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Tuesday, September 21, 2021

Grice ed Antonino: Riconosco da Vero, mio avolo, la piacevolezza de'costume e'l no adirarmi.

Riconosco da Vero, mio avolo, la piacevolezza de’ costumi e'l non adirarmi. Dalla riputazione e ricordanza di mio padre una modestia virile. Dalla madre, la pietà verso gl'iddii, la prontezza nel donare ed il contenerini non solo dall'onprar male ma dal fermarmi cicziandio col pensiero. Ancora la semplicità nelle vivande e l'esser lontano dal vivere dovizioso. Appresi dal bisavolo di non frequentare le pubbliche ragunanze, e di valermi in casa di buoni maestri, col conoscere che in questo è di mestiere lo spendere senza risparmio. Dall'aio, di non parteggiare ne co' prasiani ne co' veneziani, ne co’ palmulari ne con gli scutari. Ditrava gliar volontieri, d'abbisognar di poco, d'operare da me medesimo, ne di troppo infaccendarmi, e difficilmente ammetter le calunnie. Da DIOGNETO, di non perdermi in cose vane e non prestar fede a ciò chei prestigiatori e gli stregoni dell'inicantare e discacciare le demonia e di altre cose tali si vantano, di non nutricare coturnici ne perdersi circa si fatti trattenimenti, di sopportare l'altrui libertà del parlare, D'ESSERMI FATTO DOMESTICA LA FILOSOFIA, l'haver udito primieramente Bacchio, appresso Tandaside, Marciano, l'haver composto nell'era puerile dialoghi, e di contentarmi di uni letticciuolo e di pelle e di tutti altre cose alla greca. Da Rustico: di formar in me concetto che i miei costumi habbiano bisogno di correzione, e di coltura, di non divertirmi all'imitazione de' sofisti, di non comporre sopra MATERIE SPECULATIVE e di distendere orazioncine efore tative, overo con altrui stupore ostentare di esser huoino di A vita rigorosa e benefico, di lasciar la rettorica, la poetica e l'elegante parlare, e no andar con l'abito solenne per casa ed usar si fatte cose, e discriver letteruzze semplicemente, come da lui medesimo fu scritto da Sinoessa a mia madre, di rendermi senza indugio reconciliabile co’ quelli, che danno qualche disguſtoso commettono qual che errore, subito ch'e'volessero ritornare al buono, nella lettura non contentarmi di passarla superficialmente ma con accuratezza, di non esser inconsiderato in dar l’assenso a ciarle e che leggessi i commentarii d'Epitteto, prouedendomi d'un esemplare di quelli ch'egli teneva in casa. Da Apollonio, il proceder con franchezza, con una ferma costanza senza vacillare e non rimirare ad al ître por grande che fosse, che alla ragione e l'esser sempre il medesimo ne' dolori più acerbi, nella perdita della prole e nelle lunghe malattie, dal vivo esemplo di lui riconobbi che può l'huomo esser fiſo e inficmemente rimer ſo . Era egli non tedioſo nello fpiegare;e ſcorgeuafi vn huo. mio, che riputaua ben chiara mente l'infima delle ſue doti la pratica , e ſpedita maniera dello ſpiegare i Theoremi . Da lui ancora imparai come biſogni riceuer dagli amici le grazie , ſenza rimanerne perciò oppreffo,nemeno co me inſenſato ſprezzarle. Da Seſtola piaceuolezza el'eſempio d'vna.caſa guida ta con carità: Il proponimen to di viuere fecondo natura: Vna grauità ſenz'affettazio ne:L'inueſtigare attentamen te il guſto degli amici: Il tollerare gl'idioti, e quelli, che opinano ſenza conſiderazio ne:L'effer con tutti confacce uole, ficchè la sua conversazione aggradiua aſſai più di qualſivoglia anche luſinghe uole adulazione; ed era in quello ſteſſo tempo ſomma mente riyeriro da quelli , che feco erano: E di più yna ap prenſiua nell'inuentare,e diſ porre con buon ordine le maffime neceſſarie al viuere . Non moſtraua mai alcun fe gno ne dira,ne d'altro affetto maera aſfai lontano da tutte le passioni; ed inſieme eglice lebraua, e lodaua gli altri, ma ſenza ecceſſo ; ed era di gran sapere senza ostentazione. Da Aleſſandro Gramatico, il non ilgridare, ne riprén dere ingiurioſamente , ſe al cuno cometteſſe Barbariſmo, o Solleciſmo, o altro,chenon bene fonaua ; ma con bella maniera ſuggerire quel tanto appunto , che ſi douea dire , apportandolo per cagione di riſpoſta , di confermamento , o di conſiderazione ſopra la coſa ſteſſa, non ſopra la paro la, o con qualch'altro manie roſo , e coperto auuertimento , 9 Da Frontone imparai qual ſia il tirannico liuore, la frode, e la doppiezza;e come tutti quelli chiamati da noi “patrizi” sieno in certa manie . m A 4 ra disamorati. D’Alessandro il platonico,non iſpeſſo, ne ſenza ne ceflità il dire , o fcriuere ad alcuno di non hauer punto di reſpiro; e per tal modo ſpeſſo eſentarſi dalle conuenienze che per l'affetto ſono douute a quelli, che con noi viuono ſotto preteſto , che li negozi ciaſſediano. Da CATULO di non havere in poca stima le querele de gli amicisancorchè foffero ir ragioneuoli ; maprocurare di ritornarli nel solito stato ; CO , sì ancora di celebrar di cuo re li precettori;le quali coſe fi rammentano di Domizio, e di Athenodoto : Finalmente di amare con vero affetto i figli uoli. Dal mio fratello Vero l'affezione verso i domeſtici ; l'amor della verità e della giuſtizia . E per fuo mezzo hebbi notizia di Traſca, Elvidio, CATONE L’UTICENSE, Dione, e MARCO BRUTO; c mi formai nell'immagina zione vn reggimento di Re pubblica , con leggi eguali a ciaſcuno , e di vn Regno, che antepone ſopra tutte le coſe la libertà de' ſudditi . Dal medeſimo appreſi la negli genza difeſteiro, e la coſtan za nel PREGIAR LA FILOSOFIA, anteponendola a ciascun'altra cosa; e la beneficenza e la liberalità, non mai intermessa, lo sperar sempre bene e l’asicurarmi di esser AMATO DAGL’AMIICI. Non taceva, lasciando di fare la correzione a coloro, che conosce la meritassero sicchè a quelli , A 5 che gli crano caduti di grazia non lo tene celato. E non bisogna alli suoi amici conghietturare intorno a quello ch'egli voleva o non voleua, ma la di lui volontà e apertamente palese. Fu eſortazione di Massimo esser padron di se stesso, non lasciarsi aggirare in cosa alcuna ed esser di buon animo in tutti gli altri accidenti, ancora nelle malattie. Esser ben aggiustato ne' costumi, foane e onorevole e senza querimonia esecutore delle cose proposteli. E che tutti credessero ch'e' PARLA COME SENTE e che nel fare in nulla male opera. Di niente si maraviglia terriua: in niuna cosa e frettoloso o tardo o perplesso , i ne s'at accdioso o si faceva befe fe o vero era collerico o sospettoso, ma benefico, indulgente, e verace, e pare ch'e'e più tosto retto per natura, che corretto per istudio, ne giammai alcuno si tene da lui disprezzato ne manco presume di stimarſi di lui migliore e ſe fu faceto fu con modo. Appresi dal padre addotivo, l’imperatore ANTONINO PIO, la mansuetudine e la stabilità nelle cose già con esaminamento deliberare, di non esser vanaglorioso negli onori di apparenza ma amatore della fatica, operando di continuo, e di eſſer pronto ad v dir quelli che hanno da suggerir cose PER UTILE COMUNE,  Iin mutabile in dare a ciascuno quello che ſecondo il proprio merito gli era dovuto, ed esser discreto ad usar il rigore, come la moderazione, dove bisogna. Non era egli distratto con l'affetto verso de giovani ma al pubblico totalmente intento. Non merte GLI AMICI in necessità che feco cenassero ne bisogna che lontano peregri nafiero per lui, però lo trovano l'istesso quelli che per qualche necessità erano rima Ai indietro. E ricercatore ne'consigli esquisito e fermo. Non s'attacca ad ogni sufficiente indagazione delle opinioni che gli occorreno. Attento e a conseruarsi GLI AMICI de quali mai non si attedia ne pazzamente amavali e si contenta d’ogni cosa con volto sereno. L’antiuedendo , e preordinando di lontano, eziandio le coſe minime senza strepito. Non vuole sentirsi d'attorno ne acclamazioni ne adulazioni. Tenendo in buona guardia le cose necessarie al principato, e sempre provveduto di ciò che a quello fa mestiere, sopportando con pazienza se di questi e simili rigori viene tacciato. Non e superstizioso circa gl'iddii ne quanto agli huomini troppo popolare, cattando l'aura della plebe, ma in tutto attento, e ſodo, non dimenticando mai il convenevole. E quelle cose che conferiscono in qualche modo agli agi della vita delle quali la fortuna gli tera stata liberale ;vfaua ad un’ora senza fasto , e iſchiettezza , dimodo ch'egli godeua indifferentemête del le preſenti , non bramando ciò chenon haueua . Non vi fu alcuno ; che diceſſe di lui che fosse Sofista, o Caſalingo o pedante ; mavn perſonag gio maturo,perfetto ,ſuperio . re alle adulazioni , capace a gouernar ſe ſteſſo e gli altri ; ed oltre ciò onoraua quelli , che veramente eranoFiloſofi; tuttauia non dileggiava gli altri.Era di più nelle conuer fazioni huomo compagncuo le, egrazioſo, peròfenza te dio.Del proprio corpo tene ua cura quanto conueniua , non come huomo del tutto dedito a prolungare la vita , o per fare il bello , però ne meno con traſcuraggine , ma in maniera tale, che col propio riguardo aſſai rade vol. te haueſſe biſogno di medi camenti , o al di fuori epitçi marſi. E ſpezialmente cedeua ſenza inuidia a que’tali, ch'e rano dotati di qualche facul tà , come a dire , o di ben lare , o dinotizia per via d'if toria, foſſe di leggi, o foſſe di coſtumi, o di altre fi fatte co ſe; anzi ſtudiauaſi che ciaſcu ņo ſecondo il proprio talen to acquiſtaſſe nome e crediato . E facendo ogni coſa ſe condo gl'inſtituti de'maggio . ri,non perciò veniua ad appa fire rigido guardatore dell' antichità, non efſendo amico di muouerſi leggiermente , ſuariare,ma di diinorare ſem pre ne'medeſimi luoghi, ed affari . E dopo i paroliſmidem dolori di teſta tornania ſubito freſco , e vigoroſo alle ſue ſoli te operazioni.Egli non hauea ua di molti arcani , ma po chiſſimi , molto radi, e queſti ſolamente circa gli affari del comune . Andaua con pru denza , e miſura nel conce dere gli ſpettacoli, nelle fab briche pubbliche, e congia rij , e ſimili opere , fi come colui, che riguardava a quel to , che conueniuà di fare e non alla gloria , che dal te coſe fatte ne era per ri fultare : Non vſaua bagni fuor di tempo ,non era vago di edificarc, non inuentore di viuande, ne di teſſiture, etine ture di drappi, ne ambizio fo di ſeruirù di bella preſen za . A Lorio ýſaua la tonica cheſe gli prouuedcua dalla balla villa , e così sſana ordinariamente per Lanuuio : ma nel Tuſculano per ſoprauue fta yn tabarro ; e di tal licen za ne faceua come ſcuſa . Era inſomma tale il ſuo tenor di viuere, non diſguſteuolc, non iinmodefto , non eccedente nelle ſue azioni , ne comeſi dice in prouerbio , Infino al ſudore ; ma tutte le coſe fue ſi annouerauano così ben dif poſte , come ſe foſſero fatte a bellagio , placidamente, or dinatamente, con ogni vigo re , e conſonanza fra diloro . Onde a propoſito di lui ſi po teua dire , ciò che di Socrate ſi racconta ch'egli poteua aſtenerſi, e goderſi di quelle coſe, delle quali molti, e ncll? aftenerſi s' indeboliſcono , e nel goderle ſi moſtrano in temperanti. Ma l'eſfer padro 3 nic di ſe , e lo ſtar ſaldo , e sobrio nell'vno e nell'altro , è da huomo, che ha l'animo ben aggiuſtato , ed inuitto , come ſi vide nella malattia di MASSIMO. Dagl'Iddij riconoſco l'haucr hauuto buoni auoli, buoni genitori , buona ſorel la , buoniprecettori, buoni dimeſtici , parenti, amici , e quaſi ogni coſa buona : che, niun di loro inconfiderata mente io offendeſfi , benchè con tal natural diſpoſizione', che ſe foſſe venuto il caſo , io vi farei traboccato . Tuttauia per grazia degl'Iddij non ſe gui tal combinamento di co le , che ſi diſcopriſſe queſta mia inclinazione: E che io no foſſi più lunga mente alleua to appreſſo la concubiņa di mio auolo , come dell'hauer conferuata immacolata la mia pubertà; e che io non mi riſentiſsi d'eſſer in età virile prima del tempo, anzi in ol tre d'hauer indugiato dopo che io peruenni a quell'età : L'effereſtato ſoggetto ad un Principe padre , il quale era per farmi por giù ogni altcri gia, e per farmi appréderc che ſi può viuere in Corte ſenza che ſieno necaffarie le guardie , le veſti ſegnalate , le cerimonie delle fiaccole, e delle ſtatue, o altro ſimile ap parato ; ma che ſia lecito il trattarſi sù l'andare di priua to,ne quindi auuilirſi , o de primerli per far quello , che conuiene ad vn Principe in riguardo del pubblico go uerno · Ancora d ' efformi tocco in forte vn fratello tae le , che poteua co’ſuoi coſtu. mi eccitare in me vn eſatta cura di me ſteſſo , mentre in- : fieme con l'onore , e con l'a more mi ricreaua : D'hauer hauuto figliuoli d'indole non tralignante, ne di corpicciyo lo mal fatti: Che io non fa ceſſi maggiori progreſſi nella Rettorica , e nella Poctica, o in fi fatti ſtudij , ne'quali for fe mi ſarei troppo ſuagato, ſe mi fofſi auuiſto che in quelli felicemente m' auanzaua : Che io preueniſſi di colloca re nelle dignità i miei edu catori , concioffiecoſa che mi pareua eli lo defiaſſero , non nutrendoli di ſperan za , come che cffendo ano cora giouani poteſſero al pettare quello che poſcia io era per fare : Parimente d'ha uer io conoſciuto Apollonio, Ruſtico , e Maſsimo : Che ſo uente , e chiaramente mi li presétaſse nell'immaginazio nc la forma della vita c011 ueniente alla natura . Onde', per quanto appartiene agli Iddij per le ammonizioni,as ) iuti, ed iſpirazioni da eſsi co partitemi, non vi è ſtata coſa , che mi tolga il viuere rego lato alla natura , o che'l man camento non proceda al tronde , che permia colpa, e per non offeruare io gli au uertimenti, de'quali fui da lo ro come addottrinato : Che: il corpo mio fia durato nella ſorte divita , che io ho menato: Di non mieſſer non ſolo accoſtato ne a Benedetta, ne a Theodoto ; mache ancora dopo dalle paffioni ' amore ho conferuato la men te fana : Che ſpeffe volte tro uandomi adirato con Ruſtico io no fia traſcorſo tantoltre , che me ne habbia hauuto a pétire:E che giacchè mia ma dre era per morir giouane, io viuuto ſia cô eſſa inſieme ne glivltimi anni ſuoi.Ogni vol ta che io habbia voluto fou uenire il pouero ,o qualunque altro biſognoſo, non vdij mai che i denari , co’quali poteffi ciò fare mi mancaffero ; ne mai accadde tal’vrgenza, che io da altri gli accattaffı. D’ hauer conuerfato con vna moglie tanto riuerente , tan .. to amoroſa, e tanto ſchietta : Che ho haluto buona forte negli educatori per li figliuo li: Che in ſognomifieno ſtati fuggeriti molti rimedij, prin cipalmente quello allo ſputo del fangue, e quello alla ver tigine; di ciò hebbi la grazia in Gaeta ed anco in Chre fa: Che, eſſendomi io dato al l'acquiſto della Filoſofia, non m'abbattei in qualcheSofiſta; ne conſumai il tépo in iſqua dernare ſcartafacci, ne in or dire , e ſoluere fillogiſini ; ne mi ſmarrij tra le quiſtioni meteorologiche . Queſte co fe tutte riconoſco dall'aiuto degl'Iddij, e dalla loro for tuna ; dimorando io nel pacſe de' Quadi preſſo il fiu me Granua. Di bel mattino ho così da predire a me ſteſſo: E’faci le che io m'incontri in tale , che ſia o importuno , o diſ grazioſo, o proteruo, o malizioso o invidioso , o nemico di ogni comunanza . Tutti queſti difetti prouennero in eſsi dall'ignoranza del bene', e del malc ; ma hauendo io notizia della natura del be ne, che è l'eſfer'oneſto ; e del male, che porta al no oneſto ; ed eſſendomi inſiememente nota la natura di chi nel male pecca , poſciachè egliè a me , cõgiunto no tanto per la ſimi. gliáza del ſangue, e della ge nerazione, quanto per la mé te , la quale è comeporzione, della diuinità , ne ho da trar re conſeguenza ,che non pof lo rimaner leſo da alcuno de detti difettuoſi;concioffiecofa che niuno mi auuilupperà cô le ſue ſconueneuolezze; e non ho da ſdegnarmi con chi è a me congiunto neodiarlo , im perocchè ſiamo fatti a fin di cooperare, come li piedi , le mani, le palpebre, e de i den til'ordine di ſopra con quel di ſotto . Il contrariarſi dun que l’yno all'altro è contro all'iſteſſa natura , e l'adirarſi , e lodiarſi è vn contrapporſi. Tutto quell'eſſer mio ſi ri ſolue ad vn pezzo di carnuc cia , ad vno ſpiritello , ed al la parte ſuperiore , ch'è la mente. Laſcia da parte i libri, ne coſa alcuna ti diſtragga . Ciò non t'è permeſſo: ma co me sul'orlo della morte ſprez za quella carnuccia, che con ſiſte in ſanguuccio, oſſetti, ed in vna teflitura tramata di nerui, venette , ed arterie . Conſidera ancora che ſia lo ſpirito ? aura che mai non ri mane ľifteffa ; ma ognora B fuori ſi ſpira , e reſpirando di nuouo li attrae.La detta terza parte dunque di noi è quella, che ci gouerna , circa della quale così hai da diſcorrere , Se' vecchio non hai da com portare che queſta più viua in servaggio. E che ſia più per violenza ſtraſcinata dall' im peto , ch'è alieno dall'huma na comunicazione ; e che non fi prenda più faſtidio di quello, che cagioni il fato al preſente, o in auuenire . L ' opere degl'Iddij tutte fon ri piene di prouidenza; e quelle della fortuna non ſono ſenza concorfo della natura , o del la coordinazione , ed intrec ciamento delle coſe guidate dalla prouidenza. Quindi tut to ſcaturiſce. Aggiugni anco ra, che così èneceffario , conferendo all' vniuerfo Mondo, del quale tu se porzione e ad ogni parte della natura è buo no quello che porta la comu ne natura ; e ciò che s'affà al la di lei conferuazione - Però con feruano il Mondo così le mutazioni degli elementi,co . me quelle de compoſti. Que Ite coſe a te ſieno ſufficienti , e perpetui decreti . Caccia ľ auidità de'libri per non mori re fufurrando , ma con vera placidezza , ringraziando di tutto cuoregl'Idddij . Ammcntati da quan to tempo in quà se? andato differendo queſte co ſe; e quante volte de termini, a te aſſegnati da gl'Iddij , non ti ſe’valuto.Biſogna vnavolta che tu riconoſca di qualMon do ſij parte ; e da qual Rettor del Mondo deriui : E come ti è ſtato circonſcritto yn termi ne di tempo , il quale, ſe tu ben non te ne varrai per tran quillarti , trapaſſerà, e tu con esso, leſſo;ne ritornerà più . 2 Sta totalmente, e in ogni tempo intento, come conuie ne ad yn Romano d'animo forte , e maſchio , ad ele guire quello , che hai tra ma no , con attenta , e non affet tata grauità , con humanità con libertà, con giuſtizia, con dar poſa a te ſteſſo, rimo uendo ogni altra immagina zione ; E allora la rimouerai , quando facendo qualche a zione riputerai eſer l'vltima della tua vita , lontana però da ogni temerità , e da ogni appaſſionata auuerſione alla retta ragione , dalla diſſimu lazione e dall'amor di te ſteſ ſo , e da qualſiuoglia diſpia cenza alle coſe a te per fatali tà congiunte . Tu vedi quan te poche ſiento quelle coſe , le quali poffedendo , potrà vno viuere felice , e diuina vita ; poſciachè gl'Iddij niente di più domanderanno a colui , che queſte tali coſe oſſerua 3. Rimprouera, o anima,rim , prouera a te ſteſſa , come t'è ſcorſo il tempo per propria mente honorarti, eſſendo che la vita comunemente ſe'n fugge ;ela tua è già quaſi su I'vltimo, riponendo la tua fe licità nell'opinione degli ani mialtrui . 4 Perchè fe diſtratto dagli ac . cidenti ch'eſtrinſecamente di foprauuengono? Proccura del l'ozio a te ſteſſo , per appren dere qualche bene ; e ceſſa da aggirar la mente. Inoltre hai da guardarti da vn'altro ſua . ria mento : Imperocchè alcu , ni quaſi delirano con le loro aziani : cioè quelli , che tra uagliano aſſai nella vita , ne hanno fine certo , doue indi rizzino ogni inclinazione , e tutta quanta la loro imma ginazione . $ Non fi vedrà facilmente alcuno eſſer infelice , perchè non comprende quel, che ſe gua negli animi altrui: ma è Forza cheinfelici fieno quelli che non offeruano i moui menti del proprio animo. Egli èmeſtiere che ti ri cordi fempre delle coſe ſe guenti: Qual fia la natura de principij vniuerfali, e quale la propria ; ecome ſi riferiſca quefta a quella , equal parte ellaſia, e di qual vniuerfo : E cheniitno impediſce , che tu del continuo non facci, e non dichile cofe congruealla na B · til tura , della quale tu ſe'parte. Filosoficamente diſcor re Theofraſto intorno al far comparazione de'peccati , fe condo che più comunemente fi vſa tal paragonc , afferendo efſer più graui quelli ,che per la concupiſcibile fi commer tono , di quelli, che per l'ira fcibile . Imperocchè l'adirato con qualche dolore, e occulto raggricchiamento dell'animo pare che ſi diſcoſti dalla ra gione; doue quegli, che pec ca per la concupiſcenza , vin to dal piacere , dimoſtra che in certo modo più da intem perante ,e più da effeminato fdruccioli nel peccato. Retta mente dunque, e da filoſofo proferì, maggior colpa incora rere chi pecca con piacere , che qucgli, che pecca con dia ſpiacere : E in ſoinma l’ynos" assomiglia più a colui che per innanzi habbia ricevuto qual che ingiuria , e che, forzato dal dolore, entra in collera;l altro ſpontaneamente fi muor ue all'operare ingiuſtamente , portato a ciò fare dalla con cupiſcibile. 8 In tal modo hai da con durre P opere , ei penſieri , come tu foſſi in punto per vſcir di vita . Ne il dipartirti dagli huomini ti ha dapeſa re; poſciachè, eſſendoci gl'I & dij , quefti non poſſono mai indurre al male; fe poi gl'Iddij non ci foſſero , o nonhaueffen ro alcun penſiero delle coſe humane , che mi giouerà di viuere in yn Mondo manche : uole degl'Iddij , e doue mans chi la prouidenza ?Ma e gl'Id BS dij cifono , ea cura loro ſono le coſe humane; e acciocchè lº huomo non cadetle in quello che veramente è male , il tut to ripoſero nel ſuo volere . Nell'altre coſe , ſe vi fofle del male , haurebbero pure in torno a queſto prouueduto , a cagione che niuno mai vi pericolaffe. E in vero quello che non può render la perfo na peggiore , come potrà far peggiorela vita ſua ?La natura dell' vniuerfo ne ignorante mente , ne ſcientemente , ma per non poterle preferuare,ne taddirizzare le haurà trafcura te Ella certamente non com miſe sì enormepeccato , oper mancanza del potere , odel fapere, che i beni, eimali ac cadano vgualmente , e indif ferentemente agli huomini buoni, e a imaluagi ;giacche la morte e fæ vita la gloria e'l disonore , il trauaglio e I pia cere la ricchezza e la pouertà ; e così fatte coſe auuengono vgualmente agli huomini si buoni , si cattiui, non hauen do elleno in ſe nedell'oneſto ne del difoneſto; dunque non portano feca ne bene , ne male O come il tutto ben pre fto ſuamiſce!NelMondo i pro prij corpi , e dopo anche col tempo le memorie di effi fi dileguano . Di tal condizio ne fonotutte le coſe ſenſibilis e ſingolarmente quelle, che adefcano col piacere', o che atterriſcono col tranaglio , o per lo faſto ſono applætrdite , quanto fonovili,diſpregevo Li, fordide , e facili acorrom B 6 perſi,e già boccheggianti ? 10 Tocca alla facultà intel lettuale l'auuertire , che coſa fieno quelli, nelle opinioni, e voci de'quali fi conftituiſce la gloria : Che coſa ſia il morire; il quale, fe alcuno il contem pla per ſe ſteſio ſolamente ; e conla diſgiunzione della con : fiderazione ne ſepari tutte l? immaginazioni, che con effo vengono rappreſentate, com prenderà non eſſer altro , che yn opera di natura : Onde da fanciulletto è l'atterrirſi ad vi opera della natura ; e pure il morire non ſolo è opera + zione della natura , ma molto a quella conferente: Come s? vniſce l'huomo a Dio ; e con qual parte di ſe , e con qua ! maniera ancora tal particella dell'huomo all' ora è affetta e diſpoſta.  II Niuno è più miſerabile di colui che s'aggira per tut to a rintracciare ogni coſa, e Va razzolando comecolui dice fin nelle viſcere della terra ; e an cora va cercando per con ghietture quello , ch'è negli animi altrui, non accorgen doſi che gli ſarebbe a baſtan za di paſſarfela bene col ſuo genio , e riuerentemente ſe condarlo , eſſendo dentro di lui . Queſta offeruanza però conſiſte nel preferuarlo puro dalle paſſioni, dall'eſſerarro gante, dalli diſguſti,che ſi pi gliano per quello che venga da gl'Iddij, o dagli huominis concioſliecoſa checiò, che vi: ene dagľ Iddij per la virtù s ? ha da venerare;quello cheda: gli huomini, s’ha da amare per la congiunzione della natura: anzi alle volte in yn certo mar do fono degni di compaſſione , per non conofcere il bene , e il male; ne queſta ignoranza è minore dell? offüfcazione di poter diſcernere il bianco dal nero. Eziandio che tre mila anni ti rimaneffero a viuere e di più altrettante decine di migliaia' , nondimeno ricor dati che niuno perde altra vita, che quella , cħeviue', ne altraviue;che quella cheper . de .. Al medeſimo dunque fi riduce così la vita funghiffima, comela breuiffima . Perchè quello , ch'è preſente , a tutti & vguafe,benchè quello , ch'è perduto, a tuttinon è va guale ; ecosì quello, che & perde , pare chefiavn attimo folo. Imperocchène il paffatoy, neil futuro da niuno ſi perde; concioſliecofa che quelloche non ſi ha , come può eſſere tolto da veruno? Però dique ſte due coſe è da ricordarſi : l'vna, che dall'eternită tutte le cofe fono ſtate ſimili , vol. tandoſi in giro , e non v'è niu na differenza, ſe per cento , o per dugento anni, o pure per tempo indeterminato vedrai le medefime coſe : La ſecon da è, che colui, che lunghiſſi mamente ville, come quegli , che preſtiſfimo muore, refta no pareggiati nella perdita , mentre non vengono a rima ner priui, chedelpreſente , il quale ſolo hanno, eciò, che non fiha, non ſi perde. Ogni coſa ſta nell'opia nione, il che appariſce mani feſto dalli diſcorſi con Monimo Cinico . E chiaro farà l've tile di queſti diſcorſi, ſe da quelli ſe ne coglierà il midol lo della verità. Oltraggia ſe ſteſſa l'ani ma dell'huomo:Primieramen te allora che, quanto è per 0 pera fua , diuenta yn’apofte ma , o ghianduccia delmon do;mentre che chiunque mal volentieri prende quello , che il tempo porta , è vn ' diſtacs camento della natura, in par te della quale le nature di cia . fchedun degli altri ficonten gono:Secondariamente ,quan. do ſi ha auuerſione a qualche huomo , o ſe gli opponeper danneggiarlo , come fanno que', che ſi adirano : Nel ter żo luogo tratta male fe me deſimaallora , che ſi arrende al piacere , o al dolore : Nel quarto, oue diſſimulando fina tamente,e ſenza verità, qual che coſa fa , o dice: Nel quin to , quando non indirizza l' azioni fue , eiſuoi moti à niun ſegno; ma opera a cafo , e ſenza congruenza ; effendo neceſſario che ancora le coſe minutiſſime habbiano rela zione al lor fine. Ora il fine degli animali ragioneuoli è di ſeguire la ragione, e la leg ge della Città , e dell'anti chiſſimo gouerno. Il tempo dell' humana vita è vn punto : la ſoſtanza fluſſibile : il ſenſo caliginoſo: e la coagulazione di tutto il corpo facile a putrefarſi:lani moyn continuo rigiro: la for tuna difficile a conghietturarm fi: la fama vna incertezza  E per recare le inolte parole in vna : tutte le coſe corporali vna corrente, quelle dell'ani ma vn ſogno , e vn fuina d'ac qua: la vita yna guerra , e vor pellegrinaggio di vn viandan . te : e la famapoftuma farà di menticanza . Checofà è dun que , che pofſa fare durare 1 huomo Una sola  la Filosofia ; e queſta conſiſte nel con feruare l'interno genio inno cente e ſenza taccia ,ſuperio re a ' piaceri , e a ' dolori; che niente operi temerariamente , ne con bugiane con finzione: e che non habbia biſogno , che altri faccia , o non faccia . In oltre , che ben ricetia ciò , che auuieneso impoſto gli ſias come di là tutto auuenga , donde egli medeſimo è ve nuto; e ſopra tutto cheaſpetti la morte con animno ſërena , non : nonla confiderando , che co mevn diſcioglimento degli clementi, de'quali qualſiuo glia animale fi compone. E ſe agl'iſteſſi elementinon è ma. lala mutazione continua ,che ſi fa di ciaſcuno di eſli in vn altro , per qual ragione hafli a temere la mutazione, e il di fcioglimento di tutti inſie me , giacchè è conforme al la natura e niente è male , eſſendo conforme ad effa ? Fin qui a Carnuto. Ccoveredt gde jeunesse eos POS. Non è ſolamente da confiderare che la vitaſi va di giorno in giorno conſumando ; e che di eſſa ne rimanc il meno ; ma quel lo ancora fi vuole andar ri penſando , che quantunque yno viueffe eziandio d'au uantaggio , pur reſta quegli incerto ſe ſia per durargli la mente habile alla buona in telligenza degli affari , e di quella ſpeculazione , che ri chiede nel trattare le coſe humane , e diuine: Imperoc „chè fe comincierà perauuen . zura l'huomo a delirare , non perciò gli mancheran forze , ne il reſpiro , ne la facultà del nudrirſi, ne l'immaginatiua , ne gli appetiti ,ne ſimili altre potenzc; ma s’eſtinguerà ben ſi affatto in lui quella del po terſi di ſe ſteſſo valere , e di perfettamente adempiere le parti del ſuo miniſtero, e di chiaramente ſpiegare i con cetti dell'animo , e di confi derare altrui , fe tal volta debba a ſe medeſimo dare la morte ; e tutti finalmente quci ſimiglianti affari, i quali per ben riſoluere richiedel vn perfetto , e raffinato di ſcorſo.E'dunque da non iſtar fone a bada , non ſolo perchè la morte ſempre più s'appref ſa , ma perchè in oltre il ra ziocinio , e l ' intelletto noi fpeffe volte abbandonano innanzi alla morte. E'ancora da oſſeruare,che tuttociò, che alle coſe già dal la natura prodotte ſoprattuie ne , aggiugne loro yn certo che di bellezza , edi grazia ; comeper eſemplo, quando il pane ſi cuioce , infrangonfi, e in varie guiſe apronfi four? eſſo alcune particelle di cro ſta , che fuor della creden, za , ed arte del fornaio co sì ſcrepolate con particolar compiacimento muouono P appetito. Così a i fichi, quan dogià ben maturi rompeſi la camicia ; e allylive ſtagiona te , mentre principiano a pu trefarſi , fi viene ad accreſcere in tal particolare alletta mento: le ſpighe , che per lo pelo s' inchinano , il ſopraci glio del Lione, la baua, chc1 Cignale ſchiumando getta dal grifo , e altre coſe , delle quali , ſe ciaſcuna riguardaſi da per fe , appariſce lontana da ogni bellczza ,per lo effe re all'opere della natura con giunte, recano a queſte orna mento , e agli animi deri guardanti diletto ; Ondechi ha l'affetto e la conſiderazio ne intenta intorno a ciò, che vien prodotto nell' vniuerſo , quafi niente troverà anco nel le cofe, che a quelle addiuen gono, come neceſſarie pendi ci , che con qualche buona grazia non le veda congiu gnerfi. E così i veri digrignan ti grifi de viui animali non con ininor piacere rimirerà , che quelli, che con iſcherzo dalla pittura, e dal rilieuo ſo no rappreſentati; e vn certo vigorc , e vna certa maturità d'vna vecchia , o d'vn vec chio , non che la venuſtà de? fanciulletti , potrà con ben purgata viſta rimirare; e mol te ſimili cofe , che non ad ogn’vno ſaranno accette ; ma ſolo a colui , che finceramen te ne'ſegreti,e nell'opere del la natura ſi ſarà internato . 3 Hippocrate , che haueua fanati molti infermi', amma latoſi egli ſe nemorì : I Cal-, dei a molti prediſſero le mor ti , ed eſſi poſcia furono dall : ora fatale portati via : Aler ſandro , Pompeo, e Caio Ce fare , hauendo intiere Città del tutto , e tante volte di ſtrutte , e tagliate a pezzi in battaglia molte decine di migliaia d'huomini tra fanti , e caualieri, eſſi ancora alla fi ne vſcirono di vita : Heracli to , dopo hauer con diſcorſo naturale trattato dell'incen dio del Mondo , gonfio le vi ſcere d'acqua , rauuolto in iſterco bouino, finì i ſuoi gior ni : Democrito da i pidoc chi , Socrate da altri vermi reſtarono eſtinti. A che quc ſti racconti ? Entraſti in bar ca, nauigafti,approdaſti: Eſci fuora , e ſcendi; ſe pervn'al tra vita , iui ancora faranno gl'Iddij , eſſendo quclli per tutto " ; ſe reſterai ſenz'alcun ſenſo , ceſſerai d'eſſere.ratte nuto tra i trauagli, ed i piace ri , e di feruire ad vn vaſel letto tanto inferiore, quanto la porzione è ſuperiore a quello , a cui ella ferue . Poi chè queſta è la mente , e il genio , doue quello terra , e putredine . 