e vi ha aggiunto, con squisita gentilezza, le
considerazioni più persuasive. Sono addolorato di non poter rispondere con un
atto di obbedienza. Per prestare il giuramento richiesto dovrei tenere in
nessun conto o la lealtà del giuramento o le mie convinzioni morali più
profonde: due cose per me egualmente sacre. Ho prestato il giuramento richiesto
quattro anni or sono, perché esso vincolava solo la mia condotta di
funzionario: non posso prestare quello che oggi mi si chiede, perché esso
vincolerebbe e lederebbe la mia coscienza. Ho sempre diretta la mia
attività filosofica secondo le esigenze della mia coscienza, e non ho mai preso
in considerazione, neppure per un momento, la possibilità di subordinare queste
esigenze a direttive di qualsivoglia altro genere. Così ho sempre insegnato che
la sola luce, la sola direzione ed anche il solo conforto che l'uomo può avere
nella vita è la propria coscienza; e che il subordinarla a qualsiasi altra
considerazione, per quanto elevata essa sia, è un sacrilegio. Ora col
giuramento che mi è richiesto io verrei a smentire queste mie convinzioni ed a
smentire con esse tutta la mia vita; l'E.V. riconoscerà che questo non è
possibile. Con questo non intendo affatto declinare qualunque eventuale
conseguenza della mia decisione: soltanto sono lieto che l'E.V. mi abbia dato
la possibilità di mettere in chiaro che essa procede non da una disposizione
ribelle e proterva, ma dalla impossibilità morale di andare contro ai principî
che hanno retto tutta la mia vita. Dell'E.V. dev.mo Dr.” In una
lettera a Guido Cagnola scrive: «Ella ora saprà che io sono uno degli
undici (su 1225 professori universitari! ne arrossisco ancora) che hanno
rifiutato il giuramento di fedeltà e che perciò sono stati o saranno fra breve
espulsi dall'università. Mi consolo d'essere in buona compagnia: Ruffini, Carrara,
De Sanctis, Vida, Volterra, Buonaiuti e qualche altro. Mi rincresce non tanto
la cosa, quanto il modo: e mi rincresce che si sia fatto e si faccia rumore
intorno al mio nome. Ma come fare? Giurare per me era tanto impossibile quanto
una impossibilità fisica: sarei morto d'avvilimento. E in un'altra lettera ad
Adelchi Baratono. Io non ho voluto giurare (e così credo molti degli undici)
per un motivo religioso, per non subordinare le cose di Dio alle cose della
terra: dove sta per andare il rispetto della coscienza? Ciò è triste e annuncia
oscuramente un avvenire triste per tutti, anche per i persecutori.» Come
scrive al proposito Fabio Minazzi: «Martinetti ha infine opposto un netto
rifiuto a sottostare al giuramento preteso e voluto dalla dittatura da tutti i
docenti universitari italiani. Giustamente occorre sempre sottrarre, criticamente,
questo straordinario gesto martinettiano, invero assai emblematico, da ogni
ottundente e vacua retorica antifascista, onde comprenderlo in tutta la sua
genesi specifica. Nel caso di Martinetti non può allora essere certamente
negato, in sintonia con Alessio, il carattere dichiaratamente religioso di
questa sua scelta che, non per nulla, lo ha infine indotto ad essere l'unico
filosofo italiano universitario che ha avuto l'incredibile capacità critica di
sottrarsi nettamente e senza compromessi all'imposizione del regime . In questa
prospettiva Martinetti non ha giurato proprio perché nutriva una particolare
percezione critica dello stesso "giuramento" in connessione con i
suoi più profondi convincimenti morali che avevano peraltro guidato tutta la
sua attività di filosofo. Tuttavia, nel riconoscere questa precisa matrice
religiosa della sua scelta, non deve essere neppure negato il suo specifico
valore e il suo preciso significato civile, culturale e anche
filosofico.» Scrive in proposito Amedeo Vigorelli. Una certaretorica
resistenziale si è impadronita anche di Martinetti, impedendo un
approfondimento più serio e radicale dei tratti originali del suo antifascism0.
L'atto di Martinetti non era cioè solo
un monito contro l'oppressione totalitaria e antidemocratica, ma contro ogni
forma di politica compromissoria e concordataria, contro l'ambiguo connubio fra
religione e politica, sintomo di una profonda immaturità religiosa e premessa
di forme più o meno larvate di condizionamento della libertà di coscienza, non
sempre si ama ricordare che l'avversione di Martinetti al fascismo era innanzi
tutto avversione a ogni forma di retorica nazionalistica, ma anche
all'esaltazione demagogica delle masse popolari. Prima che della dittatura,
Martinetti fu critico altrettanto risoluto del socialismo marxista e della
democrazia, di cui colse gli aspetti degenerativi dell'affarismo e
dell'ultraparlamentarismo» In seguito a questo suo rifiuto, Martinetti
venne messo in pensione d'autorità e si
dedicò unicamente agli studi personali di filosofia, ritirandosi nella villa di
Spineto, frazione di Castellamonte, vicino al suo paese di nascita. In questo
lasso di tempo tradusse i suoi classici preferiti (Kant, Schopenhauer), studiò
approfonditamente Spinoza e ultimò la trilogia (iniziata con la Introduzione
alla metafisica e continuata con La
libertà) scrivendo Gesù Cristo e il Cristianesimo, Il Vangelo è del 1936;
Ragione e fede. Martinetti propose come suoi successori a Milano Baratono
e Banfi. Lontano da ogni forma di impegno
politico e critico severo sia nei confronti del socialismo marxista che delle
degenerazioni del parlamentarismo, Martinetti, a partire dal 1925, prese ad
annotare minuziosamente sul suo diario gli episodi di corruzione e di violenza
in cui erano coinvolti esponenti fascisti. così ad esempio il 28 marzo 1928, a
fronte di una serie di scandali annotava "è dunque l'associaz[ione] dei
malviventi d'Italia!" Come persuadersi che uno stato senza leggi, senza
traccia di onestà pubblica, sostenuto soltanto dal terrore che desta nel popolo
inerme un'organizzazione di ribaldi messa al servizio del despota, odiata da
tutte le rette coscienze, disprezzata dagli intelligenti possa resistere, senza
condurre il popolo che lo soffre all'estrema rovina? Si scagliava nei suoi
appunti contro il dispotismo che accomunava socialismo marxista e fascismo:
"Tutto deve servire alla propaganda e alla educazione di stato. Non vi è
più libertà di pensiero, non vi è più pensiero". A questo proposito Amedeo
Vigorelli evidenzia «il valore
pedagogico, di educazione alla libertà, che l'esempio morale di Martinetti ebbe
per quella generazione di intellettuali antifacisti, che trovò negli anni
Trenta un decisivo punto di riferimento nella “Rivista di filosofia”, da lui
informalmente diretta» L'arresto e il carcere Martinetti fu arrestato in
casa di Gioele Solari, dov'era ospite, in seguito a una delazione fatta da
Pitigrilli (Dino Segre), agente dell'OVRA (delazione che porterà all'arresto e
alla condanna al confino di Antonicelli, Einaudi, Foa, Giua, Levi, Mila, Monti, Pavese, Zini e di due studenti,
Cavallera e Perelli, e all'ammonizione di Bobbio), e fu incarcerato a Torino per
sospetta connivenza con gli attivisti antifascisti di Giustizia e Libertà,
benché fosse del tutto estraneo alla congiura antifascista degli intellettuali
che facevano riferimento alla casa editrice Einaudi. Al momento dell'arresto, a
detta della signora Solari, Martinetti disse una frase che aveva già
sentito pronunciargli più volte: "Io sono un cittadino europeo, nato per
combinazione in Italia". Il suo declino fisico cominciò in seguito a una
trombosi che menomò le sue capacità mentali, consecutiva ad una caduta
accidentale da un pero nella tenuta di Spineto. Alla fine ubì una prima
operazione alla prostata. La sorella Teresa scriveva a Cagnola: "Il
Professore è da oltre un mese degente in quest'ospedale, ove venne d'urgenza
trasportato ed operato in seguito ad intossicamento urico grave. L'intervento
chirurgico avviene in questo caso in due tempi: operazione preliminare alla
vescica, per ovviare immediatamente alla causa diretta dell'intossicamento, e
susseguente operazione alla prostata che ne è la causa originale. La prima
operazione già venne effettuata e con buon esito, e l'operatore non attende che
il tempo opportuno per procedere alla seconda."[ Martinetti fu ricoverato
all'ospedale Molinette di Torino, sfollato a Cuorgnè, dove morì, dopo aver disposto che nessun prete
intervenisse con alcun segno sul suo corpo. Nonostante "l'invito del parroco di
Spineto di non dare onore alla salma dell'eretico, ateo e scandaloso anche
nella morte perché aveva disposto di essere cremato" una decina di persone
seguirono l'autofurgone che portò il corpo di Martinetti alla stazione, da dove
partì in treno per Torino, per la cremazione. In prossimità della morte Martinetti
lascia la sua biblioteca in legato a Nina Ruffini (nipote di Francesco
Ruffini), Gioele Solari e Cesare Goretti. La Biblioteca verrà poi conferita dai
rispettivi eredi alla "Fondazione Piero Martinetti per gli studi di storia
filosofica e religiosa" di Torino; oggi è posta nel palazzo del Rettorato
alla Biblioteca della Facoltà di
Filosofia. La sua casa di Spineto
è attualmente sede della "Fondazione Casa e Archivio Piero
Martinetti", che intende promuovere la diffusione del suo pensiero e della
sua operae. FiLa filosofia di Martinetti è un'interpretazione originale
dell'idealismo post-kantiano, nella linea dell'idealismo razionalistico
trascendente che va da Platone a Kant, nel senso di un dualismo panteista
trascendente, un'interpretazione che lo avvicina a quel post-kantiano atipico
che fu Spir, il quale (ancor più di Kant, Schopenhauer o Spinoza) fu il
filosofo preferito di Martinetti, quello a cui fu più particolarmente legato,
sulquale scrisse molti studi e un denso saggio monografico e al quale fece consacrare il terzo numero della
Rivista di filosofia, filosofo che fu come lui profondamente inattuale. Professò
una altissima stima per l'opera di questo solitario filosofo, tanto da
considerarla "immortale: in essa infatti vede un tentativo d'un
rinnovamento speculativo-religioso di tutta la filosofia. Il carattere speculativo dell'interpretazione
d iMartinetti dipese da particolarissime circostanze. La speculazione di Spir
esercitò sul pensiero suo un influsso profondo sin dagli inizi; e anche nella
costruzione dell'idealismo trascendente diMartinetti la speculazione di A. Spir
rivestì un peso pressoché decisivo. Oltre che in Kant, in Schopenhauer e in
Spinoza, le radici e la linfa dell'idealismo diMartinetti si trovano nella
speculazione di A. Spir. In nessun altro pensatore A. Spir occupò tanto spazio
ed ebbe un pari rilievo. D'altra parte, senza perdere la configurazione sua
propria, il pensiero di Spir viene trasposto da Martinetti entro la sua propria
filosofia, riferito in modo diretto al suo proprio pensiero, così intimamente
consonante con quello di Spir e cresciuto, per così dire, anche su di esso.
Proprio questo condusseMartinetti a penetrare e nell'atto stesso a svolgere in
armonia con il proprio il pensiero di A. Spir e questo si trova come penetrato
e attraversato da quello diMartinetti. In nessun altro pensatore A. Spir fu
tanto intimamente valorizzato e, in qualche misura, continuato in ciò che della
sua speculazione parve propriamente essenziale. La lettura di Martinetti
insiste sul nucleo metafisico di Spir, che gli pare incarnare "la forma
pura della visione religiosa". L'affermazione fondamentale, in cui per
Martinetti si riassume tutta la filosofia dello Spir, è quella della dualità
fondamentale tra il vero esserel'Unità incondizionata, assoluta e trascendente
in cui si esprime il divinoe l'essere apparente e molteplice rivelato dal mondo
dell'esperienza. L'approccio alla rivelazione di tale realtà dualista mediante
la teoria della conoscenza (l'idealismo gnoseologico di Spir) non è che
premessa e introduzione all'autentico nucleo metafisico della sua filosofia,
consistente in una forma di dualismo acosmista. Il dualismo di realtà e
apparenza è in effetti esso stesso apparente: "non è fra due effettive
realtà, ma fra un'unica realtà assoluta e l'irrealtà in cui il mondo
sprofonda."» Si può così dire che in Martinetti: «il motivo desunto
probabilmente da Spir, il contrasto tra "anormale" (il mondo
dell'esperienza empirico e molteplice) e "norma" (il principio
d'identità, rivelazione incoativa del divino in noi) si spoglia qui
dell'originario aspetto dualista per confluire in una visione coerentemente
monista dell'esperienza di coscienza. Monismo coscienzialista, quello
martinettiano, che non sfocia però in una forma di panteismo, in quanto il
termine finale di questa unificazione formale rimane trascendente. L'unica
realtà metafisica assolutasi afferma in conclusioneè l'"Unità formale
assoluta", che trascende l'intero processo dell'esperienza, che di tale
unità è solo un'espressione simbolica.» Della filosofia di Spir,
Martinetti mantenne sostanzialmente inalterata la morale, di derivazione
kantiana, aveva d'altronde dichiarato che dopo Kant nessun filosofo serio può non
essere in Etica "kantiano. L'intero percorso del pensiero martinettiano
parte dal suo anticlericalismo", e aggiunge: "la natura del suo
anticlericalismo lo portava a detestare la Massoneria. Ripetutamente mi disse
di non essere mai stato massone, di essere anzi assolutamente contrario a
questa Chiesa cattolica di segno rovesciato." Questo suo anticlericalismo
l'ha portato ad un antimarxismo, il marxismo essendo "secondo i termini in
cui egli si sarebbe espresso, la massima secolarizzazione concepibile della
religione". E Del Noce conclude: "Ora a mio giudizio il pensiero di
Martinetti si situa appunto come momento conclusivo del pessimismo religioso e
come la sua posizione più coerente e rigorosa. L'antologia Il Vangeloscrive
Martinetti «lasciando da parte l'elemento leggendario e dogmatico, cerca di
disporre il materiale evangelico nell'ordine logicamente più appropriato. Tutto
quello che i vangeli contengono di essenziale per la nostra coscienza religiosa
è stato qui conservato.» Il risultato di questo ordinamento logico è l'espunzionein
quanto elaborazione teologica successiva ai lòghia di Gesù o ancora propria
all'ebraismo da cui Gesù stesso non è immunedel Vangelo di Giovanni, degli Atti
degli Apostoli, delle Lettere (anche le Lettere di Paolo) e dell'Apocalisse.
Gesù di Nazaret, e non di Betlemme, è un profeta ebraico, l'ultimo e il più
grande dei profeti. Non quindi Figlio di Dio, nemmeno resuscitato dalla morte,
né apparso realmente ai suoi, Gesù in quanto Messia annuncia un regno
messianico a cui succederebbe escatologicamente il regno dei cieli, quello di
Dio. Tuttavia non chiarendo tale avvento escatologico, di fatto Gesù è
soprattutto un maestro di dottrina morale che esorta a rinunciare al mondo per
unirsi spiritualmente e interiormente a Dio, il bene supremo, amando il
prossimo. Per Martinetti bisogna aspirare ad una "Chiesa
invisibile", in cui si possano compendiare i valori moralmente più elevati
di tutte le culture religiose, dando vita così ad una società universale
fraternamenteunita, egli scrive: «In tutti i tempi, ma specialmente nelle
età come la nostra, la vera Chiesa non risiede in alcuna delle chiese visibili
che ci offrono il triste spettacolo dei loro dissensi, ma nell'unione
invisibile di tutte le anime sincere che si sono purificate dall'egoismo naturale
e nel culto della carità e della giustizia hanno avuto la rivelazione della
verità e la promessa della vita eterna» Gesù Cristo e il Cristianesimo fu
messo sotto sequestro dalla Prefettura non appena stampato, come Martinetti scrive a Guido Cagnola:
«Il mio libro venne terminato di stampare il 2 agosto e in tale giorno furono
mandati i 3 es.[emplari] al Prefetto. Il 3 di mattina venne il permesso; alle
17 dello stesso giorno esso era ritirato. Per quali influenze? Io non lo so.
Così il libro stette due mesi in sospeso: il 10 ottobre giunse (da Roma) il
decreto definitivo di sequestro.» Con decreto, “Gesù Cristo e il
Cristianesimo, Il Vangelo” e Ragione e fede furono messi all'Indice dei libri
proibiti della Chiesa cattolica. La rinascita del pensiero filosofico-religioso
martinettiano scaturisce alla fine degli anni novanta del secolo scorso in
virtù della rinnovata proposta ermeneutica di Chiara che cura l'inedito L'Amore,
Il Vangelo (Genova) e Pietà verso gli animali (Genova); in particolare l'interpretazione
elaborata daChiara mette in luce gli aspetti gnostici della filosofia della
religione martinettiana per poi proporne una rilettura in chiave kantiana anche
attraverso un confronto con alcune sette separatiste vicine alla tradizione
spirituale dei quaccheri. Capitini rese visita a Martinetti, che a
proposito della nonviolenza gli disse: "Forse se discutessi con lei mi
convincerei, ma ora come ora le assicuro che se mi fosse detto che con
l'uccisione di diecimila persone si estirperebbe il male che c'è in Europa,
firmerei la sentenza senza esitazione." Negli scritti La psiche degli animali e Pietà
verso gli animali, Martinetti sostiene che gli animali, così come gli esseri
umani, possiedono intelletto e coscienza, quindi l'etica non deve limitarsi alla
regolazione dei rapporti infraumani, ma deve estendersi a ricercare il
benessere e la felicità anche per tutte quelle forme di vita senzienti (cioè
provviste di un sistema nervoso) che come l'uomo sono in grado di provare gioia
e dolore: «Nella relazione sulla psiche degli animali Martinetti tra
l'altro affronta il problema dello scandalo morale suscitato dall'indifferenza
delle grandi religioni positive occidentali di fronte all'inaudita sofferenza
degli animali provocata dagli uomini: gli animali hanno una forma
dell'intelligenza e della ragione, sono esseri affini a noi, possiamo leggere
nei loro occhi l'unità profonda che ad essi ci lega. Martinetti cita le prove di intelligenza che
sanno dare animali come cani e cavalli, ma anche la stupefacente capacità
organizzativa delle formiche e di altri piccoli insetti, che l'uomo ha il
dovere di rispettare, prestando attenzione a non distruggere ciò che la natura
costruisce. Nel proprio testamento Martinetti dispose che una somma
significativa fosse versata alla Società Protettrice degli Animali; egli
personalmente nutriva per gli animali una profonda pietà e tale sentimento lo
aveva persuaso a darsi al vegetarismo, una scelta che assumeva per lui quasi il
carattere di un valore religioso. Scrive al proposito Amedeo
Vigorelli: «La scelta del vegetarianesimo non era "generica
simpatia, e neppure un ideale politico, bensì meditato atteggiamento
filosofico", da porsi in relazione sia con la sua profonda conoscenza
della filosofia indiana sia con convinzioni radicate in una personale
metafisica, sulla "unicità" della sostanza vivente e sul destino di
"perennità" dello spirito.[67]» La scelta della cremazione
Martinetti fu un fautore della cremazione[68] e una testimonianza "ci dice
come Martinetti portasse sempre con sé, in una busta, le ceneri di sua
madre."Secondo Paviolo, "Per i Martinetti la cremazione era una
specie di tradizione familiare e la cosa appare strana in quei tempi nei quali,
specie nei piccoli centri era pressoché ignota a tutti, e oggetto di scandalo
per il gran rumore che, in questi casi, ne facevano i parroci." Non è però
da escludere, nel caso preciso di Piero Martinetti, che questa scelta, come
quella del vegetarianesimo, avesse anche una relazione con il suo interesse per
la filosofia indiana, e dunque un valore filosofico e religioso. I suoi resti
sono tumulati nel cimitero di Castellamonte in provincia di Torino. Opere:
Una " martinettiana" C. Ferronato si trova nel fascicolo
speciale della Rivista di Filosofia Pietro Rossi: Piero Martinetti nel
cinquantenario della morte, Dopo questa data, di Martinetti sono stati
pubblicati: “Ragione e fede, Italo Sciuto, Gallone, Milano, Luca Natali,
Morcelliana, Brescia, . Il Vangelo, Alessandro Di Chiara, il nuovo melangolo,
Genova, L'amore, Alessandro Di Chiara,
Il nuovo melangolo, Genova, “Pietà verso gli animali” Alessandro Di Chiara, Il
nuovo melangolo, Genova, “La religione di Spinoza” Amedeo Vigorelli, Ghibli, Milano, “La Libertà” Aragno, Torino, Schopenhauer,
Mirko Fontemaggi, Il nuovo Melangolo, Genova, “Breviario spiritual” Anacleto
Verrecchia, UTET, Torino, “L'educazione della volontà” Domenico Dario Curtotti,
Edizioni clandestine, Marina di Massa, “Conoscenza in Kant” Luca Natali, Franco Angeli, Milano, Pier
Giorgio Zunino , Piero Martinetti, “Lettere”, Firenze, Olschki, “Gesù Cristo e
il Cristianesimo” Castelvecchi, Roma, ; edizione critica Luca Natali,
introduzione di Giovanni Filoramo, Morcelliana, Brescia, “Il Vangelo:
un'interpretazione” Castelvecchi, Roma,
“Spinoza, Etica, esposizione e comment”, Castelvecchi, Roma, . Il
numero, introduzione di Niccolò Argentieri, Castelvecchi, Roma, Luca Natali , Le carte di Piero Martinetti,
Firenze, Olschki, “Spinoza” Francesco Saverio Festa, Castelvecchi, Roma, .
Riconoscimenti Nella seduta del Senato Accademico dell’Università degli Studi
di Milano del 19 settembre , è stata approvata ufficialmente la decisione del
Dipartimento di Filosofia di intitolarsi alla figura di Piero Martinetti.La
città di Roma gli ha intitolato una piazza il 27 gennaio , nel Giorno della
Memoria. A Milano Martinetti figura "tra i nuovi Giusti che saranno
onorati al Monte Stella dal " nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo. Cesare
Goretti, "Piero Martinetti", Archivio della Cultura Italiana 1943, f.
I81. Simonetta Fiori, I professori che
dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, «Ebbe molta influenza sulla scelta che
Martinetti fece di iscriversi alla facoltà di Filosofia, fu suo professore, ma
non un Maestro. [...] Scrisse di lui Martinetti: "Era un uomo; quando andai
a visitarlo l'ultima volta, pochi giorni prima della sua morte, mi disse di
avere un'unica certezza, che dopo questa vita non c'è nulla. Le mie idee erano
assolutamente opposte alle sue, su questo come su tutti gli altri punti. Ma non
potei non ammirare la fermezza delle sue convinzioni"»: Paviolo. «che morì proprio durante l'iter scolastico
di Martinetti ma che ebbe con lui, forse per la comune origine canavesana, un
particolare rapporto»: Paviolo 2 «Di una reale affinità tra Martinetti e i suoi
maestri torinesi si può parlare forse solo in un caso: quello di Arturo Graf,
del cui dualismo e pessimismo si può trovare qualche traccia nel pensiero del
Nostro e alla cui poesia, piena di dolente (e a tratti cupa) riflessività
filosofica, Martinetti tornerà anche negli anni maturi, come a una sorgente di
ispirazione e conforto spirituale. Più documentata è l'influenza sul giovane
Martinetti di un'altra singolare figura di poeta-filosofo: quel Pietro Ceretti
da Intra (noto anche con lo pseudonimo poetico di Alessandro Goreni e con
quello di Theophilo Eleuthero), alla cui postuma riscoperta si adoperarono
intensamente Ercole e Alemanni, nell'ultimo decennio del secolo scorso e ai
primi del nostro»: Vigorelli «Nel breve
verbale relativo all'esame di laurea (qui il laureando è indicato come Pietro
Martinetti) si dice semplicemente che "il Candidato ha sostenuto durante
quaranta minuti innanzi alla commissione la disputa prescritta, sopra la
dissertazione da lui presentata e sopra le tesi annesse alla medesima; e ha
sostenuto anche la prova pratica assegnatagli dalla Commissione"»: Paviolo
La tesi ottenne la votazione di 99/110: «Il lavoro di tesi non ebbe, come noto,
il riconoscimento che meritavaanche a motivo di certe resistenze accademiche
nel settore filologico della Torino e forse per questo lo studioso sentì il
bisogno di attingere direttamente alle fonti dell'erudizione tedesca, fuori dal
chiuso ambiente provinciale. Del resto l'intento di Martinetti era più
filosofico che filologico, e la prima suggestione a interessarsi del “Samkhya” poté
venirgli, piuttosto che dalle lezioni di Flechia, dalla conversazione con
Ercole. Proprio del Samkhya, Ercole si
era interessato alcuni anni primi in una breve Memoria uscita sulla Rivista
Italiana di Filosofia diretta da Ferr. Dell'interesse costante di Martinetti
per la filosofia indiana testimonia il corso di lezioni tenuto a Milano e
pubblicato a Milano da Celuc libri: Piero Martinetti, La sapienza indiana.
Corredata da un'antologia di testi Indù e Buddhisti. "Ma è antefatto significativo, giacché
lascia intravedere ancora una volta, questa volta sotto il rispetto particolare
dei primi contatti di Martinetti coi testi di A. Spir, l'importanza della
permanenza a Lipsia (1894-1895) nella formazione filosofica di Martinetti.
Nella Lipsia conosciuta da Martinetti sopravviveva Drobitsch, l'antico maestro
herbartiano di Spir e dalla Lipsia di Martinetti si diffondevano le edizioni di
A. Spir entro il moto allora nascente in Germania dell'interesse per la
filosofia sua. F Il pensiero di ASpir, Torino, Albert Meynier. Anno che fu per lui particolarmente duro,
vedi: Piero Martinetti, "Lettere ai famigliari dalla Siberia dell'Italia
meridionale", Fabio Minazzi, Il Protagora, gennaio-giugno, Lettere , «Prima che della dittatura fascista,
Martinetti fu critico altrettanto risoluto del socialismo marxista e della
democrazia, di cui colse gli aspetti degenerativi dell'affarismo e
dell'ultraparlamentarismo»: Vigorelli "non si vede in chi e in che cosa un uomo
come Martinettiche, per sua scelta culturale ma anche per disposizione
personale, agiva in modo disgiunto da ogni partito, movimento, gruppo avrebbe
pouto trovare un legame per immettersi in un flusso di attivo
antifascismo." Pier Giorgio Zunino, "Tra dittatura e inquisizione. Martinetti
negli anni del Fascismo", in: Martinetti, Lettere, Firenze, Vigorelli. «Ringrazio
la S.V. Ill.ma della cortese partecipazione e la prego di esprimere la mia
profonda gratitudine ai membri di codesta R. Accademia che hanno voluto
conferirmi un sì ambito onore. Ma circostanze pesantissime, sulle quali non è
il caso di [parola illeggibile] mi vietano nel modo più reciso di poterlo
accettare»: Lettera n. 18, Piero Martinetti a Vittorio Scialoja, presidente
della Reale Accademia Nazionale dei Lincei, 2 Lettere, Vigorelli Vigorelli,
Lettera n. 47, Piero Martinetti a Luigi Mangiagalli, 21 marzo 1926, in:
Lettere, «Il Congressonon ha altro fine che di essere una manifestazione della
filosofia italiana in quanto libera e appartata da ogni contingenza del momento:
come deve essere in qualunque tempo la filosofia»: Lettera n. 37, Piero
Martinetti a Tommaso Gallarati Scotti, in: Lettere , p.42. Che accusò Martinetti, ricambiato, di
disonestà intellettuale nel riguardo della filosofia scolastica, cf. Helmut
Goetz, Il giuramento rifiutato. I docenti universitari e il regime fascista,
Firenze. Per Martinetti «Padre Gemelli è tutto fuorché un filosofo»: Lettera n.
31, Piero Martinetti a Bernardino Varisco, in: Lettere 33. Helmut Goetz, Il giuramento rifiutato. I docenti
universitari e il regime fascista, Firenze, Il congresso di filosofia del 1926, 245-263.
«Tutto l'affare è una montatura (come del resto anche il ritiro dei
cattolici dal Congresso), la quale ha la sua origine nel fatto che io non ho
permesso alGemelli di spadroneggiare nel Congresso e di prepararvi qualcuna
delle sue rappresentazioni ciarlatanesche»: Lettera Piero Martinetti a Bernardino Varisco, 15 marzo
1926, in:Lettere , 4Lettera n. 50, Piero Martinetti e Cesare Goretti a Luigi
Mangiagalli, in: Lettere , p.55. «Quando Martinetti, con il rifiuto del
giuramento di fedeltà al fascismo, abbandonò l'insegnamento non rinunciò a
quegli incarichi o a quelle adesioni che non erano a tale giuramento connesse:
guardò di non compromettere quella sua creatura che era diventata La Rivista di
Filosofia e non ne volle la direzione "effettiva", ma continuò
l'intensa e puntuale collaborazione redazionale sino a che le sue condizioni di
salute glielo permisero»: Vigorelli Vigorelli Lettera n. 104, Piero Martinetti a Balbino
Giuliano, Lettere , Lettera n. 106,
Piero Martinetti a Guido Cagnola, 21 dicembre 1931, in: Lettere , Lettera, Piero
Martinetti a Adelchi Baratono, in: Lettere , 107-108. Presentazione a: Davide Assael, Alle origini
della Scuola di Milano: Martinetti, Barié, Banfi, Milano, 200918. Vigorelli «Ella già saprà certamente che io,
in seguito all'affare del negato giuramento, sono stato collocato a riposo. Non
appartengo quindi più all'Milano e non posso più esserle utile che
indirettamente»: Lettera n. 116, Piero Martinetti a Carlo Emilio Gadda, 17
marzo 1932, in: Lettere 114. «del resto
io sono perfettamente sereno come chi ha fatto ciò che doveva fare: e non mi
sarà discaro poter d'ora innanzi applicare tutto il mio tempo ai miei studi,
cioè agli studi veramente miei, fatti per mè, per la mia personalità e la mia
vita»: Lettera n. 110, Piero Martinetti a Vittorio Enzo Alfieri, in: Lettere ,
p.109. Sulla cui porta fece mettere
un'indicazione che diceva: "Piero Martinettiagricoltore": Paviolo«Perciò
appunto non ho dimenticato i tuoi interessi e sarei lieto che fossi tu a
succedermi. In questo senso ho scritto, "richiesto da Castiglioni
stesso", che ora è preside, a Castiglioni. Ho consigliato lui e con lui la
facoltà ad accaparrarsi te per la F.[ilosofia] e Banfi per la Storia della Filosofia]»: Lettera n. 108, Piero Martinetti
a Adelchi Baratono, Lettere , 107-108.
Vigorelli Vigorelli Vigorelli
Vigorelli "Nel registro di entrata
delle Carceri Nuove di Torino egli è l'unico che nella scheda personale si
faccia registrare, nell'apposita voce, come "ateo", mentre tutti gli
altri non di religione israelitica (ossia Bobbio, Einaudi, Pavese, Antonicelli,
Salvatorelli e così via) si dichiarano "cattolici"alcune schede,
peraltro, tra cui quella di Mila, sono andate perse (il registro è conservato
all'Archivio di Stato di Torino, sezioni riunite, Casa circondariale di Torino,
Registro matricole 1935, n. 1559)", in: Lettere. "Martinetti veniva rinchiuso in una
cella sulla cui porta veniva apposto il cartellino "Politico: sorveglianza
particolare". Il giorno successivo cominciavano gli interrogatori che si
ripetevano finché dopo alcuni giorni d'arresto il Martinetti veniva finalmente
scarcerato.", Michelangelo Giorda, Piero Martinetti, Castellamonte, «Devo
darle una notizia terrificante, relativamente. Lunedì passato 8 corrente sono
caduto malamente da una pianta, per fortuna senza gravi conseguenze di nessuna
specie, salvo un leggero tramortimento durato qualche ora»: Lettera n. 241,
Piero Martinetti a Nina Ruffini, 16 settembre 1941, in: Lettere 231. Cit. in: Lettere 245. «Si può comunque, in base a testimonianze
diverse, ritenere che Martinetti sia deceduto all'Ospedale Molinette sfollato a
Cuorgnè, ove si tentò inutilmente di salvarlo e che il corpo sia stato
immediatamente trasferito (abitudine che rimase in uso per decenni in
circostanze analoghe) alla casa d'abitazione, per evitare lungaggini
burocratiche e maggiori spese funerarie. L'atto di morte recita: " il g alle ore
quattro e minuti zero, nella casa posta in frazione Spineto n. 106 è morto
Martinetti Piero, anni 70, residente in Torino, professore pensionato"»:
Paviolo. Paviolo . "Per ultimo desidero di essere cremato e
che le mie ceneri riposino nel Camposanto di Castellamonte", frase finale
del testamento di Piero Martinetti, Paviolo. Il testamento di Martinetti, da lui
riscritto, "in una grafia incerta e in una forma in cui non si trova lo
stile abituale del nostro filosofo"(Paviolo) fu considerato da sua sorella
Teresa come estorto: "Le opere che al tempo del decesso di Piero erano
ancora solo allo stato di manoscritto vennero devolute ai beneficiari della
biblioteca, la quale, a dirtelo in assoluta confidenza, cadde in mano a tre
estranei alla famiglia, per un testamento fatto fare a nostra insaputa a Piero,
a oltre un anno da che era stato colpito da un insulto di trombosi al cervello
[...] la preziosa biblioteca, che per volontà recisa, assoluta di Piero a me da
Lui ripetutamente espressa alcuni mesi prima che fosse colpito dalla trombosi,
doveva andare all'Milano, prese altre vie e e sta presentemente ancora
peregrinando in attesa di destinazione definitiva." Lettera del 25
settembre 1947 di Teresa Martinetti al cugino Giuseppe Bertogliatti, in:
Paviolo Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti «Allo Spir, un singolare pensatore solitario,
al quale mi legano tante affinità e tante simpatie, sarà dedicato il fascic. 3
della "Riv. di Filosofia", che non mancherò di spedirle a suo tempo.
Quante dottrine dello Spir, specialmente nel rapporto morale e religioso,
sembrano pensate per il nostro tempo! Ma esse passeranno, come passarono,
inavvertite. La lucequesto passo del quarto Vangelo lo Spir volle inciso sul
suo sepolcrovolle penetrare le tenebre, ma le tenebre non l'accolsero»: Lettera
n. 164, Piero Martinetti a Nina Ruffini, 26 gennaio 1937, in: Lettere
155.. «io sono sempre stato un filosofo
inattuale»: Lettera n. 258, Piero Martinetti a Giorgio Borsa, 1942, in: Lettere
Emilio Agazzi, La filosofia di Piero Martinetti, Milano, Unicopli, 123. «Ma è stato Alessio a dimostrare l'importanza
e l'anteriorità, rispetto ad altri autori, della lettura di Spir per la
maturazione della metafisica martinettiana»: Vigorelli, Franco Alessio, op.
cit. II. Vigorelli Vigorelli Piero Martinetti, Breviario spirituale,
Bresci, Torino, Lettera Piero Martinetti
a Guido Cagnola, Lettere. Sulla riflessione religiosa di Martinetti vedi Franco
Alessio, L'idealismo religioso di Piero Martinetti, Brescia, Morcelliana, (Tesi
di Pavia: relatore Michele Federico Sciacca)
Paviolo Paviolo Amedeo Vigorelli,
"Martinetti e Capitini: attualità di un confronto", in: Amedeo
Vigorelli, La nostra inquietudine. Martinetti, Banfi, Rebora, Cantoni, Paci, De
Martino, Rensi, Untersteiner, Dal Pra, Segre, Capitini, Bruno Mondadori,
Milano, "e si conversò a lungo della inumazione e della cremazione (aveva
fatto cremare il cadavere della mamma, per avere vicine le sue ceneri)"
Aldo Capitini, Antifascismo tra i giovani, Célèbes Trapani, Paviolo Paviolo "L'eretico Martinetti, italiano per
caso", Recensione di Raffaele Liucci su Il fatto quotidiano, Liberacittadinanza Il Dipartimento di Filosofia "Piero
Martinetti", sul sito dell'Università Statale di Milano Pierluigi Battista, "Le vie dedicate ai
razzisti spettano ai professori eroi che dissero no al fascismo", Corriere
della Sera, 24 gennaio 19. Stefania
Chiale, "Dall'attivista curda al pioniere green I nuovi Giusti del Monte
Stella", Corriere della Sera, Cronaca di Milano13. "Monte Stella I nuovi Giusti in diretta
su Facebook", Corriere della Sera, 7 marzo , Cronaca di Milano9. , Commemorazione di Piero Martinetti, Torino,
Accademia delle Scienze, Giornata Martinettiana, Torino, Edizioni di
"Filosofia", "Per il 50° della morte di Piero Martinetti",
Rivista di Filosofia, Emilio Agazzi, "La storiografia filosofica nel
pensiero di Piero Martinetti", Rivista critica di storia della filosofia, Emilio
Agazzi, La filosofia di Piero Martinetti, Sandro Mancini, Amedeo Vigorelli e
Marzio Zanantoni, Edizioni Unicopli, Milano, . Franco Alessio, L'idealismo
religioso di Piero Martinetti, Brescia, Morcelliana, 1950. Franco
Alessio, introduzione a Piero Martinetti, Il pensiero di Africano Spir,
Torino, Albert Meynier, Davide Assael, Alle origini della Scuola di
Milano: Martinetti, Barié, Banfi, Milano, Guerrini e Associati, Antonio Banfi,
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Milano, Il Saggiatore, Guido Bersellini Rivoli, La fede laica di Piero
Martinetti. Appunti sul confronto religioso e politico (in Italia e nel
villaggio globale), Lecce, Manni, Guido Bersellini Rivoli, Appunti sulla
questione ebraica. Da Nello Rosselli a Piero Martinetti, Milano, Franco Angeli,
Giorgio Boatti, Preferirei di no, Le storie dei dodici professori che si
opposero a Mussolini, Torino, Einaudi, Brigida Bonghi, La fiaccola sotto il moggio
della metafisica kantiana. Il Kant di Piero Martinetti, Milano, Mimesis
Editrice, . Brigida Bonghi e Fabio Minazzi, Sulla filosofia italiana del
Novecento. Prospettive, figure e problemi, Milano, Franco Angeli); ranco Bosio,
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"minoritarie" in Italia tra le due guerreCeravolo, Roma, Aracne
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Martinetti", in: Studi filosofici, Giuseppe Colombo, La filosofia come
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Milano, Vita e Pensiero, Eugenio Colorni, La malattia della metafisica. Scritti
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Scarcella, Piero Martinetti. Politica e filosofia. Con alcuni ‘Pensieri'
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Cingoli, Marina Calloni, Antonio Ferraro, Unicopli, Milano, 1994, 25-35 (nuova ed. "Emilio Agazzi e la
"fortuna milanese" di Piero Martinetti", in: , Vita,
concettualizzazione, libertà. Studi in onore di Alfredo Marini, R. Lazzari, M.
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"Nuove pagine di e su Piero Martinetti", Rivista di storia della
filosofia, Amedeo Vigorelli, , "Martinetti: l'eredità contestata. Lettere
di Antonio Banfi e Gioele Solari", Rivista di storia della filosofia, Amedeo
Vigorelli, "Plotino, Spinoza, Spir. La reviviscenza neoplatonica nel
razionalismo religioso di Piero Martinetti" (Atti del Convegno “Presenza
della tradizione neoplatonica nella filosofia del Novecento”, Vercelli),
AnnuarioFilosofico, Mursia, Milano, Amedeo Vigorelli, La nostra inquietudine.
Martinetti, Banfi, Rebora, Cantoni, Paci, De Martino, Rensi, Untersteiner, Dal
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"Martinetti lettore di Spinoza. Il tempo e l'eterno", in: , Spinoza
ricerche e prospettive. Per una storia dello spinozismo in Italia (Atti delle
Giornate di studio in ricordo di Emilia Giancotti, Urbino), D. Bostrenghi e C.
Santinelli, Bibliopolis, Napoli, A. Vigorelli,
"Piero Martinetti una apologia
della religione civile", in: , Le due Torino. Primato della religione o
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Spir Scuola di Milano Gioele Solari Cesare Goretti Lelio Basso Adelchi Baratono
Antonio Banfi Giuramento di fedeltà al fascismo. Piero Martinetti, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. P Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. siusa.archivi.beniculturali, Sistema
Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Liber Liber. openMLOL, Horizons Unlimited srl. Collezione
digitale Pubblico dominio a Torino, Biblioteca della Fondazione Piero
Martinetti, Torino. Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti, su
fondazionepieromartinetti.org. Piero Martinetti, Diego Fusaro sul sito Filosofico.net. Giuseppe
Colombo, La filosofia come soteriologia. Piero Martinetti. Martinetti.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Martinetti” – The Swimming-Pool
Library.
Martini (Cambiano). Filosofo. Grice:
“One would think that his ‘discorsi filadelfici’ are about brotherly love, but
they were delivered at the Philadelphia American-Italian Philosophical
Society!” – Grice: “He wrote on Emilio and Narciso, and a story of philosophy –
starting not from Thales but Gioberti!” – Grice: “His science of the heart –
scienza del cuore – is a mystery!” Compì studi classici a Chieri e poi,
ospitato al Real Collegio di Torino, si rivolse allo studio delle scienze
naturalistiche. Con la laurea in medicina, cui seguirà anche quella in filosofia, ottenne
l'insegnamento al predetto Istituto, prima di conseguire una brillante carriera
nell'ateneo torinese. Qui, infatti, ottenne prima la docenza in fisiologia e poi quella di medicina legale, cattedra quest'ultima,
istituita di cui fu il primo insegnante in assoluto. Di Torino fu anche rettore, negli anni in cui
ebbe numerosi riconoscimenti, tra cui l'onorificenza di cavaliere dell'Ordine
dei Santi Maurizio e Lazzaro. Ma non
mancarono episodi tragici, allorché, pochi anni dopo le nozze, perse la moglie
(figlia del chimico Giovanni Antonio Giobert), dalla quale ancora non aveva
avuti igli, né li avrebbe avuti in seguito, visto che non si risposò, per
dedicarsi completamente all'insegnamento e alla stesura di saggi e manuali
nelle discipline mediche. In questo filone, il più ricco, vanno almeno
segnalati gli “Elementa physiologiae” e “Lezioni di fisiologia” così come
“Medicina legale”, accanto agli Elementa medicinae forensis, politiae medicae
et hygienes, cui avrebbe fatto seguito il Manuale di medicina legale. Il variegato percorso saggistico non si limitò
(e non si esaurì) a studi a carattere medico-fisiologico e medico-legale. Anzi,
forte del curriculum studiorum seguito fin da giovanissimo, cercò di
approfondire i pensatori classici, come nel caso di un “Coompendio” dedicato a
Platone, di cui peraltro riuscì a terminare il manoscritto poco prima di
morire, arrivando persino a stilare, sia
pure non in forma sistematica, una Storia della filosofia. Risultati migliori li ebbe, tuttavia, nel
campo educativo-pedagogico. Questo indirizzo è testimoniato, oltre che dal
saggio sulla Riforma della prima educazione dai dodici volumi dell'Emilio. Qui,
facendo leva della sua vasta cultura, tratta emblematicamente di argomenti in
cui si fondono, senza soluzione di continuità, il "viver sano" e il
"maritaggio", il "governo della famiglia" e la felicità, le
"tendenze morali" e la "moderazione nella prosperità",
passando per i modi attraverso i quali "sopportare le avversità".
Altre opera: “Elementa physiologiae” (Pica, Torino); “Dei vantaggi che la
medicina apporta alle nazioni,” Tip. Chirio e Mina, Torino “Introduzione alla
medicina legale,” Marietti, Torino “La medicina curativa di Leroy,” Tip.
Marietti, Torino “Prime linee di polizia medica,” Fontana, Milano “Della scienza del cuore,” Fontana, Milano “Della
colera indica,” Fodratti, Torino “Elementa medicinae forensis, politiae medicae
et hygienes,” Tip. Marinetti, Torino “Manuale di polizia medica,” Fontana,
Milano “Manuale d'igiene,” Tip. Fontana, Milano “Lezioni di fisiologia,” Pomba,
Torino “Patologia generale,” Elvetica,
Capolago “Invito a' medici piemontesi all'occasione
del cholera-morbus,” Tip. Cassone e Marzorati, Torino “Storia della fisiologia,” Tip Cassone e
Marzorati, Torino “Manuale di medicina
legale,” Fontana, Milano; “Emilio, Marietti, Torino “Della solitudine,” Marietti,
Torino “Narciso o regalo agli sposi,” Marietti, Torino “Guerra e pace dei sensi,”Tip. Marietti,
Torino “Emilio o sia del governo della vita,” Tip. Fontana, Milano “Discorsi
filadelfici; ossia, fasti dell'ingegno italiano,”Tip. Marietti, Torino “Riforma
della prima educazione,” Tip. Marietti, Torino “Della sapienza dei greci,” Tip.
Cassone e Marzorati, Torino; “Storia della filosofia,” Tip. Pirotta, Milano “Platone
compendiato e comentato,” Tip. Elvetica, Capolago “Alcune vite di donne celebri,”Tip. Fontana,
Milano “De clarissimo viro Thoma Tosio ex ordine Oratorum sacrae facultatis
professore in regio Taurinensi Athenaeo, Tip. Regia, Torino Vita del conte
Gian-Francesco Napolio, Bocca, Torino Vita
Francisci Canevarii, Torino Cenni biografici di Lagrangia, Tip. Cassone e
Marzorati, Torino Curatele A. von Haller, Poesie scelte, Stamp. Reale, Torino J.L. Alibert, Riflessioni sulla fisiologia
delle passioni o nuova dottrina de' sentimenti morali, Tip. Marietti, Torino, F.
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Commedia, Tip. Marietti, Torino); G. Gianelli,
L'uomo ed i codici nel nuovo Regno d'Italia. Commentario medico-legale, in
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sociale», Milano. G. Corniani, I secoli della letteratura
italiana dopo il suo risorgimento, F. Predari,
VIII, Utet, Torino); S. Berruti, Saggio sulla vita e sugli scritti del
professore cavaliere Lorenzo Martini, s.e., Bologna); L. Martini, Emilio, 12
voll., Tip. Marietti, Torino); S.G.M. Berruti, Saggio sulla vita e sugli
scritti del professore cavaliere Lorenzo Martini, s.e., Bologna); G. Corniani,
I secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento, F. Predari, VIII, Utet, Torino 1856. G.B. Gerini, Due
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1909. G.L. Gianelli, L'uomo ed i codici nel nuovo Regno d'Italia. Commentario
medico-legale, in «Politecnico. Repertorio mensile di studi applicati alla
prosperità e cultura sociale», IX, Milano.
Lorenzo Martini. Martini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Martini” –
The Swimming-Pool Library.
Martino
(Napoli). Filosofo. Grice: “I like Martino – and his
interviewees – there is indeed a ‘discepolato’ around him.” Grice: “We don’t
have anything like Martino at Oxford – Hollis is the closest I can think.”
Grice: “In his strictly philosophical explorations, Martino aptly clashes with
Croce!” -- Dopo la laurea a Napoli con una tesi in Storia delle religioni sui
gephyrismi eleusini sotto la direzione di Adolfo Omodeo, si interessa alle
discipline etnologiche. Si iscrive ai GUF e alla Milizia Universitaria,
collaborando a L'Universale di Berto Ricci e facendo circolare in una cerchia
ristretta di collaboratori un Saggio sulla religione civile poi rimasto
inedito. L'ingresso nel circolo crociano «Erano quelli gli anni in cui
Hitler sciamanizzava in Germania e in Europa, e ancora lontano era il giorno in
cui le rovine del palazzo della Cancelleria avrebbero composto per questo
atroce sciamano europeo la bara di fuoco in cui egli tentava di seppellire il
genere umano: ed erano anche gli anni in cui una piccola parte della gioventù
italiana cercava asilo nelle severe e serene stanze di Palazzo Filomarino per
risillabare il discorso elementarmente umano altrove impossibile, persino nella
propria famiglia». Il suo saggio, “Naturalismo e storicismo
nell'etnologia” è un tentativo di sottoporre l'etnologia al vaglio critico
della filosofia storicista di Benedetto Croce. Secondo de Martino, l'etnologia
solo attraverso la filosofia storicista avrebbe potuto riscattarsi dal suo
naturalismo (tratto che accomuna, per de Martino, tanto la scuola sociologica
francese che gli indirizzi "pseudostorici" tedeschi e viennesi). Fu
lo stesso Croce a introdurre il giovane de Martino all'editore Laterza,
suggerendo la pubblicazione del libro, in cui, nonostante qualche ingenuità, si
può già scorgere in nuce l'idea del successivo lavoro sul "magismo
etnologico". Scritto negli anni della seconda guerra mondiale e pubblicato
nel 1948, Il mondo magico è il libro nel quale Ernesto de Martino elabora
alcune delle idee che rimarranno centrali in tutta la sua opera
successiva. Qui de Martino costruisce la sua interpretazione del magismo
come epoca storica nella quale la labilità di una "presenza" non
ancora determinatasi, viene padroneggiata attraverso la magia, in una dinamica
di crisi e riscatto. In quel periodo, de Martino comincia a militare nei
partiti di sinistra. Prima, dal 1945, lavora come segretario di federazione, in
Puglia, per il Partito Socialista Italiano; influenzato da Gramsci e da Levi, cinque anni dopo, entra a far parte del
Partito Comunista Italiano. Anche per questa ragione, negli anni che seguono,
de Martino comincia a interessarsi sempre di più allo studio etnografico delle
società contadine del sud Italia, in contemporanea con le inchieste di
Vittorini e l’opera documentaristica di Zavattini. Di questa fase, talvolta
detta "meridionalista", fanno parte le opere più note al grande
pubblico: Morte e pianto rituale, Sud e magia, La terra del rimorso.
Innovativo nelle sue ricerche fu l'approccio multidisciplinare, che lo portò a
costituire un'équipe di ricerca etnografica. La terra del rimorso è la sintesi
delle sue ricerche sul campo (il Salento) affiancato da uno psichiatra
(Giovanni Jervis), una psicologa (L. Jervis-Comba), un'antropologa culturale
(Amalia Signorelli), un etnomusicologo (D. Carpitella), un fotografo (Franco
Pinna) e dalla consulenza di un medico (S. Bettini). Nello studio del fenomeno
del tarantismo vengono utilizzati anche filmati girati tra Copertino, Nardò e
Galatina. A queste monografie segue la pubblicazione dell'importante raccolta
di saggi, “Furore Simbolo Valore”. E stato collaboratore di R. Pettazzoni
all'Università "La Sapienza" di Roma, nell'ambito della Scuola romana
di Storia delle religioni. Come ordinario di Storia delle religioni e di
Etnologia, dha insegnato all'Cagliari, dove ha avuto uno stuolo di allievi. Con
ACirese, Lilliu, Cases, la sua assistente CGallini, e in seguito altri
studiosi, quali P. Cherchi, G. Angioni, P.
Clemente, e P. Solinas, saranno esponenti di una significativa, sebbene
mai formalizzata, scuola antropologica all'Cagliari, della quale de Martino è
considerato uno dei fondatori. È considerato uno dei più importanti
antropologi dell’età contemporanea, fondatore in Italia dell’umanesimo
etnografico e dell’etnocentrismo critico. La presenza La presenza in
senso antropologico, nella definizione di de Martino è intesa come la capacità
di conservare nella coscienza le memorie e le esperienze necessarie per
rispondere in modo adeguato ad una determinata situazione storica,
partecipandovi attivamente attraverso l'iniziativa personale e andandovi oltre
attraverso l'azione. La presenza significa dunque esserci (il
"da-sein" heideggeriano) come persone dotate di senso, in un contesto
dotato di senso. Il rito aiuta l'uomo a sopportare una sorta di "crisi
della presenza" che esso avverte di fronte alla natura, sentendo
minacciata la propria stessa vita. I comportamenti stereotipati dei riti
offrono rassicuranti modelli da seguire, costruendo quella che viene in seguito
definita come "tradizione". 11spedizione in Lucania Se si vuole
rintracciare in de Martino un filo comune e unitario tra l’influenza marxista e
gramsciana della “triade meridionalista” (esplicita anche attraverso la sua
militanza diretta nel PCI negli anni ‘50) di Morte e pianto ritual, Sud e
magia e La terra del rimorso e gli
appunti e i dossiers preparati per La fine del mondo, in cui è presente un’elaborazione
filosofica più marcatamente sui piani ontologico, esistenzialista e
fenomenologico e che vedranno la luce solo posteriormente dal riordino delle
carte ad opera di Angelo Brelich e Clara Gallini, bisogna rendere centrale il
nesso tra presenza/crisi/riscatto e il processo di destorificazione del
negativo ad opera dell’ethos del trascendimento; l’immaginazione simbolica
collettiva è la realizzazione di un’ethos del trascendimento che, come un mito
di fondazione per il senso di appartenenza o la sacralizzazione dell’”oggetto”
per scopi espiatori, rende possibile il superamento di una crisi, della
“presenza” in quanto soggetto che opera nella natura, che rischia di perdersi
in essa senza riscatto (escaton). Il soggetto dunque si ricolloca nella storia
tramite la cultura, e la crisi si rivela esistenziale nel rapporto tra se’ e il
mondo “altro da se’”. Ma la crisi affonda sempre nelle materiali condizioni di
vita e nelle modalità concrete di una prassi che deve tendere e tende
incessantemente alla trasformazione rivoluzionaria (che è escatologica nelle
religioni) come base insopprimibile della costituzione di sè come
soggetto: “Vi è dunque un principio trascendentale che rende
intellegibile l’utilizzazione e le altre valorizzazioni, e questo principio è
l’ethos trascendentale del trascendimento della vita nel valore: attività
dunque, ma ethos, dover-essere-nel-mondo per il valore, per la valorizzante
attività che fa mondo il mondo, e lo fonda e lo sostiene.” Costante,
inoltre, nella ricerca sul campo, come nelle analisi ed elaborazioni degli
ultimi anni, fu l’indagine sul valore euristico assegnato ai dati psicopapatologici,
sempre legato a una riflessione critica sulla trasferibilità delle relative
nozioni in contesti culturali diversi e sulle loro implicazioni sul piano
antropologico e filosofico più generale: dalla figura dello sciamano come
“Cristo magico” ne Il mondo magico, ai fenomeni di dissociazione e possessione
(influenzato dalle letture di Shirokogoroff e PJanet) nei riti della taranta,
fino alle note sulle “apocalissi psicopatologiche” ne La fine del mondo.
Il folklore progressivo Il concetto di folklore, come concezione del mondo
regressiva, secondo le “osservazioni sul folklore” del Quaderno XXVII di
Gramsci “un agglomerato indigesto di frammenti di concezioni del mondo e
superstiti documenti mutili e contaminati”, ma anche di positiva creatività
delle classi subalterne (come i canti popolari), in opposizione alla cultura
dotta delle élite dirigenti, fu oggetto di riflessione dell’antropologo
partenopeo a partire dal 1949, con il saggio “Intorno ad una storia del mondo
popolare subalterno”, pubblicato su Società sul nr.3 di quell’anno, in cui
riprende studi e indagini della nuova etnologia sovietica (Tolstov, Hippius,
Cicerov, ispirati da Propp). In un saggio lo define come proposta consapevole
del popolo contro la propria condizione socialmente subalterna, o che commenta,
esprime in termini culturali, le lotte per emanciparsene.” Il concetto fu poi
ripreso, discusso problematicamente e allargato in particolare da Cirese (in
rapporto a Gramsci) e Satriani (il folklore come cultura di
contestazione). I “folkloristi” erano stati oggetto di critica di de
Martino già nella sua prima opera del 1941, Naturalismo e storicismo
nell’etnologia, in quanto puri descrittori e catalogatori con criterio
naturalistico e non storico-culturale: per cui il folklore rimane, pur
categorizzato come “progressivo”, come fenomeno di indagine antropologica nei
termini più complessivi di cultura popolare. Crisi della presenza e
destorificazione del negativo In quanto alla “crisi della presenza” come
spaesamento, ne La fine del mondo, Ernesto de Martino racconta di una volta in
Calabria quando, cercando una strada, egli e i suoi collaboratori fecero salire
in auto un anziano pastore perché indicasse loro la giusta direzione da
seguire, promettendogli di riportarlo poi al posto di partenza. L'uomo salì in
auto pieno di diffidenza, che si trasformò via via in una vera e propria
angoscia territoriale, non appena dalla visuale del finestrino sparì alla vista
il campanile di Marcellinara, il suo paese. Il campanile rappresentava per
l'uomo il punto di riferimento del suo circoscritto spazio domestico, senza il
quale egli si sentiva realmente spaesato. Quando lo riportarono indietro in
fretta l'uomo stava penosamente sporto fuori dal finestrino, scrutando
l'orizzonte per veder riapparire il campanile. Solo quando lo rivide, il suo
viso finalmente si riappacificò. In un altro esempio, per esprimere il
medesimo concetto, De Martino racconta degli Achilpa, cacciatori e raccoglitori
australiani, nomadi da sempre e per sopravvivenza, che avevano però l'usanza di
piantare al centro del loro accampamento un palo sacro, intorno al quale
celebravano un rito ogni volta che "approdavano" in un luogo nuovo.
Il giorno che il palo si spezzò, i membri della tribù si lasciarono morire,
sopraffatti dall'angoscia. Il concetto di spaesamento, come una
condizione molto "rischiosa" in cui gli individui temono di perdere i
propri riferimenti domestici, che in qualche modo fungono da "indici di
senso", viene inserito dunque da de Martino nelle sue categorie di “crisi
della presenza” e destorificazione del negativo. La crisi della presenza
caratterizza allora quelle condizioni diverse nelle quali l'individuo, al
cospetto di particolari eventi o situazioni (malattia, morte, conflitti morali,
migrazione), sperimenta un'incertezza, una crisi radicale del suo essere
storico (della "possibilità di esserci in una storia umana", scrive
de Martino) in quel dato momento scoprendosi incapace di agire e determinare la
propria azione. La destorificazione del negativo permette l'universalizzazione
della propria condizione umana in una dimensione mitico-simbolica, mediata
dalla religione e presente nel rito. Secondo Amalia Signorelli, antropologa ee
collaboratrice della spedizione nel Salento, "Il dato esistenziale
che ha scatenato la crisi (morte, malattia, paura e altro ancora) viene
mentalmente astratto dal contesto storico per entro il quale è stato esperito e
viene ricondotto a un tempo e a una vicenda mitici". Se il mito è
narrazione, il rito è un comportamento orientato ad uno scopo e ripetuto con
parole e gesti di significato altamente simbolico. È così che mito, rito e
simbolo diventano un circuito volto alla soluzione della crisi, astraendo dalla
storia reale in cui agisce il negativo. Quando è il negativo a prevalere,
e questo accade in fasi particolarmente drammatiche dell’esistenza umana (come
la morte di una persona cara), può manifestarsi una crisi radicale, una
“funesta miseria esistenziale”, per cui l’ethos del trascendimento non riesce
più a risolvere la crisi nel valore e la mancata valorizzazione fa perdere
anche l’operabilità sul reale. L’attività etica della valorizzazione è
necessaria per impedire la destrutturazione dell”esserci”, in quanto il
“vitale” vede per intero invaso il suo spazio, quello dell’intersoggettività e
il rapporto con il mondo. Avviene allora che “la presenza abdica senza
compenso”. L'elaborazione del lutto ed il pianto rituale antico
Magnifying glass icon mgx2.svg Morte di
Gesù negli studi antropologici e Planctus. Organizza una serie di spedizioni di
ricerca in Lucania, accompagnato da un’equipe interdisciplinare, tra cui
Vittoria De Palma, anche lei etnologa e compagna di vita e con l’utilizzo di
strumenti quali il magnetofono e la cinepresa, innovativi rispetto all’indagine
folklorica classica. Riconnettendosi a Il mondo magico, decide di concentrarsi
sul lamento funebre e la “crisi del cordoglio”, ai segni, al simbolismo delle
ritualità legate ad una crisi esistenziale tra le più gravi, come quella che
segue la perdita di un caro, e il pianto e il dolore collettivi che
rappresentano la “crisi della presenza”, della propria e di tutti, minacciata
dalla morte. Il pericolo del lutto è dunque quello dell’annullamento
totale. In Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto
di Maria affronta anche il senso della morte di Cristo in rapporto alla
condizione esistenziale dell'uomo nel mondo ed al momento traumatico della
esperienza della morte dei propri cari. Di fronte alla "crisi del
cordoglio" che può portare al crollo esistenziale, emerge la esigenza di
elaborare culturalmente il lutto, nella forma socialmente codificata del rito.
La consolazione offerta dal credo religioso riconduce a forme sopportabili la
carica drammatica del lutto, riferendola simbolicamente alla morte tragica di
Cristo sulla croce, forme che consentono di ritrovarsi uguali nel dolore, ma
che diventano anche promessa di resurrezione. «È possibile interpretare
la genesi del protocristianesimo come esemplarizzazione di una storica
risoluzione del cordoglio che trasforma Gesù morto in Cristo risorto e il morto
che torna nel morto-risorto presente nella chiesa e nel banchetto eucaristico.
Le apparizioni di Cristo dopo la morte testimoniano la Resurrezione e la
presenza di Cristo nella chiesa sino al compimento del piano temporale di
salvezza. Dopo l'Ascensione la discesa dello S.S. inaugura l'epoca in cui il
morto-risorto è con i credenti sino alla fine, per donare la spinta alla testimonianza
missionaria. Il Cristianesimo diventa un grande rituale funerario per una morte
esemplare risolutiva del vario morire storico e come pedagogia del distacco e
del trascendimento rispetto a ciò che muore (il che poteva aver luogo solo in
quanto il morto era l'unto dell'Uomo-Dio)". Abbiamo un esempio storico di
soluzione della crisi e la garanzia mediante la fede della presenza del Risorto
nella comunità. La celebrazione eucaristica rappresenta contemporaneamente l'evento
passato di un Cristo al centro del piano temporale di salvezza (mito che
garantisce e fonda la salvezza futura) e l'evento futuro della definitiva
Parusia.» De Martino indaga la persistenza, nelle realtà marginalizzate
della Lucania, del pianto funebre, come “riplasmazione” del planctus
irrelativo, rito antichissimo e diffuso prima del Cristianesimo in tutta l'area
mediterranea. La destorificazione dell’evento luttuoso, soggettivamente
vissuto, permette di riportarlo ad una dimensione mitico-rituale, e dunque al
superamento della crisi. Su questi temi si è soffermata una sua
studentessa e collaboratrice, la scrittrice Muzi Epifani, nella commedia La
fuga, scritta a dieci anni dalla sua scomparsa. Opere:“Naturalismo e
storicismo nell'etnologia,” Laterza, Bari, n. ed. con introduzione e cura di Matteis,
Argo, Lecce, “Il mondo magico: prolegomeni a una storia del magismo,” Einaudi,
Torino, Boringhieri, Torino (con
introduzione di Cesare Cases e in appendice testi di Benedetto Croce, Paci,
Pettazzoni e Eliade) “Morte e pianto
rituale nel mondo antico: dal lamento pagano al pianto di Maria, Einaudi,
Torino, Premio Viareggio Saggistica; n. ed. Bollati Boringhieri, Torino (con
introduzione di Gallini) “Sud e magia,” Feltrinelli, Milano (con introduzione di
Umberto Galimberti). “Sud e magia La terra del rimorso. Contributo a una storia
religiosa del Sud,” Il Saggiatore, Milano, “Furore, simbolo, valore, Il
Saggiatore, Milano, poi Feltrinelli,
Milano, (con introduzione di Luigi M. Lombardi Satriani) e (con introduzione di Marcello Massenzio) “Magia
e civiltà. Un'antologia critica fondamentale per lo studio del concetto di magia
nella civiltà occidentale,”Garzanti, Milano, Mondo popolare e magia in Lucania,
a cura e con prefazione di Rocco Brienza, Basilicata, Roma-Matera,La fine del
mondo. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali, Gallini, con introduzione
di Gallini e Massenzio, Einaudi, Torino, La collana viola: lettere (con Cesare
Pavese), Pietro Angelini, Bollati Boringhieri, Torino, Scritti su religione, marxismo
e psicoanalisi, Altamura e PFerretti, Nuove edizioni romane, Roma, Compagni e
amici: lettere di Ernesto de Martino e Pietro Secchia, Riccardo Di Donato, La
nuova Italia, Firenze, “Storia e metastoria”“i fondamenti di una teoria del sacro,
introduzione e cura di Marcello Massenzio, Argo, Lecce, “Note di campo:
spedizione in Lucania, edizione critica Clara Gallini, Argo, Lecce, “L'opera a
cui lavoro: apparato critico e documentario alla Spedizione etnologica in
Lucania, Clara Gallini, Argo, Lecce, Una vicinanza discreta: lettere (con
Renato Boccassino), Francesco Pompeo, Oleandro, Roma, “I viaggi nel Sud di
Ernesto de Martino, Clara Gallini e Francesco Faeta, fotografie di Arturo
Zavattini, Franco Pinna e Ando Gilardi, Bollati Boringhieri, Torino, “Panorami
e spedizioni: le trasmissioni radiofoniche,”Luigi M. Lombardi Satriani e
Letizia Bindi, Bollati Boringhieri, Torino, “Musiche tradizionali del Salento:
le registrazioni di Diego Carpitella ed Ernesto de Martino a cura e testi di Maurizio Agamennone, Squilibri,
Roma,Scritti filosofici, Roberto Pastina, il Mulino, Bologna, Dal laboratorio
del mondo magico: carteggi Pietro Angelini, Argo, Lecce, Ricerca sui guaritori
e la loro clientela, Adelina Talamonti, Argo, Lecce (con introduzione di Clara
Gallini)Etnografia del tarantismo pugliese. I materiali della spedizione nel
Salento, Signorelli e Valerio Panza, Introduzione e commenti di Amalia
Signorelli, Argo, Lecce . La fine del mondo. Contributo all'analisi delle
apocalissi culturali, nuova edizione Giordana Charuty, Daniel Fabre, Marcello
Massenzio, Einaudi, Torino. E. de
Martino, Promesse e minacce dell'etnologia, in Id., Furore Simbolo Valore,
Milano, filosofico.net. 19 luglio . Giulio Angioni, Una scuola antropologica
sarda?, in Giulio Angioni et al. (Luciano Marrocu, Francesco Bachis, Valeria
Deplano), La Sardegna contemporanea. Idee, luoghi, processi culturali, Roma,
Donzelli, Martino, cap.VI “Antropologia e marxismo” par. “Marxismo e
religione”, in La fine del mondoContributo all’analisi delle apocalissi
culturali, Einaudi, Ernesto de Martino, Il folklore progressivo, in l’Unita’, Amalia
Signorelli, Ernesto De MartinoTeoria antropologica e metodologia della ricerca,
L'asino d'oro ed. Il mondo magico, ed.,
Torino, Ernesto de Martino, La Fine del Mondo, Einaudi, Torino, Premio
letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci. 9Giulio
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Giulio Angioni, Una scuola antropologica sarda?, in Luciano Marrocu, Francesco
Bachis, Valeria Deplano , La Sardegna contemporanea. Idee, luoghi, processi
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dell'impensabile. Apocalissi e salvezza in Ernesto de Martino, Rivista
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ricerca filosofica di Ernesto De Martino, Università degli Studi di Trento,
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Martino. Le precedenti vite di un antropologo, FrancoAngeli, Milano, Placido Cherchi e Maria Cherchi, Ernesto De
Martino: dalla crisi della presenza alla comunità umana, Napoli, Liguori, Placido
Cherchi, Il peso dell'ombra: l'etnocentrismo critico di Ernesto De Martino e il
problema dell'autocoscienza culturale, Napoli, Liguori, Placido Cherchi, Il
signore del limite: tre variazioni critiche su Ernesto De Martino, Napoli,
Liguori, Stefano De Matteis, Il leone che cancella con la coda le tracce.
