SULLA COLOMB A Entre a pišivago ,e più superbo volo P e l R e g n o a e r e o l' ali f u e s p a n d e a , E di spirto novello acquisto fea La Colomba d'Archita inversoilPolo , Volgendo a caso i suoi begli occhi al suolo Del terzo Ciel la vezzofetta Dea , L a vide , e per rapirla già scendea Da quel de'Dei Seggio beato,,e solo. Allor gridd , e quafi fu per dire : Oh così foffepur lamia.Colomba! Fattafi Citerea con gran desire , Di legnofols'avvide:efferl'augello. AR ARCHITA. Juan.Juven. .3.Cap. 2. . Ital.Sacr.in Tarentin.Mitrop.tom.9. Lamb.inSchol.Horat.Lib. i.Od.28. 144 ) regnasse più di u n ' A n n o . I nuove grazie adorna il fuo bel volto D LLi:etasengivainmaestàreale Astrea , mirando venerato , e colto F a più volte Prefetto della sua Patria,ancorchè leLeggi comandassero ,che nessuno in tempo di sua vita Quel delle Leggi fue pregio immortale . Quando Prudenza , il dolce fuon disciolto, Figlia d' eccelfa Mente , e trionfale , Non titurbar,lediffe,fefiatolto Il primier di regnare ordine uguale . Tempo verrà,che in arme,e intoga imperi Più d'un'anno al suo ftuoi,maisempre intento Archita a nuove glorie , e a bei penfieri. E aLeilaDiva:incentomodi,ecerto Muta pur Leggi, eFaftimiei primieri, Purchè Archita mio regni, io mi contento . Diogen. Laert. in Vit. Archyt. InJoan.Buno.not.ad Philip.Cluver.Lib.3.Cap.29. > AR ARCHITA FILOSOFOPITTAGORICO,E MATEMATICO L PERITISSIMO. Odar chi mai tanto ti può ,che basti, Alma immortal degnillima d' Impero ? Chi dir di tue virtudi il volo altero , Per cui fovra ogni Saggio alto poggiasti? Del Ciel le stelle, e i moti lor sì vasti, T u delle cose le cagioni, e'l vero , E quanto il Mare , e l'Universo intero Circonda , e abbraccia , chiaro a noi mostrasti, Tu ,ch'eccedi de'Savj ibeiconsigli Già di ogni u m a n pensier reso inaggiore , 'QuantoilSoldellestelleavanza irai, Tu ,che Te stesso,e null?altro somigli, Coll' auree del tuo fuon note canore T u fol di tue virtù cantar potrai. Diogen . Laert. in vit. Archyt. Foreft.Tom.1.Lib.8.Cap.3.6 4. Joan. Juven. Tarentin. Lib. 3. Cap.2. Lambin in Scbol.Horat.Lib. 1.Od.28. Nicol.Parth.Giannet.inGeograph.Lib.4. Cap.7. SEN (46 ) TARENTINO, Scrivendo contro il Piacere . O So ,chemente all'Von dona, e Tume aquella; SENTIMENTI D'ARCHITA chi dietro alsuo piacer brutale Corre , e del senso rio fà l'Alma ancella , Bruto diventa agli altri Bruti eguale , Tutto perdendo il bel , che aveva in ella . Senza lume si vago ,e rilucente Joan.Juven. Tarentin.Lib.3. Cap.2. Mente ,ch'èper fuo pregio trionfale Della Divinità parte più bella . Che quando avvien,che fopral'Alma impero Abbia il piacere,allorcieca è lamente 'E cieca la ragion , cieco è "lpensiero . OpranoiBruti,e senzailsuoprimiero Lume fia,chel'Uom Brutoanchedivente. E pur ESER , Diogen. Lacrt. in vit. Archyt. Foreft. Tom .1. Lib.8. Cap. 4. Joan.Juven.Tarentin. Lib.3.Cap.2. (47 ) . Milleamilleempj nemici,incampo Scendete pure , e con terribil grido , N o u che con quel dell' armi orrido lampo Fate tremar dell'onde Jonie illido. ESERCITO TARENTINO NON MAI VINTO, ESSENDO CAPITANO Là nel Galelo col suo nobil Campo Itene or lieti delle forze usate , Faran del vostro fuol le schiere armate , Finchè Archita fia Duce , alta vendetta . ARCHITA V ' a s p e t t a il b r a v o D u c e . E g i à l o s t r i d o D e ' C o r n i i' f e n t o , e n e l c e r c a r l o s c a m p o Già cader vi vegg' io pel colpo infido . Ed