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Tuesday, July 28, 2020

Grice e Gioberti

Vincenzo Gioberti (Torino, 5 aprile 1801 – Parigi, 26 ottobre 1852) è stato un presbitero, patriota e filosofo italiano, nonché il primo Presidente della Camera dei deputati del Regno di Sardegna, esponente di primo piano del Risorgimento italiano. Ricevuta la prima istruzione dai padri dell'Oratorio di San Filippo Neri con la prospettiva del sacerdozio, si laureò in teologia nel 1823 e, nel 1825, prese gli ordini sacerdotali. All'inizio condusse una vita ritirata, ma gradualmente acquisì sempre più interesse negli affari del suo paese e nelle nuove idee politiche come anche nella pubblicistica sui temi di attualità. Parzialmente influenzato da Mazzini, lo scopo principale della sua vita divenne l'unificazione dell'Italia sotto un unico regime: la sua emancipazione, non solo dai signori stranieri, ma anche da concetti reputati alieni al suo genio e sprezzanti del primato morale e civile degli italiani. Questo primato era associato nella sua mente alla supremazia papale, anche se inteso in un modo più letterario che politico.  Fu perciò notato dal re Carlo Alberto di Savoia, che lo nominò suo cappellano. La sua popolarità e l'influenza in campo privato, tuttavia, erano ragioni sufficienti per il partito della corona per costringerlo all'esilio; non era uno di loro e non poteva dipendervi. Sapendo questo, si ritirò dal suo incarico nel 1833, ma fu improvvisamente arrestato con l'accusa di complotto e, dopo quattro mesi di carcere, fu bandito dal Regno sabaudo senza processo. Gioberti andò prima a Parigi[1] e, un anno dopo, a Bruxelles dove restò fino al 1845 per insegnare filosofia e assistere un amico nella direzione di una scuola privata. Nonostante ciò, trovò il tempo di scrivere diverse opere di importanza filosofica con particolare riferimento al suo paese e alla sua posizione.  Essendo stata dichiarata un'amnistia da Carlo Alberto nel 1846, Gioberti divenne libero di tornare in patria, ma si rifiutò di farlo fino alla fine del 1847. Al suo ritorno a Torino, il 29 aprile 1848, fu ricevuto con il più grande entusiasmo. Rifiutò la dignità di senatore che Carlo Alberto gli aveva offerto, preferendo rappresentare la sua città natale nella Camera dei deputati, della quale fu presto eletto presidente.  Il 16 dicembre 1848 cadde il governo. Il re nominò Gioberti nuovo presidente del Consiglio. Il suo governo terminò il 21 febbraio 1849. Con la salita al trono di Vittorio Emanuele II, nel marzo del 1849 la sua vita politica giunse alla fine. Per un breve periodo, infatti, ebbe un posto nel consiglio dei ministri, anche se senza portafoglio, ma un diverbio irriconciliabile non tardò a maturare. Fu allontanato da Torino con l'affidamento di una missione diplomatica a Parigi, da cui non fece più ritorno. Rifiutò la pensione che gli era stata offerta e ogni promozione ecclesiastica, visse in povertà e passò il resto dei suoi giorni a Bruxelles, dove si trasferì dedicandosi agli studi letterari. Morì improvvisamente di un colpo apoplettico il 26 ottobre 1852.  I primi due licei istituiti a Torino, nel 1865, celebrarono uno l'opera diplomatica di Cavour (il Liceo classico Cavour) e l'altro il pensiero, anche politico, di Gioberti (il Liceo classico Vincenzo Gioberti). Gli scritti di Gioberti sono più importanti della sua carriera politica; come le speculazioni di Rosmini-Serbati, contro cui scrisse, sono state definite l'ultima propaggine del pensiero medievale; anche il sistema di Gioberti, conosciuto come ontologismo, più nello specifico nelle sue più importanti opere iniziali, non è connesso con le moderne scuole di pensiero. Mostra un'armonia con la fede cattolica che spinse Victor Cousin a sostenere che la filosofia italiana era ancora fra i lacci della teologia e che Gioberti non era un filosofo.  Il metodo per lui è uno strumento sintetico, soggettivo e psicologico. Ricostruisce, come afferma, l'ontologia e comincia con la formula ideale, per cui l'Ens crea l'esistente ex nihilo.[2] Dio è l'unico ente Ens; tutto il resto sono pure esistenze. Dio è l'origine di tutta la conoscenza umana (le idee), che è una e diciamo che si rispecchia in Dio stesso. È intuita direttamente dalla ragione, ma per essere utile vi si deve riflettere, e questo avviene tramite i mezzi del linguaggio. Una conoscenza dell'ente e delle esistenze (concrete, non astratte) e le loro relazioni reciproche, sono necessarie per l'inizio della filosofia.  