Grice e Nannini
– il corpo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Siena). Filosofo. Grice: “Nannini has intuitions in
Italian.” Grice: “I agree with
Nannini about the naturalism: the ‘anima’ is there to ‘explain’ ‘spiegare’ the
action, ‘l’azione’ – He is the Italian Muybridge!” – Grice: “The Nannini series
is the equivalent of the Muybridge series” Studia a Firenze con Luporini e Landucci
e, inizialmente, con Cesare Luporini. Ha accompagnato la sua attività di
ricerca in campo filosofico ed i suoi impegni accademici con una intensa
attività politica a Siena come militante del Partito Comunista Italiano. È
stato Professore di Filosofia Morale all'Urbino (1986-1992) e di Filosofia
Teoretica all’Università Siena (1992-), dove ha insegnato per alcuni anni anche
filosofia della mente ed è stato principale cofondatore e direttore di una
scuola di dottorato interdisciplinare in Scienze Cognitive. È stato inoltre più
volte, dal 1989 al, visiting professor presso le Osnabrück, North London,
Bremen e Oldenburg. Attualmente in pensione, è ancora pro tempore Docente
Senior presso l’Siena e dal è direttore
di Rivista Internazionale di Filosofia e Psicologia (RiFP). I suoi studi
giovanili si sono incentrati sulla filosofia delle scienze sociali, lo
strutturalismo francese e la storia del pensiero antropologico.
Successivamente, rivoltosi alla filosofia analitica ed in particolare alla
teoria dell’azione, ha cercato di sviluppare il “naturalismo metodologico”
criticando il ritorno di neo-wittgesteiniani come G.H. von Wright alla
distinzione storicistica tra scienze della natura e scienze dello spirito.
Sempre muovendosi entro la filosofia analitica, ma rivolgendo il proprio
interesse alla filosofia pratica, ha difeso il non cognitivismo in meta-etica.
A partire dagli anni Novanta Professoresi è infine spostato dalla teoria
dell’azione alla filosofia della mente. In una prima fase si è occupato
soprattutto della storia del concetto di mente, per approdare dopo il 2000 ad
una forma di naturalismo cognitivo basata su una soluzione fisicalistico-eliminativistica
del problema mente-corpo. Saggi: “Il pensiero simbolico” (Bologna, Il
Mulino); “Cause e ragioni” -- Modelli di spiegazione delle azioni” umane nella
filosofia analitica” (Roma, Riuniti); “Il Fanatico e l'Arcangelo” -- Saggi di
filosofia analitica pratica, Siena, Protagon. “L'anima e il corpo” -- Una introduzione storica alla filosofia dell’animo,
Roma, Laterza; “Naturalismo” cognitivo: Per una “teoria materialistica” dell’animo,
Macerata, Quodlibet, “La Nottola di Minerva” -- Storie e dialoghi fantastici
sulla filosofia dell’animo” (Milano, Mimesis);“Educazione, individuo e società”
Torino, Loescher ), L’animo può essere naturalizzata?, Colle di Val D’Elsa (Siena),
SeB Editori. Saggi, Freud e l'antropologia, in La Cultura. Rivista di
Filosofia, Letteratura e Storia, “ Il materialismo “primario”, in, Il pensiero
di Luporini” ( Milano, Feltrinelli); “L'anomalia dell’animo «Rivista di filosofia»,
Corpi animati, nel dibattito contemporaneo, in L’animo, Milano, Mondadori, I corpi animati e e
società nel naturalismo forte, nella Civiltà delle Macchine», Realismo
scientifico e ontologia materialistica, in «Giornale di metafisica», Nicolaci G., Perone U., Ontologia e
metafisica, Il concetto di verità in una prospettiva naturalistica, in Amoretti
M.C., Marsonet M., Conoscenza e verità” (Milano, Giuffré); “L’Io come Direttore
Assente” (in Cardella V., Bruni D., Cervello, linguaggio, società: Atti del
Convegno di Scienze Cognitive, Roma, CORISCO, Orologi, animo e cervello:
Riflessioni preliminari su tempo reale e tempo fenomenico tra fisica teorica e
filosofia dell’animo, in Amoretti M.C., Natura umana, natura artificiale” (Milano,
Angeli); Rappresentazioni naturalizzate, in «Sistemi intelligenti», Kant e le
scienze cognitive sulla natura dell’Io, in Amoroso L., Ferrarin A., La Rocca C.,
Critica della ragione e forme dell'esperienza’ (Pisa, Edizioni ETS); Realismo
scientifico e naturalismo cognitivo, La coscienza può essere naturalizzata?, in
Nannini S., Zeppi A., L’animo può essere naturalizzata?, Colle di Val D’Elsa (Siena),
SeB Editori, In-conscio, co-scienza e
intenzioni nel naturalismo cognitivo, in «Sistemi intelligenti», La svolta
cognitiva in filosofia, in «Reti, saperi, linguaggi: Naturalismo cognitivo: Per
una teoria materialistica dell’animo, Quodlibet, Sandro Nannini, La Nottola di Minerva: Storie
e dialoghi fantastici sulla filosofia dell’animo, Mimesis. Nannini. Keywords:
corpi animati, l’interazione dei corpi animati -- Luigi Speranza: “Grice e
Nannini: il santo, l’eroe, il fanatico, l’arcangelo” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702118872/in/photolist-2mLJSEC
Grice e Nardi – dantesco – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Spianate di Altopascio). Filosofo. Grice: “The Italians are fortunate:
with Alighieri they can philosophise about him!” Primogenito di una famiglia benestante, composta di nove figli,
viene avviato sin dalla tenera età alla carriera ecclesiastica. Nel 1896 entra
nel collegio dei frati francescani a Buggiano e nel 1900, a sedici anni,
diventa chierico, assumendo il nome di frate Angelo. Uscì dal convento di
Buggiano perché non aveva intenzione di continuare nella vita religiosa,
avendone perduta la vocazione. Proseguì gli studi di filosofia e teologia
frequentando il convento di Sant'Agostino di Nicosia in provincia di Pisa.
Volendo proseguire gli studi, i genitori gli indicarono un'unica strada, quella
di entrare in seminario e diventare prete. Nel 1902 Nardi venne ammesso al
seminario di Pescia e il 4 marzo 1907 diventò sacerdote. Qui si avvicinò
fugacemente al movimento Modernista, condannato da papa Pio X con l'Enciclica
Pascendi. Nel 1908 Nardi sostenne l'esame di concorso per una borsa di
studio triennale conferita dall'opera Pia Galeotti di Pescia al fine di
frequentare un corso di perfezionamento filosofico presso l'Università
Cattolica di Lovanio (Belgio). Nel 1909 Nardi aveva da poco iniziato a
frequentare l'Università Cattolica di Lovanio che già decise l'argomento
della sua tesi di laurea Sigieri di Brabante nella Divina Commedia e le fonti
della filosofia di Dante, che venne discussa con Maurice De Wulf. La lettura
dell'opera di Pierre Mandonnet, nella parte dedicata a Sigieri, non persuadeva
Nardi sulla soluzione data al problema della presenza di questo averroista nel
Paradiso dantesco. Due pregiudizi la inficiavano: il primo “consisteva in
un'inesatta visione storica di quello che nel Medio Evo e nel Rinascimento era
stato l'averroismo. Il secondo pregiudizio del Mandonnet era quello di ritenere
il pensiero filosofico di Dante conforme in tutto e per tutto a quello di San
Tommaso." Nel momento in cui Nardi entrava a Lovanio abbandonò il
modernismo teologico, ma non abbracciò la filosofia neo-scolastica che quella
Università belga stava elaborando. Non aveva senso per lui ripetere, sul finire
dell'Ottocento, nell'epoca del positivismo, l'operazione culturale di San
Tommaso che prevedeva l'unificazione di fede e ragione. Il metodo di
lavoro che Nardi seguì nel corso della sua vicenda di studioso e ricercatore,
rimase sempre improntato al massimo rigore filosofico, risentendo come una
traccia indelebile dell'esperienza di Lovanio, dove dovette affrontare studi
scientifici. Per Nardi l'interpretazione del testo coincide con la libertà, ma tale
atto libero non può attivarsi senza uno scrupoloso lavoro di scavo e ricerca
del materiale documentario, l'esatta interpretazione filosofica dei
testi. Ottenuta un'ulteriore borsa di studio dall'Opera Pia di Pescia
frequenta corsi di filosofia a Vienna, Berlino, Bonn. Oltre alla pubblicazione della
propria tesi su Sigieri nella “Rivista di filosofia neo-scolastica”, Nardi vi
pubblicò altri interventi spesso critici con la linea editoriale del periodico.
scritto ai corsi dell'Istituto di Studi Superiori di Firenze perché voleva
riconoscere in Italia la sua laurea in filosofia conseguita a Lovanio. A
Firenze discuterà la tesi di laurea in filosofia dedicata alla figura del
medico e filosofo padovano Pietro d'Abano. Collaborava alla “Voce”, rivista
fondata da Giuseppe Prezzolini con il quale mantenne per lunghi anni una fitta
corrispondenza. Nell'autunno 1914 Nardi volle abbandonare il sacerdozio.
In una successiva lettera del 1941 indirizzata al vescovo Angelo Simonetti,
spiegava che era stato l'ambiente familiare a spingerlo nel 1907 a chiedere la
sacra ordinazione, con preghiere e minacce. Di trasferì a Mantova per insegnare
filosofia presso il liceo classico Virgilio, dove vi restò fino al quando si
trasferì a Milano. Ha da Giovanni Gentile un incarico per l'insegnamento della
filosofia medievale presso la facoltà di lettere dell'Roma. Tuttavia non
ottenne la cattedra universitaria (se non dopo molti anni), a causa dell'art. 5
del Concordato in base al quale la curia romana escludeva i sacerdoti secolarizzati
dall’insegnamento. Gli fu assegnata la “Penna D’Oro” dal presidente del
Consiglio Fernando Tambroni. Nel 1962 gli fu conferita la laurea honoris causa
da parte dell’Padova e da parte di quella di Oxford. Le opere e gli studi
su Alighieri si è dedicato instancabilmente per di più in mezzo secolo allo
studio del pensiero di Dante, anche quando si occupava di Virgilio, di Sigieri
di Brabante, di Pietro Pomponazzi. Nardi ha saputo mettere in discussione
schemi consolidati, ha aperto strade nuove, ha formulato proposte inedite che
ci permettono di avere una più esatta comprensione dei testi danteschi. Una
costante di Nardi è di aver conservato sempre una propria autonomia, se non un
vero e proprio distacco, rispetto agli ambienti culturali in cui si era
trovato ad agire, fossero Lovanio, Firenze o Roma. Il coraggio con cui seppe
polemicamente ribaltare tesi consolidate negli ambienti accademici, gli
fruttarono ingiustamente isolamento e non adeguata considerazione rispetto alle
sue acquisizioni veramente anticipatrici. Basti pensare alle sue tesi
sull'averroismo latino, all'importanza data alla figura di Avicenna, di Alberto
Magno, al rifiuto del preteso tomismo di Dante. E se di Gentile parlava come di
un "vero e grande maestro", dandogli ragione nella sua polemica con
il De Wulf (relatore della sua tesi a Lovanio), Nardi pur tuttavia non aderirà
al Neoidealismo, ma vi trarrà soltanto spunti e stimoli per le sue
ricerche. L'incontro con Dante costituisce per Nardi l'episodio decisivo
della sua vita intellettuale e morale. Scriverà nel 1956: "in Dante trovai
il vero e primo maestro, quello a cui debbo la maggior gratitudine". Il
senso della sua ricerca è stato interrogare il "miracolo" della
Divina Commedia, questo "singolare poema sbocciato all'improvviso contro
tutte le buone regole dell'arte e del dittare". Secondo Nardi nella
commedia è custodita la Verità, che si è manifestata ad un poeta ispirato da
una profetica visione. La lunga fatica del Nardi è giunta a concludere che la
filosofia di Dante non si riduce a nessun sistema codificato; è una sintesi
complessa tendente a superare le antinomie e che mantiene intera la sua
spiccata originalità, il suo personalissimo pensiero. Per arrivare a coglierlo
occorre da una parte ristabilire il preciso significato delle parole in
rapporto alla terminologia filosofica e scientifica del Medioevo, e ricostruire
dall'altra l'ambiente culturale e l'atmosfera spirituale nelle quali Dante si
muoveva per arrivare a determinare la fonte, il libro letto da Dante.
Nardi ha gettato luce su molti elementi e suggestioni che Dante derivava dalla
filosofia araba e neoplatonica. Essenziali per comprendere Dante sono Alberto
Magno e Sigieri più di Tommaso; così come il neoplatonismo e la cultura araba
più dello scolasticismo aristotelico. A Nardi interessava particolarmente
affrontare il tema della "visione dantesca", esperienza profetica che
seppe tradurre come nessun altro nel linguaggio della Divina Commedia. La
visione di Dante non è finzione letteraria, è rivelazione reale dell'aldilà,
concessa da Dio in virtù di un supremo privilegio. Dante visse il rapimento
mistico ed estatico al terzo cielo come esperienza reale. Dante credette di
essere sceso veramente nell'Inferno, salito veramente al Purgatorio e al
Paradiso. Per Nardi la Commedia si distacca dagli altri scritti di Dante,
perché ne è il loro compimento. Tale culmine si realizza attraverso
un'esperienza eccezionale, di origine mistico-religiosa a lui soltanto
riservata, una rivelazione che ha il potere di trasformare e rendere nuove
tutte le altre opere precedenti. L'opera dantesca, secondo Nardi, si deve
suddividere in tre fasi: la prima fase, che termina a venticinque anni, è sotto
l'influsso di Guinizzelli, assente del tutto la filosofia. La seconda fase,
quella filosofico-politico, coincide con le rime allegoriche, il Convivio, il
De vulgari eloquentia e la Monarchia. La terza fase, quella della poesia
profetica, coincide con la Divina Commedia, poema che segna il ritorno
all'unità della filosofia cristiana. Dante vi compare come profeta che deve
annunciare al mondo l'avvento di un inviato di Dio per la redenzione umana. La
Commedia è "poema sacro", la sua è poesia religiosa. Nardi vede in
questa terza fase finalmente riconciliarsi la speranza cristiana spezzatasi con
l'aristotelismo e l'avverroismo. Per Nardi l'aristotelismo è inconciliabile con
il cristianesimo, e il tomismo pertanto è "il più strano paradosso del
pensiero umano". La Commedia testimonia della riunificazione della
filosofia con la rivelazione di Dio. Dante visse una visione profetica,
esperienza che mancò ad Aristotele. L’'Accademia dei Lincei gli ha
conferito il Premio Feltrinelli per la Filosofia. Saggi: “Flosofia dantesca” (Bari, Laterza) – ALIGHERI
-- ; “Critica dantesca” (Milano, Ricciardi); “Filosofia dantesca” (di
Alighieri) (Firenze, Nuova Italia); “La filosofia medievale” (Roma, Ed. di storia
e letteratura); “Alighieri” (Roma, Laterza). Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,."Giornale
Critico della Filosofia Italiana",
Premi Feltrinelli, su lincei, Medioevo e Rinascimento,” Firenze, Sansoni, Alberto
Asor Rosa, Dizionario della letteratura italiana del Novecento, ad vocem
Sigieri di Brabante e Alessandro Achillini, Di un nuovo commento alla canzone
del Cavalcanti sull'amore, “Cultura neo-latina”, Noterella poetica
sull'averroismo di Cavalcanti, Rassegna filosofica, Sigieri di Brabante e le
fonti della filosofia di Alighieri, in “Rivista di filosofia neoclassica” Sigieri
di Brabante nella Divina Commedia e le fonti della filosofia di Alighieri,
Spianate, La teoria dell'anima o animo e la generazione delle forme secondo
Pietro d'Abano, “Rivista di filosofia neoscolastica”, Vittorino da Feltre al
paese natale di Virgilio, in “Atti del IV Congresso nazionale di Studi Romani”,
Roma, Lyhomo (note al “Baldus” di T. Folengo), “Giornale critico della
filosofia italiana”, “Nel mondo di Alighieri” (Edizioni di Storia e
Letteratura, Roma); “Sigieri di Brabante nel pensiero del rinascimento
italiano” (Edizioni italiane, Roma); “Alighieri profeta, in Dante e la cultura
medioevale; “Saggi di filosofia dantesca” (Bari, Laterza); “La mistica averroistica
e Pico”; “L' aristotelismo padovano (Firenze, Sansoni) – i lizii -- già edita
in “Archivio di filosofia, Umanesimo e Machiavellismo”, Padova); “Il
naturalismo del Rinascimento, Corso di storia della filosofia. T. Gregory, Roma,
Universitarie; “L'alessandrinismo nel
Rinascimento, Corso di Storia della filosofia. Anno accademico, I. Borzi e C. R. Crotti, Roma, “La Goliardica”
La fine dell'averroismo, Gli scritti di Pomponazzi. “Giornale critico della
filosofia italiana”, Le opere inedite di Pomponazzi. Il fragmento marciano del
commento al “De Anima” e il maestro di Pomponazzi, Trapolino, Il problema della
verità, soggetto e oggetto dell'conoscere nella filosofia antica e medioevale”
(Universale di Roma, Roma); “La crisi del Rinascimento e il dubbio cartesiano,
Corso di storia della filosofia T. Gregory, “La Goliardica” Il commento di
Simplicio al “De Anima” Archivio di filosofia”, Padova, La miscredenza e il
carattere morale di Vernia, Giornale critico della filosofia italiana, Le opere
inedite di Pomponazzi, “Giornale critico della filosofia italiana” Le
meditazioni di Cartesio, Lezioni di storia della filosofia. “La Goliardica”,
Roma, Pomponazzi e la cicogna dell'intelletto, “Giornale critico della
filosofia italiana” Il dualismo cartesiano, Corso di storia della filosofia. T.
Gregory, “La Goliardica”, Roma, Il dualismo cartesiano degl’occasionalisti a
Leibniz, Corso di storia della filosofia. T. Gregory, “La Goliardica”, Roma, Ancora
qualche notizia e aneddoto su Vernia, Giornale critico della filosofia
italiana, Marcantonio e Zimara: due filosofi galatinesi, “Archivio storico Pugliese” Un'importante
notizia su scritti di Sigieri a Bologna e a Padova alla fine del sec. XV,
“Giornale critico della filosofia italiana”, Contributo alla biografia di Feltre,
“Bollettino del Museo civico di Padova”, Letteratura e cultura del
Quattrocento, in “La civiltà veneziana del Quattrocento” (Firenze, Sansoni); “Appunti
intorno a Trapolin, In Miscellanea” (Edizioni di Storia e letteratura, Roma); “Copernico
studente a Padova”; “Studi e problemi di critica testuale. Convegno di studi di
filologia italiana nel centenario della Commissione per i Testi di Lingua,
Bologna, L'aristotelismo della Scolastica e i Francescani, in Studi di
Filosofia Medioevale” (Storia e letteratura, Roma); “Pomponazzi e la teoria di
Avicenna intorno alla generazione spontanea dell'uomo” (Mantuanitas vergilana –
(Ateneo, Roma); La scuola di Rialto e l'Umanesimo veneziano, in Umanesimo
Europeo e Umanesimo veneziano” (Sansoni, Firenze); “Studi su Pomponazzi” (Monnier,
Firenze); “I lizii di Padova” (Monnier, Firenze); “Corsi manoscritti di lezioni
e ritratto di Pomponazzi, in Atti del VI Convegno internazionale di studi sul
Rinascimento” (Sansoni, Firenze); “Studi su Pietro Pomponazzi” (Monnier,
Firenze); “Saggi e note di critica dantesca, Ricciardi, Filosofia e teologia ai
tempi di Alighieri in rapporto al pensiero del poeta, in Saggi e note di
critica dantesca” (Ricciardi, Milano); “Saggi e note sulla cultura veneta del
Quattro e Cinquecento Mazzantini, Antenore, Padova); “Saggi sulla cultura
veneta del Quattro e del Cinquecento Mazzantini, Antenore, Padova, Divina
Commedia, Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Enciclopedia dantesca,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Un profilo biografico, Consulenza
scientifica Società Dantesca Italiana. Bruno Nardi. Nardi. Keywords: dantesco,
Alighieri, animo, Pomponazzi, Virgilio, Enea, inferno, il concetto d’animo, la
filosofia romana nel secolo d’augusto – il secolo d’oro della filosofia romana –
il secolo augusteo, pico, abano. Refs.: H. P. Grice, “Lasciate ogni speranza
voi ch’entrate,” The Swimming-Pool Library. – Luigi Speranza, “Grice e Nardi:
il paradiso filosofico” --.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51717846758/in/photolist-2mN8u25-2mNbFJE-2mLQoLk-2mLEGPt-2mPrdWj-2mLDbnx-2mPCgo1-2mKAsyK-CntseF
Grice e Natoli – uomo tragico – origini
dell’antropologia romana – filosofia italiana – filosofia siciliana -- Luigi
Speranza (Patti). Filosofo. Grice: “I like Natoli. He
philosophises on the ‘uomo tragico’ at the source of western civilisation, and
also the experience of ‘pain’ at the source of it.” Si
laurea a Milano, dove ha trascorso gli anni nel Collegio Augustinianum. Insegna
a Venezia e Filosofia della politica alla Facoltà di Scienze Politiche
dell'Università degli Studi di Milano. Attualmente è Professore di
Filosofia teoretica presso la Facoltà di scienze della formazione
dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Attività accademica In
particolare, Salvatore Natoli è il propugnatore di un'etica neopagana che,
riprendendo elementi del pensiero greco (in particolare, il senso del tragico),
riesca a fondare una felicità terrena, nella consapevolezza dei limiti
dell'uomo e del suo essere necessariamente un ente finito, in contrapposizione
con la tradizione cristiana. Filosofia del dolore Una particolare e
approfondita analisi sul tema del dolore è stata condotta da Natoli in diverse
sue opere. Il dolore è parte essenziale della vita e per gli antichi
filosofi greci era l'altra faccia della felicità: «I greci si sentono
parte e momento della più grande e generale natura, crudele e insieme divina,
si sentono momento di quest'eterno e irrefrenabile fluire, ove non vi è
differenza tra bene e male allo stesso modo in cui il dolore si volge nella
gioia e la gioia nel dolore» La natura infatti dava la vita e nello
stesso tempo crudelmente la toglieva. Il dolore in realtà fa parte della vita
ma non la nega: il dolore può essere vissuto e reso sopportabile se chi soffre
percepisce non la pietà dell'altro ma che la sua sofferenza è importante per
chi entra in rapporto con lui e con la sua sofferenza. Se chi soffre si sente
importante per qualcuno, anche se soffre ha motivo di vivere. Se non è
importante per nessuno può lasciarsi prendere dalla morte. Secondo Natoli
l'esperienza del dolore ha due aspetti: uno oggettivo, il danno («Nel momento
in cui la sofferenza è motivata attraverso la colpa, colui che soffre non solo
patisce il danno, ma ne diviene anche il responsabile»); e uno soggettivo, cioè
come viene vissuta e motivata la sofferenza. La stessa sofferenza è
interpretata in modo differente da diverse culture: per alcune il dolore fa
parte della contingenza del mondo fenomenico, dell'apparenza per altre invece,
è vissuto intensamente come ad esempio nel cristianesimo dove al dolore viene
associata la redenzione. Vi è una circolarità tra il dolore e il senso che fa
sì che, pur essendo il dolore universale, ad ognuno appartenga un dolore
diverso. Vi è dunque un senso del dolore e un non senso che il dolore
causa. Il dolore infatti contraddice la ragione che non sa darsi spiegazione
del perché il dolore abbia colpito proprio quell'individuo e per quali colpe
quello abbia commesso e, infine, perché il dolore travagli il mondo. Il
tentativo di rispondere a queste fondamentali domande fa sì che l'individuo
scopra nuove forze in lui che generino un vittorioso uomo nuovo che, partendo
dall'esperienza del dolore, s'interroghi sul senso dell'esistere, tenendo
sempre presente però, che il dolore può segnare anche una definitiva
sconfitta. Nel dolore l'uomo può scoprire le sue possibilità di crescita
ma questo non vuol dire disprezzare il piacere, sostenendo che questo, invece,
ottunde gli animi. Il piacere invece affina la sensibilità come accade per chi
ascolta frequentemente una buona musica. Il piacere invece è negativo quando
diventa «monomaniaco, eccessivo, quando, anziché sviluppare la sensibilità, la
fossilizza in un punto di eccessiva stimolazione. E l'eccessivo stimolo
distrugge l'organo.» A differenza del piacere, dell'amore che è dialogo tra
due, che è espansivo e affabulatorio anche quando è silenzioso, l'esperienza
del dolore chiude il singolo nella sua individualità e incomunicabilità, poiché
«il corpo sano sente il mondo, il corpo malato sente il corpo. E quindi il
corpo diventa una barriera tra il proprio desiderio, l'universo delle
possibilità, e la realizzabilità delle medesime possibilità.» Sebbene il
dolore sia "insensato" si cerca di spiegarlo con le parole spesso
inutili ed allora si cerca dapprima la parola "efficace" che offre la
tecnica o la parola "efficace" della preghiera, della fede, che non
annulla il dolore, ma dà una speranza nel miracolo. L'efficace uso della parola
per spiegare il dolore fa sì che gli uomini trovino conforto nella comune
sofferenza, in quella universalità del dolore dove però ognuno rimane nella sua
singolarità di senso. La parola efficace della tecnica per un verso ha
alleviato il dolore ma per un altro può creare delle condizioni di vita
tali per cui la stessa tecnica controlla il dolore senza togliere la malattia,
creando così un'esistenza prolungata senza futuro sotto la continua incombenza
della morte: «A partire dal Settecento, ma ancor più nel corso
dell’Ottocento, la tecnica è stata sempre di più associata alle filosofie del
progresso: infatti ha emancipato gli uomini dai vincoli naturali, ha ridotto il
peso della fatica, ha attenuato il dolore, ha accresciuto il benessere, ha
conteso lo spazio alla morte differendola sempre di più… ma la tecnica, oggi, è
nelle condizioni di interferire in modo profondo nei processi naturali
modificandone i cicli…» Una soluzione all'inevitabilità del dolore può
essere l'adesione a un nuovo paganesimo secondo l'antica visione greca
dell'accettazione dell'esistenza del finito e della morte dell'uomo. «Il
cristianesimo ha alterato l'anima pagana. Nel momento in cui il sogno di un
mondo senza dolore è apparso, non ci si adatta più a questo dolore anche se si
crede che un mondo senza dolore non esisterà mai. La coscienza è stata visitata
da un sogno che non si cancella più, e anche se lo crede inverosimile tuttavia
vuole che ci sia.» Anche il cristianesimo infatti teorizza l'uomo finito,
ma non essere naturale destinato alla morte, ma come creatura di Dio. Per il
cristiano la vita finita condotta secondo il dovere porta all'accettazione della
morte come passaggio a Dio. Per il neopaganesimo la vita finita è degna di
essere vissuta senza speranza di infinitezza ma vivendola secondo un ethos, che
non è dovere di obbedire a un comando morale con la speranza di un premio
eterno, ma buona e spontanea abitudine di una condotta consapevole
dell'universale fragilità umana. Saggi: “Soggetto e fondamento” -- studi
su Aristotele e Cartesio (Padova, Antenore); “La critica del linguaggio”
(Venezia, Marsilio); “Ermeneutica e genealogia -- filosofia e metodo” (Milano,
Feltrinelli); “L'esperienza del dolore -- le forme del patire” (Milano, Feltrinelli);
“Gentile” (Torino, Boringhieri); “Vita buona vita felice -- scritti di etica e
politica” (Milano, Feltrinelli); “Teatro filosofico -- gli scenari del sapere
tra linguaggio e storia” (Milano, Feltrinelli); “L'incessante meraviglia -- filosofia,
espressione, verità” (Milano, Lanfranchi); “La felicità -- saggio di teoria
degli affetti” (Milano, Feltrinelli); “I nuovi pagani” (Milano, Saggiatore); “Dizionario
dei vizi e delle virtù” (Milano, Feltrinelli); “La politica e il dolore” (Roma,
EL); “Soggetto e fondamento. Il sapere dell'origine e la scientificità della
filosofia” (Milano, Mondadori); “Delle cose ultime e penultime” (Milano, Mondadori);
“Natura, poesia, filosofia” (Milano, Mondadori); “Progresso e catastrophe -- dinamiche
della modernità” (Milano, Marinotti); “Dio e il divino” (Brescia, Morcelliana);
“La politica e la virtù” (Roma, Lavoro); “La felicità di questa vita -- esperienza
del mondo e stagioni dell'esistenza” (Milano, Mondadori); “L'attimo fuggente o
della felicità” (Roma, Edup); “Stare al mondo -- escursioni nel tempo presente”
(Milano, Feltrinelli); “Il cristianesimo di un non credente” (Magnano,
Qiqajon); “Libertà e destino nella tragedia” (Brescia, Morcelliana); “Stare al
mondo -- escursioni nel tempo presente” (Milano, Feltrinelli); “Parole della
filosofia o dell’arte di meditare” (Milano, Feltrinelli); “La verità in gioco”
(Milano, Feltrinelli); “Guida alla formazione del carattere” (Brescia, Morcelliana);
“Sul male assoluto -- nichilismo e idoli nel Novecento” (Brescia, Morcelliana);
“I dilemmi della speranza” (Molfetta, La Meridiana); “La salvezza senza fede” (Milano,
Feltrinelli); “La mia filosofia -- forme del mondo e saggezza del vivere” (Pisa,
Ets); “L'attimo fuggente e la stabilità del bene – la Lettera a Meneceo sulla
felicità di Epicuro (Roma, Edup); “Edipo e Giobbe -- contraddizione e paradosso”
(Brescia, Morcelliana); “Dialogo sui novissimi” (Troina, Città Aperta); “Il
crollo del mondo -- apocalisse ed escatologia” (Brescia, Morcelliana); “L'edificazione
di sé -- istruzioni sulla vita interiore” (Roma-Bari, Laterza); “Il buon uso
del mondo -- agire nell'età del rischio” (Milano, Mondadori); “Figure d'Occidente.
Platone, Nietzsche e Heidegger (Milano, AlboVersorio); “Eros e philia” (Milano,
AlboVersorio); “Nietzsche e il teatro della filosofia” (Milano, Feltrinelli); “Le
parole ultime -- dialogo sui problemi del fine vita” (Bari, Dedalo); “I
comandamenti: non ti farai idolo né imagine” (Bologna, Mulino); “Le verità del
corpo” (Milano, AlboVersorio) – IL CORPO -- Sperare oggi (Trento, Margine); “Le
virtù dei Giusti e l'identità dell'Europa -- la salvezza senza fede” (Feltrinelli);
“Enciclopedia multimediale delle Scienze Filosofiche. Il senso del dolore. In L'esperienza del dolore. L'esperienza del dolore nell'età della
tecnica. Siamo finiti. E anche la tecnica lo è, da Europa, I Nuovi pagani, Saggiatore, Milano, Treccani Enciclopedie,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Intervista per Il Rasoio di Occam, Video intervista
su Asia, su asia. Dov'è la vittoria? “l'Italia civile che resta minoranza”
intervista di, Il Fatto Quotidiano. Salvatore Natoli. Natoli. Keywords: uomo
tragico, origini dell’antropologia romana, Gentile, corpo. Chora di Platone,
antropologia degl’italiani, filosofia siciliana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Natoli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716787642/in/photolist-2mN34bs-2mN8ym7-2mLJR9r-2mLJQBK-2mLGD1p-2mKkA58
Grice e Nicoletti – quadrature ed implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Udine).
Filosofo. – Grice: “His diagramme
for ‘arbor porphyriana’ is also brilliant – ending with “Plato,” “Socrates.””
-- Grice: “I especially like his squaring the square of opposition!” -- Grice:
“A veritable genius, this Nicoletti.” --
Not under ‘Venezia’! -- paolo di venezia: philosopher, the son of Andrea
Nicola, of Venice He was born in Fliuli Venezia Giulia, a hermit of Saint
Augustine O.E.S.A., he spent three years as a student at St. John’s, where the
order of St. Augustine had a ‘studium generale,’ at Oxford and taught at
Padova, where he became a doctor of arts. Paolo also held appointments at the
universities of Parma, Siena, and Bologna. Paolo is active in the
administration of his order, holding various high offices. He composed
ommentaries on several logical, ethical, and physical works of Aristotle. His
name is connected especially with his best-selling “Logica parva.” Over 150
manuscripts survive, and more than forty printed editions of it were made, His huge sequel, “Logica magna,” was a flop. These
Oxford-influenced tracts contributed to the favorable climate enjoyed by
Oxonian semantics in northern Italian universities. Grice: “My favourite of
Paul’s tracts is his “Sophismata aurea”how peaceful for a philosopher to die
while commentingon Aristotle’s “De anima.”!” His nom de plum is “Paulus
Venetus.”— Paolo da Venezia Nota
disambigua.svg Disambiguazione"Paolo Veneto" rimanda qui. Se stai
cercando lo scrittore e vescovo nato a Venezia, vedi Paolino Minorita. Paolo da Venezia in una stampa ProfessorePaolo
da Venezia, o Paolo Veneto, vero nome Paolo Nicoletti (Udine), filosofo. Eremitano,
fu studente all'Oxford e docente all'Padova dal 1408 ove ebbe tra gli allievi
Paolo Della Pergola. Divenne ambasciatore veneto presso la corte polacca. Per le
sue idee teologiche e esiliato a Ravenna ma, due anni dopo, gli fu consentito
di tornare a Padova. Fu seguace di
Guglielmo di Ockham e Sigieri di Brabante e autore di vari trattati, tra cui
alcuni commenti ad Aristotele. Il suo trattato Logica magna fu utilizzato come
testo di insegnamento della logica all'Padova e può essere considerato la
maggiore opera di logica formale prodotta dal Medioevo. Opere: “Logica,” “Commenti alle opere di
Aristotele” “Expositio in libros Posteriorum Aristotelis,” “Expositio super
VIII libros Physicorum necnon super Commento Averrois,” “Expositio super libros
De generatione et corruptione” “Lectura super librum De Anima” “Conclusiones
Ethicorum” “Conclusiones Politicorum” “Expositio super Praedicabilia et
Praedicamenta.” “Scritti sulla logica: Logica Parva or Tractatus Summularum, “Logica
Magna”; “Quadratura”; “Sophismata Aurea. Altre opere: “Super Primum
Sententiarum Johannis de Ripa Lecturae Abbreviatio,” “Summa philosophiae
naturalis,” “De compositione mundi. Quaestiones adversus Judaeos. Sermones. N
Dizionario di Filosofia Treccani, riferimenti in. Vedi «Paolo Della Pergola» in Dizionario di
Filosofia Treccani. Eugenio Garin,
Storia della filosofia italiana, terza ed., Edizione CDE su licenza della
Giulio Einaudi editore, Milano, «Paolo Veneto», in Enciclopedia Dantesca, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, «Paolo Veneto», in Dizionario di Filosofia
Treccani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Alessandro D. Conti, Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Alessandro
D. Conti: Esistenza e verità: forme e strutture del reale in Paolo Veneto e nel
pensiero filosofico del tardo medioevo. Istituto Storico Italiano per il Medio
Evo, Roma, Nuovi studi storici, A. R. Perreiah: "A Biographical
Introduction to Paul of Venice". In: Augustiniana. Paolo Veneto, Logica, Venetiis, Bartolomeo
Imperatore, Francesco Imperatore, Enrico
Gori, dal sito Filosofico.net (Alessandro Conti, Paul of Venice, in E. Zalta,
Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and
Information, Stanford.Filosofia. LOGICA
PAVLI rectam atgemēdatam . Additisquotationibus* Postilisadtextusdeclarationč.
NecnonTabulao figuris. VENETI HABES INHOC ENCHIRIDIO s u m m á t o t i u
s D i a l e c t i c æ ,m i r a q u a d ā b r e uitateatos facilitate a d
vtilitatē s t u d e n tium conscriptam ab eximioætatis fuæ magistro Paulo
Veneto Nupero diligentistudiocor Venetñs M D XLIII EMANUELE ITECA NAZ GOMA ME
YOLL .pkrior 49 dla Lohan Somerilatarei long COMO0I.۰- o (. ICO? CO
? ri 1 1 ROMA ni logica OLUTELY A parua. A Pauli VenetiHeremita
Onfpiciens librorum quorundam m a gnitudinem redium constituentem in
animoftudérium:necnon& aliorum nimiam breuitatem :quibus nulla fe 2 ethica
reeftannexa doctrina.Ideo uolens cap.s.et mediumretinereutriusgfapiensná
'5.ethic, turam extremt,compendium utile construxi iuueni t.co.6. ВB
buspluribusdiuifumtractatibus, " Quorumprimusfummularum traditnotitiam.
Septimuscontraprimum obiicit,folutionemad densrefponfiuam . Quia ergo doctrina
quecuncka communiori ut ait t-C.4 . Philosophus in prohemio phylic.sumic
exordsū ,ideo D i f l o t tractatusprimusterminūficdiffiniesincipitapriori.
miningp 14 De diffinitionetermini& eiusdiuifione quide.i. Log Pa.Ve С
Secundus fuppofitionum declarat mareriam .
Tertiusconsequentiarumoftenditdoctrinam. Quartus terminorum uim instruir
probatiuam. Quintus ligandi regulam docet obligatiuam .
Sextusinsolubiliafoluendidarartem& uiam. Octauustertiòfortificatprationéargumentatiua.
cap.1. prio.c.1 Erminuseftfignumorationisconftitutiuum.& Boe.
utparspropinquaeiusdem ,utlyhomo,lyani in.1,de m a l .E t n o t a n t e r d i c
i t u r p r o p i n q u a : q u i a o r a
uocaturdictio,remotauocaturliteravelsyllaba,di 2.ecin.i Dstioigitur&
nonliterauelfyllaba,eftterminus. defyllo.
DiPrimadiuifioeftifta.Terminumquidameftper cate. T differē.
tiohabetpartespropinquas& remotas2,propinquatop.c. 2 ciusuide
ficatiuuseftilequiperfefumptusnihilrepresentat,ut s.me.te.omnis,nullus,quilibet,quicunq,alter,&
confimiles. 23. *A Secundadiuifioeftifta. Terminorum quidam fi Secunda
gnificantnaturaliter,&quidamadplacitum.Termi diuifiop nus naturaliter
fignificās eftillequi apud omnes eiuf q u a uide d e m eft representatiuus ,
ficut ly h o m o , ly a n i m a l, in primor
mente.Terminusadplacitumfignificanseftillequi ye.c.i.et non apud omnes eiusdem
eftrepresentatiuus.ficutille ipsum.
terminushomoinuoceuelinscripto,quiapudnosft.B Paul.in gnificathominem
.sedapudaliasnacionesnihilsigni lo.ma.inficat.utsuntgręci& hebrei.
Tertiadiuifioeftifta. i.Reefo.Terminorumquidam eftcategorematicus,etquida3
S.colū. syncategorematicus.Terminus categorematicus eft pri. 4. diui. 29.00.4
ticulariaparticulariter.Præpofitiones determinatsub certocafu.Aduerbiauerbum,&
coniunctionesha minum.i.remquænonestterminusdatoqeffet,ficut TRACTATVS Secúduz
sesignificatiuus,quidamnon.Terminus perlefigni Voety fácarious
eftilequipersesumptusaliquidrepresen/ mologiã
tasuelyhomo,lyanimal.Terminusnonpersesigni illequitamperlequàm cumaliohabetproprium
fie Tertia gnificatum.utlyhomo:siueenimponaturinoratio diuifio.
ne,liueextra,sempersignificarhominem.Terminus Dehac
syncategorematicuseftterminushabensofficiumqui uide la
perfefumptusnulliuseftfignificatiuus.utfignadistric tiusilo.butiua.utomnis,nullus,&
fignaparticularia.utali mafo.2.quis,alter,&præpofitiones,&
aduerbia,& coniun. 20.2.3.f.cciones.Signa namqz distributiua habent
officium , 558.fal.3.quiadeterminantdistributiue,uniuersaliayłr,& par
bentconiungereterminosuelorationes. Quartadi GioVide uifioeftista.Terminorum
quidameftprimęintencio Pau.lo.nis,&quidamfecundæ intentionis.Terminusprimæ
m a , f o l. i n t e n t i o n i s e f t t e r m i n u s m e n t a l i s f i g
n i f i c a n s n o n t e r D lyhomo,fignificatsor.& pla.quorumnulluspoteft
> esseterminus.Terminusautem fecundęintētionisest
terminusmentalisfignificansfolummodoterminum A
uelpropofitionem,utiliterminimétales,nomen,uer bum ,participiúm
,propofitio,oratio , & huiusmodi. niseftterminusuocalisuelfcriptusfignificans
folum B modoterminumuelpropofitionem.utiliterminiuo calesuelfcripti,nomen
,uerbumparticipium ,athuius modi. Sextadiuifioeftifta.Terminorum quidam
funcincomplexi,&quidamcomplexi.Terminusin 6.diui
complexusuocaturdictio,utlylapis,lylignum.Sed fioVide terminuscomplexuseftoratio,uthomoalbus,lor.&
Paul.in placo ,deum effe. & huiusmodi. De nomine. Cap.2.
literconfiderat:ideode hisreftatdiffinitio nesaffignare.
Nomenestterminusfignificatiuus lo.ma.f. finetemporc cuiusnulla parsaliquid
fignificat separa Diffint ta,uthomo. Iniftadiffinitioneponiturterminuslotionoie
cogeneris,quiaomnenomēeftcerminus.&nonecon proqua uerso:dicitur
fignificatiuus,quia termininon signifi uidepri
catiuinonfuntnominaapudlogicum,licetbeneapud grammaticum .utomnis,nullus,&
fimilia.Tertiodi citurfinetempore,addifferentiamuerbi& participă
quæfignificantcumtempore.Quarto poniturcuius D
nulaparsaliquidfignificatfeparata,addiferentiam
orationis,cuiuspartesfignificantseparate mo pyo er.c.c2 S V M M V .L A R
V M. 3 Quinta diuifio eftifta.Terminorum quidam eft s.diuifio
primeimpofitionis,quidamsecundæ.Terminuspri. Vide m ę
impofitioniseftterminusuocalisuel(criptusfigni Boe.in f i c a n s n o n t e r m
i n u m . u t l y h o m o , & l y a n i m a l in u o - i . g y e r .
ceuelinscripto.Terminusautemsecundęimpofitio. inprinc. L3 Viadenomine&
uerboexquibusoratio с componitur & propofitio,logicusprincipa .
16.co.4 Diffini. V uusetextremorum unitiuus,cuiusnullapars
TRACTATVS. A a l i q u i d s i g n i f i c a r s e p a r a t a , u tc u r r e c
u e l d i s p u r i io b i. tar.Ec dicitur primo,temporaliter fignificatiuus,ad
eric. i. tiw oro 1200 pin . p i disnes pofitum cum apposito
ficutuerbum.cetergautem par trcuiæ ponuntur:ficut in diffinitione nominis.
Ratio eft terminus significatiuus , cuius ali- B garlicantfeparatę.
Orationumaliaperfecta,alia hewide Dcoratione. Cap. 4. qua pars aliquid
fignificatseparata.uthomo : Ti64 . albus:deữeffe.Vltimaparticulaponiturad
Piroca Jüfferentiam nominis & uerbiquorum partesnon fi cite suz & c .
cogeneris,quiaomnis propofitioeftoratio& col.1. c i p i t . q u æ n o n f u
n t p r o p o f i t i o n c s :n o n o b f t a n t e q u ò d i l u m g e n e r
a t i n a n i m o a u d i t o r i s i u t h o m o c u r r i t. O r a boviti
imperfecta.Oratioperfectaeftilaquæperfectum len no Ide uimuce
cioimperfectaeftilaquæimperfectum sensumgene. ferinõis rat : N o t a n d u m q
u ò d tres funt fpecies orationis perfe: C ctæ.quiaorationum
perfectarum.aliaindicaciua,ut homo currit.aliaimperatiua,utdoceioannem.alia ed
incel religie ineis opratiua,ututinameffembonuslogicus. fint ap te nate
Deuerbo.. Cap. 3. Erbum eftcerminus temporaliter fignificati
differentiamnominis quod fignificatline tempore.Se
cundodicitur,&extremorumuniciuus:addifferencia participñquodfignificarcum
tépore,sednon unitfup 0 - D e propofitione. - Cap. s. 2 3 gñare fectū sen bus
uide ilo,ma. fol. 101. Ropofitioeitoratioindicatiua:uerum uel fals f u m
significans uth o m o currit.ponitur oratio lo n o n e c o n u e r s o . S e c
u n d o d i c i t u r i n d i c a t i u a. q u i a C o l a
indicariuaeftpropositio,non autem imperatiua nec
optatiua.Vicimoannectitur:uerum uelfallum figni D ficans:propcer tales
oraciones. Cortes potest , plato in PS pro qui
aliacategoricaaliahypothetica.propofitioca diuifio. tegoricaeftilaquæhabetsubiectumprædicatum&
Videin c o p u l a m t a n q u a m p r i n c i p a l e s p a r t e s f u i. u t
h o m o e f t l o ,m a . f o animal.Subiectumeftlyhomo,prædicatum uero,101.col,
ly animal.copula illud uerbum eft:quia coniungit 4 . SVMMVLARV M. tum.
Diciturquòdhabetimplicitumprædicatum. uidelicet,ły currens.quod patet in
resoluendo illud uer bum currit.insum ,cs,eft,& fuumparticipium.Subie ctum
eftdequoaliquiddicitur.uthomo.Prædicatum ucro quod diciturde altero.utanimal.
Sedcopula Quid (u bicctuz fempereftuerbumfubftantiuum:fum,es,eft. De quidp.
propofitione hypothetica pofteriusdicetur ad cuius tum & C
differentiamponiturillaparticula:principalespartcsquidco . D
fintindicatiuę.quianonsignificantuerumnecfalsum:Diffini
cumsintorationesimperfectæ. Dediuifionepropofitionum. Ca. 6. luifiones fub
propofitione contentas fequitur D numerare. Primaeftifta,propofitionum Prima
fubiectumcum predicato. B rireftpropofitiocategorica&
nonhabetprædica.Solucio E t fi d i c a t u r h o m o c u r . D u b o .
fui.quiaprincipales parteshypotheticæ non funt pula, fubiectum&
prædicatum:fedplurescategoricęutSecuda infradicetur.
Secundadiuisioestista,Propolidiuifio.
tionumcategoricarum.aliaaffirmatiua,alianega Põtcol
tiua.Propofitiocategoricaaffirmatiuaeft ilainligiex.i. qua uerbum principaleaffirmatur.uthomo
currit.pihe.ca Propoficio categorica negatiua eft illa in qua uer: Tertia bum
principalenegatur,uthomononcurrit. S.
Tertiadiuifioeftifta.Propofitionumcategori:Diffusi
carumaliauera,aliafalla.Propofitiocategoricaue us&hac raeftilacuiusprimarium&
adequatumfignifi-materia carðeftuerum.ut,tueshomo.hæcenimeftuera.tues uidein .
homo.quiateeffehominem cftuerum .Voco filoma. . diuisio A tio.i.gi her.C. 5. .
a4 1 TRACTATVS mo.ceteraautem fignificata.utteeffeanimal,teelic
fubftantiam ,ethuiusmodi,funtfignificatasecundaria, &
ponesillanondicitur.propofitioueranecfalla.
Propofitiocategoricafallaeftillacuiusprimariam& adequátum
significatumestfalsum.uttúesalinus.
ria,aliacontingens.Propofitionecellariaeftila,cuius primarium '& adequatum significatum
eft necefla r i u m ,u t d e u s e f t . P r o p o f i t i o c o n t i n g e n
s e f t i l l a c u i u s fignificatumprimarium & adequatum eftcontigens,
uttueshomo.Etuocosignificatum contingensiludC quodindifferenterpoteftefeuerum
,uelfallum.Sexo 6.diuifio ta diuifio.Propoficionum categoricarum alia alicuius
uide.i. quantitatis,alianullius.Propofitiocategoricaalicu prior.n.ius
quantitatiseftillaquæeftuniuersalis,particularis, 2.in pri, indefinita,uel
singularis.Propofitio uniuersaliseftil lainqua subởciturterminuscommunis
fignouniuer falideterminatus,utomnis homo currit.Terminum c o m m u n e m uoco
in presentinomen appellatiuum & pronome pluralisnumeri.Signa
uniuersaliasunt ifta, omnis,nullus,quilibet,unusgfavteros,ncuter,qualisD.
:.libet,quantusliber,& huiusmodi.Propofitio particu
lariscftilainquasubiiciturterminuscómunis igno 4. diui
afol.158gnificatumprimarium& adequatumpropofitionts, u r e a a d f. q u o d
e f t f i m i l e o r a t i o n i i n f i n i t i u e u e l c o n i u n c t i u
e il 267.fecūlius.undeteeffehominem ,uelq tueshomo,diciturfiA dępris.
gnificatumprimarium& adequatum illius,tuesho
Quartadiuilio.Propofitionumcategoricarum alia fiouide
poffibilis,aliaimpoffibilis.Propofitiocategoricapor
ilo.ma.fibiliseftillacuiusprimarium& adequatumfignifiB af.167.
catumestpossibile.uttucurris.Propofitiocategorica . & adequatūfi. us@ ad
impoffibiliseftillacuius primarium 10.172.
gnificatumeftimpoflibile,uthomoeftafinus.Quin
5.diuifiotadiuifio.Propofitionumcategoricarumalianecella larem ,nomen
propriumautpronomen demonstraci Suum
fingularisnumeri.urifte,ifta,iftud.Exquibusfe B
quituriamquæeftcaregoricanulliusquanticatis.Et diciturq
illaquænonestuniuersalis,necparticularis,
necindefinica,necfingularis,utexclusiue,& excepti uæ,&
reduplicatiuę.uidelicettantumhomocur rit,omnishomopreterfor.mouetur,omnishomo
in quantumhomoeftanimal. luxtaprimamsecunda
Qualis,ne,uelaf,u.Quanta,par,in,fin,Primapars
ficintelligitur,qadinterrogationemdepropofitionc factā r
Quæ{respódeturcategorica,uelhypothetica. Secundaautemasseritquodadinterrogationefactam
perQualis?refpondeturaffirmatiuauelnegatiua.Sed intertiadenotatqad
interrogationem factágQuan
tarmñdcatur,uniuersalis,pricularisindefinita,uclfingu laris,& hocfm
exigenciampropofitionis propositę. D e d u a b u s alijs p p o f i c i o n ă d
i u i f i o n i b u s. C a p . 7 . Ræterfupradictasdiuisionesdugaliądeclaran-
Prima cur. Primaeftifta,Propofitionūcategoricadiuifio ut h o m o
currit.Propofitio categorica m o d a l i s eft illa
inquaponituraliquismodus,utpoffibileeftsor,cur SVMMVLARVM. 5 particulari
determinatus,utaliquishomo disputat.Si Idem in
gnaparticulariasuntifta,aliquis,quidam ,alter,reli7.tract. A quus,&
huiusmodi.Propofitioindefinitaestillainhuius in
quasubijcicurterminuscômunisfinealiquofigno,utc.i.& in homo eftanimal.Propoficiofingulariseftila
inqua lo.ma. . fubijciturterminus discretus,uelterminuscõiscum 107.col.
pronomine demonftratiuofingularisnumeri.Exem :4. plumprimi.sor.currit.Exemplum
fecundi.illehomo dispucar.Voco autemcerminumdiscretumuelsingu. с P. ultimam diuifionesponiturifteuersus.Querca,uel
răaliadeinefle,aliamodalis.Propofitio catego Dricadeineficeftillainquanon
ponituraliquismodus 1: Figuradeineffe. r e r e .M o d i a u t
e m s u n t s e x . c p o f f i b i l e , i m p o f f i b i l e n e
Secõda.ceffarium,contingens.uerum,& falfum. Secunda
diuifio.Propofitionummodalium:quædam eftinfen- fudiuilo:&
quædaminfenfucompofito.Propositio modalisinfenfudiuisoeft ilainqua modus mediat
interaccufatiuumcasum etuerbum infinitiuimodi.ut fortempoffibileeftcurrere.Propofitiomodalis
insen fucompofitoeftillainquamodustotaliterpræcedit,
uelfinalicerfubfequitur:utdeumeffeeftneceflarium .
impoflibilecfthominemeffeafinum. Exhisdiui fionibusoriginanturtresfiguræ.Quarum
primadici B tur deineffe.Secundamodalisdefenfudiuifo:fchabés admodum
primæ.Terciamodalisdefenfucompofi to:ledacæterisdisperata.Quarum
declaracionesha besin exemplohic pofito. A Glibetho currit. adaz hó ñ currit,
Nurbo de currit. Lontraric. Conta dictorie dictorie subalterne, subalterne
Figura: demeße Gulltra gda3 ha cuifit, TRACTATUS fubcötrarte
reasudiuisio Lontrarie Nullú hoie3 poffibile eft! curtcit . Cótra
dictorie Subalterne Subalterne de sensu dictorie Lörra mine polee curitie .
Modalis desensuoiuifo. 6 fubcótraric Modalis de sensucomposito. Nec currere eftlos
.Impofeeft currere for subalterne Contra fubalterne dictoric Aliquē,ho
Kontrarie desensu.copoli 3 : Fig. Loncra . dictonic Cotinges& por,nó cur
rere 2.Figura Quelibetho minepole? currere . Pole for currtre , A liquêhome
minē ñ pole eft currere , fubcontraric Secunda
præciseproeodemuelproeisdem ,funtcontrariæinfi gura.utquilibethomo
currit,nullushomo currit. Se cundaregulaeftifta.Particularisaffirmatiua&
parti y cularisnegatiuadeconfimilibussubiectisprædicacis &
copulis,fupponentibuspreciseproeodemuelpro
eisdemsuntsubcontrariæinfigura.utquidam homo B Tertia
currir,etquidāhomononcurrit. Tertiaregula,uni uerfalisaffirmatiua&
particularisnegatiua,ucluni. uerfalistiegatiua&
particularisaffirmatiua.deconfi milibussubiectispredicatisetcopulis,lupponentibus
Quarta. precisepro eodem uelpro cisdem ,fu Tabulaomnium capitulorumhuius logicæ
Pauli Veneti,in Octo Tractatusprimus estde mentis fummulisquiconti
27Defyllogism: Tractatusfecüduseft determis.Car.Ź Cap.primădediffinitioc 3
Deuerbo 3 6 Dediuifionepropofi 8. De figurispropositio pothetica po.copu. ne
ciusdem.car. 16 nūtmaterialiteretqñ perfonaliter 17 14Depropofitionehy. 8
Deampliatiõibus28 po.difiuncti. 15 De pdicabilibus 10 Tractatus tertius.de
eiusdem direlatiuorum . 20 126 net17.Cáp • 13 4 De oratione 5.
Depropofitione 3 norumquandofuppo num deuppolitionibus có D e cognitione termi
99 Deappellationib?30 11 De conuerfione tibus fupponis& dediuisio 22 6 4
Defuppofitioneper , Denaturappõnuz7 fonali. 7 26 tractatus diuisa. 2 Denomine.3
tionum 7 Deduabusalösdiui 3.Defuppofitionema. 10 Deequipollentős 7 5
Defignisconfunden 12 Depropofitionehy 6 Derelatiuisproqui 8 .. bussupponunc 25
13 De propofitionehy. 7 Demodo fupponen 9 4 Apitulusprimû cinenscap.9. C
fionibuspropõnuzs teriali:& dediuisione 17 3 16.De decem prædica ',
consequentősconti. Car.31. Tractatus quartus e t
Cap.primumderesolubi 2 Depropositionibus Tractatus quintus eft
tioncobligationiset De obicctionibus co tradictasreg. TABVLA uo 44
tioncconsequentiæet 4 Dehypo.descriptibio eorum diuisionibus, li 2: De regulis
generali busconsequentiæfor 6 Degradupofitiuocô malis 3 De reguliscon.for. q
Degraducomparati 4 Deregulispoenespro posicionesquáras34 9 Delydiffert
pofitioncsnonquan 35 50 11 Deexceptiuis $1 5 Delynecessario& contingenter 4
5 32 parabiliter(õpto 46 poncs fuperius,atq 34 8.Degradusuperlati
-minospertinentes& 14Delyincipit& defi : impertinentes 36 nir 42
nens.8.cap. 3. De officialibuspro Cap.primumDe diffini libus.car.39. po.
dereg.eius. Car.60 inferius 47 Deregulisponcspro 10Deexclusiuis 49 uniuerfalibus
62 41 3 Deconuertibilitate 38 48 uo. tas 7 Dedecem lis alñsregu 15Delytotus 55
56 pofitioncs hypothe ticas. 17Delyabæterno 18 Dely infinitum 57 58 de
probationibus ter 2 obligatorieartis:COA 12 De reduplicatiuis 53
6.Deregulispoencster 13Delyimmediate54. 37 16 Delysemper 57 8 Deregu.pancspro
tinenscap.56 minorumcontinens. Cap.primum.Dediffic Cap.18. go
ciocinsolubilib?& di s Obiectionescöcrare trainsolubilia 7 5 6 Obiectiones
contradi milibus propofitioni bus regulas cap. 4. huius Cap.primum dediffini.
2 Deobiectionibuscó finitioncs.6.cap.hui? primi tracta. 5 Deexclufiuisinfolu 7
De insolubili difiun- ulti.ca.contra modos TABVLA 127 mitracta. 98 3
Deinsolubiliparticu ctaincap.8.huiuspri 8 De insolubilibusno Tractatus.8.é de
obic 94 78 7 Obiectionescontra 80 8 Obiectionesaddicta eftde obiectionibus
contraprimum trac. Cap.primū.Deobicctio Tractatus Septimus
tra.3.tracta.continēs. continenscap.8. nibus factiscontra re propofitionum 66
3.huiusprimitrac. 85 4 DeAmilibus& diffig Obiectiones contra 68
primitrac.côtinet 87 S Dedepofitiöibuster3 Obiectionescôtrare minorum Tractatus
Sextus eft m i tracta. 88 4 Dcinsolubiliuniuer Cali bus bilibus riuo ctiuo
figurarum apparentibus 83 Cap.primum.Obiectio. gulasprimo& .2.ca. 7 1
gulas.5.cap.huiuspri deinsolubilibus.8. 4 Obiectionescótradif cap.habens. 81
cap.ulti.huius primi ca.7 . 92 uifioncciufdem.car.73 gulascap.7.huiuspri
lariuelindefinito 77 mitra.depredicabili. 79 6 Deinsolubilicopula.
trac.inmaceria syllo gilmorum 97 n a cótra dictain cap . huiuscertñ.tra,inm a
Štionibusfactiscon car . las.7.cap.huius terti las.4.cap.huius
terti 1 1 7 tracta. VenetijsExpensisheredumLucæ 122 $ TABVLA teria
consequentiară, tracta. 114 tëtracta. 106 6 Obiectacontraregu 3
Obiectacontraregu tracta. las,8.cap.huiustertij las.5.cap.huiusterto tracta
Antonñ Iunte Florentini Mense Martio.1544. Registrum illaiquaiferi’predicaturde
terrogatoezfactapqualise fuosuperiozi.vtaialeftbo. sozesvťplatopueniéterrñ
Predicatioeéntialiséillai deturq rifibiť.7totaratio quafuperi’pzedicaturdein
quareficpdicaturdeilliseq? feriozivelecóuersofzquod éppziapafsioilliustermini
dictiévľoriadealiq°illon bomo cum quo conucrtitur. Si predicatioaccítaliséila
Acchrétēmin’vniuoc'pze iquappuúvelaccñspzedir. dicabilisdeplib”ieoquod
caturdegenerefpeciezpria qualeaccắtaleipuertiblrfi
bľfuoidiuiduoautepuerfo 5 Eréplüpzimi:vtbóèrifibil
dirurindecepdicasca.Quo Paialéalbu.exéplusivrrifi rupzimueltpredicarsitu lub
bileéhoalbueaial.Etpfiľr státiecul’generaliffimúébic dedriazidiuiduodicafl'me
teri’lbalubàpoiturhicter li’oicaturg pdicatioefriaťė mi?coup”.subcocpozecosp?
pdicatio terminoz eiusdez s a i a t u sub cozpoze aiato ať 16
dicamentivtbóestaial.pze, aialifpesspecialissimahoľ dicatioautaccicaťeftpiedi
afinuszlbiftisfuaidiuidua carioterminoxdiuerfozpze fozteszplato.bzunellus7fa
dicamentorumvthomoéale uellus.Secúdupredicame bus.Termin superioradre
túeftpdicamentu quátitutis liquúdicitureffeillequicon
Lui'generalisfimúeftquäti. tinerillúznecóuerfoficutli tasfubýfuntduogenera16
aialrespectuisti'terminihó alternaärnulluestsuperius qzfignificatquicgdile?cuz
adreliquúvzcontinuuz?di bocaliquidvltra.Lermin’in scretu.primigenerisiftefür
feriozadreliquúdicitureffe fpetieslineasuperficiescoz illequicótineturabeo.nnó
pustempus?locus.qR:bec ecouerfovtliforesrespectu funtindiuiduabiliuea fupfi
iftiusterminibomo . hiclocus. Secundigeneris Lozpozea Jnco:pozea
infinitesuntfdeties.f.binari, Lozpus aiatum rius trinarius 7 cetera .
Redicamentuzestcoő ciumeltpaffiovelpafsibilis dinariopluriuztermi,
qualitas.Quartuzestforma nozuFmsubzlupza.Etdiui,
vetcircaaliquidpitasfigura us trinarius quaternarizë Animatum Jnanimatuz
indiuiduaverofunthicbina Sensibile Animal Tertium piedicamentum è predicamentuz
qualitatiscu iusgeneraliffimum estquali Lozpus Jnsensibile Rarionale
Jrrationale. tasfubquofuntquattuo:ge Animal rationale nera subalterna:non
sebabe Soates Plato rio.Secundum eftnaturalis p potentiavelimpotentia.Ier
Substantia tia fecundum sub z fupza.pzi mortalis Jmmortalis
mumesthabitusveldispofi, Domo cies.boc cozpusboc rempus 1 1 Primigeneris(petiesfune
Quintumpredicamétoem grāmaticalogicazrhetorica dicamétuacióiscuiusgener
quaqindividuasuntbecgrå rasubalteznafuntfer.quozu matica logicab rbetorica.
nulluėsuperiusadreliquum Lertijgenerisfpessunto risspéssunt.generarehoiez
redoamaritudo.albunigruz ?cozrupereequáquayindir calidúzfrigidubuidum zfic
uiduafuntficgenerareboiez cum.quarúidiuiduasuntheç ficcorrupereequum.Iertijz
dulcedobiamaritudohocal quartigeneris(pessuntau. bumhocnigp 7buiusmodi.
gereinlongudiminuereila Quartigenerisfpeciessut tum.quozumindiuiduafffic
circulustriangulusquadra augereilögumficdiminuer gulus2huiufmodiquarúidi
inlatu. Quitigenerisspés uidua funt.biccirculus .bicfunt calefacerez
frigefacere triangulushicquadrágulus. quaridiuiduafuntficcalefa
QuartiipredicamétüĊpdi cereficfrigefacer.Sertigo, camerurelatóis.Lui'gene.
nerisfpeciesfuntmouct fur ralissimúeftrelatiovelada. súmoueredeorsumquaruin
liquidfbåfunttriagenera( diuiduafuntficmouerefurfu alterailebita63,16zsup2a
ficmoueredeorfum.Sertus Primumestcaparatio.Se predicamétaépredicaméruz
cuduzéfuppofitio.Lertiuzė paffioniscu’generatiffimu fuppofitio.primigenerisfpe
estp dalisinfenfudiuitocillaiä nisbomopzeterfoztemoue
modusmediatiteractumca tur.Jurtaprimamfamzvi, sumzverbúinfinitiuimodi
timamdiuifionesponitifte vtfoztempoffibileécurrere versus.Quecavelip.qualif
Propofitiomodatisisenfu* nevelaf.vquanta.parifin. cópofitoéilaiquamod’to Dama
psficitelligitpad i taliterpcedirveifinaliter16 terrogationedepłopolinóe
fegturvtdeumefTeénecessa factagquerespondeturcar rium.Impoflibileébominė
tbegozicavelipothetica.Se effeafinum. Erbisdiuifio cudaaurasseritquodaditer
nibusorigináturtresfigure rogationéfactamoqualisre quanpriaordeieffe.Seci,
fpondeturaffirmatiuavľne damodalisofenfudiuisore gatiua.seditertiadenotat
habensadmoduprime.ter, qadinterrogationefactaze tiaveroormodąlisofenfu2
quantarespodeatvniuerfaľ pofitofiacefisdispata qua particularisindefinitavelfin
ruideclaratóesbes ierobic gularis. hocfecundum eri inferiuspofito.:
gètiáppoitoisppofité är zo Sequuntur figure. uifionesduealie decla
Quidam bó curri Quetz bõiez poffibile eft currere Weceffe eft roz currere
Subcötrarie Lontrarie Contrarte Subcötrarie currer. -- Lontradictorie
Qutuber bomo currit Lontrarie Duídå bo . non currit Lörigesest foz.ñ
Aliquesboinem Aliquéboiez poffibile eft. Có posibile eftcurrere poffibileeft
soz.currer Subcontrarie Mullus bomocurrit. Impoffibilee Tozcurrere
Lontradictorie dictozie Lontra Lontradictoria Snbalterne Subalterne Subalterne
Hullu boiez poffibileeft. currere currere ditozie Lontra Lontraditozie
Subalterne Intigiturtåpueq funtcontrarieoisbocurrit
fecundefigurebere ptnll?bócurrit.necieptra gulegeneralespriaé
dictorie.Disbócurrit2gda tita.Uniuerfalisaffirmatiua bononcurrit.neciftefubala
zvniuerfalıfnegatiadepfitt terne.Disbó currit7quida b?fubiectis7predicatisfup
bomocurrit.qztermininifup ponétib”precisepeodévét ponuntprecisepzoeodevĽp
proeisdéfuntatrarieifigu, eisdez.Znona.n.fbinfuppóit ra.vtglibzbócurrit.2nllur
provtroq;reru.Jnaliavero' bocurrit.Secidaregťaeft 14 particularis affirmaria et
promasculinotantum Scutqua tuozfgula particularisnegatia de pfimi lib
?fubiectis 7 pdicatis fup. fituanturpropofitoea infiguraitaquattuoz
ponétib?pcirepeodévelp alijsregulisipfarumcogno, cirdezsuntcontrarieifigu
fciturlerseunatura.quarum ra.vtgdabócurrit?qdåbo primaeftianonestpossibile
nócurrit.Lertiaregľaviuě duoztrariaeffefimulvera falisaffirmatiuaapricularis
benefimulfalsa.Primapars negatiavelvlisnegatiazp patzinductieinomnibus.Et
ticularisaffirmatiaopfilibö fecundaprobatuz.quoniazia fiectiszpdicatisfupponen
funtfimulfalfa.Quilibzboè tib?pcirepeodezvelpejsó albusznullusboestalb”.Et sunt
tradictoneifigura,vt iafimiliterDmneanimaleft quilibzbócurriteqdábóñ
bomocnulluzaialefthomo curritP.ull'bócurrit?qui Secundaregulaeftiftanon
dåbócurrit.Quartaregla eftpoffibileduofubcötraria vniuerfalisaffirmatiazpti
effefimulfalsa.fedbenefim cularisaffirmatia.Etviuer, vera.Patetparsprima ifin
salisnegatiuaaparticularis gulisdiscurrendo.fecunda. negatiuade pfitib lbiectis
probaturquoniamistafuntfi 2predicatisfupponétib?pci mulvera.Aliquishomocal
sepeodezvelpeisdezftit16 bus. aliquisbononeftalby alterneinfigura.vtglibzbó
Aliquodanimalefthomo.Et currit2gdambócurrit.Dar aliquodanimalnonefthomo
lusbomocurrit.2gdazbol Tertiaregulaeftifta.Honė mononcurrit
Expdictisfegturgilenó effefimulveravelfimulfalf. LogicaPauliUeneti.
madiuifioeftiftaterminori vocaturlravelfyllaba.Pzie distributiabiitofficiuq2dtē
25boraldefinitio,sebutcomienicu damagnitudiez
carituseftilequipermitesperjeigranasoatione. tediumcóftitué
aligdrepritatveuboliaial.kupindistan'tbeineciligaya tezinajoftudentiuznecno
LerminiplefignificatiusPericarioneperforsales aliornimia;breuitatez.gbɔ
eftilequiperfefumptusni,beit perqúemymim nullafereeftaneradoctrina.
bilrepresentatproisnulluseftpermainang Ideovolensmediuftinere 7files.Secundadiuifioeft
, vtriusqzsapiésnäzertremi. iftatermiogquidazsignifi, ppendiumvtilecostruriiuue
cantnaturalrzquidãadpla nibɔplurib,diuisuztractati, citum.Lerminusnatural'rfi
bus.quorprimusfuimularu gnificansestilequiapooés traditnotitia.Secud fuppo .eiusdeestrepsentatiuusficut
firionú declaratmateriá.ter ti-pregntianonditdoctrina.
Poadplacitufignificanséil Quartusterminoqviistruit lequinóapudoéseiusdez é
pbatiua.Quint’ligidiregu, representatiu'ficurilletermi
lazdocetobligatiuaz.Sert? nusbóinvocevelinfcripto isolubiliafoluendidarartem
apudnosfignificatboiem. 7via.Septimusatraprimú 13apoaliquascertasnatoer
obijcitfolutionezaddensre, nibilfignificatvtfuntgreci: fpófiuaz.Dctaubotertium
bebrei.Zertiadiffinitoéifta fodificarpróem argunitati, Qterminokquidaeftcatbe
uá.Quiagdoctrinaquecun, gozematiczgdáfincathego 93acoiozivtaitphusinpzo
rematic?.termi’cathegoze, bemiophyficozumfüiteros, maticuseftillegtampiezz
duuideotractatuspzim’ter/ cialiob3ppziùfignificatum mũiicofunitsicipapioi
otlibófue.v.ponarinóeft tibölianimalinte.Lermi? Gential uitdiferenmis.ut box
Florin simp prout firepmimusin T é l . ( 1 6 ) 4 4 . 5 7 . 2 4 . 6 0
E":"othèque des Fontaines 60531 CHANTILLY Cedex gramaticaj.
Lorical minátdistributiverparticu! complerus eftozó vthomo
lariaparticulariterÕpofitio alborozes platodeuzeffe nesdeterminatfbcertocâu
2buiusmodiic. aduerbiaverbúzcõiúctóes 4 Uia noier verbo er biitcõiungere
terminosvel quibus ozatio compoi ozóes.Quarta diuifioestia tur7ppofitiologicus
pzici. g terminoxquidaz eftpziei palitercófiderar.Jdeo'dbil
tentiois.7quidábeitencois reftatdiffinitionesaffignare Terminuspeintentóniseft
Homéestterminusfignift terminusmentalisfignificaf catiu?finetépozecuiusnulla
nonterminu.i.réānonéter parsaliquidfignificatseper minusdatoq effetficutlibó
ratavthomo.In iadiffinite fignificatsoztem zplatoné.å poifterminuslocogencris.
ruinulluspoteffeterminus. q2ocnomen estterminus.e Lerminusaütbe itentóisé
nóego.diciturfignificatinis terminusmentalisfignificát
quiatermininófignificatui solimoterminilppofitone nófuntnoiaapudlogicilicz
ptiliterminimentalesnon biapudgrāmaticivtomis verbtiparticipiúppofio020
nullus7fimilia. Tertiodi, zbuiusmodi.Qüitadiuifio citurfietemporeaddiffere,
estistagterminozquidãcst tiñverbiaparticipüafignis peimpofitionisquidife.ter
ficantcumtempore. Duar minuspeimpositois estteri toponitcuiusnullaparsali
nusvocaťvèlscriptusfigni quidfignificataddifferentia ficansnoterminu.vtlibóz
orationiscuiuspartesfigni, liaialivoceveliscripto.ter ficät.(Uerbúeftterminato
min’autéfeimpofitioniseft požaliterfigificatiu?zertre terminusvocalisvelfcript?
monvnitiuuscuiusnullap8 fignificassolúīmodoterminu aliquidfignificatseparatave
velpropositionevtilitermi curritveldisputatoicifpria nirocalesvelfcriptinomen
mo temporaliterfignificati, verbtiparticipitizhuiumói uusaddifferentiamnominis
Sertadiuifioeftifta.Termi quodfignificatfinetempore nonquidifuntincópleri29
Secundodicitur7ertremo damcompleri.Terminusin rumvnitiuusaddifferentia
complerusvocaturdictiovt participüquodfignificatcií lilapislilignum.Izterminus
tempože.sednonvnitfuppo 1 fituscumappofitoficurvero
quenonfuntppofitionesno · bum.cetereatparticťepo obftáteqafintindicatieq?i
nuiturficur10 toenois. fignificantverumnecfalsuz . P Ropofitioeftoratioi
dicitur.vtbomo predicatuz ,puma,plicare Progofitocatbegozicaet"prodicaria,madevenirate
Alia iperfecta . Diario pfec bignier parte dignins e.me,ose ista
quebetßbiectuzzpiedichuo ublitt taeftilaqueperfectu fenfi catucopula generat
animo auditous. partes tanöspzincipaler,peplicireutimplicie. vtbomocurrit.
sui.vthomo eltaial. i), Etfidicarurbomo currite Horádumotresfuntspe
propofitiocatbegozicaznon Dratioefttérmin'lignifi cumfintozationesiperfecte
catiu?cuiusaliqua pars ali quidfignificat.vtboalb?de uz effe.Ulria particula
poni turaddifferentianominis? Propofitionuzaliacaibego verbi.grumpartesnonfigni
rica:Aliaypothetica. ficant.Dzationuzaliapfecta ibiectumestubomo predica
Diarioimperfectaestilla tum verolianimal.7copula aiperfectuzfenly;generari
illudverbumestq:coniungit animoauditousvtbomoal fbiectumcumpzedicato. busdeumeffe
d Juisiones16pposito ne contentas segtur nuerare .Pria eft ifta 5 cies
orationis perfecte . Drationuzperfectar.alia indicatiuavthomo currit babz
predicatum dicitur qa babzimplicicumpredicatuz v z li c u r r e n s q d p a t z
i n r e r o í Aliaimperatiua.ptooce joannem . Aliaoptatiua.Desum eseltasuum
participiu uendoilludverbum curritin vtinameffembonus logicus
Subiectuzestoe&aliquidadfubiecit”alori ܐ fal
veroqd fümfignificás.vtbô animal.Sedcopulafempererspularerreigitpilianca.
currit.poniturozatolocoge verbuzfbftátiuü.l.luzeseltveteteaiomm
neris.q:oisppofitioestoza De propofitioneyporbeti-inwirtelde eius.
tioetnoneguerro.Secundo capofteriusdiceruraddif, d i c i t u r i n d i c a t i
u a q : f o l a i d i f e r e n t i a m c u i u s p o n i t u r il la catiuaeitppofitio.nonátim
particulaprincipalespartes peratianecoptatiua.Ulrimo fui.
annectiturverumvelfalsuz Secundaoiuifioeftifta. fignificansproptertalesoza
Propofirionuzcabegozi, tionesfoztespór.platoicipit car.Aliaaffirmatiuaaliane
facit,  egineris,matiuaeftilaiquaibupäin num cathegozicarum aliane
kleinesitimplicies 62 apaleaffirmat öcbócurrit. ceffariaaliacontingens,ppo
diferenciaPresidurijgezo pzopoçatbegozicanegatifitionecefariaeftilacuius artean
= uaeftillaiqobiipricipalene primariumzadequarumfigi gáf.vtbónocurrit.Tertia
ficatumeftneceffariumvtoe diuifioeftiappofitouzcatheus est.popofitiocontingens
goricaraliaveraaliafalsa. eftilacuiusfignificatumpzi, Propocatbegozicaveraéila
mariumzadequatumeftcó tui?pzimariuzadeqtuligni tingensvttuesbomo.Etvo ficaruiéverúztuesbobecco
fignificatumcontingensil n.eltperatueshóq2reeffe ludquodindifferenterpotest
boiezcftveru.Uocosignifi esseverumvelfalsum.Sex catuprimaritizadeqtuppo
tadiuifiopropofitionumca! fitionisqó eftfimileorationi
thegozicaruzaliaalicui'quă ifinitiuevel piúctie illius.vn ' titatis alia
nullius.P2opo ca deteeffeboiem velqotues 'thegozicaalicuiusquantitati
bódicitfignificatu;primari estillaqueévniuersalispar uz7adequatúilliustuesbó
ticularisindefinitavelfingu ceteraåtsignificatavtteeffe laris. Flop.vniuersalise
aialteefeTbstantia7huiul, ilainquafubijciturerminosnasdistri
mõisuntfignificatasecuidaria comunisfignovniuersalides gacia.Prop
cathegõicaaffer Quintàdiuifio.propofitior burinemobil 7penesillaidicieppovera
terminatusvtomnisbócursliepy. necfalla.Propocathegorica rit.Terminuzcómunemvoco
falfaeftillacui?pzimarius7 inprentinomenappellatiuuz adequatü fignificatum
estfal fumvttuesarinus ?pionomen pluralis numeri Signa vnüerfaliafuntiaoil
Quartadiuisioppónuzca nullusquilibetvnusquisqz thegoucaşialiapoffibilisali
vterq;neuterqualislibzquá aipossibilir.ppocathegorica
tufliberzhuiufmodi.pzopofi poffibiliseftilacui'paimari
tioparticulariseftillainqua uz?adeqrufignificatúépor
iubijciturterminuscóisfigno fibile vt tu curris particulari determinatusvt Propofitiocathegoricai,
aliquisbodifputat.Signap, poffibiliscst¡la cuiuspama ticularia funeiaaligs gdå
al rium7adequariifignificatus terreliqu’rbui?mór.pzopo eftiposibilevebóěafinus
indcfinitacfiillaiqualbijcie feprobatio:ctfromloco Fifolo 1 . i terminuscómunisfinealiafip
Reterfupiadictasdi gno:ytbomo estanimal. Propofitiofingulariséil,
rantur.Primaeiftappofiti lainquafubijciturterminus onucatbegozicap.altadeief
discret?velterminoconiunif realiamodalis.Propofitio cumpnominedemostratiuo
cathegozicadeielleèillaiä fingularisnumeri.Ermprimi nonponituraliquismodus.
utToutescurrit.ermfiillebo vtbỏcurrit.Diopofitioca disputar.Uocoautemtermi,
thegorcamodaliscillaina numdiscretumpelfingularé ponituraliquismod?vtpof
nompoziùautpnomenomo fibileefoxtemcurrer.Modiy Scromodi ftratiuúfingularisnumerivt
autemfuntferscilicetporsi, ifteiftaistud.Erquib?fequi
bilerimpossibileneceflariu turiamqueécatbegozicanĽ 7contingensverum7falsum
liusquantitaris7diciturgil Secundadiuifio p:opositi laanoévniuersalisnecpar
onummodaliumquedamcst ticularisnecidefinitanecfin infenfudiuiso quedazifer
gularisvterclufiue7ercep sucompositoPropositiomo tiuevztantumbocurrit.om
dalisinfenfudiuitocillaiä nisbomopzeterfoztemoue modusmediatiteractumca
tur.Jurtaprimamfamzvi, sumzverbúinfinitiuimodi timamdiuifionesponitifte
vtfoztempoffibileécurrere versus.Quecavelip.qualif Propofitiomodatisisenfu*
nevelaf.vquanta.parifin. cópofitoéilaiquamod’to Dama psficitelligitpad i
taliterpcedirveifinaliter16 terrogationedepłopolinóe fegturvtdeumefTeénecessa
factagquerespondeturcar rium.Impoflibileébominė tbegozicavelipothetica.Se
effeafinum. Erbisdiuifio cudaaurasseritquodaditer nibusorigináturtresfigure
rogationéfactamoqualisre quanpriaordeieffe.Seci, fpondeturaffirmatiuavľne
damodalisofenfudiuisore gatiua.seditertiadenotat habensadmoduprime.ter,
qadinterrogationefactaze tiaveroormodąlisofenfu2 quantarespodeatvniuerfaľ
pofitofiacefisdispata qua particularisindefinitavelfin ruideclaratóesbes
ierobic gularis. hocfecundum eri inferiuspofito.: gètiáppoitoisppofité är zo
Sequuntur figure. uifionesduealie decla Quidam bó curri Quetz
bõiez poffibile eft currere Weceffe eft roz currere Subcötrarie Lontrarie
Contrarte Subcötrarie currer. -- Lontradictorie Qutuber bomo currit
Lontrarie Duídå bo . non currit Lörigesest foz.ñ Aliquesboinem Aliquéboiez
poffibile eft. Có posibile eftcurrere poffibileeft soz.currer Subcontrarie
Mullus bomocurrit. Impoffibilee Tozcurrere Lontradictorie dictozie Lontra
Lontradictoria Snbalterne Subalterne Subalterne Hullu boiez poffibileeft.
currere currere ditozie Lontra Lontraditozie Subalterne
Intigiturtåpueq funtcontrarieoisbocurrit fecundefigurebere
ptnll?bócurrit.necieptra gulegeneralespriaé dictorie.Disbócurrit2gda
tita.Uniuerfalisaffirmatiua bononcurrit.neciftefubala zvniuerfalıfnegatiadepfitt
terne.Disbó currit7quida b?fubiectis7predicatisfup bomocurrit.qztermininifup
ponétib”precisepeodévét ponuntprecisepzoeodevĽp proeisdéfuntatrarieifigu,
eisdez.Znona.n.fbinfuppóit ra.vtglibzbócurrit.2nllur provtroq;reru.Jnaliavero'
bocurrit.Secidaregťaeft 14 particularis affirmaria et promasculinotantum
Scutqua tuozfgula particularisnegatia de pfimi lib ?fubiectis 7 pdicatis fup.
fituanturpropofitoea infiguraitaquattuoz ponétib?pcirepeodévelp
alijsregulisipfarumcogno, cirdezsuntcontrarieifigu fciturlerseunatura.quarum
ra.vtgdabócurrit?qdåbo primaeftianonestpossibile nócurrit.Lertiaregľaviuě
duoztrariaeffefimulvera falisaffirmatiuaapricularis benefimulfalsa.Primapars
negatiavelvlisnegatiazp patzinductieinomnibus.Et ticularisaffirmatiaopfilibö
fecundaprobatuz.quoniazia fiectiszpdicatisfupponen funtfimulfalfa.Quilibzboè
tib?pcirepeodezvelpejsó albusznullusboestalb”.Et sunt tradictoneifigura,vt
iafimiliterDmneanimaleft quilibzbócurriteqdábóñ bomocnulluzaialefthomo
curritP.ull'bócurrit?qui Secundaregulaeftiftanon dåbócurrit.Quartaregla
eftpoffibileduofubcötraria vniuerfalisaffirmatiazpti effefimulfalsa.fedbenefim
cularisaffirmatia.Etviuer, vera.Patetparsprima ifin salisnegatiuaaparticularis
gulisdiscurrendo.fecunda. negatiuade pfitib lbiectis probaturquoniamistafuntfi
2predicatisfupponétib?pci mulvera.Aliquishomocal sepeodezvelpeisdezftit16 bus.
aliquisbononeftalby alterneinfigura.vtglibzbó Aliquodanimalefthomo.Et
currit2gdambócurrit.Dar aliquodanimalnonefthomo lusbomocurrit.2gdazbol
Tertiaregulaeftifta.Honė mononcurrit Expdictisfegturgilenó
effefimulveravelfimulfalfa poffibileouo contradictoria --
patetiftareguladifcurrédo alter.Hecranonfoludefuit Pfingťaptradironia.Quar
primevelfecüdefigureimo taregulaeft14.Sivniuerfaľ tertie.Etvocoibinegatio
eftverafuapticularisvelin neprepofitaquandocolligit definitafibifubalternaeftde
modofuemod?pzecedarfi ralnego.Unfibeffetvera uesequatur.7postpofitaqui
gizboestalb?6fikreffzver coniungiturverboinfinitiui raaligshoestalbosznóez
modi.eréplüpzimi.nópofsi. q:iadefactobeveraaliquis bileésoz.curreredelsoz.cur
hoéalbɔ.znóiaquilzboeft rerenóépoffibileereplúfi albɔ.Eteodémódicodenei
possibileésoz.nócurrerevel funtregule.quorpria reequiualetiftiptingenscft
eftia.Hegpäepofitafacitz foz.nócurrergpumăregula quipollerefuocótradictozio
EthneceffeeTo2.noncurrer viinoquil;bocurritequalet equiualetiftiimpossibileest
isti.Aligshónócurrit.Etnó soz.currerrrecundamregur n u l l u s h o c u r r i t
e q u i u a l z i s t i l a m z i f t a n o n n e c e f l e e s o z . ni
aliquishomo currit. eurrercquiual;huic possibi Secundaraeftistanegató
leésoz.currergtertiamrei poftpofitafacitegpoller fuo gulamzitadicaturdecete
contrariopbaf.näiftaquils risquibuscunq3quare7c. bomo noncurritequipollet (
Dnuerfioeitcranspofi uftinullusbomo currit.2nul tiosubiectiinpzedicar lushomononcurritequipol
rum7econuerfo:vtbomoé ictiftiquilibethomocurrit. animalanimalébomo.Etlý
Lertiaregulaeftistanega diuiditurinconuersionefimi rioprepofitazpostpositatai
plicemperacciisopercorra citequipolleresuofubalter, pofitionem. Lonuerfiofim
no.vndebnonquilibethoñ pleresttranspositiosubieci curritequipolletistialiquis
inpredicatú7e2°manentee bomocurrit.Etiftanonnul: Ademqualitateaquantitate
lusbomononcurritequipol vtnulluanimalcurritnulluz letiftialiquishomononcur
curréseanimal.Lonuerfiog rit.Undeversus.Precótra, acadésetranspofitiosubiec
dic.postcontraprepostaz.sb tiipredicatu epomanteca gatiuisquare 7c. roz.nó
currere èpossibile .6 Quipollentiarumtres ergononneceffeesoz.curre 1 . 1
4 demqlitarefzmutataquanti uerfavera?Querfensfalfa. tate.vtoishó
estaialaliqd Håbé peraaliqrolanoné aialébo.Lóuerfiopptrapo
fbftárianullarojaernte7ti fitioneeträfposiectiipdica befalsaaliquifubstätianon
tiirecóuerfomanéteeadem énonrosaq2suutradictori qualitaterquitirate.kmura
uzévertivžoisnonfubftan tistermisfinitisiterminosi tia ;estrora.
finitosvtquoddaaialficurs Lotradictiopuerfiõefim ritqodanocurrensnóénon
pliciarguiťpaiofic'becéve aialUtatfciafáfponóhis ranullusbõémuliē.zbecē
puerhonib?puertatponun falfanullamulierébóigif, furistiosus,Fecifimpliciter
Secuidobecéveranull?ce puertifeuapacci.Altopcon cusvid;ens:7becefalfanul
traficfitpuerfiotota.Jng? lumensvidetcecúergorc. ponúťquattuorlrevocales
Lertioßéveranuloom ? S.a.e.1.0.2fignificatplezar éibbiezljéfatfanullusbó
firmatiaz.2vlemnegatiuaz éidomogac.AdpzimDICIE i.pticularezvelidefinităaf,
giftanó suapuertens.fzia firmatiua.o.veropticulare; nullamulieréaligfbó.qioz
velidefinitanegatiua.Luš effephilislimitatioipuerté dicitfecifimplr.i.plisnega
teripuersa.Ad63picogi tiua7pticularisaffirmatiua fitdesbiectopdicatu.qziicft
puertütfimplr.puertiťeua p:edicatúlyens13lyvidens pacci.i,vlisnegariazplis
ens.ióficpuertiéšnullüvi affirmatiuapuertufp accñs densensécecii.Ad tertium
Artopara.i.vlisaffirmatia difimiliterquiaiépuertens zpticularisvelidefinitane
ei?Izianullüensiboiecdo gatiuacouertuntpoponem. m?.vľiainullobõieédom?
Harzuerfionúsimplerévti quianondebétterminimuta lioz.q2vniuerfaliterfipuerfa
recafumquarerc. é vera puertens é vera 7 eco plurescathcgoricar
ipuerfióepaccñsestpuerfa coniunctaspnotam conditio falla.vtbeaialchó.2pueri
niscopulationisdifiunctiois tensveraboéaisl.Jnquer velalicuiistarumequiualen
fioneveropatrapènemécó tez.Vttuesbóituefanimal uerfo.lzñéita i puersione
p accideiis velpatraponez:ná р Ropofitioypothe, ticaeftillaģbabet
Iresigitfuntfpesypotheti Deimpoffibilitatepossibly
CARnoequälentesifigifica, litateneceffitatezcoringen, do'ozaditionaťcopulatia ?
tiaeiusdemnonopzdicerea difitictia.Alievero vtlocaliterqzoiscóditionilisvera
cális ztörať nó funtypotheeftneceffariazoisfalraéim tice.fzcathegorice.Propofi
poffibilis.Hulla atitestque tioaditionalisèillaiäjiun
fitcótigens.iftereguledicte gun&plurescatbegoziceper
suntdecóditionalidenomia noriaditionisvtfituesbó taalyfiquarezi.
tuesaial.Propofitionü con ditionalium alia affirmati uaalianegatia.Propoaditic
Dpulatiua eftillaque onalisaffirmatiuaéillaiqua babetplures cathego 5nórepared
afirmaturnotaəditoiserel ricasgnotacopulationisiui plüpofitúest.Londitionalis
cemcõitictas.vttuesboiz negatiuaestillaiquanotacó ditionisnegatur vtnonfitu
eshotuesafinus7brempp batperaffirmatiua.Adveri ratezcóditionalaffirmatiue
requiriťzfufficitg oppofitú tusedes.Dzopofitionúcopu latiuarumaliaaffirmatiuaa
lianegatiua. Affirmatiuae illainquanotacopulationis affirmatureremplumpofitu
eft. Hegatiuaperoeltillai quanotacopulationisnegaE pritisrepugnetåtecedentivt
fituesbótuesanimal.bec vtnontuesbomoztuesasi veraeftquistarepugnanttu nus.
csbomo tunoessial.An Etsempernegariua proba tecedésvocatillappoqim
turperaffirmatiuam. mediate sequiturnotãcóditi Åd veritatem copulatiue
onis:cófequesveroeftalta. afirmatiuerequiriturquam f'meibad
itaotuesboeftafcedens? libetpartemerreveramvtcu tuesaialestconsequens.Ad
eshomoatuesanimal. falfitatezconditionalis affir, Etadfalfitatem copulati,
matiuerequirit.2fufficitq u e affirmatiue fufficitvnam "sistemahor
oppofitum cófequentisftét partemeffefalsa;vttuesbehurinefrom
cumancedentevifituesbó atucurris. tu sedes.Hec aut ftant fimul Bd
possibilitatem copula tuesbomoztunofedes.ió tiuerequiriturqualibetpar
itaconditionaliseftfalfa. técepossibiléznll'äaltériiz tatomagis *
welalijs Jhiunctiuaeftillaique Deusévelfoztesmouef.Ere
coñitigüturplescathe pltiftvttuesP'tunones.Et
itbegorica.gozicepnotazdifunctionis; adcótingentiaeiusdemrege
Detuesbomoveltuesafin? riturqualibetpartemeffeco Propofitionúdifuciuarú
tingentezznullaalterirepu aliaaffirmatiuaalianegatia gnarenecétcótradictoriail
;Difiuctiuaaffirmatiuaéil, laqvtantirpseftalbɔl'ipfe a inquaaffirmaturnotadi
currit.Poniturtertiapartir litctóisvtpatuit.negatiade culaqebecdifiunctiuaeftne
roeftillaiquanotadifiuctó ceffariatunoesbóveltues aditsiplānisnegaturprñtuesboľ
aial.ztinullapsalterirepu notá quodtuescapza.zbecsemppbat
gnatzõlibyéatigés.lzboc firdresinsmeaffirmatiuagneceffetnega
ióqzcötradictoriaptiuzre, Lisantca tiuanifipponeretnegatóvt
pugnátvztuesbó7tunes Forritpattunonesafinusveltunoes aial.veldicatomeliusqad
foipropofitioneapza.Affirmatiuaestq2nul neceffitatesdifilactiverequi '
laillannegationumtranfitin rifzfufficitcoplatiuafacta notam
difiunctionis. tropugnante poribilem.eremplüpzimivt tuesafinus.Etadfalfitatem
tuesbo ztucurris.Szadi, eilisrequiriturqualspartem possibilitatemei?fufficitvna
effefalfamvttucurrisl'nul partezeffeipossibiléautvná lusbaculusstatinangulo.
alteriicopoisibilez.eremplu Mdposibilitatemdifüctie-figutcomkepartesplenepost
primivttucurris.7tuésafi, affirmatiuefufficitvnaj par tilesramom
nus.erempluzkivttuésztu temeffepossibilem.vthomo ferposibilisetideopom
nes.Adneceffitatez.copla eftafinusvelantichristuseftfuficitermedpogriner
tiueregritquamlib;premer Sed adimpoffibilitateeius ludvorbi uficiompor
seneceffaria;vtboestaialz requirifqualibetpartéeffe totdimimurront14éria
de’eit.Etadarigentiazip impoffibilemvthomoeftafialiudfornogri.
husregriťzfufficitynapzar nusvelnullusdeuseft. tezelleptingentez.alteraatt
Adneceffitatemdifiunctie nipofsibilezneceidéicópofi affirmatiuefufficitvnazpar
bilemvttucurris7tuesbó temeffeneceffaria;veliuicé pel deus eftz tucurris.
cótradici.Eréplum pzimivt 2 de partibɔcontradictozijser} Ad
veritatezoifiuctiueaf, feimpoffibilez.Etadcontin Römeftiguduozycótrario
afirmatiuefuficitvnazparte gentiamcopulatiuafacta siune imposfibilealiud
effeveram.pttu.cshomop gtib oppofitisfitcótiges, metafarim #coco scadcon
coinout:fed quo hoc eftueru ,cuno filin ilascopilgrimur,fatke
porousopofiris,codicarilkidekie Erionisdifnightutplan qnoradiinch omnis,Admiños
vilpropofiriones,congle:fed l Frelsabond murgiipropa Mit Saint Erine
&filaceprolaindaoimportinisdefinitivaentrare
difusiquefignificatia'sseéincóueniensa
Popu-rariosgudworscontrariozeliuniecorigens unum idiom conigat&difiurgatriper
SadcuilacopulatiuafaltonIparibusopofieasofusdeles in diversors
Eticeforcimoodradilosiaoliikaepoksidaéestimat
arhdheofmagisterbisincoligititommdig ogdifinitivaeritDrinsers. viétime
quodpropriafueimpropriauide itq,amibe“pareddfentnene ožnnimadoprops liéefetwimmign
ruenhomo neltuesani bec.n.éneceffariatunocur iusmodi, r i s . v e l
tu m o u e r i s . q 2 b e c co L e r m i n ’ e q u o c ' é t e r m i n ?
pulatiaéipoffibiťtucurrif fimplerplurafignificarFzdi tunomoueris.Etbecéptin
uerfasrationesficutlicanis géstucurrisvľtunomoue ghignificatcanelatrabilefi
ris.q2beccopulatiuaéptin, duscelestezpiscémarinuz. genstunócurris7tumoue
zbocdiuerfisrationibus. risfecúduregulasdatasde Paedicabilefecúdomó fti
copulatiuis . mifvideliczcóiterzp ergoétermin?vnwoc?pze. priePredicabilecóiterfup
túiterminoaptus.natusde aliquopdicari.zfictātermi nuscõis finglaristacói
dicabilisingddeplerib?ori tibus(pe.ptaialpredicatur deboiezdeafinogorritfpe
ineoqdquidqzaditerroga plerusqizplerusdiciepze tionezfacta;perquideftbo
dicabile.Sippziesicfumen velafin?rndeturqeltaial. do difinit.Paedicabilee ter
Ben'oiuiditur.naquodda minouiuoc'apt nat deplu estgenusgnälifsimu.zquod
rib?pzedicari.7ficnull?ieri damgenussbalternum nusfingularisnec tráfcedes
Benusgeneraliffimúéter autpofit?diciturpzedicabiming ficégen?qd nopot
lefeuvniuersaleqóidéė.q2 essespecies.ytfubftátia.Be null’ralisestterin
vniuoclis nussubalternúeftterminus Undetermin’vniuoc'est
quificeftgenusqdpóteffe termin?fimplerplurasignifispecies vtaial.eeniz genus
cásfm vnicáraionezficutli respectuhominisspeciesde boqosignificatfoztezplato
rorespectucorporis té oiađuagiftcataF5bác Spesestterminusvniuo/ rationeať
raroale.Perboccus nó fupremuspzedicabil qodiciturterminusfimpler
ercluduttermini3pofiti.fed fignificanspla ercluditter minumfingularezzvnicara
tione ercludit terminu trásce détez.videlzensaligdzbu iad plib?vtlibópdicatur
aloztezplacóeieoqd9090 aditērogatöezfactapgdest foztelvpťlatorideurgébő
Spéfoiuiditur q2qdazeft specialissimazadåMalterna
Segfcapituluopdicabilib? fariavidelzgen?(peciediffe p "Redicabiledupťrfu
rentiáppriazaccides.Sen? ptú diuidit iquinqz vniuer, 2
SpēsBalternaetermina cutlialbuqapredicatur.de 9cu'filspeciespóreffegen?
boieieoqdqualeaccicale vtanimal. qzaditëroğröezfactaequa Spésspecialiffimaéteri
lisehódlafin?pótpuenien nusqcumfitfpesnópóteê terrñderiqdalb?.2bocno genus.vt
bó.vel aliter conuertibiliter.Quia nó con Spėsspalissimaétermin?
uertiturlialbuaialiq°illoz, vniuocuspdicabilisigdde Suffitientiapdicabiliūbe
plurib'orñtıb nuerofolum turistomó quoë vleautest znotáterdiciturfoluiq2liai
piedicabileeffentialiteraut alnéspésspálissima.ztúert accíítaliter
termin?vniuoc?predicabilir Sieffentialrautigdauti igddeplib’orntib?núero
quale.Siiqualeilludéoria 22defostezplacóeiznofoi Siigdautdeplurib'orīti,
làdeorñtib?nuero.qzitd e b?sperilludeitgen?.autde orñtib’spé.vtdeboierlebe
přib?orritib?nueroToluet :Differentiaéterin’viuoc? illudéspés.Siveroepdica
paedicabiťde plib”iquale bileaccnraťrautgiqualeac cénale.vtroaleqapdicatur
cntalepuerribľrz. illudėp ocfoztezplatoneieoqaqle pri.veliqualeacclitaleno
qzaditërogatóemfactaper puertibiťr.2illudéaccñs.er qualisestfortesrespódetur
predictispotpuiciafitper quod eft rationalis . dicato directavľ idirecta er
Peopriúeftterin?viuoc? fentiaľbľaccñcať.Predica Þdicabilisdeplib’ieoquod
tiodirectaeiaiqafupipze qualeaccñtalepuertiběrut dicaturdefuoiferiozi.Debo
rifibileqapdicatdesozteet éaial.Paedicatioidirectaé platbeieoqdqualeqzadin
illaiquaiferi’predicaturde terrogatoezfactapqualise fuosuperiozi.vtaialeftbo.
sozesvťplatopueniéterrñ Predicatioeéntialiséillai deturq rifibiť.7totaratio
quafuperi’pzedicaturdein quareficpdicaturdeilliseq? feriozivelecóuersofzquod
éppziapafsioilliustermini dictiévľoriadealiq°illon bomo cum quo conucrtitur. Si
predicatioaccítaliséila Acchrétēmin’vniuoc'pze iquappuúvelaccñspzedir.
dicabilisdeplib”ieoquod caturdegenerefpeciezpria qualeaccắtaleipuertiblrfi
bľfuoidiuiduoautepuerfo 5 Eréplüpzimi:vtbóèrifibil
dirurindecepdicasca.Quo Paialéalbu.exéplusivrrifi rupzimueltpredicarsitu lub
bileéhoalbueaial.Etpfiľr státiecul’generaliffimúébic dedriazidiuiduodicafl'me
teri’lbalubàpoiturhicter li’oicaturg pdicatioefriaťė mi?coup”.subcocpozecosp?
pdicatio terminoz eiusdez s a i a t u sub cozpoze aiato ať 16
dicamentivtbóestaial.pze, aialifpesspecialissimahoľ dicatioautaccicaťeftpiedi afinuszlbiftisfuaidiuidua
carioterminoxdiuerfozpze fozteszplato.bzunellus7fa dicamentorumvthomoéale
uellus.Secúdupredicame bus.Termin superioradre túeftpdicamentu quátitutis
liquúdicitureffeillequicon Lui'generalisfimúeftquäti.
tinerillúznecóuerfoficutli tasfubýfuntduogenera16 aialrespectuisti'terminihó
alternaärnulluestsuperius qzfignificatquicgdile?cuz adreliquúvzcontinuuz?di
bocaliquidvltra.Lermin’in scretu.primigenerisiftefür feriozadreliquúdicitureffe
fpetieslineasuperficiescoz illequicótineturabeo.nnó pustempus?locus.qR:bec
ecouerfovtliforesrespectu funtindiuiduabiliuea fupfi iftiusterminibomo .
hiclocus. Secundigeneris Lozpozea Jnco:pozea infinitesuntfdeties.f.binari,
Lozpus aiatum rius trinarius 7 cetera . Redicamentuzestcoő
ciumeltpaffiovelpafsibilis dinariopluriuztermi, qualitas.Quartuzestforma
nozuFmsubzlupza.Etdiui, vetcircaaliquidpitasfigura us trinarius
quaternarizë Animatum Jnanimatuz indiuiduaverofunthicbina Sensibile Animal
Tertium piedicamentum è predicamentuz qualitatiscu iusgeneraliffimum estquali
Lozpus Jnsensibile Rarionale Jrrationale. tasfubquofuntquattuo:ge Animal
rationale nera subalterna:non sebabe Soates Plato rio.Secundum eftnaturalis p
potentiavelimpotentia.Ier Substantia tia fecundum sub z fupza.pzi mortalis
Jmmortalis mumesthabitusveldispofi, Domo cies.boc cozpusboc rempus 1 1
Primigeneris(petiesfune Quintumpredicamétoem grāmaticalogicazrhetorica
dicamétuacióiscuiusgener quaqindividuasuntbecgrå rasubalteznafuntfer.quozu
matica logicab rbetorica. nulluėsuperiusadreliquum Lertijgenerisfpessunto
risspéssunt.generarehoiez redoamaritudo.albunigruz ?cozrupereequáquayindir
calidúzfrigidubuidum zfic uiduafuntficgenerareboiez cum.quarúidiuiduasuntheç
ficcorrupereequum.Iertijz dulcedobiamaritudohocal quartigeneris(pessuntau.
bumhocnigp 7buiusmodi. gereinlongudiminuereila Quartigenerisfpeciessut
tum.quozumindiuiduafffic circulustriangulusquadra augereilögumficdiminuer
gulus2huiufmodiquarúidi inlatu. Quitigenerisspés uidua funt.biccirculus
.bicfunt calefacerez frigefacere triangulushicquadrágulus.
quaridiuiduafuntficcalefa QuartiipredicamétüĊpdi cereficfrigefacer.Sertigo,
camerurelatóis.Lui'gene. nerisfpeciesfuntmouct fur ralissimúeftrelatiovelada.
súmoueredeorsumquaruin liquidfbåfunttriagenera( diuiduafuntficmouerefurfu
alterailebita63,16zsup2a ficmoueredeorfum.Sertus Primumestcaparatio.Se
predicamétaépredicaméruz cuduzéfuppofitio.Lertiuzė paffioniscu’generatiffimu
fuppofitio.primigenerisfpe estpassio.Etb;fiĽrfergene tiessuntvicinusequale?li,
rafbalternarisebūtia ;sub milequarumindiuiduasunt. zsupaav;generaricorrupia
hicvicinusbocequalezboc ugeridiminuialterari7fzlo fimile
dñszmagister.qxidiuidua quúconīpiärididuasütir, süthicprbiconszbicmagi
tuboiezgenerariftueqmco Tertijgeneris(péssútfili? rūpi.Iertüzquartigeneris
fuus7discipľ?quaruiidiui; fpetiessuntaugeriinlon duasuntbicfili?bicferubic
gúdiminuiilatuquanidiui. piscipulus. dua funtficaugeriilogu fic
cumouči.primi7figeneris, Secridigenerisspēsfuitpr fpessúthominezgenerarie
Secundigenerisspėssunt v3generarecourtīgeaugere OURzmolle.quarüindiuidua
diminuerealterare.cfmlo, funthocdurumbocmolle. cumouere.Primizfigener b
Nicoletti. Keywords. Refs.: H. P. Grice,
“Paolo da Harborne, and Paolo da
Venezia,” lecture for the Club Griceiano Anglo-Italiano, Bordighera. Luigi
Speranza, “Grice e Nicoletti: quadratura ed implicatura” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691313096/in/photolist-2mPsU62-2mLHPna-2mKMv6z-2mKMuu9-2mKNSXR
Grice e Negri – implicatura – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Mercato San Severino).
Filosofo. Antimo Negri. Antimo Negri (n. Mercato San Severino) è stato un
filosofo italiano. Allievo di Antonio Aliotta, con il quale si è laureato
a Napoli prima in Lettere e poi in Filosofia, ha sempre considerato come suo
maestro Giovanni Gentile, di cui tuttavia non è stato direttamente un
discepolo. L'intensità con cui Negri ha approfondito il pensiero
gentiliano si è concretizzato dapprima nello studio dell'allontanamento di
Michele Federico Sciacca dall'attualismo poi in testi quali: “Giovanni
Gentile,” “L'estetica di Giovanni Gentile,” e “Giovanni Gentile
educatore.” Innumerevoli sono gli scritti dedicati all'idealismo
hegeliano, tra cui i saggi “La presenza di Hegel,” “Ricerche e meditazioni
hegeliane,” e “Hegel nel Novecento,” e le traduzioni di opere hegeliane come
“La vita di Gesù” e “Le orbite dei pianeti.” A queste traduzioni si
aggiungono anche quelle di grandi classici del pensiero filosofico, economico e
sociologico. Ha ricevuto il Premio San Gerolamo. A Negri si
deve anche la valorizzazione di alcune grandi personalità della cultura
italiana, come quelle di Andrea Emo, Carlo Michelstaedter e Julius Evola.
La sua carriera lo ha visto professore di Storia della filosofia in
alcune delle più importanti università italiane: Bari, Perugia e Roma, dove ha
lavorato presso l'Università degli studi di Roma Tor Vergata fino alla fine del
suo incarico universitario. Nel corso della sua esperienza intellettuale
è stato impegnato in un'intensa attività saggistica e pubblicistica, scrivendo
sulle più importanti riviste culturali italiane e straniere, tra le quali: il
«Giornale Critico della Filosofia Italiana», il «Giornale di Metafisica», «I
Problemi della Pedagogia», «Rinascita della Scuola», «Dix-Huitième Siècle»,
«L'Enseignement Philosophique», «Studia Estetyczne», «Idealistic
Studies». Ha collaborato con molti dei maggiori quotidiani
nazionali: «Il giornale d'Italia», l'«Avanti», «Il Messaggero», «Il Sole 24
Ore», «Il Tempo» e «il Giornale». Inoltre, ha diretto varie collane di testi
filosofici per la Marzorati («Ricerche filosofiche», «Testi e
interpretazioni»), la Seam («Filosofi italiani del '900», «Sentieri del giorno
e della notte») e la Antonio Pellicani Editore («La storia e le Idee») e
riviste come gli «Studi di storia dell'Educazione» della Armando Editore.
Gli è stato assegnato, a Palermo, dall'Associazione internazionale di studi e
ricerche Friedrich Nietzsche fondata da Alfredo Fallica, il «Premio
Nietzsche». Saggista sempre molto prolifico, ha continuato a pubblicare
opere originali non solo nella scelta degli argomenti ma anche dei contenuti:
il Discorso sopra lo stato presente degli italiani, il De persona.
L'indomabilità dell'individuo e Problema Europa: Unità politiche e molteplicità
culturali. Bibliografia: Antimo Negri, Michele Federico Sciacca:
dall'attualismo alla filosofia dell'integralità, Edizioni di Ethica,
Forlì. Collegamenti esterni «Négri, Antimo», la voce in
Enciclopedie on line, sito "Treccani.it L'Enciclopedia italiana".
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fa di un utente anonimo PAGINE CORRELATE Bertrando Spaventa filosofo italiano
Michele Federico Sciacca filosofo italiano Idealismo italiano Corrente
filosofica predominante in Italia nella prima metà del XX secolo WikipediaAntimo
Negri.
Grice e Negri – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Grice: “Only in
Italy a philosopher philosophises on Pinocchio!” -- Grice: “I like his idea of
a new ‘grammar of politics,’ even if he uses the extravagant metaphor,
delightful though, ‘fabbrica di porcellana’. He has a gift for metaphor, sure!”
– Grice: “’la lenta ginestra’ to qualify Leopardi’s ontology is genial!” -- Grice:
“Negri reminds me of ‘pinko Oxford’!” Tra gli anni sessanta e gli
anni settanta, fu uno dei maggiori teorici del marxismo operaista. Dagli anni
ottanta in poi, si dedicò invece allo studio del pensiero politico di Baruch
Spinoza, contribuendo, insieme a Louis Althusser e Gilles Deleuze, alla sua
riscoperta teorica. In collaborazione poi con Michael Hardt, ha scritto libri
molto influenti nella Teoria politica contemporanea. Accanto alla sua
attività teorica, ha svolto una intensa attività di militanza politica, come
co-fondatore e teorico militante delle organizzazioni della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia. A causa della sua
attività politica è stato incarcerato e processato, all'interno del processo 7
aprile, con l'accusa di aver partecipato ad atti terroristici e d'insurrezione
armata. Venne, tuttavia, assolto da queste imputazioni, per poi venire
condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale
nella rapina di Argelato. Saggi: “Stato e diritto -- la genesi illuministica
della filosofia giuridica e politica” (Padova, Milani); “Lo storicismo” (Milano,
Feltrinelli); “Forma giuridica” (Padova, Milani); “Flosofia del diritto” (Bari,
Laterza); “Il concetto di partito politico” (Padova, Moderna); “Lo stato piano
e il comune” (Milano, Feltrinelli); “Il concetto d’integrazione nella storia di
Italia” (Milano, Giuffrè); “Il concetto di stato” (Milano); “Il capitale e lo stato”, “Della ragionevole
ideologia” (Milano, Feltrinelli); “Incidenza di Hegel. Napoli, Morano, Enciclopedia
Feltrinelli Fischer); Scienze politiche, (Stato e politica), Milano,
Feltrinelli); L’organizzazione operaia” (Milano, Feltrinelli); Partito operaio
contro il lavoro, in S. Bologna, P. Carpignano, Negri, “Crisi e organizzazione
operaia” (Milano, Feltrinelli); “I proletariato” Proletari e Stato. L’autonomia
operaia e compromesso storico, Milano, Feltrinelli); “La fabbrica della
strategia” Padova, “Cooperativa libraria editrice degli studenti di Padova, Collettivo
editoriale librirossi, La forma Stato, per la critica dell'economia politica
della Costituzione italiana” (Milano, Feltrinelli); “Il problema dello stato e
sul rapporto fra demo-crazia e sociali-smo” Milano, Unicopli-Cuem, “Il dominio
e il sabotaggio: sul metodo marxista della trasformazione sociale,” Milano,
Feltrinelli, “Manifattura, società
borghese, ideologia: Una polemica sulla struttura e la sovra-struttura,” Roma,
Savelli, Marx oltre Marx [Grice, “Grice oltre Grice”]. Quaderno di lavoro sui
Grundrisse, Milano, Feltrinelli, “ Dall'operaio massa all'operaio sociale. sull'operaismo,
Milano, Multhipla, “Comunismo e guerra,” Milano, Feltrinelli, Politica di
classe: il motore e la forma. Le cinque campagne oggi. Milano, Machina Libri,
“Otto Dix,” Milano, Studio d'arte Grafica, “L'anomalia selvaggia: potere e
potenza in Spinoza” (Milano, Feltrinelli);“Macchina tempo. Rompicapi,
liberazione, costituzione,” Milano, Feltrinelli, Pipe-line. Lettere da
Rebibbia, Torino, Einaudi, Boutang, Diario
di un'evasione, Cremona, Pizzoni, Le verità nomadi: lo spazio di libertà” (Roma,
Pellicani); “Fabbriche del soggetto: profili, protesi, transiti, macchine,
paradossi, passaggi, sovversione, sistemi, potenze: appunti per un dispositivo
ontologico, in "XXI secolo. Bimestrale di politica e cultura", “Lenta
ginestra: l'ontologia di Leopardi, Milano, Sugar, “Fine secolo. Un manifesto
per l'operaio sociale. Milano, Sugar,” “Arte e multitude” (Milano, Politi, “Il
lavoro di Giobbe. Il famoso testo biblico come parabola del lavoro umano,
Milano, Sugar); “Il potere costituente. Ssulle alternative del moderno,
Carnago, Sugar, Spinoza sovversivo. Variazioni (in)attuali” (Roma, Pellicani, “Dioniso,
o lo stato postmoderno” (Roma, Manifestolibri); L'inverno è finito. Scritti sulla trasformazione
negata” (Roma, Castelvecchi); “I libri del rogo, Roma, Castelvecchi); Partito
operaio contro il lavoro; Proletari e Stato; Per la critica della costituzione
materiale; La costituzione del tempo. Prolegomeni. Orologi del capitale e
liberazione comunista” (Roma, Manifestolibri); Spinoza (Roma, DeriveApprodi, Contiene:
S Democrazia ed eternità in Spinoza); “Sogni Incubi”, L’incubo, Visioni.
Politica e conflitti nella crisi della società del lavoro” (Milano, Lineacoop, La
sovversione” (Roma, Liberal, Kairòs, alma venus, multitudo. Nove lezioni
impartite a me stesso” (Roma, Manifestolibri, Desiderio del mostro. Dal circo
al laboratorio alla politica, a cura di e con Ubaldo Fadini e Charles T. Wolfe,
Roma, Il manifesto, Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione, con Michael
Hardt, Milano, Rizzoli, Europa politica.
[Ragioni di una necessità], a cura di e con Heidrun Friese e Peter Wagner,
Roma, Manifestolibri, Luciano Ferrari); “Bravo ritratto di un cattivo maestro.
Con alcuni cenni sulla sua epoca” (Roma, Manifestolibri); “L'Europa e l'impero.
Riflessioni su un processo costituente, Roma, Manifestolibri); “Moltitudine e
impero, Soveria Mannelli, Rubbettino, Il ritorno. Quasi un'autobiografia” (Milano,
Rizzoli, Guide); “Impero e dintorni” (Milano, Cortina); “Moltitudine. Guerra e
democrazia nell’ordine imperiale” (Milano, Rizzoli); “La differenza italiana” (Roma,
Nottetempo); Movimenti nell'impero. Passaggi e paesaggi, Milano, Cortina, Global.
Biopotere e lotte” Roma, Manifestolibri, Goodbye Mr Socialism, Milano, Feltrinelli,
Settanta (Roma, Derive); Approdi, Fabbrica di porcellana. Per una nuova
grammatica politica, Milano, Feltrinelli, Dalla fabbrica alla metropoli” (Roma,
Datanews, Il lavoro nella Costituzione”
(Verona, Ombre Corte, Dentro/contro il diritto sovrano. Dallo Stato dei partiti
ai movimenti della governance” (Verona, Ombre Corte, Comune. Oltre il privato ed il pubblico, (Grice:
“Cf. Grice on ‘common language’ and ‘private language’”) Milano, Rizzoli, Inventare il comune, Roma, DeriveApprodi, Il
comune in rivolta. Sul potere costituente delle lotte (Verona, Ombre Corte); “Questo
non è un Manifesto” (Milano, Feltrinelli); “Spinoza e noi, Milano-Udine,
Mimesis); “Fabbriche del soggetto. Archivio (Verona, Ombre corte); Arte e
multitudo (Roma, DeriveApprodi); “Storia di un comunista” (Milano, Ponte alle
Grazie, Galera ed esilio. Storia di un comunista” (Milano, Ponte alle Grazie, Assemblea,
Milano, Ponte alle Grazie, Da Genova a domani. Storia di un comunista, Milano,
Ponte alle Grazie. Antonio Negri. Keywords: implicature,
potere-potenza, l’incubo, la differenza italiana, grammatica politica,
assemblea, Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Negri," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685927324/in/photolist-2mQjnue-2mPY4jk-2mPyUzx-2mNbFJE-2mMQbzj-2mLLyEe-2mKNNqN-2mKbok1-2mKiTu1-2mJqjKS
Grice e
Neri – aporia della realizzazione – filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano).
Filosofo. Grice: “Neri is an
interesting philosopher – he speaks of the aporia of the realization, which is
intriguing, and considers that ‘objectivism’ started with Galileo, which is
realistic!” Professore a Verona. Allievo di Banfi e Paci, rappresenta una delle
ultime sintesi della Scuola di Milano, di cui riprende alcuni dei temi
portanti: ricerca fenomenologica, analisi storico-politica, studi
estetici. Rispetto ai suoi maestri, del cui pensiero è stato uno dei
maggiori interpreti, sviluppa un percorso di ricerca originale, caratterizzato
da una critica delle ideologie del Novecento e dei loro fallimenti, e da una
lettura non dogmatica della storia contemporanea, volta a metterne in luce
discontinuità e aporie. Forte di un'indole scettica e fedele al principio
dell'epoché fenomenologica, Neri ha ripercorso le vicende della dialettica
marxista, focalizzando in particolare la sua attenzione sull'Europa
centro-orientale, e sulle varie forme di controcondotta e dissenso che, a
partire dagli anni sessanta, sono andati germinando in quel contesto storico. I
suoi autori di riferimentoHusserl e Merleau-Ponty, Bloch e Lukács, Kosík e
Kołakowskirivelano la tensione intellettuale tra ricerca teoretica e storica
che ha caratterizzato il lavoro di Neri, dalle principali monografie, ai saggi
su aut aut e Il filo rosso, fino al materiale inedito conservato presso
l'Archivio Neri, da pochi anni istituito presso l'Università degli Studi di
Milano. Durante gli anni universitari, trascorsi tra Pavia e Milano, Neri
ha l'occasione di frequentare gli ultimi corsi di Antonio Banfi, ormai lontano
dalla fenomenologia e intento a perfezionare (e radicalizzare) il suo umanesimo
di stampo marxista, e dell'ancor giovane Enzo Paci che, in quegli stessi anni
di dopoguerra, intraprende un confronto innovativo con gli esiti della ricerca
husserliana, e in particolare con i contenuti della Crisi delle scienze
europee, oggetto di numerosi corsi. Proprio questo "apprendistato
fenomenologico", secondo l'espressione di Luciano Fausti, ha consentito a
Neri di acquisire un metodo di ricerca che lo ha accompagnato, non solo nei
suoi studi delle opere di Husserl, Merleau-Ponty, Patočka (dei quali traduce e
cura varie pubblicazioni), ma, più in generale, nell'analisi del pensiero
storico e politico novecentesco. A questi interessi va ad aggiungersi quello
per l'arte e l'estetica, decisivo in questi primi anni, e dovuto in particolare
agli insegnamenti di Dino Formaggio, con cui Neri si laureò. Neri continuerà a
interessarsi a questi temi anche negli anni successivi, dedicando diversi
scritti a Panofsky (della cui Prospettiva come forma simbolica cura nell'edizione)
e a Caravaggio, e interrogandosi sul rapporto tra fenomenologia ed
estetica. Agli anni di studio, segue una fase di ricerca che lo porterà
nei primi anni sessanta a Praga, ospite dell'Accademia delle Scienze della
Cecoslovacchia e, in seguito, negli Stati Uniti d'America, dove è visiting
scholar a Pennsylvania. A Praga, Neri entra in contatto con la giovane
generazione di intellettuali cechi che, in questi anni cruciali, portano avanti
l'idea di riformare il socialismo dal suo interno, a partire da una profonda
reinterpretazione del materialismo e della prassi marxiana. È grazie a Neri che
in Italia si diffondono le opere di Karel Kosík e di Jan Patočka che, pur così
profondamente diversi, condividono con Neri l'interesse per la fenomenologia e
la politica. Durante la sua esperienza americana, Neri dedica a Marx una serie
di lezioni e conferenze, i cui testi inediti, facenti parte del Fondo Neri,
sono conservati presso la Biblioteca di Filosofia dell'Università degli Studi
di Milano. Analizzando il pensiero di Marx, Neri si rifà in particolar modo,
oltre che all'insegnamento di Kosík, agli scritti di Gajo Petrović e alla
scuola jugoslava legata alla rivista Praxis. Tornato in Italia, inizia un lungo
periodo di insegnamento a Verona, durante il quale incentra i suoi corsi sulla
fenomenologia post-husserliana, su Bloch, sull'idea filosofica di Europa e la
sua eredità, a seguito del fallimento dei principali progetti politici
novecenteschi. Escono in questi anni le sue opere più note: “Aporie della
realizzazione”, sulla filosofia e l'ideologia dei paesi del socialismo
realizzato, e “Crisi e costruzione della storia”, dedicato, ancora una volta,
al maestro Banfi. In più occasioni, manifesta il suo debito nei confronti
dei suoi maestri milanesi, per averlo iniziato allo studio della fenomenologia.
In tal senso, il passaggio dall'insegnamento di Banfi a quello di Paci è
decisivo. «Al centro non era piùscrive Neri poco prima di morire, ricordando
quegli anniil "disperato razionalismo" del fondatore della
fenomenologia: il fuoco della rilettura era diventato il "mondo della
vita" e la critica dell'obbiettivismo moderno». Un pensiero che ben si
presta a una generazione di giovani studiosi che, durante gli anni sessanta, si
raccolgono intorno a Paci, desiderosi di affinare un pensiero che consenta di
riguadagnare un sguardo disincantato, ma non indifferente, sulla realtà sociale
e culturale circostante, contro «l'asfissiante razionalismo» di Banfi e, più in
generale, contro l'impronta culturale del PCI. Neri rientra in questa
nuova leva di studiosi e in questi termini si possono interpretare anche i suoi
studi fenomenologici. «Con il tema del mondo della vitaribadisce Neri, in un
altro tra i suoi scritti più tardila fenomenologia mostrava di saper affrontare
i problemi posti dalle scienze storiche e sociali, dall'antropologia culturale
e infine anche dal pensiero marxista». L'esempio di Paci, tuttavia, che cercò a
tutti gli effetti di coniugare metodo fenomenologico e dialettica marxista, è
seguito dall'allievo solo parzialmente, lasciando la sua impronta più visibile
nel volumePrassi e conoscenza, una cui parte è dedicata ai critici marxisti
della fenomenologia. Col passare del tempo, tuttavia, Neri adotta una posizione
di sempre più evidente rottura, prediligendo a qualsiasi tentativo
conciliatorio una critica fenomenologica del socialismo realizzato e delle sue
distorsioni. A tal proposito, il confronto con Kosík e il dissenso, all'interno
del socialismo reale, giocano un ruolo di primo piano. Come si evince
dalla sua “Aporie della realizzazione,” distingue due fasi e due generazioni di
filosofi, all'interno della complessa crisi del socialismo in costruzione. Da
una parte, la prima generazione è rappresentata da György Lukács e da Ernst
Bloch. Proprio al pensiero di quest'ultimo, alle sue concezioni di storia e di
utopia e ai suoi numerosi ripensamenti, Neri dedica una lunga analisi, che
tornerà periodicamente anche negli anni successivi, come testimoniano i
programmi dei suoi corsi universitari. A Bloch è ispirato, d'altronde, il
titolo del libro, che Neri ricava da una pagina di Principio speranza. È
all'interno della dialettica tra realtà e realizzazione, tra condizione
presente e speranza futura, che Neri individua l'andatura del socialismo reale,
della sua filosofia e della sua ideologia. Solo con la seconda generazione di
filosofi, tuttavia, le aporie della realizzazione socialista vengono veramente
al pettine; la malinconia di Bloch cede infatti il passo allo sguardo scettico
di Kołakowski e al tentativo di Kosík di rileggere la dialettica marxista in
termini concreti, al di là di ogni deriva ideologica. Dello stesso tenore è
anche il libro su Banfi, Crisi e costruzione della storia, di pochi anni
successivo, in cui Neri si confronta con lo stesso tema della realizzazione,
inteso stavolta nei termini del tentativo banfiano di costruire un percorso
storico su basi razionali, oltre la crisi della civiltà moderna, verso una
nuova prospettiva umanistica. Alla luce del ritratto offertoci da Neri, che si
concentra in particolare sugli anni trenta, intesi come momento cruciale per lo
sviluppo della teoria banfiana, emerge un'immagine di Banfi particolarmente
complessa, nella quale la svolta ideologica e l'adesione al comunismo non
offuscano il perdurare di uno spirito critico e di una prospettiva europea, che
si sviluppa al di là dei particolarismi delle filosofie nazionali. L'Archivio
Guido Davide Neri -- è stato creato presso la Biblioteca di Filosofia
dell'Università degli Studi di Milano l'Archivio Guido Davide Neri. In tale
archivio è raccolta un'imponente quantità di materiali inediti, che comprendono
riflessioni, appunti per corsi e seminari, annotazioni di viaggio,
corrispondenze. Sono considerati di particolare rilievo, in vista di futuri
studi sul pensiero filosofico di Neri, i 149 quaderni, contenenti le
riflessioni del filosofo, dalla metà degli anni cinquanta, fino alla sua morte.
Attraverso la lettura di questi scritti, ora completamente consultabili e in
corso di digitalizzazione, è possibile chiarire il rapporto e gli scambi di
Neri con altri rappresentanti della filosofia milanese: da Banfi a Paci, da Dal
Pra a Preti. Grande importanza rivestono anche i commenti in presa diretta su
alcuni tra i più rilevanti avvenimenti storici del Novecento: dall'invasione
sovietica dell'Ungheria, alla Primavera di Praga, fino al crollo del socialismo
reale. A ciò si aggiungono le riflessioni sul ruolo della filosofia nella
società, sul modo e l'opportunità di insegnarla, e sulla sua tenuta, di fronte
alle scosse della storia. Saggi: : “La fenomenologia della prassi (Milano, Feltrinelli); “Il partito socialista
italiano” (Milano, Feltrinelli); “Crisi e costruzione della storia” (Napoli,
Bibliopolis); “Il sensibile, la storia, l'arte” (Verona, Ombre Corte, F. Tava, su
Open Commons of Phenomenology. G. Scaramuzza, Presentazione, in Atti della
Giornata di Studio e di Testimonianze svoltasi presso la Fondazione Corrente,
Milano, Materiali di Estetica, Archivi. su sba.unimi. degli scritti di in aut
aut, n. Atti della Giornata di Studio e di Testimonianze svoltasi presso la
Fondazione Corrente, Milano, in Materiali di Estetica, Quando tra noi Ricordo, amici, colleghi e studenti, Pizzighettone,
Viciguerra, L. Fausti, Tra scepsi e storia. Un percorso filosofico, Milano,
UNICOPLI,. L.Frigerio e E. Mazzolani,
Iin Sistema Università, A. Vigorelli,
Fenomenologia e storia. A partire da Patocka: itinerario filosofico, in Leussein, F. Tava, Open Commons of Phenomenology. sba.unimi.
Fondo librario. Grice: Mussolini used to say that Garibadi spoke of the
‘popolo’ while he speaks of the ‘nazione’ – and a nazione has a plusvalue over
popolo. Il popolo e l’asino, l’asino e il popolo utile paziente e bastonato. Grice:
“Neri made a great contribution or the spreading of Husserl’s interpretation of
their own Galileo n Italy. Who is this Jew to tell us anything about our
glorious Pisan? Husserl saw Gailei as a Platonist. Neri made a translation of
Husserl’s essay on Galileo and included in a saggio with the title GALILEO in
it – in this way, he gathered the attention of every Italian philosophical
Galileian!” Grice: “Perhaps the best introduction to Italian socialist politics
are the commentaries Neri made to the cartoons in the asino, which he entitled,
bitingly, the bite of the ass!” Grice: “Oddly, bite is an attribute of ass –
when a retrospective of the cartoons was held, the cliché journalese when
‘satira morente’ -- -- estetica di Diderot, senso e sensibile, il sensibile, la
sensazione, il Galileo di Husserl. –Guido Davide Neri, su sba.unimi. Neri.
Keywords: aporia della realizzazione, il mordo dell’asino, -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Neri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701893635/in/photolist-2mQiU3r-2mPZ2Vc-2mPVkio-2mPYm4t-2mLN3si-2mLGvyP-2mLHHHe-2mPq5pS-2mKTyvC-2mKG3XG-2mKFeJo-2mKDwcr-2mGnP2f-G3tvCn-G9arP4-FcebeC-ErqrPW
Grice e Nesi – implicatura –
adulescentuli oratiuncula – Sono dalle celeste sphere Venere: perche
amore inspiro: dagl’elementi fuoco: perché d’amore accendo da uoi con
vocabulgreco CHARITÀ chiamata: perché col mio ardore della GRAZIA della salute
viso degni.filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Grice: “I once had a fight with Nowell-Smith; he was saying that a
philosopher should not be a moralist; I told him that by that token Nesi wasn’t
one!” – “De moribus” Figlio di Francesco di Giovanni e di Nera di Giovanni
Spinelli, si dedica interamente agli studi filosofici. Strinsge stretti
rapporti con i principali umanisti fiorentini dell'epoca, tra cui Acciaiuoli e Ficino.
Influenzato dall'operato di Savonarola, ricopre anche diverse cariche
politiche. Saggi: “Adulescentuli oratiuncula”;
“Orazione del corpo di Cristo”; “Orazione de Eucharestia” “ Orazione
sull'umiltà” “Sulla carità”; “De moribus”; “De charitate”; “Oraculum de novo
saeculo, Canzoniere, Poema. Treccan Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Obviously,
Nesi is not having Davidson in mind. But Nesi is wrong in identifying GRAZIA
with CHARITA, ‘greco vocabull” – this is an etymological blunder. The charities
were indeed three – Eglea, Eufrosina, e Talia – and they danced mainly to
eroticse Mars, or more frequently Giove and Mars together --. Of course the
expression ‘gratia’ is not cognate! – For Davidson, charity is what the
Italians refer to ‘carità’, formed out of ‘carus’ – the spelling with ‘ch’ is a
French corruption! So to be charitable, in Davidson’s interpretation, is to be
kind, caro. Not graceful! --. Grice: “If Davidson doesn’t know his Greek
mythology, that’s not my fault --. Instead of his singular principle of charities,
I will take the liberty to sub-divide it into three maxims – The first maxim
refers to the first charity, Aglae: splendour; thes second maxim refers to the
second charity, Eufrosina, mirth; the third maxim refers to the third charity,
Talia, cheer. In Kantian format, these counsels of prudence become: be
splendorous – or try to make your conversational move one that is splendorous;
be merry – or try to make your conversational move one that will carry mirth to
your co-conversationalist; and ‘be cheerful’, try to make your conversational
move one as if it was spawned by Thalia!” -- Giovanni Nesi. Nesi. Keywords:
adulescentuli oratiuncula, principle of charity, Davidson on charity on Grice.
Who was the first Englishman to use ‘charity’ as a hermeneutic principle?
Butler. Grice speaks of self-love and benevolence. Benevolence – and charity?
Grice is not so much concerned with Beneficenza or Malificenza, but with
Benevolenza, and Malevolenza – where does charity fit? What was Ciceronian for
charity. What is pre-Christian about charity? Charisma, charitas, folk
etymological confusion here – caritativo – carita – caro, “le tre carità in
armónico conubio” “tre carità”. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Nesi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690518712/in/photolist-2mLN3si-2mLz5aB-2mKHqkS
Grice e Nifo – implicatura ludicra –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Sessa Aurunca). Filosofo. Grice:
“I like Nifo; first, because he wrote a treatise he called ‘ludicrous
rhetoric;’ second, because he tried to refute Pomponazzi against the mortality
of the soul – surely the soul is ‘mortal’ is a category mistake --.” Alla corte
di Carlo V (L. Toro, Sessa Aurunca). Studia Padova sotto Vernia. Insegna a Padova,
Napoli, Roma e Pisa, guadagnando una fama tale da essere incaricato e pagato da
Leone X di difendere l’immortalità dell’animo di Leone X contro gl’attacchi di Pomponazzi
e degli alessandristi. Ricompensato con la nomina a conte palatino con il
diritto di assumere il cognome del Papa, Medici. La sua prima filosofia si
ispira ad Averroè, modifica poi la propria visione giungendo a posizioni più
vicine al domma romano. Pubblica un'edizione delle opere di Averroè corredate
di un commento compatibile con la sua nuova posizione. Nella grande
controversia con gli alessandristi si oppose alla tesi di Pomponazzi per il
quale l'animo razionale non e separabile dal corpo materiale e, dunque, la
morte di questo porta con sé anche la scomparsa dell'anima. Sostenne, invece,
che l'animo di Leone X, quale parte dell'intelletto assoluto, non e distruttibile
e alla morte del corpo di Leone X si fonde in un'unità eterna. Tra i suoi
allievi, presso Salerno, tra gli altri, ricordiamo, Rosselli, filosofo
calabrese autore di un testo molto controverso, Apologeticus adversos
cucullatos (Parma), in cui cerca di affermare le sue dottrine che tendono a
discostarsi da quello del suo maestro. Lo si ritiene protagonista di un curioso
episodio. Pubblica il trattato “De regnandi peritia” (la perizia di regnare), che
alcuni ritengono essere un plagio del più noto “Il Principe” di Machiavelli del
cui manoscritto e venuto in possesso. Gli e conferita la cittadinanza onoraria di
Napoli ed iessa e estesa ai figli ed agli eredi in perpetuo.A lui è dedicato il
Convitto Nazionale di Sessa Aurunca, della quale e anche sindaco. Saggi:“Liber
de intellectu”; “De immortalitate animi”; “De infinitate primi motoris quaestio”
[cf. Bruno, Galilei, Novaro, infinito]; “Opuscula moralia et politica”; “Dialectica
ludicra,” “De regnandi peritia.” Furono
poi più volte ripubblicati, in quanto ampiamente diffusi, i suoi numerosi
commentari su Aristotele, di cui i più importanti sono “Aristotelis de
generatione et corruptione liber Augustino Nipho philosopho Suessano interprete
& expositore”; “Expositiones in libros de sophisticos elenchis
Aristotelis”; “Expositiones in omnes libros de Historia animalim, de partibus
animalium et earum causis ac de Generatione animalium, In libris Aristotelis
meteorologicis commentaria” (Venezia, Ottaviano Scoto); Physicorum
auscultationum Aristotelis libri octo”; “Super Libros Priorum Aristotelis”; “Commentarium
in tres libros Aristotelis De anima”; “Dilucidarium metaphysicarum
disputationum in Aristotelis Deum et quatuor libros metaphysicarum”. “Dialectica
ludicra”. Biblioteca del Convitto, Dialectica; “Dialectica ludicra”; “In libris
Aristotelis meteorologicis commentaria”; “In libros Aristotelis De generatione et
corruptione interpretationes et commentaria, Biblioteca del Convitto Nifo di
Sessa Aurunca; “In libros Aristotelis de generatione et corruptione interpretationes
et commentaria. G. Gabrieli, "Raccolta
Storica dei Comuni", Istituto di Studi Atellani, Sant'Arpino, C. De Lellis, Discorsi delle Famiglie Nobili del
Regno di Napoli, Napoli, G. Paci, G. Marco, I sindaci della città di Sessa,
Sessa Aurunca, Zano. La filosofia nella corte (Milano, Bompiani). Dizionario di
filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, G. Marco, G. Parolino,
Incunaboli e cinquecentine nelle biblioteche di Sessa, Minturno, Caramanica, Dizionario
Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, E. De
Bellis, Il pensiero logico, Galatina, Congedo, Ennio De Bellis, Aspetti
storiografici e metodologici, Galatina, Congedo, E. ellis, Collana Quaderni di “Rinascimento”. Istituto
Nazionale di Studi sul Rinascimento (Firenze, Olschki); A. Poppi, I liceii di
Padova, Dizionario biografico degli italiani, Ratisbona. Grice: “I enjoyed
Nifo’s rambling on dreaming – quite an complement for Descartes on clear and
distinct perception!” Grice: “Part of my cooperative principle is based on Nifo
– echoing Aristotle rather than Kant. Or rather echoing Kantotle. In this case,
it’s Aristotle’s key concept of a ‘virtue’ – a collective virtue, like
solidarity, lies at the bottom of my conversational principle of cooperation.
The virtue is ONE of course, which is good. Each maxim then attends to some
virtue. Nifo is better than Castiglione in that his Italian is better. He
relies on Cicero, rather than on this or that court poet! So there’s VERITAS,
HONESTAS, CARITAS, and the rest. Each is seen as a virtue, and the point is to
find the ‘middle point’ or mesotes. A bore is a bore but if you include this or
that ‘implicatura ludicra’, two gentlemen can enjoy a nice conversation. Nifo
is having the Northern Italian courts in mind, away from that nefarious
influence of the Pope, who had paid him to demonstrate the immortality of his
soul! The virtue model of conversation is an interestin gone – “De re aulica”
is the way Nifo considers this, and he makes interesting observations on how to
attain a middle way, i.e .how to win frineds and lose enemies!” –Of course
there are overlaps. My model is Kantian, but what is a counsel of prudence if
not a nod to Aristotle’s virtue of prudentia – the principle is thus a
principle of conversationl conviviality, urbanity --. There are conceptual
problems with a purely Aristotelian model, rather than Ariskantian one. One is
not after VIRTUE, but the MESOTES – So the ideal is not to be searched for.
It’s not pure HONESTAS, but that which fits civil conversation. Oddly, Italians
were more concerned with ‘vitii’, which due to their Roman dogmatic
assumptions, they correlate with ‘vice’. For each vice, we should not look for
the VIRTUE, but to the MESOTES --. Kant could not make head or tail of this! Agostino
Nifo. Nifo. Keywords: ludica, ludicra, intellectus, animo intelligere, nous,
intellectus passivus, intellectus activus, intellectus agens, intellectus
possibilis, intellectus passibilis, what is so ludicrious about dialectis?–
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Nifo: la dialettica ludrica”, Grice, “Dreaming”
– Malcolm, “Dreaming” --. – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701700739/in/photolist-2mPmNVF-2mNzeEc-2mLGAQC-2mLD9pe-2mLEzBt-2mLGJnr-2mKLVA3-2mKAKcc-2mKQRx3-2mKAsyK
Grice e Nizolio – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Brescello). Filosofo. Grice: “I read Nizolio and it’s like
reading myself!” – Insegna a Brescia e Parma. Pubblica il lessico “Observationes
in M. Tullium Ciceronem” (Brescia), il Thesaurus Ciceronianus” (Venezia,
Facciolati) e il “Lexicon ciceronianum” (Venezia, Facciolati). Ha una lunga
polemica con Maioragio per una critica portata da quest'ultimo a Cicerone che,
iniziata con la Epistola ad M. A. Majoragium, prosegue con l'Antapologia e si
conclude con i “De veris principiis et vera ratione philosophandi contra pseudo-philosophos”
(Parma), scritto contro gli scholastici, che interessarono Leibniz al punto che
questi li fece ristampare premettendogli il titolo “Anti-barbarus
Philosophicus, sive Philosophia Scholasticorum impugnata” con una prefazione ed
una lettera a Thomasius sulla dottrina di Aristotele, Francofurti (Roma,
Bocca). E chiamato da Gonzaga a Sabbioneta. Contemporaneamente alle critiche di
Ramo alla logica dei lizii, anche per lui occorre sostituire all'astrattezza di
quella logica un pensiero che sia concretamente legato al reale, e a questo
scopo la strada maestra sta nel ritrovare i processi del pensiero direttamente
nella struttura grammaticale dell’italiano. Individua cinque principi per fare
della buona filosofia. Il primo principio generale della verità e della buona
filosofia consiste nella conoscenza della lingua romana, in cui sono espressi
quei saggi filosofici. Il secondo principio è la conoscenza di quei precetti che
si trovano nella grammatica e nella retorica di Cicerone, sostituendo la
grammatica e la retorica alla metafisica, ontologia, o filosofia speculativa,
dal momento che il metafisico si e preoccupato solo di ricercare il vero, senza
occuparsi dell’utile, il necessario, o il pertinente delle cose trattate. Il
terzo principio consiste nell’interpretare il filosofo antico come CATONE IL
CENSORE, o Cicerone, o Antonino, e nello sforzarsi di comprendere il modo con
il quale il popolo romano si esprime, essendoci verità in quella schiettezza –
Grice: ‘slightness” -- di linguaggio. Il quarto principio generale del vero è
il libero, e la vera licenza delle opinioni e del giudizio su qualunque
argomento, in contro ogni domma, come richiede il vero e il naturale. Non
devono essere dunque CICERONE o ANTONINO nostril maestri, ma i cinque sensi,
l'intelligenza, il pensiero, la memoria, l'uso e l'esperienza delle cose. Il quinto principio afferma che, oltre a
esporre ogni tesi con la chiarezza della lingua comune – l’italiano volgare, senza
introdurre nel discorso oscurità (avoid obscurity of expression, be perspicuous
[sic], avoid unnecessary prolixity [sic] o sottigliezze, occorre non trattare
problemi che non hanno realtà. Esempi di invenzioni filosofichi prive di
oggettività sono la “idea” platonica e la tesi del reale dell’universalie. Infatti,
il reale è costituito soltanto da singoli individui e questi devono essere
indagati non attraverso la loro natura propria e privata, ma attraverso la loro
comune e continua successione. Si fa filosofia non astraendo, ossia togliendo
da una singola realtà quel quid che viene poi analizzato come se esso fosse
reale, ma comprendendo, ossia considerando insieme il singolo reale.
L'universale è una vana e finta astrazione che deriva invece dalla comprensione
di ogni singolare di ogni genere, accolto insieme con un atto solo, senza
astrazione intellettiva, ma con il solo ausilio di un'intelligenza che
comprende il singolare. In sostanza, noi non possiamo distaccare, con
un'operazione dell'intelletto, un universale da ogni singolare, ma semmai
passare dall'individuale al collettivo. L'operazione consiste nel sostituire
alla dialettica la retorica e alla logica la grammatica ma, pur mettendo in
rilievo i difetti della logica classica, non riesce a fondare una nuova logica efficace
e persuasiva. Saggi: Garin, Rossi, Vasoli, “Testi umanistici su la retorica”; “Testi
editi e inediti su retorica e dialettica di Nizolio, e Ramo, Milano, Bocca “Marii Nizolii Brixellensis in M.T. Ciceronem
observationes Caelii Secundi Curionis labore et industria secundo atque iterum
locupletatae, perpolitae et restitutae. Ejusdem libellus, in quo vulgaria
quaedam verba et parum Latina, ad purissimam Ciceronis consuetudinem
emendantur, ab eodem Caelio, s.c. limatus & auctus”. Dizionario Biografico
degli Italiani. Ballestri, Massimiliano. Milano, Cosmo editore, R. Battistella,
umanista e filosofo, Treviso, L. Zoppelli, Il rinnovamento scientifico moderno,
Como, Meroni, Rossi, “La celebrazione
della rettorica e la polemica anti-metafisica del "De Principiis" in
La crisi dell'uso dogmatico della ragione, A. Banfi, Milano, Bocca); W. Fink, Logica
aristotelica Universale Idea. Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. G. Calogero, Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Grice: “I was slightly disappointed when I got
hold of Nizolio’s overadvertised masterpiece, the “Lexicon Ciceronianum;” while
Urmson liked it, I found it more to be a common-or-garden dictionary. I did not
care for philosophical concepts, seeing that he starts wih “A”, ‘the first
letter of the alphabet,’ as Nizzoli defines it. So, I went straight to the
third tome – heavy as they are, and reprinted in London for use at public
schools –‘adolescens’ – to ROMA, ROMANVS, ROMVLVS. As for his advice as to deal
with the longitudinal unity of philosophy and his rhetorical, ‘Plato is my
friend but a better friend is truth,’ I can’t believe it coming from one who
dedicated his life to TRACE every little ‘diom’ (slogans as the London edition
has it) uttered by Cicero! WhileI would expect praise against the barbarian
scholastic from Roger Bacon, it sounds hypocritical coming from Leibniz. By
Nizelio’s standard, Leibniz was a barbarian his self. The scholastics actually
saved the books from the flames of the Longobards and the Eastern Goths
(earlier on). Roma, 2. Contr. RuJ. 95. Romain montibus
posita, et convalUbus, ccenacolis
sublata atque suspensa.1. de Div.107. Certahant, Urbem
Romam Uemamne vocdrent, Post led. in
Sen. 1. Roma arx omnium
terrarum. De Pet Cons. 40. Roma
civitas CK nationnm conventu constituta. 1. de Onu
196. Roma domus virtutis, imperii et d gnitatis. Ib, 105. Roma domidUum imperii et gloris. 4.C.11. Roma luxorbisterraruhi,et
arx onuuum
gentium.1. Div. 101. Bmoul sexenniojpost Veios
captos a GaUis capta. Ib, 89. Rome
et reges augnres, et postea privati
eodem sacerdotio prsediti, lempub. regionum
autoritate rexemnt.1. Qu. Fr. 1. 18.
Roma, ubi tanta arrogantia est, tam im-
moderata libertas, tam iofinita hominum
centia. t 14. Redu Romam Fonteu
cansa ad VII. Idns Qu. 3. de Nat
21. Roma in terrisnihU meUns. Inoer.
Romam conditam 01 vmpiadis sestss anno
tertio. Romani. Pro Leg. Man. 7.
Romani pn»- ter ctiteras gentes laudis
et glori» avidi. 14. At 12. Romani
cives facti Siculi lege Anto- niL9.Fara.19.
Romani veteres atque urbau
sales. 1. Tus. 3.Romani serius quam GffKci poeticam acceperant 1. Di. 95. Romaia nihU in bello sineextis agebant nihU d<»B& sine auspiciis. 1. Off. 35. Romani Toscoianos, Equos, Volscos, Sabinos, Hemicos, victoria parta non modo conservarunt, sed etiaro in ciritatem acceperantPro Mur. 74Romani tempora voluptatis laborisque dispelrtiunt,.&c.l. Tus. 1. Romani omnia aut invenerant per se sapientius, quam Greciaut accepta ab illis fcicerant meUora. 1. Div. 102. Romani omnibut rebus agendis, quod bonnm, faustum, felix, fortunatnmque essetprefabantur. Pro Cnc 99. Romani eos vendere solebant, qui mUites facti non essent 3. de Ora. 40. Romani minos qoam liitm Utteris stndebant Pro Leg. Man. 5.1. Romani omnibus navalibus puffuis Carthagienses vicerant 4. Aoad. 147. Romanorum antiqoa jurisjurandi formulaet consuetudo.1. de Or. 15. Romanoram ingenia raultnm csBteris liomiaibos omnium gentium prsstiterunt 3.39. Snavitassemkonis
Atticoram et Romanomm propiia. 4. Tosc 3. Apod
priscos Romanos morem honc epolaram
fiijsseantor est Cato in Originibos, ut
deincepi, qui aocobaient, canerent ad tibiam
virorom daroram Uodes atqoe virtotes. Romanos, a, uro. 1. de Nat 83. Romana k 58 RO JaiioteIbBoa«t,<f«aUs8oif2li« $.S.Fo^ paU RoaiaBi ovnk religio in ftcrt etin anspida diyia. 16. Att 2. Popalnm Boaunun nanDJ saasnonSn defendenda ropnb.sed Sn pUndendo coosoBieie. 10.7. Bum non nodo Romano bomini, sed ne Perse qwden coiqaam tolerabile.7. Fam. 18. Bomaoo nsoae oommendare.16. 5. Romano more feqni.1. de Orat 24. et Ver. 5. 36. Romani ladL 4. Att. 14. NuBc Romanas res aedpe. Romilla, iribus. t. cont Ral.78. Respondit, Romilla tribo se initiam esse £se- tnram. I^, Tribos. Romalos, li, Qutnntti. 3. C. 2.Romalam»
qu banc aibem condidit, ad deos
immorta- les benerolentia famaqae
sastulimas. 1. de L. 9 Roawhis post
exoessum suum dixit Proculo Jolio, se deom
esse, et Qaoinum vocartemplumaae sibi
dedlcari ia eo loco jussit 3.C. 19. Romuhis
quem iaauratum m Capitolio pamun ac
lacttntem, uberibos lopiais inhiantem fuisse
meministis. 3. OfF. 41.Peccavit igitar, paoe
vel Qoirini toI Bomali
duEerim. 1. de D. 107. Romuhis
puldier. Ih, 3. Romulus urbm
auspicato oodidit 16.31. Roamlus non solom
aospi- eatoRomam condidit, sed etiam optimos
augur feit 3. de N. 5. Romnlos
auspicBs, Numa sacris constitatb, fandamenta jeeit
ostiSB dTitatii. 3. Off. 41. Rommlus,
cum ci visom csset utilios solum, quam cum altero regnarefiratrem interemit 1. DeOr. 37. RomaJns consitto magis et sapientfa
qaam doqueotia usns est S. Div. 45. Romolas et Remus com altrice bdhui vi folminis idi oooddeiant £6. 81. t 1.107. Romulis et Remus
ambo aagures fberant 3. C. 19. Roorali
stataa decoelo taeta. Som. 6ch>.17. Ronmlo
moriente deficere sd bommibas eatingaiqao visus est.
Summatim quanam fine principia generalia veritatis investigande, recteque philosophandi.
Item in summa quanasmint princigpeianeralia pseudo-philosophorum et perverse philosophandi.
De generali omnium nominum divisione in substantiva, adjectiva propria appellativa,
deq; eorum proprietatibus et differentia, nginguam facisus queinbuncdicmab
ullotraditisaut cognitis, contra pseudo-philofophos. De nominibus propriis et
appellativis, tam cole&li vis quam simplicibusnon cola Letivis, ac decorum proprietatibus
et diferentis, contra philos-ophastros. s.De us)0 (sem (falsis. De denominativis
reliquis capitibus Ante predicamentora,vel supervalaneis vel. Universalia realia
etiam five raese concedantur, tamen non fuisse facienda quin. Que numeross ed velunumtantum,
hoc est, GENUS, vel plura quam quinque hoc est, septem veloflo, adiecto communi,
simils, contrario, arque substantia. De nominibus substantivis et adiectivis. De
eorum proprietatibus ac diferentis, contra pseudo-philosopos. De generaliomnium
rerum divifione oratoria pera & deila pseudo-philosophorum falsa, simul quede
voce universi anni versalis et in summa de falsirate universaslium realium ut
vocant. Universalia realia nec propter scientias artes quetradendas, nec propter
syllogismos eocateras argumentations formandas, nec propler predications superiorum
de inferioribus faciendas necessario ese ponenda contra pseudo-philosophos. Universalia
realta vere in rerum naturaese non posse. Co propter canone c, uirea Etiffime
dicunt nominales. Cintra sultam illam realium opinionem de universalibus
realibus, quorum rationes omnes plusquam in aneslabefaltaneur. um suffi.ientia ,quamvocant.
De toris,& corum divisionibus, compositionibus quepere, contra falsissimam dialecticorum
de his omnibus doctrinam. De vere philosophico e oratorio genere et de vera eius
definitione. Contra falsum genus dialecticum et falsam cius definitionem. De vera
specie oratoria et vera ejus definitione, contra falsam speciem dialecticam
& falfam illius definitionem. De vera diferentia & vero proprio philosophicis
oratoriis do simulde eisdem adversariorum vel falfsis vel inutilibus. De accidente
vero quid esmedin constanter definite et simul pauca quadam de falsis universalibus,
eorum vanis questionibus in universum. De preceptis dividendi et definiendi oratoriis
veris et dialecticis falis. De homonymis et synonymis grammaticorum veris quid vere
sint et quis verus eoru mufus, contra ftultaila aquivocado analoga dialecticorum.
Ele tantum modo unum et summum et verum á generalisimum genus oralo rium, quod eft,
genus rerum sex autem s a transcendentia Dialecticorum, decem pre
dilameniaAristotelis,& triaLaurentiiVallaelefalsa. Quam ob levem causam Aristoteles
CATEGORIAS fore predicamenta decemponenda ex iftima verii et quam non re et tetriatantum
Vallusta rucrit, fimul quopactonosar borem generica ma Porphyri analonge diversam,
faciendam arbitramur. GENUS rerum vere in duasrantum species divide in s ubstantias
et qualitates, omnia alia accidentium dialecticorum pradicamenta sub qualitate generalitan
quamo verascius specie sper econtineri. Simul de falsa universali. De o
sem. De qualitale generali et omnibus e iustam comparata quam absoluta speciebus,
praferrimquede qualitate speciali, quantum different a speciebus accidentium
dialectic corum ,& fingillarim quærario de causa diversitatis. De nominibusscientia“
arris quid APUD LATINOS communite rad proprie significe ne, u quormo dis virum que
corum accipiatur et deniq; quibus differentis attes elit entia mnter sediftinguantur,
contra falas scientias et artes pseudo-philosophorum, (falla. De generalı scientiarum
do atrium divisionenoftrarera, et pseudo-philosophorum. De errales Peripateticorum
in generalı philosophia divisione admflis. Dialectica minter scientias (
ariesnecut universalem nec ut particularem ul lumomninolo cum habere pose sed tanquam
non modo falsams ed etiaminutslem de sua pervacuam ex omni artinm do
scientiarum numero ejiciendam. Metaphysicam inter scientias Cartesnecut universalem
nec ut parricularem ul lumomninolo, um habere pofe, sed tanquam partim falsam, parliminutlım,
partim super vacnam ab omni artium scientiarum numero removendam. De
comprehensione universorufmingularium vere philosophica de oratoria et simul de
abstractınoe universalium pseudo-philodophia et BARBARA contrafallam Ardo stotelis
doctrinam falsode ceniis, abstrahentiam non efemendacsum. Oratoriam esse facultatem
vere generalem, grammaticam sub se primo, deinde reliqua somnesarl es fcrentias
vere continentem, iumpartese jusmajores breviter ex ponuntur omnes ,ở cidem,quaàPseudophilofophisuniquefueruntablatarestituuntur.
De sophisticis Elenchis ab Anstoelein Rhetoricam non recte introductis et delio
brofophifticorum elenchorum quid senciendum, Que et quot fintea, quarequiruntur
cascientise artibus, ex quibu spendetac fitomnis eorum dividio definition o
distinclıo, contra falfam de eisdem rebus Pjendophialosophorum doctrinam. De utilibus
& veris argumentis de que utılı vero eorum iam tradendorum, quam usurpandorum
modo, conira partım fulumpurtom inutilem ipsorum doctrinam ab Aristotele traduam
in libro Topicorum. De definitionibus nominis et verbido orarionis grammaticorum
veris. Pseudo-philosophorum falfis, códealis, queab Aristorele falso vel inutiliterinlibroSepiépenveids
traduntur. Dentılıbus et veris argumeniationibus, de queutilido verocarumufu, contrainu
tolemdo vanā Ariftotelis decudem rebus doctrmamtraditam in libris Analyticorum.
Defalfa demonftratione & falfafcientia& falfa fapientia Pseudophilosophorum
( simul de inutili falfoque Pofteriorum Analyticorum libro. De vanitate eorum ,
quaà recentioribus Dialedicis appellantur Parva Logicalia. Libros qushodiefubArif.
Nomineleguntur plerosquenonvereeflesri Roselicos, sed fubdititioscon
adulterinos, contra communem Pseudophilosophorum opinionem. De Platone, Ariftotele,
Galeno, Porphyrio. Deomnibus Arifterelis interpretibus Grucis, LATINIS e
Arabibus: reviter quid fentiendum re&te philosophaturis. De ratione philosophandi
o de corrigendis instaurandisq; Philosophia studis, qua nunc maxima exparte perveriae
corruptfaunt. Nizzoli. Mario Alberto Nizolio. Nizolio. Keywords: Cicerone,
lexicon ciceronianus, Antonino, Leibniz’s ‘anti-barbaro’. – Refs.: Luigi
Speranza: Grice e Nizolio: il thesaurus ciceronianus” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701277378/in/photolist-2mLEyw7-2mLHFJp-2mKEd6j
Grice e Noce – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Pistoia). Filosofo. Grice:
“Only in Italy, philosophy and history are so connected; it would be as if we
at Oxford after the war would be only concerned with understanding Churchill!” Grice:
“For us, to do linguistic philosophy was to get away from post-tramautic stress
disorder acquired during what Winthrop stupidly called the ‘phoney’ war!” – Grice:
“It’s not difficult to understand why Noce’s notes on Gentile were only
published posthumously!” -- essential Italian philosopher. «Certo
i cattolici hanno un vizio maledetto: pensare alla forza della modernità e
ignorare come questa modernità, nei limiti in cui pensa di voler negare la
trascendenza religiosa, attraversi oggi la sua massima crisi, riconosciuta
anche da certi scrittori laici.» (Risposte alla scristianità, da Il
Sabato). Ttitolare della cattedra di "Storia delle dottrine
politiche" all'Università La Sapienza di Roma. Studioso del
razionalismo cartesiano e del pensiero moderno (Hegel, Marx), analizzò le
radici filosofiche e teologiche della crisi della modernità, ricostruendo con
cura le contraddizioni interne dell'immanentismo. Argomentò
l'incompatibilità tra marxismo, umanesimo, ed altri sistemi di pensiero che
propugnavano la liberazione secolare dell'uomo e la dottrina cristiana
(affermò: "solo il Redentore può emancipare"). Sostenne tenacemente,
per tali motivi, l'impossibilità del dialogo tra cattolici e comunisti e
previde il "suicidio della rivoluzione". Studioso del fascismo,
sostenne che tale ideologia fosse peraltro in continuità con il comunismo e
fosse anch'esso un momento della secolarizzazione della modernità. Sostenne,
inoltre, l'esistenza di molti punti di contatto tra il fascismo e il pensiero
dei sessantottini. Filosofo della politica, preconizzò la crisi del
socialismo reale, mentre esso viveva la sua massima espansione a livello
mondiale. Argomentò che tale sistema, da una parte applicava coerentemente la
filosofia di Marx, ma dall'altra negava le premesse del marxismo: ciò in
quantomostrava Del Nocelo stesso sistema di Marx si basava sulla contraddizione
tra dialettica e materialismo storico. Ribadiva infine la necessità dei valori di
verità e di moralità. Figlio di un ufficiale dell'esercito e di Rosalia
Pratis, savonese discendente di una famiglia nobile savoiarda, Augusto Del Noce
nasce a Pistoia nel 1910. L'anno dopo la madre si trasferisce con il figlio a
Savona e, allo scoppio della guerra mondiale, a Torino, presso una zia materna.
A Torino, Augusto svolge tutta la sua carriera di studi: dapprima al noto liceo
D'Azeglio, frequentato da alcuni dei futuri protagonisti della vita politica e
culturale della città e della nazione (Norberto Bobbio, Massimo Mila, Gian
Carlo Pajetta, Cesare Pavese, Felice Balbo e altri), poi all'Università degli
Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, allievo di A. Faggi, Erminio
Juvalta e Carlo Mazzantini con il quale si laurea nel 1932 con una tesi su
Malebranche. Inizia quindi a insegnare presso istituti superiori (Novi Ligure,
Assisi, Mondovì), mentre sviluppa la sua attività di studio anche con soggiorni
all'estero. Legge con entusiasmo Umanesimo integrale di Jacques Maritain,
che rafforza in lui, tra l'altro, una sempre più convinta opposizione al
fascismo. Cerca invano di farsi trasferire a Torino e di accedere qui alla
carriera universitaria. Nel 1941 si trasferisce a Roma per un distacco
propostogli dall'amico Enrico Castelli. A Roma frequenta Franco Rodano che, con
Felice Balbo e altri, anima l'esperienza di «Sinistra Cristiana», un tentativo
di conciliazione di comunismo e Cristianesimo da quale Del Noce resta per breve
tempo affascinato. Nel 1944 viene accolta la sua richiesta di trasferimento
presso un istituto superiore di Torino, dove torna a risiedere. Accompagna
all'insegnamento un'intensa attività di studio e di collaborazione a diversi
periodici, tra cui Cronache Sociali che gli dà occasione di incontrare Giuseppe
Dossetti. Scrive e pubblica il saggio La non filosofia di Marx, che
ripubblicherà vent'anni dopo nella sua opera maggiore (Il problema
dell'ateismo) e nel quale fissa i termini complessivi della sua interpretazione
del marxismo. Nello stesso anno cura l'edizione italiana di Concupiscentia
irresistibilis di Lev Isaakovič Šestov. Inizia la collaborazione alla
Enciclopedia filosofica del Centro Studi Filosofici Cristiani di Gallarate,
diretta da Luigi Pareyson. Dal 1957 al 1961 è distaccato a Bologna presso il
centro di documentazione diretto da Giuseppe Dossetti. Nel capoluogo emiliano
frequenta Nicola Matteucci e collabora stabilmente al neonato periodico «Il
Mulino». Scrive su Ordine Civile, rivista animata da Gianni Baget Bozzo, e
altri alcuni saggi, uno dei quali, «Idee per l'interpretazione del fascismo»,
sarà all'origine delle future revisioni storiografiche di De Felice e Nolte. Partecipa
al convegno organizzato dalla Democrazia Cristiana a Santa Margherita Ligure
con una relazione intitolata L'incidenza della cultura sulla politica nella
presente situazione italiana: sugli stessi temi Del Noce intratterrà per anni
un rapporto difficile con il partito cattolico (altri interventi nei convegni
di San Pellegrino e di Lucca. Partecipa a un concorso a cattedra a Trieste, ma
non ottiene il posto. Pubblica Il problema dell'ateismo e l'anno successivo
Riforma cattolica e filosofia moderna, Volume I, Cartesio. Partecipa alla
«Giornata rensiana» con una relazione intitolata Giuseppe Rensi fra Leopardi e
Pascal. Ovvero l'autocritica dell'ateismo negativo in Giuseppe Rensi, nella
quale espone la sua fondamentale fenomenologia del pessimismo come pensiero
religioso. Nello stesso anno vince il concorso per una cattedra di Storia della
filosofia moderna e contemporanea all'Università degli Studi di Trieste, dove
divenne Professore. In quell'anno esce L'epoca della secolarizzazione, che
raccoglie molti dei saggi e degli interventi degli anni sessanta. Si realizza
il tanto atteso trasferimento a Roma, dove, all'Università "La
Sapienza", insegna prima Storia delle dottrine politiche e poidal
1974Filosofia della politica. Si infittisce la sua collaborazione a
riviste e periodici, sui quali interviene anche riguardo all'attualità politica
e culturale. Diresse la collana «Documenti di cultura moderna», dell'editore
torinese Borla (poi passata alla Rusconi) proponendo al pubblico italiano
autori come Marcel de Corte, Titus Burkhardt, Manuel García Pelayo, Hans
Sedlmayr ed Eric Voegelin. Partecipa vivacemente al dibattito sul divorzio.
Dopo la metà degli anni settanta inizia il rapporto con gli universitari di
Comunione e Liberazione partecipando a convegni e incontri promossi dal
Movimento Popolare. Pubblica il saggio Il suicidio della rivoluzione, dedicato
al compimento e alla dissoluzione del marxismo. Con Il cattolico comunista
chiude i conti con l'esperienza di Rodano (che nel frattempo ha lasciato la DC
per il PCI) e dei teorici della conciliazione tra Cattolicesimo e marxismo. Dal
1978 inizia anche la collaborazione continuativa con il settimanale «Il Sabato»
e contribuisce alla creazione della rivista «30 giorni», di cui rimarrà stabile
collaboratore. Nello stesso anno viene candidato come indipendente nelle liste
della Democrazia Cristiana per il Senato: primo dei non eletti, entrerà in
Senato l'anno successivo (1984) a seguito della morte di un
collega. Viene insignito del «Premio Internazionale Medaglia d'Oro al
merito della Cultura Cattolica. Riceve il premio Nazionale di Cultura nel
Giornalismo: la penna d'oro. Viene premiato dal Meeting di Rimini. Muore a
Roma. È tumulato nel Famedio del cimitero di Savigliano. Esce “Gentile”, che
raccoglie diversi saggi sul padre dell'attualismo, sul fascismo e sul suo
significato nella storia, frutto di decenni di studi e rielaborazioni. L'archivio
del filosofo e la sua biblioteca sono custoditi a Savigliano dalla fondazione Centro
Studi Augusto Del Noce, sorta nei primi anni novanta, diretta prima da G. Ramacciotti,
poi da Francesco Mercadante, da Giuseppe Riconda, e E. Randone. INella sua
più celebre opera Il problema dell'ateismo (del 1964) Del Noce inizia l'analisi
della storia della filosofia moderna invertendo il paradigma storicistico e
positivistico che nel progressismo aveva la sua cifra comune. Il filosofo
afferma infatti che tale paradigma di illuministica origine ha come prima
condizione d'esistenza la postulazione dell'ateismo come necessità del
progredire dei sistemi filosofici e delle scienze a prescindere dalla teologia
cristiana, cioè a prescindere dalla Scolastica, anzi in più o meno esplicita
opposizione alla Scolastica. La tesi che Del Noce intende dimostrare in
questa sua opera è -come evidenzia appunto il titolo- la considerazione
dell'ateismo non più come «necessità» bensì come «problema» della modernità, il
cui ultimo, coerente e necessario sbocco è appunto il nichilismo
post-nietzscheano distaccato ormai da qualsiasi riflessione filosofica e
sfociato in una pura forma di vita, in puro way of life di distruzione e
auto-distruzione dell'uomo. Del Noce pone quindi innanzitutto una distinzione
fra tre diverse forme di ateismo, ovvero fra l'ateismo positivo o politico
diurno, i cui esempi perfetti sono stati l'illuminismo di un Diderot o
l'umanesimo di un Feuerbach, l'ateismo negativo o nichilistico («notturno»),
esemplificato invece dalla filosofia di Schopenhauer, e infine l'ateismo
tragico, detto anche «follia filosofica», cioè la forma più rara e particolare
di ateismo che Del Noce trova solo in due casi in tutta la storia della
filosofia, ovvero in Nietzsche e in Jules Lequier. Posta questa
propedeutica distinzione, Del Noce inizia l'anamnesi del pensiero filosofico
moderno per rintracciare la genesi di ogni forma di ateismo, impossibile da
pensarsi per la filosofia antica come dimostra il fatto che anche la filosofia
epicurea -considerata comunemente come ateistica- ammetteva in realtà
l'esistenza degli dèi. Per Del Noce appare evidente che la crisi della
Scolastica medievale non ha costituito un processo necessario per il semplice
fatto che proprio colui che aveva intenzione di riformarla -cioè Cartesio- fu
invece colui che in realtà la tradì e se ne allontanò: è nelle celeberrime
Meditazioni metafisiche che il filosofo francese -allievo dei Gesuiti- tentò di
riproporre una nuova prova dell'esistenza di Dio da opporre al naturalismo
libertinista del Seicento, che predicava relativismo etico e che sostituiva il
dio-logos con la Natura impersonale e senza ordine. In realtà però
Cartesio, nel suo sforzo apologetico, compì il definitivo tradimento della
filosofia cristiana riattingendo ad un agostinismo privato di platonismo e
considerando così le idee dei semplici «contenuti della mente». In altre parole
se l'idea di Dio, quantunque logicamente necessaria, non è il riflesso
intellettivo di una realtà ontologica esterna al soggetto ma è una semplice
struttura logica, allora vale realmente la critica kantiana della prova
ontologica di Sant'Anselmo secondo la quale non è lecito aggiungere il
predicato dell'esistenza alla perfezione dell'idea se non per un
paralogismo. Del Noce in sintesi ha mostrato come il tradimento e la
perdita della Scolastica, attuata innanzitutto da Cartesio, ha come punto
centrale l'idea di Idea, che è passata ad essere da struttura del reale a
struttura del razionale, passando quindi dal dominio dell'ontologia a quello
della psicologia. Per questo non vi è alcuna spiegazione se non il rifiuto
pregiudiziale di riconoscere uno statuto ontologico all'idea, cosicché non
vi sarebbe appunto alcuna necessità di trapasso della Scolastica né tantomeno
alcuna necessità di genesi del razionalismo; in tal senso la famosa critica di
Kant varrebbe quindi solo contro Cartesio e non contro Sant'Anselmo, il cui
platonismo gli permetteva ancora di inferire necessariamente la «perfezione»
dell'esistenza dall'idea dell'Essere con ogni perfezione, cioè dall'idea di
Dio. Prosegue la sua analisi mostrando quindi come in Cartesio, che pur nelle
sue intenzioni voleva essere un defensor Fidei, già sussisteva in nuce ogni
forma di illuminismo che avrebbe poi dominato nel Settecento, per questo egli
parla di un pre-illuminismo cartesiano e aggiunge inoltre che proprio Cartesio,
fiero avversario del libertinismo dilagante nel suo tempo, fu colui che
tradusse l'ateismo libertinistico e irrazionalistico nella sua forma
razionalizzata, cioè nell'illuminismo, che sarebbe stato appunto un
libertinismo razionalistico. Si noti che Del Noce non pone giudizi sulla
persona di Renato Cartesio, e anzi sottolinea come al suo tempo egli si poteva
davvero credere il grande condottiero vincitore della battaglia culturale del
Cristianesimo contro il libertinismo, ma ciò perché non era riuscito a
prevedere una forma di ateismo non-irrazionalistico e non-relativistico quale
fu appunto l'illuminismo settecentesco, che non si limitò più ad opporsi alla
Scolastica ma che formò una propria dogmatica visione della storia in cui il
Cristianesimo, rappresentato dalle leggende nere del Medioevo, era stato solo
un ostacolo per lo «sviluppo» e l'«emancipazione» dell'umanità (si tenga
presenta la definizione kantiana di «illuminismo»). Da Cartesio in poi sono
comunque due i percorsi filosofici che partono e che sviluppano i due aspetti
compresenti in Cartesio, ovvero l'illuminismo e lo spiritualismo: da una parte
infatti Condillac, Kant, Condorcet, fino a Hegel e Marx riceveranno il lascito
propriamente razionalistico e sensu lato materialistico di Cartesio, dall'altra
invece Pascal, Malebranche, Vico e infine Rosmini saranno gli eredi del suo
patrimonio spiritualistico, inteso questo come filosofia di accordo fra ragione
naturale e fede cristiana, posta la distanza epistemologica dalla Scolastica;
famosa ed illuminante è a questo proposito la teoria della «visione in Dio» di
Malebranche, nonché la distinzione pascaliana fra «Dio dei filosofi» e «Dio di
Gesù Cristo». Andando comunque alla radice del problema del tradimento della
metafisica cristiana (Tomismo) da parte di Cartesio e del conseguente
illuminismo, Del Noce individua come unica possibile condizione per tale
tradimento il rifiuto del peccato originale come male metafisico e quindi il
rifiuto dello «status naturae lapsae» di cui proprio il Cristo sarebbe il
redentore: senza alcuna natura umana da redimere, cioè senzanecessità di alcun
redentore, il razionalismo ha sostituito il peccato con l'ignoranza e Dio con
la ragion critica, rifacendosi così ad un pelagianesimo laicizzato che da solo
rende possibile una qualsiasi forma di ateismo. Egli nota, infine, che avendo
rifiutato la radice metafisica del male se ne è dovuta cercare quella fisica o
psicofisica, secondo gli schemi ideologici che nel Novecento avrebbero reso la
psicanalisi e la psicologia gli elementi complementari allo scientismo per una
completa e non riduttiva visione del mondo senza Dio, e per una definitiva
«ateologizzazione» della ragione. Compimento e dissoluzione del marxismo
Riguardo al marxismo e alla sua interpretazione Del Noce scrisse due opere,
ovvero Il cattolico comunista e Il suicidio della rivoluzione, che
costituiscono la continuazione de Il problema dell'ateismo in quanto in esse il
filosofo analizza più dettagliatamente solo una delle linee filosofiche
originate da Cartesio, quella razionalistica, cioè quella che nella storia
moderna fu vincente nella sua estensione politica, nel tentativo di trovare e
di dimostrare la continuità necessaria fra razionalismo, materialismo, marxismo
e infine nichilismo, quest'ultimo inteso come cifra problematica della civiltà
postmoderna. La giustificazione epistemologica di questa analisi è data
dal fatto incontestabile che la storia del Novecento inizia da un fatto
filosofico, ovvero dal passaggio della filosofia marxiana in azione politica,
ovvero dalla coerentizzazione di quella che Del Noce definisce la
«non-filosofia di Marx»: da ciò appare non solo giustificato ma anche
necessario portarsi sul piano storico della filosofia per comprenderne il suo
portato teoretico, e così disinnescarne il suo sostrato ideologico. Si affianca
a diversi filosofi, quali ad esempio Voegelin, per rintracciare l'inizio della
cosiddetta secolarizzazione, il cui compimento sarebbe stato appunto il
marxismo e poi il nichilismo, nel sequestro della nozione di «progresso» da
parte di filosofie laiche dalla teologia di Gioacchino da Fiore, o meglio
dall'interpretazione di tale teologia: ben nota è infatti la distinzione
gioachimita nelle tre età della storia, l'Età di Dio-Padre (Ebraismo), l'Età di
Dio-Figlio (Cristianesimo) e infine l'Età di Dio-Spirito che avrebbe dovuto
superare i «limiti» del Cristianesimo ed estendere l'elezione e la salvezza in
modo universale. Di tale teologia mistica e profetica si appropriò lo
gnosticismo sviluppatosi in seno al Cristianesimo stesso ed estesosi pian piano
oltre i confini delle filosofie razionalistiche del Settecento e soprattutto
dell'Ottocento. Del Noce nota infatti una sorta di dialettica nata all'interno
dell'illuminismo settecentesco non tanto fra atei e deisti bensì fra
rivoluzionari e conservatori, ovvero fra il puro giacobinismo ghigliottinatore
dell'«ancien Régime» e il progressismo che caratterizzò invece la fase
dell'illuminismo dopo la degenerazione della rivoluzione francese in Terrore,
ovvero la fase dei cosiddetti ideologues, fra i quali Cabanis e Condorcet. Il
punto attorno a cui si sviluppava tale dialettica fu appunto la differente
filosofia della storia che aveva caratterizzato l'illuminismo
pre-rivoluzionario e l'illuminismo post-rivoluzionario, in quanto il primo
aveva escluso una qualsiasi evoluzione storica e necessaria dell'umanità e
aveva anzi condannato il Medioevo con la storiografia della leggenda nera,
mentre il secondo aveva invece rivalutato l'intera storia pre-illuministica
(sia pagana che cristiana) considerandola come momento dialettico necessario
pur se negativo della storia universale. In questo senso Del Noce ha
potuto mettere in parallelo l'opposizione fra illuminismo giacobino e
spiritualismo in Francia e quella fra kantismo e hegelismo in Germania, ove
spiritualismo e hegelismo sono state filosofie vincenti in quanto hanno
assorbito in sé il momento rivoluzionario e negativo dell'illuminismo per poi
superarlo nella formazione di quella filosofia della storia che ebbe certo in
Hegel il suo culmine. Riguardo al binomio illuminismo-spiritualismo la critica
vincente del secondo sul primo è stata quella di un estremo e insostenibile
riduzionismo rappresentato dal sensismo di Condillac, in altre parole è stata
la critica di ridurre la comprensione del mondo al pari di ciò che lo stesso
illuminismo aveva accusato la religione di aver fatto. In questo contesto è la
nascita della visione sociologica del mondo a rappresentare il tentativo di
superare questa aporia illuministica senza tuttavia dover ritornare alla
metafisica tradizionale: Del Noce insomma sostiene il trapasso dell'illuminismo
in socialismo, non a caso nato in Francia, intesa questa come dottrina che
dell'illuminismo mantiene il carattere utopistico (socialismo utopistico) e
quindi anti-tradizionalistico, ma ne sconfessa invece il deprecabile
riduzionismo che ancora non permetteva un'adeguata analisi della società ai
fini della rivoluzione politica. In Germania invece la dialettica fra
kantismo e hegelismo, con netta vittoria dell'hegelismo, ha come punto di
svolta la riconsiderazione hegeliana della storia come storia dell'Assoluto
(«storia di Dio»), secondo il ben noto schema gioachimita che vedeva in
ogni momento storico un grado dimanifestazione dell'Assoluto, e quindi «necessario»
pur nella sua negatività. In questo senso Hegel è colui che diede forma alla
corrente tradizionalistica dell'illuminismo, ove la tradizione non è più
peròcome per Tommaso d'Aquinol'insieme delle verità eterne e immutabili che
solcano trasversalmente la dimensione temporale mediante il passaggio delle
generazioni, ma è bensì la struttura dialettica eterna che necessita
l'evoluzione delle verità, e quindi la sua temporalizzazione. Per questo
Del Noce afferma che l'idealismo hegeliano ebbe nei confronti del kantismo la
medesima funzione che in Francia ebbe il positivismo comtiano nei confronti del
socialismo utopistico: egli ricorda la critica di Comte nei confronti
dell'illuminismo settecentesco, la sua rivalutazione della tradizione (in senso
dialettico), nonché la celeberrima teoria degli stadi che costituisceancora una
voltauna forma secolarizzata della teologia gioachimita. È dopo questa
dettagliata analisi che Del Noce innesta il discorso sul marxismo, il quale
appunto si configuròper stessa ammissione di Marxcome ripresa critica di Hegel
attraverso la filtrazione di Feuerbach e della sinistra hegeliana (celebri sono
le marxiane Tesi su Feuerbach) e come fusione fra la dialettica hegeliana e la
politica del socialismo utopistico: alla base del cosiddetto socialismo
scientifico rimane ancora il desiderio di palingenesi politica propria di
Saint-Simon o di Fourier, ma onde evitare il risibile utopismo di questi ultimi
ad esso Marx applicò la dialettica hegeliana con cui solamente si sarebbe
potuto analizzare il capitalismo e prevederne così il «necessario»
fallimento. A tal punto però l'analisi marxiana di come potrà nascere la
società comunista introduce l'elemento di distacco non solo dall'idealismo
hegeliano ma anche dalla filosofia stessa, ovvero la necessità di tradurre il
pensiero analitico in azione politica e di affidare alla storia invece che alla
ragione il compito di dimostrare la verità delle tesi marxiane. In questo Del
Noce si riallaccia a una lunga storiografia socialista, uno dei cui esponenti
più noti è per esempio Lukács, che afferma la stretta e necessaria continuità
fra filosofia di Marx e di Engels, politica di Lenin e politica di Stalin,
senza concedere alcuna differenza né alcuna opposizione fra socialismo reale e
socialismo ideale (quasi a guisa di giustificazione storica). Il fattore
fondamentale di continuità fra Marx e Lenin è infatti quella struttura
tipicamente gnostica che equalizza il male all'ignoranza e il bene alla
conoscenza e quindi divide il genere umano fra la massa degli ignoranti e la
ristretta cerchia degl’lluminati, che nella riflessione leniniana erano gli
intellettuali borghesi che per una non spiegata differenza dal resto della
borghesia avrebbero potuto e dovuto guidare la rivoluzione; in questo senso la
politica leniniana, poi proseguita coerentemente nella politica staliniana,
sarebbe stata l'incarnazione perfetta nonché l'unica incarnazione possibile
della filosofia marxiana, e non invece -come è tesi di una certa apologetica
socialista- un tradimento di Marx. Ancora una volta si rifà a una lunga
storiografia critica nel considerare il marxismo non come una filosofia ma come
una religione, ma a ciò egli aggiunge la dimostrazione non del suo carattere di
religione civile bensì di religione gnostica: in tal modo il marxismo leninista
sarebbe davvero il compimento del razionalismo ove quest'ultimo è inteso come
gnosticismo laico, religione non di Dio ma dell'Idea/ideale che non ha bisogno
dell'Incarnazione di un Dio-Uomo in quanto l'uomo stesso avrebbe potuto e dovuto
far incarnare tale Idea nel mondo attraverso la sua azione. Questo è il
senso dell'appellativo delnociano di «non-filosofia» per il
marxismo, giacché la contemplazione metafisica in esso viene interamente
assorbita dall'azione politica, in quanto per Marx la politica è la vera
metafisica al pari di come per Nietzsche lo è la morale. Eppure è proprio
questo punto a costituire secondo Del Noce la contraddizione fondamentale
interna al marxismo e quindi la causa prima del suo fallimento storico: se infatti
la «riconciliazione con la realtà» iniziata da Hegel, proseguita da Feurbach a
portata a compimento da Marx deve rivoltare l'intera comprensione del mondo in
trasformazione del mondo, cioè in rivoluzione, allora in ciò non rimane
giustificato il riferimento ideologico all'avvenire come sede immaginifica
della società comunista, ovvero non rimane giustificato il carattere ancora
religioso del marxismo per cui esso ha sostituito il futuro all'eternità e il
lavoro dell'uomo alla redenzione del dio-uomo. Il fallimento storico del
comunismo, quindi, sarebbe stato non solo la dimostrazione sperimentale della
falsità delle teorie marxiane ma anche il coerente compimento del marxismo come
auto-distruggersi nella sua forma di religione. Con ciò si spiegherebbe per Del
Noce l'attivismo comunista nonché la graduale decadenza del socialismo nel
mondo fino alla sua profetizzata fine, simboleggiata dalla caduta del Muro di
Berlino. È propria di lui infatti la teoria secondo cui il compimento e la
dissoluzione del marxismo non siano due momenti separati o addirittura opposti,
ma siano bensì il medesimo momento dispiegato coerentemente nel tempo.
L'interpretazione del fascismo Sul fascismo e sulla sua interpretazione in
stretta relazione al marxismo dedicato gran parte dei suoi studi e delle sue
opere, partendo appunto dalle opinioni comuni e molte volte ideologiche degli
storici nei confronti del fascismo e delineando una struttura paradigmatica
tanto controversa quanto precisa e fondata. È a partire dalla definizione data
dallo storico tedesco Ernst Nolte di ogni movimento fascista come «resistenza
contro la trascendenza», intesa come trascendenza storica e non metafisica, che
Del Noce sottolinea la continuità fra questo serio giudizio e la communis
opinio del fascismo come movimento reazionario, per questo tradizionalista e
nazionalista, e per converso di ogni forma di tradizionalismo e di nazionalismo
come rimando implicito e forse inconscio al fascismo. Di questo fa una
critica serrata, facendo notare innanzitutto le origini culturali dei due
fondatori del fascismo, cioè Gentile e Mussolini, come antitetiche rispetto a
ogni forma di politica reazionaria, tradizionalista e nazionalista e come
invece affini rispetto al socialismo, del quale Mussolini in particolare fu un
esponente. Si noti che l'obiettivo che Del Noce intende colpire e abbattere è
quella generale concezione del fascismo come momento singolare e controcorrente
rispetto all'intera storia moderna, dalla rivoluzione francese in poi, mentre
ciò che intende mostrare è la continuità quasi necessaria che è posta fra
l'hegelismo, il marxismo e il fascismo come tre momenti dell'unico processo di
secolarizzazione. Il filosofo inizia quindi dall'analisi della figura storica
di Mussolini e della sua formazione culturale, notando il suo giovanile
anticlericalismo, il suo spontaneo confluire nel socialismo, e il seguente
superamento di quest'ultimo per l'evoluzione fascista del suo pensiero. È in
particolare sul concetto di «rivoluzione» che pone l'accento, essendo
questo un concetto base del marxismo che però, attraverso l'incontro
mussoliniano con la tedesca «filosofia dello Spirito» risorgente in Italia,
dovette radicalmente trasformarsi e portarsi dal livello sociale della «classe»
a quello personale del «soggetto». È insomma l'incontro intellettuale di
Mussolini con la filosofia di Gentile ad aver reso necessaria la trasformazione
della rivoluzione in un senso non più finalistico o escatologico (come era nel
marxismo puro, il cui fine è appunto la società comunista) ma in un senso
propriamente attivistico e lato sensu solipsistico, in termini gentiliani cioè
attualistico. Con ciò Del Noce può connettere la psicologia di Mussolini con il
vero e proprio formalismo pratico del fascismo, il quale non aveva in realtà
alcun contenuto definito, ma proclamava bensì una forma di azione tanto vaga e
generale da poter attrarre a sé ogni sorta di ceto sociale (anche il
proletariato) e di frangia ideologica, in alcuni momenti persino quella
marxistica. Il concetto di «rivoluzione» infatti contiene in sé già un
termine finale ben preciso verso cui lo stato attuale del mondo andrebbe
rivoluzionato, mentre nella politica fascista il termine rivoluzione deve
necessariamente essere sostituito dal termine «riforma» (si pensi appunto alla
riforma Gentile) in senso non più tradizionale, cioè come ri-formare ciò che è
stato de-formato, bensì in senso creazionale, cioè come dare una nuova forma
(indefinita) alle antiche cose, perciò rimane un concetto molto affine a quello
di marxistico di rivoluzione, e permette l'affiancamento ideale dell'attualismo
gentiliano al modernismo teologico fiorente a quel tempo e condannato come
eresia dalla Chiesa. Saggi: “Teologia della storia” (Torino, Filosofia);
“La solitudine di Faggi” (Torino, Filosofia); “L'incidenza della cultura sulla
politica italiana, Cultura e libertà” (Roma, 5 lune); “A-teismo” (Bologna,
Mulino); “Riforma e filosofia” (Bologna, Mulino, Brescia); “In contra del domma
cattolico-romano” (Torino, Erasmo); “Contra il domma cattolico-romano” (Milano,
UIPC); “L'amore di Dio” (Torino, Borla); “Il secolare” (Milano, Giuffrè); “Il
partito comunista italiano” (Roma, Europea); “Il suicidio di un rivoluzionario”
(Milano, Rusconi); “I comunisti” (Milano, Rusconi); “L'interpretazione trans-politica
della storia contemporanea,” Napoli, Guida, “Secolarizzazione e crisi della
modernità” (Napoli, Benincasa); “Gentile: per una interpretazione FILOSOFICA
del fascismo” (Bologna, Mulino); “Da Cartesio a Serbati” -- Scritti vari di
filosofia,” Milano, Giuffrè); “Esistenza e libertà.” Spir, Chestov,
Lequier, Renouvier, Benda, Weil, Vidari, italiano Faggi, Martinetti, italiano Rensi,
italiano Juvalta, italiao Mazzantini, italiano Castelli, italiano Capograssi” (Milano,
Giuffrè); “Rivoluzione, Risorgimento, Tradizione”; Scritti su l'Europa e altri,
Milano, Giuffrè); “I cattolici e il progressismo,” Milano, Leonardo, “Fascismo e anti-fascismo:
errori della cultura” (Milano, Leonardo); “Il laico”; Scritti su Il sabato (e
vari, anche inediti), Milano, Giuffrè); Pensiero della Chiesa e filosofia
contemporanea. Leone XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II” (Roma, Studium); “Verità
e ragione nella storia. Antologia di scritti, “ I. Mina, Milano, Biblioteca
Universale Rizzoli); “Modernità. Interpretazione transpolitica della storia
contemporanea” (Morcelliana, Brescia.). Del Noce insegna nel capoluogo
piemontese. G. Bozzo. Del Noce, il filosofo della libertà politica). Augusto Del Noce, «Idee per l'interpretazione
del fascismo», Ordine Civile. E tra i componenti del comitato promotore del
referendum abrogativo antidivorzista) e più tardi sull'aborto. premio Rhegium Julii, su circolorhegiumjulii.wordpress.com.
P. Armellini, Razionalità e storia, in Il pensiero politico, Roma, Aracne editrice,
Massimo Borghesi, Augusto Del Noce. La legittimazione critica del moderno.
Marietti, Genova-Milano.[collegamento interrotto] Luca Del Pozzo, Filosofia
cristiana e politica, Pagine, I libri del Borghese, Roma, S. Fumagalli, Gnosi
moderna e secolarizzazione nell'analisi di Emanuele Samek Lodovici ed Augusto
Del Noce, PUSC, (scaricabile in PDF dal sito sergiofumagalli) Gian Franco Lami,
La tradizione, Franco Angeli, Milano, Marietti, Genova-Milano. Enciclopedia
ItalianaV Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Pietro Ratto,
Ipotesi sul fondamento dell'essenza dissolutiva del marxismo e del fascismo, in
Boscoceduo. La rivoluzione comincia dal principio, Sanremo, EBK Edizioni
Leudoteca, Ambrogio Riili, Augusto Del Noce interprete del Marxismo. L'ateismo,
la gnosi, il dialogo con Volpe e Goldmann, in Centotalleri, Saonara, il prato, Francesco
Tibursi, Il pensiero di Augusto del Noce come Teoria sociale, in Andrea
Millefiorini, Fenomenologia del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella
riflessione sociologica italiana, Societas, Roma, Nuova Cultura, Xavier
Tilliette, Omaggi. Filosofi italiani del nostro tempo, traduzione di G.
Sansonetti, Brescia, Morcelliana, Natascia Villani, Marxismo ateismo
secolarizzazione. Dialogo aperto con Augusto del Noce, in Pensiero giurdico.
Saggi, Napoli, Editoriale Scientifica, Augusto Del Noce, in Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Repertori Bibliografici, su centenariodelnoce).
La metafisica civile: ontologismo e liberalismo dalla rivista telematica di filosofia
Dialeghesthai. P. Ratto, Laicità e Democrazia: da Del Noce a Giotto, su BoscoCeduo,
Democrazia e modernità in Augusto Del
Noce, articolo dal mensile 30Giorni. L'inseparabilità dei Tre. La modernità, di
Andrea Fiamma Centro Culturale,//centrodelnoce. Fondazione //fondazioneaugustodelnoce.net.
centenariodelnoce. Articoli di Del Noce «Il dialogo tra la Chiesa e la cultura
moderna» da Studi Cattolici. «L'errore di Mounier» da Il Tempo. «Risposte alla
scristianità» da Il Sabato. «La sconfitta del modernismo» da Il Tempo. «La
morale comune dell'Ottocento e la morale di oggi», tratto da Il problema della
morale oggi. «Rivoluzione gramsciana», tratto da Il suicidio della rivoluzione.
«Origini dell'indifferenza morale» da Il Tempo. «Le origini dell'indifferenza
religiosa» da Il Tempo. «Religione civile e secolarizzazione» da Il Tempo. «Un
dramma europeo: il dissenso cattolico» da Corriere della Sera. «Questi poveri
cattolici minacciati dal suicidio» da Il Sabato «In stato di
porno-assedio»[collegamento interrotto] da Il Sabato. «La più grande vergogna
del nostro secolo» da Il Sabato. «Fu vera gloria? La resistenza 40 anni
dopo»[collegamento interrotto], tratto da Litterae Communionis. «Una colomba,
non un santo (caso Bukarin)» da Il Sabato. «Intensità d'una gran illusione
(Dossetti e dossettismo)»[collegamento interrotto] da Il Sabato.
«L'antifascismo di comodo» da Corriere della Sera. «Togliatti? Un perfetto
gramsciano. Polemica su Gramsci»[collegamento interrotto] da Il Sabato.
«Il nazi contagio» da Il Sabato. «La morale catto-comunista» da Il Sabato.
«Abbasso Mazzini» da Il Sabato. «I lumi sull'Italia»[collegamento interrotto]
da Il Sabato. «Recensione del romanzo di Benson "Il Padrone del mondo"»
dal mensile 30Giorni. «Filo rosso da Mosca a Berlino (Hitler-Stalin)» da Il
Sabato. «Le connessioni tra filosofia e politica»[collegamento interrotto] da
Il Tempo. «Pci, l'impossibile conversione» tratto da Prospettive nel mondo. Grice: “Unfortunately, Noce is a philosopher, like
me. We cannot lay word on history. Had Hitler won, I wouldn’t have joined
Austin’s Play Group. Being Italian, Noce thinks different. He thinks history is
guided by philosophical principes. It wasn’t Mussolini’s charisma that led the populace,
but Gentile’s attualismo puro. He makes a good point about the distinction
between Hitler and Mussolini. Hitler is a Protestant, Mussolini ain’t! Most in
Mussolini’s circle were just as heathen as those in Hitler’s circle – different
heathenism, though. No Odin, but Giove. Not Siegrfied, but Enea! Noce does not
know the first thing about this. He never socialized with any of the people he
is philosophizing about. In any case, there’s Garibaldi, which is a stain to
Italian history. Italians, and a Ligurian friend of mine can testify to this,
never wanted the UNITY. It was forced ON them. So it’s only natural that
Gentile and Noce regard the UNITY brought by Risorgimento (alla Fichte Hegel,
and the idea of the NATION) that was furthered by Mussolini. Mussolini did use
Garibaldi imagery – saying that his movement was ‘garibalismo puro’ – but
although he (Mussolini) did write a little thing about Nietzsche, you won’t
find his name in ‘dizionari di flosofia’!” Augusto Del Noce. Noce. Keywords:
saggio su Gentile e il fascismo, Faggi, Serbati, Spir, Vidari, Rensi,
Martinetti, Juvalta, Massantini, Catelli, Capograssi. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e del Noce," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684436022/in/photolist-2mPQGvz-2mPKvMM-2mPq8eZ-2mNzeEc-2mLP6FB-2mLz32Z-2mPV6V9-2mKHdnD-2mKjsJY-2mKbfaU-Bm5t8J-Ciy7V4-Cgh13w-Ciy8ng-BmaLAt-Cgfo3s
Grice e Noferi – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Important Italian
philosopher, especially influential at what Grice called Italy’s Oxford, i. e.
Firenze“Palla Strozzi was more a mentor than a philosopher, but I would
consider him both a Grecian and Griceian in spirit.” alla Strozzi Palla e Lorenzo Strozzi. Dettaglio
dell'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano. Grazie alla ricchezza
accumulata nelle ultime generazioni dalla sua famiglia, il padre puo far
istruire il figlio da filosofi, e grazie all'interesse e all'intelligenza, divenne
di fatto uno dei più fini uomini di cultura fiorentini. Ricco e colto,
commissiona numerose opere d'arte, tra le quali la Cappella Strozzi nella
Basilica di Santa Trinita, opera di Brunelleschi e Ghiberti. La cappella, progetto
irrealizzato da Noferi, venne fatta erigere in la sua memoria e ne ospita la
sepoltura monumentale. Per questo ambiente commissiona l'Adorazione dei Magi a
Gentile da Fabriano e la Deposizione dalla Croce a L. Monaco, terminata poi da
Beato Angelico che ne fece uno dei suoi capolavori. Collezionista di libri rari
e conoscitore del greco e del latino, si trova nvischiato nell'opposizione
strenua contro Cosimo de' Medici. Cosimo e l'uomo che per la prima volta si e di
fatto preso tutto il potere cittadino, grazie a un sistema di clientelismo con
uomini chiave alla guida degli uffici della repubblica di Firenze. Davanti a
lui solo due strade sono possibili: l'alleanza accettando un ruolo subordinato
o lo scontro frontale. Forte della sua ricchezza e fiero della propria cultura,
e a capo della fazione anti-medicea assieme ad un altro oligarca indomabile,
Albizi. La fortuna arriva alla sua fazione, riuscendo ad ottenere prima
l'incarcerazione di de’ Medici, poi la dichiarazione del medesimo come magnate,
cioè tiranno, ed il suo conseguente esilio da Firenze. Il suo obiettivo
comunque non e tanto l'eliminazione di un avversario, ma la restaurazione della
“liberta”. In questo e diverso d’Albizi.
Intanto de’ Medici manda già segni di prepararsi a un ri-entro, che
avvenne puntuale al cambio di governo con il veloce avvicendamento dei
gonfalonieri. Tra i primi provvedimenti vi è proprio la vendetta sugli
avversari, con l’esilio del filosofo e d’Albizi. In questo de’ Medici e favorito
anche dall'appoggio popolare che lui e la sua casata si sono saputi
conquistare. Quindi parte per Padova. Il suo palazzo a Padova e un ritrovo di
filosofi, nel periodo d'oro quando la città veneta era uno dei centri culturali
più notevoli della penisola italiana, per certi risultati artistici più
importante della stessa Firenze. Si pensi ai capolavori lasciati proprio da due
fiorentini come Giotto o Donatello. Lascia la sua raccolta di libri rari,
arricchita ulteriormente durante il suo soggiorno padovano, al monastero di
Santa Giustina. Muore a Padova nel suo palazzo verso il Prato della Valle. Sepolto
nella vicina chiesa di Santa Maria di Betlemme. Cavaliere dello Speron d'oro nastrino
per uniforme ordinaria cavaliere dello speron d'oro Marcello Vannucci, Le grandi famiglie di
Firenze, Roma, Newton Compton, R. Palmarocchi, La famiglia Strozzi, in
Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Grice: “His
main claim to philosophical fame is in his character- unlike Alibizi’s and
indeed Medici. He loved freedom, and chose to settle in Padova, although his
roots were well in Firenze. He built hiw palace in Padova in Prato del Vallo to
gather philosophers, since what’s the good of knowing the classics if you
cannot converse? He never touched a university! His ‘bibliotheca’ is legendary!
Strozzi-Noferi. Noferi. Keywords: “Beautiful painting (by Gentile da Fabriano) of
Noferi. Very Italian in an exotic sort of way!” – Grice. Refs.:Luigi Speranza, "Grice e Strozzi-Noferi --
Grecian, Griceian," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library,
Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51743117035/in/datetaken/
Grice e Nola – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Crotone). Filosofo. Gice: “At Oxford, we are proud of our
philosophy, at Bologna, and in Italy in general, they are proud of their
physicians, as they call them – students of nature!”. Di origini napoletane e
zio di Molisi, insegna per lungo tempo a Napoli. Discepolo di Altomare, divenne
noto per suo saggio, “Quod sedimentum sanorum, aegrorumque corporum non sit
eiusdem speciei adversus Ferdinandum Cassanum et alios contrarium sentientes.” Cf.
G. Marruncelli, Elementi dell'arte di ragionare in medicina” (Napoli, Gabinetto);
S. Renzi, “Storia della medicina” (Napoli,
Filiatre-Sebezio); Adalberto Pazzini, La Calabria nella storia della medicina,
Roma); Lavoro critico (Bari, Dedalo). La Famiglia dei Nola. Molise, Archivio
storico di Crotone. 1,quemadmodum Ciuitatestunc optime
gubernātur,(vtinquitPlatoinlib.de Philo.) cùm iniustidantpænas: perin so&
impudenter, impugnant, accontra dicunt, optimèquoquereor,& scien tiæ, &
artessehaberent. Nam ueras CLARISS. ALTIMARI discipulo,Au&ore. Med .Doctore
scientiasacartesperfetè ,& breui cuns & isaffequiliceret: atqueitaetia muerèscientes,
acoptimosartifices fieri. Nuncueròcumlex falso contradicentibus Statuta nullafit,
no immeritòe inoptimosuiros, arbitror, impurißimumquenqueac
ineruditumiuueneminuehiandere. & admodum paucos uere scientes, artifices quereperiri,
cum& paffim fcribere omnibus liceat, & unicuique sententiam
ferreapudvulgus. Adde, quòdnefcio quo fato datum etiam fit quibusdam, eafdem
docere artes, ac publicè profiter i , qui uel omnino inertes fint, autparumeasintelligant:
cùm ueròne sciant, scireautemseputant,mirumnonestfidgeipfierrent, & alios
aberrarecogant. Quandoquidem oporteret (utinquitidem Plato in Alcib.) eos qui aliquid
doftursiunt,priufquamdoceant,intelligere, fix OVOD SANORVM AEGRORVMQVE
SEDIMENTV M IOANNE Andrea Nola Crotoniața Artium & bique fuoq;
martese dimenti ueritate mueftigauitad Hippo. es Gal.fententiam quemadmodumo
non nulla alia nonminu sad Artem medicam utilia quàm necessaria, utinreliqusfuisfcriptispalàmestuidere:)
Sedcum hacfole clariorafint, pateantquecun&tis Artismedicæcandidatis,
quirenera medicisunt,nedum inuniuersaItalia,uerumetiaminto tafere Europaincolentibus;
mea approbationenon indigent. Attem puseft ut adiftorum ignorantiam castigandam,
ac in numeros errores patefaciendos, accedamus. Nosueroeo, quo scriptifunt, ordine,
eos animaduertemus, etiam fiad Sedimentorum naturam manifestandam non
conferant; ut discant studiosiquam maxime', nedum Artis medis ca, sed Philosophia,
& Dialeticæ feimperitosese oftendant; quanto veliuore impulsitali ascribere
conatifuerint. Cumuero futurun fitut hominem reprehendamin doctum, ftolidum, opinione
sua sapientem,nugisinterineruditosiuuenesuersatum inuniuersauita, queso, candidiß.lector,liceatmihiuerbishuiusignorantiamcastigareasperio
nibus,quibusegoutialioquinonfoleo. Cùm primiminprimapagellahicuirdănassettum Plusquamcom
mentatoris, tum etiam Neotericorum opinionemdesedimento (quiz whipseait, quamuis.
iaftenturfcopumattigile, longèalijsfalluntur) Sedimentum SANORUM ægrorumý;
corp. biqueconsentire, e nondissidere: hæcetenim bonos decet præcepto ses
utipfeait. quod sitafieretnequehic incognitus nescio quis Ferdinandus Cassanus,
tam fuisse taudaxs atque impudens, ut feuerisoppo neret, nifiexilis esset, quiomnemfunditus
pudorem exuerunt, neque afuis præceptoribus malèeruditusacimpulsus, (eorumtamen
opinio nefapientibus) totaususfuissetscriberenugas. Quas omnes passimin minibus
artis medicecandidatis, seclusoliuore,manifestareconabor, quõhuiusuiri ignorantia,
fimul quetemeritas castigetur. difcantque reliquiin posterum quàmmalum
sitoptimis, aceruditiß. uirisindies utilia, Artisg; medicæapprimè necessaria,&
uerissima scribentibus; O ut summ a t i m dicam, universam pene medicinam illustrantibus,
fal Socontradicere. Non autem , uteaquæadoctissimoac Clariß.Alti maro præceptore
meo de sedimenti in urinis scripta sunttuear, sunt et enim ad eòscitèacdo Etéconscripta,
éghæc, & reliquaomniaque hactenusinluce medidit, acualidiß.auctoritatibus &
rationibuscom probata, utnedumiftorumuirorumnugasnon curent, sed quorumuis
etiamaliorum do tiffimorum ,fiquæ essent contradictiones paruifa. ciant, ipsea;
primus omnium quosuiderim, propriainuentione cumque 1 cumque
neutri, fuooptimoiudicio, ueritate mattigerint,et fimulli.
Uorepercituseosdemrecentiores scriptores calumniasset, quorumnca quidem calciamentasolueredignusesset,eisquefalsotribueretcunéta
quaibitemerenarrat.cõfestim,utipfeait; in fecüda ueritatë protulit quam desedimentosentit,
quæquantisscateaterroribus,quantumus averitatealienafit, & Gal. sententia demonstrabimus,
ubialiosprius ciuserroresin eadem f ecunda pag. conscriptos, manifeftauerimus:
Aitetenim {senolle tempus contererecircaurine generationismodă, Giovanni Andrea de Nola. Nola. Keywords: Crotone,
Plato, Nola-Molise, corpus sanum, focal unification, Owen, Pantzig,
brennpunktbedeutung, Grice, Aristotle, Metafisica, ‘unificazione focale’ –
universale: ‘sanitas’ instantiazione: corpus sanum, corpi sani. Refs.: “Grice e
Nola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742201656/in/datetaken/
Grice e Noto – IVPITER – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Pollina). Filosofo. Grice: “Italian philosophers, must be for St. Peter, who DIED
there – are obsessed with God – Noto wrote his thesis on that, evidence and
lack thereof for God – the part concerining the refutation for those who deny
evidence is fascinating! And typically of an Italian philosopher, he narrows
down his research to ‘secolo XIII,’ where we at England and Oxford hardly
existed!”Fa gli studi ginnasiali al Convento di Giaccherino e al Convento del
Bosco ai Frati. Vestì il saio francescano a Fucecchio e professò. Studia filosofia
a Lucca, Bosco ai Frati, il Convento di San Vivaldo, Fiesole, Siena e il Convento
di Sargiano. Emise i voti a Fiesole e fu ordinato sacerdote a Siena. Andò a
Parigi e frequentò l’Istituto Cattolico, la Sorbona e il Collège de France. Conseguì
il Dottorato in filosofia e il Diploma di studi superiori alla Sorbona. Essendo
andato a Londra per alcuni mesi ebbe il Diploma di lingua inglese che in
seguito perfezionò tornando ogni anno a Londra nel periodo estivo. Pubblicò la
tesi di laurea “L’evidenza di Dio nella filosofia del sec.XIII" (Ed. MILANI,
Padova). Si imbarca per l’Egitto e si stabilì a Ghiza dove insegnò. Lì ricoprì
gli incarichi di Guardiano e Maestro dei Chierici. Torna in Italia e fu per un
anno direttore di un grande hotel di Montecatini Terme. Si trasfere a Figline
Valdarno per l’insegnamento all’Istituto “Marsilio Ficino”. Si iscrisse alla
Università Cattolica dove conseguì il Dottorato in filosofia valido in Italia.