alla Patria,che iltrionfo aspetta, Le tolte spoglie in vostro onormostrate. Se per ostil cadeste atra disdetta , LA, ARCHITA D'ESSER CAPITANO ,PER SOTTRARSI ALL'INVIDIA ,L'ESERCITO DETARENTINI E'FATTO PRIGIONE DA NEMICI. Arme il fulgore infiem fpaventa, e sfida Co’luoi deftrieri i Cavalier ; già fcende Sangue da larga vena in Terra infida. Mira Tarento mio , quei, che fen muore , Hàgli spinti l'Invidia a tante pene . (48) LASCIANDO DO D i guerra fonar le trombe orrende ? di come il rio Marte all' alte strida Diquel Drappello,equestoicuoriaccende, Perchè col ferro fuo l u n l' altro ancidas A r m e , a r m e f r e m e o g n u n : già d i t r e m e n d e E quei,che'l braccio (tende alle catene Son dolci figli,oimè,del tuo dolore! Freme contro d'Archita ilrio livore, E lullAlme innocentiilmal senviene. Diogen: Laert,in vit.Archyt. Joon.Juven.Tarentin. Lib.3.Cap.2o. 0! 1 AR. : ad altri venduto , ed alla fine è riscattato Offri;buon Savio,foffri.Ecco Fortuna S Di mortal sfavillando atro disdegno Sue forze impiega , e l'arme sue raduna , Per far del tuo valor {terminio indegno . Già l'empia, oime! con faccia torva , e bruna Scocca saette últrici, e ben al sogno Colpito hà omai ; ve come in preda d'una Ti dà vile ciurmaglia in fragil legno . TARENTINO ARCHIT.A Peregrinando per imparare , è preso dà'Corsari,serve $$$$$ ) $8888 မ Ma chefie;sedelcuorlefortitempre Alexand.ab Alexand,1.ib.6.Cap.5. Joan.Juven. Tarentin.Lib.3.Cap.2. Di. . Pur non è fazia no ,schiavo al servaggio Ti mena ancor , perchè nel duoldistempre Ilmagnanimo tuo nobil coraggio . Rassoda più ne'colpi suoil'Vom faggio, E di sua libertà gode mai sempre ! PLA . 50 ) PLATONE DOPO AVER CAMMINATO L'EGITIO , VIENE IN ITALIA PER IMPARAR SOTTO LA DISCIPLINA Edesti pur , come il gran Nilo altero, D a perenne sboccando occulta fonte Ogni arginedisprezzi, edogniponte, E i campi ad ipopdar si apra il sentiero . E d ivi asperto di sudor la fronte Delle scienze falisti all' arduo monte , E ti fur quelle il folo premio intero . Ed or, per fullescienze alzare un volo Sotto 1:aurea d'Archita arte gentile, Cerchi il Galeso , e l Tarentino luolo ? DunqueinEgittoEroenonv hàfimile, Cic.de finib.bonor. molor.Lib.s. Foreft:Tom . I..Lib. 8. Joan.Juven. Tarentin.Lib.3.Cap.2. DOPS V D'ARCHITA TARENTINO . Si , vedesti 1 Egizio , e 'l Greco Impero , ARCHI. Nèingegno inGrecia,alsoloArchita,alsolo Suo noro ingegno,anche oltreBattro,eTile . A ARCHI. ( 51 ) Pri,Fortuna,perun solmomento Gli occhi, cui buja notte orrida cuopre , E mira,leiltuo folleafproardimento Contro Savio maggior sua forza adopre. Questi è il gran Plato , e quegli fon q u e cento Folle ! Rę Plato al tuo servil flagello ARCHITA TARENTINO RISCATTA PLATONE PRESO D A CORSARI. Empj ladron , per le cui mani, ed opre Schiavo il facefti; or com 'ei fparge al vento Gl’infranti lacci, e in libertà li fcuopre ? C o m e il trionfo , che del suo fervaggio Ornar credefti, e de' suoi guai far bello , Qual peve dilegudfli al caldo raggio ? Menalti , a un cenno fol d' Archita il saggio Cara tornò la libertàdi quello. Joan.Juven.T'arentin.Lib.3. Cap.2. e Se avvien , che della gloria i m i diftempre L a bella gloria è tua, fe Plato apprese Che del tuo Figlio al nome accrebbe ilvanto , Cic.de finib.bon.domal.Lib.5.