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Sunday, August 22, 2021

Grice e Bertinaria: La porta di Velia

 I lonii e Pitagorici tentarono spiegare l'origine del mondo ; essi ammettendo la produzione delle cose riuscirono realisti . Per l'opposto gli Eleati sono idealisti, tendono alla cognizione del non -sensibile ed affermano : Nulla viene all'essere, tutto esiste. Il nome loro proviene dalla città d'Elea nella Magna Grecia , dov'era la sede principale di questa scuola filosofica . S 69 SENOFANE da Colofone, sede della poesia epica e gnomica , contemporaneo di Pitagora, si portò verso il 536 ad Elea nella Magna Grecia, e fu prima poeta epico ed elegiaco. Rimangono solo frammenti delle sue opere . La sua tesi fondamentale è questa : Dio è, e non può divenire; come pure in generale nis 100 FILOSOFIA GRECA suna cosa può cominciare ad esistere ; imperocchè il generato dovrebbe essere uguale al generante , epperò ambi non sarebbero fra loro differenti; ma l'ineguaglianza, come per esempio , che il più pic colo nasca dal più grande e vi ritorni , si deve attri buire all'opinione insussistente che alcuna cosa non esistente possa venir prodotta da ciò che esiste. Per ciò vi ha solamente l'uno, e questi è Dio , il quale forma col cielo e la terra un essere solo , unico (in TÒ öv xai tò Tây) . Per conseguenza il politeismo o la mitologia parvegli un'empietà, particolarmente i miti immorali . Sostenne contro le scuole jonica e pitagorica che Dio non è mosso e limitato , nè inerte ed illimitato, perchè le prime limitazioni sono pro prie della pluralità , le altre appartengono al non esistente. Dio è perfettamente uguale perchè non ha parti; considerato spiritualmente è pura intelli genza, considerato corporalmente è da paragonarsi ad un globo. Secondo tali principii era impossibile una spiegazione della natura . Cosi egli oppose alla verità l'opinione, ossia l'intuizione sensibile ; ep però non seppe trovare il nesso tra l'unità e la pluralità. Per la qual cosa si duole che l'ignoranza sia retaggio dell'umana schiatta. Senofane è pan teista ; ma importante il suo pensiero dell'essere assoluto . S 70 PARMENIDE da Elea fece verso l'anno 460 con Zeno ne un viaggio ad Atene, dove forse conobbe Socrate . PRIMO PERIODO 101 . ELEATI . Egli sviluppò il sistema di Senofane ; tuttavia non prese le mosse dal concetto di Dio , ma da quello dell'essere e del non -essere, della certezza e dell'o pinione, riconducendosi poi all'idea di Dio siccome quella che è riposta nell'esistente . Secondo lui v'ha un doppio sistema di conoscenza , quello della ra gione ossia del vero , e quello dei sensi ossia del l'apparenza . Il suo poema sulla natura trattava di ambe le maniere, ma dai frammenti che pervennero a noi conosciamo la prima meglio della seconda. Es sere , pensare e conoscere è tutt'uno. Il non-essere è impossibile, tutto l'essere è identico ; perciò il reale non lią cominciamento, è invariabile, indivisibile, riempie tutto lo spazio, da se stesso si limita, sussi ste per legge di necessità : onde qualunque cangia mento, qualunque movimento è mera apparenza . Ciò non ostante la stessa apparenza è regolata da una legge, per cui le rappresentazioni delle cose sono costanti ( 80% a ). A fine di spiegare la natura di tali rappresentazioni ricorre a due principii , il caldo, ossia il fuoco etereo , il freddo ossia la notte della terra ; il primo è penetrante, positivo , reale , pensante ( Saucoupyós), epperò più vicino alla verità; il secondo è denso , pesante (@an) , negativo, sola mente una limitazione del primo . Questa dottrina della natura è meccanica . Da tali due principii de rivò egli tutti i cangiamenti ed anche i fenomeni del senso interno. L'uomo è un composto di fuoco etereo e di notte, per conseguenza partecipa alla cognizione della verità ed all'apparenza . : 102 FILOSOFIA GRECA $ 71 MELISSO da Samo, verso l'anno 444, celebre an che come politico e capitano di flotta contro Pericle, adottò lo stesso idealismo, e prese a combattere particolarmente la filosofia naturale della scuola ionica. Non si deve far parola degli dei, perchè gli uomini non hanno cognizione alcuna di tali enti. Presso Melisso ritorna il concetto di perfezione. Ciò che esiste è infinito, non è prodotto , nè può perire. Non v'ha movimento o trasformazione, perché avvi un essere solo e nissun vacuo; epperò non si danno la porosità e la densità . L'esistente non può essere diviso, cosi non ha parti , non è corporeo . La plu ralità è sola apparenza sensibile. Quello che in ve rità esiste è dotato di vita . $ .72 ZENONE d'Elea , discepolo ed amico di Parmenide, fece con questo un viaggio ad Atene e si distinse tanto per acume d'intelletto e sottile dialettica , quanto per fortezza d'animo, avendo sacrificata in battaglia la propria vita a difesa della patria . Egli sostene va il sistema di Parmenide in ciò che nega la plu ralità delle cose, il movimento e lo spazio. Data la pluralità delle cose , ne dovrebbe conseguitare che nello stesso tempo fossero infinitamente piccole ed infinitamente grandi; la prima condizione perchè risultano di ultime unità indivisibili, il cui aggre PRIMO PERIODO - ELEATI. 