The Grice Club

Welcome

The Grice Club

The club for all those whose members have no (other) club.

Is Grice the greatest philosopher that ever lived?

Search This Blog

Thursday, November 11, 2021

DIZIONARIO GRICEIANO M

 

Machiavelli (Firenze). Filosofo. Grice: “While Strawson prefers ‘The Prince,’ my favourite Machiavelli is the dialogo, discorso, ovvero dialogo intorno della lingua –“ Grice: “The full title makes it sound slightly analytic – ‘whether it should be called ‘florentine, Italian, or tooscana’ I mean, a stipulation!” -- Grice: “Like me, we can call Machiavelli a philosopher of language – the trend being very Florentine between Machiavelli and Varchi.” -- possibly Italy’s greateset philosopher – Noto come il fondatore della scienza politica moderna, i cui principi base emergono dalla sua opera più famosa, Il Principe, nella quale è esposto il concetto di ragion di stato e la concezione ciclica della storia. Questa definizione, secondo molti, descrive in maniera compiuta sia l'uomo sia il letterato più del termine machiavellico, entrato peraltro nel linguaggio corrente ad indicare un'intelligenza acuta e sottile, ma anche spregiudicata e, proprio per questa connotazione negativa del termine, negli ambiti letterari viene preferito il termine "machiavelliano".  L'ortografia del cognome è, purtroppo, ambigua: la versione "Macchiavelli", quella della statua a lui dedicata agli Uffizi, in attesa di chiarimenti dell'Ufficio Culturale del museo o dell'Accademia della Crusca, andrebbe considerata ugualmente corretta in lingua italiana. L'analisi della firma del filosofo, riportata qui accanto, farebbe propendere per la "c" singola[senza fonte]. «Nacqui povero, ed imparai prima a stentare che a godere.»  (N. Machiavelli, Lettera a Francesco Vettori.) Niccolò Machiavelli (scritto anche Macchiavelli sulla statua a lui dedicata all'ingresso degli Uffizi) nacque a Firenze, terzo figlio, dopo le sorelle Primavera e Margherita e prima del fratello Totto; figlio di Bernardo e di Bartolomea Nelli. Anticamente originari della Val di Pesa, i Machiavelli sono attestati popolani guelfi residenti almeno dal XIII secolo a Firenze, dove occuparono uffici pubblici ed esercitarono il commercio. Il padre Bernardo era tuttavia di così poca fortuna da esser considerato, non si sa quanto veritieramente, figlio illegittimo: dottore in legge, risparmiatore per carattere o per necessità, ebbe interesse agli studi di umanità, come risulta da un suo Libro di Ricordi che è anche la principale fonte di notizie sull'infanzia di Niccolò. La madre, secondo un suo lontano pronipote, avrebbe composto laude sacre, rimaste peraltro sconosciute, dedicate proprio al figlio Niccolò. Cominciò a studiare latino con un certo Matteo, l'anno dopo si dedicava allo studio della grammatica con Poppi, all'aritmetica  e l'anno seguente affrontava le prove scritte di componimento in latino. Opere in questa lingua esistevano nella biblioteca paterna: la I Deca di Tito Livio e quelle di Flavio Biondo, opere di Cicerone, Macrobio, Prisciano e Marco Giuniano Giustino. Adulto, maneggerà anche Lucrezio e la Historia persecutionis vandalicae di Vittore Uticense. Non conobbe invece il greco, ma poté leggere le traduzioni di alcuni degli storici più importanti, soprattutto Tucidide, Polibio e Plutarco, da cui trasse importantissimi spunti per la sua riflessione sulla Storia. S'interessò alla politica anche prima di avere degli incarichi istituzionali, come dimostra una sua lettera del 9 marzo 1498, la seconda che di lui ci è pervenutala prima è una richiesta al cardinale Giovanni Lopez, del 2 dicembre 1497, affinché si adoperi a riconoscere alla sua famiglia un terreno contestato dalla famiglia dei Pazziindirizzata probabilmente all'amico Ricciardo Becchi, ambasciatore fiorentino a Roma, nella quale egli si esprime in modo critico contro Girolamo Savonarola.  Due sono le fasi che scandiscono la vita di Niccolò Machiavelli: nella prima parte della sua esistenza egli è impegnato soprattutto negli affari pubblici; nella successiva nella scrittura di testi di portata teorica e speculativa. Si apre la seconda fase segnata dal forzato allontanamento dello storico e filosofo toscano dalla politica attiva. «Della persona fu ben proporzionato, di mezzana statura, di corporatura magro, eretto nel portamento con piglio ardito. I capelli ebbe neri, la carnagione bianca ma pendente all'ulivigno; piccolo il capo, il volto ossuto, la fronte alta. Gli occhi vividissimi e la bocca sottile, serrata, parevano sempre un poco ghignare. Di lui più ritratti ci rimangono, di buona fattura, ma soltanto Leonardo, col quale ebbe pur che fare ai suoi prosperi giorni, avrebbe potuto ritradurre in pensiero, col disegno e i colori, quel fine ambiguo sorriso»  (Roberto Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli)  Caterina Sforza Riario, ritratta da Lorenzo di Credi. Niccolò aveva già presentato al Consiglio dei Richiesti, il 18 febbraio 1498, la propria candidatura a segretario della Seconda Cancelleria della Repubblica fiorentina, ma gli fu preferito un candidato savonaroliano. Pochi giorni però dopo la fine dell'avventura politica e religiosa del frate ferrarese, il 28 maggio Machiavelli fu nuovamente designato ed eletto il 15 giugno dal Consiglio degli Ottanta, elezione ratificata dal Consiglio maggiore il 19 giugno 1498, probabilmente grazie all'autorevole raccomandazione del Primo segretario della Repubblica, Marcello Virgilio Adriani, che il Giovio asserisce essere stato suo maestro.  Per quanto i compiti delle due Cancellerie siano stati spesso confusi, generalmente alla prima si attribuivano gli affari esterni, e alla seconda quelli interni e la guerra: ma i compiti della seconda Cancelleria, presto unificati con quelli della Cancelleria dei Dieci di libertà e pace, consistevano nel tenere i rapporti con gli ambasciatori della Repubblica, cosicché, essendogli stata affidata, ianche questa ulteriore responsabilità, Machiavelli finì per doversi occupare di una tale somma di compiti da essere storicamente considerato, senza ulteriori distinzioni, il «Segretario fiorentino».  Era il tempo nel quale, conclusa l'avventura italiana di Carlo VIII, la maggiore preoccupazione di Firenze era volta alla riconquista di Pisaresasi indipendente dopo che Piero de' Medici l'aveva data in pegno al re di Francia- e alleata di Venezia che, intendendo impedire l'espansione fiorentina, aveva invaso il Casentino, occupandolo a nome dei Medici. Il pericolo venne fronteggiato dal capitano di ventura Paolo Vitelli, e la mediazione del duca di Ferrara Ercole I, iriconsegnò il Casentino a Firenze, autorizzandola altresì a riprendersi Pisa. In marzo venne inviato a Pontedera, dove erano acquartierate le milizie del signore di Piombino, Jacopo d'Appiano, alleato di Firenze.  In maggio scrisse il Discorso della guerra di Pisa per il magistrato dei Dieci: poiché «Pisa bisogna averla o per assedio o per fame o per espugnazione, con andare con artiglieria alle mura», esaminate diverse soluzioni, si esprime favorevole a un assedio di «un quaranta o cinquanta dì ed in questo mezzo trarne tutti gli uomini da guerra potete, e non solamente cavarne chi vuole uscire, ma premiare chi non ne volesse uscire, perché se ne esca. Dipoi, passato detto tempo, fare in un subito quanti fanti si può; fare due batterie, e quanto altro è necessario per accostarsi alle mura; dare libera licenza che se ne esca chiunque vuole, donne, fanciulli, vecchi ed ognuno, perché ognuno a difenderla è buono; e così trovandosi i Pisani voti di difensori dentro, battuti dai tre lati, a tre o quattro assalti sarìa impossibile che reggessero».  Il 16 luglio 1499 si presentò a Forlì alla contessa Caterina Sforza Riario, nipote di Ludovico il Moro e madre di Ottaviano Riario, che era stato al soldo dei fiorentini, per rinnovare l'alleanza e ottenere uomini e munizioni per la guerra pisana. Ottenne solo vaghe promesse dalla contessa che era già impegnata a sostenere lo zio nella difficile difesa del Ducato milanese dalle mire di Luigi XII e dovette ripartire senza aver nulla ottenuto. Era nuovamente a Firenze in agosto, quando le artiglierie fiorentine, provocata una breccia nelle mura pisane, aprivano la via alla conquista della città, ma il Vitelli non seppe sfruttare l'occasione e temporeggiò finché la malaria non ebbe ragione delle sue truppe, costringendolo a togliere l'assedio il 14 settembre. Invano ritentò l'impresa: sospettato di tradimento, quello che «era il più reputato capitano d'Italia» fu decapitato.  Nessuna prova vi era che il Vitelli fosse stato corrotto dai Pisani ma la giustificazione di Machiavelli, a nome della Repubblica, in risposta alle critiche di un cancelliere di Lucca, fu che «o per non havere voluto, sendo corropto, o per non havere potuto, non avendo la compagnia, ne sono nati per sua colpa infiniti mali ad la nostra impresa, et merita l'uno o l'altro errore, o tuct'a due insieme che possono stare, infinito castigo». Conquistato il Ducato di Milano, in risposta alla richieste fiorentine Luigi XII mandò suoi soldati a risolvere l'impresa di Pisa le cui mura furono bensì abbattute nel luglio del 1500 ma né gli svizzeri né i francesi entrarono in città anzi, lamentando che Firenze non li pagasse, levarono l'assedio e sequestrarono il commissario fiorentino Luca degli Albizzi, che fu rilasciato solo dietro riscatto. A Machiavelli, presente ai fatti, non restava che informare la Repubblica, che decise di mandarlo in Francia, insieme con Francesco della Casa, per cercare nuovi accordi che risolvessero finalmente la guerra di Pisa. Il cardinale di Rouen Georges d'Amboise raggiunsero la corte francese a Nevers, presentando al re e al ministro, cardinale di Rouen, le rimostranze per il cattivo comportamento dei loro soldati; sapendo che Firenze non aveva al momento denari sufficienti a finanziare l'impresa, invitarono Luigi a intervenire direttamente nella guerra, al termine della quale la Repubblica avrebbe ripagato la Francia di tutte le spese. Il rifiuto dei francesiche richiedevano a Firenze il mantenimento degli svizzeri rimasti accampati in Lunigiana e minacciavano la rottura dell'alleanzamise i legati fiorentini, privi di istruzioni dalla Repubblica, in difficoltà, acuite dalla ribellione di Pistoia e dalle iniziative che frattanto aveva preso in Romagna Cesare Borgia, i cui ambiziosi e oscuri piani potevano anche indirizzarsi contro gli interessi fiorentini.  Occorreva, pagando, mantenere buoni rapporti con la Franciascriveva da Tours il 21 novembree guardarsi dalle macchinazioni del papa: così, ottenuto dalla Signoria il denaro richiesto dalla Francia, Machiavelli poteva finalmente ritornare a Firenze il 14 gennaio 1501. Quella lunga permanenza nella corte francese verrà dislocata negli opuscoli De natura Gallorum, dove i francesi verranno descritti come «humilissimi nella captiva fortuna; nella buona insolenti più cupidi de' danari che del sangue vani et leggieri più tosto tachagni che prudenti», con una bassa opinione degli Italiani, e nel successivo Ritratto delle cose di Francia, dove, spostandosi su un piano d'analisi prettamente politica, finisce col fare della Francia l'esemplare dello stato moderno. Soprattutto egli insiste sul nesso fra la prosperità della monarchia e il raggiunto processo di unificazione nazionale, sentito come la lezione peculiare delle "cose di Francia".  Cesare Borgia «Questo signore è molto splendido e magnifico, e nelle armi è tanto animoso che non è sì gran cosa che non gli paia piccola, e per gloria e per acquistare Stato mai si riposa né conosce fatica o periculo: giugne prima in un luogo che se ne possa intendere la partita donde si lieva; fassi ben volere a' suoi soldati; ha cappati e' migliori uomini d'Italia: le quali cose lo fanno vittorioso e formidabile, aggiunte con una perpetua fortuna»  (Machiavelli, Lettera ai Dieci del 26 giugno 1502) La minaccia del Borgia si fece presto concreta: fermato dalle minacce della Francia quando tentava d'impadronirsi di Bologna, si volse contro Piombino, entrando nel territorio della Repubblica e cercando di imporle tributi, dai quali Firenze fu nuovamente fatta salva dall'intervento di Luigi. Fra una missione a Pistoia e un'altra a Siena, Niccolò ebbe tempo di sposare. Marietta Corsini, donna di modesta origine, dalla quale avrà sei figli: Primerana, Bernardo, Lodovico, Guido, Piero e Baccina. Padrone di Piombino il 3 settembre 1501, il Borgia, per mezzo del suo sodale Vitellozzo Vitelli s'impadronì di Arezzo, dove si stabilì Piero de' Medici, poi delle terre di Valdichiana, di Cortona, di Anghiari e di Borgo San Sepolcro e di lì passò a investire Camerino e Urbino, chiedendo nel contempo di intavolare trattative con Firenze che, nel frattempo, vistasi stretta dai due Borgia, padre e figlio, aveva rinnovato gli accordi con la Francia. lo stesso giorno della caduta della città nelle mani di Cesare, partirono per Urbino Machiavelli e il vescovo di Volterra, Francesco Soderini, fratello di Piero: ricevuti , si sentirono ordinare di cambiare il governo della Repubblica, pena la sua inimicizia. La crisi fu superata grazie all'intervento delle armi francesi: avvicinandosi queste ad Arezzo, la città fu sgomberata e restituita, insieme con le altre terre, ai Fiorentini. Riferimento a questi casi è il breve scritto dell'anno successivo, Del modo di trattare i popoli della Valdichiana ribellati, nel quale, preso esempio dal comportamento tenuto dagli antichi Romani in caso di ribellioni, rimprovera il governo fiorentino di non aver trattato severamente la ribelle città di Arezzo. Pensa che come i Romani  «fecero giudizio differente per esser differente il peccato di quelli popoli, così dovevi fare voi, trovando ancora nei vostri ribellati differenza di peccati giudico ben giudicato che a Cortona, Castiglione, il Borgo, Foiano, si siano mantenuti i capitoli, siano vezzeggiati e vi siate ingegnati riguadagnarli con i beneficii ma io non approvo che gli Aretini, simili ai Veliterni ed Anziani non siano stati trattati come loro. I Romani pensarono una volta che i popoli ribellati si debbano o beneficare o spegnere e che ogni altra via sia pericolosissima.»  Di fronte a quelli che apparivano tempi nuovi e tempestosi, nei quali occorreva che uomini capaci prendessero pronte risoluzioni, come prima riforma nell'organizzazione dello Stato fiorentino fu resa vitalizia la carica di gonfaloniere, affidata a Pier Soderini, che appariva uomo accetto tanto agli ottimati che ai popolani. La prima missione che egli affidò a Machiavelli fu quella di prendere nuovamente contatto col Borgia il quale, formalmente capitano delle truppe pontificie e finanziato da quello Stato, intendeva tuttavia agire nel proprio interesse e in quello della sua famiglia, stringendo un nuovo patto col Luigi XII e ottenendone libertà d'azione nei suoi piani di espansione, non solo nei confronti di signorotti quali gli Orsini, i Baglioni e il Vitelli, già suoi alleati, ma anche contro lo stesso Bentivoglio di Bologna. Seguendo la tradizionale politica di alleanza con la Francia, Firenzepur diffidando del Valentinointendeva confermargli la sua amicizia, per non essere investita dai suoi aggressivi disegni.  Machiavelli giunse a Imola dal Borgia il 7 ottobre, confidandogli che Firenze non aveva aderito all'offerta di amicizia propostale dagli Orsini e dai Vitelli, congiurati a Magione contro il duca Valentino, e ne ricevette in cambio un'offerta di alleanza, alla quale Niccolò, affascinato dalla figura di Cesare Borgia, guardava con favore più di quanto non facesse il governo fiorentino. Fu al seguito del Valentino per tutta la durata di quei tre mesi di campagna militare e, due ore dopo l'uccisione a tradimento di Vitellozzo e di Oliverotto da Fermo, ne raccolse le parole «savie e affezionatissime» per i Fiorentini, invitati nuovamente a unirsi a lui per avventarsi contro Perugia e Città di Castello. Firenze, a questo punto, decise di mandare presso il Borgia un ambasciatore accreditato, Jacopo Salviati, così che il nostro Segretario lasciò il campo di Città della Pieve per fare ritorno a Firenze. Vitellozzo Vitelli, ritratto da Luca Signorelli. «Vitellozo, Pagolo et duca di Gravina in su muletti ne andorno incontro al duca, accompagnati da pochi cavagli; et Vitellozo disarmato, con una cappa foderata di verde, tucto aflicto se fussi conscio della sua futura morte, dava di sé, conosciuta la virtù dello huomo et la passata sua fortuna, qualche ammirationeArrivati adunque questi tre davanti al duca, et salutatolo humanamente, furno da quello ricevuti con buono volto Ma, veduto il duca come Liverotto vi mancava adciennò con l'occhio a don Michele, al quale lLeverotto era demandata, che provedessi in modo che Liverotto non schapassi Liverotto havendo facto riverenza, si adcompagnò con gli altri; et entrati in Senigagla, et scavalcati tutti ad lo alloggiamento del duca, et entrati seco in una stanza secreta, furno dal duca fatti prigioni venuta la nocte  al duca parve di fare admazare Vitellozzo e Liverotto; et conductogli in uno luogo insieme, gli fe' strangolare Pagolo et el duca di Gravina Orsini furno lasciati vivi per infino che il duca intese che a Roma el papa haveva preso el cardinale Orsino, l'arcivescovo di Firenze et messer Jacopo da Santa Croce; dopo la quale nuova, a dì 18 di giennaio, ad Castel della Pieve furno anchora loro nel medesimo modo strangolati»  (Machiavelli, Descrizione del modo tenuto dal duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini). La morte di Alessandro VI privò Cesare Borgia delle risorse finanziarie e politiche che gli occorrevano per mantenere il ducato di Romagna, che si dissolse tornando a frammentarsi nelle vecchie signorie, mentre Venezia s'impadronì di Imola e di Rimini. Dopo il brevissimo pontificato di Pio III, Machiavelli fu inviato a Roma per il conclave che il 1º novembre elesse Giulio II. Raccolse le ultime confidenze del Valentino, del quale pronosticò la rovina imminente, e cercò di comprendere le intenzioni politiche del nuovo papa, che egli sperava s'impegnasse contro i Veneziani, le cui mire espansionistiche erano temute da Firenze: «O la sarà una porta che aprirà loro tutta Italia, o fia la rovina loro», scrive il 24 novembre.  A Roma gli giunse la notizia della nascita del secondogenito Bernardo: «Somiglia voi, è bianco come la neve, ma gli ha il capo che pare velluto nero, et è peloso come voi, e da che somiglia voi parmi bello», gli scrive la moglie Marietta. E Machiavelli, che lungamente in questo scorcio di tempo aveva frequentato la casa del cardinal Soderini, al quale forse prospettò già il suo progetto di costituire una milizia nazionale che sostituisse l'infida soldatesca mercenaria, il 18 dicembre s'avviò per Firenze.  In Francia  Ingresso a Genova di Luigi XII, Le fortune della Francia in Italia sembrarono declinare dopo la cacciata dal Napoletano ad opera dell'armata spagnola di Gonzalo Fernández de Córdoba. Firenze, alleata di Luigi XII, e timorosa delle prossime iniziative della Spagna, del papa e della nemica tradizionale, la Siena di Pandolfo Petrucci, era interessata a conoscere i progetti del re e a questo scopo alla sua corte mandò Machiavelli «a vedere in viso le provvisioni che si fanno e scrivercene immediate, e aggiungervi la coniettura e iudizio tuo». Il 22 gennaio 1504 Machiavelli era a Milano per conferire con il luogotenente Charles II d'Amboise, che non credeva in un attacco spagnolo in Lombardia e rassicurò Niccolò sull'amicizia francese per Firenze.  Raggiunse la corte e l'ambasciatore Niccolò Valori a Lione il 27 gennaio, ricevendo uguali rassicurazioni dal cardinale di Rouen e da Luigi stesso. In marzo ripartiva per Firenze e di qui si recava per pochi giorni a Piombino da Jacopo d'Appiano, per sondare la posizione di quel signorotto. È di questo tempo la stesura del suo primo Decennale, una storia dei fatti notevoli occorsi degli ultimi dieci anni volta in terzine: Machiavelli non è poeta, anche se invoca Apollo nell'esordio del poemetto, ma a noi interessa il suo giudizio sull'attualità della vicenda politica italiana e su quel che attende Firenze:  «L'imperador, con l'unica sua prole vuol presentarsi al successor di Pietro al Gallo il colpo ricevuto duole; e Spagna che di Puglia tien lo scetro va tendendo a' vicin laccioli e rete, per non tornar con le sue imprese a retro; Marco, pien di paura e pien di sete, fra la pace e la guerra tutto pende; e voi di Pisa troppa voglia avete. Onde l'animo mio tutto s'infiamma or di speranza, or di timor si carca tanto che si consuma a dramma a dramma, perché saper vorrebbe dove, carca di tanti incarchi debbe, o in qual porto, con questi venti, andar la vostra barca. Pur si confida nel nocchier accorto ne' remi, nelle vele e nelle sarte; ma sarebbe il cammin facile e corto se voi el tempio riapriste a Marte»  (Decennale primo, vv 529-549) I tentativi d'impadronirsi di Pisa fallirono ancora: battuta a Ponte a Cappellese il 27 marzo 1505, Firenze doveva anche guardarsi dalle manovre dei signori ai loro confini. Machiavelli andò a Perugia l'11 aprile per conferire col Baglioni, ora alleato con gli Orsini, con Lucca e con Siena, poi a Mantova, per cercare invano accordi con il marchese Giovan Francesco Gonzaga e il 17 luglio a Siena. In settembre, fallì un nuovo assalto a Pisa e Machiavelli ne trasse spunto per presentare la proposta della creazione di un esercito cittadino. Rimasti diffidenti i maggiorenti della cittàche temevano che un esercito popolare potesse costituire una minaccia per i loro interessima appoggiato dal Soderini, Machiavelli si mosse per mesi nei borghi toscani a far leva di soldati, istruiti «alla tedesca», e finalmente, il 15 febbraio 1506, Firenze poté vedere la prima parata di una milizia «nazionale» che peraltro non avrà nessun ruolo nella successiva conquista di Pisa e si rivelerà di scarso affidamento nella difesa di Prato del 1512. Con la pace concordata con la Francia nell'ottobre 1505, la Spagna, con Ferdinando II d'Aragona, aveva preso definitivamente possesso del Regno di Napoli. I piccoli stati della penisola attendevano ora le mosse di Giulio II, deciso a imporre la sua egemonia nell'Italia centrale: nel luglio, il papa chiese a Firenze di partecipare alla guerra che egli intendeva muovere al signore di Bologna, Giovanni Bentivoglio, che era alleato, come Firenze, dei francesi, e perciò teoricamente amico, oltre che confinante, dei Fiorentini. Si trattava di temporeggiare, osservando gli sviluppi dell'impresa del papa al quale fu mandato Machiavelli, che lo incontrò a Nepi il 27 agosto 1506.  Giulio II gli dimostrò di godere dell'appoggio della Francia, che aveva promesso di inviare truppe in suo aiuto, cosicché fu agevole a Machiavelli promettere aiuti a sua voltadopo però che fossero arrivati quelli di re Luigie seguì papa Giulio che, con la sua corte curiale e pochi armati se n'andava a Perugia, ottenendo, il 13 settembre, la resa senza combattimento di Giampaolo Baglioni che, con stupore e rimprovero del Machiavelli e, un giorno, anche del Guicciardini, non ebbe il coraggio di opporsi alle poche forze allora a disposizione del Papa. La corte papale, dopo aver atteso a Cesena fino a ottobre l'arrivo dei francesi e, dopo questi, dei Fiorentini di Marcantonio Colonna, entrò trionfante a Bologna l'11 novembre. Machiavelli, tornato a Firenze già alla fine d'ottobre, s'occupò ancora dell'istituzione delle milizie fiorentine: il 6 dicembre furono creati i Nove ufficiali dell'Ordinanza e Milizia fiorentina, eletti dal popolo, responsabili militari della Repubblica.  In Germania  Massimiliano I d'Asburgo Il nuovo anno  si aprì con le minacce del passaggio in Italia del «Re dei Romani» Massimiliano, intenzionato a ribadire le proprie pretese di dominio sulla penisola, a espellere i francesi e a farsi incoronare a Roma «imperatore del Sacro Romano Impero». Si valutò a Firenze la possibilità di finanziargli l'impresa in cambio della sua amicizia e del riconoscimento dell'indipendenza della Repubblica: fu inviato a questo scopo l'ambasciatore Francesco Vettori e, il 17 dicembre, lo stesso Machiavelli. Giunse a Bolzano, dove Massimiliano teneva corte, l'11 gennaio 1508 e le lunghe trattative sull'esborso preteso da Massimiliano s'interruppero quando i Veneziani, sconfiggendolo più volte, gli fecero comprendere la velleità dei suoi sogni di gloria.  Da questa esperienza Machiavelli trasse tre scritti, il Rapporto delle cose della Magna, composto il 17 giugno 1508, il giorno dopo il suo rientro a Firenze, il Discorso sopra le cose della Magna e sopra l'Imperatore, del settembre 1509, e il più tardo Ritratto delle cose della Magna, una rielaborazione del primo Rapporto. Rileva la grande potenza della Germania, che «abunda di uomini, di ricchezze e d'arme»; le popolazioni hanno «da mangiare e bere e ardere per uno anno: e così da lavorare le industrie loro, per potere in una obsidione [assedio] pascere la plebe e quelli che vivono delle braccia, per uno anno intero sanza perdita. In soldati non spendono perché tengono li uomini loro armati ed esercitati; e li giorni delle feste tali uomini, in cambio delli giuochi, chi si esercita collo scoppietto, chi colla picca e chi con una arme e chi con un'altra, giocando tra loro onori et similia, e quali tra loro poi si godono. In salari e in altre cose spendono poco: talmente che ogni comunità si truova ricca in publico».  Importano e consumano poco perché «le loro necessità sono assai minori delle nostre», ma esportano molte merci «di che quasi condiscono tutta la Italia [...] e così si godono questa loro rozza vita e libertà e per questa causa non vogliono ire alla guerra se non sono soprappagati e questo anche non basterebbe loro, se non fussino comandati dalle loro comunità. E però bisogna a uno imperadore molti più denari che a uno altro principe». Tanta forza potenziale, che potrebbe fare la grandezza politica e militare dell'Imperatore, è limitata dalle divisioni delle comunità governate dai singoli principi, una realtà simile a quella italiana: nessun principe tedesco vuole favorire l'imperatore, «perché, qualunque volta in proprietà lui avessi stati o fussi potente, è domerebbe e abbasserebbe e principi e ridurrebbeli a una obedienzia di sorte da potersene valere a posta sua e non quando pare a loro: come fa oggi il re di Francia, e come fece già il re Luigi, quale con l'arme e ammazzarne qualcuno li ridusse a quella obedienzia che ancora oggi si vede».  La conquista di Pisa Decisa a concludere le operazioni militari contro Pisa, Firenze mandò Machiavelli a far leve di soldati: in agosto condusse soldati prelevati da San Miniato e da Pescia all'assedio della città irriducibile. Riunite altre milizie, si incaricò di tagliare i rifornimenti bloccando l'Arno; poi, il 4 marzo del 1509, andò prima a Lucca a intimare a quella Repubblica di cessare ogni aiuto ai Pisani e, il 14, si recò a Piombino, incontrando gli ambasciatori di Pisa per cercare invano un accordo di resa. Raccolte nuove truppe, in maggio era presente all'assedio: Pisa, ormai stremata, trattava finalmente la pace. Machiavelli accompagnò i legati pisani a Firenze dove fu firmata la resa e l'8 giugno poté entrare in Pisa con i commissari Niccolò Capponi, Antonio Filicaia e Alamanno Salviati. Un ben più vasto incendio era intanto divampato nell'Italia settentrionale: stipulata un'alleanza a Cambrai, Francia, Spagna, Impero e papato si avventavano contro la Repubblica veneziana che a maggio cedeva i suoi possedimenti lombardi e romagnoli e, in giugno, anche Verona, Vicenza e Padova, consegnate a Massimiliano. Firenze, da parte sua, doveva finanziare la nuova impresa imperiale: consegnato un primo acconto in ottobre, Machiavelli era a Verona per consegnare il saldo a Massimiliano, che era stato però costretto alla ritirata dalla controffensiva veneziana, resa possibile dalla rivolta popolare contro i nuovi padroni. E Machiavelli commentava dei «due re, che l'uno può fare la guerra e non vuol farla, l'altro ben vorrebbe farla e non può», riferendosi a Luigi e a Massimiliano che se n'era tornato in Germania a chiedere soldati e denari ai principi tedeschi.  Atteso inutilmente il ritorno dell'Imperatore, il 2 gennaio 1510 Machiavelli se ne tornò a Firenze. Venezia si salvò soprattutto grazie alle divisioni degli alleati: mentre Luigi XII aveva tutto l'interesse di ridurre all'impotenza Venezia per avere le mani libere nella pianura padana, Giulio II la voleva abbastanza forte da opporsi alla Francia senza averne contrasto alle proprie ambizioni di espansione. Per Firenze, amica della Francia ma non nemica del papa, era necessario spiegarsi con il re francese, e Machiavelli fu mandato a Blois, dove Luigi teneva la corte, incontrandolo.  Machiavelli confermò l'amicizia con la Francia ma disse di dubitare che la Repubblica potesse impegnarsi in una guerra contro Giulio II, in grado di volgere contro Firenze forze troppo superiori: meglio sarebbe stata una mediazione che evitasse il conflitto e sottraesse, oltre tutto, Firenze dalla responsabilità di un impegno nel quale era difficile trarre un guadagno. Dovette tornare a Firenze il 19 ottobre, convinto che la guerra fosse ineluttabile. Le vittorie militari non furono sfruttate da Luigi XII e la sua indizione di un concilio a Pisa, che condannasse il papa, provocò l'interdetto di Giulio II contro Firenze. Il 22 settembre 1511 Machiavelli era ancora in Francia, ottenendo dal re soltanto un breve rinvio del concilio: dalla Francia andò a Pisa e riuscì a ottenere il trasferimento del concilio a Milano.  Il ritorno dei Medici a Firenze Le fortune di Luigi XII volgevano al tramonto: sconfitto dalla nuova coalizione guidata dal papa, era costretto ad abbandonare la Lombardia, lasciando Firenze politicamente isolata e incapace di resistere alle armi spagnole. Pier Soderini fuggì a Siena, i Medici rientrarono a Firenze: disfatto il vecchio governo, il 7 novembre anche Machiavelli venne rimosso dal suo incarico, il successivo 10 novembre fu confinato e multato della grande somma di mille fiorini e il 17 gli fu interdetto l'ingresso a Palazzo Vecchio.   Giuliano de' Medici duca di Nemours Il nuovo regime processò Pietro Paolo Boscoli e Agostino Capponi, accusati di aver complottato contro Giuliano de' Medici, condannandoli a morte. Anche Machiavelli è sospettato: arrestato il 12 febbraio 1513, fu anche torturato (gli fu somministrata la corda o, com'era chiamata allora a Firenze, la "colla"). Scrisse allora a Giuliano di Lorenzo de' Medici duca di Nemours due sonetti, per ricordargli, ma senza averne l'aria e in forma scherzosa, la sua condizione di carcerato:  «Io ho, Giuliano, in gamba un paio di geti e sei tratti di fune in sulle spalle; l'altre miserie mie non vo' contalle, poiché così si trattano i poeti  Menon pidocchi queste parieti grossi e paffuti che paion farfalle, né mai fu tanto puzzo in Roncisvalle o in Sardigna fra quegli arboreti quanto nel mio sì delicato ostello»  Giulio II moriva intanto proprio in quei giorni e dal conclave uscì eletto l'11 marzo il cardinale de' Medici con il nome di Leone X: era la fine dei pericoli di guerra per Firenze e anche il tempo dell'amnistia. Uscito dal carcere, Machiavelli cercò di ottenere favori dai Medici attraverso l'ambasciatore Francesco Vettori e lo stesso Giuliano, ma invano. Si ritirò allora nel suo podere dell'Albergaccio, a Sant'Andrea in Percussina, tra Firenze e San Casciano in Val di Pesa.  L'esilio dalla politica. «Il Principe» Qui, tra le giornate rese lunghe dall'ozio forzato, comincia a scrivere i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio che, forse nel luglio 1513, interrompe per metter mano al suo libro più famoso, il De Principatibus, dal solenne titolo latino ma scritto in volgare e perciò divenuto ben più noto come Il Principe. Lo dedica dapprima a Giuliano di Lorenzo de' Medici e, dopo la morte di questi nel 1516, a Lorenzo de' Medici, figlio di Piero "fatuo"; ma il libro uscì solo postumo, nel 1532. Certo, non doveva farsi illusioni che un Medici potesse mai essere quel «redentore» atteso dall'Italia contro «questo barbaro dominio», ma da un Medici si attendeva almeno la sua propria «redenzione» dall'inattività cui era stato relegato dal ritorno a Firenze di quella famiglia.  Sperava che l'amico Vettori, ambasciatore a Roma, si facesse interprete del suo «desiderio [...] che questi signori Medici mi cominciasseino adoperare», dal momento «che io sono stato a studio all'arte dello stato [...] e doverrebbe ciascheduno aver caro servirsi d'uno che alle spese d'altri fussi pieno d'esperienza. E della fede mia non si doverrebbe dubitare, perché, avendo sempre osservato la fede, io non debbo imparare ora a romperla; e chi è stato fedele e buono quarantatré anni che io ho, non debbe potere mutare natura; e della fede e bontà mia ne è testimonio la povertà mia». Delle ombre della sua povertà, ma anche delle sue luci, Machiavelli scrive al Vettori in quella che è la più famosa lettera della nostra letteratura:   L'Albergaccio di Machiavelli a Sant'Andrea in Percussina «Venuta la sera, mi ritorno in casa ed entro nel mio scrittoio; e in su l'uscio mi spoglio quella veste cotidiana, piena di fango e di loto, e mi metto panni reali e curiali; e rivestito condecentemente, entro nelle antique corti delli antiqui uomini, dove, da loro ricevuto amorevolmente, mi pasco di quel cibo che solum è mio e che io nacqui per lui; dove io non mi vergogno parlare con loro e domandargli della ragione delle loro azioni; e quelli per loro umanità mi rispondono; e non sento per quattro ore di tempo alcuna noia; sdimentico ogni affanno, non temo la povertà, non mi sbigottisce la morte; tutto mi trasferisco in loro. E perché Dante dice che non fa scienza sanza lo ritenere lo avere inteso, io ho notato quello di che per la loro conversazione ho fatto capitale, e composto uno opuscolo de Principatibus»  (Lettera a Francesco Vettori) Ritornato il 3 febbraio 1514 a Firenze, continuò a sperare a lungo che il Vettori, al quale spedì il manoscritto del Principe, lo facesse introdurre in qualche incarico nell'amministrazione cittadina, ma invano. Tutto dipendeva dalla volontà del papa, e Leone non era affatto intenzionato a favorire chi non si era mostrato, a suo tempo, favorevole agli interessi di Casa Medici. Machiavelli, da parte sua, scriveva al Vettori di aver «lasciato i pensieri delle cose grandi e gravi» e di non dilettarsi più di «leggere le cose antiche, né ragionare delle moderne: tutte si sono converse in ragionamenti dolci». Si era infatti innamorato di una «creatura tanto gentile, tanto delicata, tanto nobile e per natura e per accidente, che io non potrei né tanto laudarla né tanto amarla che la non meritasse più».  La guerra, ripresa in Italia dalla discesa del nuovo re di Francia Francesco I, si concluse nel settembre 1515 con la sua grande vittoria a Marignano (oggi Melegnano) contro la vecchia «Lega santa»: Leone X dovette accettare il dominio francese in Lombardia e la stipula a Bologna di un concordato che riconosceva il controllo reale sul clero francese. Si rifece impossessandosi, per conto del nipote Lorenzo, capitano generale dei Fiorentini, del Ducato di Urbino. A quest'ultimo invano dedicava Machiavelli il suo Principe: la sua esclusione dalla gestione degli affari di Firenze continuava. Si diede a frequentare gli «Orti Oricellari», latineggiamento che indica i giardini del Palazzo di Cosimo Rucellai, dove si riunivano letterati, giuristi ed eruditi come Luigi Alamanni, Jacopo da Diacceto, Jacopo Nardi, Zanobi Buondelmonti, Antonfrancesco degli Albizi, Filippo de' Nerli e Battista della Palla. Qui vi lesse probabilmente qualche capitolo di quell'Asino, poemetto in terzine che voleva essere una contaminazione fra l'Asino d'oro di Apuleio e la Divina Commedia dantesca, ma che lasciò presto interrotto: e al Rucellai e al Buondelmonti dedicò i Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio. Machiavelli si era già cimentato, quando ricopriva l'incarico di segretario della Repubblica, in composizioni teatrali: una imitazione dell'Aulularia di Plauto e una commedia, Le maschere, ispirata a Nebulae di Aristofane, sono tuttavia perdute. Al 1518 risale il suo capolavoro letterario, la commedia Mandragola, nel cui prologo egli inserisce un accenno autobiografico  «scusatelo con questo, che s'ingegna con questi van pensieri fare el suo tristo tempo più suave, perch'altrove non have dove voltare el viso; ché gli è stato interciso mostrar con altre imprese altra virtue, non sendo premio alle fatiche sue.»  Intorno a quest'anno vanno collocate la traduzione dell'Andria di Terenzio e stesura della novella di Belfagor arcidiavolo o Novella del demonio che pigliò moglieil suo titolo preciso è attualmente stabilito in Favolail cui tema di fondo è la visione pessimistica dei rapporti che legano gli esseri umani, tutti intesi al proprio interesse a danno, se necessario, di quello di ciascun altro.  Il ritorno alla vita politica Lorenzo de' Medici morì, lasciando il governo di Firenze al cardinale Giulio. Costui, favorevole a Machiavelli, lo incaricò della stesura di una storia della città sotto lauta retribuzione. Machiavelli, galvanizzato dall'incarico, diede alle stampe nel 1521 l’Arte della guerra, dedicandola allo stesso cardinal Giulio. Nello stesso anno fu inviato in missione diplomatica a Carpi presso il governatore Francesco Guicciardini di cui, pur avendo opposte visioni della Storia, divenne buon amico. Nel 1525 cercò di guadagnare il favore di papa Clemente VII offrendogli le Istorie fiorentine. Nel frattempo giunsero la revoca ufficiale dell'interdizione dalla vita pubblica e l'affidamento di missioni militari in Romagna in collaborazione col Guicciardini. I  Medici furono cacciati da Firenze e venne instaurata nuovamente la repubblica. Machiavelli si propose come candidato alla carica di segretario della repubblica, ma venne respinto in quanto ritenuto colluso coi Medici e soprattutto con papa Clemente VII. La delusione per Machiavelli fu insopportabile. Ammalatosi repentinamente, cominciò a peggiorare vistosamente fino alla morte, sopraggiunta il 21 giugno 1527. Abbandonato da tutti, fu sepolto nel corso di una modesta cerimonia funebre nella tomba di famiglia nella basilica di Santa Croce. La città di Firenze fece costruire un monumento nella basilica stessa; esso raffigura la Diplomazia assisa su un sarcofago marmoreo. Sulla lastra frontale sono incise le parole Tanto nomini nullum par elogium (Nessun elogio sarà mai degno di tanto nome).  Pensiero Machiavelli e il Rinascimento Con il termine machiavellico si è spesso indicato un atteggiamento spregiudicato e disinvolto nell'uso del potere: un buon principe deve essere astuto per evitare le trappole tese dagli avversari, capace di usare la forza se ciò si rivela necessario, abile manovratore negli interessi propri e del suo popolo. Ciò si accompagna a un travaglio personale che Machiavelli sentiva nella sua attività quotidiana e di teorico, secondo una tradizione politica che già in Cicerone affermava: "un buon politico deve avere le giuste conoscenze, stringere mani, vestire in modo elegante, tessere amicizie clientelari per avere un'adeguata scorta di voti".  Con Machiavelli l'Italia ha conosciuto il più grande teorico della politica. Secondo Machiavelli la politica è il campo nel quale l'uomo può mostrare nel modo più evidente la propria capacità di iniziativa, il proprio ardimento, la capacità di costruire il proprio destino secondo il classico modello del faber fortunae suae. Nel suo pensiero si risolve il conflitto fra regole morali e ragion di Stato che impone talvolta di sacrificare i propri princìpi in nome del superiore interesse di un popolo. La politica deve essere autonoma da teologia e morale e non ammette ideali, è un gioco di forze finalizzate al bene della collettività e dello stato. La politica, svincolata da dogmatismi e princìpi teorici, guarda alla realtà effettuale, ai "fatti": "Mi è parso più conveniente andare dietro alla verità effettuale della cosa piuttosto che alla immaginazione di essa". Si tratta di una visione antropocentrica che si richiama all'Umanesimo quattrocentesco ed esprime gli ideali del Rinascimento. Nel “Dialogo intorno alla nostra lingua” dà un giudizio severo su Alighieri. Alighieri è rimproverato di negare la matrice fiorentina della lingua della Commedia. Il passo assume i caratteri dell'invettiva contro Aligheri, accusato di aver infangato la reputazione di Firenze:  «Alighieri il quale in ogni parte mostrò d'esser per ingegno, per dottrina et per giuditio huomo eccellente, eccetto che dove egli hebbe a ragionare della patria sua, la quale, fuori d'ogni humanità et filosofico instituto, perseguitò con ogni spetie d'ingiuria. E non potendo altro fare che infamarla, accusò quella d'ogni vitio, dannò gli uomini, biasimò il sito, disse male de' costumi et delle legge di lei; et questo fece non solo in una parte de la sua cantica, ma in tutta, et diversamente et in diversi modi: tanto l'offese l'ingiuria dell'exilio, tanta vendetta ne desiderava. Ma la Fortuna, per farlo mendace et per ricoprire con la gloria sua la calunnia falsa di quello, l'ha continuamente prosperata et fatta celebre per tutte le province, et condotta al presente in tanta felicità et sì tranquillo stato, che se Alighieri la vedessi, o egli accuserebbe sé stesso, o ripercosso dai colpi di quella sua innata invidia, vorrebbe essendo risuscitato di nuovo morire.»  Poi, durante un altro scambio immaginario con Aligheri, Mhiavelli rimprovera il carattere "goffo", "osceno", addirittura "porco" del registro utilizzato nell'Inferno:  «Aligheri mio, io voglio che tu t'emendi, et che tu consideri meglio il “parlare” fiorentino et la tua opera; et vedrai che, se alcuno s'harà da vergognare, sarà più tosto Firenze che tu: perché, se considererai bene a quel che tu hai detto, tu vedrai come ne' tuoi versi non hai fuggito il goffo, come è quello:  "Poi ci partimmo et n'andavamo introcque";  non hai fuggito il porco, com'è quello:  "che merda fa di quel che si trangugia";  non hai fuggito l'osceno, com'è:  "le mani alzò con ambedue le fiche";  e non avendo fuggito questo, che disonora tutta l'opera tua, tu non puoi haver fuggito infiniti vocaboli patrii che non s'usano altrove che in quella»  Autografo delle Historiae Fiorentinae Per Machiavelli la storia è il punto di riferimento verso il quale il politico deve sempre orientare la propria azione. La storia fornisce i dati oggettivi su cui basarsi, i modelli da imitare, ma indica anche le strade da non ripercorrere. Machiavelli si basa su una concezione ciclica della storia: "Tutti li tempi tornano, li uomini sono sempre li medesimi". Ma ciò che allontana Machiavelli da una visione deterministica della storia è l'importanza che egli attribuisce alla virtù, ovvero alla capacità dell'uomo di dominare il corso degli eventi utilizzando opportunamente le esperienze degli errori compiuti nel passato, nonché servendosi di tutti i mezzi e di tutte le occasioni per la più alta finalità dello stato, facendo anche violenza, se necessario, alla legge morale.  Non a caso il Principe, nella conclusione, abbandona il suo taglio cinico e pragmatico per esortare i sovrani italiani, con una scrittura più solenne e venata di un certo idealismo, a riconquistare la sovranità perduta e a cacciare l'invasore straniero. Non c'è rassegnazione nel Principe, né tanto meno sfiducia nei confronti dell'uomo. La storia è il prodotto dell'attività politica dell'uomo per finalità terrene esclusivamente pratiche. Lo stato, oggetto di tale attività, nella situazione politica e nel pensiero del tempo si identifica con la persona del principe.  Di conseguenza l'attività politica è riservata solo ai grandi protagonisti, ai pochi capaci di agire, non al "vulgo" incapace di decisione e di coraggio. L'obiettivo è creare o conservare lo stato, una creazione individuale legata alle qualità e alla sorte del suo fondatore: la fine del principe può determinare la fine del suo stato, come capitò ad esempio a Cesare Borgia. Il Machiavelli ha dunque un'importanza fondamentale per la scoperta che la politica è una forma particolare autonoma di attività umana, il cui studio rende possibile la comprensione delle leggi da cui è perennemente retta la storia; da quella scoperta discende, come suo naturale fondamento, una vigorosa concezione della vita, incentrata unicamente sulla volontà e sulla responsabilità dell'uomo. Una errata interpretazione del Novecento fece del Machiavelli un precursore del movimento unitario italiano, ma la parola nazione ha assunto l'attuale significato solo a partire dalla seconda metà del Settecento, mentre il Machiavelli la usò in senso particolaristico e cittadino (es. nazione fiorentina o, nel senso più generico di popolo, moltitudine). Tuttavia, Machiavelli propugna un principato in grado di reggersi sull'unità etnica dell'Italia; così facendo, e denunciando in tal modo una chiara coscienza dell'esistenza di una civiltà italiana, Machiavelli predica la liberazione dell'Italia sotto il patrocinio di un principe, criticando il dominio temporale dei Papi che spezzava in due la penisola.  Ma l'unità d'Italia resta in Machiavelli un problema solo intuito. Non si può dubitare che avesse concepito l'idea dell'unità italiana, ma tale idea restò indeterminata, poiché non trovò appigli concreti nella realtà, restando perciò a livello di utopia, cui solo dava forma la figura ideale del principe nuovo. Machiavelli dunque intraprese un viaggio che identificò come spirituale in giro per il mondo. In seguito, tornato in patria, ebbe una nuova visione sia del "popolo" che della "nazione" (di qui quello che oggi definiamo rinnovamento culturale).  Il principe o De Principatibus. Niccolò Machiavelli nello studio, Stefano Ussi, Emblematico è il modo di trattare argomenti delicati, quali le mosse necessarie al Principe per organizzare uno stato ed ottenerne uno stabile e duraturo consenso. Per esempio vi troviamo indicazioni programmatiche, quali l'utilità nello "spegnere" gli stati abituati a vivere liberi di modo da averli sotto il proprio diretto controllo (metodo preferito al creare un'amministrazione locale "filo-principesca" o al recarvisi e stabilirvisi personalmente, metodo però sempre tenuto da conto in modo da avere un occhio sempre presente sulle proprie terre, e stabilire una figura rispettata e conosciuta in loco).  Altro elemento caratteristico del trattato sta nella scelta dell'atteggiamento da tenere nei confronti dei sudditi, culminante nell'annosa questione del "s'elli è meglio essere amato che temuto o e converso" La risposta corretta si concretizzerebbe in un ipotetico principe amato e temuto, ma essendo difficile o quasi impossibile per una persona umana l'essere ambedue le cose, si conclude decretando che la posizione più utile viene ad essere quella del Principe temuto (pur ricordando che mai e poi mai il Principe dovrà rendersi odioso nei confronti del popolo, fatto che porrebbe i prodromi della propria caduta). Qua appare indubbiamente la concezione realistica e la concretezza del Machiavelli, il quale non viene a proporre un ipotetico Principe perfetto, ma irrealizzabile nel concreto, bensì una figura effettivamente possibile e soprattutto "umana".  Ulteriore atteggiamento principesco dovrà l'essere metaforicamente sia "volpe" che "leone", in modo da potersi difendere dalle avversità sia tramite l'astuzia (volpe) che tramite la violenza (leone). Mantenendo un solo atteggiamento dei due non ci si potrà difendere da una minaccia violenta o di astuzia. Spesso alla figura evocata dal Principe di Machiavelli viene associata la figura di un uomo privo di scrupoli, di un cinismo estremo, nemico della libertà. Inoltre gli viene erroneamente associata la frase "il fine giustifica i mezzi", che invece mai enunciò. Questo perché la parola "giustifica" evoca sempre un criterio morale, mentre Machiavelli non vuole "giustificare" nulla, vuole solo valutare, in base ad un altro metro di misura, se i mezzi utilizzati sono adatti a conseguire il fine politico, l'unico fine da perseguire è il mantenimento dello Stato.  Machiavelli nella stesura del Principe si rifà alla reale situazione che gli si presentava attorno, una situazione che necessitava essere risolta con un atto deciso, forte, violento. Machiavelli non vuole proporre dei mezzi giustificati da un fine, egli pone un programma politico che qualunque Principe che voglia portare alla liberazione dell'Italia, da troppo tempo schiava, dovrà seguire. Fuori dai suoi intenti una giustificazione morale dei punti suggeriti: egli stende un vademecum necessariamente utile a quel Principe che finalmente vorrà impugnare le armi. Alle accuse di sola illiberalità od autoritarismo, si può dare una risposta leggendo il capitolo IX, "De Principatu Civili", ritratto di un principe nascente dal e col consenso del popolo, figura ben più solida del Principe nato dal consesso dei "grandi", cioè dei grandi proprietari feudali. Non esiste un unico tipo di principato, ma per ognuno troviamo un'ampia trattazione di pregi e dei difetti.  Controversie sul Principe «Quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori gli allor ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue»  (Ugo Foscolo, Dei sepolcri) La gelida obiettività e un certo cinismo con cui Machiavelli descriveva il comportamento freddo, razionale ed eventualmente spietato che un capo di Stato deve mettere in atto, colpì i critici. Così, da una parte vi è la linea di pensiero tradizionale, secondo la quale "Il Principe" è un trattato di scienza politica destinato al governante, che tramite esso saprà come affrontare i problemi, spesso drammatici, posti dal suo ruolo di garante della stabilità dello stato. Dall'altra, troviamo un'interpretazione secondo cui il trattato di Machiavelli, che era originariamente un repubblicano, ha come vero scopo quello di mettere a nudo, e quindi chiarire, le atrocità compiute dai principi dell'epoca, a vantaggio del popolo, che di conseguenza avrebbe le dovute conoscenze per attuare le precauzioni al fine di stare in guardia e difendersi quando si dimostra necessario. Il principe è visto anche come figura assai drammatica, la quale, per il bene dello stato stesso, non si può permettere di lasciare spazio al proprio carattere, diventando così quasi un uomo-macchina. Secondo alcuni, Machiavelli venne in realtà accusato da subito di nicodemismo, e:  «...di non aver mirato ad altro, in quel libro, che a condurre il tiranno a precipitosa rovina, allettandolo con precetti a lui graditi...»  (Attribuita a Niccolò Machiavelli[28]). Machiavellismo § L'antimachiavellismo e il repubblicanesimo. Gli esponenti di questa seconda interpretazione (la cosiddetta "interpretazione obliqua", diffusa dal XVII secolo, e avanzata per la prima volta da Alberico Gentili spirandosi a Reginald Pole, poi ripresa da Traiano Boccalini e in seguito Baruch Spinoza)[31], furono numerosi soprattutto in ambito illuminista (anche se venne rifiutata da Voltaire), che vedeva in Machiavelli un precursore della politica laica e del repubblicanesimo: la sostennero, dal Settecento, Jean-Jacques Rousseau[33], Vittorio Alfieri[34], Giuseppe Baretti, Giuseppe Maria Galanti[36], gli enciclopedisti (in primis Denis Diderot[3 Opere: Discorso 8] e Jean Baptiste d'Alembert), Foscolo e Parini[, e ha avuto diffusione soprattutto nell'Ottocento, prima e durante il Risorgimento[26]; ne è un esempio quello che Foscolo scrive nei "Sepolcri": «Io quando il monumento / vidi ove posa il corpo di quel grande / che temprando lo scettro a' regnatori / gli allor ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue». Forse alcuni di essiad esempio, per quanto riguarda Foscolo, è un'ipotesi alternativa di Spongano e riportata anche da Mario Pazzagliaritenevano anche che, pur essendo Il principe un'opera fatta per i tiranni e i governanti, fosse utile lo stesso per svelare al popolo gli intrighi del potere, ritenendo valida l'interpretazione obliqua, qualunque fossero le intenzioni di Machiavelli.  In generale, per i sostenitori di questa lettura, Il principe avrebbe, come le satire (ad esempio Una modesta proposta di Jonathan Swift), uno scopo opposto a quello apparente, come avverrà anche per alcuni scritti di epoca romantica (Lettera semiseria di Grisostomo di Giovanni Berchet o alcune Operette Morali di Giacomo Leopardi).  In epoca più recente, tuttavia, nella maggioranza dei critici è prevalsa la prima interpretazione, quella tradizionale, dal quale risalta la libertà e concretezza, anche spregiudicata, del pensiero di Machiavelli, che non descrive mondi utopici, ma il mondo reale della politica dei suoi tempi,e la sua concezione anticipatrice del realismo politico e della cosiddetta realpolitik. L'interpretazione obliqua è stata riproposta in modo minoritario, ad esempio in alcuni monologhi del drammaturgo e attore Dario Fo. Il modello linguistico prescelto da Machiavelli è fondato sull'uso vivo più che sui modelli letterari; lo scopo, esplicito soprattutto nel Principe, di scrivere qualcosa di utile e chiaramente espressivo lo induce a scegliere spesso modi di dire proverbiali di immediata evidenza. Il lessico impiegato dall'autore si rifà a quello boccacciano, è ricco di parole comuni e i latinismi, seppure abbondanti, provengono per lo più dal gergo cancelleresco. Nelle sue opere ricoprono un ruolo assai rilevante anche le metafore, i paragoni e le immagini. La concretezza è una delle caratteristiche salienti, l'esempio concreto ed essenziale, tratto dalla storia sia antica che recente, è sempre preferito al concetto astratto.  In generale si parla di uno stile "fresco", come lo ebbe a definire il filosofo Nietzsche in Al di là del bene e del male, con un riferimento particolare all'uso della paratassi, a una certa sentenziosità delle frasi, costruite secondo un criterio di chiarezza a scapito di un maggior rigore logico-sintattico. Machiavelli rende evidenti concetti che, se espressi con un linguaggio più elaborato, sarebbero molto difficili da decifrare, e riesce a esprimere le sue tesi con originale capacità espositiva. Opere Discorso fatto al magistrato de' Dieci sopra le cose di Pisa, Parole da dirle sopra la provvisione del danaio, Descrizione del modo tenuto dal Duca Valentino nello ammazzare Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, il Signor Pagolo e il duca di Gravina Orsini, De natura Gallorum, Ritratto delle cose di Francia, Ritratto delle cose della Magna, Il Principe, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Dell'arte della guerra, La vita di Castruccio Castracani da Lucca, Istorie fiorentine, )Riedizione Istorie fiorentine, Venezia, 1546. Discorso o dialogo intorno alla nostra lingua, Decennali Mandragola, commedia teatrale Belfagor arcidiavolo, Epistolario, L'asino, Edizioni critiche in pubblico dominio:  Legazioni, commissarie, scritti di governo. Fredi Chiappelli. Laterza, Roma-Bari. Drammaturgie minori Clizia, Andria, traduzione-rifacimento dell'Andria di Terenzio Onori Nel 2009 Alitalia gli ha dedicato uno dei suoi Airbus Nella cultura di massa Il suo nome, modificato in "Makaveli", venne usato dal rapper statunitense Tupac Shakur tper firmare molte sue canzoni e un album uscito postumo. Niccolò Machiavelli viene proposto anche nel videogioco Assassin's Creed 2 e il seguito Assassin's Creed: Brotherhood, in veste di Assassino. Proprio in quest'ultimo assume un ruolo particolarmente importante, insieme ad altri personaggi dell'Italia rinascimentale. Niccolò Machiavelli è, assieme a John Dee, il principale antagonista della serie di romanzi fantasy I segreti di Nicholas Flamel, l'immortale (come capo dei servizi segreti francesi), scritta da Michael Scott. Nella mostra "Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo" (Roma, Complesso del Vittoriano, Salone Centrale, promossa dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana e dalla sezione italiana di Aspen Institute, la sezione "Machiavelli e il nostro tempo: usi e abusi" presenta, tra altre "opere", Figurine Liebig, pacchetti di sigarette, schede telefoniche, trading card, cartoline, francobolli, giochi da tavolo e videogiochi dedicati a Machiavelli. Nella serie I Borgia di Neil Jordan è interpretato da Julian Bleach. Machiavel è una band belga, catalogabile sotto il genere progressive rock. Il nome della band è un chiaro omaggio a Niccolò Machiavelli. Nella serie I Medici è interpretato da Vincenzo Crea, Edizione nazionale delle opere Edizione Nazionale delle Opere di Niccolò Machiavelli, Salerno Editrice di Roma:  Il principe, Mario Martelli, corredo filologico Nicoletta Marcelli,  Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, Francesco Bausi, L'arte della guerra. Scritti politici minori, Giorgio Masi, Jean Jacques Marchand, Denis Fachard,  Opere storiche, Alessandro Montevecchi, Carlo Varotti,  ITeatro. Andria-Mandragola-Clizia, Pasquale Stoppelli,  Scritti in poesia e in prosa, Antonio Corsaro, Paola Cosentino, Emanuele Cutinelli-Rèndina, Filippo Grazzini, Nicoletta Marcelli, coordinam. di Francesco Bausi,  ILegazioni, Commissarie, Scritti di governo, Jean-Jacques Marchand, Legazioni. Commissarie. Scritti di governo, Legazioni. Commissarie. Scritti di governo, Jean-Jacques Marchand, Matteo Melera-Morettini, Legazioni. Commissarie. Scritti di governo Denis Fachard, Emanuele Cutinelli-Rèndina, Legazioni. Commissarie. Scritti di governo, Jean-Jacques Marchand, Andrea Guidi, Matteo Melera-Morettini,  Legazioni. Commissarie. Scritti di governo. Denis Fachard, Emanuele Cutinelli-Rèndina,  Legazioni. Commissarie. Scritti di governo, Jean-Jacques Marchand, Andrea Guidi, Matteo Melera-Morettini.  La famosa frase "Il fine giustifica il mezzo" (o "i mezzi"), usata spesso come esempio di machiavellismo, è del critico letterario Francesco de Sanctis, con riferimento ad interpretazioni fuorvianti del pensiero di Machiavelli espresso nel Principe. Il passo di De Sanctis, dal capitolo XV della sua Storia della letteratura italiana, dedicato a Machiavelli, recita: "Ci è un piccolo libro del Machiavelli, tradotto in tutte le lingue, il Principe, che ha gittato nell'ombra le altre sue opere. L'autore è stato giudicato da questo libro, e questo libro è stato giudicato non nel suo valore logico e scientifico, ma nel suo valore morale. E hanno trovato che questo libro è un codice di tirannia, fondato sulla turpe massima che il fine giustifica i mezzi, e il successo loda l'opera. E hanno chiamato machiavellismo questa dottrina. Molte difese sonosi fatte di questo libro ingegnosissime, attribuendosi all'autore questa o quella intenzione più o meno lodevole. Così n'è uscita una discussione limitata e un Machiavelli rimpiccinito".  Celebrazioni per il V centenario del Principe di Machiavelli, Accademia della Crusca, Opera di Santa Maria del Fiore, Libri dei battesimi: Niccolò Piero e Michele di m. Bernardo Machiavellidi Santa Trinita, nacque a dì 3 a hore 4, battezzato a dì 4  Dal Villani, nella sua Cronica. In Discorsi di Architettura del senatore Giovan Battista Nelli,La sua trascrizione del De rerum natura è nel manoscritto Vaticano Rossiano  L. Canfora, Noi e gli antichi, Milano Giovio, Elogia clarorum virorum, 1546, 55v: «Constat a Marcello Virgilio graecae atque latinae linguae flores accepisse»  R. Ridolfi, Lettera Riccardo Bruscagli, "Machiavelli". Il Senato romano fece distruggere Velletri e indebolì Anzio sottraendole la flotta: cfr. Livio, "La sua vicinanza a Pier Soderini, vexillifer perpetuus, si accentua progressivamente in uno sforzo di sottrarre Firenze a un immobilismo indotto dal timore di un potere esecutivo più forte e irrispettoso di una lunga tradizione di libertà repubblicano-oligarchica": Grazzini, Filippo, Ante res perdita, post res perditas : dalle dediche del Decennale primo a quella del Principe, Interpres : rivista di studi quattrocenteschi :Roma : Salerno, .  Lettera. È un'ipotesi del Ridolfi, cDiscorsi sopra la prima Deca di Tito Livio, «Giovanpagolo, il quale non stimava essere incesto e publico parricida, non seppe, o, a dir meglio, non ardì, avendone giusta occasione, fare una impresa, dove ciascuno avesse ammirato l'animo suo, e avesse di sé lasciato memoria eterna, sendo il primo che avesse dimostro a' prelati quanto sia poco uno che vive e regna come loro; ed avessi fatto una cosa, la cui grandezza avesse superato ogni infamia, ogni pericolo, che da quella potesse dependere»  Nella sua Storia d'Italia, il Guicciardini esprime lo stesso giudizio di Machiavelli  Ritratto delle cose della Magna, in «Tutte le opere storiche, politiche e letterarie2»  Lettera ai Dieci,Il carcere, la tortura e il ritiro all'Albergaccio, su viv-it.org. Ottenendo un giudizio evasivo: cfr. la lettera del Vettori Lettera a Francesco Vettori,  David Quint, Armi e nobiltà : Machiavelli, Guicciardini e le aristocrazie cittadine, Cadmo, Studi italiani. De credulitate et pietate; et an sit melius amari quam timeri, vel e contra.  Il machiavellismo, su dizionariostoria.wordpress.com. Machiavellismo, Treccani, 2Citata in Niccolò Machiavelli, Periodici Mondadori, A. Gentili, De legationibus. R. Pole, Apologia ad Carolum V Caesarem de Unitate Ecclesiae  che talvolta elogiarono però anche alcuni consigli pragmatici dati al principe, come quello della religione come instrumentum regnii; ad esempio Voltaire, nel capitolo Se sia utile mantenere il popolo nella superstizione, del Trattato sulla tolleranza, afferma l'utilità, entro certi limiti, di una forma di religione razionale per il popolo  La fortuna di Machiavelli nei secoli, su windoweb «Machiavelli era un uomo giusto e un buon cittadino; ma, essendo legato alla corte dei Medici, non poteva velare il proprio amore per la libertà nell'oppressione che imperava nel suo paese. La scelta di Cesare Borgia come proprio eroe, ben evidenziò il suo intento segreto; e la contraddizione insita negli insegnamenti del Principe e in quelli dei Discorsi e delle Istorie fiorentine ben dimostra quanto questo profondo pensatore politico è stata finora studiato solo dai lettori superficiali o corrotti. La Corte pontificia vietò severamente la diffusione di quest'opera. Ci credo ... in fondo, quanto scritto la ritrae fedelmente. il libro dei repubblicani (...) fingendo di dare lezioni ai re, ne ha date di grandi ai popoli». (Jean Jacques Rousseau, Il contratto sociale), «Dal solo suo libro Del Principe si potrebbero qua e là ricavare alcune massime immorali e tiranniche, e queste dall'autore son messe in luce (a chi ben riflette) molto più per disvelare ai popoli le ambiziose ed avvedute crudeltà dei principi che non certamente per insegnare ai principi a praticarne... all'incontro, il Machiavelli nelle Storie, e nei Discorsi sopra Tito Livio, ad ogni sua parola e pensiero, respira libertà, giustizia, acume, verità, ed altezza d'animo somma, onde chiunque ben legge, e molto sente, e nell'autore s'immedesima, non può riuscire se non un fuocoso entusiasta di libertà, e un illuminatissimo amatore d'ogni politica virtù» (Del principe e delle lettere,)  «Con quel libro, se la sapessimo tutta, egli si pensò forse di pigliare, come si suol dire, due colombi ad una fava: presentando dall'un lato a' suoi Fiorentini come schietta e naturale una caricata e mostruosa immagine d'un sovrano assoluto, affinché si risolvessero a non averne mai alcuno; e cercando dall'altro di tirare insidiosamente i Medici a governarsi in guisa che s'avessero poi a snodolare il collo, seguendo i fraudolenti precetti da lui con molta adornezza sciorinati in quella sua dannata opera.»  G. Galanti, Elogio di N. Machiavelli cittadino e segretario fiorentino  Alessandro Arienzo, Gianfranco Borrelli, Anglo-American Faces of Machiavelli, Voce "Machiavellismo" dell'Encyclopedie  Franco Ferrucci, Il teatro della fortuna: potere e destino in Machiavelli e Shakespeare, Fazi Editore, Mario Pazzaglia, Note ai Sepolcri, in Antologia della letteratura italiana, vol I  cfr. l'inizio del Dialogo di Tristano e di un amico.  Introduzione a: Alfredo Oriani, Niccolò Machiavelli //repubblica/rubriche/la-parola news/realpolitik Realpolitik  Video di Dario Fo che parla di Machiavelli (trasmissione tv Vieni via con me, su youtube.com. Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. Catalogo della mostra, Roma Istituto dell'Enciclopedia Italiana, La  su Machiavelli è sterminata. Tentativi di redigerla sono stati realizzati da Achille Norsa, Il principio della forza nel pensiero politico di Niccolò Machiavelli, seguito da un contributo bibliografico, Milano Silvia Ruffo Fiore, Niccolò Machiavelli: an annotated bibliography of modern criticism and scholarship, New York‑Westport‑London 1990; Daria Perocco, Rassegna di studi sulle opere letterarie del Machiavelli, in "Lettere italiane",Emanuele Cutinelli‑Rendina, Rassegna di studi sulle opere politiche e storiche di Niccolò Machiavelli, in "Lettere italiane", Nel  l'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani ha pubblicato in 3 volumi l'opera Machiavelli: enciclopedia machiavelliana. Di seguito una selezione di studi. Felix Gilbert, Machiavelli e la vita culturale del suo tempo, Bologna, Il mulino, Claude Lefort, Le travail de l'oeuvre Machiavel, Paris, Gallimard, Jean-Jacques Marchand, Niccolò Machiavelli. I primi scritti politici Nascita di un pensiero e di uno stile, Padova, Antenore, Riccardo Bruscagli, Niccolò Machiavelli, Firenze, La Nuova Italia editrice, Roberto Ridolfi, Vita di Niccolò Machiavelli, Firenze, Sansoni, Federico Chabod, Scritti su Machiavelli, Torino, Einaudi, John Greville Agard Pocock, Il momento machiavelliano: il pensiero politico fiorentino e la tradizione repubblicana anglosassone, Bologna, Il mulino,Carlo Dionisotti, Machiavellerie, Torino, Einaudi, 1980 Gennaro Sasso, Niccolo Machiavelli, Il pensiero politico;  La storiografia, Bologna, Il Mulino (Napoli) Giuliano Procacci, Machiavelli nella cultura europea dell'età moderna, Roma-Bari, Laterza, Gennaro Sasso, Machiavelli e gli antichi e altri saggi, I-IV, Milano-Napoli, Ricciardi, Maurizio Viroli, Il sorriso di Niccolò, storia di Machiavelli, Roma-Bari, Laterza, Emanuele Cutinelli-Rendina, Chiesa e religione in Machiavelli, Pisa, Istituti editoriali e poligrafici internazionali, Ugo Dotti, Machiavelli rivoluzionario: vita e opere, Roma, Carocci, 2003 Francesco Bausi, Machiavelli, Roma, Salerno editrice, Giorgio Inglese, Per Machiavelli. L'arte dello stato, la cognizione delle storie, Roma, Carocci, Corrado Vivanti, Niccolò Machiavelli: i tempi della politica, Roma, Donzelli, Andrea Guidi, Un segretario militante. Politica, diplomazia e armi nel Cancelliere Machiavelli, Bologna, il Mulino, 2009 Gabriele Pedullà, Machiavelli in tumulto. Conquista, cittadinanza e conflitto nei 'Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio', Roma, Bulzoni, . William J. Connell, Machiavelli nel Rinascimento italiano, Milano, FrancoAngeli,  Attilio Scuderi, Il libertino in fuga. Machiavelli e la genealogia di un modello culturale, Roma, Donzelli, . Michele Ciliberto, Niccolò Machiavelli. Ragione e pazzia, Roma-Bari, Laterza, . Altri contributi A. Montevecchi, Machiavelli, la vita, il pensiero, i testi esemplari, Milano E. Janni, Machiavelli, Milano S. Zen, Veritas ecclesiastica e Machiavelli, in Monarchia della verità. Modelli culturali e pedagogia della Controriforma, Napoli, Vivarium (La Ricerca Umanistica, Cosimo Scarcella, Machiavelli, Tacito, Grozio: un nesso "ideale" tra libertinismo e previchismo, in "Filosofia", Torino, Mursia, M. Gattoni, Clemente VII e la geo-politica dello Stato Pontificio  in Collectanea Archivi Vaticani, Città del Vaticano 2002 F. Raimondi, Machiavelli, in La politica e gli stati, Roma 2004 Pasquale Stoppelli, La Mandragola: storia e filologia. Roma, Bulzoni, 2005. Maria Cristina Figorilli, Machiavelli moralista. Ricerche su fonti, lessico e fortuna. Napoli, Liguori editore, A. Capata, Il lessico dell'esclusione. Tipologie di Virtù in Machiavelli', Manziana, 2008. Giuliano F. Commito, IUXTA PROPRIA PRINCIPIA Libertà e giustizia nell'assolutismo moderno. Tra realismo e utopia, Aracne, Roma, Mascia Ferri, L'opinione pubblica e il sovrano in Machiavelli, in «The Lab's Quarterly», Pisa. Giuseppe Leone, Silone e Machiavelli: una scuola... che non crea prìncipi, Centro Studi Silone, Pescina.  Machiavelli i Guicciardini, Lublin, Marietti, "Machiavelli l'eccezione fiorentina", Fiesole, Cadmo, 2005 Marina Marietti, Machiavel, Paris, Payot et Rivages, Enzo Sciacca, Principati e repubbliche. Machiavelli, le forme politiche e il pensiero francese del Cinquecento, Tep, Firenze 2005 Frédérique Verrier, Caterina Sforza et Machiavel ou l'origine du monde, Vecchiarelli,Emanuele Cutinelli-Rendina, Introduzione a Machiavelli, Roma-Bari, Laterza, Lettera a Francesco Vettori Letteratura italiana Francesco Guicciardini Teoria della ragion di Stato Istorie fiorentine Barbara Salutati Machiavellismo. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Niccolò Machiavelli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Niccolò Machiavelli, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .  Niccolò Machiavelli, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera. Niccolò Machiavelli, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Niccolò Machiavelli, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Niccolò Machiavelli, su Find a Grave. Liber Liber. openMLOL, Horizons Unlimited Progetto Gutenberg. Audiolibri di Niccolò Machiavelli, su LibriVox.  di Niccolò Machiavelli, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff. Goodreads.   Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com.Discografia nazionale della canzone italiana, Istituto centrale per i beni sonori ed audiovisivi. Niccolò Machiavelli, su Internet Movie Database, IMDb.com.  (DE, EN) Niccolò Machiavelli, su filmportal.de.  Antonio Enzo Quaglio, Machiavelli, Niccolò, in Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fabrizio Franceschini, Machiavelli, Niccolò, in Enciclopedia dell'italiano, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, -. il Principe, ediz. Istorie fiorentine, ediz. Le opere minori di Machiavelli, su machiavelli.letteraturaoperaomnia.org. Opere di Niccolò Machiavelli con giunta di un nuovo indice generale delle cose notabili, Milano, per Giovanni Silvestri,Rassegna bibliografica degli studi machiavelliani.Una ricognizione dei contributi scientifici dedicati al Machiavelli negli ultimi decenni. Niccolò di Bernardo dei Machiavelli. Niccolò Machiavelli. Marchiavelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Machiavelli," per il club anglo-italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Madera (Varese). Filosofo. Grice: “I like Madera; especially because he uses words I love, like ‘sense’ – ‘la carta del senso’ and soul – anima --.” Insegna a Milano. Ha insegnato a Calabria e Venezia.  È membro dell'Associazione italiana di psicologia analitica, del Laboratorio analitico delle immagini (LAI, associazione per lo studio del gioco della sabbia nella pratica analitica), e fa parte della redazione della Rivista di psicologia analitica. Fonda i Seminari aperti di pratiche filosofiche di Venezia e di Milano e PhiloPratiche filosofiche a Milano.  Studia Jung. Define la sua proposta nel campo della ricerca e della cura del senso "analisi biografica a orientamento filosofico", formando la Società degli analisti filosofi. Fondat l'”Analisi Biografica A Orientamento Filosofico”, pratica filosofica volta a utilizzare e a trasformare il metodo psico-analitico, nata agli inizi Professoree oggi praticata in diverse città .  La pratica dell'analista filosofo si rivolge alle dimensioni “sane” ed è volta alla ricerca di senso dell'esistenza dell'analizzante. L’orientamento filosofico è inteso come ricerca di senso che, a differenza della filosofia come modo di vivere dell’antichità, parte dalla biografia storicamente, culturalmente e socialmente incarnata. Questo è un tentativo di risposta alla crisi delle istituzioni tradizionalmente riconosciute come orientanti l’esistenza; l'analista filosofo si propone di riformulare su base biografica i processi formativi integrandoli con le psicologie del “profondo”. L’aver cura “terapeutica” dell’insieme della personalità e della vita dei gruppi è stato da sempre vocazione della filosofia, riproposta come contenitore di diversi approcci e discipline delle scienze umane, dalla psicoanalisi alla pedagogia. Il senso è inteso come il fattore terapeutico fondamentale.  L'analisi biografica a orientamento filosofico non si occupa della cura delle psicopatologie, a meno che l'analista filosofo non sia anche uno psicoterapeuta, psicologo o psichiatra.  Essendo una pratica filosofica, sono richiesti all'analista non solo la competenza professionale ma anche l'indirizzo vocazionale della sua vita alla filosofia, dedicandosi agli esercizi filosofici personali e comunitari.  L'ambito di esperienze e teorie da cui deriva riunisce l'eredità delle psicologie del profondo, la filosofia intesa nel suo valore terapeutico e come stile di vita, la pedagogia del corpo e le pratiche di meditazione, la psicologia sistemica, il metodo autobiografico e biografico, la narrazione delle storie di vita in una prospettiva sociologica.  Opere:“Identità e feticismo” (Moizzi, Milano); “Dio il Mondo, Coliseum, Milano, “L'alchimia ribelle,” Palomar, Bari, “Jung. Biografia e teoria,” Bruno Mondadori, Milano, “L'animale visionario,” Il Saggiatore, Milano, “Mia philosophikê askêsê”, in ê sunantêsê, “Ti einai ê philosophika prosanatolismenê biographikê analusê?”, in ê sunantêsê, La filosofia come stile di vita,  Bruno Mondadori, Milano, Ipoc, Milano, Il nudo piacere di vivere, Arnoldo Mondadori, Milano, "Che cosa è l'analisi biografica a orientamento filosofico", in Pratiche filosofiche e cura di sé, Bruno Mondadori, Milano, Jung come precursore di una filosofia per l'anima”, in , Il senso di psiche. Una filosofia per l'anima, Rivista di psicologia analitica. La carta del senso” Psicologia del profondo e vita filosofica, Raffaello Cortina Editore, Milano, ,  Ipoc,  Una filosofia per l'anima. All'incrocio di psicologia analitica e pratiche filosofiche (Chiara Mirabelli), Ipoc, Milano  “Empirisme ou une philosophie pour l’ame?”, in Recherches Germaniques, Université de Strasbourg, Hors série n. 9,  “The Missing Link: from Jung to Hadot and Vice Versa”, in Eranos. Its Magical Past and Alluring Future: the Spirit of a Wondrous Place, Spring, Jung. L'opera al rosso, Feltrinelli, Milano. Sconfitta e utopia. Identità e feticismo attraverso Marx e Nietzsche, Mimesis, Milano  “Che tipo di sapere potrebbe essere quello della psicoanalisi?”, in Psiche. Rivista di cultura psicoanalitica, n  Màdera R., “Dalla pseudo-speciazione al capro espiatorio", in , Tabula rasa. Neuroscienze e culture, Fondazione Intercultura , "The psychic counterpoise to violence towards the human other", in Papadopoulos, Moral Injury and Beyond. Understanding Human Anguish and Heling Traumatic Wounds, Abingdon UK, New York NY: Routledge,   , Pratiche filosofiche e cura di sé, Bruno Mondadori, Milano, Le pratiche filosofiche nella formazione, Adultità, Guerini e Associati, Milano Bartolini P., Mirabelli C. , L’analisi filosofica: avventure del senso e ricerca mito-biografica, Mimesis, Milano-Udine  Campanello L., "L'analisi biografica a orientamento filosofico e le cure palliative”, in Tessere reti per una buona morte, Rivista Italiana di Cure Palliative, Campanello L., Sono vivo ed è solo l'inizio, Mursia, Milano  Daddi A. I., Filosofia del profondo, formazione continua, cura di sé. Apologia di una psicoanalisi misconosciuta, Ipoc, Milano,  Daddi A. I., “Principio Misericordia, perfezionismo morale e nuova etica. La proposta màderiana per l'Occidente del terzo millennio”, in I. Pozzoni , Rassegna storiografica decennale, Limina Mentis, Monza,  Diana M., Contaminazioni necessarie. La cura dell'anima tra religioni, psicoterapia, counselling filosofici, Moretti&Vitali, Bergamo, Galimberti U., Nuovo dizionario di psicologia. Psichiatria, psicoanalisi, neuroscienze, voce “Biografico, Metodo”, Feltrinelli, Milano  Gamelli I., Mirabelli C., Non solo a parole. Corpo e narrazione nella formazione e nella cura, Raffaello Cortina, Milano  Janigro N. , La vocazione della psiche, Einaudi, Torino  Janigro N., Psicoanalisi. Un’eredità al futuro, Mimesis, Milano  Malinconico A. , "Dialettica di redazione (ancora in tema di analisi biografica a orientamento filosofico)", in , Il senso di psiche. Una filosofia per l'anima, Rivista di psicologia analitica, Malinconico A., Psicologia Analitica e mito dell’immagine. Biblioteca di Vivarium, Milano  Montanari M., “Per una filosofia del profondo”, in , Il senso di psiche. Una filosofia per l'anima, Rivista di psicologia analitica, Montanari M., La filosofia come cura, Mursia, Milano  Montanari M., Vivere la filosofia, Mursia, Milano  Moreni L. , “Intervista a tre analisti filosofi”, in , Il senso di psiche. Una filosofia per l'anima, Rivista di psicologia analitica, Sull’analisi biografica a orientamento filosofico  Analisi biografica e cura di sé  Una nuova formazione alla cura  Psiche e città. La nuova politica nelle parole di analisti e filosofi  Quattordici punti sull’analisi biografica a orientamento filosofico. Romano Màdera et l’analyse biographique à orientation philosophique. Romano Màdera. Madera. Keywords: “profondo” “la grammatical profonda” “la grammatical del profondo” Tiefe Grammatik – implicatura del profondo, implicatura del superficiale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Madera” – The Swimming-Pool Library.

 

Maffetone (Napoli). Filosofo.  Grice: “I like Maffetone; he tries, like I do, to defend Socrates against Thrasymacus; in the proceedings, he provides his view on the foundations of Italian liberalism – and has recently explored the topic of what he calls ‘il valore della vita.’” Si laurea a Napoli. Ha contribuito al dibattito scientifico sui temi di bioetica e etica dell'economia e della politica, alla Rawls,, tentando di ricostruire i principi del liberalismo applicandoli al contesto dell’economia. Insegna a Roma. Presidente della Fondazione Ravello.  Opere:  “I fondamenti del liberalismo” (Laterza, Etica Pubblica, Il Saggiatore); “La pensabilità del mondo” (Il Saggiatore, “Rawls” (Laterza). “Un mondo migliore. Giustizia globale tra Leviatano e Cosmopoli, “Marx nel XXI secolo,” Luiss University Press. Radio Radicale. Sebastiano Maffettone. Maffetone. Keywords: contrattualismo. Rawls on Grice on personal identity. Keywords: quasi-contrattualismo conversazionale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maffetone” – The Swimming-Pool Library.

 

Magalotti (Roma). Filosofo. Grice: “I like Magalotti – very philosophical” – Grice: “When a philosopher is a count, we don’t say that he was a professional philosopher, but not an amateur philosopher either – ‘philosopher’ does!” – Grice: “I like his ‘saggi’ on ‘natural experience’ – he is being Aristotelian: there is natural experience and there is trans-natural experience – and there is supernatural experience!” Appartenente all’aristocrazia, figlio di Orazio, prefetto dei corriere pontifici, e Francesca Venturi. Studia a Roma e Pisa, dove e allievo di Viviani e Malpighi.  Segretario di Leopoldo de' Medici, segretario dell'Accademia del Cimento (fondata da de’ Medici). Fa parte anche dell'Accademia della Crusca e dell'Accademia dell'Arcadia, Dall'esperienza al Cimento nacque i “Saggi di naturali esperienze, ossia le relazioni dell'attività dell'Accademia del Cimento”. Passa al servizio di Cosimo III de' Medici  iniziando così un'attività che lo porta a una serie di viaggi per l'Europa (raccolse in diverse opere le sue vivaci e brillanti relazioni di viaggio). Ottenne il titolo di conte e la nomina ad ambasciatore a Vienna. Si ritira alla villa Magalotti, in Lonchio. Si dedica alla filosofia, con particolare attenzione per la filosofia naturale di Galilei Opere:   “Canzonette anacreontiche di Lindoro Elateo, pastore arcade” “Delle lettere familiari del conte Lorenzo Magalotti e di altri insigni uomini a lui scritte, Firenze,  Diario di Francia, M.L. Doglio, Palermo, Sellerio. “La donna immaginaria, canzoniere, con altre di lui leggiadrissime composizioni inedited” (Lucca); “Lettere del conte Lorenzo Magalotti gentiluomo fiorentino dedicate all'Ecc.mo e Clar.mo Sig. Senatore Carlo Ginori Cav. dell'Ordine di S. Stefano, Segretario delle Riformagioni e delle Tratte, Lucca. Lettere contro l'ateismo, Venezia. Lettere odorose, E. Falqui, Milano. Lettere scientifiche. “Lettere” (Firenze). “Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del cimento sotto la protezione del Serenissimo Principe Leopoldo di Toscana e descritte dal Segretario di essa Accademia, Milano. “Scritti di corte e di mondo” Enrico Falqui, Roma. “Varie operette del conte Lorenzo Magalotti con giunta di otto lettere su le terre odorose d'Europa e d'America dette volgarmente buccheri”  Roma.Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Saggi di naturali esperienze fatte nell'Accademia del Cimento sotto la protezione del serenissimo principe Leopoldo di Toscana e descritte dal segretario di essa Accademia (Firenze: per Giuseppe Cocchini all'Insegna della Stella); “La donna immaginaria canzoniere del celebre conte Lorenzo Magalotti ora per la prima volta dato alla luce e dedicato alle nobilissime dame italiane” (Firenze: appresso Andrea Bonducci); “Canzonette anacreontiche di Lindoro Elateo pastore arcade” (Firenze : per Gio. Gaetano Tartini, e Santi Franchi); “Il sidro poema in due canti di Giovanni Filips tradotto dall'inglese in toscano dal celebre conte Lorenzo Magalotti ora per la prima volta stampato con altre traduzioni, e componimenti di vari autori” (Firenze: appresso Andrea Bonducci); Charles de Marguetel de Saint-Denis de Saint-Évremond, Opere slegate : precedute da un carteggio tra Magalotti e Saint-Évremond, tradotte in toscano” (Roma: Edizioni dell'Ateneo). Scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze, Elogio storico del conte Lorenzo Magalotti nell'edizione de La donna immaginaria canzoniere del conte Lorenzo Magalotti con altre di lui leggiadrissime composizioni inedite, raccolte e pubblicate da Gaetano Cambiagi, In Lucca: nella stamperia di Gio. Riccomini, Dizionario critico della letteratura italiana, Torino, UTET,  Lorenzo Magalotti, Relazioni di viaggio in Inghilterra, Francia e Svezia” (Bari, G. Laterza). Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca. Liber Liber. openMLOL, Horizons Unlimited srl.  Relazioni di viaggio in Inghilterra, Francia e Svezia  Lettere scientifiche ed erudite  Comento sui primi cinque canti dell'Inferno di Dante, e quattro lettere del conte Lorenzo Magalotti  Canzonette anacreontiche di Lindoro Elateo pastore arcade  Lettere scientifiche ed erudite  La donna immaginaria  Novelle  (il volume contiene anche opere di altri autori) Gli amori innocenti di Sigismondo conte d'Arco con la Principessa Claudia Felice d'Inspruch. Il conte Lorenzo Magalotti. Villa Magalotti. Magalotti. Keywords: ‘naturali esperienze’ --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Magalotti” – The Swimming-Pool Library.

 

Maggi (Pompiano). FIlosofo. Grice: “I like his portrait” – Grice: “My favourite of his essays is on the ridiculous; but his most specifically philosophical stuff is the ‘lectiones philosophicae’ and the ‘consilia philosophica.’” La famiglia aveva possedimenti e anche un negozio di farmacia. Il padre Francesco, uomo di lettere, fu il suo primo maestro.  Studia a Padova con Bagolino e frequenta attivamente gli ambienti culturali della città. Si laurea e insegna filosofia. Membro dell'«Accademia degli Infiammati», strinse amicizia con Barbaro, Lombardi, Piccolomini, Speroni, Tomitano, Varchi, entrò quindi a far parte del circolo di Bembo, frequentando insigni filosofi come Paleario, Lampridio e Emigli. Conobbe iPole, Vergerio, Flaminio e Priuli. Il dibattito sulla questione della lingua e sui temi estetici legati soprattutto all'interpretazione della Poetica aristotelica condusse alla preparazione di un commento allo scritto di Aristotele che, iniziato da Lombardi, fu proseguito, concluso e fatto pubblicare da Maggi, con altra sua opera dedicata ad Orazio, a Venezia: le “In Aristotelis librum de Poetica communes explanationes: Madii vero in eundem librum propriae annotations”, dedicato a Madruzzo. Lascia Padova per entrare al servizio del duca Ercole II d'Este come precettore del figlio Alfonso e, insieme, per insegnare filosofia a Ferrara. Si conservano appunti delle sue lezioni sulla Poetica. Anche della vita culturale della città estense  fu protagonista, divenendo  principe dell'«Accademia dei Filareti», che vanta membri come Bentivoglio, Calcagnini, Giraldi e Cinzio, oltre a essere amico degli umanisti Pigna, Porto e Ricci, che gli diede pubblicamente merito di essere stato «il primo interprete della Poetica di Aristotele».  “Mulierum praeconium” o “De mulierum praestantia” e dedicata ad Anna d'Este, la figlia di Ercole e di Renata di Francia, che nello stesso anno fu tradotta “Un brieve trattato dell'eccellentia delle donne.” Comprende anche una Essortatione a gli huomini perché non si lascino superar dalle donne, attribuita a Lando, che si pone come corollario dell'orazione del Maggi.  Alla chiusura temporanea dell'Università, ritorna a Brescia, partecipando alle riunioni dell'Accademia di Rezzato, fondata da Chizzola. Abita nella quadra della cittadella vecchia, in contrada Santo Spirito. Sposa Francesca, figlia del nobile Paris Rosa,. A Brescia sede nel Consiglio Generale e fu incluso nell'elenco dei consiglieri comunali della città destilla reggenza delle podestarie maggiori del territorio. Fu destinato alla Podestaria di Orzinuovi, ma vi rinunciò, come rinunciò anche alla podestaria di Salò, e partecipò alle sedute del Consiglio Generale. Altre opere: “Un brieve trattato dell'eccellentia delle donne, Brescia, Turlini “In Aristotelis librum de Poetica communes explanationes: Madii vero in eundem librum propriae annotationes, Venetiis, Valgrisi; De ridiculis, in Horatii librum de arte poetica interpretatio, Venetiis, Valgrisi, “Lectiones philosophicae” Firenze, Biblioteca Riccardiana, ms.  Expositio in libros de Coelo et Mundo, Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms,  Expositio de Coelo, de Anima, Milano, Biblioteca Ambrosiana, Quaestio de visione, Milano, Biblioteca Ambrosiana, Espositio super primo Coelo, Piacenza, Biblioteca Passerini-Landi, ms Pollastrelli, Mulierum praeconium, Modena, Biblioteca Estense, ms Estensis latinus. Oratio de cognitionis praestantia, Ferrariae, apud Franciscum Rubeum de Valentia, Consilia philosophica , Vincentii Madii et Jo. Bap. Pignae in favorem serenissimi Ferrariae ducis in ea praecedentia, Archivio di Stato, Casa e Stato,  Modena. Note  In Alessandro Sardi, Estensis latinus 88, Modena, Biblioteca Estense.  Giulio Bertoni, Nota su Vincenzo Maggi, in «Giornale storico della letteratura italiana», C.. Fahy, Un trattato di Vincenzo Maggi sulle donne e un'opera sconosciuta di Lando, in «Giornale storico della letteratura italiana»,  Bruni, Speroni e l'Accademia degli Infiammati, in «Filologia e letteratura», XIWeinberg , Trattati di retorica e poetica, III, Roma-Bari, Laterza,  Enrico Bisanti, Vincenzo Maggi, interprete tridentino della Poetica di Aristotele, Brescia, Geroldi, Giorgio Tortelli, Quattro Maggi in cerca d'autore, in «Quaderni del Lombardo-Veneto», Padova, Vincenzo Maggi, su Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  VEnciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Vincenzo Maggi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Liber Liber.  MLOL, Horizons. Vincenzo Maggi. Maggi. Kewyords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maggi” – The Swimming-Pool Library.

 

Magi (Pesaro). Filosofo. Grice: “A fascinating philosopher – “journey around the world in ten words,’ a gem!” --  Insegna a 'Urbino. Si dedica alla psicologia “trans-personale”. Fonda il Centro di Filosofia Comparativa (cf. ‘implicatura comparativa’) e “Incognita” a Pesaro, tesoreggiando ‘l’intelligenza del cuore’ e il principio dell’interiorità. Scrisse “I 36 stratagemmi” (Edizioni Il Punto d'Incontro; dal , BestBUR). Il suo “Il Gioco dell'Eroe. Le porte della percezione per essere straordinario in un mondo ordinario” vede un clamoroso successo.  “I 64 Enigmi. L'antica sapienza  per vincere nel mondo” (Sperling & Kupfer )è segnalato  al primo posto dei libri più attesi. Lo stato intermedio tratta l’argomento rimosso dei nostri tempi: la morte, e abbraccia l'orizzonte ampio degli ambiti cari agli autori: filosofia, mistica, psicologia transpersonale, esperienze ai confini della morte. Esce un aggiornamento ampliato del Gioco dell'Eroe con il sottotitolo “La porta dell'Immaginazione”. Vgetariano dichiarato., si focalizza sui modelli mistici per approfondirne, oltre la portata metafisica e auto-realizzativa, i concetti di efficacia ed efficienza: nel libro I 36 stratagemmi declina il taoismo nei suoi aspetti di strategia psicologica; nel saggio "Le arti marziali della parola" in La nobile arte dell'insulto (Einaudi) evidenzia come l'arte del combattimento diventi arte retorica e dialettica; nei saggi Il dito e la luna, La via dell'umorismo e Il tesoro nascosto mostra il rilievo della comunicazione metaforica e umoristica. Ha inoltre elaborato e sviluppato la dimensione della psicologia transpersonale all'interno del Gioco dell'Eroe , disciplina da lui creata e imperniata sulla capacità umana dell'immaginazione.  Altre opere: “Il dharma del sacrificio del mondo” (Panozzo); “La filosofia del linguaggio eterno,” (cf. Grice: ‘timeless’ meaning, versus ‘timeful’?). Urbino, “Quaderno indiano,” Scuola superiore di filosofia comparativa di Rimini, “Il dito e la luna,” Il Punto d'Incontro  I 36 stratagemmi, Il Punto d'Incontro (dal , BestBur; edizione tedesca: 36 Strategeme. Die chinesische Kunst der Strategie, Random House Kailash Verlag, edizione spagnola: Las 36 estratagemas. El arte secreto de la estrategia china, Obelisco Ediciones, edizione portoghese: "Os 36 Estratagemas Chineses", Esfera dos Livros, ); Sanjiao. I tre pilastri della sapienza, Il Punto d'Incontro, Einaudi, Uscite dal sogno della veglia. Viaggio attraverso la filosofia della Liberazione, Scuola superiore di filosofia comparativa di Rimini,  La Via dell'umorismo, Il Punto d'Incontro, La vita è uno stato mentale. Ovvero La conta dei frutti delle azioni nel mondo evanescente, Bompiani,  Kauṭilya, Il Codice del Potere (Arthaśāstra). Arte della guerra e della strategia, Edizioni Il Punto d'Incontro,   "Lo yoga segreto del perfetto sovrano" di Gianluca Magi, “Il Gioco dell'Eroe,” Il Punto d'Incontro,   I 64 Enigmi, Sperling & Kupfer, . Lo stato intermedio, , Arte di Essere, . Il tesoro nascosto. 100 lezioni sufi, Sperling & Kupfer, . Il Gioco dell'Eroe. La porta dell'Immaginazione, Il Punto d'Incontro, 101 burle spirituali, Sperling & Kupfer, Recitato un cameo, nel ruolo di se stesso, nel film Niente è come sembra, di Franco Battiato, a fianco di Jodorowsky. Jodorowsky ha scritto in seguito la presentazione del libro di Magi La Via dell'umorismo.Premio internazionale Letteratura “ArteSpirito”. Blog .  «Fondai a Rimini il Centro di Filosofia Comparativa”. Per spaziare in temi altissimi con una narrazione transdisciplinare. Attraverso immaginazione, religioni, filosofie, arti e scienze».  Incognita. Advanced Creativity  Il Secolo XIX 18 settembre  (Roberto Onofrio) " 'Incognita' di Pesaro. Diario di viaggio nell'Oltre, un'immersione interiore al di là dello spazio-tempo"31  Il Secolo XIX 26 giugno  (Roberto Onofrio) "Advanced Creativity Mind School. Per capire l'entrata nell'epoca del post-umano" Per il titolo del suo album Dieci stratagemmi, Battiato si è ispirato a I 36 stratagemmi di Gianluca Magi. Il sottotitolo, "Attraversare il mare per ingannare il cielo" è il primo stratagemma dei trentasei che compongono che il libro.  Stralcio della quinta puntata (youtube)  Modelli strategici . Corriere della Sera, (Edoardo Camurri)  wuz  Panorama (Anna Mazzone)  wuz  Panorama (Oriana Allegri)  Il Secolo XIX 2 (Roberto Onofrio) "Aprite le porte all'Immaginazione, c'è un mondo oltre la quotidianità"42  Gianluca Magi, I 64 Enigmi, Sperling & Kupfer, Milano : «Diversi anni fa, in un’intervista, mi chiesero perché sono vegetariano. La mia risposta fu molto sintetica (e la penso ancora così): Non mangio animali. Non riesco a digerire l'agonia».  La Repubblica (Michele Serra); Il Riformista (Luca Mastrantonio); Il Venerdì di Repubblica (Brunella Schisa)  Il Gioco dell'Eroe, Il Punto d'Incontro, . Libro/CD con prefazione di Franco Battiato  Il Gioco dell'EroeGianluca. Scena del film ove compaiono Gianluca Magi e Alejandro Jodorowsky (youtube)  La Via dell'umorismo, Il Punto d'Incontro, Vicenza, La Stampa (Il Premio è stato conferito dalle autorità della Repubblica di San Marino con la motivazione: «Lo scrittore che ha costruitoattraverso la sua produzione e l'attività del Centro di Filosofia Comparativa di Rimini ponti di comunicazione tra le antiche saggezze d'Oriente e d'Occidente, attualizzandone, in teoria e in pratica, il loro messaggio filosofico, psicologico e spirituale per l'uomo contemporaneo»). Gli altri premi sono stati conferiti a: Franco Battiato (Musica), Alejandro Jodorowsky (Teatro), Franco Mussida (Arti visive), Silvano Agosti (Cinema), Massimo Gramellini (Giornalismo), Gabriele La Porta (Televisione).  Sito ufficiale di Gianluca Magi (in cinque lingue) Incognita ◦ Advanced Creativity "Psicologia transpersonale. Che cos'è?" Video Lectio brevis di Gianluca Magi. Riflessioni di Gianluca Magi sul Senso della vita su riflessioni. Gianluca Magi. Magi. Keywords: ‘implicatura comparativa’ mistico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Magi” – The Swimming-Pool Library.