* Lib 1.Fiscula Joan.Juven. Tarcntin. Lib. 3. Cap. 2. ARCHI. ( 52 ARCHITA MAESTRO DI PLATONE. C Figlio di puro core, e viva Immago , Che ' veroiocanto,efoldiluimi appago, Diceva un giorno Atene in dolci tempre, Dal tuo gran Figlio Archita il pregio fanto , E B alme di virtude auree contefe . Ella è mia pure , e téco i fafti io canto : Poich ?Ei tal lume in tutto il m o n d o accese , Nel gaudio , el corc infuperbito , e pago Pel mio Plato or fen vada,un don si vago A te ,Tarento mio,debbo maifempre. " ARCHITA CAMPA PLATONE DALLA MORTE INTENTATAGLI DA DIONISIO TIRANNO. AR, 53 D u e Polato ilscan Plato,ahimè,quelfaggio, t Veloce ( ahi laffo !) a tramontar quel raggio Det rio fallir le pene : omai trionfi Si bella dote, e vinca ancor Sapienza. Si diffe Archita ; e i fieri petti , e tronfi. Placando al gran poter d'aurea Eloquenza, Morrà , perchè un Tiranno indegno d'ostro Sogna fofpetti, e teme indarno oltraggio ? Correrà , che dà lume al secol nostro ? Ed io,perchèpiù viva,ancor non mostro, N o n m o f t r o, a n c o r d e l l ' A n i m a il c o r a g g i o ? N o , che non porterà l'alma Innocenza < Plato all'ombra viveade'suoi trionfi. Cic. Lib. 5. Tuscul. Diogen. Laeft.38 Vit.Archyt., o Platon. Juan. Juven. Tarentin. Lib.3. Cap.2 . Ital.Sacr. in Torentin. Metrop. tom. 9. Plutar . in Platon . Sabell. Ennead.4.Lib.3. D2 ARCHITA TARENTINO A PLATONE . Se amica pioggia a temprar mai l'ardore Scende dal Ciel ,non giace no più china La fronte lor,ma col nacio colore S'innalza si, che al Ciel più si avvicina ; Lasso ! calo io restai, allor che infermo Starteneudjfrapene,o mio buon Plato Senza ajuto languendo , e senza schermo . Ma orchedicuavitaalprimostato Fatto hai ritorno , io mi rinfranco , e fermo Pertemi rendo,cfon,qualpria,beato. ( 54 ) Q Diogen. Laert.in vit.Archyt. Joan.Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Val Yenza umor giglio languisce,o fiore, E scolorito à terra ilcapo inchina, Questo ilvermiglio onor,quello ilcandore Perdendo a poco a poco in sua ruina : PLA . Q A te del loro Autor duce sì pio In mezzo del cammino elle si stanno , pss .) M a giugnere alla meta orgogliosette Ben le vedrai , fe nuovo spirto avranno , PLATONE MANDA ISUOI COMMENTARY AD ARCHITA TARENT INV. Veste assai più , che dell'ingegno mio , Opre de'tuoi fudori,onde a be'studj Delle più gloriofe alte virtudi La mia mente infiammaiti,el buon deslo, Opre dunque son elle ora imperfette. Raroè peròl'onor,seateverranno; Più raro , le giammai fien da te lette. Diogen Lacrt. in vit. Archyt. Joan. Jurien. Tarentin . Lib .3. Cap. 2. Platon.in Epift.12. 0 Vengono,Archita.O :tu leleggi,e inudi Sensi del tuo faver poi mi dischiudi Con quellalibertà,concuileinvio, PLA, Gloria dai tuoisi provvidifudori, Soffri in regnar , grida la Patria ,e uffici Mostra di quel,che sei,Signor de cuori, E tumalgradoimperi?etilamente Non fei;la Patria hà in te parte del tutto . N o n oscuro è il linguaggio ; odi mia mente : O rendiallatuaPatriailben,ch'èsuo, O delsuobenfà,ch'ellan'abbiailfrutto. Cic definib.bonor.comalor.Lib.2. Lib.ladeOffic. Joan.Juven.Tarentin. Lib.i. in Prefate do Lib.z. Cap.2. Platon. in Epif.gi PL ATO NE TÀRENTINO . V Nmalele folo ( 36 i ADARCHITA O n , a se folo no , nasce agli Amici , Nafce alla Patria l'Uom , nasce aMaggiori, E dal bel nascer suo giorni felici Speran questi, e sperar voglion tesori. O r foffri, o Figlio , o tu , che tanta elici D e' gran pubblici affari? ah che fol tua AD 1 0 ) 1 ( 57 ) SULLA 3 AD ARCHITA TARENTINO, Del buon governo,eloro fren spogliace; O naufragar,dall'empie arti indiscrete Di piggior Duce a morte ria guidate: El soffrirandelcuorletempre?ahfiamma D'amor mostrate,evoilaPatriabella Reggete:omai con quell'ardor ,che infiammar Così lungi da leistrage rubella Sen fuggirà,qualCervioa icolpi,o Damma, O , che viver a voinon maipotrete; Se non vivrete ad altri se se pensate Goder mai signoria , nè servirete Alle pubbliche cose ,alle private , O vacillar ben presto le vedrete E poi fia vostra gloria il ben di quella . In argument. 