M a selecircostanzepolitiche,elemorali,che il primo difetto del Neologismo portaronci, quello ci comunicarono in seguito del Filosofismo; an che questo Secondo un terzo ne produce , che è la universale Confusione dei Generi , e quindi la noja dei puri , ed eccellenti. Questo vizio anzi ė si immediatamente , e intimamente connesso , colla Filosofia,ma col Filosofismo, che par talota identificarsi con lui, e costituire una medesima coa sa.Ad occhio intelligente però saran molto diver. si,eparràaggravarsiinquest'ultimoildestinodel. la Letteratura Italiana. Tom.II. - raven 82 propria cosi , che il Tragico le passioni istesse di. pinga con colori molto lontani dal Comico ; che ciascuno esponga fatti, animi personaggi, scelga incidenti degni di lui ; e che infine ognun parli il proprio linguaggio , e faccia il proprio mestiere . 1 1 tendo quell'intima natura della cosa in se stessa, la quale nega d'estendersi ad oggetti stranieri, ne i propri sa maneggiare in foggia diversa da quella , che si conviene . Intendo per ultimo quell'avvedu tezza , e integrità di composizione , per cui dal Poema Epico discendendo perfino all'Epigramma, e alla Lettera, ogni sua parte, e ogni membro oc çura cosi esattamente quel luogo , che gli sta bene , che trasposizione non soffra senza difetto. Que. ste cose oltre l'esserci insegnate da più gravi Fi. lologi, sono anche cosi chiaramente emanate dalla natura della persuasione , e della illusione, e cosi strettamente silegano colla necessaria generazion dell'idee , che nulla più . In questo senso sono , e si devono esse dire la Filosofia propria , e rispet. tiva di ciascun genere . Quella , che nell’Articolo antecedente si dipinse latente , animatrice , dispo. sitrice, e anticipatamente ragionata. Quella che a forza d'osservazioni su la natura ha imparato a col. Sento dunque io dentro di me ( sia a ragio. ne , sia a torto ) che e nel totale , e nelle singole parti dei più dei libri, che si scrivono e leggono , serpe profonda una tal confusione di generi, che perverte ogni cosa ; turba , ed offende le idee a n che le più obvie del Bello , e del Perfetto . O piut tosto sentendo ciò ne argoniento, che sien que 83 locare i varj istrumenti o poetici , od oratorj in quel modo, luogo, numero ,aspetto, che ¢ l'ec cellente a farli giuocare su le fantasie , e sui cuori, con tutto quel massimo vantaggio , che sia possibi le , in quella tale situazion d'oggetti, e di persone . Quindi ognun vede , che non più no delle frasi, e delle sintassi, come nell'Articolo primo, né del Gusto Italiano or non trattasi nella generale maniera di piegare i pensieri staccati, e colorire la superficie delle cose , che si maneggiano , come nel secondo . A più alte cose moviamo ; a ricercare qual sia il Gusto presente degl'Italiani nel disegro , nel getto delle Opere loro ; e se seguono in ciò la natura , ed il genio delle materie diverse , e delle compo sizioni . Si esaminano infine ora i libri nel loro tut. to ;non già i modi , e i periodi; non le strofe,le scene , le digressioni. ste idee , che guastatesi , e corrotte , guastano poi , e moltiplicano si fatti libri a di nostri . Il bello , e il sublime , dice Aristotile , nasce dall'Espressio ne della Grandezza con Ordine ;cioè,come spiega dal mostrare il suo soggetto nelle proporziv ni più ampie , di cui sia capace . Ommettiam p u re , che il pensier d'Aristotile non s'adatta trop po bene al sublime propriamente tale , come s'é esposto nel Saggio su la Fantasia ; ma certo s'a datta egregiamente al bello , al maestoso , al gran de , all'imponente ; e certo è che questa grandezza , e quest ordine non son niente affatto secondo il Gusto presente ? Anzi al contrario la proprietà nel. lo scrivere , l'esattezza in dividere , e separar ogni parte più o meno spiegatamente, secondo la natura dell'opera : un'aria infine ora di trattazione seria e posata , ora di composizion meditata e rigorosa , egli è omai quello appunto , che decide della m o r te d'un libro di Belle Lettere appena nato , alme no riguardo ad una gran parte de'leggitori. Pur troppo è cosi ; e comunemente parlando , non de. ve procedere altrimenti la cosa . Poiché se la Filo. sofia per temperamento si grave , e per natura , p u re è resa oggi si instabile, e si leggera presso in 84 no, finiti; che non debbon poi essere le Belle Lettere amiche soltanto di piaceri , e di delizie , e meno assai tolleranti della fatica ? La leggerezza , e il carattere d'una facile universalità contrarrano es se dalla Filosofia con somma rapidità . Si getteran su la carta , come prima i pensieri s'affaccino , e le materie , senza meditare gran fatto, senza con nettere , ed ordinare . Incerti come colui, se del s u o l e g n a m e f a r si d o v e s s e u n o s c a n n o , o v v e r o u n nume . Tutta l'arte starà nella pratica d'aver pron. te scappate verso i luoghi topici della Filosofia . Questa tiene il luogo di disegno . Questa s'adopra egualmente e nei modi medesimi in ogni argomen to . E questa dopo aver fusi tutti insieme i generi , ne ha fatto un solo . Perciò l'arte della disposizio. ne , donde l'armonia delle parti , la progressione crescente , il convincimento ; l'arte , che ad ogni massa assegna il suo luogo più decente , e oppor tuno,e da cui tutta dipende la somma delle co se ; la preziosa Unità infine parmi perduta , perché la massima parte perduta n'ha l'intelligenza , e il sapore . S'aggiugne, che oggi la Critica Filologica, cioè quella che tende a mantenere , e perfezionare l'arte 85 86 delloscrivere,'edelcomporre'siin Poesia,che in Prosa è decaduta . Adesso anzi la Critica si col tiva in ogni suo ramo , é si ama assaissimo in ogni materia fuori che in questa venuta in derisione . Doglianza tanto legittima , che Arteaga la ripete anch'egli , e rinforza con molto zelo . M a i più condotti da un'apparenza di libertà , e indipenden za Filosofica , e senza ricordar , che tal Critica la dobbiamo a un dei più grandi,ed illustriFilosofi, ad Aristotile , dicono , ch'ella insegna solo a cucire meccanicamente le cose ; che i precetti sono inezie d'oziosi ; e che il modo di poco o nulla nelle co. se decide . N è s'avveggono poi , che mentre il m o . do trascurano , perdono senza vederlo la sostanza medesima delle cose . Non già, che abbiasi a gita tar molto tempo in precetti , dove la seria medias tazione , l'esercizio lungo , e severo , l'esempio degli ottimi infine può giovare assai più ; ma non succede comunemente parlando nè l'un , né l'al tro . La critica Filologica , cioè l'intima ragione dell'Arti , ne dai precettisti s'impara , nè colla pra. tica propria si studia sui grandi·Autori . Quindi. nei generi stessi ipiù severi è sostanzialmente per dutaogniseverità.E dall'eccessod'un'altravol-, 7 za orperlopiùsitrascorreall'eccessocontrario.. Cosi ė;alle pedanterie de'secoli andati or ne suca céde un'altra , né so ben quali sieno le più nojo. se ; giacchè tutto poi va a finire in far perdere il tempo , e lasciar vota la mente . La prova d'un li. bro , o composizione ben fatta quella io la credo del restarmene impressa la traccia totale e la tes. situra coi principali suoi tratti , e le cose le più importanti. Questo piacere manca egli mai per fret. ta di leggere , che abbiasi , e nei Classici , e nei v e ramente grandi Scrittori di qualunque nazione si sieno ? Manca egli mai quando l'Autore abbia ben meditata , e. ordinata la sua materia ? M a questo piacere si trova egli spesso nei libri di letteratura moderna , sebben faccia illusione una larva di Fió losofia , che anche in tai-libri d’amenità sorge di tanto in tanto , e par che severa alla ragion ci ri. chiami,anzi pure alla meditazione?Che se ad un Italiano non credesi , credasi dunque al sopra lo. dato Signor Juvigny , il quale dimostra , che il via zio generale , e c o m u n e egli è quello , ch'io p r e 