Raimondi (Napoli), filosofo. Figlio
del cremonese Alessandro. Viaggiò molto in Oriente acquisendo
un'approfondita conoscenza dell'arabo, dell'armeno, del siriaco e dell'ebraico.
Nominato professore di matematica al Collegio della Sapienza di Roma, contribuì alla rinascita del platonismo contro
l'aristotelismo, che dominava la vita intellettuale dell'epoca. Tradusse
in latino diversi trattati di matematica: i Data di Euclide (dal greco), Le
coniche di Apollonio di Perga (da una versione araba). Fu autore di molti
commentari, specialmente su alcuni libri della Synagoge, nota anche come
Collectiones mathematicae, di Pappo di Alessandria e sui trattati di Archimede.
Fu membro dell'accademia fondata da Aldobrandini, nipote di Clemente VIII. -- è
celebre soprattutto per essere stato il primo direttore scientifico della Stamperia
orientale medicea, o Typographia Medicea linguarum externarum, fondata a Roma
da Ferdinando de' Medici. L'attività principale svolta dalla stamperia e, con
l'appoggio di Gregorio XIII, la pubblicazione di saggi nelle diverse lingue
orientali per favorire la diffusione delle missioni cattoliche in Oriente. Forma
un gruppo di ricerca costituito da Vecchietti, inviato pontificio ad Alessandria d'Egitto e
in Persia, dal fratello Gerolamo, da P. Orsino di Costantinopoli, neo-fita
ebreo convertito, e dal frate domenicano Tommaso da Terracina. In un periodo in
cui la Santa Sede intrattene buone relazioni diplomatiche con la dinastia
Safavide, al potere in Persia essi riuscirono
a recuperare diversi manoscritti della Bibbia in lingue orientali. Sono portati
a Roma più di una ventina di testi biblici ebraici e giudeo-persiani, tra cui i
libri del Pentateuco, tra i pochi sopravvissuti ai giorni nostri. La
tipografia fu trasferita a Firenze, in conseguenza dell'elezione di Ferdinando
a Granduca di Toscana. E avviata la stampa delle opere. Sono pubblicate
dapprima una Grammatica ebraica e una Grammatica caldea. Seguirono: due
edizioni bilingui (arabo-latino) dei Vangeli, di cui furono tirate tremila
copie; un compendio del Libro di Ruggero di al-Idrisi; Il canone della medicina di Avicenna. Ill
Granduca gli vende la Stamperia, chi a
sua volta la cedette al figlio di Ferdinando, Cosimo II, salito al trono. La Stamperia
chiuse poiché la realizzazione di volumi nelle lingue orientali non si e rivelata
economicamente conveniente. Uno degli ultimi saggi pubblicati fu una grammatica
araba intitolata “Liber Tasriphi” specificamente dedicata alle coniugazioni dei verbi.
Il suo grande progetto, he egli peraltro non riuscì a realizzare, fu quello di
pubblicare una Bibbia poliglotta comprendente le sei lingue principali del
cristianesimo orientale: siriaco, armeno, copto, ge'ez, arabo e persiano. I manoscritti
appartenuti alla stamperia orientale medicea sono disseminati in diverse
istituzioni: la Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, la Biblioteca
Nazionale Centrale di Firenze, la Biblioteca apostolica vaticana, la Biblioteca
nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli, la Biblioteca nazionale Marciana di
Venezia e la Biblioteca nazionale di Francia a Parigi. Note
Giovanni Battista Vecchietti, su iliesi.cnr. L'editoria del Principe, ovvero la stampa
ufficiale delle istituzioni laiche e religiose, su docplayer. 4 dicembre . Per la dedicazione al re Ruggero II di
Sicilia. Tipografia Medicea Orientale,
su thesaurus.cerl.org. Persian
manuscripts, su iranicaonline. A. Piemontese,
La «Grammatica persiana» in Rivista degli studi orientali, K. El Bibas, La Stamperia medicea orientale,
in , Un Maestro insolito, Scritti per Franco Cardini, Firenze, Vallecchi, Mario Casari, Giambattista Raimondi, in
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. ʻAbd-al-Wahhāb Ibn-Ibrāhīm az- Zanǧānī, Liber
Tasriphi compositio est Senis Alemami: Traditur in eo compendiosa notitia
coniugationum verbi Arabici, Romae, Medicae, Biblioteca Nazionale Centrale di
Firenze, manoscritti persiani di Giovan Battista Raimondi. Giovan Battista
Raimondi. Raimondi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Raimondi” – The Swimming-Pool
Library.
Raio (Napoli). Filosofo.
filosofo. professore di filosofia teoretica presso l'Università degli Studi
di Napoli "L'Orientale". Si è occupato in particolare dell'ermeneutica
e della filosofia diCassirer di cui ha tradotto diverse opere in italiano. Fa
parte del comitato di redazione della rivista «Studi Filosofici» e ha fondato
la rivista internazionale «Cassirer Studies», entrambe pubblicate dalla casa
editrice Bibliopolis. Inoltre è codirettore della collana di studi
«Bachelardiana» edita da Il melangolo.
Ha scritto le introduzioni «Antinomia e allegoria» e «Il carattere di
chiave», contenute in Tutti i romanzi e i racconti» di Kafka edito da Newton
Compton, per il quale ha anche tradotto la maggior parte dei racconti. Altre opere:
“Ermeneutica e teoria del simbolo” (Napoli, Liguori); “Lezioni su Kant di F. Tocco:
Studio ed edizione” (Napoli, Liguori Editore); “Introduzione a Cassirer”
(Roma-Bari, Laterza); “Simbolismo tedesco. Kant Cassirer Szondi, Napoli, Bibliopolis,
Ernst Cassirer, Conoscenza, concetto, cultura” (Firenze, La Nuova Italia); Cassirer,
Rousseau, Kant, Goethe” (Roma, Donzelli) “Ernst Cassirer, Metafisica delle
forme simboliche” (Milano, Sansoni); L'io, il tu e l'Es. Saggio sulla "Metafisica
delle forme simboliche" di Cassirer” (Macerata, Quodlibet); Rivista
"Studi filosofici". Cassirer
Studies-Editor: Giulio Raio. Pagina
docente presso l'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", su
docenti.unior. Giulio Raio. Raio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Raio” – The Swimming-Pool Library.
Raulica (Palermo). ssential Italian
philosopher. Grice: “Italian philosophers can be fun: there’s ventura, and
there’s Bonaventura, who was actually fidanza, i.e. fidence, as in confidence.” Ventura dei baroni di Raulica (Palermo), filosofo.
Noto per il suo sostegno alla causa
della Rivoluzione siciliana. Figlio di Paolo Ventura, barone di Raulica,
avvocato e consigliere della Suprema Corte di Giustizia del Regno di Sicilia e
di Caterina Platinelli, Gioacchino Ventura fu avviato agli studi presso il
Collegio Massimo dei Gesuiti di Palermo, sua città natale. Dopo l'iniziale
adesione alla Compagnia di Gesù nel 1808, quando l'organizzazione gesuita fu
soppressa in Sicilia nel 1817, aderì ai
teatini. Ordinato sacerdote, si distinse come apologeta, scrittore e
predicatore, soprattutto grazie alla sua "Orazione funebre di Pio VII. La
sua carriera da filosofo iniziò come esponente della corrente
controrivoluzionaria resa nota da autori come Félicité de Lamennais, Joseph de
Maistre e Louis de Bonald. Monumento
memoriale a Gioacchino Ventura, Basilica di Sant'Andrea della Valle, Roma. Da Leone
XII fu nominato docente di diritto canonico all'Università "La
Sapienza", e fu eletto Superiore Generale dei Teatini. Dopo questo
incarico, Ventura intraprese l'attività di predicatore a Roma. La sua
eloquenza, sebbene a volte esagerata e prolissa, era veemente e diretta ed
ottenne grande fama. A Parigi, nonostante una conoscenza non perfetta della lingua
francese, Ventura riuscì quasi a rivaleggiare con il celebre predicatore
domenicano Jean-Baptiste Henri Lacordaire.
Con l'elezione di Papa Pio IX al soglio pontificio, acquisì un ruolo
politicamente prominente. Sostenne la legittimità storica e giuridica della
rivoluzione siciliana, auspicando la rifondazione del Regno di Sicilia
indipendente all'interno di una confederazione italiana di Stati sovrani, e
viene nominato ministro plenipotenziario e rappresentante del governo siciliano
a Roma. Nel frattempo la sua posizione a
Roma divenne delicata per via della proclamazione della Repubblica Romana e dell'esilio di Pio IX. Ventura rifiutò
l'offerta di un seggio all'Assemblea Costituente, maoltre ad invocare la
separazione tra potere temporale e spiritualericonobbe la Repubblica Romana a
nome del governo rivoluzionario di Palermo. Dopo la resa della Repubblica, si
trasferì in Francia, dove morì a Versailles. Opere: La scuola de' miracoli:
ovvero, Omilie sopra le principali opere della potenza e della grazia di Gesù
Cristo, figliuolo di Dio e Salvatore del mondo Il tesoro nascosto: ovvero,
Omilie sopra la passione del Nostro Signor Gesù Cristo La Madre di Dio, madre
degli uomini: ovvero, Spiegazione del mistero della SS. Vergine a piè della
croce Le bellezze della fede ne' misteri dell' Epifania: ovvero, La felicità di
credere in Gesù Cristo e di appartenere alla vera chiesa I disegni della divina
misericordia sopra le Americhe: panegirico in onore del beato Martino de
Porres, terziario professo dell'ordine de'
predicatori Il potere politico cristiano: discorsi pronunciati lnella
cappella imperiale delle Tuileries Saggio sul potere pubblico, o Esposizione
delle leggi naturali dell'ordine sociale Dello spirito della rivoluzione e dei
mezzi di farla terminare La ragione filosofica e la ragione cattolica:
ragionamenti predicati a Parigi nell'anno. La tradizione e i semi-pelagiani
della filosofia: ossia, Il semi-razionalismo svelato Saggio sull'origine delle
idee e sul fondamento della certezza Della vera e della falsa filosofia Nuove
omelie sulle donne del Vangelo Corso di filosofia cristiana: ossia,
Restaurazione cristiana della filosofia Sopra una Camera di Pari nello stato
pontificio: opinione La Questione Sicula sciolta nel vero interesse della
Sicilia, Napoli e dell'Italia Memoria pel riconoscimento della Sicilia come
stato sovrano ed indipendente Menzogne diplomatiche, ovvero esame dei pretesi
diritti che s'invocano del gabinetto di Napoli nella Questione Sicula Discorso
funebre pei morti di Vienna la religione e la libertà Raccolta di elogi funebri
e lettere necrologiche Gioacchino
Ventura e il pensiero politico d'ispirazione cristiana dell'Ottocento. Atti del
seminario internazionale, Erice, E. Guccione, Firenze. Andreu F.Gioacchino
Ventura: Saggio Biografico, "Regnum Dei", Bergamaschi G., Padre
Gioacchino Ventura: fra tradizionalismo e neotomismo, Milano, Cremona Casoli
G., Un illustre siciliano: il padre Gioacchino Ventura da Raulica, in
"Rassegna Storica del Risorgimento", Cultrera P., Della vita e delle
opere del Rev. P.Gioacchino Ventura: ex generale dell'ordine dei Teatini,
Palermo); Giurintano C., Aspetti del pensiero politico nel "De jure
publico ecclesiastico" in : Studi
in memoria di Gaetano Falzone, a cura del Comitato di Palermo dell'Istituto per
la Storia del Risorgimento Italiano, Palermo, Guccione E., Cattolici e
democrazia. VMurri, Sturzo e le critiche di Gobetti, Palermo-Sao-Paulo,
Ila-Palma, Guccione E., Gioacchino Ventura alle radici della democrazia
cristiana, Palermo, Guccione E., The Concept of "Revolution" FGuccione
E., Un omaggio clandestino a Lamennais, in
"Nuova Antologia", Pastori P., “La rivoluzione napoletana in
"Rassegna Siciliana di Storia e Cultura", Sergio Romano, La vita e il
pensiero politico di padre Gioacchino Ventura, in Revue belge de philologie et
d'histoire, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gioacchino Ventura, su BeWeb,
Conferenza Episcopale Italiana. Opere di
Gioacchino Ventura, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Gioacchino
Ventura, . Gioacchino Ventura, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton
Company. Biografia sul sito della
Regione Siciliana. Martinucci P., Padre Gioacchino Ventura di Raulica, Istituto Storico dell’Insorgenza e per
l’Identità Nazionale. Paolo Martinucci, Gioacchino Ventura di Raulica in
Cristianità. Gioacchino Ventura DA Raulica. Gioacchino Ventura di Raulica.
Raulica. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza,
“Grice e Raulica” – The Swimming-Pool Library, Villa Spearnza, Liguria.
Reale (Candia Lomellina). Filosofo. “Io ho infatti la ferma convinzione che, come
Reinach afferma, Platone sia il "più grande filosofo in assoluto"
comparso sulla terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare
comprendere agli altri, pur avvicinandosi sempre di più alla Verità, non può
mai avere fine” (Platone: alla ricerca della sapienza segreta). Frequentò il
liceo di Casale Monferrato per poi formarsi a Milano, laureandosi con Olgiati.
Successivamente, perfezionerà i suoi studi a Marburgo e a Monaco di iera.
Dopo un periodo di insegnamento nei licei e conseguita la libera docenza in
Storia della filosofia antica, vinse una cattedra presso l'Università degli
Studi di Parma, ove terrà i corsi di Filosofia morale e di Storia della filosofia.
Quindi, passa Milano, nella quale sarà a lungo Professore di Storia della filosofia
antica, istituendovi e dirigendo il “Centro di ricerche di Metafisica”, luogo
di formazione della maggior parte dei suoi allievi). Insegna a Milano, presso
la quale intendeva fondare un nuovo centro internazionale di studi e ricerche
su Platone, e sulle radici platoniche del pensiero e della civiltà
occidentale. Muore nella sua casa di Luino. La sua tesi di fondo è
la seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel peculiare
modo di pensare che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della scienza e
della tecnica dell'Occidente. I suoi interessi scientifici spaziano lungo
tutto l'arco del pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi contributi di maggior
rilievo hanno toccato via via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino.
Egli ha studiato ognuno di questi autori andando, in un certo senso,
'contro-corrente' e inaugurandone, secondo l'opinione di Cornelia de Vogel, una
lettura nuova. La ri-lettura che da di Aristotele contesta
l'interpretazione di Jaeger, secondo il quale gli scritti aristotelici
seguirebbero positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe
dalla teologia, passerebbe per la metafisica, per approdare infine alla
scienza; Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero
metafisico dello Stagirita. Ne La Filosofia antica, mette in evidenza
come il pensiero di Teofrasto si diffuse per l'aspetto scientifico con
un'ampiezza del tutto paragonabile a quella del maestro Aristotele, rivelando
però uno scarso spessore nella speculazione filosofica. Da Stratone in poi, ciò
provocò un ripiegamento della scuola peripatetica verso l'ambito della fisica e
delle scienze empiriche. Per quel che riguarda Platone, importando in
Italia gli studi della scuola platonica di Tubinga, ha messo in crisi
l'interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Friedrich
Schleiermacher, e ha voluto rivalutare il senso e la portata delle cosiddette
«dottrine non scritte», vale a dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo
oralmente all'interno dell'Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei
discepoli; in questo senso, Platone risulterebbe essere il testimone e
l'interprete più geniale di quel peculiare momento della civiltà greca che
passava dalla cultura dell'oralità a quella della scrittura. Negli studi
su Plotino, contesta la tesi di fondo di Eduard Zeller che vedeva nel grande
neoplatonico il principale teorico del panteismo e dell'immanentismo; al
contrario, ha riletto Plotino come il campione della trascendenza metafisica
dell'Uno. L'interpretazione che ha dato di Socrate, analogamente, si
propone di risolvere le aporie della cosiddetta questione socratica, entrata in
un vicolo cieco dopo gli studi di Olof Gigon, secondo cui di Socrate non
possiamo sapere nulla con certezza; Reale ha inaugurato, invece, un nuovo modo
di interpretare Socrate, non solo cercando di risolvere dall'interno le
testimonianze contraddittorie degli allievi, ma soprattutto guardando al
contesto della filosofia greca prima di Socrate e dopo Socrate: in questo modo,
balzerebbe agli occhi la scoperta socratica del concetto di psyché come essenza
e nucleo pensante dell'uomo. «Socrate diceva che il compito dell'uomo è
la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che poi oggi l'anima venga
interpretata in un altro senso, questo è relativamente importante. Socrate per
esempio non si pronunciava sull'immortalità dell'anima, perché non aveva ancora
gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone emergeranno. Ma,
nonostante più di duemila anni, ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo
sia la psyché. Molti, sbagliando, ritengono che il concetto di anima sia una
creazione cristiana: è sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di anima e
di immortalità dell'anima è contrario alla dottrina cristiana, che parla invece
di risurrezione dei corpi. Che poi i primi pensatori della Patristica abbiano
utilizzato categorie filosofiche greche, e che quindi l'apparato concettuale
del cristianesimo sia in parte ellenizzante, non deve far dimenticare che il
concetto di psyché è una grandiosa creazione dei greci. L'Occidente viene da
qui.» (G. Reale, Storia della filosofia antica, Milano, Vita e pensiero,
1975) Infine, per quanto riguarda Agostino, gli studi di Reale tenderebbero a
ricollocare questo autore nel contesto neoplatonico della tarda antichità e
quindi nel momento dell'impatto del Cristianesimo con la filosofia greca,
cercando di scrostarlo di tutte le successive interpretazioni dell'agostinismo
medioevale. Reale ritiene, poi, che la cifra spirituale che caratterizza
il pensiero occidentale sia costituita dalla filosofia creata dai Greci. È
stato infatti il logos greco a caratterizzare le due componenti essenziali
del pensiero occidentale e precisamente a fornire gli strumenti concettuali per
elaborare la Rivelazione cristiana, dando luogo, così, a quella peculiare
mentalità da cui sono scaturite la scienza e la tecnica. Ma se la cultura
occidentale non si capisce senza la filosofia dei Greci, questa a sua volta non
si capisce senza la metafisica come studio dell'"Unità dell'Essere".
Il lavoro che Reale svolge, studiando i grandi pensatori del passato, vuole
anche servire a un confronto fra la metafisica antica e quella moderna. La preferenza
che accorda a Platone dipende dal fatto che il filosofo ateniese è, con la
"seconda navigazione" di cui parla nel Fedone, il vero creatore di
questa problematica. Reale, studioso di fama internazionale, si fa così
portavoce di un «meditato ritorno alle radici della nostra cultura» attraverso
la riproposta dei classici, in particolare Platone. Di quest'ultimo, Realein
sintonia con la Scuola di Tubingarinnova l'interpretazione, mettendo in luce la
primaria importanza delle cosiddette «dottrine non scritte» (agrafa dogmata) di
cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in primis). Nel
suo scritto Per una nuova interpretazione di Platone fa affiorare l'immagine di
un Platone diverso, un Platone orale ein certo sensodogmatico: del resto, non è
forse Platone stesso (ad esempio, nella Lettera VII) a garantirci che la sua
filosofia dev'essere ricercata altrove rispetto agli scritti? Lo stesso corpus
degli scritti platonici, giuntoci nella sua interezza (circostanza, questa,
unica nella storiografia del pensiero greco), non presenta, invero,
quell'unitarietà sistematica che ci si dovrebbe attendere, il che, ancora una
volta, depone a favore della tesi secondo cui il vero Platone andrebbe cercato
altrove, e precisamente nelle «dottrine non scritte». Studioso anche
della Metafisica di Aristotele, Reale smaschererebbe la tesi fatta valere da
Jaeger, secondo cui l'opera non presenterebbe un'unitarietà ma sarebbe
piuttosto una sorta di “zibaldone filosofico” (e, in particolare, il libro XII
risalirebbein forza del suo spiccato interesse teologicoalla giovinezza dello
Stagirita): lungi dal risolversi in un coacervo di scritti risalenti a
differenti epoche e contesti, la Metafisica di Aristotelerileva Realeè un'opera
profondamente unitaria, al cui centro c'è la definizione di metafisica come scienza
delle cause e dei principi primi, scienza dell'essere in quanto tale, scienza
della sostanza, scienza teologica e scienza della verità. Ne La saggezza antica
sostiene che «tutti i mali di cui soffre l'uomo d'oggi hanno proprio nel
nichilismo la loro radice» e che «un'energicquesti mali implicherebbe il loro
sradicamento, ossia la vittoria sul nichilismo, mediante il recupero di ideali
e valori supremi, e il superamento dell'ateismo». Ma quello che egli propone
«non è affatto un ritorno acritico a certe idee del passato, ma l'assimilazione
e la fruizione di alcuni messaggi della saggezza antica, che, se ben recepiti e
meditati, possono, se non guarire, almeno lenire i mali dell'uomo d'oggi,
corrodendo le radici da cui derivano». In una siffatta prospettiva, può
acquistare un valore eminentemente filosofico anche il pensiero di Seneca, a
suo parere ingiustamente trascurato da una lunga tradizione che non gli avrebbe
riconosciuto alcuna cittadinanza filosofica: in La filosofia di Seneca come
terapia dei mali dell'anima, Reale riprende, ancora una volta, l'idea che la
filosofia degli antichiin questo caso, quella di Senecapossa costituire un
'farmaco' per l'animo dilaniato dell'uomo moderno. Tra gli allievi di Reale
vi sono: Roberto Radice, docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, che
si è dedicato al pensiero di Filone di Alessandria e dell'età ellenistica (in
particolare dello Stoicismo) e che ha tradotto opere di Platone (Repubblica,
Leggi, Lettere) di cui ha pubblicato in versione informatica il lessico;
Maurizio Migliori, dell'Macerata, interprete del pensiero platonico; Giuseppe
Girgenti, traduttore di Porfirio e del Neoplatonismo, e Vincenzo Cicero, a cui
si devono inedite traduzioni italiane di Schelling, Hegel, Trendelenburg, Natorp,
Hildebrand e Heidegger. Altre opere: Oltre al campo specifico della
filosofia antica e tardo-antica, si occupa a vario titolo anche della storia
della filosofia generale: per esempio, nella stesura del noto Manuale di filosofia
per i licei edito da Editrice La Scuola oltre alla direzione delle collane
filosofiche «Classici della filosofia», «Testi a fronte» della Bompiani e «I
Filosofi» per Laterza. Oltre a questo, i suoi principali scritti sono i
seguenti: Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di
Aristotele, Vita e Pensiero, Milano, Bompiani, Milano, Introduzione a Aristotele, Laterza, Bari, Storia
della filosofia antica, Vita e Pensiero,
Milano, Il pensiero occidentale dalle origini ad oggi, La Scuola, Brescia, Per
una nuova interpretazione di Platone” (CUSL, Milano, edizione definitiva, Vita e
Pensiero, Milano); “Introduzione a Proclo, Laterza, Bari); “Filosofia antica,
Jaca Book, Milano); “Saggezza antica, Raffaello Cortina Editore, Milano); “Eros
demone mediatore. Il gioco delle maschere nel "Simposio" di Platone”
(Rizzoli, Milano, Platone. Alla ricerca della sapienza segreta, Rizzoli,
Milano, Bompiani, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Guida alla lettura della
Metafisica di Aristotele, Laterza, Bari, Raffaello: La "Disputa", Rusconi,
Milano, Corpo, anima e salute. Il concetto di uomo da Omero a Platone, Collana
Scienza e Idee n.49, Raffaello Cortina Editore, Milano, Socrate. Alla scoperta
della sapienza umana, Rizzoli, Milano, La nave di Teseo, Milano, . Il pensiero
antico, Vita e Pensiero, Milano, La
filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Bompiani, Milano, Radici
culturali e spirituali dell'Europa, Raffaello Cortina Editore, Milano, Storia
della filosofia greca e romana, Bompiani, Milano, Collana Il pensiero
occidentale, Bompiani, . Valori dimenticati dell'Occidente, Bompiani, Milano, L'arte di Riccardo Muti e la Musa platonica,
Bompiani, Milano, Come leggere Agostino, Bompiani, Milano, Karol Wojtyla un
pellegrino dell'assoluto, Bompiani, Milano, Autotestimonianze e rimandi dei
Dialoghi di Platone alle "Dottrine non scritte", Bompiani, Milano); “Storia
del pensiero filosofico e scientifico” (La Scuola, Brescia); “Salvare la scuola
nell'era digitale” (Brescia, La Scuola); “Responsabilità della vita. Un
confronto fra un credente e un non credente, Milano, Bompiani); “Mi sono
innamorato della filosofia” (Milano, Bompiani); “Romanino e la «Sistina dei
poveri» a Pisogne” (Milano, Bompiani); “Cento anni di filosofia. Da Nietzsche
ai nostri giorni” (La Scuola, Brescia); Introduzione, traduzione e commentario
della Metafisica di Aristotele, su archive.org, Bompiani, Traduzioni e commenti
Reale ha tradotto in italiano e commentato molte opere di Platone, di
Aristotele e di Plotino (la sua nuova edizione delle Enneadi è stata
pubblicata nella collana "I
Meridiani" della Arnoldo Mondadori Editore). Ha pubblicato per
Bompiani il poderoso volume I presocratici, da lui presentato come la «prima
traduzione integrale» della versione tedesca del Die Fragmente der
Vorsokratiker di Hermann Diels e Walther Kranz. Nonostante in Italia ne fosse
già uscita nel una traduzione di Gabriele Giannantoni edita da Laterza, Reale
ha sostenuto la presenza di lacune e manomissioni nella traduzione del
Giannantoni, lacune e manomissioni che sarebbero dovute, a parere di Reale,
all'ossequio all'ideologia e all'«egemonia culturale marxista», secondo cui in
quel periodo gli intellettuali di area comunista avrebbero dominato la scena in
campo editoriale. L. Canfora, in risposta alle accuse di Reale, ne ha sostenuto
la natura «pubblicitaria» e l'«inconsistenza» del ragionamento. Nella polemica
sono intervenuti anche altri due studiosi: il primo è M. Vegetti, il quale ha
sostenuto che, se influenza c'è stata nell'edizione di Giannantoni, essa è
stata di matrice idealistica, hegeliana e crociana e non marxista; il secondo
studioso è Roberto Radice, il quale ha invece sostenuto che qualsiasi omissione
è da evitare, specie se non è segnalata nel testo, e con riguardo alla presunta
irrilevanza di taluni tagli operati da Giannantoni sottolinea come «i capretti
a volte segnano la storia del pensiero più di alcuni filosofi e togliere questi
deliziosi animali dai frammenti, così come far sparire dei cavolfiori, potrebbe
trasformarsi in una censura». Di Seneca, il Reale ha poi curato la
traduzione delle opere in "Seneca. Tutti gli scritti" Onorificenze
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino
per uniforme ordinaria Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della
Repubblica italiana «Di iniziativa del Presidente della Repubblica» Premio
"Roncisvalle" dell'Navarra Cittadinanza onoraria di Siracusa Premio
Pax Dantis per il Pensiero di Pace Universale, Centro Lunigianese di Studi
Danteschi, . Lauree honoris causa Accademia Internazionale di Filosofia del
Liechtenstein Università Cattolica di Lublino Stato di Mosca Universitat Ramon
Llull de Barcellona. Filosofico.net
Addio a Giovanni Reale, grande interprete di Platone, La Stampa, 15 Cornelia
de Vogel, Ripensando Platone e il Platonismo” (Milano, Vita e Pensiero). Dimostra
la profonda unità concettuale di questi scritti di filosofia prima, mettendo in
luce come Jaeger, nella sua tesi, sia condizionato dalla filosofia positivista
e dalla teoria generale dell'evoluzione della cultura secondo le tre tappe di
teologia-metafisica-scienza» (Note di copertina all'opera Il concetto di
filosofia prima e l'unità della "Metafisica" di Aristotele” (Milano,
Bompiani); Storia della filosofia antica. La fondazione della botanica fu il
suo guadagno essenziale. Verso una nuova immagine di Platone, Milano, Vita e
Pensiero, Cfr., in particolare, Il paradigma romantico nell'interpretazione di
Platone, di Hans Krämer, Napoli, La
filosofia antica, Milano, Editoriale Jaca Book.
«Ha ragione, bisogna imparare ad accettare la morte», Corriere della Sera.
Network delle Università Italiane, su uninetwork. Il concetto di filosofia
prima e l'unità della metafisica di Aristotele, Milano, Vita e Pensiero,La
filosofia di Seneca come terapia dei mali dell'anima, Milano, Bompiani, unimc/filosoficamente/primo-piano/giovanni-reale-in-memoriam
philosophicalnews.com/wp-content/uploads//07/5.2.pdf Pur riconoscendo a Giannantoni una statura di
studioso di prim'ordine, Reale ha sostenuto che molti marxisti «non
presentavano talune cose nella loro effettiva realtà» (dall'Archivio storico
del Corriere della Sera). Secondo Reale, pur non potendosi parlare di
complotto, «nel testo di Laterza curato da Giannantoni mancano in un'edizione
chiamata l'unica integrale italianadecine e decine di passi che ho elencato in
4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono inoltre
indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta, nata
assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste
ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare,
ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero
confronto: ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva» (dall'Archivio
storico del Corriere della Sera «Naturalmente, sul piano pubblicitario, si
comprende la auto-esaltazione: la mia traduzione è più completa della tua, come
il mio bucato è più bianco del tuo. Ma anche la pubblicità bisognerebbe saperla
fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in proposito. Particolarmente
inconsistente appare il ragionamento, se pure così può definirsi, sviluppato
dal Reale. Eccolo nella sintesi fornita dal suo intervistatore: Giannantoni era
molto bravo (e questo lo sapevamo anche senza il supporto di Reale), Laterza è
innocente del sopra menzionato «reato ideologico», la colpa è della
«penetrazione» comunista. Sembra quasi di sognare. Ma questa è la caricatura
dell'antica cantilena sui comunisti padroni dell'editoria italiana. Per
confutare questa sciocchezza, anni fa, Norberto Bobbio si limitò a trascrivere
i titoli del catalogo Einaudi. E infatti come negare l'affiliazione bolscevica
di Bobbio? Che pena» (in Archivio storico Corriere della sera). Si fa riferimento all'osservazione di Canfora
secondo la quale le omissioni di Giannantoni riguarderebbero aspetti poco
rilevanti per un marxista come il frammento 23 di Orfeo, «un malridotto
frustulo papiraceo in cui si fa cenno ad un rituale misterico [...]. Queste, e
consimili, sono le omissioni rimproverate dal neo-presocratico Reale».
(Cfr.Ibidem) Osserva infatti Radice:
«Sembrerebbe del tutto irrilevante sapere se Kant, quando scriveva la Critica
della ragion pratica, mangiasse capretto o una particolare minestra, e credo
che alla storia della filosofia questo poco interessi. Ma sapere se un orfico
mangiasse o no capretto, può essere significativo dal punto di vista
filosofico. Se si asteneva, allora era vegetariano e, come tale, non avrebbe
condiviso la ritualistica greca in cui si consumavano le carni offerte alla
divinità e si lasciavano ad essa gli aromi per segnare la distanza tra uomo e
dio. In sostanza egli credeva, evitando il capretto, in una teologia in cui
uomo e divino erano legati». (Cfr.Archivio storico Corriere della sera All'obiezione
di Canfora ha risposto lo stesso Reale affermando: «Non è un capretto né una
vacca quello che manca nel testo di Laterza curato da Giannantoni; mancanoin
un'edizione chiamata l'unica integrale italianadecine e decine di passi che ho
elencato in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei Presocratici; ci sono
inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta,
nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste
ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti autori. Svuotare,
ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero
confronto: ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Quirinale:
dettaglio decorato. Entrega de los internacionales premios Roncesvalles de
Filosofía, su unav.edu, Laudatio del professore Giovanni Reale a cura del
professore Antoni Bosch-Veciana.,
in//url.edu/sites/default/files/llibrethonoris_giovannireale.pdf. Roberto Radice, Claudio Tiengo , Seconda
navigazione. Omaggio a Giovanni Reale, Vita e Pensiero, Milano, .Giuseppe
Grampa, "Ritornare ai Greci: intervista a Giovanni Reale sulla sua «Storia
della filosofia antica»", Vita e Pensiero. Rivista culturale
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Armando Torno, Il mio Platone bocciato all'università, in Corriere
della Sera, intervista Armando Torno, Addio, il cattolico amico di Platone, in Corriere
della Sera, A. Carioti, Critico il Platone di Reale il marxismo non c'entra, in
Corriere della Sera, intervista di Mario Vegetti, La
dittatura culturale del marxismo, in Corriere della Sera, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Giovanni Reale, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Storia della
filosofia antica. Dalle origini a Socrate. Ospitato su gianfrancobertagni.
Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. Platone e Aristotele, Ospitato
su gianfrancobertagni. Giovanni Reale , Storia della filosofia antica. I sistemi
dell'Età ellenistica, gianfrancobertagni. Giovanni Reale. Reale. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reale” – The Swimming-Pool Library.
Reghini (Firenze). Filosofo. Grice: “It’s difficult to call
Reghini a philosopher; yes, he was interested in Pythagoras – but to what
extent can, in spite of Russell, number GROUND a whole philosophy?”Si laureò a Pisa, dedicandosi all'insegnamento della
materia in vari istituti superiori in Toscana, a Roma ed in
Emilia-Romagna. Promotóre del Pitagorismo, fu affiliato a vari gruppi
dell'esoterismo italiano. Entrò nella Società Teosofica e ne fondò la sezione
romana. Più tardi, fonderà a Palermo la Biblioteca Teosofica, alla quale di poi
cambierà nome in Biblioteca Filosofica. Venne iniziato al Rito di Memphis di
Palermo (rito massonico di supposta origine egizia) ed entrò a Firenze nella
loggia Lucifero, dipendente dal Grande Oriente d'Italia. Ebbe una breve
adesione al martinismo papusiano, che in Italia era diretto da Sacchi, verso le
carenze della cui maestranza e pubblicistica Reghini apporta una demolizione
magistrale. Fu poi chiamato d’Armentano, che lo avviò allo studio del
pitagorismo. Entrò nel Supremo Consiglio Universale del Rito filosofico
italiano, dal quale però si dimise, non aveva infatti un'alta opinione dello
stato della massoneria in Italia. Insignito del 33° e massimo grado del Rito
Scozzese Antico e Accettato, entrò a far parte come membro effettivo del
Supremo Consiglio d'Italia, di cui fu Gran cancelliere e Segretario
generale. Gli anni della Grande Guerra videro discepoli e maestri della “Schola
Italica Pitagorica” partire volontari per il fronte. Non rimase inerte innanzi
al sorgere delle istanze interventiste. Partecipò attivamente alla manifestazione
romana del maggio, culminata in Campidoglio, tesa ad ottenere la dichiarazione
di guerra. Accolto nell'Accademia Militare di Torino come allievo ufficiale del
Genio partì volontario per il fronte, ottenendo sul campo il grado di capitano
del Genio. Lui ed il suo Maestro Armentano crearono a Roma l'Associazione
Pitagorica, che riprendeva le fila di precedenti esperienze e si richiamava
operativamente al sodalizio pitagorico dell'antichità. Da solo o con
altri, fondò e animò varie riviste, con interventi sagaci e ricchi di dottrina:
scrisse sul papiniano Leonardo, dando vita ad Atanór, Ignis, e UR, con
Colazza, Evola come direttore, Parise,
ed Onofri. Contrasti d'idee e caratteriali prevalser nel rapporto di
collaborazione fra Evola e Reghini, provocando la scelta evoliana di
allontanamento di questi, assieme a Parise, da UR (rivista sórta a esprimere al
pubblico della cultura italiana l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; nella
quale il Maestro fiorentino pubblicò con l'eteronimo di Pietro Negri); e se ne
ebbero anche strascichi giudiziari. Infatti Evola tenterà di fare incriminare
Reghini per affiliazione massonica (affiliazione che costituiva reato dopo
l'imposizione di scioglimento dell’associazioni segrete decretata dal regime
fascista); ma il potere giudiziario opta infine per un accordo tra i due onde evitare
uno scandalo. Per via del condizionamento repressivo fascista vòlto
all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano (Armentano era
partito per il Brasile), Reghini ormai isolato si ritirava dalle attività pubbliche
e a Budrio si dedica all'insegnamento nell'istituto privato "Quirico
Filopanti”, diretto da Partengo, alla meditazionein chiave pitagoricadelle
scienze matematiche. Ottenne tuttavia pubblici riconoscimenti
dall'Accademia dei Lincei e dall'Accademia d'Italia, per la sua opera sulla
restituzione della geometria pitagorica. Il Crepuscolo dei Filosofi regalato
dal suo autore, Papini all’amico Arturo al suo ingresso nella Loggia fiorentina
‘Lucifero.” Nel frontespizio una dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo, «Al
nuovo fratello Reghini il suo G Papini».in: Raffaele K. Salinari, Reghini,
pitagorico, su ilmanifesto Rito
filosofico italiano Del Massa, Pagine esoteriche (La Finestra, Trento). In
questa qualità firmò il decreto del suo scioglimento n(riprodotto in: L. Sessa,
I Sovrani Grandi Commendatori e breve storia del Supremo Consiglio d'Italia del
Rito scozzese antico ed accettato Palazzo Giustiniani dal 1805 ad oggi (Ed.
Bastogi, Foggia), in seguito all'approvazione dello stesso anno alla Camera dei
deputati del progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato
da Mussolini, mirante allo scioglimento della massoneria. Iacovella, "Il
Barone e il Pitagorico: Evola e Reghini", in: Vie della Tradizione, Cfr.
la recensione fattane da Guénon: ed. di Comptes Rendus, Parigi. Opere: “Le
parole sacre e di passo dei primi tre gradi ed il massimo mistero massonico,
Atanor, Roma, Per la restituzione della geometria pitagorica, nuova edizione Il
Basilisco, Genova, che comprende anche I numeri sacri nella tradizione pitagorica;
nuovo titolo Numeri sacri e geometria pitagorica. Il fascio littorio, ovvero il
simbolismo duodecimale e il fascio etrusco; nuova edizione Il Basilisco,
Genova, I numeri sacri nella tradizione pitagorica, Ignis, Roma, Dei Numeri
pitagorici, PrologoAssociazione culturale Ignis, Dei Numeri Pitagorici (Libri
sette) Dell'equazione indeterminata di secondo grado con due incogniteArchè/pizeta,
Dei Numeri Pitagorici; Delle soluzioni
primitive dell'equazione di tipo Pell x2-Dy2=B e del loro numeroArchè/pizeta, .
Dei Numeri Pitagorici; “Dei numeri triangolari, dei quadrati e dei numeri
piramidali a base triangolare o quadrata Archè/pizeta, Dizionario Filologico,
("Associazione culturale Ignis"), Cagliostro, ("Associazione
culturale Ignis"), Considerazioni sul Rituale dell'apprendista libero
muratore, Phoenix, Genova); “Paganesimo, Pitagorismo, Massoneria” (Mantinea,
Furnari, Messina); “Per la restituzione della massoneria pitagorica italiana” (Raffaelli
Editore, Rimini); “La tradizione pitagorica massonica” (Melita, Genova); “Trascendenza di spazio e tempo, rivista
"Mondo Occulto", Napoli, ristampa Libreria Ed. ASEQ . Curò
fondamentali traduzioni (con introduzione e note), tra cui: De occulta
philosophia di Cornelio Agrippa (Alberto Fidi, Milano, opera in due volumi);
ristampato dalle Edizioni Mediterranee e da I Dioscuri, Genova, Le Roi du Monde
di René Guénon ( Alberto Fidi editore, Milano. A La Sapienza pagana e
pitagorica del '900 (La Cittadella. I
Libri del Graal. Geminello Alvi, Reghini, il massone pitagorico che amava la
guerra, Corriere della Sera, Riccardo Paradisi, Reghini, il Pitagorico che
sognava l’impero, L’Indipendente, Natale M. Di Luca, "Arturo Reghini. Un
intellettuale neo-pitagorico tra massoneria e fascismo", Atanòr, Roma. Parise, "Nota sulla vita di A.
Reghini", in calce a “Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore”
(Phoenix, Genova); R. Sestito, “Il figlio del Sole” (Ancona, Associazione
Culturale "Ignis"); Via romana agli Dei Amedeo Rocco Armentano, Evola Parise, Schiavone, a metà strada tra fascismo e massoneria, su archiviostorico.info.
Centro De GiorgiScuola Normale Superiore di Pisa, Breve biografia su
mathematica.sns. Guido Boni, Omaggio su ritosimbolico. 1 Thomas Dana Lloyd, Un
pitagorico dei nostri tempi, su ritosimbolico. Nicola Bizzi, Arturo Reghini.
Sulla Tradizione occidentale, su youtube.com. Christian Giudice, Occultism and
Traditionalism in Twentieth-Century Italy, su spreaker.com. Christian
Giudice, For a Spiritual Understanding
of Life’: Arturo Reghini’s Theosophical Years su academia.edu. Grandi massoni.
Arturo Reghini, illustre matematico e antifascista, traduttore e amico di
Guenon, su grandeoriente. Raffaele K.
Salinari, Arturo Reghini, pitagorico, su ilmanifesto. Arturo Reghini. Reghini.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reghini” – The Swimming-Pool Library.
Regina (Sabbioneta). Filosofo. Grice: “When Urmson said
that for Prichard, duty cashed out in interest, he was right! But we must wait
for Regina to emphasise Kierkegaard’s punning on interest – which literally
means, ‘being in between’! The interesting (sic) thing is that Kierkegaard
exploits the old Roman aequi-vocation between the alethic (being in between)
and the practical (Prichard, ‘duty as interest’). -Vincitore di una borsa di studio
per il Collegio Augustinianum, si laurea a Milano con una tesi su Lavelle con
Severino. Si è perfezionato in Filosofia neoscolastica con una tesi su Heidegger. Dopo aver insegnato nei licei è passato a
Macerata. Ha insegnato a Verona. Professore
a Cagliari, è tornato a Verona, e Direttore del Dipartimento di Filosofia. Nell'ambito della sua ricerca, ha ottenuto dall'Unione europea il
finanziamento per il primo progetto «Tempus», relativo all'organizzazione
presso l'Sarajevo e Mostar di un master sulla tolleranza religiosa.. In collaborazione con Copenaghen ha
organizzato due convegni: «Kierkegaard: ripresa, pentimento, perdono», svoltosi
a Verona, e «Mennesket som forhold.
Søren Kierkegaards filosofiske og teologiske antropolog -- iL'essere umano come
rapporto. L'antropologia filosofica e teologica di Kierkegaard». Partecipa ai «Forum» che la Conferenza
Episcopale Italiana organizza nell'ambito del Progetto culturale della Chiesa.
-- è stato nominato docente onorario a Verona.
Ha costruito il suo pensiero basandosi in modo particolare su
Kierkegaard, Nietzsche e Heidegger (“the greatest living philosopher” – Grice).
In Heidegger ha evidenziato l'importanza del ruolo sapienziale assegnato alla
finitezza dell'uomo. In Kierkegaard vede
invece il pensatore da cui partire per costruire una nuova ontologia e una
nuova antropologia basate su una nuova concezione dell'essere: l'esse come
inter-esse. L'essere come inter-esse (nella doppia valenza ontologica ed etica)
pone il pensante in rapporto con un'ulteriorità che, nel trascenderlo, ne
accentua e personalizza il differire. La metafisica, se fondata
sull’inter-esse, cessa di essere ontoteologia, ossia nient'altro che proiezione
idolatrica della logica umana. Ha
pubblicato la monografia su Strauß. R. Mahmutćehavjić , Unity and Plurality in
Europe, «Forum Bosnæ. Culture, Science, Society, Politics», Quarterly
review, Sarajevo Heidegger. Dal
nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza
e sacro, Morcelliana, Brescia); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia, L.
Romera, “Acta Philosophica”, VI; recensione a U. Noi eredi dei cristiani e dei
Greci, Il Poligrafo, Padova); Il termine è stato acquisito dal pensiero
contemporaneo tramite Heidegger. La vita
di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su D. F. Strauss, Morcelliana,
Brescia, Pubblicazioni: Heidegger. Dal nichilismo alla dignità dell'uomo, Vita
e Pensiero, Milano Heidegger. Esistenza e sacro, Morcelliana, Brescia La vita
di Gesù e la filosofia moderna. Uno studio su David Friedrich Strauß,
Morcelliana, Brescia L'uomo
complementare. Potenza e valore nella filosofia di Nietzsche, Morcelliana,
Brescia); “Servire l'essere” (Morcelliana, Brescia); “La differenza viva: per
una nuova concettualità” (CUSL “Il Sentiero”, Verona); “Noi eredi dei Cristiani
e dei Greci” (Il Poligrafo, Padova); “La soglia della fede: la domanda su Dio”
(Studium, Roma); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia); umbertoregina. Umberto
Regina. Regina. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Regina” – The
Swimming-Pool Library.
Renier (Treviso). Filosofo. Essential Italian philosopher. Da
antica famiglia patrizia veneziana figlio di Luigi e Fanny Venturi. Studia in Camerino,
Urbino, ed Ancona, sempre seguendo gli spostamenti del padre, magistrato. E poi
allievo a Bologna di Carducci, per passare a Torino, dove si laurea. Si
perfeziona quindi a Firenze sotto la guida di Bartoli, conseguendo il diploma. Professore a 'Torino. Fondò con
Graf e Novati “il Giornale storico di litteratura,” che pochi anni dopo passò
sostanzialmente a dirigere da solo, «profondendovi, negli studi particolari,
nelle rassegne, negli annunci analitici e in un ricchissimo notiziario, un vero
inesauribile tesoro di cultura, di notizie, di rilievi. Curò importanti edizioni
critiche e monografie; i suoi saggi critici spaziano attraverso tutta la
letteratura. Atre opere: “Il tipo estetico della donna nel Medio Evo, Ancona,
Morelli, Isabella d'Este Gonzaga, Roma, Vercellini, Mantova e Urbino) Torino /
Roma, L. Roux e C., La cultura e le relazioni letterarie d'Isabella d'Este
Gonzaga (con A. Luzio), Torino, Loescher, 1903. Svaghi critici, Bari, Laterza, Note Alessandro Luzio, Rodolfo Renier, La coltura
e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, Sylvestre Bonnard); Luigi
De Vendittis, “Rodolfo Renier”, in Letteratura italiana. I critici, II, Milano, Marzorati, 1987853. Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico
della letteratura italiana, Torino, G.B. Paravia, Luigi De Vendittis, cit. Gabriella Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in
Letteratura italiana. Gli Autori, II,
Torino, Einaudi, Umberto RendaPiero Operti, cit. Gabriella Macciocca, cit. Luigi De Vendittis, “Rodolfo Renier”, in
Letteratura italiana. I critici, II, Milano,
Marzorati, Umberto RendaPiero Operti, Dizionario storico della letteratura
italiana, Torino, G.B. Paravia, Gabriella Macciocca, “Renier, Rodolfo”, in
Letteratura italiana. Gli Autori, II,
Torino, Einaudi). Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere dsu
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Rodolfo Renier. Renier. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Renier” – The Swimming-Pool Library.
Rensi (Villafranca di Verona). Filosofo. Grice: “Only in
Italy a philosopher gets his obituary when he is alive!” -- Tenne la cattedra di filosofia a Genova. Frequenta il
liceo a Verona, manifestando interesse per la filosofia. Si iscrisse a Padova,
poi passò a Roma, dove si laureò, esercitando poi con successo la professione a Verona. Iscrittosi al Partito
Socialista Italiano, si recò a Milano per assumere, appena ventiquattrenne, la
direzione del giornale La lotta di classe, collaborando assiduamente anche alla
turatiana Critica Sociale e alla Rivista popolare diretta da Napoleone
Colajanni. A seguito delle misure repressive adottate dal governo del generale
Luigi Pelloux e per sfuggire alla condanna del Tribunale Militare per aver
preso parte ai moti operai milanesi, stroncati dall'esercito con la strage del
generale sabaudo Fiorenzo a Beccaris, il giovane pubblicista fu costretto a
cercare rifugio in Svizzera. Il soggiorno nel Canton Ticino dura ben dieci
anni. Ivi conobbe e sposò Lauretta Perucchi, da cui ebbe due figlie, Adalgisa,
che entrerà tra le Figlie di San Francesco di Sales con il nome di Suor Maria
Grazia, ed Emilia, autrice di numerosi saggi. Naturalizzato svizzero, divenne
il primo deputato socialista del Gran Consiglio del Canton Ticino. Frutto
dell'esperienza ticinese fu la pubblicazione de Gli «Anciens Régimes» e la
«democrazia diretta» (1902), in cuidifendeva il principio della democrazia
diretta del sistema istituzionale svizzero. Rensi collaborò con numerosi
articoli ai fogli radicali Il Dovere di Bellinzona, la Gazzetta Ticinese e
L'Azione di Lugano, nonché alla rivista socialista e pacifista Coenobium,
fondata a Lugano da Enrico Bignami, di cui divenne redattore capo.