 

Magnani (Sannazzaro de’ Burgondi). Filosofo.  Grice: “I like Magnani; he has written about conceptual change, which I enjoyed!” -- Grice: “I like Magnani; his treatise on the philosophy of geometry is brilliant!” --  essential Italian philosopher, not to be confussed with Tenessee Williams’s favourite actress, Anna Magnani --. Insegna a 'Pavia, dove dirige il Computational Philosophy Laboratory. Dedicatosi allo studio della storia e della filosofia della geometriai, i suoi interessi si sono poi rivolti all'analisi della tradizione neopositivista e post-positivista. Si è poi dedicato al tema della scoperta scientifica e del ragionamento creativo. Studia tematiche riguardanti il ragionamento diagnostico in medicina in collegamento con il problema dell'abduzione, presto diventato fondamentale nella sua ricerca. La sua attenzione si è anche indirizzata verso il cosiddetto model-based reasoning. Fonda una serie di conferenze sul Model-Based Reasoning. Trattai problemi di filosofia della tecnologia e di etica, rivolti anche al tema trascurato in filosofia dell'analisi della violenza.  I suoi interessi di ricerca includono dunque la filosofia della scienza, la logica, le scienze cognitive, l'intelligenza artificiale e la filosofia della medicina, nonché i rapporti fra etica e tecnologia e tra etica e violenza. Ha contribuito a diffondere il problema dell'abduzione. La sua ricerca storico-scientifica ha riguardato principalmente la filosofia della geometria. Dirige la Collana di Libri SAPERE. Opere : “Conoscenza come dovere. Moralità distribuita in un mondo tecnologico” “Filosofia della violenza” “Rispetta gli altri come cose. Sviluppa una teoria filosofica dei rapporti fra tecnologia ed etica in una prospettiva naturalistica e cognitiva. Note  Web Page del Dipartimento di Studi Umanistici  Computational Philosophy Laboratory Web Site  [Cfr. le varie pagine dedicate a questi convegni in//www-3.unipv/webphilos_lab/cpl/index.php Computational Philosophy Laboratory], Dipartimento di Studi Umanistici, Sezione di Filosofia, Pavia, Pavia (Italia)]  Sun Yat-sen Award   Cerimonia  Book Series SAPERE Web Page  Copia archiviata, su lesacademies.org. Edizione cinese:   Philosophy and Geometry  Morality in a Technological WorldAcademic and Professional BooksCambridge University Press  Abductive Cognition  Understanding Violence  The Abductive Structure of Scientific Creativity  Author Web Page  Handbook of Model-Based Science  Lorenzo Magnani: Logica e possibilità, su RAI Filosofia, su filosofia.rai. Lorenzo Magnani: Filosofia della violenza, su RAI Filosofia, su filosofia.rai. Lorenzo Magnani. Magnani. Refs. Luigi Speranza, "Grice e Magnani," per il Club Anglo-Italiano -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria, Italia.

 

Magni (Milano). Filosofo. Grice: “I love Magni – He has gems like ‘Petrus is Petrus’ – I’m talking about his “Principia et specimen philosophiae” – The titles for the chapters are amusing, and he refers to ‘ratio essendi’ – and other stuff – *Very* amusing --.”Figlio dal conte Costantino Magni e da Ottavia Carcassola, si trasferì a Praga. Entrò nei cappuccini della provincia boema a Praga. Insegna filosofia entrando, grazie al suo insegnamento, nelle grazie dell'imperatore. Presto fu eletto Provinciale della Provincia austro-boema dell'ordine e divenne apprezzato consigliere dell'imperatore e di altri principi europei. Il re Sigismondo III gli affidò la missione cappuccina nel suo paese. Ferdinando II lo inviò in missione diplomatica in Francia. Fu uno dei consiglieri del duca Massimiliano I di iera. Dopo la battaglia della Montagna Bianca, sostenne l'arcivescovo di Praga Ernesto Adalberto d'Harrach nella cattolicizzazione della popolazione e nelle riforme diocesane. Prese parte in nome dell'imperatore ai negoziati con il cardinale Richelieu sulla successione ereditaria al trono di Mantova. Nel 1635 divenne consulente teologico nei negoziati per la pace di Praga e dal 1645 fu missionario apostolico per l'elettorato di Sassonia, Assia, Brandeburgo e Danzica. Nel luglio del 1647 riprodusse a Varsavia di fronte al re e alla corte l'esperimento di Torricelli usando un tubo riempito di mercurio per produrre il vuoto.  Riuscì a convertire il conte Ernesto d'Assia-Rheinfels e sua moglie.  Dopo che l'Praga venne affidata ai Gesuiti, entrò in contrasto con i gesuiti, che lo fecero arrestare a Vienna nel 1655. Fu rilasciato dalla prigione per intervento dell'Imperatore e tornò a Salisburgo, dove morì quello stesso anno. Frutto della sua polemica con i protestanti è “De acatholicorum credendi regula judicium” in cui sostene che senza l'autorità della Chiesa, la Bibbia da sola non era sufficiente come regola di fede per i cristiani. Trata lo stesso argomento in “Judicium de acatholicorum et catholicorum regula credenda”, le cui debolezze argomentative scatenarono la contro-offensiva dei protestanti. Si occupa di metodologia, logica, epistemologia, cosmologia, metafisica, matematica e scienze naturali. Rifiutò i principi aristotelico-scolastici, ispirandosi alle dottrine di Platone, Agostino e Bonaventura. Altre opera: “Apologia contra imposturas Jesuitarum,” “Christiana et catholica defensio adversus Societatem Jesu,” “Opus philosophicum,” “Commentarius de homine infami personato sub titulis Iocosi Severi Medii,” :Concussio fundamentorum ecclesiae catholicae, iactata ab Herm. Conringi, “Conringiana concussio Sanctissimi in Christo papae catholici retorta,” “Echo Absurditatum Ulrici de Neufeld Blesa” “Epistola de responsione H. Conringii” “Epistola Valeriani Magni Fratris Capucini, Epistola de quaestione utrum Primatus Rom. Pontificis, “Principia et specimen philosophiae, Acta disputationis habitae Rheinfelsae apud S. Goarem, Organum theologicum, Methodus convincendi et revocandi haereticos, De luce mentium, Judicium de catholicorum ei acatholicorum regula credendi, “De atheismo Aristotelis ad Mersennum,  Demonstratio ocularis, loci sine locato: corporis successiuè moti in vacuo, Bononiae, typis haeredis Victorij Benatij. Vedi la voce nella Enciclopedia Italiana. J. Cygan, Valerianus Magni, “Vita prima”, operum recensio et bibliographia, Romae, “Opera Valeriani Magni velut manuscripta tradita aut typis impressa, «Collectanea Franciscana», Alessandro Catalano, La Boemia e la riconquista delle coscienze. Ernst Adalbert von Harrach e la Controriforma, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Massimo Bucciantini, «La discussione sul vuoto in Italia: il caso di Valeriano Magni», in: Discussioni sul nulla tra Medioevo ed Età moderna, Massimiliano Lenzi e Alfonso Maierù, Firenze, Leo S. Olschki, Alfredo Di Napoli, Valeriano Magni da Milano e la riforma ecclesiastica in Boemia attraverso la corrispondenza della Congregazione de Propaganda Fide, Centro Studi Cappuccini LombardiNuova serie 2, Edizioni Biblioteca Francescana, Milano. Relatio veridica de pio obitu R.P. Valeriani Magni, Lione, Ludwig von Pastor, Storia dei papi, XIII, trad. it., Roma, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Heinrich Kretschmayr, Valeriano Magni, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Valeriano Magni, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Michael Bihl, Valeriano Magni. G. Leroy, 1789. Valeriano Magni. Magni. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Magni: ‘Paolo e Paolo: assiomi e principi metafisici” – The Swimming-Pool Library.

 

Mainardini (Padova). Filosofo. Grice: “Padova tries to institute the ‘regnum’ as between Aristotle’s ‘polis’ and the modern ‘stato,’ but in which case, we wouldn’t call it ‘politeia’ anymore!” --  Grice: “When I studied change I focused on von Wright – but then there is Padova and his ‘grammatica del mutamento’!”  Nato da una famiglia di giudici e notai – il padre: ‘di Giovanni’ -- che viveva vicino al Duomo di Padova, completò i suoi studi a Parigi dove fu insignito dell'autorità di rettore. Il tempo trascorso a Parigi influì moltissimo sull'evoluzione del suo pensiero. Gli anni parigini furono molto importanti e fecondi per l'evoluzione del suo pensiero e la visione dello stato di corruzione in cui versava il clero lo portò a diventare anti-curialista.  A Parigi incontrò Occam e Jandun, con cui condivise passione politica e atteggiamento di avversione verso il potere temporale della Chiesa. Con Jandun rimase legato da grande amicizia e assieme a lui subì l'esilio.  Mainardini dopo le sue dure affermazioni contro la Chiesa venne bollato con l'epiteto di “figlio del diavolo”. Mainardini si trova a Parigi quando si sviluppò la lotta tra Filippo, re di Francia, e il Papato. Tutto ciò, assieme al vivace contesto culturale in cui si muoveva, lo portò alla compilazione della sua opera maggiore il Defensor Pacis, l'opera cui deve la sua fama e che influì moltissimo sia sul pensiero filosofico-politico contemporaneo che su quello successivo.  A Parigi sperimentò una monarchia decisa ad accrescere il proprio potere e la propria autorità su tutte le forze politiche centrifughe del momento ivi compresa la Chiesa di Bonifacio VIII. Diventato consigliere politico ed ecclesiastico di Ludovico il aro lo seguì a Roma nel 1327 in occasione della sua incoronazione imperiale e qui fu nominato dallo stesso Ludovico vicario spirituale della città. L'incoronazione imperiale avvenne ad opera del popolo romano anziché del papa inaugurando, così, quella stagione dell'impero laico che Mainardini vagheggiava e che avrebbe aperto la strada alla laicizzazione dell'elezione imperiale e alla cosiddetta Bolla d'Oro  di Carlo IV di Boemia.  Con la Bolla d'Oro fu eliminata ogni ingerenza del papa nell'elezione imperiale diventando così un fatto esclusivamente tedesco. Fu ancora con Ludovico quando questi si ritirò, dopo il fallimento dell'impresa romana, in Germania dove rimase fino alla morte. È del periodo immediatamente antecedente la sua morte la compilazione di alcune opere minori tra cui spicca il “Defensor Minor,” un piccolo capolavoro. Si può definire l'opera di Marsilio come il prodotto di tempi in cui confluiscono la virtù del cittadino, il nazionalismo francese e l'imperialismo renano-germanico. Il Difensore della pace” è la sua opera più conosciuta in cui, fra l'altro, tratta dell'origine della legge.  Il suo fondamento era il concetto di ‘pace,’ intesa come base indispensabile dello Stato e come condizione essenziale dell'attività umana. Si tratta di un'opera laica, chiara, priva di retorica, moderna e per alcuni versi ancora attuale. La necessità dello Stato non discendeva più da finalità etico-religiose, ma dalla natura umana nella ricerca di una vita sufficiente e dall'esigenza di realizzare un fine prettamente umano e non altro. Da questa esigenza nascono le varie comunità, dalla più piccola alla più grande e complessa, lo Stato. Ne deriva la necessità di un ordinamento nella comunità che ne assicuri la convivenza e l'esercizio delle proprie funzioni. Per Marsilio questa esigenza ha caratteristiche prettamente umane che non rispondono a finalità etiche ma civili, contingenti e storiche. Alla base dell'ordinamento c'è la volontà comune dei cittadini, superiore a qualsiasi altra volontà. È la volontà dei cittadini che attribuisce al Governo, “Pars Principans,” il potere di comandare su tutte le altre parti, potere che sempre, e comunque, è un potere delegato, esercitato in nome della “volontà popolare.” La conseguenza di questo principio era che l'autorità politica non discendeva da Dio o dal papa, ma dal “popolo,” inteso come “sanior et melior pars.” In questa ottica egli propone che i vescovi venissero eletti da assemblee popolari e che il potere del papa fosse subordinato a quello del concilio. Ludovico il aro Marsilio pone il problema, che tratterà anche nel Defensor Minor, del rapporto con il Papato e con i suoi principi politici costruiti.   «occulta valde, qua romanum imperium dudum laboravit, laboratque continuo, vehementer contagiosa, nil minus et prona serpere in reliquas omnes civitates et regna ipsorum iam plurima sui aviditate temptavit invadere segretamente, con i quali aveva cercato, e continua a cercare, di insinuarsi subdolamente in tutte le altre comunità e regni che aveva già tentato di attaccare con la propria enorme avidità»  (Defensor pacis) Il giudizio di Mainardini sulla chiesa come istituzione è molto negativo e lo manifesta con la crudezza di linguaggio che gli è solita quando affronta l'argomento dei rapporti fra lo Stato e la Chiesa. Lo scalpore suscitato da questa opera obbligò Mainardini a fuggire presso l'imperatore Ludovico il aro, con il quale scese in Italia. Il Defensor minor si colloca fra le opere minori di Mainardini, ma si distingue per la sua importanza. Si differenzia dal Defensor pacis per essere un'opera più propriamente teologica mentre l'altra è prevalentemente politica. Lo studio condotto nel Defensor Minor riguarda la giurisdizione civile ed ecclesiastica, la confessione auricolare, la penitenza, le indulgenze, le crociate, i pellegrinaggi, la plenitudo potestatis, il potere legislativo, l'origine della sovranità, il matrimonio e il divorzio. Il Tractatus de iurisdictione imperatoris in causis matrimonialibus che Mainardini compila in occasione del divorzio di Giovanni di Moravia e Margherita di Tirolo-Gorizia si trova nell'ultima parte del Defensor Minor. Le relazioni tra i coniugi erano tanto insostenibili che la sposa preferì fuggire. Intervenne l'Imperatore, imparentato con la sposa, e progettò il matrimonio tra la fuggitiva e Ludovico di Brandeburgo ma a ciò ostavano il precedente matrimonio e alcuni legami di sangue. Il “Tractatus de translatione imperii” – “Trattato della  translazione dei imperii” --  è un'opera che niente aggiunge alla fama derivatagli dal Defensor Pacis anche se ebbe una certa diffusione.  Si può considerare questo trattato come una storia sintetica dell'Impero dalla fondazione di Roma da Romolo fino al secolo XIV. In Mainardini lo “stato romano” è concepito come prodotto umano, al di fuori da premesse teologiche quali il peccato o simili. È fortemente affermato il principio della legge quale prodotto della comunità dei cittadini, legge dotata di imperatività e co-attività oltre che ispirata ad un ideale di giustizia. Questo ideale di giustizia deriva dal con-sorzio (concerto) civile, l'unico soggetto che può stabilire ciò che è giusto e ciò che non lo è. Per Mainardini, l'uomo deve essere inteso come libero e consapevole.  Nel Defensor Pacis appare diffuso un costituzionalismo affermato fortemente nei confronti sia dello Stato che della Chiesa. È tra i primi studiosi a distinguere e separare la legalita (ius) dalla moralita (ethos, mos), attribuendo il primo alla vita civile e il secondo alla coscienza. Mainardini è sempre un uomo del suo tempo, saldamente ancorato nella sua epoca, ma con intuizioni che ne fanno un uomo nuovo, anticipatore per certi versi del Rinascimento. La definizione del nuovo concetto di Stato, autonomo, indipendente da qualsiasi altra istituzione umana o, a maggior ragione, ecclesiastica è il grande merito di Mainardini.  Anche nella Chiesa viene affermata una forma di costituzionalismo contro il dilagante strapotere dei vescovi e dei papi. È ancora l'universitas fidelium a prendere, attraverso il Concilio, ogni decisione riguardante qualsiasi materia di ordine spirituale. Il nostro autore non teme di scagliarsi contro la Chiesa, a negare il primato di Pietro e di Roma, affermare la necessità del ritorno del clero a quella povertà evangelica tanto cara ad alcune sette riformiste di cui lui certamente conobbe e comprese il pensiero. Lotta contro la Chiesa ma solo per conservarne o rivalutarne il più vero, autentico e originario contenuto e significato. Quasi riformista e conservatore nello stesso tempo, riformista là dove è contro la corruzione dilagante nella Chiesa di quel periodo, conservatore là dove accetta la necessità di un ordine costituito, della religione, della morale, intese nel senso più puro.  La modernità di Mainardini consiste anche nel metodo della sua trattazione e della terminologia che usa, sempre stringata ed esaustiva, aliena da qualsiasi di quelle forme di retorica che era caratteristica degli autori medievali. Altri saggi:: “Il difensore della pace,” C. Vasoli. UTET, Torino, BUR, Milano, Ancona E., C. Vasoli, CEDAM, Padova (collana Lex naturalis;  Battaglia F., La filosofia politica del medio Evo, Milano, CLUEB Battocchio R., Ecclesiologia e politica, Prefazione di G. Piaia, Padova, Istituto per la Storia Ecclesiastica Padovana, Beonio-Brocchieri Fumagalli M.T., Storia della filosofia medievale (Bari, Laterza,), Berti E., “Il ‘regno’ di Mainardini: tra la civis romana e lo stato italiano,” Rivista di storia della filosofia medievale, Briguglia G.,  Carocci Editore, Cadili A., Amministratore della Chiesa di Milano, in Pensiero Politico Medievale, Capitani O., Medioevo ereticale, Bologna, Il Mulino, Capitani O., Il medioevo, Torino, UTET, Cavallara C., La pace nella filosofia, Ferrara, Damiata M., Plenitudo potestas e universitas civium, Firenze, Studi francescani,  Del Prete D., Il pensiero politico ed ecclesiologico, Annali di storia, Università degli studi di Lecce Dolcini C., Bari, Laterza, Merlo M., Il pensiero della politica come grammatica del mutamento, Milano, F. Angeli, Passerin d'Entréves A., Saggi di storia del pensiero politico: dal medioevo alla società contemporanea, Milano  Piaia G., Mainardini e dintorni: contributi alla storia delle idee, Padova, Antenore, Piaia G., La Riforma e la Controriforma: fortuna ed interpretazione, Padova, Antenore, Simonetta S., Dal difensore della pace al Leviatano, Milano, UNICOPLI Toscano A., Marsilio da Padova e Niccolo Machiavelli, Ravenna, Longo, Defensor pacis Defensor minor Tractatus de translatione Imperii Tractatus de iurisdictione imperatoris in causis matrimonialibus Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Marsilio da Padova, su sapere, De Agostini. Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Les Archives de littérature du Moyen Âge. Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. marsilio: essential Italian philosopher. Marsilio dei Mainardini, Marsilio di Padova. Mainardini. Keyword: consorzio conversazionale -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Marsilio," per il Club Anglo-Italiano; Luigi Speranza, “Grice e Mainardini – la massima del consorzio conversazionale.” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria, Italia.

 

Malifitano (Siracusa). Filosofo. Grice: “Malfitano, like me, is an emergentist – each ‘complesso’ grows (cresce) and the ‘complexity’ is thus best characterised as ‘crescente,’ – Malfitano uses ‘complexities’ in the plural – a theory of ‘complessita crescenti’ – The whole point is that you get from one complex to the other.” Grice: “I like Malfitano. His theory of ‘complessita crescente’ is admirable: he distinguishes various ‘complesso’ – the material (subdivided into atomic, and the ‘crescente complessita’ of the molecular), the biological complex (which comprises the complex of the tissue, and the complex of tthe articular), the social complex, i. e.,  the human being in his inter-subjetctivity -- nd the ideological complex, the abstracta – ideation, cognition, and conviction – there is a superior geometry, too!” Nacque da Carmelo, commerciante e navigatore, e Santa Veneziano. Era l'ultimo di sette fratelli. Frequentò il Liceo Classico Tommaso Gargallo, dove iniziò a nutrire l'interesse per la materie scientifiche. Già da giovanissimo frequentava assiduamente una nota farmacia del centro storico della città natale acquisendo notevole interesse per la chimica e la biologia. Si iscrisse dunque alla facoltà di chimica dell'Università degli Studi di Catania per frequentare le lezioni del professor Alberto Peratoner. Malfitano continuò gli studi universitari a Palermo, dove si trasferì al seguito di Peratoner e ottenne la laurea nel capoluogo siciliano. Abbandona la Sicilia per spostarsi a Milano, dove intraprese una breve carriera lavorativa nel campo della chimica industriale agli stabilimenti Pirelli. Contemporaneamente frequentava la scuola di microbiologia dell'Università degli Studi di Pavia, retta all'epoca da Camillo Golgi, futuro Premio Nobel per la medicina nel 1906. Stimolato dall'ambiente favorevole, Malfitano pubblica I” Comportamento dei microrganismi sotto l'effetto delle compressioni gassose” -- Inizia in questo modo a farsi notare da colleghi e professori, sia per la materia dei suoi studi, sia per il carattere disponibile e solare, come ricorda iPensa, celebre anatomista milanese. La carriera  prese una svolta definitiva quando, durante un congresso internazionale a Pavia, venne notato dal futuro successore di Pasteur, Duclaux. Venne dunque invitato a trasferirsi a Parigi, avendo ricevuto l'offerta di un impiego all'istituto Pasteur. Una volta arrivato nella capitale francese, Malfitano si dedicò in un primo momento alla micro-biologia, pubblicando come risultati delle sue ricerche: Protease de l'aspergillus niger, Influence de l'oxygen sur la proteolyse en presence de Clorophorme e Bactericidie charbonneuse. Decise di ritornare a studiare la chimica pura, campo d'indagine scientifica che lo rese definitivamente famoso. I suoi studi sulla chimica colloidale, arrivarono a dimostrare la natura elettrochimica delle micelle, e riuscì a misurare con notevole precisione la conducibilità elettrica dei colloidi. In campo pratico, mise a punto i cosiddetti ultrafiltri, necessari per gli studi in campo teorico sui colloidi. Divenne capo di un laboratorio chimico all'Istituto Pasteur. Gli studi si interruppero durante la gran guerra. Al termine di essa,  sposò Vera, una studentessa russa.  Subito dopo il grande conflitto ebbe inizio l'elaborazione della più nota dottrina del chimico siracusano, ovvero la teoria delle “complessità crescenti,” concetto alla luce del quale Malfitano non indagò solo le micelle, ma l'esistenza in generale. Pubblicò Complexité et micelle, e Les composés micellaires selon la notion de complexité croissant. Le conclusioni non vennero accettate da subito, ma si dovette attendere l'esperimento del premio Nobel Theodor Svedberg che dimostrò l'esattezza delle intuizioni di Malfitano. Elaborò negli anni Venti una teoria che tentava di spiegare la materia, attraverso l'esame dei diversi livelli atomici e molecolari che la caratterizzano strutturalmente. La materia, secondo lo scienziato siracusano, è suddivisibile in atomi, molecole, plurimolecole (polimeri e complessi) e micelle. In ognuna delle classi citate si possono distinguere tre tipi di unità materiali: ioniche, polari e ionopolari. L'analisi compiuta sulla materia venne estesa in campo social-ogico da Malfitano. Tenta di ricondurre la complessità socio-antropologica alla complessità atomica. I quattro ordini di “complesso” che costituiscono il mondo sono dunque: il complesso materiale (“complesso atomico” e “complesso molecolare”), il complesso biologico (complesso istologico e complesso citologico), il complesso sociale (l'essere umano) e al culmine di un'ipotetica piramide il “complesso ideologico” (ideazione, conoscenza e convinzioni).  L'ultimo passo della speculazione e il concetto di geometria superiore, un'armonia equilibrata e simmetrica che domina gli eventi e la materia, una variabile fondamentale e al tempo stesso fuggevole dell'esistenza, un concetto che rappresenta la libertà. In ultima analisi, il compito era dunque quello di comprendere le leggi dell'armonia ordinatrice del cosmo e di preservarne la bellezza e l'equilibrio.  Soleva spesso tornare in Sicilia seppur per brevi periodi, dovette rinunciare a questa abitudine. L'aggravarsi della sua malattia, una cecità che gradualmente lo privò della vista, e le sue convinzioni anti-fasciste, non gli permisero di rivedere il paese natale dalla fine degli anni Trenta. Morì inell'alloggio assegnatogli dell'Istituto Pasteur dove aveva trascorso gran parte della sua vita. Pubblica le sue convinzioni filosofiche servendosi dello pseudonimo "Aporema", termine che indicava l'impossibilità di ottenere una risposta precisa dallo studio di un problema. Introdusse per primo a Siracusa la moda di bere il latte acido, quello che abitualmente viene chiamato yogurt, come era già frequente nella capitale francese.  Durante una tempesta patita in mare Carmelo Malfitano aveva fatto voto a Santa Lucia, patrona siracusana, di sposare un'orfana se fosse riuscito a tornare incolume sulla terraferma. Carmelo sposò per questo motivo Santa Veneziano,  orfana di entrambi i genitori. Da tale unione nacque Giovanni.  Ad Repellendam Pestem Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche Ad repellendam Pestem Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche122.  Antonio Pensa, Ricordi di vita universitaria (Citato nel testo Ad Repellendam Pestem Storie di Medici e di Sanità nella terra di Aretusa), Cisalpino Istituto Pasteur, su webext.pasteur.fr.   Ad repellendam Pestem Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche. Ad repellendam Pestem Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche124.   Ad repellendam Pestem Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche126.   Ad repellendam Pestem Storie di Medici e Sanità, Tyche125.   Ad repellendam Pestem. Storie di Medici e Sanità nella terra di Aretusa, Tyche, Siracusa, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Malifitano. Malifitano. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Pirotology,” – “The pirotological ascent,” in “From the banal to the bizarre: a method for philosophical psychology” -- emergentismo di Grice – emergentismo di Malfitano – l’organicismo della diada in Malfitano --. Il complesso di azione e il complesso di inter-azione. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Malifitano” – The Swimming-Poo Library.

 

Malipiero (Venezia). Filosofo. Grice: “I love Malipiero’s approach to philosophy: hardly a profession! As if someone were to be called ‘amateur cricketer’ – Malipiero loves (‘ama’) philosophy and it shows!” – Grice: “There is philosophical wisdom in any endevaour he finds himself in!” Grice: “One must love him for his attempted ‘confutazione’ of Rousseau’s ‘sistema del contrato sociale’ as a ‘triumph of reason’!” -- Nacque da Angelo di Troilo e da Emilia Fracassetti. Entrambi i genitori erano patrizi: il padre proveniva dalla storica casata dei Malipiero (ramo "delle Procuratie Vecchie"), mentre la madre apparteneva a una famiglia di mercanti bergamaschi nobilitata. Dichiarava di abitare in un palazzo a Santa Maria Zobenigo (ereditato dal padre dopo l'estinzione di un'altra linea della famiglia), cui si aggiungevano quattro botteghe nei centralissimi quartieri di Rialto e San Moisè; altre cinque case si trovavano tra Santa Margherita, San Gregorio e San Martino.Esordì in politica con l'elezione a savio agli Ordini. Divenne provveditore alle Pompe, ma non riuscì a prendere possesso della carica a causa della caduta della Repubblica. A questo punto, lasciò la vita pubblica per dedicarsi alla filosofia analitica del linguaggio ordinario. Fu un autore poliedrico, capace di spaziare dall'attualità politica alla letteratura e alla tragedia di ambito neoclassico. La prima opera pubblicata è il saggio di matematica “Dimostrazione sulla tri-plicazione e tri-sezione dell'angolo effettuato colla retta e col cerchio.” Più tardi si cimentò nella filosofia presentando l'opuscolo “Saggio sugli sforzi della passione nell'intelletto e su' di lei effetti nel cuore,” in cui sostiene di moderare il razionalismo perché nell'animo umano esso convivi in armonia con le passioni.  Questa idea, in contrasto con quanto asserito da Rousseau, fu ribadita ne “La felicità della nazione realizzata dal politico e dal sovrano,” uno dei suoi primi scritti in filosofia morale. In questo lavoro Malipiero prese in esame la tendenza allo sfarzo di una parte della società, analizzando come i governi avessero reagito al fenomeno in epoche diverse. Nell'opera emerge la condanna al lusso sfrenato, ma anche all'appiattimento estremo dettato da rivoluzionari e giacobini.  Lo stesso pensiero moderato è ripreso nel “Trionfo della ragione; ossia, confutazione del sistema del contratto sociale” (ristampato, senza grosse variazioni, come “Il trionfo della verità nella difesa dei diritti del trono ossia Confutazione del contratto sociale.” Grice: “I find this interesting, since I also oppose contractualism to rationalism!” -- Qui il Malipiero cercò di dimostrare come la migliore forma di governo non fosse la democrazia, ma la monarchia.  La sua linea anti-rivoluzionaria fu affermata anche quando si tenne distante dagli organi della Municipalità istituita sul modello, o ‘sistema’ del contratto. Accolse perciò con favore l'arrivo degli Austriaci, come dimostrano il ‘Testamento della spirata libertà cisalpine” e l'annesso sonetto “Confronto fra il genio della Romana Repubblica e quello dell'Austria.” Di grande importanza è quanto emerge nella “Voce della verità,” una memoria autografa inviata al governatore austriaco Mailath von Székhely all'indomani del suo insediamento a Venezia. Nell'opera, divisa in capitoli dedicati ai problemi dell'amministrazione asburgica (polizia, zecca, commercio, diritto ecc.), si chiede quale dovesse essere il criterio di scelta per la nuova classe dirigente veneziana. Dimostrandosi critico nei confronti degli ex funzionari della Repubblica di Venezia (ceto a cui lui stesso apparteneva), nominati non in base ai meriti, ma per favoritismo, auspicava di non concedere spazio a coloro che vivevano nel lusso, poiché entravano in politica solo per il proprio tornaconto, e soprattutto verso i trasformisti che cambiavano opinioni con l'avvicendarsi delle amministrazioni.  Con questo lavoro anticipò le scelte del governo austriaco che, in effetti, estromise il patriziato dalla vita politica e assegnando le cariche amministrative a personalità lombarde o delle province ereditarie.  Si dedicò, con un certo successo, anche alla stesura di tragedie, a tema biblico, storico o mitologico, che potessero presentare allo spettatore esempi da seguire o da evitare. Tra queste “Il sacrifizio di Abramo,” “Camillo,” “Prometeo ossia La prodigiosa civilizzazione delle genti,” “Medea.” Altre opere degne di nota sono “La bottega del caffè” “Quadro critico morale, Lo scultore e la luce, azione mitologica in apoteosi del cav. Canova,” Il conte Ugolino in fondo alla torre di Pisa. Sciolti, Atabiba ed Huascar. Azione tragica di spettacolo; La Verità nello spirito dei tempi e nel nuovo carattere di nostra età (sul congresso di Verona), Zanghira e Lemanza. Quadro poetico nelle nozze Malipiero/Martinengo dalle Palle;  Elogio di Giovanni II del mr. co. Martinengo dalle Palle; Descrizione della Montagna ov'è la chiesa della Madonna della Corona nelle alture di Montebello. Fu confermato nobile dell'Impero Austriaco, assieme ai figli Angelo e Angela, nati dal matrimonio con Contarina di Vincenzo Pisani. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Troilo. Malipiero. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Malipiero” – The Swimming-Pool Library.

 

Mamiani (San Secondo Parmense). Filosofo. Grice: “I like Mamiani; unlike us at Oxford, he takes ‘science’ seriously! But in an amusingly Italian way! He has explored Newton on the apocalypse! My favourite of his treatises is the one on space which reminds me of Strawson – Beltrami, unlike Strawson, is non-Euclideian, and thinks Italian needs Euclideian verbs to match!”  Linceo. Membro dell'Accademia dei Lincei ha insegnato Storia del pensiero scientifico all'Parma, Udine e Ferrara.  Si è occupato soprattutto di Isaac Newton, del quale ha trascritto un trattato inedito sull'Apocalisse, di Cartesio e dell'origine delle enciclopedie moderne.   Opere principali: “J. M. Guyau Abbozzo di una morale senza obbligazione né sanzione,” Firenze, Le Monnier, “Newton filosofo della natura” Le lezioni di ottica e la genesi del metodo newtoniano, Firenze, La Nuova Italia, “Teorie dello spazio” -- da Descartes a Newton, Milano, FrancoAngeli,  “La mappa del sapere.” La classificazione delle scienze nella Cyclopaedia di E. Chambers, Milano, FrancoAngeli, “Il prisma di Newton,” Roma-Bari, Laterza, Introduzione a Newton, Roma-Bari: Laterza, “Trattato sull'Apocalisse,” Torino, Bollati Boringhieri, Isaac Newton, Firenze, Giunti, Storia della scienza moderna, Roma-Bari, Laterza, Scienza e Sacra scrittura nel XVII Secolo, Napoli, Vivarium.  Isaac Newton, Trattato sull'Apocalisse, Maurizio Mamiani, Torino, Bollati Boringhieri, Scienza e teologia fra Seicento e Ottocento: studi in memoria di Maurizio Mamiani, Chiara Giuntini e Brunello Lotti, Firenze, Olschki, Studi sul pensiero scientifico fra Seicento e Ottocento. Ricordando Mamiani, "I castelli di Yale", Il Poligrafo, Padova 2 La Rivoluzione scientificaI domini della conoscenza: La sintesi newtoniana in Storia della Scienza, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Maurizio Mamiani, Newton e l'Apocalisse. Maurizio Mamiani. Mamiani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mamiani” – The Swimming-Pool Library.

 

Mancini (Schieti). Filosofo. Grice: “I like Mancini: he has expanded on the ethos of cooperation – and he has explored what he calls ‘linguaggio ontologico’ and ‘alienazione’ in connection with language – he reviewed Pittau’s philosophy of language, and published a little thing on ‘language and salvation.’ So how can you NOT like him?”  Grice: “I like Mancini; if I dwell on philosophical eschatology, he dwells on the real thing!” Grice: “He has studied Kant thoroughly; all the interesting bits, like his idea of MALEVOLENTIA!”  “La filosofia è il passaggio dal senso al significato, attraverso le mediazioni culturali, dottrinali, attraverso la struttura del puro pensare e attraverso le mediazioni della prassi.” Studia a Fano e si laurea a Milano dove insegna. Bo lo vuole ad Urbino. Studia i massimi teologi, curato le opera di Barth, Bultmann e Bonhoeffer pubblicando, su quest'ultimo, anche una biografia e un'analisi dottrinale. Ha fondato l'Istituto superiore di scienze religiose di Urbino, unico esempio, per molti anni, di "facoltà teologica" in una università laica.  Tra i filosofi, si è dedicato molto a Kant, pubblicando una Guida alla Critica della ragion pura.  In questo senso è ancora più importante "Kant e la teologia” dove  tratta la filosofia della religione kantiana, fondata su una concezione morale rigorosa resa possibile dall'Imperativo categorico, che prospetta una trascendenza per l'uomo, attraverso i postulati dell'immortalità dell'anima e dell'esistenza di Dio. Questa filosofia della religione, in cui Kant mette in rapporto la “religione razionale” con la “religione rivelata” (e che si contraddistingue per i concetti di “male radicale” e di “chiesa invisibile”), è considerata feconda. Si è anche confrontato con Marx, allora dominanti nella cultura filosofica e politica italiana. In Marx, tiene in grande considerazione il concetto di “alienazione” -- presente soprattutto nei Manoscritti filosofici. Questo concetto, che esprime l'estraneazione dell'operaio in rapporto al lavoro salariato, a causa dei modi di produzione capitalistici, capaci di sfruttare il lavoro come fosse una merce, deve essere stimolo per la Dottrina Sociale della Chiesa. Ciò che Mancini critica in Marx è l'ateismo e il materialismo, attraverso l'uso della dialettica hegeliana in una prospettiva materialistica (materialismo storico). Questa concezione infatti mette in discussione la libertà dell'uomo, inteso come persona, riducendolo all'insieme dei suoi rapporti economici. Ha inoltre fatto parte della redazione della rivista Concilium. Fonda la rivista di filosofia “Hermeneutica” ed edita da Morcelliana.  La sua posizione di pensiero verte su un cristianesimo di matrice liberale e democratica d'impronta sociale, che cerca uno spazio autonomo e libero, dando una risposta da credente alla cultura laicista e marxista di quegli anni sulle orme del Concilio Vaticano II.  Opere:“Ontologia fondamentale,” La Scuola, Brescia “Rosmini” “la metafisica inedita, Argalìa, Urbino “Filosofi esistenzialisti” Heidegger, Marcel, Wahl, Gilson, Lotze), Argalìa, Urbino“Linguaggio e salvezza,” Vita e Pensiero, Milano “Filosofia della religione,”Abete, Roma “Bonhoeffer, Vallecchi, Firenze “Teologia ideologia utopia”Queriniana, Brescia “Kant e la teologia,”Cittadella, Assisi “Futuro dell'uomo e spazio per l'invocazione”L'Astrogallo, Ancona “Con quale comunismo?”La Locusta, Vicenza, “Con quale cristianesimo” Coines, Roma, “Novecento teologico”Vallecchi, Firenze “Teologia ideologia utopia”Queriniana, Brescia “Fede e cultura”Genova, Marietti “Come continuare a credere”  Rusconi, Milano  “Negativismo giuridico” QuattroVenti, Urbino  “Guida alla Critica della ragion pura” I, QuattroVenti, Urbino “ Lettera a un laureando” Urbino, Quattroventi “Il pensiero negativo e la nuova destra”Mondadori, Milano “Il quinto evangelio come violenza ermeneutica” in “Apocalisse e ragione”, testi di Carlo Bo e altri, Urbino, Quattroventi  “Hermeneutica” “Filosofia della prassi,”Morcelliana, Brescia “Tre follie, Camunia, Milano “Guida alla Critica della ragion pura”“L'Analitica”QuattroVenti, Urbino “Il male radicale per Kant, in “La ragione e il male. Atti del terzo colloquio su filosofia e religione”, Genova, Marietti 1 De profundis per la dialettica, in “Metafisica e dialettica”, Genova, Tilgher Tornino i volti, Marietti, Genova Giustizia per il creato, Urbino, Quattroventi 1990, coll. "Il nuovo Leopardi" L'Ethos dell'Occidente. Neoclassicismo etico, profezia cristiana, pensiero critico moderno, Marietti, Genova Scritti cristiani. Per una teologia del paradosso, Marietti, Genova Opere postume Diritto e società. Studi e testi, Urbino, Quattroventi Come leggere Maritain, Brescia, Morcelliana  Ethos e cultura nella cooperazione di credito, Piergiorgio Grassi, Urbino, Associazione per la ricerca religiosa “S. Bernardino”, Quattroventi  Bonhoeffer (postfazione di Piergiorgio Grassi), Morcelliana, Brescia  Frammento su Dio, Andrea Aguti (a cura), prefazione di Graziano Ripanti, Brescia, Morcelliana Per Aldo Moro. Al di là della politica, Carlo BoMario LuziItalo Mancini, Urbino, Quattroventi  Opere scelte. Voll. 1-3, Brescia, Morcelliana Onorificenze Grande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiananastrino per uniforme ordinariaGrande Ufficiale Ordine al Merito della Repubblica Italiana — Roma, 27 dicembre 1966  su Mancini Giorgio Rognini, Metafisica e sofferenza. Un itinerario critico con Italo Mancini, Verona, Mazziana 1983 Andrea Milano, Rivelazione ed ermeneutica. K. Barth, R. Bultmann, I. Mancini, Urbino, Quattroventi "Biblioteca di Hermeneutica" Piergiorgio Grassi, Intervista a Italo Mancini sulla teologia contemporanea, Urbino, Quattroventi 1992, coll. "Il nuovo Leopardi" Enrico Moroni (a cura), La filosofia politica nel pensiero di Italo Mancini, Urbino, Quattroventi 1994 Francesco D'Agostino, Italo Mancini, filosofo del diritto, Urbino, Quattroventi, "Il nuovo Leopardi" G. RipantiP. Grassi (a cura), Kerigma e prassi, Brescia, Morcelliana, Hermeneutica 1995 Gustavo Pansini (a cura), Studi in memoria di Italo Mancini, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane Galliano Crinella (a cura), Italo Mancini. Dalla teoresi classica alla modernità come problema, Roma, Edizioni Studium, Antonio Areddu, Cristianesimo e marxismo nel pensiero di Italo Mancini. Una rilettura in memoriam, Pistoia, Petite Plaisance 2001 Italo Mancini tra filosofia e teologia, in "Riv. di teologiaAsprenas", I A. Pitta (a cura), numero monografico dedicato a Italo Mancini G. RipantiP. Grassi (a cura), Filosofia, teologia, politica. A partire da IMancini, Brescia, Morcelliana, Hermeneutica 2004 Mariangela Petricola, Pensare la differenza. La questione di Dio nell'epoca della disgregazione del senso. Una rilettura con Italo Mancini, in “Dialegesthai. Riv. telematica di filosofia", mondo domani.org/ dialegesthai/mpe. Mariangela Petricola, Pensare Dio. Il cristianesimo differente di Italo Mancini, Assisi, Cittadella Editrice  Antonio Ascione, Fedele a Dio e alla terra. L'avventura intellettuale di Italo Mancini, Benevento, Passione Educativa  Valeria Sala, Italo Mancini. Filosofo del diritto, Torino, Giappichelli , "Recta Ratio" Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su Italo Mancini  Italo Mancini, su sapere, De Agostini.  Italo Mancini, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Seminario in memoriam, su pesaronotizie.com. Centro socio culturale "Don Italo Mancini" presso il suo paese natale Schieti, su centroitalomancini. 15 gennaio  22 gennaio ). Pagina sul social network Facebook, su facebook.com.  cronologica , su uniurb. L'Istituto di Scienze Religiose fondato da Italo Mancini, su uniurb. Biblioteca personale "Ca' Fante", su uniurb. Rivista "Hermeneutica" fondata da Italo Mancini, su uniurb. A. Aguti, Italo Mancini, in Il pensiero filosofico-religioso italiano.org. Italo Mancini. Mancini. Keywords: “male radicale” “Kant” “radical evil” --. “cooperative di credito” – “la massima della benevolenza conversazionale” --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mancini” – The Swimming-Pool Library.

 

Mangione (Bagnara Calabra). Filosofo.  Grice: “I like Mangione; for various reasons: He notes that logic is more related to mathematics – indeed, for logicism mathematics IS logic – so the opposite to ‘formal’ logic is ‘material’ logic, not ‘informal’ as Ryle and Strawson want – Mangione has studied ‘categories’ and talks of ‘logica matematica’ – he has studied Frege’s ideografia, as he aptly translates his grundscrift, and he tried to improve on the ‘nationalism’ which was ubiquitous in logic in Italy in the ‘primo novecento’!” Insegna a Milano. Diresse le due collane matematiche della casa editrice Progresso tecnico editoriale di Milano, appendice della Aldo Martello editore. Presso l'editore Boringhieri di Torino ha diretto “Testi e manuali della scienza contemporanea. “Serie di logica matematica.”  Ha contribuito alla Storia della filosofia pubblicata da Geymonat per Garzanti con specifici contributi sulla storia della logica matematica. Amplia e sistematizza tali contributi nella Storia della logica. Da Boole ai nostri giorni (con la collaborazione di Silvio Bozzi): l'opera costituisce un ampio ed esaustivo lavoro di ricognizione e sintesi sugli ambiti di ricerca e sui risultati della logica contemporanea.  Per Franco Muzzio & C. Editore ha diretto la collana editoriale Muzzio scienze.  Insieme a Edoardo Ballo, Silvio Bozzi, Gabriele Lolli e Paolo Pagli, ha curato, per Bollati Boringhieri, l'edizione di Gödel.  Opere: “Logica matematica” (Torino, Boringhieri) Rózsa Péter, “Giocando con l'infinito: matematica per tutti, traduzione di Giulio Giorello, Milano, Feltrinelli, “Matematica e calcolatore, Le Scienze quaderni, Milano, “Filosofia: saggi in onore di Geymonat, Milano, Garzanti “Storia della logica, CUEM  “Storia della logica”“Da Boole ai nostri giorni, Garzanti , “Frege. Logica e aritmetica” -- Torino, Boringhieri. Emanuele Vinassa de Regny, «Corrado Mangione: breve storia di una lunga amicizia», Franco Prattico, «Pubblicate tutte le opere di Godel» dalla Repubblica, articolo disponibile sul database SWIF dell'Bari. Corrado Mangione. Keyword: “logica matematica” “divertente”, “Sidney Harris” Peano, “not” “no” “and” “e” “or” “o” “if” “si” “some (at least one)” “all” “the” “il” -- -. Mangione. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e la proclama di Mangione: la logica matematica deve essere divertente!” – The Swimming-Pool Library.

 

Manfredi (Bologna). Filosofo. Grice: “I like the “liber de homine.” It reminds me that among my unpublications there’s a ‘Why’!” Grice: “While the Italians aptly use the same particle for ‘why’ and ‘for’, the Anglo-Saxons didn’t! That must be because ‘for’ is usually otiose: “Why are you eating.” “For I am hungry, say I!” cf. “I am hungry.” – Studia a Bologna e Ferrara. Entra in contatto con circoli umanistici. Insegna a Bologna. Riceveva un compenso superiore alla media ed è il docente più citato nei Libri partitorum. Esercita l'astrologia ee attaccato da Pico (“Disputazione contro l’astrologia divinatrice””).  La sua opera “Il Perché” fu un successo per secoli.  Altre opere, “Tractato de la pestilentia,” Bologna, Johann Schriber, “Pro-gnosticon anni 1490” (Bologna, Bazaliero Bazalieri) “Liber de homine,”  Impressum Bononiae, Ugo Ruggeri, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. openMLOL, Horizons Unlimited srl. Girolamo Manfredi. Keyword: divination. Those clouds mean rain – Those clouds mean death. --. Grice: “The present budget means that we will have a bad year – Prognosticon anni 1490 --. “The present budget means we’ll have a hard year, but we shan’t have.” – x means that p entails p. The year 1490. In 1491, Pico approaches Manfredi, “You said that the budget for 1490 meant that we would have a hard year, but we  didn’t!” – Manfredi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Manfredi: l’implicatura divinatrice” – The Swimming-Pool Library.

 

Manicone (Vico del Gargano). Filosofo. Una delle personalità più caratteristiche del suo tempo della Capitanata. Definito il “monacello rivoluzionario” a causa della sua bassa statura, che sembrerebbe di 1,40 m, la sua indole illuministica consiste in una sete di sapere che non si placa con il dogmatismo, ma con l'esperienza diretta, lo studio approfondito dei fenomeni naturali e della scienza, un'osservazione empirica che poteva fornire una risposta valida e concreta alle varie problematiche e quindi un aiuto pratico all'uomo, al suo benessere e sviluppo, alla sua felicità. Ciò gli costò l'inimicizia di chi, seppur in pieno illuminismo, diffidava e demonizzava la scienza.  Lo sviluppo economico-sociale che teorizza Manicone consiste in uno sviluppo connesso e, per certi versi, dipendente dall'ambiente, perché egli riteneva che la natura fosse una fonte primaria di ricchezza e la sua distruzione avrebbe potuto segnare la fine dello sviluppo.  Manicone può essere considerato un profeta dello sviluppo sostenibile, perché in pieno Settecento, quando le industrie erano inesistenti, ebbe un'ampiezza di vedute che gli consentì di prevedere le conseguenze disastrose che avrebbe portato l'uso improprio e scriteriato delle risorse naturali.  Le opere in cui Manicone tratta, tra gli altri, il tema dello sviluppo sostenibile, sono La Fisica Appula (cioè dell'Apulia) e La Fisica Daunica (cioè della Daunia, antico nome della Capitanata). Secondo il “monacello”, uno dei peggiori atti compiuti dall'uomo del suo tempo era la cesinazione selvaggia dei boschi garganici, un tempo rigogliosi, come anche attesto da Orazio nelle Epistole: «Garganum mugire putes nemus». Riferisce che il disboscamento del promontorio iniziò nel 1764, con il taglio “barbaro” dei pini nel territorio “Difesa” di Vico del Gargano e la cesinazione degli ischi ad Ischitella, talmente “furiosa” che, ad inizio Ottocento, l'Abate Longano denunciò la carenza di legna da ardere per gli ischitellani.  La causa di questo disboscamento fu la volontà di destinare i suoli a coltura, anche quelli non adatti a questo scopo e più utili al pascolo e alla produzione di legname, vista la “rocciosità” della terra sul promontorio del Gargano.  Manicone spiega anche la diminuzione della fauna selvatica nel Gargano, sempre dovuta alla cesinazione, che diminuiva i nascondigli per gli animali selvatici, e li rendeva più vulnerabili.  Ne “La Fisica Appula”, il frate dedica un intero libro al Mefitismo (insalubrità dell'aria) e alle cause che lo generano. Egli sostiene che l'inquinamento può avere cause naturali o accidentali (provocate dall'uomo), può essere anche indigeno (proprio della zona) o esotico (derivante da altre zone). Secondo il Manicone le principali cause accidentali del mefitismo erano:  1. Le condizioni igieniche precarie delle strade e delle abitazioni; 2. L'insana abitudine di depositare gli escrementi nelle strade; 3. La sepoltura dei  centro abitato (consuetudine abolita con l'Editto di Saint-Cloud, ma anticipata nel 1792 a Vico del Gargano da Pietro de Finis, che fece costruire il cimitero monumentale di San Pietro); 4. Il taglio dei boschi (invece gli alberi sono importanti perché emettono ossigeno e assorbono anidride carbonica). Lo studio del frate sul territorio garganico fu talmente minuzioso da fargli notare un mutamento climatico dalla metà del Settecento all'Ottocento; in alcune zone del Gargano, ci furono sbalzi di temperatura che provocarono un sensibile calo di precipitazioni nevose e mitigarono parecchio gli inverni. Secondo il Manicone, la causa è attribuibile al disboscamento. Il taglio delle foreste avrebbe consentito al sole di riscaldare prima e maggiormente i suoli e soprattutto non avrebbe bloccato i venti provenienti da Nord e da Sud, quindi le zone meridionali rispetto alle alture garganiche si sarebbero raffreddate a causa dell'arrivo della Tramontana da Nord, mentre nel Gargano settentrionale sarebbero arrivati maggiormente i venti caldi del Sud. Un rimboschimento avrebbe reso più fertili le terre coltivabili, ma Manicone stesso, dopo aver dato questo suggerimento, esprime la consapevolezza di “aver cantato ai sordi”.  Viaggiò molto per l'Europa, studiando Medicina a Vienna e a Berlino, Scienze Fisiche a Londra e Scienze Naturali a Bruxelles.  È noto soprattutto per il suo trattato, La Fisica Appula. in cui analizza le caratteristiche fisiche delle terre di Puglia e soprattutto del Gargano.  Al Manicone è intitolato il Centro Studi e Documentazione del Parco Nazionale del Gargano sito presso il Convento di San Matteo a San Marco in Lamis.  Descrizione di Vico Del Gargano nella Fisica daunica Al tempo di Manicone la popolazione vichese era di 6131 abitanti, circa lo stesso numero di residenti effettivi attuali. L'area abitata era più ristretta e consisteva nel nucleo originario (Casale, Civita e Terra) e i quartieri nuovi di San Marco, Carmine, la Misericordia e Fuoriporta. L'incuria delle istituzioni si manifestava nella scarsa attenzione verso l'igiene delle acque del Casale (quartiere affollatissimo), originariamente buone e dolci ma inquinate dall'incuria generale; anche le strade strette e ombrose della Civita erano soggette ad abbandono e perennemente sporche. Soltanto i quartieri nuovi erano larghi, puliti e soleggiati.  Le Istituzioni mancavano anche laddove era necessario rendere più agevole il lavoro dei contadini e dei pastori vichesi, costruendo strade per diminuire gli ostacoli a cui erano sottoposti quotidianamente questi uomini quando si recavano nelle loro campagne, poste spesso in profonde valli o zone impervie.  La popolazione vichese era laboriosa e onesta e non c'erano grandi disuguaglianze economiche, tuttavia Manicone descrive i suoi compaesani come barbari e incivili, infatti non hanno riguardo per l'ambiente, ad esempio i pastori lasciano distruggere dalle loro bestie le pianticelle fruttifere e le vigne, sono dediti all'alcol e spesso ciò li porta a risse feroci.  Le donne sono laboriose come gli uomini e sempre gentili, il frate però critica fortemente l'usanza vichese, e delle donne dei paesi del Sud in generale, di urlare e strepitare ai funerali, di portare il lutto a vita e di vestire sfarzosamente i defunti; il primo comportamento denota la selvatichezza della popolazione, il secondo uso può essere anti-economico e negativo per la società e il terzo è uno spreco di denaro, dato in pasto ai vermi.  Un difetto presente in tutte le abitazioni vichesi dell'epoca era il forno in casa, che poteva provocare incendi domestici e inquinare l'aria interna. A  Vico molti boschi furono tagliati per lasciare spazio ai campi di grano, ma ciò fu improduttivo economicamente e causò lo smottamento dei terreni in pendenza, non più trattenuti dalle radici delle piante. Nella raccolta dell'ulivo, i vichesi distruggevano gli alberi, picchiando forte con i bastoni per far cadere le olive; questa errata abitudine provocava la mutilazione della pianta e una maggiore esposizione al freddo, e conseguentemente minori raccolti per gli anni successivi.  Per Manicone, il mancato sviluppo del Gargano era da imputare anche alla pigrizia e indolenza dei suoi abitanti, che non erano capaci di valorizzare i loro prodotti (olive, agrumi, vino, fichi, etc.) e talvolta acquistavano prodotti meno pregiati e ad alto prezzo da altre regioni.  Al fine di comprendere come le istituzioni del tempo fossero distanti dalle reali necessità della popolazione, è interessante la situazione che riguardò l'uso delle acque di Canneto, infatti veniva impedito ai vichesi (anche con la forza) di utilizzare l'acqua per l'irrigazione dei campi, perché avrebbero disturbato l'attività di un mulino sito nel territorio di Rodi Garganico. Il giudice diede ragione ai rodiani ma, per fortuna, questa sentenza ingiusta e ingiustificata fu annullata dalla Regia Camera.  Dalla lettura di alcune pagine delle opere di Manicone è emerso che, pur cambiando i tempi, gli usi, le risorse a disposizione, le conoscenze e le attività, l'uomo garganico (e non solo) viveva e produceva nell'ottica del profitto immediato, sottovalutando gli effetti che avrebbero potuto causare i suoi comportamenti errati nella vita della futura comunità.  Opere di Michelangelo Manicone contesto – il contesto del contesto.  "Philosophers often say that context is very important." "Let us take this remark seriously.’ "Surely, if we do, we shall want to consider this remark in its relation to this or that problem, i. e., in context, but also in itself, i. e., out of context.” H. P. Grice, "The general theory of context." Michelangelo Manicone. Manicone. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Manicone” – The Swimming-Pool Library.

 

Mannelli (Grimaldi). Filosofo. Grice: “Like me, Mannelli loved Kant, Goethe, Schiller, Virgilio – and he has his own ‘palazzo’!” -- Fequenta il ginnasio a Cosenza. Si trasferì con la famiglia prima ad Aosta, dove terminò gli studi liceali, e poi a Roma. S’interessa sempre più al mondo politico e dopo la laurea, conseguita con il massimo dei voti, ritorna a Cosenza e  venne eletto Consigliere Provinciale.  Proprio in qualità di membro del consiglio provinciale, si adoperò in prima persona per arricchire e promuovere l'ampliamento della Biblioteca Provinciale di Cosenza  Si dedicò in tempi e con modi diversi all'attività di approfondimento e divulgazione. Firmò una versione metrica della Xenia di Goethe (Roma, Paravia.   Fu tra i maggiori contributori della più importante rivista di arti e lettere della regione, la Calabria Letteraria. Presidente dell'Accademia Cosentina, l'istituzione accademica calabrese che vanta un'esistenza plurisecolare e che nel XVI secolo ebbe come presidente Telesio.  Opere: “Inaugurandosi il monumento al caduti grimaldesi: scultura di Cambellotti, Reggio Calabria, Editore Il Giornale di Calabria, Paravia, Le storiche Terme Luigiane: passato-presente-futuro, Cosenza, Cronaca di Calabria, L'Accademia Cosentina nella sua storia secolare e nell'oggi, Cosenza, Tip. Vincenzo Serafino. Biografia in Calabriaonline.com  M. Chiodo, L'Accademia cosentina e la sua biblioteca. Società e cultura in Calabria.  Xenia Edizione Paravia. nna Vincenza Aversa, Dopoguerra calabrese: cultura e stampa, Editore Pellegrini, Catanzaro,  Accademia Cosentina Biblioteca Civica di Cosenza Goethe  Poesia "Mamma" da "Come le nuvole” su Grimaldi  Grimaldesi da ricordare, su digilander.libero. Filippo Amantea Mannelli. Mannelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mannelli” – The Swimming-Pool Library.

 

Mantovani (Moncalieri). Filosofo. Insegna a Roma. Membro della Società Tommaso D’Aquino. Gli ambiti delle sue ricerche spaziano sulla Filosofia della Storia, l'Ontologia, la Teologia filosofica, e loro rapporti con la scienza. Ha compiuto studi sulla storia del tomismo (cf. griceianismo). È uno dei maggiori studiosi e conoscitori del realismo dinamico e di Demaria. Opere:“Fede e ragione: opposizione, composizione?” Scaria Thuruthiyil, Mario Toso, Roma , LAS, “Quale globalizzazione? : l'uomo planetario alle soglie della mondialità,” Scaria Thuruthiyil, Roma, LAS, “Eleos: l'affanno della ragione: fra compassione e misericordia,” Roma, LAS, “Sulle vie del tempo: un confronto filosofico sulla storia e sulla libertà, Roma, LAS, “Paolo VI: fede, cultura, università,”  “An Deus sit (Summa Theologiae I, q. 2). Fede, cultura e scienza, Città del Vaticano, Libreria Editrice Vaticana, Didatttica delle scienze: temi, esperienze, prospettive,” Vaticano: Libreria editrice vaticana, “La discussione sull’esistenza di Dio nei teologi domenicani” “Oltre la crisi: prospettive per un nuovo modello di sviluppo: il contributo del pensiero realistico dinamico  Demaria. Roma, LAS, ,”Momenti del logos: ricerche del "progetto LERS" (logos, episteme, ratio, scientia) :  Roma, Nuova cultura, “Per una finanza responsabile e solidale: problemi e prospettive, Roma, LAS, “Una ricognizione sulla Summa Theologiae di Tommaso d'Aquino” in Un pensiero per abitare la frontiera: sulle tracce dell’ontologia trinitaria di Hemmerlie, aRoma Incisa Valdarno, Città  Nuova Istituto universitario Sophia,  Lorenzo Cretti , La quarta navigazione: realtà storica e metafisica organico-dinamica, Associazione Nuova Costruttività -Tipografia Novastampa, Verona, Francisco de Vitoria, Sul matrimonio, Roma, Scritti teologici inediti. Demaria; Roma,Editrice LAS. Pontifical University of Saint Thomas Aquinas, su Angelicum. AVEPRO, su avepro.glauco. L’Università Salesiana, un servizio per l’educazione e la comunicazione La Stampa Autorità accademiche «Il nostro impegno per la “civiltà dell’amore”. Come vuole don Bosco» La Stampa, su lastampa,  CRUIPRO Conferenza Rettori delle Università e Istituzioni Pontificie Romane, su cruipro.net.  redazione, Nuovi accordi di co-operazione interuniversitaria, su FarodiRoma, Pontificia Accademia di S. Tommaso D'Aquino, su cultura.va. Direttorio, su S.I.T.A.. PREMI MEDITERRANEO, su Fondazione mediterraneo.org. Mantovani, “Vita tua, vita mea”: l'insegnamento di Demaria è più che mai attuale. Fondazione Adriano Olivetti, su fondazioneadrianolivetti. Mauro Mantovani. Mantovani. Keywords: Aquino. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mantovani” – The Swimming-Pool Library.

 

Marassi (Cardano al Campo). Filosofo. Grice: “I like Marassi; he has written a ‘natural’ history of ‘man’ – which is interesting, ‘progetto uomo,’ he calls it!” -- Grice: “I like Marassi; he has explored hermeneutics in the German tradition, Schleimacher to be more specific; but has also written an essay on Heidegger; his links with me come with his idea of metaphysics and transcendental arguments which he takes from Kant, who he reads in both German and Italian, unlike I, or me.” – Grice: “He has written an introduction to a comparative study of the approaches to ‘the antique’ in both Italian and German philosophy – a fascinating topic. I suppose the Oxonian approach, indeed Cliftonian, is a mixture of both!” Allievo di Melchiorre, si laurea a  Milano con la tesi “La differenza ontologica in Heidegger, sotto la direzione di Melchiorre e con la co-relazione di Bontadini. Ha discusso “Il profilo della presenza: Heidegger e il regno della pluralità” con Melchiorre e Grassi. Insegna filosofia a Milano. Ha coordinato l'edizione dell'Enciclopedia filosofica (Bompiani, Milano).  Direttore del Dipartimento di Filosofia a Milano. Dirige la Rivista di filosofia neo-scolastica.  Dirige per la casa editrice AlboVersorio la collana Epoche ed è membro del comitato del festival La Festa della Filosofia.  Si occupa di storia dell'umanesimo (Bruni, Alberti, Vico), della scolastica, di ermeneutica (Grassi), di filosofia trascendentale, del pensiero postmoderno. I temi della sua ricerca ruotano attorno a tre temi principali: la riflessione sui modelli storico-teorici della filosofia della storia, l'interpretazione dell'umanesimo italiano (Alberti, Bruni, Vico) in riferimento alla dimensione storica e morale, l'analisi della fondazione trascendentale del sapere.  Opere principali: “Ermeneutica della differenza in Heidegger, Vita e Pensiero, Milano, Schleiermacher, “Ermeneutica,” Rusconi, Milano, Bompiani, Milano; Kant, “Critica del giudizio,” Bompiani, Milano, Metafisica e metodo trascendentale,”  Lotz, “La struttura dell'esperienza, Vita e Pensiero, Milano;  “Metamorfosi della storia. Momus e Alberti,” Mimesis, Milano/ Coordinamento generale e direzione redazionale della Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano. docenti.unicatt. Marassi. Massimo Marassi. Marassi. Keywords: Alberti, Bruni, Vico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marassi” – The Swimming-Pool Library.

 

Marchesini (Noventa Vicentina). Filosofo. Grice: “Cassatta has unearthed some opinions by Marchesini which are revolutionary!” Esponente del positivismo.  Alievo di Ardigò, insegna filosofia a Padova. Direttore della Rivista di Filosofia.Diresse, anche, un Dizionario delle scienze pedagogiche, edito dalla Società Editrice Libraria di Milano. Tradusse, inoltre, un testo di Locke Pensieri, edito da Sansoni. Opere: “La vita,” – Grie: “Sounds promising: a treatise on life! Cf. my ‘Philosophy of Life’”). Montagnana, Tip. di A. Spighi, “Saggio sulla naturale unità del pensiero,” Firenze, Sansoni, “Elementi di Psicologia tratti dalle opere filosofiche di Ardigò,” Firenze, Sansoni, “ Elementi di logica” -- secondo le opere di R. Ardigò, St. Mill, A. Bain ecc., prefazione di Ardigò, Firenze, Sansoni,” Grice: “A fascinating little book: it reminded me of Strawson’s Introduction to Logical Theory! Only Strawson would rather die than axe me to foreword it!” –[ whereas Marchesini commissioned his tutor to drop a word “or two””].—Grice: “Marchesini shouldn’t be so reverential towards Ardigo.” Grice: “I count Marchesini’s oeuvre as being by Marchesini; if I want to read Ardigo, I read Ardigo!” – “Elementi di morale, ad uso anche dei licei, secondo le opere degli scienziati moderni, prefazione di Ardigò, Firenze, Sansoni, “Il positivismo e il problema filosofico, Torino, F.lli Bocca, “Le amicizie di collegio” – Grice: “I should note that Marchesini uses ‘amecizia’ in quotes! So it doesn’t really apply to my Clifton days!” --  (con prefazione di E. Morselli e in collaborazione con Obici), Roma, Società Ed. "Dante Alighieri ", “Elementi di pedagogia : Con un'appendice di cento scelte citazioni, Firenze, Sansoni, Doveri e diritti : ad uso delle scuole tecniche e complementari, Milano-Palermo, R. Sandron, “La teoria dell'utile,” principi etici fondamentali e applicazioni, Milano-Palermo, R. Sandron, “ Il Simbolismo nella conoscenza e nella morale, Torino, Fratelli Bocca Editori, “ Il dominio dello spirito, ossia Il problema della personalità e il diritto all'orgoglio, Torino, F.lli Bocca, Pedagogia, Torino, Paravia, Il principio della indissolubilità del matrimonio e il divorzio, Pakdova-Verona, Fratelli Drucker, “Elementi di logica,” ed. interamente rifusa, -- Grice: “This makes me laugh! It’s like saying: my previous, Ardigo-based stuff, was nonsense!” -- Firenze, Sansoni, Disegno storico delle dottrine pedagogiche, Roma, Athenaeum, “La dottrina positiva delle idealità,” Roma, Athenaeum, “L'educazione morale, Milano, F. Vallardi, “I problemi fondamentali della educazione,” Torino, Paravia, “I problemi dell'Emilio” di G. G. Rousseau, Firenze, R. Bemporad e Figlio, “La finzione dell'educazione o la pedagogia del Come se,” Torino, Paravia, “L'educazione del soldato, con 50 problemi per esercitazioni,” Firenze, Ed. La Voce, “Il problema della scienza nella storia delle scienze : per i licei scientifici, Milano, Signorelli, “Dizionario delle scienze pedagogiche : opera di consultazione pratica con un indice sistematico, direttore Marchesini, collaboratori: Antonio Aliotta, Giuseppe Aliprandi e altri, Milano, Soc. Edit. Libraria, Vedi Treccani L'Enciclopedia Italiana. Ultima ristampa: Firenze, Sansoni, 1968.  Mariantonella , Marchesini e la «Rivista di filosofia e scienze affini». La crisi del positivismo italiano, Collana di filosofia, Franco Angeli, Treccani L'Enciclopedia Italiana. Giovanni Marchesini. Keywords: “L’educazione del soldato” --. Marchesini. Keywords. Resf.: Luigi Speranza, “Grice e Marchesini” – The Swimming-Pool Library.

 

Marchesini (Bologna). Filosofo. Grice: “I don’t think Marchesini has a philosophical background, but he fascinates me! I especially liked his idea about ‘virility’ and the idea of a knightly code – ‘codice cavalleresco’ – The other field that fascinates me is his research on ‘inter-subjectivity’ in the living form – which he now extends to plants – ‘vivente’ – Surely we don’t refer to a cat as an object – and the philosophical keyword here is ‘threshold,’ that Marchesini aptly uses.” Cardine della sua proposta filosoficariconducibile, seppur con caratteristiche proprie, alla più ampia corrente del Post-humanè lo smascheramento di quell'errore prospettico che pone l'uomo al centro e a misura dei suoi predicati.  «Comincerò il mio viaggio dal prato più bello, quello che l'aria non abbandona un istante, il sole vi si intrappola da splendere pur di notte ed i profumi vergini coesistono con quelli gravidi. È qui che il dio Pan cadde la notte dei tempi, da qui iniziò il suo girovagare incerto, all'unico desiderio d'amare»  (R. Marchesini, Il dio Pan). Da sempre affascinato dalla natura e, in particolare, dal regno animale, consegue la laurea a Bologna. Parallelamente agli anni di formazione universitaria, spinto da un forte interesse verso il comportamento animale, stringe una feconda collaborazione e amicizia con l'etologo Giorgio Celli, con il quale inizia a indagare le interazioni sociali degli imenotteri. Per cinque anni conduce ricerche “sul campo” e, con l'ausilio della macrofotografia, è in grado di immortalare quegli attimi di vita animale altrimenti nvisibili all'occhio nudo: rituali di corteggiamento, di accoppiamento e di trofallassi tra gli insetti che diventeranno il viatico per tutta la sua ricerca futura.  Nei suoi studi di entomologia approfondisce l'analisi dei sistemi feromonali che saranno tema di alcune pubblicazioni e della successiva ricerca sul comportamento e sul benessere animale. Nella seconda metà degli anni ottanta, sotto la guida del professor Franco Pezza, dell'Università degli Studi di Milano, studia i metodi di allevamento, i parametri di benessere nelle aziende zootecniche, i fattori di incidenza del rischio in zootecnia, le modalità di individuazione dei sinistri, pubblicando alcuni lavori sulla medicina veterinaria delle assicurazioni.  Inizia così la sua collaborazione con diversi atenei sui temi del comportamento animale, tenendo corsi e master di etologia applicata e medicina comportamentale. Alla metà degli anni novanta entra nel Consiglio Direttivo della Società di Scienze Comportamentali Applicatedi cui diverrà Presidente focalizzando la propria attenzione sul comportamento degli animali domestici, sugli stili di relazione interspecifica, sui problemi e sulle patologie comportamentali. Osservando sul campo le espressioni comportamentali e i processi di apprendimento degli animali, inizia a considerare anacronistici e contraddittori i modelli esplicativi tradizionali.  In sintesi, quello che Marchesini propone nel panorama delle scienze cognitive è un superamento dei tre modelli interpretativi al comportamento animalequello behaviorista, quello etologico classico e quello antropomorficoin virtù di un modello mentalistico unitario (un'unità necessaria che la mente, come fenomeno unico, richiede), che valga sia per i processi consapevoli che inconsapevoli e che descriva espressione e apprendimento in termini elaborativi dell'informazione, sistemici o composizionali dellecomponenti, solutivi e non reattivi, evolutivi e relazionali nella realizzazione ontogenetica. Questo porterà alla pubblicazione di tre testi dal forte impatto innovativo: Intelligenze plurime e Modelli cognit ivi e comportamento animale ed Etologia cognitiva. Alla ricerca della mente animale. Gli assunti di base della proposta di Marchesini sono i seguenti:  il soggetto è immerso in un campo di possibilità filogenetiche che definiscono il tipo di intelligenza propensionale o specie-specificada cui l'idea di pluralità cognitiva dove le diverse intelligenze sono comparabili ma non commensurabili; il processo ontogenetico di costruzione dell'identità si realizza grazie alle dotazioni innate, che ricche di virtualità evolutive, possono essere organizzate in una molteplicità di modida cui l'idea di rapporto dimensionale o direttamente proporzionale di innato e appreso; l'espressione del soggetto è sempre proattiva, mossa cioè da un obiettivo, e quindi frutto di una condizione problematica che il soggetto cerca di risolvere attraverso ricette solutive fino al raggiungimento dell'obiettivoda cui il superamento del concetto di rinforzo. Vi è quindi una ridefinizione della soggettività animale, come possesso del suo qui e ora, e come capacità di mettere in dialogo tutte quelle istanze (ontogenetiche e filogenetiche) che gli appartengono nella sua relazione con il mondo. Bioetica e diritti animali Alla fine degli anni ottanta si iscrive alla facoltà di Lettere e Filosofia dell'Bologna, con l'intento di sondare il rapporto uomo-natura da una prospettiva pedagogico-filosofica.  In questi anni inizia a portare nelle scuole percorsi progettati appositamente a misura di bambini per permettere loro di conoscere la varietà del mondo animale evitando letture antropomorfiche, quelle viziate, ad esempio, dai sedimentati repertori culturali. È in questi anni che avviene uno degli snodi cardine nell'attività di Marchesini: egli si accorge che le potenzialità che è in grado di esprimere il binomio bambinoanimale (o più in generale uomoanimale) è da ricercarsi non nella performatività quanto piuttosto nelle dinamiche che la relazione, unica e irripetibile, è in grado di generare. L'animale coinvolto nelle attività didattiche non è più un oggetto dal quale attingerequasi fosse una fonte miracolosaelementi benefici al percorso formativo del bambino, ma è nel suo essere soggetto e capace di stipulare un patto con il proprio interlocutore che lo fa divenire elemento imprescindibile di ogni percorso formativo.  L'esperienza condotta all'interno delle scuole porta Marchesini alla stesura del volume Natura e pedagogia, inizialmente nato per divenire la sua tesi di laurea, ma pubblicato prima della conclusione degli studi umanistici. Le attività con i bambini lo conducono in tutta Italia portando in evidenza due aspetti:  il divorzio che si è andato realizzando tra l'uomo e le altre specie nella cultura contemporanea, con bambini che non sono in grado di relazionarsi con gli animali e spesso nemmeno conoscono le specie domestiche; la svalutazione degli animali e l'incapacità della società contemporanea di avere consapevolezza dell'importanza della relazione con le altre specie per lo sviluppo della personalità. Per Marchesini la svalutazione operata dalla società contemporanea parte dalla perdita di quel rapporto di convivenza e di ospitalità che viceversa ancora caratterizzava la cultura rurale. Nasce così il Concetto di soglia (che esprime il bisogno di uscire dalla dicotomia novecentesca dell'antropomorfismo e della reificazione dell'eterospecifico. Temi già affrontati in due saggi precedenti, Animali di città, critico verso l'antropomorfizzazione degli animali da compagnia, Oltre il Muro, critico verso la reificazione dei cosiddetti animali da utilità. Sono gli anni in cui riflette sul pensiero animalista e sulla bioetica animale fondando, insieme a colei che diventerà la sua storica collaboratrice, Sabrina Golfetto, la casa editrice Apeiron con lo scopo di creare un luogo dove ospitare riflessioni e dibattiti su tali tematiche. Sono gli anni in cui abbraccia, senza più abbandonarlo, il vegetarianesimo e dà vita assieme a Luisella Battaglia e a Margherita Hack a un'intensa attività convegnistica che confluirà nella collana Quaderni di bioetica di cui sarà direttore. Nel  sostituisce Caffo, che ne era stato fondatore e primo direttore, nella direzione di Animal Studies: Rivista Italiana di Antispecismo.  Nel maggio  esce per le Edizioni Sonda Contro i diritti degli animali? Proposta per un antispecismo postumanista. Il saggio affronta il tema dello specismo passando in rassegna le incongruenze e le incoerenze nascoste nelle maglie di un dibattito filosofico e culturale che pretende di sospendere l'antropocentrismo, rimanendo all'interno di una cornice umanistica. Il testo vede i commenti finali di Rodotà, Sax, Vallauri e Fadini. Porta la neonata zooantropologia in Italia, disciplina all'interno della quale compie una sistematizzazione sia a livello teorico, accanto alle antropologhe Eleonora Fiorani e Sabrina Tonutti, sia a livello applicativo con la delineazione di protocolli operativi nelle aree educative e assistenziali.  Per ciò che concerne la zooantropologia teorica, l'ipotesi di fondo proposta da Marchesini, e riconducibile alla sua teoria della zootropia, è che gli animali nel corso della storia non abbiano funto solo da produttori di prestazioni o di collezioni di modelli da imitare ma altresì da alterità referenziale nei processi antropopoietici. Marchesini sviluppa il concetto di "referenza animale", inteso come contributo di cambiamento offerto all'uomo dalla relazione con l'etero-specifico. Gli uccelli non hanno insegnato all'uomo l'arte di volare -- il modo di realizzare questa attività -- ma gli hanno ispirato la dimensione esistenziale del volare. Per Marchesini i predicati umanicome la danza, la musica, la cosmesi, la tecnicavanno considerati come frutti ibridi, esito cioè dell'incontro relazionale con le altre specie. Il motore della cultura umana è quindi per Marchesini rintracciabile nell'incontro con l'alterità animale che, nella forma di una vera e propria epifania, è stato capace di re-direzionare l'uomo lontano dal suo centro filogenetico e dalla sua solipsia di specie dando vita a nuove possibilità esistenziali.  Per ciò che concerne la zoo-antropologia applicata, opera una trasformazione in alcuni settori delle attività di relazione con gli animali, dalla pet therapy alla pedagogia cinofila, impostando i "protocolli dimensionali", vale a dire individuando nel rapporto delle dimensioni di relazione, ciascuna dotata di specificità sia di ordine relazionale che referenziale. In pet therapy lavorare secondo l'approccio dimensionale significa evitare l'incontro generico tra un paziente e un animale ma individuare le dimensioni di relazione che sono utili al fruitore secondo i suoi bisogni specifici e renderle operative attraverso attività specifiche. Allo scopo di formare nuovi operatori in grado di lavorare secondo i protocolli dimensionali fonda “Scuola di Inter-Azioone Uomo-Animale on sede a Bologna. Sii fa co-promotore di Carta Modena (Carta dei Valori e dei Principi della Pet-Relationship) che riceve il patrocinio del Ministero della Salute. Il documento mira a tutelare, all'interno del panorama della attività assistite dagli animali (A.A.A.) sia il fruitore, il benessere dell'animale coinvolto e il principio inter-relazionale che dal binomio scaturisce. Pubblica “Etologia filosofica: alla ricerca della inttersoggettività animale” con il quale inaugura la riflessione ontologica sul carattere dell’intersoggettività animale, vale a dire su che cosa differenzia un “oggetto” da un essere “vivente.” Rilegge l'ontologia animale in termini di "desiderio". “Essere animale” (essere vivente) significa prima di tutto "essere desiderante", una condizione di *non*-equilibrio che rende due animali protagonisti de loro divenire nonché capaci di definire il corso della filogenesi di specie.  L'etologia filosofica diviene ben presto un campo di ricerca entro il quale dialogano allo scopo di ridefinire i contorni di ciò che intendiamo con essere animale. Inizia la ricerca filosofica che va a innestarsi nella costellazione di studi definita come post-human.  È di questo period della ri-definizione dell'umano quale entità ibrida, puntualizzato nel dettato che vede l'uomo non più misura del mondo ma nemmeno misura di se stesso. In tale corrente filosofica ci sono per Marchesini le giuste premesse per poter articolare la propria riflessione in quanto il concetto di “alterità” nel progetto post-human assume un significato molto più vasto, abbracciando di fatto le entità non umane animali e macchiniche.  Collabora con la rivista Virus inaugurando una nuova estetica basata sull'ibrido come manifestazione contemporanea del sublime. In tale luce il Manifesto del Teriomorfismo rappresenta il documento attraverso il quale gli artisti rifiutano il dettato antropocentrico e riconoscono la natura ibrida di ogni processo creativo.  All'interno di tale campo d'indagine pubblica Animal Appeal e una feconda collaborazione che travalica i campi disciplinari e rivela ancora una volta i debiti che la cultura, in questo caso l'arte, ha contratto con le alterità. Conosce Salsano, storico, sociologo ed editor della casa editrice Bollati Boringhieri, che affascinato dal lavoro di Marchesini decide di pubblicare un primo saggio sul rapporto tra bios e techne dal titolo La fabbrica delle chimere (1999), testo che si pone a cavallo tra le precedenti esperienze in zooantropologia e bioetica e la nuova riflessione postumanistica.  Esce Post-human. Verso nuovi modelli di esistenza, testo corposo, concettualmente denso e dalla molteplicità di riferimenti, che ha suscitato un grande dibattito nel mondo accademico portando il suo autore a divenire punto di riferimento per ogni ricognizione che vada ad indagare i rapporti che intercorrono tra vivente (sia esso umano o animale) e tecnica. Sempre nel medesimo anno fonda Il Centro Studi Filosofia Postumanista allo scopo di promuovere e sviluppare le tematiche legate al post-human da diverse prospettive, arte, letteratura, cinema, new media, formazione. Innumerevoli saranno poi le pubblicazioni sul pensiero postumanista, che vedranno la pubblicazione del saggio Il tramonto dell'uomo. Inoltre, traduce, cura e scrive la postfazione dell'edizione italiana del testo The Companion Species Manifesto di Haraway.  Esce per Mimesis Epifania animale. L'oltreuomo come rivelazione nel quale Marchesini evidenzia come la cultura non vada pensata in modo antropocentrico come l'esito autarchico di un processo creativo interamente svolto dall'uomo, pur avvalendosi di materiale zoomorfo, ma come una rivelazione epifania ispirata dal non umano. Torna in libreria con un volume interamente dedicato al rapporto tra bios e tecnica, Tecnosfera. Proiezioni per un futuro postumano (Castelvecchi). Rilegge il connubio tra essere umano e tecnologia come una partnership emersa dal corredo filogenetico della specie Sapiens, mettendo in luce le potenzialità ibridatrici e plasmatrici della tecnologia. Da questa prospettiva, ogni invenzione, ogni scoperta, ha un effetto epifanico; apre, cioè, una nuova dimensione di imprevisto e di opportunità che modifica i confini e la percezione di ciò che definiamo umano.  Il mondo degli insetti (“as I observed squarrels” – Grice) così minuziosamente osservato risulta essere particolarmente evocativo anche da un punto di vista estetico e narrativo tant'è che dà alla luce la raccolta di racconti lirici “Il dio Pan,” frutto in parte anche delle osservazioni compiute tra gli imenotteri.  Nei brevi racconti dedicati al dio agreste della mitologia greca, cerca di sfatare il mito di una natura, da un lato meccanicistica (mera esecutrice dei dettami della genetica) e dall'altro lato bucolica e idealizzata che nulla o poco rappresenta ciò che l'autore mira ad affrescare: una natura reale, un mondo del vivente a volte crudele ma in grado di interconnettere profondamente tutti i suoi abitanti: la preda e il predatore, la cavalletta e la mantide. Il testo, recepito positivamente dall'ambiente culturale bolognese, porta Marchesini a stretto contatto con il Roversi, altra figura che influenzerà profondamente la sua attività futura portandola a spingersi in plurimi territori e a cavallo di numerosi discipline: dalla narrativa alla poesia, passando per la filosofia. Pubblica il romanzo Uscendo da Lauril e  la raccolta di racconti Specchio animale che ospita la postfazione di Leonetti. Con la pubblicazione di Uscendo da Lauril in particolare,intraprende l'esperimento di trasferire sul piano narrativo le evocazioni postumanistiche partendo dalla poetica cyber-punk. In entrambi i lavori è possibile ritrovare quegli elementi che contraddistinguono la speculazione filosoficai: la dialettica tra identità alterità, il rifiuto di qualsiasi mito della purezza originaria e di ogni forma di antropocentrismo.  Esce per la casa editrice Mursia Ricordi di animali, l'autobiografia volta a raccogliere la storia di vita dell'etologo osservata tramite la lente dei numerosi animali che ne hanno scandito le tappe fondamentali. --  è invece la volta de La filosofia del giardiniere, pubblicato dalla Graphe edizioni nella collana Parva. Il libro è composto di due parti, nella prima il lettore è condotto dalle parole a passeggiare nel giardino, novello atelier darwiniano, con stupore e riverenza. Nella seconda sono le immagini di alcuni giardini del mondo a far continuare la riflessioni sulla cura, portate avanti da Marchesini.   Roberto Marchesini nel Centro Studi di Galliera (Bologna) Progetti esteri Roberto Marchesini tiene regolarmente conferenze in diversi paesi del mondo tra i quali: Stati Uniti, dove dal  tiene annualmente una lecture presso l'Harvard, Brasile, Messico, Cile, India, Australia, Francia, dove è stato ospite della Sorbona, Spagna, Portogallo.  Cura la rubrica etologia a cadenza settimanale "Gli animali che dunque siamo" per Il Corriere della Sera. “Intelligenza emotiva versus intelligenza cognitive” in Pluriverso,  3, La Nuova Italia,  La via vegetariana per un mondo migliore, Vimercate, La spiga vegetariana, pagina 2:// novalogos/drive /File/ LIBRO% 20ANIMAL %20 STUDIES %201-.pdf // novalogos// drive/File/ animalstudies. R. Marchesini, Teriomorfismo, Bologna, Apeiron. Bioetica, diritti animali, pedagogia e scienze cognitive. Oltre al muro, Torino, Franco Muzzio Editore, Natura e pedagogia, Roma, Theoria, Il concetto di soglia, Roma, Theoria, Io e la natura, Forlì-Cesena, Macro Edizioni, La fabbrica delle chimere. Biotecnologie applicate agli animali, Torino, Bollati Boringhieri,  Bioetica e scienza veterinarie, Edizioni Scientifiche Italiane, "Intelligenza emotiva versus intelligenza cognitiva", In Pluriverso, Firenze, La Nuova Italia, Bioetica e biotecnologie. Questioni morali nell'era biotech, Bologna, Apeiron, Intelligenze plurime. Manuale di scienze cognitive animali, Bologna, Peridsa, “Il galateo per il cane” Milano, Giunti, “Modelli cognitivi e comportamento animale: Coordinate di interpretazione e protocolli applicative;; Contro i diritti degli animali? Proposta per un anti-specismo post-umanista, Alessandria, Edizioni Sonda,  Vivere con il cane. Come migliorare il rapporto fra cani, adulti e bambini, Firenze, De Vecchi, Il bambino e l'animale. Fondamenti per una pedagogia zoo-antropologica, Roma, Anicia,  Etologia cognitiva. Alla ricerca della mente animale, Bologna, Apeiron, Pluriversi cognitivi. Questioni di filosofia ed etologia, Milano, Mimesis, Geometrie esistenziali. Le diverse abilità nel mondo animale, Bologna, Apeiron,  Zooantropologia. Animali e umani: analisi di un rapporto, Como, Red, Animali in città. Manuale di zoo-antropologia urbana, Como, Red, Homo Sapiens e mucca pazza. Antropologia del rapporto con il mondo animale, Bari, Dedalo, R. Fondamenti di zooantropologia. Zooantropologia applicata, Bologna, Perdisa, Manuale di zooantropologia, Roma, Meltemi,  Il codice degli animali magici, Firenze, De Vecchi, L'identità del cane. Storia di una implicatura conversazionale tra specie; Bologna, Apeiron, L'identità del gatto. La forza della convivialità, Bologna, Apeiron, Cane & Gatto. Due stili a confronto, Bologna, Apeiron,  Etologia filosofia. Alla ricerca della inter-soggettività animale, Milano, Mimesis, Emancipazione dell'animalità, Milano, Mimesis, Posthuman. Verso nuovi modelli di esistenza, Torino, Bollati Boringhieri, Il problema del corpo, tra umanesimo e postumanesimo, in Janus,  Tecno-scienza e approccio post-umanistico, in Millepiani, R. Marchesini, Il tramonto dell'uomo. La prospettiva postumanista, Bari, Dedalo, R. Marchesini, Filosofia postumanista e antispecismo, in Liberazioni. Rivista di critica antispecista, L. Caffo, R. Marchesini, Così parlò il postumano, a cura di. E. Adorni, Aprilia, Novalogos, ,R. Marchesini, Epifania animale. L'oltreuomo come rivelazione, Milano, Mimesis,  R. Marchesini, Ibridazioni e processi evolutivi, in Formazione e post-umanesimo. Sentieri pedagogici nell'età della tecnica, Milano, Raffello Cortina, Etologia filosofica. Alla ricerca della inter-soggettività animale, Milano, Mimesis, Alterità. L'identità come relazione,  Modena, Mucchi Editore, Tecno-sfera. Proiezioni per un futuro postumano, Roma, Castelvecchi, Eco-ontologia. L'essere come relazione, Bologna, Apeiron, R. Teriomorfismo, Bologna, Hybris,  Poetiche postumaniste in Polimorfismo, multimodalità, neobarocco, N. Dusi e C. Saba, Silvana Editore, ,  R. Marchesini, "Ontani. Argonauta dell'ibridazione", in Ontani incontra Giorgio Morandi. Casamondo, Danilo Montanari Editore,  Il Dio Pan. Racconti lirici, Firenze, Firenze Libri, Graphe edizioni, Perugia, Uscendo da Lauril, Roma, Theoria, Specchio animale. Racconti di ibridazione, Roma, Castelvecchi, Ricordi di animali, Milano, Mursia, Il cane secondo me. Vi racconto quello che ho imparato dai cani, Alessandria, Sonda, La filosofia del giardiniere. Riflessioni sulla cura, Perugia, Graphe edizioni.  Blog ufficiale, su marchesini etologia. iVegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. Radio Radicale. Academia.edu. Sito ufficiale (Scuola di Inter-azione Uomo-Animale). Sito ufficiale del Centro Studi Filosofia Postumanista diretto da. Roberto Marchesini. Marchesini. Keywords: terio-morfismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marchesini” – The Swimming-Pool Library.

 

Marchetti (Empoli). Filosofo. Grice: “I love Marchetti; for once, he had to find vulgar terms for all of Lucretius’s learned ones! The Italians used to call their own tongue ‘volgare’ then --; this is not easy matter (to translate Lucretius, not to call your tongue volgare), especially since Lucretius was often unclear to himslf – talk of my conversational desideratu of conversational perspicuity [sic]!” -- Grice: “I like him because he axiomatised Galilei!” Professore a Pisa, contina le ricerche di Galileo n come iViviani. Collabora con Papa.  Scrisse rime morali ed eroiche. L’opera cui deve la sua fama è la traduzione “Della natura delle cose” di Lucrezio. Considerata come un manifesto di  razionalismo, “La natura dellle cose” influì notevolmente sul gusto arcadico per la purezza della lingua e l'eleganza dello stile.  La diffusione di idee materialiste attirò sul Marchetti l'accusa di empietà. Pur rifugiatosi nella poesia, non riuscì ad evitare le indagini del Sant'Uffizio, ispirate soprattutto da Vanni. Per altre sue opere di successo fu attaccato dagli oppositori di Galileo.  Membro dell’ Accademia dei Disuniti, Accademia dell'Arcadia, Accademia dei Fisiocritici, Accademia dei Risvegliati, Accademia della Crusca e Accademia Fiorentina.  Opere: “De resistentia solidorum” (Florentiae, typis Vincentij Vangelisti & Petri Matini (Grice: “Opera  abbastanza interessante, basata sulla teoria galileiana, cui Marchetti dà una struttura assiomatica – ripetto, ‘assiomatica’ -- rigorosa. Tratta in larga parte il problema dei solidi di uniforme resistenza, precedendo di mezzo secolo l'importante trattato di Grandi), “Exercitationes mechanicae” (Pisis, ex typographia Io. Ferretti); “Della natura delle comete,” “Lettera scritta all'illustriss. sig. Francesco Redi,” In Firenze, alla Condotta, “Saggio delle rime eroiche morali e sacre,” dedicato all'altezza reale di Ferdinando principe di Toscana, In Firenze, nella stamperia di Cesare Bindi, “Anacreonte,” radotto dal testo greco in rime toscane da Alessandro Marchetti accademico della Crusca e da lui dedicato all'altezza reale di Ferdinando principe di Toscana, In Lucca, per L. Venturini. “Della natura delle cose libri sei tradotti da Alessandro Marchetti (per Giovanni Pickard) Vita e poesie di Marchetti da Pistoja filosofo e matematico all'illustrissimo sig. cavaliere F. Feroni marchese di Bellavista patrizio fiorentino e accademico della Crusca (Venezia, appresso Pietro Valvasense (Contiene poesie con la “Vita” scritta dal figlio Francesco). G. Costa, Epicureismo e pederastia: il  Lucrezio e l'Anacreonte di Alessandro Marchetti secondo il Sant'Uffizio, Firenze, L.S. Olschki,  Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Cesare Preti,  Dizionario biografico degli italiani,  Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,  Mario Saccenti, “Lucrezio in Toscana: Studio su Marchetti” (Firenze, L.S. Olschki);  De rerum natura Razionalismo, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.  Opere di Alessandro Marchetti, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Alessandro Marchetti. Marchetti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marchetti” – The Swimming-Pool Library.

 

Marchi (Potenza). Filosofo. Grice: “Marchi displays a few features hardly found at Oxford: He edited a magazine, “filosofia mazziniana” – I can imagine Bradley wanting to edit “Hegeliana” at Oxford – and we do have a Gilbert Ryle Room, and an Occam Society! The other trait is illustrated by his manifesto, “La missione di Roma,” – Churchill would have equaled with something Anglian!” Generale di corpo d’armata italiano, Medaglia d'oro dei Benemeriti dell'Educazione Nazionale.   Professore a Roma curò la pubblicazione di diverse riviste in cui si confrontarono alcuni studiosi del primo Novecento italiano come Varisco. Tra queste Dio e Popolo e “L'idealismo realistico.” Dio e Popolo, rivista di ispirazione mazziniana, accoglie scritti miranti alla ricostruzione della filosofia religiosa di Mazzini e i rapporti tra religione e stato; nega l'ateismo e persegue l'ideale di “repubblica”. “L'idealismo realistico” raccoglie teorie filosofiche di stampo anti-gentiliano.  A lui è dedicato il Premio tesi di Laurea “Vittore Marchi”, bandito da Roma Tre per i neolaureati che abbiano sostenuto tesi su un argomento concernente il pensiero filosofico antico degne di essere pubblicate; e un parco al Municipio IV. Opere: “Ricostruzione della filosofia religiosa di Mazzini, in Dio e Popolo, “La missione di Roma” o, Atanòr Ed., Il concetto e il metodo della ‘storia della filosofia,’ – Grice:  “His apt implicature is that if you are an idealist, don’t shed your idealism when discussing J. J. C. Smart!” -- Filosofia e religione, La perseveranza Ed., Potenza,  La filosofia morale e giuridica di Gentile, Stabilimento Tipografico F.lli Marchi, Camerino, Relazione tra la filosofia teoretica e la filosofia pratica – Grice: “I would strongly assert that it’s the same thing: ‘Poodle is our man in practical philosophy’ sounds obscene’” --  in L'idealismo realistico, Roma, “Le prove dell'esistenza di Dio, in L'idealismo realistico, Roma, Riconoscimenti Medaglia d'oro ai Benemeriti dell'Educazione Nazionale Gli è stato dedicato un parco a Roma. Gramsci (J. A. Buttigiec), G. De Turris, Fenomenologia dell'individuo assoluto, Roma, Edizioni Mediterranee. //uniroma3/news.php?news=603. Vittore Arnaldo Marchi. Vittore Marchi. Marchi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marchi” – The Swimming-Pool Library.