L'itinerario intellettuale di Ernesto de Martino, Napoli, d'If, Riccardo Di
Donato , La Contraddizione felice?: Ernesto De Martino e gli altri, ETS, Pisa, Muzi
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London and Oakville: Equinox. Clara Gallini e Francesco Faeta , I viaggi nel
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Aurelio Rigoli, Magia ed etnostoria, Boringhieri, Torino, Benedetto Croce
Vittorio Lanternari Claude Lévi-Strauss Diego Carpitella Tarantismo Carlo
Tullio Altan Alberto Mario Cirese Giulio Angioni Antropologia culturale Placido
Cherchi Scuola antropologica di Cagliari Antonio Gramsci Storia delle religioni
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Martino Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o
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de Martino, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Mariannita Lospinoso, DE
MARTINO, Ernesto, in Enciclopedia Italiana, IV Appendice, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 1Vittorio Lanternari, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Ernesto de Martino, su
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in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, . Recensione a Morte e pianto rituale. Dal lamento
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una storia del magismo. Ernesto de Martino Pagina autore Liber Censor.net di Ernesto de Martino (formato pdf) Istituto
Ernesto De Martino, su iedm. Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino, su
smsdemartino.noblogs.org. Interpretazioni dell'apocalisse: le tre edizioni de
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Academia.edu. Ernesto de Martino. Martino. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e
Martino” – The Swimming-Pool Library.
Masci (Francavilla al Mare). Filosofo. Grice: “But perhaps more interesting that his explorations on the
judicative are Masci’s conceptual analysis, and fascinating ‘natural’ history
of the will, with a focus on Aristotle!” Grice: “Like Masci, I make a
conceptual connetction between willing and free-will.” – or “volonta” e
“liberta” in his words!” -- Grice: “I like Maci; he has philosophised on forms
of intuition and instincdt – cf. my “Needs’ – and what he calls the
psycho-physical materialism. Also on what he calls the psychological
parallelism – He spent a few essays on quantification and measurement in atters
of the soul -- -- and speaks of an ‘indirect measure’ in psychology. He has
opposed ‘conoscenza’ to ‘credenza’ (cf. my knowledge and belief) , and further,
‘conosecenza and pensiero’ , knowledge and thought. Nato in una famiglia
della borghesia abruzzese, perse il padre Guglielmo all'età di 4 anni.
Frequentò il collegio Giambattista Vico di Chieti e, completati gli studi
liceali, fu allievo del professor Mola, che gli insegnò filosofia, scienze e
matematica. Iniziò nel 1862 gli studi di giurisprudenza all'Napoli, dove si
laureò nel 1866, ed in seguito studiò scienze politico-amministrative. Cominciò
ad approfondire le sue conoscenze filosofiche grazie alle lezioni tenute da
Bertrando Spaventa nella stessa città. Influenzato dalla sua formazione
universitaria e dallo stesso Spaventa, al centro dei suoi primi studi c'era il
pensiero di Kant e Hegel. Ottenne la cattedra di professore reggente di
filosofia presso il liceo di Chieti, prima dell'abilitazione che gli fu
consegnata a Pisa. Inoltre venne nominato vincitore di un concorso della Reale
Accademia delle scienze morali e politiche grazie ad un saggio sulla Critica
della ragion pura. Divenne libero docente di filosofia teoretica all'Napoli e,
l'anno successivo, di storia della filosofia presso l'Pavia. Abbandona
l'insegnamento a Chieti per recarsi a Padova, dove era stato nominato
professore straordinario di filosofia morale. All'istituto scolastico lasciò
numerosi scritti sulla filosofia antica. Un anno dopo divenne Professore
all'Napoli. Ottenne la carica di rettore dell'Napoli e di consigliere
comunale della medesima città. Nel corso della sua carriera politica fu eletto
deputato dal collegio di Ortona al Mare per la XIX legislatura e fu un
sostenitore di Annunzio. Entra nel
Senato del Regno, dove intervenne più volte sul tema dell'istruzione pubblica.
Sosteneva la maggiore importanza della formazione classica rispetto a quella tecnica
o scientifica nelle scuole secondarie. Liceo scientifico
"Filippo Masci" a Chieti Fu Presidente dell'Accademia di lettere ed
arti della Società Reale di Napoli, socio della Regia Accademia dei Lincei,
membro del Consiglio superiore dell'Istruzione Pubblica e di altre istituzioni
culturali. Presso i lincei difese l'importanza di Kant e Fichte in contrasto
con le parole di Luigi Luzzati che li aveva criticati per essere filosofi
tedeschi. S’erige un busto commemorativo a Francavilla al Mare e il neonato
liceo scientifico di Chieti fu intitolato in suo onore. Nel corso della
sua carriera conobbe Scarfoglio e Annunzio, che continuò a frequentare negli
anni successivi. Inoltre fu tenuto in grande considerazione da Spaventa.
Compone “Pensiero e conoscenza”, in cui sono racchiusi gli aspetti più
importanti della sua filosofia. Ha molteplici interessi (filosofia, psicologia,
sociologia, pedagogia, diritto e storia) ed è considerato uno dei più
importanti esponenti del neo-kantismo o neo-criticismo, avendo rifiutato sia
alcune posizioni di Spaventa, sia l'affermato positivismo di Ardigò, che
esclude ogni possibile principio a priori della conoscenza. La ripresa della
filosofia di Kant e segnata dalla convinzione che e sbagliato ridurre la realtà
a pura rappresentazione, ma anche dal tentativo di studiare la genesi psicologica
delle categorie e quindi negare la loro formulazione numericamente rigida. Nel
materialismo psico-fisico cerca di dimostrare l'unità tra anima e natura in una
concezione psico-fisica della realtà, ma la sua filosofia e criticata da
Gentile, anche a causa della mancata adesione al ne-oidealismo. Altre saggi:
“Le forme dell'intuizione” (Del Vecchio, Chieti); “Le teorie sulla formazione
naturale dell'istinto”Memoria letta alla R. Accademia di Scienze Morali e
Politiche della Società Reale di Napoli. Napoli: Tipografia della Regia
Università, “Il materialismo psico-fisico”“Il parallelismo in psicologia, “Atti
dell'Accademia di Napoli”, Napoli Intellettualismo e pragmatismo, “Atti della
Regia Accademia delle Scienze morali e politiche”, Napoli, “Quantità e misura
nei fenomeni psichici”Memoria letta all'Accademia di Scienze Morali e Politiche
della Società Reale di Napoli. Napoli: Federico Sangiovanni & Figlio, “Della
misura indiretta in psicologia.”Conoscenza scientifica e conoscenza matematica.
Napoli: Federico Sangiovanni & Figlio, “Credenza e conoscenza” -- “I like the latest bit, where he discusses
the reciprocity of the faculties” – Grice.)
Atti dell'Accademia di Napoli”, Napoli, “Pensiero e conoscenza,”Bocca
Editori, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italian astrino per uniforme
ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia Ufficiale dell'Ordine
dei Santi Maurizio e Lazzaronastrino per uniforme ordinariaUfficiale
dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Note Schede di personalità
abruzzesi importanti nel campo della filosofia, Regione Abruzzo). Storia
del liceo F. Masci e biografia, Liceo F. Masci). Discorso di commiato per la morte di Masci,
su notes9.senato. 15 luglio . Alfonso
Pietrangeli, Filippo Masci e il suo neocriticismo, Cedam, Padova 1962. Luigi
Gentile, Filippo Masci : dal criticismo kantiano al monismo psicofisico, Noubs,
Chieti 2003. Giuseppe Landolfi Petrone, Masci Filippo, in Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, ATreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Filippo Masci, in Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere di Filippo Masci, su Liber Liber.
Opere di Filippo Masci, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Filippo Masci, su storia.camera, Camera dei
deputati. Filippo Masci, su Senatori
d'Italia, Senato della Repubblica. Filippo Masci. Masci. Keywords: criticismo,
neo-criticismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masci” – The Swimming-Pool
Library.
Masi (Firenze). Filosofo. Grice: “Unlike Masi, I don’t think ontology
has reached its end – il fine dell’ontologia” – Grice: “Masi has elaborated on
the power of reason not from an Ariskantian perspective but from a Plathegelian
one! – Masi: “Il potere della ragione: Eraclito, Platone, Hegel.” -- Grice: “It’s amazing Masi was implicating the
same things as I was on S izz P and P hazz S; he even managed a coinage, ‘uni-equivocity’
– I love it!”. Figlio di Enrico Masi, generale dell'Esercito Italiano, e Leda
Nutini. Ha compiuto i suoi studi a Bologna, conseguendo la maturità classica
presso il liceo statale L. Galvani. Iscrittosi a Bologna, vi si laureò con lode
con una tesi sul diritto di famiglia
negli Statuti Bolognesi. Assolse agli obblighi di leva e fu trattenuto alle
armi in base alle disposizioni di emergenza del periodo. Congedato, riprese gli
studi di filosofia a Bologna, dove conseguì la laurea con lode, discutendo co
Battaglia la tesi, “Individuo, società, famiglia in Rosmini”. La tesi gli valse
l'ammissione, con borsa di studio a Milano. Dopo il primo anno, fu richiamato
alle armi nel periodo bellico. Ottenuto il congedo definitivo, insegna
filosofia a Bologna. Participa ai principali convegni e congressi, come quelli
del Centro Studi Filosofici di Gallarate, come attesta la sua collaborazione
alla Enciclopedia filosofica quel Centro. Dona su collezione alla Pinacoteca
comunale di Pieve di Cento. L'interesse storiografico che muove Masi alla ricostruzione di Kierkegaard da un
profondo e originale impegno teoretico, volto ad approfondire il concetto
metafisico di "analogia", cui il discorso di Kierkegaard, come l'A.
si propone di illustrare nel suo saggio, risulta fortemente legato. Sotto un
profilo strettamente storiografico, il Masi approda, attraverso un'attenta
rilettura delle "opere edificanti" di Kierkegaard, ad
un'interpretazione che ridimensiona questo pensatore, scoraggiando molti luoghi
comuni della critica.." (A. Baboline).
"Nel linguaggio filosofico contemporaneo l'aggettivo
"platonico", riferito a una qualsiasi entità, vuole denotare
l'immobilità a-storica, il suo permanere in un'assoluta identità con sé
medesima al di sopra delle alterne vicende del divenire. Ciò deriva da una
tradizione ermeneutica del platonismo. Uno degli aspetti più rilevanti del
volume di Masi risiede appunto nello sforzo operato a de-mitizzare una tale
ermeneutica... questa ricerca del Masi costituisce un lucido esempio di come
oggi una filosofia, che si presenta spiritualistica e umanistica, sappia
ripiegarsi a cogliere con consapevolezza trasparente e spregiudicata, le
proprie radici alle fonti più vive della tradizione culturale
dell'Occidente" (A. Babolin).
"Le zitelle è un libro divertente, curioso, strano. Il pregio
maggiore di questo libro è di essere tutto su di uno stesso tema musicale.”
Opere: “Esistenza” (Bologna; “La verità,” Bologna, “La libertà,” Bologna,
“Metafisica,” Milano, “La fine dell'ontologia,” Milano, “Disperazione e
speranza. Saggio sulle categorie kierkegaardiane,” Padova, “Il potere della
ragione,” Padova, “Il problema
aristotelico,” Bologna, “L'esistenzialismo,” “Grande antologia filosofica. Il
pensiero contemporaneo,” Milano “Il pensiero ellenistico,” Bologna, “L'uni-equivocità
dell'essere in Aristotele (Genova: Casa Editrice) – cf. Grice, “Aristotle on
the multiplicity of being” -- Tilgher “Lo spiritualismo” antico. Il pensiero
religioso egiziano classico, Bologna: Clueb, “Lo spiritualismo ellenistico.” La
grande svolta del pensiero occidentale, Bologna: Clueb, Lo spiritualismo
cristiano antico. Dalle origini a Calcedonia, Bologna: Clueb Origène o della
riconciliazione universal, Bologna, “Lo spiritualismo indiano. Dalle Upanishad
al Buddha, Bologna: Clueb Lo spirito magico. Saggi sul pensiero primitivo, Bologna:
Clueb, Studi sul pensiero antico e dintorni, Bologna L'idea barocca. Lezioni sul
pensiero del Seicento, Bologna: Clueb, Il concetto di cultura, Bologna: Clueb, Commento al Timeo” (Bologna:
Clueb“Dell'eternità, e altri argomenti,’ Bologna: Clueb Narrativa Penombre,” Torino:
Casa Editrice A.B.C. SL'esile ombra, Torino: Casa Editrice A.B.C. Le zitelle,
Milano: Todariana Editrice, Il cane cinese, Roma: Vincenzo Lo Faro Editore
Il gatto Siamese, Roma: Vincenzo Lo Faro
Editore. Il figlio dell'ufficiale, Marta, L'ultima estate, Firenze: Firenze
Libri “La carriera di un libertino,”La dea bambina, Firenze: Firenze “Oltre le
dune,” Firenze: Firenze Libri Le donne, Roma: Gabrieli Editore L'ignoto. Il
sogno, Firenze: L'Autore Libri, Tra le
quinte del liceo. L'orologio a Pendolo, Firenze: L'Autore Libri, Il palloncino
rosso e altri racconti, Firenze: L'Autore Libri, La partenza, Firenze: L'Autore
Libri Il sogno, Roma: Gabrieli Editore Angelina e altri racconti, Firenze:
L'Autore Libri La croce di Sant'Elpidio. Il cane cinese, Firenze Il lupo di
Sestola, Firenze: L'Autore Libri Poesia Apollo e Dafne, Padova: L'Edicola Le
stagioni e i giorni, Padova: L'Edicola, La tomba d'erba, Padova: L'Edicola
Maremma tu, Milano: Todariana EditricePremio Montediana di poesia, A. Babolin,
rec. a Disperazione e speranza, in "Riv. di Fil. Neosc.", A. Babolin, rec. a il potere della ragione, in:
"Riv. di Fil. Neosc.", F. Tombari, rec. a Le zitelle, Milano:
Todariana Editrice Nunzio Incardona. Giuseppe
Masi --. Keywords uni-equivociat dell’essere in Aristotele. Giuseppe Masi.
Masi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masi” – The Swimming-Pool
Library.
Massarenti (Eboli). Filosofo. Grice: “His dictionary of non-common ideas I would give to Austin
on his birthday; he would hate it! He was all for common lingo!” -- “I like
Massarenti: he can be provocative. I like his study on what he calls a
‘neologissimo’ – and the idea of the pocket-philosopher! I know I’m one! On the
other hand, he has written on ‘la buona logica,’ but isn’t ‘logica’ already a
value-paradeigmatic expression? His study on god-damn logic is good – since
that’s what I do, with my theory of implicature. To say, “My wife is in the
kitchen or the bedroom” when I know where she is – and thus when I have
truth-functional grounds to utter the stronger disjunct, it’s still goddamn
logic – I haven’t lied! True but misleading – aka god-dman logic!” Responsabile
del supplemento culturale Il Sole-24 Ore-Domenica, dove si occupa di storia e
filosofia della scienza, filosofia morale e politica, etica applicata, e dove
tiene la rubrica Filosofia minima. Armando
Massarenti vive a Milano, dove dirige il supplemento culturale Domenica de Il
Sole 24 Ore. Scrive L'etica da applicare. Redatta il Manifesto di bioetica
laica, che ha suscitato un vasto dibattito.[senza fonte] È stato membro
dell'Osservatorio di Bioetica della Fondazione Einaudi di Roma e dal fa parte del Comitato etico della Fondazione Veronesi,
presieduto da Giuliano Amato. Direttore della rivista Etica ed economia
(Nemetria). Ha curato e introdotto
diversi volumi di argomento filosofico-scientifico, come L'ingranaggio della
libertà di Friedman (Liberilibri, Macerata), la Storia dell'astronomia di
Giacomo Leopardi (La vita felice, Milano), Rifare la filosofia di Dewey
(Donzelli, Roma). Per Feltrinelli ha
curato e introdotto il volume Laicismo indiano (Milano), una raccolta di saggi
del Premio Nobel per l'economia Amartya Sen.
Ha curato il numero monografico della Rivista di Estetica dedicato al
dibattito su "Analitici e continentali" e, con Vittorio Possenti, il volume
Nichilismo, relativismo, verità. Un dibattito (Rubbettino, Soveria Mannelli).
Ha curato la collana I Grandi Filosofi (trenta volumi sui protagonisti della
storia del pensiero, da Socrate a Wittgenstein, per i quali ha anche scritto le
prefazioni, confluite ne Il filosofo tascabile). Nel è in corso di pubblicazione una serie analoga
dedicata ai grandi della scienza. Ha
scritto Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima per il quale
gli sono stati conferiti il Premio Filosofico Castiglioncello e il premio di saggistica "Città delle
Rose"Il lancio del nano è anche oggetto di un esperimento didattico,
promosso dalla Società Filosofica Italiana (Sfi), attraverso il quale viene
proposto un modo nuovo di motivare gli studenti allo studio della filosofia e
alla capacità di argomentare in proprio. Dal libro è stato tratto anche uno
spettacolo teatrale, per la regia di Claudio Longhi (prodotto da Mimesis). Con Gilberto Corbellini e Pino Donghi ha
curato e in parte scritto il volume Bi(bli)oetica. Istruzioni per l'uso
(Einaudi), un dizionario di bioetica sui generis, dal quale il regista Luca
Ronconi ha tratto l'omonimo spettacolo teatrale andato in scena a Torino, per
il progetto Domani delle Olimpiadi6. Ha
scritto Staminalia. le cellule etiche e i nemici della ricerca, una
ricostruzione del dibattito etico e scientifico sulla ricerca sulle staminali,
recensito, tra gli altri, da Elena Cattaneo sulla rivista Nature. Ha scritto Il filosofo tascabile. Dai
presocratici a Wittgenstein. 44 ritratti per una storia del pensiero in
miniatura. In contemporanea è uscito “Stramaledettamente logico. Esercizi
filosofici su pellicola (Laterza, Roma-Bari) una raccolta di saggi su cinema e
filosofia (di Claudia Bianchi, Roberto Casati, Achille Varzi, Nicla Vassallo)
di cui ha scritto introduzione e saggio conclusivo. Ha insegnato come professore a contratto
nelle Bologna, Lugano, Siena, Milano. Dirige per Mondadori Università la
collana "Scienza e filosofia".
Fa parte delle giurie di due premi per la divulgazione scientifica: il
Premio Giovanni Maria Pace, promosso dalla SISSA di Trieste, il Premio
letterario Galileo per la divulgazione scientifica, legato al Campiello
(Padova), e il premio letterario Merck Serono. È stato anche nella giuria del
Premio del Giovedì "Marisa Rusconi", conferito ogni anno a Milano a
un romanzo italiano opera prima. Ha
vinto diversi premi: il Premio Dondi per
la Storia della Scienza, delle tecniche e dell'Industria (Padova); n il Premio
Voltolino per la divulgazione scientifica (Pisa); n il Premio Mente e Cervello
(Torino); nel il premio Capri, il premio
Argil e il premio Capalbio; nel il
Premio Città di Como. Opere: “L'etica da
applicare: una morale per prendere decisioni,” Milano, Il Sole-24 Ore libri, “Il
lancio del nano” -- e altri esercizi di “filosofia minima,” Parma, Guanda, Staminalia.
“Le cellule” etiche e i nemici della ricerca, Parma, Guanda, “Il filosofo tascabile” “dai presocratici a
Wittgenstein”“ritratti per una storia del pensiero in miniatura,” Parma, Guanda,
“Dizionario delle idee non comuni,”Parma, Guanda, .“Filosofia, sapere di non
sapere: le domande che hanno caratterizzato lo sviluppo del pensiero” Firenze,
D'Anna.“Perché pagare le tangenti è razionale ma non vi conviene” e altri saggi
di etica politica, Parma, Guanda, .“Istruzioni per rendersi felici.”“Come il
pensiero antico salverà gli spiriti moderni, Milano, Guanda, .“La buona
logica.” Imparare a pensare, con Paolo Legrenzi, Milano, Cortina, “.Metti
l'amore sopra ogni cosa: una filosofia per stare bene con gli altri,”Milano,
Mondadori, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. su openMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere di Armando Massarenti, .
Registrazioni di Armando Massarenti, su Radio Radicale, Il lancio del
nano e altri esercizi di filosofia minima, su italialibri.net.Armando
Massarenti: tangenti e moralità, su filosofia.rai. Armando Massarenti.
Massarenti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Massarenti” – The
Swimming-Pool Library.
Massari (Seminara). Filosofo. Bernardo Massari -- calabro --
Barlaam: -- Grice: “Should it be under B – Barlam, under Seminara, like Occam?” Barlaam Calabro – di Calabria – Scrive di aritmetica,
musica e acustica. E uno dei più
convinti fautori della riunificazione fra le Chiese d'oriente e occidente. È
considerato insieme ai suoi due allievi Leonzio Pilato e Boccaccio uno dei padri
dell'Umanesimo. Studiain Galatro, Calabria. Pare che il suo successo come
filosofo (un suo trattato sull'etica stoica è preservato) e ragione di gelosia
da parte di N. Gregorio. Nell'ambito delle trattative per la riunificazione tra
le due Chiese di Oriente e di Occidente, a lui venne affidata la difesa delle
ragioni greche; in tale occasione sviluppò le sue critiche verso l'esicasmo e a
sottolineare la differenza di valore tra la teologia scolastica e la
contemplazione mistica. E protagonista di una violenta polemica contro i metodi
ascetici e mistici di alcuni monaci dell'Athos e del loro sostenitore G. Palamas.
Il dibattito divenne sempre più acceso fino a culminare in un concilio generale
alla fine del quale venne costretto a sospendere ogni futuro attacco verso
l'esicasmo. Epigrafe a Gerace, tutore di
Petrarca e Boccaccio, inviato dall'imperatore Andronico III Paleologo in
missione diplomatica a Napoli, Avignone e Parigi per sollecitare le corti
europee ad una crociata contro i turchi. In quell'occasione costrue delle
relazioni e una rete di amicizie su cui puo fare conto quando, in seguito alla
decisione conciliare, decise di aderire alla Chiesa d'Occidente. Ad Avignone
conosce Petrarca, a cui iniziò ad insegna il greco. Petrarca si adoperò per
fargli assegnare la diocesi di Gerace, così e nominato vescovo di Clemente. La
bolla relativa alla sua elezione al vescovato di Gerace riporta, Monachus
monasteri Sancti Heliae de Capasino Ordinis Sancti Basilii Militensis Diocesis,
in sacerdotio constitutum. Tutore di Petrarca e Boccaccio che da un importante
contributo, attraverso la riscoperta dei testi antichi, anche a tutto ciò che
non molto tempo dopo svilupa il movimento umanista. È proprio Manetti il primo
a menzionarlo nella sua biografia del Petrarca. Venne inviato in missione
diplomatica da Clemente in un rinnovato tentativo ecumenico. Data la grande
influenza di Palamas il tentativo, ancora una volta, si risolse in un
insuccesso. Fa ritorno ad Avignone dove muore. Altri saggi: Si occupa anche di
matematica lasciandoci una “Logistica” in cui spiega le regole di calcolo con
interi, frazioni generiche e frazioni sessagesimali. D. Mandaglio, Barlaam
Calabro: una vocazione unionista. C. Nanni Editore (Maggio ). Salvatore
Impellizzeri, Calabro, Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto
dell'Enciclopedia italiana Treccani. Silvio Giuseppe Mercati, Calabro, Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ratisbona.Predecessore Vescovo
di Gerace SuccessoreBishop CoA PioM.svg Nicola2 ottobre 13421º giugno
1348Simone Atomano. Barlaam Calabro di Seminara. Bernardo Massari. Massari.
Mastri (Meldola). Filosofo.– Grice: “One interesting fascinating bit
about Mastri’s ‘Institutiones logicae’ is tha it starts with a little ABC!”
Grice: “Mastri has a chapter on fallacies, too, which is fascinating!” -- Grice:
“I love Mastri – of course at Oxford, if they do history of logic, they’ll
focus on Occam – Axe Kneale!” Grice: “But Mastri explored quite a bit the
square of opposition, and modal, too – what he says about nomen, verbum, propositio,
copula, ‘regulae’ for reasoning, and so forth, is all relevant – especially
seeing that his “Institutiones logicae” is just one of his outputs: he made
intensive commentaries on Aristotle’s whole organon, and more importantly, also
his metaphysics and his theory of the soul – so Mastri certainly knows what he
is talking about!” -- Grice: “He was a logician, and so, according to the Bartlett,
am I!”Altri saggi: “Disputationes Physicorum Aristotelis” (Grignano, Roma); Disputationes
in Organum Aristotelis” (Ginamo, Venezia); “Disputationes in De celo et
Metheoris” (Ginamo, Venezia); “Disputationes in De generatione et corruption”
(Ginamo, Venezia); “Disputationes in Aristotelis Stagiritæ De anima” (Ginamo,
Venezia); “Disputationes in Aristotelis Stagiritæ libros Physicorum” (Ginamo,
Venezia); “Institutiones logicæ, quas vulgo summulas, vel logicam parvam,
nuncupant” (Ginammo, Venezia); “Disputationes in Organum Aristotelis” (Ginammo,
Venezia); “Disputationes in Aristotelis stagiritæ Metaphysicorum” (Ginammo,
Venezia); “Disputationes in De coelo et Metheoris” (Ginammo, Venezia);“Scotus
et scotistæ Bellutus et Mastrius expurgati a probrosis querelis ferchianis”
(Succius, Ferrara); “Disputationes in De generatione et corruptione” (Ginammo,
Venezia); “Disputationes theologicæ in Sententiarum” (Hertz, Venezia); “Disputationes
theologicæ in Sententiarum” (Storto, Venezia); “Disputationes theologicæ in
Sententiarum” (Valvasenso, Venetzia); “Theologia moralis ad mentem dd.
Seraphici et Subtilis concinnata” (Herz, Venezia); “Disputationes in
Aristotelis Stagiritæ De anima” (Brogiolli, Venezia);“Theologia moralis,” Edizioni Theologia moralis, Milano, Fondazione
Mansutti), “Philosophiae ad mentem Scoti” (Pezzana, Venezia); “Theologia morali”
(Hertz, Venezia); Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Marco Forlivesi, Scotistarum princeps. BMastri e il
suo tempo, Centro Studi Antoniani, Padova,
Marco Forlivesi, Mastri da
Meldola, "riformatore"
dell'Accademia degli Imperfetti, Accademia degli Imperfetti, Meldola, Marco
Forlivesi , "Rem in seipsa cernere". Saggi sul Mastri Il Poligrafo, Padova); Daniel Heider,
Universals in Second Scholasticism. A comparative study with focus on the
theories of Francisco Suárez, João Poinsot and Bartolomeo Mastri da Meldola
O.F.M. Conv./Bonaventura Belluto O.F.M. Conv. Philadelphia, John Benjamins, .
Tullio Faustino Ossanna,Mastri conv. Teologo dell'incarnazione, Miscellanea
Francescana, Romal Fondazione Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di
storia dell'assicurazione, M. Bonomelli, schede bibliografiche di C. Di
Battista, note critiche di F. Mansutti. Milano: Electa, 214. Hermann Busenbaum Bonaventura Belluto
Giovanni Duns Scoto. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Bartolomeo Mastri. Mastri. Keywords: Categories and De
Interpretatione -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mastri” – The Swimming-Pool
Library.
Massolo (Palermo). Filosofo. Grice: “If I had to decide on my favourite
Massolo, that would be his ‘historicity of metaphysics,’ way before when I was
venturing with Strawson and Pears to lecture the erudite audience of the BBC third
programme on the topic!” Dopo aver intrapreso gli studi presso il Liceo
Classico Vittorio Emanuele II, si laurea a Palermo con “L’individuo in Rosmini,
con Allmayer. Fu autore di alcuni volumi di poesia. In seguito ad un periodo di docenza nei licei
di Perugia, Catanzaro e Livorno, insegna a Urbino e 'Pisa. Ha influenzato
importanti figure del dibattito filosofico del secondo Novecento, come
Luporini, Badaloni, Sichirollo, Salvucci, Cazzaniga, Barale, Bodei, Losurdo. Gli
scambi epistolari avuti con numerosi intellettuali (tra cui spiccano i nomi di
Gentile, Spirito, Bo, Fortini, Russo, Capitini, Weil) mostrano l’alta
considerazione di cui Massolo godeva all’interno del panorama culturale del
secondo dopoguerra. Partecipa alla
fondazione della rivista Società, entrando nel comitato di redazione. La
rivista, nel primo anno della sua uscita, ospitò tre importanti saggi di
Massolo: Esistenzialismo e borghesismo, La hegeliana dialettica della quantità, L’essere
e la qualità in Hegel. Idea e fonda la collana «Socrates» dell’editore
Vallecchi, con la quale pubblicò “Filosofia e politica” di Weil, Vita di Hegel
di Rosenkranz e Dialettica e speranza di Bloch. I suoi studi su Hegel, inclini
a valorizzare la filosofia della storia e la dimensione realistica del filosofo
tedesco, contrastano tanto la lettura del neoidealismo italiano (Croce e
Gentile) quanto quella di Galvano Della Volpe. Nell’ambito della sua
riflessione Massolo ha posto le basi teoriche per una nuova ed originale
rilettura del rapporto Hegel-Marx, tanto da essere considerato da alcuni
interpreti l’avviatore dell’hegelo-marxismo in Italia. I suoi interessi teoretici si sono rivolti
principalmente alla filosofia classica tedesca da Kant ad Hegel, della quale ha
studiato, per più di un decennio, i principali momenti storico-teorici. In antitesi all’esegesi del neoidealismo
italiano, che tendeva ad attribuire alle filosofie di Fichte, Schelling ed
Hegel il superamento della finitezza umana che Kant aveva posto a fondamento
della sua filosofia, Massolo ha proceduto alla rilettura della genesi
dell’idealismo tedesco con l’idea che esso abbia storicizzato i dualismi
kantiani in un processo che si compie nella Fenomenologia dello spirito di
Hegel. Nelle fasi più mature della sua
riflessione ha tematizzato in vari saggi la problematica della scissione della
coscienza comune (Filosofia e coscienza comune, oggi), l’idea della completa politicizzazione
del filosofare (Politicità del filosofo,
Frammento etico-politico), ed il problema della storia della filosofia
con particolare riferimento al ruolo della coscienza riflettente del filosofo,
nonché al rapporto dialettico tra Pensiero e Realtà nella città-storia» (La
storia della filosofia come problema,).
Si dedica alla questione della dialettica intesa come dialogo, ovvero
quell’elemento dialettico-razionale mediante il quale è possibile conciliare le
differenti rappresentazioni dell’oggetto storico-sociale e le contraddizioni
all’interno della comunità. Tramite
queste riflessioni, che lo hanno condotto a porsi in diretta polemica con
Nietzsche ed Heidegger, Massolo ha contrastato l’idea del sapere come visione
solitaria del singolo ed ha concettualizzato l’idea del sapere come processo
essenzialmente dialogico e comunicativo (La storia della filosofia e il suo
significato). Altre opera:“Mattutino,” versi
( Palermo, A. Trimarchi); “Adolescenza” ( Palermo, “Convivio; storicità della
metafisica,”Firenze, Le Monnier); “Introduzione alla analitica kantiana”
(Firenze, Sansoni); “Fichte” (Firenze, Sansoni, “Schelling,”Firenze, Sansoni, “Prime
ricerche di Hegel” («Pubblicazioni dell’Urbino», serie di Lettere e Filosofia,
X), Urbino, “La storia della filosofia come problema” -- ed altri saggi,
Firenze, Vallecchi, “Logica hegeliana” Pasquale Salvucci, Firenze, Giunti-Bemporad, “Della
propedeutica filosofica” e altre pagine sparse, Urbino, Montefeltro, Sergio
Landucci, Arturo Massolo, "Belfagor, Remo Bodei, Arturo Massolo,
"Critica storica", Studi in onore di Arturo Massolo, Livio
Sichirollo, Urbino, Argalia, Nicola Badaloni, Ricordo di Arturo Massolo,
"Giornale critico della filosofia italiana", degli scritti di Massolo, Burgio, Urbino, QuattroVenti, “Il
filosofo e la città: studi su Arturo Massolo, Nicola De Domenico e Gianni
Puglisi, Venezia, Marsilio. Arturo Massolo. Massolo. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Massolo” – The Swimming-Pool Library.
Mastrofini (Monte Compatri). Filosofo. Grice: “I like Mastrofini; for one, he
found how old Roman evolves into what we may call new Roman, or Italian!” – Grice:
“And of course as a philosopher, he focused on the philosophical terminology –
it takes a PHILOSOPHER to translate a philosophical text!” – Grice: “What I
like about Mastrofini” is that he mostly kept with the cognates. La Crusca
adores him!” Noto soprattutto per il volume “Le discussioni sull'usura” in cui
sostenne che non è reato far fruttare il danaro e che né la Sacra Scrittura, né
i Vangeli, né la tradizione ecclesiastica vietavano di ottenere un giusto
interesse per danaro dato a prestito. Questo diede luogo a molte discussioni ma
anche apprezzamenti lusinghieri da economisti dell'epoca e dall'opinione pubblica. In precedenza aveva scritto un'opera di
economia finanziaria, il Piano per riparare la moneta erosa relativa
all'inflazione nello Stato Pontificio, opera largamente utilizzata per la
riforma finanziaria dello Stato, intrapresa da Pio VII. L'edificio del Collegio Romano ove insegnò. Venne nominato professore di
filosofia a Frascatii. Nel pieno della crisi della Repubblica Romana, si
trasferì a Roma dove venne nominato professore di eloquenza presso il Collegio
Romano. Tornò a a Frascati. Si trasferì definitivamente a Roma dove assume la
carica di Consultore della "Nuova Congregazione cardinalizia per gli affari
totius orbis". Produce le
traduzioni dei capolavori di Floro, “Sulle cose romane,” e di Ampelio, “Sulle
cose memorabili del mondo e degli imperi.” Traduce “Le Antichità romane” di Dionigi. Venne pubblicato “Teoria e prospetto; ossia, dipinto
critico dei verbi italiani coniugati, specialmente degli anomali o mal noti
nelle cadenze,” opera che portò un grande contributo allo studio dell'italiano,
utilizzata dall'Accademia della Crusca nella revisione del dizionario della
lingua italiana. Pubblicò “Della maniera di misurare le lesioni enormi nei
contratti e uno studio sulla patria potestà e filiazione, che ebbe larga eco
nei circoli giuridici romani, essendo allora in corso una causa di
riconoscimento di paternità per successione tra i Torlonia e i Cesarini. Piazza di Monte Citorio. Nell'edificio dove
abitava e morì, in piazza di Monte Citorio il Comune di Roma appose una lapide
con il seguente ricordo: «Abitò in
questa casa e vi morì Marco Mastrofini che dotto in filologia, teologo e
filosofo assai più grande che celebrato fissò le incerte leggi dei verbi
investigò felicemente con l’uso della ragione i misteri della scienza divina
S.P.Q.R.» Opere: “Dissertazione filosofica,”Roma “Piano per riparare la moneta
erosa,”Roma, “Ritratti poetici, storici, critici dei personaggi più famosi
nell'antico e nuovo Testamento, LFloro, “Sulle cose romane”, Roma, Ampelio, “Sulle
cose memorabili del mondo e degli imperi”, Roma, Dionigi di Alicarnasso “Le
Antichità romane”, Roma, “Dizionario dei verbi italiani,” Roma, “Metaphisica
sublimior de Deo triun et uno,” Roma, Appiano “Storia delle guerre civili dei Romani",
Roma, Arriano “La Storia”, Roma, ristampata da Sonzongo con il titolo “Delle
cose d'Italia” “Le usure,” Roma, “Amplissimi frutti da raccogliere sul
calendario gregoriano,” Roma, “L'anima umana e i suoi stati,” Roma, “Teorica dei nomi,” Roma, “Teorica e
prospetto de' verbi italiani conjgeniti,”Roma, Riconoscimenti La città natale ha dedicato al
suo nome la Biblioteca comunale, situata sul colle di Borgo Ghetto, inaugurata e una piazza cittadina. Roma Capitale gli ha
intitolato una via nella zona di Monte Mario.
Biblioteca Comunale Monte Compatri in "Sistema bibliotecario. Provincia
di Roma". Sito. Sistema informativo toponomastica di Roma Capitale. Donato Tamblè Dizionario Biografico degli
Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Marco Mastrofini.
Mastrofini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mastrofini” – The
Swimming-Pool Library.
Masullo (Avellino). Filosofo. Insegna a Napoli. Ha trascorso vari periodi di ricerca e di
insegnamento in Germania. Direttore del Dipartimento di Filosofia
dell'Napoli. È stato socio dell'Accademia Pontaniana, della Società
Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Napoli e dell'Accademia Pugliese delle
Scienze. È stato insignito della medaglia d'oro del Ministero per la
Pubblica Istruzione. Candidato nelle liste del Partito Comunista Italiano
prima e in quelle dei Democratici di Sinistra poi, ha ricoperto la carica di
Deputato, è stato Senatore della Repubblica. Trascorre i primi anni della sua
vita a Torino. Si trasferisce a a Nola, dove compie gli studi superiori
frequentando il liceo classico statale Giosuè Carducci. Fequenta il corso
di laurea in Filosofia all'Napoli. Si laurea con Nobile discutendo una tesi su
Benda. Napoli era dominata prevalentemente da Croce; esistevano comunque altri
personaggi capaci di una riflessione autonoma e originale come fu Aliotta che
con il suo sperimentalismo offrì importanti stimoli a Masullo. Studia
l'esistenzialismo che andava diffondendosi in Italia. Assistente volontario
alle cattedre di filosofia e tiene seminari per Nobile, Aliotta, e
Valle. Compie la sua formazione filosofica a Napoli soprattutto con Carbonara.
Carbonara era impegnato attraverso i suoi studi di estetica a ripensare
l'attualismo gentiliano. La sua posizione prende il nome di materialismo critico.
Attraverso il confronto con Carbonara, Masullo si addestra al
rigore concettuale e inizia ad elaborare una propria posizione
originale. Nella formazione e nella costruzione della prospettiva
filosofica di Masullo si combinano diverse componenti. Il neoidealismo,
crociano e gentiliano, lo sperimentalismo di Antonio Aliotta, e, tra idealismo
e materialismo, il materialismo critico di Cleto Carbonara. Masullo però,
mosso dalle proprie inquietudini e dalle impressioni suscitate dai tragici
eventi bellici, studia anche l'esistenzialismo e lo spiritualismo. Infine il
bisogno di comprendere l'uomo concreto e le sue reali tribolazioni lo conducono
ad avvicinarsi alla fenomenologia. Il soggiorno di studio a Friburgo del
1957-58 gli consente di approfondire lo studio della fenomenologia e di conoscere
Weizsäcker, il quale aveva introdotto nel filosofese il concetto di “patico.”
(cf. anti-patico, sim-patico, em-patico). Esistenzialismo, spiritualismo,
idealismo e fenomenologia sono correnti di pensiero variamente intrecciate tra
di loro. Ciò che attraversa trasversalmente questi movimenti di pensiero è la
radicale problematizzazione del rapporto tra pensiero e vita, tra il pensiero e
il suo negativo, ciò che pensiero non è. Il pensiero Intuizione e
discorso è un testo in cui, avvalendosi degli stimoli che provenivano dalla
epistemologia, Masullo si confronta con l'idealismo attualistico e storicistico
per riflettere sul carattere “difettivo” della coscienza e sul suo rapporto con
la conoscenza. Masullo in Intuizione e discorso sostiene che i poli del
fatto e dell'idea, del senso e della coscienza, della vita e delle forme dello
spirito sono legati da un vincolo dialettico. Voler ridurre l'uno all'altro
conduce ad un idealismo soggettivistico o ad un empirismo cieco alle dimensioni
dello spirito. Bisogna comprendere le modalità del vincolo che lega spirito e
corpo. Il pensiero che voglia essere critico, cioè che non voglia ingannarsi,
deve riconoscere che esso si fonda su processi biologici e fisiologici che gli
sono irriducibili. Nel 1957-58 Masullo approfondisce in Germania lo
studio della fenomenologia, ancora poco diffusa in Italia. A Friburgo frequenta
i circoli husserliani capeggiati dall'allievo di Husserl Fink e conosce Weizsacker
del quale Masullo svilupperà il concetto di "patico". Masullo stesso,
tornato in Italia, traduce e commenta alcuni testi di Husserl in un piccolo
libriccino ormai introvabile (Logica, psicologia, filosofia. Un'introduzione
alla fenomenologia, Napoli, Il Tripode) il cui contenuto in parte è poi
confluito nel successivo truttura, soggetto, prassi. Masullo
considera Husserl un grande esploratore della coscienza. Husserl cerca di dare
un fondamento filosofico alle scienze positive indagando il modo in cui la
coscienza costituisce il mondo che la scienza prende ad oggetto delle proprie
particolari ricerche. Masullo però, elaborando gli stimoli dell'antropologia
medica di Weizsacker, lavora al passaggio dalla fenomenologia alla
patosofia. Struttura, soggetto, prassi (1962, 1994) è il testo che
documenta il rinnovamento della ricerca di Masullo. Fa riferimento alle scienze
positive per mostrare che la coscienza è qualcosa di vivo e concreto e non è
«intellettualisticamente sofisticata», trasparente a sé stessa, come vorrebbero
le filosofie speculative le quali riducono la vita psichica alla vita cosciente
e non tengono conto o minimizzano il peso della dimensione psichica inconscia,
svalutata come qualcosa di filosoficamente irrilevante. S. Non è
possibile una conoscenza diretta, per introspezione/riflessionecome vorrebbero
le filosofie speculativedi ciò che pensiero non è. Il pensiero come esperienza
intersoggettiva, sociale (lo Spirito, il Soggetto) può conoscere i suoi
prodotti, i pensieri, il pensato, ma non può conoscersi come processo, esperienza
del pensare, atto, tempo, «paticità» (cioè il pensare come esperienza
soggettiva, esistenza). D'altronde il pensiero come processo non può essere
conosciuto neanche per inferenza da parte delle scienze positivo-sperimentali.
Queste possono misurare i processi, ma non possono misurarne i vissuti.
Lo scacco, il limite della conoscenza è l'apertura alla prassi e all'etica:
riconoscere il nesso operativo tra senso e significato, crisi e ordine,
«patico» e cognitivo, corpo e mente. Analizza i grandi modelli idealistici
e fenomenologici della soggettività. In particolare, seguendo un'indicazione di
Fichte, sviluppa la tesi secondo la quale il fondamento dell'uomo, cioè la
condizione per la quale l'uomo assume i caratteri della soggettività (libertà,
storia, ricerca, progetto, autodeterminazione) è l'intersoggettività. Di questo
fondamento Masullo analizza le modalità di funzionamento. Masullo, con i
suoi studi sulla «intersoggettività» e il «fondamento» degli anni sessanta e
settanta (Lezioni sull'intersoggettività. Fichte e Husserl, Napoli, Libreria
Scientifica Editrice, La storia e la
morte, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, La comunità come fondamento.
Fichte, Husserl, Sartre, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, 1965; Il senso
del fondamento, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, Antimetafisica del
fondamento, Napoli, Guida), analizza le «operazioni nascoste» in base alle
quali si costituisce l'io e in base alle quali si costituisce l'oggettività del
mondo e individua nella originaria struttura intersoggettiva il fondamento del
mondo umano. Il fondamento è la comunità, ma essa funzionalmente rimane
nascosta all'io per permettergli di istituirsi ed operare, come ben spiega
nell'importante saggio Il fondamento perduto, in cui rielabora e sviluppa
spunti presenti negli ultimi capitoli di Il senso del fondamento e raccoglie in modo compiuto i risultati
teoretici di due decenni di ricerche intorno al tema della
comunità-intersoggettività come fondamento. Masullo pubblica inoltre il testo
Fichte. “L'intersoggettività e l'originario” in cui riprende e aggiorna il
saggio su Fichte contenuto in La comunità come fondamento. Fichte, Husserl,
Sartre. Pubblica Metafisica. Storia di un'idea. Il capitolo finale, Il
sentimento metafisico, è l'indicazione del passaggio a una nuova fase del
pensiero di Masullo, una fase in cui il tema dell'intersoggettività lascia il
posto alla esplorazione delle dimensioni del vissuto del soggetto, quindi
lascia il posto ai temi della paticità, del senso, del tempo. In effetti
anche i suoi corsi universitari di quegli anni rivelano questo momento di transizione. Si
dedicati al tema dell'inter-soggettività ma vengono trattati anche i temi
caratteristici della seconda stagione della sua riflessione. Tratta della
“difettività del soggetto”; nel corso invece si occupa di “comprensione del
tempo e interpretazione morale, definitivamente centrati su “i patemi della
ragione e l'inter-esse etico.” Nei studi
su «tempo», «senso», «paticità» (Filosofie del soggetto e diritto del senso,
Genova, Marietti, “Il tempo e la grazia. Per un'etica attiva della salvezza,
Roma, Donzelli, “Paticità e indifferenza” (Genova, Il Melangolo). Sostiene che
il pensiero critico, nella sua incapacità di pensare il passaggio, il processo,
la trasformazione, il cambiamento (sustenuto in La problematica del continuo in
Aristotele e Zenone di Elea, seppure solo sul piano logico) è incapace anche di
pensare la soggettività la quale è una forma particolare di cambiamento, è
tempo, prodursi delle differenze all'interno di un campo strutturato,
fortemente centralizzato, l'organismo umano, portatore della coscienza di
sé. In questi studi degli anni ottanta e novanta Masullo considera le
modalità affettive e psicobiologiche dell'esser soggetto. In “Filosofie del soggetto
e diritto del senso” Masullo si confronta con Kant, Hegel, Dilthey, Heidegger e
Merleau-Ponty, i quali storicamente hanno posto il tema della soggettività non
riconoscendo però la differenza tra «significato» e «senso». Masullo rivendica
il «diritto del senso» ad essere riconosciuto nella sua radicale e irriducibile
diversità dal significato. Molto più rilevante nella costruzione della
sua prospettiva filosofica è invece il saggio intitolato Il tempo e la grazia.
Per un'etica attiva della salvezza, nel quale Masullo illustra la sua
concezione della frammentazione della soggettività a partire da alcune
considerazioni sui concetti di esperienza e di tempo. I lessici delle lingue
europee antiche e moderne consentono di distinguere la dimensione orizzontale
dell'esperienza propriamente detta (έμττεŀρία, experientia, Erfahrung) la quale
ha un carattere prevalentemente cognitivo rispetto alla dimensione verticale
dell'esperienza meno propriamente detta (πάθος, affectio, Erlebnis), cioè il
vissuto, il quale ha invece un carattere affettivo anziché cognitivo. Da una
parte abbiamo il giudizio su ciò che abbiamo provato, dall'altra abbiamo il
provare come avvertimento immediato dell'accadermi di qualcosa. Ciò
introduce a un'ulteriore precisazione filologica che riguarda la differenza tra
il cambiamento e il tempo. Il tempo non è il cambiamento. Il cambiamento è il
continuo prodursi delle differenze nell'organizzazione delle forme della vita.
Il tempo è l'avvertimento interiore di questo cambiamento, cioè l'avvertimento di
sé attraverso il cambiamento. L'uomo, a differenza degli altri viventi, è
intrinsecamente tempo. Egli istituisce il tempo nel senso che mette in
relazione i cambiamenti a dei sistemi oggettivi di riferimento, ma ancor più
radicalmente l'uomo è tempo in quanto avverte i cambiamenti del mondo esterno
solo in relazione al proprio modificarsi. Questo avvertimento, il «senso»,
è l'indice della soggettività. L'avvertimento della perdita, il senso del
cambiamento, in una parola il tempo, accende l'allucinazione del sé, scatena il
desiderio di permanenza. Parallelamente alla esplorazione della
soggettività, in Il tempo e la grazia Masullo segue gli sviluppi di
un'emergente epistemologia caratterizzata anch'essa dalla contingenza e
irreversibilità del tempo fisico così come la cosmogenetica ce lo illustra. Il
versante umanistico e quello scientifico convergono nel disegnare
un'antropologia la cui etica non è più la moderna e rassicurante etica reattiva
che salva la società con le sue formulazioni sull'ordine del mondo.
L'etica che Masullo vede in prospettiva scaturire da questo nuovo contesto è
un'etica attiva che salva il tempo, cioè il soggetto, dal vivere la perdita
prodotta dal cambiamento come «disgrazia», mutilazione. La perdita è un momento
necessario nella vita di un essere, l'umano, che non semplicemente cambia, ma
si rinnova e costruisce intenzionalmente il proprio futuro. Una volta
riconosciuto il diritto del senso ad essere inteso nella sua irriducibilità al
cognitive; una volta esplorato il campo
del senso-tempo-patico alla luce della psicanalisi, della letteratura e della
filologia; una volta riconosciute le epocali trasformazioni degli scenari
epistemologici, antropologici ed etici, Masullo nel testo del 2003, Paticità e
indifferenza, si chiede quale può essere ancora, in questo nuovo contesto, il
ruolo della filosofia. La filosofia è «saper assaporare i sapori della vita,
gustare a fondo i sensi vissuti, … elevare i sensi sensibili a sensi ideali e
cogliere nei sensi ideali la possibilità dei sensibili, è la “sapienza del
patico” ovvero, se si ricalca interamente l'etimo greco, è la
“patosofia”». Da un pensiero così articolato derivano alcune indicazioni
e cautele etico-pedagogiche. Essendo l'uomo intrinsecamente temporale, essendo
la temporalità umana irreversibile, l'uomo non può essere fatto oggetto di
conoscenza come un qualsiasi ente. Masullo distingue la conoscenza dalla cura.
Egli inoltre distingue le esperienze (che sono comunicabili e sono i materiali
sui quali si costruisce la conoscenza) dai vissuti (che sono invece
costitutivamente «incomunicativi» in quanto riguardano l'immediatezza del
sentire individuale che non è mai trasparente neanche all'individuo stesso che
li vive). La conoscenza è la dimensione orizzontale dell'esistenza. Essa guarda
alla universalità. Mentre la cura ne è la dimensione verticale. Essa invece
guarda alla unicità-identità, ai vissuti da assaporare e da sublimare in valori
da condividere. Mentre la ricerca di Masullo prosegue in questi anni
curvando verso nuove direzioni, pubblica alcuni nuovi libri. Sscrive Filosofia
morale per una collana di libri che illustrano ciascuno il nucleo delle varie
discipline filosofiche. In effetti Filosofia morale non è un elenco di temi,
personaggi, concetti ma un percorso molto personale all'interno delle questioni
e dei nodi fondanti della disciplina: la specificità della filosofia morale e
la distinzione tra morale ed etica; il bene quale orientamento dell'azione
umana; il soggetto della vita morale, la persona; il dovere, la responsabilità
e il vincolo che ci lega agli altri. Scrive, intervistato dal giornalista
de Il Mattino, Claudio Scamardella, Napoli siccome immobile. Scamardella, in
uno degli ennesimi momenti difficili per la città di Napoli, cerca la figura di
un saggio, di un'autorità morale capace di interpretare il presente e
prefigurare il futuro di questa città malata. Trova questa figura in Aldo
Masullo, filosofo ma anche protagonista della vita civile e politica della
città con concrete iniziative quali, nel 2006, gli incontri con i giovani e la
popolazione nell'ambito del “Manifesto per salvare Napoli”. Il libro è un lungo
dialogo sulle tante debolezze della città presente che si conclude con
un'analisi delle risorse che danno speranza nel futuro. Masullo nel ha pubblicato La libertà e le occasioni, che
sviluppa il tema del suo ultimo seminario all'Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici di Napoli. L'impegno politico Negli anni sessanta e settanta
la contestazione studentesca segnalava il bisogno di rinnovamento dell'università
italiana. Masullo, per i caratteri originali del proprio insegnamento, è
considerato dagli studenti uno dei professori progressisti. Egli in quegli anni
fu eletto deputato come indipendente nelle liste del Partito Comunista
Italiano, ed in seguito come senatore,
si occupò sempre dei problemi del sistema scolastico. Inoltre come parlamentare
europeo lavorò al fianco di Nilde Iotti nella Commissione legale.
All'inizio degli anni ottanta alcuni importanti provvedimenti modificano
l'organizzazione didattica e gestionale dell'università (vengono istituiti i
dottorati di ricerca, riordinate le scuole di specializzazione, creati i
Dipartimenti). Terminato l'impegno parlamentare Masullo dirige per due mandati
il nuovo Dipartimento di Studi Filosofici dell'Napoli intitolato ad Aliotta.
Anche attraverso questo incarico egli incide sulle direzioni della ricerca
filosofica a Napoli. Masullo si mette di nuovo al servizio della politica
quando dopo la crisi politica e sociale degli anni ottanta, agli inizi degli
anni novanta si verifica un generale risveglio della coscienza collettiva. A
livello locale egli dapprima anima per oltre un anno, ale “Assise di Palazzo
Marigliano”, un movimento che si opponeva al progetto NeoNapoli previsto
dal preliminare di Piano Regolatore.l, del quale ottenne il rigetto, suggerendo
la demolizione e il rifacimento integrale dei Quartieri Spagnoli. Forte della
popolarità acquistata con questa esperienza è capolista del PDS nelle elezioni
amministrative e poi, protagonista a Napoli della innovativa esperienza della
"giunta del sindaco". A livello di politica nazionale Masullo è
di nuovo impegnato per due legislature al Senato. Egli è membro della
Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi e, come negli anni
settanta, della Commissione per l'istruzione pubblica e i beni culturali in
anni nei quali i provvedimenti relativi a istruzione, università e ricerca sono
numerosi e importanti. Amante dei libri e della cultura dei bambini, lo
spessore del Maestro filosofo emerge inoltre quando in aula si discutono
disegni di legge relativi a temi quali l'ergastolo o la procreazione
assistita. Opere: “Intuizione e discorso,” – Grice: “Good connection.” Napoli,
Libreria scientifica editrice, “La problematica del continuo,” – Grice: “Excellent
philosophical problem.” Napoli, Libreria scientifica editrice, “Struttura soggetto prassi,”Napoli, Libreria
scientifica editrice, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “La comunità come fondamento,” Grice:
“Masullo’s first attempt at a conceptual analysis of the inter-subjective; but
it takes a philosopher to understand that that is what stands behind
‘community,’ or ‘population,’ as I prefer, or the conversational dyad.” Napoli,
Libreria scientifica editrice, “Anti-metafisica
del fondamento” Napoli, Guida editori, “L'inte-rsoggettività” Napoli, Guida
editori, “Filosofie del soggetto e diritto del senso,” Genova, Marietti, “Il tempo e la grazia. Per un'etica attiva
della salvezza,” Roma, Donzelli, “Metafisica:
storia di un'idea,” – Grice: “Perhaps Aristotle never had an idea; after all
‘ta meta ta physica’ is later and means: “the stuff the master wrote after the
‘physika’!” Roma, Donzelli, “La potenza della scissione.”Letture hegeliane,
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “Gografia e storia dell'idea di
libertà,” Reggio Calabria, Falzea. – cfr. Grice: “The history of ‘free’ is
hardly a ‘natural history’!” “Paticità e indifferenza,” Genova, Il Nuovo Melangolo,
-- Grice: “Masullo’s concept of ‘pathos’ is essential – while you may have
self-pathos, the implicaure is that there is ‘empathy.’” “Inter-soggettività” Giuseppe
Cantillo e Chiara de Luzenberger, Napoli, Editoriale Scientifica, “Filosofia morale,” Roma, Editori Riuniti, “Scienza
e coscienza” – Grice: “This pun is only possible in Italian: conscious and
science are less of a parallel word formation!” “tra parola e silenzio” Grice:
“This is my reading between the lines – i. e. the implicature” atti del convegno
(Monte Compatri), Pietro Ciaravolo, Roma, Aracne Editrice, “Il senso del fondamento,”
Napoli, Libreria scientifica editrice, Giuseppe Cantillo e Chiara de
Luzenberger, Napoli, Editoriale scientifica, Napoli, siccome immobile. Aldo
Masullo intervistato da Claudio Scamardella, Napoli, Guida, La libertà e le occasioni, Milano, Jaca Book, I linguaggi della follia e i passi della
salvezza. Il lavoro psichiatrico di Sergio Piro, in Sergio Piro. Maestri e
allievi, Napoli, Editoriale Scientifica, . Medaglia d'oro ai benemeriti della
scuola, della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'oro
ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte — Roma Cittadinanza
Onoraria della Città di Napolinastrino per uniforme ordinariaCittadinanza
Onoraria della Città di Napoli. Note
PIERLUIGI PANZA, Morto Masullo, Napoli perde il filosofo della
coscienza, su Corriere della Sera, Addio Aldo Masullo, la grazia della
filosofia e della politica, su rainews, Napoli, Addio Aldo Masullo, la grazia
della filosofia e della politica, su ansa,Rossella Avella, Morto Aldo Masullo:
chi era il più grande filosofo della seconda metà del ‘900 (VIDEO), su
interris, Presidenza della Repubblicadettaglio del conferimento
dell'onorificenza Conferimento della
Cittadinanza Onoraria della Città di Napoli ad Aldo Masullo aldomasullo.com. Aldo
Masullo, su storia.camera, Camera dei deputati. su senato, Senato della
Repubblica. Registrazioni di Aldo
Masullo, su RadioRadicale, Radio Radicale.
Intervista al filosofo Aldo Masullo di Aniello Fioccola, Web Magazine
dell'Università degli Studi di Napoli l'Orientale. Also Masullo. Masullo.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masullo” – The Swimming-Pool Library.
Matassi (San Benedetto del Tronto). Filosofo. Grice: “I like Matassi; but then I like football – I was the
football team captain at Corpus – and aesthesis, the seductor seduced – “la
condizione desiderante” indeed!” Allievo di Garroni, è stato Professore di
Filosofia morale, coordinatore scientifico della sezione Filosofia,
Comunicazione, Storia e Scienze del Linguaggio del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione
e Spettacolo dell'Università Roma Tre; in precedenza era stato direttore del
Dipartimento di Filosofia. Si è occupato anche di Estetica musicale. È stato Presidente della Società Filosofica
Romana e ha fatto parte del comitato direttivo nazionale della Società
Filosofica Italiana. È stato nel
comitato d'onore della Fondazione Amadeus. Presidente dell’Accademia Estetica
di Rapallo, responsabile della sezione filosofica di Villa Sciarra, Roma, membro
della giunta del CAFIS dell'Università Roma Tre. È stato anche membro del
Comitato scientifico della Fondazione Résonnance dell'Losanna. Ha diretto la collana Musica e Filosofia per
la Mimesis Edizioni di Milano e quella su I Dilemmi dell'Etica per la casa editrice
Epos di Palermo. Ha tenuto un blog sul "Fatto quotidiano" sui temi
che legano la filosofia alle dimensioni del contemporaneo. Ha collaborato con
la rubrica Ricercare, dedicata alla filosofia della musica, al mensile Amadeus
e al mensile Stilos. È stato direttore della collana Italiana per Orthotes
Editrice (Napoli). È stato anche membro del comitato scientifico-direttivo
delle seguenti riviste: Colloquium philosophicum, Paradigmi,Quaderni di
estetica e di critica, Bollettino di studi sartriani, Filosofia e questioni
pubbliche, Links, Lettera Internazionale, Phasis, Itinerari, Prospettiva
Persona, Metabolè, Babel online, Civitas et Humanitas. Annali di cultura
etico-politica. Per quanto concerne il settore estetico-musicale è presente nel
comitato direttivo della rivista internazionale Ad Parnassum.Hortus Musicus,
Civiltà musicale, Orpheus, Itamar. a ricoperto la presidenza di giuria per il
Premio Frascati Filosofia . Menzione
speciale della giuria all'VIII premio internazionale di saggistica “Salvatore
Valitutti”, per Bloch e la musica. È
stato uno dei principali collezionisti al mondo di incisioni relative alle
esecuzioni delle sinfonie e della liederistica di Mahler (circa mille tra
vinili e compact disc). Pensiero Si è
occupato di filosofia tedesca dell'Ottocento e del Novecento, in particolare
del pensiero di Hegel, delle scuole hegeliane, del Neocriticismo tedesco, del
marxismo occidentale e della scuola di Francoforte. Il suo primo lavoro è stato dedicato alle Vorlesungen hegeliane di
filosofia del diritto e all'interpretazione fornitane daGans. Si è occupato di Lukács,
iutilizzando per la prima volta il celebre manoscritto "Dostoevskij"
si è poi occupato di Hemsterhuis, l'autore della celebre Lettera sui Desider e
del dialogo Alessio o dell'età dell'oro.
Le sue ricerche hanno riguardato la filosofia della musica moderna e
contemporanea e in particolare su quella di Bloch, di Benjamin e Adorno, fino ad elaborare un'originale
filosofia dell'ascolto, le cui suggestioni si possono rintracciare nella teoria
musicale moderna di Ernst Kurth, elaborata nei Fondamenti del contrappunto
lineare. In tale prospettiva di ricerca, filosofia della musica e filosofia
dell'ascolto sono strettamente compenetrate, fino a diventare il paradigma di
una rivoluzione formativa che mette al centro del sistema educativo
contemporaneo la musica nella sua declinazione storico-teorica come in quella
pratica. All'interno di tale prospettiva
svolge un ruolo centrale Mozart, il "più ascoltante tra gli
ascoltanti" come lo definì Martin Heidegger. Opere: Le Vorlesungen-Nachschriften hegeliane
di filosofia del diritto, Roma, Sansoni, Lukàcs. Saggio e sistema, Napoli,
Guida, Hemsterhuis. Istanza critica e filosofia della storia, Napoli, Guida); “Eredità
hegeliane, Napoli, Morano, “Terra, Natura, Storia,” Soveria Mannelli,
Rubettino, “Bloch e la musica,” Salerno, Fondazione Filiberto Menna, Marte
editore, Musica, Napoli, Guida “La bellezza,” Soveria Mannelli, Rubettino, Th.
W. Adorno: l'estetica. L'etica, Donzelli, Roma, L'idea di musica assoluta,
Nietzsche e Benjamin, Rapallo, Il ramo, “La condizione desiderante. Le
seduzioni dell'estetico”- Il nuovo melangolo, Genova; Filosofia dell'ascolto”
(Rapallo, Il ramo); “Lukàcs. Saggio e Sistema” (Milano, Mimesis Edizioni: “La
Pausa del Calcio, Rapallo, Il ramo . “Pensare il calcio,” Rapallo. . In: Du
Nihilism à l'hermenéutique, Hemsterhuis FranciscusLettera sulla scultura; a c.
di Elio Matassi. Palermo. Convegno su "La bellezza", presso il Centro
di Studi Rosminiani di Stresa, Elio Matassi Musica e Creatività[collegamento
interrotto] Intervista a Rai Notte "La musica assoluta" Inconscio e
Magia Intervento al Teatro dell'Opera di Roma il 5 maggio
Intervento al seminario di formazione del PD Le parole e le cose dei
democratici Pisa, Palazzo dei Congressi [collegamento interrotto] Intervento
alla Summer School della Fondazione Italiani-Europei, sui rapporti tra democrazia
e capitalismo, Commento al concerto jazz
di Massimo Donà, "Tutti in gioco", Porto Civitanova, 6 settembre
2009 Bloch e la musica. Utopia a misura
d'uomo. Intervista, Matassi Ornamenti,
Arte, filosofia, letteratura, Micaela Latini, Armando, Roma, Elio Matassi su
RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Potere e la Gloria. Juventus e Inter Matassi
su Il Fatto Quotidiano, s Micaela Latini, intervista a Matassi su Amare, ieri,
di G. Anders, rivista on-line «SWIF-Recensioni filosofiche», M. Latini, Doppia risonanza sul mondo (a
proposito di "Musica" di Matassi, Napoli), “Il Manifesto”, Carlo Serra,
Recensione a "Musica", di Elio Matass. Cf. “La palestra di Platone”.
Matassi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Matassi” – The Swimming-Pool
Library.