Aveva iniziato l’insegnamento della lingua inglese alla scuola per infermieri
dell’ospedale di Figline e un corso serale per adulti. Crea un laboratorio
linguistico per facilitare e perfezionare l’apprendimento delle lingue. Deceduto
nell’Ospedale di Figline Valdarno per edemapolmonare acuto da miocardite in
diabetico. Affetto da grave forma di diabete, si era sentito male nella notte
dell’11 novembre, ma dopo aver prolungato il riposo mattutino aveva tenuto
lezione fino a mezzogiorno. Prese allora poco cibo e tornò a riposarsi. Alle 18
andò alla preghiera comune e alle 18.30 tenne il corso di lingua inglese per
adulti. Alle 20 mentre era a tavola fu chiamato il medico cardiologo che ordinò
il ricovero urgente in ospedale. Qui alle 2.25 la sua vita è stata stroncata da
un complesso attacco cardiaco polmonare.
Ai funerali, presieduti dal Padre Provinciale nella Chiesa di San
Francesco in Figline erano presenti tanti religiosi e sacerdoti, i parenti,
molte suore oltre che un grande pubblico di studenti e popolo che riempiva la chiesa.
È stato sepolto nel cimitero di Montemurlo. Convento di Giaccherino Convento
del Bosco ai Frati Convento di San Vivaldo Convento di Sargiano Montemurlo L'evidenza di Dio nella filosofia del secolo
XIII. Grice: “Noto is playing with his surname. There’s no ‘significare’ in
Italian. They use ‘notare’ – Now, how is God signified? When Cicero said ‘god’
he meant Jupiter. Ask Ganymede: The literal truth is Ganymede was killed in
self-inflicted accidental with a boomerang. Her mother said: “His corpse is
here, but he was raped by Giove --. Taking this narrative literally – Ganymede
was RAPED, so the rape is the way the god gets ‘noted’.
Noto. Keywords: IVPITER -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Noto” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742384608/in/datetaken/
Grice e Novaro – implicatura ligure – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Diano Maria).
Filosofo. Grice: “Novaro comes from my favourite area in Italy, “La riviera
ligure”!” Grice: “Novaro wrote a nice little treatise on the nature of the
infinite – a concept which fascinates me!” --Fratello di Novaro, nacque da
famiglia economicamente agiata e dopo aver condotto brillantemente gli studi
liceali, ottenendo la laurea a Torino. Si stabilì a Oneglia dove fu assessore
comunale per il partito socialista. Dopo avere per breve tempo insegnato nel
locale liceo, con i fratelli si occupò dell'industria olearia intestata alla
madre Paolina Sasso. Pur dedito all'attività
imprenditoriale fece parte attiva della vita letteraria dei primo anni del
Novecento e fondò la rivista “La Riviera Ligure,” da lui diretta fino alla sua
cessazione. Ospitò nel suo giornale filosofi come Pascoli, Roccatagliata,
Jahier, Boine e Sbarbaro. Scrisse saggi
di carattere filosofico e raccolse tutte le sue poesie, che hanno come tema
principale il bellissimo paesaggio ligure, in un volume intitolato Murmuri ed
echi che vide le stampe. Fu anche il curatore dell'edizione delle opere di
Boine che sentiva affine negli interessi soprattutto di carattere etico. Saggi: “Finito ed iinfinito” (Roma, Balbi), “Murmuro
ed echo” (Napoli, Ricciardi) – cf. Grice, “Implicatura ecoica” --; “All'insegna
del pesce d'oro” (Genova, Devoto). Dizionario Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, La Riviera Ligure Nicolas Malebranche. Tra
Diano Marina e Oneglia: i luoghi dei fratelli Novaro, su parchiculturali.
Fondazione Mario Novaro, Genova, su Fondazione novaro. Scheda biografica nel
sito della Fondazione Mario Novaro, Genova, su Fondazione novaro -- Se il
concetto di “infinito” è stato dal sorgere della filosofia italiana, uno
degl’oggetti più costanti degl’uomini, il progresso verso una definitiva
soluzione delle difficoltà che esso presenta non e tuttavia che
straordinariamente lento. A ciò à sopratutto contribuito il rilegare, come a
priori, l’infinito fuori del campo appunto della filosofia e si considera
il regresso all’infinito una fallacia! Poiché quando si ammette senz’altro
che, essendo l’uomo finite, non si può pretendere eh' esso arrivi a comprendere
l’infinito! Hobbes, De corpore, XXVI, l ; Descartes, Principien, ediz.
Kirclimann, p. 12,14, 66 ; GALILEI, Opere (Milano, 1811) X, 350-51;
Locke, Essay on humane nnderslaning, ediz. Ward, World Library, p. 152;
Hume, Treatise, ediz. Selby-Bigge, 26. 32,39,43; cfr. anche Jevons,
Principia of Science, 2“ ediz. pp. 766-768. S’è già troncata la questione
senza neanche avei’la posta. S’è lasciato intatto il mistero che
sembra involgerla. Già tutti i concetti che in qualche modo ebbero una
stretta attinenza con altri concetti ontologici dovettero per questo attendere
a lungo prima di venir trattati in corretto modo analitico. La oscurità
misteriosa del concetto di “infinito” si ripercorse naturalmente negli
oggetti nei quali esso poteva trovare applicazione, come il tempo, lo
spazio, la materia, l’universo, l’essere. Anzi si comincia dapprima ad
accorgersi delle difficoltà del concetto di “infinito” non cosi in
astratto, ma nell’esame degli oggetti ai quali la infinitezza pareva
doversi attribuire. Tanti secoli prima della ripresa della questione
per Locke, trattarono il problema con sommo acume dialettico i
veliani de Velia -- Sugli Eleati e la loro importanza, vedi specialmente la
Kritische Geschichte der Philosophie del Dùhring, 3" ediz. p. 34-51. Le
difficoltà che conduceno Senone di Velia a negare la realtà dello spazio non
sono punto illusori. Cantor, Geschichte der Matematik, I, 170. Bei ihnen [i
tropi dei veliani] handelt es sich um Schwierigkeiten, denen in der
That -wcder der Philosoph noch der Mathematiker in aller Strenge
gerecht werden Kann [,,,] Zwei Jakrtausend und mehr haben an dieser
zàhen Speise gekaut, und es ware unbillig von den Veliani des
funften vorcbristlichen Iabrhunderts zu verlangen, dass sie in Klarbeit
gewesen seien iiber Dinge, welche freilich anders ausgesprocben noch
Streitigkeiten unserer Gegenwart bilden. Nò altre furono quelle che
spinsero poi Kant ai risultati della estetica trascendentale. Sebbene più
d’uno storico della filosofia davanti ai tropi di quell’ acutissimo
filosofo sentendo l’imbarazzo suo a confutarli, abbia stimato poterli
chiamare sofismi o false sottigliezze che chi le esaminasse da vicino e colla
necessaria acutezza non dovrebbe tardare a riconoscere evidentemente per tali.
E più d’uno nel confutarli à seguito, come lo Zeller, Aristotele (3) che
in questo se in altro mai fu infelicissimo. Pht/s., VI, 9.
Aristotele crede di confutare Senone di Velia (V. anche O. Apelt,
Beitrdge sur Geschichte der Grieschischen Philosophie, Leipzig, p. 275) col
dire che la dimostrazione da lui data riposa sulla falsa & i
matematici, i quali spaventati dalle conti-addizioni svelate dai veliani
avevano dovuto per forza rinunciare a far uso del concetto di “infinito” e
lasciar tanto tempo infruttuoso l’ardimento di Antifonte (1), continuarono
a lungo ad aiutarsi altrimenti per non derogare alla rigorosa esattezza
delle loro dimostrazioni (2). Cosi il concetto d’”infinito” non compare mai
esplicitamente nella geometria degl’antichi. E Archimede ha seguaci anche dopo
che il calcolo infinitesimale ha chiaramente mostrati i suoi cosi
fecondi vantaggi. Ragione principale di ciò e il non avere l’autore
stesso del concetto di “infinitesimo”, saputo mai nè pienamente giustificarlo,
nè dargli un denotato preciso, si che egli molte volte ebbe a
espri- supposizione che il tempo consti di singoli momenti (éx -J 5
v 9181 aio Èrtovi come se la critica di Senone di Velia non valesse
indifferentemente tanto per il continuo dello spazio che per quello del
tempo stesso. Cfr. Cantor, id., 173. Er (Aristotele) lòst das Paradoxon
der Duschlaufung dieser unendlich vielen Raum-punkte in endlicher Zeit,
durch das neue Paradoxon, dass innerhalb der endlichen Zeit unendlich viele
Zeittheile von unendlich Kleiner Dauer anzunehmen seien. Sul concetto di “infinito”
in Aristotele vedi specialmente Phys., Ili, 4 - 7 , De Coelo, I, 5. Aristotele
dà una divisione dei vari generi di infinito, che come sempre 0
spessissimo presso lui è più una spiegazione di parole che di concetti. Inoltre
è la sua trattazione oscura e affatto manchevole. Aristotele non accetta che
l’infinito *potenziale*, il quale nasce dal non trovar la nostra
immaginazione alcun limite così nel togliere come nell’aggiungere. Rifiuta
l’infinito attuale. L’infinito, dice Aristotele, non è grandezza nè à
parti così, come il suono è per sò invisibile (Phya., Ili, 4 ). Non
esiste dunque in realtà, perchè non v’ è grandezza cui possa attribuirsi. Ma la
contraddizione che Aristotele crede dover evitare rigettando il concetto
dell’infinito attuale è appunto nascosta invece in quello del continuo.
Altrimenti Aristotele non avrebbe così leggermente creduto di aver
superate le difficoltà dei veliani. li Montucla, Histoire cles recherches sur
la quadrature du eercìe. Paris, p.
44. (2) Hankel, Zur Geschickte der Matliematik ivi Alterthum und
Mitelaltcr, p. 120 . juersi sulla sua nozione in modo affatto
contradittorio (1). E se i filosofi non riuscirono a chiarire i loro
concetti riguardanti l’infinito trascurando la maggior parte di
aiutarsi con un esame accurato dalle difficoltà che incontrano anche i
matematici, questi dal canto loro si sono del pari in grau parte appagati
dei risultati, senza sentire troppo acuto il bisogno di rendersi conto esatto dei
concetti dei quali hanno a fare un continuo uso (2). Che anzi per le
difficoltà, oscurità o contraddizioni dell infinito tranquillamente si
rimettevano (1) Leibniz, anche quando si esprime più razionalmente intorno
ai concetti infinitesimali, conserva pur sempre in fondo una evidente
ambiguità sulla natura generale del concetto di “infinito”. Lascia
infatti alla ontologia, senza risolverla Leibniz stesso, la questione se
si diano propriamente degl’infinitamente piccoli rigorosi. E cosi tiene
pure per indifferente considerare per tali gl’infinitesimi o soltanto per
arbitrariamente piccoli. Leibniz inclina però più a tenere l’infinito
rigoroso per una finzione. V. Leibniz, Opera omnia, ed. Dutens I, 107 e
Leibniz; il/af/iema</se/»e Schriften, Gerhardt I' , e 389, dove
Leibniz pare considerare gli infinitesimi come quantità finite variabili e
cfr. Gerhardt II, 288; IV, 93; V, 322; VII, 08 e 273; Erdmann 118, 128,
18-1, dove egli parrebbe ammettere l’infinitesimo *attuale*. In altri luoghi Leibniz
è affatto incerto; ed. Dutens II, 267-68; Gerhardt, III, 81,499,516; IV,
63 e vedi specialmente un passo ivi p. 91-92. (2) Infatti dopo
l’adottamento del calcolo, una delle prime accademie d Europa, quella di
Berlino, presieduta da uno dei più grandi matematici, da Lagrange, apriva
un concorso sul concetto dell’infinito. Dice tra altro ai concorrenti. On
demande […] une thdorie clairc et precise de ce qu’ on appelle ‘influì en
mathcmati jue. On sait que la haute geometrie fait un usage continuel des
infiniment grands et des infiniinent petits. Cependant les geomètres et
meme les analystes anciens, ont eviti* soicneusement tòut ce qui approche
de l’infini, et des grands analystes modernes avouent que les termes
grawleur infmie sont contradictoires. L’Acad^mie sou- haitc donc qu’ on
explique comment on a déduit tant de theorèmes vrais d une supposition
contradictoire. Nouveaux Mémoires de l’Acad. des Sciences. Berlin, p.
12-13. come molti si rimettono tuttora, all’ongologia (1). L’unico filosofo
dal quale si sarebbe potuto aspettare qualche dilucidazione definitiva,
Corate, il quale era tanto versato nelle matematiche e che di esse à dato una
cosi bella e tuttora insuperata sistematica trattazion generale,
non solo non fa fare un passo alla questione, ma neppure seppe
bastantemente apprezzare i grandi meriti del lavoro di Carnot, il quale
prepara la soluzione definitiva. Solo Locke e Kant sono cosi i filosofi
che fecero verso di essa un passo decisive. Kant però si direbbè che lo
fece in senso reazionario, chè se Locke avesse decisamente cangiato li
suo metodo empirico e psicologico con un metodo critico, come egli in realtà è
qualche volta inconsapevolmente vicino a fare, avrebbe egli stesso còlto 1’ultimo futto
della sua fine analisi. Ad ogni modo è merito di Locke, oltre aver
risolto l’infinitamente piccolo e grande nel processo formale dell’animo,
l’aver dimostrato come un tale concetto sia solo propriamente applicabile
a grandezze, al numero, al tempo ed allo spazio. Con ciò ogni nebuloso
abuso scolastico e metafisico di esso, era reso impossibile, e ogni sua
applicazione ad altro che a concetti di grandezze diventava una pura metafora
(2). Rilacendosi da Locke e approfittando della luce che Carnot getta sulla
natura dell’infinitesimo, il Duhnng à finalmente completata la
razionalizzazione di (1) V. Leibniz, passo citato, Gerhardt IV 91-92
e Montucla, Histo!re des mathématiques III, 119. Quanto alle questioni
che la ontologia può sollevare sul concetto dell’infinito, il matematico “a
droit de ne s en pas plus embarasser que des disputes des physiciens sur
la naure de 1 etendue et du movement.” (2) Locke, On human Umlerst., cap.
XVII, 1 e 6, p. 147 questo concetto (1). L’infinito assoluto ha però
Diihring costantemente rifiutato come la più assurda contraddizione in
tutti i suoi saggi filosofici. Soltanto- nell’ultima suo saggio
filosofico arriva egli ad una luminosa distinzione dell’infinito *assoluto* dal
infinito relativo. La sua dimostrazione è però geometrica, e non
insieme algebraica. Manca quindi di generalità. Cosi si spiega come Diihring
ritenga ancor ora inammissibile l’applicazione dell infinito al tempo, che egli
à assurdamente e colla più gran forza di convinzione fatto finito nel
passato (2). Diihring vide che ove il concetto di infinito non viene
dapprima reso chiaro e incontradittorio nella matematica, la rocca in
apparenza più forte rimarrebbe in piedi a difesa del mistificante
concetto. La nozione di infinito non è però specificamente formale. Il
concetto d’infinito appartiene a quel campo della filosofia ‘speziale’, in cui
anno comuni le radici o i principi e la matematica e la logica.
La. soluzione di un problema cosi universale non può esser diversa,
ove esso venga formulato con la dovuta astrazione ed esattezza, sia che la si
cerchi nel campo piu astratto dell’ontologia della concezione universale dell’*essere*,
sia che la si cerchi nel campo dell’algebra. Non (1) V. Nat
Uri iche Dialéktik -- questo libro d’oro di puro criticismo, la cui prima
edizione è esaurita da molti anni senza che Diihring si decida a ri-pubblicarlo,
malgrado il viro desiderio di molti suoi ammiratori, quali per un esempio
v. Gizicky e Riebl. Vedi specialmente dello stesso, nei “ Xeue
Grundmitteln u. Erfindungen zur Analysis, ecc. „ il capitolo terzo.
L’analisi critica dell’infinitesimo ivi data riassumiamo noi brevemente
nel numero seguente, modificandola però nel senso della corretta legge
del numero determinato. V. sotto. (2) Cursus der Philosophie, p. 18, 19,
27, 64 ; Logik und KVssenschaftstheorie, 191 segg. è un differente
problema quello di Senone di Velia, da quello che occupa a cosi grande
distanza di tempo i matematici dal seicento in poi. 2. In tutti i problemi
riguardanti il concetto di “infinito”, le difficoltà ànno la loro comune
radice nella contraddizione fondamentale nascente dalla posizione di un
infinito numericamente dato e compiuto nel *finite* stesso. Cosi
l’infinitesimo, e già prima l’indisivibile di CAVALIERI, e pensato
assurdamente quale risultato di una infinita divisione, o come l’elemento
più piccolo d’ogni grandezza assegnabile, di cui si integra ogni
grandezza finita. Più piccolo di qualunque quantità data e pensato
l’infinitamente piccolo, e maggior d’ogni data grandezza l’infinitamente
grande, arrivando anche qui ad una infinità compiuta, come raggiungibile
per via di una sintesi successiva. Tra lo zero e una comunque
piccola grandezza dovrebbe dunque esistere qualcosa di intermedio. Questa
ibrida quantità non dovrebbe esser zero ma neppure perù una determinata
quantità per quanto arbitrariamente piccola. Essa dovrebbe esser minore
d’ogni quantità assegnabile o qualcosa che esprima l’ultimo
irraggiungibile grado di piccolezza immaginabile e prima dello zero (1).
Minore d’ogni quantità assegna- (1) Modificando la nozione di GALILEI di
“momento”, già Ilobbes define il conatus (concetto che doveva poi diventare il
fondamento della teoria newtoniana), il moto lungo uno spazio minore di
qualsiasi assegnato. Hobbes conserva, però, malgrado l’equivoca
definizione, come dell infinitamente grande (De Corpore, c. VII, il, 12 e
13) cosi dell’infinitesimo un giusto concetto. Di quest’ultimo haa intesa
infatti a essenziale relatività. V. De Corpore, c. VII, 13; e c. XV, 2. Delimemus
CONATUM esse motum per spatium et tempus minus q’uam quarn bile è però
soltanto lo zero (1); una quantità non può venir immaginata oltre ogni
assegnabile grandezza. Tra la quantità e lo zero non vi è cotesta assurda
finzione. A meno che il dire “minor d’ogni data quantità” abbia quod
datar, id est determinatur, sine expositione vel numero assignatur ìaest
per punctum. Ad eius definitiouis explicationem meminisse oportet per
punctum non intelligi id quod quantitatcm nullam habet, sive quod nulla
ratione potest dividi (niliil enim est eiusmodi in rerum natura) sed id
cuius quantità non consideratili-, hoc est cuius neque quantitas neque
pars ulta inter demonstrandum computatur. Ita ut punctum non habeatur prò
IN-DIVISIBILI. Sed prò IN-DIVISO. Sicut edam instans sumendum est prò tempore IN-DIVISO
non prò IN-DIVIS-IBILE. - Similiter Conatus ita mtelhgendus est, ut sit
quidem motus sed ita ut neque tempori in quo fìt neque lineai per quam
fit quantitas, ullam comparationem habeat in demonstratione cum quantitate
temporis vel line cuius ipsa est pars. Quanquam sicut punctum cura
puncto, ita conatus cum Canata comparaci potest et unus altero maior vel
minor reperiri.Vedi anche c. XXVII, 1.- 11 Poisson ammette invece nel
modo più esplicito l’assurdo concetto dell infinitesimo di cui sopra è
parola. Un infiniment petit est une
grandeur moindre que toute grandcur donnée de la meme nature. On est
conduit naturellement a ridde des infiniment petits, lorsqu’on considère
les variations successives d’une grandeur soumise à la loi de continuiti.
Ainsi, le temps croit par des degrés mo.ndres qu’ aucun intervalle qu’on
puisse assigner, quelque petit quii soit. Les espaces parcourus par le
différents points d’un corps croissent aussi par des infiniment petits,
car chaque point ne peut fi er d une posdion à une autre, sans traverser
touts les positions intermédiaires, et l’on ne saurait assigner aucune
distance, aussi petite qu on voudrn, entre deux positions successives.
Les infiniment petits ont donc une existence rielle, et ne sont pus
seulement un mo.ven d’investigation imagini par les giometres. Traile de
mécanique, Bruxelles, ’38, p. 6-7. ’ O) l’er questa ragione non pochi
matematici, quali Bernouille “oto^amente
Eulero, pensarono l’infinitesimo come assolutamente nullo. Anche GALILEI,
sebbene con altro linguaggio, scompone il continuo esteso in infiniti
punti inestesi o nulli senza però trovar poi il modo di farlo generare da
quelli. V. GALILEI Opere , X, 550-351 Sopra gli atomi non quanti di lui
vedi Lasswitz, Galileis Thieorie der Materie, 1 lerteljahrsschrift f
wiss. Philosph. XIII, a riferirsi non a
qualcosa di effettivo o di dato, ma al nostro animo -- il nostro volere -- come
ragione della infinita divisibilità, potendo noi sempre supporre una quantità
più piccola di ogni qualunque piccola quantità data. Come nella serie dei
numeri noi possiamo (prova Peano) farci un concetto dell’infinito aggiungimento
di unità a unità, cosi possiamo farcene uno della possibile divisione
dell'unità all’infinito. Un tal concetto non rimane tuttavia che
il campo d’una operazione che non può per la sua natura venir mai
compiuta. La infinita divisione come la infinita addizione non possono mai
senza contraddizione considerarsi come eseguite. Non si può con un salto
oltrepassare un’infinità di operazioni, ponendo l’ultima come già
compiuta, che invece non può mai essere. Ciò che esiste o è dato numericamente
quale totalità non può esser che in numero determinato (1). Un numero
infinito come qualcosa di dato o compiuto nel finito medesimo è un CONCEPTO
IMPOSSIBILE perchè vorrebbe porre ciò che insieme viene a negare. Ammesso
dunque che abbia a dirsi di una quantità che essa è minore d’ogni
possibile quantità data, ciò potrà solo razionalmente indicare che è pur
sempre possibile suppor quella come ancor più pio¬ ti) È questa la legge
formulata da Diihring sotto il nome di legge del numero determinato (Gesetz der
bestimmten Anzahl). Cfr. Kant: Kritikd. reinen Vcrn. edizione Kirchmann
pag. 432. Sohald etwas als quantum discretum angenommen wird, so ist die
Menge der Einheiten darin bestimmt, daher auch jederzeit einer Zahl
gleich. Diihring però, e qui sta il grave errore della sua teoria
dell’infinito, à tralasciato come iKant di aggiungere che tale legge à valore
appunto, come diciamo noi, solo in riguardo a grandezze che si lasciano
concepire come totalità, ossia in riguardo a grandezze comprese tra
limiti. cola di una qualunque data comunque già piccola per sè. La
illimitatezza riposa sul concetto della infinita possibilità della
ripetizione, non è dunque un concetto di effettività, ma di mera
possibilità. Il moto nevi realizza come si crederebbe l’assurdità di
una infinita divisione o di una infinità di parti nel finito. Moto non è
che il concetto di ciò che la stessa cosa si trova seguentemente prima in
un luogo e poi in un altro. Nostro APPARATO SENSORIALE non fa che
abbracciare un dato numero di posizioni diverse, e l’animo non trova
altro che il fatto ossia la cangiata posizione. Noi non
possiamo formarci nè pretendere altro chiaro concetto che quello del
passaggio da un punto all’altro. Possiamo solo, ove ce ne sia l’animo, INTER-POLARE
delle posizioni intermedie a piacere senza limite alcuno. Ma effettivamente
nè la natura nè noi possiamo fis:arne altro che un numero determinato. È una
illusione il credere che un punto, ad esempio, nel muoversi in linea retta
vei’so un altro punto fisso, e trascorrendo secondo il concetto
comune di un movimento assolutamente continuo, per ogni posizione,
trascorra con ciò effettivamente, se posso dir cosi, per ogni grado di
piccolezza. La posizione di infiniti punti distinti in una determinata
estensione è sempre e solo una possibilità ma non mai un fatto compiuto.
Di due punti immediatamente aderenti NOI ABBIAMO ASSOLUTAMENTE CONCETTO
ALCUNO. Punti inestesi o coincidono, o hanno una posizione diversa, e
allora anche una determinata distanza. 11 punte non può che passare da
uno ad un altro punto, comunque noi idealmente possiamo astrarre da
cotesti trapassi e considerare unicamente la infinita possibilità (li
posizioni diverse. La stessa illusione è nel dire che una quantità cresce
per gradi minori di ogni comunque piccola grandezza data. E vero che
m matematica le quantità continue crescono per gradi e che ogni
nuovo incremento elementare possiamo immarginarcelo già per sè stesso composto
di ancor più piccoli incrementi elementari all’infinito. Ma oltre che nella
realtà bisogni. Che esistano dei limiti a questa illimitatezza che
è solo della facoltà del nostro ANIMO, è anche vero che le quantità non
constano di elementi per sè esistenti, e che invece noi solo distinguiamo
in esse delle divisioni e stabiliamo dei limiti che per sè non sono dati. Il
concetto di continuità ne involge uno infinitesimale che però inchiude
solo la possibilità di un infinito porre di limiti, ma non una infinità
di limiti posti. Esso è quindi come quello dell’infiuitamente piccolo un
concetto di pura posibilità. La illimitatezza nella scomponibilità
in parti che possono in ogni caso venir fatte ancora più piccole che una
qualunque piccola grandezza data, e dunque ciò che di razionale s’ à a
sostituire al concetto nebuloso dell’ infinitamente piccolo. Con ciò viene
evitata quella ipostasi o per cosi dire insostanziazione di un modo di
azione del nostro animo, o di una mera possibilità, la quale è
inchiusa nel falso concetto della grandezza minore di ogni altra
assegnabile, come di qualcosa realmente esistente quasi mèta irraggiungibile ma
pur reale di una infinità di operazioni. Non esiste un ultimo piccolo
o infinitesimo, ma solo una infinita possibilità di
rimpicciolimento. 1 Si deve dunque pensare che il differenziale è nel
calcolo una grandezza finita relativamente piccola, la quale- nel
complesso delle operazioni può e deve rappresentare ad arbitrio ogni
grado di piccolezza. Si tratta per eempio, dice Diihring, di una lunghezza. Può
questa, come infinitamente piccolo, essere secondo le circostanze
un milionesimo di millimetro ovvero una distanza solare. L’essenziale
non istà in queste eventuali determinazioni, ma nel pensiero che in luogo
di quella grandezza, scelta in relazione a un tutto come parte
insignificante, possano nelle operazioni sostituirsi altre ed altre senza
limite alcuno sempre più piccole verso lo zero (1). L’ infinito o
la illimitatezza non è dunque ipostasiata nel differenziale, si bene sta nel
nostro animo che questa grandezza rappresenta qualunque grado di piccolezza
oltre il suo. Razionalizzato cosi il concetto fondamentale del calcolo,
non à più ragione quella ripugnanza che i migliori matematici anno sempre
sentito per quella oscura ipotesi o idea falsa, come la chiama Lagrange (2), dell’infinitamente
piccolo. L’analisi è dunque, dice Diihring, un calcolo d’ approssimazione, ma
si noti bene- non di semplice approssimazione, bensì di approssimazione
infinita. I sensi trascurano nel piccolo le quantità insignificanti che
loro NON SONO più PERCETTIBILI, e se fatti più acuti procederebbero del
pari in analoghe proporzioni; cosi fa il calcolo nel trascurare quantità che
nelle (1) V. l'reyeinet: Étude sur la métaphysique du haul calcul,
p. 32. Cfr. Carnot : Reflexions sur la métaphysique du calcili
infinitesima!, p. 16, 17 e 18. (2) Comte: Cours de philosophie
positive , I, 263. loro funzioni darebbero in ultimo per risultato una
grandezza che per la sua ultima piccolezza non à importanza alcuna.
Accanto a quantità finite si trascura nel risultato e con ragione, un
infinitamente piccolo, poiché è nella sna natura di poter venire senza
fine rimpicciolito verso lo zero (1). 3. Idealmente c’ è dunque un
abisso tra l’infinitesimo e lo zero. Non quello ma questo è il limite
dell’ infinito rimpiccoliinento, e prima dello zero non vi sono
che quantità in realtà sempre finite, comunque possano secondo il bisogno
venir supposte sempre più piccole verso di esso. D’altra parte nella
direzione opposta dell’ infiniitamente grande si à analogamente a distinguere
tra (1) Non altro significava il luminoso concetto di Carnot delle
equazioni imperfette. Tuttavia Carnot non arriva a dar l’ultima chiarezza
alla nozione dell’infinitesimo. Infatti non avrebbe altrimenti creduto vi
fosse bisogno (per dimostrare come i risultati del calcolo in apparenza
soltanto approssimativi, siano in realtà esatti) oltre che della considerazione
dell’arbitrarietà del differenziale, anche di una dimostrazione della
compensazione degli errori. Comte poi frantese affatto ciò che di
veramente importante e duraturo conteneva lo scritto di Carnot, e ravvisa
così il merito di lui appunto nella dimostrazione della compensazione degli
errori (V. Cours de philosophie positive , I, 244 e 223), la teoria
invece dell’arbitrarietà del’infinitesimo la trova più sottile che solida
(id. 2(57). l concetto della rigida uguaglianza degl’antichi venne
definitivamente superato con Leibnitz e Newton. Ciò che però non venne
schiarito e rimase oggetto di tutte le lunghe innumerevoli dispute a cui
diede luogo il calcolo differenziale, e un giusto concetto di ciò che
avesse a indicare la trascuranza, nelle equazioni, dell’infinitamente piccolo.
Dopo Carnot la relatività del concetto del differenziale s’è sempre più fatta
strada nelle menti dei matematici. Ma non basta questo a razionalizzare
l’infinitesimo. Dove colla relatività di esso si ammette però ancora (v.
ad es. Montucla : Histoire des maih., HII, 264-G5) che questo possa
divenir minore d’ogni quantità assegnabile, s’è pur sempre lontani da una
esatta concezione. questo e 1’ infinito assoluto o transfinito (1). Qui
come¬ ta si à una differenza qualitativa: nell’ un caso si à ancora a
fare con delle grandezze, nell’ altro il concetto proprio di grandezza è
scomparso. Il non aver distinto questi due concetti non à forse
meno contribuito della contraddizione di un infinito compiuto nel finito
stesso, implicato nel falso concetto del differenziale e del continuo, a
rendere cosi pieno di sup¬ poste insolubili difficoltà il problema di cui
ci occupiamo. All’infinitamente piccolo risponde perfettamente l’infinitamente
grande. Abbiamo qui un accrescimento senza fine come là un illimitato
rimpicciolimento. In entrambi i casi ci è data la norma di un’operazione
che non deve poter mai venir considerata come compiuta, poiché essa
deve rispondere alla illimitata possibilità di ripetizione- del nostro
animo, con la quale dunque non c’è grandezza per quanto piccola o grande di cui
non si possa sempre raggiungere un’altra ancora più piccola o
grande. Attribuito ad una data grandezza il concetto di infinitamente
grande non indica quindi altro che essa, comunque già grande, può senza
fine venir considerata ancor sempre più grande secondo il bisogno. In
ogni aso non sarà però ella mai altro che finite. Come la nostra
sintesi benché non abbia limite, pure in fatti non può (1) Chiamo
infinito assoluto o trans-finito – tras-finito, a distinzione
dell't/t/unVo relativo (infinitamente piccolo o grande), ciò che Diihring
dice illimitato (Unbegrcnzt, II) [LIMITATO/NON-LIMITATO] e Cantor, e dietro lui
Wundt e Lasswitz chiamano appunto transfinito o tras-finito (<o ). Del
resto una volta riconosciute queste differenze essenziali, nulla impedisce
di adoperare anche solo e indifferentemente l’espressione “infinito”,
lasciando al contesto conversazionale l’ulteriore
specificazione. mai esercitarsi che nel finito. Anche l’infinitamente
grande è un concetto di mera possibilità e non mai di effettività. Non è
quindi propriamente applicabile ad alcuna grandezza determinata (1). La serie
progressiva dei numeri nella sua illimitata addibilità è il più chiaro
esempio dell’infinitamente grande. Noi non possiamo mai arrivare ad un
ultimo membro delle serie, perchè la possibilità di aggiungerne altri
riman sempre la medesima. E nella natura dell’infinitamente grande di non
poter venir mai compiuto. La illimitatezza non è neppur qui data
oggettivamente, ma sta invece in questo che la grandezza infinitamente grande
può rappresentare ad arbitrio una grandezza sempre maggiore oltre la
sua. Inteso cosi è senz’altro chiaro che rinfinitamente grande non è
un infinito in atto e non può senza contraddizione venir scambiato con questo.
L’aver confuse l’infinito assoluto o transfinito o trasfinito o illimitato coll’infinitamente
grande è appunto la cagione che condusse chi mirava a un esatto
(1) Locke, On bum. Underst, pag. 148. [O]ur idea of infinity being,
as I tbink, an endless growing idea, biit the idea of any quantity our soul kas
being at that tirae terminated in tbat idea (l'or be it as great as it
will, it can be no greater than it is), to join infinity to it, is to adjust a
standing measure to a growing bulk. id., p. 150. We can bave no more the
positive idea of a body infinitely little than we have thè idea of a body
infinitelv great. Our conception of infinity being, as I may so say, a
growing and “fugitive” concept, stili in a boundless progression that can
stop nowhere. e p. 295-96. Our conception of the infinity [...] return at least
to that of number always to be added. But thereby never amounts to any
distinct idea of actual infinite parts. We bave, it is true, a clear idea
of division, as often as we will think of it. But thereby we have no more
a clear idea of infinite parts in matter than we have a clear idea of an
infinite number, by being able still to add numbers to any assigned
nember we have. E chiaro concetto di quest’ultimo a rifiutare
risolutamente il primo, dopo averlo trovato incompatibile colla nozione
di quello. Mentre l’infinitamente grande esprime una illimitata possibilità, il
transfinito o trasfinito esprime invece una effettività compiuta cui
l’infinitamente grande non arriva mai. Nel transfinito o trasfinito ogni
grado di ingrandimento è già anticipatamente dato. Esso è realmente
maggiore di ogni assegnabile grandezza, e dal finito non c’è modo di
farlo originare, sebbene ogni finito sia in esso. La facile obbiezione
che nessuna grandezza è la più grande perchè le possono sempre venir aggiunte
altre unità, non tocca. L’infinito assoluto, ma solo una NOZIONE IRRAZIONALE dell’infinitamente grande, partendo ella da un
falso concetto del transfinito o tras-finito, secondo il quale si avrebbe
questo a lasciar pensare come un tutto, ossia, contrariamente
all’assunto, come finito. Il concetto di totalità applicato al transfinito
o tras-finito è trascendente, benché tale non sia il transfinito o
tras-finito per sé. Se l’infinito assoluto non può venir esaurito
dalla sintesi empirica di nostro animo, non è questa una ragione per
rifiutarne il concetto : la sua natura consiste infatti appunto in
ciò di NON POTER VENIR RAPPRESENTATO come una totalità ossia esaurito
per mezzo di una sintesi empirica di nostro animo -- successiva delle sue
parti. – Cf. Speranza, ‘mise-en-abime’ – come violazione del prinzipio
conversazionale – be brief. Rifiutarlo perchè non si lascia trascorrere da
un capo all altro, è rifiutare il transfinito perchè appunto tale,
ossia perchè non è finito, o perchè non si trovano endless divisibility
giving us no more a clear and distinct idea of actuallv infinite parts
than endless addibility, if I may so speak, gives us a clear and distinct idea
of an actually infinite number, both being only in a power stili of
increasing thè nuinber, be it already as great as it will” ia esso le
proprietà che dal suo concetto sono precisanente escluse. Mentre
nell’infinitamente grande la sintesi empirica di nostro animo è quella
che aggiunge membro a membro. Nell’infinito assoluto troviamo noi sempre ogni
ulteriore membro come già innanzi esistente prima che la nostra sintesi lo
abbia raggiunto, indipendentemente da essa. È dato quindi così il
numero infinito, se “numero” può questo ancora chiamarsi – “As far as I
know there are infinitely many stars” --, che è in realtà la negazione di esso
e con ciò di ogni determinazione nel grande. Il “numero” infinito
non è più nè ‘pari’ nè ‘dispari’, e neppur quindi aumentabile più, nè
diminuibile. Esso è dunque qualcosa di affatto compiuto, al contrario
dell’infinitamente grande che è in un continuo'flusso; e sta a questo come
all’infinitamente piccolo sta lo zero. Come nello zero non c’è più
possibilità di rimpicciolimento, cosi non ce n’è più di ingrandimento nel
transfinito o tras-finito. Questo è la negazione della grandezza misurata
nel grande, e lo zero la negazione della grandezza in generale e con ciò
della grandezza nella direzione deH’infinitamente piccolo (1). Lo
zero come l’infinito assoluto sono non tanto quantitativamente quanto
per qualità diversi da ogni altra grandezza. L’infinitamente piccolo e grande
sono in un continuo flusso, lo zero e il transfinito sono invece forme
fisse ; il prin¬ cipio generativo dei primi non è applicabile ai
secondi. DaH’infìnitamente piccolo allo zero e dall’infinitamente
grande all’infinito assoluto c’è, a dir proprio, un salto (2). (1)
V. Duhring: Neue Grundmlttel, ecc., p. 430. (2) Lo zero e l’infinito
assoluto o trasfinito si fanno dunque riscontro. Ed erra «quindi Lasswitz
che nega esserci qualcosa di corrispondente a que- Nel primo caso il passaggio sta non nel
rimpiccilire all’infinito per successive divisioni la quantità piccola in modo
che avanzi pur sempre un resto, ma nell’ultimo atto risolutivo col quale si
sottrae interamente il resto stesso. Nell’un caso si riman sempre nel
campo dell’infinitamente piccolo, nell’altro si salta
propriamente dalla quantità al nulla di essa. Una quantità non viene
mai esaurita col sottrarre ripetutamente anche all’infinito una nuova parte del
sempre nuovo resto. Bsogna togliere in ima volta l’intero resto
altrimenti si avrà una convergenza continua verso l’irraggiungibile
zero, ma non mai propriamente lo zero. E solo in quest’ultimo caso sarebbe
veramente esaurita la grandezza. Non bisogna prender per esaustione reale
una infinita approssimazione. Ciò che e l’ESAUSTIONE è solo tale fino ad un
infinitamente piccolo. Ma questo vien da essa lasciato inesaurito. L’saustione
non à luogo che con un salto alla Peano, ossia con un vero passaggio. La
inter-polabilità infinita di posizioni tra punto e punto non toglie che
da posizione a posizione il passaggio debba rimanere E come v’è un salto
da un punto a un altro in una linea, cosi v’è da un punto al punto
ultimo col quale la grandezza finisce. Solo col st’ultimo.
(Lasswitz: Zum Problem der Continuitdt, Philosoph. Monats - hcfte XXIV, p.
27); come pure e più erra Wundt che crede cadere nel differenziale ogni
differenza essenziale tra l’infinito e il transfinito o trasfinito. Wundt:
Kants Kosmologische Antinomien u. das Problem der Unendlichke.it Philos.
Studien II, 527: (che) das Intinitesimalsy.nhol ebenso gut in Siane einer
unendlich zudenkenden Abnahme einer gegebener Grosse, wie im Sinne des bereits
vollzogenen Processes- dieser Abnahme gedacht werden kann. Hier fàllt
niimlich ein wesen- tlichcr Unterscbied des Infiniten und Transfiniten
vollig hinweg (! !). -- passaggio allo zero si à però un risultato
differente non tanto per quantità quanto per qualità dagli altri. D’altra
parte lo stesso risultato qualitativamente differente si à nel secondo caso del
passaggio dall’infinitamente grande al transfinito o tras-finito. Praticamente
si può concliiudere è vero dal caso dell’incoutro di due rette a distanza
infinitamente grande al caso delle parallele, in quanto si astrae dallo
sbaglio infinitamente piccolo, e si pone come identico il risultato solo
infinitamente approssimativo. In realtà però mentre il punto d'incontro
si allontana infinitamente all’vvicinarsi delle due rette al
parallelismo senza raggiungerlo, raggiunto che questo sia, esso è
scomparso, essendo per sè la infinita estensione della linea LA NEGAZIONE DELLA
POSSIBILITa d'uu punto d’incontro, poiché questo le farebbe finite. Ed à
luogo allora quella illimitatezza od infinità assoluta della retta,
la quale è la negazione della grandezza misurata nel grande, come lo zero
è la negazione della grandezza in generale (1). Un indubitabile
significato si lascia dare al transfinito o trasfinito, come vedremo in
séguito soltanto nella serie infinita dei processi del tempo passato. Il
nostro regresso che assume qui la forma dell’infinitamente grande, procede
in base al transfinito o trasfinito della realtà, poiché esso trova e
suppone necessariamente come dati sempre piu membri della serie di quelli
che esso raggiunge. Se si fosse co¬stretti a pensare l’universo infinito in
estensione si avrebbe una seconda applicazione reale del nostro con¬
ti) Diihring , luogo citato. «etto ; ma rimanendo insolubile la
questione se la natura o L’UNIVERSO o il numero dei stelle sia o no
infinita (1), non si à che l’applicazione di esso allo spazio puro. Ed
ecco la dimostrazione che dà di questa Dtihring, colla quale egli stabilisce
appunto la distinzione dell’infinito relativo dall’infinito assoluto. La
tangente di un angolo che differisce da 90° di una infinitamente piccola
differenza, è come la rispettiva secante infinitamente grande. Ad ogni grado di
riin-piccioliinento della differenza risponde un grado di ingrandimento della
tangente e della secante dell’angolo. Cosi il punto in cui le linee si
tagliano si fa sempre più lontano. Rimane però sempre dato un incontro
reale delle linee fin che sia data una per quanto piccola
divergenza da 90°. Se si à invece una differenza uguale a zero ossia
se non se ne à alcuna, non si à nemmanco più propriamente una SECANTE nè
una propria TANGENTE. Entrambe le linee loro corrispondenti non si tagliano
più. Nel caso dello zero o, ciò che sarebbe lo stesso, per la CO-SECANTE
e la CO-TANGENTE di 0 non esiste più alcuna grandezza, allo stesso modo
che nello zero medesimo. Intatti la illimitatezza di una linea non è già
una quantità della stessa j ella è invece l’assenza d’ogni determinazione
quantitativa. In tal modo allo zero dall’una parte corrisponde dall'altra
l’illimitato non quanto (das grossenlose Unbegrenzte). Il caso
dell’infinitamente grande si distingue da quello dell’infinito assoluto
per questo, che la possibilità (della illimitata estensibilità) non
figura come per sè data, ma vien 'riferita alla nostra attività.
(1) Vedi sotto n. 5. Di pio quest’ultima possibilità vien sempre
rappresentata coinè dipendente di un’altra, in modo che
dall’infinito rimpicciolimento e dal grado di questo dipende
l’infinito ingrandimento e rispettivo grado costantemente corrispondente
(1) Una distinzione simile a quella di Diihring à fatto in riguardo
all’infinito Cantor, seguito in ciò da Wundt (2) e seguito pure, sebbene con
qualche riserva, da Lasswitz. Ad essa fa però assolutamente difetto
quella spiccata razionalità che è la caratteristica della filosofia di
Diihring. Crede Cantor che la serie dei numeri si lasci pensare non solo
come compiutamente- infinita, ma come compiuta totalità. Cantor stima che
si lasci pensar radunato in un tutto ogni numero intero positivo
(3). L’aver sconosciuto l’inapplicabilità del concetto di totalità al
transfinito o tras-finito è la cagione dell’assurda nozione che s’è fatto
Cantor di questo. Infatti perciò à e Cantor potuto credere che il
transfinito o trasfinito pnssa trovarsi nel finito stesso quasi come suo
sostrato, e servire cosi alla spiegazione del continuo e del NUMERO
IRRAZIONALE (4). Ma qui non si ferma Cantor : chè anzi la vera originalità
della sua dottrina vede egli nelle differenze essenziali da lui trovate nel
campo stesso dell’infinito assoluto (5). Si tratta infatti per lui sopratutto
dell’ampliazione o proseguimento della reale serie dei numeri intieri (1)
Duhrinq, luogo citato, pagine 88-80. (2) Logik H, 127-128 (1883).
(3) Cantor: Grundlagen einer Mannichfaltigkeitslehre, p. 1-3; Zur
Lehre vom Transfinite, p. 42, 43 e 45. (4) Grundlagen, pag. 8, 30.
Zur Lehre p. 35. (5) Zur Lehre, pag. 9 ; Grundlagen, p.
13. oltre l’infinito medesimo. Egli non ottiene solo un unico numero
intiero infinito, si bene una infinita serie di tali numeri come
benissimo tra loro distinti. Vi sarebbero cosi infinite classi di numeri ;
la l a classe sarebbe la serie dei numeri finiti 1. 2. 3... v..., ad essa
terrebbe die¬ tro la 2 a classe composta di successivi numeri intieri
infiniti in ordine determinato. Dopo la 2 a si verrebbe alla 3 a e alla 4
a classe e cosi all’infinito (1). In tal modo naturalmente l'infinito propriamente
detto (“das eigentlicbe Unendliche”) non sarebbe ancora il vero infinito
(“das walire Unendliche”) o l’assoluto. Chè anzi Cantor espressamente fa
notare che in tal guisa non si arriverà mai a un limite ultimo, e neppure
a una sia pur soltanto approssimativa comprensione dell’assoluto, il quale
solo è un infinito non più oltre aumentabile. Con ciò il transfinito o
trasfinito, quantunque determinato e maggiore d'ogni finito, avrebbe
assurdamente comune col finito il carattere della illimitata aumentabilità
(1). Cantor dà per esempio del transfinito o trasfinito la totalità dei
numeri finiti, confessa però non darsi, o almeno pel nostro animo, una
totalità dei numeri transfiniti, ossia l’assoluto o il vero infinito
non poter venir concepito, quantunque necessariamente postulato. Qui
dunque ritorna la difficoltà del problema, e questa volta Cantor confessa
di non saperla sciogliere. Con ciò dà Cantor stesso involontariamente la
miglior critica della sua teoria dell'infinito. Il suo transfinito o trasfinito
del resto non è in fondo altro che l’infinito dell’animo di Spinoza e BRUNO (1)
Grundlagen, p. 3. (2) Id. p. 44 ; Zur Lehre, p.. 8, 33, 48.
Illusorie come la infinita totalità sono le altre
proprietà clie Cantor crede dover attribuire ai suoi immaginari
numeri della nuova serie al DI là DELL
INFINITO. Cosi il non esser questi più soggetti alla LEGGE DI COMMUTAZIONE
(p e q = q e p) (1) è una evidente ASSURDITà che rivela una inesatta
concezione dell'infinito assoluto. Questo infatti è indifferente in
riguardo al più e al meno. Ad esso non si può nè aggiungere nè togliere, come
quello che non si lascia originare per via di operazioni. Per poter ad esso
aggiungere qualche cosa converrebbe pensarlo dato quale compiuta totalità. Dia
è falso che l'infinito si lasci concepire in tal guise. Cosicché invece di
operare con esso si opera inavvedutamente con una quantità pur essa finita
(2). Il concetto formulato da Diihriug dell’infinito assoluto non è
nella storia dell’ONTOLOGIA del tutto senza precedenti, per quanto la
critica da lui fatta dell’infinitesimo possa assai più facilmente
rannodarsi a quella del Locke e di Ivant da una parte, e dall’altra
a quella di Carnot, che non si lasci questa sua nuova distinzione
rannodare a’ suoi precedenti storici (3). Vera¬ ci) Cantor:
Grundlagen, 11, 14, 15. (2) Vedi più sotto n. 7. (3)
Bradwardinus distingue nel suo trattato “De Continuo”, come espone Cantor
(Geschichte d. Mathematik li, 107-109), “ zwei Unendlichkeiten, die “kathetische”
und die “synkathetische”. “Katlietisch” oder einfach unendlich ist eine
Grosse die kein Ende hat.” Syn-kathetisch” unendlich ist eine Griisse der
gegenùber es eine endliche Gròsse giebt und ein andsres gròsseres
Endliche, und wieder Eines gròsser als jenes Gròssere, und so oline dass
ein Letzes sicb fiinde, welckes den Abschluss bildete; aucli dieses ist
immer eine Gròsse, aber nickt wenn es mit Gròsserem verglicken wird. Man
erkennt leicht dass das kathe- tisck Unendliclie Bradwardinus das
Ueberendliche oder Transfinite
‘mente l’INFINITO POSITIVO di Descartes, di GIORDANO BRUNO e di
Spinoza è un concetto che tradisce un’origine quasi del tutto- ancora
scolastica. L’infinito inteso coinè attributi necessario dell’essere è una
concezione comune a BRUNO, e mostra chiara la sua derivazione da un altro concetto.
Quantunque esso non ha in GIORDANO BRUNO questa sola origine ‘divino’
(1). unserer neuerer Philosophen ist, dem von Anfang an das Merkmal
der Begrenztheit, welches deu endlichen Gròssen zukommt fehlt, wàhrcnd
das “synkathetisch” Unendliche mit den Endlosen oder Infinitcn ùbercin stimmt,
welches aus der endlichen Grosse durcli unbegrenztes Wa- chsen
hervorgelit. (1) GIORDANO BRUNO capovolge
la dottrina di Aristotele. Risolve arditamente e con grande acume il continuo
ne’ minimi onde liberarsi dalle contraddizioni svelate da SENONE DI VELIA,
come farà poi anche ma meno felicemente Hume, e accetta l’infinito nel grande:
gli atomi e la infinità del mondo. (V. Acrotismus, art. XLII, citato dal TOCCO,
Le opere di GIORDANO BRUNO, p. liti: De Minimo, I, VI). Devcsi però avvertire che
il minimo è per GIORDANO BRUNO ancora una grandezza che ei pensa giustamente,
come fa anche Hobbes, relativamente trascurabile nel calcolo. Il progresso
infinito nelle divisioni è solo una continua possibilità dell’animo, mai
un’effettività. GIORDANO BRUNO non nega all’animo, all’immaginazione o alla
ratio, a distinzione della mensì di poter ulteriormente suddividere il minimo all’infìnito,
-- dum non promere subiectae credat con- formia rei. — Intìnitae
progressioni IMAGINATIONIS seu mathesis NATURA non respondet neque ullus
usus ARTI-FICIALIS obsecundat. De Min. I, 6, 7, 8. Tuttavia anche alla
matematica vorrebbe GIORDANO BRUNO dare una base atomistica, facendo valere pel
concetto del corpo matematico ciò che vale per quello del corpo fisico.
In questo anzi non sa GIORDANO BRUNO liberarsi dalla influenza
dell’aristotelismo, pel quale ciò che vale della materia doveva naturalmente
valere dello spazio. Il suo strano tentativo ricorda l’antica dottrina delle
linee indivisibili o atomiche di Senocrate, anch’essa stabilita per
evitare le stesse contraddizioni del continuo messe in chiaro dalla critica dei
veliani (V. nello scritto -epì à-riuiov ypaujLùv Apelt, Beitrcige z. Geschichte
d. Griech. Philosoph. dove ne è anche data la traduzione, p. 271 e
seg.) Della dottrina atomistica di GIORDANO BRUNO riconosce giustamente
il merito Lasswitz (“GIORDANO Bruno und die Atomistik”, Viertelsjahrsschift f.
icissensch. Tuttavia alcune importanti considerazioni sono comuni al Cusano (1)
e a quest’ultimo sulla natura dell’infinito ossia sull’esistenza di un unico
infinito in riguardo al quale non possa esservi divisione possibile uè
disuguaglianza se misurato immaginariamente da misure differenti (2).
L’infinito assoluto considera poi Spinoza come dato nei noti due cerchi
l’uno dei quali è dentro all’altro e che non si toccano nè sono concentrici,
esempio ricavato da Cartesio (Principii , II, 33, 34, 35) e da Spinoza
medesimo già illustrato nella esposizione dei principii cartesiani della
filosofia. Ma come è impossibile che la materia mossa tra due cerchi possa
realmente dividersi all’infinito, cosi è impossibile farsi un concetto
di una infinità assoluta di disuguaglianze come effettuata dalla
relazione di quelli. Poiché data questa infinità non è nè può essere. Altrimenti
la potremmo anche pensare effettuata in un qualunque segmento di linea
da’suoi punti infiniti. Una tale infinità non può cosi che
venir riferita alla facoltà della nostra mente quale suo fondamento ; non
può esser che un caso di infinita possibilità come lo è quello dell'infinitamente
grande. Philos. Vili, 33): “GIORDANO BRUNO hat darci» (lcn
erkenntnisstheoretiscben Ausgangspunkt seiner Monadologie sicli das bleibendc
Verdienst erworben, den Atombegriff klar und wiederpruchslos dargestellt
zu haben. So lange das Atom nur als Letzes der Theilung gilt, blcibt es
immer fraglich, ob man auf ein solches Kommen masse. Erst die Einsicht,
dass es ein Krfordcrniss dcs Erkennens istein Erstes der
Znsammcnsetzung zn liaben, macht den Atombegriff za einem
nothwendigen. (1) Cusano, Dada ignoranza, 1- 4, 5, 13, 14.
(2) Già Aristotele tiene per inapplicabile ad ogni grandezza l’intìnito
attuale, ma perciò appunto ne aveva rifiutato il concetto. Il caso
(lei due cerchi si lascia ricondurre a quello d’ogni grandezza continua.
Ora l’esame del continuo non può per sè mai darci l’infinito assoluto ;
il continuo riceve i termini che noi segniamo in esso senza lasciarsi
però mai esaurire da successive suddivisioni. Con ciò esso non ci dà che il
campo di una regola d’operazioni infinite, rimanendo pur sempre finiti i
risultati di queste. Che le parti del continuo non si lascino esprimere
con alcun numero (nullo numero explicari possunt) indica solo che sarebbe,
contradittorio pensare come raggiunto il risultato d’una operazione
infinita ossia da ripetersi senza fine. Il continuo non ci dà insomma che
l’infinito relativo. E così ciò che Spinoza distingue dall’infinitamente
grande non è in realtà l’infinito assoluto. Esso è soltanto lo stesso
infinito relativo nella direzione opposta del primo, ossia nella direzione
del piccolo (1). Ammette inoltre Spinoza che l’infinito propriamente detto
può esser suscettibile di più e di meno. Ma non è esso allora cangiato nel
finito? (2) e non dice egli altrove (3) che (1) SPAVENTA, Saggi critici,
p 256-7, seguendo Hegel trova la distinzione dello Spinoza dell'infinito
della immaginazione da quello dell’ANIMO veramente profonda, e ravvisava
in questo ultimo fissato il concetto dell’infinito assoluto che trascende
ogni determinazione. Infatti però esso non può rappresentare che lo
stesso infinito della immaginazione. (2) Vedi lettera XXIX. In
complesso questa importante lettera parmi mostrare molta incertezza
malgrado il tono suo dommatico e tanto sicuro. I due unici esempi che Spinoza
porta dei molti che ei dice avrebbe potuto addurre dell’infinito dell’ANIMO,
non sono omo-genei. La infinità dei moti che furono, e la infinità delle
disuguaglianze dei due cerchi non cadono sotto uno stesso concetto. Lo stesso
abbiamo notato del transfinito o trasfinito di Cantor, il quale dovrebbe
del pari esprimere appunto e l’intervallo ( 0.1) come totalità infinita, e
il complesso della serie dei numeri intieri positivi. (3) Etica, I,
prop. XV. è un assurdo che un infinito possa essere il doppio di
un altro? A questo assurdo risultato arrivano tutti quelli che pensano
potersi DARE L’INFINITO NEL FINITO medesimo. Di Locke s’è visto qual
razionale concetto egli ha dell’infinitamente piccolo e grande. Locke non sa
tuttavia considerare l’infinito altro che nella illimitata addibilità e
divisibilità, per cui non intese l’infinito assoluto. Locke analizza con una
grande acutezza soltanto le funzioni dell’ANIMO in riguardo all’infinito,
non però il riscontro loro oggettivo. Infatti e questo per Locke
ancora Dio, il quale oltre i confini raggiungibili dal nostro ANIMO
coll’illimitato progresso, riempiva tanto l’infinito del tempo che quello
dello spazio (1). Ed è cosi che Locke puo pensare esser l’idea positiva
di infinito troppo ampia per una capacità finita e angusta come la nostra
(2). Kant scioglie trionfalmente tutte le difficoltà che incontra Locke
nell’esame dello spazio (3), e fissa l’idealità di questo. Una idealità
che se è conseguenza delle stesse ragioni che l’avevano fatta necessaria
ai veliani, à però, un significato e una giustificazione scientifica di gran
lunga superiore. Ma quanto al concetto proprio di infinito Kant non fa un
passo oltre Locke. E neppure Hume e andato più oltre sulle tracce di
quest’ultimo. E’ non sa anzi per il metodo suo empirico apprezzare la bella
trattazione lockiana dell’infinito, in cui la funzione SINTETICA dell’animo
trovava una cosi (1) Locke : Essay on Human Under ai, p. 134,
135. (2) Id. p. 152. (3) Id. p. 131, 135 e 154.
giusta e importante bencliè non del tutto consapevole applicazione. Hume,
senza esaminare particolarmente l’infinitamente grande, si volge in special
modo a considerare l’infinito nel piccolo (1). Ciò che più, come già GIORDANO
BRUNO, imbarazza il grande scozzese è la considerazione della infinità nel
continuo, ossia della infinita divisibilità, la quale egli non distingue
dall’infinito esser diviso, ossia dalla infinita divisione effettuata (2). Il
suo empirismo, confondendo il reale colla forma, lo porta a stabilire lo
spazio come composto di punti visibili e sensibili (meno risolutamente
però nella “Inquiry”) (3) ; e il tempo della somma dei minimi delle
sensazioni. Come può, si domanda egli, un infinito numero di infinitamente
piccoli non dare una grandezza infinitamente grande? o, come può un
tal numero esser compreso allo stesso modo in una data grandezza che in
una doppia di quella? Come può passare il tempo da un punto all’altro per
un numero infinito di parti reali successivamente esaurientisi ? Sono in
conclusione le stesse contraddizioni svelate dapprima da Senone di Velia,
l’amato di Parmende. Senone conclude col negare lo spazio e il moto. Hume
invece accusa L’ANIMO STESSO senza dare soluzione alcuna definitiva (4). L’aver
confuso la forma col reale, e il non aver più acutamente esaminate le
funzioni sintetiche dell’ANIMO sono la ragione della infruttuosità delle sue
ricerche sull’infinito. Locke è insomma l’unico tra’ filosofi moderni, o
al¬ ti) Treaiise pag. 26, 32, 39, 43. (2) Id. pag. 26, 29;
Essays, edizione World Library, p. 378-79. (3) Exsai/s, pag. 379.
(4; Hume: Essai/s, p, 380. meno sino a Diiliring, che segna un
notevolissimo progresso nella razionalizzazione del concetto di infinito. D’altra
parte tra’ matematici, dopo le lunghe discussioni sulla natura
dell’infinitesimo, si fa strada, è vero, con Carnot, e con Cauchy, in
séguito, l’opinione della arbitrarietà del differenziale, ma riman pur
sempre come sfondo oscuro l’infinito esatto, una sfinge che i matematici
dichiarano spettare AL ONTOLOGO di interrogare. E con ciò la mente è
ben lontana ancora dal trovarsi appagata. Con Gauss poi, e dietro a lui
con Riemann e con Steiner e con tutti i geometri anti-euclidèi, la nebbia
che avvolgeva l’infinito s’è fatta ancora più fitta, e rimarrà cosi
quale indizio dello spirito mistico dell'epoca nostra, la quale non
sente quel bisogno vivo e quell’amore della chiarezza che cosi grande
aveva il secolo decimottavo (1). (1) Nfe i filosofi del nostro
secolo sono certo fatti per confortarci della mistica incertezza dei matematici
e sbugiardare così il notato carattere generale dello spirito del
decimonono dicontro al secolo precedente. (V. più sotto di Hamilton e
Spencer n. 8). Dove l’universo, come presso Democrito e gl’epicurei, o
presso GIORDANO BRUNO e Spinoza si stabilisce dommaticamente infinito, l’ONTOLOGIA
non s’è ancor spogliata di tutti gli elementi puramente poetici. Col
criticismo mo¬ derno la questione della reale estensione dell’universo
si è fatta essenzialmente empirica. La illimitatezza della no¬ stra
concezione dello spazio non ci garantisce una infi¬ nità oggettiva
materiale (1). Empiricamente non si lascia dimostrare nè la finitezza nè la
infinità dell'universo; (1) È chiaro che chi volesse supporre un
riscontro materiale assolutamente completo della nostra concezione infinita
dello spazio correrebbe dietro una chimera. La nostra rappresentazione dello
spazio il la sua spiegazione nella costante unità della coscienza e nella
sua libertà del porre e dell’oltrepassare continuamente il posto. Ora
a questa funzione de nostro ANIMO non si deve attribuire senz’altro un carattere oggettivo.
Al contrario fa il Urtino infinito il mondo appunto perchè è infinito lo
spazio, ritenendo che la materia stia allo spazio come questo a quella: “
e se non v’ha differenza tra spazio e spazio, non c’è nessuna ragione che
solo quel breve tratto occupato dal nostro sistema planetario sia pieno e
tutto il resto dell’immenso spazio vuoto. „ Cfr. Schopenhauer (Die Welt
als Wille ecc. I, 588). il quale commenta gli argomenti affatto ineritici
di GIORDANO BRUNO e vorrebbe farli servire a dimostrare anche la infinità
del tempo. altro che il finito noi non possiamo raggiungere e non
possiamo mai giudicare se altro non vi sia più oltre da raggiungere nella
realtà. Se essa stessa abbia o no dei limiti come gli à costantemente la
nostra RAPPRESENTAZIONE. L’infinito COME TALE non può diventar oggetto DELLA
NOSTRA ESPERIENZA. Ma se questa è per la sua natura limitata, non perciò
dobbiamo pensar limitata la realta inconscia. Il concetto nostro dell’universo
sarebbe dunque sempre solo comparativo. Certo è però che
praticamente l'universo sarà per noi costantemente finito, poiché
altro che in limiti finiti non può venir da noi conosciuto. Il
principio della costanza della materia e della forza non basta, come
crede Rielil (1), a dimostrare la finitezza della massa dell'universo. Seia
massa si fa infinita, dice Riehl, verrebbe a mancarle con ciò ogni
determinazione quantitativa, il che è incompatibile col concetto stesso di
massa. Ogni determinazione le mancherebbe però naturalmente se considerata
solo nella sua trascendente totalità, non mai invece nel finite. Nè d’altro
che di masse finite può aver ad occuparsi l’uomo. Il grande
principio della costanza della materia e della forza, nota ancora Riehl,
diventerebbe una mera e inutile TAUTOLOGIA, data la infinità loro. Non
potendo evidentemente l’infinito venir nè aumentato nè sminuito. Neppur
questo è giusto. Il principio in discorso sarebbe tautologico se stabilisse
appunto la costanza della materia infinita come tale. Non se, come esso
fa, stabilisce quella del finito in essa datoci. Infatti la conservazione
costante del finito (1) Riehl, Ber pMosoph. Kriticismus, III,
303-305. non è (lata analiticamente colla inalterabilità quantitativa
dell’infinito, poiché come l’infinito non è toccato da addizione o
sottrazione, cosi potrebbe, posta infinita la materia, il finito in essa
assolutamente crearsi o annichilarsi senza contraddizione alcuna. G.
Mentre la estensione e la massa dell’universo sono presumibilmente finite,
ma nessuna necessità apriorica od empirica ci sforza a pensarle piuttosto
finite che infinite. In riguardo al tempo concorrono invece necessità
dell’esperienza e dell’ANIMO a farlo nel REGRESSO assolutamente infinito. Il
problema cosmologico del tempo non à tuttavia avuto sinora una soluzione
definitiva. A il tempo reale mai avuto principio? Vi fu nell'universo o
nell’essere un primo cangiamento? E se il tempo non à avuto principio, ed
è nel passato infinito, come può senza contraddizione venir pensata
cotesta sua infinità? Che il cangiamento abbia una volta cominciato è,
per il principio di causalità, impossibile ammettere. La ausa di un
cangiamento deve cercarsi a priori in un cangiamento anteriore e cosi via
all’infinito. Un cangiamento assoluto è empiricamente impossibile e a
priori inconcepibile. Vi sono nell’essere ultime ragioni dei processi, ma
non ultime cause. In ogni punto del tempo è esistita la serie delle
variazioni. Non che nel concetto di sostanza si trovi unita
necessariamente coll’esistenza l’azione, come crede il Rielil (id. 309),
e che non lasciandosi quindi disgiungere il fare dell’essere dalla sua
esistenza, venga ad esser perciò inconcepibile la sostanza scompagnata
dal cangiaménto. Inconcepibile sarebbe solo una esistenza vuota,
ossia scompagnata dalla essenza. La forza potrebbe però concepirsi
ovunque come in equilibrio stabile, e con ciò l’universo come privo di
ogni mutamento. Vi è una condizione del divenire cbe non entra mai
come membro nella serie causale -- è questa il fondamento ultimo d’ogni
fenomeno, la ragione della loro possibilità. Un tal fondamento riman quindi
come fuori del tempo ossia veramente ETERNO, senza origine nè fine. Non è
cosi dei cangiamenti o degli stati momentanei dell’essere. Lo stato
precedente a un DATO momento nella serie molteplice dei cangiamenti, se fosse
sempre esistito, non avrebbe mai prodotto un effetto cbe si origina solo
nel tempo; auche quello deve dunque aver avuto una causa, e cosi
all’infinito. Delle cause non ve ne può essere una cbe da sè inizi
assolutamente una serie; ogni causa di cangia¬ mento è essa stessa un
cangiamento, e suppone con ciò un’altra causa, un altro stato cbe la
spieghi. Tutto è seguenza nella serie, e un principio assoluto è un
assurdo. Una prima causa del cangiamento per cui avvenga qualcosa cbe
anteriormente non era, non è in alcun modo a connettersi coll’esperienza.
La fine della primitiva quiete nell’ essere senza una causa che la faccia
cessare è un pensiero irrealizzabile. Esprimerebbe una spontaneità
incomprensibile, anche formalmente, cbe noi non possiamo accettare sensa
derogare alle leggi della conoscenza e della natura. Come la legge della
causalità non conduce fuori della causalità empirica (all’Assoluto), cosi
non conduce fuori del cangiamento. Esenti da mutazione rimangono soltanto
la sostanza e le sue qualità originarie, ossia in generale gli
elementi, per cui solo sou possibili le variazioni. La causalità è
applicabile unicamente ai cangiamenti, di modo che causa di un
cangiamento non può mai esser che un altro can¬ giamento, non una cosa
come tale. E quindi unicamente l’ideniico che sta a base del vario FENOMENICO
che non à nè causa nè ragione, se non quella almeno che
con Schopenhauer potremmo chiamare la ragione dell’essere, o di
identita. La medesimezza con sè stesso è infatti la ragione della sua
eterna esistenza. Dove non c’è variazione non c’è causa da ricercare. Poiché
causa non è che la ragion reale del cangiamento. Una variazione che
non procedesse in base a qualcosa di stabile è un assurdo. Degli elementi
non si dà quindi nè generazione nè corruzione alcuna. L’essere non è mai causa;
le cause che la scienza rintraccia sono cangiamenti, e le leggi sono
la uniformità e costanza del loro succedersi. Tanto l’essere
universale quanto la materia e la forza sono fuori della catena causale.
Nn sono per sè causa, si bene la ragione della connessione stessa
causale. E cosi l’essere non si può porre quale ultimo anello della
causalità. Tanto il più remoto fenomeno immaginabile quanto il
presente presupponendo l’essere, il fare dell’essere. Un sistema
dinamico non può mai per sè stesso originarsi da un sistema STATICO, come
neminanco può a questo passare. Sempre le forze si son misurate a
vicenda, ed elementi di esse si son fatti equilibrio ed altri ànno
prodotto dei cangiamenti col lavoro meccanico; ed equilibrio e lavoro sono
sempre stati necessari da una parte per conservare i cangiamenti lenti
concretatisi, ossia in generale le forme durevoli, e d’altra parte per
alimentare la vicissitudine o la vita nell’essere. Il voler dunque
tro¬ vare un principio della mutazione sarebbe lo stesso che
credere che la materia una volta non sia esistita. Il sor¬ gere della
coscienza a un dato momento nell'universo, che il momento innanzi noi
possiamo immaginare come affatto privo di vita conscia, non è uua
creazione assoluta, nè rappresenta una infrazione alle nostre leggi
della conoscenza dell’animo. Perchè quell’apparizione della vita conscia
noi non l’abbiamo a pensare che come una combinazione di elementi,
nè di elementi v'è creazione, poiché essi esistono eterni. Pensare la
combinazione come occasionata dallo svolgersi delle variazioni non à
nulla di sovran¬ naturale. Certo la coscienza nella sua natura
generale non à causa; ad essa come agli elementi ultimi d’ogni
realtà è applicabile soltanto ciò che s’è detta la ragione dell’essere.
Altra è però la questione della sua fenome¬ nologia- In questa come nella
fenomenologia generale la causalità à il suo regno. Se la coscienza al
pensiero si presenta come originata dal NULLA, gli è perchè le sue
cause, nella loro natura oggettiva materiale, non possono in essa
evidentemente comparire. Gli elementi di coscienza, o meglio le disposizioni
alla coscienza nella realtà inconscia sono ora come latenti o
neutralizzate: una data combinazione materiale ecco ne suscita la luce
subitanea. Il sorgere del cangiamento in generale implicherebbe
invece una derogazione alla legge fondamentale dell’ANIMO; noi non lo possiamo
in modo alcuno concepire, e la realtà empirica ci costringe ad ammettere
il contrario. Il variabile non è per sè stesso intelligibile senza un
identico a sostrato. La identità dell’io come dà origine alla ragione logica
cosi la dà a quella del cangiamento reale. Le diiferenze come tali non possono
farsi contenuto della coscienza. Per esserlo anno a venir riferite a una
totalità identica. Ammesso che cangiamenti potessero avvenire senza
conseguire ad altri, verrebbe a mancare la connessione dei fenomeni
secondo leggi costanti. Il concetto di natura perderebbe la sua unità e l’ONTOLOGIA
con ciò ogni fondamento. Le leggi dell’animo si incontrano invece con quelle
della realtà. È chiaro che come l’animo è la condizione inevitabile
della esperienza, e con ciò del nostro mondo fenomenico, cosi le sue
leggi o funzioni generali devono anche di quello esser leggi a priori, o
assolutamente valide indipendentemente da ogni esperienza. Ciò non toglie
tuttavia che coteste leggi possano venir trovate, come vengono in realtà,
consone alla natura propria delle cose, ossia non imposte loro direi quasi
arbitrariamente, perchè nelle cose sono le stesse leggi quantunque
impensate. Che anzi in riguardo al fatto dell'esperienza, in riguardo
alla unità sistematica dell’essere e dell’ontologia, potrà trovarsi
necessario di veder nelle leggi che la coscienza applica a priori alle
cose nuli’altro che un riverbero o meglio null’altro che l’espressione
soggettiva delle determinazioni autonome della stessa realtà
inconscia. Ponendo un principio del tempo reale e con ciò un
cominciamento delle causalità non si sfugge d’ altronde alla domanda. E perchè
non prima? Se il primo cangiamento non ebbe causa, o perchè è esso avvenuto
solo, mettiamo,parecchi quadrilioni di secoli fa? È vero che non
si ammette una causa che l’abbia chiamato all’esistenza, ma nemruanco
si dice che qualche cosa l’abhia impedito di nascere prima. Per questo,
per quanto lo si allontani dal presente, esso riesce sempre troppo
vicino. Richiamarsi alla originarietà dell'essere come fa Duliring (1),
alla sua effettività indipendente da ogni pensiero e da ogni
ragione, richiamarsi alla natura della realtà inconscia, cui il pensiero
non può mai ricevere completamente in sè stesso, mai fondare in senso
assoluto, ma soltanto ammettere come fatto, non è permesso quando intanto alla
stessa effettività della natura impensata dell’essere evidentemente si
contraddice. Si contraddice, dico, poiché, lasciando da parte l'analogia
del pensiero che ammesso il cangiamento non sa vedere come esso possa
originarsi in modo assoluto, noi non abbiamo in realtà conoscenza
alcuna di un cangiamento cui un altro non preceda, ogni cangiamento che
apparentemente si presenta come tale — il nuovo nell’evoluzione — noi lo
riduciamo è vero alle forze o forme, agli elementi costanti
dell’essere de’ quali non c’è ragione a domandare. Ma il perchè
della loro manifestazione appunto in un tale momento e non in
altro, è nell’ininterrotto cangiamento collaterale, occasionai e in rapporto a
quello. Ben possiamo invece richiamarci noi alla assoluta autonomia della
realtà, che nulla ammettiamo contro il suo reale manifestarsi,
quando diciamo che in senso assoluto non c’è una ragione del perchè
quest’oggi, poniamo, sia proprio ora e non sia già stato in passato o non
abbia piuttosto a venire in futuro, che v’è tanto poco ragione di questo
suo essere (1) Logik. il, Wi-scnschaftsftheorsie, p. 191. presente
che della esistenza stessa universale : dacché come questa non à inai
avuta fuori di sè la ragione del suo essere, così nemmanco il suo fare,
il suo divenire in¬ terno. In qualunque punto del tempo noi
fissiamo l’essere, non lo troviamo mai privo di determinazioni, perchè
que¬ ste sono autonome; e dal suo stato in dato momento di¬ pende
ogni sua ulteriore evoluzione ; come però non c’ è un momento in cui
l’essere non sia, nemmanco ve n’è uno in cui esso non abbia un suo stato
determinato. E cosi che del divenire v’ è sempre la ragione in un
divenire anteriore, ma del divenire in senso assoluto, v’è tanto
poco un perchè quanto dei suoi durevoli elementi. In ciò che esiste è la
ragione di ciò che esisterà ; in ciò che à esistito la ragione di ciò che
esiste. Nella origina¬ ria nebulosa è la ragione dell’attuale
disposizione del si¬ stema nostro solare, ed in altri processi cosmici
ebbe essa stessa la sua origine, i quali se la scienza non può oggi
rintracciare, non è però assolutamente impossibile che un giorno ella
trovi, e che ad ogni modo sono necessariamente avvenuti. Il cangiamento
non à dunque avuto principio. Ed ecco appunto dove sorgono specialmente gravi,
e a molti filosofi son parse insormontabili, le difficoltà del problema
cosmologico del tempo. Si è sempre trovato (1), e (1) Cusanus,
Opera, Complementura theologicum, cap. 8, p. 1113. Si enim numerare
possumus decem revolutiones praeteritas, et centum, et mille, et omnes. Si
quis dixerit non omnes esse numcrabiles, sed practeriisse infinitas, et
dixerit imam futuram revolutionem in futuro anno, essent igitur tunc
infinitae et una, quod est impossibile. Bacone, Novum Organimi , odi/.. Fcllow, p.
224. Lib. I, 48. Ne- Kant è il filosofo che più vi à attira’
o l'attenzione, che ponendo la mancanza d’ogni principio nella serie
regressiva delle cause, si viene conseguentemente ad ammettere che un’infinità
di cause si sia esaurita, una infinità di cangiamenti sia realmente tutta
trascorsaci che contraddice al concetto di infinito, ed è quindi assurdo
accettare. Non solo Kant, ma anche, tra gli altri, il più acuto forse dei
filosofi post-kantiani, Duliring (1) trova qui una insuperabile contraddizione,
ed è stato da essa spinto a stabilire che il cangiamento nel mondo abbia
ad un dato punto cosi casualmente senza ragione alcuna avuto un assoluto
principio nell’essere, cosa evi- quc.cogitari potest quomodo
seternitas dofluxerit ad lume diem; cum distinctio illa, quae recipi
consuerit. quod sit infinitum a parte ante et a parte post, nullo modo constarò
possit; quia inde sequeretur quod sit unum infinitum alio infinito maius,
atque ut consumetur infinitum et vergat ad finitum. Hobbes, il quale
dichiara insolubile la questione dell’ infinito in riguardo al problema
cosmologico, ammette tuttavia cautamente la infinità del tempo nel
passato e non si lascia ritenere dalla contraddizione di un infinito maggiore
di un altro che sarebbe data dalla relazione dell’infinito passato a
momenti diversi della serie temporale. Non sa però pensar
l’infinito assoluto in modo razionale poiché crede di vincere quella
supposta contraddizione obbiettando: « similis demonstratio est siquis ex
co quod numerorum parinm numerus sit infinitus, totidem esse
conclu- deretur numeros pares quod sunt simpliciter numeri, id est
pares et impares simul sumpti ». De corpore IV, c. XXVI, 1. La
impossiblità del “regrcssus in infinitum in causis efficienticibus” REGRESSUS
IN INFINITUM -- e un principio riconosciuto della scolastica. È vero però che
gli scolastici lo facevano ancor più che a dimostrare un principio del tempo,
o, secondo loro, del mondo, servire a dimostrare (seguendo Aristotele
nella sua dimostrazione del PRIMO MOTORE) la necessità di una prima causa
assoluta. ossia ontologica. Cfr. il libro apocrifo II c. 2 della “Metafisica” di
Aristotele, secondo il quale non solo la serie delle cause nel passato, ma
anche quella del futuro sarebbe contraddittoria. (1) Cursus der
Philosophie, Logik. luoghi citati. dentemente assurda, e tanto più per chi
come lui è sur un terreno affatto critico e scientifico. Io trovo al
contrario che la illimitatezza della serie regressiva dei cangiamenti si lascia
senza contraddizione alcuna concepire infinita o, più propriamente,
assolutamente infinita. Dtlliring, non à compreso come l’infinito assoluto
possa attribuirsi anche a ciò che è per sé numerabile. E cosi alla
infinità dei cangiamenti nel tempo ritroso, che è l’unico caso dove una tale
applicazione sia necessaria, egli à fatto invece quella ingiustificata
della sua manchevole legge del numero determinato. La difficoltà da me
superata sta in questo, cui nessuno, per quanto io mi sappia, à mai badato
sin’ora (I). I cangiamenti infiniti di cui si discorre non
involgono contraddizione perchè essi non sono nè furono mai dati come
totalità, ossia come complesso di una serie infinita. Acciò la
contraddizione esistesse, bisognerebbe che s’ammettesse tacitamente un
principio del cangiamento. Di fatti altrimenti nell’assenza d’ ogni
principio come si può dire. Ora, in questo momento si è esaurita uua serie
infinita di cangiamenti ? Ma da quando dunque? Si pensa con un tratto
indefinito di tempo di avvicinarsi di più all’ infinito del passato (2), mentre
in- (1) Questa soluzione è gù brevemente enunciata nella mia “Lettera
filosofica” a I Simirenko” (Torino, Roux, p. 15). (2) Schopenhauer,
Parcrga u. Paralipomena 0“ cdiz. I, ILI : Wenn cin erster Anfang nicht
gewesen wure, so tornite die jetzige reale Gegenwart nicht erst, jetzt
seyn, sondern wiire schou liingst gewesen, dcnn zwischen ihr und dem
ersten Anfange miisscn mir irgend einen. jedoch bestimmten und
begriinzten Zeitraum annehmen, der min aber, wenn wir den Anfung
liiugnen, d. h. ihn ins Unendliclic hinaufruckén, mit hinaufriickt »,
ecc. ecc. E
43 vece noi ne rimangbiaino sempre alla medesima distanza. Qualunque
punto del tempo si scelga, anche milioni di milioni di secoli addietro
nel passato, noi siamo sempre tanto vicini lo stesso all’infinito di prima.
Come noi per quanto risalghiatno addietro non possiamo esaurire
l’infinito che fu, cosi non dobbiamo inavvertentemente ammettere che
l'essere sia ne’ suoi cangiamenti partito da un punto per quanto distante
da noi. Poiché in realtà ogni e qualunque suo cangiamento ne à sempre
avuti dietro a sè una stessa infinità di altri. Non è che l’essere avendo
dovuto compiere i cangiamenti in senso inverso di quello che noi tenghiamo
nell’abbracciarli venga con ciò ad aver esaurito una infinità di
variazioni. Il tempo nella sua durata bisogna considerarlo analogamente a
una retta che in una direzione è assolutamente infinita e nell’altra in
ogni momento terminata, ma prolungabile a piacere all’infinito. Come non implica
contraddizione far terminare a un punto una linea assolutamente infinita, cosi
non la implica il passato assolutamente infinito che si termina nel presente e
può prolungarsi senza limite nel futuro. L’errore di Kant e di Diiliring e
di tanti altri sta nel credere che posta la serie regressiva infinita si
abbia con ciò una totalità infinita. L’infinito passato invece non è nè può
essere un tutto, e non ammette quindi alcuna determinazione numerica, pur
contenendo in sè ogni numero. Tale infinità non involge, come crede
Diihring, l'assurdo di una contata (o percorsa , come direbbe
Kant) serie infinita (“den Widerspruch einer abgezàblten unendlicher
Zalilenreihe”). In qual modo potrebbe una tal serie esser contata? Non
s’accorge Diihring che con ciò egli ammette già quello che ei vorrebbe
dimostrare, ossia un principio del tempo reale? In verità è quella serie
non contata, ma innumerata e innumcrabile, ciò che detto di un infinito
non inchiude punto contraddizione. Il moto non à principio nel tempo, e: sino a
un punto qualunque del tempo è trascorsa una infinita serie di
cangiamenti — non si equivalgono esattamente. Con è trascorsa si vorrebbe
tacitamente porre come dato ciò che è impossibile a darsi. Di fatti la
contraddizione scompare subito che si dice: la serie dei cangiamenti nel
passato è infinita. É trascorsa sembra rinchiudere l’idea di un punto iniziale
della serie, dove (die i cangiamenti non si possono considerare un tutto
o come serie completa senza contraddire al concetto di ogni assenza di
principio. Una infinità di cangiamenti, una infinità di momenti del tempo
non è trascorsa, sibbene l’infinito trascorre sempre, e in ogni momento è
esistita la serie dei processi. La successione perpetua è appunto la
forma della infinità del tempo. Se si dice che l’infinito è
trascorso si scambia, a jiarlar esattamente, il suo concetto,
ponendo in vece sua quello del finito, o almeno si combinano insieme due
concetti incongruenti. Poiché ammettendo che una infinità di movimenti è
trascorsa o s’è esaurita nel passato, noi raduniamo in un tutto ciò che
per sua natura non può mai venir radunato. Il concetto di infinito e
quello di totalità sono incommensurabili.Una totalità è sempre raggiungibile
con una sintesi successiva delle sue parti, non cosi l’infinito. Diciamo invece.
Le serie dei cangiamenti del passato è infinita — quale contraddizione
nel pensare che ogni cangiamento avvenuto è stato preceduto da un altro? Dov’è
qui l’assurdo di un tatto infinito che avrebbe dietro a sè ogni momento del
tempo? I fenomeni per sè non suppongono se non i fenomeni che
immediatamente li precedono ; e come non c’è qui contraddizione, cosi per
quanto noi ci trasportiamo addietro nel tempo, mai la troveremo. (1) Come
à fatto il tempo reale a giungere all’ora presente dall’infinito? È
potuto giungere dall’ infinito perchè non è mai partito. Se fosse a un
dato punto partito non sarebbe potuto giungere. E tanto concepibile l’infinito
verso il quale tende la serie che quello dal quale essa procede. Nell’un
caso e nell’altro si deve solo avvertire di non fare un insieme o un
complesso di ciò che non è mai dato come tale, ossia un insieme in
cui ogni momento dell’ infinito fosse anticipatamente compreso. Kant nella
prima ANTINOMIA (2) spiega dapprima egli stesso che l’infinità di una
serie consiste nel non poter questa venir mai compiuta per mezzo di una
sintesi successiva e che il CONCETTO di fatalità non è altro che la
rappre¬ si) Schopenhauer crede di sciogliere il sofisma Kantiano
con un altro sofisma, distinguendo tra assenza di principio e infinità
del tempo. Schopenhauer cosi infatti obbietta alla tesi della prima ANTINOMIA. Uebrigens
besteht das Sophisma darin, dass statt der Anfangslosigkeit der Reihe der
Zustànde, ivovon zuerst die Rede, plutzlich die Endlosigkeit
(Unendliclikeit) derselben untergeschoben und nun bewiesen wird, was
Xiemand bezweifelt, dass dieser das Vollendetsein logisch widerspreclie
und dennocb jede Gegenwart das Ende de Vergangenheit sei. Das Ende einer anfangslosen
Reilic làsst sich aber immer denken, oline ihrer Anfangslosigkeit Abbruok
zu tbun : wic sich aneli umgekehrt der Anfang einer endlosen Reihe denken
làsst. “Die Welt als Wille” ecc. G‘ ediz. I, 58G-87. (2) “Kritik
der reinen Venunft”, ed. Kirchmann p.
3G4, 3GG, 3G0. 4G sentanone della sintesi completa delle sue parti.
Dunque anche secondo lui dovrebbe il concetto di totalità non esser
applicabile ad una serie infinita. Tuttavia per dimostrare che le cose
coesistenti non possono essere infinite, alla loro infinita sostituisce egli
appunto il concetto contradittorio di un tutto infinito. Ed à bel giuoco
nel rigettare quindi un tale assurdo. Ecco la sua dimostrazione . un tutto
infinito per venir pensato tale dovrebbe lasciarsi esaurire per mezzo di
una sintesi successive. Ma l ’infinito non può mai venir cosi esaurito,
dunque una totalità infinita di cose coesistenti non può considerarsi
come data. Insomma dice Kant : una infinità non potrebbe venir numerata
ossia non potrebbe esser finita, dunque non può esser data; vien
rigettato l’infinito semplicemente perchè è altra cosa che il finito. Non
l’nfinito per sè, solo l’infinito nel finito è realmente un assurdo,
poiché come tale dovrebbe esser necessaria¬ mente dato tutto. Ogni
insieme di cose deve perciò con¬ tenere soltanto un numero finito di
elementi numerabili. Ma quanto al temilo non c’è ragione di negarne la
infinità ; numerabili sono i processi da un punto a un altro della
serie, non la serie stessa in senso assoluto, perchè ella non è mai data
come un tutto, Is eli infinito assoluto o transfinito che è proprio
del tempo, non abbiamo più veramente una grandezza ma 1 assenza di
essa, poiché è data la necessità della man¬ canza di un limite nel
regrèsso, ed una tale mancanza è oggettivamente mallevata come nello
schema spaziale della mente essa lo è soggettivamente. La ragione
della infinità dello schema spaziale, come di quella della serie dei
numeri sta nel soggetto ; la infinità invece della se¬ rie causale à la
sua ragione nell’ oggetto o nella realtà estramentale. E appunto solo
nell’infinito del tempo passato che si lascia necessariamente attuare un
significato reale del transfinito. Poiché una simile illimitatezza
assoluta è bensi anche dello spazio, ma soltanto dello spa¬ zio ideale o
matematico, in quanto questo viene ogget- tivato e lo possibilità che
realmente è solo nella funzione mentale vien naturalmente considerata
come oggettiva e per sé esistente indipendentemente da noi. L’infinità
del passato non à, come tale, determinazione alcuna quantitativa, non si
lascia esprimere col numero ; in essa è invece ogni numero e può porsi
ogni determinazione rimanendo ella assolutamente indeterminata. Cosi la
di¬ stanza di due punti nel tempo, per quanto grande la si
immagini, se si à riguardo alla sua relazione all’infinito del tempo
anteriore, non significa nulla per questo appunto che l’infinito assoluto
essendo propriamente la negazione di ogni grandezza nel grande non può
venir posto in relazione con altre grandezze. La nostra fan¬ tasia
non può correre che all’ infinitamente grande del passato. SOLO L’ANIMO ne
intende la infinità assoluta. Della seriedel tempo non possiamo ottenere
una assurda totalità ; per padroneggiare quella bisogna uscire dal
cangiamento e volgersi al fondamento della infinità temporale, ossia
all’essere come presente in ogni mo¬ mento e come fonte d’ogni
possibile. Meravigliarsi che la più grande grandezza immagi¬
nabile non sia più vicina all’infinito assoluto che la più piccola, è analogo
al meravigliarsi che la più ampia conoscenza dei fenomeni non arrivi più vicino
alla cosa in sè che la conoscenza più limitata. Qui come là si
tratta di una differenza qualitativa che nou si lascia esaurire pei
aiiazioni di quantità. L’apparente paradosso che con una comunque grande
grandezza non s’è mai più vicini che con altra infinitamente minore al
transfinito, riposa in questo, che le due grandezze vengono riferite
a quello senza mantenere di esso il giusto concetto, ma consideiandolo
invece come una quantità determinata; nel qual caso sarebbe veramente un
assurdo dire che da esso disti ugualmente un dato punto e un altro che
fosse prima o dopo di questo. Come nel transfinito del passato non
c è assolutamente un termine, cosi esso non è raggiungibile in alcun modo;
dunque tutte le grandezze sono per riguardo ad esso insignificanti.
Parimenti è un assurdo credere di poter addizionare una unità al
transfinito o trasfinito. Si può solo addizionarla al finito. L’accrescimento
esisterà pertanto in riguai do ad un segmento finito di retta, ma non in
riguardo alla retta stessa nella sua infinità. In una retta infinita
nelle due direzioni è indifferente il far la divisione più in un punto
che in un altro da quello lontanissimo ; le due rette risultanti
sono sempre lo stesso transfinito e con ciò sempre uguali. Nella
retta co’_a _b _m rx - A — Aoo e oo’B ossia ( co’A-H AB ) — B oo
uguale cioè (A oo — AB). Si vede cosi contrariamente alla dottrina di
Cantor. Dice Cantor. Zu einer unendlichen Zalil, wenn sie als bestimmt
und vollendet gedacht wird, selir «ohi cine endliche hinzu- gelugt und
mit ihr vereinigt werden kann, oline dass kierdurch eine Aufhebung der
letzeren bewirkt wird ; nur der umgekerte Vorgang, die llinzufugung einer
unendlicker Zahl zu einer en dlicbcn, wenn diese che oo-t-1 ( <> —J—
1 secondo la sua notazione) non è maggiore di <», nè 1-f-o è differente da
essendo co’A + A B = A B + oo. Non v’è infinito maggiore d'altro
infinito: tanto sarebbe infinito il tempo ritroso se la serie dei
cangiamenti fosse terminata migliaia di secoli fa, quanto se esso
continui all’infinito a trascorrere an¬ cora. Il passato si può misurare
tanto a minuti che a secoli, e dirlo eguale, se fosse lecito così
esprimersi, a numero infinito di minuti o a uno infinito di secoli;
non pertanto sarebbe sempre lo stesso infinito nè più nè meno. E la
ragione di ciò è che la quantità transfinita non è misurabile. La
immensità supera ogni numero, come direbbe Spinoza. Nella
infinita serie delle cause è da pensarsi un numero di esse (se tale può
chiamarsi), maggiore di ogni numero assegnabile ; oltre ogni
raggiungibile anello la natura ne offre costantemente altri ulteriori.
Nella na¬ tura la contraddizione non può esistere ella non ef¬
fettua il passaggio che da un momento a un altro ; e questo passaggio non
può farsi attraverso l’infinito. Per quanto noi risalghiamo all’indietro
nella serie causale, come non troviamo contraddizione pel pensiero, cosi
non la troviamo nella realtà. Essa ci offre sempre e solo un
ziierst, gesetzt wird, bewickt die Anfhebung der letzeren, ohne dass
eine Modification der ersteren eintritt. (Grundlagen ecc. p 11); e più
oltre (p. 14): “Ist co die erste Zalil der zweiten Zalilenelasse, so iiat
man: 1+01=10, dagegen u> 4 .i-=(coq-l), wo (co- 1 - 1 ) eine von co
durchaus verschiedene Zahl ist. Aiif die Stellung des Endliclien konmtes also
alles an. Una tale inapplicabilità della LEGGE DI COMMUTAZIONE ai numeri
transfiniti o trasfiniti dovrebbe per Cantor servire inoltre a dimostrare come
tali numeri debbano poter essere e pari e dispari insieme o anche nè pari
nè dispari. (Id. p. 15). 5dato cangiamento e la sua causa. II fenomeno non
richiede per la sua spiegazione la totalità della serie delle cause
anteriori, si bene soltanto la causa immediata¬ mente antecedente; e il
principio di ragione domanda uni¬ camente la immediata condizione e non
una totalità di condizioni. In quanto la stessa richiesta si rivolge
suc¬ cessivamente alla causa della causa e cosi via all’infi. nito,
si viene a domandare costantemente una nuova con¬ dizione e questa è un
nuovo membro della serie e niente di più. Al tempo è essenziale la
posizione in atto di un solo momento. Fatta astrazione dai cangiamenti,
e supposto l’essere affatto immoto in una rigida stabilità assoluta, noi
lo poniamo però sempre in qualunque punto del tempo ideale che noi
fissiamo ; la sua esistenza la poniamo cosi necessariamente infinita nel
passato. Or come può nascere la contraddizione se noi in uno qualunque di
questi punti pensiamo invece l’essere universale nel flusso del
cangiamento? Assurda è la posizione di un tutto infinito, quale non può
qui esser dato, poiché la successione perpetua è la forma dell’infinito del
tempo; noi abbiamo qui una serie che in riguardo al nostro procedere a
ri¬ troso nel tempo da fenomeno a fenomeno è infinitamente grande,
e per sé è transfinita come la tangente dell’angolo di 90° -- Wundt è condotto
a credere (Philos., Stadie„ II, 520. Kant’s kosmologichen Antinonien n. das Problem
des Unendl.) che l’applicazione de concetto di transfinito non sia
possibile nel problema cosmologico del tempo. Egli crede un tal concetto
trascendente, che invece non è e cosi gli viene a mancare un concetto che
esprima la infinità oggettiva ossìa 1 eternità del processo della natura. Il
concetto limite del
in. Kant crede che la sua
dottrina della idealità del tempo e dello spazio o della
transcendentalità in generale, spiegasse la supposta antinomia del
problema cosmologico, e rendesse con ciò inutile e vana la ricerca
di una soluzione. Ma appartenga o no il tempo e lo spazio al reale in sè,
riman sempre tuttavia la questione se questo, che Kant non può a meno di
accettare, si abbia a pensai’e come fondamento di un mondo fenome¬
nico finito ovvero di uno infinito. Non vale rispondere che la serie
regressiva delle percezioni nostre non può essere realmente infinita
perchè come tale impossibile, e neppure finita perchè nessun limite dei
fenomeni può venir concepito come assoluto, e dichiarare con ciò
insolubile la questione. Dacché l’oggetto trascendentale condiziona
realmente, come egli ammette (1) un determinato regresso empirico, per un
esempio nell’ordine dei corpi celesti ; doveva Kant pur ammettere che
rimaneva sempre a ve- regresso infinito (o a dir proprio infinitamente
grande) non è già un concetto trascendente della creazione quale
dovrebbe, secondo il Wundt, accettare ogni spiegazione filosofica della
natura (v. Wundt, “Ueber das Kosmolog. Problm, Yiertelsjahrszeitscb. I,
128); quel suo concetto limite nuli’ altro è invece appunto die
l’infinito assoluto del tempo oggettivo, in base al quale è possibile il
nostro infinito (infinitamente grande) regresso. Il non aver considerato
l’eternità del fare della natura, e specialmente il non aver badato die
l’infinito regresso è in realtà per la natura un perpetuo progresso,
il cui concetto non può venir altrimenti pensato che per via del
tran¬ sfinito, 6 stata la causa per cui il Wundt concepì il tempo passato
sotto il concetto deH’intinitamente grande concordando in fondo col Kant,
come il Lasswitz si trova in questo d’accordo con lui. (L. Ein Beitrag
zum Kosmol. Proli. Viertels. I, 343). (1) Kritik der reinen Vermnft, ediz. cit.,
428. dere se l’oggetto trascendentale determinasse un possibile
regresso finito od infinito (11. Perchè se per lui tuttii processi
compiutisi da tempo remotissimo ad ora non si¬ gnificano altro che la
possibilità deirallungamento della catena dell’esperienza dalla percezione
attuale indietro alle condizioni che la determinano nel tempo; pure
egli, per ciò che s’è sopra citato, non può negare che il possibile
regresso delle nostre percezioni secondo le sogget¬ tive leggi della
mente, non supponga un regresso ogget¬ tivo determinato dalla realtà
inconscia indipendente¬ mente da ogni esperienza (2). Trasportati a
indefinita distanza dal nostro sistema solare, avremmo noi sempre
ancora nuove percezioni? E cosi, trasportati indefinitamente addietro nel tempo
vedremmo noi necessariamente sempre nuovi cangiamenti? Poiché la nostra
necessaria produzione dello schema dello spazio e del tempo, non
potrebbe per sè far si che noi avessimo nuove percezioni dove l’oggetto
trascendentale non le condizionasse e si mostrasse con ciò finito. Lo
spazio e il tempo ideali non sono per sè garanti di una corrispondente
possibile PERCEZIONE. Non una necessità del nostro concetto a priori del
tempo, ma il principio di causalità richiede la infinità della serie
regressiva dei cangiamenti. Poiché non si può conchiudere la mancanza di
un principio del tempo (1) Cfr. Schopenhauer, Parerga, I, 112. (2). Die
wicklichen Dinge der vergangenen Zeit si nel in dm transcendentaien Gegenstand
der Erfahnmg gegeben ; sie sind aber ftir mieli nur Gegenstànde und in
der vergangenen Zeit wicklich, sofern als ich ecc. „ ild. p. 4!0). Saranno
però dunque sempre non null’altro, come dice Kant poco sotto, ma qualcosa
di più della possibilità dell’allungamento della catena dell’esperienza
dalla presente percezione indietro alle condizioni che la determinano nel
tempo. da questo, che ogni limite è necessariamente da noi
pensato come relativo. La relazione di termine e termi¬ nante è infinita
come quella di soggetto e oggetto ; perciò appunto vuota ; essa nulla può
aggiungere al contenuto reale cui viene applicata. Come il pensiero
dell’es¬ sere impensato, che è la forma in cui comprendiamo il
reale, nulla toglie alla realtà estraraentale od in sè della cosa, allo
stesso modo la relazione mentale di limite e limitante non può
evidentemente mettere nella realtà il suo secondo termine se nella realtà
non è dato. Questo secondo termine, il limitante, rimane, se si astrae
da ogni altra considerazione, un puro complemento ideale (1).
9. Riehl non seppe neppur egli superare o scio¬ gliere la falsa
contraddizione che Kant e Dtihring, per non dir che di loro, credettero
inchiusa nella concezione di una serie regressiva infinita di
cangiamenti. Visto che la contraddizione stava nel concetto di una infinità
la quale quei filosofi avevano pensato necessariamente (1) Hamilton
il quale (“Lectures un Metaphysics”, lettura 38; On logic I, p 101-104)
segue Kant nelle antinomie, non giunge che a questo risultato, di pensare in
riguardo all’infinito del tempo e dello spazio, che se la ragione non ci
fa piegare necessariamente nè da una parte nè dall’altra, pure in realtà
il tempo e lo spazio dehban essere o finiti o infiniti. (Cfr. del resto
l’acume (!) del Mill nella sua confutazione di Hamilton, La philosnphie de IL,
cap. VI, p. 90). Ho Spencer poi, che à fatto la sua più alta educazione
filosofica presso di Hamilton appunto e del suo scolare Mansel, professore
di metafisica a Oxford, seguendo il maestro dichiara questioni insolubili tanto
quella riguardanti l’infinità del tempo e dello spazio che quella della
divisibilità della materia e altre ancora. Egli pensa, cerne è noto, che i
concetti di spazio, di tempo, di moto, di materia e di forza si mostrino
in ultima analisi inconcepibili e ci lascino sempre del pari nell’alternativa
tra due opposte assurdità, V. cap. Ili,
§ 15-18 e cap. IV dei “First Principles”,
la quale io stimo certo l’opera più infelice del filosofo
inglese. 54data come totalità, egli pensò di sfuggirla col negare la
numerabilità o la reale distinzione e indipendenza numerica nella catena delle
cause e delle variazioni (1). Numerabili, dice egli, sono le cose, non i
processi. In quanto le cose sono od appaiono spazialmente divise,
deve è vero valere ciò die il Duhring à formulato come legge del numero
determinato; ma altrettanto, séguita Kiehl, è certo che quella presupposizione
non vale per i processi temporali. Questi non sono, secondo lui, per
sé stessi distinti numericamente : è solo per la nostra distinzione
mentale che essi ottengono una tale determina¬ tezza. Un argomento dunque
che vale per il numero non può senz’altro venir applicato al tempo, poiché
mancano in questo per sé considerato e non riferito allo spazio,
degli effettivi processi indipendenti, separati l’uno dal¬ l’altro, o
posti insomma come numerabili. Noi possiamo distinguere dei processi nel
tempo soltanto in determi¬ nato numero finito, nessun processo è però
indipendente (1) Il Itielil (Ber phUosopliischc Kriticismus, li.
12f>) inclinava dapprima decisamente a porre con Duhring un principio del
cangiamento. Soltanto nella seconda parte del secondo tomo, tormentato
dalla necessità del principio di causalità cangiò opinione (quantunque non lo
abbia fatto notare egli stesso esplicitamente); ma per uscire dalla
presunta contraddizione dell’ infinito regresso, pensò, al contrario di
prima, i processi come assolutamente, e con ciò assurdamente continui. V.
id. II, 124, 12C, 1S4. 185, 2n8; cfr. Ili, 304, 307. Si vede del resto
evidentemente clic il Riehl oltre aver cangiato di parere, non ò nemmanco
ancor ora troppo certo della sua nuova teo¬ ria; poiché la tratta troppo
brevemente e troppo alla larga, come se gli scottasse di dover render più
minuto conto di ragioni che a lui stesso non possono parere troppo
convincenti Ciononostante l'opera sua e specialmente la seconda parte del
secondo tomo è un lavoro filosofico non solo di grande valore, ma anche
molto attraente, il che è una cosa assai rara. 1C e distinto da quello che immediatamente lo
precede o segue. Rielil, non sapendo come uscire dalla sup¬ posta
contraddizione à dunque rinunciato a concetti di cui l’esatto pensiero
scientifico non sa nè può lare a meno, senza che ciò del resto gli abbia
giovato per la elimi¬ nazione della temuta assurdità come più innanzi
vedremo. La questione dell’infinito riguarda tanto il tempo che lo
spazio. Solo si à sempre a distinguere tra l’esistenza loro ideale ; cioè
il loro schema mentale, e la loro esi¬ stenza reale. Non numerabile
possiamo noi solo pensare lo spazio ideale, lo spazio o l’estensione
materiale dobbiamo invece necessariamente porla numerabile. Poiché
estensione reale è coesistenza, e la continuità assoluta non può essere
reale ma soltanto ideale ; altrimenti essa inchioderebbe la
contraddizione dell’infinito compiuto nel finito, chè senza parti è solo
il continuo della rappresentazione. Porre la continuità assoluta come effettiva
è non spiegar nulla e mettere il mistero nella realtà, rinunciando a
comprenderla. L’irriducibile noi lo dobbiamo soltanto rilegare negli
atomi sia dello spazio che del tempo reali. I tropi degli Eleati non
valgono meno con¬ tro il continuo del tempo che contro quello dello
spazio; non meno contro lo spazio percorso da un pendolo in una
oscillazione, che contro il tempo in questa impiegato. In parti ultime non si
può dividere il tempo nè lo spazio ideale, perchè essi nè sono composti
nè si originano da una sintesi di parti, come in fatti non pos¬ sono
venire analiticamente scomposti in ultimi elementi semplici, e sono
conseguentemente l’uno e l’altro divisibili all’infinito ; ma non è cosi del
tempo e dello spazio leali, dove la natura viene necessariamente
aH'atto. Dice Diehl che solo il nostro intelletto scompone
l’accadere temporale in singoli processi, e che questi solo per ciò ci
appaiono indipendenti, che partono da cose spaziali e si trasmettono ad
altre cose nello spazio (id. Ili, 280, 287, 309). Un processo secondo lui può aver
indipendenza solo perchè vien riferito alle cose nello spazio e non al
tempo unicamente. Ma è naturale che tutti i processi siano nel mondo
materiale (e non vengano soltanto da noi) schematizzati per dir cosi
nello spazio, poiché essi non sono altro che cangiamenti della
realtà spaziale, e unicamente i processi della coscienza in sè
considerati possono venir riferiti al tempo come tale senza riguardo allo
spazio. Difatti non pensa ora Rielil che sia concepibile una materia
assolutamente continua come lo spazio mentale, ossia non costituita
da atomi ? (v. id. Ili, 307 ; cfr. II, 278 e 284). Anche della materia
allora si dovrebbe dire che gli elementi distinti solo la nostra mente li
pone. Come può egli dunque affermare ripetutamente che soltanto la riferenza
dei processi temporali allo spazio ci faccia considerar questi come
distinti e per sè numerabili? Voler negare la numerabilità nel tempo reale o
ne’ suoi processi dovrebbe al contrario anche secondo il Riehl esser lo
stesso che negare nello spazio gli atomi o le cose ossia gli
aggruppamenti durevoli degli atomi. Ogni grandezza nella realtà à
parti elementari, non esclusi i cangiamenti; un certo gi’ado di
cangiamento è una somma di successivi cangiamenti minimali. Ma il
pensiero come per istinto sembra rifuggire dalla conce¬ zione dell’atomo
o minimo temporale, perchè colla determinatezza scompare quel che di vago e di
nebuloso E ir, rdie altrimenti conserva la concezione (lei tempo, e
per cui la mente non avverte o avverte assai meno la inin¬
telligibilità di quello. Colla posizione dell'atomo o minimo, la natura
non più oltre scrutabile del tempo si affaccia bruscamente
all’intelletto. Il tempo come rappresentazione rimane naturalmente strettamente
continuo pur essendo discreti i processi reali, cliè la sua continuità
as¬ soluta ideale è una proprietà necessaria dipendente dalla
natura della coscienza, la quale tra due processi per quanto infinitamente
vicini interpola pur sempre la sua unità. Non c’è un minimo concettuale
del tempo come c’è invece e si richiede il minimo reale. I n minimo
nella rappresentazione del tempo sarebbe un punto inesteso, e
considerarlo come elemento della durata tanto varrebbe quanto rendere
impossibile il concetto di questa (1). Non deve più urtarci
l’accettar gli atomi, o meglio la concessione atomistica, per la materia,
che accettarla in riguardo alla forza e al cangiamento. Non
crediamo siano più intelligibili gli elementi materiali che quelli
del divenire. La facoltà nostra mentale di pensare gli (1) Lo Schopenhauer
trattando nella quadruplice radice del principio di ragione (p 93-96) del tempo
del cangiamento, mette in piena e con ciò stridentissima luce il concetto
ch’egli à della continuità assoluta del tempo, quale egli trova
acutamente espresso presso Aristotele. “ Come tra due punti v’ è ancor sempre
una linea, dice egli, così tra due ora vi è ancor sempre del tempo. È
questo il tempo del cangiamento ; esso è come ogni tempo divisibile all’
infinito e per conseguenza il cangiamento percorre in esso un numero infinito
di gradi per i quali dal primo stato nasce a poco a poco il secondo. „
Egli conchiude con Aristotele dalla infinita divisibilità del tempo, che
ogni contenuto di esso e con ciò ogni cangiamento, o il passaggio da
uno stato all’altro deve essere infinitamente divisibile, e che dunque
tutto- ciò che diviene s’origina in fatti da punti infiniti. atomi
come ulteriormente divisibili vale per tutti e due gli ordini senza
diminuire perciò la necessità che à la mente di ammetterli. Quel
sentimento direi quasi di disagio clic par darci questa necessità, non è
in fondo che ca¬ gionato da quella nostra come ripugnanza a
riconoscere che l’analisi mentale della realtà deve a un dato punto
arrestarsi. La mente deve arrivare ed arriva, ad elementi i quali non
sono più oltre scomponibili, altrimenti il reale potrebbe sciogliersi nel
pensiero.La divisibilità ideale non porta con sè una reale divisione.
Solo il tempo ideale può venir diviso a piacere all' infinito, e non à
quindi elementi numerabili, ma il tempo reale col suo vario contenuto
fenomenico è di sua natura numerabile; quantunque noi, come ci accade per gli
atomi della materia, non arriviamo direttamente a’ suoi elementi. Non
meno delle cose o degli elementi delle cose sono anche i processi
nu¬ mericamente distinti. E se in astratto la grandezza non à
divisione, essa non può tuttavia nella realtà venir esattamente concepita
che come risultante di una immediata ripetizione numerica d’uno stesso
identico. L’assenza di elementi reali è solo nel nostro pensiero che può
a- strarre da ogni divisione nel considerare una grandezza, ed è
pienamente libero di dividerla o accrescerla all’ infinito, allo stesso modo
che esso procede co’ numeri. Tanto la natura che il pensiero ànno del
resto la possi¬ bilità dell’infinito accrescere e interpolare ; ma ne’
loro prodotti non possono dare che il determinato : l’infinito si
riferisce solo al loro operare, non al loro operato. Il concetto del
continuo assoluto applicato al tempo reale sarebbe del resto affatto
inutile anche quando fosse giustificato. Poiché empiricamente un tal
continuo noi non lo incontreremmo mai. Il fatto che noi della
sintesi della natura (come dice Diihring in qualche luogo della “Dialettica”),
non abbiamo altro che rappresentazioni di effettività, non ci dà il
diritto di fare delle possibilità del nostro pensiero la misura della
realtà. Come in sé sia fatto il passaggio da un punto del tempo all’
altro, non può venir inteso. Tanto varrebbe domandare perché esiste
il tempo o magari l’essere stesso nella sua -effet¬ tiva natura Voler
ancora spiegare gli elementi del tem¬ po è uno sconoscere la natura del
pensiero ; noi non li possiamo ridurre ad altro perchè il tempo non è un
prodotto della mente, è condizione anzi dell’esperienza, e non à una
natura puramente logica. Il passaggio è una determinazione della realtà
che noi non possiamo che riflettere. Sarebbe lo stesso voler spiegare gli
atomi della materia; noi non possiamo che ammetterli o
riconoscerli; una pretesa spiegazione di essi è assurda poiché il
pensiero non è tutta la realtà, ma vien confinato da qualcosa che se pò
dare ad esso un contenuto formale, non può però dare il suo essere. Da un
grado a un alti’O del cangiamento si fa il passaggio in quanto il cangia¬
mento stesso ci si mostra come fatto compiuto. Noi non dobbiamo quindi
illuderci col concetto misterioso del continuo assoluto di penetrare più
addentro nel fare della natura, nel divenire dei fenomeni. Noi non
possiamo mai altro che constatare gli avvenuti cangiamenti,
nuH’altro possiamo. E cosi in realtà non conosciamo come il can ¬
giamento, ma che il cangiamento s’è fatto. Tornando ora alla soluzione di
Riehl, nemmanco col fare la serie dei cangiamenti assolutamente
continua sfugge egli, secondo crede, alla temuta e presunta con¬
traddizione dell’infinito compiuto od esaurito. E 1' errore suo si fa più
stridente e palese quando egli so¬ stiene che la infinità del tempo si
mostrerebbe esaurita se si dovesse pensare ad un suo fine nel futuro.
Ei crede che solo in tal caso, per evitare la contraddizione, si dovrebbe
ammettere un principio assoluto del tempo. E così fa dipendere, cosa
enorme, la infinità del regresso dalla infinità del progresso nel futuro.
Ma la fine del tempo non è invece punto contradditoria. É questa
una questione di natura empirica; e cosi secondo lui non dovrebbe esser
allora inconcepibile e contraddittorio neppure un principio del tempo. Il tempo
reale, ove fossero date le condizioni di un equilibrio universale,
potrebbe finire ad ogni momento senza assurdità alcuna. Poiché ad
ogni modo nella natura ogni fine non è della serie infinita ma dell’ultimo
cangiamento. Del resto, sia pure, ammettiamo che i processi non siano per
sé distinti e numerabili, ma siano invece assolutamente
continui. Dice Riehl che le oscillazioni di un pendolo sono senza
dubbio determinate numericamente (id. Ili, 309). Ora come risponderebbe
egli alla domanda — nè vi può in modo alcuno sfuggire — se si debba
pensare che insieme sommate le oscillazioni dei pendoli che possono
dall’eternità esser mai esistiti in infiniti mondi, possano venir
compresi da un numero finito ? E se no sotto quale concetto una tale
somma o regola di somma dovrà venir pensata? A ciò non à egli
risposta. E più ancora come risponde Riehl a quest’altra, la domanda. Il
numero delle terre dall'eternità ad ora nate e morte è egli infinito o
finito ? Poiché qui manifestamente abbiamo delle esistenze separate,
indipendenti, numerabili anche secondo lui. L’unica giusta risposta è che
un tal numero è necessaria,nente infinito, o, propriamente,
transfi¬ nito. Nel corso perpetuo del tempo non solo non è contraddittorio,
sibbene è necessario che un infinito numero di corpi celesti (dato che le
moderne teorie cosmiche siano, come pare, inevitabili) abbia gradatamente
avuto nascita e morte. Con ciò come non vi fu un primo cangiamento,
nemmanco vi fu una prima terra. Il concetto dell’infinito assoluto o
transfinito è applicabile solo alla serie regressiva dei cangiamenti, non
alla progressiva. La natura di questa consistendo appunto nel crescere suo
continuo verso il futuro non può cadere, se infinita, che sotto il concetto
dell’infinitamenfe grande. Poiché in nessun punto iminaginabi'e del
futuro non si sarà compiuta, a partire da un punto qualunque del
tempo precedente, una infinità assoluta di cangia¬ menti. E ciò che si
avrà sarà solo la continua possibilità di sempre nuove mutazioni. La
questione però se realmente nella natura dell’essere sia la disposizione a
qnes'.o infinito futuro è affatto empirica, non essendoci, come s’è visto
sopra, alcuna difficoltà che a priori ci impedisca di pensare possibile un termine
d’ogni cangiamento in un qualunque momento avvenire. Il concetto del tempo
per sé non ci dà alcuna soluzione; la questione è puramente di fatto. La
soggettiva possibile anzi necessaria illimatezza dello schema spaziale non
porta seco necessariamente un infinito riscontro nella esistenza
materiale oggettiva. Allo stesso modo neppure la illimitatezza del tempo ideale
porta con sè quella del tempo reale ossia una serie infinita di reali
cangiamenti. Essa non ci impedisce in modo alcuno di considerare come
possibile un limite del mondo nel tempo. Se noi siamo sforzati di pensare ad un
tempo vuoto non è però il pensiero di esso che gli dà un contenuto reale
in ogni suo momento. Essendo che per sè stesso la vuota durata tanto è
del reale come del nulla ; sebbene la durata non rimane mai nel nostro
pensiero priva adatto di contenuto, in quanto la permanenza dell’essere,
indipendentemente dallo svol¬ gersi o no esso in fenomeni, non può mai
mancare di farle riscontro. Ed è in questo una grandissima differenza tra
la rappresentazione dello spazio e quella del tempo. Mentre a niun punto
arbitrario del tempo viene a mancare il contenuto materiale, non così
necessaria¬ mente ad ogni punto dello spazio. A parte i cangiamenti
in cui l’universo si svolge è evidente che non può ad. esso venir
applicato il concetto di una determinata durata. Come esso è sempre quello che
è, cosi il tempo non à a suo riguardo significato alcuno. In un
qualunque momento inesteso del tempo 1’ essere è completo, è tutto
ciò che è stato e tutto ciò che sarà. Se dunque nel futuro venisse realmente a
mancare ogni mutazione nell’essere, questo potrebbe solo impropriamente
venir considerato come nel tempo; la durata dal punto in cui il
cangiamento sarebbe cessato à soltanto senso perchè noi la immaginiamo
misurata da quella piena di cangiamenti della nostra coscienza.
Intanto la meccanica non ammette assolutamente la possibilità del passaggio di
un sistema da uno stato dinamico ad uno statico. E cosi il tempo futuro è
indubbiamente infinito nel senso di una progressione senza fine – V. anche
le considerazioni di Sleyer, “Mechanick iter l Verme” (p. 309). Tra le due
infinità del passato e del futuro sta il momento presente, il quale inchiude la
realtà eterna, la realtà che fu e che sarà. La pienezza dell’essere
non ci sfugge come parrebbe a considerarlo nella infinita sua
fenomenologia. L’essere è sempre tutto presente, non c’ è elemento di cui
possa dirsi che sia stato o che abbia a originarsi. Certamente
l’interesse nostro va al suo svolgersi ne’ cangiamenti per cui solo ci si svela
la sua na¬ tura e per cui solo noi ci commoviamo e viviamo. Che per
la coscienza l’essere immoto in una rigida inerzia non avrebbe valore
alcuno. Tuttavia la infinita possibilità del cangiamento è tutta nell’essere in
un qualunque punto matematico del tempo. E cosi T importanza del
tempo finito non si perde di contro alla infinità passata e futura del
processso: ogni momento del tempo ci dà l’essere sub specie aeternitacis,
nè altra mai è stata la esistenza della realtà che quella del
momento. Solo in questa considerazione della permanenza eterna del
reale possiamo noi comprenderne la infondata e infondabile natura
sistematica. Lo sguardo alla incessante evoluzione può troppo facilmente far
considerare le interne determinazioni dell’ essere come transitorie. Che
l’evoluzione sia tale quale noi l’andiamo scoprendo non è altrimenti a
intendersi. Giova quindi, per la concezione universale dell’esistenza,
oltre che aver riguardo allo svolgimento di un sistema parziale nel
tempo considerare gli altri sistemi parziali del cosmo nel loro
coesistente diverso grado di svolgimento, per cui si lascia forse quasi
pensare come in ogni momento attuata nello spazio la evoluzione temporale
dei singoli mondi. Nello spazio e nel tempo, da cosa a cosa, da
processo a processo, per il filo della causalità materiale spiega
l’essere la sua unità. Alla necessaria necessità logica rispondi la effettiva
unità materiale della esistenza. L’unità dello spazio e del tempo nella
rappresentazione non basterebbero per sè a escludere una radicale
disparità nel reale. Se lo spazio e il tempo fossero puramente
forme ideali nascerebbe il problema del come la realtà non possa dare
origine a duplicità di sorta. E la questione si scioglie solo in quanto si
riconosce che l’unità stessa del reale è che crea quella dello spazio e
del tempo. Le proprietà dello spazio sono esse stesse di na¬ tura
meccanica, nè altrimenti potrebbero le leggi della natura esprimersi in relazioni
di spazio ; nelle necessità spaziali è la logica immanente delle forze
della natura. Due spazi differenti sono un assurdo non solo avuto
riguardo al pensiero, ma anche in riguardo alla oggettiva realtà materiale. Il
pensiero per sè non trova alcun impedimento a riunire ogni spazio in uno
spazio unico nel vuoto schema spaziale e non può trovar quindi ragione di
considerarlo come disuniforme. Nella realtà poi la pluralità degli spazi
vorrebbe dire pluralità di esseri. Ora una tale pluralità non solo non
può mai venir oggetto del nostro pensiero e per noi non può quindi
assolutamente esistere, ma è dalla realtà smentita, perchè anche
l’esperienza colla omogeneità universale della materia mostra esser
l’essere uno. Le posizioni delle distanze nello spazio reale non sono che
rapporti di forza. Ogni elemento dell’ esistenza materiale è quindi
nello stesso unico spazio. Non esistendo cosi elemento alcuno fuori d’ogni
relazione cogli altri. Analogamente è del tempo reale ; la sua unità suppone quella
dello spazio materiale e dipende insieme dalla universalità del cangiamento.
Per la natura radicalmente omogenea delle cose e per la temporalità d’ogni
cangiamento è uno anche il tempo oggettivo. E cosi che i principii
meccanici si estendono presumibilmente e con sempre maggior certezza ad ogni
massa dell’universo, a ogni sistema di stelle fisse e gruppo
di sistemi. Poiché la base dell’esistenza è di natura meccanica. Solo la
sensazione come tale o il campo della coscienza ne resta fuori e riceve dalla
spiegazione meccanica una eterogenea sebbene costante e parallela
illustrazione. L’unità dell’essere non à riscontro in una fantasticata e
contraddittoria unità cosciente universale; rifrange invece per dir cosi
la sua unità in quella di molteplici coscienze individuali. L’unità
oggettiva estramentale e la unità della coscienza: due abissi del pari
inscrutabili ma rispondentisi. Albana e all’altra sta a base e direi
quasi a tergo quella che noi non possiamo concepire che col concetto
formale di ragione o di fondamento unitivo e subfenomenico dei due fatti.
Non è meno inscrutabile l’una unità dell’altra, sebbene quella della
coscienza im¬ plica per sé quella materiale oggettiva. Infatti che
cosà di meno oltre analizzabile dell’unità radicale che con la
mutazione si appalesa esistere negli elementi dell’essere? Come spiegare
la effettiva comunione delle sostanze, il fatto che lo stalo di un atomo
porti seco un dato altro stato di un altro? Queste riflessioni ci
richiamano alla infondata originarietà delle cose, e alla natura per
così dire superficiale della conoscenza e del pensiero. Quelli sono
resti refrattari ad ogni ulteriore analisi; nè già per difetto del nostro
istrumento, ma per la necessaria natura stessa del conoscere, chè altrimenti la
realtà dovrebbe cessare di esistere come distinta dal pensiero. La
analisi à necessariamente de’ limiti, i quali non anno però bisogno
d’esser limiti della conoscenza nel modo in cui falsamente per lo più
vengono intesi, quasi indizi di limitatezza di contro a una sia pur solo
logicamente possibile conoscenza superiore. Come non è incondizionatamente
applicabile al reale il principio di ragione, tanto meno lo sono altri
concetti essenzialmente relativi quali quelli di grandezza e di
scopo. Se l’universo è infinito, non à evidentemente per ciò stesso
determinazione alcuna quantitativa; se finito è vero però che in
relazione ad una sua parte esso à una grandezza determinata, sebbene
nell’estenzione variabile da un momento all’altro. E che possiamo quindi
dirlo più piccolo di una grandezza posta mentalmente superiore alla sua ;
che anzi possiamo anche considerarlo infinitamente piccolo in relazione
all’infinito assoluto dello spazio ideale. Ma in sè non si potrebbe dirlo
propriamente nè grande nè piccolo, perchè fuori di esso non vi è nulla
che possa darci una unità di misura. E del pari è affatto relativo il
concetto di durata e inapplicabile perciò in modo incondizionato
all’essere. Questo non dura nè tanto nè poco; e la ragione di ciò è che
esso non è nel tempo. Considerando però la serie dei cangiamenti, al
contrario di quanto ci accade per lo spazio, lo schema ideale del tempo
riceve necessariamente un contenuto reale perfettamente corrispondente. E
sciogliendo la difficoltà che più che tale a molti filosofi è parsa
sinora una stridente contraddizione, abbiamo visto che come per mezzo del
tempo si fa possibile il cangia¬ mento, il quale altrimenti sarebbe
contraddittorio, cosi per il cangiamento trova una necessaria
applicazione alla realtà oggettiva l’infinito assoluto o trans-finito. Mario
Novaro. Novaro. Keywords: implicatura ligure, ‘la riviera ligure’, Grice
echoing Kant, echo, implicature ecoica, Strawson’s ditto-theory of truth,
Strawson’s echoic theory of truth, Skinner on echo – ecoico, eco, implicature
ecoica – Luigi Speranza, “Grice e Novaro” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Riviera Ligure. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742337518/in/datetaken/
Grice ed Ocone – liberali d’Italia – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Benevento).
Filosofo. Grice: “Ocone has selected Croce as the quintessential Italian
liberal! That should please Oxonians like Collingwood!” -- Grice: “I like
Ocone’s idea of a liberalism without a theory – ‘liberalismo senza teoria’ –
that should please J. M. Jack!” -- Grice:
“Speranza has noted that if Bennett
speaks of meaning-nominalism, we could well speak of meaning-liberalism.”
Grice: “While meaning-liberalism requires that the limit of one’s liberty to
make a sign stand for an idea is your co-conversationalist, meaning-anarchism
is Humpty Dumpty (‘I didn’t know that!’ ‘Of course you don’t’) and
meaning-conventionalism is the idea that there is a repertoire on which
conversationalists rely!” Si occupa soprattutto di temi concernenti il
neoidealismo italiano e la teoria del liberalismo. Allievo di Franchini, è
borsista dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici di Napoli negli anni
1993-1994. Qui ha l'opportunità di lavorare direttamente nella biblioteca
personale di Benedetto Croce e con l'aiuto di Alda Croce, figlia del filosofo,
raccoglie e analizza il materiale scritto nel mondo su di lui. Un frutto
parziale e selezionato del suo lavoro vede la luce nel volume ragionata degli studi su Croce pubblicata
dalla Edizioni Scientifiche Italiane di Napoli, che vince l'anno successivo la
prima edizione del "Premio nazionale di saggistica Benedetto Croce",
istituito dall'Istituto Nazionale Studi Crociani. È stato direttore
scientifico della Fondazione Luigi Einaudi di Roma, dalla quale è stato
successivamente allontanato per le sue posizioni nazionaliste. Successivamente
è entrato a far parte della Fondazione Giuseppe Tatarella ed è diventato
Direttore Scientifico di Nazione Futura. È anche membro del Comitato
Scientifico della Fondazione Cortese di Napoli, del Comitato Storico
Scientifico della Fondazione Bettino Craxi, del Comitato Scientifico
dell'Istituto Internazionale Jacques Maritain e del Comitato Scientifico della
Fondazione Farefuturo. Attività e pensiero Fonda a Napoli, con un piccolo
gruppo di laureati e laureandi della Federico II, cittadini sanniti e
napoletani, il trimestrale "CroceVia" edito dalla Edizioni
Scientifiche Italiane, che si propone di rinnovare il messaggio crociano e che
entra in poco tempo nel dibattito culturale nazionale. Nel 2008 i suoi studi
crociani prendono corpo nel volume Benedetto Croce, Il liberalismo come
concezione della vita, pubblicato dall'editore Rubbettino nella collana
“Maestri liberali” della Fondazione Luigi Einaudi di Roma. Il volume,
presentando l'immagine originale di un Croce partecipe del processo europeo di
distruzione delle categorie epistemiche, ha numerose recensioni. A partire
dalla sua interpretazione di Croce, Ocone elabora la prospettiva di un
liberalismo senza teoria, cioè storicistico e non fondazionistico. Il suo
progetto filosofico può essere così formulato: riconquistare il liberalismo
alla filosofia; ritornare in filosofia all'idealismo; ricongiungere il
liberalismo con l'idealismo (si vedano, a tal proposito, gli interventi di
Ocone nella polemica fra neorealisti e postmodernisti). In quest'ordine di
discorso, Ocone ritiene che la critica rivolta a Croce di essere un liberale
anomalo, in quanto nel suo pensiero il concetto di individuo sarebbe
sacrificato, vada ribaltato: l'individualismo non è affatto consustanziale al
liberalismo, ma si è legato ad esso solo in una sua prima fase di sviluppo
(all'inizio della modernità). Quello di Ocone è un liberalismo che non
prescinde né dal senso storico né dal realismo politico. Successivamente il
pensiero di Ocone ha assunto molti caratteri propri dello scetticismo politico
di Michael Oakeshott, in particolare della sua critica del razionalismo, del
perfezionismo e del paternalismo. Egli ha pertanto insistito sul carattere
“anticonformistico” e “eretico” del liberalismo, sulla priorità in esso del
momento “negativo” o della contraddizione. La critica delle ideologie, e in
particolare del “politicamente corretto”, diviene in quest'ottica il correlato
pratico degli approdi antimetafisici della filosofia contemporanea. E filosofia
e liberalismo finiscono per coincidere Da ultimo, la sua riflessione ha
messo a tema il significato teorico e storico dell’affermarsi dei cosiddetti
“populismi” e “sovranismi”. Essi, prima di essere ostracizzati, vanno per Ocone
capiti: pur in modo confuso e contraddittorio, lungi dall'essere un “incidente
di percorso” incorso al processo di globalizzazione in atto, essi ne segnalano
la definitiva crisi dell’ideologia portante: il globalismo. Questa ideologia
può essere considerata una radicalizzazione coerente della mentalità
illuministica e progressista, cioè da una parte del processo di
secolarizzazione e razionalizzazione e dall'altra dello speculare e connesso
relativismo e nichilismo. I “populismi” sono perciò per Ocone movimenti di
reazione ai meccanismi di spoliticizzazione (e connesso “disciplinamento” in
senso foucaultiano) propri della globalizzazione, che aveva definito la
sua ideologia all’incrocio fra le idee di due “deviazioni” dell’autentico
liberalismo: il neoliberismo, sul versante economico, e la cultura liberal sul
versante di un diritto globale fortemente eticizzato. Scrive su diverse
riviste scientifiche e culturali e sui maggiori organi di stampa nazionali.
Attualmente è nella redazione della rivista “LeSfide”, edita dalla Fondazione
Craxi, e nel Comitato editoriale dell quotidiano online “L’Occidentale”.
Collaboratore de “Il Giornale” e de “Il Riformista”, è opinionista politico di
“formiche.net”, “Huffpost” e “nicolaporro”. Molto seguita è la sua rubrica
domenicale di riflessione politico-culturale “Ocone’s Corner” sulla rivista online
“startmagazine”. Un estratto di un suo articolo (Intervista a Remo Bodei,
in C. Ocone, Prendiamola con filosofia, Il Mattino, è stato utilizzato dal
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca come documento per
la stesura della traccia della prova scritta di Italiano negli esami di Stato
conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore a.s. (Tipologia
BRedazione di un saggio breve o di un articolo di giornale2. Ambito
socio-economicoArgomento: La riscoperta della necessità di «pensare»).
Nella sezione Dal dopoguerra ai giorni nostri, Percorso 9f Il dibattito delle
ideeDall'“impegno” al postmoderno, Dal periodo tra le due guerre ai giorni
nostri) dell'antologia "Il piacere dei testi", editore Paravia, è
contenuto il suo saggio "Né neorealisti né postmodernisti" da
"qdR". Saggi: “Coronavirus. Fine della globalizzazione” Il Giornale,
Milano); “La chiave del secolo. Interpretazioni del Novecento” (Rubbettino,
Soveria Mannelli); “Europa. L'Unione che ha fallito, Historica, Cesena, “La
cultura liberale. Breviario per il nuovo secolo” Giubilei Regnani, Roma-Cesena);
“Attualità di Croce” Castelvecchi, Roma, “Il liberalismo nel Novecento: da Croce a
Berlin” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Il liberale che non c'è. Manifesto per
l'Italia che vorremmo” (Castelvecchi, Roma); “I grandi maestri del pensiero
laico, Claudiana, Torino); “Collingwood e l’Italia” Castelvecchi, Roma); “Il
nuovo realismo è un populismo” (Il Nuovo Melangolo, Genova, (Pietro Reichlin e Aldo Rustichini) Pensare
la sinistra. Tra equità e libertà, Laterza, Roma-Bari, Liberalismo senza
teoria, Rubbettino, Soveria Mannelli (con
Dario Antiseri), “Liberali d'Italia” Rubbettino, Soveria Mannelli (con altri autori) “Le parole del tempo.
Lessico del mondo che cambia” Pierfranco Pellizzetti, Manifesto libri, Roma); “Spettri
di Derrida, Annali della Fondazione europea del Disegno (Fondation Adami), Il Nuovo Melangolo, Genova); “Profili
riformisti. liberali per le nostre sfide” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Marx”
(Momenti d'oro dell'economia"), Roma); “La libertà e i suoi limiti.
Antologia del pensiero liberale da Filangieri a Bobbio, Laterza, Roma); “Croce.
Il liberalismo come concezione della vita” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Bobbio
ad uso di amici e nemici” (Marsilio, Venezia); “Manifesto laico, Laterza, Roma);
“Lessico repubblicano” (Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, ragionata degli
scritti su Croce; Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli. Cfr. Archivio
borsisti in Istituto Italiano per gli Studi Storici Premio Benedetto Croce, su mediamuseum. Comitato
Scientifico, su Fondazione luigi einaudi.
Riccardo Ficara, La Fondazione Einaudi allontana Ocone perché
"filo-sovranista", su Secolo Trentino, La Fondazione, su Fondazione
Giuseppe tatarella. Organigramma, su
nazionefutura. Fondazione Cortese di
Napoli in//Fondazione cortese/ Fondazione
Craxi, Comitato Scientifico dell'Istituto Maritain, sComitato Scientifico e di
indirizzo, su fare futuro fondazione.
rubbettino. Gianni Vattimo Pubblicazioni
La recensione, Caffe' Europa, Duccio Trombadori, Questo don Benedetto somiglia
a Nietzsche, su il Giornale, Il blog di GIANNI VATTIMO: Corrado Ocone e la
filosofia classica tedesca, su Gianni vattimo. blogspot. com. La filosofia politica è una pseudo-scienza.
Parola di filosofo. E che filosofo!, su reset.
Attualità di Croce su opac., Europa: l'Unione che ha fallito; opac., La natura del potere svelata dal
coronavirus, su il Giornale, Coronavirus: fine della globalizzazione, Store il Giornale,
Fine di una storia, il ritorno della politica? su leSfide. Chi Siamo, su loccidentale. MIUR Traccia della prova scritta di Italiano
per gli esami di Stato conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore
anno scolastico su archivio .pubblica.istruzione. Il piacere dei testi QDR Magazine Qualcosa da Raccontare, La
chiave del secolo: interpretazioni del Novecento, opac., La cultura liberale:
breviario per il nuovo secolo; Attualità di Benedetto Croce / Corrado Ocone, su
opac., Il liberalismo nel Novecento: da Croce a Berlin /su opac., Il liberale
che non c'è: manifesto per l'Italia che vorremmo su opac., I grandi maestri del
pensiero laico ntroduzione di Massimo L. Salvatori, su opac., Robin George
Collingwood, Autobiografia / R. G. Collingwood; prefazione di Corrado Ocone, su
opac., Il nuovo realismo è un populismo / Donatella Di Cesare, Simone Regazzoni,
su opac., Pietro Reichlin, Pensare la sinistra: tra equità e libertà / Pietro
Reichlin, A. Rustichini, su opac., “Liberalismo senza teoria”; su opac., “Liberali
d'Italia”; D. Antiseri; prefazione di Giulio Giorello, su opac., Le parole
del tempo; M. Barberis; P. Pellzzetti,
su opac., Spettri di Derrida opac., Corrado Ocone, Profili riformisti: 15
pensatori liberal per le nostre sfide opac., Karl Marx: teoria del capitale /
[visto da opac., La liberta e i suoi limiti: antologia del pensiero liberale da
Filangieri a Bobbio, opac., Benedetto Croce: il liberalismo come concezione
della vita, opac., Bobbio ad uso di amici e nemici, opac., Manifesto laico /
Enzo Marzo; contributi di S. Lariccia on un intervento di N. Bobbio, su opac., Lessico repubblicano:
Torino, Maurizio Viroli, su opac., ragionata degli scritti su Croce, opac., La
genialità di Marx agli occhi dei liberisti, riconosce i pregi dell'analisi, in archivio storico.corriere
Premio al Premio Croce di saggistica, in premiflaiano Ssu corradoocone.com.
Grice: “Speranza calls me a liberal, but then he calls Locke and Humpty Dumpty
a liberal too.” Grice: “Mussolini set a puzzle for liberalism – the Italians,
disorganized as they are, had to create a party: they called it the ‘Partito
Liberale Italiano’ – which is bound to close down! It opened in 1922 – while I
was at Harborne!” -- Grice: “The test of
a man’s intelligence lies in his ability to name his party – partito liberale
italiano – partito liberale democratico – partito liberale constituzionale – the
addition of ‘italiano’ at the end of ‘partito liberale italiano’ ENTAILS that
what Borolli did at Florence, by founding his ‘partito liberale’ – since he
omitted to add the ‘italiano’ was not the partito liberale italiano – but
fiorentino at most! Similarly, the partito liberale democratico is NOT the
partito liberale italiano, nor is the partito liberale costituzionale.
Mussolini had it clearer: there’s only ONE partito – partito nazionale fascitsa
– the infix ‘nazionale’ means that provincials should not appy!” -- Corrado Ocone. Ocone. Keywords: liberali d’Italia, liberalism, dal
liberalism al fascismo, il partito nazionale fascista e il partito liberale – Refs.: Luigi Speranza: “Grice ed Ocone” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742710674/in/datetaken/
Grice ed Oddi – filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Figlio di Oddo degli Oddi, convinto sostenitore della scuola galenica.
Professore per incarico del Senato veneziano assieme a Bottoni a Padova, dove
insegna e introdusse senza ricevere emolumenti l'insegnamento della pratica
clinica nell'ospedale di San Francesco Grande, precedendo così tutte le altre
scuole. Commentari dell'Ateneo di Brescia
G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, coi tipi della Minerva, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dobbiamo al chiarissimo signor dottor Montesanto
(Dell'origine della Clinica medica di Padova ec.) la bella ed interessante
notizia, che il nostro Bottoni e il suo collega Marco Odd o, calcando le
traccie luminose segnate dal famoso Giambatista Montano pochi lustri prima, diedero
novella vita al la Clinica medica nello spedale di san Francesco in Padova,
condotti dalla solanobilebrama di giovare.E qui avvertire mo cogli sludiosi di
medicina,che ildotto autore, dopo aver dimostrato con incontrastabile evidenza
che l'Università pa dovana, la prima d'ogni pubblico Studio d'Europa, vanta la
fondazioneinessadiquellascuola,basedellamedica scien za,ci porge il documento
luminoso,che tanto onora li ricor dati professori, e in particolare il Bottoni
di cui favelliamo; il quale non essendo da tacersi, lo riporteremo come ci
viene fedelmenteecon eleganza vôlto inlinguaitalianadalprelo dato signor
Montesanto, che il trasse dagli Acta nationis ger manicae Facultatis medicae,
quae,convocata natione, prae lecta et examinata , digna judicata sunt,ut albo
nationis insererentur. Consiliariis Christophoro Sibenburger Carin thio,et
Samuel Keller Hallense Saxone,anno 1578. Vol. I. p.97. Manoscritto presso la
biblioteca dell'Imperiale Regia Università di Padova. dette in vita il
Boltoni , non è da passarsi solto silen zio quello d'essere stato dal Duca di
Urbino,unita mente ai altri quattro medici ,chiesto del suo consiglio onde
togliere la città di Pesaro e il territorio da alcu ne febbri pericolose che
colà infierivano.N e taceremo , come a'dinostrisidimostròbellamente(1),che il
Bot Merita,a comune nostro giudizio,di essere celebrato con riconoscente
memoria e di venir rammentato in questo luogo il beneficio sommo impartito alla
nazione nostra dall'eccel lentissimo uomo Albertino Bottoni , professore
primario di medicinapraticaestraordinaria,ilqualecondottodalla sin golare
benivoglienza che da più anni a noi concede,oltre all'averci anche in
quest'anno dalla pubblica cattedra con ogni cura ammaestrati,a fine di giovare
vieppiù alla nostra istruzione si riuni nelloscorso inverno all'eccellentissimo
Marco degli Oddi, medico ordinario dello spedale di san Francescoepubblico
professore,econ esso,finitalalezio ne,si trasferi sempre a quello speilale
medesimo seguitoda toni fu,insieme al suo collega Marco degli Oddi,
il primo che dopo il celebre Montano gettasse i più so noi per visitarvi
parecchi infermi afflitti da diversi generi di malattie :per talguisa
egliaprissil'adito ad accuratamente mostrarci come sidovessero applicare alla pratica
quelle dottrine che avevano fatto il soggetto della sua pubblica lezione , esercitando
così i suoi uditori in tutto ciò che al dotto e sagace medico appartiene di
osservare e dipraticarea pro de'suoimalati.Cessatefinalmentelelezioni,volendo
il Bottoni che neppure durante le vacanze dell'Università mancasse a noi
qualche mezzo di ammaestramento,e potesse per noiesserpostoaprofittoilnostro
tempo,egliinuna deter minata ora della mallina recavasi ogni giorno a quello
stes so spedale :quivi,visitando alternativamente col signor Marco degli Oddi
gli ammalati, andava instruendoci, ragionando intorno a qualche caso tra i più
gravi da lui osservati. Il Campolongo perciò, vistosi promosso a medico di quel
l'ospitale, sipropose egli pure, allafoggia de'provetti nostri precettori, di
dare ogni giorno delle pratiche istruzioni: nel di susseguente alla sua nomina
occupò quindiprimo di tutti con molta insolenza e temerità quel posto chesoleva
essere destinato ai nostri maestri; nè, occupatolo, volle cederlo ad essi. Fermo
in suo pensiero diragionare aigiovanida quel luogo, non già una sola volta, o
per un giorno solamente, rinnovò la scena istessa per più giorni; e non
valseroa ri muoverlo nè a piegarlo le nostre istanze, direlte a far sì ch'ei
lasciasse liberi ü luogo e l'ora occupati per lo innanzi dai nostri maestri,e
che per sè volesse scegliere altra ora ed altro luogo. Ma, ostinato egli oltre
ogni credere, giunse, coll'insistere per le sue pratiche istruzioni , a turbare
quelle solite a darsi dagli altri prima di lui. Se dal Campolongo solo avesse
dovuto dipendere, tutti saremmo stati esclusi dal Mentre simili
esercitazioni, con si maturo consiglio intra prese a nostro vantaggio, andavano
proseguendo, un certo medicoper nome Emilio Campolongo,digiovanile età,col.
lega nell Università e professore della stessa cattedra , m a in secondo luogo,di
Marco Oddo,riusci,non sisa come, ottenere che la ispezione a d siedeva e la
cura de'malati, cui prima pre ilsolo Oddo,venissefra entrambidivisa,permodo che
quind'innanzi gli uomini fossero medicati longo, e le femmine dall'Oddo. dal
Campo l'ospitale; il che pure minacciava apertamente di voler far
si che avvenisse. La quale insolenza, divenuta già intollerabile ai signori
professori Bottoni ed Oddo, meritevoli per ogni riguardo di molta stima e
riverenza, li costrinse a partire dallo spedale, e con essi partirono quanti vi
erano studenti della nazione alemanna,rimanendo così affatto solo ilCampolongo
nel luogo da lui tolto agli altri..... Informati poscia bene del fatio i
governatori dello spedale , costrinsero il Campolongo con severi modi a cessare
dalla sua pretesa, ingiungendogli, sepur voleva intraprendere qualche esercizio
a vantaggio di taluno degli studenti, di scegliersi un'altra ora ed u n altro
luogo. Cosi, mercè la prudenza dei nostri maestri e la costanza degli studenti
alemanni, fu vinta l'altrui pertinacia , edinostrieserciziivennerofelicementea
ricominciare. Essendosi allontanati, come sogliono, dall'Università glo ltaliani
per far le vacanze presso leloro famiglie, li signori Albertino Bottoni e Marco
Oddo, eccellentissimi uomini e della nostra nazione sommamente benemeriti, affinchèfar
potessimo qualche profitto nello spazio di tanti mesi, conti. nuarono le loro
pratiche istruzioni quasi ogni giorno nello spedale di san Francesco sino al
principio delle lezioni, con gran fatica e disagio loro,econsomma utilità nostra:della
qual cosa poco io dirò, potendo bene ciascuno dalla rela. zione del mio
antecessore rilevare le circostanze tutte che a
ciòsiriferiscono.Aggiungasi,chevenendo nellastateinvitati parecchi infermi alle
terme di Abano , onde rendersi vieppiù grati a'nostri, li condussero due volte
colà,dando per tutti cavalli e legno ilsignor Oddo, e quivi gl'instruirono
circa il valore medico delleacque termali e deifanghi. Verso lafine poi
dell'ottobre fattasi la stagione opportuna per le sezioni anatomiche, il Bottoni
e l'Oddo stabilirono di aprire i cada veri di quelle donne che morissero nello
spedale ; e ciò col fine d'indagare alla presenza degli scolari le sedi e le
cagioni dei mali : fu però d'uopo abbandonare ben tosto que lidi fondamenti
della scuola clinica in Padova , che precedette tutte l'altre in Europa. Lasciò
il nostro Bot Il Bottoni e l'Oddo continuarono anche nel successivo an no 1579
ad istruire nello spedale i giovani;ed in quest'anno pure vennero ad insorgere
nuovi dissidii, come ce ne informano gli atti di quell'epoca, raccontandosiivi quanto
segue: toni un monumento del suo buon gusto nelle arti in un
palazzo ch'ei fece erigere dirimpetto alla chiesa degli Eremitani inPadova
(intorno al quale allude la medaglia riportatadalTomasini(1),cheacquistatopo
sto si utile divisamento,poichè, mentre tutto era disposto per eseguire nel
giorno appresso la sezione di due donne, in una delle quali importava esaminare
lo sluto dell'utero,e nell'altra,mortaditabe,volevasidainostriprecettori scuo
prire per dove penetrasse una piaga fistolosa esistente al to race, il signor
Campolongo loro emulo propose a'suoi uditori d'intraprendere in quel giorno
medesimo l'anatomia dell'ute ro,esiserviper questa deidue
suddetticadaveri.Nacque da ciò che i governatori del pio luogo, resi avvertiti
dell’ac caduto e mossi dalle querele delle vecchie inferme, le quali
temevano,morendo,di dover essere del pari anatomizzate, prescrisserotanto
all'Oddo,quanto al Campolongo, di astenersi dall'incidere verun cadavere
nell'ospitale, sotto pena di perdere lo stipendio. In onta però alle tante
opposizioni promosse dalla rivalità del Campolongo contro il Bottoni e l'Oddo,
perseverarono questituttavianell'utile loro impresa d'istruirenellapratica
medicina i giovani, conducendoli al letto dei malati nello spe dale di san Francesco;
poichè anche gli atti dell'anno 1587, compilati dal consiglieredella nazione
alemanpa Pietro Paolo Höchstetter di Tubinga, ne parlano cosi:A ciascuno di noi
è palese con quanta diligenzasi diportasse ilsignor Albertino Bottoni nelle sue
quotidiane esercitazioni. Ogni giorno ei ci conduceva al lettodi un nuovo
malato, e c'istruiva intorno aldi lui morbo, indagandone dottamente le cagioni,
esponendone i segni e le indicazioni curative ,non che il prono stico :egli
suggeriva inoltre non solo le più opportune medi. cine di comune uso,ma quelle
altresi chela sua pratica particolare gli avea comprovate efficacissime; talche
vennu ognora più a farsi manifesta la singolare bontà con cui ila più anni
questo insigne uomo ci riguarda. Ond'è che,seb. bene le teorie mediche da noi
apprese nelle nostrecontrade possano a tutta prima allontanarci in qualche modo
dal se guire le sue lezioni,la somma sua felicità nella pratica e T'ottimo suo
metodo di medicare serve però a ricondurci in. torno a lui. Marco degli Oddi. Marco
degl’Oddi. Oddi. Keywords: implicature: filosofia naturale, Galeno.-- Refs.:
Luigi Speranza, “Grice ed Oddi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742042781/in/datetaken/
Grice ed Offredi – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Cremona). Filosofo. Gli era tributata grande autorità nell’ambiente filosofico.
Insegna a Pavia e Piacenza. In buoni rapporti con Eugenio IV, Visconti e Sforza. Saggi:“De primo et ultimo instanti in
defensionem communis opinionis adversus Petrum Mantuanum,” S.l., Bonus Gallus, Giambattista Fantonetti, Effemeridi delle
scienze, compilate da G. netti, Paolo-Andrea Molina, Rinascimento, Istituto
nazionale di studi sul Rinascimento, G. Robolini, Notizie appartenenti alla
storia della sua patria, raccolte da G. Robolini, pavese, G. Fantonetti,
Effemeridi delle scienze mediche, compilate da G. Fantonetti, Paolo-Andrea Molina. OFFREDI
CREMONENSIS ABSOLVTISSIMA COMMENTARIA[ocr errors] VNA CVM QVAE
STIONIBVS IN PRIMVM ARISTOTELIS Pofteriorum Analyticorum librum, Nunc primum
mendis oinnibus expurgati, & egregijs scolijs marginalibus
illustrata, AC DVOBVS INDICIBVS, ALTERO, Qy I RES IN
COMMENTARIIS tračtatas, altero, qui quastionum capita copiosissime
comple&titur, PRA E TERE A DVPLICI TEXTVS ARIST. INTERPRETATIONE
A V CTA IN LVCM RE DE V N T. A PRAECLARISS.
DOCTORIS Hoc aüt contingit propter posibilitatem intellectus D
APOLLINARIS CREMONE N. noftri, qui à principio eft sicut tabula rasa, &
non. 3. de anima tex. in librum primum Posteriorum mouetur ad intelligendum
, nisi de potentia ad actí cap.is. reducatur . sic autem intelligentia
non cognofcunt, Aristotelis , expofitio. cum semper in a£tu intelligendi
existant, & eodem CA P. I. modo , & nunquam in potentia.
Bruta etiam non Mnis doctrina, & discurrunt saltem discursu
pfe&to, quamuis in prin- omnis disciplina in- cipiosint in
potentia ad cognofcendum, & hoc eft telleştiua , ex præ- propter
imperfeétum eorum modum cognoscendi ; existenti fit cogni- Concedi tamen
poteft, q aliquo modo, & imper- tione. Manifestum feétè discurrunt .
Ex quo infertur, g per idem medium euidenter concludere habemus , nostrum
mia est autem hoc specu dum cognoscendi imperfe&tiorem esse modo
intelitia látibus in omnibus; gentiarī,et perfectiorem modo brutorum,per
hoc.f. mathematicæ enim scientiæ per
hunc cum difcurfu cognoscimus , qualiter neq; intelli- modum
fiunt, & aliarum unaquæq; ar- gentia, neq; bruta cognofcunt. Cũigitur
intelle&tui tium. Similiter aút & orationes,quæ p noftro sit
potentia semper admixta, & cūdiscursu Syllogismum, & quæ per
Inductionem; scientiā acquirat, in discursu autem error, et recti- Vtræq;
enim per prius nota faciunt do tudo esse poffit,vbietiam eft admixta potentia,
ma- lum, ö error cötingere poffit,vt colligitur de mente e
&rinam ; hæ quidem accipientes,tanğà Arift.g . meta. cum dicit,
q malum naturaliter eft tex.6.19 B notis,illä uerò
demonstrātes uniuersale poft potentiā, & vlterius dicit, g in rebus
æternis, perid,quod eft manifestum fingulare. que semper sunt actu
, non eft malum , neque error, Similiter aút, & Rhetoricæ persuadent:
oportuit artem inuenire,qua in a&tibus rationis di- aut enim per
Exemplú, & eft Inductio: rigeretur humanus intelle&us in acquirêdo
notitia aut per Enthimema, quod quidem eft vnius, ex notitia alterius,
& hæc fuit Ars Logicæ. Cum autem triplex sit intellctus
operatio, quarum fyllogismus. secunda primam fupponit,& tertia
secundāvt colli Mnis doctrina,omnisý disciplina gitur 3. de anima (Prima eft
fimpliciü intelle&tio , Tex. c.at. Secunda eft fimplicium
cõpositio,vel diuisio, Tertia intellettina preexistente è co- eft cognitio
discursiua.) His tribus operationibus sed priores dus gnitione fit. Id, fi
omnes que tres correspondent Logicæ partes, quarum prima magis conuenite
fiant pacto consideremus,mani- habetur in lib.prædicamentorum Arist. G admi-
Lui, quatenus in feftum profeito fiet. Mathematica nang; niculis ipsius
scilicet lib. vniuersalium Porphiri, tellcdwet. fcientiæ illo comparantur modo,
caterarú ý lib. sex principiorum , obi logicè determinatur artium vnaquaque.
Sanè circa orationes de generibus, & fpeciebus predicamentorum
, prout quoque,fiueille p raciocinationes fiue per cunda eft, quæ habetur in
lib.Peryhermenias, vbi de cognitione quadam fimplici cognosci habent, sem
inductioncm fiunt, feruari modusidem fo- propositione determinatur, &
fpeciebusipfius tàną let:in utrisq; nanque,per antea nota doctri de
inftrumento aliquid compositiuè, vel diuifiuè co- C F na
nimirum fit, quippe cum in altera tanğ gnoscendi. Tertia verò in alys
Logicelibris conti- à cognofcétibus propofitiones accipiantur, netur, qui
cõmuniter Ars Noua dicuntur, vbi de in altera per singulare iam
notüipfum vni. instrumento determinatur, quo discurrere debet in uersale
oftendatur. Simili profe&to modo, telle&tus,o3. de fyllogismo, es
consequenter de alijs modis arguendi. Diuiditur autem tota illa
pars hoc Goratoria rationes fuadent, aut .n.exem modo , quia ficut in
a&tionibus Nature diuersitas plis,quod est inductio,aut enthymematibus
reperitur, quxdam .n. funt, qua ex neceffitate fiunt, g&quidē ratiocinatio
est, facultas ipsafolet quædam vi plurimum, quedam vero raro (propter oratoria
fuadere. defe&tum aliquem in natura,ficut monftra )sicin
discursibus rationis quidam sunt , in quibus est nePro indu&tione
expositionis huius libri Pofte- cefsitas, & ifti cum rectitudine rationis
habentur. riorum , fub breuitate, videnda funt quædam, v3. Ală sunt , per quos
vt plurimum verum concludiqua fuerit neceffitas, logicam inueniendi,&
confe- tur, non tamen necessariò. Alij verò funt , in quiquenter fcienciam
huius libri,Quis ordo huius libribus eft defectus rationis propter alicuius
principi ad cæteros libros logica Arist.Quis libri titulus,& defe&tum.
Pars logice, in qua de primis determiquid fubie&tú, & fic consequenter
habebuntur ipsius natur, iudicatiua dicitur, & eft illa,quæ traditur in Non
pigeat hoc cause. Quantū ad primum fciendum est primò,q libris Priorum,&
Pofteriorī,dita autem' est iudiloco videre Aszi cum modus nofter cognoscendi
fit medius inter mon catiua à iudicio, eo q iudicium eft cum certitudine. dum
intelligentiarī, er modum Brutoră, ab vtrifq; Vocata etiam eft analetica
.i.refolutoria, co gisa diftinguitur in hoc, g intelligimus cum
discursie. dicium certum de effe&tibus baberi nö poffit,nisifiat. Con
quelle stravaganze ed empietà iusegnavasi cercare col commercio de'demonj ,
colle magie e le incantagioni i rimedj delle malattie, e le maniere di
preservarsene. Meritavano maggior illustrazione e lode altri insignim e dici
Cremonesi di questo secolo. Apollinare Offredi s o lenne filosofo, astrologo e
medico, lettore di metafisica nello studio di Pavia e di Piacenza, caro ed
accetto ad Eugenio IV,Filippo Maria Visconti eFrancescoSforza. A Filippo Maria
protettor suo dedicò l’Offredi i suoi Commentarj di Aristotile sull'anima,
stampati poi in Milano nel 1474, sui quali piacemi di trascrivere il giudizio
che ne fece l'illustre mio concittadino ed amico I lprof. BaldassarePoli. Con
quest'opera, dic'egli,pre venne l'Offredi in alcuni principj sull'origine delle
i dee lo stesso Locke, ecome quegli che appartenendo a quell'onorata famiglia
de'filosofi peripatetici italiani, che al melodo naturale e sperimentale
aggiunsero quello della critica e delle proprie dottrine aveva proposto nuove
ricerche superiori al suo secolo, e di cui van tanto glo r i o s e l e s c u o
l e moderne. I n p r o v a d i c h e il p r o f. Poli ne'suoi saggi, e nella
sua storia della filosofia ita liana riferisce alcune proposizioni filosofiche
dell'Offredi tratte dalle opere sull'esposizione e sulle questioni de’libri
d'Aristotele de anima (che ebbero poi tante edizioni), dalle quali scorgesi
come l'Offredi svincolasse la filosofia dall'impero dell'autorità, e la posasse
sul sentiero della libera e coscienziosa verità. Quanto alla medicina
Apollinare fu celebrato per cure maravigliose fra i migliori medici del suo
tempo, e pubblicava al cune opere, di cui puoi vedere i titoli nell'Arisi.
Il 312 Elogia clariss. virorum Collegii Pisan.1750 negliopuscoliscientificidelCalogerà).Se
condo ilVolaterrado e lo Spacchio non scrisse quest'Of fredi opera alcuna, ma
Marsilio Ficino ne fa onorevole menzione in una sua lettera del lib. V , ove
dice che dalla salvezza dell'Offredi dipendeva quella della filo sofia de'suoi
tempi.Non ricordato pure da'vostri sto rici e biografi trovo Baccilerio Tiberio
che è solo a c cennato nella Biografia medica di Parigi (1820), da cui
apprendesi ch'egli fu professore di medicina a Bologna , Ferrara,Padova e
Pavia, e mori -in Roma nel 1511. Scrisse un libro in latino intitolato
Commentarj sulla filosofia di Aristotele e di Averroe, che non sembra es sere
giammai stato impresso.Poche cose i nostri biografi ci tramandarono di
Albertino de Cattanei o de Chiz zoli o Plizzoli da non confondersi coll'altro
Albertino di S. Pietro del secolo X I V . IL Cattanei la dottissinio in varie
scienze, dottrine e lettere, e professore straor dinario di filosofia, fisica,
etica e teologia prima a P a dova nel 1450, indi a Bologna nel 1456, poi
difilosofia morale e di medicina nello studio di Ferrara e di Pisa nel 1473
collo stipendio di 495 fiorini d'oro (Alidosi, Borsetti Storia del ginnasio di
Bologna e di Ferrara. Fabbrucci,op.cit., inCalogera 7,27).MarsilioFicino lo
chiamava doctrinæ et honestatis exemplar; morì, come pare,nel 1475,e lasciò
alcune opere mediche accennate dall'Arisi. Severino Boezio 6.° secolo dell'era Cristiana, Hugues de St Victor
(12.° secolo), Alberto il Grande di Bollstädt (Svevia) e Alberto di Sassonia
(13.° secolo),San Tommaso (13.° secolo), Egidio Colonna (13.oe 14.°secolo), Guglielmo
d'Alvernia (13.° secolo), Enrico di Gand (Henricus de Gandano)del 13.°secolo,
Roberto Vescovo di Lincoln detto Testa Grossa (13.° secolo),il francese
Giovanni Gianduno o da Jandun contemporaneo e amico di Marsilio da Padova e di
Pietro d'Abano (14.° secolo), Giovanni Duns Scoto (14.°secolo)eAntonio
d'Andrea,AntoniusAndreae Scotista(14.°secolo),ilBurleusossiaWalter
Burleigh(14.°),Pietrod'AbanoossiaConcilialordifferentiarum (14.°),ilBuridano
(14.°),ilCajetano (Tommaso de Vio del 14.° secolo),Gregorio di Rimini
(Gregorius Ariminiensis generale degli Agostiniani nominalista del 14.°
secolo), Jacopo da Forlì e Gentile dei Gentili discepolo di Taddeo fiorentino
filosofi e medici del medesimo secolo; knalmente Pietro da Mantova logico, PaoloVeneto
filosofo, Apollinare Offredi medico e filosofo e Pietro Trapolino da Padova uno
dei maestri di Pomponazzi autore di un'opera De Ilumido Radicali, tutti del
15.0 secolo. Il Nifo e l'Achillini sono citati nelle Questioni aggiunte. Di
Giovanni Marliano milanese detto
ilCalcolatorefannomenzioneancheisuoilibrianterioriestampatiespeciequello
Deintensione el remissione formarum . La maggior parte di questi Commentatori
sono noti e annoverati sia nelle storie della Filosofia e della Letteratura,
sia nelle Biografie universali, e nelle Enciclopedie. Pietro d'Abano è uno dei
più citati e studiati dal Pomponazzi;è famoso e una sua accurata
biografiafral'altresitrova nella Storia scientifica o letteraria dello Studio
di Padova del Colle.Sopra Jacopo da Forlì che fu professore a Padova è da
notarsi al proposito di questo lavoro che egli è autore di un De
Intensionc 339 titolo più particolare che sta in testa alla prima
pagina dopo l'indice delle Questioni si rileva che esso pure si riferisce ai
corsi dati dal Pomponazzi sul De Anima a Bologna. Difatti il detto titolo è il seguente:
“In nomine individuae Trinitatis incipiunt quaestiones animasticae excellentissimi
artium et medicinae doctoris, domini Magistri Petri Pomponatii Mantuani philosophiam
ordinariam in bononiensi Gymnasio legentis. Sventuratamente il Codice di
Firenze non ha che 57 fogli invece di 267 che ne ha quello di Roma, e delle 79
Questioni di cui contiene l'indice,34 soltanto e non senza lacune vi sono
trattate; queste corrispondono generalmente per l'ordine in cui si ccedono,
alle prime del Codice di Roma, ma non sempre e talvolta con parole diverse. Le
Questioni del Codice di Roma sono 114 ed esauriscono tutto il trattato di
Aristotele, quelle del Codice di Firenze non vanno guari al di là della metà
dello scritto aristotelico e nelle 34 che sono esaminate e risolute non sono
comprese le più importanti dell'Indice come sarebbe quella della Immortalità
dell'anima,soggetto del libro famoso che porta questo titolo. Da un opuscolo
del Brunacci è accertato che a Padova ilPomponazzi comincið et Remissione
Formarum , come il Pom ponazzi,manoscritto registrato dal Tommasini nelle sue
Bibliothecae Palavinae manuscriptae publicae el privatae, Utini 1639 a pag. 37.
L'Apollinare, Pietro da Mantova e Paolo Veneto sano più d'una volta dal
Pompunazzi citati insieme; edifattosonotuttietreinpartedellalorovitacontemporanei.Paolo
Venetohafiorito nella prima metà del secolo XV ed è stato professore a Padova ;
la sua Somma di Logica e isuoi Commenti supra l'Organo sulla Fisica di
Aristotele e specialmente sul De Anima furono celebri e c o m mendatissimi. Di
esso parlano il Tiraboschi e il Papadopoli (Storia dell'Università di Padova) e
Poli nel Supplemento IV al Manuale della storia della Filosofia del Tennemann.
L'Apollinare fu della famiglia Offredi o degli Orfidii da Cremona (Vedi Francesco
Arisi, Cremona literata Tomo I pag. 248, Parma 1702 e Tiraboschi, Storia della
Letteratura italiana, TomoVI LibroI capo2,e LibroIl capo2); fiori verso la netàdel!V°secolo;
ebbe fama grandissima e fu chiamato l'anima di Aristotele. Risulta dal De Anima
del Pomponazzi a Carte 40 che su discepolo di Paolo Veneto « Paulus Venetus et
Apollinaris ejus discipulus ». Fu difensore della filosofia Cristiana contro l'Averroismo;
insegnò a Piacenza evi fu aggregato al Collegio medico. Il suo Commento al De
Anima di Aristotele esiste manoscritto nella Biblioteca palatina di Firenze.
Esso fu stampato più volte nel15°secolo; la prima edizioneè di Milano 1474 (Vedi
il Tiraboschi e il Sassi, Storia della Tipografia milanese). In un volume stampato
a Venezia nel 1492 (esistente nella Biblioteca Alessandrina di Roma) da Boneto
Locatelli si trovano 1.o la Logica di Pietro da Mantova; 2.o il trattatello di
questo professore sul primo e l'ultimo istante (“De primo et ultimo instante) citato
dal Pomponazzi nel suo “De Anima” ; 3.o un trattato responsivo di OFFREDI
Apollinare da Cremona al Mantovano in difesa della opinione comune; 4.° un
commento del Menghi alla Logica di maestro Paolo Veneto. Le due opere del
Mantovano portano questi titoli : l'iri praeclarissimi ac subtilissimi logicim
a incipit feliciter. Incipil sublilissimus tractalus ejusdem deinslanli. Il
trattato dell'Apollinare ha per titolo “Illustris philosophi et medici
Apollinaris Offredi Cromonensis de primo et ultimo instanti in defensionem
communis opinionis adversus Petrum Mantuanum seliciler incipil. Ecco il
principio di quello del Mantovano che il Pompovazzi cita colle parole Petrus de
Mantua o Mantuanus concivis meus: Incip il sublilissimus Tractatus ejusdem
(Magistri Petri Mantuani) de instanti. Dicemus primo naturaliter loquentes,
quod sola forma secundum se el quam libel sui proprietatem potest incipere el
desinere esse. Materia enim prima est ingenita el incorrutlibilis: el non plus
esl, - 340 eil 341 sul “De Anima” un corso che non potè
finire. Forse ad esso si riferiva il manoscritto che il Tommasini (Bibliothecae
Patavinae publicae et privatae) dicediaverveduto nella libreria privata del
Rodio ; quanto a quello di Firevze, il titolo ci avverte, come abbiam detto,
che esso deriva come quello di Roma dall'insegnamento psicologico del
Pomponazzi a Bologna.Si troverà nell'Appendice l'indice delle questioni che vi
sono registrate. È certo in ogni modo che il manoscritto di Roma è il Commento
intero del Pomponazzi sul De Anima di Aristotele, e ciò che più monta e risulta
dalla data apposta alla fine del medesimo, è l'opera della sua età matura, l'espressione
più completa del suo insegnamento più importante, il corso da lui dato o
compiuto sul “De Anima”, nel tempo che segnò l'apice della sua attività, in
quell'anno 1520 in cui egli stesso datava dalla Cappella di S. Barbaziano in
Bologna il De Naturalium Effectuum Causis, fu ilvelerit de materia prima in rerum
natura quam nunc sil, velminus. Secundum tamen verilalem (cioè la fede) malaria
ali quando desinil esse ulinc onsccralione, plusaulem velminusali quando est de
forma tam subslunliali quam accidentali. Sed hoc proposilum non destruil. Er
quo sequilur quod si aliquod ens nalurale incipil vel desinil esse, ipsum
incipil vel desinit esse propter cjus formam substanlialem quae incipit vel
desinit esse. Premessa la eternità della materia, tutto il trattato si aggira
sulle difficoltà e le antinomie che possono sorgere dalla applicazione delle
categorie del moto e della quantità alla generazione e alla cessazione delle
forme nella materia, e specialmente dalla relazione della materia con la forma
nei virenti. La qualità delle argomentazioni giustifica la parola sublilissimus
aggiunta al titolo del Trattato e ricorda i ragionamenti della Scuola Eleatica
e specialmente di Zenone sul moto. Questo libro è uno dei più curiosi esempii dell'ardire
pur troppo sterile quanto ai risultati o b biettivi,ma non infecondo quanto
alla ginnastica della mente,con cui la Dialettica del Medio Evo e della
Rinascenza si accinse alla soluzione dei problemi più difficili. Nel
manoscritto di Firenze sopracitato come anche in quello che qui facciamo
conoscere Pietro Mantovano è spesso designato colle iniziali P. M. Il Sig.
Fiorentino è rimasto dubbioso se queste let tere indicassero Pietro Manna
cremonese, che il Pomponazzi nell'Apologia chiama viracerrimi in genii
gravissimique judicii. Essendo il Manna cremonese, è chiaro che il Pomponazzi
non poteva chiamarlo concivis meus. Di Pietro Trapolino, il più celebre dei due
Trapolini che il Pomponazzi ebbe per maestri, ecco ciò che dice il Papadopoli
Libro III, Sezione 2.a capo 6 della sua storia dell'Università di Padova.
Petrus Trapolinus Patavii nalus patricia genle....philosophus, malhemalicusel medicus
declinante SaeculoXV celeberrimus, Medicinam in Gymnasio palrioprofessuseslutconstatex
Albis gymnasticis. VixilannosLVIII; viveredesiitan. MDIX caipsadiequa caplum
direplumque Patavium estab exercilu Maximiliani, in eaquererum catastrophe quaemulla
conscripseralperiere. Superesiquem juvenis ediderat liber de Ilumido radicali.
Di AntonioTrapolino suo precettore in medicinail Pomponazzi parla nella12a delle
sue Du Vilazioni sopra il4o dei Meteorologici di Aristotele adducendo le
difficoltà che egli scolaro gli opponera su certe cause della mutazione delle
forme nei misti. Ivi l'autore avvicina Antonio Trapolino a Gentile Gentili, a
Jacopo da Forlì e a Marsilio (di Santa Sofia) altri rinomati professori di M e
dicina nell'Università di Padova. Di Pietro Roccabonella che fu pure suo
maestro è menzione alla fine del De Falo. Finalmente di Francesco di Neritone
altro suo professore oltre al cenno che ne fa. Grice: “Italians are rightly
obsessed with Pomponazzi. They complained he looked more ‘a Jew than an
Italian,’ but he predates Ryle’s Concept of Mind. One of his influences is
Offredi, a lizii – who wrote not just on Aristotle’s De Anima (a manuscript
Pomponazzi consulted) but who himself set to defend Pomponazzi – to prove that
he was a real lizio, he wrote on Analytica Posteriora too – “Only a true lizio
will comment on that!” -- Offredi. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice ed Offredi,” The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692203750/in/photolist-2mKS4ff
Grice ed Olgiati – classici – filosofia italiana –
Luigi Speranza -- (Busto Arsizio). Filosofo. Grice: “I’m impressed that Olgiati
dedicated a whole tract to the idea of ‘soul’ in Aquino!” Figlio di Giuseppe
Olgiati e Teresa Ferrario, si formò presso Seminari milanesi. Collaborò con Gemelli
e Necchi alla Rivista di filosofia neo-scolastica e fondò con loro il periodico
Vita e Pensiero. Fu insignito da Pio XI del titolo di Cameriere Segreto e da
Pio XII di Protonotario Apostolico. Inoltre fu, assieme ad Gemelli, uno dei
fondatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Presso tale ateneo insegnò
nelle facoltà di Lettere, di Magistero e di Giurisprudenza. Fu condirettore
della Rivista del Clero Italiano insieme a Gemelli. Fu autore di innumerevoli
scritti relativi alla religione e all'istruzione. I suoi allievi più illustri
furono Melchiorre e Giovanni Reale. Tomba di Agostino Gemelli mons. Olgiati. Il
libro Le lettere di Berlicche, scritto da C. S.Lewis, oltre ad essere dedicato
a Tolkien, è dedicato anche a Olgiati. Medaglia d'oro ai benemeriti della
scuola, della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro
ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte — Università Cattolica
del Sacro CuoreLa storia: Le origini, su uni cattolica. Saggi: “Religione e
vita” (Vita, Milano); “Schemi di conferenze” (Vita, Milano); “I fondamenti
della filosofia classica” (Vita, Milano); “Il sillabario della Teologia” (Vita,
Milano); “Il concetto di giuridicità in Aquino” (Vita, Milano); “Marx” (Vita,
Milano); Il sillabario della morale Cristiana” (Vita, Milano); “Il sillabario
del Cristianesimo, Vita, Milano) b I nuovi soci onorari della Famiglia Bustocca.
Almanacco della Famiglia Bustocca per l'anno 1956, Busto Arsizio, La Famiglia Bustocca,
Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco
Olgiati. Olgiati. Keywords: classici, il gusto per l’antico, ius, Aquino,
sillabario, filosofia classica, filosofia no-classica, logica classica. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice ed Olgiati” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701662254/in/photolist-2mPyVEK-2mLLy7L-2mLLy6U-2mKFrQ6-2mLGwVU-DvhhWW-DhRHD2
Grice ed Olivetti – l’archivista – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Grice: “Olivetti deals with some topics dear to me and Strawson,
like subject, transcendental subject, and the rest – he also uses ‘analogy,’
which is a pet concept of mine – I have been compared to Apel, so the fact that
Olivetti in his ‘conversational’ approach relies on him, helps!” - Professore a
Roma -- preside della Facoltà di filosofia. Formatosi nella Facoltà di
Filosofia di Roma negli anni sessanta, confrontandosi con i temi del rapporto
fede e ragione nell'ambito di un collegio di docenti orientato sul versante
marxista, storicista, postidealista, trovò in Zubiena il suo maestro. Con lui
iniziò una collaborazione intellettuale che lo portò a studiare i temi della
filosofia della religione, partecipando ai colloqui romani inaugurati dal
filosofo piemontese, dapprima come segretario e poi, dopo la morte di Zubiena come
organizzatore. Dopo iniziali studi di estetica religiosa e di filosofia
classica tedesca, si dedicò alla ricerca di un approccio neo-trascendentale al
tema della religione, insegnando filosofia morale a Bari e poi sostitundo
Zubiena nella cattedra romana di filosofia della religione. Giunse dopo
l'incontro decisivo col pensiero di Lévinas, ad elaborare una concezione di
questa disciplina come antropologia filosofica e etica in quanto «filosofia prima
anzi anteriore» su base storica, nata dalla dissoluzione in età tardo settecentesca,
soprattutto ad opera di Kant e Hegel, della onto-teologia. Molta rilevanza
aveva nel suo insegnamento lo studio dei classici tedeschi, in chiave storica,
e da ultimo il confronto sia con la fenomenologia, specie con Lévinas e Marion,
sia con la filosofia analitica. In Analogia del soggetto, la sua opera
maggiore, l'autore elabora una teoria analogica del soggetto, riprendendo
suggestioni di Husserl, Apel e Lévinas, confrontandosi con Heidegger e
suggerendo una teoria dell'"umanesimo dell'altro uomo" su base
staurologica ed etico-interinale («espropriarsi del caritatevole nell'interim
interlocutivo» ibidem). La tesi è che non esiste un'essenza dell'essere
umano. Tale essenza è immaginata, e senza siffatta immaginazione l'essere e
l'umano non si coapparterrebbero. Così si dice, in un certo senso la fine
dell'etica. Tuttavia così si dice anche che l'etica, e non l'ontologia, è la
filosofia prima, anzi anteriore. Di seguito l'autore prospetta un ripensamento
del soggetto trascendentale, con un differimento dell'ergo rispetto al cogito
cartesiano, partendo dal “loquor,” ovvero «dall'origine analogica di ogni
logica, in modo da scomporre la presenza trascendentale in sum-prae-es-abest.
Si perverrebbe così all'abbozzo di un «ripensamento dell'appercezione
trascendentale, in modo tale da reimmettere il pensiero rappresentativo nella giusta
traccia della rappresentazione. Attività accademica e influenza Direttore
dell'Istituto degli Studi Filosofici E. Castelli e poi dell'"Archivio di
Filosofia", si fece promotore di colloqui e convegni nei quali conveniva,
a Roma, ogni due anni, nei primi giorni di gennaio, l'élite della filosofia
della religione europea e mondiale (P. Ricœur, J.-L. Marion, V. Mathieu, S. Quinzio,
V. Melchiorre, E. Lévinas, L. Lombardi
Vallauri, B. Forte, B. Casper, Ingolf Dalferth, Jean Greisch, P. Capelle, Jean
François Courtine, E. Falque, Piergiorgio Grassi, Paul Gilbert, S.J. Stéphane
Mosès, Paul Mendes-Flor, P. Prini, Adriaan Peperzak, Richard Swinburne, Gabriel
Vahanian, Marcel Hénaff, Vincenzo Vitiello, Xavier Tilliette, Michel Henry,
James Taylor, tra gli altri). Nelle sue prolusioni e nei suoi contributi
introduttivi si prospettava lo sfondo su cui si sarebbero esercitati i
contributi e le discussioni del Colloquio, di seguito pubblicati in numeri
monografici della Rivista "Archivio di Filosofia". I temi
trattati erano spesso centrali nell'elaborazione di una filosofia della
religione come filosofia tout court e abbracciavano, negli anni ottanta e
novanta del Novecento, temi centrali come "Teodicea oggi?",
l'argomento ontologico, l'Intersoggettività, il Dono, la Filosofia della
Rivelazione,il Sacrificio, il Terzo. La sua personalità riservata entro
l'ambito strettamente scientifico e il rigore speculativo dei suoi scritti non
ne hanno favorito una conoscenza pubblica al di là dei circuiti accademici, e
il suo insegnamento ha lasciato un traccia significativa costituendo una vera e
propria scuola di filosofia della religione. Saggi: “Il tempio simbolo
cosmico” (Milani, Padova); “L'esito teo-logico della filosofia del linguaggio” (Milani,
Padova); “Filosofia della religione come problema storico” (Milani, Padova); “Da
Leibniz a Bayle: alle radici degli Spinoza briefe, “Archivio di filosofia”; “Analogia
del soggetto” (Laterza, Roma); "Filosofia della religione" in La
filosofia, Le filosofie speciali (Pomba, Torino); Avant-propos, in Le Tiers,
Archivio di Filosofia Archives of Philosophy, Considerazioni introduttive sul
tema: Postmodernità senza Dio?, in «Humanitas»
a.c. di F.Ciglia e De Vitiis Traduzioni e curatele: Kant I., La
religione entro i limiti della sola ragione, Romam Laterza); “La religione nei
limiti della sola ragione, I.Kant (Laterza, Roma); “Saggio di una critica di
ogni rivelazione, con introduzione J.G. Fichte, Laterza, Roma) ; Dizionario
Biografico degli Italiani, Volume 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana,. Francesco Valerio Tommasi, Archivio di filosofia », 7Francesco
Valerio Tommasi, Le persone, infiniti fini in sé. Un ricordo lettore di Kant, «
Studi Kantiani », Filosofia della religione Fenomenologia Ontologia Teologia
Fede Ragione Bruno Forte, Del sacrificio
e dell'amore_In memoria, su, Tributo dell'Roma, Istituzioni collegate, su
filosofia.uniroma1. E. Giacca: un
filosofo della religione", Giornale di filosofia, su
giornaledifilosofia.net. Archivio di filosofia, su libraweb.net. Marco Maria
Olivetti. Oivetti. Keyword: implicatura, l’archivista -- “philosophy of
language.” Cratilo, teologia del linguaggio, esito teo-logico della filosofia
del linguaggio, la religione razionale secondo Kant, l’idea de fine –
autonomia, il regno dei fini in Kant, religione e linguaggio, l’esito teologico
della filosofia del linguaggio, Jacobi. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice ed Olivetti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701272178/in/photolist-2mPSNGy-2mPZjhA-2mLJBAD-2mLN3xV-2mLEvWg-2mLEwLN-2mLJzAr-2mLN4xk-2mLEwYs-2mLyZUY-2mLGjg5-2mLCQLJ-2mFYSKW-2mFTkXC-FcebeC
Olivi (Undine): Enrico Palladio degli
Olivi (Udine). medico e storico italiano. Anche filosofo.
Grice ed Opocher – giustizia – filosofia
italiana – IVSTVM QVIA IVSSUM -- Luigi Speranza (Treviso).
Filosofo. Grice: “There are two
points that connect me with Opocher: ‘individuality’ in Fichte, since I love
the problem of the in-dividuum, perhaps influenced by my tutee Strawson
(“Individuals!”) – and Opocher’s ‘analisi’ as he calls it, of the ‘idea’, as he
calls it, of ‘giustizia’, particularly in Thrasymachus, for which I propose an
eschatological study!” -- Enrico Giuseppe Opocher (Treviso), filosofo. Con
Adolfo Ravà e Giuseppe Capograssi è considerato uno dei maggiori filosofi del
diritto italiani del Novecento[senza fonte].
Nacque da Enrico Giovanni, ginecologo di fama, e da Ida Cini. Durante la
Grande Guerra la famiglia, timorosa dei bombardamenti, si trasferì dapprima
nella periferia di Treviso, quindi a Pistoia presso una parente. Gli anni
successivi riportarono un clima di serenità e agiatezza, nel quale Enrico
crebbe, dividendosi tra la città natale e Vittorio Veneto, meta delle sue
vacanze estive. Dopo il liceo fu
avviato, secondo il volere del padre, agli studi giuridici, benché fosse
decisamente più inclinato verso la filosofia. Nel 1931 si iscrisse alla facoltà
di giurisprudenza dell'Padova, ma continuò a coltivare i propri interessi
personali seguendo le lezioni di filosofia del diritto tenute da Adolfo Ravà.
Sotto la guida di quest'ultimo stilò una tesi su La proprietà nella filosofia
del diritto di G. A. Fichte, con la quale si laureò brillantemente. Ottenuta la
libera docenza, vinse il concorso per la cattedra di filosofia del diritto
presso la facoltà di giurisprudenza dell'Padova, succedendo a Bobbio che in
Veneto era divenuto segretario regionale del Partito d'Azione. Nell'ateneo
padovano insegnò ininterrottamente per quarant'anni, tenendo lezioni per i
corsi di filosofia del diritto, di storia delle dottrine politiche e di
dottrina dello stato Italiano. È
ricordato in maniera particolare per i suoi studi sull'idea di giustizia, e sul
rapporto tra diritto e valori, nonché per la redazione di un celebre manuale,
Lezioni di filosofia del diritto, prima edizione 1949, usato da generazioni di
allievi. Fu magnifico rettore
dell'Università. È stato Presidente della Società Italiana di Filosofia Giuridica
e Politica. Influenzato dall'amicizia con il cattolico Capograssi e col laico
Bobbio, fu azionista con Bobbio e Trentin, condividendo (a Palazzo del Bo) le
attività cospirative della Resistenza locale. Nel dopoguerra rimase amico
stretto di Trentin e di Visentini, divenendo a sua volta il maestro di Toni
Negri. Saggi:“Individuale” (Padova, MILANI); “Esperimentato”
(Treviso, Crivellari); “Giusto” (Milano, Bocca); “Filosofia del diritto” (Padova,
MILANI); “Gius-to” (Padova, MILANI); “Gius-to” (Milano); Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Fulvio Cortese, Liberare e federare: L'eredità
intellettuale di Silvio Trentin, Firenze University Press, 2citando D. Fiorot,
La filosofia politica e civile – filosofia CIVILE --. in Scritti, G. Netto, Ateneo di Treviso,
Treviso, Vedi G. Zaccaria, Il contributo italiano alla storia del Pensiero,
Padova, I rettori Unipd | Padova, su unipd. Denominazione attuale: Società
Italiana di Filosofia del Diritto, vedi.
Giuseppe Zaccaria, Il Rettore della tolleranza, in La Tribuna di Treviso,
Toni Negri: «Un uomo davvero libero nell'università chiusa degli anni '60», in
[Il Mattino di Padova] Giuseppe Zaccaria, Ricordo Omaggio ad un maestro, Padova, MILANI, 2Giuseppe
Zaccaria, Il contributo italiano alla storia del PensieroDiritto, Società
Italiana di Filosofia del Diritto, su sifd. Grice: “Opocher is concerned with
‘iustum quia iussum,’ which while transparent to Cicero as analytically false a
posteriori, it is just impossible to express in Anglo-Saxon or English. Both
iustum and iussum come from the same root. So what is just is what is
commanded. The principle of positivism. Opocher finds this all too easy, so he
rather examines Fichte, who tries to express in his vernacular vulgar (Recht,
Wesen, Gemein Wesen, and so forth) all the ideas of contractualism – a contract
between a ego and alter – on the wake of the beheading of Marie Antoinette!” . Opocher.
Keywords: giustizia – fairness, gius, il concetto di gius nel diritto romano,
iustum non quia iussum – verbal aspect here --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
ed Opocher: giustizia del neo-Trasimaco.”
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742604009/in/dateposted-public/
Grice ed Ordine – BRVNO – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Diamante). Filosofo. Professore a Calabria.
Rriconosciuto come uno dei massimi studiosi del Rinascimento e Bruno. Ben noto
ai lettori per i suo eccellente saggio su Bruno, è anche uno dei migliori
conoscitori attuali del milieu sociale, artistico, letterario e spirituale
dell'età del Rinascimento e degli inizi dell'Età moderna.Sigillo d’Ateneo
dell’Urbino. Centro di Studi Telesiani,
Bruniani e Campanelliani. “L' utilità dell'inutile” (Milano, Bompiani). Opere:
“La cabala dell'asino”, “Asinità e conoscenza in Bruno” (Teorie & oggetti,
Napoli, Liguori, Collana I fari, Milano, La Nave di Teseo); “La soglia dell'ombra -- Letteratura, filosofia
e pittura in Bruno” (Venezia, Marsilio); “Contro il Vangelo armato: Bruno, Ronsard
e la religione” (Milano, Cortina); “Teoria
della novella e teoria del riso” (Napoli, Liguori); “Tre corone per un re.
L'impresa di Enrico III e i suoi misteri” (Milano, Bompiani). Classici per la
vita. Una piccola biblioteca ideale, Collana Le onde, Milano, La Nave di Teseo,
Gli uomini non sono isole. I classici ci aiutano a vivere” (Milano, La Nave di
Teseo). Grice: “Some like Bruno, but I don’t – for one, he was a PRIEST before
he was burned – no philosopher *I* know is a priest. Being a priest, as A. J.
P. Kenny well knows, disqualifies you as a philosopher. Campanella was a priest
too, and I’m not sure about Telesio. I mention the three because while there is
a Keats-Shelley Association in Rome, only the Italians can think of ONE centro
di studi TELESIANI, BRUNIANI e CAMPANELLIANI – enough to have a triple split
personality!” Nuccio Ordine. Ordine. Keywords: Bruno, futilitarianism, riso,
risus significant laetiia animae – il sorriso di Macchiaveli, centro di studi
telesiani, divenne centro di studi telesiani, bruniani, e campanelliani! –
telesio not a priest!--. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Ordine: l’inutilita
dell’utilitarismo di Geremia Bentham” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51741075342/in/datetaken/
Grice ed Orestano – l’opzione eroica – filosofia
italiana – filosofia siciliana -- Luigi Speranza (Alia). Filosofo, self-described as a ‘Federalista
siciliano’ --. Grice: “There is something pompous about Italian philosophers
and their isms – Orestano’s ism is the superrealism!” Grice: “When I was invited to deliver my
lectures on the conception of value, I was hoping it was a first, but Orestano
had written two big volumes on it!” – Studia a Palermo. Insegna Palermo, Pavia,
e Roma. Collabora con Marinetti nella concezione del futurismo, e lavorando ad
alcune pubblicazioni comuni. E inoltre vicino alle idee politiche, collaborando
tra l'altro con “Gerarchia.” Invitato da Balbo nella Libia italiana, difende gli
ideali e gli intenti italiani in contrapposizione al nazionalismo. E eticista,
fenomenologo e promulgatore d'un'idea filosofica positivista che egli stesso
denomina “super-realismo.” Si ritira a vita privata nel su palazzo di Roma per
dedicarsi alla sua opera principale “Nuovi principi” (Milano, Bocca). Membro
dell’Accademia d'Italia e della Società filosofica italiana e dell’Istituto
Siciliano di Studi Politici ed Economici. Autore di noti aforismi, a lui sono
intitolate una via di Roma e una scuola di Palermo. Saggi: “Opera omnia”
(Padova, C. E. D. A. M.); “Comenio”, Roma, Biblioteca Pedagogica de “i Diritti
della scuola”, Angiulli, Roma, Biblioteca Pedagogica de “i Diritti della
scuola”, A proposito dei principi di pedagogia e didattica” (Città di Castello,
Alighieri);“Un'aristocrazia di popoli -- saggio di una valutazione
aristocratica delle nazionalità” (Milano, Treves); “Verità dimostrate, Napoli,
Rondinella); “Opera letteraria di Benedetta, Roma, Edizioni Futuriste di Poesia);
“Esame critico di Marinetti e del Futurismo” (Roma, Estratto dalla
"Rassegna Nazionale"); “Civiltà europea e civiltà americana” (Roma,
M. Danesi); “Nuove vedute logiche” (Milano, Bocca); “Il nuovo realismo”
(Milano, F.lli Bocca); “Verità dimostrate, Milano, Bocca); “Idea e concetto” (Milano,
Bocca, Celebrazioni I, Milano, Bocca Editori, Celebrazioni, 2, Padova, MILANI, “Filosofia
del diritto” (Milano, Bocca, Gravia levia, Milano, Bocca); “Saggi giuridici,
Milano, Bocca); “Verso la nuova Europa” (Milano, Bocca); Prolegomeni alla scienza del bene e
del male, Milano, Bocca); “Leonardo, Galilei, Tasso” (Milano, Bocca); “La conflagrazione
spirituale e altri saggi filosofici” (Milano, Bocca); “Pensieri, un libro per
tutti”; Studi di storia della filosofia”; “Kant”; “Rosmini-Serbatti”; “Nietzsche”;
Contributi vari, studi pedagogici, studi danteschi; Aligheri e saggi di
estetica e letteratura; conversazioni di varia filosofia; corsi, ricerche e conferenze,
studi sulla Sicilia, Filosofia della moda e questioni sociali, Dizionario Biografico degli Italiani, E. Guccione,
L'idea di Europa in Federalisti
siciliani tra XIX e XX secolo, A. R. S. Intergruppo Federalista Europeo,
Palermo, E. Guccione, Da un diario una nuova pagina di storia, in La politica tra storia e diritto, Scritti in
memoria di L. Gambino, G. Giunta” (Angeli, Milano); Dizionario Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Quando i vincitori scrivono la storia della
filosofia: il caso di F. Lamendola, Arianna, O. Castellana, Il rapport tra stato e Chiesa nel
pensiero politico, Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici. I valori
egoistici risultano espressi con le lettere T e e te1 Hay Ja, Un Un,, Tv Uy. Gli
valori altruistici sono espresso con le lettere: i. I valori neutrali sono
espresso colle lettere : Ym. Siccome non si propone di dare una teoria compiuta
dei fatti concomitanti di questo o quello valore, ma solo di ANALIZZARE tal unicasi
va speciali, così, quando adopera
i simboli senza l'indice soscritto, intende significare il valore egoistico –
con la lettere ‘e’ sottoittesa. Questi simboli possono esprimere questo o
quello BENE, ma anche questa o quella volizione a questo o quello BENE riferentisi.
Per indicare una volizione, si adopera il stesso segno *fra parentesi
quadratti*. Infine, si suppone, di regola ceteris paribus,che la circostanza
concomitante sia sempre una sola, la quale, insieme alla volizione, formi ciò
che chiamamo il “bi-nomio” della volizione. Se le circostanze sono più, allora
si forma un “poli-nomio” della volizione. La precedenza di una lettera in un binomio
o un polimonioindica il valore principale, sia desiderato o sia attuato. In che
modo i fatti concomitanti del valore sono connessi collo scopo della volizione?
Siccome ogni scopo di volizione è anche un oggetto di valutazione, la domanda
può formularsi così. Come i valori possono entrare in connessione tra loro? Si
noti però che la connessione deve stabilirsi prima del cominciamento della
volizione, giacchè questa volizione deve tenerne conto. Le co-esistenze casuali
restano naturalmente escluse. Tra lo scopo dellla volizione e l'oggetto della
valutazione concomitante possono correre varie relazioni. C’e una relazione
d’identità. Ciò che il artista o un
politico come Mussolini crea non soddisfa lui SOL tanto, apparirà sempre in
qualche modo come un BENEFICATORE di tutta una sfera di uomini – la nazione
italiana. C’e una relazione di CO-ESISTENZA di più qualità di una stessa cosa, o
anche di più cose. Per esempio, un tale VUOL comprare un piano che ha (+) un
bel tono. Ma il piano ha anche (-) una cattiva meccanica. O un cane da guardia
molto vigile (+), il quale però morde (-). O una macchina automobile che lavora
bene (+), ma che fa rumore e fumo (-) ,ecc. C’e un nesso causale, nelle sue due
forme: a) lo scopo è CAUSA di conseguenze valutabili. Il politico chi, per
esempio, promuove il movimento e l' industria dei forestieri, mira ad
arricchire la sua nazione (+), ma anche la de-moralizz (-). b) lo scopo non si può
raggiungere che come EFFETO di dati valori morali. Per esempio: un fabbricante
per . Ora torniamo alla domanda principale. In che modo il valore morale
di una valutazione dipende dai valori concomitanti, e,in caso di un simple bi-nomio
della volunta, dal valore concomitante? Abbiamo distinto quattro categorie di
valori, “g”, “T”, “u”, e “u”, le quali si applicano anche ai fatti
concomitanti. Però il caso u si può omettere, perchè non accadrà mai, CHE SI
VOGLIA UN PROPRIO NON-VALORE PER sè stesso. Rimangono così tre possibilità, le
quali, liberamente combinate, dànno *dodici* casi che costituiscono la tavola
dei valori. Per l'esame di questi casi bisogna pensare che ad un oggetto di
volizione si aggiungano gli altri come fatti concomitanti, e osservare le
variazioni di valore che questo intervento produce. La VOLIZIONE ‘POSITIVAMENTE
ALTRUISTICA’ (benevolenza e beneficenza) è data da una formula. Il momento più
importante è qui l'associazione della circostanza concomitante u, IL PROPRIO
DANNO. È evidente che l'aggiunta di questo secondo momento accresce il valore
di (i) e di tanto, quanto più grande sarà il sacrificio proprio. Indicando il
valore con “W” ,si avrà dunque: W(ru) > WV. Se invece si aggiunge “u”, IL
DANNO ALTRUI, sia dello stesso beneficato (quando il beneficio produce pure un MALE
al beneficato), sia di persone estranee al rapporto (quando per beneficare uno
si danneggia altri), allora il valore della volizione con questa circostanza
concomitante diventerà minore. E la formula sarà: W(ru) < W(r). Se la
circostanza concomitante è pure in favore del beneficato, allora la formula
sarà indubbiamente: guadagnare di più deve migliorare la condizione
materiale dei suoi operai. W (rr)> Wr. glianze. Invece
L’AGGIUNTA DEL VANTAGGIO PROPRIO AL BENE ALTRUI nè diminuisce, nè aumenta il valore.
La volizione egoistica è espressa dalla formula, la modificazione più grave qui
si ha, quando al caso si aggiunge la circostanza del MALE ALTRUI. Allora si avrà: W(gu)<W(9). Se
la circostanza concomitante è invece “r”, il valore della volizione egoistica
si eleva: W(gr) > W(g). Che poi alla volizione egoistica si aggiunga la
circostanza secon aria di un ALTRO PROPRIO VANTAGGIO (plusvalia) o anche di un
proprio danno, non modifica il valore di (g). Si avranno quindi le due egua W
(99)= W (g)= 0 W(gu)= W(9)=0. Così pure si aumenta il non-valore, se oltre al
danno principale si aggiungono altri danni. Epperò: W (UU)< W (U). Per
quanto il caso sia inusitato, si può prevedere anche, che al male altrui si
associ una qualche conseguenza buona, indiretta, W (rg)= Wr. La volizione
altruistica negativa o anti-altruistica è espressa con una formula. Se per
attuare il danno altrui, si fa anche il danno proprio u, questa circostanza
aggrava il male e aumenta il non-valore: W (uu) < W (u). W(UY) > W(u).
Il fatto concomitante della propria utilità non aggiunge nè toglie al valore
della volizione principale anti-altruistica. Si avrà quindi l'eguaglianza: W
(ug)= W u. La somma dei risultati ottenuti si può disporre in un Quadro. W(rr) >
W(v)? W(gr )> W(g)? W(ur)> W (U)? W(yg)=W(r) W(99)=W(g)=0 W(ug)=W(U)
W(ru)<W(Y) W(gu)<W(g) W(UU)<WU) W(ru)>W(V) W(gu)=W(g)=0 W(uu)<W(U).
Da questo quadro si rileva che le circostanze concomitanti con segno negativo
non sono più feconde di effetti di quelle con segno positivo. Di queste ultime,
“g” non modifica nulla, e “r” non dà risultati sicuri, come indica il punto interrogativo.
L'influenza dei fatti concomitanti si può dunque riassumere così. Agisce
aumentando debolmente il valore. ‘g’ non modifica nulla. ‘u’ diminuisce
grandemente il valore. ‘u’ opera secondo lo scopo della volizione -- ora
aumentando, ora diminuendo e ora non-modificando il valore. Si è già detto che
sarebbe uni-laterale il voler giudicare del valore morale di una volizione
dallo scopo ;che però, in quanto lo scopo prende parte alla determinazione del
valore, l'altruismo positivo è buono, L’EGOISMO è INDIFFERENTE. L’altruismo NEGATIVO
(malevolenza e maleficenza) è cattivo. Ora è importante constatare, che il
senso in cui i tre momenti valutativi operano sui fatti concomitanti è
completamente lo stesso La validità della tavola dei valori, dianzi
tracciata, ma pure prevista. Allora il non-valore si ridurrà, nel modo
indicato dalla in-eguaglianza: subisce variazioni, se cambia la qualità della
volizione? Itendendo per qualità la differenza tra appetizione e repulsione, che
però non deve equipararsi a una contra-posizione logica tra affermazione e
negazione, i cui termini si escludano a vicenda, ma considerarsi come una
doppia possibilità psicologica, di cui l'una abbia altret tanta realtà
indipendente, quanto l'altra. Un'analisi della NOLIZIONE mostra, che esse si
comportano egualmente come la volizione, solo che si applicano di regola ai
valori “T”, “u” ed “u”, RITTENENDOSI ASSURDO (IRRAZIONALE) IL NON VOLVERE IL
PROPRIO VANTAGGIO ‘g’. Indicando le nolizioni con (T) (ū) (T) = (non- T) = (U)
(U = (non-- U) = ( ) (ū)=(non u) = (g). Lo stato subbiettivo di rappresentazioni
ed i predisposizioni anteriore alla volizione è indicato con il concetto di
“Progetto”. E siccome in questo stato abbiamo supposta anche la cognizione
delle circostanze concomitanti valutabili, così al binomio della volizione o al
polinomio della volizione corrisponde un binomio o un polinomio del progetto.
Per indicare questi stati si adopera gli stessi simboli *senza la parentesi
quadratti*. Osservando le volizioni in rapporto agli stati predisposizionali, l'analisi
delle valutazioni dei fatti concomitanti può rendersi più esatta. (ū) si possono
fare le seguenti sostituzioni, che aiutano a trovare il corrispondente valore
nella tavola relativa alle volizioni. Si ponga, per esempio, un bi-nomio
iniziale della volizione “uu”, che esprima il mio desiderio di far male, al
momento opportuno, a una persona, ma che non mi sia possible evitare, ciò
facendo, conseguenze dannose pe rme,u. Se ildesiderio di non danneggiarmi prevale,
allora non si avrà più il binomio (uu), ma l'altro (ūr), il quale dice che la
volizione è risultata nel senso di non volere il male proprio, pur ammettendo
che questa volizione abbia per circostanza concomitante y, cioè il bene altrui.
In forma positiva la volizione finale sarà (gr). E così da una situazione
iniziale negativa “vu” si riesce nella opposta gr (1). Questi sono i co-ordinati
fra loro due bi-nomi di progetti, dai quali procedano due volizioni formalmente
concordanti. Anche i due bi-nomi di queste volizioni saranno coordinati fra
loro. Essaminemo la coppia dei due binomi yu-gu, dei binomi, cioè, che hanno la
maggiore importanza pratica. Il primo bi-nomio esprime l'altrui bene col
proprio danno. Il secondo bi-nomio esprime il bene proprio col danno altrui.
Nel primo rientrano, nel senso o grado *massimale*, tutte le occasioni in cui
si può affermare la grandezza morale di un uomo (magnanimita). Nel senso o
grado minimale, i casi della più comune fedeltà al proprio dovere (to do one’s
duty). La sezione di linea dei valori morali che comprende il MERITORIO e IL
CORRETTO è tutta espressa da questo bi-nomio del Progetto. Laddove la sezione
che va dal punto d'INDIFFERENZA al TOLLERABILE e al RIPROVEVOLE corrisponde
alla negazione di questo binomio del progretto. Nel binomio “gu” sono espressi
tutti i casi che vanno dal più SANO EGOISMO alle negazioni più delittuose
dell'altruismo. Reciprocamente, la rinunzia a siffatte volizioni va dal
semplicemente dove ROSO ALL’EROICO. Le volizioni che procedono da questi due bi-nomi
comprendono adunque tutte le quattro classi di valori, caratterizzati in
principio. I due bi-nomi anzidetti suppongono un CONFLITTO (non coooperazione) fra
l'interesse proprio e l'interesse altrui. È evidente che dalla grandezza di questi
interessi, dalla portata di “g” e di “Y”, dipende il valore morale della
valutazione. I momenti “u” e “u” s'intendono compresi nella negazione di “g” e “y”.
Intanto è certo che il VALORE EGOISTICO in cui “g” è congiunto con “u” , “W(gu)”,
si trova sempre al di sotto del zero della scala, ed ha segno negativo. Mentre
il valore altruistico in cui è congiunto con “u”, “W(ru)”, si trova al di sopra
del zero ed ha segno positivo. Ciò posto, la funzione valutativa tra i
termini dei due binomi dei pogretti si può scoprire agevolmente con una
semplice osservazione. Sacrificare un piccolo interesse proprio a un grande
interesse altrui ha un VALORE POSITIVO MINORE che il sacrificare a un piccolo
interesse altrui un grande interesse proprio. D'altra parte chi non pospone a
un grande interesse altrui un piccolo interesse proprio produce un non-valore
morale più basso, che non colui il quale per una utilità propria rilevante non
tien conto di utilità altrui tras curabili. Questo abbozzo di una LEGGE del
valore si può esprimere nelle formule, nelle quali “C” e “C'” indicano le
costanti proporzionali sconosciute, condizionate dalla qualità delle due unità “g”
e “r”. Nell'applicazione di queste due formule all'esperienza si rendono
necessarie talune modificazioni. Se poniamo I valori “r” o “g” eguali ai limiti
0 e 0 ,allora i calcoli diventano molto esatti. Per g per g. L’ESPERIENZA NON è
però SEMPRE D’ACCORDO CON QUESTE FORMULE. Ognuno ammetterà che l'adoperarsi nell'interesse
altrui si accosti l punto morale d’INDIFFERENZA, quanto più grande è
quest'inteesse; e che il trascurarlo divenga nella stessa misura RIPROVEVOLE, “u”
pposto costante e limitato l'interesse proprio da sacrificare. È F , 1
W(ru) = Cg -0 Y Y g W (gu) = - C per r = 00 per r = 0 lim W (ru) = 0, lim W(ru)=
0, lim W (ru)= 0 , , limW(ru)= 0, lim W (gu) = - 0 0 limW (gu)= 0 lim W (gu)= 0
lim W (gu)= – 00. pure evidente, che
la trascuranza di un interesse altrui diviene tanto più INDIFFERENTE quanto più
IRRILEVANTE è questo interesse. Epperò non si ammetterà da tutti, che il valore
dell'altruismo di venga allora infinito, come nella seconda formula. Osservando
però bene, questi casi non rientrano nel campo della morale. Si contrasterà
pure che il valore del sacrificio di un bene proprio per l'altrui, cresca colla
grandezza del bene sacrificato (formula terza). Ma l'esperienza prova che
l'esitazione al sacrificio si fa maggiore quanto più grande è il bene cui si
sta per rinunziare. Invece è da riconoscersi che non è esatta la quarta formula.
Non si può negare ogni valore al bene che si fa ad altri, solo perchè NON si
determina un CONFLITTO con un bene proprio. Le formule anzidette si debbono
mitigare nella loro assolutezza, perchè si accostino di più alla realtà. Per
far ciò, basta attenuare il valore di “g”, il che si può ottenere aggiungendo a
“g” ogni volta una costante “c” o “c '”. Queste formule non modificano i limiti
funzionali dianzi ottenuti, ponendo r = 00, T = 0 0 g = 00. Cambia bensì la
formula del quarto limite. Se g= 0: lim W (ru) = C , lim W (gu) = - ' Sin qui
abbiamo considerato l'una variabile IN-DIPENDENTE dall'altra. Che avverrà però,
se le variazioni si compiranno in entrambe le variabili congiuntamente,
supponendo che “r” e “g” rimangano uguali fra loro per grandezza di valore?
Sostituendo a “g” il simbolo “r”, le formule diverranno altri. Si avranno così
le formule. T r W (ru) = 0 9 + c g +di e
Y W(gu)= W(gu)=-C' ito Y W(ru)= C y- to' . Da questo risulta che il non-valore
deve crescere e diminuire nello stesso senso o grado limite di “r” e “g”, e il
valore in senso o grado di limite contrario. Consultando l'esperienza, si può
riscontrare agevolmente che un oggetto, per esempio un dono, abbia lo stesso
valore per chi lo dà e per chi lo riceve. Ora si domanda, regalare di più avrà
un valore più alto o più basso del regalare di meno? Senza dubbio più alto. E
se si contrapponga vita a vita, CHI SACRIFICHI LA PROPRIA VITA per conservare
quella di un altro, suscita di fatto grande ammirazione. QUESTO è però IL
CONTRARIO DI ciò che quelle formule esprimono. O “c” corre adunque correggere
le formule e per far ciò introducemo un esponente di “g”, più grande
dell'unità, e lo indicamo colle lettere “k” e “k'”. Le due formule diverranno
così, rimettendo “y” al posto di “r”. Sicchè si avranno i seguenti limiti. A questo
punto, il concetto di limite non hanno più bisogno di alcun'altra correzione. Per
semplicità di espressione ponendo C= 1ek =2, la formula del binomio divienne W(gu)=
T. È questa una formula a discuttere. . g2+1 ghto Y gkilt o W(gu)= W (ru)= C
per r= 9 perr= g= 0 T g2+1 W (ru)= e Y e
limW(ru)=00 lim W(gu) = 0 limW(ru)=0 limW(gv)=0. Preliminarmente non si ne
ricava alcune conseguenze. Ogni pr getto offre a colui, che dovrà reagire con
una volizione,l a doppia possibilità di fare o di tralasciare. Le due volizioni
staranno, secondo la formula principale or ora ricavata, in un
rapporto di RECIPROCITà negativa, per ciò che ri guarda il loro valore morale.