 

Marchi (Brescia). Filosofo. Grice: “His ‘poesia del desiderio’ is confusing – he means tenderness, as Scruton does in his book on “Sexual arousal”” -- Grice: “Perhaps Marchi’s most provocative piece is “L’anima DEL corpo.” If I were to be tutored on that by Hardie, I can very well imagine Hardie – he was a Scot – ‘what d’you mean, ‘of’?” Psicoterapeuta di formazione reichiana, umanista, autore di scritti talvolta controversi perché a scopo provocatorio, si define Solista ed ama stare «fuori dall'Accademia».   Psicologo clinico e sociale, politologo e autore di numerosi saggi, è stato protagonista di varie battaglie per i diritti civili e sessuali, riuscendo con una sentenza della Corte Suprema sulla “Vertenza tra il Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Emilio Colombo, e  Marchi”, ad ottenere la revoca dei divieti penali all'informazione e all'assistenza anti-concezionale e ad avviare la realizzazione di una rete di migliaia di consultori sessuologici e familiari pubblici. Fonda l’'AIED, guidando l'Associazione in qualità di Segretario. Ha dato per oltre quarant'anni un contributo determinante non solo alla segnalazione della pericolosità dell'esplosione demografica (da lui definita “la madre di tutte le tragedie”) e dei suoi corollari (fame, guerre, genocidi, disastri ambientali, disoccupazione di massa, migrazioni disperate, crisi energetica mondiale) ma anche al chiarimento dei meccanismi psicologici che hanno finora impedito di comprendere e di affrontare questa tragedia planetaria. Dimostrato con alcuni foto-romanzi interpretati da noti attori (Paola Pitagora, Pagliai, Gassman, Zavattini e  Valdemarin) che i messaggi mass-mediatici associati alla psicologia motivazionale sono lo strumento più efficace per indurre le masse alla regolazione delle nascite: una tesi oggi confermata da varie organizzazioni internazionali. --Presidente italiano di tre importanti Scuole di Psicoterapia da lui fondate: quella psico-corporea di Reich, quella bioenergetica di Lowen e quella umanistica di Rogers. Marchi matura un diverso punto di vista nei confronti degli approcci teorici di Reich, Lowen e Rogers (a suo parere non avevano colto fino in fondo l'importanza della coscienza e dell'angoscia della morte nella genesi delle patologie psichiche umane) e propone  una teoria della cultura e della nevrosi in un libro (“Scimmietta ti amo -Psicologia Cultura Esistenza: da Neanderthal agli scenari atomici ” Ed. Longanesi “Lo shock primario”, Ultima Ed. Rai-Erit) che viene proclamato “Libro del Mese”. Fonda a Roma l'Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale, oggi diretto da Filastro. Pioniere  della ricerca psico-sociale, è stato Presidente Onorario della Società Italiana di Psicologia Politica . I suoi contributi in questo campo sono stati: 1) la fondazione della Psicopolitica (un metodo di analisi psicologica dei fenomeni socio-culturali che  propone una “lettura” psicologica di tali fenomeni, diversa da quelle di carattere marxista, idealista o istituzionalista finora prevalse, con risultati fallimentari, nelle scienze sociali e politiche tradizionali); 2) l'elaborazione d'una nuova "Psicologia Politica Liberale" . Si è interessato anche al teatro e alla televisione, creando programmi di cui Fellini scrisse: “Ecco una nuova televisione culturale di cui c'è, oggi, bisogno”. E per oltre due anni ha condotto un programma di psicologia su RaiUno ” La chiave d'oro” con Baldini. Guzzanti ha scritto di lui: “ è un felice incrocio tra Russell ed Allen”.  Attivista per il riconoscimento dei diritti alla contraccezione, al divorzio, all'interruzione di gravidanza e all'eutanasia, ha fondato il Centro informazioni sterilizzazione aborto) che anticipò la legge sull'aborto in Italia, e l'Associazione italiana per l'educazione demografica.  Ha costantemente sostenuto l'importanza del problema della crescita demografica e dei problemi economici, ecologici, sociali e psicologici ad essa connessi.  Pur essendo favorevole alla chiusura dei manicomi, ha criticato la legge Basaglia in quanto scaricava sulle famiglie il problema dei malati psichiatrici pericolosi; parlando dei delitti in famiglia, evidenziò come il nucleo familiare resti il luogo principale in cui avvengono gli omicidi, a suo giudizio "frutto del fallimento" della legge 180 sulla salute mentale. Propose «una riforma radicale e l'apertura di cliniche psichiatriche che non siano i vecchi manicomi ma strutture umanizzate, oltre che di centri per l'attività riabilitativa».  Aderente al Partito Radicale, ha tenuto per tredici anni, dal 1995 al 2008, la rubrica bisettimanale "Controluce" su Radio Radicale, in cui ha trattato temi che venivano altrove trattati con conformismo: il sesso e l'amore, la procreazione e la contraccezione, le malattie e la morte, il lavoro e le rendite, la libertà e l'autoritarismo.  È stato autore della "Teoria liberale della lotta di classe",  nel volume O noi o loro!.  Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale Modello, Fondatori e Storia della Scuola -- è mosso dalle radici comuni teoriche ed epistemologiche riconducibili alla fenomenologia e all'esistenzialismo, fondamentali correnti filosofiche del ‘900, e da alcuni autori significativi del movimento della psicologia umanistico-esistenziale in particolare Carl Rogers, Rank, Frankl, Binswanger, Boss, Jaspers, Minkowski. Eredita la particolare concezione dell'uomo e della vita, che rivendica all'essere umano il diritto e la capacità di scelta.  Consapevole della sovrabbondanza di Scuole Psicologiche esistenti in Italia esitò prima di fondare l'Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale. Preferì lavorare nell'ambito di indirizzi già affermati, che sentiva geniali e creativi e fu l'iniziatore della Scuola Reichiana in Italia Presidente dell'Istituto di Bioenergetica W. Reich di Roma e per 6 anni Presidente dell'Istituto di Psicologia Rogersiana (FDI) e inoltre concorse a riscoprire e valorizzare l'opera pionieristica di  Rank con la pubblicazione della sua opera: "Rank pioniere misconosciuto" Melusina Editrice. Esperienze personali drammatiche e ricerche in campo clinico e antropologico imposero alla sua attenzione l'importanza dell'angoscia di morte come uno dei più importanti fattori che contribuiscono alla sofferenza psicologica e psicopatologica.  Sentì allora l'esigenza di creare una nuova Scuola che riuscisse a riconoscere la rilevanza di questa angoscia primaria dell'uomo e di sviluppare un approccio originale, pluralista e non dogmatico alla sofferenza umana, fondato sull'integrazione sinergica delle tre dimensioni, di approccio simultaneoall'essere umano in terapia verbale, corporea ed esistenziale.  Si tratta di un modello che nasce sulla scia della filosofia esistenziale, dalla quale eredita la concezione dell'uomo e della vita che rivendica all'essere umano il diritto e la capacità di scelta e, intende:  (1) offrire la possibilità di elaborare e affrontare le tremende tensioni esistenziali di ogni essere umano anche nel percorso di malattia psichica e somatica nel clima di contatto empatico, di solidarietà, convogliando nel processo terapeutico il grande potenziale di crescita e comunicazione del paziente, la sua conoscenza dei propri bisogni, la sua creatività, l'apporto decisivo della sua esperienza.  2) che si presenta multidimensionale, integrato e non dogmatico alla sofferenza umana e psichica e costantemente aperto ad arricchire la propria prospettiva teorica e clinica attraverso un confronto critico e di fertilizzazione con altri approcci psicoterapici, e interviene su 4 dimensioni fondamentali dell'esperienza umana: la dimensione empatico relazionale, che definisce il nostro modo di essere nel mondo con gli altri; la dimensione corporea, che spesso esprime sotto forma di tensioni e dolori muscolari la sofferenza psicologica; la dimensione esistenziale, che riconosce l'importanza del senso che si riesce a dare alla propria esistenza; la dimensione cognitiva, che riconosce la rilevanza sintomatica della sofferenza psicologica e psicopatologica.   Un esempio di testo provocatorio, scritto senza avere alcuna competenza in infettivologia, è il seguente sulla cospirazione dell'AIDS: AIDS......affare multi Miliardario, su mednat.org.  e Aids, la grande truffa continua  in: L. De Marchi, Il nuovo pensiero forte. Marx è morto, Freud è morto e io mi sento molto meglio; altri scritti di critica, più documentati, hanno riguardato le sue critiche alle prassi della chemioterapia dei tumori e gli effetti collaterali, come in Kaputt tutta la ricerca sul cancro? sempre in De Marchi, op. cit.  Addio a Luigi De Marchi lo psicologo che inventò l'AiedRepubblica  Addio a  Marchi, lo psicologo che inventò l'Aied  L. De Marchi, Il Solista Autobiografia d'un italiano fuori dal coro, Edizioni Interculturali,  Luca Bagatin, articolo su Politica Magazine, su lucabagatin.ilcannocchiale. Opere:“Sesso e civiltà,” Laterza; “L’orgasmo” Lerici, Sociologia del sesso, Laterza, Repressione sessuale e oppressione sociale, Sugar, Wilhelm Reich Biografia di un'idea, Sugar, Psico-politica, Sugar Co, Vita e opere di  Reich, Sugar Co, Scimmietta ti amo, Longanesi, Lo shock primario. Le radici del fanatismo da Neandertal alle Torri Gemelle, Poesia del desiderio, La Nuova Italia, Seam, Perché la Lega, Mondadori, Il Manifesto dei Liberisti Le idee-forza del nuovo Umanesimo Liberale, Seam, Aids. La grande truffa, Roma, Seam, O noi o loro! Produttori contro Burocrati, ecco la vera lotta di classe della Rivoluzione Liberale, Bietti, Il Solista Autobiografia d'un italiano fuori dal coro, Edizioni Interculturali , Psicoterapia umanistica. L'anima del corpo: sviluppi (Franco Angeli,  Reich Una formidabile avventura scientifica e umana, Macro Edizioni, Il nuovo pensiero forte Marx è morto, Freud è morto e io mi sento molto meglio, Spirali , Svolta a destra? Ovvero non è conservatore chi combatte parassiti, fannulloni e sfruttatori, Armando Curcio Editore, La Psicologia Umanistica Esistenziale Rivista delle Psicoterapie, Roma “La Sapienza”,  Associazione italiana per l'educazione demografica, Reich  luigidemarchi.blogspot.com openMLOL Horizons Unlimited srl. Radio Radicale.  Istituto di Psicologia Umanistica Esistenziale "Luigi De Marchi" IPUE, su ipue. Archivio IPUE, su luigidemarchi.wordpress.com. Archivio della rubrica "Controluce" che Marchi teneva su Radio Radicale,, Renato Vignati Luigi De Marchi, un pioniere della psicologia italiana in Psychomedia, R.Vignati Lo sguardo sulla persona. Psicologia delle relazioni umane, Libreria universitaria edizioni, Padova. Luigi De Marchi. Marchi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marchi” – The Swimming-Pool Library.

 

Marconi (Torino). Filosofo. Grice: “Perhaps his most brilliant exegesis on ‘Vitters’ is that about what Marconi calls ‘linguaggio private,’ as in Robinson Crusoe. Not!” -- Grice: “Marconi has attempted to ‘formalise’ dialectic – as in Oxonian dialectic – which is what Zeno was trying to do with his reductio ad absurdum.” Grice: “While Marconi starts alright, with Frege, he gets entangled with ‘Vitters;’ p’rhaps his innovative approach is best seen in phrases like ‘il significato eluso’, which may describe my implicature; but points to an etymology: ‘eluso’ is indeed ‘eluso,’ and means ‘ex-ludic,’ out of the game. The idea being that the game is a simulated fight, and by eluding a punch from your adversary, you are, well, ‘implicating’!” Professore a Torino, studia con Pareyson a Torino e con Rescher, Sellars e Thomason a Pittsburgh, dove studia  Hegel. Grice: “In Italy, it is not considered Italian to get your PhD without – not within – Italy. Similarly, at Oxford, you cannot get your B. A. Lit. Hum.  anywhere else if you want to be regarded as Oxonian. That’s why I never considered B. A. O. Williams an Oxonian!” -- Noto per i suoi contributi su ‘Vitters,’presenta diversi risultati, specie riguardo alla semantica. Su questi temi ha pubblicato “Filosofia e scienza cognitiva (Laterza). Cura con Ferraris la nuova edizione della Enciclopedia filosofica Garzanti ed è stato presidente della Società Italiana di Filosofia Analitica. Opere: “Il mito del linguaggio scientifico”studio su Vitters, Milano, Mursia,  Dizionari e enciclopedie, Torino, Giappichelli, “L'eredità di Vitters”Roma-Bari, Laterza, Lampi di Stampa; “La competenza lessicale,” Roma-Bari, Laterza,  “La filosofia del linguaggio.” Da Frege ai giorni nostri, Torino, Utet, “Filosofia e scienza cognitiva,”Roma-Bari, Laterza, “Per la verità: relativismo e la filosofia,” Torino, Einaudi, “Verità, menzogna” – Grice: “The etymology is an interesting one; since menzogna is cognate to my meaning, so Marconi actually means ‘truth’ versus ‘trust’ – or honesty versus dishonesty – seeing that one can ‘lie’ while asserting a truth – provided the utterer thinks ‘p’ is ‘false’.” Grice: “But this is a commissioned thing, so it shouldn’t count as it is Marconi discussing with a priest!” Trento, Il Margine, ; “Flosofia e professionismo,” – Grice: “His implicature, and a right one, too, is that philosophy is a profession, which reminds me of ‘A Room with a view’: “And what, Sir Cecil, is your profession?” “I don’t HAVE a profession!” --  On the other hand, his translation of my ‘metier’ (mestiere) is an interesting one (The tiger’s métier is to tigerise). Torino, Einaudi, .“La formalizzazione della dialettica” : Hegel, Marx e la logica contemporanea,”Torino, Rosenberg & Sellier, “ Guida a Vitters Il «Tractatus», dal «Tractatus» alle «Ricerche», Matematica, Regole e Linguaggio privato, Psicologia, Certezza, Forme di vita. Roma-Bari, Laterza, Filosofia analitica, Prospettive teoriche e revisioni storiografiche. Milano, Guerini e associati, Vercelli, Mercurio, Scritti sulla tolleranza di Locke, Torino, UTET, Saggi su Marconi, “Il significato eluso” saggi in onore di Marconi, numero monografico della «Rivista di estetica», Treccan iEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Intervista di M. Herbstritt, Rivista italiana di filosofia analitica, sito dell'Università degli Studi di Milano. Diego Marconi. Marconi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marconi” – The Swimming-Pool Library.

 

Mariano (Capua). Filosofo. Grice: “I like Mariano: his study of Risorgimento applying the philosophy of history is brilliant” Fedelissimo allievo di Vera, insegna a Napoli. La sua indagine e  prevalentemente orientata verso l'interpretazione di Hegel. Si colloca insieme a Vera in quella tendenza che privilegia l'interpretazione sistematica e razionale. Inserì talvolta temi non strettamente legati al pensiero di Hegel affermando tra l'altro che la filosofia deve essere compiuta dalla religione" (Dall'idealismo nuovo a quello di Hegel, Motivi, risonanze e variazioni sulle dottrine hegeliane), trattando riguardo a ciò che dell'idealismo di Hegel è morto e di ciò che non può morire", argomento precedentemente trattato da Croce, il quale risponde aspramente alle argomentazioni proposte da Mariano. “Mariano non ha mai capito nulla di tutto ciò che vi è di più sostanziale in Hegel come non ha meditata seriamente nessuna grande filosofia; e (ora si può aggiungere) non ne ha mai letto le opere. Immaginarsi che il Mariano si afferma hegeliano, mentre sostiene che la conoscenza non è assoluta; che rimane insuperabile il mistero; che dio esiste fuori del mondo e sarebbe dio anche senza il mondo; e che la filosofia deve essere compiuta dalla religione! Insomma, ciò che di Hegel "non può morire" sarebbe ciò che Hegel non ha mai detto perché affatto indegno della sua mente altissima.»  Si schierò a favore del mantenimento della pena di morte in un dibattito sul tema, in accordo con iVera ( La pena di morte. Considerazioni in appoggio di Vera Napoli. ), uno dei più autorevoli difensori del mantenimento di questa pratica. È ancora Croce che commenta con grave disappunto l'argomento. “Notiamo in ultimo che sempre riecheggiando i vaniloqui del Vera,Mariano si professa filosofico difensore della pena di morte: come se la maggiore o minore opportunità di mettere i delinquenti in segregazione cellulare, o d'impiccarli, ghigliottinarli, garrottarlie impalarli, costituisse una questione filosofica. Ma Mariano ama tutte le cause generose; e non è da meravigliare se per esse trascenda persino i limiti della filosofia.»  E anche saggista con un gusto per la "critica della critica" (cit."Storia Letteraria d'Italia, Volume III, Armando Balduino") – filosofica -- non trascurando l'arte che annetteva strettamente alla morale. Rivolse la sua indagine anche al rinascimento con un Saggio biografico critico su Bruno La vita e l'uomo. Pubblica nche una monografia "apologetica" di Vera. La sua produzione fu in un secondo momento soprattutto riferita alla storia, in particolare la storia del cristianesimo e quella delle religioni in genere, argomenti affini anche alla materia insegnata presso l'università napoletana. Non sono presenti particolari innovazioni nella sua ricerca, ma fu uno dei primi a discutere la tesi proposta da Croce riguardo alla riduzione della storia al concetto di ‘arte.  Altre opere: “L’Eraclito di Lassalle: saggio sulla filosofia hegeliana,” (Cf. Speranza e ill suo Grice: saggio sulla pragmatica oxoniense”),  “Il Risorgimento italiano secondo i principi della filosofia della storia,”  ““La libertà di coscienza,” Milano, Hoepli, “Vera.” Saggio critico, Roma, Tip. Civelli, “L'individuo e lo Stato nel rapport sociale. Saggio, Milano, Treves,  “Il Machiavelli di Villari, Roma,” Loescher, (cf. “Il Grice dello Speranza”), Leopardi, Roma, Tip. Botta, La pena di morte. Considerazioni in appoggio di Vera, Napoli.  IlCarlo Maria Curci, Milano, Vallardi, Augusto Vera. Necrologio, «Annuario Napoli», Dio secondo Platone, Aristotele ed Hegel, «Acc. SMP Napoli. Atti»,  Biografie del Machiavelli, 1Arte e religione,  Il brutto e il male nell'arte. Il brutto e il male nel romanzo moderno, Dall'idealismo nuovo a quello di Hegel, Motivi, risonanze e variazioni sulle dottrine hegeliane, La vita e l'uomo, I rapporti dello Stato con la religione, Firenze, Civelli, Il problema religioso in Italia, Roma, Civelli, La riforma ecclesiastica in Italia, «Il diritto», Cristianesimo, cattolicesimo e civiltà, Papato e socialismo ai giorni nostri. Studio, Roma, Tip. Artero e comp., Buddismo e cristianesimo, La Storia è una scienza o un'arte?, «Fanfulla della Domenica», La conversione del mondo pagano al cristianesimo, Il cristianesimo dei primi secoli. Capua, gli ha dedicato una strada, sede, tra l'altro, del Banco di Napoli. La Critica. Rivista di Letteratura, Storia e Filosofia diretta da  Croce, Armando Balduino , Storia letteraria d'ItaliaL'Ottocento,  III, Piccin Nuova Libraria, Piero di Giovanni , Gentile, La filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo, Milano, cf. Luigi Speranza, “La pragmatica conversazionale: tra griceianismo e anti-griceianismo.” Franco Angeli, Paolo Malerba, Luciano Malusa, , sito della Società filosofica italiana  Guido Calogero, Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Raffaele Mariano. Mariano. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mariano” – The Swimming-Pool Library.

 

Marin (Venezia). Filosofo. Grice: “I like Giovanni Marin; for one, he loved, like I do, rhetoric – in his own Venetian kind of way!”  Nato dal nobile Rosso Marin, studia con profitto sotto l'insegnamento di Feltre, dal quale apprese la retorica. Frequenta il ginnasio, presso il quale recitò eloquenti orazioni in encomio agli uomini illustri veneziani. Si laurea a Padova. Fu ambasciatore della Repubblica di Venezia presso gli Estensi e quindi presso Firenze. Rosmini, Carlo de' Rosmini, Idea dell'ottimo precettore nella vita e disciplina di Vittorino da Feltre e de' suoi discepoli, Rovereto. Giovanni Marin. Marin. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marin” – The Swimming-Pool Library.

 

Marliani (Milano). Filosofo. Grice: “I like Mariliani; especially the cavalier way in which he refers to philosophers in his brilliant “De secta philosophorum.” Austin would say that there possibly are sects and sub-sects!” Fglio del patrizio milanese Castello Marliani. Studia a Pavia, dove fu allievo di Pelacani. Entra nnel Collegio dei intraprese una carriera nell'insegnamento della filosofia e astrologia. Attivo presso lo Studio di Milano e Pavia.  Con l'ascesa della dinastia degli Sforza a capo del Ducato di Milano, appartenente a una famiglia ghibellina, aumenta il p prestigio. Ottiene la concessione in esenzione dei diritti di sfruttamento delle acque del Secchia nei pressi di Moglia, nel Mantovano.  Alla morte del duca Francesco Sforza, scrisse una lettera al nuovo duca Galeazzo Maria Sforza in cui dichiarava di essere stato richiesto da molti Studi in diverse città d'Italia, sperando di poter essere trasferito da Pavia a Milano e di ricevere un aumento di salario. Il Consiglio segreto di Milano intercedette presso lo Sforza in favore di Marliani, esaltando la sua fama anche oltre i confini del Ducato. Il duca Galeazzo Maria, dopo alcuni indugi, acconsentì per conferirgli un'assegnazione annua di 1 000 fiorini, il più alto salario riconosciuto a chiunque nel Ducato. Sotto la reggenza di Ludovico il Moro ottenne i dazi di Gallarate e della sua pieve.  I suoi studi lo portarono ad essere tra i più grandi scienziati dell'epoca e riuscì a mettere in discussione Bradwardine e Sassonia.  Nella sua opera Quaestio de caliditate corporum humanorum tempore hyemis et estati set de antiperistasi,  distinse la temperatura dell'organismo dalla quantità e dalla produzione del calore naturale del corpo e sostenne che la produzione del calore naturale è più elevata in inverno che in estate. Si recò a Novara dal conte Gaspare Vimercati, colpito da problemi respiratori e curò Rinaldo d'Este da una gravissima malattia che lo colse durante una visita alla corte milanese. Raggiunse i vertici della propria carriera e prestò le sue doti di medico a Federico I Gonzaga. Sepolto nella cappella milanese della Marliani, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie.  Le opere del Marliani furono oggetto di studio da Vinci, che lo cita in diverse occasioni nel suo Codice Atlantico.  Ebbe tre figli: Paolo, Gerolamo e Pietro Antonio, la discendenza del primo dei quali ottenne all'inizio P  Opere: “Quaestio de caliditate corporum humanorum tempore hyemis et estati set de antiperistasi,” “Disputatio cum Iohanne Arculano de materiis ad philosophiam pertinentibus,” “Quaestio de proportione motuum in velocitate,” “Algebra Algorismus de minutiis,” “De secta philosophorum,” “Probatio cuiusdam sententiae,” “Calculatoris de motu locali.” Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Marliani. Marliani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marliani e le sette filosofiche” – The Swimming-Pool Library.

 

Marotta (Napoli). Filosofo. Grice: “I like Marotta; the idea of a library for the Istituto Italiano per gli studi filosofici’ at Via Monte di Dio, 11, is a geniality!” Si laurea con il massimo dei voti a Napoli, presentando la tesi,  La concezione dello Stato in Hegel.” Si interessa presto di storia, letteratura e filosofia, avvicinandosi dapprima all'Istituto Italiano per gli Studi Storici fondato da Croce, poi fondando l'associazione Cultura Nuova che diresse organizzando manifestazioni e conferenze rivolte ai filosofi che richiamarono tutte le più grandi personalità della cultura Italiana.  Incoraggiato dagli auspici dell'allora Presidente dell'Accademia Nazionale dei Lincei Cerulli, di Piovani e di Carratelli, fonda a Napoli l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, del quale è stato Presidente. Donato, all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, la biblioteca personale, con una dotazione di oltre 300.000 volumi frutto di trent'anni di appassionata ricerca. Muore a Napoli. Per i suoi importantissimi apporti al mondo della filosofia ha avuto numerosi riconoscimenti da centri di ricerca e di formazione di rilievo internazionale.  Ha vinto la sezione Premio Speciale del Premio Cimitile. Gli è stata conferita la laurea ad honorem in Filosofia dall'Bielefeld, dall'Università Erasmus di Rotterdam, dalla Sorbona di Parigi e dalla Seconda Napoli. All'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è stato conferito, nell'aula magna dell'Roma, il Prix International pour la Paix Jacques Muehlethaler, "Bidone d'Oro" per la cultura del Movimento artistico culturale "Esasperatismo Logos & Bidone" . Gaetano Capaldo, È morto Marotta, addio al fondatore dell’Istituto Studi Filosofici, su Diario Partenopeo, Claudio Piga (cur.), Per Gerardo Marotta. Scritti editi e inediti raccolti dagli amici di Marotta, Arte Tipografica, Napoli, Registrazioni di Gerardo Marotta, su Radio Radicale, Cinquantamila Giorni de Il Corriere della Sera. Gerardo Marotta. Marotta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marotta” – The Swimming-Pool Library.

 

Marramao (Catanzaro). Filosofo.  Grice: “Surely Marramao’s theory of time-relative identity is more complex than Myro’s! (Myro never read Heidegeer and was proud of it, can you believe it! He was born  in Russia and studied in the New World – so that’s understandable!” - Grice: “I like Marramao – he has philosophised on many things, usually homoerotic: Kairos – the opportune time – and its iconography, and Jesus against power” Essential Italian philosopher. Allievo di Garin,  si laurea Firenze. Proseguie gli studi a 'Francoforte, lavorando soprattutto intorno ai diversi filoni del marxismo italiano. Pubblicato Marxismo e revisionismo in Italia, rintracciando in Gentile la chiave di volta filosofica del marxismo italiano. Insegna a Napoli. -- è uscito il suo libro Il politico e le trasformazioni, nel quale ha posto a confronto le tematiche del marxismo econ le analisi delle trasformazioni di Schmitt. A partire da “Potere e secolarizzazione” elabora una teoria simbolica del potere (e del nesso politica-tempo) incentrata sulla ricostruzione ‘archeologica' dei presupposti del razionalismoe.  Fondamentali, nel dibattito politico-culturale e filosofico le sue collaborazioni a due riviste: Laboratorio politico diretto da Tronti e il Centauro, diretto da Giovanni. Direttore sdella Fondazione Basso-Issoco. Ha conseguito altri premi: Premio Pozzale Luigi Russo a Passaggio a Occidente e Premio di filosofia "Viaggio a Siracusa" a La passione del presente.  Insegna a Roma. Muovendo dallo studio del marxismo italiano (Marxismo e revisionismo in Italia, Austromarxismo e socialismo di sinistra fra le due guerre), ha analizzato le categorie politiche della modernità (Potere e secolarizzazione), proponendone, in dialogo con i francofortesi (Il politico e le trasformazioni) e con M. Weber (L'ordine disincantato), una ricostruzione simbolico-genealogica. Secondo questa lettura, che riprende le ipotesi di Löwith, nelle forme moderne di organizzazione sociale si depositano significati che derivano da un processo di secolarizzazione dei contenuti religiosi, ossia dalla ri-proposizione in dimensione mondana dell'orizzonte simbolico. In particolare, la secolarizzazione ha il suo centro in un processo di temporalizzazione della storia, in virtù del quale le categorie del tempo (che traducono l'escatologia  in una generica apertura al futuro: progresso, rivoluzione, liberazione, etc.) assumono centralità crescente nelle rappresentazioni politiche. Su queste considerazioni, riprese anche in “Dopo il Leviatano, Passaggio a Occidente. Filosofia e globalizzazione, La passione del presente, Contro il potere, si è innestata via via una tematizzazione esplicita del problema della temporalità, che per molti aspetti anticipa sia le tesi oggi in voga intorno alla "accelerazione" e al rapporto politica-velocità, sia i temi della "svolta spaziale" contemporanea. Contro le concezioni di Bergson e Heideggeri, che delineano con sfumature diverse una forma pura della temporalità, più originaria rispetto alle sue rappresentazioni/spazializzazioni, argomenta l'inscindibilità del nesso spazio-tempo e, richiamandosi tra l'altro alla fisica, riconduce la struttura del tempo a un profilo aporetico e impuro, rispetto a cui la dimensione dello spazio costituisce il riferimento formale per pensarne i paradossi. (Minima temporalia, e Kairós. Apologia del tempo debito. Lectio magistralis del Prof. Roma Tre, Enciclopedia di filosofia, Garzanti libri, Milano. Figure del conflitto. Studi in onore di Giacomo Marramao, a c. di A. Martinengo, Valter Casini Editore, Roma, D. Antiseri, S. Tagliabue, Storia della filosofia,  14: Filosofi italiani contemporanei, Bompiani, Milano. RadioRadicale, Radio Radicale.   (selezione) , su host.uniroma3. Pagina personale nel sito dell'Università degli Studi Roma Tre, su host.uniroma3. Video intervista al Festival della Filosofia su asia. Giacomo Marramao. Marramao. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Marrameo," The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria, Italia.

 

Marsili (Siena). Filosofo. Grice: “I like Marsili, and the founder of the ‘accademia del cimento.’ ‘Cimento’ you know, means ‘experiment,’ – only in Florence!” Si laurea a Siena. Fu nominato “lettore” di filosofia nello Studio senese. Conobbe Galileo dopo il processo in casa dell'arcivescovo di Siena Ascanio Piccolomini. Passò alla cattedra di filosofia nello Studio pisano, dove  esercitò la carica di Provveditore. Fu membro dell'Accademia del Cimento, ma le sue convinzioni dichiaratamente aristoteliche gli impedirono di coglierne lo spirito innovatore. Propose un esperimento per capire se lo spazio lasciato libero nel tubo barometrico durante l'esperienza torricelliana contenesse esalazioni di mercurio. su catalogo.museo galileo. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alessandro Marsili. Marsili. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Marsili” – The Swimming-Pool Library.

 

Martelli (San Marco in Lamis). Filosofo. Grice: “I like Martelli: he wrote on Croce, Gramsci, and Nietzsche!” Insegna a Urbino. Prtecipato a lungo alla lotta politica in formazioni marxiste nate a cavallo del Sessantotto. D Ha diretto il master interfacoltà «Management etico e Governance delle Organizzazioni». Collabora con MicroMega (periodico).  I suoi studi si sono concentrati su Nietzsche, Gramsci, e di numerosi autori del Novecento, affrontando alcune tra le più dibattute vicende e problematiche filosofico-politiche dell'ultimo secolo. Si è occupato di temi di forte attualità, elaborando l'idea di una filosofia volta ad una critica radicale del dogmatismo e del fondamentalismo religioso e in generale di ogni forma di assolutismo che minacci la libertà di pensiero, i diritti civili, le istituzioni democratiche e la pace tra i popoli. Il suo aimpegno di saggista è rivolto in particolare alla difesa della laicità, contro l'interventismo politico delle gerarchie ecclesiastiche e vaticane.  Opere: “La felicità e i suoi nemici: apologia dell'agnosticismo,” Manifestolibri, “Il laico impertinente: laicità e democrazia nella crisi italiana,” Manifestolibri, “La Chiesa è compatibile con la Democrazia?” Manifestolibri, “Italy, Vatican State, Fazi editore, “Quando Dio entra in politica, Fazi editore, Senza dogmi. L'antifilosofia di Papa Ratzinger, Editori riuniti, Teologia del terrore. Filosofia, religione, politica dopo l'11 settembre, Manifestolibri, Il secolo del male. Riflessioni sul Novecento, Manifestolibri, Etica e storia. Croce e Gramsci a confronto, La città del sole, I filosofi e l'Urss. Per una critica del «Socialismo reale», La città del sole, Gramsci filosofo della politica, Unicopli, Nietzsche inattuale, Quattroventi, Filosofia e società nel giovane Nietzsche, Quattroventi,Università degli studi di Urbino "Carlo Bo" Antonio Gramsci Friedrich Nietzsche Laicità  Il laico impertinente: il blog di Michele Martelli, su michelemartelli.blogspot.com. Michele Martelli. Martelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Martelli” – The Swimming-Pool Library.

 

Martinetti (Pont Canavese). Filosofo. Grice: “I like Martinetti; he wrote about eros, or as the Italians call it, ‘amore,’ – a different root from cupidus, too! He edited a platonic anthology.” “He also has a strange treatise on ‘the number’ which post-dates Frege!” -- «Di sé soleva dire di essere un neoplatonico trasmigrato troppo presto nel nostro secolo»  (Cesare Goretti). Professore di filosofia, si distinse per essere stato l'unico filosofo che rifiutò di prestare il giuramento di fedeltà al Fascismo. Fu il primo dei quattro figli (tre maschi e una femmina, senza contare una bambina che morì piccolissima) dell'avvocato Francesco Martinetti e di Rosalia Bertogliatti. Studi Dopo aver frequentato il Liceo classico Carlo Botta di Ivrea, si iscrisse a Torino, dove ebbe come insegnanti Allievo,  Bobba, Ercole, Flechia e Graf, laureandosi con una tesi, “Il Sistema Sankhya: un Studio sulla filosofia nell’India” discussa con Ercole, docente di filosofia teoretica, pubblicata a Torino da Lattes  e, grazie all'interessamento di Allievo, risulta vincitrice del Premio Gautieri.  Dopo la laurea Martinetti fece un soggiorno di due semestri presso l'Lipsia, dove poté venire a conoscenza del fondamentale studio di Garbe sulla filosofia Sāṃkhya da poco pubblicato. Si può dunque "ipotizzare che tra gli scopi del viaggio vi fosse anzitutto quello di approfondire gli studi dell’India, iniziati a Torino con  Flechia e 'Ercole."  L'insegnamento Martinetti insegnò dapprima filosofia nei licei di Avellino, Correggio, Vigevano, Ivrea, e per finire al Liceo Alfieri di Torino. Compone la monumentale “Introduzione alla metafisica” e “Teoria della conoscenza”, ch edopo che consegue  la libera docenza in Filosofia teoretica all'Torino gli valse di vincere il concorso per le cattedre di filosofia teoretica e morale dell'Accademia scientifico-letteraria di Milano (che diventa Regia Università degli Studî) nella quale insegna. Divenne socio corrispondente della classe di Scienze morali dell'Istituto lombardo di scienze e lettere, fondato da Napoleone sul modello dell'Institut de France.  Il rifiuto della politica e la critica della guerra Martinetti fu una singolare figura di intellettuale indipendente, estraneo alla tradizione cattolica come ai contrasti politici che viziarono il suo tempo, non aderì né al Manifesto degli intellettuali fascisti di Gentile né al Manifesto degli intellettuali antifascisti di Croce. Fu uno dei rari intellettuali che criticarono la prima guerra mondiale; scrisse infatti che la guerra è «sovvertitrice degli ordini sociali pratici ed un'inversione di tutti i valori morali dà un primato effettivo alla casta militare che è sia intellettualmente sia moralmente l'ultima di tutte subordinando ad essa le parti migliori della nazione strappa gli uomini ai loro focolari e li getta in mezzo ad una vita fatta di ozio, di violenze e di dissolutezze. In seguito a quelle che qualifica di circostanze pesantissime -- la marcia su Roma e la successiva nomina di Mussolini a presidente del Consiglio -- rifiuta la nomina a socio corrispondente dei reali lincei. Mentre nelle sue lezioni sviluppa un sistema di filosofia della religione, inaugura a Milano una Società di studi filosofici, formata da un gruppo di amici in piena e perfetta indipendenza da ogni vincolo dogmatico dove si riunirono autorevoli intellettuali del panorama filosofico e in cui organizzò una serie di conferenze. Le prime conferenze furono tenute da Banfi e da Fossati oltre che, naturalmente, da Martinetti, le cui tre relazioni, riunite sotto il titolo comune di “Il compito della filosofia nell'ora presente” segnano la sua rottura con Gentile. In seguito ad una denuncia per vilipendio della eucaristia» presentata a Mangiagalli, dove sottoscrivere un memoriale in difesa dei propri corsi sulla filosofia della religione. Incaricato dalla Società filosofica italiana, organizza e presiedette il congresso di filosofia. L'evento e sospeso dopo solo due giorni da Mangiagalli a causa di agitator.  Il congresso e poi chiuso d'imperio dal questore. Da un lato incise l'opposizione di A. Gemelli, fondatore dell'Università Cattolica, che fac parte del Comitato organizzatore (quale rappresentante dell'Università Cattolica) ma che, per scelta di Martinetti, non era tra i relatori. Dall'altro lato la partecipazione, fortemente voluta da Martinetti, di Buonaiuti, scomunicato "expresse vitandus" dal Sant'Uffizio, dette ai filosofi cattolici neoscolastici la scusa per ritirarsi dal congress. Le minute cronache del congresso hanno già messo in luce come Martinetti nell'assolvere al compito di organizzatore dell'incontro, assunto con una apparente riluttanza, operasse assai poco da ingenuo filosofo fuori dal mondo. Al contrario, ricorrendo a una certa qual abile ruse egli mise assieme un programma che costituiva quanto di più ostico potesse risultare ai palati dei cattolici fascisti sia dei filosofi di regime. Martinetti firma con Cesare Goretti (segretario del Congresso) una lettera di protesta al rettore Mangiagalli:  «Compiamo il dovere d'informarla che conforme al suo ordine il congresso si è sciolto senza incidenti. Sciogliendosi ha votato all'unanimità il seguente ordine del giorno di protesta: Il Congresso della Società filosofica italiana riunito in Milano: avuta comunicazione che è stato rivolto alla Presidenza un invito superiore achiudere i lavori del Congresso. Protesta in nome della libertà degli studi e della tradizione italiana contro un atto di violenza che impedisce l'esercizio della discussione filosofica ed invano pretende di vincolare la vita del pensiero.»  Martinetti fu il direttore della Rivista di filosofia, ma per prudenza il suo nome non vi comparve mai come tale. Tra i collaboratori della rivista vi furono: Ennio Carando, Bobbio, Geymonat,  Fossati (che ufficialmente ne era il direttore responsabile), Solari, Levi, Grasselli, e Goretti.. Quando il ministro dell'educazione Giuliano impose ai professori  il Giuramento di fedeltà al Fascismo, Martinetti fu uno dei pochi a rifiutare fin dal primo momento: “Eccellenza!  Ieri sono stato chiamato dal Rettore di questa Università che mi ha comunicato le Sue cortesi parole, e vi ha aggiunto, con squisita gentilezza, le considerazioni più persuasive. Sono addolorato di non poter rispondere con un atto di obbedienza. Per prestare il giuramento richiesto dovrei tenere in nessun conto o la lealtà del giuramento o le mie convinzioni morali più profonde: due cose per me egualmente sacre. Ho prestato il giuramento richiesto quattro anni or sono, perché esso vincolava solo la mia condotta di funzionario: non posso prestare quello che oggi mi si chiede, perché esso vincolerebbe e lederebbe la mia coscienza.  Ho sempre diretta la mia attività filosofica secondo le esigenze della mia coscienza, e non ho mai preso in considerazione, neppure per un momento, la possibilità di subordinare queste esigenze a direttive di qualsivoglia altro genere. Così ho sempre insegnato che la sola luce, la sola direzione ed anche il solo conforto che l'uomo può avere nella vita è la propria coscienza; e che il subordinarla a qualsiasi altra considerazione, per quanto elevata essa sia, è un sacrilegio. Ora col giuramento che mi è richiesto io verrei a smentire queste mie convinzioni ed a smentire con esse tutta la mia vita; l'E.V. riconoscerà che questo non è possibile.  Con questo non intendo affatto declinare qualunque eventuale conseguenza della mia decisione: soltanto sono lieto che l'E.V. mi abbia dato la possibilità di mettere in chiaro che essa procede non da una disposizione ribelle e proterva, ma dalla impossibilità morale di andare contro ai principî che hanno retto tutta la mia vita.  Dell'E.V. dev.mo  Dr.” In una lettera a Guido Cagnola scrive:  «Ella ora saprà che io sono uno degli undici (su 1225 professori universitari! ne arrossisco ancora) che hanno rifiutato il giuramento di fedeltà e che perciò sono stati o saranno fra breve espulsi dall'università. Mi consolo d'essere in buona compagnia: Ruffini, Carrara, De Sanctis, Vida, Volterra, Buonaiuti e qualche altro. Mi rincresce non tanto la cosa, quanto il modo: e mi rincresce che si sia fatto e si faccia rumore intorno al mio nome. Ma come fare? Giurare per me era tanto impossibile quanto una impossibilità fisica: sarei morto d'avvilimento. E in un'altra lettera ad Adelchi Baratono. Io non ho voluto giurare (e così credo molti degli undici) per un motivo religioso, per non subordinare le cose di Dio alle cose della terra: dove sta per andare il rispetto della coscienza? Ciò è triste e annuncia oscuramente un avvenire triste per tutti, anche per i persecutori.»  Come scrive al proposito Fabio Minazzi:  «Martinetti ha infine opposto un netto rifiuto a sottostare al giuramento preteso e voluto dalla dittatura da tutti i docenti universitari italiani. Giustamente occorre sempre sottrarre, criticamente, questo straordinario gesto martinettiano, invero assai emblematico, da ogni ottundente e vacua retorica antifascista, onde comprenderlo in tutta la sua genesi specifica. Nel caso di Martinetti non può allora essere certamente negato, in sintonia con Alessio, il carattere dichiaratamente religioso di questa sua scelta che, non per nulla, lo ha infine indotto ad essere l'unico filosofo italiano universitario che ha avuto l'incredibile capacità critica di sottrarsi nettamente e senza compromessi all'imposizione del regime . In questa prospettiva Martinetti non ha giurato proprio perché nutriva una particolare percezione critica dello stesso "giuramento" in connessione con i suoi più profondi convincimenti morali che avevano peraltro guidato tutta la sua attività di filosofo. Tuttavia, nel riconoscere questa precisa matrice religiosa della sua scelta, non deve essere neppure negato il suo specifico valore e il suo preciso significato civile, culturale e anche filosofico.»  Scrive in proposito Amedeo Vigorelli. Una certaretorica resistenziale si è impadronita anche di Martinetti, impedendo un approfondimento più serio e radicale dei tratti originali del suo antifascism0.  L'atto di Martinetti non era cioè solo un monito contro l'oppressione totalitaria e antidemocratica, ma contro ogni forma di politica compromissoria e concordataria, contro l'ambiguo connubio fra religione e politica, sintomo di una profonda immaturità religiosa e premessa di forme più o meno larvate di condizionamento della libertà di coscienza, non sempre si ama ricordare che l'avversione di Martinetti al fascismo era innanzi tutto avversione a ogni forma di retorica nazionalistica, ma anche all'esaltazione demagogica delle masse popolari. Prima che della dittatura, Martinetti fu critico altrettanto risoluto del socialismo marxista e della democrazia, di cui colse gli aspetti degenerativi dell'affarismo e dell'ultraparlamentarismo»  In seguito a questo suo rifiuto, Martinetti venne messo in pensione d'autorità  e si dedicò unicamente agli studi personali di filosofia, ritirandosi nella villa di Spineto, frazione di Castellamonte, vicino al suo paese di nascita. In questo lasso di tempo tradusse i suoi classici preferiti (Kant, Schopenhauer), studiò approfonditamente Spinoza e ultimò la trilogia (iniziata con la Introduzione alla metafisica e continuata  con La libertà) scrivendo Gesù Cristo e il Cristianesimo, Il Vangelo è del 1936; Ragione e fede. Martinetti propose come suoi successori a Milano Baratono e  Banfi. Lontano da ogni forma di impegno politico e critico severo sia nei confronti del socialismo marxista che delle degenerazioni del parlamentarismo, Martinetti, a partire dal 1925, prese ad annotare minuziosamente sul suo diario gli episodi di corruzione e di violenza in cui erano coinvolti esponenti fascisti. così ad esempio il 28 marzo 1928, a fronte di una serie di scandali annotava "è dunque l'associaz[ione] dei malviventi d'Italia!" Come persuadersi che uno stato senza leggi, senza traccia di onestà pubblica, sostenuto soltanto dal terrore che desta nel popolo inerme un'organizzazione di ribaldi messa al servizio del despota, odiata da tutte le rette coscienze, disprezzata dagli intelligenti possa resistere, senza condurre il popolo che lo soffre all'estrema rovina? Si scagliava nei suoi appunti contro il dispotismo che accomunava socialismo marxista e fascismo: "Tutto deve servire alla propaganda e alla educazione di stato. Non vi è più libertà di pensiero, non vi è più pensiero". A questo proposito Amedeo Vigorelli evidenzia  «il valore pedagogico, di educazione alla libertà, che l'esempio morale di Martinetti ebbe per quella generazione di intellettuali antifacisti, che trovò negli anni Trenta un decisivo punto di riferimento nella “Rivista di filosofia”, da lui informalmente diretta»  L'arresto e il carcere Martinetti fu arrestato in casa di Gioele Solari, dov'era ospite, in seguito a una delazione fatta da Pitigrilli (Dino Segre), agente dell'OVRA (delazione che porterà all'arresto e alla condanna al confino di Antonicelli, Einaudi, Foa, Giua, Levi,  Mila, Monti, Pavese, Zini e di due studenti, Cavallera e Perelli, e all'ammonizione di Bobbio), e fu incarcerato a Torino per sospetta connivenza con gli attivisti antifascisti di Giustizia e Libertà, benché fosse del tutto estraneo alla congiura antifascista degli intellettuali che facevano riferimento alla casa editrice Einaudi. Al momento dell'arresto, a detta della signora Solari, Martinetti disse una frase che aveva già sentito pronunciargli più volte: "Io sono un cittadino europeo, nato per combinazione in Italia". Il suo declino fisico cominciò in seguito a una trombosi che menomò le sue capacità mentali, consecutiva ad una caduta accidentale da un pero nella tenuta di Spineto. Alla fine ubì una prima operazione alla prostata. La sorella Teresa scriveva a Cagnola: "Il Professore è da oltre un mese degente in quest'ospedale, ove venne d'urgenza trasportato ed operato in seguito ad intossicamento urico grave. L'intervento chirurgico avviene in questo caso in due tempi: operazione preliminare alla vescica, per ovviare immediatamente alla causa diretta dell'intossicamento, e susseguente operazione alla prostata che ne è la causa originale. La prima operazione già venne effettuata e con buon esito, e l'operatore non attende che il tempo opportuno per procedere alla seconda."[ Martinetti fu ricoverato all'ospedale Molinette di Torino, sfollato a Cuorgnè, dove morì,  dopo aver disposto che nessun prete intervenisse con alcun segno sul suo corpo.   Nonostante "l'invito del parroco di Spineto di non dare onore alla salma dell'eretico, ateo e scandaloso anche nella morte perché aveva disposto di essere cremato" una decina di persone seguirono l'autofurgone che portò il corpo di Martinetti alla stazione, da dove partì in treno per Torino, per la cremazione. In prossimità della morte Martinetti lascia la sua biblioteca in legato a Nina Ruffini (nipote di Francesco Ruffini), Gioele Solari e Cesare Goretti. La Biblioteca verrà poi conferita dai rispettivi eredi alla "Fondazione Piero Martinetti per gli studi di storia filosofica e religiosa" di Torino; oggi è posta nel palazzo del Rettorato alla Biblioteca della Facoltà di  Filosofia.  La sua casa di Spineto è attualmente sede della "Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti", che intende promuovere la diffusione del suo pensiero e della sua operae.  FiLa filosofia di Martinetti è un'interpretazione originale dell'idealismo post-kantiano, nella linea dell'idealismo razionalistico trascendente che va da Platone a Kant, nel senso di un dualismo panteista trascendente, un'interpretazione che lo avvicina a quel post-kantiano atipico che fu Spir, il quale (ancor più di Kant, Schopenhauer o Spinoza) fu il filosofo preferito di Martinetti, quello a cui fu più particolarmente legato, sulquale scrisse molti studi e un denso saggio monografico  e al quale fece consacrare il terzo numero della Rivista di filosofia, filosofo che fu come lui profondamente inattuale. Professò una altissima stima per l'opera di questo solitario filosofo, tanto da considerarla "immortale: in essa infatti vede un tentativo d'un rinnovamento speculativo-religioso di tutta la filosofia.  Il carattere speculativo dell'interpretazione d iMartinetti dipese da particolarissime circostanze. La speculazione di Spir esercitò sul pensiero suo un influsso profondo sin dagli inizi; e anche nella costruzione dell'idealismo trascendente diMartinetti la speculazione di A. Spir rivestì un peso pressoché decisivo. Oltre che in Kant, in Schopenhauer e in Spinoza, le radici e la linfa dell'idealismo diMartinetti si trovano nella speculazione di A. Spir. In nessun altro pensatore A. Spir occupò tanto spazio ed ebbe un pari rilievo. D'altra parte, senza perdere la configurazione sua propria, il pensiero di Spir viene trasposto da Martinetti entro la sua propria filosofia, riferito in modo diretto al suo proprio pensiero, così intimamente consonante con quello di Spir e cresciuto, per così dire, anche su di esso. Proprio questo condusseMartinetti a penetrare e nell'atto stesso a svolgere in armonia con il proprio il pensiero di A. Spir e questo si trova come penetrato e attraversato da quello diMartinetti. In nessun altro pensatore A. Spir fu tanto intimamente valorizzato e, in qualche misura, continuato in ciò che della sua speculazione parve propriamente essenziale. La lettura di Martinetti insiste sul nucleo metafisico di Spir, che gli pare incarnare "la forma pura della visione religiosa". L'affermazione fondamentale, in cui per Martinetti si riassume tutta la filosofia dello Spir, è quella della dualità fondamentale tra il vero esserel'Unità incondizionata, assoluta e trascendente in cui si esprime il divinoe l'essere apparente e molteplice rivelato dal mondo dell'esperienza. L'approccio alla rivelazione di tale realtà dualista mediante la teoria della conoscenza (l'idealismo gnoseologico di Spir) non è che premessa e introduzione all'autentico nucleo metafisico della sua filosofia, consistente in una forma di dualismo acosmista. Il dualismo di realtà e apparenza è in effetti esso stesso apparente: "non è fra due effettive realtà, ma fra un'unica realtà assoluta e l'irrealtà in cui il mondo sprofonda."»  Si può così dire che in Martinetti: «il motivo desunto probabilmente da Spir, il contrasto tra "anormale" (il mondo dell'esperienza empirico e molteplice) e "norma" (il principio d'identità, rivelazione incoativa del divino in noi) si spoglia qui dell'originario aspetto dualista per confluire in una visione coerentemente monista dell'esperienza di coscienza. Monismo coscienzialista, quello martinettiano, che non sfocia però in una forma di panteismo, in quanto il termine finale di questa unificazione formale rimane trascendente. L'unica realtà metafisica assolutasi afferma in conclusioneè l'"Unità formale assoluta", che trascende l'intero processo dell'esperienza, che di tale unità è solo un'espressione simbolica.»  Della filosofia di Spir, Martinetti mantenne sostanzialmente inalterata la morale, di derivazione kantiana, aveva d'altronde dichiarato che dopo Kant nessun filosofo serio può non essere in Etica "kantiano. L'intero percorso del pensiero martinettiano parte dal suo anticlericalismo", e aggiunge: "la natura del suo anticlericalismo lo portava a detestare la Massoneria. Ripetutamente mi disse di non essere mai stato massone, di essere anzi assolutamente contrario a questa Chiesa cattolica di segno rovesciato." Questo suo anticlericalismo l'ha portato ad un antimarxismo, il marxismo essendo "secondo i termini in cui egli si sarebbe espresso, la massima secolarizzazione concepibile della religione". E Del Noce conclude: "Ora a mio giudizio il pensiero di Martinetti si situa appunto come momento conclusivo del pessimismo religioso e come la sua posizione più coerente e rigorosa. L'antologia Il Vangeloscrive Martinetti «lasciando da parte l'elemento leggendario e dogmatico, cerca di disporre il materiale evangelico nell'ordine logicamente più appropriato. Tutto quello che i vangeli contengono di essenziale per la nostra coscienza religiosa è stato qui conservato.»  Il risultato di questo ordinamento logico è l'espunzionein quanto elaborazione teologica successiva ai lòghia di Gesù o ancora propria all'ebraismo da cui Gesù stesso non è immunedel Vangelo di Giovanni, degli Atti degli Apostoli, delle Lettere (anche le Lettere di Paolo) e dell'Apocalisse. Gesù di Nazaret, e non di Betlemme, è un profeta ebraico, l'ultimo e il più grande dei profeti. Non quindi Figlio di Dio, nemmeno resuscitato dalla morte, né apparso realmente ai suoi, Gesù in quanto Messia annuncia un regno messianico a cui succederebbe escatologicamente il regno dei cieli, quello di Dio. Tuttavia non chiarendo tale avvento escatologico, di fatto Gesù è soprattutto un maestro di dottrina morale che esorta a rinunciare al mondo per unirsi spiritualmente e interiormente a Dio, il bene supremo, amando il prossimo.  Per Martinetti bisogna aspirare ad una "Chiesa invisibile", in cui si possano compendiare i valori moralmente più elevati di tutte le culture religiose, dando vita così ad una società universale fraternamenteunita, egli scrive:  «In tutti i tempi, ma specialmente nelle età come la nostra, la vera Chiesa non risiede in alcuna delle chiese visibili che ci offrono il triste spettacolo dei loro dissensi, ma nell'unione invisibile di tutte le anime sincere che si sono purificate dall'egoismo naturale e nel culto della carità e della giustizia hanno avuto la rivelazione della verità e la promessa della vita eterna»  Gesù Cristo e il Cristianesimo fu messo sotto sequestro dalla Prefettura non appena stampato,  come Martinetti scrive a Guido Cagnola:  «Il mio libro venne terminato di stampare il 2 agosto e in tale giorno furono mandati i 3 es.[emplari] al Prefetto. Il 3 di mattina venne il permesso; alle 17 dello stesso giorno esso era ritirato. Per quali influenze? Io non lo so. Così il libro stette due mesi in sospeso: il 10 ottobre giunse (da Roma) il decreto definitivo di sequestro.»  Con decreto, “Gesù Cristo e il Cristianesimo, Il Vangelo” e Ragione e fede furono messi all'Indice dei libri proibiti della Chiesa cattolica. La rinascita del pensiero filosofico-religioso martinettiano scaturisce alla fine degli anni novanta del secolo scorso in virtù della rinnovata proposta ermeneutica di Chiara che cura l'inedito L'Amore, Il Vangelo (Genova) e Pietà verso gli animali (Genova); in particolare l'interpretazione elaborata daChiara mette in luce gli aspetti gnostici della filosofia della religione martinettiana per poi proporne una rilettura in chiave kantiana anche attraverso un confronto con alcune sette separatiste vicine alla tradizione spirituale dei quaccheri.  Capitini rese visita a Martinetti, che a proposito della nonviolenza gli disse: "Forse se discutessi con lei mi convincerei, ma ora come ora le assicuro che se mi fosse detto che con l'uccisione di diecimila persone si estirperebbe il male che c'è in Europa, firmerei la sentenza senza esitazione."  Negli scritti La psiche degli animali e Pietà verso gli animali, Martinetti sostiene che gli animali, così come gli esseri umani, possiedono intelletto e coscienza, quindi l'etica non deve limitarsi alla regolazione dei rapporti infraumani, ma deve estendersi a ricercare il benessere e la felicità anche per tutte quelle forme di vita senzienti (cioè provviste di un sistema nervoso) che come l'uomo sono in grado di provare gioia e dolore:  «Nella relazione sulla psiche degli animali Martinetti tra l'altro affronta il problema dello scandalo morale suscitato dall'indifferenza delle grandi religioni positive occidentali di fronte all'inaudita sofferenza degli animali provocata dagli uomini: gli animali hanno una forma dell'intelligenza e della ragione, sono esseri affini a noi, possiamo leggere nei loro occhi l'unità profonda che ad essi ci lega.  Martinetti cita le prove di intelligenza che sanno dare animali come cani e cavalli, ma anche la stupefacente capacità organizzativa delle formiche e di altri piccoli insetti, che l'uomo ha il dovere di rispettare, prestando attenzione a non distruggere ciò che la natura costruisce.  Nel proprio testamento Martinetti dispose che una somma significativa fosse versata alla Società Protettrice degli Animali; egli personalmente nutriva per gli animali una profonda pietà e tale sentimento lo aveva persuaso a darsi al vegetarismo, una scelta che assumeva per lui quasi il carattere di un valore religioso.  Scrive al proposito Amedeo Vigorelli:  «La scelta del vegetarianesimo non era "generica simpatia, e neppure un ideale politico, bensì meditato atteggiamento filosofico", da porsi in relazione sia con la sua profonda conoscenza della filosofia indiana sia con convinzioni radicate in una personale metafisica, sulla "unicità" della sostanza vivente e sul destino di "perennità" dello spirito.[67]»  La scelta della cremazione Martinetti fu un fautore della cremazione[68] e una testimonianza "ci dice come Martinetti portasse sempre con sé, in una busta, le ceneri di sua madre."Secondo Paviolo, "Per i Martinetti la cremazione era una specie di tradizione familiare e la cosa appare strana in quei tempi nei quali, specie nei piccoli centri era pressoché ignota a tutti, e oggetto di scandalo per il gran rumore che, in questi casi, ne facevano i parroci." Non è però da escludere, nel caso preciso di Piero Martinetti, che questa scelta, come quella del vegetarianesimo, avesse anche una relazione con il suo interesse per la filosofia indiana, e dunque un valore filosofico e religioso. I suoi resti sono tumulati nel cimitero di Castellamonte in provincia di Torino.  Opere: Una " martinettiana" C. Ferronato si trova nel fascicolo speciale della Rivista di Filosofia Pietro Rossi: Piero Martinetti nel cinquantenario della morte, Dopo questa data, di Martinetti sono stati pubblicati:  “Ragione e fede, Italo Sciuto, Gallone, Milano, Luca Natali, Morcelliana, Brescia, . Il Vangelo, Alessandro Di Chiara, il nuovo melangolo, Genova,  L'amore, Alessandro Di Chiara, Il nuovo melangolo, Genova, “Pietà verso gli animali” Alessandro Di Chiara, Il nuovo melangolo, Genova, “La religione di Spinoza”  Amedeo Vigorelli, Ghibli, Milano,  “La Libertà” Aragno, Torino, Schopenhauer, Mirko Fontemaggi, Il nuovo Melangolo, Genova, “Breviario spiritual” Anacleto Verrecchia, UTET, Torino, “L'educazione della volontà” Domenico Dario Curtotti, Edizioni clandestine, Marina di Massa, “Conoscenza in Kant”  Luca Natali, Franco Angeli, Milano, Pier Giorgio Zunino , Piero Martinetti, “Lettere”, Firenze, Olschki, “Gesù Cristo e il Cristianesimo” Castelvecchi, Roma, ; edizione critica Luca Natali, introduzione di Giovanni Filoramo, Morcelliana, Brescia, “Il Vangelo: un'interpretazione” Castelvecchi, Roma,  “Spinoza, Etica, esposizione e comment”, Castelvecchi, Roma, . Il numero, introduzione di Niccolò Argentieri, Castelvecchi, Roma,  Luca Natali , Le carte di Piero Martinetti, Firenze, Olschki, “Spinoza” Francesco Saverio Festa, Castelvecchi, Roma, . Riconoscimenti Nella seduta del Senato Accademico dell’Università degli Studi di Milano del 19 settembre , è stata approvata ufficialmente la decisione del Dipartimento di Filosofia di intitolarsi alla figura di Piero Martinetti.La città di Roma gli ha intitolato una piazza il 27 gennaio , nel Giorno della Memoria. A Milano Martinetti figura "tra i nuovi Giusti che saranno onorati al Monte Stella dal " nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo. Cesare Goretti, "Piero Martinetti", Archivio della Cultura Italiana 1943, f. I81.  Simonetta Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica,  «Ebbe molta influenza sulla scelta che Martinetti fece di iscriversi alla facoltà di Filosofia, fu suo professore, ma non un Maestro. [...] Scrisse di lui Martinetti: "Era un uomo; quando andai a visitarlo l'ultima volta, pochi giorni prima della sua morte, mi disse di avere un'unica certezza, che dopo questa vita non c'è nulla. Le mie idee erano assolutamente opposte alle sue, su questo come su tutti gli altri punti. Ma non potei non ammirare la fermezza delle sue convinzioni"»: Paviolo.  «che morì proprio durante l'iter scolastico di Martinetti ma che ebbe con lui, forse per la comune origine canavesana, un particolare rapporto»: Paviolo 2 «Di una reale affinità tra Martinetti e i suoi maestri torinesi si può parlare forse solo in un caso: quello di Arturo Graf, del cui dualismo e pessimismo si può trovare qualche traccia nel pensiero del Nostro e alla cui poesia, piena di dolente (e a tratti cupa) riflessività filosofica, Martinetti tornerà anche negli anni maturi, come a una sorgente di ispirazione e conforto spirituale. Più documentata è l'influenza sul giovane Martinetti di un'altra singolare figura di poeta-filosofo: quel Pietro Ceretti da Intra (noto anche con lo pseudonimo poetico di Alessandro Goreni e con quello di Theophilo Eleuthero), alla cui postuma riscoperta si adoperarono intensamente Ercole e Alemanni, nell'ultimo decennio del secolo scorso e ai primi del nostro»: Vigorelli   «Nel breve verbale relativo all'esame di laurea (qui il laureando è indicato come Pietro Martinetti) si dice semplicemente che "il Candidato ha sostenuto durante quaranta minuti innanzi alla commissione la disputa prescritta, sopra la dissertazione da lui presentata e sopra le tesi annesse alla medesima; e ha sostenuto anche la prova pratica assegnatagli dalla Commissione"»: Paviolo La tesi ottenne la votazione di 99/110: «Il lavoro di tesi non ebbe, come noto, il riconoscimento che meritavaanche a motivo di certe resistenze accademiche nel settore filologico della Torino e forse per questo lo studioso sentì il bisogno di attingere direttamente alle fonti dell'erudizione tedesca, fuori dal chiuso ambiente provinciale. Del resto l'intento di Martinetti era più filosofico che filologico, e la prima suggestione a interessarsi del “Samkhya” poté venirgli, piuttosto che dalle lezioni di Flechia, dalla conversazione con Ercole.  Proprio del Samkhya, Ercole si era interessato alcuni anni primi in una breve Memoria uscita sulla Rivista Italiana di Filosofia diretta da Ferr. Dell'interesse costante di Martinetti per la filosofia indiana testimonia il corso di lezioni tenuto a Milano e pubblicato a Milano da Celuc libri: Piero Martinetti, La sapienza indiana. Corredata da un'antologia di testi Indù e Buddhisti.  "Ma è antefatto significativo, giacché lascia intravedere ancora una volta, questa volta sotto il rispetto particolare dei primi contatti di Martinetti coi testi di A. Spir, l'importanza della permanenza a Lipsia (1894-1895) nella formazione filosofica di Martinetti. Nella Lipsia conosciuta da Martinetti sopravviveva Drobitsch, l'antico maestro herbartiano di Spir e dalla Lipsia di Martinetti si diffondevano le edizioni di A. Spir entro il moto allora nascente in Germania dell'interesse per la filosofia sua. F Il pensiero di ASpir, Torino, Albert Meynier.  Anno che fu per lui particolarmente duro, vedi: Piero Martinetti, "Lettere ai famigliari dalla Siberia dell'Italia meridionale", Fabio Minazzi, Il Protagora, gennaio-giugno,  Lettere , «Prima che della dittatura fascista, Martinetti fu critico altrettanto risoluto del socialismo marxista e della democrazia, di cui colse gli aspetti degenerativi dell'affarismo e dell'ultraparlamentarismo»: Vigorelli  "non si vede in chi e in che cosa un uomo come Martinettiche, per sua scelta culturale ma anche per disposizione personale, agiva in modo disgiunto da ogni partito, movimento, gruppo avrebbe pouto trovare un legame per immettersi in un flusso di attivo antifascismo." Pier Giorgio Zunino, "Tra dittatura e inquisizione. Martinetti negli anni del Fascismo", in: Martinetti, Lettere, Firenze, Vigorelli. «Ringrazio la S.V. Ill.ma della cortese partecipazione e la prego di esprimere la mia profonda gratitudine ai membri di codesta R. Accademia che hanno voluto conferirmi un sì ambito onore. Ma circostanze pesantissime, sulle quali non è il caso di [parola illeggibile] mi vietano nel modo più reciso di poterlo accettare»: Lettera n. 18, Piero Martinetti a Vittorio Scialoja, presidente della Reale Accademia Nazionale dei Lincei, 2 Lettere, Vigorelli Vigorelli, Lettera n. 47, Piero Martinetti a Luigi Mangiagalli, 21 marzo 1926, in: Lettere, «Il Congressonon ha altro fine che di essere una manifestazione della filosofia italiana in quanto libera e appartata da ogni contingenza del momento: come deve essere in qualunque tempo la filosofia»: Lettera n. 37, Piero Martinetti a Tommaso Gallarati Scotti,  in: Lettere , p.42.  Che accusò Martinetti, ricambiato, di disonestà intellettuale nel riguardo della filosofia scolastica, cf. Helmut Goetz, Il giuramento rifiutato. I docenti universitari e il regime fascista, Firenze. Per Martinetti «Padre Gemelli è tutto fuorché un filosofo»: Lettera n. 31, Piero Martinetti a Bernardino Varisco,  in: Lettere 33.  Helmut Goetz, Il giuramento rifiutato. I docenti universitari e il regime fascista, Firenze,  Il congresso di filosofia del 1926,  245-263.  «Tutto l'affare è una montatura (come del resto anche il ritiro dei cattolici dal Congresso), la quale ha la sua origine nel fatto che io non ho permesso alGemelli di spadroneggiare nel Congresso e di prepararvi qualcuna delle sue rappresentazioni ciarlatanesche»: Lettera  Piero Martinetti a Bernardino Varisco, 15 marzo 1926, in:Lettere , 4Lettera n. 50, Piero Martinetti e Cesare Goretti a Luigi Mangiagalli,  in: Lettere , p.55.  «Quando Martinetti, con il rifiuto del giuramento di fedeltà al fascismo, abbandonò l'insegnamento non rinunciò a quegli incarichi o a quelle adesioni che non erano a tale giuramento connesse: guardò di non compromettere quella sua creatura che era diventata La Rivista di Filosofia e non ne volle la direzione "effettiva", ma continuò l'intensa e puntuale collaborazione redazionale sino a che le sue condizioni di salute glielo permisero»: Vigorelli Vigorelli  Lettera n. 104, Piero Martinetti a Balbino Giuliano,  Lettere , Lettera n. 106, Piero Martinetti a Guido Cagnola, 21 dicembre 1931, in: Lettere , Lettera, Piero Martinetti a Adelchi Baratono, in: Lettere , 107-108.  Presentazione a: Davide Assael, Alle origini della Scuola di Milano: Martinetti, Barié, Banfi, Milano, 200918.  Vigorelli «Ella già saprà certamente che io, in seguito all'affare del negato giuramento, sono stato collocato a riposo. Non appartengo quindi più all'Milano e non posso più esserle utile che indirettamente»: Lettera n. 116, Piero Martinetti a Carlo Emilio Gadda, 17 marzo 1932, in: Lettere 114.  «del resto io sono perfettamente sereno come chi ha fatto ciò che doveva fare: e non mi sarà discaro poter d'ora innanzi applicare tutto il mio tempo ai miei studi, cioè agli studi veramente miei, fatti per mè, per la mia personalità e la mia vita»: Lettera n. 110, Piero Martinetti a Vittorio Enzo Alfieri, in: Lettere , p.109.  Sulla cui porta fece mettere un'indicazione che diceva: "Piero Martinettiagricoltore": Paviolo«Perciò appunto non ho dimenticato i tuoi interessi e sarei lieto che fossi tu a succedermi. In questo senso ho scritto, "richiesto da Castiglioni stesso", che ora è preside, a Castiglioni. Ho consigliato lui e con lui la facoltà ad accaparrarsi te per la F.[ilosofia] e Banfi per la Storia della  Filosofia]»: Lettera n. 108, Piero Martinetti a Adelchi Baratono, Lettere , 107-108.  Vigorelli  Vigorelli Vigorelli Vigorelli  "Nel registro di entrata delle Carceri Nuove di Torino egli è l'unico che nella scheda personale si faccia registrare, nell'apposita voce, come "ateo", mentre tutti gli altri non di religione israelitica (ossia Bobbio, Einaudi, Pavese, Antonicelli, Salvatorelli e così via) si dichiarano "cattolici"alcune schede, peraltro, tra cui quella di Mila, sono andate perse (il registro è conservato all'Archivio di Stato di Torino, sezioni riunite, Casa circondariale di Torino, Registro matricole 1935, n. 1559)", in: Lettere.  "Martinetti veniva rinchiuso in una cella sulla cui porta veniva apposto il cartellino "Politico: sorveglianza particolare". Il giorno successivo cominciavano gli interrogatori che si ripetevano finché dopo alcuni giorni d'arresto il Martinetti veniva finalmente scarcerato.", Michelangelo Giorda, Piero Martinetti, Castellamonte, «Devo darle una notizia terrificante, relativamente. Lunedì passato 8 corrente sono caduto malamente da una pianta, per fortuna senza gravi conseguenze di nessuna specie, salvo un leggero tramortimento durato qualche ora»: Lettera n. 241, Piero Martinetti a Nina Ruffini, 16 settembre 1941, in: Lettere 231.  Cit. in: Lettere 245.  «Si può comunque, in base a testimonianze diverse, ritenere che Martinetti sia deceduto all'Ospedale Molinette sfollato a Cuorgnè, ove si tentò inutilmente di salvarlo e che il corpo sia stato immediatamente trasferito (abitudine che rimase in uso per decenni in circostanze analoghe) alla casa d'abitazione, per evitare lungaggini burocratiche e maggiori spese funerarie.  L'atto di morte recita: " il g alle ore quattro e minuti zero, nella casa posta in frazione Spineto n. 106 è morto Martinetti Piero, anni 70, residente in Torino, professore pensionato"»: Paviolo.  Paviolo .  "Per ultimo desidero di essere cremato e che le mie ceneri riposino nel Camposanto di Castellamonte", frase finale del testamento di Piero Martinetti, Paviolo. Il testamento di Martinetti, da lui riscritto, "in una grafia incerta e in una forma in cui non si trova lo stile abituale del nostro filosofo"(Paviolo) fu considerato da sua sorella Teresa come estorto: "Le opere che al tempo del decesso di Piero erano ancora solo allo stato di manoscritto vennero devolute ai beneficiari della biblioteca, la quale, a dirtelo in assoluta confidenza, cadde in mano a tre estranei alla famiglia, per un testamento fatto fare a nostra insaputa a Piero, a oltre un anno da che era stato colpito da un insulto di trombosi al cervello [...] la preziosa biblioteca, che per volontà recisa, assoluta di Piero a me da Lui ripetutamente espressa alcuni mesi prima che fosse colpito dalla trombosi, doveva andare all'Milano, prese altre vie e e sta presentemente ancora peregrinando in attesa di destinazione definitiva." Lettera del 25 settembre 1947 di Teresa Martinetti al cugino Giuseppe Bertogliatti, in: Paviolo Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti  «Allo Spir, un singolare pensatore solitario, al quale mi legano tante affinità e tante simpatie, sarà dedicato il fascic. 3 della "Riv. di Filosofia", che non mancherò di spedirle a suo tempo. Quante dottrine dello Spir, specialmente nel rapporto morale e religioso, sembrano pensate per il nostro tempo! Ma esse passeranno, come passarono, inavvertite. La lucequesto passo del quarto Vangelo lo Spir volle inciso sul suo sepolcrovolle penetrare le tenebre, ma le tenebre non l'accolsero»: Lettera n. 164, Piero Martinetti a Nina Ruffini, 26 gennaio 1937, in: Lettere 155..  «io sono sempre stato un filosofo inattuale»: Lettera n. 258, Piero Martinetti a Giorgio Borsa, 1942, in: Lettere Emilio Agazzi, La filosofia di Piero Martinetti, Milano, Unicopli, 123.  «Ma è stato Alessio a dimostrare l'importanza e l'anteriorità, rispetto ad altri autori, della lettura di Spir per la maturazione della metafisica martinettiana»: Vigorelli, Franco Alessio, op. cit. II.  Vigorelli Vigorelli  Piero Martinetti, Breviario spirituale, Bresci, Torino,  Lettera Piero Martinetti a Guido Cagnola, Lettere. Sulla riflessione religiosa di Martinetti vedi Franco Alessio, L'idealismo religioso di Piero Martinetti, Brescia, Morcelliana, (Tesi di Pavia: relatore Michele Federico Sciacca)  Paviolo Paviolo  Amedeo Vigorelli, "Martinetti e Capitini: attualità di un confronto", in: Amedeo Vigorelli, La nostra inquietudine. Martinetti, Banfi, Rebora, Cantoni, Paci, De Martino, Rensi, Untersteiner, Dal Pra, Segre, Capitini, Bruno Mondadori, Milano, "e si conversò a lungo della inumazione e della cremazione (aveva fatto cremare il cadavere della mamma, per avere vicine le sue ceneri)" Aldo Capitini, Antifascismo tra i giovani, Célèbes Trapani,   Paviolo Paviolo  "L'eretico Martinetti, italiano per caso", Recensione di Raffaele Liucci su Il fatto quotidiano, Liberacittadinanza  Il Dipartimento di Filosofia "Piero Martinetti", sul sito dell'Università Statale di Milano  Pierluigi Battista, "Le vie dedicate ai razzisti spettano ai professori eroi che dissero no al fascismo", Corriere della Sera, 24 gennaio 19.  Stefania Chiale, "Dall'attivista curda al pioniere green I nuovi Giusti del Monte Stella", Corriere della Sera, Cronaca di Milano13.  "Monte Stella I nuovi Giusti in diretta su Facebook", Corriere della Sera, 7 marzo , Cronaca di Milano9.  , Commemorazione di Piero Martinetti, Torino, Accademia delle Scienze, Giornata Martinettiana, Torino, Edizioni di "Filosofia", "Per il 50° della morte di Piero Martinetti", Rivista di Filosofia, Emilio Agazzi, "La storiografia filosofica nel pensiero di Piero Martinetti", Rivista critica di storia della filosofia, Emilio Agazzi, La filosofia di Piero Martinetti, Sandro Mancini, Amedeo Vigorelli e Marzio Zanantoni, Edizioni Unicopli, Milano, . Franco Alessio, L'idealismo religioso di Piero Martinetti, Brescia, Morcelliana, 1950. Franco Alessio, introduzione a Piero Martinetti, Il pensiero di Africano Spir, Torino, Albert Meynier, Davide Assael, Alle origini della Scuola di Milano: Martinetti, Barié, Banfi, Milano, Guerrini e Associati, Antonio Banfi, "Piero Martinetti e il razionalismo religioso", in: Filosofi contemporanei, Firenze, Parenti, Guido Bersellini Rivoli, Il fondamento eleatico della filosofia di Piero Martinetti (prefazione di Gustavo Bontadini), Milano, Il Saggiatore, Guido Bersellini Rivoli, La fede laica di Piero Martinetti. Appunti sul confronto religioso e politico (in Italia e nel villaggio globale), Lecce, Manni, Guido Bersellini Rivoli, Appunti sulla questione ebraica. Da Nello Rosselli a Piero Martinetti, Milano, Franco Angeli, Giorgio Boatti, Preferirei di no, Le storie dei dodici professori che si opposero a Mussolini, Torino, Einaudi,  Brigida Bonghi, La fiaccola sotto il moggio della metafisica kantiana. Il Kant di Piero Martinetti, Milano, Mimesis Editrice, . Brigida Bonghi e Fabio Minazzi, Sulla filosofia italiana del Novecento. Prospettive, figure e problemi, Milano, Franco Angeli); ranco Bosio, "Pietro Martinetti: l'uomo e l'assoluto", in: , Filosofie "minoritarie" in Italia tra le due guerreCeravolo, Roma, Aracne Editrice, Remo Cantoni, "L'illuminismo religioso di Piero Martinetti", in: Studi filosofici, Giuseppe Colombo, La filosofia come soteriologia. L'avventura spirituale e intellettuale di Piero Martinetti, Milano, Vita e Pensiero, Eugenio Colorni, La malattia della metafisica. Scritti autobiografici e filosofici, Torino, Einaudi, 2Augusto Del Noce, Filosofi dell'esistenza e della libertà, Milano, Giuffrè, Mario Dal Pra, "Momenti di riflessione sull'esperienza religiosa in Italia tra idealismo e razionalismo critico", in:  La filosofia contemporanea di fronte all'esperienza religiosa, Parma, Pratiche editrice, 1988. Cecilia Ferronato, "Filosofia e religione in Piero Martinetti", in: Percorsi e Figure Filosofi italiani del '900, Salvatore Natoli, Genova, Marietti Editore, Giovanni Filoramo, Letture Martinetti. "Gesù Cristo e il Cristianesimo" nel persiero religioso di Piero Martinetti, "Rivista di filosofia", , 9. Pietro Gervasio, Piero Martinetti: l'interpretazione di Kant nel quadro della filosofia italiana tra Ottocento e Novecento, Michelangelo Giorda, Piero Martinetti, Castellamonte, Helmut Goetz, Il giuramento rifiutato. I docenti universitari e il regime fascista, Firenze, La Nuova Italia, Cesare Goretti, Il pensiero filosofico di Piero Martinetti, Bologna, Accademia delle Scienze, 1952. Eliodoro Mariani, Esperienza ed intuizione religiosa: saggio sul pensiero di Piero Martinetti, con appendice sugli inediti, Roma, Carlo Mazzantini, "Piero Martinetti e l'Oriente", Filosofia,  Valerio Meattini, Ragion teoretica e ragion pratica. Martinetti interprete di Kant, Pisa, Vigo Cursi Editore, 1989. Franco Milanesi, La filosofia neognostica di Piero Martinetti, in: "Paradigmi", Giuseppe Morelli, Piero Martinetti, tesi di laurea in Filosofia (relatore prof.Antonio Aliotta), Biblioteca Facoltà di Lettere e Filosofia, Napoli); Angelo Paviolo, Piero Martinetti aneddotico. L'uomo, il filosofo, la sua terra, Aosta, Le Château Edizioni, Alfredo Poggi, Piero Martinetti, Vicenza, Collezione del Palladio, 1943, ora Riedizione Cosimo Scarcella e Introduzione di Enrico De Mas, Milano, Marzorati, Enrico I. Rambaldi, Voci dal Novecento, Milano, Guerrini e Associati, Francesco Romano, Il pensiero filosofico di Piero Martinetti, Padova, Cedam, Carlo M. Santoro, Piero Martinetti. Il problema della libertà, Lecce, Edizioni Milella, Cosimo Scarcella, La dottrina politica di Piero Martinetti: aspetti teoretici ed aspetti pratici, in Il Pensiero Politico, Firenze, Olschki Editore, Cosimo Scarcella, Piero Martinetti. Politica e filosofia. Con alcuni ‘Pensieri' inediti, Napoli, Collana La Cultura delle Idee diretta da Fulvio Tessitore e Giuliano Marini, Edizioni Scientifiche Italiane, 1989. Carlo Terzi, Piero Martinetti, la vita e il pensiero originale, Bergamo, Editrice San Marco, 1966. Carlo Terzi, "Lettere inedite di Piero Martinetti", in: Giornale di metafisica, Torino, 1972. Amedeo Vigorelli, "Emilio Agazzi e la fortuna di Martinetti", in: , L'impegno della ragione. Per Emilio Agazzi, Mario Cingoli, Marina Calloni, Antonio Ferraro, Unicopli, Milano, 1994,  25-35 (nuova ed. "Emilio Agazzi e la "fortuna milanese" di Piero Martinetti", in: , Vita, concettualizzazione, libertà. Studi in onore di Alfredo Marini, R. Lazzari, M. Mezzanzanica, E. S. Storace, Mimesis, Milano, A.  Vigorelli, Piero Martinetti. La metafisica civile di un filosofo dimenticato, Milano, Bruno Mondadori, Amedeo Vigorelli, "Nuove pagine di e su Piero Martinetti", Rivista di storia della filosofia, Amedeo Vigorelli, , "Martinetti: l'eredità contestata. Lettere di Antonio Banfi e Gioele Solari", Rivista di storia della filosofia, Amedeo Vigorelli, "Plotino, Spinoza, Spir. La reviviscenza neoplatonica nel razionalismo religioso di Piero Martinetti" (Atti del Convegno “Presenza della tradizione neoplatonica nella filosofia del Novecento”, Vercelli), AnnuarioFilosofico, Mursia, Milano, Amedeo Vigorelli, La nostra inquietudine. Martinetti, Banfi, Rebora, Cantoni, Paci, De Martino, Rensi, Untersteiner, Dal Pra, Segre, Capitini, Bruno Mondadori, Milano 2007. Amedeo Vigorelli, "Martinetti lettore di Spinoza. Il tempo e l'eterno", in: , Spinoza ricerche e prospettive. Per una storia dello spinozismo in Italia (Atti delle Giornate di studio in ricordo di Emilia Giancotti, Urbino), D. Bostrenghi e C. Santinelli, Bibliopolis, Napoli,  A. Vigorelli, "Piero Martinetti  una apologia della religione civile", in: , Le due Torino. Primato della religione o primato della politica?, Gianluca Cuozzo e Giuseppe Riconda, Trauben, Torino, Africano Spir Scuola di Milano Gioele Solari Cesare Goretti Lelio Basso Adelchi Baratono Antonio Banfi Giuramento di fedeltà al fascismo. Piero Martinetti, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  P Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Liber Liber.  openMLOL, Horizons Unlimited srl. Collezione digitale Pubblico dominio a Torino, Biblioteca della Fondazione Piero Martinetti, Torino. Fondazione Casa e Archivio Piero Martinetti, su fondazionepieromartinetti.org. Piero Martinetti, Diego Fusaro sul sito Filosofico.net.   Giuseppe Colombo, La filosofia come soteriologia. Piero Martinetti. Martinetti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Martinetti” – The Swimming-Pool Library.

 

Martini (Cambiano). Filosofo. Grice: “One would think that his ‘discorsi filadelfici’ are about brotherly love, but they were delivered at the Philadelphia American-Italian Philosophical Society!” – Grice: “He wrote on Emilio and Narciso, and a story of philosophy – starting not from Thales but Gioberti!” – Grice: “His science of the heart – scienza del cuore – is a mystery!” Compì studi classici a Chieri e poi, ospitato al Real Collegio di Torino, si rivolse allo studio delle scienze naturalistiche. Con la laurea in medicina,  cui seguirà anche quella in filosofia, ottenne l'insegnamento al predetto Istituto, prima di conseguire una brillante carriera nell'ateneo torinese. Qui, infatti, ottenne prima la docenza in fisiologia  e poi quella di medicina legale, cattedra quest'ultima, istituita di cui fu il primo insegnante in assoluto.  Di Torino fu anche rettore, negli anni in cui ebbe numerosi riconoscimenti, tra cui l'onorificenza di cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.  Ma non mancarono episodi tragici, allorché, pochi anni dopo le nozze, perse la moglie (figlia del chimico Giovanni Antonio Giobert), dalla quale ancora non aveva avuti igli, né li avrebbe avuti in seguito, visto che non si risposò, per dedicarsi completamente all'insegnamento e alla stesura di saggi e manuali nelle discipline mediche. In questo filone, il più ricco, vanno almeno segnalati gli “Elementa physiologiae” e “Lezioni di fisiologia” così come “Medicina legale”, accanto agli Elementa medicinae forensis, politiae medicae et hygienes, cui avrebbe fatto seguito il Manuale di medicina legale.  Il variegato percorso saggistico non si limitò (e non si esaurì) a studi a carattere medico-fisiologico e medico-legale. Anzi, forte del curriculum studiorum seguito fin da giovanissimo, cercò di approfondire i pensatori classici, come nel caso di un “Coompendio” dedicato a Platone, di cui peraltro riuscì a terminare il manoscritto poco prima di morire, arrivando persino a stilare,  sia pure non in forma sistematica, una Storia della filosofia.  Risultati migliori li ebbe, tuttavia, nel campo educativo-pedagogico. Questo indirizzo è testimoniato, oltre che dal saggio sulla Riforma della prima educazione dai dodici volumi dell'Emilio. Qui, facendo leva della sua vasta cultura, tratta emblematicamente di argomenti in cui si fondono, senza soluzione di continuità, il "viver sano" e il "maritaggio", il "governo della famiglia" e la felicità, le "tendenze morali" e la "moderazione nella prosperità", passando per i modi attraverso i quali "sopportare le avversità". Altre opera: “Elementa physiologiae” (Pica, Torino); “Dei vantaggi che la medicina apporta alle nazioni,” Tip. Chirio e Mina, Torino “Introduzione alla medicina legale,” Marietti, Torino “La medicina curativa di Leroy,” Tip. Marietti, Torino “Prime linee di polizia medica,” Fontana, Milano  “Della scienza del cuore,” Fontana, Milano “Della colera indica,” Fodratti, Torino “Elementa medicinae forensis, politiae medicae et hygienes,” Tip. Marinetti, Torino “Manuale di polizia medica,” Fontana, Milano “Manuale d'igiene,” Tip. Fontana, Milano “Lezioni di fisiologia,” Pomba, Torino  “Patologia generale,” Elvetica, Capolago  “Invito a' medici piemontesi all'occasione del cholera-morbus,” Tip. Cassone e Marzorati, Torino  “Storia della fisiologia,” Tip Cassone e Marzorati, Torino  “Manuale di medicina legale,”  Fontana, Milano; “Emilio,  Marietti, Torino “Della solitudine,” Marietti, Torino “Narciso o regalo agli sposi,” Marietti, Torino  “Guerra e pace dei sensi,”Tip. Marietti, Torino “Emilio o sia del governo della vita,” Tip. Fontana, Milano “Discorsi filadelfici; ossia, fasti dell'ingegno italiano,”Tip. Marietti, Torino “Riforma della prima educazione,” Tip. Marietti, Torino “Della sapienza dei greci,” Tip. Cassone e Marzorati, Torino; “Storia della filosofia,” Tip. Pirotta, Milano “Platone compendiato e comentato,” Tip. Elvetica, Capolago  “Alcune vite di donne celebri,”Tip. Fontana, Milano “De clarissimo viro Thoma Tosio ex ordine Oratorum sacrae facultatis professore in regio Taurinensi Athenaeo, Tip. Regia, Torino Vita del conte Gian-Francesco Napolio, Bocca, Torino  Vita Francisci Canevarii, Torino Cenni biografici di Lagrangia, Tip. Cassone e Marzorati, Torino Curatele A. von Haller, Poesie scelte, Stamp. Reale, Torino  J.L. Alibert, Riflessioni sulla fisiologia delle passioni o nuova dottrina de' sentimenti morali, Tip. Marietti, Torino, F. Redi, Consulti medici, Tip. Elvetica, Capolago, D. Alighieri, La Divina Commedia, Tip. Marietti, Torino);  G. Gianelli, L'uomo ed i codici nel nuovo Regno d'Italia. Commentario medico-legale, in «Politecnico. Repertorio mensile di studi applicati alla prosperità e cultura sociale»,  Milano.  G. Corniani, I secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento, F. Predari,  VIII, Utet, Torino); S. Berruti, Saggio sulla vita e sugli scritti del professore cavaliere Lorenzo Martini, s.e., Bologna); L. Martini, Emilio, 12 voll., Tip. Marietti, Torino); S.G.M. Berruti, Saggio sulla vita e sugli scritti del professore cavaliere Lorenzo Martini, s.e., Bologna); G. Corniani, I secoli della letteratura italiana dopo il suo risorgimento, F. Predari,  VIII, Utet, Torino 1856. G.B. Gerini, Due medici pedagogisti. Maurizio Bufalini e Lorenzo Martini, Tip. Bona, Torino 1909. G.L. Gianelli, L'uomo ed i codici nel nuovo Regno d'Italia. Commentario medico-legale, in «Politecnico. Repertorio mensile di studi applicati alla prosperità e cultura sociale»,  IX, Milano. Lorenzo Martini. Martini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Martini” – The Swimming-Pool Library.