Rientro in Italia Rientrò in Italia per stabilirsi a Verona e riaprire lo
studio di avvocato, dedicandosi nel contempo agli studi filosofici dai quali si
sentiva sempre più attratto. A seguito della campagna libica, vi fu la rottura
col partito socialista, poiché egli si era schierato con l'interventismo di
Leonida Bissolati. Nell'anno successivo pubblicava Il fondamento filosofico del
diritto; Altri due volumi: Formalismo e amoralismo giuridico e La trascendenza:
studio sul problema morale, ove sviluppava un neo-idealismo trascendente,
influenzato dal pensiero di Josiah Royce. Con questi saggi etico-giuridici poté
conseguire la libera docenza di filosofia morale all'Bologna, iniziando la
carriera universitaria. Fu incaricato di filosofia del diritto presso la libera
Ferrara, vincendo poi il concorso per la cattedra di filosofia morale
all'Istituto Superiore di Magistero di Firenze, passò quindi all'Ateneo di
Messina dove ebbe colleghi Concetto Marchesi, Eugenio Donadoni ed Emanuele
Sella. Nel 1918 si stabilì definitivamente a Genova, ricoprendo la cattedra di
filosofia morale dell'ateneo. La prima guerra mondiale L'esperienza della
prima guerra mondiale mandò in crisi le sue convinzioni idealistiche,
conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima formulazione sono i Lineamenti
di filosofia scettica. In quell'opera Rensi sosteneva che la guerra aveva
distrutto la fede ottimistica nell'universalità della ragione, sostituendola
con lo spettacolo tragico della sua pluriversalità, vale a dire
dell'irriducibile conflittualità dei diversi punti di vista. Espose nella
Filosofia dell'autorità la traduzione politica di questa concezione: poiché
tutti i punti di vista politici sono sullo stesso piano, quello che andrà al
potere lo farà con un atto di forza, tacitando tutti gli altri punti di
vista. In quest'opera si è scorta una prima giustificazione
dell'autoritarismo fascista. L'opposizione al fascismo Il filosofo,
tuttavia, dopo una prima simpatia per il fascismo, ne divenne un fiero
avversario quando Mussolini con metodi antidemocratici cominciò a perseguire il
disegno dittatoriale. Sottoscrisse il Manifesto degli intellettuali
antifascisti di Croce, pagando questa scelta con la sospensione, dalla cattedra di filosofia a'Genova. Tre anni
dopo venne arrestato insieme alla moglie e rinchiuso in carcere. Solo un abile
stratagemma escogitato dall'amico e collega Sella, che aveva pubblicato sul
Corriere della Sera il necrologio del filosofo, diffondendo così la falsa
notizia della sua morte, indusse il duce a rimettere prontamente in libertà i
coniugi Rensi. Il dittatore temeva l'ondata di sdegno sollevatasi nel paese e
all'estero per i metodi oppressivi del regime. Per la sua coerenza agli ideali
di libertà, Rensi subì il definitivo allontanamento dalla cattedra e, fino alla
sua scomparsa, fu comandato, da vigilato speciale, presso il centro
bibliografico dell'ateneo genovese, per la compilazione della biografia ligure.
Nonostante il doloroso distacco dalla scuola dove aveva insegnato per
diciassette anni, continuò la sua attività filosofica e letteraria, pubblicando
in quegli anni alcune fra le sue opere più significative, e collaborando al
quotidiano socialista genovese Il Lavoro, l'unico foglio che accoglieva testi
di personalità che non avevano fatto atto di sottomissione al fascismo. Fu
ricoverato al Ospedale Galliera mentre infuriava il bombardamento della flotta
inglese sulla città, per essere operato d'urgenza. Tuttavia l'azione militare
danneggiò alcune sale dell'edificio e i medici dovettero rinviare l'intervento,
una fatalità che non lasciò scampo a Rensi. Ai funerali pochi amici ed ex
allievi poterono seguire per breve tratto il carro funebre. La polizia, che
aveva vietato quest'ultimo devoto omaggio, disperse il funerale, schedando
alcuni discepoli. Rensi, anche morto, tura il potere. Sulla tomba nel Cimitero
monumentale di Staglieno un'epigrafe riassume uno stile di vita ed esprime il
suo dissenso, la sua resistenza e indipendenza intellettuale: «Etsi omnes, non
ego» (Anche se tutti, non io). Filosofia Il suo pensiero si è sviluppato,
dopo l'approdo allo scetticismo, in un primo tempo in direzione del realismo e
del materialismo critico. Un realismo materialistico quindi, che egli considerava
derivato (con una certa libertà interpretativa) dallo stesso pensiero kantiano.
Egli arrivò ad ipotizzare che Kant avesse potuto pensare alla "cosa in
sé" come a una più nascosta essenza materiale delle cose stesse. In
generale si può dire che la filosofia di Rensi non sia esente da paradossi
concettuali e da mutamenti continui che lo hanno portato a cadere in alcune
contraddizioni e incoerenze. Ma va anche considerato che al di sopra di esse a
dominare è comunque un forte pessimismo, che non è solo esistenziale, ma anche
gnoseologico: sia il mondo, sia la mente umana sono irrazionali. «Ma
supponiamo che un tale fatto esteriore ai nostri orologi, destinato al
controllo di questi, non esistesse, e che i nostri orologi continuassero a
discordare. Come potremmo allora, in mancanza di quel fatto esteriore
obbiettivo e nel discordare dei singoli nostri orologi, conoscere l’ora che è?
Ora questo è appunto il caso delle nostre ragioni. Non c’è l’oggetto esterno ad
esse, l’esterno modulo-ragione, su cui controllarle e che le giudichi, ed esse
discordano tra di loro. Come conoscere l’ora che è della ragione?» Per
esempio egli ha sostenuto che siccome la filosofia ha una storia che si snoda
nel tempo, ciò significa che un pensiero vero e unico non può esistere e che
perciò nel suo procedere ed evolvere essa nega continuamente sé stessa. Rensi,
contro l'idealismo di Gentile allora imperante, che considerava la storia una
realizzazione progressiva dello spirito e della ragione, ha una visione
negativa dellastoria, come assurdo, caso e vana ripetizione. «C'è storia
dunque perché ogni presente, ossia la realtà, è sempre falsa, assurda e
cattiva, e perciò si vuol venirne fuori, passare ad altro, quel passare ad
altro in cui, unicamente, la storia consiste... C'è storia, insomma, l'umanità
corre nella storia, per la medesima ragione per cui corre un uomo che posa i
piedi su di un sentiero cosparso di spine o di carboni ardenti» La sua
critica della religione si sviluppava poi in un'aperta apologia dell'ateismo
che egli proclamò. Sembra quasi di poter cogliere uno dei tratti dell'ateismo
filosofico rensiano nella postfazione al Sopra lo amore di Ficino. Ficino nel
suo scritto proponeva una visione dell'amore come amore eterno di Dio che a Dio
ritorna come desiderio di ogni grado ontologico di ritornare al bene e al
Tutto. Nella sua postfazione, propone una nuova interpretazione di questa
tipica teologia platonica, vedendo nell'amore ipotizzato da Ficino in realtà un
preludio a quelle che diventeranno due tra le più influenti correnti filosofiche
nell'Europa: l'idealismo e il volontarismo. L'amore come totalità dei diversi,
o come volontà nelle vesti di matrice essenziale del tutto, mette da parte il
bisogno di un dio buono e trascendente e sussurra l'ipotesi di un ateismo filosofico,
forse professato tra le righe dai più celebri filosofi credenti. In
quanto spirito profondamente problematico e inquieto, Rensi finì però per
approdare a un forte pessimismo ontologico ed esistenziale, che lo spinse verso
derive spiritualistiche, forse latenti nelle sue riflessioni fin dalle origini.
Esse trovano espressione chiara solo nell'ultima fase del suo pensiero,
attestate in particolare dalle Lettere spirituali. In quest'opera, come anche
nella Morale come pazzia (anch'essa postuma) Rensi delinea una sorta di mistica
dei valori e un'etica concepita come l'azzardo dell'uomo che scommette sul bene
in un universo cieco e indifferente. Nella sua Autobiografia intellettualesuddivide
in tre periodi l'evoluzione del suo pensiero: un primo caratterizzato dal
misticismo idealistico, un secondo da un relativismo scettico materialistico e
ateo, un terzo dal misticismo spiritualistico come ultimo approdo del suo pensiero.
Il primo periodo e un misticismo di tipo platonico, in cui sono presenti anche elementi
di San Paolo e di Malebranche. In tale periodo scrive Le Antinomie dello
spirito, Sic et Non. Metafisica e poesia, La trascendenza. Studio sul pensiero morale. Il secondo periodo nasce dal suo sconcerto di
fronte alle violenze della guerra e lo porta alla negazione di qualsiasi
razionalità della realtà. Egli pensa infatti che se gli uomini ricorrono
sistematicamente alla violenza per risolvere i loro conflitti questo significa
che la ragione in sé non esiste, e che si tratta dell'illusione dell'uomo di
pensare che si possa dare ordine al caos. L'irrazionalità della realtà si trova
espressa in Lineamenti di filosofia scettica, La filosofia dell'autorità, La
scepsi estetica, Polemiche antidogmatiche, Interiora rerum, Realismo, Apologia dell'ateismo, Le aporie
della religione. Il secondo periodo è altresì caratterizzato da un
avvicinamento al positivismo materialistico e dal rifiuto dell'idealismo di
Croce e di Gentile. In esso va registrata anche una rivisitazione del panteismo
di Spinoza, che Rensi interpreta alla maniera dei teologi cristiani, quindi
come ateistico perché avrebbe negato il Dio personalizzato dei monoteismi. Egli
pensava anche di realizzareuna sintesi di scetticismo e realismo perché se solo
la scepsi è il modo reale e utile di porsi di fronte al mondo, essa è anche
l'unica verità possibile. Si tratta anche del momento di punta del nichilismo
rensiano, perché si afferma che siccome l'unica cosa certa e stabile è la
morte, ed essa è il "nulla", solo il nulla possiede una verità.
Nell'ultimo periodo prevale una forma di misticismo che non sorge, però,
improvvisamente, essendo già chiaramente presente nelle opere maggiormente
influenzate dallo scetticismo. Quest'ultimo fu, infatti, sempre sollecitato da
un'innata, profonda religiosità, sicché non stupisce che il filosofo si apra
alla voce del divino, poiché egli cerca nella negazione assoluta un criterio
positivo che consenta la negazione stessa. A questo periodo appartengono:
Critica della morale,, "Critica dell'amore e del lavoro, Paradossi di
estetica e dialoghi dei morti, Frammenti di una filosofia dell'errore, del
dolore, del male e della morte, La filosofia dell'assurdo e Autobiografia
intellettuale. Isolato in vita nel mondo filosofico italiano, nel quale
dominava il neo-idealismo crociano-gentiliano, trova la comprensione di pochi
intellettuali a lui affini, come Tilgher e Buonaiuti. È stato quest'ultimo a
creare per Rensi la formula dello scettico credente, che in forme diverse ha
dominato i pochi studi sul suo pensiero. Solo recentemente, soprattutto grazie
agli studi di Emery, il pensiero rensiano ha trovato la collocazione
nell'ambito del nichilismo europeo. Per alcuni tale collocazione resta
comunque riduttiva rispetto alla vastità del pensiero di Rensi, che andrebbe
ancora approfondito. La trascuratezza nei suoi confronti sta nel fatto che la
cultura italiana è stata a tutto il XX secolo dominata dall'idealismo e
dall'esistenzialismo, collegati ad una dottrina cristiana invadente e
impregnante il mondo accademico. Pensiero politico Legato alla cultura
socialista, fin dalla giovane età, il pensiero politico di Rensi si
caratterizza per una certa dose di eclettismo e per una forte componente
umanitaria, distante dal materialismo storico marxiano e riconducibile, più
agilmente, nel novero dei pensatori vicini al socialismo utopista. Se durante
l'attività politica in Italia aderisce all'idea della lotta di classe,
l'esperienza svizzera lo porta a riconsiderare tale concezione dei rapporti di
forza nella storia, ridimensionandone la portata. Nel pensiero rensiano,
infatti, l'antagonismo tra proletariato e borghesia sarebbe circoscrivibile ad
alcune realtà contingenti e non costituirebbe un'invariante delle relazioni
socio-politiche dell'intero Occidente. E se, da un lato, il suo realismo
politico lo porta ad apprezzare le teorie elitistiche del conservatore G. Mosca,
dall'altro, la matrice umanitaria e socialista emerge nell'esaltazione degli
istituti della democrazia diretta, caratterizzanti il sistema costituzionale
americano e quello svizzero, considerati come gli unici in grado di far
emergere la volontà popolare e di permettere l'emancipazione delle classi
lavoratrici. L'elogio ai regimi federalisti appena citati, e il contingente
recupero del pensiero di Cattaneo sono sintomatici di un altro aspetto
dell'orizzonte culturale di Rensi: la feroce critica dell'istituto monarchico
(tanto nell'accezione assolutista, quanto in quella temperata del
costituzionalismo borghese ottocentesco), appannaggio di una vicinanza con il
programma del Partito Repubblicano Italiano. Vicinanza che si concretizza nello
stretto legame, culturale e amicale, con Ar. Ghisleri. Con l'esponente
repubblicano, in particolare, Rensi condivide il pessimismo storico verso il
Risorgimento, la disapprovazione intransingente del ruolo, ritenuto ambiguo e
ostile al riscatto sociale del proletariato, della casa regnante dei Savoia e
l'appartenenza alla Massoneria. Influenze "Atomi e vuoto e il Divino
in me", queste parole di Rensi hanno ispirato M. Lobaccaro nella composizione della canzone
Rosa di Turi dei Radiodervish. Altre opere: Una Repubblica italiana: il
Canton Ticino, "Critica sociale", Milano, ristampato da Armando Dadò,
Locarno, Gli “Anciens Régimes” e la
democrazia diretta. I e II ed., Colombi, Bellinzona Libreria Politica Moderna,
Roma; ristampato.La democrazia diretta, a.c. e con Nota di Nicola Emery,
Adelphi, Milano, L'immoralismo di Nietzsche, Carlini, Genova, Le antinomie
dello spirito, Soc. Libr. Ed. Petremolese, Piacenza, Sic et non: metafisica e
poesia, Libr. Ed. Romana, Roma, Il genio etico ed altri saggi, Laterza, Bari (seconda
ed.). Il fondamento filosofico del diritto, Ed. Libr. Petremolese, Piacenza, Sulla
risarcibilità dei danni morali, Soc. Coop. Tip., Verona, Formalismo e
amoralismo giuridico, Cabianca, Verona, La trascendenza: studio sul problema morale,
Bocca, Torino, Istinto, morale e religione, Ist. Tip. Riuniti, Bologna,
Lineamenti di filosofia scettica, Zanichelli, Bologna, ristampato, a c. e con introduzione di N.
Emery, Castelvecchi, Roma, La scepsi
estetica (Zanichelli, Bologna); La filosofia dell'autorità (Sandron, Palermo);
“Polemiche antidogmatiche” (Zanichelli, Bologna); “L'orma di Protagora”
(Treves, Milano). Principi di politica impopolare, Zanichelli, Bologna, ntroduzione
alla scepsi etica, Perrella, Napoli, Teoria e pratica della reazione politica,
La Stampa Commerciale, Milano, L'amore e il lavoro nella concezione scettica,
Soc. Ed. Unitas, Milano Ristampa Battiato, Catania, Dove va il mondo?,
«Inchiesta fra gli scrittori italiani», Libreria Politica Moderna, Roma, L'irrazionale,
il lavoro, l'amore, Soc. Ed. Unitas, Milano, Interiora rerum, Soc. Ed. Unitas,
Milano, Rielaborato ne La filosofia dell'assurdo, Corbaccio, Milano, Ripubblicato
R. Chiarenza, Adelphi, Milano, Apologia dell'ateismo (Formiggini, Roma). Ristampato
R. Chiarenza, La Fiaccola, Ragusa, ristampato con introd. di N.Emery
"Terapia dell'ateismo", Castelvecchi, Roma, Realismo, Soc. Ed. Unitas, Milano, Apologia
dello scetticismo, Formiggini, Roma, Autorità e libertà: le colpe della
filosofia, Libreria Politica Moderna, Roma, Ristampato G. Perez, Roma, e A. Montano,
Bibliopolis, Napoli, Il materialismo critico, Casa editrice sociale, Milano, Ampliato,
Casa del Libro, Roma, Spinoza, Formiggini, Roma, Ampliato (ed. postuma) Bocca,
Torino, Ristampato A. Montano, Guerini e Associati, Milano); Riedito in
un'edizione comprendente entrambe le versione con un saggio di Roberto
Evangelista, Edizioni Immanenza, Napoli, ,Riedito in un'edizione comprendente
entrambe le version, Luca Orlandini, presso Aragno, Torino, . Scheggie: pagine
di un diario intimo, Bibl. Ed., Rieti Cicute: dal diario di un filosofo, Casa
Ed. Atanòr, Todi, Ristampato, La Mandragora, Imola, Impronte: pagine di un
diario, Libr. Ed. Italia, Genova); “Raffigurazioni: schizzi di uomini e di
dottrine” (Guanda, Modena); “Le aporie della religione, Casa Ed. Etna, Catania,
Sguardi: pagine di un diario, La Laziale, Roma, Passato, presente, futuro,
Cogliati, Milano); Motivi spirituali platonici, Gilardi e Noto, Milano Scolii:
pagine di un diario, Montes, Torino, Vite parallele di filosofi: Platone e
Cicerone, Guida, Napoli, Critica della morale, Casa Ed. Etna, Catania, Paradossi
di estetica e dialoghi dei morti, Corbaccio-Dall'Oglio, Milano, Frammenti di
una filosofia del dolore e dell'errore, del male e della morte, Guanda, Modena,
nuova edizione riveduta, Marco
Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli . Figure di filosofi: Ardigò e Gorgia,
Guida, Napoli, Gorgia. Autobiografia intellettuale. La mia filosofia.
Testamento filosofico, Corbaccio, Milano); Ristampato R. Chiarenza, Dall'Oglio,
Milano, Poemetti in prosa e in verso, Ist. Tip. Ed., Milano, La morale come
pazzia, Postumo. Con prefazione di Adriano Tilgher, Guanda, Modena, ristampato
con Prefazione di N.Emery, ( "La morale come Stato d'eccezione?"),
Castelvecchi, Roma, Trasea, contro la
tirannia (prefazione di A. Poggi), Dall'Oglio, Milano Lettere spirituali,
prefazione di A. Galletti, Bocca, Milano Ristampato Leonardo Sciascia e R. Chiarenza,
Adelphi, Milano, Governi di ieri e di domani (prefazione di Arcangelo
Ghisleri). Riduzione de «Gli anciens Régimes» Libr. Ed. Milanese, Milano, Forme
di governo del passato e dell'avvenire, ristampa parziale de «Gli anciens
Régimes» (prefazione di G. Conti), Libr. Politica Moderna Roma, Sale della vita
(saggi filosofici) (P. Rossi), Dall'Oglio, Milano, La filosofia dell'assurdo” (Adelphi,
Milano); La religione. Spirito religioso, misticismo e ateismo, Antonio
Vigilante, Sentieri Meridiani, Foggia, Contro il lavoro. Saggio sull'attività
più odiata dall'uomo, prefazione di Fabrizio Baleani, Gwynplaine, Camerano ;
trad. francese con presentazione di G. Sanguinetti, Parigi. Ed. Allia); “Le
ragioni dell'irrazionalismo, Marco Fortunato, Orthotes Editrice, Napoli-Salerno
. Su Leopardi, Raoul Bruni, Torino, Aragno, . Note Pastorino, Mio padre Carlo
Pastorino, Genova, Ippolito Emanuele
Pingitore,//lintellettualedissidente/filosofia/giuseppe-rensi-filosofia-dell-autorita/,
in L'Intellettuale Dissidente, Pastorino, cFilosofia dell'assurdo, La filosofia dell'assurdo, Anna Maria Isastia,
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pensiero antico, Bocca, Milano s.d. Enzo Palmieri, G. Rensi, La scepsi estetica
(Zanichelli, Bologna); N. Cuneo, Giuseppe Rensi, Tip. C. Conti e C., Cuneo, Adriano
Tilgher, Giuseppe Rensi: un moralista, Italia, Raffaele Resta, Giuseppe Rensi,
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problema generale della giustizia e della giustizia penale nel pensiero di
Giuseppe Rensi, F. Vallardi, Milano, Paolo Rossi, Giuseppe Rensi e l'ideale di
Giustizia, F.lli Bocca, Milano, Ernesto Buonaiuti, Giuseppe Rensi lo scettico
credente, Partenia, Roma, Costanzo Mignone, Rensi, Leopardi e Pascal,
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Roma, Gianfranco Morra,; Lauretta Rensi, Scetticismo e misticismo nel pensiero
di Giuseppe Rensi, Ciranna, Siracusa, Francesco Tecchiati, Giuseppe Rensi alla
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reale, Città Aperta Edizioni, Enna, Aniello Montano, Giuseppe Rensi: ethica ed
etiche, Napoli, G. Barbuto, Nichilismo e stato totalitario: libertà e autorità
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Greco, la filosofia morale, Viaggidicarta, Palermo, Francesco Mancuso; Aniello
Montano , Irrazionalismo e impoliticità in Giuseppe Rensi, (Relazioni presentate
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Editore, Soveria Mannelli, F. Meroi, filosofia e religione nel primo Novecento,
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segnatura: Relatore: Fabrizio Meroi, correlatore Marcello Farina, Armando
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filosofa, in F. Ciracì, D. Fazio , Schopenhauer in Italia, Lecce, Pensa
MultiMedia, R. Bruni, Il leopardismo filosofico di G. Rensi, in Id., Da un
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Gurashi, filosofo della storia, Firenze, Le Lettere, .E. Bignami E. Buonaiuti
B. Croce A. Ghisleri Manifesto degli intellettuali antifascisti Ad. Tilgher (Treccan
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alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Rensi, il filosofo dimenticato di Giulio Argenti Fondo archivisticoi conservato
presso la Biblioteca di Filosofia Università degli Studi di Milano scomodo
nichilista di Franco Volpi l'"irregolare" di Orazio Martinetti.
Giuseppe Rensi. Rensi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rensi” – The
Swimming-Pool Library.
Resta (Grice: “I like Resta; I was reading a book on golf that
the Italians define, as I would cricket, as the game of ‘fiducia,’ so it is
nice to see that Resta has tried to formulate some ‘rules,’ as we would call
them, for trust. The cover of the book is especially fascinating, as it depicts
two acrobats on a circus ring. Where ‘fiducia’ becomes a matter of life and
death – or a vital evolutionary tract, if often ‘ciecco,’ as Resta puts it. His
research reminds me of Warnock on ‘trust’ in “The object of morality.” Essential Italian philosopher. Componente del
Consiglio Superiore della Magistratura Durata mandato. Eligio Resta, filosofo. Noominato
Alfiere del Lavoro, si è laureato a Bari e ha insegnato a Bari, lla London
School of Economics, il Birkbeck, e Roma Tre. È altresì docente a UniNettuno Ha ricoperto il ruolo di componente laico del
Consiglio superiore della magistratura in quota Verdi indicato dalla
maggioranza di centrosinistra dal Parlamento in seduta comune. È condirettore del progetto comune di ricerca
"Adjudication and Theories of Law" con Kennedy, Harvard Law School, condirettore, assieme a Rodotà,
del Seminario permanente sulla cultura giuridica contemporanea della Fondazione
Lelio e Lisli Basso-Issoco, nonché delle riviste "Sociologia del
Diritto" e "Politica del Diritto". I suoi studi spaziano dai temi classici della
filosofia dfino a temi di particolare attualità quali quelli riguardanti
l'infanzia, i diritti dei minori e il bio-diritto. Particolarmente interessanti
sono gli scritti nei quali indaga sul significato e sui risvolti giuridici del
concetto di "farmaco" come antidoto necessario alla violenza. Conflitti
sociali e giustizia, Bari, De Donato, Diritto e sistema politico, Torino,
Loescher, L' ambiguo diritto, Milano,
FrancoAngeli, 1Poteri e diritti, Torino, G. Giappichelli, La certezza e la
speranza. Saggio su diritto e violenza, Roma-Bari, Laterza, Le stelle e le
masserizie. Paradigmi dell'osservatore, Roma-Bari, Laterza,L'infanzia ferita,
Roma-Bari, Laterza,Il diritto fraterno, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Diritto
vivente, Roma-Bari, GLF Editori Laterza, Le regole della fiducia, Roma-Bari,
GLF Editori Laterza, . Opere, Registrazioni di Eligio Resta, su RadioRadicale,
Radio Radicale. Curriculum vitae et
studiorum nel sito della Università telematica internazionale UniNettuno.
«Biodiritto» la voce in XXI Secolo, "Treccani L'Enciclopedia
Italiana". Resta. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Resta” – The
Swimming-Pool Library.
Restaino: Grice: “Only in Italy, a philosopher writes on
cartoons!” -- Giovanni Franco Restaino (Alghero), filosofo. Dopo essersi
laureato a Cagliari, ha svolto attività didattica nella stessa università,
ricoprendo anche la carica di Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia. --
è docente a Roma. Ha pubblicato numerosi studi soprattutto nel campo della
storia della filosofia e dell'estetica.
Ha orientato la propria ricerca sul campo della filosofia femminista. La sua
pubblicazione forse più nota, anche al di fuori dell'ambiente filosofico, è
però una “Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga,” che non ha mancato anche
di suscitare alcune polemiche, fino al punto che un gruppo di appassionati di
fumetti ha lanciato una petizione chiedendo alla casa editrice il ritiro del
libro, accusato di contenere gravi lacune ed errori. Ettore Gabrielli, Petizione contro l’UTET per
il libro Storia del Fumetto, Lo Spazio Bianco, Andrea Plazzi, Il fantasma del
fumetto, in il Mulino, Bologna, Società editrice il Mulino. La fortuna di
Comte, Comte sansimoniano, in Rivista critica di storia della filosofia, Comte
scienziato, Comte filosofo, Mill e la cultura filosofica, La Nuova Italia,
Firenze, Mill: Scritti scelti, Principato, Milano, Scetticismo e senso comune. Laterza,
Bari, Hume, Editori Riuniti, Roma, Filosofia e post-filosofia: Rorty,
Bernstein, MacIntyre, Angeli, Milano, Storia dell'estetica, Utet, Torino Storia
della filosofia, fondata da Abbagnano, in collaborazione con Fornero e Antiseri,
La filosofia contemporanea, Utet, Torino, Esthétique et poétiquem in Histoire des Poétiques, J. Bessière, E. Kushner,
R. Mortier, J. Weisberger, Presses Universitaires de France, Parigi, La
filosofia anglo-americana, in La Filosofia della seconda metà del Novecento, G.
Paganini, Piccin-Vallardi, Padova, Le filosofie femministe, in collaborazione
con A. Cavarero, Paravia Scriptorium, Torino, Storia della filosofia, Utet
Libreria, Torino, La Rivoluzione Moderna. Vicende della cultura tra Otto e
Novecento, Salerno Editrice, Roma Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga,
UTET libreria, Torino, Biografia su Mondo Domani, su mondodomani.org. Giovanni
Franco Restaino. Restaino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Restaino”
– The Swimming-Pool Library.
Ricordi (Milano). Filosofo. Se è vero, come scrive Bloom, che
Shakespeare ha "inventato l'umanità", è altrettanto vero che egli
l'ha poi divisa, il più delle volte, tra due grandi generi di rappresentanti: e
questi passano davvero per le categorie dei platonici e degli aristotelici.» "Shakespeare filosofo dell'essere" Franco
Ricordi (Milano), filosofo. Figlio di Ferruccio Merk Ricordi, in arte Teddy
Reno e la produttrice e distributrice cinematografica Vania Protti. Si laurea a
Roma; quindi si specializza a Napoli sull'ermeneutica con Gadamer. Ha debuttato
con Ronconi, con il quale ha lavorato nei primi anni della carriera. È stato
poi attore con Stoppa, Lavia, e Filippo. Ha iniziato, in concomitanza con gli
studi, la carriera registica che lo ha visto spesso anche interprete nei propri
allestimenti. Questi sono stati salutati sempre da un forte e caloroso successo
di critica e pubblico; in particolare si è dedicato a Shakespeare, alla
drammaturgia antica, al teatro tedesco dell'età romantica, ma anche e
costantemente ai contemporanei introducendo autori come Rohmer, Amann, Norén. Si ricordano Medea e Fedra di Seneca, Trio in
mi bemolle di Rohmer e Dopo la festa di Jürg Amann, Anfitrione di Heinrich von
Kleist e Don Giovanni e Faust di Christian Dietrich Grabbe, Canti nel deserto e
Gli inganni dell'infinito di Giacomo Leopardi, Le ceneri di Roma e Orgia di Pier
Paolo Pasolini, Creditori di August Strindberg e Demoni di Lars Norén, Romeo e
Giulietta, Macbeth e Amleto di Shakespeare, Lame e Nerone di Giuseppe Manfridi.
Ha pubblicato due libri, per la Bulzoni Editore, su Leopardi, Shakespeare,
Schiller e il concetto di teatralità: Lo spettacolo del nulla e Essere e
libertà. Ha pubblicato, per la Casa Editrice Gremese, "Le mani sulla
cultura": una denuncia assai netta dell'egemonia storica della Sinistra
sulle arti, che si ravvisa in modo particolare nel "Teatro politico"
del Novecento. -- è stato nominato Direttore del Teatro Stabile d'Abruzzo, con
sede a L'Aquila; inaugurando il nuovo corso di questo importante Teatro ha
diretto e interpretato Edipo Re di Sofocle e Anfitrione di Kleist, e insieme
dedicato vari incontri al Teatro di Poesia. -- è stato nominato Consigliere di
amministrazione del Teatro di Roma. -- è
collaboratore del quotidiano Liberal, per le cui edizioni ha pubblicato il saggio
"Ideologia di Amleto". Pubblica "Shakespeare filosofo
dell'essere" (Mimesis edizioni), con prefazione di Severino, ultimo dei
cinque saggi che si riassumono nella tematica di una nuova “Filosofia del
dramma”; questo saggio rappresenta il primo grande progetto di Ricordi dedicato
al rapporto fra drammaturgia ed esistenzialismo. Pubblica il breve saggio
"Filosofia del bacio", e nell'ottobre dello stesso anno è uscito il
suo libro "Pasolini filosofo della libertà". Ha pubblicato il suo
scritto teoretico più rilevante, "L'essere per l'amore". Dante per Roma e nel mondo. Ha dato inizio ad
un grande progetto su Dante, a livello filosofico-saggistico ma anche teatrale
e comunicativo, che vorrà sostenere fino al centenario della morte del Poeta.
Inizia quindi nell'estate con la
rassegna "Dante per Roma", con la lettura in luoghi significativi
della "Città Eterna" (Mausoleo di Cecilia Metella, Arco di Giano,
Terme di Caracalla e Terme di Diocleziano) di sette Canti dell'Inferno, con la
supervisione di Ferroni. La stessa estate viene realizzato un primo
documentario per Rai5, dedicato al primo ciclo di letture . La rassegna si
chiude on la lettura di sette Canti del Paradiso, ricevendo il plauso della
critica e grande riscontro dal pubblico. Ricordi propone la rassegna in collaborazione con gli Istituti Italiani di
Cultura locali: a partire dalla Polonia e della Germania, le letture proseguono
con successo, per arrivare nei primi mesi del
in Russia e , al di fuori dell'Europa, in Algeria. In occasione della
lettura di Mosca, Ricordi presenta il suo primo volume sulla “Filosofia della
Commedia di Dante,” dedicato alla cantica dell'Inferno. Lo spettacolo del
nulla, Bulzoni editore Essere e libertà, Bulzoni editore Le mani sulla cultura, Gremese,
Ideologia di Amleto Liberal edizioni Shakespeare filosofo dell'essere, Milano,
Mimesis Edizioni, Filosofia del bacio, Mimesis Edizioni, Pasolini filosofo della
libertà, Mimesis Edizioni, L'essere per l'amore, Mimesis Edizioni, Il grande
teatro shakespeariano, libro + CD, Mimesis edizioni, Filosofia della Commedia di Dante. Volume
IInferno. Mimesis edizioni, .
"Filosofia della Commedia di Dante" Volume II Purgatorio. Mimesis
edizioni, Dante per RomaDante per Roma:
Inferno videoRaiPlay, su Rai. Franco Ricordi: "La grande magia di Dante
può essere capita soltanto ascoltandola a viva voce", in Spettacol iLa Repubblica,
aise, DANTE PER L'EUROPA: RICORDI
DEBUTTA A BERLINO, su Aise. 30 luglio . Ricordi
parla del suo libro Shakespeare filosofo dell'essere, sul RAI Letteratura, su letteratura.rai.
Intervista di Grattarola,//mangialibri.com/interviste/intervista-franco-ricordi
Franco Ricordi legge Dante in Algeria,
iicalgeri.esteri/iic_algeri/it/gli_eventi/calendario//02/lettura-divina-commedia-a-cura.html.
Franco Ricordi. Ricordi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ricordi” –
The Swimming-Pool Library.
Righetti:(Roma). Filosofo. Il primo periodo della sua attività
di ricerca si è concentrato soprattutto sui temi dell’estetica. In questo
ambito ha fondato e diretto la rivista «La Stanza Rossa» sull rapporto arte-comunicazione.
Ha affiancato alle ricerche precedenti altri filoni di indagine, volti
prevalentemente all’ambito della riflessione meta-etica.. È studioso del
pensiero di Foucault al quale ha dedicato ampi studi. Le sue ricerche attuali
hanno come argomento il rapporto tra l’ecologia e il pensiero occidentale, tema
su cui ha pubblicato diversi saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste
specializzate, fra le quali «Iride», «Dianoia» e «Millepiani». Ecoinciviltà. La ragione ecologica spiegata
all’umanità civile, Mucchi, Modena ; La ragione ecologica. Saggi intorno
all’etica dello spazio, Mucchi, Modena ; Etica dello spazio. Per una critica
ecologica al principio della temporalità occidentale, Mimesis, Milano ;
Foucault interprete di Nietzsche. Dall’assenza d’opera all’estetica
dell’esistenza, Mucchi, Modena ; Letture su Foucault. Forme della “verità”:
follia, linguaggio, potere, cura di sé” (Liguori, Napoli); “La fantasia e il
potere” (Mucchi, Modena); “La Stanza Rossa. Trasversalità artistiche (S.
Righetti, F. Galluzzi, A. Finelli), Costa & Nolan, Milano); “Soggetto e
identità. Il rapporto anima-corpo” (Mucchi, Modena. Cf. Grice, “From the banal
to the bizarre: method in philosophical psychology.” Stefano Righetti.
Righetti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Righetti” – The
Swimming-Pool Library.
Rignano (Livorno). FIlosofo. Grice: “I love Rignano, but
I would not consider him a philosopher, in that he never attended a course on
philosophy!” Figlio di Giacomo e Fortunata Tedesco. Studia a Pisa e quindi aTorino.
Laureato, si interessò subito ai problemi filosofici collegati alla ricerca scientifica.
Fondatore della Rivista di Scienza. Fonda a Bologna “Rivista di Scienza per Zanichelli.
La rivista assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica.” (cf.
Grice on einheit der wissenschaft). La rivista nasce con il proposito di
opporsi alla eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica
danneggiata per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli fondatori, e in particolare Rignano, si
proponevano di superare il particolarismo delle scienze per una visione più
estesa gettando un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed
elaborando una "sintesi" (o unita o continuita) tra le scienze della
natura e le scienze dell'uomo. In questo
modo la filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati,
poteva dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei
metodi e delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie.
Nei numerosi saggi che pubblica su “La rivista de sintesi scientifica” ebbe
modo di mettere in rilievo le sue capacità di divulgatore e di condurre i suoi
studi in completa autonomia dal mondo accademico ufficiale elaborando la sua
conceziomei filosofica ispirate soprattutto dalla corrente positivistica. Chiese
a Freud un'esposizione della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del
sapere potessero essere interessati alle teorie e all'esperienze
psicoanalitiche. Freud scrisse “Das Interesse an der Psychoanalyse” che fu
pubblicato in due puntate sulla rivista. Si interessò di psicologia e biologia
ed è noto soprattutto per la sua ipotesi della "proprietà mnemonica"
secondo la quale la sostanza vivente sarebbe in grado di "ricordare"
le condizioni fisiologiche delle iniziali situazioni fisiche determinate
dall'ambiente esterno e quindi di riprodurle nel prosieguo della vita
biologica. Questa sua teoria consentiva
a lui di operare nella biologia un compromesso tra una visione meccanicistica
della realtà naturale e una finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo
infatti non è possibile pensare che nell'ambito degli organismi viventi vi sia
il proposito immanente di conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile
he nel mondo organico sia presente una sorta di teleo-nomia particolare per
ogni essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di
adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica
mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Rignano si interessò anche
di filosofia della psicologia – o psicologia filosofica -- ma quando intese indicare lo statuto
epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa
competeva, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte
e con quella umana dall'altra, si orientò verso soluzioni “intermedie”, che
spesso complicavano più che risolvere i problemi" Coerentemente al suo programma di
sintetizzare opposti sistemi, elaborò anche una concezione economica di tipo
socialista marxista che fosse in accordo con il liberismo. Altre opere: “Per
una riforma socialista del diritto successorio,” “Di un socialismo in accordo
colla dottrina economica liberale” (Torino, Bocca); “Sulla trasmissibilità dei
caratteri acquisiti: ipootesi d'una centro-epigenesi” (Bologna, Zanichelli); “L'adattamento
funzionale e la teleologia psico-fisica” (Bologna: Zanichelli); “Che cos'è la
co-scienza?” (Bologna, Zanichelli); “Il fenomeno religioso” (Bologna,
Zanichelli); “Il socialismo” (Bologna, Zanichelli); “Dell'attenzione: Contrasto
affettivo e unità di co-scienza” (Bologna, Zanichelli); “Dell'origine e natura
mnemonica delle tendenze affettive” (Bologna, Zanichelli); “Per accrescere
diffusione ed efficacia alle università popolari” (Milano, La compositrice); “La
vera funzione delle università popolari” (Roma, Nuova Antologia); “Vvidità e
connessione” (Bologna, Zanichelli); “L'evoluzione del ragionamento” (Bologna,
Zanichelli); Il nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno
d'esperimento, Como, Premiata Tipografia Cooperativa comense A. Bari, Le forme
superiori del ragionamento” (Bologna, Zanichelli); “Per una riforma socialista
del diritto successorio” (Bologna, Zanichelli); “Democrazia e fascismo, Milano,
Casa editrice "Alpes" "Dizionario Biografico", su treccani.
Cfr. E.Rignano, Pauly A. Darwinismus und Lamarckismus in Rivista di scienza, G.
Sava, Sintesi scientifica e storia della scienza” (Barbieri); “Dizionario di
filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Treccani Enciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.su siusa.archivi.beniculturali, Sistema
Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere, su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere, Digitalizzazione completa di Scientia e Rivista di Scienza su AMS
Historica. Eugenio Rignano. Rignano. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rignano” – The Swimming-Pool Library.
Rigobello ( Badia Polesine). Filosofo. “Il
nostro rapporto con gli altri deve sempre farci essere un interrogativo per
loro.” Fra i principali rappresentanti italiani del personalismo di ispirazione
cristiana. Armando Rigobello Rettore dell'Università LUMSA Durata
mandato19891991 Dopo gli studi liceali, all'Padova conseguì dapprima la
laurea in filosofia, quale allievo di Stefanini e Padovani. Dopo un periodo di
studio e di ricerca in Germania, ritorna in Italia, insegnando in alcuni licei
statali. Conseguita la libera docenza in storia della filosofia, iniziò la
carriera accademica come assistente alla cattedra di Stefanini a Padova quindi
all'Perugia, fin quando in quest'ultimo ateneo divenne ordinario. Insegnò, come
ordinario, storia della filosofia a 'Roma e Tor Vergata. Ha poi continuato ad
insegnare all’LUMSA di Roma di cui è stato il primo Rettore, dopo la trasformazione
come ente da Magistero "Maria SS. Assunta" (di cui ne era direttore)
in libera università. Attivo in varie associazioni cattoliche nazionali, fu
anche vicesindaco di Badia Polesine, la sua città natale, quindi membro del CDA
RAI sotto la presidenza di Grassi e presidente dell'Accademia di studi
italo-tedeschi. Presidente della Società filosofica italiana, pure insignito
della Medaglia d'oro ai benemeriti della scienza, della cultura e
dell'arte. Studioso e pensatore dai vari interessi filosofici, che
spaziano dalla metafisica, all'etica e la filosofia politica, alla pedagogia,
alla storiografia, numerosi sono stati i suoi allievi, fra cui Alici, Nepi, Pieretti. --
è stato uno stretto collaboratore della rivista bimestrale Studium. Sulla
scia del pensiero del suo maestro Stefanini, inizia i suoi studi con un
ripensamento del personalismo partendo peròdal presupposto per cui esso,
potendo anche costituire un possibile complemento integrativo ed estensivo alla
metafisica classica (come gli fu impartita dall'altro suo maestro, Padovani),
non potesse comunque considerarsi una dottrina filosofica definita bensì una
posizione che mettesse in primo piano il concetto di "persona" (cf.
Strawson, “Il concetto di persona”), così come rivendicava Mounier nelle pagine
della rivista Esprit da lui stesso fondata nonché nelle sue varie opere. Ri-esamina
punto per punto il pensiero mounieriano pervenendo alla conclusione originale e
innovativa che esso non era in contraddizione con la metafisica classica bensì
ne poteva costituire un proficuo ampliamento psicologico, etico, antropologico.
Il contributo più originale del Rigobello consiste, quindi, nel
"personificare" (proprio per il tramite del personalismo) la ragione
(metafisica), attraverso quel processo di integrazione sopra invocato fra la
corrente personalistica neoagostiniana ed esistenzialistica e quella
aristotelico-tomista del pensiero classico. Egli perciò riesamina nel suo
evolversi, nonché compara criticamente e storicamente, il concetto di persona alla
luce della storia della filosofiafino ad arrivare alla filosofia grecasulla
base del paradigma mounieriano, chiamando in causa anche l'ermeneutica, la
filosofia morale e la sua storia. Ne risulterà, quindi, che il concetto di
persona deve anzitutto essere inteso in un senso diverso da quello giuridico o
filosofico, tomistico in particolare; inoltre, esso non deve essere confuso con
quello derivante dal concetto di esistenza della filosofia esistenzialistica,
che nega la possibilità che il soggetto possa governare la sua vita, in quanto
ritenuto privo di autodominio. Infine, la persona, pur nella sua reale
concretezza, non deve essere confusa con la sostanza metafisica di concezione
aristotelica. Tutto ciò ha costituito una delle tre tematiche principali in cui
s'è venuta a delinearsi la riflessione filosofica del Rigobello, tematica che
potrebbe denominarsi "persona e interpretazione". La seconda
tematica della sua attività di ricerca scaturisce dagli insegnamenti, per certi
versi antitetici fra loro, dei due suoi maestri, ovvero quelli di Stefanini,
grazie ai quali egli individua un primo polo di convergenza delle sue
riflessioni filosofiche attorno alla nozione fenomenologica di "mondo
della vita" husserliano, e quelli di Padovani, incentrati sulla metafisica
tradizionale e ruotanti attorno alla nozione kantiana di trascendenza con i
suoi limiti. Per Rigobello, quindi ogni altra discussione o questione
filosofica sembra snodarsi o essere compresa fra questi due poli di convergenza
che egli sintetizza nel binomio "trascendenza (o legge morale) e mondo
della vita". Il terzo ed ultimo ambito tematico del Rigobello ha
aperto la prospettiva personalistica al dialogo col mondo moderno e
contemporaneo, con l'etica, la politica, la religione, puntualizzando in
particolare la sua valenza etica e politica nell'analisi della realtà sociale
in cui la persona viveed agisce, nonché esprime il suo dissenso non su basi
ideologiche ma come critica del sistema dominante. Questo terza tematica di
ricerca puo quindi chiamarsi "in dialogo con il mondo
contemporaneo". Come esponente di punta del personalismo italiano,
storicamente rappresentato da Stefanini, Carlini, Sciacca e Pareyson, rivolvela sua attenzione
soprattutto ad una rivisitazione originale del personalismo comparato con i
principi del cristianesimo, con l'etica e la politica, grazie a cui è emersa,
oltre alla limitatezza della dimensione trascendentale, sia quella rilevanza
civica assunta dall'uomo come «testimone» della sua epoca che la sua
responsabilità di cittadino. Egli ha altresì messo in evidenza come il
personalismo italiano si distingua da quello francese proprio nella critica
mossa al sistema neoidealistico, che non ha attecchito nella filosofia
d'oltralpe. Rigobello ha ripreso in sintesi, secondo le sue rivisitazioni,
le tematiche più tipiche della struttura della persona umana e le relative
implicazioni metafisiche, nel breve saggio Prossimità e ulteriorità (Rubbettino).
Inoltre, da sempre interessato anche all'ermeneutica nonché profondo
conoscitore dell'opera di Ricœur, ha pubblicato “L'apriori ermeneutico” ((Rubbettino). Altre
opere: “Oltre lo storicismo” (in Studium); Ricchezza e povertà della metafisica
classica (Humanitas); “Il problematicismo di Spirito come empirismo
coscienziale assoluto: note sul significato del nostro tempo, in Rassegna di
Pedagogia, Umanesimo e antropocentrismo, in: Rassegna di Pedagogia, La
disponibilità come abito etico del rapporto autorità-libertà, in Autorité et
liberté. Atti del onvegno di Cultura Europea, Bolzano, Albert Camus, Istituto
editoriale del Mezzogiorno, Napoli, La pedagogia di Kant e l'indirizzo
idealistico, in Questioni di storia della pedagogia, Editrice La Scuola,
Brescia, Il problema del linguaggio
storiografico, in Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università
degli Studi di Perugia, “Condizionamenti sociologici e linguaggio morale” in
Sociologia e filosofia,. Socrate e la formazione dell'uomo politico, in
Civitas, Esperienza di fede e struttura
del sapere, in Studium, A trent'anni dalla morte di Croce, perché possiamo e
non possiamo dirci crociani, in Coscienza. Mensile del movimento ecclesiale di
impegno culturale, La riflessione sull'etica nella società contemporanea, in
Etica oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, A. Re e A, Poppi,
Fondazione Lanza & Gregoriana libreria editrice, Roma, Il tempo in Bergson e nello spiritualismo
francese, in Il concetto di tempo. Atti del Congresso della Società filosofica
italiana, Caserta, Giovanni Casertano, Loffredo Editore, Napoli, “Persona, trascendentale,
ermeneutica” in Filosofi italiani contemporanei, G. Riconda e C. Ciancio, Mursia
Editrice, Milano, Monografie, saggi, curatele Il contributo filosofico di Mounier,
Pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia dell'Padova, F.lli Bocca Editori, Roma.
