PARTITO NAZIONALE FASCISTA TESTI PER I CORSI Dl PREPARAZIONE POLÍTICA L’ECONOMIA FASCISTA Mod. 347 LA LIBRERIA DELLO STATO AN NO XIV E. F. CONTENUTO I. Concetti fondamentali * ♦ ♦ * * Pag* 7 II* Política economica e monetaria * * » 23 IIL V agricoltura italiana e la política rurale dei Regime ****** 81 IV* Industria e artigianato * * ♦ * » 101 V* La política dei lavori pubblici * * » 1x9 CONCETTI FONDAMENTALI I L PROFONDO, sostanziale contrasto che separa il Fascismo dal liberalismo si riflette in forma vigorosa e tipica nel campo economico. In economia difatti lo Stato fascista si oppone nettamente alio Stato liberale, perchè mentre questo non interviene nella vita economica e si limita generalmente alia funzione di difesa e di istruzione («Stato carabiniere » e «pedagogo »), quello considera suo compito preciso il regolare e determinare lo sviluppo materiale e spirituale delia collettività, negando che dal libero e incomposto cozzo delle forze individuali possa prendere origine la forma piú perfetta e piú alta di vita civile. Lo Stato fascista non crede alie armonie economiche realiz- zantisi con il totale assenteismo di uno Stato abúlico che si limita a prendere atto dei risultati raggiunti dai singoli indi- vidui; lo Stato fascista è Stato etico appunto perchè ha una sua consapevolezza e una sua volontà da realizzare. È Stato che non si estrania dai problemi deH’economia, ma li studia, li incita, li guida, li frena, perchè non concepisce il divorzio fra politica ed economia ma considera che questa discenda da quella. Gli economisti e i politici che affermarono in maniera recisa e perentória che lo Stato è specialmente utile quando si astiene da qualsiasi intervento nel campo economico, — e furono numerosissimi nel secolo scorso — oggi vanno scomparendo. In tutti i paesi lo Stato giganteggia. Soltanto esso può risolvere le drammatiche contraddizioni dei capitalismo; soltanto esso può awiare verso una soluzione quel complesso di fenomeni materiali e spirituali che si chiamano crisi e che possono essere superati e vinti entro lo Stato. Questo particolarissimo stato d'animo di fronte al libera¬ lismo disfatto fu definito dal Duce con la seguente domanda: « Che cosa direbbe dinanzi ai continui, sollecitati, inevitabili interventi dello Stato nelle vicende economiche, 1 ’inglese 9 Bentham, secondo il quale T industria avrebbe dovuto chiedere alio Stato soltanto di essere lasciata in pace, o il tedesco Humboldt, secondo il quale lo Stato ocioso doveva essere considerato il migliore? »♦ Ma se anche la seconda ondata degli economisti liberali fu meno estremista delia prima, perchè apriva già la porta agli interventi dello Stato neireconomia, rimane pur sempre un incolmabile abisso tra Stato liberale, anche, diremo cosí, corretto, meno intransigente di quello concepito un tempo, e lo Stato fascista* Bisogna ricordare che chi dice liberalismo dice pur sempre indivíduo; chi dice Fascismo dice Stato* Con questo però lo Stato fascista non intende di solito ingerirsi direttamente nel fatto economico, ma sopraintendervi, affinchè esso si svolga secondo gli interessi delia collettività* È da questa concecione política dello Stato che deriva la concezione economica delia corporacione* Lo Stato fascista che in política non è reacionário ma rivo- lucionario, in quanto anticipa le solucioni di problemi comuni a tutti i popoli, in economia dimostra in maniera inequivo- cabile il suo carattere morale e storico perchè è proprio nella disciplina dei fatti economici che si rivela la maturità di una collettività organiccata e si dimostra la capacità creativa di una nuova dottrina, che, come quella dei Fascismo, è pensiero ed acione* II Duce, il 16 ottobre deiranno X, innanci a migliaia di gerarchi convenuti a Roma per la celebracione dei decennale si domandò: « Questa crisi che ci attenaglia da quattro anni è una crisi dei sistema o nel sistema?»* II 14 novembre XII, data che segna Tinicio delia fase risolutiva delia politxca corpo¬ rativa dei Fascismo, il Capo rispose a quella grave domanda 10 con un fondamentale discorso al Consiglio Nazionale delle Corporazioni, nel quale sono precisati i caratteri particolari deli' Economia corporativa. Egli in quella storica assemblea affermò in maniera recisa che la crisi è penetrata cosi profondamente nel sistema da diventare una crisi dei sistema . Non è piú un trauma, e una malattia costituzionale, Egli disse. Se meditiamo intorno aH'affermazione dei Capo per com- prendere i motivi storici che 1'hanno determinata, riconosciamo súbito che una profonda rivoluzione si è operata tanto nel sistema di produzione quanto nelle organizzazioni politi- che che hanno retto sino a pochi anni or sono i diversi paesi civili. Egli ha definito il capitalismo e ne ha tracciato la storia che ha vissuto nel secolo scorso: la nascita, il culmine, il declino. L/analisi che il Duce ne fece in quello storico discorso è cosi perfetta che se ne trascrivono qui di seguito concetti e parole, sostanza e forma. «Giunto alia sua piü perfetta espressione — ha detto il Duce — ü capitalismo è un modo di produzione di massa per un consumo di massa, finanziato in massa attraverso Temissione dei capitale anonimo nazionale e internazionale. II capitalismo è quindi industriale e non ha avuto nel campo agricolo manife- stazioni di grande portata ». Nella storia dei capitalismo tre periodi si distinguono: il periodo dell’ascesa; il periodo delia massima potenza; il per iodo delia decadenza. II primo periodo è quello che va dal 1830 al 1870. Coincide con la introduzione dei telaio meccanico e con 1'apparire delia locomotiva. Sorge la fabbrica. La fabbrica è la tipica manife- stazione dei capitalismo industriale. È 1'epoca dei grandi mar- gini e quindi la legge delia libera concorrenza e la lotta di tutti ir contro tutti può giuocare in pieno. È il período in cui un grande fervore di attività pratica awince i popoli e in cui la scienza che aveva saputo carpire alia natura i suoi gelosi segreti offre aU'uomo mezzi formidabili di conquista e di dominio. In Inghilterra, in Francia, in America, si disfrenano concorrenze acerbe e si tentano imprese ardite. In questi 40 anni vi sono dei caduti e dei morti, ma in questo periodo le crisi sono crisi cicliche che si ripetono ad intervalli di tempo, non sono nè lunghe nè universali. II capitalismo è nel periodo migliore delia sua vita. Ha ancora tale vitalità e tale forza di recupero che può superare brillantemente e rapidamente le awersità delia con- giuntura economica. L'attività imprenditrice trova facilmente le condizioni favo- revoli per il suo sviluppo, poichè grandi sono le possibilità dei mercati di consumo mentre limitate sono ancora le capacità delia produzione. È 1'epoca in cui Turbanesimo si sviluppa e si inizia 1'esodo rurale. Le città che divengono centro delia produzione capi- talistica si accrescono vertiginosamente. In questo primo periodo dei capitalismo — awerte il Duce — la selezione è veramente operante. Ci sono anche delle guerre, ma sono guerre brevi che non possono essere paragonate alia guerra mondiale. Esse eccitano anzi, in un certo senso, 1 ’economia delia Nazione. In America comincia la faticosa e dura conquista delle sterminate campagne dell'ovest, che ha avuto i suoi rischi ed i suoi caduti come ogni grande conquista. Mentre si vengono organizzando le formidabili aziende agricole degli Stati dei sud, le città deli’Atlântico raggiungono un enorme sviluppo. II ricordato periodo dei capitalismo che dura 40 anni e potrebbe essere compreso tra 1'apparire delia macchina a xa vapore e il taglio deiristmo di Suez, è certamente tra i piü dinamici che la storia ricordi* Esso è caratterizzato daSassenza dello Stato nella vita economica* II Duce ha detto che durante questi 40 anni lo Stato si limita ad osservare* Esso è assente, e i teorici dei liberalismo dicono: ((voi, Stato, avete un solo dovere, di far si che la vostra esi- stenza non sia nemmeno awertita nel settore deireconomia* Meglio governerete, quanto meno vi occuperete dei problemi di ordine economico »♦ Con il 1870 ha inizio il secondo período* II Duce ha dimo- strato che da quel momento si awertono i primi sintomi delia stanchez^a e delia deviazione dei mondo capitalistico* La fer¬ vida e sana lotta per la vita, la libera concorrenza, la selezione dei piú forte, non si esplicano piü col primitivo vigore, con quella energia e anche con queirentusiasmo che si è riscontrato nel período precedente* Lo documentano i numerosi cartelli, sindacati, consorzh Si inizia Tèra dei trust. Si può dire che ormai non ci sia settore delia vita economica dei paesi di Europa e di America dove queste forze che carat- terizsano il capitalismo non si siano formate* La conseguenza di questo stato di cose, che gli economisti liberali, ossequienti ai dogmi fondamentali dei classici, non awertirono, fu di una importanza grandíssima: la fine delia libera concorrenza * Essa rimase una parola morta* La capacità di assorbimento dei mercato non corre paralle- lamente alia crescente capacità produttiva; il saggio desinte¬ resse e dei profitto, cioè il rapporto tra il guadagno ricavato e la quantità di capitale impiegato neirimpresa, si riduce forte¬ mente* Essendosi ristretti i margini, Timpresa capitalistica trova che anzichè lottare è piú conveniente accordarsi, fon- dersi, dividersi i mercati ripartendo i profitti* 13 La stessa legge delia domanda e deirofferta sulla quale è stata costruita la teoria economica dalla quale dipende il sistema scientifico elaborato dai classici deireconomia, non può piü agire con libertà nella nuova realtà economica che si è venuta formando* Attraverso i cartelli e i trusts si può agire sulla domanda di merci e specialmente suirofferta che di queste può essere fatta in un determinato mercato* Questa economia capitalistica coalizzata, trustizzata, sempre meno idônea a vivere di vita própria, cerca di agire sullo Stato onde ottenere favori leciti o illeciti* Essa chiede anzitutto la protezione doganale* II liberalismo viene colpito a morte, ma gli economisti non se ne accorgono: continuano imperterriti la loro costruzione astratta, avulsa dalla realtà economica, come se il mondo eco- nomico da cui avevano pur tratto gli elementi delia loro costru¬ zione scientifica non li riguardasse piü* La dottrina economica che aveva esaltata la libertà in ogni forma di attività e Tassen- teismo dello Stato, viene ad essere colpita proprio da quelle forze che erano cresciute nel periodo dei trionfo* Gli Stati Uniti d'America, fra i primi, elevarono delle barriere doganali quasi insormontabili; essi si giustificarono con 1'afferma- zione che le loro industrie erano giovani e avevano bisogno di pro- tezione e di difesa per poter crescere e prosperare* Come TAme- rica, altri paesi hanno via via elevato barriere sempre piü estese e piü alte: oggi la stessa Inghilterra, che per tanto tempo aveva predicato e sostenuto il liberalismo economico, perchè tornava tanto utile alia sua organizzazione economica, e agli interessi dei- T Impero britannico, ha abbandonato il liberalismo, rinnegando tutto ciò che ormai sembrava tradizionale nella sua vita polí¬ tica, economica, sociale, rinnegando una dottrina scientifica delia quale si era fatta banditrice e tutrice* Ad Ottava fu varata la costi- tuzione di un'economia chiusa fra la Madre Patria e i dominions* 14 i Í 1 período che il Duce ha definito período statico e che inizia col 1870, finisce con la guerra* Dopo la guerra, e in conseguenza delia guerra, Fimpresa capitalistica si inflaziona* Incomincia la decadenza* « L/ordine di grandezza delFimpresa — ha detto il Duce — passa dal milione al miliardo* Le cosidette costruzioni verticali, a vederle da lontano, danno Fidea dei mostruoso e dei babelico* Le stesse dimensioni delFimpresa superano la possibilità delFuomo. Prima era lo spirito che ave va domina to la matéria, ora è la matéria che piega e soggioga lo spirito* Quello che era fisio¬ logia diventa patologia, tutto diventa abnorme »* II capitalismo giunto al parossismo, non sapendo piú come giustificare la sua esistenza e trovare i mezzi di vita indispen- sabili alFazione, non volendo riconoscere la nuova realtà delle cose, crea una utopia: Futopia dei consumi illimitati* II Capo ci ha detto che Fideale dei supercapitalismo sarebbe la stan- dardizzazione dei genere umano dalla culla alia bara* Questa esigenza è la lógica conseguenza delle cose, perchè sol- tanto con la standardizzazione dei gusti il supercapitalismo pensa di poter fare i suoi piani* L f impresa capitalistica cessa di essere -*un fatto meramente economico per divenire un fatto sociale* È questo il momento preciso nel quale F impresa capitalistica, quando si trova in difficoltà, si getta nelle braccia dello Stato* È questo il momento storico in cui nasce e si rende sempre piú necessário Fintervento dello Stato* Lo Stato ha il dovere di intervenire appunto perchè Fim¬ presa capitalistica di cui si discorre non è soltanto un # impresa economica: essa interessa direttamente la collettività* Lo Stato ha il diritto di intervenire per evitare che le sane energie delia Nazione si disperdano e che la sacra forza dei lavoro dei popolo si prodighi in forme che possono essere nocive alia stessa vita e potenza delia Nazione* 15 Ormai il maggior numero di imprese economiche si vale degli aiuti dello Stato; coloro che ignoravano il suo intervento lo cercano affannosamente* II Duce ha detto che oggi siamo al punto in cui se in tutte le Na^ioni di Europa lo Stato si addor- mentasse per 24 ore, basterebbe tale parentesi per determinar e un disastro. « Questa è la crisi dei sistema capitalistico preso nel suo significato universale »♦ Quanto alia Nasione italiana, che fonda la própria economia prevalentemente sulFagricoltura e sulFartigianato, sulla piccola e media industria, la vicenda capitalistica non ha avuto che aspetti e conseguenze limitatu II supercapitalismo degenerato e pernicioso da noi non esiste e laddove esso è nato, già è moribondo: esiste invece una nume¬ rosíssima schiera di piccoli e medi produttori che vivono dei quotidiano lavoro, che ignorano le awenture dei sedicenti industriali e dei pseudo banchieri; i quali, sorti in numero impressionante durante e dopo la conflagra^ione europea, avrebbero preteso di continuare a pescare nel torbido che essi avevano provocato e che poi tendevano a mantenere* Questi awenturieri, che ebbero assicurati dalFinfla^ione e dalFau- mento dei pressi elevati profitti, non furono, almeno nel nostro Paese, che una sparuta minoran^a, la quale è stata duramente punita dalle stesse vicende delFeconomia. L/Italia non è una Nazione capitalistica nel senso or ora ricordato* L/essenza delFeconomia italiana è stata precisamente definita dal Duce nei termini seguenti: Fltalia deve rimanere una Nazione ad economia mista, con una forte agricoltura che è la base di tutto, una piccola o media industria sana, una banca che non faceia delle speculasioni, un commercio che adempia al suo insostituibile compito che è quello di portare rapidamente e razionalmente le merci al consumatore* 16 Esaminato lo svolgimento attraverso il quale si è compiuto il ciclo di vita dei liberalismo economico e dei supercapita- lismo, sepolto ufficialmente il 14 novembre 1933, con lo storico discorso dei Duce per lo Stato corporativo; dimostrata fallace la creden^a neiruniversalità dei liberalismo a torto giudicato e ritenuto método storico ed universale, è opportuno soffer- marsi sulle profonde antitesi che differen^iano Fascismo e socialismo* La dottrina fascista nega quel materialismo storico sul quale si imperniano la conce^ione política e quella economica dei socialismo* Secondo la dottrina marxiana le vicende delia società umana si spiegano soltanto con la lotta d'interessi fra i diversi gruppi sociali* Sono soltanto i fatti economici che hanno importan^a nella vita delbuorno; soltanto essi sono capaci di promuovere nuove forme di vita civile, di determinare aspetti e configura- zioni diversi nella società* Nessun peso hanno invece i motivi ideali, nessuna importanza la tradi^ione, il culto delia Patria e degli Eroi, il desiderio di portare sempre piú in alto i destini delia Na^ione* In questo senso liberalismo e socialismo tradiscono una comune origine dottrinale* Tanto che non è per mero caso — come ha rilevato il Duce — che il tramonto delFuno coincida col tramonto delFaltro* Non è certo il Fascismo, che ha instaurato nella vita política e sociale un senso virile delia realtà, che possa negare Timpor- tanza delheconomia, come fattore delia vita dei popoli* Ma il Fascismo crede ancora e sempre nella santità e nelheroismo, cioè in atti nei quali nessun motivo economico lontano o vicino agisce* La lotta degli interessi è stata ed è un agente principale delle trasformazioni sociali, ma non può essere concepita come 3-4 17 movente esclusivo delbevoluzione delia società. La fallacia dei materialismo storico e dei determinismo economico sta appunto in questa concezione, per cui gli uomini non sarebbero che com- parse nella storia, incapaci di dirigerla o crearla, quasi fantocci in balia dei flutti, mentre nel profondo si agitano e lavorano le vere forze direttrici, che sarebbero le forze dell’economia. Accettare una simile concezione delia vita significa annullare qualsiasi forza morale e riconoscere 1'incapacità dell’uomo a creare la sua storia. II socialismo che si basa sul materialismo storico e sul con- cetto delia lotta di classe e che mira attraverso questa a creare forme di convivenza sociale nelle quali siano alleviate le sof- ferenze degli umili, dimostra una singolare ingenuità dottri- nale e una paurosa sterilità politica. Esso voleva raggiungere un ideale, materialistico, massimo benessere per tutti i componenti la collettività, credendo che in siffatta maniera si sarebbe ottenuta la felicità. E la mèta era da conquistare attraverso la socializzazione di tutti i mezzi di produzione, l'annullamento dei diritto di proprietà, la spersonalizzazione di ogni attività economica, il sacrifício delia iniziativa individuale, la negazione di una funzione produttiva al capitale. II difficile compito delia produzione dei beni eco- nomici sarebbe stato lasciato ad un mastodontico Stato mate¬ rialistico, le cui delicate funzioni sarebbero esercitate da un esercito di burocrati. A questo Stato socialista, accentratore e déspota, padrone di ogni bene economico, si sarebbe dovuti giungere, secondo la profezia di Cario Marx profezia mancata — attraverso un processo di graduale e continuo accentramento delia produzione industriale e dei capitale in mano di pochi, a cui sarebbe stato assai facile il toglierlo per trasferirlo in seno alio Stato e creare cosi, con 1’usurpazione, la nuova realtà economica dei socialismo. 18 Le previsioni di Cario Marx non si sono verificate: fra tutte la caduta dei saggio di interesse e dei profitto, rappresenta il punto cruciale delia dottrina socialista* II saggio d'interesse, che costituisce la retribuzione che si deve al capi- tale, cioè il prezzo che si paga per Fuso dei medesimo, è un dato di fatto che non si può smentire; le recenti esperienze di economia socialista dimostrano che laddove ufficialmente il saggio d'interesse si nega, si uccide anzitutto ogni stimolo al risparmio e poi nella realtà delia vita economica esso risorge per infinite vie diverse, e con estrema frequenza assume la vecchia forma delFusura* II socialismo come sistema economico e anche come sistema politico-sociale ha quindi peccato di ingenuità per non dire di viltà: esso non ha saputo guardare con occhio sereno e pene¬ trante nella realtà dei fatti economici per distinguere ciò che era contingente e relativo a determinate situazioni di tempo e d'ambiente, da ciò che è eterno e connaturato con lo spirito deiruomo* Al contrario il Fascismo, che ignora le snervanti logomachie e gli oziosi e raffinati ragionamenti intessuti su premesse metafisiche, e che invece ama Tosservazione delia realtà per costruire su solide basi non solo la dottrina ma le opere e gli istituti, ha da tempo affermata la sua fede nella inizia- tiva privata, come fattore insopprimibile delia produzione economica* Ma questa iniziativa privata non è libera di svolgersi nelle maniere piú diverse per dominare il campo economico; si tratta di una iniziativa privata la quale deve essere regolata, controllata, disciplinata dallo Stato che la ospita e la difende, la tutela e Tincoraggia, non perchè essa formi solo la fortuna personale di colui che la esercita, ma in quanto lo scopo raggiunto coincida con le necessità e le finalità dello Stato* La dottrina economica dei Fascismo riconosce inoltre una funzione al capitale, il quale costituisce il frutto dei lavoro deiruomo, risparmiato e impiegato nei nuovi processi produt- tivi. In tal modo essa esalta la virtú dei risparmio, come mezzo per aumentare la potenza economica delia Nazione e quindi per dare vigore e sostanza all’azione política. Riconosce la fondamentale funzione delia proprietà privata, la quale non è piú intesa nel senso liberale, di diritto di godere e disporre delle cose nella maniera piú assoluta, ma e intesa come dovere sociale. II suo esercizio e quindi limitato da leggi le quali subordinano 1'interesse deli’indivíduo a quello dello Stato. In ogni caso però lo Stato fascista, pur giungendo anche alia espropriazione, fa si che non si creino sperequa£ÍonÍ a danno dí particolarí individui, poiche in esso il senso romano dei diritto e delia equità è sempre vigile e operante, Dovere sociale è anche Fesercizio delFimpresa, cioè 1 espli- ca^ione delFini^iativa privata, II Fascismo, pero, se pur rifugge dal concetto esclusivo di impresa statale, proprio dei socialismo, non ripudia, come fa il liberalismo, la possibilita, anzi ammette la necessita, che certe imprese che eserciscono pubblici servizi o che rivestono generalissimi interessi, sieno esercitate dallo Stato, Nel campo dei lavoro, poi, il Fascismo è Stato rivoluzionario in maniera veramente superba, Esso, che ha sempre intesa la storia, cioè il passato, come base dei presente dal quale si diparte Fawenire, non ha mai sacrificato con leggetezzz e superficialità, per amore di novità, quello che era il frutto delia tradizione e la conquista delle passate generaçioni, II Fascismo ha inserito sul tronco delia storia italiana le sue audaci inno- vazioni rivolusionarie, Tra queste, principalissime quelle nel campo dei lavoro. Durante tutto Í 1 secolo XIX la posicione dei lavoratore rispetto alF impresa, era in condizioni di soggezione, II lavoratore 20 era alia mercê deirimprenditore, il quale, avendo una netta superiorità economica, poteva imporre le condizioni e gover- nare il cosidetto mercato dei lavoro* II Fascismo, superando il concetto delia lotta di classe, dimostrando fallaci le dottrine che ad essa si ispirano, ha anche posto in evidenza che il connubio tra il liberalismo e il socialismo, proprio dei periodo storico in cui vi era il libero sindacato degli operai che cocava contro il libero sindacato dei datori di lavoro, poteva causare perdite gravissime per la Nazione, la quale non otteneva da questa forma di libera con- correnza tra sindacati quel massimo di utilità che le dottrine dei classici delheconomia pronosticavano* Inserendo il sindacato nello Stato, non ha attuato una forma di socialismo di Stato, come era preconizzato dagli osservatori superficiali e dai nemici