 

Martino (Napoli). Filosofo. Grice: “I like Martino – and his interviewees – there is indeed a ‘discepolato’ around him.” Grice: “We don’t have anything like Martino at Oxford – Hollis is the closest I can think.” Grice: “In his strictly philosophical explorations, Martino aptly clashes with Croce!” -- Dopo la laurea a Napoli con una tesi in Storia delle religioni sui gephyrismi eleusini sotto la direzione di Adolfo Omodeo, si interessa alle discipline etnologiche. Si iscrive ai GUF e alla Milizia Universitaria, collaborando a L'Universale di Berto Ricci e facendo circolare in una cerchia ristretta di collaboratori un Saggio sulla religione civile poi rimasto inedito.  L'ingresso nel circolo crociano «Erano quelli gli anni in cui Hitler sciamanizzava in Germania e in Europa, e ancora lontano era il giorno in cui le rovine del palazzo della Cancelleria avrebbero composto per questo atroce sciamano europeo la bara di fuoco in cui egli tentava di seppellire il genere umano: ed erano anche gli anni in cui una piccola parte della gioventù italiana cercava asilo nelle severe e serene stanze di Palazzo Filomarino per risillabare il discorso elementarmente umano altrove impossibile, persino nella propria famiglia».  Il suo saggio, “Naturalismo e storicismo nell'etnologia” è un tentativo di sottoporre l'etnologia al vaglio critico della filosofia storicista di Benedetto Croce. Secondo de Martino, l'etnologia solo attraverso la filosofia storicista avrebbe potuto riscattarsi dal suo naturalismo (tratto che accomuna, per de Martino, tanto la scuola sociologica francese che gli indirizzi "pseudostorici" tedeschi e viennesi). Fu lo stesso Croce a introdurre il giovane de Martino all'editore Laterza, suggerendo la pubblicazione del libro, in cui, nonostante qualche ingenuità, si può già scorgere in nuce l'idea del successivo lavoro sul "magismo etnologico". Scritto negli anni della seconda guerra mondiale e pubblicato nel 1948, Il mondo magico è il libro nel quale Ernesto de Martino elabora alcune delle idee che rimarranno centrali in tutta la sua opera successiva.  Qui de Martino costruisce la sua interpretazione del magismo come epoca storica nella quale la labilità di una "presenza" non ancora determinatasi, viene padroneggiata attraverso la magia, in una dinamica di crisi e riscatto. In quel periodo, de Martino comincia a militare nei partiti di sinistra. Prima, dal 1945, lavora come segretario di federazione, in Puglia, per il Partito Socialista Italiano; influenzato da Gramsci e da  Levi, cinque anni dopo, entra a far parte del Partito Comunista Italiano. Anche per questa ragione, negli anni che seguono, de Martino comincia a interessarsi sempre di più allo studio etnografico delle società contadine del sud Italia, in contemporanea con le inchieste di Vittorini e l’opera documentaristica di Zavattini. Di questa fase, talvolta detta "meridionalista", fanno parte le opere più note al grande pubblico: Morte e pianto rituale, Sud e magia, La terra del rimorso.  Innovativo nelle sue ricerche fu l'approccio multidisciplinare, che lo portò a costituire un'équipe di ricerca etnografica. La terra del rimorso è la sintesi delle sue ricerche sul campo (il Salento) affiancato da uno psichiatra (Giovanni Jervis), una psicologa (L. Jervis-Comba), un'antropologa culturale (Amalia Signorelli), un etnomusicologo (D. Carpitella), un fotografo (Franco Pinna) e dalla consulenza di un medico (S. Bettini). Nello studio del fenomeno del tarantismo vengono utilizzati anche filmati girati tra Copertino, Nardò e Galatina. A queste monografie segue la pubblicazione dell'importante raccolta di saggi, “Furore Simbolo Valore”. E stato collaboratore di R. Pettazzoni all'Università "La Sapienza" di Roma, nell'ambito della Scuola romana di Storia delle religioni. Come ordinario di Storia delle religioni e di Etnologia, dha insegnato all'Cagliari, dove ha avuto uno stuolo di allievi. Con ACirese, Lilliu, Cases, la sua assistente CGallini, e in seguito altri studiosi, quali P.  Cherchi, G.  Angioni, P.  Clemente, e P. Solinas, saranno esponenti di una significativa, sebbene mai formalizzata, scuola antropologica all'Cagliari, della quale de Martino è considerato uno dei fondatori.  È considerato uno dei più importanti antropologi dell’età contemporanea, fondatore in Italia dell’umanesimo etnografico e dell’etnocentrismo critico.  La presenza La presenza in senso antropologico, nella definizione di de Martino è intesa come la capacità di conservare nella coscienza le memorie e le esperienze necessarie per rispondere in modo adeguato ad una determinata situazione storica, partecipandovi attivamente attraverso l'iniziativa personale e andandovi oltre attraverso l'azione. La presenza significa dunque esserci (il "da-sein" heideggeriano) come persone dotate di senso, in un contesto dotato di senso. Il rito aiuta l'uomo a sopportare una sorta di "crisi della presenza" che esso avverte di fronte alla natura, sentendo minacciata la propria stessa vita. I comportamenti stereotipati dei riti offrono rassicuranti modelli da seguire, costruendo quella che viene in seguito definita come "tradizione".  11spedizione in Lucania Se si vuole rintracciare in de Martino un filo comune e unitario tra l’influenza marxista e gramsciana della “triade meridionalista” (esplicita anche attraverso la sua militanza diretta nel PCI negli anni ‘50) di Morte e pianto ritual, Sud e magia  e La terra del rimorso e gli appunti e i dossiers preparati per La fine del mondo, in cui è presente un’elaborazione filosofica più marcatamente sui piani ontologico, esistenzialista e fenomenologico e che vedranno la luce solo posteriormente dal riordino delle carte ad opera di Angelo Brelich e Clara Gallini, bisogna rendere centrale il nesso tra presenza/crisi/riscatto e il processo di destorificazione del negativo ad opera dell’ethos del trascendimento; l’immaginazione simbolica collettiva è la realizzazione di un’ethos del trascendimento che, come un mito di fondazione per il senso di appartenenza o la sacralizzazione dell’”oggetto” per scopi espiatori, rende possibile il superamento di una crisi, della “presenza” in quanto soggetto che opera nella natura, che rischia di perdersi in essa senza riscatto (escaton). Il soggetto dunque si ricolloca nella storia tramite la cultura, e la crisi si rivela esistenziale nel rapporto tra se’ e il mondo “altro da se’”. Ma la crisi affonda sempre nelle materiali condizioni di vita e nelle modalità concrete di una prassi che deve tendere e tende incessantemente alla trasformazione rivoluzionaria (che è escatologica nelle religioni) come base insopprimibile della costituzione di sè come soggetto:  “Vi è dunque un principio trascendentale che rende intellegibile l’utilizzazione e le altre valorizzazioni, e questo principio è l’ethos trascendentale del trascendimento della vita nel valore: attività dunque, ma ethos, dover-essere-nel-mondo per il valore, per la valorizzante attività che fa mondo il mondo, e lo fonda e lo sostiene.”  Costante, inoltre, nella ricerca sul campo, come nelle analisi ed elaborazioni degli ultimi anni, fu l’indagine sul valore euristico assegnato ai dati psicopapatologici, sempre legato a una riflessione critica sulla trasferibilità delle relative nozioni in contesti culturali diversi e sulle loro implicazioni sul piano antropologico e filosofico più generale: dalla figura dello sciamano come “Cristo magico” ne Il mondo magico, ai fenomeni di dissociazione e possessione (influenzato dalle letture di Shirokogoroff e PJanet) nei riti della taranta, fino alle note sulle “apocalissi psicopatologiche” ne La fine del mondo.  Il folklore progressivo Il concetto di folklore, come concezione del mondo regressiva, secondo le “osservazioni sul folklore” del Quaderno XXVII di Gramsci “un agglomerato indigesto di frammenti di concezioni del mondo e superstiti documenti mutili e contaminati”, ma anche di positiva creatività delle classi subalterne (come i canti popolari), in opposizione alla cultura dotta delle élite dirigenti, fu oggetto di riflessione dell’antropologo partenopeo a partire dal 1949, con il saggio “Intorno ad una storia del mondo popolare subalterno”, pubblicato su Società sul nr.3 di quell’anno, in cui riprende studi e indagini della nuova etnologia sovietica (Tolstov, Hippius, Cicerov, ispirati da Propp). In un saggio lo define come proposta consapevole del popolo contro la propria condizione socialmente subalterna, o che commenta, esprime in termini culturali, le lotte per emanciparsene.” Il concetto fu poi ripreso, discusso problematicamente e allargato in particolare da Cirese (in rapporto a Gramsci) e Satriani (il folklore come cultura di contestazione).  I “folkloristi” erano stati oggetto di critica di de Martino già nella sua prima opera del 1941, Naturalismo e storicismo nell’etnologia, in quanto puri descrittori e catalogatori con criterio naturalistico e non storico-culturale: per cui il folklore rimane, pur categorizzato come “progressivo”, come fenomeno di indagine antropologica nei termini più complessivi di cultura popolare.  Crisi della presenza e destorificazione del negativo In quanto alla “crisi della presenza” come spaesamento, ne La fine del mondo, Ernesto de Martino racconta di una volta in Calabria quando, cercando una strada, egli e i suoi collaboratori fecero salire in auto un anziano pastore perché indicasse loro la giusta direzione da seguire, promettendogli di riportarlo poi al posto di partenza. L'uomo salì in auto pieno di diffidenza, che si trasformò via via in una vera e propria angoscia territoriale, non appena dalla visuale del finestrino sparì alla vista il campanile di Marcellinara, il suo paese. Il campanile rappresentava per l'uomo il punto di riferimento del suo circoscritto spazio domestico, senza il quale egli si sentiva realmente spaesato. Quando lo riportarono indietro in fretta l'uomo stava penosamente sporto fuori dal finestrino, scrutando l'orizzonte per veder riapparire il campanile. Solo quando lo rivide, il suo viso finalmente si riappacificò.  In un altro esempio, per esprimere il medesimo concetto, De Martino racconta degli Achilpa, cacciatori e raccoglitori australiani, nomadi da sempre e per sopravvivenza, che avevano però l'usanza di piantare al centro del loro accampamento un palo sacro, intorno al quale celebravano un rito ogni volta che "approdavano" in un luogo nuovo. Il giorno che il palo si spezzò, i membri della tribù si lasciarono morire, sopraffatti dall'angoscia.  Il concetto di spaesamento, come una condizione molto "rischiosa" in cui gli individui temono di perdere i propri riferimenti domestici, che in qualche modo fungono da "indici di senso", viene inserito dunque da de Martino nelle sue categorie di “crisi della presenza” e destorificazione del negativo.  La crisi della presenza caratterizza allora quelle condizioni diverse nelle quali l'individuo, al cospetto di particolari eventi o situazioni (malattia, morte, conflitti morali, migrazione), sperimenta un'incertezza, una crisi radicale del suo essere storico (della "possibilità di esserci in una storia umana", scrive de Martino) in quel dato momento scoprendosi incapace di agire e determinare la propria azione. La destorificazione del negativo permette l'universalizzazione della propria condizione umana in una dimensione mitico-simbolica, mediata dalla religione e presente nel rito. Secondo Amalia Signorelli, antropologa ee collaboratrice della spedizione nel Salento,  "Il dato esistenziale che ha scatenato la crisi (morte, malattia, paura e altro ancora) viene mentalmente astratto dal contesto storico per entro il quale è stato esperito e viene ricondotto a un tempo e a una vicenda mitici".  Se il mito è narrazione, il rito è un comportamento orientato ad uno scopo e ripetuto con parole e gesti di significato altamente simbolico. È così che mito, rito e simbolo diventano un circuito volto alla soluzione della crisi, astraendo dalla storia reale in cui agisce il negativo.  Quando è il negativo a prevalere, e questo accade in fasi particolarmente drammatiche dell’esistenza umana (come la morte di una persona cara), può manifestarsi una crisi radicale, una “funesta miseria esistenziale”, per cui l’ethos del trascendimento non riesce più a risolvere la crisi nel valore e la mancata valorizzazione fa perdere anche l’operabilità sul reale. L’attività etica della valorizzazione è necessaria per impedire la destrutturazione dell”esserci”, in quanto il “vitale” vede per intero invaso il suo spazio, quello dell’intersoggettività e il rapporto con il mondo. Avviene allora che “la presenza abdica senza compenso”.  L'elaborazione del lutto ed il pianto rituale antico Magnifying glass icon mgx2.svg  Morte di Gesù negli studi antropologici e Planctus. Organizza una serie di spedizioni di ricerca in Lucania, accompagnato da un’equipe interdisciplinare, tra cui Vittoria De Palma, anche lei etnologa e compagna di vita e con l’utilizzo di strumenti quali il magnetofono e la cinepresa, innovativi rispetto all’indagine folklorica classica. Riconnettendosi a Il mondo magico, decide di concentrarsi sul lamento funebre e la “crisi del cordoglio”, ai segni, al simbolismo delle ritualità legate ad una crisi esistenziale tra le più gravi, come quella che segue la perdita di un caro, e il pianto e il dolore collettivi che rappresentano la “crisi della presenza”, della propria e di tutti, minacciata dalla morte. Il pericolo del lutto è dunque quello dell’annullamento totale.  In Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria affronta anche il senso della morte di Cristo in rapporto alla condizione esistenziale dell'uomo nel mondo ed al momento traumatico della esperienza della morte dei propri cari. Di fronte alla "crisi del cordoglio" che può portare al crollo esistenziale, emerge la esigenza di elaborare culturalmente il lutto, nella forma socialmente codificata del rito. La consolazione offerta dal credo religioso riconduce a forme sopportabili la carica drammatica del lutto, riferendola simbolicamente alla morte tragica di Cristo sulla croce, forme che consentono di ritrovarsi uguali nel dolore, ma che diventano anche promessa di resurrezione.  «È possibile interpretare la genesi del protocristianesimo come esemplarizzazione di una storica risoluzione del cordoglio che trasforma Gesù morto in Cristo risorto e il morto che torna nel morto-risorto presente nella chiesa e nel banchetto eucaristico. Le apparizioni di Cristo dopo la morte testimoniano la Resurrezione e la presenza di Cristo nella chiesa sino al compimento del piano temporale di salvezza. Dopo l'Ascensione la discesa dello S.S. inaugura l'epoca in cui il morto-risorto è con i credenti sino alla fine, per donare la spinta alla testimonianza missionaria. Il Cristianesimo diventa un grande rituale funerario per una morte esemplare risolutiva del vario morire storico e come pedagogia del distacco e del trascendimento rispetto a ciò che muore (il che poteva aver luogo solo in quanto il morto era l'unto dell'Uomo-Dio)". Abbiamo un esempio storico di soluzione della crisi e la garanzia mediante la fede della presenza del Risorto nella comunità. La celebrazione eucaristica rappresenta contemporaneamente l'evento passato di un Cristo al centro del piano temporale di salvezza (mito che garantisce e fonda la salvezza futura) e l'evento futuro della definitiva Parusia.»  De Martino indaga la persistenza, nelle realtà marginalizzate della Lucania, del pianto funebre, come “riplasmazione” del planctus irrelativo, rito antichissimo e diffuso prima del Cristianesimo in tutta l'area mediterranea. La destorificazione dell’evento luttuoso, soggettivamente vissuto, permette di riportarlo ad una dimensione mitico-rituale, e dunque al superamento della crisi.  Su questi temi si è soffermata una sua studentessa e collaboratrice, la scrittrice Muzi Epifani, nella commedia La fuga, scritta a dieci anni dalla sua scomparsa. Opere:“Naturalismo e storicismo nell'etnologia,” Laterza, Bari, n. ed. con introduzione e cura di Matteis, Argo, Lecce, “Il mondo magico: prolegomeni a una storia del magismo,” Einaudi, Torino,  Boringhieri, Torino (con introduzione di Cesare Cases e in appendice testi di Benedetto Croce, Paci, Pettazzoni e  Eliade) “Morte e pianto rituale nel mondo antico: dal lamento pagano al pianto di Maria, Einaudi, Torino, Premio Viareggio Saggistica; n. ed. Bollati Boringhieri, Torino (con introduzione di Gallini) “Sud e magia,” Feltrinelli, Milano (con introduzione di Umberto Galimberti). “Sud e magia La terra del rimorso. Contributo a una storia religiosa del Sud,” Il Saggiatore, Milano, “Furore, simbolo, valore, Il Saggiatore, Milano,  poi Feltrinelli, Milano, (con introduzione di Luigi M. Lombardi Satriani) e  (con introduzione di Marcello Massenzio) “Magia e civiltà. Un'antologia critica fondamentale per lo studio del concetto di magia nella civiltà occidentale,”Garzanti, Milano, Mondo popolare e magia in Lucania, a cura e con prefazione di Rocco Brienza, Basilicata, Roma-Matera,La fine del mondo. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali, Gallini, con introduzione di Gallini e Massenzio, Einaudi, Torino, La collana viola: lettere (con Cesare Pavese), Pietro Angelini, Bollati Boringhieri, Torino, Scritti su religione, marxismo e psicoanalisi, Altamura e PFerretti, Nuove edizioni romane, Roma, Compagni e amici: lettere di Ernesto de Martino e Pietro Secchia, Riccardo Di Donato, La nuova Italia, Firenze, “Storia e metastoria”“i fondamenti di una teoria del sacro, introduzione e cura di Marcello Massenzio, Argo, Lecce, “Note di campo: spedizione in Lucania, edizione critica Clara Gallini, Argo, Lecce, “L'opera a cui lavoro: apparato critico e documentario alla Spedizione etnologica in Lucania, Clara Gallini, Argo, Lecce, Una vicinanza discreta: lettere (con Renato Boccassino), Francesco Pompeo, Oleandro, Roma, “I viaggi nel Sud di Ernesto de Martino, Clara Gallini e Francesco Faeta, fotografie di Arturo Zavattini, Franco Pinna e Ando Gilardi, Bollati Boringhieri, Torino, “Panorami e spedizioni: le trasmissioni radiofoniche,”Luigi M. Lombardi Satriani e Letizia Bindi, Bollati Boringhieri, Torino, “Musiche tradizionali del Salento: le registrazioni di Diego Carpitella ed Ernesto de Martino  a cura e testi di Maurizio Agamennone, Squilibri, Roma,Scritti filosofici, Roberto Pastina, il Mulino, Bologna, Dal laboratorio del mondo magico: carteggi Pietro Angelini, Argo, Lecce, Ricerca sui guaritori e la loro clientela, Adelina Talamonti, Argo, Lecce (con introduzione di Clara Gallini)Etnografia del tarantismo pugliese. I materiali della spedizione nel Salento, Signorelli e Valerio Panza, Introduzione e commenti di Amalia Signorelli, Argo, Lecce . La fine del mondo. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali, nuova edizione Giordana Charuty, Daniel Fabre, Marcello Massenzio, Einaudi, Torino.  E. de Martino, Promesse e minacce dell'etnologia, in Id., Furore Simbolo Valore, Milano,  filosofico.net. 19 luglio .  Giulio Angioni, Una scuola antropologica sarda?, in Giulio Angioni et al. (Luciano Marrocu, Francesco Bachis, Valeria Deplano), La Sardegna contemporanea. Idee, luoghi, processi culturali, Roma, Donzelli, Martino, cap.VI “Antropologia e marxismo” par. “Marxismo e religione”, in La fine del mondoContributo all’analisi delle apocalissi culturali, Einaudi, Ernesto de Martino, Il folklore progressivo, in l’Unita’, Amalia Signorelli, Ernesto De MartinoTeoria antropologica e metodologia della ricerca, L'asino d'oro ed.  Il mondo magico, ed., Torino, Ernesto de Martino, La Fine del Mondo, Einaudi, Torino, Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci. 9Giulio Angioni, Fare dire sentire. L'identico e il diverso nelle culture, Nuoro, Il Maestrale, Giulio Angioni, Una scuola antropologica sarda?, in Luciano Marrocu, Francesco Bachis, Valeria Deplano , La Sardegna contemporanea. Idee, luoghi, processi culturali, Roma, Donzelli, Mauro Baldonato e Bruno Callieri, Soglie dell'impensabile. Apocalissi e salvezza in Ernesto de Martino, Rivista sperimentale di freniatria: la rivista dei servizi di salute mentale. (Torino : [Milano : Centro Scientifico Editore ; Franco Angeli). Roberto Beneduce e Simona Taliani , Ernesto De Martino. Un'etnopsichiatria della crisi e del riscatto, "aut aut",Sergio Fabio Berardini, Ethos Presenza Storia. La ricerca filosofica di Ernesto De Martino, Università degli Studi di Trento, Trento  Giordana Charuty, Ernesto de Martino. Le precedenti vite di un antropologo, FrancoAngeli, Milano,  Placido Cherchi e Maria Cherchi, Ernesto De Martino: dalla crisi della presenza alla comunità umana, Napoli, Liguori, Placido Cherchi, Il peso dell'ombra: l'etnocentrismo critico di Ernesto De Martino e il problema dell'autocoscienza culturale, Napoli, Liguori, Placido Cherchi, Il signore del limite: tre variazioni critiche su Ernesto De Martino, Napoli, Liguori, Stefano De Matteis, Il leone che cancella con la coda le tracce. L'itinerario intellettuale di Ernesto de Martino, Napoli, d'If, Riccardo Di Donato , La Contraddizione felice?: Ernesto De Martino e gli altri, ETS, Pisa, Muzi Epifani, La fuga. Opera teatrale dedicata a Ernesto de Martino, Roma,  riedita da La mongolfiera edizioni e spettacoli, Doria di Cassano allo Ionio, . Fabrizio M. Ferrari. Ernesto de Martino on Religion. The Crisis and the Presence[collegamento interrotto]. London and Oakville: Equinox. Clara Gallini e Francesco Faeta , I viaggi nel Sud di Ernesto de Martino, fotografie di Arturo Zavattini, Franco Pinna, e Ando Gilardi, Bollati Boringhieri, collana «Nuova Cultura», Franco La Cecla, Perdersi. L'uomo senza ambiente. Laterza, Bari, Vittorio Lanternari, Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani Mariannita Lospinoso, Enciclopedia ItalianaIV Appendice,  Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani Marcello Massenzio, Ernesto De Martino e l'antropologia, in Il Contributo italiano alla storia del PensieroFilosofia (), Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani Arnaldo Momigliano, Recensione a "La terra del rimorso", in Rivista storica italiana (ora in Quarto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico,  Edizioni di Storia e Letteratura, Roma) Gennaro Sasso, Ernesto De Martino fra religione e filosofia, Napoli, Bibliopolis, Paolo Taviani, Ridere un mondo, Roma, Aracne, . Clara Zanardi, Sul filo della presenza. Ernesto De Martino fra filosofia e antropologia. Unicopli edizioni, . Marco Tabacchini, Dramma e salvezza: il carattere protettivo del mito in de Martino, in Giovanni Leghissa, Enrico Manera , Filosofie del mito nel Novecento, Carocci, Roma . Aurelio Rigoli, Magia ed etnostoria, Boringhieri, Torino, Benedetto Croce Vittorio Lanternari Claude Lévi-Strauss Diego Carpitella Tarantismo Carlo Tullio Altan Alberto Mario Cirese Giulio Angioni Antropologia culturale Placido Cherchi Scuola antropologica di Cagliari Antonio Gramsci Storia delle religioni Etnologia Pizzica Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su Ernesto de Martino Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ernesto de Martino  Ernesto de Martino, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Mariannita Lospinoso, DE MARTINO, Ernesto, in Enciclopedia Italiana, IV Appendice, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1Vittorio Lanternari, Dizionario biografico degli italiani,  Istituto dell'Enciclopedia Italiana,  Ernesto de Martino, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere di Ernesto de Martino, .  Marcello Massenzio, Ernesto De Martino e l'antropologia, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Recensione a Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di Maria. Recensione a Il mondo magico. Prolegomeni a una storia del magismo. Ernesto de Martino Pagina autore Liber Censor.net  di Ernesto de Martino (formato pdf) Istituto Ernesto De Martino, su iedm. Società di Mutuo Soccorso Ernesto de Martino, su smsdemartino.noblogs.org. Interpretazioni dell'apocalisse: le tre edizioni de La fine del mondo di Ernesto de Martino, su L’analisi e la classe Ernesto de Martino, "Intorno a una storia del mondo popolare subalterno",1949 su Academia.edu. Ernesto de Martino. Martino. Keywords. Luigi Speranza, “Grice e Martino” – The Swimming-Pool Library.

 

Masci (Francavilla al Mare). Filosofo. Grice: “But perhaps more interesting that his explorations on the judicative are Masci’s conceptual analysis, and fascinating ‘natural’ history of the will, with a focus on Aristotle!” Grice: “Like Masci, I make a conceptual connetction between willing and free-will.” – or “volonta” e “liberta” in his words!” -- Grice: “I like Maci; he has philosophised on forms of intuition and instincdt – cf. my “Needs’ – and what he calls the psycho-physical materialism. Also on what he calls the psychological parallelism – He spent a few essays on quantification and measurement in atters of the soul -- -- and speaks of an ‘indirect measure’ in psychology. He has opposed ‘conoscenza’ to ‘credenza’ (cf. my knowledge and belief) , and further, ‘conosecenza and pensiero’ , knowledge and thought.  Nato in una famiglia della borghesia abruzzese, perse il padre Guglielmo all'età di 4 anni. Frequentò il collegio Giambattista Vico di Chieti e, completati gli studi liceali, fu allievo del professor Mola, che gli insegnò filosofia, scienze e matematica. Iniziò nel 1862 gli studi di giurisprudenza all'Napoli, dove si laureò nel 1866, ed in seguito studiò scienze politico-amministrative. Cominciò ad approfondire le sue conoscenze filosofiche grazie alle lezioni tenute da Bertrando Spaventa nella stessa città. Influenzato dalla sua formazione universitaria e dallo stesso Spaventa, al centro dei suoi primi studi c'era il pensiero di Kant e Hegel.  Ottenne la cattedra di professore reggente di filosofia presso il liceo di Chieti, prima dell'abilitazione che gli fu consegnata a Pisa. Inoltre venne nominato vincitore di un concorso della Reale Accademia delle scienze morali e politiche grazie ad un saggio sulla Critica della ragion pura. Divenne libero docente di filosofia teoretica all'Napoli e, l'anno successivo, di storia della filosofia presso l'Pavia. Abbandona l'insegnamento a Chieti per recarsi a Padova, dove era stato nominato professore straordinario di filosofia morale. All'istituto scolastico lasciò numerosi scritti sulla filosofia antica. Un anno dopo divenne Professore all'Napoli.  Ottenne la carica di rettore dell'Napoli e di consigliere comunale della medesima città. Nel corso della sua carriera politica fu eletto deputato dal collegio di Ortona al Mare per la XIX legislatura e fu un sostenitore di  Annunzio. Entra nel Senato del Regno, dove intervenne più volte sul tema dell'istruzione pubblica. Sosteneva la maggiore importanza della formazione classica rispetto a quella tecnica o scientifica nelle scuole secondarie.   Liceo scientifico "Filippo Masci" a Chieti Fu Presidente dell'Accademia di lettere ed arti della Società Reale di Napoli, socio della Regia Accademia dei Lincei, membro del Consiglio superiore dell'Istruzione Pubblica e di altre istituzioni culturali. Presso i lincei difese l'importanza di Kant e Fichte in contrasto con le parole di Luigi Luzzati che li aveva criticati per essere filosofi tedeschi. S’erige un busto commemorativo a Francavilla al Mare e il neonato liceo scientifico di Chieti fu intitolato in suo onore. Nel corso della sua carriera conobbe Scarfoglio e Annunzio, che continuò a frequentare negli anni successivi. Inoltre fu tenuto in grande considerazione da Spaventa. Compone “Pensiero e conoscenza”, in cui sono racchiusi gli aspetti più importanti della sua filosofia. Ha molteplici interessi (filosofia, psicologia, sociologia, pedagogia, diritto e storia) ed è considerato uno dei più importanti esponenti del neo-kantismo o neo-criticismo, avendo rifiutato sia alcune posizioni di Spaventa, sia l'affermato positivismo di Ardigò, che esclude ogni possibile principio a priori della conoscenza. La ripresa della filosofia di Kant e segnata dalla convinzione che e sbagliato ridurre la realtà a pura rappresentazione, ma anche dal tentativo di studiare la genesi psicologica delle categorie e quindi negare la loro formulazione numericamente rigida. Nel materialismo psico-fisico cerca di dimostrare l'unità tra anima e natura in una concezione psico-fisica della realtà, ma la sua filosofia e criticata da Gentile, anche a causa della mancata adesione al ne-oidealismo. Altre saggi: “Le forme dell'intuizione” (Del Vecchio, Chieti); “Le teorie sulla formazione naturale dell'istinto”Memoria letta alla R. Accademia di Scienze Morali e Politiche della Società Reale di Napoli. Napoli: Tipografia della Regia Università, “Il materialismo psico-fisico”“Il parallelismo in psicologia, “Atti dell'Accademia di Napoli”, Napoli  Intellettualismo e pragmatismo, “Atti della Regia Accademia delle Scienze morali e politiche”, Napoli, “Quantità e misura nei fenomeni psichici”Memoria letta all'Accademia di Scienze Morali e Politiche della Società Reale di Napoli. Napoli: Federico Sangiovanni & Figlio, “Della misura indiretta in psicologia.”Conoscenza scientifica e conoscenza matematica. Napoli: Federico Sangiovanni & Figlio, “Credenza e conoscenza”  -- “I like the latest bit, where he discusses the reciprocity of the faculties” – Grice.)  Atti dell'Accademia di Napoli”, Napoli, “Pensiero e conoscenza,”Bocca Editori, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italian astrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia Ufficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaronastrino per uniforme ordinariaUfficiale dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Note  Schede di personalità abruzzesi importanti nel campo della filosofia, Regione Abruzzo).  Storia del liceo F. Masci e biografia, Liceo F. Masci).  Discorso di commiato per la morte di Masci, su notes9.senato. 15 luglio .  Alfonso Pietrangeli, Filippo Masci e il suo neocriticismo, Cedam, Padova 1962. Luigi Gentile, Filippo Masci : dal criticismo kantiano al monismo psicofisico, Noubs, Chieti 2003. Giuseppe Landolfi Petrone, Masci Filippo, in Dizionario biografico degli italiani,  Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, ATreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Filippo Masci, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere di Filippo Masci, su Liber Liber.  Opere di Filippo Masci, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.  Filippo Masci, su storia.camera, Camera dei deputati.  Filippo Masci, su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Filippo Masci. Masci. Keywords: criticismo, neo-criticismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masci” – The Swimming-Pool Library.

 

Masi (Firenze). Filosofo. Grice: “Unlike Masi, I don’t think ontology has reached its end – il fine dell’ontologia” – Grice: “Masi has elaborated on the power of reason not from an Ariskantian perspective but from a Plathegelian one! – Masi: “Il potere della ragione: Eraclito, Platone, Hegel.” --  Grice: “It’s amazing Masi was implicating the same things as I was on S izz P and P hazz S; he even managed a coinage, ‘uni-equivocity’ – I love it!”. Figlio di Enrico Masi, generale dell'Esercito Italiano, e Leda Nutini. Ha compiuto i suoi studi a Bologna, conseguendo la maturità classica presso il liceo statale L. Galvani. Iscrittosi a Bologna, vi si laureò con lode  con una tesi sul diritto di famiglia negli Statuti Bolognesi. Assolse agli obblighi di leva e fu trattenuto alle armi in base alle disposizioni di emergenza del periodo. Congedato, riprese gli studi di filosofia a Bologna, dove conseguì la laurea con lode, discutendo co Battaglia la tesi, “Individuo, società, famiglia in Rosmini”. La tesi gli valse l'ammissione, con borsa di studio a Milano. Dopo il primo anno, fu richiamato alle armi nel periodo bellico. Ottenuto il congedo definitivo, insegna filosofia a Bologna. Participa ai principali convegni e congressi, come quelli del Centro Studi Filosofici di Gallarate, come attesta la sua collaborazione alla Enciclopedia filosofica quel Centro. Dona su collezione alla Pinacoteca comunale di Pieve di Cento. L'interesse storiografico che muove  Masi alla ricostruzione di Kierkegaard da un profondo e originale impegno teoretico, volto ad approfondire il concetto metafisico di "analogia", cui il discorso di Kierkegaard, come l'A. si propone di illustrare nel suo saggio, risulta fortemente legato. Sotto un profilo strettamente storiografico, il Masi approda, attraverso un'attenta rilettura delle "opere edificanti" di Kierkegaard, ad un'interpretazione che ridimensiona questo pensatore, scoraggiando molti luoghi comuni della critica.." (A. Baboline).  "Nel linguaggio filosofico contemporaneo l'aggettivo "platonico", riferito a una qualsiasi entità, vuole denotare l'immobilità a-storica, il suo permanere in un'assoluta identità con sé medesima al di sopra delle alterne vicende del divenire. Ciò deriva da una tradizione ermeneutica del platonismo. Uno degli aspetti più rilevanti del volume di Masi risiede appunto nello sforzo operato a de-mitizzare una tale ermeneutica... questa ricerca del Masi costituisce un lucido esempio di come oggi una filosofia, che si presenta spiritualistica e umanistica, sappia ripiegarsi a cogliere con consapevolezza trasparente e spregiudicata, le proprie radici alle fonti più vive della tradizione culturale dell'Occidente" (A. Babolin).  "Le zitelle è un libro divertente, curioso, strano. Il pregio maggiore di questo libro è di essere tutto su di uno stesso tema musicale.” Opere: “Esistenza” (Bologna; “La verità,” Bologna, “La libertà,” Bologna, “Metafisica,” Milano, “La fine dell'ontologia,” Milano, “Disperazione e speranza. Saggio sulle categorie kierkegaardiane,” Padova, “Il potere della ragione,”  Padova, “Il problema aristotelico,” Bologna, “L'esistenzialismo,” “Grande antologia filosofica. Il pensiero contemporaneo,” Milano “Il pensiero ellenistico,” Bologna, “L'uni-equivocità dell'essere in Aristotele (Genova: Casa Editrice) – cf. Grice, “Aristotle on the multiplicity of being” -- Tilgher “Lo spiritualismo” antico. Il pensiero religioso egiziano classico, Bologna: Clueb, “Lo spiritualismo ellenistico.” La grande svolta del pensiero occidentale, Bologna: Clueb, Lo spiritualismo cristiano antico. Dalle origini a Calcedonia, Bologna: Clueb Origène o della riconciliazione universal, Bologna, “Lo spiritualismo indiano. Dalle Upanishad al Buddha, Bologna: Clueb Lo spirito magico. Saggi sul pensiero primitivo, Bologna: Clueb, Studi sul pensiero antico e dintorni, Bologna L'idea barocca. Lezioni sul pensiero del Seicento, Bologna: Clueb, Il concetto di cultura,  Bologna: Clueb, Commento al Timeo” (Bologna: Clueb“Dell'eternità, e altri argomenti,’ Bologna: Clueb Narrativa Penombre,” Torino: Casa Editrice A.B.C. SL'esile ombra, Torino: Casa Editrice A.B.C.  Le zitelle,  Milano: Todariana Editrice, Il cane cinese, Roma: Vincenzo Lo Faro Editore Il gatto Siamese,  Roma: Vincenzo Lo Faro Editore. Il figlio dell'ufficiale, Marta, L'ultima estate, Firenze: Firenze Libri “La carriera di un libertino,”La dea bambina, Firenze: Firenze “Oltre le dune,” Firenze: Firenze Libri Le donne, Roma: Gabrieli Editore L'ignoto. Il sogno,  Firenze: L'Autore Libri, Tra le quinte del liceo. L'orologio a Pendolo, Firenze: L'Autore Libri, Il palloncino rosso e altri racconti, Firenze: L'Autore Libri, La partenza, Firenze: L'Autore Libri Il sogno, Roma: Gabrieli Editore Angelina e altri racconti, Firenze: L'Autore Libri La croce di Sant'Elpidio. Il cane cinese, Firenze Il lupo di Sestola, Firenze: L'Autore Libri Poesia Apollo e Dafne, Padova: L'Edicola Le stagioni e i giorni, Padova: L'Edicola, La tomba d'erba, Padova: L'Edicola Maremma tu, Milano: Todariana EditricePremio Montediana di poesia, A. Babolin, rec. a Disperazione e speranza, in "Riv. di Fil. Neosc.",  A. Babolin, rec. a il potere della ragione, in: "Riv. di Fil. Neosc.", F. Tombari, rec. a Le zitelle, Milano: Todariana Editrice  Nunzio Incardona. Giuseppe Masi --. Keywords uni-equivociat dell’essere in Aristotele. Giuseppe Masi. Masi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masi” – The Swimming-Pool Library.

 

Massarenti (Eboli). Filosofo. Grice: “His dictionary of non-common ideas I would give to Austin on his birthday; he would hate it! He was all for common lingo!” -- “I like Massarenti: he can be provocative. I like his study on what he calls a ‘neologissimo’ – and the idea of the pocket-philosopher! I know I’m one! On the other hand, he has written on ‘la buona logica,’ but isn’t ‘logica’ already a value-paradeigmatic expression? His study on god-damn logic is good – since that’s what I do, with my theory of implicature. To say, “My wife is in the kitchen or the bedroom” when I know where she is – and thus when I have truth-functional grounds to utter the stronger disjunct, it’s still goddamn logic – I haven’t lied! True but misleading – aka god-dman logic!” Responsabile del supplemento culturale Il Sole-24 Ore-Domenica, dove si occupa di storia e filosofia della scienza, filosofia morale e politica, etica applicata, e dove tiene la rubrica Filosofia minima.   Armando Massarenti vive a Milano, dove dirige il supplemento culturale Domenica de Il Sole 24 Ore. Scrive L'etica da applicare. Redatta il Manifesto di bioetica laica, che ha suscitato un vasto dibattito.[senza fonte] È stato membro dell'Osservatorio di Bioetica della Fondazione Einaudi di Roma e dal  fa parte del Comitato etico della Fondazione Veronesi, presieduto da Giuliano Amato. Direttore della rivista Etica ed economia (Nemetria).  Ha curato e introdotto diversi volumi di argomento filosofico-scientifico, come L'ingranaggio della libertà di Friedman (Liberilibri, Macerata), la Storia dell'astronomia di Giacomo Leopardi (La vita felice, Milano), Rifare la filosofia di Dewey (Donzelli, Roma).  Per Feltrinelli ha curato e introdotto il volume Laicismo indiano (Milano), una raccolta di saggi del Premio Nobel per l'economia Amartya Sen.  Ha curato il numero monografico della Rivista di Estetica dedicato al dibattito su "Analitici e continentali"  e, con Vittorio Possenti, il volume Nichilismo, relativismo, verità. Un dibattito (Rubbettino, Soveria Mannelli). Ha curato la collana I Grandi Filosofi (trenta volumi sui protagonisti della storia del pensiero, da Socrate a Wittgenstein, per i quali ha anche scritto le prefazioni, confluite ne Il filosofo tascabile). Nel  è in corso di pubblicazione una serie analoga dedicata ai grandi della scienza.  Ha scritto Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima per il quale gli sono stati conferiti il Premio Filosofico Castiglioncello  e il premio di saggistica "Città delle Rose"Il lancio del nano è anche oggetto di un esperimento didattico, promosso dalla Società Filosofica Italiana (Sfi), attraverso il quale viene proposto un modo nuovo di motivare gli studenti allo studio della filosofia e alla capacità di argomentare in proprio. Dal libro è stato tratto anche uno spettacolo teatrale, per la regia di Claudio Longhi (prodotto da Mimesis).  Con Gilberto Corbellini e Pino Donghi ha curato e in parte scritto il volume Bi(bli)oetica. Istruzioni per l'uso (Einaudi), un dizionario di bioetica sui generis, dal quale il regista Luca Ronconi ha tratto l'omonimo spettacolo teatrale andato in scena a Torino, per il progetto Domani delle Olimpiadi6.  Ha scritto Staminalia. le cellule etiche e i nemici della ricerca, una ricostruzione del dibattito etico e scientifico sulla ricerca sulle staminali, recensito, tra gli altri, da Elena Cattaneo sulla rivista Nature.  Ha scritto Il filosofo tascabile. Dai presocratici a Wittgenstein. 44 ritratti per una storia del pensiero in miniatura. In contemporanea è uscito “Stramaledettamente logico. Esercizi filosofici su pellicola (Laterza, Roma-Bari) una raccolta di saggi su cinema e filosofia (di Claudia Bianchi, Roberto Casati, Achille Varzi, Nicla Vassallo) di cui ha scritto introduzione e saggio conclusivo.  Ha insegnato come professore a contratto nelle Bologna, Lugano, Siena, Milano. Dirige per Mondadori Università la collana "Scienza e filosofia".  Fa parte delle giurie di due premi per la divulgazione scientifica: il Premio Giovanni Maria Pace, promosso dalla SISSA di Trieste, il Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica, legato al Campiello (Padova), e il premio letterario Merck Serono. È stato anche nella giuria del Premio del Giovedì "Marisa Rusconi", conferito ogni anno a Milano a un romanzo italiano opera prima.  Ha vinto diversi premi:  il Premio Dondi per la Storia della Scienza, delle tecniche e dell'Industria (Padova); n il Premio Voltolino per la divulgazione scientifica (Pisa); n il Premio Mente e Cervello (Torino); nel  il premio Capri, il premio Argil e il premio Capalbio; nel  il Premio Città di Como.  Opere: “L'etica da applicare: una morale per prendere decisioni,” Milano, Il Sole-24 Ore libri, “Il lancio del nano” -- e altri esercizi di “filosofia minima,” Parma, Guanda, Staminalia. “Le cellule” etiche e i nemici della ricerca, Parma, Guanda,  “Il filosofo tascabile” “dai presocratici a Wittgenstein”“ritratti per una storia del pensiero in miniatura,” Parma, Guanda, “Dizionario delle idee non comuni,”Parma, Guanda, .“Filosofia, sapere di non sapere: le domande che hanno caratterizzato lo sviluppo del pensiero” Firenze, D'Anna.“Perché pagare le tangenti è razionale ma non vi conviene” e altri saggi di etica politica, Parma, Guanda, .“Istruzioni per rendersi felici.”“Come il pensiero antico salverà gli spiriti moderni, Milano, Guanda, .“La buona logica.” Imparare a pensare, con Paolo Legrenzi, Milano, Cortina, “.Metti l'amore sopra ogni cosa: una filosofia per stare bene con gli altri,”Milano, Mondadori, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Armando Massarenti, .  Registrazioni di Armando Massarenti, su Radio Radicale, Il lancio del nano e altri esercizi di filosofia minima, su italialibri.net.Armando Massarenti: tangenti e moralità, su filosofia.rai. Armando Massarenti. Massarenti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Massarenti” – The Swimming-Pool Library.

 

Massari (Seminara). Filosofo. Bernardo Massari -- calabro -- Barlaam: -- Grice: “Should it be under B – Barlam, under Seminara, like Occam?”  Barlaam Calabro – di Calabria – Scrive di aritmetica, musica e acustica. E  uno dei più convinti fautori della riunificazione fra le Chiese d'oriente e occidente. È considerato insieme ai suoi due allievi Leonzio Pilato e Boccaccio uno dei padri dell'Umanesimo. Studiain Galatro, Calabria. Pare che il suo successo come filosofo (un suo trattato sull'etica stoica è preservato) e ragione di gelosia da parte di N. Gregorio. Nell'ambito delle trattative per la riunificazione tra le due Chiese di Oriente e di Occidente, a lui venne affidata la difesa delle ragioni greche; in tale occasione sviluppò le sue critiche verso l'esicasmo e a sottolineare la differenza di valore tra la teologia scolastica e la contemplazione mistica. E protagonista di una violenta polemica contro i metodi ascetici e mistici di alcuni monaci dell'Athos e del loro sostenitore G. Palamas. Il dibattito divenne sempre più acceso fino a culminare in un concilio generale alla fine del quale venne costretto a sospendere ogni futuro attacco verso l'esicasmo.   Epigrafe a Gerace, tutore di Petrarca e Boccaccio, inviato dall'imperatore Andronico III Paleologo in missione diplomatica a Napoli, Avignone e Parigi per sollecitare le corti europee ad una crociata contro i turchi. In quell'occasione costrue delle relazioni e una rete di amicizie su cui puo fare conto quando, in seguito alla decisione conciliare, decise di aderire alla Chiesa d'Occidente. Ad Avignone conosce Petrarca, a cui iniziò ad insegna il greco. Petrarca si adoperò per fargli assegnare la diocesi di Gerace, così e nominato vescovo di Clemente. La bolla relativa alla sua elezione al vescovato di Gerace riporta, Monachus monasteri Sancti Heliae de Capasino Ordinis Sancti Basilii Militensis Diocesis, in sacerdotio constitutum. Tutore di Petrarca e Boccaccio che da un importante contributo, attraverso la riscoperta dei testi antichi, anche a tutto ciò che non molto tempo dopo svilupa il movimento umanista. È proprio Manetti il primo a menzionarlo nella sua biografia del Petrarca. Venne inviato in missione diplomatica da Clemente in un rinnovato tentativo ecumenico. Data la grande influenza di Palamas il tentativo, ancora una volta, si risolse in un insuccesso. Fa ritorno ad Avignone dove muore. Altri saggi: Si occupa anche di matematica lasciandoci una “Logistica” in cui spiega le regole di calcolo con interi, frazioni generiche e frazioni sessagesimali. D. Mandaglio, Barlaam Calabro: una vocazione unionista. C. Nanni Editore (Maggio ). Salvatore Impellizzeri, Calabro, Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Silvio Giuseppe Mercati, Calabro, Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ratisbona.Predecessore Vescovo di Gerace SuccessoreBishop CoA PioM.svg Nicola2 ottobre 13421º giugno 1348Simone Atomano. Barlaam Calabro di Seminara. Bernardo Massari. Massari.

 

Mastri (Meldola). Filosofo.– Grice: “One interesting fascinating bit about Mastri’s ‘Institutiones logicae’ is tha it starts with a little ABC!” Grice: “Mastri has a chapter on fallacies, too, which is fascinating!” -- Grice: “I love Mastri – of course at Oxford, if they do history of logic, they’ll focus on Occam – Axe Kneale!” Grice: “But Mastri explored quite a bit the square of opposition, and modal, too – what he says about nomen, verbum, propositio, copula, ‘regulae’ for reasoning, and so forth, is all relevant – especially seeing that his “Institutiones logicae” is just one of his outputs: he made intensive commentaries on Aristotle’s whole organon, and more importantly, also his metaphysics and his theory of the soul – so Mastri certainly knows what he is talking about!” -- Grice: “He was a logician, and so, according to the Bartlett, am I!”Altri saggi: “Disputationes Physicorum Aristotelis” (Grignano, Roma); Disputationes in Organum Aristotelis” (Ginamo, Venezia); “Disputationes in De celo et Metheoris” (Ginamo, Venezia); “Disputationes in De generatione et corruption” (Ginamo, Venezia); “Disputationes in Aristotelis Stagiritæ De anima” (Ginamo, Venezia); “Disputationes in Aristotelis Stagiritæ libros Physicorum” (Ginamo, Venezia); “Institutiones logicæ, quas vulgo summulas, vel logicam parvam, nuncupant” (Ginammo, Venezia); “Disputationes in Organum Aristotelis” (Ginammo, Venezia); “Disputationes in Aristotelis stagiritæ Metaphysicorum” (Ginammo, Venezia); “Disputationes in De coelo et Metheoris” (Ginammo, Venezia);“Scotus et scotistæ Bellutus et Mastrius expurgati a probrosis querelis ferchianis” (Succius, Ferrara); “Disputationes in De generatione et corruptione” (Ginammo, Venezia); “Disputationes theologicæ in Sententiarum” (Hertz, Venezia); “Disputationes theologicæ in Sententiarum” (Storto, Venezia); “Disputationes theologicæ in Sententiarum” (Valvasenso, Venetzia); “Theologia moralis ad mentem dd. Seraphici et Subtilis concinnata” (Herz, Venezia); “Disputationes in Aristotelis Stagiritæ De anima” (Brogiolli, Venezia);“Theologia moralis,” Edizioni  Theologia moralis, Milano, Fondazione Mansutti), “Philosophiae ad mentem Scoti” (Pezzana, Venezia); “Theologia morali” (Hertz, Venezia); Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Marco Forlivesi, Scotistarum princeps. BMastri e il suo tempo, Centro Studi Antoniani, Padova,  Marco Forlivesi,  Mastri da Meldola,  "riformatore" dell'Accademia degli Imperfetti, Accademia degli Imperfetti, Meldola, Marco Forlivesi , "Rem in seipsa cernere". Saggi sul Mastri  Il Poligrafo, Padova); Daniel Heider, Universals in Second Scholasticism. A comparative study with focus on the theories of Francisco Suárez, João Poinsot and Bartolomeo Mastri da Meldola O.F.M. Conv./Bonaventura Belluto O.F.M. Conv. Philadelphia, John Benjamins, . Tullio Faustino Ossanna,Mastri conv. Teologo dell'incarnazione, Miscellanea Francescana, Romal Fondazione Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di storia dell'assicurazione, M. Bonomelli, schede bibliografiche di C. Di Battista, note critiche di F. Mansutti. Milano: Electa, 214.  Hermann Busenbaum Bonaventura Belluto Giovanni Duns Scoto. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Bartolomeo Mastri. Mastri. Keywords: Categories and De Interpretatione -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mastri” – The Swimming-Pool Library.

 

Massolo (Palermo). Filosofo. Grice: “If I had to decide on my favourite Massolo, that would be his ‘historicity of metaphysics,’ way before when I was venturing with Strawson and Pears to lecture the erudite audience of the BBC third programme on the topic!” Dopo aver intrapreso gli studi presso il Liceo Classico Vittorio Emanuele II, si laurea a Palermo con “L’individuo in Rosmini, con Allmayer. Fu autore di alcuni volumi di poesia.  In seguito ad un periodo di docenza nei licei di Perugia, Catanzaro e Livorno, insegna a Urbino e 'Pisa. Ha influenzato importanti figure del dibattito filosofico del secondo Novecento, come Luporini, Badaloni, Sichirollo, Salvucci, Cazzaniga, Barale, Bodei, Losurdo. Gli scambi epistolari avuti con numerosi intellettuali (tra cui spiccano i nomi di Gentile, Spirito, Bo, Fortini, Russo, Capitini, Weil) mostrano l’alta considerazione di cui Massolo godeva all’interno del panorama culturale del secondo dopoguerra.  Partecipa alla fondazione della rivista Società, entrando nel comitato di redazione. La rivista, nel primo anno della sua uscita, ospitò tre importanti saggi di Massolo: Esistenzialismo e borghesismo,  La hegeliana dialettica della quantità, L’essere e la qualità in Hegel. Idea e fonda la collana «Socrates» dell’editore Vallecchi, con la quale pubblicò “Filosofia e politica” di Weil, Vita di Hegel di Rosenkranz e Dialettica e speranza di Bloch. I suoi studi su Hegel, inclini a valorizzare la filosofia della storia e la dimensione realistica del filosofo tedesco, contrastano tanto la lettura del neoidealismo italiano (Croce e Gentile) quanto quella di Galvano Della Volpe. Nell’ambito della sua riflessione Massolo ha posto le basi teoriche per una nuova ed originale rilettura del rapporto Hegel-Marx, tanto da essere considerato da alcuni interpreti l’avviatore dell’hegelo-marxismo in Italia.  I suoi interessi teoretici si sono rivolti principalmente alla filosofia classica tedesca da Kant ad Hegel, della quale ha studiato, per più di un decennio, i principali momenti storico-teorici.  In antitesi all’esegesi del neoidealismo italiano, che tendeva ad attribuire alle filosofie di Fichte, Schelling ed Hegel il superamento della finitezza umana che Kant aveva posto a fondamento della sua filosofia, Massolo ha proceduto alla rilettura della genesi dell’idealismo tedesco con l’idea che esso abbia storicizzato i dualismi kantiani in un processo che si compie nella Fenomenologia dello spirito di Hegel.  Nelle fasi più mature della sua riflessione ha tematizzato in vari saggi la problematica della scissione della coscienza comune (Filosofia e coscienza comune, oggi), l’idea della completa politicizzazione del filosofare (Politicità del filosofo,  Frammento etico-politico), ed il problema della storia della filosofia con particolare riferimento al ruolo della coscienza riflettente del filosofo, nonché al rapporto dialettico tra Pensiero e Realtà nella città-storia» (La storia della filosofia come problema,).  Si dedica alla questione della dialettica intesa come dialogo, ovvero quell’elemento dialettico-razionale mediante il quale è possibile conciliare le differenti rappresentazioni dell’oggetto storico-sociale e le contraddizioni all’interno della comunità.  Tramite queste riflessioni, che lo hanno condotto a porsi in diretta polemica con Nietzsche ed Heidegger, Massolo ha contrastato l’idea del sapere come visione solitaria del singolo ed ha concettualizzato l’idea del sapere come processo essenzialmente dialogico e comunicativo (La storia della filosofia e il suo significato).  Altre opera:“Mattutino,” versi ( Palermo, A. Trimarchi); “Adolescenza” ( Palermo, “Convivio; storicità della metafisica,”Firenze, Le Monnier); “Introduzione alla analitica kantiana” (Firenze, Sansoni); “Fichte” (Firenze, Sansoni, “Schelling,”Firenze, Sansoni, “Prime ricerche di Hegel” («Pubblicazioni dell’Urbino», serie di Lettere e Filosofia, X), Urbino, “La storia della filosofia come problema” -- ed altri saggi, Firenze, Vallecchi, “Logica hegeliana”  Pasquale Salvucci, Firenze, Giunti-Bemporad, “Della propedeutica filosofica” e altre pagine sparse, Urbino, Montefeltro, Sergio Landucci, Arturo Massolo, "Belfagor, Remo Bodei, Arturo Massolo, "Critica storica", Studi in onore di Arturo Massolo, Livio Sichirollo, Urbino, Argalia, Nicola Badaloni, Ricordo di Arturo Massolo, "Giornale critico della filosofia italiana", degli scritti di  Massolo, Burgio, Urbino, QuattroVenti, “Il filosofo e la città: studi su Arturo Massolo, Nicola De Domenico e Gianni Puglisi, Venezia, Marsilio. Arturo Massolo. Massolo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Massolo” – The Swimming-Pool Library.

 

Mastrofini (Monte Compatri). Filosofo. Grice: “I like Mastrofini; for one, he found how old Roman evolves into what we may call new Roman, or Italian!” – Grice: “And of course as a philosopher, he focused on the philosophical terminology – it takes a PHILOSOPHER to translate a philosophical text!” – Grice: “What I like about Mastrofini” is that he mostly kept with the cognates. La Crusca adores him!” Noto soprattutto per il volume “Le discussioni sull'usura” in cui sostenne che non è reato far fruttare il danaro e che né la Sacra Scrittura, né i Vangeli, né la tradizione ecclesiastica vietavano di ottenere un giusto interesse per danaro dato a prestito. Questo diede luogo a molte discussioni ma anche apprezzamenti lusinghieri da economisti dell'epoca e dall'opinione pubblica.  In precedenza aveva scritto un'opera di economia finanziaria, il Piano per riparare la moneta erosa relativa all'inflazione nello Stato Pontificio, opera largamente utilizzata per la riforma finanziaria dello Stato, intrapresa da Pio VII.   L'edificio del Collegio Romano ove  insegnò. Venne nominato professore di filosofia a Frascatii. Nel pieno della crisi della Repubblica Romana, si trasferì a Roma dove venne nominato professore di eloquenza presso il Collegio Romano. Tornò a a Frascati. Si trasferì definitivamente a Roma dove assume la carica di Consultore della "Nuova Congregazione cardinalizia per gli affari totius orbis".  Produce le traduzioni dei capolavori di Floro, “Sulle cose romane,” e di Ampelio, “Sulle cose memorabili del mondo e degli imperi.” Traduce “Le Antichità romane” di Dionigi.  Venne pubblicato “Teoria e prospetto; ossia, dipinto critico dei verbi italiani coniugati, specialmente degli anomali o mal noti nelle cadenze,” opera che portò un grande contributo allo studio dell'italiano, utilizzata dall'Accademia della Crusca nella revisione del dizionario della lingua italiana. Pubblicò “Della maniera di misurare le lesioni enormi nei contratti e uno studio sulla patria potestà e filiazione, che ebbe larga eco nei circoli giuridici romani, essendo allora in corso una causa di riconoscimento di paternità per successione tra i Torlonia e i Cesarini.   Piazza di Monte Citorio. Nell'edificio dove abitava e morì, in piazza di Monte Citorio il Comune di Roma appose una lapide con il seguente ricordo:  «Abitò in questa casa e vi morì Marco Mastrofini che dotto in filologia, teologo e filosofo assai più grande che celebrato fissò le incerte leggi dei verbi investigò felicemente con l’uso della ragione i misteri della scienza divina S.P.Q.R.» Opere: “Dissertazione filosofica,”Roma “Piano per riparare la moneta erosa,”Roma, “Ritratti poetici, storici, critici dei personaggi più famosi nell'antico e nuovo Testamento, LFloro, “Sulle cose romane”, Roma, Ampelio, “Sulle cose memorabili del mondo e degli imperi”, Roma, Dionigi di Alicarnasso “Le Antichità romane”, Roma, “Dizionario dei verbi italiani,” Roma, “Metaphisica sublimior de Deo triun et uno,” Roma, Appiano “Storia delle guerre civili dei Romani", Roma, Arriano “La Storia”, Roma, ristampata da Sonzongo con il titolo “Delle cose d'Italia” “Le usure,” Roma, “Amplissimi frutti da raccogliere sul calendario gregoriano,” Roma, “L'anima umana e i suoi stati,” Roma,  “Teorica dei nomi,” Roma, “Teorica e prospetto de' verbi italiani conjgeniti,”Roma,  Riconoscimenti La città natale ha dedicato al suo nome la Biblioteca comunale, situata sul colle di Borgo Ghetto, inaugurata  e una piazza cittadina. Roma Capitale gli ha intitolato una via nella zona di Monte Mario.  Biblioteca Comunale Monte Compatri in "Sistema bibliotecario. Provincia di Roma". Sito. Sistema informativo toponomastica di Roma Capitale.  Donato Tamblè Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Marco Mastrofini. Mastrofini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mastrofini” – The Swimming-Pool Library.

 

Masullo (Avellino). Filosofo. Insegna a Napoli.  Ha trascorso vari periodi di ricerca e di insegnamento in Germania. Direttore del Dipartimento di Filosofia dell'Napoli.  È stato socio dell'Accademia Pontaniana, della Società Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Napoli e dell'Accademia Pugliese delle Scienze.  È stato insignito della medaglia d'oro del Ministero per la Pubblica Istruzione.  Candidato nelle liste del Partito Comunista Italiano prima e in quelle dei Democratici di Sinistra poi, ha ricoperto la carica di Deputato, è stato Senatore della Repubblica. Trascorre i primi anni della sua vita a Torino. Si trasferisce a a Nola, dove compie gli studi superiori frequentando il liceo classico statale Giosuè Carducci. Fequenta il corso di laurea in Filosofia all'Napoli. Si laurea con Nobile discutendo una tesi su Benda. Napoli era dominata prevalentemente da Croce; esistevano comunque altri personaggi capaci di una riflessione autonoma e originale come fu Aliotta che con il suo sperimentalismo offrì importanti stimoli a Masullo. Studia l'esistenzialismo che andava diffondendosi in Italia. Assistente volontario alle cattedre di filosofia e tiene seminari per Nobile, Aliotta, e Valle. Compie la sua formazione filosofica a Napoli soprattutto con Carbonara. Carbonara era impegnato attraverso i suoi studi di estetica a ripensare l'attualismo gentiliano. La sua posizione prende il nome di materialismo critico. Attraverso il confronto con Carbonara, Masullo si addestra al rigore concettuale e inizia ad elaborare una propria posizione originale.  Nella formazione e nella costruzione della prospettiva filosofica di Masullo si combinano diverse componenti. Il neoidealismo, crociano e gentiliano, lo sperimentalismo di Antonio Aliotta, e, tra idealismo e materialismo, il materialismo critico di Cleto Carbonara.  Masullo però, mosso dalle proprie inquietudini e dalle impressioni suscitate dai tragici eventi bellici, studia anche l'esistenzialismo e lo spiritualismo. Infine il bisogno di comprendere l'uomo concreto e le sue reali tribolazioni lo conducono ad avvicinarsi alla fenomenologia.  Il soggiorno di studio a Friburgo del 1957-58 gli consente di approfondire lo studio della fenomenologia e di conoscere Weizsäcker, il quale aveva introdotto nel filosofese il concetto di “patico.” (cf. anti-patico, sim-patico, em-patico). Esistenzialismo, spiritualismo, idealismo e fenomenologia sono correnti di pensiero variamente intrecciate tra di loro. Ciò che attraversa trasversalmente questi movimenti di pensiero è la radicale problematizzazione del rapporto tra pensiero e vita, tra il pensiero e il suo negativo, ciò che pensiero non è.  Il pensiero Intuizione e discorso è un testo in cui, avvalendosi degli stimoli che provenivano dalla epistemologia, Masullo si confronta con l'idealismo attualistico e storicistico per riflettere sul carattere “difettivo” della coscienza e sul suo rapporto con la conoscenza.  Masullo in Intuizione e discorso sostiene che i poli del fatto e dell'idea, del senso e della coscienza, della vita e delle forme dello spirito sono legati da un vincolo dialettico. Voler ridurre l'uno all'altro conduce ad un idealismo soggettivistico o ad un empirismo cieco alle dimensioni dello spirito. Bisogna comprendere le modalità del vincolo che lega spirito e corpo. Il pensiero che voglia essere critico, cioè che non voglia ingannarsi, deve riconoscere che esso si fonda su processi biologici e fisiologici che gli sono irriducibili.  Nel 1957-58 Masullo approfondisce in Germania lo studio della fenomenologia, ancora poco diffusa in Italia. A Friburgo frequenta i circoli husserliani capeggiati dall'allievo di Husserl Fink e conosce Weizsacker del quale Masullo svilupperà il concetto di "patico". Masullo stesso, tornato in Italia, traduce e commenta alcuni testi di Husserl in un piccolo libriccino ormai introvabile (Logica, psicologia, filosofia. Un'introduzione alla fenomenologia, Napoli, Il Tripode) il cui contenuto in parte è poi confluito nel successivo truttura, soggetto, prassi.  Masullo considera Husserl un grande esploratore della coscienza. Husserl cerca di dare un fondamento filosofico alle scienze positive indagando il modo in cui la coscienza costituisce il mondo che la scienza prende ad oggetto delle proprie particolari ricerche. Masullo però, elaborando gli stimoli dell'antropologia medica di Weizsacker, lavora al passaggio dalla fenomenologia alla patosofia.  Struttura, soggetto, prassi (1962, 1994) è il testo che documenta il rinnovamento della ricerca di Masullo. Fa riferimento alle scienze positive per mostrare che la coscienza è qualcosa di vivo e concreto e non è «intellettualisticamente sofisticata», trasparente a sé stessa, come vorrebbero le filosofie speculative le quali riducono la vita psichica alla vita cosciente e non tengono conto o minimizzano il peso della dimensione psichica inconscia, svalutata come qualcosa di filosoficamente irrilevante.  S. Non è possibile una conoscenza diretta, per introspezione/riflessionecome vorrebbero le filosofie speculativedi ciò che pensiero non è. Il pensiero come esperienza intersoggettiva, sociale (lo Spirito, il Soggetto) può conoscere i suoi prodotti, i pensieri, il pensato, ma non può conoscersi come processo, esperienza del pensare, atto, tempo, «paticità» (cioè il pensare come esperienza soggettiva, esistenza). D'altronde il pensiero come processo non può essere conosciuto neanche per inferenza da parte delle scienze positivo-sperimentali. Queste possono misurare i processi, ma non possono misurarne i vissuti.  Lo scacco, il limite della conoscenza è l'apertura alla prassi e all'etica: riconoscere il nesso operativo tra senso e significato, crisi e ordine, «patico» e cognitivo, corpo e mente. Analizza i grandi modelli idealistici e fenomenologici della soggettività. In particolare, seguendo un'indicazione di Fichte, sviluppa la tesi secondo la quale il fondamento dell'uomo, cioè la condizione per la quale l'uomo assume i caratteri della soggettività (libertà, storia, ricerca, progetto, autodeterminazione) è l'intersoggettività. Di questo fondamento Masullo analizza le modalità di funzionamento.  Masullo, con i suoi studi sulla «intersoggettività» e il «fondamento» degli anni sessanta e settanta (Lezioni sull'intersoggettività. Fichte e Husserl, Napoli, Libreria Scientifica Editrice,  La storia e la morte, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, La comunità come fondamento. Fichte, Husserl, Sartre, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, 1965; Il senso del fondamento, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, Antimetafisica del fondamento, Napoli, Guida), analizza le «operazioni nascoste» in base alle quali si costituisce l'io e in base alle quali si costituisce l'oggettività del mondo e individua nella originaria struttura intersoggettiva il fondamento del mondo umano. Il fondamento è la comunità, ma essa funzionalmente rimane nascosta all'io per permettergli di istituirsi ed operare, come ben spiega nell'importante saggio Il fondamento perduto, in cui rielabora e sviluppa spunti presenti negli ultimi capitoli di Il senso del fondamento  e raccoglie in modo compiuto i risultati teoretici di due decenni di ricerche intorno al tema della comunità-intersoggettività come fondamento. Masullo pubblica inoltre il testo Fichte. “L'intersoggettività e l'originario” in cui riprende e aggiorna il saggio su Fichte contenuto in La comunità come fondamento. Fichte, Husserl, Sartre. Pubblica Metafisica. Storia di un'idea. Il capitolo finale, Il sentimento metafisico, è l'indicazione del passaggio a una nuova fase del pensiero di Masullo, una fase in cui il tema dell'intersoggettività lascia il posto alla esplorazione delle dimensioni del vissuto del soggetto, quindi lascia il posto ai temi della paticità, del senso, del tempo.  In effetti anche i suoi corsi universitari di quegli anni rivelano questo momento di transizione. Si dedicati al tema dell'inter-soggettività ma vengono trattati anche i temi caratteristici della seconda stagione della sua riflessione. Tratta della “difettività del soggetto”; nel corso invece si occupa di “comprensione del tempo e interpretazione morale, definitivamente centrati su “i patemi della ragione e l'inter-esse etico.”  Nei studi su «tempo», «senso», «paticità» (Filosofie del soggetto e diritto del senso, Genova, Marietti, “Il tempo e la grazia. Per un'etica attiva della salvezza, Roma, Donzelli, “Paticità e indifferenza” (Genova, Il Melangolo). Sostiene che il pensiero critico, nella sua incapacità di pensare il passaggio, il processo, la trasformazione, il cambiamento (sustenuto in La problematica del continuo in Aristotele e Zenone di Elea, seppure solo sul piano logico) è incapace anche di pensare la soggettività la quale è una forma particolare di cambiamento, è tempo, prodursi delle differenze all'interno di un campo strutturato, fortemente centralizzato, l'organismo umano, portatore della coscienza di sé.  In questi studi degli anni ottanta e novanta Masullo considera le modalità affettive e psicobiologiche dell'esser soggetto. In “Filosofie del soggetto e diritto del senso” Masullo si confronta con Kant, Hegel, Dilthey, Heidegger e Merleau-Ponty, i quali storicamente hanno posto il tema della soggettività non riconoscendo però la differenza tra «significato» e «senso». Masullo rivendica il «diritto del senso» ad essere riconosciuto nella sua radicale e irriducibile diversità dal significato.  Molto più rilevante nella costruzione della sua prospettiva filosofica è invece il saggio intitolato Il tempo e la grazia. Per un'etica attiva della salvezza, nel quale Masullo illustra la sua concezione della frammentazione della soggettività a partire da alcune considerazioni sui concetti di esperienza e di tempo. I lessici delle lingue europee antiche e moderne consentono di distinguere la dimensione orizzontale dell'esperienza propriamente detta (έμττεŀρία, experientia, Erfahrung) la quale ha un carattere prevalentemente cognitivo rispetto alla dimensione verticale dell'esperienza meno propriamente detta (πάθος, affectio, Erlebnis), cioè il vissuto, il quale ha invece un carattere affettivo anziché cognitivo. Da una parte abbiamo il giudizio su ciò che abbiamo provato, dall'altra abbiamo il provare come avvertimento immediato dell'accadermi di qualcosa.  Ciò introduce a un'ulteriore precisazione filologica che riguarda la differenza tra il cambiamento e il tempo. Il tempo non è il cambiamento. Il cambiamento è il continuo prodursi delle differenze nell'organizzazione delle forme della vita. Il tempo è l'avvertimento interiore di questo cambiamento, cioè l'avvertimento di sé attraverso il cambiamento.  L'uomo, a differenza degli altri viventi, è intrinsecamente tempo. Egli istituisce il tempo nel senso che mette in relazione i cambiamenti a dei sistemi oggettivi di riferimento, ma ancor più radicalmente l'uomo è tempo in quanto avverte i cambiamenti del mondo esterno solo in relazione al proprio modificarsi. Questo avvertimento, il «senso», è l'indice della soggettività. L'avvertimento della perdita, il senso del cambiamento, in una parola il tempo, accende l'allucinazione del sé, scatena il desiderio di permanenza.  Parallelamente alla esplorazione della soggettività, in Il tempo e la grazia Masullo segue gli sviluppi di un'emergente epistemologia caratterizzata anch'essa dalla contingenza e irreversibilità del tempo fisico così come la cosmogenetica ce lo illustra. Il versante umanistico e quello scientifico convergono nel disegnare un'antropologia la cui etica non è più la moderna e rassicurante etica reattiva che salva la società con le sue formulazioni sull'ordine del mondo.  L'etica che Masullo vede in prospettiva scaturire da questo nuovo contesto è un'etica attiva che salva il tempo, cioè il soggetto, dal vivere la perdita prodotta dal cambiamento come «disgrazia», mutilazione. La perdita è un momento necessario nella vita di un essere, l'umano, che non semplicemente cambia, ma si rinnova e costruisce intenzionalmente il proprio futuro.  Una volta riconosciuto il diritto del senso ad essere inteso nella sua irriducibilità al cognitive;  una volta esplorato il campo del senso-tempo-patico alla luce della psicanalisi, della letteratura e della filologia; una volta riconosciute le epocali trasformazioni degli scenari epistemologici, antropologici ed etici, Masullo nel testo del 2003, Paticità e indifferenza, si chiede quale può essere ancora, in questo nuovo contesto, il ruolo della filosofia. La filosofia è «saper assaporare i sapori della vita, gustare a fondo i sensi vissuti, … elevare i sensi sensibili a sensi ideali e cogliere nei sensi ideali la possibilità dei sensibili, è la “sapienza del patico” ovvero, se si ricalca interamente l'etimo greco, è la “patosofia”».  Da un pensiero così articolato derivano alcune indicazioni e cautele etico-pedagogiche. Essendo l'uomo intrinsecamente temporale, essendo la temporalità umana irreversibile, l'uomo non può essere fatto oggetto di conoscenza come un qualsiasi ente. Masullo distingue la conoscenza dalla cura. Egli inoltre distingue le esperienze (che sono comunicabili e sono i materiali sui quali si costruisce la conoscenza) dai vissuti (che sono invece costitutivamente «incomunicativi» in quanto riguardano l'immediatezza del sentire individuale che non è mai trasparente neanche all'individuo stesso che li vive). La conoscenza è la dimensione orizzontale dell'esistenza. Essa guarda alla universalità. Mentre la cura ne è la dimensione verticale. Essa invece guarda alla unicità-identità, ai vissuti da assaporare e da sublimare in valori da condividere.  Mentre la ricerca di Masullo prosegue in questi anni curvando verso nuove direzioni, pubblica alcuni nuovi libri. Sscrive Filosofia morale per una collana di libri che illustrano ciascuno il nucleo delle varie discipline filosofiche. In effetti Filosofia morale non è un elenco di temi, personaggi, concetti ma un percorso molto personale all'interno delle questioni e dei nodi fondanti della disciplina: la specificità della filosofia morale e la distinzione tra morale ed etica; il bene quale orientamento dell'azione umana; il soggetto della vita morale, la persona; il dovere, la responsabilità e il vincolo che ci lega agli altri. Scrive, intervistato dal giornalista de Il Mattino, Claudio Scamardella, Napoli siccome immobile. Scamardella, in uno degli ennesimi momenti difficili per la città di Napoli, cerca la figura di un saggio, di un'autorità morale capace di interpretare il presente e prefigurare il futuro di questa città malata. Trova questa figura in Aldo Masullo, filosofo ma anche protagonista della vita civile e politica della città con concrete iniziative quali, nel 2006, gli incontri con i giovani e la popolazione nell'ambito del “Manifesto per salvare Napoli”. Il libro è un lungo dialogo sulle tante debolezze della città presente che si conclude con un'analisi delle risorse che danno speranza nel futuro.  Masullo nel  ha pubblicato La libertà e le occasioni, che sviluppa il tema del suo ultimo seminario all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli.  L'impegno politico Negli anni sessanta e settanta la contestazione studentesca segnalava il bisogno di rinnovamento dell'università italiana. Masullo, per i caratteri originali del proprio insegnamento, è considerato dagli studenti uno dei professori progressisti. Egli in quegli anni fu eletto deputato come indipendente nelle liste del Partito Comunista Italiano, ed in seguito  come senatore, si occupò sempre dei problemi del sistema scolastico. Inoltre come parlamentare europeo lavorò al fianco di Nilde Iotti nella Commissione legale.  All'inizio degli anni ottanta alcuni importanti provvedimenti modificano l'organizzazione didattica e gestionale dell'università (vengono istituiti i dottorati di ricerca, riordinate le scuole di specializzazione, creati i Dipartimenti). Terminato l'impegno parlamentare Masullo dirige per due mandati il nuovo Dipartimento di Studi Filosofici dell'Napoli intitolato ad Aliotta. Anche attraverso questo incarico egli incide sulle direzioni della ricerca filosofica a Napoli.  Masullo si mette di nuovo al servizio della politica quando dopo la crisi politica e sociale degli anni ottanta, agli inizi degli anni novanta si verifica un generale risveglio della coscienza collettiva. A livello locale egli dapprima anima per oltre un anno, ale “Assise di Palazzo Marigliano”, un movimento che si opponeva al progetto NeoNapoli previsto dal preliminare di Piano Regolatore.l, del quale ottenne il rigetto, suggerendo la demolizione e il rifacimento integrale dei Quartieri Spagnoli. Forte della popolarità acquistata con questa esperienza è capolista del PDS nelle elezioni amministrative e poi, protagonista a Napoli della innovativa esperienza della "giunta del sindaco".  A livello di politica nazionale Masullo è di nuovo impegnato per due legislature al Senato. Egli è membro della Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi e, come negli anni settanta, della Commissione per l'istruzione pubblica e i beni culturali in anni nei quali i provvedimenti relativi a istruzione, università e ricerca sono numerosi e importanti. Amante dei libri e della cultura dei bambini, lo spessore del Maestro filosofo emerge inoltre quando in aula si discutono disegni di legge relativi a temi quali l'ergastolo o la procreazione assistita.  Opere: “Intuizione e discorso,” – Grice: “Good connection.” Napoli, Libreria scientifica editrice, “La problematica del continuo,” – Grice: “Excellent philosophical problem.” Napoli, Libreria scientifica editrice,  “Struttura soggetto prassi,”Napoli, Libreria scientifica editrice, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane,  “La comunità come fondamento,” Grice: “Masullo’s first attempt at a conceptual analysis of the inter-subjective; but it takes a philosopher to understand that that is what stands behind ‘community,’ or ‘population,’ as I prefer, or the conversational dyad.” Napoli, Libreria scientifica editrice,  “Anti-metafisica del fondamento” Napoli, Guida editori, “L'inte-rsoggettività” Napoli, Guida editori, “Filosofie del soggetto e diritto del senso,” Genova, Marietti,  “Il tempo e la grazia. Per un'etica attiva della salvezza,” Roma, Donzelli,  “Metafisica: storia di un'idea,” – Grice: “Perhaps Aristotle never had an idea; after all ‘ta meta ta physica’ is later and means: “the stuff the master wrote after the ‘physika’!” Roma, Donzelli, “La potenza della scissione.”Letture hegeliane, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “Gografia e storia dell'idea di libertà,” Reggio Calabria, Falzea. – cfr. Grice: “The history of ‘free’ is hardly a ‘natural history’!” “Paticità e indifferenza,” Genova, Il Nuovo Melangolo, -- Grice: “Masullo’s concept of ‘pathos’ is essential – while you may have self-pathos, the implicaure is that there is ‘empathy.’” “Inter-soggettività” Giuseppe Cantillo e Chiara de Luzenberger, Napoli, Editoriale Scientifica,  “Filosofia morale,” Roma, Editori Riuniti, “Scienza e coscienza” – Grice: “This pun is only possible in Italian: conscious and science are less of a parallel word formation!” “tra parola e silenzio” Grice: “This is my reading between the lines – i. e. the implicature” atti del convegno (Monte Compatri), Pietro Ciaravolo, Roma, Aracne Editrice, “Il senso del fondamento,” Napoli, Libreria scientifica editrice, Giuseppe Cantillo e Chiara de Luzenberger, Napoli, Editoriale scientifica, Napoli, siccome immobile. Aldo Masullo intervistato da Claudio Scamardella, Napoli, Guida,  La libertà e le occasioni, Milano, Jaca Book,  I linguaggi della follia e i passi della salvezza. Il lavoro psichiatrico di Sergio Piro, in Sergio Piro. Maestri e allievi, Napoli, Editoriale Scientifica, . Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte — Roma Cittadinanza Onoraria della Città di Napolinastrino per uniforme ordinariaCittadinanza Onoraria della Città di Napoli. Note  PIERLUIGI PANZA, Morto Masullo, Napoli perde il filosofo della coscienza, su Corriere della Sera, Addio Aldo Masullo, la grazia della filosofia e della politica, su rainews, Napoli, Addio Aldo Masullo, la grazia della filosofia e della politica, su ansa,Rossella Avella, Morto Aldo Masullo: chi era il più grande filosofo della seconda metà del ‘900 (VIDEO), su interris, Presidenza della Repubblicadettaglio del conferimento dell'onorificenza  Conferimento della Cittadinanza Onoraria della Città di Napoli ad Aldo Masullo aldomasullo.com. Aldo Masullo, su storia.camera, Camera dei deputati. su senato, Senato della Repubblica.  Registrazioni di Aldo Masullo, su RadioRadicale, Radio Radicale.  Intervista al filosofo Aldo Masullo di Aniello Fioccola, Web Magazine dell'Università degli Studi di Napoli l'Orientale. Also Masullo. Masullo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masullo” – The Swimming-Pool Library.

 

Matassi (San Benedetto del Tronto). Filosofo. Grice: “I like Matassi; but then I like football – I was the football team captain at Corpus – and aesthesis, the seductor seduced – “la condizione desiderante” indeed!” Allievo di Garroni, è stato Professore di Filosofia morale, coordinatore scientifico della sezione Filosofia, Comunicazione, Storia e Scienze del Linguaggio del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell'Università Roma Tre; in precedenza era stato direttore del Dipartimento di Filosofia. Si è occupato anche di Estetica musicale.  È stato Presidente della Società Filosofica Romana e ha fatto parte del comitato direttivo nazionale della Società Filosofica Italiana.  È stato nel comitato d'onore della Fondazione Amadeus. Presidente dell’Accademia Estetica di Rapallo, responsabile della sezione filosofica di Villa Sciarra, Roma, membro della giunta del CAFIS dell'Università Roma Tre. È stato anche membro del Comitato scientifico della Fondazione Résonnance dell'Losanna.  Ha diretto la collana Musica e Filosofia per la Mimesis Edizioni di Milano e quella su I Dilemmi dell'Etica per la casa editrice Epos di Palermo. Ha tenuto un blog sul "Fatto quotidiano" sui temi che legano la filosofia alle dimensioni del contemporaneo. Ha collaborato con la rubrica Ricercare, dedicata alla filosofia della musica, al mensile Amadeus e al mensile Stilos. È stato direttore della collana Italiana per Orthotes Editrice (Napoli). È stato anche membro del comitato scientifico-direttivo delle seguenti riviste: Colloquium philosophicum, Paradigmi,Quaderni di estetica e di critica, Bollettino di studi sartriani, Filosofia e questioni pubbliche, Links, Lettera Internazionale, Phasis, Itinerari, Prospettiva Persona, Metabolè, Babel online, Civitas et Humanitas. Annali di cultura etico-politica. Per quanto concerne il settore estetico-musicale è presente nel comitato direttivo della rivista internazionale Ad Parnassum.Hortus Musicus, Civiltà musicale, Orpheus, Itamar. a ricoperto la presidenza di giuria per il Premio Frascati Filosofia .  Menzione speciale della giuria all'VIII premio internazionale di saggistica “Salvatore Valitutti”, per Bloch e la musica.  È stato uno dei principali collezionisti al mondo di incisioni relative alle esecuzioni delle sinfonie e della liederistica di Mahler (circa mille tra vinili e compact disc).  Pensiero Si è occupato di filosofia tedesca dell'Ottocento e del Novecento, in particolare del pensiero di Hegel, delle scuole hegeliane, del Neocriticismo tedesco, del marxismo occidentale e della scuola di Francoforte. Il suo primo lavoro  è stato dedicato alle Vorlesungen hegeliane di filosofia del diritto e all'interpretazione fornitane daGans. Si è occupato di Lukács, iutilizzando per la prima volta il celebre manoscritto "Dostoevskij" si è poi occupato di Hemsterhuis, l'autore della celebre Lettera sui Desider e del dialogo Alessio o dell'età dell'oro.  Le sue ricerche hanno riguardato la filosofia della musica moderna e contemporanea e in particolare su quella di Bloch, di Benjamin e  Adorno, fino ad elaborare un'originale filosofia dell'ascolto, le cui suggestioni si possono rintracciare nella teoria musicale moderna di Ernst Kurth, elaborata nei Fondamenti del contrappunto lineare. In tale prospettiva di ricerca, filosofia della musica e filosofia dell'ascolto sono strettamente compenetrate, fino a diventare il paradigma di una rivoluzione formativa che mette al centro del sistema educativo contemporaneo la musica nella sua declinazione storico-teorica come in quella pratica.  All'interno di tale prospettiva svolge un ruolo centrale Mozart, il "più ascoltante tra gli ascoltanti" come lo definì Martin Heidegger.  Opere: Le Vorlesungen-Nachschriften hegeliane di filosofia del diritto, Roma, Sansoni, Lukàcs. Saggio e sistema, Napoli, Guida, Hemsterhuis. Istanza critica e filosofia della storia, Napoli, Guida); “Eredità hegeliane, Napoli, Morano, “Terra, Natura, Storia,” Soveria Mannelli, Rubettino, “Bloch e la musica,” Salerno, Fondazione Filiberto Menna, Marte editore, Musica, Napoli, Guida “La bellezza,” Soveria Mannelli, Rubettino, Th. W. Adorno: l'estetica. L'etica, Donzelli, Roma, L'idea di musica assoluta, Nietzsche e Benjamin, Rapallo, Il ramo, “La condizione desiderante. Le seduzioni dell'estetico”- Il nuovo melangolo, Genova; Filosofia dell'ascolto” (Rapallo, Il ramo); “Lukàcs. Saggio e Sistema” (Milano, Mimesis Edizioni: “La Pausa del Calcio, Rapallo, Il ramo . “Pensare il calcio,” Rapallo. . In: Du Nihilism à l'hermenéutique, Hemsterhuis FranciscusLettera sulla scultura; a c. di Elio Matassi. Palermo. Convegno su "La bellezza", presso il Centro di Studi Rosminiani di Stresa, Elio Matassi Musica e Creatività[collegamento interrotto] Intervista a Rai Notte "La musica assoluta" Inconscio e Magia Intervento al Teatro dell'Opera di Roma il  5 maggio  Intervento al seminario di formazione del PD Le parole e le cose dei democratici Pisa, Palazzo dei Congressi [collegamento interrotto] Intervento alla Summer School della Fondazione Italiani-Europei, sui rapporti tra democrazia e capitalismo,  Commento al concerto jazz di Massimo Donà, "Tutti in gioco", Porto Civitanova, 6 settembre 2009  Bloch e la musica. Utopia a misura d'uomo. Intervista, Matassi  Ornamenti, Arte, filosofia, letteratura, Micaela Latini, Armando, Roma, Elio Matassi su RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Potere e la Gloria. Juventus e Inter Matassi su Il Fatto Quotidiano, s Micaela Latini, intervista a Matassi su Amare, ieri, di G. Anders, rivista on-line «SWIF-Recensioni filosofiche»,  M.  Latini, Doppia risonanza sul mondo (a proposito di "Musica" di  Matassi, Napoli), “Il Manifesto”, Carlo Serra, Recensione a "Musica", di Elio Matass. Cf. “La palestra di Platone”. Matassi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Matassi” – The Swimming-Pool Library.

 

Matera (Matera). Filosofo. Grice: “Only in Southern Italy is a philosopher also responsible for the astrological edification of the city’s cathedral!”  Alano fu uno dei più grandi studiosi e divulgatori di Astrologia occidentale e filosofia dell'epoca. Insegnò dapprima a Matera, e successivamente a Napoli.  Visse nel periodo in cui la Contea materana era dominio degli Angioini e su richiesta di  Filippo IV detto "il bello", il re di Napoli Carlo II d'Angiò, detto "lo zoppo", inviò Alano a Parigi. Lì fu docente presso l'Università e divenne noto come Dottore universale, profondamente versato in filosofia. In quegli anni infatti astronomia e astrologia venivano collegate poiché si credeva che gli astri potessero esercitare un influsso sulle azioni umane.  Nei periodi di soggiorno a Matera, abitava, secondo Verricelli nella contrada di Lo Lapillo tra il castello et il puzzo dove sorge l’acqua della fontana hera la sua vigna con una casuccia di pietre, piccola, mal fatta casa propria di filosofo quale oggidì si chiama la vigna et casa di Alano. Si trattava della collina dove poi fu edificato il Castello Tramontano. In quella casetta il grande studioso passava intere notti ad osservare il cielo e gli astri con strumenti rudimentali.  Di Alano  è il motto latino presente nel “Glora mundis”: La goccia perfora la pietra non colpendola due volte con forza, bensì colpendola continuamente, così tu trai profitto studiando non due volte ma continuamente. È l'esortazione con cui invita a raddoppiare impegno e curiosità sulla strada della conoscenza.  Secondo alcuni, il perfetto orientamento delle facciate della Cattedrale di Matera e del suo campanile lungo i punti cardinali si deve alle osservazioni astronomiche di Alano.  A Matera una strada, trasversale di via Nazionale, tra le vie Salvemini e Di Vittorio, è dedicata ad Alano. Giustino Fortunato, Badie, feudi e baroni della Valle di Vitalba, ed.Lacaita, Personaggi della storia materana, Altrimedia, per i Quaderni della Biblioteca provinciale di Matera  Marcello Morelli, Storia di Matera, ed. F. lli Montemurro, Francesco Paolo Volpe, Memorie storiche di Matera, ed. Atesa,   'Dizionario corografico del Reame di Napoli, ed. Civelli, 1Biografie dei personaggi illustri di Matera, sassiweb.  ntonio Giampietro, Personaggi della storia materana, Alano di Matera, Altrimedia Edizioni. Alano Matera. Matera. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Matera” – The Swimming-Pool Library.

 

Mathieu (Varazze). Filosofo. Grice: “There are various things I love about Mathieu: his idea of the ‘uomo, animale ermeneutico’ is genial – and true!” Grice: “Mathieu rightly focuses on Kant’s problems with emergentism, i.e. the fact that life (or ‘vivente’) cannot be reduced. I love that.” Grice: “Mathieu has emphasised the irreductionism alla Bergson. I like that.” Grice: “Mathieu makes an apt analogy between Goedel’s work for alethic systems – that they cannot self-reflect, and deontic systems --.” Dopo il liceo, si iscrisse a orino. Si laureò con Guzzo, filosofo rappresentante dello spiritualismo ced autore di importanti studi su  Kant (un filosofo che sarebbe stato centrale nella vita intellettuale di Mathieu).  Libero docente nella filosofia, è stato professore incaricato, e  Professore di filosofia teoretica a Trieste. Primo vincitore del concorso di Storia della filosofia, è stato ordinario di filosofia fino al ruolo di professore emerito di filosofia morale a Torino -- è stato membro del Comitato del CNR;  è stato membro e poi vicepresidente del Consiglio esecutivo dell'UNESCO (Parigi). È stato membro del Comitato Nazionale di Bioetic; è socio dell'Accademia dei Lincei e membro del Comitato Premi della Fondazione Balzan.  Ha fondato con Berlusconi,  Colletti ed altri il movimento politico Forza Italia. Si è candidato al Senato della Repubblica nel collegio di Settimo Torinese: sostenuto dal centro-destra (ma non dalla Lega Nord), ottenne il 33,2% e venne sconfitto dal rappresentante dell'Ulivo, Tapparo.  Con il sindaco di Brindisi Mennitti ha dato vita alla Fondazione Ideazione, per il cui quotidiano ha curato una rubrica fino alla chiusura della testata. Nel luglio  (in connessione con la sua carica di presidente del collegio dei probiviri del PdL che è chiamato a giudicare l'operato dei finiani di Generazione Italia) diversi organi di stampa riprendono la voce, già circolante da tempo, di una sua adesione all'”Opus Dei.” A tale proposito sono giunte alla redazione del Corriere della Sera che aveva pubblicato la notizia le smentite sia dell'Opus Dei che dell'interessato. Ha offerto contributi significativi in almeno quattro ambiti della ricerca filosofica:  la filosofia della scienza; la storia della filosofia; l'estetica; la filosofia civile. Ha indagato i limiti interni ed i limiti esterni della scienza. Tale indagine ha avuto due filosofi del passato come suoi principali punti di riferimento: Kant e Bergson. Ha infatti ripreso e sviluppato le ricerche di Kant sui limiti interni della scienza e sulla sua fondazione. A tale riguardo pubblicò il saggio "Limitazione qualitativa della conoscenza umana" a cui fece seguito, "L'oggettività nella scienza e nella filosofia".  Seguendo Bergson, ha valorizzato anche altre forme della conoscenza e della espressività umane non riducibili alla cienza, ma non per questo ad esse opposte. Ha infatti sempre ritenuto che la realtà, e segnatamente la realtà umana, non possa essere esaurita dalla scienza, e richieda invece una costante attività interpretativa.. L'uomo, dunque, è chiamato ad essere scienziato della natura ed ermeneuta della cultura. Sarebbe però riduttivo non ricordare che i suoi contributi alla filosofia della scienza riguardano una pluralità estremamente diversificata di temi. Ad esempio, sono ddue studi pionieristici sull'applicabilità del teorema di Gödel al diritto. Gödel aveva scoperto che non si può dimostrare la coerenza di un sistema all'interno del sistema stesso; Mathieu ritiene che, almeno analogicamente, la scoperta di Gödel possa applicarsi al problema della fondazione di un sistema deontico. Uun'autorità non può legittimarsi da sola in modo formale e, dunque, anche il diritto richiede fondamenti esterni (etici, non emici): l'efficacia e la giustizia. Ha realizzato alcune traduzioni fondamentali. E forse il suo contributo maggiore alla storia della filosofia è consistito proprio in un'opera che combina traduzione e ricostruzione critica, ovvero l'opus postumum di Kant. Tale opera affronta questioni teoriche tutt'oggi aperte (soprattutto nella fisica e nella biologia teoriche), come il problema della forma degli oggetti solidi o il problema del “vivente,” cioè il problema della vita in quanto tale e non ridotta a semplice. Ha curato poi le edizioni di opere di Leibniz: si è trattato di un ampio lavoro che si è raccolto in "Scritti politici e di diritto naturale" "Leibniz e des Bosses" "Saggi filosofici e lettere" e "Saggi di teodicea: sulla bontà di Dio, sulla libertà dell'uomo, sull'origine del male.” La sua estetica, pur nella varietà dei temi trattati, rimanda ad una problematica essenzialmente ontologica: lo svelarsi dell'ente. Cioè, l'opera d'arte è heideggerianamente concepita come il modo attraverso cui gli uomini possono cogliere il passaggio dal nulla all'essere.  Di estetica è "Goethe e il suo diavolo custode", edito per i tipi di Adelphi. Al centro di questa ricerca vi è la figura di Mefistofele, analizzata in tutta la sua profondità e capacità genealogica.  Nei suoi volumi sull'estetica della musica sviluppa la tesi affascinante che ascoltare la musica è un ascoltare il silenzio. Grande è la potenza significante di ciò che non significa nulla, perché è il nulla a far emergere l'essere delle cose. E la musica e la luce si situano proprio in questo iato insuperabile fra l'essere e il nulla. Entro i suoi molteplici contributi alla filosofia civile, si staglia netta, per importanza e originalità, una triade di saggi edicati a quello che potremmo chiamare "stato spirituale dell'Occidente". Si tratta di opere scritte in un periodo dunque estremamente critico per l'Italia, ma che mantengono ancora una grande attualità. Fa percepire al lettore il pericolo valoriale in cui è venuto a trovarsi l'Occidente e pone in essere una critica serrata alle ideologie totalitarie o nichiliste. In questo senso, vi è un'aria di famiglia con i lavori di quei filosofii come Horkheimerche ha prospettato i rischi di un'eclisse dell'individuo nella società tecnologica di massa.  Note  un articolo sul Corriere della Sera  rettifica sul Corriere della Sera  smentita sul Corriere della Sera  Bergson, Torino, La filosofia trascendentale e l'Opus postumum di Kant, Torino, Leibniz e Des Bosses, Torino, 1L'oggettività nella scienza e nella filosofia contemporanea, Torino, Il problema dell'esperienza, Trieste, Dio nel "Libro d'ore" di R. M. Rilke, Olschki,  Dialettica della libertà, Napoli, La speranza nella rivoluzione, Milano, Vincenzo Filippone-Thaulero, Salerno Temi e problemi della filosofia contemporanea, Roma, Perché punire, Milano, Cancro in Occidente, Milano, La voce, la musica, il demoniaco. Con un saggio sull'interpretazione musicale, Spirali, Filosofia del denaro, Roma, Elzeviri swiftiani, Spirali, La mia prospettiva filosofica, Barone Francesco; Mathieu Vittorio; Melchiorre Virgilio, Gregoriana Libreria Editrice, Gioco e lavoro, Spirali, La speranza nella rivoluzione, Spirali, Il problema del nazionalismo, Mathieu Vittorio; Cotta Sergio, Japadre, Perché leggere Plotino, Rusconi Libri, L'opus postumum di Kant, Bibliopolis, 1Tipologia dei sistemi e origine della loro unità, Accademia dei Lincei, Orfeo e il suo canto. Scritti, Zamorani,  Il nulla, la musica, la luce, Spirali, Il problema della fedeltà ermeneutica, Mathieu Vittorio; Paoletti Laura, Armando Editore, Per una cultura dell'essere, Armando Editore, L'uomo animale ermeneutico, Giappichelli, Le radici classiche dell'Europa, Spirali, Goethe e il suo diavolo custode, Adelphi, Privacy e dignità dell'uomo. Una teoria della persona, Giappichelli, Come leggere Plotino, Bompiani, Perché punire. Il collasso della giustizia penale, Liberilibri, Introduzione a Leibniz, Laterza,  In tre giorni, Mursia, ; La filosofia, Marcovalerio, .  Immanuel Kant Henri Bergson. quotidiano online Ideazione, su ideazione.com. Articolo del fatto quotidiano, su ilfattoquotidiano. 3del portavoce dell'Opus Dei sulla non appartenenza di Vittorio Mathieu alla Prelatura dell'Opus Dei, su archiviostorico.corriere. Vittorio Mathieu. Mathieu. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mathieu” – The Swimming-Pool Library.

 

Maturi (Amorosi). Filosofo.  Grice: “There are two main things I love about Maturi, and I hate it when philosophers just dismiss him as an ‘Italian,’ or worse, ‘Neapolitan’ Hegelian – as when they refer to me as a member of the Oxford school of ordinary language philosophy! The first is his typically Neapolitan-hegelian school account of what he calls ‘autocoscienza recognoscitiva,’ which is something I do take for granted in my conversational theory of inter-ratiationality; the second is his elaboration of what he calls the passage from the non-human animal to the ‘human-animal’ in a sort of pirotological passage.” Grice: “What I like about him is that he considers each ‘stage’ as just as fundamental as the other; which implicates that actually the ‘higher’ stage has a ‘foundation’ on the previous one. Here ‘foundational’ makes perfect sense; and it gives Maturi an excuse to rather pompously label the concept: ‘forma fondamentali’ of the ‘vita.’ It’s exactly like my soul progression, -- which I explore in ‘Philosophy of Life.’” It is not surprising that Gentile loved Maturi and forwarded his “Introduction to philosophy.” sDocente prima nei licei e poi nell'Napoli. Dopo i primi studi nella cittadina natale, si trasferì a Napoli ove conseguì la licenza liceale. La frequentazione di Bertrando Spaventa e di Augusto Vera, lo introdusse alla filosofia hegeliana  destinata ad esercitare nel suo pensiero un'influenza duratura.  Laureatosi in giurisprudenza, tre anni dopo vinse un concorso per uditore giudiziario .  Ottenuta l'abilitazione, insegnò filosofia nei licei di varie città. Conseguita la libera docenza, tenne corsi di filosofia hegeliana nell'Napoli quando ritornò all'insegnamento liceale presso l'istituto Umberto I della città partenopea. Inizia una corrispondenza con Croce e Gentile, i maggiori esponenti dell'idealismo italiano, ai quali fu legato da un rapporto di amicizia.  Opere: “Soluzione del problema fondamentale della filosofia” – Grice: “He implicates there is one. Cf. Strawson, Solution to the problem of the king of France’s hair loss.” “La filosofia di Giordano Bruno.” Grice: “Italians seem to have a predilection for philosophers who were burned.” “L'ideale del pensiero umano; ossia, la esistenza assoluta di Dio.” Grice: “For Kant, and my friend D. F. Pears, existence is not a predicate, for another of my friends, J. F. Thomson, it is!”  “Uno sguardo generale sulle forme fondamentali della vita.” Grice: “The key concept is ‘forma fondamentale’ as applied to ‘vita.’ --  Grice: “My favourite is his description of the ‘forma fondamentale’ of the ‘vita’ of the non-human animal to the ‘forma fondamentale’ of the ‘vita’ of the human animal.” L'idea di Hegel. Grice: “When I told Hardie that I was reading “The idea of Hegel,” he said, ‘what do you mean, ‘of’?” “For Maturi, it’s the same, and it is delightful to see that he can quote Hegel in ‘Deutsche’ without caring to translate! Them was the days when European languages counted!” La filosofia e la metafisica” Grice: “The ‘and’ is aequivocal: cf. Durrell, “My family and the animals.”“Principî di filosofia” (apparently by Spaventa – Maturi has an introduction to philosophy). Grice: “I must confess that I love the word principle, but again, Hardie would say, what do you mean ‘of’ – my principle of conversational helpfulness – or when I speak of the principle of conversational self-love and the complementary principle of conversational benevolence,” I’m not sure who I apply it to! The conversationalist like me, I s’ppose.”  “Una relazione scolastica.” Grice: “He doesn’t mean Russell.” “But what he means is a syllabus which is illustrative of Neapolitan Hegelianism!” G.L. Petrone, in Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in . Mario Dal Pra, Maturi, Milano, Bocca, Guzzo, Maturi, Brescia, Morcelliana, Antonio Gisondi, Forme dell'Assoluto. Idealismo e filosofia tra Maturi, Croce e Gentile, Soveria Mannelli, Rubbettino, Giletta Giovanni, "Filosofia hegeliana e religione. Osservazioni su Sebastiano Maturi", Benevento, ed. Natan, .  Hegelismo Idealismo Neoidealismo italiano Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a Sebastiano Maturi  Guido Calogero, «MATURI, Sebastiano» in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1934. Giuseppe Landolfi Petrone, «MATURI, Sebastiano» in Dizionario Biografico degli Italiani,  Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sebastiano Maturi. Maturi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maturi” – The Swimming-Pool Library.

 

Maturi (Napoli). Filosofo. Grice: “People sometimes asks me how my intentionalist approach can be applied to history. I always respond: Read Maturi!” Grice: “Maturi’s ‘Interpretazioni,’ thus in plural, ‘del risorgimento’ is a classic --.” Grice:: “Even in London, the risorgimento had at least two interpretations! One in Woolwich, and another one elsewhere! And there is possibly a gender distinction too with “Speranza,” Wilde’s mother, being somewhat fanatic about it!” -- Compì la sua formazione culturale a Napoli dove si laureò con Schipa, uno dei firmatari del manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Croce. Del suo maestro, per la lezione di rigore che gli aveva impartito, Maturi conservò un commosso ricordo ed ebbe modo di esprimere pubblicamente la sua gratitudine in occasione della morte di Schipa, pronunciandone il necrologio. Seguì con attenzione ed interesse, ma anche con spirito critico, le lezioni di Croce conseguendo una laurea in filosofia con Gentile con una tesi su Maistre.  Impostato sulla lezione crociana è il saggio “La crisi della storiografia politica italiana” a cui seguì quello dedicato a Gli studi di storia moderna e contemporanea, inserito nel primo dei due volumi dell'opera del “La vita intellettuale italiana.” Il suo primo lavoro Il concordato tra la Santa Sede e le Due Sicilie pubblicato fu giudicato positivamente dalla critica s di Omodeo che lo recensì ne La Critica. Frequentò la Scuola storica per l'età moderna e contemporanea diretta da Volpe e fu segretario e bibliotecario dell'Istituto storico per l'età moderna e contemporanea.  Fu collaboratore dell'Enciclopedia italiana per la quale scrisse numerose voci tra le quali quella dedicata al "Risorgimento" ispirata alle sue idee liberali.  A causa di questo episodio, nonostante il suo disinteresse per la vita politica attiva, fu allontanato dall'Istituto storico per l'età moderna e contemporanea.  Nelle sue opere di storia politica i suoi punti di riferimento furono Croce, Meinecke, Salvemini, e Volpe.  Dapprima come incaricato di Storia del Risorgimento e poi come ordinario tenne le sue lezioni a Pisa dove ebbe modo di scrivere numerose opere come alcune importanti voci nel IV volume del Dizionario di politica a cura del Partito nazionale fascista, il saggio Partiti politici e correnti di pensiero nel Risorgimento, e l'accurata biografia Il principe di Canosa. I corsi di storia della storiografia tenuti a Pisa furono continuati a Torino quando ebbe la cattedra di Storia del Risorgimento e quella di Storia delle dottrine politiche che occupò sino alla sua inaspettata scomparsa.  Le sue lezioni di quest'ultimo periodo furono raccolte nell'opera postuma Interpretazioni del Risorgimento considerata di primaria importanza dagli storici.  Opere Interpretazioni del Risorgimento , coll. Biblioteca di cultura storica Einaudi. XXIX dell'Enciclopedia italiana, Accademia delle scienze di Torino, In memoria di Maturi, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Roma 1Interpretazioni storiografiche del Risorgimento  Walter Maturi, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .  Walter Maturi, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Walter Maturi. Maturi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maturi” – The Swimming-Pool Library.