4 Non conſumare queila parte di vita, che ti riinane nel darti inipaccio,o penſiero de? fatti altrui, quando quelli non riguardino all vtile comune; altrimente tu reſterai impac ciato in coſa da te aliena, ro fiſticando , che faccia il tale , cd a qual fine e che dica , o penſi, o macchini, e altre co ſe ſimili, le quali ci fanno de uiare dall' offeruanza della parte , ch'è la propria di cia fcuno reggitrice . Concioffie coſa che biſogni nel diuilare ľ immaginazione , sfuggire ogni penſiero intempeſtiuo , e vano , e molto più quello , che habbia del vizioſo e del maluagio : Alucfare ancora vuolſi ſe ſteſſo a penſare ſolo a quelli particolari,de' quali, chi all'improuiſo t’interro gaſſe , che penſi tu adeſſo ? tu polla con franchezza riſpon dere , ſenza interporre tempo di mezzo , queſto , e queſto ; dalle quali riſpoſte ſubito manifeſtamente appariſca che i penſieri tutti ſono in te ſchietti , manſueti , come conuiene a i viuenti per l'hu mana comunicazione ; e che, tu non ſei applicato ' a i piace ri , ne a qualſifia voluttuoſa immaginazione , non alle conteſc , non all'inuidia , o a i ſoſpetti, o ad altro , per lo che tu ti hauefli da arroſſire , diſcoprendo quello , che tu couaui per auuentura nell' C 2 animo . Giacchè vna perſona, così coſtituita , è quaſi vno degli ottimi , qual facerdo te , e miniſtro degl'Iddij,ſer uendoſi di quello, che den tro di lui riſiede Questo rende l'uomo illibato e libero da i piaceri , illeſo da ogni trauaglio , intatto da ogni ingiuria e ſenza vn mini mo ſentore di malizia , cam pione del maggior combat timento , da non eſſer ab battuto da paſſione alcu na , intinto nella giuſtizia in fino all'intimo , che con tut to l'animo ben riceue quanto auuiene , e quanto per defti no gli venga compartito. Non iſpeſſo ne, fuori che in grandi neceſſità , e che ſpet tano all' vtile comune , ri flettente a quello , che altri ſi dica , o faccia , o penſi, ſolo da vn canto intento a ' proprij affari , e dall'altro continu a mente attento a ciò, che per le contingenze dell' vniuefo a lui tocchi; acciocchè s'in duſtrij di rendere quelli di bella oneſtà compiuti , queſto reputi colmo d'ogni vtile e d'ogni bene. Concior ſiecoſa che , quanto a ciaſcu no viene dal fato deſtinato , fia portabile , e del bene ſeco portante . Ed egli tenga a mente , che a lui effcr dee fa migliare tutto quello che ha del ragioneuole, e che la natura dell'huomo richiede, e che dee applicare alla cura di qualunque ſi ſia degli aleri uomini.  Però non ha a vo ler dipendere dall' opinione così d'ognuno , ma ſolo di C 3 coloro, che viuono conforme alla natura ; e dee offcruare quali ſieno quelli , che diuer famente viuono ilmodo, che tengono in caſa , e fuori , il giorno, e la notte, e quali , e con quali conuerſando ſi me ſcolino; Eper ciò non ſi ha ď hauer in alcun grado la lode di coſtoro , che ne meno fe fteſli contentano. Non opererai come con tro tua voglia , ne come ſcor dato del bene comune , ne ſenz' hauer prima ventilato efattamente l'affare, ne ritro fo ; ne attenderai con bellet ti di vago dire a vanamente liſciare i tuoi concetti , non effendo ciarlone, ne troppo faccendiero . Iddio , ch'è in te , preſieda al tuo viuere da perſona virile , e nell'età auanzata , e di vita politica , e da nato Romano, e chema neggia gouerno . Sta in mo do tale apparecchiato e diſ poſto che alla prima chiama ta tu ſij pronto di ſtaccarti da i viui fi intero , che ti fia data credenza senza tuoi giuramenti o teſtimonianze altrui. Queſt'vno non manchi , ch'è tal ſerenità nell'animo , che non occorrono conforti efterni, ne di effere tranquil lato per opera d'altri: s'ha dunque ad cſſer per ſe ſteſſo retto , e non raddirizzato . 6 Se nella vita humana tu trouerai alcuna coſa migliore della giuſtizia , della verità , della temperanza , della for tezza , e in fomma fe altro meglio , che l'eſſer l'opera zione della tua mente sufficiente a ſe ſteſſa , acciò ca gioni , che tu operi ſecondo la retta ragione, e in ciò, che non può dipendere dal pro prio tuo conſiglio , al fato tu ti accomodi : ſe meglio dico di ciò tu truoui , od iſcopri ,a quello volgiti con tutto l'a nimo, e godi dell'ottimo , che haurai ritrouato . Ma fe nulla t'appariſce , che ſia inigliore dell'iſteſſo genio , che in te riſiede , il quale habbia sottomessi a se stesso i proprij mori de'tuoiappetiti, ed eſamini le coſe. immaginate , e che dalle perſuaſioni, o alletta mcnti de' ſenſi, come Socrate dicea , ſia diſtratto , e con 1 affetto attento agli huomini , fi fia fubordinato agl'Iddij : Se di queſto trouerai eſſere ogni altra coſa inferiore , e più vile , non dar luogo nclla mente tua ad altra cofa veru na , alla quale vna volta che tu o propendendo , o decli nando aderifli , ſareſti ferma mente impedito a poter libe ramente preferire ad ogn'al tro il ſingolare , e proprio tuo bene ; non eſſendo giuſto che al bene ragioneuole e operatiuo ſi contrapponga qualſiuoglia altro , che ſia in diuerſo genere , come fareb be l'applauſo della moltitudi ne, o la dignità , o le ric chezze , o il godimento de piaceri;tutte coſe le quali ha. uendo apparcnza , ancorchè in minimo , di adattarſi a noi, repentemente preuarranno , e ci rapiranno . Ondeio ti di co , attienti fchiettamente , e francamente al meglio ; e С aderiſci a quellos e il meglio è quello , che a'te è di profit to ; però ſe ſi confà , come a perſona ragioneuole , queſto riſerbati ; ma ſe ſolo , come. ad animal viuente , riggetta lo , e ſenza gonfiartene,cuſto diſci il fologiudicio , per po ter formare vn eſame certo , e ſicuro . Non iſtimare giam mai , che ſia coſa conferente a te ſteſſo quella, che tal vol ta forzeratti a traſgredire la fede , mancarc all honore , odiare alcuno , ſoſpettare maledire , fintulare , ed ambi re qualche coſa, laquale hab bia biſogno di naſcondimen to di muri , e di velami . Im perocchè chi ſtima fopra tut to la propria ſua mente , e il genio , e l'operazioni della ſua virtù , quegli non fa azione da tragedia , non pia gne , non hannà biſogno di Itar folitario , ne della com pagnia di molti . Esquel che più importa , viuerà ſenza de fiderare , e ſenza sfuggire co fa alcuna ; ne farà molto ca fo , ſe dell'anima circondata dal corpo ſe ne ſeruirà per più lungo , o per più breue tempo : acciocchè qual ora s'haueſſe a dipartire , così franco ſe ne vada , come ha ueffe a disbrigarfi di qualche affare , che gli conueniffe efe guire con decoro , e con ogni modeſtia : ofſeruando queſto folo puntualmente per tutta la vita , che i fuoi penſieri s. aggirino attorno qualche co fa , che ſia propria de viuen ti razionali , e ciuili . 7 Nella mente di perſona C 6 ben aggiuſtata , e purgata non trouerai niente di guaſto , niente di marciume , o che v'habbia fatto ſaccaia . Simil. inente . non troncherà il fato la vita di coſtui imperfetta , come ſi direbbe dell'Iſtrione , fe ,auanti di finire , e compire il Drạmma,gli vditori all'im prouiſo piantaſſe . Di più non trouerai nulla di feruilc , ne di affettato , ne di appicci cante , ne di diſciolto che habbia biſogno d' eſſer corretto , ncd'eſſer ricoper ne to. Habbi in venerazione la facultà , che forma l'appren ſione , dependendo da queſta il tutto ;acciocchè niuna opi nione s' inſeriſca nella tua mente , che non confcnta colla natura , e colla coſtituzione di viuente razionale : E queſta profeſſi di non cor rerc alla cieca, e che l'huomo fi confaccia con gli huomini , e verſo gl’Iddij ſia offequiolo. Rigettate dunque tutt'altre coſe , imprimiti ſolo queſte poche , e ſpesſo rammenta ti che da ciaſcuno ſi viue il ſolo momento preſente, il re fto l'ha gia viuuto , o gliè af fatto ignoto . Piccola adun que è l'età di ciaſcuno : Pic colo è il cantoncino della terra, dove ſi viue , e piccola , benchè lungi s'eſtenda , è a ' poſtuni la fama , proceden do queſta dalla ſucceſſione di homicciuoli , che preſto ſe ne vanno a morire , i quali non conoſcono le ſteſſi , non che colui , il qual di già lungo tcmpo morì. A'già eſpoſti auvertimenti s'aggiunga ancora di far ſem pre vna diffinizione , o de : ſcrizione di quello , che vie ne dall’iinmaginatiua rappre fentato acciocchè qual'è nudamente nella propria ſo ſtanza , e il tutto per tutte le parti diſtintamente , tu rico noſchi,e ſia a te ſteſſo eſpreſ ſo. e paleſato qual ſia il ſuo proprio nome , e i nomi di quelle parti , delle quali è compoſto , e nelle quali ſi ri foluerà . Perchè non è cofa , che a ſolleuare la generoſità dell'animo ſia più poſſente ; quanto l'eſaminare con me todo , e verità ciaſcuna coſa che può accadere nella vita ': c riguardarla del continuo in tal modo , che tu comprenda inſieme a qual Mondo , qual vſo porgano , che poſto tena gano in riguardo dell’yniuer fo , e quale in riguardo dell' huomozil quale è cittadino di quclla ſopraniſlıma Cittade di cui le altre ſono come.abi. tazioni di famiglie : Che co fa ſia , o di quali principij ſia compoſto , e quanto tempo fia per durare quello , che al preſente m’imprime tale im inaginazione ; e qual virtù in torno quello s'habbia da vla re : come a dire della manſue tudine , delle fortezza , della verità , della fede, della ſchiet tezza della contentezza, del la propria ſorte , e d'altre fi mili. Per lo che biſogna dire di ciaſcheduna coſa : Queſto viene da Dio, ma questo per fatale ordinazione, e conneſ fione delle cose del mondo o per una tale congiuntura , e fortuna: E queſto altro pro cede da vn tuo proſſimo , e congiunto , e teco conuer fante , ignaro di quello , che a lui pernatura ſi conuiene . Ma io che lo ſo m’auuaglio d' effo , fecondo le leggi naturali della comunicazione , con af fetto benigno , e giuſtizia ; e inſieme nelle coſe indifferen ti , o mezzane mi ſtudio d' andar conghietturando , qual ftima a quelle habbiaſi a da re . Se tu , della retta ragione feguace , opererai quello che haurai dauanti ſtudiofa mente, validamente , placi damente , e non mirando ad altro che all'intrapreſo nego zio , anzi conferuerai il tuo genio puro , e conſtante , co me ſe già ti abbiſognaſſo di renderlo. Se dunque queſto offeru.crai , a niente altro at tendendo , niente fuggendo ; ma nell'operazione , che hai tra le mani , conformandoti alla natura , e contentandoti d'eſprimere con verità eroica tutto ciò , che a dire intra prendi , tu viucrai felice . In vero non v'ha chi ti potra quefto impedire . u Comei Maeſtri del cu rare hanno ſempre alla mano gli ſtrumenti , e i ferri per ogni inopinata cura così habbi tu pronti i decreti a ri conoſcere per mezzo d'effi le coſe diuine e l'humane , in tutto ciò, che, quantunque mi nimushaurai da operare ; ben ricordcuole come queſte fia no amendue tra di loro con giunte , non potendo far nulla , che appartenga agli huo mini, che per mera corriſpon denza al Cielojne per lo con trario . 12 Non andar più vagan do, mentre non haurai più da leggere i tuoi libretti di me morie , ne i fatti degli an tichi Romani , e Greci , ne le raccolte , che hai eſtratte da varij ſcrittori , le quali riſer bate t'haueui per la vecchia ia . Affrettati adunque ver ſo la fine , e abbandonando , mentre che t'è lecito , le va ne ſperanze , porgi ogni aiu to a te ſtello , ſe tu fe'a cuore a te medeſimo . 13 Gli huomini volgari non fanno quanti ſignificati hab biano le voci rubate, femina re , comperare , ripoſare ; ne fanno diſcernere quello , che s'ha da operare : il chenon ſi fa con la viſta degli occhi, macon altra perſpicacia. Habbiamo il corpo, l'a nima , c la mente : Al corpo appartengono i ſenſi, allani ma gli apperiti, alla merite i decreti . Si formano le imma ginazioni ancora dagli ani inali bruti ; ma il laſciarli trarre dagl'imperi degli ap petiti a guiſa di pupazzi tira ti con cordicelle, è cofa da beſtie , e da effeminaci , e d ' yn Falaride , ed'vn Nerone . L'applicarela reggitrice men : te all' apparenti conuenienze è ancora di coloro , i quali non tengono , che ci ſiano gl’Iddij , e che alle occaſioni abbandonano cziandio la pa tria , e che quando han chiu te le porte , fanno di tutto. Se dunque l'altre coſe ſono comuni alli già detti , reſta proprio dell'huomo dabbene l'amare, e abbracciare ciò che a lui auuenga , e che dal fato gli fia compartito , come il non rimeſcolare , e confon dere il genio , che nel mezzo del petto riſiede , ne pertur barlo colla moltitudine dell' immaginazioni : ma conſer varlo placido , e come a vn Dio , decenteinente portar gli riuerenza , ed oſſequio. Non proferendo mai parola, che tutta yera non ſia ;ne fuo ri del giuſto facendo cofa al cuna . Se poi tutti gli huomi ni non crederanno , ch'egli fchicttamente , e oneſtamen te , e tranquillamente ſe ne viua , non però fi crucсerà con chi che ſia di loro ; ne vſcirà mai dal dritto ſentiero , che lo conduce al fine della vita , al quale fa di meſtiere giugnerepuro,quieto, c pron to a diſcioglierſi, e acco- - modarſi di buona vo glia al proprio de ſtino. Nell interno che domina in noi quando ſi confor ma alla natura , reſta sì indif ferente a tutti gli auueni menti , che ſenza ripugnanza ſempre prontamente ſi tra fporta a ciò; ch'è poſſibile , e conceduto ; Imperocchè non s'obbliga a materia deterininata ; ma è facile verſo ciò , che gli venga propoſto , ben che con qualche eccezione ; e quello , che in luogo dell eſcluſo è introdotto, s'appro pria come ſua materia , in guiſa del fuoco , quando nel le coſe , che incontra predo mina ; dalle quali vna picco la lucernctta verrebbe e ſtinta,la doue vna gran fiam ma trasforma in ſe preſta mente tutto quello , che in nanzile è poſto , e lo conſu ma , e di quell'iſteſſo diuiene maggiore 2 Niun'opera ſi faccia a ca ſo , ne altrimente ſi eſegui ſca , ſe non conforme agli ammaeſtramenti di perfezio ne dell'arte . 3 Proccurano le perſone di ritirarſi nelle campagne,alla -50 he 9 or it 71 za 2 . e 01 marina , e ne' monti , e an co tu queſti ſe' stato particolarmente ſolito d'amaro e queſta è coſa ordinarijfſima agl'idioti; eſſendo a te lecito in qualſifia tempo, che ti pia cerà , ritirarti in te ſteſſo . Ne c'è luogo per l'huomo di più quiete , e più lontano dalle faccende , per ritirarſi di quello del proprio animo ; particolarmente ſe haurà in ſe formato tali concetti, che in quelli internandoti pron tamente rimanga in vna to tale tranquillità . Ne altro dico eſſere queſta calma che l'animo ben compoſto : Ritirati dunque ad oraad o ra , e rinnuoua te ſteſſo . Si eno però breui , è ordinati que' ricordi , i quali ad vn tratto fouuenendoti, ſaran no ſufficienti a liberarti dio gni moleftia , e di rimetterti nelle tue operazioni ; alle quali ſenz' annoiarti farai ri torno . Poſciachè di qual co ſa pigti tu noia ? forſe della maluagità degli huomini ? Rammentati di quel decreto, che i viuenti ragioneuoli ſo no prodotti a pro \ vno dell'altro ; e che il medeſimo ſofferire è part e della giuſti zia dell'huomo: e che quelli, che delinquono , no'l fanno di buona voglia ; e quanti dopo hauere eſercitato l'oſti lità , i ſoſpetti, e gli odij, e trafittiſi ľ .yn l'altro , ſono morti e diſteſi ridotti in cene, re ? quietati dunque vna vol ta . Ma tu non t'appaghi di quello , che dall' vniuerſo ti è ſtato diſtribuito . Richiama : D però nella memoria la pro porzione diſgiugnéte , che ci è , o la prouidenza, o gli atomi, o anco altre coſe , donde ben fi conchiude che il Mondo è in guiſa di ordinata Città. Se poi t'aggrauono le coſe cor poree , tu quì confidera che la mente , dopo che vna vol ta ſi ſarà in ſe ſteſſa raccolta , e haurà riconoſciuta la pro pria dignità , non ſi meſco ſerà con iſpirito , che venga ad eller morbidamente, o ru uidamente agitato . Aggiu gnidi più tutto quello , che del dolore , e del piacere tu hai vdito , e l'hai approuato. Mala gloricota ti diſtrarrà ? Da vno ſguardo , come pre fto va il tutto in dimenti canza , e nel chaos dell'euo da amendue le parti immen fo , e nella vanità d ' yn rim bombo : e quanto mutabili , e ſenza giudicio fono quelli, che di noi poſſono formar concetto , e in quanto poco luogo tutto ciò li circonſcri ue ; mentre tutta la terra è yn punto , e di queſta non è che yn cantoncello la noſtra abitabile ; e quanti, e quali fono quelli , che ſieno per lo darti . Ricordati dunque di ritirarti in quella particella di te ſteſſo ; e ſopra tutto di non ti diftrarre , e di non far refiftenza ; ma fij. franco, e ri guarda l'opere da PERSONA VIRILE, D’UOMO, da cittadino , da viuente mortalc. Ma tra i ricordi più pronti e ſpe diti , i quali hai da conſide rare , fieno queſti due. L'yno, che le coſe iftcffe non s'at D 2 taccano all'anima , ma ſtan no al di fuori immobili ; e che le turbazioni deriuano ſolo dall'opinione interna : l' altro è , che quanto vedi , queſto non iftarà guari a mu tarſi, e più non ci ſarà; e con fidera a quante mutazioni già tu ti ſe trouato, e di con tinuo tieni a mente , che il Mondo ſta nell'alterazione , la vita nell'opinione . 4 Se l'intelletto è comune, comune ancora è la ragione , mediante la quale noi ſiamo ragionevoli. E ſe è vero que ſto , eziandio la ragione, che comanda quello , che ſi deb ba , e che non ſi debba ope rare , ſarà coinune . E ſe è cosi , ſarà comune la legge ; il che ammettendoſi , verre mo noi ad eſſer Cittadini ; donde è, che hauremo da par ticipare di qualche Cittadi nanza ; e conſeguentemente reſta il Mondo eſſere come vna Città . Concio ffiecofa che dirà alcuno : qual'altra Cittadinanza fitruoua fi co mune , della quale tutto il genere humano partecipi ? E da queſta comune Città deriua l'iſteſſo effer noſtro in: tellertilo, e ragineuole, e le gale. O se quindi non ès-don de è perciocchèſi come quel lo , che è di terreſtre in me , da qualche terra a me ſi com , parte , el eſſere vmido da vn altro elemento , e l'eſſere fpiritale da qualche ſcaturi gine di ciò , e'l caldo , e l'i gneo da qualche altra pro pria ſorgente ; imperocchè nulla prouiene dal nulla, co D3 me ne meno ritorna in quel che non è così anche l'intel lettiuo da qualche luogo fi comparte . 5 Tale è la morte , quale è la generazione , e ſono degli arcani della natura ; queſta è miſtura degli elementi, e quel. la è diſcioglimento ne'mede fimi : In ſomma non ſe n'hà d'hauer vergogna , poichè non è contra la conuenienza del viuente intellettuale , ne repugna alla ragione della di lui conſtituzione , 6 La natura porta che queſte cofe da tali ca gioni nafcano neceſſaria mente ; il che , ſe ad alcuno non piacerà , vorrà che'l frutto del fico non habbia lattificio . Quello in tutto , e per tutto rimanga nella mente, che tra breuiſſimo tempo tu , e quel tale vi morrete , e tra poco non ci ſarà , ne pu re il voſtro nome . Leua via l'opinione , che ſarà tolta la querela , che dice , IO SO NO STATO OFFESO , leua queſto dire : IO SONO STA TO OFFESO , e verrà tolta l'offeſa . Quello , che non fa peggiore in ſe l'iſteſſo huo mo , non renderà peggiore la di lui propria vita; e ne in ternamente , ne efternamen te l'offenderà . 7 La natura ad operare in tal modo per lo comune vti le fu neceſſitata . E ciò , che auuiene , giuſtamente auuie ne : il che ſe attentamente of feruerai , trouerai eſſer vero ; ne per ſola conſeguenza di co , che è queſto, ma perchè D4 così vuole il giuſto ; venen do da colui , il quale ſecon do il proprio merito , diſtri buiſce a ciaſcuno il ſuo .Of ſerua dunque tu queſto , co me hai dato principio ; e nel fare qualunque coſa ado pera con qucfta oſſeruazio ne, e con lefſere huomo dab bene; ina di quella maniera , come s'intende propriamen te l'hucmo dabbene . Tutto ciò oſſerua in ogni tua ope razione . 8 Non farai concetto del le cofe fecondo il giudicio di chi t'oltraggia ; ne come e quali eſſo vuole che tu le giudichi ; ma conſiderale , quali eſſe veracemente ſono . 9 Debbonfi ſempre hauer in pronto queſti due punti: primieramente di non operare in modo diuerſo da quello che la ragione, Rcina, e leg gislatrice per l'vtile degli huomini fuggeriſce ; ſecon dariamente d'effer facile a mutarti di parere , ſe qual cuno fi corregga , e rimuoua da qualche opinione ; però queſto rimouimento s'ha ſempre d'appoggiare alla perſuaſione , che porti del giuſto ,o del ben comune, O di coſe ſu queſto andare,non per compiacimento , ouero per apparenza di gloria . Hai tu la ragione ? la tengo : Per chè dunque non te ne ſeruia Che vuoi cu altro , che que ſta , mentre ella fa quello , che è proprio di lei ? 10 Come parte di queſto vniuerſo già ſe'ſtato conftitu ito , così tornando a chi t'ha DS fat 82 LIBRO QVARTO fatto , diſparirai, o più toſtoy con qualche mutazione, fa rai ripoſto nella ragione fe minále di quello . Di molte granella d'incenso su Piſteffo altare vna cade prima dellº: altre , purchè ſi conſumi mula la importa . Tra dieci giorni tu parerai vn Dio a quelli alli quali ora ſembri vna be ftia ; e yna ſcimia , fe ritorni a ri pigliare i decreti, e la vene mazione della ragione. Non fare i conti come fe hauefli ancora a viuere più migliaia d'anni. Il debito fatalc fou raſta , mentre viui,mentre ti è permeſſo diuenta buono .. II Quanto di quiere d'ani mo guadagna chi non bada a quello , che'l vicino diſſe, o fece , o pensò , ma ben fi ſolo a quello , ch' egli ſteſſo fa, acciocchè l'opera ſua ſia giuſta , e pia ? , nericercando va ſe altri ſia di buoni , o rei coſtumi , ma corre a dirittu ra per la linea , ſenza punto da efla ſcoſtarſi ? I2 Chi dietro alla fama apoſtuma ſe ne va,come ſtor dito , non conſidera come cia fcuno di quelli , che di lui li rammenteranno , anch ' egli preſto ſe ne baſirà , e così di nuouo quegli ancora , chea queſto ſuccedera, finchè ogni memoria , per mezzo di huo mini, parte ſtupiditi, parte già morti continuata ſi ſpen ga .Mapreſupponi tu , che quelli che terranno di te me moria fieno immortali , e la memoria rimanga immorta le ? ciò che gioua a te 2 ne ora parlo di quando tu fa D 6 rai nh ada Te ef 1 rai estinto, ma del preſente mentre tu viui. Che è la lo de ſe non certamente yn tal condeſcendimento d'huomi ni . Tralaſcia dunque , come inopportuni i doni della na tura , mentre che dipendo no dal giudicio d'altri . Del reſto tutto quello , che in qualſiuoglia maniera è buo no per ſe ſteſſo è buono , e in ſe ſteſſo fi riſtrigne; ne tra le fue parti annouera la lode ; onde non diuiene ne miglio re , ne peggiore. il lodato . Queſto dico ancora di ciò , che volgarmente ſi chiama buono : quali ſono le coſe , che o per la materia , o per l' operazione dell'arte tali fi ftimano . Ed in vero quello , che è realmente buono , di che ha biſogno di nulla più certamente che la legge , di nulla più che la verità , di nulla più , che la buona mente , che la modeſtia Quale di queſte per lo eſſer lodata diuiene buona, o bia-, fimata ſi corrompe ? forſe di uenta peggiore lo ſineralduc . cio, ſe non è lodato? non di rafli il medeſimo dell'oro, dell'auorio, della porpora, del pugnalett , del fiorellino, dell'arbuscello? Se l'anime ſempre du rano , come fin dall' eternità le può contenere in ſe l'aria ? e come la terra i corpi rac chiudere de' ſepolti di tanti ſecoli: Poichenell'iſteſſo mo. do, che la mutazione, e la re ſoluzione di queſti danno luogo ad altri cadaueri,dopo eſſer per qualche tépo quag. giuſo ſtati, così l'anime poi chè ſono ſtate traggettate nell'aria , e trattenuteuifi al quanto , fi tramutano , e ſi ſtruggono, e s'abbruciano, ri tornando nella ragione ſemio nale del tuttoje in tal modo fanno luogo ad altre , che appreſſo vengono a ricongiu gnerſi. A queſto ſi riſponde, che ſuppoſto che l'anime du rino , biſogna non ſolo con cepire la moltitudine de'cor pi così ſepolti, ma quella an cora degli animali , che cia fcun giorno da noize da altri animali ſi mangiano ; poichè quanto numero le ne confu ma, ecosì in yn certo modo ſi ſeppelliſce nelle viſcere di quelli , che ſe ne cibano de tuttauia capono in questo luogo per la traſmutazione in in sangue , in aria , e in fuoco. Qualeè intorno a que ſto la notizia della verità il . diuiderſi in materiale , e cau-, ſale. Non fi vuole andar con aggiramenti vagando, ma in ogni appetizione dell'animo deefi aſſegnare il giuſto ; ed in ogniimmaginazione con feruare quello , che ſi è compreso. Tutto quello, che a cé , o Mondo , è conueniente , a me ancora ſta bene . Nulla è a me acerbo , o tardivo, che a te ſia ſtagionato; ogni coſa , che portano le tue ſtagioni, è a me frutto . O natura , da te deriua il tutto , in te è il tutto , e a te il tutto ritorna . Diffe colui ; Amata Città di Ci tropese tu non dirai,Amata Cit tà di Gione? Intrigati di poco , diſſe , se tu vuoi ſtare coll' animo quiero Non è miglior cola , che far ſolo ciò , che è neceſſario , e quello , che la ragione all ' huomo,nato per la vita ciui le , detta , e nel modo , che lo detta. Imperocchè queſto non folamente reca la tran quillità , che dal ben fare procede; ma quella ancora , che dal poco operare.ti au uiene. Concioſliecoſa che; fe la maggior parte di quello che ſi dice, o lifa , non eſſen do di neceſſitade , alcuno ri ciderà , egli ſe ne ſtarà int maggior ozio,c meno ſturba to. Perciò biſogna in ciaſcu na coſa in particolare ricor darſi che forſe ella ſi è vna di quelle , che non lon neceſſa rie . Biſogna in oltre non ſo lo toglier vią l'azioni , che non ſon tanto neceſſarie, ma ancora l'iſteffe immagina zioni, perchè così non ſegui ranno azioni ſuperfluc. Fa prova, come ti rie fca la vita d'vn huomo dab bene, cioè, cheſi contenta di ciò , che dall' Vniuerſo gli vien aſſegnato, che ſi ſoddis fa del proprio operare giu ſtamente , e della ſua man fuera diſpoſizione.Hai confi derato queſto.2 rimira queſt altro ; non ti turbare , habbi l'animo tuo aperto. Chi pec ca, contro di fe pecca. Ti au uenne qualche bene ? Dal principio dell'uniuerso ti fu ciò deſtinatose intrecciato in ſieme ognaltro auuenimena to.In ſomma la vita è breue. Vuolſi guadagnare il preſen te gote con feguire la retta ragio ne, e la giuſtizia. Sta attento di non rilaſſarti. 18 O il Mondo è vna bel la ordinanza,o'vn meſcuglio confuſo , tuttauia & Mondo. Ora ſe in te ſteſſo qualche Mondo,cioè,comeper efem plo,vna venuſtà può conſiſte . re , haurà poi da eſſer yn'im monda ſconuenenza neli'yni. uerfo , mentre in effo tutte le cofe fi vedono così diſtinte , c dilatate , con effer inſieme reciprocamente affette ? 19 Ci ſono coſtumi negri , coſtumi effeminati , ferrigni, ferini, e diquelli, che ſono fimili a'brutali , e a ' fanciul leſchi, inſenſati , affettati , buffoneſchi, tauernieri , e ti rannici. Se fireputa pellegri no nel Mondochi non faciò : che in eſſo ſi truoua , molto o più pellegrino è colui , che ignora ciò , che in eſſo ſi fac cia. Fuggitiuo farà chi fugge 0 dalla ragione ciuile , è cieco chi ha chiuſo l'occhio dell' intelletto , mendico chi ha neceffità d'altri, e non ha ap " preſſo di ſe tutto quanto gli è neceſſario per vſo della vi ta. Eyna apoſtema del mondo, chi ſi diparte, e fi difrom pe dalla ragione della comu ne natura , non accomodan dofi agli auuenimenti ; men tre gli produce quella mede fima , che ha te ancora pro dotto.E vna ſtracciatura del la Città , chi diſtacca la pro i pria anima dalla mente r & ei gioneuole, che è vna . 20. Ci è chi filoſofa ſenza tonica , e chi ſenza libro , vn' altro mezz'ignudo. Non ho del pane, diffe, e nonmipar to dalla ragione. Io non ho il cibo degl'inſegnamenti , e pur in eſſi perſcuero : Affe zionati all'articella , che im paraſti , e in quella acqueta ti.Mena il reſto della vita tua con riporre negl'Iddij la cura d'ogni tuo affare , e ciò con tutto l'animo : e dhuomo, che viua,non ti fare ,ne tiran i no , ne fchiauo . 21 Conſidera, verbi gratia, i tempi di Veſpaſiano , tu vi vedrai tutte queſte medefi me coſe , cioè huomini, e far .nozze, ed educar figliuoli, ed ammalati, e morienti, e com battenti, e feſteggiantise mer. catanti, e agricoltori , e adu latori, e arrogantemente par Janti, e ſoſpettoſi, e infidiatori , e deſideranti la morte , e delle coſe , che ſuccedeuano ha lamentantiſi, e innamorati, e at intenti ad ammaſſar teſori, e e ambizioſi di Conſolati , e di 1 Regni; tutti fparirono, e della loro vita già non vi rcſta 1 nulla . Appreffo traſportati all'età di Traiano ; di nuouo I rimirerai tutte le medeſime cofc , e pur la vita di quelli non ci è più.Similmente con ſidera altri ſegnalati inter ualli de' tempi e delle intere nazioni; e offerua,come tanti, e tanti allora gonfiati l' vno * contro l'altro ,dilì a poco ca e dettero , c fi dileguarono ne gli elementi . Specialmente B t'hai da rammentare di quel li, che tu ſteſſo hai conoſcill ti , che vanamente affannati hanno tralaſciato d' operare  conforme alla propria diſpo fizione , e d'aderire tenace mente a quella , e di quclla foddisfarli . E neceſſario an cora di rammentarti,che l'ap plicazione in ciaſcuna azio ne ha la ſua propria conue nienza , e proporzione; per chè così tu non ti dorrai; ſe tu non più di quello chepor ta il pregio in queſte coſe minori, ſarai occupato. 22 Le voci già correnti , ora fono diſufate , e richie dono chioſe ; così i nomi di quelli già tanto celebri fono in yn certo modo al preſente fimilia derte voci: tale è Ca millo, Cefone, Volefo ,Leon .nato; e poco appreffo Scipio ne ; e Catone ; dopo anco Auguſto , c indi Adriano , e Antonino ; perchè ogni coſa ſua Ct colla 211 ap 10 16 ber Ol ſuaniſce , e tofto paſſa in fa uoleggiamenti, cben preſto dentro d' yna totale obbli uione reſta ingoiata.E queſto dico di quelli , che a maraui glia yna volta riſplenderono; poichè gli altri nell'iſteſſo lo ro fpirare reſtarono ignoti, e niuno più ne domanda . Che coſa è dunque queſta eterna memoria ? Tutto vanità. In torno a che dunque s'ha da porreil noſtro ſtudio in que ſto ſolo ; che la mente ſia giu ſta , l'azione diretta al co mun bene,tale la ragione che mai non reſti ingannatå, el animo così diſpoſto, che ciò, che gliaccada, abbracci, co me foſſe a lui neceſſario , e co me famigliare , e come dall' ifteflo comun principio , e fonte deriuato . Di buon ani til zie id 700 DITI OP ON DC1 او و mo gettati nelle braccia del fato ; permettendogli che e inuolga in quelle coſe , che a lui parrà. Il tutto va a giorni, e chi rammenta, e'l rammen tato . Mcdita del continuo , come tutto ciò, che ſi fa a per mezzo delle mutazioni fi fa; e auuezzati a conſiderare , che nulla ama così la natura del l' vniuerſo , come di mutare gli entie far delle coſe nuo ue a quelle aſſomiglianti. Perchè in vn certo modo o gni coſa, che è, ſemenza è di quella , che da eſſa s'ha da produrre; e tu t'immagini ef ſer ſoli ſemi quelli, che ſi traſ mettono nella terra , o nell' vtero. Coteſti fono penſieri da perſona molto idiota. Già ſei all' orlo detta morte e ancora non se' diue hel nen ZIO pe TI che can de nuto ſchierto , e libero dalle rei perturbazioni, da’ſoſpettid' eſſere dagli eſterni leſo , ne bi placido inuerfo tutti;ne ſtimi la prudenza eſſere il ſolo giu ftamente operare. 