irriducibili delia nuova Idea, ma ha realizzato in maniera giuridica le vere e giuste aspirazioni dei popolo senza sacrificare Timpresa, superando la lotta di classe, sostituendo al diritto di sciopero e di serrata, il dovere nazionale dei lavoratori e degli imprenditori* Ha raggiunto un nuovo sistema di equilibrio senza cadere in grossolane contraddizioni e senza fare una dolorosa espe- rienza piena di inenarrabili sacrifici per le classi operaie, quale hanno fatto coloro che vollero applicati gli schemi marxisti* II lavoro non è piú considerato una merce che si vende sul mercato e il salario non è piú un prezso che si forma nel con¬ trasto fra merce offerta e merce domandata* II lavoro è un diritto e non una concessione* II Duce, infatti, ci ha detto che in tutte le società nazionali c'è la miséria inevitabile; però quella che deve angustiare il nostro spirito è la miséria degli uomini sani e validi che cer- cano affannosamente e invano il lavoro* 21 Per questo il Fascismo considera il lavoro come un diritto. E il Regime ha creato a questo scopo, come vedremo, Istituti nuovi, non per dare forma ai suoi schemi dottrinali ma per dare risultati positivi, concreti, tangibili alia sua azione: per far si che il diritto al lavoro dei popolo italiano non rimanga una mera affermazione dogmatica, ma possa estrinsecarsi nella nuova realtà economica dei nostro Paese. política economica e monetaria LA POLÍTICA DEL LAVORO L A política dei lavoro ha le sue tavole fondamentali nella Carta dei Lavoro* Questa costituisce una dichiarasione política di basilare importanza; insorge contro la concezione liberale che considera il lavoro come merce, e afferma che «il lavoro sotto tutte le sue forme, organizzative ed esecutive, intellettuali, tecniche, manuali, è un dovere sociale »♦ Lo strumento creato dal Fascismo per regolare le condidoni di lavoro è il contratto collettivo, nel quale trova la sua espres- sione concreta la solidarietà dei vari fattori delia produ zione, mediante la conciliasáone degli opposti interessi dei datori di lavoro e dei lavoratori e la loro subordinazione agli interessi superiori delia produzione* La solidarietà fra tutti i fattori delia produzione, e non soltanto tra imprenditori e lavoratori delia stessa categoria, è proclamata nella dichiarasione 4 a , la quale assegna al contratto collettivo di lavoro la delicata e difficile funzione di concretarla* La Carta dei Lavoro (dichiarazione 3 a ) afferma che la orga- nizzasione professionale e sindacale è unica* II solo Sindacato legalmente riconosciuto e sottoposto al controllo dello Stato ha il diritto di rappresentare legalmente tutta la categoria di datori di lavoro e di lavoratori per cui è costituito, di tutelarne di fronte alio Stato o alie altre associazioni professionali gli interessi, di stipulare contratti collettivi di lavoro obbligatori per tutti gli appartenenti alia categoria, di imporre loro contri- buti ed esercitare rispetto ad essi funsioni delegate d'interesse pubblico* II Sindacato ha il compito di tutelare gli interessi delle categorie, ma nello stesso tempo ha Fobbligo di promuovere 25 in tutti i modi Taumento e il perfezionamento delia produ- zione e la riduzione dei costi; esso deve anche adoperarsi per il conseguimento dei íini morali deirordinamento corporativo* Nella Carta dei Lavoro come si reagisce alia concesione dei lavoro come merce, si introduce il concetto di salario giusto ed equo, che sarebbe il salario corporativo, in quanto esso deve uniformarsi « alie esigenze normali di vita, alie possibilità delia produzione e al rendimento dei lavoro»* Aggettivi e condizioni, quelli e queste, che equivalgono ad eresie per gli economisti classici, pei quali non esiste altra giustizia in economia se non quella stabilita dal ptezzo di equi¬ líbrio, determinato dairincontro delhoíferta e delia domanda di lavoro* Poichè — essi hanno sentenziato — il fatto econo- mico è un fatto naturale, meccanico e perciò non può essere nè giusto nè ingiusto, come una reazione chimica o la caduta di un grave* La Carta dei Lavoro risolve felicemente il problema delia determinazione dei salario giusto, cioè di un salario che garan- tisca al lavoratore un minimo di tenore di vita sen2;a che esso incida sul giusto profitto delhimprenditore* E siccome questa determinazione non è suscettibile di una solucione di carat- tere generale, essa lascia un grado sufficiente di elasticità, che permette al salario di essere il risultato di un accordo contrat- tuale convenuto fra sindacati* Le ragioni economiche sono perciò mirabilmente armoni^ate con quelle sociali e politiche; il senso di alta umanità, cui si ispira il fondamentale docu¬ mento politico in matéria di lavoro, viene confermato nella dichiara^ione 18 a , la quale assicura al lavoratore la continuità dei salario anche in seguito al verificarsi di determinate evenien2;e* «Nelhimpresa a lavoro continuo, il trapasso delhazienda non risolve il contratto di lavoro e il personale ad essa addetto 36 conserva i suoi diritti nei confronti dei nuovo titolare. Egual- mente la malattia dei lavoratore, che non ecceda una deter- minata durata, non risolve il contratto di lavoro. II richiamo alie armi o il servizio delia M. V. S. N. non è causa di licen¬ ciamento ». Ispirata alia stessa preoccupazione di tutelare il lavoratore è la dichiaracione 14 a , la quale stabilisce che la retribucione deve essere corrisposta nella forma piú consentânea alie esigence dei lavoratore e dell'impresa. Quando la retribucione sia stabilita a cottimo, e la liquida- zione di cottimo sia fatta a periodi superiori alia quindicina, sono dovuti adeguati acconti quindicinali o settimanali. II lavoro notturno, non compreso in regolari turni periodici, viene retribuito con una percentuale in piü rispetto al lavoro diurno. Ma la parte fondamentale relativa alia determinacione dei salario, merita qualche consideracione. Ancitutto va osservato che le condicioni di vita, a cui deve uniformarsi il salario, non sono qualche cosa di astratto e di costante, ma, essendo in stretta relacione con le condicioni dell’economia nacionale, subiscono continue variacioni col progresso generale di questa. Per esse non bisogna intendere il minimo necessário per la vita fisica dell'individuo, ma un livello sufficiente a consentire 1'elevacione dei lavoratore. Questa concecione morale delia vita persegue anche finalità di carattere economico. Le cattive condicioni dei lavoratori non solo riducono la capacità di consumo dei mercato interno, per il quale gran parte degli imprenditori producono, ma ne menomano anche il rendimento, ostacolando il progresso economico e civile. II secondo elemento che bisogna tener presente nella deter- minacione dei salario è dato dalle possibilità delia producione. 27 í Si è detto che la Carta dei Lavoro ha sempre presente il rag- giungimento di una finalità di carattere superiore e cioè quella di aumentare la potenza política ed economica delia Nazione. Si comprende, quindi, come sia stata sua preoccupazione costante quella di far si che il salario venga stabilito in maniera tale da non causare 1'annullamento dei giusto profitto che deve percepire 1'imprenditore, perchè in tal caso si annullerebbe lo spirito d'intrapresa, lo stimolo al risparmio e quindi si inaridi- rebbero le fonti delia ricchezza, che sono le fonti dei lavoro. Tale disposizíone non deve essere perciò interpretata soltanto come difesa delPimpresa, perchè con 1’aumento delia potenza economica si creano nuove fonti di lavoro. È anche per questo motivo che la Carta dei Lavoro affida la concreta determinazione dei salario ai liberi accordi contrattuali; essa ha perfettamente inteso che questa matéria deve essere disciplinata seguendo con grande accortezza le contingenze economiche. Qualora non fosse consentita la indispensabile elasticità, le ricordate disposizioni si risolverebbero in un danno altrettanto grave per i lavoratori quanto per gli imprenditori. I ricordati criteri non devono essere mai dimenticati nè dalle associazioni sindacali nè dalla Magistratura dei Lavoro. L’ultimo elemento fissato dalla Carta dei Lavoro per proce- dere alia determinazione dei salario è il rendimento dei lavoro. Con questa disposizione la Carta dei Lavoro ha voluto ricono- scere in maniera esplicita che anche tra i lavoratori il concetto di differenziamento, in relazione alie singole capacità, deve essere tenuto presente onde evitare di agguagliare i singoli ed eliminare le naturali diversità nelle attitudini e nella capacità di lavoro. Ciò costituisce anche un vantaggio sociale che non poteva essere trascurato dal Fascismo il quale cerca sopratutto di ottenere che i singoli elevino loro stessi servendo la causa dei Paese. 28 II salario non deve quindi essere necessariamente eguale per tutti gli operai, nè per tutti i generi di lavoro* Esso varia inoltre in relacione al luogo e al tempo* II comune, piü generale e forse piü antico sistema di retri- buzione è quello dei salario a tempo, corrisposto in base al numero di ore o di giorni di lavoro prestato: forma che pre- scinde dal rendimento perchè fa astrazione dalla quantità di lavoro compiuto* Accanto a questo vecchio sistema, che alio svantaggio di richiedere una assidua sorveglianza unisce quello di mancare di sufficiente stimolo, si sono venute affermando forme di retribuzione che vanno sotto il nome di salario a incentivo * Questo va esente dai ricordati inconvenienti, ma anzi stimola Tattività delboperaio e quindi la produttività dei lavoro* Questi indiscutibili vantaggi possono però essere accompa- gnati da svantaggi considerevoli, specie se considerati dal punto di vista nazionale* E consistono appunto nella qualità piú corrente o ordinaria delia produzione e specialmente nel periodo di uno sforzo eccessivo dei lavoratore che, se lunga- mente protratto, può essere nocivo per la salute deiroperaio. I vantaggi che con questo sistema si conseguono sono però tanto importanti da renderlo preferibile ogni qual volta sia opportunamente regolato* Come fa la Carta dei Lavoro quando si preoccupa delle conseguenze dei sistema a cottimo nei riguardi dei lavoratori meno capaci, che non arrivano ad otte- nere un reddito corrispondente alia paga base* Per la loro tutela la Carta dei Lavoro dichiara che « quando il lavoro sia retribuito a cottimo le tariffe di cottimo devono essere deter- minate in modo che alPoperaio laborioso, di normale capacità produttiva, sia consentito di conseguire un guadagno minimo oltre la paga base»* Lo scopo dei legislatore fascista, regolando questa matéria dei salario a cottimo nel modo indicato, è stato quello di sti- molare attraverso di esso, nel lavoratore, la convenienza ad incrementare la produzione, legandolo alia rnedesima, assi- curando altresi un trattamento che non determini grandi disparità di retribuzione tra i singoli lavoratori e nello stesso tempo non sia motivo di logorio fisico delPoperaio. Obbligando il lavoratore a una fatica superiore alie sue medie possibilità, si crea un sistema di lavoro privo dei requisiti fon- damentali dei lavoro fascista, che deve essere gioia creatrice e non grigia fatica che stanca e non piace. Per questo il Fasci¬ smo non è mai stato molto entusiasta dei sistemi di paga che hanno avuto tanto furore e cosi estesa applicazione nei Paesi dei supercapitalismo e specialmente negli Stati Uniti d’America. I sistemi basati sulla cosidetta organizzazione scientifica dei lavoro e che fanno capo al taylorismo, spesso fiaccano la fibra delPoperaio costringendolo ad un lavoro mec- canico monotono e sempre eguale senza varietà e diversioni capaci di sollevare lo spirito dei lavoratore. I vari sistemi — Rowan, Halsey e Bedeaux — si ispi- rano tutti in sostanza al concetto di fissare la paga in relazione al rendimento dei singolo e indipendentemente o quasi da certi minimi, che diremmo di carattere umanitario. Lo Stato corporativo, pur stimolando la nobile e generosa gara dei lavoratore non vuole che questo si trasformi in una parte di macchina; questi razionalissimi sistemi, frutto esclusivo delia ragione e dei calcolo, che fanno astrazione da qualsiasi caratteristica individuale, trasformano invece il lavoratore in una parte delia macchina di cui egli. diventa il servo. II problema non va quindi impostato da un punto di vista meramente e prettamente economico e materiale, ma va con- siderato anche da un punto di vista etico, sociale e político, come lo ha considerato lo Stato corporativo che non opera 30 guardando solo il presente, ma con gli occhi e 1’anima tesi sopratutto verso 1'awenire. La determinazione dei salario rappresenta la parte piú importante e delicata dei contratti di lavoro e va affrontata con animo mondo da qualsiasi preoccupazione partigiana e demagógica; va affrontata, cioè, con spirito fascista, con spirito che armonizza in una perfetta unità i due maggiori fattori delia produzione: il lavoro e il capitale. LA CORPORAZIONE L'idea centrale e fondamentale che caratterizza nel terreno economico e sociale la Rivoluzione delle Camicie Nere, è la Corporazione . II Corporativismo è espressione essenziale dei Fascismo, Che cosa siano le Corporazioni lo ha definito il Duce nello storico discorso dei novembre XII, al Consiglio Nazionale delle Corporazioni. Le Corporazioni, secondo la definizione datane dal Duce, sono «lo strumento che, sotto 1 'egida dello Stato, attua la disciplina integrale, organica e unitaria delle forze produttive, in vista dello sviluppo delia ricchezza, delia potenza política e dei benessere dei popolo italiano». II corporativismo — ha ancora affermato il Duce — «è Teconomia disciplinata, e quindi anche controllata, perchè non si può pensare ad una disciplina che non abbia un controllo: il corporativismo supera il socialismo e supera il liberalismo, crea una nuova sintesi». È cioè la sintesi dei contrastanti interessi di categoria e di gruppo nel supremo interesse delia società nazionale. II corporativismo implica quindi anzitutto una perfetta e completa conoscenza dei vari settori deireconomia nazionale; 31 delia loro portata economica assoluta e relativa. Implica un indirizzo di política economica conforme a certe finalità sociali che lo Stato ritiene piú vantaggiose per la collettività nazionale. Diciamo portata assoluta e relativa delle diverse attività economiche delia Nazione, perchè non tutte hanno la stessa importanza per gli interessi che rappresentano o per i fini che lo Stato fascista persegue. Non mancano, nel campo agricolo come in quello industriale, modeste attività in confronto di larghi generali interessi economici. II liberalismo può atten- dere dal cozzo la soluzione che pel solo suo trionfo ritiene socialmente piú vantaggiosa; il corporativismo no. Deve appro- fondire 1'importanza relativa di ogni branca dell'attività economica e con una visione nazionale, organica quindi e inte- grale, evítare che limitati interessi, anche se potenti, deprimano interessi ben piú larghi anche se meno agguerriti o protetti. Discende da ciò che lo Stato corporativo non può difendere egualmente ogni settore economico, grande e piccolo. Vi sono settori, attività, branche che ai fini nazionali vanno tutelati e difesi, in confronto di altri che non meritano eguale tutela. Una política economica corporativa non può non fare questa cernita di interessi in armonia ai fini sociali che intende raggiungere. Questa è Tessenza dell'economia corporativa. Vediamoun po' il suo sviluppo storico. II Duce sin dall’anno I, parlando il 2 giugno ai lavoratori dei Polesine, affermò il concetto fondamentale delia collabora- zione: « La lotta di classe — Egli disse — può essere un epi¬ sódio nella vita di un popolo; non può essere sistema quoti¬ diano, perchè significherebbe la distruzione delia ricchezza e quindi la miséria universale». « Collaborazione, fra chi lavora e chi dà lavoro, fra chi dà le braccia e chi dà il cervello — tutti gli elementi delia 32 produzione hanno le loro gerarchie inevitabili e necessarie_* attraverso a questo prpgramma voi arriverete al benessere, la Nâsione arriverà alia prosperità e alia grandeza». E il 32 maggio deiranno II, al Consiglio Nazionale dei bmdacati fasdsti, il Duce rivolgeva alFassemblea il seguente richiamo: « La collaborazione di classe deve essere praticata m due; 1 datori di lavoro non deVono approfittare dello stato attuale restaurato dal Fascismo, che ha dato un senso di disciplina alia Nazione, per soddisfare i loro egoismi; essi devono considerare gli operai come elementi essenziali delia produzione; devono fare il loro interesse in quanto coin¬ cida con quello delia Nazione e non invece il contrario. Solo in questo modo si potrà avere una massa realmente disciplinata, laboriosa, fiera di contribuire alie fortune delia Patria »* Nello stesso anno, mviando un messaggio al Congresso delle Corporazioni Smdacali Fasciste, rilevava che in molte zone la mtelligente collaborazione di classe era stata realizzata e la pace era mantenuta. Ciò dimostrava che quando le due parti sanno mettersi sul concreto terreno delia produzione, la colla- bora2;ione di classe è possibile* Nd maggio dell'anno III il Duce, pubblicando in Gerarchia un articolo su «Fascismo e Sindacalismo» ricordava che sin al dicembre dei 1921 il programma dei Partito affermava clie le Corporazioni vanno promosse secondo due obiettivi rondamentali: e cioè come espressione delia solidarietà nazio- nale e come mezzo di sviluppo delia produzione. Le Corporazioni non debbono tendere ad annegare l'indi- yiduo nella collettività, e a livellare arbitrariamente la capacità e le torze dei singoli, ma debbono anzi valorizzarle e svilupparle. In questa schematica dichiarazione vi sono i fondamenti delia nuova dottrina corporativa* II Fascismo, conquistato il potere, si dedico con rara energia a consolidare le istituzioni, a risolvere gli impellenti problemi posti dalla vita economica dei Paese, senza però dimenticàre lo sviluppo orgânico delia legislazione corporativa che doveva portare alia legge fondamentale dei 5 febbraio 1934. Da un punto di vista dottrinale, e se si vuole anche storico, lo sviluppo delia Corporazione è contrassegnato da tre fasi o momenti di importanza fondamentale: la legge dei 3 aprile 1926, sulla disciplina giuridica dei rapporti collettivi di la- voro; la legge 20 marzo 1930 sul Consiglio Nazionale delle Corporazioni; la legge 5 febbraio 1934 sulla costituzione e sulle funzioni delle Corporazioni. II legislatore fascista già nella legge dei 1926 forni i primi elementi giuridici dei nuovo istituto delia Corporazione, e si può anzi affermare che tutte le disposizioni di quel documento fossero ispirate a questo concetto fondamentale. Era 1’idea nuoVa che animava e giustificava Tordinamento instaurato dalla legge. Secondo la legge ricordata, 1 * Istituto delia Corporazione aveva anzitutto lo scopo di attuare la completa collaborazione tra le categorie, collegando le rappresentanze sindacali dei lavoratori e dei datori di laVoro dei ramo di produzioni per cui la corporazione è costituita; di rappresentare in maniera unitaria gli interessi economici dei proprio settore produttivo di fronte alie altre categorie. La delicatissima funzione dei collegamento era esercitata dallo Stato. La legge dei 1926 prevedeva, accanto alia organizzazione sindacale a carattere verticale, una organizzazione corporativa a carattere orizzontale: la prima serviva per tutelare gli interessi dei singoli elementi delia produzione, la seconda per la difesa degli interessi comuni a ogni singolo ramo delia produzione. Già in questa legge agli organi corporativi fu attribuita la facoltà di emanare norme generali sulle condizioni di lavor o, di conciliare le controversie collettive tra le associazioni colle- gate,di promuovere, incoraggiare e sussidiare tutte le inizia- tive intese a coordinare e meglio organizzare la produzione, di istituire uffici di collocamento, di regolare il tirocínio e Í1 garzonato con norme obbligatorie. II secondo passo di carattere fondamentale sulla via che doveva condurre alia Corporazione fu fatto con la legge 20 tnarzo 1930, sul Consigho Nazionale délle Corporazioni , la quale non solo forniva un nuovo strumento giuridico per disci- plmare i rapporti economici collettivi, ma attribuiva nuovi compiti e funzioni alie associazioni sindacali. Queste estesero il loro campo di attività dalla disciplina dei rapporti di lavoro, al regolamento collettivo dei rapporti economici tra le diverse categorie delia produzione. Ma è con la legge dei 5 febbraio 1934 che si dovevano realiz- sare in maniera definitiva le Corporazioni. Sin dal 22 aprile delFanno VIII il Capo aveva detto: «il sindacalismo non può essere fine a se stesso: o si esaurisce nel socialismo político, o nella corporazione fascista. È solo nella corporazione che si realizza 1 idea economica nei suoi diversi elementi: capitale, lavoro, técnica; è solo attraverso la corpo¬ razione, cioe attraverso la collaborazione di tutte le forze conver- genti ad un solo fine, che la vitalità dei sindacalismo è assi- curata. È solo, cioe, con un aumento delia produzione e quindi delia ricchezza, che il contratto collettivo può garantire condi- zioni sempre migliori alie categorie lavorative. In altri termini, sindacalismo e corporazione sono indipendenti e si condizio- nano a vicenda; senza sindacalismo non è pensabile la corpora¬ zione; ma senza corporazione il sindacalismo stesso viene, dopo le prime fasi, a esaurirsi in un*azione di dettaglio, estranea al 35 processo produttivo; spettatrice non attrice; statica e non dinamica». Parlando al popolo di Bari il Duce disse come 1 'obiettivo dei Regime nel campo economico fosse la realizzazione di una piú alta giustizia sociale per tutto il popolo italiano. La quale cosa significa lavoro garantito, salario equo, casa decorosa: significa la possibilità di evolversi e di migliorarsi incessante¬ mente: significa che gli operai, i lavoratori debbono entrare sempre piú intimamente a conoscere il processo produttivo e a partecipare alia sua necessária disciplina. La fusione di tutte le energie economiche e spirituali delia Patria doveva awenire in maniera definitiva con la promulgazione delia legge dei 5 febbraio 1934, che crea su di un piano orgânico le Corporazioni. Insediando i Consigli delle Corporazioni, il Capo ne poneva in rilievo il carattere rivoluzionano, perchè il suo compito è quello di determinare negli istituti, nelle leggi e nei costumi, le trasformazioni politiche e sociali che sono necessarie alia vita di un popolo. In quell’occasione il Capo si domandava: « occorre ripetere ancora una volta che le Corporazioni non sono fine a se stesse ma strumenti di determinati scopi? Ormai questo è un dato comune. « Quali sono gli scopi? « Airinterno una organizzazione che raccorci con gradua- lità ed inflessibilità le distanze tra le possibilità massime e quelle minime o nulle delia vita. È ciò che io chiamo una piú alta giustizia sociale. In questo secolo non si può ammettere la inevitabilità delia miséria materiale, si può accettare sol- tanto la triste fatalità di quella fisiológica. Non può durare l’assurdo delle carestie artificiosamente provocate. Esse denun- ciano la clamorosa deficienza dei sistema. II secolo scorso 36 proclamo Tuguaglian^a dei cittadini davanti alia legge — e fu conquista di portata formidabile — il secolo fascista mantiene, an2;i consolida, questo principio, ma ve ne aggiunge un altro, non meno fondamentale: Teguaglianza degli uomini dinan^i al lavoro, inteso come dovere e come diritto, come gioia crea- trice che deve dilatare e nobilitare Tesisten^a, non mortificaria o deprimerla. « Di fronte alhesterno la corpora^ione ha lo scopo di aumen- tare senza sosta la poten^a globale delia na^ione per i fini delia sua espansione nel mondo »♦ Col io novembre delbanno XII la grande macchina creata dal genio dei Duce doveva mettersi in moto. II Capo ammoniva che non bisogna attendersi immediati miracolL Anzi i miracoli non bisogna attenderli affatto, perchè il miracolo non appar- tiene alPeconomia. La legge attribuisce alie Corporadoni funzioni normative in matéria economica. Inoltre esse sono chiamate a dar pareri (compito consultivo) su tutte le questioni che interessano il ramo di attività per cui sono costituite, tutte le volte sia richie- sto da organi competenti, nonchè a esercitare la concilia^ione delle controversie collettive di lavoro. L'attività delle Corpora^ioni è incominciata neiranno XIII e molte di esse hanno già lavorato con successo. Le ventidue corporazioni istituite dal Capo dei Governo sono elencate qui di seguito e per ciascuna riportiamo la compo- sizione numérica delle categorie economiche. Si ricorda che nelle Corporazioni vi è sempre rappresen- tato il Partito, il quale porta in seno a questo nuovo organismo la continuità dello spirito rivolu^ionario e la voce delia massa dei consumatori. 