In secondo luogo, siccome una volizione di grande valore (positivo o negativo)
o e MERITORIA O RIPROVEVOLE. Quella volizione di piccolo valore o e CORRETTA o
TOLLERABILE, così potrà dirsi in generale che quanto PIù DISTANTI sono il NUMERATORE
E IL DE-NOMINATORE della formula in una scala ordinale (1, 2, 3, … n), tanto
più il valore della volizione e indicato dalle parti estreme superiore o
inferiore della linea dei valori. Quanto più vicini o meno distanti sono invece
quei numeri, tanto più l'indice del valore cadde verso il punto di mezzo di
detta linea. La formula si applica inoltre anche ai casi di una volizione I cui
scopo non siano accompagnati da circostanze concomitanti. Basta ridurla. W(9)=0(1).
UU. Mentre la prima coppia esprime il caso di CONFLITTO D’INTERESSI, la
caratteristica della seconda formula è la CONCOORDANZA O INTERSEZZIONE O
COOPERAZIONE O CONDIVIZIONE gl'interessi propri con gli altrui, positive, o,
come nella guerra o il duello, negativi. Se il progetto offre l'occasione di congiungere
con la mia utilità l'altrui, o se mi rappresenta un pericolo altrui nel quale
scorgo un pericolo mio, la volizione corrispondente e espressa con (gr). V'è
però anche la rappresentazione del desiderio di un male altrui, cui si associa
anche la previsione di un danno proprio. La corrispondente volizione e espressa
con “(uu)”. Il conflitto qui non esiste fra “g” e “y”, ma fra “g” e”v”, cio è fra
“g” e -Y Questa riflessione ci fa subito applicare al caso attuale la formula
principale del primo binomio. Così, go+1 Y. W(uu)= W (Y)= >. Passamo ora ad esaminare un'altra coppia di
binomi: gr g+1 1 T (go+ 1)r.
Mantenendo anche in questo caso il principio della RECIPROCITà negativa dei due
binomi di progetto, l'altro binomio diverrà epperò la seconda formula
principale così ottenuta e (1): W(uu)= -(g2+ 1)r. Le costanze rilevate in
queste formule dimostrano sufficientemente che il valore morale è in relazione
tanto con lo scopo principale della volizione quanto con i fatti valutabili
concomitanti, com’era di sperare! Recenti studi sui valori morali in Italia. TAROZZI
comunica al congresso di psicologia (Roma) un programma di etica scientifica,
sotto il titolo: Sulla possibilità di un fondamento psico logico del valore
etico. " I risultati dell'indagine psicologica sono capaci di assumere
importanza di fondamento e di criterio nella determinazione del valore etico
delle azioni umane e nell'apprezzamento etico degli individuiumani?.. Questo il
problema.Tarozzi crede possibile una risposta afferma tiva,enedàleragioni. Il
valore etico è il risultato di un apprezzamento morale.L'ap prezzamento morale
è funzione della coscienza morale, che si forma in noi storicamente e
psicologicamente. E siccome lo studio della for mazione storica si risolve pure
in un'indagine psicologica,cosìla vera sede della dimostrazione del valore
etico è la psicologia. A ciò non si può opporre, che il valore etico dipenda
diretta mente dal fine etico, e che questo per l'assolutezza sua (o teolo gica
o categorica) sia indipendente dalla causalità psicologica e
antropologica.Giacchè,anche ammessa questa indipendenza del fine etico, nulla vieta
che essa riceva una interpretazione psicolo gica e antropologica. Si può cioè
voler sapere come sia possibile nella realtà (umana) il fine etico, e ciò
conduce anche a interpretare la relazione dei valori etici con quei fini, e a
trovare il criterio per la valutazione morale degl’individui umani. Fra il
principio assoluto e l'atto concreto,più ancora fra quel principio e
l'individuo,intercorre la eterogeneità più radicale;per giudicare quindi se
l'atto compiuto o da compiersi stia in un giusto rapporto col principio,è
necessaria una interpretazione psicologica. Senza questa interpretazione la
valutazione etica alla stregua dei principi assoluti non può farsi. Ove poi si
abbia un concetto non teologico,nè categorico del fine etico, la psicologia può
darne non solo l'interpretazione, m a anche, coll'aiuto dei dati
dell'antropologia e della sociologia,una vera e propria dimostrazione. L'ufficio
della psicologia nella dimostrazione del fine etico è anzi assai più rilevante,
perchè da questa dimo strazione dipende : 1° se il principio sia ammissibile
oppur no ; 2° quale valore etico abbiano le azioni e gl'individui in base al
principio dimostrato. Ma non a questo si ferma l'ufficio dellapsicologia nella morale.
Volendo fondare un'etica, umanistica nelle sue basi,e umanitaria nelle sue
norme, un'etica cioè rispondente alla " concezione di un significato
morale della vita umana,la coscienza del quale giusti fichi, non in senso di
fine, m a in senso di fondamento, i particolari propositi delle volizioni umane
», la psicologia porterebbe i più decisivi elementi a una tale concezione della
umanità. La psico logia è scienza sovrana nell'àmbito dell'etica umanistica ;
senza di essa è impossibile la ricerca di un significato morale della vita, che
assuma valore di fine dopo essere stato fondamento e criterio, e risponda alle
tendenze onde la moralità positiva si svolge nella storia dell'umanità. Oltre a
questo contributo diretto della psicologia all'etica, vi sono gl'indiretti,
consistenti nella difesa,che solo la psicologia può fare contro lo scetticismo
morale.La legittimità di una valutazione etica, che abbia forza di per sè, si
suole negare da chi crede che il bene e il male siano risultato di convenzioni
sociali più o meno inveterate, mutabili secondo i vari tempi e ibisogni,e non
rispondenti a una costante necessità della vita e della natura umana. Per
riparare dallo scetticismo si è ricorso o all'utilitarismo o alla
metafisica.Ora,allo scetticismo e anche ai suoi falsi rimedi (l'uti litarismo e
la metafisica) non può opporsi efficacemente che la ricerca psicologica. Essa
sola, riuscendo a determinare positiva mente le concezioni fondamentali del
valore morale, porge argo menti di difesa sia contro la negazione di un
fondamento reale e necessario del valore etico, sia contro le affermazioni
erronee od arbitrarie di esso (1). Un esempio importantissimo dà ilTarozzi
dell'ufficio della psi cologia nell'etica,accennando ai problemi concernenti la
ricerca dei fondamenti psicologici della solidarietà o dei fondamenti naturali
di essa, come li chiamava Genovesi, opportunamente ricordato dall'autore.
Questo esame particolareggiato comprende la crudeltà e le sue varie forme, la
simpatia,così in generale,come nelle sue due manifestazioni principali, gli
atti di cortesia e di protezione. Le dispute sulla natura umana,così conclude
il Tarozzi,atten dono la loro decisione non dagli argomenti del razionalismo,ma
dai fatti che la psicologia può rivelare e valutare. Quando fosse dato di
stabilire, che non è generale nell'uomo l'avversionealpotente,ma
“allenatureavare,fredde,crudeli., quando si potesse esplorare in un àmbito
sempre più vasto l'esten sione dei fatti e degl'istinti della simpatia,sì da
rendere legittimo il costituire con essi il concetto dell'umanità,questa
umanità sarebbe ilfondamento diuna morale immanente,estranea,benchènonop posta,
all'utilitarismo. Quando si potesse attribuire positivamente, cioè
psicologicamente e antropologicamente, un valore definitivo al rapporto di
solidarietà, e stabilire che esso risponde a un istinto originario,valido per
se stesso,e non per l'esperienza della sua utilità,sarebbe tolta
all'utilitarismo quella base consistente nella proposizione universale, che
l'uomo agisce per il suo utile.Ne c'è da temere che i dubbî della ricerca
psicologica si riflettano nella morale, perchè i risultati che la psicologia ci
potrà offrire non avranno valore di modificazione del contenuto normativo
della morale,ma bensì tenderebbero a modificare il carattere formale di
essa, come dottrina del dorer essere e come scienza. La norma Al Congresso medesimo
G. Calò presenta una comunicazione intorno alla Interpretazione psicologica dei
concetti etici Il Calderoni ritiene che l'assenza della ricerca e della
sufficiente analisi di quello ch'è il fatto ultimo e irriducibile su cui poggia
tutta la vita morale, il giudizio etico , ha impedito il costituirsi dell'etica
come scienza. Molto ha anche nociuto “ la nessuna, o quasi, distinzione che si
è fatta tra il giudizio etico e il giudizio teoretico o conoscitivo , La morale
deve invece ricercare come ogni altra scienza, dei fatti ultimi, elementari,
irriducibili su cui fondare l'edificio autonomo delle proprie investigazioni , L'elemento
irriducibile, la realtà ultima,da cui deve prendere le mosse ogni dottrina
morale, è un fatto psicologico,un sentimento, non uccidere per
esempio,apparterrà sempre al contenuto normativo della morale, qualunque
conclusione possa trarre la psicologia intorno agl'istinti di pugnacità e di
ferocia. Ma se le conclusioni intorno al fondamento umano delle tendenze alla
soli darietà e alla simpatia saranno negative,l'etica sarà un sistema
dottrinale, la cui imposizione presenterà i caratteri della acciden talità e
della fluttuazione dei fatti sociali, oppure i caratteri tra scendentali
metafisici o religiosi; e perciò la valutazione etica sarà una gradazione
fondata su altra base, non su quella della realtà effettiva dei fatti umani ,.
Se invece “ quelle conclusioni saranno positive,l'etica,assumendole come sue proprie,
avràafondamento il significato psicologico e antropologico dell'umanità morale
e potrà scientementestabilirei valori umani in relazione cone sso Infine il TAOROZZI
riassume il suo credo in queste parole, che tutto si debba attendere dalla
scienza, e che essa sola possa spiegare un giorno perchè abbiano universale
valore massime conversazionali come queste: Non uccidere u ‘non mentire,’ “Ama il
tuo prossimo. il sentimento di valore. Ogni qual volta noi giudichiamo del va
lore morale d'un sentimento, d'un'azione, d'una determinazione volitiva, tale
giudizio si presenta alla nostra coscienza con un sentimento particolare di
approvazione o di disapprovazione.L'esame retrospettivo ci dice, che quel
giudizio non risulta da un meccanico sovrapporsi dei concetti del soggetto e
del predicato (buono, giusto, ecc.), dal paragone delle loro estensioni e
connotazioni ri spettive, dalla rivelazione pura e semplice del loro rapporto :
ciò che interviene, e ciò che più importa, è il sentimento di approva zione o
di disapprovazione, di adesione o di ripugnanza. Qui si presenta un problema
fondamentale. Trattasi di vedere se il sentimento di approvazione o di
disapprovazione accompagni semplicemente, come effetto o come carattere, la
rivelazione del rapporto in cui l'obbietto considerato è con quel predicato ; o
se quel sentimento appunto renda possibile la costituzione del predi cato e
quindi, mercè la capacità di riferimento propria della ragione, l'enunciazione
del rapporto. Questo problema non può essere risoluto senza una analisi com
parativa del giudizio conoscitivo e del giudizio valutativo.E que st'analisi
mostra appunto che, mentre nella funzione conoscitiva il sentimento è un
sopraggiunto, nella funzione valutatrice è,al con trario, costitutivo del
rapporto. Conoscere è constatare,attingere ciò che è;mentre nel valutare,
l'atteggiamento dello spirito non è di chi constata,ma di chi reagisce;non di
chi afferma e riconosce l'essere,ma di chi vi aggiunge qualcosa risultante da
ciò che in lui non corrisponde,ma risponde alla realtà conosciuta: è
l'atteggiamento non di chi afferma o nega, ma di chi si sovrappone alla realtà,
o che le assenta o che le si ribelli, sia che lodi, sia che condanni , (1). Mentre
per il teoretico il sentimento è un accessorio trascura bile, per il moralista
esso è la vera realtà etica, poichè il senti mento " serve a
caratterizzare qualsiasi obbietto di giudizio etico: in ultima analisi, ogni
giudizio etico si riduce ad approvazione o disapprovazione d'un sentimento,
d'un istinto, d'una volizione, d'un'azione ; ora l'approvazione e la
disapprovazione non sono che due speciali sentimenti,due forme diverse
d’uno stesso sentimento, ilsentimento del valore.Ilgiudizio etico,dunque,intanto
è pos sibile in quanto si compie una sintesi fra l'obbietto conosciuto e la
ragione valutativa ch'esso suscita in noi:è,insomma,questa stessa reazione che
costituisce tutto quanto noi diciamo di quel fatto qualsiasi ch'è assunto come
soggetto del giudizio. Si direbbe che quel fatto tanto ha di realtà etica
quanto e come vive nel senti mento valutativo „. Questo poi " varia e
quasi si determina e si atteggia diversamente secondo gli obbietti a cui si
riferisce, e di venta volta a volta sentimento del giusto, del buono, del
santo, dell'eroico o dei loro contrari, di rimorso o di autosodisfazione, di
rimpicciolimento o di stima di se stessi,di pace dell'anima,ecc.; di modo che
può dirsi che ognuna di queste determinazioni del sentimento di approvazione e
di disapprovazione ha una sua indi vidualità e che l'analisi di esse ci dà
l'analisi di tutta la coscienza morale , (1). Il sentimento del valore,come
fatto fondamentale della coscienza etica, si pone a norma della realtà
interiore e dispone gerarchi camente i vari istinti e le varie tendenze.
Un'altra sua proprietà è anche quella di avvertire ogni atto che rappresenti un
non-valore come un'intima contradizione,il che dà luogo al sentimento
particolare dell'obbligazione. Il sentimento del valore è dunque di sua natura
tale da assu mere, di fronte al resto della realtà psichica,un'attitudine
speciale e da contrapporre all'esistenza di fatto un'esistenza di diritto.Esso
si distingue profondamente dal piacere e dal dolore,perchè questi sono stati
subbiettivi interessanti semplicemente l'individualità del soggetto,mentre
ilsentimento del valore è obbiettivo anche rispetto alla individualità del
soggetto che giudica.Il sentimento del valore oltrepassa la sfera della mia
utilità o del mio benessere indivi duale; sonoiochesento,manonperme.Altrocarattere
diffe renziale è questo, che nei sentimenti di piacere e dolore lo stato
subbiettivo è confuso con l'oggetto della rappresentazione,mentre nel
sentimento del valore, l'oggetto è nettamente distinto dall'atto valutativo e
può essere rappresentato come obbietto di conoscenza teorica. Ciò ch'è
piacevole e spiacevole non esiste che nel sentimento e per il sentimento,mentre
ciò ch'è valutato è chiaramente rappresentato di fronte all'atto giudicativo, è
insomma conosciuto. Non si può valutare se non ciò ch'è ben noto, tanto è vero
che la valutazione si presenta spessissimo sotto forma di preferenza e il
valore viene appreso comparativamente ad altri come plus-valore o come minus
valore. Sebbene il giudizio di valore abbia il suo punto di partenza nel
sentimento,esso non esclude,anzi richiede necessariamente l'inter vento della
funzione conoscitiva, la quale prepari il terreno su cui possa esercitarsi la
funzione apprezzativa.La grande varietà dei giudizi morali osservabile fra
individui diversi dipende appunto dal diverso modo come sono appresi e
considerati gli obbietti,dai diversi elementi che ci pone in luce la funzione
conoscitiva (1). Così, mentre l'analisi del processo della valutazione etica è
com pito della psicologia morale,gli obbietti a cui le nostre valutazioni
morali si riferiscono non possono esser tratti analiticamente dalla natura
stessa dei nostri sentimenti di valore. Essi possono essere determinati in
parte in base alla considerazione di rapporti for mali della volontà, in parte
in base all'esperienza storica e sociale, quale è studiata dall'etica storica
comparativa (2). 200. - Mario Calderoni, nelle sue Disarmonie economiche e
disarmonie morali, si è recentemente proposto di porre in rilievo talune
concordanze fra le leggi economiche del valore e della ren dita e le
valutazioni morali sociali. In tal modo egli crede che l'economia politica
possa apportare un contributo positivo alla scienza della morale e aiutarne il
definitivo costituirsi. “ La vita morale può considerarsi, così il Calderoni,
come un vasto mercato, dove determinate richieste vengono fatte da taluni
uomini o dalla maggioranza degli uomini agli altri,iquali oppon gono a queste
richieste una resistenza, secondo icasi,maggiore o minore, e richiedono alla
loro volta incitamenti, stimoli, premi e compensi di natura determinata.Questi
stimoli o incitamenti prendono la forma sociale di approvazione e di biasimo,
di lodi, di gloria, di premio e punizione. Premesse alcune nozioni intorno alla
legge dell'utilità marginale e alla formazione della rendita, non soltanto fondiaria,
ma anche, in generale, del consumatore e del produttore, Calderoni accenna più
particolarmente a due specie di disarmonie economiche che si verificano nei
fenomeni di rendita. La prima è conseguenza del principio che,data la unicità
del prezzo in un mercato, il compra tore e il venditore realizzano un
vantaggio, rappresentato dalla differenza tra ciò che sarebbe bastato a indurli
a comprare o a vendere la singola dose in questione, e ciò che, per effetto del
mercato, vengono a ricevere. Ora, se i prezzi sono proporzionali ai costi
marginali delle merci,essi non sono proporzionali ai costi di tutte quelle dosi
che non sono al margine. Tutti coloro che si trovano più o meno lontani dal “
margine di produzione o di I mezzi di produzione si trovano infatti in quantità
limitata e variano grandemente per qualità ed efficacia, sicchè la produzione
si compie in condizioni differentissime da diversi individui,e l'au mento di
produzione fatto con mezzi più costosi,mette quelli che impiegano i mezzi più
facili in una posizione privilegiata,ch'è poi quella da cui la rendita deriva.
Queste e altre considerazioni mostrano, che il fenomeno della rendita non si
può correggere mai assolutamente, e che dà luogo a vere e proprie disarmonie
economiche (2). La seconda specie è descritta dal Calderoni così:Supponiamo che
sia raggiunta in un modo qualsiasi l'abolizione dei più stri denti ed evidenti
fenomeni di rendita. In tal caso tutti iprodut consumo si trovano a
fruire di un prezzo,che basta soltanto a rimunerare quegli individui, i quali
cesserebbero dal produrre se il prezzo ribassasse;e godono perciò di un
vantaggio differenziale, o rendita, più o meno grande. Nè è possibile la
correzione automa tica del fenomeno della rendita,mediante aumento di
produzione da parte di quelli che guadagnano di più, e conseguente ribasso di
prezzi,perchè non sta ad arbitrio dei produttori di ottenere in quantità
indefinita le merci in quistione. tori riceverebbero retribuzioni equivalenti,
per ciascun loro pro dotto,a ciò che è necessario e sufficiente per indurli
alla loro produzione. E nondimeno non si potrebbe ancora affermare che
all'eguaglianza di retribuzione per i produttori dei diversi prodotti
corrisponda una intima ed effettiva eguaglianza nei sacrifizi o nel lavoro che
il prodotto costa a ciascuno.La misurazione di questo rapporto implicherebbe la
conoscenza dei bisogni e dei desideri più intensi, dei sacrifizi più gravi per
ciascun individuo e porterebbe a risultati assai diversi.Dal fatto che due
individui sono disposti a dar la medesima somma per una merce o a contentarsi
di una data somma per un servigio, nulla può dedursi intorno alla in tensità
del desiderio che hanno o del sacrificio che fanno : come dal fatto che due individuisi
scambiano una merce, non puòde dursi che chi la cede la desideri meno di chi
l'acquista. Dal persistere di queste differenze è condizionata un'altra serie
di disarmonie economiche più sottili e più intime e per loro na tura irriducibili,perchè
persisterebbero anche quando si riuscisse a stabilire rapporti equivalenti o
eguali sul mercato. Dopo questi cenni Calderoni passa a rilevare le analogie
tra fatti economici e fatti morali, le quali renderebbero,a suo giudizio,
possibile una concezione economica della morale. Anzitutto, non meno in morale
che in economia, ciò di cui effettivamente si giudica è, non il valore
complessivo o generale degli atti e delle attitudini, di cui s'invoca
l'adempimento o l'osservanza; ma il loro valore marginale e comparativo, valore
atto a variare e col numero di questi atti effettivamente compiuto dagli
uomini,e col numero altresì di quegli altri atti, cui si rinuncia per compierli
Vi è nella vita una gran quantità di
atti ed attitudini,che puressendodiunaincontestabile utilità»,puressendoessen
ziali alla conservazione ed al benessere della convivenza umana, non entrano
nell'ambito di ciò che noi chiamiamo la morale. Perchè? Con ciò Calderoni
vuole opporsi a tutta quanta la tradizione intuizionistica e kantiana in
filosofia morale. Gli atti morali non hanno alcun valore assoluto, ma un valore
esclusiva mente marginale e comparativo. Perchè nonostante la loro
desiderabilità astratta,nonostante i van taggi totali che la società ritrae dal
loro adempimento, vantaggi certamente assai maggiori,nel loro complesso,a
quelli degli atti che la morale esalta; essi sono tuttavia atti di cui non è
deside rabile un ulteriore aumento, la cui desiderabilità “ marginale com
parata, in altre parole è zero o addirittura negativa. Gli atti prodotti
dall'istinto personale di conservazione o da quello della riproduzione della
specie non sono considerati virtuosi,perchè,ben lungi dal richiedere u n
incitamento, essi richiedono freni, gli uomini essendo piuttosto proclivi ad
eccedere che a difettare in essi, e a sacrificar loro l'adempimento di altre
funzioni che sono marginalmente o comparativamente . più desiderabili , Le
nostre tavole di valori contengono tutte quelle cose, per ottenere un au mento
delle quali,in noi stessi o negli altri,siamo disposti a de terminati
sacrifici; ma non già tutte le cose che possono apparirci desiderabili. Col
crescere delle azioni virtuose esse tendono a diminuire di valore, come
analogamente il diminuire delle azioni viziose tende a render meno disposti a
far dei sacrifici per dimi nuirle ulteriormente; ond'è sempre concepibile un
limite, natural mente molto diverso,secondo i casi,oltre al quale il vizio, di
verrebbe una vizio, vviene infatti per la domanda e per l'offerta etica lo
stesso che per la domanda el'offerta economica. In una società di complet ialtruisti
avrebbe pregio l'egoista. L'ALTRUISMO è una virtù il cui valore è strettamente
connesso colla presenza di egoisti o almeno di non altruisti nella società. Queste
considerazioni confuterebbero la legge morale di Kant, che prescrive di seguire
massime capaci di divenire universali. “ N e s suna virtù e nessun dovere
resisterebbe ad un esame fatto rigo rosamente in base a questo criterio.Molte
azioni sono per noi un dovere,appunto perchè gli altri uomini non le fanno e
rimangono tali a condizione che non siano troppi gli uomini capaci e volonte rosi
di imitarle... Come in una barca sopraccarica,l'opportunità di sedersi da una
parte o dall'altra dipende strettamente dal nu e la un virtù,
virtù, mero di persone sedute dalla parte opposta: se qui fosse
seguito un imperativo kantiano qualsiasi, il capovolgimento della barca
porrebbe tosto fine ai consigli del pilota e alle buone volontà dei
passeggieri, Si può credere che si possa ovviare a questi errori particola
reggiando quanto più è possibile i precetti e le sanzioni, individua lizzandole
in grado estremo.M a alla stessa maniera che in un mercato
nonsipuòvariareilprezzosecondogliavventori,cosìalla legge d'indifferenza del
mercato , corrisponde una legge d'indifferenza morale, per cui sono stabilite
regole comuni non troppo discutibili e sanzioni precise, non atte troppo a
variare e applicabili alla media dei casi. La necessità di dare precetti e
sanzioni generali dà luogo a fe nomeni analoghi ai fenomeni di rendita. Alla
generalità e rigidità della legge morale farà contrasto la varietà delle condizioni
indi viduali, per le quali si verificheranno vantaggi e svantaggi diffe
renziali da individui a individui. Il dovere per ciascuno sarà di fare, non già
quello che nel suo caso è il meglio o l'ottimo,ma ciò che in media è meglio che
gli uomini facciano di più,di quanto ora non facciano; non agendo così egli si
attirerà una sanzione, che nel suo caso, potrà anche talvolta essere “
immeritata Le pene e i premi hanno un costo marginale che cresce col cre scere
della loro severità e grandezza,e colla loro estensione; mentre colla loro
estensione diminuisce la loro efficacia marginale : la gloria e l'onore, come
l'infamia, diminuiscono rapidamente di efficacia quanto maggiore è il numero
degl'individui che ne frui scono o soffrono. Così alcuni si troveranno a godere
di lode o gloria molto superiore al loro “ merito , individuale, per avere
compiuto azioni, poniamo, talmente conformi al loro carattere che sarebbe
piuttosto stato necessario " punirli , se si fosse voluto di Ciò premesso,
il Calderoni trova le analogie fra le disarmonie economiche e morali.
stoglierli dal farle. Altri subiranno invece biasimo o infamia di gran lunga
sproporzionata alla loro colpa Se poi i precetti e le sanzioni fossero più
particolareggiate e commisurate a ciò che è necessario e sufficiente per
indurre ciascuno al ben fare, rimarrebbe ancora una gran diversità nelle
condizioni individuali, delle quali non si potrebbe tener conto senza diminuire
l'efficacia dei precetti e delle sanzioni medesime.E questo dà luogo all'altra
specie di disarmonie morali analoghe a quelle che persi sterebbero nel campo
economico,se si correggesse la legge d'indif terenza del mercato. Queste
disarmonie morali infatti persiste rebbero,anche se le prime si venissero a
eliminare,analogicamente a quello che è stato osservato nei fenomeni di rendita.
Grice: “I love Orestano loving Benedetta” – Grice: “Orestano takes Meinong very
seriously – as he should! Few outside Austria do! Meinong symbolses the I with
‘e’ from Latin ‘ego’ (Italian io), and the other with a, for Latin ‘alter,
Italian altro. So we have W for value (worth), and the possibilities that ego
desires the evil for alter – sadism. When ego desires the good, he is altruism.
Altruism can be reciprocal. In a purely altruistic society, things go well –
but Pound knows who’s against that! That’s why Orestano finds sympathy for
Meinong, and so do I” --. Francesco
Orestano. Orestano. Keywords: l’opzione eroica, Alighieri, Galilei, Tasso,
Vinci, concezione aristocratica della nazionalita, l’eroe Mussolini, l’eroe
Enea, Weber e la teoria dell’eroe carismatico, l’ozione dell’eroe non e una
ozione. It’s not an option, Calderoni. Luigi
Speranza, “Grice ed Orestano”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718248754/in/photolist-2mNCu2K-2mNaxw3V
Grice ed Orioli – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Vallerano). Filosofo. Grice: “Only in Italy, a philosopher,
rather than a cricketer, is supposed to take part in a revolution and write a
book about his shire!” -- Fondatori della Repubblica Romana. “De' paragrandini
metallici” (1825 (Milano, Fondazione Mansutti). Il padre, medico, lo condusse a
Roma, dove si laureò brillantemente. La professione non lo attraeva molto: lo
troviamo, infatti, professore di filosofia nei seminari e nei licei dell'Urbe.
Da Roma si trasfere a Perugia, dove si laureò. Insegnò a Bologna. Partecipò con
gli allievi all'insurrezione delle Romagne; successivamente fu eletto membro
del governo provvisorio di Bologna, che fu sciolto in seguito all'intervento
militare dell'Austria. Tentando di mettersi in salvo,salpò da Ancona diretto in
Francia con un altro centinaio di rivoluzionari; ma il brigantino Isotta sul
quale viaggiava venne catturato dall'allora capitano di vascello della marina
austriaca Francesco Bandiera (padre dei due famosi fratelli Attilio ed Emilio)
e tutti i rivoluzionari furono arrestati. Venne incarcerato a Venezia. Poco
dopo venne liberato, forse per mancanza di risultanze gravi sul suo conto. Iniziò così l'errare, costretto a fuggire da
terra in terra, inneggiando sempre all'Italia unita. Fu professore di
archeologia alla Sorbona. A Bruxelles insegnò. Soggiornò anche a Corfù, dove
tenne un corso dnell'università della città.
Quando Pio IX concesse l'amnistia, poté tornare a Roma, dove tenne la
cattedra di archeologia. Le sue attitudini per il giornalismo non attesero
molto per farsi notare, e così fondò un periodico politico che ebbe però vita
breve, La Bilancia. Fu eletto deputato
al parlamento della Repubblica Romana. Quando il governo pontificio fu
restaurato, in riconoscimenti dei suoi meriti, fu nominato consigliere di stato.
Pubblica molti saggi di filosofia. Tra i più famosi sono da menzionare “Dei
sette re di Roma e del cominciamento del consolato” (Firenze), “Intorno le
epigrafi italiane e l'arte di comporle” (Roma). Prese parte alla polemica sui
sistemi di prevenzione contro i fulmini e la grandine, che coinvolse anche
Bellani, Beltrami, Demongeri, Lapostolle, Normand, Majocchi, Contessi, Molossi,
Nazari, Richardot, Scaramelli, Tholard e Volta. Le compagnie assicurative
usarono questi studi per valutare rischi e premi per i campi agricoli. Riconoscimenti Il comune di Vallerano (VT) lo
ha onoratocon l'intitolazione di una delle vie principali del borgo antico,
quella del Teatro comunale, e con l'apposizione di una lapide commemorativa
sulla facciata della casa in cui lo scienziato nacque. A Viterbo un Istituto
Statale di Istruzione Superiore -che comprende il Liceo Artistico e diversi
indirizzi di Istituto Professionale, A. Ghisalberti, nella voce della
Enciclopedia Italiana, vedi, riporta queste date di nascita e morte, A. Ghisalberti,
Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fondazione
Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di storia dell'assicurazione, M.
Bonomelli, schede bibliografiche di C. Di Battista, note critiche di F.
Mansutti. Milano: Electa, G. Polizzi,
Alla ricerca dello «specioso» e dell’«insolito». G. Leopardi, «Lettere
Italiane», Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. -- rità assai leggieri, e , se grandemente non m'inganno ,
assai consentanei alla ragione ), de'quali ho stiinato aver bisogno ,
l'enunciazione de'puri fatti che costruiscono l'istoria della dignità regale
nella città de'sette colli , ha dovuto essere da me corretta, e ridottasotto
la forma seguente. 1...Come lo abbiamo già detto,lasuccessio ne al trono, mai
non appartenne in Roma a fi gliuoli maschi de're precedenti. 2.° Essa
appartenne sempre a'generi loro , quando ve n'ebbe di viventi (Numa,Servio ,
Tarquinio il Superbo ). 3.°Losposodellafigliuolamaggiorefuatutti gli altri
preferito ( Servio ). 4.° Quando i generi erano morti, la succes sione passò ai
primogeniti del primo genero (Tullo Ostilio, secondo lamia correzione della
leggenda che lo concerne; Anco Marcio ). 4.° Quando si tratta di due re, in
luogo di un solo, e diquella magistraturabinariaed a vita che si surrogò ne
primitempi alla dignità regia, parimente non si rinunziò a queste m e desime
regole, e se non trovansi due generi che potessero elevarsi al potere
supremo,si'elevano egualmente a quello, secondo l'ordine legale due figli di
genero (Reno e Romolo;Bruto e Col latino ). 7.
Lafigliastradelrefuequiparataallafiglia neldrittodidareiltronoalmarito,oaʼsuoi
di scendentimaschi,inun tempo,incuiprobabil mente figlie proprie non esistevano
(Tullo Osti 1 103 6.° Quando non v'ebbero , nè generi , nè fi
gliuolidigeneri,iltronopassò a’nipoti che s'a mò
riguardare,insìfattacontingenza,come le gittimi eredi de’dritti degli
ascendenti loro (Tullo Ostilio,se si preferisce l'ipotesi , nella quale egli è
nipote d'una figlia di Romolo maritata ad Osto ). 11.o Fuori della
serie deʼre, o de'magistrali che ne tenner le veci, tra gli stessi pretendenti
che, senza ottenerla , dimandarono la dignità suprema,unodiquelli,de'qualil'antichitàciha
trasmesso la memoria, è stato ugualmenle un ge nero di re (Numa
Marcio);duealtri,ne'quali' non ci è dato riconoscere questa qualità, non hanno
dimandato iltrono per le vie legali ma cercaronod'ottenerlocon un
delitto(ifigliaoli d'Anco ); due di che solo siparla presso Plutar 104 se
si ricusi di considerare 1'Ersilia dalla qualediscende,comefigliadiRomolo,e
sesi rispetta la tradizione, secondo la quale l'ultim re non è che il patrigno
o al più ilpadre adote tivo della seconda Ersilia ). 2 8.° In un caso,nel quale
ilcapo supremo non potè far valere ildritto di successione alla sua dignità
negli eredi maschi delle sue figliuole , ne in altro modo potè effettuare la
trasmissione dellasuprema autoritàper viad'altredonne sue discendenti,almeno
tramandò ilsuo grado nel l'erede necessario della moglie ( Bruto rispetto a
Lucrezio Tricipitino suo successore nella p r e tura massima, o vogliam dire
nel consolato ). 9.° Quando non vi furono eredi quali che si fossero
dilatodidonna,iltrono,sempre messi in non cale imaschi,ricadde in unapersona e
slranea,cioènonlegatadipiirentelacolla fami glia reale (Tarquinio Prisco ).
10.° Quando,nonostantel'aversieredi legit timi per parte di donna,una persona
estranea conseguì la dignità regia , ciò avvenne contra il dritto, per la forza
dell'armi ( Tazio ). lio Non
altraèl'espression'rigorosade'fatti,cosi come sono riferiti dagli antichi, o
come io d o vetti correggerne la sostanza e l'enunciazione, secondo le regole
di una critica, se posso dirlo, in nessun modo 'temeraria.'Le mie autorità , i
miei ragiovamenti , non sofferirono contraddi zióve ne’loroparticolari,eme
nechiamo felice. Si volle 'solamente avvertirmi che nel mio si stema erano
alcuni fatti dubbiosi , e ricavati per conghiettura. 105 stato . co (
Voleso e Proculo ),sono statiproposti senza gran fattofermarsi sopra la
proposizione; non hannopresosulseriolalorqualitàdicandidati,e sembrano'avervi
rinunziato essi stessi; finalmen tefurono messi innanzi inun tempo ,nel quale
tutto che concerne le leggi relative alla succes sione regia era evidentemente
suggetto di contro versia , e dispuldvasi intorno alle basi stesse di questa
parte della costituzione organica dello Io risposta,ioviho
presentatol'analisi,per così dire più condensata,delletradizioni; lebo prese da
prima quali sileggono; mi sono per 'messo unicamente qualche volta. o.
Spesso la successione al trono in R o m a s'è fat ta contra ogni principio
d'equità, d'utilità, e di convenienza reciproca de'cittadini : perchè ( per qui
contentarmi d' un solo esempio il q u a l e a b b r a c c i a u n l u n g o p e
r i o d o d ' a n u i ), n o n certamente a vantaggio del partito latino, o di
quel deʼsabini, sotto la dinastia etrusca, la di gnità regia restò sempre nella
fazion toscana. Grice: “Orioli philosophised on many topics. To Italian
philosophers, who are OBSESSED, during their unstable political history, with
political philosophy, his ‘research’ on the consulate proves helpful. He notes
that Romolo had no son – so who to succeed him? Other than that, he was almost
shot (Orioli, not Romolo) after trying to oppose what he called the Roman
theocrazy – or theocracia – For Orioli there are various cracies: theocracia,
democrazia, TIMOcrazia, and ARISTO-crazia. Francesco Orioli. Orioli. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Orioli” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690012070/in/photolist-2mKEPJE
Grice ed Ornato – filosofia italiana – la
conversazione d’Antonino con Antonino -- Luigi Speranza (Carmagna Piemonte). Filosofo. “Visse vita ritirata, modesta e schiva d'onori e ricchezza intesa
soltanto allo studio.” “Coltiva le scienze fisiche e matematiche, la filologia,
la poesia, la musica e con singolare amore le discipline metafisiche. Sii
trasferisce a Torino dove frequenta alcuni esponenti dell'aristocrazia sabauda.
Tra le sue amicizie più importanti Santarosa, Sabbione ed i fratelli Balbo. – Dei
concordi è insegnante di matematica nel collegio dei paggi imperiali, impiegato
nella segreteria dell'Accademia delle Scienze di Torino e successivamente
professore presso la Reale Accademia Militare. In seguito ai moti rivoluzionari
e nominato da Santarosa Ministro della Guerra della giunta rivoluzionaria. Si
rifugia in esilio a Parigi. Nella capitale francese stringe amicizia con Cousin
e la sua casa è frequentata da numerosi patrioti italiani. Ottiene di poter
rientrare in Italia e si ritira a Caramagna dove riceve le visite dei patrioti
Pellico, Provana, Gioberti e Balbo. Si trasferisce a Torino dove morirà e verrà
sepolto nel cimitero monumentale. Saggi: traduzione di Ode a Roma di Erinna, traduzione
dei “Ricordi di Antonino, Picchioni, Vita, studii e lettere inediti di Leone
Ottolenghi, E. Loescher. Biografiche e risultati di ricercheo, O. Becchio G. Calogero, Dizionario biografico degli
italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ulteriori approfondimenti possono essere reperiti nei seguenti
siti: Comune di Caramagna Piemonte, su
comune.caramagnapiemonte.cn. Associazione Culturale "L'Albero
Grande", su alberogrande. Due difetti o cattivi abiti, nota qui e
contrappone Antonino. L’uno, del lasciarci guidare unicamente dalla
IMPRESSIONE che fan su di noi l’oggetto esterno, divagando da questo a
quello secondo che quello ci attrae più fortemente che questo. L’altro
del lasciarci guidare unicamente dal pensiero o idea che ci vengono
in mente a caso, seguendo quelli che eccitano più la nostra attenzione. Due
stati passivi, dove l’uomo non esercita punto la volontà nè l’intelletto,
ma segue ciecamente, nel primo, il caso esterno, o nel secondo, il
caso interno, cioè quella che è stata nomata di poi legge di
associazione di due idee: due stati quindi dove l’uomo non ha scopo. Il
primo de’ quali ha luogo nella vita puramente ANIMALE, e il secondo
nel sogno. Quello, proprio del giovane troppo dedito al senso. Questo,
del vecchio rimbambito. E quindi, dopo avere esortato sè stesso a fuggire il
difetto del giovane si esorta a fuggire quello del vecchio. Il
carattere che fa riconoscere il vecchio per rimbambito è il vaneggiare,
cioè il parlar senza costrutto, ripetendo il già detto. Ma avverte sè
stesso che l’uomo può essere rimbambito già an-che quando non parla ancora
senza costi itto, non vaneggia ancora in parole, se egli fa delle azioni
senza costrutto, o vaneggia nelle azioni: il che ha luogo ogni volta
che esse azioni non sono collegate tra sè, non hanno unità, cioè non
sono riferite tutte ad uno stesso ed unico scopo. Questo lodare la
compassione senza aggiungere con Epitteto che ella debba essere puramente
esteriore e non di cuore, è certamente una contradizione al principio
stoico. La compassione essere come tutti gli altri affetti un moto
irragionevole dell’anima, e contrario alla natura, il saggio non essei'c
accessibile alla compassione; una contradizione a ciò che è detto in
questo medesimo §, dovere il saggio mantenere il suo genio interno
netto da passione. Ma è una di quelle contradizioni magnanime per le quali IL
CUORE corregge talvolta gli errori dell’INTELLETO. Sul punto
particolarmente della compassione, come su quello dell’affezione verso gl’amici
e i congiunti e verso tutti gli uomini e Antonino uno stoico poco fedele
al principii della sua scuola, e segue
piuttosto gl’accademici e i liceii, i quali insegnavano il sentimento
della pietà essere il carattere distintivo delle belle e grandi
anime; e quel detto di Focione, conservatoci dallo Stobeo: non togliete
nè Voltare dal tempio y nè dalla natura umana la compassione. F< in
questa deviazione, almeno in pratica, dal rigore dell’antica dottrina del
Portico [PORTICUS – stoici], Antonino e stato preceduto da altri
stoici romani illustri. Il che non potea non avvenire, perchè secondo un
antico senario greco, il cuore soltanto del malvagio non è capace
di essere ammollito. E però il severissimo CATONE, già deliberato in
quanto a sè di morire, pianse, come narra Plutarco, per pietà di
tutti quelli amici e concittadini suoi che eransi pur dianzi affidati ad
un maro procelloso per non lasciarsi cogliere in Utica da Cesare
vincitore, come avea pur pianto alcuni anni innanzi per un fratello
amatissimo, quando trovandosi esso Catone al comando di una legione in
Macedonia, alla novella che il detto fratello era moreute in Enos città
della Tracia, salpò immantinente con piccolo e fragil legno da
Tessalonica, contro l’avviso di tutti i nocchieri, per un mare
tempestosis- simo, e giunto in Enos trovò il fratello già spento
(Plut., vita di Catone). E pianse certamente Cornelio Tacito,
benché stoico anch’egli, quando, dopo aver narrato come era vissuto e
morto, non senza sospetto di veleno, Giulio Agricola suo suocero,
aggiungeva queste patetiche parole: « Beato te. Agricola, che
vivesti sì chiaro e moristi sì a tempo: abbracciasti la morte con
forte cuore e lieto; quanto a te, quasi scol- pandone il principe.
Ma a me e alla figliuola tua, oltre all’acerbezza dell’aver perduto un
tanto padre, scoppia il cuore che non ci sia toccato ad assi- stere
nella tua malattia, aiutarti man- cante, saziarci di abbracciare,
baciare, affissarci nel tuo volto; avremmo pure raccolti precetti e
detti da stamparli nei nostri animi. Questo è il dolore, il coltello al
nostro cuore.Senza dubbio. 0 ottimo padre, per la presenza della
moglie tua amatissima, ti soverchiarono tutte le cose al farti onore; ma
tu se* stato riposto con queste meno lagrime, e pure alcuna cosa
desiderasti vedere al chiudere degli occhi tuoi. Fra le varie divisioni
dei beni appo gli stoici, l’una è questa, che dei beni altri sono
finali, altri efficienti, altri e finali insieme ed efficienti.
I beni finali sono parte della felicità e la costituiscono: gli
efficienti solo la procurano: i finali ed efficienti insieme e la
procurano e sono parte di quella. Del primo genere sono la letizia, la
libertà deir animo, la tranquillità, ecc. Del secondo, l’uom prudente ed
amico; del terzo, tutte le virtù. L’uom prudente ed amico è un bene
efficiente, perchè muove con la sua diapoaizion razionale la tua
diapoaizion razionale (lib. V), cioè è occasione a te di buone
azioni. E nello stesso modo è un bene di quel secondo genere ogni
cosa, o sia pensiero o altro, che è occasione a te per camminare
verso la perfezione. Di questo bene parla ora Antonino. Il quale,
per lo esser solo efficiente, e non finale, cioè pel non essere accompagnato
ancora da quel sentimento intimo di gioia perfetta che costituisce la
felicità, non attrae invincibilmente il tuo volere; ed è necessario
quindi, perchè operi veramente sull’ uomo, che questi si sottragga da tutte le
altre cose che ne lo possono sviare (conferisci quello che ne
insegna la teologia intorno alla grazia). E quando Antonino chiama questo
bene razionale (che è attributo generale del bene appo gli stoici), il fa
per op- posizione al preteso bene degli Epicurei, che è sensibile.
Seneca, epistola ultima. Chi riguarda il piacere come sommo bene, giudica
che il bene sia sensibile: noi il giudichiamo intelligibile. E più
sotto. Non è bene dove non è ragione. Tutte queste cose era necessario notare
per ìscliiarimento e con- formazione del testo, dove la maggior
parte dei cementatori ed interpreti ha voluto cangiare la parola
efficiente in civile o vuoi sociale^ con manifesto danno del senso
e del pensiero di Antonino. Dispensazione in greco “economia” vale generalmente
governo della casa, amministrazione. E perchè molte cose si fanno
pel governo della casa, le quali da per sè sole non si farebbero
(come per esempio il risparmiare certe spese perchè le sostanze
famigliar! sopperi- scano al mantenimento di quella), quindi è stata
applicata questa voce ad ogni cosa che si faccia con fine provvidenziale,
benché sia di nessun pregio in sè od anche noiosa; come p. e. il
gastigare i rei. È usata sovente in questo senso dagli scrittori latini
di tarda età, e stoici ed altri, e massima- niente dai padri della chiesa.
È tra noi disusata perchè è disusato il concetto eh’ ella esprime.
Ma per provare la sua antica cittadinanza in Italia allegherò il
passo seguente di Cavalca, l’ultimo dei citati sotto essa voce nel V.
della Crusca (Medicina del cuore): Per divina dispensazione avviene che,
per li pessimi vizi e gravi, grave e lunga tribolazione ed infermitade
arda e salvi r anima. » Da una nota dell’ Ornato credo che, quando
la scrisse, inclina per l’ interpretazione di questo luogo, a dar
ragione a Xilandro contro i posteriori. Se non muta poi di parere, il
senso di questa espressione con libertà di parole dovrebbe essere
liberalmente cioè con liberalità di parole, o generosamente poiché così
anche lo Xilandro intende lo £À6u0£.'iu)5 del testo. E con questo
raccomandare la generosità nelle preghiere, Antonino intenderebbe, come
osserva il Gataker, di biasimare le preghiere che non mirano che
all’interesse proprio di chi lo fa. E però loda quella preghiera
degli Ateniesi, i quali, al dire di Pausania, solevano pregare non solo
per tutta l’Attica, ma anche per tutta la Grecia. AUto^ nel senso
peripatetico e scolastico, è V affezione costante deWente: e per
quel carattere di costanza si di- stingue dalla disposizione^ che è
varia- bile. Appo gli stoici è la forza o virtù che mantien l’ente
in quella affezione costante; o, siccome essi favellano, è spirito
(intendi aria) che mantiene il corpo e il contiene: » perchè l’ente ò
corpo appo loro. La mente dell’ universo, dice Senone, penetra per tutte
le cose particolari e le mantiene e go- verna: ma non tutte nel medesimo
modo: perchè nelle une si manifesta come abito (pietre, legni);
nelle altre come natura (intendi principio organico mero: piante,
alberi); nelle altre come anima (prin- cipio animrle mero: bruti); nelle
altre ancora come mente e ragione (anima ragionevole universale e
sociale appo Antonino; uomini. Le cose governate dair abito sono adunque
i corpi dove non è altro principio costituente che il generale di
corpo: dove per conseguenza non è altro carattere distin- tivo che quella
affezione (modo d’essere) costante por cui sono il tal corpo anziché il
tal altro. Sono la classe infima e generalissima di corpi, che noi
chiamiamo inorganica. Nelle cose go- vernate dalla natura, oltre al
carattere generale di corpo v’ ha già il carattere
d’organizzazione. Nelle cose governato dall’anima, oltre al carattere di
cor- poreità e di organizzazione, v’ha di più quello di animalità
ecc. Le classi si van cosi ristrignendo e innalzando sino al- r
ultima, che ha per carattere la razionalità. In questo § il testo è. in più
d’un luogo corrotto, e verìsimilmente havvi anche qualche lacuna.
Non potrei dire precisamente quali sieno le emendazioni seguite o
fatte da lui, perchè una sua lunghissima nota sulle difficoltà di
questo paragrafo, oltre che è piena di cancellature e in gran parte non
intelligibile, è anche manchevole, essendone stato lacerato via, non so
da chi (forse dall’Ornato. medesimo per aver mutato parere), un mezzo
foglio. Nel voltare in italiano io mi sono discostato il meno
possibile dalle sue parole stesse e ho serbato inalterato il senso della
sua interpretazione. Questo paragrafo, essendo corrotto in più luoghi,
dei quali l’ emendazione fu inutilmente tentata finora, è diversamente
inteso dagli interpreti. L’ Ornato lasciò scritto al principio di una
lunga nota: «di questo veramente corrotto paragrafo non so che
partito trarre. La sua interpretazione che io seguii nel volgarizzamento
vuol dunque essere accettata con quella medesima riserva con che
egli la propose. La parte che segue di questo para- grafo è assai guasta,
e fors’ anche muti- lata. L’Ornato non la tradusse in alcun modo,
riserbandosi di farlo quando avesse trovato una correzione che gli
piacesse: intorno a che lasciò molte note. Nel mio volgarizzamento
ho letto il testo come fu letto dallo Schiiltz, non perchè egli
approvasse in tutto quella lezione, ina perchè non seppe trovarne una
migliore. Il testo di questo paragrafo è corrotto, e chi corregge in un modo e
chi in un altro, e chi ancora difendo la vulgata. Io ho seguito
quella fra le molte e varie emendazioni, dalla quale parvemi almeno
di poter trarre un senso chiaro. Poi sensori tutto il paragrafo conf. anche
V, 33, e Seneca. More quid est? aut finis, aut transitus. Tutti gli
interpreti che io co- nosco finora, compreso anche il Gata- kero,
il quale nondimeno si scosta dal vero meno che gli altri, pigliano qui
il granchio (fan pietà Dacier o Joly che seguono ciecamente
Gasauhono, come fa pure Barberini: il Milano poi è la stessa pecora
sempre, Hoffmann erra men grossamente com Gatakero), confondendo insieme,
siccome fossero una sola cosa, la toù 3Xou (fùaiv e il ToO xóojjiou
’hys.u Qvixdv; quando anzi nella distinzione di queste duo cose è fondato
il senso di tutto il paragrafo. La toO SXou qjvlcjis è la potenza
creatrice o faci- trice primitiva; lo •óyepwvixòv toO xóopiou è la
potenza governatrice, dipendente da quella prima, generata, o formata da
quella prima: siccome la natura dell’ uomo forma l’nomo, cioè la mente
dell’nomo non meno che il corpo; e la mente deH’uomo poi gOTema il
corpo. Il senso adunque di tutto il paragrafo è questo: La natura
dell’universo decretò, determinò con deliberazione ragionevole il mondo,
dan- dogli, per così dire, un corpo ed una mente. Ora, o questa
mente, a cui è affidato il governo del mondo, segue la ragione
(perchè la mente nel senso dello ^ìf£|jiovixbv può anche talora essere
sra- gionevole); e allora tutte le cose che ella fa, sono quali le
ha determinate generalmente dà principio la natura formatrice del
tutto, sono involute in quella prima determinazione, sono conseguenza
necessaria di quella prima de- terminazione, ecc.; ovvero essa
mente non segue sempre la ragione, e allora essendo essa soggetta a
capriccio, dovrà accadere che non solamente le cose di minor conto
che ella fa, ma anche le cose principali sieno sragionevoli. Ma noi
non veggiamo mai che nelle cose principali ella sia sragionevole;
dunque non può essere sragionevole nè anche in quelle di minor
conto; dunque tutte le cose vanno secondo ragione. Godo di aver potuto
deeiferare nel manuscritto dell’Ornato e quindi trarre in luce la
precedente nota (la cui reda- zione sarebbe certo migliore se l’
autore avesse potuto ripulire e pubblicare egli stesso il suo
lavoro); perchè l’inter- pretazione e illustrazione contenuta in
essa è ingegnosissima, naturalissima e confermata da tutto quello che
conosciamo della fisica degli stoici. La natura universale (n toù óXov
(pdcjts), la potenza facitricc o creatrice è il Dio puro, il quale
trae l’universo dalla sua propria sostanza, è l’unità assoluta
senza distinzioni e diversità di parti, è la natura naturane; la potenza
governatrice, la mente che go- verna il mondo (TÓrìysixovixóv toù
xó^jxou), generata da quella prima, è all’incontro, nell’attuale
diversità delle cose,' nella nauìra naturata, nel mondo
propriamente detto e composto di anima e di corpo, è, dico, la provvidenza,
l’anima di esso corpo. Al novero degli interpreti che frantesero questo §
è ora da aggiungersi Pierron. Ed è tanto più da stupire che il sig.
Pierron abbia egli pure sì mal compreso, in quanto che, avendo egli
già prima tradotto la Me- tafisica di Aristotele, dovea essere suf-
ficientemente versato nelle dottrine filosofiche delle principali scuole
della Grecia. Quasi tutti i traduttori hanno franteso questo luogo,
pigliando l’iwoia per intelletto ragione e traducendo quindi: vide ne
intellectus hoc feraf.... il senso letterale, aggiungendo ciò che è
sottin- teso, è: vedi se la nozione (che tu hai di te stesso come
uomo) soffre cotesto, soifre cioè che tu dica esser nato a goder
dei piaceri. Pierron, seguendo l’ esempio di tutti i suoi
predecessori, pigliò anch’egli Vhvo'.a per intelletto traducendo: vota a' il y
a du bon aena à le prétendre. Colia bontà delle singole azioni
vuotai procacciare di ben comporre la vita. Il testo e bravissimo. Talvolta
troppo fedele alla lettera e studioso di conservare tutta la brevità
dell’ origi- nale, avea tradotto: ai vuol comporre la vita mettendo
inaieme le azioni ad una ad una; poi comporre inaieme la vita
accozzando le azioni ad una ad una; poi allogando le azioni ad una ad^
una. Non credo che so avesse potuto ripu- lire e terminare egli
stesso il suo la- voro, si sarebbe contentato di alcuno di questi
tre modi, che tutti peccano di oscurità e di ambiguità. A costo dì
essere men breve, io ho creduto di dover essere piò chiaro non solo in
questa frase, ma in tutto questo paragrafo, svolgendo un poco il
concetto dell’autore siccome io l’intendo. Quasi tutti gli interpreti
fran- tendono. 0. Nel novero degli interpreti che fran-
tesero questo luogo comprendi ora an- che Mr. Al. Pierron, che sdgue
docil- mente- jl Gataker e lo Schultz. L’errore sta nel legare Io
i^’oioy ctv xoti up^rìae col ófUTw che precede; laddove si
riferisce all’azione alla quale l’animale ragionevole tendea e
nella quale è stato impedito. E ciò pare che abbia poi ca- pito lo
Schultz nella sua seconda edi- zione del testo greco, avendo egli
posto una virgola dopo il óutù. (15) Se tu vo/eafi ftema la debita
ri- tterva.., che da lei etesaa; cioè a dire: se tu volesti
assolutamente e non a condizione soltanto che la cosa fosse possibile;
questo atto della tua volontà fu veramente un male, perchè, come è
detto altrove, l’ animai ragionevole non dee voler nulla che non
sìa in poter suo, ed anche il bene re- lativo, non dee volerlo se non se
con- dizionalmente, cioè in quanto sia pos- sibile; rimpossibilità
essendo per gli stoici sinonimo di non voluto dalla na- tura e dal
destino, al quale il savio non dee ripugnare. Che se poi la cosa
voluta da te fu una di quelle che non sono pur buone in senso relativo,
e quindi il volerla fu un appetito, pren- dendo il vocabolo volere
nel significato volgare, cioè un moto del senso, piut- tosto che
della volontà ragionevole; tu non ricevesti nocumento nè impedimento
veruno: perchè tu non sei «erwo, ma bensì mento, ragione o volontà
razionale, e come tale, in quanto operi secondo la tua propria natura non
puoi essere impedito da nissuna forza esteriore. Così intendo questo
luogo, così certamente è stato inteso dall’ Ornato (assai diversamente dagli
altri interpreti che io conosco, Gataker, Schultz e Pierron), e questo
senso ho procurato, di esprimere traducendo. L’Ornato lasciò una
breve nota a questo luogo, ma in essa non fa che avver- tire le
difficoltà del tradurlo, stante la povertà dell’italiano,comparativameute
al greco, e scusare l’ oscurità e l’ ambiguità della traduzione tentata da lui.
Di tutto questo paragrafo fa quattro tentativi diversi di traduzione,
tutti laboriosissimi, come appare dalle molte cancellature e correzioni. In
margine alla quarta od ultima prova scrisse: Sta qui fermo, perche
farai peggio se cangi. Non fu quindi senza molto bilanciare che mi
risolsi a fare io, come feci, una quinta prova, essendomi sembrato
che il miglior par- tito fosse qui di tradurre letteralmente, e
spiegare i sensi del testo nelle note. Ad illustrazione del senso stoico
di tutto il paragrafo ricordiamoci priiniera- inente che secondo
gli stoici: c Dio, con- siderato dal lato fisico, è la forza
motrice della materia, è la natura generale, e r anima vivificante
del mondo; conside- rato dal lato morale, è la ragione eterna che
governa e penetra l’universo, è la provvidenza benefica, è il principio
della legge naturale che comanda il bone e proibisce il male. »
Ricordiamoci ancora che l’aria, come uno dei due elementi attivi e
parte essa stessa della sostanza divina, ò dagli stoici considerata
come il principio della vita sensitiva. Dice adunque Antonino: non
contentarti ora- mai di essere unito con Dio a quel modo solamente
che sono uniti con lui gli esseri solamente sensitivi, cioè per
mezzo della respirazione; ma fa’ ancora di unirti con lui a quel modo che
si appartiene agli esseri intellettivi, cioè con cognizione e
accettazione libera dello scopo che Iddio ha proposto al- r
accettazione libera di quelli. E però, siccome tu traggi dall’aria
ambiento gli elementi della tua vita sensitiva, traggi ancora dalla
ragione ambiente gli elementi della tua vita intellettiva. L’esistenza
delle' cose dissolvendotù (Tràvxa èv [xerai^oX-^. K«ì ocùrCg cù év
^'.r,v£xet à^.Xoicoasi, \at xaxa ti (JiOo- p^). Qui mi pare che fosse il
caso di dovere assolutamente abbandonare la lettera e contentarci
di esprimere il senso del testo, piuttosto che cercar di tradurne
le parole, che non sono tra- ducibili in italiano. L’Ornato avea
detto: tutte le, cose vanno soggette a mutazione. E tu stesso ti
alteri continuamente, e peì'^isci, per cosi dire. Ma egli non era
contento, come appare dall’usato segno. E in vero che significa quel
tutte le cose vanno soggette a mutazione f Significa, e non può
significare di più, che tutte le cose possono essere mutate e lo
saranno effettivamente quando che sia; ma ciò liou esprime quella
condizione delle cose, per cui non hanno stato, o modo di es- sere
che perduri pure un istante senza mutamento, che è la vera
condizione delle cose secondo il pensiero di Anto- nino e voluta
esprimere da lui. Chi do- vesse tradurre questo luogo in tedesco,
lo potrebbe fare, parmi, benissimo dicendo: Alle (Unge aind in
unaufhorlichem anclera-werden; come si dice in werden non solo dai
filosofi, ma anche nel lin- guaggio famigliare, quando di una cosa
che non è ancora, ma si sta incomin- ciando 0 si va facendo, si suol
dire: Die Saehc iat noch ini werden. Ma la nostra lingua non ha
tutta la flessibi- lità del tedesco, uè sarebbe chiaro, uè permesso
il dire in italiano: tutte le coae sano in un continuo mutarai. È una
singolare coutradizione di Marco nostro e di, altri stoici poate-
riori il venir cosi spesso parlando con tanto dispregio della materia che
aottoatà alle cose (tt,? ii7:oy.e'.[xi\rng uXin?, — A"edi
anche YI, 13, e altrove). Il mondo è tut- tavia per essi un animale
perfetto e bellissimo, il cui corpo è la materia, e l’anima, Dio
(vedi i Ricordi passim, e specialmente X, 1). Le rughe sul volto
del vegliardo, le screpolature delle ulive e del fico vicini ad
infradiciare, la bava del cignale ed altre sì fatte cose hanno pure
una certa grazia e venustà, perchè il mondo è perfetto, e nulla è nelle
suo parti che non conferisca alla bellezza del tutto. Perchè dunque
ora tanto dispregio non solo per tale o tale altra parte, ma
universalmente per tutta , la materia che sottosta, quando questa
materia, che non è poi altro per gli stoici se non se il suhstratum
indeter- minato di tutto il contingente sensibile, è essa pure
sostanza divina secondo la scuola?
Intendi: « o tu voglia dire che il mondo sia stato formato di
atomi. ed abbia quindi origine dal caso; o che sia stato formato di
nature (essenze, entelechie, monadi), ed abbia quindi per origino
l’ intelligenza, o la natura, che qui è sinonimo di intelligenza;
que- sta cosa pongo io certa anzi tutto, come tratta dalla mia
osservazione immediata, che io sono attualmente parte di un tutto
governato da una natura. » Con altre parole: « o tu faccia venire il
mondo dalla pluralità, o tu lo faccia venire dall’unità, ella è
cosa di fatto che io ci ravviso attualmente una pluralità governata
da una unità. » Il qual me- todo di filosofare, per cui, lasciata
stare la disputa intorno all’origine delle cose, si viene ad
esaminare la realtà attua- le di esse; lasciato stare il lontano e
mediato, si viene ad osservare l’ imme- diato e prossimo; lasciata stare
la co- gnizione dedotta, si viene a far capo alla cognizione di
fatto acquistata per osservazione; è solenne ad Antonino. Ricordi il
lettore che appo stoici mondo, tutto, natura, Dio sono
V sostanzialmente la stessa cosa, e però quelle che
poco innanzi furono chiamate parti del tutto, qui sono dette della
natura. Dìo, natura, mondo, tutto sono espressioni diverse che
corrispondono a modi diversi di considerare una stessa cosa, e questa
diversità è relativa alla mente finita dell’uomo che non può si-
multaneamente contemplare gli aspetti e momenti diversi delle cose, e non
alla realtà obbiettiva. Quindi ò che le espres- sioni soprascritte
sono non di rado usate runa per l’altra, poiché sostanzialmente
significano la medesima cosa. Il mondo KÓrfixog), dice il Laerzio,
era dagli stoici considerato: 1® come causa 0 pbtenza informatrice
di tutte le cose che sono {natura nuturans, i; t£- Xvtxfi,
-ij ToO òlo\j q>0ai<é ), la quale, come artefice e informatrice di
sé medesima, trae da sé stessa e informa tutte le coso con suprema
saviezza e divina necessità, cioè secondo le sue leggi che sono
quelle della ragione; 2" come la totalità delle cose informate
e ordinate dalla potenza informatrice immanente in esse e go-
vernatrice di esse (dotta allora xòv Toù xd^fjLou) e quindi come
l’opera vivente, il vivente organismo, o corpo organato da quella
{natura naturata); finalmente come l’unità dei due, cioè
dell’ organismo vivente e della forza or- ganatrice e governatrice, in
quanto l’uno non si distingue dall’altra se non se per la
contemplazione della mente finita deU'uomo. Vedi i Prolog»
nell’edizione di Torino. Fa che tu vi sottoponga col pen^ siero...
di che io ragiono. Ho conser- vato tutte le parole della interpretazione
dell’ Ornato, perchè non avrei saputo quali altre più chiare
sostituir loro; atteso che io non son sicuro di intendere qui nè
che cosa abbia voluto dire r Ornato, nò che cosa Antonino. L’Ornato
volea faro a questo luogo una nota; ma non la fece, e non trovo
altro,, che si riferisca a questo luogo, ne’suoi manoscritti, se
non se un cenno pel quale è indicato che egli lesse qui ò, ti
risolutamente^ ove tutti gli altri, che io conosca, lessero &ti; e
che egli intese r Ù7TÓ0OU diversamente da tutti gli altri
interpreti. Il Gatakcr, e lo Schultz che lo segue da vicino, non sono
più chiari. Le quali tu apprendi»,, conside- razione del tutto.
Così l’Ornato svolse ed illustrò il pensiero di Antonino espres- so
brevissimamente e, parmì anche, poco chiaramente nel tosto. Non ho
mutato quasi nulla alla versione di questo para- grafo lasciata
dall’ Ornato, sia perchè ho motivo di credere che ne fosse già poco
meno che contento egli stesso, trovando io questo paragrafo nettamente
ricopiato; ^ sia perchè non avrei voluto correr pericolo (li alterarne
benché minimamente il senso, trattandosi di un luogo che egli
intese assai diversamente da tutti gli altri interpreti. Vuol dire che
non bastano le impressioni buone che noi riceviamo per mezzo della
sensibilità, le quali possono e sogliono venir cancellate da
impres- sioni contrarie, ma ci vuole anche il la- voro deir intelletto
che riduca quelle ad unità e le fermi cosi nel nostro spirito,
formandone come un corpo di scienza. Non basta l’osservazione,
l’applicazio- ne dello spirito alle cose di circostanza, ma ci
vuole ancora la contemplazione, l’ applicazione dello spirito alle
cose permanenti, al generale immutabile. Solo col ridurre ad unità
il moltiplice, a generalità il particolare, si possono radicare le
cognizioni nell’ anima, la quale si compiace dell’unità, e quindi della
scienza: compiacenza cui la sem- plicità del cuore dee far rimanere
se- creta naturalmente nel cuore, ma non artatamente celata; ed
allora è l’ani- ma veramente grave e soda e come chi dicesse,
veneranda. Sul fine del para- grafo fa la enumerazione delle diverse
categorie alle quali si dee riferire l’og- getto osservato. 0.
Questa nota dell’ Ornato che per le troppe citazioni del testo
greco non può qui darsi che in parte, trovasi in- tera
nell’edizione di Torino. Grecismo, per suole accadere. Non era possibile
il tradurre altrimenti. Del resto vada a rilento chi per la
sola ragione del non potersi tradurre sempre colla stessa voce una
stessa parola del testo, accusa Antonino qui ed altrove di arguzia.
Gli stoici crede- vano che, là dove è una stessa parola, debbe
essere anche una stessa idea. Ed anche Platone (vedi il Cratilo) il credette;
e il credette il Vico: e tanti j altri il credettero: e noi il crediamo.,
Se quella idea generalissima che l’an- ! tichità avea attaccata al:p:?.eìv
non si ' trova più annessa al nostro amare, ciò j non prova altro
se non che il greco e l’italiano sono due lingue diverse. E sap
evadicelo. Il passo di Platone è nel Teeteto dove parlando dell’ uomo filosofo
liberalmente educato, dice, udendo egli lodare e magnificare un tiranno od
un re, gli par di udire lodato e magnificato un pastore, perchè
egli munga di molto latte; e l’animale cui pasce e munge il re, gli
pare anche più ritroso e più infido di quello cui pasce e munge il
pastore; nè men rozzo nè meno ineducato stima egli l’uno che
l’altro, mancando ad amhidue il tempo per badare a sè, e vivendo il primo
fra le mura della reggia a quello stesso modo che l’altro nella
capanna sul monte. Del resto, il senso generale di tutto questo
paragrafo, non bene inteso, se- condo me, dagli interpreti, mi pare
che sia: Tu dèi farti capace sempre pih cho tu puoi vivere da
filosofo in questa tua corte come faresti in. quella tua villa .che
agogni. Non incontri tu ad ogni •passo esempi di quel che dice
Platone: uomini che vivono nei palagi come fa- rebbe un rozzo
pastore in sul monte: ingolfati cioè quelli e questo nelle cure materiali
del governo dell’armentoV E sottintende: se per costoro il palagio
non è altrimenti che una capanna, non può ella con più ragiono essere la
reggia per te come un ritiro filosofico? Gran ragione ha qui Antonino •
di raccomandare a sè medesimo anche ' questo genere di contemplazione,
cioè a dire lo studio dei fenomeni, e delle maraviglie, come egli
dice sapientemente, “dell’organismo corporeo degli animali e deir
uomo massimamente: perchè non è altro studio il quale possa per via
più compendiosa e sicura condurre alla co- gnizione della infinita
sapienza, e provvidenza infinita della causa reggitrice del mondo. Nè
l’uorao può presumere di conoscere sè medesimo, sé non co- nosce
almeno un poco di queste mara- viglie, cioè come si formi, cresca,
si conservi, si rinnovi e deperisca il suo corpo, quale sia la
natura e il modo di operare della causa o principio a cui dehbonsi
riferire questi fenomeni, quali le relazioni di questa vita orga-
nica del suo corpo con quella del prin- cipio che in lui sente, vuole, e
pensa, e come possano questo due vite modificarsi fra loro
scambievolmente. In vero chi aspira a conoscere sè medesimo, per
quanto sia dato all’uomo di pur conoscere sè stesso, e non cura di
co- noscere un po’intimamente anche que- sta delle due parti di che
si compone Tesser suo, porta gran pericolo di er- rare nel vano, e
di prendere astrazioni por realtà, il che avvenne appunto agli
stoici, ignorantissimi di anatomia o quindi più ancora di fisiologia.
Perchè uno appunto degli errori fondamentali della loro filosofia,
quello por cui mu- tilavano la natura umana escludendo da essa la
sensibilità che riferivano al corpo come a cosa straniera all’ uomo
propriamente, il quale per essi non era altro che ragione e volontà;
questo er- rore, dico, è in gran parte da attribuire alla
imperfezione delle loro cognizioni, ai loro errori circa la costituzione
fisica delluomo e le relazioni in che ella si trova colla sua
costituzione morale e intellettuale; o per dire più vera- mente,
alla loro totale ignoranza dello leggi che governano i fenomeni
dell’or- ganismo corporeo dell’uomo, delle rela- zioni intimissime
della vita di esso organismo corporeo con quella della mente, e della
natura egualmente spirituale di ambidue. Questi versi sono di Omero
e sono dei più famosi nell’antichità, dei più spesso citati e
ripetuti, imitati dai poeti posteriori; o però Antonino non li
scrisse per intero, ma solo quei brani che sono stampati in corsivo,
bastando quelli a richiamare alla memoria i versi interi, alle
diverse sentenze contenuto in essi alludendo egli poi nella parte
se- guente del paragrafo. Con questi versi Glauco (dopo aver detto
magnanimo Tidide a che mi chiedi il mio lignaggio?) incomincia la sua
risposta a Diomede, il quale, prima di accettare il combattimento con
lui, aveagli chiesto qual fosse la sua stirpe. Io li ho tradotti
letteralmente, giovan- domi in parte della traduzione del Monti,
la. quale, come nota a tutti i lettori, avrei volentieri dato qui
inalterata, se in essa fosse più fedelmente espresso, e nell’
ultimo verso non interamente guasto il senso delle parole di Omero. Il
qual verso, voglio dire il 149\ è tradotto da Monti come segue: CosxVuom
• nasce e così muor: il che fa fare un falso sillogismo a Glauco, il
quale secondo la traduzione del Monti, concludendo, affermerebbe
dell’wo/Ho ciò che dovea affermare delle schiatte umane, mutando,
come direbbero i loici, nella conclusione il piccolo termine, che nella
premessa minore- non era uomo ma schiatta o stirpe, come disse il
Monti. E pure- il verso di Omero ò chiarissimo. Questo strafalcione
il Monti non avrebbe fatto se, come quasi ignorante del greco, con
tante altre traduzioni avesse saputo • consultare quella mirabilissima,
non solo per eleganza di stile ma ancora per fedeltà, precisione e
chiarezza, del Voss, il quale in cinque bellissimi esa- metri
tedeschi traduce letteralmente i cinque esametri greci. Anche il
Pope, sebbene i suoi lavori sui poemi di Omero, tutto die
pregevolissimi per altri rispet- ti, non meritino il nome di traduzione,
non fece qui lo sproposito di Monti. Ed altri ancora potrei nominare
dei nostri che con nobilissimo intendimento si diedero all’ardua
impresa di recare nella nostra lingua chi l’una e chi l’altra di
quelle poche reliquie che ci rimangono della greca poesia (dico poche
rispetto a ciò che fu divorato dal tem- po); i quali avrebbero meglio
inteso e meglio tradotti moltissimi luoghi se avessero potuto
consultare, se non tutti gli interpreti, cementatori ed espositori,
almeno i traduttori tedeschi. Ma basterà che io nomini il più valente, a
parer mio, di tutti, Belletti, al quale, tranne forse una più
intima notizia del greco, nulla mancava, non valor d’arte, non
felicità d’ ingegno, a poter fare una traduzione perfetta, o prossima alla
perfezione, dei tragici greci. E in vero, leggendo io le traduzioni del
Bcllotti e riscontrandolo diligentemente cogli originali, ebbi in
moltissimi luoghi ad am- mirarne la eccellenza, anzi direi quasi in
tutti quei luoghi dov’egli capì ab- bastanza intimamente il suo testo
e non erano difficoltà insuperabili a qual- sivoglia traduttore. Ma
anche in molti altri luoghi io ebbi a lamentare che egli pure non
abbia saputo o potuto giovarsi delle eccellenti traduzioni fatte
da* suoi predecessori alemanni. Nel solo Agamennone, che anche considerato
in sè stesso e non come parte di una grande e sublime trilogia, è
forse il più bel monumento della scena antica, e certamente il più
grande di tutti per sublimità tragica, recondita filosofia,
splendore di immagini e copia di alti e forti pensieri, quanti errori
avrebbe evitati il Belletti, quante meno scempiaggini avrebbe fatto dire
a quella grande anima e colossale ingegno di Eschilo, so egli
avesse solo potuto pro- fittare della traduzione e dei Prolego- meni
di Guglielmo Humboldt? Non dirò del libro di Federico Welcker sulla
Tri- logia di Eschilo^ che forse non era an- cora pubblicato quando
il Bellotti traducea l’ Agamennone. Ed è tanto più da lamentare che a Bellotti
siano mancati questi sussidi, quanto è meno da sperare che sia
presto per sorgere un altro in- gegno italiano, il quale possa fare
quello che avrebbe potuto il Bellotti. Ritornando al
paragrafo di Antonino e al luogo citato di Omero, è da notare come
siffatti pensieri intorno al poco o niun valore della vita considerata in
sè, e di tutte le cose umane e dell’ uomo stesso, così frequenti
nei poeti ebraici; frequentissimi in questo scritto di An- tonino e
divenuti quasi abituali nei cristiani dei primi secoli, si trovino
pure non di rado anche nei poeti greci più antichi, voglio dire in quelli
delle prime e più splendide epoche della greca letteratura, sebbene
i Greci fossero un popolo di allegra immaginazione. Forse non
dispiacerà al lettore il vederne qui raccolti alcuni esempi: nell’ Odissea
la terra non nutre nulla di più infermo che Vuomo. Nell’ottava
delle pitie di Pindaro Che siatn noi dunque o che non siamo f Leggiero
veder d* ombra che sogna. Letteralmente la seconda parte. L’uomo è l’ombra di
un sogno. Nel Prometeo di Eschilo
e non vedevi V imbecille natura a vano sogno eguale onde è
impedito il cieco umano gregge? Nell’Aiace di Sofocle, perocché veggo non essere noi, quanti
viviamo, altro che larve ed ombra vana. Nel Filottete del . medesimo
Sofocle, Filottete chiama sè medesimo: ombra di un fumo. Nella
Medea di Euripide -- non ora soltanto incomincio a stimare tutte le cose
umane come un' ombra, E vuoisi notare come appo i tragici ed anche
appo i) lepidissimo Aristofane la parola effimeri, cioè quelli che
durano un giorno, è spessissimo usata come sinonimo di uomini. A
queste, o ad altre simili sentenze d’ antichi ed illu- stri poeti, le
quali erano nella me- moria di tutti gli eruditi del suo tempo,
alludeva evidentemente Antonino con quelle sue parole: il più breve detto,
anche di quelli che sono i più noti ecc., accennava poi per esempio quelli
di Omero. Questa nota fu scritta in tempo che io, quasi appona
ripatriato dopo trent’an- ni di assenza, e mandato a stare in un
cantuccio al tutto vacuo di studi e di lettere (prendendo i vocaboli in
un senso un po’ alto), e ridottomi a passare nella solitudine i
pochi momenti d’ozio che r esercizio di un pubblico ufficio mi
lasciava, avea potuto, non saprei diro perchè, immaginarmi che il valentis-
simo sig. Bellotti fosse già del numero di quei felici che più non vivono
altri- menti sulla terra che per la memoria di opere egregie che vi
lasciarono. Avvertito ora del mio errore, non cangio nulla a quello che
ho scritto di lui; ma aggiungo V espressione di un voto, che deve
esser quello di tutti gli amatori delle buone lettere desiderosi di
vedere vie più chiara e più grande la rino- manza di un nobilissimo
ingegno: ed ' è che l’esimio sig. Bellotti, come sta ora, da quanto
mi dissero, rivedendo o migliorando il suo Yolgarizzamento di
Sofocle, così possa egli poi rivedere ed emeudare quello ancora di
Eschilo, il quale, a parer mio, ne ha maggiore bi- sogno; perchè
quello, tranne forse al- cune eccezioni, non pecca gravemente che
nella parte lirica; laddove in questo trovai, 0 parvemi certamente
trovare, molti luoghi da dover essere emendati non solo nella parte
lirica troppo spesso non traducibile in italiano (come è in-
traducibile Pindaro, secondo che fu sen- tenziato anche da G. Leopardi
non ismentito dal tentativo più audace che felice di Giuseppe Borghi);
ma eziandio nel dialogo. Ella comjyie nondimeno..», si avea
proposto. Mi sono scostato, anche nel senso, interamente dall’ Ornato, il
quale avea tradotto: ella rende intero e com- piuto quanto ella
avea fatto fino allora; primieramente perchè il senso voluto
esprimere dall’ Ornato non mi sembrava abbastanza chiaro; e poi, e
principal- mente perchè mi parve troppo grande licenza il tradurre
per quanto avea fatto fino allora, il tò irpoTcOiv, il quale mi
sembra qui usato nel senso il più ovvio del verbo “7rp.oT{6T)|ju”, che è
quello di proporre, e così l’ intende anche lo Schultz
contrariamente al’Gataker seguito dall’ Ornato. Veggo bene le ra- gioni
che possono avere gl’indotto a interpretare a quel modo. Ma non mi
persuadono. Il pensiero di An- tonino mi sembra chiaramente, l’anima
razionale, la quale non si propone altro che di operare sempre
secondo ciò che richiede il momento presente, e di aver caro tutto
ciò che le inter- viene, come cosa voluta dalla natura, in
qualunque istante le* sopravvenga la morte, compie sempre interamente
il compito che ella si avea proposto, e in modo soddisfacente a sè
stessa; ella ha tutto ciò che potea desiderare, ha totalmente esaurita
la sua parte come attrice sulla scena del mondo; e appunto il morire
quando la natura lo vuole, è la conclusione, il compimento della
parte a lei assegnata e da lei liberamente accettata nel gran dramma
della vita universale. Bone avverte qui il Gataker aver già Socrate usato
il medesimo argomento per indurre Alcibiade a disprezzare la
moltitudine, alla* quale peritavasi di farsi innanzi a concionare: qual
è, diss’egli, di costoro quegli che ti impau- risce? forse Micillo il
ciabattieref Trigaió il conciatore f Trochilo il ferravecchio? ora
non sono costoro quelli dei quali si compone V adunanza del popolo? Che
se non temi di favellare a ciascuno di essi separatamente, che è dò.che
ti fa timido a parlar loro riuniti insieme? Il ragionamento di Socrate
era giustissimo ap- > plicato ad una moltitudine di popolo
riunito, e avrebbe anche potuto ricor- dare ad Alcibiade l’antico detto
di Solone ai:li Ateniesi conservatoci da Plu- tarco: preni ad uno ad uno
»iete tante volpi; riuniti insieme siete tanti allocchi. Ma il
medesimo ragionamento applicato allo cose di cui parla Marco nostro
non ò molto concludente. E una melodia, per es., come qui avverte
opportuna- mente il Pierron, è qualche cosa di più che una semplice
successione di suoni, e Antonino dimentica di considerare ciò
appunto per cui le note musicali hanno potenza da commovere T anima
sì intimamente. Avverta il lettore che idea tra- gica fondamentale ai
poeti greci era la lotta infelice della volontà e liberta morale
dell’ uomo contro l’ inflessibile necessità; o per dir più
veramente, quella fatale retribuzione di giustizia che risulta
inevitabilmente alla vita umana dalle leggi necessarie dell’ordine
morale. Perchè quella necessità che non era punto upa cosa cieca secondo gli
stoici, apjio i quali il /«<o non era altro che la
concatenazione delle cause secondo le leggi della na- tura, cioè
della ragione e quindi della giustizia; quella necessità, dico, non
era punto una cosa cieca neppure nella mente dei poeti: sendo che a
Nemesi figlia appunto di essa necessità e particolarmente incaricata di
vendicare i delitti e rovesciare le troppo grandi e- immeritate
prospérità, a Nemesi^ dico, e alla Giustizia (5“tx-ri), che erano i
due concetti più puri fra tutte le divinità immaginate dall’ antico
politeismo, il semplice, ma sublime buon senso dei Greci riferiva
tutto ciò che risguarda il supremo governo del mondo. L’idea dunque
della giustizia era congiunta con quella della necessità^ sebbene
in modo diverso, anche nella mento dei poeti, come in quella degli
stoici. Cho se Antonino non fa qui esplicitamente alcuna allusione
a quella retribuzione di giustizia, che era l’elemento morale della
tragedia greca, ma solo allude alla inutilità della lotta contro alla
necessità, e sembra così impicciolire l’i- dea nobilissima dell’antica
tragedia; egli è perchè questa inutilità intendeano gli stoici e i
poeti allo stesso modo, e quasi esprimevano colle medesime pa-
role; laddove intendeano in modo di- verso quella retribuzione: e non
erano forse i poeti quelli clie la intendeano in modo men vicino al
vero. Benissimo il Gataker ricorda qui alcuni detti memorabili di
Pocione, conservatici da Plutarco, ai quali alludea probabilmente Antonino
in questo luogo. Già condannato a morte per giudizio iniquo de’
suoi cittadini, in proposito. di uno che non ristava dal dirgli
vil- lanie, disse Focione: non sarà alcuno che faccia costui
cessare dal disonorar «è medesimo? E già vicino a morire, questa
sola ingiunzione fece al figliuolo: dimenticasse il fatto ingiusto degli
Ateniesi. Quanto alle parole che seguono di Marco nostro: mpposto che non
e in- fingenac, non debbono esser prese come, espressione di nn
sospetto nel caso particolare di Focione, ma bensì in un senso
generale, quasi dicesse Antonino con istoica riserva, non bastar
sempre le parole a dar certo fondamento a un giudizio sulle
disposizioni interne del- l’animo altrui, nè doversi mai fingere,
neppur quando il fingere potesse gio- vare a bene edificare gli uomini.
Da stólto (à|*vu/jiov). Traduce inìquo, seguendo lo Schultz che tradusse
iniquum. Ma non e ben risoluto di aver bene interpretato quello “ayvofxov,”
come appare dal consueto segno. E veramente non parmi che lo
ayvcofjLov possa esser preso in questo senso, sebbene abbia quello
ingrato, disleale, disamorato. Il senso più ovvio di questo aggettivo è
privo di senno, stolto, inavveduto, e parmi che 41 1 reo Aurelio
questo senso quadri benissimo in questo , luogo, meglio che non faccia
quello di inìquo. Dopo aver detto Antonino essere da pazzoy cioè a dire
da stolto, il volere che ì malvagi non pecchino; aggiunge che lo
ammettere in tesi gene- rale ed assoluta, poiché non si può fare
altrimenti, che essi debbano di neces- sità peccare, e il volere ad un
tempo che essi facciano una eccezione a favor tuo, è cosa non solo
às. stolto ma anche da tiranno: da stolto perchè l’eccezione, anche di un solo
caso non è possibile ai malvagi;.da tiranno perchè vuoi esser
distinto e che ti si abbia maggior rispetto che agli altri uomini.
Anche il Gataker intende 1’ àyvwi^ov così; iPierron segue lo Schultz.
Parole di Epitteto malissimo interpretate da Pierron, che riferisce l’àiro OavTi
al padre, quando deve essere riferito al figliuolo, corno fece
l’Ornato, seguendo Gataker e Schultz. La medesima sentenza si trova anche
nel Manuale del mede- simo Epitteto con parole poco diverse, e fu
benissimo tradotta dal Leopardi. Se tu hacer<fi per avventura un tuo
Jigliolino o la moglie, dirai teco stesso: io bacio un mortale. Manuale,
Tutto è opinione. Il lettore com- prenderà facilmente come il senso
stoico di questa frase, tante volte ripetuta da Marco nostro, è al
tutto alieno da quello della famosa sentenza del sofista Protagora:
V uomo è misura di tutte le cose. La sentenza del sofista si
riferiva ad ogni cosa, alla verità obbiettiva, alla moralità come
alla sensibilità, e tendea quindi a distruggere la possibilità' di
ogni cognizione teorica, la morale come la religione. La sentenza di
Antonino al contrario, il quale, per un errore direi quasi
magnanimo, riduceva, seguendo gli stoici anteriori, tutta l’essenza dell’
uo- mo alla ragione e alla volontà ragionevele, non si riforisce ad altro
che alla sensibilità, cioè ai piaceri e ai dolori di cui essa
sensibilità è soggetto. Intendi raziocinio nel senso proprio dei loici, cioè
facoltà del sillogizzare, operazione propria dell’intelletto; e nota qui
il carattere esclusivo del Portico, il quale considerava e stimava
un nulla, non che la sensibilità ma l’in- telletto stesso, a paragone dei
buon uso della volontà, cioè della moralità della ragione.
Traducendo ho usato il vo- cabolo raziocinio piuttosto che
intelletto, perchè in italiano il senso della parola intelletto può
essere troppo facilmente confuso con quello di ragione, la differenza fra
i due non essendo così ben determinata nella nostra lingua, come è fra i
due corrispondenti tedeschi Verstandnis e Vernunft. Ornato. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Ornato” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701273778/in/photolist-2mLLwjC-CkaHMd-2mLExs3
Oro -- Grice e Trissino – la difficolta dei segni di
Trissino non favori la diffusione di sua filosofia – filosofia italiana (Vicenza).
TRISSINO-DAL-VELLO-D’ORO -- or ORO (Vicenza).
Filosofo. Ritratto di Vincenzo Catena. Persona
di spicco della cultura rinascimentale, notissimo al tempo, il Trissino incarnò
perfettamente il modello dell'intellettuale universale di tradizione
umanistica. Si interessò, infatti, di linguistica e di grammatica, di
architettura e di filosofia, di musica e di teatro, di filologia e di
traduzioni, di poesia e di metrica, di numismatica, di poliorcetica, e di molte
altre discipline. Nota era, anche presso i contemporanei, la sua erudizione
sterminata, specie per quel che riguarda la cultura e la lingua greche,
sull'esempio delle quali voleva rimodellare la poesia italiana. Fu anche
un grande diplomatico e oratore politico in contatto con tutti i grandi
intellettuali della sua epoca quali Niccolò Machiavelli, Luigi Alamanni,
Giovanni di Bernardo Rucellai, Ludovico Ariosto, Pietro Bembo, Giambattista
Giraldi Cinzio, Demetrio Calcondila, Niccolò Leoniceno, Pietro Aretino, il
condottiero Cesare Trivulzio, Leone X, Clemente VII, Paolo III, e l'imperatore
Carlo V d'Asburgo. Fu ambasciatore per conto del papato, della Repubblica di
Venezia e degli Asburgo, di cui fu un fedelissimo, come tutta la sua famiglia
da generazioni. Scoprì e protesse l'architetto Andrea Palladio, appena
adolescente, nella sua villa di Cricoli, vicino Vicenza, che venne da lui
portato nei suoi viaggi e fu da lui iniziato al culto della bellezza greca e
delle opere di Marco Vitruvio Pollione.Giovanni Giorgio Trissino nacque a
Vicenza l'8 luglio 1478 da antica e nobile famiglia. Suo nonno Giangiorgio
combatté nella prima metà Professoreil condottiero Niccolò Piccinino, che al
servizio dei Visconti di Milano invase alcuni territori vicentini, e
riconquistò la valle di Trissino, feudo avito. Suo padre Gaspare era anch'esso
uomo d'armi e colonnello al servizio della Repubblica di Venezia e sposò
Cecilia Bevilacqua, di nobile famiglia veronese. Ebbe un fratello, Girolamo,
scomparso prematuramente, e tre sorelle: Antonia, Maddalena, andata in sposa al
padovano Antonio degli Obizzi, ed Elisabetta, poi suor Febronia in San Pietro
nel 1495 e dal 1518 rifondatrice insieme a Domicilla Thiene di San
Silvestro. Targa marmorea che Trissino fece realizzare a ricordo
del suo maestro Demetrio Calcondila in S.Maria della Passione a Milano Trissino
studiò greco a Milano sotto la guida del dotto bizantino Demetrio Calcondila,
sodale di Marsilio Ficino, e poi filosofia a Ferrara sotto Niccolò Leoniceno.
Da questi maestri imparò l'amore per i classici e la lingua greca, che tanta
parte ebbero nel suo stile di vita. Alla morte di Calcondila, fece murare una
targa nella chiesa di S.Maria della Passione a Milano, dove fu sepolto il suo
maestro. Il 19 novembre 1494 sposò Giovanna, figlia del giudice Francesco
Trissino, lontana cugina, da cui ebbe cinque figli: Cecilia, Gaspare, Francesco, Vincenzo e Giulio. Trissino sostene l'Impero come istituzione, come
d'altronde era tradizione nella sua famiglia da generazioni, ma ciò venne
interpretato in spirito antiveneziano e, per questo, egli fu temporaneamente
esiliato dalla Serenissima. Nel 1515, durante uno dei suoi viaggi in Germania,
l'Imperatore Massimiliano I d'Asburgo lo autorizzò all'aggiunta del predicato
"dal Vello d'Oro" al proprio cognome e alla relativa modifica dello
stemma gentilizio (aurei velleris insigna quae gestare possis et valeas), che
nella parte destra riporta su fondo azzurro un albero al naturale con fusto
biforcato sul quale è posto un vello in oro, il tronco accollato da un serpente
d'argento e con un nastro d'argento tra le foglie, caricato del motto "PAN
TO ZHTOYMENON AΛΩTON" in lettere maiuscole greche nere, preso dai versi
110 e 111 dell'Edipo re di Sofocle che significa "Chi cerca trova",
privilegi trasmissibili ai propri discendenti. Stemma di
Giangiorgio Trissino dal Vello d'Oro come appare nel volume dedicatogli da P.F.
Castelli. In quegli stessi anni intraprese diversi viaggi tra Venezia, Bologna,
Mantova, Milano (dove conobbe Cesare Trivulzio, comandante francese) e Padova
(dove riscoprì il De vulgari eloquentia di Dante Alighieri). Poi si recò a
Firenze ed entrò nel circolo degli Orti Oricellari (i giardini di Palazzo Rucellai)
in cui si riunivano, in un clima di marca neoplatonica e di classicismo
erudito, Niccolò Machiavelli e i poeti Luigi Alamanni, Giovanni di Bernardo
Rucellai ed altri. Qui il Trissino discusse il De vulgari eloquentia e compose
la tragedia Sofonisba. Questi anni agli Orti Oricellari furono centrali, sia
per quanto il poeta ricevette intellettualmente, sia per la forte impronta che
lasciò sui suoi sodali: si vedano le tragedie di Giovanni di Bernardo Rucellai
e il poemetto le Api (in endecasillabi sciolti, concluso dalle lodi del
Trissino, cfr. il paragrafo sul Profilo religioso del Trissino) o le poesie
pindariche di Luigi Alamanni, o ancora i punti di contatto fra le tante
digressioni erudite sull'arte militare contenute nell'Italia liberata dai Goti
che rimandano all'Arte della guerra del Machiavelli, elaborata proprio in
quegli anni. Anzi, le idee linguistiche del poeta spronarono lo stesso
Machiavelli a scrivere anche lui un Dialogo sulla lingua, nel quale difende
l'uso del fiorentino moderno (cfr. il paragrafo Opere linguistiche). In
seguito si recò a Roma, dove stampò nel 1524 la Sofonisba (dedicandola papa
Leone X), la prima tragedia regolare, e la famosa Epistola de le lettere
nuovamente aggiunte ne la lingua italiana (dedicata a Clemente VII), un
arditissimo libello in cui si suggeriva l'inserimento nell'alfabeto latino di
alcune lettere greche per segnalare alcune differenze di lettura (vedi sotto).
Intanto il figlio Giulio, di salute cagionevole, venne avviato dal padre alla
carriera ecclesiastica e, dopo il suo soggiorno a Roma sempre presso papa a
Clemente VII, divenne arciprete della cattedrale di Vicenza. Sempre a
Roma, nel 1529 Trissino diede alle stampe alcuni testi fondamentali: la
versione riveduta della Epistola, la traduzione del De vulgari eloquentia, Il
castellano (dialogo sulla lingua, dedicato a Cesare Trivulzio ed ispirato a
quello dantesco), le Rime (dedicate al cardinale Niccolò Ridolfi) e le prime
quattro parti della Poetica (il primo trattato ispirato alla Poetica di Aristotele,
da poco riscoperta), con le quali il programma di riforma letteraria
classicheggiante avviato con la Sofonisba può dirsi quasi concluso. Per i
prossimi 20 anni il poeta non stamperà più nulla. Queste opere
sollevarono un grande clamore per la loro arditezza e disorientarono (o meglio:
orientarono diversamente) la nascente letteratura italiana: nessuno aveva osato
finora riformare addirittura l'alfabeto, né aveva avuto ardire di cancellare
l'intero sistema dei generi in uso fin dal Medioevo (le sacre rappresentazioni
e il poema cavalleresco, in primis) per farne sorgere dal nulla dei nuovi, cioè
poi quelli antichi (la tragedia, la commedia e il poema epico). Da questi
libelli prese avvio la secolare questione della lingua italiana. A
Bologna, nel corso dell'incoronazione di Carlo V a Re d'Italia e Sacro Romano
Imperatore, egli ebbe il privilegio di reggere il manto pontificale a Clemente
VII e Carlo lo nominò conte palatino e cavaliere dell'Ordine Equestre della
Milizia Aurata. Secondo quanto riportato dallo storico Castellini,
Trissino rifiutò posizioni di potere offertegli dai pontefici a seguito dei
successi riportati come diplomatico (Nunzio e Legato), ad esempio
l'arcivescovado di Napoli, il vescovado di Ferrara o la porpora cardinalizia,
in quanto desideroso di una propria discendenza ed essendo il figlio Giulio
avviato nella gerarchia ecclesiastica. Rientrato a Vicenza sposa Bianca, figlia
del giudice Nicolò Trissino e di Caterina Verlati, già vedova di Alvise di
Bartolomeo Trissino. Da Bianca ebbe due figli: Ciro e Cecilia. Alla nomina di
Ciro come erede universale, si scatenarono le ire di Giulio che per lungo tempo
lottò in tribunale contro il padre e il fratellastro per poi morire in odore di
eresia calvinista. Anche a seguito delle divergenze causate dai cattivi
rapporti con Giulio, la coppia si divise quando Bianca si trasferì a Venezia,
dove morì il 21 settembre 1540. Trissino manifestò il proprio fervente
sostegno all'Impero dedicando, qualche anno prima della morte, a Carlo V il suo
poema in 27 canti L'Italia liberata dai Goti, il primo poema regolare destinato,
come si vede fin dal titolo, ad essere importante per la Gerusalemme liberata
di Torquato Tasso. Nel 1548 stampò anche la commedia I Simillimi, anch'essa la
prima commedia regolare. Villa Trissino di Cricoli (VI) Intanto nella
villa di Cricoli alle porte di Vicenza, già dei Valmarana e dei Badoer e
acquistata dal padre Gaspare, si radunava una delle più prestigiose Accademie
vicentine. Qui Trissino scoprì uno dei più grandi talenti della storia
dell'architettura, Andrea Palladio, di cui fu mentore e mecenate, che portò nei
suoi viaggi con sé ed educò alla cultura greca e alle regole architettoniche di
Marco Vitruvio Pollione. Morì a Roma l'8 dicembre 1550 e fu sepolto nella
Chiesa di Sant'Agata alla Suburra. Vennero alla luce le ultime due parti
della sua Poetica, la quinta e la sesta (dedicate ad Antonio Perenoto, vescovo
di Arras), che erano comunque già pronte, come si evince dalla chiusura della
quarta parte. Progetta e attua una imponente riforma della lingua e della
poesia italiane sui modelli classici, cioè la Poetica di Aristotele da poco
riscoperta, i poemi di Omero, e le teorie linguistiche esposte di Alighieri nel
“Della volgare eloquenza” riscoperto da lui stesso a Padova. Un programma in
piena antitesi sia con la moda del petrarchismo di P. Bembo, sia con quella del
romanzo cavalleresco incarnato supremamente dall' “Orlando furioso” di L.
Ariosto, che allora infuriavano. Il programma di riforma venne esposto
attraverso saggi diversi, cioè un saggio di orto-grafia e di orto-fonetica
(Epistola dele lettere nuovamente aggiunte ne la lingua italiana, dedicata a
Clemente VII), un saggio di teoria della lingua italiana (Il castellano,
dedicato a C. Trivulzio), due saggi di grammatica (“Dubbii grammaticali” e la “Grammatichetta”)
e un manuale di teoria dei generi letterari (“Poetica”). Tali proposte (specie
quella di modificare l'alfabeto inserendovi alcune lettere greche così da
rendere visibili le differenti pronunce di alcune vocali e di alcune
consonanti) e la riscoperta del “Della volgare eloquenza” di Aligheri) sono
clamorosi e fa esplodere in Italia la secolare questione della lingua,
idealmente chiusa da “I promessi sposi” di Manzoni. Questa intensa speculazione
teorica ha il suo sbocco fattuale in quattro saggi poetici, tutte molto
importanti: la Sofonisba (dedicata a Leone X), la prima tragedia regolare della
letteratura moderna (regolare si definisce un'opera costruita secondo le norme
derivate dai testi classici, essenzialmente la Poetica di Aristotele e l'Ars
poetica di Orazio), L'Italia liberata dai Goti (dedicata a Carlo V), il primo
poema epico regolare, e I simillimi (dedicata al G. Farnese), la prima commedia
regolare. Si aggiunga un volume di poesie d'amore e di encomio (Rime, dedicato
a N. Ridolfi) di gusto anti-petrarchista e ispirato ai poeti siciliani, agli
Stilnovisti, ad Aligheri e alla tradizione del Quattrocento, tutte cassate dal
Bembo. Anche queste opere sollevarono un grande dibattito, ma saranno destinate
ad avere un ruolo centrale nello sviluppo degl’umanita italiana ed europea, se
si considera l'importanza che la tragedia e l'epica, ad esempio, hanno in tutta
Europa. A lui si deve anche l'invenzione dell'endecasillabo sciolto (cioè senza
rima) ad imitazione dell'esametro classico, anche questa un'invenzione
destinata a fama europea. La sua produzione comprende diversi generi:
innanzitutto un Architettura, incompleto, ricerche sulla numismatica,
traduzioni, ed orazioni varie. Se ci si concentra solo sugli studi di teoria del
linguaggio, si ha a che fare con pochi testi, ma tutti rilevantissimi,
attraverso i quali struttura un coerente programma di riforma del linguaggio
sui modelli classici e sul linguaggio d’Alighieri ispirato alla Poetica di
Aristotele, ad Omero e al “Della volgare eloquenza”, un sistema da opporre sia
alle Prose della volgar lingua del Bembo di qualche anno prima, che aveva dato
come modelli solo Petrarca e Boccaccio (riducendo, quindi, i generi letterari
solo alla lirica e alla novella), sia all'”Orlando furioso” di L. Ariosto, che
è un romanzo cavalleresco e non un poema epico. Attraverso il proprio programma
iverrà a creare una tradizione di gusto classico del tutto nuova che nei secoli
a venire si affiancherà al bembismo sebbene agli inizi gli fu avversario. Il
suo sistema iinfatti, vuole sopperire ai vuoti lasciati dal petrarchismo
bembesco e proseguire lo sperimentalismo della tradizione antica e
quattrocentesca (la cosiddetta docta varietas). Né egli e l'unico convinto di
queste idee, come si dice ancora oltre, ma era affiancato da S. Speroni, B.
Tasso (padre di Torquato), A. Brocardo, P. Tolomei, A. Colocci, M. Equicola e
altri ancora. Volendo sintetizzare, le sue opere si raccolgono intorno a
tre date: Dà alle stampe a Roma la tragedia “Sofonisba” (composta prima
agli Orti Oricellari) e l'Epistola sulle lettere da aggiungere all'alfabeto.
Tutte le sue opere stampate in vita sono scritte secondo l'alfabeto da lui
congegnato e non con l'alfabeto usuale. Vengono date alle stampe sei opera:
“Della volgare eloquenza”, le prime IV parti della Poetica, il dialogo “Il
castellano, le Rime, i Dubbi grammaticali e la Grammatichetta. Dà alla luce il poema L'Italia liberata dai
Goti, e la commedia I simillini. Passeremo in rassegna le principali opere
poetiche, tranne gli Scritti linguistici, che hanno un paragrafo
apposito. La Sofonisba è in assoluto la prima tragedia regolare della
letteratura europea, destinata a vasta fortuna specie in Francia. Secondo il
modello antico, Trissino compone una tragedia in endecasillabi sciolti, che
imitano i trimetri giambici (il verso a questa data fa la sua prima
apparizione), divisa in quadri da cori rimati: alcuni cori sono canzoni
petrarchesche mentre altri, invece, canzoni pindariche (che fanno anch'esse qui
la loro prima apparizione e si ritroveranno nella poesia di Luigi Alamanni e
poi ancora di Gabriello Chiabrera). L'argomento (con sensibile differenza dai
classici antichi) è storico (preso da Tito Livio), non fantastico, mitico o
biblico. L'azione, come poi sarà canonico nel teatro regolare, si svolge nello
stesso posto (unità di luogo) e nello stesso giorno (unità di tempo) e prevede
in scena un numero limitato di persone. Venne recitata durante il carnevale di
Vicenza, messa in scena dall'amico e allievo Andrea Palladio. La proposta
piacque, tutto sommato, e riscosse successo: l'endecasillabo sciolto, metro
nuovo, fu approvato anche dal Bembo (come ricorda Giraldi Cinzio) e divenne da
allora in poi il metro quasi canonico del teatro italiano, specie tragico (vedi
sotto). Anche nelle Rime si mostra uno sperimentatore e il Petrarca,
modello obbligatorio a prescindere dal Bembo, si fonde con immagini derivanti
da altre epoche e da altri autori, in special modo la poesia occitana, quella
siciliana, gli stilnovisti e Dante, i poeti quattrocenteschi. Nel sistema del
Trissino è possibile usare ancora metri come, ad esempio, i sirventesi e le
ballate (cassati dal Bembo) o anche introdurre particolari nuovi come gli occhi
neri di guaiaco della donna amata, immagine inventata dal poeta su un referente
quotidiano della cultura cinquecentesca e non in linea con le immagini tipiche
del Petrarca (occhi di stelle e simili). Il Castellano è un dialogo sulla
lingua dedicato a Cesare Trivulzio, comandante francese a Milano. Si ambienta a
Castel Sant'Angelo e ha per protagonisti Giovanni di Bernardo Rucellai (il
castellano, appunto) e Filippo Strozzi, amici degli Orti Oricellari. Il
Trissino espone per bocca del Rucellai il suo ideale linguistico, preso dal De
vulgari eloquentia, cioè quello di un volgare illustre o cortigiano, mobile ed
aperto, fondato in parte sull'uso moderno e concreto della lingua, e in parte
sugli autori della tradizione letteraria. Questi autori sono soprattutto Dante
e Omero poiché dotati di enargia, cioè della capacità di rendere visibili a
parole ciò di cui stanno narrando. Le idee linguistiche del Trissino
sollevarono grande clamore (fondate com'erano su un testo la cui paternità
dantesca non era ancora assicurata) e fecero scoppiare il secolare 'dibattito
sulla lingua italiana' concluso, come detto, almeno idealmente, dal Manzoni tre
secoli dopo. Fra i molti che parteciparono al dibattito si ricordi il
fiorentino Niccolò Machiavelli al quale il Trissino aveva letto il De vulgari
eloquentia sempre agli Orti Oricellari, il Bembo, ovviamente, Sperone Speroni,
Baldassarre Castiglione. Poetica Le teorie che soggiacciono a questo
vasto programma vengono esposte nella Poetica (1529), libro fondamentale non solo
per il Trissino, essendo in assoluto il primo libro di poetica in Europa ad
essere modellato sulla Poetica di Aristotele, destinato a fama secolare in
tutto il continente. Né banale né senza rischi era, come potrebbe apparire,
l'idea di resuscitare dei generi letterari di fatto morti da millenni e lontani
per gusto e ispirazione dalla società rinascimentale. Sul piano
linguistico immagina una lingua di ispirazione dantesca e omerica, cortigiana e
illustre, che contempli l'innovazione e la tradizione, che sia aperta a una
collaborazione ideale fra varie regioni italiane e non sul predominio esclusivo
del toscano trecentesco, che ottemperi anche l'inserimento di neologismi e di
dialettismi. Nella poesia lirica si appoggia, sempre dietro Dante, alla
tradizione occitana, siciliana, stilnovista e dantesca e anche petrarchesca.
Nella metrica saccheggia ampiamente il trecentesco Antonio da Tempo che ancora
contempla ballate e sirventesi, generi cassati dal Bembo, come detto, e si
mostra vicino allo sperimentalismo della poesia quattrocentesca. Discorre,
inoltre, della possibilità di utilizzare in italiano metri di stile greco e
latino, come fatto da lui nei cori della Sofonisba, proposta che avrà grande
successo nei secoli a venire, specie nella poesia per musica e nel
melodramma. Discorre poi della tragedia, della commedia, dell'ecloga
teocritea e del poema omerico, i generi resuscitati dal mondo classico. A ogni
genere vengono date ovviamente le proprie regole tratte da Aristotele, cioè le
unità di tempo e di luogo, per la tragedia e la commedia, e le unità narrative,
per il poema epico. Vengono quindi stabilite le nette differenze fra il romanzo
cavalleresco e il poema epico. Mentre il romanzo cavalleresco narra una vicenda
fantastica costituita dall'intreccio di molte storie diverse (alcune delle
quali destinate a non chiudersi nel poema poiché non necessarie alla
conclusione generale della vicenda), nel poema epico, invece, la vicenda dovrà
essere di matrice storica e dovrà essere unitaria e conclusa: essa cioè dovrà
venire raccontata dall'inizio alla fine, e i pochi protagonisti dovranno
ruotare tutti attorno ad essa, tutti per un solo scopo, e le loro vicende
dovranno venire concluse entro l'arco del poema, non lasciando nulla in
sospeso. Il genere epico, inoltre, secondo una caratteristica che gli diventerà
propria, viene dal Trissino investito di un alto valore morale e politico,
profondamente pedagogico, ignoto al romanzo, che lo trasformano in un percorso
di formazione morale e culturale. Per questi tre generi nuovi, il poeta
propone l'endecasillabo sciolto, corrispettivo moderno dell'esametro e del
trimetro giambico classici (vedi paragrafi sottostanti). Sul piano dello
stile e dei registri il poeta rimanda alle teorie dei greci Demetrio Falereo e
di Dionigi di Alicarnasso, che ponevano come vertice dello stile poetico
l'energia, cioè la capacità di rappresentare visivamente con le parole le cose
di cui s sta narrando, prerogativa, per il Trissino, dello stile di Omero e
Dante. Sempre dietro Demetrio e Dionigi, divide la lingua italiana in quattro
registri stilistici e non tre, come voluto dalla tradizione medievale e
bembesca (la cosiddetta rota Vergilii, secondo la quale esistono 3 registri
stilistici soltanto: quello basso, esemplificato dalle Bucoliche, quello medio
dalle Georgiche, e quello alto o tragico dell'Eneide). Questo veniva a
reimpostare daccapo i rapporti ormai consolidati fra genere letterario e
registro stilistico, e fu una novità che avrebbe causato non poco l'insuccesso
di un poeta il cui punto debole fu proprio lo stile. Tornò in scena con
L'Italia liberata da' Gotthi, un vastissimo poema di endecasillabi sciolti in
27 canti, stampato nel 1547 (primi 9 canti) e nel 1548 (restanti 18), ma
iniziato intorno ai primi del secolo, nell'età di Papa Leone X. Esso è di fatto
il primo poema epico moderno e sarà destinato, come la Sofonisba, a inaugurare
un genere del tutto nuovo, in dichiarata antitesi alla tradizione
medievale del romanzo cavalleresco che in quegli anni stava sfondando con
Ludovico Ariosto. L'idea che soggiace alla composizione dell'opera è
illustrata nella famosa Dedica a Carlo V che precede il poema, dove il Trissino
dichiara di essersi ispirato ovviamente ad Aristotele e all'Iliade di Omero.
Con la guida di Omero e di Demetrio Falereo (e non di Dante, si noti), inoltre,
reclama l'uso di un volgare illustre che contempli l'inserimento di voci
dialettali, arcaiche o anche latine e greche, come infatti nel poema avviene.
Come detto più volte, inoltre, lo scopo del poema è 'ammaestrare l'imperatore',
non solo attraverso dei modelli cavallereschi, ma anche attraverso conoscenze
tecniche di architettura, arte militare e via di seguito. Il poema è
ligio, insomma, a quanto stabilito nella Poetica: la trama è tratta da un
accadimento storico cioè la guerra gotica tra l'imperatore bizantino
Giustiniano I e gli Ostrogoti che occuparono l'Italia (per la quale il poeta
segue lo storico bizantino Procopio di Cesarea), che viene raccontata
dall'inizio alla fine, e i (relativamente) pochi protagonisti ruotano attorno
ad essa. I personaggi, a loro volta, saranno specchio di altrettanti vizi e
virtù da correggere, in questa crociata che sarebbe anche un percorso di
formazione bellica e morale del suo lettore ideale, cioè Carlo V
stesso. Il poema, atteso da vent'anni dai dotti italiani, fu uno dei più
clamorosi fiaschi della storia letteraria italiana, come noto, anche se ebbe un
impatto profondissimo. Critiche violente vennero da Giambattista Giraldi Cinzio
(che ne parla nei suoi Romanzi) e da Francesco Bolognetti, ma non solo. I quali
derisero il poema per la sua imitazione pedissequa dei valori dell'eroismo
classico (grandezza e generosità d'animo, nobiltà e gloria), per l'attenzione
estrema alla corretta applicazione delle regole aristoteliche, più che alla
fluidità della narrazione o al dare un rilievo psicologico ai personaggi,
assolutamente frontali. Inoltre, la ripresa parola per parola del modello
omerico (ma in generale di tutte le moltissime fonti tradotte dal poeta) fu
ritenuta noiosa, e la solennità dell'argomento venne a scontrarsi con la
prosaicità dello stile trissiniano, del metro senza rima costruito in maniera
formulare (come quello di Omero ovviamente) che rende il dettato fiacco e
stereotipato. I lunghi intervalli eruditi, inoltre, in cui il poeta si dilunga
nelle descrizioni degli accampamenti, dei monumenti della Roma medievale, di
città, architetture, armature, eserciti, giardini, mappe geografiche
dell'Italia, precetti morali, massime e apologhi eruditi e via di seguito,
soffocano la narrazione epica (nella prima edizione il poema è addirittura
corredato da tre cartine geografiche) e rendono il poema di difficile
lettura. Ciò non toglie, tuttavia, che l'Italia liberata abbia un posto
di rilievo nella letteratura: la visione di un mondo superiore di eroi solenni
e composti nella dignità del loro ideale e della loro missione, tipicamente
aristocratici, anticipava le preoccupazioni morali della Controriforma. Sarà proprio alla fine del secolo, infatti,
che il poema trissiniano avrà la sua fortuna, col Tasso ma non solo. “I
simillimi” w l'ultima opera stampata dal poeta e i modelli sono indicati da lui
stesso nella dedica a Farnese: Aristofane e la Commedia antica -- Menandro è
stato riscoperto solo nel Novecento) -- sul modello della quale il Trissino ha
fornito la favola dei cori (con l'appoggio anche dell'Arte poetica di Orazio)
ma non del prologo. Dichiarata è anche l'ascendenza da Plauto (essenzialmente i
Menecmi). Il testo è costruito in versi sciolti, ovviamente, mentre i cori sono
costituiti anche da settenari e sono rimati.Le opere linguistiche
Frontespizio del Castellano di Giangiorgio Trissino, stampato con lettere
aggiunte all'alfabeto italiano da quello Greco. I suoi saggi di filosofia del
linguaggio sono essenzialmente quattro: l'Epistola, Castellano, Dubbi,
Grammatichetta, oltre, ovviamente la Poetica. Accese discussioni suscita
il suo esordio letterario, cioè la proposta di ri-formare l'alfabeto classico
italiano, di radice latina – Lazio -- contenute nell' “Ɛpistola del Trissinω”
delle lettere nuωvamente aggiunte nella lingua italiana”, dove suggerisce
l'adozione di grafia dell’abecedario di vocali e consonanti della fonologia
greca al fine di “dis-ambiguare” un segno diversi resi allora, e ancor oggi,
con il medesimo segno grafico: e e o aperte (“ε” ed “ω”) e chiuse, z sorda e
“z” sonora (“ζ”) – “Speranζa” -- nonché la distinzione dell’“i” e dell’ “u” con
valore di vocale (i, u), o di consonante (j, v). Ri-propone questa idea, sebbene
ricorrendo a segni diverse, anche l'accademico della Crusca (cruschense)
Salvini, sempre senza successo. Accolta fu nei secoli a venire, invece, la
sua proposta di utilizzare la “z” al posto della “t” nelle vocaboli latini che
finiscono in “-tione” (implicatione > “implicazione” -- oratione >
orazione) e di distinguere sistematicamente il segno “u” dal signo “v” (uita
> “vita”) I punti principali
dell'abecedario riformato sono i seguenti: carattere fonema Distinto da
Pronuncia “Ɛ”, “ε”; E aperta [ɛ] E e E chiusa [e] “Ω” “ω” O aperta [ɔ] O o O
chiusa [o] V v V con valore di consonante [v] U u U con valore di vocale [u] J
j con valore di consonante J [j] I iI con valore di vocale [i] “Ӡ” “SPERANӠA”
“ç” – Sperança -- Z sonora [dz] Z z Z sorda [ts]. Tali idee vengono
confermate. Nel Castellano, propone il modello di una lingua
cortigiana-italiana formata dagli elementi comuni a tutte le parlate dei
letterati della penisola, non solo nel lessico ma anche al livello della
fonetica (visibile ormai grazie al suo abecedario ri-formato). La sua teoria si
appoggia ad Omero e soprattutto alla sua traduzione del “De vulgari
eloquentia”, e vede amplificata nella “Poetica”, in riferimento a tutti i
generi letterari, ed e illustrata materialmente nella sua Grammatichetta messa
a disposizione da Trissino stesso e i Dubbi grammaticali. Alla sua tesi si
dimostrano particolarmente ostili i toscani, ovviamente, visto che Aligheri
stesso asserisce nel trattato che il toscano non è il volgare illustre. Tra di
essi spicca il Machiavelli, come accennato, che compose un “Dialogo sulla
lingua” nel quale reclama la specificità del fiorentino in opposizione a Bembo
e anche a Trissino, che nella grammatica di base parte sempre dalla lingua
letteraria, anche perché l'unica in grado di assicurare a livelli profondi una
similarità fra i vari parlari italiani. Un esempio: se nel toscano di Poliziano
è normale usare “lui” in funzione di soggetto, Bembo invece rispolvera “egli” e
lo stesso fa Trissino. Machiavelli, invece, difende l'uso di “lui”, normale a
Firenze. La riforma trissiniana dei segni dell’abecedario italiano, applicata sistematicamente
da lui in tutti i suoi saggi (anche negli appunti!), è un prezioso documento
delle differenze di pronuncia tra il tosco toscano e la lingua cortigiana, fra
la lingua letteraria e la corretta pronounia Nordica (e vicentino) perché
applica i propri criteri nel pubblicare i suoi saggi o nell'interpretare alcuni
segni del toscano. La conseguente maggior difficoltà non favoresce la
diffusione della sua filosofia e porta diverse critiche da parte dei filosofi
suoi contemporanei. Sebbene sia noto come esegeta aristotelico, il
Trissino si era formato, invece, sul finire del Quattrocento e nei primi del
Cinquecento nelle capitali culturali italiane sature di cultura neoplatonica e
mistica: non ci riferiamo solo agli anni a Milano presso il Calcondila (amico
di Marsilio Ficino) o a Ferrara presso il Leoniceno, ma soprattutto a quelli
trascorsi agli Orti Oricellari fiorentini e nella Roma di Leone X, figlio di
Lorenzo de' Medici. Importanti sono i due ritratti che ci vengono lasciati da
due contemporanei. Il primo è il quello di Giovanni di B. Rucellai, che nel poemetto in versi sciolti Le
api, dopo aver discusso dell’armonia cosmica e della dottrina
ermetico-platonica dell’Anima Mundi, specifica ai vv. 698-704: «Questo sì bello
e sì alto pensiero / tu primamente rivocasti in luce / come in cospetto degli
umani ingegni Trissino, con tua chiara e viva voce, tu primo i gran supplicii
d’Acheronte ponesti sotto i ben fondati piedi / scacciando la ignoranza dei
mortali». Insomma il Trissino viene riconosciuto come un interprete del
pensiero platonico e, si direbbe, democriteo. Il secondo, invece, riguarda le
esposizioni rilasciate al'Inquisizione, dopo la morte del poeta, da parte del
Checcozzi, il quale dichiara che il Trissino «faceva discendere le anime umane
dalle stelle ne’ corpi e diede a divedere come i passaggi di quelle di pianeta
in pianeta fossero stimate altrettante morti e dicesse essere pene infernali
non le retribuzioni della vita futura ma le passioni e i vizi» (in B. Morsolin,
Giangiorgio Trissino. Monografia di un gentiluomo letterato del secolo XVI,
Firenze, Le Monnier). A questo si aggiungano ancora la ripetuta ammissione di
credere nella salvezza per sola Grazia (Morsolin, confermata nell'Epistola a
Marcantonio da Mula), cioè di essere a rigore un luterano, e la lunga
requisitoria contro il clero corrotto contenuta contenuta nell'Italia liberata,
requisitoria che però, come rilevato da Maurizio Vitale (in L'omerida italico:
Gian Giorgio Trissino. Appunti sulla lingua dell'«Italia liberata da' Gotthi»,
Istituto Veneto di Scienze ed Arti, ), non figura in tutte le stampe del poema
ma solo in quelle indirizzate forse in Germania. Anche quindi, auspicava
un riordino interno della Chiesa e una sua restaurazione morale, in linea con
il generale movimento di riforma che scoppio' nel Rinascimento, con Lutero,
Erasmo etc.... senza per questo farne un luterano in senso stretto. Insomma, è
un tipico esponente della tradizione religiosa pre-tridentina, in cui il
fervido sostegno alla Chiesa romana e la vicinanza coi papi non escludono forti
iniezioni di filosofia idealista e della scuola di Crotone, di stoicismo e di
astrologia, di tradizione bizantina e millenarismo, in cui Erasmo da Rotterdam,
M.Lutero, Agrippa von Nettesheim, Pico, Ficino si fondono in una forma
religiosa eclettica e ancora tollerata prima dell'apertura del Concilio di
Trento. Le persecuzioni inizieranno dopo la sua morte e vi verrà coinvolto, invece, il figlio
Giulio, vicino al calvinismo, che subirà l'Inquisizione. Il suo poema, una
vera enciclopedia dello scibile, è molto interessante a riguardo, e queste
venature di pensiero religioso inquiete ed eclettiche sono evidenti in maniera
palese. Si ricordino gl’angeli che portano nomi di divinità pagane -- Palladio,
Onerio, Venereo etc... -- e che non sono altro che allegorie delle facoltà
umane o delle potenze naturali (Nettunio, angelo delle acque, ad esempio, o
Vulcano come metonimia del fuoco) come indicato nel De Daemonius di M. Psello e
nel pensiero idealista o accademico. E questo uno dei punti più bersagliati dai
critici contro lui, per primo, ancora una volta, G. Cinzio. Di A. Palladio
cura soprattutto la formazione di architetto inteso come filosofo umanista. Questa
concezione risulta alquanto insolita in quell'epoca, nella quale all'architetto
era demandato un compito preminentemente di tecnico specializzato. Non si può
capire la formazione filosofica ed umanistica e di tecnico specializzato della
costruzione dell'architetto Andrea della Gondola, senza l'intuito, l'aiuto e la
protezione di lui. È lui a credere nel giovane lapicida che lavora in modo
diverso e che aspira a una innovazione totale nel realizzare le tante opere. Gli
cambia il nome in Palladio, come l'angelo liberatore e vittorioso presente nel
suo poema L'Italia liberata dai Goti. Secondo la tradizione, l'incontro tra lui
e Gondola ha nel cantiere della villa di Cricoli, nella zona nord fuori della
città di Vicenza, che in quegli anni sta per essere ristrutturata secondo i
canoni dell'architettura classica. La passione per l'arte e la cultura in senso
totale sono alla base di questo scambio di idee ed esperienze che si rivela
fondamentale per la preziosa collaborazione tra i due "grandi". Da lì
avrà inizio la grande trasformazione dell'allievo di G. Pittoni e Giacomo da Porlezza
nel celebrato Andrea Palladio. E proprio lui a condurlo a Roma nei suoi viaggi
di formazione a contatto con il mondo classico e ad avviare il futuro genio
dell'architettura a raggiungere le vette più ardite di un'innovazione a livello
mondiale, riconosciuta ed apprezzata ancora oggi. Il sistema letterario
inventato dal lui non e il solo tentativo di preservare un rapporto diretto con
la cultura degl’antichi con Aligheri e con l'umanesimo del Quattrocento, che il
sistema bembiano esclude. Molti altri condividevano le sue idee, infatti, come
A. Brocardo, B. Tasso, anche loro intenti a inventare nuovi metri su imitazione
dei classici. Tuttavia, se si eccettua forse S. Speroni, e uno dei pochi
che struttura nella sua Poetica un sistema totale, onni-comprensivo,
aristotelico in senso pieno, dove ogni genere è regolato in maniera specifica;
e questo gli permette di essere un punto di riferimento privilegiato.
Bisogna fare a questo punto una distinzione essenziale fra le sue produzione
filosofica e le sue teorie letterarie. Le opere poetiche, forse con la sola
eccezione della Sofonisba e delle Rime, sono notoriamente brute. Lo stile è
fiacco e prosaico e la narrazione dispersa in mille meandri eruditi, ragione
per cui furono conosciute da tutti, lette e ammirate, ma non apprezzate né
imitate dal punto di vista stilistico. L’invenzione del verso sciolto, che e
centrale nella storia letteraria europea, infatti, non e destinata a fiorire
con lui ma solo alla fine del secolo perché venisse accettata entro un poema di
genere e di stile alto come quello epico. La sua filosofia, invece, trova un
successo secolare, non solo in Italia ma in molti paesi europei specie nel
Settecento, con la nuova moda del classicismo. Questo specie per quel che
riguarda i due generi principali del mondo degl’antichi, la tragedia e l'epica,
e con essi anche il verso sciolto. In Italia si può dire che ha grande
fortuna col verso sciolto e col poema epico, ma minore col teatro tragico. La
Sofonisba, quando usce, non era in Italia l'unica tragedia di imitazione antica,
anche se era la prima: vi erano, infatti, anche quelle di Giovanni di Bernardo
Rucellai, composte sempre agli Orti Oricellari. Ma la tragedia ispirata ai
modelli antici non trovò terreno in Italia e fu soppiantata presto, già a metà
del secolo, da quella 'alla latina' -- cioè piena di fantasmi, conflitti, colpi
di scena e sangue, shakespeariana insomma), riportata in auge a Ferrara dalle
Orbecche di Giambattista Giraldi Cinzio -- una linea di gusto che, alla fine
del Cinquecento e nel Seicento, si sposerà in pieno col teatro gesuita, di
ispirazione anche esso stoica e senecana. Non così nell'epica e nel verso
sciolto. Il poema del Trissino è nominato infatti da tutti i principali autori
epici dell'epoca (e spesso in mala fede), da Bernardo Tasso (intento anche lui
alla realizzazione del poema Amadigi, che nella prima stesura era in versi
sciolti) e Giambattista Giraldi Cinzio (che compose contro l'Italia liberata il
volume Dei romanzi), F. Bolognetti e via via fino a Tasso. Quest'ultimo parla
spesso dell'Italia liberata nei Discorsi del poema eroico e, sebbene ne rilevi
i limiti, la tiene presente chiaramente come modello teorico e anche in molti
passaggi della Gerusalemme liberata (fra cui la famosa morte di Clorinda,
ripresa da quella dell'amazzone Nicandra, ad esempio). Vale la pena specificare
che il titolo di “Gerusalemme liberate”, infatti, non fu deciso dal Tasso (che
nei Discorsi chiama sempre il suo poema “Goffredo”), ma dallo stampatore A. Ingegneri,
che doveva aver notato la somiglianza dell'opera tassiana col poema
trissiniano. Mentre nel Rinascimento i critici iniziavano a discutere dei
rapporti fra poesia epica e romanzo cavalleresco, si assiste a un lento
processo di 'acclimatazione' del verso sciolto nei poemi narrativi. Dapprima
viene usato nei generi minori, come le ecloghe pastorali, i poemetti georgici,
gli idilli o le traduzioni, ma alla fine del secolo sarà impiegato in opere imponenti
come l'”Eneide” di Caro, o nel poema sacro del Mondo creato di Tasso, o nello
stile fastoso dello Stato rustico di G. Imperiale o quello classico di
Chiabrera in pieno Barocco. Anzi,
proprio Chiabrera (non a caso allievo di Speroni) si può dire che sia il suo grande
erede, animato come lui dal desiderio di riformare la metrica e di ricreare i
generi letterari sui modelli classici. La Poetica è citata dal Chiabrera in
punti importanti, sia in difesa del verso sciolto, sia dei generi metrici non
bembeschi o nuovi, sia, implicitamente, nella ripresa del mito di Dante e di
Omero (cfr. il paragrafo apposito in Chiabrera). Il Trissino ebbe ancora
fortuna anche nel XVIII secolo, con l'edizione in due volumi Scipione Maffei di
Tutte le opere (Verona, Vallarsi, ancora oggi punto di riferimento
indispensabile), e con nove tragedie intitolate Sofonisba, una delle quali
d’Alfieri. Grande fu l'influenza anche nel melodramma: si contano ben
quattordici Sofonisba, una delle quali di Gluck e uno di Caldara. Ma a parte la
fortuna della Sofonisba, considerando che la riforma poetica dell'Accademia
dell'Arcadia si ispira dichiaratamente alla poesia e alla metrica del
Chiabrera, possiamo dire che il Trissino sia stato uno dei fondatori della
poesia arcadica e capostipite di una tradizione letteraria, anche quella del
melodramma settecentesco. Non a caso è uno degli autori più presenti nella
ragion poetica di Gravina, maestro del giovane Pietro Metastasio, la cui prima
opera sarà la tragedia Giustino, una riproposizione quasi parola per parola del
III canto dell'Italia liberata dove si narrano gli amori di Giustino e di
Sofia. PCastelli dedica la poeta una intera monografia (La vita di
Giovangiorgio Trissino oratore e poeta). Si può dire, quindi, che non solo
nell'epica il Trissino abbia avuto fortuna, ma anche nel teatro italiano, anche
se nelle forme del melodramma e non quelle della tragedia, come tipico della
tradizione italiana. Questo grazie, soprattutto, alla mediazione del Chiabrera,
che seppe rendere le forme metriche del Trissino (prima fra tutte il verso
sciolto) di insuperabile eleganza. Nell'Ottocento si ricordino l'Iliade
di Vincenzo Monti e l'Odissea di Ippolito Pindemonte, che proseguono la grande
storia del verso sciolto nella traduzione italiana, e le considerazioni di tre
grandi scrittori. Il primo è Manzoni che, meditando sul romanzo storico,
rifletté anche sui rapporti fra creazione poetica e verosimiglianza storica
date da Aristotele nello scritto Del romanzo storico e, in genere, de’
componimenti misti di storia e d’invenzione. Il secondo è G. Carducci che
stronca il poema ne I poemi minori del
Tasso (in L’Ariosto e il Tasso) e il terzo è B. Morsolin che compose la
biografia del poeta (Giangiorgio Trissino o monografia di un letterato) che
ancora oggi è indispensabile.Francia In Francia, invece, si assiste in un certo
senso alla situazione opposta e le teorie del Trissino trovarono vasta eco più
nel teatro che nel poema epico, questo anche perché in generale il teatro
classico francese ha sempre prediletto i modelli greci ai latini e il teatro,
in genere, al melodramma. Nel teatro francese l'influenza della Sofonisba sarà
forte: la prima rappresentazione documentata in francese è nel castello di
Blois, davanti alla corte della regina, Caterina de' Medici, non a caso una
fiorentina[29]. La corte di Francia era già abituata d'altronde alla poesia
italiana di stile classico da almeno trent'anni, dopo il soggiorno presso
Francesco I di Francia di Luigi Alamanni. Da qui in poi si conteranno otto
Sofonisba fino alla fine del Settecento, una delle quali di Pierre Corneille.
Non così invece nell'epica, genere che in Francia trovò poco seguito, e nel
verso sciolto, che non si acclimatò mai nella poesia francese, poco adatta per
suo ritmo naturale a un verso senza rima. Il Voltaire, che amava l'Ariosto,
ricorda l'Italia liberata nel suo Saggio sulla poesia epica più che altro per
rilevare le pecche del poema. In Inghilterra si ricorda la fortuna del
verso sciolto (blank verse) a partire dal XVII secolo, che avrà la sua consacrazione
nel Paradiso perduto di Milton, e le lodi tributate al Trissino da Pope nel
prologo alla Sofonisba di Thomson. In Germania si ricordano tre Sofonisba.
Anche Goethe possede una copia delle Rime trissiniane Opere: “Sofonisba,
tragedia Ɛpistola del Trissino de le lettere nuωvamente aggiunte ne la lingua
Italiana; De vulgari eloquentia di Alighieri; traduzione Il castellano,
dialogo: Daelli; Poetica; Dubbi grammaticali; Grammatichetta; L'Italia liberata
dai Goti, poema epico I simillimi, commedia Galleria d'immagini Gian
Giorgio Trissinoincisione da Tutte le opere non più pubblicate di Giovan
Giorgio Trissino, Miniatura di Gian Giorgio Trissino. Incisione da
Castelli La vita di Giovangiorgio Trissino, Targa a Trissino, in piazza Gian Giorgio
Trissino. Targa posta sulla casa natale di Gian Giorgio Trissino, in corso
Fogazzaro 15 a Vicenza, opera di Bartolomeo Bongiovanni.Medaglione posto nel
salone di Palazzo Venturi Ginori, a Firenze, raffigurante Giovan Giorgio
Trissino, membro dell'Accademia Neoplatonica che lì ebbe sede. Bernardo
Morsolin Giangiorgio Trissino o Monografia di un letterato del secolo XVI,
Pierfilippo Castelli, La Vita di Giovan Giorgio Trissino. Bernardo Morsolin,
Giangiorgio Trissino o Monografia di un letterato del secolo XVI,Margaret
Binotto, La chiesa e il convento dei santi Filippo e Giacomo a Vicenza,
Pierfilippo Castelli, La Vita di Giovan Giorgio Trissino, Bernardo Morsolin,
Giangiorgio Trissino o Monografia di un letterato. L'incisione recita: DEMETRIO
CHALCONDYLÆ ATHENIENSIIN STUDIIS LITERARUM GRÆCARUMEMINENTISSIMOQUI VIXIT ANNOS
LXXVII MENS. VET OBIIT ANNO CHRISTI MDXIJOANNES GEORGIUS TRISSINUS GASP.
FILIUSPRÆCEPTORI OPTIMO ET SANCTISSIMOPOSUIT. Pierfilippo Castelli, La Vita di
Giovan Giorgio Trissino, ernardo Morsolin, Giangiorgio Trissino o Monografia di
un letterato; Bernardo Morsolin Giangiorgio Trissino o Monografia di un
letterato del secolo XVI, Giambattista Nicolini, Vita di Giangiorgio Trissino,
Nell'originale sofocleo "τὸ δὲ ζητούμενον ἁλωτόν", letteralmente
"ciò che si cerca, si può cogliere".
Bernardo Morsolin, Giangiorgio Trissino o Monografia di un letterato, Pierfilippo
Castelli, La vita di Giovan Giorgio Trissino, Pierfilippo Castelli, La vita, Antonio
Magrini, Reminiscenze Vicentine della Casa di Savoia. Bernardo Morsolin,
Giangiorgio Trissino o Monografia di un letterato. Bernardo Morsolin,
Giangiorgio Trissino o Monografia di un letterato, Silvestro Castellini, Storia
della città di Vicenza...Pierfilippo Castelli, La vita di Giovan Giorgio Trissino,
1753, nota a pag 48 Bernardo Morsolin,
Giangiorgio Trissino o Monografia di un letterato del secolo XVI, 1Come i saggi
di Lucien Faggion ricordano, per preservare il patrimonio famigliare non era
inusuale sposare cugini di altri rami della medesima famiglia. La decisione di scegliere Ciro come proprio
erede ebbe ripercussioni drammatiche per diverso tempo. Oltre al trascinarsi
della causa civile intentata da Giulio al padre e a Ciro, nacque una vera e
propria faida tra i discendenti Trissino dal Vello d'Oro e i parenti del ramo
dei Trissino più prossimo alla prima moglie, Giovanna. Le voci che fecero
risalire a Ciro la denuncia anonima alla Santa Inquisizione delle simpatie
protestanti di Giulio nel 1573, spinsero Giulio Cesare, nipote di Giovanna, a
uccidere Ciro a Cornedo nel 1576, davanti a Marcantonio, uno dei suoi figli.
Quest'ultimo decise di vendicare il padre, accoltellando a morte Giulio Cesare
che usciva dalla cattedrale di Vicenza il venerdì santo del 1583. R. Trissino,
altro avversario dei Trissino dal Vello d'Oro, s'introdusse nella casa di
Pompeo, primogenito di Ciro, e ne uccise la moglie, Isabella Bissari, e il
figlioletto Marcantonio, nato da poco. Si vedano al proposito vari saggi
sull'argomento di Lucien Faggion, tra cui Les femmes, la famille et le devoir
de mémoire: les Trissino aux XVIe et XVIIe siècles. Dovette affrontare una
causa civile intentatagli dai Valmarana: negli ultimi decenni ProfessoreAlvise
di Paolo Valmarana perse villa e tenuta, giocandosele col patrizio Orso Badoer,
che rivendette la proprietà a Gaspare Trissino. Gli eredi Valmarana tentarono
di riprendersela ipotizzando un vizio all'origine, ma il tribunale diede
ragione ai diritti del Trissino. Si veda Lucien Faggion, Justice civile,
témoins et mémoire aristocratique: les Trissino, les Valmarana et Cricoli au
XVIe siècle,. Bernardo Morsolin,
Giangiorgio Trissino o Monografia di un letterato del secolo XVI, voce Trissino
nel sito Treccani L'Enciclopedia Italiana.
Paolo D'Achille, Trissino, Giangiorgio, in L'Enciclopedia
dell'Italiano. "Palladio" è
anche un riferimento indiretto alla mitologia greca: Pallade Atena era la dea
della sapienza, particolarmente della saggezza, della tessitura, delle arti e,
presumibilmente, degli aspetti più nobili della guerra; Pallade, a sua volta, è
un'ambigua figura mitologica, talvolta maschio talvolta femmina che, al di
fuori della sua relazione con la dea, è citata soltanto nell'Eneide di
Virgilio. Ma è stata avanzata anche l'ipotesi che il nome possa avere
un'origine numerologica che rimanda al nome di Vitruvio, vedi Paolo Portoghesi,
La mano di Palladio, Torino, Allemandi, 2 Dal volantino della mostra dedicata a
Trissino, in occasione dell’anniversario della promulgazione dello Statuto del
Comune, organizzata dalla Provincia di Vicenza, Comune di Trissino e Pro Loco
di Trissino. L. Cicognara, Storia della
scultura dal suo risorgimento in Italia fino al secolo di Canova, Giachetti,
Losanna, 1824. Sull'autore in generale si vedano almeno tre testi
fondamentali: Pierfilippo Castelli, La vita di Giovangiorgio Trissino,
oratore e poeta, ed. Giovanni Radici, Venezia, Bernardo Morsolin, Giangiorgio
Trissino o monografia di un letterato del secolo XVI, Firenze, Le Monnier, Atti
del Convegno di Studi su Giangiorgio Trissino, Vicenza); N. Pozza, Vicenza,
Neri Pozza, Sulla Sofonisba: E. Bonora La "Sofonisba" del
Trissino, Storia Lettaliana, Garzanti, Milano, M. Ariani, Utopia e storia nella
Sofonisba di Giangiorgio Trissino, in Tra Classicismo e Manierismo, Firenze,
Olschki, C. Musumarra, La Sofonisba ovvero della libertà, «Italianistica»,
Sulle Rime: A. Quondam, Il naso di Laura. Lingua e poesia lirica nella
tradizione del classicismo, Ferrara, Panini, C. Mazzoleni, L’ultimo manoscritto
delle Rime di Giovan Giorgio Trissino, in Per Cesare Bozzetti. Studi di
letteratura e filologia italiana, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori,
Sull'Italia liberata si vedano almeno (in ordine di stampa): F. Ermini,
L’Italia liberata dai Goti di Giangiorgio Trissino. Contributo alla storia
dell’epopea italiana, Roma, Romana, A. Belloni, Il poema epico e mitologico,
Milano, Vallardi, Ettore Bonora, L'"Italia Liberata" del
Trissino,Storia della Lett. italiana,Milano, Garzanti, Marcello Aurigemma,
Letteratura epica e didascalica, in Letteratura italiana, IV, Il Cinquecento. Dal Rinascimento alla
Controriforma, Bari, Laterza, Marcello Aurigemma, Lirica, poemi e trattati
civili del Cinquecento, Bari, Laterza, Guido Baldassarri. Il sonno di Zeus.
Sperimentazione narrativa del poema rinascimentale e tradizione omerica, Roma,
Bulzoni, Renato Bruscagli, Romanzo ed epos dall’Ariosto al Tasso, in Il
Romanzo. Origine e sviluppo delle strutture narrative nella cultura
occidentale, Pisa, ETS, D. Javitch, La politica dei generi letterari nel tardo
Cinquecento, «Studi italiani», David Quint, Epic and Empire. Politics and
generic form from Virgil to Milton, Princeton, Princeton University Press, F.
Tateo, La letteratura epica e didascalica, in Storia della letteratura
italiana, IV, Il Primo Cinquecento,
Roma, Salerno, Sergio Zatti, L'imperialismo epico del Trissino, in Id., L'ombra
del Tasso, Milano, Bruno Mondadori, aRenato Barilli, Modernità del Trissino,
«Studi Italiani», A. Casadei, La fine degli incanti. Vicende del poema
epico-cavalleresco nel Rinascimento, Roma, Franco Angeli, D. Javitch, La nascita della teoria dei
generi letterari, «Italianistica», Cllaudio Gigante, «Azioni formidabili e
misericordiose». L'esperimento epico del Trissino, in «Filologia e Critica»,
Stefano Jossa, Ordine e casualità: ideologizzazione del poema e difficoltà del
racconto fra Ariosto e Tasso, «Filologia e critica», S. Sberlati, Il genere e
la disputa, Roma, Bulzoni, S. Jossa, La fondazione di un genere. Il poema
eroico tra Ariosto e Tasso, Roma, Carocci, M. Pozzi, Dall’immaginario epico all’immaginario
cavalleresco, in L’Italia letteraria e l’Europa dal Rinascimento
all’Illuminismo, in Atti del Convegno di Aosta,
N. Borsellino e B. Germano, Roma, Salerno, M. De Masi, L'errore di
Belisario, Corsamonte, Achille, «Studi italiani», Claudio Gigante,
Un'interpretazione dell'«Italia liberata dai Goti», in Id., Esperienze di
filologia cinquecentesca. Salviati, Mazzoni, Trissino, Costo, il Bargeo, Tasso,
Roma, Salerno Editrice, E. Musacchio, Il poema epico ad una svolta: Trissino
tra modello omerico e virgiliano, in «Italica»,
Valentina Gallo, Paradigmi etici dell'eroico e riuso mitologico nel V
libro dell'‘Italia' di Trissino, in «Giornale Storico della Letteratura
Italiana», Alessandro Corrieri, Rivisitazioni cavalleresche nell'Italia
liberata da' Gotthi di Giovan Giorgio Trissino, «Schifanoia», A. Corrieri, La
guerra celeste dell'Italia liberata da' Gotthi di Giangiorgio Trissino,
«Schifanoia», Claudio Gigante, Epica e romanzo in Trissino, in La tradizione
epica e cavalleresca in Italia, C. Gigante e G. Palumbo, BruxellesI. E. Peter
Lang,, Alessandro Corrieri, Lo scudo d’Achille e il pianto di Didone: da
L’Italia liberata da’ Gotthi di Giangiorgio Trìssino a Delle Guerre de’ Goti di
Gabriello Chiabrera, «Lettere italiane»,Alessandro Corrieri, I modelli epici
latini e il decoro eroico nel Rinascimento: il caso de L’Italia liberata da’
Gotthi di Giangiorgio Trìssino, «Lettere italiane», Sul dibattito sui generi
letterari e la Poetica (in ordine di stampa): E. Proto, Sulla ‘Poetica’
di G. G. Trissino, Napoli, Giannini e figli, C. Guerrieri-Crocetti, Giovan
Battista Giraldi Cintio e il pensiero critico del secolo XVI,
Milano-Genova-Napoli, Società Dante Alighieri, G. Mazzacurati, La mediazione
trissiniana, in Misure del classicismo rinascimentale, Napoli, Liguori, G.
Mazzacurati, Conflitti di culture nel Cinquecento, Napoli, Liguori, A. Quondam,
La poesia duplicata. Imitazione e scrittura nell'esperienza del Trissino, in
Atti del Convegno di Studi su G. Trissino, N. Pozza, Vicenza, Accademia
Olimpica, G. Mazzacurati, Il Rinascimento del Moderni. La crisi culturale
Professoree la negazione delle origini” (Bologna, Il Mulino); M. Pozzi, Lingua,
cultura, società. Saggi della letteratura italiana del Cinquecento,
Alessandria, Dell’Orso, Per il rapporto fra l’epica del T. e quella del Tasso
(in ordine di stampa): E. Williamson, Tasso’s annotations to Trissino’s
Poetics, «Modern Language Notes», M. Clarini, Le postille del Tasso al
Trissino, «Studi Italiani», G. Baldassarri, «Inferno» e «Cielo». Tipologia e funzione
del «meraviglioso» nella «Liberata», Roma, Bulzoni, R. Bruscagli, L’errore di
Goffredo, «Studi tassiani», S. Zatti, Tasso lettore del Trissino, in Torquato
Tasso e la cultura estense, G. Venturi, Firenze, Olsckhi, Sulla lingua e il
dibattito dei contemporanei si vedano almeno (in ordine di stampa): B.
Migliorini, Le proposte trissiniane di riforma ortografica, «Lingua nostra» G.
Nencioni, Fra grammatica e retorica. Un caso di polimorfia della lingua
letteraria dal secolo XIII al XVI, Firenze, Olsckhi, B. Migliorini, Note sulla
grafia nel Rinascimento, in Id., Saggi linguistici, Firenze, Le Monnier, B.
Migliorini, Il Cinquecento, in Storia della lingua italiana, Firenze, Sansoni
[e ristampe]. E.Bonora, "La questione della lingua", Storia Lettaliana,
Garzanti, Milano, C. Segre, L’edonismo linguistico del Cinquecento, in Lingua,
stile e società, Milano, Feltrinelli, O.
Castellani-Pollidori, Il Cesano de la lingua toscana, Firenze, Olschki, O.
Castellani-Pollidori, Niccolò Machiavelli e il Dialogo intorno alla lingua. Con
un’edizione critica del testo, Firenze, Olschki, M. R. Franco Subri, Gli scritti grammaticali
inediti di Claudio Tolomei: le quattro lingue di toscana, «Giornale storico
della letteratura italiana», I. Paccagnella, Il fasto delle lingue.
Plurilinguismo letterario nel Cinquecento, Roma, Bulzoni, M. Pozzi, Trattatisti del Cinquecento,
Milano-Napoli, Ricciardi, B. Richardson,
Trattati sull’ortografia del volgare, Exeter, University of Exeter, M. Pozzi, Gian Giorgio Trissino e la letteratura
italiana, in Id., Lingua, cultura e società. Saggi sulla letteratura italiana
del Cinquecento, Alessandria, Edizioni dell’Orso, A. Cappagli, Gli scritti
ortofonici di Claudio Tolomei, «Studi di grammatica italiana», N. Maraschio,
Trattati di fonetica del Cinquecento, Firenze, presso l’Accademia, C. Giovanardi, La teoria cortigiana e il
dibattito linguistico nel primo Cinquecento, Roma, Bulzoni, M. Vitale,
L'omerida italico: Gian Giorgio Trissino. Appunti sulla lingua dell'«Italia
liberata da' Gotthi», Istituto Veneto de Scienze ed Arti,. Sulla traduzione di
Dante e l'importanza del De vulgari eloquentia si vedano almeno (in ordine di
stampa): M. Aurigemma, Dante nella poetica linguistica del Trissino,
«Ateneo veneto», foglio speciale, C.
Dionisotti, Geografia e storia della letteratura italiana, in Geografia e
storia della letteratura italiana, Torino, Einaudi,Floriani, Trissino: la
«questione della lingua», la poetica, negli Atti del Convegno di Studi su
Giangiorgio Trissino, etc...(ora in Gentiluomini letterati. Studi sul dibattito
culturale nel primo Cinquecento, Napoli, Liguori, I. Pagani, La teoria
linguistica di Dante, Napoli, Liguori,
C. Pulsoni, Per la fortuna del De vulgari Eloquentia nel primo Cinquecento:
Bembo e Barbieri, «Aevum», E. Pistoiesi: Con Dante attraverso il Cinquecento:
Il De vulgari eloquentia e la questione della lingua, «Rinascimento», Per le
trafile del codice dantesco posseduto dal Trissino, oggi alla Biblioteca
Trivulziana di Milano, cfr. l'introduzione diRàjna alla sua edizione del De
Vulgari Eloquentia (Firenze, Le Monnier) e G. Padoan, Vicende veneziane del
codice Trivulziano del “De vulgari eloquentia”, in Dante e la cultura veneta,
Atti del convegno di studi della fondazione “Giorgio Cini”,
Venezia-Padova-Verona, V. Branca e G. Padoan, Firenze, Olschki, Tutti i testi
del Trissino si rileggono nei due volumi intitolati Tutte le opere Scipione
Maffei (Verona, Vallarsi, 1729), che non riproducono però l'alfabeto inventato
riformato. Alcuni testi hanno avuto delle edizioni moderne: La Poetica si
rilegge nei Trattati di poetica e di retorica del Cinquecento B. Weinberg,
Bari, Laterza, Il testo è riprodotto con l'alfabeto inventato dal Trissino.
Scritti linguistici, A. Castelvecchi, Roma, Salerno (che contiene la Epistola
delle lettere nuovamente aggiunte, Il Castellano, i Dubbii grammaticali e la
Grammatichetta). I testi sono riprodotti con l'alfabeto inventato dal Trissino.
La Sofonisba è stata curata da R. Cremante, nel Teatro del Cinquecento, Napoli,
Ricciardi, Il testo è riprodotto con l'alfabeto inventato dal Trissino ed è
dotato di un vasto commento e introduzione. La traduzione del De vulgari
eloquentia si può leggere in D. Alighieri, F. Chiappelli, nella collana “I
classici italiani”, G. Getto, Milano, Mursia, oppure, assieme al testo latino,
nel 2 tomo dell’Opera Omnia curata da Scipione Maffei (vedi sotto). Per
l'Italia liberata dai Goti e per I Simillimi si deve ricorrere, invece, alle
prime edizioni o all'edizione del Maffei o alle ristampe sette-ottocentesche.
Per l'elenco completo di tutte le stampe, ristampe, studi ed edizioni sul
Trissino vedi Alessandro Corrieri, Giangiorgio Trissino., consultabile
(aggiornata al 2 settembre )
presso//nuovorinascimento.org/cinquecento/trissino.pdf. A. Palladio Trissino (famiglia). Treccani Enciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Encyclopædia Britannica, Inc. Opere di Gian Giorgio Trissino, Gian Giorgio
Trissino (altra versione) / Gian Giorgio Trissino (altra versione) / Gian
Giorgio Trissino (altra versione), su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere
di Gian Giorgio Trissino,. Opere di Gian Giorgio Trissino, su Progetto
Gutenberg. Gian Giorgio Trissino, in Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. ItalicaRinascimento: Giovan Giorgio Trissino,
L'Italia liberata dai Gotthi. L’uomo solo ha il comercio del
parlare. Questo è il nostro vero e primo parlare. Non dico nostro,
perchè altro parlar ci sia che quello dell'uomo. Perciò che fra tutte le cose
che sono solamente a l'uomo e dato il parlare ,sendo a lui necessario
solo. Certo non a gl’angeli non a gl’animali inferiori e necessario
parlare. Adunque sarebbe stato dato invano a costoro, non avendo bisogno di
esso. E la natura certamente abborrisce di fare cosa alcuna
invano. Se volemo poi sottilmente considerare la INTENZIONE del parlar [parabola]
nostro, niun'altra ce ne troveremo, che il MANIFESTARE all’altro questo o
quello CONCETTO de la mente nostra. Avendo adunque gl’angeli prontissima e
neffabile sufficienzia d'intelletto da chiarire questo o quello gloriosi
concetto, per la qual sufficienzia d'intelletto l'uno è TOTALMENTE NOTO all'altro, o per sè, o almeno per quel
fulgentissimo specchio, nel quale tutti sono rappresentati bellissimi e in cui
avidis simi sispecchiano. Per tanto pare, che di ni uno SEGNO DI PARLARE ha
mestieri. Ma chi opponesse a questo, allegando quei spiriti, che cascarono dal
cielo; a tale opposizione doppiamente si può rispondere. Prima, che quando noi
trattiamo di quelle cose, che Sono Che Q a bene essere , devemo essi
lasciar da 3 parte, conciò sia che questi perversi non vol lero aspettare
la divina cura. Seconda risposta,e meglio è,che questi demoni a MANIFESTARE fra
sè la loro perfidia, non hanno bisogno di conoscere , se non qualche cosa di
ciascuno, perchè è, e q u a n t o è 1 : il c h e certamente s a n no ; perciò
che si conobbero l'un l'altro avanti la ruina loro. Agl’ANIMALI INFERIORI poi
non fu bisogno provvedere di parlare. Conciò sia che per solo ISTINTO DI NATURA
siano guidati.E poi tutti quelli animali, che sono di una medesima specie,
hanno le medesime azioni, e le medesime passioni; per le quali loro proprietà
possono le altrui conoscere; ma aquelli che sono di diverse specie, non
solamente non e necessario loro il parlare, ma in tutto dannoso gli sarebbe
stato, non essendo alcuno amicabile comercio tra essi. E se mi fosse opposto
che IL SERPENTE che PARLA a la prima femina, e l'asina di Balaam PARLA, a
questo rispondo, che l'ANGELO nell’asina e IL DIAVOLO nel serpente hanno
talmente operato che essi animali mossero gli organi loro. E così d'indi la
voce risultò distinta, come vero parlare; non che quello de l'asina fosse altro
che ragghiare e quello del serpente altro che fischiare. Il testo ha: nonindigent,
nisiutsciantquilibetde quolibet, quia est, et quantus est. Parrebbe più proprio
il tradurre cosi:non hanno bisogno di conoscere, se non ciascheduno di
ciaschedun altro, che è,e quanto è: ossia l'esistenza e il grado. Se
alcuno poi argumentasse da quello, che Ovidio disse nel quinto della
Metamorfosi, che LE PICHE parlarono. Dico che dice questo FIGURATAMENTE, intendendo
altro. Ma se si dicesse che le piche al presente e altri uccelli parlano, dico
che è falso; perciò che tale atto NON è parlare, ma è certa imitazione del
suono de la nostra voce; o vero che si sforzano di imitare noi in quanto SONIAMO
ma non in quanto PARLIAMO (cf. ‘talk,’ ‘speak’, ‘speak in tongues’). Tal che se
quello che alcuno espressamente dicesse, ancora la pica ridicesse, questo non
sarebbe se non rappresentazione , o vero imitazione del SUONO di quello, che
prima avesse detto. E così appare, agl’UOMINI SOLI essere stato dato il PARLARE;
ma per qual cagione esso gli fosse NECESSARIO, ci sforzeremo brievemente
trattare. Che e NECESSARIO agl’uomini il comercio. Ovendosi adunque l'uomo NON
PER ISTINTO DI NATURA ma per ragione. E essa ragione o circa la separazione !,
o circa il giudidizio, o circa la elezione diversificandosi in ciascuno; tal
che quasi ogni uno de la sua pro . La voce del testo discretio sarebbe resa
meglio dalla parola discernimento. del parlare. , pria specie s'allegra;
giudichiamo che niuno intenda l'altro per la sua propria AZIONE o PASSIONE,
come fanno le bestie; nè anche per speculazione l'uno può intrar ne l'altro, come
l'angelo, sendo per la grossezza e opacità del CORPO mortale la umana specie da
ciò ritenuta. Fu adunque bisogno che volendo la generazione umana fra sè COMUNICARE
IL SUO CONCETTO avesse qualche SEGNO SENSUALE e razionale; per ciò che dovendo
prendere una cosa da la ragione, e ne la ragione portarla, bisognava essere
razionale; ma non potendosi alcuna cosa di una ragione in un'altra portare, SE
NON PER IL MEZZO DEL SENSUALE e bisogno essere sensuale, perciò che se 'l fosse
solamente razionale, non potrebbe trapassare; se solo sensuale, non potrebbe
prendere dalla ragione, nè ne la ragione de p o r r e . E questo è segno c h e
il s u bietto, di che parliamo, è nobile ; perciò che in quanto è suono, egli è
per natura una cosa sensuale e inquanto che, secondo la volontà di ciascun ,
significa qualche cosa, egli è razionale 1. Iltestoha:Hoc equidem signum
est,ipsum sub jectum nobile, dequoloquimur: naturasensualequi dem , in quantum
sonus est , esse ; rationale vero , in quantum aliquid significare videtur ad
placitum . A noi pare più giusto l'interpretare questo passo cosi. Questo segno
(l'aliquod rationale signum et sensuale di cui ha parlato poche righe più
sopra) è per l'appunto il nobile soggetto di cui parliamo. Sensuale per natura,
in quanto è SUONO. Razionale, in quanto che, se A che uomo fu prima dato il parlare, echedisseprima,&
inche lingua. l'uomo solo fu dato il parlare. Ora istimo che appresso debbiamo
investigare, a che uomo fu prima dato ilparlare,e che cosa prima disse, & a
chi parlò , e dove e quando , & eziandio in che linguaggio il primo suo
parlare si sciol se. Secondo che si legge ne la prima parte del Genesis , ove
la sacratissima Scrittura tratta del principio del mondo , si truova la femina,
prima cheniunaltro,aver parlato, cioèlapre sontuosissima EVA, la quale al DIAVOLO,
che la ricercava , disse , ‘Dio ci ha commesso , che non mangiamo del frutto
del legno che è nel mezzo del paradiso, e che non lo tocchiamo , acciò che per
avventura non moriamo. Ma a vegna che in scritto si trovi la donna aver pri
mieramente parlato, non di meno è ragionevol cosa che crediamo, che l'uomo
fosse quello, che prima parlasse. Nè cosa inconveniente mi pare condo la
volontà di ciascuno, significa qualche cosa. Contro la quale interpretazione
stala punteggiatura, e la voce esse del testo, che sarebbe di troppo ; ma ,per
com penso, il brano riesce più chiaro, e si collega meglio col senso di tutto
il Capitolo. 9 Anifesto è per le cose già dette , che a pensare, che così
eccellente azione de la il generazione umana prima da l'uomo, che
da la femina procedesse. Ragionevolmente adunque crediamo ad esso essere stato
dato primier mente il parlare da Dio, subito che l’ebbe formato. Che voce poi
fosse quella che parla prima, a ciascuno di sana mente può esser in pronto e io
non dubito che la fosse quella, che è Dio, cioè Eli, o vero per modo
d'interrogazione, o per modo di risposta. Assurda cosa veramente pare, e da la
ragione aliena, che da l'uomo fosse nominata cosa alcuna prima che Dio ; con
ciò sia che da esso,& in esso fosse fatto l'uomo.E siccome, dopo la prevaricazionedel'u
m a n a generazione , ciascuno esordio di parlare comincia da heu ; così è
ragionevol cosa , che quello che fu davanti , cominciasse da alle grezza , e
conciò sia che niun gaudio sia fuori di Dio,ma tuttoinDio,& esso Dio
tuttosiaal legrezza, conseguente cosa è che 'l primo p a r lante dicesse
primieramente Dio. Quindi nasce questo dubbio,che avendo di sopra detto, l'uomo
aver prima per via di risposta parlato, se risposta fu,devette esser a Dio; e
se a Dio, parrebbe, che Dio prima avesse parlato, il che parrehbe contra quello
che avemo detto di sopra. Al qual dubbio risponderemo,che ben può l'uo mo
averrisposto a Dio, chelointerrogava, nè per questo Dio aver parlato di quella LOQUELLA,
che dicemo.Qual è colui, che dubiti, che tutte le cose che sono non si pieghino
secondo il voler di Dio,da cuièfatta, governata,econservata , ciascuna cosa ? É conciò sia
che l'aere a tante alterazioni per comandamento della natura in feriore si
muova, la quale è ministra e fattura di Dio, di maniera che fa risuonare i tuoni,
fulgurare il fuoco, gemere l'acqua, e sparge le nevi, e slancia la grandine ;
non si moverà egli per comandamento di Dio a far risonare alcune parole le
quali siano distinte da colui, che maggior cosa distinse?e perchè no? Laon de
& a questa, & ad alcune altre cose credia mo tale risposta bastare.
Dove,& a cuiprima l'uomo abbiaparlato. ta così da le cose superiori,come da
le in feriori), che il primo uomo drizzasse il suo primo parlare primieramente
a Dio , dico, che ragionevolmente esso primo parlante parlò s u bito,che fu da
la virtù animante ispirato: per ciò che ne l'uomo crediamo,che molto più cosa
umana sia l'essere sentito che il sentire, pur che egli sia sentito,e senta
come uomo. Se adunque quel primo fabbro, di ogni perfezione principio & amatore
,inspirando il primo uomo con ogni perfezione compi , ragionevole cosa mi pare,
che questo perfettissimo animale non prima cominciasse a sentire, che 'l fosse
sen tito. Se alcuno poi dicesse contra le obiezioni, 11 Iudicando adunque
(non senza ragione trat , che non era bisogno che l'uomo parlasse,
es sendo egli solo ; e che Dio ogni nostro segreto senza parlare, ed anco prima
di noi discerne ; ora (con quella riverenzia , la quale devemo usare ogni
volta,che qualche cosa de l'eterna volontà giudichiamo),dico,che avegna che Dio
sapesse, anzi antivedesse (che è una medesima cosa quanto a Dio)ilconcetto del
primo par lante senza parlare,non di meno volse che esso parlasse ; acciò che
ne la esplicazione di tanto dono, colui, che graziosamente glielo avea do
nato,se ne gloriasse.E perciò devemo credere, che da Dio proceda , che ordinato
l'atto de i nostri affetti, ce ne allegriamo. Quinci possiamo ritrovare il
loco, nel quale fu mandata fuori laprimafavella;perciòchesefuanimato l'uo m o
fuori del paradiso , diremo che fuori : se dentro , diremo che dentro fu il
loco del suo primo parlare. Ra perchè i negozj umani si hanno ad esercitare per
molte e diverse lingue , tal che molti per le parole non intesi da
molti,che se fussero senza esse; però fia buono investigare di quel parlare,
del quale si crede aver usato l'uomo, che nacque senza sono altrimente 1 Di che
idioma prima l'uomo parld, e donde fu l'autore di quest'opera.
madre, e senza latte si nutri, e che nè pupil lare età vide,nè adulta.In
questa cosa,sì come in altre molte, Pietramala è amplissima città, e patria de
la maggior parte dei figliuoli di Adamo .Però qualunque si ritrova essere di
cosi disonesta ragione, che creda, che il loco della sua nazione sia il più
delizioso, che si trovi sotto il Sole , a costui parimente sarà licito preporre
il suo proprio volgare , cioè la sua materna locuzione,a tutti gli altri; e
conse guentemente credere essa essere stata quella diAdamo.Ma noi,acuiilmondo
èpatria, sì come a'pesci il mare , quantunque abbiamo bevuto l'acqua d'Arno
avanti che avessimo denti,e che amiamo tanto Fiorenza,che pe averla amata
patiamo ingiusto esiglio, non dimeno le spalle del nostro giudizio più a la
ragione che al senso appoggiamo. E benchè se condo il piacer nostro , o vero
secondo la quiete de la nostra sensualità, non sia in terra loco più ameno di
Fiorenza;pure rivolgendo i vo lumi de'poeti e de gli altri scrittori, ne i
quali il mondo universalmente e particularmente si descrive , e discorrendo fra
noi i varj siti dei luoghi del mondo , e le abitudini loro tra l'uno e
l'altropolo,e'lcircolo equatore,fermamente comprendo , e credo, molte regioni e
città es sere più nobili e deliziose che Toscana e Fio renza, ove son nato, e
di cui son cittadino; e molte nazioni e molte genti usare più dilette vole, e
più utile sermone , che gli Italiani. R i r tornando adunque
al proposto , dico che una certa forma di parlare fu creata da Dio insie me con
l'anima prima ,e dico forma, quanto a i vocaboli de le cose,e quanto a la construzione
de'vocaboli , e quanto al proferir de le con struzioni; la quale forma
veramente ogni par lante lingua userebbe, se per colpa de la pro sunzione umana
non fosse stata dissipata, come di sotto si mostrerà. Di questa forma di par
lare parlò Adamo , e tutti i suoi posteri fino a la edificazione de la torre di
Babel , la quale si interpreta la torre de la confusione. Questa forma di
locuzione hanno ereditato i figliuoli di Heber, i quali da lui furono detti
Ebrei ; a cui soli dopo la confusione rimase, acciò che il nostro Redentore ,
il quale doveva nascere di loro,usasse,secondo laumanità,dela lin gua de la
grazia, e non di quella de la confu sione 1. Fu adunque lo ebraico idioma
quello, che fu fabbricato da le labbra del primo par lante . ' Il testo ha :
qui ex illis oriturus erat secundum humanitatem ,non lingua confusionis, sed
gratiæ frue retur.E deve tradursi:ilqualedovevanascere di loro secondo
l'umanità , usasse della lingua della grazia , e non di quella della
confusione. Hi come gravemente mi
vergogno di rin 15 e per De la
divisione del parlare in più lingue. A en ta nerazione umana : ma perciò che
non possia mo lasciar di passare per essa, se ben la fac cia diventa rossa , e
l'animo la fugge , non starò di narrarla. Oh nostra natura sempre prona ai
peccati , oh da principio , e che mai non finisce, piena di nequizia; non era
stato assai per la tua corruttela, che per lo primo fallo fosti cacciata, e
stesti in bando de la p a tria de le delizie? non era assai, che per la
universale lussuria, e crudeltà della tua fami glia, tutto quello che era di
te, fuor che una casa sola, fusse dal diluvio sommerso , il male , che tu avevi
commesso , gli animali del cielo e de la terra fusseno già stati puniti ? Certo
assai sarebbe stato; ma come prover bialmente si suol dire,Non andrai a cavallo
anzi terza ; e tu misera volesti miseramente andare a cavallo.Ecco,lettore, che
l'uomo , o vero scordato,o vero non curando de le prime battiture, e rivolgendo
gli occhi da le sferze, che erano rimase , venne la terza volta a le botte, per
la sciocca sua e superba prosunzio ne. Presunse adunque nel suo cuore lo incu
rabile uomo, sotto persuasione di gigante, di , superare con l'arte
sua non solamente la na tura,ma ancoraessonaturante,ilqualeèDio; e cominciò ad
edificare una torre in Sennar, la quale poi fu detta Babel, cioè confusione,
per la quale sperava di ascendere al cielo,avendo intenzione, lo sciocco,non
solamente di aggua gliare,ma diavanzare ilsuo Fattore.Oh cle menzia senza
misura del celeste imperio;qual padre sosterrebbe tanti insulti dal figliuolo?
Ora innalzandosi non con inimica sferza, ma con paterna , & a battiture
assueta , il ribel lante figliuolo con pietosa e memorabile corre zione
castigò. Era quasi tutta la generazione umana a questa opera iniqua concorsa ;
parte comandava, parte erano architetti,parte face vano muri,parte
impiombavano,parte tiravano le corde ", parte cavavano sassi, parte per
ter ra,partepermareliconducevano.E cosìdi verse parti in diverse altre opere
s’affatica vano , quando furono dal cielo di tanta con fusione percossi, che
dove tutti con una istessa loquela servivano a l'opera , diversificandosi in
molte loquele , da essa cessavano , nè mai a quel medesimo comercio convenivano
; & a quelli soli, che in una cosa convenivano una · Il Witte osservò che
in luogo di pars amysibus tegulabant, pars tuillis linebant, come leggeva erro
neamente la volgata nel testo latino , si deve leggere : pars amussibus
tegulabant, pars trullis (o truellis) linebant, e si deve tradurre : parte
arrotavano sulle pietre i mattoni,parte con le mestole intonacavano. istessa loquela attualmente rimase , come a
tutti gli architetti una , a tutti i conduttori di sassi una,a
tuttiipreparatori di quegli una, e così avvenne di tutti gli operanti; tal che
di quanti varj esercizj erano in quell'opera , di tanti varj linguaggi fu la
generazione umana disgiunta. E quanto era più eccellente l'arti ficio di
ciascuno , tanto era più grosso e b a r b a r o il l o r o parlare . Q u e l l
i p o s c i a , a li q u a l i il sacrato idioma rimase , nè erano presenti nè
lodavano lo esercizio loro ; anzi gravemente biasimandolo, si ridevano de la
sciocchezza de gli operanti.M a questi furono una minima parte di quelli quanto
al numero ; e furono , sì come io comprendo , del seme di Sem , il quale fu il
terzo figliuolo di Noè , da cui nacque il popolo di Israel, il quale usò de la
antiquissima locu zione fino a la sua dispersione. e specialmente in Europa. Er
la detta precedente confusione di lin gue non leggieramente giudichiamo , che
allora primieramente gli uomini furono sparsi per tutti iclimi del mondo e per
tutte le re gioni & angoli di esso. E conciò sia che la P
Sottodivisione del parlare per il mondo , , principal radice dela
propagazione umana sia ne le parti orientali piantata , e d'indi da l'u no e
l'altro lato per palmiti variamente diffu si, fu la propagazione nostra
distesa; final mente in fino a l'occidente prodotta , là onde primieramente le
gole razionali gustarono o tutti,o almen parte de ifiumi di tutta Europa. Ma
ofusseroforestieriquesti,cheallorapri mieramente vennero, o pur nati prima in E
u ropa, ritornassero ad essa; questi cotali por tarono tre idiomi seco ; e
parte di loro ebbero in sorte la regione meridionale di Europa, parte la
settentrionale , & i terzi, i quali al presente chiamiamo Greci , parte de
l’Asia e parte de la Europa occuparono.Poscia da uno istesso idio
ma,dalaimmonda confusione ricevuto,nac quero diversi volgari , come di sotto
dimostre remo ; perciò che tutto quel tratto, ch'è da la foce del Danubio, o
vero da la palude Meotide, fino a i termini occidentali (li quali da i confini
d'Inghilterra, Italia e Franza , e da l'Oceano sono terminati), tenne uno solo
idioma: ave gna che poi per Schiavoni, Ungari , Tedeschi, Sassoni , Inglesi
& altre molte nazioni fosse in diversi volgari derivato ; rimanendo questo
solo per segno, che avessero un medesimo prin cipio , che quasi tutti i
predetti volendo affir mare, dicono jo. Cominciando poi dal termine di questo
idioma,cioè da iconfini de gli Ungari verso oriente,un altro idioma tutto quel
tratto occupò. Quel tratto poi, che da questi in qua . si chiama
Europa, e più oltra si stende,o ve ro tutto quello de la Europa che resta ,
tenne un terzo idioma 1, avegna che al presente tri partito si veggia ; perciò
che volendo affermare, altri dicono oc, altri oil, e altri sì, cioè Spa gnuoli
, Francesi & Italiani.Il segno adunque che i tre volgari di costoro
procedessero da uno istesso idioma,è in pronto;perciò che molte cose chiamano
per i medesimi vocaboli, come è Dio,cielo,amore,mare,terra,e vive,muore, ama
,& altri molti.Di questi adunque de la meridionale Europa , quelli che
proferiscono oc tengono la parte occidentale, che comincia da i confini
de'Genovesi ; quelli poi che dicono sì, tengono da i predetti confini la parte
orientale, cioè fino a quel promontorio d'Italia, dal quale comincia il seno
del mare Adriatico e la Sici lia.Ma quelli che affermano con oil,quasi sono
settentrionali a rispetto di questi ; perciò che da l'oriente e dal
settentrione hanno gli Ale manni , dal ponente sono serrati dal mare in 1 Il
testo ha : A b isto incipiens idiomate , videlicet a finibus Ungarorum versus
orientem aliud occupa vittotum quodabindevocaturEuropa,necnonul terius est
protractum . Totum autem , quod in Europa restat ab istis , tertium tenuit
idioma. E deve essere tradotto cosi : A cominciare da questo idioma, cioè dai
confini degli Ungari verso oriente , un altro idioma occupò l'intero tratto che
da quei confini in là si chiama Europa , e che si protrae anche più oltre. Tutto
il tratto poi della rimanente Europa tenne un terzo idioma. 19
glese, e dai monti di Aragona terminati , dal mezzo di poi sono chiusi
da'Provenzali,e da la flessione de l'Appennino. Noi ora è bisogno porre a
pericolo 1 la ' Il verbo periclitari del testo latino qui vale mettere alla
prova , cimentare. , ragione, che
avemo, volendo ricercare di quelle cose ne le quali da niuna autorità siamo
aiutati, cioè volendo dire de la variazione, che intervenne al parlare , che da
principio era il medesimo.Ma conciòsiachepercammininoti più tosto e più
sicuramente si vada , però so lamente per questo nostro idioma anderemo,e gli
altri lascieremo da parte , conciò sia che quello che ne l'uno è ragionevole ,
pare che eziandio abbia ad esser causa ne gli altri. È adunque
loidioma,deloqualetrattiamo(come ho detto di sopra) in tre parti diviso ,
perciò che alcuni dicono oc , altri si, e altri oil. E che questo dal principio
de la confusione fosse uno medesimo (il che primieramente provar si deve)
appare, perciò che si convengono in molti vocaboli,come gli eccellenti dottori
dimostrano; De le tre varietà del parlare, e come col tempo il medesimo parlare
si muta , e de la invenzione de la grammatica. A la quale
convenienzia repugna a la confusione, che fu per il delitto ne la edificazione
di Babel. I Dottori adunque di tutte tre queste lingue in molte cose
convengono, e massimamente in questo vocabolo,Amor. Gerardo di Berneil , «
Surisentis fez les aimes Puer encuser Amor.» Il re di Navara, «De'finamor
sivientsenebenté.» M. Guido Guinizelli, « Nè fè amor , prima che gentil core ,
Nè cor gentil,prima che amor,natura.» Investighiamo adunque , perchè egli in
tre parti sia principalmente variato,e perchè cia scuna di queste variazioni in
sè stessa si varii, come la destra parte d'Italia ha diverso par lare da quello
de la sinistra, cioè altramente parlano i Padovani , e altramente i Pisani : e
investighiamo perchè quelli,che abitano più vi cini,siano differenti nel
parlare,come è iMila nesi e Veronesi,Romani e Fiorentini;e ancora perchè siano
differenti quelli,che si convengono sotto un istesso nome di gente,come Napole
tani e Gaetani , Ravegnani e Faentini ; e quel che è più maraviglioso,
cerchiamo perchè non si convengono in parlare quelli che in una medesima città
dimorano , come sono i Bolo gnesi del borgo di san Felice , e i Bolognesi
della strada maggiore.Tutte queste differenze adunque,e varietàdi
sermone,che avvengono, con una istessa ragione saranno manifeste. Dico adunque
, che niuno effetto avanza la sua ca gione, in quanto effetto,perchè niuna cosa
può fare ciò che ella non è.Essendo adunque ogni nostra loquela (eccetto quella
che fu da Dio insieme con l'uomo creata) a nostro benepla cito racconcia,dopo
quella confusione,la quale niente altro fu che una oblivione de la loquela
prima, & essendo l'uomo instabilissimo e va riabilissimo animale , la
nostra locuzione ne durabile nè continua può essere ; m a come le altre cose
che sono nostre (come sono costumi & abiti),simutano;cosìquesta,secondo
ledi stanzie de iluoghi e dei tempi,è bisogno di va riarsi.Però non è da
dubitare che nel modo che avemo detto,cioè,che con ladistanziadeltempo il
parlare non si varii, anzi è fermamente da tenere ; perciò che se noi vogliamo
sottilmente investigare le altre opere nostre,le troveremo molto più differenti
da gli antiquissimi nostri cittadini, che da gli altri de la nostra età, q u a
n tunquecisianomoltolontani1.Ilperchèaudace mente affermo, che se gli
antiquissimi Pavesi ora risuscitassero,parlerebbero di diverso parlare di
quello, che ora parlano in Pavia ; nè altrimente questo , ch'io dico , ci paja
maraviglioso , che , 1Iqualicisianomolto lontani(magis....quam a
coetaneis perlonginquis). ciparrebbe a vedere un giovane
cresciuto,il quale non avessimo veduto crescere.Perciò che le cose , che a poco
a poco si movono , il moto loro è da noi poco conosciuto;e quanto la va
riazione de la cosa ricerca più tempo ad essere conosciuta, tanto essa cosa è
da noi più stabile esistimata.Adunque non ci ammiriamo,se i discorsi di quegli
uomini,che sono poco da le bestie differenti, pensano che una istessa città
abbia sempre il medesimo parlare usato, conciò sia che la variazione del
parlare di essa città non senza lunghissima successione di tempo a poco a poco
sia divenuta , e sia la vita de gli uomini di sua natura brevissima. Se adunque
il sermone ne la istessa gente (come è detto) successivamente col tempo si
varia, nè può per alcun modo firmarse, è necessario che il par lare di coloro,
che lontani e separati dimorano, sia variamente variato ; sì come sono ancora
variamente variati i costumi & abiti loro , i quali nè da natura,nè da
consorzio umano sono firmati, ma a beneplacito, e secondo la conve nienzia de i
luoghi nasciuti.Quinci si mossero gl'inventori de l'arte grammatica ; la quale
grammatica non è altro che una inalterabile conformità di parlare in diversi
tempi e luo ghi.Questa essendo di comun consenso di molte genti regulata , non
par suggetta al singulare arbitrio di niuno, e consequentemente non può essere
variabile.Questa adunque trovarono,ac ciò che per la variazion del parlare , il
quale DE LA VOLGARE ELOQUENZIA. 23 De la varietà del parlare
in Italia da la destra e sinistra parte de l'Appennino. Gian Giorgio Trissino
dal Vello d'Oro. Oro. Keywords: la riforma della lingua italiana, filosofia del
linguaggio, Alighieri, lingua e linguaggio, codice di comunicazione, il parlare
umano, il parlare solo umano, la prima lingua, la parlata dei genovesi, la
filosofia del linguaggio in Alighieri, l’eloquenza, la filosofia del linguagio,
only man speaks. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trissino” – The Swimming-Pool
Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51652743276/in/photolist-2mKUm41-2mGnP2f
Grice ed Orsi – filosofia italiana – filosofia fascista
– filosofia siciliana -- Luigi Speranza (Palma
di Montechiaro). Filosofo. Grice:
“Orsi uses ‘psicologia speculativa’ where I would use ‘psicologia filosofica,’
since speculativa opposes to prattica, rather!” --Allievo di Ottaviano, insegna
a Catania. Pubblica nella sua attività di ricerca scritti minori di autori
italiani e il saggio “Gl’hegeliani di
Napoli.” Cura l'edizione dell'opera di Ottaviano su Campailla; “La psicologia
filosofica di Spaventa” – e stato nella segreteria della rivista “Sophia”.
Altri saggi: “Lo spirito come atto puro,” “La filosofia moderna,” “L'uomo al
bivio: immanentismo o cristianesimo? Saggio di realismo esistenziale, “Antropologia”;
“Psiche e meta-fisica” “Psicologia speculativa” “Sulla psico-patia”. Grice:
“The D’Orsi – and indeed a Domenico D’Orsi, back in the 1700s, are a very noble
family in Sicily. D’Orsi is associated with “Sophia”, founded by Ottaviano. His
interests have been many and varied – but most notably philosophical
psychology, which the Italians call ‘psicologia speculativa’ as opposed to
cheap scientific psychology. They have the great Spaventa, who philosophized on
the most abstract issues concerning the old Roman idea of an ‘animo’. Compared
to what Ryle’s and Watson’s psychological behaviourism is a no-no-no!” O’Orsi
has philosophized on democracy. I democratici can be ingenuii, as I prefer
them, or critici. He has also ‘cured’ the edition of Ottaviano on Campailla,
and went continental to study Napoli!” Grice: “Orsi has done a lot to allow us
to understand Spaventa. As most Italians, Spaventa was fascinated by the Hun,
and cared to trasnalte a book that the Hun never cared to read: Lotze’s
Elementi di psicologia speculativa. I can imagine Spaventa wondering what he
was doing, bringing Lotze’s ‘seele’ as ‘animo’. The ‘elements’ by Lotze, as
translated by Spaventa, are elementary enough – but the section on the
‘soul/body’ (anima/corpo), ‘animo/corpo, corpo animato, corpo inanimate) is
interesting. But far more interesting is Orsi’s unearthing Spaventa’s “Psiche e
metafisica” – not to be confused with LABRIOLA’s essay by the same name. This
is a hodge podge of reflections. But mainly anti-materialistic. While an
emergentist, Spaventa (as discovered by Orsi) struggles to understand the
connection between ‘sentire’ and ‘sentito’ and more generally, between the
‘sentire’ as a processo fisiologico – Spaventa goes on to distinguish three
levels of the ‘sentire’ – the first is the processo fisiologico itself, the
second is what Spaventa, as unearthed by Orsi, calls the ‘unita distintiva del
sentito’, and the third is the ‘unita reflessiva del sentito’ or
‘raprresentazione’. So if you feel cold, there’s cold qua processo fisiologico
of a ‘corpo animato’ – ‘uninanimated bodies cannot FEEL cold’ – second there is
the unity of COLDNESS as distinctive from say, HEAT. And third there is the
concetto ‘’freddo’ – so that there is a ‘unita reflessiva del sentito’ – the
expression ‘freddo’ now NAMES or represents, or stands for the sensation itself.
Domenico D’Orsi. Orsi. Keywords: animo, amore, Ottaviano, Campailla, Spaventa,
gl’hegeliani di Napoli, Sophia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Orsi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742674470/in/datetaken/
Grice ed Ortes – il verso -- filosofia italiana –
Luigi Speranza -- (Venezia). Filosofo. Grice: “Being English, I was often confronted with that very
‘silly’ song by Cleese and Idle, but then they were never the first! Which is
good, since they are Cambridge and Ortes is Oxonian! Viva La Fenice!” -- Considerato
uno dei più dotati tra i filosofi veneti settecenteschi, precursore
nell'analizzare dal punto di vista della produzione complessiva alcuni aspetti
come popolazione e consumo. La sua impostazione filosofica si fonda su un
rigoroso razionalismo. Nel mercantilismo vide far gran confusione fra moneta e
ricchezza. Fu un sostenitore del libero scambio pur con alcune restrizioni
della proprietà che interessavano il clero, anche se appartenevano al passato ed
è considerato per questo un anticipatore di Malthus, ma con qualche contraddizione.
Malthus prevede l'aumento della popolazione, in trenta anni, in modo
esponenziale, quindi molto di più dell'aumento delle sussistenze. Altre saggi:
“Grandi, abate camaldolese, matematico dello Studio Pisano, Venezia,
Giambatista Pasquali, “ Dell'economia nazionale” (Venezia); “Sulla religione e
sul governo dei popoli” (Venezia); “Saggio della filosofia degli antichi” -- esposto
in versi per musica (Venezia); “Dei fedecommessi a famiglie e chiese,” Venezia,
“Riflessioni sulla popolazione delle nazioni per rapporto all'economia
nazionale: errori popolari intorno all'economia nazionale e al governo delle
nazioni” (Milano, Ricciardi), R. Donati (Genova, San Marco dei Giustiniani).
Catalano, Dizionario Letterario Bompiani. AMilano, Bompiani, Citazionio su
Treccani L'Enciclopedia Italiana. Quanto i suoi studi matematici influissero
sul suo metodo economico,vedremo; qui, brevemente, come in fluissero sulle sue considerazioni
filosofiche. Così, scrive egli delle opinioni (1) ed ecco si studia di ridurre
a (1) “Calcolo sopra il valore delle opinioni e sopra i piaceri e i dolori
della vita umana”, Venezia, Pasquali, ristampato dal Custodi,t.XXIV degli ECON.
MOD. FILOSOFIA IN FORMULE MATEMATICHE numero determinato il valore
dell'opinione, che alcun gode, per possedere certa qualità che lo pone innanzi
agli altri nella scelta degli oggetti piacevoli. Questa buona opi nione nasce o
dai natali,come la nobiltà,la patria ecc., o dallaprofessione,come la
milizia,lelettere ecc.,o da qualche prerogativa, come dall'autorità, dal merito
ecc. Ciascun uomo fornito di alcuna di queste qualità gode di qualche cosa che
non godrebbe se ne fosse privo. Ortes si studia di determinare il valore di
questi beni recati dall'opinione. Valga un esempio. Se si chiede quanto
aggiunga di valore alla nobiltà l'opinione della stessa, Ortes ragiona così: postoche
larenditagiorna liera di tutte le famiglie nobili sia 20,000, quella che
proviene da cariche,magistrature,commende ecc. 3,300, quella che vien data
dall'opinione,cioè coll'autorità di disporre di più posti, e colla riputazione
dei grandi sul volgo, a 700,posto che il numero di tutti i nobili sia 10,000,
il valore di tutta la nobiltà sarebbe espresso da 20,000 + 3,300 + 700 = 2. Falostessocoin
10,000 puto per le altre opinioni,di cui dice esser pretesto la virtù,ma
verofinel’interesseproprio,poichè,dipen dendo il valore delle opinioni dalla
ricchezza attuale o possibile, è manifesto che si deve prima d'ogni altra cosa
cercare l'utileproprio. Avverte che v'ha sempre un'opinione predominante che
varið col variare dei secoli: ai tempi di Roma li bera era la
conquista;sottoAugusto illusso;ilplato nismo ai tempi di Costantino;
l'investitura ai tempi di Gregorio VII ; le lettere sotto Leon X ;finalmente
lozio a tempi dell'autore! Strana è questa classificazione, 44
PIACERI E DOLORI. tuttavia 1?Ortes mostra come il pretesto della virtù coprisse
basse mire di privato interesse. Lo stesso ozio ha il suo pretesto dell'ordine,
benchè sia figlio di vana alterigia.L'uomo che dee servire a molte di queste
opi nionisaràpiùcivile,ma piùtimidoefinto;chiapoche; sarà più rozzo,ma anche
più sicuro e più libero. E come l’Ortes si studia di ridurre a calcolo le opi
nioni,così parimenti i piaceri e i dolori. Meno originale e meno astruso è
l'Ortes in questo scritto.Con molta inesattezza di idee e di lingua, espone
daprincipioladottrina chetuttociòcheèconforme alla conservazione e sviluppo del
nostro essere, genera piacere; il contrario,dolore; parla dei dolori e piaceri
delsenso,dei dolori e piaceri dell'opinione; mostra l'uomo naturalmente
soggetto al dolore, e che il piacere non è che un sollievo del dolore; con
ragionamento curioso studiasi mostrare che il piacere non può mai s u perare il
dolore, perchè il piacere essendo preceduto, secondo l'Ortes, dal dolore, sopito
che questo sia, tutto quel di più di piacere che si volesse applicare gene
rerebbe dolore contrario, come l'indigestione dopo la fame cessata, la stanchezza
dopo la danza ecc. Il calcolo del piacere e dei dolori dipende dal grado
della elasticità delle fibre onde alcuno è fornito,e,quanto ai piacerie dolori
d'opinione, dalla stima che ciascuno fadeglistessi. L'autore nonpretendeanovitàdidot
trina, professa di avere scritto secondo la propria espe rienza, con un
temperamento indolente é coisuoi sensi inun'etàdimezzo.Vedrem poi com’eglistessone
ab bia dato un giudizio severo. Due altre opere filosofiche si hanno dell’Ortes
: un ragionamento delle scienze utili e delle dilettevoli per
rapportoallafelicità umana;— e riflessioni su gli oggetti apprensibili, sui
costumi e sulle cognizioni umane per rapporto alle lingue (1); ma si può
dispensarsi dal tener dietro a questi discorsi, che, a dir vero, son
pesantissimi. In sostanza l'uno si riduce a mostrare l'ufficio delle umane
facoltà nella scienza e nelle arti belle,anche queste in titolandole scienze ma
dilettevoli,in contrapposto delle a ltre che chi ama scienze utili; nelle
scienze tiene il campo l'intelletto, nelle arti belle l'imaginazione; quelle
hannoperoggettoilverocom'è,questeilveroma ela borato dalla fantasia. Quindi
discorresi in quali termini sia concesso il lavoro dell'imaginazione e
concludesi sul tenore dell'epigrafe : Sol la scienza del ver giova ed alletta.
L'altro ebbe occasione dallatraduzione del Pope, perchè volendo ragionare delle
difficoltà del tradurre, si trova così accresciuta in mano la materia, che
piuttosto d’un proemio s’appiglia a farne un saggio a sè. In fatto prende la
cosa da alto, e filosofeggia sulla varietà reale degli oggetti e sulla varietà
nel modo di rappresentarseli, onde s'apre l'adito a discorrere delle lingue e
delle loro diversità, quindi intorno l'uso della parola, e particolarmente
intorno all'eloquenza. Infine ritorna donde era partito, e conclude che se il
traduttore può benissimo esporre le verità apprese da altra lingua, non potrà
tuttavia produrne tale impressione negli ani mi, come ne è prodotta
dall'originale, se non facendo sene come nuovo autore, esprimendole cioè
inmodo; tip. Pasquali. SUL MODO DI TRADURRE. Non si può negare che
osservazioni argute si tro vino spesso nell'Ortesa ncheinqueste
riflessionisugli oggetti apprensibili, suicostumi, e sulle cognizioni umane per
rapporto alle lingue; ma pur troppo è d'uopo cercarsele in una lettura assai
noiosa. Qualche volta dà risalto a quell'idea che vedremo poi sua prediletta in
economia, che cioè quello solo riesca ove siavi la pubblica persuasione, non
già ove questa non corrispondaagliimpulsi; e però egregiamente dice, che allora
un ammiraglio potea condurre gli’inglesi in
America, come un tempo un romito potea condurli in Soria, perchè gl’inglesi
stessi voleano e avean voluto così. Qualche volta, faticosamente sì, ma pur si conduce
a qualche sentenza netta e perspicua, come, p. es., dopo GOLDONI, COLTURA
ALLAMODA, PUB. OPINIONE. Adatto all'indolee ai pregi della propria lingua. Chi volesse calcare l'autore
straniero sarebbe come chi cre desse ricopiare un ritratto con soprapporvi
isuoi colori, coprendone così e confondendone letinte,ecangiando il quadro in
un mascherone o in un empiastro. necessità invece che gli scrittori s'accordino
sempre col carattere nazionale de'lettori; e qui l’Ortes osserva, che il
miglior poeta comico italiano de'suoi tempi potea bensi starsene in Francia per
passar quivi meglio i suoi giorni, ma non giammai perchè il suo talento comico
fosse così ben rilevato nella lingua francese a Parigi, come il fu già in
Venezia nel dialetto suo veneziano. Qualche volta sembrerebbe anche gaio,come
quando si lagna che, temendosi la fatica dello studio, si trascu rassero le
cognizioni vere, contentandosi di dizionari, giornali, compendi o altri
repertori per dilettare, diver tire,ocome diceano,per amuseare! È USO
DELLA PAROLA PEI GOVERNI avere deplorato che il mondo governisi da chi più
ciarla , non da chi più sa, egli conclude: se chi preten desse governar altri
senza render ragione del suo go verno,sarebbe uomo assai vano;ilsarebbe non men
certamente chi pretendesse governarli per sola copia ed eleganza di voci.
Qualche volta infine dimostrasi d'animo aperto e sollecito per le innovazioni.
« Qui cade a proposito (così egli) d'avvertire l'errore di quelli che si
figurano di richiamar nelle nazioni la verità e la ragione comune (cioè gli in
teressi comuni, pubblici, universali in contrapposto ai particolari, privati, speciali)
perquantovi sifosse smarrita, col rinovar quelle leggi che ne prescrivevano le modificazioni
a'tempi de'lorobisavoli, progetto al tutto assurdo e impossibile. La verità e
la ra » gione comune potrà ben richiamarsi per leggi, per quanto a'tempi
trasandati fosse stata più riconosciuta » per sè stessa in quei costumi, di
quel che il sia ai tempi presenti per costumi che la modificassero in contrario
di sè medesima; giacchè essa in sè stessa è una sola di tutti i luoghi e di tutti
i tempi; ma il richiamarla al presente per le sue modificazioni antiche, quando
tali modificazioni debbon ad ogni tempo esser diverse, non può essere che una
miseria » di mente, per cui si creda la natura non più capace » d'invenzioni in
sua natura, di quel che siasi un po vero consigliere segreto che creda operar
in sua rece. Chi declama contro i nuovi costumi che si vanno in » troducendo, e
deplora gli usati che si van disusando; ha molta ragione se inuovi costumi son
modificazioni di una ragion men comune, di quel che siano gli usatichea
quellidan luogo. Ma seinuovicostumi son » tanto buone modificazioni della comun
ragione, quanto gli usati che siperdono; ei declama inutilmente, come se
ciòfosse contro il variar de venti, essendo l’una e l'altra cosa quanto
innocente, tanto inevitabile e necessaria,e potendo,anzidovendo,quella comun
ragione,per disposizione di natura e per sapienza illimitata del supremo suo artefice,
praticarsi sempre per modificazioni diverse, e comparire in sembianze ché non
siano giammai le stesse, essendo nondimeno la stessa per sè medesima. Senza
questo una simile verità o ragione correrebbe rischio di non esercitarsi che
per inganno; ed è ancor vero che talvolta con richiamare la verità, la ragione,
e la religione stessa per le sole loro modificazioni esterne di tempi molto
remoti, si riesce a perdere tutto il senso reale ed interno di queste virtù,
incariabili per sè stesse, riducendole a quelle materiali loro modificazioni
esterne, senza alcun rapporto a quell interno lor senso e significato. Si pigli
intanto l'Ortes in parola, poichè avrem campo di trovarlo in seguito così
reluttante a certe modificazioni che non sembra quel desso. Meglio avremo
occasione di riandare alcuni suoi pensieri dello stesso libro, che con certo
apparato filosofico mettono innanzi quell'armonia degli interessi, da lui tanto
raccomandata nelle sue opere economiche. Ma lasciamo per ora queste meditazioni
di filosofia. Gianmaria Ortes. Ortes. Keywords: verso. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice ed Ortes” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690552167/in/photolist-2mPsU62-2mNaHiH-2mMYJP6-2mKHAhF-2mKDA5r-2mPvmTf
Grice ed Otranto – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Otranto). Filosofo. Grice: “Otranto wrote a tractatus ‘de arte laxeuterii,’ which is
an art of ‘divination,’ as when we say that smoke divinates fire!” -- Grice:
“Had Otranto not written ‘scritti filosofici’ we wouldn’t call him a
philosopher!” – Filosofo. Sull'infanzia e sulla formazione poco è noto. Non si
sa dove oggiorna e studia, né chi siano stati i suoi maestri. La sua filosofia,
però, lascia immaginare una formazione molto solida. Insegna a Casole. Tradusse
la liturgia di Basilio ed altri testi liturgici per volontà del vescovo. Le sue
competenze linguistiche gli valeno inoltre degli incarichi diplomatici. Interprete
al seguito dei legati papali Benedetto, cardinale di Santa Susanna, e Galvani.
E a Nicea al seguito del re Federico di Svevia. Saggi: “L'arte dello
scalpello”, con una raccolta di testi geo-mantici ed astrologici; traduzioni di
testi liturgici; “Dialogo contro i giudei”; Tre monografie o syntagmata “Contro
i Latini” -- su questioni dottrinali significative nella polemica fra cattolici
ed ortodossi (quali la processione dello spirito santo o il pane azzimo);
un'appendice ai tre syntagmata; lettere e frammenti di lettere;. J Hoeck-R.J. Loenertz, Nikolaos-Nektarios von
Otranto Abt von Casole. Beiträge zur Geschichte der ost-westlichen Beziehungen
unter Innozenz III. und Friedrich II., Ettal. M. Chronz: Νεκταρίου, ηγουμένου
μονής Κασούλων (Νικολάου Υδρουντινού): « Διάλεξις κατά Ιουδαίων». Κριτική
έκδοση. Athena, L. Hoffmann: Der anti-jüdische
Dialog Kata Iudaion des Nikolaos-Nektarios von Otranto. Universitätsbibliothek
Mainz, Mainz, Univ., Diss., Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Homosexuality in a textual gap in what was going on
in Italian Byzantine convents under Roman rules. Longobards being raped, or
raping Greek monks. Nicola Nettario d’Otranto. Otranto. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice ed Otranto” – The Swimming-Pool Library.
Grice ed Ottaviano – collettivismo – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Modica). Filosofo. Grice: “Perhaps with Holllinghurst, and Hogarth, of course,
Ottaviano is one of the few who have cherished in the analysis of ‘la curva’ or
‘la linea’ – and it has revived a debate which should fascinate a few!” Diplomatosi
a Modica, si laurea a Milano. Straordinario di Storia della Filosofia a Cagliari,
poi a Napoli, ottenne la cattedra, conseguendovi la libera docenza ne passò poi
a Catania, dove fonda e diresse l'Istituto di Magistero, insegnandovi. Fonda la
rivista “Sophia”. Grande conoscitore della filosofia del periodo medievale, di
cui peraltro ritrova e studiò molte opere inedite, elaborò una propria teoria. Delle due saggi, “Critica dell'Idealismo”
(Napoli,) e “Metafisica dell'essere parziale” (Padova), la prima ma fu ben
presto censurata e poi bruciata pubblicamente a causa della sua dura critica
all'Idealismo di Gentile. Questa sua opposizione a Gentile, nonché le sue critiche
a Croce, gli valeno dure vessazioni accademiche. Compone inoltre un ampio e comprensivo
Manuale di storia della filosofia (Napoli). Membro dell'Accademia d'Italia, si
occupa, per primo, della filosofia di Gioacchino da Fiore, esaltato d’Aligheri
nella Commedia, pubblicandone un saggio. Pubblica il codice di Oxford “Joachimi
Abbatis Liber contra Lombardum,” che attribuì a qualche seguace della scuola di
Fiore. Mentre celebrava, a Novara, Pietro Lombardo, riprese a parlare di Fiore,
presentandolo come un romantico "ante litteram" e un fautore della
nazione italiana. Segnalò pure due ignorati codici gioachimiti della biblioteca
Casanatense di Roma, occupandosi altresì della condanna di Gioacchino da parte
del Concilio Lateranense ed evidenziandone lo sgomento suscitato. Inoltre,
nella rivista Sophia, diretta da lui ed allora edita dalla MILANI di Padova,
diede spazio a vari studiosi gioachimiti. Sempre sull'argomento, ritenne
dapprima Gioacchino un triteista, ma, dopo aver visionato le tavole del Liber
figurarum, scoperto da L. Tondelli propese invece per un'ortodossia trinitaria.
Fonda e diresse un partito nazionale d'impronta social-liberale, che però non
ebbe seguito. Opere principali: Pietro Abelardo. La vita, le opere, il pensiero”
(Poliglotta, Roma); “Il "Tractatus super quatuor evangelia" di Fiore,
Archivio di filosofia, Padova, Testi medioevali inediti. Alcuino, Avendanth,
Raterio, Anselmo d’Aosta, Abelardo, Incertus auctor” (Olschki, Firenze); Joachimi
abbatis Liber contra Lombardum (Scuola di Gioacchino da Fiore), Reale Accademia
d'Italia Studi e documenti, Roma, Un documento intorno alla condanna di
Gioacchino da Fiore” (Rondinella, Napoli); Pier Lombardo, in Celebrazioni
piemontesi, Istituto d'Arte per la Decorazione e la Illustrazione del Libro,
Urbino); “Critica dell'Idealismo” (Rondinella, Napoli); “Metafisica dell'essere
parziale” MILANI, Padova); “La tragicità del reale, ovvero la malinconia delle
cose. Saggio sulla mia filosofia” (MILANI, Padova); Tommaso Campailla.
Contributo all'interpretazione e alla storia del cartesianesimo in Italia,
introduzione e note D. D'Orsi” (MILANI, Padova); E. Scarcella, Dizionario
Biografico degli Italiani, D. D'Orsi, Il filosofo della quarta età: ricordo di Ottaviano,
quotidiano “La Sicilia”, Catania, di. D.'Orsi, Tra Socrate e Gesù: quattro anni
fa moriva, quotidiano “La Sicilia”, Catania,. E. Scarcella, Dizionario Biografico degli Italiani, stituto
dell'Enciclopedia Italiana, Roma,. Gioacchino da Fiore Massimiliano Pace, Info Magazine. Grice: “I
love Ottaviano: he had three main interests: philosophy, philosophy, and
philosophy. More specifically, as a Sicilian he was not interested in Italian
philosophy, which he found too continental; he loved a mediaeval – and he loved
Gentile – he corresponded extensively with him! La visione cristiana di Ernesto
Buonaiuti, F. Campitelli, Foligno 1924. A proposito di un libro sul
Prepositino, in «Rivista di filosofia neoscolastica», a. XX, 1928, pp. 366 –
371. Traduzione, prefazione e note di: Anselmus Cantuariensis, Opere
filosofiche, trad. pref. e note di C. Ottaviano, 3 vol., Carabba, Lanciano
1928. Metafisica del concreto. Saggi di una Apologetica del
Cattolicesimo, Angelo Signorelli editore, Roma 1929. Ricerche lulliane,
in «Estudis universitaris catalans», XIV, 1929, pp. 1 – 13. Pietro
Abelardo. La vita, le opere, il pensiero, Tipografia Poliglotta, Roma 1929.
Otto opere sconosciute di Raimondo Lullo, in «Rivista di cultura», maggio –
giugno 1929, pp. 214 – 224; luglio – agosto 1929, pp. 289 – 296; tradotta in
francese: L'Ars compendiosa de R. Lulle, avec une étude sur la bibliographie et
le Fond Ambrosien de Lulle, Paris 1930; ristampata sempre in francese: L'Ars
compendiosa de R. Lulle, avec une étude sur la bibliographie et le Fond
Ambrosien de Lulle, par Carmelo Ottaviano, Librairie philosophique J. Vrin,
Paris 1981. Guglielmo d'Auxerre. La vita, le opere, il pensiero,
Biblioteca di filosofia e scienze, Roma 1930. A proposito di un libro su
S. Anselmo, in «Rivista di filosofia neoscolastica», a. XXII, 1930, pp. 379 –
387. I problemi del realismo, in «Giornale critico della filosofia
italiana», n. 5, 1930. Le “Quaestiones super libro Praedicamentorum” di
Simone di Faversham, in «Memorie della R. Accademia dei Lincei» Serie VI, vol.
III, fasc. IV, Roma 1930. Traduzione, prefazione e note di: Tommaso
d’Aquino, Saggio contro la Dottrina averroistica dell’unità dell’intelletto,
Carabba, Lanciano 1930. Traduzione, prefazione e note di: Tommaso
d’Aquino, Saggio sull'essere e l'essenza e altri opuscoli, prefazione,
traduzione e note critiche di C. Ottaviano, Carabba, Lanciano 1930.
Frammenti abelardiani, in «Rivista di cultura», fasc. 11, Prof. P, Loescher,
Roma 1931, pp. 3 – 23. Il "Tractatus super quatuor evangelia"
di Gioacchino da Fiore, in «Archivio di filosofia», Parte I, Padova 1931, pp.
73 – 82. Osservazioni critiche sui presupposti del problema della
conoscenza. Il superamento dell'immanenza sulla base della nozione di
individuo, in «Archivio di filosofia», n. 3, novembre 1931, pp. 35 – 47.
Il pensiero e il suo atto, in «Archivio di filosofia», n. 4, dicembre 1931, pp.
20 – 31. La riforma della logica di Aristotele, in «Archivio di
filosofia», n. 4, dicembre 1931. Nota polemica, in «Rivista di cultura»,
n. 9 – 10, 1931. Le opere di Simone di Faversham e la sua posizione nel
problema degli universali, in «Archivio di filosofia», 1931. Traduzione,
curatela e note di: Tractatus de Universalibus attribuito a San Tommaso
d’Aquino, a cura di C. Ottaviano, Reale Accademia d'Italia, Roma 1932.
Introduzione, traduzione, prefazione e note di: Anselmo d'Aosta, Il Monologio,
Palermo 1932. Antologia del pensiero medioevale. Per le scuole medie
superiori, Ires, Palermo 1932. Testi medioevali inediti. Alcuino,
Avendanth, Raterio, S. Anselmo, Pietro Abelardo, Incertus auctor, a cura di
Carmelo Ottaviano, Olschki, Firenze 1933. Riccardo di San Vittore, la vita,
le opere, il pensiero, in «Atti della Reale Accademia dei Lincei», IV, n. 4,
1933, pp. 411 – 541. Traduzione, prefazione e note di: Bonaventura da
Bagnoregio, Itinerario della mente verso Dio, traduzione, prefazione e note di
C. Ottaviano, Antologia del pensiero medievale per le scuole medie superiori,
Palermo 1933. Il pensiero di Francesco Orestano, Ires, Palermo
1933. Il superamento dell'immanenza in B. Varisco, in «Archivio di
filosofia», n. 4, 1934. Traduzione e note di: P. Abelardus, Epistolario
completo. Contributo agli studi sulla vita e il pensiero di Pietro Abelardo,
trad. it. e note critiche di C. Ottaviano, Ires, Palermo 1934. Joachimi
abbatis Liber contra Lombardum. La Scuola di Gioacchino da Fiore, a cura di
Carmelo Ottaviano, Reale Accademia d'Italia - Studi e documenti, Roma
1934. Critica del principio d'immanenza, in «Rivista di Filosofia
Neoscolastica», a. XXVI, 1934, p. 559 - 577. Il perduto “Liber de
potentia, obiecto et actu” di Lullo in un manoscritto romano, in «Estudis
franciscans», luglio – dicembre 1934, pp. 257 – 268. Un documento intorno
alla condanna di Gioacchino da Fiore nel 1215, Rondinella, Napoli 1935 (poi
ripubblicato in "Siculorum Gymnasium", Università di Catania,
1949). Storia, filosofia della storia, scienza della storia, in «Rivista
di Filosofia Neoscolastica», a. XXVII, 1935, pp. 67 – 81. Un brano
inedito della Philosophia di Guglielmo di Conches, A. Morano, Napoli
1935. Il cosiddetto “riferimento necessario alla coscienza”
nell'idealismo, in AA. VV., Atti del IX Congresso nazionale di Filosofia,
(Padova 20 – 23 settembre 1934), Padova 1935, pp. 348 – 363. Novità in
filosofia, Milani, Padova 1935. Pier Lombardo, in Celebrazioni
piemontesi, Istituto d'Arte per la Decorazione e la Illustrazione del Libro,
Urbino 1936. Critica dell'Idealismo, Rondinella, Napoli 1936. (Pubblicato
nuovamente da Milani, Padova 1948) Traduzione, prefazione e note di:
Pietro Abelardo, L'origine delle monache; e La regola del Paracleto,
traduzione, prefazione e note di Carmelo Ottaviano, Carabba, Lanciano
1936. L'unica forma possibile di idealismo, in «Rivista di Filosofia
Neoscolastica», a. XXVIII, 1936, p. 47 – 64. La scuola attualista e Scoto
Eriugena, in «Rivista di Filosofia Neoscolastica», a. XXVIII, 1936, pp. 142 –
151. Riflessioni sulla polemica Orestano – Olgiati, in «Rivista di
Filosofia Neoscolastica», a. XXIX, 1937, pp. 83 – 86. Curatela di: T.
Campanella, Epilogo magno (Fisiologia italiana). Testo inedito con le varianti
dei codici e delle edizioni latine, a cura di C. Ottaviano, Reale Accademia
d'Italia, Roma 1939. Kritik des Idealismus, mit einer Einfuhrung von
Fritz-Joachim Von Rintelen: Realismus-Idealismus?, Aschendorff, Munster
1941. Metafisica dell'essere parziale, MILANI, Padova 1942. L'unità
del pensiero cartesiano e il cartesianesimo in Italia, MILANI, Padova
1943 Scritti (1928 – 1945) con 327 giudizi della critica italiana e
straniera, Tipografia agostiniana, Roma 1946. Panteismo o trascendenza,
in «Humanitas», n. 42, 1949. Il problema morale come fondamento del
problema politico, Milani, Padova 1952. L'idealismo trascendentale e la
metafisica classica, in «Rivista di Filosofia Neoscolastica», XLV (1953), pp.
