Jadelli: essential Italian philosopher. jadelli (n.), filosofo – but
difficult to find!
Jaja (Conversano). Filosofo.
Grice: “I like Jaja – of course you cannot understand Jaja unless you
understand Fiorentino, Croce, Spaventa and Gentile! The quintessential Italian
philosopher!” – Grice: “Jaja is a sensualist, like me.” –Grice: “My favourit
essential Italian philosopher. Figlio di Florenzo Jaja (a cui è dedicato
l'Ospedale Civile di Conversano). Si trasferì a Napoli, dove studiò sotto la
guida di Fiorentino. Si sposta a Bologna, dove si laurea per seguire il suo
maestro. Il suo incontro filosofico
principale fu con Spaventa. Col trasferimento di Jaja a Napoli i rapporti con
Spaventa divennero regolari. Insegna a Pisa.
Jaja non è stato mai considerato un filosofo particolarmente originale,
ma ha avuto il merito storico d'introdurre Gentile allo studio di Spaventa,
merito che l'allievo riconoscerà sempre.
Opere: “Origine storica ed esposizione della Critica della ragion pura”
“Studio critico sulle categorie e forme dell'essere”; “Dell'apriori nella
formazione dell'anima e della coscienza,” “ L'unità sintetica e l'esigenza
positivista,” “Sentire e pensare,” “Identita e Semiglianza ed identità”’“
Sentire, pensare, conoscere,” “ L'intuito nella coscienza.” Cesare Preti, Jaja
filosofo europeo oltre Gentile, su ricerca.repubblica, . treccani. Jaja:
neoidealismo italiano, su orthotes.com. Jaja,
Giovanni Gentile, Memoria su Donato Jaja, su sba.unipi, Bertrando Spaventa
Giovanni Gentile Idealismo italiano, Jaja, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Giovanni Gentile, Memoria su Donato Jaja, su sba.unipi.
Donato Jaja. Grice on “Sentire” e Pensare. Rupert Brooke: “I love Grice: “I
feel,’ never ‘I think’!” – “If a is a, is a LIKE a” – a knife is not like a
knife, but something that is not a knife
can be like a knife.” Implicature!” Jaja. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Jaja” – The Swimming-Pool Library.
Jammelli – essential Italian philosopher, but difficult to find!
Javelli (S. Giorgio di Canavese). Filosofo. Grice: “I love Javelli – he is, like me, an Aristotelian; being a
northern Italian, he is a Thomstic Aristotelian, which I’m not sure I am!”
Grice: “One good thing about Javelli is that he commented on MOST works by
Aristotle!” -- Essential Italian philosopher. Studia a Bologna. Fu esegeta.
Argomentò contro Lutero. Opera omnia, stampata a Lione presso gli eredi di
Giunta. Partecipò al dibattito sul Tractatus de immortalitate animae di Pomponazzi,
di cui scrisse, su richiesta di Pomponazzi stesso una confutazione, che apparve
nella riedizione dell'opera. Partecipa al dibattito sul divorzio di Enrico
VIII, esponendosi a favore della scelta del sovrano. Michael Tavuzzi, in "Angelicum", DBI, 62 (2004). Giovanni Crisostomo Javelli, o Iavelli,
o Giavelli, da Casale (Monferrato), i. e. S. Giorgio di Canavese. Javelli.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Javelli” – The Swimming-Pool Library.
