I Romani non ebbero mente filosofica . Essi ac colsero la filosofia greca , particolarmente l'epicu rea, che rispondeva al loro lusso, e Tito LUCREZIO TERZO PERIODO -ECLETTICI E SINCREBISTI. 177 ne fece soggetto di un poema didattico , cui diede l'antico titolo : Della natura delle cose ; anche più famigliare si resero la dottrina stoica , che accor dandosi all'antico carattere romano, esercitò in fluenza sulla loro legislazione ed amministrazione, e trovò ancora rinomati partigiani al tempo del l'impero , cioè Lucio ANNEO SENECA , maestro di Nerone, autore di molti scritti filosofici, EPITTETO da Terapoli in Frigia , verso lo stesso tempo, schia vo , il cui discepolo FLAVIO ARRIANO da Nicomedia compilò in greco un piccolo manuale ( éyxezpidcov) secondo le lezioni del maestro, e MARCO AURELIÓ ANTONINO , imperatore romano dall'anno 164 fino al 180, autore di meditazioni in lingua greca sotto il titolo : Eis éautóv. Seneca fu più eclettico , Epit teto si attenne ai voti della natura e ridusse la dottrina stoica alla formola ανέχον και απέχου , 81 stine et abstine. Lo scritto di Antonino ha carattere di dolcezza e pietà ; tutti e tre abbracciarono sola mente la parte etica della filosofia stoica . Che se questi Epicurei e Stoici romani si mantennero fedeli ad un solo sistema , MARCO TULLIO CICERONE diede esempio di un compiuto eclettismo, e tanto egli contribui co'suoi numerosi scritti a rendere acces sibile ai Romani la filosofia greca , quanto gli mancò originalità filosofica . Nella pratica preferi il sistema stoico, nella teoretica l'accademico, accettandovi anche l'epicureo e l'aristotelico . In generale poi le dottrine di Platone ed ancora più quelle di Aristo tele rimasero pei Romani tesori nascosti .
Sunday, August 22, 2021
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