Matera (Matera). Filosofo. Grice:
“Only in Southern Italy is a philosopher also responsible for the astrological
edification of the city’s cathedral!” Alano
fu uno dei più grandi studiosi e divulgatori di Astrologia occidentale e
filosofia dell'epoca. Insegnò dapprima a Matera, e successivamente a
Napoli. Visse nel periodo in cui la
Contea materana era dominio degli Angioini e su richiesta di Filippo IV detto "il bello", il re
di Napoli Carlo II d'Angiò, detto "lo zoppo", inviò Alano a Parigi.
Lì fu docente presso l'Università e divenne noto come Dottore universale,
profondamente versato in filosofia. In quegli anni infatti astronomia e
astrologia venivano collegate poiché si credeva che gli astri potessero
esercitare un influsso sulle azioni umane.
Nei periodi di soggiorno a Matera, abitava, secondo Verricelli nella
contrada di Lo Lapillo tra il castello et il puzzo dove sorge l’acqua della
fontana hera la sua vigna con una casuccia di pietre, piccola, mal fatta casa
propria di filosofo quale oggidì si chiama la vigna et casa di Alano. Si
trattava della collina dove poi fu edificato il Castello Tramontano. In quella
casetta il grande studioso passava intere notti ad osservare il cielo e gli
astri con strumenti rudimentali. Di
Alano è il motto latino presente nel
“Glora mundis”: La goccia perfora la pietra non colpendola due volte con forza,
bensì colpendola continuamente, così tu trai profitto studiando non due volte ma
continuamente. È l'esortazione con cui invita a raddoppiare impegno e curiosità
sulla strada della conoscenza. Secondo
alcuni, il perfetto orientamento delle facciate della Cattedrale di Matera e
del suo campanile lungo i punti cardinali si deve alle osservazioni
astronomiche di Alano. A Matera una
strada, trasversale di via Nazionale, tra le vie Salvemini e Di Vittorio, è
dedicata ad Alano. Giustino Fortunato, Badie, feudi e baroni della Valle di
Vitalba, ed.Lacaita, Personaggi della storia materana, Altrimedia, per i
Quaderni della Biblioteca provinciale di Matera
Marcello Morelli, Storia di Matera, ed. F. lli Montemurro, Francesco
Paolo Volpe, Memorie storiche di Matera, ed. Atesa, 'Dizionario corografico del Reame di Napoli,
ed. Civelli, 1Biografie dei personaggi illustri di Matera, sassiweb. ntonio Giampietro, Personaggi della storia
materana, Alano di Matera, Altrimedia Edizioni. Alano Matera. Matera. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Matera” – The Swimming-Pool Library.
Mathieu (Varazze). Filosofo. Grice: “There are
various things I love about Mathieu: his idea of the ‘uomo, animale
ermeneutico’ is genial – and true!” Grice: “Mathieu rightly focuses on Kant’s
problems with emergentism, i.e. the fact that life (or ‘vivente’) cannot be reduced.
I love that.” Grice: “Mathieu has emphasised the irreductionism alla Bergson. I
like that.” Grice: “Mathieu makes an apt analogy between Goedel’s work for
alethic systems – that they cannot self-reflect, and deontic systems --.” Dopo
il liceo, si iscrisse a orino. Si laureò con Guzzo, filosofo rappresentante
dello spiritualismo ced autore di importanti studi su Kant (un filosofo che sarebbe stato centrale
nella vita intellettuale di Mathieu). Libero docente nella filosofia, è
stato professore incaricato, e Professore
di filosofia teoretica a Trieste. Primo vincitore del concorso di Storia della
filosofia, è stato ordinario di filosofia fino al ruolo di professore emerito
di filosofia morale a Torino -- è stato membro del Comitato del CNR; è stato membro e poi vicepresidente del
Consiglio esecutivo dell'UNESCO (Parigi). È stato membro del Comitato Nazionale
di Bioetic; è socio dell'Accademia dei Lincei e membro del Comitato Premi della
Fondazione Balzan. Ha fondato con Berlusconi, Colletti ed altri il movimento politico Forza
Italia. Si è candidato al Senato della Repubblica nel collegio di Settimo
Torinese: sostenuto dal centro-destra (ma non dalla Lega Nord), ottenne il
33,2% e venne sconfitto dal rappresentante dell'Ulivo, Tapparo. Con il
sindaco di Brindisi Mennitti ha dato vita alla Fondazione Ideazione, per il cui
quotidiano ha curato una rubrica fino alla chiusura della testata. Nel
luglio (in connessione con la sua carica
di presidente del collegio dei probiviri del PdL che è chiamato a giudicare
l'operato dei finiani di Generazione Italia) diversi organi di stampa
riprendono la voce, già circolante da tempo, di una sua adesione all'”Opus
Dei.” A tale proposito sono giunte alla redazione del Corriere della Sera che
aveva pubblicato la notizia le smentite sia dell'Opus Dei che dell'interessato. Ha
offerto contributi significativi in almeno quattro ambiti della ricerca
filosofica: la filosofia della scienza; la storia della filosofia;
l'estetica; la filosofia civile. Ha indagato i limiti interni ed i limiti
esterni della scienza. Tale indagine ha avuto due filosofi del passato come
suoi principali punti di riferimento: Kant e Bergson. Ha infatti ripreso e
sviluppato le ricerche di Kant sui limiti interni della scienza e sulla sua
fondazione. A tale riguardo pubblicò il saggio "Limitazione qualitativa
della conoscenza umana" a cui fece seguito, "L'oggettività nella
scienza e nella filosofia". Seguendo Bergson, ha valorizzato anche
altre forme della conoscenza e della espressività umane non riducibili alla
cienza, ma non per questo ad esse opposte. Ha infatti sempre ritenuto che la
realtà, e segnatamente la realtà umana, non possa essere esaurita dalla
scienza, e richieda invece una costante attività interpretativa.. L'uomo,
dunque, è chiamato ad essere scienziato della natura ed ermeneuta della
cultura. Sarebbe però riduttivo non ricordare che i suoi contributi alla
filosofia della scienza riguardano una pluralità estremamente diversificata di temi.
Ad esempio, sono ddue studi pionieristici sull'applicabilità del teorema di
Gödel al diritto. Gödel aveva scoperto che non si può dimostrare la coerenza di
un sistema all'interno del sistema stesso; Mathieu ritiene che, almeno
analogicamente, la scoperta di Gödel possa applicarsi al problema della fondazione
di un sistema deontico. Uun'autorità non può legittimarsi da sola in modo
formale e, dunque, anche il diritto richiede fondamenti esterni (etici, non
emici): l'efficacia e la giustizia. Ha realizzato alcune traduzioni
fondamentali. E forse il suo contributo maggiore alla storia della filosofia è
consistito proprio in un'opera che combina traduzione e ricostruzione critica,
ovvero l'opus postumum di Kant. Tale opera affronta questioni teoriche
tutt'oggi aperte (soprattutto nella fisica e nella biologia teoriche), come il
problema della forma degli oggetti solidi o il problema del “vivente,” cioè il
problema della vita in quanto tale e non ridotta a semplice. Ha curato poi
le edizioni di opere di Leibniz: si è trattato di un ampio lavoro che si è raccolto
in "Scritti politici e di diritto naturale" "Leibniz e des
Bosses" "Saggi filosofici e lettere" e "Saggi di teodicea:
sulla bontà di Dio, sulla libertà dell'uomo, sull'origine del male.” La sua
estetica, pur nella varietà dei temi trattati, rimanda ad una problematica
essenzialmente ontologica: lo svelarsi dell'ente. Cioè, l'opera d'arte è
heideggerianamente concepita come il modo attraverso cui gli uomini possono
cogliere il passaggio dal nulla all'essere. Di estetica è "Goethe e
il suo diavolo custode", edito per i tipi di Adelphi. Al centro di questa
ricerca vi è la figura di Mefistofele, analizzata in tutta la sua profondità e
capacità genealogica. Nei suoi volumi sull'estetica della musica
sviluppa la tesi affascinante che ascoltare la musica è un ascoltare il
silenzio. Grande è la potenza significante di ciò che non significa nulla,
perché è il nulla a far emergere l'essere delle cose. E la musica e la luce si
situano proprio in questo iato insuperabile fra l'essere e il nulla. Entro i suoi
molteplici contributi alla filosofia civile, si staglia netta, per importanza e
originalità, una triade di saggi edicati a quello che potremmo chiamare
"stato spirituale dell'Occidente". Si tratta di opere scritte in un
periodo dunque estremamente critico per l'Italia, ma che mantengono ancora una
grande attualità. Fa percepire al lettore il pericolo valoriale in cui è venuto
a trovarsi l'Occidente e pone in essere una critica serrata alle ideologie
totalitarie o nichiliste. In questo senso, vi è un'aria di famiglia con i
lavori di quei filosofii come Horkheimerche ha prospettato i rischi di
un'eclisse dell'individuo nella società tecnologica di massa. Note un articolo sul Corriere della Sera rettifica sul Corriere della Sera smentita sul Corriere della Sera Bergson, Torino, La filosofia trascendentale e
l'Opus postumum di Kant, Torino, Leibniz e Des Bosses, Torino, 1L'oggettività
nella scienza e nella filosofia contemporanea, Torino, Il problema dell'esperienza,
Trieste, Dio nel "Libro d'ore" di R. M. Rilke, Olschki, Dialettica della libertà, Napoli, La speranza
nella rivoluzione, Milano, Vincenzo Filippone-Thaulero, Salerno Temi e problemi
della filosofia contemporanea, Roma, Perché punire, Milano, Cancro in
Occidente, Milano, La voce, la musica, il demoniaco. Con un saggio
sull'interpretazione musicale, Spirali, Filosofia del denaro, Roma, Elzeviri
swiftiani, Spirali, La mia prospettiva filosofica, Barone Francesco; Mathieu
Vittorio; Melchiorre Virgilio, Gregoriana Libreria Editrice, Gioco e lavoro,
Spirali, La speranza nella rivoluzione, Spirali, Il problema del nazionalismo,
Mathieu Vittorio; Cotta Sergio, Japadre, Perché leggere Plotino, Rusconi Libri,
L'opus postumum di Kant, Bibliopolis, 1Tipologia dei sistemi e origine della
loro unità, Accademia dei Lincei, Orfeo e il suo canto. Scritti, Zamorani, Il nulla, la musica, la luce, Spirali, Il
problema della fedeltà ermeneutica, Mathieu Vittorio; Paoletti Laura, Armando
Editore, Per una cultura dell'essere, Armando Editore, L'uomo animale ermeneutico,
Giappichelli, Le radici classiche dell'Europa, Spirali, Goethe e il suo diavolo
custode, Adelphi, Privacy e dignità dell'uomo. Una teoria della persona,
Giappichelli, Come leggere Plotino, Bompiani, Perché punire. Il collasso della
giustizia penale, Liberilibri, Introduzione a Leibniz, Laterza, In tre giorni, Mursia, ; La filosofia,
Marcovalerio, . Immanuel Kant Henri
Bergson. quotidiano online Ideazione, su ideazione.com. Articolo del fatto
quotidiano, su ilfattoquotidiano. 3del portavoce dell'Opus Dei sulla non
appartenenza di Vittorio Mathieu alla Prelatura dell'Opus Dei, su
archiviostorico.corriere. Vittorio Mathieu. Mathieu. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Mathieu” – The Swimming-Pool Library.
Maturi (Amorosi). Filosofo. Grice: “There are two main things I love about
Maturi, and I hate it when philosophers just dismiss him as an ‘Italian,’ or
worse, ‘Neapolitan’ Hegelian – as when they refer to me as a member of the
Oxford school of ordinary language philosophy! The first is his typically Neapolitan-hegelian
school account of what he calls ‘autocoscienza recognoscitiva,’ which is
something I do take for granted in my conversational theory of
inter-ratiationality; the second is his elaboration of what he calls the
passage from the non-human animal to the ‘human-animal’ in a sort of
pirotological passage.” Grice: “What I like about him is that he considers each
‘stage’ as just as fundamental as the other; which implicates that actually the
‘higher’ stage has a ‘foundation’ on the previous one. Here ‘foundational’
makes perfect sense; and it gives Maturi an excuse to rather pompously label
the concept: ‘forma fondamentali’ of the ‘vita.’ It’s exactly like my soul
progression, -- which I explore in ‘Philosophy of Life.’” It is not surprising
that Gentile loved Maturi and forwarded his “Introduction to philosophy.” sDocente
prima nei licei e poi nell'Napoli. Dopo i primi studi nella cittadina natale,
si trasferì a Napoli ove conseguì la licenza liceale. La frequentazione di
Bertrando Spaventa e di Augusto Vera, lo introdusse alla filosofia
hegeliana destinata ad esercitare nel
suo pensiero un'influenza duratura.
Laureatosi in giurisprudenza, tre anni dopo vinse un concorso per
uditore giudiziario . Ottenuta
l'abilitazione, insegnò filosofia nei licei di varie città. Conseguita la
libera docenza, tenne corsi di filosofia hegeliana nell'Napoli quando ritornò
all'insegnamento liceale presso l'istituto Umberto I della città partenopea.
Inizia una corrispondenza con Croce e Gentile, i maggiori esponenti dell'idealismo
italiano, ai quali fu legato da un rapporto di amicizia. Opere: “Soluzione del problema fondamentale
della filosofia” – Grice: “He implicates there is one. Cf. Strawson, Solution
to the problem of the king of France’s hair loss.” “La filosofia di Giordano
Bruno.” Grice: “Italians seem to have a predilection for philosophers who were
burned.” “L'ideale del pensiero umano; ossia, la esistenza assoluta di Dio.” Grice:
“For Kant, and my friend D. F. Pears, existence is not a predicate, for another
of my friends, J. F. Thomson, it is!” “Uno
sguardo generale sulle forme fondamentali della vita.” Grice: “The key concept
is ‘forma fondamentale’ as applied to ‘vita.’ -- Grice: “My favourite is his description of
the ‘forma fondamentale’ of the ‘vita’ of the non-human animal to the ‘forma
fondamentale’ of the ‘vita’ of the human animal.” L'idea di Hegel. Grice: “When
I told Hardie that I was reading “The idea of Hegel,” he said, ‘what do you
mean, ‘of’?” “For Maturi, it’s the same, and it is delightful to see that he
can quote Hegel in ‘Deutsche’ without caring to translate! Them was the days
when European languages counted!” La filosofia e la metafisica” Grice: “The
‘and’ is aequivocal: cf. Durrell, “My family and the animals.”“Principî di
filosofia” (apparently by Spaventa – Maturi has an introduction to philosophy).
Grice: “I must confess that I love the word principle, but again, Hardie would
say, what do you mean ‘of’ – my principle of conversational helpfulness – or
when I speak of the principle of conversational self-love and the complementary
principle of conversational benevolence,” I’m not sure who I apply it to! The
conversationalist like me, I s’ppose.” “Una
relazione scolastica.” Grice: “He doesn’t mean Russell.” “But what he means is
a syllabus which is illustrative of Neapolitan Hegelianism!” G.L. Petrone, in
Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in . Mario Dal Pra, Maturi,
Milano, Bocca, Guzzo, Maturi, Brescia, Morcelliana, Antonio Gisondi, Forme
dell'Assoluto. Idealismo e filosofia tra Maturi, Croce e Gentile, Soveria
Mannelli, Rubbettino, Giletta Giovanni, "Filosofia hegeliana e religione.
Osservazioni su Sebastiano Maturi", Benevento, ed. Natan, . Hegelismo Idealismo Neoidealismo italiano
Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a
Sebastiano Maturi Guido Calogero,
«MATURI, Sebastiano» in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 1934. Giuseppe Landolfi Petrone, «MATURI, Sebastiano» in Dizionario
Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sebastiano Maturi. Maturi. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maturi” – The Swimming-Pool Library.
Maturi (Napoli). Filosofo. Grice: “People sometimes asks me how my
intentionalist approach can be applied to history. I always respond: Read
Maturi!” Grice: “Maturi’s ‘Interpretazioni,’ thus in plural, ‘del risorgimento’
is a classic --.” Grice:: “Even in London, the risorgimento had at least two
interpretations! One in Woolwich, and another one elsewhere! And there is
possibly a gender distinction too with “Speranza,” Wilde’s mother, being
somewhat fanatic about it!” -- Compì la sua formazione culturale a Napoli dove
si laureò con Schipa, uno dei firmatari del manifesto degli intellettuali
antifascisti redatto da Croce. Del suo maestro, per la lezione di rigore che
gli aveva impartito, Maturi conservò un commosso ricordo ed ebbe modo di
esprimere pubblicamente la sua gratitudine in occasione della morte di Schipa,
pronunciandone il necrologio. Seguì con attenzione ed interesse, ma anche con
spirito critico, le lezioni di Croce conseguendo una laurea in filosofia con Gentile
con una tesi su Maistre. Impostato sulla lezione crociana è il saggio “La
crisi della storiografia politica italiana” a cui seguì quello dedicato a Gli
studi di storia moderna e contemporanea, inserito nel primo dei due volumi dell'opera
del “La vita intellettuale italiana.” Il suo primo lavoro Il concordato tra la
Santa Sede e le Due Sicilie pubblicato fu giudicato positivamente dalla critica
s di Omodeo che lo recensì ne La Critica. Frequentò la Scuola storica per l'età
moderna e contemporanea diretta da Volpe e fu segretario e bibliotecario
dell'Istituto storico per l'età moderna e contemporanea. Fu collaboratore
dell'Enciclopedia italiana per la quale scrisse numerose voci tra le quali
quella dedicata al "Risorgimento" ispirata alle sue idee
liberali. A causa di questo episodio, nonostante il suo disinteresse per la
vita politica attiva, fu allontanato dall'Istituto storico per l'età moderna e
contemporanea. Nelle sue opere di storia politica i suoi punti di
riferimento furono Croce, Meinecke, Salvemini, e Volpe. Dapprima come
incaricato di Storia del Risorgimento e poi come ordinario tenne le sue lezioni
a Pisa dove ebbe modo di scrivere numerose opere come alcune importanti voci
nel IV volume del Dizionario di politica a cura del Partito nazionale fascista,
il saggio Partiti politici e correnti di pensiero nel Risorgimento, e l'accurata
biografia Il principe di Canosa. I corsi di storia della storiografia tenuti a
Pisa furono continuati a Torino quando ebbe la cattedra di Storia del
Risorgimento e quella di Storia delle dottrine politiche che occupò sino alla
sua inaspettata scomparsa. Le sue lezioni di quest'ultimo periodo furono
raccolte nell'opera postuma Interpretazioni del Risorgimento considerata di
primaria importanza dagli storici. Opere Interpretazioni del Risorgimento
, coll. Biblioteca di cultura storica Einaudi. XXIX dell'Enciclopedia italiana,
Accademia delle scienze di Torino, In memoria di Maturi, Istituto per la storia
del Risorgimento italiano, Roma 1Interpretazioni storiografiche del
Risorgimento Walter Maturi, in
Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Walter Maturi, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Walter Maturi. Maturi. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maturi” – The Swimming-Pool Library.
Maurizi (Roma). Filosofo. Grice:
“I like Maurizi; of course his ‘vendetta di Bacco’ makes sense only in the
context of Nietzsche’s rather recherché dichotomy!” – Grice: “His idea of the
‘suspected ‘I’’ is good, but he is not, as I was, having in mind Reid, but
Freud!” Si è laureato in filosofia della storia presso l'Università degli Studi
di Roma "Tor Vergata" e ha conseguito il dottorato di ricerca nella
medesima università discutendo una tesi su Cusano e il concetto di non altro da
cui è nato il volume La nostalgia del totalmente non altro. Cusano e la genesi della
modernità (Rubbettino). Dopo un periodo di formazione in Germania attualmente
svolge la sua attività di ricerca presso l'Università degli Studi di Bergamo.
Pubblica le sue ricerche su alcune prestigiose riviste come la Rivista di
filosofia neo-scolastica, il Journal of Critical Animal Studies, Dialegesthai,
Alfabeta, Lettera Internazionale, e collaborando, inoltre, con i quotidiani
Liberazione e L'Osservatore Romano. Ha poi partecipato alla stesura del secondo
volume di L'Altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico (Jaca Book, ) ed
è il traduttore e curatore dell'edizione italiana di Georg Lukács, Coscienza di
classe e storia. Codismo e dialettica, Alegre, Roma di Ralph Acampora,
Fenomenologia della Compassione, Edizioni Sonda, Casale Monferrato, , e ha
tradotto, con G. Dalmasso, Derrida,
Teoria e prassi. Corso dell'École Normale Supérieure Jaca Book, Milano, . Ha
contribuito alla fondazione delle riviste scientifiche "Liberazioni"
e Animal Studies. Rivista italiana di antispecismo. Pensiero Maurizi ha
suddiviso i suoi interessi di ricerca tra la filosofia dialettica (Cusano,
Hegel, Marx, Adorno), la teoria critica della società e le implicazioni
politiche di una visione "sociale" dell'antispecismo a partire da una
rielaborazione del pensiero della scuola di Francoforte. Tanto le sue ricerche
su Adorno, quanto quelle su Cusano si incentrano sul tentativo di porre in
evidenza il tema della storicità dell'umano non in termini di un astratto e
formale "essere-nel-tempo", quanto più propriamente nel vedere
nell'essere storico, in tutta la sua determinatezza, l'irriducibile istanza di
verità dell'umano stesso: l'essere storico è in tal senso irriducibile ad ogni
ontologia dell'essere temporale seppure ciò non porti necessariamente ad un
relativismo storicista. Prendendo spunto dalla lettura critico-negativa di
Hegel portata avanti da Adorno, infatti, Maurizi sostiene la leggibilità e
razionalità della storia come segno del dominio, l'universale storico non come
traccia di un positivo che si farebbe strada attraverso il negativo delle
vicende umane, bensì come questo stesso negativo che informa di sé la civiltà,
imprimendo ad essa la direttrice di un progresso della razionalità strumentale
che è l'antitesi della redenzione. La sua rilettura del pensiero della
filosofia di Francoforte ha così costituito un punto di partenza per una
ridefinizione dell'opposizione natura/cultura e lo ha portato ad estendere la
critica ai meccanismi di dominio anche al controllo e allo sfruttamento del non
umano, e più in generale della Natura. Il suo pensiero riguardo alla filosofia
antispecista è in continuità con quello espresso dal sociologo David Nibert ed
in netta opposizione all'utilitarismo di Peter Singer criticato da Maurizi come
un antispecista metafisico. Un punto centrale nell'argomentazione filosofica di
Marco Maurizi, che rende originale il suo lavoro rispetto a quello degli altri
teorici dei diritti animali, riguarda l'interpretazione in termini
storico-sociali dello specismo. Ogni attività intellettuale «antispecista»,
secondo Maurizi, consiste quindi essenzialmente nel fare propria questa scelta
di campo: sottolineare come la questione animale sia un aspetto irrinunciabile
di ogni ipotesi di trasformazione dell'esistente. Secondo Maurizi
l'antispecismo è dunque essenzialmente politico
e non possiamo affrontare, come fanno Peter Singer o Tom Regan, la
questione animale da una prospettiva astrattamente morale. All'attività di
filosofo, Maurizi ha così affiancato quella di attivista per i diritti animali,
intrecciando l'attività speculativa con quella politica; risultato di questa
attività è il libro Al di là della Natura: gli animali, il capitale e la
libertà (Novalogos, ). Maurizi è stato inoltre fondatore delle riviste di
critica antispecista Liberazioni e Animal Studies, della rivista online Asinus
Novus che prende il nome dal suo breve testo Asinus Novus: lettere dal carcere
dell'umanità (Ortica, ). Nel
l'associazione Per Animalia Veritas raccoglie alcuni suoi scritti che
rappresentano un sunto aggiornato del suo pensiero sulla filosofia antispecista:
Cos'è l'antispecismo politico (Per Animalia Veritas, ). Sulla scia delle
riflessioni adorniane, Maurizi ha anche lavorato sulla filosofia della musica e
la teoria critica musicale. Le sue teorie sull'antispecismo politico sono
abbondantemente discusse nel libro di Lorenzo Guadagnucci Restiamo Animali:
vivere vegan è una questione di giustizia (Terre di Mezzo, ), da Matthias Rude
Antispeziesismus. Die Befreiung von Mensch und Tier in der Tierrechtsbewegung
und der Linken (Schmetterling, Stuttgart ) e altri autori della scena antispecista
di lingua tedesca. Altri saggi: “Il tempo del non-identico,” Jaca Book, “La
nostalgia del totalmente non altro” -- Cusano e la genesi della modernità,
Rubettino, “Al di là della Natura: gli animali, il capitale e la libertà,”
Novalogos, “Asinus Novus: lettere dal carcere dell'umanità,” Ortica, “Cos'è
l'anti-specismo politico?” Per animalia veritas, “L'io sospeso: l'immaginario
tra psicanalisi e sociologia, Jaca Book, .Grice: “This reminds me of my
fantasies on ‘I’ – “The suspected I’ is a genial phrase!” -- “Chimere e
passaggi” Cinque attraversamenti del pensiero di Adorno, Mimesis, “Altra specie
di politica, Mimesis, “Musica per il pensiero. Filosofia del progressive” --
Mincione, “La vendetta di Dioniso” -- la
musica contemporanea da Schönberg ai Nirvana, Jaca Book, “Quanto lucente la tua
in-esistenza” --- L'Ottobre, il Sessantotto e il socialismo che viene, Jaca
Book, . Note Intervento di M. Maurizi su
questi temi per la Casa della Cultura di Milano: youtube.com/watch?v= ZNfJrRx-7fo Intervista su questo tema a cura del
collettivo Tierrechtsgruppe Zürich (Zurigo) M. Maurizi La genesi dell'ideologia
specista in Liberazioni:/ M. Maurizi Per una cultura antispecista in Asinus
Novus: rivista di antispecismo e filosofia: Copia archiviata, su
asinusnovus.wordpress.com. Intervento M. Maurizi per il primo convegno
nazionale antispecista: youtube.com/watch?v=JwZiW4ngrag Intervista a M. Maurizi e L. Caffo sulle
nuove prospettive dell'animalismo: youtube Testo recensito da L. Pigliucci per
la rivista "Lo Straniero" di Aprile : Copia archiviata, su
asinusnovus.wordpress.com.Intervista di F. Pullia sul quotidiano "Notizie
Radicali" Una recensione del testo: Copia archiviata, su
asinusnovus.wordpress B. Le GocM. Maurizi, Musica per il pensiero. Filosofia
del progressive italiano, Mincione, Roma .
Antispecismo Diritti degli animali Scuola di Francoforte. Asinus Novus.
Antispecismo e Filosofia, su asinusnovus.net. Animal Studies. Rivista Italiana
di Antispecismo, su rivistaanimalstudies.wordpress.com. Marco Maurizi. Maurizi.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maurizi” – The Swimming-Pool Library.
Mazzarella (Napoli). Filosofo. Grice: “I love
Mazzarella’s ‘necessary word’ – not precisely what I was thinking when
philosophising about conversation, but for Mazzarella, the conversational
motivation is to HELP in the most authentic fashion – Compared to his ‘parola
necessaria,’ my principle of conversational helpfulness, while based in part in
the desideratum of conversational benevolence, looks pretty lame!” -- Grice: “I
like Mazzarella. The fuss he makes in translating Heidegger, whom I have
elsewhere called ‘the greatest living philosopher’ – he was living then –.”
Grice: “Mazzarella, who is relying on somebody else’s translation, is
especially focused on Heidegger’s Latinate ‘fakt.’ From ‘Fakt,’ Heidegger gets
an abstract noun. But he also uses the Germanic for ‘deed.’ Relying on the
cognateness of ‘fakt’ with ‘fatto’ – cognate itself with ‘effetto,’ Mazarella
agrees that the translation goes from ‘factivity’ to ‘effectivity.’ And it
should inspire all philosophers into seeing how similar these two concepts are
– if indeed two concepts they are, seeing that they come from the same Roman
root! But Mazzarella would know that – you wouldn’t!” – Professore a Napoli, è tra i principali interpreti di Heidegger.
Deputato al Parlamento nella XVI Legislatura per il Partito Democratico. Dopo essersi laureato presso l'Università
degli Studi di Napoli “Federico II” con Masullo, inizia la sua attività di
ricerca come borsista DAAD in Germania, e successivamente presso l'Salerno. In
seguito è professore incaricato di Estetica presso l'Università dell'Aquila.
Dopo essere stato professore associato di Filosofia Teoretica presso l'Catania
e di Filosofia della storia presso l'Napoli “Federico II”, diventa professore
straordinario di Storia della filosofia presso la Facoltà di Magistero
dell'Salerno e dal 1993 Professore di Filosofia Teoretica presso l'Napoli “Federico
II”. Dirige il Dottorato di Ricerca in “Scienze Filosofiche” dell'Napoli “Federico
II” e cura la programmazione e le relazioni internazionali per la Facoltà di
Lettere e Filosofia, di cui è Preside dal 2005 al 2008. Nel 2008 viene eletto
deputato del Parlamento italiano, divenendo componente della VII Commissione
Cultura della Camera. Opere In una delle
sue opere principali, Tecnica e Metafisica. Saggio su Heidegger, Mazzarella
indaga i processi decostruttivo-ermeneutici sottintesi all'heideggeriana storia
della metafisica occidentale, fino a formulare un'ipotesi
"ecologica"(in senso originario, come pensiero relativo all'abitare
dell'uomo) relativa alle interpretazioni del "logos" eracliteo e
della categoria aristotelica della "physis" riscontrate nei saggi
successivi alla cosiddetta "svolta" del pensiero di Heidegger. In Vie d'uscita. L'identità umana come
programma stazionario metafisico, le aporie di una metafisica del fondamento
sono affiancate alla dimensione tecnica della contemporaneità, intesa
storicisticamente come epoca del compimento del nichilismo. Centrale diventa
l'idea di un "essere-alla-vita", categoria che richiama in modo
lampante l'"essere-nel-mondo" di heideggeriana memoria; le questioni
teoretiche vengono così ridotte a questioni etiche riguardanti un'ontologia
minima, ove la filosofia prima si trasformi in filosofia seconda, lasciando il
posto ad un programma metafisico-antropologico di custodia e mantenimento della
e nella propria epoca. L'essere-alla-vita necessita di intendere la cultura
come “endiadi di natura e storia, ma in questa endiadi natura prima ancora che
storia”. Pensare e credere. Tre scritti
cristiani rappresenta un altro orizzonte del pensiero di Mazzarella; il
rapporto tra religione rivelata e filosofia si gioca sullo sfondo di una
prospettiva storicista di matrice diltheyana, sebbene non siano esenti dalla
riflessione Hegel, Schelling e la teologia dialettica contemporanea.
Interessante è la prospettiva di una religione come "integrazione" e
apertura all'amore fraterno, configurato nel concetto di "agape". I suoi scritti sono in ogni caso
contrassegnati, com'è tipico della recente scuola di pensiero napoletana, sorta
sulla scia delle dottrine di Croce, da una ripresa di temi propri dello
storicismo (Nietzsche e la storia. Storicità e ontologia della vita). In un dialogo costante con i teologi più
liberali e moderni, quale ad es. Bruno Forte, Mazzarella si è occupato
specificamente dei temi della bioetica, coniugando il tema della tutela della
vita alla ripresa del concetto di sacralità (Sacralità e vita). In Opera media ha inoltre messo in luce un
talento poetico non indifferente, che gli è valso l'apprezzamento della critica
e diversi riconoscimenti. Ha composto quattro raccolte di poesie, e pubblicato
singoli componimenti in diverse antologie.Finalista al Premio di poesia “Città
di Vita”, Firenze, e nel 1999 ha vinto il Premio Speciale “La finestra” al
Premio Nazionale di poesia “Alessandro Tanzi” perUn mondo ordinato. Opere “Tecnica
e metafisica” -- saggio su Heidegger, Guida, Napoli, Nietzsche e la storia: storicità
e ontologia della vita,” Guida, Napoli, “Storia metafisica ontologia” Per una
storia della metafisica tra otto e novecento, Morano, Napoli, -- Grice: “What
Mazzarella is proposing is what I did for the BBC: a history of metaphysics; philosophical
tutees are too accustomed to ‘history of philosophy,’ but surely each branch
requires a separate history! “storia della metafisica” does just that!” –
“storia della semantica” hardly sounds as sexy, and “storia della pragmatica”
sounds repugnantly academese!” --
“Ermeneutica dell'effettività” -- Prospettive ontiche dell'ontologia
heideggeriana, Guida, Napoli, -- Grice: “Note that Mazzarella is exploring the
‘effectivity,’ not the ‘affectivity’ – ex-fecto, not ad-fecto – “Filosofia e
teologia” -- di fronte a Cristo,
Cronopio, Napoli, “Sacralità” -- e vita, Quale etica per la bio-etica?, Guida,
Napoli, Heidegger oggi, E. Mazzarella, Il Mulino, Bologna, “Pensare e credere”
-- Tre scritti cristiani, Morcelliana, Brescia, “Vie d'uscita. L'identità umana
come programma stazionario metafisico,” Il melangolo, Genova, Opera media.
Poesie, Il melangolo, Genova, Lirica e filosofia, Morcelliana, Brescia, Vita
Politica Valori. Sensibilità individuali e sentire comunitario, Guida, Napoli,
“Anima madre,” ArtstudioPaparo, Napoli, “L'uomo che deve rimanere,” Quodlibet,
Macerata, . S. Venezia , Nota bio-bibliografica, inAmato, M. T. Catena, N.
Russo , L'ethos teoretico. Scritti in onore di Eugenio Mazzarella265, Napoli,
Guida, Archivio degli articoli di
Eugenio Mazzarella nel sito "ilsussidario.net". Curriculum vitae,
pubblicazioni e attività di ricerca nel sito dell'Università degli Studi di
Napoli Federico II, su docenti.unina. Mazzarella. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Mazzarellla” – The Swimming-Pool Library.
Mazzei (Poggio a Caiano). Filosofo. Grice: “Not every philosopher has a city,
‘Colle,’ named after him!” -- Grice: “I like Mazzei; he is hardly a
philosopher, but the Italians consider among the ‘filosofi italiani,’ – there
is a good wine, “Mazzei,” since Mazzei, when travelling to the Americas,
transplanted a grape from his paese – the descendants still grow it! In oltre,
he was influential in the ‘risorgimento’!” -- essential Italian philosopher.Massone
e cadetto di una nobile famiglia toscana di viticoltori, probabilmente
risalente all'XI secolo e ancora esistente nel XXI secolo, fu personaggio
energico ed eclettico, illuminista, promulgatore delle libertà individuali, dei
diritti civili e della tolleranza religiosa. Visse una vita avventurosa e
movimentata, con alterne fortune economiche. Sebbene sia sconosciuto al
grande pubblico, partecipò attivamente alla guerra d'indipendenza americana
come agente mediatore all'acquisto di armi per la Virginia, ed è ritenuto dagli
storici uno dei padri della Dichiarazione d'Indipendenza americana, in quanto
intimo amico dei primi cinque presidenti statunitensi: George Washington, John
Adams, James Madison, James Monroe e soprattutto Thomas Jefferson, di cui fu
ispiratore, vicino di casa, socio in affari e con cui rimase in contatto
epistolare fino alla morte. Iniziato alla Massoneria, fu poi spettatore
privilegiato della rivoluzione francese. La sua figura storica è riemersa
alla fine Professoregrazie all'infittirsi degli studi accademici in occasione
del bicentenario della rivoluzione americana, fino ad essere onorato in
occasione del 250º anniversario della sua nascita nel 1980 con un'emissione
filatelica congiunta speciale delle poste italiane e statunitensi. Dopo
gli studi compiuti tra Prato e Firenze, nel 1752, in seguito a dissapori con il
fratello maggiore Jacopo sulla gestione del patrimonio familiare, si stabilì a
Pisa e poi a Livorno, intraprendendo con successo l'attività di medico. Dopo
solo due anni lasciò la città e si trasferì a Smirne (Turchia) come chirurgo a
seguito di un medico locale. Gunse a Londra dove, dopo un iniziale periodo
irto di difficoltà economiche che lo vide arrangiarsi con l'insegnamento
dell'italiano, riuscì nel corso dei tre lustri successivi ad arricchirsi con il
commercio dei prodotti mediterranei, principalmente del vino, inserendosi
lentamente nei salotti dell'alta borghesia londinese. Una breve parentesi
italiana si concluse con un precipitoso ritorno in Inghilterra, a seguito di
una denuncia al tribunale dell’Inquisizione per “importazione di libri
proibiti”. L'illuminismo e le idee di libertà religiosa che animavano il
Mazzei, ben tollerate nella Londra di fine XVIII secolo, erano ancora tabù
nella realtà italiana. La Rivoluzione americana In questi circoli londinesi
Filippo Mazzei conobbe Benjamin Franklin e Thomas Adams, che da lì a pochi anni
sarebbero stati tra i protagonisti della rivoluzione americana. Le
colonie americane si autogovernavano, perlomeno sulle questioni locali, tramite
assemblee di delegati liberamente eletti dai capifamiglia, e l'ordinamento
giuridico era ispirato al meglio della legislazione inglese, che pure in quegli
anni era probabilmente la più avanzata, garantista e liberale che
esistesse. Invitato dagli amici d'oltreoceano, spinto sia dalla curiosità
dell'inedita forma di governo, ma soprattutto dalla disponibilità di terre e
quindi dalla prospettiva di impiantare nel nuovo mondo coltivazioni
mediterranee, Mazzei si trasferì in Virginia, con al seguito un gruppo di
agricoltori toscani. A lui si unirono anche una vedova Maria Martin, che egli
sposò nel 1778, e l'amico Carlo Bellini che tra il 1779 e il 1803 sarebbe
divenuto il primo insegnante di italiano in un'università americana, il College
of William and Mary in Virginia. Inizialmente diretto in altro sito,
Mazzei si fermò presso la tenuta di Monticello per incontrare Thomas Jefferson,
con il quale già intratteneva rapporti epistolari e vantava amicizie comuni, e
fu da lui convinto a trattenersi in loco, arrivando a cedere circa 0,75 km²
della sua tenuta in favore dell'italiano. Da questa cessione nacque la tenuta
di Colle (il nome deriva da Colle di Val d'Elsa, perché il Mazzei aveva preso
ad esempio la campagna attorno alla città toscana), successivamente ampliata.
Lo univa a Jefferson un sodalizio commerciale, con il primo impianto di una
vigna nella colonia della Virginia, ma soprattutto un sodalizio intellettuale,
frutto di una comune visione politica e di ideali condivisi, che si sarebbe
protratto per oltre 40 anni. Il livello delle frequentazioni americane
trascinò velocemente Mazzei, arrivato con mere intenzioni imprenditoriali,
nella vita politica della ribollente colonia della Virginia. Fu autore di
veementi libelli contro l'opprimente dominazione inglese, inneggianti alla
libertà ed all'uguaglianza. Alcuni di questi scritti furono tradotti in inglese
dallo stesso Jefferson, che rimase influenzato da tali ideali, tanto da
ritrovare successivamente alcune frasi di Mazzei trasposte nella Dichiarazione
d'indipendenza degli Stati Uniti d'America. Eletto speaker dell'assemblea
parrocchiale dopo solo sei mesi dal suo arrivo in Virginia, ebbe modo di
esporre le sue idee sulla libertà religiosa e politica a un vasto oratorio,
composto anche di persone umili e ignoranti, che lo ascoltavano assorte. Un suo
scritto, Instructions of the Freeholders of Albemarle County to their Delegates
in Convention, redatto come istruzioni per i delegati della contea di Albemarle
alla convenzione autoconvocatasi dopo lo scioglimento forzato dell'assemblea
della Virginia imposto dal governatore inglese, fu utilizzato da Jefferson come
bozza per il primo tentativo di scrittura della costituzione dello Stato della
Virginia. La sua affermazione politica seguiva di pari passo i rovesci
economici, perché il clima e il terreno della Virginia non si erano dimostrati
particolarmente graditi a vite e olivo, e nel 1774 un'eccezionale gelata aveva
distrutto buona parte delle stentate coltivazioni impiantate con tanta
fatica. Naturalizzato cittadino della Virginia, volontario delle prime
ore nella guerra d'indipendenza americana, nel 1778 fu inviato in Europa da
Jefferson e Madison per cercare prestiti, acquistareo meglio,
contrabbandarearmi e ottenere informazioni politiche e militari utili alla
nascente nazione. In questo periodo scrisse articoli, fece interventi
pubblici e cercò di avviare rapporti commerciali e politici tra gli Stati
europei e la Virginia. Per tali servizi fu ufficialmente retribuito dallo Stato
dell Virginia. Rientrato in Virginia nel 1783, con suo grande disappunto
non fu nominato console. Ricevette I'incarico di amministratore della contea di
Albemarle, ma solo due anni dopo nel 1785 lasciò per l'ultima volta il suolo
americano, mantenendo comunque contatti epistolari con molti di quelli che sono
definiti “padri della patria” statunitensi e in particolare con Jefferson, che
ebbe modo di reincontrare successivamente a Parigi. Sua moglie rimase fino alla
sua morte alla tenuta del Colle, che Mazzei nel 1783 aveva donato alla
figliastra, Margherita Maria Martini e al di lei marito, il francese Justin
Pierre Plumard, Comte De Rieux. La Rivoluzione francese e le vicende
europee Targa a Pisa, sulla casa in cui morì Filippo Mazzei A Parigi, nel
1788 pubblicò una voluminosa opera in quattro volumi Recherches historiques et
politiques sur les États-Unis de l'Amérique Septentrionale. Si trattava della
prima storia della rivoluzione americana pubblicata in francese. L'opera è
tuttora una preziosa fonte di informazioni sul movimento che innescò la rivoluzione
americana. Il successo del libro e la notorietà delle sue idee, uniti
alla costante attività di propaganda a favore dei neonati Stati Uniti
d'America, lo fece venire in contatto con re Stanislao Augusto di Polonia,
illuminato sovrano liberale, di cui divenne prima consigliere e poi
rappresentante a Parigi. Da questa posizione privilegiata poté seguire la
rivoluzione francese, di cui condannò la deriva giacobina. Preso atto della
rovina economica, nel 1791 si trasferì a Varsavia, assumendo la cittadinanza
polacca e contribuendo alla stesura della costituzione. Dopo un anno
passato a Varsavia, a seguito della spartizione della Polonia nel 1792 rientrò
definitivamente in Toscana, stabilendosi a Pisa. Lì nel 1796 sposò Antonina
Tonini, da cui ebbe una figlia, Elisabetta. E testimone dell'arrivo delle
truppe repubblicane francesi a Pisa e poi della loro cacciata, e fu coinvolto
pur senza danni nei successivi processi intentati dal bargello ai liberali
pisani che si riunivano durante la breve occupazione al Caffè dell'Ussero sul
lungarno. Ultimi anni Mazzei visse quietamente altri 17 anni,
dedicandosi ai propri studi di orticoltura e limitandosi a frequentare una
ristretta cerchia di salotti praticati da giovani liberali, di cui era ispiratore.
In conseguenza del dissolvimento della Polonia operata da Russia e Prussia nel
1795, lo zar Alessandro I si accollò i debiti della corte polacca e Mazzei poté
fruire di un vitalizio. Mazzei rimase sempre nostalgico della Virginia e dei
suoi amici americani, che ne auspicavano il ritorno e con i quali mai
interruppe il contatto epistolare. Nonostante i ripetuti progetti di un viaggio
in America, Mazzei non fu mai capace di affrontare questa nuova avventura. Ebbe
modo di assistere all'ascesa e alla caduta di Napoleone Bonaparte e scrisse le
proprie memorie, pubblicate nel 1848, oltre trent'anni dopo la sua morte a
Pisa. Opere: “Stanislao Re di Polonia,” Roma: Istituto storico italiano per
l'età moderna e contemporanea, “Ricerche storiche sull’America,” Firenze, Ponte alle Grazie, “Memorie”
Gino Capponi, Lugano, Tip. della Svizzera Italiana, “Del commercio della seta
fatto in Inghilterra dalla Compagnia delle Indie Orientali” Silvano Gelli,
Poggio a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, “Le istruzioni per i delegati alla
convenzione maggio-settembre” Firenze, Morgana, Opere di suor Margherita
Marchione “Scelta di scritti e lettere,”“Agente di Virginia durante la
rivoluzione Americana”“Agente del Re di Polonia durante la Rivoluzione
Francese”“La vita avventurosa di Filippo Mazzei, Cassa di Risparmi e Depositi,
Prato. Marchione Margherita: The Adventurous Life of Philip MazzeiLa vita
avventurosa Marchione Margherita:The Constitutional Society of Marchione
Margherita, Philip Mazzei: World Citizen (Jefferson's "Zealous
Whig"), University Press of America, Lanham, MD, 1994, 158 Curiosità Broom
icon.svg Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare. Contribuisci a
migliorarla integrando se possibile le informazioni all'interno dei paragrafi
della voce e rimuovendo quelle inappropriate. A inizio degli anni 2000, fra alcuni
intellettuali toscani appassionati della figura di Mazzei, è circolata la
speculazione che Mazzei potrebbe aver ispirato persino la bandiera
statunitense, adottata dal Congresso un
anno dopo la Dichiarazione d'Indipendenza. La suggestione nasce dall'importanza
che l'alternanza dei colori rosso e bianco ha nell'araldica toscana e non solo
e di cui un esempio famoso è l'insegna di Ugo di Toscana. Mazzei potrebbe forse
aver discusso anche di araldica con gli altri patrioti americani, ma le radici
storiche della bandiera americana sono, in realtà, nella Grand Union
Flag. In ricordo di Mazzei è stato istituito il premio The Bridge. La
cerimonia è stata istituita dall'American University of Rome, per celebrare un
toscano che insieme ai padri costituenti degli Stati Uniti d'America diede vita
alla stesura della dichiarazione d'indipendenza. Sua era la frase: «Tutti gli
uomini sono per natura liberi ed indipendenti». Note Paolo Russo, Nasce a Firenze un museo che racconta
la massoneria, in La Repubblica, Firenze, 27 febbraio . 28 novembre (archiviato il 3 marzo )., Riferito al primo
museo dedicato alla storia della Massoneria in Italia. Washington D.C. Italian Genealogy Club, su
geocities.com 1º gennaio 2008). Thomas Jefferson Encyclopedia Premio Filippo Mazzei. In lingua italiana , Dalla Toscana
all'America: il contributo di Filippo Mazzei, Poggio a Caiano, Comune di Poggio
a Caiano, 2004. Becattini Massimo, Filippo Mazzei mercante italiano a Londra, Poggio
a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, 1Bolognesi Andrea, Corsetti Luigi, Di
Stadio Luigi: Filippo Mazzei mostra di cimeli e scritti, catalogo della mostra
a cura di, Poggio a Caiano, palazzo Comunale, Comune di Poggio a Caiano, 1996.
Camajani Guelfo Guelfi, Filippo Mazzei: un illustre toscano del Settecento:
medico, agricoltore, scrittore, giornalista, diplomatico, Firenze, Associazione
Internazionale Toscani nel Mondo, Ciampini Raffaele, Lettere di Filippo Mazzei
alla corte di Polonia (1788-1792), Bologna: N. Zanichelli, 1937. Corsetti
Luigi, Gradi Renzo: su Filippo Mazzei
Avventuriero della Libertà a cura di, con scritti di Margherita Marchione e
Edoardo Tortarolo, Poggio a Caiano, C.I.C. Filippo MazzeiAssociazione Culturale
"Ardengo Soffici", Di Stadio Luigi, Filippo Mazzei tra pubblico e
privato. Raccolta di documenti inediti, a cura di, Poggio a Caiano, Biblioteca
Comunale di Poggio a Caiano, 1996. Fazzini Gianni, "Il gentiluomo dei tre
mondi", Roma: Gaffi, 2008. Gerosa Guido, Il fiorentino che fece l'America.
Vita e avventure Milano, SugarCo Edizioni, Gradi Renzo, Un bastimento carico di
Roba bestie e uomini in un manoscritto inedito di Filippo Mazzei, Poggio a
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Francesco Vigo, Roma: Il Veltro Editrice, 1977. Masini Giancarlo, Gori Iacopo,
L'America fu concepita a Firenze, Firenze: Bonechi, 1998 Tognetti Burigana
Sara, Tra riformismo illuminato e dispotismo napoleonico; esperienze del
"cittadino americano" Filippo Mazzei, Roma, Edizioni di Storia e
letteratura, Tortarolo Edoardo, Illuminismo e Rivoluzioni. Biografia politica
di Filippo Mazzei, Milano, Angeli, Witold Łukaszewicz, Filippo Mazzei, Giuseppe
Mazzini; saggi sui rapporti italo-polacchi Abolizionismo Rivoluzione americana
Rivoluzione francese Benjamin Franklin Patrick Henry Thomas Jefferson George
Mason James Monroe William Paca Stanisław August Poniatowski Padri fondatori
degli Stati Uniti d'America Italoamericani Dichiarazione d'indipendenza degli Stati
Uniti. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Filippo Mazzei, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Filippo Mazzei, su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Filippo Mazzei, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Filippo
Mazzei, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Opere di
Filippo Mazzei, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Filippo Mazzei,
. Pubblicazioni di Filippo Mazzei, su
Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation. Thomas Jefferson, Filippo Mazzei e Francis
Vigo (video), su youtube.com. Thomas Jefferson Encyclopedia, su monticello.org.
Il circolo Filippo Mazzei Pisa, su circolofilippomazzei.net. FMazzei, chi era
costui?, su mltoscana.blogspot.com. Clan Libertario Toscano Filippo Mazzei, su
mltoscana.blogspot.com. Il circolo Filippo Mazzei, su geocities.com. Carteggio
Thomas JeffersonMazzei, su princeton.edu. 25 giugno 2007 22 aprile ). I
processi contro Filippo Mazzei ed i liberali pisani, su idr.unipi. Monticello
the home of Thomas Jefferson, su monticello.org. Famous Americans, su
famousamericans.net. Philip Mazzei at the library of Congress, su
memory.loc.gov. Another Site about P.Mazzei and other famous Italian American,
su clevelandmemory.org. Mazzei, Thomas
Jefferson e gli scultori carraresi per la costruzione del Campidoglio degli
Stati Uniti (di Nicola Guerra)
[collegamento interrotto], su farefuturofondazione. Premio Filippo
Mazzei, su premiofilippomazzei.com. Sito dal quale è possibile scaricare il
libro Memorie della vita e delle peregrinazioni del fiorentino Filippo Mazzei
in formato *.pdf, su books.google.com. Filippo Mazzei. Mazzei.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Mazzei," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria, Italia.
Mazzini (Genova). Filosofo. Grice: “Of course
it is difficult for an Italian philosopher to approach the philosophy of
Mazzini cooly; it would be like me approaching the philosophy of Horatio
Nelson!” – Grice: “I’ve found ‘Il pensiero filosofico di Giuseppe Mazzini’
quite helpful – the equivalent would be the pretentious sounding, “The
philosophical thought of Sir Winston Churchill,’ say!” -- Grice: “Luigi Speranza loves to cherish the
fact that an old street in Woolwich, of all places, is named after him, in a
way ‘Speranza,’ just because Garibaldi visited!” Grice: “Luigi Speranza also
cherishes the fact that Lady Wilde preferred ‘Speranza’ just to defend
Mazzini!” Esponente di punta del patriottismo
risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribusceno in maniera
decisiva alla nascita dello STATO UNITARIO ITALIANO. Le condanne subite in
diversi tribunali d'Italia lo costringeno però alla latitanza fino alla morte.
Le teorie mazziniane sono di grande importanza nella definizione dei moderni
movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma
repubblicana dello stato. Nacque a Genova, allora capoluogo dell'omonimo
dipartimento francese costituito da parte del regime di Bonaparte. Il padre,
Giacomo, e medico e docente universitario d'anatomia originario di Chiavari,
una cittadina del Tigullio all'epoca capoluogo del dipartimento francese degli
Appennini, successivamente parte della provincia di Genova, figura
politicamente attiva nella scena pubblica locale, sia durante l'epoca della
precedente repubblica ligure, sia, in tempi successivi, dell'Impero
napoleonico. Alla madre, Maria Drago, una fervente giansenista originaria di Pegli,
un comune autonomo, accorpato nel comune di Genova, fu molto legato per tutta
la vita. Affettuosamente chiamato "Pippo" dalla famiglia, una volta
terminati gli studi superiori presso il cittadino Liceo classico Cristoforo
Colombo, si iscrisse a Genova. Si segnala per la sua ribellione ai regolamenti
di stampo religioso che imponeno di andare a messa e di confessarsi. E arrestato
perché, proprio in chiesa, si rifiuta di lasciare il posto a un generale
austriaco. Lo appassiona la letteratura: si innamorò delle letture di Goethe,
Shakespeare e Foscolo (pur senza condividerne la filosofia materialista),
restando così colpito dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis da volersi vestire
sempre di nero, in segno di lutto per la patria oppressa. La passione per
la letteratura, insieme a quella per la musica (e un abile suonatore di chitarra),
la ha per tutta la vita: oltre agli
autori citati, lesse Dante, Schiller, Alfieri, i grandi poeti romantici come
Byron, Shelley, Keats, Wordsworth, Coleridge e i narratori come Dumas padre e
le sorelle Brontë. Ha il suo trauma rivelatore. Al passaggio a Genova dei federati
piemontesi reduci dal loro tentativo di rivolta, si affacciò in lui il pensiero
che si puo, e quindi si deve, lottare per la libertà della patria. Cominciò ad
esercitare la professione nello studio di un avvocato, ma l'attività che lo
impegnava era quella di giornalista presso l'Indicatore genovese, sul quale
inizia a pubblicare recensioni di saggi patriottici. La censura lascia fare per
un po', ma poi soppresse il giornale. Compone il saggio, “Dell'amor patrio
d’Aligheri”. Ottenne la laurea “in utroque iure”. Entra nella carboneria, della
quale divenne segretario in Valtellina. Ho a lottare con il più grande
dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e
papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro,
pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo,
astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un
innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini. (Klemens von Metternich,
Memorie ed. Bonacci). Per la sua attività cospirativa e arrestato su ordine di Felice
di Savoia e detenuto a Savona nella Fortezza del Priamar. Durante la detenzione
idea e formula il programma di un nuovo movimento politico chiamato “Giovine
Italia” che, dopo essere stato liberato per mancanza di prove, presenta e
organizzò a Marsiglia dove e costretto a rifugiarsi in esilio. I motti
dell'associazione erano Dio e popolo e unione, forza e libertà e il suo scopo
era l'unione degli stati italiani in un'unica repubblica con un governo
centrale quale sola condizione possibile per la liberazione del popolo italiano
dagli invasori stranieri. Il progetto federalista infatti, poiché senza unità
non c'è forza, ha fatto dell'Italia una nazione debole, naturalmente destinata
a essere soggetta ai potenti stati unitari a lei vicini. Il federalismo inoltre
avrebbe reso inefficace il progetto risorgimentale, facendo rinascere quelle
rivalità municipali, ancora vive, che avevano caratterizzato la peggiore storia
dell'Italia medioevale. L'obiettivo repubblicano e unitario avrebbe dovuto
essere raggiunto con un'insurrezione popolare condotta attraverso una guerra
per bande. Durante l'esilio in Francia, ha una relazione con la nobildonna repubblicana
Giuditta Bellerio Sidoli, vedova di Giovanni Sidoli, ricco patriota di
Montecchio Emilia. Giuditta aveva condiviso con il marito la fede politica che,
portandolo a cospirare contro la corte estense, aveva costretto la coppia a
esiliare in Svizzera. Colpito da una grave malattia polmonare, muore a
Montpellier. Poiché la vedova non aveva ricevuto alcuna condanna, ritorna
a Reggio Emilia presso la famiglia del marito con i suoi quattro figli: Maria,
Elvira, Corinna e Achille. Dopo il fallimento dei moti dove fuggire in Francia
dove conobbe Mazzini a cui si legò sentimentalmente. Dopo il vano tentativo del
1831 di portare dalla parte liberale il nuovo re Carlo Alberto di Savoia con la
celebre lettera firmata "un italiano", il 26 ottobre 1833, insieme a
Pasquale Berghini e Domenico Barberis, Mazzini fu condannato in contumacia a
"morte ignominiosa" dal Consiglio Divisionario di Guerra, presieduto
dal maggior generale Saluzzo Lamanta. La condanna venne poi revocata nel 1848,
quando Carlo Alberto decise di concedere un'amnistia generale. Rifugiatosi
nella cittadina svizzera di Grenchen,
nel canton Soletta, vi rimase sino a quando fu arrestato dalla polizia
cantonale che gli ingiunse di lasciare la Confederazione entro 24 ore. Per
impedirne l'allontanamento l'assemblea dei cittadini di Grenchen conferì al
giovane profugo la cittadinanza con 122 voti a favore e 22 contrari, invalidata
però dal governo cantonale. Mazzini, nascostosi nel frattempo, fu scoperto e
dovette lasciare la Svizzera assieme ad altri esuli, tra i quali Agostino e
Giovanni Ruffini. Comincia il lungo soggiorno a Londra, dove Mazzini
raccolse attorno a sé esuli italiani e persone favorevoli al repubblicanesimo
in Italia, dedicandosi, per vivere, all'attività di insegnante dei figli degli
italiani; qui conobbe e frequentò anche diverse personalità inglesi, tra cui
Mary Shelley (vedova del poeta P.B. Shelley), Anne Isabella Milbanke (vedova di
Lord Byron, idolo di gioventù di Mazzini), il filosofo ed economista John
Stuart Mill, Thomas Carlyle e sua moglie Jane Welsh, lo scrittore Charles
Dickens, che finanziò la sua scuola. Il poeta decadente Algernon Swinburne gli
dedicò Ode a Mazzini. Nello stesso quartiere di Mazzini visse anche Karl
Marx. Durante il soggiorno londinese Mazzini ebbe una lunga relazione di
amicizia con la famiglia Craufurd, documentata da copiosa corrispondenza
epistolare. Sempre a Londra ebbe rapporti con la famiglia di William Henry
Ashurst e con il genero di questi, il politico britannico James Stansfeld, la
cui consorte Caroline Ashurst Stansfeld era sostenitrice della società
"Society of the Friends of Italy". Per la causa dell'unificazione
italiana Mazzini collaborò anche con il secolarista George Holyoake.
Fondò poi altri movimenti politici per la liberazione e l'unificazione di vari
stati europei: la Giovine Germania, la Giovine Polonia e infine la Giovine
Europa. Quest'ultima, fondata nell'aprile 1834 a Berna in accordo con altri
rivoluzionari stranieri, aveva tra i suoi principi ispiratori la costituzione
degli Stati Uniti d'Europa. In questa occasione Mazzini estese dunque il
desiderio di libertà del popolo italiano (che si sarebbe attuato con la
repubblica) a tutte le nazioni europee. L'associazione rivoluzionaria europea
aveva come scopo specifico l'agire dal basso in modo comune e, usando strumenti
insurrezionali e democratici, realizzare nei singoli stati una coscienza
nazionale e rivoluzionaria. Sulla scia della Giovine Europa Mazzini nel 1866
fonda anche l'Alleanza Repubblicana Universale. Il movimento della
Giovine Europa ebbe anche un forte ruolo di promozione dei diritti della donna,
come testimonia l'opera di numerose mazziniane, tra cui la citata Bellerio
Sidoli, ma anche Cristina Trivulzio di Belgiojoso e Giorgina Saffi, la moglie
di Aurelio Saffi, uno dei più stretti collaboratori di Mazzini e suo erede per
quanto riguarda il mazzinianesimo politico. Mazzini continuò a perseguire il
suo obiettivo dall'esilio e tra le avversità con inflessibile costanza,
convinto che questo fosse il destino dell'Italia e che nessuno avrebbe potuto
cambiarlo. Tuttavia, nonostante la sua perseveranza, l'importanza delle sue
azioni fu più ideologica che pratica. Dopo il fallimento dei moti del
1848, durante i quali Mazzini era stato a capo della breve Repubblica Romana
insieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini, i nazionalisti italiani
cominciarono a vedere nel re del Regno di Sardegna e nel suo Primo Ministro
Camillo Benso conte di Cavour le guide del movimento di riunificazione. Ciò
volle dire separare l'unificazione dell'Italia dalla riforma sociale e politica
invocata da Mazzini. Cavour fu abile nello stringere un'alleanza con la Francia
e nel condurre una serie di guerre che portarono alla nascita dello STATO
ITALIANO ma la natura politica della nuova compagine statale era ben lontana
dalla repubblica mazziniana. A Londra, nel 1850, per reagire alla caduta
della Repubblica Romana e in continuità con essa, Mazzini fondò il Comitato
Centrale Democratico Europeo e il Comitato Nazionale Italiano, lanciando il
Prestito Nazionale Italiano, le cui cartelle portavano appunto lo stemma della
Repubblica romana del 1849 e l'intitolazione del prestito «diretto unicamente
ad affrettare l'indipendenza e l'unità d'Italia». A garanzia del prestito le
cartelle recavano la firma degli ex triumviri Mazzini, Saffi e, in assenza
dell'irreperibile Armellini, Mattia Montecchi. La diffusione delle cartelle nel
Lombardo-Veneto ebbe come immediata conseguenza la ripresa dell'attività
cospirativa e rivoluzionaria, soprattutto a Mantova.. Messina fu chiamata
al voto per eleggere i suoi deputati al nuovo parlamento di Firenze. Mazzini
era candidato, nel secondo collegio, ma non poté fare campagna elettorale
perché esule a Londra. Pendevano sul suo capo due condanne a morte: una
inflitta dal tribunale di Genova per i moti del 1857 (il 19 novembre 1857, in
primo grado, il 20 marzo 1858 in appello); un'analoga condanna a morte era
stata inflitta dal tribunale di Parigi per complicità in un attentato contro
Napoleone III. Inaspettatamente, Mazzini vinse con larga messe di voti (446).
Il 24 marzo, dopo due giorni di discussione, la Camera annullava l'elezione in
virtù delle condanne precedenti. Il letto di morte di Mazzini,
distrutto dagli aerei degli Stati Uniti durante il bombardamento di Pisa del
1943 Maschera mortuaria di Mazzini, gesso, Domus Mazziniana, Pisa Due
mesi dopo gli elettori del secondo collegio di Messina tornarono alle urne:
vinse di nuovo Mazzini. La Camera, dopo una nuova discussione, il 18 giugno
riannullò l'elezione. Il 18 novembre Mazzini viene rieletto una terza volta;
dalla Camera, questa volta, arrivò la convalida. Mazzini, tuttavia, anche nel
caso fosse giunta un'amnistia o una grazia, decise di rifiutare la carica per
non dover giurare fedeltà allo Statuto Albertino, la costituzione dei monarchi
sabaudi. Egli infatti non accettò mai la monarchia e continuò a lottare per gli
ideali repubblicani. Nel 1868 lasciò Londra e si stabilì in Svizzera, a
Lugano. Due anni dopo furono amnistiate le due condanne a morte inflitte al
tempo del Regno di Sardegna: Mazzini quindi poté rientrare in Italia e, una
volta tornato, si dedicò subito all'organizzazione di moti popolari in appoggio
alla conquista dello Stato Pontificio. L'11 agosto partì in nave per la
Sicilia, ma il 14, all'arrivo nel porto di Palermo, fu tratto in arresto (la
quarta volta nella sua vita) e recluso nel carcere militare di Gaeta. Partito
da Basilea e in viaggio nel passo del San Gottardo, conobbe in una carrozza
Friedrich Nietzsche, allora poco conosciuto filologo e docente. Questo incontro
sarà testimoniato dallo stesso Nietzsche anni dopo. Costretto di nuovo
all'esilio, riuscì a rientrare in Italia sotto il falso nome di Giorgio Brown
(forse un riferimento a John Brown) a Pisa. Qui, malato già da tempo, visse
nascosto nell'abitazione di Pellegrino Rosselli, antenato dei fratelli Rosselli
e zio della moglie di Ernesto Nathan, fino al giorno della sua morte, avvenuta
il 10 marzo dello stesso anno, quando la polizia stava ormai per arrestarlo
nuovamente. Traversie della salma Mazzini morente, Silvestro Lega
La notizia della sua morte si diffuse rapidamente, commuovendo l'Italia; il suo
corpo fu imbalsamato dallo scienziato Paolo Gorini, appositamente fatto
accorrere da Lodi su incarico di Agostino Bertani: Gorini disinfettò la salma
per permettere l'esposizione. Una folla immensa partecipò ai funerali, svoltisi
nella città toscana il pomeriggio del 14 marzo, accompagnando il feretro al
treno in partenza per Genova, dove venne sepolto al Cimitero monumentale di
Staglieno. Le esequie furono accompagnate dalla musica della storica
Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo. Successivamente Gorini ricominciò a
lavorare sul corpo di Mazzini, onde pietrificarlo secondo la sua tecnica di
mummificazione; terminò il lavoro qualche anno dopo. Nel 1946 avvenne la
ricognizione della mummia, che fu sistemata ed esposta al pubblico in occasione
della nascita della Repubblica Italiana[26]: da allora riposa nuovamente nel
sarcofago del mausoleo. Mausoleo Benché sia incerta l'affiliazione di
Mazzini alla Massoneria fu l'associazione stessa a commissionare il mausoleo
all'architetto mazziniano Gaetano Vittorino Grasso che lo realizzò in stile
neoclassico adornandolo con alcuni simboli massonici. Il sepolcro reca
all'esterno la scritta "Giuseppe Mazzini" e all'interno sono presenti
numerose bandiere tricolori repubblicane e iscrizioni lasciate da gruppi
mazziniani o da personalità come Carducci. Sulla lapide è scolpita la scritta
"Giuseppe Mazzini. Un Italiano" che era la firma da lui apposta nella
lettera a Carlo Alberto, e l'epitaffio: «Il corpo a Genova, il nome ai secoli,
l'anima all'umanità. Testimonianze di alcuni personaggi storici e una
corrispondenza dello stesso Mazzini, citati nell'opera dello studioso Luigi
Polo Friz fanno ritenere che verosimilmente Mazzini, a differenza di altri celebri
personaggi dell'epoca, come Garibaldi, non sia mai stato affiliato alla
massoneria, anche se questa ha ripreso molti degli ideali mazziniani, simili ai
suoi. La principale obbedienza italiana, l'unica attiva all'epoca di
Mazzini in Italia, il Grande Oriente d'Italia, afferma l'impossibilità di
provare l'appartenenza di Mazzini, che pure ebbe influenza nella società, anche
se non partecipò mai alla vita dell'associazione, occupato com'era nella causa
della "sua" società segreta, la Giovine Italia. In effetti Mazzini fu
carbonaro, ma la Carboneria fu presto distinta dalla massoneria.[30]
Indro Montanelli afferma invece che probabilmente Mazzini fu massone. Dello
stesso parere è Massimo Della Campa, che in una "Nota su Mazzini" fa
riferimento al libro dell'ex-Gran Maestro del grande Oriente d'Italia Giordano
Gamberini, Mille volti di massoni (Ed. Erasmo, Roma), che a119 scrive a
proposito di Mazzini: «Iniziato nel 1834 a Genova , secondo G. Fazzari e F.
