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Thursday, September 30, 2021

Grice ed Allievo

 Imparare a parlare,osserva l'autore, è qualche cosa di più elevato che non imparare le lingue particolari; e noi impa riamo a parlare apprendendo la lingua materna.Questa lingua, che abbiamo imparato da piccini,quando la nostra intelligenza cominciava a schiudersi,costituisce per noi il linguaggio per eccellenza:ognialtranuova lingua,chesiapprenda,sicapisce soltanto mediante il suo paragone o rapporto colla lingua materna, ed a questa con maggior ragione convengono tutte lelodi,che noi attribuiamo alle lingue antiche come mezzi di coltura. Il bambino è sempre tanto desideroso di udirvi,che spesso vi interroga anche su cose conosciute, unicamente per aver occasione di ascoltarvi. Or bene tutto il mondo esteriore vien fatto comparire e brillare davanti alla fantasia del bambino m e d i a n t e il n o m e , c o n c u i v i e n d e s i g n a t o c i a s c u n o g g e t t o . T u t t o ciò,che è corporeo, venga analizzato sotto gli occhi del fan ciullo durante i suoi due primi lustri, ma non gli si faccia analizzare affatto tutto ciò,che è solo spirituale. L'autore riguarda la lingua materna siccome la più inno cente delle filosofie pel fanciullo, siccome il più valido eser cizio di riflessione.Parlategli molto e con precisione,ed anche daluiesigetelaprecisione.Unaproposizioneoscura,ma che diventa chiara se ripetuta una volta, provoca l'attenzione e rinforza l'intelligenza. Non temete mai di non essere intesi, e nemmeno se si tratta di intere proposizioni.La vostra faccia, il vostro accento, e il vivo bisogno che sente il fanciullo di comprendere, rendono chiara la cosa per metà ;e questa prima metà farà col tempo capire anche l'altra.Pensate che ifanciulli,  84 CAPITOLO VII. 1. Il linguaggio e la scrittura.   SVILUPPO DELLA TENDENZA ALLA COLTURA DELLO SPIRITO 85 come facciamo noi per la lingua greca o per qualunque altra lingua straniera,imparano prima a capirelanostra lingua,che a parlarla.Al bambino parlate sempre come se avesse qualche anno di più.L'educatore,ilquale a torto attribuisce al suo inse gnamentotroppapartediciò,cheimparal'alunno,ricordiche il bambino porta già pronto in se medesimo ed imparato tutto ilsuomondo spirituale(cioèleideemoraliemetafisiche),eche la lingua con tutte le sue immagini sensibili non serve che a rischiarare questo mondo interiore. Qui trova suo luogo la questione dello studio delle lingue classiche come mezzo di coltura mentale.L'autore riguarda lo studio della lingua latina come una ginnastica dello spirito, che ne riceve una scossa ed eccitazione salutare.Esso studio, non tanto in virtù del mero vocabolario,quanto in forza della grammatica,che è la logica della lingua,costringe lo spirito a ripiegarsi sopra di sè,a riflettere sulle parole, considerandole come un riverbero della propria attività intuitiva. Dal linguaggio l'autore passa a dire dello scrivere,ed anche su questo punto non sono meno assennati ed acuti isuoi accor gimenti.In sua sentenza,loscrivere,ancora più che ilparlare, separa e concentra le idee,perchè il suono meccanico della parola parlata insegna a scosse e passa rapido, mentre i carat teri della scrittura parlano in modo continuato e distinto. Lo scrivere facilita la produzione delle idee assai più che ilsuono rapido della parola,essendo esse una veduta interiore più che un'audizioneesteriore.Ma l'autorenonhaavvertito,chesotto altri riguardi la parola parlata assai sovrasta alla parola scritta, essendochè quella è parola viva,che esce animata dall'interiore organismo e discende potente nell'anima di chi la ascolta, mentre questa è parola morta, che esce dalla penna inanimata e non è che una debole eco della prima. E s e r c i t a t e d i b u o n ' o r a , e g l i p r o s e g u e , il f a n c i u l l o a s c r i v e r e ipensieri suoi proprii piuttostochè ivostri.Risparmiateglii temi comunissimi , quali sarebbero le lodi della diligenza , del maestro di scuola,dei governanti ecc.Niente più nuoce a qual siasi componimento , quanto la mancanza di un oggetto proprio e di inspirazione. Una lettera, provocata unicamente dalla volontà del maestro, e non da un bisogno del cuore,diventa una    2. Dell'attenzione. È avviso dell'autore,che l'attenzione,riguardata non in generale,ma specialeerivolta ad un particolare oggetto,non va raccomandata,nè suscitata o promossa con mezzi esteriori, quali sarebbero il premio od il castigo, poichè in tal caso il fanciullo più che all'oggetto proposto all'osservazione, terrebbe l'animo attento al premio, che lo attrae,od al castigo minac ciato. Pongasi mente , che esso non è atto a sostenere un'atten zione prolungata e non mai interrotta;perciò non pretendete, che anche trattandosi d'un argomento,che possa interessarlo, vi presti la sua attenzione in qualunque ora e luogo e per tutto il tempo prescritto dai nostri regolamenti scolastici. La novità è pure una potente attrattiva per l'attenzione, m a per ciò stesso non va sciupata ripetendo troppo spesso le medesime cose sicchè diventino monotone e stucchevoli.  morta apparenza di pensiero,un inutile consumo di materia mentale.Se fate scrivere lettere,siano rivolte ad una persona determinata e sopra un determinato oggetto.Lo scrivere una pagina eccita e sveglia l'intelligenza assai più che il leggere un libro intiero.Vi è tanto poca gente,che sappia scrivere con un po'di garbo, quanto son pochi coloro,che sanno dire quattro periodi continuati.

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