Gioberti è, da un certo punto di vista, un platonico. Identifica la religione con la civiltà e nel suo trattato Del primato morale e civile degli Italiani giunge alla conclusione che la chiesa è l'asse su cui il benessere della vita umana si fonda. In questo afferma che l'idea della supremazia dell'Italia, apportata dalla restaurazione del papato come dominio morale, è fondata sulla religione e sull'opinione pubblica; tale opera sarà la base teorica del neoguelfismo. Nelle sue ultime opere, Rinnovamento e Protologia si dice che abbia spostato il suo campo sull'influenza degli eventi. La sua prima opera, scritta quando aveva 37 anni, aveva una ragione personale per la sua esistenza. Un giovane compagno d'esilio e amico Paolo Pallia, avendo molti dubbi e sfortune per la realtà della rivelazione e della vita futura, lo ispirò alla stesura de La teorica del sovrannaturale (1838). Dopo questa, sono passati in rapida successione dei trattati filosofici. La Teorica è stata seguita dall'Introduzione allo studio della filosofia in tre volumi (1839-1840), dove afferma le ragioni per richiedere un nuovo metodo e una nuova terminologia. Qui riporta la dottrina per cui la religione è la diretta espressione dell'idea in questa vita ed è un unicum con la vera civiltà nella storia. La Civiltà è una tendenza alla perfezione mediata e condizionata, alla quale la religione è il completamento finale se portato a termine. È la fine del secondo ciclo espresso dalla seconda formula, l'ente redime gli esistenti.  I saggi (inediti fino al 1846) su materie più leggere e più famose, Del bello e Del buono hanno seguito l'introduzione. Del primato morale e civile degl'Italiani e Prolegomeni sulla stessa e a breve trionfante esposizione dei Gesuiti, Il Gesuita moderno, pubblicato clandestinamente a Losanna da Stanislao Antonio Bonamici[3], ha senza dubbio accelerato il trasferimento di ruolo dalle mani religiose a quelle civili. È stata la popolarità di queste opere semi-politiche, aumentata da altri articoli politici occasionali e dal suo Rinnovamento civile d'Italia, che ha portato Gioberti ad essere acclamato con entusiasmo al ritorno nel suo paese natio. Tutte queste opere sono state perfettamente ortodosse e hanno contribuito ad attirare l'attenzione del clero liberale nel movimento che è sfociato, sin dai suoi tempi, nell'unificazione italiana. I Gesuiti, tuttavia, si sono radunati attorno al Papa più fermamente dopo il suo ritorno a Roma e alla fine gli scritti di Gioberti furono messi all'indice. I resti delle sue opere, specialmente La filosofia della rivelazione e la Prolologia espongono i suoi punti di vista maturi in molte parti. Tutti gli scritti giobertiani, tra cui quelli lasciati nei manoscritti, sono stati pubblicati da Giuseppe Massari (Torino, 1856-1861). Il Ministero dei beni culturali ha affidato la redazione dell'edizione nazionale all'Istituto di Studi Filosofici "Enrico Castelli", presso l'Università La Sapienza di Roma[4]  Opere Edizione nazionale delle opere edite e inedite di Vincenzo Gioberti in 38 volumi.  Prolegomeni del Primato morale e civile degli italiani,[5] a cura di Enrico Castelli (1938) Primato morale e civile degli italiani,[6] a cura di Ugo Redanò (1938) Introduzione allo studio della filosofia, a cura di Alessandro Cortese (2001) Teorica del sovrannaturale, 3 voll., a cura di Alessandro Cortese (1970) Del rinnovamento civile d'Italia (1850) Vincenzo Gioberti, Del rinnovamento civile d'Italia, Scrittori d'Italia 14, vol. 1, Bari, Laterza, 1911. URL consultato il 29 giugno 2015. Vincenzo Gioberti, Del rinnovamento civile d'Italia, Scrittori d'Italia 16, vol. 2, Bari, Laterza, 1911. URL consultato il 29 giugno 2015. Vincenzo Gioberti, Del rinnovamento civile d'Italia, Scrittori d'Italia 24, vol. 3, Bari, Laterza, 1912. URL consultato il 29 giugno 2015. Note ^ Cfr. lettera di V. Gioberti a G. Leopardi del 27 ottobre 1833 in Scritti vari inediti di Giacomo Leopardi dalle carte napoletane, Firenze, Successori Le Monnier, 1906, pagg. 442 sgg.. Gioberti visse in Rue des marais S. Germain, hotel du Pont des Arts n° 3. ^ In lingua latina: "dal nulla", vedi anche la locuzione Ex nihilo nihil fit di Lucrezio. ^ Bonamici Stanislao Antonio, su Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 17 marzo 2018. ^ Istituto Castelli-Università di Roma Archiviato il 15 marzo 2008 in Internet Archive. ^ Anteprima disponibile su books.google. ^ Anteprima della II edizione disponibile su books.google. Bibliografia Giuseppe