535 – 570. La soluzione scientifica del problema politico, Rondinella
editore, Napoli 1954. Le incertezze della scienza moderna, Padova
1959. Progetto di un disegno di legge per salvare la Democrazia dalla
dittatura, MILANI, Padova 1961. Dalla democrazia ingenua alla democrazia
critica, MILANI, Padova 1961. Che cosa è il social-liberalismo, MILANI,
Padova 1962, Lineamenti programmatici per una riforma della scuola
italiana, MILANI, Padova 1962. Presentazione di: Agostino Sepinski,
Cristo interiore secondo San Bonaventura, presentazione C. Ottaviano. trad. di
suor M. Luisa Orgiani, Politica popolare, Napoli 1964. La tragicità del
reale, ovvero la malinconia delle cose. Saggio sulla mia filosofia, MILANI,
Padova 1964. Critica del socialismo: ossia Introduzione alla teoria della
proprietà per tutti, MILANI, Padova 1964. Introduzione alla teoria delle
proprietà per tutti, ovvero la mia soluzione al problema economico-politico, MILANI,
Padova 1968. Didattica e pedagogia. Ovvero la mia riforma della scuola, MILANI,
Padova 1968. La legge della bellezza come legge universale della natura.
Considerazioni teoretiche e applicazioni pratiche, MILANI, Padova 1969.
Manuale di Storia della filosofia, 3 vol., La Nuova Cultura, Napoli 1970.
Manuale di storia della filosofia e della pedagogia, La Nuova Cultura, Napoli
1972. Appunti di pedagogia contemporanea, 1974 Personalismo
e collettivismo. Introduzione alla teoria della proprietà privata per tutti,
Solfanelli, Chieti 1978. Tommaso Campailla. Contributo
all'interpretazione e alla storia del cartesianesimo in Italia, introduzione e
note a cura di Domenico D'Orsi, MILANI, Padova 1999.
«Sophia: fonti e studi di storia della filosofia» Da a. 1, n. 1
(gen./mar. 1933) A a. 41, n. 1/4 (gen./dic. 1973).- Palermo: Ires, 1933-1973. -
39 v. Trimestrale. Il complemento del titolo varia in: rivista internazionale
di fonti e studi di storia della filosofia; poi in: rassegna critica di
filosofia e storia della filosofia. Luogo ed editore variano in: Napoli, A.
Rondinella; poi in: Padova, Milani. Alcuni degli articoli più significativi
scritti da Ottaviano per Sophia: Le «rationes necessariae» in S. Anselmo,
in Questioni e testi medievali , in «Sophia», n. 1, 1933, pp. 92 – 97. Novità
abelardiane, in Questioni e testi medievali , in «Sophia», n. 1, 1933, pp. 99 –
101. Storicismo attualista, in «Sophia», n. 2, 1933, pp. 135 – 143. Storicismo
attualista, seconda puntata, in «Sophia», n. 1, 1934, pp. 149 – 164.
Controversie medievali. A proposito della paternità tomistica di un “Tractatus
de universibus”, e della data del “De unitate intellectus”, in «Sophia», n. 1,
1935, pp. 134 – 140. Intorno al IX Congresso nazionale di Filosofia di Padova,
in «Sophia», n. 2, 1935, pp. 285 – 287. Intorno alla critica dell'immanenza, in
«Sophia», n. 2, 1935, pp. 288 – 290. Critica del principio di immanenza, in
«Sophia», n. 3 – 4, 1935, pp. 543 – 569. A proposito della storia, in «Sophia»,
n. 3 – 4, 1935, pp. 613 – 617. I grandi idealisti contemporanei, in «Sophia»,
n. 3 – 4, 1935. L'idealismo sulla via di Damasco, in «Sophia», n. 3 – 4, 1935.
Contraddizioni idealistiche, in «Sophia», n. 3 – 4, 1935. La fondazione del
realismo, in «Sophia», n. 2 – 3, 1936. Postilla alla “Difesa del principio di
immanenza”, in «Sophia», n. 2 – 3, 1936. Postilla a “Immanenza, idealismo e
realismo”, in «Sophia», n. 2 – 3, 1936. Idealisti per forza, in «Sophia», n. 1
– 2, 1937. Ancora sulla fondazione del realismo, in «Sophia», n. 3, 1937.
Fanatismo idealista, ovvero l'agonia dell'Idealismo, in «Sophia», n. 3, 1937.
Nuova illustrazione del documento intorno alla condanna di Gioacchino da Fiore
nel 1215. Postilla, in «Sophia», n. 3, 1937, pp. 360 – 365. Intorno
all'idealismo e al realismo, in «Sophia», n. 4, 1937. Postilla all'art. di
Chiocchetti: “A proposito dell'idealismo di C. Ottaviano”, in «Sophia», n. 3,
1939. Anti-moderno, in «Sophia», n. 3, 1939, pp. 265 – 281. Intorno alla
critica all'idealismo, in «Sophia», n. 2, 1940. Intorno alla valutazione della
filosofia moderna, in «Sophia», n. 4, 1940, pp. 483 – 506. La teoria delle
“species” e l'idealismo immanentistico, in «Sophia», n. 1, 1943. La natura
della sensazione e la fondazione del realismo, in «Sophia», n. 3, 1946.
Referendum ai nostri Lettori in occasione della ripresa delle Rivista, in
«Sophia», n. 1 – 2, 1944 – 45 – 46. Francesco Orestano [1873 – 1945], in
«Sophia», n. 12 – 13 – 14, 1944 – 45 – 46. Il vero significato della relatività
galileiana nel movimento, in «Sophia», n. 3 – 4, 1947, pp. 285 – 330. Natura
pura e soprannaturale, in «Sophia», n. 2, 1949. I fondamenti logici della
relatività, in «Sophia», n. 1, 1950, pp. 37 – 50. Gli argomenti probativi
dell'evoluzionismo, in «Sophia», n. 2, 1950. Intorno al significato storico
dell'idealismo italiano, in «Sophia», n. 1, 1951. Intorno alla legge di
conservazione dell'energia, ossia del materialismo, in «Sophia», n. 1, 1951.
Intuizionismo e logicismo in matematica, in «Sophia», n. 3 – 4, 1951, pp. 342 –
345. Intorno alla gratuità dell'ordine soprannaturale, in «Sophia», n. 1, 1952,
pp. 39 – 45. Postilla a E. Riverso, Aporie e difficoltà del Positivismo logico,
in «Sophia», n. 2, 1953. Valutazione critica del pensiero di B. Croce. 1)
L'estetica, in «Sophia», n. 1, 1954. Valutazione critica del pensiero di B.
Croce. 2) Lo storicismo assoluto, in «Sophia», n. 1, 1954. Bilancio di
Benedetto Croce, in «Sophia», n. 2 – 3, 1954. Einstein filosofo, in «Sophia»,
n. 3 – 4, 1954, pp. 260 – 274. Giudizio intorno alla Logistica, in «Sophia», n.
1, 1956. Logica, matematica, poesia, in «Sophia», n. 1 – 2, 1957, pp. 3 – 32.
Crolla l'idolo einsteiniano, in «Sophia», n. 2, 1960, pp. 213 – 217. Il
“compagno Scioccherellov”, ossia la tragicommedia del comunismo, in «Sophia»,
n. 3 – 4, 1960, pp. 450 – 453. Mi intrattengo ancora con il “compagno
Scioccherellov”, in «Sophia», n. 2 – 3, 1961, pp. 358 – 359. “Individui di
tutto il mondo unitevi”, ossia Critica della democrazia come idea-forza, in
«Sophia», n. 2 – 3, 1961. Giudizio su Benedetto Croce come uomo politico, in
«Sophia», n. 4, 1961. L'assalto alla diligenza, ossia la scuola privata
ecclesiastica e laica all'assalto del tesoro della Stato, in «Sophia», n. 4,
1961, pp. 437 – 439. Difesa della scuola statale, ossia l'Antistato contro lo
Stato, in «Sophia», n. 1 -2, 1962, pp. 25 – 50. L'“ordine della scuola
italiana”, in «Sophia», suppl. n. 2 al n. 1 -2, 1962. In difesa dell'umanità
Abbasso gli scienziati, viva i filosofi!, in «Sophia», n. 1 -2, 1965. Come
integrare la dottrina relativistica di Einstein, in «Sophia», n. 3 -4, 1966,
pp. 233 – 274. Scritti sull'autore AA. VV., Carmelo
Ottaviano nella filosofia del Novecento, Atti dei convegni tenuti a Milano e
Catania nel 2007, a cura di Francesco Rando e Francesco Solitario, Prometheus,
Milano 2008. A. Cartia, Tempo, memoria e infinito. I temi del tragico
nell'opera di Carmelo Ottaviano, a cura di Alessandro Ghisalberti e Francesco
Rando, Prometheus, Milano 2013. G. Bontadini, Dall'attualismo al
problematicismo, Brescia 1950, p. 146. F. Coniglione, «Sophia». Nel segno
di Ottaviano: una rivista a tutto campo, in AA. VV., La cultura filosofica
italiana attraverso le riviste, a cura di Piero Di Giovanni, Franco Angeli,
Milano 2006, pp. 89-124. B. Croce, Conquiste filosofiche a passo di
carica e a suon di tromba, in «La Critica», XL, 1942, pp. 173 – 174. D.
D'Orsi, Il filosofo della quarta età: ricordo di Carmelo Ottaviano nel
trigesimo della morte, quotidiano “La Sicilia”, Catania, del 23/02/1980.
D. D'Orsi, Tra Socrate e Gesù: quattro anni fa moriva il filosofo Carmelo
Ottaviano, quotidiano “La Sicilia”, Catania, del 24/01/1984. D. D’Orsi,
Appunti autobiografici ed evoluzione filosofica di Carmelo Ottaviano, in
Archivium Historicum Mothycense, V (1999), pp. 57 – 68. D, D’Orsi,
Metamorfosi di un'opera quale compendio di una vita filosofica, Introduzione a
Carmelo Ottaviano, Tommaso Campailla. Contributo all'interpretazione e alla
storia del cartesianesimo in Italia, introduzione e note a cura di Domenico
D'Orsi, MILANI, Padova 1999. A. Del Noce, Il problema dell'ateismo,
Teismo e Ateismo politici: postulato del Progresso e postulato del Peccato, Il
Mulino, Bologna 1964, pp. 519 – 520 n. 8. A. Del Noce, Giovanni Gentile,
Il Mulino, Bologna 1990, pp. 35 – 36 n. 24. R. Di Tommasi, Compendio di
una vita filosofica: Carmelo Ottaviano, in Voci dal Novecento, a cura di Ivan
Pozzoni, Limina Mentis Editrice, Villasanta 2010, pp. 331-378. C. Ferro,
L'«antimoderno» di Carmelo Ottaviano, in «Rivista di Filosofia Neoscolastica»,
XXXII (1940), pp. 492 – 496. E. Garin, Cronache di filosofia italiana
1900/1943, laterza, Bari 1966, p. 460. V. Mathieu, La filosofia del
Novecento. La filosofia italiana contemporanea, Le Monnier, Firenze 1978, pp.
116 – 117. C. Mazzantini, La riduzione ad absurdum dell'immanenza
gnoseologica, in «Rivista di Filosofia Neoscolastica», Anno XXVI, Fascicolo
III, maggio 1934, Vita e Pensiero, Milano. P. Mazzarella, Il contributo
di Carmelo Ottaviano agli studi di filosofia medievale, in «Sophia», n. 3 – 4,
1956, pp. 334 – 376. P. Mazzarella, Tra finito e infinito. Saggio sul pensiero
di Carmelo Ottaviano, Milani, Padova 1961. P. Mignosi, Carmelo Ottaviano,
in «La Tradizione», n. V – VIII, 1929. F. Minazzi, Il principio di
immanenza nel dibattito filosofico italiano degli anni Trenta: il confronto tra
Giulio Preti e Carmelo Ottaviano, in numero monografico de «Il Protagora»,
Aspetti e problemi della filosofia italiana contemporanea, a cura di Antonio
Quarta, XXVIII-XXIX, gennaio 1988 - dicembre 1989, IV serie, nn. 13-16, pp.
245-274. E. Scarcella, «OTTAVIANO, Carmelo» in Dizionario Biografico
degli Italiani, Volume 79, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma,
2013. M. F. Sciacca, Di una recente critica del principio di immanenza,
in «Ricerche filosofiche», anno V, fasc. II, 1935, pp. 127 – 133. M.F.
Sciacca, Il secolo XX, Bocca, Milano 1942, vol. I, p. 665 n
Ottaviano. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice ed Ottaviano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51741935518/in/datetaken/+
Grice e Pace – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Berga). Filosofo. Grice: “I love the fact that Pace, like me, is a Protestant, and
married one! This should deduce the defeasibility of non-monotonicity: ‘all
Italians are Catholic;’ he surely wasn’t --- and neither is Speranza, or
Ghersi, two other fervent ‘protestanti’!” Grice: “I love Pace – in a way he reminds me
of myself when I was teaching Aristotle’s Categoriae at Oxford! – A good thing
about Pace is that he stopped saying that he was commenting on Aristotle – his
Casaubon edition is still very readable – and tried to compose his own
‘Institutiones logicae,’ as he did – As Kneale once told me, ‘This made Pace a
logician, and not just a commentator!” -- Italian essential philosopher. Studia
a Padova, dove fu allievo di Menochio e Panciroli. Aderì alla religione riformata
e intimorito dagli ammonimenti delle autorità religiose patavine, si rifugiò a
Ginevra, il principale centro del Calvinismo. Divenne professore. Tradusse
Aristotele – “In Porphyrii Isagogen et Aristotelis Organum: Commentarius
analyticus.” A Ginevra sposò Isabella Venturina, protestante originaria di
Lucca. Ottenne la cattedra a Heidelberg. Pronuncia una famosa
prolusione, “De iuris civilis difficultate ac docendi method”. Fu coinvolto in
una polemica con Gentili. Gentili, non avendo ottenuto la cattedra di
Istituzioni alla quale aspirava, accusò Pace di averlo boicottato e gli rivolse
delle offese in un componimento poetico indirizzato a Colli. Offeso, lo
denunciò davanti al Senato accademico, costringendolo infine a lasciare Heidelberg
per Altdorf. Ebbe anch'egli fastidi con le autorità accademiche di Heidelberg
per le sue simpatie per il Ramismo
Insegnò a Sedan, Ginevra, Montpellier, Nîmes, Aiax, e Valence. Rese
pubblica la sua abiuria al protestantesimo; quell'anno ebbe la cattedra a Padova
e scrisse “De Dominio maris Adriatici”, un'opera a favore della Repubblica di
Venezia che gli valse anche il cavalierato. La sua edizione dell'Organon di
Aristotele, fu inclusa in un'edizione delle opere di Aristotele edita da Casaubon ed
ebbe ampia diffusione. Pubblicò a Sedan le “Institutiones logicae” e a
Francoforte il suo importante commento In Porphyrii Isagogen et Aristotelis
Organum, Commentarius Analyticus. Saggi:
“De dominio maris Adriatici” (Imp. Caes. “Iustiniani Institutionum libri IV,
Adnotationibus ac notis doctiss. scriptorum illustrati & adaucti. Quibus
adiunximus appendicis loco, leges XII tab. explicatas. Vlpiani tit. XXIX
adnotatos; Caii libros II Institut. Studio & opera Ioannis Crispini At. In
ac postrema editione accesserunt” Ginevra: apud Eustathium Vignon). Ἐναντιόφαν.
seu Legum conciliatarum centuriae III, Spirae: typis Bernardi Albini, De rebus
creditis, seu De obligationibus qua re contrahuntur, et earum accessionibus, ad
quartum librum Iustinianei Codicis, Commentarius; accesserunt tres indices,
Spirae Nemetum: apud Bernardinum Albinum, “Tractatus de contractibus et rebus
creditis, seu de obligationibus quae re contrahuntur et earum accessionibus, ad
quartum librum Iustinianei Codicis, doctissimi cuiusdam I.C. commentarius.
Accesserunt tres indices, vnus titulorum, eo quo explicantur ordine
descriptorum, alter eorundem titulorum ordine alphabetico, tertius rerum &
verborum in toto opere memorabilium, Parisiis: apud Franciscum Lepreus, Isagogica
in Institutiones imperiales, Lyon,
Barthélemy Vincent, Oeconomia iuris utriusque, tam civilis quam canonici, Lyon, Barthélemy Vincent, Methodicorum ad
iustinianeum Codicem libri, Lyon,
Barthélemy Vincent, Analysis Codicis, Lyon, Barthélemy Vincent, Artis Lullianae
emendatae libri IV Quibus docetur methodus, ad inueniendum sermonem de
quacumque re, Valentiae: apud Petrum Pinellum, De dominio maris Hadriatici,
Lyon, Barthélemy Vincent. Benedictis, «Gentili, Scipione, Dizionario Biografico
degli Italiani, Roma: Istituto della
Enciclopedia Italiana, C. Vasoli, Scienza, dimostrazione e metodo in un maestro
aristotelico dell'età di Galilei: “Profezia e ragione” (Napoli, Morano); Aristotelis
Stagiritae peripateticorum principis Organum, Morges, Operum Aristotelis”. Dizionario
biografico degli italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. G. Acquaviva e TuScovazzi, Il dominio di
Venezia sul mare Adriatico” (Milano: Giuffrè); A. Franceschini, Giurisprudenza,
Venezia: Officine Grafiche di Carlo Ferrari, Philippe Tamizey de Larroque, Jules Pacius de
Beriga: compte-rendu du mémoire de M. Ch. Revillout avec documents inédits,
Paris: V. Palmé, Marine Bohar, « Giulio
Pace da Beriga et sa De iuris civilis difficultate ac docendi methodo oratio. Présentation
et traduction », Revue d'Histoire des Facultés de Droit. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
hls-dhs-dss.ch, Dizionario storico della Svizzera. Opere openMLOL, Horizons Unlimited srl. Grice:
“A very systematic logician, and especially interesting being from Vicenza. In
fact, he came from Berga, the centre of Vicenza. Quite unlike our Occam who
came from Surrey! My special interest is in the particular treatment of
‘interpretatio’ in general. He is one of the licei, i. e. peripathetics, which
is nice. By interpretatio in general he means ‘hermeneia’. And he distinguishes
then between the MATERIA – of the vehicle of expression, say, the physical
sound – ‘vox’ – or any other physical channel one uses to signify something –
and the FORM, the signatum itself. The term he uses is “NOTA”, so a particular
bit of something – say, a tear – is a SIGN or NOTA of some affection (pathos)
in the soul. From there he builds his whole system of communication. There are
two types of NOTA, in terms of subject-predicate terministic logic – conjoined
by the copula. He is a practical logician and does not much dwell on the topic
of what relation this “NOTARE” is – But he does make the usual point that while
a THING (res) gets ‘notated’ by an idea (or passion) in the soul – this notatio
is ‘naturalis’. Whereas the notatio between a particular physical bit (say, a
tear) and some idea or passio of the soul is artificial, as any cocrodile
knows!” -- Opere. Keywords: dialettica, Aristotele, Porfirio, Boezio,
categoria, praedicamentum. Giulio Pace. Pace. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Pace” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692091995/in/photolist-2mPSXPb-2mPVkio-2mPQGvz-2mPKvMM-2mPAuFE-2mPiqeP-2mNzeEc-2mNaHiH-2mN8Hgb-2mN35cA-2mLLZRD-2mLFz5i-2mLGod1-2mKFrQ6-2mLGv16-2mKQW9n-2mPq5pS-2mKG3XG-2mPs71e-2mKMjs5-2mKC3nj-2mKCnei-2mKyErQ-2mPE3Bq-2mKRu2r-2mKCfz1-DhRHD2-jgWnTm-jhFt4p-jhJqzU-hSTpSd-Eoj4SX-DvhhWW-CfbuaM-CntuMM-nBVxwm-nBVKvy
Grice e Paci – relazione – filosofia italiana – Luigi
Speranza -- (Monterado). Filosofo. Grice: “Paci’s essay on Vico by far
exceeds anything that Hampshire wrote about him – magnificent title, too,
“ingens sylva.” -- “There are many things I love about Paci: first, he adored
Jabberwocky, as he states in his “Il senso delle parole.” Second, he loved Russell’s
theory of relations, as he states it in “Relazione e significati.” Third, he
agrees with me that Heidegger is the greatest philosopher of all time, as he
states in his masterpiece, “Il nulla.” Grice: “Paci used to say, with a smile,
that it was ironic that he was born in Monterado and that he had written an
essay on ‘Il nulla,’ seeing that “Monterado is, today, well, il nulla.”” Italian
essential philosopher «Avevo ben
presto compreso che il costume di Paci era quello di discutere liberamente con chiunque
di tutto, senza alcuna prevenzione o pregiudizio.» (Carlo Sini). Tra i
più espressivi rappresentanti della fenomenologia e dell'esistenzialismo in
Italia. Nato a Monterado (provincia di Ancona), intraprese gli studi
elementari e medi a Firenze e Cuneo. Nel 1930 si iscrisse al corso di filosofia
dell'Università degli Studi di Pavia, seguendo soprattutto le lezioni di Adolfo
Levi. Nel frattempo collaborò con Anceschi alla rivista Orpheus. Si trasferì
dopo due anni all'Università degli Studi di Milano dove divenne allievo di
Antonio Banfi, con il quale si laureò nel novembre del 1934 discutendo una tesi
dal titolo Il significato del Parmenide nella filosofia di Platone. Collabora
alla rivista Il Cantiere. Nel 1935 iniziò il servizio militare
nell'esercito, ma nell'ottobre del 1937 viene congedato. Richiamato nel 1943
come ufficiale allo scoppio della seconda guerra mondiale, venne catturato in
Grecia dopo l'8 settembre 1943 e inviato presso il campo di prigionia di
Sandbostel. Trasferito successivamente nella struttura di Wietzendorf, qui ebbe
modo di conoscere Paul Ricœur, con il quale riuscì in quella sede a leggere
Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica di Edmund
Husserl e a costruire un rapporto di amicizia. Incominciò la sua carriera
di docente insegnando filosofia teoretica all'Pavia, mentre, a partire
dall'anno accademico 1957-1958, successe a Giovanni Emanuele Barié
all'Università Statale di Milano. Dopo aver inizialmente collaborato con
la rivista Filosofia, nel 1951 fondò la rivista aut aut, che diresse fino al
1976; il periodico costituisce una testimonianza dei suoi variegati interessi
letterari e culturali. Il nome della rivista richiama dei testi più famosi del
filosofo danese Søren Kierkegaard, precursore dell'esistenzialismo nel suo
proposito di accogliere l'irriducibile paradossalità dell'esistenza e
l'ostacolo che questa impone al sapere. Tra i suoi allievi più famosi
ricordiamo Giovanni Piana, Carlo Sini, Salvatore Veca, Pier Aldo Rovatti, Mario
Vegetti, Guido Davide Neri. Pensiero Carlo Sini individua l'inizio
dell'intera speculazione filosofica di Paci già a partire dalla sua tesi di
laurea: in alcune frasi della breve Prefazione vediamo il filosofo marchigiano,
ancora ventitreenne, esprimere una specifica interpretazione della filosofia
dell'esistenza, dimostrando già un grado elevato di comprensione del proprio
tempo e delle proprie inclinazioni. L'esistenzialismo Paci giunge perciò
all'esistenzialismo attraverso lo studio di Platone. Base dell'esistenzialismo
di Paci è la relazione, intesa come condizione di esistenza di tutti gli
avvenimenti che costituiscono il mondo. Evento è anche l'io, che si conosce
come esistenza finita ed empirica in rapporto ad altre esistenze. Dalla pura
condizione esistenziale del fatto, attraverso la conoscenza, Paci definisce la
condizione dell'uomo come personalità morale. L'io conoscente è la chiara
forma della legge morale che fa sì che ogni io, in quanto conosciuto e
molteplice e in quanto esistenza, possa diventare soggetto singolo come
soggetto di scelta etica. Poiché in virtù del principio di irreversibilitàche,
insieme al principio di indeterminazione (impossibilità che il conoscente si
conosca a un tempo come conosciuto e come conoscente), è uno dei punti di
riferimento del sistema di Pacila forma non è mai definitiva, e al contempo
ogni questione risolta pone sempre nuovi problemi, ne deriva che il realizzarsi
dell'esistente "uomo" nella forma significa un continuo progresso che
va dal passato, il quale non si può ripetere e non è annullato dal presente,
verso il futuro. Il non realizzarsi in questa forma, non seguendo il progresso
e arrestandosi a una forma di ordine più basso, costituisce l'immoralità, il
male. Il negativo come risorsa La riflessione filosofica di Paci parte
dalla consapevolezza del negativo, della mancanza come base e nucleo iniziale
dell'esistenza umana. Un negativo che si fonda soprattutto sulla base del tempo
e della sua irreversibilità, che ci costringe a fare i conti perennemente con
un passato irreversibile, con un futuro sconosciuto e con un presente
inesistente perché continuamente in fuga. Ma il negativo si riflette anche
nella soggettività e nella limitazione del nostro punto di vista: non possiamo
avere nessuna visione della realtà che non sia filtrata dalla nostra
"singolarità", dal nostro essere un io. Tuttavia questa
"mancanza" eterna, questo limite, è nello stesso tempo una risorsa:
il tempo, quindi, non è una condanna per l'uomo, ma è ciò che permette la sua
esistenza come temporalità; d'altra parte l'alterità è risorsa proprio in
quanto altro da sé. L'io infatti si riconosce solo in quanto confrontato con un
altro, e sono quindi gli altri a dare conformazione e identità al nostro io, e
questo processo è fruttuoso, forte e orientato se il soggetto sa e si impegna a
stringere "relazioni". Da qui si possono capire le due
definizioni date alla filosofia paciana: l'una dello stesso filosofo che
definiva il suo pensiero come relazionismo, e l'altra invece di Nicola
Abbagnano, che lo definì "esistenzialismo positivo": positivo proprio
perché cerca di capovolgere l'insensatezza e la mancanza alla base
dell'esistenza in una possibilità, una risorsa di riflessione e progettualità.
La vita umana per Paci si fonda infatti su un bisogno (bisogno di senso nel
tempo, bisogno di altro); questo bisogno si traduce in un lavoro esistenziale,
che implica un consumo: di tempo, di vita, di riflessione. Questo sistema
bisogno-consumo-lavoro sta alla base di ogni vita umana. Tuttavia l'uomo ha una
possibilità, una possibilità di "salvarsi" dall'insensatezza (o di
provarci, quantomeno), e tale possibilità si trova nel lavoro. Il lavoro
esistenziale (inteso come l'impegno che si investe nel condurre la propria
vita) può infatti essere orientato dalla consapevolezza e dal continuo impegno
intellettuale di ricerca di senso anche e soprattutto mediante la relazione.
Questa ricerca di senso si traduce, alla base, nell'esercizio
dell'epoché. L'epoché Termine fondamentale della filosofia di Husserl, filosofo
che Paci ebbe come punto di riferimento per tutta la vita, l'epoché si traduce
in una ricerca di senso continua e inesausta che presuppone un abbandono di
tutte le categorie di pensiero che siamo abituati ad utilizzare. In questo
senso è emblematico l'episodio che Paci stesso racconta riguardo al suo
approccio all'epoché. Studente di filosofia, si recò nell'ufficio di Antonio
Banfi (il suo "maestro" per eccellenza) per chiedere
spiegazioni sul concetto di epoché. Banfi gli chiese di descrivere un vaso
che si trovava lì vicino a loro. Tuttavia, qualunque definizione Paci provasse
a dare (colore, forma geometrica, uso) cadeva in una categoria di giudizio
posteriore all'oggetto stesso, o comunque soggettiva (il colore dipende dalla
luce, la forma geometrica si rifà a categorie astratte che l'uomo ha inventato,
l'uso è indipendente dall'oggetto stesso). L'epoché, quindi, si
costituisce come ricerca di una visione "originaria". Compito
difficilissimo (Husserl lo definiva impossibile ed inevitabile), l'esercizio
dell'epoché non si deve tradurre in un'impossibilità di giudizio, ma nella
consapevolezza che qualunque giudizio è parziale, soggettivo. Se applicata alla
vita, all'esistenza, l'epoché si traduce in una continua ricerca
dell'originario, della verità, di una verità ulteriore che si annida nel mondo,
negli altri, negli oggetti, nei luoghi, in tutto ciò che forgia la nostra
esistenza. Una verità che l'uomo può cercare, e che si annida nel percorso
stesso di ricerca e riflessione, e soprattutto nella capacità di creare
relazioni autentiche. In Tempo e verità nella fenomenologia di Husserl, Paci
individua nell'epoché quasi un carattere religioso, criticando la ridotta
disamina del concetto da parte di Martin Heidegger ed Emmanuel Lévinas, che lo
considerarono come se si trattasse di un metodo puramente gnoseologico.
Relazione e riflessione La relazione è per Paci qualcosa di fondamentale e
ulteriore dotato di un profondo significato esistenziale. Paci scriveva che la
relazione prescinde i due soggetti che la intrecciano: è un concetto
"nuovo", "terzo", che è tanto più significativo quanto più
i soggetti sono disposti a farsi mutare consapevolmente da essa e dal lavoro di
riflessione che ne segue. La relazione va cercata, coltivata, resa e mantenuta
continuamente autentica, anche se conflittuale. La riflessione infine, come
salvezza dall'irreversibilità del tempo, ricrea e analizza il passato per
ricercarne ancora il senso, e proiettare questa ricerca nel futuro di un
progetto. Epoché, riflessione e relazione costituiscono, riassumendo, il lavoro
esistenziale di ricerca di senso. La filosofia di Paci si traduce dunque
in una continua, consapevole e dolorosa ricerca di un senso che possa
capovolgere la situazione tragica dell'esistenza mediante il lavoro, l'impegno.
In questo Paci si distanzia da Jean-Paul Sartre e dalle conclusioni del
filosofo francese, che Paci ammirava e considerava uno stimolo continuo per la
sua riflessione. Il negativo, infine, sempre presente nell'investigazione
filosofica di Paci (ancor di più nell'ultima parte della sua vita), rimane
punto essenziale della ricerca umana, laica e faticosa di un senso, di una verità
ulteriore. Opere: “Il Parmenide di Platone” (Milano_ (cf. L. Speranza,
“Grice, Wiggins, e il Parmenide di Platone”). Principato, “Principii di una filosofia
dell'essere” (Modena, Guanda); “Pensiero, esistenza e valore” (Milano-Messina,
Principato); “L'esistenzialismo” (Padova, MILANI); “Esistenza ed immagine” (Milano,
Tarantola); “Socialità,” Firenze, Le Monnier, “Ingens Sylva: saggio sulla
filosofia di Vico,” Milano, Mondadori, “Filosofia antica”, Torino, Paravia, “
Il nulla” Torino, Taylor, “Esistenzialismo e storicismo, Milano, Mondadori, “Il
pensiero scientifico” Firenze, Sansoni, “L'esistenzialismo,” in Luigi Rognoni e
Enzo Paci, L'espressionismo e l'esistenzialismo, Torino, Edizioni Radio
Italiana, “Tempo e relazione” (Torino, Taylor, Dostoevskij, Torino, Edizioni Radio
Italiana, “Ancora sull'esistenzialismo” Torino, Edizioni Radio Italiana, Dall'esistenzialismo
al relazionismo, Messina-Firenze, D'Anna, Storia del pensiero presocratico,
Torino, Edizioni Radio Italiana, La filosofia contemporanea, Milano, Garzanti, Diario
fenomenologico, Milano, Il Saggiatore, Breve dizionario dei termini greci, in
Andrea Biraghi, “Dizionario di filosofia,” Milano, Edizioni di Comunità, “Tempo
e verità nella fenomenologia,” Bari, Laterza, “Funzione delle scienze e
significato dell'uomo, Milano, Il Saggiatore, “Relazioni e significati” Milano,
Lampugnani Nigri, Idee per una enciclopedia fenomenologica, Milano, Bompiani, Enzo
Paci, Fenomenologia e dialettica, Milano, Feltrinelli, Il senso delle parole, Pier
Aldo Rovatti, Milano, Bompiani,. Note
Sini22. Civita. Sini.
Pecora356. Storia, aut aut. 5
luglio. Vigorelli. Paci.
Alfredo Civita, degli scritti di
Enzo Paci, Firenze, La Nuova Italia, Andrea Di Miele, La cifra nel tappeto:
note su Paci interprete di Vico, in Bollettino del Centro di studi vichiani.
Anno XXXVII, Roma, Edizioni di storia e letteratura, Paolo Ercolani, Enzo Paci,
il caldo romanzo di una prassi teorica, in Il manifesto, Costantino Esposito,
Esistenzialismo e fenomenologia. La crisi dell'idealismo e l'arrivo
dell'esistenzialismo in Italia, in Il contributo italiano alla storia del
Pensier oFilosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Tempo e verità
nella fenomenologia di Edmund Husserl, Bari, Laterza, M. Pecora, La cultura
filosofica italiana attraverso le riviste, in Rivista di storia della
filosofia, Giovanni Piana, Una ricerca ininterrotta. La lezione di Enzo Paci,
in L'Unità,Giuseppe Semerari, L'opera e il pensiero, in Rivista Critica di
Storia della Filosofia, C. Sini, Enzo Paci. Il filosofo e la vita, Milano, Feltrinelli,
C. Sini, Enciclopedia ItalianaIV
Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, A. Vigorelli, L'esistenzialismo
positivo Milano, Franco Angeli, 1987. Amedeo Vigorelli, La fenomenologia husserliana
Milano, Franco Angeli, aut aut Edmund Husserl Esistenzialismo Scuola di Milano Enzo
Paci, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Contributo per
una nuova cultura, Saggiatore; Cenni per un nostro clima, Orpheus, Problema dei
giovani. Orpheus », n. 3, pp. 2-4. 3304 - In margine a un'inchiesta, « Orpheus,
Appunti per la definizione di un atteggiamento, Orpheus, B. Croce, Poesia
popolare e poesia d'arte, Bari 1933, « Orpheus, Il nostro realismo storico, «
Il cantiere », anno I, n. 4, 24 marzo. 3402 - Valore della polemica per il
realismo, « Il cantiere, Dialettica, metodo diairetico e rettorica nel Fedro di
Platone, « Archivio di storia della filosofia, Arte e decadentismo, Libro e moschetto, Nota sull'ultimo Thomas
Mann, « Nuova Italia, ósi - Nota sull'Etica di Max Scheler (prima parte), «
Nuova Italia, La filosofia del dolore, « Meridiano di Roma », n. 37, p. 5. 3703
- La filosofia della vita, « Meridiano di Roma », n. 42, p. 8. 3704 - La vita
contro lo spirito, « Meridiano di Roma », n. 47, p. 10. 3705 - Filosofia
dell'immanenza, «Meridiano di Roma, Il mondo come induzione nemica, Torino
1937, «Meridiano di Roma», n. 39, p. 11. 1938 3801 - Il significato del
Parmenide nella filosofia di Platone, Messina- Milano, Principato, pp. 270.
Indice: parte prima: I) I dialoghi giovanili fino al Cratilo; II) Il Fedone, il
Simposio, il Fedro; III) La Repubblica. Parte seconda: I) La prima parte del
Par menide; II) La seconda parte del Parmenide. Parte terza: I) Il Teeteto.
Parte quarta: I) Il Sofista; II) Politico, Filebo, Timeo e le idee numeri. 3802
- Filosofia della natura e filosofia della scienza, « Rivista di filo sofia »,
n. 2, pp. 161-174. Ristampato in 3901, parte prima cap. IV. 3803 - Una
metafisica dell'individualità a priori del pensiero, « Logos », n. 1, pp.
105-118. 3804 - Nota sull'Etica di Max Scheler (seconda parte), « Nuova Ita
lia, Disegno di una problematica del trascendentale anteriore al pen
siero moderno, « Archivio di storia della filosofia », n. 6, pp. 359-374.
3806 - La scuola di Marburgo, « Meridiano di Roma », n. 9, p. 1. 3807 – Appunti,
Vita giovanile », anno I, n. 8, 15 maggio. 3808 - Orientamenti del pensiero
contemporaneo, « Vita giovanile », anno I, n. 9, 31 maggio. 3809 - La logica
del tuono, « Vita giovanile », anno I, n. 11, 30 giu gno. 3810 - L'idealismo
di A. Banfi, « Vita giovanile », anno I, n. 12, 15 luglio. 3811 - Marconi genio
latino, in Liceo scientifico G. Marconi di Parma. Annuario, anno scolastico
1936-37, Parma. 3812 - B. Spinoza, Ethica (passi scelti, collegati e tradotti),
introdu zione e note di E. Paci, Milano-Messina, Principato. 3813 - Ree. di F.
Lombardi, Kierkegaard, Firenze 1936, «Nuova Ita lia; Principi di una filosofia
dell'essere, Modena, Guanda, pp. 317. Indice: Parte prima: I) La dialettica
dell'essere; II) Il pro blema della fenomenologia; III) Il mondo ideale e la
deduzione dell'unità e del molteplice; IV) Filosofia della natura e filosofia
della scienza. Parte seconda: I) La natura come esistenza; II) L'esistenza
dell'uomo; III) La scelta e la vita degli altri. Parte terza: I) L'essere
spirituale; II) La filosofia e le forme dello spirito; III) La vita morale; IV)
La vita dell'arte; V) La vita religiosa; Orientamenti del pensiero
contemporaneo, DOTTRINA FASCISTA, II senso della storia, « Corrente di vita
giovanile », anno II, n. 10, 31 maggio. 3904 - 4001 - Parole di
Antonio Pozzi, « Corrente di vita giovanile », anno II, n. 13, 15 luglio. 1940
Pensiero, esistenza e valore, Messina-Milano, Principato, pp. 195. Indice: I -
L'atto come problema; II - Idea e fenomeno logia della ragione; I I I - Temi
fondamentali del pensiero di Husserl; IV - La filosofia dei valori; V - Il
pensiero di Lask; VI - Scheler e il problema dei valori; VII - Personalità ed
esi stenza nel pensiero di Kierkegaard; VIII - Il problema dell'e sistenza;
IX - Introduzione all'esistenzialismo di Jaspers; X - Umgreifende e
comunicazione nel pensiero di Jaspers; XI - Jaspers e lo scacco del pensiero;
XII - Esteriorità ed interio rità - XIII - La vita come ricerca; XIV - Valori
ed opere; XV - Concretezza e dialettica dell'essere; XVI - La struttura
dell'esi stenza. Introduzione all'esistenzialismo di Jaspers: prima parte, La
coscienza infelice, « Logos », n. 1, pp. 187-198. Seconda parte, L'Umgreifende,
« Logos; La comunicazione, « Logos », n. 3, pp. 494-505. Ristampato in 4001,
capp. IX, X, XI. Il problema dell'esistenza, « Studi filosofici », n. 1, pp.
93-105. Ristampato in 4001, cap. Vili. Studi su Kierkegaard, « Studi filosofici
», nn. 2-3, pp. 279-291. Ristampato in 4001, cap. VII. L'atto come problema, «
Studi filosofici », nn. 2-3, pp. 220- 229. Ristampato in 4001, cap. I. Arte,
esistenza e forme dello spirito, « Studi filosofici », n. 4, pp. 388-417.
Ristampato in 5001, cap. II. Gli studi di filosofia, « Meridiano di Roma », n.
45, p. X. U. Spirito e la filosofia dell'esistenza, « Meridiano di Roma, -
Esistenzialismo gnoseologico, « Corrente di vita giovanile, Presentazione di K.
Jaspers, « Corrente di vita giovanile; F. Nietzsche, Antologia, introduzione
(pp. 1-108) e scelta di E. Paci, Milano, Garzanti. Platone, Teeteto,
introduzione, traduzione e note di E. Paci, Milano, Mondadori. Ree. di A.
Guzzo, Sic vos non vobis, Napoli 1939-40, « Studi filosofici», nn. 2-3, pp.
309-312. Ree. di G. Della Volpe, Critica dei principi logici, Messina 1940, «
Studi filosofici », nn. 2-3, pp. 312-314. Ree. di N. Abbagnano, La struttura
dell'esistenza, Torino 1939, « Studi filosofici », n. 4, pp. 431-434. Ree. di
M. Sciacca, La metafisica di Platone, Napoli 1939, « Studi filosofici », n. 4,
pp. 434-436. 1941 Il significato storico dell'esistenzialismo, « Studi
filosofici », n. 1, pp. 134-150. Ristampato in 5001, cap. I. L'uomo qualunque,
« Meridiano di Roma », n. 27, p. 3. Difesa della filosofia, « Atti dell'VIII
Congresso di Studi Filo- sofici », a cura del Centro Didattico di Padova,
Padova, Prov- veditorato. Romanticismo e antiromanticismo, « Architrave », anno
I, n. 8, 1 luglio. Platone, Fedro, introduzione e commento di E. Paci, Torino,
Paravia. 1942 4201 - Fenomenologia e metafisica nel pensiero di Hegel, « Studi
filosofici, Personalità e forme dello spirito, in AA. VV., Studi critici, Mi-
lano, Bocca, pp. 127-141. 4203 - L'attualità di Platone, in AA. VV.,
L'attualità dei filosofi clas- sici, Milano, Bocca, pp. 63-67. 4204 - Il
significato pedagogico dell'esistenzialismo, « Tempo di scuo- la »,
agosto-settembre, pp. 670-674. 4205 - Ancora sull'esistenzialismo, « Gazzetta
del popolo », 19 settem- bre, p. 3. 4206 - 4207 - 4208 - 4209 - 4210 - 4301 -
4302 - 4303 - 4304 - M. Heidegger, Che cosa è la metafisica, introduzione e
tradu- zione di E. Paci, Milano, Bocca. L'introduzione è stata ristam- pata in
5001, cap. V. K. Jaspers, Ragione ed esistenza, prefazione e traduzione di E.
Paci, Milano, Bocca. Ree. di A. Pellegrini, Novecento tedesco, Milano 1942, «
Pri- mato », n. 21, p. 397. Ree. di U. Spirito, La vita come arte, Firenze
1942, « Prima- to », n. 22, p. 413. Ree. di P. Carabellese, Che cosa è la
filosofia, Milano 1942, « Primato », n. 24, p. 456. 1943 L'esistenzialismo,
Padova, Milani, pp. 67. Indice: I - Premes- se; II - Kierkegaard; III -
Nietzsche; IV - Heidegger; V - Jaspers; VI - Abbagnano; VII - Conclusione; V i
l i - Nota bi- bliografica. Socialità della nuova scuola, Firenze, Le Monnier.
L'esistenzialismo in Italia, a cura di N. Abbagnano e E. Paci, « Primato », n.
1, 1 gennaio 1943, pp. 2-4. Il cavaliere la morte e il diavolo, « Tempo di
scuola », febbraio, pp. 255-260. 1946 4601 - Th. Mann e la musica,
« Rivista musicale italiana », n. 1, pp. 88-111. Ristampato in 4701, cap. V e
in 6502, parte seconda, cap. I. 4602 - Th. Mann e la filosofia, «Studi
filosofici», n. 2, pp. 97-114. Ristampato in 4701, cap. II e in 6502, parte
seconda, cap. II. 4603 - Metodologia e metafisica, « Studi filosofici », nn.
3-4, pp. 205- 212. 4604 - Nascita e immortalità, « Archivio di filosofia », n.
1 (Il problema della immortalità; L'uomo tra razionalismo e romanticismo, «
Costume », n. 2, pp. 40-49. L'uomo di Platone, « Costume », n. 3, pp. 8-18.
Ree. di L. Scaravelli, Critica del capire, Firenze 1942, « Co stume », n. 3,
pp. 121-127. 1947 Esistenza ed immagine, Milano, Tarantola, pp. 198. Indice: I
- Musica mito e psicologia in Th. Mann; II - Th. Mann e la filosofia; III -
Verità ed esistenza in T. S. Eliot; IV - Rilke e la nascita della terra; V -
Valéry o della costruzione; VI - L'uo mo di Proust. I capitoli I e II sono
stati ristampati rispettiva mente come cap. I e cap. II della seconda parte di
6502. I ca pitoli III, IV, V, VI sono stati ristampati rispettivamente come
cap. II della prima parte, cap. I della prima parte, cap. IV della prima parte,
cap. I l i della prima parte di 6601. Verità ed esistenza in T. S. Eliot, «
Indagine, Ristampato in 4701, cap. Ili, e in 6601, parte prima, cap. II.
Umanesimo e forma nell'ultimo Th. Mann, « Indagine, P. Valéry, Eupalinos
preceduto da l'Anima e la danza, seguito dal Dialogo dell'albero, introduzione
di E. Paci, Milano, Mon- dadori. 1948 La storia come arte, in AA. VV., Il
problematicismo, Firenze, Sansoni, La responsabilità e il problema della
storia, « Studi filosofici », n. 2, pp. 115-127. Ristampato in 5001, cap. X.
Unità ed esistenza, in « Atti del Congresso Internazionale di Filosofia » (Roma
1946), Milano, Castellani. A. L. Huxley, Scienza, libertà e pace, introduzione
di E. Paci, Milano, Istituto Editoriale Italiano. Novalis, Frammenti,
introduzione di E. Paci, Milano, Istituto Editoriale Italiano. Da questa
introduzione è stato tratto il cap. XI di 4902. 1949 Ingens Sylva, Saggio sulla
filosofia di G. 23. Vico, Milano, Mon- dadori, pp. 249. Indice: I - L'esistenza
e l'opera; II - Crisi gio- vanile e dualismo; III - Medium te mundi posui; IV -
Esistenza e immagine; V - Natura e pensiero; VI - Ada integer vere sa- piens;
VII - Mito e arte; V i l i - Mito e filosofia; IX - Storia e metodologia della
storia. Studi di filosofia antica e moderna, Torino, Paravia, pp. 248. Indice:
I - Mito e logos; II - Eraclito; III - Sul Fedro; IV - Lo Stato come idea
dell'Uomo nella ' Repubblica ' di Platone; V - Democrito, Platone, Aristotele;
VI - Sulle opere di G. B. Vico anteriori alla ' Scienza Nuova '; Sulla '
Scienza Nuo- va'; V i l i - La malinconia di Kant; IX - Il ' Preisschrift ' di
Kant; X - Negativo finito e fenomenico in Kant; XI - I Fram- menti ' di Novalis
e il loro significato nella storia della filoso- fia; XII - Fenomenologia e
metafisica nel pensiero di Hegel; XIII - L'eredità di Hegel. 4903 -
4904 - Filosofia e storiografia, « Rassegna d'Italia », n. 4, pp. 399- 405.
Ristampato in 5001, cap. XI. L'altro volto di Goethe, « Rassegna d'Italia »,
nn. 11-12, pp. 1142-1144. 4905 - La concezione mitologico-filosofica del '
logos ' di Eraclito, 4906 - 4907 - 4908 - 4909 - 5001 - «Acme; Esistenzialismo trascendentale, « Rivista di
Filosofia », n. 4, pp. 419-433. Ree. di T. Wilder, The Ides of March, London
1948, « Rasse gna d'Italia » n. 2, pp. 210-212. Ree. di M. Grene, Dreadful
Freedom, Chicago 1948, « Rasse gna d'Italia », n. 5, pp. 567-570. Ree. di K.
Lowith, Da Hegel a Nietzsche, Torino 1949, « Ras segna d'Italia; Esistenzialismo
e storicismo, Milano, Mondadori, pp. 312. In dice: I - Il significato storico
dell'esistenzialismo; II - L'esi stenza e la aurora dello spirito; III -
L'esistenza e la forma; IV - Poesia e comunicazione; V - L'esistenzialismo di
Heideg ger e lo storicismo; VI - Il metodo e l'esistenza; VII - Giudi zio e
valore; V i l i - La politica e il demoniaco; IX - Pensiero e azione; X - La
responsabilità e la storia; XI - Filosofia e sto riografia; XII - Eros e
natura; XIII - Il problema morale; XIV - Le forme dello spirito e il valore; XV
- Il problema critico re ligioso. Il nulla e il problema dell'uomo, Torino,
Taylor, pp. 170. In dice: I - Introduzione all'esistenzialismo; II - Forme e
problemi dell'esistenzialismo; Neokantismo ed esistenzialismo; Mito ed
esistenza; Il nulla e il problema
morale; VI - Esi stenzialismo positivo. Riedito con un nuovo capitolo nel 1959
(vedi 5901). Linguaggio, comportamento e filosofia, « Archivio di filosofia »,
n. 1 (Filosofia e linguaggio), pp. 12-26. 5002 - 5003 - 5004 -
Antologia del pensiero scientifico contemporaneo, a cura di E. Paci, Firenze,
Sansoni, pp. 203. 1951 5101 - Il significato dell'irreversibile, «Aut Aut», n.
1, pp. 11-17. Ristampato in 5401, cap. VII. 5102 - Il significato del
significato, « Aut Aut », n. 1, pp. 46-49. Ri- stampato in 6503, prima
appendice. 5103 - Marxismo e cultura, « Aut Aut; Sul significato del mito, «
Aut Aut; Ripeness is ali, « Aut Aut »,
n. 1, pp. 54-56. 5106 - Moby Dick e la filosofia americana, « Aut Aut », n. 2,
pp. 97- 120. 5107 - Umanesimo e tecnica, « Aut Aut », n. 2, pp. 149-150. 5108 -
Possibilità della critica e della storia dell'arte, « Aut Aut », n. 2, pp.
161-Problemi filosofici della biologìa, « Aut Aut », n. 2, pp. 181- 185. Il
nostro giardino, « Aut Aut », n. 3, pp. 231-239. Fondamenti di una sintesi
filosofica (parte prima), « Aut Aut », n. 4, pp. 318-337. Fondamenti di una
sintesi filosofica (parte seconda), «Aut Aut », n. 5, pp. 403-425. Arte e
metamorfosi, « Aut Aut », n. 5, pp. 442-443. Fondamenti di una sintesi
filosofica (parte terza), « Aut Aut », n. 6, pp. 515-538. Dialogo e cultura, «
Aut Aut », n. 6, pp. 545-546. 5116 - Empirismo e relazione in Whitehead, in «
Atti del Congresso Filosofico di Bologna », Milano 1951. Ristampato in 5401,
cap. V. 5117 Ree. di F. Lion, Cartesio, Rousseau, Bergson, Milano
1949, « Aut Aut », n. 1, p. 83. Ree. di M. Mila, L'esperienza musicale e
l'estetica, Torino, 1950, « Aut Aut », n. 1, pp. 84-85. Ree. di I. M.
Bochenski, Précis de Logique Mathématique, Bussum, 1950, « Aut Aut », n. 1, p.
86. Ree. di A. J . Ayer, Language, Truth and Logic, London, 1949, « Aut Aut »,
n. 1, p. 86. Ree. di J . R. Weinberg, Introduzione al positivismo logico, To
rino, 1950, « Aut Aut », n. 1, p. 86. Ree. di B. Russell, Le Principe
d'Individuation, in « Revue de Métaphysique et Morale », I, 1950, « Aut Aut »,
n. 1, pp. 88-89. Ree. di M. Dal Pra, Sul trascendentalismo dell'esistenzialismo
trascendentale, in « Rivista critica di storia della filosofia », II, 1950,
«Aut Aut », n. 1, p. 89. Ree. di D. Emmet, Time is the mind of space, in «
Philosophy », n. 94, 1950, «Aut Aut », n. 1, p. 89. Ree. di L. de Broglie,
Fisica e microfisica, Torino, 1950, « Aut Aut » n. 1, pp. 90-91. Ree. di « Il
Politico » (Rivista di scienze politiche, Università di Pavia), nn. 1-2, 1950,
« Aut Aut », n. 1, pp. 91-92. Ree. di Don Giovanni Rossi, U'omini incontro a
Cristo, Assisi, 1951, « Aut Aut », n. 2, p. 186. Ree. di U. Spirito, Scienza e
Filosofia, Firenze, 1950, « Aut Aut », n. 2; pp. 186-187. Ree. di Marianna
Leibl, Psicologia della donna, Milano, 1950, « Aut Aut », n. 2, pp. 194-195.
Ree. di D. Katz, La psicologia della forma, Torino, 1950, « Aut Aut », n. 2, p.
195. Ree. di G. Tagliabue, Le strutture del trascendentale, Milano, 1951, « Aut
Aut, Ree. di G. Hegel, Propedeutica filosofica, Firenze, 1951, « Aut Aut », n.
3, p. 285. Ree. di G. Gentile, La vita e il pensiero, Firenze, 1948-1950, « Aut
Aut », n. 3, pp. 284-285. Ree. di Durkheim, Hubert, Mauss, Le origini dei
poteri magici, Torino, 1951, « Aut Aut », n. 3, pp. 285-286. Ree. di S. Freud, Inibizione,
sintomo e angoscia, Torino 1951, « Aut Aut », n. 3, pp. 286-287. Ree. di P. M.
Sweezy, La teoria dello sviluppo capitalistico, To rino 1951, « Aut Aut », n.
4, pp. 380-381. Ree. di A. Visalberghi, John Dewey, Firenze 1951, « Aut Aut »,
n. 5, pp. 465-466. Ree. di L. Borghi, /. Dewey e il pensiero pedagogico contem
poraneo negli Stati Uniti, Firenze 1951, « Aut Aut », n. 5, p. 466. Ree. di G.
Corallo, La pedagogia di Giovanni Dewey, Torino 1951, « Aut Aut » n. 5, pp.
467-468. Ree. di J. Dewey, L'arte come esperienza, Firenze 1951, « Aut Aut »,
n. 5, pp. 468-469. 5141 -Ree.diR.Borsari,Logicaconcreta,Firenze1951,«AutAut»,
n. 5, pp. 469-70. 5142 - Ree. di B. Croce, Intorno a Hegel e alla dialettica,
in « Qua derni della critica », n. 19-20, 1951, « Aut Aut; Filosofia dell'Io e
filosofia della relazione, « Aut Aut », n. 7, pp. 12-24. Ristampato in 5401,
cap. II. 5202 - Schoenberg..., « Aut Aut », n. 7, pp. 47-49. 5203 - Sul
problema dell'utile e del vitale, « Aut Aut », n. 7, pp. 60-65. 5204 - Civiltà e
valore, « Aut Aut », n. 8, pp. 95-105. Ristampato in 5401, cap. XII.
5205 - Schemi e figure, « Aut Aut », n. 9, pp. 211-223. 5206 - Alain e la
paura dell'Europa, « Aut Aut », n. 9, pp. 233-235. 5207 - Negatività e
positività in Wittgenstein, « Aut Aut, Sull'estetica di Dewey, « Aut Aut », n.
10, pp. 317-330. Ri stampato in 5401, cap. XV. 5209 - Studi italiani di
estetica, « Aut Aut », n. 10, pp. 356-366. 5210 - Relazione forma e processo
storico, « Aut Aut », n. 11, pp. 409-417. Ristampato in 5401, cap. XI. 5211 -
Organicità e concretezza della forma estetica, «Aut Aut», n. 11, pp. 418-422.
5212 - Presentazione di Whitehead, « Aut Aut », n. 12, pp. 507-517. Ristampato
in 6501, cap. III. 5213 - Sulla concezione psicoanalitica dell'angoscia, «
Archivio di filo sofia », n. 1 (Filosofia e psicopatologia), pp. 71-79. 5214 -
Possibilità e relazione, « Rivista di filosofia », n. 4, pp. 387-398.
Ristampato in 5401, cap. Vili. 5215 - Alain et notre libertà, « La nouvelle
revue francaise », settem bre, Paris (Hommage à Alain). Ristampato, in
italiano, in 5206. 5216 - Ree. di B. Berenson, Piero della Francesca o
dell'arte non elo quente, Firenze 1950, « Aut Aut », n. 7, pp. 80-81. 5217 -
Ree. di A. E. Jensen, Come una cultura primitiva ha concepito il mondo, Torino
1952, « Aut Aut », n. 8, pp. 168-169. 5218 - Ree. di Catalogo generale edizioni
Laterza, Bari 1952, « Aut Aut », n. 8, pp. 169-170. 5219 - Ree. di E. Castelli,
Il demoniaco nell'arte, Milano 1952, « Aut Aut », n. 8, pp. 171-172. 5220 -
Ree. di C. Diano, Forma ed evento, Venezia 1952, « Aut Aut », n. 9, pp.
264-265. 5221 - Ree. di M. Bense, Die Theorie Kafkas, Witsche, 1952, « Aut Aut;
Recc. di Renato Cirell Czerne, Natureza e Espirito, San Paulo 1949: idem,
Filosofia corno concetto e corno historia, San Paulo 1950, « Aut Aut », n. 9,
pp. 266-267. Ree. di R. Mondolfo, Il materialismo storico di F. Engels, Fi
renze 1952, « Aut Aut », n. 9, pp. 267-268. Ree. di E. Cassirer,Storia della
filosofia moderna, voi. I, Torino 1952, « Aut Aut », n. 9, p. 268. Ree. di H.
Kelsen, La dottrina pura del diritto, Torino 1952, « Aut Aut », n. 10, p. 378.
Ree. di E. Garin, L'umanesimo italiano, Bari 1952, « Aut Aut », n. 10, pp.
378-379. Ree. di P. Chiodi, L'ultimo Heidegger, Torino 1952, « Aut Aut », n.
12, p. 579. Ree. di B. De Finetti, Macchine che pensano (e che fanno pen
sare), in « Tecnica e organizzazione », nn. 2-3, 1952, « Aut Aut », n. 12, pp.
579-580. Ree. di H. Kelsen, Teoria generale del diritto e dello stato, Mi lano
1952, « Aut Aut », n. 8, p. 168. 1953 L'esistenzialismo, in L'espressionismo e
l'esistenzialismo, a cura di L. Rognoni e E. Paci, Edizioni Radio Italiana,
Torino, pp. 87-180, Indice: I - Introduzione all'esistenzialismo; II - Hei
degger; III - Jaspers; IV - Sartre; V - Marcel, Lavelle, Le Sen ne; VI -
Abbagnano; VII - Esistenzialismo e letteratura. Rie dito come 5602. La mia
prospettiva estetica, in AA. W . , La mia prospettiva estetica, Brescia,
Morcelliana, pp. 139-150. La criticità della filosofia, « Aut Aut », n. 13, pp.
28-43. Ri stampato in 5401, cap. IV. 5304 - La relazione, « Aut Aut », n. 14,
pp. 97-108. 5305 - La vita come amore, « Aut Aut; Relazione e tempo, « Aut Aut
», n. 15, pp. 219-230. Un convegno di filosofia, « Aut Aut », n. 15, pp.
244-250. Prospettive empiristiche e relazionistiche in Whitehead, « Aut Aut
Semantica e filosofia, « Aut Aut », n. 16, pp. 320-323. Valéry precursore della
semantica, « Aut Aut », n. 16, pp. 323- 325. Implicazione formale e relazione
temporale, « Aut Aut », n. 17, pp. 394-402. Ristampato in 5401, cap. XX. Sul
problema della persona, « Aut Aut », n. 17, pp. 426-429. Definizione e funzione
della filosofia speculativa in Whitehead, « Giornale critico della filosofia
italiana », n. 3, pp. 304-334. Arte e comunicazione, « Galleria », n. 2, pp.
3-5. Ristampato in 5401, cap. XIV. Quantità e qualità, « Civiltà delle macchine
», n. 6, p. 11. Ri stampato in 5401, cap. XXI. Sul primo periodo della
filosofia di Whitehead, « Rivista di filo sofia », n. 4, pp. 397-415.
Ristampato in 6501, cap. IV. Kierkegaard e la dialettica della fede, « Archivio
di filosofia», n. 2 (Kierkegaard e Nietzsche), pp. 9-44. Ristampato in 6502,
parte prima, cap. III. Ironia, demoniaco ed eros in Kierkegaard, « Archivio di
filoso fia », n. 2, (Kierkegaard e Nietzsche), pp. 71-103. Ristampato in 6502,
parte prima, cap. I. Sul principio logico del processo, « Atti dell'XI
Congresso in ternazionale di Filosofia », Bruxelles 20-26 agosto 1953, voi.
Vili, pp. 42-46. Ristampato in 5401, cap. X. La nevrosi della filosofia, « Atti
del XVI Congresso Nazionale di Filosofia », Roma-Milano 1953. Ristampato in
5401, cap. VI. Ree. di Th. Mann, Nobiltà dello spirito, Milano 1953, « Aut Aut
, n. 16, pp. 362-363. Ree. di H. K. Wells, Process and Unreality, New York
1950, « Aut Aut », n. 16, pp. 366-367. Ree. di J . Prévost, Baudelaire, Paris
1953, « Aut Aut », n. 16, pp. 370-371. Ree. di R. Girardet, La società
militaire dans la Trance con- temporaine, Paris 1953, «Aut Aut», n. 16, p. 371.
1954 Tempo e relazione, Torino, Taylor, pp. 360. Indice: I - Intro duzione; I
I - Filosofia dell'Io e filosofia della relazione; I I I - Angoscia dell'Io e
relazione; IV - Linguaggio comportamento e filosofia; V - Negatività e
positività in Wittgenstein; VI - Witt genstein e la nevrosi della filosofia;
VII - Il significato dell'ir reversibile; V i l i - Relazione e situazione; IX
- Possibilità e re lazione; X - Sul principio logico del processo; XI -
Relazione forma e processo; XII - Relazione e civiltà; XIII - Dewey e
l'interrelazione universale; XIV - Tempo realtà e relazione nella filosofia
americana; XV - Esperienza e relazione nell'estetica di Dewey; XVI - Arte e
relazione; XVII - Relazione e irrelazione; XVIII - Relazione e irreversibilità;
XIX - Relazione e linguaggio filosofico; XX - Implicazione formale e
implicazione temporale; XXI - Linguaggio perfetto e situazione quotidiana; XXII
- Quan tità e qualità; XXIII - La tecnica e la libertà dell'uomo. Riedito come
6503. L'epicureismo, in Grande antologia filosofica, diretta da U. Pa dovani,
Milano, Marzorati, voi. I, pp. 483-508. Appunti per i rapporti tra filosofia,
scienza empirica e sociolo gia, in AA. VV., Filosofia e sociologia, Bologna,
Il Mulino, pp. 89-90. Interpretazione del teatro, « Aut Aut », n. 19, pp.
21-36. Ri stampato in 6601, parte prima, cap. VII. Il cammino della vita, «
Aut Aut; Appunti sul neopositivismo, « Aut Aut, Kierkegaard contro Kierkegaard,
« Aut Aut », Angoscia e relazione in Kierkegaard, « Aut Aut; Angoscia e
fenomenologia dell'eros, « Aut Aut », n. 24, pp. 468-485. Ristampato in 6502,
parte prima, cap. Vili. 5410 - Il cuore della vita, « Casabella », n. 202, pp.
VII-X. 5411 - Ripetizione, ripresa e rinascita in Kierkegaard, « Giornale cri-
tico della filosofìa italiana », n. 3, pp. 313-340. 5412 - Unità e pluralità del
personaggio, in AA. VV., Teatro, mito e individuo, Milano, Laboratorio,
Whitehead e Russell, «Rivista di filosofìa», n. 1, pp. 14-25. 5414 - Il
significato dell'introduzione kierkegaardiana al concetto della angoscia, «
Rivista di filosofia », n. 2, pp. 392-398. Ristampato in 6502, parte prima,
cap. VI. 5415 - Storia e apocalisse in Kierkegaard, « Archivio di filosofia »,
n. 2 [Apocalisse e insecuritas), pp. 141-162. Ristampato in 6502, parte prima,
cap. V. 5416 - La tecnica e la libertà dell'uomo, « Civiltà delle macchine »,
I, pp. 12-14. 5417 - Ritorno alla sociologia, « Civiltà delle macchine », V,
pp. 71-72. 5418 - Nota sul « Congresso intemazionale di filosofia di San Paolo
», agosto 1954, « Aut Aut », n. 23, pp. 440-444. 5419 - S. Kierkegaard, Il concetto
dell'angoscia, a cura di E. Paci, To- rino, Paravia. 5420 - Ree. di W. Dilthey,
Critica della ragione storica, Torino 1954, « Aut Aut, Arte e linguaggio, in AA. VV., Il problema
della conoscenza storica, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, pp. 49-76.
Esistenza natura e storia, « Aut Aut », n. 26, pp. 120-129. Esperienza
conoscenza storica e filosofia, « Aut Aut », n. 27, pp. 196-204. Sul
significato dell'opera di Einstein, « Aut Aut », n. 28, pp. 282-308. L'ironia
di Tb. Mann, « Aut Aut », n. 29, pp. 363-375. Ristam pato in 6502, parte
seconda, cap. IV. Due momenti fondamentali dell'opera di Th. Mann, « Aut Aut »,
n. 29, pp. 423-439. Ristampato in 6502, parte seconda, cap. III. Su due
significati del concetto dell'angoscia in Kierkegaard, « Orbis litterarum », n.
10, pp. 196-207. Critica dello schematismo trascendentale (I parte), « Rivista
di filosofia; Silenzio e libertà del linguaggio nel neopositivismo, « Archivio
di filosofia », n. 3 (Semantica), pp. 313-324. L'appello di Einstein, « Civiltà
delle macchine », V, pp. 21-22. Ree. di P. Romanelli, Verso un naturalismo
critico, Torino 1953, « Aut Aut », n. 27, pp. 263-266. Ree. di E. N. Rogers,
Auguste Perret, Milano 1955, « Aut Aut », n. 28, pp. 358-359. Ree. di H. Mayer,
Thomas Mann, Torino 1955, « Aut Aut », n. 29, pp. 458-460. 5514 - Ree. di C.
Cases, Thomas Mann e lo spirito del racconto, « No tiziario Einaudi », nn.
6-7, 1955, « Aut Aut », n. 29, pp. 460- 461. 5515 - 5601 - 5602 -
Ree. di AA. VV., Omaggio a Th. Mann, in « Il Ponte », n. 6, 1955, « Aut Aut »,
n. 29, pp. 461-463. 1956 L'opera di Dostoevskij, Torino, Edizioni Radio
Italiana, pp. 129. Indice: I - La notte bianca; II - La vita vivente; III - Un
nomade a Pietroburgo; IV - Il puro folle; V - Satira ed epica del demoniaco; VI
- Voci di fanciulli sulle tombe dei padri; VII - Viva i Karamàzov! Ancora
sull'esistenzialismo, Torino, Edizioni Radio Italiana, pp. 221. Indice: I -
Introduzione all'esistenzialismo; II - Heideg ger; III - Jaspers; IV - Marcel,
Lavelle, Le Senne; V - Esisten zialismo teologico; VI - Aspetti letterari; VII
— L'esistenza negativa in Sartre; V i l i - L'esistenza diabolica in Th. Mann;
IX - La positivizzazione dell'esistenzialismo; X - Abbagnano; XI - Sartre e il
problema del teatro; XII - L'esistenzialismo nella filosofia contemporanea;
XIII - L'eredità di Husserl e l'esistenzialismo di Merleau-Ponty. Hegel e il
problema della storia della filosofia, in AA. VV., Ve rità e storia: Un
dibattito sul metodo della storia della filosofia, Asti, Arethusa, pp. 147-152.
Nota su «Altezza reale», «Aut Aut», n. 31, pp. 52-56. Ri stampato in 6502,
parte seconda, capitolo V. Sul senso e sull'essenza, « Aut Aut », n. 33, pp.
175-189. La natura e il culto dell'Io, « Aut Aut », n. 34, pp. 279-299. Appunti
su un convegno, « Aut Aut », n. 34, pp. 315-326. Filosofia e antifilosofia, «
Aut Aut », n. 35, pp. 400-406. Ri stampato in 5902, pp. 33-43. Filosofia e
linguaggio perfetto (risposta a una lettera di A. Ve- daldi), « Aut Aut », n.
36, pp. 470-479. Funzione e significato del mito, « Giornale critico della
filosofia italiana », Processo, relazione e architettura, «Rivista di
estetica», n. 1, pp. 51-68. Ristampato in 6601, parte prima, cap. IX. 5612 -
Sul concetto di 1 precorrimene ' in storia della filosofia, « Ri vista critica
di storia della filosofia », n. 2, pp. 227-233. 5613 - Problematica
dell'architettura contemporanea, « Casabella », n. 209, pp. 41-46. Ristampato
in 6601, parte prima, cap. XIII. 5614 - Critica dello schematismo
trascendentale (II parte), « Rivista di filosofia », n. 1, pp. 37-56. 5615 -
Immanenza e trascendenza (Convegno promosso dall'Istituto di filosofia
dell'Università di Milano), « Il Pensiero », n. 1. Inter venti di E. Paci:
Sulla relazione Dal Pra, pp. 82-86; Sulla rela zione Antoni, pp. 27-31; Sulla
relazione Guzzo, pp. 149-151; Sulla relazione Allmayer, pp. 172-173; Sulla
relazione Spirito, pp. 201-206. 5616 - Processo esistenziale, processo
naturale, processo storico, « Anais de Congresso Internacional de Filosofia de
Sào Paulo », 9-15 agosto 1954, San Paolo, 1956. 5617 - 5618 - 5619 - 5701 - La
scienza e Venciclopedia filosofica, « Civiltà delle macchine », II, pp. 39-40.
Vivere nel tempo, « Civiltà delle macchine », III, pp. 11-12. F. Woodridge,
Saggio sulla natura, introduzione di E. Paci, Mi lano, Bompiani. 1957
Dall'esistenzialismo al relazionismo, Messina-Firenze, D'Anna, pp. 399. Indice:
I - Prospettive relazionistiche; II - Il fonda mento storicistico del
relazionismo; III - Il consumo dell'esi stenza e la relazione; IV - La
struttura relazionale dell'esperien za; V - Whitehead e il relazionismo; VI -
Relazionismo e rela tività; VII - Relazionismo e schematismo trascendentale;
Vili - La verificazione nel neopositivismo; IX - Relazionismo e natu ralismo;
X - Orientamento estetico relazionistico; XI - Perma nenza ed emergenza nel
linguaggio; XII - Sul significato del mito; XIII - Senso essenza e natura; XIV
- Tempo e natura. 5702 - Storia del pensiero presocratico, Torino,
Edizioni Radio Italia na, pp. 314. Indice: I - La filosofia greca e i suoi
rapporti con l'oriente; II - Le origini autonome della filosofia greca; III -
La scuola di Mileto o i primi pitagorici; IV - Eraclito di Efeso; V - Senofane
e Parmenide; VI - Zenone di Elea e Melisso di Samo; VII - Il pitagorismo
nell'età di Filolao; V i l i - Empe docle di Agrigento; IX - Anassagora di
Clazomeno; X - La scuo la di Abdera; XI - Protagora di Abdera; XII - Gorgia di
Leon- tini; XIII - Prodico di Ceo; XIV - Antifonte sofista; XV - Ippia di
Elide; XVI - Logos e natura; XVII - Letteratura e pensiero filosofico; XVIII -
Eschilo e la polis; XIX - Pensiero e poesia in Sofocle; XX - La visione
filosofica in Euripide; XXI - Antifilosofia e filosofia in Aristofane; XXII -
Scienza, tecnica e mito; XXIII - Natura e cultura; XXIV - Medicina e filosofia;
XXV - Filosofia, arte e musica; XXVI - Filosofia e storiografia. 5703 - La
filosofia contemporanea, Milano, Garzanti, pp. 267. Indice: I - L'eredità di
Kant; II - Spiritualismo, positivismo e neocri ticismo; III - Le conclusioni
dell'idealismo; IV - Storicismo e filosofia dei valori; V - Pragmatismo e
realismo; VI - Processo e organicità; VII - La fenomenologia e il mondo della
vita; VIII - Esistenzialismo e ontologismo; IX - Empirismo logico e
fenomenologia della percezione; Fenomenologia dei processi in relazione, « Aut
Aut », n. 38, pp. 105-114. Giallo e nero, « Aut Aut », n. 41, pp. 425-427.
Schematismo trascendentale, « Aut Aut », n. 41, pp. 427-429. Hartmann e la
tradizione ?netafisica, « Aut Aut », n. 42, pp. 486-491. Antonio Banfi, « Aut
Aut », n. 42, pp. 499-501. Per la logica di Husserl, « Aut Aut », n. 42, pp.
501-505. Sul significato del platonismo in Husserl, « Acme », nn. 1-3, pp.
135-151. L'architettura e il mondo della vita, « Casabella », n. 217, pp.
53-55. Ristampato in 6601, parte prima, cap. X. 5712 - // metodo
industriale, l'edilizia e il problema estetico, « La casa », Roma, ed. De Luca.
Ristampato in 6601, parte prima, cap. XI. 5713 - Scienza ed umanità nella
storia del pensiero scientifico italiano, in « Mostra storica della scienza
italiana », Milano, Pizzi, Relazionismo e realtà sociale, « Criteri », n. 7,
pp. 3-8. 5715 - Antonio Banfi, « Raccolta Vinciana. Necrologie », pp. 335-338.
5716 - L'estetica come richiamo all'esperienza (riassunto), in Atti del III
congresso internazionale di estetica (3-5 settembre 1956, Venezia) Torino,
Edizioni della rivista di estetica, pp. 513-514. 5717 - Recc. di E. Husserl,
Ideen zu einer Phànomenologie und phà- nomenologische Philosophie, voli. I-III;
Die Krisis der euro- pàischen Wissenschaften und die transzendentale Phànomeno
logie; Erste Philosophie, Den Haag, 1950-1956, « Aut Aut », n. 38, pp. 185-187.
5718 - Ree. di C. S. Peirce, Caso, amore e logica, Torino 1956, « Aut Aut », n.
39, pp. 310-311. 5719 - Ree. di Beth Mays, Etudes d'epistemologie génétique,
Paris 1957, « Aut Aut », n. 39, pp. 311-313. 5720 - Ree. di C. Cascales,
L'humanisme de Ortega Y Gasset, Paris 1957, « Aut Aut », n. 40, pp. 391-394.
5721 - Ree. di P. Rossi, Bacone, dalla magia alla scienza, Bari 1957, « Aut Aut
», n. 42, pp. 524-525. 5722 - Ree. di R. Pettazzoni, L'essere supremo nelle
religioni primi tive, « Aut Aut », n. 42, pp. 525-526. 5723 - Ree. di L.
Mumford, La condizione dell'uomo, Milano 1957, «Aut Aut», n. 42, pp. 530-531.
5724 - Ree. di G. Friedmann, Le travail en miettes, Paris 1957, « Aut Aut », n.
42, pp. 531-532. 5725 - Dizionario di filosofia, a cura di A. Biraghi, Milano,
Edizioni di Comunità. Voci: Eleati; Eraclito; Atomismo; GIRGENTI; Anassagora;
Socrate; Cinici; Cirenaici; Megarici; Platone; Aristotele; Romanticismo;
Neopositivismo; Relazione; Etica; Libertà; Arbitrio; Bene;
Determinismo-indeterminismo; Dovere; Respon- sabilità; Eudemonismo; Virtù;
Saggezza; Azione; Violenza; Estetica; Forma; Sublime; Catarsi. In appendice a
cura di E. Paci: Breve dizionario dei termini greci, pp. 631-642. 1958 Samuel
Alexander, in Les grands courants de la pensée mon- diale contemporaine, a cura
di M. F. Sciacca, Milano, Marzorati, pp. 27-48. Sul mio comportamento
filosofico, in AA. VV., La filosofia con- temporanea in Italia, Asti, Arethusa,
pp. 289-301. La dialettica in Platone, in AA. VV., Studi sulla dialettica, To-
rino, Taylor, pp. 18-37; e in « Rivista di filosofia », n. 2, pp. 134-153.
Ristampato in 6601, parte seconda, cap. I. Vita e ragione in Antonio Banfi, «
Aut Aut », nn. 43-44, pp. 56-66. Ristampato in 6501, cap. II. In margine ad
Heidegger, «Aut Aut», n. 45, pp. 106-115. Meditazioni fenomenologiche, « Aut
Aut », n. 57, pp. 229-239. Schelling e noi, « Aut Aut », n. 48, pp. 323-325.
Tempo e percezione, « Archivio di filosofia », n. 1 (Il tempo), pp. 19-27.
Ungaretti e l'esperienza della poesia, « Letteratura », nn. 35-36, pp. 83-93.
Ristampato in 7202, pp. 17-38. Fenomenologia e architettura contemporanea, « La
casa », Roma, ed. De Luca. Ristampato in 6601, parte prima, cap. XII. Sul
significato dei Maestri Cantori di Wagner, « L'approdo mu- sicale », n. 2, pp.
85-101. La concezione relazionistica della libertà e del valore, in « Atti del
XII Congresso Nazionale di Filosofia, Venezia, voi. Ili, pp. 313-318.
Ristampato in 6101, ap- pendice seconda. M. Merleau-Ponty, Elogio della
filosofia, traduzione, introduzio- ne e note di E. Paci, Torino, Paravia. AA.
VV., Neopositivismo e unità della scienza, introduzione di E. Paci, Milano,
Bompiani. L'introduzione è stata ristampata in 6501, cap. Vili. R. Sanesi,
Frammenti dall'Isola Athikte, prefazione di E. Paci, Milano, Schwarz. Ree. di
G. Pedroli, La fenomenologia di Husserl, Torino, 1958, « Aut Aut », n. 47, p.
290. 1959 Il nulla e il problema dell'uomo (nuova edizione), Torino, Tay- lor,
pp. 191. Al testo della prima edizione (5002) viene ad ag- giungersi qui un
nuovo capitolo: Tempo, esistenza e relazione. Le pp. 123-133 di questo volume
sono state ristampate in 6701. Filosofia e antifilosofia (una discussione con
E. Paci), in E. Ga- rin, La filosofia come sapere storico, Bari, Laterza, pp.
33-54. Sulla fenomenologia, « Aut Aut », n. 50, pp. 75-83. Sartre e noi, « Aut
Aut », n. 51, pp. 188-189. Sulla relazione lo-tu, « Aut Aut », n. 52, pp.
217-221. Esercizio sulla evidenza fenomenologic a, «Aut Aut», n. 53, pp.
279-285. Sul significato dello spirito in Husserl, « Aut Aut », n. 54, pp.
345-372. Vagine da un diario, « Archivio di filosofia », n. 2 (La diaristica
filosofica), pp. 187-216. Ristampato in 6102. Filosofia e storia della
filosofia, « Giornale critico della filosofia italiana », n. 4, pp.
539-542. 5910 - Wright e lo « spazio vissuto », « Casabella; Imbarazzi
di B. Russell, « Inventario», nn. 1-6, pp. 257-266. Ristampato in 6501, cap.
VII. Tempo e riduzione in Husserl, « Rivista di filosofia », n. 2, pp. 146-179.
Per una fenomenologia della musica contemporanea, « Il Ver- ri », n. 1, pp.
3-11. La crisi della cultura e la fenomenologia dell'architettura con-
temporanea, « La casa », Roma, ed. De Luca, n. 6. A. N. Whitehead, La scienza e
il mondo moderno, introduzione di E. Paci, Milano, Bompiani. L. Actis
Perinetti, Dialettica della relazione, prefazione di E. Paci, Milano, ed. di
Comunità. 1960 Husserl sempre di nuovo, in AA. VV., Omaggio a Husserl, a cura
di E. Paci, Milano, Il Saggiatore, pp. 7-27. E. Garin, E. Paci, P. Prini,
Bilancio della fenomenologìa e del- l'esistenzialismo, Padova, Liviana. I testi
di Paci sono: Bilan- cio della fenomenologia, pp. 75-87; Risposte e
chiarimenti, pp. 97-104; Commemorazione di Husserl, pp. 141-160. Wright e lo «
spazio vissuto », in Saggi italiani 1959 (scelti da Moravia e Zolla), Milano,
Bompiani, pp. 131-132. Ristampato in 6601, parte prima, cap. XIII. Aspetti di
una problematica filosofica, « Aut Aut », n. 55, pp. 1-9. La fenomenologia come
scienza del mondo della vita, « Aut Aut », n. 56, pp. 55-83. Sullo stile della
fenomenologia, « Aut Aut », n. 57, pp. 133- 142. 6007 - 6008 - 6009
- 6010 - 6011 - 6012 - 6013 - 6014 - 6015 - 6016 - 6017 - 6018 - 6019 - 6020 - 6021
- La scienza e il mondo in A. N. Whitehead, « Aut Aut », n. 57, pp. 180-186.
Sulla presenza come centro relazionale in Husserl, « Aut Aut », n. 58, pp.
236-241. Il problema dell'occultamento della « Lebenswelt » e del tra
scendentale in Husserl, « Aut Aut », n. 59, pp. 265-282. Ri stampato in 6301,
parte prima, cap. II. La fenomenologia come scienza nuova, « Aut Aut », n. 60,
pp. 349-369. Ristampato in 6301, parte quarta, cap. I. Indicazioni elementari
sulla « analisi esistenziale », « Aut Aut », n. 60, pp. 403-410. Tempo e
relazione intenzionale in Husserl, « Archivio di filo sofia », n. 1 (Tempo e
intenzionalità), pp. 23-48. Coscienza fenomenologica e coscienza idealistica, «
Il Verri », n. 4, pp. 3-15. Ristampato in 7501, cap. XIII. Ricordo di Luigi
Stefanini, in AA. VV., Scritti in onore di L. Stefanini, Padova, Liviana, pp.
31-33. Tempo e relazione nella fenomenologia, « Giornale critico della
filosofia italiana », n. 2, pp. 161-189. Scienza, tecnica e mondo della vita in
Husserl, « Il pensiero critico », n. 2, pp. 1-23. Ristampato in 6301, parte
prima, cap. I. Doxa e individuazione nella fenomenologia di Husserl, « Rivi
sta di filosofia », n. 2, pp. 144-161. Nulla di nuovo tutto di nuovo, in « Casa
editrice II Saggiatore. Catalogo n. 3, autunno-inverno 1959-1960 », pp. 13-48.
i7 problema dell'intersoggettività, « Il pensiero », n. 3, pp. 291-325.
Ristampato in 7301, parte terza, cap. II. Tre paragrafi per una fenomenologia
del linguaggio, « Il pen siero », n. 2, pp. 145-156. Ristampato in 6601, parte
seconda, cap. III. Indicazioni fenomenologiche per il romanzo, « Quaderni mila
nesi », autunno, pp. 130-134. 6022 - 6023 - 6024 - 6101 - G. Brand,
Mondo, io e tempo nei manoscritti inediti di Hus serl, introduzione di E.
Paci, Milano, Bompiani. E. Husserl, Teleologia universale (manoscritto E III
5), tradu zione di E. Paci, in « Archivio di filosofia », n. 2, pp. 9-16.
Ristampato in 6101, prima appendice. Ree. di G. R. Hocke, Die Welt als
Labyrinth; Manierismus in der Literatur, Hamburg, 1939, « Aut Aut », n. 56, pp.
125-127. 1961 Tempo e verità nella fenomenologia di Husserl, Bari, Laterza, pp.
276. Indice: I - Il senso della fenomenologia; II - Il signi ficato
dell'intenzionalità; III - Tempo e riduzione; IV - Tempo e dialettica; V -
Tempo e intersoggettività; VI - Mondo della vita e scienza del mondo della
vita; VII - Il tempo e il senso dell'essere; Vili - La fenomenologia come
teleologia universale della ragione. Appendici: I - E. Husserl, Teleologia
universale (manoscritto E III 5) trad. it. di E. Paci; II - La concezione
relazionistica della libertà e del valore. Diario fenomenologico (14 marzo 1956
- 30 giugno 1961), Mi lano, Il Saggiatore, pp. 122. Riedito con una nuova
introduzio ne come 7302. La phénoménologie, in Les grands courants de la
pensée mon diale contemporaine, a cura di M. F. Sciacca, Milano, Marzorati,
voi. I, tomo II, pp. 435-440. Qualche osservazione filosofica sulla critica e
sulla poesia, « Aut Aut», nn. 61-62, pp. 1-21. Ristampato in 6601, parte secon
da, cap. V. Espressione e significato, « Aut Aut », nn. 61-62, pp. 162-167.
Fenomenologia psicologia e unità della scienza, « Aut Aut », n. 63, pp.
214-234. La psicologia fenomenologica e il problema della relazione tra
inconscio e mondo esterno, « Aut Aut », n. 64, pp. 314-334. 6102 - 6103 - 6104
- 6105 - 6106 - 6107 - 6108 - 6109 - 6110 - 6111 - 6112 - 6113 -
6114 - 6115 - 6116 - 6117 - 6118 - 6119 - 6120 - 6121 - Guenther Anders e
l'intenzionalità della scienza, « Aut Aut », n. 64, pp. 365-367. Merleau-Ponty,
Lukàcs e il problema della dialettica, « Aut Aut », n. 65, pp. 498-515. I
paradossi della fenomenologia e l'ideale di una società razio nale, « Giornale
critico della filosofia italiana », n. 4, pp. 411- 442. Ristampato in 6301,
parte seconda, cap. III. Fenomenologia e obbiettivazione, «Giornale critico
della filo sofia italiana », n. 2, pp. 143-152. Ueber einige Verwandtschaften
der Philosophie Whiteheads und der Phànomenologie Husserls, « Revue
internationale de philosophie », nn. 56-57, pp. 237-250. Ristampato (in
italiano) in 6501, cap. VI. Relazionismo e significato fenomenologico del
mondo, « Il pen siero », n. 4, pp. 28-51. Tecnica feticizzata e linguaggio,
«Europa letteraria», nn. 9- 10, pp. 50-65. Per una fenomenologia dell'eros, «
Nuovi argomenti », nn. 51- 52, pp. 52-76. A Fhenomenology of Eros, in AA. VV.,
Facets of Eros, The Hague, pp. 1-22. E. Husserl, La crisi delle scienze europee
e la fenomenologia trascendentale, avvertenza e prefazione di E. Paci, Milano,
Il Saggiatore. E. Gellner, Parole e cose, introduzione di E. Paci, Milano, Il
Saggiatore. Ree. di S. Freud, Lettere 1873-1939, Torino, 1960, «Aut Aut », n.
64, p. 394. Ree. di S. Freud, Le origini della psicoanalisi, Torino, 1961, «
Aut Aut », n. 64, pp. 394-395. Ree. di W. Jensen, Gradiva, Torino, 1961, « Aut
Aut », n. 64, p. 395. Ree. di F. Fornari, Problemi del primo sviluppo psichico,
in 6201 - 6302 - 6203 - 6204 - 6205 - 6206 - 6207 - 6208 - 6209 -
6210 - 6211 - 6212 - 6213 - « Rivista di Psicologia », IV, 1960, « Aut Aut »,
n. 64, pp. 395-396. 1962 L'ultimo Sartre e il problema della soggettività, «
Aut Aut », n. 67, pp. 1-30. Alcuni paragrafi di questo saggio sono con fluiti
in 6301, terza parte. Nuove ricerche fenomenologiche, « Aut Aut », n. 68, pp.
99- 112. Nota su Robbe-Grillet, Butor e la fenomenologia, « Aut Aut », n. 69,
pp. 234-237. Ristampato in 6501, cap. XV. Problemi di antropologia, « Aut Aut
», n. 70, pp. 275-283. Ristampato in 6501, cap. XVI. Per una sociologia
intenzionale, « Aut Aut », n. 71, pp. 359- 367. Struttura e lavoro vivente, «
Aut Aut », n. 72, pp. 453-457. Ristampato in 6501, cap. XVII. A proposito di
sociologia e fenomenologia (risposta a una let tera di F. Ferrarotti), « Aut
Aut », n. 72, pp. 507-510. A cominciare dal presente, « Questo e altro », n. 1,
pp. 49-54. Ristampato in 6601, parte seconda, cap. VI. In un rapporto
intenzionale, « Questo e altro », n. 2, pp. 25-41 Banfi, Gellner e
Merleau-Ponty, « Casa editrice II Saggiatore. Catalogo n. 5 primavera 1961 -
primavera 1962 », pp. 40-47. Fenomenologia e antropologia in Hegel, « Il
pensiero », nn. 1-2, pp. 47-81. Ristampato in 6601, parte seconda, cap. II.
Bomba atomica e significato di verità, « Il Verri », n. 6, pp. 159-162. n M.
Merleau-Ponty, Senso e non senso, introduzione di E. Paci, Milano, Il Saggiatore.
1963 6301 - Funzione delle scienze e significato dell'uomo, Milano, Il
sag- giatore, pp. 482. Indice: Parte prima: I - Crisi della scienza come crisi
del significato della scienza per l'uomo; II - L'oblio del mondo della vita e
il significato del trascendentale. Parte seconda: I - La fenomenologia come
scienza nuova; II - La cor- relazione universale e la filosofia come
trasformazione dell'es- sere in significato di verità; III - La fenomenologia e
l'ideale di una società razionale; IV - Il paradosso estremo della fenome-
nologia; V - La psicologia e la unità delle scienze; VI - Materia vita e
persona nella teleologia della storia; VII - La psicologia fenomenologica e la
fondazione della psicologia come scienza; V i l i - La crisi dell'Europa e la
storia dell'umanità; IX - La dialettica del linguaggio e il fondamento della
storia; X - Il fondamento fenomenologico della storia della filosofia; XI -
Esperienza e ragione; XII - Scienza, morale e realtà economica nella lotta
della filosofia per il significato dell'uomo; XIII - L'u- nità dell'uomo e
l'autocomprensione filosofica. Parte terza: I - Natura e storia; I I -
Soggettività e situazione; I I I - Ambiguità e verità; IV - Prassi
pratico-inerte e irreversibilità; V - Uomo natura e storia in Marx; VI - Il rovesciamento
del soggetto nel- l'oggetto; VII - La dialettica del concreto e dell'astratto.
Pic- colo dizionario fenomenologico. i7
significato dell'uomo in Marx e Husserl, « Aut Aut », n. 73, pp. 10-21. Questo
saggio è la traduzione italiana di una confe- renza tenuta da E. Paci presso
l'Accademia filosofica di Praga il 24 ottobre 1962. Il senso delle parole:
Lebenswelt; Struttura, « Aut Aut », n. 73, pp. 88-94. La psicologia
fenomenologica e la fondazione della psicologia come scienza, « Aut Aut », n. 74,
pp. 7-19. Ristampato in 6301, parte seconda, cap. VII. 6307 - Il
senso delle parole: Epoche; trascendentale, « Aut Aut », n. 74, pp. 108-111.
6308 - Il senso delle parole: Alienazione e oggettivazione, « Aut Aut », n. 75,
pp. 103-104. 6309 - Sociologia e condizione umana, « Aut Aut », n. 76, pp.
7-16. 6310 - Il senso delle parole: Riconsiderazione; senso; causa; il cogito e
la monade, « Aut Aut », n. 76, pp. 106-108. 6311 - Fenomenologia e antropologia
culturale, « Aut Aut », n. 77, pp. 9-11. Ristampato in 6501, cap. XVIII. 6312 -
Il senso delle parole: Sprachleib; soggettività linguistica; lan- gue et
parole; strutturalismo, fonologia e antropologia, « Aut Aut », n. 77, pp.
100-103. 6313 - 6514 - 6315 - 6316 - 6317 - 6318 - 6319 - 6401 - Memoria e presenza
dei Buddenbrook, « Aut Aut », n. 78, pp. 7-27. Ristampato in 6502, parte
seconda, cap. VI. Il senso delle parole: Gradi della alienazione; strumentammo;
il corpo proprio inorganico; informale e nuova figurazione; tra dizione e
avanguardia, « Aut Aut », n. 78, pp. 91-95. Follia e verità in Santayana, «
Revue internationale de philoso phie », n. 63, pp. 50-61. Ristampato in 6501,
cap. X. Problemi di unificazione del sapere, « De Homine », nn. 15-16, pp.
65-78. Ristampato in 7301, parte quinta, cap. I. Die Positive Bedeutung des
Menschen in Kierkegaard, « Schweit- zer Monatshefte », n. 2, pp. 177-184.
Alcuni paragrafi sul romanzo contemporaneo, «Europa lettera ria, Omaggio a R.
Mondolfo, in AA. VV., Omaggio a R. Mondolfo, Città di Senigallia, Atti del Consiglio
Comunale, seduta del 19 agosto 1962, Urbino, S.T.E.U., pp. 47-50. 1964 Problemi
di unificazione del sapere, in AA. VV., L'unificazione del sapere, Firenze,
Sansoni, pp. 63-76. 6402 - A. N. Whitehead, in Les grands courants
de la pensée mondia le contemporaine, a cura di M. F. Sciacca, terza parte,
voi. II, Milano, Marzorati, Annotazioni per una fenomenologia della musica, «
Aut Aut, Il senso delle parole: Scientificità; irreversibilità; entropia e
informazione; operazionismo; musica e modalità temporali, « Aut Aut », nn.
79-80, pp. 132-138. Teatro, funzione delle scienze e riflessione, « Aut Aut »,
n. 81, pp. 7-14. Ristampato in 6601, parte prima, cap. III. Il senso delle
parole: Prima persona; fenomenologia e fisiologia; dualismo teatro e personaggi,
« Aut Aut», n. 81, pp. 108-112. Le parole, « Aut Aut Il senso delle parole:
linguaggio oggettivato; soggetto e com portamento; la scienza e la vita, « Aut
Aut », n. 82, pp. 104- 107. Fenomenologia e cibernetica, « Aut Aut », n. 83,
pp. 25-32. Ri stampato in 6503, terza appendice. Il senso delle parole:
introduzione; cose e problemi; forme ca tegoriali, « Aut Aut », n. 83, pp.
93-95. Whitehead e Husserl, «Aut Aut», n. 84, pp. 7-18. Il senso delle parole:
Percezione e conoscenza diretta; struttura, traduzione, e unificazione del
sapere; il simbolismo e la possi bilità dell'errore, « Aut Aut », n. 84, pp.
97-100. Thomas Mann, Le Opere, introduzione di E. Paci, Torino, Pomba. 1965
Relazioni e significati l (Filosofia e fenomenologia della cultu ra), Milano,
Lampugnani Nigri, pp. 228. Indice: I - Filosofia e fenomenologia della cultura;
II - Fenomenologia della vita e ragione in Banfi; III - Il significato di
Whitehead; IV - Logica 6502 - e filosofia in Whitehead; V -
Empirismo e relazioni in White head; VI - Whitehead e Husserl; VII - Nota su
B. Russell; V i l i - Neopositivismo, fenomenologia e letteratura; IX - Ca
duta della intenzionalità e linguaggio; X - Follia e verità in Santayana; XI -
Scienza e umanesimo italiano; XII - Fenomeno logia e letteratura; XIII -
Fenomenologia e narrativa; XIV - Fenomenologia, psichiatria e romanzo; XV -
Robbe-Grillet, Bu- tor e la fenomenologia; XVI - Problemi di antropologia; XVII
- Struttura e lavoro vivente; XVIII - Sul concetto di struttura. Relazioni e
significati II (Kierkegaard e Th. Mann), Milano, Lampugnani Nigri, pp. 341.
Indice: parte prima: I - Ironia, demoniaco ed eros; I I - Estetica ed etica; I
I I - La dialettica della fede; IV - Ripetizione e ripresa: il teatro e la sua
funzione catartica; V - Storia ed apocalisse; VI - La psicologia e il pro
blema dell'angoscia; V I I - Angoscia e relazione; V i l i - Ango scia e
fenomenologia dello eros; IX - L'intenzionalità e l'amo re; X - Kierkegaard e
il significato della storia. Parte seconda: I - Musica mito e psicologia in Th.
Mann; II - Th. Mann e la filosofia; III - Due momenti fondamentali nell'opera
di Mann; IV - L'ironia di Mann; V - Su « Altezza reale »; VI - Ricordo e
presenza dei « Buddenbrook ». Tempo e relazione (nuova edizione), Milano, Il Saggiatore,
pp. 386. Al testo della prima edizione (vedi 5401) si aggiungono tre nuove
appendici: I - Significato del significato; II - Seman tica e filosofia; I I I
- Fenomenologia e cibernetica. L'infanzia di J. P. Sartre, in Le conferenze
dell'associazione cul turale italiana (1964-1965), Cuneo, Sasto, fascicolo
XVI, pp. 19-30. Sull'orizzonte di verità della scienza, « Aut Aut », n. 85, pp.
7-16. Ristampato in 7301, parte quinta, cap. V. Il senso delle parole:
Processo; percezione non sensoriale; il tessuto della esperienza, « Aut Aut »,
n. 85, pp. 93-95. Sulla struttura della scienza, « Aut Aut », n. 86, pp. 27-36.
Ri stampato in 7301, parte quinta, cap. IV. Il senso delle parole: Pubblico e
privato; genesi, « Aut Aut », n. 86, pp. 91-95. 6503 - 6504 - 6505 - 6506 -
6507 - 6508 - 6509 - Struttura temporale e orizzonte storico, « Aut
Aut », n. 87, pp. 7-19. Ristampato in 7301, parte quinta, cap. VI. 6510 - Il
senso delle parole: Logica forinole e linguaggio ordinario; metafisica
descrittiva, « Aut Aut », Antropologia strutturale e fenomenologia, «Aut Aut»,
n. 88, pp. 42-54. Ristampato in 7301, parte quarta cap. III. 6512 - Condizione
dell'esperienza e fondazione della psicologia, « Aut Aut », n. 89, pp. 82-89.
6513 - Il senso delle parole: i due volti della psicologia; sul principio della
economia del pensiero, « Aut Aut », Una breve sintesi della filosofia di
Whitehead, « Aut Aut », n. 90, pp. 7-16. Ristampato in 7301, parte quinta, cap.
VIII. Il senso delle parole: Sul problema dei fondamenti; esperienza e
neopositivismo, « Aut Aut », n. 90, pp. 79-84. La voce Sul problema dei
fondamenti è stata ristampata come cap. II della parte quinta di 7301. Funzione
e significato nella letteratura e nella scienza, in La cultura dimezzata, a
cura di A. Vitelli, Milano, Giordano, pp. 165-169. Sul concetto di struttura in
Lévi-Strauss, « Giornale critico del- la filosofia italiana», n. 4, pp.
485-503. Ristampato in 7301, parte quarta, cap. II. Attualità di Husserl, «
Revue internationale de philosophie », nn. 71-72, pp. 5-16. Ristampato in 7301,
parte prima, cap. I. 6519 - Sul problema della fondazione delle scienze, « Il
pensiero », nn. 1-2, pp. 36-43. Ristampato in 7301, parte quinta, cap. III.
6520 - i7 senso delle strutture in Lévi-Strauss, « Paragone », n. 192, pp. 114-125,
e « Revue internationale de philosophie », nn. 73- 74, pp. 300-313. Ristampato
in 7301, parte quarta, cap. I. 6521 - Nota su De Saussure, in « Casa editrice
II Saggiatore: Catalogo generale 1958-1965. Preceduto da un'inchiesta su '
Struttura- lismo e critica ' a cura di C. Segre », pp. LXIX-LXXIII. 6522 -
Ideologia, parola negativa, in « Casa editrice il Saggiatore: sup-
6523 - 6524 - 6525 - 6601 - plemento a l catalogo generale aggiornato a l
3 0 settembre 1965 », pp. 21-75. E . Husserl, Esperienza e Giudizio, nota
introduttiva di E . Paci, Milano, Silva. G. Piana, Esistenza e storia negli
inediti di Husserl, prefazione di E . Paci, Milano, Lampugnani Nigri. C. Sini,
Whitehead e la funzione della filosofia, prefazione di E. Paci, Padova, Marsilio.
1966 Relazioni e significati I I I (Critica e dialettica), Milano, Lampu- gnani
Nigri, pp. 376. Indice: Parte prima: I - Sulla poesia di Rilke; II - Sul senso
della poesia di T. S. Eliot; III - L'uomo di Proust; IV - Valéry o della
costruzione; V - Sulla musica contemporanea; V I - Per una fenomenologia della
musica; V I I - Interpretazione d e l teatro; V i l i - Teatro, funzione delle
scien- ze è riflessione; IX - Sull'architettura contemporanea; X - L'ar-
chitettura e il mondo della vita; XI - Il metodo industriale, l'e- dilizia e il
problema estetico; XII - Fenomenologia e architet- tura contemporanea; XIII -
Wright e « lo spazio vissuto ». Parte seconda: I - I l significato della
dialettica platonica; I I - Dialettica, fenomenologia e antropologia in Hegel;
I I I - T r e 6602 - 6603 - 6604 - paragrafi p e r u n a fenomenologia d e l
linguaggio; I V sulla fenomenologia d e l linguaggio; V - Dialettica e nalità
nella critica e nella poesia; VI - A cominciare dalpre- sente; VII - In un
rapporto intenzionale; Vili - L'alienazione delle parole. Per un'analisi
fenomenologica del sonno e del sogno, in A A . VV., Il sogno e le civiltà
umane, Bari, Laterza, p p . 247-255. Kierkegaard vivant et la véritable
signification de l'histoire, in AA. VV., Kierkegaard vivant (colloque organisé
par l'Unesco du 21 au 23 avril 1964), Paris, Gallimard, pp. 111-124. Il senso
delle parole: Sul problema della fondazione, « Aut Aut », n. 91, pp. 94-96. -
Ancora intenzio- Psicanalisi e fenomenologia, « Aut Aut », n. 92,
pp. 7-20. Ri stampato in 7301, parte quarta, cap. VI. 17 senso delle parole:
L'archeologia del soggetto; psicologia e problematica della scienza, « Aut Aut
», n. 92, pp. 91-96. . Ayer e il concetto di persona, « Aut Aut », n. 93, pp.
7-20. Ri stampato in 7 3 0 1 , parte quinta, cap. IX. Il senso delle parole:
Primitività della persona e azione umana; linguaggio e realtà, « Aut Aut », n.
93, pp. 97-100. Per lo studio della logica in Husserl, « Aut Aut », n. 94, pp.
7-25. Ristampato in 7301, parte terza, cap. III. Il senso delle parole: Ricerca
trascendentale e metafisica; espe rienza temporale e riconoscimento, « Aut Aut
», n. 94, pp. 101- 104. Tema e svolgimento in Husserl, « Aut Aut », n. 95, pp.
7-28. Il senso delle parole: Morfologia universale; prima persona e linguaggio,
« Aut Aut », n. 95, pp. 101-104. Fondazione e costruzione logica del mondo di
Carnap, « Archi vio di filosofia », n. 1 [Logica e analisi), pp. 95-107.
Modalità, coscienza empirica e fondazione in Kant, « Il pensie ro », nn. 1-2,
pp. 5-22. Ristampato in 7301, parte seconda, cap. III. E. Husserl, Logica
formale e trascendentale, prefazione di E. Paci, Bari, Laterza. Ricordo di E.
De Martino, colloquio tra E. Paci, C. D. Levi Carpitella, G. Jervis, « Quaderni
dellTSSE », n. 1, pp. 5-14. Filosofia e scienza, discussione tra E. Paci, P.
Caldirola, P. D'Arcais, Panikkar, « Civiltà delle macchine », I, pp. 19-30.
1967 Il nulla e il problema dell'uomo, in E. De Martino, Il mondo magico,
Torino, Boringhieri, Il significato di GALILEI filosofo per la filosofia, in
AA. VV., Studi Gali- leiani, Firenze, Barberi, pp. 1-28. Ristampato in 7301,
parte seconda, cap. II. Fondazione fenomenologica dell'antropologia e
antropologia del- le scienze, « Aut Aut », nn. 96-97, pp. 28-46. Ristampato in
7301, parte quarta, cap. IV. Il senso delle parole: Fenomenologia della prassi
e realtà obiet- tiva, « Aut Aut », nn. 96-97, pp. 153-154. Il ritorno a Freud,
« Aut Aut », n. 98, pp. 62-73. Ristampato in 7301, parte quarta, cap.V. Il
senso delle parole: Autoanalisi e intersoggettività, « Aut Aut », n. 98, pp.
104-106. Fondazione e chiarificazione in Husserl, « Aut Aut », n. 99, pp. 7-13.
Ristampato in 7301, parte terza, cap.VI. Il senso delle parole: Fenomenologia
ed enciclopedia, « Aut Aut », n. 99, pp. 94-96. Per un'interpretazione della
natura materiale in Husserl, « Aut Aut », n. 100, pp. 47-73. Ristampato in
7301, parte terza, cap. IV. Il senso delle parole: Decezione conflitto e
significato, « Aut Aut », n. 100, pp. 83-87. Natura animale, uomo concreto e
comportamento reale in Hus- serl, « Aut Aut », n. 101, pp. 27-47. Ristampato in
7301, parte terza, cap. V. Il senso delle parole: Struttura e contemporaneità
al nostro pre- sente, « Aut Aut », n. 101, pp. 95-98. Il senso delle parole: La
motivazione, « Aut Aut », n. 102, pp. 108-110. Informazione e significato, «
Archivio di filosofia » , n. 1 [Filo- sofia e informazione), pp. 37-53.
Ristampato in 7 3 0 1 , parte quinta, cap. VII. Kafka e la sfida del teatro di
Oklahoma, « Studi germanici » , n. 2, pp. 240-252. 3 A . CIVITA, Bibliografìa
degli scritti di Enzo Paci. Per una semplificazione dei temi
husserliani fino al primo vo lume delle « Idee », « Studi urbinati », nn. 1-2,
pp. 767-787. Ristampato in 7301, parte terza, cap. I. 1968 Inversione e
significato della cultura, « Aut Aut », n. 103, pp. 7-13. Ristampato in 7301,
parte prima, cap. VII. Il senso delle parole: L'altro, « Aut Aut », n. 103, pp.
108-109. Per una nuova antropologia e una nuova dialettica, « Aut Aut », n.
104, pp. 7-14. Ristampato in 7301, parte seconda, cap. VII. Il senso delle
parole: L'uomo e la struttura, « Aut Aut », n. 104, pp. 93-95. Motivazione,
ragione, enciclopedia fenomenologica, « Aut Aut », nn. 105-106, pp. 100-128.
Ristampato in 7301, parte terza, cap. Vili. E. Paci, P. A. Rovatti, Persona,
mondo circostante, motivazione, « Aut Aut », nn. 105-106, pp. 142-171. Il senso
delle parole: Alienazione, « Aut Aut », nn. 105-106, pp. 198-200. Keynes, la
fondazione dell'economia e l'enciclopedia fenomeno logica, «Aut Aut», n. 107,
pp. 69-100. Ristampato in 7301, parte quarta, cap. VII. Il senso delle parole:
L'uomo stesso, « Aut Aut », n. 107, pp. 110-112. Vita e verità dei movimenti
studenteschi, « Aut Aut », n. 108, pp. 7-14. Il senso delle parole: Razionalità
irrazionale, «Aut Aut», n. 108, pp. 122-123. 6812 - Vico, le structuralisme et
l'encyclopédie phénoménologique des sciences, « Les études philosophiques »,
nn. 3-4, pp. 408-Domanda, risposta e significato, «Archivio difilosofia», n. 1
[Il problema della domanda), pp. 11-26. La presa di coscienza della biologia in
Cassirer, « Il pensiero », nn. 1-2, pp. 109-117. Ristampato in 7301, parte
quarta, cap. IX. The Vhenomenological Encyclopedia and the « Telos » of the
Humanity, « Telos », voi. I, n. 2, pp. 5-18. Ri Hegel: Enciclopedia delle
scienze filosofiche, in AA. VV., Orien tamenti filosofici e pedagogici,
Milano, Marzorati, voi. II, pp. 909-941. 6904 - Antonio Banfi e il pensiero
contemporaneo, in AA. VV., Antonio Banfi vivente, Firenze, La Nuova Italia, pp.
34-45. Ristampato in 7301, parte prima, cap.II. 6905 - II senso delle parole:
Sviluppo e sottosviluppo, « Aut Aut », nn. 109-110, pp. 213-215. 6906
-Aldilà,«AutAut»,n.Ili,pp.7-14. 6907 - J7senso delle parole: Soggetto ed
oggetto dell'economia, « Aut Aut » n. Ili, pp. 101-103. 6908 - L'enciclopedia
fenomenologica e il Telos dell'umanità, « Aut Aut», n. 112, pp. 26-45.
Ristampato in 7301, parte prima, cap. III. 6909 - Il senso delle parole:
Violenza e diritto, « Aut Aut», n. 112, pp. 105-107. 6910 - Il senso delle
parole: Istituzione totale, «Aut Aut», n. 113, pp. 84-86. 6911 -
L'architettura come vita, « Aut Aut », n. 113, pp. 87-89. 6912 - Dialectic of
the Concrete and of the Abstract, « Telos », n. 1, pp. 5-32. 6913 - Barbarie e
civiltà, in « Atti del Convegno Internazionale sul tema: Campanella e Vico »
(Roma 12-15 maggio 1968), Roma, Accademia nazionale dei Lincei, Quaderno, La
dialettica del processo. Milano, Mondadori. 6915 - S. Veca, Fondazione e
modalità in Kant, prefazione di E. Paci, Milano, Mondadori. 1970 7001 - Il
senso delle parole: Ancora sul marxismo e sulla fenomenologia, « Aut Aut », nn.
114-115, pp. 129-138. 7002 - Due temi fenomenologici: I - Fenomenologia e
dialettica. II • La fenomenologia e la fondazione dell'economia politica, « Aut
Aut », n. 116, pp. 7-37. Ristampato in 7301, parte quarta, cap. Vili. 7003 - Il
senso delle parole: La ripetizione, « Aut Aut », n. 116, pp. 113-114. 7004 -
L'ora di Cattaneo, « Aut Aut », n. 117, pp. 7-19. 7005 - Il senso delle parole:
Ontico e ontologico, « Aut Aut », n. 117, pp. 101-102. 7006 - Il senso delle
parole: Barbarie e civiltà, «Aut Aut», n. 118, pp. 114-121. 7007 - Il senso
delle parole: La figura, « Aut Aut », nn. 119-120, pp. 164-166. 7008 - Vita
quotidiana ed eternità, « Archivio di filosofia », n. 1 (Il senso comune), pp.
15-22. 7009 - Intersoggettività del potere, « Praxis », nn. 1-2, pp.
87-92. 7010 - Fenomenologia e dialettica marxista, « Praxis; Sui
rapporti tra fenomenologia e marxismo, in J. T. Desanti, Fe nomenologia e
prassi, Milano, Lampugnani Nigri, pp. 105-122. Astratto e concreto in
Althusser, « Aut Aut », n. 121, pp. 7-20. Ristampato in 7301, parte quinta,
cap. X. Il senso delle parole: Sostanza e soggetto, « Aut Aut », n. 121, pp.
100-101. La « Einleitung » nella fenomenologia hegeliana e l'esperienza
fenomenologica, « Aut Aut », n. 122, pp. 7-18. Ristampato in 7301, I sez., cap.
IV, seconda parte. Il senso delle parole: La fenomenologia come scienza
dell'appa renza e della esperienza della coscienza, « Aut Aut », n. 122, pp.
94-96. Hegel e la certezza sensibile, « Aut Aut », nn. 123-124, pp. 7-18.
Ristampato in 7301, sez. II, cap. IV, seconda parte. Il senso delle parole:
Storia e verità, « Aut Aut », nn. 123-124, pp. 151-152. Considerazioni attuali
su Bloch, « Aut Aut », n. 125, pp. 20-30. Ristampato in 7301, parte quinta,
cap. XI. Il senso delle parole: Speranza e carità: l'uomo nuovo, « Aut Aut »,
n. 125, pp. 104-107. Per un'analisi del momento attuale e del suo limite
dialettico, Aut Aut », n. 126, pp. 7-21. Ristampato in 7401, cap. VI, e in
7501. Il senso delle parole: « L'homme nu » di C. Lévi-Strauss, « Aut Aut », n.
126, pp. 105-107. 7112 - La phénoménologie et l'histoire dans la
pensée de Hegel, « Pra- xis », nn. 1-2, pp. 93-100. Lo stesso testo è apparso
in inglese col titolo History and Fhenomenology in Hegel's Thought, in « Telos
», n. 8, pp. 77-83. 7113 - 7114 - H. Bergson, Le Opere, introduzione di E.
Paci, Torino, Pomba. E. Minkowski, 17 tempo vissuto, prefazione di E. Paci,
Torino, Einaudi. 7115 - P. Scarduelli, L'analisi strutturale dei miti, prefazione
di E. Paci, Milano, Celuc. 7116 - E. Paci, P. A. Rovatti, R. Tomassini, S.
Veca, Per una fenome- nologia del bisogno, « Aut Aut, Life-World, Time, and
Liberty in Husserl, in AA.VV,. Life- World and Consciousness. Essays for A.
Gurwitsch, a cura di L. E. Embree, Evanston, Northwestern Univ. Press, pp.
461-468. 7202 - 7203 - Ungaretti e l'esperienza della poesia, in G. Ungaretti,
Lettere a un fenomenologo, premessa di E. Paci, Milano, Vanni Scheiwil- ler,
pp. 17-38. Il senso della religione in MaxHorkheimer, in Max Horkheimer,
Giuseppe Guerreschi, An Maidom e zum Schicksal der Religion, Milano, Arte
Edizioni, due pagine non numerate. 7204 - A proposito di fenomenologia e
marxismo. Considerazioni sul « Dialogo » di Vajda, « Aut Aut », n. 127, pp.
44-57. 7205 -17sensodelleparole:Lavoroeteologia,«AutAut»,n.127,pp. 120-122.
7206 - La presenza nella « Fenomenologia dello spirito » di Hegel, « Aut Aut »,
n. 128, pp. 5-22. Ristampato in 7301, sez. Ili, cap. IV, parte seconda. 7207 -
Variazioni su Cattaneo, « Aut Aut », n. 128, pp. 89-96. 7208 - Il senso delle
parole: Il federalismo, « Aut Aut », n. 128, pp. 97-98. 7209 -
Spontaneità, ragione e modalità della praxis, « Praxis, Che cosa ha taciuto B.
Croce, « Tempo », n. 50, pp. 30-34. 7211 - Ci sono strutture di strutture di
strutture..., « Tempo, B. Russell, Le Opere, introduzione di E. Paci, Torino, Pomba.
7213 - J . Wahl, La coscienza infelice nella filosofia di Hegel, prefazione di
E. Paci, Milano, Istituto Librario Internazionale. 7214 - S. Zecchi, Fenomenologia
dell'esperienza, presentazione di E. Paci, Firenze, La Nuova Italia. 7215 -
Intervista con Enzo Faci, in Parlano i filosofi italiani, « Terzo programma »,
fase. Ili, Idee per una enciclopedia fenomenologica, Milano, Bompiani, pp. 586.
Indice: Parte prima: I - Attualità di Husserl; II - L'eredità di Banfi; III -
L'enciclopedia fenomenologica e il telos dell'umanità. Parte seconda: I - Vico,
lo strutturalismo e l'en ciclopedia fenomenologica delle scienze; II - Il
significato di Ga lileo per la filosofia; III - Modalità, coscienza empirica e
fonda zione in Kant; IV - Hegel e la fenomenologia. Parte terza: I - I temi
husserliani fino al primo volume di Idee; II - Sul pro blema
dell'intersoggettività; I I I - Per lo studio della logica in Husserl; IV - Per
una interpretazione della natura materiale in Husserl; V - Natura animale, uomo
concreto e comportamento reale in Husserl; VI - Fondazione e chiarificazione in
Husserl; VII - Cultura e dialettica; Vili - Motivazione, ragione, enciclo
pedia fenomenologica. Parte quarta: I - Il senso delle strutture in
Lévi-Strauss; II - Sul concetto di struttura in Lévi-Strauss; III -
Antropologia strutturale e fenomenologia; IV - Fondazione fenomenologica
dell'antropologia ed enciclopedia delle scienze; V - Il ritorno a Freud; VI -
Psicanalisi e fenomenologia; VII - Keynes, la fondazione della economia e
l'enciclopedia fenomeno logica; V i l i - Fenomenologia e fondazione
dell'economia poli- tica; IX - La presa di coscienza della biologia
in Cassirer. Parte quinta: I - Problemi di unificazione del sapere; II - Sul
pro blema dei fondamenti; III - La fondazione delle scienze; IV - La struttura
della scienza; V - Il significato di verità della scien za; VI - Struttura
temporale e orizzonte storico; VII - Infor mazione e significato; V i l i -
Whitehead in sintesi; IX - Una sintesi di Ayer sul concetto di persona; X -
Astratto e concreto in Althusser; XI - Modalità e novità in Bloch. 7302 -
Diario fenomenologico (nuova edizione), Milano, Bompiani, Marxismo e fenomenologia,
« Aut Aut », n. 133, pp. 1-13. Ri stampato in 7401, cap. I. i7 senso delle
parole: Attualità della « fenomenologia » di Hegel, « Aut Aut » Bisogni,
paradossi e trasformazioni del mondo, « Aut Aut », n. 134, pp. 1-10. Il senso
delle parole: Filosofia analitica e fenomenologia, « Aut Aut », n. 134, pp.
109-111. Il senso delle parole: I limiti dell'empirismo, « Aut Aut », n. 135,
pp. 111-112. La negazione in Sartre, « Aut Aut », nn. 136-137, pp. 3-12. Il
senso delle parole: L'istante, « Aut Aut », nn. 136-137, pp. 159-160. Il senso
delle parole: Sul relazionismo, « Aut Aut », n. 138, pp. 117-119. Cancellare la
scrittura morta per trovare la verità viva, «Tem po », nn. 2-3, p. 56. L'uomo
deve imparare a servirsi della scienza, « Tempo », nn. 4-5, p. 56. La pelle di
leopardo ideologica, « Tempo », nn. 6-7, p. 51. Enzo Paci: Cosi vedo Sartre, «
Tempo », nn. 8-9, p. 70. 7315 - Amore e morte. Freud e la
rivoluzione dell'uomo, «Tempo», nn. 10-11, p. 80. 7316 - L'enigma Ludwig:
Visconti e Thomas Mann, «Tempo», nn. 12-13, p. 68. 7317 - L'uomo e la semiotica
universale, « Tempo »,n. 14,p.71. 7318 - Ateismo nel cristianesimo e
cristianesimo nell'ateismo, «Tempo », n. 15, p. 74. Letteratura e reazione, «
Tempo, La presa di coscienza dell'eros e la trasformazione della società, «
tempo », n. 17, p. 74. « Il Capitale » tra Shakespeare e Kafka, « Tempo », n.
18, p. 68. Un congresso di filosofi che riscoprono la dialettica, « Tempo », n.
19, p. 63. Linguaggio e silenzio in Wittgenstein, « Tempo », n. 20, p. 80. Quel
superstizioso di Freud, « Tempo », n. 21, p. 73. Filosofia Arte e Letteratura,
« Tempo », n. 22, p. 76. Quando la volontà è malata, « Tempo », n. 23, p. 72.
Colloqui con Sartre, « Tempo », n. 24, p. 60. Un messaggio contro il male, «
Tempo », n. 25, p. 68. La realtà si ritrova nella continua dialettica tra
realismo e sur- realismo, « Tempo », n. 26, p. 62. Husserl e Marx a Praga, «
Tempo », n. 27, p. 53. Mito e vacanza della vita, « Tempo », n. 28, p. 54.
Eclisse e rinascita della ragione in Horkheimer, « Tempo », n. 29, p. 54. G.
Lukàcs tra la vita e lo spirito, « Tempo », n. 30, p. 56. La situazione limite
di Bataille, « Tempo », n. 31, p. 56. Il progresso economico distruggerà la
specie umana, « Tempo », n. 32, p. 56. 7336 - La filosofia della
vita e della cultura di Simmel e di Banfi, « Tem- po », Trovare l'uomo partendo
dalla solitudine, « Tempo », n. 34, p. 58. 7338 - La musica come mediazione tra
la vita e il suo significato, « Tem- po », n. 35, p. 58. 7339 - Ter Marcuse la
rivoluzione continuerà con l'estetica, « Tempo », n. 37, p. 60. 7340 - Il
filosofo del senso comune, « Tempo », n. 38, p. 82. 7341 - Il fallimento
dell'uomo e la religione, « Tempo », n. 39, p. 80. 7342 - La vera neutralità
della scienza, « Tempo », n. 40, p. 80. 7343 - La nuova via tra Pitagora e
Darwin, « Tempo », n. 41, p. 80. 7344 - L'idiota di famiglia e la guarigione
dell'uomo, « Tempo, L'eredità di G. Marcel è anticapitalista?, « Tempo », n.
43, p. 96. 7346 - Lukàcs inedito scoperto a Budapest, « Tempo », n. 44, p. 94.
7347 - I cervelli avranno un futuro, « Tempo », n. 45, p. 86. 7348 - Forse una
nuova dialettica con la vittoria del proletariato, « Tempo », n. 46, p. 116.
L'uomo tra Tolomeo e Copernico, « Tempo », n. 47, p. 94. Minkowski:
psicopatologia e vita vissuta, « Tempo », n. 48, p. 84. La costruzione logica
del mondo, « Tempo », n. 49, p. 90. Lenin e la filosofia, « Tempo », n. 50, p.
76. Jaspers e l'armonia di una nuova storia, « Tempo », n. 51, p. 70. 1974
Fenomenologia e dialettica, Milano, Feltrinelli, pp. 68. Indice: I - Marxismo e
fenomenologia; II - La nuova fenomenologia; III - Fenomenologia dell'economia e
della psicologia; IV - La trasformazione del mondo attuale; V -
Fenomenologia e costi- tuente mondiale; VI - Per un'analisi del momento attuale
e del suo limite dialettico. 7402 - La filosofia contemporanea (nuova
edizione), Milano, Garzanti, pp. 338. Al testo della prima edizione (vedi 5703)
si aggiungono 7 nuove appendici: I - L'eredità kantiana e il marxismo; II -
Lenin e la filosofia; III - Sul marxismo italiano; IV - C. Lukàcs; V -
Sociologia e scuola di Francoforte; VI - Sullo strutturalismo; VII - Moore e la
filosofia analitica inglese. 7403 - 7404 - 7405 - 7406 - 7407 - 7408 - 7501 -
7601 - 7602 - Vérification empirique et trascendance de la vérité, in AA. VV.,
Vérité et Vérification, La Haye, M. Nijhoff, pp. 59-67. Considerazioni attuali
sul problema dell'utile e del vitale in Cro- ce, in AA. VV., Benedetto Croce, a
cura di A. Bruno, Catania, Nicolò Giannotto Editore, pp. 341-355. Il senso
delle parole: Sulla fenomenologia del negativo, « Aut Aut », n. 140, pp.
134-136. Il senso delle parole: Husserl e il cristianesimo, « Aut Aut », n.
141, pp. 133-134. Undici studiosi alla scoperta degli Evangeli, « Tempo », n.
1, p. 64. R. Osculati, Fare la verità. Analisi fenomenologica di un lin-
guaggio religioso, Nota finale di Enzo Paci, Milano, Bompiani. Intervista con
Enzo Paci, in La filosofia dal '45 ad oggi, a cura di Valerio Verrà, Roma, ERI,
pp. 455-458. Dizionario di filosofia, Milano, Rizzoli. Voce: Esistenzialismo. Enzo
Paci. Paci. Keywords: relazione. Refs: Luigi Speranza, “Grice e Paci: i
principi metafisici di Vico” --. Luigi Speranza, “Grice e Paci: significato e
significati” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742511685/in/datetaken/
Biraghi, andrea – “Dizionario di
filosofia,” Milano.
Grice e Padovani – filosofia classica –
Luigi Speranza (Ancona).
Filosofo. Grice: “I like Padovani,
especially his focus on what he calls ‘classical metaphysics’ (‘metafisica
classica’) for what is philosophy if not footnotes to Plato?” -- essential
Italian philosopher. Ffiglio di Attilio Padovani, generale di artiglieria, e di
sua moglie, la ricca possidente veneta Elisabetta Rossati. Mentre, nelle parole
stesse di Padovani, il padre "educò i suoi figli ad una rigorosa etica
dell'onore e del dovere", ebbe un rapporto privilegiato con sua madre che
fu colei che per prima lo introdusse agli ambienti letterari di Padova grazie
alla vicinanza dei terreni della sua famiglia che erano posti a Bottrighe, nel
Polesine, dove tutta la famiglia si trasferiva durante il periodo invernale. La
solerte religiosità della madre, lo spinse a non frequentare la scuola
elementare pubblica (che ella riteneva troppo "laicizzata" dopo
l'unità d'Italia) ma a servirsi di un precettore, un ex abate che per primo lo
instradò alla filosofia. Si iscrisse quindi al liceo di Milano dove ebbe i suoi
primi contatti col positivismo che procureranno in lui e nel suo pensiero una
profonda crisi nel saper controbilanciare il più correttamente possibile questa
visione innovativa della vita con la teologia cattolica. Il padre lo avrebbe
voluto ingegnere, ma egli terminati gli studi del liceo si iscrisse aa Milano
dove seguì i corsi di Martinetti, pur prendendo a frequentare Mattiussi
(convinto tomista) e Olgiati, convinto assertore della necessità di fondere
insieme la metafisica classica con il pensiero moderno. Olgiati (a sinistra)
con Gemelli (al centro) e Necchi. I primi due furono tra i principali
ispiratori. Fu su consiglio di questi due ultimi che il alla fine decise di
intraprendere la carriera filosofica, sviluppando una sua corrente di pensiero
permeata di tutti gli spunti che nel corso della sua carriera aveva saputo
trarre dai pensieri dei suoi insegnanti e ispiratori, basandosi molto anche
sull'opera di Schopenhauer. Si laureò con una tesi su Spinoza eproseguendo poi
la sua carriera in ambito universitario divenendo dapprima assistente e poi
direttore della biblioteca. Divenne membro della Società italiana per gli studi
filosofici e psicologici e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore da poco
fondata a Milano da Gemelli. Grazie all'influsso di Gemelli, Padovani iniziò a
collaborare anche con la "Rivista di filosofia neoscolastica" di cui
divenne ben presto uno dei principali rappresentanti. Venne nominato professore di filosofia della
religione e anche supplente di Introduzione alla storia delle religioni. In
seguito alla riforma Vecchi, si trasferì a Padova dove divenne professore di
filosofia morale, avendo per college Olgiati col quale dimostrò una particolare
sintonia. Sempre affiancato da Gemelli,
anche durante gli anni della Seconda guerra mondiale riunì presso la propria
casa di Milano diversi intellettuali cattolici avversi al fascismo (noti col
nome di "Gruppo di Casa Padovani") come Dossetti eFanfani. Si
avvicinò durante questi stessi anni al pensiero filosofico e teologico di Gemelli
che puntava ad un rinnovamento attivo teorico e morale, affiancando personaggi
del calibro di Giacon, Stefanini, Guzzo e Battaglia, coi quali diede vita al
Centro di studi filosofici di Gallarate da cui poi scaturirà il cosiddetto
"Movimento di Gallarate" per il dialogo aperto tra i filosofi. Quando
Sciacca fondò il "Giornale di metafisica" egli ne fu il primo
redattore. Venne accolto come professore
di filosofia morale e filosofia teoretica a Padova. Morì ia Gaggiano. Volle per sua espressa
volontà che la notizia della sua morte fosse resa pubblica a sepoltura avvenuta
come estremo esempio della propria esistenza di stampo ascetico, come tale era
stata la sua scelta di non sposarsi. Il
pensiero filosofico La tomba di
Elisabetta Rossati, madre di Umberto Antonio Padovani e figura ispiratrice del
suo pensiero filosofico e teologico. È sepolta nel piccolo cimitero di San Vito
di Gaggiano (MI) Durante gli anni del suo insegnamento a Milano, l'attività
filosofica fu particolarmente prolifica: egli iniziò col pubblicare “Il
problema fondamentale della filosofia di Spinoza” (Milano), poi Vito Fornari.
Saggio sul pensiero religioso in Italia nel secolo XIX (Milano), “Gioberti e il
cattolicesimo” (Milano) e “Schopenhauer. L’ambiente, la vita, le opera” (Milano).
In questi scritti egli dimostrò di saper guardare attentamente non solo alla
storia della filosofia, ma anche alle suggestioni provenienti da altri panorami
filosofici e religiosi. Pubblicò il testo più importante del suo pensiero
filosofico, “La filosofia della religione e il problema della vita” (riedito “Il
problema religioso nel pensiero occidentale”), dove per la prima volta delineò
chiaramente la matrice del suo pensiero, ovvero che la religione era l'unica
strada per risolvere il problema esistenziale della vita, ovvero il male,
elemento che limita le possibilità umane, rileggendo in questo la struttura
originale della storiografia filosofica e della metafisica classica. Con la pubblicazione del suo Filosofia della
storia, egli si espresse anche riguardo allo studio della storia, il quale s ci
rivela quotidianamente il male, ovvero i limiti dell'uomo rispetto al mondo che
lo circonda, ma non è in grado (come del resto la filosofia) di fornire
soluzioni. Tali soluzioni possono pervenire unicamente dalla teologia, magari
nella sua declinazione di teologia della storia. Questo pensiero si acuì
particolarmente con una riflessione anche sulla morte negli ultimi anni, in
particolare dopo la morte della madre Elisabetta col quale egli aveva sempre
avuto un forte legame. Altre opere: – Grice: “Cf. Hampshire’s Spinoza”) Milano, Vito
Fornari; “Saggio sul pensiero in Italia,”Milano, “La storia della filosofia con particolare
riguardo ai problemi politici, morali e religiosi,” Como, “Aquino nella storia
della cultura” (Como); “Il fondamento e il contenuto della morale” (Como); “Filosofia
e teologia della storia” (Como); “Sommario di storia della filosofia,” Roma, P.
Faggiotto,Padova A. Cova, Storia dell’Università cattolica del Sacro Cuore,
Milano A. M. Moschetti, Cercatori dell’assoluto: maestri nell'Ateneo padovano,
Santarcangelo di Romagna Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. And then there’s Pagani: essential Italian
philosopher difficult to find. Padovani. Keywords: implicatura. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Padovani,” The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740815513/in/datetaken/
Grice e Paganini – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Lucca).
Filosofo. Grice: “Paganin must be
the only Italian philosopher who reads La Divina Commedia philosophically!”
-- Grice: “Strawson never read
Paganini’s ‘cosmological’ tract on ‘spazio’ but he should, obsessed as he was
with spatio-temporal continuity. Grice: “I’ll never forget Shropshire’s proof
of the immortality of the human soul – He told me he basically drew it from an
obscure tract by Paganini, as inspired by the death of Patroclus – Paganini’s
tract actually features one of my pet words. He speaks of the ‘domma’ of the
‘immotalita dell’anima umana’ – Brilliant!” -- essential Italian philosopher.Lucca
stava passando dalla reggenza austriaca seguita al collasso napoleonico al
diventare capitale del borbonico Ducato di Lucca. Compì l'intero corso dei suoi
studi a Lucca, dedicandosi, fin dai tempi delle scuole secondarie, alla
filosofia. Insegnò filosofia negli istituti secondari lucchesi. Prtecipò alla
prima guerra d'indipendenza. Dopo la fine della guerra, col l'annessione del
Ducato di Lucca da parte del Granducato di Toscana fu nominato docente nell'ateneo
lucchese. In questo ufficio fu difensore della dottrina rosminiana e nonostante
venisse sorvegliato dalla polizia il governo decise poi di offrirgli una
cattedra a Pisa a seguito dei buoni uffici di Rosso. Gli ultimi anni della sua
vita furono rattristati da due avvenimenti; la espulsione dai seminari
ecclesiastici di discepoli a lui carissimi, perché rei di professare le
dottrine del Rosmini e la condanna di certe proposizioni tolte ad arbitrio e
senza critica dalle molte opere del filosofo di Rovereto. Morì a Pisa. Annuario
della R. Pisa per l’anno accademico.
sba.unipi/it/risorse/archivio-fotografico/persone-in-archivio/paganini-carlo-pagano
Opere. Paganini. Keywords: Alighieri. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Paganini”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692032980/in/photolist-2mPXDFp-2mPNuPp-2mNaHiH-2mKRbtW
Grice e Pagano – eroe – filosofia italiana
– filosofi agiustiziati --– Luigi Speranza (Brienza). Filosofo. Essential Italian philosopher. Uno dei maggiori esponenti dell'Illuminismo ed un precursor
edel positivismo, oltre ad essere considerato l'iniziatore della scuola storica
napoletana del diritto. Personaggio di spicco della Repubblica Partenopea, le
sue arringhe contornate di citazioni filosofiche gli valsero il soprannome di
"Platone di Napoli". Nato da una famiglia di notai, si trasfere a Napoli. Studia sotto l'egida di Angelis,
da cui apprese anche gli insegnamenti del greco. Frequenta i corsi
universitari, conseguendo la laurea con il “Politicum universae Romanorum
nomothesiae examen” (Napoli, Raimondi), dedicato a Leopoldo di Toscana ed
all'amico grecista Glinni di Acerenza. Studia sotto Genovesi, il cui
insegnamento fu fondamentale per la sua formazione, e amico di Filangieri con
cui condivide l'iscrizione alla massoneria. Appartenne a “La Philantropia,” loggia
della quale e maestro venerabile. Inoltre, i proventi dell'attività di avvocato
criminale gli consenteno di acquistare un terreno all'Arenella, dove costitue
un cercchio, alla quale partecipa, tra gli altri, Cirillo. Insegna a Napoli,
distinguendosi come avvocato presso il tribunale dell'Ammiragliato (di cui diviene
poi giudice) nella difesa dei congiurati della Società Patriottica Napoletana
Deo, Galiani e Vitaliani pur non riuscendo ad evitarne la messa a morte. Incarcerato
in seguito ad una denuncia presentata contro di lui da un avvocato condannato
per corruzione che lo accusa di cospirare contro la monarchia. Venne liberato per
mancanza di prove. Scarcerato ripara clandestinamente a Roma, dove e accolto
positivamente dai membri della Repubblica. Insegna al Collegio Romano,
accontentandosi di un compenso che gli garantiva il minimo indispensabile per
vivere. Tra i suoi seguaci e allievi, il
rivoluzionario Galdi. La libertà è la facoltà di ogni uomo di
valersi di tutte le sue forze morali e fisiche come gli piace, colla sola
limitazione di non impedir ad’altro uomo di far lo stesso. Il Giudice Speciale lo
schernisce dopo avergli letto la sentenza di morte. Ritratto di Giacomo Di Chirico.
Lasciata Roma, si sposta per un breve periodo a Milano e, dopo la fuga di Ferdinando
IV a Palermo, fa ritorno a Napoli, divenendo uno dei principali artefici della
Repubblica, quando il generale Championnet lo nomina tra quelli che doveno presiedere
il governo provvisorio. La vita della repubblica e corta e molto difficile.
Manca l'appoggio del popolo, alcune province sono ancora estranee
all'occupazione francese e le disponibilità finanziarie sono sempre limitate a
causa delle sovvenzioni alle campagne napoleoniche. In questo breve lasso di
tempo, ha tuttavia modo di poter realizzare alcuni progetti. Importanti in
questo periodo sono le sue proposte sulla legge feudale, in cui si mantiene su
posizioni piuttosto moderate e il progetto di Costituzione. Essa per la prima
volta stabilisce la giurisdizione esclusiva dello stato napoletano sul diritto civile
e, tra le altre cose, prevede il de-centramento amministrativo. Prevede inoltre
l'istituzione dell'eforato, precursore della corte costituzionale. Il suo
progetto rimase tuttavia inapplicato a causa dell'imminente restaurazione monarchica.
Si distingue sostenendo altre leggi di capitale importanza come quella
sull'abolizione dei fedecommessi, sull'abolizione delle servitù feudali, del
testatico, della tortura. Con la caduta della repubblica, dopo aver imbracciato
le armi che difendeno strenuamente gl’ultimi fortilizi della città assediati
dalle truppe monarchiche, e arrestato e rinchiuso nella "fossa del
coccodrillo", la segreta più buia e malsana del Castel Nuovo. E in seguito
trasferito nel carcere della Vicaria e nel Castel Sant'Elmo. Giudicato con un
processo sbrigativo e approssimato, e condannato a morte per impiccagione. A
nulla e valso l'appello di clemenza da parte dei regnanti europei, tra cui lo
zar Paolo I, che scrive al re Ferdinando. Io ti ho mandato i miei battaglioni,
ma tu non ammazzare il fiore della cultura europea. Non ammazzare Pagano, il
più grande filosofo di oggi. Fu giustiziato in Piazza Mercato, assieme ad altri
repubblicani come D. Cirillo, G. Pigliacelli e I. Ciaia. Salendo sul patibolo,
pronuncia la seguente frase. Due generazioni di vittime e di carnefici si
succederanno, ma l'Italia, o signori, si farà. Italia si fara. Italia, o
signori, si fara. Proclami e sanzioni della Repubblica napoletana, aggiuntovi
il progetto di Costituzione, Colletta. Esponente fra i più rilevanti
dell'Illuminismo merita di essere preso in esame dalla nostra prospettiva per
la visione consegnata ai Saggi politici, un'opera a carattere filosofico -- di
‘filosofia civile' per l'ispirazione complessiva e il disegno di fondo in cui i
diversi elementi della sua multiforme natura sono orientati verso un unico
obiettivo. E anche per la filosofia politica, che emerge in tutta la sua
peculiarità da un lavoro pur dai caratteri tecnici obbligati come il Progetto
di Costituzione della Repubblica napoletana, da lui personalmente
redatto. Saggi: “Burgentini”, “Oratio ad comitem Alexium Orlow virum immortalem
victrici moschorum classi in expeditione in mediterraneum mare summo cum imperio
praefectum”; “Gli Esuli tebani. Tragedia” (Napoli); “Contro Sabato Totaro, reo
dell'omicidio di D. Giuseppe Gensani in grado di nullità aringo” (Napoli); “Il Gerbino
tragedia” e “Agamennone: monodramma-lirico” (Napoli, Raimondi); “Considerazioni
sul processo criminale (Napoli, Raimondi); “Ragionamento sulla libertà del
commercio del pesce in Napoli. Diretto al Regio Tribunale dell'Ammiragliato e Consolato
di Mare” (Napoli); “Corradino: tragedia” (Napoli, Raimondi); “De' saggi
politici”(Napoli, aRaimondi); “L' Emilia: commedia” (Napoli, Raimondi); “Saggi
politici de' principii, progressi e decadenza della società” (Napoli); “Discorso
recitato nella Società di Agricoltura, Arti e Commercio di Roma nella pubblica
seduta del di 4 complementario anno 6° della libertà, Roma, presso il cittadino
V. Poggioli. “Considerazionisul processo criminale” (Milano, Tosi e Nobile); “Principj
del codice penale e logica de' probabili per servire di teoria alle pruove nei
giudizj criminali”; “principj del codice di polizia” (Napoli, Raffaele Di
Napoli). Le opere teatrali non furono
mai rappresentate in pubblico. Le mette in scena privatamente nella sua villa
dell'Arenella. Sono caratterizzate da temi prevalentemente sentimentali
mascherando i temi civili che pur in esse sono presenti, con funzione quindi
pedagogica nei confronti del popolo. Intitolazioni e dediche Statua
di Mario Pagano a Brienza (PZ) Al giurista lucano sono state dedicate alcune
opere letterarie come Catechismo repubblicano in sei trattenimenti a forma di dialoghi
di Francesco Astore e Mario Pagano, ovvero, della immortalità di Terenzio
Mamiani. Nella Corte d'Assise di Potenza fu collocato un busto marmoreo in suo
onore, opera di Antonio Busciolano. Gli venne dedicato il Convitto nazionale
Mario Pagano di Campobasso, con regio decreto firmato da Vittorio Emanuele II.
Alcune logge massoniche furono intitolate a suo nome, come quella di Lecce e di
Potenza.. Nel Venne inaugurato un busto in marmo ai giardini del Pincio (Roma),
realizzato da Giuseppe Guastalla. Il suo personaggio apparve nel film Il resto
di niente di Antonietta De Lillo, interpretato da Mimmo Esposito. Elio Palombi,
Pagano e la scienza penalistica del secolo XIX, Giannini, Fulvio Tessitore,
Comprensione storica e cultura, Guida, Petronilla Reina Gorini, Ricordanze di
trenta illustri italiani, Minerva, N. Perrone, La Loggia della Philantropia. Un
religioso danese a Napoli prima della rivoluzione. Con la corrispondenza
massonica e altri documenti, Palermo, Sellerio, A. Pace, Annuario, Problemi
pratici della laicità agli inizi del secolo Wolters Kluwer Italia, Mario D'Addio,
Le Costituzioni italiane: Colombo, Ottorino Gurgo, Lazzari: una storia napoletana,
Guida, Saverio Cilibrizzi, I grandi Lucani nella storia della nuova Italia,
Conte, Alessandro Luzio, La massoneria e il Risorgimento italiano: saggio
storico-critico, Volume 1, Forni, Vittorio Prinzi, Tommaso Russo, La massoneria
in Basilicata, FrancoAngeli, Carlo Colletta, Proclami e sanzioni della
repubblica napoletana, aggiuntovi il progetto di Costituzione di Mario Pagano,
Napoli, Stamperia dell'Iride, Dario Ippolito, il pensiero giuspolitico di un
illuminista, Torino, Giappichelli Editore, Nico Perrone, La Loggia della
Philantropia. Un religioso danese a Napoli prima della rivoluzione, Palermo,
Sellerio, Franco Venturi, Illuministi italiani, tomo V, Riformatori napoletani,
Milano-Napoli, Ricciardi, Repubblica Napoletana Repubblicani napoletani
giustiziati Emanuele De Deo. Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Considerazioni
sul processo criminale, su trani-ius. Progetto di Costituzione della Repubblica
Napoletana, su repubblicanapoletana. Principii del codice penale, su trani-ius.
Relazione al Convegno di Brienza su Mario Pagano, del 25-27 ottobre 1999, su
trani-ius. Dell origine delle pene pecuniarie.
2 7 C A P . De'progresiviavanzmenti della sovra nità per mezzo de'giudizi. Del maggior
estabilimento de'giulizi. Pruovestoriche.Presode'Creci giudicava della Socieeta.
Del duello. Degli altri modi aduprati
ne'divinigiu dizj. CAP. XIV. DellaFortura. Sull'ifteltosoggetto.
Prüovestoriche. Coltura inquest 'ultimo period della barbarie. Dello sviluppo della macchina; e del
miglioramento del costume,delloSpirito, e delle 79 quantoelle çonferial miglioramento
del costume ca,edella originedelcommercio, di antichitd. 59 . lingue. SAG
. 8q 24 de'popoli. De'giudizj degli aprichi Germani, ede' Scioglimento di una
opposizione alleco Se dette. Deprincipidellagiurisprudenza de'bar De
divinigiudizj. Nuova explicaziurediun famoso puntu Della legislazione di questi
tempi, Dello stato delle proprietà , e dell'agri. Dellorigine
dell'ospitalitit,ecome, Delle arti , e delle scienze di cotest'epur 78 barbari
della mezza età DellaReligione. De
principi e progressi delle società colte. L'estinzione della indipendenza
privata , la libert . civile , la moderazione del governo forma no l'esenziale
colturadellenazioni. Dell'originedellaplebe, ede'suoidrit 'ti. Delle varie
caçioni , dalle quali nascono gono dalla varia modificazione della macchina.
113 CAP.IX.De'climi più vantaggiosi all'ingegno ed al valore Ea
lergenonfrenalalibertà,mala garantisce e ladifende vi e polite.
i diverfi governi , e primieramente delleinterne. Dellaeducazione.
Dell'esternecagioni locali,chesuldiver fo governo hanno influenza, Delclima.
diverfi. Del rapporto dellasocietà colle potenze stranicre. Dellalibertà,edellecagioni
,che la tolgono. Comelaleggecivilepofanuocere alla De'diversielementi
dellaCitta.Della leggeuniversale, edell'ordine cosifisico, come morale. Come
leforze,edoperazionimoralifor. Come secondo i varj climi nafcono governi
libertà, inducendo la servitù. Dellalibertapolitica. Delledueproprietàdiogni
moderato, Deldrittoscritto,delleleggie giu e regolar governo risprudenza
de'coltipopoli, La moltiplicazione degli uomini è maggiore neglistati
guerrieri , che ne'commer. Del Gusto , e delle belle arti. Del piacevole. Del
rafinamentodelgusto,devarjfonti del piacere. Delle leggiagrarie dell'antiche
repub Della galanteria de popoli colti. Dellagalanteriadebarbaritempi. Delle
arti di lullo de'populipoliti, DelamonetatedeleFinanze: Dell'oggetto delle
belle arti, edelgusto. Dell'ingegno creatore , 3DelloSpirito,ecostumedelle
colte nazioni. Delle sorgenti del Genio. Qualigoverni fieno per loro natura
guerrieri,equali commercianti Quali cose forminu la bellezza nelle arti
imitative . L'unit. forma e la bontd , e la bellez za degli elleri. Proprieta.
bliche,e della violentari partizione de poderi. Di duegeneridistati
o'conquistatori, o commercianti. cianti . Di unterzogenere distato nè.com ,
Divisione delle belle arti. De'contrasti,opposizione,antitesi. 2Deldilicato,del
forte, delsublime, dela delle grazie , e dell'intereffe Jempre vivo Decadenza
delle belle arti delle nazioni, e della prima di elle , cive dello sfibramento
dellamacchina dell'uomo , e delle zioni dalla prima , e del novello stato
selvaggio. Generale prospetto della Storia del Reggno. Del progresso e
perfezione delle belle arti. Dell'epoche progresive de'varii ramı delle belle
arti. Del corso delle belle arti IN ROMA, e nella moderna Italia. conseguenze
morali. Dellacorruzionede'regolarigoverni, la quile rimena la barbarie.
Lagrandezza ne'popolicolti ne'barbari, la dilicatezza ,esublimitd èmaggiore. Delle
Scienze , e delle arti delle nazioni corrotte. Divifone dal dispotismo. Della
decadenza delle Nazioni . Delle universali cagioni della decadenza. Diversità
dellaseconda barbarie delle na . De lcorso delle nazioni di Europa. Dell'inondazionede'barbari,e
delri Jorgimeuto dell'europeacostura. Le
note segnate colle pa Dello ftata degli uomini , che sovravissero alle vi.
focievole. cende della natura . liare .Del secondo stato della vita selvaggia.
Dei varj doveri, e dritti de'compagni , coloni , Del primo stato della vita
selvaggia. Del terzo fato della vita selvaggia. Delle cagioni che strinfero la
sociesà fami Del vero principio motore degli uomini al vivere.
Delleduespeciede'bisognififci,emorali. Della distinzione delle famiglie,
dell'origine della nobiltà. Dell'incremento delle famiglie e dell'origine de
famoli, e delle varie lor claffi. fervi. Del quarto stato della vita
selvaggia. re Società . 60 Della
domestica religione di ciascunafamiglia. 79 Dell'origine dell'anzidetta religion
domestica . Si Ricapitulazione de'diversi stati della vita selvago. Degli
affidati,e de'vafalli della mezza età. ST Paragone tracompagnoni de'Germani
,fooj de Greci,e i cavalieri erranti degli ultimi barba
L'imperodomesticoficonrinnòneleprime barba 69 Dell'antropofagia y o fia del
pasto delle carni u m d ri tempi. 64 gia. Della religione de'selvaggi.
De'costumi de'selvaggi. 89 Del secondoperiodo delle barbare nazioni. e di coloro, che ghi . ins 116 se de'pa V. blici militari consigli.
Dello stabilimento del le città e del primo periodo delle barbariche società.
conviti . Chene'tempi degliDei fi tennero iprimi pub. Della Teocrazia . Dello
stato della religione del le prime società. Dell'influenza della religione in
tutti gli affari de'barbari . la componevano .
Delprimo passo dele selvagge famiglie nelcorso civile , ossia
dell'origine de vichi. Dell'origine de'tempj, é di'pubblici, ésacri Della
sovranità della concione, i20 СА. Dellidee degli antichi intorno
allamonar· 143 Dellaforma dellaromana repubblicanelsecondo. Del governo de
primi greci.De'costumi, delgenio di questa età,e della tral de'costumi di
questa età della fo Dell'arti, .Saggio II.Dellorigineestabilimento Dello
stabilimento delle città e del primo periodo . Che ne'tempii degli Dei si
tennero i primi pub blicimilitariconsigli . Della teocrazia Dello stato della
religione delle prime società Dell'influenza della religione in tutti gli
affari dei barbari componevano. Dell'idee degli antichi intorno alla monarchia
Della forma della romana repubblica nel secondo Del governo feudale di tutte le
barbare 'nazioni. Della sovranità della concione e di coloro che la Del governo
de'primi Greci. De 'giudizi nel secondo periodo della barbarie di . periodo
della barbarie ROMA. De'costumi,del genio di questa età edellatrasmi.
Continuazione de costumi di questa età della so CAPITOLO XVIII. Del progresso
delle barbare società : del terzo ed ultimo loro periodo CAPITOLO I.
De'progressivi avanzamenti della sovranitàper mezzo bari tempi esercitato da're. De'principii
della giurisprudenza de'barbari. Del diritto della proprietà . grazione delle
colonie de barbari Il potere giudiziario non venne negli eroici e bar.
de'giudizi . cietà Delle arti e cognizioni di questa età. Del maggiore
stabilimento del giudiziario potere . Del ducllo. Degli altri modi adoprati
ne'divini giudizi. Dello stato della proprietà e dell'agricoltura in Dello
sviluppo della macchina e del miglioramento del costume , DELLO SPIRITO ROMANO
E DELLA LINGUA ROMANA. dconferi al miglioramento del costume de popoli . Dell'
arti e delle scienze di cotest'epoca, dell'ori quest'ultimo periodo della
barbarie . gine del commercio . De'divini giudizi Della legislazione di questi
tempi . Dell'origine dell'ospitalità , e come e quanto ella Della tortura Della
religione o dest civile,la moderazione del governo formano l'es.
senziale coltura delle nazioni. Dell'origine della plebe e de'suoi diritti
verni , e primieramente delle interne. Delle varie cagioni dalle quali nascono
idiversi go hanno influenza . Come le forze ed operazioni morali sorgono dalla
Della società colta e polita. L'estinzione dell'indipendenza privata, la
libertà De'diversi elementi della citt. Della educazione. Dell'esterne cagioni
locali che sul diverso governo Del clima varia modificazione della macchina
De'climi più vantaggiosi all'ingegno ed al valore . Secondo i vari climi
nascono governi diversi . Della libertà e delle cagioni che la tolgono Della
legge universale e dell'ordine cosi fisico co Delle varie specie della legge ,
e della legge civile . La legge non toglie la libertà, ma la garantisce. Vera
idea della libertà civile. Come la legge positiva possa nuocere alla libertà
civile. Della legge relativamente alla proprietà. Del rapporto della società
colle potenzę straniere , . me morale . 9Della libertà politica Della giusta
ripartizione delle possession. Delle leggi agrarie dell'antiche
repubbliche,edella forme degli stati cianti commercianti Di un terzo genere di
stato né commerciante ne varia ripartizione de'poderi . Leggi ed usi
distruttivi della proprietà Delle varie funzioni della sovranità e delle varie.
Di due generi di stati, o conquistatori o commer. Quali governi sieno per lor
natura guerrieri e quali. La moltiplicazione degli uomini e maggiore negli
stati guerrieri che ne commercianti conquistatore .Partizione della legge
civile, qualità delle leggi Della moneta e delle finanze Dell'arti
di lusso de'popoli politi zioni Dello
spirito e costume della nazione italiana. Della passione dell'amore de'popoli
colti. Della decadenza delle na. . Della corruzione delle società . Stato delle
cognizioni in una nazione corrotta. Costumi e carattere delle nazioni corrotte.
Della galanteria de'tempi cavallereschi . Cagioni fisiche e morali della
decadenza della sociela Divisione del dispotismo. Del civile corso delle
nazioni d'Europa Dell'inondazione de'barbari e del risorgimento del Discorso
sull'origine e natura della poesia CAPITOLO J. Del metodo che si tiene nel
presente discorso Dell'origine del verso e del canto. Le barbare nazioni tutte son di continuo in
una vio leuza di passioni, e perciò parlano cantando Origine ed analisi delle
prime lingue dei selvaggi e Diversità della seconda barbarie delle nazioni
dalla prima, e del novello stato selvaggio l'europea coltura barbari
Dėll'interna forma ed essenza poetica, è propria mente della facoltà pittoresca
de primi poeti , Della maniera di favellar per tropi , allegorie e caratteri
generici Analisi di alquante voci greche e latine le quali fu rono traportate
dalle prime sensibili nozioni a rap
Della personificazione delle qualità de'corpi nata dalle prime
astrazioni della mente umana. Per quali ragioni tutte le cose vennero animate
Continuazione universale Della qualità patetica dell'antica poesia e de'co Ricapitolamento di ciò che si è detto
presentarne dell'altre . La poesia è un genere d’istoria , ossia un'istoria
.rica dell'antica poesia. Dell'origine della scrittura . dalle vive fantasie
de'selvaggi . lori dello stile. Più distinta analisi della lingua allegorica e
gene. Dell'origine della pantomimica , del ballo e della Dell ll'origine delle
feste. Commedia , tragedia , satira , ditirambo furono in Conferma
dell'anzidetta verità musica principio una cosa sola . Saggio del Gusto e delle
belle arti Dell'oggetto delle belle arti e del gusto . Della nascita della
tragedia Della tragedia. Dell'origine delle varie specie di poesia Delle belle
arti. Divisione delle belle arti. Del piacevole 544 e dell'interesse sempre
vivo Dell'ingegno creatore. Quali cose formino la bellezza nelle arti imitative.
L'unità forma e la bontà e la bellezza degl’esseri. Del raffinamento del gusto ed
e vari fonti de lpiacere. De'contrasti, opposizione, antitesi/ Del dilicato,
del forte, del sublime e delle grazie. Delle sorgenti del genio. La grandezza e
sublimità ċ maggiore nei barbari; la dilicatezza ne'popoli colli
Decadenza delle belle arti. Del corso delle belle arti in Roma e nella
moderna Continuazione » -- Del maggior estabilimenta del giudiziari opotere. mente
De progres sivi avanzamenti del la Sovranità per wieszo delGiudizj.
Deprincipjdellagiurisprudenzadibarbari. Del Duello Deglialtrimodiadopratine'd'ùinigiudizj. Della
Tortura . Della legislazione di questi tempi . C A P. Dello stato della
proprietà, e dell agricoltura in 45 Dello sviluppo della macchina, & del
migliora. Il potere giudiziario non venne negli eroici; e bara bari tempi
esercitata da re . quest'ultimo periodo della barbarie. De divini giudiz].mento
del costume, dello spirito, e dellelina gue. Dell'arti, e delle scienze
dicorest'epoca, dell origine del Commercio . L'estinzione della indipendenza
privatą, la liber: D e diversi elementi della città nità per Della Religione
Ultimo Dell'esternecagioni locali,che suldivariopovera Dell'originedellaplebe,ede'suoidritti.
7wotere.20 94 iebare Dellevariecagioni dallequalinasconoidiversi governi,e
primieranientedell"interne. Della educazionerà civile, la moderazione del
gover formand l'essenziale coltura delle nazioni. . Dell
originedell'ospitalità, e come, e quanto ella confert al miglioramento del
costume de popoli . leforzeed operazionimoralisorgonodala Come modificazione
dellamacchina. la varia 103 lore i ed al vas P. X. Secondo i varj climi nascono
governi diversi. Delle varie specie della legge, e della legge ci vile . La
leggenon togliela libertà, ma carentisce la vera idea della libertà civile .
Della libertà politica. Del clima . De
climipiùvantaggiosi all'ingegno, CA Come la legge positiva possa nuocere alla
libertà civile . Dellaleggeuniversale, edell'ordinecasi fisico, come morale ,
Della legge relativamente alla proprietà. no hanno influenza: Del rapporto
della società colle potenze stranie. Della libertà, e delle cagioni, che la
tolgono ,Quali governi sieno per lor natura guerrieri ,e quali commercianti
,Dellapassionedell'amoredepopolicolti. Delle varie funzioni della sovranità , e
delle varie forme degli stati. Di duegeneridistari,oconquistatori,ocoma
mercianti. Di un terzo genere di stato nel commerciante nd conquistatore . La
moltiplicazione degli uomini a maggiore negli stari guerrieri, che ne
commercianti. Partizione della legge civile , qualità delle Lego
gi.Dellagiust:ripartizionedelepossessioni. Dello
leggiagrariedell'anticherepubbliche,edel la varia ripartizione de'poderi. Leggi
, ed usi distruttivi della proprietà . Della moneta delle Finanze .
Dellospiritoecostumedellecoltenazioni. 195 Della galanteria de tempi
Cavalereschie. Dell arti di lusso de'popoli politi, Costumi , e carattere delle
nazioni corrotte . Diversità della seconda barbarie delle nazioni dala
laprima,èdelnovellostatoselvaggio , Del civile corso delle nazioni di Europa .
Dell'inondazione de barbari, e del risorgimento delloeuropea coltura seri e
delle crisi, per mezzo delle quali si Dell'estrinseche morali cagioni, che
turbano il naturaleedordinariocorsodelleNazioni pag. Della varia efficacia
delle anzidette cagioni orientale Delle varie fisiche catastrofi. Delle
differenti epoche delle varie fisiche cata Ragioni del Vico contra l'antichità
e la Sapienza. Dell'antichissima coltura degli Egizie de' Caldei» 87 De
'Caldei. strofi della terra Della contesa delle nazioni sulle loro antichità. Dellà
successione di varie fisiche vicende Del
disperdimento degli uomini per mezzo delle naturali catastrofi Delle morali cagioni attribuite dagli uomini
igno ranti a'fisici fenomeni Delle diverse cagioni delle favoleDelle diverse
affezioni degli uomini nel tempo delle crisi Delle crisi di fuoco Continuazione
dell'analisi degli effetti prodotti nello spirito dallo sconvolgimento del ce
Dellaverosimiglianzadelpropostosistema . VIantichissime nazioni
orientali. Del modo come sviluppossi l'uomo dalla terra Dello stato primiero
della terra e degli uomini , e delle varie mutazioni sulla terra avvenute
»Seconda età del mondo Originė degli uomini secondo il sistema delle . Sviluppo
dell'anzidetta platonica dottrina sui due Della favola di Pandora . Dello
spirito delle prime gentili religioni periodidelmondo. Prima età del mondo »
140 9 142 ed origine della secondo l'antichissima teologia Sviluppo dello
spirito umano , ·religione Dell'invenzione dell'arti,e degli usi
giovevoli L'ordine della successione delle varie catastrofi Dello stato de
popoli occidentali dopo 1°Atlan tica catastrofe Del diluvio di Ogige , e di
Deucalione Delle morali cagioni che diedero all'anzidetta favola
l'origine,ed'altre favole eziandio porto. Ricapitolazione
Diunaparticolarecrisidell'Italia alla vita si ritrova solo nella mitologia
Dell'Atlantica catastrofe . che alla medesima catastrofe hanno rapDello stato
degli uomini, che sopravvissero'alle vicende Del terzo stato della vita
selvaggia . Delecagioni,chestrinserolasocietàfamigliare, Del vero principio
motore degli uomini al vivere socie Della distinzione delle famiglie, o
dell'origine della Pag. 5 della natura .
yole .Del primo stato della vita selvaggia. Del secondo stato della vita
selvaggia . Delle due specie de' bisogni fisici , e morali . nobiltà .
Dell'incrementodelefamiglie,edell'origine defa Dei
varjdoveri,edirittide'compagni,coloni,eservi. Degli affidati, e de vassalli
della mezza età. Paragone tra'compagnoni de'Gerinani,socj de Greci,
eicavalierierrantidegliultimibarbaritempi. 59 Del quarto stato della vita
selvaggia . L'impero domestico si continuò nelle prime barbare Dell'anıropofagia , o sia delpasto delle carni
umane . 75 80 CAPITOLO XX. Ricapitolazione de
diversistatidellavitaselvaggia.86 moli , e delle varie ior classi. Della religione de' selvaggi . Della domestica
religione di ciascuna famiglia .' Dell'origine dell'anzidenta religion domestica. e ' . società . De costumi de'selvaggi. Del
primo passo delle selvagge famiglie nel corso civile, ossia dell'origine
de'vichi,ede'paghi. CAPITOLO II. Dello stabilimento delle città , e del primo
periodo delle Del secondo periodo delle barbare nazioni . Dell'origine de tempj
, e de'pubblici , e sacri con. viti. Chene
tempjdegliDeisitenneroiprimipubblicimi CAPITOLO VI. CAPITOLO VII. Dello stato
della religione delle prime società . 1 1 9 Dell influenza della religione in
tutti gli affari de' baru Della sovranità della concione , o di coloro , che la
componevano . Del governo de primi Greci , litari consigli. 115 Della
Teocrazia. bari . barbariche società. 1ell'idee degli antichi intorno alla
monarchia . CAPITOLO XII. Della forma della Romana repubblica nel secondo pe
riodo della barbarie , CAPITOLO XIIL CAPITOLO XIV .
Delgovernofeudaledituttelebarbarenazioni. 151 CAPITOLO XVI. Di
costuini,delgeniodiquestaetà,e della trasmi Continuazione
de'costumidiquestaetàdellasocietà.164 CAPITOLO ULTIMO, Dell'arti, e cognizioni
di questa età .TAPITOLO I. Del dritto dellaproprietd. pag. Í CAP.
II.Dellasorgente dedritti ingenera le , e di quello della proprieta .
3Delprogresso della proprietd, e dell'ori De'costumi,delgenio diquestaetà,edel Dellearri,ecognizionidiquesta Del progresso
delle barbare focietà , offia del terzo Della
forma della Romana Repubblica nel secondo (1)Parlando
Liviodell'elezione,chedoveafarsidelre per la morte di Romolo,adopra sì,fatta
espressione. Summa potestatepopulo perinissa.E soggiunge. Decreverunt enim (
Senatores ), ut cum populus jussisset, id sic ratum esset sipatresauctores
fierent.I.1.C.VII.Quindi tuconvocata laconcione,evenne elettoreNuma.E
l'istessoautoredell' elezionediTulloOstiliodice:regempopulus jussit,patres
auctores facti. I senatori ,come si è detto altrove, fiebant auctures.Perchè
tutte le cose prima eran proposte nel sena to,indi allaconcione recate.Auctor è
l'inventore,il propo nitore , il principio , ed origine della cosa . Vol.II.
IO 145 Nox CA P. XII. periodo della barbarie . . questi furono i quiriti
, cioè gli armati di asta : avvegnachè ,come gli altri popoli barbari uella
concione , ne' comizi on differente affatto dal regno eroico fu il go verno de'
primi Romani . ll re ad un senato prese deva,econsenatoriprendera le
deliberazioni,le quali nella grand'assemblea del popolo ricevevano
lasanzionedilegge(1).Il potere de'primiredi Roma era limitato così,come quello
di tutti i re gnanti de' tempi eroici . La sovrana dello stato era
laconcione,> checomponevasidaque'capidelle tribù,edellecurie,iqualierano
dettidecuriones, e tribuni, che uniti votavano per le di loro curie , e
tribù,come ne'parlamenti nostri ibaroni rappre. sentavano le di loro terre , e
città . E > > serva (1) E tal antico costume Virgilio dipinse
negli eroici compagni d'Enea . Ductores Teucrim primi, et delecta juventus
Consilium summis regni de rebus habebant . Scant longis adnixi hastis, et scula
tenentes. 146 e poi per varj gradi , e dopo molto correr di tenipo alla
libertà pervenne ,e tardi assai acqui stò il diritto alla magistratura. Prima
ottenne di es Da più luoghi di Omero si ravvisa il costume medesimo de'Greci.E
fu questo un generale costume di tutte le barba re genti adoprato nelle
generali assemblee . Perché i barbari temendo ognora le sorprese de'nemici
,stanno sempre in su l'armi, nè confidano la di loro sicurezza personale ,anche
tra' cittadini, alla legge, ma al di loro braccio soltanto,Tacito de'
Germani:utturbaeplacuit,considuntarmati.Tum adne gotia,nec minus suepe ad
convivia procedunt armari,Livio 1. de'Galli dice,In his
nova,terribilisquespeciesvisa est,quod armati (ila mos gentis ) in concilium
venerunt, Ovidio ci attesta l'istesso de'Sarmati, degli Umbrici Stobeo, 9
radunavansi que' capi coll'asta alla mano , la qua le portavan per simbolo del
loro impero, non che per la propria difesa (1). i La plebe era tanto serva in
Roma ,quanto pres so iGermani,iGalli,iGreci.Ella non aveva par.
tenellaconcione.Questo argomento fu dalnostro gran Vico ampiamente
trattato.Egli sviluppò l'in terosistemadelgovernoRomano,edispiegando il corso
della storia di quel popolo ha dimostrato,che per gran tempo in Roma la plebe
fu dell'intutto 9 . 21. , 147 ser affrancata , poi consegui il
bonitario dominio , cioè l'utile, e dipendente dal diretto,che inobili possedevano;quindi
fece acquisto del perfetto,e compiutodominio,detto quiritario,perchèfupria
de'soliquiriti,ossia de'patrizj,enobiliRomani; e finalmente ebbe voto
nell'assemblea , e partecipe divennedellaRepubblica,che darigidaaristocra zia
in popolare alla fin sicangiò (1).Come nel prin (1) Populus de'Latini valse da
principio , quanto laos de'Greci,che significò una tribù, una popolazione,come
abbiamo altrove mostrato . Quindecim liberi homines populus est.Apuleius in
Apol.E Cesare dice nel 1,6. de bello Gall. si quisant privatus, aut populus
eorum decreto non stetit. Ove dinota populus popolazione,tribù. Ma se populus
da principio dinotò una speciale popo lazione,e tribù,nel progresso si prese
tal voce per la radu nanza ditutteletribù,checomponevanolacittà.Ma ven nero
rappresentate queste tribù da' capi detti Tribuni, nome che restò per dinotare
militari magistrati,come tribuni milia Eum.Ma
primasignificòancheicivili,cioèigiudici,onde Tribunal si disse il luogo , ove
amministravasi giustizia . I Latini scrittori, che vennero in tempo , che ogni
orma dell' antico stato erasi perduta , ed erasi colle cose cambiato il
vam 7 . 7 pulus trasse il nome da populus pioppo . Perocchè questa p o
polazione radunavasi sotto di un pioppo quando di comune interesse trattavasi,
secondochè in alcune terre del regno an cor oggid) si usa, quando parlamentasi
. E tal costume di radunare sotto degli alberi il popolo è ben antico , e
secondo la semplicità delle prime genti.Ateneo l. 12. p. 539. scrive, che sotto
di un platano i primi re della Persia davan udienza a' litiganti, e decidevano
le liti. 9 E per avventura po cinio la plebe poteva avere il
diritto di suffragio ne'comizj,non avendo proprietà nè reale,nè per sonale ?
Tale fu ilcorso,che fece la Bomana repub blica,come quel valentuomo
dimostrò,non dissi mile da quelle dell'altre barbare nazioni (1).Egli è però
vero , che un'intempestiva tirannide turbo p e r p o c o il c o r s o r e g o l
a r e d i q u e l l a c i t t à . I r e p r e sero in Roma sin dall'albore
de'suoi giorni van, taggio “grandissimo su gli altri prenci, e capi.Il po polo
Romano era più tosto un esercito,e la città un campo,e un militare
alloggiamento,quella fe roce,emarzialegenteerasempreinguerra,eco m e il l u p o
, v e r a c e e m b l e m a d e l s u o g e n i o n a t i v o nutrivasi di
sangue,e distruzione.Or se come ben anche Aristotile osservò parlaydo degli
eroiciregni, era nella guerra maggiore il poter del re presso tut telebarbare
nazioni,meraviglianonè,seilca p i t a n d e l l ' a r m i , il d u c e d e l l
a g u e r r a , i l usurpato una straordinaria potenza in Roma .Il po tere
esecutivo sempre ne'tempi di guerra,come il mare nelle tempeste diffondesi
sulla terra,guada gpa sul poter legislativo . M a i re di R o m a sforniti di
straniera milizia invanu tentarono ritenere colla 148 9 re
lordelleparole,ricevendo latradizione,cheilpopolone' cominciamenti di quella
repubblica nell'assemblea radunato dis poneva della pubbliche
cose,s'ingannarono credendo,che la plebe ben anche quivi votasse. (1).Nel libro
2. della scienza nuova . avesse 149 forza quel potere,che avean
acquistato coll’autori tà.Vennero discacciati da quella repubblica,ed ella ben
tosto rientrò nel suo ordinario cammino . CAP. XIII. De'giudizj nel secondo
periodo della barbarie di Roma . Le dueispezionidelapublicaasembleaerano in
Roma in questa second'epoca della barbarie la guerra esterna , e la
persecuzione de'ribelli cittadi ni.Ma lecoseprivate,lapersonaldifesa,lapar
ticolar vendetta veniva per anche ai privati affida ta.L'impero domestico
conservava ilsuo vigore. I feroci padri di famiglia non cedevano ancora la di
loro sovrana , e regia autorità , se non per quella parte che rimirava la
pubblica difesa , onde veniva composto l'unico sociale legame .Ma rimaneva in
tatta, ed illesa la di loro sovranità riguardo alle loro famiglie , e alla
privata difesa , ed offesa . Viveano ancora nello stato di privata guerra .Il
ferro decideva delle loro contese,e col privato braccio prendean rendetta delle
private offese. Ilpopolo dunque,che radunavasi in Roma in quest'età
nell'assemblea ,era quella popolazione, o truppa de'servi,clienti, e compagni
guidata dal suo capo , e il voto suo era quello del suo signore 9 che dovea
sostenere,e difendere,ubbidire,e se. guirnellaguerra,dacuinonformava persona di
versa secondo le cose già dimostrate . . > . Niun'altra nazione
ci ha conservato monumenti piùchiaridellostatodellaprivata,ecivile guerra del
popolo Romano . Il processo Romano è la sto
riadelduello,permezzodicuiterminavano que' barbari abitatori dell'Aventino le
loro contese ,Tut. ti gli atti , e le formole di tal processo altro non che i
legittimi atti di pace sostituiti a que' primi violenti modi . Quando la
concione , ossia il governo cominciò a mischiarsi nelle private contese , a p o
c o a p o c o il d u e l l o a b o l ì , e c a n g i ò il m o d o d i
contrastare , rilasciando in tutto l'apparenza medesi -
ma,leformole,egliattistessi:laguerra arma tainlegale combattimento fu
tramutata.Secondo chealtrovesièdeito,iriti,eleformole sonola storia
dell'antichissima età delle nazioni (8). Cioc chè l'acutissimo Vico al
proposito di alcune formo le dell'antico processo Romano osservd . 150 7
sono , Ma ilprocesso civile ci conservò le formole dell'antica barbarie , e non
già il criminale . Il civi lenacque ne'tempi alla barbarie più vicini.Più tardi
ebbe l'origine il giudizio criminale . I barbari soggettaronoprimailoro averi
all'arbitrio altrui, che le proprie persone . L'ultima , cui si rinunziò
dacostoro,fulavendettapersonale.Meno sisacri fica della naturale indipendenza ,
rimettendo nelle mani di un terzo i diritti della proprietà ,che quel li della
persona . Quindi i pubblici giudizj essendo sorti nel tempo della coltura, non
serban gran ve. stigj dello stato primiero .
Francesco Mario Pagano. Mario Pagano. Pagano. Keywords: eroe,
massone, Italia si fara. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pagano” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716791072/in/photolist-2mQ81kz-2mQ8kJS-2mPvJmk-2mN35cA-2mKFrQ6-2mKUufg-2mKAEA8-2mKG3XG-2mKCnei-2mKuZ8r-Ck9fTK
Grice e Paggi – filosofia italiana – filosofia
ebrea – “Ebrei d’Italia” -- Luigi Speranza (Siena). Filosofo. Grice: “C. of E. folks are all over
the place – but how many of them actually KNOW Hebrew!?”” -- essential Italian
philosopher. Filosofo. Insegna a Lasinio, Tortoli e a Ricci. Svolge per diversi
anni l'attività di mercante nella sua città natale. Abbandona il commercio ed
aprì un istituto. Insegnante ed educatore nello stesso istituto, sviluppando un
metodo logico, facile ed ameno insieme. La Comunione israelita lo volle a
Firenze, dove Paggi si trasfere con la moglie e i cinque figli. Insegna nelle
Pie Scuole fiorentine, mentre i figli Alessandro e Felice avviarono una casa
editrice. Tra i testi pubblicati vi furono anche le opere del padre, apparse
nella collana «Biblioteca Scolastica». Scrive inoltre una grammatica e un lessico
ebraici per i suoi figli. Per opera della moglie sorse a Firenze un istituto. “Ebrei
d'Italia” (Livorno, Tirrena); “Una libreria fiorentina del Risorgimento” (Firenze,
Ciulli). Mordecai Paggi. Paggi. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Paggi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51741417580/in/datetaken/
Grice e Pagliaro – filosofia italiana – filosofia
siciliana – la lingua dei siculi -- Luigi Speranza (Mistretta).
Filosofo. Essential Italian philosopher.
Linceo. Fu uno dei fondatori della scuola di romana.
Fra i padri della semiologia, ha introdotto gli studi sul pensiero linguistico. Dopo
il diploma al Regio Ginnasio di Mistretta, si iscrisse al corso di laurea a Palermo,
dove ebbe, tra gli altri, come docenti Nazari, Pitrè, Gentile e Guastella. Si
trasferì poi a Firenze dove subì l'influenza di Vitelli, Antoni e Pistelli. Partecipò
volontario come sottotenente del Corpo degli arditi, e fu insignito della
medaglia d'argento al valor militare. Si iscrisse all'Associazione Nazionalista
Italiana e prese parte all'Impresa di
Fiume al seguito di D'Annunzio. Si laureò discutendo con Parodi e Pasquali la tesi Il digamma in Omero. Trascorse
un periodo di studio in Germania, seguendo corsi di linguistica latina di
Meister. Seguì i corsi di Kretschmer a Vienna. Ritornato in Italia, conseguì la
libera docenza in indoeuropeistica, quindi fu chiamato da Ceci ad insegnare,
per incarico, storia comparata delle lingue romanzi a Roma. Vinto un concorso a
cattedre, divenne ordinario di glottologia, nuova disciplina che ereditava il
corso di Storia comparata delle lingue romanzi. Insegnò anche "Storia e
dottrina del fascismo" e
"Mistica fascista.” Aderì al Partito nazionale fascista e ne fu uno degli
intellettuali di spicco, presiedendo anche alcune edizioni dei Littoriali della
cultura, che ogni anno raccoglievano i migliori universitari italiani. Fu primo
capo redattore dell'Enciclopedia Italiana, dove curò numerose voci, fin quando
non entrò in contrasto con il conterraneo Gentile, che dirigeva l'opera. Non
figura tra gli accademici d'Italia, ma fu eletto al Consiglio superiore dell'educazione,
dove rimase fino allo scioglimento. Fu voluto da Mussolini alla guida del
“Dizionario di politica” dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana, una ponderosa
opera che raccolse le migliori intelligenze del fascismo, ma anche qualche
intellettuale "eretico". Il suo nome compare tra i 360 docenti
universitari che aderirono al Manifesto della razza, premessa alle successive
leggi razziali fasciste, anche Mauro scrive che egli dissentì dalla politica
razziale del fascismo. Con la caduta del Regime fascista, fu sospeso ndall'insegnamento.
Reintegrato nnella cattedra, insegnò Filosofia del linguaggio a Roma. Fu
presidente della sezione "Archeologia, Filologia, Glottologia" della
Società Italiana per il Progresso delle Scienze. Fu presidente del Consiglio
Superiore della Pubblica Istruzione e prima socio corrispondente poi, socio
nazionale dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Fu anche direttore editoriale,
per la Fabbri Editori, della Enciclopedia di Scienze e Arti. Fu rieletto, con
larghissimi consensi, al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, dove rimase
fino al 1969. Fu nel comitato scientifico dell'Istituto nazionale di studi
politici ed economici. Fu promotore e direttore della rivista Ricerche
linguistiche e presiedette la sezione filologica del Centro di studi filologici
e linguistici siciliani. Fu candidato alla Camera per il Partito
Monarchico Popolare nella circoscrizione Sicilia orientale e al Senato nel collegio Roma IV, ma non fu
eletto. La Rai trasse un sorprendente sceneggiato per la televisione da un suo
testo che dava una nuova interpretazione della vicenda di Alessandro Magno. Fu
membro della giuria del premio Marzotto. Lasciò anticipatamente l'insegnamento
universitario. Palermo e la città di Mistretta hanno istituito, in sua memoria,
il “Pagliaro”. Ha esplorato soprattutto l'antico e medio persiano, la
lingua della Grecia classica, quindi il latino classico e medievale, nonché
l'italiano dei tempi di Dante cui ha dedicato varie operee della scuola
siciliana. Come critico letterario e glottologo, diede nuove, originali
interpretazioni di Vico, D'Annunzio e Pirandello. In ambito linguistico,
già nel suo Sommario di linguistica ario-europea, che comprendeva oltre le
lezioni dei suoi corsi universitari anche innovative linee di ricerca e nuove
idee, delinea una nuova prospettiva di approccio e di indagine delle varie
questioni linguistiche la quale viene condotta parallelamente ad un confronto
storico-critico con l'evoluzione del pensiero filosofico dalla grecità alla
filosofia classica tedesca. Al contempo, Pagliaro abbozzava in esso prime idee
sulla natura del linguaggio inteso fondamentalmente come tecnica espressiva,
allontanandosi così dall'idealismo crociano per avvicinarsi piuttosto al
positivismo, ed analizzando in modo approfondito, ma al contempo
trasversalmente alle varie discipline, la natura e la struttura dell'atto
linguistico fra due inter-locutori basandosi sia sull'indagine semantica
(mediante un metodo che egli chiama "critica semantica") che sull'interpretazione
storico-critica, fino a considerare il linguaggio come una forma di inter-azione
semiotica condizionata storicamente da una tecnica funzionale, la lingua. Nel
simbolismo linguistico (soprattutto fonetico) poi, afferma Pagliaro ne” Il
segno vivente” riecheggiano non solo l'individualità ed il vissuto dell'inte-rlocutore
ma anche la storia dell'intera umanità a cui egli appartiene come
"soggetto storico". In estrema sintesi, si può dire che la sua
teoria linguistica è una posizione unificata tra lo strutturalismo saussuriano e
l'idealismo hegeliano. Saggi: “Epica e romanzo” (Sansoni, Firenze); “Sommario
di linguistica aria” (Bardi, Roma); “Il fascismo: commento alla dottrina” (Bardi,
Roma); “La lingua dei Siculi” (Ariani, Firenze); “Il comune dei fasci” (Monnier,
Firenze); “La scuola fascista” (Mondadori, Milano); “Dizionario di Politica,” Istituto
dell'Enciclopedia Italiana G. Treccani, Roma); “Insegne e miti della nazione
italiana, la nazione romana: teoria dei valori politici – la romanita e la
razza romana” (Ciuni, Palermo); “Il fascismo nel solco della storia” (Libro, Roma);
“Le Iscrizioni Pahlaviche della Sinagoga di Dura-Europo” (R. Accademia
d'Italia, Roma); ”Storia e Dottrina del fascismo” (Pioda, Roma); “Teoria dei
valori politici” (Ciuni, Palermo); “Logica e grammatica” (Bardi, Roma); “Il
canto V dell'"Inferno" d’Alighieri” (Signorelli, Milano); “Il segno
vivente” (ERI, Torino); “La critica semantica” (Anna, Firenze); “Il contrasto
di Cielo d'Alcamo e poesia popolare” (Mori, Palermo); “Linguistica della
"parola"”(Anna, Firenze); “I
primordi della lirica popolare in Sicilia” (Sansoni, Firenze); “La Barunissa di
Carini: stile e struttura” (Sansoni, Firenze); “Filosofia del linguaggio” (Ateneo,
Roma); “La parola e l'immagine” (Scientifiche, Napoli); “Poesia giullaresca e
poesia popolare” (Laterza, Bari); “La dottrina linguistica di Vico” (Lincei, Roma);
“Il Canto XIX dell'Inferno” (Monnier, Firenze); “Linee di storia linguistica
dell'Europa” (Ateneo, Roma); “L'unità ario-europea: corso di Glottologia,” Ateneo,
Roma, Ulisse. Ricerche semantiche sulla Divina Commedia, Anna, Firenze, “Forma e Tradizione,”
Flaccovio, Palermo, “La forma linguistica,” Rizzoli, Milano, Vocabolario
etimologico siciliano, Pubblicazioni del Centro di studi filologici e linguistici
siciliani, Palermo, Storia della linguistica, Novecento, Palermo. Commento
all'Inferno di Dante. Canti I-XXVI, Herder, Roma); Romanzi Ceneri sull'olimpo,
Sansoni, Firenze, Alessandro Magno, ERI, Torino, Ironia e verità, Rizzoli,
Milano (raccolta di elzeviri). Sottotenente di complemento, 32º reggimento di
fanteria Aiutante maggiore in 2a in un battaglione di riserva, vista ripiegare
una nostra colonna d'attacco, riordinava i ripiegandi e li guidava al
contrattacco, respingeva il nemico che già aveva occupato un tratto della
nostra linea. In un successivo attacco, sotto un intenso bombardamento e il
fuoco di mitragliatrici avversarie, dava mirabile esempio di coraggio e di
fermezza indirizzando intelligentemente i rinforzi nei punti più minacciati e
facilitando così la conquista di ben munite e contrastate posizioni. Monte
Asolone. Cfr. M. Palo, S. Gensini, Saussure e la scuola linguistica romana: da
Pagliaro a Mauro, Carocci Editore, Roma,.
La scuola linguistica romana. Cfr. A. Pedio, La cultura del
totalitarismo imperfetto, Unicopli, Milano, TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Cfr. Gabriele Turi, Sorvegliare e premiare. L'Accademia d’Italia,
Viella, Roma, Cfr. Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Cfr. A. Pedio, La cultura del totalitarismo
imperfetto, Unicopli, Milano, Cit. Cfr.
Riunioni Del Secolo XX Cfr. Riunioni
Accademia Nazionale dei Lincei Centro di
studi filologici e linguistici siciliani » La storia, su csfls. Cfr. Mininterno
Camera Mininterno Senato
//opar.unior/386/1/Filologia_dantesca_di_Pagliaro.pdf Cfr. D. Cesare, "Premessa", Lumina.
Rivista di Linguistica Storica e di Letteratura Comparata, Cfr. pure E. Salvaneschi, "Su Attila Fáj,
maestro di «molti paragoni»", Campi immaginabili. Rivista semestrale
di cultura, Cfr. Tullio De Mauro, Prima lezione sul linguaggio, Editori
Laterza, Roma-Bari, Tullio De Mauro, La fede del diavolo Istituto Nastro Azzurro Studia classica et orientalia. Oblate, Casa
Editrice Herder, Roma, Münster, M. Palo, Stefano Gensini, Saussure e la scuola linguistica
romana. Da Pagliaro a Mauro, Carocci
Editore, Roma, A. Vallone, "La „Lectura Dantis” di Antonino
Pagliaro", in Deutsches Dante-Jahrbuch, Edited by Christine Ott, Walter
Belardi: studi latini e romanzi in memoria di Antonino Pagliaro, Pubblicazioni
del Dipartimento di Studi glottoantropoligici dell'Roma La Sapienza, Roma, Aldo
Vallone, Enciclopedia Dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana G.
Treccani, Roma, M. Durante, T. De Mauro, B. Marzullo, Pubblicazioni
dell'Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Palermo, Palermo, Giuliano
Bonfante, Antonino Pagliaro, Pubblicazioni dell'Accademia Nazionale dei Lincei,
Roma, Walter Belardi, Pagliaro nel pensiero critico del Novecento, Casa
Editrice Il Calamo, Roma, D. Di Cesare, Storia della filosofia del linguaggio,
Carocci Editore, Roma, Tullio De Mauro, Lia Formigari (Eds.), Italian Studies
in Linguistic Historiography. Proceedings of the International Conference in
Honour of Pagliaro. Rome, Nodus Publikationen, Münster, A. Pedio, La cultura
del totalitarismo imperfetto. Il Dizionario di politica del Partito nazionale
fascista, prefazione di A. Lyttelton, Unicopli, Milano, A. Tarquini, Il Gentile
dei fascisti: gentiliani e anti-gentiliani nel regime fascista, Società editrice
il Mulino, Bologna, A. Battistini, Gli
studi vichiani di Pagliaro, Guida
Editori, Napoli, Tullio De Mauro, Dizionario biografico degli italiani, Roma,,
su treccani. Enciclopedia Italiana
Dizionario di Politica Linguistica Semiologia Filologia TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere dLa Scuola linguistica romana, su rmcisadu.let.uniroma.
Antonino Pagliaro. Pagliaro. Keywords: i arii; la lingua degl’arii, la favella degl’arii,
I fasci littori, dal lictor al littore, il littorio, l’uso dei fasci
nell’Etruria non-aria, la dottrina linguistica di Vico, “scienze filosofiche –
lincei” , ossesso dalla latinita della Sicilia, Cratilo, discussion di Storia
Romana, Romolo, proprieta private, Cicerone, Empedocle, il fascino dei fasci –
enciclopedia del fascismo, fascisti gentiliani ed anti-gentiliani, l’uso di
‘ario’ – latinita, arieta, romanita – il linguaggio, sessione sul linguaggio --
filosofia del linguaggio --.Tullio. -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Pagliaro” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702786125/in/photolist-2mLNXjb-2mLEb9W-2mLNi1Z
Palazzani
essential Italian philosopher female?
Grice
e Panella – del sublime – filosofia italiana -- Luigi Speranza (Benevento).
Filosofo. Grice: “Panella’s
conceptual analysis of the sublime poses the implicatural question: “x is
‘bello’; e SUBLIME’ – The Romans talked of ‘pulcher’ which complicates things!”
Grice: “Panella also wrote of ‘l’incubo urbano,’ to which I’ll add “l’incubo
suburbano’, and ‘l’incubo exurbano’!” essential Italian philosopher. Si laurea a
Pisa, dove è stato insegnante. Si è occupato di filosofia politica e storia del
pensiero politico, ha insegnato Estetica nella stessa università. È stato presidente della giuria del premio
letterario "Hermann Geiger" e membro della giuria del premio
letterario "ArtediParole" riservato a studenti delle scuole medie. Si
è distinto anche come poeta pubblicando otto volumi di poesia, da ricordare Il
terzo amante di Lucrezia Buti pubblicato a Firenze con Editore Polistampa. In
collaborazione con David Ballerini ha girato due documentari d'arte, La
leggenda di Filippo Lippi, pittore a Prato trasmesso da Rai2 n e Il giorno
della fiera. Racconti e percorsi in provincia di Prato. Ha vinto il Fiorino
d'oro del Premio Firenze. Gli è stato assegnato il premio concesso annualmente
dal Ministero dei Beni Culturali per attività culturali e artistiche
particolarmente rilevanti. Collabora con
l'associazione Pianeta Poesia di Firenze guidata da Franco Manescalchi nella
presentazione di poeti e incontri letterari. Giuseppe Panella con Franco
Manescalchi alla Biblioteca Marcellina di Firenze. Saggi:” Monografie Robert
Michels, Socialismo e fascismo” (Milano, Giuffré); Lettera sugli spettacoli di Rousseau,
Aesthetica. Palermo, Il paradosso sull'attore di Diderot, La Vita Felice, (Milano
Saggi); Elogio della lentezza. Etica ed estetica in Valéry, Aesthetica, Palermo);
“Del sublime, Frosinone, Dismisura Testi, “Il sublime e la prosa. Nove proposte
di analisi letteraria” (Firenze, Clinamen, Zola: scrittore sperimentale. Per la
ricostruzione di una poetica della modernità” (Chieti, Solfanelli); “Pasolini.
Il cinema come forma della letteratura” (Firenze, Clinamen); “Il sosia, il
doppio, il replicante. Teoria e analisi critica di una figura letteraria” (Bologna,
Elara) – cfr. H. P. Grice on P. H. Nowell-Smith as J. L. Austin’s ‘straight
man’ in their Saturday mornings double-acts! – il ‘replicante’ -- , I piaceri
dell'immaginazione, Firenze, Clinamen, Rousseau e la società dello spettacolo”
(Firenze, Pagnini); “Il mantello dell'eretico. La pratica dell'eresia come
modello culturale” (Piateda (Sondrio), CFR Edizioni (Quaderno 1), “ L'incubo
urbano,” Rousseau, Debord e le immagini dello spettacolo in La questione dello
stile. I linguaggi del pensiero, F. Bazzani, R. Lanfredini e S. Vitale,
Firenze, Clinamen); “Ipotesi di complotto. Paranoia e delirio narrativo nella
letteratura” (Chieti, Solfanelli); Il secolo che verrà. Epistemologia,
letteratura, etica in Deleuze” (Firenze, Clinamen); “Storia del sublime. Dallo
Pseudo-Longino alle poetiche della modernità” (Firenze, Clinamen); “La
scrittura memorabile. Leonardo Sciascia e la letteratura come forma di vita,
Grottaminarda, Delta); “Alberto Arbasino e la "vita bassa". Indagine
sull'Italia n cinque mosse, Prove di sublime. Letteratura e cinema in
prospettiva estetica” (Firenze, Clinamen); “Curzio Malaparte autore teatrale e
regista cinematografico” (Roma, Fermenti); “Introduzione al pensiero di
Vittorio Vettori. Civiltà filosofica, poetica "etrusca" e culto di
Aligheri” (Firenze, Polistampa); “Le immagini delle parole. La scrittura alla
prova della sua rappresentazione” (Firenze, Clinamen); “La polifonia assoluta.
Poesia, romanzo, letteratura di viaggio di Vettori” (Firenze, Toscana); “L'estetica
dello choc. La scrittura di Malaparte tra esperimenti narrativi e poesia” (Firenze,
Clinamen); “e Tutte le ore feriscono, l'ultima uccide, L’'estetica dell'eccesso”
(Firenze, Clinamen); “Le maschere del doppio: tra mitologia e letteratura” (Editore
libri di Emil); Diario dell'altra vita. Lo sguardo della filosofia e la
prospettiva della felicità, Firenze, Clinamen. Panella. Keywords: “socialism e fascismo” del
sublime, cura di Mosca, Mosca, l’influenza di Mosca in Torino, Michels, il
fascismo di Michels, Mussolini e Michels, Michels ed Enaudi, la radice
proletaria di Benito, dal socialism al fascismo, pre-ventennio fascista, il socialismo,
l’ordine di 1848, la rivoluzione, la dittadura dell’eroe carismatico, l’assenza
di mediazione nel duce come proletario lui stesso, l’aristocrazia del fascismo,
applicazione della teoria di Mosca sull’aristocrazia, l’aristocrazia della
nazione italiana, la razza italiana, la razza Latina, I latini e l’oltre razzi
italici – latini, etruschi, sabini, uschi, umbri, liguri, la questione della
razza nel fascismo, la questione della razza nel ventennio fascista. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Panella” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740490386/in/datetaken/
Grice e Panunzio – implicatura – la
filosofia italiana nel ventennio fascista -- Filosofia italiana – Luigi
Speranza (Molfetta).
Filosofo. Grice: “There’s S. Panunzio and there’s S. Panunzio – Italian
philosophy can be a trick!” -- Essential Italian philosopher. Tra i maggiori esponenti del sindacalismo rivoluzionario,
in quanto amico intimo di Benito Mussolini, contribuì in maniera decisiva al
suo passaggio dal neutralismo all'interventismo nella Grande Guerra. Divenne in
seguito uno dei massimi teorici del fascismo. Nacque a Molfetta da Vito e
Giuseppina Poli, in una famiglia altoborghese, tra le più illustri della città:
«un ambiente familiare intriso tanto di sollecitazioni all'impegno civile e
politico quanto di suggestioni e stimoli intellettuali». Il periodo
socialista e il sindacalismo rivoluzionario Il suo impegno politico nelle file
del socialismo incominciò molto presto, quando ancora frequentava il liceo
classico locale, ove ebbe come maestro il giovane Pantaleo Carabellese.
Nel dibattito interno al socialismo italiano — diviso tra
"riformisti" e "rivoluzionari" — Panunzio si schiera tra i
cosiddetti sindacalisti rivoluzionari, cominciando al contempo a pubblicare i
suoi primi articoli sul settimanale «Avanguardia Socialista» di Labriola,
quando era ancora studente dell'Università degli Studi di Napoli. Durante i
suoi studi universitari il contatto con docenti come F. Nitti, N. Colajanni, I.
Petrone e G. Salvioli contribuì alla formazione del suo pensiero socialista. Il
suo percorso intellettuale fu altresì influenzato da Georges Sorel e Francesco
Saverio Merlino, i quali avevano già da tempo incominciato un processo di
revisione del marxismo. Nel 1907 pubblica il suo primo studio, intitolato
Il socialismo giuridico, in cui teorizza l'opposizione alla borghesia
solidarista e al sindacato riformista da parte del sindacato operaio, il quale
è destinato a trasformare radicalmente la società. Il fulcro dell'opera era
costituito dalla formulazione di un "diritto sindacale operaio",
spina dorsale di un nuovo "sistema socialista" fondato non su una
base economica, bensì su una base etica, solidaristica: «Il socialismo
giuridico non sarebbe dunque che l'applicazione del principio di solidarietà,
immanente in tutto l'universo, nel campo del diritto e della morale: in se
stesso non è una idea astratta balzata ex abrupto dal cervello di pochi
pensatori, ma efflusso e irradiazione ideale di tutta la materia sociale che
vive e freme attorno a noi. Si laurea in giurisprudenza discutendo una tesi su
L'aristocrazia sociale, ossia sul sindacalismo rivoluzionario, avendo come
relatore Giorgio Arcoleo. Consegue presso lo stesso ateneo la laurea in
filosofia. In questi anni di studi ed esperienze intellettuali, intensifica
altresì il proprio impegno giornalistico in favore del sindacalismo
rivoluzionario, collaborando — oltreché con «Avanguardia Socialista» — con «Il
Divenire Sociale» di Enrico Leone, con «Pagine Libere» di Angelo Oliviero
Olivetti e con «Le Mouvement Socialiste» di Hubert Lagardelle. Il
sindacato ed il diritto La concezione panunziana del sindacato quale organo e
fonte di diritto — non eusarentesi quindi in mero organismo economico o tecnico
della produzione — fu approfondita
allorché vide la luce la sua seconda opera, La persistenza del
diritto, in cui egli «coniugava i princìpi della sua formazione positivistica
con una ispirazione filosofica volontaristica». Panunzio prendeva quindi le
mosse affrontando il problema del rapporto tra sindacalismo e anarchismo: la
differenza tra i due movimenti risiedeva — a detta dell'autore — sul ruolo
dell'autorità (fondata sul diritto) che, negata dall'anarchismo, non era invece
trascurata dal sindacalismo: «Il sindacalismo è d'accordo con l'anarchia
nella critica e nella tendenza distruttiva dello Stato politico attuale, ma non
porta alle ultime conseguenze le sue premesse antiautoritarie, che hanno un
riferimento tutto contingente allo Stato presente. Il sindacalismo, per essere
precisi, è antistatale per definizione e consenso unanime, ma non è
antiautoritario. Le premesse antiautoritarie dell'anarchia hanno invece un
valore assoluto e perentorio riferendosi esse a ogni forma di organizzazione
sociale e politica. Il sindacalismo non è dunque antiautoritario» (Sergio
Panunzio) In sostanza, Panunzio sosteneva l'importanza fondamentale del diritto
(ancorché non "statale", ma "operaio") per il sindacalismo
e la futura società, dall'autore vagheggiata come un regime sindacalista
federale sostenuto dall'autogoverno dei gruppi sindacali, riuniti in una
Confederazione, così da formare quella che l'autore stesso chiama «una vera
grande Repubblica sociale del Lavoro», retta da una «sovranità politica
sindacale. Fu poi dato alle stampe Sindacalismo e Medio Evo, in cui l'autore
indicava al sindacalismo operaio il modello dei Comuni italiani medievali,
esempio paradigmatico di autonomia, la quale doveva essere perseguita anche dai
sindacati contemporanei. Dopo un periodo difficile, dovuto a problemi
familiari ma anche a un ripensamento delle sue teorie politiche, grazie
all'interessamento di Nitti, abbandonò l'attività di avvocato, inadeguata per
mantenere la famiglia (aiutava principalmente — raramente pagato — i suoi
compagni di partito), divenendo docente di pedagogia e morale presso la Regia
scuola normale di Casale Monferrato. Nello stesso anno pubblicò inoltre la sua
importante opera Il Diritto e l'Autorità, in cui erano messe a frutto le sue
rielaborazioni teoriche: oltre al passaggio da un orizzonte positivistico a una
concezione filosofica neocriticistica, egli ripensava lo Stato non più quale
organo della coazione, ma quale depositario della necessaria autorità. Con la
fine della guerra libica, cominciò a prender corpo la svolta
"nazionale" del suo pensiero. Dopo aver insegnato per un anno a
Casale Monferrato e un altro a Urbino, passò alla Regia scuola normale
"Giosuè Carducci" di Ferrara, ove insegna, conseguendo al contempo la libera docenza
presso l'Napoli (l'anno successivo gli fu trasferita nell'ateneo bolognese). È
di quegli anni — poco prima dell'entrata dell'Italia nella Grande Guerra —
l'inizio di stretti rapporti politici e intellettuali con Benito Mussolini,
direttore dell'«Avanti!» e leader dell'ala rivoluzionaria del Partito
Socialista Italiano. Panunzio incominciò dunque una regolare e intensa
collaborazione con il quindicinale «Utopia», appena fondato dal futuro capo del
fascismo per far esprimere le voci più rivoluzionarie, eterodosse ed
"eretiche" dell'ambiente socialistico italiano. In questo periodo
Panunzio comprende il potenziale rivoluzionario che il conflitto europeo poteva
esprimere, sicché manifesterà sempre più esplicitamente il suo appoggio
all'interventismo, che era invece inviso al Partito Socialista: «Io sono
fermamente convinto che solo dalla presente guerra, e quanto più questa sarà
acuta e lunga, scatterà rivoluzionariamente il socialismo in Europa. Altro che
assentarsi, piegarsi le braccia, e contemplare i tronconi morti delle verità
astratte! Alle guerre esterne dovranno succedere le interne, le prime devono
preparare le seconde, e tutte insieme la grande luminosa giornata del
socialismo, che sarà la soluzione e la purificazione ideale di queste giornate
livide e paurose, macchiate di misfatti e di infamie. Quest'articolo di
Panunzio, apparso sul quotidiano ufficiale del Partito Socialista, suscitò una
grave polemica, sicché Mussolini dovette rispondere sul numero del giorno dopo.
Tuttavia la replica di Mussolini, il quale si stava convincendo
dell'opportunità dell'intervento, fu «debole, sfocata, piattamente dottrinaria,
per nulla all'altezza del miglior Mussolini polemista». Infatti, «al
momento di questa polemica, Mussolini era psicologicamente già fuori del
socialismo ufficiale ed è indubbio che le argomentazioni di Panunzio, sia per
il loro spessore teorico sia perché provenienti da un uomo di cui egli aveva
grande considerazione intellettuale, furono probabilmente l'elemento decisivo
che lo spinse a compiere il grande passo, il «voltafaccia» dal neutralismo
assoluto all'interventismo. La Grande Guerra All'entrata dell'Italia nel
conflitto mondiale, si arruolò volontario come quasi tutti gli interventisti
"di sinistra" (come Filippo Corridoni e Mussolini); tuttavia, in
quanto emofiliaco, fu immediatamente congedato, sicché dovette concentrarsi
sulla lotta propagandistica e pubblicistica, soprattutto sulle colonne del
«Popolo d'Italia» (i cui articoli erano sovente concordati con lo stesso
Mussolini), in favore della guerra italiana, ritenuta dal Panunzio una
guerra non «di difesa e conservazione, ma di acquisto e di conquista; non una
guerra ma una rivoluzione». Una guerra anche popolare, come avevano dimostrato
le grandi mobilitazioni del «maggio radioso», in contrapposizione alle
posizioni conservatrici di Antonio Salandra e della classe dirigente liberale.
Anche da un punto di vista più propriamente militante, Panunzio si impegnò nel
ruolo di membro del direttivo del neonato fascio nazionale di Ferrara, il quale
diede vita altresì al giornale «Il Fascio». Oltre all'analisi politica e
all'impegno giornalistico, Panunzio lavorò anche a una sistematizzazione
filosofico-giuridica delle sue idee riguardo al conflitto, con le opere Il
concetto della guerra giusta, Principio e diritto di nazionalità in Popolo,
Nazione, Stato), La Lega delle nazioni e Introduzione alla Società delle
Nazioni. Nel primo saggio, egli sosteneva l'utilità e la legittimità di una
guerra anche offensiva, purché essa fosse il mezzo per il conseguimento di un
fine più grande, ossia la giustizia e la creazione di nuovi equilibri più
giusti ed equanimi. Nella seconda, invece, individuava nel principio di
nazionalità la nuova idea-forza della società che sarebbe scaturita dalla
guerra, una volta conclusa. Molto importante è inoltre la terza opera (La Lega
delle nazioni), poiché in essa è sviluppato per la prima volta il concetto di
«sindacalismo nazionale»: «La Nazione deve circoscriversi, determinarsi,
articolarsi, vivere nelle classi, e nelle corporazioni distinte, e risultare
«organicamente» dalle concrete organizzazioni sociali, e non dal polverio
individuale; ed essa esige, dove le nazionalità non si siano ancora affermate,
e dove esse non ancora funzionino storicamente, solide e robuste connessioni di
interessi e aggruppamenti di classi, a patto, però, che le classi, e le
corporazioni trovino, a loro volta, la loro più compiuta esistenza,
destinazione e realtà nella Nazione. Ecco la «reciprocanza» dei due termini,
Sindacato e Nazione, e la sintesi organica tra Sindacalismo e Nazionalismo, e
cioè: Sindacalismo Nazionale» (Sergio Panunzio) Dalla fine del conflitto
alla Marcia su Roma Terminata la guerra, Panunzio partecipò attivamente al
dibattito interno alla sinistra interventista, intervenendo in particolare su
«Il Rinnovamento», quindicinale recentemente creato e diretto da Alceste De
Ambris. Il suo scritto più importante, che ebbe notevoli conseguenze, apparve
il 15 marzo 1919: in questo, Panunzio sosteneva l'organizzazione di tutta la
popolazione in classi produttive, le quali dovevano essere a loro volta
distribuite in corporazioni, a cui doveva essere demandata l'amministrazione
degli interessi sociali; affermava altresì la necessità di creare un Parlamento
tecnico-economico da affiancare al Parlamento politico. In tale
testo programmatico era chiaramente abbozzato il futuro corporativismo
fascista, tanto che l'amico Mussolini, nel discorso pronunciato a Piazza San
Sepolcro (alla fondazione cioè del fascismo), riprese le tesi di Panunzio per
il programma dei Fasci Italiani di Combattimento: «L'attuale
rappresentanza politica non ci può bastare; vogliamo una rappresentanza diretta
dei singoli interessi, perché io, come cittadino, posso votare secondo le mie
idee, come professionista devo poter votare secondo le mie qualità
professionali. Si potrebbe dire contro questo programma che si ritorna verso le
corporazioni. Non importa. Si tratta di costituire dei Consigli di categoria
che integrino la rappresentanza sinceramente politica» (Benito Mussolini)
A Ferrara, Panunzio assisté alla nascita del fascismo locale (e delle squadre
d'azione), intrattenendo rapporti di amicizia con Italo Balbo (che sarebbero
durati per tutta la vita) e Dino Grandi (che era stato suo allievo), pur non
aderendo ufficialmente al movimento, a causa dei rapporti di quest'ultimo — per
lui ambigui — con gli agrari. Risale a quel periodo, infatti, la pubblicazione
delle due opere Diritto, forza e violenza e Lo Stato di diritto. Nel primo,
riprendendo la tesi delle Réflexions sur la violence di Georges Sorel, l'autore
precisava il suo discorso distinguendo una violenza "morale",
"razionale", "rivoluzionaria", la quale doveva essere il
mezzo per l'affermazione di un nuovo diritto (veicolo, dunque, di uno ius
condendum), da una violenza invece gratuita e immorale. Critica da un punto di
vista neokantiano il concetto hegeliano di Stato etico, lasciando intravedere
tuttavia margini di sviluppo per una visione totalitaria dello Stato. A seguito
dell'uscita dei fascisti dalla UIL e della conseguente creazione della
Confederazione nazionale delle Corporazioni sindacali per opera di Edmondo
Rossoni, Panunzio collaborò con il settimanale ufficiale della Confederazione,
cioè «Il Lavoro d'Italia»[28], vergando un importante articolo sul primo
numero, nel quale ribadiva le sue tesi sul sindacalismo nazionale. Dopo essersi
speso invano, con l'aiuto di Balbo, per una conciliazione tra Mussolini e
Gabriele D'Annunzio, appoggiò la politica pacificatrice di Mussolini, sostenne
la «svolta a destra» del PNF (cioè per un ristabilimento dell'autorità dello
Stato) e caldeggiò — con la caduta del primo Governo Facta — la costituzione di
un governo di "pacificazione" che riunisse fascisti, socialisti e
popolari (prospettiva ritenuta possibile da Mussolini stesso), scrivendo un
importante articolo che individuava nel capo del fascismo l'unico in grado di
stabilizzare e pacificare il Paese: «Benito Mussolini — uno dei pochi
uomini politici, checché si dica in contrario, che abbia l'italia — ha molti
nemici e anche molti adulatori. L'uomo non è ancora bene conosciuto. Chi scrive
può affermare con piena sincerità e obbiettività che la storia recentissima
dell'Italia è legata al nome di Mussolini. L'intervento dell'Italia in guerra è
legato al nome di Mussolini. La salvezza dell'Italia dalla dissoluzione
bolscevica è legata a B. Mussolini. Questi sono fatti. Il resto è politica che
passa: dettaglio, episodio. Anche prima di Caporetto, anche dopo Caporetto,
Mussolini (è vero o non è vero?) disse dall'altra parte: tregua. Non fu,
maledettamente, ascoltato. La fine della lotta ormai è un fatto compiuto.