37 PRIMO GRUPPO Dl CORPORAZIONI (Istituite con decreto dei Capo dei Governo dei 29 maggio 1934-XII) 1* - CORPORAZIONE DEI CEREALI i> Produzione dei cereali ♦ * * ♦ * ♦ 7 datori di lavoro e 7 lavoratori Industria delia trebbiatura ♦ ♦ . * 1 » » » 1 » Industria molitoria, risiera, dolciaria e delle paste » » » 3 » Panificazione ♦ ♦ ..* 1 » » » 1 » Commercio dei cereali e degli altri prodotti sopra indica ti ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ 3 » » » 3 » Cooperative di consumo ♦ * • * « 1 rappresentante Tecnici agricoli ..♦ 1 » Artigianato * ♦.♦ ♦ ♦ ♦ 1 » 2. - CORPORAZIONE DELLA ORTO-FLORO-FRUTTICOLTURA Orto-floro-frutticoltura ♦♦♦♦♦♦ 6 datori di lavoro e 6 lavoratori Industria delle conserve aümentari vegetali ♦*♦.♦♦♦♦♦♦♦ 2 » » » 2 » Industria dei derivati agrumari e delle essenze . ♦ * * ♦ ♦ * ♦ ♦ 2 » » » 2 » Commercio dei prodotti orto-floro- frutticoli e loro derivati ♦ ♦ ♦ ♦ * 3 » » » 3 » Tecnici agricoli 1 rappresentante Chimici ♦ ♦ * ♦ ♦.♦ i » Cooperative di esportatori orto-floro- frutticoli * ^ ♦ ♦♦♦*♦♦. ♦ i » 3. - CORPORAZIONE VITIVINICOLA Viticoltura ♦ * ♦ ♦..♦♦♦♦ * 6 datori di lavoro e 6 lavoratori Industrie enologiche (vini, aceto, liquori) ♦ ♦♦♦♦♦♦.♦♦♦ 2 » » » 2 » 1) Ogni Corporazione ha tre rappresentanti dei Partito. 38 Industrie delia birra ed affrni ♦ * ♦ 3 datori di lavoro e 3 lavoratori Produzione delPalcool di seconda categoria » » » 1 » Commercio dei prodotti sopra eien- cati ♦ ♦.. * ♦ ♦ ♦ 3 » » » 3 » Tecniciagricoli ♦ ♦♦♦♦♦♦♦♦ 1 rappresentante Chimici ....i » Cantine sociali ♦ ♦♦♦*♦♦♦♦ 1 . » 4- - CORPORAZIONE OLEARIA Coltura delPolivo e di altre piante da olio ♦.♦♦♦♦♦♦♦**♦♦ 5 datori di lavoro e 5 lavoratori Industria delia spremitura e delia rafíinazione delPolio di oliva ♦ ♦ 2 » » » 2 » Industria delia spremitura e delia raffinasione delPolio di semi ♦ ♦ 1 » » » 1 » Industria delPolio al solfuro ♦ ♦ ♦ 1 » » » 1 » Commercio dei prodotti oleari ♦ ♦ ♦ 1 » » » 1 » Tecnici agricoli ♦ ♦♦♦♦♦♦♦♦ 1 rappresentante Chimici ♦ ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦ i » 5. - CORPORAZIONE DELLE BIETOLE E DELLO ZUCCHERO Bieticoltura ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦ 2 datori di lavoro e 2 lavoratori Industria dello zucchero.1 » » » 1 » Industria delPalcool di prima cate¬ goria ♦ » » )> i » Commercio dei prodotti sopra indi- cati » » » i » Tecnici agricoli ♦ ♦♦♦♦*♦♦♦ 1 rappresentante Chimici ♦ ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦ i » 39 6 * - CORPORAZIONE DELLA ZOOTECNIA E DELLA PESCA Praticoltura e allevamento dei be- stiame e delia selvaggina . * * ♦ Industria delia pesca marittima e di acque interne e delia lavorazione dei pesce * * ♦ * * * * * * * * Industria dei latte per consumo diretto **♦♦**♦*♦*** Industria dei derivati dei latte * * ♦ Industria delle carni insaccate e delle conserve aümentari animali * ♦ * Commercio dei bestiame * * ♦ ♦ Commercio dei latte e dei derivati * Tecnici agricoli ***♦♦.*.* Mediei veterinari *♦♦♦♦*♦* Latterie sociali.* * ♦ Cooperative di pescatori* ***** 8 datori di lavoro e 8 lavoratori 2 2 » 1 » » » 2 » » » 1 2 2 » » » 2 1 » » » I 2 » » » 2 i rappresentante i )> i » i » » D )) 7 * - CORPORAZIONE DEL LEGNO Produzione dei legno, industria fore- stale e prima lavorazione dei legno Fabbricazione dei mobiíio e di oggetti vari di arredamento domestico * ♦ Produzione degli infissi e dei pavi- menti ♦******♦**.♦ Produzione dei sughero ***** Lavorazioni varie ******** Commercio dei prodotti sopraelen- cati ************* Tecnici agricoli e forestali * * * * Artisti ************* Artigianato * * * *. 2 datori di lavoro agricolo e 2 lavoratori agricoli 2 datori di lavoro industriale e 2 lavoratori industriali 2 datori di lavoro e 2 lavoratori i )> » » i » 1 » » » i » 2 » » » 2 » 3 » » » 3 » i rappresentante i » i » 40 8 * - CORPORAZIONE DEI PRODOTTI TESSILI Industria dei cotone ******* 3 datori di lavoro e 3 lavoratori Produzione delia lana ****** 1 » » » 1 » Industria delia lana* .*♦♦*♦♦* 2 » » » 2 » Industria dei seme-bachi ***** 1 » » » 1 » Gelsi-bachicoltura *♦*.***♦ 1 » » » 1 » Industria delia trattura e delia torci- tura delia seta ********* 1 datore di lavoro e 1 lavoratore Industria dei rayon ♦*♦♦♦♦* 2 » » » 2 » Industria delia tessitura delia seta e dei rayon **♦*♦♦♦♦♦♦* 2 » » » 2 » Coltivazione dei lino e delia canapa 2 » » » 2 » Industria dei lino e delia canapa * * 1 » » » 1 » Industria delia juta * ******* 1 » » »' 1 » Industria delia tintoria e delia stampa dei tessuti. ***** 2 » » » 2 » Industrie tessili varie * * * * * * * 2 » » » 2 » Commercio dei cotone, delia lana, delia seta, dei rayon e degli altri prodotti tessili; commercio al dettaglio dei prodotti stessi * * * 3 » » » 3 » Tecnici agricoli ♦♦*♦*.*** 1 rappresentante Chimici ♦♦**♦♦*♦**** i » Periti industriali ********* 1 » Artisti *♦♦*♦***♦♦♦** i » Artigiani *♦♦♦***.**** 1 » Essiccatoi cooperativi ******* 1 » 41 ir SECONDO GRUPPO Dl CORPORAZIONI (Istituite con Decreto dei Capo dei Governo dei 9 giugno 1934-XII) 9. - CORPORAZIONE DELLA METALLURGIA E DELLA MECCANICA Industria siderúrgica ♦ ♦♦♦♦♦* 3 datori di lavoro e 3 lavoratori Altre industrie metallurgiche ♦ ♦ * 2 » » » 2 » Industria delia costruzione di mezzi di trasporto (automobili, moto- cicli, aeroplani, materiale ferro- tranviario, costruzioni navali) ♦ . 5 » » » 5 » Industria delia costruzione delle macchine ed apparecchi per la radio e per la generazione, tra- sformazione e utilizzazione dell f e- nergia elet trica ♦ 2 » » » 2 » Industria delia costruzione di mac¬ chine ed apparecchi per uso indu- striale e agricolo ♦♦♦.♦♦♦* 3 » » » 3 » Industria delle costruzioni e lavo- razioni metal liche, fonderie e impianti » » » 4 » Industria delia costruzione di stru- menti ottici e di misura e delia meccanica di precisione e di armi 2 » » » 2 » Industria dei prodotti di gomma per uso industriale ♦ ♦ * * ♦ * * ♦ 1 » » » 1 » Industria dei cavi e cordoni isolanti 1 » » » 1 » Oraíi e argentieri » » » 1 » Commercio dei prodotti sopra indi- cati ♦♦♦♦*♦♦,♦**.♦5 » » » 5 » Ingegneri ♦ ♦♦*♦♦♦♦♦♦♦♦ 1 rappresentante Artigianato ♦ ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦ 1 » Consorzi agrari cooperativi * ♦ ♦ ♦ 1 » 42 lo* - CORPORAZIONE DELLA CHIMICA Industrie degli acidi inorganici, degli alcali, dei cloro, dei gas compressi e degli altri prodotti chimici inorganici ♦ ♦♦♦♦♦♦ 3 datori di lavoro e 3 lavoratori Industria dei prodotti chimici per Tagricoltura * ♦ * * * ♦ * * * * 3 » » » 3 » Industria degli acidi organici e dei prodotti chimici organici ♦ ♦ ♦ * 3 » » » 3 » Industria degli esplosivi ♦ ♦ 1 » - » » 1 » Industria dei fosforo e dei fiammiferi 1 » » » 1 » Industria dei materiali plastici ♦ **!»»» 1 » Industria dei coloranti sintetici e dei prodotti sensibili per fotografie * 2 » » » 2 » Industrie dei colori mineraH, delle vernici, delle creme e dei lucidi per calzature e pellami ♦ * * * * 2 » » » 2 » Industria saponiera e dei detersivi in genere, industria stearica e delia glicerina ♦**♦♦♦♦ ♦ * * ♦ 2 » » » 2 » Industria degli estratti concianti * 1 » » » x » Industria conciaria 1 » » » 1 » Industria degli olii essenziali e sinte¬ tici e delle profumerie . * ♦ * ♦ 2 » » » 2 » Industria degli olii minerali *.4*2» » » 2 » Industria delia distillazione dei car- bone e dei catrame; industria delle emulsioni bituminose ♦ ♦ ♦ * ♦ * 1 » » » 1 » Industrie farmaceutiche ♦ ♦ * ♦ ♦ 2 » » » 2 » Commercio dei prodotti delle indu¬ strie sopra indicate * ♦ ♦ * * ♦ ♦ 4 » » » 4 » Chimici * ♦ * * * • ♦ ♦ ♦ ♦ * * i rappresentante Farmacisti *♦♦***♦♦♦♦♦ 1 » Consorzi agrari cooperativi * ♦ ♦ ♦ 1 » 43 ii. - CORPORAZIONE DELL'ABBXGLIAMENTO Industria deirabbigliamento (con- fezioni d*abiti, biancheria, ecc.) * Industria delia pellicceria * * * * Industria dei cappello ****** Industria delle calzature e di altri oggetti di pelle per uso personale* Industria dei guanti ******* Produzione di oggetti vari di gomma per uso di abbigliamento . * * * Magliíici e calzifici ******** Produzione di pizzi, ricami, nastri, tessuti elastici e passamanerie * * Industria dei bottoni ******* Produsioni varie per Tabbigliamento Ombrellifici *********** Commercio dei prodotti delle indu¬ strie sopra indicate ******* Artigianato *. ***** Artisti ************* 3 datori di lavoro e 3 lavoratori 1 » » » i » 2 » » » 2 , » 2 » » » I » )) )) 2 » I » 1 » » )> 2 » » » 1 » 2 » 2 » )) )) I » » » I » » )) I » » » 2 » I » I » I » 4 » » » 4 » i rappresentante i » 12* - CORPORAZIONE DELLA CARTA E DELLA STAMPA Industria delia carta ******* Cartotecnica ********** Industrie poligrafiche ed affini * * * Industrie editoriali.* * Industrie editoriali giornalistiche . Commercio dei prodotti delle indu¬ strie sopra elencate ****** Artisti (autori e scrittori, musicisti, belle arti, giornalisti) ****** Artigianato *********** 2 datori di lavoro e 2 lavoratori 1 » » » i » 2 » » )> 2 » 2 » » » 2 » 2 » » » 2 » di cui uno giornalista 2 » » » 2 » 4 rappresentanti i » 44 13* - CORPORAZIONE DELLE COSTRUZIONI EDILI Industrie delle costruzioni (costru¬ zioni edilizie e opere pubbliche) ♦ Industria dei laterizi ♦.♦♦♦♦♦ Industria dei manufatti di cemento* Industria dei cementi, delia calce e dei gesso ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦. Industria dei materiali refrattari ♦ Commercio dei materiali da costru- zione ************ Proprietà edilizia ♦ ♦♦♦♦.♦♦ Ingegneri ♦ Architetti ♦ ♦♦♦♦♦♦ . Geometri ♦♦*♦♦♦♦♦♦♦♦♦ Periti industriali edili ♦ *.♦♦♦ Artigianato ♦ Cooperative edili ♦♦♦♦♦♦♦.„ 4 datori di lavoro e 4 lavoratori i » )> » ■i » i )> » » i » i » » » i » i » » » i » 2 » » )) 2 » I » M » i y> I rappresentante I » I I » I » I » 14* - CORPORAZIONE DELL'ACQUA, DEL GAS E DELLA ELETTRICITÀ Industria degli acquedotti * * * * 3 datori di lavoro, dei quali un rappresentante delle aziende mu- nicipali e 3 lavoratori, dei quali un rappresentante dei dipendenti delle aziende municipalú Industria dei gas ♦♦♦♦♦♦•♦ 3 datori di lavoro, dei quali un rappresentante delle aziende mu- nicipali, e 3 lavoratori dei quali un rappresentante dei dipendenti delle aziende municipalú Industrie elettriche.4 datori di lavoro, dei quali un rap¬ presentante delle aziende munici- palizzate e 4 lavoratori dei quali un rappresentante dei dipendenti delle aziende municipalizzate» Ingegneri 1 rappresentante Consorzi e cooperative ♦*♦♦♦♦! » 45 15 * - CORPORAZIONE DELLE INDUSTRIE ESTRATTIVE Industria dei mínerali metaílici * . 2 datori di lavoro e 2 lavoratori Industria dello zolfo e delle piriti * 2 » » » 2 » Industria dei combustibili fossili * * 1 » » » 1 » Industria delle cave (marmo, granito, pietre ed affini) *♦♦♦♦♦♦♦ 2 » » » 2 » Lavora^ione dei marmo e delia pietra 1 » » » 1 » Commercio dei prodotti delle indu¬ strie sopraelencate * 2 » » » 2 » Ingegneri minerari ♦♦♦♦♦♦♦♦ 1 rappresentante Periti industriali minerari . ♦ * * 1 » Artigianato 1 » 16* - CORPORAZIONE DEL VETRO E DELLA CERAMICA Industrie delle ceramiche artistiche, porcellane, terraglie forti, semi- forti, e dolci, grès, abrasivi . • ♦ 4 datori di lavoro e 4 lavoratori Industrie delle bottiglie * * * . * * 1 » » » 1 » Industria dei vetro bianco * ♦ * , 1 » » » 1 » Industria delle lastre ♦*,■*..* 1 » » » 1 » Industria degli specchi e cristalli ♦ * 1 » » » 1 » Industria dei vetro scientifico (com- preso quello di ottica) * ♦ * «. * * 1 » » » 1 » Industria dei vetro artistico e con- terie ♦ ♦♦♦♦♦♦♦♦***♦ 1 » » » 1 » Industria delle lampade elettriche ♦ 1 » » » 1 » Commercio dei prodotti delle indu¬ strie elencate ♦♦*♦♦♦*,, 2 » » » 2 » Artigianato ♦ 2 rappresentanti Cooperative 1 » Artisti ♦ i » 46 TERZO GRUPPO Dl CORPORAZIONI (Istituite con Decreto dei Capo dei Governo dei 23 giugno 1934-XII) 17. - CORPORAZIONE DELLE PROFESSIONI E DELLE ARTI Sezione dei Professionisti legali: Awocati e Procuratori ****** 3 rappresentanti (due per gli awocati e uno per i procuratori) Dottori in economia ******* 1 rappresentante Notai ************* i » Patrocinatori legali ******** 1 » Periti commerciali ♦ ♦***♦♦* 1 » Ragionieri ***** .* 1 » Sezione delle professioni sanitarie: Mediei ************* 3 rappresentanti Farmacisti *********** 1 » Veterinari *********** 1 » Xnfermiere diplomate ******* 1 » Levatrici ************ 1 » Sezione delle professioni tecniche: Ingegneri ************ 2 rappresentanti Architetti ************ 2 » Tecnici agricoli ********* 3 » (uno per i dot¬ tori in agraria e uno per i periti agrari) Geometri * * * *.* * * 1 rappresentante Periti industriali ********* 1 » Chimici ************ i » Sezione delle arti: Autori e scrittori ********* 2 rappresentanti Belle arti * . *.* * 2 » Architetti *.♦*•♦****♦♦ 1 » 47 Giornalisti ♦♦♦♦♦*♦♦♦♦* Musicisti.. Istituti privati di educazione e istru- Zione ♦♦♦44»* + ***** Insegnanti privati * .. Attività industriali ed artigiane di arte applicata 4444***44 Commercio delParte antica e mo¬ derna .. i rappresentante i » i » i » i datore di lavoro e 1 lavoratore delPindustria; 2 artigiani i datore di lavoro e 1 lavoratore i8* - CORPORAZIONE DELLA PREVIDENZA E DEL CREDITO Sezione delle Banche: II Governatore delia Banca dTtalia* II Presidente delPAssociazione tra le Società Italiane per azioni* II Presidente dellTstituto di ricostruzione industriale* II Presidente dellTstituto mobiüare italiano* Istituti di credito ordinário ♦ ♦ * ♦ 2 rappresentanti Banche di provincia .. 1 » Istituti finanziari ♦ *. 1 » Banchieri privati ♦ * ♦ ♦ * * ♦ , * 1 » Agenti di cambio 44*4444*1 » Ditte commissionarie di borsa e cambiavalute 4444.44** 1 » Dirigenti di aziende bancarie * * * 1 » Dipendenti delle aziende bancarie * 7 » Dipendenti da agenti di cambio * * 1 » Sezione degli Istituti di diritto pubblico: I membri di diritto delia Sezione delle Banche Casse di Risparmio ordinarie» * ♦ * 4 rappresentanti Istituti di credito di diritto pubblico soggetti alia vigilanza dei Ministero delle Finanze ♦ ♦ ♦ ♦ * * ♦ ♦ ♦ 2 » 48 Istituti speciali di credito agrario * i rappresentante Monti di Pietà ♦ ♦.♦♦♦♦♦♦ 2 rappresentanti dei quali uno per i Monti di Pietà di I a cat* ed uno per quelli di 2 a cat* Istituti di credito di diritto pubblico 3 rappresentanti Banche popolari cooperative ♦ ♦ * ♦ 1 rappresentante Casse rurali ♦ 1 » Dipendenti da Banche popolari e da Casse rurali *♦.♦♦♦♦♦♦♦ 2 rappresentanti Sezione deile assicurazioni: II Presidente deiristituto Nazionale delle Assicurazioni, II Presidente dellTstituto Nazionale Fascista delle Assicurazioni contro gli Infortuni* II Presidente deiristituto Nazionale Fascista delia Previdenza Sociale, Imprese private autorizzate alPeser- cizio delle assicurazioni ♦ * ♦ ♦ * 2 rappresentanti Dirigenti delle imprese di assicura- 210116 ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦ X )> Dipendenti delle imprese di assicu- razione * ♦ ♦ * *.3 » Agenzie di assicurazione ♦ ♦♦,♦! » Dipendenti da agenzie di assicura¬ zione *** + *•»*. + + , + + i )> Dipendenti da istituti di assicura- zione di diritto pubblico ♦ ♦ ♦ ♦ x » Mutue di assicurazione ♦ » 19, - CORPORAZIONE DELLE COMUNICAZIONI INTERNE Sezione delle ferrovie, delle tramvie e delia navigazione interna: Ferrovie e tramvie extra-urbane * 3 datori di lavoro e 3 lavoratori Tramvie urbane.. ♦ ♦ ♦ 1 » » » 1 » Funivie, funicolari, ascensori e íilovie 2 » » » 2 » Navigazione interna 2 » » » 2 » 4 ~ 4 49 Sezione dei trasporti automobilistici; Autoservizi di linea ♦ ♦♦♦*♦* 2 datori di lavoro e 2 lavoratori Servizi di noleggio .♦♦♦♦*♦♦ i » » » i » Servizio taxistico ♦ ♦♦♦♦♦♦♦ i » » » i » Servizio camionistico ♦. i » » » i » Sezione degli ausiliari dei traffico: Spedizionieri ♦ 2 datori di lavoro e 2 lavoratori Attività portuali ♦ ♦♦.♦♦♦♦♦ i » » » i » Trasporti ippici ♦ ♦.♦♦♦♦♦♦ Attività complementari dei traffico i » » » i )> su rotaia e su strada *♦♦♦*♦ 2 » » » 2 » Sezione delle comunicazioni telefoniche, radiotelefoniche e cablo- grafiche: Comunicazioni telefoniche, radiote- lavoratori lefoniche e cablografiche ♦ ♦ ♦ ♦ 2 datori di lavoro e 2 20. - CORPORAZIONE DEL MARE E DELL’ARIA Marina da passeggeri ♦ 4 datori di lavoro e 4 lavoratori Marina da carico ♦ ♦.♦♦♦♦♦♦ 3 » » » 3 » Marina velica i » » » i » Trasporti aerei 2 , » » » 2 » Cooperative ♦ i rappresentante 2 i. - CORPORAZIONE DELLO SPETTACOLO Imprese di gestione dei teatri e dei cinematografi . ♦.. . 2 datori di lavoro e 2 lavoratori Teatri gestiti da enti pubblici, im¬ prese liriche (artisti di canto, artisti di prosa, concertisti, orchestrali, registi e scenotecnici) e di operette, enti di concerti, capocomici, radio- trasmissioni 5 * yy )} 5 » 50 Industrie affini (scenografia, case di costumi e di attr ezzi teatrali, edi- zioni fotomeccaniche).i datore di lavoro e i lavoratore Imprese di produzione cinemato¬ gráfica *♦♦•♦♦*♦**** I )) )) » J) X » Case di noleggio, di films . .... i » » » » j » Imprese di spettacoli sportivi * * * i » » » » x » Editori ♦ .♦♦♦*♦♦♦**** 2 rappresentanti Musicisti ♦ * * * * * *. 3 » Autori dei teatro drammatico e dei cinematógrafo ♦ ♦♦.♦♦ ♦ ♦ ♦ 2 rappresentanti II Presidente delia Società Italiana Autori ed Editori ♦ lí Presidente delPIstituto Nasionale L* U, C. E. II Presidente delPO* N. D« 22. - CORPORAZIONE Alberghi e pensioni ♦ * * * * * . „ Uffici ed agensie di viaggi. Esercizi pubblici in genere (risto- ranti, caffè, bar) ♦ * * * * * * * Attività artigiane connesse con 1 'ospi- talità *♦♦♦*,****.,„ Stabilimenti idroclimatici e termali Case private di cura ******* Mediei ♦♦♦♦♦*****,,, DELL/OSPITAUTÀ 2 datori di lavoro e 2 lavoratori 1 » » » i » 2 » » » 2 » I » » » I » I » » » I » I » » » X » i rappresentante II vigente ordinamento strutturale delle organizzazioni sinda- cali è il frutto di una graduale evoluzione. Recentemente è stato rivedutoispirandosiacriteri dimaggiore semplicità. Anche le de- nominazioni sono State cambiate con una piü precisa indica- Zione degli esercenti 1'attività che l’organizzazione rappresenta. La struttura organizzativa delle associazioni di vario grado si presenta nel seguente modo: Associazioni nazionali giuridicamente riconosciute Confed. Federaz. Sindac. | Totale i - Confederazione Fascista agricoltori I 4 — 5 2 - Confederazione Fascista industriali I 45 — 46 3 - Confederazione Fascista commer- cianti • I 37 - s? 4 - Confederazione Fascista delle aziende dei credito e deirassicurazione * * 4 I 13 — 14 4 99 — 103 i - Confederazione Fascista dei lavoratori deiragricoltura ♦ ♦♦♦♦♦♦♦•♦ i 4 — 5 2 - Confederazione Fascista dei lavoratori deirindustria * * ♦ ♦ ♦ ♦ * * ♦ * ♦ i 20 9 30 3 - Confederazione Fascista dei lavoratori dei commercio ♦♦♦♦♦♦•*♦♦ i 5 — 6 4 - Confederazione Fascista dei lavoratori dei credito e deirassicurazione ♦ * * i 4 — 5 4 33 9 46 Confederazione Fascista deiprofessionisti e artisti ♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦♦* X 22 1028 1051 53 política finanziaria e monetaria U Italia, uscita stremata da una guerra costosissima, entrò in una grave crisi economica e sociale, che ne esauri ancor piü le sue capacità economiche e quindi ridusse enormemente le entrate di bilancio, mentre le spese subivano un continuo aumento* Ma in pochissimi anni il Governo fascista riedificava su nuove salde basi la finança, eliminando ogni disavanzo* II piano delia restaura^ione concepito e voluto fermamente dal Duce si basa sopra queste colonne fondamentali che costi- tuiscono il saldo edifício delia finança fascista: X o Pareggio dei bilancio; 2 o Risanamento delia circolazione monetaria; 3 o Regola^ione dei debiti di guerra; 4 o Sistema^ione dei debito interno; 5 o Sistemasione delFasienda ferroviária; 6 o Abolidone dei corso formoso e ritorno alhoro* L'esercizio finan^iario 1921-22, ultimo delFantico regime, segnava un disavanso di circa 16 miliardi di lire; il successivo 10 riduceva a soli 3 miliardi e Feserci^io finansiario seguente, 11 primo interamente gestito dal Fascismo (1923-24), vedeva scendere il disavamjo a solo 418 milioni di lire* Praticamente era il pareggio* Con Fanno finan^iario 1924-25 comincia la magnifica serie degli anni con bilanci attivi che termina soltanto nel 3:930-31 a causa delia contrazione delle entrate, dovuta alia crisi e alia nuova situa^ione che si Veniva creando nella econo¬ mia mondiale* A dare, in breve sintesi, un quadro abbastansja completo dei bilancio dei nostro Paese dopo il 1913-14, possono giovare i dati raccolti nella tabella sottoriportata: 53 ENTRATE E SPESE EFFETTIVE RISULTANTI DAI RENDICONTI CONSUNTIVI (in milioni di lire correnti) Esercizio finanziario Entrate effettive Spcse effettive Avanzi 0 disavanzi I913-I4 2.524 2.688 _ 164 1914-15 2.560 5-395 — 2.835 1915-16 3-734 10.625 — 6.891 I916-I7 5-345 17-595 — 12.250 1917-18 7-533 25-299 — 17.766 1918-19 9.676 32.452 — 22.776 I919-3O 15-207 23.093 — 7.886 1930-21 I8.83O 36.229 — 17.409 1921-22 19.701 35.461 — 15.760 1922-23 i 8.803 21.832 — 3.029 1923-24 20.582 21.000 — 418 1924-25 2O.44O 20.023 + 417 1925-26 21.043 20.575 + 468 1926-27 2I.45O 21.014 + 436 1927-28 20.072 19-575 + 497 1928-29 30.201 19.646 + 555 1929-30 19.838 19.668 4- 170 193O-3I 20.387 20.891 — 503 1931-32 19.324 23.191 — 3.867 1932 33 i8.2I7 21.766 — 3-549 Ciò che colpisce è il fatto che appena il Regime fascista ha preso le redini dello Stato le cose sono mutate profonda- mente. 