Borsari (Luce e concordia, dispense 3 e 4, pag. 23, colonna III). Ricevette dal
Fr. Passano il 32° grado del R.S.A.A., necessario per corrispondere in
Carboneria al livello di Vendita Suprema, nelle carceri di Savona. Con decreto
del S. C. di Palermo il 18 giugno 1866 ricevette l'aumento di luce al 33° grado
e la qualifica di membro onorario del medesimo Supremo Consiglio. Fu membro
onorario delle LL. Lincoln di Lodi e Stella d'Italia di Genova. Scrivendo a
Logge, Corpi rituali e Fratelli usò sempre i segni massonici. Nessun
contemporaneo mise mai in dubbio l'appartenenza di Mazzini alla
Massoneria.» Mazzini stesso sembrerebbe però smentire la sua
partecipazione all'associazione in una lettera del 12 giugno 1867 al massone
Federico Campanella, Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del Rito
scozzese antico ed accettato di Palermo, in cui, restituendogli le carte che
questi gli aveva fatto recapitare scriveva. La Massoneria accettando da anni e
anni ogni uomo, senza dichiarazioni d'opinioni politiche, s'è fatta
assolutamente inutile a ogni scopo nazionale. Per farne qualche cosa
bisognerebbe prima una misura d'eliminazione ed una di revisione delle file,
poi una formula nazionale o politica per l'iniziazione... Chi vuol intendere intenda.
La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo» (Giuseppe Mazzini, Ai
giovani d'Italia) Per comprendere a pieno la dottrina politica di Mazzini
bisogna rifarsi al pensiero religioso che ispira il periodo della Restaurazione
seguito alla caduta dell'impero napoleonico. Nasce allora una nuova concezione
della storia che smentiva quella degli illuministi basata sulla capacità degli
uomini di costruire e guidare la storia con la ragione. Le vicende della
Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano dimostrato che gli uomini
si propongono di perseguire alti e nobili fini che s'infrangono dinanzi alla
realtà storica. Il secolo dei lumi era infatti tramontato nelle stragi del
Terrore e il sogno di libertà nella tirannide napoleonica che, mirando alla
realizzazione di un'Europa al di sopra delle singole nazioni, aveva determinato
invece la ribellione dei singoli popoli proprio in nome del loro sentimento di
nazionalità. Secondo questa visione romantica dunque la storia non è
guidata dagli uomini ma è Dio che agisce nella storia; esisterebbe dunque una
Provvidenza divina che s'incarica di perseguire fini al di là di quelli che gli
uomini si propongono di conseguire con la loro meschina ragione.[35] Da questa
concezione romantica della storia, intesa come opera della volontà divina si
promanano due visioni contrapposte: una è la prospettiva reazionaria che vede
nell'intervento di Dio nella storia una sorta di avvento di un'apocalisse che
metta fine alla storia degli uomini. Napoleone I è stato, con le sue
continue guerre, l'Anticristo di questa apocalisse: Dio segnerà la fine della
storia malvagia e falsamente progressiva e allora agli uomini non rimarrà che
volgersi al passato per preservare e conservare quanto di buono era stato
realizzato. Si cercherà dunque in ogni modo di cancellare tutto ciò che è
accaduto dalla Rivoluzione a Napoleone restaurando il passato. La
concezione reazionaria contro cui Mazzini combatté strenuamente assume un
aspetto politico-religioso che troviamo nel pensiero di François-René de
Chateaubriand che nel Génie du christianisme (Genio del Cristianesimo)
attaccava le dottrine illuministiche prendendo le difese del cristianesimo e
soprattutto nell'ideologia mistica teocratica di Joseph de Maistre, che arriva
nell'opera Du pape (Il papa) al punto di
auspicare un ritorno dell'alleanza tra il trono e l'altare riproponendo il
modello delle comunità medioevali protette dalla religione tradizionale contro
le insidie del liberalismo e del razionalismo.[36] Un'altra prospettiva,
che nasce paradossalmente dalla stessa concezione della storia guidata dalla
divinità, è quella che potremo definire liberale che vede nell'azione divina
una volontà diretta, nonostante tutto, al bene degli uomini escludendo che nei
tempi nuovi ci sia una sorta di vendetta di Dio che voglia far espiare agli
uomini la loro presunzione di creatori di storia. È questa una visione
provvidenziale, dinamica della storia che troviamo in Saint Simon con la
concezione di un nuovo cristianesimo per una nuova società o in Lamennais che
vede nel cattolicesimo una forza rigeneratrice della vita sociale. Una
concezione progressiva quindi che è presente in Italia nell'opera letteraria di
Alessandro Manzoni e nel pensiero politico di Gioberti con il progetto
neoguelfo e nell'ideologia mazziniana. Concezione mazziniana «Costituire l'Italia
in Nazione Una, Indipendente, Libera, Repubblicana» (G. Mazzini,
Istruzione generale per gli affratellati nella Giovine Italia) Magnifying glass
icon mgx2.svgMazzinianesimo. Dio e popolo «Noi cademmo come partito politico.
Dobbiamo risorgere come partito religioso. L'elemento religioso è universale,
immortale: universalizza e collega. Ogni grande rivoluzione ne serba impronta,
e lo rivela nella propria origine o nel fine che si propone. Per esso si fonda
l'associazione. Iniziatori d'un nuovo mondo, noi dobbiamo fondare l'unità
morale, il cattolicismo Umanitario. Il pensiero politico mazziniano deve dunque
essere collocato in questa temperie di romanticismo politico-religioso che
dominò in Europa dopo la rivoluzione del 1830 ma che era già presente nei
contrasti al Congresso di Vienna tra gli ideologi che proponevano un puro e
semplice ritorno al passato prerivoluzionario e i cosiddetti politici che
pensavano che bisognasse operare un compromesso con l'età trascorsa.
Alcuni storici hanno fatto risalire la concezione religiosa di Mazzini
all'educazione ricevuta dalla madre fervente giansenista (almeno fino agli anni
'40 fa spesso riferimenti biblici ed evangelici) o ad una vicinanza ideale col
protestantesimo e le chiese riformate ma, secondo altri, la visione religiosa
di Mazzini non coinciderebbe con quella di nessuna religione rivelata. Il
personale concetto mazziniano di Dio, che per alcuni tratti è avvicinabile al
deismo settecentesco, con evidenti influssi della religiosità civica e
preromantica di Rousseau, per altri versi al Dio panteistico degli stoici, è
alla base di una religiosità che tuttavia esige la laicità dello Stato (questo
nonostante la dichiarata contraddizione poiché se, come egli crede, politica e
religione coincidono, non avrebbe senso separare la sua concezione teologica da
quella politica)[40] e l'assenza di intermediari tra Dio e il popolo. Per ciò e
per il ruolo avuto nella storia umana e italiana, define il papato la base d'ogni
autorità tirannica. Un altro influsso sulla sua concezione religiosa è stato
visto nella considerazione che ha per la religione CIVILE di ispirazione ROMANA
e per l'ammirazione verso la prima Roma, antica e pagana, che passando per la seconda
Roma, cristiana e medievale, prepara il campo alla terza Roma future. Un mito
questo, romantico-neoclassico, che e fatto proprio da Carducci e poi dal
fascismo, con il filosofo Berto Ricci -- e dalla massoneria con l'esoterista Reghini
e avvicina il mazzinianesimo anche al culto massonico del Grande Architetto
dell'Universo. In realtà rifiuta non solo l'ateismo (è questa una delle
divisioni ideologico-teoriche che egli ebbe con altri repubblicani come
Pisacane) e il materialismo («...L'ateismo, il materialismo non hanno,
sopprimendo Dio, una legge morale superiore per tutti e sorgente del Dovere per
tutti...»[46]), ma anche il trascendente, in favore dell'immanente: egli crede
nella reincarnazione[47], per poter migliorare di continuo il mondo e
migliorare sé stessi. Una concezione questa tratta probabilmente da Platone o
dalle religioni orientali come l'induismo e il buddismo, religioni alle quali
Mazzini si era interessato.[48] Giuseppe Mazzini e Gioacchino da Fiore
Come altri patrioti, letterati, rivoluzionari delle società segrete francesi,
inglesi e italiane Mazzini vide nell'abate calabrese Gioacchino da Fiore,
l'autore di una profezia riguardante l'avvento della Terza Età o Età dello
Spirito Santo quando sarebbe sorta la Terza Italia che sarebbe rinata, libera
dalle dominazioni straniere[50], come la nazione che avrebbe esercitato un
primato sulle altre per la presenza della Chiesa cattolica: tema questo poi
ripreso da Vincenzo Gioberti nel suo Primato morale e civile degli
Italiani. Mazzini ebbe grande interesse per Gioacchino tanto da volergli
dedicare un trattato rimasto inedito Joachino, appunti per uno studio storico
sull'abate Gioacchino], che considerava un suo precursore per gli ideali
sociali e politici da realizzare tramite un'unità spirituale e storica.
Religione civile La sua è stata anche definita una religione civile dove la
politica svolgeva il ruolo della fede e dove la divinità si incarna in modo
panteista nell'Universo e nell'Umanità stessa, che attua la Legge che nel
Progresso si rivela. Egli afferma di credere che Dio è Dio, e l'Umanità è il
suo Profeta, che il popolo romano è immagine di Dio sulla terra e vi è«un Dio
solo, autore di quanto esiste, Pensiero vivente, assoluto, del quale il nostro
mondo è raggio e l'Universo una incarnazione».[38] Per lui non conta che la sua
intima credenza sia razionale o no, come il Dio di Voltaire e Newton che è
invocato come la causa prima dell'ordine naturale, poiché «Dio esiste. Noi non
dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo, ci sembrerebbe bestemmia, come
negarlo, follia. Dio esiste, perché noi esistiamo» anche se, specifica,
«l'universo lo manifesta con l'ordine, con l'armonia, con l'intelligenza dei
suoi moti e delle sue leggi. E altresì convinto che fosse ormai presente nella
storia un nuovo ordinamento divino nel quale la lotta per raggiungere l'unità
nazionale assumeva un significato provvidenziale. «Operare nel mondo
significava per il Mazzini collaborare all'azione che Dio svolgeva, riconoscere
ed accettare la missione che uomini e popoli ricevono da Dio. Per questo
bisogna «mettere al centro della propria vita il dovere, senza speranza di
premio, senza calcoli di utilità. Quello di Mazzini era un progetto politico,
ma mosso da un imperativo religioso che nessuna sconfitta, nessuna avversità
avrebbe potuto indebolire. «Raggiunta questa tensione di fede, l'ordine logico
e comune degli avvenimenti veniva capovolto; la disfatta non provocava
l'abbattimento, il successo degli avversari non si consolidava in ordine
stabile.».[53] La storia dell'umanità dunque sarebbe una progressiva
rivelazione della Provvidenza divina che, di tappa in tappa, si dirige verso la
meta predisposta da Dio. Esaurito il compito del Cristianesimo, chiusasi
l'era della Rivoluzione francese ora occorreva che i popoli prendessero
l'iniziativa per «procedere concordi verso la meta fissata al progresso umano».
Ogni singolo individuo, come la collettività, tutti devono attuare la missione
che Dio ha loro affidato e che attraverso la formazione ed educazione del
popolo stesso, reso consapevole della sua missione, si realizzerà attraverso
due fasi: Patria e Umanità. Patria e umanità Targa in onore di
Mazzini sulla casa londinese Senza una patria libera nessun popolo può
realizzarsi né compiere la missione che Dio gli ha affidato; il secondo
obiettivo sarà l'Umanità che si realizzerà nell'associazione dei liberi popoli
sulla base della comune civiltà europea attraverso quello che Mazzini chiama il
banchetto delle Nazioni sorelle. Un obiettivo dunque ben diverso da quella
confederazione europea immaginata da Napoleone dove la Francia avrebbe esercitato
il suo primato egemonico di Grande Nation. La futura unità europea non si
realizzerà attraverso una gara di nazionalismi ma attraverso una nobile
emulazione dei liberi popoli per costruire una nuova libertà. Il processo di
costruzione europea, secondo Mazzini, doveva svolgersi prima di tutto
attraverso l'affermazione delle nazionalità oppresse, come quelle facenti parte
dell'Impero asburgico, e poi anche di quelle che non avevano ancora raggiunto
la loro unità nazionale. Iniziativa italiana In questo processo unitario
europeo spetta all'Italia un'alta missione: quella di riaprire, conquistando la
sua libertà, la via al processo evolutivo dell'Umanità: la redenzione nazionale
italiana apparirà improvvisa come una creazione divina al di fuori di ogni inutile
e inefficace metodo graduale politico diplomatico di tipo cavouriano.
L'iniziativa italiana che avverrà sulla base della fraternità tra i popoli e
non rivendicando alcuna egemonia, come aveva fatto la Francia, consisterà
quindi nel dare l'esempio per una lotta che porterà alla sconfitta delle due
colonne portanti della reazione, di quella politica dell'Impero Asburgico e di
quella spirituale della Chiesa cattolica. Raggiunti gli obiettivi primari
dell'unità e della Repubblica attraverso l'educazione e l'insurrezione del
popolo, espressi dalla formula di Pensiero ed azione, l'Italia darà quindi il
via a questo processo di unificazione sempre più vasta per la creazione di una
terza civiltà formata dall'associazione di liberi popoli. Funzione della
politica Il mausoleo di Giuseppe Mazzini nel cimitero monumentale di
Staglieno, realizzato dall'architetto mazziniano Gaetano Vittorino Grasso. La
politica è scontro tra libertà e dispotismo e tra queste due forze non è
possibile trovare un compromesso: si sta svolgendo una guerra di principi che
non ammette transazioni; Mazzini esorta la popolazione a non accontentarsi
delle riforme che erano degli accomodamenti gestiti dall'alto: non radicavano,
cioè, nello spirito del tempo quella libertà e quell'uguaglianza di cui il
popolo aveva bisogno. La logica della politica è logica di democrazia e
libertà, non accettabili dalle forze reazionarie; contro di esse è necessaria
una brusca rottura rivoluzionaria: alla testa del popolo vi dovrà essere la
classe colta (che non può più sopportare il giogo dell'oppressione) e i giovani
(che non possono più accettare le anticaglie dell'antico regime). Questa
rivoluzione deve portare alla Repubblica, la quale garantirà l'istruzione
popolare. La rivoluzione, che è anche pedagogico strumento di formazione
di virtù personali e collettive, deve iniziare per ondate, accendendo focolai
di rivolta che incitino il popolo inconsapevole a prendere le armi. Una volta
scoppiata la rivoluzione si dovrà costituire un potere dittatoriale (inteso come
potere straordinario alla maniera dell'Antica Roma, non come tirannide) che
gestisca temporaneamente la fase post-rivoluzionaria. Il governo verrà
restituito al popolo non appena il fine della rivoluzione verrà raggiunto, il
prima possibile. La Giovane Italia deve educare alla gestione della cosa
pubblica, ad essere buoni cittadini, non è, perciò, esclusivamente uno
strumento di organizzazione rivoluzionaria. Il popolo deve avere diritti e
doveri, mentre la Rivoluzione Francese si è concentrata esclusivamente sui
diritti individuali: fermandosi ai diritti dell'individuo aveva dato vita ad
una società egoista; l'utile per una società non va mai considerato secondo il
bene di un singolo soggetto ma secondo il bene collettivo. Non crede
nell'eguaglianza predicata dal marxismo e al sogno della proprietà comune
sostituisce il principio dell'associazionismo, che è comunque un superamento
dell'egoismo individuale.Questione sociale Mazzini affrontò la questione
sociale negli scritti più tardi, ad esempio nei Doveri dell'uomo Rifiuta il
marxismo, convinto com'è che per spingere il popolo alla rivoluzione sia
prioritario indicargli l'obiettivo dell'unità, della repubblica e della
democrazia. Mazzini fu tra i primi a considerare la grave questione sociale
presente che era soprattutto in Italia la questione contadina, come gli
indicava Carlo Pisacane, ma egli pensava che questa dovesse essere affrontata e
risolta solo dopo il raggiungimento dell'unità nazionale e non attraverso lo
scontro delle classi, ma con una loro collaborazione (interclassismo), da
raggiungersi però organizzando l'associazionismo e il mutualismo fra gli
operai, il soggetto più debole. Un programma il suo di solidarietà nazionale
che se non contemplava l'autonomia culturale e politica del proletariato non si
rivolse solo al ceto medio cittadino, agli intellettuali, agli studenti, fra i
quali raccolse i consensi più ampi, ma anche agli artigiani e ai settori più
consapevoli dei propri diritti fra gli operai. Mazzini criticò il
marxismo e fu da Marx biasimato per gli aspetti dottrinali idealistici e per
gli atteggiamenti profetici che egli assumeva nel suo ruolo di educatore
religioso e politico del popolo. Marx, risentito per gli attacchi di Mazzini al
comunismo, da lui definito col termine inglese «dictatorship» (cioè
«dittatura»), lo definì in alcuni articoli teopompo, cioè «inviato di Dio e
papa della chiesa democratica, dandogli anche sprezzantemente del «vecchio
somaro» e paragonandolo a Pietro l'Eremita. Forte sarà il contrasto tra Marx e
l'inviato personale di Mazzini (oltre che con Garibaldi che ne prese le difese)
alla Prima Internazionale. Critica i socialisti per il proclamato
internazionalismo dei loro tempi, venato di anarchismo e di forte negazionismo,
per l'attenzione da essi rivolta verso gli interessi di una sola classe: il
proletariato. Inoltre egli definiva arbitrario e impossibile a pretendere
l'abolizione della proprietà privata: così si sarebbe dato un colpo mortale
all'economia che non avrebbe premiato più i migliori. La critica maggiore era
rivolta contro il rischio che le ideologie socialiste estremistiche portassero
a un totalitarismo: egli previde con lungimiranza quello che avverrà con la
Rivoluzione d'ottobre del 1917 in Russia, cioè la formazione di una nuova
classe di padroni politici e lo schiacciamento dell'individuo nella macchina
industriale del socialismo reale. Da queste critiche ne venne la valutazione
negativa di Mazzini sulla rivolta che portò alla Comune di Parigi del 1871.
Mentre per Marx e Michail Bakunin quello della Comune era stato un primo
tentativo di distruggere lo stato accentratore borghese realizzando dal basso
un nuovo tipo di stato, Mazzini, legato al concetto di Stato-nazione romantico,
invece criticò la Comune vedendo in essa la fine della nazione, la minaccia di
uno smembramento della Francia. Per salvaguardare l'economia e allo stesso
tempo per tutelare i più poveri, Mazzini punta su una forma di lavoro
cooperativo: l'operaio dovrà guardare oltre una lotta basata solo sul salario
ma promuovere spazi via via crescenti di economia sociale con elementi di
«piena responsabilità e proprietà sull'impresa». Mazzini puntava sul
superamento in senso sociale e democratico del capitalismo imprenditoriale
classico, anticipando in questo sia le teorie distribuzioniste sia le teorie
che esaltano il valore dell'associazione fra i produttori. In Doveri dell'uomo
scrisse: «Non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di pochi; bisogna
aprire la via perché i molti possano acquistarla. Bisogna richiamarla al principio
che la renda legittima, facendo sì che solo il lavoro possa produrla. La sua influenza sulla prima fase del
movimento operaio fu per questo molto importante e anche il fascismo, in
particolare la sua corrente repubblicana e socializzatrice, si ispirerà al
pensiero economico mazziniano come terza via corporativa tra il modello
capitalista e quello marxista. Cospirazioni e fallimento dei moti
mazziniani Mazzini in una fotografia con autografo scattata da Domenico
Lama I moti mazziniani, ispirati ad un'ideologia repubblicana e antimonarchica
furono considerati sovversivi e quindi perseguiti da tutte le monarchie
italiane dell'epoca. Per i governi costituiti i mazziniani altro non erano che
terroristi e come tali furono sempre condannati. «Trovai tutti persuasi
che la Giovine Italia era pazzia; pazzia le sette, pazzie il cospirare, pazzie
le rivoluzioncine fatte sino a quel giorno, senza capo né coda» (Massimo
d'Azeglio, Degli ultimi casi di Romagna) Giovine Italia (1831) «Su queste
classi [...] così fortemente interessate al mantenimento dell'ordine sociale le
dottrine sovversive della Giovine Italia non hanno presa. Perciò ad eccezione
dei giovani presso i quali l'esperienza non ha ancora modificate le dottrine
assorbite nell'atmosfera eccitante della scuola, si può affermare che non
esiste in Italia se non un piccolissimo numero di persone seriamente disposte a
mettere in pratica i principi esaltati di una setta inasprita dalla
sventura.» (Camillo Benso conte di Cavour). Mazzini si trova a Marsiglia
in esilio dopo l'arresto e il processo subito l'anno prima in Piemonte a causa
della sua affiliazione alla Carboneria. Non potendosi provare la sua
colpevolezza infatti la polizia sabauda lo costrinse a scegliere tra il confino
in un paesino del Piemonte e l'esilio. Mazzini preferì affrontare l'esilio e
passa in Svizzera, da qui a Lione e infine a Marsiglia. Qui entrò in contatto
con i gruppi di Filippo Buonarroti e col movimento sainsimoniano allora diffuso
in Francia. Con questi si avviò un'analisi del fallimento dei moti nei
ducati e nelle Legazioni pontificie. Si concordò sul fatto che le sette
carbonare avevano fallito innanzitutto per la contraddittorietà dei loro
programmi e per l'eterogeneità delle classi che ne facevano parte. Non si era
riusciti poi a mettere in atto un collegamento più ampio delle insurrezioni per
le ristrettezze provinciali dei progetti politici, com'era accaduto nei moti di
Torino quand'era fallito ogni tentativo di collegamento con i fratelli
lombardi. Infine bisognava desistere dal ricercare l'appoggio dei principi e,
come nei moti del '30-31, dei francesi. Con la fondazione della Giovine
Italia nel 1831 il movimento insurrezionale andava organizzato su precisi
obiettivi politici: indipendenza, unità, libertà. Occorreva poi una grande
mobilitazione popolare poiché la liberazione italiana non si poteva conseguire
attraverso l'azione di pochi settari ma con la partecipazione delle masse.
Rinunciare infine ad ogni concorso esterno per la rivoluzione: «La Giovine
Italia è decisa a giovarsi degli eventi stranieri, ma non a farne dipendere
l'ora e il carattere dell'insurrezione. Gli strumenti per raggiungere queste
mete erano l'educazione e l'insurrezione. Quindi bisognava che la Giovane
Italia perdesse il più possibile il carattere di segretezza, conservando quanto
necessario a difendersi dalle polizie, ma acquistasse quello di società di
propaganda, un'«associazione tendente anzitutto a uno scopo di insurrezione, ma
essenzialmente educatrice fino a quel giorno e dopo quel giorno anche attraverso
il giornale La Giovine Italia, fondato nel 1832del messaggio politico della
indipendenza, dell'unità e della repubblica. Negli anni 1833 e 1834,
durante il periodo dei processi in Piemonte e il fallimento della spedizione di
Savoia, l'associazione scomparve per quattro anni, ricomparendo solo in
Inghilterra. Dieci anni dopo, il 5 maggio 1848, l'associazione fu
definitivamente sciolta da Mazzini, che fondò al suo posto l'Associazione
Nazionale Italiana. Entusiastiche adesioni al programma della Giovane
Italia si ebbero soprattutto tra i giovani in Liguria, in Piemonte, in Emilia e
in Toscana che si misero subito alla prova organizzando una serie di
insurrezioni che si conclusero tutte con arresti, carcere e condanne a morte.
Nel 1833 organizza il suo primo tentativo insurrezionale che aveva come focolai
rivoluzionari Chambéry, Torino, Alessandria e Genova dove contava vaste
adesioni nell'ambiente militare. Prima ancora che l'insurrezione
iniziasse la polizia sabauda a causa di una rissa avvenuta fra i soldati in
Savoia, scoprì e arrestò molti dei congiurati, che furono duramente perseguiti
poiché appartenenti a quell'esercito sulla cui fedeltà Carlo Alberto aveva
fondato la sicurezza del suo potere. Fra i condannati figuravano i fratelli
Giovanni e Jacopo Ruffini, amico personale di Mazzini e capo della Giovine
Italia di Genova, l'avvocato Andrea Vochieri e l'abate torinese Vincenzo
Gioberti. Tutti subirono un processo dal tribunale militare, e dodici furono
condan morte, fra questi anche il Vochieri, mentre Jacopo Ruffini pur di non
tradire si uccise in carcere mentre altri riuscirono a salvarsi con la
fuga. Tentativo d'invasione della Savoia e moto di Genova. L'incontro di
Mazzini con Giuseppe Garibaldi nella sede della Giovine Italia Il fallimento del
primo moto non fermò Mazzini, convinto che era il momento opportuno e che il
popolo lo avrebbe seguito. Si trovava a Ginevra, quando assieme ad altri
italiani e alcuni polacchi, organizzava un'azione militare contro lo stato dei
Savoia. A capo della rivolta aveva messo il generale Gerolamo Ramorino, che
aveva già preso parte ai moti del 1821, questa scelta però si rivelò un
fallimento, perché il Ramorino si era giocato i soldi raccolti per
l'insurrezione e di conseguenza rimandava continuamente la spedizione, tanto
che quando si decise a passare con le sue truppe il confine con la Savoia, la
polizia, ormai allertata da tempo, disperse i volontari con molta
facilità. Nello stesso tempo doveva scoppiare una rivolta a Genova, sotto
la guida di Giuseppe Garibaldi, che si era arruolato nella marina da guerra
sarda per svolgere propaganda rivoluzionaria tra gli equipaggi. Quando giunse
sul luogo dove avrebbe dovuto iniziare l'insurrezione però, non trovò nessuno,
e così rimasto solo, dovette fuggire. Fece appena in tempo a salvarsi dalla
condanna a morte emanata contro di lui, salendo su una nave in partenza per
l'America del Sud dove continuerà a combattere per la libertà dei popoli.
Mazzini, invece, poiché aveva personalmente preso parte alla spedizione con Ramorino,
fu espulso dalla Svizzera e dovette cercare rifugio in Inghilterra. Lì continuò
la propria azione politica attraverso discorsi pubblici, lettere e scritti su
giornali e riviste, aiutando a distanza gli italiani a mantenere il desiderio
di unità e indipendenza. Anche se l'insuccesso dei moti fu assoluto, dopo
questi eventi la linea politica di Carlo Alberto mutò, temendo che reazioni
eccessive potessero diventare pericolose per la monarchia. La vita mi
pesa, ma credo sia debito di ciascun uomo di non gettarla, se non virilmente o
in modo che rechi testimonianza della propria credenza.» (Giuseppe
Mazzini, lettera di risposta ad Angelo Usiglio, Londra. Altri tentativi pure
falliti si ebbero a Palermo, in Abruzzo, nella Lombardia austriaca, in Toscana.
Il fallimento di tanti generosi sforzi e l'altissimo prezzo di sangue pagato
fecero attraversare a Mazzini quella che egli chiamò la tempesta del dubbio,
una fase di depressione, in cui, come in gioventù, come ricorda nelle Note
autobiografiche, pensò anche al suicidio, da cui uscì religiosamente convinto
ancora una volta della validità dei propri ideali politici e morali.
Dall'esilio di Londra, dopo essere stato
espulso dalla Svizzera, riprese quindi il suo apostolato insurrezionale. Nello
stesso periodo esce il saggio La filosofia della musica sulla rivista
L'italiano pubblicata a Parigi. Fratelli Bandiera. Esecuzione dei
fratelli Bandiera a Cosenza Nobili, figli dell'ammiraglio Francesco Bandiera e,
a loro volta, ufficiali della Marina da guerra austriaca, aderirono alle idee
mazziniane e fondarono una loro società segreta, l'Esperia[63] e con essa
tentarono di effettuare una sollevazione popolare nel Sud Italia. I fratelli
Emilio e Attilio Bandiera parteno da Corfù (dove avevano una base allestita con
l'ausilio del barese Vito Infante) alla volta della Calabria seguiti da 17
compagni, dal brigante calabrese Giuseppe Meluso e dal corso Pietro
Boccheciampe. Il 15 marzo dello stesso anno era loro giunta infatti la notizia
dello scoppio di una rivolta a Cosenza che essi credevano condotta nel nome di
Mazzini. In realtà non solo la ribellione non aveva alcuna motivazione
patriottica ma era già stata domata dall'esercito borbonico. Quando
sbarcarono alla foce del fiume Neto, vicino a Crotone, appresero che la rivolta
era già stata repressa nel sangue e al momento non era in corso alcuna
ribellione all'autorità del re. Il Boccheciampe, appresa la notizia che non
c'era alcuna sommossa a cui partecipare, sparì e andò al posto di polizia di
Crotone per denunciare i compagni. I due fratelli vollero lo stesso continuare
l'impresa e partirono per la Sila. Subito iniziarono le ricerche dei
rivoltosi ad opera delle guardie civiche borboniche, aiutate da comuni
cittadini che credevano i mazziniani dei briganti; dopo alcuni scontri a fuoco,
vennero catturati (meno il brigante Giuseppe Meluso, buon conoscitore dei
luoghi, che riuscì a sfuggire alla cattura) e portati a Cosenza, dove i
fratelli Bandiera con altri 7 compagni vennero fucilati nel Vallone di Rovito. Il re Ferdinando II ringraziò la popolazione
locale per il grande attaccamento dimostrato alla Corona e la premiò concedendo
medaglie d'oro e d'argento e pensioni generose. «Mazzini, colpito da tanta
fermezza e da tanta sventura, restò commosso da quell'efferata barbarie e
celebrò la memoria di quei martiri in un opuscolo uscito a Parigi. Vdendo nel
loro sacrificio la realizzazione dei propri ideali così scriveva in un opuscolo
a loro dedicato: «Il martirio non è sterile mai. Il martirio per un'Idea è la
più alta formula che l'Io umano possa raggiungere per esprimere la propria
missione; e quando un giusto sorge di mezzo a' suoi fratelli giacenti ed
esclamaecco: questo è il vero, e io, morendo, l'adorouno spirito di nuova vita
si trasfonde per tutta l'umanità. I sagrificati di Cosenza hanno insegnato a
noi tutti che l'uomo deve vivere e morire per le proprie credenze: hanno
provato al mondo che gl'Italiani sanno morire: hanno convalidato per tutta
l'Europa l'opinione che una Italia sarà. Voi potete uccidere pochi uomini, ma
non l'Idea. l'Idea è immortale. Dopo i moti e capo, con Aurelio Saffi e Carlo
Armellini della Repubblica Romana, soppressa dalla reazione francese. Fu
l'ultima rivolta a cui Mazzini prese parte direttamente. Moto di
Milano e sollevazione in Valtellina. Ispirato
al mazzinianesimo e alle ideologie socialiste fu il moto di Milano, a cui
tuttavia Mazzini non prese parte, e che fallì; analoga sorte ebbe la rivolta in
Valtellina dell'anno seguente. Nel moto milanese si mise in luce Felice Orsini,
che di lì a poco avrebbe rotto con Mazzini e organizzato l'attentato a
Napoleone III, fermamente condannato dal genovese poiché risoltosi in una
strage di cittadini innocenti. Spedizione di Sapri. Carlo Pisacane
Il piano originale, secondo il metodo insurrezionale mazziniano, prevedeva di
accendere un focolaio di rivolta in Sicilia dove era molto diffuso il
malcontento contro i Borboni, e da lì estenderla a tutto il Mezzogiorno
d'Italia. Successivamente invece si pensò più opportuno partendo dal porto di
Genova di sbarcare a Ponza per liberare alcuni prigionieri politici lì
rinchiusi, per rinforzare le file della spedizione e infine dirigersi a Sapri,
che posta al confine tra Campania e Basilicata, era ritenuta un punto
strategico ideale per attendere dei rinforzi e marciare su Napoli. Il 25
giugno 1857 Carlo Pisacane s'imbarcò con altri ventiquattro sovversivi, tra cui
Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari,
della Società Rubattino, diretto a Tunisi. Sbarca a Ponza dove, sventolando il
tricolore, riuscì agevolmente a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali
per reati politici per il resto delinquenti comuni, aggregandoli quasi tutti
alla spedizione. Il 28, il Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle
armi sottratte al presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono a Sapri,
ma non trovarono ad accoglierli quelle masse rivoltose che si attendevano. Anzi
furono affrontati dalle falci dei contadini ai quali le autorità borboniche
avevano per tempo annunziato lo sbarco di una banda di ergastolani evasi
dall'isola di Ponza. Il 1º luglio, a Padula vennero circondati e 25 di
loro furono massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero
catturati e consegi gendarmi. Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi
superstiti, riuscirono a fuggire a Sanza dove furono ancora aggrediti dalla
popolazione: perirono in 83; Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro
pistole, mentre quelli scampati all'ira popolare furono poi processati nel
gennaio del 1858. Condan morte, furono graziati dal Re, che tramutò la pena in
ergastolo. Senso dell'impresa Pur essendo quella di Sapri un'impresa
tipicamente mazziniana, condotta «senza speranza di premio», in effetti essa
rispondeva alle idee politiche di Pisacane che si era allontanato dalla
dottrina del Maestro per accostarsi a un socialismo libertario espresso dalla
formula "Libertà e associazione". Contrariamente a Mazzini che
riguardo alla questione sociale proponeva una soluzione interclassista solo
dopo aver risolto il problema unitario, Pisacane pensava infatti che per
arrivare ad una rivoluzione patriottica unitaria e nazionale occorresse prima
risolvere la questione contadina che era quella della riforma agraria. Come
lasciò scritto nel suo testamento politico in appendice al Saggio sulla
rivoluzione, «profonda mia convinzione di essere la propaganda dell'idea una
chimera e l'istruzione popolare un'assurdità. Le idee nascono dai fatti e non
questi da quelle, ed il popolo non sarà libero perché sarà istrutto, ma sarà
ben tosto istrutto quando sarà libero». Vicino agli ideali mazziniani era
Pisacane invece quando aggiungeva nello stesso scritto che quand'anche la
rivolta fallisse «ogni mia ricompensa io la troverò nel fondo della mia
coscienza e nell'animo di questi cari e generosi amici... che se il nostro
sacrificio non apporta alcun bene all'Italia, sarà almeno una gloria per essa
aver prodotto figli che vollero immolarsi al suo avvenire»[66]. La spedizione
fallita ebbe in effetti il merito di riproporre all'opinione pubblica italiana
la questione napoletana, la liberazione cioè del Mezzogiorno italiano dal
malgoverno borbonico che il politico inglese William Ewart Gladstone definiva
«negazione di Dio eretta a sistema di governo». Infine il tentativo di Pisacane
sembrava riproporre la possibilità di un'alternativa democratico-popolare come
soluzione al problema italiano: era un segnale d'allarme che costituì per il
governo di Vittorio Emanuele II uno stimolo ad affrettare i tempi dell'azione
per realizzare la soluzione diplomatico militare dell'unità italiana.
Appoggio a Garibaldi e ultimi tentativi Mazzini appoggiò moralmente la
spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, che egli considerava una valida
opposizione a Cavour. Dopo l'Unità riprese la lotta repubblicana, ma le
persecuzioni della polizia sabauda e le condizioni di salute limitarono i suoi
ultimi tentativi. Controversie Stampa raffigurante Mazzini con
l'epitaffio della tomba a Staglieno Conflitto con Cavour Giuseppe Mazzini, che
dopo la sua attività cospirativa fu esiliato dal governo piemontese a Ginevra,
fu uno strenuo oppositore della guerra di Crimea, che costò un'ingente perdita
di soldati al regno sardo. Egli rivolse un appello ai militari in partenza per
il conflitto: «Quindicimila tra voi stanno per essere deportati in Crimea. Non
uno forse tra voi rivedrà la propria famiglia. Voi non avrete onore di
battaglie. Morrete, senza gloria, senza aureola, di splendidi fatti da
tramandarsi per voi, conforto ultimo ai vostri cari. Morrete per colpa di governi
e capi stranieri. Per servire un falso disegno straniero, l'ossa vostre
biancheggeranno calpestate dal cavallo del cosacco, su terre lontane, né alcuno
dei vostri potrà raccoglierle e piangervi sopra. Per questo io vi chiamo, col
dolore dell'anima, "deportati". Quando Napoleone III scampò
all'attentato teso da Felice Orsini e Giovanni Andrea Pieri, il governo di
Torino incolpò Mazzini (Cavour lo avrebbe definito "il capo di un'orda di
fanatici assassini"[68] oltreché "un nemico pericoloso quanto l'Austria"),[69]
poiché i due attentatori avevano militato nel suo Partito d'Azione. Secondo
Denis Mack Smith, Cavour aveva in passato finanziato i due rivoluzionari a
causa della loro rottura con Mazzini e, dopo l'attentato a Napoleone III e la
conseguente condanna dei due, alla vedova di Orsini fu assicurata una pensione.
Cavour al riguardo fece anche pressioni politiche sulla magistratura per far
giudicare e condannare la stampa radicale. Egli, inoltre, favorì l'agenzia
Stefani con fondi segreti sebbene lo Statuto vietasse privilegi e monopoli ai
privati. Così l'agenzia Stefani, forte delle solide relazioni con Cavour
divenne, secondo il saggista Gigi Di Fiore, un fondamentale strumento
governativo per il controllo mediatico nel Regno di Sardegna.[73] Mazzini, intanto,
oltre ad aver condannato il gesto di Orsini e Pieri, espose un attacco nei
confronti del primo ministro, pubblicato sul giornale Italia del popolo: «Voi
avete inaugurato in Piemonte un fatale dualismo, avete corrotto la nostra
gioventù, sostituendo una politica di menzogne e di artifici alla serena
politica di colui che desidera risorgere. Tra voi e noi, signore, un abisso ci
separa. Noi rappresentiamo l'Italia, voi la vecchia sospettosa ambizione
monarchica. Noi desideriamo soprattutto l'unità nazionale, voi l'ingrandimento
territoriale» (Giuseppe Mazzini[74])Timori di Mazzini per la cessione
della Sardegna Estratto di articolo di giornale inglese Mazzini
temeva che Cavour, dopo la cessione della Savoia e di Nizza, potesse cedere anche
la Sardegna, una delle cosiddette “tre Irlande”, sulla base di altri supposti
accordi segreti di Cavour con la Francia, in cambio di una definitiva
unificazione italiana, accordi che preoccupavano anche l’Inghilterra, la quale
era intervenuta presso Cavour per avere rassicurazioni sul fatto che non
sarebbe stato ceduto altro territorio italiano alla Francia. Russell commenta a
Hudson, in Torino, di dire al Conte di Cavour, che il Governo inglese,
informato di un disegno per la cessione della Sardegna alla Francia, protestava
e chiedeva promessa formale di non cedere territorio italiano. Il dispaccio era
comunicato il 26 a Cavour.» (da Scritti editi e inediti di Giuseppe
Mazzini, per cura della Commissione editrice degli scritti di Giuseppe Mazzini,
Roma]) Riguardo alla cessione della Sardegna alla Francia, Mazzini affermava
anche: «[...] [L]'opposizione minacciosa dell’Inghilterra e la nostra, possono
renderlo praticamente impossibile.» (da Scritti editi ed inediti di
Giuseppe Mazzini, per cura della Commissione editrice degli scritti di Giuseppe
Mazzini, Roma) Alcune affermazioni di Giovanni Battista Tuveri, esponente del
cattolicesimo federalista, deputato per due volte al Parlamento Subalpino e
amico di Mazzini, confermano la possibilità di accordi segreti relativi alla
cessione della Sardegna alla Francia per una definitiva unificazione del resto
della penisola: «Vicino a Mazzini ed a Cattaneo, ma con una propria originalità
di pensiero, il Tuveri fu sempre fedele alle sue convinzioni federaliste o, in
mancanza di meglio, autonomiste, né esitò ad impegnarsi nell'azione pratica
quando nel 1860-61 circolò insistente la voce che Cavour, dopo Nizza e la
Savoia, intendesse cedere alla Francia anche la Sardegna» Anche il
giornale britannico "The Illustrated London News" del 27 luglio 1861
citava l'inopportunità di cedere la Sardegna alla Francia, commento che aveva
suscitato reazioni nella stampa francese e fatto suggerire altre ipotesi.
Mazzini suscita continuamente energie, affascinò per quarant'anni ogni ondata
di gioventù e intanto gli anziani gli sfuggivano».[80] Quasi tutti i grandi
personaggi del Risorgimento aderirono al mazzinianesimo ma pochi vi restarono.
Il contenuto religioso profetico del pensiero del Maestro, in un certo modo
rivelatore di una nuova fede, imbrigliava l'azione politica. Mazzini infatti
non aveva «la duttilità e la mutevolezza necessaria per dominare e imprigionare
razionalmente le forze». Per questo occorreva una capacità di compromesso
politico propria dell'uomo di governo come fu Cavour; «[i]l compito di Mazzini
fu invece quello di creare l'"animus"». Quando sembrava che il
problema italiano non avesse via d'uscita «ecco per opera sua la gioventù
italiana sacrificarsi in una suprema protesta. I sacrifici parevano sterili»,
ma invece risvegliavano l'opinione pubblica italiana e europea. La tragedia
della Giovine Italia «impose il problema italiano a una sempre più vasta sfera
d'Italiani: che reagì sì con un programma più moderato ma infine entrò in
azione e quegli stessi ex mazziniani che avevano rinnegato il Maestro aderendo
al moderatismo riformista alla fine dovettero abbandonare ogni progetto
federalista e acconsentire all'entusiasmo popolare suscitato dalle idee
mazziniane di un riordinamento unitario italiano».[81] Le idee politiche
di Mazzini furono alla base della nascita del Partito Repubblicano Italiano nel
1895. Tramite la Costituzione della Repubblica Romana, ispirata al
mazzinianesimo e considerata un modello per molto tempo, fu uno dei pensatori
le cui idee furono alla base della Costituzione Italiana del 1948. Inoltre ebbe
una grande influenza anche fuori dall'Italia: politici occidentali come Thomas
Woodrow Wilson (con i suoi Quattordici Punti) e David Lloyd George e molti
leader post-coloniali tra i quali Gandhi, Golda Meir, David Ben-Gurion, Nehru e
Sun Yat-sen consideravano Mazzini il proprio maestro e il testo mazziniano Dei
doveri dell'uomo come la propria "Bibbia" morale, etica e
politica.[82] Mazzini conteso tra fascismo e antifascismo Mazzini
sul letto di morte L'eredità ideale e politica del pensiero di Giuseppe Mazzini
è stata a lungo oggetto di dibattito tra opposte interpretazioni, in
particolare durante il Fascismo e la Resistenza. Già nel settembre 1922, prima
dell'avvento del fascismo, il cinquantenario della sua morte fu celebrato con
una serie di francobolli. In seguito, nel Ventennio fascista Mazzini fu oggetto
di citazioni in libri, articoli, discorsi, fino al punto d'essere considerato
una sorta di precursore del regime di Mussolini.[83]. Secondo un appunto diaristico
(intitolato "Ripresa mazziniana") di Giuseppe Bottai, però,
l'utilizzo che ne fece Mussolini fu sempre strumentale[84]. La popolarità
di Mazzini durante il periodo fascista è dovuta anche ai numerosi repubblicani
che confluirono nei Fasci di combattimento, iniziando il loro percorso di
avvicinamento a Mussolini durante la battaglia interventista, soprattutto nelle
aree dove maggiore era la presenza del PRI, cioè in Romagna e nelle Marche. Sulle
pagine de L'Iniziativa, l'organo di stampa del PRI, si guardava a Mussolini
come al «magnifico bardo del nostro interventismo».[85] Particolare fu il
caso di Bologna, città in cui i repubblicani Pietro Nenni, Guido e Mario
Bergamo presero parte attivamente nel 1919 alla fondazione del primo Fascio di
combattimento emiliano per poi abbandonarlo poco dopo diventando avversari del
fascismo. Tra i più famosi repubblicani che aderirono al fascismo vi furono
Italo Balbo (che si era laureato con una tesi su "Il pensiero economico e
sociale di Mazzini" e del quale lo storico Claudio Segrè ha scritto:
«Balbo, prima di aderire al Fascismo nel '21, esitò a lasciare i repubblicani
fino all'ultimo momento e considerò la possibilità di mantenere la doppia
iscrizione»[86]), Curzio Malaparte e Berto Ricci, che nel fascismo vedeva la
perfetta sintesi fra «la Monarchia di Dante e il Concilio di
Mazzini».[87] L'intellettuale mazziniano Delio Cantimori, nella prima
fase del suo percorso politico che lo portò prima ad aderire al fascismo poi al
comunismo, considerava il fascismo «compimento della rivoluzione nazionale
iniziatasi con il Risorgimento, che doveva riuscire dove il processo
risorgimentale e il cinquantennio successivo avevano fallito: nell'inserimento
e nell'integrazione delle masse nello stato nazionale, nella creazione di una
più vera democrazia, ben diversa dal "parlamentarismo" e lontana
dall'"affarismo", dal "particolarismo",
dall'"inerzia" che avevano caratterizzato l'Italia liberale». Inizialmente
la tesi delle origini risorgimentali del fascismo fu fatta propria anche dai
comunisti. Togliatti, polemizzando con il movimento Giustizia e Libertà e il
suo fondatore Rosselli, in un articolo
su Lo Stato operaio critica il Risorgimento e indicò in Mazzini un precursore
del fascismo. La tradizione del Risorgimento vive quindi nel fascismo, ed è
stata da esso sviluppata fino all'estremo. Mazzini, se fosse vivo, plaudirebbe
alle dottrine corporative, né ripudierebbe i discorsi di Mussolini sulla funzione
dell'Italia nel mondo. La rivoluzione antifascista non potrà essere che una
rivoluzione "contro il Risorgimento", contro la sua ideologia, contro
la sua politica, contro la soluzione che esso ha dato al problema della unità
dello Stato e a tutti i problemi della vita nazionale. La stessa posizione fu
assunta d’Amendola, durante il confino a Ponza, nel primo di due corsi sul
Risorgimento tenuti per i confinati, per poi rivedere tale impostazione nel
secondo corso, dopo la svolta unitaria del 1934 (che segnò l'inizio della
politica del fronte popolare con la conclusione di un "patto d'unità
d'azione" con i socialisti), allorché insistette sulle origini risorgimentali
del movimento operaio. I fascisti, inoltre, rivendicavano una continuità con il
pensiero mazziniano anche riguardo l'idea di “patria”, la concezione spirituale
della vita, l'importanza dell'educazione di come strumento per creare un uomo
nuovo e una dottrina economica ispirata alla collaborazione tra le classi
sociali. Baioni scrive a proposito della contemporanea celebrazione nell’anniversario
della morte di Garibaldi e del decennale della Marcia su Roma che le principali
manifestazioni sembrano confermare il nesso tra il bisogno di presentare il
fascismo come erede delle migliori tradizioni nazionali e la volontà non meno
forte ad enfatizzarne le componenti moderne, che avrebbero dovuto distinguerlo
come originale esperimento politico e sociale. Negli anni della Resistenza la
situazione si complica maggiormente: il fascismo della repubblica sociale
italiana intensifica naturalmente i richiami a Mazzini. Ad esempio la data del
giuramento della guardia nazionale repubblicana venne fissata il 9 febbraio,
giorno della proclamazione, quasi un secolo prima, della repubblica romana che
aveva avuto alla sua testa il triumviro Mazzini. Ma anche gli anti-fascisti, in
particolare i partigiani di Giustizia e Libertà di Rosselli, iniziano a
richiamarsi sempre più apertamente al rivoluzionario genovese. Proprio Rosselli
scrisse che agiamo nello spirito di Mazzini, e sentiamo profondamente la
continuità ideale fra la lotta dei nostri ante-nati per la libertà e quella di
oggi. A seguito della caduta del fascismo e dell'armistizio di Cassibile, la
lotta contro il nazi-fascismo vide la partecipazione dei repubblicani (il cui
partito era stato sciolto dal Regime nel 1926) anche attraverso la formazione
di proprie unità partigiane denominate Brigate Mazzini. Anche un comandante
partigiano, proposto per la medaglia d'oro al valor militare, Manrico
Ducceschi, ispirò la sua azione all'ideologia mazziniana adottando in onore di
Mazzini il nome di battaglia di "Pippo", lo stesso pseudonimo usato dal
patriota genovese. Altri saggi: Atto di fratellanza della Giovane Europa
(1834), in Giuseppe Mazzini, Edizione nazionale degli scritti., Imola, s.e., 1Dei
doveri dell'uomo Fede ed avvenire Editore Mursia Doveri dell'Uomo Editori Riuniti university pressRoma Pensieri sulla democrazia in Europa, trad.
Salvo Mastellone, Feltrinelli, Milano, Andrea Tugnoli , La pittura moderna in
Italia, Bologna, CLUEB, Antologia di scritti Dal Risorgimento all'Europa Mursia Periodici diretti da Giuseppe Mazzini
L'apostolato popolare Il nuovo conciliatore L'educatore Le Proscrit. Journal de
la République Universelle Il tribunoNote
La Civiltà cattolica, Volume 2; Volume 18, La Civiltà Cattolica,
1901264. «La politica acquista pathos religioso, e sempre più col
procedere del secolo... la nazione diventa patria: e la patria la nuova
divinità del mondo moderno. Nuova divinità e come tale sacra.» in F. Chabod,
L'idea di nazione, Laterza, Bari); Da Dei doveri dell'uomoFede e avvenire,
Paolo Rossi, Mursia, Milano 1965-1984 L'uomo nuovo in Indro Montanelli,
L'Italia giacobina e carbonara, Rizzoli, Milano, Susanne Schmid, Michael
Rossington, The Reception of P.B. Shelley in Europe Citato nell'Edizione nazionale degli Scritti
di Giuseppe Mazzini a cura della Commissione per l'edizione nazionale degli
Scritti di Giuseppe Mazzini, Cooperativa tipografico-editriceGaleati, 1926; per
la citazione vedi anche: Memoriale Mazzini-Domus Mazziniana; Introduzione a
Jessie White Mario, Vita di Giuseppe Mazzini su Castelvecchi Editore; Giuseppe
Santonastaso, Edgar Quinet e la religione della libertà, pag. 156, edizioni
Dedalo, 1968; Francesco Felis, Italia unità o disunità? Interrogativi sul
federalismo, Armando editore, , pag. 7.
Comune di Savona Liguria magazine
Archiviato il 25 gennaio in . Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento: la
nascita dell'Italia contemporanea Pearson Italia S.p.a., 01 Patria, nazione e stato tra unità e
federalismo. Mazzini, Cattaneo e Tuveri, CUEC, University Press-Ricerche
storiche, La tesi del figlio sicuramente di Mazzini è sostenuta in Bruno Gatta,
Mazzini una vita per un sogno, Guida Editori, Il dubbio invece che si trattasse
veramente di un figlio di Mazzini è espresso in Luigi Ambrosoli (Giuseppe
Mazzini: una vita per l'unità d'Italia, ed.Lacaita): «Ma proprio il ritardo con
cui venne comunicata a Mazzini la notizia della morte di Adolphe fa sorgere
qualche dubbio sulla supposizione, per le altre ragioni accennate ben fondata,
che si trattasse di suo figlio». Dubbi simili vengono riportati in Salvo
Mastellone, Mazzini e la "Giovine Italia", 1831-1834, Volume 2, Domus
Mazziniana, 1960 («D'altra parte, è da aggiungere che nelle lettere inedite a
Ollivier, che pubblichiamo, Mazzini, pur parlando di Giuditta come della
propria amica, se accenna ad Adolphe come figlio di Giuditta, non allude al
bambino come proprio figlio: ...»)
Domenico Barberis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Mazzini a Londra È l'autrice del
romanzo gotico Frankenstein (Frankenstein: or, The Modern Prometheus),
pubblicato nel 1818. Curò le edizioni delle poesie del marito Percy Bysshe
Shelley, poeta romantico e filosofo. Era figlia della filosofa Mary
Wollstonecraft, antesignana del femminismo, e del filosofo e politico William
Godwin. Susanne Schmid, Michael
Rossington, The Reception of P.B. Shelley in Europe Miranda Seymour, Mary Shelley, caGiuseppe
Mazzini, il cospiratore senza segreti
Lettere di Mazzini ad Aurelio Saffi e alla famiglia CraufordGiuseppe
MazzatintiSoc. Ed. Dante Alighieri1906
Politica e storiaFilippo Buonarroti e altri studidi Pia Onnis
RosaEdizioni di storia e letteraturaRoma Mazzini «pavese» e l'Unità
d'Europa Quando Mazzini scatenò il
patatrac sognando la Repubblica pbmstoria. Legnago a Giuseppe Mazzini, Grafiche
Stella, S. Pietro di Legnago (Verona) 200551.
Giacomo Scarpelli, La scimmia, l'uomo e il superuomo. Nietzsche:
evoluzioni e involuzioni Pensiero di
Mazzini, brigantaggio.net 1946: la
Repubblica nasce nel nome di Mazzini, su pri.Carducci scrisse una famosa lirica
intitolata Mazzini i cui versi finali sono rimasti nella storia: «E un popol
morto dietro a lui si mise. / Esule antico, al ciel mite e severo / Leva ora il
volto che giammai non rise, /Tu solpensandoo ideal, sei vero». La stessa semplice scritta volle Giovanni
Spadolini, politico e storico repubblicano, sulla propria tomba a Firenze Luigi Polo Friz, La massoneria italiana nel
decennio post unitario: Lodovico Frapolli, Franco Angeli, 1998 p.151 Storia della
Massoneria in Italia. L'influenza di Giuseppe Mazzini nella Massoneria Italiana
Archiviato il 7 gennaio in . La stanza di MontanelliL' unità d' Italia e
la Massoneria Giuseppe Mazzini
massone? A.Desideri, Storia e
storiografia, IEd. D'Anna, Messina-Firenze 1997
«Gli sconvolgimenti operati dalla Rivoluzione francese avevano fatto
dubitare a molti uomini della razionalità della storia, così altamente
proclamata nel secolo precedente. L'unica alternativa allo scetticismo parve
allora la fede in una forza arcana operante provvidenzialmente nella storia» in
A. Desideri, Ibidem «S'identificò la
storia della civiltà con la storia della religione, e si scorse una forza
provvidenziale non solo nelle monarchie, ma sin nel carnefice, che non potrebbe
sorgere e operare nella sua sinistra funzione se non lo suscitasse, a tutela
della giustizia, Iddio: tanto è lungi dall'essere operatore e costruttore di
storia l'arbitrio individuale e il raziocino logico». Adolfo Omodeo, L'età del
Risorgimento italiano, pag. 24, Napoli, «Così il genere umano è in gran parte
naturalmente servo e non può essere tolto da questo stato altro che
soprannaturalmente... senza il cristianesimo, niente libertà generale. e senza
il papa non si dà vero cristianesimo operoso, potente, convertitore,
rigeneratore, conquistatore, perfezionante.» (cfr. J. De Maistre, Il Papa,
trad. di T. Casini, Firenze 1926) G.
Mazzini, Fede e avvenire, G. Mazzini, Fede e avvenire «Egli aveva una visione utopica, romantica e
anche sincretistica della religione, che egli considerava come il contributo,
in termini di princìpi universali, delle varie confessioni e fedi alla storia
collettiva.» SenatoDoveri dell'uomo, II
G. Mazzini, Dei doveri dell'uomo
Fusatoshi Fujisawa, La terza Roma. Dal Risorgimento al Fascismo, Tokyo, Mazzini
il patriota scomodo Arturo Reghini a
metà strada tra fascismo e massoneria
«Noi dissentivamo su diversi punti: sulle idee religiose, ch'ei non
guardava, errore comune al più, se non attraverso le credenze consunte e perciò
tiranniche dell'oggi; sul cosiddetto socialismo, che riducevasi a una mera
questione di parole dacché i sistemi esclusivi, assurdi, immorali delle sétte
francesi erano ad uno ad uno da lui respinti e sulla vasta idea sociale fatta
oggimai inseparabile in tutte le menti d'Europa dal moto politico io andava
forse più in là di lui: sopra una o due cose delle minori spettanti
all'ordinamento della futura milizia; e talora sul modo d'intendere l'obbligo
che abbiamo tutti di serbar fede al Vero. Ma il differire di tempo in tempo sui
modi d'antivedere l'avvenire non ci toglieva d'essere intesi sulle condizioni
presenti e sulla scelta dei rimedi» (Giuseppe Mazzini su Carlo Pisacane) Lettera a Ernesto Forte Londra 23 gennaio
1867 «Noi crediamo in una serie infinita
di reincarnazioni dell'anima, di vita in vita, di mondo in mondo, ciascuna
delle quali rappresenta un miglioramento ulteriore…» (Mazzini, in E. Bratina,
op. cit., pag. 70); «La vita d'un'anima è sacra, in ogni suo periodo: nel
periodo terreno come negli altri che seguiranno; bensì, ogni periodo dev'esser
preparazione all'altro, ogni sviluppo temporale deve giovare allo sviluppo
continuo ascendente della vita immortale che Dio trasfuse in ciascuno di noi e
nella umanità complessiva che cresce con l'opera di ciascuno di noi» (Dei
doveri dell'uomo, II). Leggeva Dumas e i
testi buddisti Il volto inaspettato di Mazzini
Il Foscolo, che scriveva di aver visto da giovinetto a Venezia un
"libercolo" attribuito a Gioacchino, in cui erano indicati i papi
futuri, affermava che la fama dell'abate era "santissima" fin dalla
fine del sec. XVI, tanto che il filosofo francese Montaigne, desiderava di
poter vedere questa "meraviglia": «le livre de Joachim Abbé
Calabrois, qui prédisait tous les papes futurs, leurs noms et formes» G. da Fiore, Concordia Veteris et Novi
testamenti, Bianca Rosa, Gli appunti manoscritti di Mazzini, Impronta, Torino, Roland
Sarti, Giuseppe Mazzini. La politica come religione civile, con postfazione di
Sauro Mattarelli, Roma-Bari, Laterza, A.Omodeo, Introduzione a G. Mazzini, Scritti scelti,
Mondadori, Milano, «L'Italia trionferà
quando il contadino cambierà spontaneamente la marra con il fucile». in C.
Pisacane, Saggio sulla rivoluzione, ed. Universale Economica, Milano 1956 Mazzini: comunismo vuol dire dittatura Il "Manifesto" di Marx? Scritto
contro Mazzini Doveri dell'uomo,
capitolo XI, punto 3° G. Mazzini, Doveri
dell'uomo, cap.XI (in Andrea Baravelli, L'Italia liberale, ArchetipoLibri, A. Gacino-Canina, Economisti del Risorgimento,
Torino, UTET, 1G. Mazzini, Istruzione generale per gli affiliati nella Giovine
Italia in Scritti editi e inediti, II, Imola,G. Mazzini, op. cit. Nome col quale i greci indicavano l'Italia
antica Luigi Stefanoni, Giuseppe
Mazzini: notizie storiche ..., Presso L'Editore Carlo Barbini, Giuseppe
Mazzini, Ricordi dei fratelli Bandiera e dei loro compagni di martirio in
Cosenza Documentati colla loro
corrispondenza, Dai torchi della Signora Lacombe, C. Pisacane op. cit. "Volantino pubblicato su "Italia
del popolo", 25 febbraio 1855
Giancarlo De Cataldo, Chi ha paura di Mazzini?, in lastampa. Denis Mack
Smith, Mazzini, Rizzoli, Milano, Denis Mack Smith, Denis Mack Smith, Gigi Di
Fiore, Controstoria dell'unità d'Italia: fatti e misfatti del Risorgimento,
Milano, Gigi Di Fiore, op. cit., pag. 62.
Alberto Cappa, Cavour, G. Laterza & figli, definizione di Cavour riportata da The
Morning Post “We have three Irelands, in
Sardinia, Genoa and Savoy La terza
IrlandaGli scritti sulla Sardegna di Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini, Carlo
Cattaneo, Giuseppe Mazzini, Francesco Cheratzu, 8pagg. MazziniLa SardegnaTip.
A. DebatteLivorno1896pagg. 5,6,7
Risorgimento Rassegna The Illustrated London News In Armando Saitta,
Antologia di critica storica, Volume 3, Laterza, 1Le citazioni sono tratte da
A. Omodeo, Introduzione a Giuseppe Mazzini, Scritti scelti, Mondatori, Milano,
(Diego Fusaro) Paolo Benedetti“Mazzini
in Camicia nera”edito della Fondazione 'Ugo La Malfa' Dal diario di Giuseppe Bottai alla data del
14 ottobre 1943: «Spesso, all'uscita dei cento e più volumi dell'edizione
nazionale [degli scritti di Mazzini], ho trovato il Duce, a palazzo Venezia,
immerso nelle folte pagine. O meglio, v'immergeva, a ferire di pugnale, il suo
metallico tagliacarte: e ne tirava fuori brandelli di Mazzini. A quando a
quando il brandello antifrancese, anti-illuminista, antinglese, antisocialista,
etc. etc. Brandelli, mai tutt'intero, nella sua viva, molteplice e pur varia
personalità» (p. VII)": Luzzatto, Sergio, Riprese mazziniane, Mestiere di
storico: rivista della Società italiana per lo studio della storia
contemporanea: I (Roma: Viella, ). Paolo
Benedetti"Mazzini nell'ideologia del fascismo" Giovanni Belardelli, «Camerata Mazzini,
presente!» Gentile, Balbo, Rocco, Bottai: tutti i fascisti tentarono di
arruolarlo, Corriere della Sera, 11 luglio "Manifesto realista" pubblicato
sulla rivista L'Universale Cromohs PerticiMazzinianesimo,
fascismo, comunismo: l'itinerario politico di Delio Cantimori, Roberto Pertici,
Mazzinianesimo, Fascismo, Comunismo: L'itinerario politico di Delio Cantimori
Cromohs, La memoria e le interpretazioni del Risorgimento, Guerra e fascism da 150anni.
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PensieriCon una Appendice su La religione di Mazziniscelta di pagine
dall'Opuscolo Dal Concilio a Dio, Vincenzo Gueglio (note al testo, repertorio
dei nomi e saggio introduttivo) Milano, Greco & Greco, Giuseppe
Mazziniverifiche e incontriAtti del Convegno Nazionale di Studi, Genova,
gennaio 2006, Gammarò editori Tufarulo,G,M.-
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l'Italia di Roberto Rossellini. Film incentrato sulla spedizione dei Mille.
Giuseppe Mazzini, sceneggiato RAI, regia di Pino Passalacqua, Il generale
(miniserie televisiva), sceneggiato RAI, regia di Luigi Magni. Mazzini è interpretato da Bucci. Noi credevamo
di Mario Martone (). Mazzini è interpretato da Toni Servillo. Anita Garibaldi,
miniserie di Rai 1 (); interpretato da Alessandro Lombardo. L'alba della
libertà, cortometraggio, regia di Emanuela Morozzi, Associazione Mazziniana
Italiana Domus Mazziniana Doveri dell'uomo Mazzinianesimo Monumento a Giuseppe
Mazzini (Firenze) Museo del Risorgimento e istituto mazziniano Pensieri sulla
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Roman Republic (19th century).svg Aurelio Saliceti Aurelio Saliceti. Giuseppe
Mazzini. Mazzini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mazzini” – The
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Mazzoni (Cesena). Filosofo. Grice:
“Mazzoni is important on various fronts: he loves Dante, or Alighieri as
Strawson calls him – his library in organised alphabetically; the other front I
forget!” Compì i suoi studi di lettere a Bologna e quelli di filosofia a
Padova. Membro dell'Accademia della Crusca, fu tra i preferiti del papa
Gregorio XIII che lo avrebbe voluto prelato; Mazzoni preferì proseguire nella
carriera universitaria. Dapprima fu all'Macerata, ed in seguito a Pisa, dove
ebbe la cattedra di filosofia. Nella città della torre pendente, conobbe un
giovane insegnante di matematica, Galilei, con il quale instaurò ottimi
rapporti. Nel 1597 fu invitato ad insegnare all'Università La Sapienza di Roma.
Benché avesse da poco preso questa cattedra, seguì il cardinale Pietro
Aldobrandini nei suoi incarichi a Ferrara ed in seguito a Venezia. Ammalatosi
sulla strada del ritorno, si recò nella sua Cesena, dove si spense. Opere: “Difesa
della Commedia di Dante Grazie alla sua preparazione letteraria, giunse alla
notorietà per il suo tomo Difesa della Commedia di Dante, pubblicato a Bologna
inizialmente, sotto pseudonym e poi l'anno successivo sotto il suo vero nome,
in cui criticò aspramente Leonardo Salviati. Nel testo egli risponde ad alcune
contestazioni fatte alle sue elucubrazioni sul sommo poeta Dante Alighieri.
