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Thursday, March 31, 2022

GRICE E FIDANZA: SEGNI

 Contenutisticamente l'ascesa a Dio si scandisce in tre tappe (ognuna delle quali a sua volta divisa in due):  il mondo sensibile, vestigium Dei l'anima, in quanto realtà naturale, imago Dei l'anima, in quanto abitata soprannaturalmente dal Mistero trinitario, in Cristo, similitudo Dei Il mondo, vestigium Dei la predica di S.Francesco agli uccelli nel pensiero di Bonaventura vibra la nuova percezione francescana della natura.  L'importanza data alla prima tappa, il mondo sensibile è ciò che differenzia Bonaventura da Agostino, in forza dell'eredità francescana, che gli consente di recuperare qualcosa della impostazione aristotelica, più valorizzatrice del livello corporeo. Il mondo può essere letto come un segno, un simbolo del Trascendente: tutto parla di Dio, e permette perciò di risalire a Lui. Non occorre fuggire dalla realtà, ma è nella realtà, anzitutto materiale, che l'uomo trova la testimonianza del Creatore invisibile.  Secondo Bonaventura la realtà ci parla di Dio non solo nella unità della Sua natura, ma ne annuncia anche il Mistero trinitario: ad esempio la conoscenza delle cose corporee è simbolo della processione del Figlio dal Padre. Come dalla cosa si stacca una immagine, così dal Padre è generato il Figlio, e come l'immagine della cosa si unisce all'organo sensoriale corporeo, così il Verbo si è unito alla carne, facendosi Uomo.   L'anima creata, imago Dei Tuttavia è soprattutto nell'anima che Dio si rivela: il mondo è solo un vestigium, mentre l'anima è imago Dei. Tra l'altro testimonia e parla del Mistero trinitario, come già per S.Agostino, la tripartizione dell'anima in memoria (che rimanda in particolare al Padre), intelletto (che rimanda al Verbo) e volontà (che rimanda allo Spirito Santo, come Amore del Padre e del Figlio).  L'anima redenta, similitudo Dei Più di tutto ci dice chi è Dio l'anima in stato di grazia, l'anima abitata da Cristo: nessuno più del santo ci mostra il volto di Dio. Non basta perciò uno spiritualismo generico. L'uomo non è solo corpo e anima: ma l'anima stessa deve superarsi, dilatarsi, accettando una misura più grande: l'Ospite che ci inabita e chiede di crescere in noi.

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