24 Rimira la mente conducitrice degli altri e ciò, che veramente fuggano e fe de guano i prudenti. Il tuo male non consiste nella mente d'altri o ne' rivolgimenti o variazione dell'ambiente Doue dunque la doue tu hai l'opinionede'tuoimali . Per di ciò non opinare queſto , che il tutto andrà bene; ancor chè il corpicciuolo , che a f quello è propinquo ,fi ſeghi,fi abbruci , marciſca , ſi putre faccia ; purchè rimanga quie ta la particella , la quale for ma l'immaginazione di que dit + C. ef E Ite ſte coſe , cioè che non giudi chi eſſer ne bene , ne male ciò , che può accadere , tanto all'huomo dabbene , quanto al cartiuo , Concioſliecoſa che quello , che ſimilmente auuiene a chi viue , secondo la natura , e a chi viue diuer ſamente , non è ne secondo la natura ne contro di essa. Conſidera del continuo il mondo come un' animale, composto d’una sostanza e di un'anima, e come all ynico ſenſo di quello tutte le coſe ſi riportino, e come con vn'im peto il tutto operi, e come tutte le coſe tra fe di tutto quello che ſi produce , ſon co . muni cagioni;e quale ſia l'in trecciamento, ola teflitura. Sei un'animuccia , che porta un cadauero ; diceua Epitteto. A quelli , che ora ſono ali nella mutazione , niente è di male, come niente è di bene a quelli , che nella mutazio ne ſuffiſtono . 28 L'euo è come un fiume, e come yna corrente violen ta delle coſe , che ſi fanno, perchè, ſubito che ciaſcuna di quelle compariſce, è rapi ta , e altra ne compariſce , e queſta ancora ſi traſporterà. Ogni accidente è così ſolito , e famigliare, come nella pri mauera la roſa , c nella ſtate i frutti . perciocchè tale è la malattia, la morte la maledi cenza , l'inſidie , e ciò che rallegra i pazzi, o gli contri fta . Quello , che proſegue, ſempre ſi connette accon ciamente agli anteceden ti . poichè non è vna nume 1 orazione di coſe tra loro dif crete, e ſuſſiſtenti per necef ſità ſolamente di calculo; ma èyna congiunzione, ſecondo la ragione; e come ſono coor dinate, e ben congiunte tut . te le coſe che eſiſtono , così quelle, che ſifanno non han no vna ſemplice ſucceſſione, ma dimoſtrano vna certa ma rauiglioſa famigliarità, che è tra di loro. 29 Habbiaſi ſempre a mente quel detto d’ERACLITO. La morte della terra eſſere quando diuenta acqua ; e la morte dell' ac qua, quando diventa aria ; come del l'aria, quando fuoco , e così per l'oppoſito . E ancora da ri cordarſi di colui, al quale era ignoto,doue la ſtrada condu ceſſe; e di quelli, che ſpecial mente , e del continuo con uerſano con la ragione , la quale ogni coſa amminiſtra, e nondimeno da quella dif ſentono , e che quelle coſe , nelle quali ogni dis’abbat tono , a loro paiono ſtranie re. e che non biſogna fare , e fauellare in guiſa quafi di dormienti,perchèallora anoi ſembra difare , e di dire ; ne fi hanno da imitare i fanciul li , i quali dicono con ſempli cità : Così habbiamo appreſo dai noftri maggiori . « 30 Se alcuno degl' Iddij ti diceffe , che hai da morire la domane,o al più lungo por domane , non molto ti im portarebbe, che foſſe più to ito domane, che poſdomar nc, ſe non le d'animoin eſtre mo tralignante. Imperocchè E 3 quanto ſi è l'interuallo d'vn giorno cosìno iſtimare gran coſa le fia più toſto dopo moltiſſimi anni che domane. Ripenſa contimamente teco medeſimo; quanti medici ſon morti, che ſpeſſo hanno le ci glia inarcate ſopra de i ma lati ? quanti matematici, che come yn gran caſo le morti d'altri prediffero 2 quanti Fi loſofi dopo mille , e mille contefe della morte , e dell' inmortalità ? quanti prodi in armi , che molti vcciſero ? quanti tiranni,checon gran de preſunzione della loro potestà sopra l'anime ſi feruiro no , quaſi chenon foffero e glino ancora mortali ? quan te Città ſono , per così dire, affatto morte ? Elice , Pom pei , Erculano , e altre innu nie merabili . Traſcorri ancora quanti hai tu conoſcuti l'yno appreſſo l ' altro morti . Que gli dopo hauer fatto i fune rali dell'altro , ha ſteſo egli morendo le gambe , e dopo lui yn'altro . Tutto ciò in bre de tempo . In ſomma ſempre fono da conſiderare tutte le coſe humane,come d'vn gior no , e di prézzo viliffimo: ieri vn pochin di mocci,domanc falſume, o ceneri . E perciò queſto momento di tempo paffalo viuendo , ſecondo la natura , e muori tranquillo , come l'vliua , che fatta ben matura cade laudando la ſua producitrice, e rendendo gra zie all'albero , dal quale fpuntò. 31 Sij ſimile a vn promon torio , nel quale inceffante E 4 mente l'onde s'infrangono; e nulladimeno egli ſta ſaldo, e intorno a lui fi abbonacciano gli orgogli dell’acque . Infe . lice me , perche ciò mi è au uenuto l’anzi al contrario, me ſelice , che essendo miciò accaduto , me ne ſto ſenz'al cun dolore , nedal prefente offeso, ne temendo l'auueni re . imperciocchè queſto po teua ad ogni altro accadere , manon ognuno l'haurebbe ſopportato ſenza dolerſi.Per chè adunque più toſto quello infelicità che queſto felicità farà da noi giudicato ? echia mi tu a pieno infelicità dell' huomo corefto , che non è difauentura alla natura hu mana ? E diſauucntura della natura humana pare a te, che ſia quello , che non è contra ilvo il volere di lei ? Quello che ella voglia , l'hai tu appreſo ? Non é impediſce dunque queſto accidente, che tu non ſij giuſto , magnànimo, tem perato , prudente , conſidera to ,,verace , modesto , libero, con le altre qualità , le quali efſendo preſenti , la natura humana gode ogni ſuo pro prio . Quanto al rimanente ricordati , ogni volta che al. cuna coſa t' induce ad attri ſtarti, di valerti di queſta ſen tenza . Che queſto , che t'è accaduto non ti è d'infelici tà , ma di felicità , foppor tandolo generoſamente . 32 Per certo è volgare aiu to , ma tuttauia efficace, per diſprezzar la morte , il ri membrarſi di quelli , i quali, attaccati al viuere , lungo Es : tempo durarono. Che hebbe, ro più queſti di quelli, che in eri acerba morirono ?Giacor ciono ſenza dubbio in qual che luogo Cadiciano, Fabio , Giuliano , Lepido , e altri fi mili, i quali , dopo hauer fat ti i funerali a molti, eglino ancora furono poſcia ſepolti. Finalinente ci è poco d'inter ftizio , il quale con quante moleſtie , e con quali ſten ti , e in qual corpicciuolo vien ſofferto ? Dunque non ne far gran conto į rimira però indietro all'immenſità dell'euo , e a te dauuanti yn altro infinito . In queſto, che differenza è tra vno morto a capo di tre giorni,e d'vn Ne ſtore di tre ſecoli? Per la ſcortatoia corri ſempre , e quella via , che ſi conforma alla natura , è la fcortatoia saluteuole. Però dì , e fa ogni coſa nella ma niera più ſalateuole . Impe r occhè queſto propofito libe ra dalle fatiche , da i com battimenti , da ogni ſimula zione , e da ogni oſtentazione . Vando dal ſonno neghittofamente la mattina ti fue gli , habbi in pronto . lo mi fueglio all'opera dell'huomo; ancora dunque ripugnanza fento , ſe io vo a fare quello pere , alle quali ſon nato , e per le qualiſono ſtato intro dotto nel Mondo forſe ſono ſtato ordinato, acciò tra piu macciuoli giacendo io mi riſcaldi? Maciò è di maggior guſto. Dunque a pigliarti gu ito, e in ſomma non al fare ne all'operazioni ſei nato ? non vedile pianterelle, i paſ ferotti, le formiche, i ragnis l'api comecooperano all' or namento delMondo, e tu non vorrai fare quello , che ſpet ta all'huomo e non accorri a ciò , ch'è conforme alla nå tura tua ? Ma biſogna pure ripoſarti. Biſogna.Ed in que ſto la natura aſſegnò lemiſu re ; e diedele ancora , ed al mangiare , ed al bere; e non dimeno tu pafli oltre alla mi fura , e oltre alla ſufficienza . Non però così nell'opere; ma affai meno di quello ſi puote; concioffiecoſa che tu non a mi te ſtello , che quando ciò foffe , amereſti la natura , e'l di leivolere . Altri, che amano le loro arti, ſi conſumano ne’lauorij di quelle ſenza go der de bagni, e ſtando digiu ni . Tu fai men conto della tua natura , che il tornitore non fa dell'arte del tornire, o il ſaltatore dell'arte del fal tare , o l'auaro dell'argento , o il vanagloriofo della glo rietta ; e quando queſti s'af fezzionano a cotalicofe, alle qnali ſono inclinati, abban donano più preſto ilmangia re , e il dormite , che il laſciar d'accreſcerle . E a te l'azioni fpettanti alla comunicazione humana appariſcono di più baſſo pregio , e men degne ď accuratezza. Quanto è facile lo ſcace ciare,elo fcancellare ogni turbolenta immaginazione , onon conueniente , e ſubito metterli in iſtato d'ogni tran quillità ? Reputa te ſteſſo de gno d'ogni diſcorſo , e d'ogni azione, che lia conforme alla natura , ne ti ritragga il ri chiamo d'alcuni, o il biaſimo, che ne ſegue ; masſe farà coſa oneſta da operare, o da dire, non te ne ſtimerai indegno . Imperocchè hanno quel li la propria loromente , e v fano della propria inclina zione , alle quali tú non hai da riguardare , ma dei cam minare per la diritta , ſegui tando così la propria comela comunenatura , delle quali amendue èvna via. Io cammi. nando me ne vo per le coſe, che ſono ſecondo la natura , finchè cadendo io mi ripoſe rò, e ſpirando in quello ,don de ciaſcun giorno reſpiro , e si cadendo in quello , donde il ſemuccio da mio padre, e il fanguuccio da mia madre , e il lattuccio dalla inia nutri ce furonoraccolti; e del qua le per tanti anni ogni di mi paſco , e m’abbeuero, che mi foftiene mentre lo calco , e dello ſteſſo in tanti modi in '. abuſo. 3 Non hanno in chemara uigliarſi della tua acutezza fia così . Ci fono molte altre coſe ,delle quali non puoi ne gare , che in te non ſia l'abi lità Mettidunque in opera quelle , che ſono tutte a tua. diſpoſizione, l'eſſere ſincero , grauie,tollerante della fatica , non amico del piacere , non, quereloſo della tua forte , biſognofa di poco , placidos libero,moderato, serio, e magnifico. Non t'accorgi quan te coſe tu hai poter di fare, per le quali tu non hai prete ſto , che la tua natura non fia atta , o abile ; nondimeno di propria elezione te ne reſti, comedappoco al diſotto ? forſe inetto per natural diſpo ſizione ſe neceſſitato a inor morare, ad eſſere tenace , ad adulare , ad incolpare il cor picciuolo , o a luſingarlo , ad effere vano, ed a cotanto nel l'animo agitarti d'eſſer natu ralmente inetto, e dappoco ? Non per gl' Iddij . Ma però già vn pezzo fa di tutte que Ite coſe tu eri da te ſteſſo pof ſente a libcrarti.E ſolamente , ſe però è così,poteui ellerac cuſato come più tardo , e du ro ad apprendere. Ed in que ſto ancora ti doueui eſercitare , non trasuolando altroue con la mente , ne godendo della pigrizia . 4. Euni chi, quando ha vſa to qualche amoreuolezza in riguardo d'alcuno, glie lo di chiara incontanente per gra zia : eď emui ancora chi, ſe non vſa ſeco tal prontezza in ri conoſcerla , nondimeno ap preſſo di ſe penſa , quanto quegli li ſia debitore, e cono ſce molto bene quello , che egli haoperato . Fuui ancora chi in vncerto modo non co noſce quello cheha operato ; ma è fimile alla vite,laquale , prodotto il grappolo,null’al tro di più richiede , dopo ha uer yna volta dato il ſuo frut to . Il cauallo , cheha corſo il cane,che ha cacciato; l'ape , che ha lauorato il mele ; 1 * huoc huomo , che ha ben opcrato , non cerca acclamazioni, ma procede ad yn altr'opera, co me la vite torna a produrre dinuouo alla ſtagione vn al tro grappolo. Fra queſti dun que biſogna in un certo mo do eſſere, come chi ſenza ba dare opera ? fi per certo. Nul ladimeno a queſto iſteſſo s'ha da badare.  Perciocchè , dirà alcuno , è proprio del comu nicatiuo che s'auuegga d'o perare , conformealla comu nicazione; ma perciò ſi vuole, per gl'Iddi, che anco quegli a chi fi comunica , fe n'accor ga . E'veriffimo coteſto , che tu dì, ma ſe tu non compren di quello , che'ora ſi dice , farai per tanto vnodi qnelli, de'quali ſopra s'è fatta men zione: concio ffiecoſa che ancora quelli da certo probabi le diſcorſo'fi diftraggono, ma ſe tu vorrai comprendere quale vna volta fia quello , che s'è detto, non temere; ne perciò laſcia d'operare per beneficio comune. Erano le preghiere degli Atenieſi: Pioni,pioui, ocaro Gion u éjsopra i campise gli orti degli A tenieſi . Però o non bisogna pregare , o farlo con iſchiet tezza, e con libertà. A quello, che comune mente ſi dice : ESCULAPIO ba oi dinqto a queſti il canalcare , o il lauarli con acqua fredda, d'andar a piedi ſcalzi;è fimile anco queſto che la natura dell? vniuerſo ha ordinato a quegli la malattia , o la ſtor piatura , o qualche perdita , o altro ſu queſto andare: poi chè nella parola , Ha ordinato, vi è vn tal ſenſo , che coſti tuiſce queſto in ordine a que ſto , come per riferirſi alla fa nità , e così qui quello , che accade a ciaſcheduno, è con ſtituito per relazione al deſti no . E però diciamo queſte coſe conuenirſi nel modo , che gli artefici dicono le pietre quadrate per le mura , e per le piramidi conuenirſi tra di loro in tale commetti tura combaciandoſi . Perchè in fatti l'armonia è viia , e ' fi come da tutti i corpi ſi viene a compirc vn tal corpo, che è il mondo, così di tutte le cagioni vien ad esser il fato vna tai cagione compita. Comprendono ciò , che dico anco le genti affatto idiote. imperocchè così fauellano. Queſto huyenne a colui, dun que queſto a colui douea ar rivare ; e ciò era dal fato or dito a queſto . Prendiamo dunque ſi queſte coſe , co inc quelle , ſecondo che Eſculapio ordinò - Perchè molte coſe in vero in fc ſter ſe ſono aſpre , e nientediine . no noi l'abbracciamo per la ſperanza della ſanità. Penſa alle coſe , che per la comune natura auuengono , la perfe zione , e il compimento effe re , come a te la ſanità. E così tuto quello , che vien dato ,benchè ti paia vn po co più aſpro ", abbraccialo , perchè conferiſce alla sanità del mondo , c agli proſperi auuenimenti , e beneficenza di Gioue. Concioſliecoſa che queſti non produſſe mai coſa alcuna , fe non per giouare all'vniuerſo ; giacchè qualſifia natura non produce niente , che non ſia congruo al go uernato da lei.Però biſogna che per due ragioni tu amio gni qualunque coſa ti auuie ne . Quanto all'vna, perchè per te ſi fece, e a te s'ordinò , e a te in certo modo attiene, deſtinato da ſourane , e anti chiſime cagioni. Quanto all' altra , perchè al reggimento dell' voiuerfo ancora quel particolare,che a ciaſcuno au uiene, è cagione del progreſ ſo , e della perfezione, come anche in verità dell'iſtella per inanenza . Perciocchè ſi ſtor pia l'integrità del tutto , fe qualſifia particella tu tronche rai della conneſſione e conti nuanza ,così delle parti come delle cagioni ; e , per quanto è in te , lo tronchi , quando non ben lo riceui , ed in vn certo modo lo toglivia. Non s'ha da maledire , non da ſmarrirſi,nc ſtomacar fi , ſe volendo tu operare , ſe condo la rettitudine de'pre cetti , in ciaſcuno di quelli non ti rieſce ; ma ancorchè ſij abbattuto , torna di bel nuouo ad eſſi , e ad abbrac ciarli nelle coſe , che hanno maggiormente dell'humani tà ; e affezionatia quell'azio -ne , alla quale tu riedi. Nc ſi ha da tornare alla filoſofia , nel modo, che ſi fa al pedan te , ma come glinfermi d'oc chi ricorrono alle ſpugnette e all'youo, o come altri all' impiaſtro, e altri al lauamen to. Imperocchècosi non ostenterai d' eller lignoreg giato dalla ragione, ma di ri poſare totalmente in eſſa. Ri cordati , che la Filoſofia ſolo vuole quello ,che la tua natu ra vuole:ma che tu hai voglia d'altro diucrſo dal voler della natura . Qual coſa ha più di queſte deldiletteuolc? poichè il piacere non ingan na egli noi per mezzo di quelle ? ma tu conſidera , ſe più diletto dia la magnani-, mità, la franchezza , la ſchiet tezza, l'equità, la ſantimonia . E qual coſa vi è , che ſia più diletteuole della prudenza , quandoben conſidererai,che ſia il non fallire , e l'eſſer ben docile in tutto quello , che tocca alla facoltà dell'inten dere, e del ſapere ? 8 Sono le coſe in yo certo F modo così ricoperte , che a non pochi Filoſofi, e queſti non ignobili . parue che del tutto fieno incomprenſibili. Anzi agl'iſteſſi Stoici ſembra rono difficili a comprenderſi. Ed eſſendo ogni noſtro aſſen ſo ſoggetto a cadere , e mu tarſi, in che luogo dunque fa rà l' immutabile ? Riuolgiti però col penſiero a queſte co ſe preſenti;e cöſidera quanto ſieno momentanee , e di po ca ſtima : ch' elle poſſono ef ſere poſſedute da vn zanze ro , da vna meretrice , da vn aſſaſſino . Dopo queſto tra paſſa a i coſtumi di quelli che teco viuono , tra quali anco il più da te gradito, malage uolmente da te vien compor tato , per non dir che l'huo mo appena comporta ſe ſtesso. In queſta perciò caligine e immondizia, e in tal Auſli bilità della ſoſtanza del tem po, del moto, e di tutto quel, che ſi muoue, non potrà im maginarſi qual ſia quello che poſſa eſſer degno affatto di ſtima, e d'affetto . Dall'altro canto però biſogna confor tarſi ad aſpettare il natural diſcioglimento , e non dolerſi del rattenimento , ma ac quietarſi in queſte due ſole coſe: L'yna ſi è, che nulla mi auuerrà , che non ſia confor me alla natura dell' vniuerſo; e l'altra , che ſta in mio pote re di non operare contro il mio Dio , e genio :'concioſ fiecoſa che niuno ci forzi a traſgredir queſto. A che finalmente mi va glio ora dell'anima mia? Ad ogni momento ho da in terrogaré me ſteſſo , e ricer care che ſi fa adeſſo da quel la porzione , che reggitri ce viene chiamata ? Di chi dunque preſentemente porto l'anima? per auuentura d'vn : bambolino, o d'vn fanciullo forſe dyna donnicciuola , d'vn tiranno, o d'vn giumen to, o d'una fiera? Quali ficno i beni , che alla moltitudine paiono tali; lo potrai quindi comprende re;poſciachè ſe vno concepi fce nell'animo efferui alcuni veramente beni, come a dire la prudenza , la temperanza la giuſtizia , la fortezzá , chii haurà con la conſiderazione concepito queſte tali cöfe, non potrà più dar luogo ad alcun'altra , che a queſto bene non ſi conformi . Ma ſe nella mente ſi faran concepi te quelle , che con faccia di bene agli più piacciono , da rà luogo , e facilmente rice uerà il detto del comico.Co sì fin il volgo immagina ſimil differenza ;perchè altrimen te quel detto non offende rebbe , e non ſarebbe con if degno mal preſo. Per lo con trario l' ammettiamo come propriamente detto, quando cade ſopra delle ricchezz e, e de cominodi per lo luffo , e per la pompa. Passa più ol e interroga , ſe queſte coſe hai da pregiare , e ſtima re,quando di eſſe li truoua ef ſer detto con gaiezza , e gra zia , che al poſſeditor di det te coſe per la gran copia manca doue egli yoti il triſto facco. Sono ſtato compoſto di cauſa , e di materia, e ne l'vna, ne l'altra fi dilegucrà nel nul. la; giacchè di nulla non fu prodotta . Dunque ognimia parte mutandoli rientrerà in qualche parte del Mondo ; e di nuouo queſta in vn'altra parte del Mondo ſi traſmute rà , e così in infinito . Per mezzo di queſta mutazione ed io ſon venuto , ed i miei genitori; e così retrogradan do in vn altro infinito . Ne ci e chi proibiſca di così parlare , ancorchè per peri odi terminati la macchina mondiale ſi regga. La ragione, e l'iſteſs'ar te ragioneuole ſono facultà a ſe medefime , e alle opere loro proprie ſufficienti. Muo uonli dunque dal loro proprio principio ; e camminano dirittamente al propoſto fine. Per lo che ſi dicono rettifica zioni così nomate queſte azioni a ſignificar la rettitu dine del ſopraddetto cam mino . Neſſuna di queſte co ſe è da dir, che ſia dell'huomo la quale non conuenga all' huomo , come huomo , ne ſi richiedono dall'huomo , ne quelle profeſſa la natura del l'huomo , ne ſono perfezioni della natura humana . Non è dunque ne meno il fine dellº huomo ripoſto in quelle , ne meno il bene , che è il compimento di quel fine . Se pure qualche cofa di queſte foſſe conferente all'huomo , non gli apparterrebbe ne il diſpregiarla, ne il contrariar la : ne farebbe da lodarſi chi si moſtraſſe non hauer biſo gno di elle , anzi chi ſtudiaf fe priuarſi d'alcune di quelle, non ſarebbe buono , mentre quelle foffero buone . Ora però quanto più l'huomo ſi leua queſte coſe dattorno , 0 altre ſimili ; o permette , che ſe gli leuino , tanto più buo no è. Tale farà la tua mente quali ſaranno le coſe , che ſpeſſe volte ti ſono paſſate per la fantaſia :reſtando l'ani ma colorata dall'immagina zione . Immergila dunque in fi fatte continuate immagi nazioni ; delle quali yna ſi è quella che doue ſi puòviuere, iui ſi può anco viuer bene: ma nella Corte ſi può viucre , a dunque nella Corte puoſſi feuza dubbio ben viuere . E dinuouo queſt' altrà , che cia ſcheduna, coſa a qualche co ſa è diſpoſta , e dou' è di ſpoſta ſi porta , e doue fi porta conſiſte il ſuo fine , e doue è il fine , iuiè l'vtile , e il bene di ciaſcuno . Sicchè il bene del viucnte ragion euo le è la comunanza ; e men tre teftè s'è dimoſtrato che perla comunanza ſiamo nati, non è euidente, che l'inferior bene per lo meglio è fat to , come vn meglio per l'al tro meglio?ma migliori deg! inanimati ſono gli animati, e degli animati li ragioneuoli. E da furioſo il profe guir le coſe impoſſibili : ma impoſſibile è che i cattiui non facciano alcune tali co fe . Niente auuiene a niuno , che non gli ſia ſtato dato a portare dalla natura ; ma le medeſime coſe ſuccedono a gli altri, i quali o non com prendono l'accaduto loro , o per oſtentar la magnanimi tà , non ſi muouono dal lor fefto , e lieti ſe ne ſtanno Onde ſtrano parrà che l'in gnoranza , e la propria com piacenza fieno più poſſenti della prudenza . Le coſe per fe fteffe in niun modo tocca -no l'anima ; anzi non hanno in quella l'introito , ne poſſo no piegarla, o muouerla . El la ſola riuolge , e muoue ſe ſteſſa : e le coſe , che le fo prauuengono fono tali, qua ſi ella ſe ne forma i giudicij . 15 Per vn altra ragione la natura degli huomini è a noi famigliariſſima , in quanto che noi dobbiamo far loro del bene , e tollerarli ; in quanto poi alcuni relifto no all'operazioni , che a noi conuengono , l'huomo a me diuiene come vna coſa del le indifferenti non meno del fole , del vento , delle beſtie. Da queſti ſi può impee dire qualche operazione; ma non ſi può dare impedimen to , ne all'appetizione, ne al la diſpoſizione , a cagion della eccezione , e del ri. uolgimento.Conciosfiecoſa che la mente riuolge , e tra muta in coſa a ſe proporzio . nata tutto quello , che all? operare le da impedimento , e quello , che ratterrebbe l'o pera , l'iſteſſo diuiene opera , e quello che innanzi era oſta colo al cammino , ſe le fa . cammino. Di tutto quello , ch'è nel Mondo tu venera l' otti mo; e que to è quello , che , feruendoſi del tutto , il tut to gouerna . E così parimen te di quello, ch'è in te, onora l'ottimo,hauendo queſto fin golar relazione a quello .. Concioſliecoſa che , eſſendo in te , fi vale delle coſe tue, eſotto il di lui gouerno è condotta la tua vita. Quello , che non è di danno alla Città , non nuo ce al Cittadino.Applica que fta regola in ogni occorrenza in cui tu reputi d'eſſer offeſo. Se da queſto la Città non ri ceue nocumento , ne io lo ri ceuo ; e fe la Citrà riceueffe nocumento , non biſogna , che tu t'adiri contra chi l'ha daneggiatta . Ma moſtra in che egli ha traueduto. Conſidera ben fouente la preſtezza,con la quale li por tino via , e ſi fottragghino tutte le coſe , che ſono , e ſi van facendo; poſciachè la ſo ſtanza a guiſa d'yn fiume è in continuo fluſſo , eľ opera zioni in non intermeſſe mu tazioni, e le cagioni ſogget te ad infinite riuolte . Nec è quaſi coſa alcuna, che falda ftia , e che non ſia vicina ad yn'immenſità infinita , sì del paſſato ,come del futuro,ncl la quale il tutto ſpariſce.Co me dunque non è pazzo chi di queſte coſe ſi gonfia,o fe ne trauaglia,o ſi querela dicoſa, che per iſpazio di tempoan , che pochiſſimolo conturba 2 Ricordati della ſoſtanza vni uerſale, della quale tu partecipi per vna minima parte , e del vniuerfal tempo,del qua le vn breue ſpazio , o momen to te n'è aſſegnato ; e nella ſerie fatale che parte fai ? Alcuno pecca : che impor ta queſto a me ? Egli ſe lo ve drà. Egli ha la propria diſpo ſizione , la propria operazio ne. Io al prefente ho quello , chela natura comune vuole , ch'io adcfſo m’habbia , e fo quello , che la mia propria natura vuole , che io adeſſo faccia. 18 La reggitrice , e domi, nante porzione della tua ani maſia immutabile, e inarren . deuole a i moti della carne, o morbidi, o aſpri che ſi fieno; ne vi ſi rimeſcoli,ma conten ga ſe ſteſſa , e confini quegli affetti dentro i ſuoi meinbri. Quando poi per vn'altra ſim patia ſi rinnalzaſſero alla mente , per effer ella vnita al corpo , ſtante l'eſſer il ſen ſo connaturale , non haſli a contraſtare con violenza, pe rò la mente reggitrice da ſe ſteſſa non v'aggiunga l'opi nione inrorno al bene, o al male. S'ha da viuere con gli Iddij . Viue con gl'Iddij chi loro fuela continuamente la fua anima effer contenta del diſtribuitole , ed operando tutto quello, che vuole il ge nio , dato a ciaſcuno da Gio ue per preſidente, e rettore , come parte a ſe medeſimo preſa, e queſto è la mente , e la ragione di ciaſcuno. 20 Non ti adiri tu con co Jui,al quale puton l'aſcelle? E con quegli altresì,che man da fuor dalla bocca fetente fiatore ? che ti farà coſtui ? Egli ha vna bocca ſi fatta , e l'aſcelle di tal condizione : Forza è , che ſimili eſalazioni eſcano da ſimili parti ; Mal huomo , mi dirà alcuno, ha la ragione , e può s' egli au uerte conſiderare in che egli difetti . Buon prò ti faccia . Dunque per hauer tu ancora la ragione rifueglia la ſua ra gioneuole diſpoſizione con la tua , inſegnali aminoniſci lo. Perchè fe quello t'aſcol-. terà , lo riſanerai, e ſarà fu perflua ogni collera . 21 Non fare ne da rappre fentante tragico;ne da mere trice : Nella maniera che tu diſegni vſcir di vita , così ti lece ora di vivere? <a quando non te lo permetteſſero , allora eſci di vita , ma però , come da niuno infortunio abbattuto ,ma quaſi tu dichi : Qui c'è del fumo, e io me ne vado . Ti par queſto gran coſa ? mentre nient'altro mi fa vſci re rimango con la libertà , e niuno mi vieterà di far quel lo , che io vorrò . Vorrò però quello , ch'è conueniente al la natura dell'huomo ragio neuole, e nato per la vita cos mune . 22 La inente dell'yniuerſo è comunicatiua ; e perciò hafat te le coſe peggiori in ordine alle migliori , e le più princi pali tra di loro ſcambieuol mente compoſe • Vedi come le ſubordinò , come inſieme le ordinò , e come quello che cra conueniente detre a cia ſcuna e le più principali con reciproca concordia con giunſe? 23 Come ti ſei portato fin ora con gl'Iddij, con i geni ( tori , co fratelli , con la mo glie , con i figliuoli , co * pre cettori,co'nutricatori, amici, domeſtici , e ferui ? hai tu fin ora oltraggiato alcuno di - loro , o in fatti , o in parole ? -Ricordati di più per qualico fe ſe paſſato , e quali ſe ſtato fufficiente a tollerare,e come di già per te è adempita la • ſtoria della vita, ed è finito il miniſterio.E quante coſe bel le hai vedute ? e quanti pia -ceri , e dolori hai diſprezza ti? quante coſe d' apparente gloria hai neglette ? a quanti fconoſcenti ti dimoſtraſti benigno? Per qual cagione l’ani me ſenz'arte, e fenza ſcienza conturbano il perito nell'ar te , e l'erudito ? quale dun que farà l'anima perita nell' arte , ed erudita nelle ſcicn • ze ? quella , che ha notizia del principio , e del fine ; e di quella ragione , che pene trando ogni ſoſtanza dell' vniuerſo , per tutta l'età , fe condo i periodi ordinaci,reg . ge il tutto . 25 Or or tu farai cenere , é carcame, ' o ſolamente no 1 me,ma ne pur nome , ridu cendoſi il nome in vn poco di ſtrepito , e di riſonanza; e certamente quelle coſe , che in queſta vita s ' hanno in i grandeſtima , ſono vane,pu tride , ſcarſe , e in guiſa dica gnolini, che ſi mordono, e di 2 putti , che contendono , e ri dono, e ad vn tratto paſſano al pianto. Ma la fede, la mo deſtia, la giuſtizia, e la verità Da ilarghi ſpazi della terra alCielo s? innalzarono . Che coſa adunque qui ti rattienca ſe le coſe ſenſibili, ſono faci liffime a mutarſi , e non ſon conſiſtenti , e gli organi del fenſo oſcuri , e facili a ri ceuere falſe impreſſioni, e l' iſteſſa animuccia del ſangue yna eſalazione , l'acquiſtar gloria appreſſo queſti tali è vanità. Che dunque aſpetti? Aſpetta placido o la eſtin zione , o la traportazione . E finchè il teinpo arriui di que ſto , che coſa a te farà ſuffi ciente che altro ſe non il ri uerire gl’Iddij, e lodarli, e be neficare gli huomini, sopportarli e aftenerſi da quelli ? E quanto coſe ſono fuori del confine della carnuccia dello ſpiritello ricordati, che non ſono tre , ne ſotto il tlio comando. Potrai profpcrarti per. fempre, e ben incamminarti, e con buon ordine apprende dre, e operare. Queſte due co ſe ſono comuni così all'ani ma di Dio , come a quella de gli huomini', e d'ogni ra gioneuole viuente , cioè di non poter eſſere impedito da che che altro fi fia , e di porre nella giuſta affezione, e azio ne il ſuo bene; e in queſto ri ftrignere ogni ſuo deliderio. Se ne queſto è malizia naia , ne meno l'operazione procede dalla mia malizia , ne il comune viene offero, perchè di ciò mi trauaglio ? e qual è il danno del comune? Non ti laſciar così totalmen te rapire dalle immaginazio ni, ma aiutati quanto puoi , e conforme alla conuenienza; e ancorchè nelle coſe mezza ne ſieno diffettoſi, non iftima re perciò, che queſto ſia dan no;perchè auuiene da mala conſuetudine . Ma come yn vecchio andandoſene richie deua la trottola del ſuo allies uo , ricordandoſi che al fine era vna trottola , così tu quì, o huomo, quando hai fatto ne’roſt ri qualche coſa di bel lo , non ti ricordi , che coſa queſto fia ? me ne ricordo . Ma quello è pregiato da co loro ; perciò dunque hai an che tu da impazzare? Impaz zauo già vna volta ſoprap preſo , douunque io foſſi , ed ero fortunato; e l'oſſer fortu nato , conſiſte nel dare a ſe hafteſſo vna buona forte : le buone ſorti ſono i buoni mo uimenti dell'animo , le buo ne inclinazioni , le buone azioni. La sostanzia dell'universo è ben ubbidiente e maneggieuole. E pur la ragione , che la reg ge , non ha in ſe cagione al cuna di mal fare; perchè non ha malizia , ne opera malamente , ne da eſſa coſa alcuna riceue leſione ; ma il tutto conforme a quella fi fa e s'affina.  Sia a te indiffcrente d'operare quello , che ſi conuiene ; ſe tu ti ſenti freddo o caldo o pur ſonnacchioſo o fazio di dormire o fc di te bene, o male ſi parli o tu ftij ſulmorire o in qualche altra azione, mentre pure quello è vno degli atti vitali per i quali noi finiamo. Baſta . dunque, e in queſto ben disponi il negozio preſente. Guarda al di dentro, ac ciocchè ne la propria qualità , ne il merito di coſa alcuna fenz ' auuedertene ti scappi . Tutto ciò, che hai dinanzi affai presto si cambierà , o di leguandofi, se la sostanzia consiste per via d'vnione, o dissipandoſi La mente reggitrice conosce bene con che disposizione e che cosa e in qual materia opera . s Belliſſimo modo di ven dicarſi con chi t'offcfe , è il non aſſomigliarſi a lui . In vna ſola cofa hai da godere , e d’acquetarti , cioè di paf ſare da vn atto conueniente alla comunità humana ad vn altra azione , pur conuenien te alla medeſima , con ricor darti , che ci è Dio . 