103 zo . gato non può produrre grandezza ; la seconda con dizione perchè risultano da una quantità infinita di parti sempre più estese e per conseguenza divisi bili. Qui il sofisma consiste in ciò, che nel primo caso suppone l'indivisibilità , nel secondo la rigetta. In seguito diceva : la pluralità è ad un tempo limitata ed illimitata ; limitata perchè più o meno determinata , illimitata perchè ogni distanza da un punto di una grandezza fino all'altro è infinito , avuto riguardo all'infinita quantità di parti di mez Egli contestava il movimento per le contrad dizioni inerenti a questo concetto ; imperocchè bi sogna che lo spazio misuratore , il quale consta di parti infinite , venga percorso in un intervallo limi tato . Onde l'argomento detto l'Achille, con cui af fermava che se una testuggine avesse il vantaggio d'un passo avanti, non potrebbe essere raggiunta da Achille, perchè la distanza non cesserebbe mai appieno, quantunque si facesse sempre più breve. Diceva poi che non dovevasi accettare la dottrina del movimento , risultando da semplici momenti di quiete, in quanto ciò che si muove perpetuamente si sviluppa in qualche parte . Lo spazio vacuo è ines cogitabile, appunto perché la pluralità ed il mo vimento non sono pensabili. Che se fosse alcun che reale , esso dovrebbe trovarsi in uno spazio , giac chè ogni realità è compresa in quello, epperò una continuazione senza fine dovrebbe trovare luogo in uno spazio che la contenesse. Queste prove apago giche, appoggiate all'assurdità dell'opinione con traria , sono sofistiche per lo scambio delle forme 104 FILOSOFIA GRECA rappresentative logico -matematiche di valore su biettivo e delle forme razionali di valore obiettivo. Nell'Achille si trova una falsa applicazione della ce lerità all'espansione, ossia del tempo allo spazio. Per mezzo dell'antitesi della ragione e dell'espe rienza Zenone pose le fondamenta della dialettica e dello scetticismo , che ben presto venne continuato dalla scuola di Megara e finalmente corruppe tutta la filosofia greca . $ 75 EMPEDOCLE d'Agrigento in Sicilia , verso l'anno 460, naturalista, medico, celebre come taumaturgo, perfezionò la fisica degli Eleati, siccome Zenone la metafisica . L'unità delle cose è il mondo, simile ad un globo, ragione per cui lo chiama opalpos, opera perfetta dell'amore, da lui governata, a lui iden tica. La materia e la forza non si decompongono. L'amore irradiandosi dal centro penetra tutto ed è ad un tempo necessità : dipende da tutto pel con trasto delle forze . Essendo l'uomo solamente una parte della divinità , la cognizione umana non può essere che imperfetta ,''e quantunque conosca gli elementi del tutto , non può penetrarne l'unità , che Dio solo può comprendere. Egli distingue dalla mas sa la forza movente . Le forze solamente movono, ma non variano le cose ; però questa dottrina della natura è meccanica . Egli è impossibile che il nulla produca alcuna cosa , e che venga a mancare ciò che esiste . Egli ammette quattro elementi, fra i PRIMO PERIODO - ELEATI. 105 quali dà preferenza al fuoco, considerandolo come l'essenza divina delle cose ; imperocchè tutto si ri cava dal fuoco ed in esso tutto si risolve. La sepa razione avviene per odio , ma senza che riman gano intervalli vacui. L'amore congiunge le cose eterogenee , l'odio le omogenee, operando la sepa razione del composto. Vi sono periodi nella for mazione del mondo. Ma il mondo mosso è sola mente una parte del tutto , il dominio dell'odio solo sottordinato, ed anche solo presente nella rappre sentazione. Prima si formano le cose elementari, il sole, l'aria, il mare, la terra, poi da questi pro vengono le organiche per mezzo dell'amore ; le piante e gli animali si formano dal concorso degli elementi, ma in principio le membra esistendo se paratamente hanno prima luogo i mostri. La na tura organica essendo formata dall'amore è il pas. saggio alla vita beata nello sfero. Gli spiriti sono trasmigrati in corpi per delitto , epperò sono neces sarie le purificazioni. Tutto è ripieno di ragione e partecipa alla conoscenza. Gli elementi non godono di vita pacifica, essendo svelti dallo sfero, mossi dall'odio, epperciò ricevono diverse forme senza propria metempsicosi. Tale migrazione per tutte le forme è la miseria delle cose , conseguenza dell’o dio . Rimedio contrario è l'intiero abbandono all'a more. Non v'ha guarentigia d'intelletto se ci diamo alla vita sensuale. La cognizione de' corpi ha per fondamento l'osservazione sensibile , ed è opera dell'unione meccanica de'corpi per mezzo dei tras corrimenti á toppolai) e delle correnti che pene 106 FILOSOFIA GRECA trano in altri corpi per via de'pori (xotha ). L'unione delle impressioni sensibili nella coscienza, spiegasi col congiungersi del sangae nel cuore . Questa co gnizione procura l'opinione, ma non il vero sapere. La cognizione divina è somministrata dalla ragione ed avviene in maniera mistica per mezzo della pu rificazione. — La filosofia di Empedocle è il primo tenue saggio per rettificare le nozioni sensibili coi puri concetti della ragione, e disgiungere dai feno meni fisici la cognizione del vero reale, ossia il fondamento sensibile delle cose. La sua fisica ha tutti i difetti della spiegazione meccanica della na tura . Anch'egli si duole della ristrettezza dell'uma no intendimento. Si racconta che incontrò la morte nel cratere dell'Etna . Empedocle aveva scritto un poena didattico sulla natura, ma non ne perven nero a noi che frammenti.

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