Jerocades (Parghelia). Filosofo. Grice: “I would consider Jerocades
more of a poet than a philosopher, but then he was a priest and a Mason!” Essential
Italian philosopher. Scrisse il saggio “Dell'umano sapere”, di stampo
illuministico, che verrà successivamente pubblicato a Napoli, e “La partenza
delle Muse”, edito na Messina. Si trasferì
a Napoli. Dietro raccomandazione di Genovesi, col quale era entrato in
corrispondenza, venne assunto al "Collegio Tuziano" di Sora come
maestro d' “ideologia”. Frequenta gli ambienti massonici. Secondo il clero
sorano, tuttavia, quelle opere non si attagliavano ai giovani del collegio, tant'è
che prima della rappresentazione di “Il ritorno di Ulisse” -- che conteneva
alcuni intermezzi ridicoli e di stampo anticlericale, in particolare il
Pulcinella da Quacquero, il vescovo emise un editto di censura: ne seguì un
processo per eresia e sedizione, con la reclusione di Jerocades nel carcere
vescovile. Scarcerato dopo sette mesi, lasciò Sora per tornare a Napoli, dove
divenne popolare come poeta improvvisatore. Fu in Calabria: qui si dedicò alla
composizione delle raccolte Quaresimale poetico e La lira focense,
testimonianza di un «illuminismo massonico». Insegna a Napoli. Fonda la Società
Patriottica Napoletana, coagulo dei principali esponenti del giacobinismo e
dell'antigiurisdizionalismo partenopeo (ovvero che miravano a costituire una
repubblica), cosa che determinò la sua incarcerazione a Castel dell'Ovo e il
processo per apostasia, ma riebbe presto la libertà, avendo deciso di
ritrattare. Anche per il conflitto interiore causato da una siffatta scelta, sostenne
attivamente le idee rivoluzionarie, che però, in seguito alla breve esperienza
della Repubblica Napoletana, gli costarono nuovamente il carcere, e quindi
l'esilio a Marsiglia. Ritornato a Napoli
razie all'amnistia prevista dalla pace di Firenze compose l'elogio di suo padre
e di suo fratello, motivo che indusse a farlo rinchiudere nel convento dei Liguorini
di Tropea. Opere: “Esercizii spirituali in compendio ossia il filosofo in
solitudine” Napoli); “Il Paolo, o sia l'umanità liberata poema” (Napoli: presso
Giuseppe Maria Porcelli, Inni di Orfeo esposti in versi volgari, Napoli, La
gigantomachia, ovvero La disfatta de' giganti, Napoli: La lira focense, Napoli:
si vende da Gennaro Fonzo, strada Forcella, Olinto e Sofronia, dedic. Orazione
per l'apertura della Scuola di Economia e Commercio, Napoli, Orazione recitata
ne' funerali solenni di Marcello Accorinti morto in Messina nel terremoto.
Napoli, Phaedrus, Esopo alla moda, ovvero delle fauole di Fedro, Parafrasi
Italiana di Antonio Jerocades, In Napoli: presso il Porsile, Quintus Horatius
Flaccus, Le odi di Q. Orazio Flacco esposte in versi volgari da Antonio
Jerocades, Napoli, Pindarus, Le odi di
Pindaro tradotte ed esposte in versi volgari da Antonio Jerocades, Napoli: presso
Nicola Russo, Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli, D.
Martuscelli, tomo IV, Gervasi, Napoli B. Croce, La rivoluzione napoletana Biografie,
storie, racconti, Laterza, Bari L.
Alonzi, Il giacobinismo napoletano, in Idem, Il Vescovo-prefetto. La diocesi di
Sora nel periodo napoleonico, Sora, A. Piromalli, Illuminismo massonico, La
letteratura calabrese, I, Pellegrino
editore, Cosenza, B. Croce, D. Ambrasi, Il clero a Napoli tra rivoluzione e
reazione, in A. CestaroA. Lerra , «Il Mezzogiorno e la Basilicata fra l'età
giacobina e il Decennio francese», Atti del Convegno, Maratea, I, Venosa, B.
Croce, La rivoluzione napoletana, Biografie, Racconti, Ricerche, Bari, Laterza,
1953. A. Jerocades, Saggio dell'umano sapere, D. Scafoglio, Vibo Valentia,
Sistema Bibliotecario Vibonese,A. Jerocades, La lira focenseː Antonio
Jerocades, un abate poeta in loggia, A. Piromalli e G. S. Bravetti, Foggia,
Bastogi. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Antonio Jerocades. Jerocades. Keywords: ‘repubblica romana”
“repubblica partenopea” – Grice on Plato’s Republic.
Jervolino (Sorrento). Filosofo.
Grice: “I like Jervolino, but then I
like any philosopher of language! He is a Ricoeurian, and I’m a Griceian!”essential
Italian philosopher. Allievo di Piovani. Insegna a Napoli. Collabora con
diverse riviste specialistiche di filosofia (Filosofia e Teologia, Studium).