La storia nella coscienza della gioventù, Edizioni AVE, Roma/ L'intellettualismo
in Platone (Liviana Editrice, Padova); Platone, Senofonte, Aristotele: il
messaggio di Socrate” (Editrice La Scuola, Brescia); “Introduzione di una
logica del personalismo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana
Editrice, Padova, L'itinerario speculativo dell'umanesimo contemporaneo,
Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice, Padova. L'educazione
umanistica e la persona. Saggio di una filosofia dell'insegnamento umanistico”
(Editrice La Scuola, Brescia); “Determinazione ed ulteriorità nel Kant
precritico” (U. Silva Editore, Milano-Genova); “I limiti del trascendentale in
Kant” (U. Silva Editore, Milano-Genova); “La certezza morale, lezioni di
filosofia morale tenute all'Perugia nell'A.A. 1CLEUP, Perugia, Legge morale e
mondo della vita, Edizioni Abete, Roma, La morale radicale, appunti delle
lezioni tenute durante il corso di filosofia. Pubblicazioni dell'Università
degli Studi di Perugia, Perugia, Struttura e significato, Edizioni La Garangola,
Padova); “Linee per un'antropologia prescolastica” (Editrice Antenore, Padova);
“Modelli storiografici di educazione morale” (Frama Sud Edizioni tipografiche,
Chiaravalle Centrale); “Ricerche sul trascendentale kantiano” (Antenore,
Padova); “Dal romanticismo al positivismo, fa parte di Storia del pensiero
occidentale, V, Marzorati, Milano);
“Ricerche sul regno dei fini kantiano” (Bulzoni Editore, Roma); “Il
personalismo: scelta antologica” (Città Nuova, Roma); “L'impegno ontologico”
(Armando, Roma); “Il futuro della libertà” (Studium, Roma); “Pedagogia,
politica e promozione umana” (La Scuola, Brescia); “Perché la filosofia” (La
Scuola, Brescia); “Studi di ermeneutica” (Città Nuova, Roma); “Verso una nuova
didattica della storia” (Sei, Torino); “Persona e norma nell'esperienza morale”
(Japadre, L'Aquila); “Certezza morale ed esperienza religiosa” (Libreria
Editrice Vaticana, Città del Vaticano); “Kant. Che cosa posso sperare”
(Studium, Roma); “Lessico della persona umana” (Studium, Roma); “L'immortalità
dell'anima” (La Scuola, Brescia); “Soggetto e persona: ricerche
sull'autenticità dell'esperienza morale” (Anicia, Roma); “Autenticità nella
differenza” (Studium, Roma); “Attualità della lettera ai Romani” (AVE, Roma); “Dio
oltre i saperi. Tra teologia e filosofia” (San Paolo, Milano); “Interiorità e
comunità. Esperienze di ricerca in filosofia , Edizioni Studium, Roma, Oltre il
trascendentale, Pubblicazioni della Fondazione "Ugo Spirito", Roma, L'altro,
l'estraneo, la persona , Città Nuova Editrice, Roma, La persona e le sue immagini , Città Nuova
Editrice, Roma, L'estraneità interiore, Edizioni Studium, Roma, Le avventure
del trascendentale. Contributi al LV Convegno del Centro studi filosofici di Gallarate,
Casa Editrice Rosenberg & Sellier, Torino); “Umanità e moralità” (Studium,
Roma); “Immanenza metodica e trascendenza regolativa” (Studium, Roma); “L'apriori
ermeneutico: domanda di senso e condizione umana” (Rubbettino, Soveria
Mannelli); “Prossimità e ulteriorità: una ricerca ontologica per una filosofia
prima” (Rubbettino Editore, Soveria Mannelli); “L'insuperabile singolarità
dell'avventura umana: dalla determinazione completa alla rottura metodologica”
(Il Ramo, Rapallo); “Vita e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico,
intervista L. Alici” (La Scuola, Brescia); “L'intenzionalità rovesciata: dalle
forme della cultura all'originari” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Struttura
ed evento: tempo di vivere, tempo di dare testimonianza alla vita, la vita come
testimonianza” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Dalla pluralità delle
ermeneutiche all'allargamento della razionalità” (Rubbettino, Soveria
Mannelli); “Ciascuno di noi nell'incontro con l'altro deve essere tale da
suscitare curiosità e interesse di conoscenza reciproca (in Presentazione a
Alici, Grassi, Salmeri, Vinti (Studium); “La filosofia come testimonianza, Rivista
bimestrale, Studium, Roma. Berti ebbe per qualche mese Rigobello come docente
supplente di filosofia quando era ancora studente liceale. Cfr. E. Berti,
"Origini del pensiero di Rigobello", in: Alici, Grassi, Salmeri e
Vinti, “La filosofia come testimonianza” (Studium. Cfr. Berti, "Origini
del pensiero di Rigobello", in Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, La filosofia
come testimonianza, Studium, Roma, ,Cfr. pure il contributo di Borghesi,
"La dialettica tra struttura e significato", nella stessa
collectanea. Oltre quelli delle Parti II
e III, si vedano soprattutto i vari contributi presenti nella Parte I della collectanea
in suo onore: Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, Rigobello, la filosofia come
testimonianza, Studium, Roma, .Cfr.
Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit.
Cfr. i vari contributi presenti nella miscellanea: Estraneità interiore e testimonianza. Studi
in onore di Armando Rigobello, Antonio Pieretti, ESI-Edizioni Scientifiche
Italiane, Perugia); Cfr. pure "Biografia, pensiero e opere di Armando Rigobello",
Bollettino della Società Filosofica Italiana nella rubrica Filosofi allo Specchio, Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti , cit. Per questi aspetti centrali del pensiero di
Rigobello, si vedano soprattutto i contributi presenti nella prima parte della collectanea
in suo onore: L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, La filosofia come
testimonianza, Studium, Cfr. Luigi Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti ,
Ricordo dsu lumsa. Umanità e moralità, in Dialegesthai. Rivista telematica di
filosofia, su mondodomani.org. Armando Rigobello, Necrologio, su rovigooggi. In
memoriam: Armando Rigobello, su unimc. In ricordo di Rigobello, su unimc. straneità interiore e testimonianza. Studi in
onore di Rigobello, A. Pieretti, Edizioni Scientifiche Italiane,
Napoli-Perugia, L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti , Rigobello, la
filosofia come testimonianza, giornate-studio in suo onore, evento organizzato
a Perugia in collaborazione con l'Roma Tor Vergata e la LUMSA, Perugia/Roma, i
cui atti sono stati pubblicati, Alici, Grassi, Salmeri e Vinti, Studium, Gianni Dotto, "Armando
Rigobello", in Enciclopedia filosofica, Bompiani, Milano, E. Baccarini ,
Passione dell'originario: fenomenologia ed ermeneutica dell'esperienza
religiosa, studi in onore di Armando Rigobello” (Studium, Roma). Personalismo Mounier
Filosofia cristiana Rigobello in SWIF Sito
web italiano per la filosofia, su swif.uniba. Vita e ricerca. Il senso
dell'impegno filosofico (Interviste), L. Alici recensione di G. Din, Padova.
Video di un'intervista a cura di Valentini, fatta a Roma -- youtube.com/watch?v=yNRvCGRNfyE
Predecessore Rettore della LUMSA Successore Giorgio Petrocchidal Giuseppe Dalla
Torre. Armando Rigobello. Rigobello. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rigobello” – The Swimming-Pool Library.
Rimini
(Rimini).
Filosofo. Gregorio di, Il beato Gregorio da Rimini,
detto anche de Arimino o Ariminensis e soprannominato splendens lucerna,
dottore acutus, dottore authenticus. Filosofo e teologo italiano, appartenente
all'Ordine di Sant'Agostino. Forse l'ultimo grande scolastico del
Medioevo, fu il primo a conciliare gli sviluppi delle idee di Ockham ad Oxford
con gli insegnamenti diAureolo a Parigi: questa sua sintesi ebbe un impatto
duraturo sul pensiero europeo. De imprestanciis venetorum (De usura). Riceve la
sua prima formazione presso l'Ordine mendicante degli Eremitani d’Agostino, nel
quale era entrato. Studiò a Parigi fino al conseguimento del baccellierato. Fu
attivo come lettore a Bologna, Padova e Perugia. Torna a Parigi, dove preparò
le lezioni sulle Sentenze di Pietro Lombardo. Influenzato da lui e Ceffons che
scrive un commento sulle Sentenze. Consegue il grado di Magister
teologiae. E a Rimini per recarsi l'anno successivo a Padova. Il Capitolo
generale di Basilea lo nominò lector principalis nel recentemente costituito
Studio agostiniano di Rimini e lo incaricò, a ulteriore prova della sua
autorevolezza, di procedere alla nomina del nuovo priore del convento. Divenne
priore generale degli agostiniani come successore di Tommaso di
Strasburgo. Morì a Vienna. Oltre alla sua opera principale, il Commento
alle Sentenze di Lombardo, del quale sono pervenuti solo i primi due libri,
scrisse diversi trattati, tra cui “De usura,” “ De quatuor virtutibus
cardinalibus” e un estratto del commento
alle sentenze, il “De intentione et remissione formarum” che probabilmente
costituisce una versione ampliata della IV distinctio del I libro del Commento
alle Sentenze. Dubbia è l’attribuzione di una Tabula super epistolis B.
Augustin. Gregorio manifesta una certa attitudine sincretistica tra gli sviluppi
del pensiero di Occam e gli insegnamenti di Pietro Aureolo a Parigi. Mostra
analoga tendenza anche nella ricostruzione e dell'analisi del processo del
conoscere umano, nelle quali si fondono in maniera originale elementi
eterogenei desunti da Aristotele, Agostino e Ockham. Causa un grave
fraintendimento del suo pensiero, Gregorio è stato qualificato come tortor
infantium (torturatore dei bambini), per la supposizione di aver condannato
alle pene eterne i bambini che muoiono senza il battesimo; in realtà espone
tale dottrina senza pronunciarsi. Talvolta è indicato quale antesignano dei
nominalisti. Altre opere: “Gregorii Ariminensis OESA, Lectura super Primum et
Secundum Sententiarum”; “De quatuor virtutibus cardinalibus”; “De intentione et
remissione formarum”; “De usura”; “De imprestanciis venetorum... et de usura,
Reggio nell'Emilia, Lodovico Mazzali, Enrico Gori, Gregorio da Rimini, su
filosofico.net. Manuale di Filosofia Medievale on-line, Università di
Siena - Facoltà di lettere e filosofia. DBI. Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Roberto Lambertini, Gregorio
da Rimini, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. su ALCUIN, Università di Ratisbona. Modifica su Wikidata Gregorio da
Rimini, in Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Rimini,
in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and Information,
Stanford. Philosopher, he studied in Italy, England, and France, and
taught at the universities of Bologna, Padua, Perugia, and Paris before becoming
prior general of the Hermits of St. Augustine in his native city of Rimini,
about eighteen months before he died. Gregory earned the honorific title “the
Authentic Doctor” because he was considered by many of his contemporaries to be
a faithful interpreter of Augustine, and thus a defender of tradition, in the
midst of the scepticism of Occam and his disciples regarding what could be
known in natural philosophy and theology. Thus, in his commentary on Books I
and II of Peter Lombard’s Sentences, Gregory rejected the view that because of
God’s omnipotence he can do anything and is therefore unknowable in his nature
and his ways. Gregory also maintained that after Adam’s fall from
righteousness, men need, in conjunction with their free will, God’s help grace
to perform morally good actions. In non-religious matters Gregory is usually
associated with the theory of the complexe significabile, according to which
the object of knowledge acquired by scientific proof is neither an object
existing outside the mind, nor a word simplex or a proposition complexum, but
rather the complexe significabile, that which is totally and adequately
signified by the proposition expressed in the conclusion of the proof in
question. Rimini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rimini” – The
Swimming-Pool Library.
Rinaldini
(Ancona).
Filosofo. Nato in una famiglia aristocratica originaria di Siena, studiò al Bologna.
Fu al servizio di Urbano VIII e ottenne
da Barberini, nipote del Papa, la supervisione delle fortezze di Ferrara, Bondeno
e Comacchio. Lettore e professore a Pisa. Amico di Galilei e di
Borelli, il quale lo aveva soprannominato Simplicio per la sostanziale fedeltà
all'aristotelismo tradizionale, Rinaldini fu in corrispondenza con Viviani e fu
uno dei soci fondatori dell'Accademia del Cimento. Tuttavia ebbe numerose
controversie con i suoi amici e con Redi ed Torricelli. Nonostante il
conformismo, si oppose alla teoria della "virtù zoo-genetica" delle
piante, sostenuta dagli altri accademici del Cimento, precedendo Malpighi con
l'ipotesi che anche gli insetti delle galle nascessero da uova deposte da
individui della stessa specie. Lasciò la
Toscana per recarsi a Padova, dove ebbe la cattedra di Filosofia nella locale
università e pubblicò “Philosophia rationalis, atque entità naturalis.” Cercò
invano di tornare a Pisa. Un'altra gloria di Rinaldini è la sua proposta di
scala termometrica utilizzando come riferimenti fissi il punto di congelamento
dell'acqua e quello di ebollizione all'ordinaria pressione atmosferica, e
proponendo di dividere l'intervallo in 12 gradi. Altre opere: “Opus algebricum”
(Anconae, Marco Salvioni); “Opus mathematicum” (Bononiae, Evangelista Dozza); “Mathematica
italiana”; “Geometra promotus, Patauii, typis Petri Mariae Frambotti bibliopolae);
“Ars analytica mathematum in tres parte distribute” (Florentiae: ex typographia
Iosephi Cocchini; Patauii: typis Petri Mariae Frambotti); “Ars analytica
mathematum” (Patauii, Pietro Maria Frambotto); “De resolutione atque
compositione mathematica libri duo, Patauii: typis ac impensis heredum Pauli
Frambotti); “Philosophia rationalis, naturalis, atque moralis opus in quo
praesertim physica vniuersa ex accuratis naturalium effectuum observationibus
deducta, & ubi rei natura patitur geometrice demonstrata exhibetur. Patauii:
sumptibus Petri Mariae Frambotti bibliop); “Ad artem quam ipse conscripsit mathematum
analyticam paralipomena” (Patauii : typis Petri Mariae Frambotti); “Commercium
epistolicum, Patauii: typis Petri Mariae Frambotti). L. Boschiero, Experiment
and natural philosophy in Tuscany: the history of il Cimento, Dordrecht:
Springer, «Carlo Rinaldini» In:
Francesco Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici «Lo sviluppo delle ricerche sulle galle» In:
F. Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici C. Pighetti, Il vuoto e la quiete: scienza e
mistica nel '600: E. Cornaro e C. Rinaldini, Milano: Franco Angeli); Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
«Renaldini (Rinaldini), Carlo». In Biographisch-literarisches Handwörterbuch
für Mathematik, Astronomie, Physik, Chemie und verwandte Wissenschaftsgebiete
zur Geschichte der exacten Wissenschaften, Sächsische Akademie der Wissenschaften
zu Leipzig, Leipzig: J.A. Barth, Treccani
Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Operei (altra versione), su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere, Mathematica italiana, Biografia di Carlo
Renaldini, su mathematica.sns, Museo Galileo di Firenze. Carlo Renaldini. Carlo
Rinaldini. Rinaldini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rinaldini” –
The Swimming-Pool Library.
Riondato
(Padova).
Filosofo. Nasce nel quartiere padovano dell'Arcella. Studia a Padova e si
laurea prima in lettere classiche e filosofia, avendo come maestri Stefanini,
Ferrabino, Padovani e Diano. Diventa professore di storia della filosofia
antica nello stesso ateneo patavino. Vicepresidente nazionale dell'Azione
Cattolica, presidente della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e presidente
del Consiglio di amministrazione del Gazzettino. Mentre si recava a lezione al
Liviano, fu ferito da un colpo di pistola ad una gamba. L'attentato venne
rivendicato dai Comitati Comunisti Combattenti. Sul luogo dell'attentato è ora
presente una targa in ricordo. È stato presidente dell'Accademia patavina di
scienze, lettere ed arti e sotto la sua presidenza l'Accademia cambia nome in
"Accademia galileiana di scienze, lettere ed arti". -- è socio
corrispondente dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Cavaliere di
gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme
ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica
italiana — Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino
per uniforme ordinaria Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica
italiana — Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell'artenastrino
per uniforme ordinaria. Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola della cultura
e dell'arte. Targa in ricordo su ezioriondato.org. Quirinale: dettaglio
decorato. Sito in Memoria, su ezioriondato.org. Riondato. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Riondato” – The Swimming-Pool Library.
Riverso (Napoli). Filosofo. Si laurea a Napoli. Docente a
Salerno. Riceve il Premio Nazionale “Tetradramma d'oro”. Professore a Napoli. Diventa
ordinario di Filosofia a Salerno. Fu inserito tra i 500 intellettuali più
importanti d'Europa. Trra i 2000 intellettuali “eccellenti” del XXI
secolo. I suoi studi hanno spaziato
dalla filosofia critica ed analitica, alla logica formale, è stato esperto in
problemi di linguistica, con particolare specializzazione nei rapporti tra
cultura occidentale e cultura islamica e di filosofia delle scienze e delle
culture. La sua attività ha portato alla pubblicazione di 45 volumi, 26
traduzioni e curatele ed oltre 500 articoli scientifici. Altre opere: “Intorno
al pensiero di Barth. Colpa e giustificazione nella reazione antiimmanentistica
del "Roemerbrief" barthiano, La teologia esistenzialistica di Barth, La
costruzione interpretativa del mondo, analizzata dall'epistemologia genetica, Metafisica
e scientismo. Con un'appendice sulla logica di Peirce, Il pensiero di Russell. Esposizione storico-critica, Introduzione alla filosofia e all'analisi del
linguaggio, Dalla magia alla scienza, I problemi della conoscenza e del metodo
nel sensismo degl'ideologi, Analisi dell'esperienza estetica, Il pensiero occidentale. Corso di storia della
filosofia, Le tappe della pedagogia nel mondo occidentale, l pensiero di
Ludovico Wittgenstein, Natura e logo. La razionalizzazione dell'esperienza da
Omero a Socrate, La filosofia analitica in Inghilterra, Il pensiero di Wittgenstein, La filosofia oggi, Individuo, società e cultura. Introduzione
alla psicologia dei processi culturali, La nostra immagine dell'Universo.
Astronomia e ideologia, Il pensiero di Russell, Il pragmatismo, Aspetti della
spiritualità europea dal '500 al '600, Il linguaggio nel pensiero filosofico e pedagogico
del mondo antico, Democrazia, Isonomia e Concetto di Stato, Le correnti filosofiche; Riferimento e
struttura; Il problema logico-analitico inStrawson, Democrazia e gioco
maggioritario, Filosofia analitica del tempo, Ideologia e società nell'Islam, La città e lo
Stato; Alle origini del pensiero politico occidentale, Millikan e la carica
dell'elettrone, Esperienza e riflessione, le tappe della filosofia e della
scienza nella cultura occidentale, Piaget; filosofo, epistemologo, psicologo e
pedagogista, L'Islam; Crogiuolo d'idee,
di problemi, di angosce, Forme culturali e paradigmi umani; Le tappe del
pensiero filosofico e pedagogico nella cultura occidentale, Paradigmi umani e
educazione, Filosofia del linguaggio: dalla forma al significato, Cose e parole
nella traduzione interculturale, Come Bruno iniziò a parlare: Diario di una
maestra di sostegno, La rimozione dell'Eros nel Giansenismo, Civiltà, libertà e
mercato nella città greca antica
(Working Papers della Libera Università Internazionale degli Studi
Sociali Guido Carli, LUISS, Roma). ''Capire l'Islam, Iran, Da Zarathuštra
all'Islâm. Un viaggio al centro dell'immaginario religioso e mistico che ha
influenzato l'umanità, Islâm, morale e
dottrina, Cogitata et scripta, Con
Emanuele Riverso scompare un vero filosofo del linguaggio, La Tribuna, Quindicinale
di Informazione, Sito interamente dedicato al prof. Riverso, su
emanueleriverso. Semiosi iconica e comprensione della Terra, di Emanuele
Riverso, SIBA, Coordinamento dei servizi informatici bibliotecari di Ateneo,
Università del Salento. Riverso. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Riverso” – The Swimming-Pool Library.
Roccoto be identified.
Rodano (Roma). Filosofo.
Fondatore del “catto-comunismo.” Fu tra i
fondatori del Movimento dei Cattolici Comunisti, poi Sinistra Cristiana. Consegue
la maturità classica al Visconti, la laurea aRoma. Negli anni del liceo e
dell'università frequenta la congregazione mariana “Scaletta”, diretta da padri
gesuiti; milita nell'Azione Cattolica e nella FUCI, allora presieduta da
Moro. Dal 1938 entra in contatto e collabora con antifascisti d'ispirazione
cattolica (Ossicini, Pecoraro, Tatò e altri), comunista (Paolo Bufalini,
Antonio Amendola, Pietro Ingrao, Lucio Lombardo Radice e altri), del Partito
d'Azione e liberali (Ugo La Malfa, Paolo Solari, Mario Fiorentino fra gli
altri). Partecipa al “Movimento dei Cattolici Antifascisti”. Nel 1941-43
è (con Ossicini e Pecoraro) tra i promotori e dirigenti del “Partito
Cooperativista Sinarchico”, poi “Partito Comunista Cristiano” e ne redige i
principali documenti. Dal 1942 fa parte, con Alicata e Ingrao, del cosiddetto
“triumvirato” dirigente le due distinte organizzazioni clandestine (comunista e
comunista cristiana).Nel 1942 scrive, sotto pseudonimi, alcuni articoli sull’Osservatore
Romano. E arrestato dalla polizia fascista in una generale retata dei militanti
del PCC, e deferito al Tribunale Speciale con altri suoi dirigenti. Il processo
non ha luogo per la caduta del fascismo e tutti vengono liberati poco dopo. Nel
periodo badogliano ha intensi scambi d'idee con i compagni di partito e altre
personalità antifasciste sulla linea da seguire. Stringe amicizia con Luca e Pintor.
Collabora al “Lavoro”, diretto da Alicata (comunista), Vernocchi (socialista) e
Gaudenti (cattolico). Sotto l'occupazione nazista di Roma fonda il “Movimento
dei Cattolici Comunisti” e ne redige i documenti teorico-politici; scrive
articoli sui 14 numeri usciti alla macchia di Voce Operaia, organo dello stesso
MCC. Liberata Roma, il MCC prende il nome di Partito della Sinistra Cristiana.
Vi confluiscono i cristiano-social” di Gerardo Bruni. Vi partecipano anche
Felice Balbo, Sacconi, Barca, Amico, Chiesa, Valente, Mira, Tatò, Tedesco,
Parrelli, Tranquilli, Rinaldini. Stringe un rapporto di amicizia e
collaborazione (che non sarà privo di momenti di dissenso critico) con Togliatti. Su Voce Operaia, pubblicata adesso
legalmente, scrive numerosi articoli; in quattro di essi sostiene la
prosecuzione dell'IRI e ciò segna l'inizio della sua amicizia con Raffaele
Mattioli. Nella notte di Natale del 1944 s'incontrano, a casa di Rodano e con
la sua mediazione, Togliatti e don Giuseppe De Luca: è un primo, cauto
sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista italiano. A
conclusione di un congresso straordinario, il PSC si scioglie. Rodano sostiene,
con argomentato vigore, che non è più utile una formazione cattolica di
sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo insieme e perciò al PCI il
compito di affrontare la questione cattolica, superando le pregiudiziali
ateistiche e del dogmatismo marxista. Si adopera perciò per ottenere modifiche
nello statuto del PCI, che consentano l'iscrizione e la militanza in esso
indipendentemente dalle convinzioni ideologiche e religiose, modifiche che
saranno adottate dal PCI nel suo V congresso, nel gennaio 1946. Entrato
nel PCI, Rodano scrive* su periodici ufficiali di tale partito o ad esso
vicini; particolarmente numerosi i suoi articoli su Rinascita. Vi ha largo
spazio l'invito ai cattolici a lavorare in politica e nelle altre dimensione
della "storia comune degli uomini" in spirito di laicità, evitando
quindi improprie commistioni con la fede religiosa. Questa
posizioneapprofondita da Rodano nel corso di tutta la sua opera ed essenziale
per comprenderlacontrasta con la linea della Chiesa di Pio XII, che coglie
l'occasione di due suoi articoli sulla condizione economica del clero
(Rinascita, autunno 1947) per comminargli l'interdetto dai sacramenti,
accusandolo di fomentare la "lotta di classe" all'interno delle
gerarchie. L'interdetto verrà tolto solo sotto il pontificato di Giovanni
XXIII. La battaglia culturale Franco Rodano Cura gli articoli
politici del mensile Lo Spettatore Italiano, diretto da Elena Croce, figlia di
Benedetto. Scrive sul Dibattito Politico, settimanale diretto da M. Melloni e
U. Bartesaghi, teso a una difficile mediazione tra le posizioni politiche del
mondo cattolico e di quello comunista e socialista, nel distinto riconoscimento
dei rispettivi valori e motivi ideali. Vi collaborano tra gli altri Giuseppe
Chiarante, Magri, Baduel, Salzano. Durante il pontificato di Giovanni
XXIII opera, tramite Togliatti, per la trasmissione ai dirigenti sovietici
della proposta, accolta, di uno scambio di messaggi in occasione
dell'ottantesimo compleanno di papa Roncalli. L'iniziativa sarà il primo segno
di disgelo tra URSS e Santa Sede. Si svolge un serrato dialogo tra Rodano e
Augusto Del Noce, che mette in chiaro la diversità delle rispettive posizioni.
Nel 1962 Rodano fonda, con C. Napoleoni, La Rivista trimestrale, che durerà
fino al 1970, affrontando nodi teorici e politici di fondo. Ancora con
Napoleoni, e con Michele Ranchetti, dirige la Scuola Italiana di Scienze
Politiche ed Economiche, rivolta a militanti
del movimento dell'epoca. Collabora alla rivista Settegiorni, diretta da
Ruggero Orfei e Piero Pratesi, in cui fra l'altro scrive una serie di
interventi d'intensa riflessione teologica, le Lettere dalla Valnerina.
Chiusasi l'esperienza della Rivista Trimestrale, Rodano scrive sui Quaderni
della Rivista Trimestrale, diretti da M. Reale, cui collaborano, insieme a F.
Sacconi, E. Salzano, V. Tranquilli, G. Gasparotti, F. Rinaldini, M. Reale, R.
Agata, C. Vincenti, A. Montebugnoli, P. Padoan, S. Sacconi, A. Zevi, Giaime e
Giorgio Rodano, e altri. Lo si considera l'esponente più autorevole del “cattocomunismo”:
"i rapporti di Rodano con il mondo cattolico sono stati indagati a fondo.
Quelli con Togliatti (che furono rapporti personali assai intensi) assai poco,
come quelli con Berlinguer (all'Istituto Gramsci si conservano tre vaste memorie
che Rodano ha scritto per Berlinguer), anche se il rapporto stretto di questi
con Antonio Tatò è sufficiente a delinearne l'influenza". Nella
stagione del “Compromesso storico” proposto da Enrico Berlinguer e oggetto
prima di attenzione, poi di cauta convergenza da parte di Aldo Moro, Rodano
elabora i fondamenti teorici di una politica diretta a non ridurre l'incontro
tra le grandi forze storiche del comunismo, del socialismo e del cattolicesimo
democratico a una mera operazione di governo, ma a farne una strategia di lungo
periodo di trasformazione della società. Quella stagione e quelle prospettive
vengono improvvisamente troncate dall'assassinio di Moro. S'intensificano,
all'epoca, i suoi contatti personali con esponenti del PCI, del PSI, della DC e
di altri partiti (La Malfa, Malagodi, Visentini), su problemi politici a breve
e lungo termine. Pubblica alcuni libri, scrive articoli su vari periodici e sul
quotidiano Paese Sera, quasi settimanalmente. Franco Rodano muore per una crisi
cardiaca a Monterado (An). Al funerale cattolico partecipa ufficialmente anche
la locale sezione del PCI. Altre opere: “Sulla politica dei comunisti” (Boringhieri,
Torino); “Questione democristiana e compromesso storico” (Editori Riuniti,
Roma), “Lenin da ideologia a lezione” (Stampatori, Torino); Lettere dalla
Valnerina (Piero Pratesi, La Locusta, Vicenza) Lezioni di storia
"possibile" (Vittorio Tranquilli e G.Tassani, Marietti, Genova)
Lezioni su servo e signore (Vittorio Tranquilli, Editori Riuniti, Roma)
Cattolici e laicità della politica (Vittorio Tranquilli, Editori Riuniti, Roma,
Cristianesimo e società opulenta (Marcello Mustè, Ed. di Storia e letteratura,
Roma) Saggi, articoli, interviste Sono stati pubblicati in numerosi periodici e
quotidiani, tra i quali: l'Osservatore Romano, Primato, Voce Operaia Rinascita Il Politecnico, Unità, Vie nuove,
Società, Cultura e realtà, Lo Spettatore Italiano, Il Contemporaneo, Il
Dibattito Politico, Nuovi Argomenti, La Rivista Trimestrale, Settegiorni, Quaderni
della Rivista Trimestrale, Paese Sera, Città Futura, Nuova Società, Il Regno. Si può vedere l'elenco completo dei saggi,
articoli, interviste in: katciu-martel . I saggi più importanti, pubblicati
sulla Rivista Trimestrale e sui successivi Quaderni della R.T., sono:
Risorgimento e democrazia, Il processo di formazione della “società opulenta” Il pensiero cattolico di fronte alla “società
opulenta” Egemonia riformista ed egemonia rivoluzionaria; “Note sul concetto di
rivoluzione”; “Significato e prospettive di una tregua salariale; “Il
centro-sinistra e la situazione del paese”; “Marx, A proposito del convegno
delle ACLI a Vallombrosa, Su alcune questioni sollevate dal movimento studentesco
(Con Dopo Praga: considerazioni politiche sulla storia del movimento operaio, A
proposito dell'”autunno caldo”: considerazioni sulla dialettica sociale dell'”opulenza”
La peculiarità del Partito comunista italiano, Dopo il XIV congresso del PCI:
il nodo al pettine; i “germi di comunismo” (La questione democristiana La
proposta del “compromesso storico” Dopo la morte di Mao Tse-tung: la lezione di
una grande esperienza (con Vittorio Tranquilli, Considerazioni sulla strategia
dei comunisti italiani: egemonia e libertà delle opinioni (Considerazioni sui
fenomeni di eversione giovanilistica: la politica come assoluto Note sulla
questione giovanile: la giovinezza, specificità umana e condizione storica Dopo
la lettera di Berlinguer al vescovo di Ivrea: laicità e ideologie, Alla radice
della crisiI –L'incompatibilità tra capitalismo e democrazia, IIÈ possibile una soluzione reazionaria? (
IIIIdee e strumenti della manovra reazionaria, IVRivoluzione e “filosofia della
storia” V –Rivoluzione in Occidente e rapporto con l'URSS, Il senso di una grande lezione: per una
lettura critica di Lenin, Per un bilancio del “compromesso storico”: Innovazione
e continuità Contratti e costo del lavoro: imprese e sindacati, partiti e
istituzioni (ivi) La chiesa di fronte al problema della pace, Note Piero Craveri, Una critica pregnante, in
Mondoperaio, È morto Rodano, teorico del
compromesso storico Archiviolastamp. Noce: Lettera a F. Rodano (lRegno-attualità,);
Maria Lisa Cinciari: Cattolici comunisti (in Enciclopedia dell'anti-fascismo e
della resistenza, Milano); L. Bedeschi: Cattolici e comunisti (Feltrinelli,
Milano); M. Cocchi, P. Montesi: Per una storia della Sinistra cristiana
(Coines, Roma), Casula: Cattolici-comunisti e Sinistra cristiana (Il Mulino,
Bologna; G. Tassani: Alle origini del compromesso storico (EDB, Bologna G.
Ruggieri, R. Albani: Cattolici comunisti? (Queriniana, Brescia); M. Repetto: Il
Movimento dei cattolici comunisti: problemi storici e politici (in Quaderni
della Rivista Trimestrale); : Ricordo di Rodano, F. Broglio, "Rodano: un
cristiano nella sinistra", in "Nuova Antologia", G. Giannantoni,
M. Alema, P. Ingrao: Dibattito su Rodano in Rivista Trimestralenuova serie, :
articoli su F. Rodano in Nuovo Spettatore Italiano, Gianni La Bella: “Lo
Spettatore Italiano” (Morcelliana, Brescia); Massimo Papini: Tra storia e
profezia: la lezione dei cattolici comunisti (Ed. Univ., Roma); Enrico
Landolfi, Rodano e la rivoluzione in Occidente, Palermo, Ila Palma, M.
Raimondo: Rodano: solitudine e realismo del comunista cattolico (Galzerano,
Salerno); M. Tronti: Una riflessione su Franco Rodano (in Rivista Trimestralen.
M. Alighiero Manacorda: Rodano lettore
di Marx (In Critica marxista, Claudio Napoleoni: Saggio su Rodano (in Cercate
ancora, Ed. Riuniti, R. Valle); C. Napoleoni: Su Rodano (in Teoria politica);
A. Noce: Il cattolico comunista (Rusconi, Milano); Vi. Tranquilli: Fede
cattolica e laicità della politica in Franco Rodano (in Teoria Politica);
Vittorio Tranquilli: Realtà storica e problemi teorici della democrazia nel
pensiero di Franco Rodano (in Bailamme, .M. Reale: Sulla laicità.
Considerazioni intorno alle relazioni fra atei e credenti (in Novecento, R. Bellofiore:
Pensare il proprio tempo. Il dilemma della laicità in Claudio Napoleoni e
Franco Rodano (in Per un nuovo dizionario della politica, Ed. Riuniti, Roma, L.
Capuccelli); Mauro Lucente: La riflessione teorica di Rodano dalla Sinistra
Cristiana alla “Rivista Trimestrale” (Tesi di laurea in scienze politiche,
Milano); Istituto Gramsci: Convegno commemorativo di Rodano, Roma), M. Mustè,
“Critica delle ideologie e ricerca della laicità” (Il Mulino); R. Albani: La
storia comune degli uomini. Rileggendo Rodano (in Testimonianze, M. Papini: La
formazione di un giovane cattolico nella seconda metà degli anni Trenta: Rodano
tra la Congregazione mariana “La Scaletta” e il liceo “Visconti” (in
Cristianesimo e storia, V. Possenti: Cattolicesimo e modernità. Balbo, Noce,
Rodano (Milano, Marcello Mustè: Fra Del Noce e Rodano: il dibattito sulla
“società opulenta” (in La Cultura, M. Mustè: Rodano: laicità, democrazia,
società del superfluo (Studium, Roma). Rodano: "Cristianesimo e società
opulenta", a cura e con introduzione di Marcello Mustè (Edizioni di Storia
e Letteratura, Roma, Valentino Parlato: L'utopia di Rodano (in Manifesto, E. Melchionda:
Gli anni di Rodano (in Aprile, Gabriele
De Rosa, "Franco Rodano; il cristianesimo e la società
opulenta", in "Ricerche di storia sociale e religiosa", anno G. Chiarante:
Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie degli anni Cinquanta (Carocci, Roma; M. Pandolfelli:
Cattolicesimo e marxismo in F. Rodano (Scienze politiche, Roma. S.d.). G.Tassani:"Il
Belpaese dei Cattolici", Cantagalli ,"La traccia e la prospettiva
teorica di Rodano". R. Moro. FRodano
e la storia del 'partito cattolico' in Italia", in A. Botti, Storia ed
esperienza religiosa. Studi per Rocco Cerrato, Urbino, Quattro Venti, Hanno
detto di lui «La vita di Franco Rodano ha testimoniato, in modo esemplare,
quanto possa essere forte, nell’uomo, la dedizione all’impegno intellettuale e
ai grandi ideali, tra i quali la politica intesa nel senso più nobile e più
alto dell’accezione. Portatore d’una fede religiosa profondamente sentita e
sofferta, Rodano ha avuto costantemente con sé il dantesco “angelo della
solitudine”: durante l’intera sua vita, infatti, mai si è sottratto al rovello
e al dubbio; mai ha preferito la comoda via dei pigri, degli opportunisti e dei
neutrali. La sua prima “scelta di campo” nell’Italia divisa in due, fu doppiamente coraggiosa: la resistenza al
nazifascismo ed il tentativo di conciliare nel Movimento dei cattolici
comunisti i valori della tradizione cristiana e cattolica con quelli della
rivoluzione d’ottobre. E così continuò senza paura e con sacrificio personale
in tutti questi anni promuovendo con le sue tesi, tra consensi e dissensi, un
continuo dibattito. La sua “inquietudine” fu, dunque, sincera e feconda,
sorretta da uno spirito virile, ma al fondo sensibile ed umanissimo. Certamente
Franco Rodano sarà ricordato dallo storico del futuro con queste sue
peculiarità di intellettuale originale, pugnace e coraggioso. In questo modo
l’ho visto e conosciuto, e così rimarrà per sempre nella mia memoria. S. Pertini,
Quaderni della Rivista Trimestrale, . “ritengo che la sua vita e la sua opera
abbiano fornito una prova concreta e significativa della validità di due
principi che egli ha serenamente professato e praticato e che, anche con il suo
personale contributo, sono acquisiti al patrimonio teorico e ideale del Partito
comunista. Il primo è la distinzione e l’autonomia reciproca della politica e
della fede religiosa (o della convinzione filosofica o del “credo” ideologico).
Il secondo è l’affermazionefatta da Togliatti, formulata in una tesi approvata
dal X congresso del partito e sviluppata poi nelle tesi del XV congressosecondo
la quale un cristianesimo genuinamente vissuto non soltanto non si oppone, ma è
anche in grado di sollecitare un’azione che può contribuire alla battaglia per
la costruzione di una società più umana, più libera e più giusta di quella
capitalista. E. Berlinguer, Quaderni della Rivista Trimestrale, «C’era nella
sua avversione al misticismo, all’indistinto, all’anarchismo, una grande
lezione di umanesimo storico e costruttivo. La drammaticità con cui sentiva i
rischi di un capovolgimento della democraziavissuta nei suoi angusti limiti
democraticisticiin corporativismo e in anarchia, e, quindi, la possibilità di
una replica autoritaria, è tuttora inscritta nella nostra vita quotidiana,
nella fase che stiamo attraversando. Bene: distinguere per collegare; stabilire
i confini del campo di ciascuno, da cui discende l’autonomia della politica
dalla religione e dalle ideologie. Per questo ritengo che occorra respingere le
sollecitazioni di quanti pensano di poter rimuovere la questione di fondo posta
da Rodano. Quella questione oggi riguarda, a mio avviso, il confine mobile tra
progresso e conservazione” Achille Occhetto, Quaderni della Rivista
Trimestrale, n.75-77, giugno-dicembre 1983, 67. «Per chi ha seguito, anche
talvolta dissentendo, il pensiero di Rodano e lo ha spesso messo a confronto
con la visione di Moro, appare chiaro che gli insegnamento di Rodano come
quelli di A. Moro non hanno solo valore per la ricostruzione storica di una
fase politica conclusa, ma hanno invece valore e significato come guida per la
costruzione di un processo di allargamento della democrazia, di sviluppo e di
confronto e di un dialogo che sono ancora più che mai attuali, perché attuali e
non risolti sono i grandi problemi nazionali che richiedono sì maggioranze
e governi più efficaci e risoluti, ma anche un più largo consenso popolare da
realizzarsi col confronto, col dialogo, con la partecipazione, sia pure a vario
titolo, ad un unico disegno di tutte le forze politiche rappresentative
dell’intera realtà popolare. G. Galloni, Quaderni della Rivista Trimestrale, n.
“benché creda che la storia sia opera di molti, e non di singole personalità
pur spiccatissime, ho sempre ritenuto che il ruolo esercitato da Rodano nella
vicenda italiana di questi decenni sia stato assolutamente fuori del comune, e
portatore di cambiamento come a pochissimi altri è stato dato. Ciò dico
soprattutto in riferimento alla storia e alle trasformazioni del partito
comunista italiano, nei cui confronti Rodano ha esercitato una funzione
liberatrice e maieutica che, se non temessi di far torto alla complessità del
processo di un grande movimento di massa e agli innumerevoli apporti di cui
esso è sostanziato, non esiterei a definire demiurgica.» R. Valle,
Quaderni della Rivista Trimestrale. Lasciamo ad altri le banalità sul
“Consigliere del Principe” o sul “consulente” per i rapporti con il mondo
cattolico o con il Vaticano. Togliatti ne fu attratto e interessato certo,
anche perché l’esperienza di Rodano, le sue riflessioni, le sue frequentazioni
arricchivano il Partito di qualcosa che altrimenti non sarebbe venuto. Forse
qualcosa di analogo era stato per Gramsci e per Togliatti l’incontro con
Godetti. Che conoscesse e stimasse Ottavini, che fosse intimo di Luca, non era
importante perché ciò rappresentava un “canale”; era piuttosto decisivo che un
giovane così ascoltasse e parlasse, che si trovasse a casa sua tra i comunisti,
che per farlo soffrisse fino alla persecuzione vaticana, riuscendo sempre ad
essere fedele nel senso più pieno del termine. G. Paietta, Quaderni della
Rivista Trimestrale. Rrimane uno dei pochi uomini la cuia filosofia rende
possibile l’appellativo di femminista anche per un appartenente al sesso
maschile. La sua continua attenzione dalla questione femminile derivava, certo,
da una molteplicità di circostanze. Vi influiva la ricerca su quello che egli
stesso definì il processo di umanizzazione dell’uomo, nel cui quadro la
liberazione della donna costituiva ben più di una semplice componente o misura,
ma piuttosto una delle condizioni decisive per una reale, generale fuoruscita
dall’alienazione e dallo sfruttamento umano. Oggi più d’uno ambirebbe,
revanchisticamente, a considerare conclusa la stagione femminista. E invece il
vero problema per le donne, per la democrazia, per il mutamento, è la
perpetuazione e il saldo attestarsi a un livello superiore del femminismo. Per
questo il messaggio di Franco Rodano, che può ben a ragione essere definito
femminista nell’accezione più onnicomprensiva ed elevata, risulta tuttora
rivolto alla speranza e soprattutto all’impegno: quell’impegno per cui egli ha
consumato generosamente, e certo positivamente anche per la causa femminile,
tutta intiera la sua vita. G. Tedesco, Quaderni della Rivista Trimestrale, «Il
[mio] primo interrogativo riguarda le scelte politiche che egli ha fatto,
ponendosi come cattolico in contrasto con alcune direttive ecclesiastiche. Dove
ha trovato forza e serenità, pur con sofferenza, per queste opzioni non
rinunciando alla sua fede e alla sua appartenenza ecclesiale, sempre
professata? Non ho trovato altra risposta che la sua fede teologale. La fede di
Franco non era credenza dottrinale, magari utilizzata ideologicamente, o
sottomissione alla gerarchia che poi si muta in ribellione; era adesione
cosciente e ferma a Dio che si è rivelato in Gesù Cristo, ancora vivente nella
Chiesa. Questa fede comporta quel “sensus fidei” (ne ha parlato il Vaticano II
nella Lumen Gentium) che diventa giudizio pratico nelle concrete situazioni per
scelte che siano conformi alla volontà di Dio. È il “discernimento” di cui
parla san Paolo nella Lettera ai Romani (12, 2) e che tanta parte ha nella
dottrina spirituale cristiana. D. Torre, Quaderni della Rivista Trimestrale, Il
rapporto con la chiesa, sia come comunità di fede che come istituzione, senza
mediazioni di un partito cattolico rappresentava per Rodano un’occasione e una
garanzia per depurare il movimento comunista non solo dall’ateismo scientista,
ma anche di una visione totalizzante della rivoluzione politica e sociale (il
mito del regno dei cieli sulla terra e di una storia senza alienazioni).
Corrispettivamente il movimento comunista era il portatore necessario di una
trasformazione della società che non si presentasse […] come inveramento e
compimento della razionalità illuministica, della rivoluzione borghese, ma
anche e soprattutto come loro rovesciamento dialettico, e perciò offrisse
un fondamento storico e materiale ad un mondo in cui la persona umana
diventasse centro e misura, liberata dalla reificazione capitalistica, e perciò
stesso base reale di un pieno sviluppo di un cristianesimo, non integralista, ma
consapevole, diffuso, praticabile. L. Magri) Gli anni di Rodano, articolo di E.
Melchionda, in "Aprile", Dall'utopia alla secolarizzazione, articolo
diVassallo, in "effedieffe.comgiornale on-line", Il consigliere di
Berlinguer che amava la Controriforma. Giornalista politico Franco Rodano. P. Franchi,
Corriere della Sera, Archivio storico. Raccolta di articoli di Franco Rodano. Treccani
L'Enciclopedia italiana". Franco Rodano. Rodano. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rodano” – The Swimming-Pool Library.
romagnosi: important
Italian philosopher. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Romagnosi," per
il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
Romanoto be identified.
Roscaglia (Roma), filosofo -- è figlio del filologo Aurelio Roncaglia,
nipote dell'omonimo musicologo Gino Roncaglia e fratello dell'economista
Alessandro Roncaglia. Laureatosi in
filosofia a Roma, è stato allievo di Gregory e
Maierù. Consegue il perfezionamento in Informatica umanistica, sempre
presso la Sapienza. Consegue poi il dottorato in Filosofia a Firenze. Insegna
Editoria digitale e Digital Humanities a 'Roma.
In precedenza, era stato prima ricercatore, poi professore associato a Tuscia,
dove ha diretto un master in learning e corsi di perfezionamento su Book e
futuro del libro e sul web semantico. Eera stato documentarista bibliotecario
presso l'Archivio Storico della Camera dei deputati, occupandosi dei primi
progetti di digitalizzazione della documentazione storica. Fra i pionieri dell'uso di Internet in Italia
e della riflessione sulle sue potenzialità culturali (in particolare nel
settore dell'editoria e degli ebook), è socio fondatore dell'Associazione
culturale Liber Liber. È stato autore con Calvo, Ciotti e Zela della fortunata serie di manuali
su Internet pubblicati dalla casa editrice Laterza (sei edizioni e oltre venti
ristampe). Oltre che sul mondo del web, sull'editoria digitale e sulle culture
di rete, ha pubblicato numerosi studi e ricerche anche sulla storia della
logica fra il Medioevo e Leibniz. In
ambito televisivo è stato fra gli autori della trasmissione Rai MediaMente e di
numerosi altri programmi televisivi legati al mondo delle nuove tecnologie e
delle reti, nonché dei programmi culturali Nautilus e Zettel Filosofia in
movimento in onda a partire dal gennaio
sul canale Rai Scuola. Con Casati è autore di un progettodenominato
Wikilexper l'uso di strumenti wiki nel drafting normativo, in un contesto di
democrazia partecipata. Ha fatto parte
dal settembre del Comitato tecnico-scientifico
per le biblioteche e gli istituti culturali del Ministero dei beni e delle
attività culturali e del turismo, da cui si è dimesso per protesta nel maggio.
Altre opere: “L'età della frammentazione: cultura del libro e scuola digitale”
(Roma-Bari:Laterza,); “L'editoria fra cartaceo e digitale” (Milano: Ledizioni);
“La quarta rivoluzione. Sei lezioni sul futuro del libro” (Roma-Bari: Laterza);
“Lingua e tecnologia. Usi della lingua e strumenti di rete, in Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Il libro dell'anno, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Google Book Search e le politiche di digitalizzazione libraria. Digitalia, Dai metadati all'harvesting. La gestione di
risorse informative attraverso repository interoperabili. Culture del testo e
del documento, Internet, Manuale per l'uso della rete, con Calvo,
Ciotti, e Zela. Roma-Bari: Laterza, Blogosfera e feed RSS. Una palestra per il
Semantic web? Networks. Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e
scienze cognitive, Frontiere di rete.
Internet, cosa c'è di nuovo?” (Roma-Bari: Laterza); “Il mondo digitale.
Introduzione ai nuovi media” (Roma-Bari: Laterza); “Palaestra Rationis.
Discussioni su natura della copula e modalità” (Firenze: Olschki. Università
Roma Tre. Dimissioni organi consultivi MiBACT. Note a margine del concorso per
500 funzionari del Ministero Beni Culturali: mezzo bibliotecario per ogni
biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi la fa?, su aib. 23 agosto
. Opere su Liber Liber, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di
Gino Roncaglia, . Registrazioni di Gino
Roncaglia, su RadioRadicale, Radio Radicale.
Il sito-blog del libro La quarta rivoluzione, su ebooklearn.com. L’Open Archive
dell’Università della Tuscia, contenente le sue pubblicazioni, su dspace.unitus.
Il sito del corso di perfezionamento su
futuro del libro, e-book ed editoria digitale, su ebooklearn.com. Il sito del
master in E-Learning dell’Università della Tuscia, su masterunitus.com. Il sito
del progetto Wikilex, su merzspace.net. Gino Roncaglia: memoria e supporti
digitali, sul RAI Filosofia, su
filosofia.rai. Roscaglia. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roscaglia”
– The Swimming-Pool Library.
Ronchi (Forlì). Flosofo. Si laurea a Bologna e conseguito
il dottorato a Milano sotto la guida di Sini. Professore ad Aquila a all’Istituto
di ricerca di psicanalisi applicate. Tiene corsi in varie università e collabora con diversi centri di ricerca. È
direttore di due collane: “Filosofia al presente” per Textus Edizioni di
L’Aquila e “Canone Minore” per Mimesis Edizioni di Milano e dal dirige la scuola di filosofia Praxis a
Forlì. È membro del Consiglio di amministrazione della Société des amis
de Bergson e collabora con i servizi culturali di Rai Radio Tre e con il sito
Doppiozero. I suoi primi lavori sono dedicati a Bataille, Levinas, e Blanchot.
Un sapere passionale) e alla questione della comunicazione intesa
filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della
stessa pratica filosofica (Teoria critica della comunicazione: dal modello
veicolare al modello conversativo, -- Grice: “I like ‘conversativo.”Almost a
Spoonerism for ‘conservative’!” -- Filosofia della comunicazione. Il mondo come
resto e come teogonia. Più in particolare, ha proposto una revisione del modello
veicolare o standard della comunicazione e una critica al paradigma linguistico
del vivente. Al problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile
nel pensiero occidentale antico, moderno e contemporaneo è invece dedicato “Il
pensiero bastardo: figurazione dell’invisibile e comunicazione indiretta.”
Grice: “This shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call
indirect communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie
ai suoi studi su Bergson Ronchi si è segnalato come una voce significativa
della cosiddetta “Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta
“Grice renaissance””. Nei suoi lavori (Bergson filosofo dell’interpretazione,
Bergson. Una sintesi, ), guarda a Bergson come a un filosofo in grado di dare
risposta a questioni tuttora aperte del dibattito filosofico. Bergson non è,
come si crede, un filosofo irrazionalista, spiritualista, ostile alla scienza e
ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un metodo rigorosamente empirista, che
consente la massima precisione possibile nella descrizione dei fenomeni.