Massari, Vita di Vincenzo Gioberti, Firenze, 1848. Antonio Rosmini Serbati, Vincenzo Gioberti e il panteismo, Milano, 1848. Charles Bohun Smyth, Christian Metaphysics, 1851. Bertrando Spaventa, La Filosofia di Gioberti, Napoli, 1854. Achille Mauri, Della vita e delle opere di Vincenzo Gioberti, Genova, 1853. Giuseppe Prisco, Gioberti e l'ontologismo, Napoli, 1867. Pietro Luciani, Gioberti e la filosofia nuova italiana, Napoli, 1866-1872. Domenico Berti, Di Vincenzo Gioberti, Firenze, 1881. Giorgio Rumi, Gioberti, Bologna, Il mulino, 1999. Mario Sancipriano, Vincenzo Gioberti: progetti etico-politici nel Risorgimento, Roma, Studium, 1997. Francesco Traniello, Da Gioberti a Moro: percorsi di una cultura politica, Milano, Angeli, 1990. Gianluca Cuozzo, Rivelazione ed ermeneutica. Un'interpretazione del pensiero filosofico di Vincenzo Gioberti alla luce delle opere postume, Milano, Mursia, 1999. Marcello Mustè, La scienza ideale. Filosofia e politica in Vincenzo Gioberti, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2000. Marcello Mustè, Il governo federativo, Roma, Gangemi, 2002. Alessio Leggiero, Il Gioberti Frainteso. Sulle tracce della condanna, Roma, Aracne, 2013. Luigi Ferri, L'Histoire de la philosophie en Italie au XIX' siècle, Paris, 1869. Karl Werner, Die italienische Philosophie des 18 Jahrhunderts, ii. 1885. Raffaele Mariano, La Philosophie contemporaine en Italie, 1866. L'esauriente voce della Allgemeine Encyclopädie di Ersch e Gruber, a firma di R. Seydel Francesco Traniello, GIOBERTI, Vincenzo, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 55, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2001. URL consultato l'11 ottobre 2017. Modifica su Wikidata Voci correlate Società nazionale per la confederazione italiana Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a Vincenzo Gioberti Collabora a Wikiquote Wikiquote contiene citazioni di o su Vincenzo Gioberti Collabora a Wikimedia Commons Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vincenzo Gioberti Collegamenti esterni Vincenzo Gioberti, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. Modifica su Wikidata (EN) Vincenzo Gioberti, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc. Modifica su Wikidata Vincenzo Gioberti, su accademicidellacrusca.org, Accademia della Crusca. Modifica su Wikidata Vincenzo Gioberti, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Modifica su Wikidata Opere di Vincenzo Gioberti, su Liber Liber. Modifica su Wikidata Opere di Vincenzo Gioberti, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Modifica su Wikidata (EN) Opere di Vincenzo Gioberti, su Open Library, Internet Archive. Modifica su Wikidata Vincenzo Gioberti, su storia.camera.it, Camera dei deputati. Modifica su Wikidata (EN) Vincenzo Gioberti, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. Modifica su Wikidata Marcello Mustè, Vincenzo Gioberti, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2012.  Predecessore Presidente del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna Successore Flag of Italy (1861–1946).svg Ettore Perrone di San Martino dicembre 1848 - febbraio 1849 Agostino Chiodo V · D · M Presidenti del Consiglio dei ministri del Regno di Sardegna Predecessore Presidente della Camera dei deputati Successore Nessuno 8 maggio 1848 - 30 dicembre 1848 Lorenzo Pareto V · D · M Presidenti della Camera dei deputati Controllo di autorità VIAF (EN) 14784749 · ISNI (EN) 0000 0001 0871 8269 · SBN IT\ICCU\CFIV\031462 · LCCN (EN) n79082053 · GND (DE) 118717529 · BNF (FR) cb120293941 (data) · BNE (ES) XX1142031 (data) · NLA (EN) 35929211 · BAV (EN) 495/71816 · CERL cnp00398783 · WorldCat Identities (EN) lccn-n79082053 Biografie Portale Biografie Cattolicesimo Portale Cattolicesimo Politica Portale Politica Risorgimento Portale Risorgimento Categorie: Presbiteri italianiPatrioti italiani del XIX secoloFilosofi italiani del XIX secoloNati nel 1801Morti nel 1852Nati il 5 aprileMorti il 26 ottobreNati a TorinoMorti a ParigiPersonalità del RisorgimentoPresidenti del consiglio dei ministri del Regno di SardegnaStoria delle relazioni tra Santa Sede e Stato italianoPresidenti della Camera dei deputatiMembri dell'Accademia delle Scienze di TorinoGoverno BalboGoverno CasatiGoverno GiobertiGoverno de LaunayFederalistiDeputati della I legislatura del Regno di SardegnaDeputati della II legislatura del Regno di SardegnaDeputati della III legislatura del Regno di Sardegna[altre]

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