6 La facultà reggitrice è quella , che ſe ſteſſa eccita , e volge , e forma ſe ſteſſa in quella guiſa , che ella voglia, e tutto ciò,cheauuiene ſi rap preſenta , quale più le piace. Ciascuna cosa si conduce a fine conforme la natura dell'universo e non secondo altra natura, che si fia, o esteriormente ambiente o al di dentro riſerrata ouero al di fuori ſeparata . Il mondo o è vn imbro glio , e auuiluppamento , e diſſipazione , ouero vnione , eordine , c prouidenza : Se i primi , per qual cagione deſidero io di conuerfare con questa massa confusa , e cotal nieſcolanza? a che m applico io ad altro , che ad eſſere per qualche modo ter ra ? che ſto a perturbarmi? Concioſliecoſa che qualun que coſa io mi faccia la dif ſipazione al ſicuro m'arriue rà: ma ſe è l'altro detto in fe . condo luogo, io riueriſco co lui , che il tutto diſpone, e in lui m’acqueto e confido. Quando gli anuenimen ti eſtranei ti violentano per qualche verſo a perturbarti , prontamente ritorna in te ſteſſo ; e non vſcire dal tenore , e concerto più diquello, che la neceſſità ti ſpigne. Im perocchè cóſeruerai più con fonanza, ſe toſto in eſſa ti ri metterai . Se inſieme tu ha uelli la matrigna, e la madre, tu quella feruireſti , e niente dimeno del continuio alla madre fareſti ritorno . Non altro a te è ora la Corte , e la Filoſofia : a queſta ſpeſſo ri torna, e in eſſa acquetati, per mezzo della quale le cofe , che in quella occorrono , ti parranno più tollerabili , e tu nell' iſteſſe coſe farai da tollerare. 10 O comeè bene formar ſi nell'immaginatiua intorno alle viuande , e altre cole ſi mili comeſtibili : che queſto ſia cadauero d'yn peſce,quel l'altro cadauero d'vn' vccello d'un porcello . Simil mente , che il falerno ſia pic cola gocciola d’yn grappo lino d'vua , e lo ſcarlatto pe luzzi di pecorella intinta col fanguuccio di vna conchi glia . Così ancora nelle coſe intorno al congiugnimento carnale , che fia vn diletico dell'inteſtino , e conqualche conuulfione yna egeſtione di yn moccino.Ora come queſti fimili conceputi penſieripe netrano je toccano il fon dodelle coſe in modo , che ſi vedano talis quali elle fono in queſta maniera biſogna ſeruirſi di queſti in tutta la vita , e doue le coſe paiono più degne di fede , dinudarz le , e riguardar la loro viltà e ſuilupparie dalla pompa , con la quale foſſero poſte in G 3 alterigia.Poichè l'apparenza è vnagrande ingannatrice e maſſime quando tu penſi di trattare le coſe ferie , allora più che mai t'affaſcini . Mira dunque a quel , che diſſe Cratete di Senocrate . Il più delle coſe , che la inolti tudine degli huomini ammi ra , ſi riduce generalmente a quelle , che hanno dalla na tura le forme, o dall'arte fon loro aggiunte ; per cfemplo , le pietre , le legne , i fichi, le viti , e gli oliui , e quelle , che vengono ſtimate da huo mini alquanto più moderati, fi riducono alle coſe animate, ome a dire, gregge , ar menti : ma quelle , che ſono pregiate da perſone di più garbo, ſono le dotate d'a nima ragioneuole , non già di quell'anima , che è dell' vniuerfale , ma di quella , che fi val dell'arte , o altri mente come con ingegno penetra , o per dirlo ſempli cemente tutto tiene ſogget to , in guiſa d'una quantità diſchiaui. Però chi dell'ani ma ragioneuole, vniuerfale , e ciuile fa conto , non bada a nient'altro , ma ſopra il tutto conferua la propria anima di ſpoſta , e ſemouente ragione uolmcnte , e alla comunica zione humana , é con l'vni uerfale , ch'è del medeſimo genere, coopera . II Alcune coſe s'auanza no al lor facimento , e altre s'auanzano al lordisfaci mento ; e di quello , cheſi va facendo, vna parte già è ſpas rita . I corſi delle coſe , e l'al G 4 te terazioni continuamentc ri nouellano l'infinita eternità , cd il Mondo ; nella maniera , che il corſo non mai man cante del tempo lo rende ſempre recente . E chi è que gli , che in queſta corrente poſſa affezionarſi ad alcuna di quelle coſe , che via traf ſcorrono , mentre in quella non può arreſtarſi a queſti fa + rebbe in guiſa d'vno, che ſi metteſſe ad amare vn paſie rotto di quelli , che col volo trapaſſano, dopo che già dal. la viſta foffe fcappato . La vi ta di ciaſcheduno è come lo ſuaporamento del ſangue , e'l reſpirardell'aria . Poichè. qual'è l'attrarre dell'aria , e il renderla, che del continuo ciaſcuno fa, tale è ogni fa cultà reſpiratiua , che ieri , o ieri 1 ieri l'altro nafcendo fi rice uè , e l’ha da irimandare là , donde primafu colta . 12 Stimabil coſa non è , ne l'efferc fuentolati , come le piante , ne il reſpirare ,come le beſtie , e le fieregne il riceue re l'impreſſioni nell'immagi nazione , ne l'effer tirato dal l'impėto delle paſſioni, ne lº adunarfi inſieme,ne l'alimen tarſi ; poichè queſto è il me deſimo , che lo ſcaricar il fo prauanzo dell'alimento . Di che s'haurà da far conto de lo sbattimento delle mani ? Non già . Dunque ne meno dell'applaufo delle lingue ; poichè gli applaufi , ele ladi della moltitudine altro non fono , che ſtrepito di lingue . Mentre tu dunquc leui via queſta glorietta che ci riina G 5 ne da pregiare ? Io per me re puto ,che ſia il muouerſi, e com tenerſi fecondo la propria conſtituzione là;doue gli ftu dij,e l'arti conducono.Poichè ogni arte ha queſto per mira, che quello, che appreſta , lia abile all'opera , per la quale è diſegnato . Queſto pure ri cerca il lauoratore della vi gna , ed il cozzone de' pule dri, e’lcanattiere . E ledu cazione de' fanciulli, e glin. ſegnamenti a che altro s'in dirizzano ? Qui dunque con ſiſte il pregio , e , ſe ciò ti ſta rà bene , di niente altro ti curerai. Cheſe non ti quie ti , e ſtimeraipiù altre coſe , allora non goderai della li bertà , ne ſarai ſufficiente a te ſteſſo , ne immune dalle paſſioni ; conciofficcola che ti D ti ſarà di meſtiere d'eſercitar Pinuidia , e l'emulazione , e'l ſoſpetto verſo quelli , che habbiano potere di priuarti delle dette cofe ; e anco di macchinar contro quelli » che le da te ftimate poſſiedo no . Onninamente è neceſſa rio che ſi conturbi chi ďal cuna di dette coſe è biſogno fo , e che in oltre ſpeſſo faccia doglienza degl' Iddij . Ma chi la ſua propria mente ris ueriſce , e pregia , compiace rà a ſe ſteſſo , e a quelli , che fecocomunicano s'adatterà , e fi conformerà con gl'Iddij, cioè loderà quanto eſli defti nano , e diſtribuiſcono. Le moſſe degli elemen ti ſono in giù, in fu , e in giro: però il monimento dellavirtù non confifte in niuna di que G 6 ſtę ; + R ng  ſte ;ma come coſa più diuina , per via malageuole a cõpren dere felicemente s'auanza. Che è quello, che fan no glihuomini ? ricuſano di lodare coloro , che nel me deſimo tempo , e inſieme con effi viuono, e poi queſti iſteſ fi fanno gran conto d'eſſer lodati da’ poſteri , i quali ne mai conobbero , ne mai vec dranno ; ed è quaſi lo ſteſſo , che fe tu ti doleſli , che da gli antepaſſati in lode tua non foſſe ſtato mai parlato. Non perchèate ſteſſo quello fia difficile a confe guire, hai d'apprendere ,che Via impoſſibile all'haomo; ma ſe queſto all'huomo è pofſi bile , e conuencuole , Itima che anco tu lo poſſi arriuare. 16 Negli eſercizij corpo rali 1 DIMARCO rali , ſe vno con l'vnghie graffia , o vrtando il capo ha urà fatto piaga , non perciò glie la ſegnamo , ne ce n'of fendiamo , ne ombra ne prendiamo come d'inſidia tore ; ancorchè ci guardiamo da lui , non , come da nimi co , ne con ſoſpetto , ma piaceuolmente ſcanſandoci. Queſto medeſimo s'vſi da noi ancora nell'altre parti , che reſtano della vita noſtra, do ue ci affatichiamo aſſai , co me contro quelli , che con noi s'eſercitano; perchè vn può , come ho detto , fcan fargli ſenza ſoſpetto , e odio . 17 Se alcuno potrà cor reggermi , o moſtrarmi, che io dalretto m’abbaglio con l'opinione , e con l'opere , di buona voglia mimuterò , essendo in me brama della vee rità , la quale non nocque mai ad alcuno: ma egli vien leſo dal proprio errore , e dalla ſua ignoranza , nella quale egli perſiſte.Io fo quel lo , ch'appartiene al mio of ficio ; l'altre coſe non mi di ſtraggono , perchè ſono ina nimate , o irragioneuoli , o che errano e non riconoscono la strada. De viuenti irragioneuoli , e vniuerfal mente di tutte le coſe , e dem ſoggetti tu come ragioneuo le ſeruitene con grandezza d'animo, e franchezza , giac chè ragione non hanno; ma degli huomini , perchè eſ hanno la ragione, ſeruitene nel modo , checonuiene alla focietà humana. E ſopra tutto inuoca gl'Iddij, e non ti pi 1 gliar penadi quanto tempo tu haida porre in queſta o pera , perchè tre fole ore fo no baſteuoli. Alessandro Macedone , e 'l ſuo mulattiere , ora che ſon morti , ſono in tutto ri dotti al medeſimo . Auue gnachè o ſono aſſunti nell' iſteſſe ſeminali ragioni del Mondo 20 parimente ſono difperfi ne gli atomi. Conſidera quante coſes. dell'animo , o del corpo in yn momento di tempo in qualſiuoglia di noi tutte in ſieme fi facciano ; ed in tal guifa non ti marauiglierai , fe molte più coſe , anzi tutto quello , che ſi fà , in queſt vno , c yniuerfo , che noi chiamamo Mondo , parinen te ſufliſtano.in 2Se alcuno t'interro ga , come fi ſcriua il nome & ANTONINO , proferirai tu appuntatamente ciaſcu-. na delle lettere ? Che dun que s'egli entrerà in colles ra ,entrerai ancor tu in collera? Anzi più toſto profe guendo non conterai tu ad vna ad vna con piaceuolezza le lettere ? Però queſto ti ri durrai nella memoria , che ciò , che è conueniente , da alcuni numeri riceue il ſuo compimento.Queſti biſogna offeruare , e ſenza turbarſi, ne ſdegnarſi contro quelli , che prendeſſero Idegno , ter minar la faccenda per lo pro prio cammino. E' come yna crudeltà il non permettere agli huomi ni che ſi diano a far quello , che pare a loro s'adatti , e conuenga . Il che in vn certo modo tu vieti loro di fare , quando, peccando eſſi, tu ti diſguſti, e ti ſdegni; auuegna chè allora ſon portati a quel lo come a coſa, a loro conuc niente, e profitteuole. Ma la cofa , mi dirai , non va così . Dunque tu inſtruiſcili , e ciò dimoſtra loro ſenza alterarti. 22 La morte fa cellare l' impreſſioni, che da i ſenſi si cagionano . , le commozioni violente per l'affezioni, co me ancora gli aggiramenti mentali , e ogni ſeruitù ver ſo della carne . Diſdiceuole coſa è , che in quella ſorte di vita, nella quale il corpo non s'infiacchiſce , l'anima prima del corpo s'infieuoliſca. Guarda di non inccfa rirti , per non intriderti , che così fuole auucnire . Però conferua in te ſteſſo la ſchiettezza, la probità, l'inte grità ,la conueneuelezza, l'in genuità , l'amore del giuſto , la pietà , la piaceuol ezza , l'humanità, la fermezza nell operare cofe comuenienti . Sforzati di mantenerti tale , quale fu l'intento della Filo ſofia di formarci . Venera gľ Iddij , protegi gli huomini. Breue è la vita , e l' vnico frutto del viuer in terra è vna ſanta compoſtura d'ani mo, ed il far opere indirizza te al comun bene degli altri . In ſomma fa ogni coſa da vero allieuo di ANTONINO, Rio cordati , come egli sempre sta in un retto tuono d'operare ſecondo la ragione dell’uguaglianza ſua in tutte le cose della santità, della serenità della faccia della soauità, del diſprezzo della vanagloria e dell'attenzione nell'apprender gli affari . E come egli non haurebbe trapaſſato coſa alcuna , ſe prima non l'haueſſe ben co noſciuta , e perfettamente confiderata ; e come egli comportaua quelli', che di eſſo a torto ſi lamentauano , ſenza ridolerſi diloro ; e co ine in coſa alcuna non s'af frettaua , c non ammetteua calunnie ; ne de' coſtumi, o dell'azioni era curiofo fpia tore , ne rinfacciatore , non timido non ſoſpettoſo , non ſofifta ; ecome conten tauaſi del poco sì nell'abi tare , sì net dormire , sì pel 0 e veſtire, sì nel mangiare , si nella ſeruitù ; come, pronto trauagliaua volontieri nel le fatiche, e con longanimi tà ; e in qual modo fe la paf ſaua fin alla ſera con leggier riſtoro ; non hauendo biſo gno fuor delle ore conſue te delle folite egeſtioni. In oltre conſidera la fermezza di lui fenza niuna variazio ne nell'amicizie ; e la tol leranza' di chi liberamente contradicena a’fuoi pareri, e't godimento , fe venina da al tri moſtrata cofa migliore ; e come era , religioſo ſenza fuperſtizione : acciocchè nel l'vltinio punto della tua vita ti truoui con fi buon co noſcimento di te fteffo , me'anuenne a lui. Riſuegliati e richiama te fter D fteſlo , e di nuouo fuori del fon no conſidera che i ſogni ti perturbauano, Torna riſuc gliato a rimirare queſte coſe humane, come miraui quelli. 25 Son compoſto di cor picciuolo , e d'anima . Al corpicciuolo dunque ogni coſa è vna , poichè egli non può farui differenza ; maall? intendimento tutto quello è indifferente , che non è del le ſue proprie operazioni Ora le ſue operazioni tutte ſono nel di lui potere; e fra queſte, quelle che al preſen te folo maneggia : mentre quelle dell'auuenire , o quel le del paſſato anche eſſe già a lui ſono indifferenti. Non è fuor di natura la fatica alla mano , e al piede, finchè il piede fa quello, che ha da fare il piede, e la ma no quello , che la mano. Co sì ancora all'huomo , come huomo , non è fuor di natu ra la fatica quando opera quello , che ſi ſpetta all’huo mo ; c ſe ciò a lui non è fuor di natura , non gli ſta male . Quanti piaceri ſi goderono i maſnadieri, i zanzeri , i par ricidi, i tiranni ? Non confi deri come i mecanici artiſti infino agl'idioti in vn certo modo s' accomodano nientedimeno ſoſtengono la regola della loro arte , ne comportano , che da quella ſi manchi , Non farà coſa ſconueneuole , che l'archi tetto , o il medico riſpettino più la ragione della propria arte, che l'huomo la ſua , la quale gli è comune con gli Iddij? L'Asia , l'Europa ſono angoli del Mondo : tutto ľ Oceano vna gocciola del Mondo : il monte Atho una zollerella del Mondo : ogni tempo , che corre yn punto dell'eternità . Tutte ſon coſe piccolc , facili a mutarſi , che preſto fuaniſcono là , donde procedono , deriuando tutte dal comun direttore . Sicchè il grifo del Leone , e'l vele no , e ogni maleficio ,come le ſpine, ela mota , ſono giun te forucnute da quelle coſe degne , e buonc . Dunque queſte coſe non reputar alie , ne da quello , che tu riueriſci, ma riuolgi nella tua mente il fonte di tutte le coſe . 28 Chi vede le coſe pre fenti , l'ha vedute tutte , fieno quelle , che furono per tutti i ſe 70 12 lle of chi in ori ſecoli , o quelle , che per gli infiniti ſaranno;eſſendo tutte dell'iſteſſo genere , e confor mità. Conſidera bene ſpeſſo la congiunzione di tutte le coſe mondane,e l'abitudine; o il riſpetto , che vna ha con l'altra ; giacchè in certo mo do tra ſe tutte le coſe ſono intrecciate, e così tra di loro , ſecondo queſto , ſi affeziona no , poichè vna ſeguita l'al tra, o ſiaſi per lo moto loca le , o per la coſpirazione, o per l'vnione della ſoſtanzia. Adatta te ſteſſo a que' negozij; che ci ſono toccati in forte , ea quelli huomini, co’quali ſei deſtinato d'eſſere, poni affetto, ma di vero cuo re. Gl'iſtrumenti, gli arneſi, e ognivaſo, ſe a quello , ache è stato ordinato s'accomoda, è buono ; ancorchè quegli', che lo fabbricò no vi ſia più. Ma di quelle coſe , che ſotto la natura ſi contengono den tro vi è ; eperſeuera la facult tà che le diſpoſe . Perciò tanto più deeſi quella vene rare; e ſtimare , perchè ſe tu opererai , e ti gouernerai conforme al voler di quella , il tutto ti riuſcirà , ſecondo la tua intenzione ; così an cora ad ognuno le cofe - rie ſcono , fecondo la mente di lui . 30 Quando fuor di quello , che cade ſotto la tua elezio ne hai a te ſteſſo preſuppoſto o bene , o male', è neceffa . rio , ſecondo l'auuenimento di detto male' , o miſauueni mento di detto bene , lan H mentarti degl'Iddij , e anco ra odiar ' gli huomini , che ſieno ſtati cagione , o che a te ſieno ſoſpetti, come che poteſſero eſſer cagione di detti miſauuenimenti , o au uenimenti . E per queſta dif. ferenza verremo pure a peca car molto. Ma ſe folo giudi chiamo le coſe buone o cattiue , che ſono in noftro potere, non ci rimane niuna cagione, ne di dolerci di Dio , ne di contro gli huo mini con oſtil ſedizione op porci - 31 Tutti cooperiamo a compiere l'iſteſſo ouraggio , alcuni ſapendo , e compren dendolo alcuni ſenza ſaper lo . E quindi, al mio parere , Heraclito chiama operarij, e cooperarij nel facimento di tutto quello , che nel Mondo ſi fajanco da'dormienti.Altri in altro modo coopera , e molto largamente ancora quegli , che ſi querela, e que gli , che ſi sforza d'opporſi , e di diſtrugger le coſe ,che ſi fanno : concioffiecoſa che , di ciò hebbe meſtiere ilMon do . Reſta dunque , che tu intenda tra quali di queſti tutti annoueri ; poichè l’ ordinator del tutto in ogni maniera ſi ſeruirà bene di te , e ti riceuerà in qualche parte di quelli , che cooperano , 0 poſſono operare ; ma tu fa di non hauer tal parte , quale nel dramavn vile , e ridico lo verſo mentouato da Cri ſippo . Forſe che'l sol ambiſce far da pioggia ? ed Eſculapio da terra fruttifera ? Non vedi com 3 li H 2 me ciaſcuna ſtella, quantun que dall'altre diuerfa , nien tediineno al facimento di vna , e iſteſſa coſa concor re 32 Se dunquegl'Iddij han no deliberato dime, e delle coſe , che a me ſono per au uenire , la deliberazione non farà , ſe non buona : hauena do in fe repugnanza il penſar yn Dio ſenzaconſiglio . Qual cagione lo mouerebbe a far mi del male ? Poſciachè a los ro , e all'vniuerſo , del quale hanno ſpezial promuidenza, da ciò che ne riſulterebbe ? ma ſe intorno a me non de liberarono , certamente in torno dell' vniuerfo hanno deliberato , per cui conſe guenza eſſendo queſti auue nimenti ordinati , debbo ab bracciarli, ed eſſer contento . Se poi di nulla ſi pigliano cura , il che è empio a crede Te , non facrifichiamo noi ? non porghiamo preghiere ? non giuriamo ? e non faccia mo altre coſe , le quali tutte agl' Iddij , come ſe foſſero prefenti , e conuerſaſſero con noi ; indirizziąmo ? E ſean cora niente in riguardo no ftro deliberano , farà lecito ch'io pigli deliberazione di me ftcflojie la mia riſoluzio nenon farà altro , che intor no a quello , che mi torna 'bene ;maquello torna bene a ciaſcheduno', che è fecon do la ſua conſtituzione , e nåtura . Ora la mia natura è ragioneuole , c cittadineſca . La Città , e la patria è a me Roma, in quanto ſon ma in quanto ſon huo . mo è il Mondo . Dunque quelle coſe , che a queſte Cittadi sono d'vtile, quelle fole ſono a mebuone. Quello che a ciaſcuno auuiene, conferiſce al' tutto . Queſto doueua effer fufficientes ma ancora di più quello in ogni maniera con perfpicacia of feruerai , che ciò , che acca de conferente all'huomo , anche agli altri huomini conferiſce . Ma al preſente s'intenda queſta parola Eup Os pov nelle coſe mezzane in ſenſo comune al bene , e al male. Come quanto ti ſi rap preſenta nella faccia del Theatro , o di ſimili luoghi , fe in vn modoſempre ſi ve de , e non mai cambi l'aſpetto, diuiene ſazieuole alla vi fta , l'iſtella apprenſione ſi fa negli auuenimenti per tutta la vita . Poichè ſottoſopra tutte le coſe ſono le medeſi me , e dalle medeſine ca gioni . Sin doue dunque ? Conſidera del continuo tuto te le ſorti d' huomini , e ď ogni ſorte di profeſſione , e di tutte le nazioni, quei che fono morti, con arriuare fi no a Filiſtione , Febo , e Ori ganione . Paffa adeſſo ad al tre nazioni . Colà hauemo da tragettare , doue traget tarono tanti graui oratori, tanti venerandi Filoſofi . He. raclito , Pitagora , Socrate , tanti Eroi primieramente, e poi tanti condottieri , e ti ranni: e appreſſo a loro Eu doſſo, Hipparco, Archimede, e altri di perſpicace ingegno, magnanimi , amatori della fatica , Scaltriti , arroganti : e quelli ancora , che di que fta vita humana caduca, e giornaliera ſi ferono beffe come Menippo, e ſimili. Tut ti queſti conſidera che già yn pezzo fa giacciono . Ora che male è a loro queſto , e che male a quelli ancora , che in tutto ſono ſenza niuna no minata ? Vna coſa iui è dc gna di ſtima , il viucr tran quillamente con li bugiardi , e gl'ingiuſti , vſando la veri , tà ,e la giuſtizia . 34. Quando tu vogli ralle grarti, riuolgil'animo all’ec cellenze di quei : , ché teco viuono : come a dire all'atti uità di quegli , alla modeſtia di queſti , alla liberalità d ? vno e così ad altra virtù di qualche altro . Non ci effen , do cofa , che tanto rallegri , quanto le ſomiglianze delle virtudi alviuo rilucenti nelli coftumi de contemporaneiig le quali tutte in vn tratto in fieme a noi rappreſentano. Per lo cheper quanto è pof fibile , le hai d ' hauer ſempre alle mano. Forſi tu ti duoli , che fei ſolamente di tante libbre, e non di trecento di Nell' iſtefla maniera , che fino a tanti anni prolungherai la vita , e non più . Perchè co me della ſoſtanzia corporea in quanto the determinata e acquieti, così fa ancora del tempo . 36. Sforciamoci di render gli huomini capaci: però o pereremo ancora qualche cofà contra guſto loro, quan do la ragione del giuſto così richieda.E ſe qualcuno vſan doti violenzati si oppone , trapaſſa alla placidezza fen za dolerti; e dell'impedimen to feruitene per vn'altra, vir tù ; e ricordati che tu deſideri le coſe con dell'eccettuazio ne , non appetendocofe im . poflibili. Che coſa dunque appetiſco ? quel certo defi derio regolato ; e queſto tu ottieniquando , arriua quel lo , che primo, e principal mente viene deſiderato. L'amator della gloria dall'opere d'altri ſi perſuade il proprio bene; quegli , che ama la voluttà , dalle ſue pafſioni : ma chi ha ceruello , dalla propria operazione! E' in tuo potere ſopra ciò non formarne opinione , e non perturbarti nell'animo. concioſliecoſa che niuna co fa ha vna natural poffanza ſopra i noſtri giudicii. Auuezzate ſteſſo ad apo plicare attentamente a quel le coſe , che da vn'altro fo no dette ; e più che puoi in ternâtinell'animo di chi fta parlandoti . 40 Quello, che non è gio . neuoleallo fciame , ne' meno gioua alla pecchia.  Se i marinari parlaffe Fo male del loro piloto , 0 gli ammalari del loro media co , forſe per ciò ad altro ar tenderebbono, che all'opera re , quegli per la ſaluezza de' nauiganti, e queſti per la fanità di quei , che fi ciira no? Quanti fon già morti diquelli, che meco ſon en trati nel Mondo ? -43. Aglitterici pare ilme-, le amaro : e a ' morſi da ani mal rabbioſo l'acqua è di terrore : e alli putti è coſa bella il palloncino . A che dunque io m'adiro ? forſi.pa re a te , che habbia minor forza quello , che falſamen te s'apprende , di quello cheha la bile nell'itterico , o'l veleno nell'arrabbiato a Non t'impedirà perſona , che tu non viua ſecondo la condizione della tua natu rà: e niente t'amierrà fuori della ragione della natura dell’vniuerfo .. 44 Quali ſono quelli , alli quali ſi deſidcra d'andar a verſo, e per qualiauuenimen , ti , e con quali opere ? 0 quanto preſto i ſecoli ogni coſa copriranno , e quante han di già ricoperte! Che coſa è la mal nagità? è quello , che ſpeſſo hai veduto ; e ad ognicoſa , che ti ſoprauuenga , prontamente rappreſon tati, eſſer lo ſteſſo , che ſpef fo hai veduto . Vniucrſala mente nelle coſe ſuperiori , ed inferiori , trouerai le me deſime, delle quali ſono pie nele Storie antiche , e quelle di mezzo tempo, e lemoder ne , e ora ne ſono piene le cittadi , e le caſe . Non ci è niente di nuouo, tutto è vſa to , e di corta durata. I dogmi , in qual' altra maniera ſi potranno in te cancellare ſe l'immagina zioni., che a quelli ſono con formi non ſi eſtinguono , le quali, a te ſta di continua menté rauuiuare? Reſta in mio poter di fare intorno a ciò quel concetto , che ſi conuiene: e ſe ſta nel poter mio , a chemi turbo ? Quel lo , ch'è fuori della mia men te , non ha che fare in modo alcuno con la medeſima mente . Queſtoſia il tuo ſen timento , e cositu ſei retto . 3 Pofciache in tua balia è il ritornare in vita, riconoſci le coſe nel modo , che le hai già vedute ; perchè in ciò conſiſte il ritornare in vita : Tali ſono la vana curioſità delle pompe , le rappreſen tazioni nelle fecne , i bran chi d'animali , le mandre, i giuochi d'arme ; vn ofſetto gettato a cagnolini; i minuz žoli di pane buttati nel viua io de' pefci , i trauagli , e il vettureggiare delle formi che, le corfe in quà se'n là de toperti ſpauentati , i bam bocei, a quali ſi fanno far de moti con cordićelle . Bi fogna dunque tra queſte coſe fermarſi con animo tranquil lo , e ſenza ſtrepito : e confe guentemente apprendere , che tanto ciaſcun vale,quan to vagliono le coſe , intorno alle quali s'affanna . 4 E' neceſſario attendere nel parlare parola per parola a quello , che ſi dice : e nell' operare ad ogni moto : e nel l'vno riguardare ſubito a qual fine ſi rapporti ; e nell? altro oſſeruare quello , che venga ſignificato 5 E' ſufficiente il mio intel letto per queſto , o non è ? s' egli è ſufficiente io me ne vaglio come d'inſtrumento datomi dalla natura dell'yni uerſo nell'opcrare ; se non è ſufficiente , o io cedo l'ope ra a chi poffa meglio di me condurla a fine, ſe non foſſe a me ſteſſo ſpettante , o vero la fo come poffo , feruendomi dell'aiuto di quegli, che può cooperando col mio intellet to effettuare quelloche ſia di preſente opportuno , e vtile alla comunione humana:per ciocchè ciò che fo, o da per 3 2 3 ine me ſolo , o con altri, dee ſolo indirizzarſi a quello ch'è pro ficuo , e più proporzionato al comune . Quanti , che ſom mamente furono celebrati , di già ſono paſſati nell'obbli uione ? E quanti, che li cele brarono già tempo fa , ſono ſpariti a Non ti vergognar d effere aiutato; poichè ti con uiene operare quello, che ti appartiene , come ad vn ſol dato nell'affalto d'vna mura glia . Che dunque fareſti , ſe azzopppato non poteffi ſolo aſcendere fu i merli, e con yn altro poteſſi farlo ? 6 Quello, che ha da auueni re non ti ſgomenti, perchè giugnerai a quello , fe ſarà di vopo , fornito dell'iſteſſa ra ; gione , della quale tu ora ti ferui in ciò , che t'è preſente. olo bro gal ]l DO ď ti -7 Tutte le coſe ſono tra di loro auuinte , ed il nodo è fa cro , e quaſi' niuna è all'altra ſtraniera . Concioffie cofa che tra fc sono ordinatamente disposte, e adornano l'istesso mondo , poichè di tutte le coſe queſto è vno , e Dio è vno per tutto , vna la natura , e yna la legge , vna la ragio ne comune a tutti i viuenti intellettuali , e la verità yna, doue pure vna è la perfezio ne di quelli, che ſono dell' iſteſſo genere, e di quei, che della medeſima ragione par ticipano. Ogni coſa materia le preſtamente va a ſuanire nella ſoſtanzia dell'vniuerfo : e ogni cagione'efficiente pre ſtamente è aſſorbita dalla ragione vniuerſale . I ſecoli ancora dentro di fe ſeppelli ſcono lo ni. che id at to s ſcono preſtamente la mc moria di ciaſcheduno, s,is :: 8 L'animal ragioneuole ha la medeſima opcrazionéry fe condo la natura se ſecondo la ragione , o retto o raddirizzato. Con qual? abitudine fi riguardano i membrivnitid vn corpo con tale fi confans no gli enti ragioneuoli, ben chè diſuniti, PER HAVER DISPOSIZIONE A CONCORRERE IN UNA COOPERAZIONE. E maggior mente ti s'imprimerà l'intelligenza di queſto , ſe ſpeffe fiate diraia te ſteffo « Io ſono membro di queſto , aduna mento di razionali . Ma ſe col mutamento d'yna lettera dip'sno , cioè membro, farai fe'egos, che fuona parte, non di cuore porterai amore agli huo INC die a re ſteſſo . id -11 huomini , ene anche tu non ti compiacerai fenz hauere altro fine della beneficienza f operando per 'mera conue polo nienza , e non come per far beneficio . 10 Accada ciò che ſi vuole i d'eſteriori arucnimenti ſopra a coloro , che poſſono patir queſti accidenti, e quelli pa tendo ſi querelino pure à lor e voglia : che quanto a me , se io non reputo che ſia male l'auuenuto accidente ,non ne reſto lefo : ora da me dipen de il non reputarlo. II Qualunque coſa altri ſi faccia, o ſi dica, tocca a med eſſer huomo dabbene:non al trimente, che ſe l'oroj ouero lo ſmeraldo , o la porporaco si delcontinuo diceſse ; Che che altri ſi faccia , o dica ; a na or el file 7110 Nad fe -em are di col me 1POC fuc da са ) ſim bil vie La 011 me tocca d ' eſſere ſmeraldo, e di ritenere il mio proprio colore. La porzione , che è in noi reggitrice,non è a ſe ſteſ ſa moleſta , cioè à dire , ella non s'atterriſce ne s'affige con la cupidigia , e ſe altri è poſſente d'atterrirla, ò di contriftarla, lo faccia . Certo è cheda per ſe ſteſſa con l'ap prenſione non fi riuolgerà a tali commouimenti . Alcor , picciuolo ſi laſci il penſiero , che non patiſca coſa alcuna , ſe potrà; e ſe patiſce lo dica. Però l'animuccia, che teme, e s'attriſta , e riceuc total mente l'apprenſione , niente patirà ; concioffiecofa che non procederà mai al giudizio di cose simili. Quanto a ſe ſteſſa la por qu Id nd CC n  A 0 porzione in noi réggitrice è fuori d'ognibiſogno, ſepure da ſe ſteſſa ella non ſi fabbri ca la neceſsità , e nella mede fima maniera è imperturba bile, ed incapace d'impedi mento , fe da ſe ſteſſa non vien perturbata, o impedita. La felicità è il buon genio, o l'iſteſſo bene. Che dunque quì fai o fantaſia ? deh pergľ Iddij, vattene comevenifti , nonho vopo di te.Seivenuta conforme all'antica vfanza: non m'adiro teco ; ma vatte ne vna volta . 14 Alcuno ha paura della tramutazione ; e qual coſa può eſſere ſenza tramutazio ne , e quale è più di lei ami ca , o domeſtica alla natura dell'yniuerfo ? Ti potreſti tu lauare, ſe le legne non ſi tra 2 1 21 -2 al che d 1 mil 1mutaſsero ? ti potreſti nutri re, ſe i camangiari non ſi tra mutaſſero ? che altro fi com pierebbe di neceſſario ſenza la mutazione?Non vedi dun que come ancora il tuo tra mutarti è confacerole, e pa rimenre neceſſario alla natu ra dell'yniuerſo ?. Per l'effen za di queſto trapaſſano quaſi per yn torrente tutti i cor pi connaturali; e cooperanti con l'yniuerfo , almodo che le parti noſtre tra di loro cooperano. QuantiChriſippi, quanti Socrati , quantiEpit teti il tempo s'è inghiottito? l'iſteſſo in fatti ti ſouuenga di qualunque huomo, e di qua lunque coſa . Vna coſa fola cruciandomi mi ſcontorce, cioè, che io non forſe faccia quello, che la conſtituzione dell'huomo non vuole , o nel la maniera , che non vuole , o come al preſente non vuole . Tra poco tu ti ſcorderai di tutti, e tra poco tutti ſi ſcor deranno di te. 15 Proprio è dell'huomo amare anco quelli, che erra no;e queſto ſi fa, ſe nel mede ſimo tempo ti ſouuerrà , che quelli , che peccano , ſono a te congiunti ; e che o per ignoranza , o non volendo, peccano; e come tra breuil ſimo tempo , e tu , e quellive n'andrete: e ſopra tutto per chè non ti ha leſo , mentre la porzione tua principale non l'ha deteriorata più che per linnanzi ella ſi foſſe. 16 La natura dell' vniuerfo dall'eſſenza vniuerfale, come ha ora formato vn ca : 3 . da cera , 194 LIBRO SETTIMO caualluccio , e poi, quello di ftruggendo, ſe n'è valuta per materia d ' yn albero di poi d'vn homicciuolo , e appref lo per qualch' altra coſa ; e ciaſcuna di queſte ha durato per cortiffimo ſpazio . Non reca al caffettino molcftia if diſcomporlo , ficome non gliela recò ne meno il fabbricarlo. La ſdegnoſa torbidez za del volto è oltre modo fuordel naturale; perchè fa fpeſſe fiate ſuanire la gratia di quello , ouero alla fine in guifa l'eſtingue , ch'ella non poſla giammai più ràuuiuarſi: Dunque, per queſto iſteſſo sforzati di apprendere che quello è fuori della ragione ; poſciachè, ſe il riſentimento contra il peccare fi perde, a che gioua il viuere ? 18 Le coſe , che tu vedi , tutto tra poco le muterà la natura , che gouerna il tutto ; e dall'eſſere di queſte pro durrà altre cofe , come di nuouo altre dall' effenza di quelle , acciocchè il Mondo di continuo ſi conferui in giouentù . 19 Quando vn commerta errore contro di re , toſto conſidera , che coſa egli pec Cando s'immaginò di bene , o dimale : perchè,conoſcen do queſto , lo compatirai , ſenza marauigliarti, o adi Tarti . Pofciache o formerai l'isteſſo concetto del bene ch' eſſo formò , o altro ſimi le a quello concepirai , on de fia neceſſario perdonar gli . Ma quando anco tu non 1 3 2 I 2 facefli lifteffo concetto del bene, o delmale , ti renderai più facilmente benigno ver fo colui , che ha traueduto . 