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Thursday, September 9, 2021

Grice ed Astorino: PHILOSOPHIA SYMBOLICA IVXTA PROPRIA PRINCIPIA

Sebbene varii luoghi della Calabria‘si contendano la patria dello Astorino, pure l’opinione più comune de’ suoi biografi e, che egli sia nato a Cirò nel di 5 , gennaio del i651, e fu nel battesimo nomato Tommaso Antonio. Fugli padre un Diego Astorino professore di medicina reputatissimo in Albidona, ove da questi il figliuolo apprese la grammatica, la lingua greca e la rettorica. A 16 anni vesti in Cosenza lo abito earmelitano, e professò sotto il nome di Frate Elia. Studiò quindi in Napoli la filosofia Aristotelica,‘ ed in lloma la teologia, in che acquistò‘tale ripu tazione, che gli venne permesso di scrivere a fronte delle sue conclusioni il motto: de/‘elndet ipse solus. Morto il genitore ripatrio per assestare isuoi dome stici affari, e [iotè frai libri e fra le conversazioni dei suoi concittadini, dopo non lievi meditazioni, darsi tutto alle dottrine filosofiche del 'I‘elesio, ed alla li bera maniera di ragionare. Giovane ancora, era cosi istrutto nelle lingue greca, latina, ebraica, siriaca ed araba, che ne compose le relative grammatiche. E si disse,secondo l’andazzode’tempi,efuaccusato(lotto per magia; ma ei pote discolparsi dalla bassa ca lunnia, e percorrere per ben tre volte l’ltalia, ovunque acquistandosi e fama ed amicizia. Nominato a reggente di filosofia e di teologia nel convento di Cosenza, fu da qui il propagatore della moderna filosofia per le calabrie; come lo fu altresi della città di Penne per gli Abruzzi. Invitato a predicar la quaresima in Roma, vero o supposto che vi sfinfermasse, egli invece dimoro per qualche tempo in Albano. Ritenuto a Bari da alcuni nobili giovani, che lo vollero a maestro di filosofia, ebbe a cominciare in quella Chiesa di S. Ni colo il suo annuale di prediche; m a le convinzioni libere che egli spacciava, gli mossero fiera persecu zione; sicclie passò in Zurigo, ed indi in Basilea, ove non dimore che un solo aniie. Pescia recessi nel Pa latinato,dondesitrasferìnell’Assia,dovefucostituito Maggiore ossia Vice Prefetto dell'Universita di Marburgo con la facoltà d’ insegnar filosofia, dacche non essendo dottorato non avrebbe potuto insegnarla. In stabile sempre si condusse dappoi in Groninga, e da quella Repubblica ebbe Pincarico di insegnar mate matica ai Francesi cadetti, e quivi a spese del Se nato fu dottorato in medicina il di io di novembre i686, nel quale anno pubblico il suo trattato: De vitali oeeonomia foetus in utero, in cui sostenne la opinione, non per ance in quell’ era divulgate, della generazione delPuome. Scorgendo intanto, che iteo legi della Chiesa riformata. fra le mille contese re ligiose si laceravano, penso ritornarsene fra’cattolici in ltalia; e d’Amburgo chieseil condono d’ogni apo stasia; il che ottenuto dal S. Ullizio, recatosi presso il Vescovo di lilunster‘ fece solenne abiura, e si porto nel 1689 in Roma, onorevolmente accolto, ed inviato in Pisa come predicatore generale. Dopo un anno da Pisa si tradusse in Firenze, ove si acquisto il favore del Granduca, e si concilio l’aiiiistà fraternevele del Redi, del Viviani, del Marchetti e d’altri molti let terati. In Siena, dove recessi nel 1691 come profes sore di matematica e di scienze naturali, coopero efficacemente alla istituzione dell’Accademia dei Fi sioeritici, e ne fu eletto Principe e Censore perpetuo. Qui pubblico nel medesimo anno: EiementftEitelidis nova metliodo demostraiei. Nel i693 ritornato in Roma fu inviato a Cosenza col grado di maestro in teologia, e di prefetto degli studii;ma riaccesigliodiisempre a cagien de’ suoi meriti, si ritirò in Cervinara nel Principato Ulteriore; e da la spesso recandosi in Na poli ebbe a cenciliarsi la stima di Carlo Spinelli principe di Tarsia, il quale per Paifetto che portava allo Astorino (e per rimuoverlo dalla tristezza in che era caduto per la morte immatura di Francesco Mainerio Astorino, suo nipote, studente in legge di alle spe ranze) lo indusse a recarsi in Terranova, deputandolo custode della sua scelta biblioteca. Fu questa l'ultima residenza, perocchè vi mori. Sono del pari sue opere stampate: Apol lonii Pergei conica integritati suae ac nitori resti tuta, Nap: 1698. De potestate S. Sedis apos-tolicae, Siena i693. De‘neraEcclesiaChristidisciplina,libri tre Nap: i700. Fra i molti manoscritti che lasciò si commendano: Philoso/ia symbolica in dialoghi. Ars magna Pythagorica,unaspeciedienciclopediascien tifico-universale. Deeamerone Pittorico, diviso in dieci giornate, e contenente tutta la filosofia naturale pi tagorica in forma di satire in verso sciolto bernesco. Commentario, adscientiamGalilaeidetriplieimotu. Arcltimcdes restitutus-uDe reato reyimine Catholi caelticrarchiae-DevitaChristi_ Apologiapro fitte catltolica, che divisava di dedicare a Filippo di Spagna. Parlano con somma lode di questo dotto filosofo il Cimma, il Zavarroni, l’Amato, PAceti, ilMazzu-c chelli, l’(lriglia, il liraboschi, il d’ Alllitto, il Signo relli, i Dizionarii storici, e per tacer‘ di tanti altri, . il Cantù.

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