54 L/ordine neiramministraçione, la giustizia degli accerta- menti, il rígido controllo delle spese, la lotta sistemática contro il triste costume dell'evasione tributaria, hanno compiuto il prodígio. II primo atino di avanço si ha nel 1924-25, di 417 milioni. Soltanto successivamente, quando la crisi mondiale sconVolse definitivamente 1'organismo economico di tutti i paesi civili, apparve il disavanço, che il Governo fascista ha afffontato con severe misure di economia. Ma per meglio comprendere la struttura finançiaria dei nostro bilancio, e per dare una nozione intorno all'ammontare delle principali voei di entrata, è bene riportare per 1'undicennio 1922-33, i dati relativi alie imposte dirette, alie imposte sullo scambio delia riccheçça e sui consumi, ai monopoli di Stato e al lotto: tali dati consentono di cogliere le varia- çioni subite da queste singole Voei di entrata, nel periodo delia ricostruçione e delia depressione economica mondiale. LE IMPOSTE (in milioni di lire) Anni Imposte dirette Imposte sullo scambio delia ricchezza Imposte indiretfe sui consumi Monopoli di Stato Lotto 1922-23 4.604 2.289 3.965 2.II2 372 1923-24 5.616 2.8o8 3.976 2.312 402 1924-25 5-569 3-239 4.485 2.276 429 X 925-26 5-956 3.718 5.340 2.351 475 1926-27 6.186 3-792 5.263 2.581 481 1927-28 5-595 3.152 5.082 2.740 527 1928-29 1 5.308 3.321 5.781 í 2.797 525 1929-30 5.192 3.I68 5-321 2.939 554 1930-31 5.004 3.674 5-593 3.088 526 193I-32 4.897 3.726 5.074 3.023 515 1932-33 4.644 i 3.582 4.644 2.989 483 \ 55 Sempre neH'ordine delia política financiaria il Regime ha proweduto ad unificare gli istituti di emissione. In omaggio al fondamentale principio delia unità storica e política dei Paese, contrario ad ogni residuo regionale, il Governo concentrò la facoltà di emissione nella sola Banca d'Italia, togliendola al Banco di Napoli e al Banco di Sicilia, che insieme alia prima ancora godevano di questo particolare privilegio. A questa disposicione legislativa segui 1 'altra che attribuiva alia Banca d’Italia le funcioni di vigilanca su tutte le aciende bancarie che raccolgono depositi, In tal modo anche l’esercicio dei credito veniva direttamente sorvegliato. È poi noto che le banche di deposito si sono dedicate anche al financiamento di imprese industriali, compromettendo la loro liquidità e legando strettamente le loro vicende economiche a quelle delle aciende financiarie. La crisi economica e il cataclisma financiario dei 1931, con la caduta delia sterlina, aVevano aggravata la delicata situacione di quegli Istituti. II Governo fascista diede loro Tantica liquidità acquistando in blocco il portafoglio titoli: cioè tutte le acioni delle aciende dagli stessi financiate. Queste banche, che si diedero a volte anche ad una ingiusti- ficabile speculacione, furono salvate dallo Stato, il quale prov- vide ad istituire due grandi istituti financiari, prowisti di adeguati mecci e specialiccati nelle operacioni a medio e a lungo termine: 1 'Istituto Mobiliare Italiano (I.M. I.) e 1 'Isti- tuto per la Ricostrucione Industriale (I. R. L). Questi due enti di diritto pubblico hanno facoltà di emettere obbligacioni, ammesse di diritto alie quotacioni di borsa. In matéria fiscale i due istituti godono di trattamento di favore. 56 La portata di questi prowedimenti, emanati alio scopo di stimolare e sorreggere Tattività economica, può però essere valutata nella sua vera ampiecca soltanto quando essa venga considerata in armonia a tutte le altre prowidence che il Governo fascista ha adottato nel campo delia política crediticia, in relacione specialmente al poderoso programma di financia¬ mento e di credito per le opere di pubblica utilità e per quelle specifiche di miglioramento fondiario e agrario* Un settore nel quale Tacione dello Stato si esplica in pieno è quello monetário* Ovunque la moneta è emessa direttamente dallo Stato oppure da istituti bancari ai quali lo Stato ha concesso tale facoltà* Quindi lo Stato in sostanca è arbitro quasi assoluto nel campo monetário; da esso dipende Femissione, che deve esser contenuta entro i limiti implicitamente stabiliti dalle necessità economiche e financiarie di ciascun paese* Strettamente congiunta con la política monetaria è, per owie ragioni, quella dei credito* Basta pensare al fatto che lo Stato in maniera diretta o indiretta determina le variacioni dei saggio dello sconto, per comprendere quale enorme importanca abbia il suo intervento sia nello stimolare gli affári, sia nel frenarli* Estremamente delicata è Tacione dello Stato in questa diffi- cile matéria; essa non influisce soltanto sulla attività produt- tiva, ma può provocare sperequacioni nel campo distributivo e quindi favorire alcune categorie sociali col sacrifício di altre* II Governo fascista anche in questo settore delFeconomia, come nel piü complesso quadro delia vita economica nacio- nale, ha armoniccato e coordinato i particolari interessi con una política ispirata ai generali interessi dei Paese* Per questo la sua política monetaria ha mirato a resistere in ogni istante 57 alie pressioni delia speculazione per proteggere, difendere, tutelare il grande esercito dei risparmiatori, che costituisce il presidio sicuro delia potensa economica delia Nasione* La recente storia monetaria dei Fascismo sta a documentare la tenacia dei propositi e delle direttive seguite* Quando il Fascismo conquisto il potere la situasione mone¬ taria dei nostro Paese era assai difficile* La nostra lira negli anni delia guerra e deirimmediato dopoguerra aveva súbito una forte svalutasione come dimostra il corso delPoro espresso in lire correnti: Valore delia lira carta in lire (oro) attuali = gr. 0,07919113 di oro fino Rapporto tra lira prebellica e lira attuale 3,6661135 Anni Corso delToro Anni Corso delToro 1909-1914 100, 9 1925 484,2 1915 120, 5 1926 496,3 1916 127,4 1927 380,3 1917 148, 2 1928 366, 9 1918 143,9 1929 368, 4 1919 192,3 1930 368,3 1930 400,0 1931 370, i 1921 454,5 1932 378,7 1922 408,2 1933 371,2 1923 416,7 1934 378, i 1924 434,8 Negli anni 1921 e 1922 la lira italiana era in balia delia spe- culazione, che la faceva oscillare nella maniera piü disordinata; Tinstabilità dei cambio si manifestava anche sul potere di acquisto delia moneta; i prezai delle merci subivano continue variazioni e il costo delia vita ne risentiva le conseguense* 58 Dopo rawento dei Governo fascista le forti oscillasioni monetarie dei período precedente erano quasi scomparse anche per effetto delia immediata distensione psicológica e delia mano possente che reggeva il timone dello Stato, come dimo- strano i dati seguenti: Andamento dei corso dei dollaro: 4° trimestre 1932 = 22 I o » 1923 = 20,6 2° » 1923 = 20,9 3 o » 1923 = 23 4 o » 1923 = 22,8 I o » 1924 = 23,2 2 o » 1924 = 22,7 3 o » 1924 = 22,9 4 o » 1924 = 23,1 II Governo aveva iniziato, súbito dopo il 1922, un'energica política di risanamento finansàario: pareggio dei bilancio e rifor- ma tributaria che eliminava il caleidoscopio dei dopoguerra per riportare le fonti principali delia finança ai tributi fondamentali* Ciononostante nel primo semestre dei 1925 la speculazione internazionale prese di mira la lira italiana e iniziò durante Testate quella grande offensiva — a sfondo antifascista — che durò fino alia estate delPanno successivo: fu nelPestate dei 1926 che la quo- ta^ione dei dollaro sali a 31,60 e quella delia sterlina a 153,68. II Duce, compresa la grande importanza política ed econó¬ mica che pote va avere Tulteriore svaluta^ione, pronuncio a Pesaro il 18 agosto delPanno IV un memorabile discorso nel quale affermò in maniera solenne e decisiva la strenua volontà dei Governo fascista di difendere la lira: fu il discorso dei Duce che stroncò in maniera definitiva la speculazione al ribasso che era stata organissata dal capitalismo interna^ionale. 59 L/effetto psicologico fu immenso* Quello político ed econo- mico fu ancora maggiore: alia fine dello stesso anno, deiranno 1936, il dollaro scese a 22 lire e la sterlina a 108: un anno dopo il discorso di Pesaro il dollaro era quotato poco piú di 18 lire e la sterlina 88* II Governo fascista aveva vinto* Anche in questo campo, nel quale le forse interna^ionali si erano scatenate nella maniera piú insidiosa, P acione decisiva e ferma dei Duce aveva avuto il soprawento* II Capo aveva detto: « Non infliggerò mai a questo popolo meraviglioso d'Italia, che da quattro anni lavora come un eroe e soffre come un santo, Ponta morale e la catástrofe economica dei fallimento delia lira* II Regime fascista resisterà con tutte le sue for^e ai tentativi di jugulazione delle forse finan^iarie awerse, deciso a stroncarle quando siano individuate alPin- terno* II Regime fascista è disposto dal suo Capo alPultimo suo gregário, ad imporsi tutti i sacrifici necessari; ma la nostra lira che rappresenta il simbolo delia Na^ione, il segno delia nostra ricche^a, il frutto delle nostre fatiche, dei nostri sfor^i, dei nostri sacrifici, dei nostro sangue, va difesa e sarà difesa »* E cosi come aveva promesso fu* Nel secondo semestre delPanno 1927 la situazione monetaria risulta completamente cambiata e il Governo fascista si prepara a compiere la profonda riforma monetaria, effettuata alia fine dei 1927, con la stabiliz^a^ione delia lira al valore di cambio che essa aveva raggiunto dopo la strenua lotta combattuta* La lira venne cosi stabilh;2;ata alia cosidetta « quota novanta »♦ Fedele al suo programma il Governo affrontò i rischi e i sacrifici che imponeVa la stabiliz^a^ione a quota 90, pur di recare vantaggio ai risparmiatori, ai portatori di titoli di Stato e alia grande massa dei lavoratori che almeno in un primo tempo si sarebbe certamente aWantaggiata dal minor costo 60 delia vita. Rifiutò la stabilizzazione a quota 120; questa si presen- tava piü facile e comoda, sia per il tesoro, sia per radattamento al nuovo metro monetário deireconomia dei Paese, ma avrebbe colpito duramente i risparmiatori e i laVoratori: cioè la Nazione. La stabilizzazione fu quindi decisa sulla base di 19 lire per dollaro che equivalevano a circa 90 per la sterlina, con una rivalutazione, rispetto alia media dei 1924, che raggiungeva quasi il 20 % dei valore. E fu mantenuta con tenacia impensata ed impensabile. Tanto è vero che cadde la sterlina — awenimento di portata economica enorme — trascinando in breve volgere di tempo la moneta di tutti i Paesi finanziariamente vassalli dellTn- ghilterra; cadde il dollaro: non cadde la lira italiana nonostante i furiosi attacchi delia speculazione d’oltre Alpe e d'oltre oceano. È Veramente unico nella storia monetaria dei Paesi civili questo fatto: mentre in tutto il mondo aweniva il tracollo monetário, lTtalia fascista, in grazia delia sua economia solida e armonica e delia sua meravigliosa unità politica, sapeva resistere contro ogni assalto. II 2 ottobre 1931, súbito dopo la caduta delia sterlina, il Gran Consiglio dei Fascismo fece una solenne dichiarazione nella quale, mentre prendeva atto delia continuità delia poli¬ tica monetaria dei Governo e delle direttive date per mantenerla immutata anche nella eccezionale situazione internazionale, riaffermava che la stabilità delia valuta era necessária e conforme ai reali interessi economici delia Nazione. II Gran Consiglio ricordava che la stabilità delia valuta, basata sulhequilibrio delia bilancia dei pagamenti e garantita dalla awenuta deflazione delia circolazione, dalle precosti- tuite riserve e dalhadeguamento dei prezzi delle merci e dei servizi al livello delia nostra moneta, evitava nuovi dannosi perturbamenti nei rapporti di distribuzione che avrebbero gravato sul popolo italiano laVoratore e risparmiatore. 61 Al nuovo valore monetário furono adeguati salari e prezzi, attraverso un f a^ione oculata, decisa e precisa che ha costituito — in periodo di cosi awersa congiuntura economica — il superbo vaglio delia for^a unitaria dei Regime e delia salde^a ed efficacia delle organi^a^ioni sindacali e corporative* In questo campo Topera svolta dal Partito fascista è stata meravigliosa, ineguagliabile: il popolo italiano si è comportato in maniera magnifica, sacrificando — secondo le norme dei vivere fascista — particolari interessi di categoria per raggiun- gere i piú alti fini na^ionalh La política economica dei Regime è riuscita a contemperare vantaggi e danni con un cosi alto senso di giusti^ia, che soltanto un periodo di alta tensione ideale con una massa permeata dalla cosciensa corporativa poteva consentire di raggiungere* POLÍTICA commerciale Gli economisti liberali hanno esaltato la funcione dei commer- cio interna^ionale come una delle maggiori conquiste civilh Nessuno può disconoscere che le grandi correnti di traffico hanno distribuito su tutta la superfície dei globo i prodotti dei Paesi piú diversi contribuendo ad elevare il tenore di vita dei popoli e portando a quelli quasi primitivi il frutto delia civiltà, Ma nelPesaltasione non è mancata la solita costru^ione astratta e dogmatica che il tempo va inesorabilmente dissol¬ vendo con le dure lezioni delia realtà. Per dare una precisa idea delhimportan^a dei commercio internasionale e delia funcione che- esso esercita nelFeconomia dei nostro Paese è opportuno esaminare il complessivo valore delle importa^ioni e delle esportasioni, formanti la cosidetta bilancia dei commercio interna^ionale (bilancia commerciale) ♦ A nn i Valore (in migliaia di lire) Importazione Esportazione Differenza 1913 3.645.639 2.511.639 I.I34.OOO 1914 2.923-348 2.210.404 712.944 1926 25.878.857 18.664.520 7 . 214-337 1927 20.374.800 15.633.986 4.740.814 1928 22 . 313 .II 3 14.998.982 7.314.I3I 1929 2i.664.760 15 . 235.977 6.428.783 1930 17.346.624 12.119.l8l 5 . 227.443 I93I n.643.059 IO.209.503 1.433.556 1932 8.267.562 6.811.913 1.455.649 1933 7.431.792 5.99O.553 1.441.239 I dati sopra ricordati dimostrano che il volume delle impor- ta^ioni e delle esportasioni si è anda to notevolmente contraendo dopo il 1926* La differen^a tra il valore delle merci importate e quello delle merci esportate supera i 7 miliardi di lire, tanto nelhanno 1926 quanto nel 1928* Dopo il 1930 e precisamente nel triennio 1931-33 esso si stabili^sa intorno a un miliardo e 400 milioni di lire» La passività delia bilancia commerciale non avrebbe una grande importan^a qualora la cosidetta bilancia dei pagamenti, chiamata anche bilancia dei dare e delPavere internazionale, potesse ancora contare sulle cospicue rimesse degli emigranti, sulForo dei forestieri e sui noli marittimi» Purtroppo però, date le continue restri^ioni che si sono avute nei rapporti internazionali, e dato che quelle partite non hanno carattere di stabilità, il debito commerciale va attentamente osservato, poichè altrimenti per colmarlo, in difetto di quelle partite compensative alie quali accennavamo (rimesse degli emigranti, noli, ecc»), non esiste che il trasferimento di oro» Per dare un quadro preciso dei nostro commercio con Pestero, riportiamo una serie di dati riguardanti Timporta^ione e 1'espor- tazione per le principali categorie di beni oggetto di scambio internazionale» 63 STATISTICA DEL COMMERCIO Dl IMPORTAZIONE ED ESPORTAZIONE Esporiazione Valore (Lire) Catcgoric 1930 | 1931 1932 1933 | 1934 Milioni | Milioni | Milioni Milioni | Milioni Animali vivi - carni, brodi, mi- nestre e uova - latte e pro- dotti dei caseificio - prodotti delia pesca * 662 766 402 394 253 Coloniali e loro succedanei, zuc- cheri e prodotti zuccherati * 78 65 57 41 32 Cereali, legumi, tuberi e loro de- rivati alimentari 505 376 376 408 281 Ortaggi e frutta ♦ 1563 1313 IO91 IOO7 879 Bevande ♦ *♦♦♦♦♦•♦♦♦* 234 225 127 138 156 Sali e tabacchi. 70 70 50 52 50 Semi e frutti oleosi e loro residui - olii e grassi animali e vege- tali e cere - olii mineral i, di resina e di catrame, gomme e resine - saponi e candele * . ♦ 536 385 252 178 12© Canapa, lino, juta e altri vegetali íilamentosi, compreso il co- tone - lana, crino e peli - seta e fibre artificiali - vesti¬ menta, biancheria e altri og- getti cuciti 4805 3559 2282 1984 1760 Minerali metallici, ceneri e sco- rie - ghisa, ferro e acciaio - rame e sue leghe - altri me- talli comuni e loro leghe - lavori diversi di metalli co¬ muni ♦ .. 241 679 152 190 210 64 ÈÊmÊMÈÊÈÈmm Valore (Lire) Categorie 1930 | 1931 | 1932 1933 1 1934 Milioni J Milioni | Milioni Milioni | Milioni Macchine e apparecchi - uten- sili e strumenti per arti e me- stieri e per 1'agricoltura - strumenti scientifici e orologi - strumenti musicali * * * * Armi e munizioni ♦ *♦..♦ Veicoli * * ♦ ♦ .. Pietre, terre e minerali non me- tallici - laterizi e materiale ce- mentizio - prodotti delle indu¬ strie ceramiche- vetri e cristalli Amianto, grafite e mica * ♦ ♦ ♦ Legni e sughero ~ carta, cartoni e prodotti delle arti grafiche ♦ Paglia ed altre materie da intrec- cio - materie da intaglio e da intarsio ♦ ... * ♦ Pelli e pellicce ♦ ♦*♦♦♦♦♦ Prodotti chimici inorganici, orga- nici e concimi - generi medici- nali e prodotti farmaceutici - generi per tinta e per concia - gomma elas* e guttaperca Pietre preziose, argento, platino e lavori di metalli preziosi - oro e monete d'oro e d'argento Oggetti di moda, calzature ed effetti d'uso personale non compresi in altre categorie - mercerie, balocchi e spazsole Materie vegetali non comprese in altre categorie.* * Materie animali non comprese in altre categorie. Prodotti diversi ******* 362 328 210 44 12 29 567 280 281 386 313 251 14 5 5 185 135 124 45 33 29 305 166 157 444 323 277 222 79 125 365 256 190 100 64 58 765 80 40 31 5-4 65 Importazione Valore (Lire) Categorie 1930 1931 1932 1933 1934 Milioni Milioni Milioni Milioni Milioni Animali vivi - carni, brodi, mi- nestre e uova - latte e prodotti dei caseificio - prodotti delia pesca* ******♦♦♦. 1364 1026 656 466 486 Coloniali e loro succedanei, zuc- j cheri e prodotti zuccherati * * ' 433 316 249 230 202 Cereali, legumi, tuberi e loro de- rivati alimentari ****** 2093 X264 848 3II 324 Ortaggi e frutta ******** 58 69 57 46 55 Bevande * * * *. . ♦ 27 24 12 16 13 Sali e tabacchi ******** IOI 49 75 44 43 Semi e frutti oleosi e loro residui - olíi e grassi animali e vege- tali e cere - olii minerali, di resina e di catrame, gomme e resine - saponi e candele * ♦ 1736 1466 925 785 764 Canapa, lino, juta e altri yege- tali filamentosi, compreso il co~ tone - lana, crino e peli - seta e fibre artificiali, vestimenta, biancheria e altri oggetti cu- citi *.♦..♦ . 3337 1971 1672 1771 1667 Minerali metallici, ceneri e sco- rie - ghisa, ferro e acciaio - rame e sue leghe - altri me- talii comuni e loro leghe - lavori diversi di metalli co- muni * . .* ♦ 1498 897 586 627 678 Macchine e apparecchi - utensili e strumenti per arti e mestieri e per ragricoltura - strumenti scientifici e orologi - stru¬ menti musicali ******* 1236 802 1 557 532 556 66 Valore (Lire) Categorie 1930 1931 | 1932 | 1933 | 1934 Milioni | Milioni J Milioni | Milioni j Milioni Armi e munisioni.* * 16 17 13 3 6 Veicoli , * * * *.- 190 82 84 84 86 Pietre, terre e minerali non me- tallici - laterisi e materiale ce- mentizio - prodotti delle indu¬ strie ceramiche - vetri e cristalli 1713 1336 891 911 1085 Amianto, grafite e mica * * . * 33 28 l8 15 22 Legni e sughero - carta, cartoni e prodotti delle arti grafiche . 1134 789 541 519 543 Pagíia ed altre materie da intrec- cio - materie da intaglio e da intarsio ********,, 69 45 26 25 29 Pelli e pellicce.* * * 646 436 297 326 319 Prodotti chimici inorganici, orga- nici e concimi - generi medici- nali e prodotti farmaceutici - generi per tinta e per concia - gomma elast* e guttaperca 791 491 362 379 415 Pietre preziose, argento, platino e lavori di metalli preziosi - oro e monete d'oro e d # argento 568 608 225 1479 215 Oggetti di moda, calzature ed ef- fetti d'uso personale non com- presi in altre categorie - mer- cerie, balocchi e spazsole* . ♦ 127 9 i 84 73 61 Materie vegetali non comprese in altre categorie ****** 145 107 121 81 98 Materie animali non comprese in altre categorie ******* 21 14 12 9 n Prodotti diversi ******** 97 1 1 63 1 37 44 57 È opportuno esaminare con attenzione le voei piü impor- tanti deir importazione e delFesportazione di merci* Un primo rilievo di fondamentale importanza riguarda il frumento* Mentre nel decennio prebellico 1 importazione era di 13 mi- lioni di quintali circa, dal 1919 al 1927 ha oscillato dai 21 ai 27 milioni di quintali* II prodigioso risultato delia battaglia dei grano si è manifestato in pieno nel 1934, quando l'impor- tazione netta di grano raggiunge un milione e mezzo circa di quintali* Pressochè costante si è mantenuta invece la importazione dei granturco, la quale nelPultimo sessennio, se si fa astra- 2;ione dal 1 1933, ha oscillato da 6 a 8 milioni di quintali annui* Le importazioni di carbon fossile, di ferro e di legno, hanno segnato specialmente nel periodo 1925-30 un grande^ incre¬ mento, nei confronti dei periodo prebellico* NelTultimo biennio sono diminuite notevolmente* II migliorato tenore di vita delia popolazione italiana e il conseguente aumento dei consumo delle carni, ha determinato un incremento nella importazione dei bestiame vivo e delia carne, rispetto al periodo prebellico* h* importazione di cotone è ferma sulle posizioni prebelliche* II grande sviluppo che ha avuto 1* industria automobilistica e Timpiego sempre crescente dei motore a scoppio nell industria e nei trasporti è stata la causa dei decuplicarsi deli importa¬ zione di benzina* Anche la importazione di lana ha segnato fortissimi aumenti* Cosi pure quella dei semi oleosi* Questi sono i caratteri fondamentali che presenta il com- mercio di importazione nel nostro Paese* La nostra esportazione si può caratterizzare distinguendo i prodotti secondo la forma di attività che li produce* Forti 68 contrazioni segnano le nostre esportazioni di latticini e di canapa* Alte si mantengono le nostre esportazioni ortofrut- ticole* L'esportazione dei tessuti di cotone si può considerare stazionaria* Forte incremento segna invece Tesportazione di tessuti e filati di lana e dei manufatti di seta e di rayon* II Fascismo, per sottrarre il Paese dalla dipendenza estera, specie per certi consumi fondamentali, per tener viva ed effi- ciente la corrente esportatrice e anche per conquistare nuovi mercati onde poter trovare sbocchi adeguati alia crescente produzione agricola e industriale, ha svolto una complessa attività economica e politica, ha durato uno sforzo tenace nono- stante i mille ostacoli non sempre giustificati che si ponevano sul suo cammino* E ciò è veramente meraviglioso quando si pensi che tali posizioni sono State mantenute, malgrado Fimperversare di una crisi che ha sconvolto la economia di tutti i Paesi civiln Per avere una nozione precisa intorno alia natura ed alia direzione delle nostre correnti commerciali con Festero biso- gna esaminare la provenienza delle nostre importazioni e la destinazione delle esportazioni, Sopratutto — nella crescente anemia dei traffici, causata dalle misure di autarchia economica che hanno instaurato tutti i Paesi, dai contingenti ai divieti ed alie limitazioni valutarie — è necessário guardare ai singoli saldi delia bilancia commerciale, per agire adeguatamente nel sistema delle compensazioni o degli scambi bilanciati, che il Governo fascista ha effettuato, La nostra bilancia commerciale è notevolmente passiva con la Jugoslávia e la Romania nel Bacino Danubiano, con la Ger- mania nelF Europa Centrale, con gli Stati Uniti nelle Americhe, con Tlndia Britannica in Asia* Ma anche la Rússia, il Brasile, il Canadá, la Tunisia, il Belgio, il Lussemburgo e F África 69 ■ Meridionale britannica hanno una bilancia commerciale per noi sfavorevole* Le nostre esportazioni hanno superato le importazioni nel commercio con l'Egitto, con la Grécia, la Turchia, la Polonia e la Cecoslovacchia; a noi molto favorevole è stata la bilancia commerciale con la Svizzera, con la Francia e nel 1933 con 1 'Argentina* L' Italia importa bovini dalla Jugoslávia, dairUngheria e dalla Romania; carni fresche e congelate dali'África Meridio¬ nale britannica, dali'Argentina, dal Brasile e dalFUruguay* Pollame specialmente dalla Jugoslávia, uova dalla Jugoslávia, Polonia e Turchia* II frumento viene specialmente dagli Stati Uniti, dall'Au- stralia, dalla Rússia, dall'Argentina e dal Canadá; il