20 Non s'hanno da conſi derare le coſe aſſenti nel ino do di quelle , che ora ſono : ma fi dee ſcegliere delle preſenti le più abili , e ricor darſi con quanto ſtudio quc fte fi cercherebbono , fe non foſſero preſenti. Però è inſic me da guardare cheper trop. po gradirle non ti auuezzi a ſtimarle vantaggioſamente ., a ſegno tale , che, ſe ti inan caffero , te ne turbaſſi . 1.21 Raccogliti in te mede mo. La parte ragioncuole , e principale , è di tal natura , ch'è ſufficiente a ſe ſteffa , quando giuſtamente opera ; e in ciò truoua la sua quiere. Scancella l'immaginazione, arreſta la violenza delle par fioni , circonfcriui il prefente del tempo , riconoſci quello, che auuiene così a te , come ad altri : diftingui , e partiſci quello , che ti ſta fra mano nelle fue cagionimateriali, e caufali: figurati l'vltima ora : laſcia l'errore comineffo a quello , e dove fu l'errore. L'animo dee star applicato a quanto si dice e la mente dee internarsi nelle cose operate, e negli operanti : Abbelliſci te ſteffo colla ſemplicità, è vergogna , e coll indifferenza , ch'è in mezzo tra la virtù, e'l vizio . Ama il genere humano, con formati con Dio . Quegli diſſe, ogni coſa eſſer ordina ta con legge certa , ma gl’elementi soli muoverſi con mouimento incerto , e for tuito . Baſta hauer nella me moria tutte le coſe eſſere rc golate con legge fiſſa , c po chiffime andare a caſo .. 23 Intorno alla morte : 0 è diſipazione , o atomi, o euacuazione , o eſtinzione, o trapaſſo . Intorno al dolore : fe non è ſoffribile porta via ſe fi allunga nõ è inſoffribile; e l'animo nel formare i con cetti conferua la ſua pro pria tranquillità , e la parte ſuperiore non peggiora: le parti affitre dal dolore , ſe poſſono,palefino il loro ſen timento . Intorno alla glo ria : riguarda gli animi di co loro , quali ſieno, e qualico fe abborriſchino, e qualiap petiſchino : e come l'arene de i lidi , che vna ſopra l'al tra venendo a ſoprapporſi naſcondono le prime, fimil mente nel noſtro viuere le coſe antecedenti ſono dalle foprauuenute ben preſto ca cellate . 24 Da Platone. Penſi tu dunque , che quegli, che ha penfieri da magnanimo colla fpeculazione d'ogni tempo , e d'ogni ſoſtanzia faccia gran concetto del viuere dell'huo po ? Non può eſſer che ſia , riſpoſe . Dunque ne queſti potrà reputare che ſia male la morte . Non per certo . Detto di Antiftene. E' coſa da Re operar bene, e riceuer ne biaſimo . E ' ſconuenelio le , che'l noſtro volto obbe diſca , e ſi regoli, e s'abbel liſca , come la noſtra mente I 4 or 200 LIBRO SETTIMO ordina , e che queſta per fe medeſima non ſi regoli, ne ſi abbelliſca . Se con le cofe diſdegnar ti vuoi Che non curan diſdegno, il tutto è vano . A i mumi da cui morte va lontano Diaſi allegreza ,e diaſi pur'a noi. Che ſi tronchi la vita , come ſuole Matura Spiga , e un viua, e un ' altro mora Che di me cura , e de' miei figli 'ancora Non ſi prendan gl'Iddij, ragion il vuole . 26 Da Platone . Io riſpon derei con giuſta riſpoſta . Che tu , o huomo , non ben diſcorri, ſe penſi douere fti mar coſa di gran momento il viuere , o il morire dell huomo, per poco ch'effo va glia , e non più toſto queſto solo confiderare , cioè , ſe quando opera , operi coſe giuſte , o non giufte e da huo mo buono , o cattiuo . Così il vero ſta , o citta dini d ' Athene : fe alcuno reputando il poſto cfler otti mo vi ſi collocherà Principe vi farà collocato , " conuiene , come a me pare , ch'iui ſi fermi , anco che vi foſſc pericolo , non facendo conto ne della morte d'altro , fuori che della brut tezza . Ma poni cura , o galant huomo , ſe altra coſa è l'effer buono , e generoſo , che'l faluare altri , e faluare ſe Ateffo · Concioffiecoſa che non è da deſiderarſi dall ' huomo veramente prodc la vita lunga ,ne dee ftare appiccicato al yiuere , ma rimet terſi intorno a tutto ciò in Dio , credendo alle donne , che neſſuno può ſcanſare il fato ; e in conſeguenza qui ha da premere in qual ma niera poſſa impiegare , per ottimamente viuere , il tem po , che gli reſta da viuere. Offerua il corſo delle ſtelle , comeſe tu giraffi in compagnia loro e confide ra del continuo le vicende uoli tramutazioni degli ele menti ; perchè coll' appren fioni di queſte coſe fi purifi cano l'immondizie della vi ta terrena . Bene ne i diſcorſi dell'huomo fu da Platone af ſerito che ſi debbono con templar le coſe terrene, co me da alto in baſſo , le con greghe , gli eſerciti , i lano ri et is 20 90 7.1 her III le in ri de'campi, i congiugnimen ti de' parentadi , i diſciogli menti, le nafcite , le morti , gli ſtrepiti de' tribunali , i paefi diſertati, le varietà del te genti barbare , le feſte , i pianti , imercati,il rimeſco famento del tutto, e l'abbel limento del Mondo per le coſe tra di loro contrarie. Riuedi conſideratamen te le coſe dianzi ſuccedute : le tante mutazioni degl'Im perij. E lecito ancora preue dere le coſe future: perchè a tutti i modi hauranno l' iſteffa ſomiglianza , c non trauſeranno mai dall' ordine di quelle, che al preſente ſi fanno . Quindi auuione che il miſurar la vita humana con anni quaranta non ſia diffe rent e dal miſurarla con an 1 fir 1 0 I 6 ni 204ni diecimila. Perchè qual coſa vedrai tu di più ? Vanno indietro le coſe, e ciò che diede La terra in terra , e nel celefte templo Ciò che venne dall'etera ſen riede Ouero queſta è , yna riſolu zione degl'intrecciamenti de gli atomised vna diſſipazione degli elementi, che non ſog giacciono à paſſione. Con beuande,con cibi,e con magia Della morte cerchiam ſuolger la via . Conuien Soffrir con ftenti , e ad occhi afciutti Il vento,ch'a noiSpira dagl'Iddi 29 Rieſce vno più di te de ftro nella lotta per atterrare gli altri : ma non ſia più co municatiuo , non più riſpet toſo , non più compofto ne gli accidenti , non più benigno verso gli abbagliamenti de ' profſimi. 30.: Douc , secondo l'intendimento comune agl’Iddij , e agli huomini,ſi può condurre vn'opera à fine , iui non è del male : auuegnachè doue è le cito di trouar l'vtile per l'o perazione , che proſpera mente s’auanza , e non trali gna dalla ſua diſpoſizione , iuinon s'ha da ſoſpettar di danno . In ogni luogo , e in ogni tempo ſta in re il pren der a grado , con la douuta pietà , quello , che preſente mente accade , e di portarti con glihuomini , li quali con te conuiuono , giuſtamente , ed eſaminare efattamente quello , che fi rappreſenta all'immaginazione ; accioc chè non vi fubentri qualche coſa , che non ſia per prima bene compreſa . 31 Non inueftigare ciò che ad altri paſſa per la men te , ma riguarda diritta mente à quello , a che la natura ti conduce, o ſia quel la dell'vniuerfo , per le coſe che ti accadono , ouero la tua , per l'azioni , che da te dependono . Ora quellos? haurà a fare da ciaſcuno, che conſeguentemente corriſpo de alla ſua diſpoſizione . Per rò tutte l'altre coſe ſono diſm poſte per quelli , che ſono ragioneuoli , come in ogni altra l'inferiori in riguardo delle migliori, e le ragioner. uoli l'vna per l'altra.Dunque il primo e principale nella: diſpoſizione dell'huomo ſi è l’essere COMMUNICATIVO. Secondariamente non arrenderſi alle corporali inclinazioni . Concioſliecoſa che proprio del mouimiento ragioneuo le , e . intellettuale è dicir confcriuer fc fteffo , e non laſciarſi ſottomettere da mo. ti ſenſuali, o impetuolis poi chè tanto gli yni , quanto gli altri hanno del beſtiale . Ma la intellettiua vuol la preininenza, e non eſſere do minata da quelli : e a ragio ne ; perchè è fatta per feruir ſi di tutti quelli. Il terzo nel la ragioneuole conſtruzione , è di non trauedere , nc d'ef ſer ſoppiantato. A queſte co ſe dunque applicata la men te proceda a dirittura , e co si conſeguirà quello , ch'è fuo proprio . 32 Come tu non hauefli havuto a uiuere , che fin ora , e già foffi morto , queſto fo pra più che c'è dato diuiuere , dourai viuerlo fecondo la natura , folamente contento di quello , che ti auuenga , e che ti è deſtinato dal fato, imperocchè qual coſa ti può efferpiù couveniente ? 33 In ogni accidente vo glionfi hauere auanti agli oc chiquellija' quali occorſero cafi fimili , e che poi fi dole uano, e ſembrado loro ftrano fi lamentauano . Doue dun que ſono eglino ora ? in niun fuogo. Vorrai tu dunque fare altrettanto ? Perchè non la fci gli altrui rigui alli rigi ranti, e rigirati ?: e non te ne ftai tutto intento come ti habbi da ſeruire di tali acci denti ? Te ne feruirai dunque bene , e quelli ti ſerui ranno per materia. In ogni coſa , che farai; non hai da applicare ad altro , ne altro proccurare , che d'effer a te Iteffo buono . Nell' yno , e -nell'altro ( fia di ciò , che hai da ſcanſare , o ſia di ciò , che hai da fare ricordati che'l foggetto dell'operazione è indifferente. Con perspicacia rimira dentro te stesso, che la fonte del benc è dentro di te , la quale non ceſſerà mai di ſca turire , ſe tu di continuo la terrai ſcanata . 35 Il corpo ha da ſtar fiffo , e non ſi ſtorcere , o fia nel moto , o fia nella poſtura . Perchè nel modo , che l'ani mo imprime vn certo che nella faccia , ferbandola ſe 7 1 Il ria , e ben composta , al trettanto ſi dee ricercare che ſegua intieramente nel corpo ; e tutte queſte coſe s'hanno da offeruare fcirza affettazione . Il noſtro modo di viuere è più da affomi gliarſi alla Paleſtra , o lotta , che all'Orcheſtra , o al ballo; douendo alle coſeche ſopra uuengono , e non ſono pre ucdute trouarſi appareccħia to , e fermo pernon cadere. Giammai non laſcerai d'eſaminare quali ſieno quel li , dalli quali tu brami le te ſtimonianze , e quali l'inten zionidella loro mentc: per chè ne accuſerai quelli , i quali peccano inuolontaria mente , ne ricercherai la lo ro teftimonianza , fc rimire rai da qual fonte ſcaturiſco no 10 a ,al ercare ate ni € fcuzi mode allomis Torta ballo lopera t no le loro opinioni, e i loro appetiti. Niun'anima , diſſe que gli , di ſua fpontanea elezio ne ſi priua della verità. L'i ſteſſo s'ha da dire intorno al la giuſtizia , alla temperanza, alla benignità, e a tutte le ſi mili.Però è fommamente ne ceffario di non mai ſcordar d'ognuno ſarai più benigno. In ogni coſa penoſa, che ti ſucceda , ti fouuenga prontamente che quella non ha bruttezza , ne può peggiorare la mente in noi reggitrice ; poichè non le nuoce , nene in quanto è ragio neuole , ne in quanto è co municatiua ; e nella maggior parte de dolori ti venga in mente quello d'Epicuro ; Che to pre cchia dere ulcera quel let inter : per Uli, / taria a lo mit rico no 2 I 2Che non è intollerabile , o non è eterno ; ricordandoti però di laſciarlo ne' ſuoi termini fen za aggiugnerui altro con la tua opinione . Ancora quel lo hai da hauer a mente , che molte coſe , che partecipa 110 propriamente del dolore, copertaméte ci trauagliano : come è l'hauer ſonnolenza , lo fmaniar di caldo , il patir faſtio di ſtomaco ' . Quando dunquc alcuna diqueſte coſe maltolenticri ſopporti, con feffa a te fteffo d' ellerti arre ſo al dolore. Auuerti di non hauere tal volta quell' auuerſione agl'inhumani, che gl'inhu manihanno agli huomini . 40 Donde argomentiamo, che Socrate foffe illuſtre , e di diſpoſizione d'animo migliore? Mentre non baſta , che haueffe vna morte delle più glorioſe, c più acutamen te co ' Sofiſti diſputaſſe più ſofferentemente ſopra'l ghiaccio pernottaſſe , e co mandato a condurre quel Salaminio , più d'ogni altro generoſamente fi moſtraſſe renitente , e che per le ſtrade andaſſe con graue contegno . Intorno a che era aſſai da in ueftigare le così era vera mente . Maquello è neceffa rio conſiderare , qual ' animo s'haueſſe Socrate , e ſe egli po teſſe appagarſi d'effer giuſto inuerſo gl’huomini , e fanto inuerſo gļIddij,nő iſdegnan doſi temerariamente contro la malizia , ne punto feruen do all'ignoranza d'alcuno , ne accettando come ſtranie Fit Ho fe je . Te ne ng€ ra uc PC PE ra alcuna cofa datagli dall' vniuerſo , o ſopportandola come intollerabilc: në hauef ſe mai acconſentito , c piega to l'animo alle paſſioni della carnuccia. La natura non in fi corporò talmente il compó fto , quaſi che l'huomo non poſſariſtrignere , e regolar ſe lo medeſimo e far le ſue proprie VE coſe foggiaceré a ſe feflo . 41 Può eſſere facilmente , in che vn diuenga huomo diri no , e non fia conoſciuto da alcuno . Ricordati ſempre di queſto : e in oltre di quello , 1 che ?l viucre felicemente conſiſte in pochiſſime coſe . E non perchè habbi tu per duto la ſperanza d' eſſere Dialettico , o Fiſico, ti ſtime rai rigettato dal poter eſſer libero , pudico , comunicati uO. E I uo , e oſsequente a Dio . 42 Senza alcuna violenza potrai trapaſſare la vita in vna piena giocondità , an corchè tutti ſtrepitino ,come fi voglino, ancorchè le belue ſtrappino i membricciuoli di queſta mafsa , che t'è cres ſciuta addoſſo , perchè , che vieta in tutte queſte coſe ala l'animo di conferuar ſe ſteſso in tranquillità , e nel giudi cio vero delli circonſtanti accidenti , e collyſo pronto i delle coſe preſenzialmente ayuemute : in modo che poſsa il giudicio ſentenziare ſopra è quello , che vien accadendo: queſto fe' in ſoſtanza , ben chè lecondo l'opinione , al tro appariſci; e l'vſo poſsa di re all'accidente : tu fe' quel lo , ch'io cercaua . Perchè fem - 01 te elle est sempre quello , ch'è preſen te , ferue per materia della virtù ragioneuole , e ciuile; e inſomma è materia dell'ar te dell'huomo,ouero di Dio. Laonde tutto quello , che auuiene ſi fà famigliare a Dio o all'huomo; e non è coſa nuoua , ne intrattabile , ma conoſciuta , e maneggieuo le . 43 La perfezione de'coſtu mi porta feco queſto ; ch? ogni giorno ſi trapaſſi come fe foffe l'vltimo , non ſi com mouendo a coſa alcuna , ne con iftordimento , ne con fi mulazione 44 GI'Iddij eſsendo immor tålicnon hanno a male , che in tanti ſecoli ſia a tutti lo to neceſsario comportare ta li , e tanti fcelerati , anzi han Q b f Uella bile ar Dio. che Dio cola m2 Cuo hanno in oltre di quelli vna total cura ; e tu che ſtai già per mancare ti ſtracchi, non oſtante che tu ſij vno degli ſcelerati ? è da riderſenc ; tu non fuggi la tua propria mal uagità , il che è poſſibile , ę fuggi quella deglialtri, il che t'è impoffibile . 45 Quello , che la facultà ragioneuole , e ciuile truoua , non fecondo l'intelletto , ne ſecondo la ſocietà , con buon dettame lo giudica più viledi fe ftefla . 46 Quando tu hai benéfica to, e vi altro ha riceuuto il beneficio , oltre di queſto che terza cofa pretendi,comefan no i pazzi , di parer d'hauer fatto bene , e d'hauer a rice uere il contracambio ? niuno s'affatica, mentre riceue vtili K tå , oſtur ch 9 come COM 2, ne ont 7mor s che tti lo are ta anzi 9 Tantà , e mentre l'vtile è azione ſecondo la natura ; non ti af, fannar dunque riceuendo yti lità in quello che tu ſe'di gio uamento agli altri . La natura dell’yniuerlo per proprio inſtinto venne alla fabbrica del mondo , donde è che ora tutto ciò , che ſi va facendo, procede in ſeguime to di quello ; ouero le coſe principaliffime , alle quali la mente reggitrice del Mondo ha:vna particolar inclinazio ne, ſono ſenza ragion prodot te . Se tu ciò a memoria ha urai, ti renderà più tranquillo in molte cse. E è azione non tia4 ndowe 'digia erloper e alla Ponde fi va imé coff lila 1 do 1 10 ota 1 Vello ancora è gio ueuole contro la vanagloria , con fiderare , che non iſta più in tuo potere l'eſſer viuuto tutta la vita , o almeno la paſſata dopo la giouentù , filoſofica mente: ma a molti altri , e a te medeſimo hai dato a co nofcere , che tu ſeben lonta no dalla DALLA FILOSOFIA. Dunque ti truoui imbrogliato : perchè K 2 1 1 # oramai non ti è più facile.d ' acquiſtare ſtima di Filoſofo , ſenza che ti è contraria ancor ra la tua profeſſione. Se adun que tu penetraſti veramente fin doue conſiſte ľaffare , non ti curar quale tú habbi da ef ſer riputato , ma baſtiti ſe tu il reſto menerai della vita,fe cõdo il dertame della tua na : tura . Conſidera dunque quel lo ,ch'eſſa ſivoglia, ne altroiti diſtragga : perciocchè hai già prouato per quantecoſe ſe'i to vagando , ne mai in niuna hai trouato il ben viuere , ne nel fillogizzare , ne nella ric chezza, ne nella gloria,nenei piaceri, ne in che ſi fia . Don ue dunque farà ? nell'operare ciò , che richiede l'iſteffa na tura humana. Come dunque queſto li eſeguirà ? quand'v no faciled Elofoto ta anch eader zmente y101 dach fetu 2,fe na no haurà nell'animo fermati queidogmi, dalli quali han no origine gliappetiti , elo pere. E quali ſono queſti do gmi? quelli, che appartengo no ai beni , e a i mali, come nulla eſſer bene all'huomo , che non lo renda giuſto, tem peratoforte, liberale, enulla male, ſe non quello, che ope ra il contrario delle coſe ſud dette , 2 In ogni operazione in terroga così te ſteſſo : in qual maniera queſtaa me fi confà ? forfe appreffo non ine ne pen . cirò a Di qui ' a poco io farò porto , e ogni coſa fuanirà. Che coſa di più ricerco, ſe no che l'azione preſente cõuen ga ad animale ragioneuole , e comunicatiuo , e che nella legge ſi conformi con Dio? Alessandro, Caiose Pompeio , che coſa ſono appetto a DIOGENE, ERACLITO, E SOCRATE? Queſti penetrarono le coſe, e le cagioni,e le materie , e tali erano le menti loro : ma quelli a quanti haueuano da prouedere ? a quanti haueua no da ſeruire ? 4 Ancorchè tu crepaffi tutttauolta gli huomini fará no l'iſteſſe coſe . Al bel primo non ti ſtare a turbare ; poichè tutte le cole, fuccedono fe condo la natura dell'vniuerſo ; e tra poco tempo tu farai nič te ; ed in niun luogo , come non é Adriano, ne Auguſto . Appreſſo fiſſandoti nell'opera ſteſſa, conſiderala , ed inſieme riducendoti a memoria che ti biſogna eſſere huomo dab bene, e ciò che la natura del l'huomo richiede , fa ciò , che tu ti proponeſti con inuaria bile fermezza , e parla come giuſtiflimo ti parrà ; però con placidezza e con rispetto e senza ſimulazione. Questa é della natura dell'uniuerso l'opera e'l ministero. Le cose che ſono qui traſportar colà , tramutarle leuarle di quà, ed iui riporle. Ogni cosa è mutazione , non però sì , che s'habbia da te mcre di nouità , andando il tutto ſecondo il conſueto ; anzi le diſtribuzioni delle co fe fono eguali . Ogni natura ſi ſoddisfàdi ſe ſteſſa , s'ella cà. mina per la propria via . E la natura ragioneuole cammina bene, quando nelle immagi nazioni non conſente al falfo, o all'incerto ; e negli appetiti, quando alle ſole opere co munali gli dirizza ; e nellide fiderij, e nelle auuerſioni, qua do le reſtrigne a quelle coſe fole , che ſtanno in noſtro ar bitrio ; e abbraccia volentie ri tutto quello , che dalla na tura comune le vien datos poichè è parte di quella , co me la natura della foglia è parte della natura della pian ta , ſe non che iui la natura della foglia è parte di natura , che è ſenza ſenſo , e ſenza ra gione, e che ſi può impedire : doue la natura dell'huomo è parte della natura ad impedi mento non ſoggiacente , in tellettuale , e giufta ; mentre eſſa , ſecondo l'egualità , ei meriti, diſtribuiſce a ciaſcuno i compartimenti de' tempi , delle ſoſtanzie della cagione,  dell'operazione, e delle con tingenze. " Anuertiperò ,che non trouerai in niuna coſa , conſideratele ad vna ad vna , queſta vguaglianza pari ad vn tutto ;maſi bene accumulata mente , conferendo il tutto dell'vne col tutto dell'altre . 6 Non te conceduto di poter leggere,maè in tuio po tere il non far delle ingiurie , -il vincere i piaceri , e idolori, l'effer ſuperiore alla glorietta: di più ,il non alterarti contro de i difenfati , e degļingrati : anzi tè conceduto l'hauere etiandio cura di loro. Niuno ti oda querelarti del viuer nella Corte, neme no di quello, che tocca a te. 8 Il pentimento è vna tal riprenſione di te ſteſſo per yn ytile traſcurato . Ora il bene de' efſere qualche vtile , e de eſſere procurato.dall'huomo dabbene, e di buoni coſtumi. Ma neſſuno huomo dabbene, e bene accoſtumato haurà pen. timento di hauer traſcurato qualche piacere. Non è dun que coſa vtile , ne buona il piacere . 9 Che cofa è queſto ſecon do te ſteſſo nellapropria con ftituzione ? Quale è il ſuo ſo ſtanziale , e materiale ? Quale è il ſuo caufale ? A che serve nel mondo? E quanto tempo fulliſterà? Quando ti ſuegli con di fguſto dal ſonno ricordati ciò etſer conforme alla tua conſtituzione , e fecondo la condizione naturale dell'huo . mo di produrre operazione a prò dell humana focietà : dove il dormire è comune an cora agli animali irragiuneuo. li. Quello perù , ch'è naturale ad ognvno , quello è più pro prio , e più comodo , ed è più giocondo . II Continuamente , ed in ogni immaginazione , giuſta tua poffa , eſamina la ſua na tura, ricerca le fue paſſioni, e dialetticamete intorno a quel. la diſcorri . In chiunque t'ab batti , prontamente diſcorri dentro di te ; Queſti che maf fime può hauere intorno al bene, e intorno almale ?. Im perocchè , fe ha tali , e tali maſſime intorno al piacere, e al dolore, e le cagioni dell’y -no , e dell'altro , intorno alla gloria , all'ignominia , alla morte, e alla vita, non mi ma rauiglierò , ne mi parrà coſa K 6 ſtrana , s'egli opera tali coſe; e mi rammenterò , che quegli è violentato ad operare in fi mile maniera . Rammentati , che come è coſa difdiceuole lo ſtimare ſtrano , che'l fico produca fichi così che'l Mon do produca quelle coſe, delle quali è fecondo . E ſimilmen te ancora farebbe vergogna al medico , ed al piloto il pa rer loro ſtrauaganza , ſe viene ad yno la febbre , e fe il ven to ſoffia in contrario . 12 Ricordati , che tanto il mutarſi quanto il conformar fi a chi ti corregge, non ti to glie l'eſſer libero ; perciocchè l'azione è tua , e ſecondo il tuo appetito , e giudicio , co me anco conforme al tuo in, tendimento, ſi riduce a fine . 13 Se depende da te, pers ché in chè lo fai ? ſe depende da al tri , di che ti lamenti ? degli atomi, o degl'Iddij ? mentre così l'vna , come l'altra è paz zia . Non dei querelarti d'al cuno : perchè ſe è in tuo po tere queſto , correggi l'iſteſſa azione ; ma ſe quello non tuo potere , a che gioua il do lerti, giacché non conuiene far coſa alcuna inuano ? 14 Ciò che morì non caſca fuori del Mondo :ſe reſta dun que qui , e qui fi muta , anco qui ſi riſolue nelle coſe pro prie , le quali ſono elementi del Mondo, e tuoi; e queſti pure ſoggiacciono a mutazio ni, nc fi qucrelano. Ciò che è, per qualche coſa è fatto , come a dire il ca uallo, la vite.Di che ti maraui. gli ? Il Sole pure dirà , per qual'effetto ſon fatto , e così gli altr’Iddij . Tu dunque per qual coſa per pigliarti piace re ? conſidera ſe l'intclletto lo comporta. La natura s'ha preſo pen fiero diciaſcuno , non meno del fine , che del principio , e della durata dellavita. 17 Quando alcuno tira in alto vna palla, che di bene ne riporta fa palla quando va balzata in alto , o che di male quando fcende, e quando ca de in terra ? E che di bene n'auuiene alla bolla dell'ac qua , ſe dura in eſſere , e che di male, ſe fi dilegua. In que ſta guiſa puoi ancora diſcor rere della lucerna . Riuolta il corpo, e vedi quale è , e in uecchiandoſi , quale diuiene , o pure cadendo in infermità , o dap  o dappoi che s'ha preſo i ſuoi guſti carnali . 18 E ' di breuc durata echi loda , e chi vien lodato: il men touato , e chi lo mentoua.Ag giugniui , che ciò ſuccede in yn cantone di queſta regione, ne in quello ancora tutti ſono del medeſino ſentimento ; ne pur yno è ſempre del medeſi mo con ſe ſtcffo.E tutta la ter ra è finalmente yn punto . 19. Applica l'animo a quel lo che ti ſi appreſenta, o al de. creto, o all'operazione , oal fignificato . Giuſtamente que ſto patiſci, perchè vuoi diffe rire a domane a diuenirc huo . mo dabbene , più roſto ch'er ſerlo oggi? 20 S'io fo coſa alcuna, la fo riferendola a bencficio d'huo. mini . Se m'auuiene qualche ? l 1 P cofil 232coſa la riceuo , riferendola al.. tresì agl Iddij , e al forte d'or gni coſà , dal quale tutto ciò che auuiene inſiemederiua. Che ti pare che ſia il la uarſi ? olio , fudore , fucidu , me, acqua', ſtrofinacci , coſe tutte difpiaceuoli: I ale èogni parte della vita, e tutto quel lo,che a noi fotto ſta . 22 Lucilla ſeppelli Vero , appreſſo morì Lucilla. Secon da fepellìMaflimo, appreſſo morì Seconda . Epitinchanó Diotimo, appreſſo Epitinchano. Antonino ſeppellà Fauſti na', appreſſo morìAntonino . In tal modo cammina ogni cofa . Celere ſeppellì Adria no , appreſſo morì Celere . Quelli anco d'acuto ſpirito, o indouini; o fuperbi, doue ho ra ſono ? come Charace, Demetrio il Platonico , Eudemone , e altri ſimili d'acuto spirito tutte le coſe ſono tran. ſitorie in yn giorno , e di già morte , e mancate : alcuni ne meno per poco rcſtarono nel la memoria : altri trapaſſaro no in fauole ; altri già dall'i ſteſſe fauole ſcancellati, Quel lo dunque non è da ſcordarſi, che biſogna o diſſiparli queſta tua compoſizioncella, o eſtin guerſi lo ſpiritello , o traſpor tarſi, e altroue riporſi. - 23 La conſolazione dell' huomo conſiſte nell' operare ciò , che appartiene all’huo mo ; e appartienſi all'huomo il voler bene a quello , che gli è ſimile per natura : ſprez zare i moti delfenſo , diſcer ner le probabili apparenze , contemplar la natura dell'y Olli" ello 300 ha 710 on te ho DP niwer niuerſo , e tutto ciò , che in quella ſi produce . Tre fono le abitudini , l'vna alla ca gione,che circoncigne, l'altra alla cauſa diuina , dalla qua le il tutto a tutti deriua , la terza a quelli, che con noi vi uono. Il dolore o è male del corpo , el corpo ſia quello , che lo paleſi , o è dell'animo : ma l'animo ha in ſua balia il conſeruar la propria tranquil lità, e ſerenità, e di non rcpu tar , che quello fia male . Per chè ogni giudicio , e inclinac zione, e appetizione , e de clinamento ſta nel didentro e da indi non afcende male neſſuno . 25 Scancella l'immagina zioni del continuo dicendo a te fteffo : Ora è in mio potere, che in 10 tra 12 10 vi del 09 70: che in queſt'anima non hab bia luogo alcuna maluagità , ne la cupidigia , ne qualſiuo glia turbolenza : ma cono fcendo ciaſcuna coſa , fecon do il ſuo eſſere , mi ſerua di ciaſcuna per quanto vale. Ri cordati di queſta facultà a te conceduta dalla natura . 26 Parla nel Scnato , e con ciaſcun'altro in particolare co decoro , e non con troppa li fciatura , ma vſa vn modo fa no di parlare. La corte d'AUGUSTO, la moglie, la figlia , i nepoti, i defcendenti; la ſorella, Agri pa si parenti, I famigliari, gli a mici, Ario ,Mecenate , i medici, i sacerdoti, tutta quel la corte è svanita con la morte. Mettiti poi a conſiderare altre famiglie,nelle quali non trouerai la morte d'vn huo mo ſolo , ma di tutte , come dei Pompeij . Mancò quella, e ne' fepolcri iſteffi leggiamo chi fu Byltimo di quella gen te : come anco. quello , che viene ſcolpito ne'monumen ti , vltimo della ſua gente . Conſidera poi quanto fi tra uagliarono i loro antenati , di laſciar yni fucceſſore , e pure fu di neceſſità , che alcuno for ſe l'vltimo , e qui parimente conſidera la fine di tutta quel. la gente . 28. S'ha collazioni ad vna ad yna a compor la vita ; e ſe ciaſcuna vi ha la ſua parte , Thuomote nºha đa content - re; e che quella non habbia il ſuo pienoaſufficienza , niuno lo potrà impedire.Se poi s'op- ' poneſſe qualche cofa eftra nea ?1€ lagi 110 11 Pr di 24 nea ? niente al certo s'oppor rà al giuſto, modefto , e confi derato . Ma forſe qualche al tra operazione l'impedirà?Pc rò ſe tu prendi a grado l'iſteſ fo impedimento , e trapaſſe rai coll'animo ben aggiuſtato a quello, che ti vien dato ti ſi furrogherà vn'altra operazioa ne, che quadri a quella com poſizione d'animo di cui ora ſi parla, che veramente firice na ſenza fato , e fi laſci pure con facilità 29 Se mai vedeſti vga ma no, o vn piede troncati, avna tefta dal reſto del corpo reci fa in qualche luogo giacere ; a queſti ſimile per quanto a il Luiſta ſi rendechiunque ricu fa le coſe ch’auuengono , e ſe ftetſo quafi tronca , o fa quel ſa lo, chenon ſi confaccia al be ne of Tele nd f noto iF ne degli altri , col diucller i in certo modo dall' vnione della natura; mentre tu effen do nato parte di cffa , da te ſteſſo te ne fe'reciſo , ma qui cade in acconcio il dire , che in tuo potere ſta di ritornarti a riunire : il che Dio a niuna altra parte ha conceduto, che ſegregata ,e reciſa , di nuouo fi tornaffe a congiugnere. Però confidera la fouranz bontà , che tanto onore conceffe all' huomo . Poichè nel principio poſe inſuo potere il non di uel'crſi dal corpo intero , e dopo diuelto, il ritornare, ed il ricongiugnerſised il ricupe rare il poſto di parte. 30 Come ciafcuno de'ragio . neuoli ottenne dalla natura tutte l'altre facultà quaſi qua to è capace la condizione del. boz fa  € 1li ragioneuoli, così ancora da lei riceuemmo queſta facultà , la quale è, che in quel modo , che quella tutto ciò , che le reſiſte , e le oſta, lo conuerte , e rimette nel fato, e lo fa ſua parte , così l'animal ragione uole può d'ogni impedimen to farſi propria materia, e ben vſar di quello , a che ella per iſtinto e portata . 31 Non ti confonda l'imma ginazione di tutta la vita Non iſtare a ghiribizzare pen ſando quanti, e quali trauagli poſſano ſoprauuenirti; ma in qualunque delle coſe , che ti ſi preſentino,interroga te ſtefa ſo : in queſto fatto ,che ci è d'incomportabile , che ci è d ' intolerabile ? Concioſliecofaa che t'arroſſirai di confeſſarlo . Appreſſo ricorda a te ſteſſo , che 7 ge 10 14 fel 2 t C a C che ne il futuro,ne quello che è paſſato t'aggraua , ma ſem pre quello che è preſente ; é queſto ſiſminuiſce,ſe diſtinta mente lo ſeparerai, e la men te tua riprenderai, ch'ella non fia baſtante a reſiſtere a que ſto ſolo . 32 Forſe aſſiſte per ancora al ſepolcro del ſuo Signore Panthea , o Pergamo ? o pure a quello di Adriano Cabria , o Diotimo ? E ' da riderſene , E ſe aſſiſteſſero , ne haureb. bono ſentimento ? E ſe ne ha uefíero ſentimento , haureb bono godimento di queſto E ſe haueſſero godimento, fa rebbono diuenuti per queſto immortali ? Non portò il f to , che ancora queſti prima diueniſſero vecchi, e vecchie, ed appreſſo moriſſero ? Che dun il 762 en 101 JUICE Con 701 dunque erano perfare quelli, dopo che queſti foffero mor ti 2 Il tuttoè puzza , e mar cia in yn ſacco . 33 Se tu haiacuta viſta , adoprala , difle quegli ſauia mente , nel giudicare . 34 Non vedo , che nella conſtruzione dell'animal ra gioneuole ſia virtù alcuna re pugnante allagiuſtizia : ma fi bene vedo cffer repugnante al piacere la virtù della con tinenza . 