Bergson è anzi il filosofo che ha cercato di emancipare la scienza da quanto di
“metafisico” era ancora inconsapevolmente presente nelle sue pratiche. Con le
sue celebri nozioni di “durata” e di “memoria” (cfr. Grice, “Personal identity:
my debt to Bergson”) ha costruito un
nuovo modello di intelligibilità del divenire, alternativo a quello
aristotelico, in grado finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente”
quale era stato descritto dalla biologia evoluzionista. Il pensiero bergsoniano
è presentato come uno snodo essenziale della filosofia del Novecento. La sua
dirompente attualità è mostrata attraverso un confronto sistematico con la
fenomenologia, l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e
l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però, Bergson è ricollocato dall’autore all’interno
della tradizione filosofica occidentale, come un capitolo, tra i più alti,
dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei
filosofi e di quei teologi che, dai neoplatonici a Cusano fino a Grice e Gentile,
hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità
immanente. Impegnato in una definizione e riabilitazione del filosofico
contro il pericolo della sua dismissione (Come fare: per una resistenza
filosofica, ), proprio grazie al confronto con Bergson e ai filosofi “amici” di
quest’ultimo (Grice, James, Whitehead, Deleuze, and Grice’s immediate sources:
Gallie and Broad), è venuto definendo la
sua posizione filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché
minoritaria (Canone minore: verso una filosofia della natura, ). Empirismo
radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono le definizioni
che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua ricerca,
improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore della
filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropocentrica. In una
parola: moderna. Da Kant sino a Derrida, la filosofia moderna è stata
infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza,
all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La
filosofia maggiore è, in fondo, un’antropologia cui oppone una filosofia del
processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi dell'
"eccezione umana" e che non pone come apriori il principio della
correlazione soggetto-mondo (anche nella versione offertane dall'ermeneutica e
dalla fenomenologia). Alla svolta trascendentale kantiana è opposta quella
cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico potenza/atto,
dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la nozione di
gentiliana di “actus purus”. La linea minore è, infatti, anche e soprattutto
una linea megarica che, alla potenza logico-linguistica e umana troppo umana
dei contrari, sostituisce una potenza che non può non esercitarsi (sia essa
quella dell’Uno di Plotino, della sostanza di Spinoza o della durata di Bergson).
La filosofia “minore” è una filosofia del processo (categoria che oppone
all’aristotelica Kinesis) che, pur confutando il nulla e il possibile come
pseudo-problemi, non sacrifica il carattere creativo e dinamico del reale. Il
problema filosofico del rapporto Uno-moltida sempre al centro della riflessione
cioè risolto nei termini di una cogenerazione reciproca fra i differenti per
natura, in cui questa differenza non di grado tra il principio e il principiato
funziona come causa dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti
dell’uno, ossia come la causa di quella unità cangiante di tutte le cose che chiama “immanenza assoluta”. Opere: Bataille,
Lévinas, Blanchot: un sapere passionale (Spirali, Milano) Bergson filosofo
dell'interpretazione (Marietti, Genova) Luogo comune. Verso un'etica della
scrittura (EGEA, Università Bocconi Editorr) La scrittura della verità. Per una
genealogia della teoria (Jaca, Milano) La verdad en el espyo. Les présocraticos
y el alba de la philosophia, Akal, Madrid) Il pensiero bastardo: figurazione
dell'invisibile e comunicazione indiretta (Marinotti, Milano. Teoria critica
della comunicazione: dal modello veicolare al modello conversativo (Mondadori,
Milano) Grice: “As I say, I like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it!
‘conversative,’ rather than the pompous ‘conversational’!). Liberopensiero.
Lessico filosofico della contemporaneità (Fandango Libri, Roma) Filosofia della
comunicazione: il mondo come resto e come teogonia (Bollati Boringhieri, Torino)
Bergson. Una sintesi (Marinotti, Milano ) Come fare. Per una resistenza
filosofica (Feltrinelli, Milano ) Brecht. Introduzione alla filosofia (et al.,
Correggio ) Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus Edizioni,
L'Aquila ) Gilles Deleuze. Credere nel reale (Feltrinelli, Milano ) Il canone
minore: verso una filosofia della natura (Feltrinelli, Milano ), Brecht. Tre
dispositivi (Orthotes, Napoli ), Bergson, Whitehead, realismo speculative,
Deleuze Scuola megarica, Sini, Gentile. Ronchi. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool Library.
Rosatti Marcello vitali rosatti --
Rosmini-Serbati
(Rovereto).
Filosofo. Important Italian philosopher,
Catholic priest, counselor to Pope Pius IX, and supporter of the supremacy of
the church over civil government Neo-Guelphism. Rosmini had two major concerns:
the objectivity of human knowledge and the synthesis of philosophical thought
within the tradition of Catholic thought. In his Nuovo saggio sull’origine
delle idee “New Essay on the Origin of Ideas,” 1830, he identifies the
universal a priori intuitive component of all human knowledge with the idea of
being that gives us the notion of a possible or ideal being. Everything in the
world is known by intellectual perception, which is the synthesis of sensation
and the idea of being. Except for the idea of being, which is directly given by
God, all ideas derive from abstraction. The objectivity of human knowledge
rests on its universal origin in the idea of being. The harmony between
philosophy and religion comes from the fact that all human knowledge is the
result of divine revelation. Rosmini’s thought was influenced by Augustine and
Aquinas, and stimulated by the attempt to find a solution to the contrasting
needs of rationalism and empiricism. Antonio
Rosmini Nota disambigua.svg
DisambiguazioneSe stai cercando l'omonimo criminale appartenente alla
'ndrangheta, vedi Antonio Rosmini (criminale). Disambiguazione"Rosmini"
rimanda qui. Se stai cercando la 'ndrina, vedi Rosmini ('ndrina). Beato Antonio
Rosmini Francesco Hayez, RGalleria
d'Arte Moderna di MilanoAntonio Rosmini ritratto da Francesco Hayez, Nascita 24
marzo 1797 Morte 1º luglio 1855 Venerato da Chiesa cattolica Beatificazione 18
novembre 2007 Ricorrenza 1º luglio. Filosofo. La chiesa cattolica lo venera
come beato dal 18 novembre 2007. Casa natale in corso Rosmini, a
Rovereto. Fu secondogenito di Pier Modesto e di Giovanna dei Conti Formenti di
Biacesa in Valle di Ledro, nipote di Ambrogio Rosmini Serbati, e al momento
della sua nascita, Rovereto fa parte del dominio delle forze napoleoniche, che
l'avevano strappato all'Impero asburgico. In quegli anni il Trentino e terra di
confine ora Tirolese (Tirolo italiano) ora appartenente al regno d'Italia, con
capitale Milano. Della sua nascita, rende sempre grazie a Dio poiché Dio
i la fa coincidere con la vigilia della Beata Maria Vergine Annunziata». Vive
con sua sorella maggiore Margherita, entrata nelle Suore di Canossa, e con suo
fratello più piccolo, Giuseppe. Rosmini, terminato l'Imperial Regio Ginnasio di
Rovereto, al tempo città della Contea del Tirolo, compe gli studi giuridici e
teologici presso l'Padova e manifestò il desiderio di diventare sacerdote. A
questo proposito i famigliari raccontavano come, fin dalla più tenera età, Rosmini
leggesse alla luce della sua aureola. Fu nel giugno 1820, in occasione
della venuta a Rovereto del Vescovo di Chioggia Giuseppe Manfrin Provedi per
consacrare le chiese di Santa Maria del Carmine e di Santa Croce, appartenente
all'omonimo Monastero, che Antonio Rosmini, prendendo parte alla cerimonia,
ottenne da Monsignor Manfrin il diaconato ed in seguito, a Chioggia, il 21
aprile 1821 ricevette l'ordinazione sacerdotale. Intanto iniziò a mostrare una
profonda inclinazione per gli studi filosofici, incoraggiato in tal senso da
papa Pio VII. Dal 1826 si trasferì a Milano dove strinse un profondo
rapporto d'amicizia con Alessandro Manzoni che di lui ebbe a dire: «è una delle
sei o sette intelligenze che più onorano l'umanità». Manzoni assistette Rosmini
sul letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale "Adorare,
Tacere, Gioire". Gli scritti di Antonio Rosmini destarono l'ammirazione,
tra gli altri, anche di Giovanni Stefani, Niccolò Tommaseo e Vincenzo Gioberti
dei quali pure divenne amico. Nel 1828, dopo aver dovuto lasciare il
Trentino, per motivi di forte ostilità per le sue posizioni incontrati da parte
del vescovo di Trento, il beato Giovanni Nepomuceno de Tschiderer, fondò al
Sacro Monte Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto
della Carità, detta dei "Rosminiani". Le Costituzioni della nuova
famiglia religiosa, contenute in un libro che curò per tutta la vita, furono
approvate da papa Gregorio XVI nel 1839. A Borgomanero svolge la sua
attività di insegnamento e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il
"Collegio Rosmini", regolato dalla Congregazione delle Suore della
Provvidenza Rosminiane. Nel 1848 svolse una missione diplomatica per
conto del Re di Sardegna Carlo Alberto presso la Santa Sede. Il filosofo
fu presidente dell'Accademia Roveretana degli Agiati ed il suo posto, anni dopo
la sua morte, dal 1872 al 1888, fu assunto da don Francesco Paoli, suo
segretario ed esecutore delle volontà, già direttore di Casa Rosmini. Tra le
volontà del filosofo vi fu anche quella di donare alla città di Rovereto un
terreno nell'attuale zona di Santa Maria per costruirvi l'ospedale cittadino, e
don Paoli onorò tale decisione. Rosmini è sepolto all'interno del
Santuario del SS. Crocifisso di Stresa. Nella stessa chiesa si trovano le
spoglie di Clemente Rebora. Pensiero Filosofia Rosmini portò avanti tesi
filosofiche tese a contrastare sia l'illuminismo che il sensismo. Sottolineando
l'inalienabilità dei diritti naturali della persona, fra i quali quello della proprietà
privata, entrò in polemica con il socialismo e il comunismo, postulando uno
Stato il cui intervento fosse ridotto ai minimi termini. Nelle sue teorie il
filosofo seguì le concezioni di Sant'Agostino e di San Tommaso, rifacendosi
anche a Platone. Gli esordi filosofici di Antonio Rosmini si ricollegano
a Pasquale Galluppi, sia pure polemicamente, in quanto Rosmini avverte con ogni
chiarezza come risulti insostenibile una posizione di integrale sensismo
gnoseologico. La necessità di concepire una funzione ordinatrice
dell'esperienza, e a questa precedente, porta Rosmini a guardare con interesse
la filosofia di Kant. Tuttavia non è soddisfatto di ciò che lui chiama
l'innatismo kantiano, legato ad una pluralità imbarazzante e precaria di
categorie. Le quali, d'altra parte, gli sembrano fallire lo scopo di far
conoscere il reale quale esso è, per la necessaria introduzione di modifiche
soggettive nell'atto stesso del conoscere. Contrada della Terra, a
Rovereto. Memoria storica della presenza di Antonio Rosmini. Il problema
filosofico di Rosmini si configurava perciò come quello di garantire
oggettività alla conoscenza. La soluzione non potrà essere trovata, stante il
rifiuto della trascendentalità kantiana e dei connessi sviluppi, se non in una
ricerca ontologica, in un principio oggettivo di verità, che riesca ad
illuminare l'intelligenza in quanto le si proponga con immediata evidenza,
universalità e immutabilità. Questo principio è per Rosmini l'idea
dell'essere possibile, che da indeterminato contenuto dell'intelligenza, quale
originariamente è, si fa determinato allorché viene applicato ai dati forniti
dal senso. Essa precede e informa di sé tutti i giudizi con cui affermiamo che
qualche cosa particolare esiste. L'idea dell'essere, dunque, costituisce l'unico
contenuto della mente che non abbia origine dai sensi, ed è perciò innata
(Nuovo saggio sull'origine delle idee, del 1830). Ma qui i problemi del
kantismo, che sembrano superati o almeno messi da parte, si riaffacciano con
urgenza: di fronte al mero ricevere dati, di cui parlava il sensismo, Rosmini
ha chiarito che la mente umana nel suo uso conoscitivo formula giudizi, in cui
l'idea dell'essere ha funzione di predicato, cioè di categoria, e la sensazione
è il soggetto, di cui si predica qualche cosa. Nel giudizio, inoltre, il
predicato si determina e la sensazione si certifica: se questa è la funzione
propria del giudicare, ogni concetto non può sussistere che come predicato di
un giudizio; né a questa necessità sembra potersi sottrarre il concetto di
essere, che è dato solo nell'attività giudicante, come forma del
giudizio. Tuttavia Rosmini non accetta tale riduzione, ed esclude proprio
il predicato di esistenza della funzione del giudizio, continuando ad
attribuirgli una natura oggettiva e trascendente. È l'essere trascendente che
si rivela all'uomo, lo illumina e gli permette di pensare. Chi lo nega come il
nichilismo cade in una vuota posizione nullista. Accanto a questa
ontologia l'etica di Rosmini si sviluppa come etica caritativa (Principio della
scienza morale1). Monumento sepolcrale di Antonio Rosmini, Vincenzo
Vela, Stresa Politica Rosmini dedicò alla politica una breve ma intensa fase
della sua vita. Seguì papa Pio IX riparato a Gaeta dopo la proclamazione della
Repubblica Romana, ma la sua formazione attestatasi su ferme posizioni di
cattolicesimo liberale era tale per cui fu costretto a ritirarsi sul Lago
Maggiore, a Stresa. Tuttavia, quando Pio IX volle istituire dopo il 1849 una
commissione incaricata della preparazione del testo per la definizione del
dogma dell'Immacolata Concezione, nonostante ben due sue opere (Le cinque
piaghe della Chiesa e La costituzione secondo la giustizia sociale) fossero
all'Indice, Rosmini fu chiamato a prendere parte a tale commissione. In
generale, Rosmini era favorevole allo Stato liberale (vagheggiando la monarchia
costituzionale), al costituzionalismo e anche alla separazione tra Stato e
Chiesa (sebbene non "assoluta": Rosmini criticherà lo Statuto
Albertino proprio per il suo porre ancora il cattolicesimo come religione di
Stato, elogiandone comunque il tentativo distensivo nei confronti della Santa
Sede, ma criticherà le leggi laiciste ed anticlericali emanate
successivamente). In gioventù ammiratore di François-René de Chateaubriand e di
Joseph de Maistre (per cui avrà comunque parole di elogio ancora nel 1839), si
convincerà in seguito della sostanziale bontà della maggior parte delle
conquiste dell'età moderna, criticandone solo le modalità: in tale ottica,
Rosmini criticava sia la rivoluzione francese che l'Ancient Regime,
riconoscendo invece la sostanziale bontà dei princìpi sanciti nel 1789
(distinguendoli dalle successive degenerazioni rivoluzionarie), in polemica con
chi, da una parte e dall'altra, sosteneva una società da lui definita "perfettista".
Continuò a vivere a Stresa, fecondo nel perseguire il perfezionamento del suo
sistema di pensiero con opere come Logica (1853) e Psicologia (1855), sino alla
morte. Il suo corpo è oggi inumato in un
sarcofago presso il Santuario SS. Sacramento a Stresa. Da Pio VIII a
Benedetto XVI: il giudizio dei papi su Rosmini Ratzinger su Rosmini Il
cardinale Joseph Ratzinger, il 18 maggio 1985 (quando la questione rosminiana
era ancora ben accesa), nell'ambito di una serata organizzata dal Centro
Culturale di Lugano, disse: Nel confronto con le parole classiche della
fede che sembrano così lontane da noi, anche il presente diventa più ricco di
quanto sarebbe se rimanesse chiuso solo in se stesso. Vi sono naturalmente
anche tra i teologi ortodossi molti spiriti poco illuminati e molti ripetitori
di ciò che è già stato detto. Ma ciò succede ovunque; del resto la letteratura
dozzinale è cresciuta in modo particolarmente rapido proprio là dove si è
inneggiato più forte alla cosiddetta creatività. Io stesso per lungo tempo
avevo l'impressione che i cosiddetti eretici fossero per una lettura più
interessante dei teologi della chiesa, almeno nell'epoca moderna. Ma se
io ora guardo i grandi e fedeli maestri, da Mohler a Newman a Scheeben, da
Rosmini a Guardini, o nel nostro tempo de Lubac, Congar, Balthasarquanto più
attuale è la loro parola rispetto a quella di coloro in cui è scomparso il
soggetto comunitario della Chiesa. In loro diventa chiaro anche
qualcos'altro: il pluralismo non nasce dal fatto che uno lo cerca, ma proprio
dal fatto che uno, con le sue forze e nel suo tempo, non vuole nient'altro che
la verità. Per volerla davvero, si esige tuttavia anche che uno non faccia di
se stesso il criterio, ma accetti il giudizio più grande, che è dato nella fede
della Chiesa, come voce e via della verità. Del resto io penso che vale
la stessa regola anche per le nuove grandi correnti della teologia, che oggi
sono ricercate: teologa africana, latinoamericana, asiatica, ecc. La grande
teologia francese non è nata per il fatto che si voleva fare qualcosa di
francese, ma perché non si presumeva di cercare nient'altro che la verità e di
esprimerla più adeguatamente possibile. E così questa teologia è
diventata anche tanto francese quanto universale. La stessa cosa vale per la grande
teologia italiana, tedesca, spagnola. Ciò vale sempre. Solo l'assenza di questa
intenzione esplicita è fruttuosa. E di fatto non abbiamo davvero raggiunto la
cosa più importante se noi ci siamo convalidati da soli, ci siamo accreditati
da soli e ci siamo costruiti un monumento per noi stessi. Abbiamo
veramente raggiunto la meta più importante se siamo giunti più vicino alla
verità. Essa non è mai noiosa, mai uniforme, perché il nostro spirito non la
contempla che in rifrazioni parziali; tuttavia essa è nello stesso tempo la
forza che ci unisce. E solo il pluralismo, che è rivolto all'unità, è veramente
grande.» Monumento ad Antonio Rosmini, in Corso Rosmini, a Rovereto
Papa Pio VIII disse a Rosmini, in udienza: «È volontà di Dio che voi vi
occupiate nello scrivere libri: tale è la vostra vocazione. Ella maneggia assai
bene la logica, e la Chiesa al presente ha gran bisogno di scrittori: dico, di
scrittori solidi, di cui abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugli
uomini, non rimane oggidì altro mezzo che quello di prenderli colla ragione, e
per mezzo di questa condurli alla religione. Tenetevi certo, che voi potrete
recare un vantaggio assai maggiore al prossimo occupandovi nello scrivere, che
non esercitando qualunque altra opera del Sacro Ministero.» Gregorio XVI,
successore di Pio VIII, in risposta alla lettera che Antonio Rosmini gli aveva
indirizzato il 10 gennaio 1832, il 27 marzo dello stesso anno gli
scrisse: «Diletto Figlio, a te il nostro saluto e la nostra Apostolica
Benedizione. Abbiamo volentieri e con animo lieto ricevuto la tua lettera con i
sensi della tua devota sommissione a Noi e alla Sede Apostolica che ci hai
mandato il 10 gennaio, in cui ci parli della pia Società, chiamata Istituto
della Carità e che con le tue fatiche è stata fondata nel territorio della
diocesi di Novara con l'approvazione del Vescovo. E soprattutto ci hai anche
informato che il medesimo Istituto è stato da poco chiamato anche dal Vescovo
di Trento nella sua diocesi e che qui molti ecclesiastici, di provate virtù, vi
hanno aderito. Per questi fatti davvero rendiamo il nostro umile grazie a Dio
autore di ogni bene. E quantunque questo Istituto non sia stato ancora
confermato dall'autorità di questa Santa Sede, tuttavia speriamo in bene di
esso e ci allietiamo che lo stesso si dilati con il consenso dei nostri
Venerabili Fratelli nell'Episcopato. Quindi, per quanto riguarda le Sante
Indulgenze connesse a questo istituto, che domandi siano concesse, ricevi
diletto figlio il nostro Rescritto unito a questa lettera, da cui sicuramente
comprenderai che rispondiamo positivamente alla tua richiesta. Ti assicuriamo
anche che ci è pervenuto il libro sopra i Principi della Dottrina Morale da te
edito e mandatoci in omaggio e ti dichiariamo il grazie del nostro animo per il
dono. Tuttavia per la tensione nelle gravissime fatiche del Governo Apostolico
non abbiamo ancora letto lo stesso libro, ma siamo certamente persuasi che esso
sia in tutto conforme alla più sana dottrina e utilissimo alla sua difesa.
Continua dunque, diletto figlio, lo studio e prosegui a spendere le tue fatiche
ad onore di Dio per l'utilità della Chiesa; in Cielo sarà copiosa la ricompensa
per la tua opera. Frattanto la paterna carità con cui ti abbracciamo
nell'umanità di Cristo sia pegno dell'apostolica benedizione, che sgorgante
dall'intimo del cuore ti impartiamo.» (Da Breve pontificio di Gregorio
P.P.XVI,) Pio IX rivolgendosi al Vescovo di Cremona, nel 1854 dopo il decreto
Dimittantur opera omnia parlando di Rosmini disse: «Non solo è un buon
cattolico, ma santo: Iddio si serve dei santi per far trionfare la
verità» Il papa Leone XIII, al tempo delle aspre e dolorose lotte che si
svolgevano intorno al pensiero rosminiano sul finire del diciannovesimo secolo,
in una lettera indirizzata agli arcivescovi di Milano, Torino e Vercelli, del
25 gennaio 1882, fra l'altro scrisse: «Ma non vogliamo che con questo
abbia a patir detrimento il religioso Sodalizio della Carità; il quale come per
lo innanzi spese utilmente le sue fatiche a beneficio del prossimo, secondo lo
spirito dell'Istituto, così è desiderabile che fiorisca in avvenire e prosegua
a rendere ognora più abbondanti frutti» Rosmini Rovereto 02La condanna
del Sant'Uffizio Col decreto del Sant'Uffizio "Post Obitum" del 1887,
firmato da Leone XIII, vennero condannate, in quanto "non conformi alla
verità cattolica", 40 proposizioni contenute nelle opere del Rosmini, le
quali la Sacra Congregazione romana "giudicò doversi riprovare, condannare
e proscrivere, nel proprio senso dell’autore", chiarendo inoltre che non
era lecito "a chicchessia di inferire, che le altre dottrine del medesimo
Autore, che non vengono condannate per questo decreto, siano per veruna guisa
approvate". La riabilitazione a seguito del Concilio Vaticano II
Giovanni XXIII, negli ultimi anni della sua vita, meditò in ritiro spirituale
le rosminiane "Massime di Perfezione Cristiana", assumendole come
propria regola di condotta. Anche Paolo VI prestò interesse nel Rosmini: in
occasione del 150º anniversario di fondazione dell'Istituto della Carità inviò
un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava l'intuizione del
Rosmini nel dare un grande peso alla missione caritativa già nel nome del
nativo istituto religioso, appunto l'Istituto della Carità. Pubblicamente Paolo
VI citò Rosmini durante il discorso tenuto alla Federazione Universitaria
Cattolica Italiana del 2 settembre 1963 riguardante la cultura cattolica e
l'Europa. Inoltre sotto il suo pontificato venne tolto il divieto di
pubblicazione dell'opera Dalle Cinque Piaghe della Santa Chiesa. Alla
morte di Paolo VI venne eletto papa Giovanni Paolo I, che si era laureato in
sacra teologia alla Pontificia Università Gregoriana di Roma con una tesi su
L'origine dell'anima umana secondo Antonio Rosmini. È bene precisare che
Luciani era fortemente critico nei riguardi del pensiero rosminiano, solo
successivamente cambiò opinione, rivolgendo nei riguardi di Rosmini parole di
ammirazione e stima. Tuttavia fu con il pontificato di Giovanni Paolo II
che il pensiero rosminiano ha potuto liberarsi delle aspre critiche e delle
condanne che accompagnavano l'Istituto della Carità fin dai tempi della sua
fondazione. Nella Lettera Enciclica Fides et ratio, Giovanni Paolo II ha
annoverato Rosmini «tra i pensatori più recenti nei quali si realizza un
fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio». Ne ha inoltre concesso
l'introduzione della causa di beatificazione, conclusasi nella sua fase
diocesana novarese. Ratzinger da
prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede emanò nel 2001 il
famoso documento Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini
Serbati. La nota si concludeva confermando la validità del decreto Post obitum
sulle quaranta proposizioni, e allo stesso tempo con la riabilitazione di Rosmini:
«Il Decreto dottrinale Post obitum non si riferisce al giudizio sulla negazione
formale di verità di fede da parte dell'Autore, ma piuttosto al fatto che il
sistema filosofico-teologico del Rosmini era ritenuto insufficiente e
inadeguato a custodire ed esporre alcune verità della dottrina cattolica, pur
riconosciute e confessate dall'Autore stesso. Si possono attualmente
considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di difficoltà
dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del Decreto
Post obitum di condanna delle "Quaranta Proposizioni" tratte dalle
opere di Antonio Rosmini. E ciò a motivo del fatto che il senso delle
proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo Decreto, non appartiene in
realtà all'autentica posizione di Rosmini, ma a possibili conclusioni della
lettura delle sue opere. Resta tuttavia affidata al dibattito teoretico la
questione della plausibilità o meno del sistema rosminiano stesso, della sua
consistenza speculativa e delle teorie o ipotesi filosofiche e teologiche in
esso espresse. Nello stesso tempo rimane la validità oggettiva del Decreto Post
obitum in rapporto al dettato delle proposizioni condannate, per chi le legge,
al di fuori del contesto di pensiero rosminiano, in un'ottica idealista, ontologista
e con un significato contrario alla fede e alla dottrina cattolica.»
(Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini Serbati) Il
documento ribadisce la diversità di linguaggio e apparato concettuale del
sistema rosminiano rispetto al tomismo, l'assenza di apparato critico nelle
opere postume e la permanente "difficoltà oggettiva di interpretarne le
categorie, soprattutto se lette nella prospettiva neotomista". Papa
Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare
il Decreto sul miracolo della guarigione di Suor Ludovica Noè, attribuito
all'intercessione di Antonio Rosmini. Tra quelli portati dalla postulazione dei
padri rosminiani, si è scelto di dare maggiore impulso a quello della
guarigione della suora sopracitata, poiché il medico che la curò si convertì in
seguito all'accaduto. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI,
a margine del Convegno sulla sfida educativa tenuto a Milano , ha tenuto un intervento intitolato
"Istanze educative e questione antropologica" in cui ha riconosciuto
le istanze pedagogiche del Beato Antonio Rosmini. Il 1º luglio , il card.
Angelo Bagnasco ha presieduto a Stresa la celebrazione eucaristica per il Dies
Natalis di Antonio Rosmini. Nel corso dell'Angelus domenicale fu
ricordato per la sola "carità intellettuale" e perché
"testimoniò la virtù della carità in tutte le sue dimensioni e ad alto
livello". Avversario del sensismo e dell'illuminismo settecenteschi, fu
mentore e maestro intellettuale di quattro Pontefici eletti consecutivamente:
Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II. La beatificazione
Cronologia della causa di beatificazione Nulla osta della Congregazione per la
Dottrina della Fede che consente l'inizio della causa di beatificazione. 1º
luglio 1997. Apertura del processo informativo diocesano dopo la nomina dei
Censori teologi e delle commissioni storiche in Novara. Don Claudio
Massimiliano Papa, I.C., diventa postulatore della Causa succedendo a padre
Remo Bessero Belti, storico dell'Istituto e già Direttore del Centro
Internazionale di Studi Rosminiani di Stresa. Chiusura del Processo informativo
Diocesano. 26 marzo 1998. Consegna del Trasunto alla Congregazione per le cause
dei Santi. Apertura del Trasunto. Decreto di Validità del processo diocesano. Schema
per la stesura della Positio. Consegna del lavoro sul Post obitum curato dal
Postulatore. Il Relatore generale approva il lavoro sul Post obitum e il lumen
oculorum tuorum 20 dicembre 1999. Consegna del lavoro sul Post obitum alla
Congregazione per la Dottrina della Fede.Il giorno dell'anniversario della
morte di Rosmini viene pubblicata sull'Osservatore Romano la Nota della
Congregazione per la dottrina della fede sul valore dei decreti dottrinali
concernenti il pensiero e le opere del Rev.do sacerdote Antonio Rosmini
Serbati, a firma del cardinal Joseph Ratzinger e di mons. Tarcisio Bertone. Rilascio del Nihil obstare per la Causa di
Beatificazione. Il Relatore approva e firma
la Positio. Conclusione della stampa e
consegna alla Congregazione per le cause dei santi della Positio. Consegna del
Trasunto super miro alla Congregazione per le cause dei santi. Validità
dell'inquisizione diocesana sul processo super miro. Presentazione fattispecie
super miro. Revisa della fattispecie con firma del sotto-segretario. Relatio et
vota del Congresso Storico (con esito positivo). Relatio et vota del Congresso
teologico super virtutibus (con esito positivo). 6 giugno 2006. Ordinaria della
Congregazione per le cause dei santi: esito affermativo. Ponente della Causa
Mons. Rino Fisichella. Papa Benedetto
XVI autorizza la Congregazione per le Cause dei Santi a promulgare il decreto
di esercizio eroico delle virtù. 1La Consulta medica della Congregazione per le
Cause dai Santi, si esprime con esito affermativo (all'unanimità 5 su 5) circa
l'inspiegabilità scientifica dell'evento di guarigione avvenuto a Sr. Ludovica
Noè. Il presunto evento miracoloso è avvenuto. Al termine del dibattito, i
Consultori si sono unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7),
ravvisando nella guarigione in esame un miracolo operato da Dio per
intercessione del Ven. Antonio Rosmini. 1º giugno 2007. Papa Benedetto XVI
autorizza la pubblicazione da parte della Congregazione per le Cause dei Santi
del riconoscimento delle virtù eroiche di Rosmini. Nella diocesi di Novara si
celebra la cerimonia di Beatificazione dando lettura del decreto di Benedetto
XVI che iscrive Rosmini tra i Beati. La cerimonia di beatificazione La
cerimonia di beatificazione è avvenuta il 18 novembre 2007 nella città di
Novara: appositamente è stato fatto allestire il Palasport della città, unico
luogo capace di raccogliere un numero di fedeli così significativo. Con
il pontificato di Benedetto XVI le beatificazioni vengono preferibilmente
celebrate dai cardinali, per rendere ancora più piena la comunione tra loro e
il successore di Pietro, e viene privilegiato il luogo in cui il candidato agli
onori degli altari ha vissuto. Così, in qualità di delegato pontificio, la
celebrazione è stata officiata dal cardinale José Saraiva Martins, allora
prefetto della congregazione per le Cause dei Santi. A fianco dell'altare erano
disposti gli spalti da cui hanno concelebrato circa 400 sacerdoti, non soltanto
rosminiani. A prendere parte alla processione e celebrare sull'altare,
insieme al preposito generale James Flynn c'era il segretario generale
dell'IstitutoDomenico Mariani con gli allora componenti della Curia Generalizia
dell'Istituto della Carità, il Vicario per la Carità SpiritualeCrish Fuse, il
Vicario per la Carità IntellettualeGiancarlo Taverna Patron, il Vicario per la
Carità TemporaleDavid Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don
Umberto Muratore (profondo conoscitore del pensiero di Rosmini) e il padre
postulatore della Causa di Beatificazione, don Claudio Massimiliano Papa.
Hanno partecipato alla celebrazione anche il cardinale ex prefetto della Sacra
Congregazione per i vescovi Giovanni Battista Re, il cardinale arcivescovo di
Torino Severino Poletto, il vescovo di Novara, mons. Renato Corti, l'arcivescovo
di Trento, mons. Luigi Bressan, il vescovo rosminiano mons. Antonio Riboldi e
fra gli altri anche mons. Germano Zaccheo (che sarebbe improvvisamente
scomparso due giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, mons.
Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (che durante la III sessione del
Concilio Ecumenico Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini), l'allora
segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana Giuseppe Betori, mons.
Giovanni Lajolo, presidente del Governatorato della Città del Vaticano,
l'allora rettore della Pontificia Università Lateranense, mons. Rino
Fisichella, il Vicario Episcopale per la Vita Consacrata dell'arcidiocesi di
Milano monsignor Ambrogio Piantanida e il preposito generale dei barnabiti, padre
Giovanni Maria Villa. Tra i numerosissimi fedeli (più di diecimila)
accorsi da diverse parti del mondo per presenziare alla celebrazione, hanno
preso parte anche personalità politiche. Tra queste il senatore a vita
Oscar Luigi Scalfaro, l'allora presidente del Senato, Franco Marini, e Arturo
Parisi, al tempo Ministro della Difesa. Rosmini è il primo beato della
Provincia del Verbano Cusio Ossola. In occasione della beatificazione
sono stati moltissimi i quotidiani e periodici italiani e esteri che hanno
dedicato articoli, pagine e interi numeri alla figura di Rosmini. Altre
opere: Frontespizio dell'opera Delle cinque piaghe della santa chiesa edizione
di Bruxelles, Monumento a Rosmini a Milano (1896) Sono numerosissimi gli
scritti del Beato Antonio Rosmini, certamente il più importante a livello
ascetico e spirituale sono le Massime di Perfezione Cristiana, su cui anche
papa Giovanni XXIII fece delle riflessioni prima di morire. Gli costarono la
messa all'Indice dei libri proibiti le opere "Delle Cinque Piaghe della
Santa Chiesa" e "Dalla Costituzione secondo la giustizia
sociale". In ambito filosofico meritano di essere ricordati: Nuovo
saggio sull'origine delle idee, Principii della scienza morale, Filosofia della
morale, Antropologia in servigio della scienza morale, Filosofia della
politica, 1839 Trattato della coscienza morale, 1839 Filosofia del diritto, Teodicea,
1845 Sull'unità d'Italia, Il comunismo e
il socialismo, 1849 Massime di perfezione cristiana Le Massime di perfezione
cristiana furono scritte da Rosmini per definire il fondamento spirituale sul
quale tutti i cristiani potessero avere un cammino nella perfezione. Nel
Vangelo stesso è scritto: "Siate perfetti come è perfetto il vostro Padre
celeste" (Mt 5,48) 1ª Massima: Desiderare unicamente ed
infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto. 2ª Massima:
Orientare tutti i propri pensieri e le azioni all'incremento e alla gloria
della Chiesa di Cristo. 3ª Massima: Rimanere in perfetta tranquillità
circa tutto ciò che avviene per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di
Cristo, lavorando per essa secondo la chiamata di Dio. 4ª Massima:
Abbandonare se stesso nella Provvidenza di Dio. 5ª Massima: Riconoscere
intimamente il proprio nulla. 6ª Massima: Disporre tutte le occupazioni
della propria vita con uno spirito di intelligenza Rosmini e il Concilio
Ecumenico Vaticano II Di particolare interesse fu la sua opera "Le cinque
piaghe della santa Chiesa", L'autore mostrò di discostarsi dall'ortodossia
dell'epoca. Per tale ragione l'opera fu messa all'Indice sin dal 1849 e ne
scaturì una polemica nota col nome di "questione rosminiana". L'opera
fu riscoperta al Concilio Vaticano II. Il primo a parlare al Concilio di
Rosmini fu il vescovo mons. Luigi Bettazzi, presente durante alcune sessioni in
rappresentanza del cardinal Giacomo Lercaro di cui era Vicario generale.
Di Rosmini, Bettazzi disse, il 4 ottobre 1965 durante la Congregazione 141/1
periodo IV. Mi sia consentito ricordare ancora in quest'aula l'esempio di
Rosmini, molto legato a Tommaso, ma anche studioso e amante del suo tempo, e
che certamente guadagnò a Cristo non pochi uomini contemporanei e posteriori.
Tutto questo mi sembra si accordi con le cose che sono state già dette da non
pochi Padri su questo schema in generale, che cioè gli uomini non si aspettano
dalla Chiesa soluzioni particolari, ma piuttosto la presentazione di valori che
li aiutino a trascorrere questa vita umana più nobilmente e con maggiore
sicurezza. Parlando della libertà abbiamo dovuto esaltare i valori dell'umiltà;
parlando del matrimonio, il ruolo della fortezza; parlando dei problemi
economici e di molti altri problemi, l'efficacia di un certo disprezzo delle
cose: occorre dunque mettere in luce la necessità dell'ubbidienza, della
castità, della povertà, non solo nella vita e nell'esempio (e nella Bozza di
Documento!) dei religiosi, aiuto agli uomini di questo tempo, perché possano
vivere la loro vita umana nel modo migliore e più efficace; il primo e
principale compito dunque per i cristiani che coltivano la sapienza dev'essere,
alla luce del Magistero, l'amore delle Scritture e l'amore di questo mondo in
un colloquio franco e aperto...» Papa Paolo VI, in un'udienza concessa
alle suore rosminiane disse a proposito di Rosmini: «...i suoi libri sono
pieni di pensiero, un pensiero profondo, originale che spazia in tutti i campi:
quello filosofico, morale, politico, sociale, soprannaturale, religioso,
ascetico; libri degni di essere conosciuti e divulgati... È stato anche un
profeta: Le Cinque piaghe della Chiesa (una volta la chiesa non aveva piacere
che si mettessero in luce le sue mancanze, le sue debolezze). Lui, per esempio,
previde la partecipazione liturgica del popolo...Tutti i suoi pensieri indicano
uno spirito degno di essere conosciuto, imitato e forse invocato anche come
protettore dal Cielo. Ve lo auguriamo di cuore...» Tematiche affrontate
nell'opera Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa L'opera è suddivisa in cinque
capitoli (corrispondenti ciascuna ad una piaga, paragonata alle piaghe di Cristo).
In ogni capitolo la struttura è la medesima: un quadro ottimistico della
Chiesa antica segue un fatto nuovo che cambia la situazione generale (invasioni
barbariche, nascita di una società cristiana, ingresso dei vescovi nella
politica) la piaga i rimedi. Prima piaga. È la divisione del popolo dal clero
nel culto pubblico. Nell'antichità il culto era un mezzo di catechesi e
formazione e il popolo partecipava al culto. Poi, le invasioni barbariche, la
scomparsa del latino, la scarsa istruzione del popolo, la tendenza del clero a
formare una casta hanno eretto un muro di divisione tra il popolo e i ministri
di Dio. Rimedi proposti: insegnamento del latino, spiegazione delle cerimonie
liturgiche, uso di messalini in lingua volgare. Seconda piaga. Insufficiente
educazione del clero. Se un tempo i preti erano educati dai vescovi, ora ci
sono i seminari con "piccoli libri" e "piccoli maestri":
dura critica alla scolastica, ma soprattutto ai catechismi. Rimedio: necessità
di unire scienza e pietà. Terza piaga. Disunione tra i vescovi. Critica
serrata ai vescovi dell'ancien régime: occupazioni politiche estranee al
ministero sacerdotale, ambizione, servilismo verso il governo, preoccupazione
di difendere ad ogni costo i beni ecclesiastici, "schiavi di uomini mollemente
vestiti anziché apostoli liberi di un Cristo ignudo". Rimedi: riserve
sulla difesa del patrimonio ecclesiastico, accenni espliciti di consenso alle
tesi dell'Avenir sulla rinunzia alle ricchezze e allo stipendio statale per
riavere la libertà. Quarta piaga. La nomina dei vescovi lasciata al
potere temporale. Rosmini compie un'approfondita analisi storica
sull'evoluzione del problema e critica i concordati moderni con cui la S. Sede
ha ceduto la nomina al potere statale (e, accenna prudentemente, per avere
compensi economici). Rimedi: propone un ritorno all'elezione dei vescovi da
parte dei fedeli. Quinta piaga. La servitù dei beni ecclesiastici.
Rosmini sostiene la necessità di offerte libere, non imposte d'autorità con
l'appoggio dello Stato, rileva i danni del sistema beneficiale, propone la
rinuncia ai privilegi e la pubblicazione dei bilanci. Scuole A lui sono
intolati vari istituti scolasti in città italiane. Rovereto, sua città
natale, gli ha dedicato il liceo Antonio Rosmini che frequentò quando ancora si
chiamava Imperiale e Regio Ginnasio. Borgomanero ospita l'Istituto Antonio
Rosmini. Domodossola ospita il liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini
(istituto parificato). Roma ospita la sede dell'Istituto Comprensivo Antonio
Rosmini. Torino ospita la biblioteca Antonio Rosmini del polo biomedico
universitario che in passato fu un istituto scolastico attivo fino alla fine
del XX secolo. Trento, dove si trova il liceo "A. Rosmini". M.
Farina, I. Prosser I. ProsserMarcello Bonazza, L'Accademia
Roveretana degli Agiati , su agiati, Accademia Roveretana degli Agiati, «Don
Francesco Paoli artefice della rinascita
dell'Accademia e suo presidente ».
Antonio Rosmini, Ragionamento sul comunismo e socialismo, Giovanni
Grondona, Genova, Questa tesi fu messa in discussione da Giacomo Andrea Abbà a
cui Rosmini controbatté nel Diario filosofico di Adolfo, VII, G.A.A.(pubblicato
in Riv. rosminiana, IPAGANI-ROSSI, Vita di Antonio Rosmini, II, p.680
//rosmini/Resource/ Causa/ 05%20Decreto %20 Post%20 Obitum%87.pdf Nota sul valore dei Decreti dottrinali
concernenti il pensiero e le opere del Rev.do Sac. Antonio Rosmini Serbati, su
vatican.va). Angelus: Rosmini, esempio
per la Chiesa, su agensir, Biografia di Antonio Rosmini, su vatican.va. Istituto Antonio Rosmini, su rosmini-borgomanero.
Liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini", su
cercalatuascuola.istruzione. 9 maggio .
Istituto Comprensivo Antonio Rosmini, su ic-rosmini.edu. Biblioteca
Rosmini, su biomedico.campusnet.unito. LICEO "A. Rosmini"TRENTO, su
vivoscuola. 9 maggio . Fonti Marcello
Farina, Antonio Rosmini e l'Accademia degli Agiati, Brescia, Morcelliana
Edizioni, Italo Prosser, El pra' de le
Móneghe: cronistoria del monastero di Santa Croce nell'antico comune di
Lizzana, Rovereto (Trento), Stella, 2Approfondimenti Michele Federico Sciacca,
La filosofia morale di Antonio Rosmini, Torino, Fratelli Bocca, Giovanni
Pusineri, Rosmini (Edizione riveduta e aggiornata da Remo Bessero Belti),
Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, Michele Dossi, Profilo filosofico
di Antonio Rosmini, Brescia, Morcelliana, Alfeo Valle, Antonio Rosmini. Il
carisma del fondatore, Rovereto (TN), Longo Editore, Paolo Marangon, Il
Risorgimento della Chiesa. Genesi e ricezione delle "Cinque piaghe"
di A. Rosmini, collana Italia Sacra, Roma, Casa Editrice Herder, Antonio
Rosmini, Frammenti di una storia della empietà, a c. di Alfredo Cattabiani con
una nota filologica di M. Albertazzi, Trento, La Finestra, Fulvio De Giorgi,
Rosmini e il suo tempo. L'educazione dell'uomo moderno tra riforma della
filosofia e rinnovamento della Chiesa Brescia, Morcelliana, Michele Dossi, Il
Santo Probito, La vita e il pensiero di Antonio Rosmini, Trento, Il Margine, Paolo
Gomarasca, Rosmini e la forma morale dell'essere. La "poiesi" del bene
come destino della metafisica, Milano, FrancoAngeli, Francesco Paoli, Antonio
Rosmini, Virtù quotidiane, Verona, Edizioni Fede & Cultura, Maurizio De
Paoli, Antonio Rosmini. Maestro e profeta, Milano, Edizioni San Paolo, Piero
Sapienza, Eclissi Dell'educazione? La sfida educativa nel pensiero di Rosmini,
Roma, Libreria Editrice Vaticana, 2008. Giuseppe Goisis, Il pensiero politico
di Antonio Rosmini e altri saggi fra critica ed Evangelo, S. Pietro in Cariano
(VR), Gabrielli Editori, Comunità di San Leolino , Una profezia per la Chiesa.
Antonio Rosmini verso il Vaticano II, Panzano in Chianti (FI), Edizioni
Feeria-Comunità di San Leolino, 2009. Umberto Muratore, Rosmini per il
Risorgimento. Tra unità e federalismo, Stresa (VB), Edizioni Rosmininane Sodalitas,
. Cirillo Bergamaschi, Antonio Rosmini. La perfezione della vita cristiana,
Stresa (VB), Edizioni Rosminiane Sodalitas, . Luciano Malusa, Antonio Rosmini
per l'unità d'Italia. Tra aspirazione nazionale e fede cristiana, Milano,
FrancoAngeli, . Domenico Fisichella, Il caso Rosmini. Cattolicesimo, nazione,
federalismo, Roma, Carocci editore, . Umberto Muratore, Apologia della fedeltà.
In difesa dei valori etici e spirituali, Stresa (VB), Edizioni Rosminiane
Sodalitas, . Luciano Malusa, Stefania Zanardi, Le lettere di Antonio
Rosmini-Serbati, un "cantiere" per lo studioso. Introduzione
all'epistolario rosminiano, Venezia, Marsilio Editore, . Stefania Zanardi, La
filosofia di Antonio Rosmini di fronte alla Congregazione dell'Indice con
Prefazione di Fulvio De Giorgi, Milano, FrancoAngeli, .
Restaurazione Antonio Fogazzaro . Sito ufficiale, su rosmini. Antonio Rosmini, su TreccaniEnciclopedie on
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Antonio Rosmini, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Antonio Rosmini, in Dizionario di storia,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Antonio Rosmini, su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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dell'Enciclopedia Italiana. Antonio
Rosmini, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca. Antonio Rosmini, su BeWeb, Conferenza
Episcopale Italiana. Dizionario biografico austriaco Find a Grave. Opere su Liber Liber. Operesu openMLOL, Horizons Unlimited srl.
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in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Antonio Rosmini, su Santi, beati e testimoni,
santiebeati. Sito ufficiale degli
scritti di Antonio Rosmini, su rosminionline. Un esteso saggio inedito su
Antonio Rosmini si puà trovare sul Blog di Carlo EllenaEdward N. Zalta ,
Antonio Rosmini, in Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study
of Language and Information (CSLI), Stanford. Antonio
Francesco Davide Ambrogio Rosmini Serbati. Antonio Rosmini. Rosmini.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Rosmini e Grice,” per il Club Anglo-Italiano,
The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
Rosselli (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There is a Rosselli Circle in Rome. Fu il
teorico del "socialismo liberale", un socialismo riformista non
marxista direttamente ispirato dal laburismo britannico e dalla tradizione
storico-politica, italiana e non, del radicalismo liberale e libertario. Fondò
a Firenze il foglio clandestino Non Mollare e nel 1926, insieme al socialista
Pietro Nenni, la rivista milanese Il Quarto Stato. Fondò nel 1929 a Parigi il
movimento antifascista Giustizia e Libertà, che nel 1936 combatté per la
Repubblica nella Guerra civile spagnola, all'interno della Colonna Italiana
Rosselli, costituita assieme agli anarchici. Nel 1937 fu ucciso in Francia
insieme con il fratello Nello da assassini legati al regime fascista.