granturco dalla Romania e dalPArgentina* II cotone è acquistato specialmente dagli Stati Uniti e in secondo luogo dali'índia Britannica e dall'Egitto* II ferro proviene dalla Francia e dalFUnione Belga-Lussemburghese; il carbone dalla Gran Bretagna e dalla Germania, dalla Polonia e dalla Rússia; la benzina dalla Rússia, dalla Pérsia, dalla Romania e dagli Stati Uniti* La lana dall'Australia, dall'Argentina e dalPAfrica Meri¬ dionale Britannica* II legno dalla Jugoslávia, dall'Australia, dalla Rússia e dagli Stati Uniti* L'osserVazione dei fatti dimostra che con V Impero britannico nel suo complesso abbiamo una bilancia nettamente sfavo- revole* D'altro lato la politica doganale iniziata dal detto impero — dopo la conferenza di Ottava — tende a contenere 1 'importazione straniera ad un limite minimo* Cosi pure awiene per molti altri Paesi con i quali abbiamo relazioni commerciali* Cosi dicasi per gli Stati Uniti che hanno chiuso 70 le porte alia nostra emigrazione ed hanno innalzato barriere doganali elevatissime. La stessa osservazione delia realtà pone spontaneamente le seguenti domande: è proprio indispensabile acquistare le merci di cui noi abbiamo bisogno dai Paesi che si chiudono ermeticamente airesportazione dei nostri prodotti? Per miglio- rare la nostra bilancia commerciale non è possibile agire sopra queste correnti dei traffico onde renderle a noi piú favorevoli? Anche in questo campo, e specialmente in questo campo, il tramonto dei liberismo economico si è già manifestato sotto forme e aspetti inequivocabili. Le lezioni che ci ha dato la storia economica di questi ultimi anni, sono al riguardo sug- gestive e definitive. La fine dei liberismo economico interno è seguita inesorabilmente da quello estero. Pochi Paesi, forse nessun Paese, può rinchiudersi in un piú o meno beato isolamento e svolgere tutte le sue attività nello âmbito dei propri confini. L' Italia poi che non è stata certa¬ mente favorita dalla natura come lo sono stati altri Paesi, può forse meno di quelli chiudersi in un’autarchia economica. Necessita quindi esportare prodotti agricoli e industriali propri per potere prowedere specialmente le materie indispensabili di cui il nostro suolo manca. Da ciò la política delle compensazioni, la quale si armonizza perfettamente coi postulati dello Stato corporativo. Uno Stato nel quale la produzione è disciplinata e controllata, nel quale 1 ’iniziativa privata non è libera di svolgersi come vuole e dove vuole, deve anche regolare le correnti dei traffico, discipli¬ nando anche il commercio internazionale. II Capo, infatti, ha piú volte affermato che la politica eco¬ nomica estera non può ancora svolgersi sulla falsariga di sistemi piú o meno liberistici, eredttati da un mondo superato. Un'economia corporativa in fatto di scambi internazionali non 7i può rimanere schiava delia clausola delia Nazione piú favorita, ultimo feticcio liberale, riaffermata in teoria in ogni consesso economico internazionale, per essere súbito dopo negata in pratica, attraverso una serie di limitazioni che la svuotano di ogni contenuto reale o Tannullano addirittura. Questa figlia legittima dei liberismo non tutti i Paesi Thanno applicata nella sua forma piú liberale (illimitata, incondizio- nata, reciproca). Ha avuto i colpi maggiori non tanto dalPinnal- zarsi delle barriere doganali, quanto dai divieti di importa- zione e dai contingentamenti. Le intese preferenziali, come quella di Ottava, le limitazioni al commercio delle divise, gli accordi di compensazione, le hanno recato durissimi colpi* I Paesi che Vennero meno per primi al libero scambio sono stati proprio quelli che ne avevano meno la ragione, perche favoriti dalla natura, ricchi di materie prime e di capitali: quelli stessi che Pavevano allevato e Pavevano teorizzato, anche perchè si adattava egregiamente ai loro particolari interessi* D'altra parte, a proposito delia concezione liberistica nella organiz^azione degli scambi internazionali, deve essere ben tenuto presente che lo sviluppo industriale va profondamente mutando le tradizionali correnti di traffico* La distinzione tra Paesi agricoli e industriali va perdendo gran parte dei motivi sostanziali che la giustificano* Ogni Paese tende a rendersi piú indipendente anche per ragioni di sicu- rezza* La scoperta scientifica ed il progresso técnico spostano continuamente i termini dei complesso problema: materie prime ritenute un tempo insostituibili, oggi si sostituiscono; monopoli naturali per certi prodotti, cadono di fronte ad impensate produzioni sintetiche* La scienza, col suo inces¬ sante progresso, ha contribuito a rendere economicamente possibili processi produttivi in Paesi in cui pochi anni or sono era follia sperarlh 72 Si assiste veramente ad una profonda rivoluzione técnica, economica e sociale. Dato il tradizionale attaccamento alia clausola delia Nazione piú favorita, il sistema degli scambi bilanciati o scambi con- trattati o scambi compensati, come si dice oggi, non ha trovato in principio favore. È stato osservato che questo sistema non si poteva attuare, perchè il commercio con 1'estero non può chiudersi con un pareggio aritmético, in quanto nei traffici internazionali non si possono sopprimere le compensazioni indirette; è stato ripetuto che esso avrebbe complicato 1 organiz- zazione dei traffici e resa necessária una mastodontica burocrazia; che in certi casi sarebbe stato inapplicabile. Tali critiche erano specialmente il frutto di una profonda incomprensione degli scopi e delle finalità cui mirava il sistema degli scambi bilanciati; nessuno aveva mai pensato che questo potesse essere un sistema eterno; nè che mirasse al pareggio aritmético: si trattava soltanto di un accorgimento di politica economica di carattere contingente, che però poteva recare notevoli benefici al nostro Paese, data la situazione economica specifica in cui si trova. È evidente che il sistema delle compensazioni non supera il problema dei prezzi: questo rimane, cosi come il Duce 10 ha posto e nei limiti dei negoziati fra Paesi che abbiano 11 reciproco bisogno di esportare. Si può quindi concludere che, specialmente nelbattuale momento economico, la cui durata è di difficile previsione, acquistano grande importanza le compensazioni degli scambi, le quali, basandosi sulla nostra posizione di acquirenti di materie prime, consentano il maggior possibile collocamento ai nostri prodotti. 73 IL COMMERCIO Nel passato esistevano soltanto dei commercianti: oggi esiste il commercio italiano, perchè il Regime, attraverso la organi£2;a2;ione, ha dato una personalità unitaria ed organica anche a questa forma insostituibile di attività economica* II Duce ha detto che la funcione dei commercio è quella di portare rapidamente e rasionalmente le merci al consumatore: questo è il suo compito essensiale* II commercio al minuto costituisce gran parte delia vita dei centri urbani* II commercio alhingrosso, che comprende anche il commercio di esportasione, dà lavoro a migliaia di per- sone e costituisce una delle espressioni piú alte delia vita civile* È stato osservato che nel commercio la técnica diventa vita* In tal senso il commercio è lotta: lotta che comincia nella piccola bottega familiare e si estende al grande magassino, che si esplica nella borsa, nella banca e può dare le armi per formidabili conquiste* Se Tagricoltura e T industria si risolvono nella produzione di nuovi beni economici e cioè nella trasfor- mazione delia matéria, il commercio opera trasformazioni che awengono nello spazio, perchè le merci sono recate dai centri di produ^ione ai centri di consumo* L/Italia fascista che non ignora nessun settore deirattività economica, che fa tesoro delle grandi tradizioni patrie, che ha il culto dei titoli di nobiltà conquistati dal nostro popolo nelle guerre e nelle ar ti, neir industria e nel commercio, che non dimentica la gloria di Venezia e quella di Gênova, come di Pisa e di Amalíi, non poteva non dedicare anche a questa forma di attività tutte le cure, contemperandole con le prowi- denze portate alie altre branche di attività economica dei regime* L/Italia ha bisogno di espandersi, e quindi deve conqui- stare anche attraverso i pacifici commerci le grandi vie dei 74 #?/ ^7\sA continenti e degli oceani; cosi i commercianti possono espliça^ o 1 una magnifica opera di penetracione che porti con le mèrçc^' / scambiate il nome e la potenca d'Italia nei piú lontani Paesap^ oÇ Vy Le force commerciali d' Italia si sono già addimostrate alPal- ^ tec£a dei compito, anche perchè il Governo fascista ha saputo liberare il commercio da quei preconcetti ostili che tanto lo hanno demoraliczato e awilito* Risanare, dare nuova vita alie correnti mercantili, ridare nuova consideracione alia fun¬ cione dei commerciante che non è egoistica ed esosa ma è, come quella degli altri produttori, elemento indispensabile delia organiczacione economica* Di solito quando si discorre di commercio alhingrosso ci si riferisce alie correnti internacionali* Lo dimostra il fatto che le statistiche ufficiali di quasi tutti i Paesi comprendono sotto il titolo ricordato le cifre relative alhesportacione e alhim- portacione* Quei dati dimenticano completamente le importan- tissime correnti che si muovono alh interno dei singoli Paesi per alimentarne i mercati* II Duce, parlando ai commercianti il 26 ottobre delhanno X, a Milano, affermò che la funcione dei commercio è insosti- tuibile, rappresentando essa un fattore storico* Questa affer- macione vale tanto per il commercio alhingrosso come per quello al minuto* II grossista è infatti un efficace collaboratore e un precioso consigliere dei produttore* Esso è in grado di valutare la capacità di consumo dei singoli mercati rispetto alie diverse merci; esso meglio di ogni altro può stabilire le attrecsature che occorrono per distribuire le merci al piccolo consumo* In questo senso la sana attività economica svolta dal grande commerciante è quanto mai benefica, sia perchè esso possiede una competenca specifica ed integrale dei mer- cato di quella data merce in un dato luogo, sia perchè esso 75 adempie alia insopprimibile funcione di intermediário ed è quindi elemento fondamentale delbeconomia nacionale. Nei riguardi delFeconomia corporativa il commercio alio ingrosso può facilitare il raggiungimento rápido ed economico di particolari forme di disciplina delia producione. II funcio¬ namento dei magaccini ai fini delia conservacione dei prodotti, specie di quelli di facile deperibilità, l'organiccacione dei proce- dimenti tecnici per il rápido riassorbimento delle giacence invendute o invendibili e per il racionale rinnovamento delle partite di scorta, possono essere affrontati con successo dai commercianti all' ingrosso organiccati corporativamente. In tal modo il grande commercio adempie perfettamente ad un'alta funcione corporativa. Ma il sistema attraverso il quale si effettua la distribucione delle merci comprende centinaia di migliaia di piccole aciende. È per opera dei bottegai che i prodotti deiragricoltura e delia industria giungono sino alie piu remote valli montane, ai piü discosti casolari. L' importanca e T influenca che il commercio al minuto può esercitare sulla vita sociale giustifica la vigilanca a cui esso è sog- getto, i controlli che su di esso si esercitano e la disciplina che ad esso si impone; appunto per questa sua funcione di vivificare ogni piu remota contrada, di consentire che ogni prodotto sia accessibile in ogni luogo al piú modesto consumatore, il com¬ mercio al minuto appare meritevole di particolare consideracione. Le aciende di commercio al minuto ammontano a circa 550.000 con 1.500.000 persone addette, delle quali il 60 % è formato da proprietari, dirigenti e dai loro famigliari, e il 40 % da veri e propri dipendenti. La maggioranca quindi è formata da imprese a carattere famigliare, neiresercicio delle quali le donne partecipano in proporcioni noteVolissime. 76 Una nozione piú precisa intorno alia natura degli esercúi commerciali e alia loro importanza si può avere dalla tabella sotto riportata: ESERCIZI COMMERCIALI SECONDO IL NUMERO DEGLI ADDETTI (cifre per ioo esercizi di ogni categoria) Cat ego fie i addetto Da 3 a 5 addetti Da 6 a 10 addetti Okre ii addetti Commercio in grosso: 1 Animali vivi ♦'. 6l, 4 33,5 3 , 1 2, 0 Generi alimentari ♦ . * . 49,2 42,0 5,4 3,4 Filati, tessuti, ecc. 18, 6 47 , 0 18,3 16, i Commercio al minuto : Metalli, macchine, ecc* * * 43,8 47 , i 5,6 3,5 Generi alimentari . * * * 60,5 38,8 o,6 0, i Filati, tessuti, ecc. 59.4 38,2 1,8 0, 6 Mobili, vetreríe, ecc* * * * 52.9 42,0 3,6 1, 6 Oggetti d f arte. 57.5 39,4 2,2 o, 9 Prodotti chimici . 58,8 38,3 1,9 1,0 Misto * . . *. 64, i 33,6 i ,3 1, 0 Nel nostro Paese il numero dei negozi al minuto non sembra proporzionato ai bisogni delia distribuzione dei prodottn II rapporto fra la popolazione servita e il numero dei negozi è leggermente inferiore a quello che si riscontra in altri Paesi* Mentre in Italia il numero dei negozi è di uno ogni 75 abitanti, nella Svizzera 11 rapporto sale ad 80, nell* Inghilterra risulta di 77, negli Stati Uniti d'America di 79, nella Germania di 78* Attraverso questa rete di distribuzione al consumatore, nella quale troVano la loro fonte di attività e quindi i loro mezzi di vita quasi 4 milioni di abitanti, passa il consumo nazionale e grandissima parte dei denaro necessário alia produzione* 77 Se è incontestabile la utilíssima funcione esercitata da questi piccoli commercianti è da ritenere che il loro numero sia supe- nore a quello che tecnicamente sarebbe necessário ed economi¬ camente utile per la distribuzione dei prodotti* In molti medi e piccoli centri urbani si sono andati moltiplicando in maniera eccessiva questi piccoli esercizi; Timprenditore pretende di trarre i mtzzi di vita per Tintera famiglia con un modestíssimo capitale e servendo uno sparuto numero di clienti* Questo orien- tamento che si è accentuato in maniera particolare nel periodo postbellico e durante V inflasione, favorito anche dall'esodo rurale che allora awenne in maniera intensa, è stato stigmatis- Zito dal Governo fascista \ il quale intende ridurre al necessário il costo di ogni servisio e sopprimere gli organismi superflui* Con lo scopo di ridurre il costo delia distribusione dei beni dalla produ^ione al consumo e di adattare il piú sollecitamente possibile i prezzi al dettaglio al livello di quelli alhingrosso — evi¬ tando le conseguenze delia cosidetta vischiosità, cara agli adora- tori dei «laisse* faire, laisse* passer » — Tordinamento cor¬ porativo dello Stato fascista ha agito e agisce incessantemente* Come pure compito importantíssimo dell'a£ione corpora¬ tiva in fatto di moralizsa^ione dei commercio e di tutela dei consumatore è la difesa dalle adulterazioni e dalle frodi* L'economialiberale può anche attendere che il consumatore o il tempo facciano da loro giusti^ia dei prodotti non genuini: 1'eco- nomia corporativa no* Non solo, ma nella lotta economica fra pro¬ dotti genuini e surrogati, fra produ^ioni genuine e sofistica^ioni, fedele al suo principio deve ispirare Ta^ione all* interesse pre- valente col quale coincide quello delia collettività nasjionale* Nel discorso pronunciato dal Duce in Campidoglio, il 33 marso XIV, alhAssemblea delle Corpora^ioni, sono stati tracciati gli sviluppi delFeconomia fascista* I «L/assedio economico — Egli ha detto — ha sollevato una serie numerosa di problemi, che tutti si riassumono in questa proposi^ione: r autonomia política, cioè la possibilità di una política estera indipendente, non si può piü concepire sen^a una correlativa capacità di autonomia economica* Ecco la lecione che nessuno di noi dimenticherà! « Coloro i quali pensano che finito Fassedio si ritornerà alia situasione dei 17 novembre, shngannano* II 18 novembre 1935 è ormai una data che segna V inicio di una nuova fase delia storia italiana* II 18 novembre reca in sè qualche cosa di defi¬ nitivo, vorrei dire di irreparabile* La nuova fase delia storia italiana sarà dominata da questo postulato: realÍ2£are nel piú breve termine possibile il massimo possibile di autonomia nella vita economica delia Na^ione »♦ E passando alFanalisi il Capo ha dato il panorama futuro delFeconomia italiana, che poggerà sopra questi caposaldi* Nessuna innova^ione sostansiale nelFeconomia agrícola, che rimane a base privata, disciplinata e aiutata dallo Stato e armoni%2:ata, attraverso le Corpora^ioni, colle altre attività economiche nacionali* Nei riguardi dei commercio estero ha ribadito la sua fisio¬ nomia di funcione diretta o indiretta dello Stato con carattere duraturo e non contingente; mentre il commercio interno rimane affidato alFiniziativa individuale o di associa^ioni, come pure la media e la piccola industria* II credito è già porta to, con recenti prowedimenti, sotto il controllo dello Stato* E cosi pure, sen^a precipita^ioni ma con decisione fascista, lo sarà la grande industria, la quale assu- merà un carattere speciale, nelForbita dello Stato, con gestione diretta, o indiretta, ovvero con un efficiente controllo* 79 ÍIL VAGRICOLTura italianà E LA POLÍTICA RURALE DEL REGIME 6-4 CARATTERI DELL'AGRICOLTURA ITALIANA L ITALIA ha una superfície territoriale di 310.107 kmq., costituita per 4 / 3 da montagna e collina e sol tanto per 1 j s da pianura, Su questa limitata superfície, in data 21 aprile 1931-XI, viveva una popolazione di oltre 41 milioni di abitanti, con una densità media di 133 persone per ktnq.; oggi siamo oltre 43 milioni (140 per kmq,). La popolazione dedita all'agricoltura si aggira sui 20 mi¬ lioni di individui raccolti in 4 milioni di famiglie rurali circa, aventi una media di 5 componenti. È noto che le condizioni di fertilità dei suolo italiano non sono le piú felici. Si è ricordato come esso sia prevalentemente montuoso e collinoso: la pianura si estende soltanto a 6.446.238 ettari. Ma parte di questa pianura è formata da terreni che si trovano in difficili condizioni per la produzione agrícola, data la péssima distribuzione delle piogge che li rende eccessiva- mente aridi per potervi esercitare una ricca agricoltura: ricor- diamo in particolare il Tavoliere di Puglia e i Campidani di Cagliari e di Oristano in Sardegna. Spessissimo poi la pianura era malarica per il disordine idraulico conseguente al regime torrentizio dei fiumi e al disboscamento montano. Nonostante queste infelici condizioni naturali il popolo ita¬ liano è stato costretto ad adibire alie coltivazioni quasi tutta la superfície, per la forte densità delia popolazione su un terri¬ tório naturalmente povero, a limitato e localizzato sviluppo industriale, in assenza di colonie redditizie. Tanto che solo 1’8 % delia superfície territoriale è improduttiva: il resto è a coltura e la massima percentuale di utilizzazione si ha nei terreni di collina. 83 Anche laddove ammiriamo un'agricoltura particolarmente intensiva, come nella pianura padana, questa è il risultato di ingenti opere di miglioramento compiute attraverso i secoli, che con 1’acqua o contro Tacqua, mediante 1’irrigazione, il prosciugamento o la colmata, hanno formato una nuova natura. Altrettanto dicasi delia meravigliosa sistemazione colunai e deiritalia centrale, meridionale e insulare, che costituisce una costruzione dei lavoro dei contadino italiano, che spesso ha portato a spalle la terra che doveva accogliere nel suo grembo e alimentare la pianta. Ma per meglio comprendere la natura e la portata dei pro- blemi di politica agraria affrontati dal Governo fascista è opportuno approfondire ulteriormente le condizioni di am¬ biente nelle quali essa si esplica. RIPARTIZIONE AGRARIA DEL TERRITÓRIO Ripartizioni geografiche Seminativi Coliure I e g no s e specializzate Terreni saldi I) Superfície improduttiva Superfície territoriale Italia settentrionale 4-577 421 6.310 1.563 12.871 Italia centrale * . 2.834 229 2-443 325 5.831 Italia meridionale ♦ 3.260 1.068 2.619 382 7.329 Italia insulare ♦ * 2.164 514 2.080 222 4.980 Regno* • . 12.835 2.232 13.452 2.492 31.OII x) Prati e pascoli permanenti, boschi e castagneti, incolti produttivi. 