Esamina aspetti riguardanti a Ricoeur, tra cui:
la ricerca di un filo conduttore unitario all'interno della sterminata
ermeneutica (“Il cogito e l'ermeneutica: La questione del soggetto e la
inte-azione” (Procaccini, Napoli). Messa in questione del soggetto chomskyano auto-centrato
e auto-trasparente. Ricoeur appare nei
suoi studi come caratterizzato dall'attenzione verso le peripezie del Cogito
che, ferito e spezzato nella sua autosufficienza, cerca di ritrovare sé stesso
attraverso un lavoro ermeneutico. Individua come centrale il paradigma della
trans-ductio, trans-implicatura, trans-patia, come modello fondato sulla
co-ospitalità conversazionale e la co-apertura all'altro conversazionale. Altre
opera:“Il cogitamus e l'ermeneutica. La questione del soggetto e sui
interazione” (Procaccini, Napoli); “La filosofia senza assoluto, Athena,
Napoli) – cfr. H. P. Grice, “Absolutes” --; “Logica del concreto, logica dell’abstracto” --
“Eermeneutica della vita morale.” Newman, Blondel, Piovani, Morano, Napoli); “L'amore”
(Studium, Roma); “Il segno della prassi. Saggi di ermeneutica, Città del sole,
Napoli). Morcelliana, Brescia), “Trans-ductio, trans-implicatura” (Morcelliana,
Brescia) Cura: “Ermeneutica ed implicatura” -- Guerini, Milano, La traduzione, la traditio --
etica, Morcelliana, Brescia, “Etica e morale, Morcelliana, Brescia, Ricoeur e
la psico-analisi, FrancoAngeli, Milano 2007. Note Quei ragazzi di nome Fausto Bertinotti Boys
-- ArchivioPanorama Domenico Jervolino.
Jervolino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Girce e Jervolino” -- “Two
cartesian egos”. “Peripezie conversazionale”. “Peripezia ed implicatura”.
“Cogitamus.” – The Swimming-Pool Library.
Jommelli (Roma). Filosofo. Essential
Italian philosopher. Mattei riporta il seguente aneddoto sul suo soggiorno in questa
città: Jommelli, andato in visita a padre Martini (già considerato come uno dei
più sapienti musicisti d'Italia), si era presentato a lui come allievo, chiedendo
di entrare nella sua scuola. Il maestro gli diede un soggetto di fuga che egli
trattò con molta abilità. -«Chi siete voi?», chiese Martini, «volete burlarvi
di me? Sono io che voglio apprendere da voi!» - «Il mio nome è Jommelli, sono
io il maestro che deve scrivere l'opera per il teatro di questa città» - «È un
grande onore per questo teatro avere un musicista filosofo come voi, ma vi
auguro di non trovarvi in mezzo a gentaglia corruttrice del gusto musicale». Jommelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Jommelli” – The Swimming-Pool Library.
Julia
(Acri).
Filosofo. Grice: “Julia was more of a poet than a philosopher; but then for
Heidegger, philosophy IS poetry and vice versa!” -- essential Italian philosopher.
Figlio di Antonio e da Maria Giuseppa Balsàno. Studia a Cosenza sotto la guida
di Focaracci. Direttore del Telesio, periodico. Strinse grande amicizia Padula.
Opere: La temperie culturale in ambito locale vedeva la difficoltà della
Calabria a integrarsi nella nuova entità politica. Area essenzialmente
contadina, la regione aveva una classe dirigente che preferiva assoggettarla al
clientelismo e alla sua arretratezza piuttosto che metterla al passo con zone
del Paese più avanzate e progredite; perciò il mondo intellettuale d'avanguardia,
deluso dalle speranze del 1848 e conscio del sottosviluppo, si volse verso il
positivismo e il socialismo. Julia visse tra il tardo romanticismo e l'affermarsi
delle innovative correnti costituite dal naturalismo e dal verismo, nella scia
di Carducci e Verga. Le contraddizioni della sua epoca lo formarono come un
intellettuale spiritualista che rifiutava il materialismo e in parte il mondo
contemporaneo, e d'altra parte un sostenitore degli ideali socialisti, del
riscatto delle masse disagiate e della glorificazione del passato della
Calabria a partire dall'assedio degli Aragonesi nel 1462e dei suoi conterranei
coevi illustri, fra i quali Biagio Miraglia, VPadula, Quattromani, Tocco, oltre
a Campanella. Accostatosi in un primo tempo al misticismo di Gioberti, si
convertì al verismo, alla ricerca del pragmatismo e di un modello di poesia di
alto civismo che lo stesso Julia proclama nei suoi Sonetti e liriche. Parte dai
miti popolari e dalle ballate della tradizione romantica per marcare
orgogliosamente la storia della sua terra.