Eccedere più che delitto è sproposito grave. Ed ecco perché un Ministero in cui
entrino le due parti in lotta — per la salvezza e la grandezza dello Stato — è
un minimo di necessità e di sincerità» (Sergio Panunzio[32]) Tuttavia,
con il reincarico di Facta e il seguente sciopero generale del 1º agosto indetto
dall'Alleanza del Lavoro (il cosiddetto «sciopero legalitario»), scrive a
Mussolini mostrando la sua delusione nei confronti dei socialisti confederali,
ritenendo quindi impossibile una convergenza d'intenti con il PSI e reputando
ormai sempre più necessaria una svolta a destra: «Anch'io pensavo unirci
con i confederali che «senza sottintesi siano per lo Stato». Dopo lo sciopero
un ultimo equivoco è finito. Bisogna mirare a destra. Diciamolo, con o senza
elezioni. Confido in te e nel Fascismo, per quanto il difficile, dal lato
politico, viene proprio ora. Di lì a breve, il fascismo salì al potere.
L'impegno politico e culturale durante il fascismo Una volta costituito il
governo fascista, Panunzio strinse legami sempre più stretti con il movimento
mussoliniano, ottenendo la tessera del PNF (su iniziativa dell'amico I. Balbo) e venendo eletto deputato. Nello stesso
anno divenne membro del Direttorio nazionale provvisorio del PNF, che lasciò
dopo neanche un mese in quanto chiamato alla carica di sottosegretario del
neonato Ministero delle Comunicazioni (diretto al tempo da Costanzo
Ciano). In questo periodo, inizia a interrogarsi — assieme ai massimi
teorici fascisti — sulla vera natura ed essenza del fascismo, per il quale
coniò la definizione di «conservazione rivoluzionaria», che sosterrà per tutta
la sua vita: «Il Fascismo non è unicamente conservazione, né unicamente
rivoluzione, ma è nello stesso tempo — beninteso sotto due aspetti differenti —
una cosa e l'altra. Se mi è lecito servirmi d'una frase che non è una frase
vuota di senso, ma una concezione dialettica, io dirò che il Fascismo è una
grande «conservazione rivoluzionaria. Quel che costituisce la superba
originalità della «rivoluzione italiana», ciò che la fa grandemente superiore
alla rivoluzione francese e alla rivoluzione russa, è che, ricordandosi e
approfittando degli insegnamenti di Vico, di Burke, di Cuoco e di tutta la
critica storica della Rivoluzione essa ha conservato il passato, realizzato il
presente e orientato tutto verso l'avvenire, nei limiti della condizionalità e
dell'attualità storiche. Per certi aspetti il Fascismo è ultraconservatore: ad
esempio, nella restaurazione dei valori famigliari, religiosi, autoritari,
giuridici, attaccati e distrutti dalla cultura enciclopedica, illuministica,
che si è trapiantata arbitrariamente, anche nell'ideologia del proletariato,
vale a dire nel socialismo democratico, che è il più grande responsabile della
corruzione contemporanea. Per altri aspetti, il Fascismo è innovatore, e a un
punto tale che i conservatori ne sono spaventati, come per esempio per la sua
orientazione verso lo «Stato sindacale» e per la suademolizione dello «Stato
parlamentare. Partecipò inoltre attivamente al dibattito incentrato
sull'edificazione dello «Stato nuovo», fornendo importanti spunti, alcuni dei
quali avranno un seguito costituzionale, come ad esempio il "sindacato
unico obbligatorio", l'attribuzione della personalità giuridica
(istituzionale, non civile) ai sindacati, o l'istituzione di una Magistratura
del Lavoro che si ponesse quale arbitro nelle controversie tra capitale e
lavoro. Fornì anche, al contempo, le basi teoriche del futuro Stato sindacale
(poi corporativo): «La nuova sintesi è l'unità dello Stato e del
Sindacato, dello Statismo e del Sindacalismo. È lo Stato il punto di approdo e
lo sbocco, superata la prima fase negativa, del Sindacalismo. È di questi tempi
altresì l'evoluzione del pensiero panunziano riguardo a una concezione
organicistica dello Stato, attraverso una critica serrata dello Stato
democratico-parlamentare, uno «Stato meccanico, livellatore, astratto»
(sorretto dal «principio meccanico della eguaglianza e cioè il suffragio
universale»), che doveva portare a uno «Stato organico, gerarchico», fondato su
un sistema sindacal-corporativo, giacché «chi è organizzato pesa, chi non è
organizzato non pesa»[36]. In quest'ottica deve essere considerata, infatti, la
definizione panunziana del fascismo quale «concezione totale della vita. Tutta
la riflessione teorica politico-giuridica di questo periodo fu riassunta e
sistematizzata nel suo volume, pubblicato nel 1925, Lo Stato fascista, il quale
accese grandi dibattiti in ambiente fascista, tanto che l'autore ebbe modo di
confrontarsi su questi temi — spesso polemicamente — con importanti personalità
intellettuali come Carlo Costamagna, Giovanni Gentile e Carlo Curcio. n virtù
di queste premesse teoriche e operative, appoggiò Mussolini durante la crisi
causata dal delitto Matteotti, al fine di incrementare il processo di riforma
statuale avviato dal fascismo, che si sarebbe di lì a poco concretizzato nelle
leggi fascistissime volute da Alfredo Rocco e, soprattutto, nella Legge n. 563,
che istituzionalizzò i sindacati, e nella redazione della Carta del Lavoro, il
documento fondamentale della politica economica e sociale fascista.
Terminata l'esperienza di governo, si dedicò all'insegnamento: dopo aver vinto
il concorso per un posto da professore straordinario in filosofia del diritto
presso l'Università degli Studi di Ferrara, divenne ordinario e si trasferì a Perugia,
di cui fu Rettore nell'anno accademico. Chiamato a insegnare dottrina dello
Stato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di
Roma, cattedra che detenne sino alla morte. Non appena insediatosi nell'ateneo
romano, incaricato dal Duce di organizzare, in qualità di Commissario del
Governo, la neonata Facoltà Fascista di Scienze Politiche di Perugia, che
doveva essere la «Oxford italiana» e «fascista. In tale veste, chiamò a
insegnare a Perugia docenti quali Paolo Orano, Robert Michels, Angelo Oliviero
Olivetti, Maurizio Maraviglia e Francesco Coppola. Fu ancora deputato. Malgrado
gli impegni accademici, Panunzio continua a sostenere l'edificazione
dell'ordinamento sindacale corporativo del nuovo Stato fascista attraverso i
suoi articoli giornalistici, partecipando agli intensi dibattiti degli anni
trenta sulla legislazione corporativa. Più precisamente, egli si situava in
quell'ala sindacalista del fascismo che, nella nuova struttura statuale,
perorava un potenziamento dei sindacati all'interno del sistema corporativo,
affinché essi potessero intervenire più decisamente nella direzione economica
del Paese. In questo periodo, grazie a opere teoriche fondamentali, Panunzio
sistematizzò e definì organicamente il suo pensiero. In sostanza, lo Stato
fascista, che è sindacale e corporativo, si contrappone allo «Stato atomistico
ed individualistico del liberismo. Inoltre lo Stato fascista è caratterizzato
dalla sua «ecclesiasticità» (o religiosità), intesa come «unione di anime, al
contrario dello Stato liberal-parlamentare «indifferente, ateo e agnostico». Il
giurista molfettese introdusse anche il concetto di funzione corporativa in
quanto quarta funzione dello Stato (dopo le tre canoniche: esecutiva,
legislativa e giurisdizionale), proprio per fornire il necessario fondamento
giuridico ai cambiamenti costituzionali in atto, con la creazione dello Stato
corporativo. Lo Stato fascista, infine, si configura come uno Stato
totalitario, «promanando direttamente e immediatamente da una rivoluzione ed
essendo formalmente uno "Stato rivoluzionario". Con l'istituzione
delle corporazioni (attraverso la Legge n. 164) e la creazione della Camera dei
Fasci e delle Corporazioni (Legge n. 129), Panunzio redasse la Teoria Generale
dello Stato Fascista, che rappresenta la summa del suo pensiero in materia di
ordinamento sindacale corporativo: in questo, egli sosteneva la funzione attiva
e propulsiva del sindacato, al fine di evitare un'involuzione burocratica delle
corporazioni; sosteneva altresì il suo concetto di economia mista — la quale
all'intervento pubblico affiancasse una sana iniziativa privata — «ordinata,
subordinata, armonizzata, ridotta all'unità, ossia unificata dallo Stato, in
quanto il pluralismo economico e la pluralità delle forme economiche sono un
momento ed una determinazione organica del monismo giuridico-politico dello
Stato. Partecipò, con notevole peso specifico, alla riforma del Codice di
procedura civile e del Codice civile. Riguardo a quest'ultimo, in particolare,
il suo contributo fu decisivo, soprattutto per il terzo (Della proprietà) e
quinto (Del lavoro) libro: fu lui ad ottenere che un intero libro fosse
dedicato al lavoro; volle che la Carta del Lavoro fosse posta a base del
codice; definì un più circostanziato concetto di proprietà, in cui se ne
enfatizzava la "funzione sociale. Divenne consigliere nazionale della
Camera dei Fasci e delle Corporazioni[50]. Morì a Roma, in piena
guerra. L'archivio di Sergio Panunzio è stato digitalizzato ed è attualmente
disponibile alla ricerca presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice in
Roma. Saggi: “Il socialismo giuridico” (Moderna, Genova); “La persistenza del diritto
-- discutendo di sindacalismo e di anarchismo” (Abruzzese, Pescara); “Sindacalismo
e Medio Evo” (Partenopea, Napoli); “Il diritto e l'autorità” ((POMBA, Torino);
“Guerra giusta” (Colitti, Campobasso); “Lega dei nazioni” (Taddei, Ferrara);
“Nazione e Nazioni” (Taddei, Ferrara); “Diritto, forza e violenza” (Cappelli,
Bologna); “Stato di diritto” (Taddei, Ferrara); “Lo stato nazionale e sindacati”
(Imperia, Milano); “Che cos'è il fascismo” (Alpes, Milano); “Lo stato nazionale
nel veintennio fascista” (Cappelli, Bologna); “Sentimento di stato” (Littorio,
Roma); “Dittatura” (Forlì); “Stato e diritto: l'*unità* dello stato e la *pluralità*
degli ordinamenti giuridici” (Mdenese, Modena); “Leggi costituzionali del regime
italiano” (Sindacato nazionale fascista avvocati e procuratori, Roma); “Popolo,
Nazione, Stato: un esame giuridico” (Nuova Italia, Firenze); “I sindacati e
l'organizzazione economica dell'impero” (Poligrafico dello Stato, Roma); “Sulla
natura giuridica dell'Impero italiano” (Poligrafico dello Stato, Roma); “L'organizzazione
sindacale e l'economia dell'Impero” (Poligrafico dello Stato, Roma); “La Camera
dei fasci e delle corporazioni” (Trinacria, Roma); “Teoria generale dello stato”
(MILANI, Padova); “Motivi e metodo della codificazione dello stato italiano” (Giuffrè,
Milano); F. Perfetti, “La conversione all'interventismo di Mussolini nel suo
carteggio, Storia contemporanea», “Il
sindacalismo ed il FONDAMENTO RAZIONALE DELLO STATO ITALIANO (Volpe, Roma). Non c'è dubbio che tra i molti
scrittori che tentarono di articolare l'ideologia del fascismo italiano e il più
competenti e intellettualmente influenti, come Gentile. H. Matthews, Il frutto
del fascismo” (Laterza, Bari). Fornisce con le sue teorie una patina di
legittimità rivoluzionaria alla dittatura. Z. Sternhell, Nascita dell'ideologia
fascista” (Milano). Il filosofo più importante del fascismo. Perfetti, Il socialismo giuridico, LModerna, Genova, Sindacalismo
e Medio Evo, Partenopea, Napoli. G. Cavallari, Il positivismo nella formazione
filosofico-politica in «Schema», L. Paloscia,
La concezione sindacalista, Gismondi, Roma, Guerra e socialismo, in «Avanti!», Mussolini,
Guerra, Rivoluzione e Socialismo. Contro le inversioni del sovversivismo guerrafondaio,
in «Avanti!», Mussolini, La guerra europea: le sue cause e i suoi fini, in Ver sacrum, Taddei, Ferrara. Sergio Panunzio,
I due partiti di oggi e di domani, in «Il Popolo d'Italia», Perfetti, La Lega
delle nazioni, Taddei, Ferrara, Un programma d'azione, in «Il Rinnovamento»,
Mussolini, Diritto, forza e violenza: lineamenti di una teoria della violenza”
(Cappelli, Bologna); “Lo Stato di diritto, Taddei, Ferrara). Il settimanale e diretto
da Rossoni e annove, tra i collaboratori più attivi e competenti, A.
Casalini. Il sindacalismo nazionale, in
«Il Lavoro d'Italia», Perfetti, Renzo De Felice, Mussolini il fascista, La conquista del potere, Einaudi, Torino. L'ora
di Mussolini, in «La Gazzetta delle Puglie», «Popolo d'Italia» per espressa
volontà di Mussolini. Lettera citata in
Perfetti, Che cos'è il fascismo, Alpes, Milano, Stato e Sindacati, in «Rivista
Internazionale di Filosofia del Diritto», gennaio-marzo Forma e sostanza nel
problema elettorale, in «Il Resto del Carlino», Idee sul Fascismo, in «Critica
fascista», L. Nucci, La facoltà fascista di Scienze Politiche di Perugia:
origini e sviluppo, in Continuità e fratture nella storia delle università
italiane dalle origini all'età contemporanea, Dipartimento di Scienze storiche
Perugia, Perugia. Loreto Di Nucci, Nel cantiere dello Stato fascista, Carocci,
Roma, Renzo De Felice, Mussolini il
Duce, I: Gli anni del consenso, Einaudi,
Torino, Il sentimento dello Stato, Libreria del Littorio, Roma; Il concetto
della dittatura rivoluzionaria, Forlì, Stato e diritto: l'unità dello stato e
la pluralità degli ordinamenti giuridici, Società tipografica modenese, Modena.
Leggi costituzionali del Regime, Sindacato nazionale fascista avvocati e
procuratori, Roma, Perfetti, XXX Legislatura del Regno d'Italia. Camera
dei fasci e delle corporazioni / Deputati / Camera dei deputati storico Il Fondo Sergio Panunzio. Fondazione Ugo
Spirito e Renzo De Felice. Giovanna
Cavallari, Il positivismo nella formazione filosofico-politica, in «Schema», Ferdinando
Cordova, Le origini dei sindacati fascisti, Laterza, Roma-Bari, Sabino Cassese,
Socialismo giuridico e «diritto operaio». La critica di Sergio Panunzio al
socialismo giuridico, in «Il Socialismo giuridico: ipotesi e letture», in
“Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno”, Renzo De
Felice, Mussolini, 8 voll., Einaudi, Torino, Mussolini il rivoluzionario, Einaudi,
Torino 1965. Emilio Gentile, Le origini dell'ideologia fascista, Il Mulino,
Bologna, Laterza, Roma-Bari). A. James Gregor, Sergio Panunzio: il sindacalismo
ed il fondamento razionale del fascismo, Volpe, Roma. nuova edizione ampliata,
Lulu.com,. Benito Mussolini, Opera omnia, Edoardo e Duilio Susmel, La Fenice,
Firenze-Roma, Leonardo Paloscia, La concezione sindacalista di Sergio Panunzio,
Gismondi, Roma, Giuseppe Parlato, La sinistra fascista: storia di un progetto
mancato, Il Mulino, Bologna. Giuseppe Parlato, Il sindacalismo fascista, II: Dalla grande crisi alla caduta del
regime, Bonacci, Roma, Francesco Perfetti, Il sindacalismo fascista, I: Dalle origini alla vigilia dello Stato
corporativo, Bonacci, Roma); Francesco Perfetti, La «conversione»
all'interventismo di Mussolini nel suo carteggio con Sergio Panunzio, in
«Storia contemporanea», Francesco Perfetti, Introduzione, in Sergio Panunzio,
Il fondamento giuridico del fascismo, Bonacci, Roma, Francesco Perfetti, Lo
Stato fascista: le basi sindacali e corporative, Le Lettere, Firenze. Zeev
Sternhell, Nascita dell'ideologia fascista, tr. it., Baldini e Castoldi, Milano
1993. Fascismo Sindacalismo
rivoluzionario Sindacalismo nazionale Sindacalismo fascista Corporativismo
Italo Balbo James Gregor Francesco Perfetti. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Sergio Panunzio,. Sergio Panunzio, su storia.camera, Camera dei
deputati. Sabino Cassese, Socialismo giuridico e «diritto operaio».
La critica di Sergio Panunzio al socialismo giuridico in Quaderni fiorentini
per la storia del pensiero giuridico modern” (Giuffrè, Milano). Fervono oggi in
Italia, nel campo polìtico e filosofico, le discussioni e le polemiche molto
vivaci su Hegel, sulla idolatria dello Stato ovverosia sulla sua statolatria,
sullo Stato considerato da Hegel come l’Ente supremo. Forti correnti
antihegeliane si deiineano in Italia nel Fascismo contro le correnti e le
scuole idealistiche facenti, cora’è noto, capo al Gentile e alla sua
interpetràzione attua- listica, dopo (piella storica del Croce, dell’hegelismo.
Non si vuole e non si deve qui parlare di filosofìa. Il concetto « hegeliano »
dello Stato si prende qui nel suo aspetto sociale e politico, e da questo punto
di vista è indubbio il suo nesso storico ed ideologico con lo Stato fascista. A
conferma di ciò, basti notare che lo Stato fascista nega innanzi tutto e
soprattutto Marx e Io Stato marxista. Non a torto e significativamente il
movimento hitleriamo in Germania è e si chiama antimarxista e non
antisocialista e si denomina anzi « nazionalsocialista >. Ora Marx, per
costruire ia classe, negò il suo maestro, Hegel, e di Hegel prese il concetto
della « società civile», risolvendolo analiticamente nelle classi, donde la
lotta di classe centro del suo sistema teorico e pratico, riducendo anzi in
ultima istanza la società civile in blocco alla pretesa unitaria ed omogenea
classe operaia, e negò lo Slato. Se, contro la classe marxistica, si deve
ricostruire e riabilitare lo Stato, è evidente, per ciò solo, il ritorno
necessario da Marx ad Hegel. Sta tutta qui, per me, la parentela fra Stato fascista
e Stato hegeliano. Riconosco, e lo disse, prima di tutti, un nostro filosofo,
Filippo Masci, La libertà nel difillo e nella Sloria secando Kant ed Hegel, in
Atti della R. Accademia di Scienze Morali ePolitiche, Napoli, 1903, che
l’ideologia statale di Hegel si prestò molto bene, nelle mani delle classi
reazionarie e fondiarie tedesche, alla fonda zione dello Stato prussiano
reazionario e conservatore. Ma altro sono le dottri ne, altro l’uso e lo
sfruttamento che di esse tanno le classi sociaii secondo i loro bisogni ed il
loro spirito di classe ; per quanto sia anche giusta l’osservazione dello
stesso Masci che lo Stato di Hegel per gran parte — rlducendosi la sua
Filosofia del diritto molte volte e in molti punti a mera trattazione empirica
di diritto co stituzionale positivo germanico — non faccia che, abbandonata la
fliosofia pura e speculativa, trascrivere in termini di pensiero filosofico ia
realtà di tallo dello Stato prussiano del suo tempo. Per cui lo Stato di Hegel
si prestava per questo verso a quel tale «giuoco diclasse, di piegare lo Stato
filosofico ed etico del gran de pensatore alla propria situazione psicologica
di classe. Ma questi indubbi aspet ti stona e poiitici empirici dello Stalo di
Hegel, che lo fanno passare (non si di mentichi che Hegel visse e scrisse dopo
l’esperienza immediata della Rivoluzione francese, in un periodo, come oggi il
Fascismo, anch’esso accusato dai superficiali e dagli stolti d, reazionarismo,
di restaurazione, e appartenne al ciclo appunto della Restaurazione
postrivoluzionaria) per reazionario e per il filosofo dello Stato rea
zionario. non devono farci perdere di vista gli elementi filosofici essenziali
non accidentali e fossili, e specialmente il profondo vivo e vitale concetto
della . società avile.. di corporazione e del nesso fra la società civile e lo
Stato. Ho piacere di notwe qui che uno scrittore tedesco, li Bindek, Sialo e
Società nella moderna fllosofia poltlica, in Rio. Inlernaz. di Filosofia del
diriUo, fase. Ili, 1924, a proposito del mio scritto: Slato e Sindacali, ha
rilevato il mio rUerimento a Hegel per la com penetrazione della società con
lo Stato. Gli elementi vivi e vitali non devono non separarsi attraverso la
critica e la scienza dagli elementi morti e superati di Hegel Per questi ultimi
non dobbiamo dimenticare i primi; anche se, per il suo tempo m cu. signorava,
prima di Marx, la prassi e la teoria sviluppata poi dopo e fino a un certo
punto anche offre Marx da Sorci, del Sindacalismo. la concezione hege- liana
della Società era burocratica, e la concezione del governo, ossia dello Stato
aulocralica. Vedi su ciò le acute osservazioni e critiche ad Hegel dei
Capograssi, già da me c tate in questo scritto. Questo il giudizio obbieilivo
sullo Hegel poIÌUco A non dire qui (vedi su ciò il mio volume Lo Slato di
diritto, libro II cap V Lo Stalo noumeno immanente di Hegel, Città di Castello
1921) che la prima fase del pensiero politico di Hegel fu tutfaltro che
reazionaria. Come pure non mi sembra che SI possa e SI debba dire che Io Stato
hegeliano, per la sua statolatria, sia uno Stato panteistico, non solo antico,
ma addirittura uno Stato asiatico indiano, meno nspettoso della libertà umana
dello stesso Stato pagano platonicc»-aristoteìico Ve- di su ao, contro
l’opinione del Masci, l’appendice al mio citato Stato di diritlo: Se lo Sialo
hegeliano sia Stato moderno, pp. 169-171. C'è si diflerenza fra Stato fa
scista e Stato hegeliano; anzi è questo il punto fondamentale per cui non si
può e non si deve ridurre al tipo dello Stato hegeliano lo Stato fascista: che
mentre per Mussouni, tutto è nello Stato ; nulla fuori dello Stato ; nulla
contro lo Stato • ma non è vero che nulla, non dal Iato politico, ma da quello
filosofico e morale, è sopra lo Stato ; per Hegel, Invece, nulla è sopra lo Stato,
per la semplice ragione che lo Stato è tutto ed anzi Dio stesso realizzato nel
mondo. Ma da questo a dire che lo Stato di Hegel è più che antico asiatico, ci
corre. Si può e si deve dire invece che lo Stato fascista appartiene al ciclo
della filosofia idealistica trascendente, mentre lo Stato hegeliano è basato
sull’immanenza, donde esso è Dio stesso. Del resto, a questo proposito, sono
anche note, nel campo filosofico, le premesse trascendenti ed anche le
interpretazioni net senso della trascendenza dell’idealismo hegeliano. Vedi su
ciò, in conformità dell’interpretazione trascendente anglo-americana
deH’idealismo hegeliano, il mio libro Diritto Forza e Violenza, parte IH.
Orientata verso la trascen denza è la fase recentissima del pensiero idealistico
italiano, donde la dissoluzione t in terna • della posizione
idealistico-attualistica visibile nei rappresentanti dì questa scuola
discendenti dal Gentile. L ’idealismo attualistico, capovolgendosi la posizione
del Gioberti, che dalla trascendenza andò verso l’immanenza, da Dio alla
Storia, fa oggi il cammino inverso dall’umano al divino, dalla Storia all’
Idea. Vedi su ciò sinteticamente ed efficacemente la prefazione di Balbino
Giuliano al volume di R ugoero Rin a l d i, Gioberti e il problema religioso
del Bisorgimenlo, Firenze, Vallee- chi 1929. Sulla filosofia del diritto di
Hegel, dal lato sociale e per le sue connessioni ideologiche con il
Corporativismo fascista attuale, V., oltre ì miei scritti citali, par
ticolarmente, Lo Stato di diritto, G. Passerini D’Entreves, La filosofia del
diruto di Hegel, Torino, 1924. Sui rapporti fra la « volontà di tutti • di
Rousseau e la ■societàcivile» di Hegele fra la ■volontà generale•dei primoe •lo
«Statoi del secondo, vedi il mio Sfato di diritto libro II, i capitoli su
Rousseau e sullo Stato di Hegel. Sui rapporti fra società e Stato nella
concezione fascista in rapporto aile mie idee in poposito, vedi G. Leibholz, Z
u den problemen des lascistisehen Verfassangsreclds, Leipzig, 1928.Nessuna delle tre
forme di dit tatura sopra analizzate, comprende la dittatura del Duce. Che
cosa essa è? Essa è una forma ideale a sé.. Essa è uno « Stato di grazia »
dello spirito. È quella che io credo si debba chiamare la dittatura eroica,
figura storica o se vogliamo filosofica, non figura giuridica ; ed in quanto
tale, eccezionale e soprannaturale, non ordinaria e comune. Di essa non si
occupano e non parlano i trattati di Dottrina dello Stato e di Diritto
costituzionale. Dovete, per comprenderla, se me lo chiedete, aprire un
libro, il libro degli E r o i di Tommaso Carlyle (1).Un acuto scrittore, il
Michels, richiamando il concetto di Max Weber, parla; di Uomo e di Capo
carismatico (2).La dittatura eroica è spirituale, non materiale, soggettiva,
non oggettiva, prodotta e posta «dal popolo»; nonimposta «alpopolo». ' per cui
essa è considerata dal popolo che la genera e ne èli geloso proprietario e
custode, come la cosa sua più intima preziosa e per-sonale. Dobbiamo, se mai,
per inquadrarla in qualche modo in una delle forme stabilite, ricollegarla,
come si è dimostrato, alla dittatura rivoluzionaria. La rivoluzione è un’idea;
e la dittatura rivoluzionaria è, come sappiamo, la dittatura dell’idea. Ma
questa idea deve trovare il suo Uomo, il suo corpo, l’Eroe. Onde può dirsi che la
dittatura eroica è la soggettività, la coscienza del l’idea di un popolo,
nella sua marcia e nel suo cammino nella storia. LO STATO FASCISTA NELLA
DOTTRINA DELLO STATO. LO STATO NUOVO. Genesi dello Stato
fascista . La natura ideale del Fascismo. Il Fascismo come >conservazione revoluzionaria.
Gli elementi dello Stato fascista. La restaurazione politica e rinstaurazione
sociale nello Stato fascista . Sindacalismo; Nazionalismo; Fascismo. Il lato
politico ed il lato sociale dello Stato. Il rapporto fra lo Stato e 1
Sindacati. Lo Stato-società ; lo Stato^asse ; lo Stato-popolo ; Io
Stato-nazione. In nota; rapporti fra lo Stato fascista e lo Sta to di Hegel. Struttura
e funzioni dello Stato fascista. Lo Stato sindacale-corpo rativo . Stato ed
economia. La Corporazione. Lo Stato fascista neirordiiiamento giuridico. Leggi
costituzionali sociali ; politiche. La Carta del Lavoro. Le istituzioni e gli
organi fondamentali. Legislazione ed esecuzione. Lo Stato-Partito. Lo Stato
militare ed il cittadino-soldato. I caratteri, la qualilìcazione, e la
denominazione dello Stato fasci sta. La statocrazia come formula ideale dello
Stato fascista. La difesa penate dello Stato fascista.. LO STATO FASCISTA NEL
DIRITTO PUBBLICO POSITIVO. CONCETTI GENERALI E GL’ISTITUTI FONDAMENTALI. Criteri
di metodo e dì studio. Il diritto costituzionale fascista : le leggi ; la
prassi ; la dottrina ; la storia. Il metodo giuridico ed i suoi limiti. Le
leggi costituzionali ; le leggi costituzionali rivoluzionarie. L ’in
staurazione rivoluzionaria. L ’atto fondamentale della rivoluzione ; il
Proclama del Quadrumvirato. I! diritto rivoluzionario : organi provvisori ;
costituenti ; costituzionali. . Il Potere politico o corporativo deilo Stato ed
i suoi presupposti sociali politi« e giuridici. La crisi della democrazia
parlamentare. Regime parlamentare e Regime fascista. La divisione dei poteri
come specificazione di organi e di funzioni, e la coordinazione dei poteri.
Critica della teoria dei «tre poteri ». La funzione di governo, ossia corporativa
o politica dello Stato. Natura dì questa funzione e sua denom inazione. L ’
Organo supremo. Dalia funzione politica alla determinazione del titolare di
essa. La gerarchia degli organi costituzionali. 11 Capo dello Stato ; il Capo
del Governo ; il Gran Consiglio del Fascismo. L ’ Organo supremo come organo
complesso. Le relazioni statiche e dinamiche fra i tre elementi dell’Organo
supremo. La Monarchia e il P.- N . F . La forma di governo : il Regime fascista
de! Capo del Governo. La forma di governo desunta dalla posizione
costituzionale dell’Organo supremo. Confronto fra il Regime fascista e
l’attuale regime inglese superparlamentare a • Premier ». Perfezione e
superiorità del Regime fascista nell’evoluzione delle forme di governo, in
quanto piena realizzazione del regime popolare. Il Capo del Governo ; ampiezza
ed intensità dei suoi poteri e delle sue attribuzioni. Sua posizione gerarchica
rispetto agli altri Ministri, suoi puri collaboratori tecnici. Gerarchia in
senso amministrativo e in senso costituzionale. La dinamica delle relazioni fra
il Capo del Governo e gli altri organi dello Stato, ed il Partito come fulcro
giuridico ed istituzione-cardine del Regime fascista. Nesso organico fra la
Monarchia e il P. N. F.. L’unità sostanziale fra il Re, il Popolo, il Partito.
Il Gran Consiglio. La prerogativa suprema del Re : la scelta e la nomina del
Capo del Governo. (In nota; la progressiva delimitazione della competenza
legislativa materiale del Parlamento e la crisi della legge formale. I gradi
del potere legislativo ed il problema della gerarchia delle nor me giuridiche
e della relativa Giurisdizione costituzionale). LE CORPORAZIONI E TEORIA
GENERALE DELLA CORPORAZIONE. PRINCIPI GENERALI. Il Corporativismo concepito
come principio lllosoflco. Corporativismo economico e Corjiorativismo politico.
Errore <1i ridurre il Corporativismo al puro piano economico. Unità di
Fascismo e di Corporativismo. La corporazione e le Corporazioni. Sindacato e
Corporazione. Sindacalismo corporativo e Corporativismo sindacale. CHE COSA
SONO E COME SONO COSTITUITE LE CORPORAZIONI. 1. L’essenza delle Corporazioni e
le loro proprietà costitutive. . . 2. I,a costituzione organica delle
Corporazioni. Le lunzjoni delle Corporazioni. Preponderante rilevanza della
loro funzione normativa ed esame di quest’ultima. Il funzionamento pratico
delle Corporazioni. Il reale e l'ideale nella C o r p o r a z i o n e. CHE COSA
FANNO LE CORPORAZIONI. I compiti e i problemi delle Corporazioni. La funzione
corporativa come esplicazione della potestà d’impero dello Stato. L ’unità
deH’attività dello Stalo. Le « funzioni » ; gli « atti » dello Stato . Attività
economica in senso materiale, ed in senso formale dello Stato. L ’attività
giuridico-economica dello S t a t o . I destinatari delle norme corporative.
Che cos’è la produzione. L’ese cuzione produttiva. Sua differenza dalla
esecuzione amministrativa. 5. Lo Stato e la produzione. Piano economico e piano
produttivo. Dire zione e gestione. L’autarchia. Autarchia economica in senso
formale. L’economia corporativa come economia mista. Il diritto economico.
Iniziativa privata ed autarchia. IniziaUva pri vata e libertà economica. La
libertà come categoria spirituale e filosofica. Iniziativa privata e proprietà
privata. Personalità e proprietà ; lavoro e proprietà. LE CORPORAZIONI
ISTITUITE. IL PIANO DELLE 22 CORPORAZIONI. Il quadro delle Corporazioni ed i
loro tre gruppi . Il ciclo produttivo per grandi rami di produzione come
criterio costitutivo delle Corporazioni e della loro distinzione in tre
gruppi. 154 3. La relatività come criterio per la costituzione e la
classificazione delle Corporazioni. Esplicazione di questo criterio di
relatività in due leggi : la organicità decrescente e la generalità crescente
delle Corporazioni. Natura strettamente « sperimentale dell’ordinamento delle
Corporazioni ». Il Sindacato come elemento attivo delle Corporazioni. Statica e
dinamica delle Corporazioni. Mozione presentala dal D U C E ed approvata
dall'Assemblea Generale del Consiglio Nazionale delle Corporazioni. TEORIA
GENERALE DEL PARTITO. CONSIDERAZIONI GENERALI DI METODO SUL PARTITO NELLA
DOTTRINA DELLO STATO E NEL DIRITTO PUBBLICO. Il partito rivoluzionario nella
Dottrina dello Stato e suo posto sistematico in e s s a . Il procedimento di
formazione dello Stato fascista, ossia il Partito rivoluzionario come origine
immediata e formale dello Stato fascista. 3. Delimitazione dello studio de!
Partito sotto l’aspetto politico e sotto l’aspetto giuridico. Criteri di metodo
e degli organi dello stato. Le varie teorie sulla natura giuridica del Partito,
particolarmente sul Partito come istituzione politica autarchica e come organo
dello Stato. Le varie specie di istituzioni pubbliche. Nuovo concetto
delTautarchia. IL PARTITO RIVOLUZIONARIO, OSSIA IL PARTITO-STATO. Il partito
rivoluzionario come nozione pubblicistica a sè. .Il partito rivoluzionario
nella Storia e nella Dottrina dei partiti. Se il partito rivoluzionario sia
ancora un partito e de. bba chiamarsi partitoIl partito rivoluzionario come
partito di regime. Partiti di governo e partiti di regime. lì partito
socialista ed il Partito fascista come partiti rivoluzionari. Partito
rivoluzionario e partito unico. Il partito unico nella concezione socialista e
nella concezione fascista. Stato dì partiti ; Stato-partito. 5. Il partito
totalitario ed il partito unico. Differenza, non identità fra le due nozioni. Il
partito unico può intendersi in due sensi: a) in senso giuridico o formale come
ente processuale ossia come organo della rivoluzione ; b) in senso sostanziale
come ente politico ossia come organo dello Stato. La giustificazione del
partito rivoluzionario. Il partito rivoluzionario come organizzazione militare
. passaggio dal Partito-Stato allo Stato-partito. LA DITTATURA RIVOLUZIONARIA. Considerazioni
generali sul fenomeno storico-politico della dittatura. 2. Esposizione e
critica di alcune opinioni sulla dittatura. Le crisi dello Stato e le r iv o lu
z io n i. Distinzione, classificazione e analisi delle varie forme dì
dittatura. La dittatura costituzionale. La dittatura rivoluzionaria.. La dittatura
polìtica . La dittatura e r o i c a . PARTIJP- REGIME STATO. Posizione e
determinazione critica e metodica del concetto di regime 2. Il concetto di
regime nella recente dottrina politica e giuridica italiana . Il concetto di
regime in rapporto a quello di rivoluzione . Il movimento interno ossia la
dialettica del regime . Le istituzioni del Partito e quelle del Regime : le
istituzioni del Regime e quelle dello S t a t o . IL CONCETTO DI STATO-PARTITO.
L o S t a t o - p a r t i t o . Lo Stato dei partiti ; delle leghe ; dei
sindacati (Partitismo ; Leghismo, Sindacalismo). Il partito rivoluzionario ; il
Partito-Stato; «la formula politica». Modernità del concetto di rivolurione e
di partito rivoluzionario. L ’unità e la continuità dello Stato ; la vicenda e
la successione delle forme di g o v e r n o . Socialismo rivoluzionario ;
riformismo ; bolscevismo ; Fascismo . L’esperienza sovietica russa. La classe.
La Nazione. Lo Stato-oggetto; il partito-soggetto. L’esperienza fascista.
Contraddizione sovietica; verità fascista. Il problema giuridico del P. N. F..
Dal Partito-Stato allo Stato-partito. Insurrezione e dittatura come torme
logiche della Rivoluzione. Lo Stato-formae lo Stato-sostanza. Natura e scopo
del P. N. F,. Istituzione ed organo dello Stato. Nuovo concetto degli organi
dello Stato . L'uno politico: lo Stato; il pluralismo sociale. Sindacati. Il
Partito ei S i n d a c a t i . L’università del Fascismo; suo presupposto: il
partito unico . SCRITTI FIL030F1GO-GIURIDICI E
DI DOTTRINA DELLO STATO . Il Diritto e l’autorità, Torino, Pomba, 1912. . Le
ragioni della Giurisprudenza pura, Roma, Rio. Inier. di Sociologia, 1914. . Il
concetto della guerra giusta, Campobasso, Coluti, 1917. . L o • Slato
giuridico^ nella concezione di I. Pelrone, Campobasso, Coluti, 1917. ,
Introduzione alla Società delle Nazioni, Ferrara, Taddei, 1920. . La Lega delle
Nazioni, Ferrara, Taddei, 1920. . Lo Sialo di diritto. Città di Castello, lì
Solco, 1921. . I l socialismo, la Filosofia del diriilo e lo Staio, Città di
Castello, il Solco, 1921. . Lirillo, Forza e Violenza. Bologna, Cappelli, 1921.
. Staio e Sindacati, Roma, Rio. Inter. di Filos. del Dir. 1923. . Consenso ed
apatia, in Annaii dell'Universilà di Ferrara, 1924. . Filosofia e Polilica del
diritto, Milano, Rio. di Dir. Pubb. 1924. . La Politica di Sismondi, Roma, Rio.
Inlern. di Filos. del Dir., 1926. . Il Sentimento detto Stalo, Roma, Libreria
del Littorio, 1929. . Diritto sindacale e corporaliuo, Perugia, La Nuova
Italia, 1930. . Stalo e Diritto, Modena, 1931. . Le leggi cosittuzionu/i del
Regime {Relazione al F Congresso giuridico italiano) Roma, 1932. . Popolo,
Nazione e Stato, Perugia, La Nuova Italia, 1933. . Allgemeine Theorie des fase,
slischen Staales, Berlino, Walter de Gruyter, 1934. SCRITTI POLITICI 1. Il
Socialismo giuridico, Genova, Libreria moderna, 1907. 2. Il Sindacalismo nel
passalo, Lugano, Pagine Libere, 1907. 3. La persistenza del diritlo, Pescara,
Casa Ed. Abruzzese, 1910. 4. Sindacalismo e Medio Eoo, Napoli, Casa Ed.
Partenopea, 1911. 5. Stalo Nazionale e Sindacali, Milano, Imperia, 1924. 6. Che
cos’è il Fascismo, Milano, Alpes, 1924. 7. Lo Stato Fascista, Bologna,
Cappelli, 1925. 8. Il riconoscimento rivoluzionario dei Sindacati, Roma, Il
DiriUto del Lavoro 1927. 9. Sindacalismo, Torino, Pomba, 1928. 10. Rivoluzione
e Costituzione, Milano, Treves, 1933. 11. La fStoria» del Sindacalismo
fascista, Roma, Quaderni di segnalazione, 1933. 12. Riforma Coslltuzionale {Le
corporazioni ; il Consiglio delle Corporazioni, il Se nato), Firenze, La Nuova
Italia, 1934, 13. Economia mista {dal Sindacalismo giuridico al Sindacalismo
economico), Milano, Hoepli, 1936. Dante Alighieri (1265-1321)esaltanelsuoDeMonarchia1’ordinamento
gerarchico del mondo conchiuso nell’ idea imperiale ;
pocoappressoMarsiliodaPadovafondasulpopolo
11dirittodidarsiunproprioordinamentogiuridico, secondo le speciali esigenze di
ogni gruppo sociale, e Bartolo espone nel trattato De regimine sivitatis (1354)
le varie forme dei governi, secondo l’autonomo diritto
dellecittàedeiregni;finchéEneaSilvioPiccolomini
(1405-64)avantiildefinitivotramontodell’ideaim¬ periale, traccia a grandi
linee, nel Libellus de ortu et
auctoritateimperli(1446),ildisegnodell’ordinepoli¬ tico dell’ universo, secondo
la disciplina dei gruppi so¬ vranigerarchicamentecongiuntinell’impero—A.Solmi
pag.429§76.—«Sull’autonomianeldirittoromano,
sivedaMarquardt,OrganisationdeVempireromain. Paris 1889 - 92, I, 105 ; e per il
concetto giuridico moderno Regelsberger Pandekten, Leipzig 1893,1,105-6 e la
letteratura ivi citata. Le dottrine dei giuristi medievali sono esposte dal
Gierke Deut. Genossenschaf- tsrectvoiIII;Berlin1881pag.510eseg.SuDante, sarebbe
da vedere il mio scritto in Bull, della Soc. Dantesca, N. S., XIV, 1907,
pag.98411 ;su Marsilio e Enea Silvio, cfr.Rehni Gesch. Staatsrechtswissen
schaft, Ereiburgi.B.1896Pag.185eseg.96eseg.,224eseg.;
suBartolo,loscrittodelSalvemini,StudistoriciFi¬ renze1901,pag.-137-68».Solmi,Op.cit.pag.430.
la cooperazione, lo stato come cooperazione – lo stato come la cooperazione
ideale – cooperazione volontaria – cita. Sergio
Panunzio. Panunzio. Keywords: stato, nazione, razza, popolo, popolo e nazione
sono cose distinte – la nazione ha una valore plus sopra popolo. Razza e
distinto a nazione – una rivoluzione basata sulla razza – la concezione della
razza e della nazione, l’italianita, la romanita, il ventennio fascista – la
filosofia giuridica previa al ventennio fascista – morte di Sergio Panunzio.
L’altro Sergio Panunzio. Concetti. Citazione della teoria dell’aristocrazia di
Mosca, non di Pareto, citazione di Labriola, critica al stato prussiano di
Hegel, l’ordine di 1848, Mazzini, la revoluzione causata per comunisti, la
dittatura fascista, il dittatore eroe, cita de Martinis, l’eroe non e senso
sociologico di Martini, ma filosofico. Il concetto di la nazione italiana, il
concetto di Roma, la luce di Roma, la storia italiana, il concetto di
stato-nazione, il concetto di stato-razza. Citazione di “La mia battaglia”,
citazione di Mussolini. Scritti sistematici, evoluzione della teoria dello
stato fascista – positivismo, assenza di elementi mistici. La revoluzione de
perturbi e morbidi comunisti al ordine del reglamento de 1848, la dittadura
come reazione alla revoluzione, il concetto di stato, popolo, nazione,
antichita romana, I sindicati nella antica roma, I sindicati nella Firenze
medievale, il comune del comune, la citdazione della Monarchia di Aligheri,
Marsilio di Padova, e Machiavelli. Definizione concise. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Panunzio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701619634/in/photolist-2mHsg1f-2mHo7Ma-2mLGjg5-2mLCQLJ
Grice e Panunzio – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Ferrara).
Filosofo. Grice: “I like his
‘contemplazione e simbolo,’ for what is a symbol for if no one is going to
contemplate it!?” -- Essential Italian philosopher. Figlio
di Sergio, il più noto filosofo del diritto e teorico del sindacalismo
rivoluzionario. Ligato alle correnti conservatrici e contro-rivoluzionarie
italiane. Studia a Roma sotto I. Zolli. Insegna a Roma. Come Grice, alla Regia Marina,
partecipa ad operazioni di guerra nel mediterraneo contro Capt. H. P. Grice, e
viene insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia. Collabora
con “Pagine Libere”, “L'Ultima”, “Carattere” e altre riviste specializzate in
studi filosofici. Si muove nella direzione di
un simbolismo esoterico pieno di sacrali e regali elementi. Fonda a Roma la rivista del tradizionalismo, “Meta-Politica”
-- Pubblica saggi in una collana a cui darà il nome di "Dottrina dello
Spirito Italiano". Il concetto di “meta-politica” è al centro del
dibattito sulle radici europee da parte degli esponenti della destra e il culto
del pagano (anti-cattocomune) di de Benoist. Cerca di ri-condurne
l'orientamento tradizionale, iniziatico, e simbolico. L’imponente biblioteca del padre è donata a U. Spirito che
ne custodisce in gran parte anche l'archivio di famiglia. “Contemplazione e simbolo”; “Summa iniziatica
occidentale” (Volpe, Roma); “Simmetria, Roma); “Metapolitica, “Roma eterna”,
Babuino, Roma); “Luci di iero-sofia” (Volpe, I Classici Cristiani, Cantagalli,
Siena); “La Conservazione Rivoluzionaria. “Dal dramma politico del Novecento
alla svolta Meta-politica del Duemila”,
Il Cinabro, Catania Cielo e Terra, “Poesia, Simbolismo, Sapienza, nel poema
Sacro, Metapolitica, Roma ; Cantagalli,
Siena Vicinissimi a Dio, “Summa Sanctitatis”, Gl’Eroi, Cantagalli, Siena, Vicinissimi
a Dio, “Summa Sanctitatis” Siena, Cantagalli, Princípio, Appello. Storia ed
Eségesi Breve. Precedente Storico e Agiografico, Roma, Scritti remoti L’anima
italiana, Sophia, Roma, Difesa
dell’Aristocrazia: Pagine Libere, Roma Gismondi, Roma, Ugo Foscolo tra Vico e
Mazzini nello spirito italiano, Gismondi, Roma, Sull’esistenzialismo giuridico”
(Bocca, Milano); “Tradizione, L’Ultima, Firenze; “Cosmologia degl’antichi
romani, Dialoghi, Roma, Ispirazione e
Tradizione (Città tradizionali e Città ispiratrici), Carattere, Verona Lo spiritualismo storico di L. Sturzo (Per una rettificazione metafisica
della Sociologia), Conte, Napoli Scritti, S. Benedetto, Parma La
Pianura, Ferrara, Atanor, Roma. Schena, Fasano,
Ristampe e nuove antologie Difesa dell’Aristocrazia, Quaderni di
Metapolitica, Roma I Quaderni di Metapolitica, Roma Vecchie e nuove cosmologie (Avviamento alla
“Scienza dei Magi”), Per una rettificazione metafisica della sociologia (Lo
spiritualismo storico di L. Sturzo). Sull'autore: Testimone
dell'assoluto, “L'itinerario umano e intellettuale di Silvano Panunzio”,
(Eségesi di 12 noti Scrittori Italiani), Ed. Cantagalli, Siena, Dalla
metafisica alla metapolitica: omaggio, Ed. Simmetria, Roma. Inediti. In corso di stampa Note Olinto
Dini, Percorsi di libertà, Firenze, Polistampa, Giambattista Scirè, La
democrazia alla prova, Roma, Carocci. Combattente nella guerra, rimane chiaramente,
un teorico del fascismo. S. Sotgiu, in Il
Giornale, Tradizionalismo (filosofia. Silvano
Panunzio. Panunzio. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Panunzio” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51700941826/in/photolist-2mHsg1f-2mHo7Ma-2mLGjg5-2mLCQLJ
Grice e Paolino – dizionario filosofico
portatile for gym users -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo.
Grice: “In England, we have it easy: we have Oxford and we have Oxford. In
Italy, small a country as it is, they have Bologna, Bologna, Bologna, and Nappoli,
Venezia, Roma, etc.” Autore di quattro trattenimenti De' principj del dritto
naturale, stampati a Napoli presso Giovanni di Simone, di un supplemento al
Dizionario storico portatile di Ladvocat, ma è noto soprattutto per i due
volumi della sua Istoria dello studio di Napoli, uscita anch'essa dalla
stamperia di Giovanni di Simone. Si tratta della prima storia compiuta
dell'Napoli, nella quale l'autore dimostra con buoni argomenti (come ricorda Tiraboschi
nella sua Storia della letteratura italiana), che quello studio non fu
veramente fondato da Federico II di Svevia, ma, prima di lui, dai Normanni,
benché questi non le dessero veramente forma di università e non la onorassero
dei privilegi che a tali corpi convengono, cosa che invece fu fatta da Federico,
che così meritò la fama di suo vero fondatore.
Opere * Giangiuseppe Origlia, Istoria dello studio di Napoli, Torino, Giovanni Di Simone, Girolamo
Tiraboschi. Grice: “Paolino is a quasi-contractualist. His contractualist
treatise is very accessible. Man is the political animal, so politics is in the
essence. Polis means civil, so a man who is not civil is not a man. Paolino
analyses a contract – in general, and then the social contract in particular.
This sets him to analyise such duties which are addressed to the other members
of the civitas. Paolino was alo the author of a dictionary of antiquities,
which has the nice alphabetical touch about it, if you are into a first thought on Julius Caesar or Cicero! He also
traced the stadium tradition to the ‘gym,’ ‘nudare’ as he notes. And notes that
it started in the cities where such as Athens or Rome where the athletes needed
a place to get undress and practice. He mentions Plato’s Academy (after
Hekademos) and Aristotle’s Lycaeum, after the statue of Apollo Liceo, reposing
after extercise. It is good to call Platonists accademici and Aristotelians
liceii then. The gyms were particularly popular in Italy – even before the
great expansion of the Latins and Romans over other ethinicities. In the South
of Italy especially, due to the weather, it is more natural for an athlete to
feel the need to get undress as soon as possible, and philosophers followed.” --
D. Di tutte adunque le società dei Mondo
non fu ch'una ftetia l'origine , perchè tut te,giusta ilvostro avviso,
nonsìmisero inpiè,nèsiformarono,fenonfecondo le diverse nécessità ,e bisogne
degli uomini ; anzi intutte altresìsiebbe un isteffo fine perchè n o n si r i s
g uardò ad altro, fenonal commodo, edutilecommune de socj.Ma quali fonolesocietàparticolari,chesareb
berostatemainelMondoinufo,semante nuta si fofle ben falda , e ftabile la
società Universale(A )? (A)Eglièfuordidubbio,chegliuo mini , essendo tutti in
obbligo , ed in dovere d'amarsi u vicenda; el'unocomenon nato, persemedesimo,dovendononche
alproprio anche all' altrui commodo badare , quando ciòtutto esattamenteosservavano,non
veni yano a comporrecheuna societàuniversale inguisa
cheniundieficonsiderarsenepotea aldi fuora ; Quindi divero io non M.
La 271 safidical'Eineccio, ilqualetuttoscaglian,
dosicontroilPuffendorfio, che trattiavea,e deafai malamenge inferiti
tuttigliobblighi, egliumani doveridella società,soggiugneto, jto ch'era uom
tenutosoddisfara tuttiquegli che Uella ,ch'è la più vera,e la più saggia,
Antichitàdel e lasola infallibile maestra dell'umanaGinnasioNa II.
Cosa fossero prudenza si lasciarono in
dietro digran lunga ogni al traNazione.Quindi,giustache scrive Dion Crisosto mo
agli Alessandrini sull'autorità d'Anacarside , non vi fu Città dellaGrecia,che
non avesse avuto ilsuo Gin nasio. Questo folo basta di presente supporre per
farci sicuramente acredere,che Napoli(Città oggi dall'eterna divina provvidenza
maravigliosamente fornitadi quanto in una ben nobile,e doviziosa potrebbe mai
l'uom brą mare ;e sopra tutte l'altre ben culte Città dell'Europa, e per le
scienze,e per l'armi,e per lo Erano presso deGreci questiGinnasj alcuni grandi,
ftatiiGinnasie magnifici edifizj con ampj portici,e stanze d'ogni ca
ondeveniferopacità,luoghi coverti,e scoverti,ombre,ed altrepref così deti: eso
che infinite comodità,ove la gioventù ammaestravasi qual fosse la lor
forma.Oppinio non meno nell'arte Ginnica , che nelle scienze , e nelle fa
paricelebre gran trafficodi )essendostata,come tutti fuor versia
asseriscono,fondata diogni contro l'altre daGreci,ebbe anch'ella-come
dellaGrecia ilsuoGinnasio finda'suoicominciamenti Infatti Strabone (1),che vise
. che a'suoi altempo diAugusto,scrive, giorniquestacittà aveaancora tiche
Greche costumanze molte dell'an ,come leCurie,le l'Efebeo,e altre dital
Fratrie, fatta ; e con queste ebbe il Ginnasio ; né v'ha scrittore al tresì osi
su questo muover di buon senno,che ombra di dubbio. e nedicolorochearti
liberali;onde fotto uno stesso tetto venivano a c o m avuto illuogoprendersi,
per così dire, due diverse Accademie proprio per le , e due Scuole,ribut ta
varj, e diversi generi di Scuole , cioè : quelle dell'arte ta comefavolo-
bellica , e quelle delle scienze , e delle belle lettere . E
niodimoltiçe-perchè a coloro,che applicatieranoallaGinnica,eper
lebriscritori.Io gran novero loro, e per gli esercizi, che far dovea > no,
come il corso, la lotta, ilsalto,il pancrazio,ildi (1) Strab.1.s. fco,
. “γύμνοω”, det idioma, senza aggiugnimento d'altro, semplicemente O
tiGinnasj.Perlaqual cosaalcuni nelprogressodeltem po non badando che al
semplice suono del vocabolo , con cui chiamavansi, li credettero non per altro
essere edificati,cheper un talmestiere:opi statiesiprima
,forseilprimo,CraffopressoCicero nione che portò la ne (2) , e tra gli altri ,
che in questi ultimi secoli sostennero fi furono Girolam o Mercuriale, e Pier L
a però avendo per certo,per quel, che ne scri sena.Noi Ginnica non fu po ve
Galeno a Trafibolo , che l'arte fta in voga nella Grecia , che alquanto prima
dell'età di Platone (3) , e che in Grecia , come manifestamen te fi ravvisa
nell'ingegnoso, ed ammirabile poema di visselungamente prima di quel cele
Omero,ilqualee da molti celebri scrittori, come bre filosofante avanti lo Lino
, Filamone , Tamiride , e altri fioriti stesso Omero, furonvị le Scuole delle
belle lettere fi no da’primi tempi; stimiamo più ragionevole il credere, che
s'introdussero i giuochi Ginnici, ed Atle che dopo fatto , che am . tici,iGreci
altro allor nonavessero pliare que’medesimiedifizj,fattimolto tempo prima non
per altro fine, che per le Scuole , e chiamatigli per le ragioni,chetestè
noiaccennammo,Ginnasj:poichè Crasso steso, il quale fu il primo , come disimo,
ed A2 inge sco, facea mestieri d'uno spazio maggiore , e asai più grande
diquello,che bisognava percoloro,che istrụi vansi nell'arti liberali, e
venivano per questo ad occu parę buona parte di tali edifizj; erano questi dal
modo, con cui in es si faceansi quegli esercizj, cioè dalla voce Greca yújrow ,
che tanto vale quanto nudare ,nel nostro e . Cic.l.2. de orat. Apud
Anson.Vandal differt. 8.de Gymnasiarcb. ingenuamente egli anche lo
attesta, a metter in campo u n sentimento a questo del tutto opposto ; parlando
del suo tempo dà atutti a conoscere, che le pubbliche Scuole delle scienze non
era allora in costume d'a prirsi inaltroluogo,che ne'Ginnasi;e cheper quanto
egli si studialle, non potea in niun modo fisar in cui queste erano colà state
erette.Ego aliomodo interpretor(diceegli)quiprimum Palæftram e
sedesdeporticusetiamipsos,Catulé,Grecosexercita tionis, eg dele&tationis
cauffa , non difputationis invenisse arbitror ; et sæculis multis ante Gymnasia
inventa sunt , quaminhis Philofophigarrirecæperunt; hocipsotem porecumomnia Gymnasia
Philosopbiteneanttamen eo rum auditores discum audire , quam Philofophum malunt
& c. Per verità non v'era Ginnasio nella Grecia,in cui non vi fossero
queste Scuole;cosileggiamo,che in Ate ne nel Cinofarge (4), il quale fu un
Ginnasio eretto molto prima del tempo di Platone , eranvi tra l'altre Scuole,
quelle della setta Cinica, dalle quali egli anche forse ebbe il nome , e
nell'Accademia eravi l'udito rio di Platone (5) come nel Liceo quello
d'Aristote le(6).Anzi accolto,ovvero al di dentro d'alcuni celebri Ginnasj
trovavansi non meno delle Scuole,che delle fa mose,e celebriBiblioteche;come
sappiamo diquello parimente in Atene , che avea dappresso la celebre Bi
blioteca di Pisistrato, rammentata da San Girolamo,e da altri (7),e quello in
Rodi, della cui celebre Biblio (4) Schol.Ariftoph.PaceXenophont.inHippar.Plutar.Symphofilovi11.q.iv.Suid.
Pauf.in Artic. (7) Hieron.de Beat. Pompbil. martyr. ep. Ad Marcel.14.Gell. l.vi.c.17.
Lucian. adverfus indo&um. Pauliin Atricis. Ifidor.orig.hiv1.3 . a Р еросر (s) Suid.Pauf.in
Attic.Schol.Ariftoph.ad Nubes ec. (6) Ammon.vit.Aristot.Plutarch.deexilio.Cicer.q.Tufcul.l.1.C.4.
. teca parla Ateneo (8);é per questa stessa ragione forse, per cui sempre
a'Ginnasj accoppiavansi le Scuole delle lettere, troviamo che molti valenti
uomini , e dotti scrittori applicarono in molti luoghi delle lor opere q u e
fto vocabolo , a significar non altro , che queste, quasi pereccellenza;essendo
lostudiodelle scienze moltopiù nobile , e sublime di tutti gli esercizi
ginnici. III. . che ebbe una con quello nello stesso tempo le
ScuolenideleScuole (8) Atben.Biblioth.l.1.dipnofoph.c.1. (9) Senec.epift.76. ut
0 1 , Suppostoadunque pervero,comeloèinfatti,Tenimonianza che Napoli,come
CittàGreca,ebbe ilsuo Ginnasio findiSeneca,edi da'suoi primi principi,egli
convien credere anchevero,triautoriLati > . di Napoli : delle
bellelettere;senza lequali nella Grecia,comeScienzechevi abbiam detto , non si
formava Ginnasio ; e certamente s'insegnarono; di queste , di cui è solo or
noftro assunto il favellare ,vifiorirono. parlaSenecainuna
suapistola(9),nellaquale,come dalle parole ,che poco fa da noi fi allegarono di
Cras fo,con lui filagna presso Cicerone di que'giovani, che al meglio delle
lorlezioni lasciavano ilormaestri nel le Scuole per correre frettoloji a veder
il disco, la lot ta,eglialtriginniciesercizi;cosìeglifiduole forte mente col
fuo Lucilio , che nelle Scuole della nostra Città vistoavea farcerchio
a'Filofofi,giovani in nove romolto pochi alparagone di quelli, che a calca tra
ftullavansi nel Teatro , il quale , come egli narra , era in questa Città non
guari distante dello stesso Ginnasio: Pudet autem me generis humani.(scrive
egli) Quoties Scho lam intravi,prater ipfum TheatrumNeapolitanum . Il
fcis,transeundum eft, Metronactispetentibusdomum lud quidem farctum est: hoc
ingenti studio , quis fit Pithaules bonus,judicatur.Habet tibicen
quoqueGræcus du præco concursum:at in ilo loco,in STAL : quo
ritur, inquovirbonusdiscitur,paucissimisedent;& bi plerisque videntur nibil
boni negotii babere , quod agant, inepti cu inertes vocantur. i più nobili dellaCittà
non isdegnavano neppurd'inviarviper tal finei
proprifigliuoli;poichèegliscrive,chepor tatosi in Napoli con Antonio
Giuliano,professor diRet torica uditovaveaungiovinettomoltoriccocum utriusque
lingua magistris ( per valerci delle stesse sue p a role)meditans,
exercensadcaul'asRomaorandaselo quentia latinafacultatem. Quanto
allaFilosofia,ladot trina di Epicuro , la quale venne da'più dotti dell' an
tichitàricevuta con applauso,e fu universalmente se guita da tutti que'grandi
uomini del tempo d'Augu Ito; era quella , che in queste medesime Scuole avea
maggior voga ; come par che si conobbe da una Iscri zione,che nel 1685.fi
rinvenne in un Cimiterio fco verto nella Valle della Sanità , non guari
distante da quella Chiesa (11) sopra alcune urne,che state erano per quel che
n'appariva , di Epicurei ; poichè in alcune di quelle vedeası il nome di alcuni
celebri filosofanti di questasetta,scritti conGreci caratteri,einalcune altre
con caratteriLatinileggevasi;manonbene,eoscuramente: E come apprendiamo da Gellio,che
fa anche di questo Ginnasio onorata memoranza> vir bonusque . 3 DELLA e
fiori alquanto dopo Seneca; al suo tempo in questeScuole nell'istessa guisa,
che in quelle del Ginnasio di Cartagine ramme morato da molti Autori
(10),s'istruivano igiovani non meno nellescienze,chenellelingue;eipiù (10)
Salvion.1.7.Hieron.inCatbalog.ccap.3.JoneProph.Aug.1.2.conf.c.3.6.6.0.7,
fc.8.l.s.c.8. (11) Celan.Giorn.3.dellenotiziediNap.
12STALLIVS.GAIVS.SEDES HAVRANVS.TVETVR EX EPICVREIO.GAVDI.VIGENTE CHORO Quindi
tra' maestri , che in tali Scuole insegnarono le lettere umane , e le lingue ,
fi conta Stazio Papinio nativo diSilta,Città dell'Epiro,che fiorì circa al tem
po dell'Imperadore Domiziano;padre di Publio Stazio; il quale , come dal costui
poema fi ravvisa (12) espose in queste Scuole l'opere de'più celebri poeti
Greci, co meOmero,Efiodo,Teocrito,ed altridiquesto gene
re;etracoloro,chev'insegnaronolescienze filosofi che, deve annoverarsi senza
dubbio quel Metronatte,di cui, come prima abbiam fatto vedere, fa motto Seneca;
e fimorì molto giovine,che glifu contemporaneo,co me questi medesimo
attestainun'altra pistola diretta al lo stesso fuo Lucilio (13);e febbene degli
altrimaestri, e professori, che vi furono in questi, o in altri più anti chi
tempi,dato non ci siaora di tesser un ben lungo,e distinto catalogo , poichè i
lumi , e le memorie della Storia totalmente ci mancano ; non però egli è certo
, che essi furono tutti di tanto sapere adorni,e di sì rara dottrina,che
abbondando perciò laCittà digiovani let terati
venneellada'Romaniconcordementenoncon altro titolo chiamata , che di dotta, e
ftudiofa ; e così per tralasciar degli altri,che cið fecero (14) Columella in
parlando di Napoli , non con altro epiteto nominol la>,che con questo:
Doftaque Parthenope, Sebethide roscida lympha. E'l medesimo fece anche Marziale
col seguente verso: bi ܕ di 00 .1 >1 li
al (12)
Papir.Star.flvar.s.epiced.inpatr. (13) Senec.ep.93. Er (14)
Oras.Epod.adCanid.Sil.Italib.12.Stor.l.3.Syluar.Ovid.Metamorpb.is.
Napoli,quanto Illo Virgilium me tempore dulcis alebat mente cari; ond'è,che
niuna altra Città più della loro Costantino.Sen.ritroviam nellaStoria,che
avessero eglinofino nel cadi li,chevogliomentodellorImperio
maggiormentefrequentata;equel no,averTitalisopratuttolafrequentavano,se vogliam
prestarfe in rifateleScuo-de aStrabone (16) che impiegavano ilpiù del lor tem
le,con allega re'inpruovailpo allostudio delle lettere,edelle scienze.
marmo,cheog Et quas d o &t a Neapolis creavit. Anzi Virgilio e
riguardo scienze Parthenope, studiisflorentem ignobilis oci. E tra perquelto
conto iNapoletani,e per laGin > comebenrifletteilBemboinunasua pistola (15),
fu mandato , e mantenuto da Augusto in questa Città a proprie spese per farvi i
suoi studj. E in fat ti nella prima Egloga de' Buccolici, scrit ti anche in
Napoli , egli riporta a' favori di quel Principe il suo Napoletano
ozio,cioè,studioconquelleparole:Deus nobis hæc otia fecit. E confessa nella
fine de'Georgici, che : che visicolei nica , la quale nel si . lor Ginnasio
esercitavanoanche con vavanofofefta-somma diligenza e con tutta la magnificenza
del Mon ta frequentata da'Romani;edo,divennero universalmente agli stesiRomani
somma anche dagl'Im peradori fino a gi fi conserva Quindi Lucilio,che fu
ilprimo tra’Latini a scrive fopra lafontere delleSatire,non solo visse,ma anche
morir volle tra' .An nunziata;mo:Napoletani, comeattefta
Quintiliano(17),eCicerone,il strato falso ; e quale v’ebbe anche
un'abitazione(18)eVirgilio,dicui di che propria mente in efoabbiam favellato,
Orazio , Livio , Marziale , Silio Ita fac cialimenzio-lico , Claudiano , e
tutti gli altri tra gli antichi , ne mar che morapportatomercè dellor saperelasciaronoa'posteriillornome
im in cuilafenzamortale,abitarono inNapoli perpiù tempo (19); anzi dubbio fi
parla delle Scuole . molti (15) Bemb.vol.1.1.2.lett.27. (16) Strab.l.3.infin.
(17) Quintil.l.10. (18) Cicer.l.8.ep.famil. (19) Crinit.de
Poet.Latin.Philoftr.Icon.Sil.Ital.lib.12. IV. per 9 molti,come dal Poeta
Archia narra Cicerone (20) brama rono ben' anche di esservi ricevuti per
Cittadini ; cosa, che iGreci non erano molto larghi a concedere;feb bene su ciò
non tuttiusassero lastesamoderazione:(21) Ma non
menode'privatiCittadiniRomani,visita rono questa nostra Città
glistesiImperadori ; poichè sal vo Celare,ilquale,comescrisseCicerone(22)inalcun
tempo ebbe a sdegno i Napoletani, forse perchè infer matosi fra esi Pompeo
nelprincipio della lor guerra, glimostrarono,come scrivePlutarco,moltisegnid'af
fezione (23 ) , gli altri tutti fino a Costantino , lebbero p e r le ftese
ragionianche molto cari : così che eglino molte
prerogativen'ottennero(24).Ilperchè Tito ,chesuccef se a Vespasiano circa
l'anno 79..dell'era Cristiana, essendo pe'violenti tremuoti accaduti al suo
tempo , a cagione di unobengrandeincendiodelMonte Vesuvio(25)rovinati molti
luoghi vicini ;e traquelli ,come scrivonoalcuni de'noftri Storici,in Napoli
anche il Ginnasio :egli pose ogni studio per farlo con pubblico danajo
ristorare : e c o munalmente fivuole,chediquestofattonefacciaanche oggi giorno
una chiara, e certa testimonianza quella Gre. eLatina Inscrizione, la qualetuttaviaravvisiamoin
questa città in un marmo elevato nel muro della Fonta na dell'Annunziata , ch'è
la seguente , riferita anche dal Grutero(26),non cheda tuttiinostri
Istorici(27),li quali vogliono, che in essa fi faccia parimente una espressa
memoria dellescuole,ch'esistevanonelGinnasio. " 100 Jens 1 CI, 22
> 1 00 TO са, fuz a . B (20) Cic.proArchia. (21) Ezechiel. Spanhem. Orb. Roman.
(22) Cic. Ad Attic.l.10. ep.11. (23) Plutar.inPomp. (24) V.l'AutordellaStor. Civil.delRegn.l.1.C.4.
(25) Sueton.in Tit. cap.12.b.i. (20) Gruter.pag.173.Infcript.oper.&
locor.publicor. (27) Capacc.ift.l.1.c.18.Bened. di Falco Antich. Di Nap.&c.
TI -ΙΤΟΣ -ΚΑΙΣΑΡ ΕΣΠΑΣΙΑΝΟΣ: ΣΕΒΑΣΤΟΣ . ΚΗΣ ΕΞΟΥΣΙΑΣ• ΤΟΙ OE ·TIIATOE
·TO :H :TEIMHTHE OETHEAE·TOT: TYMNASIAPXHEAE ΥΜΠΕΣΟΝΤΑ •ΑΠΟΚΑΤΕΣΤΗΣΕΝ NI ·F
·VESPASIANVS ·A V G .COS.VIII.CENSOR.P. P. IBVS .CONLAPSA ·RESTITVIT Ma senza
che quì noi ci distendiamo molto nepo co in far riflettere agli abbagli, ed
agli errori, che co munalmente han preso tutti nella sposizione di questo marmo
; basta, che con qualche diligenza per uom si legga , per dubitare se in esso
si tratti del Ginnasio ; o v ver più tosto dell'antiche Terme , come più
probabil cosa essercrediamo, nel fito delle quali eglifu trovato ; ed ; il
numero delpiù,il quale si vede in esso adoperato a notare gli edifizj rifatti
per ordine di Tito ,par che troppo chiaramente lo ci additi ; nè per qualunque
ftu dio vi fi faccia, potrà mai scorgervisi parola, che colle Scuole, o cogli
esercizj letterarj abbia coerenza ; onde quanto su ciò fi dice sono tutte
pure,e prette immagi nazioni de'nostri; egli v'ha però un altro marmo rife rito
dal Capaccio (26), ove espressamente leggasi: SCHOLAM. CVM. STATVIS ET
IMAGINIBVS ORNAMENTISQVE. OMNIBVS SVA: IMPENSA FECIT (26) Capacc. Ift. tom.I.h.1.6.18.
. E per .I. 11 E perverità ebberoi Greciin costume di adornardi
statue, e d'immagini ilor Ginnasj,con riporre quellede più
celebriAtleti,edicoloro, chesieranopiùnella Ginnicą refi immortali,ne'luoghi,
ove l'arte esercitava si;e quellede’gran Filosofi nelleScuole;come del Gin
nasio diTolommeo celebre inAtene narraPausania(27) Per la qual cosa se non a
Tito , sicuramente ad Adria no , che nell'anno 117. dell'Era volgare successe
nell Imperio a Trajano;di quanto narrafi in questo marmo convien darsi il
vanto:poichè questo Imperadore, come scrive Sparziano (28) inomnibus pæne
urbibus,com aliquid ædificavit,o ludosedidit:efucotantoamatoda'Na poletani, che
volontariamente lo elessero Demarco; ch' è quanto dire Pretore dellalor
Repubblica ; come prug va il Reinesio (29) contro il Capaccio ,ed altri,che cre
dettero esser questo un Magistrato:Greco;avendo avuto le colonie a fomiglianza
diRoma parimente un talMa giftrato. Orciðne fachiaramenteconoscere,cheilGin
nasio, e le Scuole in Napoli furono ugualmente celebridiquesteScuo non meno
prima, chedopo che questa città fi:sottolefinoaCostan mise aldominio de Romani;
poichè febbene i Napole tanidall'anno1428.diRoma,come sostienetraglial
triilReinefio (30)finoad Augufto,edanche molto tem po dopo , toltone il tributo
, che pagavano a'Romani, effendo ftati trattati da quelli con ogni
piacevolezza,ed. amore ,e reputati amici anzi, che soggetti ; fossero stati
dopocircail tempo di Tito,o diVespasiano,se si vuol credere al Caracciolo,
ridotti in forma di Colonia, (27) PaulinAttic. Cic.definib.l.s. (28) Spart.in
Adrian.cap.20. (29) Reinef.var.le&t.l.3.0.13. (30)
LoMeliovariar,bection6.3.6.16 20 CO ) 210 eto 7h OV V. Continuazione CIT per
col ied che cole :ftu. onde magi 0 rife : e refi B 2 Cih e refi più
soggetti,preso avessero a dismettere gli antichi Greci inftituti;tutta volta
seguirono pur eglino,come manifestamentedaquantoabbiam dettoappare,adeser
citarsi nella Ginnica , e tener te loro Scuole ben ordi nate ; con mantenervi
ottimi professori in ogni genere di scienze. Ma
inqualeregionedellanostraCittàsituatofosse le,edelGinna-questo
Ginnasio,molto'vario è il sentimentodegli Au tori. Alcuni credettero, che le
Scuole state foffero ove nel corso degli anni edificosi la Chiela di S.Andrea
(31); non però questa oppinione quanto sia folle, e vana di leggieri si mostra
;poichè o fi vuole , che queste Scuo le fossero divise dal Ginnasio;e ciò
quanto sia lungi dal (31) Summon. le
cole che di sopra abbiam detto,bastante mente lo appalesano; o fivuol
credere,che queste era no , come in fatti furono,accoppiate,ed unite, anzi in
corporate con quello ; e gianımai fi verrà a moftrare esservi in tal luogo
apparse vestigia di tali edifizj. E' ben vero,che essisupposero laddove
fuinappresso eret to ilCollegio de'RR.PadriGesuiti,vifossestatoun altro Teatro
, diverso da quello , che di sopra divisam mo; maquestoanchequantosiainverisimile,anzi
im possibile chiaramente appare da quel che in tutti i noftri
İftoricisilegge;come dire:che Napoliatempopari mente diRuggiero Normanno
dopovarj,ediversiac crescimenti diedifizj,ediabitanti,nonera,che'una
Cittàmoltopicciola,etale,chefattadaquelRemi. surare , non li rinvenne il fuo
giro maggiore, che di 2363.pallil;onde ove:mai figurarvifivoglianotanti diversi
Teatri, e Ginnasi di quella magnificenza,ed a m piezza , ch'era solito dagli
antichi edificarsi, non po trem VI. SitodelleScuo vero , tremmo mai
concepire; senza che in sì picciolo spazio non vi farebbe rimasto luogo per abitarvi.
; seguentefillogismo:Appare eglidicono da Platone,che: il luogo proprio per
liGinnasj esserdebba ilmezzo della Gittà:aveano
questi,secondogliantichi,ilpiùdappresso leTerme;ecome sideduce da Stazio
nelGinnasio de'Na poletani eraviun TempiodedicatoadErcole:orduppo Ito, che in
Napoli il Ginnasio occupasse questaregione, veniva egli ad aver tutto
ciò;perchè ella quafiil mez: zo occupava dell'antica Città;avea nel suo
distretto le chi IK er qual sopra tutti ik prese a difenderla,avendo
preso,a scris vere di questo Ginnasio , che per la morte sopraggiun tagli,non
potèterminare;fiappoggianodeltuttosul 13 Altri all'incontro furono di parere ,
che il Ginna fro occupasse propriamente quellaregione della Città,la quale per
le Terme,ch'erano nelsuo distretto,chiamof fi Termenfe ;e si vede anche dagli
antichi scrittori chia mata Erculense , come chiamolla S. Gregorio nelle fue
pistole(32)perloTempio,cheiviancheera inonor di Ercole
oveoggièlaCappelladettaS.M.adErcole e dopo fu chiamata,comeparimente or
fichiama,di Forcella;non già come vogliono alcuni,ch'è troppo follia il credere
dallaScuoladi Pittagora,che quivi era, la qualeavea per insegna la lettera
biforcata Y ;ma si bene , giusta che fu il sentimento de'più favj, da un antico
Seggio, il quale facea per avventura per sua im-. prela,queltalettera,che
finoggimiriamoscolpitain un antico marmo sopra la portadella Chiesa Parrocchia
ledi S.Maria a Piazza;e diede ilnome a tutto il quar .
tiere.Quegli,che'fifostengono inquesta oppinione, come sivede da quel dotto
libro, che Pier Lalena, 1 (32) S.Gregor.ep.59.fol.116 Terme ,
Terme,ed un Tempio ancora consecrato ad Ercole;dun que, eglino
conchiudono,deve credersi di necessità, che questo così fosse.Pur tutta
volta,posto che Platone non parli di quel che in fatti costumavasi nella Grecia
al fuo tempo , ma soltanto di quel che bramava , che fi costumasse;poichè
sappiamo per certo,che tutti iGin nasj eretti erano fuora delle porte della
Città, o a can to a quelle , come lungamente pruova Meursio , e tutti gli
altri, che dottamente hanno le cose deGreci co'lo roscrittiillustrato;e
perchèleTerme esserpotevano, come realmente erano, secondo che or ora diremo,
an che in altriluoghi di Napoli , e cosi pure il Tempio in onor di Ercole , il
quale ove fifuppone accoppiato al Ginnafio,figurar non fideve moltoampio,e
magni fico, ma per ben picciolo,e come un nostro Oratorio , o
Cappella;nècreder,chequestofossestatosolo,ma con esso insieme congiunti,o
dentro lo stesso ben molti altridellamedesima formaerettiinonordiMercurio,di
Apollo ,di Cupido , e di altro Dio di questo genere ,( . , del Teatro, e Somma
piazza . E per verità quiviiveg gonfi! ancheoggienellecase,chediciamodell'Anti
caglia , e in tutta quella vicinanza , ove dopo fu eret: to il Tempio in onor
de'Principi degli Apostoli S. Pie tro , e Paolo infino al vicolo della Porta
piccola della Chiesa della Vergine Avvocata,volgarmente detta l'A nime del
Purgatorio, infiniti pezzi d'opera laterizia, e condo costume era di farsi
universalmente da Greci ne' Ginnasj;devequestosentimentoanche con tutta ragio
ne: ributtarfi. più koNon pochifinalmentecontesero,eforsecon saldo
giudizio,econ maggior fondamento,che ilGinna fio ,e 'l Teatro stati fossero in
questa Città in una stes fa ,verso quella contrada,che anticamente dicevasi
saparte fe $ 5 1 15 secolo, quella di
Berito (35) e quella di Costantinopoli eretta teflandrini;te del pra (33) Viil Celan.
notiz. di Nap. Giorn,2. (34)
V.Plutar.inopusc.viramepicur.noneffebeatam.Strab.l.s.& 17.Philoftr.inPo
lemon.pag.532. Spartian. In Adrian. cap.20. Sueton.in vit. Claud. Gronov. dissertat.deMuseo.
(35) Juftinian. Conftitut. Ad Anteceffores $.7.6 Dioclet.h.n.c.quietate
velprofeffione fe excufat.6 l.10.c.eod. (36)
V.l'AutordellaStor.CiviledelRegnol.s. dur NON Comunque però ciò
sia,rientrando in nostro sen tiero;dopo che Costantino trasferì laSede
dell'ImperiodeleScuolede nellanuova suaCittà,non
vihadubbio,ch'egli,echedopotraj . Lita 1 10 ove crediamo noi essere stato il
Ginnasio , viene ad essere per avven tura fuor delle mura ,ovvero accanto a
quelle. VII. Continuazione quelli, che lo seguirono, tralasciaffero perla
lorlonta-dpeolrl'taItmapelraifoede nanza, di frequentar Napoli a l l a g u i s
a, che i l o r a n t e - Costantinopoli. ceffori avean fatto; e che perciò
venne ella anche me- Womenerico da no da'privatiCittadiniRomani frequentata;ma
nonpertempodiNero questo il suo Ginnasio fcemò dipregio :erano allora in
letani,eglio an di marmi Orientali di una maravigliosa bellezza,in gui fa , che
in niuna altra parte di Napoli se ne rinvenga tanta copia ; e vi si discuoprono
parimente le vestigia d'alcuni edifizj, che pajono non aver fervito , che per
leTerme (34).Questo sentimento vien confermato oltre modo non solo da quelche
scriveSeneca a Lucilio,che come di sopra abbiam riferito,suppone in fatti ilGin
nasioaccanto alTeatro;ma benanchedalcostume di
giàricevutonellaGrecia,ilqualecome testédanoi notossi, era d 'erigere questi
Ginnasj fuora , o vicino le 1 porte della Città; poichè comunque tra levarie op
0 pinionide'scrittorifisupponga,che fosseilsitodell' anticaNapoli,questo luogo
veramente Oriente le scienze in un molto sublime grado;per tro-rientali,accre
varsi inmoltiluoghidellefamoseUniversitàdegliStudj,etonelIV.eV. delle celebri
Academie , di cuiquella d’Alessandria (34) CoʻLeteratiA stimonianza dal medesimo
Costantino il Grande (36) portavano 10-fa S. Agoftino bilito netrai Napo 3
ita qual cosamoltidiquesti, ed egli altri Orientalisoprattutto in
questi tempi, ne'quali trovandosi la Sede dell'Imperio in Costantinopoli; rela
era la‘nostra Città a quella fu bordinata , capitando continuamente in essa;
questo gran cambiamento delle cose non solo non apportò niuno im pedimento allaletteratura
Napoletana;ma moffii Na poletani dall'emulazione di superar gli Orientali , che
è troppo naturale tra gli uomini,egli è incredibilequarto maggiormente ella
fosse venuta ad accrescerli. Ciò tanto è vero, che anche nel V. secolofiori
vano perciò in queste Scuole mirabilmente le scienze; e vi fioriva soprattutto
lo studio dell'eloquenza , come attesta S. Agostino , che allora altresì ,vivea
: perchè scrivendo egli contro gli APaolino. Keywords: implicatura. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Paolino” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740689183/in/datetaken/
Grice e Papi – la scuola di Milano –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Trieste). Filosofo. rice: “Papi’s
‘parola incantata’ is ambiguous, as ‘charmed word’ is, “Apriti Sesamo” is Two
words, and they charm, they are not charmed! “Abracadabra” may be different!” --
essential Italian philosopher. Studia a
Milano e Stresa. Insegna a Pavia. Politicamente attivo nella corrente
lombardiana del partito socialista italianoI, segue un percorso che lo ve varcare
le porte del Parlamento ed assumere la vice-direzione e poi la direzione
dell'Avanti! Sospettando un aumento del tenore affaristico nella politica così
come lui stesso dichiara in un'intervista abbandona bruscamente la filosofia e
si dedica alla filosofia. Fonda “Oltrecorrente”. Saggi: “Filosofie e società. Marx
risponde a Veca, prende le distanze da Engels e rende omaggio a Papi. E’ questa un delitto clamoroso che tenne le cronache
dell’epoca deste anche per lo spessore di chi lo compì: Francesco Starace
assassino evasore e falsario. Cugino del gerarca fascista Achille
Starace. Il 5 febbraio 1940 l’ing. Giovanni Castelli, 32 anni, di Busto
Arsizio, industriale in maglieria, vedovo e padre di un bambino, si recò a
Milano. Ma la notte non rincasò. Il giorno successivo giunge ai familiari un
telegramma nel quale il Castelli li informava che andava a Bologna per affari.
Il telegramma era firmato Giovanni, mentre per solito il Castelli si
sottoscriveva Gianni. Questo particolare e la mancanza di altre notizie
indussero il padre del Castelli a recarsi a Milano per rivolgersi alla polizia.
Venne accertato che il telegramma era falso. Del Castelli nessuna traccia. Il 9
febbraio Maria Mazzocchi, (1), venne mandata dal suo convivente Francesco
Starace (2) a ritirate un ombrello che aveva dimenticato al Miralago, la
Venezia dei Milanesi, in via Ronchi 24. Il custode la fece entrare, considerato
che l’inverno il Miralago era chiuso al pubblico. La Mazzocchi recatasi nel
locale indicatole dallo Starace trovò il corpo di un uomo morto riverso sul
pavimento: era il Castelli. Aperta l’inchiesta e identificata la vittima emerse
che la stessa era conosciuta agli Starace perchè frequentava il Miralago.
La pubblicità del Miralago in piazzale Loreto, all’inizio di via
Porpora Ma non solo. Francesco Starace e Giovanni Castelli si
frequentavano perchè avevano un’amicizia in comune: Lidia Biasin. Lo Starace
aveva avuto rapporti con lei ancora sedicenne e il Castelli la concupì in un
boschetto del Miralago: Lidia li aveva fatti incontrare perché entrambi, all’epoca,
erano nel ramo maglieria. Lo Starace, ormai fallito, doveva 12.000 lire al
Castelli. Nelle more dell’inchiesta – secondo la ricostruzione fattane dallo
Starace – lo stesso avrebbe invitato il Castelli al Miralago per ricordargli le
sue condotte nei confronti della Biasin e che per questo doveva pagare. La
ricattatoria pretesa degenerò in una colluttazione che ebbe come suggello
l’esplosione di due colpi di pistola sparati dallo Starace contro il Castelli.
Caso volle che alla scena iniziale assistette il garzone di un lattaio che
indicò di avere udito anche degli spari. L’arma era in dotazione in un cassetto
del locale ristorante. Ma oltre ad essere accusato di omicidio lo Starace
derubò la vittima del portafogli, dell’anello, di una penna stilografica in oro
tanto che nè il denaro – il Castelli doveva avere con sé almeno 10.000 lire –
nè gli oggetti di valore furono mai trovati. Da subito lo Starace sostenne che
la sottrazione di tali oggetti era stata fatta per creare l’apparenza di una
rapina ciò non di meno fu accusato di rapina In Assise i legali di Francesco
Starace cercarono di ottenere l’infermità mentale dell’assistito con l’aiuto di
tre dottori: il dott. Moretti Foggia aveva avuto in cura un fratello dello
Starace per paralisi infantile; il prof. Medea ebbe in cura uno zio
dell’imputato affetto da una grave forma di deperimento nervoso; il prof. Pini
curava una zia dell’accusato affetta da psicosi malinconica. Nessuno degli
avvocati della difesa, stranamente, parlò del più noto dei parenti dell’inquisito:
quell’Achille Starace ormai caduto in disgrazia anche agli occhi di Mussolini.
La Corte respinse le tesi dei luminari volta a sostenere una certa propensione
patologica nella stirpe dello Starace e inflisse all’imputato 30 anni di
carcere. Inviato a Roma per espiare la pena lo Starace, dopo il 25 luglio 1943,
offrì la sua collaborazione ai tedeschi e riuscì a ottenere la libertà. In
carcere era entrato in contatto con alcuni falsari. Ricercato perché aveva
intrapreso la remunerativa attività in Riviera venne arrestato a Milano per
essere tradotto a Genova. Ma mentre veniva condotto a Genova ammorbidì la
sorveglianza di uno dei custodi con un bel po’ di milioni, ritrovandosi di
nuovo libero. Subito strinse relazioni con gente che tra il maggio 1945 all’ottobre
del 1946 riuscì a spacciare circa 8 milioni di AM-lire, in biglietti da 1000,
nonché carte annonarie italiane e svizzere, clichés per la stampa di biglietti
da 100 lire. Il 19 ottobre 1946 il nuovo Corriere della Sera titolava a
pag. 2 Era la prima volta che il giornale faceva esplicito
riferimento a una consanguineità tra Francesco Starace e Achille Starace.
Addirittura si dilungò oltre a indicare che nella stamperia erano stato trovato
materiale copioso tra Nel 1949 allo Starace fu inflitta una pena di
22 anni, per l’attività di falsario. Ma tale condanna non ebbe effetto poiché,
in sede di esecuzione, gli fu computata la pena più grave comminatagli
per il delitto del Miralago.1) Maria Mazzocchi, separata, fu impiegata come
cassiera da Francesco Starace, allora caposala del Motta di piazza Duomo. A
seguito del verificarsi di frequenti ammanchi di cassa, dei quali fu sospettato
lo Starace, furono entrambi licenziati. 2) Francesco Starace, nato nel 1906 a
Napoli, ex caposala del Motta di piazza Duomo, e figlio di Germano Starace
gestore del Miralago. Separato. Dopo essere stato licenziato dalla Motta il
padre gli aprì una bottiglieria ma abbandonò il negozio per impiantare
un’industria di maglieria. “La
parola incantata”. Fulvio Papi. Papi. Keywords: il fascismo, il veintennio
fascismo, filosofi fascisti, enciclopedia di filosofia, filosofia e societa, la
scuola di Milano, fascismo, Giordano Bruno, fRefs.: Luigi Speranza, “Grice e
Papi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740417896/in/datetaken/
Grice e Pareyson – implicare ed
interpretare – liberalismo, risorgimento, fascismo -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Piasco). Filosofo. Linceo. Nato da genitori entrambi originari
della Valle d'Aosta, si laureò a Torino con una tesi dal titolo “Esistenza” –
su Jaspers, che poi venne pubblicata all'editore Loffredo di Napoli. Compì
spesso viaggi di studio in Francia e in Germania, dove ebbe modo di conoscere
personalmente Maritain, Jaspers eHeidegger. Si fece notare dai più
importanti filosofi del tempo, tra i quali Gentile. Allievo di Solari e Guzzo, dopo aver seguito in Germania
i corsi di Jaspers, insegnò filosofia al Ginnasio Liceo Camillo Benso di Cavour
di Torino e al liceo di Cuneo, dove ebbe come allievi alcuni futuri esponenti
della Resistenza italiana, tra i quali Revelli e Vivanti. Fu arrestato per
alcuni giorni, in seguito agì egli stesso nella Resistenza, insieme con Bobbio,
Ferrero, Galimberti e Chiodi, continuando a pubblicare anonimamente articoli.
Nel dopoguerra insegnò al Gioberti e in vari atenei tra cui Pavia e Torino
dove, conseguito l'ordinariato. Fu accademico dei Lincei e membro dell'Institut
international de philosophie, oltre che direttore della Rivista di estetica,
succedendo a Stefanini che la fondò a
Padova. Ebbe molti allievi, fra cui Eco, Vattimo, Tomatis, Perniola, Givone, Riconda,
Marconi, Massimino, Ravera, Perone, Ciancio,
Pagano, Magris e Zanone, segretario del Partito Liberale Italiano, ministro
della Repubblica e sindaco di Torino. Considerato tra i maggiori filosofi del XX secolo, assieme a Abbagnano fu tra i
primi a far conoscere l'esistenzialismo, facente capo principalmente ad
Heidegger e Jaspers, e a riconoscersi in questa visione (La filosofia dell'esistenza
e Jaspers), in un quadro dominato dal neo-idealismo. Si dedicò anche a dare una
nuova interpretazione dell'idealismo non
più in chiave hegeliana (Fichte), individuando in Schelling un precursore a cui
l'esistenzialismo doveva la propria ascendenza, sostenendo che «gli
esistenzialisti autentici, i soli veramente degni del nome, Heidegger, Jaspers
e Marcel, si sono richiamati a Schelling o hanno inteso fare i conti con lui L’'esistenzialismo
anda ripreso in chiave ermeneutica. Considera la verità non un dato oggettivo ma
come interpretazione del singolo, che richiede una responsabilità soggettiva.
Chiama la propria posizione personalismo ontologico. Si è dedicato anche a
ricerche storiografiche, individuando nella filosofia post-hegeliana due
correnti, riconducibili rispettivamente a
Kierkegaard e a Feuerbach, e che sarebbero sfociate rispettivamente
nell'esistenzialismo e nel marxismo. Il suo percorso filosofico ha attraversato
principalmente tre fasi: una più propriamente esistenzialista, attestata
cioè su un esistenzialismo personalistico, in dialogo con Kierkegaard, che
riconosca come la comprensione di sé stessi è resa possibile solo dalla propria
relazione con l'Altro; una seconda incentrata sull'ermeneutica, ossia nel farsi
strumento di interpretazione della verità, volgendosi ad una comprensione
ontologica delle condizioni inesauribili dell'esistenza, che ripercorrendo
Heidegger si tramuta da angoscia del nulla in ascolto dell'Essere; l'ultima che
si richiama a un'ontologia della libertà, più vicina a Schelling, ritenuto un
filosofo talmente attuale da essere persino post-heideggeriano, la cui
interpretazione può essere innovata a partire da Heidegger proprio perché
Heidegger ha avuto Schelling all'origine del suo pensiero. Rreinterpreta le tre
fasi del suo pensiero alla luce del passaggio dalla filosofia negativa a quella
positiva di Schelling, ossia il momento in cui la ragione, prendendo atto della
propria nullità, si apriva allo stupore dell'estasi, in una maniera non
necessaria né automatica, bensì fondata su una libertà che non esclude tuttavia
la continuità. Solo ammettendo questa libertà si può approdare da una filosofia
puramente critica, negativa, ad una comprensione dell'esistenza reale, oltre
che della possibilità del male e della sofferenza. Il discorso sulla
negatività non sarebbe affatto completo se non si parlasse della sofferenza, ma
dato che la sofferenza è non solo negatività, ma è una tale svolta nella realtà
che capovolge il negativo in positivo, questo fa già parte di quella tragedia
cosmo-te-andrica – cosmos, theios, aner -- che è la vicenda universale.
Migliorini et al., Scheda sul lemma "Pareyson", in Dizionario
d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, Per gli accenni biografici di questa
sezione, si veda Vattimo, Dizionario Biografico degli Italiani, come anche labiografia
presente in centrostu di pareyson Home.html
Luciano Regolo, A Torino Gadamer ricorda Pareyson, Repubblica, Cfr. Schelling,
in «Grande antologia filosofica», Milano, Marzorati, Palma Sgreccia, Una
filosofia della libertà e della sofferenza, Milano. Offrì un'interpretazione
del proprio percorso filosofico nell'iEsistenza e persona. Tomatis;
“Escatologia della negazione” (Roma, Città Nuova. cit. in: Roselena Di Napoli,
Il male – cf. Grice, “ill-will” --. Roma, Gregoriana, F. Tomatis. Altri saggi: “La
filosofia dell'esistenza” (Napoli, Loffredo); “L’esistenzialismo” (Firenze,
Sansoni); “Esistenza e persona” (Torino, Taylor); “L'estetica idealista del
fascismo” (Torino, Filosofia); “Fichte, Torino, Edizioni di «Filosofia); “Estetica.
Teoria della formatività, Torino, Filosofia); “Teoria dell'arte, Milano,
Marzorati, I problemi dell'estetica, Milano, Marzorati); “Conversazioni di estetica,
Milano, Mursia, Il pensiero etico” (Torino, Einaudi); “Verità e
interpretazione, Milano, Mursia); “L'esperienza artistica, Milano, Marzorati, Schelling, in Grande antologia filosofica, Milano,
Marzorati); “Filosofia, romanzo ed esperienza religiosa, Torino, Einaudi, La
filosofia e il problema del male, in Annuario filosofico, Filosofia
dell'interpretazione, Torino, Rosenberg); Kierkegaard e Pascal, Sergio Givone,
Milano, Mursia); “Filosofia della libertà, Genova, Melangolo); Ontologia della
libertà. Il male e la sofferenza, Torino, Einaudi. Le "Opere
complete" sono pubblicate a cura del "Centro studi
filosofico-religiosi Luigi Pareyson", Mursia, Milano. Interviste
principali Se muore il Dio della filosofia, Ciro Sbailò, “Il Sabato”, anno Io,
filosofo della libertà, Roberto Righetto, “Avvenire” Mario Perniola,
"Un'estetica dell'eccesso: Luigi Pareyson", in Rivista di Estetica, Alberto
Rosso, Ermeneutica come ontologia della libertà. Studio sulla teoria
dell'interpretazione di Luigi Pareyson, Milano, Vita e Pensiero, Francesco
Russo, Esistenza e libertà. Il pensiero di Luigi Pareyson, Roma, A. Armando
Editore, Furnari, I sentieri della libertà. Milano, Guerini e associati, Chiara,
L'iniziativa. Genova, il melangolo, Ciglia, Ermeneutica e libertà, Roma,
Bulzoni Editore, Tomatis, Ontologia del male, Roma, Città Nuova Editrice,
Ciancio, L’esistenzialismo, Milano, Mursia Editore, FTomatis, pareysoniana, Torino, Trauben Edizioni, Les
Cent du Millénaire, Aosta, Counseil régional de la Vallée d'Aoste &
Musumeci Éditeur, Ermenegildo Conti, La verità nell'interpretazione.
L'ontologia ermeneutica, Torino, Trauben Edizioni, Pareyson. Vita, filosofia,, Brescia, Editrice
Morcelliana, Musaio, Interpretare la
persona. Sollecitazioni. Brescia, Editrice La Scuola, Palma Sgreccia, Una
filosofia della libertà e della sofferenza, Milano, Vita e Pensiero, Paolo
Diego Bubbio, Piero Coda, L'esistenza e il logos. Filosofia, esperienza
religiosa, rivelazione, Roma, Città Nuova Editrice, Gianpaolo Bartoli,
Filosofia del diritto come ontologia della libertà. Formatività giuridica e personalità
della relazione, Roma, Nuova Cultura, Santi Lo Giudice, "Verità e interpretazione,”
Atti dell'Accademia peloritana dei Pericolanti, TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere
Dizionario di filosofia Centro studi filosofico-religiosi "Luigi
Pareyson" Pubblicazioni e critica
Centro studi filosofico-religiosi orino. vita e pensiero Gianmario Lucini, sito
"filosofico.net". Pareyson. Keywords: implicare ed interpretare,
“Liberalismo, risorgimento, fascismo” – la filosofia politica fascista, la
morale fascista, Pareyson e Gentile, fascismo, I saggi anonimi di Pareyson,
‘Liberalismo, risorgimento, fascismo’ ---- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pareyson” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740386631/in/datetaken/
Grice e Parinetto – implicatura ed alchimia – la
bucca del culo -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescia). Filosofo. Grice: “Parinetto implicates, “Are witches women?” “Sono donne le
streghe?” Grice: “The question may be rhetorical but it ain’t – since Italian
allows for “lo strego,” and “lo stregone.”” Ha insegnato a Milano. Nella sua
opera convergono tanto lo studio delle filosofie orientali (fu traduttore del
Tao Te Ching di Lao Tzu) che influenze di pensatori sia classici, come
(Eraclito, Nietzsche e Marx), sia contemporanei della filosofia occidentale,
quali Deleuze e Guattari. È considerato uno degli interpreti eterodossi del
marxismo. Particolarmente importanti sono state le sue analisi sulle
persecuzioni dei movimenti ereticali e sulla stregoneria, nella cui repressione
legge il tentativo di annichilimento di qualsiasi diversità sociale da parte
del potere (non solo religioso ma anche economico e culturale). Ha contribuito,
spesso, con queste sue analisi, alla comprensione dell'emarginazione di tutte
le istanze sociali e culturali minoritarie, non solo del passato ma anche
contemporanee. Altro tema centrale dell'opera è l'alchimia, intesa come sapere
contrapposto alla scienza moderna e volto alla trasformazione dell'umano
anziché del sociale. Ha anche una profonda cultura musicale, tanto da essere
stato collaboratore di “L'Eco di Brescia” come recensionista. Fu anche
collaboratore del periodico La Verità (organo della federazione bresciana del
PCI). È in via di costruzione, presso la
biblioteca di Chiari, la Fondazione Parinetto, che raccoglie la sua vasta
produzione. Saggi: “Alchimia e utopia, Pellicani” (Mimesis); “Corpo e
rivoluzione in Marx, Moizzi-contemporanea, Faust e Marx, Pellicani” (Mimesis);
“Gettare” (Mimesis); I Lumi e le streghe, Colibrì, “Marx: sulla religione, La
nuova Italia, “ Il ritorno del diavolo” (Mimesis,” La rivolta del diavolo:
Lutero, Müntzer e la rivolta dei contadini in Germania, Rusconi); “La
traversata delle streghe nei nomi e nei luoghi e altri saggi, Colobrì, “Magia e
ragione” Nuova Italia, Marx diverso
perverso, Unicopli, Marx e Shylock, Unicopli, Né dio né capitale” (Contemporanea,
“Nostra signora dialettica” Pellicani, Processo e morte di Bruno: i documenti, con un
saggio, Rusconi, Solilunio: erano donne le streghe?, Pellicani, Sulla
religione, Nuova Italia, Streghe e potere: il capitale e la persecuzione dei
diversi, Rusconi. Curatele e traduzioni Jakob Böhme, La vita sovrasensibile.
Dialogo tra un maestro e un discepolo, Mimesis, Giordano Bruno, La magia e le
ligature, Mimesis, Niccolò Cusano, Il Dio nascosto, Mimesis, Dickinson, Dietro
la porta, 237 liriche scelte, Rusconi, Eraclito, Fuoco non fuoco, tutti i
frammenti, Mimesis, Rime sulla morte, Mimesis, Hegel e Hölderlin,
Eleusis, carteggio, Mimesis); Il teatro della verità. Massoneria, Utopia,
Verità, Mimesis, Angelus Silesius, L'altro io di dio, Mimesis, La via in cammino: Tao Te Ching, Edizioni La
vita (Felice, Milano); Voltaire, Stupidità del cristianesimo, Stampa
Alternativa, Vedi per esempio Una polemica sulle streghe in Italia, riferimenti
in. Vedi per esempio la recensione a I
Lumi e le streghe Vedi di Renzo
Baldo Cfr. Fondazione Luigi Micheletti Catalogo
Emeroteca, su //musil.bs. Movimenti ereticali medievali Stregoneria. Biografia
da Nicoletta poidimani Biografia da zam,
su zam. Una polemica sulle streghe in Italia -- nel sito della ARFISAssociazione per Ricerca e
Insegnamento di Filosofia e Storia. Parinetto. Keywords: etymologia araba
d’alchimia, processo e morte di Bruno, massoneria, eretico, alienazione, la bucca
del culo, anale, analita, il falo, il pene, quando l’ano appare (da fece) –
metafora – da fece in vece del falo, Bruno, de magia, trattati di magia,
processi a Bruno, gl’antichi romani, I corpo e la revoluzione fascista – il
veintennio fascista e l’analita -- Refs.: “Grice e Parinetto” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740588353/in/datetaken/
Grice e Parisio – L’implicatura di
Cicerone – filosofia italiana -- Luigi Speranza (Figline Vegliaturo). Filosofo.: Grice:
“I like Parisio; he focused on rhetoric, as every philosopher should!” Come
molti filosofi italiani senza titolo nobiliario, ha una vita errabonda. Dopo
aver fatto un viaggio di studio a Corfù, ritorna in patria dove apre una
scuola. Si trasfere a Napoli dove ottenne cariche e favori dal re Ferrandino.
Risiede per qualche tempo a Roma per poi trasferirsi a Milano dove sposa la
figlia del filosofo Demetrio Calcondila. Dopo aver abitato a Vicenza, Padova e
Venezia, torna a Cosenza, dove fonda l'Accademia Cosentina. Recatosi a Roma,
invitato daLeone X, vi insegna sia eloquenza nell'Accademia Pomponiana che
latino nell'archiginnasio. Rimame a Roma fino alla morte di Leone X, dopo di che ritorna definitivamente a
Cosenza. Saggi: Q. Horatii Flacci Ars poetica, cum trium doctissimorum commentariis”;
“Acronis, Porphyrionis. Adiectae sunt praeterea doctissimae Glareani
adnotationes. Lugduni veneo: a Philippo Rhomano); Q. Horatii Flacci Omnia
poemata cum ratione carminum, et argumentis vbique insertis, interpretibus
Acrone, Porphyrione, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio viris
eruditissimis. Scoliisque Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludouici
Coelij Rhodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei Bonfinis
et Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea annotationes
doctissimorum Antonij Thylesij Cosentini, Francesci Robortelli Vtinensis, atque
Henrici Glareani apprime vtiles addidimus; Nicolai Perotti Sipontini libellus
de metris Odarum, Auctoris vita ex Petro Crinito Florentino. Quae omnia longe
politius, ac diligentius, quam hactenus excusa in lucem prodeunt; “Index
copiosissimus omnium vocabulorum, quae in toto opere animaduersione digna visa
sunt, Venetiis: apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, Claudius Claudianus,
Claudianus De raptu Proserpinae: omni cura ac diligentia nuper impressus: in
quo multa: quae in aliis hactenus deerant: ad studiosorum utilitatem: addita
sunt: opus me Hercle aureum: ac omnibus expetendum, Venezia: Albertino da
Lessona, Bernardino Viani e Giovanni Rosso, Clausulae, Ciceronis ex
epistolis excerptae familiaribus: ac in sua genera miro ordine digestae: plenae
frugis: & ad perducendos ad elegantiam stili pueros vtillimae. et recensuit
& approbauit, Vicentiae: per Henricum & Io. Mariam eius. F. librarios, Valerii
Maximi Priscorum exemplorum libri nouem: diligenti castigatione emendati:
aptissimisque figuris exculti: cum laudatis Oliverii ac Theophili commentariis:
Hermolai Barbari: Georgii Merulae: Mar. Antonii Sabellici: Raphaelis Rhegii: multorumque
praeterea nouis obseruationibus: indiceque mirifico per ordinem literarum: ad
inveniendas historias nuper excogitato: alteroque in usum grammaticorum ad vocabula
rerumque cognitionem” (Venezia, per
Bartholomeum de Zanis de Portesio); “Habes in hoc volumine lector optime diuina
Lactantii Firmiani opera nuper accuratissime castigata: graeco integro
adiuncto:... Eiusdem Epitome. Carmen de Phoenice. Carmen de Resur. Domini.
Habes etiam Ioan. Chry. de Eucha. quandam expositionem & in eandem materiam
Lau. Vall. sermonem. habes Phi. adhorationem ad Theodo. & adversus gentes
Tertul. Apologeticum, Venetiis: arte & impensis Ioannis Tacuini fuit
impressum,); “Retoricae breviarium ab optimis utriusque linguae auctoribus
excerptum”; “Liber de rebus per epistolam quaesitis. Henr. Stephani
Tetrastichon de hoc Iani Parrhasij alijsque quibus poetas illustrauit libris...
Adiuncta est Francisci Campani Quaestio Virgiliana” (excudebat Henricus
Stephanus, illustris viri Huldrichi Fuggeri typographus, Davide Andreotti,
Storia dei cosentini” (Napoli, Marchese); Ugo Lepore, «Per la biografia’ Biblion,
Francesco D'Episcopo, Fondatore
dell'Accademia Cosentina, Cosenza: Pellegrini, A. Frugiuele, Dubbi ed ipotesi
sui suoi natali, in Il Letterato: rassegna di letteratura, arte, scuola fondata
e diretta da L. Pellegrini, Accademia Cosentina Treccani Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Indice. A quibus primumd C inventa rhetorica
et celebrata; qualis primu apud athenienses e!o^ quentia e usus ac stadium; quale
primu apud romanos; quid sit rhetorica, quid inter rhetorica et Dialc<fh*«»
AnFSietoricaiitars, quod utilis sit rhetorica; Sit 'nc ars necessaria; Quae
praeftarc oporteat rhetorica; Qualeseifedel eant Rhetoriesecan didati* Quae
fdre eos oporteat* ti»it; quod sit officium rhetoricae; quidintero fficiumdC finem;
quis rhetoricae finis; quae materia; De ciuilib * quadfaonibus, SC earuhi
generibius; De circunftanda quaefacithypOi» , thefim; De tribus generibus
caufar; partes Rhetoricae qumqi; Demuenrione. Zo; Qufcotrouerfiaenoconfidat
zi^4z Dcconftitutionc* zz»4^ Quotfintcoftiturioncs,etquf; Deftatucomecdurah»
Dedatudeiinitiuo. De datu generali Dedatutranflariuo Ex plurib conditutionibus
quomcH do prmdpalequisinuemat Quae caufa dmplexfit iuneda^ quae con^ zp.do De
quaedione, ratione, iudicatione &nrmamento, partes orationis; De genere deliberativo;
Genus Demondratiuunit; Genus ludiciale. Figlio da Tommaso, giureconsulto e
consigliere del Senato napoletano, e Pellegrina Poerio. Ha come primo maestro
Pedacio, che lo avvia alla conoscenza del latino. Si trasfere a Lecce, dove il
padre e stato nominato governatore, e intraprese lo studio del greco sotto la
guida di S. Stiso. Si reca Corfù per frequentare la scuola di G. Mosco, dove
perfeziona la conoscenza del greco. Rientrato a Cosenza, frequenta le
lezioni di T. Acciarini. Ha certamente una formazione giuridica, sollecitata
dal padre, di cui resta traccia nel “Vocabularium legale” (Napoli, Biblioteca
nazionale), un elenco alfabetico di quesiti giuridici tratti dai giureconsulti
antichi. Ma l’interesse per il diritto e le istituzioni politiche antiche deriva
a Parisio anche dalla frequentazione di Pucci, allievo di Poliziano a Firenze,
attivo a Napoli. Si trasfere a Napoli ma i suoi contatti con Pucci e con
l’ambiente culturale napoletano risalivano a qualche anno prima. Invitato a
tenere lezioni sulle “Silvae” di Stazio e nell’occasione pronuncia l’orazione “Ad
patricios neapolitanos”, nella quale elogia G. Pontano. Alla frequentazione
dell’ambiente pontaniano risale probabilmente l’adozione del nome latino Aulus
Ianus Parrhasius. Nominato da Ferdinando I d’Aragona maestro di camera e
ricoprì incarichi nella cittadina calabrese di Taverna e a Lecce. E in rapporti
di amicizia con Ferdinando II (Ferrandino), come evidenziano una lettera a lui
indirizzata e l’epicedio in versi per la morte della madre, Ippolita Maria
Sforza. È probabile che segue Ferrandino nella fuga da Napoli occupata da Carlo
VIII ( e poi nella riconquista del Regno. Dopo la morte di Ferrandino e la
salita al trono di Federico I si trova coinvolto in intrighi di corte e prefere
abbandonare Napoli per trasferirsi a Roma. Arrivato a Roma segue le ultime lezioni di P. Leto e si lega
a T. Inghirami, che gli fa assegnare l’insegnamento di oratoria nello studio
romano. In seguito all’uccisione di due suoi allievi, implicati nelle trame che
accompagnarono il pontificato di Alessandro VI, decide di abbandonare Roma e di
trasferirsi a Milano. Nella città lombarda trova alloggio e occupazione
nella scuola di A. Minuziano. Collabora
ad alcune edizioni date alle stampe da Minuziano e scrisse epigrammi contro due
suoi avversari, G. Ferrari, docente di eloquenza nella scuola milanese, e il
corso Damiano Nauta. Si trasfere presso C. Cotta, che gli dette l’opportunità
di aprire una scuola propria e che forma con lui un sodalizio editoriale.
L’allontanamento da Minuziano provoca polemiche e scambi d’accuse, di cui danno
testimonianza le tre orazioni di Parisio in Alexandrum Minutianum. Sposa
Teodora Calcondila, figlia dell’ateniese Demetrio, che insegna greco a Milano. Furono
allievi di Parisio a Milano, oltre a Cotta, anche il figlio di Demetrio,
Teofilo, A. Alciato, P. Giovio (che scrive su biografia nei suoi Elogia) e il
figlio di E. Poncher, vescovo parigino all’epoca presidente del Senato
milanese. Fu grazie a Poncher che ottenne la cattedra di eloquenza lasciata
vacante da Ferrari, fuggito da Milano dopo la caduta di Ludovico. La polemica
con Minuziano, dopo una temporanea ri-conciliazione, si riaccese in un contesto
politico meno favorevole a lui, in seguito alla sostituzione del Poncher con J.
Charles. A quest’ultimo Minuziano dedica l’edizione liviana data alle stampe, per la quale Parision accusa l’avversario di
aver plagiato le proprie lezioni su questo autore. La polemica degenera in una
campagna denigratoria nella quale Minuziano e affiancato da Ferrari,rientrato a
Milano, Nauta e R. Panato da Lodi. Replica sotto lo pseudonimo di Furius Vallus
Echinate in un opuscolo stampato a Legnano da G. Giacomo assieme con la ri-edizione
del commento a Claudiano. Oggetto anche di un’aggressione fisica accetta
l’offerta di G. Trissino, allievo di Calcondila e si trasfere a Vicenza. Pubblica
numerosi saggi: il commento al De raptu Prosperpinae di Claudiano; i carmi di
Prudenzio e il Carmen Paschale di Sedulio (ambedue nella tipografia di
Guillaume la Signere e con il contributo della famiglia Cotta). Ancora presso
Scinzenzeler e con una prefazione di C. Cotta, il “De viris illustribus urbis
Romae”, una delle compilazioni tardo-antiche trasmesse sotto il nome di Aurelio
Vittore, che attribue a Cornelio Nepote (nello stesso anno Minuziano pubblica
lo stesso testo fra le opere di Svetonio); il “Libellus de regionibus urbis
Romae” (tip. Scinzenzeler), una versione interpolata della “Notitia regionum
urbis Romae” che attribusce a un inesistente Publio Vittore. Le iniziative
editoriali sono accompagnate dalla ricerca di codici antichi: nell’edizione di
Sedulio dichiara di aver utilizzato un antico codice scoperto in un monastero.
A un codice di Parisio fa riferimento T. Calcondila nell’edizione di Valerio
Massimo a Legnano da G. Giacomo con commenti dello stesso Parisio e di altri.
Riusce a impadronirsi anche di alcuni dei manoscritti bobbiesi scoperti da G. Merula
e attualmente nella Biblioteca nazionale di Napoli: i codici Lat. 1 e 2
utilizzati per le edizioni di testi grammaticali di Probo e altri autori pubblicate
a Milano da Scinzenzeler e Vicenza da Zeno),
e il IV.A.8 contenente l’“Ars grammatica” di Carisio, pubblicata da P. Ciminio
(Napoli, G. Sultzbach). I tre codici sono custoditi nella Biblioteca nazionale
di Napoli. L’attività editoriale prosegue a Vicenza, con la collaborazione
della tipografia dei Ca’ Zeno. Pubblica una raccolta di clausule ciceroniane
tratte dalle familiari, un manuale di retorica e la citata raccolta
grammaticale. Non fa in tempo a pubblicare il “De rebus per epistolam quaesitis”,
una raccolta di notazioni filologiche in forma epistolare incominciata a Milano
e a cui dette forma editoriale a Vicenza. Il suo nome si legge anche
nell’edizione di Lattanzio stampata a Venezia da G. Tacuino, ma non è chiaro se
egli abbia realmente contributo a questa edizione. Le sue note ai primi due
libri dell’ “Eneide” sono inclusi nell’edizione virgiliana stampata nel a
Milano da Scinzenzeler. Arrivato a Vicenza pronuncia “Ad municipium
Vicentinum” e tenne corsi fino all’anno successivo. E ad Abano, per curare la
podagra di cui soffriva. In seguito alle vicende seguite alla sconfitta di
Venezia ad Agnadello si trasfere dapprima a Padova e poi Venezia, ospite da L.
Michiel. Vaglia la proposta di insegnamento offertagli dalla città di Lucca, ma
qualche mese dopo preferì abbandonare Venezia per la Calabria, dove arriva nel
giugno dopo una sosta di alcuni mesi a Napoli, dove e accolto da A. Seripando e
da altri sodali dell’Accademia Pontaniana. All’attività svolta a Cosenza viene
fatta risalire quella che in seguito verrà denominata l’Accademia cosentina. Insegna
ad Aiello, quale precettore dei figli del conte Antonino Siscari. Nella scuola
di Taverna tenne corsi su Plauto e sui grammatici. E a Pietramala, dove apprese
dal cognato Basilio Calcondila che Leone X gli assegna un incarico di
insegnamento presso lo Studio romano (oltre a Calcondila, l’incarico era stato raccomandato
al pontefice da Fedra Inghirami e Giano Lascari). Arrivato a Roma tenne i corsi. Ottenne da Leone X la dispensa
dall’insegnamento e una pensione. Progetta di trasferirsi a Napoli, grazie a un
legato del cardinale Luigi d’Aragona, ma le precarie condizioni di salute lo
indussero a raggiungere Cosenza, dove muore. Oltre all’edizione carisiana di P.
Ciminio, anche altri pubblicarono inediti di Parisio. Suo figlio da alle stampe
a Napoli le lettere inviategli dal maestro, ma la stampa è attualmente
irreperibile. Ne resta una copia manoscritta nel codice XXVIII.1.62 della
Biblioteca dei girolamini di Napoli. Il cosentino B. Martirano pubblica a
Napoli (G. Sultzbach) il suo commento all’Ars poetica di Orazio. Il “De rebus
per epistolam quaesitis” e pubblicato da H. Estienne II, che nella prefazione lo
presenta come il maggiore umanista della recente generazione (un giudizio
ripetuto ancora da Sabbadini). Vennero date alle stampe anche le sue esegesi
alle Heroides (Venezia, G. Tacuino) e le Metamorfosi di Ovidio e la “Pro Milone”
di CICERONE. Lascia in eredità ad A. Seripando l’ingente biblioteca raccolta
negli anni precedenti: essa contava, nell’inventario redatto dopo la morte, 567
fra codici e libri, molti con annotazioni dell’umanista. Seripando li lascia in
eredità al fratello, il cardinale Girolamo. La biblioteca passa poi al convento
napoletano di S. Giovanni in Carbonara, subendo perdite e dispersioni. Il
nucleo più consistente è conservato nella Biblioteca nazionale di Napoli. Parte
degli inediti parisiani (lettere, orazioni, prolusioni) sono stati pubblicato
da Iannelli, Lo Parco, e in studi più recenti. Il De rebus per epistolam
quaesitis, a cura di L. Ferreri, Roma. Fonti e Bibl.: C. Iannelli, De vita et
scriptis Auli Iani Parrhasii Commentarius, Napoli; F. Lo Parco, Aulo Giano
Parrasio. Studio biografico-critico, Vasto; R. Sabbadini, Le scoperte dei
codici latini e greci ne’ secoli XIV e XV, Firenze 1905, passim; F. Lo Parco,
Aulo Giano Parrasio e Andrea Alciato, in Archivio storico lombardo; Due
orazioni nuziali inedite, Messina; U. Lepore, Per la biografia, Biblion; M.
Ferrari, Le scoperte a Bobbio in Italia medievale e umanistica, M. Manfredini, L’inventario della sua biblioteca,
in Rendiconti dell’Accademia di
Architettura, lettere e belle arti di Napoli; C. Tristano, La biblioteca di un
umanista calabrese, Manziana , M.
Lauletta, Un inedito: la Praefatio in Flaccum, in AION, Sezione filologico
letteraria; L. Munzi, Prassi didattica e critica del testo in alcune prolusioni
inedite, in Studi umanistici piceni, Parrhasiana, I, a cura di L. Gualdo Rosa
et al., Napoli, Parrhasiana, II, a cura di G. Abbamonte et al., in AION,
Sezione filologico letteraria, XXIV, M. Paladini, Appunti su Parrasio maestro,
in Vichiana, Parrhasiana, III, a cura di G. Abbamonte et al., in AION, Sezione
filologico letteraria, D. Pattini, Preliminari per un’edizione del commento di
A. G. Parrasio alla Poetica di Orazio in Filologia e critica, L. Ferreri,
L’influenza di F. Pucci nella sua formazione in Valla a Napoli, a cura di M.
Santoro, Pisa-Roma. Aulius Ianus Parrhasius. Aulio Giano Parrasio. Parisio.
Keywords: implicatura, implicatura retorica, Cicerone, filosofia italiana,
gl’antichi romani, Livio, Catullo, Orazio, Cicerone, Stazio, l’oratoria, il
gusto per l’antico in Italia. PARRHASIANA, Vico, Sabbaldini sull’importanza da Parisio,
grammatica speculativa, grammatica modista, ars grammatica, probo, la
grammatica, la dialettica e la retorica --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Parisio” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691307311/in/photolist-2mKMsLp
Grice e Parrini – implicare,
interpretare – filosofia italiana – Luigi Speranza (Castel’Azzara). Filosofo. Grice: “Italians are supposed to be
non mainstream and go ‘off the beaten road’ – Parrini proves they shouldn’t!” Professore
a Firenze, membro di svariate istituzioni scientifiche internazionali e del
comitato scientifico di alcune riviste filosofiche italiane e straniere e
condirettore della collana "Epistemologica" pubblicata dall'editore
Guerini e associati, fu segretario nazionale del Comitato dei dottorati di
ricerca in Filosofia, nonché Presidente della Società Italiana di Filosofia
Analitica. Fu invitato a tenere lezioni e conferenze in Italia, in vari paesi
europei, in Argentina e negli Stati Uniti d'America. Insieme a Roberta
Lanfredini organizzò un Corso di perfezionamento in Epistemologia generale e
applicata che si tiene, con cadenza biennale, a 'Firenze. Si occupò di
filosofia analitica contemporanea, dell'epistemologia di Kant e di Husserl, di
vari aspetti del pensiero scientifico e epistemologico del XIX e del XX secolo,
della filosofia italiana del Novecento. Sin dai primi lavori ha sviluppato una
nuova interpretazione del positivismo logico e dei suoi rapporti con il convenzionalismo
e la filosofia kantiana la quale, in seguito, ha trovato ampia conferma a
livello internazionale. In campo epistemologico, i suoi maggiori interessi
vanno al tema del realismo, alla problematica della conoscenza a priori, alla
giustificazione epistemica e alla metodologia della ricerca storico-filosofica.
Nel volume Conoscenza e realtà avanzò una prospettiva filosofica cui dette il
nome di "filosofia positiva" e della quale sviluppò le implicazioni
circa i rapporti con l'ermeneutica, lo statuto epistemologico della logica e la
natura della verità. Lasciò più di un centinaio di pubblicazioni. Saggi: “Linguaggio
e teoria: analisi filosofica” (Nuova Italia, Firenze); “Una filosofia senza domma:
materiali per un bilancio dell'empirismo,” – Grice: “I can’t see why Parrini is
afraid of a dogma; Strawson and I loved them – and he knows it – he totally
misunderstands us when he thinks we are into ‘reductionism’! But at least he
cares to call me Herbert, as I never myself did! Don’t Italians know abbreviations?!
H. P.!” – “In difesa di un domma” -- Mulino, Bologna, “Empirismo logico e convenzionalismo,”
(Angeli, Milano); “Conoscenza e realtà: positivismo” (Laterza, Roma-Bari);
“Dimensioni della filosofia. Filosofia in età antica – antica filosofia italica
(Mndadori, Milano); “L'empirismo logico, Carocci, Roma); “Filosofia e scienza
nell'Italia del Novecento. Figure, correnti, battaglie” (Guerini, Milano) –
Grice: “Gentile was right when he distinguished between classical liceo and the
rest! We don’t need no scientific education, we don’t need no thought control!”
– “Fare filosofia, oggi” (Carocci, Roma). Note
"lanazione", Scheda
docente presso il Dipartimento di filosofia dell'Università degli Studi di
Firenze, su philos.unifi. Paolo Parrini in SWIFSito web italiano per la
filosofia, su lgxserver.uniba.Lo studio del riferimento in W. V. Quine,
“Rivista di filosofia” Da Quine a Katz, I, “Rivista critica di storia della
filosofia” [= Rcsf], "Vero" come espressione descrittiva, Rf, Da
Quine a Katz, II, Rcsf, Di alcuni problemi di filosofia della logica, Rf,
Recensione di R. G. Colodny, The Nature and Function of Scientific Theories.
Essays in Contemporary Science and Philosophy (Pittsburgh, 1970), Rcsf,
Recensione di M. Serres, Le Système de Leibniz et ses modale mathèmatiques, 2
voll. (Paris, 1968), Rcsf, Recensione di N. Rescher, Essays in Philosophical
Analysis (Pittsburgh), Rcsf, 2 Recensione di E. P. Papanoutsos, The Foundations
of Knowledge (English edition with an Introduction of J. P. Anton, New York,
1968), Rcsf, Il carattere dei giudizi
esistenziali e alcuni problemi dell'empirismo, in Atti del XXIV Congresso
Nazionale di Filosofia: Bilancio dell'empirismo contemporaneo, Roma, Società
Filosofica Italiana: Recensione di M. Bunge (ed.), Exact Philosophy. Problems,
Tools and Goals (Dordrecht, 1973), Rcsf, Sulla traduzione italiana di "The
Development of Logic" di W. C. Kneale e M. Kneale, Rcsf, Linguaggio e teoria. Due saggi di analisi
filosofica, Firenze, La Nuova Italia, Per un bilancio dell'empirismo
contemporaneo: contributo alla storia del positivismo logico, Rcsf, 31: 193-239
(reworked version in 8001) 1977 7701– Edizione, con Introduzione,
di A. N. Whitehead e B. Russell, Introduzione ai "Principia
Mathematica", Firenze, La Nuova Italia Recensione di K. R. Popper,
Objective Knowledge. An Evolutionary Approach (Oxford), Rcsf, Recensione di J.
Danek, Les Projets de Leibniz et de Bolzano: deux sources de la logique
contemporaine (Laval, Quèbec), Rcsf, Le rivoluzioni scientifiche, nella serie radiofonica
a c. di Paolo Rossi "Storia delle idee", Rai 3, Scienza e filosofia
nell'Ottocento: la scoperta del concetto di energia, nella serie radiofonica a
c. di Paolo Rossi "La scienza e le idee", Rai Recensione di W. V. Quine, I modi del
paradosso e altri saggi (Milano, 1976), Rcsf, Filosofia e scienza nella cultura
tedesca del Novecento, in Storia della filosofia, diretta da M. Dal Pra, vol.
X: La filosofia contemporanea: il Novecento, Milano, Vallardi: 2Materialismo e
dialettica in L. Geymonat (in collaborazione con M. Mugnai), Rf, – Linguistica generativa, comportamentismo,
empirismo,"Studi di grammatica italiana", Tutte le parole per
definire la realtà (a proposito del Convegno fiorentino I livelli della
realtà), "L'Unità", Fisica e geometria dall' Ottocento ad oggi
[Antologia di testi introdotti e commentati], Torino, Loescher: Analiticità e
teoria verificazionale del significato in Calderoni, Rcsf, Una filosofia senza
dogmi. Materiali per unbilancio dell'empirismo contemporaneo, Bologna, il Mulino
Introduzione a W. V. Quine, Logica e grammatica, Milano, Il Saggiatore:
Scienza, vita e valori (con lettura di testi di A. Huxley e brani dal Quartetto
per archi n. 15, op. 132 di L. van Beethoven) per la serie radiofonica a c. di
Massimo Piattelli Palmarini, Rai 3, Lettera di risposta a M. Pera, Rovesciando
si impara . "L'Espresso", –
Scienza e filosofia: diamo a ciascuno il suo, “La Stampa”. Recensione di R. S.
Cohen, P. K. Feyerabend, M. W. Wartofsky (eds.), Essays in Memory of Imre
Lakatos(Dordrecht, 1976), Rscf, Recensione di R. Harrè Introduzione alla logica
delle scienze (Firenze), Rcsf,
Recensione di S. Lunghi, Introduzione al pensiero di K. Popper
(Firenze), Rcsf, Empirismo logico e convenzionalismo, Milano, F. Angeli
Edizione, con Introduzione, di H. Reichenbach, Relatività e conoscenza a
priori, Bari, Laterza, Popper indeterminista (Recensione di K. R. Popper,
Poscritto alla logica della scoperta scientifica, Milano, 1984, 3 voll.),
“L'Indice [dei libri del mese]”, Edizione, con Introduzione, di H. Reichenbach,
Da Copernico a Einstein, Bari, Laterza:
Recensione di T. Nickles, Scientific Discovery, Logic and Rationality e
Scientific Discovery. Case Studies (Dordrecht), Rsf [= Rivista di storia della
filosofia; già Rcsf], L’ultimo Preti e i suoi corsi universitari,
"Quaderni dell'Antologia Vieusseux", Empirismo logico, kantismo e
convenzionalismo, "Paradigmi", Edizione, con Introduzione, di M.
Schlick, Forma e contenuto, Torino, Boringhieri, Recensione di A. J. Baker,
Australian Realism. The Systematic Philosophy of John Anderson (Cambridge,
1986), Rsf, L'antidoto degli elettroni (Recensione di I. Hacking, Conoscere e
sperimentare, Bari), "L'Indice", Preti teorico della conoscenza,
Annali del Dipartimento di Filosofia dell'Università di Firenze, (anche in Il pensiero di Giulio Preti nella
cultura filosofica del Novecento, a c. di F. Minazzi, Milano, Angeli: Filosofia
italiana e neopositivismo, Rf, (also in
Filosofia italiana e filosofie straniere nel dopoguerra, a c. di P. Rossi e C.
A. Viano, Bologna, il Mulino: Vogliamo le prove (Recensione di A. Grünbaum, I
fondamenti della psicoanalisi, Milano, 1988), "L'Indice" La
psicoanalisi nella filosofia della scienza, Rsf, A ciascuno il suo sombrero
(Recensione di P. [Paolo] Rossi, Paragone degli ingegni moderni e postmoderni,
Bologna), "L'Indice", Sulla teoria kantiana della conoscenza: verità,
forma, materia, in Kant, Bologna, Zanichelli, Tra empirismo e kantismo
(recensione di G. Preti, Lezioni di filosofia della scienza, Milano, 1990, e P.
L. Lecis, Filosofia, scienza, valori. Il trascendentalismo critico di G. Preti,
Napoli,1990), "L'Indice", Induzione, realismo e analisi filosofica,
Rsf, Ancora su filosofia e storia della filosofia, Rsf, Scienza e filosofia,
Parte Quinta della Storia della filosofiadiretta da Mario Dal Pra, vol. X: La
filosofia nella prima metà del Novecento, II edizione, Padova, Piccin Nuova
Libraria: cap. XIII: Scienza e Filosofia nella cultura tedesca, Empirismo logico e filosofia della scienza:
Con Carnap oltre Carnap. Realismo e strumentalismo tra scienza e metafisica,
Rf, Nota introduttiva a Evert W. Beth, Sulla distinzione kantiana tra giudizi
sintetici e giudizi analitici, "Iride", Recensione di N-E. Sahlin,
The Philosophy of F. P. Ramsey(Cambridge, 1990), Rsf, Il pensiero peregrinante
di un monaco mancato (recensione di J-F. Lyotard, Peregrinazioni. Legge, forma,
evento, Bologna), "L'Indice", Ma Madonna non è Kant (a proposito del
Convegno del Centro fiorentino di Storia e Filosofia della scienza “Kant e
l'epistemologia contemporanea”,"Il Sole 24 Ore", Origini e sviluppi
dell'empirismo logico nei suoi rapporticon la filosofia continentale. Alcuni
testi inedita; Presentazione di R. Lanfredini, Husserl. La teoria
dell'intenzionalità. Atto, contenuto, oggetto, Bari, Laterza: ix-xiii
9405 – Reichenbach, la teoria della relatività e la problematica
dell'a priori (giugno 1990), in Dagli atomi di elettricità alle particelle
atomiche. Problemi di storia e filosofia della fisica tra Ottocento e
Novecento, a c. di S. Petruccioli, "Lezioni Galileiane", vol. IV,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma, Conoscenza e realtà. Saggio di
filosofia positiva, Bari, Laterza, L'insegnamento medio della filosofia in
Italia. Alcune considerazioni scientifico-culturali, Rsf, 5 Intervento/intervista
sull'insegnamento della filosofia nella Scuola media superiore, "Corriere
della Sera", Intervento/intervista sul X Congresso Internazionale
della Union of History and Philosophy of Science, F. Bordogna, Neopositivisti
rivalutati al congresso, "il Sole-24 Ore", Filosofi, vi esorto alla Bosnia,
"L'Indice", Mito e scienza in Ernst Cassirer. Considerazioni
introduttive, in Mito e scienza in Ernst Cassirer, a c. di P. Parrini, in
“Annali del Dipartimento di Filosofia dell’Università di Firenze”, Perchè è scorretto
(moralmente) dire che è uno di noi[Intervento sul Documento del Comitato
nazionale di bioetica sulla sperimentazione sull'embrione], "il Sole 24
Ore", Con i “continentali” il dialogo è aperto, “il Sole 24 Ore”,Filosofia
e storia della filosofia, in Filosofia analitica oggi, “Informazione
filosofica”, Le origini dell’epistemologia, in Storia della filosofia, a c.
diP. [Pietro] Rossi e C. A. Viano, L’Ottocento, Bari,Laterza: 570-82
9703 – Immanenzgedanken e conoscenza come unificazione. Filosofia scientifica
e filosofia della scienza, Rsf, Realismo, scetticismo e analisi filosofica
[Risposta a P. Leonardi], “Paradigmi”, Intervento in “Il documento dei
Quaranta”: risposte e considerazioni, “L’informazione filosofica”, Per un
sapere senza assoluti [su Otto Neurath], “il Sole 24 Ore”, La mia terza via
nella ragnatela di concetti e credenze, “Letture”, Presentazione e Curatela con
Rosaria Egidi diForme di argomentazione razionale, “Paradigmi”, Ermeneutica ed
epistemologia, “Paradigmi”, Presentazione e Curatela con D. Marconi e M. Di
Francesco, Filosofia analitica 1996-1998. Prospettive teoriche e revisioni
storiografiche, Milano, Guerini, Dell'incertezza, ovvero del "non
raccapezzarsi" [su S. Veca, Dell'incertezza. Tre meditazioni filosofiche,
Milano, 1997], "Iride", Sull'insegnamento della filosofia nella
scuola media superiore riformata, Rsf, Aggiornamento delle voci Causalità, Convenzionalismo,
Teoria scientifica, Verità, Dizionario di Filosofia, di N. Abbagnano, terza
edizione aggiornata e ampliata da G. Fornero, Torino, Pomba, Io difendo gli
epistemologi, "Letture", Sulle vedute epistemologiche di Enriques (e
di Croce), Rsf, Una risposta laica alla fine degli assoluti [Intervento nel
dibattito sul nichilismo], "il Sole 24 Ore", La filosofia è ancora motore di progresso
[Intervento nel dibattito sulla riforma dell'università], "il Sole 24
Ore", Filosofia delle occasioni mancate [Intervento nel dibattito sulla
riforma dell'università], "il Sole 24 Ore", Il conoscere tra
filosofia e scienza, in Atlante del Novecento, 3 voll., con la direzione di L.
Gallino, M. L. Salvadori, G. Vattimo, Torino, Pomba, Vol. III: Il declino delle
certezze. Un secolo e le sue immagini: Metafisica e filosofia analitica, in
Annuario di filosofia 2000: Corpo e anima. Necessità della metafisica, Milano,
Mondadori: Ancora sul convegno fiorentino della SFI, Lettera alla Rst, Crisi
del fondazionalismo, giustificazione epistemica e natura della filosofia,
"Iride" La 'terza via' della filosofia positiva, in AA. VV., La
navicella della metafisica. Dibattito sul nichilismo e la 'terza navigazione',
Roma, Armando Editore: Internet non è fatto per i ‘verofobi’, "il Sole 24
Ore", Empirismo logico, tutta
un'altra storia, "il Sole 24 Ore", La verità (Discussione di Paolo
Parrini e Marco Messeri), "Palomar",
Una risposta laica alla fine degli assoluti, in Nichilismo Relativismo
Verità. Un dibattito, a c. di V. Possenti e A. Massarenti, Rubbettino, Soveria
Mannelli: Epistemologia, filosofia del linguaggio e analisi filosofica, in La
filosofia italiana in discussione, a c. di F. P. Firrao, Milano, Paravia e
Bruno Mondadori, Dimensioni scientifiche e filosofiche della conoscenza. Una
panoramica introduttiva, in "Annali del Dipartimento di Filosofia
dell’Università di Firenze": Miserie dell'epistemologia italica, in
Scienza Dossier, "il Sole 24 Ore",Sapere e interpretare. Per una
filosofia e un’oggettività senza fondamenti, Milano, Guerini, Conoscenza e
cognizione. Tra filosofia e scienza cognitiva, Milano, Guerini, Il ‘dogma’
dell’analiticità cinquant’anni dopo. Una valutazione epistemologica, in
Conoscenza e cognizione, Dimensioni della filosofia, vol. I: Filosofia in età
antica, Milano, Mondadori Università (in collaborazione con Simonetta Parrini
Ciolli Incompreso, o quasi, dagli Americani [K. R. Popper: “Il più grande
epistemologo mai esistito?”], in Karl Popper oggi. A cento anni dalla nascita,
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scienza”, Più realista dell’empirismo [Ricordo di Wesley C. Salmon], "il
Sole 24 Ore", Crisi dell’evidenza e verità: due modelli epistemologici a
confronto, in La questione della verità. Filosofia, scienze, teologia, a c. di
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Defense of a Non-Linguistic Version of Empiricism, in Logical Empiricism.
Historical and Contemporary PerspectivesNota su P. Valore, Due convegni su
Giulio Preti a trent’anni dalla scomparsa, Rsf, Il pensiero filosofico di
Giulio Preti, ed. by P. Parrini and L. M. Scarantino, Milano, Guerini e
Associati: 11-14 (Presentazione by P. Parrini andL. M. Scarantino), Preti
filosofo dei valori, in Il pensiero filosofico di Giulio Preti, Giulio Preti:
‘A Crossing of the Ways’, in Il pensiero filosofico di Giulio Preti, Il pupazzo
di garza: alcune riflessioni epistemologiche, in Il pupazzo di garza, M. Papini
e D. Tringali, Firenze, Tra kantismo ed empirismo, in Scienza e conoscenza
secondo Kant. Influssi, temi, prospettive, a c. di A. Moretto, Padova, il
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Novecento, in Giulio Preti filosofo europeo, a c. di Alberto Peruzzi, Firenze,
Leo S. Olschki: L’insegnamento della filosofia tra identità disciplinare e
rapporto con gli altri saperi, in Rinnovare la filosofia nella scuola, a c. di
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epistemologia, “Iride”, Filosofia e scienza nell’Italia del Novecento.Figure,
correnti, battaglie, Milano, Guerini A due secoli da Kant: conoscenza,
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ha accentuato il nostro ritardo culturale?, “Il Riformista”, La pittura come
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Verità e razionalità in una prospettiva positiva, in Filosofi italiani
contemporanei, a c. di Giuseppe Riconda e Claudio Ciancio,Torino, Mursia: Presentazione
del volume Sulla filosofia teoretica di Giulio Preti, a c. di L. M. Scarantino,
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teoretica di Giulio Preti, a c. di L. M. Scarantino, Milano, Mimesis Il
problema del realismo dal punto di vista del rapporto soggetto/oggetto, in
Realtà verità rappresentazione, a c. di P. L. Lecis, V. Busacchi, P. Salis,
Milano, Angeli: Ontologia e epistemologia, in Architettura della conoscenza e ontologia,
a c. di R. Lanfredini, Milano, Mimesis:
Kant e il problema del realismo, in Immanuel Kant, a c. di R. Pettoello,
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Filosofici”, 1: http://www.openstarts.units.it/dspace/handle Esercizi
di equilibrio in filosofia, in A Plea for Balance in Philosophy. Essays in
Honour of Paolo Parrini, vol. 2: New Contributions and Replies, a c. di R.
Lanfredini e A. Peruzzi, Pisa, ETS: Discussione sulla materia: Una prospettiva
epistemologica, “Aquinas: Rivista Internazionale di Filosofia”, Mach
scienziato-filosofo, Introduzione a Ernst Mach, Conoscenza ed errore. Abbozzi
per una psicologia della ricerca, Milano, Mimesis, Epistemologia e approccio
sistemico. Qualche spunto per ulteriori riflessioni, “Rivista di filosofia
neo-scolastica, Logical-Empiricism: an Austrian-Viennese Movement? Or an
Unsolved Entanglement among Semantics, Metaphysics and Epistemology,
“Paradigmi”, Fare filosofia, oggi, Roma, Carocci editore (v. Intervista:
https://www.letture.org/fare-filosofia-oggi-paolo-parrini/) Epistemologia
e approccio sistemico. La dinamica della conoscenza e il problema del realismo,
“Rivista di Filosofia Neo-Scolastica” Quine su analiticità e olismo. Una
valutazione critica in dialogo con Sandro Nannini, in Dalla filosofia
dell’azione alla filosofia della mente. Riflessioni in onore di Sandro Nannini,
a c. di C. Lumer e G. Romano, Roma-Messina, Corisco Né profeti né somari.
Filosofia e scienza nell’Italia del Novecento quindici anni dopo, “Filosofia
italiana” Sulla filosofia degli analitici, in Prassi, cultura, realtà. Saggi in
onore di Pier Luigi Lecis, a c. di V. Busacchi, P. Salis, S. Pinna, Milano,
Mimesis: Scienza e arte, ovvero verità e bellezza, in TBA, a c. di P. Valore,
in corso di stampa 2) Empirismo logico e fenomenologia. Uno
snodo fondamentale della filosofia del Novecento, relazione su invito
presentata all’International Conference “Experientia/Experimentum”, Napoli
Filosofia e storia della filosofia: una prospettiva epistemica, relazione su
invito presentata all’incontro “Filosofia e storia della filosofia: prospettive
a confronto”, Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano, Esplicazione e
rielaborazione dei concetti, in Metodi, stili e orientamenti della filosofia, a
c. di R. Lanfredini, Carocci Editore, Roma, Paolo
Parrini. Parrini. Keywords: implicare, interpretare, antica filosofia italica,
Herbert Paul Grice, in difesa di un domma – indice to ‘filosofia eta antica’.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Parrini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51739504427/in/datetaken/
Grice e Pascoli – filosofia italiana – Luigi Speranza (Perugia). Filosofo. Fisologia. Grice: “An excellent
philosopher. He philosophised on the will, on the soul, and on a functionalist
approach.” Filosofo. Lingua. Fratello maggiore di Leone Pascoli. Insegna a
Roma e Perugia. Tiene dimostrazioni anatomiche mediante dissezione di cadaveri,
come il suo collega e concorrente Andrea Vesalio. Intrattenne una vasta
corrispondenza con intellettuali di tutta Europa. Le sue opere
filosofiche e scientifiche seguono i metodi di Descartes et Malebranche. I suoi
trattati di metafisica, medicina e matematica esibiscono una filosofia coerente
e metodico che dimostra la vitalità filosofica della cultura italiana del
periodo. Saggi: “Del moto che nei mobili si rifonde per impulso esteriore”;
“Nuovo metodo per introdursi ad imitazion de' geometri con ordine, chiarezza, e
brevità nelle più sottili questioni di filosofia metafisiche, logiche, morali e
fisiche” (Poletti, Andrea); “Del moto che nei mobili si rifonde per impulso
esteriore, Salvioni, Giovanni Maria); “Del moto che ne i mobili si rifonde in virtù
di loro elastica possanza” (Bernabò, Rocco); “Delle febbri teorica e pratica
secondo il nuovo sistema ove tutto si spega per quanto e possible ad imitazione
de gemetri”; “Il corpo umano o breve istoria dove con nuovo metodo si
descrivono in comendio tuti gl’organi suoi ed I loro principali offij”; “De
fibra mortice et morbosa nec non de experimentis ac morbis”; “Nuovo metodo per
introdursi ad imitazione de geometri con ordine, chiarezza e brevita nelle piu
sottil qestioni di filosofia logica, morale, e fisica. Osservazione teoretiche
e pratiche inviate per lettere”; “Sofilo Molossio, pastore arcade PERUGINO e
custode delg’ARMENTI AUTOMATICI in Arcadi gli difende dallo scrutinio ne che fa
nella sua critica Papi” (Roma); “Anatome literarum sive palladis pervestigatio”
(Roma); “SOFILO SENZA MASCHERA” (Roma); “Del moto che nei corpi si diffonde PER
IMPUSLO ESTERIORE, trattato fisico matematico ad insegnare la possanza degli
elementi quatro” (Roma); “Della natura dei NOSTRI PENSIERI e della natura con
cui si ESPRIMONO. Riflessioni METAFISICHE” (Roma); “Del moto che nei mobile si
rifonde in virtu di loro elastica possanza” (Roma); “De homine sive de corpore
humano vitam habente ratione tam prospera tam afflictae valetudinis” (Roma); “Delle
risposte ad acluni consulti sulla natura di varie infermita e la maniera di ben
curarle con una notizia della epidemina insorta nel GHETTO GIUDEO di roma, e
del congatio de’ buoi ne” (Roma); “Con una breve notizia del mal contagioso dei
buoi”; “Opuscoli anonimi in difesa di Alessandro Pasocolo” – si credeno suoi
soi. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Lalande, Dulac, Billy. Elogio. Bartelli, letto con Lic.de'Superiori decimo
lustro il secondo a n no già corre,da che le suoi ceneri, filosofo perugino,
sotto un'umi le sasso mute riposano inRoma,dallaPatria,ahi! pur troppo neglette.
Qui nacque, quà si educa, quì sparse per decennale tempo i lumi della filosofia
più sublime, insegnò ed esercitò qui Medicina. E celebratissimo perfino oltre
Italia; e tanta gloria egli accrebbe alla perugina Medica Scuola, che forse
questa per opera d'altrui a tanta rinoman za non 'mai pervenne : nulladimeno
sulla di lui tomba alcuna corona di patrio lauro non siposò, nè del suo nome
videsi ancor fregiato un'Elogio. Penso peraltro che Tu non debba di ciò do
lerti , ora che siedi puro ed impassibile sull' eter no seggio dei Buoni
;dacchè se vivente fosti il più fido seguace delle profonde dottrine del forte
animo di Cartesio , forse oggi di averne auta pur anco comune la sorte oltre la
tomba tu ti com . piaci Al vivere suo aprì Cartesio le luci nel bel suolo di
Francia , e sulle scoscese balze di S v e zia le chiuse e sebbene tornassero ,
dimandate le sue ceneri nelle Gallie, pure cento anni pas opra il sesto
decimo lustro Soprailsesto 0; sarono prima che di lui si leggesse un encomio .
Il nostro Alessandro in Perugia nacque e Roma les ue ossar accolse, nè furono
queste da'suoi concittadini manco desiderate; e solamente dopo
ottantadue anni, nella stessa sua patria, oggi al cun poco di lui si
ragiona. Piacciavi, accademici valorosi, che io ne parli almeno ad onore di
questa sua terra natale, ed'a gloria di quella medica fronda di cui venne
meritissimamente il suo crine ricinto', che quì splendeva allora più ver de e
più onorata. Nè voglio credere che siavi alcuno il quale reputi vana cosa
questo mio dire; imperocchè, Lui laudando , essendomi dato di e sporre dottrine
non'tutte convenevoli a' tempi ne quali si vive, ciò non torrà certamente che
Egli non debba essere reputato grande Filosofo e som mo Medico: essendo che se lafilosofia
e la medicina, o da meglio dire, se ogni umano sapere soggia cé par troppo a
cangiamento coll'andare dei se coli, è cosa costante che la verità e l'errore
só no di tutte le menti nostre retaggio ; sicchè tut ti i secoli e tutti gli
uomini da non pochi lati si avvicinano sempre fra loro. Colprogrediredelsecolodecimo
settimole scienze tutte di più chiara luce folgoreggianti,per la via
progredivano del possibile loro migliora mento :Sciolto lo spirito umano dagli
opprimen . Se questo Elogio di Alessandro Pascoli potrà servire a qualche
riparo del lungo silenzio in che ilsuo nome si stétte ; se a sprone di studiosa
gioventù possa per buona ventura tornare, se del lo estinto encomiato e di
Voi.,.dotti Colleghi, non tantoindegno riesca, al fine da me proposto
lietamente mi stimerò pervenuto. O ti legami del Peripato, erasi finalmente
avveduto della sua nobiltà; e la mente erasi accorta pote re da se stessa
pensare . Sembrava che la natura tutta fosse giunta a tale momento di crisi,
dalla quale aspettare si dovevano grandi cose e grandi uomini; e grandi cose e
grandi uomini difatti si ebbero. Fra questimolti, fiorirono Dracke, Copernico,
Ticone, Keplero, GALILEI, Bacone , e finalmente Cartesio, destinato dal cielo a
compiere il bramato rinnovamento negli studii moltiplici della natura. Appena
ilgrande Filosofo dell'Aja di chiarò al mondo intero non doversi alcuna cosa
ritenere per vera , quando che non venga dimo, strata per tale; appena
disse'che la umana mente deve tutto in dubbiezza riporre, finchè alla cer tezza
non sia pervenuta;'e di queste le fonda menta non che i caratteri stabilì ; lo
studio ed il filosofare degliuomini dialtropiù nobilesplendo re si rivestirono.
La geometria,la logica, lameta fisica,lafisica,elamedicinamedesimainpiù sta
bile e più onoratá sede allora si collocarono . Il secolo diCartesio segnòmai
sempre una delle e poche più luminose e memorande nella storia del l'umano
intendimento, imperocchè ogni1 dotto partecipò del beneficio influssodi questo
tempo ; ed il nostro Pascoli divenne Filosofo col divenire Cartesiano. Se non
che non solo di Filosofia ma di medicina altresì ai nobilissimi studj sentissi
da natura invitato; e cono scendo la forza del proprio genio, nol poterono. Comincia
con Cartesio dal dubitare e quindi giunse a persuadere sè stesso , tro e
6 distrarre da quelli ne i solerti padri di gesú che accorti iniziandolo nelle
regole del loro Istituto cercarono farne conquista.; nè il volere del padre il
quale all'officio del foro il destinava. Vide egli bene assai per tempo come a
corre merita mente il medico lauro, doveva alle filosofiche discipline tutto sè
dedicare. Perchè la filosofia di ogni umano sapere è fondamento primiero.
Accostumato come Cartesio a meditare più che a leggere, a pensare più che a
parlare, medita sul le opera di quell sommo e le studia intensamente, facendosi
propri i di lui principj , e tutta la filosoficacartesianatelasvolsee conobbe. Il
discorso sul metodo, le metafisiche meditazioni, le regole per la ricerca del
vero, il trattato sull’uomo di Cartesio sono a lui splendentissima face onde
dirigersi nel difficile sentiero della filosofia. Cosi lo studio di questa
precedette e quindi 'accompagna quello della medicina, non mai volendo egli
l'uno dall'altro separare. Tra noi, ai giorni nostri tristissimi , sembra
essere riserbato vedere non poca turba di gioventù male accorta gire in traccia
di medica scienza senza lo inestinguibile lume del più retto filosofare, senza
la conoscenza della natura , di sė medesimo, e perfino del proprio idioma
nativo. Vergogna s o m ima di que'paesi e di que'tempi che vogliopsi dire
illuminati! E per attribute diverse.Quin di dalla cognizione dell'Io personale
passa a quella pe ressenza perfetta che è Dio. Traicanoni della filosofia
cartesiana erayi quello di ritenere e gate si trovano le verità : donde poi le
idee in nate,dondela concatenazione diesse, la quale incominciando da dio
scende all'anima umana, quindi ai corpi, quindi ai bruti, quindi alle cose, tutte
della natura.E quifa duopo ricordare che mentre Cartesio col suo dubbio
universale prese la via delle speculazioni intellettuali a sta bilire i gradi
della verità , Bacone da Verulamio , coldubbio stesso fondamentale, prese la
via del le sensazioni, ed al fine desiderato pervenne in cammino più regolare e
meno incerto. Piega alquanto piùla sua mente al Cancelliere d'Inghilterra che
al pensatore dell'Aja. Ora chi potrebbe mai credere che dopo ise coli di Bacone
e Condillac sorgessero nuovamente, nelle dottrine delle idee , i secoli di
Cartesio e di Malebranche? Eppure oggi è cosi.Umana mente! varsiesistenzefuoridinoi,erisultarel'uomo
da un corpo e da uno spirito, sostanze interamente fra loro per essenza e ' chę
i sensisieno ingannevoli guide alla umana ra gione ; e che perciò l'anima
nostra ha in se stes . sa e per se stessa principj stabili, cui tutte le 1 Ora tornando al nostro laudando diciamo che
parlò egli primamente della esistenza e durata d e glienti modali; poscia
diquelle sostanze che nelle loro idee inchiudono essenzialmente un qual
che modo di essere';e fondo le principali massi me dellaumana
certezzasullaesistenzade'corpi. Dalle essenziali proprietà degli enti corporei
stu diò pur egli l uomo sotto il duplice rapporto di sua materiale e spirituale
sostanza; e ragionando dell'anima, ne fissò la essenza sulla immateriali tá di
lei, donde le sue potenze intelletto é vo lontà . La credette immortale; e
mentre Cartesio ne tacque la dimostrazione, scrivendo in una sua lettera non
essere necessario di mostrare la immortalità dell'anima tostochè siasi provata
la sua spiritualenatura, non volle tacerla col pubblicare il discorso sulla
immortalità dell anima umana. Da troppa vanitàdinome; ed al desiderio di
piacere agli amici, motteggiando alcun poco , egli fu 'mósso a scrivere contro
Papi filosofo sabinese sostenendo a tutta possa, ma non con persuasione di
aninio, le dottrine del suo prediletto Cartesio sulla vita antomatica delle
bestie; volendosi però nascondere bizzarramente coll'intitolare il suo saggio “
Sofilo Molossio Pastore Arcade Perugino Custode degli’armenti automatici in Arcadia'.
Apparve preziosissimo a tutti questo saggio e se ne m e nò'romore in tutte le societá
dotte di Roma. Tali erano i sali attici in esso 'raccolti, i vivaci sar casmi, ileggiadri
concetti. Avvenne però che dopo sei annila suprema inquisizione con decreto solenne
condanna l'opera del Pastore Arcadico Sofilo Molossio. Ale 8 e e le
sue ferme opinioni sull' animalitá delle bestie; protestandosi in mille modi
vero seguace di PITAGORA, e vero devoto a tutto ciò che la umana credenza
prescrivesi. Fu questa la sola nube che per poco offuscasse l'ottima famadel
Pascoli nel corso della lunga etá sua, é questa fu del suo animo la dispiacenza
più viva. песа.Applicatevidasennoafilosofare,poi che 2 per tale via depurate la mente umana da gli
errori che la offuscano, e sollevata dalle passioni che la opprimono, si eleva
cosi libera e tranquilla a tale grado di serenità , dove gode veramente di se
medesima Stabilito avendo 9 lora fu che ilPascoli accortosi dell'errore cui con
dotto lo aveva una sua male accorta vanità di spirito , ritrattò subito
pubblicamente le sue opi nioni;enelSofilosenzaMaschera scuoprìilsuo vero nome
Erano pure a suoi tempi, quali oggi vivono, alcuni falsi sapienti , che
superbamente umili, a busando del comune adagio, id tantum scio quod nihil scio,
il più irragionevole scetticismo nelle coșe tutte proclamavano , e di ogni
credenza e di ogni filosofia si facevano dispregiatori e nemici , Contra tale
specie di stupidi pensatori si scagliò il nostro Pascoli; e fece conoscere come
filosofare non altro è se non se rettamente pensare, essendo che chi mal pensa
conviene che male discorra, Sulle traccie di Platone, di CICERONE, d’AQUINO, di
Cartesio, ripete a tutti conse l’apprensione, al giudizio, al discors , al
metodo; e a diligente disamina tutte prendendole, formò il suo saggio di logica,
seguendo ugualmente la pre diletta sua cartesiana maniera. Espnse quindi i
precetti del ben' apprendere , del ben giudicare, del ben parlare, del ben
disporre. Prefere il metodo analitico che il pensiero è all anima
essenziale, come alla materia è la estensione , parlò delle operazioni del
nostro intelletto, le quali ridusse all' per istudiarelecose,elochiamò metodo
di risoluzione o di disciplina ; si servi del metodo sintetico per insegnare ad
altri, e lo disse metodo di composizione o d idottrina. Dopo che la scienza del
calcolo per la invenzione de' caratteri algebrici si fece più ordinata, e di
più estese applicazioni capace, lo studio delle m a tematiche divenne
universale ad ogni sapiente: e di quanta utilitá si renda allo sviluppo
dell'uma no intelletto ed alla ricerca del vero , ognuno di leggeri il conosce
. Studio si fatto non poteva es sere dal nostro Pascoli trascurato, e sulle
opere del Gottigues, dello Scohetten, di BARTOLINO; dell'Ozanam , di FARDELLA,
di Cartesio si for mò matematico. Scrive il saggio di logistica od arimmetica,
nel quale prendendo a trattarele quat tro operazioni fondamentali, non in cifre
numeri che,ma in algebriche, intitolò il suo lavoro col nome di Arimmetica nova
o speciosa: ed applicando le stesse operazioni alla dottrina de'polinomj, la
quale perviensi a studiare le leggi del moto. A lui però non piace solamente
seguire le dottrine di questi s o m mi, ma cerca direnderle più facili epiù
sicure. Lasciò di ragionaré del moto in astratto; e col tatto, colla vista, coi
sensi, in concreto lo e samino . Parla della natura, condizioni, proprietà, e
leggi del moto per impulso esteriore ed in virtù di elastica forza. Quindi si
lancia col pensiero, in alcuni moti possibili rispetto al vortice massimo del sole.
Con tale chiarezza di principi, con tale ordine d'idee egli ne seppe parlare
che meritò l'approfazione sincera ditutti i dotti e capace. Archimede, GALILEI,
Gassendo, Rohault, Cartesio avevano già insegnata la strada per la quale
perviensi ed alle equazioni, dette compimento alle sue fatiche sulla indole dei
nostri pensieri. Pose poi mano alla fisica, od a quella scienza vastissima , la
quale avvicinando al nostro pensiero le cose materiali che ne circondano, fà
che lumana intelligenza al più alto grado di sublimi tà siconduca L'uomo di fatti penetra con la sua scorta i
più nascosi secreti della natura; e con leipasseggiandolaterra e con lei
traversando glioceani,e su cieli passeggiando con lei,fache sopra tutto il
creato sovranamente s'innalzi. La prima verità che ci insegna la fisica è che
il m o to costituisce il fondamentale fenomeno de'corpi tutti. Ond'è che tutto è
movimento in natura,o tutto a movimento èdisposto, o tutto di movimento è. Il grande
matematico e fisico cremonese BIANCHINI glie ne dette la più solenne e pubblica
testimonianza Mi si dia materia e moto, dice Cartesio, ed io imprendo tosto a
crea re un mondo , il Pascoli con maggiore umilta così diceva “ Materia e moto
sono i due prin n.cipali strumenti, donde con sua possanza si »
valeDio,dimomento inmomento,aprodur 9. rac racoli, e miracoli di stupor infinito.
Si ode oggi nelle nostre scuole far menzione di un etere comune, di un
imponderabile unico ed universale, motore di tutti I fenomeni iquali hannoluo
go "nei movimenti della materia e degli animali . Le scuoleAlemanne
apreferenzadialtre risuo nano di questa materia unica-eterea, capace a prendere
diverse forme ed aspetti, tutto pene trando investendo agitando il creato: La
vide pure questa materia motrice universale: ciò che dicono oggi con tanto
entusiasmo, e for se con troppa persuasione dinovità, Mesmer, Wohlfart,
Sprengel ed altri sulfluido elettro-magnetico universale; ciò che con tanto
calore pro e con eguale robustezza di argomenti dimo strato dal nostro
Alessandro 1 e in natura, senza miracolo , continuati min & clamano
Lennosseck, Prokaska, ed Ennemoser sulfluido biotico universale de corpi
viventi, era stato già conosciuto non meno chiaramente dilo ro, Finalmente
volle ardimentoso inalzare i suoi sguardi ai movimenti del sole e nel
vastissimo campo dell'astronomia tentando alcun passo quale ché suo
opinamento volle manifestare. Si dichiara del sistema astronomico di Copernico
e di GALILEI oppositore fermissimo. Ma qui potrebbe dataluno dimandarsi, se il facesse
egli forse per tenere dietro alle massime proclamate dalla romana corte nella
quale viveva? Nò. Chè la saggia condotta dei prudenti interpreti delle sacre corte
ha assai già moderata la forza di quegl’anatemi scagliati un secolo innanzi
sulla tomba del riformatore di Thori, e sul capo del pensatore pisano. Potevasi
allora dalle pubbliche scuole o ne communi discorsi dei dotti liberamente
difendere (come ipotesi) ilmovimento terrestre e la stazione solare, senza tema
di contraire brutte macz chie nell anima, o a spiacevoli incontri soggiace, re
Ond'èchese con tutta la forza del suo'sapere alla copernicana sentenza si oppose,
ciò fece'con intima persuasione di mente , e non per condiscendenza di basso
cortigianismo. Nei e il solo che dalla credenza di Coperni colunginestasse. Imperocchè
fra i moltiche ridi re potrebbonsi, quel grande onore d'Italia, quel
l’astronomo profondissimo della dotta Bologna, MANFREDI, basta per valente
compagno del nostro Alessandro rammemorare. Vero si fu peròche a fronte
degl'ingegnosi sforzi di tanti uomini insigni, prosegui ilsuo cammino la terra,
è fermo il sole si stette. Qui terminarono le fi losofiche laboriose
occupazioni di lui, e conqueste sole poteva rendersi della Patria e della
nazione assai benemerito : ma fu pure medico Alessandro Pascoli, è inedico di altissima
riputazione. Se sono grandi i nomi dei restauratori della umana filosofia, non
meno grandi furono quelli di Silvio, di Lancisi di Baglivi, di Ramazzini, e di
altri che le medie che scienze ad alto grado di rinomanza condusse ro .
Alessandro Pascoli visse nel tempo in cui la medicina seguiva tuttora le
insegne de'Jatro-chimici, dell'Elmonzio, e del Silvio; insegne che stavano già
per cangiarsi dal Santorio e dal B o relli,onde quelle trionfassero degl’átro-matematici
ed e meccanici. Nè si per verrá mai a spiegareun costante ed unico vessillo
sotto il quale si raccolgano in ogni tempo i cultori della medicina le che sia
proprio di lei in tutte le età che trascor. rono? Grande e funesto destino, a
molte scienze comune , alla medica comunissimo! Conosce in quali giorni vive;
quale del secolo suo fosse dominante lospirito; epienodialtoin gegno ,nellamedicascienza
sifèvalente:Carte sio aveva per dodici interi anni studiato'l'Anato mia a fine
di ben conoscere l' uomo ; e il nostro Pascoli per non minore tempo applicò la
sua m e n te allo studio profondo della struttura del corpo umano. Annuncia
sulle prime ai dotti un trattato riguardante i cangiamenti che provengono agli
organi corporei per cagione delle passioni: pensiero veramente sublime sul
quale però le speranze di ognuno restarono pur troppo delase . Ai tempi del
nostro Alessandro l'Anatomia non avevaancorastrettocon altrenaturaliscienzequel
Putile nesso di che oggi si onora ;né quel filo sofico linguaggio, nè quelle
sottili applicazioni si trovavano in essa , siccome in quella d'oggidi noi
ammiriamo.Allefaticheed allementi sublimidi Scarpa , di Soemmering, di Mechel,
di Portal, e dell'immortale Bichat dobbiamo la eccellenza cui oggi l'anatomico
studio è pervenuto . Nè Vicq d’Azir, nè Geoffroy di Saint Ilaire', nè Blecard,
nè Gall vissero in quella età; pure potevasi quel tempo chiamare il tempo delle
scoperte anatomi miche . Erano già nati gli scrutatori sommi"dell’uman
corpo Arveo, Senae, Asellio, Willis, Nuck, Malpighi, Ruischio, Lancisi ed
altri. Vive e studia con Redi. Ciò basta. Insieme per più tempo in Firenze si
occuparono indefessamente di anatomiche dissezioni e quel dotto scrittore
toscano ha caro Alessandro quanti altri mai, al grande Cosimo presentandolo
quale soggetto degnissimo di tutta la considerazione sovrana. La fabbrica del corpo
umano dal nostro encomiato descritta non presenta, è ver, peregrine cose. Ma
l'ordine, la chiarezza, la concisione rendettero il saggio suo utile al
pubblico insegnament , pel quale oggetto egli stesso si protesa averlo
unicamente composto. Quando il gran Malebranche si avvenne nel libro dell'uomo
di Cartesio, ed ipcontrò in questo filosofo un ge vio simile al suo, prese
(dice l'elegantissimo Fontenelle) il grande partito di rompere ogni commercio
con le erudite facoltà, ed in seno del cartesianismo tutto si abbandona. Legge il
saggio medesimo di Cartesio, lo medita profondamente e scrive egli pure
sull'uomo. Mentre però l'uomo di Cartesio e di Malebranche fu l'uomo del
metafisico e del filosofo, l'uomo nelle mani del Pascoli e l'uomo
dell'anatomico e del medico. Ha somma intelligenza nell'osservare i fenomeni
dellaumana vita, sicchè lemas sime del suo Cartesio con quelle modificate del
gran Cancelliere d'Inghilterra, formarono in lui quello spirito di filosofia
induttiva, il quale alla ricerca del vero nelle cose di fatto e perciò in medicina,
è l'unica sicura via . Scrivendo dell'Uomo prese Alessandro ilgiu sto partito
di primamente designarne le parti , quindi ad esse dare vita ed azione, poi
de'mali a cui vanno soggette tenere ragionamento, e fi nalmente l'opportuno
metodo curativo de morbi con tutta la modestia del dire proporre. In tale modo
ilnostro encomiato presentò alpubblicoun tesoro di dottrina, che per molti e
molti annida ogni medica scuola Italiana fu allo insegnamento de
giovani:offertoe prescritto, riputatolo per il prezioso e completo deposito
della medica scienza . Le opinioni di Galeno e di Silvio erano quelle che fra i
cultori d'Igea in quel tempo tut tor dominavano , Stava per sorgere la setta del
più solidismo, ed Elmonzio, Cartesio, Silvio erano ancorai tre
grandi nomi proferiti dalla bocca di tutti; cosicchè fra i conciliatori e
moderatori di questi tre Principi delle mediche scuole si e mento etereo piú
sciolti gli umori , ed il moto fer mentativo di essi prodursi . Questo elemento
lá presiedere alla circolazione sanguigna, qua tutto il fonte del calore
animale sostenere perenne. Era quest etere per Alessandro la fondamentale sor
gente delle fermentazioni non naturali, donde le febri tutte'nascevano che ove
accada condensa mento di esso,lemaligne;ovesoluzione,lebe nigne; ove infine
abbia luogo latente glandolare fermento, originarsi le intermittenti opinäva.
Po i te dottrine fisiche di questo etere universale espo neva', la sua azione
sulla vita degli organi', finalmente l'applicazione di esso alle dottrine di
Scrodéro, di Hoffmanno, di Etmullero, diLemery , e degli altri molti di quella
età . E forse che non potremmo noi parlare lo stesso linguaggio, sostituendo al
nome di etere cartesiano quello di elettro-magnetico? Io i l dimando Abituato il
nostro Pascoli fin dall'infanziaa piegare la sua mente al metodo geometrico e a
disporre le sue idee con quell'ordine e successio ne, utile al buon’acquisto di
tutte le cognizioni il nostro Pascoli . Quindi è che nelle sue opere
parlasi dello spirito di Willis, del fuoco di GIRGENTI,del l'archeo di Wan
-Helmonzio, del primo elemento di Cartesio :e si dice farsi per virtù di questo
ele pose + 17 + 4 Oltre al suo trattato dell'uomo, che abbraccia l'intero
studio della medicina , sono n u m e rosissimi i suoi Consulti, le sue Lettere
, i suoi Votiemessi in oggetti di pubblica sanità.Incau se dificili di Foro
canonico e civile, in Canoniz zazioni di santi uomini diede Pareri e Giudizj,
che guidarono le Autorità competenti a retti e s e n sati decreti Avendo
inoltre il Pascoli,saputo unire a somma dottrina, urbanità di modi nel
conversare , ed umiltà di espressioni nel parlare e nello scrivere, non é a
stupirsi se ai dotti d'Ita+ lia ed oltremonte rispettabile e caro addiyenisse
L'amicizia che seco lui ebbero un Redi, un Magliabecchi, un Montemelini, un'Ottaviani,unLes
protti, un Zannettini, un Lambertini, un Segur, un Baglivi; da quali o
dedicazioni di opere, o non interrotte scentifiche corrispondenze, o laudi
sincere egli ottenne, siccome fecero pure un Bian chini,un Loy,un Marini,uno
Sprengel,un'Al ler ; ci ayvisano dovere riporre Alessandro Pasco li fra gli
uomini grandi, che in filosofia ed in mea umane, e preciso nel descrivere gli
organi, chia ro nello esporre i fatti, esatto nella diagnosi, cautissimo nella
prognosi. E poi semplice quanto mai possa dirsi nel metodo del medicare, e
dichiarossi nemico di ogni farragine farmaceutica, ripetendo sempre a se stesso
e ad altri che a buon medico pochi medicamenti bastano o 18 di pintore pochi
colori. come a buon ; dicina fiorirono fra il terminare del secolo decimo
settimo e del decimo ottavo sul cominciare, Il nostro Pascoli legge in Roma anatomia
e ,edicina dalla più fiorente alla più tarda etá sua, grandi opori godendo e
distintissime cariche sem pre occupando. I papi Clemente XI, Innocenzo XIII,
Benedetto XIII, Clemente XII. lo hanno a medico, Archiatro lo salutarono,
Protomedico lo proclamarono, lo scelsero Conclavista. Del supremo tribunale sanitario,
della congregazione dei sacri riti, fè parte onorata e principale, tanta era la
dottrina che quella romana corte in Lui venerava . Potrebbe forse da taluno di
noi dimandarsi se il Pascoliavesse meritatosigrandeecomune conside razione come
Medico pratico,quanta ne ebbe come teorico;imperocchè pur troppo è duopo
riguardare la medicina sotto ilduplice aspetto diScienza edi Arte.Difatti non
rade volte accade che amedico quanto ésser si voglia dottissimo, manchi quel
tatto pratico, quella squisitezza di medica vista, e, dicia molo pure ,
quell'inesplicabile nesso di favorevoli 19 Dopo che per due lustri dalla
patria Univer sità degli Studj, e dalle private Accademie le fisi che,e mediche
scienzeinsegnò,Padova eRoma il chiedettero a gara , generosamente patria
novella offerendogli. Il Pontefice Clemente undecimo a se chiamatolo, fece si
che a Padova, cui era già sul punto di recarsi, Roma preferisse. E così Perugia
lo perdette per sempre e E quièbenforzacrederecheAlessandroPa scoli
vivendo dodici lustri in Corte, in Roma,tra Grandi , tra Principi sempre ; cui
furono affidati in téressantissiminegocj delle Principesche Famiglie Albani, Chigi,
Rospigliosi, Sora ed altre, fosse di grande ingegno, di profonda politica, di
somma costumatezza dotato; dacchè, una di queste do ti che manchi, a sorte sì
grande non si pergie ne , o per poco di questa si gode. Difatti sappia m o come
tra le tante virtù che lo adornarono, erano prime il decoroso contegno in che
egli si tenne, l'essere del suo buon nome forte difenditore, il 20
incontri e di buone venture, che tanto valgono al la propizia riuscita
dell'esercizio clinico, e su cui la opinione e la fidanza di ottimo e felice
medico riposa. Nel nostro Alessandro sembra che tutto si riunisse a renderlo
valente nell'arte come nella scienza rinomatissimo. Ed in vero pel lungo corso
che visse all'aura del Campidoglio, non fuvvi personaggio distintocui non
prestasse medica mano o medica consultazione. Oltre ai pontefi ci
sopraenunciati, la regina di Polonia ed i suoi figli, gli Elettori Bavaro,
Sassone, e Coloniense, la Regina d'Inghilterra, ed ogni altro Principe e
Grande, (a quali sifortemente il vivere più ca le ) lui ebbero a tutela de' propri
giorni bene ed ilparlar pensar bene di tutti, siche tutti rispettando ed amando,
seppe da tutti rispetto riscuotere ed amore. Cosi Roma e ammiratrice di un
filosofo Perugino. Ed il suo nome onorato più spesso colà che tra noi si
pronuncia forse e si ripete. Lontano dagl'incanti del bel sesso, ne fuggi
perfino, in quanto il potè, la medica cura. Che più? Con religiositá e fortezza
di animo sostenne una completa cecitá, senza che in se stesso foss'egli meno
tranquillo, nè meno fosse da altri dimandato e compianto. Che se al possedimento
disua vasta dottrina, se al buon successo dell'arte sua, se al corredo delle
nobili doti dell'animo che in Pascoli fece ro si bella mostra di loro, si
aggiunga la felicità de' tempi nei quali visse, dovremo anche meno stupirci che
potesse egli giungere al più alto grado di celebrità e di onoranza . Io voglio
dire la felicità dei tempi; ossia quell buon tempo ai dotti propizio, in cui dessi
sono veramente stimati, e nel quale i Principi, ei Grandi concorrono agara
(siccome oggi) informar li, tosto chè i principi e i grandi bene conoscono che
le scienze e le lettere sono veramente il sostegno de’ troni, e delle nazioni delle
cittá dei paesi il primo ed il più luminoso decoro. Ed alla estimazione de' medici
credo che non poco in ogni tempo contribuisca la buona Fidanza de'popoli, colsaldo
tenersi di quel velame che agli occhi del volgo i misteri nasconde d'Igea; velame
tanto utile che sia serbato; imperocchè la remozione di esso chi ne abbisogna e
cui serve reciprocamente danneggia. Dopo si grandi fatiche, carico di meriti e
di onori, questa misera terra abbandona e perenne ricordanza dei
posteriche cirima ve dilui? Laviva fama delle suetante virtù, ladi lui valentia
nell'arte del medicare; e più ci restano i suoi numerosi volumi , depositarii
immanchevoli del vasto sapere nelle fisiche e nelle mediche facoltá. Saremmo noi
co tanto ingiusti per dimenticare i sudori dei dotti che ci precedettero ,
solamente perchè il modo loro di filosofare non è più simi le a quello de'tempi
nostri? E vorremmo noi far ci riputare così creduli e così inorgogliti nel
lusin garci che alle dottrine ed alle massime nostre del la filosofia e della
medicina, tutti coloro che ci suc cederanno coi secoli pieghino riverenti la
fronte e le venture età inalterato rispettino ciò che ad esse faremo noi
pervenire? Non siavi chi lo cre da , o la storia dell'umano sapere ne disinganni,
Ond' è che degli esimj ingegni, dei benemeriti cittadini, degl'insigni
scrittori,sebbene lunga serie di anni da essi ci divida, serbare si debbe ricor
danzavivissima,afronte decangiamentiaquali puògireincontrol'umano
filosofareeilmedi co opinamento. Si, dotti Accademici, apprezziamo mai s e m
prelefaticheutilide'trapassati, seneimitinoi buoni esempli, se ne rispettino i
nomi ; ed il titolo a non meritarci d'ingrati, le loro tombe di verdicorone di
lauro con più frequenza e con più giustizia si onorino. Rivolgendosi al Busto
marmoreo dell'Encomiato, che innalzavasi nella Sala dell' Accademia. Tutto ciò
che vien detto di Alessandro Pascoli in questo Elogio, come filosofo e medico ,
è tolto dalla let tara ed analisi fatta delle molte sue opere , in diversi tem
pi pubblicate; il catalogo delle quali trovasi registrato nella Biografia dei Scrittori
Perugini delchiarissimo Cavaliere Gio.Battista Prof.Vermiglioli all'Articolo
Pasco li Alessandro - Noi credemmo di non trascrivere ibra ni medesimi
dell'Encomiato, a conferma de' suoi detti e delle sue opinioni , e ciò per non
aumentare la stampa inu tilmente; sapendo che agli eruditi medici sarebbe
ridire le cose stesse le quali nelle opere delPascoli già bene conoscono , o
potranno rilevare quando lo vogliano . Quello poi che riguarda la di lui vita
privata e so ciale lo rilevammo dalla storia di sua famiglia , dalla Biografia
sopracitata; nonchè da quella degli illustri italia ni compilata dal
chiarissimo Sig. Emilio de Tipaldo, Venezia. Finalmente da non poche pregevoli
notizie ms. lasciate da Francesco Aurelio Ginanneschi, giovane di Alessandro
Pascoli, ed ultimo che stet te venti e più anni con lui, e perciò
informatissimo della sua vita. Questo ms
trovasi presso di noi. Nacque da Domenico Pascoli, e da Ippolita
Mariottini . La famiglia dei Pascoli fu originaria di Ravenna, siccome ne scris
se Celso , fratello del nostro Alessandro , nella storia del la sua Casa .La
prima di esse fu stampata in Roma in 8°, presso lo Zanobi, dedicata a Fabrizio
Paolucci, Segretario di Stato di Clemente XI. La seconda che contiene tutta la di
lui ritrattazione e pubblicata egualmente in Roma in 8° per il Buagni, dedicata a Banchieri assessore
del S. Officio. Ambedue queste operette interessanti la vita letteraria ed i sentimenti
morali del Pascoli le abbiamo nella Biblioteca pubblica Scaff. Quando la Regina
d'Inghilterra in Roma lo chiama a medicarla, nell'atto di presentare il polso,
gli disse. É vero, Sig. Dottore, che voi non avete piacere di medicare le
donne? Alla quale dimanda egli risponde. É verissimo, ma non le regine. Muore
in Roma. confortato da tutti gli ajuti della Religione, Gl’ultimi18 circa dei quali
in una completa cecità Fù sepolto nella Chiesa di S. Silvestro a Monte Cavallo
de' RR.PP, Teatini- La Iscrizione sepolcrale umile, compostasi da se medesimo,
e che trovasi tuttora sopra l'avello, è la seguente. Hic Posuit Exuvias In Die
Irae Resumendas Alexander Pascoli Perusinus Verissimo. Non mi piace medicar le
donne, ma non le regine”,eforsedeglialtri,chesap di Antonio Blado); Trattato
della mutazione dell' altra Lettera si apprende che avea aria,in4. Roma per Alessandro
Gar. Pure scritto un trattato di Rettorica danoec.Di questo opuscolopro- eprincipalmente
sulla Invenzione dusse il suo giudizio il Bonciarioia dicui ne offer copia allo
stessoBon una letterainedita. Perchèi Digesti si allegano morie di sua famiglia
originaria di Ra iniscrittoperdueifedil paragra- venoa, epoistanziataio Perugia;
eda fo per due ss congiunti. queste memɔrie medesime passate quin 2. Del
partodell'Orsa . piano e non siano appassionati. Da V. Conclusione del Tribuno
della scoli,ed. Ippolita Mariottini.Termi plebe,in4.RomapergliEredidi
natiigiovanilisuoistudiipressoipp. suo articolo, e dal Vincioli nell'opu scolo
sullo stesso argomento. I ràstampata velan anderò. Leco- Dizionario medico,che
egli di e che io farò non saranno da sco- morando in Firenze , studiò assidua
»lare,elatineperqualchemese>,ma mentealloSpedaleperfareosserva »volgari, e contro
tutta l'Accademia zioni anatomiche, eperpoterecosì fiorentina, massime sopra il
Boccaccio, migliorareunsuo Trattatosulcangia Gennajo da Domenico Pa. egli tolse
a seguire la medicina VI.VersiinLodedelleacquedi
incuineotlennelemagistraliinsegne S.Galgano. Civengonoricordatidal. quandocontavasolianni21.
Grisaldiioquellelettererammentateal Posciasirecòin Firenzeameglio apprendere la
scienza salutare alla scuo e ciario . della Poesia,in CelsoPa. IIF. Questione
di Giovanni Osma. Romapergli Eredi rino Gigliotto Magistrato. anguste ma
lucrose vie del fo. PAPA scoli fratello di Alessandro, e di Leg IV.Risoluzioni di
quattrodubbj. ne, dimorando in Roma scrisse le me di a suoi posteri, noi
raccoglieremo le 3.4. Del Perseo, e del Pesco, e brevi notizie di Alessandro, e
Leone. loro natura . Roma per gli Eredidi Nacque Alessandro in Perugia nel Gio.
Gigliotti ,in Giovanni Gigliotti. E'questoun' Gesuiti, che conoscendolo di bello
in opuscolo con cuisicoufutano leopi- gegno, desideravano a loro condurlo, e
nionidi Plutarco, del Manuzio edel terminate gli studii legali, perch èil
Sigonio, iquali credettero che il Tri- padre voleastrascinarlo miserameate buoo
della plebe in Roma non fosse per le ro taliana, esoprailBoccaceio.Gioviin-
buonesperanze,nonostantechesi tendernepocheparole:»Sostatotardo
riducesseagliestremi.Ristabilitositor n'arisponderviperchèm'haingom-
nòaprosperamealeesercitarelasua »bratotuttopiùdiunmeseunacom-
professione,ecolfavoredeldottoMae »posizioncellachehofattaperun stro,potèpresentarsial
Gran-Duca »miopatrone, laqualesubitochesa- CosimoI. Aggiugnel'Eloynelsuo ladi
Francesco Kedi, e mentre co Da una lettera inedita di Lorenzo si sotto di lui attendevaallaclinica,
al Bonciariosembracheeglisiaccin- fudamortalemalattiasorpreso,ma gesse a
scrivere anche sulla Lingua i- il Redi medesimo ne concepì sempre e
èverissimo, ma non le Regine. Fu Rimpatriato nuovamente si posea anche medico
straordinario deiPonte studiare le lingue greca e latina sot- fici Clemente XI.
Innocenzio XIII. Be to il Canonico Guidarelli, dicuiveg. Pedetto XIII. eClemente
XII. incom gasil'articolo, e le Matematiche sot- pagnia di Leprotti,ilqua to ilDottorNeri,mentrenon
lascia- lemoltoprofittavade'consiglidel Pa vadiattendereancheallaMedicina
scoli.Doveaesseremedicoprimario pratica, soltoLodovicoViti; nèpassò pontificio,
ma per non imbarazzarsi poi molto tempo, che ottennein pa gui la giubilazione.
Veggasi la dedica premessa alla sua opera de Hom inc . Marini Archiatri PontificjCaraffa
de Gymn.Rom. Com , in stud. Med. Borhe. Valen.1741.
enuovamentetraledisputazionimedicheraccoltedall' Halleer, per le
approvazioni da farsi ne'miracoli Adaltrionorifuinnalzatoin Ro-
operatiadintercessione de’ServidelSi ma, imperciocchèebbe luogo frai
gnorenellaloro canonizzazione e ,esi XII.ArchiatridelCollegiode'Medici
dique'prodigjdistesepurealcunedi efragliArcadicon ilnomediSofiló
squisizioni.ProfessavalaMedicinacon Molossio.Varie istituzioni sanitarie lo
semplicità, e dioesiche il rinomatissi ebbero a medico in Roma, ove cura mo Cardinale
Alessandro Albani Camer la Regina di Polonia , ed il suo figliuo- lengo, lo
ebbe in tanta stima, che non soleva conferire impiego a perugin , se non gli
veniva raccomandato lo , gl’eleltori di Baviera e di Colonia, llo fante
Elettorale di Sassonia elaReginad'Inghilterra,laquale
dalPascolichesoleachiamareilCa nell'ultima malattia volle il Pascoli merlengo
perugino. Fu avuto in isti. e narra Celso suo fratello , che nella ma
anchedalcelebre Hallerche ne primavoltaincuiAlessandroletoccò
parlònelleoperesue(4),edilSeguer ilpolzo, glidisse la Regina, onève àlui dedica la sua Schedula monito. ro Pascoli, che voi
non avete pia- ria ec. PA mentodegli organicorporeiper ca- ceredimedicardonne?»cuirispose:
gione delle passioni . PA 171 triaunaCattedradiFilosofia,cheten-
ri;nonostanteperòfucontinuamente neperapni10.,ragunandopoisem-
ingraziadeglistessiPontefici,edi preincasasuaunaAccademiaaperta
vennemedicodelConclavedopola diLetterati.Intantofuchiamatoaleg-
mortediBenedettoXIII. eequandofu gereinPadova,ementresidispone
creatoClementeXII. Vaarecarsiaqueldottissimo Studio,
Inoltredal1928.al1736.aveaeserci Clemente XI.lochiamò aleggerenell' tata in
Roma anche la carica di Pro ArchiginnasioRomano. Coldreca.
tomedicodiquellaMetropoli,edello tosi incomiocid tosto ad iosegnare, la Stato
Ecclesiastico e la Consul
Notomia,chepernoveannicontinui tasoleasemprericercareisuoivoti vi professò;
ottenne poi alire catte- in qualunquebisogno di medica poli dre di Teorica e
Pratica con vistosi zia.Fu similmente varie volte occu
stipendi,finchènel1951.neconse patodallaCongregazionede,Riti nellaCorte,
rifiutò semprequesti ono PERVGINVS VIXIT
OB.V. tica il Sig. Pietro Angelo Papi M e 1.Dellefebbri TeoricaePratica
dicoeFilosofoSabinese.Roma1706. secondoilnuovosistema,ove tuttosi perilZanobj
8. spiega per quanto è possibile ad im Dopo il lungo spazio di 6. anni ,
mitazionede'Geometriec.Perugia fuproibitaquest'opera,el'Autore X. Della natura
dei nostri pensie; Osservazioni Teoriche e Prati- ri, e della natura
concuisiespri che di Medicina inviate fonde in virtù di loro elastica possan.
Sofilo Molossio Pastore Arcade zaec. Roma presso Rocco Barnabò perugino, e custode
degli armenti automatici in Arcadia. Gli difende dal De homine sive de
corpore PA PA l pel Costantini 4.Sieguonoal-
toccodascrupolopubblicòilN.VII. cunisuoidiscorsiinmateriemediche.
AnatomeLiterarumsivePal. Morì santamentein Roma nella vecchia etàdi
valloconquestaiscrizionenelsuotu. anni89.edopo18.annidicecità,e
mulocheerasicompostaperluistesso. Le dolle opere che lasciò a' poste- ri sono :
lo scrutinio che nefa nellasua cri • II. Il Corpo umano o breve Istoria dove
con nuovo metodo si descrivono ladis pervestigatio ec.Romae In ultimo
vannoaggiun- per lo Buagni .Vedi ilN. V. .M. HIC 0.POSVIT ,EXVVIAS IN .DIE
.IRAE .RESVMENDAS ALEXANDER .PASCOLI typis CajetaniZanobii8.L'anno1715.
incompendiotuttigliorganisuoi, furiprodottaperloSalvioniin4.con cd i loro
principali officj ec .Perugia 1700. pel Costantini in 4.Ven.1712. qualche
diversità nel titolo. VII.Sofilosenzamaschera.Roma te due Pistole del Baglivi
al Pascoli : Defibrámotriceetmorbosa,necnon zionidialcuniServidi Dio.Roma de
experimentis ac morbis ec. 1741. per (1)Giornale de Letterati Ven. fusepolto in S. Silvestro di Monte Car Voti
scritti per le Canoniza-. Del moto che nei mobili siri. Nuovo metodo per
introdursi IX. Deimotoche nei corpi sidif ad imitazione de'Geometri con ordi-
fonde per impulso esteriore ne , chiarezza e brevità nelle più , Tratta sot- to
fisico matematico ad insegnare la tiliquistionidiFilosofia,Logica,Mo-
possanzadegliclementi4.Roma per rale,eFisica.Ven.perAndreaPo- 'loSalvioni
letti1702.in4.vediilN.X. fig. (1) o lettere mono.Riflessionimetafisichecc.Ro
aglieruditissimiSignoridisuapri- ma1724.4.(2)Servedisecondapar
vataAccademiaec.Ven.1702.per teall'operadataalN.I. Andrea Poletti4.,ed
ivinuovamente humanovitamhabenterationetampro-
insegne;econtinuandoinessigiunse speraetamaffictaevaletudinis.Li- a cuoprirel'onorevolepostodiSegre
bri tres.Romae 1728. vol.3.in4.ex per Andr. Poletti (sò posciaaRavenna ,d'onde
alloscri. onori , che non versavansi allora con soilBarnabòcon varj discorsi.L'
tantagenerosità,perchèalsolomeri operastessafuristampatainVenezia toconcedevansi.Scorsipochimesidi
pel Polettiin4.cuisiag. suadimorainFirenze,tornòarive
giunseunamemoriadelSeguerdiret- derelapatria,dacuisirecònuova. ta al Pascoli .
mente in Roma sede degli studii lega XIV.Alcuniopuscolianonimiin li, versode'quali
Leonecrainclina. Difesadi AlessandroPascoli, Sicre-tissimo,laquella Metropoli diportava.
donosuoi, esonoinrispostaadal-sicontantasaggezza,chedivennefa triopuscoli del bresciano
Cri- miliaredelDucad'WedaAmbasciado. stoforoZannettinigiàstatoscolaredel
redelRediSpagnaallaCorteromu. medesimoPascoli;edinquelledispu- na. Ma circostanze
politiche, cheoscu. tealtri moltiopuscolisi videro. Ma
raronolariputazionediquelpocoas sennato Ministro, anche ad egli fe delle sue opere
mediche si fe ce altra edizione in Venezia in due cero cambiare partitie
siavviò per volume. Oltregli unacarrieradiversa.Dopodiaverevi Scritti che al
Pascoli indirizzarono sitatealcunedelleprimarieCittàd'Ita , il Baglivi, ed il
Seguer glilia , torno a rivedere la patria , e ad fudedicatalaseconda
edizionedelle unavastissimasuppellettiledicognizio Maschere sceniche del
Ficoroni. Conversando gl’uomini tra sè, ed avendo inconseguen ROMA ETCRIS
EMANUELE Donde è nico il za necessità di comunicare a vicenda ipensieri, e le
linguagio degl, a ز to Cà CO . Uomini partico idee,che passano intimamente loro
nell'animo; nè potendo laze ciò conseguire in questo mondo sensibile, se non
che in virtù di qualche oggetto atto a muovere i sensi, CONVENNERO DI COMUN
CONSENSO ad unire in maniera I loro pensieri, e leloro idee, ancorche al tutto
insensibili, a certi SEGNI SENSIBILI, ed in particolarealle voci, che queste,
stimolando per entro agli orecchi gli organi dell'udito, destino conun a tale alte
razione nell'animo, di chiode, quei pensieri, e quelle idee, che concordarono
di ESPRIMERE per s i n i l i segni, o voci, chiamate comunemente termini. I termini
dunque in logica non sono, se non chele semplice voci inventate dagl’uomini a
piacere per esprimere con maniere sensibili le loro idee insensibili. Di qui è,
che nato è tra i popoli ogni linguaggi po a rticolare.Di cosi fatto linguaggio,
e delle idee, che esso esprime , rispetto alle operazioni dette dell'intellett,
cioè rispetto al raziocinio umano, nel corso del libro presente facciamo esatta
menzione. Alessandro Pascoli. Keywords: fisiologia, corpo, galileo, il fuco di
Girgenti, Cicerone, Bianchini. Verissimo, non mi piace medicar le donne, ma non
le regine” spiegazione dell’entimema in termini dell’intenzione dei
communicatori – chi da il segno e chi lo receve – il segno sensibili dell’idea
della cosa. Equivoco se il termine e dunque la proposizione rippresenta due
idee. -- Luigi Speranza, “Grice e Pascoli” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Pascoli – decadeniza divina
– filosofia italiana – Luigi Speranza (San Mauro di Romagna).
Filosofo.. Considerato il maggior filosofo decadente, nonostante la sua
formazione principalmente positivistica. Dal Fanciullino, articolo
programmatico, emerge una concezione intima e interiore del sentimento poetico,
orientato alla valorizzazione del particolare e del quotidiano, e al recupero
di una dimensione infantile e quasi primitiva. D'altra parte, solo il poeta può
esprimere la voce del "fanciullino" presente in ognuno: quest'idea
consente a Pascoli di rivendicare per sé il ruolo, per certi versi ormai
anacronistico, di "poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo
l'utilità morale (specialmente consolatoria) e civile della poesia. Egli,
pur non partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell'epoca, né
mostrando particolare propensione verso la poesia europea contemporanea (al
contrario di D'Annunzio), manifesta nella propria produzione tendenze
prevalentemente spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine
secolo segnata dal progressivo esaurirsi del positivismo. Complessivamente la
sua opera appare percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione
classicista ereditata da Carducci e le nuove tematiche decadenti. Risulta
infatti difficile comprendere il vero significato delle sue opere più importanti,
se si ignorano i dolorosi e tormentosi presupposti biografici e psicologici che
egli stesso ri-organizzò per tutta la vita, in modo ossessivo, come sistema
semantico di base del proprio mondo poetico e artistico. Nacque in
provincia di Forlì all'interno di una famiglia benestante, quarto dei dieci
figli due dei quali morti molto piccolo di Ruggero Pascoli, amministratore
della tenuta La Torre della famiglia dei principi Torlonia, e di Caterina
Vincenzi Alloccatelli. I suoi familiari lo chiamano affettuosamente Zvanì. Il
padre e assassinato con una fucilata, sul proprio calesse, mentre tornava a
casa da Cesena. Le ragioni del delitto, forse di natura politica o forse
dovute a contrasti di lavoro, non sono mai chiarite e i responsabili rimasero
ignoti. Nonostante tre processi celebrati e nonostante la famiglia ha forti
sospetti sull'identità dell'assassino, come traspare evidentemente ne “La
cavalla storna”. Il probabile mandante e infatti Pietro Cacciaguerra (al quale
fa riferimento, senza nominarlo, nella lirica Tra San Mauro e Savignano, possidente
ed esperto fattore da bestiame, che divenne successivamente agente per conto
del principe, co-adiuvando l'amministratore A. Petri, sub-entrato al padre dopo
il delitto. I due sicari, i cui nomi correvano di bocca in bocca in paese, sono
L. Pagliarani detto Bigéca, fervente repubblicano, e M.
Dellarocca, probabilmente fomentati dal presunto mandante. Sempre da lui venne
scritta una poesia in ricordo della notte dell'assassinio del padre, X agosto,
la notte di San Lorenzo, la stessa notte in cui morì il padre.
Sull'intricatissima vicenda del delitto Pascoli è stato pubblicato il saggio “Omicidio
Pascoli”. Il complotto frutto di ricerche negli archivi locali e che, oltre a
pubblicare documentazione inedita, formula l'ipotesi di uncomplotto perpetrato
ai danni dell'amministratore Pascoli. Il trauma lascia segni profondi nel
poeta. La famiglia comincia a perdere gradualmente il proprio stato economico e
successivamente a subire una serie impressionante di lutti, disgregandosi:
costretti a lasciare la tenuta, l'anno successivo morirono la sorella
Margherita di tifo, e la madre per un attacco cardiaco (di "crepacuore",
si disse), il fratello Luigi, colpito da
meningite, e il fratello maggiore Giacomo, di tifo. Da recenti studi anche il
fratello maggiore, che aveva tentato inutilmente di ricostituire il nucleo
familiare a Rimini, potrebbe essere stato assassinato, forse avvelenato.
Giacomo infatti nell'anno in cui morì ricopriva la carica di assessore comunale
e pare conoscesse personalmente coloro che avevano partecipato al complotto per
uccidere il padre, oltre al fatto che i giovani fratelli Pascoli (in
particolare Raffaele e Giovanni) si erano avvici tal punto alla verità sul
delitto da essere minacciati di morte. Le due sorelle Ida e Maria andarono
a studiare nel collegio del convento delle monache agostiniane, a Sogliano al
Rubicone, dove viveva Rita Vincenzi, sorella della madre Caterina e dove
rimasero dieci anni: nel 1882, uscite di convento, Ida e Maria chiesero aiuto
al fratello Giovanni, che dopo la laurea insegnava al liceo Duni di Matera,
chiedendogli di vivere con lui, facendo leva sul senso di dovere e di colpa di
Giovanni, il quale durante i 9 anni universitari non si era più occupato delle
sorelle. Nella biografia scritta dalla sorella Maria, Lungo la vita di Giovanni
Pascoli, il futuro poeta è presentato come un ragazzo solidoe vivace, il cui
carattere non è stato alterato dalle disgrazie; per anni, infatti, le sue
reazioni parvero essere volitive e tenaci, nell'impegno a terminare il liceo e
a cercare i mezzi per proseguire gli studi universitari, nonché nel puntiglio,
sempre frustrato, nel ricercare e perseguire l'assassino del padre. Questo
desiderio di giustizia non sarà mai voglia di vendetta, e Pascoli si pronuncerà
sempre contro la pena di morte e contro l'ergastolo, per motivi principalmente
umanitari. Dopo la morte del fratello Luigi avvenuta per meningite dovette
lasciare il collegio Raffaello dei padri Scolopi di Urbino. Si trasferì a
Rimini, per frequentare il liceo classico Giulio Cesare. Gunse a Rimini assieme
ai suoi cinque fratelli: Giacomo, Raffaele, Alessandro Giuseppe, Ida, Maria (6,
chiamata affettuosamente Mariù. L'appartamento, già scelto da Giacomo ed
arredato con lettini di ferro e di legno, e con mobili di casa nostra, era in
uno stabile interno di via San Simone, e si componeva del pianterreno e del
primo piano», scrive Mariù: «La vita che si conduceva a Rimini… era di una
economia che appena consentiva il puro necessario». Pascoli terminò infine gli
studi liceali a Cesena dopo aver frequentato il ginnasio ed il liceo al
prestigioso Liceo Dante di Firenze, ed aver fallito l'esame di licenza a causa
delle materie scientifiche. Grazie ad una borsa di studio di 600 lire (che
poi perse per aver partecipato ad una manifestazione studentesca) ssi iscrisse
all'Bologna, dove ebbe come docenti G. Carducci e G. Gandino, e diventò amico
del poeta e critico S.Ferrari. Conosciuto A. Costa e avvicinatosi al movimento
anarco-socialista, comincia, a tenere comizi a Forlì e a Cesena. Durante una
manifestazione socialista a Bologna, dopo l'attentato fallito dell'anarchico
lucano G. Passannante ai danni del re Umberto I, lesse pubblicamente un proprio
sonetto dal presunto titolo Ode a Passannante. L'ode venne subito dopo
strappata (probabilmente per timore di essere arrestato o forse pentito,
pensando all'assassinio del padre. Dessa si conoscono solamente gli ultimi due
versi tramandati oralmente. Colla berretta d'un cuoco, faremo una bandiera. La
paternità del componimento e oggetto di controversie. Sia la sorella Maria sia
lo studioso P. Bianconi negano che avesse scritto tale ode. Bianconi la define la
più celebre e citata delle poesie inesistenti della letteratura italiana. Benché
non vi sia alcuna prova tangibile sull'esistenza dell'opera, G. Lolli,
segretario della federazione socialista di Bologna e il suo amico, dichiara di
aver assistito alla lettura e attribue a lui la realizzazione della lirica. Arrestato
per aver partecipato ad una protesta contro la condanna di alcuni anarchici, i
quali erano stati a loro volta imprigionati per i disordini generati dalla
condanna di Passannante. Durante il loro processo urla. Se questi sono i
malfattori, evviva i malfattori! Dopo poco più di cento giorni, esclusa la
maggiore gravità del reato, con sentenza, la Corte d'Appello rinvia gli
imputati Pascoli e U. Corradinidavanti al Tribunale. Il processo, in cui Pascoli
era difeso dall'avvocato Barbanti, ha luogo, chiamato a testimone anche
Carducci che invia una sua dichiarazione. Non ha capacità a delinquere in
relazione ai fatti denunciati. Viene assolto ma attraversa un periodo difficile.
Medita il suicidio ma il pensiero della madre defunta lo fa desistere, come
dirà nella poesia La voce. Alla fine riprende gli studi con
impegno. Nonostante le simpatie verso il movimento anarco-socialista, quando
Umberto I venne ucciso da un altro anarchico, G. Bresci, Pascoli rimase
amareggiato dall'accaduto e compose la poesia Al Re Umberto. Abbandona la
militanza politica, mantenendo un socialismo umanitario che incoraggiasse
l'impegno verso i deboli e la concordia universale tra gli uomini, argomento di
alcune liriche: «Pace, fratelli! e fate che le braccia ch'ora o poi
tenderete ai più vicini, non sappiano la lotta e la minaccia.» (I due
fanciulli). Dopo la laurea con una tesi su Alceo, Pascoli intraprese la
carriera di insegnante di latino e greco nei licei di Matera e di Massa. Dopo
le vicissitudini e i lutti, aveva finalmente ritrovato la gioia di vivere e di
credere nel futuro. Ecco cosa scrive all'indomani della laurea da
Argenta: "Il prossimo ottobre andrò professore, ma non so ancora
dove: forse lontano; ma che importa? Tutto il mondo è paese ed io ho risoluto
di trovar bella la vita e piacevole il mio destino". Su richiesta
delle sorelle Ida e Maria, nel convento di Sogliano, riformula il proprio
progetto di vita, sentendosi in colpa per avere abbandonato le sorelle negli
anni universitari. Ecco a tale proposito una lettera di Giovanni scritta da
Argenta, il quale, ripreso dalle sorelle per averle abbandonate, così
risponde: "Povere bambine! Sotto ogni parola di quella vostra
lettera così tenera, io leggevo un rimprovero per me, io intravedevo una
lagrima!." E ancora da Matera il poeta scrive. Amate voi me, che ero
lontano e parevo indifferente, mentre voi vivevate nell'ombra del chiostro. Amate
voi me, che sono accorso a voi soltanto quando escivate dal convento raggianti
di mite contentezza, m'amate almeno come le gentili compagne delle vostre gioie
e consolatrici dei vostri dolori? Iniziato
alla massoneria, presso la loggia "Rizzoli" di Bologna. Il testamento
massonico autografo del Pascoli, a forma di triangolo (il triangolo è un
simbolo massonico), è stato rinvenuto. Insegna a Livorno al Ginnasio-Liceo
"Guerrazzi e Niccolini", nel cui archivio si trovano ancora lettere e
appunti scritti di suo pugno. Inizia la collaborazione con la rivista Vita nuova,
su cui uscirono le prime poesie di Myricae, raccolta che continuò a rinnovarsi
in cinque edizioni. Con le sorelle Ida e Maria Vinse inoltre per ben tredici
volte la medaglia d'oro al Concorso di poesia latina di Amsterdam, col poemetto
Veianus e coi successivi Carmina. E chiamato a Roma per collaborare con il
Ministero della pubblica istruzione. Nella capitale fece la conoscenza di A. Bosis,
che lo invitò a collaborare alla rivista Convito (dove sarebbero infatti
apparsi alcuni tra i componimenti più tardi riuniti nel volume Poemi
conviviali), e di Annunzio, il quale lo stima, anche se il rapporto tra i due filosofi
e sempre complesso. G. Bernardo, a capo del Grande Oriente d'Italia,
esplicitamente dichiara l'appartenenza di Pascoli e Carducci alla massoneria,
per un certo periodo nelle logge. Il nido di Castelvecchio «La nube nel
giorno più nera fu quella che vedo più rosa nell'ultima sera» (Giovanni
Pascoli, La mia sera, Canti di Castelvecchio) Divenuto professore universitario
e costretto dalla sua professione a lavorare in più città (Bologna, Messina e
Pisa), non si radicò mai in esse, preoccupandosi sempre di garantirsi una via
di fuga verso il proprio mondo di origine, quello agreste. Tuttavia il punto di
arrivo sarebbe stato sul versante appenninico opposto a quello da cui proveniva
la sua famiglia. Infatti si trasferì con la sorella Maria nella Media Valle del
Serchio nel piccolo borgo di Castelvecchio nel comune di Barga, in una casa che
divenne la sua residenza stabile quando (impegnando anche alcune medaglie
d'oro vinte al Concorso di poesia latina di Amsterdam) poté
acquistarla. Dopo il matrimonio della sorella Ida con il romagnolo S. Berti, matrimonio che il poeta aveva
contemplato e seguito i vivrà in seguito alcuni mesi di grande sofferenza per
l'indifferenza della sorella Ida nei suoi confronti e le continue richieste
economiche da parte di lei e del marito, vivendo la cosa come una profonda
ferita dopo vinte al Concorso di poesia latina di Amsterdam poté acquistarla.
Dopo il matrimonio della sorella Ida con S. Berti, matrimonio che contempla e
seguito vivrà in seguito alcuni mesi di grande sofferenza per l'indifferenza
della sorella Ida nei suoi confronti e le continue richieste economiche da
parte di lei e del marito, vivendo la cosa come una profonda ferita
dopo vinte al Concorso di poesia latina di Amsterdam) poté
acquistarla. Dopo il matrimonio della sorella Ida con il romagnolo Sa. Berti,
matrimonio che contempl e seguito Pascoli vivrà in seguito alcuni mesi di grande
sofferenza per l'indifferenza della sorella Ida nei suoi confronti e le
continue richieste economiche da parte di lei e del marito, vivendo la cosa
come una profonda ferita dopo anni di sacrifici e dedizione alle sorelle, a
causa delle qualia causa delle quali ha di fatto più volte rinunciato
all'amore. A tale proposito, una vinte al Concorso di poesia latina di
Amsterdam) poté acquistarla. Dopo il matrimonio della sorella Ida con il
romagnolo S. Berti, matrimonio che il poeta aveva contemplato e seguito sin
vivrà in seguito alcuni mesi di grande sofferenza per l'indifferenza della
sorella Ida nei suoi confronti e le continue richieste economiche da parte di
lei e del marito, vivendo la cosa come una profonda ferita dopo mostra dedicata
agli "Amori di Zvanì" e allestita dalla Casa Pascoli nel, getta luce
sulle sue vicende amorose inedite, chiarendo finalmente il suo desiderio più
volte manifestato di crearsi una propria famiglia. Molti particolari della vita
personale, emersi dalle lettere private, furono taciuti dalla celebre
biografia scritta da M. Pascoli, poiché giudicati da lei sconvenienti o non
conosciuti. Il fidanzamento con la cugina Imelde Morri di Rimini,
all'indomani delle nozze di Ida, organizzato all'insaputa di Mariù, dimostra
infatti il suo reale intento. Di fronte alla disperazione di Mariù, che non
avrebbe mai accettato di sposarsi, né l'ingerenza di un'altra donna in casa
sua, ancora una volta rinuncerà al proposito di vita coniugale. Si può
affermare che la vita moderna della città non entrò mai, neppure come antitesi,
come contrapposizione polemica, nella sua poesia. In un certo senso, non uscì
mai dal suo mondo, che costituì, in tutta la sua produzione letteraria, l'unico
grande tema, una specie di microcosmo chiuso su sé stesso, come se ha bisogno
di difenderlo da un minaccioso disordine esterno, peraltro sempre innominato e
oscuro, privo di riferimenti e di identità, come lo era stato l'assassino di
suo padre. Sul tormentato rapporto con le sorelle il nido familiare che ben
presto divenne tutto il mondo della sua poesia. Scrive parole di estrema
chiarezza il poeta Mario Luzi. Di fatto si determina nei tre che la disgrazia
ha diviso e ricongiunto una sorta di infatuazione e mistificazione
infantili, alle quali Ida è connivente solo in parte. Si tratta in ogni
caso di una vera e propria regressione al mondo degli affetti e dei sensi,
anteriore alla responsabilità; al mondo da cui era stato sbalzato violentemente
e troppo presto. Possiamo notare due movimenti concorrenti: uno, quasi paterno,
che gli suggerisce di ricostruire con fatica e pietà il nido edificato dai
genitori; di investirsi della parte del padre, di imitarlo. Un altro, di
ben diversa natura, gli suggerisce invece di chiudersi là dentro con le
piccole sorelle che meglio gli garantiscono il regresso all'infanzia,
escludendo di fatto, talvolta con durezza, gli altri fratelli. In pratica
difende il nido con sacrificio, ma anche lo oppone con voluttà a tutto il resto.