84 La superfície agraria forestale misura 28*519*000 ettari dei quali oltre 15 milioni sono costituiti dai terreni agrari propriamente detti* Di questi, 12*835*000 sono rappresentati da seminativi semplici e arborati e 2*232*000 da culture legnose specializzate* I prati e i pascoli permanenti figurano soltanto con circa 6 milioni di ettari* I boschi compresi i castagneti, si estendono per 5*561*000 ettari* Gli incolti produttivi, frequenti special- mente nella dorsale appenninica, raggiungono 1*700*000 ettari* Nel complesso quindi i seminativi dominano le altre qualità di coltura con il 45 % delia superfície agraria e forestale* Ad essi seguono i prati e i pascoli permanenti con il 21/7 %, i boschi con il 7,8 %♦ In questo ambiente si allevano 7 milioni di bovini, 10 milioni di ovini, 3*300*000 suini, 1*900*000 caprini* I cavalli raggiun¬ gono quasi il milione, gli asini, i muli e i bardotti raggiungono circa 1*400*000* Si allevano anche circa 15*000 bufali* II popolo italiano è un popolo in mareia* Un secolo fa entro gli stessi confini dei Regno vivevano circa 21 milioni di abitanti; oggi abbiamo superato i 43* Nelhultimo de- cennio la popolarione ha avuto un incremento di circa tre milioni e me^o* Lo Stato fascista, consapevole dei problemi che una cosi alta densità delia popolarione viene a determi- nare, si è decisamente orientato verso una política rurale* E ciò perchè la popolarione rurale possiede nel piú alto grado la virtü dei risparmio e la tenacia nei propositi, la probità di vita e il senso delia continuità, Tamore per la terra e per il lavoro: qualità che invece si attenuano sempre piú nelle popo- larioni delle grandi città, dove si cerca di vivere la vita « co- moda », dove si disfrenano gli egoismi piú acerbi, dove il senso delia solidarietà umana sostanriale e non solo apparente, ha súbito i colpi piú duri* 85 w- Bisogna ruralizzare 1 'Italia anche se occorrono railiardi e mezzo secolo, ha affermato il Capo. Poichè la ruralità non solo assicura lo sviluppo demográfico, che costituisce una delle maggiori espressioni delia potenza di un popolo (i rurali sono i piú prolifici), ma assicura anche la sanità fisica e morale delia razza, custodisce i grandi ideali delia vita, si compendia nella famiglia, sente tutta la bellezza dei lavoro creativo, stimola la virtú dei risparmio. Perchè la mèta agognata da ogni lavoratore è quella di raggiungere il possesso terriero, trasformandosi da bracciante in colono, da colono in piccolo affittuario o in piccolo proprietário/per attaccarsi alia sua terra che ama e che ha desiderata come aspirazione massima. Perciò il Regime nella sua política di ruralizzazione tende a fissare il contadino alia terra, combattendo il bracciantato anonimo e quasi nômade e stimolando la diffusione delle forme di colonia e di compartecipazione, nonchè incitando, come vedremo, 1'estendersi delia piccola proprietà. «L/anima delia nostra razza, che ha storicamente vissuto il passaggio dalla vita agreste a quella dell'urbe e che ha tratto mirabili espressioni di arte, di vita sociale e religiosa, ben sa come sull'agricoltura sia costruito 1'intero edifício delia pro- sperità sociale ». Cosi il Duce si esprimeva in un discorso pronunciato alia 7 a assemblea dell’Istituto internazionale di agricoltura il 2 maggio 1924. II Capo awertiva che altre attività produttive possono essere piú impressionanti nella grandiosità localiz- zata delle loro manifestazioni, piú facili apportatrici di gua- dagno, ma nessuna altrettanto augusta ed essenziale. Poichè, infine, tutto potrebbe immaginarsi ritolto albumanità delle sue superbe espressioni di forza e di conquista, ma non mai, finchè la razza umana esista, non mai 1’arte di trarre dalla terra madre quanto è necessário a sostenere la vita. 86 È pensando alie virtü rurali dei popolo italiano che il Duce, al primo congresso di agricoltura coloniale di Tripoli, affer- mava che in Italia sta sorgendo una nuova generaçione, la generaçione modellata dal Fascismo: poche parole e molti fatti* La tenacia, la perseverança, il método, tutte le virtü alie quali Pitaliano sembrava negato dovranno diventare domani, e sono già in parte, virtü fondamentali dei carattere italiano* Per questi motivi fondamentali il Fascismo ha dedicato le sue piú solerti cure alio sviluppo delPagricoltura* II Capo in moltissime occasioni ebbe ad esprimere in maniera inequivocabile la sua fede negli sviluppi delPagri- coltura italiana, base delia economia, baluardo contro Tur- banesimo* Paralleíamente alia politica agrícola, il Fascismo ha svilup- pato la politica forestale e montana, di quelle montagne « che salvaguardano la nostra piú grande pianura e costituiscono la spina dorsale delia Penisola: la politica dei Regime è diretta a sostenere la popolaçione delia montagna ai fini pacifici e a quelli militari »♦ « Tra il mare e le montagne, si stendono valli e piani: la terra nostra, bellissima, ma angusta, trenta milioni di ettari per 42 milioni di uomini* Un imperativo assoluto si pone: bisogna dare la massima fecondità ad ogni çolla di terreno* II Fascismo rivendica in pieno il suo carattere contadino* Di qui la politica rurale dei Regime nei suoi diversi aspetti: il credito agrario, la bonifica integrale, la elevaçione politica e morale delle genti dei campi e dei villaggi* Solo con il Fascismo i contadini sono entrati di pieno diritto nella storia delia Patria* Volgete gli occhi sulPAgro Romano e avrete la testimoniança delia profonda trasformaçione agraria in via di esecuçione »♦ 87 Con questo inimitabile stile il Duce definiva, airAssemblea Quinquennale dei Regime, il io marzo deiranno VII, i motivi fondamentali che spiegano perchè il Regime attui una polí¬ tica rurale* La nuova política agraria inizia in pieno la sua attività neiranno 1925. II Duce, negli anni precedenti diede la sua prodigiosa atti¬ vità a un lavoro di ordinamento, di revisione e di sistema- zione, perchè Egli, anzichè precipitarsi sulla macchina statale per frantumarla come ha fatto la rivolmâone russa, ha voluto « armoniszare il vecchio col nuovo; cio che di sacro e di forte sta nel passato, cio che di sacro e di forte ci reca, nel suo inesauribile grembo, 1'awenire »♦ In tutta Tazione política dei Regime, ma in particolare in quella rurale, giganteggia il nome di Arnaldo Mussolini, grande anima e grande mente, strappata alia Nazione da una tragédia che solo possono comprendere appieno coloro — come ha scritto il Duce — che sono « continuati »♦ La ricostru^ione forestale d'Italia fu un suo preciso fine; fondò e presiedette il Comitato forestale italiano, organo pro- pulsore delia rinascita silvana* Due grandi cimenti contraddistinguono la parte centrale delia política rurale dei Regime: la battaglia dei grano, la bonifica integrale* Entrambe pensate, volute, guidate dal Duce* Çominciamo dalla prima* 88 LA BATTAGLIA DEL GRANO latino, non è soltanto Capo e con II Duce, puríssimo genio dottiero, ma anche Poeta: Amate il pane cuore delia casa profumo delia mensa gioia dei focolari Rispettate il pane sudore delia fronte orgoglio dei lavoro poema di sacrifício Onorate il pane gloria dei campi fragranza delia terra festa delia vita Non sciupate il pane ricchezza delia Patria il piú soave dono di Dio il piú santo prêmio alia fatica umana. Rileggendo queste parole di saggez^a e di amore, nelle quali si trasfonde con un religioso senso delia vita il rispetto per le cose eterne donateci da Dio, non si può non provare una profonda commozione, Esse esprimono Panima con la quale fu dichiarata la bat- taglia dei grano; non si tratta di raggiungere finalità soltanto economiche, ma di appagare un bisogno pátrio che supera il fatto economico per divenire integrale fatto político, II Capo a Palato Chigi, il 4 luglio delPanno III, inse- diando il Comitato permanente dei grano, affermava che Pannuncio delia battaglia dei grano aveva avuto una ripercus- sione profonda in tutto il Paese, Segno certo che rispondeva ad una necessità universalmente sentita, Egli ricordava le conseguenze finanziarie dello scarso raccolto delPanno 1924, le quali ammonivano severamente a fare tutto il possibile per conquistare Pindipendenza per il fondamentale alimento dei popolo italiano* 89 II Capo stesso fissava le direttive delfasione: I o non è strettamente necessário aumentare la super¬ fície coltivata a grano in Italia* Non bisogna togliere il terreno alie altre colture che possono essere piú redditizie e che co- munque sono necessarie al complesso deireconomia nazionale* È da evitare quindi ogni aumento delia superfície coltivata a grano* A parere unanime la cifra di ettari raggiunta con le semine dei 1924 può bastare; 2 o è necessário invece aumentare il rendimento annuo di grano per ettaro* L/aumento medio anche modesto dà risultati globali notevolissimi* Posti questi capisaldi, il Comitato permanente doveva affrontare: a) il problema selettivo dei semi; b) il problema dei concimi e in genere dei perfezionamenti tecnici; c) il problema dei prezai* Per reali2£are tutte le possibilita di miglioramento delle nostre colture granarie bisognava arrivare alie grandi masse rurali, veramente silen^iose e operanti, al grosso cioè delfeser- cito disseminato nelle campagne italiane* II popolo italiano era perfettamente convinto delia san- tità di questa battaglia e delia possibilità di vincerla; Egli sentiva che si lottava per la vera libertà cioè per la libe- razione delia Nasione dalla maggiore servitü economica straniera* Ventisei giorni dopo il Duce parlando ai capi delle orga- niç2;a2;ioni agricole, pronunciava parole fatidiche che oggi sono scolpite nel cuore di ogni agricoltore d'Italia: « Battaglia dei grano significa liberare il popolo italiano dalla schiavitü dei pane straniero* La battaglia delia palude significa libe¬ rare la salute di milioni d^taliani dalle insidie letali delia malaria e delia miséria* II Governo fascista ha ridato al popolo italiano le essenziali libertà che erano compromesse o perdute: quella di lavorare, quella di possedere, quella di circolare, quella di onorare pubblicamente Dio, quella di esaltare la vittoria e i sacrifici che ha imposto, quella di aver la coscien^a di se stessi e dei proprio destino, quella di sentirsi un popolo forte non già un semplice satellite delia cupidigia e delia demagogia altrui* «Voi, agricoltori d'Italia, che sapete per la dura espe- riensa dei vostro lavoro come le leggí delbuniverso siano inflessibili, voi siete i piú indicati ad intendere questo mio discorso* « Recate a tutti i piú lontani casolari, a tutti i vostri camerati disseminati per i campi delia nostra terra adorabile, il mio saluto e dite loro che, se la mia tenace volontà sarà sorretta dalla loro collaborazione, Tagricoltura italiana verrà incontro ad un'epoca di grande splendore »♦ E cosi, infatti, è stato* La battaglia dei grano è stata Tindice piú eloquente delbin- dirÍ2;2;o delia politica agraria dei Regime* Con la battaglia dei grano si è voluto poten^iare tutta 1 'agri- coltura italiana, sospingerla a reali^are il massimo delia produ- zione ottenibile in tutti i settori* Sia nel campo viticolo come in quello ortofrutticolo, nelbolivicoltura come nel campo delle colture industriali, sono State prese una serie di prowidenze intese ad ottenere il miglioramento delle coltivazioni ed il collocamento dei prodotti* Attraverso Topera vigile e continua delblstituto Na2;ionale per TEsportazione nuovi sbocchi sono stati aperti al commercio estero delia frutta, degli agrumi, degli ortaggi; sono stati attentamente studiati i centri esteri di consumo; è stato disci- plinato Tafflusso dei prodotti ortofrutticoli; sono State imposte 9x agli esportatori norme rigide per garantire la qualità dei pro- dotti venduti. Nè Topera di difesa deiragricoltura poteva estraniarsi dalla tutela dei rurale di fronte airinsidia delia speculazione. Uorgãnizzazione degli ammassi granari, intesi a sottrarre Tagricoltore alia vendita formata dei frumento nel periodo dei raccolto, ha disciplinato il mercato, costituito una riserva, evitato che ai contadini, come frutto deíla loro fatica, fosse riservato il piú basso prezzo raggiunto súbito dopo la trebbia- tura. II favore sempre crescente che tale istitusione ha incon- trato presso gli agricoltori sta a dimostrare la sua efficacia e la radicata fiducia che essi hanno in questa come in tutte le altre prowidensje dei Regime. Se nel vasto quadro delia politica economica fascista la battaglia dei grano costituisce un episodio, esso è però tal¬ mente grandioso e suggestivo, acquista tanta importanza spiri- tuale ed economica, da prestarsi magnificamente per dare unhdea dei clima nel quale il popolo italiano ha lavorato in questi ultimi anni* Nel quadriennio 1931-1924, prima cioè che il Duce chia- masse gli agricoltori a raccolta per ini^iare la battaglia, la produzione granaria oscillava intorno ai 50 milioni di quintali con un rendimento per ettaro di qL 10,9, cioè poco superiore alia media di qh 10,5 segnata nel quinquennio prebellico 1909-13. II raccolto na^ionale era assolutamente inadeguato al con¬ sumo. Questo era fortemente aumentato per la migliorata alimentasàone dei popolo italiano, il quale aveva sostituito il frumento al granturco, alie castagne ed agli altri alimenti che, specie nelle zone di montagna, erano usati largamente. Si doveva quindi ricorrere in misura crescente ai grani stra- nieri: Timportazione media che nel decennio 1905-1914 era 92 di 13 milioni, era salita alia cifra di 26 milioni di quintali nel quadriennio 1921 -1924* Considera2;ioni meramente economiche si univano a quelle di carattere spirituale* E i risultati non si fecero attendere* Mentre la media produzione dei quadriennio bellico fu di qL 9,99 per ettaro, eguale a quella dei quadriennio prebellico, la media produ^ione dei primo quinquennio delia battaglia dei grano fu di qL 12,5 cioè di 2 quintali superiore a quella bellica e di 2,5 superiore a quella dei primo quadriennio postbellico* Sono oltre 10 inilioni di quintali di aumento assicurati alia produ^ione frumentaria nasionale, pur con anni, come il 1927 e il 1930, le cui condizioni climatiche furono assai sfavorevolL La media produzione dei secondo quinquennio delia bat¬ taglia fu di qL 14,65 per ettàro* II progresso si è verificato in ogni parte dei Paese: nelLItalia settentrionale come in quella meridionale e insulare; nelle zone di collina come in quelle di pianura* Se dalle cifre medie passiamo a considerare le punte piú elevate, colpiscono le produ^ioni altissime che si sono rag- giunte, non in ristrette particelle di pochi metri quadrati, ma su ettari di terreno in pieno campo; produzioni che una volta sembrava follia sperare, e che sono State ottenute per virtú di una técnica moderna che solo la battaglia dei grano poteva stimolare* Le punte di qL 40 che un tempo sembravano insupera- bili sono salite a qL 74 nel 1932, a 82 per ettaro nel 1933* I metodi tecnici di coltivazione si diffondono: la schiera dei concorrenti alia vittoria dei grano è passata da poche centi- naia a migliaia* 93 Le produ^ioni medie hanno segnato un continuo aumento come dimostrano i dati seguenti in quintali per ettaro di super¬ fície coltivata a grano: Anno Quintali Anno Quintali 1915 9,2 1926 12, 2 I916 IO, 2 1927 10, 7 1917 8,9 1928 12, 5 1918 II, 4 1929 14, 8 1919 10,8 I93O 11,9 I92O 8, 4 1931 13,8 1921 11, 0 1932 15,3 1922 9 , 5 1933 16, 0 1923 13 , i 1934 12, 8 1924 IO, I 1935 15,3 1925 13,9 Le medie di ql* 15,3 nel 1932, di ql* 16,0 nel 1933 e di 15,3 nel 1935, sono di un'eloquen£a suggestiva* Si hanno fondatissimi motivi per ritenere che Tattuale media nazionale di 14-15 quintali per ettaro possa essere supe- rata nel prossimo awenire, anche se i capricci dei clima potranno provocare qualche regresso occasionale* Oggi Tltalia è in grado di poter produrre tutto il pane che occorre per i suoi figli: nel 1933 il raccolto è stato di 8r milioni di quintali, nel 1934, annata particolarmente awersa per fat- tori climatici eccedonali, la produzione è riuscita a mante- nersi al livello di 63 milioni di quintali con una media di 12,8 ad ettaro* II raccolto dei 1935, di 77 milioni di quintali, dimostra che la produ^ione si è ormai stabili^ata intorno a cifre le quali possono oscillare solo nel campo di varia^ione segnato dalle influente insopprimibili delle vicende stágionalú 94 r A n n o Produzione totale in milíoni di quintali 1931 ****************** 66, 52 1932 .* ♦. 75,37 1933 * * * . .* . 81, IO 1934 . ***** 63, 43 1935 .*. 77 , 14 La battaglia dei grano, prima che un insieme di prowe- dimenti economici e tecnici per Tincremento delia produzione granaria, è stata un grido di fede e un segno di volontà* Quando il Duce con il suo intuito infallibile, la proclamò, compi anche in questa contingenza un grande atto rivoluzio- nario, técnico ed economico* Técnico, perchè reagi contro un # opinione diffusissima, che cioè lTtalia non avrebbe mai potuto produrre tutto il grano occorrente alia sua popolazione* Economico, perchè reagi contro la passiva rassegnazione di una nostra immodificabile insufficienza granaria e distrusse quel mito liberista per cui si riteneva preferibile che lTtalia tendesse alia produzione di frutta ed ortaggi da scambiare col frumento, anzichè si per¬ desse dietro allTllusione deli'indipendenza granaria* 11 successo si deve anzitutto a quella grande forza che si chiama volontà umana, che ha armato la técnica e che il Duce ha trasfuso nello spirito di tutti gli italiani e nelFazione alacre dei popolo rurale* 95 LA BONIFICA INTEGRALE II Capo, il 28 ottobre delhanno VI, inviando un messaggio alie Camicie Nere di tutta Italia, ricordava: «in quest'ora di esultanza e di propositi, tre fondamentali avvemmenti: la riforma monetaria, la legge sul Gran Consiglio, la bonifica integrale. Sono tre date fondamentali nella storia dei Regime che rendono particolarmente significativo 1 ’anno VI. « La riforma monetaria ha coronato la strenua difesa delia lira, la quale presidiata dalForo non teme manovre o sorprese. La legge dei Gran Consiglio stabilisce la stabilità e la durata dello Stato fascista. La bonifica integrale darà terra e pane ai milioni di italiani che verranno ». . II Capo ha voluto che Tagricoltura andasse al primo piano deireconomia italiana perchè i popoli che abbandonano a terra sono condannati alia decadenza; ed è mutile, Egli am- moniva, quando la terra è stata abbandonata, dire che bisogna ritornarvi. La terra è una madre che respinge inesorabilmente i figli che 1'hanno abbandonata. Bonifica integrale significa graduale trasformazione de a terra a forme di vita agricola piü intense e civili; significa processo di adattamento delia terra, che si attua attraverso 1'immobilizzazione di grandi capitali e con 1'esecuzione 1 grandi lavori. ’ In un primo tempo per bonifica si intese semplicemente il prosciugamento di paludi, per difendere le popolaziom dalla malaria. L’esiguità dei risultati ottenuti con la semphce eliminazione delle acque sovrabbondanti, non seguita od mte- grata dalla trasformazione delhordinamento delia produzione agricola, convinse gli organi responsabih circa l’insufficienza delia sola sistemazione idraulica delle terre. S impose qum 1 1’integrazione delle opere idrauliche con altre opere volte a 96 dotare di viabilità, di fabbricati e di piantagioni legnose, le Zone redente, affinchè la popola^ione che ivi già risiedeva o che vi sarebbe immigrata potesse trovare adeguate condi^ioni di vita* Tale indirh&o fu anche dovuto al fatto che Tespe- rien^a insegnava come la malaria fosse non soltanto dovuta alia palude ma anche alia mancan^a di coltiva^ione* Fu messa cosi in chiara eviden^a Fimportan^a enorme che ha la intensificadone delle colture, per higiene dei territori prosciugati* Troppo spesso prima dei Fascismo era accaduto che le costose opere di prosciugamento e di canalÍ££a2;ione compiute dallo Stato non fossero seguite dal necessário completamento e dalla valori^^a^ione delle terre da parte dei privati* L/ini~ Cativa di questi rimaneva torpida e si estraniava quasi da quella statale mancando il necessário collegamento; il quale, se deve essere provocato da una saggia legislasione, deve essere pure frutto di una cosciente volontà capace di imporre, occorrendo, la trasformasione agraria* Questa conce2;ione però non potè affermarsi in maniera decisa e sicura se non dopo Favvento dei Fascismo che pose il problema delia bonifica integrale tra quelli fondamentali dello Stato, riconoscendone Timportan^a política e sociale* II continuo incremento delia popola^ione che impone il piü alto grado di intensità produttiva e le differen^e di densità demográfica che si notano fra regione e regione, richiede- vano una política rurale che potenziasse la produzione ed attenuasse i piu stridenti squilibri demografici* II concetto di bonifica integrale non si esaurisce quindi in un solo fatto técnico ed economico, ma ha anche un valore demográfico altissimo; la bonifica va congiunta con una polí¬ tica mirante a portare la vita nella terra redenta e a radicarvi huomo rendendolo partecipe alia produsione* 7-4 97 Solo cosí si compie una grande rivoluzione terriera e si attua una grande conquista sociale. II Fascismo quindi non considera la bonifica una semplice opera di prosciugamento di terre palustri, o anche un’opera atta a trasformare terre mal coltivate o incolte, ma consi¬ dera la bonifica una iniziativa assai piú complessa e lungi- mirante, intesa a creare nuove fonti di lavoro e di ricchezza, nuovi aggregati civili, a restituire alia vita rurale il suo fascino e la sua sanità, a porre un argine al dilegante urbanesimo. Nel quadro delia bonifica integrale rientra, perciò, il pro¬ blema importantíssimo delia casa rurale, che il Duce per primo ha visto e súbito imposta to. II Capo in occasione delia premiazione dei concorso nazio- nale dei grano, il 14 ottobre delbanno VI, affermava che la bonifica integrale dei território nazionale è un'iniziativa il cui compimento basterà da solo a rendere gloriosa, nei secoli, la Rivoluzione delle Camicie Nere. Questa iniziativa è 1 ’indice di un orientamento dei Regime fascista che il Duce ha espresso in questa forma: il tempo delia política prevalentemente urbana è passato: ora è il tempo di dedicare i miliardi alie campagne, se si vogliono evitare quei fenomeni di crisi economica e di decadenza demográfica che già angosciano paurosamente altri popoli. Per raggiungere queste finalità il Governo fascista ha prov- veduto a riordinare, perfezionare, completare, la legislazione sulla bonifica. Sono stati distinti i terreni compresi nei comprensori di bonifica propriamente detti, nei quali bisogna procedere ad una radicale trasformazione delbordinamento delia produ- zione agraria, dai terreni che richiedono soltanto migliora- menti fondiari, onde perfezionare 1 'attuale ordinamento. Mentre per Tesecuzione dei miglioramenti fondiari da compiersi sui 98 terreni che non sono compresi nei comprensori di bonifica, lo Stato concede contributi per stimolare 1 'iniziativa; nei com¬ prensori di bonifica lo Stato esercita pienamente la sua attività pubblica. È esso che fissa i caratteri fondamentali dei nuovo ordina- mento produttivo da instaurare nei terreni bonificati: è esso che sostiene interamente o in gran parte la spesa per Tesecuzione di quelle opere di carattere pubblico, che sono indispensabili per creare le condizioni ambientali adatte ad accogliere le nuove forme di agricoltura che si vogliono introdurre. In questi terreni di bonifica i proprietari sono tenuti, per espressa norma di legge, ad eseguire tutte quelle opere di carattere privato atte a far si che la bonifica compiuta si svolga nel senso che lo Stato ha stabilito. I privati possono giovarsi dell’aiuto finanziario statale, sia richiedendo contri¬ buti per 1'esecuzione delle opere o concorsi governativi per il pagamento degli interessi sui mutui contratti per compierle. La legge fondamentale delia bonifica è la legge Mussolini dei 1928. L'applicazione di essa ha esteso i territori di bonifica ad oltre 4 milioni di ettari, cosi distribuiti per compartimento: SUPERFÍCIE DEI COMPRENSORI DI BONIFICA Piemonte . ♦ ♦ . ha. 73.476 Lazio ♦ . . . . ha. 219.338 Liguria . ♦ . ♦ » 60.300 Abruszo e Molise » 51.188 Lombardia ♦ ♦ . » 206.539 Campania ♦ . ♦ » 331.490 Tre Venezie . ♦ » 808.053 Puglia ♦ . . . . » 778.208 Emilia... . ♦ . . » 889.741 Lucania * ♦ ♦ . » 1 23 -573 Toscana ♦ ♦ • ♦ » 457.660 Calabria .... » 329.417 Marche . . . ♦ » 217.431 Sicilia. » 129.653 Umbria ♦ ♦ . ♦ » I.IIO Sardegna .... » 166.815 Regno ha. 4.736.983 99 Anche V irriga^ione è entrata nel domínio delia bonifica* Essa costituisce un formidabile tntzzo per aumentare la capa- cità produttiva dei terreni che, specie nel nostro Paese, soffrono per Peccessiva siccità* Le piü grandi reali^azioni dei Regime nel campo delia bonifica sono segnate dalla redensione delPAgro Pontino* Dove una volta regnava lo spettro delia perniciosa oggi sorridono al sole laziale tre gemme: Littoria, Sabaudia e Pontinia* Altre seguiranno ad attestare la mareia trionfale delPEra fascista in cui «si rinnovano gli Istituti, si redime la terra, si fondano le città »♦ A fianco delle prowiden^e per la battaglia dei grano e per la bonifica integrale, numerosissime sono le altre prese per tutte le svariate branche agricole in tredici anni di Regime* Particolari provvedimenti negli anni di awersa congiun- tura e per stimolare Popera miglioratrice, furono presi in matéria di credito agrario e per sowensioni agli agricoltori dissestati* ioo IV. INDUSTRIA E ARTIGIANATO L' INDUSTRIA L UTALIA sino al 1860 è stata un Paese quasi esclusiva- f mente rurale* Anche nella Valle Padana, nella prima metà dei secolo scorso, le industrie raramente presero largo sviluppo e mai riuscirono a superare per importanza Tagricoltura che assunse invece, specie nella zona irrigua, un carattere spiccatamente industriale* Soltanto alia fine dei secolo scorso, specie nelFAlta Lom- bardia, le industrie acquistarono notevole importanza; tale sviluppo si intensifico nel primo decennio di questo secolo* L* industria tessile si affermò per prima battendo progres¬ sivamente Tartigianato e i numerosi telai domestici* Tra il 1880 e il 1890, sorsero i primi grandi stabilimenti di filatura; quindi le prime installazioni di alti forni a cok e di forni Martin per V industria siderúrgica, cui seguirono le industrie meccaniche* NelPultimo decennio dei secolo scorso si svilupparono anche numerose medie industrie che costituiscono la parte piú solida delia industria italiana: fabbriche di vetri, di ceramiche, con- cerie, fabbriche per la carta e per produzioni alimentari* Nello stesso tempo hanno vita le prime industrie delia gomma, si diffondono nuove fabbriche per la