 

Maurizi (Roma). Filosofo. Grice: “I like Maurizi; of course his ‘vendetta di Bacco’ makes sense only in the context of Nietzsche’s rather recherché dichotomy!” – Grice: “His idea of the ‘suspected ‘I’’ is good, but he is not, as I was, having in mind Reid, but Freud!” Si è laureato in filosofia della storia presso l'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata" e ha conseguito il dottorato di ricerca nella medesima università discutendo una tesi su Cusano e il concetto di non altro da cui è nato il volume La nostalgia del totalmente non altro. Cusano e la genesi della modernità (Rubbettino). Dopo un periodo di formazione in Germania attualmente svolge la sua attività di ricerca presso l'Università degli Studi di Bergamo. Pubblica le sue ricerche su alcune prestigiose riviste come la Rivista di filosofia neo-scolastica, il Journal of Critical Animal Studies, Dialegesthai, Alfabeta, Lettera Internazionale, e collaborando, inoltre, con i quotidiani Liberazione e L'Osservatore Romano. Ha poi partecipato alla stesura del secondo volume di L'Altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico (Jaca Book, ) ed è il traduttore e curatore dell'edizione italiana di Georg Lukács, Coscienza di classe e storia. Codismo e dialettica, Alegre, Roma di Ralph Acampora, Fenomenologia della Compassione, Edizioni Sonda, Casale Monferrato, , e ha tradotto, con G. Dalmasso,  Derrida, Teoria e prassi. Corso dell'École Normale Supérieure Jaca Book, Milano, . Ha contribuito alla fondazione delle riviste scientifiche "Liberazioni" e Animal Studies. Rivista italiana di antispecismo.  Pensiero Maurizi ha suddiviso i suoi interessi di ricerca tra la filosofia dialettica (Cusano, Hegel, Marx, Adorno), la teoria critica della società e le implicazioni politiche di una visione "sociale" dell'antispecismo a partire da una rielaborazione del pensiero della scuola di Francoforte. Tanto le sue ricerche su Adorno, quanto quelle su Cusano si incentrano sul tentativo di porre in evidenza il tema della storicità dell'umano non in termini di un astratto e formale "essere-nel-tempo", quanto più propriamente nel vedere nell'essere storico, in tutta la sua determinatezza, l'irriducibile istanza di verità dell'umano stesso: l'essere storico è in tal senso irriducibile ad ogni ontologia dell'essere temporale seppure ciò non porti necessariamente ad un relativismo storicista. Prendendo spunto dalla lettura critico-negativa di Hegel portata avanti da Adorno, infatti, Maurizi sostiene la leggibilità e razionalità della storia come segno del dominio, l'universale storico non come traccia di un positivo che si farebbe strada attraverso il negativo delle vicende umane, bensì come questo stesso negativo che informa di sé la civiltà, imprimendo ad essa la direttrice di un progresso della razionalità strumentale che è l'antitesi della redenzione. La sua rilettura del pensiero della filosofia di Francoforte ha così costituito un punto di partenza per una ridefinizione dell'opposizione natura/cultura e lo ha portato ad estendere la critica ai meccanismi di dominio anche al controllo e allo sfruttamento del non umano, e più in generale della Natura. Il suo pensiero riguardo alla filosofia antispecista è in continuità con quello espresso dal sociologo David Nibert ed in netta opposizione all'utilitarismo di Peter Singer criticato da Maurizi come un antispecista metafisico. Un punto centrale nell'argomentazione filosofica di Marco Maurizi, che rende originale il suo lavoro rispetto a quello degli altri teorici dei diritti animali, riguarda l'interpretazione in termini storico-sociali dello specismo. Ogni attività intellettuale «antispecista», secondo Maurizi, consiste quindi essenzialmente nel fare propria questa scelta di campo: sottolineare come la questione animale sia un aspetto irrinunciabile di ogni ipotesi di trasformazione dell'esistente. Secondo Maurizi l'antispecismo è dunque essenzialmente politico  e non possiamo affrontare, come fanno Peter Singer o Tom Regan, la questione animale da una prospettiva astrattamente morale. All'attività di filosofo, Maurizi ha così affiancato quella di attivista per i diritti animali, intrecciando l'attività speculativa con quella politica; risultato di questa attività è il libro Al di là della Natura: gli animali, il capitale e la libertà (Novalogos, ). Maurizi è stato inoltre fondatore delle riviste di critica antispecista Liberazioni e Animal Studies, della rivista online Asinus Novus che prende il nome dal suo breve testo Asinus Novus: lettere dal carcere dell'umanità (Ortica, ). Nel  l'associazione Per Animalia Veritas raccoglie alcuni suoi scritti che rappresentano un sunto aggiornato del suo pensiero sulla filosofia antispecista: Cos'è l'antispecismo politico (Per Animalia Veritas, ). Sulla scia delle riflessioni adorniane, Maurizi ha anche lavorato sulla filosofia della musica e la teoria critica musicale. Le sue teorie sull'antispecismo politico sono abbondantemente discusse nel libro di Lorenzo Guadagnucci Restiamo Animali: vivere vegan è una questione di giustizia (Terre di Mezzo, ), da Matthias Rude Antispeziesismus. Die Befreiung von Mensch und Tier in der Tierrechtsbewegung und der Linken (Schmetterling, Stuttgart ) e altri autori della scena antispecista di lingua tedesca. Altri saggi: “Il tempo del non-identico,” Jaca Book, “La nostalgia del totalmente non altro” -- Cusano e la genesi della modernità, Rubettino, “Al di là della Natura: gli animali, il capitale e la libertà,” Novalogos, “Asinus Novus: lettere dal carcere dell'umanità,” Ortica, “Cos'è l'anti-specismo politico?” Per animalia veritas, “L'io sospeso: l'immaginario tra psicanalisi e sociologia, Jaca Book, .Grice: “This reminds me of my fantasies on ‘I’ – “The suspected I’ is a genial phrase!” -- “Chimere e passaggi” Cinque attraversamenti del pensiero di Adorno, Mimesis, “Altra specie di politica, Mimesis, “Musica per il pensiero. Filosofia del progressive” -- Mincione, “La vendetta di Dioniso” --  la musica contemporanea da Schönberg ai Nirvana, Jaca Book, “Quanto lucente la tua in-esistenza” --- L'Ottobre, il Sessantotto e il socialismo che viene, Jaca Book, . Note  Intervento di M. Maurizi su questi temi per la Casa della Cultura di Milano: youtube.com/watch?v= ZNfJrRx-7fo  Intervista su questo tema a cura del collettivo Tierrechtsgruppe Zürich (Zurigo) M. Maurizi La genesi dell'ideologia specista in Liberazioni:/ M. Maurizi Per una cultura antispecista in Asinus Novus: rivista di antispecismo e filosofia: Copia archiviata, su asinusnovus.wordpress.com. Intervento M. Maurizi per il primo convegno nazionale antispecista: youtube.com/watch?v=JwZiW4ngrag  Intervista a M. Maurizi e L. Caffo sulle nuove prospettive dell'animalismo: youtube Testo recensito da L. Pigliucci per la rivista "Lo Straniero" di Aprile : Copia archiviata, su asinusnovus.wordpress.com.Intervista di F. Pullia sul quotidiano "Notizie Radicali" Una recensione del testo: Copia archiviata, su asinusnovus.wordpress B. Le GocM. Maurizi, Musica per il pensiero. Filosofia del progressive italiano, Mincione, Roma .  Antispecismo Diritti degli animali Scuola di Francoforte. Asinus Novus. Antispecismo e Filosofia, su asinusnovus.net. Animal Studies. Rivista Italiana di Antispecismo, su rivistaanimalstudies.wordpress.com. Marco Maurizi. Maurizi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maurizi” – The Swimming-Pool Library.

 

Mazzarella (Napoli). Filosofo. Grice: “I love Mazzarella’s ‘necessary word’ – not precisely what I was thinking when philosophising about conversation, but for Mazzarella, the conversational motivation is to HELP in the most authentic fashion – Compared to his ‘parola necessaria,’ my principle of conversational helpfulness, while based in part in the desideratum of conversational benevolence, looks pretty lame!” -- Grice: “I like Mazzarella. The fuss he makes in translating Heidegger, whom I have elsewhere called ‘the greatest living philosopher’ – he was living then –.” Grice: “Mazzarella, who is relying on somebody else’s translation, is especially focused on Heidegger’s Latinate ‘fakt.’ From ‘Fakt,’ Heidegger gets an abstract noun. But he also uses the Germanic for ‘deed.’ Relying on the cognateness of ‘fakt’ with ‘fatto’ – cognate itself with ‘effetto,’ Mazarella agrees that the translation goes from ‘factivity’ to ‘effectivity.’ And it should inspire all philosophers into seeing how similar these two concepts are – if indeed two concepts they are, seeing that they come from the same Roman root! But Mazzarella would know that – you wouldn’t!” –  Professore a Napoli,  è tra i principali interpreti di Heidegger. Deputato al Parlamento nella XVI Legislatura per il Partito Democratico.  Dopo essersi laureato presso l'Università degli Studi di Napoli “Federico II” con Masullo, inizia la sua attività di ricerca come borsista DAAD in Germania, e successivamente presso l'Salerno. In seguito è professore incaricato di Estetica presso l'Università dell'Aquila. Dopo essere stato professore associato di Filosofia Teoretica presso l'Catania e di Filosofia della storia presso l'Napoli “Federico II”, diventa professore straordinario di Storia della filosofia presso la Facoltà di Magistero dell'Salerno e dal 1993 Professore di Filosofia Teoretica presso l'Napoli “Federico II”. Dirige il Dottorato di Ricerca in “Scienze Filosofiche” dell'Napoli “Federico II” e cura la programmazione e le relazioni internazionali per la Facoltà di Lettere e Filosofia, di cui è Preside dal 2005 al 2008. Nel 2008 viene eletto deputato del Parlamento italiano, divenendo componente della VII Commissione Cultura della Camera.  Opere In una delle sue opere principali, Tecnica e Metafisica. Saggio su Heidegger, Mazzarella indaga i processi decostruttivo-ermeneutici sottintesi all'heideggeriana storia della metafisica occidentale, fino a formulare un'ipotesi "ecologica"(in senso originario, come pensiero relativo all'abitare dell'uomo) relativa alle interpretazioni del "logos" eracliteo e della categoria aristotelica della "physis" riscontrate nei saggi successivi alla cosiddetta "svolta" del pensiero di Heidegger.  In Vie d'uscita. L'identità umana come programma stazionario metafisico, le aporie di una metafisica del fondamento sono affiancate alla dimensione tecnica della contemporaneità, intesa storicisticamente come epoca del compimento del nichilismo. Centrale diventa l'idea di un "essere-alla-vita", categoria che richiama in modo lampante l'"essere-nel-mondo" di heideggeriana memoria; le questioni teoretiche vengono così ridotte a questioni etiche riguardanti un'ontologia minima, ove la filosofia prima si trasformi in filosofia seconda, lasciando il posto ad un programma metafisico-antropologico di custodia e mantenimento della e nella propria epoca. L'essere-alla-vita necessita di intendere la cultura come “endiadi di natura e storia, ma in questa endiadi natura prima ancora che storia”.  Pensare e credere. Tre scritti cristiani rappresenta un altro orizzonte del pensiero di Mazzarella; il rapporto tra religione rivelata e filosofia si gioca sullo sfondo di una prospettiva storicista di matrice diltheyana, sebbene non siano esenti dalla riflessione Hegel, Schelling e la teologia dialettica contemporanea. Interessante è la prospettiva di una religione come "integrazione" e apertura all'amore fraterno, configurato nel concetto di "agape".  I suoi scritti sono in ogni caso contrassegnati, com'è tipico della recente scuola di pensiero napoletana, sorta sulla scia delle dottrine di Croce, da una ripresa di temi propri dello storicismo (Nietzsche e la storia. Storicità e ontologia della vita).  In un dialogo costante con i teologi più liberali e moderni, quale ad es. Bruno Forte, Mazzarella si è occupato specificamente dei temi della bioetica, coniugando il tema della tutela della vita alla ripresa del concetto di sacralità (Sacralità e vita).  In Opera media ha inoltre messo in luce un talento poetico non indifferente, che gli è valso l'apprezzamento della critica e diversi riconoscimenti. Ha composto quattro raccolte di poesie, e pubblicato singoli componimenti in diverse antologie.Finalista al Premio di poesia “Città di Vita”, Firenze, e nel 1999 ha vinto il Premio Speciale “La finestra” al Premio Nazionale di poesia “Alessandro Tanzi” perUn mondo ordinato.  Opere  “Tecnica e metafisica” -- saggio su Heidegger, Guida, Napoli, Nietzsche e la storia: storicità e ontologia della vita,” Guida, Napoli, “Storia metafisica ontologia” Per una storia della metafisica tra otto e novecento, Morano, Napoli, -- Grice: “What Mazzarella is proposing is what I did for the BBC: a history of metaphysics; philosophical tutees are too accustomed to ‘history of philosophy,’ but surely each branch requires a separate history! “storia della metafisica” does just that!” – “storia della semantica” hardly sounds as sexy, and “storia della pragmatica” sounds repugnantly academese!” --   “Ermeneutica dell'effettività” -- Prospettive ontiche dell'ontologia heideggeriana, Guida, Napoli, -- Grice: “Note that Mazzarella is exploring the ‘effectivity,’ not the ‘affectivity’ – ex-fecto, not ad-fecto – “Filosofia e teologia” --  di fronte a Cristo, Cronopio, Napoli, “Sacralità” -- e vita, Quale etica per la bio-etica?, Guida, Napoli, Heidegger oggi, E. Mazzarella, Il Mulino, Bologna, “Pensare e credere” -- Tre scritti cristiani, Morcelliana, Brescia, “Vie d'uscita. L'identità umana come programma stazionario metafisico,” Il melangolo, Genova, Opera media. Poesie, Il melangolo, Genova, Lirica e filosofia, Morcelliana, Brescia, Vita Politica Valori. Sensibilità individuali e sentire comunitario, Guida, Napoli, “Anima madre,” ArtstudioPaparo, Napoli, “L'uomo che deve rimanere,” Quodlibet, Macerata, . S. Venezia , Nota bio-bibliografica, inAmato, M. T. Catena, N. Russo , L'ethos teoretico. Scritti in onore di Eugenio Mazzarella265, Napoli, Guida,  Archivio degli articoli di Eugenio Mazzarella nel sito "ilsussidario.net". Curriculum vitae, pubblicazioni e attività di ricerca nel sito dell'Università degli Studi di Napoli Federico II, su docenti.unina. Mazzarella. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mazzarellla” – The Swimming-Pool Library.

 

Mazzei (Poggio a Caiano). Filosofo.  Grice: “Not every philosopher has a city, ‘Colle,’ named after him!” -- Grice: “I like Mazzei; he is hardly a philosopher, but the Italians consider among the ‘filosofi italiani,’ – there is a good wine, “Mazzei,” since Mazzei, when travelling to the Americas, transplanted a grape from his paese – the descendants still grow it! In oltre, he was influential in the ‘risorgimento’!” -- essential Italian philosopher.Massone e cadetto di una nobile famiglia toscana di viticoltori, probabilmente risalente all'XI secolo e ancora esistente nel XXI secolo, fu personaggio energico ed eclettico, illuminista, promulgatore delle libertà individuali, dei diritti civili e della tolleranza religiosa. Visse una vita avventurosa e movimentata, con alterne fortune economiche.  Sebbene sia sconosciuto al grande pubblico, partecipò attivamente alla guerra d'indipendenza americana come agente mediatore all'acquisto di armi per la Virginia, ed è ritenuto dagli storici uno dei padri della Dichiarazione d'Indipendenza americana, in quanto intimo amico dei primi cinque presidenti statunitensi: George Washington, John Adams, James Madison, James Monroe e soprattutto Thomas Jefferson, di cui fu ispiratore, vicino di casa, socio in affari e con cui rimase in contatto epistolare fino alla morte.  Iniziato alla Massoneria, fu poi spettatore privilegiato della rivoluzione francese.  La sua figura storica è riemersa alla fine Professoregrazie all'infittirsi degli studi accademici in occasione del bicentenario della rivoluzione americana, fino ad essere onorato in occasione del 250º anniversario della sua nascita nel 1980 con un'emissione filatelica congiunta speciale delle poste italiane e statunitensi.   Dopo gli studi compiuti tra Prato e Firenze, nel 1752, in seguito a dissapori con il fratello maggiore Jacopo sulla gestione del patrimonio familiare, si stabilì a Pisa e poi a Livorno, intraprendendo con successo l'attività di medico. Dopo solo due anni lasciò la città e si trasferì a Smirne (Turchia) come chirurgo a seguito di un medico locale. Gunse a Londra dove, dopo un iniziale periodo irto di difficoltà economiche che lo vide arrangiarsi con l'insegnamento dell'italiano, riuscì nel corso dei tre lustri successivi ad arricchirsi con il commercio dei prodotti mediterranei, principalmente del vino, inserendosi lentamente nei salotti dell'alta borghesia londinese.  Una breve parentesi italiana si concluse con un precipitoso ritorno in Inghilterra, a seguito di una denuncia al tribunale dell’Inquisizione per “importazione di libri proibiti”. L'illuminismo e le idee di libertà religiosa che animavano il Mazzei, ben tollerate nella Londra di fine XVIII secolo, erano ancora tabù nella realtà italiana.  La Rivoluzione americana In questi circoli londinesi Filippo Mazzei conobbe Benjamin Franklin e Thomas Adams, che da lì a pochi anni sarebbero stati tra i protagonisti della rivoluzione americana.  Le colonie americane si autogovernavano, perlomeno sulle questioni locali, tramite assemblee di delegati liberamente eletti dai capifamiglia, e l'ordinamento giuridico era ispirato al meglio della legislazione inglese, che pure in quegli anni era probabilmente la più avanzata, garantista e liberale che esistesse.  Invitato dagli amici d'oltreoceano, spinto sia dalla curiosità dell'inedita forma di governo, ma soprattutto dalla disponibilità di terre e quindi dalla prospettiva di impiantare nel nuovo mondo coltivazioni mediterranee, Mazzei si trasferì in Virginia, con al seguito un gruppo di agricoltori toscani. A lui si unirono anche una vedova Maria Martin, che egli sposò nel 1778, e l'amico Carlo Bellini che tra il 1779 e il 1803 sarebbe divenuto il primo insegnante di italiano in un'università americana, il College of William and Mary in Virginia.  Inizialmente diretto in altro sito, Mazzei si fermò presso la tenuta di Monticello per incontrare Thomas Jefferson, con il quale già intratteneva rapporti epistolari e vantava amicizie comuni, e fu da lui convinto a trattenersi in loco, arrivando a cedere circa 0,75 km² della sua tenuta in favore dell'italiano. Da questa cessione nacque la tenuta di Colle (il nome deriva da Colle di Val d'Elsa, perché il Mazzei aveva preso ad esempio la campagna attorno alla città toscana), successivamente ampliata. Lo univa a Jefferson un sodalizio commerciale, con il primo impianto di una vigna nella colonia della Virginia, ma soprattutto un sodalizio intellettuale, frutto di una comune visione politica e di ideali condivisi, che si sarebbe protratto per oltre 40 anni.  Il livello delle frequentazioni americane trascinò velocemente Mazzei, arrivato con mere intenzioni imprenditoriali, nella vita politica della ribollente colonia della Virginia. Fu autore di veementi libelli contro l'opprimente dominazione inglese, inneggianti alla libertà ed all'uguaglianza. Alcuni di questi scritti furono tradotti in inglese dallo stesso Jefferson, che rimase influenzato da tali ideali, tanto da ritrovare successivamente alcune frasi di Mazzei trasposte nella Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America.  Eletto speaker dell'assemblea parrocchiale dopo solo sei mesi dal suo arrivo in Virginia, ebbe modo di esporre le sue idee sulla libertà religiosa e politica a un vasto oratorio, composto anche di persone umili e ignoranti, che lo ascoltavano assorte. Un suo scritto, Instructions of the Freeholders of Albemarle County to their Delegates in Convention, redatto come istruzioni per i delegati della contea di Albemarle alla convenzione autoconvocatasi dopo lo scioglimento forzato dell'assemblea della Virginia imposto dal governatore inglese, fu utilizzato da Jefferson come bozza per il primo tentativo di scrittura della costituzione dello Stato della Virginia.  La sua affermazione politica seguiva di pari passo i rovesci economici, perché il clima e il terreno della Virginia non si erano dimostrati particolarmente graditi a vite e olivo, e nel 1774 un'eccezionale gelata aveva distrutto buona parte delle stentate coltivazioni impiantate con tanta fatica.  Naturalizzato cittadino della Virginia, volontario delle prime ore nella guerra d'indipendenza americana, nel 1778 fu inviato in Europa da Jefferson e Madison per cercare prestiti, acquistareo meglio, contrabbandarearmi e ottenere informazioni politiche e militari utili alla nascente nazione.  In questo periodo scrisse articoli, fece interventi pubblici e cercò di avviare rapporti commerciali e politici tra gli Stati europei e la Virginia. Per tali servizi fu ufficialmente retribuito dallo Stato dell Virginia.  Rientrato in Virginia nel 1783, con suo grande disappunto non fu nominato console. Ricevette I'incarico di amministratore della contea di Albemarle, ma solo due anni dopo nel 1785 lasciò per l'ultima volta il suolo americano, mantenendo comunque contatti epistolari con molti di quelli che sono definiti “padri della patria” statunitensi e in particolare con Jefferson, che ebbe modo di reincontrare successivamente a Parigi. Sua moglie rimase fino alla sua morte alla tenuta del Colle, che Mazzei nel 1783 aveva donato alla figliastra, Margherita Maria Martini e al di lei marito, il francese Justin Pierre Plumard, Comte De Rieux.  La Rivoluzione francese e le vicende europee  Targa a Pisa, sulla casa in cui morì Filippo Mazzei A Parigi, nel 1788 pubblicò una voluminosa opera in quattro volumi Recherches historiques et politiques sur les États-Unis de l'Amérique Septentrionale. Si trattava della prima storia della rivoluzione americana pubblicata in francese. L'opera è tuttora una preziosa fonte di informazioni sul movimento che innescò la rivoluzione americana.  Il successo del libro e la notorietà delle sue idee, uniti alla costante attività di propaganda a favore dei neonati Stati Uniti d'America, lo fece venire in contatto con re Stanislao Augusto di Polonia, illuminato sovrano liberale, di cui divenne prima consigliere e poi rappresentante a Parigi.  Da questa posizione privilegiata poté seguire la rivoluzione francese, di cui condannò la deriva giacobina. Preso atto della rovina economica, nel 1791 si trasferì a Varsavia, assumendo la cittadinanza polacca e contribuendo alla stesura della costituzione.  Dopo un anno passato a Varsavia, a seguito della spartizione della Polonia nel 1792 rientrò definitivamente in Toscana, stabilendosi a Pisa. Lì nel 1796 sposò Antonina Tonini, da cui ebbe una figlia, Elisabetta. E testimone dell'arrivo delle truppe repubblicane francesi a Pisa e poi della loro cacciata, e fu coinvolto pur senza danni nei successivi processi intentati dal bargello ai liberali pisani che si riunivano durante la breve occupazione al Caffè dell'Ussero sul lungarno.  Ultimi anni Mazzei visse quietamente altri 17 anni, dedicandosi ai propri studi di orticoltura e limitandosi a frequentare una ristretta cerchia di salotti praticati da giovani liberali, di cui era ispiratore. In conseguenza del dissolvimento della Polonia operata da Russia e Prussia nel 1795, lo zar Alessandro I si accollò i debiti della corte polacca e Mazzei poté fruire di un vitalizio. Mazzei rimase sempre nostalgico della Virginia e dei suoi amici americani, che ne auspicavano il ritorno e con i quali mai interruppe il contatto epistolare. Nonostante i ripetuti progetti di un viaggio in America, Mazzei non fu mai capace di affrontare questa nuova avventura. Ebbe modo di assistere all'ascesa e alla caduta di Napoleone Bonaparte e scrisse le proprie memorie, pubblicate nel 1848, oltre trent'anni dopo la sua morte a Pisa. Opere: “Stanislao Re di Polonia,” Roma: Istituto storico italiano per l'età moderna e contemporanea, “Ricerche storiche  sull’America,” Firenze, Ponte alle Grazie, “Memorie” Gino Capponi, Lugano, Tip. della Svizzera Italiana, “Del commercio della seta fatto in Inghilterra dalla Compagnia delle Indie Orientali” Silvano Gelli, Poggio a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, “Le istruzioni per i delegati alla convenzione maggio-settembre” Firenze, Morgana, Opere di suor Margherita Marchione “Scelta di scritti e lettere,”“Agente di Virginia durante la rivoluzione Americana”“Agente del Re di Polonia durante la Rivoluzione Francese”“La vita avventurosa di Filippo Mazzei, Cassa di Risparmi e Depositi, Prato. Marchione Margherita: The Adventurous Life of Philip MazzeiLa vita avventurosa Marchione Margherita:The Constitutional Society of Marchione Margherita, Philip Mazzei: World Citizen (Jefferson's "Zealous Whig"), University Press of America, Lanham, MD, 1994, 158 Curiosità Broom icon.svg Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare. Contribuisci a migliorarla integrando se possibile le informazioni all'interno dei paragrafi della voce e rimuovendo quelle inappropriate.  A inizio degli anni 2000, fra alcuni intellettuali toscani appassionati della figura di Mazzei, è circolata la speculazione che Mazzei potrebbe aver ispirato persino la bandiera statunitense, adottata dal Congresso  un anno dopo la Dichiarazione d'Indipendenza. La suggestione nasce dall'importanza che l'alternanza dei colori rosso e bianco ha nell'araldica toscana e non solo e di cui un esempio famoso è l'insegna di Ugo di Toscana. Mazzei potrebbe forse aver discusso anche di araldica con gli altri patrioti americani, ma le radici storiche della bandiera americana sono, in realtà, nella Grand Union Flag.  In ricordo di Mazzei è stato istituito il premio The Bridge. La cerimonia è stata istituita dall'American University of Rome, per celebrare un toscano che insieme ai padri costituenti degli Stati Uniti d'America diede vita alla stesura della dichiarazione d'indipendenza. Sua era la frase: «Tutti gli uomini sono per natura liberi ed indipendenti».  Note  Paolo Russo, Nasce a Firenze un museo che racconta la massoneria, in La Repubblica, Firenze, 27 febbraio . 28 novembre  (archiviato il 3 marzo )., Riferito al primo museo dedicato alla storia della Massoneria in Italia.  Washington D.C. Italian Genealogy Club, su geocities.com 1º gennaio 2008).  Thomas Jefferson Encyclopedia  Premio Filippo Mazzei.  In lingua italiana , Dalla Toscana all'America: il contributo di Filippo Mazzei, Poggio a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, 2004. Becattini Massimo, Filippo Mazzei mercante italiano a Londra, Poggio a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, 1Bolognesi Andrea, Corsetti Luigi, Di Stadio Luigi: Filippo Mazzei mostra di cimeli e scritti, catalogo della mostra a cura di, Poggio a Caiano, palazzo Comunale, Comune di Poggio a Caiano, 1996. Camajani Guelfo Guelfi, Filippo Mazzei: un illustre toscano del Settecento: medico, agricoltore, scrittore, giornalista, diplomatico, Firenze, Associazione Internazionale Toscani nel Mondo, Ciampini Raffaele, Lettere di Filippo Mazzei alla corte di Polonia (1788-1792), Bologna: N. Zanichelli, 1937. Corsetti Luigi, Gradi Renzo:  su Filippo Mazzei Avventuriero della Libertà a cura di, con scritti di Margherita Marchione e Edoardo Tortarolo, Poggio a Caiano, C.I.C. Filippo MazzeiAssociazione Culturale "Ardengo Soffici", Di Stadio Luigi, Filippo Mazzei tra pubblico e privato. Raccolta di documenti inediti, a cura di, Poggio a Caiano, Biblioteca Comunale di Poggio a Caiano, 1996. Fazzini Gianni, "Il gentiluomo dei tre mondi", Roma: Gaffi, 2008. Gerosa Guido, Il fiorentino che fece l'America. Vita e avventure Milano, SugarCo Edizioni, Gradi Renzo, Un bastimento carico di Roba bestie e uomini in un manoscritto inedito di Filippo Mazzei, Poggio a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, 1991. Gradi Renzo, Parigi: Scritti e memorie del fiorentino Filippo Mazzei, Comune di Poggio a Caiano, 1989. Gullace Giovanni, Figure dimenticate dell'indipendenza americana, Filippo Mazzei e Francesco Vigo, Roma: Il Veltro Editrice, 1977. Masini Giancarlo, Gori Iacopo, L'America fu concepita a Firenze, Firenze: Bonechi, 1998 Tognetti Burigana Sara, Tra riformismo illuminato e dispotismo napoleonico; esperienze del "cittadino americano" Filippo Mazzei, Roma, Edizioni di Storia e letteratura, Tortarolo Edoardo, Illuminismo e Rivoluzioni. Biografia politica di Filippo Mazzei, Milano, Angeli, Witold Łukaszewicz, Filippo Mazzei, Giuseppe Mazzini; saggi sui rapporti italo-polacchi Abolizionismo Rivoluzione americana Rivoluzione francese Benjamin Franklin Patrick Henry Thomas Jefferson George Mason James Monroe William Paca Stanisław August Poniatowski Padri fondatori degli Stati Uniti d'America Italoamericani Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Filippo Mazzei, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Filippo Mazzei, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Filippo Mazzei, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Filippo Mazzei, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere di Filippo Mazzei, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Filippo Mazzei, .   Pubblicazioni di Filippo Mazzei, su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.  Thomas Jefferson, Filippo Mazzei e Francis Vigo (video), su youtube.com. Thomas Jefferson Encyclopedia, su monticello.org. Il circolo Filippo Mazzei Pisa, su circolofilippomazzei.net. FMazzei, chi era costui?, su mltoscana.blogspot.com. Clan Libertario Toscano Filippo Mazzei, su mltoscana.blogspot.com. Il circolo Filippo Mazzei, su geocities.com. Carteggio Thomas JeffersonMazzei, su princeton.edu. 25 giugno 2007 22 aprile ). I processi contro Filippo Mazzei ed i liberali pisani, su idr.unipi. Monticello the home of Thomas Jefferson, su monticello.org. Famous Americans, su famousamericans.net. Philip Mazzei at the library of Congress, su memory.loc.gov. Another Site about P.Mazzei and other famous Italian American, su clevelandmemory.org.  Mazzei, Thomas Jefferson e gli scultori carraresi per la costruzione del Campidoglio degli Stati Uniti (di Nicola Guerra)  [collegamento interrotto], su farefuturofondazione. Premio Filippo Mazzei, su premiofilippomazzei.com. Sito dal quale è possibile scaricare il libro Memorie della vita e delle peregrinazioni del fiorentino Filippo Mazzei in formato *.pdf, su books.google.com. Filippo Mazzei. Mazzei. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Mazzei," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria, Italia.

 

Mazzini (Genova). Filosofo.  Grice: “Of course it is difficult for an Italian philosopher to approach the philosophy of Mazzini cooly; it would be like me approaching the philosophy of Horatio Nelson!” – Grice: “I’ve found ‘Il pensiero filosofico di Giuseppe Mazzini’ quite helpful – the equivalent would be the pretentious sounding, “The philosophical thought of Sir Winston Churchill,’ say!” --  Grice: “Luigi Speranza loves to cherish the fact that an old street in Woolwich, of all places, is named after him, in a way ‘Speranza,’ just because Garibaldi visited!” Grice: “Luigi Speranza also cherishes the fact that Lady Wilde preferred ‘Speranza’ just to defend Mazzini!” Esponente di punta del patriottismo risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribusceno in maniera decisiva alla nascita dello STATO UNITARIO ITALIANO. Le condanne subite in diversi tribunali d'Italia lo costringeno però alla latitanza fino alla morte. Le teorie mazziniane sono di grande importanza nella definizione dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello stato. Nacque a Genova, allora capoluogo dell'omonimo dipartimento francese costituito da parte del regime di Bonaparte. Il padre, Giacomo, e medico e docente universitario d'anatomia originario di Chiavari, una cittadina del Tigullio all'epoca capoluogo del dipartimento francese degli Appennini, successivamente parte della provincia di Genova, figura politicamente attiva nella scena pubblica locale, sia durante l'epoca della precedente repubblica ligure, sia, in tempi successivi, dell'Impero napoleonico. Alla madre, Maria Drago, una fervente giansenista originaria di Pegli, un comune autonomo, accorpato nel comune di Genova, fu molto legato per tutta la vita. Affettuosamente chiamato "Pippo" dalla famiglia, una volta terminati gli studi superiori presso il cittadino Liceo classico Cristoforo Colombo, si iscrisse a Genova. Si segnala per la sua ribellione ai regolamenti di stampo religioso che imponeno di andare a messa e di confessarsi. E arrestato perché, proprio in chiesa, si rifiuta di lasciare il posto a un generale austriaco. Lo appassiona la letteratura: si innamorò delle letture di Goethe, Shakespeare e Foscolo (pur senza condividerne la filosofia materialista), restando così colpito dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis da volersi vestire sempre di nero, in segno di lutto per la patria oppressa. La passione per la letteratura, insieme a quella per la musica (e un abile suonatore di chitarra), la ha  per tutta la vita: oltre agli autori citati, lesse Dante, Schiller, Alfieri, i grandi poeti romantici come Byron, Shelley, Keats, Wordsworth, Coleridge e i narratori come Dumas padre e le sorelle Brontë. Ha il suo trauma rivelatore. Al passaggio a Genova dei federati piemontesi reduci dal loro tentativo di rivolta, si affacciò in lui il pensiero che si puo, e quindi si deve, lottare per la libertà della patria. Cominciò ad esercitare la professione nello studio di un avvocato, ma l'attività che lo impegnava era quella di giornalista presso l'Indicatore genovese, sul quale inizia a pubblicare recensioni di saggi patriottici. La censura lascia fare per un po', ma poi soppresse il giornale. Compone il saggio, “Dell'amor patrio d’Aligheri”. Ottenne la laurea “in utroque iure”. Entra nella carboneria, della quale divenne segretario in Valtellina.  Ho a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini. (Klemens von Metternich, Memorie ed. Bonacci). Per la sua attività cospirativa e arrestato su ordine di Felice di Savoia e detenuto a Savona nella Fortezza del Priamar. Durante la detenzione idea e formula il programma di un nuovo movimento politico chiamato “Giovine Italia” che, dopo essere stato liberato per mancanza di prove, presenta e organizzò a Marsiglia dove e costretto a rifugiarsi in esilio.  I motti dell'associazione erano Dio e popolo e unione, forza e libertà e il suo scopo era l'unione degli stati italiani in un'unica repubblica con un governo centrale quale sola condizione possibile per la liberazione del popolo italiano dagli invasori stranieri. Il progetto federalista infatti, poiché senza unità non c'è forza, ha fatto dell'Italia una nazione debole, naturalmente destinata a essere soggetta ai potenti stati unitari a lei vicini. Il federalismo inoltre avrebbe reso inefficace il progetto risorgimentale, facendo rinascere quelle rivalità municipali, ancora vive, che avevano caratterizzato la peggiore storia dell'Italia medioevale. L'obiettivo repubblicano e unitario avrebbe dovuto essere raggiunto con un'insurrezione popolare condotta attraverso una guerra per bande. Durante l'esilio in Francia, ha una relazione con la nobildonna repubblicana Giuditta Bellerio Sidoli, vedova di Giovanni Sidoli, ricco patriota di Montecchio Emilia. Giuditta aveva condiviso con il marito la fede politica che, portandolo a cospirare contro la corte estense, aveva costretto la coppia a esiliare in Svizzera. Colpito da una grave malattia polmonare, muore a Montpellier.  Poiché la vedova non aveva ricevuto alcuna condanna, ritorna a Reggio Emilia presso la famiglia del marito con i suoi quattro figli: Maria, Elvira, Corinna e Achille. Dopo il fallimento dei moti dove fuggire in Francia dove conobbe Mazzini a cui si legò sentimentalmente. Dopo il vano tentativo del 1831 di portare dalla parte liberale il nuovo re Carlo Alberto di Savoia con la celebre lettera firmata "un italiano", il 26 ottobre 1833, insieme a Pasquale Berghini e Domenico Barberis, Mazzini fu condannato in contumacia a "morte ignominiosa" dal Consiglio Divisionario di Guerra, presieduto dal maggior generale Saluzzo Lamanta. La condanna venne poi revocata nel 1848, quando Carlo Alberto decise di concedere un'amnistia generale. Rifugiatosi  nella cittadina svizzera di Grenchen, nel canton Soletta, vi rimase sino a quando fu arrestato dalla polizia cantonale che gli ingiunse di lasciare la Confederazione entro 24 ore. Per impedirne l'allontanamento l'assemblea dei cittadini di Grenchen conferì al giovane profugo la cittadinanza con 122 voti a favore e 22 contrari, invalidata però dal governo cantonale. Mazzini, nascostosi nel frattempo, fu scoperto e dovette lasciare la Svizzera assieme ad altri esuli, tra i quali Agostino e Giovanni Ruffini.  Comincia il lungo soggiorno a Londra, dove Mazzini raccolse attorno a sé esuli italiani e persone favorevoli al repubblicanesimo in Italia, dedicandosi, per vivere, all'attività di insegnante dei figli degli italiani; qui conobbe e frequentò anche diverse personalità inglesi, tra cui Mary Shelley (vedova del poeta P.B. Shelley), Anne Isabella Milbanke (vedova di Lord Byron, idolo di gioventù di Mazzini), il filosofo ed economista John Stuart Mill, Thomas Carlyle e sua moglie Jane Welsh, lo scrittore Charles Dickens, che finanziò la sua scuola. Il poeta decadente Algernon Swinburne gli dedicò Ode a Mazzini. Nello stesso quartiere di Mazzini visse anche Karl Marx.  Durante il soggiorno londinese Mazzini ebbe una lunga relazione di amicizia con la famiglia Craufurd, documentata da copiosa corrispondenza epistolare. Sempre a Londra ebbe rapporti con la famiglia di William Henry Ashurst e con il genero di questi, il politico britannico James Stansfeld, la cui consorte Caroline Ashurst Stansfeld era sostenitrice della società "Society of the Friends of Italy". Per la causa dell'unificazione italiana Mazzini collaborò anche con il secolarista George Holyoake.  Fondò poi altri movimenti politici per la liberazione e l'unificazione di vari stati europei: la Giovine Germania, la Giovine Polonia e infine la Giovine Europa. Quest'ultima, fondata nell'aprile 1834 a Berna in accordo con altri rivoluzionari stranieri, aveva tra i suoi principi ispiratori la costituzione degli Stati Uniti d'Europa. In questa occasione Mazzini estese dunque il desiderio di libertà del popolo italiano (che si sarebbe attuato con la repubblica) a tutte le nazioni europee. L'associazione rivoluzionaria europea aveva come scopo specifico l'agire dal basso in modo comune e, usando strumenti insurrezionali e democratici, realizzare nei singoli stati una coscienza nazionale e rivoluzionaria. Sulla scia della Giovine Europa Mazzini nel 1866 fonda anche l'Alleanza Repubblicana Universale.  Il movimento della Giovine Europa ebbe anche un forte ruolo di promozione dei diritti della donna, come testimonia l'opera di numerose mazziniane, tra cui la citata Bellerio Sidoli, ma anche Cristina Trivulzio di Belgiojoso e Giorgina Saffi, la moglie di Aurelio Saffi, uno dei più stretti collaboratori di Mazzini e suo erede per quanto riguarda il mazzinianesimo politico. Mazzini continuò a perseguire il suo obiettivo dall'esilio e tra le avversità con inflessibile costanza, convinto che questo fosse il destino dell'Italia e che nessuno avrebbe potuto cambiarlo. Tuttavia, nonostante la sua perseveranza, l'importanza delle sue azioni fu più ideologica che pratica.  Dopo il fallimento dei moti del 1848, durante i quali Mazzini era stato a capo della breve Repubblica Romana insieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini, i nazionalisti italiani cominciarono a vedere nel re del Regno di Sardegna e nel suo Primo Ministro Camillo Benso conte di Cavour le guide del movimento di riunificazione. Ciò volle dire separare l'unificazione dell'Italia dalla riforma sociale e politica invocata da Mazzini. Cavour fu abile nello stringere un'alleanza con la Francia e nel condurre una serie di guerre che portarono alla nascita dello STATO ITALIANO ma la natura politica della nuova compagine statale era ben lontana dalla repubblica mazziniana.  A Londra, nel 1850, per reagire alla caduta della Repubblica Romana e in continuità con essa, Mazzini fondò il Comitato Centrale Democratico Europeo e il Comitato Nazionale Italiano, lanciando il Prestito Nazionale Italiano, le cui cartelle portavano appunto lo stemma della Repubblica romana del 1849 e l'intitolazione del prestito «diretto unicamente ad affrettare l'indipendenza e l'unità d'Italia». A garanzia del prestito le cartelle recavano la firma degli ex triumviri Mazzini, Saffi e, in assenza dell'irreperibile Armellini, Mattia Montecchi. La diffusione delle cartelle nel Lombardo-Veneto ebbe come immediata conseguenza la ripresa dell'attività cospirativa e rivoluzionaria, soprattutto a Mantova.. Messina fu chiamata al voto per eleggere i suoi deputati al nuovo parlamento di Firenze. Mazzini era candidato, nel secondo collegio, ma non poté fare campagna elettorale perché esule a Londra. Pendevano sul suo capo due condanne a morte: una inflitta dal tribunale di Genova per i moti del 1857 (il 19 novembre 1857, in primo grado, il 20 marzo 1858 in appello); un'analoga condanna a morte era stata inflitta dal tribunale di Parigi per complicità in un attentato contro Napoleone III. Inaspettatamente, Mazzini vinse con larga messe di voti (446). Il 24 marzo, dopo due giorni di discussione, la Camera annullava l'elezione in virtù delle condanne precedenti.   Il letto di morte di Mazzini, distrutto dagli aerei degli Stati Uniti durante il bombardamento di Pisa del 1943  Maschera mortuaria di Mazzini, gesso, Domus Mazziniana, Pisa Due mesi dopo gli elettori del secondo collegio di Messina tornarono alle urne: vinse di nuovo Mazzini. La Camera, dopo una nuova discussione, il 18 giugno riannullò l'elezione. Il 18 novembre Mazzini viene rieletto una terza volta; dalla Camera, questa volta, arrivò la convalida. Mazzini, tuttavia, anche nel caso fosse giunta un'amnistia o una grazia, decise di rifiutare la carica per non dover giurare fedeltà allo Statuto Albertino, la costituzione dei monarchi sabaudi. Egli infatti non accettò mai la monarchia e continuò a lottare per gli ideali repubblicani.  Nel 1868 lasciò Londra e si stabilì in Svizzera, a Lugano. Due anni dopo furono amnistiate le due condanne a morte inflitte al tempo del Regno di Sardegna: Mazzini quindi poté rientrare in Italia e, una volta tornato, si dedicò subito all'organizzazione di moti popolari in appoggio alla conquista dello Stato Pontificio. L'11 agosto partì in nave per la Sicilia, ma il 14, all'arrivo nel porto di Palermo, fu tratto in arresto (la quarta volta nella sua vita) e recluso nel carcere militare di Gaeta. Partito da Basilea e in viaggio nel passo del San Gottardo, conobbe in una carrozza Friedrich Nietzsche, allora poco conosciuto filologo e docente. Questo incontro sarà testimoniato dallo stesso Nietzsche anni dopo.  Costretto di nuovo all'esilio, riuscì a rientrare in Italia sotto il falso nome di Giorgio Brown (forse un riferimento a John Brown) a Pisa. Qui, malato già da tempo, visse nascosto nell'abitazione di Pellegrino Rosselli, antenato dei fratelli Rosselli e zio della moglie di Ernesto Nathan, fino al giorno della sua morte, avvenuta il 10 marzo dello stesso anno, quando la polizia stava ormai per arrestarlo nuovamente.  Traversie della salma  Mazzini morente, Silvestro Lega La notizia della sua morte si diffuse rapidamente, commuovendo l'Italia; il suo corpo fu imbalsamato dallo scienziato Paolo Gorini, appositamente fatto accorrere da Lodi su incarico di Agostino Bertani: Gorini disinfettò la salma per permettere l'esposizione. Una folla immensa partecipò ai funerali, svoltisi nella città toscana il pomeriggio del 14 marzo, accompagnando il feretro al treno in partenza per Genova, dove venne sepolto al Cimitero monumentale di Staglieno.  Le esequie furono accompagnate dalla musica della storica Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo. Successivamente Gorini ricominciò a lavorare sul corpo di Mazzini, onde pietrificarlo secondo la sua tecnica di mummificazione; terminò il lavoro qualche anno dopo. Nel 1946 avvenne la ricognizione della mummia, che fu sistemata ed esposta al pubblico in occasione della nascita della Repubblica Italiana[26]: da allora riposa nuovamente nel sarcofago del mausoleo.  Mausoleo Benché sia incerta l'affiliazione di Mazzini alla Massoneria fu l'associazione stessa a commissionare il mausoleo all'architetto mazziniano Gaetano Vittorino Grasso che lo realizzò in stile neoclassico adornandolo con alcuni simboli massonici.  Il sepolcro reca all'esterno la scritta "Giuseppe Mazzini" e all'interno sono presenti numerose bandiere tricolori repubblicane e iscrizioni lasciate da gruppi mazziniani o da personalità come Carducci. Sulla lapide è scolpita la scritta "Giuseppe Mazzini. Un Italiano" che era la firma da lui apposta nella lettera a Carlo Alberto, e l'epitaffio: «Il corpo a Genova, il nome ai secoli, l'anima all'umanità. Testimonianze di alcuni personaggi storici e una corrispondenza dello stesso Mazzini, citati nell'opera dello studioso Luigi Polo Friz fanno ritenere che verosimilmente Mazzini, a differenza di altri celebri personaggi dell'epoca, come Garibaldi, non sia mai stato affiliato alla massoneria, anche se questa ha ripreso molti degli ideali mazziniani, simili ai suoi.  La principale obbedienza italiana, l'unica attiva all'epoca di Mazzini in Italia, il Grande Oriente d'Italia, afferma l'impossibilità di provare l'appartenenza di Mazzini, che pure ebbe influenza nella società, anche se non partecipò mai alla vita dell'associazione, occupato com'era nella causa della "sua" società segreta, la Giovine Italia. In effetti Mazzini fu carbonaro, ma la Carboneria fu presto distinta dalla massoneria.[30]  Indro Montanelli afferma invece che probabilmente Mazzini fu massone. Dello stesso parere è Massimo Della Campa, che in una "Nota su Mazzini" fa riferimento al libro dell'ex-Gran Maestro del grande Oriente d'Italia Giordano Gamberini, Mille volti di massoni (Ed. Erasmo, Roma), che a119 scrive a proposito di Mazzini: «Iniziato nel 1834 a Genova , secondo G. Fazzari e F. Borsari (Luce e concordia, dispense 3 e 4, pag. 23, colonna III). Ricevette dal Fr. Passano il 32° grado del R.S.A.A., necessario per corrispondere in Carboneria al livello di Vendita Suprema, nelle carceri di Savona. Con decreto del S. C. di Palermo il 18 giugno 1866 ricevette l'aumento di luce al 33° grado e la qualifica di membro onorario del medesimo Supremo Consiglio. Fu membro onorario delle LL. Lincoln di Lodi e Stella d'Italia di Genova. Scrivendo a Logge, Corpi rituali e Fratelli usò sempre i segni massonici. Nessun contemporaneo mise mai in dubbio l'appartenenza di Mazzini alla Massoneria.»  Mazzini stesso sembrerebbe però smentire la sua partecipazione all'associazione in una lettera del 12 giugno 1867 al massone Federico Campanella, Sovrano Gran Commendatore del Supremo Consiglio del Rito scozzese antico ed accettato di Palermo, in cui, restituendogli le carte che questi gli aveva fatto recapitare scriveva. La Massoneria accettando da anni e anni ogni uomo, senza dichiarazioni d'opinioni politiche, s'è fatta assolutamente inutile a ogni scopo nazionale. Per farne qualche cosa bisognerebbe prima una misura d'eliminazione ed una di revisione delle file, poi una formula nazionale o politica per l'iniziazione... Chi vuol intendere intenda. La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo»  (Giuseppe Mazzini, Ai giovani d'Italia) Per comprendere a pieno la dottrina politica di Mazzini bisogna rifarsi al pensiero religioso che ispira il periodo della Restaurazione seguito alla caduta dell'impero napoleonico. Nasce allora una nuova concezione della storia che smentiva quella degli illuministi basata sulla capacità degli uomini di costruire e guidare la storia con la ragione. Le vicende della Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano dimostrato che gli uomini si propongono di perseguire alti e nobili fini che s'infrangono dinanzi alla realtà storica. Il secolo dei lumi era infatti tramontato nelle stragi del Terrore e il sogno di libertà nella tirannide napoleonica che, mirando alla realizzazione di un'Europa al di sopra delle singole nazioni, aveva determinato invece la ribellione dei singoli popoli proprio in nome del loro sentimento di nazionalità.  Secondo questa visione romantica dunque la storia non è guidata dagli uomini ma è Dio che agisce nella storia; esisterebbe dunque una Provvidenza divina che s'incarica di perseguire fini al di là di quelli che gli uomini si propongono di conseguire con la loro meschina ragione.[35] Da questa concezione romantica della storia, intesa come opera della volontà divina si promanano due visioni contrapposte: una è la prospettiva reazionaria che vede nell'intervento di Dio nella storia una sorta di avvento di un'apocalisse che metta fine alla storia degli uomini.  Napoleone I è stato, con le sue continue guerre, l'Anticristo di questa apocalisse: Dio segnerà la fine della storia malvagia e falsamente progressiva e allora agli uomini non rimarrà che volgersi al passato per preservare e conservare quanto di buono era stato realizzato. Si cercherà dunque in ogni modo di cancellare tutto ciò che è accaduto dalla Rivoluzione a Napoleone restaurando il passato.  La concezione reazionaria contro cui Mazzini combatté strenuamente assume un aspetto politico-religioso che troviamo nel pensiero di François-René de Chateaubriand che nel Génie du christianisme (Genio del Cristianesimo) attaccava le dottrine illuministiche prendendo le difese del cristianesimo e soprattutto nell'ideologia mistica teocratica di Joseph de Maistre, che arriva nell'opera Du pape (Il papa)  al punto di auspicare un ritorno dell'alleanza tra il trono e l'altare riproponendo il modello delle comunità medioevali protette dalla religione tradizionale contro le insidie del liberalismo e del razionalismo.[36]  Un'altra prospettiva, che nasce paradossalmente dalla stessa concezione della storia guidata dalla divinità, è quella che potremo definire liberale che vede nell'azione divina una volontà diretta, nonostante tutto, al bene degli uomini escludendo che nei tempi nuovi ci sia una sorta di vendetta di Dio che voglia far espiare agli uomini la loro presunzione di creatori di storia. È questa una visione provvidenziale, dinamica della storia che troviamo in Saint Simon con la concezione di un nuovo cristianesimo per una nuova società o in Lamennais che vede nel cattolicesimo una forza rigeneratrice della vita sociale. Una concezione progressiva quindi che è presente in Italia nell'opera letteraria di Alessandro Manzoni e nel pensiero politico di Gioberti con il progetto neoguelfo e nell'ideologia mazziniana.  Concezione mazziniana «Costituire l'Italia in Nazione Una, Indipendente, Libera, Repubblicana»  (G. Mazzini, Istruzione generale per gli affratellati nella Giovine Italia) Magnifying glass icon mgx2.svgMazzinianesimo. Dio e popolo «Noi cademmo come partito politico. Dobbiamo risorgere come partito religioso. L'elemento religioso è universale, immortale: universalizza e collega. Ogni grande rivoluzione ne serba impronta, e lo rivela nella propria origine o nel fine che si propone. Per esso si fonda l'associazione. Iniziatori d'un nuovo mondo, noi dobbiamo fondare l'unità morale, il cattolicismo Umanitario. Il pensiero politico mazziniano deve dunque essere collocato in questa temperie di romanticismo politico-religioso che dominò in Europa dopo la rivoluzione del 1830 ma che era già presente nei contrasti al Congresso di Vienna tra gli ideologi che proponevano un puro e semplice ritorno al passato prerivoluzionario e i cosiddetti politici che pensavano che bisognasse operare un compromesso con l'età trascorsa.  Alcuni storici hanno fatto risalire la concezione religiosa di Mazzini all'educazione ricevuta dalla madre fervente giansenista (almeno fino agli anni '40 fa spesso riferimenti biblici ed evangelici) o ad una vicinanza ideale col protestantesimo e le chiese riformate ma, secondo altri, la visione religiosa di Mazzini non coinciderebbe con quella di nessuna religione rivelata. Il personale concetto mazziniano di Dio, che per alcuni tratti è avvicinabile al deismo settecentesco, con evidenti influssi della religiosità civica e preromantica di Rousseau, per altri versi al Dio panteistico degli stoici, è alla base di una religiosità che tuttavia esige la laicità dello Stato (questo nonostante la dichiarata contraddizione poiché se, come egli crede, politica e religione coincidono, non avrebbe senso separare la sua concezione teologica da quella politica)[40] e l'assenza di intermediari tra Dio e il popolo. Per ciò e per il ruolo avuto nella storia umana e italiana, define il papato la base d'ogni autorità tirannica. Un altro influsso sulla sua concezione religiosa è stato visto nella considerazione che ha per la religione CIVILE di ispirazione ROMANA e per l'ammirazione verso la prima Roma, antica e pagana, che passando per la seconda Roma, cristiana e medievale, prepara il campo alla terza Roma future. Un mito questo, romantico-neoclassico, che e fatto proprio da Carducci e poi dal fascismo, con il filosofo Berto Ricci -- e dalla massoneria con l'esoterista Reghini e avvicina il mazzinianesimo anche al culto massonico del Grande Architetto dell'Universo. In realtà rifiuta non solo l'ateismo (è questa una delle divisioni ideologico-teoriche che egli ebbe con altri repubblicani come Pisacane) e il materialismo («...L'ateismo, il materialismo non hanno, sopprimendo Dio, una legge morale superiore per tutti e sorgente del Dovere per tutti...»[46]), ma anche il trascendente, in favore dell'immanente: egli crede nella reincarnazione[47], per poter migliorare di continuo il mondo e migliorare sé stessi. Una concezione questa tratta probabilmente da Platone o dalle religioni orientali come l'induismo e il buddismo, religioni alle quali Mazzini si era interessato.[48]  Giuseppe Mazzini e Gioacchino da Fiore Come altri patrioti, letterati, rivoluzionari delle società segrete francesi, inglesi e italiane Mazzini vide nell'abate calabrese Gioacchino da Fiore, l'autore di una profezia riguardante l'avvento della Terza Età o Età dello Spirito Santo quando sarebbe sorta la Terza Italia che sarebbe rinata, libera dalle dominazioni straniere[50], come la nazione che avrebbe esercitato un primato sulle altre per la presenza della Chiesa cattolica: tema questo poi ripreso da Vincenzo Gioberti nel suo Primato morale e civile degli Italiani.  Mazzini ebbe grande interesse per Gioacchino tanto da volergli dedicare un trattato rimasto inedito Joachino, appunti per uno studio storico sull'abate Gioacchino], che considerava un suo precursore per gli ideali sociali e politici da realizzare tramite un'unità spirituale e storica.  Religione civile La sua è stata anche definita una religione civile dove la politica svolgeva il ruolo della fede e dove la divinità si incarna in modo panteista nell'Universo e nell'Umanità stessa, che attua la Legge che nel Progresso si rivela. Egli afferma di credere che Dio è Dio, e l'Umanità è il suo Profeta, che il popolo romano è immagine di Dio sulla terra e vi è«un Dio solo, autore di quanto esiste, Pensiero vivente, assoluto, del quale il nostro mondo è raggio e l'Universo una incarnazione».[38] Per lui non conta che la sua intima credenza sia razionale o no, come il Dio di Voltaire e Newton che è invocato come la causa prima dell'ordine naturale, poiché «Dio esiste. Noi non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo, ci sembrerebbe bestemmia, come negarlo, follia. Dio esiste, perché noi esistiamo» anche se, specifica, «l'universo lo manifesta con l'ordine, con l'armonia, con l'intelligenza dei suoi moti e delle sue leggi. E altresì convinto che fosse ormai presente nella storia un nuovo ordinamento divino nel quale la lotta per raggiungere l'unità nazionale assumeva un significato provvidenziale. «Operare nel mondo significava per il Mazzini collaborare all'azione che Dio svolgeva, riconoscere ed accettare la missione che uomini e popoli ricevono da Dio. Per questo bisogna «mettere al centro della propria vita il dovere, senza speranza di premio, senza calcoli di utilità. Quello di Mazzini era un progetto politico, ma mosso da un imperativo religioso che nessuna sconfitta, nessuna avversità avrebbe potuto indebolire. «Raggiunta questa tensione di fede, l'ordine logico e comune degli avvenimenti veniva capovolto; la disfatta non provocava l'abbattimento, il successo degli avversari non si consolidava in ordine stabile.».[53]  La storia dell'umanità dunque sarebbe una progressiva rivelazione della Provvidenza divina che, di tappa in tappa, si dirige verso la meta predisposta da Dio.  Esaurito il compito del Cristianesimo, chiusasi l'era della Rivoluzione francese ora occorreva che i popoli prendessero l'iniziativa per «procedere concordi verso la meta fissata al progresso umano». Ogni singolo individuo, come la collettività, tutti devono attuare la missione che Dio ha loro affidato e che attraverso la formazione ed educazione del popolo stesso, reso consapevole della sua missione, si realizzerà attraverso due fasi: Patria e Umanità.  Patria e umanità  Targa in onore di Mazzini sulla casa londinese Senza una patria libera nessun popolo può realizzarsi né compiere la missione che Dio gli ha affidato; il secondo obiettivo sarà l'Umanità che si realizzerà nell'associazione dei liberi popoli sulla base della comune civiltà europea attraverso quello che Mazzini chiama il banchetto delle Nazioni sorelle. Un obiettivo dunque ben diverso da quella confederazione europea immaginata da Napoleone dove la Francia avrebbe esercitato il suo primato egemonico di Grande Nation.  La futura unità europea non si realizzerà attraverso una gara di nazionalismi ma attraverso una nobile emulazione dei liberi popoli per costruire una nuova libertà. Il processo di costruzione europea, secondo Mazzini, doveva svolgersi prima di tutto attraverso l'affermazione delle nazionalità oppresse, come quelle facenti parte dell'Impero asburgico, e poi anche di quelle che non avevano ancora raggiunto la loro unità nazionale.  Iniziativa italiana In questo processo unitario europeo spetta all'Italia un'alta missione: quella di riaprire, conquistando la sua libertà, la via al processo evolutivo dell'Umanità: la redenzione nazionale italiana apparirà improvvisa come una creazione divina al di fuori di ogni inutile e inefficace metodo graduale politico diplomatico di tipo cavouriano. L'iniziativa italiana che avverrà sulla base della fraternità tra i popoli e non rivendicando alcuna egemonia, come aveva fatto la Francia, consisterà quindi nel dare l'esempio per una lotta che porterà alla sconfitta delle due colonne portanti della reazione, di quella politica dell'Impero Asburgico e di quella spirituale della Chiesa cattolica. Raggiunti gli obiettivi primari dell'unità e della Repubblica attraverso l'educazione e l'insurrezione del popolo, espressi dalla formula di Pensiero ed azione, l'Italia darà quindi il via a questo processo di unificazione sempre più vasta per la creazione di una terza civiltà formata dall'associazione di liberi popoli.  Funzione della politica  Il mausoleo di Giuseppe Mazzini nel cimitero monumentale di Staglieno, realizzato dall'architetto mazziniano Gaetano Vittorino Grasso. La politica è scontro tra libertà e dispotismo e tra queste due forze non è possibile trovare un compromesso: si sta svolgendo una guerra di principi che non ammette transazioni; Mazzini esorta la popolazione a non accontentarsi delle riforme che erano degli accomodamenti gestiti dall'alto: non radicavano, cioè, nello spirito del tempo quella libertà e quell'uguaglianza di cui il popolo aveva bisogno.  La logica della politica è logica di democrazia e libertà, non accettabili dalle forze reazionarie; contro di esse è necessaria una brusca rottura rivoluzionaria: alla testa del popolo vi dovrà essere la classe colta (che non può più sopportare il giogo dell'oppressione) e i giovani (che non possono più accettare le anticaglie dell'antico regime). Questa rivoluzione deve portare alla Repubblica, la quale garantirà l'istruzione popolare.  La rivoluzione, che è anche pedagogico strumento di formazione di virtù personali e collettive, deve iniziare per ondate, accendendo focolai di rivolta che incitino il popolo inconsapevole a prendere le armi. Una volta scoppiata la rivoluzione si dovrà costituire un potere dittatoriale (inteso come potere straordinario alla maniera dell'Antica Roma, non come tirannide) che gestisca temporaneamente la fase post-rivoluzionaria. Il governo verrà restituito al popolo non appena il fine della rivoluzione verrà raggiunto, il prima possibile.  La Giovane Italia deve educare alla gestione della cosa pubblica, ad essere buoni cittadini, non è, perciò, esclusivamente uno strumento di organizzazione rivoluzionaria. Il popolo deve avere diritti e doveri, mentre la Rivoluzione Francese si è concentrata esclusivamente sui diritti individuali: fermandosi ai diritti dell'individuo aveva dato vita ad una società egoista; l'utile per una società non va mai considerato secondo il bene di un singolo soggetto ma secondo il bene collettivo. Non crede nell'eguaglianza predicata dal marxismo e al sogno della proprietà comune sostituisce il principio dell'associazionismo, che è comunque un superamento dell'egoismo individuale.Questione sociale Mazzini affrontò la questione sociale negli scritti più tardi, ad esempio nei Doveri dell'uomo Rifiuta il marxismo, convinto com'è che per spingere il popolo alla rivoluzione sia prioritario indicargli l'obiettivo dell'unità, della repubblica e della democrazia. Mazzini fu tra i primi a considerare la grave questione sociale presente che era soprattutto in Italia la questione contadina, come gli indicava Carlo Pisacane, ma egli pensava che questa dovesse essere affrontata e risolta solo dopo il raggiungimento dell'unità nazionale e non attraverso lo scontro delle classi, ma con una loro collaborazione (interclassismo), da raggiungersi però organizzando l'associazionismo e il mutualismo fra gli operai, il soggetto più debole. Un programma il suo di solidarietà nazionale che se non contemplava l'autonomia culturale e politica del proletariato non si rivolse solo al ceto medio cittadino, agli intellettuali, agli studenti, fra i quali raccolse i consensi più ampi, ma anche agli artigiani e ai settori più consapevoli dei propri diritti fra gli operai.  Mazzini criticò il marxismo e fu da Marx biasimato per gli aspetti dottrinali idealistici e per gli atteggiamenti profetici che egli assumeva nel suo ruolo di educatore religioso e politico del popolo. Marx, risentito per gli attacchi di Mazzini al comunismo, da lui definito col termine inglese «dictatorship» (cioè «dittatura»), lo definì in alcuni articoli teopompo, cioè «inviato di Dio e papa della chiesa democratica, dandogli anche sprezzantemente del «vecchio somaro» e paragonandolo a Pietro l'Eremita. Forte sarà il contrasto tra Marx e l'inviato personale di Mazzini (oltre che con Garibaldi che ne prese le difese) alla Prima Internazionale. Critica i socialisti per il proclamato internazionalismo dei loro tempi, venato di anarchismo e di forte negazionismo, per l'attenzione da essi rivolta verso gli interessi di una sola classe: il proletariato. Inoltre egli definiva arbitrario e impossibile a pretendere l'abolizione della proprietà privata: così si sarebbe dato un colpo mortale all'economia che non avrebbe premiato più i migliori. La critica maggiore era rivolta contro il rischio che le ideologie socialiste estremistiche portassero a un totalitarismo: egli previde con lungimiranza quello che avverrà con la Rivoluzione d'ottobre del 1917 in Russia, cioè la formazione di una nuova classe di padroni politici e lo schiacciamento dell'individuo nella macchina industriale del socialismo reale. Da queste critiche ne venne la valutazione negativa di Mazzini sulla rivolta che portò alla Comune di Parigi del 1871. Mentre per Marx e Michail Bakunin quello della Comune era stato un primo tentativo di distruggere lo stato accentratore borghese realizzando dal basso un nuovo tipo di stato, Mazzini, legato al concetto di Stato-nazione romantico, invece criticò la Comune vedendo in essa la fine della nazione, la minaccia di uno smembramento della Francia. Per salvaguardare l'economia e allo stesso tempo per tutelare i più poveri, Mazzini punta su una forma di lavoro cooperativo: l'operaio dovrà guardare oltre una lotta basata solo sul salario ma promuovere spazi via via crescenti di economia sociale con elementi di «piena responsabilità e proprietà sull'impresa».  Mazzini puntava sul superamento in senso sociale e democratico del capitalismo imprenditoriale classico, anticipando in questo sia le teorie distribuzioniste sia le teorie che esaltano il valore dell'associazione fra i produttori. In Doveri dell'uomo scrisse: «Non bisogna abolire la proprietà perché oggi è di pochi; bisogna aprire la via perché i molti possano acquistarla. Bisogna richiamarla al principio che la renda legittima, facendo sì che solo il lavoro possa produrla.  La sua influenza sulla prima fase del movimento operaio fu per questo molto importante e anche il fascismo, in particolare la sua corrente repubblicana e socializzatrice, si ispirerà al pensiero economico mazziniano come terza via corporativa tra il modello capitalista e quello marxista.  Cospirazioni e fallimento dei moti mazziniani  Mazzini in una fotografia con autografo scattata da Domenico Lama I moti mazziniani, ispirati ad un'ideologia repubblicana e antimonarchica furono considerati sovversivi e quindi perseguiti da tutte le monarchie italiane dell'epoca. Per i governi costituiti i mazziniani altro non erano che terroristi e come tali furono sempre condannati.  «Trovai tutti persuasi che la Giovine Italia era pazzia; pazzia le sette, pazzie il cospirare, pazzie le rivoluzioncine fatte sino a quel giorno, senza capo né coda»  (Massimo d'Azeglio, Degli ultimi casi di Romagna) Giovine Italia (1831) «Su queste classi [...] così fortemente interessate al mantenimento dell'ordine sociale le dottrine sovversive della Giovine Italia non hanno presa. Perciò ad eccezione dei giovani presso i quali l'esperienza non ha ancora modificate le dottrine assorbite nell'atmosfera eccitante della scuola, si può affermare che non esiste in Italia se non un piccolissimo numero di persone seriamente disposte a mettere in pratica i principi esaltati di una setta inasprita dalla sventura.»  (Camillo Benso conte di Cavour). Mazzini si trova a Marsiglia in esilio dopo l'arresto e il processo subito l'anno prima in Piemonte a causa della sua affiliazione alla Carboneria. Non potendosi provare la sua colpevolezza infatti la polizia sabauda lo costrinse a scegliere tra il confino in un paesino del Piemonte e l'esilio. Mazzini preferì affrontare l'esilio e passa in Svizzera, da qui a Lione e infine a Marsiglia. Qui entrò in contatto con i gruppi di Filippo Buonarroti e col movimento sainsimoniano allora diffuso in Francia.  Con questi si avviò un'analisi del fallimento dei moti nei ducati e nelle Legazioni pontificie. Si concordò sul fatto che le sette carbonare avevano fallito innanzitutto per la contraddittorietà dei loro programmi e per l'eterogeneità delle classi che ne facevano parte. Non si era riusciti poi a mettere in atto un collegamento più ampio delle insurrezioni per le ristrettezze provinciali dei progetti politici, com'era accaduto nei moti di Torino quand'era fallito ogni tentativo di collegamento con i fratelli lombardi. Infine bisognava desistere dal ricercare l'appoggio dei principi e, come nei moti del '30-31, dei francesi.  Con la fondazione della Giovine Italia nel 1831 il movimento insurrezionale andava organizzato su precisi obiettivi politici: indipendenza, unità, libertà. Occorreva poi una grande mobilitazione popolare poiché la liberazione italiana non si poteva conseguire attraverso l'azione di pochi settari ma con la partecipazione delle masse. Rinunciare infine ad ogni concorso esterno per la rivoluzione: «La Giovine Italia è decisa a giovarsi degli eventi stranieri, ma non a farne dipendere l'ora e il carattere dell'insurrezione. Gli strumenti per raggiungere queste mete erano l'educazione e l'insurrezione. Quindi bisognava che la Giovane Italia perdesse il più possibile il carattere di segretezza, conservando quanto necessario a difendersi dalle polizie, ma acquistasse quello di società di propaganda, un'«associazione tendente anzitutto a uno scopo di insurrezione, ma essenzialmente educatrice fino a quel giorno e dopo quel giorno anche attraverso il giornale La Giovine Italia, fondato nel 1832del messaggio politico della indipendenza, dell'unità e della repubblica.  Negli anni 1833 e 1834, durante il periodo dei processi in Piemonte e il fallimento della spedizione di Savoia, l'associazione scomparve per quattro anni, ricomparendo solo in Inghilterra. Dieci anni dopo, il 5 maggio 1848, l'associazione fu definitivamente sciolta da Mazzini, che fondò al suo posto l'Associazione Nazionale Italiana. Entusiastiche adesioni al programma della Giovane Italia si ebbero soprattutto tra i giovani in Liguria, in Piemonte, in Emilia e in Toscana che si misero subito alla prova organizzando una serie di insurrezioni che si conclusero tutte con arresti, carcere e condanne a morte. Nel 1833 organizza il suo primo tentativo insurrezionale che aveva come focolai rivoluzionari Chambéry, Torino, Alessandria e Genova dove contava vaste adesioni nell'ambiente militare.  Prima ancora che l'insurrezione iniziasse la polizia sabauda a causa di una rissa avvenuta fra i soldati in Savoia, scoprì e arrestò molti dei congiurati, che furono duramente perseguiti poiché appartenenti a quell'esercito sulla cui fedeltà Carlo Alberto aveva fondato la sicurezza del suo potere. Fra i condannati figuravano i fratelli Giovanni e Jacopo Ruffini, amico personale di Mazzini e capo della Giovine Italia di Genova, l'avvocato Andrea Vochieri e l'abate torinese Vincenzo Gioberti. Tutti subirono un processo dal tribunale militare, e dodici furono condan morte, fra questi anche il Vochieri, mentre Jacopo Ruffini pur di non tradire si uccise in carcere mentre altri riuscirono a salvarsi con la fuga.  Tentativo d'invasione della Savoia e moto di Genova. L'incontro di Mazzini con Giuseppe Garibaldi nella sede della Giovine Italia Il fallimento del primo moto non fermò Mazzini, convinto che era il momento opportuno e che il popolo lo avrebbe seguito. Si trovava a Ginevra, quando assieme ad altri italiani e alcuni polacchi, organizzava un'azione militare contro lo stato dei Savoia. A capo della rivolta aveva messo il generale Gerolamo Ramorino, che aveva già preso parte ai moti del 1821, questa scelta però si rivelò un fallimento, perché il Ramorino si era giocato i soldi raccolti per l'insurrezione e di conseguenza rimandava continuamente la spedizione, tanto che quando si decise a passare con le sue truppe il confine con la Savoia, la polizia, ormai allertata da tempo, disperse i volontari con molta facilità.  Nello stesso tempo doveva scoppiare una rivolta a Genova, sotto la guida di Giuseppe Garibaldi, che si era arruolato nella marina da guerra sarda per svolgere propaganda rivoluzionaria tra gli equipaggi. Quando giunse sul luogo dove avrebbe dovuto iniziare l'insurrezione però, non trovò nessuno, e così rimasto solo, dovette fuggire. Fece appena in tempo a salvarsi dalla condanna a morte emanata contro di lui, salendo su una nave in partenza per l'America del Sud dove continuerà a combattere per la libertà dei popoli.  Mazzini, invece, poiché aveva personalmente preso parte alla spedizione con Ramorino, fu espulso dalla Svizzera e dovette cercare rifugio in Inghilterra. Lì continuò la propria azione politica attraverso discorsi pubblici, lettere e scritti su giornali e riviste, aiutando a distanza gli italiani a mantenere il desiderio di unità e indipendenza. Anche se l'insuccesso dei moti fu assoluto, dopo questi eventi la linea politica di Carlo Alberto mutò, temendo che reazioni eccessive potessero diventare pericolose per la monarchia. La vita mi pesa, ma credo sia debito di ciascun uomo di non gettarla, se non virilmente o in modo che rechi testimonianza della propria credenza.»  (Giuseppe Mazzini, lettera di risposta ad Angelo Usiglio, Londra. Altri tentativi pure falliti si ebbero a Palermo, in Abruzzo, nella Lombardia austriaca, in Toscana. Il fallimento di tanti generosi sforzi e l'altissimo prezzo di sangue pagato fecero attraversare a Mazzini quella che egli chiamò la tempesta del dubbio, una fase di depressione, in cui, come in gioventù, come ricorda nelle Note autobiografiche, pensò anche al suicidio, da cui uscì religiosamente convinto ancora una volta della validità dei propri ideali politici e morali. Dall'esilio di Londra,  dopo essere stato espulso dalla Svizzera, riprese quindi il suo apostolato insurrezionale. Nello stesso periodo esce il saggio La filosofia della musica sulla rivista L'italiano pubblicata a Parigi. Fratelli Bandiera.  Esecuzione dei fratelli Bandiera a Cosenza Nobili, figli dell'ammiraglio Francesco Bandiera e, a loro volta, ufficiali della Marina da guerra austriaca, aderirono alle idee mazziniane e fondarono una loro società segreta, l'Esperia[63] e con essa tentarono di effettuare una sollevazione popolare nel Sud Italia. I fratelli Emilio e Attilio Bandiera parteno da Corfù (dove avevano una base allestita con l'ausilio del barese Vito Infante) alla volta della Calabria seguiti da 17 compagni, dal brigante calabrese Giuseppe Meluso e dal corso Pietro Boccheciampe. Il 15 marzo dello stesso anno era loro giunta infatti la notizia dello scoppio di una rivolta a Cosenza che essi credevano condotta nel nome di Mazzini. In realtà non solo la ribellione non aveva alcuna motivazione patriottica ma era già stata domata dall'esercito borbonico. Quando sbarcarono alla foce del fiume Neto, vicino a Crotone, appresero che la rivolta era già stata repressa nel sangue e al momento non era in corso alcuna ribellione all'autorità del re. Il Boccheciampe, appresa la notizia che non c'era alcuna sommossa a cui partecipare, sparì e andò al posto di polizia di Crotone per denunciare i compagni. I due fratelli vollero lo stesso continuare l'impresa e partirono per la Sila.  Subito iniziarono le ricerche dei rivoltosi ad opera delle guardie civiche borboniche, aiutate da comuni cittadini che credevano i mazziniani dei briganti; dopo alcuni scontri a fuoco, vennero catturati (meno il brigante Giuseppe Meluso, buon conoscitore dei luoghi, che riuscì a sfuggire alla cattura) e portati a Cosenza, dove i fratelli Bandiera con altri 7 compagni vennero fucilati nel Vallone di Rovito.  Il re Ferdinando II ringraziò la popolazione locale per il grande attaccamento dimostrato alla Corona e la premiò concedendo medaglie d'oro e d'argento e pensioni generose. «Mazzini, colpito da tanta fermezza e da tanta sventura, restò commosso da quell'efferata barbarie e celebrò la memoria di quei martiri in un opuscolo uscito a Parigi. Vdendo nel loro sacrificio la realizzazione dei propri ideali così scriveva in un opuscolo a loro dedicato: «Il martirio non è sterile mai. Il martirio per un'Idea è la più alta formula che l'Io umano possa raggiungere per esprimere la propria missione; e quando un giusto sorge di mezzo a' suoi fratelli giacenti ed esclamaecco: questo è il vero, e io, morendo, l'adorouno spirito di nuova vita si trasfonde per tutta l'umanità. I sagrificati di Cosenza hanno insegnato a noi tutti che l'uomo deve vivere e morire per le proprie credenze: hanno provato al mondo che gl'Italiani sanno morire: hanno convalidato per tutta l'Europa l'opinione che una Italia sarà. Voi potete uccidere pochi uomini, ma non l'Idea. l'Idea è immortale. Dopo i moti e capo, con Aurelio Saffi e Carlo Armellini della Repubblica Romana, soppressa dalla reazione francese. Fu l'ultima rivolta a cui Mazzini prese parte direttamente.  Moto di Milano  e sollevazione in Valtellina. Ispirato al mazzinianesimo e alle ideologie socialiste fu il moto di Milano, a cui tuttavia Mazzini non prese parte, e che fallì; analoga sorte ebbe la rivolta in Valtellina dell'anno seguente. Nel moto milanese si mise in luce Felice Orsini, che di lì a poco avrebbe rotto con Mazzini e organizzato l'attentato a Napoleone III, fermamente condannato dal genovese poiché risoltosi in una strage di cittadini innocenti. Spedizione di Sapri.  Carlo Pisacane Il piano originale, secondo il metodo insurrezionale mazziniano, prevedeva di accendere un focolaio di rivolta in Sicilia dove era molto diffuso il malcontento contro i Borboni, e da lì estenderla a tutto il Mezzogiorno d'Italia. Successivamente invece si pensò più opportuno partendo dal porto di Genova di sbarcare a Ponza per liberare alcuni prigionieri politici lì rinchiusi, per rinforzare le file della spedizione e infine dirigersi a Sapri, che posta al confine tra Campania e Basilicata, era ritenuta un punto strategico ideale per attendere dei rinforzi e marciare su Napoli.  Il 25 giugno 1857 Carlo Pisacane s'imbarcò con altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari, della Società Rubattino, diretto a Tunisi. Sbarca a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì agevolmente a liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici per il resto delinquenti comuni, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Il 28, il Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle armi sottratte al presidio borbonico. La sera i congiurati sbarcarono a Sapri, ma non trovarono ad accoglierli quelle masse rivoltose che si attendevano. Anzi furono affrontati dalle falci dei contadini ai quali le autorità borboniche avevano per tempo annunziato lo sbarco di una banda di ergastolani evasi dall'isola di Ponza.  Il 1º luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e consegi gendarmi. Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti, riuscirono a fuggire a Sanza dove furono ancora aggrediti dalla popolazione: perirono in 83; Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro pistole, mentre quelli scampati all'ira popolare furono poi processati nel gennaio del 1858. Condan morte, furono graziati dal Re, che tramutò la pena in ergastolo.  Senso dell'impresa Pur essendo quella di Sapri un'impresa tipicamente mazziniana, condotta «senza speranza di premio», in effetti essa rispondeva alle idee politiche di Pisacane che si era allontanato dalla dottrina del Maestro per accostarsi a un socialismo libertario espresso dalla formula "Libertà e associazione". Contrariamente a Mazzini che riguardo alla questione sociale proponeva una soluzione interclassista solo dopo aver risolto il problema unitario, Pisacane pensava infatti che per arrivare ad una rivoluzione patriottica unitaria e nazionale occorresse prima risolvere la questione contadina che era quella della riforma agraria. Come lasciò scritto nel suo testamento politico in appendice al Saggio sulla rivoluzione, «profonda mia convinzione di essere la propaganda dell'idea una chimera e l'istruzione popolare un'assurdità. Le idee nascono dai fatti e non questi da quelle, ed il popolo non sarà libero perché sarà istrutto, ma sarà ben tosto istrutto quando sarà libero».  Vicino agli ideali mazziniani era Pisacane invece quando aggiungeva nello stesso scritto che quand'anche la rivolta fallisse «ogni mia ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi cari e generosi amici... che se il nostro sacrificio non apporta alcun bene all'Italia, sarà almeno una gloria per essa aver prodotto figli che vollero immolarsi al suo avvenire»[66]. La spedizione fallita ebbe in effetti il merito di riproporre all'opinione pubblica italiana la questione napoletana, la liberazione cioè del Mezzogiorno italiano dal malgoverno borbonico che il politico inglese William Ewart Gladstone definiva «negazione di Dio eretta a sistema di governo». Infine il tentativo di Pisacane sembrava riproporre la possibilità di un'alternativa democratico-popolare come soluzione al problema italiano: era un segnale d'allarme che costituì per il governo di Vittorio Emanuele II uno stimolo ad affrettare i tempi dell'azione per realizzare la soluzione diplomatico militare dell'unità italiana.  Appoggio a Garibaldi e ultimi tentativi Mazzini appoggiò moralmente la spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi, che egli considerava una valida opposizione a Cavour. Dopo l'Unità riprese la lotta repubblicana, ma le persecuzioni della polizia sabauda e le condizioni di salute limitarono i suoi ultimi tentativi.  Controversie  Stampa raffigurante Mazzini con l'epitaffio della tomba a Staglieno Conflitto con Cavour Giuseppe Mazzini, che dopo la sua attività cospirativa fu esiliato dal governo piemontese a Ginevra, fu uno strenuo oppositore della guerra di Crimea, che costò un'ingente perdita di soldati al regno sardo. Egli rivolse un appello ai militari in partenza per il conflitto: «Quindicimila tra voi stanno per essere deportati in Crimea. Non uno forse tra voi rivedrà la propria famiglia. Voi non avrete onore di battaglie. Morrete, senza gloria, senza aureola, di splendidi fatti da tramandarsi per voi, conforto ultimo ai vostri cari. Morrete per colpa di governi e capi stranieri. Per servire un falso disegno straniero, l'ossa vostre biancheggeranno calpestate dal cavallo del cosacco, su terre lontane, né alcuno dei vostri potrà raccoglierle e piangervi sopra. Per questo io vi chiamo, col dolore dell'anima, "deportati". Quando Napoleone III scampò all'attentato teso da Felice Orsini e Giovanni Andrea Pieri, il governo di Torino incolpò Mazzini (Cavour lo avrebbe definito "il capo di un'orda di fanatici assassini"[68] oltreché "un nemico pericoloso quanto l'Austria"),[69] poiché i due attentatori avevano militato nel suo Partito d'Azione. Secondo Denis Mack Smith, Cavour aveva in passato finanziato i due rivoluzionari a causa della loro rottura con Mazzini e, dopo l'attentato a Napoleone III e la conseguente condanna dei due, alla vedova di Orsini fu assicurata una pensione. Cavour al riguardo fece anche pressioni politiche sulla magistratura per far giudicare e condannare la stampa radicale. Egli, inoltre, favorì l'agenzia Stefani con fondi segreti sebbene lo Statuto vietasse privilegi e monopoli ai privati. Così l'agenzia Stefani, forte delle solide relazioni con Cavour divenne, secondo il saggista Gigi Di Fiore, un fondamentale strumento governativo per il controllo mediatico nel Regno di Sardegna.[73] Mazzini, intanto, oltre ad aver condannato il gesto di Orsini e Pieri, espose un attacco nei confronti del primo ministro, pubblicato sul giornale Italia del popolo: «Voi avete inaugurato in Piemonte un fatale dualismo, avete corrotto la nostra gioventù, sostituendo una politica di menzogne e di artifici alla serena politica di colui che desidera risorgere. Tra voi e noi, signore, un abisso ci separa. Noi rappresentiamo l'Italia, voi la vecchia sospettosa ambizione monarchica. Noi desideriamo soprattutto l'unità nazionale, voi l'ingrandimento territoriale»  (Giuseppe Mazzini[74])Timori di Mazzini per la cessione della Sardegna  Estratto di articolo di giornale inglese Mazzini temeva che Cavour, dopo la cessione della Savoia e di Nizza, potesse cedere anche la Sardegna, una delle cosiddette “tre Irlande”, sulla base di altri supposti accordi segreti di Cavour con la Francia, in cambio di una definitiva unificazione italiana, accordi che preoccupavano anche l’Inghilterra, la quale era intervenuta presso Cavour per avere rassicurazioni sul fatto che non sarebbe stato ceduto altro territorio italiano alla Francia. Russell commenta a Hudson, in Torino, di dire al Conte di Cavour, che il Governo inglese, informato di un disegno per la cessione della Sardegna alla Francia, protestava e chiedeva promessa formale di non cedere territorio italiano. Il dispaccio era comunicato il 26 a Cavour.»  (da Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini, per cura della Commissione editrice degli scritti di Giuseppe Mazzini, Roma]) Riguardo alla cessione della Sardegna alla Francia, Mazzini affermava anche: «[...] [L]'opposizione minacciosa dell’Inghilterra e la nostra, possono renderlo praticamente impossibile.»  (da Scritti editi ed inediti di Giuseppe Mazzini, per cura della Commissione editrice degli scritti di Giuseppe Mazzini, Roma) Alcune affermazioni di Giovanni Battista Tuveri, esponente del cattolicesimo federalista, deputato per due volte al Parlamento Subalpino e amico di Mazzini, confermano la possibilità di accordi segreti relativi alla cessione della Sardegna alla Francia per una definitiva unificazione del resto della penisola: «Vicino a Mazzini ed a Cattaneo, ma con una propria originalità di pensiero, il Tuveri fu sempre fedele alle sue convinzioni federaliste o, in mancanza di meglio, autonomiste, né esitò ad impegnarsi nell'azione pratica quando nel 1860-61 circolò insistente la voce che Cavour, dopo Nizza e la Savoia, intendesse cedere alla Francia anche la Sardegna»  Anche il giornale britannico "The Illustrated London News" del 27 luglio 1861 citava l'inopportunità di cedere la Sardegna alla Francia, commento che aveva suscitato reazioni nella stampa francese e fatto suggerire altre ipotesi. Mazzini suscita continuamente energie, affascinò per quarant'anni ogni ondata di gioventù e intanto gli anziani gli sfuggivano».[80] Quasi tutti i grandi personaggi del Risorgimento aderirono al mazzinianesimo ma pochi vi restarono. Il contenuto religioso profetico del pensiero del Maestro, in un certo modo rivelatore di una nuova fede, imbrigliava l'azione politica. Mazzini infatti non aveva «la duttilità e la mutevolezza necessaria per dominare e imprigionare razionalmente le forze». Per questo occorreva una capacità di compromesso politico propria dell'uomo di governo come fu Cavour; «[i]l compito di Mazzini fu invece quello di creare l'"animus"». Quando sembrava che il problema italiano non avesse via d'uscita «ecco per opera sua la gioventù italiana sacrificarsi in una suprema protesta. I sacrifici parevano sterili», ma invece risvegliavano l'opinione pubblica italiana e europea. La tragedia della Giovine Italia «impose il problema italiano a una sempre più vasta sfera d'Italiani: che reagì sì con un programma più moderato ma infine entrò in azione e quegli stessi ex mazziniani che avevano rinnegato il Maestro aderendo al moderatismo riformista alla fine dovettero abbandonare ogni progetto federalista e acconsentire all'entusiasmo popolare suscitato dalle idee mazziniane di un riordinamento unitario italiano».[81]  Le idee politiche di Mazzini furono alla base della nascita del Partito Repubblicano Italiano nel 1895. Tramite la Costituzione della Repubblica Romana, ispirata al mazzinianesimo e considerata un modello per molto tempo, fu uno dei pensatori le cui idee furono alla base della Costituzione Italiana del 1948. Inoltre ebbe una grande influenza anche fuori dall'Italia: politici occidentali come Thomas Woodrow Wilson (con i suoi Quattordici Punti) e David Lloyd George e molti leader post-coloniali tra i quali Gandhi, Golda Meir, David Ben-Gurion, Nehru e Sun Yat-sen consideravano Mazzini il proprio maestro e il testo mazziniano Dei doveri dell'uomo come la propria "Bibbia" morale, etica e politica.[82]  Mazzini conteso tra fascismo e antifascismo  Mazzini sul letto di morte L'eredità ideale e politica del pensiero di Giuseppe Mazzini è stata a lungo oggetto di dibattito tra opposte interpretazioni, in particolare durante il Fascismo e la Resistenza. Già nel settembre 1922, prima dell'avvento del fascismo, il cinquantenario della sua morte fu celebrato con una serie di francobolli. In seguito, nel Ventennio fascista Mazzini fu oggetto di citazioni in libri, articoli, discorsi, fino al punto d'essere considerato una sorta di precursore del regime di Mussolini.[83]. Secondo un appunto diaristico (intitolato "Ripresa mazziniana") di Giuseppe Bottai, però, l'utilizzo che ne fece Mussolini fu sempre strumentale[84].  La popolarità di Mazzini durante il periodo fascista è dovuta anche ai numerosi repubblicani che confluirono nei Fasci di combattimento, iniziando il loro percorso di avvicinamento a Mussolini durante la battaglia interventista, soprattutto nelle aree dove maggiore era la presenza del PRI, cioè in Romagna e nelle Marche. Sulle pagine de L'Iniziativa, l'organo di stampa del PRI, si guardava a Mussolini come al «magnifico bardo del nostro interventismo».[85]  Particolare fu il caso di Bologna, città in cui i repubblicani Pietro Nenni, Guido e Mario Bergamo presero parte attivamente nel 1919 alla fondazione del primo Fascio di combattimento emiliano per poi abbandonarlo poco dopo diventando avversari del fascismo. Tra i più famosi repubblicani che aderirono al fascismo vi furono Italo Balbo (che si era laureato con una tesi su "Il pensiero economico e sociale di Mazzini" e del quale lo storico Claudio Segrè ha scritto: «Balbo, prima di aderire al Fascismo nel '21, esitò a lasciare i repubblicani fino all'ultimo momento e considerò la possibilità di mantenere la doppia iscrizione»[86]), Curzio Malaparte e Berto Ricci, che nel fascismo vedeva la perfetta sintesi fra «la Monarchia di Dante e il Concilio di Mazzini».[87]  L'intellettuale mazziniano Delio Cantimori, nella prima fase del suo percorso politico che lo portò prima ad aderire al fascismo poi al comunismo, considerava il fascismo «compimento della rivoluzione nazionale iniziatasi con il Risorgimento, che doveva riuscire dove il processo risorgimentale e il cinquantennio successivo avevano fallito: nell'inserimento e nell'integrazione delle masse nello stato nazionale, nella creazione di una più vera democrazia, ben diversa dal "parlamentarismo" e lontana dall'"affarismo", dal "particolarismo", dall'"inerzia" che avevano caratterizzato l'Italia liberale». Inizialmente la tesi delle origini risorgimentali del fascismo fu fatta propria anche dai comunisti. Togliatti, polemizzando con il movimento Giustizia e Libertà e il suo fondatore  Rosselli, in un articolo su Lo Stato operaio critica il Risorgimento e indicò in Mazzini un precursore del fascismo. La tradizione del Risorgimento vive quindi nel fascismo, ed è stata da esso sviluppata fino all'estremo. Mazzini, se fosse vivo, plaudirebbe alle dottrine corporative, né ripudierebbe i discorsi di Mussolini sulla funzione dell'Italia nel mondo. La rivoluzione antifascista non potrà essere che una rivoluzione "contro il Risorgimento", contro la sua ideologia, contro la sua politica, contro la soluzione che esso ha dato al problema della unità dello Stato e a tutti i problemi della vita nazionale. La stessa posizione fu assunta d’Amendola, durante il confino a Ponza, nel primo di due corsi sul Risorgimento tenuti per i confinati, per poi rivedere tale impostazione nel secondo corso, dopo la svolta unitaria del 1934 (che segnò l'inizio della politica del fronte popolare con la conclusione di un "patto d'unità d'azione" con i socialisti), allorché insistette sulle origini risorgimentali del movimento operaio. I fascisti, inoltre, rivendicavano una continuità con il pensiero mazziniano anche riguardo l'idea di “patria”, la concezione spirituale della vita, l'importanza dell'educazione di come strumento per creare un uomo nuovo e una dottrina economica ispirata alla collaborazione tra le classi sociali. Baioni scrive a proposito della contemporanea celebrazione nell’anniversario della morte di Garibaldi e del decennale della Marcia su Roma che le principali manifestazioni sembrano confermare il nesso tra il bisogno di presentare il fascismo come erede delle migliori tradizioni nazionali e la volontà non meno forte ad enfatizzarne le componenti moderne, che avrebbero dovuto distinguerlo come originale esperimento politico e sociale. Negli anni della Resistenza la situazione si complica maggiormente: il fascismo della repubblica sociale italiana intensifica naturalmente i richiami a Mazzini. Ad esempio la data del giuramento della guardia nazionale repubblicana venne fissata il 9 febbraio, giorno della proclamazione, quasi un secolo prima, della repubblica romana che aveva avuto alla sua testa il triumviro Mazzini. Ma anche gli anti-fascisti, in particolare i partigiani di Giustizia e Libertà di Rosselli, iniziano a richiamarsi sempre più apertamente al rivoluzionario genovese. Proprio Rosselli scrisse che agiamo nello spirito di Mazzini, e sentiamo profondamente la continuità ideale fra la lotta dei nostri ante-nati per la libertà e quella di oggi. A seguito della caduta del fascismo e dell'armistizio di Cassibile, la lotta contro il nazi-fascismo vide la partecipazione dei repubblicani (il cui partito era stato sciolto dal Regime nel 1926) anche attraverso la formazione di proprie unità partigiane denominate Brigate Mazzini. Anche un comandante partigiano, proposto per la medaglia d'oro al valor militare, Manrico Ducceschi, ispirò la sua azione all'ideologia mazziniana adottando in onore di Mazzini il nome di battaglia di "Pippo", lo stesso pseudonimo usato dal patriota genovese. Altri saggi: Atto di fratellanza della Giovane Europa (1834), in Giuseppe Mazzini, Edizione nazionale degli scritti., Imola, s.e., 1Dei doveri dell'uomo Fede ed avvenire Editore Mursia  Doveri dell'Uomo  Editori Riuniti university pressRoma  Pensieri sulla democrazia in Europa, trad. Salvo Mastellone, Feltrinelli, Milano, Andrea Tugnoli , La pittura moderna in Italia, Bologna, CLUEB, Antologia di scritti Dal Risorgimento all'Europa Mursia  Periodici diretti da Giuseppe Mazzini L'apostolato popolare Il nuovo conciliatore L'educatore Le Proscrit. Journal de la République Universelle Il tribunoNote  La Civiltà cattolica, Volume 2; Volume 18, La Civiltà Cattolica, 1901264.  «La politica acquista pathos religioso, e sempre più col procedere del secolo... la nazione diventa patria: e la patria la nuova divinità del mondo moderno. Nuova divinità e come tale sacra.» in F. Chabod, L'idea di nazione, Laterza, Bari); Da Dei doveri dell'uomoFede e avvenire, Paolo Rossi, Mursia, Milano 1965-1984  L'uomo nuovo in Indro Montanelli, L'Italia giacobina e carbonara, Rizzoli, Milano, Susanne Schmid, Michael Rossington, The Reception of P.B. Shelley in Europe  Citato nell'Edizione nazionale degli Scritti di Giuseppe Mazzini a cura della Commissione per l'edizione nazionale degli Scritti di Giuseppe Mazzini, Cooperativa tipografico-editriceGaleati, 1926; per la citazione vedi anche: Memoriale Mazzini-Domus Mazziniana; Introduzione a Jessie White Mario, Vita di Giuseppe Mazzini su Castelvecchi Editore; Giuseppe Santonastaso, Edgar Quinet e la religione della libertà, pag. 156, edizioni Dedalo, 1968; Francesco Felis, Italia unità o disunità? Interrogativi sul federalismo, Armando editore, , pag. 7.  Comune di Savona  Liguria magazine Archiviato il 25 gennaio  in .  Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento: la nascita dell'Italia contemporanea Pearson Italia S.p.a., 01  Patria, nazione e stato tra unità e federalismo. Mazzini, Cattaneo e Tuveri, CUEC, University Press-Ricerche storiche, La tesi del figlio sicuramente di Mazzini è sostenuta in Bruno Gatta, Mazzini una vita per un sogno, Guida Editori, Il dubbio invece che si trattasse veramente di un figlio di Mazzini è espresso in Luigi Ambrosoli (Giuseppe Mazzini: una vita per l'unità d'Italia, ed.Lacaita): «Ma proprio il ritardo con cui venne comunicata a Mazzini la notizia della morte di Adolphe fa sorgere qualche dubbio sulla supposizione, per le altre ragioni accennate ben fondata, che si trattasse di suo figlio». Dubbi simili vengono riportati in Salvo Mastellone, Mazzini e la "Giovine Italia", 1831-1834, Volume 2, Domus Mazziniana, 1960 («D'altra parte, è da aggiungere che nelle lettere inedite a Ollivier, che pubblichiamo, Mazzini, pur parlando di Giuditta come della propria amica, se accenna ad Adolphe come figlio di Giuditta, non allude al bambino come proprio figlio: ...»)  Domenico Barberis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Mazzini a Londra  È l'autrice del romanzo gotico Frankenstein (Frankenstein: or, The Modern Prometheus), pubblicato nel 1818. Curò le edizioni delle poesie del marito Percy Bysshe Shelley, poeta romantico e filosofo. Era figlia della filosofa Mary Wollstonecraft, antesignana del femminismo, e del filosofo e politico William Godwin.  Susanne Schmid, Michael Rossington, The Reception of P.B. Shelley in Europe  Miranda Seymour, Mary Shelley, caGiuseppe Mazzini, il cospiratore senza segreti  Lettere di Mazzini ad Aurelio Saffi e alla famiglia CraufordGiuseppe MazzatintiSoc. Ed. Dante Alighieri1906  Politica e storiaFilippo Buonarroti e altri studidi Pia Onnis RosaEdizioni di storia e letteraturaRoma Mazzini «pavese» e l'Unità d'Europa  Quando Mazzini scatenò il patatrac sognando la Repubblica pbmstoria. Legnago a Giuseppe Mazzini, Grafiche Stella, S. Pietro di Legnago (Verona) 200551.  Giacomo Scarpelli, La scimmia, l'uomo e il superuomo. Nietzsche: evoluzioni e involuzioni  Pensiero di Mazzini, brigantaggio.net  1946: la Repubblica nasce nel nome di Mazzini, su pri.Carducci scrisse una famosa lirica intitolata Mazzini i cui versi finali sono rimasti nella storia: «E un popol morto dietro a lui si mise. / Esule antico, al ciel mite e severo / Leva ora il volto che giammai non rise, /Tu solpensandoo ideal, sei vero».  La stessa semplice scritta volle Giovanni Spadolini, politico e storico repubblicano, sulla propria tomba a Firenze  Luigi Polo Friz, La massoneria italiana nel decennio post unitario: Lodovico Frapolli, Franco Angeli, 1998 p.151 Storia della Massoneria in Italia. L'influenza di Giuseppe Mazzini nella Massoneria Italiana Archiviato il 7 gennaio  in .  La stanza di MontanelliL' unità d' Italia e la Massoneria  Giuseppe Mazzini massone?  A.Desideri, Storia e storiografia, IEd. D'Anna, Messina-Firenze 1997  «Gli sconvolgimenti operati dalla Rivoluzione francese avevano fatto dubitare a molti uomini della razionalità della storia, così altamente proclamata nel secolo precedente. L'unica alternativa allo scetticismo parve allora la fede in una forza arcana operante provvidenzialmente nella storia» in A. Desideri, Ibidem  «S'identificò la storia della civiltà con la storia della religione, e si scorse una forza provvidenziale non solo nelle monarchie, ma sin nel carnefice, che non potrebbe sorgere e operare nella sua sinistra funzione se non lo suscitasse, a tutela della giustizia, Iddio: tanto è lungi dall'essere operatore e costruttore di storia l'arbitrio individuale e il raziocino logico». Adolfo Omodeo, L'età del Risorgimento italiano, pag. 24, Napoli,  «Così il genere umano è in gran parte naturalmente servo e non può essere tolto da questo stato altro che soprannaturalmente... senza il cristianesimo, niente libertà generale. e senza il papa non si dà vero cristianesimo operoso, potente, convertitore, rigeneratore, conquistatore, perfezionante.» (cfr. J. De Maistre, Il Papa, trad. di T. Casini, Firenze 1926)  G. Mazzini, Fede e avvenire, G. Mazzini, Fede e avvenire  «Egli aveva una visione utopica, romantica e anche sincretistica della religione, che egli considerava come il contributo, in termini di princìpi universali, delle varie confessioni e fedi alla storia collettiva.» SenatoDoveri dell'uomo, II  G. Mazzini, Dei doveri dell'uomo  Fusatoshi Fujisawa, La terza Roma. Dal Risorgimento al Fascismo, Tokyo, Mazzini il patriota scomodo  Arturo Reghini a metà strada tra fascismo e massoneria  «Noi dissentivamo su diversi punti: sulle idee religiose, ch'ei non guardava, errore comune al più, se non attraverso le credenze consunte e perciò tiranniche dell'oggi; sul cosiddetto socialismo, che riducevasi a una mera questione di parole dacché i sistemi esclusivi, assurdi, immorali delle sétte francesi erano ad uno ad uno da lui respinti e sulla vasta idea sociale fatta oggimai inseparabile in tutte le menti d'Europa dal moto politico io andava forse più in là di lui: sopra una o due cose delle minori spettanti all'ordinamento della futura milizia; e talora sul modo d'intendere l'obbligo che abbiamo tutti di serbar fede al Vero. Ma il differire di tempo in tempo sui modi d'antivedere l'avvenire non ci toglieva d'essere intesi sulle condizioni presenti e sulla scelta dei rimedi» (Giuseppe Mazzini su Carlo Pisacane)  Lettera a Ernesto Forte Londra 23 gennaio 1867  «Noi crediamo in una serie infinita di reincarnazioni dell'anima, di vita in vita, di mondo in mondo, ciascuna delle quali rappresenta un miglioramento ulteriore…» (Mazzini, in E. Bratina, op. cit., pag. 70); «La vita d'un'anima è sacra, in ogni suo periodo: nel periodo terreno come negli altri che seguiranno; bensì, ogni periodo dev'esser preparazione all'altro, ogni sviluppo temporale deve giovare allo sviluppo continuo ascendente della vita immortale che Dio trasfuse in ciascuno di noi e nella umanità complessiva che cresce con l'opera di ciascuno di noi» (Dei doveri dell'uomo, II).  Leggeva Dumas e i testi buddisti Il volto inaspettato di Mazzini  Il Foscolo, che scriveva di aver visto da giovinetto a Venezia un "libercolo" attribuito a Gioacchino, in cui erano indicati i papi futuri, affermava che la fama dell'abate era "santissima" fin dalla fine del sec. XVI, tanto che il filosofo francese Montaigne, desiderava di poter vedere questa "meraviglia": «le livre de Joachim Abbé Calabrois, qui prédisait tous les papes futurs, leurs noms et formes»  G. da Fiore, Concordia Veteris et Novi testamenti, Bianca Rosa, Gli appunti manoscritti di Mazzini, Impronta, Torino, Roland Sarti, Giuseppe Mazzini. La politica come religione civile, con postfazione di Sauro Mattarelli, Roma-Bari, Laterza,  A.Omodeo, Introduzione a G. Mazzini, Scritti scelti, Mondadori, Milano,  «L'Italia trionferà quando il contadino cambierà spontaneamente la marra con il fucile». in C. Pisacane, Saggio sulla rivoluzione, ed. Universale Economica, Milano 1956  Mazzini: comunismo vuol dire dittatura  Il "Manifesto" di Marx? Scritto contro Mazzini  Doveri dell'uomo, capitolo XI, punto 3°  G. Mazzini, Doveri dell'uomo, cap.XI (in Andrea Baravelli, L'Italia liberale, ArchetipoLibri,  A. Gacino-Canina, Economisti del Risorgimento, Torino, UTET, 1G. Mazzini, Istruzione generale per gli affiliati nella Giovine Italia in Scritti editi e inediti, II, Imola,G. Mazzini, op. cit.  Nome col quale i greci indicavano l'Italia antica  Luigi Stefanoni, Giuseppe Mazzini: notizie storiche ..., Presso L'Editore Carlo Barbini, Giuseppe Mazzini, Ricordi dei fratelli Bandiera e dei loro compagni di martirio in Cosenza  Documentati colla loro corrispondenza, Dai torchi della Signora Lacombe, C. Pisacane op. cit.  "Volantino pubblicato su "Italia del popolo", 25 febbraio 1855  Giancarlo De Cataldo, Chi ha paura di Mazzini?, in lastampa. Denis Mack Smith, Mazzini, Rizzoli, Milano, Denis Mack Smith, Denis Mack Smith, Gigi Di Fiore, Controstoria dell'unità d'Italia: fatti e misfatti del Risorgimento, Milano, Gigi Di Fiore, op. cit., pag. 62.  Alberto Cappa, Cavour, G. Laterza & figli,   definizione di Cavour riportata da The Morning Post  “We have three Irelands, in Sardinia, Genoa and Savoy  La terza IrlandaGli scritti sulla Sardegna di Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini, Carlo Cattaneo, Giuseppe Mazzini, Francesco Cheratzu, 8pagg. MazziniLa SardegnaTip. A. DebatteLivorno1896pagg. 5,6,7  Risorgimento Rassegna The Illustrated London News In Armando Saitta, Antologia di critica storica, Volume 3, Laterza, 1Le citazioni sono tratte da A. Omodeo, Introduzione a Giuseppe Mazzini, Scritti scelti, Mondatori, Milano, (Diego Fusaro)  Paolo Benedetti“Mazzini in Camicia nera”edito della Fondazione 'Ugo La Malfa'  Dal diario di Giuseppe Bottai alla data del 14 ottobre 1943: «Spesso, all'uscita dei cento e più volumi dell'edizione nazionale [degli scritti di Mazzini], ho trovato il Duce, a palazzo Venezia, immerso nelle folte pagine. O meglio, v'immergeva, a ferire di pugnale, il suo metallico tagliacarte: e ne tirava fuori brandelli di Mazzini. A quando a quando il brandello antifrancese, anti-illuminista, antinglese, antisocialista, etc. etc. Brandelli, mai tutt'intero, nella sua viva, molteplice e pur varia personalità» (p. VII)": Luzzatto, Sergio, Riprese mazziniane, Mestiere di storico: rivista della Società italiana per lo studio della storia contemporanea: I (Roma: Viella, ).  Paolo Benedetti"Mazzini nell'ideologia del fascismo"  Giovanni Belardelli, «Camerata Mazzini, presente!» Gentile, Balbo, Rocco, Bottai: tutti i fascisti tentarono di arruolarlo, Corriere della Sera, 11 luglio  "Manifesto realista" pubblicato sulla rivista L'Universale  Cromohs PerticiMazzinianesimo, fascismo, comunismo: l'itinerario politico di Delio Cantimori, Roberto Pertici, Mazzinianesimo, Fascismo, Comunismo: L'itinerario politico di Delio Cantimori Cromohs, La memoria e le interpretazioni del Risorgimento, Guerra e fascism  da 150anni.  Palmiro Togliatti, Sul movimento di «Giustizia e Libertà», in Lo Stato operaio, antologia F. Ferri, Roma, Editori Riuniti, 1964, IMichele Fatica, Amendola, Giorgio, in Dizionario biografico degli italiani,  34, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Paolo Mieli, "L'Italia impossibile di Giuseppe Mazzini unfallito di genio", Corriere della Sera, Massimo Baioni, Il Risorgimento in camicia nera, Carocci, Roma 2006.  Corriere della Sera in Arianna editrice  Mario RagionieriSalò e l'Italia nella guerra civile, Ibiskos Editrice, Paolo Mieli, art. cit.  Giuseppe Mazzini, in TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Associazione Nazionale Partigiani d'Italia  Giuseppe Mazzini, Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini, 20 voll., Aurelio Saffi e di Ernesto Nathan, Roma, Giuseppe Mazzini, Lettere di Giuseppe Mazzini ad Aurelio Saffi e alla famiglia Craufurd, Società Editrice Dante Alighieri di Albrighi, Segati & c., Roma, Giuseppe Mazzini, Pensieri sulla democrazia in Europa, trad. a curadi Salvo Mastellone, Feltrinelli, Milano, Vittore Marchi, Ricostruzione della filosofia religiosa di Mazzini, in Dio e Popolo, Stabilimento tipografico fratelli Marchi, Camerino Joseph de Maistre, Il Papa, Firenze, Adolfo Omodeo, Introduzione a G.Mazzini. Scritti scelti, Milano, Mondadori, 1934. Arturo Codignola, Mazzini (con sei tavole fuori testo), Torino, UTET, Adolfo Omodeo, L'età del Risorgimento italiano, Napoli, ESI, Federico Chabod, L'idea di nazione, Bari, Laterza, Giuseppe Monsagrati, Giuseppe Mazzini, Milano, Adelphi, Giorgio Batini, Album di Pisa, Firenze, La Nazione, 1972. Franco Della Peruta, Mazzini e i rivoluzionari italiani: il partito d'azione,Milano, Feltrinelli, Il processo ad Andrea Vochieri, Alessandria, Lions club, 1976,  131. Mario Albertini, Il Risorgimento e l'unità europea, Napoli, Guida, Denis Mack Smith, Mazzini, Milano, Rizzoli,Salvo Mastellone, Il progetto politico di Mazzini: Italia-Europa, Firenze, Olschki, 1994,  243. Antonio Desideri, Storia e storiografia, II, Messina-Firenze, Ed. D'Anna, 1997. Roland Sarti, Giuseppe Mazzini: la politica come religione civile, (Postfazione di Sauro Mattarelli), Roma-Bari, Laterza, Sauro Mattarelli, Dialogo sui doveri. Il pensiero di Giuseppe Mazzini, Venezia, Marsilio, 2005. Pietro Galletto, Mazzini, nella vita e nella storia, Giovanni Battagin Editore, Elvio Ciferri, Mazzini Giuseppe in «International Encyclopedia of Revolution and Protest», 5, Malden (MA), Wiley-Blakwell, 2009. Nunzio Dell'Erba, Giuseppe Mazzini. Unità nazionale e Critica storica, Vincenzo Grasso editore, Padova . N. Dell'Erba, Giuseppe Mazzini, in _Il Contributo italiano alla storia del pensieroOttava Appendice. Storia e politica_, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Giuseppe Mazzini, Dear Kate. Lettere inedite di Giuseppe Mazzini a Katherine Hill, Angelo Bezzi e altri italiani a Londra, Rubbettino editore. Saggi Giuseppe Mazzini, Saggio sulla rivoluzione, ed. Universale Economica, Milano, 1956. Giuseppe Mazzini, I sistemi e la democrazia. PensieriCon una Appendice su La religione di Mazziniscelta di pagine dall'Opuscolo Dal Concilio a Dio, Vincenzo Gueglio (note al testo, repertorio dei nomi e saggio introduttivo) Milano, Greco & Greco, Giuseppe Mazziniverifiche e incontriAtti del Convegno Nazionale di Studi, Genova, gennaio 2006, Gammarò editori  Tufarulo,G,M.- L'Iniziatore, l'iniziato, Dio e popolo. La tempesta mazziniana nella rivoluzione del pensiero ottocentesco. Cultura e Prospettive, , nº6. Filmografia Viva l'Italia di Roberto Rossellini. Film incentrato sulla spedizione dei Mille. Giuseppe Mazzini, sceneggiato RAI, regia di Pino Passalacqua, Il generale (miniserie televisiva), sceneggiato RAI, regia di Luigi Magni.  Mazzini è interpretato da Bucci. Noi credevamo di Mario Martone (). Mazzini è interpretato da Toni Servillo. Anita Garibaldi, miniserie di Rai 1 (); interpretato da Alessandro Lombardo. L'alba della libertà, cortometraggio, regia di Emanuela Morozzi, Associazione Mazziniana Italiana Domus Mazziniana Doveri dell'uomo Mazzinianesimo Monumento a Giuseppe Mazzini (Firenze) Museo del Risorgimento e istituto mazziniano Pensieri sulla democrazia in Europa Risorgimento.  Giuseppe Mazzini, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giuseppe Mazzini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giuseppe Mazzini, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .  Giuseppe Mazzini, su sapere, De Agostini.  (IT, DE, FR) Giuseppe Mazzini, su hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera. Giuseppe Mazzini, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.  Giuseppe Mazzini, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giuseppe Mazzini, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Giuseppe Mazzini, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Giuseppe Mazzini, su Find a Grave.  Opere di Giuseppe Mazzini, su Liber Liber.  Opere di Giuseppe Mazzini, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Giuseppe Mazzini, . Opere di Giuseppe Mazzini, su Progetto Gutenberg.  Giuseppe Mazzini, su storia.camera, Camera dei deputati.  Istituto Mazziniano a Genova, su istitutomazziniano. Rai Tv: "La Storia siamo noi": Giuseppe Mazzini, una certa idea dell'Italia, su lastoriasiamonoi.rai. 3Mazzini e le frontiere d'Italia [collegamento interrotto], su viacialdini. Pagine mazziniane: "il pensiero e l'azione", dal sito della Biblioteca Nazionale di Napoli, su vecchiosito.bnnonline. Domus Mazziniana di Pisa, su domusmazziniana. Associazione Mazziniana Italiana, su associazionemazziniana. Scritti Prose politiche, Cenni e documenti intorno all'insurrezione lombarda e alla guerra regia, Scritti editi e inediti di Giuseppe Mazzini. Celebrazioni mazziniane mazzini2005. PredecessoreTriumviro della Repubblica RomanaSuccessoreFlag of the Roman Republic (19th century).svg Aurelio Saliceti Aurelio Saliceti. Giuseppe Mazzini. Mazzini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mazzini” – The Swimming-Pool Library.