9. ad Epift. 9. Platon, DARCHITA A d d e Archita , e vidjo senza conforto E scorse fino all' ultimo confine La Terra,eilCielcoll'artifuedivine, Archita il grande , il nostro Padre è morto ! Del mar le Dive usciro al pio lamento , ) S U L L A M O R T E. Pianger lo stuol da rio dolore assorto . Oimè ,dicean,chi dall'Occafo all'Orto, CAdele Dell'alte sue virtudi,e pellegrine, Pallido il viso , e lacerato il crine, E in lor leggendo i gran pubblici danni Pianfero', e poi partiro , e di Tarento GiunteallaReggia:orvestiinegri panni D a e r ,bella Città : per tuo tormento Aichita è morto ahi sulbel fior degli anni ! H o r a t . L i b . 1. o d . 2 8 . Joan.Juven.Tarentin Lib 3.Cap.2. INVE E Diede il Popot Matin l'ultime prove . Se'l crudo suo destino unqua vi spiacque Le bell*ossadiLui,chetantopiacque A b b i a n lieve la terra ; e poi partite . Horat. Lib. 1. od. 28. Joan.Juven.Tarentin.Lib.3.Cap.za SUL (59 ) INVITO A RIMIRARE IL TUMULO D'ARCHITA PRESSO AL LIDO MATINO, Ccop Urna funefta.Alme ben nate, Cui di pietà l'amabil forza muove , D e h fermatevi alquanto , e rimirate , Pria di ftendere il passo agile altrove . Qui le fante d Archita ossa onorate Giaccion fepolte , e qui fpargendo nuove: Piogge d'amaro pianto , di pietate Del passato dolore in segno ah dite : . th Allor , che in mar precipitò , smarrite Sue forze,einfrantoilleguoinmezzo all'acques Di Natura le fonti più segrete ; Chi dall'onda fatal raplo diLete L e naufraghe virtudi , e l ebbe accanto ; Chi le vie seppe drittamonte torte , i PercuilaLuna appar',elSols’asconde, ( 60 ) Aili ah yoi le face offa , e'l cener fanto Di quell Almagentilahicitogliete, C h e fù si chiara al M o n d o , e vi godete Della vera fapienza il facro immanto . Chi a noi mostrò con tanto studio , e tanto Horat.Lib. i.od.28. . Joan. Juven.Tarentin. lib. 3: Cap. 2. ȘUL SEPOLCRO EUDOS D.ARCHITA TARENTINO . Chi 'n Terra,e 'n Ciel la ferma,emobilsorte; C h i c o m e il.F o c o , e l A e r e , e l ' S u o l o , e l ' O n d e S'abbraccin,seppe,orquìsengiace.Oń Morte, O h duri fastí, ohcieche ombre profonde? S quanto mai dibelloinCielfiadditag; Ne panni no,ma nella mente fiede. Diogen.Laert.in vit.Eudox. Foreft. Tom .1. Lib. 8.Cap .4 Joan.Juven,Tarentin.Lib.3. Cap 2. ! Q. EUDOSSO DA GNIDO FAMOSISSIMO MATEMATICO DISCEPOLO ARCHITA NON FU'RICEVUTO DA PLATONE ALLA D Mira come in udir fuo ftile adorno La tuafuperbia,e'lfolleardireondanni. N o , non doveviil gran Figliuol d'Archita SUA SCUOLA ,PER ESSER POVERO , Vefti, o Platon , che tu schernisti un giorno Perchè di povertà fentia gli affanni Questi è colui (fe pur nol fai)che intorno Del fuo grave faver difpiega i vanni , Gnido vi fpenda il più bel fiordegli anni; E come giusta ad immortal tuo fcorno Si vilmente scacciar dalla tua fede Qualor baffamenava umile vita. Poichè virtude , onde 1 U o m farli erede.
Monday, September 13, 2021
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