Considerato il padre della letteratura calabrese, si interessò alle
origini della cultura letteraria della regione analizzando anche alcune opere a
lui precedenti. Il suo impegno regionalistico si concretizzò in uno studio su
Selvaggi, nel quale si individuava un collegamento fra Galeazzo di Tarsia e le
produzioni romantiche dell'Ottocento. Vi fu poi un saggio su Padula e un esame
delle liriche riferibili all'Accademia Cosentina. Lo scrittore calabrese seppe però spaziare
oltre i confini delle sue terre, fino a richiamare Milton nel suo scritto
dedicato a Padula. Oltre a uno studio su Monti, produsse dei lavori anche su
Mazzini, Poerio, Correnti, legati dall'attenzione alle tematiche relative al
Risorgimento e perciò in convergenza con il proprio pensiero, che dal punto di
vista della poetica si richiama ai modelli che il letterato individua in
Leopardi, Berchet e Giusti, oltre che in Prati. Antonio Piromalli, La
letteratura calabrese, Luigi Pellegrini
Editore, Cosenza, Monografia su calabriaonline, su calabriaonline.com. Digital
Storytelling su Vincenzo Julia a cura degli studenti del Liceo V. Julia di
Acri, CS. Vincenzo Julia. Julia.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Julia” – The Swimming-Pool Library.
Juvalta
(Chiavenna).
Filosofo. Grice: “At Harvard, I said I
was ‘enough of a rationalist,’ but perhaps Juvalta would say that wasn’t
enough!” – Grice: “Juvalta has explored the limits of rationalism, in
connection with value and reason: if value is irrational, how can co-operation
be rational in terms of an accord to follow conversational maxims?” essential
Italian philosopher. Ogni sforzo di derivare una
valutazione morale da qualche cosa di cui non sia già riconosciuto il valore
morale è dunque vano e illusorio. O non dà quel che si cerca, o presuppone quel
che si pretende di fondare.» I genitori sono il barone Corrado Juvalta,
cancelliere della locale pretura originario di Villa di Tirano, e Teresa
Zanetti di Tirano. Dopo gli studi liceali trascorsi tra Como e Sondrio, si
iscrisse a Pavia dove si laureò con una tesi su Spinoza, sotto la guida di Cantoni.
Successivamente insegna a Caltanissetta, Potenza, Spoleto. Vinse il concorso
per la cattedra di filosofia a Torino. Le tematiche accademiche prevalentemente
trattate riguardarono soprattutto i valori di “libertà” e di “giustizia” con
ampie riflessioni etiche. Convinto della loro generalità e universalità, arriva
ad auspicarne una loro applicazione anche nello studio delle categorie politiche
ed economiche. La filosofia di Juvalta è
una profonda riflessione sull'etica portata avanti con il metodo dell'analisi.