Parimenti nel libro si occupa anche di argomentazioni pertinenti alla filosofia
ed alla poetica”; “In universam Platonis et Aristotelis philosophiam praeludia
Interessato anche all'astronomia, Mazzoni espone le sue teorie in quello che
risulta il suo testo più importante ovvero In universam Platonis et Aristotelis
philosophiam preludia pubblicato nel 1597. In questo libro egli sostiene il
sistema geocentrico aristotelico contro la sempre più diffusa e apprezzata
teoria copernicana eliocentrica. Questo volume è divenuto molto noto poiché
Galileo Galilei, dopo averlo letto, gli inviò una lettera, datata 30 maggio
1597, nella quale difendeva Copernico e le sue teorie. Questa missiva
rappresenta la più antica testimonianza dell'adesione alla teoria eliocentrica
di Galilei. Mazzoni, Prefazione, in
Mario Rossi , Discorso di Mazzoni in difesa della "Commedia" del
divino poeta Dante, S. Lapi, Opere: “Discorso de' dittongi,” Cesena, appresso
Bartolomeo Rauerio, “Discorso in difesa della Comedia del divino. poeta contro
il discorso di Castravilla, Cesena, per Bartolomeo Rauerij, “De triplici
hominum vita, activa nempè, contemplativa, et religiosa methodi tres,
quaestionibus quinque millibus, centum et nonagintaseptem distinctae. In quibus
omnes Platonis, et Aristotelis, multae vero aliorum Graecorum et Latinorum in
universo scientiarum orbe discordiae componuntur, Caesenae, Rauerius, “Della
difesa della Comedia di Dante. Distinta in sette libri, Cesena, appresso
Bartolomeo Rauerij, Della difesa della Comedia di Dante. Distinta in sette
libri, Cesena, Verdoni, “Discorso
intorno alla Risposta e alle Opposizioni fattegli dal sig. Patricio, pertenente
alla storia del poema Dafni, o Litiersa di Sositeo poeta della Pleiade, Cesena,
B. Raverio. “Ragioni delle cose dette, e d'alcune autorità citate da Iacopo
Mazzoni nel Discorso della storia del poema Dafni, o Litiersa di Sositeo, Cesena,
per Bartolomeo Rauerij, “In universam Platonis et Aristotelis philosophiam praeludia,
Venetiis, Guerilius. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
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Mazzoni, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Jacopo Mazzoni, su sapere, De Agostini. Davide Dalmas, Jacopo Mazzoni, in Dizionario
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Meis (Bucchianico). Filosofo. Grice: “I agree with Meis’s naturalism; he
proposes a three-stage development: vegetal, animal, man – his naturalism has a
Hegelian side to it, while man is more old fashioned, more Kantian!” Figlio di
un medico aderente alla carboneria e di ideali mazziniani, nacque a
Bucchianico, dove compì i primi studi: li proseguì presso il Regio collegio di
Chieti e poi a Napoli, dove fu allievo dei letterati Basilio Puoti e Francesco
De Sanctis, Spaventa e Ramaglia. Si laureò e nel 1841 divenne socio
dell'Accademia degli Aspiranti naturalisti, di cui diventerà presidente nel
1848; fu poi medico aggiunto dell'Ospedale degli Incurabili e aprì una scuola
privata di grande successo, dove insegnò anatomia, patologia, fisiologia e
scienze naturali. Fu poi rettore del Collegio Medico di Napoli. Dopo la promulgazione della costituzione nel
Regno di Napoli, venne eletto deputato per la circoscrizione Abruzzo Citra:
sostenne la protesta di Pasquale Stanislao Mancini contro la repressione
operata dalle truppe borboniche contro i manifestanti e l'accusa di tradimento
al re. Fu quindi costretto all'esilio:
dopo un soggiorno a Genova e a Torino, si stabilì a Parigi. Esercitò
gratuitamente la professione di medico per gli esuli e gli emigrati italiani;
insegnò antropologia all'università ed entrò in contatto con il mondo
scientifico parigino, diventando assistente di
Bernard e ottenendo da Trousseau l'incarico di insegnare semeiotica.
Strinse anche un proficuo rapporto con Cousin. Rientrò in Italia, prima a Torino e poi a Modena, dove insegnò. Tornò a Napoli e divenne assistente di De
Sanctis, ministro dell'istruzione nel governo provvisorio, e venne eletto Membro
straordinario del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione. Fu deputato al Parlamento del Regno d'Italia sedendo
tra i ministeriali. Busto di Angelo
Camillo De Meis al Pincio (Roma) Non si sa né dove né quando fu iniziato in
Massoneria, è certo tuttavia che nfu membro della Loggia Felsinea di Bologna. Fu
professore di Storia della medicina presso l'Bologna, dove morì. Il suo naturalismo lo spinse a cercare un
fondamento filosofico-spirituale alle scienze della natura, che egli trovò
nell'idealismo di Hegel. Fu anche amico intimo e collega di Siciliani, del
quale condivise in parte la speculazione intorno al positivismo. Venne citato, di passaggio, nel romanzo di L.
Pirandello Il fu Mattia Pascal. Fu
costruito il nuovo palazzo della Biblioteca provinciale di Chieti, in piazza
Tempietti romani, dedicata a De Meis. V.
Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, De Meis Angelo
Camillo, su treccani. Il protagonista
del romanzo infatti ascolta casualmente, durante un viaggio in treno, una
conversazione fra due eruditi, e dato che è uscita la notizia della sua morte,
sceglie come proprio nuovo cognome "Meis", traendolo da "De
Meis". Il nome sarà "Adriano", udito dal fu Mattia nella stessa
conversazione, che attribuiva a Camillo De Meis la tesi che due statue nella
città di Peneade rappresentassero Cristo e la Veronica (colei che si sostiene
abbia asciugato il viso di Gesù durante il calvario). In queste pagine del
romanzo pirandelliano, Mattia Pascal prova uno straordinario senso di ebbrezza
legato alla propria libertà. F.
Tessitore, «DE MEIS, Angelo Camillo» in Dizionario Biografico degli Italiani,
Volume 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990. R. Colapietra,
Angelo Camillo De Meis politico “militante”, Napoli, Guida Editori, TreccaniEnciclopedie
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Camera dei deputati. Angelo Camillo De
Meis di Giacomo de Crecchio, in Biblioteche dei filosofi, Scuola Normale
Superiore di Pisa Cagliari. L'Unificazione, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Meis. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e e Meis” – The
Swimming-Pool Library.
Melandri (Genova). Filosofo. Grice: “One of the ten items he lists in his
‘Contro lo simbolico’ is ‘lo simbolico’ itself!” -- Grice: “Melandri takes
analogy more seriously than I did – I do list ‘analogy’ as part of what I call
‘philosophical eschatology – the third branch of metaphysics, along with
ontology and category study.” Grice: “Melandri focuses on the Graeco-Roman
tradition of analogy, which he pairs with two other concepts: proportion, and
symmetry – re-interpreting mainly Aquino’s reading of the Aristotelian
tradition in a semiotic approach.” Grice: “Melandri also takes Kant seriously
on this.” Grice: “If an Italian philosopher wrote ‘contro la comunicazione,’
another wrote ‘contro il simbolico’!” --
Grice: “He has studied Buehler; I like that!” -- Laureatosi a 'Bologna, è lettore a Kiel in
Germania. Ha poi insegnato filosofia in diversi atenei italiani (Lecce, Trieste
e Bologna). Parallelamente all'attività universitaria, ha collaborato a
lungofin dalla fine degli anni cinquantacon la casa editrice Il Mulino e alla
rivista omonima, per le quali ha svolto attività di consulenza, con traduzioni
e curatele di alcuni volumi, pubblicando con essa alcuni dei suoi lavori più
significativi. I suoi volumi più importanti vertono sulla fenomenologia di
Husserl, sul concetto di analogia e sul principio di simmetria. Tra le sue
curatele, anche presso altre case editrici (Cappelli, Faenza, Laterza, Ponte
alle Grazie, Giuffrè, Pitagora ecc.), ci sono studi che vanno dalla scienza
politica di Ritter e di Habermas, alla fenomenologia di Schütz, dalla logica di Copilowski e dalla
filosofia del linguaggio do Hoffmann o dai paradossi di Bolzano (e poi la
storia della logica di Scholz), agli studi di metodologia scientifica di Pap, a
quelli di psicologia della percezione di Meinong o di Ehrenfels, e dall'estetica
di Trier alla «metaforologia» di Blumenberg ecc. Ha istituito un gruppo interdisciplinare di
studi su Leibniz, in seguito affiliato col nome di «Sodalitas Leibnitiana» alla
Leibniz-Gesellschaft di Hannover. Ha anche collaborato attivamente alle
attività del «Centro di studi per la filosofia mitteleuropea» (con sede a
Trento); partecipando alla realizzazione
di «Topoi», rivista internazionale di filosofia. Sempre in quegli anni ha dato
vita agli «Annali dell'Istituto di discipline filosofiche dell'Bologna», poi
trasformatisia nella rivista semestrale «Discipline filosofiche», ancora attiva
e di cui è stato il primo direttore. Tra
i suoi testi, spicca per centralità di pensiero “La linea e il circolo,” definito
da Giorgio Agamben "un capolavoro della filosofia europea del
Novecento". Il filo conduttore di
tutta la riflessione di Melandri è il rapporto tra pensiero logico e pensiero
analogico. Mentre il primo tende a svilupparsi mediante un concetto d'identità
elementare, legato alla "discontinuità" del principio di non
contraddizione, il secondo si fonda invece sul principio di continuità, legato
alla figura oppositiva della contrarietà, che ammette una transizione tra gli
opposti. Ora, queste due forme di pensiero non sono affatto inconciliabili, ma
complementari, in quanto fondate non su strutture assiomatiche, ma su una
diversa direzione costitutiva dell'esperienza. Questa diversità prospettica si
realizza, secondo Melandri, nella fenomenologia husserliana, di cui egli tende
a evidenziare l'«empirismo radicale» connesso alle strutture
costitutivo-trascendentali della soggettività e ben distinto, dunque, da
quell'idealismo entro cui troppo spesso si è voluto rubricare l'atteggiamento
fenomenologico. In ultima istanzacongiungendo istanze aristoteliche e
husserlianeMelandri assume una concezione dell'essere fondamentalmente
equivoca, nell'ambito della quale l'intenzionalità si presenta, al tempo
stesso, come principio formale logico e funtore operativo analogico. Inoltre,
Melandri espone questi contenuti filosofici attraverso un metodo d'indagine e
d'insegnamento del tutto particolare, che viene così descritto dal suo allievo, Stefano Besoli, filosofo a Bologna:
«A lezione, si può dire che Melandri non parlasse, ma pensasse ad alta voce
[...] dando l'illusione, quantomai benefica ed essenzialmente terapeutica, di
pensare insieme con lui. Si aveva l'impressione di assistere, dunque, a un
pensiero in corso d'opera, e più propriamente ciò che accadeva era
un'esperienza di pensiero condivisa, giacché la condivisione era appunto la
condizione stessa della buona riuscita di tale esperienza». Opere: “I paradossi dell'infinito nell'orizzonte
fenomenologico,” poi come introduzione aBolzano, I paradossi dell'infinito,
Cappelli, Bologna. “Logica ed esperienza,” “La scienza come criterio
storiografico,” “Alcune note in margine all'«Organon» aristotelico; “Considerazioni
critiche sui «syncategorematica»,” in "Lingua e stile",
“Esistenzialismo,” “Logica e Logistica”
Enciclopedia “Filosofia,” Giulio Preti, Feltrinelli, Milano. Lewin: la
psicologia come scienza galileiana, poi
in Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali; “Foucault:
l'epistemologia delle scienze umane", in «Lingua e stile». “E corretto
l'uso dell'analogia nel diritto? ("Zoon Politikon. Bolk e l'antropogenesi",
in «Che Fare», “La linea e il circol: studio
logico-filosofico sull'analogia,” Bologna: il Mulino rist. Macerata: Quodlibet, (prefazione
diAgamben, appendice di Besoli e Brigati, Salvatore Limongi. Nota in margine all'«episteme»
di Foucault» in "Lingua e stile", :La realtà e l'immagine,” (in Hans
Barth, Verità e ideologia); Sulla crisi attuale della filosofia, in "Il
Mulino", L'analogia, la
proporzione, la simmetria, Isedi, Milano. I generi letterari e la loro origine,
in "Lingua e stile", ora Quodlibet, Macerata, “L'inconscio e la dialettica,”
Bologna: Cappelli, rist. come "Freud: L'inconscio e la dialettica",
in Id.,Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Bologna:
Pitagora; rist. L'inconscio e la
dialettica, Macerata: Quodlibet . “Bühler. La crisi della psicologia come
introduzione a una nuova teoria linguistica”, in “Anima ed esattezza.
Letteratura e scienza nella cultura austriaca,” Marietti: Casale Monferrato, rist.
in Id., Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Bologna:
Pitagora, Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Pitagora,
Bologna Appendice. Matematica e logica in psicologia: applicazione propria
(determinante) o impropria (analogico-riflettente), -- Sette variazioni in tema
di psicologia e scienze sociali, Pitagora, Bologna, rist. in Id., L'inconscio e
la dialettica, Macerata: Quodlibet, "Per una filologia del sublime",
in "Studi di estetica", (Grice: “I like that; surely there must be an
ordinary unpompous way to say or mean ‘sublime’” – “Go thorugh the dictionary!”
-- La novità degli ultimi tremila anni, in "Il Mulino",
"Faenza" e Marisa Vescovo, L’oblio affligge la memoria; La comunicazione
e la retorica, Contro il simbolico.Dieci lezioni di filosofia, -- Grice: “The
ten ‘concepts’ he chooses are less important than the generic remarks he makes
about the whole ten.” Grice: “While in his study on ‘analogia, proporzione,
simmetria,’ he is semiotic, in this one he is thoroughly hermeneutic!” -- Quodlibet,
Macerata, postfazione di Guidetti) Sul concetto di descrizione nella psicologia
fenomenologica, in "Intersezioni", Su quel che è dato, (Grice: “A
good analysis of a phrase I overuse, ‘datum,’ as per sense-datum’! in "Il
Verri", Le «Ricerche logiche» di Husserl: introduzione e commento alla
prima ricerca, Il Mulino, Bologna, "Su quel che c'è, e quel che immaginiamo
che ci sia (o della principale equivocazione del termine
'rappresentazione')", in «Discipline filosofiche», "Il problema della
comunicazione", in «Paradigmi», "Tempo e temporalità nell'orizzonte
fenomenologico", in «Discipline filosofiche», . "La crisi dei grandi
sistemi e l'avvento della filosofia esistenziale" in “Questo nostro tempo. Studi e riflessioni
sull'evolversi della nostra epoca, Bologna: "Filosofia come critica della conoscenza
e impegno interdisciplinare" in
"Tratti". S. Besoli, Il
percorso intellettuale di Melandri, in Studi su Melandri, Faenza, Agamben,
Giorgio, "Archeologia di un'archeologia", in E. Melandri, La linea e
il circolo. Studio logico-filosofico sull'analogia, Macerata: Quodlibet, Agamben,
Giorgio, "Al di là dei generi letterari", in E. Melandri, I generi
letterari e la loro origine, Macerata: Quodlibet , 7–14. Ambrosetti, Massimo, Enzo Melandri
sugli stoici, Roma: Aracne . Ambrosetti, Massimo, "Una lettura melandriana
di Epitteto", in "dianoia", Besoli, Stefano, "Il percorso
fenomenologico di Melandri", in Federica Buongiorno, Vincenzo Costa,
Roberta Lanfredini (cur.), La fenomenologia in Italia. Autori, scuole,
tradizioni, Roma: Inschibboleth , trad. en. "The Phenomenological Path of
Enzo Melandri", in Federica Buongiorno, Vincenzo Costa, Roberta Lanfredini
(eds), Phenomenology in Italy. Contributions to Phenomenology, Cham: Springer
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Studi su Enzo Melandri. Atti della giornata di studi. Faenza, 22 maggio 1996,
Faenza: Polaris, Bonfanti, Angelo, Le forme dell'analogia. Studi sulla filosofia
di Melandri, Roma: Aracne . Cimatti, Felice, "Postfazione: Psicoanalisi e
rivoluzione", in E. Melandri, L'inconscio e la dialettica, Macerata:
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Lagna, Marco e Paulo Fernando Lévano, "Contro l’isomorfismo. Il rapporto
soggetto-oggetto secondo Enzo Melandri, in «Philosophy Kitchen», VIMatteuzzi,
Maurizio, "Prefazione", in Massimo Ambrosetti, Enzo Melandri sugli
stoici, Roma: Aracne , Palombini,
Lorenzo, "Dal chiasma ontologico al chiasma trascendentale. Forme di
razionalità nel pensiero di Enzo Melandri", in «Philosophy Kitchen», Possati,
Luca M., La ripetizione creatrice. Melandri, Derrida e lo spazio dell'analogia,
Milano-Udine: Mimesis . Sini, Carlo, "Lo schematismo figurale", in
Stefano Besoli e Franco Paris (cur.), Studi su Melandri, Faenza: Polaris Solerio, Alessia, "Melandri: Through the
Looking-Glass", in Attilio Bruzzone e Paolo Vignola, Margini della
filosofia contemporanea, Napoli-Salerno: Orthotes. Le opere di Melandri edite da Quodlibet, che ne ha
annunciato l'edizione completa. Discipline Filosofiche, rivista semestrale di
filosofia. Melandri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Melandri,” The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.
Melchiorre (Chieti). Filosofo. Grice: “I like Melchiorre;
while I refer to bodily identity in my “Mind” essay, Melchiorre has dedicated a
whole treatise to ‘the body’ – he has also explored semiotic aspects and come
up with nice oxymora: ‘nome indicibile,’ ‘immaginazione simbolica,’ ‘essere e
parola.’”. Grice: “Melchiorre’s first explorations on the concept of body is
Strawsonian – corpore e persona -. What led Melchiorre to this reflection is
what he calls a meta-critique of love – Socrates did his critique of love in
the Symposium, and Phaedrus – Melchiorre analyses this from a body-theoretical
perspective.” Dopo essere stato ammesso al Collegio Augustinianum, inizia a
frequentare la Facoltà di Filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore,
dove si laurea. Terminati gli studi, nel
medesimo ateneo ha iniziato la carriera accademica come assistente volontario
di Filosofia della storia, per poi insegnare a Venezia. Richiamato a Milano, ha ricoperto la cattedra di Filosofia morale, per poi
insegnare Filosofia teoretica. Ha diretto, presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia dell'Università Cattolica, la Scuola di specializzazione in Comunicazioni
sociali. -- è stato nominato professore emerito. Opere: “Arte ed esistenza,”
Firenze “Il metodo di Mounier,” Milano, “Il sapere storico,” Brescia, “La coscienza
utopica,” Milano; “L'immaginazione simbolica,” Bologna, ”Metacritica
dell'eros,” II ed. Milano, “Ideologia, utopia, religione,” Milano, “Essere e
parola,” Milano, IV ed. “Corpo e persona,” Genova, “Studi su Kierkegaard,” II
ed. Genova, “Analogia e analisi trascendentale: linee per una nuova lettura di
Kant,” Milano, “Figure del sapere, Milano, “La via analogica,” Milano, “Creazione,
creatività, ermeneutica,” Brescia, “I segni della storia,” Ghezzano La Fontina,
“Al di là dell'ultimo,” Milano, “Sulla speranza,” Brescia, “Ethica,” Genova, “Dialettica
del senso. Percorsi di fenomenologia ontologica,” Milano, “Qohelet, o la
serenità del vivere,” Brescia, “Essere persona,” Milano, “Breviario di
metafisica,” Brescia, “Il nome indicibile,” Milano, Profilo nel sito
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Recensione del volume Essere
persona. Natura e struttura di Armando Rigobello, in Acta Philosophica, Rivista
internazionale di filosofia. Unità e pluralità del vero: filosofie, religioni,
culture. I diversi volti della verità Relazione del prof. Melchiorre al 65º
Convegno del Centro Studi FilosoficiGallarate , video integrale nel sito
CattedraRosmini.org. Virgilio Melchiorre, Rai EducationalEnciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche. Melchiorre. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Melchiorre” – The Swimming-Pool Library.
Melli
(Roma).
Filosofo. Grice:
“I like Melli; you see, Italians feel that Marc’aurelio is theirs, so Melli
puts his soul in his essay on Marc’aurelio, while his essay on Socrates is
rather neutral! For us at Oxford, both Mar’Aurelio and ‘Socrate’ are just as
furrin; Locke ain’t!” --Opere La
filosofia di Schopenauer, Felice Tocco, Firenze, Il professor Felice Tocco,
Firenze,Commemorazione di Pasquale Villari, Firenze, La filosofia greca da Epicuro ai Neoplatonici,
Firenze, Socrate, Lanciano. Melli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Melli” – The Swimming-Pool Library.
Mercuriale (Forli). Filosofo. Grice: “At Corpus, as it had been at Clifton,
cricket featured as my priority, -- philosophy came second!” -- Celebre per avere per primo teorizzato
l'uso della ginnastica su base medica. Suoi sono anche il primo trattato sulle
malattie cutanee e un'importante opera, forse la prima mai scritta, di
pediatria. Ritratto raffigurato in
"De arte gymnastica.” Dopo aver studiato a Bologna ed aver conseguito la
laurea a Padova, dove ebbe modo di conoscere Trincavella, seguì a Roma Farnese.
A causa della sua fama, infatti, i forlivesi lo inviarono come legato presso
Pio IV. Pare aver composto il suo celeberrimo trattato sulla ginnastica. Fu poi professore in entrambe le università
dove aveva studiato. A Padova, in particolare trascorse un periodo molto
fecondo, in cui scrisse ben dodici libri, alcuni dei quali basati sugli appunti
presi dagli studenti durante le lezioni. Si recò poi a Pisa, dove divenne
tutore di Ferdinando I de' Medici e poté godere di una certa fama. Curò anche
altre importanti personalità del suo tempo, tra cui Massimiliano II, che lo
nominò cavaliere e conte palatino. Merita di essere citato un famoso episodio
che lo vede convocato a Venezia insieme a molti altri medici illustri,
consultati per decifrare una misteriosa epidemia che colpiva la città. Escluse
fin dall'inizio un caso di peste, in quanto solo una minima percentuale della
popolazione si era ammalata e il contagio restava comunque molto limitato. Dopo
una settimana però la malattia ebbe un decorso impressionante, colpendo un
terzo della popolazione veneziana tra cui anche alcuni familiari del medico
stesso. Sorprendentemente però tale evento non ebbe gravi conseguenze sulla sua
carriera che, anzi, durante lezioni che tenne a proposito della peste, continuò
a difendere la sua posizione riguardo allo sfortunato caso veneziano. Fece
restaurare una cappella dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì, trasformandola
in cappella di famiglia, da allora nota come "cappella Mercuriali",
dove egli stesso venne sepolto. Ai monaci di San Mercuriale, lasciò in eredità
la sua biblioteca, purché essi si impegnassero a tenere tre lezioni settimanali
di filosofia. Ricevuti i libri, i monaci, per custodirli e renderli fruibili a
tutti, aprirono una biblioteca pubblica. A celebrazione ed a ricordo di Mercuriali,
fu murata nella cappella una lapide, tuttora esistente, con le seguenti parole:
“Questo marmo ricorda ai posteri che i c forlivesi commemorando presso la sua
tomba riaffermavano il connubio eterno
nei secoli tra la scienza e la fede.
Opere: “De morbis muliebribus” Cultore dell'opera ippocratica (“Censura
et dispositio operum Hippocratis,”-- in cui discusse in modo critico le opere
del medico), fu autore di “De arte gymnastica,” la prima opera moderna che consideri
scientificamente il rapporto tra l'educazione fisica e la salute, ma anche un
testo sulla storia dell'attività ginnica. Oltre a questo originale argomento
scrisse opere di pediatria, di balneoterapia, di malattie della pelle, di
tossicologia. Fra i suoi numerosi discepoli si segnala Bauhin. Alcune altre sue opere sono: “De morbis
cutaneis,” il primo trattato sulle malattie della pelle, “De morbis puerorum,”
“De compositione medicamentorum,” De morbis muliebribus, Venezia, De venenis et
morbis venenosis De decoratione De morbis ocularum et aurium Nomothelasmus seu
ratio lactandi infantes Note Roy Porter
, Dizionario Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali
(Liber Amicorum), Citato in M. Landi, Credere, dubitare, conoscere Geronimo
Mercuriali, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, De
Hieronymi Mercuriale vita et scriptis Victorius Ciarrocchi, Latinitas Opus
Fundatum in Civitate Vaticana. Sito ufficiale della Santa Sede Dizionario
Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali (Liber
Amicorum). “De arte gymnastica” Pediatria Dermatologia, TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Agostino Palmerini, Girolamo Mercuriale, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Giuseppe Ongaro, Girolamo Mercuriale, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Girolamo Mercuriale. Merucriale.
Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Me and the demijohns,” Luigi Speranza,
“Ginnasia,” The Swimming-Pool Library, Villa Grice.
Merker (Trento). Filosofo. Grice:
“My favourite of his books is ‘storia della filosofia ai fumetti.” -- Grice:
“The fact that he found Italian words for all that Kant says in “Metafisica dei
costume” is admirable!” -- Grice: “I love Merker, and for many reasons; he has
philosophised on what makes me an Englishman: my blood, or the fact that I was
born in Harrborne?” Grice: “I love Merker: he uses metaphors aptly like ‘il
filo d’Arianna’ to refer to what I pompously call ‘the general theory of
context.’ --Si laurea in Filosofia all'Messina. Trascorse un periodo di
ricerche in Germania. Allievo diVolpe, diviene libero docente di Storia della
Filosofia e docente incaricato di Storia delle dottrine politiche all'Messina.
-- docente ordinario di Storia della Filosofia nello stesso ateneo. -- ordinario
all'Università La Sapienza di Roma alla Facoltà di Lettere e Filosofia, e poi
alla facoltà di Filosofia. Ha curato
edizioni italiane di classici dell'età della Riforma, dell'Illuminismo e
dell'idealismo tedeschi, nonché di Marx, Engels e dell'austromarxismo. Dopo
essersi occupato dei problemi lasciati aperti dalla Seconda guerra mondiale, si
è occupato dell'idea di nazione, dell'ideologia colonialista e infine del
fenomeno populista. Da ricordare la sua opera di divulgazione della storia
della filosofia. Inoltre egli ha scritto ben trenta voci per l'enciclopedia
filosofica della Bompiani, fra cui le più importanti sono su Heine, Mann, Zweig. Opere: “Le origini della logica” (Milano,
Feltrinelli, “L'illuminismo,: Bari, Laterza, “Lessing e il suo tempo, con altri,
Cremona, Libreria del Convegno, Marxismo e storia delle idee, Roma, Editori
Riuniti, Storia della filosofia, La
filosofia moderna. Il Settecento, Milano, Vallardi, Alle origini dell'ideologia
tedesca. Rivoluzione e utopia nel giacobinismo, Roma-Bari, Laterza, 1Storia
della filosofia, Roma, Editori Riuniti, 1Storia delle filosofie, Firenze,
Giunti Marzocco, Marx, Roma, Editori Riuniti, Johann Benjamin Erhard, in
L'albero della Rivoluzione. Le interpretazioni della rivoluzione francese,
Torino, Einaudi, La Germania. Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma,
Editori Riuniti, Introduzione a Lessing,
Roma-Bari, Laterza, Il socialismo vietato. Miraggi e delusioni da Kautsky agli
austromarxisti, Roma-Bari, Laterza, Storia della filosofia moderna e contemporanea,
Roma, Editori Riuniti, “Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione,
Roma, Editori Riuniti, Atlante storico della filosofia, Roma, Editori Riuniti, Europa oltre i mari. Il mito della missione di
civiltà, Roma, Editori Riuniti, Filosofie del populismo, Roma-Bari, Laterza, Marx. Vita e opere, Roma-Bari, Laterza, . Il
nazionalsocialismo. Storia di un'ideologia, Roma, Carocci, .La guerra di Dio.
Religione e nazionalismo nella Grande Guerra, Roma, Carocci, La Germania.
Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma, Editori Riuniti,Hegel,
Estetica, tMilano, Feltrinelli, Torino, Einaudi, Kant, La metafisica dei costume (Grice: “My
favourite Kant, by far!”), Bari, Laterza,
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Rapporto dello scetticismo con la filosofia,
Bari, Laterza, Paracelso, Scritti etico-politici, Bari, Laterza,. György
Lukács, Scritti politici giovanili, Trad. Paolo Manganaro e Nicolao Merker,
Bari, Laterza, Johann Gottfried Herder,
James Burnett, Lord Monboddo, Linguaggio e società, Nicolao Merker e L. Formigari,
Roma-Bari, Laterza, Lessing, Religione, storia e società, Messina, La Libra, Immanuel
Kant, Lo Stato di diritto, Roma, Editori Riuniti, Georg Forster, Rivoluzione
borghese ed emancipazione umana, Roma, Editori Riuniti, Wilhelm von Humboldt,
Stato, società e storia, Roma, Editori Riuniti, Karl Marx, Friedrich Engels,
Opere, Mario Cingoli e Nicolao Merker, Roma, Editori Riuniti, Roma, Editori
Riuniti Scritti economici di Marx. Roma, Editori Riuniti, Scritti economici di Marx.
Roma, Editori Riuniti, Fichte, Lo Stato di tutto il popolo, Roma, Editori
Riuniti, Hegel, Il dominio della politica, Roma, Editori Riuniti, Lia
Formigari, La scimmia e le stelle, Roma, Editori Riuniti, Maj, Il mestiere dell'intellettuale, Roma,
Editori Riuniti, Kant, Stato di diritto e società civile, Roma, Editori
Riuniti, Fichte, La missione del dotto, Roma, Editori Riuniti, Marx, un secolo,
Roma, Editori Riuniti,Kant, Per la pace perpetua. Un progetto filosofico e
altri scritti, Roma, Editori Riuniti, Hegel, Detti memorabili di un filosofo,
Roma, Editori Riuniti, Marx, Engels, La
sacra famiglia, Roma, Editori Riuniti, Marx, Engels, La concezione materialistica della
storia, Roma, Editori Riuniti, Kant, Che cos'è l'illuminismo?, Roma, Editori
Riuniti, Lessing, La religione dell'umanità, Roma-Bari, Laterza,, Forster,
Viaggio intorno al mondo, Roma-Bari, Laterza, Engels, Viandante socialista, Soveria Mannelli,
Rubbettino, Hegel, Dizionario delle idee, Roma, Editori Riuniti, Osborne,
Storia della filosofia a fumetti, Roma, Editori Riuniti, Bauer, La questione
nazionale, Roma, Editori Riuniti. La
discreta classe delle idee. E’ morto Merker, asul sito di Rifondazione
Comunista Il contesto è il filo d'Arianna.
Studi in onore di Merker, Stefano
Gensini, Raffaella Petrilli, Luigi Punzo, Pisa, ETS, Tommaso Valentini,
“Ideologia della nazione” e “populismo etnico”. Le riflessioni
storico-filosofiche di Nicolao Merker, in Raffaele Chiarelli , Il populismo tra
storia, politica e diritto, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli , Curriculum
vitae , su uniurb. Merker. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Merker” –
The Swimming-Pool Library.
Messere (Torre Santa Susanna). Filosofo. Ricevuti
i primi rudimenti del sapere dai chierici locali, i suoi genitori (Pietro
Messere e Teodora Di Leo), sebbene non agiati, decisero di fargli frequentare
il seminario di Oria, assecondando così il suo vivo desiderio di intraprendere
la carriera ecclesiastica, qui dimostrò sin da subito una profonda passione per
lo studio. Ordinato sacerdote per poi ritornare al paese natìo, dove divenne un
maestro di grande dottrina. Da autodidatta si applicò allo studio della
filosofia, della matematica, della storia ecclesiastica e civile, nonché anche
alla musica e al canto. Incolpato dell'omicidio di un giovane chierico, fu
messo in prigione nelle carceri del Vescovo di Oria, dove rimase rinchiuso per
sette anni, tuttavia non si lasciò mai abbattere dallo sconforto; anzi,
procuratosi alcuni libri, il Messere si applicò allo studio della lingua greca,
per la quale già aveva dimostrato una forte predisposizione. Dopo un lungo e
dibattuto processo, la sentenza finale lo dichiarò innocente e assolto da
qualsiasi reato. Risentito con i suoi concittadini per averlo ingiustamente
ritenuto reo, dichiarò che il suo paese mai più lo avrebbe rivisto. Fu così che
Gregorio Messere partì per Napoli, dove rimase fino alla morte. Nella città
partenopea ebbe modo di affinare e approfondire la sua cultura, divenendo un
personaggio di rilievo nel mondo intellettuale napoletano del tempo. La grande
conoscenza della lingua greca gli conferì grande notorietà nonché una cattedra
di Lettura Greca, che mantenne fino all'anno della morte, presso l'Università
degli studi di Napoli. Tale cattedra era
stata nuovamente istituita a spese di
Giuseppe Valletta, filosofo, letterato e giureconsulto dell'epoca ed amico del
Messere. Valletta aveva una profonda stima per il Messere, il quale fu assiduo
frequentatore della sua casa non solo quale insegnante dei suoi figli e nipoti,
ma anche perché divenuta luogo di riunioni dei più eruditi intellettuali del
tempo. Fra i suoi molti allievi che assistevano alle sue lezioni, ne ebbe
alcuni divenuti celebri, si annoverano Andrea, Barra, Caloprese, Gravina,
Valletta, Capasso, Cerreto, Egizio, Donzelli ed altri. Vico, noto filosofo suo
amico, gli dedicò un breve madrigale dal titolo Ghirlanda di timo per Argeo
Caraconasio.Il mondo culturale napoletano della seconda metà del '600 fu
caratterizzato da importanti innovazioni a livello filosofico, scientifico,
civile e politico. Tale fervore culturale aprì la strada alla nascita di un
numero notevole di accademie, che divennero luoghi di discussione aperta e di
diffusione di nuove idee filosofiche e scientifiche. A Napoli le principali
accademie del tempo furono soprattutto quella degli Investiganti e quella di
Medinaceli. Che il Messere sia stato membro autorevole di entrambe le accademie
e frequentatore di circoli e salotti letterari napoletani è testimoniato da non
pochi documenti, tra cui manoscritti e altri a stampa conservati nella
Biblioteca Nazionale di Napoli; le sue lezioni ebbero un così folto seguito di
giovani tanto da far suscitare invidie fra i letterati fanatici dell'erudizione
i quali, a furia di schernirlo per la sua ellenofilia, diffusero in Napoli
addirittura la moda letteraria della macchietta dello pseudogrecista,
satireggiata pure da Vico nella terza Orazione inaugurale. Fu anche tra i primi
membri dell'Arcadia fondata dal Crescimbeni e dal Gravina, ove gli fu
attribuito il nome pastorale greco di “Argeo Coraconasio,” “dalle campagne dell'isola
Coraconaso”. E fondata a Napoli la Colonia “Sebezia” dell'Arcadia e anche qui
il Messere e tra i primi iscritti.
L'aver ripristinato l'insegnamento della lingua greca in Napoli valse al
Messere non solo il titolo di “ristoratore della greca erudizione”, ma
contribuì alla ripresa dello studio di Omero, influenzandone il pensiero
poetico e filosofico del tempo. Notevole fu l'influenza che egli ebbe sulla
formazione del pensiero del Gravina. Essenziale nella vita culturale di
Gregorio Messere fu anche l'amicizia con Giuseppe Valletta, suo allievo. La
conoscenza che Gregorio Messere aveva della filosofia fu ugualmente vasta tanto
che gli valse l'appellativo di “novello Socrate” e quando si riferivano a lui
veniva anche chiamato il “Socrate dei nostri tempi”. Non fu solo un insigne grecista, ma anche un
poeta. Compose infatti circa 60 componimenti, tra distici, tetrastici,
serenate, sonetti, madrigali ed epigrammi in italiano, utilizzando talvolta uno
stile che il Lombardo definisce “stile mezzano e semplice”, di carattere
pastorale. Un suo epigramma è contenuto in una lettera che Canale inviò al
Magliabechi. Non mancò di scrivere componimenti di carattere burlesco e
giocoso, in cui contrapponeva l'immediatezza della satira e del dialetto alla
ricercatezza esasperata della poesia del Seicento. Si esercitò soprattutto
nell'Accademia di Medinacoeli, dove era uso chiudere la seduta accademica con
la recitazione di componimenti poetici. Compose finanche versi che celebravano
importanti eventi del regno; tra i più salienti, si ricordano quelli contenuti
nel volume scritto in occasione della recuperata salute di Carlo II. Da ricordare
sono anche gli emblemata contenuti nel volume scritto per i funerali di D. Caterina
d'Aragona, e a cui si ispirò Vico in occasione dei funerali di due uomini
illustri Tra le tante collaborazioni con
letterati del suo tempo, degna di nota è quella che ebbe con Vico per la
pubblicazione di un volume in occasione del genetliaco di Filippo V, tre sono i
componimenti contenuti in esso. Fu anche collaboratore di una Miscellanea dal
titolo Vari componimenti in lode dell'eccellentissimo signore d. Francesco
Benavides conte di S. Stefano. Fatta eccezione per alcuni componimenti inseriti
in Miscellanee poetico-celebrative, del Messere non esistono opere a stampa. E
a ciò ne dà spiegazione il Lombardo quando afferma che egli fu uomo umile e
schivo tutto dedito all'educazione dei giovani più che ai propri interessi
personali, anzi la sua modestia fu tale che pensò bene di distruggere i propri
scritti. Le lezioni accademiche di cui
si dispone sono quelle che tenne
nell'Accademia istituita a Palazzo Reale dal viceré duca di Medinaceli. I
codici delle lezioni sono conservati attualmente presso la Biblioteca di Napoli.
Due di queste lezioni trattano di poesia. Qui argomenta sulla funzione e natura
della poesia, dei suoi rapporti con la storia nonché sul problema delle origini
della poesia stessa. Tre altre lezioni sono di carattere storico, esattamente:
due sulla vita di Nerva e una sulla vita di Decio. Il codice napoletano
contiene anche un Discorso vario in cui sono presenti motivi autobiografici e
una lezione sull'origine delle maschere. L'Accademia di Medinaceli non ebbe
lunga vita e, nonostante la sua chiusura avvenuta a causa di rivolgimento
politico, continuò ad essere personaggio illustre nel panorama intellettuale e
culturale napoletano, come dimostra il fatto di essere annoverato tra i primi
membri dell'Arcadia sotto la custodia Crescimbeni e successivamente della
colonia napoletana “Sebezia”. Note Storia della litteratura italiana Biografia degli uomini illustri del regno di
Napoli Le vite degli Arcadi illustri
scritte da diversi autori, e pubblicate d'ordine delle generale adunanza da Crescimbeni, pRoma, (biografia scritta da G. Lombardo). C. Cantillo,
Filosofia, poesia e vita civile in Messere: un contributo alla storia del
pensiero meridionale, Morano, Napoli, Angelo De Prezzo, Storia delle origini di
Torre Santa Susanna, Tiemme, Manduria, . Imma Ascione, Seminarium doctrinarum:
l'Napoli nei documenti, Edizioni scientifiche
italiane, Napoli, Fabrizio Lomonaco, Gregorio Messere, la poesia e l'impegno
civile tra Gravina e Vico, in "Diritto e Cultura", VLezioni
dell'Accademia di Palazzo del duca di Medinaceli: Napoli, Michele Rak, Napoli, Istituto italiano per gli
studi filosofici. Messere. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Messere”.
Micalori (Roma). Filosofo. Grice: “I
took my ideas on longitude and latitude from Micalori” -- Grice: “By calling it
‘sfera,’ Micalori’s statement ENTAILS rather than implicates that the Romans
were wrong.” Professore
a Urbino. Opere: “Della sfera mondiale” In
Urbino, Marco Antonio Mazzantini, Giacomo Micalori, Antapocrisi, In Roma,
Francesco Roma Cavalli, 1635. Micalori. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Micalori” – The Swimming-Pool Library.
Miccoli (Roma). Filosofo. Grice: “Miccoli is
a great philosopher – and surgeon – My favourites are his ‘Corpo dicibile,’
which trades on my idea of what it means to ‘say’ something; and his ‘Homo
loquens,’ a play on Aristotle’s ‘zoon logikon,’ but which Aristotle would find
otiose: man is the ‘vivente’ that speaks, or the ‘animal’ that speaks. To say
that it is the ‘homo’ that speaks relies on Darwin’s classifications and phyla
of homo sapiens sapiens and the rest!” --
Paolo Miccoli, filosofo. La divertente commedia umana Incipit Chi si
accinge alla lettura dell' Elogio della follia di Erasmo farebbe bene a non
dimenticare taluni antecedenti biografici dell'autore che spiegano meglio
l'ironia bonaria dell'opuscolo. Li richiamiamo. Geer Geertsz, latinizzato
secondo il costume degli umanisti in Desiderio Erasmo, nacque a Rotterdam
(Olanda) figlio di illegittimo coniugio.
La famiglia paterna, in auge nella borghesia di Gouda, come apprendiamo dallo
stesso Erasmo, si oppose alle nozze riparatrici del figlio, costringendolo, con
inganno, a far intraprendere la carriera ecclesiastica al malcapitato
giovanotto. Citazioni Come umanista
Erasmo si sente apparentato alla società dalla duttile forza della parola che
ne saggia criticamente le valenze in termini di ironia, sarcasmo, gioco
allusivo, bonarietà lungimirante, tolleranza magnanima, moralismo contenuto. Fin
dalla dedica dell'opuscolo a Tommaso Moro si arguisce che l'autore non vuol
propinare sapientia austera e compassata, ma buon senso brioso che permei di sé
la vita quotidiana della gente, fosse anche dell'imperatore Marco Aurelio che
sul letto di morte, lui filosofo, esclama, a un certo momento: «Sentenzio me
cacavi! La sapienza dei dotti è tanto altezzosa quanto sterile, diversamente
dal buon senso che cambia in meglio l'esistenza non sofisticata. (p. 8) Sotto
la penna dell'insigne umanista olandese si fronteggiano al femminile Sapientia
e Stultitia: la prima, per voler essere austera ad ogni costo, diventa stolta;
la seconda, in quanto «forza vitale irrazionale e creatrice», si palesa
veramente saggia alla resa dei conti. L'
Elogio della follia conserva un fascino di imperitura attualità. Lo si desume
dall'analisi di Histoire de la Folie, dove Michel Foucault evidenzia il confine
sfumato tra ragione e sragione in epoca di alta tecnologia, e altresì dalle
invettive di Nietzsche contro lo smunto bibliotecario, lo stitico correttore di
bozze, il pallido burocrate stipendiato, emblemi tutti del moderno «uomo
alessandrino». (Explicit Erasmo conosce e cita perfino pagine della Bibbia a
riprova della bontà dei doni che Follia concede ai mortali. Un modo questo, di
prendere in giro anzitempo la presunzione dispotica delle società
economicistiche che intendono mantenere sotto loro tutela il cittadino
«minorenne» sempre bisognoso di dande e mordacchie. Gli autori classici sono,
tra l'altro, spiriti lungimiranti. A tali società alienanti di oggi e di domani
William Blake, con spirito erasmiano, potrebbe ripetere: «esuberanza è bellezza». La
divertente commedia umana, introduzione a Erasmo da Rotterdam, Elogio della
Follia, TEN, Introduzione a "Vita di Gesù" Incipit Il contesto
storico culturale della Vita di Gesù La recente edizione storico-critica delle
Opere complete di Hegel consente di far chiarezza sulle discussioni e
congetture che hanno tenuto a lungo il campo nella letteratura hegeliana a
proposito dei cosiddetti «Scritti teologici giovanili», la cui indole
cronologica vengono ora sancite su base filologica e critica più accorta. Più
che ai titoli apposti da Herman Nohl ai vari frammenti e più che alle
congetture sulla data probabile di tali scritti, è più fruttuoso rifarsi agli
anni di formazione filosofica e teologica di Hegel nello Stift di Tubinga
(1788-93) e reperire nel curriculum studiorum le ascendenze prossime che hanno
influenzato maggiormente l'autore in una speculiare lettura dei quattro
Evangelisti, da cui desume Das Leben Jesu (1795). Citazioni Gli interessi culturali di Hegel,
negli anni tubinghesi, sono prevalentemente filosofici, incentivati dalla
lettura di Rousseau, Jacobi, Lessing, Kant, Fichte su temi sociopolitici ed
etico-religiosi. (Hegel, studioso di filosofia, si sente chiamato a lumeggiare
«spiritualmente» la situazione storica del suo tempo e a porre le premesse di
carattere razionale per l'avvento di un «ordine uguale di tutti gli spiriti». Il
lettore del Leben Jesu si accorge subito di trovarsi di fronte a una forma di
scrittura audace, che desacralizza e sdivinizza la persona di Gesù, riducendolo
a maestro di morale sublime. [Paolo
Miccoli, introduzione a Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Vita di Gesù (Das Leben
Jesu), traduzione di Anselmo Aportone, TEN. Miccoli. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Miccoli” – The Swimming-Pool Library.
Miccolis (Corato). Filosofo. Grice:
“Miccolis reminds me of G. Baker, who dedicated most of his life to Witters!
Miccolis to Labriola.” sConsiderato
uno dei massimi studiosi di Labriola. Si
trasferì a Perugia per gli studi universitari, laureandosi in filosofia a pieni
voti con una tesi dal titolo «Il pensiero politico crociano e la genesi del
liberalismo». Abilitatosi cum laude all'insegnamento di storia e filosofia,
professore in vari licei della provincia, occupò una cattedra stabile presso
l'Istituto tecnico per geometri a Perugia, accostando l'insegnamento di
estetica all'Accademia di belle arti "Pietro Vannucci". Divenne
responsabile del settore culturale del PCI per la regione Umbria; ma, preso
dagli studî e dall'insegnamento, lasciò l'incarico, comunque seguendo sempre le
vicende politiche con attenzione e passione. La sua è stata una formazione
liberale: considerava suoi padri spirituali Labriola, Croce,Gobetti. Dalla fine
degli anni Settanta la sua vita sarà rivolta allo studio del filosofo cassinese
Labriola, da Miccolis ritenuto «un buon punto per capire la storia d'Italia».
Nascerà quindi il Carteggio labrioliano, in cinque volumi, presentato da Cesa
all'Accademia dei Lincei, edito per gli auspici e con il contributo
dell'Istituto italiano per gli studi storici e dell'Università degli Studi di
Napoli "L'Orientale" e favorito dalla consultazione, nel frattempo
divenuta possibile, delle carte Labriola del Fondo Dal Pane, acquistato dalla
Società napoletana di storia patria. Su tale monumentale lavoro è stato
scritto: «un evento letterario, probabilmente l'acquisizione più importante tra
le fonti della cultura italiana postunitaria; e, di più, senza esagerazione, si
presenta come un capolavoro ecdotico, per accuratezza filologica ed esaustività
del commento. Miccolis era certo divenuto col tempo l'esperto più sicuro della
impervia grafia del suo autore, della quale conosceva ogni piega e ogni
anomalia, dei contesti politici e culturali in cui Labriola si muoveva, […]
della spezzettata, dispersa e contorta
labrioliana, difficile da padroneggiare: si era anche impadronito, in
base a una sensibilità linguistica non comune, del "vocabolario" dell'Autore
in tutte le sue sfumature, ed era perciò in grado di respingere o di dubitare
di attribuzioni di testi, datazioni improbabili, letture sghembe». Miccolis
scrisse inoltre sistematicamente per varie riviste (Rivista di storia della
filosofia, il Giornale critico della filosofia italiana, Belfagor, Critica
storica, Nuovi studi politici, etc.); numerosi sono i suoi saggi e notevoli gli
ulteriori apporti documentari alla labrioliana.
Collaborò intensamente con l'Istituto italiano per gli studi storici e la
Fondazione Biblioteca Benedetto Croce: aveva il compito di revisionare i
carteggi crociani, e sotto il suo controllo passavano i volumi dell'Edizione
nazionale delle opere di Croce. È stato anche uno dei principali animatori
dell'Edizione nazionale delle opere di Labriola, per la quale aveva contribuito
a definire il piano editoriale, i criteri metodologici, e il problema del
rapporto tra l'opera edita di Labriola e il fondo manoscritto della Società
napoletana di storia patria. Adnkronos,
Filosofi, E' morto Miccolis, massimo studioso di Antonio Labriolia, Bari, Alessandro
SAVORELLI, Rivista di storia della filosofia, , fasc. 2. Opere: “ Il carteggio
di Antonio Labriola conservato nel Fondo Dal Pane” «Archivio storico per le
provincie napoletane», «Con la Sua
calligrafia che mi ricorda i papiri greci...». La filologia, la guerra, la
Crusca nel carteggio di Croce con Pistelli e Teresa Lodi, a c. di S. Miccolis e
A. Savorelli, in Gli archivi della memoria, Firenze, Biblioteca Medicea
Laurenziana, 1996, 91–126, (rist. in Gli
archivi della memoria e il Carteggio Salvemini-Pistelli, a c. di R. Pintaudi,
Firenze, Biblioteca Medicea Lauenziana, Polistampa, A. Labriola, La politica
italiana Corrispondenze alle « Basler Nachrichten », S. Miccolis, Napoli,
Bibliopolis, A. Labriola, Carteggio, S. Miccolis, Napoli, Bibliopolis,
2000-2006 S. Miccolis, Labriola, Antonio, in Dizionario biografico degli
italiani, A. Labriola, L'università e la libertà della scienza, S. Miccolis,
Torino, Aragno, A. Labriola, Giordano Bruno. Scritti editi ed inediti S.
Miccolis e A. Savorelli, Napoli, Bibliopolis, S. Miccolis, Antonio Labriola.
Saggi per una biografia politica, A. Savorelli e Stefania Miccolis, Milano,
UNICOPLI, S. Miccolis, Gli scritti
politici di Antonio Labriola editi da Stefano Miccolis, A. Savorelli e Stefania
Miccolis, Napoli, Bibliopolis, G.
Bucci, Stefano Miccolis, il ricordo a un anno dalla morte, "Corato
live", W. Gianinazzi, M. Prat, In memoriam "Mil neuf cent", n°
28, 201. A. Savorelli, Stefano Miccolis, «Rivista di storia della filosofia»,
fa A. Meschiari, Stefano Miccolis studioso di Antonio Labriola, «Rivista di
storia della filosofia». Miccolis. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Miccolis” – The Swimming-Pool Library.
Michelstädter (Gorizia).
Filosofo. Grice: “It’s difficult to grasp Michelsteadter’s implicature: his
study on ‘persuasion’ is brilliant – he was a close reader of Plato, and he
uses figurative language, as ‘il giovane divino.’ My favourite is his account
of the persuasive rhetoric of Cicero.” Grice: “Michelsteadter plays with the etymology
of persuasion, which is cognate with ‘suave,’ as it should – sweet talk, we
should say – which I could make into a maxim which would not be strictly
‘conversational’ unless under the category of modus – ‘be sweet’ –But the
sweetness applies in general to my framework: the emissor aims to be sweet if
he is going to try to influence the other, and will be influenced by a sweeter
co-emissor.” essential Italian
philosopher. Ultimo di quattro figli, da un'agiata
famiglia. Il padre, Alberto, dirige l'ufficio goriziano delle Assicurazioni
Generali ed è presidente del Gabinetto di Lettura goriziano. È un uomo colto,
autore di scritti letterari e di conferenze, rispettoso delle usanze
tradizionali ma solo formalmente, per rispetto borghese -- è, anzi, un laico,
un tipico rappresentante della mentalità materialistica. Il semitismo non
sembra quindi incidere molto sulla sua formazione culturale, che scoprire solo
più tardi e con non poca meraviglia di avere un antenato cabalista. Iscritto al
severo Staatsgymnasium cittadino, fa propria la rigida Bildung asburgica. Con
le traduzioni dal greco e dal latino ha i primi approcci colla filosofia. A
iniziarlo sono Schubert-Soldern, solipsista gnoseologico, secondo il quale
tutto il sapere va ricondotto alla sfera del soggetto; e l'amico Mreule che gli
fa conoscere Il mondo come volontà e rappresentazione, di cui resta traccia
soprattutto ne La Persuasione e la Rettorica. Nella soffitta di Paternolli,
oltre a Schopenhauer, legge e discute, con gli amici Nino e Rico, i tragici e i
presocratici, Platone, il Vangelo e le Upanishad; e poi ancora Petrarca,
Leopardi, Tolstoj, e l'amatissimo Ibsen. Conclusde gli studi ginnasiali e
progetta di iscriversi a giurisprudenza; in seguito abbandona l'idea e si
iscrive alla facoltà di matematica a Vienna. Ma l'anima è giàper dirla con
Leopardi nel primo giovanil tumulto verso un altrove che non riesce a
riconoscere nella ferrea logica matematica. Si iscrive al corso di Lettere
dell'Istituto di Studi Superiori Fiorentino, città in cui vivrà per quasi
quattro anni e dove conoscerà, fra gli altri, Chiavacci, futuro curatore delle
sue Opere, ed Arangio-Ruiz, noto filosofo. Continua a ritrarre, fra tratto
espressionistico e schizzo caricaturale, la varia umanità in cui s'imbatte, sia
nei mesi di studio che nei periodi di vacanza al mare e in montagna. Scrive
moltissimo, in modo quasi ossessivo, dalle lettere ai familiari (in particolare
alla sorella Paula) alle recensioni di drammi teatrali. Un evento luttuoso
segna la sua vita: la morte, per suicidio, del fratello Gino. Due anni prima si
era suicidata anche una donna da lui amata, Nadia Baraden. Mreule parte per
l'Argentina. Questa partenza è segnata da un evento significativo, una sorta di
passaggio del testimone. Si fa consegnare da Rico la pistola che porta sempre
con sé. Completati gli esami, ritorna a Gorizia e inizia la stesura della
tesi di laurea, assegnatagli da Vitelli, concernente i concetti di persuasione
e di retorica in Platone e Aristotele. La sua attività è febrile. Oltre alla Persuasione
scrive anche la maggior parte delle Poesie e alcuni dialoghi, tra cui spicca il
Dialogo della salute. Il suo isolamento diventa pressoché totale, mangia
pochissimo e dorme per terra, come un asceta. Vede solo la sorella e il cugino
Emilio. Comunica al padre che dopo la tesi non avrebbe fatto il professore, ma
che appena laureato sarebbe andato al mare, forse a Pirano o a Grado. Dopo
un diverbio con la madre, impugna la pistola lasciatagli da Mreule e si toglie
la vita. Sul frontespizio della tesi aveva disegnato una fiorentina, una
lampada ad olio, e aggiunto in greco: apesbésthen, «io mi spensi». Amici
raccolsero i suoi saggi, ora alla Biblioteca di Gorizia. Sepolto nel cimitero
ebraico di Valdirose (Rožna Dolina), oggi nel comune sloveno di Nova Gorica, a
poche centinaia di metri dal confine con l'Italia. La breve vita di
Michelstaedter scorrecome risulta dall'Epistolarioall'insegna di una volontà di
vivere continuamente illuminata dal desiderio di un altrimenti e di un altrove
metafisico che fa di lui un impulsivo, un irrequieto esploratore di linguaggi e
di mezzi espressivi, capace di spaziare dalla pittura alla poesia passando per
le ripide vette della filosofia. Nell'apologo dell'aerostato incluso ne La
Persuasione e la Rettorica, l'essenza del pensiero occidentale, la rettorica,
viene fatta risalire da Michelstaedter a un parricidio: quello di Aristotele
nei confronti di Platone. Questi, nella metafora costruita da Michelstaedter,
escogita un mechánema, una macchina volante per abbandonare il peso del mondo e
giungere all'assoluto. Maestro e discepoli riescono a librarsi negli alti spazi
del cielo, ma restano a metà strada, fra una mera contemplazione dell'essere e
del tempo e la nostalgia della terra e delle cure mondane. A riportarli sulla terra
ci pensa allora un discepolo più scaltro e intraprendente degli altri,
Aristotele, il quale, tradendo il maestro, fa scendere il mechánema restituendo
così a tutti la gioia d'aver la terra sicura sotto i piedi. Questa nostalgia
del mondo intelligibile platonico fa quindi di lui un discepolo di
Schopenhauer, più che di Nietzsche. La costituzione della metafisica è
per lui una storia di rettorici tradimenti, la vicenda di una verità dai grandi
persuasi tanto proclamata agli uomini quanto da questi disattesa e inascoltata.
Quanto io dico è stato detto tante volte e con tale forza che pare impossibile
che il mondo abbia ancor continuato ogni volta dopo che erano suonate quelle
parole. Lo dissero ai Greci Parmenide, Eraclito, Empedocle, ma Aristotele li trattò
da naturalisti inesperti; lo disse Socrate, ma ci fabbricarono su 4 sistemi...
lo disse Cristo, e ci fabbricarono su la Chiesa. La persuasione è la visione
propria di chi ha compreso la tragicità della finitezza e ad essa vuol tener
fermo, senza ricorrere a quegli «empiastri»i kallopísmata órphnes, gli
«ornamenti dell'oscurità»che possano lenire il dolore scatenato da tale
consapevolezza. L'essere è finitezza che si rivela solo nella dimensione
tragica di una presenza abbacinante, ma gli uomini rigettano questa tragica
consapevolezza ottundendosi, pascalianamente, nel divertissement. Persuaso è
chi ha la vita in sé, chi non la cerca alienandosi nelle cose o nei luoghi
comuni della società perdendo l'irrinunciabile hic et nunc del proprio esserci,
ma riesce «a consistere nell'ultimo presente», abbandonando quelle illusioni di
sicurezza e di conforto che avviluppano chi vive abbagliato dalle illusioni
create dal potere, dalla cultura, dalle dottrine filosofiche, politiche,
sociali, religiose. È questa «la via preparata» dalla quale a tutti fa comodo
non discostarsi troppo; è questo restare perennemente attaccati alla vitala
philopsychìaa far sì che la "rettorica" trionfi sempre. La vita,
soffocata dalla ricerca dei piaceri, della potenza, finanche dalla presunzione
filosofica di possedere la via e quindi la vita stessa, non vive, perché in
ogni istante ciascuno rimane avvolto dalle cure per ciò che non è ancora o dal
rimpianto per ciò che non è più, mancando sempre l'attimo decisivo, quello che
i greci chiamavano kairós, il tempo propizio. Perciò nella vita facciamo
esperienza della morte, di quella «morte nella vita» cantataquasi una danse
macabrenel Canto delle crisalidi: «Noi col filo / col filo della vita / nostra
sorte / filammo a questa morte». Il pensiero di Michelstaedter procede di
conseguenza, per liberare il potenziale di tragicità dell'esistenza, attraverso
violente contrapposizioni concettuali (persuasione-rettorica, vita-morte,
piacere-dolore), senza alcun tentativo di mediazione dialettica. Michelstaedter
respinge, con un gesto iniziatico, l'idea di costruire una dottrina sistematica
della persuasione e della salute, in quanto «la via della persuasione non è
corsa da 'omnibus', non ha segni, indicazioni che si possano comunicare,
studiare, ripetere. Ma ognuno ha in sé il bisogno di trovarla e nel proprio
dolore l'indice, ognuno deve nuovamente aprirsi da sé la via, poiché ognuno è
solo e non può sperar aiuto che da sé: la via della persuasione non ha che
questa indicazione: non adattarti alla sufficienza di ciò che t'è dato». La
salvezza individuale è possibile solo in una singolarità irripetibile,
irriducibile, concentrata in sé. Il solipsismo di Michelstaedter è perciò
radicale: non ci sono vie, non ci sono cammini, c'è solo il viandante che nel
deserto dell'esistenza è «il primo e l'ultimo», crocefisso al legno della
propria sufficienza e schiacciato dalla croce di falsi bisogni. Poiché il mondo
è negatività assoluta, al pensiero non resta che negare questa stessa
negatività rifiutando i dati dell'immanenza: «Solo quando non chiederai più la
conoscenza conoscerai, poiché il tuo chiedere ottenebra la tua vita». Si tratta
di una sentenza di sapore quasi buddistico: non a caso Mreule enfatizzerà la
figura dell'amico descrivendolo come «il Buddha dell'occidente».
Produzione artistica La produzione poetica e quella pittorica di Michelstaedter
possono essere considerate un prolungamento e un completamento di questo
sentimento tragico e mistico. Come nel verso poetico egli tenta di esprimere
l'inesprimibile, di dire con parole ciò che sfugge al sistema di segni
codificato e perciò già da sempre istituito retoricamente, così nel segno
pittorico, nello schizzo rapido e scherzoso come nel ritratto composto e
meditato, traluce l'impossibilità di giungere a quella che Parmenide chiamava
la ben rotonda verità. Non siamo giocati solo dalle parole, ma anche dalle
immagini di una realtà fatta di colori e di forme che ci sfuggono nella loro
immediatezza e alterità, «come chi vuol veder sul muro l'ombra del proprio
profilo, in ciò appunto la distrugge». Anche l'arte e la poesia, come la
retorica filosofica, si rivelano infine per quello che sono: fragili orpelli di
cui si orna l'oscurità dell'essere e che ogni linguaggio escogitato dall'uomo
sarà sempre impotente a esprimere. Atri saggi: Saggi (G. Chiavacci,
Sansoni, Firenze, Scritti scolastici, Sergio Campailla, Gorizia, Opera grafica
e pittorica, Sergio Campailla, Gorizia, Il dialogo della salute e altri
dialoghi, Sergio Campailla, Adelphi, Milano Poesie, Sergio Campailla, Adelphi,
Milano, La Persuasione e la Rettorica, Vladimiro Arangio-Ruiz, Formiggini,
Genova, edizione critica Sergio Campailla, Adelphi, Milano poi, con le
Appendici critiche, ivi,). Epistolario, Sergio Campailla, Adelphi, Milano nuova
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dei beati. Scritti su Platone, David Micheletti, Diabasis, Reggio Emilia, Dialogo della salute. E altri scritti sul
senso dell'esistenza, a cura e con un saggio introduttivo di G. Brianese,
Mimesis, Milano, La melodia del giovane divino, Sergio Campailla, Adelphi,
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Marsilio, . Da articoli di cronaca americani dell'epoca, si apprende che il suicidio
avvenne con un colpo di pistola alla tempia destra. La persuasione e la rettorica35 La persuasione e la rettorica Poesie La persuasione e la rettorica C.
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e persuasione," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library,
Villa Grice, Liguria, Italia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Michelstaedter” –
The Swimming-Pool Library.
Mieli (Milano). Filosofo. Grice:
“Speranza has studied this; he calls it ‘Dorothea Oxoniensis,’ and indeed it is
a joint endeavour with C. R. Stevenson – who *knows*!” -- «Spero che la lettura
di questo libro favorisca la liberazione del desiderio gay presso coloro che lo
reprimono e aiuti quegli omosessuali manifesti, che sono ancora schiavi del
sentimento di colpevolezza indotto dalla persecuzione sociale, a liberarsi
della falsa colpa» (Elementi di critica omosessuale. M Attivista e
scrittore italiano, teorico degli studi di genere. È considerato uno dei
fondatori del movimento omosessuale italiano, nonché uno tra i massimi teorici
del pensiero nell'attivismo omosessuale italiano. Legato al marxismo rivoluzionario,
è noto soprattutto come eponimo del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli
e per il suo saggio Elementi di critica omosessuale pubblicato nella sua prima
edizione da Einaudi nel 1977. Mario Mieli nacque a Milano nel 1952,
penultimo dei sette figli di Walter Mieli e di Liderica Salina. Il padre, ebreo
e originario di Alessandria d'Egitto, viveva a Milano dalla metà degli anni
venti e aveva fondato con successo un'azienda di filati, divenuta in seguito
una delle più importanti nella torcitura e nella lavorazione della seta. La
madre, milanese, era insegnante di lingue. Sposati dal 1936, durante la
seconda guerra mondiale i coniugi Mieli erano sfollati a Lora, frazione di
Como. Mario crebbe in questa cittadina, pur mantenendo forti legami con Milano dove
il padre continuava a lavorare e a risiedere. Il giovane Mario si stabilì
definitivamente nel capoluogo lombardo quando si iscrisse al liceo classico
Giuseppe Parini, raggiunto due anni dopo dalla sorella minore Paola, alla quale
fu sempre molto legato. Già in questi anni diede dimostrazione della sua viva
intelligenza e dichiarò la propria omosessualità. Secondo quanto testimoniato
dal compagno Milo De Angelis, nfondò un circolo di poesia che divenne anche un
luogo di incontro per omosessuali. Fu pienamente coinvolto nella contestazione
ed evocò questo periodo nel suo romanzo autobiografico Il risveglio dei
faraoni. A causa della sua miopia fu esonerato dal servizio militare alla
fine del liceo, si trasferì a Londra per perfezionare l'inglese, come già
avevano fatto altri suoi familiari. Qui frequentò il "Gay Liberation
Front" venendo a contatto con l'attivismo omosessuale nella sua fase più
intensa, subito dopo i moti di Stonewall. Tornato in Italia, fu, insieme ad
Angelo Pezzana, tra i soci fondatori del celebre Fuori! a Torino, prima
associazione italiana del movimento di liberazione omosessuale italiano.