Magnifying glass icon mgx2.svg Fratelli Rosselli. Nello Rosselli La
nascita, la guerra e gli studi Amelia Pincherle, madre di Carlo. Rosselli
nacque a Roma il 16 novembre del 1899 da un'agiata famiglia ebraica,
secondogenito dei tre figli del livornese Giuseppe Emanuele "Joe"
Rosselli (10 agosto 1867Firenze) e della veneziana Amelia Pincherle (16 gennaio
1870Firenze, 26 dicembre 1954), sorella di Carlo Pincherle, architetto e
pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia
paterna che quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani,
erano state politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del
Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie
di Ernesto Nathan (Sindaco di Roma dal novembre del 1907 al dicembre del 1913),
fu un seguace e stretto collaboratore di Giuseppe Mazzini nei suoi ultimi anni
di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un Pincherle
fu nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di San Marco,
instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione
anti-asburgica guidata da Daniele Manin e Niccolò Tommaseo. I Rosselli
avevano abitato per un considerevole periodo a Vienna, dove Giuseppe Emanuele
aveva studiato composizione musicale e dove, nel 1895, era nato il primogenito Aldo
Sabatino. In seguito, si trasferirono a Roma, dove il padre, rinunciando alle
sue aspirazioni artistiche, si dedicò alla vita mondana, mentre la madre
ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo la
propria nascita, venne alla luce, l'anno seguente, il terzogenito Sabatino
Enrico "Nello". I due coniugi si separarono: le condizioni
economiche della famiglia avevano subito un grave tracollo a causa della
leggerezza del padre. Amelia si trasferì con i suoi tre figli a Firenze, dove
frequentarono le scuole: Carlo mostrò in quel periodo poco interesse per gli
studi e la madre lo ritirò dal ginnasio, facendogli frequentare le scuole
tecniche. Mmorì il padre. L'entrata in guerra dell'Italia, nel 1915, fu
accolta con entusiasmo dalla famiglia Rosselli, decisamente interventista. Il
fratello Aldo fu arruolato come ufficiale di fanteria e morì in combattimento
nel 1916, ricevendo una medaglia d'argento alla memoria. Carlo, ancora
studente, collaborava al foglio di propaganda «Noi giovani», fondato dal
fratello Nello, anche se l'editoriale Il nostro programma, che aprì in gennaio
il primo numero del giornale, fu redatto con buone probabilità assieme a
Carlo. Il manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizzava verso una
fiduciosa speranza in un mondo migliore, proponeva sin da allora alcuni tratti
fondamentali della personalità di Carlo, ossia un amore incondizionato per
l'umanità e la spinta all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo
inserisce nel filone dell'interventismo democratico. Per «Noi giovani»,
licenziò i primi articoli, uno in aprile sulla rivoluzione russa di febbraio,
il secondo nel mese successivo vertente sull'entrata in guerra degli Stati
Uniti. Il primo saggio, “Libera Russia”, esalta il risveglio del paese di
Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto
già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione di febbraio non era che il
punto culminante di una lunga preparazione all'avvento di una società più
giusta. Vi «era tutta una massa che saliva lentamente, inesorabilmente. La
marcia si poteva ritardare ma non impedire». Dei recentissimi eventi, inoltre,
viene esaltata la componente "pacifica", la loro attuazione
relativamente non violenta. L'articolo Wilson mostra tutta la fiducia
nutrita per l'uomo che definì il conflitto come «a war to end wars» (una guerra
per porre fine alle guerre), uno slogan che rappresentava bene le speranze di
Carlo e di tutta la famiglia Rosselli. In giugno fu chiamato alle armi:
frequentò a Caserta il corso allievi ufficiali e venne assegnato a un
battaglione di alpini in Valtellina. La guerra finì senza che egli avesse
dovuto sottomettersi al battesimo del fuoco e venne congedato col grado di
tenente nel febbraio 1920. Il contatto con i giovani militari
appartenenti ai ceti più popolari fu molto importante per Rosselli e per altri
studenti come lui: «apprezzarono la massa furon posti in grado di comprendere
tante cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe
o di professione». Gaetano Salvemini Diplomatosi all'Istituto
tecnico, si iscrisse a Firenze al corso di Scienze sociali, laureandosi a pieni
voti il 4 luglio 1921 con una tesi sul sindacalismo e si preparò a sostenere
anche gli esami di maturità classica per ottenere il diritto di frequentare
altri corsi universitari. Tramite il fratello Nello aveva conosciuto Gaetano
Salvemini, professore dell'Università fiorentina, che sarà da allora un
costante punto di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fece rivedere la sua
tesi, che Salvemini giudicò «non un'opera critica, equilibrata, sostanziosa»,
ma in essa «era incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un socialismo
che facesse sua la dottrina liberale e non la ripudiasse». In questo
periodo si avvicinò al Partito Socialista Italiano, simpatizzando, in
contrapposizione all'allora maggioritaria corrente massimalista di Giacinto
Menotti Serrati, per quella riformista di Filippo Turati, che egli ebbe poi
modo di conoscere personalmente a Livorno nel 1921, durante lo svolgimento del
Congresso nazionale del Partito, che sancì la definitiva scissione dell'ala di
sinistra interna filo-bolscevica del Partito, che prenderà il nome di Partito
Comunista d'Italia, e scrisse svariati articoli per la sua rivista Critica Sociale.
L'avvento del fascismo e l'inizio della lotta Mussolini salì al potere; i
riformisti di Turati vennero espulsi dal PSI. In dicembre Carlo Rosselli
si trasferì a Torino, dove frequentò il gruppo della rivista gobettiana «La
Rivoluzione liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso
antifascista, e con la quale incominciò a collaborare. Conobbe Giacomo
Matteotti, segretario dell'appena fondato Partito Socialista Unitario, nel
quale erano confluiti Piero Gobetti e la componente riformista espulsa dal
PSI. E. Rossi. A Firenze, il gruppo dei socialisti liberali che si
raccoglieva intorno alla figura carismatica di Salvemini inaugurò il «Circolo
di Cultura». Oltre ai Rosselli vi erano: Piero Calamandrei, Enrico Finzi, Gino
Frontali, Piero Jahier, Ludovico Limentani, Alfredo Niccoli ed Ernesto Rossi.
Gli ex-combattenti del circolo aderirono all'associazione antifascista Italia
libera. Qualche mese dopo, si laurea a Siena, con la tesi “Prime linee di
una teoria economica dei sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal
desiderio di conoscere la capitale del laburismo, di seguire i seminari della
Fabian Society e di assistere, a Plymouth, al congresso delle Trade Unions. A
Londra vi era anche Salvemini, che teneva un corso sulla storia della politica
estera italiana al King's College. Tornato in Italia in ottobre, grazie
anche ai buoni uffici di Salvemini, si impiegò come assistente volontario nella
Facoltà di economia dell'Università Bocconi a Milano, dove trasferì il suo
domicilio. Proseguì la sua collaborazione alla «Critica Sociale» di Turati: in
novembre vi pubblicò un articolo, invitando il Partito socialista a rompere con
il marxismo, che egli giudicava espressione di «cieco e tortuoso dogmatismo»,
per mettersi piuttosto sulla linea di un «sano empirismo all'inglese».
Nel febbraio del 1924, inaugurò la sua collaborazione con la rivista della
Federazione giovanile del PSU, «Libertà», scrivendo proprio un articolo sul
movimento laburista inglese. Pochi mesi dopo il delitto Matteotti s'iscrisse al
P.S.U. Spera invano che in Italia si costituisse una seria opposizione
antifascista moderata in grado di offrire un'alternativa politica alla
borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste avrebbe potuto
essere l'Unione democratica nazionale di Giovanni Amendola, alla quale aderì il
fratello Nello. In settembre Carlo era in Inghilterra, da dove inviava al
giornale del PSU, la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della
situazione politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei
conservatori e alla rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali.
Piero Calamandrei Era pessimista sulle condizioni politiche dell'Italia:
la secessione aventiniana non produceva effetti, con i suoi sterili tentativi
di accordo con il re, con i generali e i fascisti dissidenti. Del resto i
fascisti stavano reagendo e lo dimostrarono anche devastando il «Circolo di
Cultura» di Salvemini che, come non bastasse, venne chiuso dal prefetto con una
singolare motivazione: «la sua attività provoca il giusto risentimento del
partito dominante». Lasciato l'incarico alla Bocconi, Rosselli passò a
insegnare Istituzioni di economia politica a Genova. Scrisse a Salvemini:
«forse non avrà apparentemente alcuna positiva efficacia, ma io sento che abbiamo
da assolvere una grande funzione, dando esempi di carattere e di forza morale
alla generazione che viene dopo di noi». Appare così, nel gennaio 1925, con la
collaborazione di Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini, Piero Calamandrei, Nello
Traquandi, Dino Vannucci e di Nello Rosselli, che ne ha proposto il nome, il
foglio clandestino Non Mollare. Alcuni redattori della rivista Non
Mollare nel 1925: Nello Traquandi, Tommaso Ramorino, Carlo Rosselli, Ernesto
Rossi, Luigi Emery, Nello Rosselli. In maggio la denuncia di un
tipografo provocò la repressione e la dispersione di alcuni tra i redattori del
foglio: Ernesto Rossi riuscì a fuggire a Parigi, il Vannucci in Brasile,
Salvemini fu arrestato l'8 giugno a Roma e denunciato per «vilipendio del
governo». In attesa del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle
minacce dei fascisti, a luglio passò la notte a Firenze, in casa dei Rosselli,
che non erano ancora fra i sospettati: gli squadristi però, venuti a conoscenza
del fatto, devastarono l'abitazione il giorno dopo. Scrisse Rosselli a Giovanni
Ansaldo: «Io sono di ottimo umore e l'altra sera ho financo bevuto alla
distruzione compiuta! Se i signori fascisti non hanno altri moccoli, possono
andare a dormire: aspetteranno a lungo la mia rinuncia alla lotta». Ormai
preso di mira dai fascisti, Rosselli fu aggredito a Genova mentre si recava
all'Università e poi disturbato durante la sua lezione, con la richiesta del
suo allontanamento. Nel luglio del 1926 si attivò infine lo stesso Ministro
dell'economia, Giuseppe Belluzzo, che chiese il suo licenziamento. A questo
punto, preferì dimettersi. Pochi giorni dopo, il 25 aprile, a Firenze,
sposò con rito civile Marion Catherine Cave, una giovane laburista inglese che
era venuta a Firenze a insegnare lingua inglese nel British Institute, conosciuta
da Rosselli al Circolo della Cultura salveminiano. MilanoLapide
commemorativa: «In via Ancona 2 visse nel 1926 il martire antifascista Carlo
Rosselli e qui ebbe sede la redazione del Quarto Stato rivista socialista a
difesa della libertà e della democrazia». I due sposi vissero a Milano, dove
Carlo aveva fondato insieme con Pietro Nenni la rivista «Il Quarto Stato», il
cui primo numero uscì il 27 marzo 1926. La rivista avrà vita breve, venendo
chiusa a novembre con l'entrata in vigore della legge sui «provvedimenti per la
difesa dello Stato». Scopo della pubblicazione era il tentativo di
rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare
temi di politica culturale al cui centro fosse «il perfezionamento della
personalità umana» e l'elevamento della «vita spirituale e materiale» dei
cittadini. Il 26 novembre 1925 Rosselli, con Claudio Treves e Giuseppe
Saragat costituì un triumvirato che, costituì clandestinamente il Partito
Socialista dei Lavoratori Italiani (PSLI), che prese il posto del P.S.U.,
sciolto d'imperio dal regime fascista, il 14 novembre, a causa del fallito
attentato a Mussolini da parte del suo iscritto Tito Zaniboni, avvenuto il 4
novembre precedente. Il confino e la fuga da Lipari Lorenzo De
Bova, Filippo Turati, Carlo Rosselli, Sandro Pertini e Ferruccio Parri a Calvi
in Corsica dopo la fuga in motoscafo da Savona. Filippo Turati Alla fine
del 1926 organizzò con Italo Oxilia, Sandro Pertini e Ferruccio Parri
l'espatrio di Filippo Turati a Calvi in Corsica, con un motoscafo partito da
Savona. Mentre Turati, Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e
Rosselli, ritornati con il motoscafo a Marina di Carrara, furono arrestati,
nonostante tentassero di sostenere di essere reduci da una gita di
piacere. Rosselli fu accusato anche di aver favorito la fuga in Svizzera
di Giovanni Ansaldo, di Claudio Silvestri, di Claudio Treves e di Giuseppe
Saragat. Venne detenuto nelle carceri di Como poi inviato al confino di Lipari in attesa del
processo. L'8 giugno nacque suo figlio Giovanni Andrea "John".
Quando Carlo fu ricondotto da Lipari a Savona per essere processato, nell'isola
siciliana giungeva il fratello Nello, condannato a 5 anni di confino. Al
processo, che si aprì il 9 settembre, Rosselli si difese attaccando il regime:
«il responsabile primo e unico, che la coscienza degli uomini liberi incrimina
è il fascismo [...] che con la legge del bastone, strumento della sua potenza e
della sua Nemesi, ha inchiodato in servitù milioni di cittadini, gettandoli
nella tragica alternativa della supina acquiescenza o della fame o
dell'esilio». La sentenza, rispetto alle previsioni, fu mite: dieci mesi
di reclusione e, avendone già scontati otto, Rosselli avrebbe potuto essere
presto libero, ma le nuove leggi speciali permisero alla polizia di
infliggergli altri 3 anni di confino da scontare a Lipari. Emilio Lussu Lì
venne raggiunto dalla moglie e dal figlio: la vita al confino trascorreva con
le letture di Croce, di Mondolfo, dell'epistolario di Marx ed Engels e di
Kant. Intanto, si preparava la fuga, che venne organizzata da Parigi
dall'amico di Salvemini Alberto Tarchiani. Evase dall'isola, insieme con
Francesco Fausto Nitti ed Emilio Lussu, con un motoscafo guidato dall'amico
Italo Oxilia diretto in Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la
Francia. Francesco Fausto Nitti Nitti narrerà l'avventurosa
evasione nel libro Le nostre prigioni e la nostra evasione, pubblicato quello
stesso anno in inglese col titolo di Escape e in edizione italiana nel 1946,
mentre Rosselli racconterà le vicende del confino e dell'evasione in Fuga in
quattro tempi. La moglie Marion, che aspettava la seconda figlia, Amelia
"Melina", nata il successivo 28 marzo, venne in un primo tempo arrestata
per complicità, ma presto fu rilasciata. A Parigi, con Lussu, Nitti, e un
gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, fu fra i fondatori del
movimento antifascista "Giustizia e Libertà". GL pubblicò diversi
numeri della rivista e dei quaderni omonimi (con cadenza settimanale e mensile)
e fu attiva nell'organizzazione di diverse azioni dimostrative, tra cui il volo
sopra Milano di Bassanesi nel 1930. Nello stesso anno pubblicò, in
francese, Socialisme liberal. Il libro è una critica appassionata del marxismo
ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari schieramenti
politici socialisti dell'epoca. Il "socialismo liberale" propugnato
da Rosselli si caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del
marxismo revisionista, democratico e riformista (quello, tra gli altri, di
Eduard Bernstein, Werner Sombart, Turati e Treves), ed il socialismo non
marxista, libertario e decentralista (come quello di F. Merlino, Salvemini, G.
Cole, R. awney e O. Jászi); il testo, però, contiene anche un attacco
dirompente contro lo stalinismo della Terza Internazionale che, con la formula
del "socialfascismo", accomunava socialdemocrazia, liberalismo
"borghese" e fascismo. Non stupisce perciò che uno fra i più
importanti stalinisti, Palmiro Togliatti, abbia definito "Socialismo
liberale" un "magro libello antisocialista" e Rosselli "un
ideologo reazionario che nessuna cosa lega alla classe operaia".
Il logo di Giustizia e Libertà Nell'ottobre del 1931 Giustizia e Libertà
aderì alla Concentrazione Antifascista, unione di tutte le forze antifasciste
non comuniste (repubblicani, socialisti, CGL) che intendeva promuovere e
coordinare dall'estero ogni possibile azione di lotta al fascismo in Italia; si
iniziarono a pubblicare i "Quaderni di Giustizia e Libertà". Dopo
l'avvento del nazismo in Germania nel 1933, GL sostenne la necessità di una
rivoluzione preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che
questi portassero a una nuova tragica guerra, che a GL sembrava l'inevitabile
destino dei due regimi. L'impegno nella guerra civile spagnola
Bandiera della Colonna Italiana, nota anche come Centuria Giustizia e Libertà,
che sostenne i repubblicani nella guerra civile spagnola. Nel 1936 scoppiò in
Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito filo-monarchico, che
effettuarono un colpo di Stato, e il legittimo governo repubblicano del Fronte
Popolare di ispirazione marxista. Rosselli fu subito attivo nel sostegno alle
forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e Inghilterra, mentre fascisti
e nazisti aiutavano Francisco Franco con uomini e armi agli insorti.
Nell'agosto combatté la sua prima battaglia in Spagna, nei dintorni di Huesca
sul fronte di Aragona; cercò poi di costituire un vero e proprio battaglione
(intitolato a Giacomo Matteotti). La prima formazione italiana, che
prenderà poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di Colonna Italiana
Rosselli, annoverava tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gli esuli italiani
in Francia dal movimento Giustizia e Libertà e dal Comitato Anarchico Italiano
Pro Spagna; tra questi c'erano anche gli anarchici Umberto Marzocchi e Camillo
Berneri. Umberto Marzocchi scrisse un libro sulla comune esperienza
antifascista di anarchici e di militanti di Giustizia e Libertà, "Carlo
Rosselli e gli anarchici". In un discorso a Radio Barcellona,
Rosselli pronuncia la frase che poi diverrà il motto degli antifascisti
italiani: "Oggi qui, domani in Italia": «È con questa speranza
segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in Italia. Fratelli,
compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi parla dalla Radio
di Barcellona. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa fascista,
che dipinge i rivoluzionari spagnuoli come orde di pazzi sanguinari alla
vigilia della sconfitta. A contrasti con gli anarchici si dimette da comandante
della Colonna e nel gennaio 1937 fonda il battaglione Matteotti.
Soggiorna a Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, località dove fu
raggiunto dal fratello Nello. I due furono uccisi da una squadra di
cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra francese, su
mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e di Galeazzo Ciano; con un
pretesto vennero fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di
pistola: Carlo morì sul colpo, Nello (colpito per primo) venne finito con
un'arma da taglio.. I corpi vennero trovati due giorni dopo; i colpevoli, dopo
numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere prosciolti. I
fratelli Rosselli furono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père
Lachaise, ma nel 1951 i familiari ne traslarono le salme in Italia, nel
Cimitero Monumentale di Trespiano, nel piccolo borgo omonimo, comune di
Firenze, sulla via Bolognese. L'anziano Salvemini tenne il discorso
commemorativo funebre, alla presenza del presidente della Repubblica Luigi
Einaudi. La tomba dei due eroi dell'antifascismo si trova nel riquadro subito a
destra dell'ingresso. Nello stesso cimitero sono sepolti anche Gaetano
Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei e Spartaco Lavagnini. La
tomba riporta il simbolo della "spada di fiamma", emblema di GL, e
l'epitaffio scritto da Calamandrei. GIUSTIZIA E LIBERTA' PER QUESTO MORIRONO
PER QUESTO VIVONO. L'unico suo saggio pubblicato mentre era in vita è
"Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una
situazione di semi-prigionia. Questo saggio si pone in una posizione eretica
rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo (per i quali Il
Capitale di Marx, variamente interpretato, era ancora considerato come la
Bibbia). Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da
lui ben conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista,
Rosselli era infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia
liberale fossero essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche
per la sua concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste
regole, una volta preso il potere, debbono essere accantonate): pertanto, la
sintesi del pensiero rosselliano è: "il liberalismo come metodo, il
socialismo come fine". C. Pisacane, L'idea di rivoluzione propria
della dottrina marxista era fondata sulla concezione della dittatura del
proletariato (che, in realtà, già ai tempi di Rosselli si sta traducendo, in
Unione Sovietica, nella dittatura del vertice di un solo partito). Essa viene
respinta da Rosselli, a favore di una rivoluzione che, come si nota nel
programma di GL, è un sistema coerente di riforme strutturali mirate alla
costruzione di un sistema socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la
libertà individuale e associativa. Nella riflessione degli ultimi anni,
Rosselli, alla luce dell'esperienza spagnola (difesa dell'organizzazione
sociale di Barcellona compiuta dagli anarchici durante la guerra civile) e
dell'avanzata del nazismo, radicalizza le sue posizioni libertarie.
Rosselli, influenzato dalle idee di Mazzini e di Carlo Pisacane, propugna il
socialismo liberale: il fine è il socialismo, il metodo il liberalismo, un
metodo che garantisce la democrazia e l'autogoverno dei cittadini. Il
liberalismo deve svolgere una funzione democratica, il "metodo
liberale" è il complesso di regole del gioco che tutte le parti in lotta
si impegnano a rispettare, regole dirette ad assicurare la pacifica convivenza
dei cittadini, delle classi, degli Stati, a contenere le lotte (peraltro
desiderabili se limitate). La violenza è giustificabile come risposta ad altra
violenza (per questo era giusta la lotta contro il franchismo e sarebbe stata
auspicabile in Italia una rivoluzione violenta in risposta al fascismo); il
socialismo è una logica conclusione del liberalismo: socialismo significa
libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la classe del futuro sarà la classe
proletaria, la borghesia deve fare da guida al proletariato: il fine è la
libertà per tutte le classi. Archivio RosselliBio, su archiviorosselli. N. Tranfaglia, Carlo Rosselli
dall'interventismo a Giustizia e Libertà, Bari, Laterza, Il Circolo di Cultura fu rifondato nel
settembre 1944, a liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del
Partito d'Azione e dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli.
Assunse così il nome di Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli. La sua
prima manifestazione fu presieduta da Piero Calamandrei. Con questo nome è tuttora
operante a Firenze. Con decreto del Presidente della Repubblica è stata
costituita ed eretta in Ente Morale la Fondazione Circolo Rosselli per sostenerne
l'attività. A. Martino: Fuorusciti e
confinati dopo l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R.
Questura di Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria,
Savona, e Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura,
Gruppo editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro
Carlo Rosselli (“Intensa attività antifascista; tra gli ideatori del giornale
clandestino Non Mollare uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di
Turati e Pertini”). In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al confino 1926-1943. Le
ordinanze di assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali,
Milano (ANPPIA/La Pietra), Cfr.
Commissione di Firenze, ordinanza contro N. Rosselli (“Attività antifascista”).
In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al confino Le ordinanze di assegnazione al confino emesse
dalle Commissioni provinciali, Milano
1983 (ANPPIA/La Pietra), ICfr. La storia
sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai
Storia. Il discorso di Rosselli su Romacivica.net in .
Giuseppe Fiori, Casa Rosselli, Einaudi); Mimmo Franzinelli, “Il delitto
Rosselli”; “Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano). Altre opere:
“Oggi in Spagna, domani in Italia” prefazione di Gaetano Salvemini, Edizioni di
«Giustizia e libertà», Parigi, introduzione di Aldo Garosci, Einaudi, Torino,
1967. Scritti politici e autobiografici, prefazione di Gaetano Salvemini, Polis
editrice, Napoli, Z. Ciuffoletti e V. Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere di
Carlo e Nello Rosselli a Gaetano Salvemini, Nicola Tranfaglia, «Annali della
Fondazione Luigi Einaudi, Torino. C. Rosselli, Socialismo liberale, Einaudi, «Il Quarto Stato» di Pietro Nenni e Rosselli,
Domenico Zucàro, SugarCo, Milano, Epistolario familiar, introduzione di Leo
Valiani, prefazione di Zeffiro Ciuffoletti, SugarCo, Milano); Socialismo
liberale, John Rosselli, introduzione di Norberto Bobbio, Einaudi, Torino);
Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e commento di N. Bobbio,
«Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed eredità del
liberalsocialismo», seconda edizione Einaudi Tascabili. Saggi, 1Scritti
dell'esilio. I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista Costanzo
Casucci, Collana Opere scelte di Carlo Rosselli, Einaudi, Torino (contiene una
cronologia della vita e la di C.
Rosselli). Scritti politici, Z. Ciuffoletti e P. Bagnoli, Guida, Napoli, -- una
grossa anteprima del libri consultabile in rete. Scritti dell'esilio. Dallo
scioglimento della concentrazione antifascista alla guerra di Spagna, Costanzo Casucci,
Einaudi, Torino (è riportata la cronologia della vita e una di Carlo Rosselli, Liberalismo socialista e
socialismo liberale, N. Terraciano (Galzerano, Casalvelino Scalo), Carlo e
Nello Rosselli, Giustizia e libertà, Giuliana Limiti e Mario di Napoli,
prefazione di Pietro Larizza, Roma, 1993, con la tesi di laurea di Carlo
Rosselli sul «sindacalismo» (Firenze). Liberalsocialism, edited by Nadia
Urbinati, translated by Williams McCuaig, Princeton University Press,
Princeton, introduzione di Nadia Urbinati. Scritti scelti, Gian Biagio
Furiozzi, “Quaderni del Circolo Rosselli”, n. 4/2000, Alinea Editrice, Firenze.
Opere su Carlo Rosselli Gaetano Salvemini, "Carlo e Nello Rosselli",
Edizioni di «Giustizia e libertà», Parigi, ora in "Scritti Vari",
Giorgio Agosti e Alessandro Galante Garrone, Feltrinelli, Milano, 1Opere scelte
di Gaetano Salvemini», vCultura e società nella formazione di Gaetano
Salvemini, buona anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti con Carlo
Rosselli e la grangia politica correlata Roberto Gremmo "Rosselli alla
Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro delitto politico. Edizioni Storia
Ribelle, Biella . Aldo Garosci, "Vita di Carlo Rosselli", Edizioni U,
Roma-Firenze-Milano («Collezione
Giustizia e Libertà»); nuova edizione Vallecchi, Firenze, Alessandro Levi,
"Ricordi dei fratelli Rosselli", La Nuova Italia, Firenze («Quaderni
del Ponte», 2). Stefano Merli, "Il dibattito socialista sotto il fascismo.
Lettere di R. Morandi e Carlo Rosselli, Rivista storica del socialismo», ricompreso
in Id., "Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti
in Italia, De Donato, Bari, Movimento
operaio», 28). Nicola Tranfaglia, "Carlo Rosselli dall'interventismo
all'antifascismo", «Dialoghi del XX», Cfr. il n. 8. informazioni su volume
"Rosselli e l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti", «Il
movimento di liberazione in Italia», Cfr. il n.8. stralcio di "Carlo
Rosselli e l'Aventino"[collegamento interrotto] «L'opposizione diventava
per la prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi
una psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo
appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della
popolarità.» «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter
vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della
forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare
tutti i problemi. Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della
cautela" -- sperando che la borghesia dimentichi il '19 Quanto alle masse
popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a
chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze
giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non
spaventare la borghesia e il sovrano. Carlo Rosselli dall'interventismo a
«Giustizia e Libertà»", Laterza, Bari, Biblioteca di cultura moderna»); in
appendice: scritti di Carlo Rosselli e Lettera di Carlo Rosselli a P. Nenni;"Carlo
Rosselli dal processo di Savona alla fondazione di GL, Le fonti di «Socialismo
liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», M. Lolli, "Alcuni appunti per una lettura
del «Socialismo liberale» di Rosselli", «Il pensiero politico», Santi
Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», «Belfagor», P. Bagnoli, "L'esperienza
liberale di Carlo Rosselli,, Italia Contemporanea, L'antifascismo
rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche»,
Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di N. Tranfaglia, Feltrinelli, Milano); M. Garbari,
"I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di Carlo e
Nello Rosselli", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto
Stato» di Pietro Nenni e Rosselli", Tavola rotonda fra R. Bauer, U.
Grimaldi, G. Spadolini, D. Zucàro, «Critica Sociale», L. Valiani, "Il
pensiero e l'azione di Carlo e Nello Rosselli", «Nuova Antologia», N. Tranfaglia,
"Carlo Rosselli e l'antifascismo", «Mondo Operaio», a. XXX, nn. 7-8,
luglio/Agosto Poi compreso. R. Vivarelli, "Carlo Rosselli e Gaetano
Salvemini", «Il pensiero politico», Poi compreso Giovanni Spadolini,
"Carlo Rosselli nella lotta per la libertà", con lettere tra Egidio
Reale e Carlo Rosselli, «Nuova Antologia», A. Colombo, "Carlo Rosselli e il «Quarto
Stato»", «Nord e Sud», a. XXIV, Terza serie, nn. 34-35, novembre-Dicembre.
"Giustizia e Libertà nella lotta antifascista e nella storia
d'Italia", Atti del convegno internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto
storico della Resistenza in Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune
di Firenze, dalla Provincia di Firenze, La Nuova Italia, Firenze, 1978.
Riccardo Bauer, "Carlo Rosselli e la nascita di GL in Italia". J.
Petersen, "Giustizia e Libertà in Germania". Pierre Guillen, "La
risonanza in Francia dell'azione di GL e dell'assassinio dei fratelli
Rosselli". F. Rosengarten, "Carlo Rosselli e Silvio Trentin, teorici
della rivoluzione italiana". Max Salvadori, "Giellisti e loro amici
degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale". Santi Fedele,
"Giellisti e socialisti dalla fondazione di GL alla politica dei fronti
popolari". Pier Giorgio Zunino, "Giustizia e Libertà e i
cattolici". A. Garosci, "Le diverse fasi dell'intervento di Giustizia
e Libertà nella guerra civile di Spagna. Parte III- Oggi in Spagna, domani in
Italia". Umberto Marzocchi, "Carlo Rosselli e gli anarchici";
citazione sottostante da un articolo di Ugo Finetti «Infatti Rosselli
considerava una barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui
l'uccisione di Camillo Berneri, l'anarchico che lo affiancava nella guida della
Prima colonna italiana formata da tremila antifascisti, i primi accorsi in
Spagna.» e si ricorda, nel prosieguo, anche la ferma presa di posizione
delle Brigate partigiane di Giustizia e Libertà quando Emilio Canzi fu rimosso
da comandante unico della XIII zona operante nel piacentino e grazie a questa
presa di posizione fu reintegrato dopo un breve arresto. Le Brigate partigiane
di Giustizia e Libertà erano in gran parte influenzate dal pensiero di
Rosselli. Umberto Tommasini, "Testimonianza su Carlo Rosselli; Parte
IV- L'eredità di Giustizia e Libertà". M. Piane, "Rapporti tra
socialismo liberale e liberalsocialismo". Tristano Codignola, "GL e
Partito d'azione". Nicola Tranfaglia, "C. Rosselli", in "Il
movimento operaio italiano. Dizionario biograficoIV", Franco Andreucci e
Tommaso Detti, Editori Riuniti, Roma, A.
Colombo, "C. Rosselli e il
socialismo liberale", «Il Politico», Poi compreso. Paolo Bagnoli, "Di
un dissidio in «Giustizia e Libertà». Lettere inedite di Mario Levi, Renzo
Giua, Nicola Chiaromonte, Carlo Rosselli, Aldo Garosci «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero
Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale
Cinematografico della Resistenza, Annali 1Luigi Cirillo, "Il socialismo di
Carlo Rosselli", Fasano, Cosenza); E. Lussu, "Lettere a Carlo Rosselli e altri
scritti di «Giustizia e Libertà»", M. Brigaglia, Editrice Libreria Dessì,
Sassari .informazioni su Storia della Sardegna di Manlio Brigaglia, son
presenti correlazioni fra i succitati personaggi. "Le componenti
mazziniana e cattaneanea in Salvemini e nei Rosselli. La figura e l'opera di
Giulio Andrea Belloni", Atti del Convegno di studi nel venticinquesimo
anniversario della fondazione della Domus Mazziniana tenutosi a Pisa. Arti
Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa, Comprende: A. Colombo, "Carlo Rosselli e
il «Quarto Stato»" A. Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione
sindacalista di Carlo Rosselli", Lucio Ceva, "Aspetti politici
dell'azione di Carlo Rosselli in Spagna",
Giuseppe Tramarollo, "Rosselli e la gioventù del regime", Paolo Bagnoli, "Il revisionismo
rosselliano", in "Guida alla storia del PSI. La ripresa del pensiero
socialista tra eresia e tradizione", Francesca Taddei e Marco Talluri,
«Quaderni del Circolo Rosselli», Giuseppe Galasso, "La democrazia da
Cattaneo a Rosselli", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»,Aldo
Rosselli, "La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana",
presentazione di Sandro Pertini, prefazione di Alberto Moravia, Bompiani, Milano,
Francesco Kostner, "Carlo Rosselli e il suo socialismo liberale",
Lalli, Poggibonsi («Linee politiche»).
Paolo Bagnoli, "Carlo Rosselli tra pensiero politico e azione",
prefazione di Giovanni Spadolini, con uno scritto di Alessandro Galante
Garrone, Passigli, Firenze, Arturo Colombo, "Carlo Rosselli e il
socialismo liberale", in "Padri della patria. Protagonisti e
testimoni di un'altra Italia", FrancoAngeli, Milano, («Ricerche storiche» ).
Franco Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e
politica nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli", presentazione di
Arturo Colombo, FrancoAngeli, Milano («Studi e ricerche storiche»). L. Valiani,
"Carlo e Nello Rosselli da Mazzini alla lotta di liberazione", «Nuova
Antologia», Diego Scacchi, Arturo Colombo, "Per Carlo e Nello
Rosselli", presentazione di Giovanni Spadolini, Casagrande, Lugano, («Quaderni europei», I). Roberto Vivarelli,
"Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Gaetano Salvemini, Carlo e
Nello Rosselli, E. Rossi", «Rivista
Storica Italiana», Giovanni Spadolini, "Carlo e Nello Rosselli. Le radici
mazziniane del loro pensiero", Passigli, Firenze, 1 («Letture Rosselli»,
2). Corrado Malandrino, "Socialismo e libertà. Autonomie, federalismo,
Europa da Rosselli a Silone", FrancoAngeli, Milano (Collana «Gioele
Solari». Dipartimento di Studi politici dell'Torino). F. Bandini, "Il cono
d'ombra. Chi armò la mano degli assassini dei fratelli Rosselli", SugarCo,
Milano, Arturo Colombo, "I Rosselli, due guardiani per l'albero della
libertà", , "Voci e volti della democrazia. Cultura e impegno civile
da Gobetti a Bauer", Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia»). ,
"Nel nome dei Rosselli. «Quaderni del Circolo Rosselli», FrancoAngeli,
Milano, Con una sui fratelli Rosselli di G. Muzzi. "A più
voci su Carlo Rosselli. G. Arfé, C. Casucci, A. Garosci, Francesco Malgeri,
Leonardo Rapone, Scritti dell'esilio", «Il Ponte», "Il carteggio di Carlo e Nello Rosselli
con Carlo Silvestri", G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», Santi Fedele,
"E verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e
Libertà»" (Franco Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici
Filippo Turati); Z. Ciuffoletti, "Carlo Rosselli, il mito della
rivoluzione russa e il comunismo", in "Socialismo e Comunismo, I, «Il Ponte», Paolo Bagnoli, "La
lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla ricerca del
socialismo liberale", prefazione di Renato Treves, Festina Lente, FNicola
Tranfaglia, "Sul socialismo liberale di Carlo Rosselli", in I volume
"Dilemmi del liberalsocialismo", Michelangelo Bovero, Virgilio Mura,
Franco Sbarberi, La Nuova Italia Scientifica, Roma, («Studi Superiori, Scienze Sociali»). Atti del convegno
"Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento
di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il
primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento
antifascista, il sottotitolo fu la frase di Carlo Marx ed Federico Engels: Alla
società borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe,
subentrerà un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la
condizione del libero sviluppo di tutti e, su invito Claudio Treves, Rodolfo
Mondolfo e Alessandro Levi, Rosselli scrisse un articolo Il partito del lavoro
in Inghilterra che fu pubblicato sul numero tre del 1º febbraio in cui Rosselli riaffermò una parte del suo
pensiero del periodo: «Il Labour Party, in base agli elementi che lo compongono
può definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In
realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento
operaio più vecchio e potente del mondo.» Silvio Suppa, "Note su
Carlo Rosselli: temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberalsocialismo
" Del Puppo D., "«Il Quarto Stato»", «Science and* Society»,"L'attualità
di Carlo Rosselli e del socialismo liberale. Dialoghi tra: Giancarlo Bosetti,
Vittorio Foa, Sebastiano Maffettone, Enzo Marzo, Nicola Tranfaglia, Nadia Urbinati",
Supplemento a di «Croce Via», Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, Atti del
dibattito svoltosi a Napoli in occasione
della presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro
di Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press,
Princenton Nadia Urbinati, "Carlo Rosselli: la democrazia come fede
comune", «il Vieusseux», Paolo Bagnoli, Rosselli, "Piero Gobetti e la
rivoluzione democratica. Uomini e idee tra liberalismo e socialismo", La Nuova
Italia, Firenze («Biblioteca di Storia», 55). Costanzo Casucci, "La
caratteristica di Carlo Rosselli", con un vademecum, «Belfagor», Simone Visciola, Giuseppe Limone , "I
Rosselli. Eresia creativa, eredità originale", Napoli, Guida, Piero
Graglia, "Unità europea e federalismo. Da «Giustizia e Libertà» ad Altiero
Spinelli", il Mulino, Bologna, 1996,
296 («il Mulino-Ricerca»). "Il dibattito europeista e federalista
in «Giustizia e Libertà»", «Storia Contemporanea», Lisetto D., "Carlo
Rosselli e le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e la democrazia
partecipativa", «Scienza & Politica», Carlo Rosselli, "Pagine
scelte di economia", Simone Visciola e Antonio De Ruggiero, Firenze, Le
Monnier, Salvo Mastellone, "Il
partito politico nel socialismo liberale di Carlo Rosselli", «Il pensiero
politico», Gianbiagio Furlozzi, "Carlo Rosselli e Georges Sorel", «Il
pensiero politico», a. Giovanna Angeli, "L'eredità democratica da Bignami
a Rosselli", Angeli, Milano, Salvo
Mastellone, "Carlo Rosselli e «La rivoluzione liberale del
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testi pubblicati da Carlo Rosselli non inseriti nel I delle «Opere scelte». "Rosselli.
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archiviorosselli. I fratelli Rosselli, genesi di un delitto impunito, su
rifondazionepescara.org (archiviato dall'url originale l'8 aprile 2008).
Camillo Berneri e Carlo RosselliVite parallele di Massimo Ortalli (da
"Umanità Nova" n.08 del 4 marzo 2001) Fondazione Rosselli, Centro di
ricerca, su fondazionerosselli. Fondazione Circolo RosselliFirenze, su rosselli.org.
"Gaetano Pecora" Carlo Rosselli, socialista e liberale.Bilancio
critico di un grande italiano, su politicamagazine. Valdo Spini, "Perché i
Rosselli parlano ancora a questa Italia", sul sito repubblica. Refs.:
Luigi Speranza, “Rosselli e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Rosselli.
Rosselli (Roma). Filosofo. Ucciso da assassini
legati al regime fascista. Figlio del livornese Giuseppe Emanuele e della
veneziana Amelia Pincherle, sorella di Carlo, architetto e pittore, oltreché
padre dello scrittore Alberto Moravia. Sia la famiglia paterna che quella
materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, sono stati
politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento
italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di E. Nathan,
sindaco di Roma, fu un seguace e stretto collaboratore di Mazzini nei suoi
ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua casa pisana) ed un
Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza della Repubblica di
San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica
guidata da D. Manin e N. Tommaseo. Sposa Maria Todesco. Diresse iil
mensile Noi. Discusse con Salvemini la tesi di laurea su Mazzini e il movimento
operaio. Pubblica numerosi articoli su riviste storiche italiane e il saggio
Mazzini e Bakunin. Pubblica il saggio Carlo Pisacane nel Risorgimento italiano.
La raccolta dei suoi Saggi sul Risorgimento italiano e altri scritti fu
pubblicata da Einaudi. L'attività politica La tomba a Trespiano Iniziò
giovane a far politica nel 1917 e fu col fratello tra i fondatori del giornale
per studenti "Noi giovani". Col fratello e con P. Calamandrei, e col
patrocinio di G. Salvemini, fonda il Circolo di Cultura, chiuso dai fascisti. Fece
parte dei fondatori del gruppo fiorentino di Italia libera, fra cui, oltre al
fratello, Enrico Bocci, Luigi Rochat, Dino Vannucci, Nello Traquandi. Nel 1924
aderì alla fondazione dell'Unione nazionale delle forze liberali e democratiche
promossa da Giovanni Amendola, e partecipò alla fondazione del primo giornale
antifascista clandestino Non Mollare. Venne arrestato e condannato a 5 anni di
confino a Ustica; rilasciato il 31 gennaio 1928, venne nuovamente arrestato e
condannato a 5 anni di confino a Ustica e Ponza, nell'estate del 1929, dopo la
fuga da Lipari del fratello. Ottenne, su intercessione di Gioacchino Volpe
(probabilmente in buona fede) il passaporto, con una sollecitudine che ad
alcuni amici, tra cui Piero Calamandrei, parve sospetta e motivata dal fine di
arrivare attraverso Nello al rifugio di Carlo, insieme al quale, il 9 giugno
1937, venne assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da una squadra di
"cagoulards", miliziani della "Cagoule", formazione
eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e
di Galeazzo Ciano; con un pretesto vengono fatti scendere dall'automobile, poi
colpiti da raffiche di pistola: Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per primo)
viene finito con un'arma da taglio. I corpi vengono trovati due giorni dopo. I
colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti ad essere
prosciolti. I numeri pubblicati possono essere consultati online qui: Noi
giovani Archiviato il 2 novembre in
. Commissione di Firenze, ordinanza
contro Rosselli (“Attività antifascista”). In: Adriano Dal Pont, Simonetta
Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino emesse
dalle Commissioni provinciali, Milano (ANPPIA/La Pietra), ano Gullo, Ustica celebra la libertà dei
Rosselli, su ricerca.repubblica, 26 agosto 2000. 24 maggio (archiviato il 10 maggio ). profilo di Gioacchino Volpe, profilo di Nello
Rosselli nel Sistema informatico dell'Archivio di stato di Firenze, su
archiviodistato.firenze. ). Giuseppe
Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. Anatomia
di un omicidio politico, Mondadori, Milano. Opere Saggi sul Risorgimento e
altri scritti, Prefazione di Gaetano Salvemini, Collana Biblioteca di cultura
storica n.21, Torino, Einaudi, Introduzione di Alessandro Galante Garrone,
Collana Piccola Biblioteca, Einaudi, Inghilterra e regno di Sardegna, P. Treves,
introduzione di Walter Maturi, Collana Biblioteca di cultura storica n.50,
Torino, Einaudi, Mazzini e Bakunin. Dodici anni di movimento operaio in Italia,
Collana Piccola Biblioteca n.89, Torino, Einaudi, Carlo Pisacane nel
Risorgimento italiano, Con un saggio di Walter Maturi, Collana Piccola
Biblioteca, Torino, Einaudi, Zeffiro Ciuffoletti, Nello Rosselli. Uno storico
sotto il fascismo. Lettere e scritti vari, Firenze, La Nuova Italia, Arturo
Colombo, I colori della libertà. Il mondo di Nello Rosselli fra storia, arte e
politica, Milano, Franco Angeli, 2003. Giovanni Belardelli, "Nello Rosselli",
Catanzaro, Rubettino, 2Simone Visciola, Nello Rosselli alla Scuola di storia
moderna e contemporanea. La prima fase della ricerca di storia diplomatica, in
Politica, valori e idealità. Carlo e Nello Rosselli maestri dell'Italia civile,
Lauro Rossi, Roma, Carocci, Simone Visciola, Nello Rosselli ei suoi
"maestri". Il rinnovamento della storiografia italiana fra le due
guerre, in I Rosselli: eresia creativa eredità originale, Simone Visciola e
Giuseppe Limone, Guida, Napoli, Simone Visciola, Nello Rosselli: uno storico
alla ricerca della libertà in tempi difficili. Appunti sparsi per una biografia
complessiva ancora da scrivere, in I fratelli Rosselli. L'antifascismo e
l'esilio, A. Giacone ed E. Vial, Prefazione di Oscar Luigi Scalfaro, Roma,
Carocci, , 26–42. Giuseppe Tramarollo,
Nello Rosselli tra mazzinianesimo e socialismo,
Giovanni Belardelli, Nello Rosselli. Uno storico antifascista,
prefazione di Norberto Bobbio, introduzione di Paolo Alatri, con un ricordo di
Ezio Tagliacozzo, Passigli, Firenze, («Il filo rosso»). Il carteggio di Carlo e
Nello Rosselli con Carlo Silvestri, G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», a.
XXII, n. 5, ottobre 1Mimmo Franzinelli, Il delitto Rosselli. 9 giugno
1937. Anatomia di un omicidio politico, Mondadori, Milano. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Nello Rosselli, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Nello Rosselli, in Dizionario
di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Nello Rosselli, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nello Rosselli, su
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. rosetta. Sabatino Enrico Nello Rosselli. Nello
Rosselli. Rosselli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The
Swimming-Pool Library.
Rosselli (Gimiliano). Filosofo. Indicato nelle fonti anche come
Tiberio Russiliano Sesto. Le notizie
sulla sua nascita sono incerte. Più certe sono le informazioni sulla sua morte:
le fonti concordano nel fatto che muoia per mano di un suo servo. Di lui scrive
così, Luigi Accattatis nel suo libro Le biografie degli uomini illustri delle
Calabrie, raccolte L. Accattatis (1869):
«far dobbiamo onorevole menzione di Tiberio Rosselli da Gimigliano,
letterato insigne del suo tempo e filosofo di grido, Cattedratico in Napoli ed
in Salerno; il quale, a dir del Barrio, partitosi pel genio di visitare
l'Africa, fu ucciso dal proprio schiavo. Egli era della famiglia di cui è stata
la madre del celeberrimo Giuseppe Scorza, matematico distintissimo, istruttore,
autore di merito, ed illustratore della scienza per metodi ed invenzioni, morto
non ha guari in Napoli. Conchiudendo adunque, pare non dubbio essere stato il
Nifo calabrese di origine, ed avere avuto tra noi i primi rudimenti di
letteratura, tali da avergli dato a vivere. Dal contesto di scrittori
calabresi, contemporanei alcuni, e vivuti altri dopo breve tempo della morte di
lui, a cui noto veniva per recente tradizione, chiaramente se ne rivela il vero.» E ancora l'Accattatis, parlando di Annibale
Rosselli: «(…)Tiberio Rosselli,
congiunto di frate Annibale Rosselli, e discepolo del celebre Agostino Nifo; e
che per la sua dottrina fu prescelto a leggere filosofia per più anni
nell'Salerno.» Opere: “Apologeticus
adversus cucullatos Philosophiae declamatio ad Leonem X Oratio habita Patavi in
principio suarum disputationum De propositione de inesse secundum Aristotelis
mentem libellu Universalia Porphiriana.
Calabria, Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, raccolte L.
Accattatis, Di questo filosofo e frate si occupano nei loro studi, tra gli
altri, Zambelli e De Franco nei loro lavori. Nel viene pubblicato da O/esse il testo
"Rosselli di Gimigliano. Dalle origini a noi", che ricostruisce la
vita e le opere del Rosselli. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tiberio
Russiliano-Sesto. Tiberio Rosselli. Rosselli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Rosselli” – The Swimming-Pool Library.
Rossetti (Vasto). Grice: “A philosopher can also discover a
‘antro di pipistrelle.”” Illuminista poliedrico, fu un poeta estemporaneo,
avvocato, filosofo, tragediografo, archeologo e speleologo. da Martuscelli. Sua madre, Maria Francesca
Pietrocòla, si era sposata con Nicola Rossetti, da cui ebbe quattro figli:
oltre a Domenico, nacquero Andrea, Antonio e Gabriele. Si trasferì a Napoli per
studiare giurisprudenza. Tuttavia, a causa della cattiva situazione politica,
emigrò a Roma, dove studiò filosofia. Con l'invasione francese dello Stato
Pontificio e l'istituzione della Repubblica romana, riparò all'Elba: da qui
seguì l'occupazione e la successiva liberazione del Granducato di Toscana, che
celebrò con il canto La superbia dei Galli punita. Si spostò in Sardegna, sotto
la protezione del viceré Carlo Felice: a Sassari compose e rappresentò la
tragedia Morte di San Gavino. Si spostò in Provenza, a Nizza, dove scoprì la
piramide di Falicon, che gli ispirò un poemetto in 165 ottave, intitolato La
grotta di Monte-Calvo. In seguito, si trasferì a Torino, dove conobbe Tommaso
Valperga di Caluso, e si stabilì a Parma, dove ottenne il titolo di avvocato ed
esercita la professione. Inizia a dirigere Il giornale del Taro, che divenne La
gazzetta di Parma. Ha un ictus che lo portò alla paralisi. Opere: Frontespizio
della commedia Morte di San Gavino in una ristampa; “La superbia dei Galli
punita,” “San Gavino : tragedia /dell'improvisatore avvocato detto ancora
Stitemenios Veldacodrotos” (Oristano, Tipografia Arborense); “La grotta di
Monte Calvo – Poesiei” (Parma); “ In occasione d'essere l'augusto imperator de'
francesi Napoleone I coronato re d'Italia. Cantata (Parma, Mussi Luigi); Rossetti,
La notte odi tre dedicate a Vezzi in occasione della sua ricuperata salute”
(Parma, Paganino); “Alla tomba di Hoffsteder” (Parma, Mussi Luigi); “Ode
Saffica” (Parma, Giuseppe Paganino); “Ad Ernestina Menna per le sue nozze con
Esculapio De Cinque, Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba); Giacomo Cordella (musica
di ) (libretto), Annibale in Capua
(Napoli, Stamperia Flautina); Indica la Piramide, Nizza disegno di Lederk
pubblicato in “La grotta di Monte Calvo”, immagine tratta da Spadaccini. A.
Lombardi, Storia della letteratura italiana” (Venezia); F. Andreola, su centrorossetti.eu.
Domenico Martuscelli, in Biografia degli uomini illustri del regno di
Napoli, N. Gervasi, La famiglia Pietrocola di Vasto (JPG), su
pietrocola.com.Lino Spadaccini, Rossetti e le sue battaglie per la libertà, su
noivastesi.blogspot, La superbia dei Galli punita, su centrorossetti.eu.