tessitura dei lino, delia seta e delia canapa* AlPalba dei secolo XX comincia lo sviluppo delh industria idroelettrica, che doveva raggiungere un alto grado di potenza nel periodo fascista, e cominciano ad affermarsi cospicue industrie chimiche* II decennio che precede la conflagrazione europea vede sorgere i primi grandi zuccherifici e vede molti- plicarsi le fabbriche di cemento per adeguarsi al crescente bisogno delhedilizia* Nello stesso periodo la industria che si era localiz^ata nelle provinde settentrionali, comincia ad estendersi anche nelh Italia centrale e meridionale* 103 Nel trentennio anteriore alia guerra, perciò, Y Italia si tra- sforma da Paese quasi esclusivamente agricolo, in Paese nel quale, pur restando Tagricoltura la base economica, esiste già un complesso di attività industriali che soddisfano in gran parte ai bisogni interni e si accingono alhesportazione* Durante il periodo bellico Tattività industriale si è molti- plicata, per sostenere lo sforzo immane a cui era soggetto il Paese; però Y industria crebbe in maniera disordinata, accen- tuando i vizi di disarmonia che già esistevano* L' immediato dopoguerra che va dal 1919 al 1922, caratte- ri^ato da un periodo di crescente disintegradone delia com- pagine economica dei Paese, non poteva certamente migliorare la situazione* Anche P industria italiana — come ogni altra attività — ha largamente beneficiato dei nuovo clima político, nonchè dei nuovi ordinamenti creati dal Fascismo* In questa nuova atmosfera psicológica, política ed economica, Tindustria italiana si lanciò con fede ed audacia verso nuove conquiste* L/autorità dello Stato non solo dava le garan^ie indispensabili, ma prowedeva a creare quel complesso di condi^ioni favorevoli per la ripresa economica, che da tempo mancavano e che sono necessarie per aiutare, coordinare e completare Fattività privata* Neir industria, importan^a capitale ha avuto il nuovo ordine sindacale corporativo, con la creazione di organi adatti a risol- Vere in sede di collabora^ione i contrasti inevitabili tra capi¬ tale e lavoro* Numerosi sono i prowedimenti presi dal Governo fascista per difendere ed aiutare lo sviluppo industriale* I prowedimenti investono tanti settori delPattività indu¬ striale italiana* Citiamo ad esempio le prowiden^e per Y industria ^olfifera duramente colpita dalla concorrenza americana; quelle per T industria marmifera, che ha pure larghi riflessi sociali* 104 Con particolare riguardo airagricoltura e alie necessità bel- liche, di speciali prowidenze hanno goduto le industrie dei prodotti atotati, fondate sulle superbe inventioni dei nostri tecnici, che hanno consentito di produrre in Paese, utilit- £ando Patoto delParia, i nitrati necessari airagricoltura e alie industrie di guerra, liberandoci dalla servitü straniera* IP industria delia seta naturale un giorno fiorentissima, nonostante la crescente concorrenza delia fibra artificiale, è stata ripetutamente sorretta, direttamente e indirettamente attraverso i premi alia bachicoltura* Di speciali previdente dei Governo fascista ha anche goduto la giovane industria cinematográfica* II tracollo dei prezei che continuo con un crescendo pauroso e che mise moltissime industrie in condizioni di estrema diffi- coltà, consigliò il Governo ad applicare una disciplina siste¬ mática nella produzione, capace di ridurre la disordinata con¬ correnza che recava anche pregiudizio al complesso delia economia nazionale* Con disposizioni legislative dei dicembre 1931 il Ministro delle Corporazioni fu autorizcato a costituire consorzi obbligatori fra gli esercenti V industria siderúrgica* Successivamente con legge dei giugno 1932, furono stabilite le norme generali per la costituzione ed il funcionamento dei consorzi tra esercenti uno stesso ramo di attività, e con la legge dei gennaio 1933 si diede al Governo il potere eccezionale di sottoporre ad autoriz^azione i nuovi impianti industriali e gli ampliamenti di impianti preesistenti* In tal modo la nuova realtà corporativa cominciava ad esplicare in pieno la sua delicata funcione anche nel campo deir industria* Cosicchè non soltanto fu evitato il pericolo di lasciare costituire nelP interno dei Paese formidabili monopoli di carattere supercapitalistico, ma venne indiriz^ata la produ- tione industriale verso queirarmonica costituzione a carattere 105 nazicnale che sollanto lo Stato può veramente effettuare. II concetto privato di azierda industriale, viene permeato da un concetto nuovo, il corporativo, nel quale Pelemento pubblidsta, se non acquista prevalenza assoluta, costituisce certamente la finalità. Larga applicazione ha avuto la ancidetta legge dei 1933: il Ministero delle Corporacioni esamina periodicamente le domande presentate e prowede o meno alia loro approvazione compiendo un lavoro salutare per Tequilibrio delP industria nadonale. Nel campo delia navigadone Topera dei Governo, in armonia alio spirito legislativo or ora ricordato, è stata intesa a promuo- vere e ad agevolare concentracioni e fusioni, evitando cosi Taggravarsi di alcune situadoni di disagio che si erano venute determinando con la crisi dei noli. Le società Citra e Florio sono State fuse nella Tirrenia; La S* Marco, P Anônima Industrie Marittime, la Puglia, la Costiera, la Zaratina e Nautica, si sono fuse nelPAdriatica. Questa, con il suo blocco di 48.000 tonnellate, esercita il traffico nelhAdriatico e nelPEgeo, mentre la Tirrenia, con le sue 128.000 tonnellate, effettua i suoi servici nel Tirreno e per le Colonie. La Marittima e la Sitmar si sono fuse nel Lloyd Triestino costituendo un blocco di 210.000 tonnellate destinato ai servici dei Mediterrâneo Orientale, dei Mar Nero, delP índia e dello Estremo Oriente. II Lloyd Sabaudo e la Navigadone Generale Italiana si sono fuse nelPItalia, che è la piú potente adenda marittima italiana, formata da un blocco di 360.000 tonnellate adibita ai servici delle Americhe, delP África e delPAustralia. Già discorrendo delia politica financiaria avemmo occasione di ricordare lTstituto per la Ricostrucione Industriale (I. R. L) 106 creato dal Governo fascista nel gennaio dei 1932, dopo avere dato vi ta, nel novembre dei 1931, airistituto Mobiliare Italiano (I. M* L)* Entrambi questi Istituti hanno avuto una influenza notevolissima suir industria italiana» L* I* M* I* ha lo scopo di accordare prestiti ad imprese pri- vate italiane e di assumere eventualmente partecipazioni azio- nali* Gli impegni non possono in ogni caso estendersi ad un período superiore ai 10 anni* L* L R* L comprende una sezione che si occupa delle sov- venzioni e dei crediti alP industria, e una seconda che ha il compito di liquidare alcune imprese in passato gestite dalPIsti- tuto di liquidazione* II Governo fascista con la sua política industriale ha dato ancora una volta la dimostrazione dei suo equilíbrio, delia sua saggezza e di una grande tempestività ed energia» Esso non solo non è caduto nel consueto errore di paralizzare Tinizia- tiva privata, ma ne ha potenziato invece e favorito lo sviluppo in armonia con quella disciplina e con quello spirito di mutua comprensione e di collaborazione che sanciscono i basilari principii delia Carta dei Lavoro» Una visione sintética e nello stesso tempo precisa delia struttura industriale di cui è dotato il nostro Paese si può avere dal censimento industriale e commerciale compiuto il 15 ottobre 1927* Da esso appare chiaramente che in Italia predominano le piccole aziende con un modesto numero di addetti; su 732*109 aziende ben 692*313 hanno meno di n addetti* In queste piccole aziende trovano occupazione 1*510*304 persone, cioè piü di un terzo di tutti gli addetti alie industrie censite, che ammontano a 4*005*790* L/esame analítico fatto in base alie classi di industrie, dimostra che il numero maggiore di addetti 107 è impiegato nelle industrie tessili le quali, nel nostro Paese, si sono sviluppate in maniera imponente e sono raggruppate in un numero relativamente piccolo di stabilimenti. In ordine d' importansa, secondo il numero delle persone impiegate, segue V industria dei trasporti e delle comunica- sioni, cui attendono poco piü di mezzo milione di persone (518,983). Le industrie meccaniche e quelle dei vestiário raggruppano un numero di addetti pressochè uguale: rispettivamente 478.896 e 491.793. Esse differiscono per il numero degli esercizi che risulta di 80.705 per le industrie meccaniche e di 108.470 per quelle dei vestiário. Le industrie alimentari ed affini assorbono il lavoro di circa 340,000 addetti; un numero di poco minore ne occupa Tindu- stria delle costru^ioni; 286.115 persone, distribuite in 103.015 adende, si dedicano alh industria dei legno. È opportuno rilevare che le a^iende con un numero di addetti superiore al migliaio sono frequenti specialmente nel gruppo delle industrie tessili (71) e meccaniche (46), seguono quelle siderurgiche e metallurgiche (24) e, infine, quelle dei trasporti e delle comunica^ioni (23), 108 ...-i In complesso Sino a 10 addetti Esercizi Addetti Esercizi Addetti . Industrie connesse con Ta- gricoltura ♦ ♦♦♦♦♦♦ IO.419 45.842 9.699 - \ 20.219 Pesca 13.578 43.051 13.2H 35.907 Miniere e cave ♦ ♦ ♦ ♦ ♦ 5-124 98.778 3.842 12.606 Industria dei legno ed affinL 103.015 286.II5 100.367 2I2.2 o 8 Industrie alimentari ed afíini 81.973 343.081 78.835 201.6l6 Industria delle pelli, cuoi, ecc. .♦♦♦♦♦♦♦♦ 7-950 53*373 7.142 16.020 Industria delia carta ♦ . . 2.267 45.749 1-539 5-525 Industrie polígrafiche • ♦ 8.002 57.508 6.894 19.701 Industrie siderurgiche e me- tallurgiche 2.102 122.519 1-259 5.097 Industrie meccaniche * * ♦ 80.705 478.896 76.560 I7O.746 Lavorazione dei minerali, esclusi i metalli ♦ ♦ ♦ * 17.401 171.922 14.452 44.824 Industria delle costrusioni. 38.537 332.562 32.925 88.648 Industrie tessili ♦ ♦ ♦ * 10.408 642.887 6.24O 16.824 Industria dei vestiário, ecc* 191.274 491.973 m 00 t> 00 M 352.978 Servizi igienici, sanitari,ecc* 38.286 95-497 37.804 75-839 Industrie chimiche * ♦ . ♦ 5.154 99-475 3 927 12.971 Distribusione di forza mo- trice, luce, ecc* * * * * 5.910 60.463 4-923 I4.27O Trasporti e comunicazioni* 108.470 518.983 IO3.477 2OO.854 Combinadoni di industrie di diverse classi ♦ ♦ ♦ ♦ | 1-534 17.116 1.363 3-451 Totale ♦ * ♦ 732.109 4.005.790 692.313 i.510.304 L'industria mineraria, esplicantesi specialmente nel settore dei ferro, dei piombo e dello zinco, delia pirite e dei combusti- bili fossili, ha segnato un forte incremento nel periodo che corre dal 1925 airinisio delia crisi economica mondiale* Mentre nel 1921 e anche nel biennio 1923-24 la produ- sione di minerali di ferro oscillò intorno a 300*000 tonnellate, negli anni seguenti ebbe forti incrementi tanto che nel 1930 supero nettamente le 700*000* Anche i minerali di piombo e zinco, che nel 1922 erano prodotti in una quantità di poco superiore a 120*000 tonnellate, nel sessennio 1925-30 raggiun- sero una produzione media di oltre 250*000* I combustibili fossili, nel rigoglioso periodo delheconomia fascista, supera- rono la produ^ione di un milione di tonnellate e nel 1929 raggiunsero la cospicua cifra di 1*400*000* La produzione di piriti di ferro, che nel periodo pre-bellico raggiunse faticosamente le 300*000 tonnellate annue, nel sessennio 1925-30 raggiunse una produzione media di oltre 600*000 e nel 1930 supero le 700*000* I prodotti delhindustria metallurgica hanno segnato graduali aumenti nel periodo fascista. I dati sottoriportati, riferentisi alia ghisa di alto forno, al ferro e alhacciaio, lo dimostrano chiaramente; Anni Ghisa cTalto forno Ferro e acciaio 1 Anni Ghisa d'a!to forno Ferro e acciaio in migliaia di tonnellate jn migliaia di tonnellate 489 1721 È rilevante il fatto che nel biennio 1938-29 si sia superata la produzione di oltre due milioni di tonnellate di ferro e di acciaio e che la ghisa d'alto forno neiranno 1929 abbia raggiunto la produzione di 670*000 tonnellate* La produzione di piombo è salita, da circa 12*000 tonnellate prodotte nel 1921, a una produzione media di 20*000 e nel 1932 ha raggiunto la cospicua cifra di 31*470 tonnellate* Anche la produzione di mercúrio, che nel 1921 superava appena le 1000 tonnellate, nel triennio 1927-29 è quasi raddoppiata* Forte incremento ha pure avuto la produzione di zolfo grezzo, la quale mentre nel triennio precedente Tawento dei Fascismo si era mantenuta assai inferiore alie 300*000 tonnel¬ late, nel triennio 1931-33, nonostante le difficoltà create dalla crisi, supero la media produzione di 350*000 tonnellate, come dimostrano i dati seguenti: A n n i Z 0 1 f 0 in migliaia di tonnellate x 92 X ***************** 274 1926 ***************** 271 1927 ***************** 306 1931 ********.* * * * 354 1932 * * *.***** 350 Speciale importanza hanno i prodotti chimici, i quali, specie nel campo dei concimi, hanno ricevuto, per Timpulso dato dal Fascismo airagricoltura, un insperato incremento* Tra questi va ricordato il perfosfato che, mentre nel período prebellico era prodotto in una misura poco superiore alie 900*000 tonnellate, nel 1925 ha superato il milione e mezzo, di tonnellate* Importantissima è stata pure la produzione di concimi azotati, segnatamente delia calciocianamide e dei nitrato di soda, ottenuti con processo sintético valendosi delbazoto del- 1 'aria. In virtú di ciò 1 'agricoltura italiana si può dire oggi com¬ pletamente emancipata dalhimportazione straniera di azotati. La produzione di solfato di rame ha pure segnato un note- vole aumento. Nel triennio 1926-28 essa ha superato sensibil- mente le 100.000 tonnellate, mentre nel periodo prebellico raggiunse faticosamente le 50.000. II Governo fascista non mancò di stimolare e aiutare 1 ’atti- vità di quelle industrie che potevano dare matéria prima per attivare il commercio di esportazione. A tale scopo, come già abbiamo ricordato, esso aiutò in varie maniere 1’industria serica, la quale riusci a raggiungere e a superare, durante i primi otto anni dei Governo fascista, la produzione media di oltre 5000 tonnellate di seta greggia. Mentre nel biennio 1921- 1922 essa risultò di sole 3700, nell’anno 1924 e nel 1928 la seta greggia venne prodotta nella misura di quasi 5600, cifra appena raggiunta nel 1909 e superata nel 1906-1907, quando 1’industria delia seta attingeva i vertici dei suo splendore. In molti altri campi 1 'attività industriale italiana si è espli- cata con raro vigore; cosi è avvenuto nel campo elettrico e dei gas; ma essa ha raggiunto speciale importanza specialmente nel campo dello zucchero e anche nella produzione delhalcool. Anni Zucchero J Álcool in migliaia di quintali .. 3056 372 1922 . ... 2703 443 1923 . ♦♦♦*♦*♦♦ 3190 444 1924 . 3822 506 1930 . ♦♦♦♦♦♦•♦♦ 3877 489 1931 •♦♦♦♦♦♦*♦♦♦♦♦♦♦ 3414 420 112 L I 2 milioni di quintali di zucchero prodotti nel 1921 sono stati superati negli anni seguenti; la produzione di questa importantíssima derrata ha segnato, attraverso inevitabili oscillazioni, una netta tendenza alPaumento. La produzione dei gas-luce è andata crescendo con ritmo costante: dai 291 milioni di metri cubi prodotti nel 1922 si sono quasi toccati i 2000 milioni nel 1932. Particolare attenzione merita 1 'impulso dato dal Governo fascista alia produzione delbenergia elettrica, di cui già si tenne discorso. Perfezionando ed ampliando i vecchi impianti, costruendone di nuovi e creando bacini artificiali di grande capacità, il consumo è passato da meno di 5.000 milioni di kwh. dei 1922, a 8.450 milioni di kwh. nel 1932 e a circa 10 miliardi di kilowatt-ora nel 1933. Ovunque si cerca di sosti- tuire il carbone di importazione con energia elettrica prodotta in Paese: un esempio luminoso è offerto dal Governo fascista con Tintensa elettrificazione delle ferrovie. Fra le industrie tessili ha specialmente importanza quella dei rayon, che si è sviluppata in modo veramente rigoglioso specialmente negli anni delhera fascista, come attestano i dati che seguono: Anni Rayon in milioni di kg. 1924 ♦ ♦ ♦ ♦ *... xo, 45 1928 . ♦ . ..*. 26 , 00 1929 . 44.44,4 32 , 34 1930 . 4 4 4 4 . 30 , 14 1931 4 4 4 4 4 4 4 . 4 4 4 4 4 34, 59 1932 444 . 32 , 07 1933 . 37,15 113 8-4 I cantieri navali hanno pure svolto un’ attività che è carat- terizzata da un continuo aumento sino al 1926, anno in cui sono State varate navi per 250.000 tonnellate di stazza lorda. In seguito, a motivo delia crisi, si è avuta nella produzione navale una sensibile riduzione che va anche vista come effetto delia forte contrazione dei commercio interna- zionale. Nonostante gli awenimenti di carattere eccezionale ai quali abbiamo assistito in questi ultimi anni e che hanno sconvolta 1’ economia dei mondo, 1' industria italiana non soltanto ha resistito validamente sulle posizioni conquistate, ma è riuscita, specie in alcuni settori, a conseguire notevoli progressi. L'indice delia produzione industriale italiana, posto uguale a xoo 1’anno 1922, preso come anno di base, in tutti gli anni successivi non ha mai segnato le depressioni registrate per altri Paesi, bensi un incremento sensibilíssimo anche negli anni di crisi. INDICI DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE L'ARTIGIANATO L/incateante fenomeno deirurbanesimo e la decrescente natalità si sono manifestati in maniera piü acuta laddove piú intensa è Torgani^azione di tipo industriale, cioè laddove le donne sono impiegate nelle fabbriche e nelle manifatture, dove il mondo capitalistico domina con le sue tragiche contrad- di^ioni, che soltanto la conce^ione fascista ha saputo affron- tare con un piano concreto ed umano* L/artigianato, invece, ha un carattere squisitamente rurale* L/elogio deiritalia agrícola è implicitamente Telogio delle folie artigiane* Per tutto ciò il Fascismo, se riconosce nelhaítività industriale un mezzo formidabile di conquista e di poten^a, se riconosce nella fabbrica e nelPofficina unhndispensabile elemento di vita per una na^ione civile, spiritualmente esalta la funcione del- Tartigianato, il quale ha risolto, nello stretto âmbito delia sua bottega, i conflitti dei capitalismo* L/artigiano, come il piccolo proprietário coltivatore diretto, lavora con gioia; il suo lavoro non è mosso soltanto da egoistiche esigenze eco- nomiche, ma anche dal desiderio di compiere un'opera delia quale nel suo intimo sente tutta la bellezsa* Come il piccolo proprietário agogna al possesso terriero e una volta raggiuntolo cerca ognora di consolidarlo, prodigandosi in opere di miglio- ramento, investendo nella terra tutti i suoi risparmi, cosi Tartigiano, dopo che si è proweduto dei mezzi indispensabili per il suo lavoro, impiega tutte le for ze produttive delia sua famiglia per potenziare sempre piú la sua piccola asienda e faria assurgere magari a piccola industria* II carattere particolare delPartigianato, che si ripercuote nelle caratteristiche psicologiche di coloro che lo esercitano, ha fatto si che esso fosse guardato dal Fascismo con particolare 115 simpatia e comprensione* II nostro Paese poi, che vanta gloriose tradizioni nel campo dell'artigianato e possiede un núcleo formidabile di piccole e medie botteghe artigiane, sente in maniera particolare Íl bisogno di poteriare e sviluppare questa forma di attività economica, solidíssima fonte di sta- bilità sociale* Per queste ragioni il problema artigiano non è e non puo essere un problema esclusivamente economico* Gli obbiettivi dei Regime in matéria di política artigiana sono volti a migliorare tecnicamente e artisticamente i prodotti di questa benemerita categoria, per poter superare la concor¬ rera straniera e conquistare i mercati* Dal punto di vista economico il Governo fascista, attraverso le cooperative di mestiere e bancarie, ha anticipato denaro e assistito nei piü diversi modi questi piccoli imprenditori* Ha cercato inoltre di applicare una rigorosa selecione dei prodotti, indíviduando i centri di produzione caratteristici, coltivando attraverso le mostre la conoscera di queste attività e il tradi- zionale buon gusto dei nostro popolo, per stimolare i singoli e compiere una efficace opera di selesione* Le categorie professionali rappresentate dalla Federa^ione fascista autonoma degli artigiani d*Italia, la quale sí e prodigata per valorirare sempre piü questa folia di piccoli produttori sapienti e tenaci, sono numerosissime* L'arte dei legno comprende sensa limitazione di numero intagliatori, laccatori, scultori in legno, lucidatori, doratori e stipettai* Qualora le imprese non impieghino piü di cinque dipendenti anche gli ebanisti e corniciai, mobilieri e tornitori sono raccolti nella Federazione artigiana, la quale comprende anche carpentieri e falegnami, imballatori e sediai, quando essi siano impiegati in attività che non occupano piü di tre dipendenti* n6 La ricordata Federasione rappresenta anche i fornitori di oggetti d'arte, i battiferro, i ramai e calderai, gli sbalzatori di metalli, gli arrotini e i modellatorh Le attività artigiane, varie e multiformi, diverse per le materie lavorate e per i prodotti ottenuti, dominano completamente Farte dei tessuto e dei ricamo, Tarte delTorafo, delTargentiere e delTorologiaio* Speciale importanza hanno anche nel campo delia ceramica artistica, la quale ha raggiunto, specialmente in alcune zo ne dei nostro Paese, un incontestabile splendore e vanta antichissime tradizionh Ricordiamo le industrie cera- miche umbre, faentine e quelle pesaresi, per citare soltanto le principaln L'arte dei cuoio e delia cak^tura raccoglie un grande numero di doratori e di sellai, di pirografi e bulinatori, di sbalzatori e stampatori, calzolai ed astucciai, che nel complesso raggiungono un numero considerevole di addetti, i quali portano il tributo precioso di un lavoro paciente alia produzione nazionale* Anche i valigiai e i cinghiai, guantai e pellettieri, pur trovando di solito il loro impiego in aziende cospicue, vengono però ad accrescere il numero di questa benemerita categoria di modesti e solidi produttori* L'arte delia tessitura e dei ricamo, alia quale si dedicano con grande perimia le mogli e le figlie dei nostri salariati, sia nel campo dei merletto e delia trina, sia in quello delia filatura e tessitura a mano di stoffe e tappeti, raggiunge mTimportanza che, specialmente in alcuni centri delTItalia settentrionale e delle isole, non può essere trascurata* Tra gli artigiani vanno contati anche gli acquafortisti, xilografi e xenografi, nonchè i litografi e i rilegatori di librh Nei modesti centri il carattere artigiano si può riscontrare anche nelle piccole tipografie come nei fabbricanti di timbri in legno e metallo e di oggetti e modelli di carta e cartone* Affine a questa attività è quella delia fotografia che nel grandís¬ simo numero dei casi e per la quasi totalità delia produzione è in mano di valenti artigiani. La lavorazione dei marmo e delia pietra è specialmente opera di artigiani. Mosaicisti, alabastrai e sbozzatori di pietre, luci- datori di marmi e sagomatori, costituiscono un gruppo notevole di lavoratori che, insieme agli addetti all’arte dei restauro, formano un gruppo importante delia Federazione artigiana. A questa categoria appartengono anche i parrucchieri, gli addetti all’arte deil’arredamento e dei giardino, quelli impiegati nelFarte dei giocattolo e delia pirotécnica, i vulcanizzatori e gli ombrellai. Particolare posizione acquista poi quel gruppo di artigiani che si dedicano alie attività miste proprie delia vita rurale, i quali, diffusinei piú remoti angoli delle nostre campagne, portano con la loro genialità di costruttori e con la loro pazienza di fini esperti riparatori, un contributo che non può essere tra- scurato, Ricordiamo tra questi i falegnami, gli ebanisti, i mec- canici, i fabbri, ecc. Ma sarebbe troppo lungo dare una com¬ pleta nozione delle svariate funzioni esercitate dagli artigiani, i quali costituiscono una massa imponente, che fornisce un lavoro sapiente e prezioso ed esercita una funzione insostitui- bile nella nostra economia. 