 

Mazzoni (Cesena). Filosofo. Grice: “Mazzoni is important on various fronts: he loves Dante, or Alighieri as Strawson calls him – his library in organised alphabetically; the other front I forget!” Compì i suoi studi di lettere a Bologna e quelli di filosofia a Padova. Membro dell'Accademia della Crusca, fu tra i preferiti del papa Gregorio XIII che lo avrebbe voluto prelato; Mazzoni preferì proseguire nella carriera universitaria. Dapprima fu all'Macerata, ed in seguito a Pisa, dove ebbe la cattedra di filosofia. Nella città della torre pendente, conobbe un giovane insegnante di matematica, Galilei, con il quale instaurò ottimi rapporti. Nel 1597 fu invitato ad insegnare all'Università La Sapienza di Roma. Benché avesse da poco preso questa cattedra, seguì il cardinale Pietro Aldobrandini nei suoi incarichi a Ferrara ed in seguito a Venezia. Ammalatosi sulla strada del ritorno, si recò nella sua Cesena, dove si spense. Opere: “Difesa della Commedia di Dante Grazie alla sua preparazione letteraria, giunse alla notorietà per il suo tomo Difesa della Commedia di Dante, pubblicato a Bologna inizialmente, sotto pseudonym e poi l'anno successivo sotto il suo vero nome, in cui criticò aspramente Leonardo Salviati. Nel testo egli risponde ad alcune contestazioni fatte alle sue elucubrazioni sul sommo poeta Dante Alighieri. Parimenti nel libro si occupa anche di argomentazioni pertinenti alla filosofia ed alla poetica”; “In universam Platonis et Aristotelis philosophiam praeludia Interessato anche all'astronomia, Mazzoni espone le sue teorie in quello che risulta il suo testo più importante ovvero In universam Platonis et Aristotelis philosophiam preludia pubblicato nel 1597. In questo libro egli sostiene il sistema geocentrico aristotelico contro la sempre più diffusa e apprezzata teoria copernicana eliocentrica. Questo volume è divenuto molto noto poiché Galileo Galilei, dopo averlo letto, gli inviò una lettera, datata 30 maggio 1597, nella quale difendeva Copernico e le sue teorie. Questa missiva rappresenta la più antica testimonianza dell'adesione alla teoria eliocentrica di  Galilei. Mazzoni, Prefazione, in Mario Rossi , Discorso di Mazzoni in difesa della "Commedia" del divino poeta Dante, S. Lapi, Opere: “Discorso de' dittongi,” Cesena, appresso Bartolomeo Rauerio, “Discorso in difesa della Comedia del divino. poeta contro il discorso di Castravilla, Cesena, per Bartolomeo Rauerij, “De triplici hominum vita, activa nempè, contemplativa, et religiosa methodi tres, quaestionibus quinque millibus, centum et nonagintaseptem distinctae. In quibus omnes Platonis, et Aristotelis, multae vero aliorum Graecorum et Latinorum in universo scientiarum orbe discordiae componuntur, Caesenae, Rauerius, “Della difesa della Comedia di Dante. Distinta in sette libri, Cesena, appresso Bartolomeo Rauerij, Della difesa della Comedia di Dante. Distinta in sette libri,  Cesena, Verdoni, “Discorso intorno alla Risposta e alle Opposizioni fattegli dal sig. Patricio, pertenente alla storia del poema Dafni, o Litiersa di Sositeo poeta della Pleiade, Cesena, B. Raverio. “Ragioni delle cose dette, e d'alcune autorità citate da Iacopo Mazzoni nel Discorso della storia del poema Dafni, o Litiersa di Sositeo, Cesena, per Bartolomeo Rauerij, “In universam Platonis et Aristotelis philosophiam praeludia, Venetiis, Guerilius. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giuseppe Toffanin, Jacopo Mazzoni, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Jacopo Mazzoni, su sapere, De Agostini.  Davide Dalmas, Jacopo Mazzoni, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Jacopo Mazzoni, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca.  Opere di Jacopo Mazzoni, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Jacopo Mazzoni, .  Arnaldo Di Benedetto, Iacopo Mazzoni, in Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario Enciclopedico Brockhaus ed Efron, Маццони, Джакомо. Mazzoni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mazzoni” – The Swimming-Pool Library.

 

Meis (Bucchianico). Filosofo.  Grice: “I agree with Meis’s naturalism; he proposes a three-stage development: vegetal, animal, man – his naturalism has a Hegelian side to it, while man is more old fashioned, more Kantian!” Figlio di un medico aderente alla carboneria e di ideali mazziniani, nacque a Bucchianico, dove compì i primi studi: li proseguì presso il Regio collegio di Chieti e poi a Napoli, dove fu allievo dei letterati Basilio Puoti e Francesco De Sanctis, Spaventa e Ramaglia. Si laureò e nel 1841 divenne socio dell'Accademia degli Aspiranti naturalisti, di cui diventerà presidente nel 1848; fu poi medico aggiunto dell'Ospedale degli Incurabili e aprì una scuola privata di grande successo, dove insegnò anatomia, patologia, fisiologia e scienze naturali. Fu poi rettore del Collegio Medico di Napoli.  Dopo la promulgazione della costituzione nel Regno di Napoli, venne eletto deputato per la circoscrizione Abruzzo Citra: sostenne la protesta di Pasquale Stanislao Mancini contro la repressione operata dalle truppe borboniche contro i manifestanti e l'accusa di tradimento al re.  Fu quindi costretto all'esilio: dopo un soggiorno a Genova e a Torino, si stabilì a Parigi. Esercitò gratuitamente la professione di medico per gli esuli e gli emigrati italiani; insegnò antropologia all'università ed entrò in contatto con il mondo scientifico parigino, diventando assistente di  Bernard e ottenendo da Trousseau l'incarico di insegnare semeiotica. Strinse anche un proficuo rapporto con Cousin. Rientrò in Italia,  prima a Torino e poi a Modena, dove insegnò.  Tornò a Napoli e divenne assistente di De Sanctis, ministro dell'istruzione nel governo provvisorio, e venne eletto Membro straordinario del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione.  Fu deputato al Parlamento del Regno d'Italia sedendo tra i ministeriali.   Busto di Angelo Camillo De Meis al Pincio (Roma) Non si sa né dove né quando fu iniziato in Massoneria, è certo tuttavia che nfu membro della Loggia Felsinea di Bologna. Fu professore di Storia della medicina presso l'Bologna, dove morì.  Il suo naturalismo lo spinse a cercare un fondamento filosofico-spirituale alle scienze della natura, che egli trovò nell'idealismo di Hegel. Fu anche amico intimo e collega di Siciliani, del quale condivise in parte la speculazione intorno al positivismo.  Venne citato, di passaggio, nel romanzo di L. Pirandello Il fu Mattia Pascal.  Fu costruito il nuovo palazzo della Biblioteca provinciale di Chieti, in piazza Tempietti romani, dedicata a De Meis.  V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, De Meis Angelo Camillo, su treccani.  Il protagonista del romanzo infatti ascolta casualmente, durante un viaggio in treno, una conversazione fra due eruditi, e dato che è uscita la notizia della sua morte, sceglie come proprio nuovo cognome "Meis", traendolo da "De Meis". Il nome sarà "Adriano", udito dal fu Mattia nella stessa conversazione, che attribuiva a Camillo De Meis la tesi che due statue nella città di Peneade rappresentassero Cristo e la Veronica (colei che si sostiene abbia asciugato il viso di Gesù durante il calvario). In queste pagine del romanzo pirandelliano, Mattia Pascal prova uno straordinario senso di ebbrezza legato alla propria libertà.  F. Tessitore, «DE MEIS, Angelo Camillo» in Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990. R. Colapietra, Angelo Camillo De Meis politico “militante”, Napoli, Guida Editori, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Angelo Camillo De Meis, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Angelo Camillo De Meis, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  openMLOL, Horizons storia.camera, Camera dei deputati.  Angelo Camillo De Meis di Giacomo de Crecchio, in Biblioteche dei filosofi, Scuola Normale Superiore di Pisa Cagliari. L'Unificazione, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Meis. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e e Meis” – The Swimming-Pool Library.

 

Melandri (Genova). Filosofo. Grice: “One of the ten items he lists in his ‘Contro lo simbolico’ is ‘lo simbolico’ itself!” -- Grice: “Melandri takes analogy more seriously than I did – I do list ‘analogy’ as part of what I call ‘philosophical eschatology – the third branch of metaphysics, along with ontology and category study.” Grice: “Melandri focuses on the Graeco-Roman tradition of analogy, which he pairs with two other concepts: proportion, and symmetry – re-interpreting mainly Aquino’s reading of the Aristotelian tradition in a semiotic approach.” Grice: “Melandri also takes Kant seriously on this.” Grice: “If an Italian philosopher wrote ‘contro la comunicazione,’ another wrote ‘contro il simbolico’!” --  Grice: “He has studied Buehler; I like that!” --   Laureatosi a 'Bologna, è lettore a Kiel in Germania. Ha poi insegnato filosofia in diversi atenei italiani (Lecce, Trieste e Bologna). Parallelamente all'attività universitaria, ha collaborato a lungofin dalla fine degli anni cinquantacon la casa editrice Il Mulino e alla rivista omonima, per le quali ha svolto attività di consulenza, con traduzioni e curatele di alcuni volumi, pubblicando con essa alcuni dei suoi lavori più significativi. I suoi volumi più importanti vertono sulla fenomenologia di Husserl, sul concetto di analogia e sul principio di simmetria. Tra le sue curatele, anche presso altre case editrici (Cappelli, Faenza, Laterza, Ponte alle Grazie, Giuffrè, Pitagora ecc.), ci sono studi che vanno dalla scienza politica di Ritter e di Habermas, alla fenomenologia di  Schütz, dalla logica di Copilowski e dalla filosofia del linguaggio do Hoffmann o dai paradossi di Bolzano (e poi la storia della logica di Scholz), agli studi di metodologia scientifica di Pap, a quelli di psicologia della percezione di Meinong o di Ehrenfels, e dall'estetica di Trier alla «metaforologia» di Blumenberg ecc.  Ha istituito un gruppo interdisciplinare di studi su Leibniz, in seguito affiliato col nome di «Sodalitas Leibnitiana» alla Leibniz-Gesellschaft di Hannover. Ha anche collaborato attivamente alle attività del «Centro di studi per la filosofia mitteleuropea» (con sede a Trento); partecipando  alla realizzazione di «Topoi», rivista internazionale di filosofia. Sempre in quegli anni ha dato vita agli «Annali dell'Istituto di discipline filosofiche dell'Bologna», poi trasformatisia nella rivista semestrale «Discipline filosofiche», ancora attiva e di cui è stato il primo direttore.  Tra i suoi testi, spicca per centralità di pensiero “La linea e il circolo,” definito da Giorgio Agamben "un capolavoro della filosofia europea del Novecento".  Il filo conduttore di tutta la riflessione di Melandri è il rapporto tra pensiero logico e pensiero analogico. Mentre il primo tende a svilupparsi mediante un concetto d'identità elementare, legato alla "discontinuità" del principio di non contraddizione, il secondo si fonda invece sul principio di continuità, legato alla figura oppositiva della contrarietà, che ammette una transizione tra gli opposti. Ora, queste due forme di pensiero non sono affatto inconciliabili, ma complementari, in quanto fondate non su strutture assiomatiche, ma su una diversa direzione costitutiva dell'esperienza. Questa diversità prospettica si realizza, secondo Melandri, nella fenomenologia husserliana, di cui egli tende a evidenziare l'«empirismo radicale» connesso alle strutture costitutivo-trascendentali della soggettività e ben distinto, dunque, da quell'idealismo entro cui troppo spesso si è voluto rubricare l'atteggiamento fenomenologico. In ultima istanzacongiungendo istanze aristoteliche e husserlianeMelandri assume una concezione dell'essere fondamentalmente equivoca, nell'ambito della quale l'intenzionalità si presenta, al tempo stesso, come principio formale logico e funtore operativo analogico. Inoltre, Melandri espone questi contenuti filosofici attraverso un metodo d'indagine e d'insegnamento del tutto particolare, che viene così descritto dal suo  allievo, Stefano Besoli, filosofo a Bologna: «A lezione, si può dire che Melandri non parlasse, ma pensasse ad alta voce [...] dando l'illusione, quantomai benefica ed essenzialmente terapeutica, di pensare insieme con lui. Si aveva l'impressione di assistere, dunque, a un pensiero in corso d'opera, e più propriamente ciò che accadeva era un'esperienza di pensiero condivisa, giacché la condivisione era appunto la condizione stessa della buona riuscita di tale esperienza».  Opere: “I paradossi dell'infinito nell'orizzonte fenomenologico,” poi come introduzione aBolzano, I paradossi dell'infinito, Cappelli, Bologna. “Logica ed esperienza,” “La scienza come criterio storiografico,” “Alcune note in margine all'«Organon» aristotelico; “Considerazioni critiche sui «syncategorematica»,” in "Lingua e stile", “Esistenzialismo,” “Logica e Logistica”  Enciclopedia “Filosofia,” Giulio Preti, Feltrinelli, Milano. Lewin: la psicologia come scienza galileiana,  poi in Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali; “Foucault: l'epistemologia delle scienze umane", in «Lingua e stile». “E corretto l'uso dell'analogia nel diritto? ("Zoon Politikon. Bolk e l'antropogenesi", in «Che Fare»,  “La linea e il circol: studio logico-filosofico sull'analogia,” Bologna: il Mulino  rist. Macerata: Quodlibet, (prefazione diAgamben, appendice di  Besoli e Brigati,  Salvatore Limongi. Nota in margine all'«episteme» di Foucault» in "Lingua e stile", :La realtà e l'immagine,” (in Hans Barth, Verità e ideologia); Sulla crisi attuale della filosofia, in "Il Mulino",  L'analogia, la proporzione, la simmetria, Isedi, Milano. I generi letterari e la loro origine, in "Lingua e stile", ora Quodlibet, Macerata, “L'inconscio e la dialettica,” Bologna: Cappelli, rist. come "Freud: L'inconscio e la dialettica", in Id.,Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Bologna: Pitagora;  rist. L'inconscio e la dialettica, Macerata: Quodlibet . “Bühler. La crisi della psicologia come introduzione a una nuova teoria linguistica”, in “Anima ed esattezza. Letteratura e scienza nella cultura austriaca,” Marietti: Casale Monferrato, rist. in Id., Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Bologna: Pitagora, Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Pitagora, Bologna Appendice. Matematica e logica in psicologia: applicazione propria (determinante) o impropria (analogico-riflettente), -- Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Pitagora, Bologna, rist. in Id., L'inconscio e la dialettica, Macerata: Quodlibet, "Per una filologia del sublime", in "Studi di estetica", (Grice: “I like that; surely there must be an ordinary unpompous way to say or mean ‘sublime’” – “Go thorugh the dictionary!” -- La novità degli ultimi tremila anni, in "Il Mulino", "Faenza" e Marisa Vescovo, L’oblio affligge la memoria; La comunicazione e la retorica, Contro il simbolico.Dieci lezioni di filosofia, -- Grice: “The ten ‘concepts’ he chooses are less important than the generic remarks he makes about the whole ten.” Grice: “While in his study on ‘analogia, proporzione, simmetria,’ he is semiotic, in this one he is thoroughly hermeneutic!” -- Quodlibet, Macerata, postfazione di Guidetti) Sul concetto di descrizione nella psicologia fenomenologica, in "Intersezioni", Su quel che è dato, (Grice: “A good analysis of a phrase I overuse, ‘datum,’ as per sense-datum’! in "Il Verri", Le «Ricerche logiche» di Husserl: introduzione e commento alla prima ricerca,  Il Mulino, Bologna,  "Su quel che c'è, e quel che immaginiamo che ci sia (o della principale equivocazione del termine 'rappresentazione')", in «Discipline filosofiche», "Il problema della comunicazione", in «Paradigmi», "Tempo e temporalità nell'orizzonte fenomenologico", in «Discipline filosofiche», . "La crisi dei grandi sistemi e l'avvento della filosofia esistenziale"  in “Questo nostro tempo. Studi e riflessioni sull'evolversi della nostra epoca, Bologna:  "Filosofia come critica della conoscenza e impegno interdisciplinare"  in "Tratti".  S. Besoli, Il percorso intellettuale di Melandri, in Studi su Melandri, Faenza, Agamben, Giorgio, "Archeologia di un'archeologia", in E. Melandri, La linea e il circolo. Studio logico-filosofico sull'analogia, Macerata: Quodlibet, Agamben, Giorgio, "Al di là dei generi letterari", in E. Melandri, I generi letterari e la loro origine, Macerata: Quodlibet ,  7–14. Ambrosetti, Massimo, Enzo Melandri sugli stoici, Roma: Aracne . Ambrosetti, Massimo, "Una lettura melandriana di Epitteto", in "dianoia", Besoli, Stefano, "Il percorso fenomenologico di Melandri", in Federica Buongiorno, Vincenzo Costa, Roberta Lanfredini (cur.), La fenomenologia in Italia. Autori, scuole, tradizioni, Roma: Inschibboleth , trad. en. "The Phenomenological Path of Enzo Melandri", in Federica Buongiorno, Vincenzo Costa, Roberta Lanfredini (eds), Phenomenology in Italy. Contributions to Phenomenology, Cham: Springer ,  Besoli, Stefano e Franco Paris (cur.), Studi su Enzo Melandri. Atti della giornata di studi. Faenza, 22 maggio 1996, Faenza: Polaris, Bonfanti, Angelo, Le forme dell'analogia. Studi sulla filosofia di Melandri, Roma: Aracne . Cimatti, Felice, "Postfazione: Psicoanalisi e rivoluzione", in E. Melandri, L'inconscio e la dialettica, Macerata: Quodlibet  sinistrainrete.info/cultura felice-cimatti-psicanalisi-e-rivoluzione.html Lagna, Marco e Paulo Fernando Lévano, "Contro l’isomorfismo. Il rapporto soggetto-oggetto secondo Enzo Melandri, in «Philosophy Kitchen», VIMatteuzzi, Maurizio, "Prefazione", in Massimo Ambrosetti, Enzo Melandri sugli stoici, Roma: Aracne ,  Palombini, Lorenzo, "Dal chiasma ontologico al chiasma trascendentale. Forme di razionalità nel pensiero di Enzo Melandri", in «Philosophy Kitchen», Possati, Luca M., La ripetizione creatrice. Melandri, Derrida e lo spazio dell'analogia, Milano-Udine: Mimesis . Sini, Carlo, "Lo schematismo figurale", in Stefano Besoli e Franco Paris (cur.), Studi su  Melandri, Faenza: Polaris   Solerio, Alessia, "Melandri: Through the Looking-Glass", in Attilio Bruzzone e Paolo Vignola, Margini della filosofia contemporanea, Napoli-Salerno: Orthotes. Le opere di  Melandri edite da Quodlibet, che ne ha annunciato l'edizione completa. Discipline Filosofiche, rivista semestrale di filosofia. Melandri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Melandri,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria.

 

Melchiorre (Chieti). Filosofo.  Grice: “I like Melchiorre; while I refer to bodily identity in my “Mind” essay, Melchiorre has dedicated a whole treatise to ‘the body’ – he has also explored semiotic aspects and come up with nice oxymora: ‘nome indicibile,’ ‘immaginazione simbolica,’ ‘essere e parola.’”. Grice: “Melchiorre’s first explorations on the concept of body is Strawsonian – corpore e persona -. What led Melchiorre to this reflection is what he calls a meta-critique of love – Socrates did his critique of love in the Symposium, and Phaedrus – Melchiorre analyses this from a body-theoretical perspective.” Dopo essere stato ammesso al Collegio Augustinianum, inizia a frequentare la Facoltà di Filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove si laurea.  Terminati gli studi, nel medesimo ateneo ha iniziato la carriera accademica come assistente volontario di Filosofia della storia, per poi insegnare a Venezia.  Richiamato a Milano, ha ricoperto  la cattedra di Filosofia morale, per poi insegnare Filosofia teoretica. Ha diretto, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica, la Scuola di specializzazione in Comunicazioni sociali. -- è stato nominato professore emerito. Opere: “Arte ed esistenza,” Firenze “Il metodo di Mounier,” Milano, “Il sapere storico,” Brescia, “La coscienza utopica,” Milano; “L'immaginazione simbolica,” Bologna, ”Metacritica dell'eros,” II ed. Milano, “Ideologia, utopia, religione,” Milano, “Essere e parola,” Milano, IV ed. “Corpo e persona,” Genova, “Studi su Kierkegaard,” II ed. Genova, “Analogia e analisi trascendentale: linee per una nuova lettura di Kant,” Milano, “Figure del sapere, Milano, “La via analogica,” Milano, “Creazione, creatività, ermeneutica,” Brescia, “I segni della storia,” Ghezzano La Fontina, “Al di là dell'ultimo,” Milano, “Sulla speranza,” Brescia, “Ethica,” Genova, “Dialettica del senso. Percorsi di fenomenologia ontologica,” Milano, “Qohelet, o la serenità del vivere,” Brescia, “Essere persona,” Milano, “Breviario di metafisica,” Brescia, “Il nome indicibile,” Milano, Profilo nel sito dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Recensione del volume Essere persona. Natura e struttura di Armando Rigobello, in Acta Philosophica, Rivista internazionale di filosofia. Unità e pluralità del vero: filosofie, religioni, culture. I diversi volti della verità Relazione del prof. Melchiorre al 65º Convegno del Centro Studi FilosoficiGallarate , video integrale nel sito CattedraRosmini.org. Virgilio Melchiorre, Rai EducationalEnciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche.  Melchiorre. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Melchiorre” – The Swimming-Pool Library.

 

Melli (Roma). Filosofo. Grice: “I like Melli; you see, Italians feel that Marc’aurelio is theirs, so Melli puts his soul in his essay on Marc’aurelio, while his essay on Socrates is rather neutral! For us at Oxford, both Mar’Aurelio and ‘Socrate’ are just as furrin; Locke ain’t!” --Opere  La filosofia di Schopenauer, Felice Tocco, Firenze, Il professor Felice Tocco, Firenze,Commemorazione di Pasquale Villari, Firenze,  La filosofia greca da Epicuro ai Neoplatonici, Firenze, Socrate, Lanciano. Melli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Melli” – The Swimming-Pool Library.

 

Mercuriale (Forli). Filosofo.  Grice: “At Corpus, as it had been at Clifton, cricket featured as my priority, -- philosophy came second!” -- Celebre per avere per primo teorizzato l'uso della ginnastica su base medica. Suoi sono anche il primo trattato sulle malattie cutanee e un'importante opera, forse la prima mai scritta, di pediatria.  Ritratto raffigurato in "De arte gymnastica.” Dopo aver studiato a Bologna ed aver conseguito la laurea a Padova, dove ebbe modo di conoscere Trincavella, seguì a Roma Farnese. A causa della sua fama, infatti, i forlivesi lo inviarono come legato presso Pio IV. Pare aver composto il suo celeberrimo trattato sulla ginnastica.  Fu poi professore in entrambe le università dove aveva studiato. A Padova, in particolare trascorse un periodo molto fecondo, in cui scrisse ben dodici libri, alcuni dei quali basati sugli appunti presi dagli studenti durante le lezioni. Si recò poi a Pisa, dove divenne tutore di Ferdinando I de' Medici e poté godere di una certa fama. Curò anche altre importanti personalità del suo tempo, tra cui Massimiliano II, che lo nominò cavaliere e conte palatino. Merita di essere citato un famoso episodio che lo vede convocato a Venezia insieme a molti altri medici illustri, consultati per decifrare una misteriosa epidemia che colpiva la città. Escluse fin dall'inizio un caso di peste, in quanto solo una minima percentuale della popolazione si era ammalata e il contagio restava comunque molto limitato. Dopo una settimana però la malattia ebbe un decorso impressionante, colpendo un terzo della popolazione veneziana tra cui anche alcuni familiari del medico stesso. Sorprendentemente però tale evento non ebbe gravi conseguenze sulla sua carriera che, anzi, durante lezioni che tenne a proposito della peste, continuò a difendere la sua posizione riguardo allo sfortunato caso veneziano. Fece restaurare una cappella dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì, trasformandola in cappella di famiglia, da allora nota come "cappella Mercuriali", dove egli stesso venne sepolto. Ai monaci di San Mercuriale, lasciò in eredità la sua biblioteca, purché essi si impegnassero a tenere tre lezioni settimanali di filosofia. Ricevuti i libri, i monaci, per custodirli e renderli fruibili a tutti, aprirono una biblioteca pubblica. A celebrazione ed a ricordo di Mercuriali, fu murata nella cappella una lapide, tuttora esistente, con le seguenti parole: “Questo marmo ricorda ai posteri che i c forlivesi commemorando presso la sua tomba  riaffermavano il connubio eterno nei secoli tra la scienza e la fede.  Opere: “De morbis muliebribus” Cultore dell'opera ippocratica (“Censura et dispositio operum Hippocratis,”-- in cui discusse in modo critico le opere del medico), fu autore di “De arte gymnastica,”  la prima opera moderna che consideri scientificamente il rapporto tra l'educazione fisica e la salute, ma anche un testo sulla storia dell'attività ginnica. Oltre a questo originale argomento scrisse opere di pediatria, di balneoterapia, di malattie della pelle, di tossicologia. Fra i suoi numerosi discepoli si segnala Bauhin.  Alcune altre sue opere sono: “De morbis cutaneis,” il primo trattato sulle malattie della pelle, “De morbis puerorum,” “De compositione medicamentorum,” De morbis muliebribus, Venezia, De venenis et morbis venenosis De decoratione De morbis ocularum et aurium Nomothelasmus seu ratio lactandi infantes Note  Roy Porter , Dizionario Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali (Liber Amicorum), Citato in M. Landi, Credere, dubitare, conoscere Geronimo Mercuriali, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, De Hieronymi Mercuriale vita et scriptis Victorius Ciarrocchi, Latinitas Opus Fundatum in Civitate Vaticana. Sito ufficiale della Santa Sede Dizionario Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali (Liber Amicorum). “De arte gymnastica” Pediatria Dermatologia, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Agostino Palmerini, Girolamo Mercuriale, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Giuseppe Ongaro, Girolamo Mercuriale, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Girolamo Mercuriale. Merucriale. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Me and the demijohns,” Luigi Speranza, “Ginnasia,” The Swimming-Pool Library, Villa Grice.

 

Merker (Trento). Filosofo. Grice: “My favourite of his books is ‘storia della filosofia ai fumetti.” -- Grice: “The fact that he found Italian words for all that Kant says in “Metafisica dei costume” is admirable!” -- Grice: “I love Merker, and for many reasons; he has philosophised on what makes me an Englishman: my blood, or the fact that I was born in Harrborne?” Grice: “I love Merker: he uses metaphors aptly like ‘il filo d’Arianna’ to refer to what I pompously call ‘the general theory of context.’ --Si laurea in Filosofia all'Messina. Trascorse un periodo di ricerche in Germania. Allievo diVolpe, diviene libero docente di Storia della Filosofia e docente incaricato di Storia delle dottrine politiche all'Messina. -- docente ordinario di Storia della Filosofia nello stesso ateneo. -- ordinario all'Università La Sapienza di Roma alla Facoltà di Lettere e Filosofia, e poi alla facoltà di Filosofia.  Ha curato edizioni italiane di classici dell'età della Riforma, dell'Illuminismo e dell'idealismo tedeschi, nonché di Marx, Engels e dell'austromarxismo. Dopo essersi occupato dei problemi lasciati aperti dalla Seconda guerra mondiale, si è occupato dell'idea di nazione, dell'ideologia colonialista e infine del fenomeno populista. Da ricordare la sua opera di divulgazione della storia della filosofia. Inoltre egli ha scritto ben trenta voci per l'enciclopedia filosofica della Bompiani, fra cui le più importanti sono su Heine, Mann, Zweig.  Opere: “Le origini della logica” (Milano, Feltrinelli, “L'illuminismo,: Bari, Laterza, “Lessing e il suo tempo, con altri, Cremona, Libreria del Convegno, Marxismo e storia delle idee, Roma, Editori Riuniti,  Storia della filosofia, La filosofia moderna. Il Settecento, Milano, Vallardi, Alle origini dell'ideologia tedesca. Rivoluzione e utopia nel giacobinismo, Roma-Bari, Laterza, 1Storia della filosofia, Roma, Editori Riuniti, 1Storia delle filosofie, Firenze, Giunti Marzocco, Marx, Roma, Editori Riuniti, Johann Benjamin Erhard, in L'albero della Rivoluzione. Le interpretazioni della rivoluzione francese, Torino, Einaudi, La Germania. Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma, Editori Riuniti,  Introduzione a Lessing, Roma-Bari, Laterza, Il socialismo vietato. Miraggi e delusioni da Kautsky agli austromarxisti, Roma-Bari, Laterza, Storia della filosofia moderna e contemporanea, Roma, Editori Riuniti, “Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione, Roma, Editori Riuniti, Atlante storico della filosofia, Roma, Editori Riuniti,  Europa oltre i mari. Il mito della missione di civiltà, Roma, Editori Riuniti, Filosofie del populismo, Roma-Bari, Laterza,  Marx. Vita e opere, Roma-Bari, Laterza, . Il nazionalsocialismo. Storia di un'ideologia, Roma, Carocci, .La guerra di Dio. Religione e nazionalismo nella Grande Guerra, Roma, Carocci, La Germania. Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma, Editori Riuniti,Hegel, Estetica, tMilano, Feltrinelli, Torino, Einaudi,  Kant, La metafisica dei costume (Grice: “My favourite Kant, by far!”), Bari, Laterza,  Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Rapporto dello scetticismo con la filosofia, Bari, Laterza, Paracelso, Scritti etico-politici, Bari, Laterza,. György Lukács, Scritti politici giovanili, Trad. Paolo Manganaro e Nicolao Merker, Bari, Laterza,  Johann Gottfried Herder, James Burnett, Lord Monboddo, Linguaggio e società, Nicolao Merker e L. Formigari, Roma-Bari, Laterza, Lessing, Religione, storia e società, Messina, La Libra, Immanuel Kant, Lo Stato di diritto, Roma, Editori Riuniti, Georg Forster, Rivoluzione borghese ed emancipazione umana, Roma, Editori Riuniti, Wilhelm von Humboldt, Stato, società e storia, Roma, Editori Riuniti, Karl Marx, Friedrich Engels, Opere, Mario Cingoli e Nicolao Merker, Roma, Editori Riuniti, Roma, Editori Riuniti Scritti economici di Marx. Roma, Editori Riuniti, Scritti economici di Marx. Roma, Editori Riuniti, Fichte, Lo Stato di tutto il popolo, Roma, Editori Riuniti, Hegel, Il dominio della politica, Roma, Editori Riuniti, Lia Formigari, La scimmia e le stelle, Roma, Editori Riuniti,  Maj, Il mestiere dell'intellettuale, Roma, Editori Riuniti, Kant, Stato di diritto e società civile, Roma, Editori Riuniti, Fichte, La missione del dotto, Roma, Editori Riuniti, Marx, un secolo, Roma, Editori Riuniti,Kant, Per la pace perpetua. Un progetto filosofico e altri scritti, Roma, Editori Riuniti, Hegel, Detti memorabili di un filosofo, Roma, Editori Riuniti,  Marx, Engels, La sacra famiglia, Roma, Editori Riuniti, Marx,  Engels, La concezione materialistica della storia, Roma, Editori Riuniti, Kant, Che cos'è l'illuminismo?, Roma, Editori Riuniti, Lessing, La religione dell'umanità, Roma-Bari, Laterza,, Forster, Viaggio intorno al mondo, Roma-Bari, Laterza,  Engels, Viandante socialista, Soveria Mannelli, Rubbettino, Hegel, Dizionario delle idee, Roma, Editori Riuniti, Osborne, Storia della filosofia a fumetti, Roma, Editori Riuniti, Bauer, La questione nazionale, Roma, Editori Riuniti.  La discreta classe delle idee. E’ morto Merker, asul sito di Rifondazione Comunista  Il contesto è il filo d'Arianna. Studi in onore di  Merker, Stefano Gensini, Raffaella Petrilli, Luigi Punzo, Pisa, ETS, Tommaso Valentini, “Ideologia della nazione” e “populismo etnico”. Le riflessioni storico-filosofiche di Nicolao Merker, in Raffaele Chiarelli , Il populismo tra storia, politica e diritto, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli , Curriculum vitae , su uniurb. Merker. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Merker” – The Swimming-Pool Library.

 

Messere (Torre Santa Susanna). Filosofo. Ricevuti i primi rudimenti del sapere dai chierici locali, i suoi genitori (Pietro Messere e Teodora Di Leo), sebbene non agiati, decisero di fargli frequentare il seminario di Oria, assecondando così il suo vivo desiderio di intraprendere la carriera ecclesiastica, qui dimostrò sin da subito una profonda passione per lo studio. Ordinato sacerdote per poi ritornare al paese natìo, dove divenne un maestro di grande dottrina. Da autodidatta si applicò allo studio della filosofia, della matematica, della storia ecclesiastica e civile, nonché anche alla musica e al canto. Incolpato dell'omicidio di un giovane chierico, fu messo in prigione nelle carceri del Vescovo di Oria, dove rimase rinchiuso per sette anni, tuttavia non si lasciò mai abbattere dallo sconforto; anzi, procuratosi alcuni libri, il Messere si applicò allo studio della lingua greca, per la quale già aveva dimostrato una forte predisposizione. Dopo un lungo e dibattuto processo, la sentenza finale lo dichiarò innocente e assolto da qualsiasi reato. Risentito con i suoi concittadini per averlo ingiustamente ritenuto reo, dichiarò che il suo paese mai più lo avrebbe rivisto. Fu così che Gregorio Messere partì per Napoli, dove rimase fino alla morte. Nella città partenopea ebbe modo di affinare e approfondire la sua cultura, divenendo un personaggio di rilievo nel mondo intellettuale napoletano del tempo. La grande conoscenza della lingua greca gli conferì grande notorietà nonché una cattedra di Lettura Greca, che mantenne fino all'anno della morte, presso l'Università degli studi di Napoli. Tale cattedra  era stata nuovamente istituita  a spese di Giuseppe Valletta, filosofo, letterato e giureconsulto dell'epoca ed amico del Messere. Valletta aveva una profonda stima per il Messere, il quale fu assiduo frequentatore della sua casa non solo quale insegnante dei suoi figli e nipoti, ma anche perché divenuta luogo di riunioni dei più eruditi intellettuali del tempo. Fra i suoi molti allievi che assistevano alle sue lezioni, ne ebbe alcuni divenuti celebri, si annoverano Andrea, Barra, Caloprese, Gravina, Valletta, Capasso, Cerreto, Egizio, Donzelli ed altri. Vico, noto filosofo suo amico, gli dedicò un breve madrigale dal titolo Ghirlanda di timo per Argeo Caraconasio.Il mondo culturale napoletano della seconda metà del '600 fu caratterizzato da importanti innovazioni a livello filosofico, scientifico, civile e politico. Tale fervore culturale aprì la strada alla nascita di un numero notevole di accademie, che divennero luoghi di discussione aperta e di diffusione di nuove idee filosofiche e scientifiche. A Napoli le principali accademie del tempo furono soprattutto quella degli Investiganti e quella di Medinaceli. Che il Messere sia stato membro autorevole di entrambe le accademie e frequentatore di circoli e salotti letterari napoletani è testimoniato da non pochi documenti, tra cui manoscritti e altri a stampa conservati nella Biblioteca Nazionale di Napoli; le sue lezioni ebbero un così folto seguito di giovani tanto da far suscitare invidie fra i letterati fanatici dell'erudizione i quali, a furia di schernirlo per la sua ellenofilia, diffusero in Napoli addirittura la moda letteraria della macchietta dello pseudogrecista, satireggiata pure da Vico nella terza Orazione inaugurale. Fu anche tra i primi membri dell'Arcadia fondata dal Crescimbeni e dal Gravina, ove gli fu attribuito il nome pastorale greco di “Argeo Coraconasio,” “dalle campagne dell'isola Coraconaso”. E fondata a Napoli la Colonia “Sebezia” dell'Arcadia e anche qui il Messere e tra i primi iscritti.  L'aver ripristinato l'insegnamento della lingua greca in Napoli valse al Messere non solo il titolo di “ristoratore della greca erudizione”, ma contribuì alla ripresa dello studio di Omero, influenzandone il pensiero poetico e filosofico del tempo. Notevole fu l'influenza che egli ebbe sulla formazione del pensiero del Gravina. Essenziale nella vita culturale di Gregorio Messere fu anche l'amicizia con Giuseppe Valletta, suo allievo. La conoscenza che Gregorio Messere aveva della filosofia fu ugualmente vasta tanto che gli valse l'appellativo di “novello Socrate” e quando si riferivano a lui veniva anche chiamato il “Socrate dei nostri tempi”.  Non fu solo un insigne grecista, ma anche un poeta. Compose infatti circa 60 componimenti, tra distici, tetrastici, serenate, sonetti, madrigali ed epigrammi in italiano, utilizzando talvolta uno stile che il Lombardo definisce “stile mezzano e semplice”, di carattere pastorale. Un suo epigramma è contenuto in una lettera che Canale inviò al Magliabechi. Non mancò di scrivere componimenti di carattere burlesco e giocoso, in cui contrapponeva l'immediatezza della satira e del dialetto alla ricercatezza esasperata della poesia del Seicento. Si esercitò soprattutto nell'Accademia di Medinacoeli, dove era uso chiudere la seduta accademica con la recitazione di componimenti poetici. Compose finanche versi che celebravano importanti eventi del regno; tra i più salienti, si ricordano quelli contenuti nel volume scritto in occasione della recuperata salute di Carlo II. Da ricordare sono anche gli emblemata contenuti nel volume scritto per i funerali di D. Caterina d'Aragona, e a cui si ispirò Vico in occasione dei funerali di due uomini illustri  Tra le tante collaborazioni con letterati del suo tempo, degna di nota è quella che ebbe con Vico per la pubblicazione di un volume in occasione del genetliaco di Filippo V, tre sono i componimenti contenuti in esso. Fu anche collaboratore di una Miscellanea dal titolo Vari componimenti in lode dell'eccellentissimo signore d. Francesco Benavides conte di S. Stefano. Fatta eccezione per alcuni componimenti inseriti in Miscellanee poetico-celebrative, del Messere non esistono opere a stampa. E a ciò ne dà spiegazione il Lombardo quando afferma che egli fu uomo umile e schivo tutto dedito all'educazione dei giovani più che ai propri interessi personali, anzi la sua modestia fu tale che pensò bene di distruggere i propri scritti.  Le lezioni accademiche di cui si dispone sono quelle che  tenne nell'Accademia istituita a Palazzo Reale dal viceré duca di Medinaceli. I codici delle lezioni sono conservati attualmente presso la Biblioteca di Napoli. Due di queste lezioni trattano di poesia. Qui argomenta sulla funzione e natura della poesia, dei suoi rapporti con la storia nonché sul problema delle origini della poesia stessa. Tre altre lezioni sono di carattere storico, esattamente: due sulla vita di Nerva e una sulla vita di Decio. Il codice napoletano contiene anche un Discorso vario in cui sono presenti motivi autobiografici e una lezione sull'origine delle maschere. L'Accademia di Medinaceli non ebbe lunga vita e, nonostante la sua chiusura avvenuta a causa di rivolgimento politico, continuò ad essere personaggio illustre nel panorama intellettuale e culturale napoletano, come dimostra il fatto di essere annoverato tra i primi membri dell'Arcadia sotto la custodia Crescimbeni e successivamente della colonia napoletana “Sebezia”.  Note  Storia della litteratura italiana  Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli  Le vite degli Arcadi illustri scritte da diversi autori, e pubblicate d'ordine delle generale adunanza da  Crescimbeni, pRoma,  (biografia scritta da G. Lombardo). C. Cantillo, Filosofia, poesia e vita civile in Messere: un contributo alla storia del pensiero meridionale, Morano, Napoli, Angelo De Prezzo, Storia delle origini di Torre Santa Susanna, Tiemme, Manduria, . Imma Ascione, Seminarium doctrinarum: l'Napoli nei documenti,  Edizioni scientifiche italiane, Napoli, Fabrizio Lomonaco, Gregorio Messere, la poesia e l'impegno civile tra Gravina e Vico, in "Diritto e Cultura", VLezioni dell'Accademia di Palazzo del duca di Medinaceli: Napoli,  Michele Rak, Napoli, Istituto italiano per gli studi filosofici. Messere. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Messere”.

 

Micalori (Roma). Filosofo.  Grice: “I took my ideas on longitude and latitude from Micalori” -- Grice: “By calling it ‘sfera,’ Micalori’s statement ENTAILS rather than implicates that the Romans were wrong.” Professore a Urbino.  Opere: “Della sfera mondiale” In Urbino, Marco Antonio Mazzantini, Giacomo Micalori, Antapocrisi, In Roma, Francesco Roma Cavalli, 1635. Micalori. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Micalori” – The Swimming-Pool Library.

 

Miccoli (Roma). Filosofo. Grice: “Miccoli is a great philosopher – and surgeon – My favourites are his ‘Corpo dicibile,’ which trades on my idea of what it means to ‘say’ something; and his ‘Homo loquens,’ a play on Aristotle’s ‘zoon logikon,’ but which Aristotle would find otiose: man is the ‘vivente’ that speaks, or the ‘animal’ that speaks. To say that it is the ‘homo’ that speaks relies on Darwin’s classifications and phyla of homo sapiens sapiens and the rest!” -- Paolo Miccoli, filosofo. La divertente commedia umana Incipit Chi si accinge alla lettura dell' Elogio della follia di Erasmo farebbe bene a non dimenticare taluni antecedenti biografici dell'autore che spiegano meglio l'ironia bonaria dell'opuscolo. Li richiamiamo. Geer Geertsz, latinizzato secondo il costume degli umanisti in Desiderio Erasmo, nacque a Rotterdam (Olanda)  figlio di illegittimo coniugio. La famiglia paterna, in auge nella borghesia di Gouda, come apprendiamo dallo stesso Erasmo, si oppose alle nozze riparatrici del figlio, costringendolo, con inganno, a far intraprendere la carriera ecclesiastica al malcapitato giovanotto.  Citazioni Come umanista Erasmo si sente apparentato alla società dalla duttile forza della parola che ne saggia criticamente le valenze in termini di ironia, sarcasmo, gioco allusivo, bonarietà lungimirante, tolleranza magnanima, moralismo contenuto. Fin dalla dedica dell'opuscolo a Tommaso Moro si arguisce che l'autore non vuol propinare sapientia austera e compassata, ma buon senso brioso che permei di sé la vita quotidiana della gente, fosse anche dell'imperatore Marco Aurelio che sul letto di morte, lui filosofo, esclama, a un certo momento: «Sentenzio me cacavi! La sapienza dei dotti è tanto altezzosa quanto sterile, diversamente dal buon senso che cambia in meglio l'esistenza non sofisticata. (p. 8) Sotto la penna dell'insigne umanista olandese si fronteggiano al femminile Sapientia e Stultitia: la prima, per voler essere austera ad ogni costo, diventa stolta; la seconda, in quanto «forza vitale irrazionale e creatrice», si palesa veramente saggia alla resa dei conti.  L' Elogio della follia conserva un fascino di imperitura attualità. Lo si desume dall'analisi di Histoire de la Folie, dove Michel Foucault evidenzia il confine sfumato tra ragione e sragione in epoca di alta tecnologia, e altresì dalle invettive di Nietzsche contro lo smunto bibliotecario, lo stitico correttore di bozze, il pallido burocrate stipendiato, emblemi tutti del moderno «uomo alessandrino». (Explicit Erasmo conosce e cita perfino pagine della Bibbia a riprova della bontà dei doni che Follia concede ai mortali. Un modo questo, di prendere in giro anzitempo la presunzione dispotica delle società economicistiche che intendono mantenere sotto loro tutela il cittadino «minorenne» sempre bisognoso di dande e mordacchie. Gli autori classici sono, tra l'altro, spiriti lungimiranti. A tali società alienanti di oggi e di domani William Blake, con spirito erasmiano, potrebbe ripetere: «esuberanza è bellezza».   La divertente commedia umana, introduzione a Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia, TEN, Introduzione a "Vita di Gesù" Incipit Il contesto storico culturale della Vita di Gesù La recente edizione storico-critica delle Opere complete di Hegel consente di far chiarezza sulle discussioni e congetture che hanno tenuto a lungo il campo nella letteratura hegeliana a proposito dei cosiddetti «Scritti teologici giovanili», la cui indole cronologica vengono ora sancite su base filologica e critica più accorta. Più che ai titoli apposti da Herman Nohl ai vari frammenti e più che alle congetture sulla data probabile di tali scritti, è più fruttuoso rifarsi agli anni di formazione filosofica e teologica di Hegel nello Stift di Tubinga (1788-93) e reperire nel curriculum studiorum le ascendenze prossime che hanno influenzato maggiormente l'autore in una speculiare lettura dei quattro Evangelisti, da cui desume Das Leben Jesu (1795).  Citazioni Gli interessi culturali di Hegel, negli anni tubinghesi, sono prevalentemente filosofici, incentivati dalla lettura di Rousseau, Jacobi, Lessing, Kant, Fichte su temi sociopolitici ed etico-religiosi. (Hegel, studioso di filosofia, si sente chiamato a lumeggiare «spiritualmente» la situazione storica del suo tempo e a porre le premesse di carattere razionale per l'avvento di un «ordine uguale di tutti gli spiriti». Il lettore del Leben Jesu si accorge subito di trovarsi di fronte a una forma di scrittura audace, che desacralizza e sdivinizza la persona di Gesù, riducendolo a maestro di morale sublime.  [Paolo Miccoli, introduzione a Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Vita di Gesù (Das Leben Jesu), traduzione di Anselmo Aportone, TEN. Miccoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Miccoli” – The Swimming-Pool Library.

 

Miccolis (Corato). Filosofo. Grice: “Miccolis reminds me of G. Baker, who dedicated most of his life to Witters! Miccolis to Labriola.” sConsiderato uno dei massimi studiosi di Labriola.  Si trasferì a Perugia per gli studi universitari, laureandosi in filosofia a pieni voti con una tesi dal titolo «Il pensiero politico crociano e la genesi del liberalismo». Abilitatosi cum laude all'insegnamento di storia e filosofia, professore in vari licei della provincia, occupò una cattedra stabile presso l'Istituto tecnico per geometri a Perugia, accostando l'insegnamento di estetica all'Accademia di belle arti "Pietro Vannucci". Divenne responsabile del settore culturale del PCI per la regione Umbria; ma, preso dagli studî e dall'insegnamento, lasciò l'incarico, comunque seguendo sempre le vicende politiche con attenzione e passione. La sua è stata una formazione liberale: considerava suoi padri spirituali Labriola, Croce,Gobetti. Dalla fine degli anni Settanta la sua vita sarà rivolta allo studio del filosofo cassinese Labriola, da Miccolis ritenuto «un buon punto per capire la storia d'Italia». Nascerà quindi il Carteggio labrioliano, in cinque volumi, presentato da Cesa all'Accademia dei Lincei, edito per gli auspici e con il contributo dell'Istituto italiano per gli studi storici e dell'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale" e favorito dalla consultazione, nel frattempo divenuta possibile, delle carte Labriola del Fondo Dal Pane, acquistato dalla Società napoletana di storia patria. Su tale monumentale lavoro è stato scritto: «un evento letterario, probabilmente l'acquisizione più importante tra le fonti della cultura italiana postunitaria; e, di più, senza esagerazione, si presenta come un capolavoro ecdotico, per accuratezza filologica ed esaustività del commento. Miccolis era certo divenuto col tempo l'esperto più sicuro della impervia grafia del suo autore, della quale conosceva ogni piega e ogni anomalia, dei contesti politici e culturali in cui Labriola si muoveva, […] della spezzettata, dispersa e contorta  labrioliana, difficile da padroneggiare: si era anche impadronito, in base a una sensibilità linguistica non comune, del "vocabolario" dell'Autore in tutte le sue sfumature, ed era perciò in grado di respingere o di dubitare di attribuzioni di testi, datazioni improbabili, letture sghembe». Miccolis scrisse inoltre sistematicamente per varie riviste (Rivista di storia della filosofia, il Giornale critico della filosofia italiana, Belfagor, Critica storica, Nuovi studi politici, etc.); numerosi sono i suoi saggi e notevoli gli ulteriori apporti documentari alla  labrioliana. Collaborò intensamente con l'Istituto italiano per gli studi storici e la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce: aveva il compito di revisionare i carteggi crociani, e sotto il suo controllo passavano i volumi dell'Edizione nazionale delle opere di Croce. È stato anche uno dei principali animatori dell'Edizione nazionale delle opere di Labriola, per la quale aveva contribuito a definire il piano editoriale, i criteri metodologici, e il problema del rapporto tra l'opera edita di Labriola e il fondo manoscritto della Società napoletana di storia patria.  Adnkronos, Filosofi, E' morto Miccolis, massimo studioso di Antonio Labriolia, Bari, Alessandro SAVORELLI, Rivista di storia della filosofia, , fasc. 2. Opere: “ Il carteggio di Antonio Labriola conservato nel Fondo Dal Pane” «Archivio storico per le provincie napoletane»,  «Con la Sua calligrafia che mi ricorda i papiri greci...». La filologia, la guerra, la Crusca nel carteggio di Croce con Pistelli e Teresa Lodi, a c. di S. Miccolis e A. Savorelli, in Gli archivi della memoria, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 1996,  91–126, (rist. in Gli archivi della memoria e il Carteggio Salvemini-Pistelli, a c. di R. Pintaudi, Firenze, Biblioteca Medicea Lauenziana, Polistampa, A. Labriola, La politica italiana Corrispondenze alle « Basler Nachrichten », S. Miccolis, Napoli, Bibliopolis, A. Labriola, Carteggio, S. Miccolis, Napoli, Bibliopolis, 2000-2006 S. Miccolis, Labriola, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, A. Labriola, L'università e la libertà della scienza, S. Miccolis, Torino, Aragno, A. Labriola, Giordano Bruno. Scritti editi ed inediti S. Miccolis e A. Savorelli, Napoli, Bibliopolis, S. Miccolis, Antonio Labriola. Saggi per una biografia politica, A. Savorelli e Stefania Miccolis, Milano, UNICOPLI,  S. Miccolis, Gli scritti politici di Antonio Labriola editi da Stefano Miccolis, A. Savorelli e Stefania Miccolis, Napoli, Bibliopolis,   G. Bucci, Stefano Miccolis, il ricordo a un anno dalla morte, "Corato live", W. Gianinazzi, M. Prat, In memoriam "Mil neuf cent", n° 28, 201. A. Savorelli, Stefano Miccolis, «Rivista di storia della filosofia», fa A. Meschiari, Stefano Miccolis studioso di Antonio Labriola, «Rivista di storia della filosofia». Miccolis. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Miccolis” – The Swimming-Pool Library.

 

Michelstädter (Gorizia). Filosofo. Grice: “It’s difficult to grasp Michelsteadter’s implicature: his study on ‘persuasion’ is brilliant – he was a close reader of Plato, and he uses figurative language, as ‘il giovane divino.’ My favourite is his account of the persuasive rhetoric of Cicero.” Grice: “Michelsteadter plays with the etymology of persuasion, which is cognate with ‘suave,’ as it should – sweet talk, we should say – which I could make into a maxim which would not be strictly ‘conversational’ unless under the category of modus – ‘be sweet’ –But the sweetness applies in general to my framework: the emissor aims to be sweet if he is going to try to influence the other, and will be influenced by a sweeter co-emissor.”  essential Italian philosopher. Ultimo di quattro figli, da un'agiata famiglia. Il padre, Alberto, dirige l'ufficio goriziano delle Assicurazioni Generali ed è presidente del Gabinetto di Lettura goriziano. È un uomo colto, autore di scritti letterari e di conferenze, rispettoso delle usanze tradizionali ma solo formalmente, per rispetto borghese -- è, anzi, un laico, un tipico rappresentante della mentalità materialistica. Il semitismo non sembra quindi incidere molto sulla sua formazione culturale, che scoprire solo più tardi e con non poca meraviglia di avere un antenato cabalista. Iscritto al severo Staatsgymnasium cittadino, fa propria la rigida Bildung asburgica. Con le traduzioni dal greco e dal latino ha i primi approcci colla filosofia. A iniziarlo sono Schubert-Soldern, solipsista gnoseologico, secondo il quale tutto il sapere va ricondotto alla sfera del soggetto; e l'amico Mreule che gli fa conoscere Il mondo come volontà e rappresentazione, di cui resta traccia soprattutto ne La Persuasione e la Rettorica. Nella soffitta di Paternolli, oltre a Schopenhauer, legge e discute, con gli amici Nino e Rico, i tragici e i presocratici, Platone, il Vangelo e le Upanishad; e poi ancora Petrarca, Leopardi, Tolstoj, e l'amatissimo Ibsen.  Conclusde gli studi ginnasiali e progetta di iscriversi a giurisprudenza; in seguito abbandona l'idea e si iscrive alla facoltà di matematica a Vienna. Ma l'anima è giàper dirla con Leopardi nel primo giovanil tumulto verso un altrove che non riesce a riconoscere nella ferrea logica matematica. Si iscrive al corso di Lettere dell'Istituto di Studi Superiori Fiorentino, città in cui vivrà per quasi quattro anni e dove conoscerà, fra gli altri, Chiavacci, futuro curatore delle sue Opere, ed Arangio-Ruiz, noto filosofo. Continua a ritrarre, fra tratto espressionistico e schizzo caricaturale, la varia umanità in cui s'imbatte, sia nei mesi di studio che nei periodi di vacanza al mare e in montagna. Scrive moltissimo, in modo quasi ossessivo, dalle lettere ai familiari (in particolare alla sorella Paula) alle recensioni di drammi teatrali. Un evento luttuoso segna la sua vita: la morte, per suicidio, del fratello Gino. Due anni prima si era suicidata anche una donna da lui amata, Nadia Baraden. Mreule parte per l'Argentina. Questa partenza è segnata da un evento significativo, una sorta di passaggio del testimone. Si fa consegnare da Rico la pistola che porta sempre con sé. Completati gli esami, ritorna a Gorizia e inizia la stesura della tesi di laurea, assegnatagli da Vitelli, concernente i concetti di persuasione e di retorica in Platone e Aristotele. La sua attività è febrile. Oltre alla Persuasione scrive anche la maggior parte delle Poesie e alcuni dialoghi, tra cui spicca il Dialogo della salute. Il suo isolamento diventa pressoché totale, mangia pochissimo e dorme per terra, come un asceta. Vede solo la sorella e il cugino Emilio. Comunica al padre che dopo la tesi non avrebbe fatto il professore, ma che appena laureato sarebbe andato al mare, forse a Pirano o a Grado. Dopo un diverbio con la madre, impugna la pistola lasciatagli da Mreule e si toglie la vita. Sul frontespizio della tesi aveva disegnato una fiorentina, una lampada ad olio, e aggiunto in greco: apesbésthen, «io mi spensi».  Amici raccolsero i suoi saggi, ora alla Biblioteca di Gorizia. Sepolto nel cimitero ebraico di Valdirose (Rožna Dolina), oggi nel comune sloveno di Nova Gorica, a poche centinaia di metri dal confine con l'Italia. La breve vita di Michelstaedter scorrecome risulta dall'Epistolarioall'insegna di una volontà di vivere continuamente illuminata dal desiderio di un altrimenti e di un altrove metafisico che fa di lui un impulsivo, un irrequieto esploratore di linguaggi e di mezzi espressivi, capace di spaziare dalla pittura alla poesia passando per le ripide vette della filosofia. Nell'apologo dell'aerostato incluso ne La Persuasione e la Rettorica, l'essenza del pensiero occidentale, la rettorica, viene fatta risalire da Michelstaedter a un parricidio: quello di Aristotele nei confronti di Platone. Questi, nella metafora costruita da Michelstaedter, escogita un mechánema, una macchina volante per abbandonare il peso del mondo e giungere all'assoluto. Maestro e discepoli riescono a librarsi negli alti spazi del cielo, ma restano a metà strada, fra una mera contemplazione dell'essere e del tempo e la nostalgia della terra e delle cure mondane. A riportarli sulla terra ci pensa allora un discepolo più scaltro e intraprendente degli altri, Aristotele, il quale, tradendo il maestro, fa scendere il mechánema restituendo così a tutti la gioia d'aver la terra sicura sotto i piedi. Questa nostalgia del mondo intelligibile platonico fa quindi di lui un discepolo di Schopenhauer, più che di Nietzsche.  La costituzione della metafisica è per lui una storia di rettorici tradimenti, la vicenda di una verità dai grandi persuasi tanto proclamata agli uomini quanto da questi disattesa e inascoltata. Quanto io dico è stato detto tante volte e con tale forza che pare impossibile che il mondo abbia ancor continuato ogni volta dopo che erano suonate quelle parole. Lo dissero ai Greci Parmenide, Eraclito, Empedocle, ma Aristotele li trattò da naturalisti inesperti; lo disse Socrate, ma ci fabbricarono su 4 sistemi... lo disse Cristo, e ci fabbricarono su la Chiesa. La persuasione è la visione propria di chi ha compreso la tragicità della finitezza e ad essa vuol tener fermo, senza ricorrere a quegli «empiastri»i kallopísmata órphnes, gli «ornamenti dell'oscurità»che possano lenire il dolore scatenato da tale consapevolezza. L'essere è finitezza che si rivela solo nella dimensione tragica di una presenza abbacinante, ma gli uomini rigettano questa tragica consapevolezza ottundendosi, pascalianamente, nel divertissement. Persuaso è chi ha la vita in sé, chi non la cerca alienandosi nelle cose o nei luoghi comuni della società perdendo l'irrinunciabile hic et nunc del proprio esserci, ma riesce «a consistere nell'ultimo presente», abbandonando quelle illusioni di sicurezza e di conforto che avviluppano chi vive abbagliato dalle illusioni create dal potere, dalla cultura, dalle dottrine filosofiche, politiche, sociali, religiose. È questa «la via preparata» dalla quale a tutti fa comodo non discostarsi troppo; è questo restare perennemente attaccati alla vitala philopsychìaa far sì che la "rettorica" trionfi sempre. La vita, soffocata dalla ricerca dei piaceri, della potenza, finanche dalla presunzione filosofica di possedere la via e quindi la vita stessa, non vive, perché in ogni istante ciascuno rimane avvolto dalle cure per ciò che non è ancora o dal rimpianto per ciò che non è più, mancando sempre l'attimo decisivo, quello che i greci chiamavano kairós, il tempo propizio. Perciò nella vita facciamo esperienza della morte, di quella «morte nella vita» cantataquasi una danse macabrenel Canto delle crisalidi: «Noi col filo / col filo della vita / nostra sorte / filammo a questa morte».  Il pensiero di Michelstaedter procede di conseguenza, per liberare il potenziale di tragicità dell'esistenza, attraverso violente contrapposizioni concettuali (persuasione-rettorica, vita-morte, piacere-dolore), senza alcun tentativo di mediazione dialettica. Michelstaedter respinge, con un gesto iniziatico, l'idea di costruire una dottrina sistematica della persuasione e della salute, in quanto «la via della persuasione non è corsa da 'omnibus', non ha segni, indicazioni che si possano comunicare, studiare, ripetere. Ma ognuno ha in sé il bisogno di trovarla e nel proprio dolore l'indice, ognuno deve nuovamente aprirsi da sé la via, poiché ognuno è solo e non può sperar aiuto che da sé: la via della persuasione non ha che questa indicazione: non adattarti alla sufficienza di ciò che t'è dato». La salvezza individuale è possibile solo in una singolarità irripetibile, irriducibile, concentrata in sé.  Il solipsismo di Michelstaedter è perciò radicale: non ci sono vie, non ci sono cammini, c'è solo il viandante che nel deserto dell'esistenza è «il primo e l'ultimo», crocefisso al legno della propria sufficienza e schiacciato dalla croce di falsi bisogni. Poiché il mondo è negatività assoluta, al pensiero non resta che negare questa stessa negatività rifiutando i dati dell'immanenza: «Solo quando non chiederai più la conoscenza conoscerai, poiché il tuo chiedere ottenebra la tua vita». Si tratta di una sentenza di sapore quasi buddistico: non a caso Mreule enfatizzerà la figura dell'amico descrivendolo come «il Buddha dell'occidente».  Produzione artistica La produzione poetica e quella pittorica di Michelstaedter possono essere considerate un prolungamento e un completamento di questo sentimento tragico e mistico. Come nel verso poetico egli tenta di esprimere l'inesprimibile, di dire con parole ciò che sfugge al sistema di segni codificato e perciò già da sempre istituito retoricamente, così nel segno pittorico, nello schizzo rapido e scherzoso come nel ritratto composto e meditato, traluce l'impossibilità di giungere a quella che Parmenide chiamava la ben rotonda verità. Non siamo giocati solo dalle parole, ma anche dalle immagini di una realtà fatta di colori e di forme che ci sfuggono nella loro immediatezza e alterità, «come chi vuol veder sul muro l'ombra del proprio profilo, in ciò appunto la distrugge». Anche l'arte e la poesia, come la retorica filosofica, si rivelano infine per quello che sono: fragili orpelli di cui si orna l'oscurità dell'essere e che ogni linguaggio escogitato dall'uomo sarà sempre impotente a esprimere. Atri saggi: Saggi (G. Chiavacci, Sansoni, Firenze, Scritti scolastici, Sergio Campailla, Gorizia, Opera grafica e pittorica, Sergio Campailla, Gorizia, Il dialogo della salute e altri dialoghi, Sergio Campailla, Adelphi, Milano Poesie, Sergio Campailla, Adelphi, Milano, La Persuasione e la Rettorica, Vladimiro Arangio-Ruiz, Formiggini, Genova, edizione critica Sergio Campailla, Adelphi, Milano poi, con le Appendici critiche, ivi,). Epistolario, Sergio Campailla, Adelphi, Milano nuova edizione riveduta e ampliata, ivi,  Parmenide ed Eraclito. Empedocle, SE, Milano, L'anima ignuda nell'isola dei beati. Scritti su Platone, David Micheletti, Diabasis, Reggio Emilia,  Dialogo della salute. E altri scritti sul senso dell'esistenza, a cura e con un saggio introduttivo di G. Brianese, Mimesis, Milano, La melodia del giovane divino, Sergio Campailla, Adelphi, Milano  La persuasione e la rettorica, edizione critica, A. Comincini, Joker. Michelstaedter-Winteler, Appunti per una biografia di Carlo Michelstaedter  Michelstaedter si riferisce, nell'Epistolario, al bonno Isacco Samuele Reggio, confondendolo con il padre di questo, Abram Vita Reggio  S.Campailla, Il segreto di Nadia B., Marsilio, . Da articoli di cronaca americani dell'epoca, si apprende che il suicidio avvenne con un colpo di pistola alla tempia destra.  La persuasione e la rettorica35  La persuasione e la rettorica  Poesie La persuasione e la rettorica C. Magris, Un altro mare Il dialogo della salute,  63-64  Biografie e studi critici Acciani Antonia, Il maestro del deserto. Carlo Michelstaedter, Progedit, Bari Arbo Alessandro, Carlo Michelstaedter, Studio Tesi, Pordenone (Civiltà della memoria). Arbo Alessandro, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 74, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Arbo Alessandro, Il suono instabile. Saggi sulla filosofia della musica nel Novecento, NeoClassica, Roma, Giuseppe Auteri, Metafisica dell'inganno, Università degli Studi, Catania Aurelio Benevento, Scrittori giuliani. Michelstaedter, Slataper, Stuparich, Otto/Novecento, Azzate 1992. Giorgio Brianese, L'arco e il destino. Interpretazione di Michelstaedter, Abano Terme (PD), Francisci); Giuseppe A. Camerino, La persuasione e i simboli. Michelstaedter e Slataper, Liguori, Napoli Sergio Campailla, Pensiero e poesia di Carlo Michelstaedter, Patron, Bologna. Sergio Campailla, A ferri corti con la vita, Comune di Gorizia Sergio Campailla, Controcodice, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli Valerio Cappozzo, La passione di Carlo Michelstaedter Les Cahiers d'Histoire de l'Art nº2, Parigi Valerio Cappozzo, Il percorso universitario di  dall'archivio dell'Istituto di Studi Superiori, in  Un'altra società. Carlo Michelstaedter e la cultura contemporanea, S. Campailla, Marsilio, Venezia, Un'introduzione, Luca Perego, Erasmo Silvio Storace e Roberta Visone, AlboVersorio, Milano); L'Essere come Azione, Erasmo Silvio Storace, AlboVersorio, Marco Cerruti, Carlo Michelstaedter, Mursia, 2. ed. Milano  (Civiltà letteraria, Sez. italiana). Marco Cerruti, Ricordi per"Carlo Michelstaedter. L'Essere come Azione", Erasmo Silvio Storace, AlboVersorio, Milano Nicola Cinquetti, Michelstaedter. Il nulla e la folle speranza, Edizioni Messaggero, Padova Tracce del sacro nella cultura contemporanea,). Paola Colotti, La persuasione dell'impersuadibilità. Saggio su Carlo Michelstaedter, Ferv, Roma 2004. Giuseppe D'Acunto, La parola nuova. Momenti della riflessione filosofica sulla parola nel Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli Martino Dalla Valle, Dal niente all'impensato. Saggio su Carlo Michelstaedter, Imprimitur, Padova Daniela De Leo, Michelstaedter filosofo del "frammento" con Appunti di filosofia di Carlo Michelstaedter, Milella, Lecce Daniela De Leo, Mistero e persuasione in Carlo Michelstaedter. Passando da Parmenide ed Eraclito, Milella, Lecce Roberta De Monticelli, Il richiamo della persuasione. Lettere (Marietti, Genova); Roberta De Monticelli, Ricordo di una giovinezza,[ "Carlo Michelstaedter. L'Essere come Azione", Erasmo Silvio Storace, AlboVersorio, Milano Martire della persuasione", tesi di laurea di Massimo Mirizzi, Biblioteca Statale Isontina, Gorizia Dialoghi intorno a Michelstaedter, Sergio Campailla, Biblioteca Statale Isontina, Gorizia 1988. Eredità di Michelstaedter, Silvio Cumpeta e Angela Michelis, Forum Edizioni, Udine Laura Furlan, L’essere straniero di un intellettuale moderno, Lint, Trieste  (Vie di fuga 6). L'immagine irraggiungibile. Dipinti e disegni di Carlo Michelstaedter, Antonella Gallarotti, Edizioni della Laguna, Mariano del Friuli, Galgano Andrea, Il vortice del nulla, in Mosaico, Roma, Aracne,  Mario Gabriele Giordano, Il pensiero e l'arte di Carlo Michelstaedter, in "Riscontri", 1. Ora, revisionato, in Id., Il fantastico e il reale. Pagine di critica letteraria da Dante al Novecento, Napoli, Edizioni Scientifiche italiane, Innella Francesco, Michelstaedter: frammenti da una filosofia oscura, Ripostes, Salerno-Roma 1995 (I tascabili). Vincenzo Intermite, Carlo Michelstaedter. Società rettorica e coscienza persuasa, Firenze Atheneum (collana Collezione Oxenford, Claudio La Rocca, Nichilismo e retorica. Il pensiero di Carlo Michelstaedter, ETS, Pisa  (Biblioteca di "Teoria" 2). Claudio La Rocca, Carlo Michelstaedter e l'esperienza del senso, in «Il Cannocchiale», Claudio La Rocca, Carlo Michelstaedter y la experiencia del sentido, in «Daímon», Claudio La Rocca, Il motivo della persuasione e il rapporto con Michelstaedter, in «Il Ponte», “Aldo Capitini, persuasione e non violenza”, T. Raffaelli,  Claudio La Rocca, Esistenzialismo e nichilismo. Luporini e Michelstaedter, «Belfagor», Claudio La Rocca, Prima e dopo la Persuasione. Interpretare Michelstaedter, in Carlo Michelstaedter: l'essere come azione, E. Storace, AlboVersorio, Milano, Claudio La Rocca, La persuasione (e l'oratoria), «Humanitas», numero su Carlo Michelstaedter, un classico del Novecento, A. Michelis,  Claudio Magris, Un altro mare, Garzanti, Milano 1991. Biagio Marin, Ricordo di Carlo Michelstaedter, in Studi Goriziani,  A. Marroni, Filosofie dell'intensità. Quattro maestri occulti del pensiero italiano contemporaneo, Mimesis, Milano (IF. Itinerari filosofici). Aldo Marroni, L’estetica del 'farsi fiamma', in Estetiche dell'eccesso. Quando il sentire estremo diventa grande stile, Quodlibet, Macerata, ; Fabrizio Meroi, «Michelstaedter, Carlo» in Il contributo italiano alla storia del PensieroFilosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma, . Angela Michelis, Il coraggio dell'impossibile, Città Nuova, Roma (Idee). Francesco Muzzioli, Michelstaedter, Milella, Lecce Antimo Negri, Il lavoro e la città. Un saggio su Carlo Michelstaedter, Lavoro, Roma 1996. (I grandi piccoli 11). Rosalia Peluso, L'identico e i molteplici. Meditazioni michelstaedteriane, Loffredo, Napoli . Mario Perniola, La "persuasione" tra marginalità e centralità, in "Eredità” C. Cumpeta e A. Michelis, Udine, Forum Piero Pieri, Il pensiero della poesia. Il Romanticismo della tragedia, Nautilus, Bologna Piero Pieri, "Esorcismo e ironia nella critica del primo Michelstaedter", in «Il lettore di provincia», Piero Pieri, "Modelli di cultura alle origini della Persuasione di Michelstaedter", in «Il lettore di provincia» Piero Pieri, "Il rischio dell'autoinganno (Una errata attribuzione di incisione a Carlo Michelstaedter)", in «Metodi e ricerche» Piero Pieri,"La scienza del tragico. Saggio su Carlo Michelstaedter", Bologna, Cappelli, 1989. Piero Pieri, "Nello sguardo della trascendenza. Intorno alla figura dell'ermafrodita e del satiro nella Persuasione", in «Intersezioni», a. X, n. 1, Piero Pieri, "Due diverse ma non opposte interpretazioni de «La persuasione e la retorica» di Carlo Michelstaedter", in Studi sulla modernità, F. Curi, Bologna, Clueb, Piero Pieri, "Per una dialettica storica del silenzio. La “vergogna” del filosofo e l'autoinganno dello scrittore", in  Eredità di Carlo Michelstaedter, Forum, Udine, Piero Pieri, "La differenza ebraica: grecità, tradizione e ripetizione in Michelstaedter e altri ebrei della modernità", nuova edizione, Pendragon, Bologna, Piero Pieri, "Michelstaedter nel '900. Forme del tragico contemporaneo", Transeuropa, collana «Pronto intervento», Massa, . Antonio Piromalli, Michelstaedter, La Nuova Italia, Paolo Pulcina, Carlo Michelstaedter: estetica. L'illusione della retorica, le ragioni del suicidio, Atheneum, Firenze 2004. Giuseppe Pulina, L'imperfetto pessimista. Saggio sul pensiero di Carlo Michelstaedter, Lalli, Poggibonsi (Materiali di filosofia e pedagogia). Giuseppe Pulina, "L'incompiuta imperfezione. Note sul pessimismo di Michelstaedter", in «Storia, antropologia e scienze del linguaggio», Università degli Studi di Cassino, Giuseppe Pulina, "Capitini e Michelstaedter: un dialogo sulla persuasione", «Satyāgraha», N Gabriella Putignano, L'esistenza al bivio. La persuasione e la rettorica di Carlo Michelstaedter, Stamen, Roma . Maria Adelaide Raschini, Michelstaedter, Marsilio, Venezia); Maria Adelaide Raschini, Michelstaedter. La disperata devozione, Cappelli, Bologna Gaetano Chiavacci, Il pensiero di Carlo Michelstaedter, articolo sul «Giornale critico della filosofia italiana», Antonio Russo, Gaetano Chiavacci interprete di Michelstaedter, in  Carlo Michelstaedter un secolo dopo, Marsilio, Laura Sanò, Le ragioni del nulla. Il pensiero tragico nella filosofia italiana tra Ottocento e Novecento, Città aperta, Troina2005. Laura Sanò, Leggere La persuasione e la rettorica di Carlo Michelstaedter, Ibis, Como . Licia Semeraro, Lo svuotamento del futuro. Note su Michelstaedter, Milella, Lecce 1986. Giovanni Sessa, “Oltre la persuasione. Saggio su Carlo Michelstaedter”, Settimo Sigillo, Roma Stella Vittori, Carlo Michelstaedter, FERV, Milano Erasmo Silvio Storace, Introduzione ad  Carlo Michelstaedter. L'Essere come Azione, Erasmo Silvio Storace, AlboVersorio, Milano 2007. Erasmo Silvio Storace, Thanatografie. Per un'estetica del morire in Platone, Nietzsche, Heidegger, Michelstaedter e Rilke, Mimesis, Milano . Giovanna Taviani, Michelstaedter, Palumbo, Palermo  (La scrittura e l'interpretazione). Marcello Veneziani, Carlo Michelstaedter e la metafisica della gioventù, AlboVersorio, Milano . Antonio Verri, Michelstaedter e il suo tempo, Longo Angelo, Ravenna  (Il portico). Roberta Visone, L'incidenza di Schopenhauer sul pensiero di Carlo Michelstaedter, Liguori editore, 2006 [Archivio di Storia della Cultura,  Roberta Visone, La via alla persuasione come deviazione dalla noluntas, in  Carlo Michelstaedter. L'Essere come Azione, Erasmo Silvio Storace, AlboVersorio TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Carlo Michelstaedter, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Carlo Michelstaedter, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  (DE) Carlo Michelstaedter (XML), in Dizionario biografico austriaco 1815-1950.  Opere di Carlo Michelstaedter, su Liber Liber.  Opere di Carlo Michelstaedter, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere --.   italiana di Carlo Michelstaedter, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com.  Sito dedicato a Michelstaedter, su michelstaedter.beniculturali. Carlo Raimondo Michelstaedter. Carlo Michelstaedter. Michelstaedter. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Michelstaedter: retorica e persuasione," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Michelstaedter” – The Swimming-Pool Library.