35 Sea quello chepare ap porti a te meſtizia , detrarrai la tua apprenſione, tu ſteſſo ti ſe’poſto in ſicuro . Chi è quel tu ſteffo ? la ragione. Ma io non ſono la ragione. Così fia: dunque la ragione non tra uagli ſe ſteſſa . Maſe qualche altra coſa in te patiſce del L male 16 han Foi [ um 10 The  male, ella medefima ne formi il fuo concetto. L'impedimento del fen ſo è male della natura vitale , e ſimilmente è male della na tura vitale l'impedimento del l'appetito : ed ecci eziandio vn altro parimente impedi mento , e male della conftitu . zione vegetatiuas. Così duna que l'impedimento dellamé te è male della natura intel lettiua ; applica : tutte queſte coſe a te ſteſſo. Il dolore, e ? I piacereti co muotono ? il ſenſo fę n'auuer . drà . Nell'apperire ti ſi poſe oſtacólo ſe tu ti folli moffo fenza ſottraimento , e rifertias allora farebbe male delura : gioneuole ;mia fe tu lo riceuí, come coſa comune tu non fe'dannificato , ne impedito , po es el Bio di tu né ele poſciache nigni altra cola ſuo le impedire le coſe proprie della mente : perchè in quieta la ne fuoco , ne ferro , ne ti ranno , ne maledicenza , ne altra coſa del Mondo può pe netrare :che cheſi faccia della palla, eſſa ſempre rimane tony da.:' 37 E' coſa indegna il mole ſtar me ſteſſo , mentre a niun ? altro mai di proprio volere ho dato moleftia Altre coſe cagionano allegrezza in altri; io m'allegro , ſe la mia facul tà guidatrice ſtarà fana , la quale non habbia auuerſione ad alcuno huomo, ne adal cuna coſa di quelle , che fuc cedono agli huomini , mail tutto rimiri con occhi placi di; e riceua ciaſcuno , e dieſſo fi ferua,fecondo il ſuo pregio. L 2 38 Ve có LIF CA Mo It This 700 TO : Vedi di ſpendere a tuo prò queſto tempo preſente . Coloro, che più affettano la fama apoftuma , non conſidc rano , che quelli , da’quali la ſperano ', faranno tali , quali al preſente ſono coloro , che a lor non piacciono, poichè eſſi ancora ſono mortali. In ſom ma che t'importa , ſe quelli con tali, o tali voci ftrepitino, o habbiano di te queſta , o quella opinione ? 39 Prendimise gettami do ue vuoi : poichè iui ancora trouerò il mio genio buono , e propizio , cioè a dire a me ſufficiente , purchè habbia e operi quello , che è confor me alla propria fua condizione. E' forſe coſa che meriti, cheper eſſa s'incommodi l'animo mio , e peggiori ſe ſteſ ſo con auuilirſi , appctire , confonderſi , e ſgomentarſi ? E che trouerai, che tanto ine riti ? Non può auuenire coſa a vn huomo, che non ſia acci dente , che non habbia dell? humano ; ne al bue che non ſia accidente , che egli non habbia del bue ; ne alla vite , che non ſia della vite ; ne alla pietra , che non ſia proprio della pietra . Se accade dun que a ciaſcuno quello , che è folito , e connaturale, perchè t'attriſti ? mentre non è intol lerabile quello, che la natura comune a te contribuiſce . E ſe ti pigli moleſtia per qual che coſa eſtranea , non certo efla ti moleſta ,mail tuo giudi cio intorno a quella . E pure il cancellar quello depende da L 3 te. E ſe ti trauaglia qualche cofa nella diſpoſizione del tuo animo , chi è quegli , che ti vieta di rettificare il tuo concetto Con tutto ciò ſe tu ti affanni , perchè non operi tu ciò , che a te pare ben fat to ? Perchè più toſto non ope ri , che contriſtarti ? Mavna coſa più valeuole mi oſta Dunque non ti affannare; poi chè non proccde da te la ca gione del non operare . Ma non par che conuenga di più viuere, fe ciò non fi fa . Dùn que placidamente finifti la vita : mentre ancora quegli fa qualche coſa , che muore benigno eziandio verſo colo ro ; che gli fanno oſtacolo. Osserva che la princi pal parte dell'huomo resta inespugnabil , quando in ſe Iter ko fel he UNO steſſa ritirandoſi di ſe ſi con tenta non facendo quello che effa non vuole, ancorché ſi metta in battaglia ſenza la. iuto della ragione . Che dun queſarà , quando coll'aiuto della ragione prudentemen te giudicherà qualche coſa ? Per queſto la mente libera delle paſſioni è come vn'alta rocca , giacchè l'huomo non ha coſa più forte , nella quale ritiraro rimanga poi ſempre incípugnabile. Chì dunque queſto no comprende è igno rante : chi l'ha comprefo , non ſe ne vale,difgraziato. 42 Niente di più ſuggeri fci a te ſteffo di quello , che portarlo Ic mere priine ap prenſioni. T'è ſtato riferto , che il tale dice malc di te ; queſto è vn rapporto . Ma L 4 che tu ſij ſtato, offeſo , non ſi contiene nel rapporto . Veg gio , che il figliolino è am malato , queſto ilvedo , ma che ſia in pericolo nol vedo già. Dunque reſta ſempre ne gli primi apprendimenti della immaginazione , e non v'ag. giugnere dentro da te ſteſſo niente d'autantaggio : e così niente ti ſopragiugne ; anzi aggiugni , che non ti viene nuoua qualunque coſa , che nel Mondo accade . Il cóco mero è amaro , laſcialo ; le fpine ſono nella ſtrada , ſchi fale , baſta ; non iſtar a fog giugnere: e perchè queſte co fe ſono ſtate fatte nelMondo concioffiecoſa che ſi burle rebbe di te ogn'huomo, che fia inueſtigatore della natura: come appunto ſareſti derifo da of 12 do De le SI da vn fabbro , o da yn coiaio , ſe tu li condennafſi , per ve dere nella ſua bottega fca muzzoli , e ritagli delle coſe , che effi lauorano. E pure que gli hanno doue gittar queſte coſé ; il che non può fare fuori di ſe la natura dell'vni. uerſo : maciò che recamara uiglia di queſta ſua arte è, che circonſcritta in ſe ſteſſa , quan to dentro di fe fi corrompe , e s'inuecchia , e appariſce non eſſer più ad alcun yſo , tutto in ſe ſteſſa tramuta , e di nuo uo di quelli forma cole recen tizin tal guiſa , ch'ella non ri cerca ſoſtanzia eftrinfeca , ne ha biſogno di luogo per git tarui le coſe più corrotte . Così le ſono baſteuoli la ſua regione , la ſua materia , e la propria arte . Dzi De TC O le Dj D D? 7 0 L 5 43 Non andar vacillando nelle azioni; e nelli congreſi non far confufione . Nelle immaginazioni non andar ya. gandojne in modo alcuno con Panimo o angoſcioſo, o trop po impetuoſo, non accupare ja vita in fouerchie faccende. Se ammazzano , fe mandano a fil difpada , fe con efecra zioni infeftano , che nuocono quefte coſe al conſeruarti Ja mente pura , prudente, contes nente , e giuſta ? fiati per e fcmplo : le vno auuicinatofi ad vna fonte di dolce; c limpi da acqua,a quella diceſſe del le ingiurie,non perciò ceffereb be di porger l'acqua da bere, e fe ancora vi gettafle del fan go , ' e dello ſterco , immanti nente ella lo ſegregherebbe , e diffiperebbe , e in neſſun modo Llande agreb Nelli dara 1000 Otrop CINK cord ndan Mocht OCOMO artil СОЛь modo fe n'imbratterebbe .. Come farai dınque per hauer vna fontana ſempre viua ; e non vn pozzo d'acqua fta gnante ? Merci te ſteſſo ad ognora in libertà , ſtando con l'aniino trãquillo, ſchiet to , e modeſto . 44 Chì non sa , che coſa ſia il Mondo , non fa doue egli fia.E chi non ſa a che fine egli medelino fia ſtato fatto , non få ne qual'egli fi lia ,ne che co. fa ſia il Mondo . A chi manca vna di queſte coſe , non può dire a che fine egli fia fatto Chi dunque pare a te , che ftia più contento , quegli, che fugge le lodi degliadulatoris o quelli, che nonfanno doue, o quali eſli fi fiano Ti com piaci d'effer lodaro da vnos che tre volte l'ora maledice Del & zarob limpi edel flerech berty bhe cfiun do L 6 se ſteſſo ? Vuoi piacere ad huomo, che ne pure ſoddisfà a ſe ſteffodroddisfà a ſe mede ſimo quegli, che in tutte quafi le azioni, alle quali pon ma no, ſi pente? Avverti per l'avvenire non ſolo di reſpirare nell'am biente dell'aria , ma ancora di conformare i tuoi penſieri con l'intelletto , che tutte le coſe contiene . Concioffieco fache non meno queſta facul tà intellettuale fi diffonde, ed entra in quello che la puòat trarre , che quella dell'aria in quello , che può reſpirare . 46. Generalmente la mali zia non danneggia il mondo ; e quella che riſguarda il par ticolare , non fa danno ad vn altro , ma a quel folo e noci ua , al quale ancora è conce duto read Idishi med quafi ma enie l'am ncora ofieri tele eco cu duto di libcrarſene , qualun que volta egli ſia pronto a volerlo. Al mio arbitrio è indift ferente egualmente l'arbitrio del proſſimo , ficome anco il fuo fpiritello , e la carnuccia : Imperciocchè fe bene ſiamo fatti principalmente l'vno per l'altro , niétcdimcno ciaſcuna delle menti noftre ha il fuo dominio particolare ; altri mente ſeguirebbe, che la ma lizia del profſimo foſſe il mio male , coſa che non è piaciu ta a Dio , acciò non dependa da altri il far il mio ſtato in felice. Il Sole par, che fià dif fuſo , c veramente per tutto fi fpande , ma non però con queſto Ipandimento fi fparge, e perde; perchè queſta ſua ef fuſio Ged at iain ali doi par yn ci ce fuſione è vn diſtendimento': che però gli ſplendori ſuoi , o raggi ſi chiamano in Greco con parola , che viene dallo diftenderk . Ma quale sia la natura di queſto raggio , tu la potrai conoſcere,fe riguardila luce del sole penetrata per qualche feſſura in vna ofcura ftanza imperocchéciò ſi fa di rettamente , e quaſi vien diui fose ſquarciato da ogni corpo folidojin cui s'incontri no am * mettente più oltre l'aria : e qui ſi ferma,nc inciampa, ne cade. Tal effuſione , e diffuſione del eſſere della mente , non ell çuamento, ma diſtendimento ; ficche agl'impedimenti chein. contro le ſi parano non violen. temcntene temerariamente re fifta , mà refti ſtabile , e illumi. ni ciò che la riceue. Imperoc chè  llo be 1 ih pier lill chè priua fe ſteſſo di luce, quegli , che non l' ammets te . 49 Chi teme la morte, o te me la perdita de'fenſi, o qual che altra forte di ſenſo , ſe non haurà niun fenſo , non fentirà male alcuno . Se poſſederà vn'altra ſorte di ſenſo , farà yn altro animante , e non reſterà di viuere . 50 Gli huomini ſono fatti P'yno per l'altro ; Dunque in ſegna, o ſoffriſci. Altrimente la faetta , al trimente ſcorre l'intelletto . Ma l'intelletto e quando cau tamente procede , e quando alla conſiderazione ſi volge , non meno ſi porta per diritto , ed al berſaglio . S'ha da penetrare den tro alla mente di ciaſcuno e per DO 1] Te te } 0 re e permetter altresì ad ognu no di penetrare dentro la pro pria tua mente. Chi fa ingiuſtizia fa vn atto d'empietà . Im perocchè , hauendo la natura dell' vniuerfo fabbricato gli animali ragionevoli , vno a prò dell'altro , acciocchè , ſe condo il douere , vno gioui all'altro , e in niuna guiſa gli muoca , chi traſgrediſce tal decreto di queſta , commette manifeſta empietà contro il nume' antichiſſiino tra gľ Id dij. Concioffiecofache la natura dell' vniuerſo è natura di enti , e gli enti hanno vna coral fratellanza con tutte l'altre coſe eſiſtenti. Di più queſt' iſteſſa fi noma verità , ed è prima cagione di tutte le cofe vere . Onde chi ſponta neamente mentiſce è empio in quanto con l'inganno fa in . giuſtizia, come ancora chi in uolontariamente mentiſce, in quanto difcorda dalla natura dell'vniuerfo, e in quanto ca gion deformità , ripugnando alla natura del Monda . Im; perocchè ripugna quegli, che per ſe ſteſſo è portato alla contrarietà delle coſe vere : giacchè haueua innanzirice uuto dalla natura alcuni in ſtinti, i quali poi eſſo traſcu rando , non può ora diſcerne re le coſe falſe dalle vore . E pure chi ſegue i piaceri, come coſa buona , e fugge il traua glio , comemale, commette empietà. Perchè è neceſſario, che coftui fi quereli ſpeſſe vol te della comune natura , qua fi ch'ella faccia diſtribuzioni di beni a traſcurati , ed a fol leciti contra il lor merito ; effendo che fouente i traſcu rati fieno di piaceri abbon danti, e di quelle coſe ond'ef fi deriuano ; ed i ſolleciti al l'incontro fieno da dolori op preſli , e cadano in quelle co fe , che dolore cagionano • In oltre chi teme i dolori , ha urà ancora in orrore qualchu na di quelle coſe , che hanno da ſucceder nel Mondo ; e ciò fimilmente ha dell'empietà . chi va dietro a’piaceri, non s'afterrà dal far'ingiuſtizia , e qucſto Lira Ck Ho che all te: Ice FCH E re queſto è chiaramente empie tà . Biſogna, che a quelle co ſe , alle quali la natura comu ne egualmente ſi porta ( per chènon haurebbefatta l'vna, e l'altra , fe all'vna, e all'altra di queſte coſe indifferenti non foffe ftata vgualmente pro penfa ) quelli , che vogliono eſſere ſeguaci della natura , hauendo i medeſimi ſenti menti , con eſſa ſiano vgual mente affetti. Dunquc chi a' dolori , ed a'piaceri , o alla morte, e alla vita , o alla glo ria , e al diſonore , delle quali egualmente fi vale la natura dell'vniuerſo , non è per fe ſteſſo parimente affetto, chia ra cofa è , che fia empio . Io però dico valerſi di queſti v gualmente la natura comune, in luogo di dire , che auuengono vgualmente per certa conſeguenza alle coſe , che ſi fanno, o che vanno ſucceden do conforme allancico im pulſo della prouidenza , col quale ſi moſſe ſin dal princi pio ad ordinare queſta bella macchina mondiale, hauendo concepute alcune ragioni del. le coſe future , e determinate le facultà feconde dell'eſi ſtenze , delle traſmutazioni, e di fimili fuccedimenti . 2 Migliore , e più deſidera bil coſa certamenteper l'huo mo ſarebbe ch'egli da quefta vita partiſſe digiuno affatto ; così dire ,del mentire, del ſimulare , del luſſo , e della fu perbia : defiderabile dopo ciò ( quaſi come vna ſeconda men profpera nauigazione) ſareb be , che almeno vno già fazio 1:22 il alla to ali UTA per f j 10 j” 19 21 di queſte coſe ,voleſſe più to fto morendo fpirare , che nel la prauità continuare viuen do" . E non t'inſegna ancora l'eſperienza a fuggire dalla peſte ? e la corruttela dell'a niina è aſſai peggior peſte a riſpetto di quella, che dall intemperie , e mutazione del l'aria , che d'intorno fi fpande, e fpira : poichè queſta peſte è degli animali in quanto fo no animati : e quella è degli huomini in quanto fono huo mini . 3 Non diſprezzar la morte , ma fija quella ben affctto , ef ſendo ancor eſſa yria delle co ſe ; che la natura richiede ; poichè quale è la giouentù ; la vecchiaia , il creſcere , l'in uigorire , il naſcere de’denti , la barba , i canuti , il genera re100 nel ICP 1000 dali ell Mei de ant re figliuoli, portargli nel ven tre , e partorirgli, e altre ope re naturali., le quali prodịco, no le ſtagioni della tuavita , tale è ancora il diffoluerfi . Dunque queſto è da huomo, che ben ſi ſerue della ragione ne ſuperficialmente, ne impet tuoſamente, ne ſuperbamente fiporta verſo la morte ;, ina l'attende come yn'opera del la natura . Nel inodo che tu ora , aſpetti o cheſca il fe to del ventre ditua moglic , .com hai da caſpetar l'ora , nella quale la tua animuccia diqueſto ricettacolo eſca ca dendo . E fe vuoi ancora vn conforto cordiale , benchè volgareztirenderàſoprammo do prontoalla morte l'appli cazione alle coſe preſenta nec , dalle quali douraieſſere ſe A oto des Tak ler jed Simi Jä Teni Nem If feparato , e a'coſtumi di colo ro , con i quali non t'haurai più da meſcolare : tuttavia con quelli non s'ha da rompe re , ma ſtudiare di curarli , e placidamente ſoffrirli . Onde hai da rammentarti, che que ſta ſegregazione s'ha da fare da huomini, i quali non han no teco glifteſli ſentimeriti : mentre queſto folo potrebbe ſeruirci di contrappeſo,e rite nerci in vita , ſe ne foſſe con ceduto il conuiuere con quel li; che haueſſero gl'iſteſifen timenti . Ma tu- ora vedi quanto malageuole ſia il con uiuere in tanta diffonanza de' conuiuenti . Sicché ſi può di re : Sollecita o morte a veni re , accioché io non arriui a fcordarmi vna volta di me ſteffo . 4 Chi  rola aurai mpe afait har caini ebbe 4 Chi péccas contro le ſtefi ſo pecca • Chi opera ingiu ftamentega ſe medeſimo nuô ce , rendendo maluagio ſe ſteſſo ; è ingiuſto ſpeſſe volte , non ſolo chi opera alcuna co fa , ma ancora quegli , che nonfa qualche cosa. Basta la presente opinione apprensiua e la preſente operazione comunicativa e la presence disposizione, che fi compiace d'ogni cosa , che da principiocauſante prouen . ga; per iſcancellar l'immagi nazione arreſtar l'impeto de gli affetti, temprare gli appe titieper mantenere nella ſua facultà la parte principale . 6 Fra i bruti viuenti è diui:. ſå vnà fòl'anima: c tra i viuen . ti ragioneuoli è compartita vn’animà intellettuale : fico. M me COlle auch Tere vad COll ade bel oni qili? mi me a tutte le coſe terreftri è vna ſola terra , e tutti quanti habbiamo facultà di vedere e facultà diviuere, con vna lu cc vediamo , c d'un aria respiriamo. Tutti quelli , che partecipano d' vna coſa co mune a quella, che è del me deſimo genere, anſiofaniente fi portano . Ogni coſa terrc ſtre inchina alla terra . Tutto l'ymido va inſieme ſcorren do,ogniaereo ſimilmente : ſic chè biſogna diuidergli a for za . Il fuoco s'erge a cagione del fuoco elementare . Tutto il fuoco , ch'è quà giù, è così pronto ad ardere con l'elc mentare, come ogni materia le alquanto più ſecco è facile ad accenderſi pereſſere meno abbondante di quello , che impediſce l'accenderſi. Dun que  letes re CO me In 170 za que tutto quello che è parte cipe della comune natura in tellettuale, corre ſimilmente verſo il ſuo connaturale, anzi più ;: perchè quanto è meglio degli altri, tanto è più diſpo fto à miſchiarſi inſieme col ſuo famigliare - Anticameji te dunque furono tra i bruti inuentati gli fciami, le greg ge > i pollai , e quaſi ynioni d'affetti; imperciocchè ancor? efli hanno animais ecosi la virtù congregatiua tra i min gliori ſpicca maggiormente, il che non è nell'erbe , non è ne faffi , non è ne’tegni. Ma tra gli animali ragioneuoli fi truouano leRepubbliche;lean micizie , le famiglie leraunan ze , e in tempo di guerra le paci, e le tregue . Anzi nelle coſe piùveccellenti, benchè M 2 ell fit 01 DINE TTO OSİ [ 7110 Fle 70 7e tra ſe lontane, in qualchemo do vi è vnione , come a dire, tra le ſtelle, così il deſiderio d'auanzarſi al meglio ha po tuto operare la ſimpatia ezian. dio tra le coſe diſtanti. Vedi dunque quello che ora ſi fa . Perchè foli gl'intellettuali ſi ſono ſcordati del conſenti mento, e dell'affetto tra loro ; e queſto concorrimento in effi ſolamente non ſi vede; e nien tedimeno, ancorchè fuggano, reſtano accerchiati , e preſi, poichè la natura in ciò pre uale . E vedrai queſto, che di co , offeruando, che più preſto trouerai qualche coſa terre ftre non congiunta ad altra terreſtre , che vn'huomo dall' altr'huomo totalmente diſ giunto . 7 Producon fruttto e l'huomo dire deria apo 2126 Vedi fifa. alii enti. oro; mo, e Dio e il Mondo; e ſi pro duce ciaſcun frutto nelle ſue proprie ſtagioni ; e ſe la con ſuetudine principalmente ſi ferue di queſto modo di dire nelle vitije altre ſimili piante, cið poco importa : però la ra gione produce il frutto si proprio , come il comune; e da quella fi propagano altre tali cofe , della condizione delle quali è ancora l'iſteffa ragione . 8 Se tu puoi , inſegna ſem pre il meglio a quelli, che er rano ; e ſe non puoi, ricordati che per ciò fare t'è ſtata data l'amoreuolezza , e che gl'Id dij ſon amoreuoli verſo que? tali , e tanto ſon benigni in alcune coſe ,ch'e'dan loro aiu to per la ſanità ,per le ricchez ze, e per la gloria . E queſto a neft viera 2110 vrela pre edi ceſto erre Ultra dall ' dile 10 M 3 te lice , o ſeno , dichiara , chi te lo vieta ? 9 Trauaglia , non come vn tapino, ne meno a fine di pro cacciarti compaſſione, o mara. uiglia : ma vn folo fia il tuo fine di muouerti , e di fermar ti , fecondo che la ragione ci uile richiede . 10 Oggi vſcij d'ogni mole ftia , anzi ſcacciai fuori tutte le moleſtie; poichè quelle non erano eſterne , ma couauano dentro nelle opinioni . 11 Tutte queſte coſe fami gliari per l'yſo di vn fol dì quanto al tempo , fordide per la materia , ſono ora tutte le medeſime, quali furono a tem po diquelli , che habbiamo ſepolti. 12 Le coſe ſtanno in ſe ſteſ ſe fuori , per così dire , delle por ch meni dipro mara il 2016 Amal onec 1270 tutte porte , е da per ſe medeſime , niente fanno del ſuo eſſere , e niente a noi fanno apparire . Che dunque è quello , che le diſcuopre? la ragione . Non nella perſuaſione , ma nella operazione conſiſte il bene ,e'l male dell'animal ragionclio le ciuile: ſicome ancora la vir tù , e’lvizio di queſto non è nella perſuafione , ma nell'o perazione.Alla pietra fcaglia ta non ſuccede male ſe caſca , ne bene , tirandoſi in alto . 13 Entra più addentro nelle menti degli huamini, cſcor gerai quali giudici tu tcma , e quali ſieno elli giudici intorno a fe ſtelli . 14 Tutte le coſe ſtanno in continua mutazione, e tu ſtef fo in vna continua alterazio nc , c in vn certo modo cor jenon Lidlo fami Cold de pe urtel atem bilam ' efter dell corruzione, e così ancora tut to il Mondo . 15 L'errore d’yn altro biſo gna laſciarlo doue è . 16 Il finire della operazio ne , il ceffare dell'appetito , e dell'apprenſione , e quaſi la loro inorte , e nulla nuoce : Fa ora paſſaggio all'età,qual'è la pucrile , alladolcfcenza,al la giouentù , alla vecchiaia . Ogni ſcambiamento di cia ſcuna di queſte è morte . E per ciò ne auuiene danno ? Paſ. fa adeſſo ricercando il tempo, che ſe’viuuto fotto l'auolo ; appreſſo, quello , cheſotto la madre, dopo ſotto il padre , e trouando altre molte diuerſi tà, mutazioni , e termini , di manda a te medefimo, ſe ve alcun' nocumento . Dunque fimilmente pe manco nel finire , nel ceſſare , e nel mutarfi del total tuo viuere . 17 Rifletti alla propria tua mente, e a quella dellyniuer fo , e a quella d'altri; alla tua per farla giuſta , a quella del I'vniuerſo per rainmentarti di chi ſei parte, a quella d'altri per conoſcere , le viene da ignoranza , o da animo deli berato ; e nell'iſteſſo tempo fa tua ragione , che colui e a te congiunto.Sicome tu ſe'ſtato fatto per dar compimento al la conſtituzione d’yn corpo ciuile , così ogni tua azione compia la vita ciuile , Dun que qualſiuoglia tua amone , che non iſtà in tal modo che o proſſimamente, o remo tamente non ſi riferiſca a quc. ſto comun fine , quella fcon certa la vita , ne le permette , che continui l'iſteſſa ; ed è di M 5 più fedizioſa , quale è colui nel popolo , il quale diſtrae il fuo partito da fimile concor dia . 18 Riffc , e giuochi di figlio letti , e ſpiritelli foftenenti cadaueri ; acciocchè con più efficacia fi rapprefenti il Dra ma del martorio. Applica alla qualità del la cagione ; c conſiderala aftratta dalla matcria , dopo preferiui il tempo , in cuitale , è tal coſa in particolare ſia per più lungamente durare . : 20 Haiſofferto mille coſe per eſſerti nö ſoddisfatto del la tua mente operante quello , in ordine a cui ella fu fatta : ma queſto baſti . 21 Quando alcuno ti biafi ma , o t'odia , o con ſomiglian ticoncctri di te ſparla, rifletti all'animucce di cotoro pene tra 1 nione ? 3 tra dentro , e ſcorgi quali quel. le filiano. Vedrai, che non bi ſogna trauagliarti per l'opi ch'elli hanno dite , ma è neceffario voler loro be ne, ftante che, ſecondo la na tura, foto amici, e gl’ladij in ogni manicra li foccorrono con fogni, e vaticinij, ancora in quelle coſe , nelle qualief fi difſentono . 22 Queſti fono i rivolgi menti fotto e fopra del Mon do , da vn ſecolo all'altro. . E la mente dell' vniuerſo oli applica alli particolari , e fe ciò è , riceir volentieri ciò che quella ti porta : ouero, ſe vna volta dette la molla , e l'al tre coſe camminano per con ſeguenza , e come vna è nell' altra; perchè queſti in qual che maniera o ſono atomi, a M 6 corpi 276 LIBRO NONO corpi indiuiſibili : e in fom ma, ſe ci è alcun Dio , ogni coſa ſta bene : ſe il tutto è a caſo , e tu non le'a caſo? Fra poco la terra naſcon derà tutti noi ; appreſſo anco ra eſſa fi muterà , e quelle co fc, in cui eſſa s'è mutata, in in finito fi muteranno , e quelle di bel nuouo fi cambieranno in infinito . Perciò chi conſi dera queſti maroſi delle mu tazioni, e alterazioni, e la ve locità di quelle , diſprezzerà ogni coſa caduca. La caufa vniuerfale è vn torrente , che rapiſce il tut to . Quanto vilc e ancora queſta politicheria , e queſte faccende humane , ſe filoſo ficamente vno le conſidera , quanto ſono piene di mocci ? O huomo fa yna volta quello che ora la natura richie de . Se ti da facultà accorriui, e non riguardare fe alcuno ſe n'accorge : ne hauere fperan-. za di vedere la Repubblica di Platone : ma contentati ſe la cofa, ancorchè mcnomiffima , ti rieſce profitteuole , e l'eſito di quella conſidera non come coſa piccola. Imperocchè chì mutcrà i loro deliberamenti ? e ſenza la mutazione delli de. liberamenti , che altro farà che yna feruitù di lamentoſi , e di fimulanti di obbedire in Ora paffa auanti. Raccontami d'Aleſſandro , di Filippo, e di Demetrio il Falereo:vedran no eſſi ſe conobbero quel lo , che voleua la natura vni uerfale , e ſe inſtruirono bene ſe ſteſſi , o fe pure fecero da recitanti di Tragedia , Niu j -1 no m'ha condannato ad imi tarli: l'opere da Filoſofo fona fincerità , e modeftia ; non mi traſportare alla faftoſa graui tà . 25 Conſidera per lo paſſato gregge d'Armenti fenza nu mero, innumerabili ſacrificij e nauigazioni d'ogni forte, e nelle procelle , e nelle bonac ce ; e diuerſità di coſe , che fi fanno , che inſiemefi fanno , e che ſi disfanno . Conſidera ancora la vita già viuuta ſot to d'altri , e quella, che dopo te s'haurà da viuere, e quella, che oggidi fra barbare genti ſi viue . E quanti vifono, che non ſanno ne manco il tuo nome ? Quanti pure prefto fe lo ſcorderanno? E quanti , che ora ti lodano, di qui a po . co t’incolperanno . E coine non è da fare ftima , ne della gloria , nc d'altro tal, qual a fia . Sij tu imperturbabile in torno a quello, che da cagio ne eſtrinfeca ti auuiene , ela giuſtizia fia nelle operazioni, delle quali tu ſela cagione, cioè a dire , che habbiano i moti dell'animo , ele aziciri da terminare nell'operare conforme al ben comune, co me quello, che a te appartie ne , fecondo la natura.1 526 Molte coſe fuperflue , che ti trauagliano , puoirife gare , le quali ſono ripoſte to talmente nella tua opinione : e così yn molto ampio cam po a te ftcffo dilaterai. 27 Concepifci nella tua mē te l ' vniuerfo Mondo , e va conſiderando il ſecolo , nel quale ſci ; e medita la preſta mutazione di ciaſcuna cofa ; e particolarmente come è bre. ue il tempo dalla naſcita al diſcioglimento; quanto è im menſo quello , che è ſtato a uanti al naſcere ; e come pa rimente infinito è quello, che ha da ſeguire dopo il diſcio glimento . Tutte le coſe, che tu vedi periranno preſtiſſima mente , e quelli, che al pre fente le rimirano perire , pre ftiffimamente anch'eglino pe. riranno . E quegli , che nella decrepità fi muore , paſſerà a Atato pari con quegli , che muore immaturamente . 28 Quali ſono le menti di coloro , e a quali coſe atteſe rose per quali cagioni le ama no , ele onorano ? Reputa 11!. de l'animucce di queſti tali ; perchè hanno apparenza di C nuocere , mentre biaſimano , e di giouare ,mentre lodano. O quanto è vana queſta im maginazione ! 29 Il perire non è altro che mutazione : e di queſta gode la natura vniuerfale , in con formità della quale tutte le coſe bene ſi fanno . Ab eter no tutte le coſe ſono ſtate dell'iſtetfa forma, e così in in finito altre coſe ſaranno. Per chè dunque tu dì , che tutte le coſc fatte , e tutte quelle , che ſi faranno ſempre faranno mali? E tra tanti Iddij non mai s'è trouato niuno di tanto va lore , che poteſſe vna volta correggere queſte coſe ? ma è ſtato condennato il Mondo ad eſſere coſtretto da mali che mai non ceffano ? 30 La putredine della materia, che è ſoggetta a ciaſcu na coſa, è acqua, poluere, of ficelli,immondezza , o pur cal li della terra , come i marmi ; o feccia,comeè l'oro , e l'ar gento; o peli, come la veſte ; o ſangue, come la porpora , e tutte le altre cofe fimili . Elo fpiritello ,benchè altro , è tale, e di queſto in altre cofe ſi tra finuta . 31 Sc'viuato affai in queſta vita trauaglioſa, di mormora rione, e alla ſciiniatica. A che ti perturbiè che ci è di nuouoa che ti fa attonito . Lacaufiri, guardala. O forſe la nateriale riguarda quella , fuori di que fte non è cofa veruna: mna vna volta inuerfo gPIddij diuieni e migliore , e più piaceuole . 32 Il medefimo è , che tu habbi conoſciutoqueſte coſe per  CH sof cz. mi te ; o 2,6 Elo tra per cent'anni , o per tre . 33 Se quegli peccò, egli ha ilmale , ma forſe non peccò. Certamente, come in yn corpo , da vna fonte intellet tuale tutte le coſe deriuanose non biſogna , che la parte fi quereli delle coſe fatte a pro del tutto ; ouero fonoatomi, e nient'altro : ouero yn me ſcuglio , e diſſipazione , che ti conturbi dunque? Alla men . te tu dì ſe'morta, fe’perdutå , ſe'rigettata , ti congreghi , e a modo di armenti ti pafci? O gl’Iddij non poſſono far niente , o lo poſſono. Se non poſſono a che li preghi? ma ſe poſſono , perchè più preſto loro non dimandi , che ti concedino di non temere coſa alcuna, che ſi ſia di queſte, ne di bramare quella , ne di do clie 012 che 2012 VII CITI leer le dolerti di qualſiuoglia di effe più toſto , perchè eſſe non ſi habbiano , che acciò fi hab biano.Imperocchè,ſe nel tut to poſſono foccorrere agli huomini , poſſono ancora in torno a queſte coſe giouare . Ma forſe dirai. Poſero gl'Id dij queſte coſe in mio potere. Non è dunque meglio valerſi con libertà di quello, che de pende da te , che laſciarti di ſtrarre con feruitù , e baſſezza intorno a quello , che da te non depende ? Machi ti diſſe , che gli Iddij non aiutano in quelle coſe , che ſono in no ſtro potere ? Comincia dun que a pregargli intorno di effe e vedrai. Prega il tale diccn. do: come potrò io godere co . lei ? tu anzi dì; come potrò io non deſiderar di goderla ? vn altre dichi 11001 Thebe elcut e agli Ora in Quare 8 !!!! Orere valení hede altro: come mi libererò io da colui ? tu dì: come non haurò biſogno di priuarmene? vn al. tro : come non perderò il fi gliolino ? tu dì : come non temerò di perderlo ? In ſom ma in queſta maniera indirizza le tue preghiere, c conſidera che ne ſuccede. 36 Dice Epicuro : Nella malattia i ſuoi diſcorſi non ef ſere ſtati intorno alli pati menti del corpicciuolo i ne meno con quelli , chelo viſi tauano hauer di coſe ſimili fa . uellato : ma hauer ragionato filoſofando ſopra la naturą delle coſe premeditate; tutto intento a queſto , cioè, come. partecipando la mente di co tali mozioni , ch'erano nella carnuccia, ſteſſe imperturbabi. le conſeruando il proprio be ortida lezza dar idilli 110 i in no dur dielli dicas reca troi tre ne. Ne hauer dato occa fiorea' medici, che ſi vantaſſero d'ha uer operato qualche coſa, ma che contuttociò ſe n'andaua tirando'auanti la vita tran quillamente,e bene.Il medeſi. mosch'egli fece in quella ma lattia, tu hai da fare, ſe ti ſen . tiffi male, o ſe ti trouaſſi in al. tro trauaglio . Poichè il non partirſi dallaFiloſofia in qual fiuoglia cofa , che vada acca dendo ; e il non applicare alle bagattelle degl'idioti' , e fofi fti è comune diqualſiuoglia fetta , è di ſtar fiffo ſolo nella coſa, che al preſente l'huomo fase nello ſtrumento permez zo del quale ſi opera :" ) 37 Se vienioffeſo dalla sfac. tiạtezza di alcuno, ſubito in : terroga te fteſfo : Può forſe il Mondo essere senza sfacciati non 0 ca fara ' cobs vanda ta tra ētiles trinal non può . Non ricercare dunque l'impoſſibile : poſcia chè queſti è yno di quelli sfacciati, i quali è neceſſario, che ſieno nel Mondo. L'ifter ſo ſia del macchinante, e del l'infedele , e di qualſiuoglia vizioſo. Habbi qucſto ſempre in pronto ; Quando ancora ti ricorderai eſſere impollibile , che tal forte di gente non ſia, tu ſarai più placido iuuerfo ciaſcuno di eſſi . Sarà pari mente gioueuole il conſidera. re ſubito qual virtù habbia dato la natura all ' huomo contra di queſto vizio : men tre ha dato , come antidoto contra l'ingratitudine, lc mã , ſuetudine , come contra d'vn altro qualche altra virtù . E ſopra tutto t'è lecito di diſin gannare chi errò . Ora ogni aqual 1107 ve all chat uoghi JOMO m.cz sfac it feil nii 10 ,no,che erra , Si deuia da quel, che gli fu propoſto , e va va gando . E poi in che ſe'ſtato danneggiato ? poſčiachè tro uerai ,, che niuno di coloro , contro de'quali tu ſei eſacer bato , habbia operató tal fat to,dal quale la tua inenté po teiſe cffere peggiorata ; men tre in queſto è ogni ſuſſiſten zadel tuo dannose malé.Che đi male , o di ſtrano è ſtato fatto , ſe vn'ignorante opera da ignorantc ?Guarda,che tu non habbi più toſto a ripren dere te ſteſſo del non hauer hauuto riguardo , ch'egli for: fe per commettere tal man camento ; done tu haueui i motiui della ragione à conſi derare, ch'era veriſimile; che quegli in tal modopeccaſſe : E nientedimeno ſcordato ti maAtato 170 1001 opo per ter marauigli, ch'egli fia caduto? quel principalmente quãdo tu l'ac. the cuſi, come d'infedele , o d'in . grato, rifetti in te ſteſſo :con cioſliecoſache più che manis oros feſtamente l'errore é tuo , ſe credeſti , che yno sin tal mort fue do diſpoſto , e haueſſe ad of feruare, la fede ; e ſe facen dogli delle grazie , non le haidate coinpitamente, ne in che modo da riceuere dall'iſteſſa tua azione tutto il frutto ſu bito . Perchè qual coſa più deſideri , che di hauerbenefi cato vn'huomo? e ciò non ti baſta, che tu hai operato coſa conforme alla tua natura ? e di quefto ricerchi lamercede ? come ſe l'occhio domandafle la ricompenfa , perchè vede , ei piedi perchè camminano . E fi come queſti membri ſo N no 7210 Toy tell for 2014 alf che Te ! 