Non è solo il suo ricovero ma anche la sua misura del mondo. Tutto ciò che
tende a strapparlo di lì in qualche misura lo ferisce; altre dimensioni della
realtà non gli riescono, positivamente, accettabili. Per renderlo più sicuro e
profondo lo sposta dalla città, lo colloca tra i monti della Media Valle del
Serchio dove può, oltre tutto, mimetizzarsi con la natura.» ([M. Luzi])
In particolare si fecero difficili i rapporti con Giuseppe, che mise più volte
in imbarazzo Giovanni a Bologna, ubriacandosi continuamente in pubblico nelle
osterie, e con il marito di Ida, il quale
dopo aver ricevuto in prestito dei soldi da lui, partì per l'America
lasciando in Italia la moglie e le tre figlie. Le trasformazioni politiche
e sociali che agitavano gli anni di fine secolo e preludevano alla catastrofe
bellica europea, gli gettarono progressivamente, già emotivamente provato
dall'ulteriore fallimento del suo tentativo di ricostruzione familiare, in una
condizione di insicurezza e pessimismo ancora più marcati, che lo conduceno in
una fase di depressione e nel baratro dell'alcolismo. Abusa di vino e cognac,
come riferisce anche nelle lettere. Le uniche consolazioni sono la poesia, e il
suo nido di Castelvecchio, dopo la perdita della fede trascendente, cercata e
avvertita comunque nel senso del mistero universale, in una sorta di
agnosticismo mistico, come testimonia una missiva a G. Semeria. Io penso molto
all'oscuro problema che resta. Oscuro. La fiaccola che lo rischiara è in mano
della nostra sorella grande morte. Oh! sarebbe pur dolce cosa il credere che di
là fosse abitato! Ma io sento che le religioni, compresa la più pura di tutte,
la cristiana, sono per così dire, Tolemaiche. Copernico, Galileo le hanno
scosse. Mentre insegnava latino e greco nelle varie università dove aveva
accettato l'incarico, pubblicò anche i volumi di analisi dantesca Minerva
oscura, Sotto il velame e la mirabile visione. Assunse la cattedra di letteratura
italiana a Bologna succedendo a Carducci. Qui ebbe allievi che sarebbero
stati poi celebri, tra cui A. Garzanti. Presenta al concorso indetto dal Comune
di Roma per celebrare il cinquantesimo dell'Unità d'Italia, il poema latino “Inno
a Roma” in cui riprendendo un tema già anticipato nell'ode Al corbezzolo esalta
Pallante come il primo morto per la causa nazionale e poi deposto su rami di
corbezzolo che con i fiori bianchi, le bacche rosse e le foglie verdi, vengono
visti come un'anticipazione della bandiera tricolore. Scoppiata la guerra
italo-turca, presso il teatro di Barga pronuncia il celebre discorso a favore
dell'imperialismo La grande Proletaria si è mossa: egli sostiene infatti che la
Libia sia parte dell'Italia irredenta, e l'impresa sia anche a favore delle
popolazioni sottomesse alla Turchia, oltre che positiva per i contadini
italiani, che avranno nuove terre. Si tratta, in sostanza, non di nazionalismo
vero e proprio, ma di un'evoluzione delle sue utopie socialiste e patriottiche.
Le sue condizioni di salute peggiorano. Il medico gli consiglia di lasciare
Castelvecchio e trasferirsi a Bologna, dove gli viene diagnosticata la cirrosi
epatica per l'abuso di alcool. Nelle memorie della sorella viene invece
affermato che fosse malato di epatite e tumore al fegato. Il certificato di morte riporta come causa un
tumore allo stomaco, ma è probabile fosse stato redatto dal medico su richiesta
di Mariù, che intendeva eliminare tutti gli aspetti che lei giudicava
sconvenienti dall'immagine del fratello, come la dipendenza da alcool, la
simpatia giovanile per Passannante e la sua affiliazione alla Massoneria. La
malattia lo porta infatti alla morte, un Sabato Santo vigilia di Pasqua, nella
sua casa di Bologna, in via dell'Osservanza n. 2. La vera causa del decesso fu
probabilmente la cirrosi epatica. Venne sepolto nella cappella annessa alla sua
dimora di Castelvecchio di Barga, dove sarà tumulata anche l'amata sorella
Maria, sua biografa, nominata erede universale nel testamento, nonché curatrice
delle opere postume. L'ultima dimora dove morì, a Bologna in via
dell'Osservanza n. 2. Sul cancello si può brevi parentesi politiche
della sua vita. Venne arrestato e assolto dopo tre mesi di carcere. L'ulteriore
senso di ingiustizia e la delusione lo riportarono nell'alveo d'ordine del
tutore Carducci e al compimento degli studi con una tesi su Alceo. A
margine degli studi veri e propri, comunque, conduce una vasta esplorazione della
filosofia ttraverso le riviste francesi specializzate come la Revue des deux
Mondes, che lo misero in contatto con l'avanguardia simbolista, e la lettura
dei testi scientifico-naturalistici di J. Michelet, J. Fabre e M. Maeterlinck.
Tali testi filosofici utilizzano la descrizione naturalistica la vita degli
insetti soprattutto, per quell'attrazione per il micro-cosmo così
caratteristica del romanticismo decadente in chiave filosofica. L’sservazione
era aggiornata sulle più recenti acquisizioni filosofiche dovute al
perfezionamento del microscopio e della sperimentazione di laboratorio, ma poi
veniva filtrata letterariamente attraverso uno stile lirico in cui domina il
senso della meraviglia e della fantasia. E un atteggiamento positivista
romanticheggiante che tende a vedere nella natura l'aspetto pre-cosciente del
mondo umano. Coerentemente con questi interessi, vi fu anche quello per la
filosofia dell'inconscio di Hartmann che apre quella linea di interpretazione
della psicologia in senso anti-meccanicistico che sfociò nella psicanalisi
freudiana. È evidente in queste letture come in quella successiva di J. Sully
sulla psicologia un'attrazione verso il mondo piccolo dei fenomeni naturali e
psicologicamente elementari che tanto fortemente caratterizza tutta la sua
poesia. E non solo la sua. La cultura filosofica ha coltivato un particolare
culto per il mondo dell'infanzia, dapprima, in un senso culturale più generico,
poi, con un più accentuato intendimento psicologico. I Romantici, sulla scia di
Vico e di Rousseau, paragonano l'infanzia allo stato primordiale di natura dell'umanità,
inteso come una sorta di età dell'oro. Si comincia ad analizzare in modo
più realistico e scientifico la psicologia, portando l'attenzione del individuo
in sé, caratterizzato da una propria realtà di riferimento. La filosofia produce
una quantità considerevole di saggi che costituirono la vera letteratura di
massa. Parliamo delle innumerevoli raccolte di fiabe dei fratelli Grimm di Andersen, di Ruskin, Wilde, Maeterlinck; o
come il capolavoro di Dodgson, Alice nel Paese delle Meraviglie (cf. Pinocchio,
Cuore). Oppure i libri di avventura adatti anche all'infanzia, come i romanzi
di Verne, Kipling, Twain, Salgari, London. Saggi sull'infanzia, dall'intento
moralistico ed educativo, come Senza famiglia di Malot, Il piccolo Lord di F.H.
Burnett, Piccole donne di Alcott e i celeberrimi “Cuore” di De Amicis e “Pinocchio”
di Collodi. Tutto questo ci serve a ricondurre, naturalmente, la sua teoria della
poesia come intuizione pura e ingenua, espressa nella poetica del fanciullino,
ai riflessi di un vasto ambiente filosofico che e assolutamente maturo per
accogliere la sua proposta. In questo senso non si può parlare di una vera
novità, quanto piuttosto della sensibilità con cui sa cogliere un gusto diffuso
e un interesse già educato, traducendoli in quella grande poesia che all'Italia
manca dall'epoca di Leopardi. Per quanto riguarda il linguaggio, ricerca una
sorta di musicalità evocativa, accentuando l'elemento sonoro del verso, secondo
il modello dei poeti maledetti Verlaine e Mallarmé. La poesia come nido che
protegge dal mondo. La poesia ha natura irrazionale e con essa si può giungere
alla verità di ogni cosa. Il poeta deve essere un poeta-fanciullo che arriva a
questa verità mediante l'irrazionalità e l'intuizione. Rifiuta quindi la
ragione e, di conseguenza, rifiuta il positivismo, che e l'esaltazione della
ragione stessa e del progresso, approdando così al decadentismo. La poesia
diventa così analogica, cioè senza apparente connessione tra due o più realtà
che vengono rappresentate; ma in realtà una connessione, a volte anche un po'
forzata, è presente tra i concetti, e il poeta spesso e volentieri è costretto
a voli vertiginosi per mettere in comunicazione questi concetti. La poesia
irrazionale o analogica è una poesia di svelamento o di scoperta e non di
invenzione. I motivi principali di questa poesia devono essere "umili
cose": cose della vita quotidiana, cose modeste o familiari. A questo si
unisce il ricordo ossessivo dei suoi morti, le cui presenze aleggiano continuamente
nel “nido”, riproponendo il passato di lutti e di dolori e inibendo al poeta
ogni rapporto con la realtà esterna, ogni vita di relazione, che viene sentita
come un tradimento nei confronti dei legami oscuri, viscerali del nido. Il
duomo, al cui suono della campana si fa riferimento ne L'ora di Barga Nella
vita dei letterati italiani degli ultimi due secoli ricorre pressoché
costantemente la contrapposizione problematica tra mondo cittadino e mondo
agreste, intesi come portatori di valori opposti: mentre la campagna appare
sempre più come il paradiso perduto dei valori morali e culturali, la città
diviene simbolo di una condizione umana maledetta e snaturata, vittima della
degradazione morale causata da un ideale di progresso puramente materiale.
Questa contrapposizione può essere interpretata sia alla luce
dell'arretratezza economica e culturale di gran parte dell'Italia rispetto
all'evoluzione industriale delle grandi nazioni europee, sia come conseguenza
della divisione politica e della mancanza di una grande metropoli unificante
come erano Parigi per la Francia e Londra per l'Inghilterra. I luoghi poetici
della terra, del borgo, dell'umile popolo che ricorrono fino agli anni del
primo dopoguerra non fanno che ripetere il sogno di una piccola patria lontana,che
l'ideale unitario vagheggiato o realizzato non spegne mai del tutto.
Decisivo nella continuazione di questa tradizione fu proprio Pascoli, anche se
i suoi motivi non furono quelli tipicamente ideologici degli altri scrittori,
ma nacquero da radici più intimistiche e soggettive. Nel 1899 scrisse al
pittore De Witt. C'è del gran dolore e del gran mistero nel mondo; ma nella
vita semplice e familiare e nella contemplazione della natura, specialmente in
campagna, c'è gran consolazione, la quale pure non basta a liberarci
dall'immutabile destino». In questa contrapposizione tra l'esteriorità della
vita sociale (e cittadina) e l'interiorità dell'esistenza familiare e agreste si
racchiude l'idea dominanteaccanto a quella della mortedella poesia pascoliana.
Dalla casa di Castelvecchio, dolcemente protetta dai boschi della Media Valle
del Serchio, non usce più (psicologicamente parlando) fino alla morte. Pur
continuando in un intenso lavoro di pubblicazioni poetiche e saggistiche, e
accettando di succedere a Carducci sulla cattedra dell'Bologna, egli ci ha
lasciato del mondo una visione univocamente ristretta attorno ad un
"centro", rappresentato dal mistero della natura e dal rapporto tra
amore e morte. Fu come se, sopraffatto da un'angoscia impossibile a dominarsi,
il poeta avesse trovato nello strumento intellettuale del componimento poetico
l'unico mezzo per costringere le paure e i fantasmi dell'esistenza in un
recinto ben delimitato, al di fuori del quale egli potesse continuare una vita
di normali relazioni umane. A questo "recinto" poetico egli lavorò
con straordinario impegno creativo, costruendo una raccolta di versi e di forme
che la letteratura italiana non vedeva, per complessità e varietà, dai tempi di
Chiabrera. La ricercatezza quasi sofisticata, e artificiosa nella sua eleganza,
delle strutture metriche scelte da Pascolimescolanza di novenari, quinari e
quaternari nello stesso componimento, e così viaè stata interpretata come un
paziente e attento lavoro di organizzazione razionale della forma poetica
attorno a contenuti psicologici informi e incontrollabili che premevano
dall'inconscio. Insomma, esattamente il contrario di quanto i simbolisti
francesi e le altre avanguardie artistiche proclamano nei confronti della
spontaneità espressiva. Frontespizio di un'edizione del discorso
socialista e nazionalista di Pascoli La Grande Proletaria si è mossa, in favore
della guerra di Libia. Anche se l'ultima fase della produzione pascoliana è
ricca di tematiche socio-politiche (Odi e inni, comprendenti gli inni Ad
Antonio Fratti, Al re Umberto, Al Duca degli Abruzzi e ai suoi compagni,
Andrée, nonché l'ode, aggiunta nella terza edizione, Chavez; Poemi italici;
Poemi del Risorgimento; nonché il celebre discorso La grande Proletaria si è
mossa, tenuto in occasione di una
manifestazione a favore dei feriti della guerra di Libia), non c'è dubbio
che la sua opera più significativa è rappresentata dai volumi poetici che
comprendono le raccolte di Myricae e dei Canti di Castelvecchio, nei quali il
poeta trae spunto dall'ambiente a lui familiare come la Ferrovia Lucca-Aulla
("In viaggio"), nonché parte dei Poemetti. Il mondo di Pascoli è
tutto lì: la natura come luogo dell'anima dal quale contemplare la morte come
ricordo dei lutti privati. Troppa questa morte? Ma la vita, senza il pensiero
della morte, senza, cioè, religione, senza quello che ci distingue dalle
bestie, è un delirio, o intermittente o continuo, o stolido o tragico. D'altra
parte queste poesie sono nate quasi tutte in campagna; e non c'è visione che più
campeggi o sul bianco della gran nave o sul verde delle selve o sul biondo del
grano, che quella dei trasporti o delle comunioni che passano: e non c'è suono
che più si distingua sul fragor dei fiumi e dei ruscelli, su lo stormir delle
piante, sul canto delle cicale e degli uccelli, che quello delle Avemarie.
Crescano e fioriscano intorno all'antica tomba della mia giovane madre queste
myricae (diciamo cesti o stipe) autunnali. Dalla Prefazione di Pascoli ai Canti
di Castelvecchio. Il poeta e il fanciullino. Il poeta è poeta, non oratore o
predicatore, non filosofo, non istorico, non maestro, non tribuno o demagogo,
non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia con pace del Carducci, un
artiere che foggi spada e scudi e vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri,
un artista che nielli e ceselli l'oro che altri gli porga. A costituire il
poeta vale infinitamente più il suo sentimento e la sua visione, che il modo
col quale agli altri trasmette l'uno e l'altra. Da Il fanciullino. Uno dei
tratti salienti per i quali è passato alla storia della letteratura è la
cosiddetta poetica del fanciullino, da lui stesso esplicitata nello scritto
omonimo apparso sulla rivista Il Marzocco. Influenzato dalla psicologia di J. Sully
e dalla filosofia dell'inconscio di Hartmann, dà una definizione assolutamente
compiutaalmeno secondo il suo punto di vistadella poesia (dichiarazione
poetica). Si tratta di un testo di 20 capitoli, in cui si svolge il dialogo fra
il poeta e la sua anima di fanciullino, simbolo: dei margini di purezza e
candore, che sopravvivono nell'uomo adulto. Della poesia e delle
potenzialità latenti di scrittura poetica nel fondo dell'animo umano.
Caratteristiche del fanciullino. Rimane piccolo anche quando noi ingrossiamo e
arrugginiamo la voce ed egli fa sentire il suo tinnulo squillo come di
campanella". "Piange e ride senza un perché di cose, che sfuggono ai
nostri sensi ed alla nostra ragione". "Guarda tutte le cose con
stupore e con meraviglia, non coglie i rapporti logici di causaeffetto, ma
intuisce. Scopre nelle cose le relazioni più ingegnose. Riempie ogni oggetto
della propria immaginazione e dei propri ricordi (soggettivazione),
trasformandolo in simbolo. Una rondine. Gli uccelli e la natura, con precisione
del lessico zoologico e botanico ma anche con semplicità, sono stati spesso
cantati da Giovanni Pascoli Il poeta allora mantiene una razionalità di fondo,
organizzatrice della metrica poetica, ma: Possiede una sensibilità
speciale, che gli consente di caricare di significati ulteriori e misteriosi
anche gli oggetti più comuni. Comunica verità latenti agli uomini -- è Adamo,
che mette nome atutto ciò che vede e sente (secondo il proprio personale modo
di sentire, che tuttavia ha portata universale). Deve saper combinare il talento
della fanciullezza (saper vedere), con quello della vecchiaia (saper dire). Percepisce
l'essenza delle cose e non la loro apparenza fenomenica. La poesia, quindi, è
tale solo quando riesce a parlarecon la voce del fanciullo ed è vista come la
perenne capacità di stupirsi tipica del mondo infantile, in una disposizione
irrazionale che permane nell'uomo anche quando questi si è ormai allontanato,
almeno cronologicamente, dall'infanzia propriamente intesa. È una realtà
ontologica. Ha scarso rilievo la dimensione storica (trova suoi interlocutori
in Virgilio, come se non vi fossero secoli e secoli di mezzo. La poesia vive
fuori dal tempo ed esiste in quanto tale. Nel fare poesia una realtà ontologica
(il poeta-microcosmo) si interroga suun'altra realtà ontologica (il
mondo-macrocosmo); ma per essere poeta è necessario confondersi con la realtà
circostante senza cheil proprio punto di vista personale e preciso
interferisca: il poeta si impone la rinuncia a parlare di se stesso, tranne in
poche poesie, in cui esplicitamente parla della sua vicenda personale. È vero
che la vicenda autobiografica dell'autore caratterizza la sua poesia, ma con
connotazioni di portata universale: ad esempio la morte del padre viene
percepita come l'esempio principe della descrizione dell'universo, di
conseguenza gli elementi autenticamente autobiografici sono scarsi, in quanto
raffigura il male del mondo in generale. Tuttavia, nel passo XI del fanciullino,
dichiara che un vero poeta è, più che altro, il suo sentimento e la sua visione
che cerca di trasmettere agli altri. Per cui il poeta rrifiuta. Il classicismo,
che si qualifica per la centralità ed unicità del punto di vista del poeta, che
narra la sua opera ed esprime le proprie sensazioni. il Romanticismo, dove il
poeta fa di sé stesso, dei suoi sentimenti e della sua vita, poesia. La poesia,
così definita, è naturalmente buona ed è occasione di consolazione per l'uomo e
il poeta. Pascoli fu anche commentatore e critico dell'opera di Dante e diresse
inoltre la collana editoriale "Biblioteca dei Popoli". Il limite
della poesia del Pascoli è costituito dall'ostentata pateticità e
dall'eccessiva ricerca dell'effetto commovente. D'altro canto, il merito
maggiore attribuibile al Pascoli fu quello di essere riuscito nell'impresa di
far uscire la poesia italiana dall'eccessiva aulicità e retoricità non solo del
Carducci e del Leopardi, ma anche del suo contemporaneo D'Annunzio. In altre
parole, fu in grado di creare finalmente un legame diretto con la poesia
d'Oltralpe e di respiro europeo. La lingua pascoliana è profondamente
innovativa: essa perde il proprio tradizionale supporto logico, procede per
simboli e immagini, con brevi frasi, musicali e suggestive. La poesia
cosmica L'ammasso aperto delle Pleiadi nella costellazione del Toro. Lo
cita col nome dialettale di Chioccetta ne Il gelsomino notturno. La visione
dello spazio buio e stellato è uno dei temi ricorrenti nella sua poesia Fanno
parte di questa produzione pascoliana liriche come Il bolide (Canti di
Castelvecchio) e La vertigine (Nuovi Poemetti). Il poeta scrive nei versi
conclusivi de Il bolide: "E la terra sentii nell'Universo. Sentii,
fremendo, ch'è del cielo anch'ella. E mi vidi quaggiù piccolo e sperso errare,
tra le stelle, in una stella". Si tratta di componimenti permeati di
spiritualismo e di panteismo (La Vertigine). La Terra è errante nel vuoto, non
più qualcosa di certo; lo spazio aperto è la vera dimora dell'uomo rapito come
da un vento cosmico. Scrive il critico Giovanni Getto: " È questo il modo
nuovo, autenticamente pascoliano, di avvertire la realtà cosmica: al
geocentrismo praticamente ancora operante nell'emozione fantastica, nonostante
la chiara nozione copernicana sul piano intellettuale, del Leopardi, il Pascoli
sostituisce una visione eliocentrica o addirittura galassiocentrica: o meglio
ancora, una visione in cui non si dà più un centro di sorta, ma soltanto
sussistono voragini misteriose di spazio, di buio e di fuoco. Di qui quel
sentimento di smarrita solitudine che nessuno ancora prima del Pascoli aveva
saputo consegnare alla poesia". La lingua pascoliana Pascoli disintegra la
forma tradizionale del linguaggio poetico: con lui la poesia italiana perde il
suo tradizionale supporto logico, procede per simboli ed immagini, con frasi
brevi, musicali e suggestive. Il linguaggio è fonosimbolico con un frequente
uso di onomatopee, metafore, sinestesie, allitterazioni, anafore, vocaboli
delle lingue speciali (gerghi). La disintegrazione della forma tradizionale
comporta "il concepire per immagini isolate (il frammentismo), il periodo
di frasi brevi e a sobbalzi (senza indicazione di passaggi intermedi, di modi
di sutura), pacatamente musicali e suggestive; la parola circondata di
silenzio. Ha rotto la frontiera tra grammaticalità e evocatività della lingua.
E non solo ha infranto la frontiera tra pregrammaticalità e semanticità, ma ha
anche annullato "il confine tra melodicità ed icasticità, cioè tra fluido
corrente, continuità del discorso, e immagini isolate autosufficienti. In
una parola egli ha rotto la frontiera fra determinato e indeterminato". Pascoli
e il mondo degli animali In un'epoca storica in cui il mondo degli animali
rappresenta un'entità assai ridotta nella vita degli uomini e dei loro
sentimenti, quasi esclusivamente relegato agli aspetti di utilizzo pratico e di
supporto al lavoro, soprattutto agricolo, Pascoli riconosce la loro dignità e
squarcia un'originale apertura sull'esistenza delle specie animali e sul loro
originale mondo di relazioni. Come scrive Maria Cristina Solfanelli, «Giovanni
Pascoli si avvede assai presto che il suo amore per la natura gli permette di
vivere le esperienze più appaganti, se non fondamentali, della sua vita. Lui
vede negli animali delle creature perfette da rispettare, da amare e da
accudire al pari degli esseri umani; infatti, si relaziona con essi, ci parla
di loro e, spesso, prega affinché possano avere un'anima per poterli rivedere
un giorno. Saggi: “Myricae” (Livorno, Giusti); “Lyra romana ad uso delle scuole
classiche” (Livorno, Giusti, -- antologia di scritti latini per la scuola
superiore – “Pensieri sull'arte poetica, ne Il Marzocco (meglio noto come Il fanciullino) Iugurtha.
Carmen Johannis Pascoli ex castro Sancti Mauri civis liburnensis et Bargaei in
certamine poetico Hoeufftiano magna laude ornatum, Amstelodami, Apud Io.
Mullerum, (poemetto latino) “Epos” (Livorno, Giusti); (antologia di autori
latini) Poemetti, Firenze, Paggi, “Minerva oscura. Prolegomeni: la costruzione
morale del poema di Dante” (Livorno, Giusti); “Intorno alla Minerva oscura” (Napoli,
Pierro); “Sull’imitare. Poesie e prose per la scuola italiana (Milano-Palermo,
Sandron). (antologia di poesie e prose per la scuola), “Sotto il velame. Saggio
di un'interpretazione generale del poema sacro” (Messina, Vincenzo Muglia); “Fior
da fiore. Prose e poesie scelte per le scuole secondarie inferiori”
Milano-Palermo, Sandron, (antologia di
prose e poesie italiane per le scuole medie); “La mirabile visione. Abbozzo d'una
storia della Divina Comedia” (Messina, Vincenzo Muglia); “Canti di Castelvecchio,
Bologna, Zanichelli); “Primi poemetti, Bologna, Zanichelli); “Poemi conviviali,
Bologna, Zanichelli, Odi e Inni.
Bologna, Zanichelli, Pensieri e discorsi. Bologna, Zanichelli, Nuovi poemetti”
(Bologna, Zanichelli); “Canzoni di re Enzio La canzone del Carroccio” (Bologna,
Zanichelli); “La canzone del Paradiso” (Bologna, Zanichelli); “La canzone
dell'Olifante” (Bologna, Zanichelli); “Poemi italici” (Bologna, Zanichelli); “La
grande proletaria si è mossa -- iscorso tenuto a Barga per i nostri morti e feriti
(La Tribuna); “Poesie varie, Bologna, Zanichelli); “Poemi del Risorgimento,
Bologna, Zanichelli); “Patria e umanità. Raccolta di scritti e discorsi”
(Bologna, Zanichelli); Carmina” (Bononiae, Zanichelli); (poesie latine) Nell'anno
Mille. Dramma” (Bologna, Zanichelli); (dramma incompiuto) Nell'anno Mille. Sue
notizie e schemi di altri drammi” (Bologna, Zanichelli); “Antico sempre nuovo.
Scritti vari di argomento latino” (Bologna, Zanichelli). “Myricae” è la prima
vera e propria raccolta delle sue poesie, nonché una delle più amate. Il titolo
riprende una citazione di Virgilio all'inizio della IV Bucolica in cui il poeta
latino proclama di innalzare il tono poetico poiché "non a tutti piacciono
gli arbusti e le umili tamerici" (non omnes arbusta iuvant humilesque
myricae). Pascoli invece propone "quadretti" di vita campestre in cui
vengono evidenziati particolari, colori, luci, suoni i quali hanno natura
ignota e misteriosa. Crebbe per il numero delle poesie in esso raccolte. La sua
prima edizione, raccoglie soltanto 22 poesie dedicate alle nozze di amici. La
raccolta definitiva comprendeva 156 liriche del poeta. I componimenti sono
dedicati al ciclo delle stagioni, al lavoro dei campi e alla vita contadina. Le
myricae, le umili tamerici, diventano un simbolo delle tematiche del Pascoli ed
evocano riflessioni profonde. La descrizione realistica cela un
significato più ampio così che, dal mondo contadino si arriva poi ad un
significato universale. La rappresentazione della vita nei campi e della condizione contadina
è solo all'apparenza il messaggio che il poeta vuole trasmettere con le sue
opere. In realtà questa frettolosa interpretazione della poetica pascoliana fa
da scenario a stati d'animo come inquietudini ed emozioni. Il significato delle
Myricae va quindi oltre l'apparenza. Compare la poesia Novembre, mentre nelle
successive compariranno anche altri componimenti come L'Assiuolo. Pascoli ha
dedicato questa raccolta alla memoria di suo padre ("A Ruggero Pascoli,
mio padre"). La poesia-pensiero del profondo attinge all'inconscio e tocca
all'universale attraverso un mondo delle referenze condiviso da tutti. Anche
autore di poesie in lingua latina e con esse vinse per ben tredici volte il
Certamen Hoeufftianum, un prestigioso concorso di poesia latina che annualmente
si teneva ad Amsterdam. La produzione latina accompagnò il poeta per tutta la
sua vita: dai primi componimenti scritti sui banchi del collegio degli Scolopi
di Urbino, fino al poemetto Thallusa, la cui vittoria il poeta apprese solo sul
letto di morte. In particolare, l'anno
1892 fu insieme l'anno della sua prima premiazione con il poemetto “Veianus” e
l'anno della stesura definitiva delle Myricae. Tra la sua produzione latina, vi
è anche il carme alcaico Corda Fratres, inno della confraternita studentesca
meglio nota come Corda Fratres. Ama molto il latino, che può essere considerato
la sua lingua del cuore. Il poeta scriveva in latino, prendeva appunti in
latino, spesso pensava in latino, trasponendo poi espressioni latine in italiano;
la sorella Maria ricorda che dal suo letto di morte Pascoli parlò in latino,
anche se la notizia è considerata dai più poco attendibile, dal momento che la
sorella non conosceva questa lingua. Per lungo tempo la produzione latina
pascoliana non ha ricevuto l'attenzione che merita, essendo stata erroneamente
considerata quale un semplice esercizio del poeta. In quegli anni non era
infatti l'unico a cimentarsi nella poesia latina (G. Giacoletti, un insegnante
nel collegio degli Scolopi di Urbino frequentato da lui, vinse l'edizione del
Certamen con un poemetto sulle locomotive a vapore. Ma lo fa in maniera nuova e
con risultati, poetici e linguistici, sorprendenti. L'attenzione verso questi
componimenti si accese con la raccolta curata da E. Pistelli col saggio di A. Gandiglio. Esistono delle traduzioni in lingua
italiana delle sue poesie latine quali quella curata da M. Valgimigli o le
traduzioni di E. Mandruzzato. Tuttavia la produzione latina ha un significato
fondamentale, essendo coerente con la poetica del Fanciullino, la cifra del
pensiero pascoliano. In realtà, la poetica del Fanciullino è la confluenza di
due differenti poetiche: la poetica della memoria e la poetica delle cose. Gran
parte della poesia pascoliana nasce dalle memorie, dolci e tristi, della sua
infanzia. Ditelo voi, se la poesia non è solo in ciò che fu e in ciò che sarà,
in ciò che è morto e in ciò che è sogno! E dite voi, se il sogno più bello non
è sempre quello in cui rivive ciò che è morto". Pascoli dunque intende
fare rivivere ciò che è morto, attingendo non solo al proprio ricordo
personale, bensì travalica la propria esperienza, descrivendo personaggi
facenti parte anche dell'evo antico: infanzia e mondo antico sono le età nelle
quali l'uomo vive o è vissuto più vicino ad una sorta di stato di natura.
"Io sento nel cuore dolori antichissimi, pure ancor pungenti. Dove e
quando ho provato tanti martori? Sofferto tante ingiustizie? Da quanti secoli
vive al dolore l'anima mia? Ero io forse uno di quegli schiavi che giravano la
macina al buio, affamati, con la museruola?". Contro la mortedelle lingue,
degli uomini e delle epocheil poeta si appella alla poesia: essa è la sola, la
vera vittoria umana contro la morte. "L'uomo alla morte deve disputare,
contrastare, ritogliere quanto può". Ma da ciò non consegue di necessità
l'uso del latino. Qui interviene l'altra e complementare poetica
pascoliana: la poetica delle cose. "Vedere e udire: altro non deve il
poeta. Il poeta è l'arpa che un soffio anima, è la lastra che un raggio dipinge.
La poesia è nelle cose". Ma questa aderenza alle cose ha una conseguenza
linguistica di estrema importanza, ogni cosa deve parlare quanto più è
possibile con la propria voce: gli esseri della natura con l'onomatopea, i
contadini col vernacolo, gli emigranti con l'italo-americano, Re Enzio col
bolognese del Duecento; i Romani, naturalmente, parleranno in latino. Dunque il
bilinguismo di Pascoli in realtà è solo una faccia del suo plurilinguismo.
Bisogna tenere conto anche di un altro elemento: il latino del Pascoli non è la
lingua che abbiamo appreso a scuola. Questo è forse il secondo motivo per il
quale la produzione latina pascoliana è stata per anni oggetto di scarso
interesse: per poter leggere i suoi poemetti latini è necessario essere esperti
non solo del latino in generale, ma anche del latino di Pascoli. Si è già fatto
menzione del fatto che nello stesso periodo, e anche prima di lui, altri autori
avevano scritto in latino; scrivere in latino per un moderno comporta due
differenti e contrapposti rischi. L'autore che si cimenti in questa impresa
potrebbe, da una parte, incappare nell'errore di esprimere una sensibilità
moderna in una lingua classica, cadendo in un latino maccheronico; oppure
potrebbe semplicemente imitare gli autori classici, senza apportare alcuna
novità alla letteratura latina. Pascoli invece reinventa il latino, lo
plasma, piega la lingua perché possa esprimere una sensibilità moderna, perché
possa essere una lingua contemporanea. Se oggi noi parlassimo ancora latino,
forse parleremmo il latino di Pascoli. (cfr. A. Traina, Saggio sul latino del
Pascoli, Pàtron). Numerosi sono i componimenti, in genere raggruppati in
diverse raccolte secondo l'edizione del Gandiglio, tra le quali: Poemata
Christiana, Liber de Poetis, Res Romanae, Odi et Hymni. Due sembrano essere i
temi favoriti del poeta: Orazio, poeta della aurea mediocritas, che Pascoli
sentiva come suo alter ego, e le madri orbate, cioè private del loro figlio
(cfr. Thallusa, Pomponia Graecina, Rufius Crispinus). In quest'ultimo caso il
poeta sembra come ribaltare la sua esperienza personale di orfano, privando
invece le madri del loro ocellus ("occhietto", come Thallusa chiama
il bambino). I “Poemata Christiana” sono da considerarsi il suo capolavoro in
lingua latina. In essi Pascoli traccia, attraverso i vari poemetti, tutti in
esametri, la storia del Cristianesimo in Occidente: dal ritorno a Roma del
centurione che assistette alla morte di Cristo sul Golgota (Centurio), alla
penetrazione del Cristianesimo nella società romana, dapprima attraverso gli
strati sociali di condizione servile (Thallusa), poi attraverso la nobiltà
romana “(Pomponia Graecina”), fino al tramonto del paganesimo (“Fanum Apollinis”).
La sua biblioteca e il suo archivio sono conservati sia nella Casa museo
Pascoli a Castelvecchio Pascoli frazione di Barga, sia nella Biblioteca statale
di Lucca. A San Mauro la sua casa natale è sede di un museo dedicato alla sua memoria
e dichiarata Monumento nazionale. Gli vengono dedicate importanti iniziative in
tutta la Penisola. Viene coniata una moneta celebrativa da due euro con
l'effige del Poeta. Il delitto Ruggero
Pascoli Omicidio Pascoli. Il complotto (Mimesis) F. Biondolillo, La poesia, Maria Pascoli,
Autografo Memorie, Alice Cencetti, una
biografia critica, Le Lettere, G. Pascoli, L'avvento, in Pensieri e discorsi:
«Che è? siamo malfattori anche noi? Oh! no: noi non vorremmo vedere quelle
catene, quella gabbia, quelle armi nude intorno a quell'uomo; vorremmo non
sapere ch'egli sarà chiuso, vivo, per anni e anni e anni, per sempre, in un
sepolcro; vorremmo non pensare ch'egli non abbraccerà più la donna che fu sua,
ch'egli non vedrà più, se non reso irriconoscibile e ignominioso dall'orrida
acconciatura dell'ergastolo, i figli suoi... Ma egli ha ucciso, ha fatto degli
orfani, che non vedranno più affatto il loro padre, mai, mai, mai! E vero:
punitelo! è giusto! Ma non si potrebbe trovare il modo di
punirlo con qualcosa di diverso da ciò ch'egli commise?... Così esso assomiglia
troppo alle sue vittime! Così andranno sopra lui alcune delle lagrime che
spettano alle sue vittime! Le sue vittime vogliono tutta per loro la pietà che
in parte s'è disviata in pro' di lui. Non essere così ragionevole, o Giustizia.
Perdona più che puoi. Più che posso? Ella dice di non potere affatto. Se gli
uomini, ella soggiunge, fossero a tal grado di moralità da sentire veramente
quell'orrore al delitto, che tu dici, si potrebbe lasciare che il delitto fosse
pena a sè stesso, senza bisogno di mannaie e catene, di morte o mortificazione.
Ma... Ma non vede dunque la giustizia che quest'orrore al delitto gli uomini lo
mostrano appunto già assai, quando abominano, in palese o nel cuore, il delitto
anche se è dato in pena d'altro delitto, ossia nella forma in cui parrebbe più
tollerabile?» La storia dell'I.I.S.
Raffaello. Domenico Bulferetti, L'uomo, il maestro, il poeta, Libreria Editrice
Milanese, Piero Bianconi, Pascoli,
Morcelliana, Giuseppe Galzerano, Giovanni Passannante, Casalvelino Scalo, Ugoberto
Alfassio Grimaldi, Il re "buono", Feltrinelli, Per approfondire gli
anni giovanili del Poeta e l'impegno politico vedi: R. Boschetti, "Il
giovane. Attraverso le ombre della giovinezza", realizzato in occasione della mostra omonima
allestita presso il Museo Casa Pascoli di San Mauro Pascoli Per approfondire gli anni di ricostruzione
del "nido" con le sorelle e scoprire nuovi elementi che aggiornino la
vecchia idea tramandata dalla sorella Mariù, in base alla quale il principale
desiderio del fratello era quello di ricostruire la famiglia con le sorelle,
senza alcuno slancio amoroso verso l'esterno, si veda: Rosita Boschetti, G. Gori,
U. Sereni "Vita immagini ritratti", Parma, Step. Il rinvenimento è opera di G. Ruggio,
Conservatore di casa Pascoli a Castelvecchio, il documento fu acquistato dal
Grande Oriente d'Italia ad un'asta di manoscritti storici della casa
Bloomsbury, e la notizia fu resa nota al grande pubblico per la prima volta ne
Il Corriere della Sera, Filmato audio S.
Ruotolo e G. Bernardo, Massoneria, politica e mafia. L'ex-Gran Maestro:
"Ecco i segreti che non ho mai rivelato a nessuno", fanpage
(archiviato il 29 marzo )., al minuto 2:28. Citazione: La loggia P2 non è stata
inventata da Gelli, ma risale alla seconda metà dell'Ottocento in cui il Gran
Maestro per dare una certa riservatezza a personaggi che erano i vertici del
Governo, i militari di altissimo livello, poeti come Carducci e Pascoli. Si
disse: «evitiamo che questi personaggi svolgano la loro attività massonica
nelle logge, almeno per evitare un fastidio»
Vi fu professore straordinario di grammatica greca e latina,Vi insegnò
letteratura latina come Professore. Fu nominato professore di grammatica greca
e latina. Le date sulle docenze
universitarie sono prese da Maurizio Perugi, "Nota biografica", in G.
Pasocli, Opere, tomo I, Milano-Napoli: Ricciardi, Rosita Boschetti, Pascoli
innamorato: la vita sentimentale del poeta di San Mauro: catalogo, San Mauro
Pascoli, Comune,. Cfr. sempre Rosita
Boschetti, op. cit, pag. 28. Scrive da Matera a Raffaele la lista delle sue
spese. 65 lire al mese per mangiare, 25 per dormire, 7 alla serva, 2 al casino
(necessità), 15 in libri (più che necessità)».
Fondazione Pascoli: la vita, Gian
Luigi Ruggio, Giovanni Pascoli. Tutto il racconto della vita tormentata di un
grande poeta Vittorino Andreoli, I
segreti di casa Pascoli, recensione qui
Testo dell'"Inno a Roma"
Testo di "Al corbezzolo"
Fondazione Pascoli: la vita, Maria Pascoli, Lungo la vita di Giovanni
Pascoli Pascoli: il lutto, il triangolo, il classico e il decadentista. Vittorino
Andreoli, op. cit Maria Pascoli, Lungo
la vita (Milano, Mondadori); Giovanni Getto, poeta astrale, in "Studi per
il centenario della nascita di G. Pascoli". Commissione per i testi di
lingua, Bologna, Fondazione Giovanni PascoliNuovi poemetti, A. Schiaffini, Disintegratore della forma
poetica tradizionale, in "Omaggio a Pascoli", G. Contini, Il linguaggio di Pascoli, in
"Studi pascoliani", Lega, Faenza, Maria Cristina Solfanelli, Gli
animali da cortile, Chieti, Tabula fati,.
Vegliante. Alberto Fraccacreta,
Le ninfe di Vegliante, su Succedeoggi. Luigi
Del Santo, Cammei Pascoliani: analisi, illustrazione, esegèsi dei carmi latini
e greci minori di Giovanni Pascoli, Giuseppe Giacoletti, De lebetis materie et
forma eiusque tutela in machinis vaporis vi agentibus carmen didascalicum,
Amstelodami: C. G. Van Der Post, Ioannis Pascoli carmina; collegit Maria soror;
edidit H. Pistelli; exornavit A. De Karolis, Bononiae: Zanichelli, Ioannis
Pascoli Carminibus; mandatu Maria sororis recognitis; appendicem criticam
addidit Adolphus Gandiglio, Bononiae: sumptu Nicolai Zanichelli); Poesie
latine; Manara Valgimigli, Milano: A. Mondadori, Giovanni Pascoli, Poemi
cristiani; introduzione e commento di Alfonso Traina; traduzione di Enzo
Mandruzzato, Milano: Biblioteca universale Rizzoli, Carte pascoliane della
Biblioteca Statale di Lucca, su//pascoli.archivi.beniculturali/. Museo di Casa
Pascoli, su polomusealeemiliaromagna.beniculturali. Regio Decreto Legge, Gazzetta
Ufficiale del Regno d'Italia, Guido De Franceschi, Giovanni Pascoli: cento anni
fa moriva il massimo autore latino dell'età moderna, in Il Sole 24 ORE, 5Giuseppe
Saverio Gargano, Poeti viventi italiani: G"Vita Nuova", Gargano,
Saggi di ermeneutica. Del Simbolo (Sul "Vischio" di Giovanni
Pascoli), in "Il Marzocco" Gargano, Poesia italiana contemporanea, in
"Il Marzocco", G.S. Gargano, I "Canti di Castelvecchio", in
"Il Marzocco", G.S. Gargano, I "Canti di Castelvecchio", in
"Il Marzocco", G.S. Gargano, I "Canti di Castelvecchio", in
"Il Marzocco", Emilio Cecchi, La poesia, Napoli, Ricciardi, B. Croce,
Studio critico, Bari, Laterza, G. Debenedetti, Statura di poeta, in Omaggio a Giovanni Pascoli nel centenario
della nascita, Milano, Mondadori, Walter Binni, Pascoli e il decadentismo,
in Omaggio a Giovanni Pascoli nel
centenario della nascita, Mondadori, Antonio Piromalli, La poesia di Giovanni
Pascoli, Pisa, Nistri Lischi, Gianfranco Contini, Il linguaggio di Pascoli, in
Studi pascoliani, Faenza, Lega (poi in
Id., Varianti e altra linguistica, Torino, Einaudi, Maria Pascoli, Lungo la vita di Giovanni Pascoli,
Milano, Mondadori); Giuseppe Fatini, Il D'Annunzio e il Pascoli e altri amici,
Pisa, Nistri Lischi, Ottaviano Giannangeli, Le fonti spaziali del Pascoli, in
"Dimensioni", Ottaviano Giannangeli, La metrica pascoliana, in
"Dimensioni", Luigi Baldacci, "Introduzione", in G.
Pascoli, Poesie, Milano, Garzanti); Ottaviano Giannangeli, Pascoli e lo spazio,
Bologna, Cappelli, Maura Del Serra, Firenze, La Nuova Italia
("Strumenti",Giacomo Debenedetti, Giovanni Pascoli: la rivoluzione
inconsapevole, Milano, Garzanti, 1Gianni Oliva, I nobili spiriti. Pascoli,
D'Annunzio e le riviste dell'estetismo fiorentino, Bergamo, Minerva Italica, Fabrizio
Frigerio, Un esorcismo pascoliano. Forma e funzione dell'onomatopeia e
dell'allitterazione ne "L'uccellino del freddo", in "Bloc
notes", Bellinzona, Annagiulia Angelone Dello Vicario, La presenza di
Virgilio in Carducci e Pascoli, in Il richiamo di Virgilio nella poesia
italiana, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, E. Sanguineti, Poesia e
poetica/ Atti del Convegno di studi pascoliani/ San Mauro, 1-Comune di San
Mauro Pascoli/ Comitato per le onoranze a Giovanni Pascoli, Rimini, Maggioli,
1984 Stefano Pavarini, Pascoli e il silenzio meridiano (Dall'argine), in
"Lingua e stile", Stefano Pavarini, Pascoli tra voce e silenzio: Alba
festiva, in "Filologia e Critica", Maura Del Serra, Voce Pascoli,
in Il Novecento, Milano, Vallardi, Arnaldo
Di Benedetto, Frammenti su "Digitale purpurea" nei "Primi
poemetti" di Giovanni Pascoli", in Poesia e critica del Novecento,
Napoli, Liguori, Ruggio, Pascoli: tutto il racconto della vita tormentata di un
grande poeta, Milano, Simonelli, Franco Lanza, scritti editi ed inediti,
Bologna, Boni, Marina Marcolini, Pascoli prosatore: indagini critiche su
"Pensieri e discorsi", Modena, Mucchi, Maria Santini, Candida Soror:
tutto il racconto della vita di Mariù Pascoli la più adorata sorella del poeta
della Cavalla storna, Milano, Simonelli, Le Petit Enfant trad. dall'italiano,
introd. e annotato da Bertrand Levergeois (prima edizione francese del
Fanciullino in Francia), Parigi, Michel de Maule, "L'Absolu
Singulier", Marinella Mazzanti, I
segreti del "nido". Le carte di Giovanni e Maria Pascoli a
Castelvecchio, in Raffaella Castagnola, Archivi letterari del '900, Firenze,
Franco Cesati, Mario Martelli, Pascoli, tra rima e sciolto, Firenze, Società
Editrice Fiorentina, Pietro Montorfani e
Federica Alziati, Giovanni Pascoli, Bologna, Massimiliano Boni Editore, Massimo Rossi, Giovanni Pascoli traduttore
dei poeti latini, in "Critica Letteraria", Mario Buonofiglio, Lampi e
cortocircuiti. Il linguaggio binario ne "Il lampo" di Giovanni
Pascoli, in "Il Segnale", ora
disponibile in Academia Andrea Galgano, Di là delle siepi. Leopardi e Pascoli
tra memoria e nido, Roma, Aracne editrice,
Massimo Colella, "Conducendo i sogni, echi e fantasmi d'opere
canore". Pascoli, Dandolo e l'onirismo 'conviviale', in "Rivista Pascoliana",
Jean-Charles Vegliante, L'impensé la poésieChoix
de poèmes, Sesto San Giovanni, Mimésis,.
Accademia Pascoliana; Ruggero Pascoli Decadentismo Digitale purpurea
Giosuè Carducci Gabriele D'Annunzio Severino Ferrari Luigi d'Isengard Augusto
Vicinelli Socialismo utopico Thallusa. Treccani Dizionario biografico degli
italiani -- italiana di Giovanni
Pascoli, su Catalogo Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. nello specchio delle sue carte. Fondazione
Giovanni Pascoli. Giuseppe Bonghi. testi
con concordanze, lista delle parole e lista di frequenza Manara Valgimigli,
Poesie latine, Mondadori, Casa Pascoli. "Poemi
conviviali". Giovanni Pascoli. Pascoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Pascoli” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689469228/in/photolist-2mQ2SsQ-2mKC3nj
Grice e Pasini – implicatura –
filosofia italiana – La meta-meta-for a del cavaliere perduto -- Luigi Speranza
(Vicenza). Filosofo. Figlio di Pietro, discendente di una famiglia
originaria della val Sabbia, trasferitasi in un primo momento a Schio e
poi a Vicenza, dov'era ascritta al Consiglio Nobile della città. A metà del
Seicentopiù o meno all'epoca della morte di Pacealcuni Pasini di Vicenza
figurano tra i mercanti di seta e panni grossi. Studia a Padova
applicandosi agli studi giuridici, che ben presto trascurò per interessarsi
della nuova scienzafu in contatto con Galilei e soprattutto della filosofia, seguendo
assiduamente le lezioni di Cremonini, impegnato nel commento mortalista della
Fisica e del De coelo di Aristotele e seguace dell'aristotelismo critico e
razionalistico di Pomponazzi, che mette in discussione l'immortalità dell'anima
e alcuni dogmi cattolici. Uno dei incogniti, uno dei circoli più attive, vivaci
libere. A tale adesione alcuni biografi settecenteschi attribuiscono le accuse
di eresia nei suoi confronti. Come invece dimostra una serie di documenti
dell'Archivio di Stato di Venezia, e un fatto di sangue a determinare il provvedimento
giudiziario che lo condanna all'esilio. Per un futile contenzioso privato (un
diritto di passaggio riconosciuto a dei vicini), insieme con il fratello
Vittelio e alcuni sicari, nella villa
Pavaran uccise Roberto Malo e ne ferì gravemente il fratello. Condannato a
cinque anni di esilio a Zara, poi ridotti di circa la metà, e assolto e liberato.
Reintegrato nella società vicentina, fu vicario a Barbarano e a Orgiano, dove
era già stato agli inizi della carriera. La sua vita dovette scorrere come
quella di tanti nobili di provincia, tra affari privati, responsabilità
amministrative, passione letteraria e interessi culturali, sempre presente
l'ossequio al potere della Serenissima: dediche e composizioni sono spesso
dirette a podestà, capitani e dogi. Si registra un stretto legame gl’incogniti
e una grande produzione letteraria. Fece parte della corrente poetica del
marinismo, che ha in Marino il proprio modello. ””Rime varie, et gli increduli,
ouero De' rimedii d'amore: dialogo. Dedicate al molto illustre Giacomo Godi”
(Vicenza), esordio letterario del Pasini, miscellanea di sedici componimenti in
metro vario tutti di tematica amorosa e un dialogo, “Campo Martio overo Le
bellezze di Lidia, dedicato al clariss. sig. Giulio da Molino, dell'illustriss.
sig. Marco, componimento di quasi 900 versi settenari ed endecasillabi sciolti,
uscito a Vicenza presso Grossi e dedicato a un membro dell'illustre famiglia
Molino; “Rime” diuise in errori, honori, dolori, verita, & miscugli (Vicenza);
Il sogno dell'illustrissimo sig. Pietro Memo.. Dedicato all'illustrissimo
signor Dominico Molino, Vicenza, di carattere politico-encomiastico, racconta
allegoricamente come il sogno trasporta il podestà attraverso i cieli sino alla
via Lattea, dove trova gli eroi che hanno illustrato la sua famiglia; “Rime
Marinistiche”, raccolta complessiva delle sue Rime, stampata a Vicenza; fanno
rientrare l'autore nel filone marinista dell'epoca. “La Metafora. Il Trattato e
le Rime. “Trattato de' passaggi dall'una metafora all'altra e degl'innesti
dell'istesse nel quale si discorre secondo l'opinione e l'uso de'migliori, se
senza commetter diffetto, si possano usare dai poeti e, oratori. Dedicato
all'illustrissimo, et eccellentiss. sig. Nicola Da Ponte” (Vicenza); “Historia
del cavalier perduto” romanzo erotico cavalleresco che indirizza il proprio
interesse su vicende e situazioni feudali di provincia. La sua opera più nota,
che si inserisce nella tradizione del romanzo barocco veneto e dei narratori incogniti,
secondo una linea che intreccia avventure cavalleresche amorose a tematiche
storico-politiche. -è da questo romanzo che Manzoni trasse poi spunto per la
stesura de “I promessi sposi.” Vicenza nella sua toponomastica stradale, "Le
Garzantine", Manzoni a Vicenza Firenze, Olschki). Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. e cantòinquestaforma. Nela vagastagion, che l'Usignolo
Dolenteancoradel'anticooltraggio Contragichearmonie filagna,e plora, E
chedinouoamorfecondoilsuolo Del gran Pianeta altemperato raggio Di verde
giouentù gode , ès'honora, Con man prodiga Flora D'odorositesori Consuperbia
pomposa. D'ogniintornospargeagemmatifiori; Ma qual donna
deglialtriinmaestosa monarchia sublimarpareala Rosa. Tributariadilei,
versandol’vrna, La figliuola del Sole Albanascente Le
offriadiperleruggiadoseunnerabo; Etella, delapuraondanotturna. L’homaggio accoltoinfen,lieta,eridente
Di sii 2 Diricca gravidanzaempieafıilgrembo; Indi , il purpu r e o
l e m b o Spiegando a poco a poco , Scoprial'auratocrine
Delgranlumedelcieloalprimofoco; Levolauanointornoafar rapine
Preciofed'odorl'inrevicine. Superbaciterea, ch'in Regia tinta Le imporporasse
il suo bel piele foglie, Incota i detti ingiuriosa eccede. Chianti Giunohomai,
tuagloriaè vinta, Altrolatte il mio fangne il pregiotoglie, E'ltuofiorealmio
fiors'humilia, ecede. Cositumida fiede Coninportunoorgoglio L'ambitiofo petto
Dela Reginadelsuperno foglio, Chefdognandoilsuo Numeellernegletto, Lo sguardo oscura,
eintorbidal'aspetto. Frome, egal carrodi vendetta ingorda Di vampe,
efocbi,edisaette,elampi . Grida lontana ancor ;Figlio vendetta, Con
frettolofaman richiama, elega Ilvago augel da le flellate piume , Econla voce
anco la sferza accorda , Zosgrida,ebate,eimpatienteilpiega, Quevfailmondo
incanutirdi brume. Delarmi ilfjero Num e Quiui a funguignalite Sai
Vandalicicampi Alti Duciinfiammana, e fchiereardite; Giungeellaa
lui,cuiparche'lguardoaukāpe Ambo fiam vilipeli, amboschernići, numi impotenti fon
Marte, e Guinone; La tuapudica Dea,latuadiletta,
Quella,chedelsu’amorresegraditi Cillenio, e Febo,elcacciator garzone, Questa
del vago Adone Coleancor le memorie Solo a tuo scorno, e in vno Al mio lattedirinfratia
le gloriezn. Mirà d'orgoglio altierfastoimportuno, Che di rosa anteporsi
ardisce a Giuno . S'ami lamadre ,e leigradir desij, A
lasuperbal'alterigiaScorna, Ela suarosaleaxuilisci ofiglio Madre ,non fia,ch'io
letue ingiurie oblij (risponde) al cielo pur sagli ,e ritorna, Ch'io benfarollebumiliareilciglio:
Dipiùfinovermiglio Distino ostro più grande, P e r tinger rosa altera ,
Dicuilagloriafoltesfaghirlande; Stella non splende , ou'è delsolla jpera , E
appolaneuengnicandors'annera. Cosidetto,ellaparte, egliaccore Doue aßalitoil Vandalloferoce
ColGoto afalitor pugna , e contende : Disanguinosifiumi ilprato/corre, D'urli,
e di strida una mistura atroce , Che difonde terrori al Cielo ascende ; Dubbio
ilsuccessopende, Alfinscompiglia,efrange il gran duce Adoino Lanemica
Vandalicafalange; Mail ficroDio, ch'adostroperegrino Aspira,affrettailsyomortal
destino. Cadeilprodesignor,fuggedisperso Semi viva fi getta addosso al morto;
El'abbraccia,e lofringe,el bacia,e’lterge Condiluuijd'angoscia,elcrins'afferra,
E Straccia, efuelleinfindaleradici; I sulerose, chelbuon sangueasperge, E
checompagnefondelasuaterra, Spe r g e presag i in v n mesto , e felici.
Esclama. O fioriamicia Lostuolnemico, ilfuotrionfosdegna Per sì gran danno il G
o t o l a g r i m o f e j j Goiodisco ilgerman nel duoloimmersa Nela fortune gloriosa
insegna Trarose inuolue il busto sanguinoso, E dono doloroso A Lutterial'invia,
Cheil granmaritofcorto Esangue, efreddoogni dilettooblia, I d'amor piena,
edotadiconforto, che Così pullulerà la Rosa ORSINA. E
cosìgerminò,cosìdalcielo, Per lomondo abbellir,netrasseisemi,
Nelsuonataleancorgrandeiammirata: Sorge fecondo il glorioso stelo , E
ne'Gallicicampi,ene'Boemi Degnirampoli Italiane traslata , D'apiinvece,adorata
Schiera d'altepirtudi Lovà suggendo,efaui P o i ne compone di Reali ftudi ,
Onde ilmondo isuoi cafiinfaufti, e graui Persidolceliquortornisoaui.
DefiudilaudedilSole,acuis'aprica solo ,e solo a'suoirai s'auanza e gode, E
l'irrigailfuddordi nobilonda; Duro, einduftre cultor glièla fatica, Siepe
l'ardire, il buon valor custode, El ' applauso de ' Cor i a u r a gioconda
Ondeè poi,chediffonda Cosi pregiato odore E dipalma, e di Lauro Ch' ı n t a l
nel g i r do e l età migliore Non neadunolaGloriainfuotesauro
DalBoreaàl'Auftro, edalmar' Indo, alM auto. Scritte så in Cielo alettere
difato, Là de l'eternità ne'cupi annali, Digermetal son le grandezze,eipregi.
Febo m'inspira è colassu fermato, Ch'eglifioriscafolfreggiimmortali,
Alteimprese,opreilluftri,èfattiegregi: Tirannieftinti,Regi
Debellati,daafflitti, Regnisommersiinlutti, Espugnatecittà,Ducisconfitti,
Prouinciescosse, esercitidestrutti, Pergliopresileuar, fianosuoifruti.
Lietoverdeggi, eauuenturosogoda, Che'l cielgliarride, eporgelafortuna
Grandi Che'l core hor m i pungete, Insegna peregrina Delmio venireimmaturo
ancorSarete; Cosi auuerrà, cosilo ciel destina, Il diadema adorar veggio di
Piero. Fortunata Dalmatia,borche s'innesta NeltuoceppoRealfinobilpianta, attendi
pure un secolo d'Eroi. Vomiti incendihomai Chimera infesta,
Stragede'campisiabelua Erimanta, Che fienconcettiipercussorisuoi; Altri
indomiti buoi sbuffinofiamme in Colco, C'hauralliubbidienti
Adaratronouelnouobifolco; SorganProcufti,elanguirandolenti Ancola Famahà
lingue, E filgrande, efacondo, Ei gesti degli Eroi spiega, ediftingue. Bastiàl'ORSIN
valor, c'habbiagiocondo Teatro Italia, e spettatore il mondo. Gran di alimentià
le r a dice prime. Beltesoroèvirtù;ma s'altaloda, Mase honori laforteancogli
aduna, ViepiùchiaroSplendorne’raggiesprime Eccolohomaisublime Gemmarfi
intorno,intorno Sold'insegned'impero, Manti, porpore, scettriilfanno adorno;
Mafouratuttiin maestà primiero Sotto noui Tesei gliultimi accenti, Canzon
chiudanlelabbra. La meta-meta-fora. itopedelabiturates. 347
daglianimal:corterdel'acquecitopedeèsolce Nec tenoftra iuberfiericenfura
pudican . Sentäthaoppreffo CarullaDeXNptysPelleic Cerula verrentes abiegnis
equora palmisan Verrentesperremigantı, palmisperremi son metafore di poca
comienienza; perche le mani non icopano come inftrumento profimo. DS
Fortetfolcodálfoco et verriginsJalmocodel la core circulari.
Sedtamen,uttentesdisimularerogat. Cenfura è traslation dal Magistrato Cenforio
a } rigordell'atninre; oubetèmetaforaanch'ega, che nonficonfaconla censura; perchefebene:
legesautiubescentvetant,quepermitan, AMAP H i u n t. La censura pero non era
legge, nè magistrato, che hau e f l c a u c o r i t à d i far legge. Ma a f o l
o gaftigauachi contrauenità a'buonicollumi, adalcuneleggi et
adalcunivnitalchequi? Pinnestodiduemetaforeinvafolopredicatos poilslacione
confaceuole alla vièpoiilpallaggionelnornogar dell'altropredje viè censura. tom
1 Nel terzo de arte ama ndi, Ecco
Nequevliusitinntisim per untitabii. Nequifleprezesirefoue palmulis
metaforam non producer ad extremum nec ineaintere. Sed abvnaadaliamtranfilire; hicveroraliumiprie
Prorumfecurses, och Nonèdigiustitiachc Catullorefiabbando pato 1945 Epiù
sottodiffe. Qui formula croftramentofumprofcidir quota Aoftrumè metafora trasportata
da gli vecelli allegalee, acuimancauailproprio perfignif carlofprone, equindiancoallanaue
perde notarlaprora, e proscindere è pur metafora, che Hon ha corsispondenza con
legalec, ma con quellecose, chetagliano: Ecco appresso v o trappasso da metafora
a metafora. Ecco VA alero inneftopuriuinell'aggionto, e nel softantiuo. Dide
currum wlitanumper ladate, che viag giava PHASELLUSilleguem videtihofpittia'?
Siswiffenavium celerrimus. Oprisforeivolarejouelinteo. Ognuno sà che
Falelloèvna fpeciedi nauigio; nel descriver la celericà del quale nel n a a i g
a r e Pau r o r e fi vale della metafora del nuotatore e fubitò palla al volo ch'è
dell'uccello e quianco fåvn'innestoinquel volarepairwisin cuivuo) direnauigar
coiremi:poichenen f volacon lepalme, maconl' aliscosiinnettal'operation!
dellyccello con l'inftrumento dell'huomo, ch'è la mano sopra il qualpaflo il Muretto
di fe.Aiuntvitiofumeffefernelsuscepram tolco da'legamini ]? wimruna è
2349 nato da Tibulloze da Propertio speiò fenciamo lianch'elli. Propertio nella
festa decimadlegiadel. cerzo ang niNini Sublime capulmafiflimunubar Afperala
Mefiffimosa sperme, chehannodicomune ,Ring oluenparcela branquillità,ch'e
delmare cal P6 Sempere n i m vacuos n a x i f o b r i a t o r q u e r u m a r e
s. Nox fobristonguet,inpeito Pace Pasini. Pasini. Keywords: implicatura, il
cavalier perduto, la metafora, “dall’una metafora all’altra, galilei, cremonini, degl’incogniti, keplero,
Manzoni, rapimento, anonimo, incognito, meta-meta-fora. Refs.: “Grice e Pasini”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691984749/in/photolist-2mPyn68-2mLLZRD-2mKQW9n-2mKbpiZ
Grice e Passavanti – eroe –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Terni). Filosofo. Partecipa
alla Grande Guerra csergente nel 4º reggimento Genova cavalleria, in cui e protagonista
di incredibili atti di eroismo. Partecipa
alla occupazione di Fiume tra i
legionari di Annunzio. Da soldato, da caporale, da aiutante di battaglia,
fulgido, costante esempio, trascinatore d’uomini, cinque volte ferito, tre
volte mutilato, mai lo strazio della sua carne lo accasciò, sempre fu dovuto a
forza allontanare dalla lotta; sempre appena possibile, vi seppe tornare, ed in
essa fu sempre primo fra i primi, incurante di sé e delle sofferenze del suo
corpo martoriato. In critica situazione, con generoso slancio, fece scudo del
suo petto al proprio comandante, e due volte, benché gravemente ferito, si
sottrasse, attaccando, alla stretta nemica. Con singolare ardimento, trascinava
il suo plotone di arditi all’attacco di forte, munitissima posizione nemica;
impossibilitato ad avanzare, perché intatti i reticolati, fieramente rispondeva
con bombe a mano, alle intense raffiche di mitragliatrici. Obbligato a
ripiegare, sebbene ferito, sostava ripetutamente per impedire eventuali
contrattacchi. Avuta notizia di una nuova azione, abbandonava l’ospedale in cui
l’avevano ricoverato, e raggiungeva il suo reparto; trasportato dai suoi,
riusciva a prendere parte anche alla gloriosa offensiva finale. Soldato
veramente, più che di carne e di nervi, dall’anima e dal corpo forgiati di
acciaio e di ottima tempra. Superdecorato,
volontariamente nei ranghi della nuova guerra, per la maggiore grandezza della
Patria, riconfermava il suo meraviglioso passato di eroico soldato. A capo
della propaganda di una grande unità, seppe dimostrare che più che le parole
valgono i fatti e fu sempre dove maggiore era il rischio e combatté con i fanti
nelle linee più tormentate. Nella manovra conclusiva, alla testa dell’avanguardia
del Corpo d’Armata, entra per primo in Korcia ed in Erseke, inalberandovi i
tricolori affidatigli dal Duce. Superba figura di combattente, animato da
indomito eroismo, uscì illeso da mille pericoli e fu l’idolo di tutti i soldati
del III Corpo d’Armata, che in lui videro il simbolo del valore personale,
della continuità dello spirito di sacrificio e della più pura fede nei destini
della Patria, che legano idealmente le gesta dei soldati del Carso, del Piave,
del Grappa con quelle dei combattenti dell’Italia. Mirabile esempio di coraggio
sereno, di alto spirito militare e di profondo sentimento del dovere, rimase
sul posto di combattimento, quantunque non lievemente ferito. Nuovamente e più
gravemente ferito, prima di esser trasportato al luogo di medicazione, volle
esser condotto dal comandante del gruppo, per riferirgli sulla situazione. V. Pirro,
Arrone: EThyrus. L’arma dell’eternita, Roma, (Camera Deputati), L’organizzazioe
economica dell’industrai eletrica, Roma, Le benemerenze e la tirannide degli
idrolettrici, Roma, Risveglio e viluppo agricolo, Roma, Bonifica integrale,
Roma, Per una piu armonica distribuzione di pesi fra I diversi cespiti della
ricchezza e I diversi lavoatori, Roma, Precursoi. L’IDEA ITALIANA, in Piemonte,
Roma, La contabilita generale dello stato italiano, Roma, lineamenti chematica
di contabilita di stato, Siena, Storia di Terni, dale origi al medio-evo
(Roma), Interamna de Naarti, “INTERAMNA NAHARS”, La contabilita di stato o
economia di stato nella storia italiana, Giappichelli, Torino, L’ECONOMIA DI
STATO PRESO I ROMANI (Giappichelli, Trino, 1936), La contabilita generale dello
stato esposta per tavole sinottiche, aRosrino, Attualita economiche, Roma, La
contabilita dello stato”. “Nel numero e l’univeso ma il numero e un segno che
po cconviene interpretare. Elia Rossi Passavanti. Passavanti. Keywords: eroe,
Annunzio, Fiume,il concetto di economia di stato, l’economia di stato presso i
romani, la terni pre-romana, la terni no-romana, la terni umbra, la terni osca,
la lingua umbra, l’idea italiana, economia di stato. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Passavanti” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740922209/in/photolist-2mQaKxF-2mPY4jk-2mPqp6k
Passavanti, jacobo –
libro dei sogni.
Grice e Passeri – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Grice: “He was Zabarella’s uncle –
mine worked in the railways!” -- Grice: “It’s amazing how much a little book
like Aristotle’s ‘Peri psycheos’ influenced those Renaissance and
pre-Renaissance Italians! Surely they were concerned about the immortality or other
of the soul!” -- genua: essential Italian philosopher. Pubblica
commentarii al “De Anima” e alla “Fisica” – contro Galileo. Dimostrara la
perfetta convergenza fra le idee di Aistotele e Galileo sulla dottrina
dell'unità dell'intelletto. “Disputatio de intellectus humani immortalitate” (Monte
Regali: Torrentino; “De anima” (Venezia,
Iunctas-Perchacinum); A. Paladini, “La scienza animastica”. At cum Latini
uideantur hoc negare, nosrem itaefle comprobare possumus quoniam Aristotele cum
dederitcommunem ANIMA. Animæ definitione subiungit et propriam cuiusque gradus
dicendam fore et prior rem natura elTe vegetatiuam sensitiua, quod in codem
intelligitur, non autem in diversis quoniam in eodem animato pofita senfiti,
uaponitur vegetatiua et pofita intellectiva nimortalibusalięponátur, quiaficutise
habet vegetativa in sensitiua, ita & sensitiva in INTELLECTIVA, quoniam in
consequenterfe habentibus polito primo non ponitur se cundum ,atposito secundo
ponicur primú. Itaq;essentiægraduúanimæcum fefecon s equantur, polita posteriori
dabitur prior et per consequens communem animæ definitionem analogam esse oportet.
Secundum autem anobisposicum, utintelligatur Animain scilicet intellectiuã immortalem
fore secundum quidautem mortalem , intellectum quattuor modis dici, certumeft.
depossibili, deinhabitu speculative et agente. Vnus quisque horum modorum
arguir intelletum corruptibilé, quoniamomne quodincipit, necessariodefinit:cumautem
intellectus materialis in Sphæranon detur fed tantum in puero nuper nato, cum
inces perit in Socrate, ut ita dixerim necessario delinet. Similiter intellectus
agens in Socrate incipit, quoniáili copulatur, ut forma & cum agens ili copulatur,
intellectus in habitu, qui genitus est desinit intellectus etiam in actu
speculans, cum de non speculari transeat ad speculationem, videtur genituscum
autem amplius non speculator actu, definit este intellectus actu speculans .
ita ut intellectus quodammodo et propter diverdos respectus quossuscipit, dicatur
corruptibilis et factus secundum autem substantiam cum eadem sit substantia intellectus
agentis et possibilis dicitur eternus et simpliciter immortalis, quod rationibus
ab Aristotele acceptis itaefleoftendi potest. Omne enim formas omnes materiales
recipiens estim materiale intellectus autem possibilis recipit omnes formas igitur
est immaterialis, est autem necessarium tale recipiens esse immateriale.
Quoniam quod intus eft extraneum prohibet. Pomponatius [POMPONAZZI] támenstuder
destruere hanc rationem, primum enim inquitillam non concludere proptere aquòdfi
intellectcus. Eus materialis esetseparatusfequeretur et suam operationem separatam
fore, quia operatio ipsam essentiam consequitur:atArist.
inquitsiintelligereestficutsentire,ecce quod comparat operationem intellectus
operationisensus, igiturvideturhæc ratio, potiusintellectummortalē probarc,quàm
immortalem. NullaefthæcratioPompo Ratij,quoniam fequereturintellectumeffe
uirtutem materialem , quod di&tum Arift. omnino negat.prætereavideturcommitte
refallaciam afecúdum quidadfimpliciter, propterea quòd non ualct, possibilis obie
&tiuedepédet, igituromnis intellectus.At cum Alexan,velitanimam
intellectiuafiue intellectum possibilemnonesseformā, sed; præparationemquandam
, qux& sirecipiat omnes formas,essetamcnmortalcm,peto abilloquid per
preparationemintelligat, uel intelligitpuram priuationem , uelpri-, uationem
cum aptitudine, non primum: quoniam priuatio fola nihil recipit, igitur
priuationem cum aptitudineillumintelli gere oportet, igitur erit forma:si forma
, ergomaterialis,quarepreparatiohæc non, recipiet omnes formas. Adiungit præte
rea Pomponatius,intellectus vnicam tan tum operationem habet, proptereaquòd D i
j ynius Secunda ratio, qux nostram sententiam confirmat, accipiturab Arist.
in3.de Anima.13.& isiinquibus propofitain13.quesstioncan intellectus sit intelligibilis
quema admodúalia materialia-intelligibilia,foluit in15. Etintelligibiliseftficutipsaintelligi
biliain his quæ funt fine materia idem est, quod intelligit et quod
intelligitur, quilo unius virtutis unica est operatio cum itaq;
intellectus fit vna uirtus, quęmedia est inter: pure materiales et omnino abstractas, vna driteius operatio:esseautcm
mediãexeoni titurostendere, quoniã intelligitvniuerfale infingulari et
quatenusintelligitvniuerfa le, comunicat cum abstractis, quatenusin
singularicomunicatcummaterialibus, primum dictum sublatum fuit, non inconuenire
quòdvna virtus diuerfimodefe habens, di versasexercear operationes, secundum di
& umapudme nullum eft, quoniam intel ligere fubftantiarum quæ omnino funtfe
paratæ,est intelligere per essentiam ,intelli gereauté intellectusestvniuersalisperspe
ciem ,fiitaq;hocintelligerenonconuenit substantiis omnino separatis, quomodo na
erit media participatione extremorum, qux re erit adhucex hoc fundamento
intelles Aus pure materialis. Tertia ratio accipitura quodamnorabia ti, Quoniam
naturalis philosophus uide túrdare duo eusnon eftcum LATINIS interpretandus, sed
intellectum esse intelligibilem, cum possi bilishabueritintellectum agentem ut
formam , tunc est intelligibilis per speciem, q u x actu est scilicet per
formam intellectus agentis et est intelligibilis vel uti intelligere tixet enim
si intellectusintelligereturqué admodum dicútLatini,effetintellectusdo
teriorisconditionis lapide, quoniamlapis per suam speciem intelligitur per se, intellectus
vero per accidens, intelligendola pidem per fuam fpeciem. Quare intelle dus
materialis et fi uideatur intelligibilis ficuti alia intelligibilia materialia per
speciem, nontameneodemmodoquoniam intellectus intelligibilis per suam formam
fit intelligents, intelligibileautem materias leminimè, dequibusfufius in explanatio
neeiuslocidiximus. phy. fundamenta Metaphy.primú quòd detur abstractum in
natura, nam fi Metaphy, ignoraret abstractum, eum non determinaret, alterum
fundamentum eft quod naturalis supponit abstractum et qud abstractum magnitudine ficintelligens,
quod tribuítanimasticusfine quo Mera phy. Non haberet, quodabftractum
fitina telligens.Adrem fiintelleétusessetmorta lis,nondareturMetaphy.quoniam
per nullam naturam posset haberi abstractum esse intelligens, intellectus enim
quimor talis est non poteft habere eandem opera tionem, cum intelligere intelligentiarum,
quarefieffet mortalis, non habereturco gnitioeorum, quæperessentiamsunt sep
rata. Ultima ratio quæ immortalitatem animá confirmat, estquoniam
felicitatéacqui ri pofle conveniunt peripatetici omnes, quam habere esset impossibile,
liintellectus esset mortalis. Pomponatius discurritagés defelicitates, illam contingere
hominibus, quoniam omnes lībiinuicem funt auxilio alijenimaguntsecundum
intellectumpra: eticum ;alijautem secundum intellectum , Speculatiuum: rectè
inhocdicit, fed,falli, tur, cum -velithominem effe hominem per intellectum, ideo
homo exercet operatiot nesmorales per formam, qua est homo,& propterea
inquit Averroes p moralis capitfi, nemhominisineoquod homo, quiqui demfinisest cogitatiua,
ideofoelicitas non competit homini ut homo, fedut in coquoddam diuinum reperitur.10,
Ethi. cap.9. Aliauita et finispotioristo, ideo nos li er nos cum homines fimus,non debemus h u mana
curarc, sed perueniread immortale & sempiternum, peridquodinnobisdi uinum
eft. Dequibusfufiusin expositione c o m .; de anima diximu s. Ianua. Marco
Antonio Genua. Marco Antonio Passeri. Antonio Passeri. Passeri. Keywords:
peripatetici, lizii, nous, intelletto, etimologia d’intelletto, da lego – ‘to
care’, ‘to decide’. Intelleto, nous, animus vs. anima, mens, Boezio,
l’intelletto, l’anima intelletiva, animistica, animastica. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Genua," per
Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691304466/in/photolist-2mPyn68-2mKQ7M8-2mPCgo1-2mKMrVm-2mKyJgk-CfbuaM
Passini
Pasqualini difficult to
find. M. Pasqualini, C. Pasqualini.
Grice e Pasqualotto – trasmettitore/ricevitore –
implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vicenza). Filosofo. Grice:
“I like Pasqualotto; for one, he predates Oxonians in the ‘teoria
dell’informazione’!” – Grice: “I never took ‘information’ as seriously as
Pasqualotto does – I do compare information with money, and refer to the
stupidity of ‘false’ information – “”False’ information is no information.”” –
But Pasqualotto attempts to reconstruct a ‘teoria,’ a ‘teoria
dell’informazione,’ i. e. complete with a model that has room for the
implicaturum, i.e. any x such that by a mittente ‘sending’ a message, he may
ex-plicate such-and-such and im-plicate so-and-so.””Frequenta
il Pigafetta di Vicenza, dove ha come maestro Faggin. Sotto la guida di Formaggio,
si laurea in filosofia aPadova, con una tesi sull'estetica tecnologica di Bense.
Diventa amico di Brandalise, Cacciari, Curi, e Duso, ed è maestro nel suo
stesso liceo vicentino, dove conosce Volpi. Collabora attivamente ad alcune
importanti riviste di filosofia come Angelus Novus, Contropiano, Il
Centauro. -- è professore a Venezia; a 'Padova; è stato cofondatore
dell'Associazione “Maitreya” di Venezia. Contribuito alla nascita della rivista
“Marco Polo, rivista di filosofia orientale” -- e comparata “Simplègadi” è stato tra i
promotori del Master in Studi Interculturali dell'Padova, presso il quale ha
insegnato Filosofia delle Culture. Direttore scientifico della Scuola Superiore
di Filosofia orientale e comparativa di Rimini. Contributo teorico Nel saggio
Dall'estetica tecnologica all'estetica interculturale, Pasqualotto descrive la
sua avventura intellettuale e insieme l'evoluzione del suo pensiero. In una
prima fase si è formato all'estetica analitica e alla filosofia analitica del
linguaggio, ma ha rilevato il loro limitato significato formale. In una seconda
fase, si è rivolto al pensiero critico di Adorno e della Scuola di Francoforte,
e in questo caso ha valutato che la conclusione alla quale essi giungevano, era
la morte per utopia dell’estetica. In una terza fase si è rivolto al pensiero
di Nietzsche, tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta;
Nietzsche nella Nascita della tragedia, considera Apollo e Dioniso come due
istinti complementari, tanto da consentire di poter riuscire a «vedere la scienza
con l’ottica dell’artista e l’arte con quella della vita»’, e a dare importanza
alla saggezza del corpo. Ma quello Nietzscheano gli sembrò solo un tentativo
eroico di coniugare filosofia e vita, che alla fine si rivela solo come
uno straordinario tentativo di scrittura sulla vita. Un'insoddisfazione di
fondo per gli esiti del pensiero occidentale, e la ricerca continua di nuove
possibilità per il pensiero, lo hanno portato ad approfondire lo studioiniziato
già in anni giovanilidi tradizioni di pensiero esterne a quella occidentale. Il
buddhismo, in particolare, ha costituito un terreno ampio di indagine e di
confronto con diversi temi o autori della cultura europea; ma anche il pensiero
taoista e l'esperienza della filosofia indiana hanno rappresentato nel corso
degli anni un importante ambito di riflessione. Infatti, in un'ulteriore quarta
fase del suo viaggio intellettuale, Pasqualotto si è rivolto all’estetica
orientale come meditazione, ovvero come cammino comune verso un possibile
superamento della scissione tra esperienza e riflessione (250-259). In una
quinta fase, Pasqualotto si è avvicinato all’estetica di Emilio Garroni come
uso critico del pensiero, quale comprensione dell’esperienza in genere
all’interno dell’esperienza: in un certo senso, quindi, l’estetica andava
coincidendo con la filosofia. Valutando la riflessione di Garroni prossima a
quella orientale, Pasqualotto arrivò a considerare l'importanza della
'meditazione' e del 'vuoto mentale’, in base ai quali, come l’assenza di
pensiero non può essere pensata senza idee, così non si possono pensare idee
senza pensiero, come era stato già pensato da. Dōgen. Nella sua sesta ed ultima
fase, guarda l’estetica con gli occhi
della filosofia come comparazione e della filosofia interculturale, quindi come
un ampliamento dell’orizzonte particolare dell’estetica verso una riflessione
generale sui problemi cruciali dell’esistenza. Pasqualotto, infatti, è stato il
primo pensatore italiano a elaborare la valenza teoretica di una filosofia come
comparazione, teorizzata con rigore in Filosofia come comparazione,
distinguendola da un mero esercizio comparativo di pensieri appartenenti ad
ambiti geo-filosofici differenti. Il suo pensiero ha trovato echi e possibilità
di dialogo con filosofi italiani, come Giuseppe Cacciatore, Giuseppe Cognetti,
Giovanni Leghissa, e stranieri come Raul Fornet-Betancourt, Heinz Kimmerle, F. Jullien,
Ram A. Mall, Ryōsuke Ōhashi, R. Panikkar, G. Stenger, F. Wimmer. Tra la
fine degli anni Novanta e l'inizio degli anni Duemila ha contribuito
all'introduzione in Italia della filosofia di Marco Polo sull’Oriente a
cominciare dall'importante opera di Nishida L’io e il tu, e poi con gli altrettanto
importanti Uno studio sul bene e Problemi fondamentali della filosofia,
accompagnati sempre da un saggio interpretativo che è rimasto sostanzialmente
invariato nel corso degli anni. Parallelamente ad altri autori, si è misurato
dai primi anni Duemila con il tentativo di delineare temi e metodi per una
filosofia interculturale che costituisce il campo di maggior impegno e
interesse della sua ricerca, congiuntamente a una riflessione estetica sulle
forme dell'arte dell'Asia orientale. Riassumendo gli elementi chiave del
pensiero di Pasqualotto, potremmo individuare due componenti fondamentali: il
concetto di Ermenuetica interminabile e quello di Dialogo interculturale Il
concetto di Ermenuetica interminabile prevede come elementi: 1. il pensiero come
'comparazione originaria'; 2. il sapere come 'ambito problematico sempre
aperto', rispetto al quale non si dà mai una verità stabile, ma sempre
problematica, inscritta cioè in un processo inesauribile di ricerca; 3. il
concetto di 'impermanenza' (mutuata dal concetto buddhista di 'anatta') come
struttura relazionale di tutto ciò che è, in base alla quale tutto ciò che è, è
un ‘nodo’ di relazioni in continua trasformazione ed evoluzione processuale. Il
concetto di Dialogo interculturale prevede come elementi: 1. la 'meditazione'
come ‘vuoto mentale’ e ‘consapevolezza’mindfulnessdel senso critico del
pensiero radicato nel presente; 2. l'aperturaconseguente alla compresenza degli
elementi precedentidell’orizzonte di una riflessione generale sui problemi cruciali
dell’esistenza, orizzonte tipico della filosofia interculturale. Pasqualotto
precisa chiaramente la specifica forma di rapporto comparativo che viene
attivato nell'orizzonte della filosofia interculturale, rapporto detto 'a tre
variabili interdipendenti. L’orizzonte di una filosofia interculturale dovrebbe
invece tendere a porsi come linea immaginaria di uno spazio illimitato pronto
ad ospitare quelle specifiche pratiche interculturali che sono gli esercizi in
atto di filosofia in quanto comparazione. Per evitare le conseguenze
contraddittorie a cui conducono sia le prospettive multiculturali, sia le
utopie universaliste, è necessario precisare la natura e la funzione della
specifica forma di rapporto che si viene ad attivare nell’orizzonte della
filosofia interculturale. La modalità di tale rapporto può essere definita 'a
tre variabili interdipendenti': due sono costituite da pensieri o ambiti di
pensieri tra loro diversi, e la terza è costituita da un soggetto (individuale
o culturale) che li pone a confronto. L’essenziale di questa modalità di
rapporto è che nessuna delle tre variabili sussiste autonomamente, prima, dopo
o a parte rispetto alle altre due: in particolare, è importante evidenziare che
il soggetto risulta sempre e necessariamente implicato nella pratica della
comparazione, al punto che tale pratica lo forma e lo trasforma: il suo sguardo
è ‘impuro’ fin dall’inizio, perché fin dall’inizio viene condizionato e
prodotto da una serievirtualmente infinitadi osservazioni comparative. Fra i
temi affrontati più di frequente dalla sua riflessione ricordiamo: 1. il tema
dell’identità, in base al quale essa non è alcunché di rigido e identitario, ma
poiché l’essente è nodo di relazioni, l’identità si dà come intreccio di
infinite relazioni, ovvero come compresa in una sua problematica autonomia; il soggetto
che, in quanto costitutivamente interessato da molteplici relazioni, nel suo
ricercare il senso del realtà del mondo, non è un osservatore disincarnato e
disinteressato, o imparziale, ma è compreso nel rilevamento di quel senso nella
trasformazione di sé e della realtà; il corpo, in base al quale esso è la mente
e, insieme, la condizione prima della conoscibilità del mondo; in questo senso
il tragitto di Pasqualotto ha sicure relazioni al tema odierno della
‘cognizione incorporata’ e della Filosofia del corpo; il concetto di
‘processo’, in base al quale la realtà è un insieme di processi: ciò che è, in
quanto 'nodo' potenzialmente infinito di relazioni, diviene processualmente,
concezione che deriva direttamente dalle filosofie orientali, in particolare
dal buddhismo; l’illuminismo in base al quale i limiti della ragione possono
venir posti soltanto dalla ragione stessa, come era stato già perfettamente
considerato dalla Dialettica dell'illuminismo; l tema delle pratiche
filosofiche e della pratica artigianale;
il tema dei diritti umani che non è solo un tema accessorio rispetto al
suo pensiero; su questo versante pare giocarsi una partita più grande, che, ai temi
della ‘libertà condizionata', della natura dell’individuo e del fenomeno della
globalizzazione unisce una profonda
preoccupazione per i destini dell’umanità. A tal proposito pare essere
abbastanza pessimista, un pessimismo attivo non passivo. Egli dice, infatti,
nella premessa alla nuova edizione del Tao della filosofia, queste precise
parole. È da osservare tuttavia che le tematiche della filosofia comparata,
della filosofia come comparazione e della filosofia interculturale non hanno
avuto e continuano a non avere risonanze significative all’interno del
dibattito filosofico nazionale e internazionale. Le ragioni di questa
scarsa ricaduta sono molteplici e di varia natura. Forse vi sono alla base
difficoltà intrinseche ai modi in cui tali tematiche sono state formulate e
proposte; ma è anche da dire, a tale proposito, che finora non vi è stata
alcuna proposta critica che abbia messo in luce tali ipotetiche difficoltà. È
da ritenere, allora, che le ragioni di questa debolissima risonanza siano,
almeno in parte ma in primo luogo, da far risalire alle rigidità delle
discipline accademiche che mal sopportano non solo le contaminazioni
interdisciplinari ed interculturali, ma anche i semplici ponti che tentano di
mettere in comunicazione diverse discipline, culture e civiltà. In secondo
luogoma, dovremmo dire, ad un secondo, più basso, livellosi dovrebbero tener
presenti le ragioni o, meglio, i ‘sentimenti’ che hanno a che fare più da
vicino con germi xenofobi mai estinti, con residui di fondamentalismi religiosi
e con rigurgiti di tipo razzista che infestano non solo l’Italia e non solo
l’Europa. Ci sembra, anzi, che le tendenze che germinano da tali poltiglie
psicologiche e ideologiche si stiano facendo sempre più invadenti ed arroganti.
Questa riedizione del Tao della filosofia può forse costituire un frammento
ancora utile a tenere aperta qualche piccola fessura di luce in un orizzonte
culturale che, nonostante le aperture imposte dalla globalizzazione, si fa
sempre più stretto e più cupo. Al fondo delle intenzioni di Pasqualotto, c’è un
atteggiamento ecologico e agnostico,fino addirittura a concepire la possibilità
dell’essere ‘apolide’ -, e consapevoleuna consapevolezza nel senso di
mindfulnessnei confronti della natura della mente e della psicologia umane, al
punto che, alla disillusione per la possibilità di integrazione nella vita
psicologica occidentale delle pratiche meditative orientali, si unisce la
preoccupazione e l’impegno sociale e politico, forse considerando la
marginalità dell’intellettuale nelle grandi vicende della contemporaneità, ma
insieme sempre anche con un’apertura di orizzonte per una riflessione generale
sui problemi cruciali dell’esistenza.
Saggi: “Avanguardia, tecnologia ed estetica (Roma, Officina); “Teoria
come utopia” (Verona, Bertani); “Storia e critica dell'ideologia, Padova,
CLEUP, Oltre l'ideologia: «Il Federalista», Roma, Ist. dell'Enciclopedia
Italiana); “Pensiero negativo e civiltà borghese, Napoli, Guida, Saggi di
critica, Padova, CLEUP, Saggi su Nietzsche, Milano, Franco Angeli, Il Tao della
filosofia. Corrispondenze tra pensieri d'Oriente e d'Occidente, Parma,
Pratiche, Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d'Oriente,
Venezia, Marsilio, Illuminismo e
illuminazione: la ragione occidentale e gli insegnamenti del Buddha, Roma,
Donzelli, Yohaku: forme di ascesi nell'esperienza estetica orientale, Padova,
Esedra, East & West. Identità e dialogo interculturale, Venezia, Marsilio, Il
Buddhismo: i sentieri di una religione millenaria, Milano, Bruno Mondadori, Figure
di pensiero. Opere e simboli nelle culture d'Oriente, Venezia, Marsilio); Oltre
la filosofia, percorsi di saggezza tra oriente e occidente, Vicenza, Colla;
Dieci lezioni sul buddhismo, Venezia, Marsilio, Per una filosofia inter-culturale,
Milano, Mimesis, Taccuino giapponese, Udine, Forum, Tra Occidente ed Oriente:
interviste sull'intercultura ed il pensiero orientale (Pretto), Milano, Mimesis;
Filosofia e globalizzazione, Milano, Mimesis, Alfabeto filosofico, Venezia,
Marsilio); “Dall’estetica tecnologica all’estetica interculturale, in Studi di
estetica, Filosofia come comparazione in Simplègadi. Percorsi del pensiero tra
Occidente e Oriente, Padova, Esedra). Cfr. Davis, Bret W.,.) Nishida Kitaro,
L’io e il tu, Renato Andolfato, Padova, Unipress, Nishida: dialettica e Buddhismo,
Postfazione, N. Kitaro, Uno studio sul bene, E. Fongaro, Torino,
Boringhieri, Nishida Kitaro, Problemi fondamentali della filosofia: conferenze
per la Società filosofica di Shinano, E. Fongaro (Venezia, Marsilio); Buddhismo
e dialettica. Introduzione al pensiero di Nishida, Per una filosofia
interculturale, Milano, Mimesis, Tra Oriente e Occidente. Interviste
sull’intercultura ed il pensiero orientale, D. De Pretto, Milano, Mimesis, Nietzsche o dell'ermeneutica interminabile, in,
Crucialità del tempo, Napoli, Liguori, Saggi su Nietzsche, Milano, Franco
Angeli, Intercultura e globalizzazione, in, Incontri di sguardi. Saperi e
pratiche dell’intercultura, A. Miltenburg, Padova, Unipress, Per una filosofia
interculturale, Milano, Mimesis, Identità e dialogo interculturale, Venezia,
Marsilio, Estetica del vuoto. Arte e
meditazione nelle culture d'Oriente, Venezia, Marsilio, Dalla prospettiva della
filosofia comparata all’orizzonte della filosofia interculturale, Simplègadi, East
& West, Venezia, Marsilio. Interessante può essere, sotto questo aspetto,
il confronto con il pensiero di E. Morin, nel suo La testa ben fatta” (Milano,
Cortina, La riforma di pensiero, Alfabeto
filosofico, Venezia, Marsilio,, voce Corpo. Illuminismo e illuminazione, Roma,
Donzelli); Saggezze d'Oriente e d'Occidente come forme di vita, n Id., Oltre la
filosofia, Vicenza, Colla, Interessante può essere, sotto questo aspetto, il
confronto con il pensiero di Sennet, nel suo L’uomo artigiano, Milano,
Feltrinelli, Diritti umani e valori in
Asia, Studia Patavina, Alfabeto filosofico, Venezia, Marsilio,, voce Libertà.
Filosofia e globalizzazione, Milano, Mimesis, Il tao della filosofia, Milano,
Luni,, Premessa. I termini 'ecologico' e
'agnostico' non sono propri dei supo testi ma depositati nel suo insegnamento
'orale', nonché derivabile da una semplice riflessione sulle finalità e
conseguenze della sua impostazione teorica Santangelo, recensione a Estetica
del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d'Oriente Revue Bibliographique de
Sinologie, M. Ghilardi, E. Magno, Sentieri di mezzo tra Occidente e Oriente. in
onore, Milano-Udine, Mimesis, E.
Fongaro, M. Ghilardi, Filosofia come Pratica. A partire da Il Tao della
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E. Magno, Mimesis, A. Crisma, Dao, ossia cammino. Note in margine al percorso
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Ghilardi, E. Magno, Mimesis, M. Bergonzi, Comparatismi e dialogo interculturale
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Magno, La filosofia e l'altrove: Festschrift, Milano-Udine, Mimesis, Yusa, Michiko,
F. La Porta, recensione ad Alfabeto Filosofico, Daodejing, Mandukya Upanishad, Mimesis Festival: Che
cos’è la filosofia? d Schopenhauer tra Oriente e Occidente, di G. Pensiero
buddhista e filosofie occidentali, Panikkar e la questione dei diritti umani,
La compassione intelligente nella tradizione buddhista, Nirvana e Samsara, Covid-19
e Libertà. Anteprima di Illuminismo e Illuminazione, Anteprima di Per una
filosofia interculturale, Anteprima di Taccuino. Anteprima di Alfabeto
Filosofico, su books.google. Anteprima
di Dieci Lezioni sul Buddhismo, Materiali su Interculturalità e Oriente, Materiali
su Interculturalità e Oriente. Giangiorgio Pasqualotto. Pasqualotto. Keywords:
Marco Polo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pasqualotto” – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740451898/in/datetaken/
Grice e Pastore – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Orbassano). Filosofo.
Grice: “A proto-Griceian.” Grice: “Pastore divides logicians by
nationality, and he has a few for Italians; he does not distinguish between
Welsh Russell and English Boole, though!” Grice: “Pastore has an excellent
section on the ‘alleged’ imperfections of ordinary language, to which I refer
to in my reference to the common place in philosophical logic.” Grice: “Pastore
lists six imperfections of ordinary language, for which he notes how confusing
the allegations are.” “He ends by noting the moral of the formalist: “not
everything that is explicated is implicated, and not everything that is
implicated is explicated!” – Grice: “The Italian philosophers he mentions make
an interesting list.” Grice: “He has an earlier paragraph on “Roman logic,”
which is charming.” Laureato a Torino con Graf e D'Ercole, fu insegnante di
liceo e ottenne una cattedra a Torino. Fondò e diresse il “Laboratorio di
logica sperimentale” a Torino. Fu collaboratore della Rivista di
filosofia. I suoi manoscritti sono
conservati nell'Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria di
Firenze. La salma del filosofo riposa nel Cimitero di Bruino. Saggi: “La logica formale dedotta dalla meccanicia”;
“Scienza” “Sillogismo e proporzione,” “Dell'essere e del conoscere,” “Il pensiero
puro,” “Causa ed esperienza”; “Solipsismo,”
“Potenzia logica” “Logica sperimentale,”” L'acrisia di Kant” “La
filosofia di Lenin”; “La volontà dell'assurdo. Storia e crisi
dell'esistenzialismo” (Logicalia, Dioniso, “Introduzione alla metafisica della
poesia,” F. Bazzani, Carte. Fondo dell'Accademia La Colombaria” (Firenze, Olschki);
M. Castellana, “Razionalismi senza dogmi. Per una epistemologia della
fisica-matematica” Soveria Mannelli, Rubbettino); Dizionario di filosofia,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, F. Selvaggi, Un filosofo triste: Annibale Pastore
in Scienza e metodologia. Saggi di epistemologia, Roma, Gregoriana). “E
notissima la storia della logica romana in cui assai per tempo viene a
prevalere la teoria catechistica, sviluppata negli innumerevoli manuali di
logica ad uso delle scuole, mutuanti l’insegnamento dalli saggi di Varrone, di
Cicerone, di Aulo Gelio, e di Quintiliano. Questo indirizzo comprende altresi I
saggi di Mario Vittorino, di Vegezio, e si spinge fine a quelle
imporntantissimei di Boezio e di Cassiodoro che riduceno la logica all’uso
d’una TABULA LOGICA o combinazione di concetti secondo le regole della
silogistica BOEZIO Introductio ad categehoricos syllosigmos; de syllogism
categorico-hypothetico, de divvisione, de definitione, Cassiodoro (Venezia). In
tutta quanta la scolastica la sillogistica di Boezio e ripresa ed applicate con
sottiissimo svolgimento. COmincia, a vero dire, per essere incompletamente
conosciuta. Si complete con Pietro LOMBARDO. Quindi fa decisamente il suo
ingress nell’ovcidente latino per opera di Aquino, Abano, ed Egidio Colonna –
Summa theologica, cfr. JORDANO BRUNO, de specierum scrutinio; de lampade
combinatoria lulliana, de porgresso et lampade venatoria legocorum, S’istende
la lussureggiante vegetazione dei terministi, fra I quali appena e il caso dei
ricordare il nostro Paolo Veneto, Pietro Tartareto, e Pietro Nigri. Per onore
della filosofia, voglio dire che, in mezzo a tanta zavorra, I pensamenti
originali sono molto piu numerosi ed important di quanto non si creda
comnemente. Nizolio, Pauli Veneti, Logia parva, tractatus summlarum (Venezia). Le
loro relazionei possbili con le varie posizioni di certi dischetti girevoli
atorno un centro comune, sovrapposit l’uno all’altro, sui quali erano segnai I
concetti fundamentale. Questo tentative di Bruno contiene in gemre tutta la
teoria della quantifiicatione del predicato e la teoria della logica
sperimentale. In seguito aa mie personali ricerche compiute nella biblioteva
comunate di Noto (Siracusa) la priorita della dottrina della quantificazione
del predicato si deve attributire al sottilissimo casista Giovanni Caramuel,
che l’espose nella sua Grammatica audax. Zvsdilio, zinytofuvyio in stidyyrlid
lohivsm, ztoms. Facciolati Logia protehroai, rudimenta di Logicca, Tizio, Arte
di pensare. In Italia, PEANO, Calcolo geometrico secondo l’ausdehnungslehre di
H. Grassmann preceduto dale operazione della logica deduttiva (Torino),
arithmetics, prinicipia, nova method exposita, I principi di geometrica
logicamente espsosti (Torrino Bocca) elementi di calcolo geometrico, principi
di logica matematica R d M, formule di logica matematica, sul concetto di
numero, sui fondamenti dlela geomentria, saggio di calcolo geometrico, studi di
logica matematica, NAGYj, Fondamenti del calcolo logico, Napolo, sulla
rappresentazione grafica della quantita logica, Lencei, lo stato atauale ed I
progressi della logica, rivista italiana di filosofia, I principi di logica
esposit secondo le dottrine modern (Torino Leoscher, I teoremi funzionali nel
calcolo logico (Riv. Di Mat.) La logica matematica e il calcolo logico (Riv.
Ital. Filos. Roma), I primi dati della logica (Roma), Sulla definizione e il
compito della logica (Roma, Balbi), Alcuini teoremi intorno alle funzione
logiche (Riv Mat.), BURALI-FORTI (-- Logica matemaitca Milano, Sui simboli di
logica matemaitca (Il Pitagora), G. Vacca, G. Vailati, A. Padoa, M. Pieri, F.
Castellano, C. Ciamberlini, Giudice, Padoa, Nota di Logica matemaica (Riv di Mat),
Vailati, un teorema di logica matematca (riv mat), sul carattere del della logica il sviluppo della logica formale
(Rivista filos. ), Vacca, Sui precursori della logica matematica, Riv Mat,
Bettazzi, Chini, Boggio, Ramorni, e Nasso. Tutt I logici italiani apparengono
alla scuola del Pano, al qualse si devele la prima introduzione della logica
matematica o pura in Itala. In essa introduzione, il Peone, esposti lucidamente
gli studio, dimstra l’identita del calcolo sulle classi, col calcolo sulle
propsizione. La sua popera contiene per la prima volta la teoria dei numeri
interi completamente riditta in formole facendo ricorso ad un liitatissimo
numero di idee logic ache Peano espresso coi simbolo: e, > = + V ~ A. – sette simboli --. Di qui trae
origine la sua idegografia in cui ogni idea e rappresentata con un segno, e il
su strumento analitico anda perfezionadosim rapidamente. Arrichitta di numerose
indicazioni storiche per la collaborazioni di valenti seguazi, procedette
alacremente, raccogliendo e trattando completamente in simboli tutte le
proposizioni della matematica. L’importanza filosofica di questo movimento
iniziato dal Peano non e ancora stata apprezzatta convenientemen da ogni
filoso, ma I saggi di Peano comincia solo ORA a richiamare sola di se
l’attenzione dei filosofi. Il ritardo filosofico e tanto piu strano quanto pio
chiara e la filiazione filosofica di questa ideografia. Il Peano stesso non
cessa mai di far notare che la sua ideografia e casata su teoremi di logica. Ma
se con definizione opportune, si pote riddure le idee di logic ache si
incontrano in molte parti della mateica ad un numero sempre piu piccolo di idee
primitive, attualmente ancorsa si desidera una riduzione analogia di tutte le
idee di logic ache si incontrano nella LOGICA PURA. Questa riduzione presenta
invero seriissime difficolta ed e piu facile il riconocere quante e quai siano
le idea primitive in aritmetca e in gemoetrica che in logica. Continuando le
richerche mi convene supporre consosciuto tento di portare un contribute alla
soluzione del problema suddetto. Annibale
Pastore. Pastore. Keywords: implicature, logica meccanica, acrisia. Meccanica
rama della fisica. Refs: Luigi Speranza,
“Grice e Pastore,” The Swimming-Pool Library, Villa Grice. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702186073/in/photolist-2mPAuFE-2mPowr2-2mN8ym7-2mLKdDg-2mLEd47-2mKuZ8r-2mKCfz1-BvUfSB-BaofQH-ogsG8n-ofMJ4G-hSTpSd/
Grice e Peano – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Spinetta di Cuneo). Filosofo. Grice: “As
I reduce “the” to “every,” I am of course following Peano, who predates
Russell!” -- important Italian philosopher. Linceo. Peano’s postulates, also
called Peano axioms, a list of assumptions from which the integers can be
defined from some initial integer, equality, and successorship, and usually
seen as defining progressions. The Peano postulates for arithmetic were
produced by G. Peano in 9. He took the set N of integers with a first term 1
and an equality relation between them, and assumed these nine axioms: 1 belongs
to N; N has more than one member; equality is reflexive, symmetric, and
associative, and closed over N; the successor of any integer in N also belongs
to N, and is unique; and a principle of mathematical induction applying across
the members of N, in that if 1 belongs to some subset M of N and so does the
successor of any of its members, then in fact M % N. In some ways Peano’s
formulation was not clear. He had no explicit rules of inference, nor any
guarantee of the legitimacy of inductive definitions which Dedekind established
shortly before him. Further, the four properties attached to equality were seen
to belong to the underlying “logic” rather than to arithmetic itself; they are
now detached. It was realized by Peano himself that the postulates specified
progressions rather than integers e.g., 1, ½, ¼, 1 /8,..., would satisfy them,
with suitable interpretations of the properties. But his work was significant
in the axiomatization of arithmetic; still deeper foundations would lead with
Russell and others to a major role for general set theory in the foundations of
mathematics. In addition, with O. Veblen, T. Skolem, and others, this insight led
in the early twentieth century to “non-standard” models of the postulates being
developed in set theory and mathematical analysis; one could go beyond the ‘...’
in the sequence above and admit “further” objects, to produce valuable
alternative models of the postulates. These procedures were of great
significance also to model theory, in highlighting the property of the
non-categoricity of an axiom system. A notable case was the “non-standard
analysis” of A. Robinson, where infinitesimals were defined as arithmetical
inverses of transfinite numbers without incurring the usual perils of rigor
associated with them. Fu l'ideatore del latino sine flexione, una lingua
ausiliaria internazionale derivata dalla semplificazione del latino
classico. Nacque in una modesta fattoria chiamata "Tetto Galant"
presso la frazione di Spinetta di Cuneo. Fu il secondogenito di Bartolomeo
Peano e Rosa Cavallo; sette anni prima era nato il fratello maggiore Michele e
successivamente nacquero Francesco, Bartolomeo e la sorella Rosa. Dopo un
inizio estremamente difficile (doveva ogni mattina fare svariati chilometri
prima di raggiungere la scuola), la famiglia si trasferì a Cuneo. Il fratello
della madre, Giuseppe Michele Cavallo, accortosi delle sue notevoli capacità
intellettive, lo invitò a raggiungerlo a Torino, dove continuò i suoi studi
presso il Liceo classico Cavour. Assistente di Angelo Genocchi all'Torino,
divenne professore di calcolo infinitesimale presso lo stesso ateneo a partire
dal 1890. Vittima della sua stessa eccentricità, che lo portava ad
insegnare logica in un corso di calcolo infinitesimale, fu più volte
allontanato dall'insegnamento a dispetto della sua fama internazionale, perché
"più di una volta, perduto dietro ai suoi calcoli, [..] dimenticò di presentarsi
alle sessioni di esame". Ricordi del grande matematico (e non solo
della vita familiare) sono raccontati con grazia e ammirazione nel romanzo
biografico Una giovinezza inventata della pronipote Lalla Romano, scrittrice e
poetessa. Aderì alla massoneria, iniziato nella loggia Alighieri di Torino
guidata dal socialista Lerda. Morì
nella sua casa di campagna a Cavoretto, presso Torino, per un attacco di cuore
che lo colse nella notte. Il matematico piemontese fu capostipite di una
scuola di matematici italiani, tra i quali possiamo annoverare Giovanni
Vailati, Filiberto Castellano, Cesare Burali-Forti, Alessandro Padoa, Giovanni
Vacca, Mario Pieri e Tommaso Boggio. Peano precisò la definizione del limite
superiore e fornì il primo esempio di una curva che riempie una superficie (la
cosiddetta "curva di Peano", uno dei primi esempi di frattale),
mettendo così in evidenza come la definizione di curva allora vigente non fosse
conforme a quanto intuitivamente si intende per curva. Da questo lavoro
partì la revisione del concetto di curva, che fu ridefinito da Jordan (curva
secondo Jordan). Fu anche uno dei padri del calcolo vettoriale insieme a
Tullio Levi-Civita. Dimostrò importanti proprietà delle equazioni differenziali
ordinarie e ideò un metodo di integrazione per successive
approssimazioni. Sviluppò il Formulario mathematico, scritto dapprima in
francese e nelle ultime versioni in interlingua, come chiamava il suo latino
sine flexione, contenente oltre 4000 tra teoremi e formule, per la maggior parte
dimostrate. Come logico dette un eccezionale contributo alla logica delle
classi, elaborando un simbolismo di grande chiarezza e semplicità. Diede una
definizione assiomatica dei numeri naturali, i famosi "assiomi di
Peano" che vennero poi ripresi da Russell e Whitehead nei loro Principia
Mathematica per sviluppare la teoria dei tipi. I contributi di Giuseppe
Peano sulla logica furono osservati con molta attenzione da Russell, mentre i
contributi di aritmetica e di teoria dei numeri furono osservati con molta
attenzione da Giovanni Vailati, il quale sintetizzava in Italia il passaggio
tra l'esame delle questioni fondamentali e l'applicazione di metodiche di
analisi del linguaggio scientifico, tipica degli studi logici e matematici, e
anche specificava gli interessi di storia della scienza, allargando la
prospettiva anche agli studi sociali. Per questo Peano ebbe dei contatti molto
stretti con il mondo degli studiosi di logica e di filosofia del linguaggio
nonché gli studiosi di scienze sociali empiriche (Cfr. Guglielmo Rinzivillo,
Giuseppe Peano, Giovanni Vailati. Contributi invisibili in Guglielmo
Rinzivillo, Una Epistemologia senza storia, Roma Nuova Cultura. Ebbe ampi
riconoscimenti negli ambienti filosofici più aperti alle esigenze e alle
implicazioni critiche della nuova logica formale. Era affascinato
dall'ideale leibniziano della lingua universale e sviluppò il "latino sine
flexione", lingua con la quale cercò di tenere i suoi interventi ai
congressi internazionali di Londra e Toronto. Tale lingua fu concepita
per semplificazione della grammatica ed eliminazione delle forme irregolari,
applicandola a un numero di vocaboli "minimo comune denominatore" tra
quelli principalmente di origine latina e greca rimasti in uso nelle lingue
moderne. Uno dei grandi meriti dell'opera di Peano sta nella ricerca della
chiarezza e della semplicità. Contributo fondamentale che gli si riconosce è la
definizione di notazioni matematiche entrate nell'uso corrente, come, per
esempio, il simbolo di appartenenza (es: x ∈ A) o il quantificatore esistenziale "∃". Tutta l'opera di Peano verte
sulla ricerca della semplificazione, dello sviluppo di una notazione sintetica,
base del progetto del già citato Formulario, fino alla definizione del Latino
sine flexione. La ricerca del rigore e della semplicità portarono Peano ad
acquistare una macchina per la stampa, allo scopo di comporre e verificare di
persona i tipi per la Rivista di Matematica (da lui diretta) e per le altre
pubblicazioni. Peano raccolse una serie di note per le tipografie relative alla
stampa di testi di matematica, uno per tutti il suo consiglio di stampare le
formule su righe isolate, cosa che ora viene data per scontata, ma che non lo
era ai suoi tempi. Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia Ufficiale della
Corona Commendatore della corona L'asteroide Peano è stato battezzato così in suo
onore. Il dipartimento di Matematica di Torino è a lui
dedicato. Molti licei in Italia portano il suo nome, come ad esempio a
Roma, Cuneo, Tortona, Monterotondo, Cinisello Balsamo o Marsico Nuovo, così
come la scuola di Tetto Canale, vicina alla sua città natale. Saggi: “Aritmetica”;
“Algebra” (Torino, Paravia,); “Forma matematica” (Torino, Bocca); “Calcolo
differenziale”; “Calcolo integrale” (Torino: Bocca); “Analisi infinitesimale” (Candeletti);
“Calcolo infinitesimale e geometria” (Torino: Bocca), “Logica della geometria” (Torino:
Bocca)”; “Principio dell’arimmetica” (Torino, Paravia); “Giochi di aritmetica e
problemi interessanti” (Paravia, Torino). Provai una grande ammirazione per lui
quando lo incontrai per la prima volta al Congresso di Filosofia, che e dominato
dall'esattezza della sua mente. Russell. Amico, Storie della scuola italiana.
Dalle origini (Zanichelli, Bologna); Celebrazione, E. Luciano e C. Roero Torino);
“Storia di un matematico” (Boringhieri). L. Romano, “Una giovinezza inventata” (Torino,
Einaudi); Racconta episodi del rapporto con il prozio Giuseppe. Assiomi di Peano, Glottoteta, Lingua
artificiale, Matematica, Latino sine flexion, U. Cassina Calcolatori ternari M.
Gramegna Treccani Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. E Peano stregò Russell. The third kind of term, things, are
only the entities indicated by proper names, but they have no additional
relation with other terms. This leads Russell to con- sider the sole denoting
concept which presupposes uniqueness- "the': Russell admits the great
importance ofthis term, recognizes the merit of Peano's notation,5 and
attributes to him the capacity to make possible genuine mathematical
definitions defining terms which are not concepts (p. 63). the meaning of a
word with its indication-refere.nce (and the meaning of a denoting concept with
its denotation). Peano does something more than provide the standard notation. The
pre-eminence of descriptions over other forms of denotation is definitive. The
notation for descriptions is inspired in the Peanesque symbolism (i.e.
"laeb"; see my 1990h), but membership of classes is replaced by
propositional functions (i.e. (l£)(<I>X)), which is explained as "a
certain denoting function of <l>x, which, if <1>£ is true for one
and only one value ofx, denotes that value, but in any other case denotes
(P).p" (m1904, p. 5). Perhaps the most interesting for us is the
insistence on the indefinability of "the" (Peano's inverted iota is
already used), together with the notion of denotation (p. 60). The published
article adds the expression of the main definition in terms of propositional
functions together with the previous manuscript definition in Peano's terms of
existence and uniqueness (although not in symbolic form). The two essential
definitions are (Principia, * 14.01.02): . \jI(IX)(epX) • =.(3b) : epx •=~ .x=b
: \jib E ! ( 7 X ) ( e p X ) • = . ( 3 b ) : 4 > x . =• . x = b which
express the conditions of existence and uniqueness essentially with Peanesque
resources, i.e. in terms of quantification and identity, although adding
propositional functions. Peano explicitly displays various resourses to
eliminate completely the definite article (the inverted iota) from any
proposition. He actually recommends this line in cases where the required
conditions of existence and uniqueness are doubtful, precisely through a sort
of definition "in use': The descriptor is by no means
"indefinable" in his system. Russell: "I read Schrader on Relations and found
his methods hopeless, but Peano gave just what I wanted (Letter to Jourdain, in
Grattan-Guinness). If, as Russell maintained in Principia following Peano,
definitions are to be always nominal, their definienda are only mere
abbreviations. Russell formulates his Principle to preserve the admissible part
of Bradley (his methodological and analytical resourses) and almost the entire
Moore, in so far as they were compatible with the requirements of Peano's logic.
The main thesis of this paper is that some of the moststimportant ideas and
symbolic devices that made Russell's theory of descriptions possible are already
present in writings by Peano that Russell knew well. The paper contains a
detailed comparison betwee? the relevant parts of Russells theory-including
manuscripts recently publIshed-and ~ome o.f F~ege and , . . ht as well as a
discussion of numerous pOSSIble obJectlons that Peanos mSig s, . . fl db could
be posed to the main claim. Even if Russell was not actually.m uence. y those
insights, the parallelism is close enough to be worth analyzmg, espeCially in
the case of Peano, whose writings are not very well known. (r) can be clearly found in
Frege and Peano, that (2) was almost admitted by Frege and was admitted explic-
itly-including the symbolic expression-by Peano. THE
SYMBOLIC ELIMINATION OF "THE" IN PEANO. The
Peanoian origins of the symbols relevant to Russell's theory of descriptions
have been noted and sometimes explained (see, .for instance, 1988a and 199Ia,
Chap. 3). I will confine myself to recalling that they were the letter iota (i)
for the unit class, and ~he sam~ letter inverted (1), or denied ("fa), for
the only member of thiS class,.l.e. the definite article of ordinary language.
Peano's ideas also evolved in three stages towards greater precision in the
treatment of des~~iptions. . This last step took place explicitly in I9ooa.
There Peano starts from the above-mentioned definition in terms of the unit
class, but then he adds a series of "possible" definitions (the ones
allowing an alternative logic al order), one ofwhich offers this
equivalence: In I897a Peano introduces his fundamental d~fimt~on ~f the u:l1t
class as the class such that all of its members are identical; in Peaman
symbols, tx =ye (y =x). Likewise he defined indirectly the.unique mem- ber of
such a class: x = "fa • = • a = tx. However, concerning the defin- ability
of the definite article, he added the important ~dea that eve~ proposition
containing it can be reduced to. the for,? ta eb, and thiS, again, to the
inclusion of the referr~d .um~ class in the oth~r class (a ~ b), which already
supposes the eLzmmatzon of the symbol t: Thu~, Peano says, we can avoid
identities whose first member contams thiS symbol (I897a, p. 215)·1I Here we
find the assertion that the only individual belonging to a unit II As an
anonymous referee pointed out to me, one ~aj~rdifferenc~between ~eano and
Russell's treatment of classes in the context of descnption theolJ' is that,
while for Peano descriptions combine a class abstract with the inverse of the
umt class operator, for Russell the free use of class abstracts was not
available due to the discovery of paradoxes. 12 To be more precise, Peano did
not write literally that the mentioned expression is meaningless, but rather
"nous ne donnons pas de signification ace symbole si la classe a est
nulle, ou si elle contient plusieurs individus" (I897b:269). But I take it
to be equivalent in practice, given that ifwe do not meet the two mentioned
conditions, the symbol cannot be used at all. I} There are, however, other
additional ways ofeliminating the same symbols accord- ing to Peano, e.g. the
following one, which is very similar and depends on the same hypothesis: laE b.
= : a = tx. :Jx • Xc b(ibid).
class (a) such that it belongs to another class (b) is equal to the
existence of exactly one element such that this element is a member of that
class (b). In other words: "the only member of a belongs to b" is to
be the same as "there is at least one x such that (i) the unit class a is
equal to the class constituted by x, and (ii) x belongs to b" (or
"the class of x such that a is the class constituted by x, and that x
belongs to b, is not an empty class"). This seems to be equivalent to
Russell's celebrated defini- tion, although, of course, Peano spoke in terms of
classes instead of propositional functions; that is to say, in terms of
properties or predi- cates, which define .classes (without forgetting that
Peano often read the membership symbol as "is"). which expresses the
same idea in a way where any reference to the letter iota has disappeared. We
can read now" the only member of a belongs to b" as the same as
"there is at least one x such that (i) the unit class a is equal to all
the y such that y =x, and (ii) x belongs to b" (or "the class of x
such that they constitute the class ofy, and that they constitute the class a,
and that in addition they belong to the class b, is not an empty class").
Thus, the full elimination underlay the mentioned definition, although Peano,
in lacking philosophical goals, had no interest in mak- ing this point explicit.
Peano was completely aware of the importance of this device as a way to reduce
the definite article to logical terms, i.e. to eliminate it, as a result
ofwhich the symbol would cease to be primitive. That is why he added that the
above definitions "expriment la P[proposition] 1a Eb sous une autre forme,
OU ne figure plus Ie signe 1; puisque toute P
contenantIesigne1aestreductiblealaforme 1aEb,OU bestuneCIs, on pourra eliminer
Ie signe 1 dans toute P" (I900a:352). Therefore, the general belief according
to which the symbol "1" was necessarily primitive and indefinable for
Peano is wrong. Second, by pointing out that in the "hypothesis"
preceding the quoted definition it is clearly stated that the class
"a" is defined as the unit class in terms of the existence and
identity of all of their members (i.e. uniqueness): Before making more explicit
the parallelism with Russell's theory, I have collected some different possible
objections against this rather strong claim, in order to discuss them. I think that
all of these objections are either misconceived or simply have no force with
regard to my main claim as stated in the two previous paragraphs. However, I
take them into consideration because they have been proposed by several people
who read earlier versions of this paper and, consequently, could be pro- posed
by others.
Thisiswhy"a"isequaltotheexpression''tx''(inthesecondmember). The
objection could still be maintained by insisting that since"a" can be
read as "the unit class", Peano did not really achieve the
elimination of the idea he was trying to define and eliminate, as it is shown
through the occurrence of these words in some of the readings proposed above.
However, as I will explain below, the hypothesis preceding the definition only
states the meaning of the symbols which are used in the second member. Thus,
"a" is stated as "an existing unit class", which has to be
(1) It is true that the symbol "1" has disappeared, but in the
definiens we still can see the symbol of the unit class, which would refer
somehow to the idea that is symbolized by ''tx'', so the descriptor has not
been really eliminated. The answer is very simple: for Peano there were at
least two forms ofdefining this symbol with no need for using the letter iota
(in any of its forms). However, the actual substitution would lead us to rather
complicated expressions,14 and given Peano's usual way of working (which can be
First, by directly replacing tx by its value: y 3(y = x), as defined above.
Making the replacement explicit, we have: 14 Starting from this idea, we can
interpret the definition as stating that "la Eb" is only an
abbreviation for the definiens and dispensing with the conditions stating
exist- ence and uniqueness in the hypothesis, which have been incorporated to
their new place. Thus, the new hypothesis would contain only the statement
of"a" and"b" as being classes, and the final entire
definition could be something like the following: la Eb • =:3x 3{a =y 3(y =x) •
X Eb}, a, bECls.::J :. ME b. =:3XE([{3aE[w, zEa. ::Jw•z' w= z]} ={ye(y= x)}]
•XEb), a E Cis. 3a: x, yEa. ~x.y.X = y: bE CIs •~ : ... (Ibid.) understood in
this way: " 'a' stands for a non-empty class su~h that all of its members
are identical." Therefore, we can replace "a", wherever it occurs,
by its meaning, given that this interpretation works as only a purely nominal
definition, i.e. a convenient abbreviation. characterized as the constant
search for shorter and more convenient formulas), it is quite understandable
that he preferred to avoid it. In fact, the operation is by no means necessary,
for the symbolic expression above was already enough to obtain the full
elimination of the descriptor. We must not forget that the important thing is
not the intu- itive and superficial similarity between the symbols "la"
and ''tx'', caused simply by the appearance of the letter iota in both cases,
or the intuitive meaning of the words "the unit class", but the
conditions under which these expressions have been introduced in the system,
which were completely clear and explicit in the first definition.IS "k e
K" as "k is a class"; see also the hypothesis from above for
another example). But this by no means involves confusion with i~clusion,as. it
is shown by the fact that Peano soon added four defimte properties precisely distinguishing
both notions, which made it po~siblefor.hi~~.~ for Russell himself, to preserve
the useful and convenient readmg is (2) The supposed elimination is a failure,
for (i) it depends upon Peano's confusion of class membership and class
inclusion, so that (ii) a singleton class (la) and its sole member (lX) are not
clearly distinct notions; it follows that (iii) "a" is both a class
and, according to the interpretation of the definition, an individual (iv), as
is shown by joining the hypothesis preceding the definition and the definition
itself This multiple objection is very interesting because it can be taken as
proceed- ing from the received view on Peano, according to which his logic not
only falls s~ort ofstrict logical standards, but also contains some import- ant
confuSions here and there. However, the four points can easily be s~own t? be
mistaken. (Incidentally, I think this could have been recog- mzed With pleasure
by Russell himself, who always thought of Peano and his school as being strangely
free oflogical confusions and mistakes.) . Fir~t, it ~n hard~y be said that
Peano confused membership and mcluslOn, given that it was he himselfwho
introduced the distinction in 1889 through his symbol "e" (previously
to, and therefore independently of, Frege). If the objection means (which is
rather unlikely) that Peano would admit the symbol for membership as taking
place between two classes, it is true that this was the case when he used it to
indicate the meaning of some symbols, but only through the reading
"is" (e.g. full clarity that"1" (T) makes sense only before
individuals, and ''t'' before classes, no matter which particular symbols we
use for these notions. Thus, ''ta'', like "tx", both have to. be read
as "the class consti- tuted by ...", and" la" as "the
only member of a". Therefore, although Peano, to my knowledge, never used
"lX" (probably because he always which could be read as " 'a and
b being classes, "the only member of a belongs to b" is to be the
same as "there is at least one x such that (i) 'there is at least one a
such that for eve~,': and z belonging to a,.w = z' is equal to 't~ey such that
y =. x' , and (ii) x belongs to b ,where both the letter Iota and the words the
unit class" have disappeared from the definiens. aeCis.3a:x,yea.-::Jx,y.
x=y:beCIs•~:. . l a e b . = : 3 x 3(a = t x . x e b), 15 There is a well-known
similar example in the apparent vicious circle of Frege's famous definition
ofnumber. the reply to objection (1). There are other, minor objections as
well. (see my 199Ia, Chap. 3, §I.3)· Second, "la" does notstand for
the singleton class. Peano stated with thought in terms of classes), had he
done so its meaning, of course, would have been exactly the same as
"la", with no confusion at all. Third, "a" stands for a class
because it is so stated in the hypothesis, although it can represent an
individual when preceded by the descriptor, and together with it, i.e. when
both constitute a new symb.ol as a w.hol~. Here Peano's habit could perhaps be
better understood by mterpretmg it in terms of propositional functions, and
then by seeing" la" as being somewhat similar to <!>x, no
matter what reasons ofconvenience led him to prefer symbols generally used for
classes ("a" instead of"x"). There is little doubt that
this makes a difference with Russell. It could even be said that while, for
Peano, the inverted iota is the symbol for an operator on classes, which leads
us to a new term when it flanks a term, for Russell it was only a part of an
"incomplete symbol". I am not sure about Peano's answer to this, but
at any rate for him the descriptor could be eliminated only in conjunction with
the rest of the full express- ion "la e b", so that the most relevant
point of similarity again can be found in Peano. Last, there is no problem when
we join the original hypothesis and the definition: as I have pointed out in
the interpretation contained in the last part of (3) If, as it seems,
"a" is affected by the quantifier in the hypothesis, then it is a
variable which occurs both free and bound in the formula (if it is a constant,
no quantifier is needed). I am not sure about the possible reply by Peano
himself Perhaps he did not always distinguish with present standards o f
clarity between the several senses o f "existence" (or related differences)
involved in his various uses of quantifiers,r6 but in principle there is no
p'roblem when a variable appears both bound and free in the same expression,
although in different occurrences. At any rate, I cannot see how this could
affect my main claim; the important thing here is to recognize the fundamental
similarities between the elim- ination of the descriptor in Peano and Russell.
However, in the several readings I proposed I hope to have clarified a little
the role of ".3" in Peano. . (5) Peano could hardly have thought that
he was capable of eliminat- ing the descriptor, for he continued to use the
symbol and his whole system depended on it as a primitive idea.IS The only
additional reply is that only reasons ofconvenience can explain the retaining
ofa symbol in a system in cases where the symbol can be defined, i.e.
eliminated. (After all, Russell- himself continued to use the descriptor after
its elimination by means of his theory of descriptions.) But, as we have seen,
there is no doubt Peano thought that the descriptor could easily be eliminated
from propositions. (4) Russell rejected definitions under hypothesis, therefore
he would have rejected the Peanian definition of the descriptor. Of course, we
must admit that Russell (like Frege) rejected this kind ofdefinition, but this
took place especially in the context of the unrestricted variable of
Principia.I ? Besides, he himself used this kind of definition for a long
period once he mastered Peano's system. It was because he interpreted these
definitions as Peano did, i.e. merely as -a device for fixing the meaning of
the letters used in the relevant symbolic expressions. Thus, when for instance
one reads, after whatever symbolic definition, things like" 'x' being
..." or" 'y' being ...", this would really be a definition under
hypothesis, but, of course, only because the meaning of the sym- bols used
always has to be determined somehow. Anyway, there is no point in continuing
the discussion ofthis objection, given that it is hard- ly relevant to my main
claim. Even if Peano's original elimination of the descriptor does not work
because of its taking place in the framework of a merely conditional definition,
the force of his original insight could well have influenced Russell; at any
rate, it is worth knowing in itself (6) The reduction mentioned, even if it
really took place, was by no means followed by the philosophical framework
which made Russell's theory of descriptions one of the most important logical
successes of the century. Thus, Peano did not realize the importance of the
elimination. This last point can hardly be denied, but Peano's goals were very
different from Russell's, so I think that to point out a "lack" like
this makeslittle sense from a historical point ofview. 16 I would like to
recall here that it was Peano himselfwho discovered the distinction between
bound and free variables (which he respectively called "apparent" and
"real"), and probably-and independently of Frege-also the existential
and universal quantification (see my I988a and I99Ia for a detailed account of
both achievements). 18 In his I966a (p. 659), Professor Quine wrote that
"1" was a primitive and indefin- able idea in Peano. However, now
that we have exchanged several letters concerning an earlier version ofthis
article, I must say he has changed his mind. His letter to me ofII October 1990
contains the following passage: "I am happy to get straight on Peano on
descriptions. I checked your reference and I fully agree. Peano deserves all
the creditfor it thathas been heapedon Russell(except perhaps for Russell's
elaboration ofthe philosophi- cal lesson of contextual definition)" (my
emphasis). As for the sense in which the philo- sophical consequences of the
elimination of the descriptor were not very important for Peano, I have faced
the problem in my reply to objection (6). 17 And also in previous stages from
1906 onwards, through the (finally unsuccessful) attempt at a substitutional
theory based upon propositions, with no classes and no propositional functions.
. 19 For according to him the descriptor cannot be defined in isolation, but
only in the context of the class (a) from which it is the only member (la), and
also in the context of the clas~ (b) from which that class is a member, at
least to the extent that the class a is included in the class b, although this
supposes no confusion between membership and inclusion; see the second point of
my reply to objection (2) above. I think this is just the right interpretation
ofthe whole expression"1a Eb". In any case, I cannot help being
convinced that none of these objec- tions seems to have any force against my
main claim: that the elimin- ation of the descriptor was present in Peano with
essentially the same symbolic resources as in Russell. This is equivalent to
the first two claims at the beginning of this paper: (1) Peano clearly stated
the conditions of existence and uniqueness as providing the true significance
of the descriptor; and (2) he had enough symbolic techniques for dispensing
with it, including those required for constructinga definition in use.I9
As for (3), we have a few relevant passages, but the clearest one occurs
in I897b (p. 269), as I pointed out above. There we can read that"
Ta" is meaningless if the conditions of existence and uniqueness are not
ful- filled. Thus, even the third claim was made by Peano. Perhaps under
certain different interpretations of Peano's devices it could be shown that his
elimination of the descriptor was not exactly equivalent (in the tech- nical
sense) to Russell's. Yet even if so, I think that from the historical
viewpoint, which means to do justice both to Peano and Russell, it is important
to know that Peano had these resources at his disposal,' and that they may have
influenced Russell. However, we can see the heritage from Peano in a clearer
way if we compare the definition with the version for classes in the same
letter: . The parallelism is therefore complete, but before finishing this
paper I want to insist on my main claims by resorting now to one of Russell's
manuscripts from 1905, "On Fundamentals" (I90Sb).20 First, we find
there a definition stated in terms similar to Peano's, and with almost exactly
the same symbolic resources: Finally, I am not accusing Russell of plagiarism.
I only affirm that some ofthe ideas and devices which are important for the
eliminative definition of the descriptor were already present in Frege and
Peano, including the conceptual and symbolic resources, and that these works
are ones that Russell had studied in detail before his own theory was
formulated in 1905.22 Second, the later improvement of this definition is precisely
in the sense of making clearer that, although the method of the propositional
function was preferable to the one of class membership, the symbolic expression
of the conditions of existence and uniqueness is preserved. Even the idea -- also
coming from Peano -- according to which we cannot define the expression “la"
alone, but always in the context of a class (which in Russell became the form
of a propositional function), appears here. Benacerraf, P., and Putnam, H.,
eds., Philosophy ofMathematics (Cambridge: Cambridge U. P.). The first
appearance of Russell's definition, under the form which was adopted as final,
took place, not in "On Denoting", but in a letter to Jourdain of 3January
1906: 12 According to that, all other influences must be regarded as secondary.
Concerning Meinong's influence, for Russell the principle of subsistence
disappears as a consequence of the eliminative construction of the definite
article, which was a result of the new semantic monism. Russell's later
attitude to Meinong as a "main enemy" was only a comfortable recourse
(v. however, Griffin I977a). As for Bacher, Russell himself admitted some
influence from his nominalism (in his 1906a). In fact, Bacher I904a describes mathematical
objects as "mere symbols" (p. 122), and he advises Russell to follow
this line of work in a letter of April 1905 (only two months before Russell's
key idea): "the 'class as one' is merely a symbol or name which we choose
at pleasure" (quoted by Lackey [Russell I973a:30]). Finally, for MacColl
it is necessary to mention his 1905a, which appeared in January 1905, where he
spoke of "symbolic universes", which include things like round
squares (p. 308), and also spoke of "symbolic existence". Russell
pub- lished his I905tl as a direct response to this author, and there we can
see some conclusions from the unpublished manuscripts, although still by
solving peculiar cases in a Fregean context (see I990a). I agree with I.
Grattan-Guinness that MacColl was an important part of the context of Russell's
ideas on denoting (personal communication), but I have no room here to devote
to the matter. 20 For a fuller study ofthis manuscript, see I992a. There is,
however, a previous occurrence of this definition in the,manuscript "On
'JI(lX)(<I>x)•=•(:3b):<j>x.=x.X =b:'JIb. (Grattan-Guinness I977a,
p. 70)21 21 Substitution" (I905d), written in December 1905, with only
slight symbolic differences. I am indebted to Gregory Landini for the
historical point. 'JI(t'u)•=:(:3b):xEU.=x.X =b:'JIb. Peano, G., as. Opere
Scelte, ed. U. Cassina, 3 vols. (Roma: Cremonese, 1957- 59)· - - , I897a.
"Studii di logica matematica". Repr. in 05,2: 201-17. - - , I897b.
"Logique mathematique". Repr. in 05,2: 218-81. - - , I898a.
"Analisi della teoria dei vettori". Repr. in 05,3: 187-2°7. - - ,
I90oa. "Formules de logique mathematique". Repr. in 05,2: 304-61. Giuseppe
Peano. Peano. Keywords: implicatura, l’operatore iota. Refs.: Luigi Speranza,
“Peano e Grice sull’articolo definito,” -- Luigi Speranza, “Peano e Grice
sull’operatore ‘iota’, Deutero-Esperanto, l’errore di Quine, il carattere non
primitive dell’operatore iota. -- H. P.
Grice, “Definite descriptions in Peano and in the vernacular,” Luigi Speranza, "Grice e Peano: semantica
filosofica," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692216159/in/photolist-2mPEDc8-2mMRLT9-2mKS7Wc-2mKNCSe-2mKJypq-2mKJy6j-2mKCvRU-2mKyXoA-2mKfouW
Grice e Pecoraro – il conflitto – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Salerno). Filosofo. Grice: “He must be the only
philosopher who philosophised about ecstasis!”Grice: “Many don’t
consider him an Italian philosopher seeing that he got his maximal degree
without (not within) Italy!” – Domenico Paladino, Vettor Pisani, Omar Galliani,
Jan Knap, Giordano Montorsi, Iler Melioli, Xante Battaglia. Un'esperienza che
sarà importante in seguito, quando i tratti metafisici e di rivolta dell´opera
d´arte contemporanea verranno riscoperti in chiave nichilista. Fonda "Quadranti"
dedicato a G. Marotta dell´Istituto italiano per gli studi filosofici di
Napoli. è possibile dividere il percorso di studi e del suo pensiero in
due momenti distinti. Il primo, attivismo filosofico, comprende tutte le
attività e le iniziative tese a vivacizzare e svecchiare il dibattito critico e
filosofico; la divulgazione di temi e autori poco studiati -- tecnoscienza, Nichilismo, Filosofia del
suicidio, Metafisica e Teatro, Vattimo, Esposito, Agamben.Contatto con Vattimo,
Esposito, Givone, Volpi, Mattei, Ferraris. Studia nichilismo, suicidio e
filosofia negative, politica e morale. Una filosofia disperata e
negativa, assolutamente slegata da prospettive etico-politiche. Si tratta di
una filosofia fondata sul nichilismo e su una tradizione di filosofi maledetti.
I voyeuristic "esteticamente salvificano di un datato phatos
esistenzialista, del “tutto è vano” risultato ultimo della sua analisi
filosofica del suicidio, della psicanalisi e dei lacci concettuali e storici
tra nichilismo, nullae negazione. Il risultato è una filosofia
anti-fondazionale, che poggia le sue radici in una inter-soggettività
pessimista e malincolica, che nega qualsiasi etica, sociale e politica
estremizzando così l´accusa contro l´umano e tutte le sue costruzioni sociali,
storiche e morali. In questo orizzonte
di assenza di senso, decadenza e corruzione metafisica, l´unica, eventuale,
maniera di ribellarsi e resistere si concretizza, paradossalmente, nell´appello
alla responsabilità e all´azione di un noi (Freud ego et nos) tragico-nichilista
-- Ricerca un orizzonte di senso diverso
e più profondo che lo porta, però, alla perdita quasi totale dei suoi
precedenti fili conduttori. Interessi,
letture, pubblicazioni, ricerche si frammentano e perdono in intensità e
chiarezza. RDecisive, in questa fase, sono le questioni etico-politiche, la
critica dell´umanismo sociale contemporaneo e l´impegno filosofico. In primo
luogo devono essere segnalati, per l´importanza che rivestono, i due Seminari
tenuti presso l´Istituto per gli studi Filosofici di Napoli dedicato al “Bio-potere"
e la Bio-politica" Riformula il concetto di bio-potere usando come chiave
interpretativa il "Bios" di Esposito. La bio-politica discute e mette
alla prova la sua lettura radicalmente sistematica”della volontà di potenza,
avvento dell´oltre-uomo e ultrapassamento del nichilismo. Oltre a questi due
temi, il rigetto del relativimo, lo studio delle relazioni tra massa e potere;
l´affermazione di una visione essenzialista dell´umano, la riscoperta della
psicanalisi, del movimento Modernista. Elabora di un percorso teorico che,
fondandosi sulla necessità di pensare il presente e non il future di una
filosofia dell’attuale e sulla
convinzione che le categorie filosofiche sono obsolete e dannose per spiegare e
trasformare il mondo, si concentra in due diversi ambiti di ricerca in una
complessa e non risolta tensione tra aspirazioni pluriversalistiche e l´impegno
filosofico nella realtà e nella cultura. Il primo etico-morale si occupa delle
condizioni di possibilità di forme dell’inter-soggettivo nell´epoca dei
"diritti di tutte le cose del mondo" e della reazione alla crisi di
fondamenti, delineando quindi le basi di una filosofia del dovere di stampo post-illuminista. Il
second opolitico-sociale– attraverso la critica del politicamente corretto e
della retorica democratica, la de-costruzione del concetto di democrazia
attraverso la ripresa dell´idea di servitù volontaria, la lotta contro il
fascismo tende a ripensare il concetto di democrazia e la pratica democratica"
nei sistemi di potere e, più specificamente, si dedica all´esame delle
possibilità di una trasformazione radicale del pensiero filosofico e di una
concezione del “politico” in senso non tecnicista e non "sinistroide-reazionario". Saggi:
“I voyeuristi” (Salerno, Sapere); “Metafisica e poesia” (Roma); “Cosa resta
della Filosofia?”; “Dal sacro al Profano”; “Dall´Arcaico al Frammento”
“Bio-potere, Bio-politica”. Rossano Pecoraro. Pecoraro. Keywords: fascismo,
voyeuristic. Leopardi, I voyeuristi, conflitto e mediazione, voir,
voyant/voyeur. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pecoraro” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738819567/in/dateposted-public/
Grice e Pelacani – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Parma). Grice: “At Oxford, Strawson
used to confuse Pelacani with Pelacani!”
-- Antonio Pelacani (Parma), filosofo. Fu lettore (Grice: “reader or
lecturer?”) a Bologna, divenne consigliere Visconti. In questa veste si trova più volte coinvolto
in processi per eresia montati da Giovanni XXII per gettare nella polvere il
Visconti. Grande commentatore di Avicenna e Galeno. Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Saggi: “Circa intellectum
possibilem et agentem”; “De unitate intellectus”; Utrum primum principium
sive deus ipse sit potentie infinite”; “De generatione et corruptione";
“Questiones super tre metheorum.” Antonio
Pelacani. Pelacani. Keywords: passivo/attivo; non-agens/agens. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Pelacani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737858332/in/datetaken/
Grice e Pelacani – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Noceto).
Filosofo. “Dottore diabolico.” Parente
di Antonio Pelacani. Della sua medesima casata un altro filosofo: Francesco
Pelacani Nato nella provincia di Parma,
al comune di Noceto, la sezione di Castamezza, a pochi chilometri da Parma,
nulla si sa della sua vita sino a quando
frequenta la facoltà artium philosophie et medicine a Pavia dove come titolare
della cattedra di magister philosophie et loyce, delegato dal vescovo, diploma
in arti un certo Bossi. Insegna a Bologna e Padova. Contesta molte regole
della meccanica aristotelica e sostenne l'applicazione di nuovi strumenti
matematici per sostituire le regole obsolete. In particolare condusse
nuovi studi sull'ottica ne“Quaestiones de perspectiva.” Nel “Tractatus de
ponderibus” si occupa di statica ed elaborò nelle “Quaestiones de
proportionibus” una teoria del vuoto che si contrapponeva alle tesi del
continuo dei fisici aristotelici. Si occupa anche del moto dei pianeti in “Theorica
planetarum” e mette in discussione la cosmologia di Aristotele negando che si puo
sostenere l'incorruttibilità dei cieli e l'interpretazione teologica
dell'esistenza di un primo motore immobile, vale a dire di Dio. Nega quindi la
possibilità delle dimostrazioni a posteriori dell'esistenza di Dio e dell'immortalità
dell'anima individuale. Concepisce la natura o l'universo come un ente
ANIMATO (‘animismo – cf. Grice on ‘mean’ and ‘mean,’ ‘Smoke ‘means’ fire”), un
grande eterno animale in continuo movimento dove gl’esseri nascono per
generazione spontanea e, quando gli influssi astrali sono favorevoli, vengono
alla luce anche le anime intellettive umane. Riguardo alla morale, è convinto che gl’uomini deveno conformarsi
alla virtù per sua libera scelta. Per il materialismo delle sue dottrine, il dottore
diabolico, com'era soprannominato, e accusato d'eresia e condannato ma ciò non
gli impede d’essere apprezzato come un grande astrologo dai principi Carraresi
di Padova e dalle corti dei sovrani tanto da ottenere di essere sepolto nel
duomo di Parma. Gli si attribuiscono dei commenti a Witelo per una
corretta interpretazione della prospettiva e a Bradwardine nell'opera questiones
super tractatu "De proportionibus" Thome Beduerdini. G.
Robolini, Notizie appartenenti alla storia della sua patria, Pavia. Memorie
degli scrittori e letterati parmigiani raccolte da I. Affò (Stamperia reale,
Bodoni), citato anche per la sua avarizia in B. Veratti, De' matematici
italiani” -- Commentario storico R. Majocchi,
Codice diplomatico dell'Pavia, Enciclopedia Garzanti di filosofia, F. Camerota,
Nel segno di Masaccio: l'invenzione della prospettiva e la filosofia della
percezione. Giunti, La scuola francescana di Oxford, Opere Le Quaestiones de
anima” (Firenze, Olschki); “Questiones super tractatus logice magistri Petri
Hispani” (Parigi, Vrin); “Quaestiones circa tractatum proportionum magistri
Thome Braduardini” (Parigi, Vrin); “Questiones super perspectiva communi” (Parigi,
Vrin); “Quaestiones de anima: alle origini del libertinismo,” V. Sorge, Napoli,
Morano, Firenze, Sismel, Edizioni del Galluzzo. Scientia de ponderibus. Tractatus
de ponderibus, Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Pelacani is yet another of the Pelacani.
There are at least four of them: two Antonios, una Biagio, and one Francesco. Biagio
Pelacani. Pelacani. Keywords: implicature, prospettiva, filosofia della
percezione, origini del libertinismo, commentario in detaglio sulla semiotica
di Occam – dialettica – segno, nota, sermo. Refs.: Luigi Speranza, “Pelacani,
Grice, e Shorpshire sull’immortalità dell’anima.” Luigi Speranza, “L’animismo
di Pelacani e Grice, ‘smoke means fire, literally.’” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692236265/in/photolist-2mKSdUR
Grice e Pellegrini – l’amore come
affezione dell’animo – e la sua manifestazione nel giovine nobile – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Sonnino).
Filosofo. Grice: “I like Pellegrini:
he found Aristotle’s ‘obscure’ for the youth the manual Ethica Nichomaechaea is
intended for!” -- Fu, secondo
Tiraboschi, uomo che da' suoi meriti e dalle promesse fattegli da più pontefici
pareva destinato a' più grandi onori; ma che non giunse che ad ottenere alcuni
beneficii ecclesiastici». Tenne la cattedra di filosofia a Roma. Pubblicò il “De affectionibus animi noscendi et emendandis
commentaries” e un'edizione della traduzione in latino di Lambin dell' Etica
Nicomachea di Aristotele -- i “De moribus libri decem -- corredandola di un
riassunto e di commenti, nei quali altera il testo di Aristotele di cui lamenta
la difficoltà e l'oscurità. Benché Aristotele sconsigli lo studio dell'etica ai
giovani, ancora immaturi per una retta comprensione dei principi morali, al
contrario, ritiene che lo studio dell'etica debba essere impartito prima ancora
di quello della filosofia della natura, in modo che i giovani possano
affrontare gli studi scientifici con animo libero dalle passioni. Fu più
oratore che flosofo, non pensò ad inovar cosa alcuna, e seguì costantemente
insegnando i precetti del filosofo stagirita. Saggi: “Oratio habita in almo urbis gymnasio
de utilitate moralis philosophiae, cum ethicorum Aristotelis explicationem
aggederetur” (Roma); “De Christi ad coelos ascensu” (Roma); “Oratio in obitum
Torquati Tassi philosophi clarissimi” (Roma); G. Tiraboschi, Storia della
letteratura italiana. C. Carella, L'insegnamento della filosofia alla
"Sapienza" di Roma nel Seicento. Renazzi, Storia dell'università
degli studj di Roma. G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Milano, Società tipografica de' classici
italiani. Renazzi, Storia dell'università degli studj di Roma, Roma, Pagliarini
rist. anast. Bologna, Forni. C. Carella, L'insegnamento della filosofia alla
"Sapienza" di Roma nel Seicento. Le cattedre e i maestri, Firenze,
Leo S. Olschki. Pellegrini scrive due important commenti su Aristotele, uno in
cui enumera gl’affezioni dell’anima – dall’amore all’ira – amore, Speranza,
ira, audacia, temore, dolore. Nell’introduzione, elabora un concetto generale
di che cosa e un’affezione dell’anima – il corpo non e menzionato. Ma
Pellegrini elabora sulla questione dell’anima e il corpo per l’affezione – che
e affetato nell’affezione? Il econdo e un commentario sull’onore e la
nobilitated – Due trattati sono menzionato dai storici della filosofia. Nel
terzo trattato, Pellegrini elabora la questione di Tasso ‘filosofo chiarissimo’
– vide Tasso --. Finalmnte, nella sua funzione di censore papale, riceve un
saggio sulla politica d’aristotele da un filosofo Tedesco. Pellegrini critica
la toleranza del filosofo alla posibilita del fraudo – ma il filosofo no
considera le oggezioni di seria considerazione. Pellegirni e associato al
ginnasio di Roma – Il ginnasio e una istituzione laica – “for I cannot imagine
naked monks, playng around!” – Grice. Keywords: implicatura. H. P. Grice, “Il
Tasso di Pellegrini” -- Pellegrini.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Pellegrini e Grice sulla etica nicomachea,”
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692188465/in/photolist-2mKRYGH-Ck9fTK-nViEV6-hSTpSd
Grice e Pennisi – lo spirito
nazionale – filosofia italiana – filosofia dell’isola – filosofia della sicilia
– filosofia siciliana -- Luigi Speranza (Catania). Filosofo. Grice:
“I like Pennisi’s irreverent tone – typically Italian! – to evolution – and
especially evolution of language. By obsessing with linguistic tokens, we have
lost our capacity to mean otherwise than non-naturally!” Grice: “His metaphor
of ‘the price of lingo’ is very apt – we win, we lose!” – Grice: “Pennisi is a
Griceian at heart in that in his study of both schizo ad paranoic (both
psychotic) systems of communication, he focus on what he and I call the
‘adequazione pragmatica,’ i.e. the ability or competence, to irritate Chomsky,
to implicate!” Ha diretto il Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche,
Pedagoche e degli Studi Culturali dell'Messina, presso cui è titolare della
cattedra di filosofia del linguaggio. I suoi interessi riguardano
prevalentemente la psicopatologia del linguaggio e, più in generale, la
relazione tra linguaggio, evoluzione e cognizione umana. Consegue la
laurea in Lettere Moderne presso la Facoltà di Lettere e Filosofia a
Catania con una tesi dal titolo “I
presupposti ideologici della teoria della storia linguistica di B. Terracini,” sotto
la guida di Piparo. Vince il concorso
libero per ricercatore e svolge la
carica presso l'Istituto di Filosofia della Facoltà di Magistero dell'Messina.
Diventa professore associato di filosofia del linguaggio nella Facoltà di
Magistero di Messina. Vince la procedura di valutazione per l'ordinariato-- è direttore del Dipartimento di Scienze
cognitive e della formazione della Facoltà di Scienze della Formazione e preside
presso la stessa Facoltà. -- è coordinatore del Collegio di Dottorato in
Scienze cognitive dell'Messina. Aree di ricerca Psicopatologia del
linguaggio. L'ipotesi di base per l'analisi del linguaggio psicopatologico
parte da un confronto sistematico tra il linguaggio psicotico nelle sue due
declinazioni più significativequella schizofrenica e quella paranoica con il
linguaggio tipico delle patologie cerebrali e con quello caratteristico dei
soggetti normali. La tesi di Pennisi è che i soggetti psicotici, a differenza
di quelli con deficit cerebrali, non mostrino difficoltà visibili dal punto di
vista dell’articolazione fonica, della proprietà lessicale o della capacità
sintattica e semantica, ma che invece la cifra elettiva del loro linguaggio
consista in un depauperamento della complessità dei significati. Questo
impoverimento della dimensione della complessità si manifesta nella
schizofrenia con un linguaggio privato e pragmaticamente inadeguato, e nella
paranoia con un unico tema delirante che riassume e congela tutto il destino
del soggetto. La psicopatologia del linguaggio rappresenta inoltre una delle
sfide più difficili per le scienze cognitive, in quanto le psicosi, tra tutte
la schizofrenia, sembrano a tutt’oggi resistere ad ogni tentativo di
spiegazione neuroscientifica. Nella sua impostazionei, il linguaggio può essere
considerato una forma di tecnologia corporea. Il linguaggio è, in particolare,
la tecnologia specie-specifica di Homo sapiens che ne ha caratterizzato
l'adattamento a tal punto da rischiare di minacciarne l'esistenza. La
cognitività linguistica del Sapiens, infatti, modificando profondamente le regole
stesse dell'evoluzione biologica se da un lato ci ha consentito di essere i
dominatori naturali dell'intero pianeta, dall'altro è "ciò che
beffardamente ci avvicina alla fine, il messaggero della nostra imminente
estinzione. In continuità con le tesi sul linguaggio, propone un nuovo concetto
di bio-politica, in antitesi con il concetto sviluppato da Foucault. In
particolare, propone di investigare i fenomeni sociali e politici mediante la
comprensione delle dinamiche naturali che li sottendono. L'errore di Platone è,
nel sistema di idee proposto da Pennisi, l'idea di poter ingegnerizzare la
società e di poterme controllare ogni possibile esito. Ancora una volta, tale
illusione è data dal linguaggio e dalla razionalità linguistica che
contraddistingue Homo sapiens. Accadimenti come le crisi economicheal pari di
altri fenomeni socio-politicipossono essere compresi solo se si indagano i
fenomeni naturali che ne stabiliscono le dinamiche, come ad esempio i flussi
migratori e la riproduzione. Altre opere: “L'errore di Platone –
biopolitca, linguaggio, e diritti civile in tempo di crisi” (Bologna, Mulino); “Il
prezzo del linguaggio” (Bologna, Mulino); “L’isola timida: Forme di vita nella
Sicilia che cambia” (Roma, Squilibri); “Le scienze cognitive del linguaggio” (Bologna,
Mulino); “Scienze cognitive e patologie del linguaggio” (Bologna, Mulino); “Segni
di luce” (Mannelli, Rubbettino). “Psicopatologia del linguaggio: storia,
analisi, filosofie della mente” (Roma, Carocci); “Le lingue utole: le patologie
del linguaggio fra teoria e storia” (Roma, Nuova Italia Scientifica); "La
tecnologia del linguaggio tra passato e presente, in Blityri, Pisa, ETS, Telmo Pievani, Linguaggio, proprio tu, ci
tradirai. R. Eugeni, Per una biopolitica
a-moderna. Il pensiero del potere in S. Kubricke oltre, in Le ragioni della natura”
(Messina, Corisco, Franco Lo Piparo Tullio De Mauro Umberto Eco.Dip. Scienze
cognitive, psic., ped. (unime), su unime. Pennisi. Keywords: filosofia
dell’isola, filosofia della sicilia, filosofia siciliana, cariddi, capo peloro.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pennisi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51739554110/in/datetaken/
Grice e Pera – il ragionere -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Lucca).
Filosofo. Important Italian
philosopher. Si diploma in ragioneria
all'Istituto "F. Carrara" di Lucca. Studia a Pisa sotto Barone. Insegna
a Pisa. Convinto che le libertà civile si e riconduce alla dignità intrinseca
della persona umana, che permane quale che sia la verità delle convinzioni di
ciascuno, rileva come sia sbagliato fare del relativismo elitario il fondamento
della società. Questa sorge grazie a quel terreno fertile rappresentato dal principio
della tolleranza Un saggio filosofico di
rilievo riguarda il metodo scientifico e l'induzione. Dedicato nell’”Espresso” ai
filosofi che avevano tentato di confutare Marx, il primo e Popper. Ulteriori
studi furono dedicati alle teorie sui metodi di ricerca di Hume e ai metodi
induttivi e scientifici. Saggi "Hume, Kant e l'induzione". Sviluppa
ricerche sui primi studi di elettricità compiuti nel settecento da Volta e da
Galvani. Analizza in dettaglio il rapporto tra scienza e filosofia, in
particolare nel rinascimento volgare italiano (Galilei, Telesio). La metafora
delle palafitte (anche usata da Vitters): come le palafitte dell'uomo
preistorico, la filosofia (in particolare la teoria della relatività e la
fisica atomica) non si fonda su una base solida come la roccia, ma e soggetta a
modifiche e revisioni, a seguito della scoperta di nuove particelle, di nuovi
fenomeni, o di nuove leggi fisiche che in parte modificano quelle precedenti
della fisica classica. C’e progresso in filosofia. Non poggerebbe su un fondamento
immutabile, ma su un principio che puo essere oggetto di ulteriori analisi ed
approfondimenti.. La filosofia ha validità limitata a un determinato contesto –
e. g. Oxford. Secondo questo orientamento il griceianismo e modificabile. Fra
le revisioni di sistemi scientifici studiate da lui vi è la rivoluzione di
Telesio e Galilei che reca obsoleto il geo-centrismo. Sono poi analizzate le
teorie elettromagnetiche, a partire dalle prime formulazioni empiriche di Volta
e Galvani. Pera analizza il progresso della filosofia in relazione a quella del
metodo, basato su procedimenti razionali ed induttivi. Altri saggi: "Induzione,
scandalo dell'empirismo", i "La scoperta scientifica: congetture
selvagge o argomentazioni induttive?",
"È scientifico il marxismo?", “Il canone del razionale” Craxi.
Lei mette in discussione i fondamenti stessi dello stato di diritto, la
rivoluzione ha regole ferree e tempi stretti. Quei politici che, come Craxi,
attaccano i magistrati di Milano, mostrano di non capire la sostanza grave,
epocale, del fenomeno. Si occupa soprattutto dei problemi della Giustizia in
Italia. La democrazia è quel regime di governo che permette a chi si oppone di
sostituire pacificamente chi prende le decisioni a nome della maggioranza. Lo istrumento
della democrazia non è soltanto il voto, ma l'argomentazione, il discorso, il
confronto. Per sostituire chi governa, prima di votare occorre confutare e
criticare. Allo stesso modo per governare occorre argomentare e convincere. Partecipa
anche ad alcuni temi di politica locale, in particolare in Toscana e a Lucca. vivere
“velut si Deus daretur”. "Se Dio esiste, ci sono limiti morali alle mie
azioni, comportamenti, decisioni, progetti, leggi e così via. Il denominatore comune
e il rinascimento e l’'illuminismo. Il concettio di eguaglianza fra gl’italiani
i e di solidarietà sociale, che sono oggi alla base della costituzione dellea nazione
italiana. È lo stesso soffio del vento di Monaco nel 1938. Defende nostra
autonomia individuale, che è la condizione su cui dobbiamo sempre vigilare (da
ciò il nostro liberalismo)”.
Altre opere: “Apologia
del metodo” (Pisa, Scientifica); “La scienza su palafitte” (Roma, Laterza); “Induzione”
(Bologna, Mulino); “Il razionale e l’irrazionale nella scienza” (Milano,
Saggiatore); “La rana ambigua. La controversia sull'elettricità animale tra
Galvani e Volta” (Torino, Einaudi)’ “Scienza e retorica” (Roma, Laterza); “Persuasione”
(Milano, Guerini); “Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo” (Milano,
Mondadori); “Il libero e il laico” (Siena, Cantagalli); “Etica liberale” (Milano,
Mondadori); “Il liberalismo di Pannunzio” (Torino, Centro Pannunzio). La
scienza non poggia su un solido strato di roccia. L'ardita struttura delle sue
teorie si eleva, per così dire sopra una palude. È come un edificio costruito
su palafitte. Le palafitte vengono conficcate dall'alto giù nella palude: ma
non in una base naturale o "data"; e il fatto che desistiamo dai
nostri tentativi di conficcare le palafitte più a fondo non significa che
abbiamo trovato un terreno solido. Semplicemente, ci fermiamo quando siamo
soddisfatti e riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano abbastanza
stabili da sorreggere la struttura. “Il mio e un relativismo elitario” Marcello
Pera. Pera. Keywords: implicature, relativismo elitario, implicatura elitaria,
ragione, filosofo come ragionere, le radici romana del ragionere, ratio,
ragionere, l’assenza del concetto di ratio nella lingua greca, la ‘ratio’ di
Pitagora, la ‘ratio’ della scuola di Crotone. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Pera," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685518838/in/photolist-2mPQGvz-2mPMaQM-2mPtnaL-2mPszkp-2mPpwbZ-2mN8Hgb-2mN8ym7-2mLP4Rj-2mPCgo1-2mKG3XG-2mKCrta-2mPpskp-2mPvmTf-2mKjsJY-2mKgN49-2mPHbXQ-2mKbok1-2mJq2uE-E4u3XA-Bq5Mgn-nTXjQ9-obihzh-oddDmK-obniwY-oddCEe-oddKsc-ob9cLV-nTWNqo-obnngm-nTXn7o-obrAi8-nTXmLo-oddxmi-obnk8d-obrGZK-obrLsr-nTYe3e-obrG22-nTXgE1-nTXiX7-nTYdn6
Grice e Peregalli – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Roma). Filosofo. I luoghi e la polvere
Incipit All'inizio della Genesi il serpente convince Eva a mangiare con Adamo
il frutto dell'albero della conoscenza. Così i loro occhi si apriranno e
vedranno per la prima volta la loro nudità. Comincia in questo modo la storia
della conoscenza e del desiderio. Vedere, desiderare e infine morire. Il tempo,
il suo scorrere nelle nostre vene, diventa dominante. Lo splendore
dell'attimo, la sua rivelazione abbagliante, ne sancisce la caducità. Il tempo
corrode la vita e la esalta. Insieme alla conoscenza e al desiderio nasce anche
l'amore per la fragilità dell'esistenza. Le cose si rovinano. Citazioni
Se si vuole vedere, o meglio, se nel destino è scritto che si veda a tutti i
costi, se si vuole desiderare, se si vuole conoscere (così si capisce quanto
poco la conoscenza abbia a che fare con principi puramente razionali), si deve
diventare mortali. Gli dei sono indifferenti. Per gli uomini inizia così la
differenza. Finché non conosci, finché non mangi il frutto dall'albero della
conoscenza, sarai eterno. Non saprai cosa sono il bene e il male, il desiderio,
l'attrazione dei corpi, la morte. Il tempo è la nostra carne. Siamo fatti di
tempo. Siamo il tempo. È una curva inesorabile che condiziona ogni gesto della
nostra vita, compresa la morte. La superficie di qualunque "cosa",
sia essa un oggetto o un luogo, è intaccata dal tempo, riposa nel tempo. Viene
corrosa, sporcata, impolverata in ogni istante. Sono la sua caducità e la sua
fragilità che la fanno vivere nel trascorrere delle ore, dei giorni, degli
anni. L'eternità è un miraggio, e non è la salvezza. Stare in casa significa
poter assaporare il piacere di sapere che fuori c'è un paesaggio meraviglioso
e, quando vuoi, apri la porta o la finestra e lo guardi. Deve esserci lo sforzo
del gesto. Il desiderio va centellinato, perché sia più profondo. Il bianco è
il profumo dei colori. Il bianco, ancora più del nero, laddove usato nella sua
purezza, è uno dei colori più difficili che esistano, e meno imparziali. Usato
in quantità massicce la sua forza ci si ritorce contro. Diventa indifferente
solo in apparenza. In realtà l'indifferenza non esiste. Nulla è indifferente. È
un abbaglio, un alibi. Equivale all'apatia. I vetri, il bianco sono materia,
colore, carne, vita. L'ombra, come la polvere, è il nostro fondo nascosto. La
si vuole cancellare. Deve essere un eterno meriggio. Così si elimina la
"carnalità del luogo", il suo erotismo sottile, la sua terrestre
caducità. Purtroppo in estetica la dittatura di un elemento è identica alla sua
democratizzazione. Il livellamento dei luoghi conduce alla dittatura della luce
e viceversa. Tutto diventa uguale nell'indifferenza. Di fronte all'ottusa
sicumera che ci avvolge esiste un tempo altro che non possiamo controllare,
dirigere, comandare e che può aprire nuove prospettive, trovando sentieri
tortuosi, o spesso non tracciati. Nelle sacche dell'errore (che è un erramento)
può ancora trovarsi un cammino. Il passato è stato messo in una teca,
sigillato, perché non nuoccia. Lo si può venerare, ma lo si teme. E comunque
non deve essere imitato. Gli antichi, invece, in ogni momento hanno sempre
guardato indietro. Da lì traevano ispirazione. Cancellavano per ricreare. Credo
che in quest'epoca falsamente luccicante e rassicurante, che vuole esorcizzare la
morte e la fragilità della vita a ogni passo, e dove colori sgargianti,
superfici nitide e sorde, luci accecanti circondano il nostro vivere, un
sentiero possibile sia quello di cercare negli interstizi delle cose prodotte
dall'uomo una crepa, una rovina che ne certifichi la fondatezza. In un mondo
che teorizza le guerre "intelligenti" e gli obiettivi
"mirati" la barbarie non è costituita dalle distruzioni, ma dalle
costruzioni. Il decadimento fa parte dell'essere. Tutto decade, crolla, si
disfa. Ma questo decadimento è un frammento di noi. Il concetto di
incontaminato è fondamentalmente falso. Tutto è contaminato dal tempo e
dall'uomo. Nell'attimo stesso in cui mettere le sue radici in un luogo lascia
un segno e l'incanto si sbriciola. Esistono nelle città, nei paesi, nelle
campagne, "rovine semplici"...Cascine abbandonate, un muro senza
aperture, uno spiazzo solitario con una fabbrica dismessa, una vecchia
ciminiera diroccata, una strada che non finisce, chiese, mausolei, tumuli
lasciati al loro destino, attraversati dal tempo. Luoghi che apparentemente non
dicono nulla di più della loro solitudine e del loro abbandono e in cui il
motivo delle loro condizioni non si legge più tra le pieghe dell'architettura.
Le ferite, se mai ci sono state, non mostrano la loro origine. Troviamo queste
rovine dappertutto nel mondo, sparse tra le nuove costruzioni, o isolate e
lontane. Quello che colpisce è la tranquillità, la pacatezza. Non servono più a
nulla, non possono essere sfruttate, manipolate. Possono solo essere cancellate
da una ruspa. Questa fragilità è la loro forza. Ci affascinano perché ci
somigliano. Somigliano al nostro essere caduchi, alla nostra mortalità, alla
sete dei nostri attimi di felicità. Nel mondo c'è un'ansia di eternità. L'idea
che tutto debba tornare a risplendere com'era. È un'epoca, questa, in cui da
una parte si desidera l'infinito e dall'altra ci si spaventa per la fragilità
delle persone e dei luoghi. Pensare che un luogo possa cristallizzarsi in
un'eternità senza tempo è una chimera che denota, mascherato di umiltà, un
senso di presunzione infinito. La nostra vita è la nostra memoria. Attraverso
il passato guardiamo il futuro. Se lo distruggiamo e lo ricostruiamo in modo
fittizio non resterà più niente. La bellezza di un oggetto deriva in buona
misura dalla sua patina. Più che la frattura tra antico e moderno, ciò che dà
consistenza alla nostra vita e la rende accettabile è la patina del tempo. La
certezza che le cose e i luoghi deperiscono serenamente. È questa una
"decrescita" estetica, un principio che vede nella caducità la
traccia della loro bellezza. Una volta le cose erano fatte per durare ed erano
caduche. Quindi veniva calcolata la loro deperibilità per farle diventare
sempre più belle. Oggi le cose si producono per essere effimere, e al tempo
stesso si proteggono con vernici e altre sostanze, perché sembrino eterne. Una
città per avere un'anima non deve essere perfettamente pulita. Devono rimanere
le tracce di quello che accade. Così i resti della nostra vita possono
affiorare, come i ricordi dagli angoli delle strade, dai cespugli, dai muri. La
materia di cui sono fatte le cose deve plasmarsi sull'aria che si respira, deve
ricevere l'ombra. La durata delle cose nel tempo non si può comperare. Il corpo
va amato per quello che è. La sua fossilizzazione, invece, rischia di tradirne
l'essenza, la cui forza è la caducità. Il motivo per cui ci attrae, ci eccita,
ci tiene con il fiato sospeso in tutti i suoi anfratti più segreti, il suo
odore, la sua superficie, il suo colore, è la sua consistenza che muta negli
anni e si adatta a noi e al mondo. Parole come design e lifting hanno un suono
sinistro. Dicono lo stesso. La plastificazione degli oggetti e dei corpi, il
loro luccicare senza vita, come i pesci lasciati a morire sulla riva. Tracciamo
un mondo che dovremmo indossare come una muta per aderirvi perfettamente e in
cui però i nostri movimenti diventano falsi e rallentati, chiusi in un cofano
che toglie il respiro. Corpi rimodellati che abitano e usano luoghi altrettanto
rimodellati. Il museo deve introdurre la gente in un mondo speciale, in cui le
opere dei morti dialogano con gli sguardi dei vivi, in un confronto duraturo e
fecondo. I musei, che sorgono sempre più numerosi in quest'epoca, sono divenuti
edifici-scultura. Vengono chiamati a progettarli gli architetti più accreditati
del momento, che inventano dei mausolei per la loro gloria, prima ancora di
sapere a cosa serviranno. In essi la gente non va tanto a vedere le esposizioni
o le opere presentate quanto i monumenti stessi. Gli allestimenti museali sono
un riassunto e uno specchio drammatico dell'epoca in cui viviamo. I vetri
antiproiettile, l'illuminazione da stadio o catacombale, i colori sordi e
luccicanti dei muri, il gigantismo insensato, le ricostruzioni senz'anima. Via
la polvere, via la patina, via l'ombra, via la carne di cui siamo fatti. Tutto
è asettico. Cancellando la mortalità della vita, il luogo diventa eternamente
morto. L'arte è mimesi della natura. La mima, la reinventa, la accompagna
fedelmente nel cammino del tempo. Non c'era contrasto e nemmeno violenza.
L'abitare sulla terra era una convivenza armonica in cui l'uomo beneficiava
della natura, e questa traeva profitto e bellezza dalla presenza dei disegni
dell'uomo. Così nascevano i luoghi. L'occhio che guarda questi luoghi, luoghi
diroccati e abbandonati, immagina il loro passato, sente attraverso la pelle
consumata dal tempo l'anima che li avvolge. La patina, come la polvere, si
deposita sulle cose. Dà loro vita. Le inserisce nel tempo. Un tavolo, una
sedia, un bicchiere parlano del passato, delle mani che li hanno toccati,
attraverso la pelle del tempo che li avvolge a poco a poco. Le tracce del
passato si leggono tra le crepe dei muri, oltre l'umidità della pioggia e il
calore riarso del sole. Roberto
Peregalli, “I luoghi e la polvere,” Bompiani. Roberto Peregalli. Peregalli.
Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Peregalli” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738894063/in/datetaken/
Grice e Perniola – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Asti). Filosofo. Studia la filosofia del metaromanzo a Torino sotto Pareyson. Incontra
Vattimo ed Eco, che si è fatto tutti gli studiosi di spicco della scuola di
Pareyson. Cllegato alla all'avanguardia dei situazionisti. Insegna a Salerno e Roma.
Collabora a agaragar, Clinamen, Estetica
Notizie. Fondato Agalma. Rivista di Studi Culturali e di Estetica.L'ampiezza,
l'intuizione e molti-affrontato i contributi della sua filosofia gli ha fatto
guadagnare la reputazione di essere una delle figure più importanti del
panorama filosofico contemporaneo. Pubblica “Miracoli e traumi della Comunicazione”. Le sue attività ad ampio raggio
coinvolti formulare teorie filosofiche innovative, filosofare, l'estetica di
insegnamento, e conferenze. Si
concentra sulla filosofia del romanzo e la teoria della letteratura. Nel suo
primo saggio principale, Il metaromanzo, sostiene che il romanzo da Henry James
a Samuel Beckett ha un carattere auto-referenziale. Inoltre, si afferma che il
romanzo è soltanto su se stesso. Il suo obiettivo e quello di dimostrare la
dignità filosofica del meta-romanzo e cercare di recuperare un grave
espressione culturale. Montale gli loda per questa critica originale del
romanzo come genere filosofico. Però, non solo hanno un'anima accademica ma
anche una anima anti-accademica.. Quest'ultima è esemplificato dalla sua
attenzione all’espressioni alternativa e trasgressiva. Un saggio importante
appartenente a questa parte anti-accademico è “L'alienazione artistica”, in cui
attinge la filosofia marxista. Sostiene che l'alienazione non è un fallimento
di arte, ma piuttosto una condizione dell'esistenza stessa dell'arte come
categoria distintiva dell'attività umana. I situazionisti (Castelvecchi, Roma)
esemplifica il suo interesse per l'avanguardia. Dà conto dei situazionisti e
post-situazionisti nel quale è stato personalmente coinvolto. Ha videnzia anche
le caratteristiche contrastanti dei membri del movimento. In “Agaragar” continua
la critica post-situazionista della società capitalistica e della borghesia. Saggio
sul negativo” (Milano: Feltrinelli). – cf. Grice, “Negation and privation”. Il
negativo qui è concepito come il motore della storia. Post-strutturalismo.
Offre alcuni dei suoi contributi più penetranti alla filosofia. In Dopo Heidegger.
Filosofia e organizzazioni culturali sulla base di Heidegger e Gramsci,
include un discorso teorico sulla organizzazione sociale. Sostiene la
possibilità di stabilire un rapporto tra cultura e società nella civiltà. Come
l'ex interrelazioni tra la metafisica e la chiesa, la dialettica e lo stato, la
scienza e professione sono state decostruito, la filosofia e la cultura
rappresentano un modo per superare il nichilismo e il populismo che
caratterizzano la società. Pensare rituale. La sessualità, la morte, Mondo
contiene sezioni sulla Società dei simulacri e Transiti. Venite si va Dallo
Stesso allo Stesso (Transiti. Come andare dalla stessa per lo stesso). Teoria
dei simulacri si occupa con la logica della seduzione. Anche se la seduzione è
vuoto, è comunque radicata in un contesto storico concreto. Simulazione,
tuttavia, fornisce immagini che sono valutati come tali indipendentemente da
quello che effettivamente implicano riferiscono. Una immagine e una simulazione
in che seducono e ancora fuori loro vuoto ha un effetto. Illustra il ruolo
di tale immagine in una vasta gamma di contesti culturali, estetiche e sociali.
La nozione di transito sembra essere più adatto per catturare l’aspetto culturali
della tecnologia che altera la societa..Transit di oggivale a dire che vanno “dallo
stesso allo stesso” evita di cadere nella contrapposizione della dialettica che
avrebbe precipitare pensare nella mistificazione della metafisica”. Postumano
include altri territori nella sua ricerca filosofica. In Del Sentire -- indaga un
modo di sentire che non ha nulla a che vedere con i precedenti che hanno
caratterizzato l'estetica. Sostiene che sensologia ha assunto. Ciò richiede un
universo emozionale im-personale, caratterizzato da un’esperienza anonima, in
cui tutto si rende come già sentito. L'alternativa è quella di tornare indietro
al mondo classico e, in particolare, all’antica Roma. In “Il sex appeal
dell'inorganico”, riunisce la filosofia e la sessualità. La nostra sensibilità
trasforma il rapporto tra una cosa e gl’esseri umani. Sex si estende oltre
l'atto e i corpo. Un tipo organico di sessualità viene sostituita da una
sessualità neutra, in-organica, arti-ficiale, indifferente alla bellezza o
forma. Esplora il ruolo dell'eros, il desiderio e la sessualità nell’esperienza
estetica e l'impatto della tecnologia. La sua è una linea che apre prospettive
sulla nostra realtà contemporanea. La caratteristica più sorprendente è la sua
di coniugare una rigorosa re-interpretazione della tradizione filosofica con
una meditazione sul “sexy”. Si rivolge aspetti perturbanti come rapporto
sessuale senza orgasmo, apice o qualsiasi rilascio della tensione. Si occupa dell’orifizio
e l’organio, e la forma di auto-abbandono che vanno contro un modello comune di
reciprocità erotica. Tuttavia, attingendo alla tradizione critica
trascendentale, sostiene anche che ogni coniuge e una cosa, perché in costanza
di matrimonio ogni affida il suo la sua intera persona all'altra al fine di
acquisire un diritto pieno su tutta la persona dell'altro. In “L'arte e la sua ombra” popone
un'interpretazione alternativa dell'ombra che ha una lunga storia nella
filosofia. Nell'analisi dell'arte e del cinema, esplora come l'artisti sopravviveno
nonostante la comunicazione di massa e la riproduzione. Il senso dell'arte è da
ricercarsi in ombra creato, che è stato lasciato fuori
dallo stabilimento arte, comunicazione di massa, mercato e mass
media. La sua filosofia copre anche la storia di estetica e teoria estetica. Pubblica
“Enigmi -- Il momento Egizio Nella Società e nell'arte” in cui analizza l’altra
forma di sensibilità che si svolgono tra gl’uomini e le cose. La nostra società
vivendo un “momento egizio”, caratterizzato da un processo di rei-ficazione.
Come il prodotto di alta tecnologia assume sempre una proprietà organica, gl’uomini
si trasformano in cosi, nel senso che si vedeno deliberatamente come oggetti
sessuali. In L'estetica del Novecento fornisce un resoconto originale e la
critica alle principali teorie estetiche caratterizzato il secolo precedente. Traccia
le tendenze basate sulla vita, la forma, la conoscenza, l’azione, il sentimento
e la cultura. In Del Sentire cattolico. La forma culturale di Una religione universale
la sensazione di Cattolica. La forma culturale di una religione universale),
sottolinea l'identità culturale del cattolico (kath’holou”), piuttosto che il
suo uno moralitstico e dogmatico. Propone il cattolico senza l'orto-dosso e una
fede senza dogma che consente il cattolico ad essere percepito come un senso
universale di sentimento culturale. “Strategie del bello: estetica italiana” analizza
le principali teorie estetiche che ritraggono le trasformazioni avvenute in
Italia. Mette in luce il rapporto tra i tratti storici, politici e
antropologici radicati nella società italiana e il discorso critico sorto
intorno a loro. La conoscenza e la cultura sono concessa una posizione
privilegiata nella nostra società, e dovrebbero sfidare l'arroganza degli
stabilimento, l'insolenza degli editore, la volgarità dei mass media, e il roguery
plutocratico. La filosofia dei media. La sua ampia gamma di interessi
teorici includono la filosofia dei media. In
“Contro la Comunicazione” analizza l’origine, il meccanismo, la dinamica della
comunicazione e suo effetto degenerative. “Miracoli e traumi della comunicazione”
si occupa dell’effetto inquietante della comunicazione concentrandosi sull’evento
generative: una rivolta degli studenti, la rivoluzione iraniana, la caduta del
muro di Berlino, World Trade Center attacco. Ognuno di questi episodi sono
tutti trattati con sullo sfondo dell’effetto miracoloso e traumatico in cui la
comunicazione offusca la differenze tra il reale e impossibile, cultura alta e
cultura di massa, il declino delle professione, il successo del populismo, il
ruolo della dipendenza, le ripercussioni di internet sulla cultura di oggi e la
società, e, ultimo ma non meno importante, il ruolo della valutazione in cui
porno star sembrano aver raggiunto i più alti ranghi del chi è chi grafici. In
finzione, e l'autore del romanzo Tiresia, che si ispira all'antico mito greco
del profeta Tiresia, che è stato trasformato in una donna. Altra narrativa è
del Terrorismo Come una delle belle arti (al terrorismo come una delle Belle
Arti. Saggi: “Il meta-romanzo” ( Milano, Silva); “Tiresia,
Milano, Silva); “L'alienazione artistica” (Milano, Mursia); “Bataille e il
negativo, Milano, Feltrinelli); “Philosophia sexualis” (Verona, Ombre Corte); “La
Società dei simulacra” Bologna, Cappelli); “DOPO Heidegger. Filosofia e
organizzazione della cultura” (Milano, Feltrinelli, Transiti. Venite si va
Dallo Stesso allo Stesso” (Bologna, Cappelli); “Estetica e politica” (Venezia,
Cluva); “Enigmi. Il momento Egizio Nella Società e nell'arte” (Genova, Costa
& Nolan); “Del Sentire, Torino, Einaudi); “Più che sacro, Più che profane”
(Milano, Mimesis); “Il sex appeal dell'inorganico” (Torino, Einaudi); “L'estetica
del Novecento, Bologna, Il Mulino); “Disgusti. Nuove Tendenze estetiche” (Milano,
Costa); “I situazionisti” (Roma, Castelvecchi); “L'arte e la SUA ombra” (Torino,
Einaudi); “Del Sentire cattolico. La forma culturale di Una religione
universale, Bologna, Mulino, “Contro la Comunicazione” – Grice: “This poses a
stupid puzzle, alla Sextus Empiricus, how can you argue against communication
without communicating? But Perniola is using ‘comunicazione’ the way Italian
philosophers use it: pompously! And with that I agree! ” -- Torino, Einaudi, Miracoli
e traumi della Comunicazione, Torino, Einaudi, "Strategie Del Bello. Quarant'anni
di estetica italiana, Agalma. Rivista di studi culturali e di estetica, Strategie
Del Bello: estetica italiana” (Milano, Mimesis); “Estetica: Una visione globale”
(Bologna); La Società dei simulacra” (Milano, Mimesis, Berlusconi o il '68 Realizzato”
(Milano, Mimesis,. Estetica e politica.
Nuova Edizione, Milano, Mimesis); “Da Berlusconi a Monti. Imperfetti Disaccordi,
Milano, Mimesis); “.L'avventura situazionista. Storia critica dell'ultima
avanguardia” (Milano, Mimesis); “L'arte espansa” (Torino, Einaudi); Del
Terrorismo Come una delle belle arti, Milano, Mimesis, “Estetica Italiana
Contemporanea, Milano, Bompiani,“Pensare rituale”; “La sessualità, la morte,
Mondo, l'umanità “Estetica: Verso una teoria di sentimento”“Di volta in volta”,
“La differenza del Filosofica Cultura
italiana”,“Logica della Seduzione”, “Stili di post-politici”, differenziazione,
“Venusiano Charme”, “decoro e abito da sera”. G. Borradori, ed.,
Ricodifica METAFISICA. La filosofia Nuova italiana. “Tra abbigliamento e nudità”, Zona “Al di là di postmodernità”, Differentia “La
bellezza è come un fulmine”, Moderna
Museet, “Riflessioni critiche”, “Enigmi di temperamento italiano”, Differentia,.
“Primordiale Graffiti”, Differentia, “Urban, più di urbana”, Topographie, ed in
Strata, Helsinki, “Emozione”, Galleria d'Arte del Castello di Rivoli, Milano,
Charta, “Verso visiva filosofia”, la 6a
Settimana; “Burri ed Estetica”, Burri” (Milano, Electa); “Stile, narrativa e
post-storia” Tema celeste, europea, “Un estetico
del Grand Style: Guy Debord”, Sostanza, Arte tra il parassitismo e l'ammirazione”,
RES, “Sentire la differenza, Estetica,
Politica, Morte. “La svolta culturale e sentimento”
“il Ritual nel cattolicesimo”, Paragrana, Ripubblicato come “La svolta culturale nel
cattolicesimo”, il dialogo. Annuario della filosofica ermeneutica, Ragione, Strumenti
di devozione. Le pratiche e gli oggetti di Religiois Pietà; “Ricordando Derrida”, sostanza, “La
giustapposizione”, Rivista Europea.”, Celant, G., & Dennison, L.arte,
architettura, cinema, performance, fotografia e video, Milano, Skira, “Cultural
Turns in Estetica e Anti-Estetica”, Guarda anche Estetica Anti-art
Internazionale Situazionista simulacro cyberpunk fetish abbigliamento filosofia
italiana; La filosofia del sesso; filosofia occidentale; La sessualità, la morte, mondo -- è il più utile e punto di partenza per Perniola,
Fondazione desanctis Perniola Reading. Un introduzione". Pensare rituale.
La sessualità, la morte, Mondo. E. Montale, “Entra in scena il metaromanzo”. Il
Corriere della Sera, Massimo Verdicchio, “Leggere Perniola Reading. Un
introduzione". Pensare rituale. La sessualità, la morte, Mondo. Bredin
"L'alienazione artistica" di Mario Perniola,Inverno Massimo Verdicchio, “Leggere Perniola Reading.
Un introduzione". Pensare rituale. La sessualità, la morte, Mondo. Con
//notbored.org/ debord a.html
I situazionisti, Roma, Castelvecchi, “ Pensare rituale. La sessualità, la
morte, Mondo “Pensare rituale. La
sessualità, la morte” (Mondo). Verdicchio in, pensiero rituale. La sessualità,
la morte, Mondo. Sulla influenza della nozione di simulacri vedere Robert
Burch. “Il simulacro della Morte: Perniola al di là di Heidegger e la
metafisica?”. Sentire la differenza, Extreme Beauty. Estetica, Politica, Morte.
Stati di emergenza. Le colture di Rivolta in Italia. Verso, Per ulteriori
interpretazioni del concetto di transito vedere Hayden White, "la
differenza italiana e la politica della cultura", Ricodifica. La filosofia
Nuova italiana. Catalogo Einaudi di Francoforte Fiera del Libro Massimo Verdicchio, Thinking Ritual. La
sessualità, la morte, Mondo. catalogo IAPL, Siracusa. La Teoria Pinocchio, Perniola, il sex appeal
del inorganica, Londra-New York, Continuum, Sulla ricezione della teoria di
Perniola in inglese vedi Steven Shaviro, “il sex appeal della inorganica”, La
Teoria Pinocchio,//shaviro.com/Blog/ Farris Wahbeh, Critica d'arte, Filosofie del desiderio nel mondo
contemporaneo”, in Filosofia Radical (Londra), Anna Camaiti Hostert sexy cose,//altx.com/ebr/ebr6/6cam.htm;
intervista tra Sergio Contardi e Mario
Perniola//psychomedia/jep/number3-4/contpern.htm Prefazione di Per
l'influenza di arte e la sua ombra vedere Farris Wahbeh, Recensione di “arte e
la sua ombra” e “il sex appeal della inorganica”, The Journal of Aesthetics e
Critica d'arte, Robert Sinnerbrink,
“Cinema e la sua ombra: di Mario Perniola arte e la sua ombra”, Filosofia Film,
film-philosophy /sinnerbrink.pdf Massimo Verdicchio, Thinking Ritual. La
sessualità, la morte, Mondo. Con una prefazione di Hugh J. Silverman, tradotto
da Massimo Verdicchio, Sulla ricezione di Enigmi. Il momento egiziana nella
società e Arte vedere; “Retorica
postmoderno ed Estetica” in “Postmodernismo", la Stanford Encyclopedia of
Philosophy, Edward N. Zalta (ed.),//plato.stanford.edu / voci / post modernismo “La svolta culturale del cattolicesimo”.
Laugerud, Henning, Skinnebach, L. Katrine. Gli strumenti di devozione. Le
pratiche e oggetti di pietà religiosa dal tardo Medioevo al 20 ° secolo. Aarhus
ulteriore lettura Giovanna Borradori, ricodifica METAFISICA. La filosofia Nuova
italiana, il simulacro della Morte: Perniola al di là di Heidegger e la
metafisica?, Nel sentire la differenza, Estetica, Politica, Morte, New
York-London, Continuum, A. Carrera, revisione a Disgusti, in Canada Rassegna di
letteratura comparata, SFilosofie del desiderio nel mondo moderno, in stati di
emergenza: Culture di rivolta in Italia,la differenza italiana e la politica
della cultura, in Laurea Facoltà di Filosofia, Farris Wahbeh, Rassegna di Arte
e la sua ombra e il sex appeal della Inorganica, in The Journal of Aesthetics e
Critica d'arte, O' Brian, L'arte è sempre scivoloso, il valore dei valori
sospensione, in Neohelicon, Civiltà,
Dell'Arti Giorgio, M. Parrini, “Catalogo dei viventi italiani” (Notevoli,
Venezia); Marsilio Nils Roller, simulazione, una conversazione tra Sergio Contardi
e M. Perniola (//psychomedia/ jep/number3-4/contpern.htm ) Recensione di
“La sessualità, la morte, World” sirreadalot.org/religion/
religion/ritualR.htm ) Recensione di Sinnerbrink di “arte e la sua ombra”
/film-philosophy il rilascio Il corpo dell'immagine /italiaoggi.com.br/not12/
ital_ ed Estetica (//agalmaweb.org/ )
Blog su “Feeling Thing” (in italiano) (//cosachesente.splinder.com/ ). Mario
Perniola. Perniola Keywords: ‘seduzione’ ‘le strategie del bello’ ‘altre il
desiderio e il piacere’ sesso, sessuale, psychologia del sesso, Perniola’s
misuse of ‘sesso’, eros. -– Luigi Speranza, “Grice e Perniola” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737811182/in/datetaken/
Grice e Perone – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Torino). Filosofo. Grice: “While Perone can be a
pessimist, I think the party is NEVER over!” Grice: “I especially appreciate
two things in the philosophy of Perone: his emphasis on the the intersection
between modality and temporality: ‘the possible present’ – vis-à-vis memory – a
theme in my “Personal identity” and also the implicature: what is actual is
also possible” – AND his idea of an ‘interruption,’ which I take it to the
rational flow of conversation!” Speranza, “The feast of conversational reason,”
“The feast of reason and the bowl of soul” -- important Italian philosopher. Studia
a Torino sotto Pareyson. Studia la filosofia della liberta. Insegna a Roma e
Torino. Si dedica alla filosofia ermeneutica. La politica è l’invenzione
dell’ordine che con-tempera il „per me“ e il „per tutti”. Studia la morale
creativa, capace di forzare l’etica oltre se stessa, verso una normatività più inclusiva. la secolarizzazione; Una metafora ha ispirato
l'intero percorso di pensiero di Perone, quella della lotta di un uomo, Giacobbe,
con il divino, l'Angelo (Genesi). Nella notte del deserto, uno straniero
interrompe la sua solitudine e combatte con lui in una battaglia che non ha
vincitore. All’alba scopre di essere stato ferito dall'angelo. La ferita
significa anche la benedizione e un nuove nome: Giacobbe, che ha combattuto con
Dio e non è stato ucciso, d'ora innanzi si chiama “Israele”. Il
racconto è la cifra dell'estrema tensione che sussiste tra il finito e
l'infinito, tra il penultimo e l'ultimo, tra i singoli significati e il senso
complessivo. La filosofia ha un'obbligazione di
fedeltà al finito che la conduce a non rinnegare mai le condizioni storiche del
pensiero, ma anche a non rinunciare alla sua vocazione a trascenderle con
l'ascolto del non immediato, il lavoro e la fatica. Riconosciuto il moderno come
condizione, il pensiero non può illudersi di potersi semplicemente installare
nell'essere o nel senso, come se tra finito e infinito non si fosse consumata
una cesura. E tuttavia, ugualmente inopportuno e un
appiattimento sui semplici significati storici, dimentico dell'appello
dell'essere. La necessaria protezione del finito
(peiron) (protezione del finito anche nei confronti dell'essere, che in qualche
modo va sfidato, perché è coi forti che è necessario essere forti) non significare l'eliminazione di nessuno dei due
contendenti. Sulla soglia tra finite
(peiron) e infinito (a-peiron), tra storia e ontologia, si realizza una
mediazione, che non implica il superamento della distanza, ma la sua
conservazione. Al fine di preservare la doppia eccedenza del finito (peiron) sull'infinito
(a-peiron) e di questo su quello, è sbagliato cancellare la distanza tra essi,
sia trasformandola in identità alla Velia, sia indebolendola fino a un punto
d'in-differenza. Così, è vero, per esempio, che la memoria non conserva
che questo o quello frammento, né può pretendere di ricordare direttamente
l'intero (la totalita – cf. Grice ‘total temporary state’). Ma è altrettanto vero che questo o quello frammento
non va abbandonato a una deriva nichilistica, perché nel frammento – che la
memoria ricorda – non è un semplice istante, ma appunto l'essenziale (di una
vita, di una storia…) a dover essere ricordato. La filosofia resta ossessionata
dal tutto (cf. Grice’s ‘total temporary state’), ma questo tutto non ha
l'estensione della totalità, ma l'intensione di un frammento in cui ne va dell'intero,
il totto. Peiron ed apeiron, Modernità e memoria, Storia e ontologia: si tratta
di *dire* sempre insieme due cose, due poli opposti, secondo una dialettica
dell'et-et, dell'indugio e dell'anticipazione. Il finito, la parte (il soggetto, il
presente, il sentimento) e analizzato come una “soglia”, come un luogo che non puo
nemmeno essere vissuto senza la memoria dell'altro polo. Come nel caso di
Giacobbe/Israele, la ferita finite, parziale, e un luoo che porta la ferita
inferta loro dall’altro polo (l’infinito, il tutto) come una benedizione. Elabora
la filosofia ermeneuticamente, a partire da uno studio in profondità – spesso
svolto contro-corrente, Parte integrante
della sua ricerca filosofica è altresì un confronto continuo con Guardini. Opere:”Esperienza
divina” (Mursia, Milano); “Storia e ontologia” (Studium, Roma); “La totalità
interrotta” (Mursia, Milano); “La memoria”
(Sei, Torino); “La lotta dell’angelo e il demonio” (SEI, Torino); “Le passioni
del finite” (EDB, Bologna); “Il gusto per l’antico” (Rosenberg, Torino); “Nonostante i soggetti” (Rosenberg, Torino);
“Il presente possible” (Guida, Napoli); “Sentimento vero” (Napoli, Guida); “Sentimento”
(Cittadella, Assisi); ” “Umano e divino” (Queriniana, Brescia); “Il racconto
della filosofia. Breve storia della filosofia, Queriniana, Brescia); Un tema
che è diventato predominante nella produzione più recente è la riflessione
etico-politica. Tra le sue pubblicazioni sul tema si ricordano: “Lo sspazio
pubblico” (Mulino, Bologna); “Identità, differenza, conflitto” (Mimesis, Milano);
“Secolarizzare” (Mursia, Milano, Givone, I sentieri della filosofia, Torino. Una
cospicua parte della sua produzione di si concentra sul finite e sul rapporto
tra filosofia e narrazione. Anche il tempo e la memoria: “Il tempo della
memoria” Mursia, Milano); “Memoria, tempo e storia; Il tempo della memoria, Marietti,
Genova); “Il rischio del presente”; “L'acuto del presente: una poetica” (Orso,
Alessandria); “Ateismo”; “Futuro”; “Memoria, Passato, Pensiero, Presente,
Riflessione, Silenzio, Tempo. Ccurato
e introdotto presso Rosenberg la Scuola di Alta Formazione Filosofica: “Dialogo
con l'amore”; “Metafisica”; “Dare ragioni”; “Coscienza, linguaggio, società” “Un'antropologia
della modernità”; Volontà, destino, linguaggio. Filosofia e storia
dell'Occidente,; Estraneo, straniero, straordinario. Saggi di fenomenologia responsive;
“Valori, società, religione”. Vii fa esplicito riferimento, tra l'altro, in
Modernità e Memoria, L'Angelo – cioè l'IN-finito, ma più in generale l'oggetto,
il mondo – non è un limite che i soggetti poneno a se stessi, ma una barriera
che loro è posta e che, dunque, non si lascia ultimamente inglobare dal soggetti,
per quanto potente loro siano. Ai limiti estremi dell’estensione e la ptenza, i
soggetti incontrano la resistenza testarda del mondo e misurano così la propria
im-potenza di in-finito. Questa lotta/scontro con la barriera lascia nei soggetti
una ferita che appartiene per sempre all'identità delle sue coscienze. L'Angelo
può quindi essere definito quella misteriosa ulteriorità contro cui il finito
urta Il tema della tensione tra cielo e terra è centrale. Come dimenticare che la
teologia è forse l'unica rama della filosofia che osato vedere nella tensione
tra l’uomo e il divino non una tentazione, ma un guadagno tanto per il cielo
quanto per la terra? E attiva
un'originalissima interpretazione del rapporto tra il segnato e il senso. Con ‘segnato’
intendo una cristallizzazione storica di una scelta determinata, avente in sé
una ragione sufficiente. Con ‘senso’ intendo una direzione capace di UNI-ficare
una MOLTE-plicità in sé dispersa fra il segnato S1, il segnato S2, … il segnato
Sn, in modo da costituir il segnato come un progetto e un'interpretazione della
realtà. La definizione del gusto per l’antico come tempo della cesura risale in
“La totalità interrotta”. Il tema è ripreso proprio in apertura di Modernità e
Memoria, dove individua nella modernità l'epoca della cesura. Il modern è
dunque chiamato a essere il tempo della memoria. La memoria è sempre memoria
della cesura. L’uso della categoria di ‘illuminismo
non simpatizza per quella interpretazione del moderno, dimentiche della
tensione. Semplicemente pone l'umano in luogo del divino come fonte di
legittimazione -- puntando tutto sul continuio, anziché sul dis-continuo della
storia. Per un approfondimento a tutto tondo del significato dell'ateismo, contro
l'essere, ciò che è forte, è lecito essere forti, perché la minaccia non lo
vince, ma lo lascia stagliarsi in tutta la sua maestà e incommensurabile
grandezza. Per una trattazione sistematica del concetto di "soglia”, che
svolge con particolare attenzione cfr. Il presente possibile, («Il presente come soglia»). Se una totalità è interrotta, non possiamo
ricordare se non frammenti, e quasi istantanee del tempo. Tuttavia, se la
memoria afferra brandelli e frammenti, è perché in essi vi legge il tutto,
perché li pensa capaci di dar *senso* e di riscattare, perché in essi vi scorge
l'essenziale. La memoria sa che non tutto può essere salvato. Ma osiamo credere
che nella memoria salvata vi possa essere un senso anche per ciò che è andato
perduto. Nel rivalutare la funzione dell'indugio osserva che perlopiù la
filosofia non ha seguito la strada dell'indugio e del rinvio, puntando invece
sulla funzione anticipative. Particolare rilievo riveste a questo proposito la
distinzione che traccia tra spazio pubblico e spazio comune. Individua anzi come rischio immanente della
democrazia» il ri-assorbimento dello spazio pubblico entro la semplice logica dello
spazio comune. Lo spazio pubblico si espone al rischio di un inglobamento nello
spazio comune. E. Guglielminetti, ed., Interruzioni. il melangolo, Genova. https://www.theologie.hu-berlin.de/de/guardini/mitarbeiter/li,
su theologie.hu-berlin.de.vips/ugo.perone, su sdaff.
http://www.lett.unipmn/docenti/perone/, su lett.unipmn oportet idealismo su
spaziofilosofico. http://www.spaziofilosofico/numero-05/2052/il-pudore/#more-2052,
su spaziofilosofico. Ugo Perone. Perone. Keywords: implicature, peiron/apeiron,
Velia, Grice on ‘other’; finito/infinito, Velia, Elea, I veliani, Guardini.
Total temporary state, Israele, etimologia, la ferita di Giaccobe dopo la lotta
coll’angelo, nella Vulgata. Israele, la lotta di Giacobbe e il angelo, la
ferita, Giacobbe zoppo, iconografia, controversia sull’etimologia di israele,
ei combatte, la tradizione di Velia, l’infinito di Velia – il continuo e il
discontinuo, l’infinito della scuola di Crotone, Cicerone, l’infinito di
Giordano Bruno. Infinitum, indefinititum, dal verbo, finire, finio in romano,
-- I due rappresentanti della scuola di Velia, Melisso, peras, pars. Guardini,
il sacro, il divino, I dei, uomo e dio, opposizione, -- la storia della
filosofia di Perone, il presente possible, la totalita interrota, I soggeti,
trascendentale e immanente. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice e Perone," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688092547/in/photolist-2mN8Hgb-2mN8ym7-2mKw3hq-2mKuZ8r-2mKgNbU
Grice e Persio –
implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Matera). Filosofo. Dei lincei. Figlio
di Altobello Persio, studia a Napoli. Conosce Telesio di cui diventa discepolo,
e scrive diverse saggi a difesa e chiarimento: “De naturalibus rebus” (Venezia,
Valgrisio). Pubblica il “Trattato dell'ingegno dell'uomo” (Venezia, Manuzio) in
cui riprendeva la teoria di Telesio di uno “spirito” come principio, movimento,
vita, e intelligenza. A Roma conosce
Campanella e Galilei e pubblica “Del bever caldo costumato dagl’antichi romani”
(Venezia, Ciotti) in cui riprende diverse idee già trattate in precedenza
riguardo allo spirito e ai consigli per la sua conservazione. Altri saggi: “Digestum vetus, seu Pandectarum iuris civilis:
commentarijs Accursii praecipua autem philosophicae illustrates cum pandectis
florentini” (Venezia, Franceschi); “Novarum
positionum in rethoricis dialecticis ethicis iure civili iure pontificio
physicis triduo habitae” (Venezia, Sambeni).
“De ratione recte philosophandi et de natura ignis et caloris” (Roma, Mascardo).
Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario di filosofia, Roma. la dialettica di
Telesio -- Campanella -- Gailei -- contro Cicerone -- contro Boezio
itiumdialecticum,ponitAristoteles. PRO POSITIONES DIALECTICA FACVLTATE. I Dialecticesarcis
magistros primos requiramus. Non Aristotelem profectò fuisse cenfendum est. Sedmultòantea,quunplurimosexstitiffe,mania
i teftantibus. Sed nereferasadtā antiquos:neges etiam, Pythagora eos
fuiffelogicos (quodtamen falsumn, indedeprehenditur, cùm mathematicisartibus; quae
fine Logice tractarinon possant. Ittaaccuratèftuduerint) Zeno tamen Eleates, ex
Platone et Laertio, inventor efficitur quod et ad Parmenidem nostrum I Dehip. Et
Plar. plac.li. gularisfuit, noninfophifticisde arte ipla contentionibus, Ledin explicarione
historiarum, incaricorum, Lucanum Galenus extendit. ClinomachusThurius; noftercóterraneusprimusdeaxio
DIALECTICIS IN METAPHORAM enumerar Aristoteles interuitia dialectica. Grammaticum
est et grammaticae syntaxeos uitium
festum est; uelcum Platone Prometheum, uelúci deorum interpretem
existimabimus, quem infacrislitteris Noeum
doctiexistimant;uelcumaliquotdoctis,Mofissacrú illumfacerdotisornatum
,&uestitumExhodiexpreffum. Itaque Logices exercitatio apud hebraeorum
liberostin et cpoëinatum compositione, inq.aenigmatum enodatione, doctis uiris at
matis seu enunciacis confcripsit fi Laërtiocredimus.quod fi berumeft, principiú
doctrinehuiusciphilofophodebeatur; quaodeindecranslarakc ab Arift.inlibrudeinterpretatione
Nonitaque Democritum Dialectices inventionis dispositioni SIGNARUM u tnec Protagora
nelenchorumjutex Plato rum et Peripateticorum sectae manarunt. Dialecticen igitur,
facultatem, seu virtutem bene differen ditenemus, hocest disputandi, disceptandi
ratiocinandi. Quotiesita querationeutimur, toties dialectico munere
diendiq.;ita Logicenhanc, essefacultatem, omniadisputan di,intelligendiq. Rectè
itaque Aristoteles, omnes IDIOTAS quod ammodo uti Dialectice, confirmauit.
Duplex itaquc; quinimmohaec, uel utiilius magistra, cólá tuitur; cùm omnis disciplinae
principium sit experientia, ob item ne patet; principem negare possumus. Quinneque
Platonem ipsum cum Socrate a Dialectice's perfectaecognitionesecludimus; de cuius
schola academico fungimur. Naturalis ergo logice facultas. Utenim visus et auditus
facultas est naturalis, videndi, au Standis, vel uti prudentia quaeda in
communi somnibusartifi cibus, quicum differunt, nonsuaquadam et propria, sedcom
muni dialecticorum facultate differunt. Si, ut ait Aristoteles, finisa
discipline ahabetur, quandoprac statur quod attisuiribu s continetur, dialectices
finis erit, be a ne differcre. Subiecum uerò dialectices ponimus res omnes. quoduel
Aristotele tefte confirinamus. Quid etiamfi. Nonens, subiectum dialectices ponamus
et iudicium. Quas Adrastus Simplicii testimonio,
peripateticus nobilissimus adprobauit, ad aures fuisse Aristotelis. A servatio et
inductio. dialectice itaque communisoinnibus rebus. Ratione tra: ut omnino quidlibet
seu verum seu falsum quid tractari, ac ratione disputari et explicari possit. Dialectices
uerò partes duas esse tenemus, inventionem, licet, necessarium, uerisimile, captiofumdari
potest; nonobid enunciate logice partim necessária, partim ueri similis, pártim
captiofa esse debet. Sedtota necessaria.
Genus illud verè esse dicimus, totum partibus essentiale. Unde hominem
genus esse Catonis et Ciceronis. Catonem verò et Ciceronem speciem esse hominis.
Cum uerò satiùs putemus; ueri et propria sermonis usum aiuris consultis et rei publicae
principibus, quàm a scholis in ertium philosophorum petere; meliùs quaeduo individua,
vulgò dicunt et unam speciem n, ili dua sspecies et unumge nus dixisse videri
debent. Sed fideridebunt consultos, non ridebunt Platonem ne que Aristotelem,
terse comparationes intelligi. Genus item et speciem adlocum de toto et partibu
srectè ablegamus. Categorias etianiad inventionem dialecticam sternere
uiam, melius eftut concludamus. Paronyma ad coniugatare uerti debere aestimamus.
Locum ad numeramus in subiectis et tempus inadiun rum referamus. Animi sensum,
aet intelligentiam, rerum similitudine mer itémq. Cicero e Quinctilianus.
Quamuis itaqueo pusali quod artishuius genuncia tum scia. Differentiam,quam
Porphyrius declarare adgrediebatur. Vel ad formam et causam vel ad comparatorum
locum et ad invenrionem rectiùs asfcriberem. Accidentium nominee e rectiùs facta
adiuncta et rerum in ctis. Quae verò cumaliquo conferantur, ad speciem opposito:
seu oluit Aristoteles. Quae verò sint in uoce, NOTAS ET SIGNA en forum mentis esse:
utea, quaescribuntur, eorum, quae fintin
Puocessensa ilaapudomnes eadem esse, SYMBOLA a et ligrisnon s cadem, deprehendamus. Quo sit ut dialectices
et grammatices lata differentia nis mentionem, sed syllogismi genesin et analysin, tribuster minis et PROPOSITIONIBUS conclusit et terminauit.non enim AD EXTERNUM SERMONEM dirigiuoluit,
sedadinternum. Aliquis homo currit. Aliquis homo non currit, nullum có subalternae
dicuntur. Multòiuftiore ratione collantur. Quiai: temeffe tenemus. Ex causis itaque
necessariis futurum necessarium, ex liberis liberum, ex physicis physicum
effecue syllogismis maximè necessariam putamus.
Quod & Graeci Aristotelis interprete sprofitentur, inventionem illam
Theophrasti et Eudemi propriam ess. Cui et Boethius desu omulta addidisse etiam,
teftatur; sedutrum o m átio absolute vera; sit etiam necessaria, camietfi IN
PARTIBUS SERMO consistere. Rectè igitu rin analyticis nnllam Aristoteles interpretatio
sunt ambae affirmantes vel ambae negantes. Quales sunt antecedentes causae, talem
euentusueritamur. Nos logicen compositorum enunciatorum et perse, et in 6.
niarectè, alias dictum. Datur igitur enunciatum, compositum, feu CONIUNCTUM, praeter
simplex. Quod multas sententias coniunctas habet. Cujus et sunt suae species, ar
COPULTATUM difiun&um, con nexum et elatum et cetera. Accamenin DISIUNCTIONE
illudtenemus, utomnis disiun paratim nulla fit neceffitasi. Nam difiunctioniş
necessitate penderee partiumnonucie ritate, sed dissentione, palàm est.
contineatur, cùm illatotafitanimi, eadémq .apudomnesgea tes. Haectota SYMBOLIC in
voce. Logice itaque sine SYMBOLIS INTERPRETATIONIS potestinani tradictionis nomen
meretur. Homo albus est. Homo non albus, tantundem. Omnis homo albus, (vidam
hoino albus et contra. Quae praenotionem duplicem esse dicimus, verborum alteram,
dum concluderetur ab antecedente, Quid fi hocidein dixerit Aristoteles. Rerum autem
praecognitiones, &anticipationesgenera fit. Definitiones,&
partitionesesteprincipiaomniumferèar, tium, uelindesumptasquasdammaximas. Principia
uerò non tantum priùs nota, sed esse notiora, ait, Aristoteles; immo verò ita clara,
ut contraria quoque inde rerum uerò alteram. Et uerborum illamdicimus, quaeinomnibusdefinitionis,
requiritur. Rerum verò, quae debet esse in definitione ad explicanberent. Immoeandem
determinismediis et extremis ut consta
hilexplicaret. Itaque syllogismi maior et minor hanc praenotionen habes &
universales esse, unde speciales illis comparatae ptotimus concipiantur et concludantur.
