Non si danno doveri reciprochi senza società. Egli è costume di chi spiega diritto naturalo -- il ius naturale -- il considerare certe classi di doveri dell'un uomo verso l'altro anteriori ad ogni idea di società. E un tal modo di speculare è coerente con tutto il resto della dottrina allorchè la società si riguarda come una pura convenzione umana. Ma siccome il fatto di questa convenzione, per confessione di parecchi fra i suoi difensori, non è se non una finzione di diritto, fictio juris, ed io non amo fondar sopra una finzione quanto vi ha di più sacro ed importante nel commercio fra gli uomini, mi vidi astretto a cercare nel *fatto reale* (italici d'Azeglio) altro miglior appoggio. E sì mi parve averlo trovato con nulla più che analizzare la idea che ognuno si forma allorché pronunzia il vocabolo *Società*, o paragonar questa idea collo stato *naturale* in cui ogni uomo trovasi sulla terra. Ecco per qual motivo non credei poter trattare dei *doveri reciprochi* fra gli uomini se prima non li considerava formanti una qualche società. E in verità, come potrebbero esservi *doveri* reciprochi senza relazioni reciproche? Come relazioni senza qualche congiunzione? Come congiuzione senza qualche legge? Come legge senza legislatore e senza autorità? Data poi la congiunzione di molti esseri intelligenti sotto una autorità comune che altro ci manca per costituire una società? Parventi dunque ripugnante la voce di *relazioni extrasociali*, usata dal ch. C. di Haller -- di cui per altro ammiro in molti punti la dottrina --, nù seppi come introdurmi a considerare i doveri reciprochi se prima non no stabiliva *sul fatto* le fondamenta con una attenta osservazione dell’essere sociale. La legge fondamentale del *civico* operar sociale potrebbe dunque ridursi a questa — la socielà (e per essa la autorità) dee far sì che ciascuno *cooperi* a *difendere* e crescere il bene altrui senza sua perdita, anzi con vantaggio proporzionato alla sua cooperazione. società in generale. XLIII. N. B. Società suol dirsi una concorde comunicazione di bene fra es- 803 283, 219, o 300.segg. seri intelligenti; società di questi esseri in istato di tendenza -sarà dunque 299 301 ». segg. fine comune. E siccome la tendenza intelligente fra la tendenza concorde a uomini dee produrre azione esterna (XXIV, 3), cosi la società umana po- trà definirsi coopcrazione concorde di uomini ad un bene comune. Prop. I. Gli uomini tutti hanno nella lor natura un elemento di società 324 universale. Prova. Gli nomini tutti sono obbligati a secondare l’ intento del Crea- tore (XXV). Or il Creatore vuole da essi cooperazione concorde a ben co- 514 segg. mune. Dunque ec. Tavaubili. Dritto Naturale 3 Digitized by Google -540 segg. X sv X La minore si prova. Uno è per natura il bene da tutti conosciuto, cd a cui tendono tutti, giacche una è la loro natura ossia impulso primitivo (XV). Questo impulso manifesta 1* intento del Creatore (VI). Dunque ec. N. B. Diremo questo elemento dovere di socialità. Coroll. 1. Ogni dovere sociale deriva da questo principio fa il bene altrui giacché la causa che mi obbliga a far ad altri un qualche bene è che debbo far loro il bene. Coroll. 2. Questo è il primo principio sociale applicazione del primo principio morale (XXVII). Coroll. 3. 11 precipuo bene di ogni società è la onestà , giacché a questa tende precipuamente la natura uqiana (XI e XII). Coroll. 4. Poiché ottener il bene è negli enti ragionevoli un divenir fc- '-5 «egg. lice (XI), il fine di universal società è rendere gli associati onestamente felici. E poiché la felicità dell’ uomo consiste secondo natura nei beni di mente c di corpo assicurarci e crescerci questo due specie di beni è il *c0 Ved. nota lviii 858 e st‘p?- N.B. Una società determinala può o abbracciare tutto il fine naturale con mezzo particolare cioè col convivere stabilmente , o abbracciarlo parzialmente. Il fine particolare della prima sarà il convivere onestamente felice : della seconda il conseguire quel particolare oggetto per cui olla si associa. Diremo società completa quella che abbraccia tutto 1’ ohhictto naturale della umana società, cioè il bene di mente, quello di corpo, o la difesa di entrambi : incompleta quella che ne abbraccia sol qualche parte Coroll. 5. La società è mezzo, non fine dell’ individuo.
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