2 ho farti a queſto effetto , e ſe condo la loro conſtituzione operando si ne ritraggono quello che è loro proprio : così l'huomo dalla natura pro dotto benefico , quando be nefica , o nelle coſe mezzane coopera, ha operato, ſecondo la fua condizione , e ottiene quello , che a lui ſpetta . Fine del Libro Nono . LI 10 291 180 ,CH tituziar TAGION propri cura on do be 70272 cond l’Anima ſarai tu mai Ovna volta buona, e ſemplice , e vna , e quda, più ſplendida del corpo , che ti circonda guſterai tu giammai della diſpoſizioneamicabile e caritatiua quando farai pienamente fornita,e von bi. fognofa, e di niente altro de fideroſa , e di niente o ani mato , o inanimato anida, per N 2 prender piaceri ? ne di temo Po , nel quale più lungamen te habbi da fruire : ne di luo go , o paeſe, o buona tempe. rie d'aria : ne d'huomini au uenenti ; ma ti compiacerai del preſente ſtato , e goderai di tutte le coſe a te preſenti , e inſieme perſuaderai a te Itefla , che tutto ciò , che ti fia dauanti , tutto bene ti ſtia , e che dagl'Iddij a te venga , e ti parrà bene tutto quello , che a loro piacerà', e quello , che da loro ſi concederà s'in riguardo della ſalute , e con ſeruazione d'vn animal per ferto, buono, e giuſto , ebel los é quello , chetutte le co fe genera; contiene, circon da , e abbraccia , le quali fi diſſoluono , generando altre cofe fimili . Sarai dunque finalmente talc , che tu ſij atta à viuere in cittadinanza con gl’Iddij, e con gli huoinini in modo che tu non c'habbi da dolere di quelli in coſa alcu na, ne quelli t'habbiano a condannare . 2 Oſſerua quello, che la na tura tua richiede in quanto dalla mera natura vien diret to : poſcia fa quello , cab ) braccialo , fe la natura tua , 7 come diviuente , per queſto non ſia da peggiorare • Ha urai daoferitare appreffo ,che 1 coſa richieda la natura tua , come di viuénte, e tutto ciò f hai da riceuere , ſe da queſto la natura tua come quella d'un animal ragioneuole , , nó fia perdiucnirne peggiore, e'l ragioneuole, nell'iſteſſo tempo ancora ciuile . Ditali 01 N 3 regole ſeruendoti non andar cercando altro curioſamente . 3 Tutto ciò , che e ' auuie ne, o in modo ti fuccede che ſij per natura abile a com portarlo , o pure a non com portarlo . Se dunque t'accade nella maniera , che puoi fof. ferirlo , non l'haucre a male ma ſopportalo,fecondo chefe naturalmente idoneo'; fe poi non fe'idoneo per fofferirlo , aðn ti diſguſtare: perciocchè, confumando té , confumerà fe parimente . Niente dimet no ricordati , che tu ' se fatto per fofferirc ognicoſa ; ' eche ſia in potere della tua opinio ne di farla tollerabile , cfof. feribile, fecondo il concerto che farai, che quello ti conferiſca , o che ti conuenga ſofferirlo. Se qualchuna erra man fueramente s'ha da inſtruire , e moſtrargli quello , ch'hab , bia traucduto . Però ſe ciò non ti rieſce , la colpa è di te ſteffo , anzi ne meno di te ſteſſo . 5 Qualunque coſa c'auuie ne , queſta ab eterno ti ſi prc. paraua , e l'intralciamento delle cauſe fin dall'eternità fi aggomitolaua inſieme con Peffer tuo , e con quelli au venimenti. 6 O fieno gli atomi , o ſia la natura , ftabiliſcafi primie ramente che io ſon parte dell'yniuerfo , che la natura gouerna ; appreffo, che io ho vna famigliarità in vn certo modo con le parti della me deſima forte; pofciachè ricor dandomi di queſte coſe , in quan 40 TO ON ng N quanto io ſon parte,non pren derò a male coſa alcuna , che venga compartita dall'vni uerlo : concioffiecofache ni ente , che conferiſca all'vni. uerfale può nuocere alla par te :imperocche non vi è coſa , che all'vniucrfo non conferi ſca.E ciò hanno comune tutte le nature ; e quella del Mondo ha queſto di più , che da niu na cagione eſtrinſeca può ef ſere forzata a produrre cofa alcuna a ſe nociua ; e ſecondo quella ricordanza , che io fon parte di talvniuerfo, mi com piacerò ditutto ciò , che au uiene ; e ſecondo che io ho fi fatta famigliarità colle parti , della medeſima forte , non o pererò coſa , che non ſia co municatiua con queſte , ma più toſto porrò mira alle parti della medeſima forte , e condurrò ogni mia inclina zione all'vtile del comune , e dal contrario me ne ritrarrò Queſte cofe così da te con dotte , ne ſegue neceffaria mente, che ci traſcorra la vi ta felice,quale ſtimereſti quel. la d'vn citttadino , che gui daſſe il ſuo viuere in azioni vtili a i cittadini , c.abbrac ciaſſe tutto quello , che dalla città a lui determinato viene. 7 A tutte le parti dell'vni uerſo , quelle dico , che il Mondo contiene , è di necel ſità il corromperſi ,cioè a di re, l'alterarſi, ma ſe aggiungo, ciò , che loro è necellario , el fere dannoſo, non ſi gouerne rebbe bene l'yniucrfo , eſſen do le parti di lui nell'altere zione diſpoſte a corromperſi in diuerſe maniere Diremo N dunque, o che la natura ftef- . ſa intraprendeſſe a fabbricare il male alle ſue parti , e le fa ceffe fuggette al male , e che di neceſſità caſcaſſero a far il male , o'che inconſiderata mente non s'accorgeſſe , che le faceffe tali : ma ne I'vno' , ne l'altro certamente è da credere . E ſe qualcheduno laſciando da yn canto la nas voleſſe dir , ch'effe ſom no così nate , quanto ſarebbe ridicolo nell'iſteſſo tempo il dire , che la naſcita loro le porta , come parti dellyni uerſo ,alle mutazioni, e in ſieme marauigliarſi, e hauer ciò a male , come ſe auuenifs ſe fuori della natura dell'yni. uerfo ? Tanto più , che la dif ſoluzione vien fatta in quel le coſe , delle quali ciaſcuna è compoſta , e conſiſte . Im perocchè , o è diſgregazione degli elementi , dequali le coſe eran permiſchiate , o conuerſione del folido nel terreſtre ; o dello ſpirituale nell'acreo , in modo , che queſte coſe fi ritornino nella ragione dell'vniuerfo : o è che dopo più periodi di temu ро ſe ne vada in fuoco , o po re con perpetue viciffitudini fi rinnuoui. E queſto folido , e queſto ſpiritale , non t'im maginar , che fia dalla prima naſcita , perchè tutto queſto l'altro giorno , o al più tre di fa dall'alimento ; e dall'aria attratta riceuè l'accreſcimen to . Dunque queſto , che ri ceuè fi muta, non quello che la madre partori; e,fupponi, che - quello ti riduce affai N 6 vicino alle qualità del ſug getto particolare , che a ri ſpettodi quello , che ora fi dice, ſecondo la mia opinio , ncé nicnte . 8 Quelli titoli , che ti se poſto dibuono , di modeſto , di verace , d'accorto , dipru dente , di magnanimo , au uerti che giammai non ti ſi cambino, e,ſe li perdi , ſolle citamente torna a ripigliarli . Ricordati, che col nome d'ac corto ti ſi ſignifica l'attenzio ne, che tu deiporre per com prendere diſtintamente ciaf cuna coſa ſenza abbarbagliar. ti la mente : con quel di pru dente , la ſpontanea approua zione delle coſe , che dalla natura comune vengono di Itribuite: con quel di magna. nimo , l'alcanzamento della particella del fenno ſopra i moti della carne , ſieno aſpri, o morbidi , intorno alla glo rietta , intorno al morire , o a coſe si farte . Se dunque tra queſti nomiriſtrigni te ſteſſo , e di riceuer queſti titolida al tri non ambirai , farai yn al tro , e darai principio a dif ferente vita. Concioſliecofa che il proſeguire d'eſſer come finora ſe'ſtato , e ſtraſcinarti in tal vita , e imbrattarti , è da troppo inſenſato , e da in namorato del viuere , e da fi mile a quelli che, combatten do colle beſtie, reſtano ſmoz zicati , i quali,pieni di ferite , e di marciumi, ſi raccoman dano ad eſſere riſerbati fin ål giorno ſeguente,per rigettar fi di nuouo , così come ſono alle medefime'vnghie , e zan ne. Interna dunque te fteffo nella confiderazione di queſti pochinomi, e ſe puoi man tenerti in quelli,fermati, qua fi traſportato a ſtanziar' inal cuna dell'Iſole Fortunate.Ma fe t'accorgi chetu ſcappi fuo. ra , e non reſti ſuperiorez riti. rati con ardimento in qual che cantone , doue fignoreg gerai, quero in tutto eper tut to eſci di vita , non iſdegnan doti, ma con ſemplicità , li bertà , e modeftia ; mentre non hai pretefo altro in queſta vita che di cosi vſcirne. A conſeruarti peròla memo ria di queſti titoli grande mente t'aiuterà il rammentar. ti degl'Iddij ; e come quelli non vogliono eſſere adulati , ma chei ragioneuoli tutti so afſomiglino a loro. E come ! 1 il fico fa quello , che appar tiene al fico , e'l cane opera da cane , e l'ape da ape , così Phuomo da huomo . 9 Il giullare, la guerra, lo , sbigottimento, il terrore , la feruicù ſcancelleranno coti dianamente da te que' ſacri decreti,che tu eſaminator del la natura ti fe'nella mente tra ſmeffo coll'immaginazione . Però abbiſogna conſiderare il tutto , e operare in modo che inſieme s'habbia da adempie re quello, che la congiuntura porta, e che nell'iſteſſo tempo ciò che s'è fpeculato ſi metta in opera ; e la franchezza , che s'acquiſta dalla ſcienza in torno a ciaſcuna coſa , fi con ferui occulta sì , ma non - for terrata . Dunque quando go derai della ſemplicità ? quai do della grauità d e quando della notizia di ciaſcuna coſa in particolare, quale ſecondo la ſua ſoſtanzia ella fi fia , e qual luogo habbia nel Mon do , e per quanto debba du rare , e di quali coſe ſia com poſta , e chifia' per hauerla , e chi fienoquelli che poſſono darla , e ritoglierla a · 10 Il ragnetto grandemen te s'infuperbiſce per hauer predato vna moſca : ma vna perſona pervn leprotto, altri per vn'alice prefa nella rete , e altri per i porcaftri , . vn'al tro per g’orſie altri per i Sar . mati. Non faranno queſti la droni fe eſaminerai i conce pimenti della mente loro ? 11 Seruiti del metodo fpe culatiuo , oſſeruando , come tutte le coſe in fe RECIPROCAMENTE fi trafinutano , e di con . tinuo ſta applicato,e intorno a queſta parte eſercitati ; im perocchè niuna coſa ti cagio nerà altrettanto la magnani mità . Del corpo ſi Spogliò . E conſiderando , come ben pre ſto partendo dagli huomini, gli biſognerà laſciar'il tutto , ſottopoſe intieramente ſe ſteſ ſo alla rettitudine ' , nell'ope rar quello , che da luidepen de , e alla natura dell'vniuer ſo negli altri accidenti . Ma che dica alcun di lui , ouero creda , o faccia contro di lui , ne pur colla mente vi bada : contento di queſte due coſe , dell'operare giuſtamente ciò che al preſente opera ; e di compiacerſi di quello , che a lui preſentemente vien diſtri buito , e libero da ogn'altra occupazione , e ſtudio , non altro vuole che paſſarſela dirittamente in vigor della legge e ſeguir Dio ,che a dia rittura cammina . Perchè hai da vſare il ſoſpetto , quando ti è lecito di conſiderare quel che ſi dee operare e fe lo conoſci , proſeguirai in quel lo dibonariamente , e fenza mai voltarti indietro : ma fe tu non lo conoſci , trattieni il giudicio , e feraiti di confi glieri ottimi. Se poi ii ſucce dono in contrario di queſto altre coſe , cammina pruden temente fecondo l'occaſioni , che ti s'offerifcono,adcrendo al giuſto, che fecondo l'appa renza ti fi porge innanzi: per chè è boniffima coſa arriuare a quello, nel quale il non ac certare ſia caduta . Quegli , che in tutto ſegue la ragione è inſiememente agile, e poſa to , e vnitamente viuace, e co Itante . 12 Subito che dal forno ſe fuegliato interroga te fteffo , ſe hauratti a importare , che quello che è giuſto é, retto , da qualch'altro fi efeguiſca? Non t'haurà a importäre . Ti fe'forſe ſcordato, che queſti , i quali ſi vanagloriano nelle lodi, e ne biafimialtrui , tali ſono nel letto , e tali nella menfa : e quali coſc fanno , quali fuggono , quali ambi fcono , quali naſcondono quali rapiſcono', non con le mani, o'con i piedi , ma con la digniffima parte di loro , colla quale ,volendo jacqui ftar potevano la fede, la mo deſtia , la verità , la legge, e'l buon genio . 13 Il ben diſciplinato , e modefto,dice alla natura,che da il tutto , e riceue: Da ciò che vroi,ritogli ciò chevuoi:ne queſto dirà con tracotanza , ma con pura obbedienza pienezza di gratitudine verſo quella . 14 Poco è quello che ti re ſta ;paſſalo come tu ſteſſi in vn monte : imperocchè niente importa che qui , o lì fi ftia , quando doinunque fi fia , s'ha da viuere nel Mondo , come in vna Città . Veggano , eri conoſcano gli huomini yn huomo vero , che viua con forme alla natura . Se non lo ſopportano , l’ýccidino: per chèqueſto èmeglio che viuer nella maniera di quelli. !! 15 Tu non timpiegherai più tutto in difcorrere qual fia, l'huomo dabbene , ma proccurerai d'eſſer tale . 16 Conſidera del continuo tutto l'euo e la ſoſtanzia vni uerſa ; e comeognicoſa par ticolare riſpetto alla ſuſtan zia è come vn granello di mi glio ; e riſpettoal tempo vn roteare di trapano : e appli. candoti a ciaſcuna delle coſe prelenti, conſiderala già nel disfacimento , e nellamuta zione , e comenella putrefa zione,o diſlipazioncs o ſecon do che ciaſcuna coſa è ſtata fatta in ordine al finire. Con. ſidera quali fono quelli , che, mangiano,che dormono, che attendono alla generazione , che mandano fuori gli cſere menti , t. altre coſe fimili : appreſſo quelli cheſignoreg : giano gli huomini , e s'inſu perbiſcono , o li ſdegnano , e come fuperiori inſultano , e pure poco innanzi a quanti feruiuano , e per quali occa fioni, e di quì a poco in che fi ridurranno 17 Ad ognuno conferiſce quello , che apporta a ciaſcu no la natura dell'vniuerfos, e allora conferiſce quando ella l'apporta . La terra ama-cer. tamente la pioggia, amaque ftaianco l'almo etera , amai Mondod’eſeguire quelloche ha da effere lo dico dun que al Mondo : '10 ti Tono compagno nell' amore . Non fi fa ancora queſto se fi dice ; che s'ama di far quefto ; 0 quello 18 O quà tu viui , e a queſta vita fei di già accoftumato , o elci di effa, e ciò era quello , che tu voleui , e hai finito l'officio tuo ; fuori di queſto non c'è altro . Dunque ita di buon animo . 19 Habbi ſempre per cui dente , che ogni luogo è fi mile ad vna campagna, e che tutte le coſe rieſcono le me. deſime a chi ſtia fopra ad vn alto monte , o sul lido del mare , o douunque ti piaccia . Perchè chiaramente incon trerai da pertutto quello che diſie Platone : la greggia Ata torniata di fiepi? ful monte 501 Che coſa è in me la mérite mia 2 e quale ora io la fac cio ? Ache di quella di pré fente mi ſerito a forfe, che è qualche coſa vacua d'ogni in telligenza ? forſe è qualche cofa diſciolta, e diſtratta dalp accomunamento di forfu qualche coſa liquefatta,e me ſchiata nella carnuccia ,ſicchè habbia da commutarſi con quella ? 20 Chi fugge dal padrone chiamafi feruo fuggitiuo: la legge è la padrona, echi ope ra contro la legge , é fuggiti. uo . E inſieme , chi ſi da alla malinconia , o alla collera , o al timore , per qualche coſa delle ordinate , che già ſon fatte , o fi fanno , o ſono per farſi da quello, che governa il tutto , che è legge, così det ta dal diſtribuire a ciaſchedu no quello , che gli vienę. Chi dunque fi daal timore; o alla malinconia , oall'ira è feruo fuggitiuo 21 Depofto che alcuno ha lo ſperma nell'utero , fi dipar tegte appreſſo , qualch'altra cagione raccogliendolo , lo perfeziona , e compie il feto : di qual materia ? è quale è ? ſimilmente tramiſe l'alimento per la gola , e poi qualche altra cagione raccogliendolo, produce il ſentimento, l'ap petito , la vita , e la robuſtez za , e altre coſe ( c quante , c quali ? ) Biſogna dunque, che tu contempli quelle co fe , che ſotto tal copertura ſi fanno, e in queſta manicra ri conoſcere la facultà come noi vediamo, c quella cheaggra ua , e quella cheſolleua, non con gli occhi, ma non meno euidentemente. 22 Del continuo conſidera, come tutte le coſe ſono tali , quali ora ſi fanno, e già ſono ſtate; e conſidera quelle , che ſono per eſſere , erappreſen O tatele auanti agli occhi come intiere fauole , e ſcene , cun forme alle coſe le quali o per tua eſperienza , o per antichi racconti ti fono note . Verbi gratia tutta la Corte di Adria no, tutta la Corte di Antoni no, tutta la Corte di Filippo, di Alessandro, di Creso, poi chè tutte quelle erano l'iſteſ fe, che queſte , variando ſolo ne'perſonaggi. Immaginati , che que gli, il quale per qualſivoglia coſa ſi rammarica , e s'afflige, è fimile ad vn porcello , che fi macella calcitrante , e gru gnente; ne è diuerfo chì pian. ge solo ſopra il letto con si lenzio la noſtra dappocaggi ne ; e immaginati , che al fo lo animal ragioneuole è con ccduto d'accomodarſi volon ta  hi volontariamente agli accidenti , e l' accomodarli ſemplicemen te è a tutti neceffario. 24 In ciaſcuna delle coſe , bi che tu operi applicando a parte a parte la mente, in tcrroga te ſteſſo , le la morte 01 pare terribile a cagione , che habbiamo a reſtare priui di e quella tal cofa . 25 Subito, che tu ti offendi per l'altrui peccare ,, rientran do in te ſteſo , fa tua ragione, 111 ſe in caſo fimilcru erri : come a dire giudicando, che ſia co fa buona la moneta , il piace re , e la glorietta , e altre co ſe sì fatte. Perciocchè con fi qneſta conſiderazione preſta mente ſmorzerai la collera , venendoti inſieme in mente , che colui opera forzatamen te . Che ha egli dunque da fare? ſe è in tuo potere , libe ralo dalla violenza. Vedendo Satirione, vno de Socratici , immaginati o Eutichete , o Himene : e ve dendo Eufrate , immaginati di vedere Eutichione , o Sil uano : e vedendo Alcifrone , di vedere Tropeoforo ; e ve dendo Senofonte , immagi nati Critone , o Seuero : e ri mirando te ſteſſo , immagina ti qualcheduno de ' Ceſari , e in ciaſcun altro qualche coſa {imile a proporzione . Ap preſſo ti ſouuenga , doue ſo -no dunque quelli? o in nilt no , o in qualſiuoglia luogo . Così di continuo vedrai le coſe humaneeffer fummo, vn nulla ; maſſime fe eandrai rammentando , che il mu tato vna volta per tutta l'infinità de'ſecoli non tornerà ad accadere . E tu quanto tem po ſtarai a mutarti ? perchè dunque queſto breue tempo non ti baſta per degnamente paſſarlo ? qual materia, e qual foggetto abborriſci ? che al tro ſono tutte queſte coſe , che eſercizij della ragione, la quale accuratamente ha con fiderato , e diſcorſo ſopra la natura di quello , che è nella vita? Perſiſti dunque finchè tu ti renda famigliare queſti , in guiſa d'vn gagliardo ſtoma co che ognicofa abbraccia , e come il chiaro fuoco di qua lunque coſa , che tu gli butti dentro ne forma fiamına , e fplendore. Non poſſa alcun veritie ro dire di te , che tu non se {chietto , o huomo dabbene. Il Do le ai 0 3 .ma mentiſca chiunque di te ha fimile opinione . E rutto queſto è in tuo potere . Per chè chi t'impediſce , che non fij huomo dabbene , c ſchiet to ? A te folo ſta lo ftatuire di non voler viuer più , ſe tik pon farai tale : imperocche non comporta la ragione , che tu non ſij tale. Che coſa è , che ſi pora fa intorno a queſta materia rettiſſimamente operare , je dire ? qualunque coſa queſta fia è lecito di farla , e dirla , e non metter préteſto d'effe re impedito . Non prima cef ſerai di lamentárti , che tu ſij ridotto a queſto , che quale è agli huomini voluttuoſi il luſſo , queſto è a te l'operare nella ſoggetta , e ſommini Itrata materia , conneniente alla conſtituzione humana Imperocchè s'ha da concepi re perdelicia tutto quello , che farà lecito d'operare con forme alla propria natura , e queſto è lecito in ogni luogo. Perchè al cilindro non è con ceduto di portarſi per qualſi uoglia luogo col proprio mo. to , come ne meno all'acqnas ne al fuoco , ne ad altre coſe , le quali ſono rette dalla na tura, o dall'anima irragione uole ; eſſendo molti li rat tenimenti , e gli oſtacoli:ma la mente , e la ragione può . penetrare pertutti gl'impedi menti, ſecondo la ſua natura , e a ſuo beneplacito . Queſta facultà , poſta che tu te Phai innanzi gli occhi , fecondo la quale la ragione potrà portar fi per tutto , come il fuoco in 04 alto , come la pietra al baſſo , come il cilindro per dio , nicnt'altro ricerca. Per chè gli altri impedimenti che. procedono o dal corpo , ch'è yn cadauero , o ſenza l'opi nione , e inchinamento dell' iſteffa ragione , non fanno . leſione, ne apportano danno alcuno , altrimente a yn trat toil patiente di quello diuer rebbe cattiuo : perciocche in tutti gli altri apparatid'opera, quel danno , che ad alcuno auuiene rende peggiore quel lo , che lo patiſce . Ma quì , le è lecito il dirlo , ſi fa l'huo. mo migliore , e più degno di lode , ſeruendoſi rettamente di queſti incontri . In ſomma ricordati, che a colui, il quale è per natura cittadino , nien te nuoce , che alla Città non 1 nuoca: e a queſta non fa dan no chi alla legge non fa dan no . E niuna di queſte , che chiamano difgrazie offende la legge . Quello dunque che non offende la legge , non offende ne la Città , ne il cittadino , - 29 A quello che gia è toc co da veri dogmi , è fuficien te ogni piccoliffimo, e ordi nario incontro per ricordarli di sbandire ogni dolore , e ti more . Quale è queſto ? Delle foglie altre il vento a terra abbatte, Altre produce il verdegiante bosco ; Quando la primauera fa ritorno. Cosi ſuccede alla natura lumana', Che mentre Spriiita l’vil , l'altro ; dien em . Fogliucce fono i tuoi figlio lini : fogliucce ancora que fti , alle acclamazioni de qua 70 ol 70. di ite yle 00 05 322 quali ſi da tanto credito , e che parlano bene del fatto tuo ; o pure per lo contrario quelli , che maledicono , o tacitamente biafimano , o di leggiano:fogliucce ſimilmen te ſono quelli, i quali aderi ranno alla tua fama dopo la tua morte . Perchè tutte que fte coſe naſcono al tempo della primavera, dopo il ven to le butta a terra , e appref fola felua in luogo loro altre produce. La breuità del tem po'è a tutti comune. Ma tu ogni coſa fuggi, e appetiſci tutte le cose , quafi chefoffero per eſſer perpetue. Tra poco tu ferrerai gli occhi , e vn al tro piangerà quello , che ben preſto ti porterà alla ſepoltu . 30 L'occhio fano è dime ra . Itie ftiere , che veda tutte le coſe viſibili ; e non dire : Amo ve dere il verde , che queſto è perchi patiſce di viſta ; e l'v dito fano , o l'odorato biſo gna , che ſieno pronti a tutte le coſe da vdirſi, e da odorar fi ; e lo ſtomaco ſano a tutte le cofe , che nudriſcono : pa rimente , come yna macina dee eſfer ammannita per tuta te le coſe da macinare , nell' ifteſſo modo la mente ſana dee effer difpoſta a tutti gli auuenimenti ; maquella , che dice : Sieno faluii figliolini , e tut ti lodino quello, che io farò ; fono occhio , che cerca il verde , o denti , che cercano il tenero. Niuno è talmente feli . ce , che qualcuno di quelli , che ſi truouano alla ſua morte O 6 non ſia per godere di qucl . cattivo accidente . Era egli di valore , era fauio ? non fa rà alla fine chi del medeſimo fra feſteffo dica ? reſpireremo pur una volta da queſto pedante , Non era faſtidioſo con alcuni di noi, ma io m'accorſi , che tacitamente ci riprendeua . E queſto d'vn huo mo di valore;main noi quan te altre coſe ci ſono , per le quali molti bramano liberarſi da noi ? queſto dunque confi dererai nel punto del morire ; e meno trauaglioſo ti riuſcirà diſcorrendo come ſegue. Da quella vita io parto , dalla quale quelli , che meco co municano , e per li quali ho trauagliato intante cofe , ho pregato , m'ho preſo tanti penſieri, quegl'iſteſſi deſide rano ich DO 100 Ilo son O le rano , che io me ne vada, fpe randone facilmente da que ſto qualche ſollieuo . Chi dunque non saccomoderà a non far più lunga dimora in queſte parti? Non partirai per ciò da quelli men verſo foro benigno; majconſeruando il proprio tenore , amoreuole , beneuolo , e propizio : e non come ſe foſli per forza ſtrap pato , ma come a quegli, che felicemente trapaſſa , facil mente l'animuccia ſi diſtacca dalcorpo , così biſogna , che fi faccia queſta ſeparazione. dalle coſe preſenti ; giacchè la natura con quelle ci vnì , e congiunte . Doue ora ti diſ giugne ? mi diſgiungo perciò, come da famigliari, non già con renitenza ,ma fpontanea mente ; poichè queſto anco rfi [ rà 12 y 0 0 ti ra è vna delle coſe conformi alla natura . 32 In tutti gli atti , che da ciaſcuno ſi fanno , cerca d'af fuefarti, per quanto c'è poſsi bile, di ricercar dentro di te: Il tale fa quefto , per qual ca gione ? comincia però da te medeſimo , e printieramente eſamina te fteſso . Ricordati , che , comequelle cordicine , che tirano i bambocci , non appaiono , così quello , che t'addolora , è dentro nafco fto . Quello è la perfuafiga , quello è la vita , quello , ſe conuiene cosi dirlo , è l'huo mo .Non fantaſticar dunque di quello , chea guiſa di vafo ti circonda, e di queſti inſtru mengucci , che attorno a te fono formati; poichè queſti ſono ſimili all'aſcia , folo in 1 1 ciò diffcrenti , che ſono con naturali . Mentre ſenza la ca gione , che gli muoue , e rat ticne , non è maggior l'vtile , che da queſti membri s'ha , di quello, che ne ha la teſli trice dalla fpola, gli ſcrittori dalla penna , e dalla fruſta i ! cocchicro. E proprietà dell'anima ragioneuole ſono , il ri mirare ſe ſteſſa, ſe ſteſſa minu tamente ricercare, fare fe fter ſa quale più a lei piace:il frut to,ch'ella produce lo produce a ſe ſteſſa ( giacchèi frutti del. le piante , e ſimilmente quelli degli animali , altri godono ) in qualunque luogo le ſoprau uenga il termine della vita , arriua ella al fuo proprio fine: non come ne i balli , e nelle rappreſentazioni, e in fimili coſe , nelle quali, ſe qualche impedimento s'intrapone,tut ta l'azione rimane imperfetta : ma ella in qualſiuoglia parte, e douunque s'interrompa ,ren de tutto quello che ſe le pro pone innanzi perfetto , e non biſognoſo di coſa alcuna; ſic chè può dire ; lo poſſiedo il mio . In oltre , traſcorre per tutto il Mondo , e per lo va cuo, ch'è intorno ad eſſo , e al la di lui figura : ella s'eſtende nell'infinità de'ſecoli , eleri generazioni di tutte le coſe , che a certi giri de' tempi ſi fanno , comprende, intende , e diuiſa , che niente più di nuouo ſono per vedere i po ſteri , e niente di più videro i . noftri aſtepaſſati: ma in certo modo chi haurà quaranta an ni, s'ha fior d'ingegno, haurà veduto tutte le coſe paffare , future , per la ſomiglianza tra effe. Di più è proprio del l'anima ragionevole amare il proſſimo, effer verace , mo deſta , e non iftimare niuna co . ſa più di ſe ſteſſa . Il che è proa prio ancor della legge . In queſta maniera tra laretta ra giòne , e tra la ragione del la giuſtizia non è differen za . 2 Sprezzerai il canto Infin gheuole , il faltare , e'l pan crazio , cioè l'eſercizio degli atleri : ſe tu ſpartirai la voce armoniofain ciaſcuno de'tuor ni, e in qualſiuoglia di quelli interroga te fteffo : Se da quel lo tu refti vinto ; perchè in ve ro te ne vergognerai . Nell' eſercizio del ſaltare farai l'i ſteſſo a proporzione, a cia ſcun moto, egefto; il medefi mointorno al pancrazio . In ſomma, in tutto quello , che e fuori della virtù , o da quel la non deriua , ricordati di traſcorrerlo a parte a parte; e con la diuiſione di quelle ver rai a vilipenderlo . E queſto l'hai da traſportare allvſodi tutta la vita 3 Quale è l'anima , che ſta pronta, fe già bifognaffe , a fcioglierſi dal corpo , o eſtin guerſi , o diſliparfi , o a rima nerui ? pronta , dico , ma che tal prontezza prouenga da vn particolare diſcernimento di mente ,non da vna nudacapar. bietà , comeè quella de'Chri ſtiani , mi conprudente diſ corſo , e maturità da poter ciò perfuadere ad altri ſenza tragica impreſione, 4 Operai qualche cofa ap partenente al comune ? Dun que n'ho ritratto dell'vtile . Queſto ſia fempre alla mano in ogni occorrenza,fenza mai traſcurarlo. Qual'è il tuome ſtiere ? l'eſſer buono ; ma que fto non ſi fa bene, ſe non per mezzo delle fpeculazioni, e maſſime, o intorno la natura . dell'vniucrfo , oltero intorno la propria conſtituzione della huomo. 5. Al principio furono in trodotte le Tragedie , per rammemotar agli huomini gli accidenti ; e che queſti così naturalmente, loro fogliono auuenire . E acciocchè quelle coſe , che ſu le ſcene vi ricre aſſero l'animo , non vi contri- , ftal ila NO jai 76 il Her e ftaffero nella ſcena maggio re , Perchè vedete eſſer così neceſſario che queſte coſe in cotal modo ſi terminino ; e così le comportano quelli, che eſclamano:Oh CitheroneE fi dicono alcune coſe vtil mente da quelli , che com pongono ii Drami , quale è particolarmente quella . Che di me cura , ne de’mieifigli uoli . Non ſi prendan gl'Iddi ragion il vuole E parimente Che con le coſe diſdegnar non lice . E Cheſi mieta la vita,come ſuole Matura spiga . 119 e altre coſe ſimili. Pure dopo la Tragedia fu introdotta l'antica Commedia hauente vna libertà di maeſtreuol 10 2 Blo cer li si 0 mente correggere , rammen tando non inutilmente col fuo retto parlare la modera zione del faſto ; al quale me defimo fine in qualche modo Diogene ſe ne valeua . Dopo queſta conſidera quale è la Commcdia mezzana ; e ap preſſo la nuoua , a che fine fu poſta in vſo , o come a poco a poco per l'arte , e applica zione dell'imitare ſubcntrò ; mentre ſi ſa, che anco da que TE fte fi dicono alcunecoſe gio fe ueuoli; ma l'vniuerſale inten to di tal forte di poeſia , o rappreſentazione mimica a qual ſegno hebbe la mira ? C 6 Come truouafi euidente non ci eſſer altro modo di vi PE vere tanto a propoſito per fi po loſofare di queſto, nel quale VE tu se'di preſente ? to ta 7 II zenu co TIE • H 0 - Mode 7 Il ramo non ſi può ſchian tare dal vicino ramo , ſe non fi diſtacca inſieme da tutta la pianta ; cosìyn huomo non ſi può difceuerare da vn altro huomo, ſe non ſi ſepara dalla comunione . Il ramo dunque Jo diuide vn altro , ma l'huo mo li ſegrega da per ſe ſteſſo dal proſſimo, con odiarlo , e renderſigli auuerſo. Però non ſi auuede , come dalla gene rale cittadinanza ha ſeparato ſe ſteſſo E nulladimeno quella è yn dono particolare di Gioue il quale ha conſtitui to queſta comunicazione . Concioffiecolache è lecito di nuouo ricongiugnerſi col proſſimo , e dinuouo incor porarſi colla perfezione dell' vniuerſo ; ma ſe ſimile ſepa razione fi fpeſſeggia , fi rende ľu più niC di le ds .81 tra tutduqunat più dificile il riunirſi , e'l tor nar a rallignarſi . In ſomma il ramo , che da principio ger minò con l'altro , e como conſpirando conſiſte , non é fimile a quello , che dopo il taglio vn altra volta è ſtato inneſtato . Il che pur dicono gliagricoltori . Biſogna effe re dell'iſteſſo germoglio , ma non dell'iſteſſa lembianza . 