Anche se, come risulta dalla sua , non troviamo nei suoi scritti importanti
contributi sul piano gnoseologico ed epistemologico, dal momento che il suo
principale campo d'indagine fu prevalentemente il Sistema morale, possiamo
affermare senza dubbio che sia il kantismo che il Positivismo costituirono il
nucleo di fondo della sua posizione, da cui sviluppò la sua impostazione
metodologica. Il positivismo, in particolare, è stato il primo grande
sistema filosofico con cui si è misurato nella prima fase della sua elaborazione
concettuale. Tuttavia Juvalta sarà costretto a prendere presto le distanze da
una siffatta visione della morale. I motivi di questa rottura sono da imputare
principalmente al suo fermo rifiuto di accogliere come sostenibile la pretesa
positivistica di fondare l'etica sulla scienza. Il giudizio con il quale si
afferma il valore di un oggetto è diverso e non deducibile dal giudizio col
quale ne afferma l'esistenza o la possibilità o la connessione modale o
condizionale con altri soggetti. Apprendere come le cose sono, è tutt'altra
cosa dal valutarle. Dal momento che l’etica si concreta nella costruzione di una
teoria ed in particolare di un sistema coerente di valori morali, il giudizio
che sta alla base di una qualsivoglia teoria etica deve configurarsi come “un
giudizio originario” che ha una natura eminentemente etica, quindi non
scientifica né tantomeno metafisica. Se però una etica scientifica appare insostenibile
per il motivo dell'indebita derivazione di un giudizio di valore, di natura
morale, dal giudizio ‘aletico,’ di natura fattuale, è indubbio che la
costruzione di un sistema morale debba essere condotta con criteri di
scientificità. Nella misura in cui ogni teoria si basa su criteri logico-deduttivi
e viene definita dalle relazioni logiche che intrattengono in essa i propri
elementi costitutivi, così anche la costruzione di un sistema etico deve
seguire la stessa metodologia e mostrare possibilmente l'identica costruzione
formale. Questo sistema di valori ha l'obbligo di mantenere al loro interno un
imprescindibile grado di coerenza, se vogliono risultare sostenibili ed essere
così accettati dalla ragione (pratica). Quando parla di ‘teoria’ dell’etica lo
fa proprio pensando a questo carattere logico-deduttivo dei valori all'interno
di un sistema. In particolare vede garantita la coerenza di un sistema morale
nella misura in cui un coerente insieme di valori viene rigorosamente derivato (volitativamente)
da un postulato, imperativo categorica, o assioma, di valore morale capace di
fungere da premessa all'intero sistema (allora come insieme di massime
universalisabili). Una volta prese le distanze dai positivisti, si avvicina successivamente
al Kantismo; in particolare accoglierà, anche se con alcune riserve, molte
delle posizioni assunte dal cosiddetto Neokantismo, il movimento di pensiero
che ha come obiettivo la ri-valutazione piena del filosofo di Konisberg
riadattando i contenuti del suo pensiero ad esigenze e problematiche tipiche della
contemporaneità. Vede in Kant il più grande filosofo della modernità, colui che
meglio di qualsiasi altro pensatore ha saputo cogliere il vero senso
dell'autonomia della morale, svincolando per sempre l'etica dai saperi di
natura conoscitiva (aletica, pura, o giudicativa), i quali, proprio in quanto
si rivolgono all'ambito del fenomeno, non riescono a coglier interamente tutto
ciò che ha a che fare con la sfera dei valori (come per esempio la scienza e in
generale l'ambito teoretico). L'indipendenza e l'indeducibilità del valore
morale da qualsiasi speculazione teoretica fu, come tutti sanno, riconosciuta e
affermata, nella forma più esplicita e con grandissimo vigore dal Kant. Kant ha
il grande merito di consegnare alla morale uno speciale statuto di autonomia e di
indipendenza. La morale esprime questo suo carattere di autonomia e di “auto-assiomaticità”
per poter continuare ad essere coerente e allo stesso tempo attendibile sotto
il profilo puramente teorico. Abbracciare l'idea di autonomia della morale
significa accettare una visione anti-fondazionalista dell'etica. L’etica non
può prendere le mosse che da se stessa. Ogni tentativo di fondare l’etica su
ambiti del sapere diversi da quello morale, finisce con il configurarsi come
un'indebita pretesa di intromissione da parte di chi si illude di derivare un
contenuto del valore morale da una premessa fattuale o metafisica o estetica.