Convinto assertore di una rivoluzione gay in chiave marxista, nel 1974 si
allontanò dal Fuori! insieme a tutta la cellula milanese dell'associazione
quando questa si legò al Partito Radicale. Nello stesso anno fondò a
Milano i Collettivi Omosessuali Milanesi e nel 1976 i Collettivi parteciparono
al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro, dove Mieli lanciò dal
palco lo slogan Lotta dura, Contronatura!. Si laureò in filosofia morale con
una tesi, poi pubblicata con modifiche, da Einaudi con il titolo di Elementi di
critica omosessuale e che divenne un fondamento delle teorie di genere in
Italia e, in misura minore, all'estero, venendo tradotto e pubblicato in
inglese nel 1980 con il titolo Homosexuality and liberation: elements of a gay
critique ed in spagnolo con il titolo Elementos de crítica homosexual
dall'editrice Anagrama. Elementi fu uno dei testi base dei collettivi autonomi
gay. Mieli fu uno dei primi a contestare apertamente le categorie di
genere vestendosi quasi sempre con abiti femminili. Nel frattempo si dedicava
al teatro, destando scandalo nella mentalità dell'epoca con opere come lo
spettacolo La Traviata Norma. Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì! Dava volutamente
scandalo anche per il modo in cui si presentava, utilizzò anche immagini e
ruoli per portare avanti la propria battaglia dei diritti individuali
inalienabili. Nel corso della sua esistenza, cercò di superare i limiti, fece
uso di droghe e si dette a pratiche sempre più estreme, inclusa la
coprofagia. Durante un viaggio a Londra, Mieli, vicino già
all'antipsichiatria, iniziò a interessarsi di psicoanalisi; ifu nuovamente
arrestato, quando, semi-nudo e in preda a una crisi psichica, fu fermato
nell'aeroporto di Heathrow, in cerca di un poliziotto con cui avere un rapporto
sessuale. Prima venne incarcerato, poi messo nella sezione psichiatrica del
Marlborough Day hospital, assistito dai familiari venuti dall'Italia in attesa
del processo. Venne ricondotto a Milano, dopo la condanna a pagare una
multa, e ricoverato in una clinica psichiatrica per un mese. Una volta dimesso,
su consiglio del suo psicoanalista Giovanni Carlo Zapparoli, i genitori gli
diedero un appartamento autonomo. L'anno seguente viaggiò ad Amsterdam e di
nuovo a Londra e si laureò con lode in filosofia. Poco dopo lasciò
l'appartamento che gli avevano trovato e interruppe la terapia
psichiatrica. Al V congresso del Fuori!, che sancì la sua rottura col movimento
e con Angelo Pezzana, Mieli prese la parola, si dichiarò transessuale e parlò
della sua esperienza di malattia mentale («sono stato definito uno
schizofrenico paranoide, sono stato in ospedale, in manicomio per questo
motivo») e di omosessualità. Dopo questo periodo si dedicò alla stesura degli
Elementi di critica omosessuale. Negli ultimi anni di vita si dedicò
all'esoterismo e all'alchimia, abbastanza isolato dal resto del movimento
omosessuale, e lavorando al romanzo Il risveglio dei faraoni. Morì suicida
infilando la testa nel forno della sua abitazione di Milano dopo un lungo
periodo di depressione. Tra i motivi del suo gesto estremo fu l'ostruzionismo
che il padre, influente industriale milanese, aveva fatto per impedire la
pubblicazione della sua ultima opera, Il risveglio dei faraoni, ritenendolo
troppo autobiografico e lesivo dell'onore famigliare. A lui è intitolato il
Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli sorto a Roma nello stesso anno della
morte. Il pensiero Il transessualismo universale Il pensiero di Mario
Mieli consiste nel ritenere che ogni persona è potenzialmente transessuale se
non fosse condizionata, fin dall'infanzia, da un certo tipo di società che,
attraverso quella che Mieli chiamava "educastrazione", costringe a
considerare l'eterosessualità come "normalità" e tutto il resto come
perversione. Per transessualità, non intende quello che si intende oggi nella
comune accezione del termine, ma l'innata tendenza polimorfa e
"perversa" dell'uomo, caratterizzata da una pluralità delle tendenze
dell'Eros e da l'ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo.
La liberazione omosessuale in chiave marxista fu tra i primi studiosi ed
attivisti del Movimento di Liberazione Omosessuale Italiano, accanto a
Castellano,Consoli, Modugno e Pezzana.
Tutti partivano dalla certezza che la liberazione dall'ancestrale omofobia
dovesse fondarsi sulla consapevolezza della propria identità, censurata fin
dalla nascita dalla cultura dominante, da loro ritenuta antropologicamente
sessuofoba e pervicacemente omofoba. Da queste basi partivano per
abbattere la discriminazione pluri-secolare nei confronti di chi non si
identificava nella sessualità assiomaticamente definita come naturale e
normale. Abbracciò immediatamente il marxismo, cercando di rimodularlo sulle
istanze della lotta di liberazione ed emancipazione omosessuale e ritenendo la
società capitalista intrinsecamente omofoba. Rilettura della psicanalisi
Negli Elementi di critica omosessuale, volle rielaborare alcuni degli spunti teorici
della teoria della sessualità di Freud, attraverso la lettura che, tra gli anni
Cinquanta e Sessanta, ne aveva fatto
Marcuse. Marcuse, infatti, in opere come “Eros e civiltà e L'uomo a una
dimensione (1964), aveva voluto fondere marxismo e psicanalisi. Fu proprio
Freud, infatti, a sostenere che l'orientamento sessuale poteva prendere
qualsiasi "direzione", riconducendo "eterosessualità" e
"omosessualità" a semplici varianti della sessualità umana in senso
lato. Una non escluderebbe l'altra, e anzi, in potenza, tutti saremmo
pluri-sessuali, "polimorfi" o, più semplicemente, bi-sessuali.
In base a questa riflessione, riteneva che si dovesse denunciare come assurda e
inconsistente l'opposizione ideologica "eterosessuale" vs "omosessuale",
essendo viziato il principio stesso di "mono-sessualità". A questa
prospettiva unilaterale, che riteneva incapace di cogliere la natura
ambivalente e dinamica della dimensione sessuale, Mieli ha preferito opporre un
principio di eros libero, molteplice e polimorfo. Per Mieli era tragicamente
ridicola «la stragrande maggioranza delle persone, nelle loro divise mostruose
da maschio o da "donna.” Se il travestito appare ridicolo a chi lo
incontra, tristemente ridicolissima è per il travestito la nudità di chi gli
rida in faccia». Tim Dean, psicoanalista dell'Buffalo, che redasse
l'appendice dell'edizione Feltrinelli di Elementi di critica omosessuale,
afferma: «Nel processo politico di ristrutturazione della società, Mieli non
esita a includere nel suo elenco di esperienze redentive la pedofilia, la
necrofilia e la coprofagia» e «ridefinisce drasticamente il comunismo
descrivendolo come riscoperta dei corpi (...) In questa comunicazione alla
Bataille di forme materiali, la corporeità umana entra liberamente in relazioni
egualitarie multiple con tutti gli esseri della terra, inclusi "i bambini
e i nuovi arrivati di ogni tipo, corpi defunti, animali, piante, cose"
annullando "democraticamente" ogni differenza non solo tra gli esseri
umani ma anche tra le specie». A questa rivoluzione sociale sono di
ostacolo determinati elementi, ritenuti da Mieli come «pregiudizi di certa
canaglia reazionaria» che, trasmessi con l'educazione, hanno la colpa di
«trasformare troppo precocemente il bambino in adulto eterosessuale». Il
tema della pedofilia Da provocatore dei "benpensanti", quale è stato
tutta la breve vita, facendo esplicitamente riferimento a Freud, Mieli affrontò
a modo suo anche il tema della sessualità infantile, per questo andando
incontro a forti critiche. I bambini, secondo il pensiero di Mieli, potevano
"liberarsi" dai pregiudizi sociali e trovare la realizzazione della
loro "perversità poliforme" grazie ad adulti consapevoli di quanto
sopra asserito: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non
tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero.
Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente
rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia
aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro.
Per questo la pederastia è tanto duramente condannata. Essa rivolge messaggi
amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza,
educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva
eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di
latenza non è che l’introduzione mortifera all’ergastolo di una «vita» latente.
La pederastia, invece, «è una freccia di libidine scagliata verso il feto»
(Francesco Ascoli)» (Elementi di critica omosessuale). Nella nota 88 si
legge: «Per pederastia intendo il desiderio erotico degli adulti per i
bambini (di entrambi i sessi) e i rapporti sessuali tra adulti e bambini.
Pederastia (in senso proprio) e pedofilia vengono comunemente usati come
sinonimi» (Elementi di critica omosessuale). Il tema dell'alterazione psichica,
della follia Mieli faceva uso di sostanze stupefacenti, attraverso le quali
mirava a superare lo stato di normalità in cui riteneva le persone intrappolate.
Riteneva che nevrosi, follia, paranoia, delirio e, soprattutto, la
schizofrenia, al pari dell'omosessualità fossero caratteristiche latenti in
tutti gli esseri umani e, con riferimento a Jung, che tali condizioni
permettessero «la (ri)scoperta di quella parte di noi che Jung definirebbe
“Anima” oppure “Animus”». In riferimento all'omosessualità, considerava che
potesse essere una porta verso il lato inesplorato della personalità, in
analogia con la follia: “La paura dell’omosessualità che distingue l’homo normalis
è anche terrore della “follia” (terrore di se stesso, del proprio profondo).
Così, la liberazione omosessuale si pone davvero come ponte verso una
dimensione decisamente altra: i francesi, che chiamano folles le checche, non
esagerano». Opere: “Comune futura,” “Elementi di critica omosessuale,
Einaudi, Torino, Elementi di critica omosessuale, Gianni Rossi Barilli e Paola
Mieli, Feltrinelli, Milano, Elementi di
critica omosessuale, Gianni Rossi Barilli e Paola Mieli, Feltrinelli, Milano,
“Il risveglio dei faraoni,” preservato da Marc de' Pasquali e Umberto Pasti,
Cooperativa Colibri, Milano, “Il risveglio dei faraoni,” Alfonso Sarrio
Solidago, dR Edizioni, Milano, “Oro,
eros e armonia,” Gianpaolo Silvestri e Antonio Veneziani, Edizioni Croce, Oro, eros
e armonia, Gianpaolo Silvestri e Antonio Veneziani, Edizioni Croce, “E adesso,” Silvia De Laude, Edizioni
Clichy, Teatro La Traviata Norma.
Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì!, Film “Gli anni amari, regia di Andrea
Adriatico.. Note Tommaso Giartosio, Perché
non possiamo non dirci: letteratura, omosessualità, mondo, Feltrinelli
Editore, Gianni Rossi Barilli, Il
movimento gay in Italia, Feltrinelli Editore, L. Schettini, Mario Mieli, in
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, .Mario Mieli, Ideologia. Progetto omosessuale rivoluzionario, in
Elementi di critica omosessuale MIELI, Mario di Laura SchettiniDizionario
Biografico degli Italiani, in Treccani, Trascrizione del suo intervento in
congresso nazionale del “Fuori!”, in Fuori!
rancobuffoni/files/pdf/gp_leonardi_mieli.pdf
Mieli, artista contro la violenza, in La Stampa, 16 marzo Elementi di critica omosessuale, Einaudi,
Mario Mieli. Elementi di critica omosessuale. Milano, Einaudi, Mario Mieli,
estremo e dimenticato. Storia di un intellettuale provocatore., in Treccani Il
tascabile, Mieli, Mario., Mieli, Paola. e Rossi Barilli, Gianni., Elementi di
critica omosessuale Il risveglio dei Faraoni, in Alfonso Sarrio Solidago ,
PRIDE, Milano, dR Edizioni, Silvestri, Gianpaolo, L'ultimo Mario Mieli : Oro
Eros Armonia : contributi di Ivan Cattaneo e Antonio Veneziani, 2 ed. riveduta
e corretta, Libreria Croce, De Laude, Silvia,, Mario Mieli : e adesso, Angelo Pezzana . La politica del corpo. Roma,
Savelli, Elio Modugno. La mistificazione eterosessuale. Milano, Kaos. Stefano
Casi. L'omosessualità e il suo doppio: il teatro di Mario Mieli. Rivista di
sessuologia (numero speciale L'omosessualità fra identità e desiderio,Francesco
Gnerre. L'eroe negato. Milano, Baldini e Castoldi, Marco Philopat, Lumi di
punk: la scena italiana raccontata dai protagonisti, Milano, Agenzia, Concetta
D'Angeli, Teatro Talento Tenacia... Mario Mieli, in "Atti&Sipari"
Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli Fuori! Marc de' Pasquali Movimento
di liberazione omosessuale Omosessualità Queer Storia dell'omosessualità in
Italia Studi di genere Teoria queer Transessualismo Altri progetti Collabora a
Wikiquote Citazionio su Mario Mieli Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia
Commons contiene immagini o altri file su Mario Mieli Biografia, in italiano, su culturagay. Chi
era Mario Mieli (articolo sul gay.tv),
su gay.tv Circolo di cultura omosessuale "Mario Mieli", su
mariomieli.org. Refs. Luigi Speranza, “Grice e Mieli” – The Swimming-Pool
Library.
Miglio (Como). Filosofo. Grice: “Berlin, who thought was a philosopher, ended up lecturing
on the history of ideas, i. .e. ideology – Miglio defines ideology so simply
that would put Berlin to shame: an ideology is what politicians propagate to
reach or buy consensus!” -- essential
Italian philosopher. Sostenitore della trasformazione dello Stato italiano in senso
federale o, addirittura, confederale, fra gli anni ottanta e i novanta è
considerato l'ideologo della Lega Lombarda, in rappresentanza della quale fu
anche senatore, prima di "rompere" con Umberto Bossi dando vita alla
breve stagione del Partito Federalista. Polo scolastico
"Gianfranco Miglio" ad Adro. Costituzionalista e scienziato della
politica, fu senatore della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII
legislatura. Ha insegnato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore
di Milano, ove fu preside della Facoltà di Scienze politiche dal 1959 al 1989.
È stato allievo di Alessandro Passerin d'Entrèves e Giorgio Balladore Pallieri,
sotto la cui docenza si è formato sui classici del pensiero giuridico e
politologico. Colpito da ictusnon si riprese e morì ottantatreenne nella
sua stessa città natale, Como, circa un anno dopo. Il funerale si tenne a
Domaso, sul Lago di Como, comune d'origine del padre e sede di una villa nella
quale il professore si rifugiava spesso; in seguito Miglio è stato tumulato nel
locale cimitero, a fianco dei membri della sua famiglia. Laureatosi
in Giurisprudenza all'Università Cattolica con la tesi, “Origini e i primi sviluppi
delle dottrine giuridiche internazionali pubbliche nell'età moderna”, evitò
l'arruolamento per la Seconda guerra mondiale a causa di un difetto uditivo
congenito, e poté divenire assistente volontario alla cattedra di Storia delle
dottrine politiche, che d'Entreves tenne sino alla fine degli anni quaranta
nella medesima università. Libero docente, si dedicò negli anni cinquanta
allo studio delle opere di storici e giuristi, soprattutto tedeschi: dai
quattro volumi del Deutsche Genossenschaftsrecht di Otto Von Gierke, ai saggi
di storia amministrativa di Otto Hintze, alcuni dei quali, negli anni seguenti,
vennero tradotti in italiano dal suo allievo e ferrato germanista Schiera (O. Hintze, Stato e società,
Zanichelli). Fu di quegli anni l'incontro di Miglio con l'immensa
produzione scientifica di Weber: il professore comasco fu uno dei primi ad aver
studiato a fondo “Economia e Società”, l'opera più importante del sociologo
tedesco che era stata completamente trascurata in Italia. Sviluppo del
lavoro scientifico Miglio storico dell'amministrazione Alla fine degli anni
cinquanta, Miglio fondò con il giurista Feliciano Benvenuti l'ISAP Milano
(Istituto per la Scienza dell'Amministrazione Pubblica), ente pubblico
partecipato da Comune e Provincia di Milano, di cui ricopri per alcuni anni la
carica di vicedirettore. In un saggio memorabile intitolato Le origini della
scienza dell'amministrazione, il professore comasco descriveva con elegante
chiarezza le radici storiche della disciplina. L'interesse per il campo
dell'amministrazione era dovuto in quegli anni alle politiche pianificatrici
che gli stati andavano conducendo per l'incremento della crescita
economica. La Fondazione italiana per la storia amministrativa Ben presto
Miglio sentì tuttavia l'esigenza di studiare in modo più sistematico la storia
dei poteri pubblici europei e, negli anni sessanta, costituì la Fondazione
italiana per la storia amministrativa: un istituto le cui ricerche vennero
condotte con rigoroso metodo scientifico. A tal proposito, il professore aveva
appositamente preparato per i collaboratori della fondazione uno schema di
istruzioni divenuto famoso per chiarezza e organicità. In realtà, fondando la
F.I.S.A. Miglio si era posto l'ambizioso obiettivo di scrivere una storia costituzionale che
prendesse in esame le amministrazioni pubbliche esistite in luoghi e tempi
diversi: in tal modo egli sarebbe riuscito a tracciare una vera e propria
tipologia delle istituzioni dal medioevo all'età contemporanea, al cui interno
sarebbero stati indicati i tratti distintivi o, viceversa, gli elementi comuni
di ogni potere pubblico. Ma v'era un'altra ragione che aveva indotto Miglio a
studiare i poteri pubblici in un'ottica, come scriveva lui stesso,
analogico-comparativa. Servendosi di un metodo scientifico che Hintze
aveva parzialmente seguito nella prima metà del Novecento, il professore
comasco intendeva definire l'evoluzione storica dello stato moderno,
storicizzando in tal modo le stesse istituzioni contemporanee. La
fondazione pubblicava tre collezioni: gli Acta italica, l'Archivio (diviso in
due collane: la prima riguardante ricerche e opere strumentali, la seconda
dedicata alle opere dei maggiori storici dell'amministrazione) e gli Annali.
Tra i più autorevoli lavori storici pubblicati nell'Archivio, si ricordano il
volume sui comuni italiani di Goetz e il famoso saggio di Vaccari sulla
territorialità del contado medievale. Nella prima serie alcuni giovani studiosi
poterono invece pubblicare le loro ricerche di storia delle istituzioni: Gabriella
Rossetti, allieva dello storico Cinzio Violante, vi diede alle stampe un
approfondito studio sulla società e sulle istituzioni nella Cologno Monzese
dell'Alto Medioevo; Adriana Petracchi pubblicò la prima parte di
un'interessante ricerca sullo sviluppo storico dell'istituto dell'intendente
nella Francia dell'ancien régime; occorre inoltre ricordare il poderoso volume
di Pierangelo Schiera sul cameralismo tedesco e sull'assolutismo nei maggiori
stati germanici. Su tutt'altro piano si poneva invece la collezione della
F.I.S.A. denominata Acta italica: al suo interno dovevano essere pubblicati i
documenti relativi all'amministrazione pubblica degli stati italiani
preunitari: è probabile che l'ispirazione per quest'ultima serie fosse
venuta a Miglio dallo studio delle opere di Hintze: verso la fine del XIX
secolo, lo storico tedesco aveva infatti scritto alcuni saggi
sull'amministrazione prussiana pubblicandoli negli Acta borussica,
un'autorevole collana che raccoglieva le fonti storiche dello stato degli Hohenzollern.
L'edizione dei lavori della commissione Giulini Tra i volumi degli Acta
italica, occorre ricordare l'edizione dei lavori della Commissione Giulini
curata da Nicola Raponi nel 1962, uno studio cui Miglio tenne molto e di cui si
servì, molti anni dopo, per la stesura del celebre saggio su “Vocazione e
destino dei lombardi” (in La Lombardia
moderna, Electa, ripubblicato in Miglio, Io, Bossi e la Lega, Mondadori). La
commissionei cui lavori avevano avuto luogo a Torino sotto la presidenza del nobile
milanese Cesare Giulini della Portaaveva il compito di elaborare progetti di
legge che sarebbero entrati in vigore in Lombardia nel periodo immediatamente
successivo alla guerra. Cavour, che in quegli anni ricopriva la carica di primo
ministro, voleva che il governo, nel sancire l'annessione dei nuovi territori
al Piemonte di Vittorio Emanuele, mantenesse separati gli ordinamenti
amministrativi delle due regioni, lasciando che in Lombardia continuassero a
sussistere una parte delle istituzioni austriache esistenti. Il saggio Le
contraddizioni dello stato unitario Nel saggio magistrale Le contraddizioni
dello stato unitario scritto in occasione del convegno per il centenario delle
leggi di unificazione, Miglio prese in esame gli effetti devastanti che l'accentramento
amministrativo aveva provocato nel sistema politico italiano. La classe
politica italiana non fu capace di elaborare un ordinamento amministrativo che
consentisse allo stato di governare adeguatamente un territorio esteso dalle
Alpi alla Sicilia. Ricorrendo a una felice similitudine, il professore scrisse
che la scelta di estendere le norme piemontesi a tutta Italia fu come "far
indossare a un gigante il vestito di un nano". Secondo Miglio, i nostri
"padri della patria", spaventati dalle annessioni a cascata e dalle
circostanze fortunose in cui era avvenuta l'unificazione, preferirono
conservare ottusamente gli istituti piemontesi, costringendo la stragrande
maggioranza degli italiani ad essere governati da istituzioni che, oltre ad
essere percepite come "straniere", si rivelarono palesemente
inefficienti. Nel saggio, Miglio aveva però messo in luce un altro dato
fondamentale; il professore scrisse che il paese, quantunque fosse stato
formalmente unito dalle norme piemontesi, continuò nei fatti a restare diviso
ancora per molti anni: le leggi, che il Parlamento emanava dalle Alpi alla
Sicilia, venivano infatti interpretate in cento modi diversi nelle regioni
storiche in cui il Paese continuava, nonostante tutto, ad essere naturalmente
articolato. Era il federalismo che, negato alla radice dalla classe politica
liberal-nazionale in nome dell'unità, si prendeva ora la rivincita traducendosi
in forme evidenti di "criptofederalismo".[senza fonte] Sono
inoltre fondamentali, nella sua formazione i saggi di Brunner. Di Brunner fa
tradurre svariati saggi, “Per una nuova storia costituzionale e sociale” (Vita
e Pensiero), ma promosse anche la pubblicazione dell'opera monumentale Land und
Herrschaft: in questo lavorouscito per la prima volta Brunner aveva preso in
esame la costituzione materiale degli ordinamenti medievali, ponendo in
evidenza i numerosi elementi di diversità tra la civiltà dell'età di mezzo e
quella moderna, soprattutto nel modo di concepire il diritto. La
traduzione di Land und Herrschaft, affidata inizialmente alle cure di Emilio
Bussi, sarebbe dovuta comparire nell'elegante collana della F.I.S.A. già negli
anni sessanta. Interrotto negli anni seguenti, il lavoro venne invece portato a
compimento solo nei primi anni ottanta dagli allievi Pierangelo Schiera e
Giuliana Nobili. Pubblicato da Giuffré con il titolo di "Terra e
potere", il capolavoro di Brunner apparve negli Arcana imperii, la collana
di scienza della politica di cui Miglio era divenuto direttore nei primi anni
Ottanta. Il professore comasco si occupò inoltre dei contributi recati alla
scienza dell'amministrazione da parte di altri due storici e giuristi tedeschi:
Lorenz Von Stein e Rudolf Gneist. La chiusura della FISA Negli anni
Settanta la F.I.S.A. dovette chiudere i battenti per mancanza di fondi. Il
professor Miglio, ricordando a distanza di tempo la fine di quell'autorevole
collana di storia delle istituzioni, ne espose le ragioni con un breve
commento: "Malgrado la sua efficienza, la F.I.S.A. ebbe vita breve: gli enti
che provvedevano al suo finanziamento, non scorgendo l'utilità
"politica" immediata della sua attività, strinsero i cordoni della
borsa". Miglio scienziato della politica e costituzionalista Negli
anni ottanta, il degenerarsi del clima politico in Italia indusse il professor
Miglio ad occuparsi di riforme istituzionali; egli intendeva contribuire in tal
modo alla modernizzazione del paese. Fu così che, raggruppando un gruppo di
esperti di diritto costituzionale e amministrativo stese un organico progetto
di riforma limitato alla seconda parte della costituzione. Ne uscirono due
volumi che, pubblicati nella collana Arcana imperii, vennero completamente
trascurati dalla classe politica democristiana e socialista. Tra le proposte
più interessanti avanzate dal "Gruppo di Milano"così venne definito
il pool di professori coordinati da Migliov'era il rafforzamento del governo
guidato da un primo ministro dotato di maggiori poteri, la fine del
bicameralismo perfetto con l'istituzione di un senato delle regioni sul modello
del Bundesrat tedesco, ed infine l'elezione diretta del primo ministro da
tenersi contemporaneamente a quella per la camera dei deputati. Secondo
il gruppo di Milano, queste e numerose altre riforme avrebbero garantito
all'Italia una maggiore stabilità politica, cancellando lo strapotere dei
partiti e salvaguardando la separazione dei poteri propria di uno stato di
diritto. Diversamente dalla F.I.S.A., la collana Arcana imperii era incentrata
esclusivamente sullo studio scientifico dei comportamenti politici. Il citato
volume di Brunner costituì pertanto un'eccezione perché, come si è avuto
modo di accennare, esso doveva essere pubblicato negli eleganti volumi della
F.I.S.A. già negli anni sessanta. All'interno della collana Arcana imperii
vennero invece inseriti saggi e contributi di psicologia politica, di etologia,
di teoria politica, di economia, di sociologia e di storia. Intende
costituire un vero e proprio laboratorio dove lo scienziato della politica,
servendosi dei risultati portati alla disciplina dalle diverse scienze
sperimentali, e in grado di conseguire una formazione che si ponesse all'avanguardia.
Vi vennero pubblicati più di trenta saggi. Si ricordano, tra gli altri: il
saggio di L. Ornaghi sulla dottrina della corporazione nel ventennio fascista,
l'edizione degli scritti schmittiani su Hobbes, la pubblicazione interrotta di alcune
opere di Stein, il trattato di diritto costituzionale di Smend. Degni di nota
anche i saggi di Mises e Hayek. I saggi di squisita fattura, non poterono
tuttavia eguagliare l'elegante veste tipografica di quelli pubblicati dalla
F.I.S.A., ed un identico destino parve accomunare le due collane: anche in
questo caso, e infatti costretto a sospendere le pubblicazioni. Alla sua
formazione contribuirono i saggi di Stein e Schmitt sulle categorie del
politico. In ogni comunità sono presenti due realtà irriducibili: lo “stato” e
la “società”. La società è il terreno della libera iniziativa, ove gli uomini
forti vincono sui deboli e tentano di stabilizzare le loro posizioni attraverso
l'ordinamento giuridico. Lo stato è invece il luogo ove regna il principio di
uguaglianza. Lo stato italiano o non può che identificarsi con la monarchia. Il
re d’Italia è infatti l'unica autorità in grado di intervenire a sostegno dei
più deboli. Un monarca, attraverso il potere di ordinanza, e in grado di
modificare la costituzioni giuridiche cetuali all'interno del suo territorio,
una politica che il re d’Italia puo condurre in porto non senza grosse
difficoltà, a vantaggio del BENE COMUNE. Questo e accaduto nel granducato di
Toscana e in Lombardia. Quando si sostene che il ruolo dello stato italiano
dove “contro-bilanciare” quello della “società”, si ha in mente il riformismo
illuminato. Ma la sua filosofia si pone all'interno di uno “stato liberale” e
parte dal presupposto che la monarchia, lungi dall'essere un potere assoluto,
dove comunque fare i conti con il potere della “società” attestato nel
parlamento. La omunità prospera solo quando “stato” e “società” sono in
equilibrio, ugualmente vitali ed operanti. Una comunità e dominata da due
realtà irriducibili. Lo stato italiano è una realtà storica inserita nel tempo
e, come tutte le creature e specie viventi, destinata a decadere, a scomparire
ed essere sostituita da altre forme di aggregazione politica. La società non e
solo economico-giuridica. E senza dubbio decisivo l'incontro con Schmitt, i cui
saggi sono trascurate dagli intellettuali italiani. L'aiuto che Schmitt presta
al regime hitleriano, in particolare nel sostenere la legalità delle leggi
razziali in un sistema di diritto internazionale, sono più che sufficienti per
oscurare in Italia la sua imponente produzione. I rapporti di Schmitt con il
nazismo sono di breve durata. Prende definitivamente le distanze da Hitler. Di
Schmitt apprezza i saggi di scienza politica e di diritto internazionale. Cura
assieme a Schiera l'edizione italiana di alcuni saggi pubblicati dal Mulino con
il titolo “Le categorie del politico”. Nella prefazione, si sofferma sui
decisivi contributi portati da Schmitt alla scienza politologica.
L'antologia desta scalpore nel mondo accademico. Bobbio sostenne che
destabilizza la sinistra italiana". È dall'incontro con la produzione di
Schmitt che riusce quindi a fabbricarsi gli strumenti per costruire una parte importante
del suo modello sociologico. L’essenza del politico è fondata sul conflitto tra
amico e nemico. E uno scontro all'ultimo sangue perché la guerra politica porta
normalmente all'eliminazione fisica dell'avversario. L’esempio più emblematico
di scontro politico fosse la guerra civile nella storia dell aroma antica --
tra fazioni partigiane. Qui il tasso di conflittualità tra amico (Catone) e
nemico (Giulio Cesare) è sempre stato altissimo. Chi ha lo stesso amico non può
che avere lo stessi nemico del proprio compagno di lotta. Si crea la
solidarietà tra due membri (un gruppo) che è decisivo nella guerra contro
l’altro gruppo di nemici. Il rapporto politico è sempre esclusivo. Marca
l'identità del gruppo in opposizione a quella degli altri. L’avvento dello
stato italiano portato a due risultati di eccezionale portata storica. Primo:
la fine della guerre civile all'interno del territorio (le faide e le guerre confessionali)
con l'annientamento del ruolo politico detenuto sino a quel momento dalle
fazioni in lotta (dai partiti confessionali ai ceti). Da quel momento il
sovrano e il supremo garante dell'ordine all'interno dello stato, territorio
sempre più esteso ch'esso governa servendosi di un apparato amministrativo
regolato dal diritto. Il secondo grande risultato e per certi versi una
conseguenza del primo: l'avvento dello stato porta all'erezione di un sistema
di diritto pubblico europeo (ius publicum europeum) assolutamente vincolante
per i paesi che vi aderirono. Anche in questo caso, il tasso di politicità
(cioè l'aggressività delle parti in lotta, gli stati) venne fortemente
limitato. La guerra legittima, intraprese solo dagli stati, vennero condotte da
quel momento in base alle regole dello ius publicum europaeum. Si tratta quindi
di un conflitto a basso tasso di politicità, non foss'altro perché la vittoria
di una delle parti in lotta non puo portare in alcun modo all'annientamento
dell'avversario, il cui diritto di esistenza era tutelato dal diritto e
accettato da tutti gli stati. La crisi dello ius publicum europaeum,
divenuta palese alla fine della Grande Guerrae acuitasi ulteriormente con lo
scoppio delle guerre partigiane nei decenni successivi, resero palese a lui la
fine della regle de droit su cui si e fondato l'universo giuridico occidentale
nei rapporti internazionali tra stati sovrani. La guerra civile e, in modo
particolare, l'estrema politicizzazione avvenuta durante le guerre mondiali con
la criminalizzazione degli avversari lo persuasero che la fine dello ius
publicum europaeum era ormai compiuta. In questo, vide soprattutto il
fallimento della civiltà giuridica occidentale nel suo supremo tentativo di
fondare i rapporti umani unicamente sulle basi del diritto. Prende atto
della fine dello ius publicum europaeum ma non crede che tale processo segna la
fine del diritto e la vittoria definitiva delle leggi aggressive della
politica. Fondando il suo originale modello sociologico, sostenne che la
comunità e sempre rette su due tipi di rapporti: l'obbligazione politica e il
contratto-scambio. Lo stato e un autentico capolavoro perché, apportando un
contributo decisivo alla sua costituzione, il giurista e riuscioi a regolare la
politica inserendola in una norma fondata sulla RAZIONALITA del diritto,
sull'IM-PERSONALINTA del comando e sui concetti di CON-TRATTO e rappresentanza
-- elementi appartenenti alla sfera del contratto/scambio. Il crollo dello
ius publicum europeum ha però messo in crisi la stessa impalcatura su cui si
regge lo stato, che ora dimostra tutta la sua storicità. Non rimane legato
all'idea dell'organizzazione statale. La civiltà occidentale, stesse
attraversando una fase di transizione al termine della quale lo stato e probabilmente
sostituito da altre forme di comunità ove obbligazione politica e
contratto/scambio si reggeranno in un nuovo equilibrio. Lo stato e e giunto al
capolinea. Il progresso tecnologico e, in modo particolare, il più alto livello
di ricchezza cui erano giunti i paesi occidentali lo convinsero che negli anni
successivi sono avvenuti cambiamenti di portata radicale, tali da coinvolgere
anche la costituzione degli ordinamenti politici. Lo stato ha difficoltà nel
garantire servizi efficienti alla popolazione. Ciascun cittadino, vedendo
accresciuto il proprio tenore di vita in forza dell'economia di mercato, sarà
infatti portato ad avere sempre meno fiducia nei lenti meccanismi della
burocrazia pubblica, ch'egli riterrà inadeguata a soddisfare i suoi standard di
vita. L'elevata produttività dei paesi avanzati e la vittoria definitiva
dell'economia di mercato su quella pubblica porterà in altri termini a nuove
forme di aggregazione politica al cui interno i cittadini saranno desti contare
in misura molto maggiore rispetto a quanto non lo siano oggi nei vasti stati in
cui si trovano inseriti. Secondo il professore gli stati democratici, ancora
fondati su istituti rappresentativi risalenti all'Ottocento, non riusciranno
più a provvedere agli interessi della civiltà tecnologica del secolo XXI. Con
il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, si creano in altri
termini le premesse perché la politica cessi di ricoprire un ruolo primario
nelle comunità umane e venga invece subordinata agli interessi concreti dei
cittadini, legati alla logica di mercato. La fine degli stati moderni
porterà secondo Miglio alla costituzione di comunità neofederali dominate non
più dal rapporto politico di comando-obbedienza, bensì da quello mercantile del
contratto e della mediazione continua tra centri di potere diversi: sono i
nuovi gruppi in cui sarà articolato il mondo di domani, corporazioni dotate di
potere politico ed economico al cui interno saranno inseriti gruppi di
cittadini accomunati dagli stessi interessi. Secondo il professore, il mondo
sarà costituito da una società pluricentrica, ove le associazioni territoriali
e categoriali vedranno riconosciuto giuridicamente il loro peso politico non
diversamente da quanto avveniva nel medioevo. Di qui l'appello a riscoprire i
sistemi politici anteriori allo stato, a riscoprire quel variegato mosaico
medievale costituito dai diritti dei ceti, delle corporazioni e, in particolar
modo, delle libere città germaniche. Il professore studiò a fondo gli
antichi sistemi federali esistiti tra il medioevo e l'età moderna: le
repubbliche urbane dell'Europa germanica tra il XII e il XIII secolo, gli
ordinamenti elvetici d'antico regime, la Repubblica delle Province Unite e, da
ultimo, gli Stati Uniti. Ai suoi occhi, il punto di forza risiedeva
precisamente nel ruolo che quei poteri pubblici avevano saputo riconoscere alla
società nelle sue articolazioni corporative e territoriali. Miglio dedicò i
suoi ultimi anni allo studio approfondito di questi temi, progettando di
scrivere un volume intitolato l'Europa degli Stati contro l'Europa delle città.
Il libro è rimasto incompiuto per la morte del professore. L'impegno
politico diretto e il federalism. S iscrisse alla neonata Democrazia Cristiana,
che lascia quando divenne preside della Facoltà di Scienze politiche
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Miglio rimase comunque
legato culturalmente alla DC fnell'immediato domani della Liberazione, fu tra i
fondatori, a Como, del movimento federalista “Il Cisalpino”, con altri docenti
dell'Università Cattolica di Milano. Ispirato alle idee di Carlo Cattaneo, il
programma del “Cisalpino” prevedeva la suddivisione del territorio italiano su
base cantonale, secondo il modello svizzero, con la costituzione di tre grandi
macro-regioni (“nord”, “sud” e “centro”). Il suo nome e proposto per il
conferimento del titolo di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica
Italiana, ma una volta informato del fatto rifiuta di accettare l'onorificenza,
che venne annullata con un successivo decreto presidenziale. Si avvicina alla
Lega Nord. Eletto al Senato della Repubblica come indipendente nelle liste
della “lega nord” “lega lombarda” (da allora a lui fu attribuito l'appellativo
lombardo di Profesùr) lavora per il partito con l'intento di farne un'autentica
forza di cambiamento. Elabora un progetto di riforma federale fondato sul
ruolo costituzionale assegnato all'autorità federale e a quella delle tre macro-regioni
o cantoni (del Nord o, “Padania”, del Centro o Etruria, del Sud o Mediterranea,
oltre alle cinque regioni a statuto speciale). Questa architettura
costituzionale prevedeva l'elezione di un governo direttoriale composto dai
governatori delle tre macroregioni, da un rappresentante delle cinque regioni a
statuto speciale e dal presidente federale. Quest'ultimo, eletto da tutti i
cittadini in due tornate elettorali, avrebbe rappresentato l'unità del
paese. I puntisalienti del progetto, esposti nel decalogo di Assago vennero
fatti propri dalla Lega Nord solo marginalmente: il segretario federale,
Umberto Bossi, preferì infatti seguire una politica di contrattazione con
lo stato centrale che mirasse al rafforzamento delle autonomie regionali.
Il dissenso di Miglio, iniziato al congresso leghista di Assago, si acuì dopo
le elezioni politiche, dove fu rieletto al Senato, quando il professore si
disse non d'accordo sia ad allearsi con Forza Italia, sia a entrare nel primo
governo Berlusconi. Soprattutto Miglio non gradì che per il ruolo di ministro
delle Riforme istituzionali fosse stato scelto Francesco Speroni al suo
posto. Bossi reagì spiegando: «Capisco che Miglio sia rimasto un po' irritato
perché non è diventato ministro, ma non si può dire che non abbiamo difeso la
sua candidatura. Il punto è che era molto difficile sostenerla, perché c'era la
pregiudiziale di Berlusconi e di Fini contro di lui. Di fatto, il ministero per
le Riforme istituzionali a lui non lo davano. (Se Miglio vorrà lasciare la
strada della Lega, libero di farlo. Ma vorrei ricordargli che è arrivato alla
Lega nel '90 e che, a quell'epoca, il movimento aveva già raggranellato un
sacco di consiglieri regionali». In conclusione per Bossi, Miglio «pare che
ponga solo un problema di poltrone e la difesa del federalismo non è questione
di poltrone». In aperto dissidio con Bossi, lascia la Lega Nord dicendo di
Bossi. Spero proprio di non rivederlo più. Per Bossi il federalismo è stato
strumentale alla conquista e al mantenimento del potere. L'ultimo suo exploit è
stato di essere riuscito a strappare a Berlusconi cinque ministri. Tornerò solo
nel giorno in cui Bossi non sarà più segretario». Nonostante ciò,
moltissimi militanti e sostenitori leghisti continuarono a provare grande
simpatia e ammirazione per il professore e per le sue teorie. Alcuni dirigenti
della Lega tennero comunque vivo il dialogo con Miglio, in particolar modo
Giancarlo Pagliarini, Francesco Speroni e il presidente della Libera compagnia
padana Gilberto Oneto, al quale il professore era particolarmente legato. In
particolare Miglio fu in stretti rapporti con l'ex deputato leghista Luigi
Negri, col quale fondò il Partito Federalista. Eletto ancora una volta al
Senato, nel collegio di Como per il Polo per le Libertà, iscrivendosi al gruppo
misto. Negli anni in cui la Lega si spostò su posizioni indipendentiste,
il professore si riavvicinò alla linea del partito, sostenendo a più riprese la
piena legittimità del diritto di secessione della Padania dall'Italia come
sottospecie del più antico diritto di resistenza medievale. Miglio e la
mafia Nella sua originale riflessione sul contrasto tra i regimi giuridici
"freddi" e "caldi" Miglio sostenne la necessità di sviluppare,
all'interno delle diverse società e culture, ordini giuridici in grado di
rispondere alle specifiche esigenze. In maniera provocatoria, egli giunse a
dichiararsi favorevole al «mantenimento anche della mafia e della 'ndrangheta.
Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando. Che
cos'è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto. Io non voglio ridurre
il Meridione al modello europeo, sarebbe un'assurdità. C'è anche un
clientelismo buono che determina crescita economica. Insomma, bisogna partire
dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere
costituzionalizzate». La sua riflessione puntava a cogliere quali fossero le
ragioni profonde alla base di mafia, camorra e 'ndrangheta (insieme a ciò che
genera il consenso attorno a queste organizzazioni criminali), perché solo
istituzioni che sono in sintonia con la comunitànel caso specifico, che non
dimentichino la centralità del rapporto personale piuttosto che impersonale
nella società meridionalepossono creare una vera alternativa al
presente. Altre saggi: “La controversia sui limiti del commercio neutrale:
ricerche sulla genesi dell'indirizzo positivo nella scienza del diritto delle
genti,” Milano, Ispi, “La crisi dell'universalismo politico medioevale e la
formazione ideologica del particolarismo statuale moderno,” in: "Pubbl.
Fac. giurispr. Univ. Padova", “La struttura ideologica della monarchia
greca arcaica ed il concetto "patrimoniale" dello Stato nell'eta
antica, in: "Jus. Rivista di scienze giuridiche", “Le origini della
scienza dell'amministrazione, Milano, Giuffrè,
“L'unità fondamentale di svolgimento dell'esperienza politica
occidentale, in: "Rivista internazionale di scienze sociali", “I
cattolici di fronte all'unità d'Italia, in: "Vita e pensiero",
“L'amministrazione nella dinamica storica, in: Istituto per la Scienza
dell'Amministrazione Pubblica, Storia Amministrazione Costituzione, Bologna, Il
Mulino, Le trasformazioni dell'attuale regime politico, in: "Jus. Rivista
di scienze giuridiche", “ Il ruolo del partito nella trasformazione del
tipo di ordinamento politico vigente. Il punto di vista della scienza della
politica, Milano, La nuova Europa editrice, L'unificazione amministrativa e i
suoi protagonisti, Vicenza, Neri Pozza, La trasformazione delle università e
l'iniziativa privata, in: Atti del I Convegno su: Università: problemi e
proposte, promosso dal Rotary Club di Milano-Centro Una Costituzione in
"corto circuito", in: "Prospettive nel mondo", Ricominciare
dalla montagna. Tre rapporti sul governo dell'area alpina nell'avanzata eta
industriale, Milano, Giuffrè, La
Valtellina. Un modello possibile di integrazione economica e sociale, Sondrio,
Banca Piccolo Credito Valtellinese, Utopia e realtà della Costituzione, in
"Prospettive del mondo", Posizione del problema. Ciclo storico e
innovazione scientifico-tecnologica. Il caso della tarda antichità, in
Tecnologia, economia e società nel mondo romano. Atti del Convegno di Como,
Como, Genesi e trasformazioni del termine-concetto Stato, in Stato e senso
dello Stato oggi in Italia. Atti del Corso di aggiornamento culturale
dell'Università cattolica, Pescara, Milano, Vita e pensiero, Guerra, pace,
diritto. Una ipotesi generale sulle regolarità del ciclo politico, in: Umberto
Curi , Della guerra, Venezia, Arsenale, Una repubblica migliore per gli
italiani. Verso una nuova costituzione, Milano, Giuffrè, Le contraddizioni interne del sistema
parlamentare-integrale, in: "Rivista italiana di Scienza Politica",
Considerazioni sulle responsabilità, in: "Synesis, periodico
dell'Associazione italiana centri culturali", Le regolarità della
politica. Scritti scelti raccolti e pubblicati dagli allievi, Milano,
Giuffrè, Il nerbo e le briglie del potere.
Scritti brevi di critica politica, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, Una
Costituzione per i prossimi trent'anni. Intervista sulla terza Repubblica,
Roma-Bari, Laterza, Per un'Italia federale, Milano, Il Sole 24 ore, Come
cambiare. Le mie riforme, Milano, A. Mondadori, Italia 1996. Così è andata a
finire, con "Il Gruppo del lunedì", Collezione Frecce, Milano, A.
Mondadori, ed. Oscar Saggi, Disobbedienza civile, Milano, A. Mondadori, Io, Bossi e la Lega.
Diario segreto dei miei quattro anni sul Carroccio, Milano, A. Mondadori, Come
cambiare. Le mie riforme per la nuova Italia, Milano, A. Mondadori, Modello di
Costituzione Federale per gli italiani, Milano, Fondazione per un'Italia
Federale, Federalismi falsi e degenerati, Milano, Sperling & Kupfer,
Federalismo e secessione. Un dialogo, con Augusto Antonio Barbera, Milano, A.
Mondadori, Padania, Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai
esistito?, con M. Veneziani, Firenze, Le Lettere, Le barche a remi del Lario.
Da trasporto, da guerra, da pesca, e da diporto, con Massimo Gozzi e Gian Alberto
Zanoletti, Milano, Leonardo arte,
L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di
cambiare il loro destino, Vicenza, N. Pozza, L'Asino di Buridano. Gli italiani
alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino. Nuova edizione,
pref. di Roberto Formigoni, postf. di Sergio Romano, Varese, Edizioni Lativa, Gianfranco
Miglio: un uomo libero, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana,
Novara, Un Miglio alla libertà, audiolibro, coll. Laissez Parler, Treviglio, La
Libera Compagnia PadanaLeonardo Facco Editore); li articoli, coll. Quaderni
Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara,Gianfranco le interviste, coll.
Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara, L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese
con l'ultima occasione di cambiare il loro destino, pref. di Roberto Formigoni,
coll. I libri di LiberoMiglio n. 1, Firenze, Editoriale Libero); “Padania,
Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai esistito?” (Firenze,
Libero); “Federalismo e secessione. Un dialogo, con Augusto Antonio Barbera,
coll. I libri di LiberoMiglio n. 4, Firenze, Editoriale Libero, Disobbedienza
civile, coll. I libri di Libero; Firenze, Editoriale Libero, La controversia
sui limiti del commercio neutrale fra Giovanni Maria Lampredi e Ferdinando
Galiani, pref. di Lorenzo Ornaghi, Torino, Aragno, Gianfranco Miglio: scritti brevi, interviste,
coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara, Lezioni di politica.
Storia delle dottrine politiche. Scienza della politica” (Bologna, Il Mulino); Davide
G. Bianchi e Alessandro Vitale, Bologna, Il Mulino,Discorsi parlamentari, con
un saggio di Claudio Bonvecchio, Senato della Repubblica, Archivio storico,
Bologna, Il Mulino, L'Asino di Buridano.
Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino --
Opere scelte” (Milano, Guerini e Associati); Considerazioni retrospettive e
altri scritti, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, Stefano Bruno Galli,
Milano, Guerini e Associati, Lo
scienziato della politica, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, a cura e
con intr. di Stefano Bruno Galli, Milano, Guerini e Associati, .Guerra, pace,
diritto, con un saggio di Massimo Cacciari, La Nuova Guerra, [S.l.Milano],
Editrice La Scuola, 1 Scritti politici, Luigi Marco Bassani, pref. di Giuseppe
Valditara, coll. I libri del Federalismo, Roma, Pagine, Modello di Costituzione
Federale per gli italiani” (Torino, G. Giappichelli); “La Padania e le grandi
regioni, L'unità economico-sociale della Padania” (Fano, Associazione Gilberto
Oneto); “Il Cerchio, .Carl Schmitt. Saggi, D. Palano, Brescia, Scholé Editrice
Morcelliana); “Le origini e i primi sviluppi delle dottrine giuridiche
internazionali pubbliche” (Torino, Aragno); “Vocazione e destino dei Lombardi”
(S.l.Milano); “Regione Lombardia, Prefazioni Gilberto Oneto, Bandiere di
libertà: Simboli e vessilli dei Popoli dell'Italia settentrionale. In appendice
le bandiere dei popoli europei in lotta per l'autonomia, intr. di Gianfranco
Miglio, Effedieffe, Milano, Gianfranco Morra, Breve storia del pensiero federalista”
(Milano, Mondadori); “Governo della Padania, Manuale di resistenza fiscale” (Gallarate,
Gilberto Oneto, “Croci draghi aquile e leoni. Simboli e bandiere dei popoli
padano-alpini; Roberto Chiaramonte EditoreLa Libera Compagnia Padana,
Collegno); A. Sensini, Prima o seconda Repubblica? A colloquio con A. Bozzi e
Gianfranco Miglio, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Lorenzo Ornaghi e
Alessandro Vitale , Multiformità e unità della politica. Atti del Convegno tenuto
in occasione del compleanno, Milano, Giuffrè, Giorgio Ferrari, “Storia di un
giacobino nordista” (Milano, Liber internazionale); M. Bevilacqua, “Insidia mito
e follia nel razzismo”; "Il rinnovamento", A. Campi, “Figure e temi
del realismo politico europeo, Firenze, Akropolis/La Roccia di Erec, Giovanni
Di Capua, Scienziato impolitico” (Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino,
Alessandro Vitale, La costituzione e il cambiamento internazionale. Il mito
della costituente, l'obsolescenza della costituzione e la lezione dimenticata
di Gianfranco Miglio, Torino, CIDAS, Luca Romano , Il pensiero federalista una
lezione da ricordare. Atti del Convegno di studi, Venezia, Sala del Piovego di
Palazzo Ducale, Venezia, Consiglio regionale del Veneto-Caselle di Sommacampagna,
Cierre, F. Lanchester, Miglio costituzionalista, Rivista di politica:
trimestrale di studi, analisi e commenti, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino. Damiano
Palano, Il cristallo dell'obbligazione politica in ID., Geometrie del potere.
Materiali per la storia della scienza politica italiana, Milano, Vita e
Pensiero. Maroni: voglio riprendere l'eredità di Gianfranco MiglioMiglioVerde, su
miglioverde.eu. Bossi a sorpresa al convegno su Miglio a Domaso:"Un
grande"Ciao Como, su Ciao Como, la Repubblica/politica: È morto su
repubblica. Ticinonline COMO: Lunedì a Domaso i funerali. Riletture. Ariannaeditrice.
il ricordo. Terre di Lombardia, su terredilombardia.info. Francesco
D'Alessandro, Cristianesimo e cultura politica: l'eredità di otto illustri
testimoni, Paoline, Gianfranco Morra, La vita e le opere, La Voce di Romagna, 8
agosto 5. Il silenzio di Miglio fa paura
alla Lega Bossi: Pensa solo alla
poltrona. "Con Bossi è un amore finito" Miglio torna nell'arena: è l'occasione
buona Gianfranco Miglio, Una repubblica
mediterranea?, in Un'altra Repubblica?
Perché, come, quando, Laterza, Roma-Bari, Umberto Rosso, Miglio l'antropologo.
'Diverso l'uomo del Sud', in la Repubblica, «Non mi fecero ministro perché avrei distrutto
la Repubblica»TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gianfranco Miglio, in Dizionario di storia,
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Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su senato, Senato della Repubblica.
Associazione Openpolis. Istituto per la
scienza dell'amministrazione pubblica, su isapistituto. Interviste Intervista
sulla Secessione della Padania, su prov-varese.leganord.org.
Commemorazione di Miglio nel 1º anniversario della scomparsa di Alessandro
Campi, su giovanipadani.leganord.org). «Non mi fecero ministro perché
avrei distrutto la Repubblica», Il Giornale, 1999, su newrassegna.camera.
Interviste a Miglio sui "Quaderni della Libera Compagnia Padana" su
laliberacompagnia.org. Documenti politici Sezione di approfondimento sul
pensiero di Gianfranco Miglio, dal sito ufficiale della Lega Nord. Gianfranco
Miglio. Miglio. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Miglio," per il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Speranza “Saturdays and Mondays” – The Swimming-Pool Library.
Miraglia (Reggio). Filosofo. Grice: “Miraglia is the type of philosopher beloved by
the Oxford hegelians; but then he is a Neapolitan Hegelian!” Grice: “I always
found Kant easier, but there’s nothing like a ‘filosofia del diritto’ in Kant!
And Hegel’s ethics itself, compared to Kant’s is mighty more complex – that’s
why I taught Kant!” Si laureaall'Napoli, dopodiché insegnò filosofia del diritto
nella stessa università, ed economia politica alla Scuola superiore di
agricoltura di Portici. Seguì una
corrente di pensiero eclettica, ad esso contemporanea, che mirava
all'integrazione di pratiche giuridiche ed ispirazioni filosofiche. Fu sindaco
di Napoli. Pubblcazioni: Tra le più famose si ricordano: “Condizioni storiche e
scientifiche del diritto di preda (Napoli); “I principî fondamentali dei
diversi sistemi di filosofia del diritto e la dottrina etico-giuridica di Hegel
(Napoli); “Filosofia del diritto,” Napoli. Nella sua biografia ufficiale per la
Treccani è nato a Reggio nell'Emilia, mentre nella sua scheda
storico-professionale sul sito del Senato si riporta a Reggio di Calabria Giuseppe Erminio. Enciclopedia Italiana,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, (latinista) Sindaci di Napoli
Senatori della XXI legislatura del Regno d'Italia Luigi Miraglia, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. su Senatori d'Italia, Senato della
Repubblica. Miraglia. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Miraglia” – The
Swimming-Pool Library.
Misefari (Palizzi). Filosofo. Fratello di Enzo (politico calabrese del
P.C.I., storico e poeta), di Ottavio (calciatore reggino tra i più conosciuti
nei primi anni del secolo; giocò nella Reggina e nel Messina) e di Florindo
(biologo, attivista della Lega Sovversiva Studentesca e del gruppo "Bruno
Filippi"). Dopo aver frequentato la scuola elementare del piccolo
paese di nascita in provincia di Reggio Calabria, a undici anni si trasferì con
lo zio proprio a Reggio Calabria. Già da adolescente, influenzato dalle
frequentazioni di socialisti e anarchici in casa dello zio, partecipò
attivamente alla fondazione e allo sviluppo di un circolo giovanile socialista
(intitolato ad A. Babel, rivoluzionario tedesco dell'Ottocento). Iniziò a
collaborare al giornale Il Lavoratore, organo della Camera del Lavoro di Reggio
Calabria, firmando gli articoli come "Lo studente". Collaborò nello
stesso periodo a Il Riscatto, periodico socialista-anarchico stampato a
Messina; e con Il Libertario, stampato a La Spezia e diretto da Pasquale
Binazzi. Il 5 marzo 1912, a causa della sua attività antimilitarista esercitata
all'interno del Circolo contro la Guerra italo-turca, fu arrestato e condannato
a due mesi e mezzo di carcere per «istigazione alla pubblica
disobbedienza». Fu nei due anni successivi che Bruno si convertì dal
socialismo all'anarchia. Ciò avvenne soprattutto con la frequentazione da parte
di Giuseppe Berti, suo professore di fisica presso l'"Istituto Tecnico
Raffaele Piria". Nel 1912 si trasferì a Napoli e si iscrisse al
Politecnico, dopo avere studiato fisica e matematica alle superiori, e anche
per non dispiacere al padre, proseguì tali studi. Pesò inoltre su questa
decisione il fatto che in quegli anni, dopo la tragica distruzione della città
di Reggio Calabria a causa del terremoto del 1908, il lavoro che garantiva le
maggiori certezze era proprio quello dell'ingegnere. Nondimeno continuò per
proprio conto gli studi a lui prediletti: politica, filosofia, letteratura,
come aveva fatto fino ad allora. A Napoli si fece subito avanti nell'ambiente
anarchico. Il movimento a Napoli contava allora di un centinaio di
aderenti. Nel 1915 si rifiutò di partecipare al corso allievi ufficiali a
Benevento e fu condannato a quattro mesi di carcere militare. Diserterà una
seconda volta il 28 settembre 1916, trovando rifugio nella campagna del
beneventano in casa di un contadino. Tornato a Reggio Calabria, il 5 marzo 1916
interruppe una manifestazione interventista nella centrale Piazza Garibaldi,
salendo sul palco e pronunciando un discorso antimilitarista. Venne per questo
motivo arrestato e condotto presso il carcere militare di Acireale; sette mesi
dopo venne trasferito presso quello di Benevento. Da lì riuscì ad evadere
grazie alla complicità di un amico secondino. Fu tuttavia intercettato alla
frontiera del confine svizzero; ancora incarcerato, riuscì nuovamente nella
fuga. Tocca il territorio svizzero, ma i gendarmi lo condussero al carcere di
Lugano. Giunte dalla Calabria le informazioni su di lui, essendo un uomo
politico, dopo quindici giorni fu lasciato libero con la facoltà di scegliere
il luogo di residenza. Indicò subito Zurigo, dove sapeva di potere rintracciare
Francesco Misiano, suo caro amico e noto esponente politico socialista, anche
lui accusato di diserzione. A Zurigo trovò ospitalità presso la famiglia
Zanolli, dove si innamorò della giovane Pia, che diventerà sua compagna di
vita. Durante il periodo di esilio in Svizzera, Bruno svolgeva attività
politica tenendo i contatti con Luigi Bertoni e con altri gruppi anarchici
elvetici, collaborando anche al giornale: Il Risveglio Comunista Anarchico.
Svolse una serie di conferenze in varie città della Svizzera. Bruno si
autoannunciava con un suo pseudonimo anagrammatico Furio Sbarnemi. A Zurigo
frequenta la Cooperativa socialista di Militaerstrasse 36 e la libreria
internazionale di Zwinglistrasse gestita dai disertori Giuseppe Monnanni,
Francesco Ghezzi e Enrico Arrigoni; in questi ambienti conosce anche Angelica
Balabanoff. Il 16 maggio 1918 venne arrestato per un complotto inventato
dalla polizia. Fu incolpato innocentemente con l'accusa di avere fomentato una
rivolta nella città e di «aver fabbricato bombe a scopo rivoluzionario». Con
lui furono arrestati diversi attivisti politici, tra i quali lo stesso
Francesco Misiano (che fu poi rilasciato perché socialista e non anarchico).
Rimase in carcere per sette mesi, e venne poi espulso dalla Svizzera nel luglio
1919. Grazie ad un regolare passaporto per la Germania, ottenuto per ragioni di
studio, si recò a Stoccarda. Lì entrò in contatto con Clara Zetkin (che gli
rilascia una lunga intervista sul movimento rivoluzionario in Germania) e
Vincenzo Ferrer. Nell'ottobre nel 1919 poté rientrare in patria, in seguito
all'amnistia promulgata dal governo Nitti. -- è a Napoli e poi a Reggio
Calabria. Anni ventiIl ritorno in Italia Il 1920 fu un periodo intenso
per la vita militante di Bruno Misefari. A Napoli partecipò come oratore a
molte manifestazioni, si prodigò a favore dei suoi compagni colpiti dalla
repressione, denunciò le provocazioni della polizia; tenne numerose conferenze
e comizi. Con il dentista anarchico Giuseppe Imondi, stampò alcuni numeri del
giornale: L'Anarchia. In autunno fu chiamato a Taranto a svolgere il compito di
segretario propagandista presso la locale Camera del Lavoro Sindacale. Tra la
fine del 1920 e l'inizio del 1921 ebbe stretti contatti con Errico Malatesta,
Camillo Berneri, Pasquale Binazzi, Armando Borghi, Giuseppe Di Vittorio e altri
esponenti dell'anarchismo e del sovversivismo italiano. Nel 1921 si impegnò su
più fronti per la campagna a favore degli anarchici Sacco e Vanzetti. Nello
stesso periodo (1920-21) fu corrispondente di: Umanità Nova, settimanale
anarchico diretto da Errico Malatesta e collaborò al periodico: L'Avvenire
Anarchico di Pisa. Continuò i suoi studi a Napoli con qualche salto a
Reggio Calabria con la sua compagna Pia Zanolli, che sposò. Si laureò a Napoli.
Successivamente si iscrisse anche alla facoltà di filosofia. Nonostante
l'avvento del fascismo, fondò un giornale libertario, “L'Amico del popolo,” che
però dopo il quarto numero fu soppresso dalle autorità. Nel primo numero del
giornale,scrisse un editoriale dal titolo “Chi sono e cosa vogliono gli
anarchici.” Lo scritto è l'espressione del suo pensiero libertario:
«L'anarchismo è una tendenza naturale, che si trova nella critica delle
organizzazioni gerarchiche e delle concezioni autoritarie, e nel movimento progressivo
dell'umanità e perciò non può essere una utopia.» Da esperto di geologia,
progettò per primo in Calabria l'industria del vetro e fondò a Villa
S.Giovanni, la prima vetreria in Calabria (Società Vetraria Calabrese). In
quegli stessi anni subì però persecuzioni continue da parte del regime. Fu
cancellato dall'Albo di categoria e non poté più firmare progetti. Gli venne
mossa l'accusa di avere «attentato ai poteri dello Stato, per il proposito di
uccidere il re e Mussolini». Fu prosciolto dopo venticinque giorni di carcere.
La polizia ravvisò in un discorso di commemorazione durante il funerale di un
amico (tra l'altro un industriale fascista, Zagarella) un'ispirazione anarchica
e pertanto lo propose per l'assegnazione al confino. Fu arrestato, in carcere
si sposò con Pia Zanolli, fu inviato per il confino, prigioniero a Ponza.
Tuttavia sembra che tale provvedimento fosse stato determinato da altri motivi.
Misefari, che era ingegnere minerario, si era attivamente impegnato nello
sfruttamento su larga scala di giacimenti di quarzo, materia prima per
l'industria vetraria, che fino a quell'epoca dipendeva, in gran parte, dai
silicati stranieri. Assunto come direttore tecnico della Società Vetraria
Calabrese (di cui era stato finanziatore e Presidente il succitato Zagarella)
egli si era dovuto ben presto scontrare con l'assenteismo e l'inettitudine del
consiglio di amministrazione che si schierò contro di lui con l'intenzione di
eliminarlo in qualsiasi modo, ricorrendo anche ad espedienti politici. Giustizia
e Libertà, in un articolo anonimo ddal titolo «Politica e affarismo. Il caso di
un ingegnere libertario», attribuisce la causa del confino alle manovre dei
suoi ex soci. Durante il confino stringe amicizia con Torrigiani, Gran Maestro
del Grande Oriente d'Italia, il quale lo affilia alla Massoneria.
L'amnistia del decennale del fascismo lo liberò dal confino dopo due anni.
Ma tornato in Calabria vide il vuoto intorno a sé; scrive infatti a sua moglie:
"Amnistiato sì, però a quale prezzo: la salute sconquassata, senza un
soldo, senza prospettive per l'avvenire". Gli viene diagnosticata
l'esistenza di un tumore alla testa. Va e viene con la moglie da Zurigo a
Reggio Calabria. Riesce a trovare il capitale necessario per l'impianto di uno
stabilimento per lo sfruttamento della silice a Davoli (in provincia di
Catanzaro). Le sue condizioni di salute peggiorano a causa del tumore.
Perde conoscenza, viene ricoverato in stato gravissimo nella clinica romana del
Senatore Giuseppe Bastianelli, e lì si spense la sera stessa. Ancora
ragazzo, studente, cominciò a ribellarsi contro l'ingiustizia del mondo che lo
circondava: Palizzi Superiore, un paese tra i monti dove il castello feudale
dei signori locali dominava la valle, dove si ammucchiavano piccole e povere
case desolate di contadini. E si ribellò a quel mondo, costruito secondo
quell'immagine topografica che portava impresso nella memoria: sopra, chi
comanda e non lavora, sotto, chi subisce e lavora. E ancora ragazzo cominciò a
sognare un mondo in cui quella gerarchia fosse sovvertita prima, distrutta poi.
Poteva scegliere di ispirarsi al socialismo marxistico o al socialismo
libertario. Del primo apprezzava l'analisi dell'antagonismo tra le classi, ma
mostrava perplessità circa i mezzi proposti dalla diagnosi marxistica per
fronteggiare il pericolo di una rivincita dell'avversario di classe. Inclinò
perciò verso il socialismo libertario. «Nel comunismo libertario io sarò
ancora anarchico? Certo. Ma non di meno sono oggi un amante del comunismo.
L'anarchismo è la tendenza alla perfetta felicità umana. esso dunque è, e sarà
sempre, ideale di rivolta, individuale o collettivo, oggi come domani.»
(Bruno MisefariTaccuino personale) La scelta della diserzione fu coerente con
il suo obiettivo di combattere non la guerra degli stati, ma a fianco degli
oppressi di tutto il mondo contro il loro nemico, tenendo alta la bandiera
dell'internazionalismo. Pur sottoposto senza tregua alla persecuzione della
polizia e all'inquisizione della magistratura, fu sempre al suo posto accanto a
coloro che lavoravano e soffrivano. Come ogni rivoluzionario sincero e
coerente, pagò col carcere e col confino la sua fede in un ideale. Chi
sono gli anarchici. SecondoMisefari, essere anarchici voleva dire per prima
cosa proclamare, contro ogni violenza, l'inviolabilità della vita umana.
Inoltre significava lottare per l'abolizione della proprietà privata e a favore
della socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio. Proprio per questo
gli anarchici sono, di fondo, dei socialisti. A questo esperimento di vita
sociale andava affiancata la lotta contro lo Stato, che ne impediva la
realizzazione. E la lotta contro lo Stato non poteva essere vittoriosa se non
con la rivoluzione. Dunque gli anarchici sono socialisti, antistatali e
rivoluzionari. Elemento fondamentale della lotta, secondo Misefari, era
l'allargamento di essa alla sfera internazionale. È comunque una lotta che non
si fa violenta. Misefari è fortemente pacifista, contrario all'uso della forza
e della violenza armata. L'anarchico è inoltre antireligioso: la religione
infatti è considerata "fattore di abbrutimento per l'umanità".
Antimilitarismo Per Misefari la guerra è pura barbarie, speculazione
capitalistica consumata in nome dello Stato. «L'esistenza del militarismo
è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione,
di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente
può fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera
popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la
società è sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è
una accolita di belve in veste umana.» Religione La religione è
considerata come un anestetico delle facoltà critiche della mente umana. Sarebbe
proprio la religione a imprigionare le energie morali dell'uomo, a inebetire lo
spirito critico e di riflessione. Perciò i popoli più religiosi sarebbero i
meno progrediti e i più afflitti dalla tirannia, mentre, laddove la religione
sparisce, lì è florida la libertà e il benessere. «È il più solido
puntello del capitalismo e dello Stato, i due tiranni del popolo. Ed è anche il
più temibile alleato dell'ignoranza e del male.» È forte nel pensiero di
Misefari la volontà di sottolineare l'uguaglianza sociale tra uomo e donna. In
anni difficili e lontani dalle battaglie del femminismo di metà Novecento, egli
afferma che la donna nobilita e abbellisce la condizione di vita umana. È
dovere della donna lottare per risollevarsi da una condizione di inferiorità,
che è tale in virtù di un "delitto sociale" e non dovuta a leggi di
natura. «Donne, in voi e per voi è la vita del mondo: sorgete, noi siamo
uguali!» Misefari vive di sogni, di ideali. Nella sua concezione non
esiste un artista, che sia poeta, filosofo, persino scienziato, che si sia mai
messo al servizio della menzogna. Se tutti potevano essere vili, un artista non
poteva. «Un poeta o uno scrittore, che non abbia per scopo la ribellione,
che lavori per conservare lo status quo della società, non è un artista: è un
morto che parla in poesia o in prosa. L'arte deve rinnovare la vita e i popoli,
perciò deve essere eminentemente rivoluzionaria.» Poesia composta da
Misefari: FALCO RIBELLE «Un giovane falco che drizza il libero volo
Ne l'alto, ove sono i fulgori di soli immortali Un giovane falco ribelle o
piccoli, io sono. Mi spinge ne' campi ignorati, un acre desio Di sante ideali
battaglie, di luce e di gloria. Mi splende nell'occhio la speme di certe
vittoria, Mi parla nel core la voce sinfonica, dolce D'un caro sublime
Pensiero, ch'è Bene ed Amore. Ho giovini l'ale e robuste, o venti, o cicloni, O
fulmini immani feroci, vi lancio la sfida. Voi soli potete pugnare col giovine
falco, Chè Luce, chè Forza, chè Vita multanime siete. Ma voi, piccoli, no. Coi
vermi guazzate nel fango, Dal fango mirate del falco il libero volo.»