8 Quelli , che ad impedirti ti ſi frappongono , quando tu cammini conformealla retta ragione , ſi come non ti po - tranno trauolgere dalla fana operazione , così non t'han no da ritirare dalla buona vo lontà verſo di loro : ma cuſto diſci te ſteſſo egualmentenel I'vno , e nell'altro ; ne folo colcoſtante giudicio , ecol l'azione , ma col portarti per9 all anttö ting allaOr? allo tejla -1 man zumail coloro , che ſtudiano d'impe manſuetamente ancora verſo 1 tor ger COM 1100 opo il Stato , ma d . dirti dirri , o in altro modo ti mo leſtano Imperocchè così è da animo iinpotente lo sde gnarſi contro di quelli comeil tralaſciar di operare, e abbat cono i tuto arrenderſi. Perchè amen. effe due abbandonano il poſto , queſti intimorito , quegli alie nato dal congiunto , camico per natura , 9 Niuna natura è inferiore retta all'arte ; concio liecofache le arti imitano le nature . Sc pe Cana rò queſto è , la natura perfet tiffima tra tutte l'altre, e che il tutto abbraccia , non cederà Ao alla più atificioſa induſtria . Ora da tutte le arti in ordine alle coſe migliori ſi fanno le inferiori.Dunque anco dal la natura comune ; donde é , P che Jo tu ipo han vo nel ! olo 04 arti  ſo & 11 re M che da quella deriua la giu ſtizia , e da queſta poi tutte le virtù hanno la ſua ſufiften za . Perchè non ſi conferucrà il giuſto, fe o alle coſe di mez zo troppo attribuirem'o , o fa remo facili a prender errore , ead cſſer temcrarij , e muta bili . 10 Se non vengono a te le coſe , delle quali il proſegui mento , o la fuga ri perturba 110 , ma tu in certo inodo a quelle ti conduci , dunque il giudicio intorno ad eſſe s'ac quieri , e quelle rimanghino immote, e tu non ſarai vedu to , neappetirle , ne fuggirle. La sfera dell'anima è luminosa , quando ella non ſi eſtende fuori a qualche co fa , ne dentro ſi ritira , o fr conſtipa , ma riſplende con P d d . a 0 fc PE 9 mi ch ch quel a Giv tutti Tilter TUOTI Legii proccurerò di eſſer manſueto , quel lume, col quale ſcorge la verità di tutte le coſe , e quella , che è in lei medesima .Mi fprezzerà talvno ? ſe n'accorgerà cgli . Io mi guarderò bene , che niſſuno mi truoui o opcrare, o parla re coſa degna di diſprezzo Miodierà ? guardiſi egli. Io mez ot TOTE , MUT tele urb.2 do 1 quei rhino reche e di eſſer di buon volere verſo di ognuno , e con queſto me deſimo ancora pronto a farlo accorgere detfuo trauedere , non per modo di rinfacciare , o di far moſtra della mia fof. ferenza ; ma con ingenuità , e probità , nell'iſteſſo modo di quel Focione, ſe pure non fi mulaua. Perchè così biſogna, che ſieno le coſe interiori , e che l'huomo ſia veduto dag! P 2 Iddij irle 1.2 € 1101 CO 0 h C011 I iddij , così diſpoſto a non ri ceucre coſa alcuna con iſde . gno , con querele . Poſcia. chè di che danno è a te , ſe tu fteſſo fai al presére quello, che e proprio della tua natura ? non accetterai tu ciò , che ora è opportuno alla natura dell' vniucrlo , o huomo ordinato per far qucllo , che conferiſce al comune 13 Quelli , che l'vn l'altro fi difprezzano , l'un l'altro fi luſingano : e quelli , che cer cano diſoprauanzar l’yn l'al tro , l'vn all'altro ſi ſottomci tono. Quanto rancido , e non ſincero èil dire: Miſono propoſto di portarmi teco ſchiettamente. Che fai , o huomo ? non è di me ftiere far queſto prologo : apparirà da per ſe . Nella fronte iſtekla dce eſſere ſcrit ta la voce . Quello , che hai dentro , ſubito viene eſpref fo negli occhi , come nel lo ſguardo degli amanti il tutto fubitamente conoſce Pamato . Tale inſomma biſo gna , che ſia il fincero, e buo no , che ſappia vn poco di ca prino; acciocchè chi ſe gli ac coſta , nell'iſteſſo primo in contro voglia , o non voglia , al fiuto lo riconoſca . L'affet tazione della femplicità è vn ferro traditore . Niuna coſa è più brutta, che l'amicizia lu pina . Fuggila più di ogni al tra . Gli occhi del buono del ſemplice, del manfueto han no queſto chenicite in quel li ſi naſconde . 15 La facultà di vinere ot timamente è poſta nell’anima. Se pur le coſe indifferen ti le piglia indifferentemente : e le prenderà indifferente merte , ſe ciafcuna di quelle contemplerà ſeparatamente , e con riguardo al tutto ricor dandoſi , che niuna di quelle può formae in noi l'opinione di ſe ſteſſa , ne a noi venire : ma quelle ſtanno ferme,e noi fiamo quelli , che formiamo i giudici di quelle , come in noi dipignendole ; mentre è lecito laſciar di dipigaerle , è lecito ancora,ſe furtivamente s'infinuaffcr, o di ſubito ſcan cellarle. Che queſta attenzio ne ſarà per corto tempo , e appreffo terminerà la vita . E che difficultà ci è in ben pi gliar queſte coſe concioſie cofache ſe ſono ſecondo la naturai , habbile care , e ti 8 a I rega antes cate uck Ente; ca uelle vant 1 enoi moi ne if färanno facili; ſe ſono contro la natura , cerca quello , che ſia ſecondo la tua natura , e intorno a queſto ſtudiati , an corchè ſia ſenza gloria , eſſen đo da vſare indulgenza con chi cerca il proprio bene . 16. Conſidera donde ciaſcu na coſa è venuta , e di quali fubbietti ciaſcuna conſiſta , e in quali ſi muti , e mutandoſi quale ſarà , c come non ſog opere di giacerà a dannoniuno. E pri ma qualabitudine ſia in me verſo di quelli , eſſendo che ſiamo nati vno a prò dell'al tro ; e ſecondo vn altra 'ragio ne ſon fatto per preſedere a quelli , come ariete al greg : ge , o toro all'armento . Poida queſto paſſa a raziocinar più alto ', che ſe non è vn concor fo diatomi, è la natura , che: legi ente car Slicet ndo ed P4 il tutto regge; e ſe ciò è, l'infe. riori coſe ſono fatte per le mi gliori , e queſte l'vna per l'altra. Secondo offerua , quali ſie no nella menfa , quali nel letticciuolo , e in altri luo ghi, ma ſpezialmente quali neceſſità apportino loro i dog mi , che effi fi ſono profiſſi, e con quanta preſunzione met tino in opera quegl' ifteffi lo ro decreti. Per terzo . Se quelli retta mente queſte coſe operano , non è da diſpiacerci; ma fe non rettamente , chiara co fa è , che operano per for za , o per ignoranza ; perchè ogni anima dimala ſua voglia reſta priua come del vero ,co sì di comportarſi con ciaſcu no fecondo la ſua conucneuo lezza ; e perciò prendono a ma  , afe ml 12 fit re 110 cal 105 et FO male l'eſſer chiamati ingiuſti, ingrati,auari,e al tutto procli ui al peccarecótra de proſſimi. In quarto luogo . Che tu ancora fai di molti errori , e come yn aftro di loro pecchi; ſe da alcuni errori ti aſtieni , tuttauia hai l'abito di com mettergli , quantuinquc per cagione di tinore , o di glo ria , o d'altro ſimile vizio tu ti rattenghi da si fatti crrori . Per Quinto . Che manco hai ben penetrato , ſe errano: auuenendo molte volte , che lo fanno diſpenſatiuamente; c in ſomma è neceffario d'ap prendere molte coſe auanti di pronunciare aſſeuerante mente delle azionialtrui. Per feſto.Che quando fuor di miſura tir ti degni,o da im pazienzia fei prcfo ,fouuenga DI H ľ ¿ 2 P 5 tia 346 [ f fi ti , che la vita humana è mo montanea; e che tra poco tut ti ſtaremo diſteſi . Settimo. Che non ſono l'o perazioni loro ', che ci pertur bano ; imperocchè eſſe ſono nelle menti di quelli , ma ben sì i noſtri apprendimenti. Deponili dunque, e conten tati di laſciarne il giudicio , come di coſa a te graue ; e la collera farà ſùanita . Or bene in qual maniera li deporrò ? diſcorrendo ;che non té inter. venuto niente di diſdicevo le ; poichè ſe non foſſe fe nori quel ſolo ', ch'è diſdice uole ,male', néceſſario fareb be, che tu in molti modi pec cafſi , diuenendo ladro , e af fatro ſcelerato . Qttauo. Quanto fono coſe più graui quelle , che apport tano C t t C te al more f per le 30 tano per cagionc loro i cor rucci, e languſtie dell'animo, che non ſono le coſe i, quali ci contriftiamo, c adi riamocon quelli. Che la manſuetudine.è inuincibile, quando ſia fincera , e non affettata fimulata. Che ti farà vno per fouerchieuoliſſimo , che cgli fi fia: , ſe tu perfeueri d'eſſere con lui piaceuolc ? E , ſe così t'auueniffe, placidamente l'aer uertirai ' , e meglio l'inſegne rai' , attendendo a ciò quieta mente in quell'iſteſſo tempo ni che colui fi ftudia di fare a re il male , dicendogli tu :: Non figliuolo , noi ſiamoprodottiat altre coſe . Io non rimarrà l'offeſo , ma tu bon fi ,figliuolo ; e con de ſtrezza e fommariamente gli moſtrerai , che la cofa paf P 6 ſa cosi . E che ne le api ciò fanno , ne niuno di quegli animali , che per lor natu ra inſieme ſi congregano E però di biſogno , che ciò ſi faccia lontano dall'irriſione , o dall'improperio ; ma ami cheuolmente , e ſenza mor dergli l'animo , e non come nelle ſcuole , ne acciocchè altri, chepreſente ſia , faccia delle marauiglie , ma a ſolo a ſolo , quantunque alcuni altri vi ficno intorno . Queſti noue capitoli tiengli a mente , come doni a te fatti dalle Muſe: e yna volta, men. tre se'in vita , da principio ad eſſer huomo . Però biſogna guardarſi egualmente , come di non adirarti contro quelli, così di non adularli ; perchè l'vno , e l'altro ſono contro l'hu D. l'humana comunione , e tira no al danno . Ti ſia in pronto, mentre ti traſporta la collera, che non è da prode huomo l'adirarſi; ma la placidezza , e la manſuetudine , quanto più fono da huomo , tanto più hanno del maſchio ; poichè. queſti partecipa più della for tezza , e della neruoſità, e det vigore , ma non già chi è ſdegnofo , e diſamoreuole. Perché quanto più queſtoè proprio della tranquillità dell' animo , altrettanto è ancora del vigore. E come la triſtez za è de deboli , così è la col lera . Poſciachègli vni , e gli altri ſono feriti, e ſi arrendo no . E ſe ti piace, dal principe delle muse riccuiancora que ſto Decimo dono: Che è da furioſo il non volere j , che i cit 350 1 cattiui pecchino , concioffie colache in ciò fi pretenda l'impoſſibile .Ora il concede re, che verſo gli altri ſieno tali , e il volere , che contro di te non pecchino", è cofa da : huomo- ftolido , c.da tiranno. S'ha del continuo da of ſeruare', eſfer principalmente quattro i moti dell'anima . E quando tu li ſcoprirai , gli hai da ſcancellare; dicendo fra te ſteſſo ſopra ciaſcuno. Queſta immaginazione non è necef-. ſaria: Queſto diſcioglie la co -- munanza : Queſto non lo di rai di capo tuo ;perché il non dirlo da fenno, reputalo tra le coſe ſtrauagantiſſime : II quarto è , che tu a te ſteſſo rimprouererai queſto eſſere yn dare per vinta la portione più diuina , che in te è, e fot to و in te è , bench cometterla alla parte più i gnobile,e mortale del corpo, e alle ſuematcriali voluttà. Il tuo spiritello e tutto quello d'igncos che è in te miſchiato ,diſua natura tende 1 in alto' , nondimeno per ob bedire all'ordinanza dell'vni uerſo dentro del miſto ficon tiene . Ancora' , tutto quanto di terreſtre , e d'humido , che tuttauia refta ſollevato', e ſta non ſecondo il natural ſuo ſito. Così gli elementi ancora obbediſcono alle cofe vni verfali , quando , douunque fieno traſportati, reſtano per forza,finchè dinuouo lorven. ga fignificata la facultà di di fciorli . Dunque non è egli mal fatto che la ſola tua par ce intellettuale ſia dura all'obbedire, e che ſdegni la ſua re gione ? e pure non ſe le ordi na niente di violento , ma ſo lo quello , che é ſecondo la natura fua ; tuttauia non vi s'accomoda, ma corre al con trario . Concioffiecofache on gni commozione verſo l'in giuſtizie, le lafciuie , i ran cori, c i terrori non è altro che vna riuolta contro la natura . E quando la mente piglia mal volentieri qualche coſa di quelle , cheauuengono ,allo ra abbandona il ſuo poſto ; giacchè quella è fata diſpoſta all'equanimità , e pietà verſo gl’Iddij , non meno , che alla giuſtizia ; perchè queſte ſono d'yna tal forte , che tendono alla buona comunanza , e fo no più antiche delle iſtelle opere giuſte. A cui non è ſempre vno, e'l medeſimo fine della vira , non può eſſer vno, e'l medeſi mo per tutto il tempo della fua vita .Ma non baſta quefto, che s'è detto , ſe non aggiu gni à quello , quale dee effere queſto fine. Imperocchè co me non è ſimile l'apprendi mento di tutte le coſe, che in qualſiuoglia modoalli più pa iono buone, ma di quelle di vna tal forte , cioè di quelle, che ſon volte al comune, così anco il fine dee eſſere diretto alla vita comune , e ciuile . Perchè chi a queſto indirizza - tutti i proprij appetiti, rende rà vniformi tutte le azioni, ed egli in tal modo farà ſempre il medeſimo. Conſidera il topo nion tagnolo , el domeſtico , e la 4 Vand S vana paura , e fuga di queſto . Così l'opinioni del volgo chia. maua Socrate lamie , e spaventacchi de'putti. I Lacedemonij negli ſpettacoli poneuano i fora ſtieri ne ſedili all'ombra; effi ſedeuano doue a forte loro toccaua .. 22. Socrate riſpondendo a Perdicca , perchè non andaua da lui, diſfc ; Acciò io. non periſca di così infame morte ; mentre non po teſſi corriſpondere alla grazia , che riceueſji. Tra gli ſcrittide gli E feij taua vn auuertimento y che ſpeſſe volte ſi ricordaſſero di qualcheduno degli anti chi, i quali haueſſero eſſerci-. tato la virtù. I pitagorici ordinavano, che di mattino si riguardatſe: ili 8 po fe BE il Cielo ; acciocchè ſempre ci ricordaſſimo di quelli , che ſempre ſimilmente , e nell'i ſteifa maniera compiono l'o pere loro e dell'ordine, e del la purità , e difuelamento; im perocchè niun velo hanno le feller 25 Ti fouuenga quale cra Socrate cinto d'vna pelle , quando Santippe coperta del la di lui veſte vſcila fuori di caſa ; e' rammentati quello , che diffé Socrate alli compa. gni, che fi vergognauano , e ſi ritirauano , quando lo vidde ro in tal'abito : 26 Non far il maeſtro di fcriuere, e leggere ad altri, in nanzi che ſij ammacſtrato ciò è da oſſeruare molto più nella vita . Seruo tu Lei peròparlar non dei. Allora io di buon cuo re me ne riſto Rampognan la virtù con aſpri det ti . 27 E' da pazzo domandar i fichi l'imerno . Tale è chì quando non è più tempo d'ha: uerne , deſidera yn figlioli no . Epitteto ammoniua quc gli, che baciaua il figliolino , che diceſſe tra di fe: domanefor fi morrà . Sono parole di mal augurio coteſte ? Non è , di ceua cglig parlar di male au gurio vſar parole ſignificanti qualch' opera conforme alla natura : altrimente il mietere le ſpighe, ſarebbe yn cattivo augurio , L'vua è prima agre ſto , poi matura , e poi paſla. Ogni coſa foggiace a mu tarſi , non nel non eſſere , ma in quello , che di preſente non è. Detto è d'Epitetto , che Ninno è ladro della volonti . Vn arte , diſſe egli,s'ha da ritro uare d'aggiuſtar gli affenfi , e in materia degli appetiti biſo gna conſeruare l'attenzione , acciocchè ſieno con eccezio ne , e che s'indirizzino al be. ne comune, e ſecondo la con ueneuolezza e totalmente aſtenerſi dall' auide voglie e non iſchifare coſa alcuna , che non ſia in noſtro arbitrio. Non è dunque , diſſe egli , la conteſa intorno ad vna coſa ordinaria ; ma intorno all'ef fer pazzo , o ſauio . Diceua Socrate , che anime volete ha uere, de'ragioncuoli, o degl'ir. ragioncuoli de'ragioneuoli. Di quali ragioneuoli, de’lani, o de’deprauati ? de'fani . Per chè dunque non le cercate ? perché le habbiamo :dunque a'che contraſtate , e diſcor date ? Fine del Libro Vndecimo , CO b pa te fa fa PI all ace Vie LI 359 INO cercarei curse dike op. G là fta in tuo potere di poſſeder tutte quelle coſe , alle quali anſioſamente bramafti con aggiramenti di peruenire , ſe tu non inuidij a te ſteſſo : cioè a dire, ſe tu non farai più caſo di tutto il paf fato , e 1 futuro laſcerai alla pronuidenza,e'l preſente ſolo bu indirizzerai alla ſantità , e alla giuſtizia . Alla ſantità , acciò tu ami quello , che ti vien deſtinato ; concioffieco C1 facció 0 li fache la natura ha portato quello a te , comc te a quel to . Ma alla giuſtizia liberamente fuori d'auuilup pamenti tu dica parlando la verità, c operi ſecondo la leg fi ge , e la conueneuolezza . E non ti ſia d'impedimento ne l'altrui maluagità , ne l'opi nione , ne le ciarle , ne meno ti il ſenſo della carnuccia teco connutrita . Però , chi pati- re. ſce , cipenſi . Se tu dunque tú quando in qualſiuoglia tem po t'approſſimi all’yſcita, ab bandonando tutte l'altre co ſe , solo stimerai la tua mente, e quello che di divino è in te; e non temerai il cessar vna volta dal vivere, ma il non haper cominciato giammai a vivere secondo la natura , ſa rai huomo degno del Mondo, che le TOLE to mi che wani DI110 ne Oi 70 c0 ti chet ha generato , e nonſarai più foreſtiere nella patria , e non ti marauiglierai,come di coſe inopinate, di quelle, che alla giornata auuengono ,'e finiraidi rimaner ſoſpeſo per queſta, o per quell'altra co fa . 2 Iddio ſcorge tuttelemen. ti diſpogliate de’yaſi materia li , delle corteccie e lordu re. Poichè con la ſua ſola vir tù intellettuale attigne quel le coſe , che da eſſo ſcaturi rono , e deriuarono in queſte eofe materiali . Il che,ſe tu ti auuezzerai di fare , ti liberc rai da molti ſpafimi. Percioc chè chiriguardo non haalle carnucce chelo circondano,fi tratterrà forfi a badare al ve ſtito alla caſa , alla gloria, é a fimili abbigliamentie arredi? Tre ſono le coſe , delle qualitu fe conpofto, 'il cor picciololo fpiritello, vela mente . Di queſte le prime duefono cue , finche ta dilo To habbi cora. La terza fo la è propria rerire, tua . Setu fequeſtrerai da te , cioè dalla tua confiderazione in tutte quelle coſe che alla faccia no , o dicano , e quelle ,'che Tu hai-detto e fatro , e que te ,'che ,comefe falfero per auucnire, ti- boiterbhojne quelle ancora cheper lo cort picciuolo , che ti circondala per Minneſtæto " piritello tohi tro tua vogliati fuccedchos de quelle, che intenten einer hohen mente con vina contratttváre tiğine ſi rivolgonoi, fieche; rendendo la potenza santé fertuale efente delle cofejohe fono inſieme fatali, pura , eili ibera viuerà in fe fteſfa', ope rando : le cofe " giufte , te rice uendo volentieri gli auueni menti, e proferendo la veri tà : Se tu ſeparerai, dicdi, da quefta potenzaquefte. cofend elfæaderentiper graditimpa zia, edaltempo, quelleche hanno da auuenire appreffo.. pilepaffate, etiformerairale, qualeè la palla sfericadiem pedocle ; Chestutta titanda guide della-poluere, ch'attornojpelte rigiza, attenderai ſolo alviuere , the gu viui, cioè al preſente, e po tmisfio alla morte viuendo trapalaretuttoquello che ti reſta imperturbato gencroſa mente si emanſuetamente, fet condo il tuo genio. Speffo miſonimarauiglia TO :, come ciaſcuno più di tut Q :2 ti  ti ami ſe ſteſſo; e come non dimeno tenga in minor conto l'opinione propria intorno a ſe medeſimo , di quella degli altri. Se dunque Dio ſoprau uenendo , o vn macſtro pru dente , comandi ad alcuno , che nulla dentro dife penfi, o diſcorra , che ſubito l'ha conceputo, non lo palefi, non lo razterrebbe ne pure per vn giorno. Cosìpiù temiamo di quello , che i proſſimi giudi cano di noi, che di quello, che noi medeſimi giudichia mo. : 5 Come farà mai , cheha uendo ordinato il tutto gl'Id dij bene, e con carità verſo l'huomo , queſto folo habbia no traſcurato ,che alcuni degli huomini, e molto buonije che colla diuinità hāno tenuto co me  01 700 011 22 TU 101 olis ha On di me ſpeſſi commercij, e che ſouentemente per l'opere fan te , e ſacrificij ſi ſono reſi à quella famigliari, queſti, vna volta morti , non ſi facciano ritornare , ma rimangano del tutto eſtinti ? Queſto , ſe pu re così ſta , tu hai da ſapere , che fc altrimente biſognaſſe , che foffe ; l'haurebbero fat to . Concioffiecoſa che ſe era giuſto , era poſſibile, e ſe era ſecondo la natura , l'haureb be prodotto la natura . Dal non eſſer così , ſe così non è , tu ti hai da perſuadere non eſſere ſtato neceſſario , che al trimente fi faceſſe . Imperoc chè tu ſteſſo t'auuedi , che ciò ricercando , tu entri a con tendere in giudicio con Dio . Ma noi non diſcorreremmoco sì con gl’Iddij , ſe ottimi , e Q 3 giufillimi non foſſero . E ſe così è , nicnte ingiuſtamente hanno traſcurato , e irragio nevolmente negletto nellab Tellimento dell'vniuerſo .. 6 Afſucfatti ancora a quel le coſe , delle quali non bene ſperi.Imperocchè la mano fi miltia inabile per non eſſere aylata all'altre coſe , reggeil freno più fortemente , che la deſtra , e queſto perchè vi s'e ZUL Czzata. Penſa quale biſogna , che tú ti truoui,e del corpo,e del Panima, ſopraggiunto che fą rai dalla morte : la breuità della vita , la vaſtità de'ſecoli ayanti , e dopo , la debolez za d'ogoi materia . Content pla ſpogliate d'ognicorteccia le caufalità , le relazioni dold' opere ; che fią la fatica , che'l piacere , che la morte , chela gloria : chi ſia a ſe ſteſſo cagio ne deltrauaglio , e coine niu nofią impeditodaaltrise che ognicoſa lia opinione. & Nell'vſo delle tue maffime è neceffario , che tų fij, limi le non all'accoltellatore , ma al combattente maneſcamen . te con le pugną. Concioſſie cofache quegli, ſe pone giù la 1pada, della quale ſi ſerue, re fta vcciſo , ma queſti ſempre ha la mano , nę gli biſogna nient'altro , che ſerrarla . 9. Di queſta fatta s'hanno a riguardar le coſe , diuidendo ke in materia , forma , e rela zione Quanto potere hą l'huomo a non faraltro , faluo quello, che Dio ſia per gradi re , e riceuere tutto quello , che Dio gli diſtribuiſca , con Q 4 forme all'ordine della natu ra . To Non s'ha da querelarſi degl'Idij, mentre non ſono , nevolendo, ne non volendo, ſoggetti ad errori ; ne meno ſono da áccufare gli huomi ni ; perchè non peccano , fe non contra voglia , Diniuno dunque s'hanno da far querele. Quanto è ridicolo, e ftra niero chi s'ammira di qualſi uoglia coſa , che nella vita occorre! Oviè la neceſſità fatale e ordinazione inuiolabile , o prouuidenza piegheuole , o confuſione temeraria ſenza gouerno . Se è neceflità iné witabile , a che ti contraponi? ſe è prouvidenza che ammet tc eſſer piegata , fa degno te ſteffo del fuſſidio diuino : ſe è confuſione ſenza reggimen to , rallegrati , chein queſta tempefta tu medeſimo hai in te ſteſſo per gouernatrice qualche mente : e ſe la tem peſta t'aggira , fia traportata la carnuccia , lo ſpiritello , e l'altre coſe , ma la mente non farà traportata . Il lume della lucerna , finché fi ſpenga , 'ri luce sì , e non perde lo ſplen. dore : ma la verità , che è in te , e la giuſtizia, e la tempe ranza , anticipatamente s'e ſtingueranno? Dove l'immaginazione concepiſca , che vno ha peca cato , rifletterò donde ho,che queſto fia peccato , e ſe que gli peccò, ſe fi fia egli reſo reo per quell'atto ? perchè ciò ſa rebbe quali vn lacerarſi il proprio volto. Poſcia rifletti, che chì non vuole , che'l cattivo, pecchi; è da raſſomigliarſi ad VCO , che voglia , che l'arbo re de i fichi non produca il lattificio , e i bambini non piangano, ei cauallinon ani triſching, e altre coſe taliche feguono di neceſſità . Pero , che coſa ha da fare , hauen do contratto " va cotal mal abito ? Dunque , ſe ti ſenti da ciò , riſanalo. Se non conuiene , non do fare . Se non è vero , non lo dire, ma l'appetito dia fox , to dite per conſiderare il gut to che è quello , che fa im preſſione nella tua immaginas zione , e diſcutilo , diuidenz dolo nel formale , nel mate , riale nella relazione neltem po , dentro al quale quello ha da Vis petto ? forſe cupidigia a forfe da finiie. Riconoſci una vol ta , che in ce è vna coſa più eccellente , e più diuina di quelle , che te paffioni in te cagionano. E in ſomma,quan te cofefono ,che in qràge in la in guiſa d'un bamboccio con de cordicelle ti abburattano . Che’çoſà è ora il mio penfie rodforfe timore ? forfe for . cofa alia fimile : 15 Primieramente penfais che niente è a caso e niente, senza relazione . Secondaria mente chea niun altro fine , che a quello della focictà fi riduc. Che non molto dopo niūno in niun loco farai, ne pur cofa alcuna fari di tutte quelle , che orá vedi , ne al cuno di quello che ora : vi -91 I Qo NOuono ; conciofficcofache tut te le coſe ſono nate per mu tarſi , trasformarſi , e perire , acciò altre per ſucceſſione ſe guano. Ogni cosa è opinione,e queſta depende da te . Togli dunque, quando tu vuoi, l’opinione; e , come chi volge al ridoſſo d'vn promontorio trouerai ferenità ferma di tutte le coſe , e vn ſeno tran quillo . : -18 Vna , e qualſiuoglia fi fia operazione che a ſuo tem po finiſce , nonpariſce danno niuno , perchè finì ; ne l'ope rator di quella , per hauer finito, patiſce mal alcuno . In ſimil modo dunque il ſiſte ma, o fabbrica ditutte l'ope razioni, che è la vita , ſe in qualche tempo finiſce , non rice etut or me erine Quel one, Togh oila ageal torio ma Stra / di riceue alcun danno , percioca chè fini; ne quegli , che in tal tempo terminò queſta ſerie , fu malamente trattato . Il tempo , e'l termine fono dále la natura conſtituiti , talvolta dalla propria ,come nella vec chiaia; ma generalmente dal I'vniuerſale , le cui parti con tinuamente mutandoſi , reſta tutto il Mondo ſempre nouel . lo , e vigoroſo . Tutto ciò del continuo è buono , e oppor tuno , che all'yniuerfo.confe riſce . Dunque il finir del vi uere a chiunque tocchi , non è coſa cattiua , perchè non è vergognofa , come non de pende dal noſtro volere , ne contraria al comun bene del l'yniuerſo . Anzi è buono quando è opportuno , e con ferente all' vniucrſo , e con quel elial tem dan l'ope verf olfille 12 l'ope ſe i non . lo 1 quello è inheme portato Concioffiecofache è portato da Dio quegli , che fi perta vnitamente con Dio , e a quel le ifteffe cofe collintendimen to fi conduce. ! 19. Queſte tre coſe hanno da cflere fempre in pronto.. Primieramente in ciò , che tu fai, non fia niente inuano , ne altrimente fi facciay.che felis fefla giuſtizia haveſſe,opera to : ma nelle cofe , che anlı uengono di fuori , mentre quelle o fono procedurea ca fo , o fecondo la prouuidenza non s ' ha da querelarſidel ca fe , ne accufare la prouuiden za Secondariamente qual cofa faccia ciafcuro dal non effene , fino all'animazione , e dall'animazione , fino al ren dimento dell'anima, e da qua. li coſe da fatto l'adunamento, e in quali il diſcioglimentos Terzo come ſe ſoprad'yu’ers minenza follcuato tu rimiral G le coſe humane', e dopo ha. ụer compreſa, la lor gran va rietà inſiemeconoſcelli quan to ci ſia dell'abitato, e nel l'acre , e nell'etera , e çoine quante volte cu foffi cosi fol leuato , vedreſti le medeſime, l'iſteſſa ſpecie, la breue dura ta . Ed in queſte éla noſtra ſu perbia , 29. Gitta fuori l' opinio ne, ſarai ſaluo. Chi dunque e’impediſce il gittarla. Quando perqualche co ſa ti prendi diſguſto,ti ſe (cor dat , che ogni coſa li fa', le condo la natura yniuerſale , che quel peccato è d'altri. E oltre queſto , che tutto ciò , che pure , che ſi fa,cosìſempre's'è fatto, e li farà, e di preſente ſi fa per tutto: ancora , quanta è la co gnazione dell'huomo con l'o niuerſo human genere ; per chè non è la comunione del fanguccio, ò della poca ſe menza ; ma della mente . Ti fcordaſti che la mente di ciaſcheduno è Dio , e che da lui ſcaturì, non eſſendoui coſa alcuna propria di niuno , anzi il figliolino, e'l corpic ciuolo , e l'iſteſſo ſpiritello in di vennero . E ancora ti ſcor daſti, che ogni coſa è opinio ne, e parimente, che ciaſche duno il preſente ſolo viue, e che queſto ſolo ſi-perde. Del continuo riuolgi nell'animo quelli , che per qualche coſa li corrucciarono, e quelli, che in grandiſſime glorie , o calamità , o inimicia zie , o in alcuni altri auueni menti li ſegnalarono . Dopo medita , doue fono al preſente tut te queſte coſe?in fummosin cenc re, c fauole, e ne meno favole . Tiſouuenga di tutto queſto', cioè, come furono Fabio Catullino in Villa, e Lucio Lupo, e Stertinio a Baia, e Tiberio a Caprise à Velia Rutfo ; e in ſomma di chi ha fatto con l'apprenſione gran caſo di qualunque ſia cofa : ecome ſia di vil prezzo turto , che in tentamente appreſe , e finala mente quanto più foffe da Fi loſofo nella materia toccata gli, portarſi da giuſto , e da fa uio e da oſſequioſo ſchietta méteagl'Iddij. Imperocchè la ſuperbia , che ſotto velo di umiltà ſi naſconde è la più 1 1 intolerabile daograbra. Agudligiche dimanda nosperchè vonsrigť Iddijacat me turgli habbiyechutia e dom de tu habbi appreſo , che vi frenoPrimieramente riſpon derai , che ſono vihbili agli occhi , e poi a benchè io, non habbia veduta la mia anima, tuttauia l'onoro . Così dun. que è degl'Iddij, la potéza de' quali mentre ogni giorno io pruqyosda queſto comprendo, che ciſono, e gli venero. La faluezza della vitą confiſte , che ciaſcuno riguar di che cofa fia il tutto, il ma teriale , il formale , che con tutto l'animo faccia il giuſto , dica il vero. Che reſta altro , che goder della vita , aggiu gnendo vn ben fatto all'altro, ficche ne pur fi perda vn brer uir i uiſſimo ſpazio di tempo? Il lume del Sole, è yno a benchè venga interrotto dal: 0 le pareti, da imonti ,edaal tre mille coſe.Vna è la ſoſtan , zia comune , ancorchè ſia di partita tra migliaia di corpi, qualificati dalle loro proprie tà . Vna è l'anima con tutto che ſi diſtribuiſca a mille , e mille nature con ſingolari cir confcrizioni. Una è l'anima All'intelligente, ſe beneappari | ſce, chefi diuida:; l'altre parti dunque delle cose dette: s, com! me gli ſpiriti, ei subbietti; so no senza senso , ne famigliar mente si uniscono insieme. Questi nondimeno contiene la mentevniuerſale e poila propensione, che alcongiugnerd gli spinſe. Ma l'intelletto pro priamente propende all'iſteſs fo fuo genere, è s’yniſce , ne fi può fradicare l'affetto al ben comune. Che cerchi? Di campare? o'pur di ſentire,di appetire,di creſcere, e poſcia di terminare? Di valersi della voce di di fcorrere con la mente? Qual cosa di queſte ti pare degna d'eſſere deſiderata Male que ſte yna ad vna non ſono da frezzare, portati alla conclu fione d'offequiare la ragione,e Dio. Ma li fa contro alla ſti ' ma di queſte cotrammaricar fi di rimaner perla morte pri uo d'alcune di queſte. Quanta parte dell'im menfä, e infinita durata a cia. founo é compartita? poichè ben prestissimo si dilegua nell' eternità. Quanta parte di tutta la sostanzia? Quanta parte di tutta l'anima? In quanta zolletta di tutta la terra fer pendo tu vai? A tutte coteſte coſe applicando l'animo, non t'immaginare niente di grande, o queſto ſolo , she tu operi, come la tua natural ti conduce, e ſoffri come la natura vniuerſale portage comeliva. le di ſe ſteſſa la parte tua reg gitrice; polciachè in cioil tutto consiste. Tutte le altre cose, o sieno nel tuo arbitrib.no fuori di quello. Sono cadaveri, e fummo: om.svisli! Efficacissimo è il rifletter re, per eccitarci al diſprezzo della morte, che quelli anco ra, che stimano eſſere il bene nella voluttà, e'l male nel dolore, nondimeno quella disprezzarono. Achi quel so. Lo che è opportuno è beneje a chì tanto è l'haver molte a zioni fatte. Secondo la ragione retta, quanto poche. Ie a chì noniinportacontemplare il mondo in maggiore , o mi nor ſpazio di tempo ,neman .co la morte è terribile. O huomo fofti cittadino in que ſta gran Città che ti fa te per cinque anni mentre quello; che è conforme alle leggi ad ognuno è dellifteſſo peso . Perchè dunque ti ègraine, fe dalla città cti manda via non il tiranno , o vn ingiuſto giudice, ma da natura , che vi t'introdulfezliccome dalla ſee , na licenzialfe va scomico il capo della truppai che l'han keua, condotto . Peròtu dii, nonvappreſentaiji cinque: at ti, ma ſolo tre. Tu dibeneze a propoſito : mentre chenella vita anche tre atti compiono tutto il drama. Concioffieco fache quegli impone il termine, dove habbia da finire, che allora ordinò l'adunamento, cora fa lo scioglimento, nel li quali tu non ci hai hauuto parte. Vattene dunque placido. Poichè quegli che ti licenzia, è placido.

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