Alla base di un sistema coerente del valore morale, cioè un sistema morale
costruito deduttivamente, deve esserci un postulato originario (assioma o
imperative categorico) di natura etica e non di natura aletica o peggio ancora
metafisica, e questo per questioni eminentemente logico-analitiche, che
impongono ad ogni sistema coerente di evitare la fallacia logica della petitio
principii, cioè l'errore di voler caparbiamente dimostrare ciò che invece
abbiamo già implicitamente accettato nelle premesse. Una volta
riconosciuto il contenuto di quel postulato morale e pensato come un valore che
può essere vissuto ed accettato da un soggetto agente e concreto, allora si
creano i presupposti di base perché una coscienza riconosca in esso
un'intrinseca validità, che trova una sua precisa giustificazione solo a
partire dalla sua intima natura assiologica. È proprio questo suo riferimento
al contenuto del valore morale che lo costringe a rivedere i limiti di una
filosofia morale incardinata su binari formalistici e a non accettare tout
court la filosofia morale di Kant. L'ambito della giustificazione e
l'ambito esecutivo. Assumere come principi della ricerca etica l'autonomia,
l'antifondazionalismo, l'antiformalismo porta Juvalta a distinguere l'ambito della
giustificazione, cioè il momento riflessivo che ci vede impegla ricerca di
ragioni che possano difendere razionalmente la scelta di un fine e di un valore
morale, dall'ambito esecutivo che invece coinvolge il momento motivazionale
dell'azione ed è fortemente condizionato da elementi contingenti legati al
momento storico, inter-soggetivo, e culturale nel quale il soggeto si trova ad
agire. Con un atteggiamento tipicamente moderno difende la possibilità
dell'esistenza di una pluralità di fini morali sia sul piano teorico che
pratico, e con la stessa energia cerca di trovare una soluzione per definire le
precondizioni teoriche che rendano possibile una compatibilità tra i diversi
valori. La modernità define un passaggio epocale e pieno di tensione nel
campo della filosofia morale ed ha segnato il tramonto di un'unica, grande e
coerente visione dell'etica. Con l'avvento dell'epoca moderna si è fatta strada
l'idea del tutto legittima dell'accettazione di differenti sistemi di valori e
di diverse visioni del mondo, i quali trovano, da questo momento, una loro
precisa dignità e legittimità in virtù delle ragioni che le diverse dottrine
filosofiche hanno saputo elaborare in favore della loro sostenibilità. Invita a
prendere coscienza di questo cambiamento di prospettiva e a considerarlo,
asetticamente, come un passaggio dal vecchio problema della morale, in cui il
fine principale era la ricerca di una fondazione dell'etica e di una
giustificazione dell'esigenza del bisogno di moralità all'interno di ogni
coscienza, al nuovo problema della morale riassumibile nella domanda; come
possiamo decidere i beni e i valori desiderabili in sé una volta che abbiamo
accertato l'esistenza di una pluralità dei postulati di valutazione
morale? La scelta del fine supremo e i limiti del razionalismo etico
Juvalta vede nel momento della determinazione della scelta del fine supremo, il
cui contenuto costituisce la base per il postulato di valore primario, il
principale limite del razionalismo etico. La razionalità può solamente
giustificare, cioè portare ragionamenti a favore di una tesi, o stabilire
relazioni e deduzioni tra elementi di un sistema, in questo caso valori, che
sono legati dalla loro stessa natura; ma essa non può imporre i fini. La
razionalità accetta, per così dire, il giudizio di valore morale come un dato,
ma non lo può stabilire lei in via preliminare perché nel campo etico la
razionalità non riesce a cogliere interamente la natura dei nostri giudizi di
valore. La ragione dei mezzi per quanto si faccia non dà valori; la
ragione esige la coerenza; teorica: dei giudizi fra di loro e con i principi e
i dati su cui si fondano; pratica: delle valutazioni derivate e mediate con le
valutazioni direttamente o postulate, e delle azioni con le valutazioni. Le valutazioni
sono, come espressioni di una esperienza interiore sui generis, valide di per
sé…” I valori ultimi di Libertà e Giustizia Tuttavia il messaggio di
Juvalta contiene anche un aspetto propositivo, non secondario. Anche se esiste
una pluralità di valori che la coscienza può scegliere come fini, i quali si