«Questo canto estemporaneo fu composto da Domenico Rossetti, sotto lo
pseudonimo di “Stitemenios Veldacodrotos”, anagramma di Domenico Rossetti del
Vasto), in occasione della liberazione del Granducato di Toscana dall’invasione
francese». Lino Spadaccini, Rossetti e
quei versi ispirati dalla cacciata dei Francesi, su noivastesi.blogspot, Giuseppe Catania, Rossetti e la grotta del monte
Calvo,, su vastospa, E. Mugoni, Il fratello perduto, in Studi medievali e moderni.
Nei panni dello speleologo ante litteram, si avventurava in una cavità del monte
Calvo, scoprendo nelle viscere della terra un antro, che ama definire fascinoso
ed insieme orribile. Ne celebra la scoperta con la pubblicazione di un poemetto
di 165 ottave, “La grotta del monte Calvo”; dato alle stampe a Torino, per i
tipi di Domenico Pane, Parma. A Pezzana subentrò nella direzione l'avvocato
Domenico Rossetti. Egli si mostrò più attento alle notizie scientifiche e
contribuì ad introdurre nel periodico notizie leggere, come favole e
indovinelli che il più delle volte incensavano il nome di Napoleone. Con la
direzione di Rossetti i supplementi al periodico, da semplici elenchi scritti
in francese e riguardanti le vendite per espropriazioni forzate, si trasformano
in pagine che arricchiscono i contenuti culturali e di svago della
testata». Luigi Marchesani, Storia di
Vasto, città in Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi dell'Osservatore Medico, retro
copertina del libro P. Spadaccini, Rossetti e la Grotta di Monte Calvo: tra
mistero e leggenda, Lanciano, IL torcoliere, D. Martuscelli, Biografia degli
uomini illustri del regno di Napoli, N. Gervasi,
Opere poetiche dell'avvocato Domenico
Rossetti membro di molte società letterarie pastor della Dora, dell'Emonia ecc.
ecc. Parma, Giuseppe Paganino, Ai liberatori dell'Italia. Ode di Tavanti con
altre composizioni ed un poemetto La superbia dei Galli punita, canto
estemporaneo di ‘Sistemenios Valdacodrotos,’ anagramma dell'autore” (Firenze,
calcografia di Gio); Chiari nella Condotta, L. Anelli, Ricordi di storia
vastese, Arte della stampa, G. Oliva, “I Rossetti: album di famiglia :
documenti, testimonianze, immagini, Lanciano, Casa editrice Rocco Carabba, Pasquale
Spadaccini, Rossetti e la grotta del monte Calvo: tra mistero e leggenda, Lanciano,
IL torcoliere, ,Eleonora Mugoni, Il fratello perduto : Gabriele e Domenico
Rossetti, in Studi medievali e moderni, Domenico Rossetti, in Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Domenico
Rossetti. Rossetti. Keywords: il fratello perduto. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Rossetti” – The Swimming-Pool Library.
Rossi (Appignano del Tronto). Filosofo. Grice: “Rossi touches
many Griciean points: universalia, strength of will, and etc. – he also
commented, like I did, on Aristotle’s metaphysics.” Alievo di duns scotto.
Commentatore della metafisica di Aritotele. Francesco della marca d’ancona (Appignano). filosofo. Fu un attivo filosofo fra Aureolo e Rimini,
dalla parte di Occam e Cesena, e oppositore di Giovanni XXII, nelle dispute dei
Fraticelli, che portarono alla sua espulsione dall'ordine. Aveva idee
innovative e spesso influenti in teologia filosofica, filosofia naturale,
metafisica e teoria politica. Soprannominato ncome "doctor
succinctus" e "doctor praefulgidus", come osservabile dalle
iscrizioni su uno degli affreschi del convento francescano di Bolzano, fu
studiato e commentato soprattutto per alcune tesi risalenti del suo Commento
alle Sentenze. Per Sentenze si intendono i Libri Quattuor Sententiarum
dichiarazioni autorevoli sui passi biblici che l'opera ha riunito di Lombardo.
Rossi torna all'attenzione degli studiosi a partire dagli agli anni venti del
1900, nel francescano si riconoscono l'originalità delle sue vedute, che
contribuiscono all'evoluzione del pensiero basso-medievale. Nacque a Appignano
del Tronto, facente parte all'epoca della Marca di Anconada una famiglia con il
nome di Rubeus o Rossi. Divenne francescano dell'Ordine dei Frati Minori ed
ebbe come maestro Giovanni Duns Scoto.
Salì nella gerarchia educativa dell'ordine, studiando a Parigi. Successivamente
insegnò in uno studium universitario francescano non conosciuto, prima di
tornare allo studium di Parigi come lettore sulle Sentenze diLombardo nel corso
di laurea. Rimase a Parigi almeno fino a quando ormai molto probabilmente era stato
promosso maestro. I suoi insegnamenti più famosi erano i suoi commenti sulle
Sentenze a Parigi. È probabile che le lezioni di Rossi siano state trascritte
dai suoi studenti generando diverse versioni del suo commento in forma di
manoscritto. Sono poche e discordanti le informazioni di questo periodo.
Alcune suggeriscono che lasciò Parigi almeno temporaneamente per essere "a
consiliis" alla corte d'Angiò, re di Napoli, capo del guelfismo italiano e
legato all'ordine francescano spirituale. Alcune sembrano suggerire che rimase
a Parigi, promosso maestro di teologiacomponendo diversi commentari accademici,
tra cui due sulla Metafisica aristotelicae uno sulla Fisica. Altre che ebbe
modo di partecipare al Capitolo generale francescano di Perugia, sottoscrivendo,
la risoluzione con la quale veniva dichiarata lecita la tesi secondo la quale
Cristo e gli apostoli non avevano mai posseduto beni. Un documento colloca Rossi come lettore nello studio del
convento francescano di Avignone, sede della corte papale. L'ipotesi della
permanenza del della Marca ad Avignone già si basa su un errore
d'interpretazione. Scrittori non del tempo affermarono che Rossi fu eletto
ministro provinciale francescano della Marca Anconetana, sua area di origine ma
studi recenti confutano definitivamente questa affermazione con delle
prove Il documento riguarda anche il dissidio di Della Marca con Giovanni XXII per il sostegno del Ministro
francescano Generale Michele da Cesena sulla questione della povertà
apostolica. La questione della povertà apostolica Francesco prese parte
attiva alle lotte interne riguardanti la povertà che stavano dividendo
l'ordine. Insieme a Michele da Cesena, Guglielmo di Ockham e Bonagrazia di
Bergamo, sostenne una regola di assoluta povertà per i successori di Cristo e
per la chiesa. Si ribellò a papa Giovanni XXII, sostenendo il suo avversario,
l'imperatore Ludovico il aro. I francescani che rifiutarono la condanna
della critica dei frati minori della bolla Cum inter nonnullos di Giovanni
XXII, vennero accusati di eresia. Questo avvicinò l'ordine allo
schieramento antipapale rappresentato da Ludovico il aro. Questi era divenuto
ostile al Papa dopo che gli aveva rifiutato la conferma e l'incoronazione come
imperatore dopo l'elezione a re di Germania nel 1314, preferendogli Federico I
d'Asburgo. Ludovico scomunicato il 23 marzo 1324, rispose, esattamente un
mese dopo, con l'"Appello di Sachsenhausen". Con esso il Papa fra
l'altro, veniva accusato di eresia, quindi delegittimato per la sua presa di
posizione nella disputa francescana sulla povertà. Lo scontro divenne acceso,
la conciliazione di Michele da Cesena al
capitolo di Lione fallì. Michele venne convocato e trattenuto ad Avignone
insieme a Bonagrazia da Bergamo e Guglielmo di Occam. Francesco Della
Marca, ad Avignone come lector nello Studium generale dell'Ordine, sottoscrive
una protesta redatta da Michele contro l'operato del papa. Ludovico il aro
giunge in Italia, prende la corona imperiale e, dichiarato deposto il Papa,
nomina antipapa il francescano Pietro da Corbara, con il nome di Niccolò
V. Scomunicato dal Papa, Francesco della Marca decide di raggiungere,
fuggendo,, l'imperatore germanico a Pisa con i suoi confratelli prigionieri.
Francesco ancora una volta si ribellò per protestare contro la sua scomunica. A
Pisa i quattro pubblicano un documento, l'”Appellatio maior”, nel quale
Giovanni XXII viene dichiarato eretico per la sua posizione nella questione
della povertà e in altre controversie. Lui e i suoi compagni andano però
perdendo le simpatie all'interno dell'Ordine. Il tentativo di Michele di
impedire lo svolgimento del capitolo generale convocato a Parigi fallì, mentre
la riunione dell'Ordine conferma la scomunica di Michele ed elesse, quale nuovo
ministro generale Guiral Ot, ovvero Geraldo di Oddone, favorevole alla
Curia. Lui e i suoi compagni sono condannati ed e formalmente confermata
la loro scomunica. Rossi ispira la protesta espressa nelle Allegationes
religiosorum virorumche dichiarava invalida la deposizione di Michele e
l'elezione di Geraldo, per l'esclusione di metà degli aventi diritto alla
partecipazione al capitolo. I quattro francescani, con Marsilio da Padova,
entravano a far parte della curia di Ludovico; con lui, raggiunsero Monaco di
iera, ove si stabilirono nel convento francescano. Fu perseguitato dalle
autorità ecclesiastiche in Italia.. Fece una ritrattazione formale (che doveva
servire da esempio per tutti i dissidenti successivi) e si riconciliò con la
chiesa e con l'ordine . La data della sua morte non è nota. Filosofia
Diritti di Proprietà Nel Improbatio, si concentra sulla determinazione di
quando e dove i diritti di proprietà hanno origine per sostenere la convinzione
francescana che Cristo ha vissuto in povertà assoluta. Distingue tra due tipi
di proprietà: la proprietà prima della caduta dell'uomo e la proprietà dopo. La
proprietà prima della caduta, nota anche come la proprietà dello stato
prelapsario, momento in cui tutte le creature di Dio si rallegrarono nella
felicità, erano profondamente collegati tra loro, e condivisa nella creazione
di Dio. La proprietà dopo la caduta è stata causata dal primo peccato di Adamo,
rendendo la questione dei diritti di proprietà distintamente umani Il
Papa aveva negato che l'origine della proprietà era legato agli esseri umani,
sostenendo che era il peccato in sé ad esserne la causa. Francesco aveva
convenuto che senza peccato non ci sarebbero i diritti di proprietà, tuttavia,
il peccato non ha portato immediatamente al concetto di proprietà. Francesco
sostenne che la legge umana è stato responsabile della formazione dei diritti
di proprietà, non la legge divina, e usato la storia di Caino e Abele, citando
volontà corrotta di Caino per sostenere la sua convinzione. Moto del Proiettile
Nel corso del secolo XIV fiorirono una serie di studi nel contesto della
filosofia naturale in relazione alla dottrina aristotelica del movimento
applicata al moto dei proiettili. Per Aristotele i corpi inanimati si muovono
spontaneamente verso il loro luogo naturale mentre i corpi in movimento devono
alla presenza continua, e per contatto, di un motore che dirige il corpo verso
un’altra direzione. Già Giovanni Filopono nel VI secolo aveva mosso
logiche obiezioni a questa dottrina. Con
la definizione dell'impetus o Teoria dell'impeto la discussione proseguì,
ripresa da Avicenna, Ruggero Bacone e Tommaso d'Aquino. Solo con Rossi si
giunse a conclusione. La teoria di Rossi sul Moto del Proiettile o Moto parabolico,
indicata come virtus derelicta (forza rimanente), è descritta nelle sezioni di
suoi commenti sulle Sentenze che spiegano la consacrazione dell'Eucarestia, in
una quaestio sull’efficacia dei sacramenti. Derelicta Virtus afferma: il moto
di un oggetto è causato da una forza lasciata dall'oggetto che agiva su di
essa, quella forza residua impressa al proiettile durante il lancio. A
differenza della teoria dell'inerzia che ha lo scopo di spiegare solo i
fenomeni naturali, la sua teoria della virtus derelicta è una spiegazione che
include i fenomeni naturali e sopra-naturali. La “virtus derelicta” spiega
diversi tipi di motoperpetuo e finitoed è destinato a tener conto delle
variazioni innaturali. Gli elementi chiave del Derelicta Virtus includono
: Un oggetto viene messo in moto da un altro oggetto, che lascia la forza
rimanente in oggetto in movimento. All'inizio di un dato movimento, le forze
rimanti possono lavorare con o contro la naturale disposizione dell'oggetto in
movimento. Se funziona contro l'oggetto in movimento, la virtus derelicta si
dissipa ed eventualmente lascia il corpo, cessando il moto. Se funziona con
l'oggetto in movimento, la virtus derelicta rimane nell'oggetto provocando il
potenziale moto perpetuo. Ci sono stati diversi filosofi prima del suo tempo, come
ad esempio Richard Rufus di Cornovaglia che sembrano disporre già di versioni
della “virtus derelicta”. Quindi non è chiaro se questa teoria sia veramente
originta autonomamente dal pensiero di Rossi. Tuttavia, filosofi come Buridano
e Odonis hanno utilizzato la teoria di Rossi per affinare i propri
concetti di virtus derelicta, confermando che Rossi ha giocato un ruolo chiave nell'evoluzione della
filosofia sulla fisica. Atto di volontà Francesco della Marca nel secondo libro
dei Commentari sulle Sentenze, si focalizza su come la volontà potrebbe agire
contro la ragione con conseguente colpevolezza morale: se la volontà potrebbe o
agire prima, o contro giudizio razionale. Rossi sostiene che la volontà è la
causa dell'azione. Dopo che un giudizio è elaborato, la volontà decide di agire
sia in conformità con tale sentenza o contro di essa. La volontà costituisce il
termine medio tra giudizio e azione. Senza di essa, il giudizio richiederebbe
un'azione, negando il concetto di libero arbitrio e colpevolezza morale.
Inoltre, la volontà è sotto una legge che obbliga a compiere atti buoni. Senza
questo impegno non ci sarebbe peccato. Per rispondere a come la volontà
potrebbe andare contro tale obbligo, Rossi distingue tra un atto apprensivo e un
atto gidicativio. L’ atto apprensivo è necessario per far funzionare la volontà
e è frutto di cognizioni intellettuali e giudizi. L’atto giudicativo è formato
dalla conoscenza più complessa in cui il ragionamento si applica
giudiziosamente. La volontà non richiede atti giudicativi da eseguire, ciò spiega
come gli esseri umani sono in grado di peccare. In altre parole, la volontà non
dipende dal giudizio razionale. Per evitare l'obiezione che il giudizio è
necessario per il ragionamento e non può essere ignorato nel processo
deliberativo, Rossi offrì un'ulteriore distinzione tra conoscenza apprensiva e
giudicativa, e due tipi di giudizi riflettenti razionali. Queste distinzioni
consentono un giudizio da selezionare su un'altra causa della forza che riceve
da essere selezionato dalla volontà. Opere: Selezione: Improbatio contra libellum Domini Johannis qui
incipit Quia vir reprobus, una confutazione alla bolla papale del Papa.
Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum,
l'autore affronta i principali temi della dottrina cristiana su Dio: le
relazioni delle persone divine all'interno della Trinità e il rapporto tra il creatore
e il mondo, la libertà di dio nel creare, la prescienza divina e la
predestinazione alla salvezza. Sententia et compilatio super libros Physicorum
Aristotelis Quaestiones praeambulae et Prologus, l’autore riflette sullo
statuto scientifico della teologia e della metafisica. Distingue primi libri
prima ad decimam Questes super metaphysicam
Sabine Folger-Fonfara, Das 'Super'-Transzendentale und die Spaltung der
Metaphysik: Der Entwurf des Franziskus von Marchia Leiden: Brill, F.
Stegmüller, Repertorium biblicum Medii Aevi, II, Matriti Visita triennale
delOrazio Civelli, in Picenum seraphicum, Andrea da Ratisbona, Chronica de
ducibus ariae, G. Leidinger, in Mon. Germ. Hist., Mariano Da Firenze,
Compendium chronicarum fratrum minorum, in Arch. franc. hist., A. Coulon S.
Clémencet, Lettres secrètes et curiales du pape Jean Paris A. Emmen, Einführung
in die Mariologie der Oxforder Franziskanerschule, in Franziskanische Studien,
A. Emmen, in Lex. für Theologie und Kirche, IV, Freiburg A. Heysse, Descriptio
codicis Bibliothecae Laurentianae Florentinae S. Crucis, Plut. A. Heysse, Duo
documenta de polemica inter Gerardum Oddonem et Michaelem de Caesena,
Perpiniani, Monachii, in Arch. franc.
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ibidem, A. Possevino, Apparatus sacer, I, Venetii; A. Schütz, Die Prokuratorien
und Instruktionen Ludwigs des Bayern für die Kurie Kallmünz A. Tabarroni,
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Teetaert, Pignano (François de), in Dict. de théologie catholique, Paris A.
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le mandement "Fidem catholicam" in Soziale Ordnungen im Selbstverständnis,
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anonymen Kommentar zur aristotelischen Ersten Philosophie, Archiv für
Geschichte der Philosophie, A. Zimmermann, Analoge und univoke Bedeutung des
Terminus "ens" nach einem anonymen Metaphysikkommentar, in Deus et
homo ad mentem I. Duns Scoti. Acta Tertii Congressus scotistici internationalis
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den Gegenstand der Metaphysik, Texte und Untersuchungen, Leiden-Köln A.
Zimmermann, Verzeichnis ungedruckter Kommentare zur Metaphysik und Physik des
Aristoteles,I, Leiden-Köln A. Zimmermann, G. Vuillemin Diem, N. Schneider, Eine
ungedruckte Quaestio zur Erkennbarkeit des Unendlichen in einem Metaphysik-Kommentar,
in Aristotelisches Erbe, Berlin-New York, A. Crombie, Histoire des sciences de
st. Augustin à Galilée Paris Andreas von
Regensburg, Chronica pontificum et imperatorum Romanorum, in Id., Sämtliche
Werke, G. Leidinger, München, Anneliese Maier, Ausgehendes Mittelalter:
Gesammelte Aufsätze zur Geistesgeschichte, I, Roma, Diskussionen über das
aktuell Unendliche in der ersten Hälfte des 14. Jahrhunderts, già in Divus
Thomas, (Zu einigen Problemen der Ockhamforschung, già in Arch. franc. hist., (Handschriftliches
zu Wilhelm Okham und Walter Burley, già in ibid. (Die naturphilosophische Bedeutung
der scholastischen Impetustheorie, in Scholastik, (Verschollene
Aristoteleskommentare des 14. Jahrhunderts, già in Autour d'Aristote. Recueil
d'études de philosophie ancienne et médiévale offerts à monseigneur A. Mansion,
Louvain); Anneliese Maier, Ausgehendes Mittelalter: Gesammelte Aufsätze zur Geistesgeschichte,
Roma (Zwei unbekannte Streitschriften gegen Johann XXII. aus dem Kreis der
Münchener Minoriten, già in Arch. historiae pontificiae, (Zu einigen
Disputationen aus dem Visio-Streit unter Johann XXII., in Arch. fratrum praed. (Eine
unbeachtete Quaestio aus dem Visio-Streit unter Johann XXII, già in Arch.
franc. hist., Anneliese Maier, Das Lehrstück von den "vires
infatigabiles" in der scholastischen Naturphilosophie, in Archives
internat. d'histoire des sciences, Anneliese Maier, Die Vorläufer Galileis, Studien
zur Naturphilosophie der Spätscholastik, I, Roma Anneliese Maier, Galilei und
die scholastische Impetustheorie, in Id., Ausgehendes Mittelalter, Anneliese
Maier, Metaphysische Hintergründe der spätscholastischen Naturphilosophie, in
Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, IV, Roma Anneliese Maier, Zwei
Grundprobleme der scholastischen Naturphilosophie: das Problem der intensiven
Grösse. Die Impetustheorie, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik,
II, Roma Anneliese Maier, Zwischen Philosophie und Mechanik, in Studien zur
Naturphilosophie der Spätscholastik, V, Roma Biblioteca picena, Osimo, C. Dolcini, Crisi di poteri e politologia in
crisi, Bologna C. Dolcini, Il pensiero politico di Michele da Cesena, Faenza Konrad Eubel, Bullarium franciscanum, V,
Roma Charles H. Lohr, New material concerning Franciscus de Marchia
"Quaestiones super Metaphysicam", in Antonianum, Charles H. Lohr, Medieval Latin Aristotle
commentaries, in Traditio, Christopher Schabel, Francis of Marchia’s Virtus
derelicta and the Context of Its Development, in Friedman-Schabel, C.Schabel,
Il determinismo, Picenum Seraphicum. C. Schabel, La virtus derelicta e il
contesto del suo sviluppo, in C. Schabel, “La dottrina sulla predestinazione di
Rossi,” Picenum Seraphicum, D. Douie, The nature and effect of the heresy of
the fraticelli, Manchester E. Déprez,
Clément Lettres closes, patentes et
curiales I, Paris); F. de Guimaraens, “La doctrine des théologiens sur l'immaculée
conception in Études franciscaines, F. Ehrle, Der Sentenzen kommentar Peters
von Candia, des Pisaner Papstes Alexanders V., Münster i. W. Ehrle, Die
Ehrentitel der scholastischen Lehrer des Mittelalters, in Sitzungsberichte der
Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Philosophisch-philologische und
historische Klasse, F. Giambonini, Giovanni dalle Celle, L. Marsili, Lettere,
Firenze F. Leite de Faria, L'attitude des théologiens au sujet de la doctrine
d'Henri de Gand sur la Conception de la Sainte Vierge, in Études franciscaines,
F. Pelster, Zur ersten Polemik gegen Aureoli in Franciscan Studies, F.
Stegmüller, Repertorium Commentariorumin Sententias Petri Lombardi, Würzburg F.
Tinivella, in Enciclopedia cattolica, V, Città del Vaticano F.A. Groeteken, Die
Franziskaner an Fürstenhöfen, Münster Francesco Gonzaga, De origine seraphicae
Religionis franciscanae G. Cantalamessa Carboni, Memorie intorno i letterati e
gli artisti della città di Ascoli nel Piceno, Ascoli G. Mathon, in Catholicisme…,
Paris, G. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, IBrescia G. Sarton,
Introduction to the history of science, Baltimore G. Sbaraglia, Scrittori francescani piceni G. Sbaraglia,
Supplementum et castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci, Romae Giorgio
Enrico Pertz, Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum, Hannoverae-Lipsiae
H. Denifle E. Chatelain, Chartularium Universitatis Parisiensis, Parigi H.
Denifle, Chartularium Universitatis Parisiensis, Parisiis H. Glaser, A. Schütz,
Der Kampf Ludwigs des Bayern gegen Papst Johannes XXII. und die Rolle der
Gelehrten am Münchener Hof, in Die Zeit der frühen Herzöge. Von Otto I. zu
Ludwig dem Bayern, München H. Rossmann, Franciscus de Marchia, in Lexikon des
Mittelalters, München, H. Schwamm, Das göttliche Vorherwissen bei Duns Scotus
u. seinen ersten Anhängern, Innsbruck H.-J. Becker, Das Mandat "Fidem
catholicam" Ludwigs des Bayern von 1338, in Deutsches Archiv für
Erforschung des Mittelalters, H.S.
Offler, Ockham Opera politica, I, Manchester I.A. Fabricius, Bibliotheca Latina
mediae et infimae aetatis, I, Florentiae J. Kürzinger, Alfonsus Vargas Toletanus und
seine theologische Einleitungslehre, Münster J. Long, Bibliotheca sacra, Parisiis J.A.
Weisheipl, in New Catholic Encyclopaedia…, Washington-New York Konstanty Michalski, La physique nouvelle et
les différents courants philosophiques, K. Michalski, Le criticisme et le
scepticisme dans la philosophie du XIVe siècle, in Bull. internat. de
l'Académie polonaise des sciences et des lettres, classe d'histoire et de philosophie,
Konstanty Michalski, Les sources du criticisme et du scepticisme, in La Pologne
au Congrès intern. de Bruxelles, Cracovie, dell'estratto; L. de Raedemaeker,
Une ébauche de catalogue des Commentaires sur le "De anima" in Bull.
de la Société internat. pour l'étude de la philosophie médiévale, Luca Wadding, Annales minorum…, Quaracchi Luca
Wadding, Scriptores Ordinis Minorum quibus accessit syllabus illorum qui ex
eodem Ordine pro fide Christi fortiter occubuerunt, priores atramento,
posteriores sanguin. christianam religionem asseruerunt, recensuit Fr. Lucas
Waddingus ejusdem Instituti Theologus, ex Typographia Francisci Alberti Tani,
Romae, Romae Ludger Meier, De schola franciscana
Erfordiensi, in Antonianum, M. Clagett, The science of mechanics in the Middle
Ages, Madison M. De Wulf, Histoire de la philosophie médiévale, III,
Louvain-Paris 1 M. Schmaus, Der Liber propugnatorius des Thomas Anglicus und
die Lehrunterschiede zwischen Thomas von Aquin und Duns Scotus, II, Die
trinitarischen Lehrdifferenzen, Münster i. W. 1N. Glassberger, Chronica, in
Analecta franciscana, II, Ad Claras Aquas N. Schneider, Die Kosmologie des
Franciscus de Marchia. Texte, Quellen und Untersuch. zur Naturphilosophie des
14. Jahrhunderts, Leiden-New York-København-Köln, N. Schneider, Franciscus de Marchia über die
Wirklichkeit der Materie (Metaph.), in Franziskanische Studien, N. Mariani, Francisci
de Marchia sive de Esculo, OFM, Quodlibet cum quaestionibus selectis ex
commentario in librum Sententiarum, ed. (= Spicilegium Bonaventurianum, 29),
Grottaferrata, Nazareno MarianiFrancisci de Marchia sive de Esculo, OFM,
Sententia et compilatio super libros Physicorum Aristotelis (Spicilegium
Bonaventurianum), Grottaferrata Nazareno Mariani, Due Sermoni attribuitti,,
Archivum Franciscanum Historicum Nazareno Mariani, Francesco di Appignano OFM,
Contestazione, Appignano del Tronto, Nazareno Mariani, Francisci de Esculo,
OFM, Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir reprobus,
ed. (= Spicilegium Bonaventurianum) Grottaferrata; N. Mariani, Francisci de
Marchia O.M. Quaestiones super Metaphysicam (Spicilegium Bonaventurianum),
Grottaferrata . Nazareno Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo
Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi
libri a prima ad decimam (Spicilegium Bonaventurianum), Grottaferrata); N. Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo
Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi
libri a undecima ad vigesimam octavam, (Spicilegium Bonaventurianum,), Grottaferrata,
Nazareno Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros
Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a vigesima noa ad
quadragesimam octavam (Spicilegium Bonaventurianum, 34), Grottaferrata, Nazareno
Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo Commentarius in IV libros
Sententiarum Petri Lombardi. Quaestiones praeambulae et Prologus, (=
Spicilegium Bonaventurianum), Grottaferrata); N. Mariani, Franciscus de Esculo,
Improbatio, Grottaferrata); N. Mariani,
Questioni sulla metafisica, (Spicilegium Bonaventurianum,), Grottaferrata); N.
Minorita, Chronica. Documentation on Pope John XXII, Michael of Cesena and the
Poverty of Christ with Summaries in English. A Sources Book, eds. G. Gal and D.
Flood, St. Bonaventure, NY, O. Berthold, Kaiser, Volk und Avignon. Ausgewählte
Quellen zur antikurialen Bewegung in Deutschland, Darmstadt, passim; O. Bonmann, Ein franziskanischer
Literarkatalog des XV, Jahrhunderts, in Franziskanische Studien,Cividali, Il
beato Giovanni dalle Celle, in Mem. dell'Accad. dei Lincei, Duhem, Le système
du monde. Histoire des doctrines cosmologiques de Platon à Copernic, VI, Paris,
Duhem, Le système du monde. Histoire des doctrines cosmologiques de Platon à
Copernic,Gauchat, Cardinal Bertrand de Turre, Ord. min. His participation in
the theoretical controversy concerning the poverty of Christ and the apostles
under pope John XXII, Roma Künzle, Mitteilungen aus Codex Mazarine zum
Schrifttum des Franziskaners Petrus Thomae, vorab zu seinen "Quaestiones
in Metaphysicam", in Arch. franc. hist.,Künzle, Petrus Thomae oder
Franciscus de Maironis?, in Arch. franc. hist.,P. Lehmann, Mittelalterliche
Beinamen und Ehrentitel, in Historisches Jahrbuch, Paolo Vian, Francesco della
Marca, in: Fiorella Bartoccini, Dizionario Biografico degli Italiani, Band 49:
Forino–Francesco da Serino. Istituto della Enciclopedia Italiana, Rom, R.
Aubert, in Dict. d'histoire et de géogr. ecclés., Paris R. Höhn, Wilhelm Ockham in München, in
Franziskanische Studien, R. Lambertini, La proprietà di Adamo. Stato
d'innocenza ed origine del dominium nel Commento alle Sentenze e
nell'Improbatio di F. d'Ascoli, in Bull. dell'Ist. stor. ital. per il Medio
Evo, IC R. Scholz, Unbekannte kirchenpolitische
Streitschriften aus der Zeit Ludwigs des Bayern, I, Rom R.F. Bennett, H.S.
Offler, Guillelmi de Ockham Opera politica, II, Mancunii S. Baluze G.D. Mansi,
Miscellanea novo ordine digesta, II, Lucae S. Cipriani, in Dizionario
ecclesiastico, I, Torino S. Riezler, Die literarischen Widersacher der Päpste
zur Zeit Ludwigs des Baiers, Leipzig, S. Sousedik, Der Scotismus in den
böhmischen Ländern, in Collectanea franciscana, T. Suarez-Nani, W.O. Duba, D.
Carron, G.J. Etzkorn, “Francisci de Marchia Quaestiones in secundum librum
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Babey, G. Etzkorn, Francisci de Marchia, Quaestiones in secundum librum
Sententiarum (Reportatio IIA), Quaestiones, Leuven . T. Suarez-Nani, W. Duba,
E. Babey, G. Etzkorn, Francisci de Marchia Quaestiones in secundum librum
Sententiarum, (Reportatio IIA). Quaestiones, Leuven. U. Chevalier, Répertoire
des sources historiques du Moyen Âge. Bio-bibliographie, IV. Doucet,
Commentaires sur les sentences. Supplément au Répertoire de M.F. Stegmüller, in
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Anfredus Gonteri O.F.M. Veit Arnpeck, Chronica Baioariorum, in Id., Sämtliche
Chroniken, G. Leidinger, München W. Dettloff, Die Entwicklung der Akzeptations-
und Verdienstlenhre von Duns Scotus bis Luther, mit besonderer Berücksichtigung
der Franziskanertheologen, Münster i. W. 1 W. Eckermann, Hugolini de Urbe
Veteri Commentarius in quattuor libros Sententiarum, II, , Würzburg Note Francesco d'Ascoli, Francesco della Marchia,
Francesco d'Appignano, Francisco de Esculo, Franciscus Pignano, Franciscus
Rubeus. Pasnau, Robert, and Christina
van Dyke. The Cambridge History of Medieval Philosophy. Cambridge, UK; New
York: Cambridge University Press, . Print.
Frederick Copleston, A History of Philosophy Also Doctor Praefulgens or
Praefulgidus, Doctor Distinctivus, Doctor Illustratus (Schneider Testo Online, testo online. Konstanty Michalski, Les sources du criticisme
et du scepticisme, in La Pologne au Congrès intern. de Bruxelles, Cracovie come
a proposito della teoria dell'"impetus" nella filosofia della natura
con Anneliese Maier: Das Lehrstück von den "vires infatigabiles" in
der scholastischen Naturphilosophie, in Archives internat. d'histoire des
sciences, Metaphysische Hintergründe der spätscholastischen Naturphilosophie,
in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, Roma, Zwischen Philosophie
und Mechanik, in Studien zur Naturphilosophie der Spätscholastik, Roma, Giovanni
Giacinto Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S.
Francisci a Waddingo aliisve descriptos; cum adnotationibus ad Syllabum matyrum
eorundem ordinum, Ex typographia S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini,
Roma, Rome, Biographical Index of the Middle Ages, Berend Wispelwey, De Gruyter
Saur, Pasnau, Robert, and Christina van Dyke. The Cambridge History of Medieval
Philosophy. Cambridge, UK; New York: Cambridge University Press, . Print. Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength
of the Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the
Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance, Print. Luca Wadding, Scriptores Ordinis minorum…,
Romae Cf. MS Napoli, Biblioteca Nazionale: “Explicit fratris Francisci de Marchia super
primum Sententiarum secundum reportationem factam sub eo tempore, quo legit
Sententias Parisius anno Domini .”
Commento ai primi sette libri della Metaphysica di Aristotele Nicola Minorita, Cronaca, pag. 189 Giacomo di Pamiers, Quodlibet Roberto Lambertini, Francis of Marchia in
Encyclopedia of Medieval Philosophy; unico; Dordrecht, --Netherlands: Springer
Netherlands -Dordrecht Netherlands:Kluwer Academic Publishers; Nicolaus Minorita,
Chronica, Documentation on Pope John XXII, Michael of Cesena and The Poverty of
Christ with Summaries in English. A Source Book, ed. G. Gal and D. Flood (St.
Bonaventure, N.Y., “Acta, gesta et facta
fuerunt praedicta coram religiosis et honestis viris, fratribus Ordinis
Minorum, Francisco de Esculo, in sacra theologia doctore et lectore tunc in
conventu Fratrum Minorum de Avenione. M. Lambert, Povertà francescana. La
dottrina dell'assoluta povertà di Cristo e degli apostoli nell'Ordine
francescano, Biblioteca Francescana, Cf. MS Florence, Biblioteca Laurenziana,
Santa Croce, pluteo 31, sinistra, Appellatio maior, most recent edition in
Nicolaus Minorita, Chronica, for Francis in particular 423: Cui appellationi et
provocationi incontinenti adhaeserunt et eam approerunt religiosi viri frater
Franciscus de Esculo, doctor in sacra pagina. Francesco d'Ascoli, Guglielmo di
Ockham, Enrico di Talheim e Bonagrazia da Bergamo, Allegationes religiosorum
virorum, Baluze-Mansi in «Miscellanea», 3, Lucca e dallo Eubel in «Bullarium
Franciscanum», 5, Roma, Roberto
Lambertini, Francesco d'Appignano e Ockham: alcuni aspetti di un rapporto non
facile in Atti del III Convegno Internazionale su Francesco d'Appignano; Jesi,
Edizione Terra dei Fioretti; Lambertini,
Francesco d'Appignano e Guglielmo d'Ockham: alcuni aspetti di un rapporto non
facile in Atti del III Convegno Internazionale su Francesco d'Appignano; Jesi,
Edizione Terra dei Fioretti; Giovanni
Filipono, Commentari alle opere di Aristotele Sulla generazione e corruzione,
Sull'anima, Analitici primi, Analitici secondi, Le Categorie, Fisica,
Meteorologia Fabio Zanin, Francis of
Marchia, Virtus Derelicta, and Modifications of the Basic Principles of
Aristotelian Physics. Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance Print
Schabel, Chris. Francis of Marchia's Virtus Derelicta and the Context of
its Development. Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance, A. Robiglio, "How is Strength of the
Will Possible? Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will."
Vivarium: An International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of
the Middle Ages and Renaissance Print
Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength of the Will Possible?
Concerning Francis of Marchia and the Act of the Will." Vivarium: An
International Journal for the Philosophy and Intellectual Life of the Middle
Ages and Renaissance Print Robiglio, Andrea Aldo "How is Strength
of the Will Possible? (cfr. H. P. Grice, “I’ll show Davidson how continentia
and temperantia are POSSIBLE!”) Concerning Francis of Marchia and the Act of
the Will." Vivarium: An International Journal for the Philosophy and
Intellectual Life of the Middle Ages and Renaissance Print
Dopo la grande edizione critica di Nazareno Mariani, Grottaferrata, Francesco
della Marca, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Franaut page
Centro Studi Francesco d'Appignano Mark Thakkar, Francis of Marchia on the
Heavens. Francesco Rossi della Marca. Rossi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library.
Rossi (San Giorgio la Montagna). Filosofo. Il contemporaneo
e celebre filosofo napoletano Giambattista Vico lo definì "il più grande e
puro metafisico". Rossi, che fu ordinato prete esercitò il suo ministero a Montefusco in
qualità di abate di Santa Maria della Piazza. Studiò teologia e giurisprudenza
a Napoli fino al 1730. Scrisse diverse opere tra cui la più importante rimane
Della mente sovrana del mondo. Opere
Considerazioni di alcuni misteri divini, raccolti in tre dialoghi, Dell'animo dell'uomo, terminata nel 1730, e
pubblicata nel 1736, Della mente sovrana del mondo. Edizione moderna Opere filosofiche, con un saggio
Angelomichele De Spirito, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Della mente
sovrana del mondo, a cura e con un saggio di Roberto Evangelista, Napoli, ISPF-Lab, Collana
"quaderni dell'ISPF" Consiglio Nazionale delle Ricerche, ,//ispf-lab.cnr/quaderni/_q01//doabooks.org/doab?func=publisher&pId=1264&uiLanguage= Tommaso Rossi, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere di Tommaso Rossi, su open MLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di
Tommaso Rossi, . Tommaso Rossi dal sito
"la voce di Fiore". Rossi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rossi” – The Swimming-Pool Library.
Rossi (Torino). Filosofo. Docente a Torino. Studia a Torino, laureandosi sotto la guida diAbbagnano
e compiendo successivamente studi di perfezionamento all'Istituto Italiano per
gli Studi storici di Napoli, a Milano e a Heidelberg. Libero docente, è stato "fellow" della Rockefeller
Foundation a Parigi. Professore a Cagliari,
e a Torino, dopo esser stato titolare della Cattedra di storia della filosofia
e, in seguito, di filosofia della storia, in questa Università, ne è stato
nominato professore emerito. -- è stato preside della Facoltà di Lettere e
Filosofia, -- ha fatto parte del Consiglio Universitario Nazionale. -- è stato
Max-Weber-Gastprofessor nell'Heidelberg. È socio nazionale residente
dell'Accademia delle Scienze di Torino e socio fondatore dell'Accademia
Europea. -- è divenuto per la seconda volta Presidente dell'Accademia delle
Scienze di Torino, carica da cui si è dimesso il 6 aprile . Hha cominciato con lo studio dello storicismo
contemporaneo, specialmente di Dilthey e Weber di cui ha curato la traduzione
italiana delle opere più importanti (Dilthey, Critica della ragione storica,
Einaudi, Torino, Max Weber, Il metodo delle scienze storico-sociali, Einaudi,
Torino) dedicandosi in seguito da un lato allo studio della filosofia
illuministica della storia e della concezione positivistica della società,
dall'altro all'analisi dei problemi teorici della ricerca storica e delle
scienze sociali contemporanee. Ha nuovamente rivolto la sua attenzione
all'opera di Weber. Ha organizzato vari convegni e coordinato importanti
ricerche su diversi temi di storiografia filosofica. Fra le sue opere più importanti sono da menzionare:
Lo storicismo contemporaneo, Einaudi, Torino, Edizioni di Comunità, Milano, Storia
e storicismo nella filosofia contemporanea, Lerici, Milano Il Saggiatore,
Milano, La teoria della storiografia oggi, Il Saggiatore, Milano, ed. tedesca
Suhrkamp, Frankfurt a.M., Vom Historismus zur historischen Sozialwissenschten,
Suhrkamp, Frankfurt a.M., Max Weber: oltre lo storicismo, Il Saggiatore,
Milano, da Enrico Mistretta, direttore editoriale della Laterza, gli fu
affidata, congiuntamente a Carlo Augusto Viano, la direzione di una
fondamentale Storia della filosofia. Consiglio di presidenza, Realino Marra,
Pietro Rossi e l'opera di Weber in Italia, in «Sociologia del diritto»,Pietro
Rossi, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere di Pietro Rossi. Cf. Grice, “Speranza e l’opera di Grice in Italia.” Rossi.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library.
Rosso (Corleone). Flosofo. Visse a Palermo. Scrisse tre
manoscritti, il primo fu Varie cose notabili occorse in Palermo ed in Sicilia, pubblicato
dall'editore Libro Sei, con il titolo “Descrizione di tutti i Luoghi Sacri
della felice Città di Palermo” descrive le chiese di Palermo. Questo saggio e
ricordato in vari altri manoscritti, anche negli anni novanta e duemila, il
terzo fu pubblicato con il titolo “Diario Palermitano”. Il comune di Palermo
gli dedica una via. Biblioteca storica e
letteraria di Sicilia: Mira/bibl Siciliana. D. Ciccarelli e M. Valenza, La
Sicilia e l'Immacolata: non solo 150 anni. Atti del convegno, T. Pugliatti,
Pittura del Cinquecento in Sicilia, Electa, pagine Roma. Istituto di studi bizantini e neo-ellenici,
Rivista di studi bizantini e neoellenici. G. Marzo, Biblioteca storica e
letteraria di Sicilia: Opere storiche inedited. Rosso. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rosso” – The Swimming-Pool Library.
Rota (Vigevano). Filosofo. Italian philosopher. Grice: “Many
Italian philosophers would not consider Rota an Italian philosopher seeing that
he earned his maximal degree without (not within) Italy! And right they would,
too!” His father, Giovanni, a prominent antifascist, was the brother of
the mathematician Rosetta, who was the wife of the writer Ennio Flaiano.
Gian-Carlo's family left Italy when he was 13 years old, initially going to
Switzerland. Rota attended the Colegio Americano de Quito in Ecuador, and
graduated with an A.B. in mathematics from Princeton University in 1953 after
completing a senior thesis, titled "On the solubility of linear equations
in topological vector spaces", under the supervision of William Feller. He
then pursued graduate studies at Yale University, where he received a Ph.D. in
mathematics in 1956 after completing a doctoral dissertation, titled
"Extension Theory Of Ordinary Linear Differential Operators", under
the supervision of Jacob T. Schwartz. Career Much of Rota's career was
spent as a professor at the Massachusetts Institute of Technology where he was
and remains the only person ever to be appointed Professor of Applied Mathematics
and Philosophy. He is also the Norbert Wiener Professor of Applied
Mathematics. In addition to his professorships at MIT, Rota held four
honorary degrees, from the University of Strasbourg, France (1984); the
University of L'Aquila, Italy (1990); the University of Bologna, Italy (1996);
and Brooklyn Polytechnic University (1997). Beginning in 1966 he was a
consultant at Los Alamos National Laboratory, frequently visiting to lecture,
discuss, and collaborate, notably with his friend Stanisław Ulam. He was also a
consultant for the Rand Corporation and
for the Brookhaven National Laboratory (1969–1973). Rota was elected to the
National Academy of Sciences in 1982, was vice president of the American
Mathematical Society (AMS) from 1995–97, and was a member of numerous other
mathematical and philosophical organizations. He taught a difficult but
very popular course in probability. He also taught Applications of Calculus,
differential equations, and Combinatorial Theory. His philosophy course in
phenomenology was offered on Friday nights to keep the enrollment manageable.
Among his many eccentricities, he would not teach without a can of Coca-Cola,
and handed out prizes ranging from Hershey bars to pocket knives to students
who asked questions in class or did well on tests. Rota began his career
as a functional analyst, but switched to become a distinguished
combinatorialist. His series of ten papers on the "Foundations of
Combinatorics" in the 1960s is credited with making it a respectable
branch of modern mathematics.[dubiousdiscuss] He said that the one
combinatorial idea he would like to be remembered for is the correspondence
between combinatorial problems and problems of the location of the zeroes of
polynomials. He worked on the theory of incidence algebras (which generalize
the 19th-century theory of Möbius inversion) and popularized their study among
combinatorialists, set the umbral calculus on a rigorous foundation, unified
the theory of Sheffer sequences and polynomial sequences of binomial type, and
worked on fundamental problems in probability theory. His philosophical work
was largely in the phenomenology of Edmund Husserl. Death Rota died of
atherosclerotic cardiac disease apparently in his sleep at his home in
Cambridge, Massachusetts. See also Kallman–Rota inequality Rota's
conjecture Rota's basis conjecture Rota–Baxter algebra Joint spectral radius,
introduced by Rota in the early 1960s Cyclotomic identity Necklace ring
Twelvefold way List of American philosophers Notes O'Connor, John J.;
Robertson, Edmund F., "Gian-Carlo Rota", MacTutor History of
Mathematics archive, University of St Andrews. F. Palombi, The Star and
the Whole: Gian-Carlo Rota on Mathematics and Phenomenology. CRC PHis aunt,
Rosetta Rota was a mathematician associated with the renowned Rome university
Institute of Physics in Via Panispenra… "American Mathematical
Society | Gian-Carlo Rota, Rota, Gian Carlo (1956). Extension Theory Of
Ordinary Linear Differential Operators (Thesis). New Haven, Connecticut: Yale
University. "MIT professor Gian-Carlo Rota, mathematician and
philosopher, is dead” Wesley T. Chan "To Teach or Not To Teach: Professors
Might Try a New Approach to ClassesCaring about Teaching". The Tech.
"Gian-Carlo Rota". The Tech. "Mathematics, Philosophy, and
Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and David Sharp. Gian-Carlo
Rota at the Mathematics Genealogy Project O'Connor, John J.; Robertson, Edmund
F., "Gian-Carlo Rota", MacTutor History of Mathematics archive,
University of St Andrews. Kung, Joseph; Rota, Gian-Carlo; Yan, Catherine
(2009). Combinatorics: The Rota Way. Cambridge Mathematical Library. Cambridge
University Press. Archived from the
original on -03-03. Retrieved -03-19. The Forbidden City of Gian-Carlo Rota (a
memorial site) at the Wayback Machine (archived June 30, 2007) This page at
rota.org was not originally intended to be a memorial web site, but was created
by Rota himself with the assistance of his friend Bill Chen in January 1999
while Rota was visiting Los Alamos National Laboratory. Mathematics,
Philosophy, and Artificial Intelligence: a dialogue with Gian-Carlo Rota and
David Sharp at the Wayback Machine "Fine Hall in its golden age:
Remembrances of Princeton in the early fifties" by Gian-Carlo Rota.