At ve rò id praecipuèin INFORMATIONE artis integra cuerifli mum esse putamus, ut
a generalibus ad specialia progresia unde modi per ee emanant. Et primum illum tenemus,
quando attributum eftinessen et definitiştotius et partium. Demonstrationis et demonstratii
omnísq. Explicationis et eiuste rminorum vocabuli somnino dum quod definitur in
distributione ad explieta dum quod distribuitur, in demonstratione et qua vis expositione
ad demonstrandum et ad exponendum quod quaeritur. Alioquini retesseresis
SIGNIFICATAS. Conclusio ergo, et problema, quod concluderetur, hang duplicem haberet
praecognitionem Non: acciperet aucem siant manifestissima. Cùm autem quaein scientia
sunt, per se finto portet, sit, cùm quid alicuiaderit vel simpliciter vel quod ämodoerit:
cia tiasubie et i, et ineius definitione ad hibetur. mus definitioni:
quoduelexempla Aristotelem .palàm faciunt. Accedit QUARTUS MODU. Perseinest quòd
causa sit certa et non fortuita generalis ergo hic modus per se, quotiessci
licetcaussaede suis effectibus dicuntur. PROPRIORUM ACCIDENTIUM eritne ullus. Tertius
hic enim inodus affections et accidentia cognata quod ammouo sensu, Aristotelis
contextum declaratum iri. Omnes itaque modos per se ab Aristotelem retinerit
enemus nec ab iici duos reliquos. Unde fit, ut consequentes artes antecedentibus
subalternae sint, ubi aliquid docent, superiorum decretis expli
tionisuelinueniendae,ueliudicandae. Omnem disciplinam fieri autper
demonstrationem , aut firmauit. Acperdefinitionem et distributionem,accuratiorem
sci entiamconfici,quàm perdemonstrationem, tenemus. Quare non sequitur ,Scio ex
causa', propterquamresest. quoniamilius estcausfa. Nec aliterhabere potest. ergo,
Scio steriorú, e Platone ferè sumptaess e quiuisanim aduerterepoterit. Plato
enim ad instituendasartes, definitionem et distri butionem proposuit. Syllogistica
e demonstrationis, qualem Aristoteles cominentus est, non meminit. Tunc enimartes
bene disputare, docere, demonstrare po secundus modus per se est primo contrarius.
Per se est quod est in essentia et definitione attribute qui inodus distribution
generis in species, aut differentias conuenit, ut pri 17 cabile. Ergo sic dialectice
omnes subalternaes intin genererat: per definitionem, concedimus quod et
Aristoteles rectè con per syllogisticam demonstrationem. De definitione uerò tam
multa, quae differuntur inlib.Po do complectitur. Atquopacto ex Aristotelis littera
Ex diffentaneo. Ideóq.no terit Son3 teritquis, cùm logicam inventioneimn
ipsarum natura, qua litatéq. tota, ex causis, effectis, subiectis, adiunctis, ceterisq.
Quirendam, re&tefortassis affirmet Aristototele, tamen illud falsò, quòda d
percipiendam hanc disciplinam demoribus praecepit, ut paedia in auditore praecedat.
Quod autem ne adolescentes quidem percipiendis moribus esse idoneos voluit Aristoteles.
Falso. Certè pueros quos damui dimus diuinitate quadammen ti, confirmarunt. Quaenonprotinusquid
rectum, prauúinq. fit;discar. Quincum Chrysippo putarunt et ante trienniumil
tis praeditos, utinquibusdam, multorum virorum iudicia ex E los 1 argumentis per
videnda. Cùm dispositionem, ineadem uel uel syllogistico conclusionis iudicio a
e vortino enunciati tandem ordinanda, ab ini stimanda et judicanda, universatio
per media ad extrema exercuerit. Et hoc pacto NOSTER TELESIUS est progressus in
sua philosophia conscribenda Antonio Persio.
Persio. Keywords: implicature,
dialecticis, Telesio, Campanella, spirito come vita, animo come aria. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Persio,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690501967/in/photolist-2mPjPna-2mKHkna
Grice e Pessina – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. Studia
a Napoli sotto Galluppi. Cura la sua storia della filosofia. Di idee liberali, prende
parte ai moti. Pubblica un saggio sulla costituzione italiana che gli procura la
persecuzione della polizia e il carcere. Reclsuo nell’isola di Santo Stefano,
sposa la figlia di Luigi Settembrini. Fugge dal regno, insegna a Bologna. Fonda
“Il Filangieri”. Dei Lincei. Muore nella
suo palazzo in via del Museo, strada che prese in seguito il suo nome: Anche il
palazzo dove visse. Aula a lui intitolata.
A lui è dedicato un busto alla passeggiata del Pincio. Saggi “Che cosa e
il diritto private?” (Napoli: Poligrafico); “Procedura del diritto (Napoli, Jovene);
“Il naturale e il giuridico – alla regia di Napoli” (Napoli, Accademia Reale
delle Scienze); Il piu privati dei diritti (Napoli, Marghieri, Diritto e
privacita (Napoli, Marghieri); Il privato del diritto (Napoli, Marghieri); Che
e private nel diritto privato? (Napoli: Marghieri); “Il diritto privato” (Napoli:
Priore); Storia della filosofia (Milano: Silvestri); Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. La scuola italica vepne
fondata da Pitagora che creò una filosofia matematica;l'anima', secondo
lui,èunnumerochesimuove;l'ar monia dell'anima ,o la sua rassomiglian za con Dio
costituisce la virtù; e la giustizia è l'equa retribuzione.La scuo la di Elea
svolse pienamente l'idealismo pitagorico ; e la varietà , non negata da
Pitagora , esclusivamente affermata dalla scuola gionica,venne assorbita
dell'uni tà da Senofane , trascurata interamente da Parmenide, e negata da
Zenone. Empedocle edAnassagoraseguirono l'E clettismo, ma ilprimo
fupiùprocliveal pitagorismo , ed il secondo alla scuola gionica. Lo scetticismo
ebbe a fautori i sofisti iquali sorgeano da tutte le scuo le ; Gorgia ,
discepolo di Empedocle era sofista , e tale era benanche Protagora , discepolo
di Democrito ; ma questi non pensavano che a sedurre il popolo colle loro vane
disputazioni e colla loro effe migata eloqueaza. Nulla possiamo dire
della Glosofia appo i Romani ; perocchè essi rivolgendo il pensiero alla guerra
ed alle cose pub bliche non poteano riconcentrarsi nelle severe meditazioni
filosofiche ; epperò anche quando la filosofia del dritto e laGiurisprudenza'fiorirono
Del Roma do impero i Giureconsulti non fecero che freddamente seguire ora
l'Epicurea, ora la stoica filosofia. E se alcuno ci obbiettasse le opere di
Cicerone di Se песа > di Plinio, risponderemmo che questi pensatori saranno
sempre degoi di venerazione pe"filosofi, ma che non fondarono alcun
sistema puovo , Neander, origine e sviluppamento de'prin cipali sistemi
gnostici. Walsch de gnostico rum systematis fonte Lewald de doctrina
gnosticorum.- Olearii,dephilos.eclectica. stitui. D. Italia. Anco in
Italia ebbe il sen sualismo degli adetti ; ma in alcuni fu originale, in altri
una imitazione di Locke, di Gassendi ; e di Condillac. Fra’primi possiamo
annoverare Zanolli , Muratori, Bianchi,e Verri.Ilprimo diquesti, 7 2 be
spazio è la relazione di due 'corpi di stanti l'uno dall'altro , che il tempo è
la successione o consistenza per gli es seri creati , e che la felicità
rattrovasi lo scetticismo , tentò formare i princi pii più stabili dell'umana
credenza , as segnò la sola probabilità alle idee moa rali,e riconobbe che i
sensi ci fanno a perti i fenomeni esteroi ed il loro ordine successivo,ma non
la natura della causa. Kirwan sosténne che non possono aver luogo gli esseri
senza una causa,che lo nello stato di piacere assoluto non misto a veruna pena.
Da ultimo , Young, det tando un trattato sulla forza della testi monianza , la
rinchiuse ne'confini della probabilità,e sostenne che essa è capace di un
convincimento superiore ad ogni altra esperienza. tentando la
spiegazione di molti fenome ni intellettuali colla dottrina sulla forza
attrattiva delle idee , dimostrò che tutte le umane azioni si rifondono in
semplici probabilità. Muratori, che fu il solo.cu rato fra’filosofi , ed il
solo filosofo fra’ curati ,7 indagando le forze dell'umano intendimento,
confutò lo scetticismo m e diante una morale poggiata su’ prin cipiidella
ragione e dell'amor proprio. Bianchi fa dipendere il piacere dalla cessazione
del dolore.Verri avrebbe vo luto che si fosse a'suoi tempi effettuata la
dottrina del sentimento o del senso morale. Fra'secondi , Baldinotti negò che
si possano discoprire le essenze delle cose co’sensi o colla riflessione ed
ammise il principio che ogni nostra cognizione debb'esser di fatto,Lo studio di
Locke, dopo l'opera di Baldinotti attirò in Italia molti proseliti; fra'quali
possiam nomi nare a cagion di onore il Sarti , il P a vesi , il Tettoni , il
Capocasale ed il Briganti. Iovano molti pensatori, arversi 119
120 per fede a’principiidelLockianismo,cercaronoban dirlo; egli vi avea
radicato i suoi pro fondi germi che si estesero insino al ]l'aurora del secolo
presente. Fra suoi seguaci si distinsero Soave , de Toma so ,Valdastri ed
altri. Il primo ; se guendo il sistema di Locke sulle idee acquisite, riguardò
l'idea come l'imma gine degli obbietti, e fondò la certezza sulle treevidenze
di Condillac. Valda. . stri fè derivare dalla sensibilità tutte le nostre idee
, trasse il criterio del vero dal senso intimo , e sostenne nulla es servi di
vero in metafisica se non fonda to sulla economia delnostro essere. An co
ilRezzonico,ilCornianiedilPran di diedero opera alla propagazione del
Condillachismo in Italia. Ma gli italia ni , benchè sensualisti , non si
nabissa rono nelle funeste conseguenze del ma terialismo francese, perocchè
risentivano ancora l'influenza della vera e sapa fi losofia,laqualemaiè,chesi
scompa gni dalle verità che crediamo divina. C. Italia. Il P. Giovenale ,
il M a gneni , il Rufini , il Miceli ed altri p o chi seguirono l'idealismo ,
ed ebbero a scopo comune quello di determinare l'i deale priucipio costitutivo
delle cose.Ma il P. Ermenegildo Pino diede a luce la sua Protologia
che,quantunque tenuta in dispregio da'sensualisti del secolo XVIII , pure non
lascia di onorare l'autore e la patria di lui.Questo libro venne diretto ad
indagare ilPrimodellaveritàde'prin cipii , e delle scienze , l'Uno che in se
racchiude il principio delle scienze tut te: Egli con prove ingegnose e con sot
tili ragionamenti dimostra che le parole non ànno il primo senso nelle umane
con venzioni , che esiste un Primo , causa ed origine dell'umana intelligenza,
che il primo principio della ragione è dimo Law ed Hutton sono isuoi più
forti so. stenitori,ilprimo negando ogni realtà obbiettiva alle idee di spazio
e di tem po,ed ilsecondo inclinando alle opinio ni del celebre Berkeley. è
strato all'uomo , che le parole non sono 1 Borovshi , Notizia sulla
vita e sul carattere di Kant Jachman ,Lettere ad un amico in torno Kant -
Wasianki, Emmanuele Kant negliultimiannidellasuavita.- Biografiadi Emmanuele Kant.
- Rink , Tratti della vita diKant. Bouterweck,Em.Kant.Rimem branze.- Grohman, Allamemoriadi
Kant. Cousin , Lezioni sulla filosofia di Kant ( Prima Versione italiana di F.
Triochera con notedelB.PasqualeGalluppi) Kant,Idee sulla maniera di apprezzare
le forze vive Principiorum metaphysicorum nova dilucidatio. Considerazioni
sull'ottimismo. Sogni di un uomo che vede gli spiriti - 135 - segoi delle
idee , nè le idee segni delle parole, che il primo pensiero dell'uomo è il
mistero nel senso dell'Uno o Primo, ovvero di Dio ; che l'analisi è la distin
zione della pluralità costituita dall'Uno; e da ultimo che non già la
dimostrazio ne matematica , sibbene la scienza del Primo
èlaragioneprimitivadellascienza. C. Italia. Dietro l'impulso di Premo li,
dietro gli sforzi di qualche altra e Università che cercava difenderlo, il
misticismo ebbe in Italia parecchi col tivatori,fra'quali si distinsero il Fer.
rariedilLeti.Ilprimo fèderivarela filosofia dallarivelazione,dalla esperien
za,e dalla ragione,ed asseverò che ilfi losofo cristiano debhe seguir laprima
in preferenzadellealtre.IlLeti, attenen dosi ad un principio rivelato o
positivo, tento fopdare un sisteina cosmologico sul Genesi ; epperò , secondo
lui , tutte le cose han principio da Dio , lapima si congiunge con uno spirito
materiale co stituito come la vera forma delle cose m a teriali, e contenente
la luce,l'acqua , la terra, che sono volatili o fissi, e for mano gli
altriobbietti.:Ma la riforma conoscendo lapropria fallacia ed illusio ne,
De ti intese della massime a divinità determinare derivare di S. ,edi le idee
Tomuniaso gli Secco che immediatamente attribu , seguì facendo da , le però Dio
1 6 e Rousseau , Discorso sulla quistione se il ri sorgimento delle
scienze e delle arti abbia contribuito a depurare i costumi. Discor SO
sull'origine e su'fondamenti della ine guaglianza tra gli uomini Lettere
scritte dalla montagna Del contratto sociale o principii del Dritto Politico
Emilio o del laEducazione Jacobi,L'idealismoedil realismo Lettera a Fichte Alcune
let tere contro Schelling Delle cose divine, Romanzi filosofici - Introduzione
alla filosofia. Koeppen Della rivelazione considerata per rispetto alla
filosofia di Kant e di Fichte Trattati sull'arte di vivere La dottrina di
Schelling Sul fine della filosofia.- Guida perlalogica-
SaggiodelDirittonaturale- Esposizionedellanaturadellafilosofia- Filo
SofiadelCristianesimo- Politicasecondoiprin cipii di Platone Teoria del Dritto
secondo i principii di Platone - Lettere ad un amico su' C C filosofica sperimentale
preoccupò gli spi riti per lo studio degli obbietti sensibi li;ed è questa
appunto la ragione per cui le speculazioni del misticismo non ven nero accolte
e ridotte ad una dottrina generale. tori. B. Italia. L'Eclettismo ebbe in
Ita lia de'forti e valenti sostenitori. Il Pa dre Ceva confutòGassendi e
Cartesio; la celebre Agnesi , prevenendo il Cou sin , disse non doversi aderire
a setta alcuna , ma scegliere tra le sentenze dei filosofi quelle che
rispondono alla espe rienza ed alla ragione ; il Corsini inse gnò non doversi
seguitare ne i Carte siani, nè i Peripatetici , ma le migliori opinioni di
tutte le sette con una spe cie di Eclettismo. S. 7. venne sostenuto in
Italia da molti 'Glo L'Empirismo - Razionalismo sofi, tra' quali si distinsero
Luini, G o ripi,Scarella,Ansaldi,Vico Stelli ni, e Genovesi. Luini si oppone
all'ar monia prestabilita di Leibnitz accostan dosi al pensiero della forma
sostanziale 9 viene le categorie di Kant, ammettendo nello spirito
certe idee prime,e discer de lapercezione dellaconvenienzao di screpanza di due
idee dall'assenso dissenso a tale percezione. Secondo
lui,lamenteumananonpuòcompren dere come convenienti due cose che re 157
dell'anima , distingue nell'anima la so stanza 'le potenze i modi , afferma che
nel percepire un oggetto noi ci distin guiamo dall'atto della percezione,che le
potenze s'argomentano col ragionamen to , che le forze sono una certa condi
zionata esigenza delle sostanze, che colla filosofiaè dato di scoprire nell'a
nima una certa sovraesistenza , e che il razionale non debbe superare il fatto.
Il Gorini , elevando la dottrina dell'as sociazione, considerò l'idea come sen
plice rappresentazione dell'oggetto,e so stenne il principio logico che la
cogni zione intuitiva è composta di due idee e la dimostrativa di tre. Lo
Scarella concilia il principio di contraddizione e quello della ragion
sufficiente, pre pugnano fra loro , il principio della cognizione stà nel
predicato che chiara mente si vede convenire o disconvenire dal soggetto.
Infine egli 'distingue gli errori secondo le facoltà dello spirito, divide la
psicologia in fenomenale e ra zionale, classifica le facoltà, spiega i s o gni
con certe continue commozioni ce rebrali,distinguel'animaumana daquel la
de'bruti,indica due specie d'appe > > al ' 158 tito,l'unasensitival'altra
razionale; ed ammette l'anticipazione in noi di qualchecosainnata,chedicesi
idea. Ansaldi dimostra che lo stoicismo non è atto a diminuire i momenti di
infeli cità , confuta l'uomo macchina di La Mettrie,il principio dell'associazione
diHartley,distingueilsentimento dal la sensazione;e provando che è impos sibile
dedurre il fisico dal morale , che le facoltà dell'anima sono indipendenti
da’principii dell organismo , fonda il principio morale sopra una virtù
costituti va dell'ordine invariabile delle cose , lontanandosi dall'Utcheson e
dalla dot 159 trina dell'amor proprio. Gerdil divise le idee in
idee di modi , di sostanze , e di relazioni , pose il'criterio del ve ro nella
osservazione e nella esperienza regolatedallaragione,dichiarò l'idea dell'Ente
un idea di formazione , pose il criterio morale in un paturale criterio
diapprovazione,che indipendentemente dalla considerazione e del proprio utile
determinò il giudizio o dettame pratico in virtù di certe conosciute leggi di
convenienza di che l'uomo si compiace per natura ; fè consistere l'ordine nel
rapporto comune fra molti oggetti, de dusse l'immaterialità dell'apima dalla
diversità tra la sostanza pensante e qua lunque sostanza corporea ,
dall'impos sibilità che la materia contenga la pri ma origine del moto di
sostanza e di modo ; dedusse l'esi- stenza di Dio dalla necessaria esistenza di
qualchecosa ab eterno; pose per principio che le regole della morale per
condurre al buon fine debboń trarşi dal la natura umana, e collocò il fine o la
e dalle nozioni Egli si elevò ad un sistema empi rico razionale fondato
sulla storia e sulla ragione, e gettò le prime fon damenta della scienza
dell'Umanità. Il suo metodo è ricavato dalla psicolo gia, dalla natura della
scienza , e dal la geometria , ed in esso la facoltà in ventriee, o la facoltà
certa del sapere è preposta a quella dell'ordinare o comporre ; esso è
l'analisi geometrica ben diversa da quella diCondillac. Il'Vieo venue a ridurre
la filologia ad una vera forma di scienza e da ritrarre dalla “mitolo . Il
nostro celebre concittadino Giambattista Vico, conosciuto più a'tempi
nostrichea'suoi,più daglistranieri che dalla sua patria, scrisse la Scienza
nuova, monumento di gloria italiana, in cui egli avea indagato i principii fi
losofici della storia , precedendo di un secolo le teorie di Hégel, di Cousin .
per а gia starei felicità nel bene sommo , o nell'amore divino.
direunaverastoria;eiposeil meta fisica, che io sostanza è una vera
teo logia , si è di stabilire un vero appog giato al senso comune ed all'ordine
e ternodellecose,qualèDio.Da que sto priocipio egli deduce che tutte le scienze
emapano da Dio , rimangono comude 3 una na velle; che e criterio del
vero:nel senso 161 eercò surrogare il principio dell'auto rità universale a
quello della ragione in dividuale. Questo senso comune del Vi co è un giudizio
senz'alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un ordine, da tutto un
popolo , da tutta zione, o da tutto il genere umano. Se condo lui , il vero è diverso
dal certo, inquantocchè quello è riposto nella con formità della mente
coll'ordine delle cose,.equesto nella coscienza sicura dal dubbio , quello
fondasi sulla ragio ne, e questo sull'autorità ; la metafisica è quella che
stabilisce l'Ente e il Vero , ed è legata necessariamente alla religio Ló ne
cristiana. Lo scopo della sua , inLui,etornanoaLuisolo;cheDio è l'infinito
posse , nosse , velle > ; corpo,contiene una virtù infioita'di
esten sione che va all'infinito, e che dipende dallo sforzo dell'universo;e che
il co noscere chiaro in metafisica è vizio,co sicchè approfitta in metafisica
colui che si sarà perduto nella meditazione di questa scienza.Nella
suaPsicologiaegli distingue la sostanza intelligente dalla corporea ; indi
sostiene che quella è l'a nimaedhalasuasedenelcuore,che in essa esistono le
facoltà della memo ria, della fantasia, dell'umano arbi trio ; che la mente
umana > l'uomo è il posse , posse , 6 - 162 nito , che tende all'infinito ;
che l' Ea teè Dio, elecreatureesistonoperpar tecipazione ; che la causa unica è
quel - la che per produrre l'effetto 'non abbi sogna d'altra ; che l'essenza
consiste ia una indefinita virtù ; che l'anima è di versa dal corpo e dalla
materia ;che il 4 > 2 pe'pervi,chesidannogli universali, oleideecomeformedellecose
che queste sono create da Dio, e che l'ani ma distingue l'uomo dalle bestie. Il
non intende Vico considera l'uomo come ente fioito procedente da
Dio , superiore agli altri animáli per la ragione , e in cui distin guesi la
natura innocente dalla corrotta. Egli è naturalmente socievole', onde in lui un
linguaggio ; la sua vita propria è quella che è consentanea alla natura ; a lui
appartengono l'umanità o l'altrui commiserazione , il desiderio dell'utile, il
carattere d'una comune cognazionedi natura , l'istinto alla fede , il pudore ,
e infine la brama dell'onore. L'uomo insomma è un essere costituito d'intel
letto e di volontà , corrotto in entram bi dagli errori e dalle passioni , m a
c a pace dello sforzo della mente al vero che come equo bene è il giusto ,
conformità della mente all'ordine è l'o è nesto.La giustizia,secondo lui è la
virtù universale ; la yirtù è la stessa ragione , e distinguesi in prudenza
, come , temperanza e fortezza ; e causa della . società fu l'onestà. Noi
abbiamo verso Dio de'doveri a soddisfare col culto, senza onestà non può darsi
società civi 164 le,lagiustiziadev'essere universaleo
architettonica, perchè uno è Dio.Il Vico nella sua.Scienza nuova parte
dall'idea o cognizione di Dio che illumina gli uomini etutto dispone co'suoi
ordini prestabiliti.A questa idea principale si rannodano le seguenti : questo
mondo è diretto dalla Provvidenza divioa;questo mondo civile fatto dagli uomini
non è molto antico ; in esso tutte le nazioni convengono sulla religione , sul
matri monio solenne , e sulla sepoltura ; su questi sursero le nazioni più
barbare ; tutte le nazioni percorrono tre età,età degli Dei , clà degli eroi ,
età degli u o mini ; tre diverse lingue , geroglifica simbolica , volgare ; le
nazioni furo pri ma di natura cruda , indi severa,quin di benigna , e poscia
dilicala ; la for ma di governo è o teocratica o è delle repubbliche
democratiche o Aristocratiche , o finalmente è quella del le monarchie ;
formate le città nasco BO.le trasmigrazioni de'popoli , ed il dritto naturale
delle genti; cresciute le nazioni , 'l'equità civile rafforza il
drittonaturale;tutto ciò dura finchè non'sopravvengono delle grandi crisi per
mutare ilmondo civile; queste vi cissitudini umane formano il corso del le
nazioni nel quale si ravvisano tre età,degliDei,deglieroi,degli uomi ni,,tre
specie di natura fantastica eroica, e intelligente, tre specie di costumi ,
religiosi colerici e officio si, tre specie di dritto naturale, di vino ,
eroico, umano tre specie di governo , Teocratici , Aristocratici o Democratici,
e monarchici , tre specie di lingue, mentale., eroica e di parlari articolati
tre specie di carat teri , geroglificii , eroici e volgari , aleo Vico
idea gli dini lesi doè nesto nė joni atri pri -in SUI are ; elit 10 specie di giurisprudenza
, divina, eroica , ed umana , tre specie di auto rità,divina,croica
edumana,trespe cie di giudizi ,divini , eroici umani , tre specie di tempi,
religiosi, eroici, e civili; tutte queste cose hanno apco un ricorso; il corso
e ricorso è fondato sul fatto; la storia ideale non è propria de Greci e Romani
, tre Tor oé Iri. del co ed ute ma di tutto il mondo; la Scienza
nuova si offre sotto gli aspetti di Teologia ra. giogata , di filosofia , di
Storia delle umane idee,di criticafilosofica,disto ria ideale eterna , di
sistema del dritto. naturale e dellegeộti, di scienza de'prin: cipii di storia
universale.Questo grande uomo ebbe delle lodi edelleaccuse:ma sarebbe lungo
edifficileilgiudicarleper vedere se le une o le altreprepondera- no ; epperò altro
non faeciamo che ri mapere stupiti come intempi tantomeno civilizzati de'nostri
che si addimandano ci vilissimi l'Italia abbia dato alla luce un in gegoo sì
'straordinario e maraviglioso. 1 La filosofia del Vico rimase ignota per
lungo tempo all'Europa ; ma ebbe anco ra de continuatori fra'quali vennero ad
altissima rinomanza lo Stellini ed il G e novesi.Lo
Stellinianalizzòlefacoltàuma ne, 2 C 166 affermando che il bene o l'ottimo
stato dell'anima dipende dalla proporzio ne o dall'equilibrio di tutte,e fecede
rivare la virtù dall'equilibrio tra le fa coltà e le affezioni umane.Nella sua
ope rasull'originee su'progresside'costu mi dimostrò esservi tre
epoche della n a tura umana, cioè quella de'sensi che ser vono all'animo,
quella dell'animo che servea'sensi,equella del mutuo com mercio tra l'anima e i
sensi. Lo Stelli ni integrò, per dir così, la filosofia.Vi chiana , in
quantocchè Vico cercò nella storia la morale delle nazioni con quella degli
individui , e Stellini fece la storia de costumi degli individui colla morale
dellenazioni,comprendendo l'assoluta necessità di dedurre i principii morali
dalla patura delle cose che si offre spon tanea alla nostra
contemplazione,dando upa unità sistematica alla scienza della morale , e
riducendo la dottrina della virtù alla sola grandezza.Filangieri,Ma rio Pagano
, Ierocades ed altri prose guirono quasi in silenzio la via lumino samente
segnata da Vico e da Stellini, ma colui che si fè chiaro , e fra' Vichi sti
etragliempiricirazionali,ful'Abate Antonio Genovesi nostro concittadino.Egli
nella suametafisicasostieneche non possiamo avere idee distinte intorno alla so
stanza , che l'essenza consiste in varie proprietà , e che si distingue in
reale , nozionale enominale.L'anima secon do lui,è lo stessosubbiettopensanteed
intelligente,edèdotata d'intellettoe diragionedellapercezione,del giudi zio e
del raziocinio ; per ben filosofare è mestiere che si faccia uso di quelle
ideechepossiamo avere,che laveritàsia chiaraedevidente, maiilGlosofo non
il principio dell’au torità e dell'arte critica , cità della mente umana e
della esten sione della conoscenza. Secondo lui , la > 1 1 debbe scostarsi
dalle dimostrazioni stabi lite se non quándo ci si presentano delle obbiezioni,
Egli dichiara imperfettala scienza teosofica e conchiude che ascen diamo al
Verbo per via della ragione; segue il principio che rion sidapno nemmeno le
idee intellettuali senza;un motocorrispondentenelcervello> am mette il
principio del vero e del falso > il cui criterio è l'evidenza intelligibile
sensuale e storica > > . della capa ra umana 169 9
morale è mossa dal conoscere la natu in che trovansi due forze , l'una
concentrica e l'altra diffusiva che entrambe dalla morale devono esser di rette
alla felicità ; scopo della morale è quello di regolare e non distruggere l'uo
mo ; la legge naturale è risposta de dae precetti di attribuire i proprii
diritti a Dio a te ed agli altri , e di fare tutto che conviene alla felicità
del genere u m a no.Egli ripone la legge morale nella ra gione e distingue
questa come facoltà calcolatrice dalla regola che la governa e che consiste nel
tenore dell'essenze e dei rapporti essenziali delle cose ordi nate,eperla quale
v’ba un'obbliga zione perfetta che è della forza e della giustizia , ed un
obbligazione imperfetta che è la legge dell'umanità.Egli dimo stra ancora che
l'utile è ilpiù bello in dizio di una legge generale che punisca o premii
talune azioni , e che tutti i d o veri si riducono si a rispettare le palu rali
proprietà di ciascuno che ad acqui star le proprietà , purchè non s'invada
8 no le proprietà di coloro i quali sono al medesimo piano
dell'universo con noi. Il Genovesi non è un pensatore origina le,ma è originale
pel suo metodo, per la sua chiarezza , per la sua critica ; e se talvolta si
desidera in lui maggior ordi ne , maggior precisione , ciò nasce ap punto dalla
difficoltà di riunire in un sol corpo l'intera filosofia italiana. 170 S
all'immaginazione- De 2 Antropologia di G. Gorini-Luini, Meditazione Ansaldi,
Riflessioni sui mezzi di per fezionarelafilosofiamorale– Saggiointorno
traditione principiorum legisnaturalis- ElementaLogicae,Psycholo giae , ac
Theologiae naturalis , auctore J. B. Scarella Gerdil., Anti Emilio o
Riflessioni sulla teoria e la pratica dell'educazione contro Rousseau - Piano degliStudii-
Logicae Insti tutiones Storia delle sette de'filosofi Prin
cipiidellamoralecristiana- Originedelsenso morale Memoria dell'ordine di Dio e
della immaterialità delle nature intel ligenti-
PhilosophicaeInstitutionesquibusEthi ca seu Philosophia practica continetur -
J. B. Vici: De nostritemporis studiorum ratione- Dell'esistenza De antiquissima
italorum sapientia- De uno uni versi juris principio et fine uno liber unus ;
De Constantiajurisprudentisliberalter- Principii di scienza nuova Jacobi Stellini
: Ethices Opera omnia PaganoSaggipolitici Discorsosull'ori
gineenaturadellapoesia- Genovesi:Elemen ta metaphysicae - Elementorum artis
logico criticae - La Logica pe'Giovanetti - Istituzio nidimetafisica
pe'principianti--Diceosina o sia Filosofia del giusto e dell'onesto.§ 1. Per
dar compimento alla espo. sizione dell'attuale filosofia italiana e insieme
allo svolgimento storico de'si stemi filosofici non rimane che esporre lo stato
della filosofia in Italia al secolo presente. I filosofi italiani oggdì si di
vidono nelle cinque classi dei sensuali sti, degli idealisti,de'mistici,degli
ecletticiedegliEmpiristi-Razionalisti.La tendenza della filosofia italiana al
dì d'oggi è l'Empirismo Razionalismo benchè si ravvisiqualche avanzo di
sensismo, e som qualche imitazione dell'idealismoaleman no non che
del misticismo francese e del eclettismo scozzese. È il chiarissimo Barone
Pasquale Galluppi, di cui or ora ci faremo a parlare che , colla po tenza della
sua dialettica, e colla seve rità del metodo analitico , rappresenta
eminentememente la filosofia in Italia , movendo guerra sì all'idealismo diKant
che al sensualismo del Condillac. Noi per seguire l'ordine ideologico dei di
versi sistemi di filosofia esporremo pri mamente ledottrinedegliempirici;po
scia verremo agli idealisti, a'mistici , ed agli eclettici; e da ultimo agli E
m piristi-Razionalisti. Poli:Supplimenti al Manuale della Storia
dellafilosofiadiGuglielmoTenneman- Gio berti:Del Primato morale e civile
degl'Ita liani. § 2. I capi del sensualismo italiano nel secolo presente sono
il Gioia , il Romagnosi,ed ilLallebasque.Melchior re Gioia ,
fondando la sua filosofia sul la ricerca de'fatti, non fece che mirare aduna
scienza popolare.Procedendo in tal modo egli trovò tre facoltà fonda mentali :
la sensazione , l'attenzione ed il raziocinio ; indagò l'origine delle sen
sazioni e dell'istinto, ammisel?orga nizzazione e gli stimoli esterni eome
cause dell'istinto,e spiegò l'anomalia dellesensazioni,eleloro leggi,por gendo
un cenno storico sulle norme materiali che furono falsamente riguar date come
norme misuratrici della in telligenza.Riguardo a'prodotti intellet tuali e
morali , egli inclinò ad una i deologia fisiologica , che egli conchiude con
una teoria del piaceree del dolore, in cui considera il dolore come n o n
sempre proveniente da lesioni organiche, e il piacere come 271 non sempre
effetto della cessazione del dolore , e stabilisce l'azione reale del piacere e
del dolore, e le loro sorgenti come inoti maggiori o minori del moto ordinario
delle fi bre. Poscia dimostra che essi influisco no sulla felicità, sulle
facoltà intellet tuali,sulle affezioni sociali, e sulle passioni ; e
rettificando le nozioni false sulla vita , mostra che le sensazioni u- nite
alla forza intellettuale cisvelano l'e sistenza del me e del fuor dime epro
ducono certe operazioni diverse dalle semplici sensazioni ; cpperò distingue la
sensazione dalla idea e dal giudizio. Nella filosofia morale, il Gioia dove
soggiacerealleconseguenzedelsuo si stema empirico ; ed infatti il suo prin
cipio è che la morale è la scienza della felicità, riponendo egli la felicità
dell'a vanzo delle sensazioni gradevoli su’mali; e che la virtù è una somma di
atti uti li disinteressati. Il sistema del Gioia è erroneo e difettoso , perchè
tende a ge neralizzare ilsensualismo,favorisce il si stema del piacere ,
approssima l'ideolo gia alla fisica , analizza superficialmente ed
inesattamente i fenomeni psicologici, e deduce da un fatto incerto una teori ca
o un principio. Ma la comunicazio ne della scienza al popolo , una
filoso fia pratica e sociale, una mente vasta e perspieace, un giudizio
avvalorato dalla induzione ,una ammirabile chiarezza d'idee e di
ragionamenti;ed una scelta erudizione, sono le doti che se fossero andate
disgiun tedanonpochierroriavrebbero formato del Gioia un pensatore non
mediocre. Giandomenico Romagnosi segue, nel suo metodo , ne'suoi
principii , e nelle suededuzioni,l'empirismo,ma un'em- pirismo psicologico, da
lui manifestato, cercando il principio del Dritto nale nelle relazioni
appoggiate Pe all'es senza ed alle reali connessioni delle co se, dimostrando
che l'arte di governar la società deve riuscire l'ordine morale di fatto
perfezionato , e che nella spo sizione dell'ordine teoretico e pratico debbe
aver luogo la storia della natura umana e delle sue relazioni 3 nendosi la
ricerca de'fenomeni e propo psicolo gici sperimentali , lasciando le astruse
indagini della metafisica psicologica. E gli definendo la psicologia , la
dinamica dell'uomo interiore; stabilisce le tre funzioni
psicologiche del conoscere, del volere, e dell'eseguire , dichiara l'esi stenza
del me e degli altri corpi il cui carattere esclusivo è la pluralità di so
stanze compresa in un sol concetto ; e dimostra che le sensazioni sono i segni
reali e naturali cui in natura corrispon dono le cose e i modi di esseri reali
che il sentire è diverso dall'intendere che stà nel percepire l'essere e il
fare delle cose ; che il senso intimo è una facoltà occulta che unisce all'uno
il moltiplice , al semplice il complesso , che perciò è suo ufficio il
conformare gliatti psicologici che qualificano l'in tendere, il dettare un
sentimento in ogni giudizio , l'attrarre ciò che è ana logo e respingere ciò
che ripugna ; che laleggedell'umana intelligenzaè funzione in cui il senso
dell'azione ri cevuta e quello della reazione corrispo sta concorrono a
produrre la percezio ne dell'essere e del fare ideabile delle cose.
Nulla,secondo lui,avvi d'innato o a priori riguardo alle idee che tutte - e > una derivano dalla
sensazione combinata col la reazione o dalla competenza dell'Io combinata con
quella degli obbietti e sterni. Egli ripone il criterio del vero nel principio
di contraddizione , consi dera la causa come un non so che rac chiudente il
concetto d'una potenza pro duttrice di un atto o di un fatto ; ne ga le idee
iunate pel principio che l'Io vedendo tutto in sè stesso non può di stinguere
dall'acquisito ciò che vi si rattrova d'innato ; considera il valore della
prova nella certezza , e nel dubbio , e conchiude che lo stato esterno e
sensibile degli ele menti delle prove è fondamento univer sale e primitivo del
loro impero. La morale, secondo lui, stànel propor zionare la natura de' mezzi
secondo la speciale considerazione del fine. Il principio generale della sua
morale è l'ordine della perfezione , cheper leg ge di fatto reagisce su quello
della conservazione tanto coll'insegnare quan to col somministrareimezzi
delmiglior bilità , e nel dubbio nella proba > Lallebasque
(1) congiunge alla scienza del pensiere la filosofia naturale. Secondo (1) È
comune opinione che sot to il nome di Lallebasque tenga celato quello del
caraliere Pasquale Borrelli: 276 essere umano ; e che mira al benesse re
all'utilità fisica o morale ed alla umana felicità che costituiscono l'uomo attuale
e le leggi naturali per cui l'uo > mo , com 'essere perfettibile è tenuto a
seguire l'ordine morale di natura. E gli distinse l'incivilimento dalla civil
ne pose le basi nella natura nella religione, nell'agricoltura, nel governo,
nella concorrenza ;ed il prin cipio nell'incivilimento sempre dativo. Una mente
vasta, un ingegno acuto e profondo ed una dialettica rigorosa formano tutti i
suoi pregi ; ma è in e qualche modo oscuro e confuso , né fu tanto innovatore
quanto lo predica rono i suoi proseliti , e per l'empiri ) smo da lui
professato , e per le diffi coltà della scienza, là; g lui,lasensazioneèprimitiva, conti nuata,
riprodotta ed aumentata; ed è lo stesso che l'idea , tranne che questa si
adopera più di frequente a signifi care le funzionidell'intelletto. In quan to
al giudizio , egli distingue quello di occupazione da quello di attenzione;e
riduce ogni giudizio a quello di diver sità; considera il raziocinio come
l'atto onde due idee producono un giudizio per via d'una terza. Riguardo alla vo
lontà egli sostiene che il calcolo voli tivo e l'atto prelativo si risolvono in
un giudizio di preferenza pel quale la volontà sisviluppa come un'azionecon cui
l'animo eccita i nostri organi a pro cacciarci ciò che abbiam prescelto. In
trattando della scienza etimologica,egli ripartisce le lingue in radicali e pro
duttive; indaga l'origine delle parole e le loro cause,che sono l'imitazione,il
bisogno , il comodo , l'arbitrio ; rico nosce due mezzi per trovare le lingue
radicali : la ricerca de'popoli che han comunicato con quello per la cui
lingua han luogo le indagini etimologiche , e l'attignere dalla
lingua derivata la noti zia di quelle che àn concorso a formarla. Un luogo
stuolo di empiristi tenne dietro a questi tre pensatori. Gigli de finisce la filosofia
la scienza di ciò che può conoscersi con esatte osservazioni e con esperienze
bene istituite; Savioli è seguace di Locke e di Soave ; Troisi ri conosce
ne'sensi gli strumenti delle po stre prime idee ; Mazzarella riconosce
l'attività e la sensibilità come proprietà costitutive dell'essere semplice
;Bini dichiaratutte le idee provvenire all'ani ma col mezzo de'sensi ; Pezzi
nega l'e sistenza delle appercezioni e delle idee astratte;Accordino
fadipendere tutte le facoltà dell'anima dalla sensibilità, e riguarda l'uomo
neiprimi momenti della sua esistenza come una tavola .rasa ove non è impresso
alcun carattere ; Mara no distingue la percezione dall'idea e
preferiscel'analisi;Abbà fadipendere le idee dal senso e dall'azione dell'ani
ma ; Zelli afferma che l'uomo riceve le 278losofico sulla coscienza ; Testa
afferma che il sentimento non può fallire al ve e che l'osservare la natura e
fi - 279prime idee per mezzo de'nervi ; Alberii dichiara pescibile tutto che
esce dalla sfera del mondo sensibile ; Passeri rico nosce l'influenza del
fisico sulla rettitu dine delle nostre azionispirituali; San e chez niega alla
ragione la conoscenza dell'assoluto e trae tutte le idee da' sensi ; Gatti
dichiara esser la sensazione il risultamento di una conformazione spe ciale
vivente; Bonfadiniriconosceilme todo induttivo come mezzo logico della verità,
e spiega l'origine delle idee col ; , l'analisi e coll'astrazione ; Regulèas
pre tende nell'anima altro non esservi che il sentire ; Bruschelli trae
l'esistenza del mondo e di Dio dall'osservazione de' fatti che ne circondano ;
Grones dichiara la metafisica la scienza delle cose astratte conoscibili per
mezzo dell'osservazione costante edelleesperienzeaccurate;Piz zolato forma
della filosofia una scienza fenomenical; Butlura poggia ilsapere ro, studiarne
i fatti sono isoli mezzi sicu ri d'ammaestramento ; Bradi riduce la certezza
alla diretta cognizione del m o do diesserespeciale degliobbietti;Fa. gnani
fonda il suo sistema Glosofico sul dinamismoesullasensibilitàو;ا Bragazzi
propone per facoltà d'apprendere l'os servazionede'fenomenidello spiritoeper
criterio del vero la verificazione ; Costa sostiene la memoria e le altre
facoltà a simiglianza della sensazione , ed ammette l'origine delle idee
generali e normali dall'idea individuale ; Ferrari segue il principio
dell'associabilità interna e Fel lettiquello dell'utile umanitario. L'Empirismo
inItalia venne applicato alla pedagogia da lPasetti, dal Fontana, dal Tommaseo
, e dal de Renzi, alla Storia da F. Rossi, alla estetica dal Cicognara,e dal Delfico;edallagenea
logia delle scienze dal de Pamphilis, dal Rosselli e dal celebre medico Luigi
Fer rarese che riunisce tutti i rami delle scien ze a quella dell'uomo ,
seguendo il prin cipio che in esse tutto èrelativoanoi. 28 f 1 1 e Gioia : Il
nuovo Galateo ca Tavole Statistiche sofia ad uso delle scuole Logica Statisti
Elementi di filo Ideologia Eser cizio logico - Nuovo prospetto delle scienze
economiche – Del merito e delle ricompense Dell'ingiuria , de'danni , e del
soddisfaci mento- Indole,estensione,evantaggidella Statistica Romagnosi:Che
cosa è mente sana ? Indovinello massimo Della suprema economia dell'umano
sapere Vedute fonda mentali sull'arte logica - Dell'insegnamento primitivo
delle matematiche Assunto primo della scienza del dritto naturale Introduzio ne
allo studio del Dritto Pubblico Universale Dell'indole e de'fattori dello
incivilimento Biblicteca italiana. Vari articoli di filoso fia L'antica
filosofia morale Genesi del Dritto Penale - Progetto del Codice e della Procedura
Penale Lallebasquc: Introduzio De alla filosofia naturale del pensiero la
- - - cu mo Fa il - - - cato su! si dal per Ista OS ette mali Fel en -ia oi.
Eila, alla 281 . ea dal Fer àa cipiidellaGenealogiadelpensiero— Borrelli: Gia
Troisi: L'arte di ragionare-Istituzionimetafisiche- Mazzarel Intorno
a'principii dell'arte etimologica gli : Analisi delle idee la: Corso
d'Ideologia elementare Bini : Lezionilogico-metafisicomorali- Pezzi:Le zioni di
filosofia della mente e del cuore , r i formata e dedotta dall'analisi
dell'uomo Accordino:Elementi di filosofia Regole dell'arte logica Marano :
Abbà:Elementa Lo Prin 282 . gices et Metaphysices - Zelli :
Elementi di metafisica– Pungileoni:Dell'udito vista Alberic : Del nescibile
Passeri : - e della Della natura umana socievole Sanchez : In fluenza delle
passioni sullo scibile umano Gatti Principiid'ideologia- Bertolli:l. dee sulla
filosofia delle scienze morali e poli tiche Germani:Dell'umana perfezione
Scaramuzzi : Esame analitico della facoltà di sentire- Bonfadini:SullecategoriediKant
Réguleas:Nuovo piano d'istruzione ideo logicaelementare-
Bruschelli:Praelectiones elementares logico metaphisicae Buttura : La coscienza
Logica Testa:Introduzio ne alla filosofia dell'affetto . Filosofia del
l'affetto Bravi : Teorica e Pratica del Pro babile Fagnani:Storianaturale
dellapo tepza umana - C Elementi dell'arte logica Baldini : Cenni sopra un
nuovo corso di filo sofia elementare - Ramelli : Prospetto degli studii
filosofici nelle scuole comunali Nessi: Schizzo intorno i principii di ogni
filosofia De Ocheda : Filosofia degli antichi Grones : Ricerche metafisico
matematiche sullalin guadelcalcolo— Pizzolato:Introduzioneal lo studio della
filosofia dello spirito umano Savioli : Institutiones metaphysicae in Epitome redactae
Zandonella:Elogiodi Bacone Costa : Del modo di comporrc le idee F e r
rari:LamentediRomagnosi Felletti:In torno,ad una nuova sintesi
delle scienze Pasetti : Sull'educazione fisico morale F o n tana : Manuale per
l'educazione umana Tommaseo : Scritti varii sull'educazione De'Renzi :
Sull'indole de'ciechi Rossi : Studii Sto rici Cicognara : Ragionamenti su bello
Delfico : Pensieri sulla storia e sulla incertezza ed inutilità della medesima
N u o vericerchesulBello- DePamphilis:Geno grafia dello scibile considerato
nella sua unità di utile e di fine Rossetti : Dello scibile e
delsuoinsegnamento- Ferrarese:Saggiodi una nuova classificazione sopra le
scienze del l'uomo fisico e morale Delle diverse spe cie di follte - Ricerche
intorno all'origine dell'istinto Trattato della mònomania sui cidia—
Esamedellostatomoraleedimputa bile de'solli monomoniaci. Elementi di ito
e dela - Paseri: Sanchez:In - - umano Bertolli: 1 orali epolis perfezione- a
facoltà di oriediKant uzione Praelectiones - Buttura : -latroduzio ilosofia
tiiadelPro e delap e logica- del ideo orso dinilo spetto del ali- Nessi
filosofia – e sula oduzione al Grones : lin - ee umano - inEpitome Bacone
elletti . For :lo S 3. Non ostante il gran numero di fautori che si procacciò
l'Empirismo in Italia, pure siavvertì ilbisogno di spie gare la natura umana
non dall'esperien za , ma dalla subbiettività dell'uomo ; epperò sorsero i
Razionalisti a combat 284 , ilsecondo affermando l'assoluta
necessità delle idee ionate , o deprincipiiapriori,ed ilterzoan nunziando esser
la filosofia una scienza degli enti di ragione. Lusverli considera le facoltà
come Colui il quale diede una forma siste ! un potere di produrre qualche
effetto, dipendente dalla forza spirituale;Defendiriconosce ne'sordo muti l'idea
dell'ente in universale ; ed ilParma nelfondo diogniesistenzarat trova
l'essere. Ceresa affermò essersi im battuti nel vero coloro i quali riposero il
principio del conoscere nella pura sub biettività che è sola infinita,
spontanea, positiva, e tale che l'uomo per suo m e z zo elabora la sua
obbiettività. > o tere le tendenze empiriche ; ed aspira rodo a spiegare i
problemi più difficili della filosofia; ma non si elevarono alle chimere ed
alle astrazioni del Trascen dentalismo alemanno.IlMaggi,ilBian chetti , il
Receveur , coltivarono il R a zionalismo pelsuo lato obbiettivo,il primo
cercando un sommo archetipo lo gico e supremo , P 1aspira 1
dificili ronoale Trascen ilBian: tempo , di spazio , di iriposero 0 ilha
etiro,il terzo an na scienza considera chetipolos afermando ionate, 0 prodare
Jalla fora nesont ersale ;eld stenza rat essersi im pura possibilità
dell'essere medesimo. Secon do lui , quest'idea è è innata, poiehè non proviene
nè da'sensi , nè dal sentimento dell'Io , nè dalla riflessione; e da essa
derivado tutte le idee acquisite diforma e di materia , di sostanza , Egli
sipropone di ricondurre la filosofia dell'intelletto sulla giusta via,
combattendo i sistemi che hanno perturbate lementi e disono rata la filosofia ,
e stabilire un criterio saldo e irremovibile alla verità ed alla
certezza.IlRosminisegue ilprincipio che l'idea unica ed innata si è quella
dell'Ente nell'universale. Egli preferi che riducesi a'due sce il suo metodo
assiomi di non assumere nella spiegazio ne de'fattidellospiritoumano,nème no nè
più di quel che è necessario a spiegarli.Egli parte dal principio che l'uomo
pulla può pensare senza l'idea dell'Ente ; che quindi la qualità più g e perale
delle cose è l'esistenza nella pura suk 7 spontana I suo mez 283 matica al
Razionalismo si fu l'Abate A n tonio Rosmini-Serbati. Egli si di di essenza ,
di causa , rma siste moto , e di
estensione ; esso è il senti mento intellettuale , l'intelletto medesi mo. Ecco
ipunti principali della sua teoria : l'anima ha due potenze origina li , l'intelletto
che ha per obbietto es senzialelaforma elasensibilitàcheè esterna se ha per
obbietto un corpo , interna se ha per obbietto l'Io ; la co scienza upisce la
sensibilità all'intelletto con una sintesi primitiva , il cui effetto è la
ragione scorgendo irapporti gene rali, ed è la facoltà di giudicare con
giungendo l'attributo al subbietto la sensibilità esterna è tratta ad operare
colla materia prima, e la ragione produce le percezioni intellettive; donde
lafacoltà di generalizzare e la libertà all'indefi nito svolgimento delle
facoltà dell'uomo. Egli distingue la sensazione dalla perce zione sensitiva ,
l'idea di una cosa dal giudizio sulla sua sussistenza>,laperce zione
sensitiva dalla intellettiva , un atto dello spirito dall'avvertenza dell'atto.
Finalmente dimostra che è impossibile che l'uomo percepisca una cosa diversa da
sè; I che lo spirito
comunica le sue proprie forze alle cose percepite ; che l'idea del l'essere è
fonte e criterio del vero e genera la cognizione de'corpi, di noi; di Dio , ed
anco la legge morale. Per tal modo l'idea dell'ente è,secondo lui, il primo
principio inpato nella psicolo gia e nell'ontologia , il criterio del vero e
del certo nella logica,ilprincipio su premo del bene e del dovere nella m o
rale. senti nedesi lasua Itoeso chee le quattro idee di spazio , di tempo
, rigio io огро, lacr eleto to| gene CON Terce adal 0;he :cold acele 287 Non
rimane che dirqualche cosa in torno al nostro concittadino Ottavio C o lecchi,
seguace in qualche modo della filosofia di Kant. Il Colecchi pone di sostanza ,
e di causa efficiente , colle quali espone le leggi della ragione che egli
dichiara comuni ad ogni»sistema fi losofico.Il principio del suo sistema è
questo: l’io non potrebbe determinare la sua esistenza nel tempo senza una esi
stenza interna, dal quale deriva che la cagione movente la sensibilità non può
riponersi nello stesso me , cioè che il cel indef. uomo berce 7atto atto.
eche vario delle rappresentazioni nasce all'oc casione del di fuori
che modifica il sen so;chelariunionedelvarionellospa e zio e nel tempo è opera
della fantasia, 288 è e quindichel'unitàsinteticadell'oggetto
nell'esperienza è un prodotto della fan tasia di accordo con l'intelligenza.
Secondo lui , l'induzione fisica è diversa dall'in duzione matematica
inquantocchè quella mena allo scetticismo e questa a cono scenze necessarie ed
universali; se il rap porto tra le idee è neeessario, le idee e i termini di
questo rapporto son tali anch'esse ; ogni nostra conoscenza in comincia
da'sensi , e passa da questi al la intelligenza. Riguardo alle leggi della
ragione egti sostiene che la ragione esi ge inogni esperienza come data la to
talità delle parti dello spazio e degli arti colideltempo non confondendoquello
che è con quello che appare, 2 1 / 1 1. lità delle parti del tutio dato nella
di visione , la totalità delle condizioni nella catena delle cause e degli
effetti, pro nunziando l'accordo delle due causalità la tota- della
natura e della libertà , il necessa rio nella serie de contingenti ed infine un
ente assoluto , dotato di tutte le possibili realtà,Dio.Nellamorale,egli
sostiene che il principio della propria felicità non può elevarsi alla dignità
di legge morale , che le due idee del giu sto e dell'ingiusto sono originarie e
non fattizie , e che le regole etiche , le qua-li dirigono l'uomo interno sopo
essen zialmente diverse dalle giuridiche che dirigono l'uomo esterno.IlColecchi
non è solamente seguace del Kant ; ma egli cerca armonizzare colla morale i
pensa menti del Vico sulla filosofia e sulla le gislazione;anzi poichè le
verità del Kantismo eran sepolte nella scienza ila lica , il Colecchi ba saputo
raccogliere un seme da'principii di questa per pro durre novelli frutti e
contribuire allo a vanzamento delle filosofiche discipline. Receveur:Institutionum
philosophicarum ele menta Maggi : Critica sistematico-univer le e guida alla
rigenerazione della filosofia. Bianchelti: Studii filosofici tuzioni logico
metafisiche - Lusverli: Isti Defendi : Sul dolore estetico e sull'entusiasmo,
ragionamen to- Parma:Supplimentisulsansimonismo Rosmini-Serbati: Saggio sulla felicità-
Saggio sulla unità dell'educazione Opuscoli filosofici-
Nuovosaggiosull'originedelleidee- Principii della scienza morale - Frammento di
una storia dell'empietà pii e leggi generali di medicina e filosofia spe
culativa- Colecchi:Quistionifilosofiche. Ceresa : Princi. Il sensualismo venne
anco com battuto da taluni che ,seguendo l'esem pio della scuola Teologica
Francese,si elevarono al misticismo e fondarono la scuola de'soprannaturalisti,chefecero
prevalere la fede ed il sentimento sulla riflessione e sulla ragione. Primo fra
questi , il Palmieri attacca di fronte l'em pirismo del secolo XVIII, mette in
campo le idee ippate come impressioni permanenti e modifcazioni dello spirito ,
afferma che sonovi nello spirito delle idee e delle impressioni non
avvertite e la teologia hanno lo stesso scopo , cercano un solo
vero discutono gli stessi principii , esse non ponuo essere due scienze. Il
Mastrofini si vapta autore di upa metafisica subli- . attualmente che la
ragione per giudi care debbe seguire certe basi e regole
impressenell'anima;erivendicando l'au torità de'libri sacri , confutando il Kan
tismo e negando alla filosofia la facoltà di spiegare lo stato dell'uomo
sostiene che tutti i suoi sistemi sono contraddi
zionimanifeste,echeilsoloveroèil soprannaturalismo che è l'unico,enon
contraddittorio , quando anche la ra gione non potesse sentirne chiaramente
l'evidenza. Il Manzoni stimando incom piata la filosofia che anno gli uomini
sul giusto e sull'ingiusto indipendente mente dalla Religione, e la distinzione
tra la filosofa e la Religione come una imperfezione , si accosta al soprapoatu
ralismo , sostenendo che la filosofia m o rale va congiunta alla teologia , che
la ragione naturale è imperfetta , e che se la filosofia e . (1) Il
nome di Licinio Ventebranz è ana grammatico ed é celato in esso quello di Via
cenzo Albertini me incuiapplicalafilosofiaallateolo- gia; Ventenbranz
(1)predicauna filoso fia eclettico - cristiana ; Perolari M a l mignati
sostiene che la sola filosofia verissima è la morale cristiana. L 'Oli vieri ed
il Pasio sostengono una morale dedotta dalla Rivelazione. Cesare Can tử
dimostra che , dovendosi basare la giustizia positiva sull'assoluta, non po trà
giammai mepare ad effetto questa sua condizione se non colla Religione positiva
; che l'umanità è regolata da Dio , che il linguaggio della parola fu dato da
Dio all'uomo e con esso tutte le idee primitive di giustizia e di retti tudine
morale. Parma pretende che o gni sistema filosofico debba dipartirsi da un dato
primitivo anteriore alla di mostrazione , e che sola la filosofia re, ligiosa
assume tutti gli elementi delm a terialismo , dell'idealismo e dello scet 2
292- 1 293 Riccardi fa consistere il difetto di o goi filosofia del
vizio logico emorale di sostituire la parola natura alla Divinità ; e pretende
la scienza essere essenzial mente religione , non potersi dar conto di alcuna
cosa che risalendo a Dio , la filosofia non dover concludere contro i fatti
della Rivelazione , la stessa fisica esser falsa se a questa è opposta. Il P.
Ventura cerca identificare la filosofia alla Rivelazione. Secondo lui,la filoso
fia 'sta tutta nel metodo , il fondamento della certezza è riposto nel senso
comune, l'intelletto e la verità costituiscono un tut toiodissolvibile,l'uomo
sirapporta aDio, la convenienza dell'ente coll'intelletto forma ad un tempo il
sommo Vero ed il sommo Bene , l'uomo debbe conosce ticismo , epperò ,
secondo lui , la teo logia è un ingrandimento dell'umana ragione , o la scienza
dell'umanità illu strata da'più alti intelletti, > la filosofia non è che la
reli e 2 gione , essa comprende la Teologia , 1'Etica la Logica e la Fisica e
debbe re Dio mos Vincenzo Gioberti (1) è il più recen te sostenitore
del misticismo a'tempi n o stri. Egli cerca surrogare l'ontologia al ta
psicologia , e il metodo sintetico al l'analitico; segue il dommatismo , cer
cando dedurre ogni cosa con logica stret ta e severa ; unisce la filosofia alla
teo logia , subordinando la prima alla secon da ; e distinguendo la parte
razionale da quella che è superiore alla ragione, incomincia dal primo Ente,in
relazione alla mente umana ; e , dopo aver pre septata una dottripa sommaria
dell'asso luto si intrattiene a mostrarne lo svolgi mento in tutte le forme
delle scienze umaneedivine.Secondolui,la un tutte le sue parti decidere
coll'auto rità generale. 9 > (1) Intorno al Gioberti e mestiere leggere la
Nota del Mamiani SULĽ ONTOLOGIA E SUL METODO ed un articolo di G. Massari
cuiètitolo:CONSIDERAZIONI SULL’INTRODUZIONE ALLO STUDIO DELLA FILOSOFIA ? propo
DI GIOBERTI (Progresso). V. de e combinati con essa formapo tre
realtà indipendenti dallo spirito , cioè una sostanza ed una causa prima
moltiplicità di essenze e di sostanze , ed un atto col quale l'Ente si collega
alle esistenze ; il nostro pensiero intuisce questa realtà con un atto semplice
e simultaneo che precede ogni intuizione particolare , e per cui mezzo
l'intellet to percepisce leproprietà essenziali del 1.Ente mercè la rivelazione
; l'Idea non può addivenire obbietto di riflessione senza la parola interna ,
quindi è neces sario l'intervento del linguaggio per ope ra della ragione ; vi
è gran differenza fra l'intuizione e la riflessione , fra il. metodo ontologico
e il metodo psicolo gico , e d'accanto alle facoltà che a p > > sizione :
l'Ente crea le esistenze è la formola ideale che comprende tutte le nozioni
dello spirito umano ; ogni suo membró esprime una realtà obbiettiva assoluta e
necessaria nell'Ente , rela tiva e contingente delle esistenze; que sti due
membri son legati dalla creazio una > e non ha lasciato di
cadere in molti gravi errori , specialmente quando egli 296 prendono
l'intelligibile,avvidell'uomo un istinto che mira al sopra intelligibile senza
poterlo giammai conoscere ;l'Ente si offre al nostro pensiero come lecido e
tenebroso ; e da ciò sorge il legame e strettissimo tra la filosofia e la
teologia tra’dogmi rivelatieirazionali.Egliap plica la sua formola ideale a
molti blemi di logica , d'ideologia , e di m e tafisica ; prova la sua
fecondità e lar ghezza in lei rattrovando la ragione e la fonte del sapere;
imprende a de linearnelastoria attraversoleopinioni,le credenze, elerivoluzioni
de'popoli,ed a mostrare che dessa abbraccia la ragione di tutti sistemi potevoli
di filosofia.La sua filosofia offre a'nostri tempi il pri mo esempio di
unametafisicaortodossa, ma arditaed originale;sicchèpuòdirsi aver egli tentato
di mostrare i legami tra la filosofia e la rivelazione cattolica estimando il
pro progresso 7 delle scienze spe rimentali e lo svolgimento dellaciviltà
ma attaccando il metodo psicologico, affer ma che esso fu la
cagione del mate 297 e quando sostituisce al metodo a
naliticoilsintetico.È principioricono ciuto da ogni sana mente che l'analisi di
per sè sola non può menare allo sco primento della verità ; ma è falso che la
sola sintesi si adatta a darci la no zione del vero. L'unico metodo è quel lo
di conciliare l'analisi alla sintesi; pe rocchè vi sono delle idee che conoscia
mo per mezzo della solaanalisi,edelle altre che conosciamo per mezzo della sola
sintesi. E poi l'accagionare Rena to Cartesio di tutte le dottrine mate
rialistedel secolo XVIII palesa una immoderata avversione al psicologismo che
da alcuni si vuole esser l'ultimatuin > della filosofia, ma dal quale noi
sti miamo doversi partire per giungere al l'ontologia,allaconoscenza delleleggi
che reggono il mondo sensibile ed il mondo soprassensibile.Del resto ilGio
berti evitando ed il Panteismo ed il " rialismo che nel secolo scorso ebbe
lao go, · rolar iMalmignati :Lezionifilosofiche- Par
ma:SulleoperediGerbet Supplimentosul Sansimonismo- Cantù:NotiziadiG.D. Ro
magnosi- Riccardi:Lapraticade'buonistudi ad uso della gioventù studiosa-
Discorso alla gioventù sullo studiodellafilosofia- Ventura: De methodo
philosophandi– Gioberti:Intro duzione allo studio della filosofia Errori fi
losofici di Antonio Rosmini Teorica del so vrannaturale filosofia estetica
Saggio sul bello e Principii di Del Primato Morale e civile Lettera sulle
dottrine filosofi degli Italiani co-politiche dell'Abate de Lamenoais.
298 parallogismo nel dedurre con ragiona- menti a priori la scienza de'Gniti da
quella dell'infinito, non fa altro che proclamare la verità della Rivelazione
Cattolica. Palmieri : Analisi ragionata de'sistemi e de' fondamenti
dell'ateismo e della incredulità Manzoni : Osservazioni sulla morale cattolica
Mastrofini:Leusure Olivieri:La filoso fiamorale- Pasio:Elementaphilosophiaemo
raliscumnotis- Ventebranz(Albertini):Di scorso critico intorno a'pregiudizii ed
errori ed a'tanto disputati due metodi d'insegnare le scien zeastratte- Lo Spirito
della Dialettica- Pe C C - osserva che i sensualisti hanno preso una
strada erronea occupandosi del la quistione sull'origine delle idee e
mischiandola con quella sulla realtà dell'u mano sapere che essi non han
conosciuto l'uomo che per le sole sensazioui trala sciando l'analisi
dell'essere interno , che non hanno avanzato la scieoza,non potendovi essere
scienza Glosofica senza la cognizione dell'uomo intelligente e m o rale; epperò
caddero in errore coloro i quali lo annoverarono tra'sensualisti. Il suo metodo
è di ricercare tutto che i filosofi italiani hanno scritto intor no ad
esso .1 ida e de ta scien emo 1 oried
-A Pour tosul Ro studi ala ra : tro 2 cibi do, iïdi osofi civile che zione
della scuola Scozzese.Oltre il Sebastia ni ed il Corradini , dobbiamo poverare
S 5. Sonovi in Italia alcuni filosofi che si addano a coltivare l'eclettismo
tra questi il Mamiani ed il Winspeare. Il Conte Terenzio Mamiani della Rovere,
comparando , sceglien e fondendo i loro trattati , ecco l'ecletismo. Il
principio che egli açco glie è di esaminare non soloi fenomeni sensibili, ma
gliinterni, cioèifatti e 300 e rigettare tutte le idee non comprovate
dall'esperienza come fatti esteroi , o incompiute per aver trascu rato una di
queste serie ; e , secondo lui , le ultime conclusioni della filosofia
razionale debbono combaciare con le o pinioni del senso comune , quindi pos
sono tacciarsi di false quelle teorie che credono mostrare che il genere umano
sia caduto in errore. Ora se tali sono i principii e tale è il metodo degli
eclet tici e degli scozzesi , e se la scuola cui appartiene un Autore debbesi
rilevare dal metodo edaiprincipii,possiamodire che l'Autoresiapprossimaall'eclettismo
della scuola Scozzese. Veniamo ora al le sue principali opinioni. La filoso
> venne dagli uomini cer cata ; m a questi hanno mancato di buon metodo non
serbando proporzio ni tra'diversi
elementi che costituisco no lanatura;ne'filosofi italiani benme ditati e
specialmente nel Galilei vi è il vero metodo sperimentale. Il Mamiani lo riduce
ad un mezzo che ha > و per fia esiste , della coscienza materia
loscibile,perfineilvero elofacon sistere nelle cinque arti preparatoria
inventiva , induttiva , dimostrativa , di stributiva. Egli pone il criterio di
cer tezza nell'intuizione immediata , o m e glio nell'identificazione
dell'oggetto con noi , distingue nella conoscenza l'atto di giudicare
dall'oggetto giudicato ,e cer cando un legame tral'oggetto el'idea, lo colloca
ove l'ente si converte col vero ed il conoscitore si identifica col co goito ;
ammette l'intuizione immediata o l'atto di nostra mente il quale cono sce le
proprie idee e le loro vicende voli attinenze , nonchè l'intuizione m e diata o
l'atto di nostramente,ilquale per > 301 la certezza assoluta
dell'intuizione immediata prova in un modo assoluto l'esistenza delle realtà
estrinseche o i loro rapporti con lo spazio e col tem po ; fonda la certezza
sulla duplice in tuizione sulsensointimoesulsenso > comune,nega che
iprincipiiapodittici e gli assiomi siano atti a dimostrazione o
aspiegazione,faderivarlacausa dalla' > SCO unde 1. Sofia che me èil ile to
eria pos Bano di 001 clet cer cu Idee Cati dal dire 2 SIDO 080 LIO SCO successione
delle esistenze e ripone il criterio del vero nella conversione del fatto
operata dalla intuizione creatrice la quale è un prodotto della nostra
spontaneità e mette capo al senso comune. 302 L'ultimo che sia venuto in
campo a sostenere l'eclettismo Scozzese è il Ba rone Winspeare che nello scorso
anno ha pubblicato il primo volume de'suoi Sag gi di filosofia intellettuale.
Dalla prefa zione ove egli fa manifesto il piano del lavoro si rileva che egli
è parteggiano della scuola Scozzese,perochèladi fende dalle accuse promosse
contro di essa , e sostiene che seguirla svolgendo la è il solo mezzo per far
progredire la scienza filosofica. Il Barone Winspeare ha voluto ristaurare un
sistema che egli stimava più atto a far progredire quelle verità necessarie al
progresso dell'intelli genza ed allaosservanza della morale. Un simile
tentativo gli apporta sommo ono re , perocchè lo à immaginato ed ese guito con
molto studio e coscienza. Nul l'altro possiam dire intorno a lui poichè 1
و 303 è una rapida rassegna delle dottrine fi losofiche da'Greci infino al
XVIII se. colo , non si può dedurre un sistema for molato ne'principii e delle
sue con seguenze . - che dal solo primo volume dell'opera , - Corradini :
Utilità della filosofia Prospet to delle Lezioni di filosofia razionale Seba
stiani:NovumSystemaEthices- Mamiani: Del Rionovamento dell'antica filosofia in
Italia Sei Lettere all'Abate Rosmini Dell'O n tologia e del metodo Lettere a P.
S. Man . cini intorno alla filosofia del Dritto ed all'ori gine singolarmente
delDritto di punire– Winspeare:Saggidifilosofiaintellettuale- Blanch: Articoli
due sul Wiospeare nel Museo di Scieu ze e Lettere), Per dar compimento
all'attuale filosofia italiana non rimane che esporre le opinioni di coloro che
si diedero al- l'Empirismo -Razionalismo. Tamburini confutò Holbach , Condillac
, e Kant ; ri l' pose l'obbligazione morale del bisogno l'altra su’lim
miti di essa.Riguardo alla prima,ab battendo lo .Scettismo egli prova es sere
in noi reale la cognizione , esistere le facoltà intellettuali come cause
delle della perfezione che si appoggia all'uma na natura , al senso
universale ed al l'ordine naturale, si oppose alle dot trine dell'amor proprio
e dello interes combatté le opinioni di 'Condorcet sul progresso o meglio
sull'umana per fettibilità da lui circoscritta al reale ,al possile , alla
storia , e considerata non > come infinita,sibbenecomeprogressiva;
stazionarla , e retrograda. 2 30% 1 se, per opera del Barone squale Galluppi
che combattendo leop poste dottrine del Condillac e del Kant , ne viene
salutato a buon diritto il fon datore ed ilsostenitore.Egliincomincia dal
proponersi lo scioglimento di due importanti quistioni ,l'una sulla realtà
dell'umana conoscenza Pa Gli sforzi del Tamburini prepararono la puova era
della filosofia italiana , la quale sorse insieme coll’Empirismo-Ra zionalismo
per opera 2 305 US idee , e lo spirito giungere al vero al lorchè
dietro la testimonianza del senso intimo afferma ciò che è e piega ciò che non
è. Ecco perchè il Galluppi appar tiene alla filosofia moderna , alla scuola
psicologica di Cartesio. Nell'analisi dei fenomeni intellettuali egliammette le
ve rità primitive di esperienza interna con tenenti principii a priori ed a
posteriori riconosce il principio dell'oggettività della sensazione e della
intuizione in mediata in quella;dimostrail passaggio dalla regione del pensiero
a quella del l'esistenza per mezzo del punto di co municazione tra la
conoscenza intellet tuale e la reale,pel quale egli ammette le idee universali,
come leggi dello spi rito derivanti dalla sua soggettività , le quali formano i
giudizii analitici e si risolvono in due ordini di conoscenze le une di
esistenza e le altredi ragione, queste servendo di base alle verità de dotte, e
quelle supponendo l'applica zione delle verità razionali a'dati del
l'esperienza. Secondo lui,benchè tutti i 306 ) ! } giudiziipuri
siecoidentici,pure lo spirito allarga la sfera delle sue conoscenze,ed il
raziocinio ci istruisce,1.o perchè or dina e classifica le nostre conoscenze ,
2.° perchè ci mena a conoscenze che 1 1 pon potremno avere senza di esso;per
mezzo della causalità da una esistenza sperimentale ci eleviamo ad esistenze
che tali non sono;lasensibilità è ester na ed interna ', questa percepisce il
me e le sue modificazioni , quella ci rivela l'esistenza del fuor di me e delle
sue modificazioni.Riguardo a’limitidelle no stre Conoscenze egli cerca
determinarli dimostrando esserciignotel'essenzedelle cose , e la natura Divina
, ed ignoto il modo onde le cause effettrici agiscono non che quello onde gli
esseri produco no in sè o in altri quelle date modifi cazioni.Il sistema delle
facoltà dello spirito introdotto dal Galluppi ha per iscopolaricercadelle
facoltà elemen tari ; e queste sono la coscienza e la sensibilità che
presentano allo spiri to gli obbietti , l'analisi che li sepa la sintesi
che li riunisce, il de siderio , e la volontà che mossa da que sto dirige le
operazioni dell'analisi della sintesi. L'illustre filosofo di Tro pea professa
le medesime teorie in tut ti i suoi scritti filosofici ; se non che degli
elementi e nelle lezioni di fi losofia, poggiate sull'empirismo-razio dalismo ,
segue il metodo analitico pro cedendo dal noto all'ignoto. Egli divi de la
logica in pura o scienza delle idee e mista o scienza di fatti seguendo il
principio dell'identità progressiva ed istruttiva, considerando come ufficio
del ragionamento il rapnodare e subordinare le nostre idee,dichiarando il
sillogismo un'analisi del discorso,e stimando mol to importante l'entimema.
Secondo lui, la religione naturale è l'insieme delle verità che si possono
provare per mezzo della ragione,che ci svelano come dob biamo pensare di Dio,e
de'suoi rapporti cogli esseri creati ; la ragione ne inse gnacheDioèeterno
immutabile uno iqboito;lasua eternità,non ha ra, e }
successione fisica , nè metafisica ; la re lazione fra Dio e le creature
è quello di causalità cioè tutte le creature sono state create da Dio ;.
l'esistenza di due principii eterni dell'universo è assurda; il male non
ripugna alla bontà divina ; l'esistenza de'doveri ne vien manife stata dalla
coscienza ed è una verità pri mitiva ; il dovere oon può defipirsi per e
; chè è una nozione semplice , una zione soggettiva che deriva dalla natura
umana ; le verità morali son necessarie ma sintetiche;ilprincipio deldovere è
distinto da quello dell'utile che gli è subordinato ; la massima : si giusto è
primitiva;il principio di beneficenza non basta a mostrarci i nostri doveri
verso gli altri ; noi abbiamo de'doveri non solo verso gli altri;ma verso Dio e
verso noi stessi , la filosofia ci m a n i festa l'immortalità dell'anima umana
, il congiungimento della felicità colla virtù, verità che vengon dimostrate
dal premio della virtùedellapenadelvizio, verità provate dalla naturale
indistrutti 308 10 when 2 309 bilità dell'anima e dal desiderio
costante negli uomini di un bene supremo , rità enunciate dalla ragione non
solo ma anche dalla Rivelazione che è un'azione immediata di Dio sullo spirito
umano con che Dio produce nello spirito le co noscenze che vuol produrre , e la
cui possibilità deriva dalla semplice nozione dell'Oppipotenza. Egli riponendo
la leg ge morale nella retta ragione che dirige la nostra volontà al nostro
benessere seguendo il sistema del dovere indipen dente dall'utile, introducendo
qualche cosa 多! 1
d'innato nella morale , ed ammet tendo il dovere come un principio sin tetico a
priori , si eleva dall'Empirismo psicologico ad un ragionevole Idealismo nella
morale . Ecco le principali opinio ni professate dall'immortale Galluppi , cui
va tanto debitrice l'attuale filosofia italiana de'suoi progressi , ed in cui
non sappiamo se sia maggiore l'eleva tezza e l'acume d'ingegno o la forza e la
potenza del ragionamento. Molti altri filosofi dietro l'esempio del ve
Galluppi pure si addissero all'Empiri smo-Razionalismo. Tedeschi la forza
dell'anima come upica ed divisa , sostiene le idee assolute ed im mutabili ,
distingue le idee io riflesse o prodotte dall'astrazione,e spontanee o prodotte
da uo intimo impulso che de mena dal sensibile all'intelligibile sino alla
cognizione della sostanza. Zantede schi presenta un sistema di facoltà de dotto
dal percepire dal sentire,e dal l'appetireintellettivo,sensuale,e ra
zionale,considerando la logica come quellascienzachedirigela facoltàCO
noscitiva a perfezionarsi , stabilisce il metodo induttivo sulla causalità e
l'analogia ; la sua melafisica è la dot trina dell'Eote che s'accosta alla
teoria del Vico e degli antichi italiani ; nella filosofia morale egli
racchiude i prioci pii delle azioni , come la coscienza , la libera volontà , e
la legge morale , e d ilprecettocomune:quod tibinon vis alio ne feceris.
Mancino concepisce la filosofia-come scienza dello spiritouma considera in sul
> / 311 S corpo ; la filosofia è la scienza dello spiri to umano in sè
ed in tutte le sue relazioni;perconoscerel'apimaè me stiere l'analisi che
scompone il partico lare per ridurlo a principii generali; la vila dell'anima
stà nella cognizione-azio pe no , e ne deduce uoa filosofia eclettica
cioè equitativa e completa che accoglie il vero da per ogni dove; epperò divi
de la filosofia insoggettiva cioèdirettaa disaminare le forze dell'iplendimento
. ed oggettiva o diretta a disaminare gli obbiettidellaconoscenza;rionega l’Em
pirismo ed il Razionalismo ; e conside ra le idee come prodotte dalle sensazio
ni, dalla coscienza,e dall'attività dello spirito e Buldassarre Poli è uno
de'più for ti propugnatori dell'Empirismo-Razio nalismo. Secondo lui , l'uomo
consta di due elementi, apima che si riduce all'atto del giudizio o idea-volizione-coscienza;conoscere
pon èchegiudicareegiudicarenonèche co Doscere,mailgiudicareèilmodo del co
2 312 noscere e il conoscere è l'effetto del giudi care, il
giudizio non è una sintesi tra l'at tributo ed il subbietto perchè l'anima non
ha forza sintetica potendo solo percepire e vedere,il giudizio ha le sue
applica zioni come ilbello,ilbuono,ilvero,le sue perfezioni, che sono ilbuon
senso,lo spirito , il gusto , l ' ingegno, il carattere l'istinto e le sue
relazioni che sono i rapporti dell'anima coll'età col sesso , coll'indole ,
colla fisonomia , col clima, col vitto , col sodoo colle malattie o colle
altre circostanze; il giudizio è un tutto composto ed un effetto che non può
sussistere senza parti componenti e senza facoltà generatrici,che sono due:
volontà-intelletto ed intelletto-volontà fondate sul principio di simultanea in
divisibilità;tuttele altre facoltà son modi empirici di queste due facoltàpri
mitive che colle loro leggi sono attri buti dell'anima ; il giudizio e le
rispet tive facoltà dell'intelletto e della volontà hanno per fattori supremi
l'oggettivo ed il soggettivo messi tra loro in rap > donde il
commercio del fisico col morale nell'uomo ; la filosofia si Altri
Empiristi-Razionalisti non happo pubblicate delle opere ; ma il loro si stema
traspare da vari articoli di gior nali e ragionamenti disparati. Ricci è amante
del metodo empiricospeculativo; porto , rannoda alla religione ed alla Teologia
perocchè questi fattori dipendono da Dio ; la vita dell'anima eilgiudiziosono
og gettilimitatiperfettibili;questo perfe zionamento è dato come legge di natu
ra e come scopo all'anima ed alle sue facoltà , esso è riposto nel maggior a u
mento ed equilibrio possibile delle fa coltà dell'anima congiunto al maggior
grado possibile di scienza e di felicità, esso può ottenersi avendosi de'mezzi
fa cili e corrispondenti che si riducono all'uso reiterato e frequente
deglistessi atti o delle stesse funzioni; quindi l'uo mo
perrendersiperfettoalmaggiorgra do deve operare e usareperquanto può delle proprie
facoltà , secondo la loro natura e la loro destinazione. Rivato
limita il sapere filosofico 314 e e > cioè il pro filosofico , soste
pendo che l'uomo dee tutto studiare e nel mondo esteruo e nello interno tutto
riferire alla coscienza ; Riccobelli si accinge a combattere ilTrascendenta
lismo di Kant sullo spazio e sul tempo ; Devincenzi pone per primo fondamento
dell'Ecletismo la cognizione perfetta di tutte le filosofie e scegliere il
vero da tutte; e per lui l'eclettismo è quella modesta filosofia che nulla
sprezzando esamina tutte le dottrine e segue il vero ovunque il rinviene.
Stefano Cusani so stiene che lo spirito umano ha due sole vie nella ricerca del
vero , cedimentoempiricoedilrazionale,> che i principii assoluti sono
anteriori nel loro stato fenomenale , ma contempora nei nella loro essenza alle
idee necessa rie , che la tendenza filosofica del X I X secolo
dev'esserel'Ontologia,echedo vrebbesi elevare una metafisica sul fon damento
psicologico degli eclettici fran cesi e sul fondameuto ontologico dei filosofi
alemanni.Molti altri recenti filo C Supplimenti al Manuale della Storia della
filosofia di Tennemann Ricci:ArticolisulCousinismo (Antologia di Firenze)-
Rivato . e sul + sofi han coltivate le scienze filosofiche pel lato d'un tal
sistema ma i limiti di brevità che abbiamo imposti a poi stessi ci vietapo di
noverarli. Tamburini : Introduzione allo studio della fi Josofia morale
Elementa Juris Naturae Cenni sulla perfettibilità dell'umana famiglia Galluppi
: Saggio sulla critica della conoscen za - Filosofia della volontà Lezioni diLo
gica e Metafisica Elementi di Filosofia Lettere filosofiche sulle vicende della
filosofia relativamente a'principii delle umane conoscen ze da Cartesio insino
a Kant Introduzione allostudiodellaFilosofia- Memoriasulsistema di Fichte o sul
Razionalismo assoluto l'idealismo Trascendentale di Kant Tede : schi : Sulla
filosofia Zantedeschi : Elementi di Psicologia empirica , di Logica e
Metafisica, e di Filosofia morale Mancino · Elementi di filosofia – Poli : Saggio
filosofico sopra la scuola de'mederni filosofi naturalisti Saggio di un corso
di filosofia Primi ele menti di filosofia Intorno al vero e giusto spirito
filosofico. Riassum317 to sempre,identico stesso nell'India, nella Grecia nel
cadere del medio evo, nella filosofia moderna , e nel l'attuale filosofia. del
Progresso. Gall è que gli che rappresenta eminentemente in Francia la filosofia
empirica spingen dola sino al materialismo. Il raziona lismo ebbe pochi adetti,
fra'quali la Baronessa de Stael ; il misticismo ebbe de’seguaci; ma quegli che
più di tutti imprese a difenderlo si fu Lamennais. L'eclettismo comprende
gliEcletticipro priamente detti o Cousinisti, gli eclet tici scozzesi ,
tra'quali Jouffroy, e i fi losofi Storici che muovono tutti dal Guizot;
cosicchè tre sono i grandi campioni dell'ecletismo Cousin , Jouf ' In Francia
la filosofia superando i limiti dell'ideologia e della psicologia empirica , a
malgrado alcuni avanzi di sensualismo, ha cangiato la sua direzio ne ; ed ha
dato luogo alle cinque scuo le degli Empiristi, de'Razionalisti,dei
Mistici,degli Ecletici, e deFilosofi > pro fondità dell'Alemagna
, si presenta una lotta di varii sistemi.Qualche avanzo del sensualismo invalso
nel secolo scorso as sume l'originalità italiana; ma l'Idea lismo ben presto
gli fa guerra benchè numeri pochi seguai ; il misticismo non ha'che pochissimi
coltivatori,e l'eclet tissimo scozzese comincia ad introdur sinelleopere
de'Filosofi italiani; ma froy e Guizot. Il sansimonismo inva se i dominii
delle scienze morali e sociali ; ed a malgrado le sue stranezze attirò
de'fautori, frà quali alcuni sco standosene alquanto fondarono la filoso fia
del progresso continuo, che è addi venuta la filosofiapredominante in Fran cia
ma che debbe esser posta in accor do colla Religione Cristiana. Il fonda tore
del Sapsimonismo è Saint-Simon; e P. Leroux è quegli che lo ha tra mutato nella
filosofia del progresso con tinuo. Nell'Italia , che è chiamata a tenere il
giusto mezzo tra la eccessiva superfi cialità della Francia e l'eccessiva
9 l'empirismo-razionalismo combatte tutti questi sistemi e viene a
fondarsi sulla ragione e sull'esperienza. Ogni sistema in Italia ha un grande
ingegno che lo difende. Romagnosi segue ilsensualismo Rosmini l'idealismo ,
Gioberti il misti cismo , Mamiani l'eclettismo scozzese e Galluppi
l'Empirismo-Razionalismo. Que sto sistema, proprio de’filosofiitaliani, che è
l'ultima espressione dello svolgi mento della filosofia , debbe mirare ad una
nuova formola più compiuta , e ten tare lo scioglimento de'più ardui pro blemi
per mezzo dell'esperienza combi nata colla ragione ; esso abbisogna di un
metodo e diun prịåcipio che spie ghi il commercio de sensi colle idee del mondo
esterno col mondo interno ; ed al suo ampliamento contribuiscono non solo leversioni
delle operestraniere,ma anche altri lavori filosofici degli italiani che
preparano una restaurazione definiti va delle scienze filosofiche. Noi di que
sto sistema abbiamo lodevolmente par lato al cominciamento del nostro lavoro; e
facciam voti perchè tutti gli Italiani pensatori presenti ed avvenire di unani
me consentimentosiraccolgadosottouna sola e medesima bandiera,sotto le inse goe
dell'Empirismo-Razionalismo,ricono scendo per loro capo e maestro
l'immorta le filosofo di 'Tropea Pasquale Galluppi.Enrico Pessina. Pessina. Keywords: storiografia filosofica in Italia, la
storia della filosofia roman, Galluppi, diritto private. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Pessina” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690010515/in/photolist-2mPrdWj-2mKEPgR
Grice e Petrarca – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Arezzo). Filosofo. Grice:
“There are a few studies on Petrarca and ‘filosofia’: “Petrarca platonico,”
etc. – but his most important contribution is via implicatura, as when I deal
with Blake or Shakespeare.” Considerato il precursore dell'umanesimo e
uno dei fondamenti della letteratura italiana, soprattutto grazie alla sua
opera più celebre, il “Canzoniere”, patrocinato quale modello di eccellenza
stilistica da Bembo. Uomo moderno, slegato ormai dalla concezione della patria
come mater e divenuto cittadino del mondo, Petrarca rilanciò, in ambito
filosofico, l'agostinismo in contrapposizione alla scolastica e operò una
rivalutazione storico-filologica dei classici latini. Fautore dunque di una
ripresa degli studia humanitatis in senso antropocentrico (e non più in chiave
assolutamente teocentrica), Petrarca (che ottenne la laurea poetica a Roma)
spese l'intera sua vita nella riproposta culturale della poetica e filosofia
antica e patristica attraverso l'imitazione dei classici, offrendo un'immagine
di sé quale campione di virtù e della lotta contro i vizi. La storia medesima
del Canzoniere, infatti, è più un percorso di riscatto dall'amore travolgente
per Laura che una storia d'amore, e in quest'ottica si deve valutare anche
l'opera latina del Secretum. Le tematiche e la proposta culturale
petrarchesca, oltre ad aver fondato il movimento culturale umanistico, diedero
avvio al fenomeno del petrarchismo, teso ad imitare stilemi, lessico e generi
poetici propri della produzione lirica volgare dell'aretino. Nacque da ser Petracco,
notaio, ed Eletta Cangiani (o Canigiani), entrambi fiorentini. Il padre, originario
di Incisa, appartene alla fazione dei guelfi bianchi e fu amico d’Alighieri,
esiliato da Firenze per l'arrivo di Valois, apparentemente entrato nella città
toscana quale paciere di Bonifacio VIII, ma in realtà inviato per sostenere i
guelfi neri contro quelli bianchi. La sentenza emanata da Cante Gabrielli da
Gubbio, podestà di Firenze, esilia tutti i guelfi bianchi, compreso il padre di
Petrarca che, oltre all'oltraggio dell'esilio, e condannato al taglio della
mano destra. A causa dell'esilio, trascorre l'infanzia in diversi luoghi della
Toscana. Prima ad Arezzo, poi Incisa e Pisa, dove il padre era solito spostarsi
per ragioni politico-economiche. A Pisa, il padre, che non perde la speranza di
rientrare in patria, si e riunito ai guelfi bianchi e ai ghibellini per
accogliere Arrigo VII. Secondo quanto affermato dallo stesso Petrarca nella
Familiares, indirizzata a Boccaccio, a Pisa avvenne, probabilmente, il suo
unico e fugace incontro con l'amico del padre, Alighier. La famiglia si trasfere
a Carpentras, vicino Avignone, dove il padre ottenne incarichi presso la Corte
pontificia grazie all'intercessione del cardinale Niccolò da Prato. Nel
frattempo, il piccolo Francesco studiò a Carpentras sotto la guida del
letterato Convenevole da Prato, amico del padre che verrà ricordato dal
Petrarca con toni d'affetto nella Seniles. Alla scuola di Convenevole, presso
la quale studiò, conobbe uno dei suoi più cari amici, Guido Sette, arcivescovo
di Genova, al quale Petrarca indirizzò la Seniles. Anonimo, Laura e il Poeta,
Arquà Petrarca (Padova). L'affresco fa parte di un ciclo pittorico realizzato
nel corso del Cinquecento mentre era proprietario Pietro Paolo Valdezocco. Gli studi
giuridici a Montpellier e a Bologna L'idillio di Carpentras durò fino ad allorché
lui, il fratello Gherardo e l'amico Guido Sette furono inviati dalle rispettive
famiglie a studiare diritto a Montpellier, città della Linguadoca, ricordata
anch'essa come luogo pieno di pace e di gioia. Nonostante ciò, oltre al
disinteresse e al fastidio provati nei confronti della giurisprudenza, il
soggiorno a Montpellier fu funestato dal primo dei vari lutti che Petrarca
dovette affrontare nel corso della sua vita: la morte della madre Eletta. Il
figlio, ancora adolescente, compose il Breve pangerycum defuncte matris (poi
rielaborato nell'epistola metrica), in cui vengono sottolineate le virtù della
madre scomparsa, riassunte nella parola latina electa. Il padre, poco dopo
la scomparsa della moglie, decise di cambiare sede per gli studi dei figli
inviandoli nella ben più prestigiosa Bologna, anche questa volta accompagnati
da Guido Sette e da un precettore che seguisse la vita quotidiana dei figli. In
questi anni Petrarca, sempre più insofferente verso gli studi di diritto, si
legò ai circoli letterari felsinei, divenendo studente e amico dei latinisti
Giovanni del Virgilio e Bartolino Benincasa, coltivando così i primi studi
letterari e iniziando quella bibliofilia che lo accompagnò per tutta la vita.
Gli anni bolognesi, al contrario di quelli trascorsi in Provenza, non furono
tranquilli: scoppiarono violenti tumulti in seno allo Studium in seguito alla
decapitazione di uno studente, fatto che spinse Francesco, Gherardo e Guido a
ritornare momentaneamente ad Avignone. I tre rientrarono a Bologna per
riprendervi gli studi fino all’anno in cui Petrarca ritornò ad Avignone per
«prendere a prestito una grossa somma di denaro, vale a dire 200 lire bolognesi
spese presso il libraio bolognese Bonfigliolo Zambeccari. Ser Petracco morì,
permettendo a Petrarca di lasciare finalmente la facoltà di diritto a Bologna e
di dedicarsi agli studi classici che sempre più lo appassionavano. Per
dedicarsi a tempo pieno a quest'occupazione doveva trovare una fonte di
sostentamento che gli permettesse di ottenere un qualche guadagno remunerativo:
lo trovò quale membro del seguito prima di Giacomo Colonna, arcivescovo di
Lombez; poi del fratello di Giacomo, il cardinale Giovanni, dal 1330. L'essere
entrato a far parte della famiglia, tra le più influenti e potenti
dell'aristocrazia romana, permise a Francesco di ottenere non soltanto quella
sicurezza di cui aveva bisogno per iniziare i propri studi, ma anche di
estendere le sue conoscenze in seno all'élite culturale e politica
europea. Difatti, in veste di rappresentante degli interessi dei Colonna,
Petrarca compì un lungo viaggio nell'Europa del Nord, spinto dall'irrequieto e
risorgente desiderio di conoscenza umana e culturale che contrassegnò l'intera
sua agitata biografia: fu a Parigi, Gand, Liegi, Aquisgrana, Colonia, Lione.
Particolarmente importante fu allorché, nella città di Lombez, Petrarca conobbe
Angelo Tosetti e il musico e cantore fiammingo Ludwig Van Kempen, il Socrate
cui verrà dedicata la raccolta epistolare delle Familiares. Poco dopo
essere entrato a far parte del seguito del vescovo Giovanni, prese gli ordini
sacri, divenendo canonico, col fine di ottenere i benefici connessi all'ente
ecclesiastico di cui era investito. Nonostante la sua condizione di religioso
(è attestato che dal il Petrarca è nella
condizione di chierico), ebbe comunque dei figli nati con donne ignote, figli
tra cui spiccano per importanza, nella successiva vita del poeta, Giovanni e
Francesca. L'incontro con Laura Secondo quanto afferma nel Secretum, Petrarca
incontrò per la prima volta, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, 7 (che
cadde di lunedì. Pasqua Laura, la donna che sarà l'amore della sua vita e che
sarà immortalata nel Canzoniere. La figura di Laura ha suscitato, da parte dei
critici letterari, le opinioni più diverse: identificata da alcuni con una
Laura de Noves coniugata de Sade (morta a causa della peste, come la stessa
Laura petrarchesca), altri invece tendono a vedere in tale figura un senhal
dietro cui nascondere la figura dell'alloro poetico (pianta che, per gioco
etimologico, si associa al nome femminile), suprema ambizione del letterato
Petrarca. La scoperta dei classici e la spiritualità patristica Come accennato
prima, Petrarca manifestò già durante il soggiorno bolognese una spiccata
sensibilità letteraria, professando una grandissima ammirazione per l'antichità
classica. Oltre agli incontri con Giovanni del Virgilio e Cino da Pistoia,
importante per la nascita della sensibilità letteraria del poeta fu il padre
stesso, fervente ammiratore di Cicerone e della letteratura latina. Difatti ser
Petracco, come racconta Petrarca nella Seniles donò al figlio un manoscritto
contenente le opere di Virgilio e la Rethorica di Cicerone e un codice delle
Etymologiae di Isidoro di Siviglia e uno contenente le lettere di san Paolo. In
quello stesso anno, dimostrando la passione sempre crescente per la Patristica,
il giovane Francesco comprò un codice del De Civitate Dei di Agostino d'Ippona
e conobbe e cominciò a frequentare l'agostiniano Dionigi di Borgo San Sepolcro,
dotto monaco agostiniano e professore di teologia alla Sorbona. Dionigi regalò
al giovane Petrarca un codice tascabile delle Confessiones, lettura che aumentò
ancor di più la passione del Nostro per la spiritualità patristica agostiniana.
Dopo la morte del padre e l'essere entrato a servizio dei Colonna, Petrarca si
buttò a capofitto nella ricerca di nuovi classici, cominciando a visionare i
codici della Biblioteca Apostolica (ove scoprì la Naturalis Historia di Plinio
il Vecchio) e, nel corso del viaggio nel Nord Europa, Petrarca scoprì e ricopiò
il codice del Pro Archia poeta di Cicerone e dell'apocrifa “Ad equites romanos”,
conservati nella Biblioteca Capitolare di Liegi. Oltre alla dimensione di
explorator, comincia a sviluppare le basi per la nascita del metodo filologico
moderno, basato sul metodo della collatio, sull'analisi delle varianti e quindi
sulla tradizione manoscritta dei classici, depurandoli dagli errori dei monaci
amanuensi con la loro emendatio oppure completando i passi mancanti per
congettura). Sulla base di queste premesse metodologiche, lavora alla
ricostruzione, da un lato, dell' “Ab Urbe condita” di Livio; dall'altro, della
composizione del grande codice contenente le opere di Virgilio e che, per la
sua attuale locazione, è chiamato Virgilio Ambrosiano. Da Roma a Valchiusa:
l'Africa e il “De viris illustribus”; Marie Alexandre Valentin Sellier, “La
farandola di Petrarca”, olio su tela, Sullo sfondo si può notare il Castello di
Noves, nella località di Valchiusa, il luogo ameno in cui trascorse gran parte
della sua vita fino all’anno in cui lasciò la Provenza per l'Italia. Mentre
portava avanti questi progetti filologici, Petrarca cominciò a intrattenere con Benedetto XII, un rapporto epistolare
(Epistolae metricae) con cui esortava il nuovo pontefice a ritornare a Romae
continuò il suo servizio presso il cardinale Giovanni Colonna, su concessione
del quale poté intraprendere un viaggio a Roma, dietro richiesta di Giacomo
Colonna che desiderava averlo con sé. Giuntovi nella Città Eterna Petrarca poté
toccare con mano i monumenti e le antiche glorie dell'antica capitale
dell'Impero Romano, rimanendone estasiato. Rientrato in Provenza, Petrarca
comprò una casa a Valchiusa, appartata località sita nella valle della Sorgue nel
tentativo di sfuggire all'attività frenetica avignonese, ambiente che
lentamente cominciò a detestare in quanto simbolo della corruzione morale in
cui era caduto il Papato. Valchiusa (che durante le assenze del giovane poeta
era affidata al fattore Raymond Monet di Chermont) fu anche il luogo ove
Petrarca poté concentrarsi nella sua attività letteraria e accogliere quel
piccolo cenacolo di amici eletti (a cui si aggiunse il vescovo di Cavaillon,
Philippe de Cabassolle) con cui trascorrere giornate all'insegna del dialogo
colto e della spiritualità. «Più o meno in quello stesso periodo,
illustrando a Giacomo Colonna la vita condotta a Valchiusa nel primo anno della
sua dimora lì, Petrarca delinea uno di quegli autoritratti manierati che
diventeranno un luogo comune della sua corrispondenza: passeggiate campestri,
amicizie scelte, letture intense, nessuna ambizione se non quella del quieto
vivere. Fu in questo periodo appartato che, forte della sua esperienza
filologico-letteraria, incominciò a stendere le due opere che sarebbero dovute
diventare il simbolo della rinascenza classica: l'Africa e il De viris
illustribus. La prima, opera in versi intesa a ricalcare le orme virgiliane,
narra dell'impresa militare romana della seconda guerra punica, incentrata
sulle figure di Scipione l'Africano, modello etico insuperabile della virtù
civile della Repubblica romana. La seconda, invece, è un me Gli anni
successivi all'incoronazione poetica, quelli compresi furono contrassegnati da
un perenne stato d'inquietudine morale, dovuta sia a eventi traumatici della
vita daglione di 36 vite di uomini illustri improntata sul modello
liviano e quello floriano. La scelta di comporre un'opera in versi e un'opera
in prosa, ricalcanti i modelli sommi dell'antichità nei due rispettivi generi
letterari e intesi a recuperare, oltre alla veste stilistica, anche quella
spirituale degli antichi, diffusero presto il nome di Petrarca al di là dei
confini provenzali, giungendo in Italia. L'alloro con cui Petrarca fu
incoronato rivitalizzò il mito del poeta laureato, figura che diventerà
un'istituzione pubblica in Paesi quali il Regno Unito. Il nome di Petrarca quale uomo eccezionalmente
colto e grande letterato fu diffuso grazie all'influenza della famiglia Colonna
e dell'agostiniano Dionigi. Se i primi avevano influenza presso gli ambienti
ecclesiastici e gli enti a essi collegati (quali le Università europee, tra le
quali spiccava la Sorbona), padre Dionigi fece conoscere il nome dell'Aretino
presso la corte del re di Napoli Roberto d'Angiò, presso il quale fu chiamato
in virtù della sua erudizione. Approfittando della rete di conoscenze e di
protettori di cui disponeva, pensò di ottenere un riconoscimento ufficiale per
la sua attività letteraria innovatrice a favore dell'antichità, patrocinando
così la sua incoronazione poetica. Difatti, nella Familiares, confide al padre
agostiniano la sua speranza di ricevere l'aiuto del sovrano angioino per
realizzare questo suo sogno, intessendone le lodi. La Sorbona fece sapere al
Nostro l'offerta di una incoronazione poetica a Parigi; proposta che, nel
pomeriggio dello stesso giorno, giunse analoga dal Senato di Roma. Su consiglio
di Giovanni Colonna, Petrarca, che desiderava essere incoronato nell'antica
capitale dell'Impero romano, accettò la seconda offerta, accogliendo poi
l'invito di re Roberto di essere esaminato da lui stesso a Napoli prima di
arrivare a Roma per ottenere la sospirata incoronazione. Le fasi di
preparazione per il fatidico incontro con il sovrano angioino durarono, Petrarca,
accompagnato dal signore di Parma Azzo da Correggio, si mise in viaggio per Napoli
col fine di ottenere l'approvazione del colto sovrano angioino. Giunto nella
città partenopea a fine febbraio, fu esaminato per tre giorni da re Roberto
che, dopo averne constatato la cultura e la preparazione poetica, acconsentì
all'incoronazione a poeta in Campidoglio per mano del senatore Orso
dell'Anguillara. Se conosciamo da un lato sia il contenuto del discorso di
Petrarca (la Collatio laureationis), sia la certificazione dell'attestato di
laurea da parte del Senato romano (il Privilegium lauree domini Francisci
Petrarche, che gli conferiva anche l'autorità per insegnare e la cittadinanza
romana), la data dell'incoronazione è incerta: tra quanto affermato da Petrarca
e quanto poi testimoniato da Boccaccio, la cerimonia d'incoronazione avvenne in
un arco temporale. In seguito all'incoronazione incominciò a comporre l'Africa
e il De viris illustribus. Gli anni successivi all'incoronazione poetica furono
contrassegnati da un perenne stato d'inquietudine morale, dovuta sia a eventi
traumatici della vita privata, sia all'inesorabile disgusto verso la
corruzione Avignonese. Subito dopo l'incoronazione poetica, mentre Petrarca
sostava a Parma, seppe della prematura scomparsa dell'amico Giacomo Colonna
(avvenuta nel settembre del 1341), notizia che lo turbò profondamente. Gl’anni
successivi non recarono conforto al poeta laureato: da un lato le morti prima
di Dionigi e, poi, di re Roberto ne accentuarono lo stato di sconforto;
dall'altro, la scelta da parte del fratello Gherardo di abbandonare la vita
mondana per diventare monaco nella Certosa di Montreaux, spinsero Petrarca a
riflettere sulla caducità del mondo. Mentre soggiorna ad Avignone, conobbe il
futuro tribuno Cola di Rienzo (giunto in Provenza quale ambasciatore del regime
democratico instauratosi a Roma), col quale condivideva la necessità di ridare
a Roma l'antico status di grandezza politica che, come capitale dell'antica
Roma e sede del papato, le spettava di diritto. E nominato canonico del
Capitolo della cattedrale di Parma, mentre e nominato arcidiacono. La caduta
politica di Cola, favorita specialmente dalla famiglia Colonna, sarà la spinta
decisiva da parte di Petrarca per abbandonare i suoi antichi protettori: fu
infatti in quell'anno che lasciò, ufficialmente, l'entourage del cardinale Giovanni[63].
A fianco di queste esperienze private, il cammino dell'intellettuale Petrarca
fu invece caratterizzato da una scoperta importantissima. Dopo essersi
rifugiato a Verona in seguito all'assedio di Parma e la caduta in disgrazia
dell'amico Azzo da Correggio, Petrarca scoprì nella biblioteca capitolare le
epistole ciceroniane ad Brutum, ad Atticum e ad Quintum fratrem, fino ad allora
sconosciute. L'importanza della scoperta consistette nel modello
epistolografico che esse trasmettevano: i colloquia a distanza con gli amici,
l'uso del tu al posto del voi proprio dell'epistolografia medievale ed, infine,
lo stile fluido e ipotattico indussero l'Aretino a comporre anch'egli delle
raccolte di lettere sul modello ciceroniano e senecano, determinando la nascita
delle Familiares prima, e delle Seniles poi. A questo periodo di tempo
risalgono anche i Rerum memorandarum libri (lasciati incompiuti), l'avvio del
De otio religioso e del De vita solitaria che furono rimaneggiati negli anni
successivi[64]. Sempre a Verona, Petrarca ebbe modo di conoscere Pietro
Alighieri, figlio di Dante, con cui intrattenne rapporti cordiali. La vita,
come suol dirsi, ci sfuggì dalle mani: le nostre speranze furon sepolte cogli
amici nostri. Ci rese miseri e soli. Delle cose familiari, prefazione, A
Socrate. Dopo essersi slegato dai Colonna, Petrarca cominciò a cercare nuovi
patroni presso cui ottenere protezione. Pertanto, lasciata Avignone insieme al
figlio Giovanni, giunse a Verona, località dove si era rifugiato l'amico Azzo
da Correggio dopo essere stato scacciato dai suoi domini, per poi giungere a
Parma nel mese di marzo, dove strinse legami con il nuovo signore della città,
il signore di Milano Luchino Visconti. Fu, però, in questo periodo che iniziò a
diffondersi per l'Europa la terribile peste nera, morbo che causa la morte di
molti amici del Petrarca: i fiorentini Sennuccio del Bene, Bruno Casini e Franceschino degli Albizzi; il cardinale
Giovanni Colonna e il padre di lui, Stefano il Vecchio; e quella dell'amata
Laura, di cui ebbe la notizia. Nonostante il dilagare del contagio e la
prostrazione psicologica in cui cadde a causa della morte di molti suoi amici,
Petrarca continuò le sue peregrinazioni, alla perenne ricerca di un protettore.
Lo trovò in Jacopo II da Carrara, suo estimatore che lo nominò canonico del
duomo di Padova. Il signore di Padova intese in tal modo trattenere in città il
poeta il quale, oltre alla confortevole casa, in virtù del canonicato ottenne
una rendita annua di 200 ducati d'oro, ma per alcuni anni Petrarca avrebbe
utilizzato questa abitazione solo occasionalmente. Difatti, costantemente in
preda al desiderio di viaggiare, fu a Mantova, a Ferrara e a Venezia, dove
conobbe il doge Andrea Dandolo. Prende la decisione di recarsi a Roma per lucrare
l'indulgenza dell'Anno giubilare. Durante il viaggio accondiscese alle
richieste dei suoi ammiratori fiorentini e decise di incontrarsi con loro.
L’occasione fu di fondamentale importanza non tanto per Petrarca, quanto per
colui che diventerà il suo principale interlocutore durante gli ultimi
vent'anni di vita, Giovanni Boccaccio. Il novelliere, sotto la sua guida,
incominciò una lenta e progressiva conversione verso una mentalità ed un
approccio più umanistico alla letteratura, collaborando spesso con il suo
venerato praeceptor in progetti culturali di ampio respiro. Tra questi
ricordiamo la riscoperta del greco antico e la scoperta di antichi codici
classici. Petrarca risiedette prevalentemente a Padova, presso Francesco I da
Carrara. Qui, oltre a portare avanti i progetti letterari delle Familiares e le
opere spirituali ricevette anche la visita di Boccaccio in veste di
ambasciatore del Comune fiorentino perché accettasse un posto di docente presso
il nuovo Studium fiorentino. Poco dopo, e spinto a rientrare ad Avignone in
seguito all'incontro con i Cardinali Eli de Talleyrand e Guy de Boulogne,
latori della volontà di papa Clemente VI che intendeva affidargli l'incarico di
segretario apostolico. Nonostante l'allettante offerta del pontefice, l'antico
disprezzo verso Avignone e gli scontri con gli ambienti della corte pontificia
(i medici del pontefice e, dopo la morte di Clemente, l'antipatia d’Innocenzo
VI) gl’indussero a lasciare Avignone per Valchiusa, dove prese la decisione
definitiva di stabilirsi in Italia. Targa commemorativa del soggiorno
meneghino di Petrarca situata agli inizi di Via Lanzone a Milano, davanti alla
basilica di Sant'Ambrogio. Petrarca iniziò il viaggio verso la patria italiana,
accogliendo l'ospitale offerta di
Giovanni Visconti, arcivescovo e signore della città, di risiedere a Milano.
Malgrado le critiche degli amici fiorentini (tra le quali si ricorda quella
risentita del Boccaccio), che gli rimproveravano la scelta di essersi messo al
servizio dell'acerrimo nemico di Firenze. Petrarca collaborò con missioni e
ambascerie (a Parigi e a Venezia; l'incontro con l'imperatore Carlo IV a
Mantova e a Praga) all'intraprendente politica viscontea. Sulla scelta di
risiedere a Milano piuttosto che nella natia Firenze, bisogna ricordare l'animo
cosmopolita proprio del Petrarca. Cresciuto ramingo e lontano dalla sua patria,
Petrarca non risente più dell'attaccamento medievale verso la propria patria
d'origine, ma valuta gli inviti fattigli in base alle convenienze economiche e
politiche. Meglio, infatti, avere la protezione un signore potente e ricco come
Giovanni Visconti prima e, dopo la morte di lui, del successore Galeazzo II,
che si rallegrerebbero di avere a corte un intellettuale celebre come Petrarca.
Nonostante tale scelta discutibile agli occhi degli amici fiorentini, i
rapporti tra il praeceptor e i suoi discipuli si ricucirono: la ripresa del
rapporto epistolare tra Petrarca e Boccaccio prima, e la visita di quest'ultimo
a Milano nella casa di Petrarca situata nei pressi di Sant'Ambrogio poi, sono
le prove della concordia ristabilita. Nonostante le incombenze
diplomatiche, nel capoluogo lombardo matura e porta a compimento quel processo
di maturazione intellettuale e spirituale iniziato pochi anni prima, passando
dalla ricerca erudita e filologica alla produzione di una letteratura
filosofica fondata da un lato sull'insoddisfazione per la cultura
contemporanea, dall'altra sulla necessità di una produzione che potesse guidare
l'umanità verso i principi etico-morali filtrati attraverso il neoplatonismo
agostiniano e lo stoicismo cristianeggiante. Con questa convinzione interiore,
Petrarca portò avanti gli scritti iniziati nel periodo della peste: il Secretum
e il De otio religioso; la composizione di opere volte a fissare presso i
posteri l'immagine di un uomo virtuoso i cui principi sono praticati anche
nella vita quotidiana (le raccolte delle Familiares e, dal 1361, l'avviamento
delle Seniles)le raccolte poetiche latine (Epistolae Metricae) e quelle volgari
(i Triumphi e i Rerum Vulgarium Fragmenta, alias il Canzoniere). Durante il
soggiorno meneghino Petrarca iniziò soltanto una nuova opera, il dialogo
intitolato De remediis utriusque fortune (sui rimedi della cattiva e della
buona sorte), in cui si affrontano problematiche morali concernenti il denaro,
la politica, le relazioni sociali e tutto ciò che è legato al quotidiano. Per
sfuggire alla peste, Petrarca abbandonò Milano per Padova, città da cui fugge per lo stesso motivo. Nonostante la
fuga da Milano, i rapporti con Galeazzo II Visconti rimanono sempre molto
buoni, tanto che trascorse tempo nel castello visconteo di Pavia in occasione di
trattative diplomatiche. A Pavia seppellì il piccolo nipote di due anni, figlio
della figlia Francesca, nella chiesa di San Zeno e per lui compose un'epigrafe
ancor oggi conservata nei Musei Civici. Si recò a Venezia, città dove si
trovava il caro amico Donato degli Albanzani[91] e dove la Repubblica gli
concesse in uso Palazzo Molin delle due Torri (sulla Riva degli Schiavoni) n
cambio della promessa di donazione, alla morte, della sua biblioteca, che era
allora certamente la più grande biblioteca privata d'Europa: si tratta della
prima testimonianza di un progetto di bibliotheca publica. La casa veneziana fu
molto amata dal poeta, che ne parla indirettamente nella Seniles, quando
descrive, al destinatario Pietro da Bologna, le sue abitudini quotidiane. Vi
risiedette stabilmente (tranne alcuni periodi a Pavia e Padova) e vi ospita
Boccaccio e L. Pilato. Durante il soggiorno veneziano, trascorso in compagnia
degli amici più intimi, della figlia naturale Francesca (sposatasi con il
milanese Francescuolo da Brossano), decise di affidare al copista Giovanni
Malpaghini la trascrizione in bella copia delle Familiares e del Canzoniere. La
tranquillità di quegli anni fu turbata dall'attacco maldestro e violento mosso
alla cultura, all'opera e alla figura sua da quattro filosofi averroisti che lo
accusarono di ignoranza. L'episodio fu
l'occasione per la stesura del trattato De sui ipsius et multorum ignorantia,
in cui Petrarca difende la propria "ignoranza" in campo aristotelico
a favore della filosofia neoplatonica-cristiana, più incentrata sui problemi
della natura umana rispetto alla prima, intesa a indagare la natura sulla base
dei dogmi del filosofo di Stagira. Amareggiato per l'indifferenza dei veneziani
davanti alle accuse rivoltegli, Petrarca decise di abbandonare la città
lagunare e annullare così la donazione della sua biblioteca alla
Serenissima. L'epilogo padovano e la morte. La casa di Petrarca ad Arquà Petrarca,
località sita sui colli Euganei nei pressi di Padova, dove l'ormai anziano
poeta trascorse gli ultimi anni di vita. Della dimora Petrarca parla nella
Seniles. Dopo alcuni brevi viaggi, accolse l'invito dell'amico ed estimatore
Francesco I da Carrara di stabilirsi a Padova nella primavera.. È ancora
visibile, in Via Dietro Duomo a Padova, la casa canonicale di Francesco
Petrarca, che fu assegnata al poeta in seguito al conferimento del canonicato.
Il signore di Padova donò poi una casa situata nella località di Arquà, un
tranquillo paese sui colli Euganei, dove poter vivere. Lo stato della casa,
però, a abbastanza dissestato e ci vollero alcuni mesi prima che potesse
avvenire il definitivo trasferimento nella nuova dimora. La vita dell'anziano
Petrarca, che fu raggiunto dalla famiglia della figlia Francesca si alternò
prevalentemente tra il soggiorno nella sua amata casa di Arquà e quella vicina
al duomo di Padova, allietato spesso
dalle visite dei suoi vecchi amici ed estimatori, oltre a quelli nuovi
conosciuti nella città veneta, tra cui si ricorda Lombardo della Seta, che
daveva sostituito Giovanni Malpaghini quale copista e segretario del poeta
laureato. Si mosse dal padovano soltanto una volta quando e a Venezia quale
paciere per il trattato di pace tra i veneziani e Francesco da Carrara. Per il
resto del tempo si dedicò alla revisione delle sue opere e, in special modo,
del Canzoniere, attività che portò avanti fino agli ultimi giorni di vita. Colpito
da una sincope, muore ad Arquà esattamente alla vigilia del suo settantesimo
compleanno e, secondo la leggenda, mentre esaminava un testo di Virgilio, come
auspicato in una lettera al Boccaccio. Il frate dell'Ordine degli Eremitani di
sant'Agostino Bonaventura Badoer Peraga fu scelto per tenere l'orazione funebre
in occasione dei funerali, che si svolsero il nella chiesa di Santa Maria
Assunta alla presenza di Francesco da Carrara e di molte altre personalità laiche
ed ecclesiastiche. Per volontà testamentaria le spoglie di Petrarca furono
sepolte nella chiesa parrocchiale del paese, per poi essere collocate dal
genero, nel 1380, in un'arca marmorea accanto alla chiesa. Le vicende dei resti
del Petrarca, come quelli di Dante, non furono tranquille. La sua tomba espezzata
all'angolo di mezzodì e vennero rapite alcune ossa del braccio destro. Autore
del furto e Martinelli, un frate da Portogruaro, il quale, a quanto dice una pergamena
dell'archivio comunale di Arquà, venne spedito in quel luogo dai fiorentini,
con ordine di riportare seco qualche parte del suo scheletro. La veneta
repubblica fa riattare l'urna, suggellando con arpioni le fenditure del marmo,
e ponendovi lo stemma di Padova e l'epoca del misfatto. I resti trafugati non sono
mai recuperati. La tomba, che versa in stato pessimo, venne sottoposta a
restauro dato lo stato pessimo in cui il sepolcro versava. Il restauro però, a
seguito di complicazioni burocratiche e di conflitti di competenza e questioni
anche politiche, e addirittura processato con l'accusa di violata sepoltura. Avennero
resi noti i risultati dell'analisi dei resti conservati nella sua tomba ad
Arquà Petrarca. Il teschio presente, peraltro ridotto in frammenti, una volta
ricostruito, è riconosciuto come femminile e quindi non pertinente a Petrarca. Un
frammento di pochi grammi del cranio esaminato con il metodo del radiocarbonio,
consente di accertare che il cranio ritrovato nel sepolcro e femminile. A chi
sia appartenuto e perché si trovasse nella sua tomba è ancora un mistero, come
un mistero è dove sia finito il suo cranio. Lo scheletro è invece riconosciuto come autentico. Riporta
alcune costole fratturate. Ferito da una cavalla con un calcio al costato. Nello
studium, affresco murale, Reggia Carrarese, Sala dei Giganti, Padova. Fin dalla
giovinezza, manifesta sempre un'insofferenza innata nei confronti della cultura
a lui coeva. La sua passione per i classici latini liberate dalle
interpretazioni allegoriche lo pone pongono come l'iniziatore dell'umanesimo italiano.
In “De remediis utriusque fortune, ciò che interessa maggiormente a Petrarca è
l'humanitas, cioè l'insieme delle qualità che danno fondamento ai valori più
umani della vita, con un'ansia di meditazione e di ricerca tra erudita ed
esistenziale intesa ad indagare l'anima in tutte le sue sfaccettature. Di
conseguenza, pone al centro della sua riflessione intellettuale l'essere umano,
spostando l'attenzione dall'assoluto teo-centrismo all'antropo-centrismo
moderno. Fondamentale nella sua filosofia è la riscoperta dei classici.
Già conosciuti nel Medioevo, erano stati oggetto però di una rivisitazione in
chiave cristiana, che non teneva quindi conto del contesto storico-culturale in
cui le opere erano state scritte. Per esempio, la figura di Virgilio fu vista
come quella di un mago/profeta, capace di adombrare, nell'Ecloga IV delle
Bucoliche, la nascita di Cristo, anziché quella di Asinio Gallo, figlio del
politico romano Asinio Pollione: un'ottica che Dante accolse pienamente nel
Virgilio della Commedia. Petrarca, rispetto ai suoi contemporanei, rifiuta il
travisamento dei classici operato fino a quel momento, ridando loro quella
patina di storicità e di inquadramento culturale necessaria per stabilire con
essi un colloquio costante, come fece nel libro delle Familiares. Scrivere a
Cicerone o a Seneca, celebrandone l'opera o magari deplorandone con benevolenza
mancanze e contraddizioni, era per lui un modo letterariamente tangibile (e per
noi assai significativo simbolicamente) di mostrare quanto a loro dovesse,
quanto li sentisse, appunto, idealmente suoi contemporanei. Oltre alle
epistole, all'Africa e al De viris illustribus, opera tale riscoperta
attraverso il metodo filologico da lui ideato
e la ricostruzione dell'opera liviana e la composizione del Virgilio
ambrosiano. Altro aspetto da cui traspare questo innovativo approccio alle
fonti e alle testimonianze storico-letterarie si avverte, anche, nell'ambito
della numismatica, della quale Petrarca è ritenuto il precursore. Per quanto
riguarda la prima opera, Petrarca decise di riunire le varie decadi (cioè i
libri di cui l'opera è composta) allora conosciute in un unico codice,
l'attuale codice Harleiano conservato ora al British Museum di Londra. Il giovane Petrarca si dedicò a quest'opera di
collazione per cinque anni, grazie ad un lavoro di ricerca e di enorme
pazienza. Prende la terza decade, correggendola e integrandola ora con un
manoscritto veronese del X secolo vergato dal dotto vescovo Raterio, ora con
una lezione conservata nella Biblioteca Capitolare della Cattedrale di
Chartres[120], il Parigino Latino acquistato dal vecchio canonico Landolfo
Colonna, contenente anche la quarta decade. Quest'ultima fu poi corretta su di
un codice risalente al secolo precedente e appartenuto al preumanista padovano Lovato
Lovati. Infine, dopo aver raccolto anche la prima decade, Petrarca poté
procedere a riunire gli sparsi lavori di recupero. Il Virgilio Ambrosiano
L'impresa riguardante la costruzione del Virgilio ambrosiano è invece molto più
complessa. Iniziato già quand'era in vita il padre Petracco, il lavoro di
collazione portò alla nascita di un codice composto di 300 fogli manoscritti
che conteneva l'omnia virgiliana (Bucoliche, Georgiche ed Eneide commentati dal
grammatico Servio), al quale furono aggiunte quattro Odi di Orazio e
l'Achilleide di Stazio. Le vicende di tale manoscritto sono assai travagliate.
Sottrattogli dagli esecutori testamentari del padre, il Virgilio ambrosiano
verrà recuperato solo quando Petrarca commissionò al celebre pittore Simone
Martini una serie di miniature che lo abbellirono esteticamente. Alla morte del
Petrarca il manoscritto finì nella biblioteca dei Carraresi a Padova, tuttavia,
Gian Galeazzo Visconti conquistò Padova ed il codice fu inviato, insieme ad
altri manoscritti del Petrarca, a Pavia, nella Biblioteca Visconteo-Sforzesca
situata nel castello di Pavia. Galeazzo Maria Sforza ordinò al castellano di
Pavia di prestare il manoscritto allo zio Alessandro signore di Pesaro, poi il
Virgilio Ambrosiano tornò a Pavia. Luigi XII conquistò il Ducato di Milano e la
biblioteca Visconteo-Sforzesca venne trasferita in Francia, dove ancora si
conservano, nella Bibliothèque nationale de France, circa 400 manoscritti
provenienti da Pavia. Tuttavia il Virgilio Ambrosiano fu sottratto al
saccheggio francese da un certo Antonio di Pirro. Sappiamo che a fine
Cinquecento si trovava a Roma, ed era di proprietà del cardinal Agostino
Cusani, fu poi acquistato da Federico Borromeo per l'Ambrosiana. Il messaggio
petrarchesco, nonostante la sua presa di posizione a favore della natura umana,
non si dislega dalla dimensione religiosa: difatti, il legame con l'agostinismo
e la tensione verso una sempre più ricercata perfezione morale sono chiavi
costanti all'interno della sua produzione letteraria e filosofica. Rispetto,
però, alla tradizione medievale, la religiosità petrarchesca è caratterizzata
da tre nuove accezioni prima mai manifestate: la prima, il rapporto intimo tra
l'anima e Dio, un rapporto basato sull'autocoscienza personale alla luce della
verità divina. La seconda, la rivalutazione della tradizione morale e
filosofica classica, vista in un rapporto di continuità con il cristianesimo e
non più in chiave di contrasto o di mera subordinazione; infine, il rapporto
"esclusivo" tra Petrarca e Dio, che rifiuta la concezione collettiva
propria della Commedia dantesca. Comunanza tra valori classici e cristiani La
lezione morale degli antichi è universale e valida per ogni epoca. L’umanita di
Cicerone non è diversa da quella di Agostino, in quanto esprimono gli stessi
valori, quali l'onestà, il rispetto, la fedeltà nell'amicizia e il culto della
conoscenza. Sul legame degl’antichi è significativo il celebre passo della
morte di Magone, fratello di Annibale che, nell'Africa ormai morente, pronuncia un discorso sulla
vanità delle cose umane e sul valore liberatorio della morte dalle fatiche
terrene che in nessun modo si discosta dal pensiero cristiano, anche se tale
discorso fu criticato da molti ambienti che ritenevano una scelta infelice
porre in bocca ad un pagano un pensiero così Cristiano. Ecco un passo del
lamento di Magone: Edizione dell'Africa stampata a Venezia, nella
stamperia di Aldo Manuzio. Nel particolare, l'Incipit del poema. «Heu qualis fortunae terminus alte est! Quam
laetis mens caeca bonis! furor ecce potentum / praecipiti gaudere loco; status
iste procellis / subjacet innumeris, et finis ad alta levatis est ruere. Heu
tremulum magnorum culmen honorum, Spesque hominum fallax, et inanis gloria
fictis / illita blanditiis! Heu vita incerta labori dedita perpetuo, semperque
heu certa, nec unquam Stat morti praevisa dies! Heu sortis iniquae natus homo
in terris! O qual è il traguardo dell'alta sorte! Quanto l'anima è cieca
davanti alle fauste imprese! Ecco la follia dei potenti, godere delle altezze
vertiginose; questo stato è esposto ad infinite tempeste, ed è destinato a
cadere chi si è innalzato a quelle vette. O tremante sommità dei grandi onori,
fallace speranza degli uomini, vana gloria adornata da finti piaceri! O vita
incerta, dedita ad una fatica incessante, come certo è il giorno di morte, né
mai previsto abbastanza! O che sorte iniqua per l'uomo nato sulla terra!»
(Africa) L'agostinismo del Secretum e dell'Ascesa al Monte Ventoso Vista
del Mont Ventoux dalla località di Mirabel-aux-Baronnies. Infine, per il suo
carattere fortemente personale, l'umanesimo cristiano petrarchesco trova nel
pensiero di sant'Agostino il proprio modello etico-spirituale, contrario al
sistema filosofico tolemaico-aristotelico allora imperante nella cultura
teologica, visto come alieno dalla cura dell'anima umana. A tal proposito, il
filosofo Giovanni Reale delinea lucidamente la posizione di Petrarca verso la cultura
contemporanea: «La diffusione dell'averroismo, col crescente interesse
che suscitava per l'indagine naturalistica, sembra a Petrarca che distragga
pericolosamente da quelle arti liberali, che sole possono dare la sapienza
necessaria per conseguire la pace spirituale in questa vita e la beatitudine
eterna nell'altra. La sapienza classica e cristiana, che Petrarca contrappone
alla scienza averroistica, è quella fondata sulla meditazione interiore
attraverso alla quale si chiarisce a sé stessa e si forma la personalità del
singolo uomo. L'importanza che Agostino ebbe per l'uomo Petrarca è evidente in
due celebri testi letterari del Nostro: il Secretum da un lato, in cui il
vescovo d'Ippona interloquisce con lui spingendolo ad un'acuta quanto forte
analisi interiore dei propri peccati; dall'altro, il celebre episodio
dell'ascesa al Monte Ventoso, narrato nella Familiares, IV, 1, inviata seppur
in modo fittizio a Dionigi da Borgo San Sepolcro. La forte vena morale che
percorre tutte le opere petrarchesche volgare tende a trasmettere un messaggio
di perfezione morale: il Secretum, il De remediis, le raccolte epistolari e lo
stesso Canzoniere sono impregnati di questa tensione etica volta a risanare le
deviazioni dell'anima attraverso la via della virtù. Tale applicazione etica
negli scritti (l'oratio), però, deve corrispondere alla vita quotidiana se l'umanista vuole trasmettere un'etica
credibile ai destinatari. Prova di questo binomio essenziale è, per esempio, “Delle
cosa familiar”, indirizzata a Cicerone. Esprime, in un tono di amarezza e di
rabbia al contempo, la sua scelta di essersi allontanato dall'otium letterario
di Tuscolo per addentrarsi nuovamente nell'agone politico dopo la morte di
Cesare e schierarsi a fianco d’Ottaviano contro Marcantonio, tradendo così i
principi etici esposti nei suoi trattati filosofici. Ma qual furore a danno di
Antonio ti mosse? Risponderai per avventura l'amore alla repubblica, che dicevi
caduta in fondo. Ma se codesta fede, se amore di libertà ti sprone come di sì
grand'uomo stimare si converrebbe, ond'è che tanto fosti amico di Augusto? Io
ti compiango, amico, e di sì grandi tuoi falli sento vergogna. Oh, quanto era
meglio ad un filosofo tuo pari nel silenzio dei campi, pensoso, come tu dici,
non della breve e caduca presente vita, ma della eterna, passar tranquilla
vecchiezza. La declinazione dell'impegno morale nella vita attiva delinea la
sua vocazione civile. Tale attributo, prima ancora di intendersi come impegno
nella vita politica del tempo, dev'essere compreso nella sua declinazione
prettamente sociale, quale suo impegno nell'aiutare gl'uomini contemporanei a
migliorarsi costantemente attraverso il dialogo e il senso di carità nei
confronti del prossimo. Oltre ai trattati morali si deve però anche registrare
che cosa significa per lui nella sua stessa vita, l'impegno civile. Il servizio
presso i potenti di turno (i Colonna, i Da Correggio, i Visconti e poi i Da
Carrara) spinse i suoi amici ad avvertirlo della minaccia che tali regnanti
avrebbero potuto costituire per la sua indipendenza intellettuale. Però, nella “Epistola
ai posteri” ribadì la sua proclamata indipendenza dagli intrighi di corte. I
più grandi monarchi dell'età mia m'ebbero in grazia, e fecero a gara per trarmi
a loro, né so perché. Questo so che alcuni di loro parevan piuttosto essere
favoriti della mia, che non favorirmi della loro dimestichezza: sì che
dall'alto loro grado io molti vantaggi, ma nessun fastidio giammai ebbi
ritratto. Tanto peraltro in me fu forte l'amore della mia libertà, che da
chiunque di loro avesse nome di avversarla mi tenni studiosamente lontano. Nonostante
l'intento autocelebrativo proprio dell'epistola, Petrarca rimarca il fatto che
i potenti vollero averlo di fianco a sé per questioni di prestigio, facendo sì
che il poeta finisse «per non identificarsi mai fino in fondo con le loro prese
di posizioni». Il legame con le corti signorili, scelte per motivazioni
economiche e di protezione, getta pertanto le basi per la figura del cortigiano.
Se Alighier, costretto a vagare per le corti dell'Italia soffre sempre per la
lontananza da Firenze, fonda, con la sua scelta di vita, il modello del cosmopolita,
segnando così il tramonto dell'ideologia comunale fondamento della sensibilità d’Alighieri
prima, e che in parte fu propria del contemporaneo Boccaccio. La sua caratteristica
è l'otium, vale a dire il riposo. Parola latina indicante, in generale, il
riposo dei patrizi romani dalle attività proprie del negotium, la riprende
rivestendola però di un significato diverso: non più riposo assoluto, ma
attività intellettuale nella tranquillità di un rifugio appartato, solitario
ove potersi concentrare e portare, poi, agli uomini il messaggio morale nato da
questo ritiro. Questo ritiro, come è esposto nei trattati ascetici del De vita
solitaria e del De otio religioso, è vicino, per sensibilità del Petrarca, ai
ritiri ascetico-spirituali dei Padri della Chiesa, dimostrando quindi come
l'attività letteraria sia, nel contempo, fortemente intrisa di carica
religiosa. Petrarca, con l'eccezione di due sole opere poetiche, i Triumphi e
il Canzoniere, scrisse esclusivamente in latino, la lingua di quegli antichi
romani di cui voleva riproporre la virtus nel mondo a lui contemporaneo. Egli
credeva di raggiungere il successo con le opere in latino, ma di fatto la sua
fama è legata alle opere in volgare. Al contrario di Dante, che aveva voluto
affidare la sua memoria ai posteri con la Commedia, Petrarca decise di eternare
il suo nome riallacciandosi ai grandi dell'antichità: «Il Petrarca (a
parte una letterina in volgare) scrive sempre in latino quando deve comunicare,
anche privatamente, anche per le annotazioni ai margini dei libri. Questa
scelta del latino come lingua esclusiva della prosa e della normale
comunicazione scritta, inserendosi nel più ampio progetto culturale che ispira
il Petrarca, si carica di valori ideali.» (Guglielmino-Grosser182)
Petrarca preferì usare il volgare nei momenti di pausa dall'elaborazione delle
grandi opere latine. Difatti, come più volte definì le liriche che confluiranno
nel Canzoniere, esse valgono quali nugae, cioè quale «elegante divertimento
dello scrittore, a cui dedicò senza dubbio molte cure, ma a cui non avrebbe mai
pensato di affidare quasi per intero la propria immortalità letteraria. Il suo volgare,
al contrario di quello d’Aligheri, è caratterizzato però da un'accurata
selezione di termini, cui il poeta continuò a lavorare, limando le sue poesie
(da qui la limatio petrarchesca) per la definizione di una poesia
«aristocratica», lemento che spingerà il critico letterario Gianfranco Contini
a parlare di monolinguismo petrarchesco, in contrapposizione al pluristilismo
dantesco. Dante e Petrarca Magnifying glass icon mgx2.svg IDalle considerazioni
fatte, emerge chiaramente la profonda differenza esistente tra Petrarca e
Dante: se il primo è un uomo che supera il teocentrismo medievale incentrato
sulla Scolastica in nome del recupero agostiniano e dei classici
"depurati" dall'interpretazione allegorica cristiana indebitamente
appostavi dai commentatori medievali, Dante mostra invece di essere un uomo
totalmente medievale. Oltre alle considerazioni filosofiche, i due uomini sono antitetici
anche per la scelta linguistica cui legare la propria fama, per la concezione
dell'amore, per l'attaccamento alla patria. Illuminante sul sentimento che
Petrarca nutrì per l'Alighieri è la Familiares, XXI, 15, scritta in risposta
all'amico Boccaccio, incredulo delle dicerie secondo cui lui odia Alighieri. Afferma
che non può odiare qualcuno che conosce appena e che affronta con onore e
sopportazione l'esilio. Prende le distanze dall'ideologia, esprimendo il timore
di essere influenzato da un così grande esempio se avesse deciso di scrivere
liriche in volgare, liriche che sono facilmente sottoposte allo storpiamento da
parte del volgo. L“Africa” è un poema epico che tratta della seconda guerra
punica e in particolare delle gesta di Scipione. Costituito da dodici egloghe,
gli argomenti del “Bucolicum carmen” spaziano fra amore, politica e morale.
Anche in questo caso, l'ascendenza virgiliana è evidente dal titolo, che
richiama fortemente lo stile e gli argomenti delle Bucoliche. Attualmente, la
lezione del Bucolicum petrarchesco è riportata dal codice Vaticano lat. Dedicate
all'amico Barbato da Sulmona, le Epistolae metricae sono 66 lettere in esametri,
di cui alcune trattano d'amore, mentre per la maggior parte si occupano di
politica, morale o di materie letterarie. I Psalmi penitentiales ne accenna
nella Seniles, X, 1 a Sagremor de Pommiers. Sono una raccolta di sette
preghiere basate sul modello stilistico-linguistico dei salmi davidici della
Bibbia, in cui chiede perdono per i suoi peccati e aspira al perdono della
Misericordia divina. Il “De viris illustribus” è una raccolta di 36 biografie
di uomini illustri dedicata a Francesco I da Carrara signore di Padova.
Nell'intenzione originale dell'autore l'opera doveva trattare la vita di
personaggi della storia di Roma da Romolo a Tito, ma arrivò solo fino a Nerone.
In seguito Petrarca aggiunse personaggi di tutti i tempi, cominciando da Adamo
e arrivando a Ercole. L'opera rimase incompiuta e fu continuata dall'amico e
discepolo padovano di Petrarca, Lombardo della Seta, fino alla vita di Traiano.
I Rerum memorandarum libri (Libri delle gesta memorabili) sono una raccolta di
esempi storici e aneddoti a scopo d'educazione morale in prosa latina, basati
sui Factorum et dictorum memorabilium libri dello scrittore latino Valerio
Massimo. Iniziati in Provenza, furono continuati allorché Petrarca scoprì le
orazioni ciceroniane a Verona, e ne fu indotto al progetto delle Familiares.
Difatti, furono lasciati incompiuti dall'autore, che ne scrisse soltanto i
primi 4 libri e alcuni frammenti del quinto libro. Il “De secreto conflictu
curarum mearum” è una delle sue opere più celebri e fu composta, anche se in seguito fu
riveduta. Articolato come un dialogo tra lui stesso e un santo alla presenza di
una donna muta che simboleggia la Verità, consiste in una sorta di esame di
coscienza personale nel quale si affrontano temi intimi del poeta, da cui il
titolo dell'opera. Come emerge però nel corso della trattazione, Francesco non
si mostra mai del tutto contrito dei suoi peccati (l'accidia e l'amore carnale
per Laura): al termine dell'esame egli non risulterà guarito o pentito, dando
così forma a quell'irrequietezza d'animo che contraddistinse la sua vita.
"La vita solitaria” è un trattato di carattere religioso e morale. L'autore vi esalta la solitudine, tema caro
anche all'ascetismo medioevale, ma il punto di vista con cui la osserva non è
strettamente religioso: al rigore della vita monastica Petrarca contrappone
l'isolamento operoso dell'intellettuale, dedito alle letture e alla scrittura
in luoghi appartati e sereni, in compagnia di amici e di altri intellettuali.
L'isolamento dello studioso in una cornice naturale che favorisce la
concentrazione è l'unica forma di solitudine e di distacco dal mondo che
Petrarca riuscì a conseguire, non considerandola in contrasto con i valori
spirituali cristiani, in quanto riteneva che la saggezza contenuta nei libri,
soprattutto nei testi classici, fosse in perfetta sintonia con quelli. Da
questa sua posizione è derivata l'espressione di "umanesimo
cristiano" di Petrarca. Il “De otio religioso” è un'esaltazione della vita
monastica, dedicata al fratello Gherardo. Simile al “De vita solitaria”, esalta
però soprattutto la solitudine legata alle regole degli ordini religiosi,
definita come la migliore condizione di vita possibile. Il “De remediis
utriusque fortunae” è una raccolta di brevi dialoghi scritti in prosa latina. Basata
sul modello del De remediis fortuitorum, trattato pseudo-senechiano composto
nel Medioevo, l'opera è composta da 254 scambi di battute tra entità
allegoriche: prima il "Gaudio" e la "Ragione", poi il
"Dolore" e la "Ragione". Simile ai precedenti Rerum
memorandarum libri, questi dialoghi hanno scopi educativi e moralistici,
proponendosi di rafforzare l'individuo contro i colpi della fortuna sia buona
che avversa. Il De remediis riporta anche una delle più esplicite condanne
della cultura trecentensca da parte del Petrarca, vista come sciocca e
superflua. Ut ad plenum auctorum constet integritas, quis scriptorum inscitie
inertieque medebitur corrumpenti omnia miscentique? Cuius metu multa iam, ut
auguror, a magnis operibus clara ingenia refrixerunt meritoque id patitur
ignavissima etas hec, culine sollicita, literarum negligens et coquos
examinans, non scriptores. Perché persista pienamente l'integrità degli
scrittori antichi, chi tra i copisti guarirà ogni cosa dall'ignoranza,
dall'inerzia, dalla rovina e dal caos? Per il timore di ciò si indebolirono,
come prevedo, molti celebri ingegni dalle grandi opere, e quest'epoca
indolentissima permette ciò, dedita alla culinaria, ignorante delle lettere e
che valuta i cuochi, e non i copisti. L’occasione
per la sua “Invectivarum contra medicum quendam libri IV,” una serie di accuse
nei confronti dei medici e la malattia che colpe Clemente VI. Nella Familiares,
V, 19, gli consiglia di non fidarsi dei suoi archiatri, accusati di essere dei
ciarlatani dalle idee contrastanti fra di loro. Davanti alle forti rimostranze
dei medici pontifici nei confronti di Petrarca, questi scrisse quattro libri di
accuse, una copia dei quali fu inviata poi al Boccaccio. Il “De sui ipsius et multorum
ignorantia” e composta in seguito alle accuse di ignoranza che quattro lizij
gli rivolgeno, in quanto alieno dalla terminologia e dalle questioni delle
scienze naturali. In quest'apologia dell’umanismo risponde come lui e interessato
alle scienze che interessassero il benessere dell'anima umana, e non alle
discussioni tecniche e dogmatiche proprie del nominalismo. Invectiva contra
cuiusdam anonimi Galli calumnia -- di carattere politico, e una nvettiva
rivolta ad Hesdin, sostenitore della necessità che la sede del viscovo di Roma e
Avignone. Per tutta risposta sostenne la necessità che il viscovo di Roma
appartiene a Roma, sua sede diocesana e simbolo dell'antica gloria romana. Di
grande importanza sono le epistole latine in prosa, in quanto contribuiscono a
costruire l'immagine autobiografica idealizzata che offre di sé e quindi la sua
eternizzazione. Basate sul modello di Cicerone, ricavato dalla scoperta delle “Epistulae
ad Atticum” compiuta da lui a Verona, le lettere sono aggruppate in quattro
raccolte epistolari: le Familiares (o Familiarum rerum libri o De rebus
familiaribus libri), 350 epistole in 24 libri, dedicate a Socrate; le Seniles,
126 epistole in 17 libri, e dedicate a F. Nelli; le “Sine nominee” (cioè
"senza nome del destinatario"), 19 epistole politiche in un libro; e
le 76 epistole “Variae”. È rimasta intenzionalmente esclusa dalle raccolte
l'epistola “Ai posteri”. Le lettere spaziano dagli anni bolognesi sino alla
fine della sua vita e sono indirizzate a vari personaggi suoi contemporanei,
ma, nel caso del XXIV libro delle Familiares, sono rivolte fittiziamente a
personaggi dell'antichità. Sempre delle Familiares è celebre l'epistola incentrata
sull'ascesa al Monte Ventoso. Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono / di
quei sospiri ond’io nudriva ’l core in sul mio primo giovenile errore quand’era
in parte altr’uom da quel ch’i’ sono. Petrarca, Voi ch'ascoltate in rime sparse
il suono, prima quartina della lirica d'apertura del Canzoniere). Il “Canzoniere”
è la storia poetica della sua vita interiore vicina, per introspezione e
tematiche, al Secretum. La raccolta comprende 366 componimenti (365 più uno
introduttivo. Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono: 317 sonetti, 29
canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4 madrigali, divisi tra rime in vita e rime in
morte di Laura, celebrata quale donna superiore, senza però raggiungere il
livello della donna angelo della Beatrice d’Alighieri. Difatti, Laura
invecchia, subisce il corso del tempo, e non è portatrice di alcun attributo
divino nel senso teologico stilnovista-dantesco. Anzi, la storia del “Canzoniere,”
più che la celebrazione di un amore, è il percorso di una progressiva
conversione della sua anima. Si passa, infatti, dal giovanil errore (l'amore
terreno) ricordato nel sonetto introduttivo Voi ch'ascoltate in rime sparse,
alla canzone Vergine bella, che di sol vestita in cui affida la sua anima alla
protezione di dio perché trovi finalmente pietà e riposo. L'opera, che gli richiese
anni di continue rivisitazioni stilistiche -- da qui la cosiddetta limatio
petrarchesca -- prima di trovare la forma definitiva sube ben varie fasi di
redazioni. I "Trionfi" e un poemetto allegorico in volgare toscano,
in terzine dantesche, compost a Milano -- è ambientato in una dimensione
onirica e irreale (strettissimo, per scelta metrica e tematica, è il legame con
la Comedia). Viene visitato d’Amore, che gli mostra tutti gl’uomini che cedeno alle
passioni del cuore. Annoverato tra questi ultimi, Petrarca verrà poi liberato
da Laura, simboleggiante la Pudicizia (Triumphus Pudicitie), che cadrà poi per
mano della Morte (Triumphus Mortis). Petrarca scoprirà dalla stessa Laura,
apparsagli in sogno, che ella si trova nella beatitudine celeste, e che egli
stesso potrà contemplarla nella gloria divina soltanto dopo che la morte lo
avrà liberato dal corpo caduco in cui si ritrova. La Fama poi sconfigge
la morte (Triumphus Fame) e celebra il proprio trionfo, accompagnata da Laura e
da tutti i più celebri personaggi della storia antica e recente. Il moto rapido
del sole suggerisce al poeta alcune riflessioni sulla vanità della fama terrena,
cui fa seguito una vera e propria visione, nella quale al poeta appare il Tempo
trionfante (Triumphus Temporis). Infine il poeta, sbigottito per la precedente
visione, è confortato dal suo stesso cuore, che gli dice di confidare in Dio:
gli appare allora l'ultima visione, un «mondo novo, in etate immobile ed
eterna», un mondo al di fuori del tempo dove trionferanno i beati e dove un
giorno Laura gli riapparirà, questa volta per sempre (Triumphus
Eternitatis). Già quand'era in vita fu riconosciuto immediatamente quale
maestro e guida per tutti coloro che volevano intraprendere lo studio delle
discipline umanistiche. Grazie ai suoi numerosi viaggi in tutta Italia, gettò
il seme del suo messaggio presso i principali centri della Penisola, in
particolar modo a Firenze. Qui, oltre ad aver conquistato alla causa
dell'umanesimo Boccaccio (autore, tra l'altro, di un De vita et moribus domini
Francisci Petracchi de Florentia), trasmise la sua passione a C. Salutati, cancelliere della Repubblica di Firenze e
vero trait d'union tra la generazione petrarchesco-boccacciana e quella attiva
nella prima metà del XV secolo. Coluccio, infatti, fu il maestro di due dei
principali umanisti del '400: Poggio Bracciolini, il più grande scopritore di
codici latini del secolo ed esportatore dell'umanesimo a Roma; e Leonardo
Bruni, il più notevole rappresentante dell'umanesimo civile insieme al maestro
Salutati. Fu il Bruni a consolidare la fama di Petrarca, allorché redasse una
Vita di Petrarca, seguita da quelle di Filippo Villani, Giannozzo Manetti,
Sicco Polenton e Pier Paolo Vergerio. Oltre a Firenze, i soggiorni del poeta in
Lombardia e a Venezia favorirono la nascita di movimenti culturali locali desti
declinare i princìpi umanistici a seconda delle esigenze della classe politica
locale: a Milano, dove operarono letterati del calibro di Pier Candido
Decembrio e di Francesco Filelfo, nacque un umanesimo cortigiano destinato a
diventare il prototipo per tutte le corti principesche italiane; a Venezia si
diffuse, invece, un umanesimo educativo destinato a formare la nuova classe
dirigente della Serenissima, grazie all'attività di Leonardo Giustinian e di
Francesco Barbaro prima, e di Ermolao il Vecchio e dell'omonimo detto il
Giovane poi. Pietro Bembo e il petrarchismo Magnifying glass icon mgx2.svgPietro
Bembo e Petrarchismo. Se nel '400 Petrarca era visto soprattutto come
capostipite della rinascita delle lettere antiche, grazie al letterato e
cardinale veneziano Pietro Bembo divenne anche il modello del cosiddetto
classicismo volgare, definendo una tendenza che si stava progressivamente già
delineando nella lirica italiana. Difatti Bembo, nel dialogo Prose della volgar
lingua, sostenne la necessità di prendere come modelli stilistici e linguistici
Petrarca per la lirica, Boccaccio invece per la prosa, scartando Dante per il
suo plurilinguismo che lo rendeva difficilmente accessibile: «Requisito
necessario per la nobilitazione del volgare era dunque un totale rifiuto della popolarità.
Ecco perché Bembo non accettava integralmente il modello della Commedia di
Dante, di cui non apprezzava le discese verso il basso nelle quali noi moderni
riconosciamo un accattivante mistilinguismo. Da questo punto di vista, il
modello del Canzoniere di Petrarca non presentava difetti, per la sua assoluta
selezione linguistico-lessicale.» (Marazzini) Gianfranco Contini,
grande estimatore di Francesco Petrarca e suo commentatore. La proposta
bembiana risultò, nelle diatribe relative alla questione della lingua, quella
vincente. Già negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione delle
Prose, si diffuse presso i circoli poetici italiani una passione per le
tematiche e lo stile della poesia petrarchesca (stimolata anche dal commento al
Canzoniere di Alessandro Vellutello), chiamata poi petrarchismo, favorita anche
dalla diffusione dei petrarchini, cioè edizioni tascabili del Canzoniere. A
fianco del petrarchismo, però, si sviluppò anche un movimento avverso alla
canonizzazione poetica operata dal Bembo: prima nel corso del Cinquecento,
allorché letterati come Francesco Berni e Pietro Aretino svilupparono
polemicamente il fenomeno dell'antipetrarchismo; poi, nel corso del Seicento,
la temperie barocca, ostile all'idea di classicismo in nome della libertà
formale, declassò il valore dell'opera petrarchesca. Riabilitato parzialmente
nel corso del Settecento da Ludovico Antonio Muratori, Petrarca ritornò
pienamente in auge in seno alla temperie romantica, quando Ugo Foscolo prima e
Francesco De Sanctis poi, nelle loro lezioni universitarie di letteratura
tenute dal primo a Pavia, e dal secondo a Napoli e a Zurigo, furono in grado di
operare un'analisi complessiva della produzione petrarchesca e ritrovarne
l'originalità. Dopo gli studi compiuti da Giosuè Carducci e dagli altri membri
della Scuola storica compiuti tra fine '800 e inizi '900, il secolo scorso
vide, per l'area italiana, Gianfranco Contini e Giuseppe Billanovich tra i
maggiori studiosi del Petrarca. Petrarca e la scienza diplomatica Magnifying
glass icon mgx2.svg Diplomatica. Benché la diplomatica, ovvero la scienza che
studia i documenti prodotti da una cancelleria o da un notaio e le loro
caratteristiche estrinseche ed intrinseche, sia nata consapevolmente con Jean
Mabillon nel 1681, nella storia di tale disciplina sono stati individuati dei
precursori che, inconsapevolmente, nella loro attività filologica, hanno
analizzato e dichiarato l'autenticità o meno anche di documenti oggetto di
studio da parte della diplomatica. Tra questi, infatti, vi furono molti
umanisti e anche il loro precursore e fondatore, Francesco Petrarca. Nel 1361,
infatti, l'imperatore Carlo IV chiese al celebre filologo di analizzare dei
documenti imperiali in possesso di suo genero, Rodolfo IV d'Asburgo, che sarebbero
stati stilati da Giulio Cesare e da Nerone a favore dell'Austria che
dichiaravano tali terre indipendenti dall'Impero. Petrarca rispose con la
Seniles in cui, evidenziando lo stile, gli errori storici e geografici e il
tono (il tenore) della lettera (tra cui la mancanza della data topica e della
data cronologica propria dei diplomi), negò la validità di questo
diploma. Onorificenze Laurea poeticanastrino per uniforme ordinario. Laurea
poetica — Roma. A Petrarca è intitolato il cratere Petrarca su Mercurio. L'epistola,
scritta in risposta a una missiva in cui l'amico Giovanni Boccaccio gli
chiedeva se fosse vera l'invidia che Petrarca nutriva per Dante, contiene
l'accenno all'incontro, in età giovanile, con il più maturo poeta: «E primieramente
si noti com'io mai non ebbi ragione alcuna d'odiare cotal uomo, che solo una
volta negli anni della mia fanciullezza mi venne veduto.» (Delle cose
familiari). La critica, se l'incontro sia da attribuirsi a Pisa o ad altre
località, è divisa: Ariani e Ferroni, nota 6 propendono per la città toscana,
mentre Rico-Marcozzi pensano a un incontro avvenuto a Genova quando la famiglia di ser Petracco si stava
dirigendo in Francia. Pacca4 opera un'interpretazione intermedia tra le due
città, benché ritenga che sia più probabile Pisa come luogo effettivo
dell'incontro. Dello stesso parere, infine, anche Dotti. Si legga il brano
dell'epistola, in cui Petrarca ricorda il loro primo incontro e il
piacevolissimo periodo trascorso nella località francese: «e noi fanciulli
ancora impuberi partimmo in un cogli altri, ma fummo con speciale destinazione
per imparare grammatica mandati a scuola a Carpentrasso, piccola città, ma di
piccola provincia città capitale. Ricordi tu que' quattro anni? Quanta gioia,
quanta sicurezza, qual pace in casa, qual libertà in pubblico, quale quiete,
qual silenzio ne' campi!» (Lettere Senili, X, 2, traduzione di G.
Fracassetti) Petrarca mostrò, nei
confronti di tale scienza, sempre un'avversione innata, come è esposto nella
Familiares, XX, 4, in cui il futuro autore del Canzoniere scrive a Marco
Genovese che a Montpellier prima e a Bologna poi «ben altro in quegli anni fare
io poteva o in se stesso più nobile o alla natura mia meglio conveniente: né
sempre nella elezione dello stato quello ch'è più splendido, ma quello che a
chi lo sceglie è più acconcio preferire si deve.» (Delle cose familiari).
Come però ricorda Wilkins, la scelta di Petrarca di entrare a far parte della
Chiesa non fu soltanto dettata dalla cinica necessità di ottenere i proventi
necessari per vivere. Nonostante non avesse mai avuto la vocazione per la cura
delle anime, Petrarca ebbe sempre una profonda fede religiosa. A sviluppare la tesi dell'identificazione di
Laura con tale Laura de Sade è la stessa testimonianza di Petrarca nella
Familiares, II, 9 a Giacomo Colonna, il quale cominciò a mostrarsi dubbioso
sull'esistenza di questa donna (si veda Delle cose familiari, Più precisamente,
nella Nota a379, Fracassetti fa riemergere la vita della presunta amata del
Petrarca: «Da Odiberto e da Ermessenda di Noves nobile famiglia di Avignone
nacque una fanciulla, cui fu dato il nome di Laura. Fa fatta per man di notaio
la scritta nuziale fra Laura ed Ugo De Sade gentiluomo Avignonese. Due anni più
tardi nella chiesa di S. Chiara di questa città, a quell'ora del giorno che
chiamavano prima, il Petrarca giovane allora di poco più che ventidue anni la
vide» Si legga l'episodio di come
fossero stati dati alle fiamme dei libri di Virgilio e Cicerone, cosa che
suscitò il pianto nel giovane Petrarca. Al che il padre, vedendolo così
affranto «d'una mano porgendo Virgilio, dall'altra i rettorici di Cicerone:
"tieni, sorridendo mi disse, abbiti questo per ricrearti qualche rara
volta la mente, e quest'altro a conforto e ad aiuto nello studio delle
leggi".» (Lettere Senili Il codice, dopo la morte di Petrarca passò
nelle mani di Francesco Novello da Carrara, nuovo signore di Padova. Quando
questa città verrà conquistata, agli inizi del '400, da Gian Galeazzo Visconti,
anche il patrimonio bibliotecario petrarchesco passò nelle mani dei duchi
milanesi, che lo conservarono nella loro biblioteca di Pavia. Fu poi sistemato
nella Pinacoteca Ambrosiana, grazie all'intervento del suo fondatore, il
cardinale Federigo Borromeo arcivescovo di Milano. Si veda: Cappelli. Da questo
momento in avanti, Petrarca non esitò a chiamare Avignone la novella
Babilonia di apocalittica memoria, come testimoniato dai celebri sonetti
avignonesi facenti parte del Canzoniere. Oltre a motivazioni di carattere morale,
ci fu anche la profonda delusione che suscitò la decisione di Benedetto XII di
non recarsi a prendere possesso ufficialmente della sua sede vescovile e
ristabilire così pace in Italia (Ariani). Petrarca scrisse, riguardo alla morte
del vecchio amico e protettore, due lettere commoventi: la prima, al fratello
di Giacomo, il cardinale Giovanni (Delle cose familiari; la seconda, all'amico
A. Tosetti, soprannominato Lelius (Delle cose familiari, traduzione di G.
Fracassetti). Nella Nota alla prima Fracassetti ricorda come Petrarca, nella
Familiares, V, 7, avesse avuto, in sogno, il presagio della morte del Vescovo
di Lombez venticinque giorni prima della sua effettiva scomparsa. Cappelli55. Significativa la ricostruzione
storico-letteraria compiuta da Amaturo, ove si rievocano le figure di intellettuali
che si legarono, tra XIII e XIV secolo, alla biblioteca capitolare veronese
(Giovanni De Matociis, Dante e Pietro Alighieri, Benzo d'Alessandria, Vincenzo
Bellovacense) e le rarità che essa conteneva (codici contenenti le lettere di
Plinio il Giovane; parte dell'Ab Urbe condita liviana che Petrarca utilizzò per
la ricostruzione filologica del codice Harleiano; le orazioni ciceroniane
citate; il Liber catulliano). Boccaccio
esprimerà la sua indignatio nell'Epistola X
indirizzata a lui, ove, grazie alla tecnica retorica dello sdoppiamento
e a topoi letterari, Boccaccio si lamenta col magister di come Silvano (il nome
letterario usato nella cerchia petrarchesca per indicare il poeta laureato)
avesse osato recarsi presso il tiranno Giovanni Visconti (identificato in
Egonis):«Audivi, dilecte michi, quod in auribus meis mirabile est, solivagum
Silvanum nostrum, transalpino Elicone relicto, Egonis antra subisse, et
muneribus sumptis ex pastore castalio ligustinum devenisse subulcum, et secum
pariter Danem peneiam et pierias carcerasse sorores». Inoltre, bisogna
ricordare che la scelta di risiedere a Milano era anche uno schiaffo alla
proposta delle autorità fiorentine di occupare un posto come docente nello Studium,
occupazione che gli avrebbe concesso di rientrare in possesso dei beni paterni
sequestrati. L'arcivescovo Giovanni II Visconti, difatti, proseguì la politica
espansionistica dei suoi predecessori a danno delle altre potenze dell'Italia
centro-settentrionale, tra le quali spiccava Firenze. Le ostilità tra Milano e
Firenze perdureranno fino a metà '400, quando salì al potere come duca dello
Stato lombardo Francesco Sforza, che intraprese una politica di alleanza con
Firenze grazie all'amicizia personale che lo legava a Cosimo de' Medici. Durante l'epidemia di peste milanese, morì il
figlio Giovanni (Pacca), nato da una relazione extraconiugale. I rapporti con
il figlio, al contrario di quanto avvenne con la secondogenita Francesca,
furono assai burrascosi a causa della condotta ribelle di Giovanni (Dotti) accenna
all'odio che Giovanni provava verso i libri, «quasi fossero serpenti»). Come
ricordato nella Familiares. Si separa dal figlio Giovanni, che tornò ad
Avignone in seguito a non precisati dissapori (Familiares); tre anni dopo
sarebbe tornato a Milano.» (Rico-Marcozzi) Il ravennate Giovanni Malpaghini fu
presentato da Donato degli Albanzani a
Petrarca che, rimasto colpito dalle sue qualità letterarie e dalla sua pronta
intelligenza, lo prese al suo servizio quale copista. La collaborazione tra i
due uomini, durata appunto si interruppe il 21 aprile di quell'anno, quando il
Malpaghini decise di lasciare l'incarico presso l'Aretino. Per maggiori
informazioni biografiche, si veda la biografia di Signorini. Petrarca, nella Seniles informa il fratello
Gherardo, tra le altre cose, anche della sua nuova dimora sui colli Euganei,
dandone un quadro piacevole e ameno: «E per non dilungarmi di troppo della mia
chiesa, qui fra i colli Euganei, non più lontano che dieci miglia da Padova mi
fabbricai una piccola ma graziosa casina, cinta da un oliveto e da una vigna
che dan quanto basta a una non numerosa e modesta famiglia. E qui, sebbene
infermo del corpo, io vivo dell'animo pienamente tranquillo lungi dai tumulti,
dai rumori, dalle cure, leggendo sempre e scrivendo. Lettere Senili. La lettera non può essere considerata
"reale", ma piuttosto una rielaborazione voluta dal Petrarca.
Difatti, a quell'altezza, il giovane Petrarca non era ancora entrato in contatto
con il padre agostiniano, e la scelta della data (corrispondente al Venerdì
Santo) e del luogo (la salita al monte rievoca l'immagine della Passione di
Gesù sul Calvario) rendono ancora più "mitica" l'ambientazione. Si
veda, per quanto riguarda la ricostruzione filologica e cronologica
dell'epistola, il saggio di Giuseppe Billanovich, Petrarca e il Ventoso, in
Italia medioevale e umanistica, 9, Roma,
Antenore, Il ventiquattresimo libro
delle Familiares è composto da lettere indirizzate a vari personaggi
dell'antichità classica. Per Petrarca, infatti, gli antichi non sono lontani e
irraggiungibili: la costante lettura delle loro opere fa sì che Cicerone,
Orazio, Seneca, Virgilio vivano attraverso queste ultime, rendendo i rapporti
tra Petrarca e i suoi ammirati scrittori classici vicini per la comunanza di
sentimento. L'Otium degli antichi romani
non consisteva unicamente nel riposo dagli impegni quotidiani, indicati sotto
il sostantivo di negotium. Per Cicerone, l'otium non era soltanto il riposo
dalle attività forensi e politiche, ma soprattutto il ritiro nella propria
intimità domestica col fine di dedicarsi alla letteratura (De officiis, III,
1). In questo caso, il modello petrarchesco è affine a quello stoicheggiante
dell'oratore romano. Si veda il riassunto operato da Laidlaw, 42-52 che ripercorre la concezione
all'interno della letteratura latina. Per Cicerone, nello specifico si vedano
le pagine Laidlaw, 44-47. Termine di origine catulliana, Petrarca lo
prende in prestito per descrivere le liriche come "diversivo,
passatempo". La questione delle nugae volgari e, più in generale, delle
opere latine, è esposta nella Familiares (Delle cose familiari) Guglielmino-Grosser
I testi sono raccolti nel codice
Vaticano Latino come ricordato da Santagata,
Bisogna ricordare che Il Canzoniere non raccoglie tutti i componimenti
poetici del Petrarca, ma solo quelli che il poeta scelse con grande cura: altre
rime (dette extravagantes) andarono perdute o furono incluse in altri
manoscritti (cfr. Ferroni). L'inquietudine
petrarchesca nasce, quindi, dal contrasto tra l'attrazione verso i beni terreni
(tra cui l'amore per Laura) e l'aspirazione all'assoluto divino, propria della
cultura medievale e della religione cristiana, come ricordato da
Guglielmino-Grosser186. Petrarca
mantenne, nell'ambito della lirica volgare, quell'aristocraticismo
stilistico-lessicale prima accennato, in cui si rifiutano molti usi lemmatici
presenti nella tradizione poetica italiana e che Petrarca rifiuterà,
accogliendone un preciso gruppo ristretto ed elitario. Come ricorda Marazzini,
Si delinea una tendenza del linguaggio lirico al 'vago', inteso nel senso di
una genericità antirealistica (al contrario di quanto accade nel corposo
realismo della Commedia), testimoniato anche dalla polivalenza di certi
termini, i quali, come l'aggettivo dolce, entrano in un numero molto grande di
combinazioni diverse. Eppure la lingua di Petrarca, selezionata e ridotta nelle
scelte lessicali, accoglie un buon numero di varianti canonizzando un
polimorfismo...in cui si allineano la forma toscana, quella latineggiante,
quella siciliana o provenzale...»
Di Benedetto170. Si ricorda anche che, seppur in forma minore, era
presente nel mondo letterario italiano del '400 anche un'ammirazione verso il
Petrarca volgare, come testimoniato dalle edizioni a stampa del Canzoniere e
dei Trionfi uscite nel 1472 dalla bottega dei padovani Bartolomeo Valdezocco e
Martino "de Septem Arboribus" (cfr. Ente Nazionale Francesco
Petrarca, Culto petrarchesco a Padova.).Riferimenti bibliografici la notte
Casa Petrarca Arezzo, Regione Toscana Wilkins Ariani21. Più
specificamente Bettarini: «dopo essere stato accusato di aver falsificato un
istrumento notarile, fu così condannato al pagamento di 1000 lire e al taglio
della mano destra». Dotti Bettarini e Pacca Per informazioni
biografiche, si veda la voce Pasquini.
Il ricordo di Petrarca al riguardo è riportato in Lettere Senili,
Pasquini: «Quanto al Petrarca, il magistero di C[onvenevole] si colloca
indubbiamente. La Casa del Petrarca, su arqua petrarca.com. Pacca Si legga il
brano della Lettere Senili, Il brano è ricordato anche da Wilkins Ariani Wilkins
Rico-Marcozzi. Si recò a studiare a Bologna, seguito da un maestro privato...»;
e Wilkins in cui si ritiene che questo maestro avesse «l'incarico, almeno per
Francesco e Gherardo, di fungere in loco parentis». Ariani Ariani, Wilkins, Dotti Bettarini. Cappelli Pacca Rico-Marcozzi; Ferroni Wilkins, Wilkins, Rico-Marcozzi. Giacomo Colonna reclutò
Petrarca per la sua corte vescovile di Lombez, in Guascogna: ne avrebbero fatto
parte il cantore fiammingo Ludovico Santo di Beringen e l'uomo d'armi romano
Lello di Pietro Stefano dei Tosetti, che Petrarca battezzò in seguito,
rispettivamente, Socrate e Lelio.»
Ferroni Pacca Alinari:.., su alinariarchives La distinzione tra le due
scuole di pensiero emerge in Ferroni,
Ariani ricorda che il primo sostenitore del filone allegorico-letterario
fu il giovane Giovanni Boccaccio nel suo De vita et moribus domini Francisci
Petrarche. Ariani28. Dotti, specifica
che questo san Paolo fu acquistato per procura a Roma e che il volume proveniva
da Napoli. Ariani35. Per maggiori approfondimenti biografici, si
veda la biografia di Moschella.
Moschella: «Suggello ideale dell'amicizia tra i due fu il dono, da
parte di Dionigi, di una copia delle Confessiones di s. Agostino. Billanovich Billanovich, Wilkins e Pacca Wilkins; Wilkins Rico-Marcozzi. Nel frattempo
aveva raggiunto Roma accolto da fra Giovanni Colonna al termine di un avventuroso
viaggio, e dove nella sua prima lettera contemplando dal Campidoglio le rovine
dell’Urbe, manifestò la meraviglia per la loro grandezza e maestosità, dando
forma a quella riscoperta dell’antichità classica e al rimpianto per la sua
decadenza che divennero i cardini etici, estetici e politici dell’Umanesimo. Pacca
Dotti, Dotti Mauro Sarnelli, Petrarca e
gli uomini illustri, Treccani). Ariani Certo il privilegio toccava, del tutto
straordinariamente, a un poeta che ancora non aveva pubblicato molto per
meritarselo: ma la protezione dei potenti Colonna e la rete di estimatori che
aveva saputo intessere per tempo sono evidentemente bastate a valorizzare al
massimo le epistole metriche, la fama dell'Africa. e del De viris, le rime
volgari già note...» Dello stesso avviso anche Pacca74 e
Santagata19. Moschella. Dionigi fa
ritorno in Italia; dopo un breve soggiorno a Firenze, giunse a Napoli (cfr.
Petrarca, Familiares), dove l'aveva voluto il re Roberto d'Angiò, che per
l'agostiniano nutriva una profonda stima, oltre a condividerne gli interessi
per l'astrologia giudiziaria e per i classici latini.» Wilkins34: «La conoscenza dell'antica
tradizione e delle due o tre incoronazioni celebrate da singole città in tempi
moderni, insieme all'aspirazione a diventare famoso, accese inevitabilmente in
Petrarca il desiderio di ricevere a sua voglia quell'onore. Egli confidò
dapprima il suo pensiero a Dionigi da Borgo San Sepolcro e a Giacomo Colonna, e
ne venne a conoscenza anche qualche persona che aveva legami con
l'Parigi.» Si legga il brano della
lettera dove inizia la decantazione delle lodi nei confronti del re napoletano:
«E chi dico io, e lo dico con pieno convincimento, in Italia, anzi in Europa
più grande di re Roberto Delle cose familiari, II, 4, traduzione di G.
Fracassetti) Wilkins; Rico-Marcozzi. Sulla
base dei contraddittori racconti di Petrarca si dovrebbe dedurre che nello
stesso giorno questi avesse ricevuto l’invito a cingere la corona sia dal
Senato di Roma sia da Parigi e avesse chiesto consiglio al cardinal Colonna decidendo
di scegliere Roma (IV 5, 6), per ricevere la laurea "sulle ceneri degli
alti poeti che ivi dimorano".» Difatti Petrarca riteneva che
l'ultima incoronazione a Roma fosse stata quella di Stazio e che quindi, se vi
fosse stato incoronato, sarebbe stato direttamente un successore degli antichi
poeti classici da lui tanto amati (Pacca).
Cfr., ad esempio, Rico-Marcozzi; Wilkins, Ariani, Pacca74. Rico-Marcozzi. Sono le date fornite da
Petrarca ([Familiares]), e la più probabile sembra essere la seconda; tuttavia
Boccaccio situa l'evento il 17 e il documento ufficiale, il Privilegium
laureationis, almeno in parte redatto dallo stesso Petrarca, reca la data. Lacultur,
biografia di Francesco Petrarca, su lacultur.altervista.org. Wilkins; Dotti. «In Avignone egli vedeva
simbolicamente la corruzione della Chiesa di Cristo e l'intollerabile esilio di
Pietro.» Paravicini Bagliani. Moschella.
Petrucci. Wilkins, Così
Ariani, Wilkins sostiene invece che Cola sia giunto ad Avignone a Wilkins4
«Cola si intrattenne parecchi mesi e in quel periodo strinse amicizia con
Petrarca. Cola era ancor giovane e poco noto; ma i due uomini avevano in comune
un grande entusiasmo per la Roma antica e cristiana, una grande preoccupazione
per lo stato presente della città e una grande speranza per la restaurazione
dell'antica potenza e dell'antico splendore.» Il Mondo di Petrarca Ariani, il quale ricorda, a testimonianza della
rottura coi Colonna, Bucolicum carmen, VIII, intitolato Divortium (cfr.
Bucolicum carmen. Santagata16 ricorda inoltre come i legami tra Petrarca e il
cardinale Giovanni non fossero mai stati buoni come con il fratello di lui
Giacomo: «a differenza di Giacomo...il cardinale restò sempre il dominus. Rico-Marcozzi.
Pacca e Cappelli. Dotti, Wilkins, Ariani46.
Troncarelli. Waley. Pacca, Padova, sRico-Marcozzi: «Giacomo II da
Carrara, signore di Padova, che gli fece
ottenere un ulteriore e ricco canonicato da 200 ducati d'oro l'anno e una casa
nei pressi della cattedrale». Ariani49.
Una prospettiva generale del rapporto tra Petrarca e Boccaccio è esposto
in Rico, Branca87. Rico-Marcozzi: «Solo in autunno si trasferì
ad Avignone, per scoprire (almeno secondo quanto affermato in Familiares) che
gli si offriva la segreteria apostolica, già a suo tempo rifiutata, e un
vescovado». Ariani, Ferroni; D. Ferraro,
Petrarca a Milano. Le ragioni di una scelta, Rinascimento; Firenze: Olschki, Viscónti,
Galeazzo II, su treccani. Pacca, Amaturo. Ma è fuor di dubbio che tra il poeta
e i suoi nuovi signori si istituiva come un patto di mutuo interesse: da un
lato egli si avvantaggiava della posizione di prestigio che gli offriva
l'amicizia dei Visconti; d'altro lato acconsentiva tacitamente a essere
adoperato in missioni diplomatiche, non numerose invero, né discordanti con i
suoi ideali civili. Ariani Cappelli La riflessione petrarchesca si indirizza
sempre più ad hominem e ad vitam, all'uomo concreto nella sua circostanza
concreta, si nutre di meditazione interiore, progetta un'opera capace di
delineare una parabola esemplare in cui lo scrittore propone se stesso e la
cultura di cui è portatore come modello capace di confrontarsi su tutti i
terreni.» Rico-Marcozzi: «il
Secretum...composto in tre fasi successive. Ferroni Ariani Cappelli Wilkins
Vicini Retore originario di Pratovecchio, Donato degli Albanzani fu intimo
amico sia di Petrarca che di Boccaccio. Per quanto riguarda i rapporti con il
primo si ricordano, oltre le missive indirizzategli dall'Aretino, anche alcune
egloghe del Bucolicum Carmen, in cui è chiamato con il senhal di Appenninigena.
Si veda la voce biografica Martellotti.
U. Dotti, Petrarca civile: alle origini dell'intellettuale moderno,
Donzelli Editore, Wilkins, espone dettagliatamente
le trattative tra Petrarca e la Serenissima, citando anche il verbale del
Maggior Consiglio con cui si procedette all'approvazione della proposta
petrarchesca. Per ulteriori informazioni, si veda Gargan, Lettere Senili, traduzione di G. Fracassetti,
Si ricordi la visita dell'amico Boccaccio, quando però Petrarca si era recato
momentaneamente a Pavia su richiesta di Galeazzo II. Nonostante l'assenza
dell'amico, Bocca ccio trovò una calorosa accoglienza da parte di
Francescuolo e di Francesca, trascorrendo giorni piacevoli nella città
lagunare (Cfr. Wilkins,
Rico-Marcozzi -- fece ritorno a Venezia dove fu raggiunto dalla figlia
Francesca maritata al milanese Francescuolo da Brossano.» Pacca,
Ma...bisogna dire che il vero valore del De ignorantia consiste nella
vigorosa affermazione della filosofia morale sulla scienza naturale. Ed è
questo il motivo della sua inferiorità rispetto a scrittori come Platone,
Cicerone e Seneca; perché per Petrarca la cultura "è subordinata alla vita
morale dell'uomo. Casa del Petrarca, Arquà.
Wilkins Ariani Wilkins, Billanovich. Petrarca designacon indicazioni
esplicite anche per noi remoti quale loro custode un letterato padovano,
Lombardo della Seta, mediocre per ingegno e per dottrina, ma cliente premuroso
del maestro, di cui in una intima familiarità negli ultimi anni aveva
lentamente conosciuto le abitudini e filialmente soddisfatto i desideri.
Così...era promosso subito a buon segretario. Ariani G. Baldi, M. Razetti, G. Zaccaria, Dal testo alla storia,
dalla storia al testo, Paravia Wilkins La tomba del Petrarca. Canestrini e Dotti, Millocca, Francesco, Leoni, Pier Carlo, in
Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Si veda Analisi Genetica dei resti
scheletrici attribuiti a Petrarca. Si
veda inoltre Petrarcail poeta che perse la testain The Guardian sulla
riesumazione dei resti di Petrarca.
Ricchissima la al proposito: si
ricordino i libri citati in, tra cui Cappelli, L'umanesimo italiano da Petrarca
a Valla; i saggi curati da Giuseppe Billanovich (tra cui l'opera sua più
importante, Billanovich, Petrarca letterato, uno dei maggiori studiosi del
Petrarca; i libri di Pacca, Ariani e Wilkins.
Pacca e Cappelli, Garin. Si veda
il lungo articolo di Lamendola al riguardo, in cui si espone anche la chiave di
lettura dei classici latini nel corso dell'età medioevale. Dotti, Magdi A. M. Nassar, Numismatica e
Petrarca: una nuova idea di collezionismo, Il collezionismo numismatico
italiano. Una storica e illuminata tradizione. Un patrimonio culturale del
nostro Paese., Milano, Numismatici Italiani Professionisti, Billanovich Per la
datazione cronologica, cfr. Billanovich. Il Petrarca formò tra i venti e i
venticinque anni il Livio Harleiano»; Le scoperte e i restauri degli Ab Urbe
condita eseguiti dal Petrarca sul palcoscenico europeo di Avignone; Cappelli, Billanovich,
Billanovich, Un riassunto veloce è esposto anche da Ariani63. Cappelli42 e Ariani62. Cappelli,
Albertini Ottolenghi, Albertini
Ottolenghi. Significativo il titolo del settimo capitolo di Ariani. Lo scavo
introspettivo. Ferroni10. Ferroni,
Ferroni10 e Guglielmino-Grosser178. Petrarca, Africa, Cappelli e Guglielmino-Grosser Dotti,: I versi vennero
infatti riconosciuti bellissimi, ma tali da non convenirsi alla persona cui
erano posti in bocca, in quanto degni piuttosto di un personaggio cristiano che
di uno pagano.» Santagata. Il
gesto di fastidio con il quale si liberò quasi sùbito delle superfetazioni
scolastiche ha il suo esatto corrispettivo nel rifiuto dell'imponente edificio
logico e scientifico della filosofia Scolastica a favore di una ricerca morale
orientata, con la guida determinante dell'agostinismo, verso il soggetto e
l'interiorità della coscienza. Delle cose familiari, Guglielmino-Grosser, confrontando
Dante, il quale non ha trasmesso ai posteri dati biografici della propria vita,
e Petrarca, afferma che quest'ultimo «fornendoci una grande quantità di
informazioni dettagliate sulla sua vita quotidiana, vere o false che siano,
mira a trasmettere di sé un'immagine concreta».
Dotti, sulla base della Familiares delinea il senso del messaggio
umanistico lanciato da Petrarca: «...parlare con il proprio animo non serve:
bisogna affaticarsi ad ceterorum utilitatem quibuscum vivimus, per l'utilità di
coloro con i quali viviamo in questa terrena società, ed è certo che con le
nostre parole possiamo giovare: quorum animos nostris collucutionibus plurimum
adiuvari posse non ambigitur (Familiares). Il colloquio umano è dunque lo
strumento dell'autentico processo umanistico...Sua mercé si saldano e si
congiungono gli spazi più lontani...I comuni principi morali, dunque, e
l'indagine costante e irreversibile sono la molla di un processo che non può aver
fine se non con la morte dell'umanità medesima, e il discorso, il colloquio e
la cultura ne sono il filo conduttore.»
Viaggi nel TestoAutori della letteratura Italiana, su internetculturale.
Si ricordino i celebri versi di Pd in cui l'avo Cacciaguida gli profetizza la
durezza dell'esilio: Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è
duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale Guglielmino-Grosser Guglielmino-Grosser
Marazzini Santagata/ La riforma di Petrarca consiste nell'introdurre entro
l'universo senza regole della rimeria coeva la disciplina, l'ordine, la pulizia
formale, lo stesso aristocraticismo propri delle più compatte 'scuole'
duecentesche. Luperini, Il plurilinguismo di Dante e il monolinguismo di
Petrarca secondo Gianfranco Contini.
Delle cose familiari, traduzione di G. Fracassetti, Pulsoni Giuseppe
Pizzimentig Opera: Altichiero, San Giorgio battezza Servio re di Cirene; Si
veda, per maggiori informazioni, Pacca, Per
maggior informazioni, si veda il saggio di Fenzi. Si veda il saggio di Dotti
sulle Epistolae metricae. Pacca, Pacca,
Ferroni14. Amaturo, Cappelli Ferroni, Pacca; Santagata; Amaturo, Le
epistolae retrodatate furono, secondo Santagata, probabilmente scritte ex novo
perché fossero aderenti al progetto culturale-esistenziale idealizzato dal
Petrarca. Guglielmino-Grosser; Ferroni; Ariani;
Dionisotti. Salutati e dopo la morte del Petrarca e del Boccaccio, il più
autorevole umanista italiano, unico erede di quei grandi.» Dionisotti. Dopo lungo intervallo, Boccaccio compose
in volgare una succinta vita di Alighieri cui fece seguire un'assai più
succinta vita del Petrarca e un conclusivo paragone fra i due poeti. Cappelli, Di Benedetto Si veda la voce enciclopedica
curata da Praz e Di Benedetto Ariani Pacca, Petrarca e Bresslau, Lettere Senili, traduzione di G. Fracassetti,
M. Albertini Ottolenghi, Note sulla biblioteca dei Visconti e degli Sforza nel
Castello di Pavia, in Bollettino della Società Pavese di Storia Patria, Raffaele Amaturo, Petrarca, con due capitoli
introduttivi al Trecento di Carlo Muscetta e Francesco Tateo” (Roma, Laterza); M.
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di Francesco Petrarca, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, G. Billanovich,
Il Boccaccio, il Petrarca e le più antiche traduzioni in italiano delle Decadi
di Tito Livio, in Giornale Storico della Letteratura Italiana, Vittore Branca, Giovanni Boccaccio: profilo
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Germania e per l'Italia, Annamaria Voci-Roth, Roma, Ministero per i Beni
Culturali e Ambientali-Ufficio Centrale per i Beni Archivistici, Giovanni
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cicerone, I lizij, lucrezio, filosofia Latina, filosofia romana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Petrarca.” Luigi
Speranza, “Il dialogo filosofico – Platone, Cicerone, Petrarca e Grice.”
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690251670/in/photolist-2mPAuFE-2mPqp6k-2mNzeEc-2mLNkZK-2mLMfs3-2mPV6V9-2mKG3XG-2mPE3Bq-2mGnP2f-nbwQP3-nbwZwH
Grice e Petrone – il determinismo –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Limosano). Filosofo. Grice: “I like some phrases by Petrone:
‘il mondo del spirito,’ ‘idealista’, etc.’” Grice: “Some of his philosophese is
totally untranslatable to Oxonian, such as ‘la nostra guerra’.” Insegna a Modena e Napoli. Cerca di conciliare
l'oggettivismo dei linzij con il soggettivismo critico. Dei Lincei. Collabora a
“Cultura Sociale politica e letteraria”. In “Il Rinnovamento” si espresse criticamente
sulla condenna del modernism da Pio X. Altre saggi: “Filosofia come analisi” (Pisa,
Spoerri); “Psico-Genesi” (Roma, Balbi) – cfr. psico-genesi nella teoria della
comunicazione di Grice --; “I limiti del
determinismo” (Modena, Vincenzi); “Idee
morali del tempo” (Napoli, Pierro); “Uno stato mercantile”; “La premessa del comunismo” (Napoli, Tessitore);
“Confessioni di un idealista” (Milano, Sandron); “Lo spirito” (Milano,
Milanese); “A proposito della guerra nostra” (Napoli, Ricciardi); “Etica” (Palermo,
Sandron)“Ascetica” (Palermo, Sandron); “La vita nova” (Cecchini, Roma, Storia e
letteratura); “Filosofia politica”; “La terra nella economia capitalistica”;
“Il latifondo siciliano”; “La legge aggraria”; “Il diritto al lume
dell’idealismo critico”; “La conezione materialistica della storia” spirito”;
“L’etica come intuizione” -- – contro Labriola --. “La storia interna” “Il
valore della vita”, “L’inerzia della volonta”; “La’energia profonda dello
spirito”; “La fase della filosofia del diritto”; “I caratteri differenziati del
diritto” -- Cf. Tyrrell. (cf. A. M. G. –
“Tyrrell and Tyrrell”). Avevamo già corretto le stampe di questo articolo,
quando ci giunse l'ultimo numero del Rinnovamento di Milano (pieno di tutto
fiele contro l'enciclica. Nella sostanza si accorda pienamente col programma
dei modernisti, ma nella violenza della forma e nella irriverenza del
linguaggio lo passa di molto; e trascende con
Petrone (L'Enciclica di Pio X) a stravolgimenti indegni dello spirito e
del senso dell'enciclica. Ed ancora sullo stesso periodico. Ma peggio ancora spropositò
su questo punto nel Rinnovamento mostrando di aver ben poco compreso e del
modernismo e dell'enciclica che lo condanna. Dizionario di filosofia, Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Igino
Petrone. Petrone. Keywords: determinismo, l’eroe, Ennea, eroe stoico, l’eroe
sannita, il sannio, la lega sannitica, spirito, inerza della volonta, due
direzioni dell’inerzia della volonta, contro Gentile, contro Nietzsche, umano,
non sovrumano, filosofia del diritto, lo spirito, liberta dello spirito, il
limite della pscogenesi della morale, il principio dell’amore proprio, il
principio della benevolenza, amore proprio conversazionale, benevolenza
conversazionale, il sentiment morale, filosofia del diritto, communismo
giuridico, la simplificazione di labriola, contro labriola, criticismo,
idealism critico, meditazioni di un idealista, Gentile contro Petrone, Croce
contro Petrone – l’identita sannia, psicologia del sannita, i romani contro i
sannita, la prima guerra sannita, la seconda guerra sannita, la terza guerra
sannitica – la repubblica romana, l’espansionismo dei romani nell’Italia, I
romani contro I sanniti – bassorilievo dei sanniti, I liguri e I sannita, le
popolazione italiche, economia e psicologia del Molise, il sannio, la complessita
dello spirito della filosofia italiana. Il linguaggio sannita, il linguaggio
umbro, il linguaggio osco – il linguaggio falisco, limosano, musanum,
limosanum, un stato mercantile chiuse, Fichte contro Marx, Nietzsche, il valore
della vita, il problema morale, la filosofia del diritto, diritto positivo,
diritto naturale, la filosofia politica nel criticismo, azione, l’etica e
l’ascetica, l’etica dell’eroe come azione, l’energia dello spirito contro
l’inerza della volonta – l’inerza della volonta nell’elezione dei fini;
l’inerza della volonta nell’elezione dei mezzi; il spirito contro la volonta, I
limiti dei determinismo, l’indeterminismo dello spirito, la causa dello
spirito, causa spirituale dell’agire umano, lo spirito umano. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Petrone” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738846948/in/datetaken/
Grice e Pezzarossa -- eloquenza
lombarda – filosofia italiana – Luigi Speranza (Mantova). Filosofo. Grice: “He wrote a LOT! Including a
study (or ‘ragionamento,’ as the Italians call it) on the spirit (spirito) of
Italian philosophy, which reminded me of Warnock, the irishman, and his search
for the soul of English philosophy!” -- Giuseppe Pezzarossa (o Pezza-Rossa –
Grice: “In which case, he is in the “R”s”). Studia a Mantova. Insegna a
Mantova. Co-involto nella repressione che porta al martirio di Belfiore. Di idee
tendenzialmente liberali e preoccupato sulle
condizioni sociali disagiate create dalla sorgente rivoluzione industriale che
pure ai suoi occhi rappresenta un'occasione di progresso. La pubblicazione del suo saggio di filosofia
gli procura guai con la Congregazione dell'Indice. Partecipa attivamente ai
moti. Condanato al carcere. Pezza-Rossa e uno dei vente che partecipano alla
prima riunione costitutiva del comitato rivoluzionario. Saggi: “Critica della
filosofia morale” (Milano, Stamperia Reale); “Lo spirito della nazione italiana”
(Mantova, Elmucci); “Saggi di filosofia” (Mantova, Caranenti). C. Cipolla,
Belfiore I comitati insurrezionali del Lombardo-Veneto ed il loro processo a
Mantova” (Milano, Angeli); R. Pavesi, Il confronto fra don Tazzoli e don
Pezza-Rossa in una prospettiva filosofica, in Tazzoli e il socialismo Lombardo”
(Milano, Angeli). La prova sull’esistenza esteriore. Confutazione dello
scetticismo. Dante e la filosofia. Lo spirito della filosofia italiana. Sistema
di psicologia empirica. Il fondamento, il processo e il sistema della umana
esistenza. Il sistema politico e sociale della nazione italiana; il sucidio, il
sacrifizio della vita e il duello, supra il suicidio, la grammatica ideologica,
ossia le leggi comuni di ogni parlare dedotte da quelle del pensare, Milano, la
Facolta inventrice. I romani vinti dai longobarrdi conservano la proppia legge.
La filosofia dell’esperienza. Il metodo sperimentale. LoSpiritodellafilosofiaitaliana.
Ragiona mento. Mantova. L'Autore non pretende io questo Ragionamento a novità
di principii, nè a confutazione di scuole,ma 80 lo vien cercando le varie fasi
della italiana filosofia e lo spirito,che lacondusse al grande rinnovamento
opera tosi nel secolo di Galileo. Da Pitagora a Leone X , durante la fortuna ro
mana,nelletenebredellabarbarie,esotto ilgiogo della
scolastica,gliparvediscontrare,quando più,quando meno , sempre conosciute e
conservate le tracce del metodo vero e positivo, ed intorno a questo espone le
proprie impressioni, cosìsemplicemente come le eb. be a sentire. dome che
di. mostra la modestia dei padri nostri , i quali, non del Pezza-Rossa,Prof.
Giuseppe. Parlando dell'antichità della filosofia italiana, osser vacome
l'Italiafosselaprima,che diedeaquesta scien za un sistema, e le impose un nome
: acume e vero conoscitori,ma piuttosto amici del vero s'inti
tolarono. Le basiprincipalidelloro metodo consistevanonel. l'esperienza e nella
osservazione.-- Fecero quindi un altro passo onde meglio procedere nella
investigazione delle verità , e fu quello di riconoscere l'ufficio, che la
ragione esercita sopra i fatti, sì nel mondo esterio re che nell'interiore,
sendochè, non al senso, ma alla sola ragione è dato il giudicare. Di questo
modo l'an tica nostra filosofia seppe dare ai sensi , si sentimen ti ed alla
ragione ciò che loro competeva , e impedi che i primi si levassero al di sopra
della seconda, e questa rifiutasse l'autorità e la potenza di quelli 280
. . Così dei secoli anteriori al dominio romano ; ma la prevalenza delle scuole
straniere non tardò molto a comprimere la scuola nazionale, e la sopravveguente
barbarie la fece quasi dimenticare, sebbene del tutto non laspegnesse. Senonche,collaconquistadelmon
dosubìleinfluenze intellettualideipopoliconquistati, accettò dottrine d'ogni
maniera, egizie, asiatiche, drui diche, ma greche sopra tutto; e de fe'tale un
amal gama che a stento potrebbe chiamarsi filosofia; o a meglio dire , ciascuno
appigliossi a quella scuola, che meglio sffacevasi alle sue tendenze. Parrà
strano, ma è pur vero, Roma corrotta,e degenerata nei costumi, affaticossi
particolarmente a rialzar la morale, non tanto forse per rilevarla daddovero,
quanto per palliar m e glio col suo manto la nutrita liceoza, testimonio Sede
ca. La scuola pitagorica,odiata,ma temutaeammirata, appalesavasi quindi di
tratto in tratto nelle manifestazioni di alcune anime forti; e Catone, il
censore,va me880 acapodella nobile schiera:ilnome dipitagorico non mai cessò
dal significare uomo virtuoso e incorrotto. « La qual indole morale e severa
(dice il Pezza Rossa ) sotto cui presentossi la filosofia italiana, fece si
ch'essa non venisse dal nascente Cristianesimo tanto combattuta, quanto lo
furono tutte le altre.Il Cristianesimo infatti sorgea potente e divino, non
figlio del l'umano pensiero, ma avvolto nel manto dei flosof, ma rivelatore
della semplice verità. Al suo mostrarsi, tutte le scuole cadute erano in basso,
e le pocbe ve rità, alle quali eran gionte, rimanevano dalle violenti polemiche
siffattamente svisate , che impossibile omai tornavalosceverarecon
certezzailverodalfalso.Ami carle fra loro, no concedevan le gare e i
particolari interessi;ricondurle allapristinasemplicità,era impre. sa da
nemmeno tentarsi.Che fece dunque il Cristiane simo ? Egli indisse guerra a
tutte più o meno le spe culative dottrine,mostròchefallacierano,disutilieper
piciose, e colla santità della propria morale fondò la prima di tutte le
filosofie: quest'è la filosofia delle a zioni. « Scaduta la parte speculativa,
non rimaneva all' italiana filosofia che la parte pratica, la parte da lei col
tivata sempre con severa costanza e che meglio poteva
rispondereagl'insegnamenti cristiani. Apollonio infatti, dicui S. Girolamodice,
ch'era un prodigio inudito, degno di esser conosciuto in tutt'isecoli, avuto
dal popoloinconcettodimago,ma filosoforeputato dalla gente di senno, Apollonio
chiede a sè medesimo che cosa vogliasi in un filosofo per essere veramente pita
gorico ? e quindi risponde : richiedersi elevazione d ' a nimo, gravità,
costanza, buona fama, sincera amicizia, frugalità, pace, virtù.Fregiato di così
belli ornamenti, il pitagorismo si proponeva in morale un lodevole fi ne, il
perfezionamento della umana natura , risultante dallo
specialeperfezionamentodiciascunindividuo.Nes sun'altra filosofia poteva meglio
consonare al Vangelo. « I primi sapienti del Cristianesimo, prima di e
dificare, trovarono però di dover distruggere il vecchio edifizio fin dalle
fondamenta, e gridarono contro ogni filosofia. Tertulliano ed Origene vogliono
che, dopo il Vangelo, non abbia più mestieri di ricerche, nè di curiosità dopo
Cristo. Nessuna scuola è da principio ri. Se non che, distrutta colla
dialettica l'arte del ragionare, e affidati gli uomini al solo senso comune, in
mezzo all'incipiente barbarie, nulla presentavasi tanto naturale quanto lo
scetticismo : e questo infatti mostrossi.— È notoche,sottoilnome
delloscetticismo, spesso fu insegoato a sprezzare vergognosi pregiudizii; non
devesi scordare che il dubbio fu il padre dell'at tuale civiltà ; e che, se il
secolo di Cartesio è di Gali avesse ardito dubitare, le scienze e le arti
nonsarebberoperancheripste. Foperòunoscetti cismo di sola teoria,doo
dipratica;stettedel pensiero, non nelle azioni: e perciò,s'egli diede l'ultimo
crollo alla filosofia speculativa, non portò alla morale un grave nocumento. Ed
è appunto nella morale che la italiana filosofia sopravvisse. Il grande Boezio
vide l'estrema bassezza, in cui la sapienza era caduta,e saggiamente pensò a
raccorre in un sol corpo le positive cognizioni, che dal guosto generale si
erano salvate, e qual breve enciclopedia de'suoi tempile presertò sotto
l'smabile nome: Con solazione della filosofia;nomeche insè solo abbrac cia il
carattere di tutta up'êra. Cbi cercasse le cagioni, in forza delle quali stel
te viva, anche nei secoli detti barbari, la pratica filo sparmiata :
l'acqua di Talete, l'infinito di Anassimad dro, il fuoco d'Eraclito ,
l'omeomeria di Apassagora , l'etere infinito di Archelao, i numeri di Pitagora,
gli atomi di Epicuro, gli elementi di Empedocle, tutte in somma le antiche
speculazioni furono guerreggiate:i santi Padri non lemono chiamar sogoi molti
pensieri di Aristotile, molti di Platone delirii. Ma in quello che gli
ecclesiastici scrittori studiavano le scuole per com batterle, non poteano a
meno di scontrarsi qua e colà in principii verissimi, ai quali non si poteva
niegare adesione, e questi raccogliendo insieme e collocandoli sotto il
patrocinio del Vangelo, se ne giovarono a com. provare l'armonia del vero filosofico
col religioso. leo non 983 sofia, le troverebbe in parte della
politica stessa de' barbari invasori. Semplici e rozzi, cupidi solo di bot
tino, occuparodo solo il territorio, lasciando ai vinti eleggi, e
costumi,ereligione,mutando l'aspetto mate riale, non quello degli spiriti; sia
che l'ignoranza li rendesse inetti a far mutamenti, o sia che li movesse
rispetto per genti tanto più umane,sebbene meno forti di loro.Oode che
procedesse codesta loro maniera di conquista, o da calcolo, o da impotenza , egli
è certo che recarono desolazione senza recare alcuna propria filosofia : a tal
che la italiana , accompagnata da toote altre in epoca di prosperità, ma sola
rimasta in quella della sventura, anzichè cedere e prostrarsi, potè parifi
carsi, alla guisa dell'oro sul crogiuolo, e spogliarsi di quelle macchie,che la
fortona le aveva apportate. Passa quindi la dimostrare come la buona filosofia
pratica cominciasse a fruttare anche ottima teo ria, sebbene il risorgimento
fosse ritardato dalla scolastica, ed impedito dal platonismo. Or ecco le vie
(egli ripiglia) per le quali gra datamente lospirito'filosofico
avanzò,guadagnandosem pre terreno.Il Leoni coavea, pelprimo, portatoalloStu dio
padovano la cognizione di Aristotile genuino, e mostra to come inscientemente
lo siavea contorto e dinon sue dottrinefattomaestro;quando sorsequel potente
ingegno di Pomponaccio,chesidovrebbe riguardare siccome il quinto anello della
gran catena filosotica ita liana, dopo Pitagors, Catone, Boezio e Dante. Pigmeo
di corpo,ma dispiritogigante,penetrò meglio che altri nello spirito della
patria filosofia, e siccome,a farla rinascere, conveniva, prim ad 'ogni altra
cosa, abbattere il colosso peripatetico, egli coraggiosamente sostende che,
secondo Aristotile, voluto sostegno della morale e del la religione, potevasi
dimostrare l'anima non e s s e r e immortale , miracoli non potersi dare, non
vi essere provvidenza,ma inognicosadominareildestino.Stra biliarono tutti a
conclusioni di tanta conseguenza, e pretesero che da lui solo derivassero
tali dottrine,dal Peripato non mai ; accagionarono di empietà il gran
Mantovano,cheavrebbe senzadubbio incontrata lama la ventura, se il cielo non
avesse posto a capo della Chiesa on Leone X , e datogli un Bembo per consi
gliere. La sapienza elatolleranza medicea permisero al Pomponaccio
quellocheprima non era stato permesso, separare dalla teologia la fhosofia,
condurre una linea di confine tra gli obbietti della fede e quelli della ra
gione. L'esempio del gran maestro fa segaito da n u merosidiscepoli,tra'quali
ebberofamaScaligero,Sepul. veda, Porzio, Benamico, Giovio, e dae Cardinali, il
C o n tarini,cioè, ed Ercole Gonzaga. Fu imitato con isforzi contemporanei
dalCesalpino,dalCremonino,dalloZa barella,eforsedaquelVanini,che,mal comprenden
do ilPomponaccio, spinse lo sfrenato ingegno allo stre mo,e corse la miseranda
fioe che tutti sanno.Imper ciocche, gli è pur mestieri confessarlo, la fortuna
del primo e la sioistra interpretazione de'suoi principii, non solo a tutti
ispirò corsggio, ma ad alcuni fio an che baldanza. Tale si fa il Cardano, a cui
la fecondi ta del genio troppe più idee somministrò di quelle che ilsuo
giudizio poteva ordinare;ma disse:loslu dio della natura doversi ridurre
all'arte ed alla fatica, e però venne salutato come l'uomo delle in vensioni.
Tale il Bruno , che proclamò sfrenatamente la filosofia del dubbio, filosofia
che ovunque disseminò, viaggiando Italia, Francia, Alemagna , e che fu poscia
da Cartesio abbracciata e sviluppata con tanta gloria , com' ebbe a confessare
yo giudice non sospetto,Leibni. zio. Si ridestarono allora i principali
pensieri de'pita gorici, e meravigliando si conobbe che la flosofia ita
liana,in tutte le sue fasi, e io tatte le sue manifesta zioni, non aveva
all'ultimo che un fondo solo,ilm e todo esperitivo e naturale. A questo metodo
avviò l' Italia Lorenzo Valla, e il Nizzolio, e l'Aconzio, ed il Poliziano,e
inalmente Tommaso Campanella,che, 285 vent'appi, sale in bigoncia,
e disputa con tanta forza contro le fallacie scolastiche, che i vecchi sclamarono
maravigliati: essere in lui passato lospirito diTelesio. Egli sostende che il
senso è un fondamento della scien za,chedalla
dimostrazionepositivaesensibilevasce la intellettiva, perciocchè sentire è
sapere : la ragione tanto essere più certa, quanto più al senso vicina ; non
però doversi andare cogli empirici che pretendono ra gionare
perlesoleapparenzevariabili,accidentali,sfug gevolissime,ma
sìanchedietroveritàcostanti,che badoo principio nell'anteriore sentimento, e
del testi monio di tutti gli uomini. «Con longbeeperigliose fatichegiunse
quindi f palmente l'Italiaa ridurinprincipiiquello,cheinpra tica aveva sempre
tenuto;scaddero allora i sillogismi, le formole, le categorie, le ipotesi, gli
a priori, con totti gli altri vincoli della ragione , e sostenuto dall' analisi
e dall'esperienza,ilnuovo metodo spiegò il vo lo alle più eccelse
scoperie. 36 «AllascuolaitalianaattioseCopernico ilsuo siste ma
astronomico,da Galileo poscia rivendicato : da Ga- ' lileo che mostra immobile
e improntato di macchie il sole, e Giove di satelliti circondato : da Galileo,
che, permezzo dinuovelenti,interroga l'armonia misterio sa dei cieli,e con
esperimenti sorprende la patora nei segreti delle arcane sue leggi. Torricelli,
colla inven zione de'barometri e de'microscopii, apporta alla fisi ca povella
vita; Cavalieri , Maurolico e Tartaglia ren dopo fruttuose le matematiche colle
applicazioni. Leo pardo da Vinci dà buone leggi all'estetica; Buonarotti ,
l'uomo delle quattro anime, fisa il buon gusto nelle arti; Machiavelli scopre
aisudditi ei ai regnanti ise. greti della politica; l'Accademia del Cimento
affatica senza posa delle esperienze,le dabbie verità rischiara, e le certe
diffonde; la fisica,la geografia e l'astrono mia,sposate insieme, fanno sì che
un Italiano discopra il nuovo Continente, ed un altro italiano glimponga il
nome. Ogoi arte insomma, ogni scienza, ogni di sciplina quasi per incanto
risorge : ed è cosa per ve rità sorprendente il vedere nei dettati di
quell'epoca gloriosa tantacopiosità di pensieri,da contenere, quasi in germe,
tutte le altre scoperte verificate dappoi. «Conserviamo adunqueconclude
l'Autore)ilpre zioso retaggio, che da'nostri maggiori ci fu tramandato e,che
piùè,adoperiamo di renderlofruttuoso:accioc chè,dopoaverportataaglialtrilascienza,non
venghia mo giustamente paragonatiallenubi,lequalisidis fanno in quel medesimo
che d'amica pioggia feconda no lecampagne.» Esponendo i proprii pensamenti, il
Pezza-Rossa, con singolare modestia,non sierige a maestro, ma sti mola ed
invoglia gli altri a frugare in questa materia, pago di poter dimostrare che
noi siamo ricchi di tanta domestica dottrina da non invidiare la forestiera;
che il buon metodo non l'abbiamo a cercare lontano; e che sarebbe ingratitudine
il disconoscere la nostra a n tica sapienza, per seguire alcune splendide
fantasie ol tramontane. Giuseppe Pezza-Rossa.
Giuseppe Pezzarossa. Pezzarossa. Keywords: il martirio di Belfiore; lo spirito
della nazione italiana; eloquenza lombarda. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Pezzarossa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738592386/in/datetaken/
Grice e Pezzella – Cesare deve morire – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli). Grice:
“I like Pezzella – His “La memoria del possibile” would make Benjamin think
twice! – and I do not mean HIS Benjamin, but mine!” Si laurea a Pisa con una
tesi sul pensiero di Benjamin. Presso la Scuola Normale Superiore diviene
ricercatore di ruolo, e lo rimane fino al, anno in cui dà le sue dimissioni
anticipate. Ha collaborato a un seminario di Derrida a Parigi. Ha conseguito
con la tutela di Marin il Doctorat a Parigi (Grice: “a reason why which few
consider him Italian!” ) e il DEA in Réalisation cinématographique seguendo i
corsi diretti dal documentarista Rouch a Nanterre. Ha insegnato Estetica ed
Estetica del cinema, con affidamenti annuali provvisori, in diverse università..
Ha tenuto, su invito, un seminario a Parigi, in collaborazione con Michaud. È redattore
della rivista Altraparola e collabora col Centro per la riforma dello Stato
nella sede di Firenze. Il pensiero di Benjamin e quello dDebord sono punti di
riferimento costanti del suo lavoro. Inizialmente ha studiato la persistenza
delle forme del mito all’interno della modernità (e in tal senso si è occupato
di Bachofen, iintroducendo Il simbolismo funerario degli antichi, col sostegno
del Warburg Institut di Londra). L’intersezione tra mondo mitico e modernità
estrema lo porta a interessarsi della poesia e del pensiero di Hölderlin e
della Scuola di Francoforte. Vicino alla tradizione del pensiero dialettico,
apprezza soprattutto la versione esistenziale che ne viene data nella filosofia
degli anni Trenta e Quaranta, dopo i seminari di Kojève su Hegel; di Benjamin
considera soprattutto la polarità tra immagine di sogno e immagine dialettica,
che utilizza come strumento interpretativo di opere cinematografiche e
letterarie (cfr. La memoria del possibile e Insorgenze). Per Pezzella lo
spettacolo –nella formulazione teorica che ne ha dato Debord- è la forma di
vita dominante del capitalismo attuale, in particolare della sua industria
culturale e del cinema. Secondo la terminologia usata nel libro estetica del
cinema, distingue gli stereotipi spettacolari dalle forme critiche-espressive.