costituiscono come le linee guida della nostra condotta individuale, una volta
adottato il criterio razionale di ‘universalizzazione’ del valore è possibile
intuire che le scelte si riducono rispetto a quelle che la ragione può
immaginare come possibili e, soprattutto, viene meno la completa arbitrarietà
della scelta originaria. E convinto che due valori su tutti debbano essere
visti come i fini supremi su cui improntare la nostra vita e organizzare
le nostre società, vale a dire, primo, il valore morale della libertà; secondo
il valore morale della giustizia. Libertà e giustizia costituiscono le pre-condizioni
della vita morale e gli unici due valori morali, tra quelli possibili, che
risultano “universalizzabili”. Essi sono le sole precondizioni che permettono
ad ogni essere umano di realizzare il proprio fine e di raggiungere i propri
beni (valori), in vista di una totale e piena realizzazione della natura umana,
senza limitare la ricerca della moralità dell’altro. Libertà e giustizia
rappresentano per così dire i cardini di ogni sistema morale con i quali poter
impostare se non un vero e proprio ripensamento di ogni pratica umana almeno
una profonda critica ai modelli di società dominanti quali l'individualismo
liberale, l'autoritarismo o la proposta socialista. La libertà esprime
l'esigenza delle condizioni inter-soggettive necessarie a fare dell'uomo una
persona padrona di sé di fronte a sé e di fronte ad ogni altro. La giustizia
esprime l'esigenza delle condizioni inter-soggetive necessarie all'esercizio
universalmente efficace di questa libertà. Non fu un pensatore sistematico e
non cercò mai di definire un sistema filosofico che rendesse ragione
dell'organicità del suo pensiero. E sostanzialmente contrario a ingabbiare la
riflessione filosofica in grandi narrazioni o in arbitrari sistemi, dal momento
che era fermamente convinto che il pensiero soprattutto etico sfuggisse per
così dire all'idea di sistematicità e organicità che aveva così profondamente
caratterizzato la maggior parte del lavoro filosofico ottocentesco. D'altra parte questo non significa che non
esiste un'evoluzione all'interno della sua riflessione, o che la sua proposta
nel campo della filosofia morale non trovi una sua coerenza e una struttura di fondo
ben definita. Opere: “I due limiti del razionalismo etico: liberta e giustizia”
(Einuadi, Torino). Contiene:“ Prolegomeni a una morale distinta dalla
filosofia,” Tip. Bizzoni, Pavia, “Le dottrine delle due etiche” in «Rivista
filosofica», Per una scienza normativa morale, in «Rivista filosofica», Il fondamento intrinseco del diritto” Su i
limiti della morale,Bocca, Torino, Il metodo dell'economia pura nell'etica, in
«Rivista filosofica», Postulati etici e postulati metafisici, in «Rivista di
filosofia», “Postulati etici e imperativo categorico,” «Atti IV congresso
internazionale di filosofia» (Bologna)
III, Formiggini, Genova. Su la pluralità dei postulati di valutazione
morale, in «Atti del IV congresso della società filosofica» (Genova),
Formiggini, Genova, Il vecchio e il nuovo problema della morale, Zanichelli,
Bologna. In cerca di chiarezza. Questioni di morale. I. I limiti del razionalismo
etico, Lattes, Torino, Per uno studio dei conflitti morali, in «Rivista di
filosofia», Osservazioni sulla dottrina morale di Spinoza, in «Rivista di
filosofia»,Scritti su Erminio Juvalta D. Basciani, Juvalta e l'etica della
giustizia, Desclèe, Roma, F. Picardi, Morale e filosofia della morale in Juvalta,
(pubblicazioni dell'istituto di filosofia. Genova), Marzorati, Milano Maurizio Viroli,
L'etica laica do Juvalta, Franco Angeli, Milano. Juvalta, «Rivista di storia della filosofia», Franco Angeli, Milano, PDizionario Biografico
degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani, Guido
Scaramellini, Chiavennaschi nella Storia, Chiavenna, Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Erminio Juvalta, su Liber Liber. openMLOL, Horizons Unlimited Erminio Volfango
Francesco Juvalta. Herren von Juvalt – Grice: “Unlike me, Juvalta is a baron,
from the ‘grigioni’ – i. e. the grey league – because of the grey wool they
wore --. ‘grissone,’ as in my surname, so in a way we ARE related!” ” Juvalta.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Juvalta on the categorical
imperative,” The Swimming-Pool Library, Villa Grice.
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