118 V. LA POLÍTICA dei lavori pubblici GENERALITÀ A FIANÇO dei poderoso programma di bonifica sta un piü esteso programma di lavori pubblici, inteso a dar lavoro al- Tesuberante mano d'opera e creare un complesso di opere civili, di cui ritalia meridionale e insulare specialmente difettavano* Con questo intendimento furono creati i Proweditorati alie opere per il Mezsogiorno e le Isole e TA^ienda Autonoma Statale delia Strada. L'opera svolta dal Governo fascista in questi ultimi dodici anni è stata veramente imponente* Nel primo decennio fascista (1922-32) le amministrazioni sopra ricordate hanno presi impe- gni di spesa per circa 37 miliardi di lire, dei quali ben 17 miliardi e mezzo sono stati effettivamente pagati. II programma di lavori pubblici compiuti ha già avuto, e avrà ancor piü neirawenire, una notevolissima influen^a sul benessere dei Paese; non solo ha intensificato gli scambi, ha favorito i traffici e ha arrecato immensi vantaggi airagricol- tura e albindustria, ma ha anche elevato il tenore di vita e ha contribuito a stabilissare le correnti migratorie. Si tratta di un'enorme quantità di capitale investito nel suolo pátrio, di immense quantità di lavoro, che an^ichè andare disperse sono State utilmente impiegate in opere di alto Valore civile ed economico. Per questo la política dei lavori pubblici è stata anche un mtzzo efficacissimo per arginare e combat- tere la dilagante disoccupasione. Nei lavori compiuti dagli ufiici tecnici dipendenti dal Ministero dei Lavori Pubblici, dalPAzienda Autonoma Statale delia Strada e dal Sottosegre- tariato per la Bonifica, neiranno 1926 si sono impiegati 21,8 milioni di giornate-operaio, 26,7 milioni nel 1927, 27,3 milioni nel 1928* L'anno 1929 porta un sensibile aumento di lavori e di giornate operaie impiegate, le quali toccano i 33,5 milioni: queste raggiungono 41 milioni nel 1930, 39,3 milioni nel 1931, per superare i 42 milioni nel 1932* Queste cifre però non danno una completa idea delia massa di lavoro posto in atto dal Governo fascista, perchè se nei cantieri delle imprese appaltatrici di pubbliche costrutioni si ebbe un formidabile aumento nel numero delle maestrante impiegate, un incremento sensibile si ebbe altresinelle cave, nelle officine, nelle fornaci, nelle fabbriche che forniscono alie prime materiale da costrutione e mezzi d'opera* Anche nelle imprese di trasporti Tindice di attività segnò un fortíssimo aumento* Da un punto di vista político va poi posto in particolare rilievo lo sforto compiuto dal Regime per dotare le città e le campagne dei Meridionale e delle Isole di tutti quei serviti pubblici di cui mancavano e che, consentendo forme di vita migliore, sono di stimolo per Televatione morale e materiale delle popolationi* La messa in valore di estesi territori agricoli dei Mettogiorno, cioè di un território con particolarissime caratteristiche demo- grafiche, richiese la regolatione delle correnti dei lavoratori onde incitare, aiutare, assistere quel proletariato agricolo che desiderava radicarsi alia terra e formare colonie stabili* Per questo il Duce sin dal 1925 creò presso il Ministero dei Lavori Pubblici il Comitato permanente per le migrationi interne, che poi volle alia sua diretta dipendenta presso la Presidenta dei Consiglio* LA VIABILITÀ ORDINARIA Con legge dei maggio 1928 è stata affidata alFAtienda Autô¬ noma Statale delia Strada la rete delle strade di grande comuni- catione, chiamata anche rete delle strade statali* 122 II Duce ha voluto creare un organo autonomo, agile, prepa- rato a compiere rimmensa mole di lavoro che era richiesta per una adeguata sistemazione dei nostro patrimônio stradale* Egli, che ha sempre avuto un concetto romano delia strada, ha dedicato ad essa le piú sollecite cure e ha fornito capitali ingenti per il duraturo assetto ed il miglioramento delia rete stradale. Le 136 arterie che formano la rete, il cui sviluppo comples- sivo è di 20.622 chilometri, nelhestate dei 1928 si trovavano in condizioni non certo felici: soltanto 463 chilometri di strada erano pavimentati in maniera tale da non richiedere alcun ulteriore lavoro per la loro sistemazione* Rimaneva cioè la quasi totalità da rivedere e da sistemare* Alia fine di ottobre delhanno X erano stati sistemati 8562 chilometri, dei quali 7910 con trattamenti superficiali e 652 con pavimentazioni permanenti e semi permanenti* Erano inoltre in corso altre pavimentazioni su oltre 1000 chilometri* II resto delia rete è stato però oggetto di opere straordinarie e di manutenzioni talmente accurate che attualmente tutte le strade si trovano in ottime condizioni* II Governo fascista nel campo delia viabilità ordinaria non si è limitato a mantenere o pavimentare le strade esistenti* Intensa è stata pure Tattività svolta per completare la rete di grande comunicazione e per arricchire quella delle strade pro- vinciali e specialmente delle strade comunali, che, in alcuni compartimenti dei nostro Paese, era inadeguata ai bisogni dei traffico e specialmente ai crescenti bisogni delPagricoltura* Particolare menzione va fatta delle autostrade, di cui nel decennio che va dal 1922 al 1932 furono costruite 436 chilo¬ metri, segnando in questo modernissimo campo delle comuni- cazioni un primato, che ancor oggi ci è invidiato dai maggiori Stati d'Europa* 123 La rete delle strade di grande comunicazione è stata aumen- tata di ben 525 chilometri di nuova costruzione: ricordiamo il completamento delia grande artéria litoranea tirrenica; la costruzione dei tronchi delia litoranea ionica situati nelle provinde di Taranto e Matera; il completamento delia lito¬ ranea adriatica con i tre tronchi situati tra S. Salvo in província di Chieti e Serracapriola in província di Foggia; i nuovi tronchi costruiti nelle provincie di Salerno, Potenza e Cosenza, per tacere di altri importanti tronchi costruiti specialmente nel Meridionale. Se le nuove strade statali si sono rivelate di notevole portata, di grandíssima utilità si sono dimostrate le strade costruite dalle Provincie e specialmente quelle volute dai Comuni. Bisogna ricordare che nel decennio fascista sono stati costruiti 1143 chilometri di strade provinciali e 3844 chilo¬ metri di strade comunali. Nelle Calabrie, nella Lucania, negli Abruzzi e in Sicilia, si è dato grande impulso alia viabilità rurale e a quella che ha servito ad allacciare i comuni isolati alia strade di grande comunicazione. Anche neiristria sono State compiute opere cospicue: circa 20 milioni sono stati dedicati alie costruzioni stradali. Non va poi dimenticata la costruzione di strade turistiche che servono anche per la comunicazione fra importanti compar- timenti (citiamo ad esempio la Gardesana occidentale e orientale) e quella di importantissime autostrade quali la Roma-Ostia, la Napoli-Pompei, la Firenze-Viareggio, la Padova-Venezia e quelle irradiantesi da Milano per Torino, i laghi e Brescia. Non si può terminare questa breve e incompleta rassegna delle opere stradali compiute dal Fascismo, senza ricordare il ponte che congiunge Venezia con la terraferma, largo 20 metri, lungo 4 chilometri, costruito in meno di due anni con la spesa di 80 milioni. 124 LE FERROVIE La rete ferroviária ereditata dai passati regimi, se per molti aspetti si presentava in felici condizioni, richiedeva però una opera attiva di integrazione e di completamento onde rendere ancor piú effi- cace il servizio che essa poteva prestare aireconomia dei Paese* Negli ultimi 12 anni la rete ferroviária italiana è stata miglio- rata e potenziata: rettiíiche e raddoppi di binário; ricambi e rin- forzi di armamento; ampliamento e ricostruzione delle stazioni, dei magazzini e dei servizi; rinnovamento dei materiale rotabile* L'esercizio delle ferrovie è stato poi riordinato in maniera rapida ed energica; è stato ristabilito un alto senso di disciplina nel perso- nale ferroviário, dei quale ne è stato aumentato anche il rendimento* Particolare importanza ha assunto poi la elettrificazione, estesa ad importantissimi tronchi ferroviari e che si estenderá ulteriormente per liberare sempre piú la Nazione dal grave onere delia importazione dei carbon fossile* Nel campo delle nuove costruzioni ferroviarie bisogna ricordare la direttissima Roma-Napoli, a doppio binário, che ha rawicinato notevolmente questa città alia capitale; la Cuneo-Ventimiglia, la Sacile-Pinzano, e specialmente la direttissima Bologna-Firenze, a doppio binário, con una galle- ria scavata, per oltre 18 chilometri, nelle infide argille appenni- niche, superando difficoltà tecniche giudicate insormontabili e nella cui costruzione perdettero la vita decine di operai* Nel complesso sono State aperte airesercizio nuove linee ferro¬ viarie dello Stato e deirindustriaprivata per circa 3000 chilometri* Si può affermare che con Topera di completamento dei tron¬ chi compiuta dal Regime, e con la elettrificazione delle princi- pali linee — di cui recentissima è la Bologna-Roma-Napoli — la rete ferroviária di cui oggi dispone Tltalia è perfettamente adeguata ai bisogni delia sua economia* 125 LE OPERE MARITTIME « II mare era negletto. II Regime vi ha risospinto gli ita¬ liani. La marina mercantile decadeva: il Regime 1 -ha risolle- vata. Durante questi anni sono scesi nel mare colossi potenti. I porti si erano impoveriti: il Regime li ha attre^ati e vi ha creato le zone franche. II lavoro vi era discontinuo per via degli scioperi: oggi la disciplina delle maestran^e è perfeita. Al mare, fonte di salute e di vita, il Regime manda ogni anno centinaia di migliaia di figli dei popolo. La passione degli Italiani per il mare rifiorisce. Vi riconosce un elemento delia poten^a na^ionale »♦ Cosi il Duce parlava alhassemblea quinquennale dei Regime. Le opere compiute documentano con quale tenacia il Governo abbia realiz^ato le basi per un*intensa politica mari- nara. Nel 1922 le condizioni degli scali marittimi italiani erano insufficienti. II Regime ha voluto prowedere rapidamente ad ampliare e sistemare quelli piü importanti, onde favorire e richiamare il traffico internasionale, sen^a altresi trascurare i porti minori. Nel decennio 1922-1932 sono stati costruiti 28 chilometri di opere di difesa, ripartite in 82 porti; la superfície dei bacini è stata aumentata di 680 ettari. La calate si sono accresciute di 36 chilometri e la superfície dei terrapieni di 295 ettari. Dalle corrosioni dei mare sono stati difesi circa 17 chilo¬ metri di coste. II Consorcio per il porto di Gênova ha completato il bacino Vittorio Emanuele III, ha ultimato il i° lotto dei bacino Mus- solini, ha costruito un nuovo bacino di carenaggio largo m. 32, lungo m. 260. II porto di Napoli è stato arricchito di un nuovo bacino; mentre è stato sistemato il porto vecchio* A Livorno è stato costruito un nuovo porto interno; a Cagliari un mo lo lungo m* 1655; a Catania le nuove opere eseguite hanno aumentate le calate di m* 550; a Bari, in seguito alia importan^a che hanno assunto i traffici con TOriente europeo, fu proweduto ad un grandíssimo lavoro di ampliamento* Grandiosi lavori sono stati dedicati al porto di Marghera e alio scalo delia stazione marit- tima di Venezia* Sono State rinnovate molte opere d'arte nel porto di Trieste* II lavoro compiuto è immenso* Oggi il nostro Paese gode di scali marittimi perfettamente adeguati alie necessità dei traffici ed è anche pronto ad accogliere ogni futuro incremento nel commercio interna^ionale* LE ACQUE PUBBLICHE La regolari^a^ione dei corsi d*acqua è Topera pubblica per eccellensa che, in Italia, acquista unhmportan^a di primissimo ordine, data la sua particolare configurasione oro-idrografica* Durante il decennio, per i lavori di sistema^ione delia Valle dei Po sono stati impiegati oltre 400 milioni di lire, che hanno permesso di migliorare notevolmente la difesa idraulica di i milione e 250 mila ettari di uno dei territori piú densamente popolati e ricchi dei nostro Paese* II Magistrato alie acque di Venezia si è pure prodigato in un complesso di attività tra le quali prendono particolare evidem;a i lavori di sistemazione dei bacino delbAdige* Negli altri bacini dei Regno sono stati costruiti circa 4000 chilometri di argini completati da 775 chilometri di pennelli e difese frontali* 127 Nel settore delia navigazione interna, per quanto il nostro Paese non presenti condizioni favorevoli per la costituzione di una vera e própria rete di vie navigabili, il Governo ha voluto rendere piú efficace quella esistente nella valle padana e nei grandi laghi. La via d'acqua Milano-Venezia, le ferraresi, la litoranea veneta sono State oggetto d’importanti lavori. Anche il canale da Pisa a Livomo e il tronco inferiore dei Tevere sono stati notevolmente migliorati. Nel campo delia utilizzazione delle acque pubbliche, il Governo ha promosso energicamente la costruzione di grandi bacini idroelettrici, da servire eventualmente anche all' irri- gazione. In tal modo 1 'Italia ha cercato di rimediare alia naturale povertà di carbon fossile, sovvenendo ai bisogni dei trasporti e delle industrie. Nel primo decennio fascista la potenza degli impianti idroe¬ lettrici è stata portata da 1,5 milioni di kw. ad oltre 4 milioni; la produzione di energia è salita da 4 a 10 miliardi di kw-ora. L'Italia settentrionale concorre alia produzione idroelettrica con oltre 3 milioni di kw. di potenza installata negli impianti; esigua è la produzione delPItalia centrale (711.000 kw.) e Meridionale (208.000 kw.); quasi trascurabile quella delle isole (76.000 kw.). L'ultimo decennio ha visto moltiplicarsi nel nostro sistema alpino e appenninico i serbatoi idraulici che oggi raggiungono il numero di 168, con una capacità di invaso complessiva di quasi 1300 milioni di metri cubi. Alcuni di questi servono anche per 1 'irrigazione. Tra il centinaio di serbatoi costruiti durante gli ultimi dodici anmi ricordiamo quello deljMoncenisio, dei Lago di Avio- grande (Varese), di Ceresole Reale (Aosta), di Montesluga (Sondrio), di Suviano (Bologna), di Trepido (Cosenza), di Santa Chiara d'Ula (Cagliari), dell’Alto Belice (Palermo). 128 ACQUEDOTTI « Da quíndici secoli Ravenna attendeva Tacqua* Si sono ricordati in questi giorni i nomi venerati, ma lontani, degli imperatori romanL Passavano i secoli, si susseguivano le gene- razioni, cambiavano i governi, le signorie, le dominazioni, la realtà era sempre lontana dal sogno* Solo il Fascismo poteva fare questo, poichè il Fascismo è, sopratutto al presente, il verbo volere »♦ Cosi il Duce si pronunciava il i° agosto delEanno EX inau¬ gurando Tacquedotto di Ravenna, consacrato alia memória dei cadutu Anche in questo campo di civiltà, di difesa delia razza e dei popolo, di assistensa agli umili, il Regime si è prodigato, aiutando gli enti locali con mutui di favore e concorrendo airesecuzione delle opere stesse con contributi direttú Oltre airacquedotto di Ravenna, or ora ricordato, van men- zionati: il grande acquedotto dei Monferrato che dà acqua a 81 comuni; Tacquedotto Schievenin che serve 20 comuni delFalto agro trevigiano; Tacquedotto Istriano che approwi- giona tutta la província; Tacquedotto Franciosetti per la città di Torino; quello per la Vai d'Orcia e la Vai di Chiana, di cui beneficiano 11 comuni; quello di Grosseto; gli acquedotti delia Lucania, ecc* Sviluppo notevolissimo ha avuto, nelEultimo decennio, 1'acquedotto pugliese* II Fascismo afffontò decisamente il proseguimento di quel colossale acquedotto con la costruzione dei grande sifone lec- cese, delle diramazioni dei foggiano e di altri 1000 chilometri di condotte esterne e interne agli abitati: fu cosi fornita Tacqua ad una popola^ione complessiva di circa un milione di abitanti* 9-4 129 La metà delia spesa totale sostenuta dallo Stato italiano per compiere questa opera, che documenta il grado di civiltà di un popolo, è stata erogata dal Governo fascista. Al complesso di opere ricordate, miranti a dare acqua pura alie popolazioni delle città italiane e dei comuni rurali, va aggiunta anche la costruzione di numerose fognature in oltre 300 centri urbani dei Paese* La breve rassegna che abbiamo fatto sarebbe assai incom¬ pleta se non venissero ricordate altre numerose opere civili ed igieniche compiute dal regime: ospedali, tubercolosari, cimiteri, lavatoi, costruiti a centinaia, specialmente nell Italia Meri- dionale e nelle Isole, dove maggiormente difettavano* La Sardegna, che era stata particolarmente trascurata dai goverm precedenti, è stata oggetto di un f intensa attività in questo campo di opere che riguardano il soddisfacimento dei bisogni fondamentali delia vita* U EDILIZIA II Governo fascista, accanto alie nuove opere pubbliche miranti a dare nuovo impulso alia vita economica dei Paese, ha promosso una serie di opere per risanare, ampliare, abbellire, le grandi città seguendo i dettami delia moderna urbanistica* In moltissime città italiane sono stati sVentrati vecchi quar- tieri, creati nuovi rioni, migliorato il rifornimento idrico e lo smaltimento dei rifiuti* I macelli sono stati moderni^ti, cen- tinaia di mercati pubblici sono stati rinnovati o costruiti di nuovo* I servizi di illuminazione sono stati migliorati; lo svi- luppo dei servizio telefônico costituisce un'altra fondamentale conquista* Parchi e giardini, viali alberati e ville, sono stati aperti al popolo che lavora* Anche in questo campo per motivi di giustizia distributiva 1 'Italia Meridionale ha avuto le maggiori prowidenze. Ma è stato specialmente nella Capitale che la sistemazione urbanística ha assunto uno sviluppo dawero imponente. La costruzione delle vie deli' Impero e dei Trionfi, la sistemazione delle adiacenze dei Campidoglio e dei Fori Imperiali, ed il compimento delle numerose opere per dare nuovo assetto alia viabilità cittadina e per fornire al popolo stadi e giardini, sono opere veramente degne delia Roma Imperiale. A queste Va aggiunta la costruzione dei nuovi palazzi dei Ministero dei Lavor i Pubblici, delia Giustizia, delFEducazione Nazionale, delia Marina e delle Corporazioni, delia città universi¬ tária e di numerosi altri edifici pubblici necessari per la vita delia Capitale, centro propulsore di tutte le attività delia Nazione. Anche nelle varie provincie 1 'edilizia dello Stato ha avuto singolare sviluppo: ricordiamo i 69 nuovi edifici costruiti per i corpi armati delia Polizia e delia R. Guardia di Finanza, i 24 nuovi palazzi delle Poste e Telegrafi, i 15 edifici carcerari, i 7 grandiosi gruppi di costruzioni universitarie e altri ancora. Nel complesso si tratta di costruzioni per un volume di oltre 7 milioni di mc. Un particolare posto spetta alia edilizia scolastica. Nel 1922 il nostro Paese aveva un numero di scuole insuffi- ciente; inoltre parte di queste si trovavano in condizioni sta- tiche e di manutenzione dei tutto inadeguate alie esigenze piú elementari delia popolazione scolastica. È quindi naturale che il Re gim e, che ha sempre avuto a cuore 1’awenire delia razza e la preparazione spirituale e fisica delia gioventú, abbia cer- cato con tutti i mezzi a sua disposizione di dare il piú grande impulso a questo genere di edilizia. II Ministero dei Lavori Pubblici, la cui competenza oggi si estende a tutti gli edifici scolastici d’Italia, ha costruito oltre 131 ii*ooo aule* I Comuni si sono pure prodigati in questa opera che soddisfa ad uno dei primordiali bisogni delia vita civile, sistemando vecchi edifici e prowedendo al risanamento ed alia ricostruzione di quelli che erano igienicamente inabitabiln L # Italia Meridionale anche in questo campo ha goduto di particolari benefici* Nel settore delle case popolari il Regime ha stanziato ioo milioni a favore di quei comuni e di quegli istituti autonomi che prendono Tiniziativa per la loro costruzione* II Regime ha pure proweduto a creare Tlstituto Nazionale per le case degli Impiegati dello Stato (L N* C* L S*), a emanare particolari prowidenze per la costruzione di alloggi da destinare ai muti- lati e agli invalidi di guerra* Col concorso finanziario dello Stato sono stati edificati, a cura dei comuni, di istituti speciali e di cooperative, oltre seimila edifici con cinquantamila appar- tamenti, dei quali 28*000 di tipo economico e 22*000 di tipo popolare* II Governo dando grande impulso alie nuove costruzioni non ha dimenticato la ricostruzione dei paesi devastati dalla guerra e dai terremoti* Oggi si può dire che ogni traccia delle devastazioni compiute durante la conflagrazione europea sia scomparsa; il Regime ha assolto in tal modo il debito di riconoscenza e di affetto contratto verso quei compartimenti che furono teatro dei tremendo conflitto, al quale segui la vittoria che il Fascismo solo ha saputo valorizzare* La Calabria e la Sicilia, che purtroppo sono annoverate fra i paesi piú colpiti dal terremoto, si sono giovate in modo par- ticolare delle sollecite cure dei Governo, il quale autorizzò la spesa di oltre 500 milioni per la costruzione di case di abita- zione nei paesi distrutti dal terremoto dei 1908* Nella sola città di Messina vennero edificati circa 1000 alloggi di tipo popola- rissimo e numerose case economiche popolari con circa 4600 132 appartamenti* Nella città di Reggio Calabria circa iooo alloggi; nella província oltre 5000* Gradatamente sorsero interi rioni di nuove case economiche e popolari: furono preparati rationali piani regolatori; si edifi- carono chiese, si initiò Fedilitia pubblica» Dopo il 1925, dopo cioè il trionfale viaggio che il Capo dei Governo compi in Sicilia, Topera di ricostrutione fu notevol- mente intensificata; oggi Messina e Reggio si possono con- siderare tra le piü moderne città dei nostro Paese* Anche i territori delia Marsica, che si distendono nei din- torni di Avettano, colpiti duramente dal terremoto dei 1915, furono oggetto di sforzi tecnici e finantiari cospicui da parte dei Governo fascista* Infatti quando il Fascismo raggiunse il potere, la situatione delia Marsica era quanto mai desolante; oggi Avetzano è com¬ pletamente ricostruita e i centri colpiti hanno ormai rimarginate le loro dolorose ferite* La fermetta dei Governo Fascista e la rationalità dei suoi sistemi di ricostrutione dei paesi terremotati si dimostrò in occasione dei disastro dei Vulture ed anche in quello delle Marche» Nelle tristi contingente che colpirono queste belle provincie d'Italia, il Governo forni un^ssistenta pronta, ade- guata, ispirata ad alto senso di umanità» Esso, però, antichè cedere alie invocationi chiedenti il rápido apprestamento di baracche, che avrebbe portato a ripetere gli errori tecnici e finantiari in cui si cadde in tempi passati, prowide con rara energia a dirigere Topera di assistenta ai disastrati, mentre squadre di operai cominciavano ad innaltare le case in mura- tura per i sentatetto» Anche in questo settore delia vita nationale Topera dei Regime è stata intensissima e tra le piü proficue: il Duce ha dato anche a questo aspetto delia vita italiana un nuovo Volto alia Patria.
Wednesday, March 30, 2022
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