Frammenti «Prima di pensare di rivoluzionare le masse, bisogna essere sicuri di
aver rivoluzionato noi stessi» «Ogni uomo è figlio dell'educazione e
della istruzione che riceve da fanciullo» «Gli Anarchici non seguono le
leggi fatte dagli uominiquelle non li riguardanoseguono invece le leggi della
natura» «Prima l'educazione del cuore, poi l'educazione della
mente» «Socialismo vuol dire uguaglianza, vuol dire libertà. Ma l'uguaglianza
non può essere senza libertà; come la libertà non può essere senza
l'uguaglianza: dunque socialismo e anarchia sono due termini dello stesso
binomio, sono i due inseparabili fattori della redenzione proletaria.»
«Quando la giustizia non sarà la durda infame delle tirannidi, quando l'amore
non sarà deriso, quando il ferro non sarà legge e l'oro non sarà dio, quando la
libertà sarà religione e sola nobiltà il lavoro, allora, solo allora, il mio
rifiuto della guerra sarà benedetto.» «M'è questa notte eterna assai men
grave del dì che mi mostrò viltà dei forti e pecorilità di plebi schiave. Lungi
da quì il pianto: sto ben coi morti!» (epitaffio) Opere complete Bruno
Misefari, Schiaffi e carezze, Roma, Morara, 1969. Bruno Misefari, Diario di un
disertore, La Nuova Italia, Entrambi i testi sono stati pubblicati postumi
sotto lo pseudonimo Furio Sbarnemi. Le schede biografiche di alcuni
esponenti anarchici calabresi, A/Rivista Anarchica, Antonioli, Antonioli, E.
Misefari. Antonioli, Pia Zanolli
era nata a Belluno. Dopo il matrimonio con Misefari, fu iscritta nell'albo dei
sovversivi pericolosi, venendo poi arrestata col marito a Domodossola (cfr.:
A/Rivista Anarchica) Chi sono e cosa
vogliono gli anarchici, ed. settembre . Antonioli, Pia Zanolli, L'Anarchico
di Calabria, Roma, La Nuova Italia, Bruno Misefari, Utopia? No, Pia Zanolli,
Roma, ALBA Centro Stampa, Enzo Misefari, Bruno, biografia di un fratello,
Milano, Zero in condotta, 1Maurizio Antonioli, Gianpietro Berti, Santi Fedele,
Pasquale Luso, Dizionario biografico degli anarchici italianiVolume 2, Pisa,
Biblioteca Franco Serantini, Bruno Misefari, Schiaffi, Carezze e altro, Pino
Vermiglio, Laureana di Borrello, Ogginoi, Furio Sbarnemi, Diario di un
disertore, Camerano (AN), Gwynplaine, ,Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Bruno Misefari, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo
Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere di Bruno Misefari, su Liber Liber.
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Bruno Misefari presso l'International
Institute of Social History di Amsterdam, su iisg.amsterdam,Fondo Bruno
Misefari presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma, su fondazionebasso.
04-02-. Gli anarchici contro il fascismo, celebre articolo di Giorgio
Sacchetti. Misefari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Misefari” – The
Swimming-Pool Library.
Modio (Santa Severina). Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher
writes a treatise on a river – although the Isis would not be out of place for
some Magdalenite!” – Grice: “His convito is a jewel!” – Seguace di Neri.
Originario di Santa Severina, borgo collinare della Calabria Ulteriore, fu
avviato agli studi di filosofia presso l'Archiginnasio di Napoli; in seguito
passò a Roma, dove si avviò agli studi in medicina divenendo allievo di
Fusconi. Modio frequenta gli ambienti
accademici, dove entrò in contatto con alcuni dei maggiori esponenti di spicco
di quell'epoca come Molza e Tolomei.
Pubblicò la sua prima opera letteraria più famosa dal titolo Il convito,
overo del peso della moglie, un dialogo diegetico ambientato a Roma durante il
carnevale della città capitolina, in cui viene trattato il tema delle corna
durante un convivio presieduto dall'allora vescovo di Piacenza Trivulzio e a
cui parteciparono anche Gambara, Marmitta, Benci, Selvago, Raineri e
Cesario. Fu altresì grande estimatore
degli scritti di Piccolomini. Durante la
stesura in lingua volgare di un Operetta de’ Sogni, si ammalò di febbre
altissima; si spense dopo qualche giorno a Roma, nella tenuta di palazzo Ricci
in via Giulia. Opere:“Il convito,” Roma,
per Valerio, e Luigi Dorici fratelli Bressani, “Il Tevere, dove si ragiona in
generale della natura di tutte le acque, et in particolare di quella del fiume
di Roma,” Roma, appresso a Vincenzo Luchini, “Origine del proverbio che si suol
dire "anzi corna che croci", Roma, A. degli Antonii,” Jacopone da
Todi, I Cantici del beato Iacopone da Todi, con diligenza ristampati, con la
gionta di alcuni discorsi sopra di essi. Et con la vita sua nuovamente posta in
luce, Giovanni Battista Modio, Roma, appresso Hi Salviano. Prospetto autore, su
edit16.iccu.. Modio, Il Tevere, cit., c. 45r
Anno di pubblicazione della medesima opera. Gennaro Cassiani, Giovanni
Battista Modio, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Modio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Modio” – The Swimming-Pool Library.
Moiso (Torino). Filosofo. Grice: “I like
Moiso; I would think my two favourite of his treatises is one on the ‘filosofia
della mitologia’ (think Beowulf!) --; the other is a consideration on Goethe on
‘nature and her forms’ – having built my career on the natural/non-natural
distinction, it cannot but fascinate me!”
Esperto di storia della filosofia e della scienza
di fama internazionale, ha insegnato nelle Torino, Macerata e Milano. Le sue
ricerche hanno riguardato la filosofia post-kantiana, con particolare
attenzione al pensiero di Salomon Maimon, l'idealismo tedesco, con ricerche su
Kant, Fichte, Schelling e Hegel, Goethe e l'età goethiana, Achim von Arnim, il
concetto di esperienza ed esperimento nel Romanticismo, la filosofia di
Nietzsche nel suo rapporto con le scienze, il pensiero di Ernst Mach e di
Ortega y Gasset. È stato membro della Schelling Kommission per l'edizione
critica delle opere di Friedrich Wilhelm Joseph Schelling. Ha partecipato alla
Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche di Rai Educational con due
interventi sulla La filosofia della natura tedesca e sulla "Scienza specialistica
e visione della natura nell’età goethiana". Presso l'Udine è stato
istituito il CIRM Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Morfologia
“Francesco Moiso”. Opere: Fondamentali, tra le altre opere, per la ricerca
filosofica e le oltre 100 pagine dedicate a “Pre-formazione ed epigenesi
nell'età goethiana,” in “Il problema del vivente tra Settecento e Ottocento:
aspetti filosofici, biologici e medici,” – Grice: “Interesting idea, ‘il
vivente’ – we don’t have that thing in English, ‘a loose liver’ --. V Verra,
Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana. Caratteristica degli suoi studi è
la connessione tra ricerca storico-filosofica e impianto teoretico, fatto
particolarmente evidente nel volume su Schelling. “La filosofia di
Salomone Maimon,” Milano, Mursia, “Natura e cultura,” Milano, Mursia, “Vita
natura libertà,” Milano, Mursia, “Pre-formazione ed epigenesi nell'età
goethiana, in II problema del vivente tra Settecento e Ottocento. Aspetti
filosofici, biologici e medici, V Verra, Roma, Istituto della Enciclopedia
Italiana,” Nietzsche e le scienze, Milano, Cuem, -- Grice: cf. ‘gaia scienza’ –
“Tra arte e scienza,” Milano, Cuem, “La natura e le sue forme,” Cornelia
Diekamp, Milano, Mimesis, “La filosofia della mitologia,” Matteo Vincenzo
d'Alfonso, Milano, Mimesis. “Il nulla e l'assoluto” "Annuario
Filosofico", “Teleologia dopo Kant,” In: Giudizio e interpretazione in
Kant. atti del Convegno sulla Critica del Giudizio (Macerata, Genova, Idee in
Schelling, in IDEA VI Colloquio, Roma, M. Fattori e M. Bianchi, Olschki ed,
Firenze, Schelling, "Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà
umana: e gli oggetti che vi sono connessi", Commentario A. Pieper e O.
Höffe, edizione italiana F. Moiso e F, Viganò, Milano, Guerini e Associati,
Introduzione. Le Ricerche: una svolta nel pensiero di Schelling?, in Schelling,
"Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che
vi sono connessi", Commentario A. Pieper e O. Höffe, F. Moiso e F, Viganò, Milano, Guerini e
Associati, “Dio come persona,” in Schelling, "Ricerche filosofiche
sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che vi sono connessi",
Commentario A. Pieper e O. Höffe, edizione italiana F. Moiso e F, Viganò,
Milano, Guerini e Associati, I paradossi
dell'infinito, in: "Romanticismo e modernità", Torino, La scoperta
dell’osso intermascellare e la questione del tipo osteologico, in G. Giorello,
A. Grieco, Goethe scienziato, Torino,
Einaudi, Schelling: il romano antico nella filosofia dell'arte, in "Rivista
di estetica", Torino, Ortega y Gasset pensatore e narratore dell'Europa,
Milano, Gargnano del Garda, Milano: Cisalpino (Acme / Quaderni) E ho visto le
idee addirittura con gli occhi, in: Goethe: la natura e le sue forme (Atti del
Convegno Arte, scienza e natura in Goethe; Torino), Milano, Mimesis, Cornelia
Diekamp, Experientia/experimentum nel
Romanticismo, in M. VenezianiExperientia, Firenze: Olschki, L'albero della
malattia. Motivi della medicina in età romantica, in Atti della sofferenza.
Atti del seminario di studi. Udine,C. Casale e G. Garelli, Itinerari, La percezione del fenomeno originario e la
sua descrizione, in: Arte, scienza e natura in Goethe. Torino, R. Pettoello,
Francesco Moiso, In memoriam, "Acme",D'Alfonso, Matteo V., In guisa
di introduzione. L'interpretazione moisiana della "filosofia della
luce" di Fichte, in "Rivista di storia della filosofia,” M. Ivaldo,
La fichtiana dottrina della scienza e l'interpretazione di Moiso, In memoria
di Moiso. La filosofia della natura, in
"Annuario Filosofico", Paul Ziche, "Un terzo più alto, la loro
sintesi comune". Teorie della mediazione in Schelling, In memoria di Moiso. La filosofia della natura, in
"Annuario Filosofico",
Stefano Poggi, Dopo Schelling, dopo Goethe. Francesco Moiso lettore di
Mach, in In memoria di Francesco Moiso. La filosofia della natura, in
"Annuario Filosofico", Federico Vercellone, Da Goethe a Nietzsche.
Moiso tra morfologia ed ermeneutica, in In memoria di Moiso. La filosofia della
natura, in "Annuario Filosofico", Giordanetti, "Moiso interprete
di Kant", in Rivista di storia della filosofia, Gian Franco Frigo, Natura
della forma e storicità della sua comprensione, in Francesco Moiso:
testimonianze di colleghi e allievi, Torino,
La responsabilità dell'uomo per la natura nel pensiero degli scienziati
romantici inMoiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Flavio
Cuniberto, Corpo e mistero, in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e
allievi, Torino, Trauben, Matteo Vincenzo d'Alfonso, I corsi di Francesco
Moiso: una lezione di ricerca, in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi,
Torino, Trauben, Piero Giordanetti, Moiso e il kantismo di Nietzsche, in Moiso:
testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Luca Guzzardi, Tra
filosofia della natura e morfologia dei saperi: un ruolo per l'enciclopedismo,
in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Federica Viganò, Morfologia e filosofia: la
filosofia della natura come "tropica" del reale, in Moiso: testimonianze
di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Andrea Potestio (Tesi di laurea su Lo
Schelling di Heidegger), in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e
allievi, Torino, Trauben, Alessandro Mainardi (Tesi di laurea su L'estetica
pittorica di Friedrich), in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino,
Trauben, Alessio Cazzaniga (Tesi di laurea su La filosofia dell'evoluzione di
Miguel de Unamuno), in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi,
Torino, Trauben, La natura osservata e compresa: saggi in memoria di Moiso,
Federica Viganò, Milano, Guerini, N.
Moro, In ricordo di Francesco Moiso, in "Rivista di Storia della
Filosofia", Joerg Jantzen, In
memoriam: Francesco Moiso verstorben In ricordo di Francesco Moiso. Università
degli Studi di Milano, Sala Crociera Alta, 16 novembre Francesco Moiso, La rivoluzione di
Lavoisier, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche Moiso, Goethe
e la natura, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche Francesco
Moiso, Goethe poeta e scienziato, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze
Filosofiche Moiso, La riculturalizzazione della scienza, in Enciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche, Scheda biografica sul sito delle
edizioni Mimesis Citazioni di opere di
Moiso su Google Scholar Citazioni di Francesco Moiso su Google Citazioni
di Francesco Moiso sul sito della Bayerische Akademie der
WissenschaftenSchellingEdition und Archiv. Moiso. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Moiso” – The Swimming-Pool Library.
Mondin (Monte di Malo). Filosofo. Grice:“Trust an
Aquino to provide a systematic philosophy! Mind, I’ve been called a systematic
philosopher, too!” Grice: “At
Oxford, we are very familiar with angels – but only Mondin takes angeologia
seriously! Trust an Italian! Ponte Sant’Angelo comes to mind!” Dottore di
Filosofia e Religione a Harvard. È stato decano della Facoltà di Filosofia
presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. Mondin membro della
Congregazione dei Missionari Saveriani. Nei suoi studi, le principali figure di
riferimento sono state Tommaso d'Aquino e Paul Tillich, da cui ha tratto
l'ideale di un accordo e di un mutuo sostegno tra filosofia e teologia.
Opere: Etica, Etica e politica, Filosofia, Antropologia filosofica, Manuale di
filosofia sistematica, La Metafisica di Aquino e i suoi interpreti,” “Storia
dell'antropologia filosofica” Antropologia filosofica e filosofia della cultura
e dell'educazione Epistemologia e cosmologia Logica, semantica e gnoseologia
Ontologia e metafisica Storia della metafisica, Storia della metafisica, Storia
della metafisica, “Ermeneutica, metafisica, analogia in Aquino; History of
mediaeval philosophy, Storia della filosofia medievale Dizionario enciclopedico
di filosofia, teologia e morale Il sistema filosofico di Aquino Corso di storia
della filosofia, Corso di storia della filosofia, Corso di storia della
filosofia, L'uomo: chi è? Introduzione alla filosofia. Problemi, sistemi,
filosofi La filosofia dell'essere di Aquino Teologia Maria madre della Chiesa.
Piccolo trattato di mariologia “Il ritorno degli angeli” -- trattato di
angelologia, Roma, Pro Sanctitate, Ospitato su archive.is. Dizionario storico e
teologico delle missioni Dizionario enciclopedico del pensiero di Aquino, Essere cristiani oggi. Guida al cristianesimo
Il problema di Dio. Filosofia della religione e teologia filosofica La
cristologia di Aquino. Origine, dottrine principali, attualità Storia della
teologia Storia della teologia Storia della teologia Storia della teologia, Gli
abitanti del cielo Gesù Cristo salvatore dell'uomo La chiesa sacramento d'amore
La trinità mistero d'amore Dizionario dei teologi Introduzione alla teologia
Dio: chi è? Elementi di teologia filosofica Scienze umane e teologia Cultura,
marxismo e cristianesimo I teologi della liberazione, “Il problema del
linguaggio teologico dalle origini ad oggi” Filosofia e cristianesimo I teologi
della speranza I grandi teologi Professore
I grandi teologi Professore I
teologi della morte di Dio Dizionario enciclopedico di filosofia, teologia e
morale. Software Filosofia della cultura e dei valori Le realtà ultime e la
speranza cristiana Religione Nuovo dizionario enciclopedico dei papi. Storia e
insegnamenti Commento al Corpus Paulinum (expositio et lectura super epistolas
Pauli apostoli) La chiesa primizia del regno. Trattato di ecclesiologia Mito e
religioni. Introduzione alla mitologia religiosa e alle nuove religioni L'uomo
secondo il disegno di Dio. Trattato di antropologia teologica Preesistenza,
sopravvivenza, reincarnazione Teologie della prassi L'eresia del nostro secolo
Società Storia dell'antropologia filosofica Antropologia filosofica. L'uomo: un
progetto impossibile? Philosophical anthropology Una nuova cultura per una
nuova società. In ricordo di Mondin. Un
tomista ed "oltre" del XX secolo: Battista Mondin di Pierino Montini,
Congresso tomista internazionale, Roma,
nel sito "E- Aquinas" Studium thomisticum. Mondin. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mondin” – The Swimming-Pool Library.
Mondolfo (Senigallia). Filosofo. Grice:
“Mondolfo is one of the few who have focused on ‘gli eleati’ as involving a
locus – pretty much as I do when I talk of Oxonian dialectic.” Grice:
“Mondolfo’s study of the politics of Risorgimento is good; especially since
every Englishman seemed to endorse it!” -- essential Italian philosopher. Like
Grice, Mondolfo believed seriously in the longitudinal unity of philosophy and
made original research on the historiography of philosophy, especially during
the Eleatic, Agrigento, and later Roman periods. Figlio di Vito Mondolfo
e Gismonda Padovani, una famiglia benestante di commercianti. Aderisce alle
idee marxiste e socialiste. Studia a Firenze. Si laurea con F. Tocco,
discutendo una tesi su Condillac dal titolo: "Contributo alla storia della
teoria dell'associazione", un saggio da cui saranno poi tratti alcuni dei
suoi primi saggi di storia della filosofia. Frequenta un gruppo
socialista. Insegna a Potenza, Ferrara, Mantova, Padova, Torino, e Bologna. Consigliere
comunale nelle file del Partito Socialista. Collabora con la rivista
"Critica Sociale" fino a quando viene soppressa dal regime
fascista. Compone "Saggi per la storia della morale utilitaria"
di Hobbes ed Helvetius”; "Tra il diritto di natura e il comunismo", "Rousseau
nella formazione della coscienza moderna", "Il materialismo storico
in F. Engels" (Formiggimi, La Nuova Italia) "Sulle orme di Marx".
E tra i firmatari del manifesto degli
intellettuali anti-fascisti, redatto da Benedetto Croce. Si dedica alla
filosofia italica antica. Ciò nonostante, pur in questo periodo, grazie alla
politica di Gentile che volle coinvolgere filosofi di diverso orientamento
nell'impresa, collabora con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Compone la
voce Socialismo. In seguito alle leggi razziali fasciste che vietavano agli
ebrei di ricoprire cariche pubbliche, Mondolfo scrisse il proprio curriculum di
benemerenze e vi inserì lo stesso Gentile come testimone il quale ha a propormi
per il Premio Reale di filosofia presso i lincei". Gentile autorizza
Mondolfo a citarlo tra i testimoni e tenta inutilmente di farlo ri-entrare tra
gli esclusi dalle leggi razziali. Costretto a lasciare l'Italia Gentile scrive
ad Alberini e lo aiuta a trovare lavoro in Argentina. Il suo archivio personale
è depositato in parte a Firenze presso la Fondazione di Studi Storici Filippo Turati
ed in parte presso Milano. Altre saggi: Sulle orme di Marx,” – Grice:
“Whitehead used to say that metaphysics has been but footnotes to Plato; and
Strawson used to say that to rob peter to pay paul you must show first that
pragmatics is but footnotes to Grice!” --
Grice: “But of course a footnote is not a footprint – only similar!” –
Grice: “While ‘footprint’ involves Roman pressum, ‘orma’ obviates that!”
-- Cappelli); “L'infinito nel pensiero
dei greci, Felice Le Monnier, La Nuova Italia); “Problemi e metodi di ricerca
nella storia della filosofia” (Zanichelli, La Nuova Italia, Firenze, Milano,
Bompiani, “Gli albori della filosofia in Grecia,” «La Nuova Italia», Editrice
Petite Plaisance, Pistoia, . La comprensione del soggetto umano nella cultura antica,
La Nuova Italia (Milano, Bompiani ). Alle origini della filosofia della
cultura, Il Mulino, “Il pensiero politico nel Risorgimento italiano,” Nuova
accademia, Cesare Beccaria, Nuova Accademia Editrice,. “Moralisti greci: la
coscienza morale da Omero a Epicuro,” Ricciardi, “Da Ardigò a Gramsci,” Nuova
Accademia, “Il concetto dell'uomo in Marx,” Città di Senigallia, “Momenti del
pensiero greco e cristiano,” Morano, “Umanismo di Marx. Studi filosofici,
Einaudi, “Il contributo di Spinoza alla concezione storicistica, Lacaita, Polis,
lavoro e tecnica, Feltrinelli, Educazione e socialismo, Lacaita, “Gli eleati,”
Bompiani, . Note Vedi Paolo Favilli, Dizionario Biografico degli
Italiani, riferimenti in . Fu una delle
prime donne italiane a conseguire la laurea (cfr. Le donne nell'Firenze). Sposò
civilmente a Firenze in Palazzo Vecchio Cesare Battisti. La sorella di Ernesta,
Irene, sposerà Giovanni Battista Trener, per anni collaboratore di Cesare. Amedeo Benedetti, L'Enciclopedia Italiana
Treccani e la sua biblioteca, "Biblioteche Oggi", Milano, Enciclopedia
Treccani, vedi alla voce futuro di Cesare Medail, Corriere della Sera, Archivio
storico. «SOCIALISMO» la voce nella
Enciclopedia Italiana, Volume XXXI, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Paolo
Simoncelli41. Paolo Simoncelli42.
Paolo Simoncelli43. Vedi Fabio Frosini, Il contributo italiano
alla storia del PensieroFilosofia, riferimenti in . Archivio, Inventari Stefano Vitali e Piero
Giordanetti. Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per
i beni archivistici. Archivio Rodolfo
Mondolfo. Inventari, Stefano Vitali e Piero Giordanetti, Roma, Ministero per i
beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per i beni archivistici, Paolo
Simoncelli "Non credo neanch'io alla razza" Gentile e i colleghi
ebrei, Le Lettere, Firenze, L. Vernetti,
R. Mondolfo e la filosofia della prassi, Morano, E. Bassi, Rodolfo Mondolfo nella vita e nel
pensiero socialista, Tamari); A. Santucci , Pensiero antico e pensiero moderno
in Mondolfo, Cappelli, Bologna); Bobbio, Umanesimo di Rodolfo Mondolfo, in
Maestri e compagni, Passigli Editore, Firenze 1984. M. Pasquini, Del Vecchio,
il kantismo giuridico e la sua incidenza nell'elaborazione di Rodolfo Mondolfo
(Alfagrafica, Città di Castello); C. Calabrò, Il socialismo mite: tra marxismo
e democrazia, Polistampa, Firenze); E. Amalfitano, Dalla parte dell'essere
umano. Il socialismo di Rodolfo Mondolfo, L'asino d'oro, Roma.
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali,
Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere Fabio Frosini, MONDOLFO, Rodolfo, in Il contributo italiano alla storia
del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Vita opere e
pensiero Diego Fusaro, sito "filosofico.net". Fondo Rodolfo Mondolfo
Università degli Studi di Milano. Biblioteca di Filosofia. Fondo Rodolfo
Mondolfo Fondazione di Studi Storici Filippo Turati. Italiani emigrati in Argentina – Rodolfo
Mondolfo. Mondolfo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice,
Mondolfo, e la filosofia greco-romana," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Monferrato (Casale
Monferrato). Filosofo. Autore di opere di teologia e scienza e legato
pontificio. Entrò nell'ordine francescano nella provincia genovese. Docente
presso lo studio francescano di Assisi. Compone il saggio “Quaestio de
velocitate motus alterationis” (Venezia). In esso presentò un'analisi grafica
del movimento dei corpi uniformemente accelerati. La sua attività di
insegnamento in fisica matematica influenza gli studiosi che operarono all'Padova
e Galilei che ri-propose idee simili. ‘Giovanni da Casale’, Enciclopedie on
line, Treccani. Filosofia Filosofo del XIV secoloTeologi italiani Casale
MonferratoStoria della scienza. Monferrato. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Monferrato” – The Swimming-Pool Library.
Montanari (Roma). Filosofo. Massino Montanari.
Montani
(Teramo). Flosofo. Allievo di Emilio Garroni, è Professore di
Estetica alla Sapienza Roma, è stato Directeur d'Études Associé presso
all'EHESS di Parigi e ha insegnato Estetica al Centro sperimentale di
cinematografia di Roma. La sua ricerca si concentra oggi principalmente sui
temi di filosofia della tecnica. Allievo di Emilio Garroni, per Montani
l'estetica non va considerata come filosofia dell'arte, ma come una teoria
della sensibilità umana, che ha la peculiarità di essere aperta agli stimoli
del mondo esterno. La riflessione di Montani si snoda in diversi passaggi e
attraverso il confronto con alcuni dei protagonisti della filosofia, della linguistica,
della semiotica e della teoria del cinema del Novecento, avendo sempre come
punto di riferimento la filosofia critica di Kant. Pensiero Ermeneutica e
filosofia critica. Pubblica Il debito del linguaggio, in cui, partendo dal
confronto con le teorie strutturaliste, in particolare quelle di Jakobson e
JMukarovsky, mostra come la questione del significato del testo poetico non
possa essere risolta mediante l'individuazione del codice linguistico o
semiotico di riferimento, ma rimandi ad una condizione estetica della
significazione. Questo tema viene ulteriormente approfondito in Estetica ed
ermeneutica. Prendendo le mosse dalla filosofia critica kantiana, propone di
ripensare la verità nel senso heideggeriano dell’ “a-letheia”, del
“dis-velamento” dell'essere come una situazione ermeneutica strettamente
legata all'effettiva esperienza del soggetto, seguendo la rilettura della
filosofia di Heidegger proposta da Gadamer.La formazione e il pensiero di
Montani sono stati segnati dal suo interesse per il cinema e in particolare per
Vertov e Ėjzenštejn. Di entrambi ha curato l'edizione degli scritti. Nel testo
“L'immaginazione narrative” (Guerini) coniuga l'interesse per il cinema con
quello più strettamente filosofico per il tema dell'immaginazione. Propone di
considerare l'immaginazione nei termini in cui, in Tempo e racconto, Ricœur
parla della narrazione, ovvero come di un processo di “rifigurazione”
dell'esperienza del tempo da parte dell'uomo. Per Ricoeur la narrazione ha il
potere di far fare al lettore esperienza di un tempo propriamente umano.
Montani fa propria la tesi di Ricoeur, applicandola però, all'ambito della
narrazione cinematografica. Montani ritiene che il territorio
dell'immaginazione in cui lavora il cinema sia quello dell'intreccio tra finzione
e testimonianza, tra la costruzione dell'intreccio narrativo e la
documentazione del reale. La trasformazione dell'esperienza del tempo avviene,
così, ad un livello più profondo e creativo. Tecnica ed estetica Con
Bioestetica si inaugura la fase più recente del pensiero di Montani, dedicata
all'approfondimento del rapporto tra tecnica e estetica. Attraverso il
paradigma della bioestetica Montani propone di leggere i fenomeni di biopotere
che caratterizzano l'epoca contemporanea a partire dalla loro natura
innanzitutto tecnica ed estetica, cioè a partire dal fatto che la sensibilità
dell'essere umano viene sempre più orientata ed organizzata tecnicamente. Il
biopotere consiste proprio nella capacità di canalizzare la sensibilità umana.
In L'immaginazione intermediale Montani prende in analisi i modi in cui il
cinema risponde alle forme di anestetizzazione. Prendendo le mosse dalla
spettacolarizzazione della politica emersa in seguito all'attentato delle Torri
Gemelle, Montani introduce il concetto di "autenticazione
dell'immagine", che non consiste nell'accertamento del referente fattuale
dell'immagine (il vero, il reale) ma nella rigenerazione di un orizzonte di
senso condiviso, la capacità di riferimento dell'esperienza e del linguaggio,
in un'epoca caratterizzata da crescenti fenomeni di “indifferenza referenziale”
La riflessione sul rapporto tra estetica e tecnica continua in “Tecnologie
della sensibilità”, in cui viene teorizzata l'esistenza di una terza funzione
dell'immaginazione: accanto a quella produttiva e riproduttiva vi è una
funzione inter-attiva. L'immaginazione inter-attiva diventa il paradigma
attraverso cui leggere l'epoca contemporanea, attraversata profondamente da
fenomeni dell'inter-attività digitale e dalla proliferazione di ambienti
virtuali. Opere: “Il debito del linguaggio: il problema dell'auto-riflessività
nel segno, nel testo e nel discorso,” – Grice: “There is the ‘debito’ and there
is the ‘credito’ or ‘price’ of semiosis, too!” -- Marsilio, Venezia; -- Grice:
“Actually, Montani uses ‘aesthetic self-reflection,’ using ‘aesthetic’
etymologically, as per what he calls ‘ermeneutica sensibile’ -- Fuori campo: studi sul cinema e l'estetica,
Quattroventi, Urbino; Estetica ed ermeneutica: senso, contingenza, verità,
Laterza, Roma-Bari; L'immaginazione
narrativa: il racconto del cinema oltre i confini dello spazio letterario,
Guerini e associati, Milano; Arte e verità dall'antichità alla filosofia
contemporanea: un'introduzione all'estetica, Laterza, Roma-Bari; L'estetica
contemporanea: il destino delle arti nella tarda modernià, Carocci, Roma; Lo stato dell'arte:
l'esperienza estetica nell'era della tecnica, M. Carboni eMontani, Laterza,
Roma-Bari; Bioestetica: senso comune, tecnica e arte nell'età della
globalizzazione, Carocci, Roma; L'immaginazione intermediale: perlustrare,
rifigurare, testimoniare il mondo visibile, Laterza, Roma-Bari; Tecnologie della sensibilità. Estetica e
immaginazione interattiva, Cortina, Milano. -- Note Montani, Il senso, Rai
Scuola, su raiscuola.rai. I percorsi
dell'immaginazione. Studi in onore di Pietro Montani., Pellegrini, . Rinaldo Censi, Cine-occhi e cine-pugni: due
modi di intendere il cinema, su Nazione Indiana, L'immaginazione estatica. Estetica, tecnica e
biopolitica, su giornaledifilosofia.net. 2 lAlessandra Campo, Biopolitica come
an-estetizzazione. Il significato estetico della biopolitica, su
sintesidialettica. Montani, L'immaginazione intermediale, Laterza, Montani,
L'immaginazione intermediale, Laterza, Anna Li Vigni, Gli occhiali per immaginare,
Il Sole 24 Ore. La vita immersa nell’estetica del virtuale, su ilmanifesto. Pietro
Montani. Montani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Montani” – The
Swimming-Pool Library.
Montinari
(Lucca).
Filosofo. Grice: “If I were asked to identify the main difference between the
Italian philosopher and the Oxonian philosopher is that the Italian philosopher
takes Nietzsche seriously! But then he lived at Torino!” «Nelle istituzioni
esistenti, sostenute da immani forze di produzione e di distruzione, viene
assimilata e mercificata ogni e qualsiasi protesta, persino quella dei Lumpen,
ogni tentativo di lasciare la «nave dei folli». Se il metodo di Nietzsche può
ancora aiutarci, allora l'unica forza che ci è rimasta è quella della cultura,
della ragione.» Considerato uno dei massimi editori e interpreti di
Nietzsche. Ha definitivamente dimostrato che Nietzsche non ha mai scritto
un'opera dal titolo “La volontà di Potenza” e che le cinque diverse
compilazioni che la sorella del filosofo e altri editori dilettanti hanno
pubblicato sotto questo titolo sono testi del tutto inaffidabili per
comprendere il pensiero di Nietzsche. Si era formato alla Scuola Normale
Superiore di Pisa e all'Pisa, presso la quale si laureò con una tesi, “I
movimenti ereticali a Lucca.” Caduto il fascismo, divenne un attivista del
Partito comunista, presso il quale si occupava della traduzione di scritti dal
tedesco. Mentre visitava la Germani a Est per motivi di ricerca, fu testimone
della rivolta del '53. Successivamente, in seguito alla repressione della
Rivoluzione ungherese del 1956, si allontanò dall'ortodossia marxista e dalla
carriera nel partito. Mantenne tuttavia la sua iscrizione al PCI, e rimase
fedele agli ideali del socialismo. Collaborò con le Edizioni Rinascita, e per
un anno fu direttore dell'omonima libreria in Roma. Dopo averne rivisto la
raccolta di opere e manoscritti in Weimar, Colli e Montinari decisero di
iniziarne una nuova edizione critica. Essa divenne lo standard per gli
studiosi, e fu pubblicata in da Adelphi. Per questo lavoro fu preziosa la sia
abilità nel decifrare la scrittura a mano (praticamente incomprensibile) di
Nietzsche, fino a quel momento trascritta solo da "Gast“ (Köselitz).
Fonda la rivista Nietzsche-di cui fu coeditore. Attraverso le sue traduzioni ed
i suoi commenti di Nietzsche, diede un contributo fondamentale alla ricerca
storica e filosofica, inserendo Nietzsche nel contesto del proprio tempo.
Opere : “Che cosa ha veramente detto Nietzsche”
Roma, Ubaldini, ripubblicato come
“Che cosa ha detto Nietzsche,” [Grice: “I convinced Montinari that
‘veramente’ is a trouser word and should be avoided!” -- Giuliano Campioni,
Milano, Adelphi. Su Nietzsche, Roma, Editori Riuniti, Curatele: edizioni critiche Teoria della
Natura, Torino, Boringhieri, Milano, SE,
F Nietzsche, Lettere a Rohde, M. Montinari, Torino, Boringhieri,
Nietzsche, Opere, (Milano, Adelphi,
Nietzsche, Il caso Wagner: Crepuscolo degli idoli; L'anticristo; Scelta
di frammenti postumi, S. Giametta, Ferruccio Masini, M. Montinari, Giorgio
Colli, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Nietzsche, Ecce homo; Ditirambi di
Dioniso; Nietzsche contra Wagner; Poesie e scelta di frammenti postumi, Roberto
Calasso e M. Montinari, Giorgio Colli, Milano, A. Mondadori, Nietzsche,
Schopenhauer come educatore,Milano, Adelphi, Epistolario di Nietzsche, María
Ludovica Pampaloni Fama, Milano, Adelphi,
Nietzsche, Scritti giovanili,
Giorgio Colli, Mario Carpitella, M. Montinari, trad. di Mario
Carpitella, Milano, Adelphi, Arthur Schopenhauer, La vista e i colori Carteggio
con Goethe, M. Montinari, Abscondita,
Nota introduttiva a Genealogia della morale (di Nietzsche),
Mazzino Montinari,Nietzsche e Van Gogh, due cardini del pensiero
occidentale moderno di Bettozzi
(Liberaldemocaratici), su liberal democratici..
«Tant qu'il ne fut pas possible aux chercheurs les plus sérieux
d'accéder à l'ensemble des manuscrits de Nietzsche, on savait seulement de
façon vague que La Volonté de puissance n'existait pas comme telle (...) Nous
souhaitons que le jour nouveau, apporté par les inédits, soit celui du retour à
Nietzsche.» (Gilles Deleuze) Aveva
infatti ottenuto una borsa di studio della Scuola Normale Superiore a
Francoforte sul Meno. Rinascita
OnLine Che era stato il suo maestro.
Giuliano Campioni, Dizionario Biografico degli Italiani stituto
dell'Enciclopedia italiana Treccani Giuliano Campioni, Giuliano Campioni,B
Giuliana Lanata, Esercizi di memoria, Bari, Levante Editori, (notizie su M. M.
nell'articolo su Colli anche a proposito dell'Enciclopedia di autori classici,
Editore Boringhieri, progettata e diretta da Colli e a cui M. M .collaborò).
Paolo D’Iorio , L'arte di leggere Nietzsche, Firenze, Ponte alle
grazie,Giuliano Campioni, Leggere Nietzsche. Alle origini dell'edizione critica
Colli-Montinari. Con lettere e testi inediti, Pisa, Mazzino Montinari: l'arte
di leggere Nietzsche Paolo D'Iorio, Pubblicato da Ponte alle grazie, Studi
germanici — Di Istituto italiano di studi germanici — Pubblicato da Edizioni
dell'Ateneo, Originale disponibile presso la l'Università della Virginia —
"Mazzino Montinari, Nietzsche", di Francesca Tuca Giuliano Campioni,
Da Lucca a Weimar: Mazzino Montinari e Nietzsche in Nietzsche. Edizioni e
interpretazioni, Maria Cristina Fornari, ETS, Pisa, Die "ideelle Bibliothek
Nietzsches". Von Charles Andler Montinari Pensiero di Schopenhauer Roberto
Roscani Torino#Filosofi Giuliano Campioni, Mazzino Montinari, in Dizionario
biografico degli italiani, stituto
dell'Enciclopedia Italiana, . Opere di Mazzino Montinari, Centro interdipartimentale
di studi Colli-Montinari su Nietzsche e la Cultura Europea — Pisa, Lecce,
Padova e Firenze (Centronietzsche.net), su centronietzsche.net. Grice::
“Montinari is right that ‘la volonta di potenza’ ‘n’existe pas’ – vacuous name.
Mazzino Montinari. Montinari. Refs. Luigi Speranza, “Grice e Montinari:
l’implicatura di Nietzsche” – The Swimming-Pool Library.
Monte (Pesaro). Filosofo. Grice: “I like to illustrate a
‘scientific revolution’ with Del Monte’s refutation on the equilibrium
controversy, since it involves a lot of analyticity that only a philosopher can
digest!” -- essential Italian philosopher. Il marchese Guidubaldo Bourbon Del
Monte (Pesaro), filosoMecanicorum liber, Suo padre, Ranieri, originario da un
famiglia benestante di Urbino, discendente dalla schiatta dei Bourbon del Monte
Santa Maria, fu notato per il suo ruolo bellico e fu autore di due libri
sull'architettura militare. Il duca di Urbino, Guidobaldo II della Rovere, gli
attribuì, per meriti, il titolo di Marchese del Monte, dunque la famiglia
divenne nobile solo un generazione prima di Guidobaldo. Alla morte del padre, ottenne
il titolo di Marchese. Studia matematica a Padova. Mentre era lì, strinse una
grande amicizia con Tasso. Combatté nel conflitto in Ungheria, tra l'impero degli
Asburgo e l'Impero Ottomano. Al termine della guerra, torna nella sua tenuta a
Mombaroccio, vicino Urbino, dove passava i giorni studiando matematica, meccanica,
astronomia e ottica. Studia matematica con l'aiuto di Commandino. Divenne amico
di Baldi, che fu anch'esso studente di Commandino. Ispettore delle
fortificazioni del Granducato di Toscana, pur continuando a risiedere nel
Ducato di Urbino. In quegli anni,
corrisponde con numerosi matematici inclusio Contarini, Barozzi e Galilei e con alcuni di loro si dice abbia avuto anche
relazioni più che professionali.
L'invenzione per la costruzione di poligoni regolari e per dividere in
un numero determinato di segmento qualsiasi linea fu incorporata come caratteristica
del compasso geometrico e militare di Galileo. Proprio fu fondamentale nell'aiutare
Galilei nella sua carriera, che e un promessa ma disoccupato. Raccomanda il
toscano al suo fratello Cardinale, che a sua volta parla con il potente Duca di
Toscana, Ferdinando I de' Medici. Sotto la sua protezione, Galileo ha una
cattedra di matematica all'Pisa. Guidobaldo divenne un amico fidato di Galileo e
lo aiutò nuovamente quando dovette necessariamente fare domanda per poter
insegnare matematica all'Padova, a causa dell'odio e della macchinazione di Giovanni
de' Medici, un figlio di Cosimo de' Medici, contro Galileo. Nonostante la loro
amicizia, Guidobaldo fu un critico di alcune teorie di Galileo, come quella
relativa alla legge dell'isocronismo delle oscillazioni. Compone un importante
saggio sulla prospettiva, “Perspectivae Libri VI”, pubblicato a Pesaro che ha
ampia diffusione. E sicuramente, anche secondo il parere di Galileo, uno dei
massimi studiosi di meccanica e matematica. “Mechanicorum liber”. Pisauri. Altre
saggi: “Mechanicorum liber,” Pisauri, Girolamo Concordia, “Planisphaeriorum
universalium theorica, Pisauri, Girolamo Concordia, “De ecclesiastici
calendarii restitutione, Pisauri, Girolamo Concordia, “Perspectivae libri sex”
(Pisauri, Girolamo Concordia); “Problematum astronomicorum libri septem,”
Venetiis, Bernardo Giunta, Giovanni Battista & C Ciotti, “De cochlea,”
Venetiis, E. Deuchino, “Mecanicorum liber,” Venetiis, Evangelista Deuchino); “Le
mechaniche dell'illustriss. sig. Guido Vbaldo de' marchesi Del Monte: tradotte
in volgare dal sig. Filippo Pigafetta” (Venezia); “Le mechaniche
dell'illustriss. sig. Guido Vbaldo de' marchesi Del Monte: tradotte in volgare
dal sig. F. Pigafetta nelle quali si contiene la vera dottrina di tutti gli
istrumenti principali da mouer pesi grandissimi con picciola forza” (Venezia,
Franceschi); “Lettere di Monte aContarini, pubblicate ed illustrate da A.
Favaronota” (Venezia); “I sei libri della prospettiva di Guidobaldo dei
marchesi Del Monte dal latino tradotti interpretati e commentati da Rocco
Sinisgalli, presentazione di Gaspare De Fiore, Roma, La teoria sui planisferi universali (Rocco
Sinisgalli, Salvatore Vastola, Firenze). Galileo (che nel frattempo era stato
molto probabilmente anche suo ospite) puo occupare la cattedra di Padova, grazie
anche all’intervento delduca., che nell’ambiente veneto poteva contare, oltre
che sull’amicizia di un Contarini e di un Pinelli, sull’autorità e l’influenza
di Giambattista Del Monte, generale delle fanterie della Repubblica": Fondazione
cardinal Francesco maria delmonte/guidobaldo-del-monte/. A. Giostra, La stella
o cometa nelle lettere di Monte a Giordani, Giornale di Astronomia. Galilei
Guidobaldo II della Rovere Mombaroccio. in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Guidobaldo Del Monte. Monte. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice e del Monte," per Il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Moramarco
(Reggio
nell’Emilia). Filosofo. Grice:
“Unlike Moramarco, what most people know about massoneria is via “Il flauto
magico”!” Grice: “Moramarco analyses massoneria aa a philosophical cult,
talking about ‘brotherly link’ ‘vincolo fraterno’ – he has unearthed a few
fascinating details about massoneria in Italy. Esponente
della Massoneria te assertore di una sintesi religiosa tra Mazdeismo e
Cristianesimo. Discende da un'antica famiglia di Altamura, di ascendenze
latino-germaniche, cresciuta e ramificatasi durante il dominio dei Farnese. Studioso
di Massoneria, ha scritto la Nuova Enciclopedia Massonica in tre volumi
(1989-1995, seconda ed. 1997), importante testo di ricerca massonologica. Un
suo precedente volume, La Massoneria ieri e oggi fu tra i primi,
sull'argomento, pubblicati in Russia dopo il crollo del regime sovietico, che
aveva proscritto le Logge. Iniziato nel Grande Oriente d'Italia il 10
dicembre 1975, divenne Maestro Venerabile della Loggia Intelletto e Amore n.
723, e nel 1986 ricevette la decorazione all'Ordine di Giordano Bruno,
conferita a quanti si distinguono nello studio e nella diffusione degli ideali
massonici. Coordinatore scientifico del Convegno Internazionale 250 anni
di Massoneria in Italia, al quale parteciparono studiosi quali Paolo Ungari,
Alessandro Bausani, Aldo A. Mola, Alberto Basso, Fabio Roversi Monaco, Paolo
Ricca. Il convegno fiorentino costituì la prima risposta pubblica, da parte
della Comunione massonica di Palazzo Giustiniani, alle degenerazioni della
P2. Nello stesso anno, in qualità di Garante d'Amicizia tra il Grande
Oriente d'Italia e la Grand Lodge of South Africa, richiese, d'accordo con il
Gran Maestro Armando Corona, che tutte le Logge sudafricane, peraltro già
avviate in tale direzione (quando un gruppo
di Liberi Muratori della Massoneria Prince Hall era stato ammesso nella Loggia
"De Goede Hoop" di Cape Town), abrogassero l'apartheid, scelta che
esse fecero, qualificandosi tra le prime associazioni bianche a superare la
segregazione razziale. Nel 1992 uscì dal Grande Oriente d'Italia, rigettandone
il laicismo, per ravvivare i nuclei massonici di impronta cristiana e
spiritualista, che assunsero la denominazione Real Ordine degli Antichi Liberi
e Accettati Muratori (A.D. 926). Su tale concezione della Massoneria ha scritto
La via massonica. Dal manoscritto Graham al risveglio noachide e cristiano (),
un testo dal quale emerge, fra l'altro, l'importanza della devozione alla
Vergine Maria, come madre del Cristo ed espressione umana della divina Sophia,
nella genesi della spiritualità massonica. Ha ricostruito le vicende
della Gran Loggia d'Italia, l'altra associazione maggioritaria di Liberi
Muratori in Italia, nel volume Piazza del Gesù . Documenti rari e inediti della
tradizione massonica italiana, contribuendo in seguito alla realizzazione di
programmi tematici per varie emittenti televisive, tra le quali Rossija 24 (),
Reteconomy () e È TV Rete7. Ha conseguito il 33º grado del Rito scozzese
antico ed accettato e il VII del Rito filosofico italiano, che nel secondo
decennio del Novecento vide tra le sue fila i neopitagorici Arturo Reghini e
Amedeo Rocco Armentano. Fonda in Italia l'Antico Rito Noachita su patente
ricevuta presso il British Museum dall'ex Maestro Venerabile della Loggia
"Heliopolis" di Londra. Ha realizzato una colonna sonora per i
rituali massonici, dal titolo Masonic Ritual Rhapsody. presso la Loggia
"Gottfried Keller" di Zurigo, è stato ricevuto come membro
nell'Independent Order of Odd Fellows. Già attivo con Joseph L. Gentili, editore del newsletter Brooklyn Universalist
Christian, in un progetto di restaurazione della Chiesa Universalista
d'America, contro la deriva liberal di quel movimento, ha ricevuto il navjote
zoroastriano . Nel volume Il Mazdeismo Universale propone una visione eclettica
di tale religione, collegando ad essa elementi del misticismo ebraico, del
dualismo platonico e cristiano, del buddhismo Mahāyāna, e riconoscendo in Gesù
il saoshyant (divino soccorritore, messia) profetizzato dall'antica religione
iranica, in una prospettiva teologica di tipo mazdeo-cristiano, intorno alla
quale si è formata una Fraternità Mazdea Cristiana. Si è avvicinato alle
correnti latitudinaria e mistica dell'Anglicanesimo e al percorso religioso di
Loyson, confluendo in una comunità religiosa di orientamento eclettico , ove ha
potuto conservare la doppia appartenenza, cristiana e zoroastriana. Entro tale
gruppo, che nel gennaio ha assunto la
denominazione Reformed Cloister of the Holy SpiritUnione Riformata
Universalista, è un oblato di San Pellegrino delle Alpi, secondo la Regola che,
ispirandosi alle tradizioni fiorite intorno alla vita di quell'eremita del
Cristianesimo celtico, contempla almeno un atto quotidiano "di giustizia,
o di soccorso fraterno" anche nei riguardi di animali e piante.
Laureatosi cum laude in Filosofia presso l'Bologna,, con una tesi sul pensatore
indiano Sri Aurobindo (relatore il noto indologo e sanscritista Giorgio Renato
Franci), nella seconda metà degli anni Ottanta si è formato in Training
autogeno e Psicoterapia con la procedura immaginativa sotto la guida di Luigi
Peresson. Ha trattato dei nessi tra Zoroastrismo e Cristianesimo nei
libri La celeste dottrina noachita ( e I Magi eterni, di fenomenologia del
sacro ne L'ultima tappa di Henry Corbin e di tanatologia in Psicologia del morire.
Ha scritto sulle esperienze di autogestione dei lavoratori nel mondo e sui
rapporti tra socialismo e religione per Azione nonviolenta, la rivista fondata
da Aldo Capitini. Con il saggio Per una rifondazione del Socialismo partecipò
al simposio "Marxismo e nonviolenza" (Firenze) nel quale
intervennero, tra gli altri, Norberto Bobbio e Roger Garaudy. -- è un
sostenitore della lingua ausiliaria internazionale Esperanto. Ha aderito al
gruppo esperantista bolognese "Achille Tellini 1912". In ambito
narrativo, ha scritto Diario californiano e Torbida dea. Si è occupato di
storia dello spettacolo, scrivendo I mitici Gufi (2001), sul celebre quartetto
di cabaret degli anni sessanta, e partecipando all'allestimento del programma
Gufologia per Rai Sat; con l'ex "Gufo" Roberto Brivio ha collaborato
sia nella riproposta del repertorio del gruppo in teatri e circoli culturali,
sia nella realizzazione di un laboratorio teatrale e musicale che vide
attivamente coinvolti numerosi alunni portatori di disabilità, presso l'Istituto
medio superiore in cui insegnò psicologia. Ha inciso quattro CD,
Allucinazioni amorose (meno due), Gesbitando, Come al crepuscolo l'acacia e
Existenz, che contengono sue canzoni e brevi suites strumentali, ricevendo il
plauso, tra gli altri, di critici come Maurizio Becker, Mario Bonanno (Musica
& Parole) e Salvatore Esposito (Blogfoolk), di autori come Bruno Lauzi,
Ernesto Bassignano, Giorgio Conte e dei jazzisti Giulio Stracciati e Shinobu
Ito. Nel dicembre è stato chiamato
da Luisa Melis, figlia e continuatrice dell'opera di Ennio Melis, il patron
della RCA Italiana, a far parte della giuria del Premio De André. Opere:“La
Massoneria” (De Vecchi, Milano), “La Massoneria: cronaca, realtà, idee (De
Vecchi, Milano), “Per una rifondazione del socialismo, in : Marxismo e
nonviolenza (Lanterna, Genova), “La Libera Muratoria” (SugarCo, Milano).
Masonstvo v proshlom i nashtoiashchem (Progress, Moskva 1990), “La Massoneria.
Il vincolo fraterno che gioca con la storia” (seconda ed., Giunti, Firenze)
Diario californiano (Bastogi, Foggia) Grande Dizionario Enciclopedico UTET
(quarta ed., Torino) (voci: Antroposofia, Besant, Cagliostro, Radiestesia,
ecc.) L'ultima tappa di Henry Corbin, in Contributi alla storia
dell'Orientalismo, G.R. Franci (Clueb, Bologna) “250 anni di Massoneria in
Italia” (Bastogi, Foggia) Nuova Enciclopedia Massonica (Ce.S.A.S., Reggio E.;
seconda ed.: Bastogi, Foggia) Psicologia del morire, in I nuovi ultimi (Francisci, Abano Terme)
Piazza del Gesù. “Documenti rari e inediti della tradizione massonica italiana”
(Ce.SA.S. Reggio Emllia) Sette Lodi Massoniche alla Beata Vergine Maria (Real
Ordine A.L.A.M., Reggio Emilia 1992) La celeste dottrina noachita (Ce.S.A.S,
Reggio E.) I mitici Gufi (Edishow, Reggio Emilia) Torbida dea. Psicostoria d'amore,
fantomi & zelosia (Bastogi, Foggia) Il Mazdeismo Universale. Una chiave
esoterica alla dottrina di Zarathushtra (Bastogi, Foggia ) I Magi eterni. Tra
Zarathushtra e Gesù (con Graziano Moramarco) (Om Edizioni, Bologna ) La via
massonica. Dal manoscritto Graham al risveglio noachide e cristiano (Om
Edizioni, Bologna ) Massoneria. Simboli, cultura, storia (consulenza
scientifica di M.M.) (Atlanti del Mistero/Giunti-De Vecchi, Firenze )
Introduzione alla Libera Muratoria (Il Settenario, Bologna ) Musica Allucinazioni
amorose (meno due) (cd) (Bastogi Music Italia) Masonic Ritual Rhapsody (cd)
(Bastogi Music Italia) Gesbitando (cd, con Andrea Ascolini) (Bastogi Music
Italia ) Come al crepuscolo l'acacia (cd) (Heristal Entertainment, Roma )
Existenz (cd) (Heristal Entertainment, Roma ). Note Aplogruppo Mola, Un valido impulso per una
Massoneria "à parts entières", in 250 anni di Massoneria in Italia,
F. Ferrari, La Massoneria verso il futuro (una conversazione con Michele
Moramarco) v. ) Una breve rassegna di
testi fondamentali sulla Massoneria si trova sul sito del Cesnur diretto da
Massimo Introvigne. Vedi anche le recensioni di E. Albertoni ne Il Sole 24 Ore,
p.1 inserto domenicale, e di G. Caprile ne La Civiltà Cattolica, 6Il volume fu
pubblicato nel 1990, anno della dissoluzione dell'URSS, dalla casa editrice
Progress, V. Brunelli, Massoneria: è finito con la condanna della P2 il tempo
delle logge e dei "fratelli" coperti, in Corriere della sera, Il
Corriere della Sera dedicò un lungo articolo allo "scisma" (v. ). Del
Real Ordine A.L.A.M. si è occupato anche il centro di ricerca Cesnur, diretto
dal noto storico e sociologo delle religioni Massimo Introvigne,
v.//cesnur.org/religioni_italia/a/ appendice_02.htm. Il termine Real non aveva
alcun riferimento alla storia italiana, ma si richiamava alla leggenda,
contenuta negli Antichi doveri, secondo cui l'Ordine Massonico ricevé le sue
proto-costituzioni dal re Atelstano d'Inghilterra (Æðelstan); recentemente il
Real Ordine ha assunto la denominazione di Unione Cristiana dei Liberi
Muratori Rito filosofico italiano Antico Rito Noachita Masonic Ritual Rhapsody, Bastogi Music
Italia, youtube.com/watch?v=rSs0 4kpA36U. A questa esperienza è collegata la
sua iscrizione alla SIAE come autore musicale
Del percorso che lo ha condotto verso la visione di Zoroastro
(Zarathushtra) si è occupata la rivista parsi di Bombay, Parsiana, così come il
quotidiano torinese La Stampa v. mazdeanchristian.wordpress.com/ latitudinarismo, in Dizionario di filosofia,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, v.
riformati universalisti.wordpress.com// In questa comunità si ritrovano, su
vari temi, idee tratte dal Manicheismo, dall'Arianesimo, dal Quaccherismo,
dall'Unitarianismo, dal Giurisdavidismo e dall'universalismo hindu-cristiano
del movimento Navavidhan fondato da Keshab Chandra Sen (1838-1884). Frequenti e
significativi sono altresì i riferimenti al pensiero di aint-Martin e alla
"religione aperta"o della "compresenza dei morti e dei
viventi"elaborata da Capitini, Stracciati
Ito E. Albertoni, Tante fedi,
nessun dogma (recensione della Nuova Enciclopedia Massonica, Il Sole 24 Ore,I,
inserto culturale domenicale) M. Chierici, Nasce la Lega dei Venerabili
(Corriere della Sera) S. Esposito , Dalle radici del Mazdeismo all'Alleanza Mazdea
CristianaIntervista con Michele Moramarco (in Secreta Magazine S. Esposito ,
Gesbitando: intervista con Michele Moramarco (Blogfoolk) F. Ferrari, La
Massoneria verso il futuro (una conversazione con Michele Moramarco) (Bastogi,
Foggi8) S. Semeraro, Tra la via Emilia e l'Est. Così parlò Zoroastro (La
Stampa, Torino) S. Sari, Unico e plurimo al contempo, Dio secondo gli
Zoroastriani [intervista a M.M.](Libero) G. Giovacchini, Cultura e spiritualità
della Massoneria italiana nella seconda metà del '900 [prefazione di Michele
Moramarco] (Tiphereth, Acireale-Roma )
Zoroastrismo Universalismo Massoneria Rosacroce michelemoramarco. blog del Real Ordine A.L.A.M., su
realordine.wordpress.com. Pagina sul sito di Heristal Entertainment, su
heristal.eu. blog degli anglicani latitudinari, su
riformatiepiscopali.wordpress.com. Michele Moramarco. Moramarco. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moramarco” – The Swimming-Pool Library.
Moravia
(Bologna).
Filosofo. Grice: “I like Moravia: he
has philosophised on what makes us ‘human,’ (“il pungolo dell’umano”) – his
analysis of ‘il ragazzo selvaggio’ is sublime – and he has played with
‘reason,’ hidden and strutturata – and the universi di senso with which I
cannot but agree! – provided we don’t multiply them ad infinitum!” -- Grice: “I like Moravia’s idea of ‘la ragione
nascosta’ – you have indeed to seek and thou shalt find!” -- “Il Nietzsche che
prediligo è il Nietzsche terreno, umano, presente nel tempo. È il Nietzsche
intrepido esploratore del sottosuolo dell'uomo e dei disagi della civiltà. È il
Nietzsche che fertilmente e sofferentemente (non narcisisticamente) vive e
pensa il nichilismo: ma per andare oltre il nichilismo. È soprattutto il
Nietzsche cheneo-illuminista forse malgrado luivuole conoscere, capire, dare un
(nuovo) senso alle cose.” Professore a Firenze.
Allievo diGarin, si è formato in ambiente fiorentino conseguendovi la
laurea in filosofia nel 1962 con tesi su Gian Domenico Romagnosi. Professore
incaricato dal 1969, è poi diventato, nel 1975, ordinario di Storia della
Filosofia all'Firenze. Nel corso della
sua carriera, si è interessato particolarmente dell'illuminismo francese e del
pensiero del Novecento, della storia e dell'epistemologia delle scienze umane,
con particolare attenzione all'antropologia, la filosofia della mente e
l'esistenzialismo. I suoi studi e le sue ricerche hanno aperto nuove
prospettive interdisciplinari fra pensiero filosofico e scienze umane. Attualmente, le sue attenzioni sono rivolte
verso l'opera e il pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche del quale,
nel 1976, pubblicò già una celebre antologia dal titolo La distruzione delle
certezze e, nel 1985, una raccolta di saggi intitolata Itinerario nietzscheano.
Proprio un nuovo modo di avvicinarsi e concepire il pensiero del filosofo
tedesco lo hanno reso uno dei suoi interpreti più originali e più
discussi. Grazie ai suoi studi e
contributi filosofici, è stato visiting professor presso l'Università della
California a Berkeley, l'Università del Connecticut a Storrs e il Center for
the Humanities della Wesleyan University.
Conferenziere presso altre sedi universitarie americane (fra le quali,
Harvard, UCLA, Boston) ed europee (Francia, Belgio, Germania), è cofondatore
della “Società italiana degli studi sul XVIII secolo”, nonché membro del
Comitato direttivo delle Riviste filosofiche “Iride” e “Paradigmi”. Collabora
ai giornali Corriere della Sera, Quotidiano nazionale, La Repubblica. Altri saggi: “Il tramonto dell'Illuminismo.
Filosofia e politica” (Laterza, Roma-Bari); “La ragione nascosta” (Sansoni,
Firenze, La scienza dell'uomo nel Settecento, Laterza, Roma-Bari,
L’antropologia strutturale, G.C. Sansoni, Firenze, Sartre, Laterza, Roma-Bari,
La teoria critica della società, G.C. Sansoni, Firenze, Il pensiero degli idéologues.
Scienza e filosofia, La Nuova Italia, Firenze, “La distruzione delle certezze.
Raccolta antologica di scritti nietzschiani, La Nuova Italia, Firenze,
“Linguaggio, scuola e società not ‘storia’! -- Guaraldi, Firenze, Filosofia e scienze umane nell'età dei Lumi,
G.C. Sansoni, Firenze, Pensiero e civiltà, Le Monnier, Firenze, “Il ragazzo
selvaggio dell'Aveyron.” Pedagogia e psichiatria nei testi di Itard, Pinel e
dell'anonimo della "Décade", Laterza, Roma-Bari , Itinerario
nietzscheano, Guida, Napoli, Educazione e pensiero, Le Monnier, Firenze,
Filosofia: storia e testi, Le Monnier, Firenze, “L'enigma della mente” Laterza,
Roma-Bari, Compendio di filosofia, Le
Monnier, Firenze, L'enigma dell'esistenza. Soggetto, morale, passioni nell'età
del disincanto, Feltrinelli, Milano, L'esistenza ferita. Modi d'essere,
sofferenze, terapie dell'uomo nell'inquietudine del mondo, Feltrinelli, Milano,
Filosofia dialettico-negativa e teoria critica della società, Mimesis Edizioni,
Milano; “Ragione strutturale e universi di senso” (Le Lettere, Firenze, “La
Massoneria. La storia, gli uomini, le idee, Mondadori, Milano, Firenze e il
Neo-Umanesimo. Arte, cultura, comunicazione multimediale all'alba del Terzo
Millennio, Le Lettere, Firenze, Lo strutturalismo, Le Lettere, Firenze, Freud. Filosofia e psicoanalisi, raccolta
antologica di scritti freudiani, UTET, Torino. "Il pensiero", in:
L'universo del corpo, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, "Filosofia della mente e realtà
psichica", in: C. Genovese , La realtà psichica, Edizioni Borla, Roma,
"L'esistenza e il male", in:
"Mysterium iniquitatis", Gregoriana Editrice, Padova,
Linterpretazione personologico-esistenziale dell'uomo", in: La questione del soggetto tra filosofia e
scienze umane, Le Monnier, Firenze, "Lettura Magistrale" al Convegno
Nazionale Dalla riabilitazione psicosociale alla promozione della salute
mentale (Montecatini), "S.I.R.F. News", "Mente, soggetto,
esperienza nel mondo", in Firrao , La filosofia italiana in discussione
(Atti del Convegno). La filosofia italiana in discussione, Società Filosofica
Italiana, Firenze), Bruno Mondadori, Milano, "Crisi della cultura e
relazioni generazionali nel mondo contemporaneo", in: Giovani e adulti: prove di ascolto (Atti del
Convegno omonimo), Sansepolcro (AR), "La filosofia degli idéologues.
Scienza dell'uomo e riflessione epistemologica tra Sette e Ottocento", in:
G. Santato , Letteratura italiana e cultura europea tra illuminismo e
romanticismo, Atti dell'omonimo Convegno Internazionale di Studi, Dipartimento
di Italianistica, Padova, Droz, Genève
CH), "Libertà, finitudine, impegno. Genesi e significato della
responsabilità nel mondo moderno", in: V. Malagola Anziani , Giustizia e
responsabilità (Atti del Convegno omonimo, Firenze), Dott. A. Giuffré Editore,
Milano, "Dal soggetto alla
relazione", Maieutica, V"Demitizzazione e devalorizzazione. La crisi
della 'forma famiglia' nella società contemporanea", in: Interazioni,
"Illuminismo e modernità", Hiram, "Prove d'ascolto. Crisi della
cultura e relazioni generazionali nel mondo contemporaneo", Studi sulla
formazione, "Considerazioni sulla guerra giusta", Hiram, "La filosofia, la conoscenza dell'umano,
il dialogo col pensiero religioso", Hiram, "Esistenza e
felicità", Hiram, "L'Occidente e la pace. Luci e ombre all'alba del
terzo millennio", Hiram,"La filosofia e il suo 'altro'. La
riflessione metafilosofica di Adorno in 'Dialettica negativa'",
Iride, "L'uomo: una storia
infinita", in: Per una scienza
dell'umano, Arezzo,
"L’'interpretazione personologico-esistenziale dell'uomo", in:
L. Lenzi , Neurofisiologia e teorie della mente, Vita & Pensiero, Milano,
"La scoperta settecentesca dell'inconscio, l'ambiguità del freudismo e il
lavoro della psicoanalisi sull'«animale malato»", Atti del Convegno
"Metapsicologia oggi", tenutosi a Napoli e pubblicati in
Metapsicologia oggi, La Biblioteca Edizioni, Bari, "Un mondo negato.
L'assolutizzazione del corpo nella psico-umanologia contemporanea",
Hermeneutica, Corpo e persona, "Complessità, pluralità, confini", in:
Dal coordinatore al coordinamento, Atti del III Seminario sui Coordinatori
pedagogici in Emilia-Romagna, Assessorato Servizi Sociali Provincia Bologna,
Bologna, Bruno Maiorca, Filosofi italiani contemporanei. Parlano i
protagonisti, Bari, Nuova biblioteca Dedalo,
su sapere, De Agostini.
Pubblicazioni di Sergio Moravia, su Persée, Ministère de l'Enseignement
supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.
Registrazioni su RadioRadicale,
Radio Radicale. Registrazione video
intervista effettuata durante la Gran Loggia del GOI dal titolo "Tu sei
mio fratello" su youtube.com.
Registrazione video della Lectio Magistralis "Al di qua del bene e del
maleNietzsche esploratore dell'umano" all'Università degli studi di Modena
e Reggio Emilia su tv.unimore. Registrazione audio della tavola rotonda del GOI
"Pedagogia delle libertàLibertà civili" su radioradicale.
Registrazione video del convegno del GOI "La scienza non sia ostacolata
dall'ideologia, dalla politica e dalla religione" dsu radioradicale.