87 ta , per cui ad ogni inezia si montava in bigoncia , e perorar si volea ; e i punti , e le divisioni a n o do di scuola seguivansi con accademica stitichez.. ! Che se tali sono le disposizioni , con cui tan ti ora si pongono a scrivere , qual maraviglia , che questo Autore eccellente il secol nostro rimprove, ri, quasi di suo caratteristico vizio in Letteratura , di quel trascurare le regole dei costumi , e dell'ar ti , e dello snaturare e confondere stranamente ogni genere di composizione ? Donde , se non da ciò , q u e l l o s t i l e , c h e n e i c o n t r a r i a r g o m e n t i è il m e d e . simo , nei medesimi opposto ? Ond'é , che perfino nell'intima sostanza s'offende la proprietà delle cose? Ond'è , che in Filosofia, e in Novelle , e nella Storia , ed in Fisica , ed in Teatro , ed in Chiesa vediamo indistintamente , come si disse , e affettazione di bello spirito, e modi epigrammati. ci , e similitudini forzose , e frasi tecniche , e di. sparate allusioni , e tutto il tritume gotico infine della Letteratura moderna Filosofica per caratteri. zarlo con Hume ? Ma nè ciò solo,siccome pur ora diceva . La corruzione non si ferma già ella nell'a, 88 sentemente riprendo ; e che consiste nel non sen tir, non intendere , non ponderare abbastanza la natura delle materie ; e nello sprezzare sovrana mente , e sopra ogni cosa il disegno , e la sua sem plicità , e l'unità . vere uno stile anche nelle più difformimaterie uni forme, benchè per ciò stesso riesca poi a parte a parte disgregato , tumultuoso , e di mille fisiono. mie : ma si va fino a trasforniare l'intera natura , l'originaria destinazione dei generi . Le Prediche più non propongonsi di commuovere icuori dei cre denti ; si son cambiate in Dissertazioni polemiche ; e all'utile certo della morale la più pura , e divia na , soè sostituito il pericolo di gettare lo scanda. lo nell'anime felici di quelli,che non bebbero an. cora alle torbide fonti delle umane dottrine. La Lirica , che sotto Augusto era l'interprete della fantasia , e del cuore , ora serve , o vuol almeno servire al raziocinio astratto , e all'intelletto m e d i tabondo:La Storia eraun misto diracconti,edi orazioni ora pubbliche , ed ora private dei tra passati , piena però di una Filosofia grandiosa , e robusta,ma toltadalmomento,dalfatto,dalla verità . Adesso altri l'ha convertita in un seguito di discussioni piccole , minute , meschine , talche pajon anzi processi per una Curia ,che Annali d'u. na Nazione . Altri, come ultimamente ho veduto , ha fatto il salto , ed ha ridotta ogni cosa a discor si , e dialoghi ; distribuendo le vite di Carlo , d ’ E n 89 rico ec. in tante Azioni con Atti , Scene , e tutto il corredo teatrale . La Tragedia stanca , e non a torto , di star tra gli Eroi , e tra'Giganti della m o . rale, dopo d'essersi compiaciuta un momento del quadro vero , e patetico delle private , e virtuose sciagure , si è tosto gittata tra gli orrori dei C a stelli privati dei Feudatarj . Ha cercate le atrocità e i raccapricci in tutte le raunanze di uomini , e perfipo di donne , pel solo piacere di filosoficamen te istruirci sul pericolo dei Voti immaturi , e su l'empietà dei forzati.La Commedia poi,altronon è bene spesso , che un'infilzatura di pezzi scuci. ti degli ordinarj sermoni Filosofici, che hanno per giunta una grazia infinita in bocca del pezzente da strada , dello sciocco staffiere , e perfin dello sgher ro , e del pubblico assassino nell'atto d'andare al patibolo . Cosi l'una s'abbassa di troppo , l'altra s'arrampica da pazza , tutte perdono il punto del. la natura , e niente s'ottiene . Bastano essi ancora cotesti esempj per mostrare,che,generalmente par. lando , tutti i generi sono confusi , snaturati , e tra volti nell'intima loro sostanza secondo il gusto cor, rente , e ciò per ragione del Filosofismo ?
Wednesday, August 4, 2021
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