 

Mieli (Milano). Filosofo. Grice: “Speranza has studied this; he calls it ‘Dorothea Oxoniensis,’ and indeed it is a joint endeavour with C. R. Stevenson – who *knows*!” -- «Spero che la lettura di questo libro favorisca la liberazione del desiderio gay presso coloro che lo reprimono e aiuti quegli omosessuali manifesti, che sono ancora schiavi del sentimento di colpevolezza indotto dalla persecuzione sociale, a liberarsi della falsa colpa»  (Elementi di critica omosessuale. M Attivista e scrittore italiano, teorico degli studi di genere. È considerato uno dei fondatori del movimento omosessuale italiano, nonché uno tra i massimi teorici del pensiero nell'attivismo omosessuale italiano. Legato al marxismo rivoluzionario, è noto soprattutto come eponimo del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e per il suo saggio Elementi di critica omosessuale pubblicato nella sua prima edizione da Einaudi nel 1977.  Mario Mieli nacque a Milano nel 1952, penultimo dei sette figli di Walter Mieli e di Liderica Salina. Il padre, ebreo e originario di Alessandria d'Egitto, viveva a Milano dalla metà degli anni venti e aveva fondato con successo un'azienda di filati, divenuta in seguito una delle più importanti nella torcitura e nella lavorazione della seta. La madre, milanese, era insegnante di lingue.  Sposati dal 1936, durante la seconda guerra mondiale i coniugi Mieli erano sfollati a Lora, frazione di Como. Mario crebbe in questa cittadina, pur mantenendo forti legami con Milano dove il padre continuava a lavorare e a risiedere.  Il giovane Mario si stabilì definitivamente nel capoluogo lombardo quando si iscrisse al liceo classico Giuseppe Parini, raggiunto due anni dopo dalla sorella minore Paola, alla quale fu sempre molto legato. Già in questi anni diede dimostrazione della sua viva intelligenza e dichiarò la propria omosessualità. Secondo quanto testimoniato dal compagno Milo De Angelis, nfondò un circolo di poesia che divenne anche un luogo di incontro per omosessuali. Fu pienamente coinvolto nella contestazione ed evocò questo periodo nel suo romanzo autobiografico Il risveglio dei faraoni.  A causa della sua miopia fu esonerato dal servizio militare alla fine del liceo, si trasferì a Londra per perfezionare l'inglese, come già avevano fatto altri suoi familiari. Qui frequentò il "Gay Liberation Front" venendo a contatto con l'attivismo omosessuale nella sua fase più intensa, subito dopo i moti di Stonewall. Tornato in Italia, fu, insieme ad Angelo Pezzana, tra i soci fondatori del celebre Fuori! a Torino, prima associazione italiana del movimento di liberazione omosessuale italiano.  Convinto assertore di una rivoluzione gay in chiave marxista, nel 1974 si allontanò dal Fuori! insieme a tutta la cellula milanese dell'associazione quando questa si legò al Partito Radicale.  Nello stesso anno fondò a Milano i Collettivi Omosessuali Milanesi e nel 1976 i Collettivi parteciparono al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro, dove Mieli lanciò dal palco lo slogan Lotta dura, Contronatura!. Si laureò in filosofia morale con una tesi, poi pubblicata con modifiche, da Einaudi con il titolo di Elementi di critica omosessuale e che divenne un fondamento delle teorie di genere in Italia e, in misura minore, all'estero, venendo tradotto e pubblicato in inglese nel 1980 con il titolo Homosexuality and liberation: elements of a gay critique ed in spagnolo con il titolo Elementos de crítica homosexual dall'editrice Anagrama. Elementi fu uno dei testi base dei collettivi autonomi gay.  Mieli fu uno dei primi a contestare apertamente le categorie di genere vestendosi quasi sempre con abiti femminili. Nel frattempo si dedicava al teatro, destando scandalo nella mentalità dell'epoca con opere come lo spettacolo La Traviata Norma. Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì! Dava volutamente scandalo anche per il modo in cui si presentava, utilizzò anche immagini e ruoli per portare avanti la propria battaglia dei diritti individuali inalienabili. Nel corso della sua esistenza, cercò di superare i limiti, fece uso di droghe e si dette a pratiche sempre più estreme, inclusa la coprofagia.  Durante un viaggio a Londra, Mieli, vicino già all'antipsichiatria, iniziò a interessarsi di psicoanalisi; ifu nuovamente arrestato, quando, semi-nudo e in preda a una crisi psichica, fu fermato nell'aeroporto di Heathrow, in cerca di un poliziotto con cui avere un rapporto sessuale. Prima venne incarcerato, poi messo nella sezione psichiatrica del Marlborough Day hospital, assistito dai familiari venuti dall'Italia in attesa del processo. Venne ricondotto a Milano, dopo la condanna a pagare una multa, e ricoverato in una clinica psichiatrica per un mese. Una volta dimesso, su consiglio del suo psicoanalista Giovanni Carlo Zapparoli, i genitori gli diedero un appartamento autonomo. L'anno seguente viaggiò ad Amsterdam e di nuovo a Londra e si laureò con lode in filosofia. Poco dopo lasciò l'appartamento che gli avevano trovato e interruppe la terapia psichiatrica.  Al V congresso del Fuori!, che sancì la sua rottura col movimento e con Angelo Pezzana, Mieli prese la parola, si dichiarò transessuale e parlò della sua esperienza di malattia mentale («sono stato definito uno schizofrenico paranoide, sono stato in ospedale, in manicomio per questo motivo») e di omosessualità. Dopo questo periodo si dedicò alla stesura degli Elementi di critica omosessuale.  Negli ultimi anni di vita si dedicò all'esoterismo e all'alchimia, abbastanza isolato dal resto del movimento omosessuale, e lavorando al romanzo Il risveglio dei faraoni. Morì suicida infilando la testa nel forno della sua abitazione di Milano dopo un lungo periodo di depressione. Tra i motivi del suo gesto estremo fu l'ostruzionismo che il padre, influente industriale milanese, aveva fatto per impedire la pubblicazione della sua ultima opera, Il risveglio dei faraoni, ritenendolo troppo autobiografico e lesivo dell'onore famigliare. A lui è intitolato il Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli sorto a Roma nello stesso anno della morte.  Il pensiero Il transessualismo universale Il pensiero di Mario Mieli consiste nel ritenere che ogni persona è potenzialmente transessuale se non fosse condizionata, fin dall'infanzia, da un certo tipo di società che, attraverso quella che Mieli chiamava "educastrazione", costringe a considerare l'eterosessualità come "normalità" e tutto il resto come perversione. Per transessualità, non intende quello che si intende oggi nella comune accezione del termine, ma l'innata tendenza polimorfa e "perversa" dell'uomo, caratterizzata da una pluralità delle tendenze dell'Eros e da l'ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo.  La liberazione omosessuale in chiave marxista fu tra i primi studiosi ed attivisti del Movimento di Liberazione Omosessuale Italiano, accanto a Castellano,Consoli, Modugno e  Pezzana. Tutti partivano dalla certezza che la liberazione dall'ancestrale omofobia dovesse fondarsi sulla consapevolezza della propria identità, censurata fin dalla nascita dalla cultura dominante, da loro ritenuta antropologicamente sessuofoba e pervicacemente omofoba.  Da queste basi partivano per abbattere la discriminazione pluri-secolare nei confronti di chi non si identificava nella sessualità assiomaticamente definita come naturale e normale. Abbracciò immediatamente il marxismo, cercando di rimodularlo sulle istanze della lotta di liberazione ed emancipazione omosessuale e ritenendo la società capitalista intrinsecamente omofoba. Rilettura della psicanalisi Negli Elementi di critica omosessuale, volle rielaborare alcuni degli spunti teorici della teoria della sessualità di Freud, attraverso la lettura che, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, ne aveva fatto  Marcuse. Marcuse, infatti, in opere come “Eros e civiltà e L'uomo a una dimensione (1964), aveva voluto fondere marxismo e psicanalisi. Fu proprio Freud, infatti, a sostenere che l'orientamento sessuale poteva prendere qualsiasi "direzione", riconducendo "eterosessualità" e "omosessualità" a semplici varianti della sessualità umana in senso lato. Una non escluderebbe l'altra, e anzi, in potenza, tutti saremmo pluri-sessuali, "polimorfi" o, più semplicemente, bi-sessuali.  In base a questa riflessione, riteneva che si dovesse denunciare come assurda e inconsistente l'opposizione ideologica "eterosessuale" vs "omosessuale", essendo viziato il principio stesso di "mono-sessualità". A questa prospettiva unilaterale, che riteneva incapace di cogliere la natura ambivalente e dinamica della dimensione sessuale, Mieli ha preferito opporre un principio di eros libero, molteplice e polimorfo. Per Mieli era tragicamente ridicola «la stragrande maggioranza delle persone, nelle loro divise mostruose da maschio o da "donna.” Se il travestito appare ridicolo a chi lo incontra, tristemente ridicolissima è per il travestito la nudità di chi gli rida in faccia».  Tim Dean, psicoanalista dell'Buffalo, che redasse l'appendice dell'edizione Feltrinelli di Elementi di critica omosessuale, afferma: «Nel processo politico di ristrutturazione della società, Mieli non esita a includere nel suo elenco di esperienze redentive la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia» e «ridefinisce drasticamente il comunismo descrivendolo come riscoperta dei corpi (...) In questa comunicazione alla Bataille di forme materiali, la corporeità umana entra liberamente in relazioni egualitarie multiple con tutti gli esseri della terra, inclusi "i bambini e i nuovi arrivati di ogni tipo, corpi defunti, animali, piante, cose" annullando "democraticamente" ogni differenza non solo tra gli esseri umani ma anche tra le specie».  A questa rivoluzione sociale sono di ostacolo determinati elementi, ritenuti da Mieli come «pregiudizi di certa canaglia reazionaria» che, trasmessi con l'educazione, hanno la colpa di «trasformare troppo precocemente il bambino in adulto eterosessuale».  Il tema della pedofilia Da provocatore dei "benpensanti", quale è stato tutta la breve vita, facendo esplicitamente riferimento a Freud, Mieli affrontò a modo suo anche il tema della sessualità infantile, per questo andando incontro a forti critiche. I bambini, secondo il pensiero di Mieli, potevano "liberarsi" dai pregiudizi sociali e trovare la realizzazione della loro "perversità poliforme" grazie ad adulti consapevoli di quanto sopra asserito: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata. Essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che l’introduzione mortifera all’ergastolo di una «vita» latente. La pederastia, invece, «è una freccia di libidine scagliata verso il feto» (Francesco Ascoli)»  (Elementi di critica omosessuale). Nella nota 88 si legge:  «Per pederastia intendo il desiderio erotico degli adulti per i bambini (di entrambi i sessi) e i rapporti sessuali tra adulti e bambini. Pederastia (in senso proprio) e pedofilia vengono comunemente usati come sinonimi» (Elementi di critica omosessuale). Il tema dell'alterazione psichica, della follia Mieli faceva uso di sostanze stupefacenti, attraverso le quali mirava a superare lo stato di normalità in cui riteneva le persone intrappolate. Riteneva che nevrosi, follia, paranoia, delirio e, soprattutto, la schizofrenia, al pari dell'omosessualità fossero caratteristiche latenti in tutti gli esseri umani e, con riferimento a Jung, che tali condizioni permettessero «la (ri)scoperta di quella parte di noi che Jung definirebbe “Anima” oppure “Animus”». In riferimento all'omosessualità, considerava che potesse essere una porta verso il lato inesplorato della personalità, in analogia con la follia: “La paura dell’omosessualità che distingue l’homo normalis è anche terrore della “follia” (terrore di se stesso, del proprio profondo). Così, la liberazione omosessuale si pone davvero come ponte verso una dimensione decisamente altra: i francesi, che chiamano folles le checche, non esagerano».  Opere: “Comune futura,” “Elementi di critica omosessuale, Einaudi, Torino, Elementi di critica omosessuale, Gianni Rossi Barilli e Paola Mieli, Feltrinelli, Milano,  Elementi di critica omosessuale, Gianni Rossi Barilli e Paola Mieli, Feltrinelli, Milano, “Il risveglio dei faraoni,” preservato da Marc de' Pasquali e Umberto Pasti, Cooperativa Colibri, Milano, “Il risveglio dei faraoni,” Alfonso Sarrio Solidago, dR Edizioni, Milano,  “Oro, eros e armonia,” Gianpaolo Silvestri e Antonio Veneziani, Edizioni Croce, Oro, eros e armonia, Gianpaolo Silvestri e Antonio Veneziani, Edizioni Croce,  “E adesso,” Silvia De Laude, Edizioni Clichy,  Teatro La Traviata Norma. Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì!, Film “Gli anni amari, regia di Andrea Adriatico.. Note  Tommaso Giartosio, Perché non possiamo non dirci: letteratura, omosessualità, mondo, Feltrinelli Editore,  Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Feltrinelli Editore, L. Schettini, Mario Mieli, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .Mario Mieli, Ideologia. Progetto omosessuale rivoluzionario, in Elementi di critica omosessuale  MIELI, Mario di Laura SchettiniDizionario Biografico degli Italiani, in Treccani, Trascrizione del suo intervento in congresso nazionale del “Fuori!”, in Fuori! rancobuffoni/files/pdf/gp_leonardi_mieli.pdf  Mieli, artista contro la violenza, in La Stampa, 16 marzo  Elementi di critica omosessuale, Einaudi, Mario Mieli. Elementi di critica omosessuale. Milano, Einaudi, Mario Mieli, estremo e dimenticato. Storia di un intellettuale provocatore., in Treccani Il tascabile, Mieli, Mario., Mieli, Paola. e Rossi Barilli, Gianni., Elementi di critica omosessuale Il risveglio dei Faraoni, in Alfonso Sarrio Solidago , PRIDE, Milano, dR Edizioni, Silvestri, Gianpaolo, L'ultimo Mario Mieli : Oro Eros Armonia : contributi di Ivan Cattaneo e Antonio Veneziani, 2 ed. riveduta e corretta, Libreria Croce, De Laude, Silvia,, Mario Mieli : e adesso,  Angelo Pezzana . La politica del corpo. Roma, Savelli, Elio Modugno. La mistificazione eterosessuale. Milano, Kaos. Stefano Casi. L'omosessualità e il suo doppio: il teatro di Mario Mieli. Rivista di sessuologia (numero speciale L'omosessualità fra identità e desiderio,Francesco Gnerre. L'eroe negato. Milano, Baldini e Castoldi, Marco Philopat, Lumi di punk: la scena italiana raccontata dai protagonisti, Milano, Agenzia, Concetta D'Angeli, Teatro Talento Tenacia... Mario Mieli, in "Atti&Sipari" Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli Fuori! Marc de' Pasquali Movimento di liberazione omosessuale Omosessualità Queer Storia dell'omosessualità in Italia Studi di genere Teoria queer Transessualismo Altri progetti Collabora a Wikiquote Citazionio su Mario Mieli Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Mario Mieli  Biografia, in italiano, su culturagay. Chi era Mario Mieli (articolo sul  gay.tv), su gay.tv Circolo di cultura omosessuale "Mario Mieli", su mariomieli.org. Refs. Luigi Speranza, “Grice e Mieli” – The Swimming-Pool Library.

 

Miglio (Como). Filosofo. Grice: “Berlin, who thought was a philosopher, ended up lecturing on the history of ideas, i. .e. ideology – Miglio defines ideology so simply that would put Berlin to shame: an ideology is what politicians propagate to reach or buy consensus!” --  essential Italian philosopher. Sostenitore della trasformazione dello Stato italiano in senso federale o, addirittura, confederale, fra gli anni ottanta e i novanta è considerato l'ideologo della Lega Lombarda, in rappresentanza della quale fu anche senatore, prima di "rompere" con Umberto Bossi dando vita alla breve stagione del Partito Federalista.   Polo scolastico "Gianfranco Miglio" ad Adro. Costituzionalista e scienziato della politica, fu senatore della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII legislatura.  Ha insegnato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ove fu preside della Facoltà di Scienze politiche dal 1959 al 1989. È stato allievo di Alessandro Passerin d'Entrèves e Giorgio Balladore Pallieri, sotto la cui docenza si è formato sui classici del pensiero giuridico e politologico.  Colpito da ictusnon si riprese e morì ottantatreenne nella sua stessa città natale, Como, circa un anno dopo. Il funerale si tenne a Domaso, sul Lago di Como, comune d'origine del padre e sede di una villa nella quale il professore si rifugiava spesso; in seguito Miglio è stato tumulato nel locale cimitero, a fianco dei membri della sua famiglia.   Laureatosi in Giurisprudenza all'Università Cattolica con la tesi, “Origini e i primi sviluppi delle dottrine giuridiche internazionali pubbliche nell'età moderna”, evitò l'arruolamento per la Seconda guerra mondiale a causa di un difetto uditivo congenito, e poté divenire assistente volontario alla cattedra di Storia delle dottrine politiche, che d'Entreves tenne sino alla fine degli anni quaranta nella medesima università.  Libero docente, si dedicò negli anni cinquanta allo studio delle opere di storici e giuristi, soprattutto tedeschi: dai quattro volumi del Deutsche Genossenschaftsrecht di Otto Von Gierke, ai saggi di storia amministrativa di Otto Hintze, alcuni dei quali, negli anni seguenti, vennero tradotti in italiano dal suo allievo e ferrato germanista  Schiera (O. Hintze, Stato e società, Zanichelli).  Fu di quegli anni l'incontro di Miglio con l'immensa produzione scientifica di Weber: il professore comasco fu uno dei primi ad aver studiato a fondo “Economia e Società”, l'opera più importante del sociologo tedesco che era stata completamente trascurata in Italia.  Sviluppo del lavoro scientifico Miglio storico dell'amministrazione Alla fine degli anni cinquanta, Miglio fondò con il giurista Feliciano Benvenuti l'ISAP Milano (Istituto per la Scienza dell'Amministrazione Pubblica), ente pubblico partecipato da Comune e Provincia di Milano, di cui ricopri per alcuni anni la carica di vicedirettore. In un saggio memorabile intitolato Le origini della scienza dell'amministrazione, il professore comasco descriveva con elegante chiarezza le radici storiche della disciplina. L'interesse per il campo dell'amministrazione era dovuto in quegli anni alle politiche pianificatrici che gli stati andavano conducendo per l'incremento della crescita economica.  La Fondazione italiana per la storia amministrativa Ben presto Miglio sentì tuttavia l'esigenza di studiare in modo più sistematico la storia dei poteri pubblici europei e, negli anni sessanta, costituì la Fondazione italiana per la storia amministrativa: un istituto le cui ricerche vennero condotte con rigoroso metodo scientifico. A tal proposito, il professore aveva appositamente preparato per i collaboratori della fondazione uno schema di istruzioni divenuto famoso per chiarezza e organicità. In realtà, fondando la F.I.S.A. Miglio si era posto l'ambizioso obiettivo di scrivere una storia costituzionale che prendesse in esame le amministrazioni pubbliche esistite in luoghi e tempi diversi: in tal modo egli sarebbe riuscito a tracciare una vera e propria tipologia delle istituzioni dal medioevo all'età contemporanea, al cui interno sarebbero stati indicati i tratti distintivi o, viceversa, gli elementi comuni di ogni potere pubblico. Ma v'era un'altra ragione che aveva indotto Miglio a studiare i poteri pubblici in un'ottica, come scriveva lui stesso, analogico-comparativa. Servendosi di un metodo scientifico che Hintze aveva parzialmente seguito nella prima metà del Novecento, il professore comasco intendeva definire l'evoluzione storica dello stato moderno, storicizzando in tal modo le stesse istituzioni contemporanee.  La fondazione pubblicava tre collezioni: gli Acta italica, l'Archivio (diviso in due collane: la prima riguardante ricerche e opere strumentali, la seconda dedicata alle opere dei maggiori storici dell'amministrazione) e gli Annali. Tra i più autorevoli lavori storici pubblicati nell'Archivio, si ricordano il volume sui comuni italiani di Goetz e il famoso saggio di Vaccari sulla territorialità del contado medievale. Nella prima serie alcuni giovani studiosi poterono invece pubblicare le loro ricerche di storia delle istituzioni: Gabriella Rossetti, allieva dello storico Cinzio Violante, vi diede alle stampe un approfondito studio sulla società e sulle istituzioni nella Cologno Monzese dell'Alto Medioevo; Adriana Petracchi pubblicò la prima parte di un'interessante ricerca sullo sviluppo storico dell'istituto dell'intendente nella Francia dell'ancien régime; occorre inoltre ricordare il poderoso volume di Pierangelo Schiera sul cameralismo tedesco e sull'assolutismo nei maggiori stati germanici. Su tutt'altro piano si poneva invece la collezione della F.I.S.A. denominata Acta italica: al suo interno dovevano essere pubblicati i documenti relativi all'amministrazione pubblica degli stati italiani preunitari: è probabile che l'ispirazione per quest'ultima serie fosse venuta a Miglio dallo studio delle opere di Hintze: verso la fine del XIX secolo, lo storico tedesco aveva infatti scritto alcuni saggi sull'amministrazione prussiana pubblicandoli negli Acta borussica, un'autorevole collana che raccoglieva le fonti storiche dello stato degli Hohenzollern.  L'edizione dei lavori della commissione Giulini Tra i volumi degli Acta italica, occorre ricordare l'edizione dei lavori della Commissione Giulini curata da Nicola Raponi nel 1962, uno studio cui Miglio tenne molto e di cui si servì, molti anni dopo, per la stesura del celebre saggio su “Vocazione e destino dei lombardi” (in  La Lombardia moderna, Electa, ripubblicato in Miglio, Io, Bossi e la Lega, Mondadori). La commissionei cui lavori avevano avuto luogo a Torino sotto la presidenza del nobile milanese Cesare Giulini della Portaaveva il compito di elaborare progetti di legge che sarebbero entrati in vigore in Lombardia nel periodo immediatamente successivo alla guerra. Cavour, che in quegli anni ricopriva la carica di primo ministro, voleva che il governo, nel sancire l'annessione dei nuovi territori al Piemonte di Vittorio Emanuele, mantenesse separati gli ordinamenti amministrativi delle due regioni, lasciando che in Lombardia continuassero a sussistere una parte delle istituzioni austriache esistenti.  Il saggio Le contraddizioni dello stato unitario Nel saggio magistrale Le contraddizioni dello stato unitario scritto in occasione del convegno per il centenario delle leggi di unificazione, Miglio prese in esame gli effetti devastanti che l'accentramento amministrativo aveva provocato nel sistema politico italiano. La classe politica italiana non fu capace di elaborare un ordinamento amministrativo che consentisse allo stato di governare adeguatamente un territorio esteso dalle Alpi alla Sicilia. Ricorrendo a una felice similitudine, il professore scrisse che la scelta di estendere le norme piemontesi a tutta Italia fu come "far indossare a un gigante il vestito di un nano". Secondo Miglio, i nostri "padri della patria", spaventati dalle annessioni a cascata e dalle circostanze fortunose in cui era avvenuta l'unificazione, preferirono conservare ottusamente gli istituti piemontesi, costringendo la stragrande maggioranza degli italiani ad essere governati da istituzioni che, oltre ad essere percepite come "straniere", si rivelarono palesemente inefficienti.  Nel saggio, Miglio aveva però messo in luce un altro dato fondamentale; il professore scrisse che il paese, quantunque fosse stato formalmente unito dalle norme piemontesi, continuò nei fatti a restare diviso ancora per molti anni: le leggi, che il Parlamento emanava dalle Alpi alla Sicilia, venivano infatti interpretate in cento modi diversi nelle regioni storiche in cui il Paese continuava, nonostante tutto, ad essere naturalmente articolato. Era il federalismo che, negato alla radice dalla classe politica liberal-nazionale in nome dell'unità, si prendeva ora la rivincita traducendosi in forme evidenti di "criptofederalismo".[senza fonte]  Sono inoltre fondamentali, nella sua formazione i saggi di Brunner. Di Brunner fa tradurre svariati saggi, “Per una nuova storia costituzionale e sociale” (Vita e Pensiero), ma promosse anche la pubblicazione dell'opera monumentale Land und Herrschaft: in questo lavorouscito per la prima volta Brunner aveva preso in esame la costituzione materiale degli ordinamenti medievali, ponendo in evidenza i numerosi elementi di diversità tra la civiltà dell'età di mezzo e quella moderna, soprattutto nel modo di concepire il diritto.  La traduzione di Land und Herrschaft, affidata inizialmente alle cure di Emilio Bussi, sarebbe dovuta comparire nell'elegante collana della F.I.S.A. già negli anni sessanta. Interrotto negli anni seguenti, il lavoro venne invece portato a compimento solo nei primi anni ottanta dagli allievi Pierangelo Schiera e Giuliana Nobili. Pubblicato da Giuffré con il titolo di "Terra e potere", il capolavoro di Brunner apparve negli Arcana imperii, la collana di scienza della politica di cui Miglio era divenuto direttore nei primi anni Ottanta. Il professore comasco si occupò inoltre dei contributi recati alla scienza dell'amministrazione da parte di altri due storici e giuristi tedeschi: Lorenz Von Stein e Rudolf Gneist.  La chiusura della FISA Negli anni Settanta la F.I.S.A. dovette chiudere i battenti per mancanza di fondi. Il professor Miglio, ricordando a distanza di tempo la fine di quell'autorevole collana di storia delle istituzioni, ne espose le ragioni con un breve commento: "Malgrado la sua efficienza, la F.I.S.A. ebbe vita breve: gli enti che provvedevano al suo finanziamento, non scorgendo l'utilità "politica" immediata della sua attività, strinsero i cordoni della borsa".  Miglio scienziato della politica e costituzionalista Negli anni ottanta, il degenerarsi del clima politico in Italia indusse il professor Miglio ad occuparsi di riforme istituzionali; egli intendeva contribuire in tal modo alla modernizzazione del paese. Fu così che, raggruppando un gruppo di esperti di diritto costituzionale e amministrativo stese un organico progetto di riforma limitato alla seconda parte della costituzione. Ne uscirono due volumi che, pubblicati nella collana Arcana imperii, vennero completamente trascurati dalla classe politica democristiana e socialista. Tra le proposte più interessanti avanzate dal "Gruppo di Milano"così venne definito il pool di professori coordinati da Migliov'era il rafforzamento del governo guidato da un primo ministro dotato di maggiori poteri, la fine del bicameralismo perfetto con l'istituzione di un senato delle regioni sul modello del Bundesrat tedesco, ed infine l'elezione diretta del primo ministro da tenersi contemporaneamente a quella per la camera dei deputati.  Secondo il gruppo di Milano, queste e numerose altre riforme avrebbero garantito all'Italia una maggiore stabilità politica, cancellando lo strapotere dei partiti e salvaguardando la separazione dei poteri propria di uno stato di diritto. Diversamente dalla F.I.S.A., la collana Arcana imperii era incentrata esclusivamente sullo studio scientifico dei comportamenti politici. Il citato volume di Brunner costituì pertanto un'eccezione perché, come si è avuto modo di accennare, esso doveva essere pubblicato negli eleganti volumi della F.I.S.A. già negli anni sessanta. All'interno della collana Arcana imperii vennero invece inseriti saggi e contributi di psicologia politica, di etologia, di teoria politica, di economia, di sociologia e di storia. Intende costituire un vero e proprio laboratorio dove lo scienziato della politica, servendosi dei risultati portati alla disciplina dalle diverse scienze sperimentali, e in grado di conseguire una formazione che si ponesse all'avanguardia. Vi vennero pubblicati più di trenta saggi. Si ricordano, tra gli altri: il saggio di L. Ornaghi sulla dottrina della corporazione nel ventennio fascista, l'edizione degli scritti schmittiani su  Hobbes, la pubblicazione interrotta di alcune opere di Stein, il trattato di diritto costituzionale di Smend. Degni di nota anche i saggi di Mises e Hayek. I saggi di squisita fattura, non poterono tuttavia eguagliare l'elegante veste tipografica di quelli pubblicati dalla F.I.S.A., ed un identico destino parve accomunare le due collane: anche in questo caso, e infatti costretto a sospendere le pubblicazioni.  Alla sua formazione contribuirono i saggi di Stein e Schmitt sulle categorie del politico. In ogni comunità sono presenti due realtà irriducibili: lo “stato” e la “società”. La società è il terreno della libera iniziativa, ove gli uomini forti vincono sui deboli e tentano di stabilizzare le loro posizioni attraverso l'ordinamento giuridico. Lo stato è invece il luogo ove regna il principio di uguaglianza. Lo stato italiano o non può che identificarsi con la monarchia. Il re d’Italia è infatti l'unica autorità in grado di intervenire a sostegno dei più deboli. Un monarca, attraverso il potere di ordinanza, e in grado di modificare la costituzioni giuridiche cetuali all'interno del suo territorio, una politica che il re d’Italia puo condurre in porto non senza grosse difficoltà, a vantaggio del BENE COMUNE. Questo e accaduto nel granducato di Toscana e in Lombardia. Quando si sostene che il ruolo dello stato italiano dove “contro-bilanciare” quello della “società”, si ha in mente il riformismo illuminato. Ma la sua filosofia si pone all'interno di uno “stato liberale” e parte dal presupposto che la monarchia, lungi dall'essere un potere assoluto, dove comunque fare i conti con il potere della “società” attestato nel parlamento. La omunità prospera solo quando “stato” e “società” sono in equilibrio, ugualmente vitali ed operanti. Una comunità e dominata da due realtà irriducibili. Lo stato italiano è una realtà storica inserita nel tempo e, come tutte le creature e specie viventi, destinata a decadere, a scomparire ed essere sostituita da altre forme di aggregazione politica. La società non e solo economico-giuridica. E senza dubbio decisivo l'incontro con Schmitt, i cui saggi sono trascurate dagli intellettuali italiani. L'aiuto che Schmitt presta al regime hitleriano, in particolare nel sostenere la legalità delle leggi razziali in un sistema di diritto internazionale, sono più che sufficienti per oscurare in Italia la sua imponente produzione. I rapporti di Schmitt con il nazismo sono di breve durata. Prende definitivamente le distanze da Hitler. Di Schmitt apprezza i saggi di scienza politica e di diritto internazionale. Cura assieme a Schiera l'edizione italiana di alcuni saggi pubblicati dal Mulino con il titolo “Le categorie del politico”. Nella prefazione, si sofferma sui decisivi contributi portati da Schmitt alla scienza politologica.  L'antologia desta scalpore nel mondo accademico. Bobbio sostenne che destabilizza la sinistra italiana". È dall'incontro con la produzione di Schmitt che riusce quindi a fabbricarsi gli strumenti per costruire una parte importante del suo modello sociologico. L’essenza del politico è fondata sul conflitto tra amico e nemico. E uno scontro all'ultimo sangue perché la guerra politica porta normalmente all'eliminazione fisica dell'avversario. L’esempio più emblematico di scontro politico fosse la guerra civile nella storia dell aroma antica -- tra fazioni partigiane. Qui il tasso di conflittualità tra amico (Catone) e nemico (Giulio Cesare) è sempre stato altissimo. Chi ha lo stesso amico non può che avere lo stessi nemico del proprio compagno di lotta. Si crea la solidarietà tra due membri (un gruppo) che è decisivo nella guerra contro l’altro gruppo di nemici. Il rapporto politico è sempre esclusivo. Marca l'identità del gruppo in opposizione a quella degli altri. L’avvento dello stato italiano portato a due risultati di eccezionale portata storica. Primo: la fine della guerre civile all'interno del territorio (le faide e le guerre confessionali) con l'annientamento del ruolo politico detenuto sino a quel momento dalle fazioni in lotta (dai partiti confessionali ai ceti). Da quel momento il sovrano e il supremo garante dell'ordine all'interno dello stato, territorio sempre più esteso ch'esso governa servendosi di un apparato amministrativo regolato dal diritto. Il secondo grande risultato e per certi versi una conseguenza del primo: l'avvento dello stato porta all'erezione di un sistema di diritto pubblico europeo (ius publicum europeum) assolutamente vincolante per i paesi che vi aderirono. Anche in questo caso, il tasso di politicità (cioè l'aggressività delle parti in lotta, gli stati) venne fortemente limitato. La guerra legittima, intraprese solo dagli stati, vennero condotte da quel momento in base alle regole dello ius publicum europaeum. Si tratta quindi di un conflitto a basso tasso di politicità, non foss'altro perché la vittoria di una delle parti in lotta non puo portare in alcun modo all'annientamento dell'avversario, il cui diritto di esistenza era tutelato dal diritto e accettato da tutti gli stati.  La crisi dello ius publicum europaeum, divenuta palese alla fine della Grande Guerrae acuitasi ulteriormente con lo scoppio delle guerre partigiane nei decenni successivi, resero palese a lui la fine della regle de droit su cui si e fondato l'universo giuridico occidentale nei rapporti internazionali tra stati sovrani. La guerra civile e, in modo particolare, l'estrema politicizzazione avvenuta durante le guerre mondiali con la criminalizzazione degli avversari lo persuasero che la fine dello ius publicum europaeum era ormai compiuta. In questo, vide soprattutto il fallimento della civiltà giuridica occidentale nel suo supremo tentativo di fondare i rapporti umani unicamente sulle basi del diritto.  Prende atto della fine dello ius publicum europaeum ma non crede che tale processo segna la fine del diritto e la vittoria definitiva delle leggi aggressive della politica. Fondando il suo originale modello sociologico, sostenne che la comunità e sempre rette su due tipi di rapporti: l'obbligazione politica e il contratto-scambio. Lo stato e un autentico capolavoro perché, apportando un contributo decisivo alla sua costituzione, il giurista e riuscioi a regolare la politica inserendola in una norma fondata sulla RAZIONALITA del diritto, sull'IM-PERSONALINTA del comando e sui concetti di CON-TRATTO e rappresentanza -- elementi appartenenti alla sfera del contratto/scambio. Il crollo dello ius publicum europeum ha però messo in crisi la stessa impalcatura su cui si regge lo stato, che ora dimostra tutta la sua storicità. Non rimane legato all'idea dell'organizzazione statale. La civiltà occidentale, stesse attraversando una fase di transizione al termine della quale lo stato e probabilmente sostituito da altre forme di comunità ove obbligazione politica e contratto/scambio si reggeranno in un nuovo equilibrio. Lo stato e e giunto al capolinea. Il progresso tecnologico e, in modo particolare, il più alto livello di ricchezza cui erano giunti i paesi occidentali lo convinsero che negli anni successivi sono avvenuti cambiamenti di portata radicale, tali da coinvolgere anche la costituzione degli ordinamenti politici. Lo stato ha difficoltà nel garantire servizi efficienti alla popolazione. Ciascun cittadino, vedendo accresciuto il proprio tenore di vita in forza dell'economia di mercato, sarà infatti portato ad avere sempre meno fiducia nei lenti meccanismi della burocrazia pubblica, ch'egli riterrà inadeguata a soddisfare i suoi standard di vita.  L'elevata produttività dei paesi avanzati e la vittoria definitiva dell'economia di mercato su quella pubblica porterà in altri termini a nuove forme di aggregazione politica al cui interno i cittadini saranno desti contare in misura molto maggiore rispetto a quanto non lo siano oggi nei vasti stati in cui si trovano inseriti. Secondo il professore gli stati democratici, ancora fondati su istituti rappresentativi risalenti all'Ottocento, non riusciranno più a provvedere agli interessi della civiltà tecnologica del secolo XXI. Con il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, si creano in altri termini le premesse perché la politica cessi di ricoprire un ruolo primario nelle comunità umane e venga invece subordinata agli interessi concreti dei cittadini, legati alla logica di mercato.  La fine degli stati moderni porterà secondo Miglio alla costituzione di comunità neofederali dominate non più dal rapporto politico di comando-obbedienza, bensì da quello mercantile del contratto e della mediazione continua tra centri di potere diversi: sono i nuovi gruppi in cui sarà articolato il mondo di domani, corporazioni dotate di potere politico ed economico al cui interno saranno inseriti gruppi di cittadini accomunati dagli stessi interessi. Secondo il professore, il mondo sarà costituito da una società pluricentrica, ove le associazioni territoriali e categoriali vedranno riconosciuto giuridicamente il loro peso politico non diversamente da quanto avveniva nel medioevo. Di qui l'appello a riscoprire i sistemi politici anteriori allo stato, a riscoprire quel variegato mosaico medievale costituito dai diritti dei ceti, delle corporazioni e, in particolar modo, delle libere città germaniche.  Il professore studiò a fondo gli antichi sistemi federali esistiti tra il medioevo e l'età moderna: le repubbliche urbane dell'Europa germanica tra il XII e il XIII secolo, gli ordinamenti elvetici d'antico regime, la Repubblica delle Province Unite e, da ultimo, gli Stati Uniti. Ai suoi occhi, il punto di forza risiedeva precisamente nel ruolo che quei poteri pubblici avevano saputo riconoscere alla società nelle sue articolazioni corporative e territoriali. Miglio dedicò i suoi ultimi anni allo studio approfondito di questi temi, progettando di scrivere un volume intitolato l'Europa degli Stati contro l'Europa delle città. Il libro è rimasto incompiuto per la morte del professore.  L'impegno politico diretto e il federalism. S iscrisse alla neonata Democrazia Cristiana, che lascia quando divenne preside della Facoltà di Scienze politiche dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Miglio rimase comunque legato culturalmente alla DC fnell'immediato domani della Liberazione, fu tra i fondatori, a Como, del movimento federalista “Il Cisalpino”, con altri docenti dell'Università Cattolica di Milano. Ispirato alle idee di Carlo Cattaneo, il programma del “Cisalpino” prevedeva la suddivisione del territorio italiano su base cantonale, secondo il modello svizzero, con la costituzione di tre grandi macro-regioni (“nord”, “sud” e “centro”).  Il suo nome e proposto per il conferimento del titolo di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, ma una volta informato del fatto rifiuta di accettare l'onorificenza, che venne annullata con un successivo decreto presidenziale. Si avvicina alla Lega Nord. Eletto al Senato della Repubblica come indipendente nelle liste della “lega nord” “lega lombarda” (da allora a lui fu attribuito l'appellativo lombardo di Profesùr) lavora per il partito con l'intento di farne un'autentica forza di cambiamento. Elabora un progetto di riforma federale fondato sul ruolo costituzionale assegnato all'autorità federale e a quella delle tre macro-regioni o cantoni (del Nord o, “Padania”, del Centro o Etruria, del Sud o Mediterranea, oltre alle cinque regioni a statuto speciale). Questa architettura costituzionale prevedeva l'elezione di un governo direttoriale composto dai governatori delle tre macroregioni, da un rappresentante delle cinque regioni a statuto speciale e dal presidente federale. Quest'ultimo, eletto da tutti i cittadini in due tornate elettorali, avrebbe rappresentato l'unità del paese.  I puntisalienti del progetto, esposti nel decalogo di Assago vennero fatti propri dalla Lega Nord solo marginalmente: il segretario federale, Umberto Bossi, preferì infatti seguire una politica di contrattazione con lo stato centrale che mirasse al rafforzamento delle autonomie regionali. Il dissenso di Miglio, iniziato al congresso leghista di Assago, si acuì dopo le elezioni politiche, dove fu rieletto al Senato, quando il professore si disse non d'accordo sia ad allearsi con Forza Italia, sia a entrare nel primo governo Berlusconi. Soprattutto Miglio non gradì che per il ruolo di ministro delle Riforme istituzionali fosse stato scelto Francesco Speroni al suo posto.  Bossi reagì spiegando: «Capisco che Miglio sia rimasto un po' irritato perché non è diventato ministro, ma non si può dire che non abbiamo difeso la sua candidatura. Il punto è che era molto difficile sostenerla, perché c'era la pregiudiziale di Berlusconi e di Fini contro di lui. Di fatto, il ministero per le Riforme istituzionali a lui non lo davano. (Se Miglio vorrà lasciare la strada della Lega, libero di farlo. Ma vorrei ricordargli che è arrivato alla Lega nel '90 e che, a quell'epoca, il movimento aveva già raggranellato un sacco di consiglieri regionali». In conclusione per Bossi, Miglio «pare che ponga solo un problema di poltrone e la difesa del federalismo non è questione di poltrone». In aperto dissidio con Bossi, lascia la Lega Nord dicendo di Bossi. Spero proprio di non rivederlo più. Per Bossi il federalismo è stato strumentale alla conquista e al mantenimento del potere. L'ultimo suo exploit è stato di essere riuscito a strappare a Berlusconi cinque ministri. Tornerò solo nel giorno in cui Bossi non sarà più segretario».  Nonostante ciò, moltissimi militanti e sostenitori leghisti continuarono a provare grande simpatia e ammirazione per il professore e per le sue teorie. Alcuni dirigenti della Lega tennero comunque vivo il dialogo con Miglio, in particolar modo Giancarlo Pagliarini, Francesco Speroni e il presidente della Libera compagnia padana Gilberto Oneto, al quale il professore era particolarmente legato. In particolare Miglio fu in stretti rapporti con l'ex deputato leghista Luigi Negri, col quale fondò il Partito Federalista. Eletto ancora una volta al Senato, nel collegio di Como per il Polo per le Libertà, iscrivendosi al gruppo misto.  Negli anni in cui la Lega si spostò su posizioni indipendentiste, il professore si riavvicinò alla linea del partito, sostenendo a più riprese la piena legittimità del diritto di secessione della Padania dall'Italia come sottospecie del più antico diritto di resistenza medievale.  Miglio e la mafia Nella sua originale riflessione sul contrasto tra i regimi giuridici "freddi" e "caldi" Miglio sostenne la necessità di sviluppare, all'interno delle diverse società e culture, ordini giuridici in grado di rispondere alle specifiche esigenze. In maniera provocatoria, egli giunse a dichiararsi favorevole al «mantenimento anche della mafia e della 'ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del comando. Che cos'è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto. Io non voglio ridurre il Meridione al modello europeo, sarebbe un'assurdità. C'è anche un clientelismo buono che determina crescita economica. Insomma, bisogna partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di essere costituzionalizzate». La sua riflessione puntava a cogliere quali fossero le ragioni profonde alla base di mafia, camorra e 'ndrangheta (insieme a ciò che genera il consenso attorno a queste organizzazioni criminali), perché solo istituzioni che sono in sintonia con la comunitànel caso specifico, che non dimentichino la centralità del rapporto personale piuttosto che impersonale nella società meridionalepossono creare una vera alternativa al presente. Altre saggi: “La controversia sui limiti del commercio neutrale: ricerche sulla genesi dell'indirizzo positivo nella scienza del diritto delle genti,” Milano, Ispi, “La crisi dell'universalismo politico medioevale e la formazione ideologica del particolarismo statuale moderno,” in: "Pubbl. Fac. giurispr. Univ. Padova", “La struttura ideologica della monarchia greca arcaica ed il concetto "patrimoniale" dello Stato nell'eta antica, in: "Jus. Rivista di scienze giuridiche", “Le origini della scienza dell'amministrazione, Milano, Giuffrè,  “L'unità fondamentale di svolgimento dell'esperienza politica occidentale, in: "Rivista internazionale di scienze sociali", “I cattolici di fronte all'unità d'Italia, in: "Vita e pensiero", “L'amministrazione nella dinamica storica, in: Istituto per la Scienza dell'Amministrazione Pubblica, Storia Amministrazione Costituzione, Bologna, Il Mulino, Le trasformazioni dell'attuale regime politico, in: "Jus. Rivista di scienze giuridiche", “ Il ruolo del partito nella trasformazione del tipo di ordinamento politico vigente. Il punto di vista della scienza della politica, Milano, La nuova Europa editrice, L'unificazione amministrativa e i suoi protagonisti, Vicenza, Neri Pozza, La trasformazione delle università e l'iniziativa privata, in: Atti del I Convegno su: Università: problemi e proposte, promosso dal Rotary Club di Milano-Centro Una Costituzione in "corto circuito", in: "Prospettive nel mondo", Ricominciare dalla montagna. Tre rapporti sul governo dell'area alpina nell'avanzata eta industriale, Milano, Giuffrè,  La Valtellina. Un modello possibile di integrazione economica e sociale, Sondrio, Banca Piccolo Credito Valtellinese, Utopia e realtà della Costituzione, in "Prospettive del mondo", Posizione del problema. Ciclo storico e innovazione scientifico-tecnologica. Il caso della tarda antichità, in Tecnologia, economia e società nel mondo romano. Atti del Convegno di Como, Como, Genesi e trasformazioni del termine-concetto Stato, in Stato e senso dello Stato oggi in Italia. Atti del Corso di aggiornamento culturale dell'Università cattolica, Pescara, Milano, Vita e pensiero, Guerra, pace, diritto. Una ipotesi generale sulle regolarità del ciclo politico, in: Umberto Curi , Della guerra, Venezia, Arsenale, Una repubblica migliore per gli italiani. Verso una nuova costituzione, Milano, Giuffrè,  Le contraddizioni interne del sistema parlamentare-integrale, in: "Rivista italiana di Scienza Politica", Considerazioni sulle responsabilità, in: "Synesis, periodico dell'Associazione italiana centri culturali", Le regolarità della politica. Scritti scelti raccolti e pubblicati dagli allievi, Milano, Giuffrè,  Il nerbo e le briglie del potere. Scritti brevi di critica politica, Milano, Edizioni del Sole 24 ore, Una Costituzione per i prossimi trent'anni. Intervista sulla terza Repubblica, Roma-Bari, Laterza, Per un'Italia federale, Milano, Il Sole 24 ore, Come cambiare. Le mie riforme, Milano, A. Mondadori, Italia 1996. Così è andata a finire, con "Il Gruppo del lunedì", Collezione Frecce, Milano, A. Mondadori, ed. Oscar Saggi, Disobbedienza civile,  Milano, A. Mondadori, Io, Bossi e la Lega. Diario segreto dei miei quattro anni sul Carroccio, Milano, A. Mondadori, Come cambiare. Le mie riforme per la nuova Italia, Milano, A. Mondadori, Modello di Costituzione Federale per gli italiani, Milano, Fondazione per un'Italia Federale, Federalismi falsi e degenerati, Milano, Sperling & Kupfer, Federalismo e secessione. Un dialogo, con Augusto Antonio Barbera, Milano, A. Mondadori, Padania, Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai esistito?, con M. Veneziani, Firenze, Le Lettere, Le barche a remi del Lario. Da trasporto, da guerra, da pesca, e da diporto, con Massimo Gozzi e Gian Alberto Zanoletti, Milano, Leonardo arte,  L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino, Vicenza, N. Pozza, L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino. Nuova edizione, pref. di Roberto Formigoni, postf. di Sergio Romano, Varese, Edizioni Lativa, Gianfranco Miglio: un uomo libero, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara, Un Miglio alla libertà, audiolibro, coll. Laissez Parler, Treviglio, La Libera Compagnia PadanaLeonardo Facco Editore); li articoli, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara,Gianfranco le interviste, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara,  L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino, pref. di Roberto Formigoni, coll. I libri di LiberoMiglio n. 1, Firenze, Editoriale Libero); “Padania, Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai esistito?” (Firenze, Libero); “Federalismo e secessione. Un dialogo, con Augusto Antonio Barbera, coll. I libri di LiberoMiglio n. 4, Firenze, Editoriale Libero, Disobbedienza civile, coll. I libri di Libero; Firenze, Editoriale Libero, La controversia sui limiti del commercio neutrale fra Giovanni Maria Lampredi e Ferdinando Galiani, pref. di Lorenzo Ornaghi, Torino, Aragno,  Gianfranco Miglio: scritti brevi, interviste, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara, Lezioni di politica. Storia delle dottrine politiche. Scienza della politica” (Bologna, Il Mulino); Davide G. Bianchi e Alessandro Vitale, Bologna, Il Mulino,Discorsi parlamentari, con un saggio di Claudio Bonvecchio, Senato della Repubblica, Archivio storico, Bologna, Il Mulino,  L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino -- Opere scelte” (Milano, Guerini e Associati); Considerazioni retrospettive e altri scritti, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, Stefano Bruno Galli, Milano, Guerini e Associati,  Lo scienziato della politica, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, a cura e con intr. di Stefano Bruno Galli, Milano, Guerini e Associati, .Guerra, pace, diritto, con un saggio di Massimo Cacciari, La Nuova Guerra, [S.l.Milano], Editrice La Scuola, 1 Scritti politici, Luigi Marco Bassani, pref. di Giuseppe Valditara, coll. I libri del Federalismo, Roma, Pagine, Modello di Costituzione Federale per gli italiani” (Torino, G. Giappichelli); “La Padania e le grandi regioni, L'unità economico-sociale della Padania” (Fano, Associazione Gilberto Oneto); “Il Cerchio, .Carl Schmitt. Saggi, D. Palano, Brescia, Scholé Editrice Morcelliana); “Le origini e i primi sviluppi delle dottrine giuridiche internazionali pubbliche” (Torino, Aragno); “Vocazione e destino dei Lombardi” (S.l.Milano); “Regione Lombardia, Prefazioni Gilberto Oneto, Bandiere di libertà: Simboli e vessilli dei Popoli dell'Italia settentrionale. In appendice le bandiere dei popoli europei in lotta per l'autonomia, intr. di Gianfranco Miglio, Effedieffe, Milano, Gianfranco Morra, Breve storia del pensiero federalista” (Milano, Mondadori); “Governo della Padania, Manuale di resistenza fiscale” (Gallarate, Gilberto Oneto, “Croci draghi aquile e leoni. Simboli e bandiere dei popoli padano-alpini; Roberto Chiaramonte EditoreLa Libera Compagnia Padana, Collegno); A. Sensini, Prima o seconda Repubblica? A colloquio con A. Bozzi e Gianfranco Miglio, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Lorenzo Ornaghi e Alessandro Vitale , Multiformità e unità della politica. Atti del Convegno tenuto in occasione del compleanno, Milano, Giuffrè, Giorgio Ferrari, “Storia di un giacobino nordista” (Milano, Liber internazionale); M. Bevilacqua, “Insidia mito e follia nel razzismo”; "Il rinnovamento", A. Campi, “Figure e temi del realismo politico europeo, Firenze, Akropolis/La Roccia di Erec, Giovanni Di Capua, Scienziato impolitico” (Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino, Alessandro Vitale, La costituzione e il cambiamento internazionale. Il mito della costituente, l'obsolescenza della costituzione e la lezione dimenticata di Gianfranco Miglio, Torino, CIDAS, Luca Romano , Il pensiero federalista una lezione da ricordare. Atti del Convegno di studi, Venezia, Sala del Piovego di Palazzo Ducale, Venezia, Consiglio regionale del Veneto-Caselle di Sommacampagna, Cierre, F. Lanchester, Miglio costituzionalista, Rivista di politica: trimestrale di studi, analisi e commenti,  Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino. Damiano Palano, Il cristallo dell'obbligazione politica in ID., Geometrie del potere. Materiali per la storia della scienza politica italiana, Milano, Vita e Pensiero. Maroni: voglio riprendere l'eredità di Gianfranco MiglioMiglioVerde, su miglioverde.eu. Bossi a sorpresa al convegno su Miglio a Domaso:"Un grande"Ciao Como, su Ciao Como, la Repubblica/politica: È morto su repubblica. Ticinonline COMO: Lunedì a Domaso i funerali. Riletture. Ariannaeditrice. il ricordo. Terre di Lombardia, su terredilombardia.info. Francesco D'Alessandro, Cristianesimo e cultura politica: l'eredità di otto illustri testimoni, Paoline, Gianfranco Morra, La vita e le opere, La Voce di Romagna, 8 agosto 5.  Il silenzio di Miglio fa paura alla Lega  Bossi: Pensa solo alla poltrona. "Con Bossi è un amore finito"  Miglio torna nell'arena: è l'occasione buona  Gianfranco Miglio, Una repubblica mediterranea?, in  Un'altra Repubblica? Perché, come, quando, Laterza, Roma-Bari, Umberto Rosso, Miglio l'antropologo. 'Diverso l'uomo del Sud', in la Repubblica,  «Non mi fecero ministro perché avrei distrutto la Repubblica»TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Gianfranco Miglio, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su senato, Senato della Repubblica. Associazione Openpolis.  Istituto per la scienza dell'amministrazione pubblica, su isapistituto. Interviste Intervista sulla Secessione della Padania, su prov-varese.leganord.org. Commemorazione di Miglio nel 1º anniversario della scomparsa di Alessandro Campi, su giovanipadani.leganord.org). «Non mi fecero ministro perché avrei distrutto la Repubblica», Il Giornale, 1999, su newrassegna.camera. Interviste a Miglio sui "Quaderni della Libera Compagnia Padana" su laliberacompagnia.org. Documenti politici Sezione di approfondimento sul pensiero di Gianfranco Miglio, dal sito ufficiale della Lega Nord. Gianfranco Miglio. Miglio. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Miglio," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Speranza “Saturdays and Mondays” – The Swimming-Pool Library.

 

Miraglia (Reggio). Filosofo. Grice: “Miraglia is the type of philosopher beloved by the Oxford hegelians; but then he is a Neapolitan Hegelian!” Grice: “I always found Kant easier, but there’s nothing like a ‘filosofia del diritto’ in Kant! And Hegel’s ethics itself, compared to Kant’s is mighty more complex – that’s why I taught Kant!” Si laureaall'Napoli, dopodiché insegnò filosofia del diritto nella stessa università, ed economia politica alla Scuola superiore di agricoltura di Portici.  Seguì una corrente di pensiero eclettica, ad esso contemporanea, che mirava all'integrazione di pratiche giuridiche ed ispirazioni filosofiche. Fu sindaco di Napoli. Pubblcazioni: Tra le più famose si ricordano: “Condizioni storiche e scientifiche del diritto di preda (Napoli); “I principî fondamentali dei diversi sistemi di filosofia del diritto e la dottrina etico-giuridica di Hegel (Napoli); “Filosofia del diritto,” Napoli. Nella sua biografia ufficiale per la Treccani è nato a Reggio nell'Emilia, mentre nella sua scheda storico-professionale sul sito del Senato si riporta a Reggio di Calabria  Giuseppe Erminio. Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, (latinista) Sindaci di Napoli Senatori della XXI legislatura del Regno d'Italia  Luigi Miraglia, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.  su Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Miraglia. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Miraglia” – The Swimming-Pool Library.

 

Misefari (Palizzi). Filosofo. Fratello di Enzo (politico calabrese del P.C.I., storico e poeta), di Ottavio (calciatore reggino tra i più conosciuti nei primi anni del secolo; giocò nella Reggina e nel Messina) e di Florindo (biologo, attivista della Lega Sovversiva Studentesca e del gruppo "Bruno Filippi").  Dopo aver frequentato la scuola elementare del piccolo paese di nascita in provincia di Reggio Calabria, a undici anni si trasferì con lo zio proprio a Reggio Calabria. Già da adolescente, influenzato dalle frequentazioni di socialisti e anarchici in casa dello zio, partecipò attivamente alla fondazione e allo sviluppo di un circolo giovanile socialista (intitolato ad A. Babel, rivoluzionario tedesco dell'Ottocento). Iniziò a collaborare al giornale Il Lavoratore, organo della Camera del Lavoro di Reggio Calabria, firmando gli articoli come "Lo studente". Collaborò nello stesso periodo a Il Riscatto, periodico socialista-anarchico stampato a Messina; e con Il Libertario, stampato a La Spezia e diretto da Pasquale Binazzi. Il 5 marzo 1912, a causa della sua attività antimilitarista esercitata all'interno del Circolo contro la Guerra italo-turca, fu arrestato e condannato a due mesi e mezzo di carcere per «istigazione alla pubblica disobbedienza».  Fu nei due anni successivi che Bruno si convertì dal socialismo all'anarchia. Ciò avvenne soprattutto con la frequentazione da parte di Giuseppe Berti, suo professore di fisica presso l'"Istituto Tecnico Raffaele Piria".  Nel 1912 si trasferì a Napoli e si iscrisse al Politecnico, dopo avere studiato fisica e matematica alle superiori, e anche per non dispiacere al padre, proseguì tali studi. Pesò inoltre su questa decisione il fatto che in quegli anni, dopo la tragica distruzione della città di Reggio Calabria a causa del terremoto del 1908, il lavoro che garantiva le maggiori certezze era proprio quello dell'ingegnere. Nondimeno continuò per proprio conto gli studi a lui prediletti: politica, filosofia, letteratura, come aveva fatto fino ad allora. A Napoli si fece subito avanti nell'ambiente anarchico. Il movimento a Napoli contava allora di un centinaio di aderenti.  Nel 1915 si rifiutò di partecipare al corso allievi ufficiali a Benevento e fu condannato a quattro mesi di carcere militare. Diserterà una seconda volta il 28 settembre 1916, trovando rifugio nella campagna del beneventano in casa di un contadino. Tornato a Reggio Calabria, il 5 marzo 1916 interruppe una manifestazione interventista nella centrale Piazza Garibaldi, salendo sul palco e pronunciando un discorso antimilitarista. Venne per questo motivo arrestato e condotto presso il carcere militare di Acireale; sette mesi dopo venne trasferito presso quello di Benevento. Da lì riuscì ad evadere grazie alla complicità di un amico secondino. Fu tuttavia intercettato alla frontiera del confine svizzero; ancora incarcerato, riuscì nuovamente nella fuga. Tocca il territorio svizzero, ma i gendarmi lo condussero al carcere di Lugano. Giunte dalla Calabria le informazioni su di lui, essendo un uomo politico, dopo quindici giorni fu lasciato libero con la facoltà di scegliere il luogo di residenza. Indicò subito Zurigo, dove sapeva di potere rintracciare Francesco Misiano, suo caro amico e noto esponente politico socialista, anche lui accusato di diserzione. A Zurigo trovò ospitalità presso la famiglia Zanolli, dove si innamorò della giovane Pia, che diventerà sua compagna di vita.  Durante il periodo di esilio in Svizzera, Bruno svolgeva attività politica tenendo i contatti con Luigi Bertoni e con altri gruppi anarchici elvetici, collaborando anche al giornale: Il Risveglio Comunista Anarchico. Svolse una serie di conferenze in varie città della Svizzera. Bruno si autoannunciava con un suo pseudonimo anagrammatico Furio Sbarnemi. A Zurigo frequenta la Cooperativa socialista di Militaerstrasse 36 e la libreria internazionale di Zwinglistrasse gestita dai disertori Giuseppe Monnanni, Francesco Ghezzi e Enrico Arrigoni; in questi ambienti conosce anche Angelica Balabanoff.  Il 16 maggio 1918 venne arrestato per un complotto inventato dalla polizia. Fu incolpato innocentemente con l'accusa di avere fomentato una rivolta nella città e di «aver fabbricato bombe a scopo rivoluzionario». Con lui furono arrestati diversi attivisti politici, tra i quali lo stesso Francesco Misiano (che fu poi rilasciato perché socialista e non anarchico). Rimase in carcere per sette mesi, e venne poi espulso dalla Svizzera nel luglio 1919. Grazie ad un regolare passaporto per la Germania, ottenuto per ragioni di studio, si recò a Stoccarda. Lì entrò in contatto con Clara Zetkin (che gli rilascia una lunga intervista sul movimento rivoluzionario in Germania) e Vincenzo Ferrer. Nell'ottobre nel 1919 poté rientrare in patria, in seguito all'amnistia promulgata dal governo Nitti. -- è a Napoli e poi a Reggio Calabria.  Anni ventiIl ritorno in Italia Il 1920 fu un periodo intenso per la vita militante di Bruno Misefari. A Napoli partecipò come oratore a molte manifestazioni, si prodigò a favore dei suoi compagni colpiti dalla repressione, denunciò le provocazioni della polizia; tenne numerose conferenze e comizi. Con il dentista anarchico Giuseppe Imondi, stampò alcuni numeri del giornale: L'Anarchia. In autunno fu chiamato a Taranto a svolgere il compito di segretario propagandista presso la locale Camera del Lavoro Sindacale. Tra la fine del 1920 e l'inizio del 1921 ebbe stretti contatti con Errico Malatesta, Camillo Berneri, Pasquale Binazzi, Armando Borghi, Giuseppe Di Vittorio e altri esponenti dell'anarchismo e del sovversivismo italiano. Nel 1921 si impegnò su più fronti per la campagna a favore degli anarchici Sacco e Vanzetti. Nello stesso periodo (1920-21) fu corrispondente di: Umanità Nova, settimanale anarchico diretto da Errico Malatesta e collaborò al periodico: L'Avvenire Anarchico di Pisa. Continuò i suoi studi a Napoli con qualche salto a Reggio Calabria con la sua compagna Pia Zanolli, che sposò. Si laureò a Napoli. Successivamente si iscrisse anche alla facoltà di filosofia.  Nonostante l'avvento del fascismo, fondò un giornale libertario, “L'Amico del popolo,” che però dopo il quarto numero fu soppresso dalle autorità. Nel primo numero del giornale,scrisse un editoriale dal titolo “Chi sono e cosa vogliono gli anarchici.” Lo scritto è l'espressione del suo pensiero libertario:  «L'anarchismo è una tendenza naturale, che si trova nella critica delle organizzazioni gerarchiche e delle concezioni autoritarie, e nel movimento progressivo dell'umanità e perciò non può essere una utopia.»  Da esperto di geologia, progettò per primo in Calabria l'industria del vetro e fondò a Villa S.Giovanni, la prima vetreria in Calabria (Società Vetraria Calabrese). In quegli stessi anni subì però persecuzioni continue da parte del regime. Fu cancellato dall'Albo di categoria e non poté più firmare progetti. Gli venne mossa l'accusa di avere «attentato ai poteri dello Stato, per il proposito di uccidere il re e Mussolini». Fu prosciolto dopo venticinque giorni di carcere. La polizia ravvisò in un discorso di commemorazione durante il funerale di un amico (tra l'altro un industriale fascista, Zagarella) un'ispirazione anarchica e pertanto lo propose per l'assegnazione al confino. Fu arrestato, in carcere si sposò con Pia Zanolli, fu inviato per il confino, prigioniero a Ponza. Tuttavia sembra che tale provvedimento fosse stato determinato da altri motivi. Misefari, che era ingegnere minerario, si era attivamente impegnato nello sfruttamento su larga scala di giacimenti di quarzo, materia prima per l'industria vetraria, che fino a quell'epoca dipendeva, in gran parte, dai silicati stranieri.  Assunto come direttore tecnico della Società Vetraria Calabrese (di cui era stato finanziatore e Presidente il succitato Zagarella) egli si era dovuto ben presto scontrare con l'assenteismo e l'inettitudine del consiglio di amministrazione che si schierò contro di lui con l'intenzione di eliminarlo in qualsiasi modo, ricorrendo anche ad espedienti politici. Giustizia e Libertà, in un articolo anonimo ddal titolo «Politica e affarismo. Il caso di un ingegnere libertario», attribuisce la causa del confino alle manovre dei suoi ex soci. Durante il confino stringe amicizia con Torrigiani, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, il quale lo affilia alla Massoneria.  L'amnistia del decennale del fascismo lo liberò dal confino dopo due anni. Ma tornato in Calabria vide il vuoto intorno a sé; scrive infatti a sua moglie: "Amnistiato sì, però a quale prezzo: la salute sconquassata, senza un soldo, senza prospettive per l'avvenire". Gli viene diagnosticata l'esistenza di un tumore alla testa. Va e viene con la moglie da Zurigo a Reggio Calabria. Riesce a trovare il capitale necessario per l'impianto di uno stabilimento per lo sfruttamento della silice a Davoli (in provincia di Catanzaro).  Le sue condizioni di salute peggiorano a causa del tumore. Perde conoscenza, viene ricoverato in stato gravissimo nella clinica romana del Senatore Giuseppe Bastianelli, e lì si spense la sera stessa. Ancora ragazzo, studente, cominciò a ribellarsi contro l'ingiustizia del mondo che lo circondava: Palizzi Superiore, un paese tra i monti dove il castello feudale dei signori locali dominava la valle, dove si ammucchiavano piccole e povere case desolate di contadini. E si ribellò a quel mondo, costruito secondo quell'immagine topografica che portava impresso nella memoria: sopra, chi comanda e non lavora, sotto, chi subisce e lavora. E ancora ragazzo cominciò a sognare un mondo in cui quella gerarchia fosse sovvertita prima, distrutta poi. Poteva scegliere di ispirarsi al socialismo marxistico o al socialismo libertario. Del primo apprezzava l'analisi dell'antagonismo tra le classi, ma mostrava perplessità circa i mezzi proposti dalla diagnosi marxistica per fronteggiare il pericolo di una rivincita dell'avversario di classe. Inclinò perciò verso il socialismo libertario.  «Nel comunismo libertario io sarò ancora anarchico? Certo. Ma non di meno sono oggi un amante del comunismo. L'anarchismo è la tendenza alla perfetta felicità umana. esso dunque è, e sarà sempre, ideale di rivolta, individuale o collettivo, oggi come domani.»  (Bruno MisefariTaccuino personale) La scelta della diserzione fu coerente con il suo obiettivo di combattere non la guerra degli stati, ma a fianco degli oppressi di tutto il mondo contro il loro nemico, tenendo alta la bandiera dell'internazionalismo. Pur sottoposto senza tregua alla persecuzione della polizia e all'inquisizione della magistratura, fu sempre al suo posto accanto a coloro che lavoravano e soffrivano. Come ogni rivoluzionario sincero e coerente, pagò col carcere e col confino la sua fede in un ideale.  Chi sono gli anarchici. SecondoMisefari, essere anarchici voleva dire per prima cosa proclamare, contro ogni violenza, l'inviolabilità della vita umana. Inoltre significava lottare per l'abolizione della proprietà privata e a favore della socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio. Proprio per questo gli anarchici sono, di fondo, dei socialisti. A questo esperimento di vita sociale andava affiancata la lotta contro lo Stato, che ne impediva la realizzazione. E la lotta contro lo Stato non poteva essere vittoriosa se non con la rivoluzione. Dunque gli anarchici sono socialisti, antistatali e rivoluzionari. Elemento fondamentale della lotta, secondo Misefari, era l'allargamento di essa alla sfera internazionale. È comunque una lotta che non si fa violenta. Misefari è fortemente pacifista, contrario all'uso della forza e della violenza armata. L'anarchico è inoltre antireligioso: la religione infatti è considerata "fattore di abbrutimento per l'umanità".  Antimilitarismo Per Misefari la guerra è pura barbarie, speculazione capitalistica consumata in nome dello Stato.  «L'esistenza del militarismo è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una accolita di belve in veste umana.»  Religione La religione è considerata come un anestetico delle facoltà critiche della mente umana. Sarebbe proprio la religione a imprigionare le energie morali dell'uomo, a inebetire lo spirito critico e di riflessione. Perciò i popoli più religiosi sarebbero i meno progrediti e i più afflitti dalla tirannia, mentre, laddove la religione sparisce, lì è florida la libertà e il benessere.  «È il più solido puntello del capitalismo e dello Stato, i due tiranni del popolo. Ed è anche il più temibile alleato dell'ignoranza e del male.»  È forte nel pensiero di Misefari la volontà di sottolineare l'uguaglianza sociale tra uomo e donna. In anni difficili e lontani dalle battaglie del femminismo di metà Novecento, egli afferma che la donna nobilita e abbellisce la condizione di vita umana. È dovere della donna lottare per risollevarsi da una condizione di inferiorità, che è tale in virtù di un "delitto sociale" e non dovuta a leggi di natura.  «Donne, in voi e per voi è la vita del mondo: sorgete, noi siamo uguali!»  Misefari vive di sogni, di ideali. Nella sua concezione non esiste un artista, che sia poeta, filosofo, persino scienziato, che si sia mai messo al servizio della menzogna. Se tutti potevano essere vili, un artista non poteva.  «Un poeta o uno scrittore, che non abbia per scopo la ribellione, che lavori per conservare lo status quo della società, non è un artista: è un morto che parla in poesia o in prosa. L'arte deve rinnovare la vita e i popoli, perciò deve essere eminentemente rivoluzionaria.»  Poesia composta da Misefari:  FALCO RIBELLE  «Un giovane falco che drizza il libero volo Ne l'alto, ove sono i fulgori di soli immortali Un giovane falco ribelle o piccoli, io sono. Mi spinge ne' campi ignorati, un acre desio Di sante ideali battaglie, di luce e di gloria. Mi splende nell'occhio la speme di certe vittoria, Mi parla nel core la voce sinfonica, dolce D'un caro sublime Pensiero, ch'è Bene ed Amore. Ho giovini l'ale e robuste, o venti, o cicloni, O fulmini immani feroci, vi lancio la sfida. Voi soli potete pugnare col giovine falco, Chè Luce, chè Forza, chè Vita multanime siete. Ma voi, piccoli, no. Coi vermi guazzate nel fango, Dal fango mirate del falco il libero volo.»  Frammenti «Prima di pensare di rivoluzionare le masse, bisogna essere sicuri di aver rivoluzionato noi stessi»  «Ogni uomo è figlio dell'educazione e della istruzione che riceve da fanciullo»  «Gli Anarchici non seguono le leggi fatte dagli uominiquelle non li riguardanoseguono invece le leggi della natura»  «Prima l'educazione del cuore, poi l'educazione della mente»  «Socialismo vuol dire uguaglianza, vuol dire libertà. Ma l'uguaglianza non può essere senza libertà; come la libertà non può essere senza l'uguaglianza: dunque socialismo e anarchia sono due termini dello stesso binomio, sono i due inseparabili fattori della redenzione proletaria.»  «Quando la giustizia non sarà la durda infame delle tirannidi, quando l'amore non sarà deriso, quando il ferro non sarà legge e l'oro non sarà dio, quando la libertà sarà religione e sola nobiltà il lavoro, allora, solo allora, il mio rifiuto della guerra sarà benedetto.»  «M'è questa notte eterna assai men grave del dì che mi mostrò viltà dei forti e pecorilità di plebi schiave. Lungi da quì il pianto: sto ben coi morti!»  (epitaffio) Opere complete Bruno Misefari, Schiaffi e carezze, Roma, Morara, 1969. Bruno Misefari, Diario di un disertore, La Nuova Italia, Entrambi i testi sono stati pubblicati postumi sotto lo pseudonimo Furio Sbarnemi.  Le schede biografiche di alcuni esponenti anarchici calabresi, A/Rivista Anarchica, Antonioli, Antonioli, E. Misefari.  Antonioli,  Pia Zanolli era nata a Belluno. Dopo il matrimonio con Misefari, fu iscritta nell'albo dei sovversivi pericolosi, venendo poi arrestata col marito a Domodossola (cfr.: A/Rivista Anarchica)  Chi sono e cosa vogliono gli anarchici, ed. settembre .  Antonioli, Pia Zanolli, L'Anarchico di Calabria, Roma, La Nuova Italia, Bruno Misefari, Utopia? No, Pia Zanolli, Roma, ALBA Centro Stampa, Enzo Misefari, Bruno, biografia di un fratello, Milano, Zero in condotta, 1Maurizio Antonioli, Gianpietro Berti, Santi Fedele, Pasquale Luso, Dizionario biografico degli anarchici italianiVolume 2, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, Bruno Misefari, Schiaffi, Carezze e altro, Pino Vermiglio, Laureana di Borrello, Ogginoi, Furio Sbarnemi, Diario di un disertore, Camerano (AN), Gwynplaine, ,Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.  Bruno Misefari, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere di Bruno Misefari, su Liber Liber.  openMLOL, Horizons Unlimited srl. Bruno Misefari presso l'International Institute of Social History di Amsterdam, su iisg.amsterdam,Fondo Bruno Misefari presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma, su fondazionebasso. 04-02-. Gli anarchici contro il fascismo, celebre articolo di Giorgio Sacchetti. Misefari. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Misefari” – The Swimming-Pool Library.

 

 

 

Modio (Santa Severina). Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher writes a treatise on a river – although the Isis would not be out of place for some Magdalenite!” – Grice: “His convito is a jewel!” – Seguace di Neri. Originario di Santa Severina, borgo collinare della Calabria Ulteriore, fu avviato agli studi di filosofia presso l'Archiginnasio di Napoli; in seguito passò a Roma, dove si avviò agli studi in medicina divenendo allievo di Fusconi.  Modio frequenta gli ambienti accademici, dove entrò in contatto con alcuni dei maggiori esponenti di spicco di quell'epoca come Molza e Tolomei.  Pubblicò la sua prima opera letteraria più famosa dal titolo Il convito, overo del peso della moglie, un dialogo diegetico ambientato a Roma durante il carnevale della città capitolina, in cui viene trattato il tema delle corna durante un convivio presieduto dall'allora vescovo di Piacenza Trivulzio e a cui parteciparono anche Gambara, Marmitta, Benci, Selvago, Raineri e Cesario.  Fu altresì grande estimatore degli scritti di Piccolomini.  Durante la stesura in lingua volgare di un Operetta de’ Sogni, si ammalò di febbre altissima; si spense dopo qualche giorno a Roma, nella tenuta di palazzo Ricci in via Giulia.  Opere:“Il convito,” Roma, per Valerio, e Luigi Dorici fratelli Bressani, “Il Tevere, dove si ragiona in generale della natura di tutte le acque, et in particolare di quella del fiume di Roma,” Roma, appresso a Vincenzo Luchini, “Origine del proverbio che si suol dire "anzi corna che croci", Roma, A. degli Antonii,” Jacopone da Todi, I Cantici del beato Iacopone da Todi, con diligenza ristampati, con la gionta di alcuni discorsi sopra di essi. Et con la vita sua nuovamente posta in luce, Giovanni Battista Modio, Roma, appresso Hi Salviano. Prospetto autore, su edit16.iccu.. Modio, Il Tevere, cit., c. 45r  Anno di pubblicazione della medesima opera. Gennaro Cassiani, Giovanni Battista Modio, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Modio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Modio” – The Swimming-Pool Library.

 

Moiso (Torino). Filosofo. Grice: “I like Moiso; I would think my two favourite of his treatises is one on the ‘filosofia della mitologia’ (think Beowulf!) --; the other is a consideration on Goethe on ‘nature and her forms’ – having built my career on the natural/non-natural distinction, it cannot but fascinate me!” Esperto di storia della filosofia e della scienza di fama internazionale, ha insegnato nelle Torino, Macerata e Milano. Le sue ricerche hanno riguardato la filosofia post-kantiana, con particolare attenzione al pensiero di Salomon Maimon, l'idealismo tedesco, con ricerche su Kant, Fichte, Schelling e Hegel, Goethe e l'età goethiana, Achim von Arnim, il concetto di esperienza ed esperimento nel Romanticismo, la filosofia di Nietzsche nel suo rapporto con le scienze, il pensiero di Ernst Mach e di Ortega y Gasset. È stato membro della Schelling Kommission per l'edizione critica delle opere di Friedrich Wilhelm Joseph Schelling. Ha partecipato alla Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche di Rai Educational con due interventi sulla La filosofia della natura tedesca e sulla "Scienza specialistica e visione della natura nell’età goethiana". Presso l'Udine è stato istituito il CIRM Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Morfologia “Francesco Moiso”. Opere: Fondamentali, tra le altre opere, per la ricerca filosofica e le oltre 100 pagine dedicate a “Pre-formazione ed epigenesi nell'età goethiana,” in “Il problema del vivente tra Settecento e Ottocento: aspetti filosofici, biologici e medici,” – Grice: “Interesting idea, ‘il vivente’ – we don’t have that thing in English, ‘a loose liver’ --. V Verra, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana. Caratteristica degli suoi studi è la connessione tra ricerca storico-filosofica e impianto teoretico, fatto particolarmente evidente nel volume su Schelling. “La filosofia di Salomone Maimon,” Milano, Mursia, “Natura e cultura,” Milano, Mursia, “Vita natura libertà,” Milano, Mursia, “Pre-formazione ed epigenesi nell'età goethiana, in II problema del vivente tra Settecento e Ottocento. Aspetti filosofici, biologici e medici, V Verra, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,” Nietzsche e le scienze, Milano, Cuem, -- Grice: cf. ‘gaia scienza’ – “Tra arte e scienza,” Milano, Cuem, “La natura e le sue forme,” Cornelia Diekamp, Milano, Mimesis, “La filosofia della mitologia,” Matteo Vincenzo d'Alfonso, Milano, Mimesis. “Il nulla e l'assoluto” "Annuario Filosofico", “Teleologia dopo Kant,” In: Giudizio e interpretazione in Kant. atti del Convegno sulla Critica del Giudizio (Macerata, Genova, Idee in Schelling, in IDEA VI Colloquio, Roma, M. Fattori e M. Bianchi, Olschki ed, Firenze, Schelling, "Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che vi sono connessi", Commentario A. Pieper e O. Höffe, edizione italiana F. Moiso e F, Viganò, Milano, Guerini e Associati, Introduzione. Le Ricerche: una svolta nel pensiero di Schelling?, in Schelling, "Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che vi sono connessi", Commentario A. Pieper e O. Höffe,  F. Moiso e F, Viganò, Milano, Guerini e Associati, “Dio come persona,” in Schelling, "Ricerche filosofiche sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che vi sono connessi", Commentario A. Pieper e O. Höffe, edizione italiana F. Moiso e F, Viganò, Milano, Guerini e Associati,  I paradossi dell'infinito, in: "Romanticismo e modernità", Torino, La scoperta dell’osso intermascellare e la questione del tipo osteologico, in G. Giorello, A. Grieco, Goethe scienziato,  Torino, Einaudi, Schelling: il romano antico nella filosofia dell'arte, in "Rivista di estetica", Torino, Ortega y Gasset pensatore e narratore dell'Europa, Milano, Gargnano del Garda, Milano: Cisalpino (Acme / Quaderni) E ho visto le idee addirittura con gli occhi, in: Goethe: la natura e le sue forme (Atti del Convegno Arte, scienza e natura in Goethe; Torino), Milano, Mimesis, Cornelia Diekamp,  Experientia/experimentum nel Romanticismo, in M. VenezianiExperientia, Firenze: Olschki, L'albero della malattia. Motivi della medicina in età romantica, in Atti della sofferenza. Atti del seminario di studi. Udine,C. Casale e G. Garelli, Itinerari,  La percezione del fenomeno originario e la sua descrizione, in: Arte, scienza e natura in Goethe. Torino, R. Pettoello, Francesco Moiso, In memoriam, "Acme",D'Alfonso, Matteo V., In guisa di introduzione. L'interpretazione moisiana della "filosofia della luce" di Fichte, in "Rivista di storia della filosofia,” M. Ivaldo, La fichtiana dottrina della scienza e l'interpretazione di Moiso, In memoria di  Moiso. La filosofia della natura, in "Annuario Filosofico", Paul Ziche, "Un terzo più alto, la loro sintesi comune". Teorie della mediazione in Schelling, In memoria di  Moiso. La filosofia della natura, in "Annuario Filosofico",   Stefano Poggi, Dopo Schelling, dopo Goethe. Francesco Moiso lettore di Mach, in In memoria di Francesco Moiso. La filosofia della natura, in "Annuario Filosofico", Federico Vercellone, Da Goethe a Nietzsche. Moiso tra morfologia ed ermeneutica, in In memoria di Moiso. La filosofia della natura, in "Annuario Filosofico", Giordanetti, "Moiso interprete di Kant", in Rivista di storia della filosofia, Gian Franco Frigo, Natura della forma e storicità della sua comprensione, in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino,  La responsabilità dell'uomo per la natura nel pensiero degli scienziati romantici inMoiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Flavio Cuniberto, Corpo e mistero, in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Matteo Vincenzo d'Alfonso, I corsi di Francesco Moiso: una lezione di ricerca, in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Piero Giordanetti, Moiso e il kantismo di Nietzsche, in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Luca Guzzardi, Tra filosofia della natura e morfologia dei saperi: un ruolo per l'enciclopedismo, in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben,  Federica Viganò, Morfologia e filosofia: la filosofia della natura come "tropica" del reale, in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Andrea Potestio (Tesi di laurea su Lo Schelling di Heidegger), in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Alessandro Mainardi (Tesi di laurea su L'estetica pittorica di Friedrich), in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Alessio Cazzaniga (Tesi di laurea su La filosofia dell'evoluzione di Miguel de Unamuno), in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, La natura osservata e compresa: saggi in memoria di Moiso, Federica Viganò, Milano, Guerini,  N. Moro, In ricordo di Francesco Moiso, in "Rivista di Storia della Filosofia",  Joerg Jantzen, In memoriam: Francesco Moiso verstorben In ricordo di Francesco Moiso. Università degli Studi di Milano, Sala Crociera Alta, 16 novembre   Francesco Moiso, La rivoluzione di Lavoisier, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche Moiso, Goethe e la natura, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche Francesco Moiso, Goethe poeta e scienziato, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche Moiso, La riculturalizzazione della scienza, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, Scheda biografica sul sito delle edizioni Mimesis Citazioni di opere di   Moiso su Google Scholar Citazioni di Francesco Moiso su Google Citazioni di Francesco Moiso sul sito della Bayerische Akademie der WissenschaftenSchellingEdition und Archiv. Moiso. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moiso” – The Swimming-Pool Library.

 

Mondin (Monte di Malo). Filosofo. Grice:“Trust an Aquino to provide a systematic philosophy! Mind, I’ve been called a systematic philosopher, too!” Grice: “At Oxford, we are very familiar with angels – but only Mondin takes angeologia seriously! Trust an Italian! Ponte Sant’Angelo comes to mind!” Dottore di Filosofia e Religione a Harvard. È stato decano della Facoltà di Filosofia presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma. Mondin membro della Congregazione dei Missionari Saveriani. Nei suoi studi, le principali figure di riferimento sono state Tommaso d'Aquino e Paul Tillich, da cui ha tratto l'ideale di un accordo e di un mutuo sostegno tra filosofia e teologia.  Opere: Etica, Etica e politica, Filosofia, Antropologia filosofica, Manuale di filosofia sistematica, La Metafisica di Aquino e i suoi interpreti,” “Storia dell'antropologia filosofica” Antropologia filosofica e filosofia della cultura e dell'educazione Epistemologia e cosmologia Logica, semantica e gnoseologia Ontologia e metafisica Storia della metafisica, Storia della metafisica, Storia della metafisica, “Ermeneutica, metafisica, analogia in Aquino; History of mediaeval philosophy, Storia della filosofia medievale Dizionario enciclopedico di filosofia, teologia e morale Il sistema filosofico di Aquino Corso di storia della filosofia, Corso di storia della filosofia, Corso di storia della filosofia, L'uomo: chi è? Introduzione alla filosofia. Problemi, sistemi, filosofi La filosofia dell'essere di Aquino Teologia Maria madre della Chiesa. Piccolo trattato di mariologia “Il ritorno degli angeli” -- trattato di angelologia, Roma, Pro Sanctitate, Ospitato su archive.is. Dizionario storico e teologico delle missioni Dizionario enciclopedico del pensiero di Aquino,  Essere cristiani oggi. Guida al cristianesimo Il problema di Dio. Filosofia della religione e teologia filosofica La cristologia di Aquino. Origine, dottrine principali, attualità Storia della teologia Storia della teologia Storia della teologia Storia della teologia, Gli abitanti del cielo Gesù Cristo salvatore dell'uomo La chiesa sacramento d'amore La trinità mistero d'amore Dizionario dei teologi Introduzione alla teologia Dio: chi è? Elementi di teologia filosofica Scienze umane e teologia Cultura, marxismo e cristianesimo I teologi della liberazione, “Il problema del linguaggio teologico dalle origini ad oggi” Filosofia e cristianesimo I teologi della speranza I grandi teologi Professore  I grandi teologi Professore  I teologi della morte di Dio Dizionario enciclopedico di filosofia, teologia e morale. Software Filosofia della cultura e dei valori Le realtà ultime e la speranza cristiana Religione Nuovo dizionario enciclopedico dei papi. Storia e insegnamenti Commento al Corpus Paulinum (expositio et lectura super epistolas Pauli apostoli) La chiesa primizia del regno. Trattato di ecclesiologia Mito e religioni. Introduzione alla mitologia religiosa e alle nuove religioni L'uomo secondo il disegno di Dio. Trattato di antropologia teologica Preesistenza, sopravvivenza, reincarnazione Teologie della prassi L'eresia del nostro secolo Società Storia dell'antropologia filosofica Antropologia filosofica. L'uomo: un progetto impossibile? Philosophical anthropology Una nuova cultura per una nuova società. In ricordo di Mondin.  Un tomista ed "oltre" del XX secolo: Battista Mondin di Pierino Montini, Congresso tomista internazionale, Roma,  nel sito "E- Aquinas" Studium thomisticum. Mondin. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mondin” – The Swimming-Pool Library.

 

Mondolfo (Senigallia). Filosofo. Grice: “Mondolfo is one of the few who have focused on ‘gli eleati’ as involving a locus – pretty much as I do when I talk of Oxonian dialectic.” Grice: “Mondolfo’s study of the politics of Risorgimento is good; especially since every Englishman seemed to endorse it!” -- essential Italian philosopher. Like Grice, Mondolfo believed seriously in the longitudinal unity of philosophy and made original research on the historiography of philosophy, especially during the Eleatic, Agrigento, and later Roman periods. Figlio di Vito Mondolfo e Gismonda Padovani, una famiglia benestante di commercianti. Aderisce alle idee marxiste e socialiste. Studia a Firenze. Si laurea con F. Tocco, discutendo una tesi su Condillac dal titolo: "Contributo alla storia della teoria dell'associazione", un saggio da cui saranno poi tratti alcuni dei suoi primi saggi di storia della filosofia. Frequenta un gruppo socialista. Insegna a Potenza, Ferrara, Mantova, Padova, Torino, e Bologna. Consigliere comunale nelle file del Partito Socialista. Collabora con la rivista "Critica Sociale" fino a quando viene soppressa dal regime fascista.  Compone "Saggi per la storia della morale utilitaria" di Hobbes ed Helvetius”; "Tra il diritto di natura e il comunismo", "Rousseau nella formazione della coscienza moderna", "Il materialismo storico in F. Engels" (Formiggimi, La Nuova Italia) "Sulle orme di Marx". E  tra i firmatari del manifesto degli intellettuali anti-fascisti, redatto da Benedetto Croce. Si dedica alla filosofia italica antica. Ciò nonostante, pur in questo periodo, grazie alla politica di Gentile che volle coinvolgere filosofi di diverso orientamento nell'impresa, collabora con l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Compone la voce Socialismo. In seguito alle leggi razziali fasciste che vietavano agli ebrei di ricoprire cariche pubbliche, Mondolfo scrisse il proprio curriculum di benemerenze e vi inserì lo stesso Gentile come testimone il quale ha a propormi per il Premio Reale di filosofia presso i lincei". Gentile autorizza Mondolfo a citarlo tra i testimoni e tenta inutilmente di farlo ri-entrare tra gli esclusi dalle leggi razziali. Costretto a lasciare l'Italia Gentile scrive ad Alberini e lo aiuta a trovare lavoro in Argentina. Il suo archivio personale è depositato in parte a Firenze presso la Fondazione di Studi Storici Filippo Turati ed in parte presso Milano.  Altre saggi: Sulle orme di Marx,” – Grice: “Whitehead used to say that metaphysics has been but footnotes to Plato; and Strawson used to say that to rob peter to pay paul you must show first that pragmatics is but footnotes to Grice!” --  Grice: “But of course a footnote is not a footprint – only similar!” – Grice: “While ‘footprint’ involves Roman pressum, ‘orma’ obviates that!” --  Cappelli); “L'infinito nel pensiero dei greci, Felice Le Monnier, La Nuova Italia); “Problemi e metodi di ricerca nella storia della filosofia” (Zanichelli, La Nuova Italia, Firenze, Milano, Bompiani, “Gli albori della filosofia in Grecia,” «La Nuova Italia», Editrice Petite Plaisance, Pistoia, . La comprensione del soggetto umano nella cultura antica, La Nuova Italia (Milano, Bompiani ). Alle origini della filosofia della cultura, Il Mulino, “Il pensiero politico nel Risorgimento italiano,” Nuova accademia, Cesare Beccaria, Nuova Accademia Editrice,. “Moralisti greci: la coscienza morale da Omero a Epicuro,” Ricciardi, “Da Ardigò a Gramsci,” Nuova Accademia, “Il concetto dell'uomo in Marx,” Città di Senigallia, “Momenti del pensiero greco e cristiano,” Morano, “Umanismo di Marx. Studi filosofici, Einaudi, “Il contributo di Spinoza alla concezione storicistica, Lacaita, Polis, lavoro e tecnica, Feltrinelli, Educazione e socialismo, Lacaita, “Gli eleati,” Bompiani, . Note  Vedi Paolo Favilli, Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in .  Fu una delle prime donne italiane a conseguire la laurea (cfr. Le donne nell'Firenze). Sposò civilmente a Firenze in Palazzo Vecchio Cesare Battisti. La sorella di Ernesta, Irene, sposerà Giovanni Battista Trener, per anni collaboratore di Cesare.  Amedeo Benedetti, L'Enciclopedia Italiana Treccani e la sua biblioteca, "Biblioteche Oggi", Milano, Enciclopedia Treccani, vedi alla voce futuro di Cesare Medail, Corriere della Sera, Archivio storico.  «SOCIALISMO» la voce nella Enciclopedia Italiana, Volume XXXI, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Paolo Simoncelli41.  Paolo Simoncelli42.  Paolo Simoncelli43.  Vedi Fabio Frosini, Il contributo italiano alla storia del PensieroFilosofia, riferimenti in .  Archivio, Inventari Stefano Vitali e Piero Giordanetti. Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per i beni archivistici.  Archivio Rodolfo Mondolfo. Inventari, Stefano Vitali e Piero Giordanetti, Roma, Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per i beni archivistici, Paolo Simoncelli "Non credo neanch'io alla razza" Gentile e i colleghi ebrei, Le Lettere, Firenze,  L. Vernetti, R. Mondolfo e la filosofia della prassi, Morano,  E. Bassi, Rodolfo Mondolfo nella vita e nel pensiero socialista, Tamari); A. Santucci , Pensiero antico e pensiero moderno in Mondolfo, Cappelli, Bologna); Bobbio, Umanesimo di Rodolfo Mondolfo, in Maestri e compagni, Passigli Editore, Firenze 1984. M. Pasquini, Del Vecchio, il kantismo giuridico e la sua incidenza nell'elaborazione di Rodolfo Mondolfo (Alfagrafica, Città di Castello); C. Calabrò, Il socialismo mite: tra marxismo e democrazia, Polistampa, Firenze); E. Amalfitano, Dalla parte dell'essere umano. Il socialismo di Rodolfo Mondolfo, L'asino d'oro, Roma. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere Fabio Frosini, MONDOLFO, Rodolfo, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Vita opere e pensiero Diego Fusaro, sito "filosofico.net". Fondo Rodolfo Mondolfo Università degli Studi di Milano. Biblioteca di Filosofia. Fondo Rodolfo Mondolfo Fondazione di Studi Storici Filippo Turati.  Italiani emigrati in Argentina – Rodolfo Mondolfo. Mondolfo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice, Mondolfo, e la filosofia greco-romana," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Monferrato (Casale Monferrato). Filosofo. Autore di opere di teologia e scienza e legato pontificio. Entrò nell'ordine francescano nella provincia genovese. Docente presso lo studio francescano di Assisi. Compone il saggio “Quaestio de velocitate motus alterationis” (Venezia). In esso presentò un'analisi grafica del movimento dei corpi uniformemente accelerati. La sua attività di insegnamento in fisica matematica influenza gli studiosi che operarono all'Padova e Galilei che ri-propose idee simili. ‘Giovanni da Casale’, Enciclopedie on line, Treccani. Filosofia Filosofo del XIV secoloTeologi italiani Casale MonferratoStoria della scienza. Monferrato. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Monferrato” – The Swimming-Pool Library.

 

Montanari (Roma). Filosofo. Massino Montanari.

 

Montani (Teramo). Flosofo. Allievo di Emilio Garroni, è Professore di Estetica alla Sapienza Roma, è stato Directeur d'Études Associé presso all'EHESS di Parigi e ha insegnato Estetica al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. La sua ricerca si concentra oggi principalmente sui temi di filosofia della tecnica.  Allievo di Emilio Garroni, per Montani l'estetica non va considerata come filosofia dell'arte, ma come una teoria della sensibilità umana, che ha la peculiarità di essere aperta agli stimoli del mondo esterno. La riflessione di Montani si snoda in diversi passaggi e attraverso il confronto con alcuni dei protagonisti della filosofia, della linguistica, della semiotica e della teoria del cinema del Novecento, avendo sempre come punto di riferimento la filosofia critica di Kant.  Pensiero Ermeneutica e filosofia critica. Pubblica Il debito del linguaggio, in cui, partendo dal confronto con le teorie strutturaliste, in particolare quelle di Jakobson e JMukarovsky, mostra come la questione del significato del testo poetico non possa essere risolta mediante l'individuazione del codice linguistico o semiotico di riferimento, ma rimandi ad una condizione estetica della significazione. Questo tema viene ulteriormente approfondito in Estetica ed ermeneutica. Prendendo le mosse dalla filosofia critica kantiana, propone di ripensare la verità nel senso heideggeriano dell’ “a-letheia”, del “dis-velamento” dell'essere come una situazione ermeneutica strettamente legata all'effettiva esperienza del soggetto, seguendo la rilettura della filosofia di Heidegger proposta da Gadamer.La formazione e il pensiero di Montani sono stati segnati dal suo interesse per il cinema e in particolare per Vertov e Ėjzenštejn. Di entrambi ha curato l'edizione  degli scritti.  Nel testo “L'immaginazione narrative” (Guerini) coniuga l'interesse per il cinema con quello più strettamente filosofico per il tema dell'immaginazione. Propone di considerare l'immaginazione nei termini in cui, in Tempo e racconto, Ricœur parla della narrazione, ovvero come di un processo di “rifigurazione” dell'esperienza del tempo da parte dell'uomo. Per Ricoeur la narrazione ha il potere di far fare al lettore esperienza di un tempo propriamente umano. Montani fa propria la tesi di Ricoeur, applicandola però, all'ambito della narrazione cinematografica. Montani ritiene che il territorio dell'immaginazione in cui lavora il cinema sia quello dell'intreccio tra finzione e testimonianza, tra la costruzione dell'intreccio narrativo e la documentazione del reale. La trasformazione dell'esperienza del tempo avviene, così, ad un livello più profondo e creativo.  Tecnica ed estetica Con Bioestetica si inaugura la fase più recente del pensiero di Montani, dedicata all'approfondimento del rapporto tra tecnica e estetica. Attraverso il paradigma della bioestetica Montani propone di leggere i fenomeni di biopotere che caratterizzano l'epoca contemporanea a partire dalla loro natura innanzitutto tecnica ed estetica, cioè a partire dal fatto che la sensibilità dell'essere umano viene sempre più orientata ed organizzata tecnicamente. Il biopotere consiste proprio nella capacità di canalizzare la sensibilità umana. In L'immaginazione intermediale Montani prende in analisi i modi in cui il cinema risponde alle forme di anestetizzazione. Prendendo le mosse dalla spettacolarizzazione della politica emersa in seguito all'attentato delle Torri Gemelle, Montani introduce il concetto di "autenticazione dell'immagine", che non consiste nell'accertamento del referente fattuale dell'immagine (il vero, il reale) ma nella rigenerazione di un orizzonte di senso condiviso, la capacità di riferimento dell'esperienza e del linguaggio, in un'epoca caratterizzata da crescenti fenomeni di “indifferenza referenziale” La riflessione sul rapporto tra estetica e tecnica continua in “Tecnologie della sensibilità”, in cui viene teorizzata l'esistenza di una terza funzione dell'immaginazione: accanto a quella produttiva e riproduttiva vi è una funzione inter-attiva. L'immaginazione inter-attiva diventa il paradigma attraverso cui leggere l'epoca contemporanea, attraversata profondamente da fenomeni dell'inter-attività digitale e dalla proliferazione di ambienti virtuali. Opere: “Il debito del linguaggio: il problema dell'auto-riflessività nel segno, nel testo e nel discorso,” – Grice: “There is the ‘debito’ and there is the ‘credito’ or ‘price’ of semiosis, too!” -- Marsilio, Venezia; -- Grice: “Actually, Montani uses ‘aesthetic self-reflection,’ using ‘aesthetic’ etymologically, as per what he calls ‘ermeneutica sensibile’ --  Fuori campo: studi sul cinema e l'estetica, Quattroventi, Urbino; Estetica ed ermeneutica: senso, contingenza, verità, Laterza, Roma-Bari;  L'immaginazione narrativa: il racconto del cinema oltre i confini dello spazio letterario, Guerini e associati, Milano; Arte e verità dall'antichità alla filosofia contemporanea: un'introduzione all'estetica, Laterza, Roma-Bari; L'estetica contemporanea: il destino delle arti nella tarda modernià,  Carocci, Roma; Lo stato dell'arte: l'esperienza estetica nell'era della tecnica, M. Carboni eMontani, Laterza, Roma-Bari; Bioestetica: senso comune, tecnica e arte nell'età della globalizzazione, Carocci, Roma; L'immaginazione intermediale: perlustrare, rifigurare, testimoniare il mondo visibile, Laterza, Roma-Bari;  Tecnologie della sensibilità. Estetica e immaginazione interattiva, Cortina, Milano. -- Note Montani, Il senso, Rai Scuola, su raiscuola.rai.  I percorsi dell'immaginazione. Studi in onore di Pietro Montani., Pellegrini, .  Rinaldo Censi, Cine-occhi e cine-pugni: due modi di intendere il cinema, su Nazione Indiana,  L'immaginazione estatica. Estetica, tecnica e biopolitica, su giornaledifilosofia.net. 2 lAlessandra Campo, Biopolitica come an-estetizzazione. Il significato estetico della biopolitica, su sintesidialettica. Montani, L'immaginazione intermediale, Laterza, Montani, L'immaginazione intermediale, Laterza, Anna Li Vigni, Gli occhiali per immaginare, Il Sole 24 Ore. La vita immersa nell’estetica del virtuale, su ilmanifesto. Pietro Montani. Montani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Montani” – The Swimming-Pool Library.