Tribute page by Prof. Catherine Yan (Texas A&M University), a former
student of Rota Scanned copy of Gian-Carlo Rota's and Kenneth Baclawski's
Introduction to Probability and Random Processes manuscript in its 1979
version. Gian-Carlo Rota (1996). Indiscrete Thoughts. Birkhäuser Boston. 0review at MAA.org The Digital Footprint of
Gian-Carlo Rota: International Conference in memory of Gian-Carlo Rota,
organized by Ottavio D'Antona, Vincenzo Marra and Ernesto Damiani at the
University of Milan (Italy) Gian-Carlo Rota on Analysis and Probability, Biographical Memoir of Gian-Carlo Rota,
National Academy of Science. Gian-Carlo Rota. Rota. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Rota," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Rotondi (Vicovaro). Filosofo. Ha svolto anche attività di libraio
ed editore. I primi anni e la nascita della "Libreria delle
Occasioni" ("Libreria Rotondi"). Nella seconda metà degli anni
trenta si trasferisce a Roma. Il 1941 è l'anno in cui, insieme alla moglie
Annamaria, rileva una preesistente libreria di testi usati che chiamerà
“Libreria delle Occasioni”, intendendo con questo nome l'opportunità per gli
appassionati di reperire opere rare, curiose e introvabili. La “Libreria delle
Occasioni” si trova tuttora nel suo luogo originario di fondazione e cioè in
via Merulana. Tra gli amanti di rarità bibliografiche e tematiche spirituali è
anche nota come “Libreria Rotondi” in omaggio alla fama del suo fondatore. I
primi anni di attività della libreria sono piuttosto travagliati in quanto le
autorità fasciste, infastidite dalla tipologia eterodossa dei testi in vendita,
operano diversi sequestri e infliggono sanzioni. Nell'autunno del 1943 Amedeo è
costretto a chiudere la libreria per evitare il richiamo alle armi della
Repubblica Sociale Italiana. Considerato disertore, si rifugia con la famiglia
a Vicovaro. Individuato in seguito ad una delazione, riesce fortunosamente a
sfuggire alla cattura e si allontana verso le montagne che circondano il paese,
inseguito dappresso da tedeschi e fascisti. Disperando di potersi salvare, si
nasconde nei pressi di una casa abbandonata, popolarmente ritenuta “abitata
dagli spiriti” e qui avviene l'evento fondamentale sopra descritto che cambierà
la sua vita e le sue convinzioni, aprendolo alla conoscenza del mondo
spirituale. Improvvisamente ha una visione folgorante nel cielo: <<
Sedetti a contemplare la scena: una catena di globi luminosi dall'alto
scendevano fin giù, penetravano nella terra, poi altri che risalivano e poi
ridiscendevano come per riunirsi in un misterioso convegno. Si sentivano delle
voci indistinte >> Amedeo si trattiene ad osservare tale spettacolo
misterioso salvandosi, in questo modo, dal rastrellamento in corso nel vicino
paese di Roccagiovine. Questo primo decisivo contatto con la realtà del
paranormale e altre esperienze consimili saranno poi ampiamente raccontate nel
libro "Il protettore invisibile". Tale evento rappresenterà l'inizio
del suo studio e del suo interesse nei confronti del mondo dell'esoterismo e
della spiritualità, che l'accompagnerà per tutta la vita. Gli anni dello
studio e della crescita spirituale. Le prime opere pubblicate in proprio Amedeo
Rotondi, rientrato a Roma dopo la Liberazione e desideroso di conoscere la reale
natura dello straordinario fenomeno accadutogli, inizia a concentrare i suoi
studi sulle discipline esoteriche e spirituali facendo della “Libreria delle
Occasioni” una delle prime e più importanti librerie in Italia, specializzate
nel settore. Inizia un periodo molto fervido fatto di conferenze, riunioni e
dibattiti che ne alimentano la fama. Antesignano delle tendenze moderne, nel
1946 fonda il “Corriere Librario”, periodico mensile per bibliofili contenente
recensioni, curiosità e approfondimenti bibliografici, oltre che inserzioni per
la compravendita di libri, che si diffonde rapidamente a livello nazionale e
internazionale. Pubblica in proprio i suoi primi titoli, dando forma scritta a
quasi due decenni di studi e riflessioni. Si tratta dei cinque libri della
collana “Le Perle”, raccolte di massime, proverbi e aforismi dell'Oriente,
dell'antica Grecia, di Roma antica e del Cristianesimo. Dà alle stampe “L’arte
del silenzio e l’uso della parola”, un originale e lungimirante saggio il cui
intento si manifesta già dalla dedica, firmato con lo pseudonimo di Vico di
Varo, derivato chiaramente dal suo paese natale. Viene incaricato di redigere
un opuscolo commemorativo in occasione dell'inaugurazione in Vicovaro del
Monumento in onore delle vittime della strage nazista delle Pratarelle, Amedeo
Rotondi e la sua libreria hanno svolto una funzione di aggregazione e
catalizzazione culturale in anni difficili in cui certi ambiti di studio
venivano guardati con sospetto, quando non con manifesta ostilità. La fase
della maturità letteraria e spirituale. I “Volontari del Bene” Negli anni
settanta partecipa e svolge un ruolo tutt'altro che secondario nel Cerchio
Firenze 77, una delle più importanti esperienze para-psicologiche collettive
italiane. Lui la sua libreria, nella quale collabora anche la sua unica figlia
Vera, sono ormai un punto di riferimento di tutto un mondo culturale in
espansione e finalmente libero da ogni censura. Pubblica sedici titoli presso
diverse case editrici (Mediterranee, Astrolabio, Sugarco, S.A.S.), firmandoli
oltre che con il suo vero nome con il pseudonimo Amadeus Voldben, acronimo di “Volontario
del Bene”. Tale nome d’arte sta ad indicare la missione che si e prefisso e che
delinea nel libriccino “I volontari del bene”, vera e propria bibbia per tutti
coloro che si riconoscono nel progetto di diffusione del Bene, stampato in
proprio per la prima volta nel '72. I suoi libri sono stati tradotti in molte
lingue: esistono tuttora edizioni in inglese, tedesco, spagnolo, portoghese,
greco e polacco. Oltre al valore intrinseco degli scritti, sono le riunioni e
la sua stessa presenza in libreria a suscitare curiosità e interesse presso un
pubblico molto ampio che vede in Amedeo Rotondi una guida spirituale in grado
di fornire suggerimenti mai banali e, da vecchio educatore, sempre
comprensibili. Dietro la sua apparente severità, che è semplicemente rifiuto
della superficialità, traspare la disponibilità e l'umanità, accessibili a
chiunque si sforzi di varcare il civico 82 di via Merulana. Si caratterizza
da una produzione culturale ancora intensa ma, questi ultimi, anche dal
profondo dolore per la perdita dell'amata figlia e dell'adorata moglie Anna
Maria, dolore che non intacca, anzi, semmai rafforza la sua serena
consapevolezza della morte come momento di passaggio verso l'eterna felicità.
Nonostante i problemi fisici che lo tormentano, continua a scrivere e a
regalare gemme di saggezza e consigli fino a pochi giorni prima della morte. Muore
per questa vita e per questo mondo. Oltre ai testi pubblicati in vita lascia
altri scritti, alcuni pronti per la stampa altri bisognosi di revisione, che
vengono pubblicati postumi a partire dal 2003 su iniziativa del nipote Aldo e
dei pronipoti Francesco e Barbara, i quali si sono impegnati, secondo la volontà
dello zio, a proseguire l'attività in libreria, mantenendosi fedeli
all'impostazione originaria da lui delineata. La libreria Rotondi ha ricevuto il
riconoscimento di "negozio storico" da parte del Comune di
Roma. Opere: “Saggezza dell'Oriente,” ( I della collana Le Perle, ristampato
da Astrolabio. L'arte del silenzio e l'uso della parola, ristampato dalla
Libreria Rotondi n Saggezza di Roma antica, collana Le Perle). Saggezza
dell'antica Grecia, Amedeo Rotondi, collana Le Perle). Amore e saggezza nel pensiero
Cristiano, collana Le Perle). Il giardino della saggezza, collana Le Perle). “Dopo
Nostradamus: le grandi profezie sul futuro dell'umanità” (Mediterranee); “Un'arte
di vivere: via segreta alla serenità, Mediterranee, La coppa d'oro: insegnamenti dei maestri,
fonte di luce e di energia, SAS, (ristampato dalle Mediterranee). Le influenze
negative: come neutralizzarle, SugarCo,, (ristampato dalle Mediterranee). Il
protettore invisibile: la guida che ci aiuta nei momenti difficili della vita,
Mediterranee, La voce misteriosa, Astrolabio (ristampato dalla Libreria Rotondi nel ) Lo
scopo e il significato della vita: perché si nasce, perché si vive, perché si
muore, Mediterranee, I prodigi del pensiero positivo: il suo potere e la sua
azione a distanza, Mediterranee, Il destino nella vita dell'uomo, Mediterranee,
La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee, La potenza del
credere… e la gioia d'amare: i prodigi della fede e dell'amore, Mediterranee, Una luce nel tuo dolore, Mediterranee, Guida alla
padronanza di sé, Mediterranee, 1La magica potenza della preghiera,
Mediterranee, La chiave della vita,
Mediterranee, La presenza divina in noi,
Mediterranee, Le leggi del pensiero: l'energia mentale e l'azione della
volontà, Mediterranee.. Le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee.
La potenza creatrice del pensiero, Mediterranee, Pensieri per una vita serena,
Mediterranee. Altre opere non in commercio Ricordo dei nostri martiri.
Commemorazione in occasione dell'inaugurazione del monumento ai martiri delle PratarelleVicovaro,
Tipografia Seti, Roma, I Volontari del
Bene, Libreria Rotondi Editrice, Roma, Reincarnazione e fanciulli prodigio,
Mediterranee, Roma, La reincarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee. Col
suo nome di battesimo ha scritto La voce misteriosa e i cvolumi della collana
Le Perle. Con lo pseudonimo di “Vico di Varo” ha scritto L’arte del silenzio e
l’uso della parola. Con lo pseudonimo di “Amadeus Voldben” ha scritto tutti gli
altri testi. La Libreria Rotondi è
segnalata in molte pubblicazioni, tra cui la Guida ragionata alle librerie
antiquarie e d'occasione d'Italia, Claudio Maria Messina, Roma, che ha avuto
varie edizioni. Amadeus Voldben, Il protettore invisibile, Edizioni
Mediterranee, Roma, La sua partecipazione
agli incontri del Cerchio Firenze 77 è ricordata nei libri Oltre l'illusione,
Roma, Mediterranee, e Oltre il silenzio, Luciana Campani Setti, Roma,
Mediterranee). Dopo Nostradamus, I prodigi del pensiero positivo, Le influenze
negative, Il protettore invisibile: Dopo Nostradamus. Molte persone si
rivolgevano a Rotondi per ricevere consigli. Una testimonianza letteraria di
questa consuetudine si trova nel romanzo di Giovetti Weimar per sempre, (Edizioni
Mediterranee, Roma) in cui si narra l'episodio di un giovane che si reca presso
la Libreria delle Occasioni per ricevere suggerimenti su questioni spirituali e
libri. Libreria RotondiLibreria delle Occasioni (La libreria fondata da Rotondi)
La piccola miniera di Amedeo Rotondi (da Il Corriere della Sera) Il libraio di
via Merulana e i globi luminosi (da La Repubblica) Cerchio Firenze 77
(Esperienza parapsicologica collettiva) Andiamo alla scoperta di Amedeo
Rotondi, illustre vicovarese del '900 (da La Piazza di Castel Madama. Amedeo
Rotondi. Rotondi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rotondi” – The
Swimming-Pool Library.
Rovatti (Modena). Filosofo. Grice:
“I do not know any other philosopher other than me or Austin who, like Rovatti,
is obsessed wiith the concept of a ‘game’!” Ha insegnato a Trieste. Ha
studiato fenomenologia a Milano con Paci iniziando a collaborare con la rivista
di filosofia e cultura «aut aut», di cui è direttore. È editorialista di "Il Piccolo" di
Trieste e collaboratore di "la Repubblica" e "l'Espresso".
Coordina il Laboratorio di filosofia contemporanea di Trieste, attraverso cui
ha fondato la Scuola di filosofia di Trieste. È membro del comitato scientifico
di Vicino/lontano (Udine). -- è uscito un volume a lui interamente
dedicato (René Scheu, Il soggetto debole. Mimesis, Milano ). Ppubblica una
monografia su Whitehead. Successivamente si occupa dei rapporti tra
fenomenologia e marxismo pubblicando Critica e scientificità in Marx, e poi
focalizzando in vari saggi il tema dei bisogni con riferimento anche alla
psicoanalisi. Cura anche un'edizione delle Opere di Bergson. Fa uscire
con Vattimo il reading Il pensiero debole che sarà ristampato molte volte e e
da cui è nato un ampio dibattito, all'inizio sulle pagine di «Alfabeta» (di cui
era redattore), poi in diverse altre sedi, e che continua tuttora. Le
questioni concernenti tale forma nuova di pensiero (che hanno a che fare
soprattutto con Nietzsche e Heidegger) diventano il punto di partenza della sua
successiva produzione con una serie di volumi (La posta in gioco, Abitare la
distanza, Il paiolo bucato, La follia in poche parole, Guardare ascoltando,
L'esercizio del silenzio, Possiamo addomesticare l'altro?, Inattualità del
pensiero debole. Queste questioni riguardano soprattutto la possibilità di una
«logica paradossale» e si articolano intorno ai temi del gioco, dell'ascolto e
dell'alterità, tutti collegati alla questione attuale della soggettività.
Altri suoi scritti e interventi hanno introdotto opere di Whitehead, Sartre,
Habermas, Hume, Jabès, Negt, Kluge, Heller, Caillois (ossia I giochi e gli uomini),
Sollers (iSul materialismo), Poulantzas,Deleuze, Derrida (nel suo rapporto con
Freud), Lévinas, Bateson e del suo mentore Paci. Dalla riflessione sul
gioco nascono anche i libri Per gioco. La scuola dei giochi (con Davide
Zoletto. e Il gioco di Wittgenstein. Si
è anche interessato alla consulenza filosofica, con La filosofia può curare? Ha
curato l'antologia Il coraggio della filosofia, sulla rivista «aut aut».
Tiene una rubrica sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste col titolo
di Etica minima. Ha raccolto questi "scritti corsari" (cfr. Pasolini)
in vari libri: Etica minima, Noi, i barbari, Un velo di sobrietà. Accanto a una
sensibile sintonia con le riflessioni di JDerrida, si è manifestata nella sua
ricerca una particolare attenzione per il pensiero di Lacan e Foucault (in
particolare sul rapporto tra potere e sapere). Gli egosauri, Elèuthera, Milano . Le nostre
oscillazioni, Collana Edizioni alpha beta Verlag, Merano . L’intellettuale
riluttante, Elèuthera, Milano . Restituire la soggettività. Lezioni sul pensiero
di Basaglia, alphabeta, Merano . Un velo di sobrietà, il Saggiatore, Milano .
Noi, i barbari. La sottocultura dominante, Raffaello Cortina, Milano Inattualità del pensiero debole, Forum,
Udine Cura di Il coraggio della
filosofia. aut aut-, il Saggiatore, Milano
Etica minima. Scritti quasi corsari sull'anomalia italiana, Cortina,
Milano La posta in gioco. Heidegger, Husserl, il
soggetto, Mimesis, Milano-Udine prima edizione:
Bompiani, Milano Cura di Consulente e filosofo. Osservatorio critico sulle
pratiche filosofiche, Mimesis, Milano Il gioco di Wittgenstein, EUT, Trieste. Possiamo
addomesticare l'altro? La condizione globale, Forum, Udine Abitare la distanza.
Per una pratica della filosofia, Raffaello Cortina, Milano (check) Feltrinelli,
Milano La filosofia può curare? La
consulenza filosofica in questione, Raffaello Cortina, Milano La scuola dei
giochi (con Davide Zoletto), Bompiani, Milano Cura di Scenari dell'alterità,
Bompiani, Milano Guardare ascoltando: filosofia e metafora, Bompiani, Milano prima edizione: Il declino della luce, Marietti,
Genova L'università senza condizione
(con Derrida), Raffaello Cortina, Milano La follia in poche parole, Bompiani,
Milano Fare la differenza, atti del convegno, curati con Pietro Derossi,
Triennale di Milano, Milano, Il paiolo bucato. La nostra condizione
paradossale, Raffaello Cortina, Milano Introduzione alla filosofia
contemporanea, Bompiani, Milano Lettere dall'università, Filema, Napoli Per gioco:
piccolo manuale dell'esperienza ludica (con Alessandro Dal Lago), Raffaello Cortina,
Milano Trasformazioni del soggetto: un
itinerario filosofico, Il poligrafo, Padova Dizionario dei filosofi contemporanei,
Bompiani, Milano Elogio del pudore. Per un pensiero debole (con Alessandro Dal
Lago), Feltrinelli, Milano Intorno a Lévinas, Unicopli, Milano Cura di Effetto
Foucault, Feltrinelli, Milano, Cura di Henri Bergson, Mondadori, Milano, Il
pensiero debole (con Vattimo), Feltrinelli, Milano Bisogni e teoria marxista
(con Amedeo Vigorelli), Mazzotta, Milano, Critica e scientificità in Marx: per una
lettura fenomenologica di Marx e una critica del marxismo di Althusser
(Feltrinelli, Milano); “Che cosa ha veramente detto Sartre” (Ubaldini, Roma); “La
dialettica del processo” (il Saggiatore, Milano). aut aut, su
autaut.ilsaggiatore.com. Scuola di filosofia di Trieste, su scuola filosofia
Laboratorio di filosofia contemporanea, su filolab. TriesteFacoltà di lettere e
filosofia, su www2.units. Vicino Lontano, su vicinolontano. Pier Aldo Rovatti:
il pensiero debole, sul RAI Filosofia,
su filosofia.rai. Pier Aldo Rovatti. Rovatti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Rovatti” – The Swimming-Pool Library.
Rovella (Palazzolo Acreide). Filosofo. Appartene
ad una famiglia contadina di solida fede cristiana. Tre fratelli ed una sorella
erano sopravvissuti a 12 gravidanze. Dopo la scuola elementare frequentò la
scuola media ad Ispica, in provincia di Ragusa, nel convento dei cappuccini,
alla scuola dello zio cappuccino. Questa esperienza lasciò tracce indelebili
nella formazione e nello sviluppo intellettuale di Giuseppe che visse
all'insegna della contraddizione nella ricerca della sua strada. Contraddizione
che visse sempre in termini positivi, come caratteristica dell'uomo che pensa.
A Catania si iscrisse in Lettere e Filosofia e fu tra gli alunni più stimati
del prof. Cleto Carbonara che insegnava filosofia teoretica. Si laureò il 2
giugno 1948 con una tesi di estetica, sul rapporto fra contenuto e forma in arte.
Gli interessi per l'estetica rimasero permanenti. Insegnò storia e filosofia
nei licei, di Noto e Palazzolo, dove per un breve periodo, fu anche preside,
incarico dal quale si dimise per tornare all'insegnamento. Morì nella sua casa
natale. Opere: Dopo alcune recensioni di filosofia nella rivista Sophia,
rivista fondata da Ottaviano e due raccolte di poesie pubblicate da Gastaldi
Editore Milano, il suo vero esordio fu L'uomo, una filosofia, opera di
filosofia teoretica, pubblicata da Giannini Napoli, con prefazione di Carbonara.
In quest'opera Rovella in un serrato confronto con i grandi della filosofa
affronta, in termini critici, la metafisica ed espone il suo convincimento che
la ricerca senza condizioni, attraverso l'intelligenza attiva e creatrice può
aprire all'uomo orizzonti creativi, nuovi, seppur rischiosi. La metafisica,
sostiene Rovella, imprigiona in schemi rigidi e vincolanti. Pervenire
all'autocoscienza è il compito più degno del pensiero, che pur problematico in
sé non rimane imprigionato nel problematicismo. Il rapporto con Spirito e
Carbonara fu stimolo attivo e personale nella sua ricerca. “Deneb”, romanzo, e
pubblicato da Salvatore Sciascia Caltanissetta Roma con prefazione di Gallo. Si
tratta di un romanzo filosofico che narra la pulsione verso l'oltre,
attenuando, così, la precedente critica verso la metafisica e aprendo verso il
mistero che, in “Deneb”, comporta il confronto con tre donne che rappresentano
tre volti diversi della verità. La stella Deneb è metafora della pulsione verso
l'alto. In “Deneb” abbondano i riferimenti autobiografici da cui emerge
l'attaccamento alla casa natia, che non abbandona finché visse, alla famiglia e
soprattutto ad un modello di vita contadina morigerata e sobria. Lo stile è
affabulante. L'autocoscienza e il trionfo della morte in Gentile in Il pensiero di Gentile, Enciclopedia
Italiana, Roma. Qui si esamina il momento finale della vicenda umana e
filosofica di Gentile alla cuia filosofia e sempre legato. “L'errore del
cerchio”, pubblicato dalla Provincia Regionale Siracusa, con prefazione di . Messina.
Predomina il colloquio interiore, lo scavo nella coscienza e nella memoria.
Procede come un giallo. Un tema attraversa gli avvenimenti, la libertà e la
necessità di un suo contenimento. “La fattoria delle querce”, romanzo, edito
da M. Selvaggio Caruso Editore Siracusa. Considera questo romanzo l'espressione
più piena del suo pensiero e della sua capacità di scrittura. È come un'epopea,
quella della famiglia siciliana Capobianco, governata da una donna e sviluppata
attraverso un intrigo di personaggi e di vicende collocate in un non luogo e in
un non tempo. I discendenti Capobianco sono identici agli ante-nati, e la
ricerca della genealogia è il problema più assillante per i personaggi. Il mito
dell'eterno ritorno dell'identico li e caro. Rimane sempre legato ai miti.
Fisiognomica, astrologia, venti, odori e turbamenti fanno di questo lavoro un
esempio di scrittura immaginifica e personale. Scrittura di non di facile
consumo. Dice che con quest'opera ha tracciato una nuova “Imago Siciliae”.
Nella stessa aura de La fattoria sono scritti i racconti. Cambia di nuovo
argomento, inizia quella che lui chiama “la fase cristica”. Scrive opere in cui
la figura di Cristo e il rapporto fra le religioni sono il tema dominante. “L'ora
del destino, dramma in due atti è pubblicato dall'Accademia Casentinese di
Lettere, Arti, Scienze ed economia, Castello di Borgo alla Collina, Arezzo, L'Ora in persona di una donna consola il
Crocifisso che muore quando una congiuntura astrale perviene al suo
compimento. Vita di Gesù, pubblicato con Prospettive d'Arte Milano, con
prefazione di Ronfani. Gesù è visto nella sua umanità, la narrazione segue lo
sviluppo dei vangeli sinottici, con qualche incursione negli apocrifi.
L'autore, che pur ne ha le competenze,si tiene lontano dalle problematiche
gesuologiche e cristologiche. Vuole narrare un Gesù “così come parla al
cuore”. L'Angelo e il Re, con prefazione di Pazzi per i tipi di Palomar
Bari.I nove mesi di gravidanza di Maria vergine sono narrati con un andamento
che si mescola di esoterismo e sapienza umana. Maria spesso, nel mistero del
suo concepimento, nella sua realtà quotidiana, vive le vicende del suo
quartiere, con le sue amiche, con qualche momento di gioia esaltata e prorompente,
con un tratto zingaresco. Rovella fu sempre attratto, nella sua narrativa da
zingari e vagabondi di passaggio, come incarnazione di una libertà che abbiamo
smarrita. Le Madri Racconto, Utopia Edizione, Chiaramonte Gulfi, Vi si
sente l'eco di J. Bachofen. Breve raro capolavoro, pieno di mistero e poesia,
di un potere magico, come scrive Tosi. Asvamedha pubblicato da Utopia
Edizioni, Chiaramonte Gulfi, con prefazione di Monachino. Raccoglie racconti
inediti. Inizio d'amore pubblicato a cura dell'Istituto Studi Acrensi di
Palazzolo Acreide. Raccoglie altri racconti che l'autore pubblicò in varie
riviste letterarie nazionali, a cura dell'Istituto Studi Acrensi Palazzolo
Acreide. I racconti, dice l'autore, vivono nell'aura dei romanzi di questo
periodo. La vigna di Nabot, dramma in quattro quadri pubblicato nel
a cura dell'Associazione Amici di G. Rovella, Palazzolo Acreide. Narra
le vicende di Nabot, personaggio biblico che incontriamo nel primo libro dei Re
Cap. 21. La prepotenza dei potenti e la sacralità della terra dei padri sono il
filo conduttore del dramma. Nabot muore per una questione di
coerenza. minima Ermanno Scuderi,
La fattoria delle Querce, in Le Ragioni critiche, Giancarlo Menichelli in
Esperienze letterarie, R. Jacobbi, Il
miracolo Deneb, in Arenaria, Palermo, Vittorio Vettori, Il miracolo di Deneb e
le profezie di Ruggero, Arenaria, Monachino Ester, Considerazioni su un romanzo
di Rovella, in Le Ragioni critiche, Catania, Emanuele Messina, Dal bagolaro
alla sequoia,, La vita e l'opera di Giuseppe Rovella, Emanuele Romeo editore,
Siracusa, Emanuele Messina, Alle radici del pensiero. La presenza dei suoi
maestri, Emanuele Romeo. Giuseppe Rovella. Rovella. Keywords: romanzo
filosofico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovella” – The Swimming-Pool
Library.
Rovere
Essential Italian philosopherHis family
originates in Albalonga, Savona, Liguria. Terenzio
Mamiani. Terenzio Mamiani Terenzio Mamiani della Rovere. filosofo, politico e
scrittore italiano. Testimonio essendo il Pontefice [della insurrezione
dell'Italia contro l'Austria] e d'altra parte abborrendo egli, pel suo
ministero santissimo, dalle guerre e dal sangue ha pensato... d'interporsi fra
i combattenti, e di fare intendere ai nemici della nostra comune patria, quanto
crudele ed inutile impresa riesca ormai quella di contendere agli italiani le
naturali frontiere. citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli) A. Oroboni
alla sua fidanzata Incipit Dallo Spielberg, ai 5 d'Aprile. Del soave amor tuo,
nobile spirto | Ed infelice, io vissi altera e santa. Di quel vivrò, giuro
all'eterno Iddio. Si che il dolor nol chiuda entro al sepolcro. Tai celesti
parole in picciol foglio. Vergate, o cara, ebb'io da te quel giorno che
tramutai le dolci aure lombarde con queste ignote al Sol tombe di vivi. Io
muojo, ed al suo fine affretta | questa lunga agonia che chiaman vita | qui per
istrazio. Quando suonarne il certo annunzio udrai, | non pianger tu, non
piangere, o diletto | spirto d'amor, ché del mio ben migliore | Lacrimar ti
disdice. Il misero | che gemea quivi giù, poiché il dolore | soverchiò troppo,
disperatamente | diè del capo nel sasso e del diffuso | Cerebro il tinse. d'ogni
affetto umano affinatrice | fiamma è il dolore, e di virtù maestra | la morte.
D'un nuovo diritto europeo Incipit Il giure civile di ciascun popolo ha nel
testo delle leggi positive e speciali autorità sufficiente da soddisfare la
giustizia ordinaria e da risolvere i dubii e acquetare le controversie intorno
agli interessi e agli ufficii d'ogni privato cittadino. Di quindi nasce che
possono alcuni curiali riuscire segnalati e famosi al mondo con la sola abilità
del pronto ricordare, dell' acuto distinguere e dell'interpretare acconcio e
discreto. Al giure delle genti occorre, invece, assai di frequente la discussione
delle verità astratte. Perocché esso è indipendente e superiore all'autorità
delle sopra citate leggi; si connette immediatamente al giure naturale che è al
tutto razionale e speculativo; spesso gli è forza di riandar col pensiero sulle
fondamenta medesime dell'ordine sociale umano, e spesso altresì non rinviene
modo migliore per risolvere i dubii e acquetare le discrepanze tra popolo e
popolo fuor che indagare i grandi pronunziati della ragione perpetua del
diritto, chiariti, dedotti e applicati mercé della scienza. Poco importa
se i metafisici e i letterati si bisticciano; ma non va senza danno del genere
umano il discordare e il traviare de' pubblicisti. E già si disse che il fine
criterio degli uomini illuminati coglie il certo e il sodo della scienza, ma
non la crea e non l'ordina. La demenza degli uonini fa talvolta scandalosa la
verità; laonde ella ebbe a pronunziare di se medesima: non venni a recare la
pace in mezzo di voi, sibbene la spada. (Lo Stato essere certa congregazione di
famiglie la qual provvede con leggi e con tribunali al bene proprio e alla
propria tutela; tanto che sieno competentemente adempiuti i fini generali della
socialità e i particolari di essa congregazione. Lo stato non esiste per la
contiguità sola delle terre e delle abitazioni, ma per certo congiungimento e
unità delle menti e degli animi. La libera città di Amburgo è così autonoma
come l'impero di Moscovia. Il che riconosciuto e fermato, se ne ritrae ciò che
pel diritto internazionale è primo principio ed assioma, non potersi da niuno e
sotto niuna ragione arrogare la facoltà di offendere e menomare l'autonomia
interna ed esterna di qualchesia Stato insino a tanto che questo non provoca
gli altri ad assalirlo con giusta guerra; ed eziandio in tal caso è lecito di
occupare temporalmente il suo territorio e dominare il suo popolo nei limiti
della difesa e dell'equo rifacimento dei danni. Le varie provincie spagnuole o
francesi e i tre regni britanni congiunti ed unificati per la conquista o
l'eredità palesarono in lungo volgere d'anni la volontà loro ferma ed unanime
di perseverare in quella identità e unità di vita sociale e politica. Per lo
contrario, l'incorporamento delle provincie basche nell'unità politica degli
Spagnuoli fu con violenza adempiuta e poi mantenuta. Voleva ragione e giustizia
che per l'azione lenta del tempo e della civiltà riconoscessero quei popoli da
se medesimi la utilità di vivere al tutto vita comune coi popoli iberici.
Similmente, era iniqua la condizione degl'Irlandesi quando l'irosa Inghilterra
per la diversità del culto li segregava dal godimento dei diritti politici. L'uomo
individuo può nel servaggio e nelle catene serbare con isforzo la libertà dello
spirito e compiere in altro modo e sotto altre condizioni certa eroica
purgazione e certo mirabile perfezionamento della sua parte interiore e
immortale. Ma ciò è impossibile ad un popolo intero, il quale nel servaggio di
necessità si corrompe ed abbietta, e quindi Gian Vincenzo Gravina chiamò assai
giustamente la libertà delle nazioni sacrosanta cosa e di giure divino. L'anima
non è vendibile e non è nostra, dicevano i teologanti per dimostrare da più
parti la iniquità del contratto. E neppure la libertà è vendibile; e se
l'usarla e abusarla è nostro, non è tale la facoltà e il principio infuso da Dio
con l'alito suo divino e che al dire di Omero vale una mezza anima. Lo Stato
possiede onninamente se stesso; niuno fuori di lui può attribuirsene la
padronanza. Quindi i popoli o vivono in se od in altri; cioè a dire, o
provedono ai propri fini con leggi e ordini propri e componendo un individuo
vero e perfetto della universa famiglia umana; ovvero entrano a parte d'altra
maggior comunanza con ugualità di diritto e d'ufficio, come quelle riviere che
ne' più larghi e reali fiumi confondono le acque e perdono il nome. Questa è la
generale e astratta dottrina che danno la ragione e la scienza. Patria,
impertanto, significa quella determinata contrada e quella peculiare
congregazione di uomini a cui ciascuno degli abitanti e ciascuno dei congregati
sentesi legato per tutti i doveri, gl'istinti, i diritti, le speranze e gli affetti
del vivere comune. La patria considerata nella sua morale e profonda
significazione è il compiuto sodamento di ciascuno verso di tutti e di tutti
verso ciascuno. Se la patria non ha debito né possibilità di nudrire del suo
ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata cosa sarebbe inibire a questi di
procacciarsi altrove la sussistenza. Prediletta opera delle mani di Dio sono le
nazioni. Qual nazione è pura, domandano essi, e tutta omogenea, e quale Stato
in Europa non è straniero a qualche porzione de' sudditi proprii? L'Inghilterra
pesa sul popolo Jonio, la Francia sull' Algerino, la Spagna sul Basco. Non
nacquero forse Italiani i Corsi e Tedeschi i popoli dell'Alsazia? I Polacchi di
Posen son forse Prussiani; e non è mezzo slava la Silesia? Chiameremo Russi i
Lituani o i Finlandesi o gli abitanti di Riga e della Curlandia? E se tinti
vediamo della medesima pece tutti i governi, se niuno, a rispetto del puro
principio di nazionalità, è incolpevole, qual profitto si può dedurre d'una
teorica non mai applicabile; ed anzi, come può essere teorica e vera, se i
fatti in ogni luogo e tempo la contradicono? Lo Stato dipendente come si sia da
un altro non è, a propriamente parlare, autonomo; e perciò, a rigore di
definizione, neppure la denominazione di Stato gli si compete. I prìncipi non
sono, del certo, scelti da Dio immediatamente, ma sono da Dio immediatamente
investiti di loro sovranità. Il popolo indica l'uomo a cui vuole obbedire e in
quell'uomo è subito la pienezza della sovranità che da Dio gli proviene.
Perocché come da Dio è istituito il fine della socievole comunanza, così è
istituito il mezzo nella autorità del comando. È sicuro che nella lunghezza dei secoli le
volontà e i giudizi umani si accostano all'assoluto del bene sociale, quanto
che la via che viene trascorsa non procede diritta e spedita ma declina e torce
continuo fra molti errori e molte misere concussioni. La libertà, essendo
naturale ed essenziale agli uomini e necessaria concomitanza d'ogni bontà, è
doveroso per tutti il serbarla integra nella sostanza; e perciò, né il privato
individuo si può vendere ad altro privato, né tutto il corpo de' cittadini
assoggettarsi pienamente e perpetuamente al dominio d'alcuno, sia forestiere o
nativo. Poco o nessun valore ha il dissentimento dei piccioli e deboli, quando
anche piglino ardire di esprimerlo; e chi investiga la Storia, ritrova che
delle proteste loro giacciono grandi fasci dimenticati negli archivi delle
Cancellerie. (p. 98) Dacché siete i più forti, correte poco rischio di vivere
ex lege alla maniera dei Ciclopi. Ma confessare il diritto e contro il diritto
procedere, non è conceduto a nessuno; e parlavano meglio quegli Ateniesi che
alle querele dei Milesi rispondevano senza sturbarsi : il diritto è cosa pei
deboli e non già pei forti e pei valorosi. Ogni popolo è autonomo; o con altri
vocaboli, ogni Stato vero è libero ed inviolabile inverso tutti i popoli e
tutti gli Stati. E patria nel significato morale e politico è sinonimo di
Stato, in quanto questo compone uno stretto e nativo consorzio in cui ciascun
cittadino ha debito e desiderio insieme di effettuare il grado massimo di unimento
sociale e civile. S'incominci dall'avvisare chi sono costoro che si querelano
dell'abusata libertà degli Stati e ne temono danni così spaventevoli. Costoro
sono i medesimi da cui si alzano lagni e rimproveri cotidiani per qualunque
libertà, eccetto la propria loro. Vogliono limitare la stampa, limitare la
libera concorrenza, limitare i Parlamenti e in fine ogni cosa col pretesto
volgare ed ovvio che i parlamenti, il commercio, la stampa abusano di loro
facoltà e trasvanno più d'una volta e in più cose. La volontà umana, dite, è
corrotta e inchinevole al male. Può darsi; ma privata di libertà so che
depravasi molto di più e i padroni non meno che i servi. Non è lecito agli
uomini di esercitare nessun diritto qualora difettino pienamente delle facoltà
e dei mezzi correlativi. Perciò il fanciullo, il mentecatto, l'idiota cade
naturalmente sotto l'altrui tutela, e per ciò medesimo la parte meno educata
del volgo ed offesa di troppa ignoranza, o posta in condizione troppo servile,
non ha nel generale facoltà e mezzi proporziod esercitare diritti politici. Dell'ottima
congregazione umana Incipit Esaminato il fine del viver comune, fatta rassegna
d'alcuni principii direttivi, più bisognevoli al nostro intento e poco o nulla
noti agli antichi, segue senza più che noi trapassiamo a contemplare l'ottimo
ordinamento civile. Della qual materia stragrande fermammo in principio del
libro che sarebbero da noi segnate alquante linee soltanto, scegliendo quelle
che più hanno riferimento con l'indole speciale de' tempi nostri. E pur questi
pochi lineamenti noi cercheremo di descriverli, come suoi fare l'artista,
secondo il concetto d'una bellezza ideale ricavata e desunta con fedeltà
squisita dall'essere delle cose e figurandola in mente come e quale uscirebbe
dalle mani della natura, quando non la perturbassero gli scorretti accidenti.
Cosi noi delineeremo qnalche fattezza dell'incivilimento umano, contemplandolo
nella natura primitiva ed universale dei popoli, ed avvisandoci di non
iscambiare l'alterato e il mutabile col permanente ed inalterato; e per
converso, di non dar nome d'errore emendabile e di accidente transitorio a ciò
che appartiene alle condizioni salde e durevoli della comunanza civile. Chè nel
primo difetto cadono i troppo retrivi ed i pusillanimi; nel secondo, i novatori
audaci e leggeri. Citazioni Aristotile con molto senno incomincia dall'insegnar
quello che spetta al buono stato della famiglia, perché della comunanza umana
l'individuo compiuto non è lo scapolo, ma l'ammogliato con prole o vogliam dire
la famiglia, rimossa la quale, come fu scritto nell'aforismo XIV, non rimane
intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la fiera e violenta natura
nostra. L'organizzazione tanto è più
eccellente quanto meno cede alle esterne azioni ed impressioni ed anzi modifica
con maggior efficacia ed appropria a sé quelle azioni. È da confessare che un gran trovato fece lo
spirito umano e giovevole soprammodo alla prosperità del viver sociale, quando
mise in atto quello che fu domandato governo rappresentativo o parlamentare. Se
dirai: carattere di nazione è la continuità e circoscrizione del suolo, i Tedeschi
di qua del Reno sarebber Francesi, e non è Grecia l'Asia minore, e gli Ebrei
non compongono nazione, e malamente la compongono le genti slave. Se dirai la
lingua; i Baschi non sono spagnuoli, né francesi i Bretoni e quei dell'
Alsazia, e non ha niente di nazione la Svizzera né l'Ungheria dove più lingue
sono parlate. Se la religione; troppe smentite ci danno Germania, Inghilterra e
gli Stati Uniti americani; d'altra parte, sotto il rispetto dell'unità
religiosa, farebber nazione insieme Siciliani e Messicani, Irlandesi e
Abissini. Se il governo; i Lombardi sono austriaci, sono turchi i Greci,
francesi gli Arabi e via discorrendo. Se la letteratura e le arti ; non fanno
nazione quei popoli a cui mancano lettere e arti proprie e le accattano dai
forestieri, come usavano poco fa i Russi, i Boemi, gli Ungaresi ed altri, e
tuttora non cessano. Se le origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e
così vivace del corpo della patria onde uscirono, da non potersene mai
dispiccare, e la guerra americana fu dalla banda dei sollevati iniqua e
parricida. Gran questione poi insorge sulle genti di confine, le quali
compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie, a cosi chiamarle. Quindi
noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere italiani e i Francesi li fanno
dei loro. Né minor controversia nasce circa cento popolazioni per la terra
disseminate, che è impossibile di ben definire a qual generazione appartengano,
né per sé bastano a far nazione, come Bosniaci, Bulgari, Albanesi, Illirii,
Maltesi e innumerevoli altri. La
compagnia civile comincia là solamente dove gli animi si accostano, e sorge
desiderio di regolato e comune operare. La Giustizia, secondo Omero, apre e
chiude i congressi degli Dei, non quelli degli uomini. La voce nazione nel suo
peculiare e pieno significato vuol dire unimento e società d'uomini che la
natura stessa con le sue mani à fatta e costituita mediante la mescolanza del
sangue e la singolarità delle condizioni interiori ed estrinseche; per talché
quella società distinguesi da tutte le altre per tutti gli essenziali caratteri
che possono diversificare le genti in fra loro, come la schiatta, la lingua, la
religione, l'indole, il territorio, le tradizioni, le arti, i costumi. Nazione
vuol significare certo novero di genti per comunanza di sangue, conformità di
genio, medesimezza di linguaggio atte e preordinate alla massima unione
sociale. Gli Svizzeri varii di lingua,
di schiatta, di religione e d'usanza sonosi costituiti artificialmente e
politicamente in nazione, mediante una grande e maravigliosa unità morale che
turbata e rotta alcune volte di dentro è sempre riuscita gagliarda di fuori a
fronte degli stranieri. I Greci ed i
Musulmani dell'Asia Minore o d'altra contrada, i quali tuttoché nati e
cresciuti nel suolo stesso, pur non si chiamano concittadini, e vivono e sempre
vivranno stranieri l'uno accanto dell'altro. (Lo stipite umano è ordinato esso
pure a spandere discosto da sé le propagini e i semi; e ogni germe nuovo dee
nudrirsi del terreno ove cade, non del tronco da cui si origina. Sieno rese
grazie publicamente da tutta l'Italia a voi, o Valdesi, che l'antica madre mai
non avete voluto e potuto odiare e sconoscere insino al giorno glorioso che fu
da Dio coronata la vostra costanza, e un patto comune di libertà vi riconciliava
con gli emendati persecutori. S'io
credessi quelle armi che assiepano il Foro, dicea Cicerone, starsene qui a
minacciare e non a proteggere, cederei al tempo e mi terrei silenzioso. Ma il
fatto fu che quelle armi nel Foro inducevano per se sole una fiera minaccia,
tanto ch'egli parlò poco e male, e la paura ammazzò l'eloquenza. Dal riscontro,
per tanto, di tutte le storie, senza timore mai d'eccezione, e più ancora dalla
ripugnanza intima di certi termini, quali sono felicità a servitù, spontaneità
e costrizione, ricavasi questa assoluta sentenza che tra le nazioni civili il
governo straniero non può vantarsi mai né della legittimità che abbiamo
chiamata interiore, né della esteriore che emana dall'assentimento espresso o
tacito delle popolazioni. Non può aver luogo prescrizione, dove i diritti
innati o fondamentali dell'uomo ricevono sostanziale ingiuria ed offesa; e di
si fatti è per appunto la indipendenza o dimezzata o distrutta. Ogni cosa
nell'uomo è principiata dalla natura e poi dalla ragione e dall'arte è
compiuta. Mario Pagano, ovvero, della immortalità Incipit Francesco Pignatelli
— Giuseppe Poerio Pignatelli: Voi stesso l'avete udito? Poerio: E come nò, se
rinchiuso era con lui in una prigione medesima? Pignatelli: E fu la vigilia
della sua morte? Poerio: Appunto fu la vigilia. Sapete che valica la
mezzanotte, una voce improvvisa e sepolcrale veramente rompevane il sonno
chiamando forte per nome alcuno di noi; e quella chiamata voleva dire: vieni,
ti aspetta il carnefice. La notte pertanto che seguitò quel mirabil discorso di
Mario Pagano gli sgherri gridarono il nome suo, e fu menato al patibolo.
Pignatelli: Stava per mezzo a voi quell'omerica figura del conte di Ruvo?
Poerio: Nò, ma in Castello dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con l'intrepido
Mantonè. Nel Castel Nuovo e in quella carcere proprio dove era Francesco Mario
Pagano, stava il fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il
Conforti, Cirillo, Granali, Eusebio Palmieri, Vincenzo Russo e due giovinetti
amorevoli e cari, cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di
Genzano, bello come l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare
compassione. Citazioni Poerio: V'à una cagione suprema di tutte le cose,
cagione assoluta e però insofferente di limiti e incapace d'aumento e di
defficienza. Ma se niun difetto può stare in lei, ella è il bene infinito e
comprende infinitamente ogni specie di bene. Ciò posto, la cagione suprema è
altresì infinita bontà che raggia il bene fuor di sé stessa e ne riempie la
creazione ed ogni ente se ne satura, a dir così, per quanto fu fatto capace.
Tale contenenza di bene è poi sempre difettiva perché sempre è finita. Di
quindi si origina il male. Non si chieda dunque perché Dio è permettitore del
male, ma chiedasi in quella vece perché piacque a Dio, oltre all'infinito, che
sussistesse pure il finito. (p. 16) Poerio: Se il vivere nostro presente fosse
condito di molto diletto e noi incapaci di conoscere e desiderare con ismania
istintiva l'eternità, forse potrebbesi giudicare senza paradosso aver noi
sortito quella porzioncella sola e frammento di beatitudine, brevissima ma
sincera e inconsapevole della propria caducità. (p. 17) Poerio: Col presupposto
della immortalità, bene avvertiva il Bruno, alcun desiderio naturale non è
indarno e alcuna lacrima non cade senza conforto. Con la immortalità non è
affetto generoso perduto, non ferita dell'animo a cui non si apparecchi altrove
copioso balsamo. Per entro il corso interminato e magnifico de'nostri destini,
ogni male vien riparato, ogni speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni
felicità si rinnova e giganteggia ne'secoli. (p. 18) Poerio: Quando fosse
possibile strappare dal cuor dell'uomo il concetto e la speranza della
immortalità, il consorzio civile medesimo pericolerebbe di sciogliersi e i
piaceri e le utilità stesse della vita presente verrebbero gran parte impedite
o affatto levate di mezzo. (p. 18) Prose letterarie Avvertenza I dotti e i
legisti barbareggiavano sempre peggio, e pareva in loro una sorta di necessità
tramutata in diritto, e niun discepolo mai se ne querelava; e le lettere
cadevano in tale grettezza, che nelle prose del Giordani si appuntavano
parecchie mende di stile, ma nessuno accusava la tenuità dei concetti e la
critica angusta e slombata. Il Colletta era stimato dai più uno storico sovrano
e poco meno che un Tacito redivivo, ed altri istituivano paragone tra il
Guicciardini e il Botta, tra il Goldoni ed Alberto Nota. Tale il gusto e il
criterio comune. Pochi grandi intelletti non mancavano neppure a quei giorni.
Basti ricordare Bartolini nella scultura; Leopardi e Niccolini nella poetica;
Rossini, Bellini, Donizetti nella musica. In Italia scemando il sapere e la
potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della bellezza
dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal governati
gli affetti. Letteratura vasta, soda e ben definita, e parimente larghe scuole
e ben tratteggiate e scolpite mancano alla patria nostra da quasi tre secoli e
piuttosto ne abbiamo avuto cenni e frammenti, e ogni cosa a pezzi, a sbalzi e a
modo d'assaggio. Miei degni signori, il cibo che v'apparecchio è scarso,
scondito e di povera mensa, ma è letteratura e non metafisica. Non appena
l'esilio mi astrinse a lasciare l'Italia e fui spettatore d'altro ordine di
civiltà e uditore d'altri maestri, subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio
doloroso della coscienza, ed ebbi della mia ignoranza una paura ed una vergogna
da non credere. Per giudicare alla prima prima che tutto è vecchio e trito in
un libro convien sapere dell'autore se nel generale à l'abito di pensar di suo
capo. IX. Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a
uno a uno dentro la torre. Spirito del mare. Che vuoi ? Barone. Sapere
l'essenza del bene e la fonte della felicità. Spirito del mare. Perché lo
chiedi al mare ? Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj
della notte tieni misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si
riflettono ; e tu pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i
quali ti raccontano le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei
continenti per mezzo a cui essi fluiscono senza posa. Spirito del mare. lo non
so nulla (sparisce). Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito
delle procelle, e che i tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai
sempre dalle taglienti creste degli ardui scogli. La coda del cavallo
bianco dell' Apocalisse. Che vuoi ? Barone. Sapere in che consiste il bene, e
dove è la fonte della felicità. La coda. Perché lo chiedi a me ? Barone. Tu sai
la fine ultima delle cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del
secolo. La coda. Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla
caduta del Niagara e più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine
rinserra un destino ; e ogni mio moto è un cenno di oracolo ; ò trascorsi tutti
i cieli di Tolomeo e i cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la
mia criniera la faccia delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini;
molte cose ò conosciute, ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce).
Prefazione alla scelta dei poeti italiani dell'età media Dagli Arabi si travasò
il mal gusto ne' Catalani e ne' Provenzali, e una vena non troppo scarsa ne fu
derivata ne' primi nostri verseggiatori. Dante egli pure non se ne astenne
affatto; e noi peniamo a credere che a quel genio sovrano venisse scritta la
canzone lambiccatissima della Pietra. (II) Sa ognuno che nel seicento, con lo
scadere dell' arte, ricomparvero quelle freddure e mattie, e ogni cosa fu piena
di acrostici, d'anagrammi, d'allitterazioni e altrettali sciempiezze. Ma per
buona ventura cotesta sorta vanissima di pedanteria non sembra ai moderni
pericolosa; e dico ai moderni italiani, perché appresso gli stranieri non ne mancano
esempj ; e molti anno letto in un vivente poeta francese di gran nomea certi
capricci di metri e di rime i quali dimostrano come in lui siensi venuti
rinnovando tutti gli umori e le vertigini dei seicentisti. E nemmanco ci pare
immune dalle stranezze di cui parliamo quel concepimento del Goethe di ordire
la tragedia del Fausto con questa singolar legge che ogni scena fosse dettata
in metro diverso ed una altresì in nuda prosa, onde potesse affermarsi che
niuna maniera del verseggiare ed anzi dello scrivere umano (per quanto ne è
capace il tedesco idioma) mancasse a quel dramma ; nuova maniera e poco assai
naturale e graziosa di porgere idea e figura del panteismo. (II) Non può né
deve il poeta scompagnarsi mai troppo dalle opinioni e dai sentimenti comuni
dell'età sua; chè da questi principalmente è suscitato l'estro di lui, con
questi accende e innamora le moltitudini. D'ogni altro pensiero ed affetto, ove
li possieda e li senta egli solo, avrà pochi intenditori, pochissimi lodatori ;
e la favella delle Muse langue e muor sulle labbra se non suona ad orecchie
benevole e a cuori profondamente commossi. In Inghilterra il Milton fierissimo
repubblicano e segretario eloquente del gran Cromvello, à quasi sempre poetato
di cose mistiche e teologiche e nulla v'à di politico, nulla d'inglese e di
patrio, né nel Paradiso perduto, né in altri suoi canti. (VI) Riuscirà sempre a
gloria grande e invidiata d'Italia che la Gerusalemme del Tasso compaja tanto
più bella e mirabile quanto più in lei si contempla e considera intentivamente
la perfezione del tutto. Certo, il Valvasone è meno forbito ed armonioso del
Tansillo, meno fluido del Tasso seniore, meno corretto, proprio e limato de'
più corretti e limati rimatori toscani; ma non per ciò si capisce come questa
minor perfezione di forma, abbia potuto oscurare nel giudicio de' raccoglitori
e de' critici il gran merito dell'invenzione. Che il Milton siasi giovato dell'
Angeleide non so, quantunque fra i due poemi si vengan trovando molti e
singolari riscontri che non è facile a credere casuali; ma questo io so bene
che a rispetto della guerra degli angeli episodicamente introdotta nel Paradiso
perduto, il Valvasone non perde nulla ad esser letto dopo l'Inglese e con
quello essere paragonato; il che non avviene del sicuro né per l' Adamo
dell'Andreini né per la Strage degl'Innocenti del cavaliere Marino, due
componimenti che dicesi aver suggerito a Milton parecchi pensieri e l'ideal grandezza
del suo Lucifero. L'ingegno poetico, in versificare ciascuno di quei subbietti,
tende a spiegare una novità, un' altezza e una leggiadria suprema di concetto,
di sentimento, di fantasia e di stile. Dove mancasse l'una di tali eccellenze,
l'arte sarebbe difettosa e quindi increscevole. (IX) Ci venne osservato (cosa
che per addietro non ben sapevamo) la critica letteraria incominciata in Italia
con Dante essere morta col Tasso e gli amici suoi; e come cadde con quel
mirabile intelletto la nostra primazia nel ministero delle Muse, così venne
meno la filosofia estetica; e il nuovo dell' arte non fu capito, l'antico fu
dalla pedanteria svisato e agghiadato. L'arte critica antica ebbe ultimi
promulgatori due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata
dipoi con le nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo
in Italia alcun degno scrittore e rappresentatore. Dopo Omero nessun poeta, per
mio giudicio, può alzarsi a competere con l'Alighieri, salvo Guglielmo
Shakspeare, gloria massima dell'Inghilterra. E per fermo, ne' drammi di lui
l'animo e la vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e
disaminati così nel profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni
peculiari della drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali
impedirono a Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse
materie poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo
discorso. E veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di
lontano e molto di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi
entro significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò
l'amante di Beatrice. Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì
forte, da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione. Il troppo
incivilirsi dei popoli aumentando di soverchio l'osservazione e la critica e
affinandovisi l'arte ogni giorno di più per effetto medesimo dell' esercizio e
dell' esperienza e per desiderio di novità, mena il poeta a scordar forse
troppo l'aurea semplicità degli antichi, il sincero aspetto della natura e i
veri e spontanei moti dell'animo. Il compiuto e l'ottimo della poesia consiste
in racchiudere dentro ai poemi con vaga e proporzionata unità di composizione
tutto quanto il visibile ed il pensabile umano per ciò che in ambedue è più
bello e più commovente. Consiste inoltre nel figurare e ritrarre cotesto
subbietto amplissimo e universale con la maggior novità e la maggiore sublimità
e leggiadria di concepimento, di fantasia, d'affetto e d'elocuzione che sia
fattibile di conseguire. Laonde poi il concepimento, così nel complesso come
nelle sentenze particolari, dee riuscir succoso, vario ed inaspettato e pieno
di recondita dottrina e saggezza; l'affetto dee correre, quanto è possibile,
per tutti i gradi e le differenze, e toccare il sommo della tenerezza e
commiserazione e il sommo della terribilità. Tasso, anima pia e generosa, ma in
cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della
maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e
feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia
cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità
dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il
divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme. Nel Tasso poi sono
tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e
spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine
al bello. In perpetuo si ammirerà nella Liberata ciò che l'arte, i precetti,
l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda
natura poetica. L'Ariosto significò la commedia umana quale la veggiamo
rappresentarsi nel mondo, laddove Dante fece primo subbietto suo il
soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran
Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i
variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva
l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo
qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più
moltiforme di quella dell' Orlando furioso? Quivi sono guerre tra più nazioni,
nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di
culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il
Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi.
Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i
castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la
novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il
romanzo di fantastico. Non credo che in veruna straniera letteratura possa come
nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e
di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli
e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso.
Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del
Bracciolini o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene
assai il paragone o con l'Araucana dell' Ercilla o coi medesimi Lusiadi [di
Luís Vaz de Camões] ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le
virtù del poeta ; e per simile, io giudico che l' Amadigi del Tasso il vecchio
o l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata
di Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni.
Ma non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi
agevolmente l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme
ricevettero perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde
mutazioni si fecero dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a
niuno è riuscito di ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li
esagerarono. Scusabile mi si fa Marino e scusabili gl'Italiani, quand'io
considero lo stato di lor nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e
fieramente mi sdegno con questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente
e sì fortunata, plaudivano a que' delirj e incensavano il Gongora, meno
ingegnoso assai del Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il
ricordare che all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora
di prevalenza intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più
insigni e delle lodi più sperticate del cavalier Marino furono autori i
Francesi ; e per lungo tempo assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto purgarsi
della letteraria corruzione venuta d'oltre Alpe ; testimonio lo stesso
Cornelio, alto e robustissimo ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto
il Boileau ritrovare assai spesso di quel medesimo talco del quale parevangli
luccicare i versi del Tasso. Dal Marino incominciò a propagarsi nel mondo una
poesia fantastica e meramente coloritrice, la quale cerca l'arte solo per
l'arte, fassi specchio indifferente al falso ed al vero, alle cose buone ed
alle malvage, alle vane e giocose come alle grandi e instruttive; sente tutti
gli affetti e nessuno con profondità, e nell'essere suo naturale od abituale,
canta di Adone, come di Erode e così delle favole greche come delle bibliche
narrazioni.Dal cinquecento al secolo XVII] Fiorirono in tale intervallo tre ingegni
eminenti che forse mantennero alla lirica nostra una spiccata maggioranza su
quella d'altre nazioni. Ognuno, io penso, à nominato ad una con me il
Chiabrera, il Filicaja ed il Guidi. Dal solo Chiabrera fu l'Italia regalata di
tre nuove corone poetiche ; mercechè veramente nelle sue mani nacque e
grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone anacreontica e infine il
sermone oraziano ; né mal s' apporrebbe colui che attribuisse al Chiabrera
eziandio la rinnovazione del Ditirambo. Il Filicaja venne a tempi ancora più
disavventurati, e quando più non era possibile discoprire ne' suoi Fiorentini
un segno e un vestigio pure dell'antica fierezza repubblicana. Ma il senso del
bene morale e la pietà religiosa fervevano così profondi nell'animo suo che bastarono
a farlo poeta. Mai né in questa nostra patria, né fuori sonosi udite canzoni
così ben temperate di splendore pindarico e di maestà scritturale come quelle
del Filicaja. Nel Guidi allato a concetti ed a sentimenti spesso comuni e
rettorici, splende una forma non superabile di novità, di bellezza e
magnificenza. Certo, se ad Alessandro Guidi fosse toccato di vivere in seno di
una nazione forte e gloriosa, non ostante la poca fecondità e vastità di
pensieri, io non so bene a qual grado di eccellenza non sarebbe salita la
lirica sua; perché costui propriamente sortì da natura Yos magna sonaturum, e
ce ne porge sicura caparra la sua canzone alla Fortuna. A me sonerà sempre caro
ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui segnatamente, a quello che
io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna italiana ; e forse la patria
non gli si mostra ricordevole e grata quanto dovrebbe. Chi trovasse non poca
similitudine tra la mente del Varano e quella del Young, credo che male non si
apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e dischiuse non pertanto agli affetti
gentili, diffondono ne' lor versi un religioso terrore e un' ascetica
melanconia che nell'Inglese riescono cupi, inconsolati e monotoni, e
nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del nostro bel sole, e dai pensieri
del sepolcro volano con gran fede alla pace e serenità della gloria immortale. Varano
poi insieme col Gozzi restituì alla Divina Commedia il debito culto; il Gozzi
con li scritti polemici, egli con la virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di
dire a Dante ciò che questi a Virgilio : Tu séi lo mio maestro e il mio autore.
Se non che il cantore delle Visioni chiuse e conchiuse l'intero universo nel
sentimento della pietà e nei misteri del dogma, e non ben seppe imitare del suo
modello la nervosa brevità e parsimonia, la varietà inesauribile e la peregrina
eleganza. Citazioni su Terenzio Mamiani Se taluno dei suoi piuttosto scarsi
scolari volle talora celebrare nel conte Terenzio Mamiani della Rovere. l'ultimo
anello della catena che dal Galluppi si continuò in Rosmini e Gioberti, unanime
fu il consenso dei suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il
valore pressoché nullo della sua vasta produzione filosofica. (Eugenio Garin)
Candido Mamini La teoria del Rosmini fu più scolastica, quella del Mamiani più
civile; quella quasi sterile in politica, questa molto feconda, risolvendo i
problemi più ardui e interessanti della vita sociale. Quella fu timida, questa
coraggiosa; quella arrivò a rifiutare sul terreno pratico le-conseguenze de'
suoi principii per un pregiudizioso rispetto di casta non evitando il disonore
di una ritirata e la deformità del sofisma; questa per lo contrario tutta
intrepida si sostenne colla gloria di una vittoria, colla dignità di una
rigorosa coerenza, e colla bellezza di una vera argomentazione. Rosmini in un
bel momento di sua ragione scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi
ha la debolezza di ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice; Mamiani è
oggi quel che era ne' primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere
altro autorevole indice che quello del buon senso. Nel suo ultimo libro,
intitolalo Di un nuovo diritto europeo, si ammira il coraggio della coscienza
di un filosofo, e la prudenza d'un uomo di Stato. Riguardo poi ai pregi della
forma, Rosmini fu semplicemente filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel
primo spicca la pura meditazione, nel secondo si unisce il genio che feconda il
deserto delle speculazioni metafisiche, delle avanzate astrazioni. Nel primo vi
ha una ricchezza povera, cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole,
quasi diffidi della memoria, e dell'abilità del lettore; nel secondo vi ha una
povertà ricca, cioè molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio
del lettore, e ne fa liete tutte le potenze della ritentiva e della
ragione. Terenzio Mamiani, Antonio
Oroboni alla sua fidanzata, da un libro anonimo. Terenzio Mamiani, D'un nuovo
diritto europeo, Tipografia Scolastica, Torino); “Dell'ottima congregazione
umana e del principio di nazionalità” Rivista contemporanea, Pelazza Tipografia
Subalpina, Torino); Terenzio Mamiani, “Pagano, ovvero, della immortalità, Dai
Torchi della Signora De Lacombe, Parigi); “Prose letterarie” (Barbera, Firenze).
Terenzio Mamiani della Rovere. Rovere. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e della Rovere," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Ruberti-Torricelli (Roma). filosofo. Figlio di Gaspare, originario
di Bertinoro e tessitore, e Giacoma Torricelli, faentina. Rimane orfano in
tenera età e trascorse l'infanzia e l'adolescenza a Faenza, dove si inizia allo
studio dallo zio, che cura la sua educazione. Frequenta la scuola dei Gesuiti,
prima a Faenza e quindi a Roma, dove si avvicinò agli studi di matematica, che approfondì
sotto la guida di Benedetto Castelli,
padre benedettino, rinomato professore di matematica ed idraulica al
Collegio della Sapienza, e illustre discepolo di Galileo. L'11 settembre
del 1632 Evangelista Torricelli scrisse a Galileo Galilei una lettera di
risposta a sue richieste a Benedetto Castelli, che assente in quei giorni aveva
lasciato allo studente il compito di segretario; in tale lettera Torricelli
colse l'occasione per presentarsi a Galileo, che egli ammirava grandemente come
cultore di astronomia e di matematica. Il vivere da vicino le vicende del
processo a Galileo indusse Torricelli a dedicarsi più strettamente alla
matematica nonostante padroneggiasse gli strumenti teorici e fosse un abile
costruttore di cannocchiali. Negli anni dal 1632 al 1641 egli lavorò e
studiò a Roma con padre Castelli e poi divenne segretario di Giovanni Ciampoli,
un alto prelato e intellettuale devoto a Galileo, che Torricelli seguì nei suoi
incarichi governativi nelle Marche e nell'Umbria. Castelli presentò a Galileo,
nel suo ritiro ad Arcetri, il manoscritto dell'opera di Torricelli dal titolo:
De motu gravium suggerendogli di impiegarlo come discepolo e assistente. Così
fu e il 10 ottobre 1641 Torricelli divenne assistente di Galileo, assieme a
Vincenzo Viviani, e su domanda e insistenza di Galilei si trasferì nella sua
abitazione. Galileo morì pochi mesi dopo.. Alla sua morte, il Granduca
Ferdinando II de' Medici nominò Torricelli suo successore come matematico del
Granducato di Toscana, carica che ricoprì fino alla morte, e divenne professore
di matematica presso l'Accademia fiorentina. Frontespizio di De
dimensione parabolae in: Opera geometrica di Evangelista Torricelli (Firenze
Oltre all'attività di matematico e studioso di geometria, nel corso della quale
elaborò diversi importanti teoremi e anticipò il calcolo infinitesimale, egli
si dedicò alla fisica, studiando il moto dei gravi e dei fluidi e approfondendo
l'ottica. Possedeva un laboratorio nel quale realizzava egli stesso lenti e
telescopi. A causa della sua prematura scomparsa, non conosciamo i particolari
del processo originale di lavorazione, poiché lo scienziato lo aveva coperto da
segreto. Torricelli si dedicò anche allo studio dei fluidi, giungendo ad
inventare il barometro a mercurio chiamato "tubo di Torricelli" o
"tubo da vuoto di Torricelli" prima della fine del 1644. Tale
invenzione era basata nella misurazione della pressione atmosferica attraverso
l'uso di un tubo che, proprio sotto la spinta di tale pressione, veniva
riempito dal mercurio fino all'altezza costante di 760 mm (esperimento
effettuato sul livello del mare). Proprio da questa invenzione è nata l'unità
di misura della pressione "millimetri di mercurio" (mmHg) e
l'uguaglianza: 1 Atm = 760 mmHg (la pressione di un'atmosfera corrisponde a 760
millimetri di mercurio). Nello stesso anno pubblicò l'opera in tre parti dal
titolo: Opera geometrica, della quale De motu gravium costituisce la seconda
parte. Torricelli morì a Firenze a soli 39 anni, pochi giorni dopo aver
contratto probabilmente una malattia (tifo oppure polmonite), e venne sepolto
nella basilica di San Lorenzo. La disputa sulla nascita di Torricelli
Torricelli si diceva faentino e tale era considerato dalle persone che lo
conoscevano, ma le ricerche compiute già subito dopo la sua morte nei registri
battesimali di Faenza non ebbero esito. Ciò diede adito ad un secolare
dibattito, durante il quale varie altre località romagnole rivendicarono
l'onore di avergli dato i natali. Rossini ricostrusce l'albero genealogico dei Torricelli,
originari della località Pideura, nel contado faentino, risalendo di due secoli
oltre la nascita di Ruberti. Bertoni, gdel liceo che da Ruberti prende nome,
trova nel registro dei battezzati della Basilica di San Pietro in Vaticano il
suo atto di battesimo. Ciò che trae in inganno i filosofi e il fatto che
Ruberti assume il cognomen Torricelli della madre anziché del padre. Si sa che
il nome del padre era Gaspare. Pertanto, si cercano notizie di un inesistente
Gaspare Torricelli. Viceversa, si avevano notizie di una Giacoma Torricelli e
si riteneva che fosse la zia paterna. E invece la madre. Evangelista Torricelli
e Galileo La lettera inviata da Evangelista Torricelli (in Roma) a Galileo
Galilei (in Arcetri), datata 11 settembre 1632, è conservata (originale
autografo) alla Biblioteca Nazionale di Firenze fra i Manoscritti Galileiani è
il primo documento in ordine cronologico nel carteggio scientifico di
Torricelli. Essa rappresenta un documento fondamentale per studiare la vita e
l'opera dello scienziato faentino che descrive la propria formazione
scientifica; si dichiara a conoscenza dei fatti che portarono a breve alla
condanna di Galilei e dichiara la propria 'fede' galileiana. Di seguito il
testo: «Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio Col.mo Nella absenza del
Rev.mo Padre Matematico di N. Sig.re, sono restato io; humilissimo suo
discepolo e servitore, con l'honor di suo secretario; fra le lettere del quale
havendo io letta quella di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma, a lei ne accuso,
conforme l'ordine datomi, la ricevuta, e a lui Rev.mo ne do parte in compendio.
Potrei nondimeno io medesimo assicurar V. S. che il Padre Abbate in ogni
occasione, e con il Maestro di Sacro Palazzo e con i compagni di quello e con
altri prelati ancora, ha sempre procurato di sostenere in piedi li Dialoghi di
lei Ecc.ma, e credo che sia stato causa che non si è fatta precipitosa
resolutione. Io sono pienissimamente informato d'ogni cosa. Sono di
professione matematico, ben che giovane, scolaro del Padre R.mo di 6 anni, e duoi
altri havevo prima studiato da me solo sotto la disciplina delli Padri Gesuiti.
Son stato il primo che in casa del Padre Abbate, et anco in Roma, ho studiato
minutissimamente e continuamente sino al presente giorno il libro di V. S., con
quel gusto che ella si puol imaginare che habbia havuto uno che, già havendo
assai bene praticata tutta la geometria, Apollonio, Archimede, Teodosio, et che
havendo studiato Tolomeo et visto quasi ogni cosa del Ticone, del Keplero e del
Longomontano, finalmente adheriva, sforzato dalle molte congruenze, al
Copernico, et era di professione e di setta galileista. Il Padre
Grienbergiero, che è molto mio, confessa che il libro di V. S. gli ha dato
gusto grandissimo e che ci sono molte belle cose, ma che l'opinione non la loda,
e se ben pare che sia, non la tien per vera. Il Padre Scheiner, quando gliene
ho parlato, l'ha lodato, crollando la testa; dice anco che si stracca nel
leggerlo per le molte disgressioni. Io gli ricordavo le medesme scuse e diffese
che V. S. in più lochi va intessendo. Finalmente dice che V. S. si è portato
male con lui, e non ne vol parlare. Del resto io mi stimo fortunatissimo
in questo, d'esser nato in un secolo nel quale ho potuto conoscere et riverir
con lettere un Galileo, cioè un oracolo della natura, et honorarmi della
padronanza et disciplina d'un Ciampoli, mio amorevolissimo signore, eccesso di
meraviglia, o se adopri la penna o la lingua o l'ingegno. Haverà quanto prima
il Padre R.mo la carissima di V. S., e le risponderà. Intanto V. S. Ecc.ma mi
farà degno, ben che inetto, d'esser nel numero de' servi suoi e de' seguaci del
vero; che già so che il Padre R.mo, o a bocca o per lettere me gli haverà altre
volte offerito per tale. E per fine a V. S. faccio con ogni maggior affetto
riverenza. Roma, Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma Sig.r Gall. Gal.» La
lettura approfondita delle Due nuove scienze, l'ultima opera di Galileo dei cui
ultimi capitoli seguì direttamente la stesura ad Arcetri, gli ha suggerito
molti sviluppi dei principi della meccanica ivi stabiliti; tali sviluppi sono
esposti nel trattato dal titolo De motu gravium. Nel 1644, anno di
edizione della sua Opera Geometrica, concepì il principio del barometro,
costruendo quello che ora è chiamato tubo di Torricelli e individuando il
"vuoto torricelliano". Torricelli e Viviani dimostrarono che il vuoto
può esistere in natura e che l'aria ha un peso ponendo quindi fine alle
millenarie discussioni filosofiche sull'horror vacui. Un'unità di misura della
pressione è stata chiamata Torr in suo onore e corrisponde a millimetri di
mercurio. L'unità di misura del Sistema Internazionale è invece il pascal, in
onore di un altro illustre fisico Blaise Pascal, che fece fiorire numerose
ricerche sperimentali dalla estesa e definitiva teoria della pressione
atmosferica descritta da Torricelli. La parola barometro coniata da
Robert Boyle nel 1667 è oggi quasi sempre associata al nome di Torricelli che
risulta quindi fra i più celebri scienziati italiani nella storia.
Risultati di Torricelli in matematica Essendo in diretto contatto con Cavalieri
iniziò a lavorare con la Geometria degli indivisibili e ben presto superò,
secondo lo stesso Cavalieri, il suo maestro. Fu abilissimo
nell'utilizzarne le tecniche, cioè il metodo degli indivisibili, come anche il
metodo d'esaustione, che era in uso presso gli antichi, fra tutti il grande
Archimede, di cui Torricelli fu entusiasta ammiratore: a lui dobbiamo la
riscoperta nel Rinascimento del matematico siracusano. Per il gusto di
imitare i classici, Torricelli dimostrò in 21 modi diversi un teorema di
Archimede: 11 con il metodo d'esaustione, 10 con il metodo degli
indivisibili. Spesso i risultati ottenuti con la geometria degli
indivisibili venivano poi confermati con altre dimostrazioni, a causa della
controversia sulla loro fondatezza. Il fatto interessante è che lo stesso
Archimede aveva elaborato una sorta di geometria degli indivisibili, ma non la
riteneva rigorosa, e perciò dimostrava sempre i suoi risultati con il metodo
d'esaustione. Tutto ciò si è scoperto soltanto nel 1906, quando il filologo
danese Heilberg scoprì un palinsesto con un'opera sconosciuta di Archimede, il
Metodo meccanico, nel quale esponeva questi procedimenti. Torricelli è
famoso per la scoperta del solido di rotazione infinitamente lungo detto tromba
di Gabriele, da lui chiamato "solido iperbolico acutissimo", avente
l'area della superficie infinita, ma il volume finito. Questo fu considerato
per molto tempo un paradosso "incredibile" per molti, incluso lo
stesso Torricelli, che cercò diverse spiegazioni alternative, anche perché
l'idea di un secchio che è possibile riempire di vernice, ma impossibile da
pitturare è senz'altro singolare. Il solido in questione ha scatenato un'aspra
controversia sulla natura dell'infinito, che ha coinvolto anche il filosofo
Thomas Hobbes. In questa disputa alcuni hanno sostenuto che il solido
conducesse all'idea di un "infinito completo". Torricelli è
stato pioniere nel settore delle serie infinite. Nella sua opera intitolata De
dimensione parabolae del 1644, Torricelli considerò una successione decrescente
di termini positivi {\displaystyle a_{0},a_{1},a_{2}\cdots }{\displaystyle
a_{0},a_{1},a_{2}\cdots } e ha mostrato che la corrispondente serie telescopica
{\displaystyle (a_{0}-a_{1})+(a_{1}-a_{2})+\cdots }{\displaystyle
(a_{0}-a_{1})+(a_{1}-a_{2})+\cdots } converge necessariamente a {\displaystyle
a_{0}-L}{\displaystyle a_{0}-L}, dove L denota il limite della successione; in
questo modo riuscì a dare una dimostrazione della espressione per la somma della
serie geometrica. Onorificenze Ad Evangelista Torricelli sono stati
dedicati il cratere Torricelli di 22 km di diametro sulla Luna e l'asteroide
7437 Torricelli. Gli è anche dedicata una piazza nel centro storico di Pisa,
dove per lungo tempo aveva sede il Dipartimento di Fisica dell'Università prima
del trasloco nell'attuale sede nell'ex fabbrica Marzotto. A Faenza, è presente
una statua (ubicata di fronte alla chiesa di San Francesco) che lo raffigura
con in mano un barometro a mercurio (curiosità sulle proporzioni: l'altezza del
barometro è inferiore a quella reale, che deve essere di almeno 76 cm). Sempre
a Faenza, è intitolato a Torricelli fin dal 1865 il Liceo che ha sede
nell'antico palazzo dei Gesuiti di cui Evangelista fu allievo. Note Per la storia della scoperta della vera
origine di Torricelli, vedi anche Registrazione del convegno per il quarto
centenario della nascita di Torricelli, Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi,
Idraulici italiani , Fondazione BEIC, 75.
Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani , Fondazione
Biblioteca Europea di Informazione Cultura, 73.
Mario Di Fidio, Claudio Gandolfi, Idraulici italiani , Fondazione BEIC,
77. Collocazione In questa
sperimentazione venne preceduto di qualche anno dal fisico contemporaneo Gasparo
Berti, che condusse un esperimento barometrico utilizzando acqua anziché
mercurio. Cfr. L'esperimento di Berti, realizzato a Roma Moon: Torricelli Questo testo proviene in parte dalla relativa
voce del progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo.
Istituto Museo di Storia della Scienza di Firenze, Giuseppe Rossini, La
famiglia di Evangelista Torricelli, in
Convegno di studi torricelliani in occasione del 350º anniversario della
nascita di Evangelista Torricelli: Faenza, Lega, Giuseppe Bertoni, La sua faentinità
e il suo vero luogo di nascita, in Studi e ricerche del Liceo Torricelli,
Faenza, Ragazzini, F. Toscano, L'erede di Galileo. Vita breve e mirabile di
Evangelista Torricelli, Milano, Sironi, André Weil. Prehistory of the Zeta-Function,
in "Number Theory, Trace Formulas and Discrete Groups", Aubert,
Bombieri and Goldfeld, eds., Academic Press Amir Alexander, Infinitamente
piccoli. La teoria matematica alla base del mondo moderno, Torino, Codice
edizioni, Barometro di Torricelli
Equazione di Torricelli Legge di Torricelli Torr Tromba di Torricelli Liceo
ginnasio statale Evangelista Torricelli. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni
Vacca, Evangelista Torricelli, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Evangelista Torricelli, su Enciclopedia Britannica,
Encyclopædia Britannica, Inc.
Evangelista Torricelli, su accademicidellacrusca.org, Accademia della
Crusca. Evangelista Torricelli, su MacTutor, University of St Andrews,
Scotland. Evangelista Torricelli, su Mathematics Genealogy Project, North
Dakota State University. Carla Rita Palmerino, Evangelista Torricelli, in Il
contributo italiano alla storia del Pensiero: Scienze, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Torricelli-Roberti. Roberti. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Roberti” – The Swimming-Pool Library. Evangelista
Torricelli-Roberti. Roberti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Roberti”
– The Swimming-Pool Library.
Rucellai (Firenze). Filosofo. Crusca. Discepolo
di Galileo e in certa guisa il depositario e spositore delle opinioni
metafìsiche professate dal suo maestro. Di più: Rucellai in cui la scuola di
Galileo ha uno dei maggiori lumi. Afferma di essere amico e confidente di Galilei
ma ciò non corrisponde al vero. In verità si erano incontrati solo una volta
quando era stato suo ospite, con altri, nella villa di Arcetri. Men che meno
era stato suo studente. Quanto poi alla metafisica di Galileo, i Dialoghi
Filosofici parlano da soli. Quando cominciò
a comporre i Dialoghi a Firenze presero persino a chiamarlo "il nostro
sapientissimo Socrate". Ma anche questa era una bufala. Il fatto è che
Rucellai, ogni volta che componeva un dialogo, amava recitarlo a casa sua
davanti a un pubblico scelto di personaggi del bel mondo fiorentino. Che a casa
Ricasoli-Rucellai, una delle più ricche di Firenze, mangiavano e bevevano
gratis. Quindi più dialoghi recitava, più si gozzovigliava: per questo lo
incitavano a continuare. La verità è che
Orazio Rucellai, in filosofia, non volle, non seguitò la ragione; chiudendo gli
occhi alla scienza, in qualunque punto, non dice nero né bianco. Altro che
discepolo di Galileo anche se a Firenze, a questa panzana, ci credevano in
molti. Non è un caso dunque se i
Dialoghi furono pubblicati per la prima volta solo e non per meriti filosofici
ma soltanto linguistici. Tali dialoghi vengon citati dal vocabolario della
Crusca ed ottimo avviso sarebbe stato il farne spoglio abbondante perché la
loro favella è veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è
sempre chiarissimo ed elegante e à gran ricchezza di voci e frasi convenienti
agli studj speculativi. Forse è proprio
per la sua grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella
sembro' non tramontare mai. Fu ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV di
Polonia e poi alla corte dell'imperatore Ferdinando III. Venne nominato
soprintendente della Biblioteca Laurenziana, successivamente gli fu affidata la
direzione degli studi del principe Francesco Maria, e e acclamato Priore
dell'Accademia della Crusca con lo pseudonimo di “Imperfetto” Strano perché
lui, invece, e un perfetto: un perfetto bugiardo. Altre opere: “Descrizione
della presa d'Argo e de gli amori di Linceo con Hipermestra”; Opuscoli inediti di
celebri autori toscani, Prose e rime inedite di Rucellai Tommaso Buonaventura, Saggio
dei dialoghi filosofici d'Orazio Rucellai: testo di lingua; inedito, Saggio di
lettere, A. Salvini, Degli officii per la società umana; dialogo filosofico; Della
provvidenza: dialoghi filosofici, Della morale; dialogo filosofico; Prose e
rime inedited. Tommaso Buonaventura. Terenzio Mamiani della Rovere, Dialoghi di
scienza prima, Parigi, C. Guasti, I dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, A. Salvini,
Saggio di lettere d'Orazio Rvcellai e di testimonianze autorevoli in lode e
difesa dell'Accademia della Crusca, Firenze, Antonio Maria Salvini, Rivista
universale: pubblicazione periodica, 18,
Firenze, Terenzio Mamiani della Rovere, Giovan Battista Clemente Nelli, Vita e
commercio letterario di Galileo Galilei, Losanna, Augusto Alfani, Della Vita E
Degli Scritti Di Orazio Ricasoli Rucellai: Studio Critico, Firenze, Terenzio
Mamiani della Rovere, Dialoghi di scienza prima, Parigi, Cesare Guasti, I
dialoghi di Torquato Tasso, Firenze, Antonio Maria Salvini, Saggio di lettere, e
di testimonianze autorevoli in lode e difesa della Crusca, Firenze, Rivista
universale: pubblicazione periodica, G. Tiraboschi,
Storia della letteratura italiana, Modena, Galilei.Orazio Ricasoli-Rucellai.
Ruscellai. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rucellai”
Ruffolo (Cosenza). Filosofo. Tornato a Roma dal
fronte della campagna greco-albanese della seconda guerra pluridecorato con
quattro medaglie al valore per diverse intrepide azioni contro il nemico, in
cui e ferito con arma da fuoco trapassante il petto, organizza in seno al
ministero dell'interno una cellula di resistenza partigiana, che gli valse
l'attestazione di partigiano combattente e una medaglia di bronzo al valore partigiano.
Per via della delazione di un componente del gruppo di resistenza e arrestato
dalla banda Pollastrini-Koch e incarcerato dapprima alla pensione Jaccarino in
via Romagna, poi trasferito in Regina Coeli dove ha a condividere la cella con
Pintor e Salinari discutendo del dopo liberazione. Trasferito a via Tasso
fu interrogato da Kappler. L'iniziale sentenza di morte venne commutata in
deportazione. Qualche ora prima dell'ingresso degli alleati in Roma, all'abbandono
di Roma da parte dei tedeschi, fu fatto uscire dal carcere insieme a un
centinaio di prigionieri, per essere avviato su uno dei 3 torpedoni in attesa a
Piazza San Giovanni per essere deportato in Germania. Il quarto torpedone fu
invece quello destinato all'eccidio di La Storta dove venne ucciso Buozzi. A
questo proposito riferisce nel suo resconto, che quella mattina le SS gli
impedirono il suo proposito di salire proprio su quel 4° torpedone, scostato
dagli altri, avvalorando la tesi che l'eccidio era premeditato e non una
reazione impulsiva del comandante. Quindi costretto a salire su uno dei
restanti 3 torpedoni, Nicola Ruffolo si gettò da uno di essi, mentre il
convoglio era in marcia, nella notte tra il 4 e il 5 giugno. Riuscì a far
perdere le tracce e a liberarsi nonostante le SS avessero fermato il convoglio
e lo avessero inseguito nella campagna nei pressi di Ficulle . Di tale
arresto e prigionia è dato conto in un suo racconto "Roma storia della mia
cattura e fuga dalle SS" pubblicato nel
su ilmiolibro a cura di Andrea Ruffolo. Al termine della guerra,
avvia la carriera di Notaio a Grosseto. Uomo colto, conversatore brillante con
battute spesso umoristiche. Fu operato alle corde vocali per un tumore e si
trasferì con la famiglia a Roma. In occasione della trasmissione RAI
"Testimoni oculari" di Sergio Zavoli, circa la detenzione a Via
Tasso, venne intervistato il fratello Sergio. La sua condizione di
laringectomizzato per il tumore alle corde vocali, fu probabile causa della mancata
intervista. Tuttavia non è citato nella trasmissione, in quanto il
fratello omise di nominarlo nell'intervista, causando uno spiacevole dissapore
familiare, tenuto conto delle drammatiche e indimenticabili circostanze di quei
momenti vissuti insieme. Amico e intrattenne corrispondenza tra gli altri,
con Orlando, Levi, Ragghianti, I.
Baldini, A. Trombadori, F. Valeri, M.
Morante, C. Cassola, M. Melloni ( Fortebraccio) per idee e per la comune
patologia tumorale, A. Guercio, A. Ripellino, F. Gabrielli, M. Stern. Notevole
la mole dei suoi saggi rimasti inediti e il cui interesse di pensiero, investe
gli argomenti più disparati. è stato uno
scrittore e filosofo italiano, vincitore del premio Presidenza del Consiglio
dei Ministri con l'opera poetico filosofica 'La Cosmologica'. Fondatore
del pensiero metafisico possibilista basato sulle nuove teorie della relatività
generale di Einstein e della fisica dei quanti di Niels Bohr. Tra le sue
opere letterarie pubblicate: "America come pretesto" con la
prefazione di Ruggero Orlando, "Il possibilismo" con la prefazione di
Walter Mauro, "Guazzabuglio" con prefazione dell'orientalista
Francesco Gabrieli e illustrazioni di Andrea Ruffolo. Quadri di una
esposizione, Roma, Barone, Cosmologica, Roma, A. Signorelli, Guazzabuglio,
Roma, Remo Croce, Il possibilismo: suggerimento filosofico eutimistico-terapeutico,
Roma, C. Mancosu, “Oltre le ali di Icaro” (Roma, C. Mancosu); “America.come pretesto”
(Roma, Il ventaglio, Roma; “Storia della mia cattura e fuga dai nazisti”; ilmiolibro,
ristampato da Feltrinelli nel con
revisione -- Andrea Ruffolo. Premi e riconoscimenti premio Nazionale Presidenza
del Consiglio dei Ministri con l'opera poetico filosofica La Cosmologica. Roma,
Storia della mia cattura e fuga | LaFeltrinelli. Nicola Ruffolo. Ruffolo.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruffolo” – The Swimming-Pool Library.
Ruggiero (Napoli). Filosofo. Figlio di Eugenio e di Filomena d'Aiello. Si laurea a Napoli. Particolarmente
versato per gli studi filosofici e puo collaborare in riviste specializzate
come «La Cultura», la «Rivista di filosofia» e «La Critica» di Croce, il quale
favoresce la pubblicazione del suo primo lavoro d'impegno, La filosofia
contemporanea. Collaboratore del Resto del Carlino di Mario Missiroli e della
«Voce» di Prezzolini, pubblica in volume la Critica del concetto di cultura, cui
Croce rimprovera la mancata distinzione tra “cultura” e “falsa cultura”. In
filosofia, e sempre idealista, senza aderire né allo storicismo crociano né
all'attualismo di Gentile, e in politica e liberale, pur non risparmiando critiche
alla classe politica espressa dal Partito liberale. Tenne l'insegnamento prima
a Messina, quindi a Roma. Avendo aderito all'idealismo con Gentile e Croce, la
sua rivendicazione insieme a quest'ultimo dei valori del liberalismo lo rese un
esponente di spicco dell'opposizione al fascismo nell'ambito intellettuale. Aderì
all'Unione Nazionale di Giovanni Amendola; Fu tra i firmatari del Manifesto
degli intellettuali antifascisti, redatto da Croce. Per non perdere la cattedra
universitaria prestò il giuramento di fedeltà al fascismo ma ciò non gli impedì
di essere destituito dall'insegnamento alcuni anni dopo e poi arrestato. Fu
liberato alla caduta del fascismo. Fu rettore a Roma. Il suo impegno politico
si manifesta nel Partito d'Azione, del quale fu tra i primi ad aderire. Ricoprì
l'incarico di Ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Bonomi II e successivamente fu nominato deputato della
Consulta Nazionale. Fu autore, tra le altre opere, di una imponente Storia
della filosofia e di una Storia del liberalismo
europeo, entrambe presso Laterza. È stato anche presidente generale del Corpo
Nazionale Giovani Esploratori Italiani. In seguito alla sua morte avvenuta a Roma, le
spoglie mortali furono portate e tuttora riposano nella cappella gentilizia di
Brusciano (Napoli), luogo d'origine della famiglia, sulla sua tomba è ancora
possibile leggere l'epitaffio scritto da Croce:
«Dalla cattedra e con gli scritti indagò nella storia del pensiero la
potenza di libertà costruttrice del mondo degli uomini, e, auspicando in tempi
oscuri il ritorno alla ragione fu alle nuove generazioni d'Italia maestro ed
apostolo di fede nell'umanità.» Opere: Storia
della filosofia,” “La filosofia greca'” Bari, Laterza, La filosofia del Cristianesimo,
Bari, Laterza, Rinascimento, riforma e controriforma, Bari, Laterza, La
filosofia moderna.L'età cartesiana, Bari, Laterza, L'età dell'Illuminismo, Bari, Laterza, Da Vico a Kant, Bari, Laterza, L'età del
Romanticismo, Bari, Laterza, Hegel,
Bari, Laterza, La filosofia contemporanea, Bari, Laterza, Critica del concetto
di cultura, Catania, Battia (check) La filosofia contemporanea, edizione, Bari,
Laterza, Il pensiero politico italiano
meridionale (Bari, Laterza); L'impero britannico dopo la guerra, Firenze,
Vallecchi, Storia del liberalismo europeo, Bari, Laterza, La filosofia contemporanea”
(Bari, Laterza); “Filosofi del Novecento” (Bari, Laterza); “L'esistenzialismo”
(Bari, Laterza); “Scritti politici, R. De Felice, Bologna, Cappelli, Lezioni sulla libertà, F. Mancuso, Napoli, Guida
Editore, Carteggio Croce-De Ruggiero, A. Schinaia e N. Ruggiero, Bologna, Il Mulino,
Note B. Croce, La Critica, Simonetta
Fiori, I professori che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Clementina
Gily Reda, Guido De Ruggiero: un ritratto filosofico, Napoli, Società editrice
napoletana, Maria Luisa Cicalese, L'impegno di un liberale. Guido De Ruggiero
tra filosofia e politica, Firenze, Le Monnier, Deputati della Consulta
Nazionale Italiana Guido De Ruggiero, su TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Guido De
Ruggiero / Guido De Ruggiero (altra versione), in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Guido De Ruggiero, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Guido De Ruggiero,
su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Opere di
Guido De Ruggiero, su Liber Liber. Opere
di Guido De Ruggiero, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Guido De
Ruggiero, . Guido De Ruggiero, su
storia.camera, Camera dei deputati. M.
Griffo, Guido De Ruggiero, la coscienza critica del liberalismo, su loccidentale. V. Sgambati, Guido de Ruggiero tra pensiero e
azione, tra ethos e pathos, su lacropoli.
l'11 maggio 4 marzo ). PredecessoreRettore
dell'Università "La Sapienza"SuccessoreSapienza stemma.png Pietro De
Francisci Giuseppe Carania. Guido De Ruggiero. Ruggiero. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Ruggiero” – The Swimming-Pool Library.
Rusca
(Venezia).
Filosofo. Figlio
di Giovanni, nativo di Lugano che si era trasferito nella città lagunare,
cugino di Girolamo, vescovo di Cattaro e Capodistria, appartenenti all’antica
famiglia comasca. Altre fonti lo indicano di famiglia padovana, riferendosi
probabilmente alla sua carriera religiosa. Entra infatti a far parte dei frati
francescani conventuali, sebbene non del convento padovano ma di quello
veneziano dei frari, conseguì la laurea in teologia e in filosofia e servì come
vicario generale di Padova della Congregazione del Sant'Uffizio. Ricoprì quindi
il ruolo di Inquisitore di Adria-Rovigo, e in questo periodo diede alle stampe
l'opera Syllogistica methodus, dedicata ad Ottobono, e fece stampare diverse
opere di Matteo Ferchio (il De caelesti substantia, il De fabulis palaestini
stagni ad aures Aristotelis peripateticorum principis e l' Epitome
theologica). Lo stemma araldico della famiglia Rusca, il cui scudo
fu anche utilizzato da Pietro Martire Rusca per il suo stemma episcopale. Alessandro
VII lo nomina il Rusca vescovo di Caorle, sebbene il Gauchat collochi la nomina
il 14 febbraio dello stesso anno. Consacrato dal cardinale Marcantonio
Bragadin. In qualità di vescovo di Caorle, e uno dei presuli che più si spese per le
necessità della sua diocesi. È infatti ricordato per gli imponenti restauri
della cattedrale che volle fossero eseguiti per salvare l'edificio
dall'imminente rovina. Durante questi restauri ricoprì il soffitto della
cattedrale con stucchi e diede all'edificio una struttura barocca. Quindi, non
esistendo notizia storica della data della precedente consacrazione della
cattedrale, provvide a riconsacrarla, apponendo alle pareti dodici croci in
cotto, tuttora conservate. Inoltre fece completare la realizzazione dei nuovi
reliquiari per le insigne reliquie dei santi patroni (Stefano protomartire,
Margherita di Antiochia e Gilberto di Sempringham), fatti iniziare dal
predecessore Darmini, e provvide al rinforzo della struttura del campanile. Al
completamento di tutti i lavori, nel 1665, volle che alle solenni celebrazioni
presenziassero musici provenienti da Venezia. A memoria di tutto ciò, resta la
lapide, ora affisse alla parete sinistra del duomo (un tempo posta sopra il
portone d'ingresso), che recita: «D.O.M. LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI
FR·PETRVS MARTYR RVSCA EPVSCONSECRAVITMARINO VIZZAMANO PRÆTORE M·D·C·L·XV·III
CAL SEP·» (A Dio ottimo massimoal levita Stefano protomartirefra' PRusca
vescovoconsacrò essendo podestà Marino Vizzamano. L'interpretazione della data
è da sempre stata dubbia. Acuni infatti ritengono che si riferisca al 1º
settembre, attaccando il III all'anno, che così diverrebbe il 1668. La versione
comunemente accettata è quella riportata sopra, cosicché il giorno della
dedicazione della Chiesa. Questa è anche la versione esplicitamente riportata
da Gams. -- è anche ricordato per la sua premura nel risollevare le sorti
economiche della diocesi. Ripristina la
mensa episcopale e provvide al sostentamento dei sacerdoti istituendone la
confraternita. Inoltre, come si evince dai suoi atti, si adoperò per correggere
i comportamenti dei fedeli e dei sacerdoti stessi. Fece erigere nella
cattedrale un altare dedicato a Sant'Antonio di Padova, in seguito ricostruito
dal vescovo Francesco Trevisan Suarez, poi asportato all'inizio del 1900 ed
oggi conservato nel Santuario della Madonna di Monte Santo di Gorizia. In Duomo
a Caorle resta la pala d'altare del Santo con la lapide, affissa alla parete
destra dove sorgeva l'altare, che recita: ILL.MI ET RMI EPI CAPRVLEN. VNAM
MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS QVOLIBET MENSE AD HOC ALTARE S.
ANTONII CELEBRARI CVRANTO TENENTVR VT IN ACTIS D. OCTAVII RODVLPHI NOT. VEN.
DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR. FR. PETRVS MARTYR RVSCA EPVS CAPRVLEN.
EREXIT VNIVIT DISPOSVIT. Illustrissimi e reverendissimi vescovi caprulensi,
abbiate cura che una messa letta quotidiana e due cantate in qualsivoglia mese
siano celebrate a questo altare di S. Antonio, ne sono tenuti come dagli atti
del signor Ottavio Rodolfo notaio veneziano del giorno 14 mese di gennaio 1671
dall'Incarnazione. Fra' Pietro Martire Rusca vescovo di Caorle eresse, unì,
dispose.) Sempre nello stesso anno consacrò la chiesa di Santa Maria Elisabetta
al Lido di Venezia. Morì nel convento dei Frari a Venezia, tra le lacrime
di molti fedeli. Genealogia episcopale Cardinale Guillaume
d'Estouteville, O.S.B.Clun., Sisto IV, Giulio II Cardinale Raffaele Riario,
Leone X, Paolo III Cardinale Francesco Pisani Cardinale Alfonso Gesualdo, Clemente
VIII Cardinale Pietro Aldobrandini Cardinale Laudivio Zacchia Cardinale Antonio
Marcello Barberini, O.F.M.Cap. Cardinale Marcantonio Bragadin Pietro Martire
Rusca, O.F.M.Conv. Bishop Pietro Martire Rusca O.F.M. Conv., su
catholic-hierarchy.org. Roberto Rusca, Il Rusco, overo dell'historia
della famiglia Rusca, Nicola Giacinto Marta, Venezia, Bonaventura Perissuti,
Notizie divote ed erudite intorno alla Vita ed all' insigne Basilica di S. Antonio
di Padova, Padova, Flaminio Corner,
Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello, G. Manfrè,
Padova, Giovanni Giacinto Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores
trium ordinum S. Francisci, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Romae
1806 Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, nella
Tipografia di Pietro Bernardi, Venezia, Giovanni Musolino, Storia di Caorle, La
Tipografica, Venezia, Paolo Francesco Gusso e R. Candiago Gandolfo, Caorle
Sacra, Marcianum Press, Venezia,
F. Ughelli, Italia sacra sive de
episcopis Italiæ, et insularum adjacentium, Venezia, apud Sebastianum Coleti, Patrick
Gauchat, Hierarchia Catholica Medii Et Recentioris Aevi (Vol IV), Münster,
Libraria Regensbergiana, Riporta
l'Ughelli che la data di costruzione è il 1038, ma non è riportato l'atto di
consacrazione dell'edificio Pius
Bonifacius Gams, Series episcoporum Ecclesiae Catholicae, Leipzig, Rusca
(famiglia) Duomo di Caorle Diocesi di Caorle David M. Cheney, Pietro Martire
Rusca,. Francesco Antonio Boscaroli. Pietro Martire Rusca. Rusca. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusca” – The Swimming-Pool Library.
Rusconi.
(Meda). Filosofo. Professore a Torino,
laureato in filosofia, esordì come docente a Trento. Fu chiamato a Torino. Dopo
una monografia dal titolo La teoria critica della società, si è dedicato
soprattutto allo studio della società tedesca e della storia della Germania nel
Novecento, in un continuo raffronto con la situazione italiana. Fu tra gli
animatori della rivista Laboratorio politico. È stato direttore dell'Istituto
storico italo-germanico di Trento. Editorialista del quotidiano La Stampa, è
stato anche Visiting Professor presso la Freie Universität di Berlino. Altre opere:
“La crisi di Weimar. Crisi di sistema e sconfitta operaia” (Einaudi) Scambio,
minaccia, decisione. Elementi di sociologia politica (Il Mulino) Capire la Germania.
Un diario ragionato sulla questione tedesca (Il Mulino) Se cessiamo di essere
una nazione (Il Mulino , in cui ripercorre il dibattito italiano e europeo
sulla nazione e il suo rapporto con l'etnia -- osservando come da certi punti
di vista la nazione italiana è plurietnica. Resistenza e postfascismo (Il
Mulino), Come se Dio non ci fosse (Einaudi), Germania Italia Europa. Dallo
Stato di potenza alla «potenza civile» (Einaudi) Cefalonia. Quando gli italiani
si battono (Gli struzzi Einaudi, L'azzardo
(Il Mulino) Cavour e Bismarck. Due leader fra liberalismo e cesarismo (Il
Mulino) Cosa resta dell'Occidente (Laterza ) Marlene e Leni. Seduzione, cinema e
politica (Feltrinelli ); Attacco a occidente (Il Mulino ) Radio Radicale. Gian Enrico Rusconi, su treccani. Gian Enrico
Rusconi. Rusconi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusconi” – The
Swimming-Pool Library.
Ruta (Belmonte Castello). Filosofo. Visse a Napoli,
dove conosce e frequenta Croce, e dove lo troviamo docente presso l'Istituto
superiore di scienze economiche e commerciali. Ingegno versatile, lascia narrativa
e saggi di scienze politiche e sociali. Importante è la sua cura di testi di Nietzsche e
Treitschke. Collaboratore del quotidiano napoletano Il Mattino. Sviluppa teorie
politiche in armonia con l'ideologia del regime fascista. Altre opere: “Il
gusto d'amare” Millennium); “Insaniapoli”; Nuova ed. Edizioni Campus); “Il
segreto di Partenope” (Napoli, Nuova ed. Millennium); “Visioni d'oriente e
d'occidente: saggi di scienza della storia e della poesia”; “L’intersoggetivo e
la psiche sociale” (Milano-Palermo-Napoli, Sandron Editore); “Il ritorno del
genio: a proposito di una nuova edizione della "Scienza Nuova" di
Vico” (Bari); “Politica e ideologia. Milano, Corbaccio); “La necessità storica dell'Italia
nuova” (Napoli); “Diario e lettere” (Bari); “La nascita della tragedia ovvero
Ellenismo e pessimismo” (Bari); Heinrich von Treitschke, La Francia dal primo
impero, traduzione di E. R. Bari, Heinrich von Treitschke, La politica,
traduzione di E.R. Bari, Anche i filosofi si innamorano di Ezio Pelino, 6 marzo
, sito "Cultura in Abruzzo". Enrico Ruta. Ruta. Keywords:
l’intersoggetivo e la psiche sociale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruta” –
The Swimming-Pool Library.
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