Registrazione audio della tavola rotonda della Comunità Oasi "Significato
e funzione della pena, della punizione e della penitenza nella promozione umana
e sociale" del 14 giugno 1998, su radioradicale. Registrazione video
dell'intervento "Catturati dall'effimero?" all'interno del Convegno
Giovanile alla Cittadella di Assisi" dsu arcoiris. Moravia. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moravia” – The Swimming-Pool Library.
Mordacci
(Milano).
Filosofo. Grice: “I like Mordacci –
in a way, like I did with J. L. Mackie, Mordacci opposes both ‘assolutismo’ and
‘relativismo’ – and tries to ‘construct’ an ‘inter-personal’ reason out of a
full-fledged personal reason. Whereas it would seem that we enjoin the
principle of conversational helpfulness out of altruism, there is this balance
between conversational self-love and conversational other-love; and we only
‘respect’ the other that respects us as ‘pesonal;’ against Apel, the logic of
the inter-personal reduces, in a complex way, to the logic of the personal;
without it, we would be annihilating the autonomy of the will.” Grice: “I like
Mordacci’s emphasis on reason for normativity – interpersonal reason, as he
calls it!” È preside della Facoltà di Filosofia
dell'Università Vita-Salute San Raffaele dove è Professore di Filosofia
Morale. È Direttore del Centro Internazionale di Ricerca per la Cultura e
la Politica Europea. Laurea in filosofia presso l'Università Cattolica
del Sacro Cuore di Milano; Dottorato in bioetica presso l'Università degli
Studi di Genova. Ha svolto attività di ricerca e insegnamento presso la Scuola
di Medicina e Scienze Umane dell'Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele.
Insegnato presso l'Università Vita-Salute San Raffaele, prima presso la Facoltà
di Psicologia e dal 2002 presso la Facoltà di Filosofia che ha contribuito a
fondare insieme con Massimo Cacciari, Edoardo Boncinelli, Michele Di Francesco,
Andrea Moro. Ha contribuito a progetti di ricerca ed è stato membro del
Consiglio d'Europa per l'insegnamento della bioetica. Dal è preside della Facoltà di Filosofia
dell'Università Vita-Salute San Raffaele, essendo stato rieletto nel
giugno per il secondo mandato.
Membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le
Scienze per la Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal al è
stato membro del Comitato Scientifico per EXPO
come delegato del Rettore dell'Università Vita-Salute San Raffele.
Dal è membro della Commissione per
l'Etica della Ricerca e la Bioetica del consiglio nazionale delle ricerche e
del consiglio direttiva della Società Italiana di Filosofia Morale. Si è
dedicato in particolar modo dei temi: "Etica e ragioni morali",
"Etica pubblica e rispetto", "Neuroetica". Attraverso
l'indagine delle "ragioni morali" e dell'"identità
personale" e ispirandosi alla filosofia kantiana, propone una forma di
"personalismo critico" in base alla quale il fondamento
dell'esperienza morale viene individuato nella ricerca, che ognuno compie,
delle "buone ragioni" che danno forma alla propria individualità
personale attraverso l'agire. Riconoscere ogni persona come autrice della
propria identità fonda un'etica del rispetto delle persone in quanto a ogni
individuo viene riconosciuto il diritto e il dovere di esprimere le proprie
abilità e costruire la propria personalità. Si è inoltre occupato di
bioetica essendo anche stato coordinatore del progetto Bioetica della genetica:
questioni morali e giuridiche negli impieghi clinici, biomedici e sociali della
genetica umana del Miur (FIRB, Tra i suoi interessi più recenti, la disciplina
della Film and Philosophy: la riflessione su come i film possono fare filosofia
e se possono argomentare vere e proprie tesi filosofiche. In questo contesto ha
dato vita al Laboratorio di Filosofia e Cinema presso la Facoltà di Filosofia
dell'Università Vita-Salute San Raffaele, conduce il sabato pomeriggio la
rubrica "Al cinema col Filosofo" su TgCom24 (stagioni - e -) e la
rubrica "Imparare ad amare i film" all'interno di Cinematografo
Estate () su Rai 1. Riviste È membro del comitato scientifico
dell'Annuario di Etica (ed. Vita e Pensiero), dell'Annuario di Filosofia (ed.
Mimesis) e della rivista online Etica & Politica. Dalla sua
fondazione è membro del Comitato Scientifico della rivista scientifica a cura
del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi. Attività teatrale
Romeo e Giulietta: nascita e tragedia dell'io moderno, Eloisa e Abelardo:
passione e negazione, Occidente, o identità fragile: Paul Auster e le Follie di
Brooklyn, analisi filosofiche con letture sceniche, ciclo "Aperitivi con
Sophia", Teatro Franco Parenti,La violenza e l'ingiustiziaGorgia, ciclo
"Filosofi a teatro" Roberto Mordacci, Teatro Franco Parenti,
L'individuo, la libertà e il perdono. Hegel legge Dostoevskij, lettura scenica
di Roberto Mordacci e Jean Sorel, ciclo l'Intelligenza e la Fantasia, Teatro
Strehler,L'isola della verità. Divagazioni fotografiche e filosofiche, lettura
scenica di Roberto Mordacci, Anna Traini e Maria Grazia Stepparava, Cluster
Isole, Mare e Cibo, Padiglione P03-Expo Milano
(Rho-Fiera), Kant e il mare, lettura scenica di Roberto Mordacci e
Francesca Ria, agosto Opere:“Bio-etica
della sperimentazione,” FrancoAngeli, Milano; “Salute e bioetica,” Einaudi,
Milano; con G. de Wert, R. ter Meulen e M. Tallacchini. “Una introduzione alle
teorie morali,” Feltrinelli, Milano, La
vita etica e le buone ragioni, Bruno Mondadori, Milano, “Ragioni personali,
ragione inter-personali: Saggio sulla normatività morale,” Carocci, Milano,
Elogio dell'Immoralista, Bruno Mondadori, Milano; Rispetto, Raffaello Cortina,
Milano . Bioetica, Bruno Mondadori, Milano . L'etica è per le persone, San
Paolo, Cinisello Balsamo . Al cinema con il filosofo. Imparare ad amare i film,
Mondadori, Milano . La condizione neomoderna, Einaudi, Torino, . Ritorno a
utopia, Laterza, Bari, . Note Università
Vita-Salute San Raffaele, su unisr. Governo/bioetica , su governo. Roberto Mordacci, su Le Università per
Expo,Commissione per l’Etica della Ricerca e la Bioetica, Consiglio Nazionale
delle Ricerche, su cnr. Organi della
società | SIFM, su sifm. Intervista a L'accento di Socrate, su laccentodi socrate. Rai 1, Cinematografo estate, su rai.tv. Scienza e etica: in uscita la nuova rivista
della Fondazione Veronesi, su Fondazione Umberto Veronesi. Chi siamo
su scienceandethics. fondazioneveronesi. Feeding the Mind: Expo-Bicocca
Conversation Hour, su unimib. Lettura scenica de "I Sensi del Mare",
su//elbareport. 1 Pearson Imparare sempre su pearson. 1º agosto . Bioetica Mordacci Robertoe Book Mondadori
BrunoSai cos'è?FilosofiaePubIBS, su ibs. L'etica è per le personeEdizioni San
Paolo, su edizionisanpaolo. Riflessioni
sul senso della vita intervista di Ivo Nardi, sito "Riflessioni",
settembre . Ci vuole più rispetto intervista a Roberto Mordacci, Famiglia
Cristiana. Ma l'etica non è un'intrusa, intervista a Roberto Mordacci,
Avvenire, Ora smettiamola di parlare inglese, intervista a Roberto Mordacci, Il
Giornale. Mordacci. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mordacci” – The
Swimming-Pool Library.
Morelli
(Milano).
Filosofo. Grice: ‘I once told Austin, I don’t give a hoot what the dictionary
says;’ ‘And that’s where you make your big mistake,’ his crass response was!”
-- Grice: “I once told Ackrill, ‘should there be a manual of philosophy, must
we follow it?’ He replied, “One thing is to know the manual, another is to know
how to abide by it!” Si laurea a Pavia e l'anno dopo assolve all'obbligo di leva a
Trieste dove presta attenzione alle problematiche relazionali dei militari
nello svolgimento delle proprie mansioni; si è poi specializzato in Psichiatria
presso l'Università degli Studi di Milano. Direttore dell'Istituto Riza, gruppo
di ricerca che pubblica la rivista Riza Psicosomatica ed altre pubblicazioni
specializzate, con lo scopo di "studiare l'uomo come espressione della
simultaneità psicofisica riconducendo a questa concezione l'interpretazione
della malattia, della sua diagnosi e della sua cura". Inoltre è direttore
delle riviste Dimagrire e Salute Naturale. Dall'attività dell'Istituto
Riza è sorta anche la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad indirizzo
psicosomatico, riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell'università e della
ricerca scientifica e tecnologica. Vicepresidente della Società Italiana di
Medicina Psicosomatica. Partecipa a numerose trasmissioni televisive sia per la
RAI sia per Mediaset (Maurizio Costanzo Show, Tutte le mattine, Matrix, ecc.) e
per la radio. Nelle sue opere ci sono molti riferimenti alle dottrine
orientali. Altre saggi: Verso la concezione di un sé psicos-omatico. Il corpo è
come un grande sogno della mente (Milano, UNICOPLI, Milano, Cortina); La
dimensione respiratoria. Studio psicosomatico del respiro, con Gianlorenzo
Masaraki, Milano, Masson Italia, Dove va la medicina psicosomatica
(Milano, Riza); Il sacro.
Antropoanalisi, psicosomatica, comunicazione, con Erminio Gius e Carlo Tosetti,
Milano, Riza-Endas, Convegno internazionale Mente-corpo: il momento unificante.
Milano, Atti, e con Piero Parietti, Milano, UNICOPLI, Riza, I sogni
dell'infinito, e con Franco Sabbadini, Milano, Riza, Autostima. Le regole
pratiche, Milano, a cura dell'Istituto Riza di medicina psicosomatica, Il
talento. Come scoprire e realizzare la tua vera natura, Milano, Riza, Ansia,
con testi di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Insonnia, con
testi di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Cefalea, con testi
di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio (Milano, Riza); Lo psichiatra e
l'alchimista. Romanzo, Milano, Riza, Le nuove vie dell'autostima. Se piaci a te
stesso ogni miracolo è possibile, Milano, Riza, Conosci davvero tuo figlio?
Sconosciuto in casa. Dal delitto di Novi Ligure al disagio di una generazione,
con Gianna Schelotto, Milano, Riza, Come essere felici, Milano, A. Mondadori,
Cosa dire e non dire nella coppia, Milano, A. Mondadori, Come mantenere il
cervello giovane, Milano, A. Mondadori, Come affrontare lo stress, Milano, A.
Mondadori, Come amare ed essere amati (Milano, A. Mondadori); Come dimagrire
senza soffrire (Milano, Mondadori); Come risvegliare l'eros, Milano, A.
Mondadori, Come star bene al lavoro, Milano, A. Mondadori, Come essere single e
felici, Milano, A. Mondadori, Cosa dire
o non dire ai nostri figli, Milano, A. Mondadori, La rinascita interiore,
Milano, Riza, Volersi bene. Tutto ciò che conta è già dentro di noi (Milano,
Riza); L'amore giusto. C'è una persona che aspetta solo te, Milano, Riza,
Vincere i disagi. Puoi farcela da solo perché li hai creati tu, Milano, Riza); Felici
sul lavoro. Come ritrovare il benessere in ufficio, Milano, Riza, I figli felici.
Aiutiamoli a diventare se stessi, Milano, Riza, La gioia di vivere. Scorre
spontaneamente dentro di noi, Milano, Riza, Essere se stessi. L'unica via per
incontrare il benessere, Milano, Riza, Accendi la passione. È la scintilla che
risveglia l'energia vitale, Milano, Riza, Alle radici della felicità.
Editoriali dpubblicati su Riza psicosomatica, rivista mensile delle Edizioni
Riza, Milano, Riza, Ciascuno è perfetto. L'arte di star bene con se stessi,
Milano, Mondadori, Il segreto di vivere. Aforismi, Milano, Riza, Realizzare se
stessi, Milano, Riza, Vincere la solitudine, Milano, Riza, Dimagrire senza
fatica, Milano, Riza, Amare senza soffrire, Milano, Riza, Guarire con la
psiche, Milano, Riza, Superare il tradimento, Milano, Riza, Dizionario della
felicità, 6 voll, Milano, Riza, Non siamo nati per soffrire, Milano,
Mondadori,L'autostima. Le cinque regole. Vivere la vita. Adesso, Milano, Riza,
Conoscersi. L'arte di valorizzare se stessi. Via le zavorre dalla mente,
Milano, Riza, I figli difficili sono i figli
migliori, Milano, Riza, Il matrimonio è in crisi... che fortuna!, Milano, Riza,
Autostima, I consigli di Raffaele Morelli per un anno di felicità, Milano,
Riza, Le parole che curano, Milano, Riza, Perché le donne non ne possono più...
degli uomini, Milano, Riza, Le piccole cose che cambiano la vita, Milano,
Mondadori, Come trovare l'armonia in se stessi, Milano, Oscar Mondadori, Ama e non pensare, Milano, Mondadori, Curare
il panico. Gli attacchi vengono per farci esprimere le parti migliori di noi stessi,
con Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Non dipende da te. Affidati alla vita
così realizzi i tuoi desideri, Milano, Mondadori, L'alchimia. L'arte di
trasformare se stessi (Milano, Riza); Il sesso è amore. Vivere l'eros senza
sensi di colpa, Milano, Mondadori, Puoi fidarti di te, Milano, Mondadori, La
felicità è dentro di te, Milano, Mondadori,L'unica cosa che conta (Milano,
Mondadori); La felicità è qui. Domande e risposte sulla vita, l'amore,
l'eternità, con Luciano Falsiroli, Milano, Mondadori, Guarire senza medicine.
La vera cura è dentro di te (Milano, Mondadori); Lezioni di autostima. Come
imparare a stare beni con se stessi e con gli altri (Milano, Mondadori); Il
segreto dell'amore felice, Milano, Mondadori, La saggezza dell'anima. Quello
che ci rende unici (Milano, Mondadori); Pensa magro. Le 6 mosse psicologiche
per dimagrire senza dieta (Milano, Mondadori); Vincere il panico. Le parole per
capirlo, i consigli per affrontarlo, cosa fare per guarirlo (Milano, Mondadori)
Nessuna ferita è per sempre. Come superare i dolori del passato (Milano,
Mondadori); Solo la mente può bruciare i grassi. Come attivare l'energia dimagrante
che è dentro di noi (Milano, Mondadori); Breve corso di felicità. Le antiregole
che ti danno la gioia di vivere (Milano, Mondadori); La vera cura sei tu
(Milano, Mondadori); Il meglio deve ancora arrivare. Come attivare l'energia
che ringiovanisce (Milano, Mondadori); Il potere curativo del digiuno. La
pratica che rigenera corpo e mente (Milano, Mondadori). Segui il tuo destino.
Come riconoscere se sei sulla strada giusta (Milano, Mondadori); Il manuale
della felicità. Le dieci regole pratiche che ti miglioreranno la vita (Milano,
Mondadori); Pronto soccorso per le emozioni. Le parole da dirsi nei momenti
difficili (Milano, Mondadori). Movie. Grice: “Should there be a ‘dizionario
della felicita,’ I would perhaps follow Austin’s advice and go through it!” –. Raffaele
Morelli. Morelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Morelli” – The
Swimming-Pool Library.
Moretti
(Roma).
Filosofo. Grice: “I like Moretti –
he uses a good metaphor, ‘the wounded poet,’ unless we mean Owen, but he was
more than wounded, even if that implicature is cancellable --.” Grice: “I like
Moretti also because he wrote on ‘ermeneutica sensibile,’ which is exactly what
I do.” Grice: “I like Moretti also because he uses ‘segnatura’ etymologically,
when he writes of the ‘la segnatura romantica’ – talk of tokens!” Nasce nel
borghese quartiere Trieste, primo di due fratelli. Ottiene il diploma di
maturità classica presso il Liceo Giulio Cesare. Successivamente consegue una
prima laurea in Giurisprudenza, con una tesi in filosofia del diritto, e, nel una
seconda in filosofia, con una tesi in filosofia morale, entrambe presso l'Roma
La Sapienza. È poi borsista presso l'Friburgo in Brisgovia, dove imposta un
progetto di ricerca che, partendo dall'interpretazione di Heidegger, mira ad
un'analisi critica delle categorie filosofico-estetiche del “romantico” in
Germania, con particolare attenzione alle opere di autori del romanticismo di
Heidelberg, quali Creuzer, Görres, i Fratelli Grimm e Bachofen, che
contribuisce a tradurre e a far conoscere in Italia. Al suo rientro insegna
dapprima materie letterarie nelle scuole medie e, in seguito, filosofia presso
la Scuola germanica di Roma. La sua
ricerca si amplia poi al pensiero estetico di Novalis, di cui cura la prima
edizione completa in lingua italiana della Opera filosofica; durante questo
periodo consegue il dottorato di ricerca in Estetica presso l'Bologna. Vince la
cattedra di professore associato di Estetica all'Bari; Professore a Napoli
L’Orientale. Redattore di Itinerari e
Studi Filosofici, collabora con varie altre riviste filosofiche (Agalma,
Rivista di Estetica, Studi di Estetica, aut aut, Nuovi Argomenti, Filosofia e
Società, Filosofia Oggi, Estetica) e ha spesso partecipato a trasmissioni RAI
su temi filosofici e a numerosi convegni. Altri saggi: ”Il romantico: poesia,
mito, storia, arte e natura” (Itinerari, Lanciano); “Anima e immagine: sul
poetico” (Aesthetica, Palermo); “Nichilismo e romanticismo. Estetica e
filosofia della storia” (Cadmo, Roma); “Hestia. Interpretazione del romanticismo”
(Ianua, Roma); “Estetica: analogia e principio poetico nella profezia romantica”
-- Rosenberg & Sellier, Torino); “La segnatura romantica. Filosofia e sentimento”
(Hestia, Cernusco L.); “Il genio, il Mulino, Bologna, “Il poeta ferito.”
Hölderlin, Heidegger e la storia dell'essere, Editrice La Mandragora, Imola,
“Anima e immagine.” Studi su Klages,
Mimesis, Milano, Heidelberg romantica. Romanticismo tedesco e nichilismo
europeo, Guida Editori, Napoli, Introduzione all'estetica del Romanticismo, Nuova
Cultura, Roma, Il genio, Morcelliana,
Brescia. Per immagini. Esercizi di ermeneutica sensibile, Moretti & Vitali,
Bergamo, Heidelberg romantica.
Romanticismo tedesco e nichilismo europeo, Morcelliana, Brescia, Novalis.
Pensiero, poesia, romanzo Morcelliana, Brescia, Romano Guardini, Hölderlin,
Giampiero Moretti, Morcelliana, Brescia. Novalis, Scritti filosofici, Fabrizio
Desideri e Giampiero Moretti, Morcelliana, Brescia. J. J. Bachofen, Il
matriarcato, scelta antologica con introduzione e note di Moretti, Christian
Marinotti Editore, Milano, Novalis, Opera filosofica, I, Einaudi, Torino, Un video con una trasmissione
RAI. Un video con un intervento di Moretti. Moretti. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Moretti: il romanticismo romano” – The Swimming-Pool
Library.
Mori (Cremona). Filosofo. Grice: “I like Mori; he wrote a
treatise on Stephen, better known as Virginia Woolf’s father; which reminded me
of Bergmann who once called me an English futilitarian!” -- Professore a Torino
e presidente della Consulta di Bioetica Onlus, un'associazione di volontariato
culturale per la promozione della bioetica laica. L’etica e la bioetica con le
varie problematiche connesse sono le tematiche al centro dei suoi interessi
filosofici e teorici. Mori ha studiato
all’Università degli Studi di Milano, dove ha conseguito la laurea (con Bonomi
e Pizzi) e il dottorato sotto Scarpelli e Jori. Insegnato ad Alessandria e Pisa,
prima di essere chiamato a Torino. Studia i temi della meta-etica e della
logica dell’etica con le problematiche della teoria etica. Tra i primi a
occuparsi di bioetica, nella quale ha dato contributi in tutti i principali
settori, con particolare attenzione all’aborto e alla fecondazione assistita.
Sollecitato dai casi Welby e Englaro ha dato contributi anche sul fine-vita a
difesa dell’autonomia individuale. Per primo teorizza la contrapposizione
paradigmatica tra bioetica laica e bioetica cattolica, derivante dal fatto che
quest’ultima propone un’etica della sacralità della vita caratterizzata da
divieti assoluti, mentre l’altra avanza un’etica della qualità della vita senza
assoluti e soli divieti prima facie. Presta grande attenzione al problema della
liberazione animale. Fonda Bioetica. Rivista interdisciplinare (Ananke Lab,
Torino). Membro di numerosi comitati, tra cui il comitato scientifico di
Notizie di Politeia, di Iride del Journal of Medicine and Philosophy e altre.
Opere: “Manuale di bioetica: verso una civiltà bio-medica secolarizzata”, Le
Lettere, Firenze, . Introduzione alla bioetica. temi per capire e discutere,
Daniela Piazza Editore, Torino, . Il caso Eluana Englaro. La “Porta Pia” del
vitalismo ippocratico ovvero perché è moralmente giusto sospendere ogni
intervento, Pendragon, Bologna, Aborto e morale. Per capire un nuovo diritto,
Einaudi, Torino, La fecondazione artificiale. Una nuova forma di riproduzione
umana, Laterza, Roma-Bari, La fecondazione artificiale: questioni morali
nell'esperienza giuridica, Giuffrè, Milano, Utilitarismo e morale razionale.
Per una teoria etica obiettivista, Giuffrè, Milano, La legge sulla procreazione
medicalmente assistita. Paradigmi a confronto, Net, Milano, Laici e cattolici
in bioetica: storia e teoria di un confronto, Le Lettere, Firenze, La
fecondazione assistita dopo 10 anni di legge 40. Meglio ricominciare da capo!,
Ananke editore, Torino, Questa è la scienza, bellezze! La fecondazione
assistita come novo modo di costruire le famiglie, Ananke Lab, Torino.
Moriggi
(Milano).
Filosofo. Grice: “I like it when
Moriggi does substantial metaphysics; he has edited a collection on ‘why is
there something rather than nothing?” – hardly rhetoric – and the subtitle is
fascinating: the vacuum, the zero, and nothingness! All in Italian, to offend
Heidegger!” Specializza in teoria e modelli della razionalità, fondamenti della
probabilità e di pragmatism. Insegna a Brescia, Parma, Milano e presso la
European School of Molecular Medicine è conosciuto al grande pubblico
attraverso la trasmissione TV E se domani di Rai 3 e per alcuni interventi ad
altre trasmissioni. Pubblicazioni Le tre bocche di Cerbero, con E. Sindoni
(Bompiani. Perché esiste qualcosa anziché nulla? Vuoto, Nulla, Zero, con
P.Giaretta e G.Federspil (Itaca) Perché la tecnologia ci rende umani, con G.
Nicoletti (Sironi) Connessi. Beati quelli che sapranno pensare con le macchine
(San Paolo) School Rocks! La scuola spacca, con A. Incorvaia (San Paolo, ), con
prefazione rap di Frankie Hi-nrg. Stefano Moriggi. Moriggi. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Moriggi” – The Swimming-Pool Library.
Mosca
(Palermo).
Filosofo. Grice: “When Austin was defending the ‘man in the street,’ he was
thinking Mosca!” -- Grice: “I like Mosca; he speaks of elites – Gellner speaks
of elites, too!” -- Grice: “Do Italians consider Mosca a philosopher?” – Opere: “Sulla teorica dei governi e sul governo
parlamentare, Appunti sulla libertà di
stampa, Questioni costituzionali, Le Costituzioni modern; Elementi di scienza
politica, Che cosa è la mafia, Appunti di diritto Costituzionale, Italia, Stato
liberale e stato sindacale, Il problema sindacale, Saggi di storia delle dottrine politiche,
Crisi e rimedi del regime parlamentare, Storia delle dottrine politiche,
Partiti e sindacati nella crisi del regime parlamentare, Ciò che la storia
potrebbe insegnare. Scritti di scienza politica (Milano), Il tramonto dello
Stato liberale (a cura di A. Lombardo, Catania) Scritti sui sindacati (a cura
di F. Perfetti, M. Ortolani, Roma) Discorsi parlamentari (con un saggio di A.
Panebianco, Bologna 2003). Mosca. Keywords. Refs.: H. P. Grice: “Mosca’s
liberalism;” Luigi Speranza, "Grice e
Mosca," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria.
Motta (Vercelli). Filosofo. Grice:
“If Mill’s claim to fame is to some his examination of Mill, Motta’s claim to
fame is his examination of Rosmini!” -- Il conte Emiliano Avogadro della Motta.
Nacque dal conte Ignazio della Motta e da Ifigenia Avogadro di Casanova,
entrambi appartenenti a nobili famiglie di vassalli e visconti, i cui antenati
risalgono a poco oltre il mille. Tra gli Avogadro vi fu anche Amedeo, inventore
della legge sui fluidi. Frequenta con profitto gli studi e si laureò in utroque
iure, ma proseguì lo studio in diverse aree della teologia e della filosofia,
trasformando le dimore familiari in piccole accademie dove giuristi, filosofi,
studiosi di diritto canonico e vescovi si riunivano, per discutere vari
argomenti ed approfondire la filosofia moderna e i diversi aspetti del nascente
socialismo. Ricevette l'incarico, che già fu del padre, di riformatore
degli studi del Vercellese e in un'epoca in cui si guardava ancora con
diffidenza all'istruzione delle classi popolari, egli visitava ciclicamente le
scuole d'ogni ordine, scegliendone accuratamente gli insegnanti, convinto che
l'istruzione e l'educazione fossero un diritto di tutti e dovessero procedere
simultaneamente. Assunse la carica di Consigliere di Formigliana e
continuò a dedicarsi allo sviluppo culturale della natia Vercelli, ove fondò la
Società di Storia Patria, per incrementare gli studi sul glorioso passato della
città. Divenne membro del Consiglio Generale del Debito Pubblico e più tardi
sindaco di Collobiano e “Consigliere di Sua Maestà per il pubblico
insegnamento” La sua notorietà varcò i confini del Piemonte, allorché ricevette
l'eccezionale invito di partecipazione alla fase preparatoria della definizione
del dogma dell'Immacolata e le sue riflessioni ebbero un seguito fra alcuni
importanti gesuiti, come il direttore de La Civiltà Cattolica, che fece dono a Pio
IX del Saggio intorno al socialismo. Luigi Taparelli d'Azeglio, richiamandosi
ad Avogadro, espresse la propria preferenza per una condanna esplicita di tali
errori, da includere nella bolla di definizione del dogma, ma l'autore
sollecitò apertamente la distinzione di due argomenti (definizione del dogma e
condanna degli errori) dalla portata tanto diversa e lo stesso Pio IX incaricò
la Commissione, che aveva già lavorato sulla definizione del dogma, di
esaminare gli errori moderni e di preparare il materiale necessario per la
bolla e chiese al cardinale Fornari di invitare formalmente alcuni laici a
collaborare. Avogadro fu l'unico laico italiano ad essere interpellato e inviò
a Roma una risposta singolare e ricca di argomentazioni. Ben presto la
Commissione incaricata abbandonò la trattazione univoca dei due argomenti e la
solenne definizione su Maria sarà fatta da Pio IX, mentre l'esame degli errori
si trascinerà per altri dieci anni, mentre prevaleva in ambito ecclesiastico
l'idea di una severa condanna. Attività parlamentare Diventò membro
attivo nella vita politica, quale deputato eletto nel collegio di Avigliana e
operò nelle file dello stesso schieramento politico della Destra. La proposta
avanzata in Parlamento di ridurre il numero delle feste, indusse Avogadro a
scrivere un apposito opuscolo, per difendere la dignità dell'uomo che,
in quanto essere intelligente e creativo, «senza tempo libero non vive da
uomo, e mal lo conoscono gli economisti che altro non sanno procacciargli se
non “lavoro e pane”». In Parlamento prendeva spesso la parola contro il
progetto di legge che prevedeva l'obbligo del servizio militare e criticò la
cessione di Nizza e Savoia alla Francia, smascherando le reali intenzioni che
sull'Italia nutriva l'ambiguo Napoleone III. Riceve la decorazione della
Croce di Ufficiale dei Santi Maurizio e Lazzaro e continuò a scrivere, oltre a
collaborare con l'Armonia, l'Unità cattolica, l'Apologista, il Conservatore,
rivista quest'ultima stampata a Bologna e di cui è ritenuto uno dei fondatori e
collaboratori. Morì in Torino”, come annotano diversi giornali e riviste, non
ultima La Civiltà Cattolica, che gli dedicò un sentito necrologio. Altre saggi:
“Saggio intorno al Socialismo e alle dottrine e tendenze socialistiche” (Torino,
Zecchi e Bona); “Sul valore scientifico e sulle pratiche conseguenze del sistema
filosofico di Rosmini” (Napoli, Societa Editrice Fr. Giannini); “Teorica
dell'istituzione del matrimonio e della guerra moltiforme cui soggiace per
Emiliano Avogadro conte della Motta già Riformatore delle R. Scuole provinciali
degli Stati Sardi, a spese della Societa Editrice Speirani e Tortone, Teorica
dell'istituzione del matrimonio Parte II che tratta della guerra moltiforme cui
soggiace, per E. Avogadro conte della Motta già deputato al Parlamento
Subalpino, Torino, Edizione Speirani e Figli, Teorica dell'istituzione del
matrimonio e della guerra a cui soggiace, Parte III che tratta delle difese e
dei rimedi, con una Appendice intorno alla ricerca del principio teorico morale
generatore degli uffizi e dei doveri coniugali,” Torino, Edizione Speirani e
Tortone, per Emiliano Avogadro conte della Motta deputato al Parlamento
Nazionale, Torino, Tipografia Speirani e Tortone, “Teorica dell'istituzione del
matrimonio e della guerra a cui soggiace, Parte IV Documenti per E. Avogadro
conte della Motta già deputato al parlamento nazionale (Torino, Speirani); “Gesù
Cristo nel secolo XIX, Studi religiosi e sociali, Modena, Tipografia
dell'Immacolata Concezione, “La filosofia di
Rosmini esaminata da Emiliano Avogadro-conte Della Motta, Napoli,
Societa Editrice Fr. Giannini, “La festa di S. Michele e il mese di ottobre
agli angeli santi, Torino, Marietti, 1Il mese di novembre dedicato a suffragio
dei morti, Torino, Marietti, Le colonne di S. Chiesa. Omaggi a S. Giovanni
Battista e ai Santi Apostoli nel mese di giugno e novena per la festa dei Santi
Principi Pietro e Paolo, Torino, Marietti, 1863. Il mese di dicembre in
adorazione al Verbo Incarnato Gesu nascente e ad onore di Maria Madre SS.ma,
Torino, Marietti, Opuscoli di carattere storico-giuridico Rivista retrospettiva
di un fatto seguito in Vercelli con osservazioni al diritto legale di libera
censura, Vercelli, De Gaudenzi, Delle feste sacre e loro variazioni nel Regno
subalpino, Torino, Marietti, Quistioni di diritto intorno alle istituzioni
religiose e alle loro persone e proprietà, in occasione della Proposta di Legge
fatta al Parlamento torinese per la soppressione di alcune corporazioni,
Torino, Marietti, Cenni sulla
Congregazione degli Oblati dei SS. Eusebio e Carlo eretta nella Basilica di S.
Andrea in Vercelli e sulla proposta sua soppressione. Per un elettore
Vercellese, Torino, Marietti. Parole di conciliazione sulla questione della
circolare di S. E. Arcivescovo di Torino, Del diritto di petizione e delle petizioni pel
ritorno di S. E. l'Arcivescovo di Torino, 1Lo statuto condanna la Legge Siccardi,
Torino, Fontana, Erroneità e pericoli di alcune teorie ed ipotesi invocate a
sostegno della proposta di Legge di soppressione di vari stabilimenti
religiosi, Torino, Speirani e Tortone, Alcuni schiarimenti intorno alla natura
della Proprietà Ecclesiastica allo stato di povertà religiosa, ed alle
quistioni relative ai diritti e ai mezzi temporali di sussistenza della Chiesa.
Con una Appendice intorno alla legalità nell'esecuzione della legge sulle
Corporazioni religiose, Torino, Speirani e Tortone, Considerazioni sugli affari
dell'Italia e del Papa, Torino, Speirani e Tortone, Una quistione preliminare
al Parlamento Torinese, Torino, Speirani e Tortone, Il progetto di revisione
del Codice Civile Albertino e il matrimonio civile in Italia, Torino, Speirani
e Figli, La Rivoluzione e il Ministero Torinese in faccia al Papa ed
all'Episcopato Italiano. Riflessioni retrospettive e prospettive, Torino,
Speirani, L'Armonia, Civiltà Cattolica, Rivista retrospettiva sopra la
discussione delle leggi Siccardi, Unità Cattolica, Famiglia Avogadro di
Collobiano e della Motta, Angelo Ballestreri, segretario della Famiglia, presso
l'Archivio Storico di Torino. Avogadro della Motta, in Enciclopedia
storico-nobiliare italiana, promossa e diretta dal marchese Vittorio
Spreti, I, Milano, Avogadro di Vigliano
F., Pagine di storia Vercellese e Biellese, in Antologia, M. Cassetti,
Vercelli, Avogadro di Vigliano F., Antiche vicende di alcuni feudi Biellesi
degli Avogadro di San Giorgio Monferrato (e poi Conti di Collobiano e di Motta
Alciata), Estratto dalla Illustrazione biellese, XIX, Biella, Corboli G., Per
le nozze del Conte Federico Sclopis di Salerano e della Contessa Isabella Avogadro,
Cremona, Feraboli, De Gregory G., Historia della Vercellese letteratura ed
arti, parte IV, Torino, Di Crollallanza G. B., Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, I, Sala Bolognese, Dionisotti C., Notizie
biografiche dei vercellesi illustri, Biella, Amos, Manno A., Il patriziato
Subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche
desunte da documenti, I, Firenze, I vescovi di Italia. Il Piemonte, Savio F.,
Torino, Bocca, Bonvegna G., Filosofia sociale e critica dello Stato moderno nel
pensiero di un legittimista italiano: Emiliano Avogadro della Motta in Annali
Italiani. Rivista di studi storici, Bonvegna G., Il rapporto tra fede e ragione
in Avogadro della Motta, in Sensus Communis,
Valentino V., E. Avogadro della Motta, un difensore rigoroso dei diritti
della Chiesa e del Papa, in Divinitas, rivista internazionale di ricerca e di
critica teologica, Volumi e tesi sull'autore Bonvegna G., Emiliano Avogadro
della Motta. Il pensiero filosofico-politico e la critica al socialismo, Tesi
di laurea in Filosofia. Università Cattolica, Milano, De Gaudenzi L., Ultima
parola su di una pretesa ritrattazione del Conte Emiliano Avogadro della Motta, Mortara,
Cortellezzi, De Gaudenzi L., Un'asserzione delFr. Paoli D.I.D.C. riguardante il
Conte Emiliano Avogadro-della Motta, tolta ad esame, Mortara, Cortellezzi, De GaudenziG., Istruzione del vescovo di
Vigevano al Ven.do Suo Clero sul Matrimonio, Vigevano, Spargella, Manacorda G.,
Storiografia e socialismo, Padova, Martire G., II, Roma, Omodeo A., L'opera
politica del conte di Cavour, Firenze, Pirri, Carteggi delL. Taparelli d'Azeglio, XIV di Biblioteca di Storia Italiana Recente,
Torino, La scienza e la fede, XXIV, Napoli
Spadolini G., L'opposizione cattolica da porta Pia, Firenze, Storia del
Parlamento Italiano, diretta da N. Rodolico,
Palermo Traniello F., Cattolicesimo conciliarista. Religione e cultura
nella tradizione Rosminiana Lombardo-Piemontese, Milano, Valentino V., Il
matrimonio e la vita coniugale nel pensiero di Emiliano Avogadro, Tesi di
licenza in teologia presso la Facoltà teologica dell'Italia Centrale, Valentino
V., Un'introduzione alla vita e alle opere, Vercelli, Saviolo, Valentino V., Un
laico tra i teologi, Vercelli, Valentino V.,
Il pensiero di V. Gioberti, Genova, Verucci G., Dizionario Biografico
Italiano, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
IV, Roma. Guido Verucci, Emiliano Avogadro della Motta, in Dizionario
biografico degli italiani, 4, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Opere di Emiliano Avogadro della Motta, Emiliano
Della Motta (Avogadro), su storia.camera, Camera dei deputati. Il conte
Emiliano Avogadro. Emiliano Avogadro. Conte Emiliiano Avogadro della Motta.
Motta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Motta” – The Swimming-Pool
Library.
Motterlini (Milano). Filosofo. Grice:
“I like Motterlini – he has written, echoing Kant, a critique of economic
reason, which Stalnaker should read before saying I’m Kantian rather than Futilitarian!” Specializzato in filosofia della scienza,
economia comportamentale e neuro-economia, e noto per i suoi saggi in ambito
psico-economico su processi decisionali, emozioni e razionalità umana e per le
sue ricerche in ambito epistemologico sulla razionalità della scienza e il metodo
scientifico. Insegna a Milanodove. Consigliere per le Scienze Sociali e
Comportamentali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si laurea a
Milano, dove porta a termine il proprio dottorato in filosofia della scienza. Ricercatore
di economia politica e professore associato di filosofia della scienza presso
l'Trento; Visiting Associate Professor al Department of Social and Decision
Sciences della Carnegie Mellon di Pittsburgh, Visiting Research Scholar al
Department of Psychology della UCLA. Professore di filosofia della scienza
presso l'Università Vita-Salute San Raffaele. Tra gli altri incarichi è
collaboratore de Il Corriere Economia, Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore,
per cui ha curato per anni il blog Controvento. È stato consulente scientifico
di Milan Lab, A.C. Milan, fondatore e direttore di Anima FinLab, di Anima Sgr,
centro di ricerca di finanza comportamentale e Scientific advisor di
MarketPsychData, Ls Angeles. È direttore del CRESA (Centro di ricerca in
epistemologia sperimentale e applicata), da lui fondato a Milano presso la
facoltà di filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele. I progetti di
ricerca del centro si concentrano su vari aspetti della cognizione umana, dal
linguaggio al rapporto tra mente e cervello, dall'economia comportamentale alle
neuroscienze cognitive della decisione, con particolare attenzione all'indagine
sperimentale multidisciplinare e alle sue ricadute pratiche e applicative (per
esempio nell'ambito del policy making e dell'evidence-based policy). A
inizio , ha avviato il progetto di finanza comportamentale per Schroder Italia,
dal quale è nato Investimente, un test psicofinanziario al servizio di
risparmiatori, promotori finanziari e private banker, per raccogliere e quindi
analizzare i dati riguardanti le decisioni di investimento e i bias cognitivi
nell'ambito della gestione del risparmio. Attualmente è direttore
dell'E.ON Customer Behavior Lab e Chief Behavior Officer di E.ON Italia; stesso
incarico che ricopre per il Gruppo Ospedaliero San Donato. Analizza la proposta
falsificazionista, rivelando le difficoltà in cui si imbatte il progetto de-marcazionista
e anti-induttivista. Affrontano quindi il modo in cui si ha preteso superare
alcune di queste difficoltà, e insieme raccogliere la sfida di Duhem circa il
carattere olistico del controllo empirico, tenendo conto delle immagini che il
filosofo ha della sua stessa pratica e riferendosi a particolari casi storici
come termine di confronto. Sull'orlo della scienza e in edizione ampliata. Nel
suo “Filosofia e storia” avanza una interpretazione del progetto razionalista come
il prodotto di una peculiare combinazione delle idee di Platone e Hegel. Ciò è
motivo della straordinaria fecondità di Platone, ma anche di una inesauribile
tensione al suo interno. Una tensione che viene illustrata affrontando la
relazione tra filosofia e storia della filosofia (unita longitudinale) in
riferimento alla questione della valutazione di una data metodologia in base
alle 'ricostruzioni razionali' o construzioni logica a cui essa conduce.
Nell'idea che la metodologia filosofica va confrontate con la storia della
filosofia è contenuto il germe di una logica della scoperta in cui i canoni non
siano fissati una volta per sempre, ma mutano nel tempo, anche se con ritmi non
necessariamente uguali a quelli delle teorie filosofiche. Si focalizza su
questioni di metodologia dell'economia da una prospettiva interdisciplinare che
combina riflessione epistemologica, scienza cognitiva, ed economia sperimentale
con aspetti più tecnici di teoria della scelta e della decisione individuale in
condizioni d'incertezza. Le ricerche di questo periodo analizzano criticamente lo
status delle assunzioni della teoria della scelta razionale, valutando
l'impatto delle violazioni comportamentali sistematiche alle restrizioni
assiomatiche imposte dai modelli normativi di razionalità. Avanzano quindi
ragioni epistemologiche per la composizione della frattura economia e
psicologia cognitiva in ambito della teoria della decisione; e suggeriscono di
guardare ai recenti risultati dell'economia cognitiva in prospettiva di una
nuova sintesi 'quasi-razionale' in cui i modelli neoclassici, integrati da
teorie psicologiche che tengano conto dei limiti cognitivi dei soggetti
decisionali, rafforzano le previsioni del comportamento economico degli esseri
umani. Neuroeconomia e evidence-based policy Le sue ricerche indagano le
basi neurobiologiche della razionalità umana attraverso lo studio dei correlati
neurali dei processi decisionali in contesti economico-finanziari, con
particolare attenzione al ruolo svolto dalle emozioni, dal rimpianto, e
dall'apprendimento sociale. Parallelamente progetta ed esperimenta i modi
in cui i risultati dell'economia comportamentale e della
neuroeconomia possono informare politiche pubbliche più efficaci e basate
sull'evidenza. Queste ricerche sono oggetto dei corsi di Filosofia della
scienza e di Economia cognitiva e neuroeconomia che insegna all'università San
Raffaele, e hanno altresì trovato diffusione attraverso numerosi articoli
divulgativi e due libri, Economia emotiva e Trappole mentali. Il suo ultimo
libro è Psicoeconomia di Charlie Brown. Strategia per una società più felice.
Opere: “Sull'orlo della scienza,” – Grice: “Must say that ‘orlo’ is a genial
word, wish Popper knew it!” – I. Lakatos, Paul K. Feyerabend: Pro e contro il
metodo, Cortina, Milano. Popper, Il
Saggiatore-Flammarion, Milano, Imre Lakatos. Scienza, matematica e storia, Il
Saggiatore, Milano, Decisioni mediche. Un approccio cognitive, Raffaello
Cortina, Milano. Critica della ragione economica. Tre saggi: Mc Fadden,
Kahneman, Smith, Il Saggiatore, Milano, Economia cognitiva & sperimentale,
Università Bocconi Editore, Milano La dimensione cognitiva dell'errore in
medicina, Fondazione Smith Kline, Franco Angeli, Milano Economia emotiva (Emotional Economics),
Rizzoli, Milano Trappole mentali, Rizzoli, Milano Mente, Mercati, Decisioni.
Introduzione all'economia cognitiva e sperimentale, Egea, Milano Psicoeconomia di Charlie Brown. Strategia per
una società più felice, Rizzoli, Milano Alcuni articoli scientifici, Lakatos
between the Hegelian devil and the Popperian blue sea. In Kampis, G., Kvasz,
L., Stoeltzner, M. Considerazioni epistemologiche e mitologiche sulla relazione
tra psicologia ed economia, Sistemi intelligenti, Il Mulino, Metodo e standard
di valutazione in economia. Dall'apriorismo a Friedman, Studi Economici,
Milano. A fMRI Study, con Nicola Canessa, Cinzia Di Dio, Daniela Perani, Paola
Scifo, Stefano F. Cappa, Giacomo Rizzolatti, PlosONE', Vai in laboratorio e
capirai il mercato (con Francesco Guala) Prefazione a Vernon Smith, La
razionalità in economia. Tra teoria e analisi sperimentale, IBL, Milano. .
Neuroeconomia e Teoria del prospetto, voci Enciclopedia dell'economia Garzanti,
Milano. Investimente. Test dell'investitore consapevole Recensione di Ian Hacking sulla The London
Review of Books IlSole24Ore
22.5.//ilsole24ore. com/art/cultura/-05-18/motterlini-spinta-riforme--shtml?uuid=ADAaR2J
ASito personale, su matteomotterlini. Sito CRESA, su cresa.eu. Motterlini.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Motterlini” – The Swimming-Pool
Library.
Musatti (Dolo). Filosofo. Grice: “Musatti reminds me of Malcolm,
“Tonight I had a dream,”” – Grice: “Musatti has explored the implicatures of
‘who’s afraid of the big bad wolf?’, which comes strictly from Grimm – this is
a rhetorical question – and Grimm is implicating that nobody should!” --
Ccesare luigi eugenio musatti. Tra i primi che posero le basi della
psicoanalisi, in Italia . Nato a Dolo, sulla riviera del Brenta, nella
Villa Musatti a del nonno paterno in cui i parenti erano soliti trascorrere la
villeggiatura. Figlio di Elia, ebreo veneziano e deputato socialista
amico di G. Matteotti, e della napoletana Emma Leanza, non fu né circonciso, né
battezzato (durante le persecuzioni razziali si procura un falso certificato di
battesimo dalla parrocchia di Santa Maria in Transpontina di Roma) e non
professa mai alcun credo religioso. Frequenta il liceo Foscarini di
Venezia, poi si iscrive dapprima alla facoltà di Scienze dell'Padova per il
corso di Ingegneria, e immediatamente dopo alla facoltà di Lettere e Filosofia,
dove si laurea in filosofia. Dopo la laurea, si iscrisse per due anni al corso
di Matematica della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di
Padova, ma non sostenne esame alcuno. Giovinezza A diciannove anni fu
chiamato a Roma per il servizio di leva. Dopo un periodo di addestramento a
Torino, e mandato al fronte come ufficiale, con impegni marginali. Finita la
guerra tornò a Padova per terminare gli studi. Sulla cattedra di Psicologia
Sperimentale c'era Vittorio Benussi, allora chiamato per chiara fama nel 1919 a
insegnare a Padova dall'Graz. Si laurea in filosofia e l'anno successivo
divenne assistente volontario del Laboratorio di psicologia sperimentale. Benussi
si uccise con il cianuro a causa di una grave forma di disturbo bipolare,
lasciando tutto nelle mani di Musatti e di Silvia De Marchi, anch'essa
assistente volontaria, che poi divenne sua moglie. Il suicidio di Benussi fu
scoperto da Musatti, il quale però lo nascose per paura di ripercussioni
negative sulla psicologia italiana in una situazione di fragilità e precarietà
accademica, sottoposta a pressioni da parte sia del regime fascista, con le sue
istanze gentiliane, che della Chiesa Cattolica. Negli anni ottanta Musatti
rivelò che Benussi s'era suicidato, non era morto a causa di un malore.
Nel 1928 Musatti divenne direttore del Laboratorio di Psicologia dell'Padova.
Portò in Italia la Psicologia della Forma con importanti lavori di livello
internazionale. Dopo aver diffuso in Italia la psicologia della Gestalt,
divenne il primo studioso italiano di psicoanalisi. Studiando la
psicologia della suggestione e dell'ipnosi, introdotta in Italia da Vittorio
Benussi, approdò alla psicoanalisi, sulla quale tenne il primo corso
universitario italiano. Il corso si tenne presso a Padova. Divenne allora uno dei
primi e più importanti rappresentanti italiani della psicoanalisi. Nell'Italia
degli anni '30 le teorie di Freud non erano state accolte bene né dalle
Università, né dalla Chiesa cattolica, a causa dell'ideologia culturale
gentiliana assunta dal fascismo. La Società psicoanalitica italiana venne
limitata anche dalle leggi razziali fasciste che colpirono i membri ebrei della
società. Benché non fosse ebreo (poiché figlio di madre cattolica), fu
allontanato dall'insegnamento a Urbino e declassato ad insegnante di liceo. Nominato
professore di Filosofia al Liceo Parini di Milano. Si ritrova con L. Basso, Ferrazzutto e altri vecchi socialisti
con l'intento di creare un partito erede del Partito Socialista Italiano; ebbe
l'incarico di trovare denaro per una prima organizzazione e di allacciare
rapporti col Partito Comunista clandestino. Musatti lavorò anche durante la
guerra. Nel 1944, nel periodo dell'occupazione nazista, fu tratto in salvo
dall'avvocato Paolo Toffanin, fratello di Giuseppe Toffanin, che lo aiutò a
trasferirsi a Ivrea, ospite dell'amico Adriano Olivetti. Con il suo sostegno
fondò un centro di psicologia del lavoro. Ricoprì anche l'incarico di direttore
della Scuola Allievi Meccanici, scuola aperta per formare operai meccanici
specializzati. Successivamente fu richiamato dall'Esercito per andare sul
fronte francese. Ottenne all'Università degli Studi di Milano la prima
cattedra di Psicologia costituita nel dopoguerra in Italia, presso la Facoltà
di Lettere e Filosofia. Vi insegnò per venti anni. A Milano ebbe il periodo più
florido della sua ricerca scientifica: gli studenti affollavano le sue lezioni.
Musatti fu il leader del movimento psicoanalitico italiano nei primi anni del
dopoguerra. A quel periodo risale il suo “Trattato di Psicoanalisi”, pubblicato
da Einaudi. Divenne direttore della “Rivista di psicoanalisi”. Presidente del
Centro Milanese di Psicoanalisi fondato da Franco Ciprandi, Renato Sigurtà e
Pietro Veltri, che gli verrà intitolato dopo la sua morte. Nel 1976 è diventato
curatore della edizione italiana delle Opere di Sigmund Freud, della Casa
Editrice Bollati Boringhieri di Torino. Vecchiaia La località a lui
dedicata Musatti scrisse anche libri di letteratura, tra cui Il pronipote di
Giulio Cesare, che gli fece vincere il Premio Viareggio. Fu eletto per due
volte consigliere comunale di Milano nella lista del PSIUP e fu anche
consulente del Tribunale dei Minori del capoluogo lombardo. Sostenne sempre la
pace, il progresso dei lavoratori, l'emancipazione femminile ed i diritti civili.
Cesare Musatti era ateo, come ebbe a dichiarare in più occasioni, l'ultima
delle quali in uno dei martedì filosofici del Casinò di Sanremo. Muore nella
sua abitazione di via Sabbatini a Milano. L'indomani dopo una cerimonia laica
di commiato celebrata in forma strettamente privata, la sua salma e cremata a Lambrate. Le sue ceneri sono
tumulate, secondo le sue ultime volontà, nel cimitero comunale di Brinzio, località
in cui era solito trascorrere i periodi di vacanza. Il suo archivio è
conservato presso l'Aspi Archivio Storico della Psicologia Italiana
dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il comune di Dolo ha
ribattezzato la sua località natale Casello 12 località Cesare Musatti e gli ha
intitolato il locale istituto professionale. Musatti e il suicidio di
Benussi Anche dopo la rivelazione che si era trattato di un suicidio, non parla
mai volentieri della morte del maestro. Nel generale silenzio dello studioso di
Dolo emerge un'intervista. Nell'intervista Musatti confessa di sognare a volte
che in una caserma dei carabinieri in cui viene tradotto, il commissario lo
interroga sulla morte di tre sue mogli (si sposò quattro volte), decedute
tragicamente, e di Vittorio Benussi. A fine colloquio il militare lo intima di
confessare di aver ucciso il maestro per prendere la cattedra di psicologia.
«Io gli rispondoprosegue Musatti, da buon psicoanalistache sicuramente nel mio
subconscio mi sono sentito responsabile per questa e per altre morti. Il
commissario, che non capiva nulla di subconscio, decide: “Mi spiace professore,
ma devo arrestarla”. Io allora gli rispondo: ”Non è possibile commissario,
perché si tratta di delitti commessi più di cinquant'anni fa, e quindi sono
prescritti!”». ‘Cesare’ è un riferimento al pro-zio Musatti, medico
pediatra, uno che aveva visitato il piccolo, nato settimino. ‘Luigi’ e il nome
del bonno materno (L. Leanza, morto in carcere, partecipa alla rivolta anti-borbonica);
‘Eugenio’ e il nome di un altro pro-zio paterno, lo storico Eugenio Musatti;
cfr. Musatti IX-XIII. Forse la psicoanalisi è nata e morta con lui. Il nome
allude alla fermata della tranvia Padova-Malcontenta-Fusina che il nonno,
presidente della Società Veneta Lagunare, odierna ACTV, aveva fatto aprire per
raggiungere più agevolmente Venezia.
Musatti IX-XIII. Archivio
dell'Università degli Studi di Padova, Carriere scolastiche della Facoltà di
Lettere e filosofia, Padova, Carriere scolastiche della Facoltà di scienze
matematiche, fisiche e naturali, Opuscolo del Centro Milanese di Psicoanalisi,
a cura del Comitato Direttivo, redatto da L. Ambrosiano Capazzi Gammaro Moroni,
L.Reatto, L.Schwartz, M. Sforza, M.Stufflesser, Milano Per una storia del Centro Milanese di
Psicoanalisi Chiari, Seminario presso il Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare
Musatti, Milano Freud, Opere (Torino,
Boringhieri); S. Giacomoni, Cerimonia privata per Cesare Musatti, la
Repubblica, è consultabile sul
dell'Aspi, all'indirizzo web AspiArchivio storico della psicologia
italiana, Università degli studi di Milano-Bicocca. D. Mont D'Arpizio, Vittorio
Benussi, Padre della psicologia padovana, in La Difesa del popolo, Mille anni
di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della
Scienza di Firenze, Mia sorella gemella
la psicoanalisi, 1Pordenone, Edizioni Studio Tesi,Luciano Mecacci, Cesare L.
Musatti, voce dell'Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti. Il
contributo italiano alla storia del pensiero. Ottava appendice, Roma, Istituto
della Enciclopedia Italiana,. Opere: “Analisi del concetto di realtà empirica,”
Il Solco, Città di Castello, “Forma e assimilazione,” in: Archivio italiano di
psicologia, “Elementi di psicologia della testimonianza, Biblioteca Universale
Rizzoli, Forma e movimento, Officine grafiche C. Ferrari, Venezia, da: Atti del
Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Gli elementi della
psicologia della forma, Gruppo Universitario Fascista, Padova, Trattato di
psicoanalisi (Boringhieri, Torino); Super io individuale e Super io collettivo
(Olschki, Firenze); Condizioni dell'esperienza e fondazione della psicologia,
Editrice Universitaria, Firenze, Riflessioni sul pensiero psicoanalitico e
incursioni nel mondo delle immagini (Boringhieri, Torino); Svevo e la
psicoanalisi (Olschki, Firenze); I rapporti personali Freud-Jung attraverso il
carteggio, Leo S. Olschki, Firenze, Commemorazione accademica, Leo S. Olschki,
Firenze Nino Valeri, Leo S. Olschki Firenze, Il pronipote di Giulio Cesare,
Mondadori Milano A ciascuno la sua morte (Olschki, Firenze); Hanno cancellato
Livorno (Olschki, Firenze); Mia sorella gemella la psicoanalisi (Editori
Riuniti, Roma). Una famiglia diversa ed un analista di campagna, Leo S.
Olschki, Firenze, Questa notte ho fatto
un sogno, Editori Riuniti, Roma, Chi ha paura del lupo cattivo?, Editori
Riuniti, Roma, Psicoanalisti e pazienti a teatro, a teatro (Mondadori, Milano);
Leggere Freud, Bollati Boringhieri, Torino, Curar nevrotici con la propria
autoanalisi, Mondadori, Milano : Geometrie non-euclidee e problema della
conoscenza, Aurelio Molaro, prefazione di Mauro Antonelli, Mimesis,
Milano,TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze
Archivistiche. Opere su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. italiana di
Cesare Musatti, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica,
Fantascienza.com. Cesare Musatti. Musatti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Musatti” – The Swimming-Pool Library.
Mustè. (Roma). Flosofo. Laurea in
filosofia con la tesi, “Marx,” borsista dell'Istituto italiano per gli studi
storici di Napoli, dove ha svolto attività didattica e di ricerca, collaborando
con Gennaro Sasso. Redattore della “nuova serie” della “Rivista trimestrale”.
Consegue il titolo di dottore di ricerca alla Sapienza. Lavora alla
"Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi Filosofici"
dell'Università "La Sapienza" in qualità di “Segretario e Curatore
dell'archivio e della biblioteca di Gentile”. È stato professore a contratto di
Storia della filosofia. Insegna a Roma. È membro del Consiglio
scientifico della Fondazione Gramsci e della Commissione scientifica per la
Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci. Ha collaborato con l'Enciclopedia
Italiana, in particolare ai volumi: Il contributo italiano alla storia del
pensiero. Filosofia (ottava appendice), Enciclopedia machiavelliana e Croce e
Gentile. La cultura italiana e l'Europa. Ha diretto la rivista
"Novecento". Fa parte del Comitato scientifico di alcune riviste, tra
cui: "Giornale critico della filosofia italiana", "Annali della
Fondazione Gramsci", “La Cultura”, “Filosofia italiana”. Scrive su diverse
riviste scientifiche, tra le quali, con maggiore continuità: "Giornale
critico della filosofia italiana", "La Cultura", "Studi
storici", "Filosofia italiana". Nel è stato nominato dal Ministero dei beni
culturali Segretario del "Comitato nazionale per il bicentenario della
nascita di Bertrando Spaventa". Dal
al ha insegnato Ermeneutica
filosofica, in qualità di Visiting Professor, alla Pontificia Università
Antonianum. Ricerche Le sue ricerche si sono rivolte alla storia della
filosofia italiana, con contributi dedicati all'idealismo e al marxismo. Per
quanto riguarda l'idealismo italiano, ha indagato i momenti e le figure
fondamentali (sino al profilo complessivo pubblicato nel 2008) e le premesse
nella filosofia dell'Ottocento, specie in relazione al pensiero di Vincenzo
Gioberti (soprattutto con il libro del 2000 su La scienza ideale). Di
particolare interesse gli studi su Bertrando Spaventa e le monografie su Adolfo
Omodeo e Benedetto Croce. Ha dedicato saggi e ricerche al pensiero di Antonio
Gramsci e ad altri momenti del pensiero marxista italiano: del è la monografia su Marxismo e filosofia della
praxis, che ricostruisce la storia del marxismo italiano da Labriola a Gramsci.
Sono noti i suoi studi sul pensiero politico nell'Italia contemporanea, con
particolare riguardo alle figure di Franco Rodano, Felice Balbo, Augusto Del
Noce. Ha approfondito lo studio dell'opera di Marx e in generale la
storia della filosofia tedesca tra Hegel e Nietzsche. Particolare
attenzione ha poi rivolto (con il libro
su La storia e con altri scritti, tra cui quelli sull'evento e sulla
teoria delle fonti) alle questioni specifiche della teoria della
storiografia. Metodi Conduce l’indagine teoretica in stretta relazione
con gli studi di storia della filosofia e di storia della storiografia, in
generale nell’ambito della storia delle idee, adottando un metodo
storico-critico che spesso privilegia l’uso di fonti archivistiche e di
documentazione inedita. Il suo metodo cerca di coniugare l'analisi strutturale
delle opere filosofiche con la ricerca filologica sulle fonti e sulla
tradizione dei testi, con particolare riguardo ai processi di lungo periodo
della filosofia italiana moderna e contemporanea. Opere: “Storiografia”
(Il Mulino, Bologna); Benedetto Croce, Morano, Napoli Franco Rodano. Critica delle ideologie e
ricerca della laicità, Il Mulino, Bologna; Carteggio Croce-Antoni, Il Mulino,
Bologna Politica e storia in Bloch, Aracne, Roma La scienza ideale. Filosofia e
politica, Rubbettino, Soveria Mannelli, Franco Rodano. Laicità, democrazia,
società del superfluo, Studium, Roma Grice: “’superfluo’ is possibly one of the
most unsuperfluous words in the Italian philosophical dictionary – cf. “I was
in New York, which was black out.” -- Gioberti, Il governo federativo, Gangemi
Editore, Roma (Curatela) Franco Rodano, Cristianesimo e società opulenta,
Edizioni di storia e letteratura, Roma, Il giudizio sul nazismo. Le
interpretazioni -- La storia: teoria e metodi, Carocci, Roma, La filosofia
dell'idealismo italiano, -- Grice: “filosofia” is superfluous here, seeing that
idealism already ENTAILS philosophy!” -- Carocci, Roma, Croce, Carocci, Roma
Tra filosofia e storiografia. Hegel, Croce e altri studi, Aracne, Roma); “La
prassi e il valore. La filosofia dell'essere” Aracne, Roma “Filosofia della
praxis” Viella, Roma (Con Giuseppe
Vacca) In cammino con Gramsci, Viella, Roma. L'ermeneutica, in «Rivista
trimestrale», Il problema del mondo nel «Tractatus» di Wittgenstein, in
«Rivista trimestrale», Le fonti del giudizio marxiano sulla Rivoluzione
francese in «Annali dell'Istituto
Italiano per gli Studi Storici», L' «orizzonte liberale» di Dahrendorf, in
«Critica marxista», Sturzo e il popolarismo nel giudizio, in Sturzo e la
democrazia europea, Laterza, Roma-Bari, Croce e il problema del diritto, in
«Novecento», Metodo storico e senso della libertà” “La storiografia crociana,
in «La Cultura», Omodeo. Il pensiero politico, in «Annali dell'Istituto
Italiano per gli Studi Storici», Libertà e storicismo assoluto: per
un'interpretazione del liberalismo di Croce, in Croce e Gentile fra tradizione
nazionale e filosofia europea, Editori Riuniti, Roma, “La società civile
democratica, in «Novecento», Sul
giudizio politico, in «Novecento», Il marxismo politico nell'interpretazione di
Noce, in «Poietica», Gioberti e Cartesio, in Bibliopolis, Napoli,Comunismo e
democrazia, in La democrazia nel pensiero politico del Novecento, Aracne, Roma,
Guido Calogero, in «Belfagor»,Gioberti e Leopardi, in «La Cultura», Verità e
storia, in «Storiografia», “La morale”, Rosmini e Gioberti. G. Beschin e L.
Cristellon, Morcelliana, Brescia, Il destino dell'evento nella “nuova storia”
francese, in «La Cultura», Carattere e svolgimento delle prime teorie estetiche
di Croce, «La Cultura», Liberalismo
etico e liberismo economico, in Croce filosofo liberale, -- cf. Grice, “Do not
multiply liberalisms beyond necessity: ‘liberalismo semiotico’” – Grice: “Muste
is very witty in distinguishing between liberalism and liberrism!” -- M. Reale,
LUISS University Press, Roma, La teoria della storia in Croce, in «Giornale
critico della filosofia italiana», L'idea di “Risorgimento” in Gioberti, in
«Quaderni della Fondazione Centro Studi Noce», Il significato delle fonti
storiche, in «La Cultura», La storia:
teoria e metodi, in «History and Theory», Il passaggio all'anti-fascismo di
Croce, in Anni di svolta. Crisi e trasformazione nel pensiero politico della
prima età contemporanea, F.M. Di Sciullo, Rubbettino, Soveria Mannelli,
Alterità e principio del dialogo in Guido Calogero, in L'idea e la differenza.
Noi e gli altri, ipotesi di inclusione nel dibattito contemporaneo, M.P.
Paternò, Rubbettino, Soveria Mannelli Il principio del nous nella filosofia di
Calogero, in «La Cultura», La filosofia come sapere storico, in Il Novecento di
Eugenio Garin. Atti del Convegno di studi, G. Vacca e S. Ricci, Istituto della
Enciclopedia Italiana, Roma, Gioberti, in Il contributo italiano alla storia
del pensiero. Filosofia, M. Ciliberto, Istituto della Enciclopedia Italiana,
Roma , Lo storicismo italiano nel secondo dopoguerra, in Il contributo italiano
alla storia del pensiero. Filosofia, M. Ciliberto, Istituto della Enciclopedia
Italiana, Roma, Il problema della libertà nella filosofia di Scaravelli, in «La
Cultura», La libertà del volere nella filosofia di Croce, in Filosofia e
politica. G. Cesarale, M. Mustè, S. Petrucciani, Mimesis, Milano, Il senso
della dialettica nella filosofia di Spaventa, in "Filosofia
italiana", apr. Storia, metodo,
verità, in «La Cultura», , Gentile e Marx, «Giornale critico della filosofia
italiana», Togliatti e De Luca, «Studi storici», Gentile e Socrate, (Grice: cf.
caricature of Gentile as Aristotele in ‘La scuola d’Atene”) -- in La bandiera
di Socrate. Momenti di storiografia filosofica italiana nel Novecento, E.
Spinelli e F. Trabattoni, Sapienza Università Editrice, Roma, Gentile e Gioberti,
«La Cultura», Gramsci, Croce e il canto decimo dell’Inferno di Dante, «Giornale
critico della filosofia italiana», , fBertrando Spaventa e Gioberti, «Studi
storici», , La presenza di Gramsci nella storiografia filosofica e nella storia
della cultura, «Filosofia italiana», Dialettica e società civile. Gramsci
“interprete” di Hegel, «Pólemos. Materiali di filosofia e critica sociale»,
Marx e i marxismi italiani, «Giornale critico della filosofia italiana», La “via alla storia” di Carlo Ginzburg, in
Streghe, sciamani, visionari. In margine a “Storia notturna” di Carlo Ginzburg,
Cora Presezzi, Viella, Roma , Filosofia e storia della filosofia nella
riflessione di Sasso, «Filosofia italiana», Opere Sapienza Roma. Dipartimento
di studi filosofici ed epistemologici, su lettere.uniroma1. Intervista sulla
storia della "Rivista trimestrale" Intervista di Mustè su Croce del
//diacritica/letture-critiche/lo-storicismo-di-croce-e-la-morte-della-metafisica-intervista-a-marcello-muste
html. Marcello Mustè. Mustè. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mustè” – The Swimming-Pool Library
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