 

Montinari (Lucca). Filosofo. Grice: “If I were asked to identify the main difference between the Italian philosopher and the Oxonian philosopher is that the Italian philosopher takes Nietzsche seriously! But then he lived at Torino!”  «Nelle istituzioni esistenti, sostenute da immani forze di produzione e di distruzione, viene assimilata e mercificata ogni e qualsiasi protesta, persino quella dei Lumpen, ogni tentativo di lasciare la «nave dei folli». Se il metodo di Nietzsche può ancora aiutarci, allora l'unica forza che ci è rimasta è quella della cultura, della ragione.»  Considerato uno dei massimi editori e interpreti di Nietzsche. Ha definitivamente dimostrato che Nietzsche non ha mai scritto un'opera dal titolo “La volontà di Potenza” e che le cinque diverse compilazioni che la sorella del filosofo e altri editori dilettanti hanno pubblicato sotto questo titolo sono testi del tutto inaffidabili per comprendere il pensiero di Nietzsche. Si era formato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e all'Pisa, presso la quale si laureò con una tesi, “I movimenti ereticali a Lucca.” Caduto il fascismo, divenne un attivista del Partito comunista, presso il quale si occupava della traduzione di scritti dal tedesco. Mentre visitava la Germani a Est per motivi di ricerca, fu testimone della rivolta del '53. Successivamente, in seguito alla repressione della Rivoluzione ungherese del 1956, si allontanò dall'ortodossia marxista e dalla carriera nel partito. Mantenne tuttavia la sua iscrizione al PCI, e rimase fedele agli ideali del socialismo. Collaborò con le Edizioni Rinascita, e per un anno fu direttore dell'omonima libreria in Roma. Dopo averne rivisto la raccolta di opere e manoscritti in Weimar, Colli e Montinari decisero di iniziarne una nuova edizione critica. Essa divenne lo standard per gli studiosi, e fu pubblicata in da Adelphi. Per questo lavoro fu preziosa la sia abilità nel decifrare la scrittura a mano (praticamente incomprensibile) di Nietzsche, fino a quel momento trascritta solo da "Gast“ (Köselitz).  Fonda la rivista Nietzsche-di cui fu coeditore. Attraverso le sue traduzioni ed i suoi commenti di Nietzsche, diede un contributo fondamentale alla ricerca storica e filosofica, inserendo Nietzsche nel contesto del proprio tempo.  Opere : “Che cosa ha veramente detto Nietzsche”  Roma, Ubaldini, ripubblicato come  “Che cosa ha detto Nietzsche,” [Grice: “I convinced Montinari that ‘veramente’ is a trouser word and should be avoided!” -- Giuliano Campioni, Milano, Adelphi. Su Nietzsche, Roma, Editori Riuniti,  Curatele: edizioni critiche Teoria della Natura, Torino, Boringhieri, Milano, SE,  F Nietzsche, Lettere a Rohde, M. Montinari, Torino, Boringhieri, Nietzsche, Opere, (Milano, Adelphi,  Nietzsche, Il caso Wagner: Crepuscolo degli idoli; L'anticristo; Scelta di frammenti postumi, S. Giametta, Ferruccio Masini, M. Montinari, Giorgio Colli, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, Nietzsche, Ecce homo; Ditirambi di Dioniso; Nietzsche contra Wagner; Poesie e scelta di frammenti postumi, Roberto Calasso e M. Montinari, Giorgio Colli, Milano, A. Mondadori, Nietzsche, Schopenhauer come educatore,Milano, Adelphi, Epistolario di Nietzsche, María Ludovica Pampaloni Fama, Milano, Adelphi,  Nietzsche, Scritti giovanili,  Giorgio Colli, Mario Carpitella, M. Montinari, trad. di Mario Carpitella, Milano, Adelphi, Arthur Schopenhauer, La vista e i colori Carteggio con Goethe, M. Montinari, Abscondita,  Nota introduttiva a Genealogia della morale (di  Nietzsche),  Mazzino Montinari,Nietzsche e Van Gogh, due cardini del pensiero occidentale moderno di  Bettozzi (Liberaldemocaratici), su liberal democratici..  «Tant qu'il ne fut pas possible aux chercheurs les plus sérieux d'accéder à l'ensemble des manuscrits de Nietzsche, on savait seulement de façon vague que La Volonté de puissance n'existait pas comme telle (...) Nous souhaitons que le jour nouveau, apporté par les inédits, soit celui du retour à Nietzsche.» (Gilles Deleuze)  Aveva infatti ottenuto una borsa di studio della Scuola Normale Superiore a Francoforte sul Meno.  Rinascita OnLine  Che era stato il suo maestro. Giuliano Campioni, Dizionario Biografico degli Italiani stituto dell'Enciclopedia italiana Treccani Giuliano Campioni, Giuliano Campioni,B Giuliana Lanata, Esercizi di memoria, Bari, Levante Editori, (notizie su M. M. nell'articolo su Colli anche a proposito dell'Enciclopedia di autori classici, Editore Boringhieri, progettata e diretta da Colli e a cui M. M .collaborò). Paolo D’Iorio , L'arte di leggere Nietzsche, Firenze, Ponte alle grazie,Giuliano Campioni, Leggere Nietzsche. Alle origini dell'edizione critica Colli-Montinari. Con lettere e testi inediti, Pisa, Mazzino Montinari: l'arte di leggere Nietzsche Paolo D'Iorio, Pubblicato da Ponte alle grazie, Studi germanici — Di Istituto italiano di studi germanici — Pubblicato da Edizioni dell'Ateneo, Originale disponibile presso la l'Università della Virginia — "Mazzino Montinari, Nietzsche", di Francesca Tuca Giuliano Campioni, Da Lucca a Weimar: Mazzino Montinari e Nietzsche in Nietzsche. Edizioni e interpretazioni, Maria Cristina Fornari, ETS, Pisa, Die "ideelle Bibliothek Nietzsches". Von Charles Andler Montinari Pensiero di Schopenhauer Roberto Roscani Torino#Filosofi Giuliano Campioni, Mazzino Montinari, in Dizionario biografico degli italiani,  stituto dell'Enciclopedia Italiana, . Opere di Mazzino Montinari, Centro interdipartimentale di studi Colli-Montinari su Nietzsche e la Cultura Europea — Pisa, Lecce, Padova e Firenze (Centronietzsche.net), su centronietzsche.net. Grice:: “Montinari is right that ‘la volonta di potenza’ ‘n’existe pas’ – vacuous name. Mazzino Montinari. Montinari. Refs. Luigi Speranza, “Grice e Montinari: l’implicatura di Nietzsche” – The Swimming-Pool Library.

 

Monte (Pesaro). Filosofo. Grice: “I like to illustrate a ‘scientific revolution’ with Del Monte’s refutation on the equilibrium controversy, since it involves a lot of analyticity that only a philosopher can digest!” -- essential Italian philosopher. Il marchese Guidubaldo Bourbon Del Monte (Pesaro), filosoMecanicorum liber, Suo padre, Ranieri, originario da un famiglia benestante di Urbino, discendente dalla schiatta dei Bourbon del Monte Santa Maria, fu notato per il suo ruolo bellico e fu autore di due libri sull'architettura militare. Il duca di Urbino, Guidobaldo II della Rovere, gli attribuì, per meriti, il titolo di Marchese del Monte, dunque la famiglia divenne nobile solo un generazione prima di Guidobaldo. Alla morte del padre, ottenne il titolo di Marchese. Studia matematica a Padova. Mentre era lì, strinse una grande amicizia con Tasso. Combatté nel conflitto in Ungheria, tra l'impero degli Asburgo e l'Impero Ottomano. Al termine della guerra, torna nella sua tenuta a Mombaroccio, vicino Urbino, dove passava i giorni studiando matematica, meccanica, astronomia e ottica. Studia matematica con l'aiuto di Commandino. Divenne amico di Baldi, che fu anch'esso studente di Commandino. Ispettore delle fortificazioni del Granducato di Toscana, pur continuando a risiedere nel Ducato di Urbino.  In quegli anni, corrisponde con numerosi matematici inclusio Contarini,  Barozzi e Galilei  e con alcuni di loro si dice abbia avuto anche relazioni più che professionali.  L'invenzione per la costruzione di poligoni regolari e per dividere in un numero determinato di segmento qualsiasi linea fu incorporata come caratteristica del compasso geometrico e militare di Galileo. Proprio fu fondamentale nell'aiutare Galilei nella sua carriera, che e un promessa ma disoccupato. Raccomanda il toscano al suo fratello Cardinale, che a sua volta parla con il potente Duca di Toscana, Ferdinando I de' Medici. Sotto la sua protezione, Galileo ha una cattedra di matematica all'Pisa. Guidobaldo divenne un amico fidato di Galileo e lo aiutò nuovamente quando dovette necessariamente fare domanda per poter insegnare matematica all'Padova, a causa dell'odio e della macchinazione di Giovanni de' Medici, un figlio di Cosimo de' Medici, contro Galileo. Nonostante la loro amicizia, Guidobaldo fu un critico di alcune teorie di Galileo, come quella relativa alla legge dell'isocronismo delle oscillazioni. Compone un importante saggio sulla prospettiva, “Perspectivae Libri VI”, pubblicato a Pesaro che ha ampia diffusione. E sicuramente, anche secondo il parere di Galileo, uno dei massimi studiosi di meccanica e matematica. “Mechanicorum liber”. Pisauri. Altre saggi: “Mechanicorum liber,” Pisauri, Girolamo Concordia, “Planisphaeriorum universalium theorica, Pisauri, Girolamo Concordia, “De ecclesiastici calendarii restitutione, Pisauri, Girolamo Concordia, “Perspectivae libri sex” (Pisauri, Girolamo Concordia); “Problematum astronomicorum libri septem,” Venetiis, Bernardo Giunta, Giovanni Battista & C Ciotti, “De cochlea,” Venetiis, E. Deuchino, “Mecanicorum liber,” Venetiis, Evangelista Deuchino); “Le mechaniche dell'illustriss. sig. Guido Vbaldo de' marchesi Del Monte: tradotte in volgare dal sig. Filippo Pigafetta” (Venezia); “Le mechaniche dell'illustriss. sig. Guido Vbaldo de' marchesi Del Monte: tradotte in volgare dal sig. F. Pigafetta nelle quali si contiene la vera dottrina di tutti gli istrumenti principali da mouer pesi grandissimi con picciola forza” (Venezia, Franceschi); “Lettere di Monte aContarini, pubblicate ed illustrate da A. Favaronota” (Venezia); “I sei libri della prospettiva di Guidobaldo dei marchesi Del Monte dal latino tradotti interpretati e commentati da Rocco Sinisgalli, presentazione di Gaspare De Fiore, Roma,  La teoria sui planisferi universali (Rocco Sinisgalli, Salvatore Vastola, Firenze). Galileo (che nel frattempo era stato molto probabilmente anche suo ospite) puo occupare la cattedra di Padova, grazie anche all’intervento delduca., che nell’ambiente veneto poteva contare, oltre che sull’amicizia di un Contarini e di un Pinelli, sull’autorità e l’influenza di Giambattista Del Monte, generale delle fanterie della Repubblica": Fondazione cardinal Francesco maria delmonte/guidobaldo-del-monte/. A. Giostra, La stella o cometa nelle lettere di Monte a Giordani, Giornale di Astronomia. Galilei Guidobaldo II della Rovere Mombaroccio. in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Guidobaldo Del Monte. Monte. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e del Monte," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.

 

Moramarco (Reggio nell’Emilia). Filosofo. Grice: “Unlike Moramarco, what most people know about massoneria is via “Il flauto magico”!” Grice: “Moramarco analyses massoneria aa a philosophical cult, talking about ‘brotherly link’ ‘vincolo fraterno’ – he has unearthed a few fascinating details about massoneria in Italy. Esponente della Massoneria te assertore di una sintesi religiosa tra Mazdeismo e Cristianesimo. Discende da un'antica famiglia di Altamura, di ascendenze latino-germaniche, cresciuta e ramificatasi durante il dominio dei Farnese. Studioso di Massoneria, ha scritto la Nuova Enciclopedia Massonica in tre volumi (1989-1995, seconda ed. 1997), importante testo di ricerca massonologica. Un suo precedente volume, La Massoneria ieri e oggi fu tra i primi, sull'argomento, pubblicati in Russia dopo il crollo del regime sovietico, che aveva proscritto le Logge.  Iniziato nel Grande Oriente d'Italia il 10 dicembre 1975, divenne Maestro Venerabile della Loggia Intelletto e Amore n. 723, e nel 1986 ricevette la decorazione all'Ordine di Giordano Bruno, conferita a quanti si distinguono nello studio e nella diffusione degli ideali massonici. Coordinatore scientifico del Convegno Internazionale 250 anni di Massoneria in Italia, al quale parteciparono studiosi quali Paolo Ungari, Alessandro Bausani, Aldo A. Mola, Alberto Basso, Fabio Roversi Monaco, Paolo Ricca. Il convegno fiorentino costituì la prima risposta pubblica, da parte della Comunione massonica di Palazzo Giustiniani, alle degenerazioni della P2.  Nello stesso anno, in qualità di Garante d'Amicizia tra il Grande Oriente d'Italia e la Grand Lodge of South Africa, richiese, d'accordo con il Gran Maestro Armando Corona, che tutte le Logge sudafricane, peraltro già avviate in tale direzione  (quando un gruppo di Liberi Muratori della Massoneria Prince Hall era stato ammesso nella Loggia "De Goede Hoop" di Cape Town), abrogassero l'apartheid, scelta che esse fecero, qualificandosi tra le prime associazioni bianche a superare la segregazione razziale.  Nel 1992 uscì dal Grande Oriente d'Italia, rigettandone il laicismo, per ravvivare i nuclei massonici di impronta cristiana e spiritualista, che assunsero la denominazione Real Ordine degli Antichi Liberi e Accettati Muratori (A.D. 926). Su tale concezione della Massoneria ha scritto La via massonica. Dal manoscritto Graham al risveglio noachide e cristiano (), un testo dal quale emerge, fra l'altro, l'importanza della devozione alla Vergine Maria, come madre del Cristo ed espressione umana della divina Sophia, nella genesi della spiritualità massonica.  Ha ricostruito le vicende della Gran Loggia d'Italia, l'altra associazione maggioritaria di Liberi Muratori in Italia, nel volume Piazza del Gesù . Documenti rari e inediti della tradizione massonica italiana, contribuendo in seguito alla realizzazione di programmi tematici per varie emittenti televisive, tra le quali Rossija 24 (), Reteconomy () e È TV Rete7.  Ha conseguito il 33º grado del Rito scozzese antico ed accettato e il VII del Rito filosofico italiano, che nel secondo decennio del Novecento vide tra le sue fila i neopitagorici Arturo Reghini e Amedeo Rocco Armentano. Fonda in Italia l'Antico Rito Noachita su patente ricevuta presso il British Museum dall'ex Maestro Venerabile della Loggia "Heliopolis" di Londra.  Ha realizzato una colonna sonora per i rituali massonici, dal titolo Masonic Ritual Rhapsody. presso la Loggia "Gottfried Keller" di Zurigo, è stato ricevuto come membro nell'Independent Order of Odd Fellows.  Già attivo con Joseph L. Gentili,  editore del newsletter Brooklyn Universalist Christian, in un progetto di restaurazione della Chiesa Universalista d'America, contro la deriva liberal di quel movimento, ha ricevuto il navjote zoroastriano . Nel volume Il Mazdeismo Universale propone una visione eclettica di tale religione, collegando ad essa elementi del misticismo ebraico, del dualismo platonico e cristiano, del buddhismo Mahāyāna, e riconoscendo in Gesù il saoshyant (divino soccorritore, messia) profetizzato dall'antica religione iranica, in una prospettiva teologica di tipo mazdeo-cristiano, intorno alla quale si è formata una Fraternità Mazdea Cristiana.  Si è avvicinato alle correnti latitudinaria e mistica dell'Anglicanesimo e al percorso religioso di Loyson, confluendo in una comunità religiosa di orientamento eclettico , ove ha potuto conservare la doppia appartenenza, cristiana e zoroastriana. Entro tale gruppo, che nel gennaio  ha assunto la denominazione Reformed Cloister of the Holy SpiritUnione Riformata Universalista, è un oblato di San Pellegrino delle Alpi, secondo la Regola che, ispirandosi alle tradizioni fiorite intorno alla vita di quell'eremita del Cristianesimo celtico, contempla almeno un atto quotidiano "di giustizia, o di soccorso fraterno" anche nei riguardi di animali e piante.  Laureatosi cum laude in Filosofia presso l'Bologna,, con una tesi sul pensatore indiano Sri Aurobindo (relatore il noto indologo e sanscritista Giorgio Renato Franci), nella seconda metà degli anni Ottanta si è formato in Training autogeno e Psicoterapia con la procedura immaginativa sotto la guida di Luigi Peresson.  Ha trattato dei nessi tra Zoroastrismo e Cristianesimo nei libri La celeste dottrina noachita ( e I Magi eterni, di fenomenologia del sacro ne L'ultima tappa di Henry Corbin e di tanatologia in Psicologia del morire. Ha scritto sulle esperienze di autogestione dei lavoratori nel mondo e sui rapporti tra socialismo e religione per Azione nonviolenta, la rivista fondata da Aldo Capitini. Con il saggio Per una rifondazione del Socialismo partecipò al simposio "Marxismo e nonviolenza" (Firenze) nel quale intervennero, tra gli altri, Norberto Bobbio e Roger Garaudy. -- è un sostenitore della lingua ausiliaria internazionale Esperanto. Ha aderito al gruppo esperantista bolognese "Achille Tellini 1912".  In ambito narrativo, ha scritto Diario californiano e Torbida dea. Si è occupato di storia dello spettacolo, scrivendo I mitici Gufi (2001), sul celebre quartetto di cabaret degli anni sessanta, e partecipando all'allestimento del programma Gufologia per Rai Sat; con l'ex "Gufo" Roberto Brivio ha collaborato sia nella riproposta del repertorio del gruppo in teatri e circoli culturali, sia nella realizzazione di un laboratorio teatrale e musicale che vide attivamente coinvolti numerosi alunni portatori di disabilità, presso l'Istituto medio superiore in cui insegnò psicologia.  Ha inciso quattro CD, Allucinazioni amorose (meno due), Gesbitando, Come al crepuscolo l'acacia e Existenz, che contengono sue canzoni e brevi suites strumentali, ricevendo il plauso, tra gli altri, di critici come Maurizio Becker, Mario Bonanno (Musica & Parole) e Salvatore Esposito (Blogfoolk), di autori come Bruno Lauzi, Ernesto Bassignano, Giorgio Conte e dei jazzisti Giulio Stracciati e Shinobu Ito.  Nel dicembre  è stato chiamato da Luisa Melis, figlia e continuatrice dell'opera di Ennio Melis, il patron della RCA Italiana, a far parte della giuria del Premio De André. Opere:“La Massoneria” (De Vecchi, Milano), “La Massoneria: cronaca, realtà, idee (De Vecchi, Milano), “Per una rifondazione del socialismo, in : Marxismo e nonviolenza (Lanterna, Genova), “La Libera Muratoria” (SugarCo, Milano). Masonstvo v proshlom i nashtoiashchem (Progress, Moskva 1990), “La Massoneria. Il vincolo fraterno che gioca con la storia” (seconda ed., Giunti, Firenze) Diario californiano (Bastogi, Foggia) Grande Dizionario Enciclopedico UTET (quarta ed., Torino) (voci: Antroposofia, Besant, Cagliostro, Radiestesia, ecc.) L'ultima tappa di Henry Corbin, in Contributi alla storia dell'Orientalismo, G.R. Franci (Clueb, Bologna) “250 anni di Massoneria in Italia” (Bastogi, Foggia) Nuova Enciclopedia Massonica (Ce.S.A.S., Reggio E.; seconda ed.: Bastogi, Foggia) Psicologia del morire, in  I nuovi ultimi (Francisci, Abano Terme) Piazza del Gesù. “Documenti rari e inediti della tradizione massonica italiana” (Ce.SA.S. Reggio Emllia) Sette Lodi Massoniche alla Beata Vergine Maria (Real Ordine A.L.A.M., Reggio Emilia 1992) La celeste dottrina noachita (Ce.S.A.S, Reggio E.) I mitici Gufi (Edishow, Reggio Emilia) Torbida dea. Psicostoria d'amore, fantomi & zelosia (Bastogi, Foggia) Il Mazdeismo Universale. Una chiave esoterica alla dottrina di Zarathushtra (Bastogi, Foggia ) I Magi eterni. Tra Zarathushtra e Gesù (con Graziano Moramarco) (Om Edizioni, Bologna ) La via massonica. Dal manoscritto Graham al risveglio noachide e cristiano (Om Edizioni, Bologna ) Massoneria. Simboli, cultura, storia (consulenza scientifica di M.M.) (Atlanti del Mistero/Giunti-De Vecchi, Firenze ) Introduzione alla Libera Muratoria (Il Settenario, Bologna ) Musica Allucinazioni amorose (meno due) (cd) (Bastogi Music Italia) Masonic Ritual Rhapsody (cd) (Bastogi Music Italia) Gesbitando (cd, con Andrea Ascolini) (Bastogi Music Italia ) Come al crepuscolo l'acacia (cd) (Heristal Entertainment, Roma ) Existenz (cd) (Heristal Entertainment, Roma ). Note  Aplogruppo Mola, Un valido impulso per una Massoneria "à parts entières", in 250 anni di Massoneria in Italia, F. Ferrari, La Massoneria verso il futuro (una conversazione con Michele Moramarco) v. )  Una breve rassegna di testi fondamentali sulla Massoneria si trova sul sito del Cesnur diretto da Massimo Introvigne. Vedi anche le recensioni di E. Albertoni ne Il Sole 24 Ore, p.1 inserto domenicale, e di G. Caprile ne La Civiltà Cattolica, 6Il volume fu pubblicato nel 1990, anno della dissoluzione dell'URSS, dalla casa editrice Progress, V. Brunelli, Massoneria: è finito con la condanna della P2 il tempo delle logge e dei "fratelli" coperti, in Corriere della sera, Il Corriere della Sera dedicò un lungo articolo allo "scisma" (v. ). Del Real Ordine A.L.A.M. si è occupato anche il centro di ricerca Cesnur, diretto dal noto storico e sociologo delle religioni Massimo Introvigne, v.//cesnur.org/religioni_italia/a/ appendice_02.htm. Il termine Real non aveva alcun riferimento alla storia italiana, ma si richiamava alla leggenda, contenuta negli Antichi doveri, secondo cui l'Ordine Massonico ricevé le sue proto-costituzioni dal re Atelstano d'Inghilterra (Æðelstan); recentemente il Real Ordine ha assunto la denominazione di Unione Cristiana dei Liberi Muratori  Rito filosofico italiano  Antico Rito Noachita  Masonic Ritual Rhapsody, Bastogi Music Italia, youtube.com/watch?v=rSs0 4kpA36U. A questa esperienza è collegata la sua iscrizione alla SIAE come autore musicale  Del percorso che lo ha condotto verso la visione di Zoroastro (Zarathushtra) si è occupata la rivista parsi di Bombay, Parsiana, così come il quotidiano torinese La Stampa v. mazdeanchristian.wordpress.com/  latitudinarismo, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,  v. riformati universalisti.wordpress.com// In questa comunità si ritrovano, su vari temi, idee tratte dal Manicheismo, dall'Arianesimo, dal Quaccherismo, dall'Unitarianismo, dal Giurisdavidismo e dall'universalismo hindu-cristiano del movimento Navavidhan fondato da Keshab Chandra Sen (1838-1884). Frequenti e significativi sono altresì i riferimenti al pensiero di aint-Martin e alla "religione aperta"o della "compresenza dei morti e dei viventi"elaborata da Capitini, Stracciati  Ito  E. Albertoni, Tante fedi, nessun dogma (recensione della Nuova Enciclopedia Massonica, Il Sole 24 Ore,I, inserto culturale domenicale) M. Chierici, Nasce la Lega dei Venerabili (Corriere della Sera) S. Esposito , Dalle radici del Mazdeismo all'Alleanza Mazdea CristianaIntervista con Michele Moramarco (in Secreta Magazine S. Esposito , Gesbitando: intervista con Michele Moramarco (Blogfoolk) F. Ferrari, La Massoneria verso il futuro (una conversazione con Michele Moramarco) (Bastogi, Foggi8) S. Semeraro, Tra la via Emilia e l'Est. Così parlò Zoroastro (La Stampa, Torino) S. Sari, Unico e plurimo al contempo, Dio secondo gli Zoroastriani [intervista a M.M.](Libero) G. Giovacchini, Cultura e spiritualità della Massoneria italiana nella seconda metà del '900 [prefazione di Michele Moramarco] (Tiphereth, Acireale-Roma )  Zoroastrismo Universalismo Massoneria Rosacroce michelemoramarco.  blog del Real Ordine A.L.A.M., su realordine.wordpress.com. Pagina sul sito di Heristal Entertainment, su heristal.eu. blog degli anglicani latitudinari, su riformatiepiscopali.wordpress.com. Michele Moramarco. Moramarco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moramarco” – The Swimming-Pool Library.

 

Moravia (Bologna). Filosofo. Grice: “I like Moravia: he has philosophised on what makes us ‘human,’ (“il pungolo dell’umano”) – his analysis of ‘il ragazzo selvaggio’ is sublime – and he has played with ‘reason,’ hidden and strutturata – and the universi di senso with which I cannot but agree! – provided we don’t multiply them ad infinitum!” --  Grice: “I like Moravia’s idea of ‘la ragione nascosta’ – you have indeed to seek and thou shalt find!” -- “Il Nietzsche che prediligo è il Nietzsche terreno, umano, presente nel tempo. È il Nietzsche intrepido esploratore del sottosuolo dell'uomo e dei disagi della civiltà. È il Nietzsche che fertilmente e sofferentemente (non narcisisticamente) vive e pensa il nichilismo: ma per andare oltre il nichilismo. È soprattutto il Nietzsche cheneo-illuminista forse malgrado luivuole conoscere, capire, dare un (nuovo) senso alle cose.” Professore a Firenze.  Allievo diGarin, si è formato in ambiente fiorentino conseguendovi la laurea in filosofia nel 1962 con tesi su Gian Domenico Romagnosi. Professore incaricato dal 1969, è poi diventato, nel 1975, ordinario di Storia della Filosofia all'Firenze.  Nel corso della sua carriera, si è interessato particolarmente dell'illuminismo francese e del pensiero del Novecento, della storia e dell'epistemologia delle scienze umane, con particolare attenzione all'antropologia, la filosofia della mente e l'esistenzialismo. I suoi studi e le sue ricerche hanno aperto nuove prospettive interdisciplinari fra pensiero filosofico e scienze umane.  Attualmente, le sue attenzioni sono rivolte verso l'opera e il pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche del quale, nel 1976, pubblicò già una celebre antologia dal titolo La distruzione delle certezze e, nel 1985, una raccolta di saggi intitolata Itinerario nietzscheano. Proprio un nuovo modo di avvicinarsi e concepire il pensiero del filosofo tedesco lo hanno reso uno dei suoi interpreti più originali e più discussi.  Grazie ai suoi studi e contributi filosofici, è stato visiting professor presso l'Università della California a Berkeley, l'Università del Connecticut a Storrs e il Center for the Humanities della Wesleyan University.  Conferenziere presso altre sedi universitarie americane (fra le quali, Harvard, UCLA, Boston) ed europee (Francia, Belgio, Germania), è cofondatore della “Società italiana degli studi sul XVIII secolo”, nonché membro del Comitato direttivo delle Riviste filosofiche “Iride” e “Paradigmi”. Collabora ai giornali Corriere della Sera, Quotidiano nazionale, La Repubblica.  Altri saggi: “Il tramonto dell'Illuminismo. Filosofia e politica” (Laterza, Roma-Bari); “La ragione nascosta” (Sansoni, Firenze, La scienza dell'uomo nel Settecento, Laterza, Roma-Bari, L’antropologia strutturale, G.C. Sansoni, Firenze, Sartre, Laterza, Roma-Bari, La teoria critica della società, G.C. Sansoni, Firenze, Il pensiero degli idéologues. Scienza e filosofia, La Nuova Italia, Firenze, “La distruzione delle certezze. Raccolta antologica di scritti nietzschiani, La Nuova Italia, Firenze, “Linguaggio, scuola e società not ‘storia’! -- Guaraldi, Firenze,  Filosofia e scienze umane nell'età dei Lumi, G.C. Sansoni, Firenze, Pensiero e civiltà, Le Monnier, Firenze, “Il ragazzo selvaggio dell'Aveyron.” Pedagogia e psichiatria nei testi di Itard, Pinel e dell'anonimo della "Décade", Laterza, Roma-Bari , Itinerario nietzscheano, Guida, Napoli, Educazione e pensiero, Le Monnier, Firenze, Filosofia: storia e testi, Le Monnier, Firenze, “L'enigma della mente” Laterza, Roma-Bari, Compendio di filosofia,  Le Monnier, Firenze, L'enigma dell'esistenza. Soggetto, morale, passioni nell'età del disincanto, Feltrinelli, Milano, L'esistenza ferita. Modi d'essere, sofferenze, terapie dell'uomo nell'inquietudine del mondo, Feltrinelli, Milano, Filosofia dialettico-negativa e teoria critica della società, Mimesis Edizioni, Milano; “Ragione strutturale e universi di senso” (Le Lettere, Firenze, “La Massoneria. La storia, gli uomini, le idee, Mondadori, Milano, Firenze e il Neo-Umanesimo. Arte, cultura, comunicazione multimediale all'alba del Terzo Millennio, Le Lettere, Firenze, Lo strutturalismo, Le Lettere, Firenze,  Freud. Filosofia e psicoanalisi, raccolta antologica di scritti freudiani, UTET, Torino. "Il pensiero", in: L'universo del corpo, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma,  "Filosofia della mente e realtà psichica", in: C. Genovese , La realtà psichica, Edizioni Borla, Roma, "L'esistenza e il male", in:  "Mysterium iniquitatis", Gregoriana Editrice, Padova, Linterpretazione personologico-esistenziale dell'uomo", in:  La questione del soggetto tra filosofia e scienze umane, Le Monnier, Firenze, "Lettura Magistrale" al Convegno Nazionale Dalla riabilitazione psicosociale alla promozione della salute mentale (Montecatini), "S.I.R.F. News", "Mente, soggetto, esperienza nel mondo", in Firrao , La filosofia italiana in discussione (Atti del Convegno). La filosofia italiana in discussione, Società Filosofica Italiana, Firenze), Bruno Mondadori, Milano, "Crisi della cultura e relazioni generazionali nel mondo contemporaneo", in:  Giovani e adulti: prove di ascolto (Atti del Convegno omonimo), Sansepolcro (AR), "La filosofia degli idéologues. Scienza dell'uomo e riflessione epistemologica tra Sette e Ottocento", in: G. Santato , Letteratura italiana e cultura europea tra illuminismo e romanticismo, Atti dell'omonimo Convegno Internazionale di Studi, Dipartimento di Italianistica, Padova,  Droz, Genève CH), "Libertà, finitudine, impegno. Genesi e significato della responsabilità nel mondo moderno", in: V. Malagola Anziani , Giustizia e responsabilità (Atti del Convegno omonimo, Firenze), Dott. A. Giuffré Editore, Milano,  "Dal soggetto alla relazione", Maieutica, V"Demitizzazione e devalorizzazione. La crisi della 'forma famiglia' nella società contemporanea", in: Interazioni, "Illuminismo e modernità", Hiram, "Prove d'ascolto. Crisi della cultura e relazioni generazionali nel mondo contemporaneo", Studi sulla formazione, "Considerazioni sulla guerra giusta", Hiram,  "La filosofia, la conoscenza dell'umano, il dialogo col pensiero religioso", Hiram, "Esistenza e felicità", Hiram, "L'Occidente e la pace. Luci e ombre all'alba del terzo millennio", Hiram,"La filosofia e il suo 'altro'. La riflessione metafilosofica di Adorno in 'Dialettica negativa'", Iride,  "L'uomo: una storia infinita", in:  Per una scienza dell'umano, Arezzo,  "L’'interpretazione personologico-esistenziale dell'uomo", in: L. Lenzi , Neurofisiologia e teorie della mente, Vita & Pensiero, Milano, "La scoperta settecentesca dell'inconscio, l'ambiguità del freudismo e il lavoro della psicoanalisi sull'«animale malato»", Atti del Convegno "Metapsicologia oggi", tenutosi a Napoli e pubblicati in Metapsicologia oggi, La Biblioteca Edizioni, Bari, "Un mondo negato. L'assolutizzazione del corpo nella psico-umanologia contemporanea", Hermeneutica, Corpo e persona, "Complessità, pluralità, confini", in: Dal coordinatore al coordinamento, Atti del III Seminario sui Coordinatori pedagogici in Emilia-Romagna, Assessorato Servizi Sociali Provincia Bologna, Bologna, Bruno Maiorca, Filosofi italiani contemporanei. Parlano i protagonisti, Bari, Nuova biblioteca Dedalo,  su sapere, De Agostini.   Pubblicazioni di Sergio Moravia, su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.  Registrazioni  su RadioRadicale, Radio Radicale.  Registrazione video intervista effettuata durante la Gran Loggia del GOI dal titolo "Tu sei mio fratello"  su youtube.com. Registrazione video della Lectio Magistralis "Al di qua del bene e del maleNietzsche esploratore dell'umano" all'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia su tv.unimore. Registrazione audio della tavola rotonda del GOI "Pedagogia delle libertàLibertà civili" su radioradicale. Registrazione video del convegno del GOI "La scienza non sia ostacolata dall'ideologia, dalla politica e dalla religione" dsu radioradicale. Registrazione audio della tavola rotonda della Comunità Oasi "Significato e funzione della pena, della punizione e della penitenza nella promozione umana e sociale" del 14 giugno 1998, su radioradicale. Registrazione video dell'intervento "Catturati dall'effimero?" all'interno del Convegno Giovanile alla Cittadella di Assisi" dsu arcoiris. Moravia. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moravia” – The Swimming-Pool Library.

 

Mordacci (Milano). Filosofo. Grice: “I like Mordacci – in a way, like I did with J. L. Mackie, Mordacci opposes both ‘assolutismo’ and ‘relativismo’ – and tries to ‘construct’ an ‘inter-personal’ reason out of a full-fledged personal reason. Whereas it would seem that we enjoin the principle of conversational helpfulness out of altruism, there is this balance between conversational self-love and conversational other-love; and we only ‘respect’ the other that respects us as ‘pesonal;’ against Apel, the logic of the inter-personal reduces, in a complex way, to the logic of the personal; without it, we would be annihilating the autonomy of the will.” Grice: “I like Mordacci’s emphasis on reason for normativity – interpersonal reason, as he calls it!” È preside della Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele dove è Professore di Filosofia Morale.  È Direttore del Centro Internazionale di Ricerca per la Cultura e la Politica Europea.  Laurea in filosofia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Dottorato in bioetica presso l'Università degli Studi di Genova. Ha svolto attività di ricerca e insegnamento presso la Scuola di Medicina e Scienze Umane dell'Istituto Scientifico Ospedale San Raffaele. Insegnato presso l'Università Vita-Salute San Raffaele, prima presso la Facoltà di Psicologia e dal 2002 presso la Facoltà di Filosofia che ha contribuito a fondare insieme con Massimo Cacciari, Edoardo Boncinelli, Michele Di Francesco, Andrea Moro. Ha contribuito a progetti di ricerca ed è stato membro del Consiglio d'Europa per l'insegnamento della bioetica. Dal  è preside della Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele, essendo stato rieletto nel giugno  per il secondo mandato.  Membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le Scienze per la Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri.  Dal  al  è stato membro del Comitato Scientifico per EXPO  come delegato del Rettore dell'Università Vita-Salute San Raffele.  Dal  è membro della Commissione per l'Etica della Ricerca e la Bioetica del consiglio nazionale delle ricerche e del consiglio direttiva della Società Italiana di Filosofia Morale. Si è dedicato in particolar modo dei temi: "Etica e ragioni morali", "Etica pubblica e rispetto", "Neuroetica". Attraverso l'indagine delle "ragioni morali" e dell'"identità personale" e ispirandosi alla filosofia kantiana, propone una forma di "personalismo critico" in base alla quale il fondamento dell'esperienza morale viene individuato nella ricerca, che ognuno compie, delle "buone ragioni" che danno forma alla propria individualità personale attraverso l'agire. Riconoscere ogni persona come autrice della propria identità fonda un'etica del rispetto delle persone in quanto a ogni individuo viene riconosciuto il diritto e il dovere di esprimere le proprie abilità e costruire la propria personalità.  Si è inoltre occupato di bioetica essendo anche stato coordinatore del progetto Bioetica della genetica: questioni morali e giuridiche negli impieghi clinici, biomedici e sociali della genetica umana del Miur (FIRB, Tra i suoi interessi più recenti, la disciplina della Film and Philosophy: la riflessione su come i film possono fare filosofia e se possono argomentare vere e proprie tesi filosofiche. In questo contesto ha dato vita al Laboratorio di Filosofia e Cinema presso la Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele, conduce il sabato pomeriggio la rubrica "Al cinema col Filosofo" su TgCom24 (stagioni - e -) e la rubrica "Imparare ad amare i film" all'interno di Cinematografo Estate () su Rai 1.  Riviste È membro del comitato scientifico dell'Annuario di Etica (ed. Vita e Pensiero), dell'Annuario di Filosofia (ed. Mimesis) e della rivista online Etica & Politica.  Dalla sua fondazione è membro del Comitato Scientifico della rivista scientifica a cura del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi.  Attività teatrale Romeo e Giulietta: nascita e tragedia dell'io moderno, Eloisa e Abelardo: passione e negazione, Occidente, o identità fragile: Paul Auster e le Follie di Brooklyn, analisi filosofiche con letture sceniche, ciclo "Aperitivi con Sophia", Teatro Franco Parenti,La violenza e l'ingiustiziaGorgia, ciclo "Filosofi a teatro" Roberto Mordacci, Teatro Franco Parenti, L'individuo, la libertà e il perdono. Hegel legge Dostoevskij, lettura scenica di Roberto Mordacci e Jean Sorel, ciclo l'Intelligenza e la Fantasia, Teatro Strehler,L'isola della verità. Divagazioni fotografiche e filosofiche, lettura scenica di Roberto Mordacci, Anna Traini e Maria Grazia Stepparava, Cluster Isole, Mare e Cibo, Padiglione P03-Expo Milano  (Rho-Fiera), Kant e il mare, lettura scenica di Roberto Mordacci e Francesca Ria, agosto  Opere:“Bio-etica della sperimentazione,” FrancoAngeli, Milano; “Salute e bioetica,” Einaudi, Milano; con G. de Wert, R. ter Meulen e M. Tallacchini. “Una introduzione alle teorie morali,” Feltrinelli, Milano,  La vita etica e le buone ragioni, Bruno Mondadori, Milano, “Ragioni personali, ragione inter-personali: Saggio sulla normatività morale,” Carocci, Milano, Elogio dell'Immoralista, Bruno Mondadori, Milano; Rispetto, Raffaello Cortina, Milano . Bioetica, Bruno Mondadori, Milano . L'etica è per le persone, San Paolo, Cinisello Balsamo . Al cinema con il filosofo. Imparare ad amare i film, Mondadori, Milano . La condizione neomoderna, Einaudi, Torino, . Ritorno a utopia, Laterza, Bari, . Note  Università Vita-Salute San Raffaele, su unisr. Governo/bioetica , su governo.  Roberto Mordacci, su Le Università per Expo,Commissione per l’Etica della Ricerca e la Bioetica, Consiglio Nazionale delle Ricerche, su cnr.  Organi della società | SIFM, su sifm. Intervista a L'accento di Socrate, su laccentodi socrate.  Rai 1, Cinematografo estate, su rai.tv.  Scienza e etica: in uscita la nuova rivista della Fondazione Veronesi, su Fondazione Umberto Veronesi.  Chi siamo  su scienceandethics. fondazioneveronesi. Feeding the Mind: Expo-Bicocca Conversation Hour, su unimib. Lettura scenica de "I Sensi del Mare", su//elbareport. 1 Pearson Imparare sempre su pearson. 1º agosto .  Bioetica Mordacci Robertoe Book Mondadori BrunoSai cos'è?FilosofiaePubIBS, su ibs. L'etica è per le personeEdizioni San Paolo, su edizionisanpaolo.  Riflessioni sul senso della vita intervista di Ivo Nardi, sito "Riflessioni", settembre . Ci vuole più rispetto intervista a Roberto Mordacci, Famiglia Cristiana. Ma l'etica non è un'intrusa, intervista a Roberto Mordacci, Avvenire, Ora smettiamola di parlare inglese, intervista a Roberto Mordacci, Il Giornale. Mordacci. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mordacci” – The Swimming-Pool Library.

 

Morelli (Milano). Filosofo. Grice: ‘I once told Austin, I don’t give a hoot what the dictionary says;’ ‘And that’s where you make your big mistake,’ his crass response was!” -- Grice: “I once told Ackrill, ‘should there be a manual of philosophy, must we follow it?’ He replied, “One thing is to know the manual, another is to know how to abide by it!”  Si laurea a Pavia  e l'anno dopo assolve all'obbligo di leva a Trieste dove presta attenzione alle problematiche relazionali dei militari nello svolgimento delle proprie mansioni; si è poi specializzato in Psichiatria presso l'Università degli Studi di Milano. Direttore dell'Istituto Riza, gruppo di ricerca che pubblica la rivista Riza Psicosomatica ed altre pubblicazioni specializzate, con lo scopo di "studiare l'uomo come espressione della simultaneità psicofisica riconducendo a questa concezione l'interpretazione della malattia, della sua diagnosi e della sua cura". Inoltre è direttore delle riviste Dimagrire e Salute Naturale.  Dall'attività dell'Istituto Riza è sorta anche la Scuola di Formazione in Psicoterapia ad indirizzo psicosomatico, riconosciuta ufficialmente dal Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica. Vicepresidente della Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Partecipa a numerose trasmissioni televisive sia per la RAI sia per Mediaset (Maurizio Costanzo Show, Tutte le mattine, Matrix, ecc.) e per la radio.  Nelle sue opere ci sono molti riferimenti alle dottrine orientali. Altre saggi: Verso la concezione di un sé psicos-omatico. Il corpo è come un grande sogno della mente (Milano, UNICOPLI, Milano, Cortina); La dimensione respiratoria. Studio psicosomatico del respiro, con Gianlorenzo Masaraki, Milano, Masson Italia, Dove va la medicina psicosomatica (Milano,  Riza); Il sacro. Antropoanalisi, psicosomatica, comunicazione, con Erminio Gius e Carlo Tosetti, Milano, Riza-Endas, Convegno internazionale Mente-corpo: il momento unificante. Milano, Atti, e con Piero Parietti, Milano, UNICOPLI, Riza, I sogni dell'infinito, e con Franco Sabbadini, Milano, Riza, Autostima. Le regole pratiche, Milano, a cura dell'Istituto Riza di medicina psicosomatica, Il talento. Come scoprire e realizzare la tua vera natura, Milano, Riza, Ansia, con testi di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Insonnia, con testi di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Cefalea, con testi di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio (Milano, Riza); Lo psichiatra e l'alchimista. Romanzo, Milano, Riza, Le nuove vie dell'autostima. Se piaci a te stesso ogni miracolo è possibile, Milano, Riza, Conosci davvero tuo figlio? Sconosciuto in casa. Dal delitto di Novi Ligure al disagio di una generazione, con Gianna Schelotto, Milano, Riza, Come essere felici, Milano, A. Mondadori, Cosa dire e non dire nella coppia, Milano, A. Mondadori, Come mantenere il cervello giovane, Milano, A. Mondadori, Come affrontare lo stress, Milano, A. Mondadori, Come amare ed essere amati (Milano, A. Mondadori); Come dimagrire senza soffrire (Milano, Mondadori); Come risvegliare l'eros, Milano, A. Mondadori, Come star bene al lavoro, Milano, A. Mondadori, Come essere single e felici, Milano, A. Mondadori,  Cosa dire o non dire ai nostri figli, Milano, A. Mondadori, La rinascita interiore, Milano, Riza, Volersi bene. Tutto ciò che conta è già dentro di noi (Milano, Riza); L'amore giusto. C'è una persona che aspetta solo te, Milano, Riza, Vincere i disagi. Puoi farcela da solo perché li hai creati tu, Milano, Riza); Felici sul lavoro. Come ritrovare il benessere in ufficio, Milano, Riza, I figli felici. Aiutiamoli a diventare se stessi, Milano, Riza, La gioia di vivere. Scorre spontaneamente dentro di noi, Milano, Riza, Essere se stessi. L'unica via per incontrare il benessere, Milano, Riza, Accendi la passione. È la scintilla che risveglia l'energia vitale, Milano, Riza, Alle radici della felicità. Editoriali dpubblicati su Riza psicosomatica, rivista mensile delle Edizioni Riza, Milano, Riza, Ciascuno è perfetto. L'arte di star bene con se stessi, Milano, Mondadori, Il segreto di vivere. Aforismi, Milano, Riza, Realizzare se stessi, Milano, Riza, Vincere la solitudine, Milano, Riza, Dimagrire senza fatica, Milano, Riza, Amare senza soffrire, Milano, Riza, Guarire con la psiche, Milano, Riza, Superare il tradimento, Milano, Riza, Dizionario della felicità, 6 voll, Milano, Riza, Non siamo nati per soffrire, Milano, Mondadori,L'autostima. Le cinque regole. Vivere la vita. Adesso, Milano, Riza, Conoscersi. L'arte di valorizzare se stessi. Via le zavorre dalla mente, Milano, Riza,  I figli difficili sono i figli migliori, Milano, Riza, Il matrimonio è in crisi... che fortuna!, Milano, Riza, Autostima, I consigli di Raffaele Morelli per un anno di felicità, Milano, Riza, Le parole che curano, Milano, Riza, Perché le donne non ne possono più... degli uomini, Milano, Riza, Le piccole cose che cambiano la vita, Milano, Mondadori, Come trovare l'armonia in se stessi, Milano, Oscar Mondadori,  Ama e non pensare, Milano, Mondadori, Curare il panico. Gli attacchi vengono per farci esprimere le parti migliori di noi stessi, con Vittorio Caprioglio, Milano, Riza, Non dipende da te. Affidati alla vita così realizzi i tuoi desideri, Milano, Mondadori, L'alchimia. L'arte di trasformare se stessi (Milano, Riza); Il sesso è amore. Vivere l'eros senza sensi di colpa, Milano, Mondadori, Puoi fidarti di te, Milano, Mondadori, La felicità è dentro di te, Milano, Mondadori,L'unica cosa che conta (Milano, Mondadori); La felicità è qui. Domande e risposte sulla vita, l'amore, l'eternità, con Luciano Falsiroli, Milano, Mondadori, Guarire senza medicine. La vera cura è dentro di te (Milano, Mondadori); Lezioni di autostima. Come imparare a stare beni con se stessi e con gli altri (Milano, Mondadori); Il segreto dell'amore felice, Milano, Mondadori, La saggezza dell'anima. Quello che ci rende unici (Milano, Mondadori); Pensa magro. Le 6 mosse psicologiche per dimagrire senza dieta (Milano, Mondadori); Vincere il panico. Le parole per capirlo, i consigli per affrontarlo, cosa fare per guarirlo (Milano, Mondadori) Nessuna ferita è per sempre. Come superare i dolori del passato (Milano, Mondadori); Solo la mente può bruciare i grassi. Come attivare l'energia dimagrante che è dentro di noi (Milano, Mondadori); Breve corso di felicità. Le antiregole che ti danno la gioia di vivere (Milano, Mondadori); La vera cura sei tu (Milano, Mondadori); Il meglio deve ancora arrivare. Come attivare l'energia che ringiovanisce (Milano, Mondadori); Il potere curativo del digiuno. La pratica che rigenera corpo e mente (Milano, Mondadori). Segui il tuo destino. Come riconoscere se sei sulla strada giusta (Milano, Mondadori); Il manuale della felicità. Le dieci regole pratiche che ti miglioreranno la vita (Milano, Mondadori); Pronto soccorso per le emozioni. Le parole da dirsi nei momenti difficili (Milano, Mondadori). Movie. Grice: “Should there be a ‘dizionario della felicita,’ I would perhaps follow Austin’s advice and go through it!” –. Raffaele Morelli. Morelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Morelli” – The Swimming-Pool Library.

 

Moretti (Roma). Filosofo. Grice: “I like Moretti – he uses a good metaphor, ‘the wounded poet,’ unless we mean Owen, but he was more than wounded, even if that implicature is cancellable --.” Grice: “I like Moretti also because he wrote on ‘ermeneutica sensibile,’ which is exactly what I do.” Grice: “I like Moretti also because he uses ‘segnatura’ etymologically, when he writes of the ‘la segnatura romantica’ – talk of tokens!” Nasce nel borghese quartiere Trieste, primo di due fratelli. Ottiene il diploma di maturità classica presso il Liceo Giulio Cesare. Successivamente consegue una prima laurea in Giurisprudenza, con una tesi in filosofia del diritto, e, nel una seconda in filosofia, con una tesi in filosofia morale, entrambe presso l'Roma La Sapienza. È poi borsista presso l'Friburgo in Brisgovia, dove imposta un progetto di ricerca che, partendo dall'interpretazione di Heidegger, mira ad un'analisi critica delle categorie filosofico-estetiche del “romantico” in Germania, con particolare attenzione alle opere di autori del romanticismo di Heidelberg, quali Creuzer, Görres, i Fratelli Grimm e Bachofen, che contribuisce a tradurre e a far conoscere in Italia. Al suo rientro insegna dapprima materie letterarie nelle scuole medie e, in seguito, filosofia presso la Scuola germanica di Roma.  La sua ricerca si amplia poi al pensiero estetico di Novalis, di cui cura la prima edizione completa in lingua italiana della Opera filosofica; durante questo periodo consegue il dottorato di ricerca in Estetica presso l'Bologna. Vince la cattedra di professore associato di Estetica all'Bari; Professore a Napoli L’Orientale.  Redattore di Itinerari e Studi Filosofici, collabora con varie altre riviste filosofiche (Agalma, Rivista di Estetica, Studi di Estetica, aut aut, Nuovi Argomenti, Filosofia e Società, Filosofia Oggi, Estetica) e ha spesso partecipato a trasmissioni RAI su temi filosofici e a numerosi convegni. Altri saggi: ”Il romantico: poesia, mito, storia, arte e natura” (Itinerari, Lanciano); “Anima e immagine: sul poetico” (Aesthetica, Palermo); “Nichilismo e romanticismo. Estetica e filosofia della storia” (Cadmo, Roma); “Hestia. Interpretazione del romanticismo” (Ianua, Roma); “Estetica: analogia e principio poetico nella profezia romantica” -- Rosenberg & Sellier, Torino); “La segnatura romantica. Filosofia e sentimento” (Hestia, Cernusco L.); “Il genio, il Mulino, Bologna, “Il poeta ferito.” Hölderlin, Heidegger e la storia dell'essere, Editrice La Mandragora, Imola, “Anima e immagine.” Studi su  Klages, Mimesis, Milano, Heidelberg romantica. Romanticismo tedesco e nichilismo europeo, Guida Editori, Napoli, Introduzione all'estetica del Romanticismo, Nuova Cultura, Roma,  Il genio, Morcelliana, Brescia. Per immagini. Esercizi di ermeneutica sensibile, Moretti & Vitali, Bergamo,  Heidelberg romantica. Romanticismo tedesco e nichilismo europeo, Morcelliana, Brescia, Novalis. Pensiero, poesia, romanzo Morcelliana, Brescia, Romano Guardini, Hölderlin, Giampiero Moretti, Morcelliana, Brescia. Novalis, Scritti filosofici, Fabrizio Desideri e Giampiero Moretti, Morcelliana, Brescia. J. J. Bachofen, Il matriarcato, scelta antologica con introduzione e note di Moretti, Christian Marinotti Editore, Milano, Novalis, Opera filosofica,  I, Einaudi, Torino, Un video con una trasmissione RAI. Un video con un intervento di Moretti. Moretti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moretti: il romanticismo romano” – The Swimming-Pool Library.

 

Mori (Cremona).  Filosofo. Grice: “I like Mori; he wrote a treatise on Stephen, better known as Virginia Woolf’s father; which reminded me of Bergmann who once called me an English futilitarian!” -- Professore a Torino e presidente della Consulta di Bioetica Onlus, un'associazione di volontariato culturale per la promozione della bioetica laica. L’etica e la bioetica con le varie problematiche connesse sono le tematiche al centro dei suoi interessi filosofici e teorici.  Mori ha studiato all’Università degli Studi di Milano, dove ha conseguito la laurea (con Bonomi e Pizzi) e il dottorato sotto Scarpelli e Jori. Insegnato ad Alessandria e Pisa, prima di essere chiamato a Torino. Studia i temi della meta-etica e della logica dell’etica con le problematiche della teoria etica. Tra i primi a occuparsi di bioetica, nella quale ha dato contributi in tutti i principali settori, con particolare attenzione all’aborto e alla fecondazione assistita. Sollecitato dai casi Welby e Englaro ha dato contributi anche sul fine-vita a difesa dell’autonomia individuale. Per primo teorizza la contrapposizione paradigmatica tra bioetica laica e bioetica cattolica, derivante dal fatto che quest’ultima propone un’etica della sacralità della vita caratterizzata da divieti assoluti, mentre l’altra avanza un’etica della qualità della vita senza assoluti e soli divieti prima facie. Presta grande attenzione al problema della liberazione animale. Fonda Bioetica. Rivista interdisciplinare (Ananke Lab, Torino). Membro di numerosi comitati, tra cui il comitato scientifico di Notizie di Politeia, di Iride del Journal of Medicine and Philosophy e altre. Opere: “Manuale di bioetica: verso una civiltà bio-medica secolarizzata”, Le Lettere, Firenze, . Introduzione alla bioetica. temi per capire e discutere, Daniela Piazza Editore, Torino, . Il caso Eluana Englaro. La “Porta Pia” del vitalismo ippocratico ovvero perché è moralmente giusto sospendere ogni intervento, Pendragon, Bologna, Aborto e morale. Per capire un nuovo diritto, Einaudi, Torino, La fecondazione artificiale. Una nuova forma di riproduzione umana, Laterza, Roma-Bari, La fecondazione artificiale: questioni morali nell'esperienza giuridica, Giuffrè, Milano, Utilitarismo e morale razionale. Per una teoria etica obiettivista, Giuffrè, Milano, La legge sulla procreazione medicalmente assistita. Paradigmi a confronto, Net, Milano, Laici e cattolici in bioetica: storia e teoria di un confronto, Le Lettere, Firenze, La fecondazione assistita dopo 10 anni di legge 40. Meglio ricominciare da capo!, Ananke editore, Torino, Questa è la scienza, bellezze! La fecondazione assistita come novo modo di costruire le famiglie, Ananke Lab, Torino.

 

Moriggi (Milano). Filosofo. Grice: “I like it when Moriggi does substantial metaphysics; he has edited a collection on ‘why is there something rather than nothing?” – hardly rhetoric – and the subtitle is fascinating: the vacuum, the zero, and nothingness! All in Italian, to offend Heidegger!” Specializza in teoria e modelli della razionalità, fondamenti della probabilità e di pragmatism. Insegna a Brescia, Parma, Milano e presso la European School of Molecular Medicine è conosciuto al grande pubblico attraverso la trasmissione TV E se domani di Rai 3 e per alcuni interventi ad altre trasmissioni. Pubblicazioni Le tre bocche di Cerbero, con E. Sindoni (Bompiani. Perché esiste qualcosa anziché nulla? Vuoto, Nulla, Zero, con P.Giaretta e G.Federspil (Itaca) Perché la tecnologia ci rende umani, con G. Nicoletti (Sironi) Connessi. Beati quelli che sapranno pensare con le macchine (San Paolo) School Rocks! La scuola spacca, con A. Incorvaia (San Paolo, ), con prefazione rap di Frankie Hi-nrg. Stefano Moriggi. Moriggi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moriggi” – The Swimming-Pool Library.

 

Mosca (Palermo). Filosofo. Grice: “When Austin was defending the ‘man in the street,’ he was thinking Mosca!” -- Grice: “I like Mosca; he speaks of elites – Gellner speaks of elites, too!” -- Grice: “Do Italians consider Mosca a philosopher?” – Opere: “Sulla teorica dei governi e sul governo parlamentare,  Appunti sulla libertà di stampa, Questioni costituzionali, Le Costituzioni modern; Elementi di scienza politica, Che cosa è la mafia, Appunti di diritto Costituzionale, Italia, Stato liberale e stato sindacale, Il problema sindacale,  Saggi di storia delle dottrine politiche, Crisi e rimedi del regime parlamentare, Storia delle dottrine politiche, Partiti e sindacati nella crisi del regime parlamentare, Ciò che la storia potrebbe insegnare. Scritti di scienza politica (Milano), Il tramonto dello Stato liberale (a cura di A. Lombardo, Catania) Scritti sui sindacati (a cura di F. Perfetti, M. Ortolani, Roma) Discorsi parlamentari (con un saggio di A. Panebianco, Bologna 2003). Mosca. Keywords. Refs.: H. P. Grice: “Mosca’s liberalism;” Luigi Speranza, "Grice e Mosca," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria.

 

Motta (Vercelli). Filosofo. Grice: “If Mill’s claim to fame is to some his examination of Mill, Motta’s claim to fame is his examination of Rosmini!” -- Il conte Emiliano Avogadro della Motta. Nacque dal conte Ignazio della Motta e da Ifigenia Avogadro di Casanova, entrambi appartenenti a nobili famiglie di vassalli e visconti, i cui antenati risalgono a poco oltre il mille. Tra gli Avogadro vi fu anche Amedeo, inventore della legge sui fluidi. Frequenta con profitto gli studi e si laureò in utroque iure, ma proseguì lo studio in diverse aree della teologia e della filosofia, trasformando le dimore familiari in piccole accademie dove giuristi, filosofi, studiosi di diritto canonico e vescovi si riunivano, per discutere vari argomenti ed approfondire la filosofia moderna e i diversi aspetti del nascente socialismo.  Ricevette l'incarico, che già fu del padre, di riformatore degli studi del Vercellese e in un'epoca in cui si guardava ancora con diffidenza all'istruzione delle classi popolari, egli visitava ciclicamente le scuole d'ogni ordine, scegliendone accuratamente gli insegnanti, convinto che l'istruzione e l'educazione fossero un diritto di tutti e dovessero procedere simultaneamente. Assunse la carica di Consigliere di Formigliana e continuò a dedicarsi allo sviluppo culturale della natia Vercelli, ove fondò la Società di Storia Patria, per incrementare gli studi sul glorioso passato della città. Divenne membro del Consiglio Generale del Debito Pubblico e più tardi sindaco di Collobiano e “Consigliere di Sua Maestà per il pubblico insegnamento” La sua notorietà varcò i confini del Piemonte, allorché ricevette l'eccezionale invito di partecipazione alla fase preparatoria della definizione del dogma dell'Immacolata e le sue riflessioni ebbero un seguito fra alcuni importanti gesuiti, come il direttore de La Civiltà Cattolica, che fece dono a Pio IX del Saggio intorno al socialismo. Luigi Taparelli d'Azeglio, richiamandosi ad Avogadro, espresse la propria preferenza per una condanna esplicita di tali errori, da includere nella bolla di definizione del dogma, ma l'autore sollecitò apertamente la distinzione di due argomenti (definizione del dogma e condanna degli errori) dalla portata tanto diversa e lo stesso Pio IX incaricò la Commissione, che aveva già lavorato sulla definizione del dogma, di esaminare gli errori moderni e di preparare il materiale necessario per la bolla e chiese al cardinale Fornari di invitare formalmente alcuni laici a collaborare. Avogadro fu l'unico laico italiano ad essere interpellato e inviò a Roma una risposta singolare e ricca di argomentazioni. Ben presto la Commissione incaricata abbandonò la trattazione univoca dei due argomenti e la solenne definizione su Maria sarà fatta da Pio IX, mentre l'esame degli errori si trascinerà per altri dieci anni, mentre prevaleva in ambito ecclesiastico l'idea di una severa condanna.  Attività parlamentare Diventò membro attivo nella vita politica, quale deputato eletto nel collegio di Avigliana e operò nelle file dello stesso schieramento politico della Destra. La proposta avanzata in Parlamento di ridurre il numero delle feste, indusse Avogadro a scrivere un apposito opuscolo, per difendere la dignità dell'uomo che, in quanto essere intelligente e creativo, «senza tempo libero non vive da uomo, e mal lo conoscono gli economisti che altro non sanno procacciargli se non “lavoro e pane”». In Parlamento prendeva spesso la parola contro il progetto di legge che prevedeva l'obbligo del servizio militare e criticò la cessione di Nizza e Savoia alla Francia, smascherando le reali intenzioni che sull'Italia nutriva l'ambiguo Napoleone III.  Riceve la decorazione della Croce di Ufficiale dei Santi Maurizio e Lazzaro e continuò a scrivere, oltre a collaborare con l'Armonia, l'Unità cattolica, l'Apologista, il Conservatore, rivista quest'ultima stampata a Bologna e di cui è ritenuto uno dei fondatori e collaboratori. Morì in Torino”, come annotano diversi giornali e riviste, non ultima La Civiltà Cattolica, che gli dedicò un sentito necrologio. Altre saggi: “Saggio intorno al Socialismo e alle dottrine e tendenze socialistiche” (Torino, Zecchi e Bona); “Sul valore scientifico e sulle pratiche conseguenze del sistema filosofico di Rosmini” (Napoli, Societa Editrice Fr. Giannini); “Teorica dell'istituzione del matrimonio e della guerra moltiforme cui soggiace per Emiliano Avogadro conte della Motta già Riformatore delle R. Scuole provinciali degli Stati Sardi, a spese della Societa Editrice Speirani e Tortone, Teorica dell'istituzione del matrimonio Parte II che tratta della guerra moltiforme cui soggiace, per E. Avogadro conte della Motta già deputato al Parlamento Subalpino, Torino, Edizione Speirani e Figli, Teorica dell'istituzione del matrimonio e della guerra a cui soggiace, Parte III che tratta delle difese e dei rimedi, con una Appendice intorno alla ricerca del principio teorico morale generatore degli uffizi e dei doveri coniugali,” Torino, Edizione Speirani e Tortone, per Emiliano Avogadro conte della Motta deputato al Parlamento Nazionale, Torino, Tipografia Speirani e Tortone, “Teorica dell'istituzione del matrimonio e della guerra a cui soggiace, Parte IV Documenti per E. Avogadro conte della Motta già deputato al parlamento nazionale (Torino, Speirani); “Gesù Cristo nel secolo XIX, Studi religiosi e sociali, Modena, Tipografia dell'Immacolata Concezione, “La filosofia di  Rosmini esaminata da Emiliano Avogadro-conte Della Motta, Napoli, Societa Editrice Fr. Giannini, “La festa di S. Michele e il mese di ottobre agli angeli santi, Torino, Marietti, 1Il mese di novembre dedicato a suffragio dei morti, Torino, Marietti, Le colonne di S. Chiesa. Omaggi a S. Giovanni Battista e ai Santi Apostoli nel mese di giugno e novena per la festa dei Santi Principi Pietro e Paolo, Torino, Marietti, 1863. Il mese di dicembre in adorazione al Verbo Incarnato Gesu nascente e ad onore di Maria Madre SS.ma, Torino, Marietti, Opuscoli di carattere storico-giuridico Rivista retrospettiva di un fatto seguito in Vercelli con osservazioni al diritto legale di libera censura, Vercelli, De Gaudenzi, Delle feste sacre e loro variazioni nel Regno subalpino, Torino, Marietti, Quistioni di diritto intorno alle istituzioni religiose e alle loro persone e proprietà, in occasione della Proposta di Legge fatta al Parlamento torinese per la soppressione di alcune corporazioni, Torino, Marietti,  Cenni sulla Congregazione degli Oblati dei SS. Eusebio e Carlo eretta nella Basilica di S. Andrea in Vercelli e sulla proposta sua soppressione. Per un elettore Vercellese, Torino, Marietti. Parole di conciliazione sulla questione della circolare di S. E. Arcivescovo di Torino,  Del diritto di petizione e delle petizioni pel ritorno di S. E. l'Arcivescovo di Torino, 1Lo statuto condanna la Legge Siccardi, Torino, Fontana, Erroneità e pericoli di alcune teorie ed ipotesi invocate a sostegno della proposta di Legge di soppressione di vari stabilimenti religiosi, Torino, Speirani e Tortone, Alcuni schiarimenti intorno alla natura della Proprietà Ecclesiastica allo stato di povertà religiosa, ed alle quistioni relative ai diritti e ai mezzi temporali di sussistenza della Chiesa. Con una Appendice intorno alla legalità nell'esecuzione della legge sulle Corporazioni religiose, Torino, Speirani e Tortone, Considerazioni sugli affari dell'Italia e del Papa, Torino, Speirani e Tortone, Una quistione preliminare al Parlamento Torinese, Torino, Speirani e Tortone, Il progetto di revisione del Codice Civile Albertino e il matrimonio civile in Italia, Torino, Speirani e Figli, La Rivoluzione e il Ministero Torinese in faccia al Papa ed all'Episcopato Italiano. Riflessioni retrospettive e prospettive, Torino, Speirani, L'Armonia, Civiltà Cattolica, Rivista retrospettiva sopra la discussione delle leggi Siccardi, Unità Cattolica, Famiglia Avogadro di Collobiano e della Motta, Angelo Ballestreri, segretario della Famiglia, presso l'Archivio Storico di Torino. Avogadro della Motta, in Enciclopedia storico-nobiliare italiana, promossa e diretta dal marchese Vittorio Spreti,  I, Milano, Avogadro di Vigliano F., Pagine di storia Vercellese e Biellese, in Antologia, M. Cassetti, Vercelli, Avogadro di Vigliano F., Antiche vicende di alcuni feudi Biellesi degli Avogadro di San Giorgio Monferrato (e poi Conti di Collobiano e di Motta Alciata), Estratto dalla Illustrazione biellese, XIX, Biella, Corboli G., Per le nozze del Conte Federico Sclopis di Salerano e della Contessa Isabella Avogadro, Cremona, Feraboli, De Gregory G., Historia della Vercellese letteratura ed arti, parte IV, Torino, Di Crollallanza G. B., Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti,  I, Sala Bolognese, Dionisotti C., Notizie biografiche dei vercellesi illustri, Biella, Amos, Manno A., Il patriziato Subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche desunte da documenti,  I, Firenze,  I vescovi di Italia. Il Piemonte, Savio F., Torino, Bocca, Bonvegna G., Filosofia sociale e critica dello Stato moderno nel pensiero di un legittimista italiano: Emiliano Avogadro della Motta in Annali Italiani. Rivista di studi storici, Bonvegna G., Il rapporto tra fede e ragione in Avogadro della Motta, in Sensus Communis,  Valentino V., E. Avogadro della Motta, un difensore rigoroso dei diritti della Chiesa e del Papa, in Divinitas, rivista internazionale di ricerca e di critica teologica, Volumi e tesi sull'autore Bonvegna G., Emiliano Avogadro della Motta. Il pensiero filosofico-politico e la critica al socialismo, Tesi di laurea in Filosofia. Università Cattolica, Milano, De Gaudenzi L., Ultima parola su di una pretesa ritrattazione del Conte Emiliano Avogadro della Motta, Mortara, Cortellezzi, De Gaudenzi L., Un'asserzione delFr. Paoli D.I.D.C. riguardante il Conte Emiliano Avogadro-della Motta, tolta ad esame, Mortara, Cortellezzi,  De GaudenziG., Istruzione del vescovo di Vigevano al Ven.do Suo Clero sul Matrimonio, Vigevano, Spargella, Manacorda G., Storiografia e socialismo, Padova, Martire G., II, Roma, Omodeo A., L'opera politica del conte di Cavour, Firenze, Pirri, Carteggi delL. Taparelli d'Azeglio,  XIV di Biblioteca di Storia Italiana Recente, Torino, La scienza e la fede,  XXIV, Napoli Spadolini G., L'opposizione cattolica da porta Pia, Firenze, Storia del Parlamento Italiano, diretta da N. Rodolico,  Palermo Traniello F., Cattolicesimo conciliarista. Religione e cultura nella tradizione Rosminiana Lombardo-Piemontese, Milano, Valentino V., Il matrimonio e la vita coniugale nel pensiero di Emiliano Avogadro, Tesi di licenza in teologia presso la Facoltà teologica dell'Italia Centrale, Valentino V., Un'introduzione alla vita e alle opere, Vercelli, Saviolo, Valentino V., Un laico tra i teologi, Vercelli, Valentino V.,  Il pensiero di V. Gioberti, Genova, Verucci G., Dizionario Biografico Italiano, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,  IV, Roma. Guido Verucci, Emiliano Avogadro della Motta, in Dizionario biografico degli italiani,  4, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Opere di Emiliano Avogadro della Motta, Emiliano Della Motta (Avogadro), su storia.camera, Camera dei deputati. Il conte Emiliano Avogadro. Emiliano Avogadro. Conte Emiliiano Avogadro della Motta. Motta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Motta” – The Swimming-Pool Library.

 

Motterlini (Milano). Filosofo. Grice: “I like Motterlini – he has written, echoing Kant, a critique of economic reason, which Stalnaker should read before saying I’m Kantian rather than Futilitarian!”  Specializzato in filosofia della scienza, economia comportamentale e neuro-economia, e noto per i suoi saggi in ambito psico-economico su processi decisionali, emozioni e razionalità umana e per le sue ricerche in ambito epistemologico sulla razionalità della scienza e il metodo scientifico. Insegna a Milanodove. Consigliere per le Scienze Sociali e Comportamentali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si laurea a Milano, dove porta a termine il proprio dottorato in filosofia della scienza. Ricercatore di economia politica e professore associato di filosofia della scienza presso l'Trento; Visiting Associate Professor al Department of Social and Decision Sciences della Carnegie Mellon di Pittsburgh, Visiting Research Scholar al Department of Psychology della UCLA. Professore di filosofia della scienza presso l'Università Vita-Salute San Raffaele.  Tra gli altri incarichi è collaboratore de Il Corriere Economia, Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore, per cui ha curato per anni il blog Controvento. È stato consulente scientifico di Milan Lab, A.C. Milan, fondatore e direttore di Anima FinLab, di Anima Sgr, centro di ricerca di finanza comportamentale e Scientific advisor di MarketPsychData, Ls Angeles.  È direttore del CRESA (Centro di ricerca in epistemologia sperimentale e applicata), da lui fondato a Milano presso la facoltà di filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele. I progetti di ricerca del centro si concentrano su vari aspetti della cognizione umana, dal linguaggio al rapporto tra mente e cervello, dall'economia comportamentale alle neuroscienze cognitive della decisione, con particolare attenzione all'indagine sperimentale multidisciplinare e alle sue ricadute pratiche e applicative (per esempio nell'ambito del policy making e dell'evidence-based policy).  A inizio , ha avviato il progetto di finanza comportamentale per Schroder Italia, dal quale è nato Investimente, un test psicofinanziario al servizio di risparmiatori, promotori finanziari e private banker, per raccogliere e quindi analizzare i dati riguardanti le decisioni di investimento e i bias cognitivi nell'ambito della gestione del risparmio.  Attualmente è direttore dell'E.ON Customer Behavior Lab e Chief Behavior Officer di E.ON Italia; stesso incarico che ricopre per il Gruppo Ospedaliero San Donato. Analizza la proposta falsificazionista, rivelando le difficoltà in cui si imbatte il progetto de-marcazionista e anti-induttivista. Affrontano quindi il modo in cui si ha preteso superare alcune di queste difficoltà, e insieme raccogliere la sfida di Duhem circa il carattere olistico del controllo empirico, tenendo conto delle immagini che il filosofo ha della sua stessa pratica e riferendosi a particolari casi storici come termine di confronto. Sull'orlo della scienza e in edizione ampliata. Nel suo “Filosofia e storia” avanza una interpretazione del progetto razionalista come il prodotto di una peculiare combinazione delle idee di Platone e Hegel. Ciò è motivo della straordinaria fecondità di Platone, ma anche di una inesauribile tensione al suo interno. Una tensione che viene illustrata affrontando la relazione tra filosofia e storia della filosofia (unita longitudinale) in riferimento alla questione della valutazione di una data metodologia in base alle 'ricostruzioni razionali' o construzioni logica a cui essa conduce. Nell'idea che la metodologia filosofica va confrontate con la storia della filosofia è contenuto il germe di una logica della scoperta in cui i canoni non siano fissati una volta per sempre, ma mutano nel tempo, anche se con ritmi non necessariamente uguali a quelli delle teorie filosofiche. Si focalizza su questioni di metodologia dell'economia da una prospettiva interdisciplinare che combina riflessione epistemologica, scienza cognitiva, ed economia sperimentale con aspetti più tecnici di teoria della scelta e della decisione individuale in condizioni d'incertezza. Le ricerche di questo periodo analizzano criticamente lo status delle assunzioni della teoria della scelta razionale, valutando l'impatto delle violazioni comportamentali sistematiche alle restrizioni assiomatiche imposte dai modelli normativi di razionalità. Avanzano quindi ragioni epistemologiche per la composizione della frattura economia e psicologia cognitiva in ambito della teoria della decisione; e suggeriscono di guardare ai recenti risultati dell'economia cognitiva in prospettiva di una nuova sintesi 'quasi-razionale' in cui i modelli neoclassici, integrati da teorie psicologiche che tengano conto dei limiti cognitivi dei soggetti decisionali, rafforzano le previsioni del comportamento economico degli esseri umani.  Neuroeconomia e evidence-based policy Le sue ricerche indagano le basi neurobiologiche della razionalità umana attraverso lo studio dei correlati neurali dei processi decisionali in contesti economico-finanziari, con particolare attenzione al ruolo svolto dalle emozioni, dal rimpianto, e dall'apprendimento sociale.  Parallelamente progetta ed esperimenta i modi in cui i risultati dell'economia comportamentale e della neuroeconomia possono informare politiche pubbliche più efficaci e basate sull'evidenza.  Queste ricerche sono oggetto dei corsi di Filosofia della scienza e di Economia cognitiva e neuroeconomia che insegna all'università San Raffaele, e hanno altresì trovato diffusione attraverso numerosi articoli divulgativi e due libri, Economia emotiva e Trappole mentali. Il suo ultimo libro è Psicoeconomia di Charlie Brown. Strategia per una società più felice. Opere: “Sull'orlo della scienza,” – Grice: “Must say that ‘orlo’ is a genial word, wish Popper knew it!” – I. Lakatos, Paul K. Feyerabend: Pro e contro il metodo, Cortina, Milano.  Popper, Il Saggiatore-Flammarion, Milano, Imre Lakatos. Scienza, matematica e storia, Il Saggiatore, Milano, Decisioni mediche. Un approccio cognitive, Raffaello Cortina, Milano. Critica della ragione economica. Tre saggi: Mc Fadden, Kahneman, Smith, Il Saggiatore, Milano, Economia cognitiva & sperimentale, Università Bocconi Editore, Milano La dimensione cognitiva dell'errore in medicina, Fondazione Smith Kline, Franco Angeli, Milano  Economia emotiva (Emotional Economics), Rizzoli, Milano Trappole mentali, Rizzoli, Milano Mente, Mercati, Decisioni. Introduzione all'economia cognitiva e sperimentale, Egea, Milano  Psicoeconomia di Charlie Brown. Strategia per una società più felice, Rizzoli, Milano Alcuni articoli scientifici, Lakatos between the Hegelian devil and the Popperian blue sea. In Kampis, G., Kvasz, L., Stoeltzner, M. Considerazioni epistemologiche e mitologiche sulla relazione tra psicologia ed economia, Sistemi intelligenti, Il Mulino, Metodo e standard di valutazione in economia. Dall'apriorismo a Friedman, Studi Economici, Milano. A fMRI Study, con Nicola Canessa, Cinzia Di Dio, Daniela Perani, Paola Scifo, Stefano F. Cappa, Giacomo Rizzolatti, PlosONE', Vai in laboratorio e capirai il mercato (con Francesco Guala) Prefazione a Vernon Smith, La razionalità in economia. Tra teoria e analisi sperimentale, IBL, Milano. . Neuroeconomia e Teoria del prospetto, voci Enciclopedia dell'economia Garzanti, Milano. Investimente. Test dell'investitore consapevole  Recensione di Ian Hacking sulla The London Review of Books  IlSole24Ore 22.5.//ilsole24ore. com/art/cultura/-05-18/motterlini-spinta-riforme--shtml?uuid=ADAaR2J ASito personale, su matteomotterlini. Sito CRESA, su cresa.eu. Motterlini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Motterlini” – The Swimming-Pool Library.

 

Musatti (Dolo). Filosofo.  Grice: “Musatti reminds me of Malcolm, “Tonight I had a dream,”” – Grice: “Musatti has explored the implicatures of ‘who’s afraid of the big bad wolf?’, which comes strictly from Grimm – this is a rhetorical question – and Grimm is implicating that nobody should!” -- Ccesare luigi eugenio musatti. Tra i primi che posero le basi della psicoanalisi, in Italia . Nato a Dolo, sulla riviera del Brenta, nella Villa Musatti a del nonno paterno in cui i parenti erano soliti trascorrere la villeggiatura.  Figlio di Elia, ebreo veneziano e deputato socialista amico di G. Matteotti, e della napoletana Emma Leanza, non fu né circonciso, né battezzato (durante le persecuzioni razziali si procura un falso certificato di battesimo dalla parrocchia di Santa Maria in Transpontina di Roma) e non professa mai alcun credo religioso.  Frequenta il liceo Foscarini di Venezia, poi si iscrive dapprima alla facoltà di Scienze dell'Padova per il corso di Ingegneria, e immediatamente dopo alla facoltà di Lettere e Filosofia, dove si laurea in filosofia. Dopo la laurea, si iscrisse per due anni al corso di Matematica della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di Padova, ma non sostenne esame alcuno.  Giovinezza A diciannove anni fu chiamato a Roma per il servizio di leva. Dopo un periodo di addestramento a Torino, e mandato al fronte come ufficiale, con impegni marginali. Finita la guerra tornò a Padova per terminare gli studi. Sulla cattedra di Psicologia Sperimentale c'era Vittorio Benussi, allora chiamato per chiara fama nel 1919 a insegnare a Padova dall'Graz. Si laurea in filosofia e l'anno successivo divenne assistente volontario del Laboratorio di psicologia sperimentale. Benussi si uccise con il cianuro a causa di una grave forma di disturbo bipolare, lasciando tutto nelle mani di Musatti e di Silvia De Marchi, anch'essa assistente volontaria, che poi divenne sua moglie. Il suicidio di Benussi fu scoperto da Musatti, il quale però lo nascose per paura di ripercussioni negative sulla psicologia italiana in una situazione di fragilità e precarietà accademica, sottoposta a pressioni da parte sia del regime fascista, con le sue istanze gentiliane, che della Chiesa Cattolica. Negli anni ottanta Musatti rivelò che Benussi s'era suicidato, non era morto a causa di un malore.  Nel 1928 Musatti divenne direttore del Laboratorio di Psicologia dell'Padova. Portò in Italia la Psicologia della Forma con importanti lavori di livello internazionale. Dopo aver diffuso in Italia la psicologia della Gestalt, divenne il primo studioso italiano di psicoanalisi.  Studiando la psicologia della suggestione e dell'ipnosi, introdotta in Italia da Vittorio Benussi, approdò alla psicoanalisi, sulla quale tenne il primo corso universitario italiano. Il corso si tenne presso a Padova. Divenne allora uno dei primi e più importanti rappresentanti italiani della psicoanalisi. Nell'Italia degli anni '30 le teorie di Freud non erano state accolte bene né dalle Università, né dalla Chiesa cattolica, a causa dell'ideologia culturale gentiliana assunta dal fascismo. La Società psicoanalitica italiana venne limitata anche dalle leggi razziali fasciste che colpirono i membri ebrei della società. Benché non fosse ebreo (poiché figlio di madre cattolica), fu allontanato dall'insegnamento a Urbino e declassato ad insegnante di liceo. Nominato professore di Filosofia al Liceo Parini di Milano. Si ritrova con L.  Basso, Ferrazzutto e altri vecchi socialisti con l'intento di creare un partito erede del Partito Socialista Italiano; ebbe l'incarico di trovare denaro per una prima organizzazione e di allacciare rapporti col Partito Comunista clandestino. Musatti lavorò anche durante la guerra. Nel 1944, nel periodo dell'occupazione nazista, fu tratto in salvo dall'avvocato Paolo Toffanin, fratello di Giuseppe Toffanin, che lo aiutò a trasferirsi a Ivrea, ospite dell'amico Adriano Olivetti. Con il suo sostegno fondò un centro di psicologia del lavoro. Ricoprì anche l'incarico di direttore della Scuola Allievi Meccanici, scuola aperta per formare operai meccanici specializzati. Successivamente fu richiamato dall'Esercito per andare sul fronte francese.  Ottenne all'Università degli Studi di Milano la prima cattedra di Psicologia costituita nel dopoguerra in Italia, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia. Vi insegnò per venti anni. A Milano ebbe il periodo più florido della sua ricerca scientifica: gli studenti affollavano le sue lezioni. Musatti fu il leader del movimento psicoanalitico italiano nei primi anni del dopoguerra. A quel periodo risale il suo “Trattato di Psicoanalisi”, pubblicato da Einaudi. Divenne direttore della “Rivista di psicoanalisi”. Presidente del Centro Milanese di Psicoanalisi fondato da Franco Ciprandi, Renato Sigurtà e Pietro Veltri, che gli verrà intitolato dopo la sua morte. Nel 1976 è diventato curatore della edizione italiana delle Opere di Sigmund Freud, della Casa Editrice Bollati Boringhieri di Torino. Vecchiaia  La località a lui dedicata Musatti scrisse anche libri di letteratura, tra cui Il pronipote di Giulio Cesare, che gli fece vincere il Premio Viareggio. Fu eletto per due volte consigliere comunale di Milano nella lista del PSIUP e fu anche consulente del Tribunale dei Minori del capoluogo lombardo. Sostenne sempre la pace, il progresso dei lavoratori, l'emancipazione femminile ed i diritti civili.  Cesare Musatti era ateo, come ebbe a dichiarare in più occasioni, l'ultima delle quali in uno dei martedì filosofici del Casinò di Sanremo. Muore nella sua abitazione di via Sabbatini a Milano. L'indomani dopo una cerimonia laica di commiato celebrata in forma strettamente privata, la sua salma e  cremata a Lambrate. Le sue ceneri sono tumulate, secondo le sue ultime volontà, nel cimitero comunale di Brinzio, località in cui era solito trascorrere i periodi di vacanza. Il suo archivio è conservato presso l'Aspi Archivio Storico della Psicologia Italiana dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca.  Il comune di Dolo ha ribattezzato la sua località natale Casello 12 località Cesare Musatti e gli ha intitolato il locale istituto professionale.  Musatti e il suicidio di Benussi Anche dopo la rivelazione che si era trattato di un suicidio, non parla mai volentieri della morte del maestro. Nel generale silenzio dello studioso di Dolo emerge un'intervista. Nell'intervista Musatti confessa di sognare a volte che in una caserma dei carabinieri in cui viene tradotto, il commissario lo interroga sulla morte di tre sue mogli (si sposò quattro volte), decedute tragicamente, e di Vittorio Benussi. A fine colloquio il militare lo intima di confessare di aver ucciso il maestro per prendere la cattedra di psicologia. «Io gli rispondoprosegue Musatti, da buon psicoanalistache sicuramente nel mio subconscio mi sono sentito responsabile per questa e per altre morti. Il commissario, che non capiva nulla di subconscio, decide: “Mi spiace professore, ma devo arrestarla”. Io allora gli rispondo: ”Non è possibile commissario, perché si tratta di delitti commessi più di cinquant'anni fa, e quindi sono prescritti!”».  ‘Cesare’ è un riferimento al pro-zio Musatti, medico pediatra, uno che aveva visitato il piccolo, nato settimino. ‘Luigi’ e il nome del bonno materno (L. Leanza, morto in carcere, partecipa alla rivolta anti-borbonica); ‘Eugenio’ e il nome di un altro pro-zio paterno, lo storico Eugenio Musatti; cfr. Musatti IX-XIII. Forse la psicoanalisi è nata e morta con lui. Il nome allude alla fermata della tranvia Padova-Malcontenta-Fusina che il nonno, presidente della Società Veneta Lagunare, odierna ACTV, aveva fatto aprire per raggiungere più agevolmente Venezia.  Musatti IX-XIII.  Archivio dell'Università degli Studi di Padova, Carriere scolastiche della Facoltà di Lettere e filosofia, Padova, Carriere scolastiche della Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali, Opuscolo del Centro Milanese di Psicoanalisi, a cura del Comitato Direttivo, redatto da L. Ambrosiano Capazzi Gammaro Moroni, L.Reatto, L.Schwartz, M. Sforza, M.Stufflesser, Milano  Per una storia del Centro Milanese di Psicoanalisi Chiari, Seminario presso il Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare Musatti, Milano  Freud, Opere (Torino, Boringhieri); S. Giacomoni, Cerimonia privata per Cesare Musatti, la Repubblica, è consultabile sul  dell'Aspi, all'indirizzo web AspiArchivio storico della psicologia italiana, Università degli studi di Milano-Bicocca. D. Mont D'Arpizio, Vittorio Benussi, Padre della psicologia padovana, in La Difesa del popolo, Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze,  Mia sorella gemella la psicoanalisi, 1Pordenone, Edizioni Studio Tesi,Luciano Mecacci, Cesare L. Musatti, voce dell'Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti. Il contributo italiano alla storia del pensiero. Ottava appendice, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,. Opere: “Analisi del concetto di realtà empirica,” Il Solco, Città di Castello, “Forma e assimilazione,” in: Archivio italiano di psicologia, “Elementi di psicologia della testimonianza, Biblioteca Universale Rizzoli, Forma e movimento, Officine grafiche C. Ferrari, Venezia, da: Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Gli elementi della psicologia della forma, Gruppo Universitario Fascista, Padova, Trattato di psicoanalisi (Boringhieri, Torino); Super io individuale e Super io collettivo (Olschki, Firenze); Condizioni dell'esperienza e fondazione della psicologia, Editrice Universitaria, Firenze, Riflessioni sul pensiero psicoanalitico e incursioni nel mondo delle immagini (Boringhieri, Torino); Svevo e la psicoanalisi (Olschki, Firenze); I rapporti personali Freud-Jung attraverso il carteggio, Leo S. Olschki, Firenze, Commemorazione accademica, Leo S. Olschki, Firenze Nino Valeri, Leo S. Olschki Firenze, Il pronipote di Giulio Cesare, Mondadori Milano A ciascuno la sua morte (Olschki, Firenze); Hanno cancellato Livorno (Olschki, Firenze); Mia sorella gemella la psicoanalisi (Editori Riuniti, Roma). Una famiglia diversa ed un analista di campagna, Leo S. Olschki, Firenze,  Questa notte ho fatto un sogno, Editori Riuniti, Roma, Chi ha paura del lupo cattivo?, Editori Riuniti, Roma, Psicoanalisti e pazienti a teatro, a teatro (Mondadori, Milano); Leggere Freud, Bollati Boringhieri, Torino, Curar nevrotici con la propria autoanalisi, Mondadori, Milano : Geometrie non-euclidee e problema della conoscenza, Aurelio Molaro, prefazione di Mauro Antonelli, Mimesis, Milano,TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.  Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.  italiana di Cesare Musatti, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. Cesare Musatti. Musatti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Musatti” – The Swimming-Pool Library.

 

Mustè. (Roma). Flosofo. Laurea in filosofia con la tesi, “Marx,” borsista dell'Istituto italiano per gli studi storici di Napoli, dove ha svolto attività didattica e di ricerca, collaborando con Gennaro Sasso. Redattore della “nuova serie” della “Rivista trimestrale”. Consegue il titolo di dottore di ricerca alla Sapienza. Lavora alla "Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi Filosofici" dell'Università "La Sapienza" in qualità di “Segretario e Curatore dell'archivio e della biblioteca di Gentile”. È stato professore a contratto di Storia della filosofia. Insegna a Roma.  È membro del Consiglio scientifico della Fondazione Gramsci e della Commissione scientifica per la Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci. Ha collaborato con l'Enciclopedia Italiana, in particolare ai volumi: Il contributo italiano alla storia del pensiero. Filosofia (ottava appendice), Enciclopedia machiavelliana e Croce e Gentile. La cultura italiana e l'Europa. Ha diretto la rivista "Novecento". Fa parte del Comitato scientifico di alcune riviste, tra cui: "Giornale critico della filosofia italiana", "Annali della Fondazione Gramsci", “La Cultura”, “Filosofia italiana”. Scrive su diverse riviste scientifiche, tra le quali, con maggiore continuità: "Giornale critico della filosofia italiana", "La Cultura", "Studi storici", "Filosofia italiana". Nel  è stato nominato dal Ministero dei beni culturali Segretario del "Comitato nazionale per il bicentenario della nascita di Bertrando Spaventa". Dal  al  ha insegnato Ermeneutica filosofica, in qualità di Visiting Professor, alla Pontificia Università Antonianum.  Ricerche Le sue ricerche si sono rivolte alla storia della filosofia italiana, con contributi dedicati all'idealismo e al marxismo. Per quanto riguarda l'idealismo italiano, ha indagato i momenti e le figure fondamentali (sino al profilo complessivo pubblicato nel 2008) e le premesse nella filosofia dell'Ottocento, specie in relazione al pensiero di Vincenzo Gioberti (soprattutto con il libro del 2000 su La scienza ideale). Di particolare interesse gli studi su Bertrando Spaventa e le monografie su Adolfo Omodeo e Benedetto Croce. Ha dedicato saggi e ricerche al pensiero di Antonio Gramsci e ad altri momenti del pensiero marxista italiano: del  è la monografia su Marxismo e filosofia della praxis, che ricostruisce la storia del marxismo italiano da Labriola a Gramsci. Sono noti i suoi studi sul pensiero politico nell'Italia contemporanea, con particolare riguardo alle figure di Franco Rodano, Felice Balbo, Augusto Del Noce.  Ha approfondito lo studio dell'opera di Marx e in generale la storia della filosofia tedesca tra Hegel e Nietzsche.  Particolare attenzione ha poi rivolto (con il libro  su La storia e con altri scritti, tra cui quelli sull'evento e sulla teoria delle fonti) alle questioni specifiche della teoria della storiografia.  Metodi Conduce l’indagine teoretica in stretta relazione con gli studi di storia della filosofia e di storia della storiografia, in generale nell’ambito della storia delle idee, adottando un metodo storico-critico che spesso privilegia l’uso di fonti archivistiche e di documentazione inedita. Il suo metodo cerca di coniugare l'analisi strutturale delle opere filosofiche con la ricerca filologica sulle fonti e sulla tradizione dei testi, con particolare riguardo ai processi di lungo periodo della filosofia italiana moderna e contemporanea.  Opere: “Storiografia” (Il Mulino, Bologna); Benedetto Croce, Morano, Napoli  Franco Rodano. Critica delle ideologie e ricerca della laicità, Il Mulino, Bologna; Carteggio Croce-Antoni, Il Mulino, Bologna Politica e storia in Bloch, Aracne, Roma La scienza ideale. Filosofia e politica, Rubbettino, Soveria Mannelli, Franco Rodano. Laicità, democrazia, società del superfluo, Studium, Roma Grice: “’superfluo’ is possibly one of the most unsuperfluous words in the Italian philosophical dictionary – cf. “I was in New York, which was black out.” -- Gioberti, Il governo federativo, Gangemi Editore, Roma (Curatela) Franco Rodano, Cristianesimo e società opulenta, Edizioni di storia e letteratura, Roma, Il giudizio sul nazismo. Le interpretazioni -- La storia: teoria e metodi, Carocci, Roma, La filosofia dell'idealismo italiano, -- Grice: “filosofia” is superfluous here, seeing that idealism already ENTAILS philosophy!” -- Carocci, Roma, Croce, Carocci, Roma Tra filosofia e storiografia. Hegel, Croce e altri studi, Aracne, Roma); “La prassi e il valore. La filosofia dell'essere” Aracne, Roma “Filosofia della praxis” Viella, Roma  (Con Giuseppe Vacca) In cammino con Gramsci, Viella, Roma. L'ermeneutica, in «Rivista trimestrale», Il problema del mondo nel «Tractatus» di Wittgenstein, in «Rivista trimestrale», Le fonti del giudizio marxiano sulla Rivoluzione francese  in «Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici», L' «orizzonte liberale» di Dahrendorf, in «Critica marxista», Sturzo e il popolarismo nel giudizio, in Sturzo e la democrazia europea, Laterza, Roma-Bari, Croce e il problema del diritto, in «Novecento», Metodo storico e senso della libertà” “La storiografia crociana, in «La Cultura», Omodeo. Il pensiero politico, in «Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici», Libertà e storicismo assoluto: per un'interpretazione del liberalismo di Croce, in Croce e Gentile fra tradizione nazionale e filosofia europea, Editori Riuniti, Roma, “La società civile democratica, in «Novecento»,  Sul giudizio politico, in «Novecento», Il marxismo politico nell'interpretazione di Noce, in «Poietica», Gioberti e Cartesio, in Bibliopolis, Napoli,Comunismo e democrazia, in La democrazia nel pensiero politico del Novecento, Aracne, Roma, Guido Calogero, in «Belfagor»,Gioberti e Leopardi, in «La Cultura», Verità e storia, in «Storiografia», “La morale”, Rosmini e Gioberti. G. Beschin e L. Cristellon, Morcelliana, Brescia, Il destino dell'evento nella “nuova storia” francese, in «La Cultura», Carattere e svolgimento delle prime teorie estetiche di Croce,  «La Cultura», Liberalismo etico e liberismo economico, in Croce filosofo liberale, -- cf. Grice, “Do not multiply liberalisms beyond necessity: ‘liberalismo semiotico’” – Grice: “Muste is very witty in distinguishing between liberalism and liberrism!” -- M. Reale, LUISS University Press, Roma, La teoria della storia in Croce, in «Giornale critico della filosofia italiana», L'idea di “Risorgimento” in Gioberti, in «Quaderni della Fondazione Centro Studi Noce», Il significato delle fonti storiche, in «La Cultura»,  La storia: teoria e metodi, in «History and Theory», Il passaggio all'anti-fascismo di Croce, in Anni di svolta. Crisi e trasformazione nel pensiero politico della prima età contemporanea, F.M. Di Sciullo, Rubbettino, Soveria Mannelli, Alterità e principio del dialogo in Guido Calogero, in L'idea e la differenza. Noi e gli altri, ipotesi di inclusione nel dibattito contemporaneo, M.P. Paternò, Rubbettino, Soveria Mannelli Il principio del nous nella filosofia di Calogero, in «La Cultura», La filosofia come sapere storico, in Il Novecento di Eugenio Garin. Atti del Convegno di studi, G. Vacca e S. Ricci, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Gioberti, in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Filosofia, M. Ciliberto, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma , Lo storicismo italiano nel secondo dopoguerra, in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Filosofia, M. Ciliberto, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Il problema della libertà nella filosofia di Scaravelli, in «La Cultura», La libertà del volere nella filosofia di Croce, in Filosofia e politica. G. Cesarale, M. Mustè, S. Petrucciani, Mimesis, Milano, Il senso della dialettica nella filosofia di Spaventa, in "Filosofia italiana", apr.  Storia, metodo, verità, in «La Cultura», , Gentile e Marx, «Giornale critico della filosofia italiana», Togliatti e De Luca, «Studi storici», Gentile e Socrate, (Grice: cf. caricature of Gentile as Aristotele in ‘La scuola d’Atene”) -- in La bandiera di Socrate. Momenti di storiografia filosofica italiana nel Novecento, E. Spinelli e F. Trabattoni, Sapienza Università Editrice, Roma, Gentile e Gioberti, «La Cultura», Gramsci, Croce e il canto decimo dell’Inferno di Dante, «Giornale critico della filosofia italiana», , fBertrando Spaventa e Gioberti, «Studi storici», , La presenza di Gramsci nella storiografia filosofica e nella storia della cultura, «Filosofia italiana», Dialettica e società civile. Gramsci “interprete” di Hegel, «Pólemos. Materiali di filosofia e critica sociale», Marx e i marxismi italiani, «Giornale critico della filosofia italiana»,  La “via alla storia” di Carlo Ginzburg, in Streghe, sciamani, visionari. In margine a “Storia notturna” di Carlo Ginzburg, Cora Presezzi, Viella, Roma , Filosofia e storia della filosofia nella riflessione di Sasso, «Filosofia italiana», Opere Sapienza Roma. Dipartimento di studi filosofici ed epistemologici, su lettere.uniroma1. Intervista sulla storia della "Rivista trimestrale" Intervista di Mustè su  Croce del //diacritica/letture-critiche/lo-storicismo-di-croce-e-la-morte-della-metafisica-intervista-a-marcello-muste html. Marcello Mustè. Mustè. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mustè” – The Swimming-Pool Library

 

No comments:

Post a Comment