Si è interessato all’intersezione fra tematiche politiche e psicoanalitiche: la
dialettica del riconoscimento, la formazione della soggettività nel capitalismo
attuale, l’incidenza dei traumi storici collettivi sulla psiche individuale
(cfr. il libro La voce minima). Ha tintrodotto in Italia il pensiero politico
di Abensour, con cui condivide la rivalutazione del pensiero utopico e la
rivalutazione del socialismo come prospettiva politica alternativa al
populismo. Collabora alla redazione e all’edizione dei volumi di Altro
Novecento. Comunismo eretico e pensiero critico, per conto della Fondazione
Micheletti di Brescia. Altri saggi: “L'immagine dialettica” (ETS, Pisa); “Il
tragico” (Il Mulino, Bologna); “Conversazione di Narcisso con Narcisso –
Conversazione con me” (Manifesto, Roma);
“Il volto di Marilyn” (Manifesto, Roma); “La memoria del possibile” (Jaca, Milano);
“Estetica del cinema” (Mulino, Bologna); “Insorgenza” (Jaca, Milano, “Le nubi
di Bor” (Zona, Arezzo); “La voce minima. Trauma e memoria storica” (Manifesto, Roma);
“Altrenapoli” (Rosemberg, Torino”; “I fantasmi” (Cattedrale, Ancona); “Il volto
dell’altro”; “L’ospite ingrate” (Quodlibet, Macerata); “I corpi del potere” (Jaca,
Milano); “Repubblica”; “Il bene comune” (Il
Ponte); “Gli spettri del capitale” (Il Ponte); “Il tempo del possible”; “Attualità
della Comune di Parigi” (Il Ponte); Utopia e insorgenza. Per Abensour”; “Altraparola,
Micheletti, Brescia); Alle frontiere del capitale. Comunismo eretico e pensiero
critico, Jaca, Milano. Pezzella. Keywords: Cesare deve morire, Narcisso,
“conversations with myself”, Antonino, nubi di Bor, Freud, Narcissismus -- Refs.:
Luigi Speranza: “Grice, Pezzella, Benjamin and Benjamin: la memoria del possibile,”
Villa Grice – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51739466750/in/datetaken/
Grice e Piana – merli – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Casale Monferrato). Filosofo. Grice: “I never cease to get moved
when I read Piana’s notes, “Il canto del merlo”! That’s the way to do
philosophy of music – the Italianate warmth so strange to the coldness of
Scruton!” Insegna filosofia a Milano. Si è trasferito a Pietrabianca di
Sangineto in Calabria, dove ha continuato a scrivere e pubblicare. È
stato allievo diPaci, con il quale scrisse la sua dissertazione sulle opere
inedite di Husserl. La sua posizione filosofica è caratterizzata dal
concetto di fenomenologia, ("strutturalismo fenomenologico")
influenzato particolarmente da Husserl, Wittgenstein, e Bachelard. Alcune
indicazioni sullo strutturalismo fenomenologico sono contenute nell'articolo
online in italiano e in tedesco L'idea di uno strutturalismo
fenomenologico. Il suo pensiero è orientato verso la filosofia della
conoscenza, la filosofia della musica e i campi della percezione e
immaginazione. Allievi di Piana sono stati, in particolare, Paola Basso, Alfredo
Civita, Vincenzo Costa, E. Franzini, C. Serra, P. Spinicci. Uno dei più
acuti e originali filosofi italiani (in l'Unità), uno dei più interessanti
interpreti e prosecutori, in Italia, dell'indirizzo fenomenologico (in
Paese Sera). Tra i più lucidi, originali e fecondi fenomenologi italiani"
(in "L'idea di Europa e le responsabilità della filosofia"). Vede l'esperienza
della fenomenologia di Husserl che costituì il centro d'interesse di un grande
maestro come E. Paci. Non è il caso qui di tracciare mappe di quelle vicende,
credo però che non sarebbe sbagliato sostenere che Piana, in quel gioco delle
parti, che è sempre l'apertura di un'esperienza plurale sul suggerimento di un
filosofo autentico, si è preso quella del fenomenologo più prossimo ai temi
'duri' di Husserl, agli obbiettivi che stabiliscono la teoreticità della
ricerca fenomenologica come tratto distintivo ed essenziale rispetto ad altre
figure di pensiero" (in L'Unità). Considerato il più illustre filosofo della
musica del nostro tempo -- in "Il significato della musica",
relazione al convegno 'Approcci semiotico-testologici ai testi multimediali',
Macerata. In un intervento letto durante un convegno tenuto all'Macerata. Elio
Franzini ha dichiarato "Piana è a mio parere uno dei pensatori maggiori
del dopoguerra italiano: mai prono alle mode, sempre originale e innovativo,
come dimostrano i suoi essenziali contributi alla filosofia della musica. In
sintesi un maestro in cui si ritrovano sempre momenti di autentico
pensiero". Il più grande maestro della fenomenologia italiana. Il suo
stile filosofico rappresenta il centro di gravità attorno al quale tendemo a
condensare gran parte di quello che di eccellente la fenomenologia italiana fa,
convinti che i suoi meriti non sono ancora adeguatamente riconosciuti. La vera
filosofia tende all'elementare. E dunque non ha fretta di correre oltre,
indugia in quei punti rispetto ai quali si potrebbe benissimo soprassedere.In
certo senso si fa custode del ricordo di cose che si potrebbero facilmente
dimenticare. La filosofia è un’arte del ricordo. Ma vi è in ogni caso anche
qualcosa di profondamente giusto nell’idea, che si ripropone di continuo, di
una scienza che deve in qualche modo «liberarsi» dalla filosofia. È come
liberarsi dai ricordie questo è spesso necessario per procedere oltre. Saggi:
“Filosofia dell’esperienza”; “L’idea di uno strutturalismo fenomenologico”; “Il
manifesto”; “La filosofia tende all’elementare e non ha fretta”; “L’importanza
filosofica di arrivare ultimi”; “Esistenza e storia” (Nigri, Milano); “La fenomenologia”
(Mondadori, Milano); “Elementi di una dottrina dell'esperienza” (Saggiatore,
Milano); “La notte dei lampi”; “La filosofia dell'immaginazione” (Guerini, Milano);
“Filosofia della musica” (Guerini, Milano); Mondrian e la musica, Milano,
Guerini); Teoria del sogno e dramma musicale. La metafisica della musica” (Guerini,
Milano); “Numero e figura: idee per una epistemologia della ri-petizione”
(Cuem, Milano); “Album per la teoria della musica”; “Frammenti epistemologici”.
I suoi saggi sono racchiuse: “II strutturalismo
fenomenologico e psicologia della forma”; “La notte dei lampi”; “Le regole
dell’immaginazione”; “Filosofia della musica”; “Intervallo e cromatismo nella
teoria della musica”; “Alle origini della teoria della tonalità”; “Teoria del
sogno e dramma musicale”; “La metafisica della musica”; “Mondrian e la musica”;
“Filosofia della musica”; “Estetica musicale”; “Introduzione alla filosofia”;
“Interpretazione del “Mondo come volontà e rappresentazione””; “Immagini per
Schopenhauer, “Interpretazione del “Tractatus” di Wittgenstein”; “Commenti a
Wittgenstein”; “Commenti a Hume”; “Prroblemi della fenomenologia”; “Fenomenologia,
esistenzialismo, marxismo”; “Fenomenologia”; “Stralci di vita”; “Conversazioni
sulla “Crisi delle scienze europee” di Husserl”; “Fenomenologia delle sintesi
passive; “Barlumi per una filosofia della musica”; “De Musica, rivista fondata
da lui. Spazio Filosofico, collana fondata da lui; "La fenomenologia come
metodo filosofico", “Linguaggio” Guerini, Milano); "Immaginazione e
poetica dello spazio", “Metafora Mimesi Morfogenesi Progetto” (Guerin,
Milano); "Considerazioni inattuali su Adorno",
"Musica/Realtà", "Figurazione e movimento nella
problematica musicale del continuo", “La percezione musicale, Guerini, Milano,
"Fenomenologia dei materiali e campo delle decisioni”; “Riflessioni
sull'arte del comporre", “Il canto di Seikilos” (Guerii, Milano); I
compiti di una filosofia della musica brevemente esposti”; De Musica, Elogio dell'immaginazione musicale, De Musica,
La serie delle seriedodecafoniche e il triangolo di Sarngadeva, De Musica; Immagini
per Schopenhauer, Il canto del merlo” –
i merli – il canto dell’uccello, funzione del canto dell’uccello maschio. “Occorre
riflettervi ancora”; “Considerazioni in margine a Fantasia e imagine”; “
Leggere i poeti. Note in margine a G. Pascoli”; La sociologia della letteratura
(Milano); Questioni di dettaglio (Milano), Storia e coscienza di classe (Milano)
E. Ricerche logiche (Milano); Storia critica delle idee (Milano); fenomenologica
italiana; Fenomenologia, coscienza del tempo e analisi musicale; Variazioni dei
significati” - Burnout e risorse; Musicoterapia, alle radici fenomenologiche
del Cosmo antico; Fondamenti della Matematica; La scienza della felicita; La
fenomenologia dell’esperienza. Scuola di Milano – scuola milanese -- Giovanni
Piana. Piana. Keywords: il linguaggio di Spinicci, merli, la serie
dodecafonica, il triangolo di Sarngadeva. Oltre il linguaggio, linguaggio e
comunicazione. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Piana” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51739384580/in/datetaken/
Grice e Piccolomini – implicatura – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Siena).
Filosofo. Grice: “What Piccolomini is
trying to do, but knowing, is providing what I do in from the bizarre to the
banal – a good functionalist interpretation of the rather poor functionalist
explanation by Aristotle of what the Italians call the ‘anima,’ because it
‘animates’ the body (corpore). Figlio dai
senesi Niccolò ed Emilia Saracini. Insegna a Macerata, Perugia, Padova.
Analizza il terzo libro del “Sull’anima” di Aristotele. Saggi: “Peripateticarum
de anima disputationum”; “Academicarum contemplationum”. Tutore di Tasso,
ricordato in “Il Costante; overo, dela clemenza”. Formula una una teoria sincretica tra i
accademici e i liceisti. ‘Unico’ dei
Filomati. Altre saggi “Universa philosophia de moribus” (Venezia, Franceschi);
“Comes politicus, pro recta ordinis ratione propugnator” (Venezia, Franceschi);
“Libri ad scientiam de natura attinentes” (Venezia, Franceschi); “Librorum
Aristotelis de ortu et interitu lucidissima exposition” (Venezia, Franceschi);
“In tres libros de anima lucidissima expositione” (Venezia, Franceschi); “Instituzione
del principe”; “Compendio della scienza civile”; “Octavi libri naturalium
auscultationum perspicua interpretatione” (Venezia, Franceschi); “In libros de
coelo lucidissima exposition” (Venezia, Franceschi). Treccani Dizionario Biografico
degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, E. Garin, Storia
della filosofia italiana” (Torino, Einaudi); A. Malmignati, “Tasso a Padova” (Firenze,
Biblioteca Riccardiana); Roma, Pieralisi (Firenze, Biblioteca nazionale
centrale, Conv. Soppr. (S. Maria degli Angeli, Roma, Pieralisi, Francesco
Piccolomini, F. Cavalli, La scienza
politica in Italia, Venezia). Francesco Piccolomini. Piccolomini. Keywords:
apollo lizio, statua di apollo lizio, in riposo dopo la palestra, il lizio,
Aristotele lizio, i lizij, i lizii, gl’aristotelici, i peripatetici –
gl’accademici e i lizii, gl’accademicij e i lizij. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Piccolomini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691299421/in/photolist-2mPAuFE-2mNzeEc-2mLQ1Vx-2mKMqqn-2mKyJgk-B1ZwSw-BpZrfX-BNUDky-BRdPLK-BpZs4R-B26n3t-BpZt9X-BwnxSq-BRdJLK-BYv5UR-BRdJDF-BwnzCQ-BNUCP3-B1ZvoQ-BRdKpP
Grice e Pico – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Mirandola). Filosofo. Grice: “I liked
to say: some like Pico, but Pico’s my man! Since I always preferred his cousin
to the uncle!” -- philosopher who wrote a series of 900 theses which he hoped
to dispute publicly in Rome. Thirteen of these theses are criticized by a papal
commission. When Pico defends himself in his “Apologia,” the pope condemns all
900 theses. Pico flees to France, but is imprisoned. On his escape, he returns to
Florence and devotes himself to private study at the swimming-pool at his
villa. He hoped to write a Concord of Plato and Aristotle, but the only part he
was able to complete was “On Being and the One,”“Blame it on the Toscana!” -- in
which he uses Aquinas and Christianity to reconcile Plato’s and Aristotle’s
views about God’s being and unity. Mirandola is often described as a
syncretist, but in fact he made it clear that the truth of Christianity has
priority over the prisca theologia or ancient wisdom found in the hermetic
corpus and the cabala. Though he was interested in magic and astrology,
Mirandola adopts a guarded attitude toward them in his “Heptaplus,” which
contains a mystical interpretation of Genesis; and in his Disputations Against
Astrology, he rejects them both. The treatise is largely technical, and the
question of human freedom is set aside as not directly relevant. This fact
casts some doubt on the popular thesis that Pico’s philosophy is a celebration
of man’s freedom and dignity. Great weight has been placed on Pico’s “On the
Dignity of Man.” This is a short oration intended as an introduction to the
disputation of his 900 thesesall condemned by the evil pope --, and the title
was suggested by his wife (“She actually suggested, “On the dignity of woman,”
but I found that otiose.””). Mirandola has been interpreted as saying that man
(or woman) is set apart from the rest of creation, and is completely free to
form his (or her) own nature. In fact, as The Heptaplus shows, Pico sees man as
a microcosm containing elements of the angelic, celestial, and elemental
worlds. Man (if not woman) is thus firmly within the hierarchy of nature, and
is a bond and link between the worlds. In the oration, the emphasis on freedom
is a moral one: man is free to choose between good and evil. Grice: “This
irritated Nietzsche so much that he wrote ‘beyond good and evil.’ Refs.: H. P.
Grice, “Goodwill and illwillmust we have both?” L'esponente più conosciuto della dinastia dei
Pico, signori di Mirandola. L'infanzia di Pico della Mirandola, di Paul
Delaroche, Museo delle belle arti di Nantes (Francia). Nacque a Mirandola,
presso Modena, il figlio più giovane di Gianfrancesco I, signore di Mirandola e
conte della Concordia e sua moglie
Giulia, figlia di Feltrino Boiardo, conte di Scandiano. La famiglia ha a lungo
abitato il castello di Mirandola, città che si era resa indipendente e riceve da
Sigismondo il feudo di Concordia. Pur essendo Mirandola uno stato molto
piccolo, i Pico governano come sovrani indipendenti piuttosto che come nobili
vassalli. I Pico della Mirandola sono strettamente imparentati agli Sforza, ai
Gonzaga e agli Este, e i fratelli di Giovanni sposarono gli eredi al trono di
Corsica, Ferrara, Bologna e Forlì. Soggiorna in molte dimore. Tra queste,
quando vive a Ferrara, il palazzo in via del Turco gli permette di essere
vicino agli Strozzi ed ai Boiardo. Pico compì i suoi studi fra Bologna,
Pavia, Ferrara, Padova e Firenze. Mostra grandi doti nel campo della matematica
e impara molte lingue, tra cui perfettamente il latino, il greco, l'ebraico,
l'aramaico, l'arabo e il francese. Ha anche modo di stringere rapporti di
amicizia con numerose personalità dell'epoca come Savonarola, Ficino, Lorenzo
il Magnifico, Poliziano, Egidio da Viterbo, Girolamo Benivieni, Girolamo Balbi,
Yohanan Alemanno, Elia del Medigo. Entra a far parte dei Idealisti Fiorentini.
Si reca a Parigi, ospite della Sorbona, allora centro di studii, dove conosce
alcuni uomini di cultura come Lefèvre d'Étaples, Robert Gaguin e Georges
Hermonyme. Ben presto divenne celebre e si dice che ha una memoria talmente
fuori dal comune che conosce l'intera Divina Commedia a memoria. e a Roma
dove prepara 900 tesi in vista di un congresso filosofico (per la cui apertura
compose il De hominis dignitate), che tuttavia non ha mai luogo. Sube infatti
alcune accuse di eresia, in seguito alle quali fugge in Francia dove venne
anche arrestato da Filippo II presso Grenoble e condotto a Vincennes, per
essere tuttavia subito scarcerato. Con l'assoluzione d’Alessandro VI, il quale
vede di buon occhio la sua volontà di dimostrare la divinità attraverso la
magia e la cabala, nonché godendo della rete di protezioni dei Medici, dei
Gonzaga e degli Sforza, si stabile quindi definitivamente a Firenze,
continuando a frequentare l'Accademia di Ficino. Muore per avvelenamento
da arsenico mentre Firenze viene occupata dalle truppe francesi di Carlo VIII. Sepolto
nel cimitero dei domenicani dentro il convento di San Marco. Le sue ossa
saranno rinvenute da padre Chiaroni accanto a quelle di Poliziano e dell'amico
Girolamo Benivieni. Siamo vissuti celebri, o Ermolao, e tali vivremo in
futuro, non nella scuola dei grammatici, non là dove si insegna ai ragazzi, ma
nelle accolte dei filosofi e nei circoli dei sapienti, dove non si tratta né si
discute sulla madre di Andromaca, sui figli di Niobe e su fatuità del genere,
ma sui principî delle cose umane e divine. Uno studio coordinato del
dipartimento di Biologia dell'Pisa, del Reparto Investigazioni Scientifiche
dell'Arma dei Carabinieri di Parma dimostra che e avvelenato con l'arsenico. Il
volto di Giovanni Pico ricostruito con le moderne tecniche forensi Di Pico
della Mirandola è rimasta letteralmente proverbiale la prodigiosa memoria. Si
dice conosce a mente numerose opere su cui si fonda la sua vasta cultura
enciclopedica, e che sapesse recitare la “Divina Commedia” *al contrario*,
partendo dall'ultimo verso, impresa che pare gli riuscisse con qualunque poema
appena terminato di leggere. Tutt'oggi è ancora in uso attribuire
l'appellativo "Pico della Mirandola" a chiunque sia dotato di ottima
memoria. Secondo una popolare diceria, ha una amante o una concubina
segreta. Tuttavia ha un rapporto amoroso con l'umanista G. Benivieni, sulla base di alcuni scritti, tra
cui sonetti, che quest'ultimo dedica a Pico, e di alcune allusioni poco chiare
di Savonarola. E comunque un seguace dell'ideale dell'amor platonico, privo
cioè di contenuti erotici e passionali. Anche la figura femminile ricorrente
nei suoi versi viene celebrata su un piano prevalentemente filosofico. La
sua filosofia si riallaccia all’idealismo di Ficino, senza però occuparsi della
polemica anti-aristotelica. Al contrario, cerca di riconciliare aristotelismo e
platonismo in una sintesi superiore, fondendovi anche altri elementi culturali,
come per esempio la tradizione misterica di Ermete Trismegisto e della
cabala. All'interno del testo delle Conclusiones si scaglia duramente
contro Ficino, considerando inefficace la sua magia naturale perché carente di
un legame con le forze superiori nonché di un'adeguata conoscenza cabalistica.
Il suo proposito, esplicitamente dichiarato ad esempio nel “De ente et uno”,
consiste infatti nel ricostruire i lineamenti di una filosofia universale, che
nasca dalla concordia fra tutte le diverse correnti di pensiero sorte sin dagl’antichi,
accomunate dall'aspirazione al divino e alla Sapienza. In questo suo ecumenismo
filosofico vengono accolti non solo i filosofi esoterici insieme a Platone,
Aristotele, i neoplatonici e tutto il sapere gnostico ed ermetico proprio della
filosofia greca, ma anche i mistici. Il congresso da lui organizzato a Roma in
vista di una tale "pace filosofica" inserirsi proprio in questo
progetto culturale basato su una concezione della verità come princìpio eterno
ed universale, al quale ogni epoca della storia ha saputo attingere in misura
in più o meno diversa. In seguito tuttavia ai vari contrasti che gli si
presentarono, sorti a causa della difficoltà di una tale conciliazione. Si
accorse che il suo ideale e difficilmente perseguibile. Ad esso, a poco a poco,
si sostitusce nella sua mente il proposito riformatore di Savonarola, rivolto
al rinnovamento morale, più che culturale, della città di Firenze. L'armonia
universale da lui ricercata in ambito filosofico si trasforma così
nell'aspirazione ad una moralità meno
generica. A differenza di Ficino, emerge un maggiore senso di irrequietezza e
una visione più cupa ed esistenziale della vita. Al centro del suo ideale
di concordia universale risalta fortemente il tema della dignità e della
libertà umana. L'uomo infatti è l'unica creatura che non ha una natura predeterminata,
poiché. Già il Sommo Padre, Dio Creatore, ha foggiato, questa dimora del mondo quale ci appare. Ma,
ultimata l'opera, l'artefice desidera che ci fosse qualcuno capace di afferrare
la ragione di un'opera così grande, di amarne la bellezza, di ammirarne la
vastità. Ma degli archetipi non ne restava alcuno su cui foggiare la nuova
creatura, né dei tesori né dei posti di tutto il mondo. Tutti erano ormai
pieni, tutti erano stati distribuiti nei sommi, nei medi, negli infimi gradi. Dunque
l'uomo non ha affatto una natura determinata in un qualche grado (alto o
basso), bensì. Stabilì finalmente l'Ottimo Artefice che a colui cui nulla
poteva dare di proprio fosse comune tutto ciò che aveva singolarmente assegnato
agli altri. Perciò accolse l'uomo come opera di natura indefinita e, postolo
nel cuore del mondo, così gli parla. Nn ti ho dato, o Adamo, né un posto
determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché tutto
secondo il tuo desiderio e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura
limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la
determinerai senza essere costretto da nessuna barriera, secondo il tuo
arbitrio, alla cui potestà ti consegnai. Afferma, in sostanza, che Dio ha posto
nell'uomo non una natura determinata, ma una indeterminatezza che è dunque la
sua propria natura, e che si regola in base alla volontà, cioè all'arbitrio
dell'uomo, che conduce tale indeterminatezza dove vuole. Non ti ho fatto
né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi
libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti
prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti. Tu
potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono
divine. Nell'uomo nascente il Padre ripose semi d'ogni specie e germi d'ogni
vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno
in lui i loro frutti. se sensibili, sarà bruto, se razionali, diventerà anima
celeste, se intellettuali, sarà angelo, e si raccoglierà nel centro della sua
unità, fatto uno spirito solo con Dio.Quindi, sostiene che è l'uomo a forgiare
il proprio destino secondo la propria volontà, e la sua libertà è massima,
poiché non è né animale né angelo, ma può essere l'uno o l'altro secondo la
coltivazione di alcuni tra i semi d'ogni sorta che vi sono in lui. L'uomo non è
né «angelo né bestia. La sua propria posizione nel mondo è un punto mediano tra
questi due estremi; tale punto mediano, però,
non è una mediocrità (in parte angelo e in parte bruto) ma è la volontà
(o l'arbitrio) che ci consente di scegliere la nostra posizione. Dunque l'uomo è
la più dignitosa fra tutte le creature, anche più degli angeli, poiché può
scegliere che creatura essere. Il suo secondo grande interesse è rivolto
alla cabala, che viene da lui spiegata come una fonte di sapienza a cui
attingere per decifrare il mistero del mondo, e nella quale Dio appare oscuro,
in quanto apparentemente irraggiungibile dalla ragione; ma l'uomo può ricavare
la massima luce da tale oscurità. Non esiste alcuna scienza che possa attestare
meglio la divinità che la magia. Connessa alla sapienza cabbalistica è la magia.
In fatti, il mago opera attraverso simboli e metafore di una realtà assoluta e dunque, partendo dalla natura, può giungere
a conoscere tale sfera metafisica attraverso la conoscenza della struttura
matematica che è il fondamento simbolico-metaforico della natura stessa.
Se la magia è giudicata positivamente per quanto riguarda invece l'astrologia
egli ebbe un atteggiamento diverso, che lo porta a distinguere nettamente tra
astrologia matematica o speculativa, cioè l'astronomia, e l'astrologia
giudiziale o divinatrice. Mentre la astrologica speculative ci consente di
conoscere la realtà armonica dell'universo, e dunque è giusta, la astrologia
prattica crede di poter sottomettere l'avvenire degli uomini alle congiunture
astrali. Partendo dall'affermazione della piena dignità e libertà dell'uomo,
che può scegliere cosa essere, muove una forte critica a questo secondo tipo di
credenze e di pratiche astrologiche, che costituirebbero una negazione proprio
della dignità e della libertà umane. L’astrologica prattica (o giudiziale)
attribuisce erroneamente a un corpo celeste il potere di influire sulla una vicenda
umana (fisiche e spirituali), sottraendo tale potere alla Provvidenza divina e
togliendo agl’uomini la libertà di scegliere. Non nega che un certo influsso vi
possa essere, ma mette in guardia contro il pericolo insito nell'astrologia giudiziale
di subordinare il superiore (cioè l'uomo) all'inferiore (ossia la forza
astrale). La vicenda dell'esistenza umana e tanto intrecciata e complessa che
non se ne può spiegare la ragione se non attraverso la piena libertà d'arbitrio
dell'uomo. Tuttavia, alcuni concetti base furono ripresi e rielaborati da Savonarola nel suo Trattato contra li
astrologi. Saggi: “Lettera a Barbaro sul modo di parlare dei filosofi”; “Commento
sopra una canzone d'amore di Benivieni, “Discorso sulla dignità dell'uomo”; “Tesi
su tutte le cose conoscibili”; “Novecento conclusioni filosofiche”; “cabalistiche
e teologiche in ogni genere di scienze”; “Apologia”; “Heptaplus: della
settemplice interpretazione dei sei giorni della Genesi”; “Expositiones in
Psalmos, “L'essere e l'uno”; “Dispute
contro l'astrologia divinatrice”; “Carmi”; Auree Epistole. Sonetti, “Le dodici
regole”; “Le dodici armi della battaglia spirituale”; “Le dodici condizioni di
un amante” “Preghiera a Dio”; “Tutte le cose e alcune alter”. A lui si
attribusce anche la paternità dell’ “Amoroso combattimento onirico di Polifilo”.
Sebbene egli preferisse farsi chiamare Conte della Concordia. Fu in particolare
il cardinale Pedro Grazias, dopo essere
intervenuto presso i reali Isabella e Ferdinando, ad essere incaricato da
Innocenzo VIII di confutarne l'Apologia.
Fu avvelenato -- caso risolto 500 anni dopo, in Gazzetta di Modena, G.
Gallello et al. Già all'epoca della sua morte si vociferò che e avvelenato
(cfr. S. Critchley, Il libro dei filosofi morti, Garzanti). Recenti indagini condotte a Ravenna
dall'équipe di G. Gruppioni dell'Bologna
riscontra elevati livelli di arsenico nei campioni di tessuti e di ossa
pre-levati dalle spoglie del filosofo, che avvalorerebbero la tesi
dell'avvelenamento per la sua morte (cfr. Delitti e misteri del passato, L.
Garofano, S. Vinceti, G. Gruppioni (Rizzoli, Milano). L’avvelenamento, la cui
morte finora si ritene fosse stata causata dalla sifilide, e ad opera della
stessa mano che due mesi prima avrebbe uccide Poliziano, legato a Pico da
grande amicizia. Risolto il giallo della sua morte, Pisa, La sua Memoria
Straordinaria. enivieni fa porre anche una lapide sulle spoglie tumulate nella
chiesa di San Marco a Firenze. Sul fronte della tomba è tuttora inciso: «Qui
giace Giovanni Mirandola, il resto lo sanno anche il Tago e il Gange e forse
perfino gli Antipodi.” Benivieni, affinché dopo la morte la separazione di
luoghi non disgiunga le ossa di coloro i cui animi in vita congiunse Amore,
dispone d'essere sepolto nella terra qui sotto. Sul retro invece, in posizione
poco visibile, è riportato l'epitaffio, “Girolamo Benivieni per lui e se stesso
pose nell'anno Io priego Dio Girolamo che 'n pace così in ciel sia il tuo Pico
congiunto come 'n terra eri, et come 'l tuo defunto corpo hor con le sacr'ossa
sue qui iace”. E. Garin, Vita e dottrina (Monnier); K. Zeller, L’aristolelismo
rinascimentale, edizioni Luria, F. Yates Bruno e la tradizione ermetica Laterza
U. Perone, C. Ciancio, Storia del pensiero filosofico, SEI, Torino, E. Garin, Vallecchi,
Sul richiamo di Pascal a Pico della Mirandola, cfr. B. Pascal, Colloquio con il
Signore di Saci su Epitteto e Montagne in B. Pascal, Pensieri, Paolo Serini,
Einaudi, Torino, F. Secret, I cabbalisti cristiani del Rinascimento, tRoma, Conclusiones
nongentae. Le novecento tesi. A. Biondi, Studi pichiani (Firenze Olschki). Conclusiones
Magicae numero XXVI, secundum opinione propria”. Fra le tesi redatte in vista
del congresso filosofico di Roma, Non vi è scienza che ci dia maggiori certezze
sulla divinità della magia (cit. da F. Secret, ibidem, e in Zenit studi. Pico
della Mirandola e la cabala). La natura è una correlazione misteriosa di forze
occulte che l'uomo può conoscere tramite l'astrologia speculative e controllare
tramite la magia. Distingue due tipi di astrologia: matematica e divinatrice.
Nega il valore della seconda (G. Granata, Filosofia, Alpha Test, Milano. Lo
stesso Savonarola sostenne di aver scritto il suo trattato in corroborazione
delle refutazione astrologice del signor conte Joan Pico della Mirandola (cit.
in Romeo De Maio, Riforme e miti nella Chiesa del Cinquecento, Guida, Napoli). Indizi e prove: e Alberto Pio da Carpi nella
genesi dell’Hypnerotomachia Poliphili.
Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille
anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia
della Scienza di Firenze, pubblicata sotto licenza Creative Commone, Mazzali, Basileae, per Sebastianum Henricpetri, Basileae,
per Sebastianum Henricpetri, Doctissimi Viri Ioannis Pici Mirandulae,
Concordiae comitis, Exactissima expositio in orationem dominicam, S. Bernardini,
Apologia. L'autodifesa di Pico di fronte al Tribunale dell'Inquisizione, P.
Fornaciari, Società internazionale per lo studio del Medioevo latino, Galluzzo,
Firenze G. Barone, Antologia, Virgilio, Milano,
Studi Dario Bellini, La profezia, Oltre la cinquantesima porta, Sometti, G. Busi,
Vera relazione sulla vita e i fatti, conte della Mirandola, Aragno, E. Cassirer, Individuo e cosmo nella filosofia
del Rinascimento” (Nuova Italia, Firenze); H, Lubac, L'alba incompiuta del Rinascimento,
Jaca, Milano, V. Giovanni, La filosofia in Italia, Palermo, Boccone del Povero,
F. Frigerio, "Il commento alla Canzona d'Amore di Benivieni",
Conoscenza Religiosa, Firenze, Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Casale Monferrato,
Edizioni Piemme, E. Garin, L'Umanesimo italiano, Laterza, Bari); S.Puledda,
Interpretazioni dell'Umanesimo, Associazione Multimage, Quaquarelli, Zanardi,
Pichiana. delle edizioni e degli studi, in "Studi pichiani", Olschki,
Firenze, A. Sartori,Filosofia, teologia, concordia, Messaggero Padova, Zambelli, L'apprendista stregone. Astrologia,
cabala e arte lulliana in Pico e seguaci” (Marsilio, Venezia); “Le fonti
cabalistiche”; G. Busi, "Chi non
ammirerà il nostro camaleonte?" La bibliotic a cabbalistica, in G. Busi,
L'enigma dell'ebraico nel Rinascimento, Aragno Torino S. Campanini, Guglielmo
Raimondo Moncada (Flavio Mitridate) traduttore di opere cabbalistiche, in M. Perani,
Guglielmo Raimondo Moncada alias Flavio Mitridate. Un ebreo converso siciliano,
Officina di Studi Medievali, Palermo , Susanne Jurgan e Saverio Campanini, con un
testo di Giulio Busi, Nino Aragno, Torino Saverio Campanini Fondazione Palazzo
Bondoni Pastorio, Castiglione delle Stiviere; cabala; Ficino Filosofia
rinascimentale Mirandola Umanesimo Prisca theologia.Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Il Centro di
Cultura Giovanni Pico della Mirandola, L’Umanesimo, la cabala cristiana,
Discorso sulla dignità dell'uomo Pico della Mirandola, Orazione sulla dignità
dell'essere umano, prima parte, su panarchy.org. I "Carmina" e l'"Oratio de
hominis dignitate", su thelatinlibrary.com.The Kabbalistic Library of
Giovanni Pico della Mirandola, su pico-kabbalah.eu. Giovanni Pico, dei conti
della Mirandola e della Concordia. Giovanni Pico, conte della Mirandola e della
Concordia. Giovanni Pico della Mirandola. Pico. Keywords: amore platonico,
amore socratico, Pico e Girolamo – l’epitafio – amore platonico Ficino – la
dignita dell’uomo, la concordia degl’antichi, la magia, il platonismo di Pico.
Pico e Pico. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Pico: the dignity of
man," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51717891308/in/photolist-2mPoBys-2mPmNVF-2mN36eA-2mN8Hgb-2mMZCrP-2mMZCG3-2mLLZRD-2mLQc9e-2mLP4ps-2mKAijH-2mKuSJj-2mKAur7-2mKgNnk-2mKje8p-2mKgNvM-2mKkjv7-2mGnP2f-jm6WhY-jkTaV6-jkV8Kj
Grice e Pico – stregone – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Mirandola). Filosofo. Grice: “It is very likely that
Cartesio took the idea of the malignant daemon from Pico, who was obsessed with
him – with the daemon, I mean! “Demonio!”” Grice: “I like Pico. Ackrill
suggested that I should translate happiness as taking ‘daemon’ seriously. Pico
does: He allows Alberti’s use of ‘demonio’ as a direct translation of Roman
‘daemone,’ which is Grecian in nature.”Grice: “A daemon is always ‘maschile,’
succubus, or incubus – and stregus is gender-neutral, too, as Pico was very
well aware when he allowed the burning of a few male witches at Mirandola. On
the other hand, he uses Sextus Empiricus and Phyrro against Aristotle!” Grice:
“Like Gentile, and Rosselli, two other Italian philosophers, he was murdered –
by his successor to the county!” “A very sad thing is that he was murdered
along with his son Alberto.”Grice: “The murderer, a Pico, succeeded him without
much of a revolt – That’s the Renaissance forya!” --- Important if unjustly neglected, murdered,
Italian philosopher. Italian nobile e
filosofo, nipote di Pico. Figlio di Galeotto I Pico, signore di
Mirandola, e Bianca Maria d'Este, figlia di Niccolò III d'Este. Come lo zio,
Pico,si dedica principalmente alla filosofia, ma ha reso soggetto alla Bibbia,
anche se nei suoi trattati, De monolocale divinae et humanæ sapientiæ e in
particolare nei sei libri intitolati examen doctrinæ vanitatis gentium, si
deprezza l'autorità dei filosofi, al di sopra tutti Aristotele. Scrive una
biografia dettagliata di suo zio (“Ioannis Pici Mirandulae Vita”) e un altro di
Savonarola, di cui era un seguace. Avendo osservato i pericoli a cui la società
è stata esposta, al momento, lancia un avvertimento in occasione del Concilio
Lateranense: Oratio ad Leonem X et concilium Lateranense de reformandis
Ecclesiæ Moribus (Hagenau, dedicato a W. Pirckheimer). Muore a Mirandola, assassinato
dal nipote Galeotto, insieme a suo figlio più giovane, Alessandro. L'altro
figlio Giantommaso è stato ambasciatore a Clemente VII. Mentre spesso sostene che
la filosofia raggiunta una parte della verità, dice in effetti, che la filosofia
da solisono semplici raccolte di falsità confusi e internamente incoerenti. In
possesso di un tale punto di vista, si schiera non solo con Savonarola, ma con
alcuni dei padri e con i riformatori pure. Su questo punto, e insistente. Il
cristianesimo è una realtà auto-sussistente e che ha poco o nulla da guadagnare
dalla filosofia, le scienze e le arti. Questa tesi centrale si diffonde
attraverso quasi la sua intera produzione filosofica. Scrive di non lodare o
estendere il regno della filosofia, ma di demolirlo. Saggi: “De studio di
Divinae et humanae philosophiae,” “De imaginatione” – Grice: “This is
interesting. Pico starts by noting how Cicero mistranslated imaginatio from
‘phantasma.’ Vitters would not have agreed!” – “De pro-videntia dei,” “De rerum
prae-notione,” “Quaestio de falsitate astrologiae,” “Examen vanitatis gentium
doctrinae et veritatis Christianae
disciplinae, “”Strix, sive de ludificatione daemonum”; Libro detto strega o delle
illusioni del demonio,” – Grice: Pico is using ‘demonio’ literally; Descartes
isn’t!” – “Opera Omnia,” – C. Herbermann. P. Burke, "Stregoneria e Magia
in Italia del Rinascimento: Pico e la sua Strix, " di S. Anglod, The Damned Art: Saggi in letteratura di
Magia, Londra. Herzig, T. "La reazione dei demoni alla sodomia: magia
e omosessualità in Strix di Pico" Il Cinquecento, A. Kors e E. Peters. La stregoneria in Europa, Una storia
Documentario. Estratti dal Pico Strix., C. Schmitt, Pico e la sua critica di
Aristotele. The Hague:Nijhoff); Pappalardo, L.”Fede, Immaginazione e
scetticismo" (Nutrix), Turnhout: Brepols. Centro Internazionale di Cultura;
Springer. Nobile, filosofo e letterato italiano. Signore di Mirandola e conte
di Concordia in tre periodi differenti:, poi nuovamente per pochi mesi ed
infine, ma stavolta privato di Concordia. Assassinato dal nipote Galeotto II
Pico, suo successore definitivo. Succede al padre nel governo dei feudi,
ricevendo conferma dell'investitura dall'imperatore Massimiliano I d'Asburgo. I
fratelli, non contenti, assediano e bombardano la Mirandola e gli imprigionano.
Rilasciato solo con la promessa di cessione dei domini. Si ritira a Roma. Critica
il paganismo classica. Scrive una biografia dello zio Pico, intitolata Vita, anteposta a un volume
che ne raccoglieva l'Opera omnia, e riprese alcune sue dottrine, come la lotta
contro l'astrologia. Seguace di Savonarola, si batte inutilmente per la sua
assoluzione, e ne scrive dopo la morte una biografia. Sostenne da un lato la
necessità di un rinnovamento della disciplina ecclesiastica e dall'altro i
problemi della filosofia. Scrive il “De reformandis moribus,” che invia a Leone
X, l'”Examen vanitatis doctrinae gentium et veritatis christianae disciplinae,”
nel quale attacca la filosofia arcaica; e, non ultimo, “Libro detto strega o
delle illusioni del demonio,” sulle possessioni demoniache. L'”Examen” non attacca soltanto la filosofia
arcaica, ma si scaglia ugualmente contro Aristotele ed Aquino. Dei due filosofi,
contesta la fiducia nella conoscenza e nella ragione, che permetterebbero con
la forza dell'intelletto di intuire la verità ultima. Al contrario, al pari della
dottrina esposta dal Cusano nel De docta ignorantia, nutre una profonda
sfiducia nelle capacità umane, riconoscendo alla ragione solo la possibilità di
giungere a una conclusioni arbitraria. Riprendendo alcune tesi tipiche dello
scetticismo di Pirrone e Sesto Empirico, nega la validità dei sillogismi e dell'induttivismo,
svaluta l'idea della causalità. Nulla è conoscibile, mentre la fede può fondarsi
solo su una rivelazione. Muore assassinato dal nipote Galeotto II assieme
all'ultimogenito Alberto. Altri saggi: “De studio divinae et humanae
philosophiae”; “Dialogus de adoratione”; “Quaestio de falsitate astrologiae”. Litta
Pompeo, Famiglie celebri di Italia. Torino, J. Delumeau, “Il peccato e la paura”
(Bologna, Mulino); L. Pappalardo, "Fede, immaginazione e scetticismo"
(Turnhout: Brepols). Assedio della Mirandola, Assedio della Mirandola di Giulio
II, Caccia alle streghe nella Signoria della Mirandola, Sovrani di Mirandola e
Concordia. Schizzo biografico a cura de Il Centro Internazionale di Cultura
Giovanni Pico della Mirandola. Treccani Dizionario di filosofia, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Francesco Pico della Mirandola. Giovanni
Francesco II Pico della Mirandola. Gianfrancesco Pico della Mirandola. Gianfranco
Pico della Mirandola. Pico. Keywords. Refs: Luigi Speranza: Pico. Keywords:
demonio, demonologia – read excerpts of Stryx in the Italian volgare under
entry for translator. Refs.: “Grice,
Acrkill, Pico and Alberti, on ‘demonio’,” Luigi Speranza, "Grice e
Pico," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia -- Gianfranco Pico della Mirandola.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716794552/in/photolist-2mN36eA-2mN8Hgb-2mMZCG3-2mMZCrP-2mLLZRD-2mLQc9e-2mLP4ps-2mKAijH-2mKAur7-2mKuSJj-2mKje8p-2mKkjv7-2mKgNvM-2mKgNnk-2mGnP2f-jm6WhY-jm54Cc-jpofjt-jkTaV6-jkV8Kj-jkW6UL-jkNtpy-jkMKsr-jkKBUB-jqf5Qu-jkNd2G-jkKfjv-jkKdnp-jkKQxG-jkKh6X-jkEKUz-jkLdEZ-jkNwNs-jkLhh8-jkTfPx-jkTLNG-jkLx4v-jkPrAy-jkPZxE-jkLtXa-jkMk5j-jkKbFk-jq4enS-jq3oMA-jkPJhj-jkLQia-jkF7DF-jrVVTK-jkGK9m-jkGnC4
Grice e Pieralisi – la teoria del
segno – filosofia italiana – Luigi Speranza (Jesi). Filosofo. Esalta il valore della pace fra gli uomini e fra
tutte le creature. L’anima è presente non solo negli esseri umani, ma anche
negli animali, ai quali appunto l'anima conferisce come agl’uomini un'esistenza
eterna al di là della morte. Per tali motivi sottolinea la necessità etica di
trattare gli animali con rispetto ed amore. De anima belluarum: sopravvivenza?
Una domanda, S. Rocco, Venezia. Della filosofia razionale speculativa parte
soggettiva ossia la logica” (Pace, Roma); “La filosofia razionale pratica
ovvero dei doveri naturali” (Pace, Roma); “Sui vizi capitali dell'insegnamento
scientifico: riflessioni” (Pesar). Segno si chiama una cosa qualunque che colla
manifestazione di se indica una qualche altre cosa. Col vedere che e quell oche
dicesi segno si viene a sapere che sia anche l’altro di cui e segno. Segno
arbitrario chiamasi quell oche per libera disposizione degl’uomini e stato
destinato ad indicar la cos ache significa. Nel segno naturale l’eistenza sua
coll’esistenza di quell ova naturalmente congiunta. Il segno e rappresentativo
sis ta in lugo della cosa che significa, la rappresenta, ne tiene le veci. Come
l’imamagine de in uomo si pone in lugo dell’uomo. Ci sono cinque massime della
conversazione. La prima. La parola si adopre ad esprimere ci oche l’uso
stablito vi esprime. La seconda: si deve evitare la ambiguita: una parola che e
equivoca non si adopria almeno nei contribuzioni alla stessa conversazione, ora
cosi, or cosa. Ora nell’uno ora nell’altro dei suo significant – signati.
Seppure la diversita loro non fosse tale che togliesse ogni pericolo di
equivocare. La terza massima: adoprando un vocabolo oscuro, che non e di uso e
non e di quell’uso che se nuo vuol fare, si fefnisca il senso nel quale se
aopra, onde far nota che s’intende signare con esso. Quarta massima:
nell’esporre le cosa o dimostrare la verita, la parola e usata nel senso suo
priprio, evitando tropi, figure, ed altre eleganze, che, se giovano al bello, pregiudicano
spesso al vero; essendoche eccitano l’immaginazione a figurarise le cosa,
anziche chiamare l’attenzione a vederle nell’’esser loro ad a conoscerle quali
son. Finalmente, una quinta massima. Se per la scrazesa dei termini e
necessario usare una stessa parola in un senso alquanto diverso, non si
tracuri, per amore di brevita, di aggiugere ad essa quant’altre parole sieno
necessario perche il senso che si vuole che abbia, riesca caro e preciso. Sezioni:
‘Sopra-sezione: il segno dell’a idea. Segno. Segno naturale, segno arbitrario.
Segno manifestativo e suppositivo o rappresentativo. Segno dell’idea, segno del
pensiero. Il gesto – segno del pensiero. Parola e un segno articolato. La
parola ha un aspetto fisico e un aspetto logico. Quanto considerate semplicemente
nell’esere materialmente e un segno fisico. Se viene considerate in quate e
segno di un’idea od esprime un pensiero, e presa formalmente – logicamente. Le
parole sono comune o propri, di uno o piu eseri, la parola ‘pietro’ e semplice,
un termine complesso e ‘uomo eminentemente virtuoso, o semplicemente, un santo.
Termine categorematico e sincategorematico. Una praole che da se soli nulla
significa, ma solamente se si aggiune ad altra – della quale modifica la
significazione specialemnte in qualte all’estension dell’idea de cui e segno.
Essempli de segno sincategoremtatico e ‘ogni’ e ‘qualche’. ‘Leone’ permesse una
figura. Si usa ad indicare una spezie di animale, una costellazione in forma di
leone, o un uomo che si comporta come un leone. Un termino analogo e
‘saludabile’ che si applica al cibo ed al stilo di vita. Quando il segno e
sengo manfestaivo de una idea o segno suppositivo della cosa rappresentata da
esse. Il segno dunque tiene nella conversazione il ugo della cosa della quali
si parla, falle le loro veci, la rappresentato. Questo loro officio e quell che
si chiama la loro supposizione, lo stare cio per le cose, il sustituirise, o,
meglio, l’essere sostituiti ad essa. La supposizione e materiale si el segno
sta per se stesso materialmente preso, La supposizone e formale se eil segno e
adoprato secondo il suo esser logico, se sta per quello che chi parla ha
destignato a segnare. ‘uomo’, dotato di ragione. La supposizione formale puo
essere semplice o logica relae. La supposizione formale e logica si eil segno
sta pr ler idea di cui e segno, e ch e la cosa da lui immediatamene espresso.
‘l’uomo e una specie’. La supposizione e relae quando starper la cosa stessa
esistente in natural sotto quella forma, in cui l’essere e rappresentato dall’idea,
I cui il segno e segno – ‘luomo vive. La supposizione puo esser reale,
colletiva e distributaiva. La supposizione formale relae de una parola puo
essere colletiva o distributive. E colletivo se la parolsta sta nel discorso
per TUTTI e ciasccuno CUPULATIVAmente gli individuo di quell nome, ossia gli
essere che sonne nell’estensione dell’idea dal segno espresso. Come se si
dicsse, le parti equagliano il tutto. La supposizione e distributive se il
termine star per tutti e ciascuno DISGIUNTIVAmente gli esseri prappresentati
dall’idea, di cui e segno, star per uno di esso, o queso o quell oche sia, e
cosi stat per ognunon ossia vale per ognuno chi oche e detto delle cose
rappresentate dalla idea significate al segno, ‘le parti son o inferior al
tutto. Gli uomini hanno forza minore di quella d’un cavallo. C’e la possibilita
intrisece della origine naturale dei segno. Non pottrebe mai dimostrare
deall’impossibilita in cui gli uomini si arebero trovati di costituirse un
linguaggio per comuniare fra loro e manifestare recipricamente I prorpir
pensiere. Sebeene molto e rilento e non sensa gravi difficolta avvrebebero
tuttavia posti nella necessita di farlo putoto elevera a segni delle cosa e
costituirli cosi termini logici. Quelle che per una combinazione o relazione e
coll’aiuot di un gesto avverebo puotuo associare alle idea della cosa. Nessuna
ripugnanza in cio si vede, e finche ripugnanza non si vede, la possibilita
d’una cosa non puo essere a buon diritoo negata. La parola serve all’uomo
mirabilmente per TRASFONDERE negli altri le sue conosence, per mostrare le
ragione nelle quali egli ha scoperto l’essere di tante cosa, che immediatamente
non apparisicono e non si possoni in loro stsse vedere e perceptire, per
guidare in somma per sentitieri gia battuti alla conosecna di cose alle quali
tutte ciascune da se solo sensa l’aiuto dell’altrui intelligenza I cui acquisti
gl imanifesta la praola non avvrebe trovato la via di pervenire. Per intedere
il discourse si tiene in cota tre fattori. Primo: al senso che colla definizione
il parlante ha dichiarato di voler dare alle sue parole. Secondo: a quello que
aparisce DAL CONTESTO avvervi volute significare. Terzo e finalmente, al
CONCTTO che si sa ch’egli potesse avere dellle cose di cui ha parlato, perche
nessuno puo volere esprimere quell che non sa. Keywords: segnare, segnato,
segnante. Refs.: Luigi Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737646572/in/photolist-2mPSXPb
Grice e Pievani – il maschio – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Gazzaniga). Filosofo. Grice: “Only in Italy, Dietelmo
becomes Telmo –“ Grice: “I like Pievani – he defends Darwin when everyone
attacks him! Talk about rallying to the defense of the under-dogma!” Studia a Milano.
Conduce ricerche in Biologia evolutiva e Filosofia della biologia, sotto N.
Eldredge e I. Tattersall presso l'American Museum of Natural History, New York. Grice: “Some Italians would not consider him
an Italian philosopher seeing that he earned his maximal degree without (i. e.,
not within) Italy!” – Insegna a Milano. Bologna, e Padova. Opere: “Il
management dell'unicità, Guerini, Milano, “Homo sapiens e altre catastrofi”
Meltemi, Roma); Immagini del tempo nel cinema d'oggi, Meltemi, Roma, “Sotto il
velo della normalità” (Meltemi, Roma); “Il cappellano del diavolo, Scienza e
idee, Milano, Cortina); “Introduzione alla filosofia della biologia” (Laterza,
Roma); La teoria dell'evoluzione. Attualità di una rivoluzione scientifica,
Mulino, Bologna); Chi ha paura di Darwin?, IBIS, Como-Pavia, Creazione senza
Dio, Einaudi, Torino; “In difesa di Darwin. Piccolo bestiario dell'anti-evoluzionismo
all'italiana” (Milano, Bompiani); “Perdere la libertà per Sante ragioni. Dal
nascere al morire: la mano della Chiesa sulla nostra vita, Milano,
Chiarelettere); Nati per Credere, Codice, Torino); La vita inaspettata. Il
fascino di un'evoluzione che non ci aveva previsto, Raffaello Cortina, Milano, Introduzione a Darwin (Roma, Laterza); La
fine del mondo. Guida per apocalittici perplessi, Bologna, Mulino, Homo sapiens. Il cammino dell'umanità, Atlante
dell'Istituto Geografico De Agostini, “Anatomia
di una rivoluzione: la logica della scoperta scientifica” (Mimesis); “Evoluti e
abbandonati. Sesso, politica, morale: Darwin spiega proprio tutto, Torino,
Einaudi, Il maschio è inutile. Un saggio
quasi filosofico, Milano, Rizzoli,
Libertà di migrare. Perché ci spostiamo da sempre ed è bene così,
Einaudi, Torino; Lectures, Giappichelli, Come saremo. Storie di umanità, Codice,
Torino, "Homo Sapiens Le nuove storie dell'evoluzione umana",
LGeografica, Homo sapiens. Le nuove
storie dell'evoluzione umana, Geografica, Imperfezione. Una storia naturale,
Milano, Cortina, Perché siamo parenti delle galline? E tante altre domande
sull’evoluzione, Scienza, Trieste,; Sulle tracce degli antenati. L’avventurosa
storia dell’umanità (Scienza, Trieste). Dietelmo Pievani. Telmo Pievani.
Pievani. Keywords: il maschio, maschile, maschilita, maschilita fascista,
fascist masculinities, il concetto di maschio, dysmorphismo sessuale –
sessualita e mascolinita, il maschio – uso del maschio in opposizione a
sostantivi astratti come mascolinita, o maschilita. i macchi, homosociale.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pievani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51700953156/in/photolist-2mLCU95-2mLCWXw-2mLGqAQ
Grice e Piovani – Enea, eroe stoico – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli).
Filosofo. Grice: “Like Austin, and
then again like me, Piovani could invent lingo. The whole point of
ordinary-language philosophy was an attack on ‘philosophical language,’ and
there we are, Austin, Grice and Piovani INVENTING unordinary philosophical
language! In Piovani’s case is ‘assenzialismo’!” –Studia a Napoli. Insegna a Trieste,
Firenze, Roma, Napoli. Dei lincei. Scrive su alcuni fogli del regime. La sua
ricerca filosofica ha avvio all'indomani immediato della tragica conclusione
della seconda guerra mondiale e di ciò porta I segni anche nell'elaborazione
della propria caratterizzazione etico-politica, presto approdata alle ragioni
del liberalismo democratico. Dinanzi alla drammatica conclusione dell'esito
volontaristico dell'attualismo, la necessità di ripensare il modello idealistico
d’Italia lo indusse ad un'intensa riflessione sul significato e sul valore
dell'individuo nel suo farsi persona, che lo impegnò per tutta la vita,
troncata dalla malattia. Spazia dalla filosofia del diritto al pensiero
filosofico italiano, soprattutto a quello meridionale, ricopre incarichi nelle
più importanti accademie italiane. Fonda il Centro di Studi Vichiani. Pratica una
fenomenologia dell'individuale. Per il pensatore napoletano l'individuo non è
concepito come un'entità chiusa ed ego-istica tendente all'assolutizzazione ma,
al contrario, accettando egli la sua natura di vivente limitato, afferma sé
stesso nella responsabilità della propria azione. Concorrono elementi
esistenzialistici, l’analisi dell’esperienza comune. Di ciò è documento “Norma
e società” (Napoli, Jovene). Utilizza anche temi della prima Azione
blondeliana. La necessità di fondare la persona grazie a un criterio o norma,
che è la ragione dell’agire e del pensare -- la logica della vita morale -- fa
scoprire il tema di fondo della
filosofia morale. Il soggetto è un volente non volutosi -- vale a dire
che il soggetto, per quanto approfondisca il proprio essere che è il suo
esistere, deve arrestarsi dinanzi alla constatazione di essere dato, di non
essersi voluto. L’alternativa
esistenziale dell’accettazione della vita ne riscatta, con la volontà di essere
a fronte della possibilità contraddittoria del suicidio, l’originaria datità.
Ma questa accettazione, che è la sola possibile fondazione della vita morale,
rifiuta ogni ostinazione singolaristica e comporta che la vita è vita di
relazione, dove questa non è conquista ma condizione consustanziale del
soggetto che si accetta e dunque accetta l’altro, a iniziare dalla propria
alterità rispetto a se stesso. L’essenziale instaurazione personalitaria consente
la fondazione del diritto e della morale. Entrambe formazioni storiche, fondate
dinamicamente in quanto capaci di comprendere ogni forma in cui si sostanzi
l’attivo desiderio dell’uomo di soddisfare l’insaziabile bisogno di valori,
anch'essi costruiti dalla scelta esistenziale dei soggetti storici. Sostiene
che l'essere umano non possa fare affidamento su alcun tipo di fondamento
poiché, essendo un essere limitato e storico, è di fatto costretto a fondare
continuamente i suoi punti di riferimento. A questo proposito assumono appunto
un ruolo primario il valore, considerate
non come assoluto bensì prodotto della specificità individuale. Del resto
proprio il valore esalta la responsabilità dell'azione degl’individui, che,
altrimenti, verrebbe mortificata nel riferimento obbligato a qualcosa di
assoluto. Si può dunque parlare di un pluralismo etico che non significa
relativismo ma relatività e, dunque, rispetto. Una posizione che sembra
chiaramente riprendere il pensiero di Kant e, in particolare, il tema
dell'agonismo etico. Per il ricorrere di questi temi, la sua filosofia può
riassumersi nella formula tra esistenzialismo ri-pensato e storicismo ri-novato.
Tra questi, un numero di “Gerarchia”, su cui scrive riferendosi alla partecipazione emotiva degl’italiani
al conflitto. Questo modo di sentire e di interpretare gl’eventi deve essere
posto in luce perché esso indica che un ventennio di regime fascista è riuscito
a dare agl’Italiani almeno quel senso di pre-occupazione della tutela e della
difesa dei propri interessi, che è il presupposto indispensabile per la
formazione di una autentica e completa coscienza imperiale. Roma e Tirana, in
Gerarchia, Evoluzione liberale, in Biblioteca della libertà, Piovani,
Enciclopedia filosofica di Gallarate, Bompiani, Milano. Altre saggi: “Il
significato del principio di effettività” (Milano, Giuffre); “Morte e
trasfigurazione dell'Università” (Napoli,
Guida);“Teodicea sociale” (Padova, Milani); “Linee di una filosofia del diritto”
(Padova, MILANI); “Gius-naturalismo ed etica moderna” (Bari, Laterza);
“Filosofia e storia delle idee” (Bari, Laterza); “Conoscenza storica e
coscienza morale” (Napoli, Morano); “Principi di una filosofia della morale” (Napoli,
Morano); Oggettivazione etica e assenzialismo, Napoli, Morano); “La filosofia
nuova di Vico” ((Napoli, Morano); “ Per una filosofia della morale, Milano,
Bompiani); Tra esistenzialismo e storicismo: la filosofia morale (Napoli, Morano);
F.Tessitore, Napoli, Società nazionale di scienze lettere e arti, D. Jervolino,
Logica del concreto ed ermeneutica della vita morale. Newman, Blondel, Napoli,
Morano, G.Acocella, Idee per un'etica sociale. Soveria Mannelli, Rubbettino, P.
Amodio, degli scritti su Pietro Piovani,
Napoli, Liguori, G. Lissa, Anti-ontologismo e fondazione etica (Napoli, Giannini);
A. Nieddu, Norma soggetto storia: saggio sulla filosofia della morale (Napoli, Loffredo);
A. Nieddu, Incontri blondellani”; “Volontà,
norma, azione” (Cagliari, Editore); A. Perrucci, L'etica della responsabilità”
(Napoli, Liguori, G. Morrone, La scuola napoletana: lettura critica e
informazione bibliografica, Roma: Edizioni di Storia e Letteratura (Sussidi
eruditi) M. Olivetti, Enciclopedia
Italiana, Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Etica
Enciclopedia del Novecento, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Centro di Studi Vichiani del Cnr di Napoli. La
lezione etica più che mai attuale di F Tessitore, Il Messaggero, di F
Tessitore, Napoli, 1 studi vichiani. Pietro Piovani. Piovani. Keywords: “i
principi metafisici di Vico”, Vico, principio. Luigi Speranza, “Grice e
Piovani: I principi metafisici di Vico”, filosofia nuova di VIco, la Gerarchia,
Roma e tiranna – colletivo, guerra, esperienza condivisa, ventennio del regime –
il debito di Vico a Roma --- la Roma di Vico e la Roma antica – interpretazione
filosofica – idealismo, Hegel --. The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737615912/in/datetaken/
Grice e Pirandello – e dov’è il copione? è in noi,
signore – il dramma è in noi -- siamo noi – filosofia italiana – filosofia
siciliana, reduzione siciliana – I ciclopu – identita personale, l’uno,
nessuno, decadentismo -- Luigi Speranza (Girgenti).
Filosofo. Grice: “Pirandello would
say he is no philosopher, but then I’m a cricketer!” --. Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel
per la letteratura. Per la sua produzione, le tematiche affrontate e
l'innovazione del racconto teatrale è considerato tra i più importanti
drammaturghi del XX secolo. Tra i suoi lavori spiccano diverse novelle e
racconti brevi (in lingua italiana e siciliana) e circa quaranta drammi,
l'ultimo dei quali incompleto. Io son figlio del Caos. E non
allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna,
che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale,
Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico
vocabolo greco Kaos. Figlio di Stefano Pirandello e Caterina Ricci Gramitto,
appartenenti a famiglie di agiata condizione borghese, dalle tradizioni risorgimentali,
nacque in contrada Càvusu a Girgenti..Nell'imminenza del parto che dove avvenire
a Porto Empedocle, per un'epidemia di colera che stava colpendo la Sicilia, il
padre decide di trasferire la famiglia in un'isolata tenuta di campagna per
evitare il contatto con la pestilenza. Porto Empedocle, prima di chiamarsi
così, era la Borgata Molo. Quando si decide che la borgata diviene comune
autonomo. La linea di confine fra i due comuni venne fissata all'altezza della
foce di un fiume essiccato che taglia in due la contrada chiamata u Càvuso o u
Càusu, pantalone. Questo Càvuso appartene a metà alla Borgata Molo e l'altra metà
a Girgenti. A qualche impiegato dell'ufficio anagrafe parve che non e cosa che
si scrive che qualcuno e nato in un paio di pantaloni e cangia quel volgare
càusu in caos. Il padre, partecipa alle imprese garibaldine. Sposa Caterina,
sorella di un suo commilitone, Rocco Ricci Gramitto. Il suo nonno
materno, Giovanni Battista Ricci Gramitto, e tra gli esponenti di spicco della
rivoluzione siciliana e, escluso dall'amnistia al ritorno del Borbone, fuggito
in esilio a Malta dove muore. Il bonno paterno, Andrea Pirandello, e un
armatore e ricco uomo d'affari di Pra', ora quartiere di Genova. La famiglia
vive in una situazione economica agiata, grazie al commercio e all'estrazione
dello zolfo. La sua infanzia e serena ma, come lui stesso racconta, caratterizzata
anche dalla difficoltà di comunicare con gli adulti e in specie con i suoi
genitori, in modo particolare con il padre. Questo lo stimola ad affinare le
sue capacità espressive e a studiare il modo di comportarsi degli altri per
cercare di corrispondervi al meglio. Fin da ragazzo soffre d'insonnia e
dorme abitualmente solo tre ore per
notte. E molto devoto alla Chiesa cattolica grazie all'influenza che ebbe
su lui una domestica di famiglia, che lo avvicinò alle pratiche religiose, ma
inculcandogli anche credenze superstiziose fino a convincerlo della paurosa
presenza degli spiriti. La chiesa e i riti della confessione religiosa gli
permettevano diaccostarsi ad un'esperienza di misticismo, che cercherà di
raggiungere in tutta la sua esistenza. Si allontanò dalle pratiche
religiose per un avvenimento apparentemente di poco conto: un prete aveva
truccato un'estrazione a sorte per far vincere un'immagine sacra al giovane
Luigi; questi rimase così deluso dal comportamento inaspettatamente scorretto
del sacerdote che non volle più avere a che fare con la Chiesa, praticando una
religiosità del tutto diversa da quella ortodossa. Dopo l’istruzione
elementare impartitagli privatamente, fu iscritto dal padre alla regia scuola
tecnica di Girgenti, ma durante un’estate preparò, all’insaputa del padre, il
passaggio agli studi classici. In seguito a un dissesto economico, la famiglia
si trasfere a Palermo. Frequenta il regio ginnasio Vittorio Emanuele II e dove
rimase anche dopo il rientro dei suoi a Porto Empedocle. Si appassiona subito
alla letteratura. Scrive “Barbaro", andata perduta. Aiuta il padre nel
commercio dello zolfo, e puo conoscere direttamente il mondo degl’operai nelle
miniere e quello dei facchini delle banchine del porto mercantile. Studia
a Palermo e Roma. Studia filologia sotto Monaci. Studia Bücheler, Usener e Förster. Scrive “Foni ed evoluzione fonetica
del dialetto della provincia di Girgenti.” Si trasfere a Roma, dove poté
mantenersi grazie agli assegni mensili inviati dal padre. Qui conobbe L. Capuana
che lo aiutò molto a farsi strada nel mondo letterario e che gli aprì le porte
dei salotti intellettuali dove ebbe modo di conoscere giornalisti, scrittori,
artisti e critici. Un allagamento e una frana nella miniera di zolfo di
Aragona di proprietà del padre, nella quale era stata investita parte della
dote di Antonietta, e da cui anche Pirandello e la sua famiglia traevano un
notevole sostentamento, li ridusse sul lastrico. Questo avvenimento
accrebbe il disagio mentale, già manifestatosi, della moglie di Pirandello,
Antonietta. Ella era sempre più spesso soggetta a crisi isteriche, causate
anche dalla gelosia, a causa delle quali o lei rientrava dai genitori, o
Pirandello era costretto a lasciare la casa. La malattia prese la forma di una
gelosia delirante e paranoica, che la porta a scagliarsi contro tutte le donne
che parlassero col marito, o che lei pensava che volessero avere un qualche
tipo di rapporto con lui; perfino la figlia Lietta susciterà la sua gelosia, e
a causa del comportamento della madre tenterà il suicidio e poi se ne andrà di
casa. La chiamata alle armi di Stefano nella Grande Guerra peggiorò
ulteriormente la sua situazione mentale. Solo diversi anni dopo, egli,
ormai disperato, acconsentì che Antonietta fosse ricoverata in un ospedale
psichiatrico. Morirà in una clinica per malattie mentali di Roma, sulla via
Nomentana. La malattia della moglie lo porta ad approfondire, portandolo ad avvicinarsi
alle nuove teorie sulla psicoanalisi di Freud, lo studio dei meccanismi della
mente e ad analizzare il comportamento sociale nei confronti della malattia
mentale. Spinto dalle ristrettezze economiche e dallo scarso successo
delle sue prime opere letterarie, e avendo come unico impiego fisso una cattedra
di stilistica dove impartire lezioni private di italiano e di tedesco,
dedicandosi anche intensamente al suo lavoro letterario. Inizia anche una
collaborazione con il Corriere della Sera. Il suo primo grande successo fu
merito del romanzo Il fu Mattia Pascal, scritto nelle notti di veglia alla
moglie paralizzata alle gambe. La critica non diede subito al romanzo il
successo che invece ebbe tra il pubblico. Numerosi critici non seppero cogliere
il carattere di novità del romanzo, come d'altronde di altre opere di
Pirandello. Perché Pirandello arrivasse al successo si dovette aspettare
a quando si dedica totalmente al teatro. Lo scrittore siciliano aveva
rinunciato a scrivere opere teatrali, quando l'amico N. Martoglio gli chiese di
mandare in scena nel suo Minimo presso
il Metastasio di Roma alcuni suoi lavori: Lumie di Sicilia e l'Epilogo. Acconsente
e la rappresentazione dei due atti unici ebbe un discreto successo. Tramite i
buoni uffici del suo amico Martoglio anche A. Musco volle cimentarsi con il
teatro pirandelliano: Pirandello tradusse per lui in siciliano Lumie di
Sicilia, rappresentato con grande successo al Pacini di Catania. Cominciò da
questa data la collaborazione con Musco che incominciò a guastarsi dopo
qualche tempo per la diversità di opinioni sulla messa in scena di Musco della
commedia Liolà nel novembre al teatro Argentina di Roma: «Gravi dissensi» di cui
Pirandello scrive al figlio Stefano. La guerra fu un'esperienza dura per
Pirandello; il figlio venne infatti imprigionato dagli austriaci, e, una volta
rilasciato, ritorna in Italia gravemente malato e con i postumi di una ferita.
Durante la guerra, inoltre, le condizioni psichiche della moglie si aggravarono
al punto da rendere inevitabile il ricovero in manicomio dove rimase fino alla
morte. Dopo la guerra, lo scrittore si immerse in un lavoro frenetico,
dedicandosi soprattutto al teatro. Fonda la Compagnia del Teatro d'Arte di Roma
con due grandissimi interpreti dell'arte pirandelliana: Marta Abba e Ruggero
Ruggeri. Con questa compagnia cominciò a viaggiare per il mondo: le sue
commedie vennero rappresentate anche nei teatri di Broadway. Nel giro di
un decennio arrivò ad essere il drammaturgo di maggior fama nel mondo, come
testimonia il premio Nobel per la letteratura ricevuto per il suo ardito e
ingegnoso rinnovamento dell'arte drammatica e teatrale. Degno di nota fu lo
stretto rapporto con Abba, sua musa ispiratrice, della quale Pirandello,
secondo molti biografi e conoscenti, era innamorato forse solamente in maniera
platonica. Molte delle opere pirandelliane cominciavano intanto ad essere
trasposte al cinema. Pirandello andava spesso ad assistere alla lavorazione dei
film; andò anche negli Stati Uniti d'America, dove famosi attori e attrici di
Hollywood, come Greta Garbo, interpretavano i suoi soggetti. Nell'ultimo di
questi viaggi andò a trovare, su invito, Albert Einstein a Princeton. In una
conferenza stampa difese con veemenza la politica estera del fascismo, con la
guerra d'Etiopia, accusando i giornalisti statunitensi di ipocrisia, citando il
colonialismo contro i nativi americani. Pirandello e la politica: l'adesione al
fascismo. Non aveva mai preso specifiche posizioni politiche, tranne
l'ammirazione per il patriottismo garibaldino di famiglia, unica certezza in
un'epoca di crisi. La sua idea politica di fondo e legata principalmente a
questo patriottismo risorgimentale. Una sua lettera apparsa sul Giornale di
Sicilia testimonia gli ideali patriottici della famiglia, proprio nei primi
mesi dallo scoppio della Grande Guerra durante la quale il figlio e fatto
prigioniero dagli austriaci e rinchiuso, per la maggior parte della prigionia,
nel campo di concentramento di Pian di Boemia, presso Mauthausen. Non riuscì a
far liberare il figlio malato neppure con l'intervento di Benedetto XV. Nella
sua vita condivise alcune delle idee dei giovani fasci siciliani e del socialismo;
ne I vecchi e i giovani si nota come la sua idea politica e stata oscurata
dalla riflessione umoristica. Per Pirandello, i siciliani hanno subìto le
peggiori ingiustizie dai vari governi italiani -- è questa l'unica idea forte
che ci presenta. Nella prima guerra mondiale e un interventista, anche se
avrebbe preferito che il figlio non partecipasse in prima linea alla guerra,
cosa che invece fa, arruolandosi volontario immediatamente e rimanendo ferito e
prigioniero degli austriaci, situazione che e estremamente angosciosa per lo
scrittore. Nel primo dopoguerra non adere subito ai fasci di combattimento,
tuttavia pochi anni dopo esplicita l'adesione al fascismo, ormai istituzionalizzato.
E ricevuto da Mussolini a Palazzo Chigi. Chiese l'iscrizione al partito
fascista inviando un telegramma a Mussolini, pubblicato subito dall'agenzia
Stefani. Eccellenza, sento che questo è per me il momento più proprio di
dichiarare una fede nutrita e servita sempre in silenzio. Se l'E.V. mi stima
degno di entrare nel partito nazionale fascista, pregerò come massimo onore
tenermi il posto del più umile e obbediente gregario. Con devozione intera. Il
telegramma arriva in un momento di grande difficoltà per il presidente del consiglio
dopo il ritrovamento del corpo di Matteotti. Per la sua adesione al fascismo e
duramente attaccato da alcuni intellettuali e politici fra cui il deputato
liberale G. Amendola che in un a saggio arriva a dargli dell'accattone che
voleva a tutti i costi divenir senatore del Regno. Pur non ritrovandosi
caratterialmente con Mussolini e molti gerarchi, che ritiene persone troppo
rozze e volgari, oltre che poco interessati al teatro, non rinnega mai la sua
adesione al fascismo, motivata tra le altre cose da una profonda sfiducia nei
regimi social-democratici, così come non si interessa mai del marxismo, solo ne
“I vecchi e i giovani” mostra un leggero interesse per il socialismo -- regimi
nei quali si andano trasformando la democrazia liberale, che ritene a loro
volta corrotta, portando ad esempio gli scandali dell'età giolittiana e il
trasformismo. Pova inoltre un deciso disprezzo per la classe politica che
avrebbe voluto vedere, nichilisticamente, cancellata dalla vita del Paese, e
una forte sfiducia verso la massa caotica del popolo, che anda istruita e
guidata da una sorta di monarca illuminato. E tra i firmatari del “Manifesto” redatto
da Gentile. La sua adesione al fascismo e per molti imprevista e sorprende anche
i suoi più stretti amici. Sostanzialmente egli, per un certo conservatorismo
che comunque ha, guarda al Duce come ri-organizzatore della società. Un'altra
motivazione addotta per spiegare tale scelta politica è che il fascismo lo
riconduce all’ideale patriottico ri-sorgimentale di cui e convinto sostenitore,
anche per le radici garibaldine del padre. Vede nelli una idea originale, che
dove rappresentare la forma dell'Italia destinata a divenire modello. Puo apparire
un punto di contatto colli fasci il sostenuto relativismo filosofico di
entrambi. Ben diverso pero è il relativismo morale dei fasci, fondato sull'attivismo
e il suo relativismo esistenziale che si richiama allo scetticismo razionale. Si
fa interprete di un relativismo pessimistico, angosciato, negatore di ogni
certezza, incompatibile con l'ansia attivistica o il relativismo ottimistico
dei fasci Sempre nel solco di Amendola e dei critici anti-fascisti vi è anche
un commento più pragmatico alla sua iscrizione al Partito fascista, la quale avrebbe
avuto origine nel suo ricercare finanziamenti per la creazione della sua
compagnia di teatro, che ha così il sostegno del regime e le relative
sovvenzioni. Il governo fascista, pero, perfino dopo il Nobel, gli prefiere
sempre Annunzio e Deledda, anche lei vincitrice del premio, come letterati
ideali del regime. Ha molta difficoltà a re-perire i fondi statali, che
Mussolini spesso non vuole concedergli. Non sono infrequenti suoi scontri
violenti con autorità fasciste e dichiarazioni aperte di a-politicità. Sono a-politic.
Mi sento soltanto uomo sulla terra. E, come tale, molto semplice e parco. Se
vuole potrei aggiungere casto. Clamorosoe il gesto narrato da C. Alvaro in cui a Roma
strappa la sua tessera del suo fascio davanti agli occhi esterrefatti del
Segretario Nazionale. Nonostante ciò, una rottura aperta col fascismo non
si onsume mai. Si conclude senza troppa fortuna l'esperienza del Teatro
d'Arte. Dopo lo scioglimento, in tacita polemica con il regime fascista che a
suo avviso era troppo parco di sostegno ai suoi progetti teatrali, si ritira. Forse
a parziale compensazione di questo mancato sostegno, e uno dei primi trenta accademici,
nominati direttamente da Mussolini, della neo costituita Reale Accademia
d'Italia – i reali italiani! In nome del suo ideale patriottico, partecipa
alla raccolta dell'oro per la patria donando la medaglia del premio Nobel. Questa
scelta di adesione ai fasci è stata spesso sia minimizzata sia accentuata dalla
critica. L’ideologia fascista non ha mai parte nella sua vita o nel suo teatro,
abbastanza avulse della realtà politica, così che non fu in grado di vedere e
giudicare la violenza dei fasci. Il contenuto anarchico, corrosivo, pessimista
e quasi sempre anti-sistema del suo teatro e guardato con sospetto da molti
uomini del partito. Non lo considerano una vera "arte fascista". La
critica non lo esalta, spesso considerando il suo teatro non conformi all’ideale
fascista. Vi si vede una certa insistenza e considerazione della borghesia
altolocata che i fasci condanno come corrotta e decadente. Gl’arzigogoli
filosofici dei personaggi dei suoi drammi borghesi sono considerati quanto di
più lontano dall'attivismo fascista. Anche dopo l'attribuzione del Nobel
parecchi teatro e accusato dalla stampa di regime di disfattismo tanto che
anche fine tra i "controllati speciali" dell'OVRA. Nonostante i suoi
elogi al capo del governo, il Duce fa sequestrare l'opera “La favola del figlio”
cambiato, per alcune scene ritenute non consone, impedendone le repliche. A lui
e imposta, per contrasto, la regia dell'opera dannunziana La figlia di Jorio! Le
sue volontà testamentarie, che negavano ogni funerale e celebrazione, metteranno
in imbarazzo i fascisti e lo stesso Mussolini, che ordina così alla stampa che
non ci fanno troppe celebrazioni sui quotidiani, ma che ne fanno data solo la
notizia, come di un semplice fatto di cronaca. Il rifugio di Soriano nel Cimino
ama trascorrere ampi periodi dell'anno nella quiete di Soriano nel Cimino, un'amena
e bella cittadina ricca di monumenti storici e immersa nei boschi del Monte
Cimino. In particolare rimase
affascinato dalla maestosità e dalla quiete di uno stupendo castagneto situato
nella località di "Pian della Britta", a cui volle dedicare un'omonima
poesia, che oggi è scolpita su una lapide di marmo posta proprio in tale
località. Ambienta a Soriano nel Cimino (citando luoghi, località e
personaggi realmente esistiti) anche due tra le sue più celebri novelle Rondone
e Rondinella e Tomassino ed il filo d'erba. A Soriano nel Cimino, è rimasto
vivo ancora oggi il suo ricordo a cui sono dedicati monumenti, lapidi e
strade. Frequenta anche Arsoli per molti anni, soprattutto durante i
periodi estivi, dove amava dissetarsi con una gassosa nell'allora bar Altieri
in piazza Valeria. Il suo amore per il paese si ritrova nella definizione che
egli stesso diede ad Arsoli chiamandola La piccola Parigi. Appassionato di
cinematografia, mentre assiste a Cinecittà alle riprese di un film tratto dal
suo romanzo Il fu Mattia Pascal, si ammala di polmonite. Ha già subito due
attacchi di cuore. Il suo corpo, ormai segnato dal tempo e dagli avvenimenti
della vita, non sopporta oltre. Al medico che tenta di curarlo, disse. Non
abbia tanta paura delle parole, professore, questo si chiama morire. La malattia
si aggrava e muore. Per lui il regime fascista vuole esequie di stato. Viene nvece
rispettate le sue volontà espresse nel testamento. Carro d'infima classe,
quello dei poveri. Nudo. E nessuno m'accompagni -- né parenti né amici. Il
carro, il cavallo, il cocchiere e basta. Bruciatemi. Per sua volontà il corpo,
senza alcuna cerimonia, e cremato, per evitare postume consacrazioni
cimiteriali e monumentali. Le sue ceneri furono deposte in una preziosa anfora
greca già di sua proprietà e tumulate nel cimitero del Verano. Camilleri e
altri quattro dettero il via a un lento e travagliato adempimento delle sue
ultime volontà (in caso non fosse stato possibile lo spargimento). Far
seppellire le ceneri nel giardino della villa di contrada Caos, dove e nato. Ambrosini
trasporta l'anfora in treno, chiusa in una cassetta di legno. A Palermo il
corteo funebre venne però bloccato dal vescovo di Agrigento G. Peruzzo. Camilleri
si reca al vescovo, che rimase inamovibile. Propose allora con successo l'idea
di inserire l'anfora in una bara, che venne appositamente affittata. Il corteo,
per un breve tratto a piedi e poi a bordo di una littorina, giunse a Girgenti. Dopo
una cerimonia religiosa, l'anfora con le ceneri e estratta dalla bara e riposta
nel Museo Civico di Agrigento, in attesa della costruzione di un monumento nel
giardino della villa. Solo dopo parecchi anni dalla morte, realizzata una scultura
monolitica di R. Mazzacurati, artista vincitore del concorso indetto,
costituita principalmente da una grossa pietra non lavorata, le ceneri vennero
portate nel giardino e versate in un cilindro di rame inserito nel terreno, che
venne chiuso da una pietra sigillata con del cemento. Una parte rimanente
delle ceneri, trovata anni dopo attaccata ai lati interni dell'anfora, non
essendo più contenibile nel cilindro ri-colmo e ri-aperto per l'occasione,
venne dispersa, rispettando il desiderio originario di lui stesso. Davanti agli
occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema
filosofico. (L. Pirandello, dai Foglietti). E convinto che qualunque filosofia e
fallita di fronte all'insondabilità dell'uomo quando in lui prevale la bestia
-- l'aspetto animalesco e irrazionale. La sua e una teoria della pluralità
dell'io. Pubblica i saggi “Arte e Scienza” e “L'umorismo” -- caratterizzati da
un'esposizione di stile colloquiale, molto lontana dal consueto discorso
filosofico. I due saggi sono espressione di un'unica identita artistica ed
esistenziale che ha coinvolto lo scrittore siciliano che vede come centrale
proprio la poetica dell'umorismo. In “L'umorismo” confluiscono idee, brani di
scritti e appunti precedenti. Sue varie chiose e annotazioni a L'indole e il
riso di L. Pulci di A. Momigliano e parti dell'articolo di A. Cantoni nella
«Nuova Antologia». Il suo umorismo si inserisce in un rigoglioso e più che
secolare campo di meditazione e ricerca sull'omonimo tema; e rappresenta il
momento ri-epilogativo probabilmente più soddisfacente di una serie di
acquisizioni teoriche che la cultura ha chiare e consolidate . Bisogna infatti
aspettare il saggio di A. Genovese, “Il Comico, l’Umore e la Fantasia o Teoria
del Riso come Introduzione all’Estetica” (Bocca, Torino) per avere un saggio di
ampia informazione e documentazione, di solido spessore speculative pur
nell'ispirazione idealistica da cui prende le mosse. Tecnicamente persuasivo,
insomma, e con ben altre fondamenta teoretiche, praltro, in un panorama di non
rara fossilizzazione culturale, va detto che l'opera di Genovese è stata
appaiata forse soltanto dal coraggioso saggio, e Homo ridens. Estetica,
Filologia, Psicologia, Storia del Comico” (Firenze, Olsckhi). Distingue il
comico dall'umoristico. Il comico e definito come avvertimento del contrario, nasce
dal contrasto tra l'apparenza e la realtà. Vedo una vecchia signora, coi
capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e poi tutta
goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere.
"Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una
rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e
superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto
un "avvertimento del contrario. L'umorismo, il "sentimento del
contrario", invece nasce da una considerazione meno superficiale della
situazione. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che
quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un
pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente,
s'inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a
trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non
posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me,
mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro. Da
quel primo *avvertimento* del *contrario* mi ha fatto passare a questo *sentimento*
del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l'umoristico. Quindi,
mentre il comico genera quasi immediatamente la risata perché mostra subito la
situazione *evidentemente contraria* a quella che dovrebbe normalmente essere,
l'umoristico nasce da una più ponderata ri-flessione che genera compassione e
un sorriso di comprensione. Nell'umoristico c'è il senso di un *comune sentimento*
della fragilità dell’uomo da cui nasce un compatimento per la debolezze dell’altro
che e anche la propria. L'umoristico è meno spietato del comico che giudica in
maniera immediata. Non ci fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci
fa ridere adesso ci fa tutt'al più sorridere, o piantare. La filosofia dell'umoristico in nasce già quando pubblica
le due premesse de Il fu Mattia Pascal dove richiamandosi al “Copernico” di
Leopardi riprende l'ironia che attribusce l’eliocentrismo alla pigrizia del sole
stanco di girare attorno ai pianeti. Si vede una notazione dell’umoristico
nella contrapposizione di due sentimenti opposti. Dopo l’accettazione
dell’eliocentrismo, i terrestri accetano di essere una parte infinitesimale
dell'universo e nello stesso tempo la sua capacità di
compenetrarsene. L'analisi dell'identità condotta da lui lo porta a
formulare la teoria della crisi dell'io. Il nostro spirito consiste di
frammenti, o meglio, di elementi distinti, più o meno in rapporto tra loro, i
quali si possono disgregare e ricomporre in un nuovo aggregamento, così che ne
risulti una nuova personalità, che pur fuori dalla coscienza dell'io normale,
ha una propria coscienza a parte, indipendente, la quale si manifesta viva e in
atto, oscurandosi la coscienza normale, o anche coesistendo con questa, nei
casi di vero e proprio sdoppiamento dell'io. Talché veramente può dirsi che due
persone vivono, agiscono a un tempo, ciascuna per proprio conto, nel medesimo
individuo. Con gli elementi del nostro io noi possiamo perciò comporre,
costruire in noi stessi altri individui, altri esseri con propria coscienza,
con propria intelligenza, vivi e in atto. Paradossalmente, il solo modo per
recuperare la propria identità è la follia, tema centrale in molte opere, come
l'Enrico IV o come Il berretto a sonagli, nel quale inserisce addirittura una
ricetta per la pazzia: dire sempre la verità, la nuda, cruda e tagliente
verità, infischiandosene dei riguardi, delle maniere, delle ipocrisie e delle
convenzioni sociali. Questo comportamento porta presto all'isolamento da parte
della società e, agli occhi degli altri, alla pazzia. Abbandonando le
convenzioni sociali e morali l'uomo può ascoltare la propria interiorità e
vivere nel mondo secondo le proprie leggi, cala la maschera e percepisce se
stesso e l’altro senza dover creare un personaggio, è semplicemente “persona”. Esemplare
di tale concezione è l'evoluzione di Vitangelo Moscarda, protagonista di Uno,
nessuno e centomila. Ancora sulla crisi dell'identità del singolo
impotente con la sua razionalità di fronte al mistero universale che lo
circonda, in Il fu Mattia Pascal, espone metaforicamente la sua filosofia del
lanternino, tramite il monologo che il personaggio di Anselmo Paleari rivolge
al protagonista Mattia Pascal, in cui la piccola lampada rappresenta il
sentimento umano, che non riesce ad alimentarsi se non tramite le illusioni di
fede e ideologie varie ("i lanternoni"), ma che altrimenti provoca
l'angoscia del buio che lo circonda all'uomo, l'animale che ha il triste privilegio
di "sentirsi vivere. Nella lanternisofia, il lanternino che proietta tutto
intorno a noi un cerchio più o meno ampio di luce, di là dal quale è l'ombra
nera, l'ombra paurosa che non esisterebbe se il lanternino non fosse acceso in
noi, ma che noi purtroppo dobbiamo credere vera, fintanto ch'esso si mantiene
vivo in noi. Spento alla fine da un soffio, ci accoglierà la notte perpetua
dopo il giorno fumoso della nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto
alla mercé dell'Essere, che avrà soltanto rotto le vane forme della nostra
ragione? (Il fu Mattia Pascal, capitolo XIII, Il lanternino) La sua sfiducia
verso la fede religiosa tradizionale lo porta ad accentuare così il proprio
vuoto spirituale, che cercò di riempire, come il citato personaggio del
Paleari, con l'interesse personale verso l'occultismo, la teosofia e lo
spiritismo, che tuttavia non gli daranno la serenità esistenziale. Il contrasto
tra vita e forma Luigi Pirandello svolge una ricerca inesausta sull'identità
della persona nei suoi aspetti più profondi, dai quali dipendono sia la
concezione che ogni persona ha di sé, sia le relazioni che intrattiene con gli
altri. Influenzato dalla filosofia irrazionalistica di fine secolo, in
particolare di Bergson, Pirandello ritiene che l'universo sia in continuo
divenire e che la vita sia dominata da una mobilità inesauribile e infinita.
L'uomo è in balia di questo flusso dominato dal caso, ma a differenza degli
altri esseri viventi tenta, inutilmente, di opporsi costruendo forme fisse,
nelle quali potersi riconoscere, ma che finiscono con il legarlo a maschere in
cui non può mai riconoscersi o alle quali è costretto a identificarsi per dare
comunque un senso alla propria esistenza. Se l'essenza della vita è il flusso
continuo, il perenne divenire, quindi fissare il flusso equivale a non vivere,
poiché è impossibile fissare la vita in un unico punto. Questa dicotomia tra
vita e forma, accompagnerà l'autore in tutta la sua produzione evidenziando la
sconfitta dell'uomo di fronte alla società, dovuta all'impossibilità di fuggire
alle convenzioni di quest'ultima se non con la follia. Solo il folle, che pure
è una figura sofferente ed emarginata, riesce talvolta a liberarsi dalla
maschera, e in questo caso può avere un'esistenza autentica e vera, che resta
impossibile agli altri in quanto non è fattibile denudare la maschera o le
maschere, la propria identità (Maschere nude è infatti il titolo della raccolta
delle sue opere teatrali). Questa riflessione, che si rispecchia nelle varie
opere con accenti ora lievi ora gravi e tragici, è stata, ad opera soprattutto
dello studioso Adriano Tilgher, interpretata come un sistema filosofico basato
sul contrasto tra la Vita e la Forma, che talvolta ha fatto esprimere alla
critica un giudizio negativo delle ultime opere precedenti al "teatro dei
miti", accusate a volte di "pirandellismo", cioè di riproporre
sempre lo stesso schema di lettura. Il relativismo psicologico o conoscitivo
«La verità? è solo questa: che io sono, sì, la figlia della signora Frola Ah! E
la seconda moglie del signor Ponza Oh! E come? Sì; e per me nessuna! nessuna! Ah,
no, per sé, lei, signora: sarà l'una o l'altra! Nossignori. Per me, io sono
colei che mi si crede. Ed ecco, o signori, come parla la verità. -- Dialogo
finale di Così è (se vi pare)). Dal contrasto tra la vita e la forma nasce il
relativismo psicologico che si esprime in due sensi: orizzontale, ovvero nel
rapporto inter-personale, e verticale, ovvero nel rapporto che una persona ha
con se stessa. Gl’uomini nascono liberi ma il caso interviene nella loro
vita precludendo ogni loro scelta. L’uomo nasce in una società pre-costituita
dove ad ognuno viene assegnata una parte secondo la quale deve
comportarsi. Ciascuno è obbligato a seguire il ruolo e le regole che la
società impone, anche se l'io vorrebbe manifestarsi in modo diverso. Solo per
l'intervento del caso può accadere di liberarsi di una forma per assumerne
un'altra, dalla quale non sarà più possibile liberarsi per tornare indietro,
come accade al protagonista de Il fu Mattia Pascal. L'uomo dunque non può
capire né l’altro né tanto meno se stesso, poiché ognuno vive portando consapevolmente
o, più spesso, inconsapevolmente, una maschera dietro la quale si agita una
moltitudine di personalità diverse e inconoscibili. Queste riflessioni
trovano la più esplicita manifestazione narrativa nel romanzo Uno, nessuno e
centomila. Uno perché ogni persona crede di essere un individuo unico con
caratteristiche particolari. Centomila perché l'uomo ha, dietro la maschera,
tante personalità quante sono le persone che ci giudicano. Nessuno perché,
paradossalmente, se l'uomo ha centomila personalità diverse, invero, è come se
non ne possedesse nessuna, nel continuo cambiare non è capace di fermarsi
nel suo io". Il relativismo conoscitivo e psicologico su cui si basa la
sua filosofia si scontra con il conseguente problema dell'incomunicabilità tra i
siciliani. Ogni personaggio siciliano ha un proprio modo di vedere la realtà. Non
esiste un'unica realtà oggettiva, ma tante realtà quante sono i siciliani che
credono di possederla. Dunque, ognuno ha una propria verità. Questa incomunicabilità
produce quindi un sentimento di solitudine ed esclusione dalla società e
persino da se stesso. Proprio la crisi e frammentazione dell'io interiore crea un
altr’ io diverso e discordante. L’io consiste di frammenti che ci fanno
scoprire di essere -- uno, nessuno – molti -- centomila --. Il personaggio come
il Vitangelo Moscarda di “Uno, nessuno e – molti centomila e i protagonisti
della commedia ‘a fare’, “Sei personaggi in cerca di autore” di conseguenza
avverte un sentimento di “estraneità” –
alienazione o alterita – strano – etimologia -- dalla vita che lo fa sentire
forestiero della vita, nonostante la continua ricerca di un senso
dell'esistenza e di un'identificazione di un proprio ruolo, che vada oltre la
maschera, o le diverse e innumerevoli maschere, con cui si presentano al
cospetto della società o delle persone più vicine. Il peronaggio accetta la
maschera, che lui stesso ha messo o con cui gl’altro tende a identificarlo. Prova
ommessamente a mostrarsi per quello che lui crede di essere. Incapace di
ribellarsi, pero, o deluso dopo l'esperienza di vedersi attribuita una nuova
maschera, si rassegna. Il personaggio vive nell'infelicità, con la coscienza
della frattura tra la vita che vorrebbe vivere e quella che laltro lo fa vivere
per come esso lo vede. Il personaggio accetta alla fine passivamente il ruolo
da recitare che lui si attribuisce sulla scena dell'esistenza. Questa è la
reazione tipica del personaggio più deboli come si può vedere nel romanzo “Il
fu Mattia Pascal”. Il soggetto non si rassegna alla sua maschera. Accetta pero il
suo ruolo con un atteggiamento ironico, aggressivo o umoristico. Ne fanno
esempio varie opere come: Pensaci Giacomino, Il giuoco delle parti e La
patente. Rosario Chiàrchiaro è un uomo cupo, vestito sempre in nero che si è
fatto involontariamente la nomea di iettatore e per questo è sfuggito da tutti
ed è rimasto senza lavoro. Il presunto iettatore non accetta l'identità che gl’altro
gli ha attribuito ma comunque se ne serve. Va dal giudice e, poiché tutti sono
convinti che sia un menagramo, pretende la patente di iettatore autorizzato. In
questo modo ha un lavoro: chi vuole evitare le disgrazie che promanano da lui
dovrà pagare per allontanarlo. La maschera rimane – ma almeno se ne ricava un
vantaggio. L'uomo, accortosi del relativismo, si rende conto che l'immagine che
di sé non corrisponde in realtà a quella che l’altro ha di lui e cerca in ogni
modo di carpire questo lato inaccessibile del suo io. Vuole togliersi la
maschera che gli è stata imposta e reagisce con disperazione. Non riesce a
strapparsela e allora se è così che lo vuole il mondo, egli e quello che l’altro
credono di percipere in lui e non si ferma nel mantenere questo suo
atteggiamento sino all’ultima e drammatica conseguenza. Si chiude in una
solitudine disperata che lo porta al dramma, alla pazzia o al suicidio. Da tale
sforzo verso un obiettivo irraggiungibile nasce la voluta follia. La follia è
lo strumento di contestazione per eccellenza della forma fasulla della vita
sociale, l'arma che fa esplodere la convenzione e il rituale, riducendoli
all'assurdo e rivelandone l'inconsistenza. Solo e unico modo per vivere,
per trovare l’io, è quello di accettare il fatto di non avere un'identità, ma
solo frammenti -- e quindi di non essere uno ma nessuno -- accettare
l'alienazione completa da se stesso. Tuttavia il colletivo non accetta il
relativismo. Il soggeto chi accetta il relativismo viene ritenuto pazzo dal
colletivo. Esemplari sono i personaggi dei drammi Enrico IV, dei Sei personaggi
in cerca d'autore, o di Uno, nessuno e centomila. Divenne famoso proprio
grazie al teatro che chiama “teatro dello specchio”, perché in esso viene
raffigurata la vita vera, quella nuda, amara, senza la maschera dell'ipocrisia
e delle convenienze sociali, di modo che lo spettatore si guardi come in uno
specchio così come realmente è, e diventi migliore. Dalla critica viene
definito come uno dei grandi drammaturghi del XX secolo. Scrive moltissime
opera, alcune delle quali rielaborazioni delle sue stesse novelle, che vengono
divise in base alla fase di maturazione dell'autore: Prima faseIl teatro
siciliano Seconda faseIl teatro umoristico/grottesco Terza fase Il teatro nel
teatro (meta-teatro) Quarta fase Il teatro dei miti. Generalmente si
attribuisce il suo interesse per il teatro agli anni della maturità, ma alcuni
precedenti mostrano come tale convinzione necessiti di una rivalutazione. Compose
alcuni lavori teatrali, andati perduti poiché da lui stesso bruciati (tra gli
altri, il copione de Gli uccelli dell'alto). In una lettera alla famiglia, si legge. Oh, il teatro
drammatico! Io lo conquisterò. Io non posso penetrarvi senza provare una viva
emozione, senza provare una sensazione strana, un eccitamento del sangue per
tutte le vene. Quell'aria pesante chi vi si respira, m'ubriaca: e sempre a metà
della rappresentazione io mi sento preso dalla febbre, e brucio. È la vecchia
passione chi mi vi trascina, e non vi entro mai solo, ma sempre accompagnato
dai fantasmi della mia mente, persone che si agitano in un centro d'azione, non
ancora fermato, uomini e donne da dramma e da commedia, viventi nel mio
cervello, e che vorrebbero d'un subito saltare sul palcoscenico. Spesso mi
accade di non vedere e di non ascoltare quello che veramente si rappresenta, ma
di vedere e ascoltare le scene che sono nella mia mente: è una strana
allucinazione che svanisce ad ogni scoppio di applausi, e che potrebbe farmi
ammattire dietro uno scoppio di fischi! -- da una lettera ai familiari. È in
questa dimensione che si parla di teatro mentale: lo spettacolo non è subito
passivamente ma serve come pretesto per dar voce ai "fantasmi" che
popolano la mente dell'autore (nella prefazione ai Sei personaggi in cerca
d'autore Pirandello chiarirà di come la Fantasia prenda possesso della sua
mente per presentargli personaggi che vogliono vivere, senza che lui li cerchi).
In un'altra missiva, spedita da Roma, sostiene che la scena italiana gli appare
decaduta: «Vado spesso in teatro, e mi diverto e me la rido in veder la
scena italiana caduta tanto in basso, e fatta sgualdrinella isterica e noiosa
-- da una lettera ai familiari. La delusione per non essere riuscito a far
rappresentare i primi lavori lo distoglie inizialmente dal teatro, facendolo
concentrare sulla produzione novellistica e romanziera. Pubblica
l'importante saggio Illustratori, attori, traduttori dove esprime le sue idee,
ancora negative, sull'esecuzione del lavoro dell'attore nel lavoro teatrale:
questi è infatti visto come un mero traduttore dell'idea drammaturgica
dell'autore, il quale trova dunque un filtro al messaggio che intende
comunicare al pubblico. Il teatro viene poi definito da Pirandello come un'arte
"impossibile", perché "patisce le condizioni del suo specifico
anfibio":: un tradimento della scrittura teatrale, che ha di contro
"il cattivo regime dei mezzi rappresentativi, appartenenti alla dimensione
adultera dell'eco. È in questo momento che Pirandello si distacca dalla
lezione positivista e, presa diretta coscienza dell'impossibilità della
rappresentazione scenica del "vero" oggettivo, ricerca nella
produzione drammaturgica di scavare l'essenza delle cose per scoprire una
verità altra (come è spiegato nel saggio L'Umorismo con il sentimento del contrario).
Fondò la compagnia del Teatro d'Arte di Roma con sede al Teatro Odescalchi con
la collaborazione di altri artisti: il figlio S. Pirandello, O. Vergani, C.
Argentieri, A. Beltramelli, G. Cavicchioli, M. Celli, P. Cantarella, L.
Picasso, Renzo Rendi, M. Bontempelli e G. Prezzolini -- tra gli attori più
importanti della compagnia figurano Marta Abba, Lamberto Picasso, Maria Letizia
Celli, Ruggero Ruggeri. La compagnia, il cui primo allestimento risale con
Sagra del signore della nave dello stesso Pirandello e Gli dei della montagna
di Lord Dunsany, ebbe però vita breve: i gravosi costi degli allestimenti, che
non riuscivano ad essere coperti dagli introiti del teatro semivuoto costrinsero
il gruppo, dopo solo due mesi dalla nascita, a rinunciare alla sede del Teatro
Odescalchi. Per risparmiare sugli allestimenti la compagnia si produsse prima
in numerose tournée estere, poi fu costretta allo scioglimento definitivo,
avvenuto a Viareggio. Prima faseTeatro Siciliano Nella fase del Teatro
Siciliano Pirandello è alle prime armi e ha ancora molto da imparare. Anch'essa
come le altre presenta varie caratteristiche di rilievo; alcuni testi sono
stati scritti interamente in lingua siciliana perché considerata dall'autore
più viva dell'italiano e capace di esprimere maggiore aderenza alla
realtà. La morsa e Lumìe di Sicilia Roma, Teatro Metastasio, Il dovere
del medico, Roma, Sala Umberto, La ragione degli altri, Milano, Teatro Manzoni,
Cecè, Roma, Teatro Orfeo, Pensaci,
Giacomino, Roma, Teatro Nazionale, Liolà, Roma, Teatro Argentina, Seconda fase:
Il teatro umoristico/grottesco. Pirandello e Marta Abba Mano a mano che
l'autore si distacca da verismo e naturalismo, avvicinandosi al decadentismo si
ha l'inizio della seconda fase con il teatro umoristico. Presenta personaggi
che incrinano le certezze del mondo borghese: introducendo la versione
relativistica della realtà, rovesciando i modelli consueti di comportamento,
intende esprimere la dimensione autentica della vita al di là della
maschera. Così è (se vi pare), Milano, Teatro Olimpia, Il berretto a
sonagli, Roma, Teatro Nazionale, La giara, Roma, Teatro Nazionale, Il piacere
dell'onestà (Torino, Carignano) La patente, Torino, Alfieri, Ma non è una cosa
seria, Livorno, Rossini, Il giuoco delle
parti, Roma, Quirino, L'innesto, Milano, Manzoni, L'uomo, la bestia e la virtù,
Milano, Olimpia, Tutto per bene, Roma, Quirino, Come prima, meglio di prima,
Venezia, Goldoni, La signora Morli, una e due, Roma, Argentina. Nella fase del
teatro nel teatro le cose cambiano radicalmente. Il teatro deve parlare anche
agli occhi non solo alle orecchie, a tal scopo ripristinerà una tecnica
teatrale di Shakespeare, il palcoscenico multiplo, in cui vi può per esempio
essere una casa divisa in cui si vedono varie scene fatte in varie stanze
contemporaneamente. Inoltre il teatro nel teatro fa sì che si assista al mondo
che si trasforma sul palcoscenico. Abolisce anche il concetto della
quarta parete, cioè la parete trasparente che sta tra attori e pubblico. In
questa fase, infatti, tende a coinvolgere il pubblico che non è più passivo ma
che rispecchia la propria vita in quella agita dagli attori sulla scena. Ha
un incontro con Filippo. Conseguenza,
oltre alla nascita di un'amicizia e che Filippo sente come accadde in passato
per lui, il bisogno di allontanarsi dal regionalism dell'arte verista pur conservandone
però le tradizioni e le influenze. Incontra Eduardo, Peppino e Titina De
Filippo. Sei personaggi in cerca d'autore, Roma, Valle, Enrico IV, Milano, Manzoni,
All'uscita, Roma, Argentina, L'imbecille, Roma, Quirino, Vestire gli ignudi,
Roma, Quirino, L'uomo dal fiore in bocca, Roma, Degli Indipendenti, La vita che
ti diedi, Roma, Quirino, L'altro figlio, Roma, Nazionale, Ciascuno a suo modo,
Milano, Dei Filodrammatici, Sagra del signore della nave, Roma, Odescalchi, Diana
e la Tuda, Milano, Eden, L'amica delle mogli, Roma, Argentina, Bellavita, Milano,
Eden, O di uno o di nessuno, Torino, di
Torino, Come tu mi vuoi, Milano, dei Filodrammatici; Questa sera si recita a
soggetto, Torino, di Torino, Trovarsi, Napoli, dei Fiorentini, Quando si è
qualcuno, Buenos Aires Odeón, La favola del figlio cambiato, Roma, Reale
dell'Opera, Non si sa come, Roma, Argentina, Sogno, ma forse no, Lisbona, Teatro
Nacional. Alla fase del teatro dei miti ase si assegnano solo tre opera. La nuova
colonia Lazzaro I giganti della montagna Romanzi Copertina de Il
turno, Madella. Scrive sette
romanzi: L'esclusa, a puntate su La Tribuna (Milano, Treves); Il turno (Catania,
Giannotta); l fu Mattia Pascal, Roma, Nuova antologia. Suo marito, Firenze,
Quattrini. (poi Giustino Roncella nato Boggiolo, in Tutti i romanzi, Milano,
Mondadori, I vecchi e i giovani, Milano, FTreves. Quaderni di Serafino Gubbio
operatore, Firenze, R. Bemporad & figlio. Uno, nessuno e centomila,
Firenze, Bemporad; Novelle. Le novelle sono considerate le opere più durature.
I critici hanno cambiato tale opinione ritenendo le opere teatrali più degne di
essere ricordate. Fare distinzione tra il contenuto di una novello o romanzo e un dramma è difficile. Molte novelle sono
state messe in opera a teatro. “Ciascuno a suo modo” deriva dal “Si gira”. “Liolà”
ha il tema preso da “Il fu Mattia Pascal”; “La nuova colonia” e presentata in “Suo
marito”. Analizzando le novelle si puo renderci conto che ciò che manca è una
delineazione tematica, una cornice. Sono presenti un crogiolo di personaggi ed
eventi. Il tempo in cui una novella e ambientata non è definito. Alcune si svolgono nell'epoca umbertina, poi
giolittiana e del dopo-giolitti. Diversamente accade nella novella siciliana. Iil
tempo non è fissato. E un tempo antico, di una società che non vuole cambiare e
che è rimasta ferma. I paesaggi della novellistica sono vari. Per quella detta
siciliana si ha spesso il tipico paesaggio rurale. In alcune si trova il tema
del contrasto tra le generazioni dovuto all'unità d'Italia. Altro ambiente
delle novelle è la Roma umbertina o giolittiana. Il protagonista e sempre
alla presa con il male di vivere, con il caso e con la morte. Non si trova mai
rappresentanti dell'alta borghesia, ma quelli che potrebbero essere i vicini
della porta accanto: il sarto, il balie, il professore, il piccolo proprietario
di negozi che ha una vita sconvolta dalla sorte e dal dramma familiare. Il personaggio
ci viene presentato così come appaie. E difficile trovare un'approfondita
analisi psicologica. La fisionomia e spesso eccentrica. Per il sentimento del
contrario, il personaggio ha un carattere *opposto* a come si presenta. I
personaggi conversano nel presentarsi per come essi *sentono* di essere. Ma
alla fine, e sempre preda del caso, che li farà apparire diverso e cambiato.
Novelle per un anno -- è uno dei più grandi scrittori di novelle, raccolte
dapprima nell'opera Amori senza amore. In seguito si dedica maggiormente per
tutta la sua vita, cercando di completarla, alla raccolta Novelle per un anno,
così intitolata perché il suo intento e quello di scrivere 365. Novelle per un
anno, Firenze, Bemporad; Milano, Mondadori); Scialle nero (Firenze, Bemporad); La
vita nuda, Firenze, Bemporad, La rallegrata, Firenze, Bemporad, L'uomo solo,
Firenze, Bemporad, La mosca, Firenze, Bemporad, In silenzio, Firenze, Bemporad,
VII, Tutt'e tre, Firenze, Bemporad, Dal naso al cielo, Firenze, Bemporad, IX,
Donna Mimma, Firenze, Bemporad); Il
vecchio Dio, Firenze, Bemporad, La giara,
Firenze, Bemporad, Il viaggio, Firenze, Bemporad, Candelora, Firenze, Bemporad,
Berecche e la guerra, Milano, Mondadori, Una giornata, Milano, Mondadori). Si
svolge la produzione letteraria di Pirandello meno conosciuta dal grande
pubblico, quella delle poesie che, contrariamente alla composizione teatrale,
non esprimono alcun tentativo di rinnovamento sperimentale estetico, e seguono
piuttosto le forme e i metri tradizionali della lirica classica, pur non
rimandando a nessuna delle correnti letterarie presenti al tempo dello
scrittore. Nell'antologia poetica Mal giocondo, pubblicata a Palermo, ma
la cui prima lirica risale quando Pirandello aveva appena tredici anni, emerge
uno dei temi dell'ultima estetica pirandelliana del contrasto tra la serena
classicità del mito e l'ipocrisia e la immoralità sociale della
contemporaneità. Sono presenti, come nota lo stesso Pirandello, anche toni
umoristici, specie quelli derivati dal suo soggiorno a Roma. “Mal giocondo” (Palermo,
Libreria Internazionale Pedone Lauriel); Pasqua di Gea, Milano, Galli (dedicata
a Jenny Schulz-Lander, di cui si innamora a Bonn, con una chiara influenza
della poesia di Carducci. Pier Gudrò, Roma, Voghera, Elegie renane, Roma, Unione
Cooperativa) -- il cui modello sono le Elegie romane di Goethe); Elegie romane,
traduzione di Goethe, Livorno, Giusti, Zampogna, Roma, Società Editrice Dante
Alighieri, Scamandro, Roma, Tipografia Roma, Fuori di chiave, Genova,
Formiggini, Pirandello nel cinema Inizialmente Pirandello non amava molto il
cinema, considerato inferiore al teatro, e questo interesse maturò lentamente,
negli anni. Il rapporto tra Pirandello e il cinema fu complesso, ambiguo,
conflittuale, a volte di totale rifiuto, altre volte di grande curiosità. E fu
certamente la curiosità per questa nuova modalità di narrazione per immagini,
che si era già strutturata come industria cinematografica, che lo spinse a scrivere
il romanzo Si gira, poi ripubblicato con il titolo Quaderni di Serafino Gubbio
operatore. In questo romanzo il suo giudizio sul cinematografo è spietato sia
quando teme che il pubblico abbandoni i teatri per correre a vedere su uno
schermo "larve evanescenti" prodotte in maniera meccanica e fredda,
sia quando descrive il mondo della produzione cinematografica popolato di
personaggi volgari impeg confezionare prodotti commerciali per soddisfare il
palato delle masse e gli interessi degli uomini d'affari. Nello stesso tempo la
struttura stessa del racconto letterario e l'ipotesi, da lui stesso formulata,
di trarne un film prefigurano un'idea di linguaggio cinematografico di grande
modernità: il film nel film. Momento cruciale per la storia del cinema, nei
primi decenni del suo sviluppo, fu l'avvento del sonoro. Anche in questo caso
ad un iniziale rifiuto seguì una svolta significativa. In una lettera a Marta
Abba, Pirandello scrisse: "L'avvenire dell'arte drammatica e anche degli
scrittori di teatro è adesso là. Bisogna orientarsi verso una nuova espressione
d'arte: il film parlato. Ero contrario, mi sono ricreduto" Pirandello sul
set de Il fu Mattia Pascal con Pierre Blanchar e Isa Miranda Il lume dell'altra
casa di Ugo Gracci. Il crollo di M. Gargiulo, Lo scaldino di A. Genina. Ma non è
una cosa seria di Augusto Camerini, La rosa di Arnaldo Frateili Il viaggio di
Gennaro Righelli Il fu Mattia Pascal di Marcel L'Herbier La canzone dell'amore di Gennaro Righelli,
primo film sonoro italiano è tratto dalla novella In silenzio. Come tu mi vuoi di
George Fitzmaurice con Greta Garbo Acciaio di W. Ruttmann. Il fu Mattia Pascal
di Pierre Chenal, Questa è la vita di Giorgio Pàstina, Aldo Fabrizifilm a
quattro episodi, tutti tratti da una novella: La giara, Il ventaglino, La
patente e Marsina stretta. Come prima, meglio di prima di J. Hopper Liolà di A.
Blasetti Il viaggio di Vittorio De Sica Enrico IV di Marco Bellocchio Kaos di P.
e V. Taviani, adattamento da Novelle per un anno, Le due vite di Mattia Pascal di
Monicelli Tu ridi di P. e V.Taviani, adattamento da Novelle per un anno; La
balia di Bellocchio, adattamento da Novelle per un anno; Pirandello nell'opera
lirica La favola del figlio cambiato di Gian Francesco Malipiero, Liolà di
Giuseppe Mulè, Six Characters in Search of an Author di Hugo Weisgall, Sagra
del Signore della Nave di Michele Lizzi, Sogno (ma forse no) di Luciano
Chailly. Altre opere: Mal giocondo, Palermo, Libreria Internazionale Pedone
Lauriel); A la sorella Anna per le sue nozze, Roma, Tipo-Litografia Miliani e
Filosini, Pasqua di Gea, Milano,
Galli, Amori senza amore, Roma,
Bontempelli); Pier Gudrò, Roma, Voghera, Elegie renane, Roma, Unione
Cooperativa; Traduzione di Goethe, Elegie romane, Livorno, Giusti, Zampogna,
Roma, Società Editrice Dante Alighieri, Beffe della morte e della vita,
Firenze, Lumachi, Lontano. Novella, in "Nuova Antologia", Quand'ero
matto.... Novelle, Torino, Streglio, Il turno, Catania, Giannotta); Beffe della
morte e della vita. Firenze, Lumachi, Notizia letteraria, in "Nuova
Antologia", Dante. Poema lirico di G. Costanzo, "Nuova
Antologia", Bianche e nere. Novelle, Torino, Streglio); Il fu Mattia
Pascal, Roma, Nuova Antologia, Erma bifronte. Novelle, Milano, Treves); Prefazione
a Giovanni Alfredo Cesareo, Francesca da Rimini. Tragedia, Milano, Sandron, Studio
preliminare a A. Cantoni, L'illustrissimo. Romanzo, Roma, Nuova Antologia, Arte
e scienza. Saggi, Roma, Modes, L'esclusa, Milano, Treves, Umorismo, Lanciano,
Carabba); “Scamandro” (Roma, Tipografia); “La vita nuda” (Milano, Treves); “Suo
marito, Firenze, Quattrini); “Fuori di chiave, Genova, Formiggini, Terzetti,
Milano, Treves); “I vecchi e i giovani, Milano, Treves); Cecè. In "La
lettura", Le due maschere, Firenze,
Quattrini, Erba del nostro orto” (Milano, Studio Lombardo); “La trappola” (Milano,
Treves); “Se non così” "Nuova Antologia", Si gira ( Milano, Treves);
“E domani, lunedì” (Milano, Treves); “Liolà” ( Roma, Formiggini); Se non così Con
una lettera alla protagonista, Milano, Treves); “Un cavallo nella luna” (Milano,
Treves); Maschere nude, Milano, Treves, Pensaci,
Giacomino, Così è (se vi pare), Il piacere dell'onestà, Milano, Treves); Il
giuoco delle parti. Ma non è una cosa seria. Milano, Treves, Lumie di Sicilia.
Il berretto a sonagli. La patente. Milano, Treves, L'innesto. La ragione degli altri, Milano, Treves, Berecche e la guerra, Milano, Facchi, Il
carnevale dei morti. Firenze, Battistelli, Tu ridi. Milano, Treves); Pena di
vivere così, Roma, Libreria nazionale, Maschere nude” (Firenze, Bemporad); Tutto per
bene. Firenze, Bemporad, Come prima meglio di prima. Firenze, Bemporad); “Sei
personaggi in cerca d'autore -- commedia da fare” (Firenze, Bemporad); Enrico
IV (Firenze, Bemporad); L'uomo, la bestia e la virtù” (Firenze, Bemporad, La
signora Morli, una e due. Firenze, Bemporad, Vestire gli ignudi. Firenze,
Bemporad, La vita che ti diedi. Firenze, Bemporad, Ciascuno a suo modo.
Firenze, Bemporad, X, Pensaci, Giacomino! Firenze, Bemporad, Così è (se vi
pare). Firenze, Bemporad, Sagra del signore della nave, L'altro figlio, La
giara. Firenze, Bemporad); Il piacere dell'onestà. Firenze, Bemporad, Il berretto a sonagli. Firenze, Bemporad, Il giuoco delle parti. Firenze, Bemporad, Ma
non è una cosa seria. Firenze, Bemporad, L'innesto Firenze, Bemporad, La
ragione degli altri. Firenze, Bemporad, L'imbecille, Lumie di Sicilia, Cecè, La
patente.Firenze, Bemporad, All'uscita. Mistero profano, Il dovere del medico.
La morsa. L'uomo dal fiore in bocca.
Dialogo, Firenze, Bemporad, Diana e la Tuda. Firenze, Bemporad, L'amica delle mogli. Firenze, Bemporad, La
nuova colonia. Firenze, Bemporad, Liolà. Firenze, Bemporad, O di uno o di
nessuno. Firenze, Bemporad, Lazzaro (Milano, Mondadori); “Questa sera si recita
a soggetto” (Milano, Mondadori); “Come tu mi vuoi” (Milano, Mondadori); “Trovarsi”
(Milano Mondadori); “Quando si è qualcuno” (Milano, Mondadori); “Non si sa come”
(Milano, Mondadori); “Novelle per un anno, Firenze, Bemporad, Milano,
Mondadori, I, Scialle nero, Firenze, Bemporad, La vita nuda, Firenze, Bemporad,
La rallegrata, Firenze, Bemporad, L'uomo solo, Firenze, Bemporad, La mosca, Firenze, Bemporad, In silenzio,
Firenze, Bemporad, Tutt'e tre, Firenze, Bemporad, 1Dal naso al cielo, Firenze,
Bemporad, Donna Mimma, Firenze, Bemporad,Il vecchio Dio, Firenze, Bemporad, La
giara, Firenze, Bemporad, Il viaggio, Firenze, Bemporad, Candelora, Firenze,
Bemporad, Berecche e la guerra, Milano,
Mondadori, Una giornata, Milano,
Mondadori, Teatro dialettale siciliano, 'A vilanza, Cappiddazzu paga tuttu, con
Nino Martoglio, Catania, Giannotta, Prefazione a N. Martoglio, Centona.
Raccolta completa di poesie siciliane con l'aggiunta di alcuni componimenti
inediti, Catania, Giannotta, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze, Bemporad,
Uno, nessuno e centomila, Firenze, Bemporad, Prefazione a E. Levi, Lope de Vega
e l'Italia, Florencia, Sansoni, Introduzione a S.D'Amico, Storia del teatro italiano,
Milano, Bompiani); In un momento come questo, in "Nuova Antologia",Giustino
Roncella nato Boggiolo, in Tutti i romanzi, Milano, Mondadori, Tutti i romanzi,
Milano, A. Mondadori, Novelle per un anno, Milano, A. Mondadori, Maschere nude,
Milano, A. Mondadori); Lettere a Marta Abba, Milano, A. Mondadori, Saggi e
interventi, Milano, A. Mondadori. Oltre al Nobel ricevette diverse
onorificenze: Cavaliere di Collare dell'Ordine equestre del Santo
Sepolcro di Gerusalemme nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Collare
dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Arcade Minore della
Secolare Accademia del Parnaso Canicattinesenastrino per uniforme ordinariaArcade
Minore della Secolare Accademia del Parnaso Canicattinese — Canicattì
Intitolazioni. A lui è stato dedicato un asteroide. Enciclopedia Italiana
Treccani alla voce Girgenti. In A. Camilleri. Biografia del figlio cambiato,
Milano, Lettere da Palermo e da Roma,
Bulzoni, Roma, Il risorgimento familiare. Medicina e Insonnia. in.. Riferimenti
autobiografici a questo problema che affligge si trovano in numerose sue opere:
Il turno, L'amica delle mogli, Il fu Mattia Pascal, L'uomo solo, La trappola,
La giara G. Bonghi, Biografia di Luigi
Pirandello, Edizione dei classici italiani
A. Camilleri, In effetti, afferma in un lettera ai familiari da Roma. I
professori di questa università, nella facoltà mia, sono d’una ignoranza
nauseante (Lettere giovanili da Palermo e da Roma Bulzoni, Roma, difese
pubblicamente durante una lezione un suo compagno rimproverato ingiustamente
dal rettore. M. Manotta, L. Pirandello,
Pearson Italia S.p.a., Da Album
Pirandello, I Meridiani Mondadori, Milano, A. Camilleri, Biografia del figlio
cambiato, BU. La storia di Luigi e Antonietta è infatti quella di un matrimonio
di una Sicilia di fine '800, combinato per interesse, da parte di due soci nel
commercio dello zolfo. Antonietta porta la dote che assicura ai giovani sposi
sbarcati da Girgenti in continente e approdati a Roma, una vita tranquilla e
permette a Luigi di affermarsi come scrittore. Il matrimonio d'interesse è
sublimato grazie alla letteratura e diventa un matrimonio d'amore con la moglie
ideale (in Anna Maria Sciascia, Il gioco dei padri. Pirandello e Sciascia,
Avagliano, S. Guglielmino, H. Grosser, Il sistema letterario Milano,
Principato, Storia, G. Mazzacurati, Introduzione e biografia, dalla Prefazione
a Il fu Mattia Pascal, Einaudi; Vita di Pirandello; Pirandello e la moglie
Antonietta, G. GiudiceTipografico Torinese, M. Manotta, Pearson Paravia Bruno
Mondadori, L. Pirandello, S. Pirandello, A. Pirandello, Il figlio prigioniero:
carteggio tra L. e S. Pirandello durante la guerra Mondadori, Motivazione del Premio Nobel per la
Letteratura. Tutti i no di Mussolini a Pirandello. L'arci-fascista non piace al
Duce; G. Afeltra, Mia cara Marta, l'amore platonico di Pirandello Tra Pirandello e M. Abba ottocento lettere di
emozioni Einstein e l'invito. Lo scontro
che nessuno vide L. Lucignani,
Pirandello, la vita nuda, Giunti, Pirandello e la prima guerra mondiale. Chiede
di entrare nei Fasci (La Stampa); F. Sinigaglia, I volti della violenza a teatro,
Lucca, Argot. Non e l'unico filosofo che si iscrive al partito fascista nel
pieno della vicenda Matteotti. Ungaretti si iscrisse appena nove giorni dopo il
funerale di Matteotti (Stato matricolare di Ungaretti, Università "La
Sapienza" di Roma. La sua adesione al fascismo, G. Giudice, Pirandello (POMBA
Torino); Pirandello e la politica, su atutta scuola. G. Lagorio, Troppi
idiotic. E Pirandello partì; Pirandello, nudità e fascismo; Pirandello. Gli
anni del fascismo; B. Mussolini, Nel solco delle grandi filosofie -- relativismo
e fascismo, in Il popolo d'Italia. Le idee di Mazzini e di Sorel influenzano
profondamente il fascismo di Mussolini e Gentile (S. Zamponi, Lo spettacolo del
fascismo, Rubbettino. Sorel è veramente il notre maître (B.Mussolini, Il Popolo
in Opera Omnia); Interviste: parole da dire, uomo, agl’altr’uomini, Rubbettino;
riportato da G. Giudice. Prefazione alle Novelle per un anno, Milano, Storie
dalla storia, L'oro alla patria Il Sole 24 ORE
M. Sambugar, Letteratura italiana per moduli, Incontro. R. Dombroski,
L'esistenza ubbidiente – la filosofia sotto i fasci (Guida); L'Ovra a Cinecittà
di Natalia ed Emanuele V. Marino,
Boringhieri, Il Post); I giganti della montagna, taote. Così, in una bara in affitto, riportammo a
Girgenti le sue ceneri. Malgrado i divieti prima del gerarca, poi del pre-fetto,
e infine del vescovo. In Camilleri e lo strano caso delle ceneri di Pirandello.
N. Borsellino, Il dio di Pirandello: creazione e sperimentazione, Sellerio, R.
Alajmo, Le ceneri di Pirandello, Drago, in Saggi poesie, scritti varii
Mondadori, Milano). I filosofi hanno il torto di non pensare alle bestie e
davanti agl’occhi di una bestia crolla come un castello di carte qualunque
sistema filosofico. D. Marcheschi, L'umorismo, Milano, Oscar Mondadori, X. Marcheschi rivela che copia intere pagine del
saggio da opere precedenti di L. Dumont, A. Binet, G. Séailles, G. Negri, G.
Marchesini, nonché dalla Storia e fisiologia dell'arte di Ridere di T.
Massarani. Vedi articolo de Il Giornale, in “Caro Pirandello, ti ho beccato a
copiare. Pirandello, L'umorismo e altri
saggi, Giunti; S. Guglielmino, H. Grosser, Il sistema letterario Milano, Principato,
TPirandello: guida al Fu Mattia Pascal, Carocci, Scrittori sull'orlo di una
scelta spiritista Sambugar, La sua filoofia s'inserisce in un contesto
culturale in cui è presente il concetto di relativismo: la teoria della
relatività di Einstein, il Principio di indeterminazione di Heisenberg, la
teoria quantistica di M. Planck. Simmel fonda il suo relativismo sulla
convinzione che non esistono leggi storiche obiettivamente valide. Dizionario di filosofia). E nelle arti figurative il relativismo è
ripreso dal cubismo caratterizzato da una rappresentazione dell'oggetto
considerato simultaneamente da diversi punti di vista. S. Guglielmino, H. Grosser,
Il sistema letterario Milano, Principato, Maschere nude, I. Zorzi, Newton
Compton); E. Providenti, Epistolario familiare giovanile Quaderni della Nuova
Antologia, Le Monnier, Firenze, Roberto Alonge, Pirandello, Laterza, Bari, Elio
Providenti, Luigi Pirandello. Epistolario, Quaderni della Nuova Antologia, Le
Monnier, Firenze); U. Artioli, L'officina segreta di Pirandello, Laterza,
RomaBari, Luigi Pirandello, una vita da autore, repubblicaletteraria. C. Vicentini,
Il disagio del teatro (Marsilio, Venezia). La prima rappresentazione della
commedia La morsa si ha a Roma, al Metastasio, ad opera della Compagnia del
"Teatro minimo" diretta da N. Martoglio che la mise in scena assieme
all'atto unico Lumie di Sicilia. Cedendo alle insistenze di Martoglio
acconsentì a che La morsa e Lumie di Sicilia sono rappresentate nella stessa
serata. I due atti unici hanno diverso esito presso il pubblico, che accolge con
favore La morsa, mentre non grade Lumie di Sicilia (in Interviste, Parole da
dire, uomo, agli altri uomini" di I. Pupo, Rubettino, Legato a ricordi della fanciullezza di
Pirandello. Da. Savio, Il carnevale dei
morti. Sconciature e danze macabre nella narrative, Novara, Interlinea. l mio
primo libro fu una raccolta di versi, “Mal giocondo”. In quella prima raccolta
di versi più della metà sono del più schietto umorismo, e allora io non so
neppure che cosa e l'umorismo ("Le lettere"); “Il cinema di Amedeo
Fago Pirandello NASA. Enrico 4., Firenze, Bemporad e figlio, Esclusa, Milano,
Fratelli Treves, Fu Mattia Pascal, Milano, Treves, I Pirandello. La famiglia e
l'epoca per immagini, E. Zappulla, Catania, la Cantinella, R. Alonge,
Roma-Bari, Laterza, U. Artioli, L'officina segreta” (Bari, Laterza); R. Barilli,
La linea Svevo-Pirandello, Milano, Mursia, E. Bonora, Sulle novelle per un anno
in Montale e altro novecento, Caltanissetta-Roma, Sciascia, N. Borsellino,
Ritratto e immagini, Roma-Bari, Laterza, N. Borsellino e W. Pedullà (diretta
da), Storia generale della letteratura italiana, Il Novecento, La nascita del Moderno,
Milano, Motta, F. Michele e M. Rössner, L’identità italiana, Atti del Convegno
internazionale di studi pirandelliani, Graz Pesaro, Metauro, Arcangelo Leone De
Castris, Storia di Pirandello (Bari, Laterza); A. Benedetto, Verga, Annunzio,
Pirandello (Torino, Fògola); L. Lugnani, L'infanzia felice (Napoli, Liguori); G.
Macchia, “La stanza della tortura, Milano, Mondadori, Pirandello e dintorni, Catania, Maimone, F.
Medici, Il dramma di Lazzaro. Asprenas, A. Pagliaro,
“U ciclopu, dramma satiresco d’Euripide ridotto in siciliano (Firenze,
Monnier); G. Podestà, "Humanitas",
F. Puglisi, L'arte; Messina-Firenze, D'Anna, F. Puglisi, Pirandello e la sua lingua,
Bologna, Cappelli, Filippo Puglisi, L. Pirandello, Milano, Mondadori, F. Puglisi,
Pirandello e la sua opera Catania, Bonanno, C. Salinari, Miti e coscienza del
decadentismo italiano. D'Annunzio, Pascoli, Fogazzaro, Pirandello” (Milano,
Feltrinelli); A. Sichera, Ecce Homo!Nomi, cifre e figure di Pirandello (Firenze,
Olschki); R. Scrivano, La vocazione contesa” (Roma, Bulzoni, G. Taffon, Il gran
teatro del mondo, in Maestri drammaturghi nel teatro italiano del '900.
Tecniche, forme, invenzioni, Roma, Laterza, G. Venè, “Fascista. La coscienza
borghese tra ribellione e rivoluzione” (Venezia, Marsilio); M. Veronesi (Napoli,
Liguori); C. Vicentini, “Il disagio del teatro” (Venezia, Marsilio); R. Vittori,
Il trattamento cinematografico dei 'Sei personaggi' (Firenze, Liberoscambio); E.
Zappulla, Pirandello e la filosofia siciliana, Catania, Maimone, Filosofi siciliani
del secondo dopoguerra, Catania, Maimone. Casa di Pirandello D. Fabbri Lanterninosofia
su Pirandello Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Conferenza Episcopale Italiana. nobelprize. Audiolibri
di Luigi Pirandello, su LibriVox. di
Luigi Pirandello, su Internet Speculative Fiction Database, Al von Ruff.:etteratura
fantastica, Fantascienza. Movie Luigi Pirandello, su Internet Broadway
Database, The Broadway League.Luigi Pirandello, su filmportal.de. Centro Nazionale Studi Pirandelliani, su
cnsp. Istituto di studi pirandelliani allo Studio Luigi Pirandello. E. Licastro,
Pirandello fra Spengler e Wittgenstein. Luigi Pirandello. Pirandello. Keywords:
e dov’è il copione? è in noi,
signore – il dramma è in noi -- siamo noi – R
Chiede d’entrare nei fasci, La Stampa, Gentile e Sorel, Mussolini e Nietzsche,
Mussolini e Sorel. – ridotto in siciliano. U ciclopu, decadentismo, identita
personale, l’io e la societa, il collettivo, l’intersoggetivo. Refs: Luigi
Speranza, “Grice e Pirandello” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51675808450/in/photolist-2mPzFQD-2mMVzhz-2mLKtaD-2mLEqtd-2mKNNqN-2mKjsJY-2mJoZKd-2mJmMsF-2mJq2uE-2mJmM2F-2mJkynC-2mJoZHV-2mJq2vG-2mJq2uz-2mJmM3h-2mJgred-2mJoZJM-2mJkymR-2mJgreo-2mJkynN-2mJoZHp-2mJoZJX-FMciDY
Grice e Pirro – l’idealismo di Gentile – filosofia
italiana – Luigi Speranza (San Severo). Filosofo. Studia a Roma
sotto Spirito. Studia Allmayer sotto Plebe. Insegna a Perugia e Palermo. Studia
Gentile. Pubblica “L'attualismo di G. Gentile e la religione” (Sansoni). Fra i
suoi saggi si ricordano anche “Filosofia e politica in Croce” (Bulzoni). Si
interessa alla ricerca storiografica e svolse numerosi saggi di su Terni. Esponente di spicco della vita culturale
della città umbra, studia gli aspetti poco indagati di quella che fino ad
allora era una città ancorata ad una dimensione prettamente industriale. Sotto
la Giunta di G. Ciaurro, coordina il progetto per la realizzazione di un museo
archeologico nel convento di San Pietro sotto. Peroni. Nei suoi studi di
storia ricostrusce prima della pubblicazione de Il sangue dei vinti di G. Pansa,
episodi della guerra civile tra cui l'assassinio del sindacalista Carloni e del
dirigente d'azienda Corradi. Fonda il "Centro Studi Storici",
un'associazione culturale di ricerca storica a cui viene collegata la rivista
“Memoria” L'obiettivo di “Memoria” è
quello di porre fine all'amnesia organizzata, facendo conoscere a tutti le
vicende di una città figlia non solo dell'industrializzazione. Accanto ad un
nuovo sguardo per le vicende passate “Memoria” inaugura una stagione di
storiografia libera da condizionamenti ideologici e basata sulle fonti.
Suscita critiche per la ricostruzione di alcuni episodi di violenza avvenuti
durante la resistenza anti-fascista, critiche che si sono particolarmente
concentrate all'indomani della sua scomparsa ad opera di storici locali, che lo
accusano di revisionismo. In realtà il suo lavoro è sempre stato suffragato
dalla presenza della fonte documentale. Le vicende ricostruite, come ad esempio
quella dell'uccisione di Corradi o Urbani, ad opera dei partigiani non sono mai
trattate dalla “storiografia ufficiale”. Consigliere dell'stituto per la Storia
dell'Umbria e dell'stituto di Cultura della Storia dell'Impresa Franco
Momigliano, dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano. Il saggio “Regnum hominis: l'umanesimo di Gentile” fa parte
della collana della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice di Roma. Un saggio
dedicato al Risorgimento pubblicato da Morphema intitolato Scritti sul
Risorgimento. Un saggio "Dopo Gentile dove va la scuola
italiana". Il Consiglio Comunale di Terni delibera di dedicare la sala
Tacito di Palazzo Carrara in Terni a Pirro. Con l'occasione si presenta il
carteggio "La vita come Ricerca, la vita come Arte, la vita come
Amore", titolo riferito all’omonimo saggio di Spirito. In occasione delle
celebrazioni della fondazione del Liceo Tacito di Terni, gli viene dedicate nell'atrio
della scuola, una targa con una dicitura tratta da una poesia di Gibran. Altre
opere: "Italia e Germania nel Novecento", raccolta di saggi da “Studi
Politici". Pubblica una raccolta di memorie di scritti di garibaldini
intitolata "Correva l'anno 1867” “Terni e l'affrancamento di Roma nelle
memorie dei garibaldini; il saggio "Filosofia e Politica e Giovanni
Gentile" (Aracne). Il Comune di Terni delibera la posa di una targa in
memoria presso la dimora di Pirro. La
Soprintendenza Archivistica dell'Umbria e delle Marche dichiara il suo archivio
di notevole interesse culturale ai sensi del T.U. dei Beni Cultural. Viene
scoperta sulla casa a Piazza Clai a Terni una targa commemorativa. Viene
pubblicato da Intermedia "L'unica via è il Pensiero: scritti in memoria".
Altre saggi: “Una missiva a Spirito,” “L'attualismo di Gentile e la religione”
(Firenze, Sansoni); “Filosofia e politica in Croce” (Roma, Bulzoni); “Filosofia
e politica in Gentile” (Firenze, Sansoni); “La riforma Gentile e il Fascismo”, Giornale
critico della filosofia italiana” (Firenze, Sansoni); La politica dell’idealismo
italiano” (Firenze, Sansoni); “La prassi come educazione nella gentiliana
interpretazione di Marx” (Firenze, Sansoni); “Cultura e politica” (Firenze,
Sansoni); “Filosofia e politica: il problematicismo” (Roma, Bulzoni); “La
repubblica fascista”; “Per una storia dell'Umbria durante la repubblica
fascista” (Perugia, IRRSAE, “Terni nell'età rivoluzionaria e napoleonica,”Arrone,
Thyrus, Terni e la sua Provincia durante
la Repubblica Sociale” (Arrone, Thyrus); R. Ugolini, G. Petroni, dallo Stato
Pontificio all'Italia unita” (Scientifiche, Napoli); “Interamna Narthium materiali
per il museo archeologico di Terni” (Arrone, Thyrus); Le acque pubbliche gli
acquedotti di derivazione e le utilizzazioni idrauliche del territorio di Terni
nei sommari riguardi: tecnico, legislativo e storico” (Terni-Giada, ICSIM, Una
scuola una città: il Liceo ginnasio di Terni” (Arrone, Thyrus); “Terni nell'età
del Risorgimento” (Arrone, Thyrus); “Sull'avvenire industriale di Terni, scritti
di L. Campofregoso; Perugia: CRACE/ICSIM, “Garibaldi visto da G. Gentile” (Roma,
Istituto per la storia del Risorgimento Italiano); "Per Garibaldi" (Arrone,
Thyrus); “I Giustizieri, La Brigata Gramsci tra Umbria e Lazio, di M. Marcellini,
Mursia, neRegnum hominis, L'Umanesimo di Gentile” (Collana Scientifica
Fondazione U. Spirito e Renzo de Felice, Roma, Nuova Cultura); “Scritti sul
Risorgimento” (G. Furiozzi), Terni, Morphema); “Dopo Gentile dove va la scuola
italiana (Firenze, Lettere); La vita come ricercar, la vita come arte, la vita
come amore” (Terni, Morphema); Italia Germania Saggi di Filosofia Politica,
Amazon, Filosofia e Politica in G. Gentile” (Aracne, Roma); Maceo Carloni: Storia
e Politica (Intermedia, Orvieto); Manifesto del convegno su G. Petroni; Garibaldi
Terni Mostra documentaria e pubblicazioneIstituto della Storia del Risorgimento
G. Petroni Dallo Stato Pontificio all'Italia unita. Convegno di Studio Terni,
La Rivoluzione Francese, Terni, La nascita della Repubblica e gli anni della
ricostruzione”; Bibliomediateca, Terni, 7ricerca storico documentaria; sezione
ldella mostra in collaborazione con Archivio di Stato di Terni e Biblioteca
comunale di Terni; in collaborazione con Centro per la promozione, Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea”
(Arrone, Thyrus); Intorno alle miniere di ferro e alle ferriere dell'Umbria
meridionale, scritti di Vaux et al.; Terni: CRACE/ICSIM E. Passavanti nell'Italia del Novecento, Atti
del Convegno di studi (Terni)” (Arrone: Thyrus); Convegno dei Lincei (Terni),
Cesi e i primi Lincei in Umbria, atti del Convegno dei Lincei: Terni” (Arrone: Thyrus);
dei Lincei, “Mazzini nella cultura italiana:”, atti del Convegno di studi,
Terni” (Arrone: Thyrus); Magalott, erudito, giureconsulto, docente di Diritto” (Arrone:
Thyrus); Per Garibaldi” (Arrone: Thyrus); San Valentino patrono di Terni, atti
del Convegno di studi: Terni” (Arrone: Thyrus); La vita come arte” (Sansoni,
Firenze); “La vita come amore” (Sansoni Firenze); “La riforma della scuola” (Sansoni,
Firenze); “Il problema dell'unificazione del sapere”; “Dal mito alla scienza” (Sansoni,
Firenze); “La mia ricercar” (Sansoni, Firenze); Dall'attualismo al problematicismo”
(Sansoni, Firenze); di Giovanni Gentile; Il concetto di “pedagogia, in Scuola e Filosofia”
(Sandron Palermo); “Giornale critico della filosofia italiana” (Sansoni,
Firenze); “La scuola laica” (Vallecchi. Firenze); “Sistema di logica’ (Laterza,
Bari); “La scuola” (Vallecchi, Firenze); “Che cos'è il fascismo”; Discorsi e
polemiche” (Vallecchi Firenze); “Saggi critici” (Vallecchi, Firenze); Scritti
pedagogici” (Treves, Milano); “Origini e dottrina del fascismo” (Istituto
Fascista, Roma); di B. Croce Contributo alla critica di me stesso. Napoli);
Conversazioni critiche, (Laterza, Bari); “La letteratura d’Italia” (Laterza,
Bari); “Cultura e vita morale” (Laterza, Bari); “Etica e politica” (Laterza,
Bari); “Pagine sparse” (Laterza, Bari); La guerra civile”; “Memoria” (Thyrus,
Arrone); “La storia rovesciata”, “L'umanesimo di Gentile” (Cultura, Roma); “L'uomo e la storia
(Thyrus, Arrone). Il percorso storico, "Regnum hominis". L'ospite di
passaggio, la difesa. Sull'avvenire industriale di Terni; Rassegna storica del
Risorgimento. La vita come Ricerca, la vita come Arte, la Vita come Amore. Vincenzo Pirro. Pirro. Keywords: l’idealismo
di Gentile, Istituto Nazionale Fascista, Origini e dottrina del fascismo, che
cosa e il fascismo – discorsi e polemiche vallecchi, Firenze, Mazzini, per una
storia dell’umbria durante la repubblica fascista, la repubblica fascista,
gentiliana interretazione di Marx; la filosofia di Gentile, filosofia e
politica in Gentile, Gentile nella grande guerra, il partito ha un capo che e
dottrina vivente, Gentile e Mussolini, il concetto di stato, il concreto di
Mussolini nel astratto dello stato, Pirro interprete di Gentile – la universita
fascista di Bologna, la formazione dei dirigenti del regime – la repubblica
fascista, storia e filosofia, la critica de Pirro alla damnatio memoriae di
Croce, lo studio della filosofia nel veintennio fascista, l’origine del
fascismo filosofico – Gentile, filosofo del fascismo – dizionario filosofico
del fascismo, stato, spirito nazionale, italianita, romanita, propaganda,
democrazia, repubblica, Italia, stato italiano -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Pirro” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738640643/in/datetaken/
Grice e Pizzi – la regola di Boezio – filosofia
italiana – la causa della cosa – abduzione e prova -- Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Grice: “About time an Italian philosopher takes ‘la regola di Boezio’
seriously!” Studia a Milano. Studia il condizionale contro-fattuale. Insegna a Calabria e Siena, “Logica della
prova” a Milano. Cura Hughes e Cresswell, che offre una panoramica completa e
aggiornata della logica intensionale. Ampliando questa linea di ricerca,
compila due antologie con introduzioni. Una dedicata al tempo e una dedicata al
condizionale (se-ismo). Comone una serie di saggi in cui viene introdotta una
logica dell'implicazione consequenziale. Il scopo della logica
dell’implicazione con-sequenziale e riformulare le basi della logica connessiva
nel quadro della logica modale. Questa traduzione consente di assiomatizzare un
sistema G che risulta complete e decidibile mediante tableaux con un sviluppo
verso una generalizzazione di questi risultati. Altri temi di ricerca csono
stati il problema della definizione a della reduzione della necessita ai termini
di contingenza, l'applicazione del quadrato dell’opposizione e del cubo
dell’opposizione al modo, l'approccio al modo in termini di multi-imodo, cioè
mediante l'impiego di un linguaggio base avente come primitivi una moltitudine
d’operatori modali – contro la tesi dell’aequi-vocita di Grice. Nel campo della
scienza il tema su cui lavora in modo preminente è stato quello del contro-fattuale
della causa, a cui ha dedicato saggi destinati a un pubblico interessato
all'epistemologia giudiziaria alla Hart/Honore – causation in the law. If
you’re looking for the cause of what he did, what he did was very wrong –
implicature! Sempre in questo settore compone un saggio sull’abduzione, dove analizza
un caso giudiziario controverso, il disastro di Ustica. Sul tema di Ustica
compone un saggio che contiene una discussione metodologica delle indagini
ancora aperte sul caso, in merito alle quali cura attualmente un blog. Altre
opere: “Introduzione alla logica modale” (Il Saggiatore, Milano); “La Logica
del tempo” (Boringhieri, Torino); “Leggi di natura, modalita, ipotesi” (Feltrinelli,
Milano); “Eventi e cause: na prospettiva condizionalista” (Giuffre', Milano);
“Diritto, abduzione e prova” (Giuffre', Milano); “Ripensare Ustica,
Createspace); “Implicazione logica”; “Causalità
(filosofia) “Abduzione”; “Strage di Ustica, claudiopizziit.wordpress.com. Claudio
Pizzi. Pizzi. Keywords: la regola di Boezio, la tragedia d’Ustica, il se,
condizionale contro-fattico, Grice, il modo, operatore di modo, cubo di Aristotele,
il cubo dell’opposizione, opposizione quadratica, opposizione cubica, prova,
causa, probabilita, l’idea di causa, ‘Actions and Events’ – causa ed aitia – il
significato di causa in Cicerone – di causa a cosa – causa come latinismo – uso
di cosa come causa – evoluzione della cosa dalla causa – della causa della cosa
– implicazione, interplicazione, explicazione, interplicazione. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Pizzi” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738904654/in/datetaken/
Grice e Pizzorno – la pollitica assoluta – filosofia
italiana – filosofia del sindacato, filosofia fascista -- Luigi Speranza (Trieste). Filosofo. Studia a Torino. Insegna ad Urbino,
Milano e Fiesole. Oltre agli importanti studi sulla materia sociologica conduce
ricerche di sociologia economica e politica, in special modo sulle
organizzazioni sindacali e sui conflitti di classe, sulla politica italiana e i
suoi aspetti, sui rapporti tra sistemi politici ed economici nelle società
industriali. Saggi: “Le classi sociali” (Il Mulino); “Comunità e razionalizzazione”
(Einaudi); “Lotte operaie e sindacato in Italia, “Le regole del pluralismo”; “I
soggetti del pluralismo”; “Classi, partiti, sindacati (Bologna); “Le radici
della politica assoluta (Feltrinelli): “Il potere dei giudici” ("Il
nocciolo", Laterza); “Il velo della diversità: studi su razionalità e riconoscimento
(Feltrinelli); “Sulla maschera” (Il Mulino). Treccani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Grice: “The reason why Pizzorno – bless his soul – does not criticize
fascism, is that he possibly finds his theory of ‘communitarianism,
razionalization and community, and the appeal to Tonnies’s community, almost
too fascist to be true! – it’s the ‘bund’ – and other fascist conceptions that
I sindacati had to fight against during the veintennio fascista!”. Grice: “The
pity with PIzzorno is that he focuses on sindacati as from 1968, when he was
getting drunk in Paris! He should have studied the sindicati during the
veintennio fascista!” -- Grice: “I am pleased that Pizzorno quotes me. He
apparently says that he is not into ‘conversation’ in the *sense* (senso) of
Grice. Footnote there. When the index was compiled, Pizzorno, who was at Oxford
at the time and could have asked (or axed), had no idea what my Christian name
was, so he followed Speranza’s advice: ‘when you do not know the first name or
Christian name use ‘John’ – so he did. (The corollary to Speranza’s corollary
is: when you don’t know the surname, use ‘Smith’). So Grice, J. I became in his
name index!” Alessandro Pizzorno. Pizzorno. Keywords: politica assoluta,
razionalita e riconoscimento, razionalizzazione, soggetti del pluralism, lotta
operaia, sindacato, la politica assoluta, fascismo -- Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Pizzorno” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738886114/in/datetaken/
Grice
e Plantadossi – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Ripatransone). Filosofo. Saggi: “Conclusiones”, “Lectura
super Primum Sententiarum”, “Prologi”; “Questiones”; “Questio de gradu
supremo”. Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Not to be confused with FRANCESCO of Marchia. This is JOHN of
Marchia. Nannini – metafisica, idea, exemplaris. Cf. H. P. Grice, “The problem
of the universals. From Ripa to me.” Giovanni da Ripa. Giovanni da
Ripatransone. Giovanni Plantadossi. Keywords: implicatura, universale, il
problema degl’universali, A. Combes, Vignaux, Nannini. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Plantadossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692212085/in/photolist-2mKS6HX
Grice e Plebe – il dizionario – filosofia italiana – filosofia
siciliana. Luigi Speranza (Alessandria).
Filosofo. Grice: “I think I love
Plebe: he wrote a beautiful chapter on Cicero and Latin rhetoric for his ‘brief
history of ancient rhetoric,’ and like my tutee Strawson, he approached
Aristotle and modernist logic in a genial way --.” I have been criticized for
titling ‘Sicilian philosophy’ anyone from Sicily, even if he left Sicily when
he was three years old. In such a case, Plebe is a representative of Sicilian
philosophy, my critic would say. Born in Italy, he jumped to the isle to teach
… philosophy!” Seguo il verso di Orazio “Odio la massa e me ne tengo lontano”.
Solo in questo sono uomo di destra. Studia a Torino. Insegna a Perugia e Palermo.
Filosofo inizialmente marxista, ha una clamorosa rottura e viene annoverato fra
i sostenitori dell'anticomunismo politico-culturale di quel periodo. Dopo una
militanza di due anni con i socialdemocratici di Saragat, aderisce al Movimento
Sociale Italiano. Rompe anche.Adere al
partito Democrazia Nazionale. Storico della filosofia, in particolare la antica
filosofia italica. Riavvicinatosi al marxismo, è editorialista del quotidiano Libero. Si
define come un illuminista scettico sostenitore d'un anarchismo. Altre saggi: “Hegel.
Filosofo della storia” (Torino, Edizioni di Filosofia); “La teoria del comico”
(Torino, Giappichelli); “Gli hegeliani d'Italia” Vera, Spaventa, Jaja, Maturi,
Gentile” (Torino, SEI); “Spaventa e Vera” (Torino, Edizioni di filosofia; “La
nascita del comico: nella vita e nell'arte degli antichi italici e romani”
(Bari, Laterza); “Filodemo e la musica” (Torino, Edizioni di filosofia); “Processo
all'estetica” (Firenze, Nuova Italia); “Il problema kantiano” (Torino, Edizioni
di filosofia); “Breve storia della retorica” Milano, Nuova Accademia); “La
dodecafonia” (Bari, Laterza); “La logica formale” (Bari, Laterza); “Discorso
semi-serio sul romanzo” (Bari, Laterza); “Estetica” (Firenze, Sansoni); “Storia
della filosofia. Per il liceo classico” (Messina, D'Anna); “Termini della
filosofia” (Roma, Armando); “Antica filosofia italica” (Firenze, Nuova Italia);
“Che cosa è l'Illuminismo” (Roma, Ubaldini); “Che cosa ha veramente detto Marx
(Roma, Ubaldini); “Che cosa ha veramente detto Hegel” (Roma, Ubaldini); “Atlante
concettuale delle nuove filosofie: termini di denunzia, categorie dell'anti-conformismo,
formule di moda, vecchi concetti in nuove filosofie” (Roma, Armando); “L'estetica
italiana dopo Croce” (Padova, RADAR); “Che cosa è l'estetica?” (Roma,
Ubaldini); “Che cosa è l'espressionismo?” (Roma, Ubaldini); “Dizionario filosofico”
(Padova, RADAR); “Storia del pensiero” (Roma, Ubaldini); “Filosofia della re-azione”
(Milano, Rusconi); “Quel che non ha capito Marx” (Milano, Rusconi); “Il
libretto della destra” (Milano, Borghese); “A che serve la filosofia?”
(Palermo, Flaccovio); “Un laico contro il divorzio” (Roma, INSPE); “La civiltà
del post-comunismo” (Roma, CEN); “La filosofia italica” (Milano, Vallardi); “Il
materialismo: fisica, biologia e filosofia oltre l'ideologia” (Roma, Armando);
“Semiotica ed estetica” (Roma-Baden Baden); Il libro-Field educational
Italia-Agis); “Leggere Kant, Roma, Armando); “Logica della poesia” (Palermo,
Ila Palma); “Storia della filosofia” (Palermo, Ila Palma); “Manuale di
estetica” (Roma, Armando); “Manuale di retorica”; Roma, Laterza); “La filosofia
occidentale” (Roma, Armando); “Contro l'ermeneutica” (Bari, Laterza); L'euristica”
(Roma, Laterza); “I filosofi e il quotidiano” (Roma, Laterza); “Dimenticare
Marx?” (Milano, Rusconi); Politica (Milano, Rusconi); “Filosofi senza filosofia”
(Roma, Laterza); “Tornerà il comunismo?” (Casale Monferrato, Piemme); “Manuale
dell'intellettuale di successo” (Roma, Armando); Il quinto libro del capitale.
Marx contro i marxisti” (Milano, via Senato); Gl’illuministi. Obiettivo libertà
(Milano, via Senato); “Memorie di sinistra e memorie di destra. Un filosofo
negli anni ruggenti” (Palermo, Qanat). Storia della filosofia: Filosofi
italiani contemporanei, Bompiani, Milano); Il filosofo trasgressivo, cinema gay,
Sesso, politica e frecciate di un bastian contrario, La destra fece un brutto
affare. Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Armando
Plebe. Plebe. Keywords: il dizionario – Gentile hegeliano – Torino SEI – storia
della filosofia, antica filosofia italica, filosofia italica e filosofia
romana, antica filosofia romana, filosofia dell’antica roma, azione e reazione,
cicerone e la retorica Latina, la rhetorica ad herennium; Cicerone e la disputa
tra retorica e filosofia; la retorica come arte nel ‘De oratore’ ciceroniano;
la polemica di Quintiliano contro Seneca sulle sententiae; forma a contenuto
nella retorica ciceroniana; il dialogo de oratoribus; quintiliano, la decadenza
della retorica Latina; lessico logico, valore di verita, Strawson citato da
Plebe, testo di Strawson tradutto da Plebe in “Logica formale”, la polemica
Grice/Quine sotto Aristotele, connetivi, quantificatori, quadrato
dell’opposizione, indice alla storia della filosofia antica di Plebe, approccio
hegeliano alla storia della filosofia antica Latina – indice. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Plebe” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51700177027/in/photolist-2mPXDFp-2mPCBQQ-2mNbFJE-2mNaHiH-2mLLZRD-2mLGRht-2mLyVqx-CkaHMd-CntuMM-CntseF
Grice e Poggi – implicatura – filosofia italiana – il
veintennio fascista – incontro con Mussolini ad Ancona – filosofia ligure – I
fatti di Sarzana – lasciato in liberta da Mussolini – massone proibiti -- Luigi
Speranza (Sarzana). Flosofo. Colpito dalla violenza usata nei confronti del
popolo durante le giornate milanesi e dal temporaneo esilio che dovettero subire
alcuni socialisti amici di famiglia. Questo lo porta a simpatizzare per quel
partito che stava nascendo e al quale si iscrise. Studia a Palermo e Genova.
Pubblica “La questione morale nel socialismo: Kant e il socialismo.” Insegna a
Genova. Ppartecipa come delegato al Congresso socialista di Ancona, nel corso
del quale ebbe un duro scontro con il massimalista Mussolini sul problema della compatibilità o
meno del socialismo con la massoneria. L'assemblea
da in quell'occasione una larga maggioranza alla tesi di Mussolini dell'incompatibilità.
Si reca nelle domeniche d'inverno al palazzo genovese di via Palestro dove
Rensi animano un vero e proprio salotto, arricchito dalla presenza di illustri
personalità quali il poeta e romanziere Pastorino, Buonaiuti, Sella o Rossi. Mussolini si ricorda
di quel suo leale tenace avversario e lo liberar, come attesta una
registrazione esistente nel suo fascicolo personale presso l'Archivio Centrale
dello Stato, lasciato in libertà dal Tribunale speciale per la sicurezza dello
Stato per atto di clemenza di S.E. il Capo del Governo. Saggi: “Lo stato
italiani” (Firenze, Bemporad); “Cultura e Socialismo” (Torino, Gobetti);
“Gesuiti contro lo stato liberale” (Milano, Unitas); “Filosofia dell'azione”
(Roma, Alighieri); “Concetto del Diritto e dello Stato: saggi critici” (Padova,
Milani); La preghiera dell'uomo” (Milano, Bocca); G. Meneghini, Socialismo spezzino,
appunti per una storia, Massa G. Meneghini, G. Meneghini Sui luttuosi fatti del
luglio v. Giuseppe Meneghini, La Caporetto del fascism Sarzana Mursia Editore
Milano, Pastorino, Mio padre Carlo
Pastorino, Genova G. Meneghini, G. Meneghini,
Poggi G. Meneghini, Poggi, Piero
Pastorino, Mio padre Carlo Pastorino, Genova, Liguria Edizioni Sabatelli,
Giuseppe Meneghini, Socialismo spezzino Appunti per una storia, Massa, Centro
Studi Agostino Bronzi,.Fatti di Sarzana Socialdemocrazia. Anti-fascista e uomo
di cultura, da Testimoni del tempo e della storia di Isa Sivori Carabelli. Alfredo
Poggi. Poggi. Keywords: stati pontificii, positivismo giuridico, filosofia
giuridica italiana contemporanea – il concetto di diritto, il concetto dello
stato italiano – incontro con Mussolini, lasciato in liberta da Mussolini, I
fatti di Sarzana, filosofia ligure, criticism kantiano, Adler, saggi sulla
filosofia dell’azione. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Poggi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689791889/in/photolist-2mPTxJB-2mPAuFE-2mLyVJy-2mKPS8q-2mPhuNk-2mKw3hq-2mKDGhr-2mKxnN1-2mKjsJY-2mPHbXQ-FJVKRC-FbXzmb-Ecrffr-BVvVQu-BqfWHD-Ck2izm-Ck5F6m-Ck9fTK-BvUfSB-AJp6ja-mwcBH4-my8CQ1-mwc4Gc-mwc6XV-mwctYM-mwdQhS-muiFDv-ihD8Yp-ihisHC
Grice e Pojero – Villa Pajero -- la setta iniziatica
– filosofia italiana – filosofia siciliana -- Luigi Speranza (Palermo). Filosofo. Grice: “Like me, he held symposia in his villa – Villa Amato-Pojero
in the Giardino Ingelse a Palermo – lots of Brits there!” StudIa a Napoli e Pisa.
La sua villa ai Giardini Inglesi divenne luogo di incontro di filosofi. La sua
biblioteca e punto di incontro di filosofi come Gentile, Vailati, Brentano, e Gemelli.
Critica il razionalismo, incapace di comprendere la metafisica. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Amato Pojero. Giuseppe Pojero. Pojero.
Keywords: la setta iniziatica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pojero” – The
Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737398687/in/datetaken/
Grice e Poli – implicatura – filosofia
italiana. Luigi Speranza (Cremona). Filosofo. – e: Bologna. Insegna a Milano e
Padova. Pubblica il saggio di “Filosofia elementare”, un eclettico sistema di
empirismo e razionalismo. “Saggi
di scienza politico-legali” considerano il diritto un insieme di scienza in
quanto trattano dei principi e di arte in quanto applicazione di un principio giuridico
nella valutazione dei singoli casi. Il diritto e un'espressione provvidenziale.
Si distingue in naturale e in positivo. Combatte il positivismo negli “Studii
di filosofia contemporanea”, ri-vendicando la superiorità dello spirito sulla
materia. “Saggio filosofico sopra la scuola dei moderni filosofi
naturalisti -- coll'analisi dell'organologia, della craniologia, della fisiognomia,
della psicologia comparata, e con una teoria delle idee e de' sentimenti”
(Milano); “Primi elementi di filosofia” (Napoli); “Elementi di filosofia teoretica
e morale” (Padova); “La filosofia elementare” (Milano); “La scienza politico-legale”
(Milano), “Filosofia, Istituto Lombardo. Rendiconti); Studii di filosofia
contemporanea, Istituto Lombardo. Rendiconti, Cenni sull'opera di Simone
Corleo: il sistema della filosofia universale, ovvero la filosofia
dell'identità, Istituto Lombardo. Rendiconti, La filosofia dell'incosciente, Istituto
Lombardo. Memorie», Studi C. Cantoni, Studio della vita e delle opere. Milano, Filosofia
Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Dizionario biografico austriaco. Il
linguaggio, presidendeo dale grandi controversie de’ filosofi intorno alla sua
origine e alla sua formazione, antro non e che elil complesso de’ segni
destinati ad esprimere le nostre idee e I nostril sentimente. E comeche vari
siano codesti segni per la loro indole e per la loro origine, cosi varia e la
specia del linguaggio naturale, ossie delle grida, dei gesti e dell’azione, ed
artificiale, ossia della parola e della scrituttura. Fra tutte le opinioni,
sembra incontrastabile prima di tutto che gl’animali hanni i segni d’una
specidie di linguaggio naturale nelle gride e nei moti. Ma questi signi sono o
incerti e inisignificanti. O quasi sempre dubii almameno per noi, senza che sia
in loro il potere di perfezionarli. In secondo luogo, e dimostrate che
gl’animali quantunque forniti dell’organo della loquella e dell’udito, come
anche della facultata di associare e d’imitare, non poterono mai giungere
all’invenzione del linguage veramente articolato, e cio per difetto senza
dubbio della facolta superior di della ragione. Sicche i pappagalli, che pur
vanno ripetendo le voci umana, non hanno al pari delle scimie ne’ loro gesti
una vera connessione mentale tra i suoni e le idee annessse, come il
dimonstrano il loro parlare a caso ne mai correlative alle domande nuove e
straordinarie, e la loro incapacita a ingrandire ed estendere il linguaggio gia
appreso. In tterzo luogo e sicuro che com’e impossibile che gl’animale reseano
dell’uso d’un linguaggi overamente articolato, non possedendo le idee astratte
e generali delle quali esso si compone, cosi riusicrebbe loro affatto inutile,
non avendo bisodno di espremiere tutti i nostri pensieri e tutti i nostri
sentimenti. Baldassare Poli. Poli. Keywords: naturalisti, organologia,
craniologia, fisiognomia, psicologia comparata. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Poli,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701255863/in/photolist-2mLEs8a-2mLHzhB-2mPxhsE-2mKTyvC-2mPpVqK-2mKFeJo-2mKU7b1-2mPs71e-2mPEECV-2mPoBGn-2mKBwcu-2mKAsyK-2mKCnei-2mPNG7N-2mKyErQ-2mPE3Bq-2mKDA5r-2mKw3hq-2mKDwcr-2mKEJsY-2mKxnN1-2mKA5tC-2mKAuZM-2mKCfz1-2mKjsJY-2mKbpiZ-2mKbok1-2mPLygi-2mPHbXQ-2mHGgw3-2mGT6p1-2mGnP2f-2b7eYAu-22DwUXj-243yMxV-2mES4nb-Eoj4SX-E58e4H-E4u3XA-Dw1w1R-CRAGiK-DcDDsS-DeWyrT-DndBhH-Bq6mau-CfbuaM-CkaHMd-Cntjci-Ckaz7s-CntuMM
Grice e Pollastri – olismo hegeliano – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Studia a Firenze.
Studia la filosofia della natura di Hegel. Si occupa in particolare di
filosofare con le persone, campo nel quale dsvolge la filosofia. Ha uno
sportello di consulenza presso il quartiere 4, Centro di Salute Mentale della
ASL. Pubblica Apogeo Il pensiero e la vita, Consulente filosofico cercasi,
Il filosofo in azienda e L’uomo è ciò che pensa. Fonda Phronesis Associazione
Italiana per la Consulenza Filosofica, IPOC. Collana “Pratiche Filosofiche” diretta da U.
Galimberti per Apogeo e cura la collana “Dialogos”, sempre per l’editore
IPOC. Insegna consulenza filosofica in numerose università italiane. Ha
inoltre all’attivo ricerche in campo tradizionalmente filosofico come l’assoluto
eternamente in sé cangiante. Interpretazione olistica del sistema hegeliano (La
Città del Sole), alcuni articoli di filosofia politica e altri di filosofia
dell’improvvisazione. Accanto al suo impegno nella filosofia, si occupa
di commenti alla musica, in particolare nel campo del jazz. Collabora con
“Musica Jazz”, “Il Giornale della Musica” e “All About Jazz Italia”. Pubblica
la biografia artistica di R. Tesi, Una vita a bottoni (Squilibri). Attivo in campo
teatrale, come amatore ha esperienze di attore, recitando in lavori di Ionesco,
Nicolaj, Feydeau, e Simon, e regista. Direge Sorelle Materassi di F. Storelli
dal saggio di A. Palazzeschi, “La tettonica dei sentimenti” e “Siamo momentaneamente
assenti” di L. Squarzina. La sua teoria
della consulenza filosofica e tutt'uno con una più generale concezione della
filosofia e del filosofare. È all’interno di questa idea generale, che
comprende una visione della società, degli orizzonti, dei destini della
filosofia e il ruolo che il filosofo si svolge, che può essere inserita la sua visione
della consulenza filosofica. Il punto di partenza potrebbe essere posto in
un’analisi della società e nel ruolo che in essa giocano le psicoterapie e, più
largamente il linguaggio e la cultura psico-terapeutica. La sua idea sembra
essere quella di chi vede in corso un processo di trasformazione del dolore del
male in una pato-logia psicologicamente rilevabile e curabile. Oggi, tanto i
manuali psico-patologici come DSM-IV, quanto la cultura diffusa, da rotocalco
(sovente però confortata da medici e psicologi che sui rotocalchi scrivono),
tendono a far credere che ogni qualvolta si stia “male” ipso facto si sia “malato”
e che, di conseguenza, sia necessario un terapeuta che ci guarisca. Ciò
ovviamente porterebbe ad un estremo impoverimento nella capacità umana di
comprendere e affrontare la vita. In un mondo in cui ogni dolore è SINTOMO e
l’unica cosa che sembra avere importanza è che esso venga eliminato, la
filosofia e la consulenza filosofica (che sembrano più essere due momenti di
un'unica disciplina piuttosto che due cose diverse) non si presentano come
pensiero risolutivo. Prendere decisioni e risolvere problemi sono due modi
attraverso cui si banalizza la complessità e anche il fascino di ogni
esperienza vitale umana. Se c’è qualcosa di davvero originale e inattuale che
la filosofia offre agl’uomini ciò è giustappunto una prospettiva che vada oltre
l’agire tecnico finalizzato, l’intervento manipolativo sulla realtà e, dunque,
l’idea stessa di efficacia. Con questa impostazione non stupisce dunque che veda
in modo estremamente critico la presenza del concetto di aiuto nella consulenza
filosofica. Chi si concentra sull’aiutare il consulente rischia di fare
semplicemente una psico-terapia mascherata e poco efficace. Concentrarsi
sull’ausilio e la soluzione dei problemi posti dal consultante può
disperdere la realtà e originale potenzialità della filosofia nel campo della
considerazione dei problemi degli individui e della loro vita. Può annullare la
capacità di ri-orientare il pensiero e l’agire che la ri-flessione filosofica
porta con sé come sua assoluta specificità. Può, infine, privare gl’individui e
la società di quella che è forse oggi rimasta l’ultima branca del sapere
svincolata dallo strabordante e acritico dominio del produrre, del finalizzare,
e della tecnica. L’onnipresenza del paradigma tera-peutico non deve fare sì che
si dimentichi anche il rapporto sano che la filosofia può mantenere con la
psicologia rettamente intesa. La psicologia cioè come ricerca di ciò che è
proprio del comportamento umano che ogni filosofo coltiva. Come studio
sull’uomo, e al pari di altre scienze umane che cercano di coglierne altre
limitate ma fondamentali dimensioni (si pensi all’antropologia o alla
sociologia), la psicologia e tenuta in considerazione dallo sguardo del
consulente. La psicologia è stata nient’altro che una conoscenza tra le molte che
la filosofia doveva comprendere, criticare, porre nel giusto posto che a essa
spetta entro una comprensione filosofica del mondo. E se il filosofo non
disdegna di occuparsi anche di psicologia, perché oggi il filosofo consulente
dove temere oltremisura di fare riferimento anche a essa? Posta in un orizzonte
conoscitivo e non terapeutico, la psicologia non è evitata, al pari di ogni
altra disciplina, al consulente filosofico. Lo spazio entro cui colloca la sua
azione e la sua riflessione implica una lettura della filosofia come del tutto
connessa con la vita di ogni singolo uomo. Difficile cogliere la cesura tra
questi e il filosofo. Se questa differenziazione ha sicuramente un valore
indicativo, convenzionale, utile per distinguere chi ha fatto della riflessione
il centro della vita, è difficile invece trovare una differenza essenziale tra
costui e l’uomo comune. L’uomo è necessariamente filosofo. Le ragioni di questa
necessità sono connesse con nell’essenza fragile, limitata, mortale dell’uomo, è
da questa necessità che deriva l’urgenza dell’uomo a porsi domande, cercare senso,
aspirare alla conoscenza, essere, cioè philo-sophos, amante del sapere. Ma se
l’uomo è perennemente filosofo è anche perché è propria della filosofia
l’incapacità di arrestarsi a un dato, a un risultato che non sia ulteriormente
indagabile. La disciplina in questione così si mostra propriamente nella sua
attività più che nel suo corpus di conoscenze. Anche la filosofia pratica,
dunque, si conclude là dove produce qualcosa di pratico per diventare altro:
morale, politica, diritto. Da questa visione se ne deduce la inapplicabilità
della filosofia in generale e più specificatamente l’impossibilità di concepire
la consulenza filosofica come una sorta di filosofia applicata alla vita. Il
fatto è che la filosofia non si applica, oppure è sempre applicata: essendo
amore per il sapere, è infatti qualcosa di perennemente in movimento- è un
agire, un fare. E non c’è fare che non sia fare qualcosa. Quello della
filosofia è il filosofare, vale a dire il cercare e ri-cercare, il ri-tornare
sempre di nuovo sul problema, inappagati dall’apparente soluzione, il
ri-flettere incessantemente per mettere a prova le nostre capacità di
comprensione. Questo agire, che è pura e semplice filosofia, non può essere
applicato perché lo è già sempre, non potendo avvenire senza un argomento, un
tema, un problema e senza individui pensanti sui quali esso agisce, produce,
come tutte le attività, effetti pratici concreti. Saggi: “L' assoluto
eternamente in sé cangiante”; “Interpretazione olistica del sistema hegeliano”;
“Studi sul pensiero di Hegel (La Città del Sole); “Il pensiero e la vita”; “Guida
alla consulenza e alle pratiche filosofiche (Apogeo); “Consulente filosofico
cercasi” (Milano, Apogeo); “L’uomo è ciò che pensa: sull’avvenire della pratica
filosofica” (Girolamo, Trapani); “Il filosofo in azienda: pratiche filosofiche
per le organizzazioni” (Apogeo, Milano); “Tesi. Una vita a bottoni, in A viva voce,
Squilibri); “La consulenza filosofica”; “Breve storia di una disciplina atipica,
in Intersezioni, Achenbach e la fondazione della pratica filosofica, in
Maieusis, La consulenza filosofica tra saggezza e metodo, in“Inter-sezioni, Razionalità
del sentimento e affettività della ragione”; “Appunti sulle condizioni di
possibilità della consulenza filosofica”; “Discipline Filosofiche, Teoria
pratica” e palle di biliardo”; “La consulenza filosofica come mappatura
dell’esistenza, in “La cura degl’altro: la filosofia come terapia dell’anima”
(Siena); “Il consulente filosofico di quartiere, in Autaut, Analisi di P. Rovatti,
La filosofia può curare?, in Phronesis, Prospettive politiche della pratica
filosofica, in Humana.mente, Improvvisare la verità. Musica jazz e
discorso filosofico, in Itinera. D. Miccione, La consulenza Filosofica, Xenia. Neri
Pollastri. Pollastri. Keywords: olismo hegeliano, etimologia di consultare,
consolare, consultare, console – con-solus --, mutuo consiglio, Böttcher Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Pollastri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738831049/in/datetaken/
Grice e Pomponazzi -- l’affair pomponazzi – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Mantova). Flosofo. Important Italian
philosopher. Di famiglia agiata. Studia a Padova sotto Nardò, Riccobonella e Trapolino. Insegna
a Padova, Carpi, Padova, Venezia, Ferrara, Mantova, e Bologna. Pubblica “De
maximo et minimo”. Publica un commento al “De anima” aristotelico. Scrive il “Trattato
dell’immortalita dell’anima” (Bologna), il “Il fato, il libero arbitrio e la predestinazione”
(Grataroli, Basilea) e il “De naturalium effectuum causis, sive de
incantationibus” (Grataroli, Basilea) oltre a commenti delle opere di Aristotele.
Il “Tractatus de immortalitate animae, in cui sostiene che l'immortalità
dell'anima non può essere dimostrata razionalmente, fa scandalo. Attaccato da
più parti, la pubblicazione è pubblicamente bruciata a Venezia. Denunciato da Fiandino
per eresia, la difesa di Bembo gli permette di evitare terribili conseguenze. E
condannato da Leone X a ritrattare la sua tesi. Non ritratta. Si difende con la
sua Apologia e con il Defensorium adversus Augustinum Niphum, una risposta al
De immortalitate animae libellus di Nifo, in cui sostiene la distinzione tra
verità di fede e verità di ragione, idea ripresa da Ardigò. Evita ogni
problema pubblicando il “De nutritione et augmentatione”, il “De partibus
animalium” e il “De sensu”. Muore suicida. Per i peripatetici, l'anima è l'atto
(entelechia) primo di un corpo che ha la vita in potenza. L’animo è la sostanza
che realizza la funzione vitale dei corpi. Tre sono le funzioni dell'anima: la
funzione vegetativa per la quale gl’esseri vegetali, animali e umani si nutrono
e si riproducono; la funzione sensitiva per la quale gl’esseri animali e umani
hanno sensazioni e immagini; la funzione intellettiva, per la quale gl’esseri
umani comprendono. La funzione intelletiva è la capacità di giudicare le
immagini fornite dai sensi. L'atto dell'intendere si identifica con l'oggetto
intelligibile, cioè con la sostanza dell'oggetto, ossia con la verità. L’intelletto
possibile o passive è la capacità umana di intendere. L’intelletto attuale o
attivo o agente è la luce intellettuale. L’intelleto agente contiene in atto ogni
intelligibile, e agisce sull'intelletto potenziale come la luce mostra, mette
in atto i colori che al buio non sono visibili ma pure esistono e dunque sono
in Potenza. L’intelletto agente mette in atto una verità che nell'intelletto possibile
e soltanto in potenza. L'intelletto agente è separato, non composto,
impassibile, per sua essenza atto separato, esso è solo quel che è realmente. Questo
è immortale ed eterno. Bisogna esaminare se la forma esista anche dopo la
dissoluzione del composto. Per alcune cose nulla lo impedisce, come, ad esempio
nel caso dell'anima, ma non dell'anima nella sua interezza, bensì
dell'intelletto, poiché è forse impossibile l'esistenza separata dell'anima
intera. I parepatetici a Padova si sono divisi in due correnti: gli’averroisti
e gl’alessandrini, seguaci questi delle interpretazioni di Alessandro di
Afrodisia. Gl’averroisti, secondo una concezione influenzata dall’idealismo
sosteneno l'unicità e la trascendenza non solo dell'intelletto agente, ma anche
dell'intelletto possibile, che per lui non appartiene agl’uomini ma è unico e
comune all'intera specie umana. Gl’alessandrini manteneno l'unicità
dell'intelletto agente, che fano coincidere con il divino, ma attribuisceno a
ciascun uomo un intelletto possibile individuale, mortale insieme con il corpo.
Va ricordato che per Aquino nell'uomo è presente un'unica anima per sua natura
(simpliciter) immortale, ma per un certo aspetto (secundum quid) mortale, in
quanto anche legata alle funzioni più materiali dell'essere umano. Trae
spunto da una discussione con Raguseo il quale, avendo sostenuto che la teoria
d’Aquino sull'anima non si accorda con quella aristotelica, lo prega di provare
le sue affermazioni mediante mezzi puramente razionali. Fecero bene gli
antichi a porre gl’uomini tra le cose eterne e quelle temporali, cosicché gl’uomini,
né puramente eterni né semplicemente temporali, partecipano delle due nature e
stando a metà fra loro, può vivere quella che vuole. Così, alcuni uomini
sembrano dei perché, dominando il proprio essere vegetativo e sensitivo, sono
quasi completamente razionali. Altri, sommersi nei sensi, sembrano bestie.
Altri ancora, uomini nel vero senso della parola, vivono mediamente secondo la
virtù, senza concedersi completamente né all'intelletto e né ai piaceri del
corpo. Gl’uomini dunque, sono di natura non semplice ma molteplice, non
determinata ma bifronte – ancipitis -- media fra il mortale e l'immortale. Questa
medietà non è il provvisorio incontro di due nature, una corporea e una
non-corporea, che si divideranno con la morte, ma è la dimostrazione della
reale unità degl’uomini. La natura procede per gradi. Gl’esseri vegetali hanno
un poco di anima. Gl’animali hanno i sensi e una certa immaginazione. Alcuni
animali arrivano a costruirsi case e a organizzarsi civilmente tanto che molti
uomini sembrano avere un'intelligenza molto inferiore alla loro. Vi sono animali intermedi fra la pianta e la
bestia, come la spugna della scimmia non sai se sia uomo o bruto, analogamente
l'anima intellettiva è media fra il temporale e l'eterno. Polemizza cogl’averroisiti
che hanno scisso dalla naturale unità umana il principio razionale da quello
sensitivo e con’Aquino, rilevando che l'anima, essendo unica, non può avere due
modi di intendere, uno dipendente e un altro indipendente dalle funzioni dei corpi.
La dipendenza dell'intelligenza dalla fantasia, che dipende a sua volta dai
sensi, lega l'anima indissolubilmente al corpo e ne fa seguire lo stesso
destino di morte. È capovolta la tesi
fondamentale d’Aquino. L'anima è per sé mortale e secundum quid, in un certo
senso, immortale, e non il contrario, perché nobilissima fra le cose materiali
e al confine con le immateriali, profuma di immortalità ma non in senso
assoluto (aliquid immortalitatis odorat, sed non simpliciter). E ricorda che
per Aristotele l'anima non è creata da Dio. Gl’uomini infatti sono generati
dagl’altri uomini e anche dal sole. Riguardo al problema del rapporto fra
ragione e fede, solo la fede, non le ragioni naturali, può affermare
l'immortalità dell'anima e coloro che camminano per le vie dei credenti sono
fermi e saldi, mentre per quanto attiene
i problemi etici che la mortalità dell'anima potrebbe suscitare, afferma che
per comportarsi virtuosamente non è affatto necessario credere all'immortalità
dell'anima e alle ricompense ultraterrene, perché la virtù è premio a sé stessa
e chi afferma che l'anima è mortale salva il principio della virtù meglio di
chi la considera immortale, perché la speranza di un premio e il terrore della
pena provoca comportamenti servili contrari alla virtù. Il Tractatus
provoca clamore e polemiche alle quale rispose, ribadendo le sue tesi con
l'Apologia, dove risponde alle critiche amichevoli di Contarini, Colzade e Fiandino.
Replica con il Defensorium adversus Agostinum Niphum alle critiche di Nifo,
professore di filosofia a Padova.Panizza chiese a Pomponazzi se possono esserci
cause sopra-naturali di eventi naturali, in contrasto con le affermazioni di
Aristotele, e se si debba ammettere l'esistenza del demonio anche per spiegare
molti fenomeni che si sono verificati. Dobbiamo spiegare questi fenomeni
con cause naturali, senza ricorrere al demonio. E ridicolo lasciare l'evidenza
per cercare quello che non è né evidente né credibile. D'altra parte, poiché l'intelletto percepisce
dati sensibili, un puro spirito non potrebbe esercitare un'azione qualunque su
qualcosa di materiale. Uno spirito non puo entrare in contatto con il mondo. In
realtà vi sono uomini che, pur agendo per mezzo della scienza, hanno prodotto
effetti che, mal compresi, li hanno fatti ritenere opera di santi o di maghi,
com'è successo con Abano o con Cecco d'Ascoli. Altri, ritenuti santi dal volgo
che pensa avessero rapporti con gli angeli sono magari dei mascalzoni. Facessero
tutto questo per ingannare il prossimo. Ma, a parte casi di incomprensione o di
malafede, è possibile che fenomeni mirabolanti hanno la loro causa
nell'influsso degli astir. È assurdo che un corpo celeste, che regge tutto
l'universo non possa produrre un effetto che di per sé e nulla considerando
l'insieme dell'universo. Cause naturali, comunque, secondo la scienza del
tempo: il determinismo astrologico governa anche le religioni. Al tempo degli
idoli non c'era maggior vergogna della croce, nell'età successiva non c'è nulla
di più venerato. Ora si curano i languori con un segno di croce nel nome di
Gesù, mentre un tempo ciò non accadeva perché non era giunta la sua ora. Ogni religione
ha i suoi miracoli quali quelli che si leggono e si ricordano nella legge di
Cristo ed è logico, perché non ci possono essere profonde trasformazioni senza
grandi miracoli. Ma non sono miracoli perché contrari all'ordine dei corpi
celesti ma perché sono inconsueti e rarissima. Nessun fenomeno ha dunque cause
non naturali. L’astrologo che abbia colto la natura delle forze celesti, può
spiegare tanto le cause di fenomeni che sembrano sopra-naturali che realizzare
opere straordinarie che il popolino considererà miracolose solo perché incapace
di individuarne la causa. L'ignoranza del volgo è del resto sfruttata da
politici e da sacerdoti per tenerlo in soggezione, presentandosi ad esso come
personaggi straordinari o addirittura inviati da Dio stesso. Se Dio ha
creato l'universo ponendo su di esso leggi fisiche precise, sarebbe paradossale
che egli stesso agisse contro queste leggi utilizzando eventi sovrannaturali
come i miracoli. L’universo è controllato e determinato dall'agire degli astri
e Dio agisce indirettamente muovendo questi ultimi. Sviluppa quindi una
concezione dell'universo deterministica. Se tale e la forze che governa il
mondo, se anche un fenomeno sopra-nturale ha una spiegazione nell'esistenza della
forza naturale così potente, esiste ancora una libertà nelle scelte individuali
dell'uomo? In Dio, conoscenza e causa delle cose coincidono e dunque egli è
veramente libero. Gl’uomini si esprimeno invece in un mondo dove tutto è già
determinato. Rifiutato il contingentismo degl’alessandrini, che salvano la
libertà umana criticando gli stoici per i quali non esiste né contingenza né
libertà umana, è costretto dalla sua concezione strettamente deterministica,
ove tutto è regolato dalla forza naturale superiori agl’uomini, a propendere
per l'impossibilità del libero arbitrio. L’argomento è difficilissimo. Gli
stoici sfuggono facilmente alle difficoltà facendo dipendere da Dio l'atto di
volontà. Per questo l'opinione stoica appare molto probabile. Nel cristianesimo
c'è maggiore difficoltà a risolvere il problema del libero arbitrio e della
predestinazione. Se Dio odia ab aeterno i peccatori e li condanna, è
impossibile che non li odi e non li condanni. Così odiati e reietti, è
impossibile che i peccatori non pecchino e non si perdano. Che rimane, allora,
se non una somma crudeltà e ingiustizia divina, e odio e bestemmia contro Dio?
E questa è una posizione molto peggiore di quella stoica. Gli stoici dicono
infatti che Dio si comporta così perché la necessità e la natura lo impongono.
Secondo il cristianesimo, il fato dipende invece dalla cattiveria di Dio, che
potrebbe fare diversamente ma non vuole, mentre secondo gli stoici Dio fa così
perché non può fare altrimenti. Espone la mortalita dell’animo con voce dolce e
limpidissima. Il suo discorso e preciso e pacato nella trattazione, mobile e concitato
nella polemica. Quando poi giunge a definire e a trarre le conclusioni, e rave
e posato. Nulla tenero con gli uomini di chiesa, isti fratres truffaldini,
domenichini, franceschini, vel diabolini riassume il suo spirito ironico e
motteggiante consigliando alla filosofia credete fin dove vi detta la ragione,
alla teologia credete quel che vogliono i teologi e i prelati con tutta la
chiesa, perché altrimenti farete la fine delle castagne ma e serio e senza
compromessi nelle sue convinzioni scrivendo nel “De fato” che Prometeo è il
filosofo che, nello sforzo di scoprire i segreti divini, è continuamente tormentato
da pensieri affannosi, non ha sete, non ha fame, non dorme, non mangia, non
spurga, deriso, dileggiato, insultato, perseguitato dagli inquisitori, ludibrio
del volgo. Questo è il guadagno dei filosofi, questa la loro ricompensa. Epperò
un filosofo e un dio terreno, tanto lontano dagli altri come un uomo o e dalla sua
figura dipinta e lui e pronto, per amore della verità, anche a ritrattare quel
che dico. Chi dice che polemizzo per il gusto di contrastare, mente. In
filosofia, chi vuol trovare la verità, dev'essere eretico. Trattati peripatetici
(Milano, Bompiani); B. Nardi (Firenze,
Monnier); N. Badaloni, Cultura e vita civile tra Riforma e Controriforma”
(Bari, Laterza); G. Zannier, Ricerche sulla diffusione e fortuna del De
Incantationibus” (Firenze, Nuova Italia); E. Garin, Aristotelismo veneto, Peripatetici veneti”
(Padova, Antenore); M. Sgarbi, “Tra
tradizione e dissenso (Firenze, Olschki); P. Vitale, “Un aristotelismo
problematico: il «De fato», Aristotele si dice in tanti modi, “Lo sguardo”. Treccani
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
di filosofia. Petrus Pomponatius. Pomponatius. Pietro Pomponazzi. Pomponazzi. Keywords:
peripatetismo veneto. Pomponazzi. Keywords: paripatetismo veneto -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice, Shropshire and Pomponazzi
on the immortality of the soul," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689160403/in/photolist-2mPmNVF-2mNaHiH-2mLQ1Vx-2mKLVA3-2mKAsyK-2mKv1Ab-2mKDwbv-2mKk2pP-2mKbo8n-2mKjibQ-2mKjhGt-2mKkohW-2mKfLXX-2mKhaME-2mKhc2y
Grice e Pontara – se il fine giustifichi i mezzi –
filosofia italiana -- (Cles). Filosofo. Grice: “I like Pontara: he wrote a whole essay on Kant’s problem
about the reduction of the categorical to the the prudential imperative, “Se il
fine giustifica i mezzi. Uno dei massimi studiosi della nonviolenza. Fortemente
dubbioso dell’eticità del servizio militare. Insegna a Torino, Siena, Cagliari,
Padova, Bologna, Imperia, Trento. Uno
dei fondatori di “Per la Pace”. Studia etica pratica e teorica, metaetica e
filosofia politica. “Se il fine giustifichi i mezzi” (Mulino, Bologna). Studia Nonviolenza,
Pace, Utilitarismo, in Dizionario di politica (Pomba, Torino); Neo-contrattualismo,
socialismo e giustizia, Democrazia e
contrattualismo, Riuniti, Roma); Filosofia pratica, Saggiatore, Milano, Antigone
o Creonte. Etica e politica (Riuniti, Roma); “Etica e generazioni future” (Laterza,
Bari); La personalità nonviolenta” (Abele, Torino); “Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza” (Abele, Torino); “Breviario per un'etica quotidiana” (Pratiche,
Milano); “Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, Teoria e pratica della
nonviolenza” (Einaudi, Torino). G. Pontara. Pontara. Keywords: Grice on the
mythic status of the contract in ‘Meaning Revisited’, Grice against the
quasi-contractualist, se il fine giustifichi i mezzi, contrattualismo. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Pontara” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701655769/in/photolist-2mPpwbZ-2mLGv16
Grice e Ponte – implicatura maschile – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Lodi). Flosofo. Studia
a Genova. Insegna a Pontremoli. D'impostazione tradizionalista, dopo gli studi
classici vive a Pontremoli. Storico delle idee e del diritto romano arcaico,
studioso di simbolismo, fonda la rivista di ispirazione evoliana “Arthos” -- cultura
tradizionale, testimonianza tradizionale, a cura di “Arya” di Genova. Cura il “Tractatus de potestate
summi pontifices”; La Cronologia vedica in appendice a La dimora artica dei
Veda. Tra i fondatori del movimento tradizionale romano. Collabora attivamente
con “Arya”, ispirate dall'O.I.C.L. Altre saggi: “Dei italici”; “Miti italici,”
“Archetipi e forme della sacralità romano-italica” (Genova, Ecig); “Il movimento
tradizionalista romano” (Scandiano, Sear); “La religione dei romani” (Milano,
Rusconi); “Il magico Ur” (Borzano, Sear); “I liguri: etno-genesi di un popolo”
(Ecig, Genova); “La città degli dei”; “La tradizione di Roma e la sua
continuità” (Ecig, Genova); "Favete Linguis!" Saggi sulle fondamenta
del Sacro in Roma antica” (Arya, Genova); "Ambrosiae pocula" (Tridente,
Treviso); "Nella terra del drago" note insolite di viaggio nel Regno
del Bhutan (Tridente, La Spezia); “Il mondo alla rovescia” (Arya, Genova); “In
difesa della Tradizione” (Arya, Genova); “Le sacre radici del potere” (Arya,
Genova); “La Massoneria volgare speculative” (Arya, Genova); “Lettere ad un
amico” (Arya, Genova); :Hic manebimus optime” (Arya, Genova); “Etica aria”
(Arya, Genova); “Aspetti del lessico pontificale: gli indigitamenta”; “ “I lari
nel sistema spazio-temporale romano”; “Santità
delle mura e sanzione divina,”; “Gl’arii”; “Via romana agli Dei”; Centro studi La Runa. Renato del Ponte. Ponte.
Keywords: implicatura maschile, ario, gl’arii, I liguri, romani, antica roma,
massoneria volgare. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ponte” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738808129/in/dateposted-public/
Grice e Ponzio – il segno dell’altro – semiotica
filosofica – filosofia italiana – Luigi Speranza (San
Pietro Vernotico). Filosofo. Studia a Bari sotto Semerari. Insegna a Bari. Cura
Rossi-Landi. Studia la fenomenologia della relazione interpersonale. Insegna a Brindisi,
Francavilla Fontana, Terlizzi. Studia Scienze dei linguaggi e linguaggi delle
scienze. Intertestualità, interferenze, mutuazioni. Pubblica “Enunciazione e testo letterario
nell'insegnamento dell'italiano come lingua straniera” (Guerra, Perugia); Linguistica generale, scrittura letteraria e
traduzione, Da dove verso dove. L'altra parola nella comunicazione globale, A
mente. Processi cognitivi e formazione linguistica, Lineamenti di semiotica e
di filosofia del linguaggio; Introduzione a M. Bachtin (Bompiani); “Il discorso
amoroso” (Mimesis) e Bachtin e il suo circolo (Bompiani, collana “Il pensiero
Occidentale” diretta da G. Reale); Summule logicales (Bompiani); Manoscritti
matematici (Spirali); La filosofia come professione, come istituzione,
presuppone una filosofia propria del linguaggio, che si esprime nella tendenza
del linguaggio al plurilinguismo dialogico, alla correlazione dialogica delle
lingue e dei linguaggi di cui sono fatte, una filosofia del linguaggio, in cui ‘del
linguaggio’ è da intendersi come genitivo soggettivo: un filosofare del
linguaggio, che consiste nella pluri-discorsività dialogizzata. I campi di suo
studio e di sua ricerca sono la semiotica e filosofia del linguaggio. Filosofia
del linguaggio è l'espressione che meglio esprime l'orientamento dei suoi studi
e come egli affronta i problemi relativi alla semiotica dal punto di vista
della filosofia del linguaggio, alla luce degli sviluppi delle scienze dei
segni, dalla linguistica alla bio-semiotica. In tal senso il suo
approccio può essere più propriamente definito come di pertinenza della semiotica
generale, anche se si occupa di semiotica generale, in termini di critica. La
semiotica generale supera l'illusoria separazione tra le discipline
umanistiche, da una parte, e quelle logico-matematiche e le scienze naturali,
dall'altra, evidenziando invece la condizione di inter-connessione. La sua
ricerca semiotica si riferisce a diversi campi e discipline, praticando un
approccio che è trasversale e inter-disciplinare, o come direbbe lui stesso
"in-disciplinato". Si occupa di semiotica, di linguistica e
delle altre scienze dei linguaggi e dei segni, nel senso della filosofia del
linguaggio, intendendo ‘del linguaggio’ non come indicazione dell'oggetto della
filosofia, della filosofia che si occupa del linguaggio, ma come “la filosofia”
del linguaggio stesso, come la sua attitudine al filosofare. Filosofia del
linguaggio e intesa come filosofia del dialogo, apertura all'altro,
disposizione all'alterità, arte dell'ascolto, messa in crisi del mono-linguismo,
del mono-logismo, inventiva, innovazione, creatività che nessun ordine del
discorso, nessuna de-limitazione dei luoghi comuni dell'argomentare, può controllare
o impedire. Il genere, come ogni insieme, uniforma indifferentemente, cancella
le differenze tra coloro che ne fanno parte, e implica l'opposizione altrettanto
indifferente con coloro che fanno parte del genere opposto. Ogni genere a cui
l'identità si appella per affermare la sua appartenenza, per esempio
comunitaria, etnica, sessuale, nazionale, di credo, di ruolo, di mestiere, di
condizione sociale, è in opposizione a un altro genere: bianco/nero;
uomo/donna; comunitario/extra-comunitario; co-nazionale/straniero;
professore/studente. Afferma che ogni differenza-identità, ogni differenza
di genere, al suo interno, è cancellazione della differenza singolare e ogni
genere. Ogni identità presuppone, in quanto basato sull'indifferenza e
sull'opposizione, prevede il conflitto. L'unica differenza non
indifferente e non oppositiva è la differenza singolare, fuori identità, fuori
genere, come d“sui generis” è l'alterità. Alterità intesa come relazione con
l'altro, alterità assoluta, di unico a unico, in cui ciascuno è in-sostituibile
e non indifferente. Un'alterità che l'identità rimuove e censura, relega nel
privato, ma che ciascuno vive e riconosce come vera relazione con l'altro.
Altre saggi “La relazione inter-personale” (Adriatica, Bari), “L’altro” (Adriatica,
Bari); “Linguaggio e relazioni sociali” (Adriatica, Bari); Produzione
linguistica e ideologia sociale (Donato, Bari); “Persone, linguaggi e
conoscenza” (Dedalo, Bari); “Filosofia del linguaggio e prassi sociale” (Milella,
Lecce); “Dialettica e verità -- Scienza e materialismo storico-dialettico” (Dedalo,
Bari); “La semiotica in Italia” (Dedalo, Bari); “Marxismo, scienza e problema
dell'uomo” (Bertani, Verona); “Scuola e pluri-linguismo (Dedalo, Bari); “All’origini
della semiotica” (Dedalo, Bari); “Segni e contraddizioni” (Bertani, Verona);“Spostamenti,
Percorsi e discorsi sul segno” (Adriatica, Bari); “Lo spreco dei significanti.
L'eros, la morte, la scrittura” (Adriatica, Bari); Fra linguaggio e letteratura”
(Adriatica, Bari); “Segni per parlare dei segni” (Adriatica, Bari); Filosofia
del linguaggio, Adriatica, Bari, Interpretazione e scrittura. Scienza dei segni
ed eccedenza letteraria” (Bertani, Verona); “Dialogo sui dialoghi (Longo,
Ravenna); La filosofia del linguaggio (Adriatica, Bari); “La tartaruga” (Ravenna,
Longo); “Filosofia del linguaggio”; “Segni valori ideologie” (Adriatica, Bari);
“Dialogo e narrazione” (Milella, Lecce); “Tra semiotica e letteratura” (Bompiani,
Milano); “La ricerca semiotica (Bologna, Esculapio); Il dialogo della menzogna”
(Roma, Stampa alternativa, Scrittura, dialogo e alterità” (Nuova Italia,
Firenze); Fondamenti di filosofia del linguaggio (Laterza, Roma); “Responsabilità
e alterità” (Jaca, Milano); “La differenza non indifferente. Comunicazione e guerra,
Mimesis, Milano); “Il segno dell'altro:
eccedenza letteraria e prossimità” (Scientifiche, Napoli); I ricordi, la
memoria, l'oblio. Foto-grafie senza soggetto (Bari, Sud); Comunicazione, comunità,
informazione -- comunicazione mondializzata e tecnologia (Manni, Lecce); “I tre dialoghi
della menzogna e della verità (Scientifiche, Napoli); “La rivoluzione
bachtiniana. Il pensiero di Bachtin e l'ideologia contemporanea” (Levante, Bari);
“Metodologia della formazione linguistica” (Laterza, Roma); “Che cos'è la
letteratura?” (Milella, Lecce); “Elogio dell'infunzionale -- critica dell'ideologia
della produttività” (Castelvecchi, Roma); “Semiotica della musica. Introduzione
al linguaggio musicale” (Graphis, Bari); “La coda dell'occhio. Letture del
linguaggio letterario” (Graphis, Bari); Basi. Significare, inventare,
dialogare” (Lecce, Manni); “La comunicazione” (Graphis, Bari); “Fuori campo: il
segno del corpo tra rappresentazione ed eccedenza (Mimesis, Milano); Il sentire
nella comunicazione” (Meltemi, Roma); Semiotica dell'io” (Meltemi, Roma); “I
segni e la vita la semiotica” (Spirali, Milano); “Uomini, linguaggi, mondo” (Milano,
Mimesis); “Il linguaggio e le lingue. Introduzione alla linguistica generale” (Bari,
Graphis); “I segni tra globalità e infinità. Per la critica della comunicazione
globale (Bari, Cacucci); “Semioetica (Roma, Meltemi); “Linguistica generale,
scrittura letteraria e traduzione” (Perugia, Guerra); “Semiotica e dialettica,
Bari, Sud); “La raffigurazione letteraria (Milano, Mimesis); Semiotica globale.
Il corpo nel segno (Bari, Graphis); Testo come ipertesto e traduzione letteraria,
Rimini, Guaraldi); Tesi per il futuro anteriore della semiotica. Il programma
di ricerca della Scuola di Bari-Lecce, (Milano, Mimesi); Dialoghi semiotici (Napoli,
Scientifiche); “La cifrematica e l'ascolto” (Bari, Graphis); “Fuori luogo.
L'esorbitante nella riproduzione dell'identico” (Roma, Meltemi); “A mente.
Processi cognitivi e formazione linguistica” (Perugia, Guerra); Lineamenti di
semiotica e di filosofia del linguaggio (Bari, Graphis); Tre sguardi su Dupin”
(Bari, Graphis); “Scrittura, dialogo, alterità” (Bari, Palomar); “Linguaggio,
lavoro e mercato” (Milano, Mimesis); “La dissidenza cifrematica” (Milano,
Spirali); Contexto, Da dove verso dove. La parola altra nella comunicazione
globale (Perugia, Guerra); “La visione ottusa” (Milano, Mimesis); “L’analisi,
la scrittura” (Bari, Graphis); Interpretazione e scrittura, Scienza dei testi
ed eccedenza letteraria” (Multimedia, Lecce); “In altre parole, Mimesis, Milano);
“La filosofia del linguaggio, Edizioni Laterza, Bari); “Marxismo e umanesimo.
Per un'analisi semantica delle Tesi su Feuerbach (Dedalo, Bari); “Manoscritti
matematici (Dedalo, Bari); Saggi filosofici, Edizioni Dedalo, Bari); Marxismo e
filosofia del linguaggio (Dedalo, Bari); Freudismo, Dedalo, Bari); Semiotica,
teoria della letteratura e marxismo (Dedalo, Bari); Il linguaggio, Bari, Dedalo);
“Linguaggio e classi sociali. Marxismo e stalinismo (Dedalo, Bari); Il metodo
formale e la teoria della letteratura” (Dedalo, Bari); “L'alienazione come
fenomeno sociale” (Riuniti, Roma); “Il linguaggio come pratica sociale” (Dedalo,
Bari); “Polifonie” (Adriatica, Bari); Scienze
del linguaggio e plurilinguismo. Riflessioni teoriche e problemi didattici” (Adriatica,
Bari); Scienze del linguaggio e insegnamento delle lingue e delle letterature.
Annali del convegno (Adriatica, Bari); “Tractatus. Summule logicales” (Adriatica,
Bari); “La significanza del senso, in “Idee”, “La genesi del senso”; Il linguaggio questo sconosciuto. Iniziazione
alla linguistica (Adriatica, Bari); Il linguaggio come lavoro e come mercato” (Bompiani,
Milano); Segni (Laterza, Bari); “Umanesimo ecumenico (Adriatica, Bari); “Semiosi
come pratica sociale” (Napoli, Scientifiche Italiane, Napoli); “Semiotica e ideologia”
(Milano, Bompiani); “Uccelli, Stampa alternativa, Baria); “Il mio ventesimo
secolo, Adriatica Bari); “Sulla traccia del grice” “Idee”, Emmanuel Lévinas, Su
Blanchot, Palomar, Bari); “Maschere. Il percorso bachtiniano fino alla pubblicazione
dell'opera su Dostoevskij (Dedalo, Bari); Idea e realtà dell'Europa: Lingue,
letterature, ideologie, “Annali della Facoltà di Lingue e Letterature
Straniere”, Schena, Fasano (Brindisi), Comunicazione, comunità, informazione” (Manni,
Lecce); “Paul Valéry, Cimitero marino, in “Athanor”, Il Mondo/il Mare, e in “L'immaginazione”, Problemi dell”opera di Dostoevskij (Sud, Modugno (Bari); Lisa Block de Behar, Al
margine (Sud, Modugno Bari) Michail Bachtin, Problemi dell'opera di Dostoevskij
Sud, Bari); “Significato, comunicazione
e parlare comune” (Marsilio, Venezia); “La scrittura e l'umano, Saggi,
dialoghi, conversazioni” (Bari, Sud); “Per una filosofia dell'azione responsabile”
(Manni, Lecce); “Vivant, Riflessioni su Lévinas” (Bari, Edizioni dal Sud); “Marxismo
e filosofia del linguaggio” (Manni, Lecce); “Il metodo della filosofia”; “Saggi
di critica del linguaggio” (Graphis, Bari); “Disoccupazione strutturale,
“Millepiani”, “Lingua, metafora, concetto”; “Vico e la linguistica cognitiva” (Sud,
Bari); Meditazioni (Sud, Bari);
“Dall'altro all'io” (Meltemi, Roma); Vita, Athanor. Semiotica, Filosofia, Arte,
Letteratura, Meltemi, Roma); “Linguaggio e scrittura” (Meltemi, Roma); “Trattato
di logica. Summule logicales (Bompiani, Milano); “Il linguaggio come lavoro e
come mercato” (Bompiani, Milano); “Basi della semiotica”; “Nel segno” (Bari,
Laterza); “Mondo di guerra, Athanor; “Semiotica, Filosofia, Arte, Letteratura”
(Roma, Meltemi); “Ideologia” (Meltemi, Roma); “Il freudismo” (Milano, Mimesis);
Karl Marx Manoscritti matematici, edizione critica con intruduzione, Spirali,
Milano, Renato Fucini, Le veglie di neri e All'aria aperta, ed. critica Leonard
G. Sbrocchi, Bari, Edizioni Dedalo); “Metodica filosofica e scienza dei segni” (Milano,
Bompiani); “Semiotica e ideologia” (Milano. Bompiani); Qohélet: versione in
idioma saletino e trad. Italiana, Caputo, Lecce, Milella); In dialogo.
Conversazioni (Milano, Esi, Athanor. Umano troppo disumano, Roma, Meltemi, Linguaggi,
Scienze e pratiche formative. Quaderni del Dipartimento di Pratiche linguistiche
e analisi di testi, Lecce, Pensa Multimedia, La filosofia del linguaggio (Bari,
Laterza); La filosofia del linguaggio
come arte dell'ascolto”; “Sulla ricerca scientifica” Bari, Edizioni dal Sud, Athanor.
La trappola mortale dell'identità, Roma, Meltemi e letture critiche, Bari, Sud,
Calefato, Logica, dialogica, ideologica. I segni tra funzionalità ed eccedenza,
Semiosi, infunzionalità, semiotica” (Milano, Mimesis); “La filosofia del linguaggio
come arte dell'ascolto”; “Sulla ricerca” (Bari, Sud,); Lingua e letteratura,
conoscenza e coscienza”; “Identità e alterità nella dinamica della coscienza
storica”; “Tutto il segnico umano è linguaggio; Per Qohélet emigrato nel Sud è
la vanità ad essere nienzi: dentr il
dialetto è straniera la parola dei re Frank Nuessel, “Virtual; Dal silenzio
primordiale al brusio della parola”; “lla ricerca della parola “vissuta”; Tutt'altro”;
“Infunzionalità ed eccedenza come prerogative dell'umano” (Milano, Mimesis).
Augusto Ponzio. Ponzio. Keywords: il segno dell’altro, semiotica filosofica, segno,
segnico, il segnico, l’amore, lo spreco del segno, Vico e la linguistica
cognitive; Landi; sottiteso, Grice, pragmatica, metafora, vailati. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Ponzio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738109076/in/datetaken/
Porta -- there may be another!
Grice e Porta – implicatura magica – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo.
Figlio d’Antonella Della Porta, di origine milanese, interprete di noti
sceneggiati Rai (da Sheridan, a Davide Copperfield, a Maigret) e dal baritono
Arturo La Porta, di famiglia pugliese (sul Gargano), diretto da Von Karajan e
in grandi compagnie con M. Callas, B. Gigli, T. Gobbi, G. Di Stefano, G.
Simionato, R.Tebaldi, al cinema (La signora dalle camelie, Casa Ricordi) e in
tv (Andrea Chénier di M. Landi, La traviata di M. Lanfranchi). Studia
Bruno a Roma. Cura “De umbris idearum” e il “Cantus Circaeus” in “Il nolese di
ghiaccio” (Bompiani).“Ti presento Sophia”Altri saggi: “La Magia”; “Coincidenze
miracolose, Storia della magia,e la trilogia di A come anima, A come amore e C
come cuore; Dizionario dell'inconscio e della magia” (Sperling); “Tu chiamale
se vuoi coincidenze” (Lepre). “Ricerca sul mito” “Sulle orme degli antenati” “Incontri nella notte, “Segnali”; "Immagini
da leggere"; “Bellitalia”. “Parlato semplice” “Bruno”, “Storia della Magia” “Storia della cavalleria” “Il mare di notte”, “Inconscio e Magia”,
“Inconscio e Magia Psiche”, “Guarire
insieme”. Studia il rapporto tra la filosofia antica romana e psicologia
junghiana. Collabora a “Abstracta”. “La Magia”; “L’Arte della Memoria” “Anima
Mundi” Insegna a Siena.Scuola di Psicoterapia Psicosintetica ed Ipnosi
Ericksoniana “H. Bernheim” di Verona.Istituto di Comunicazione Olistica Sociale,
Bari. Filoteo Giordano Bruno di Nola, Il canto di Circe, Roma, Atanor, Ombre
delle idee, Roma, Atanor, Itinerari
magici d'Italia. Una guida alternativa, Centro, Roma, Mediterranee, I grandi del
mistero, Firenze, Salani, Storia della
magia mediterranea, Roma, Atanor, Un'avventura nel Rinascimento” (Milano, Fiore
d'oro); “L'essenza dell'amore” (Roma, Atanor); Meyrink iniziato, Roma, Basaia);
“Morte di un bacio” (Roma, Lucarini); “I tarocchi di Bruno. Le carte della memoria”
(Milano, Jaca); “Racconti di tenebra” (Roma, Newton); “Bruno: tra magia e
avventure, tra lotte e sortilegi la storia appassionante di un uomo che,
ritenuto mago dai contemporanei, fu condannato per eresie dall'Inquisizione e
arso vivo sul rogo” (Roma, NCompton, La battaglia della montagna bianca,
Chieti, Solfanelli, PFantasmi. Storie e altre storie sulle orme di M. R. James”
(Roma, Compton); L’incubo e del terrore” (Roma, Compton); “Misteri di pietra”
(Roma, Grapperia); “Racconti per amore” (Roma, Lucarini); “Bruno: avventure di
un pericoloso maestro di filosofia” (Milano, Bompiani); “Roma magica e misteriosa”;
Dalla sedia del diavolo ai fantasmi di villa Stuart, dalla cripta dei
Cappuccini alla Porta Magica di piazza Vittorio: un viaggio affascinante nel
cuore segreto della città eterna e dei suoi dintorni” (Roma, Compton); “Misteri.
Quasi un manifesto della letteratura del mistero e del segreto” (Milano,
Camunia); Grandi castelli, grandi maghi,
grandi roghi” (Milano, Rizzoli); Storia della magia. Grandi castelli, grandi
maghi, grandi roghi” (Milano, Bompiani); “Il ritorno della grande madre” (Milano,
Saggiatore); “La magia” (Roma, Marsilio); “Coincidenze miracolose” (Roma, Idealibri);
“Donne magiche” (Roma, Idealibri); A come anima, Milano, Pratiche, La quiete
del Terrifico, Fasano, Schena, C come cuore. Pagine per lenire il mal d'amore,
Milano, Pratiche, Intervista Ettore Bernabei, Roma, Edizioni Eri, S come
seduzione; “Dizionario dell'eros e della sensualità” (Milano, Saggiatore); P
come passioni” (Dizionario delle emozioni e dell'estasi” (Milano, Tropea); “Dizionario
dell'inconscio e della magia” (Milano, Sperling); L'armonia del dolore, Roma,
Pagine, Agguato all'incrocio, Milano, Tu chiamale se vuoi coincidenze. Quaranta
storie realmente accadute” (Roma, Lepre); “Il mistero di Dante”; "Qui trovo libertà autentica", su
ecoradio. Gabriele La Porta. Porta.
Keywords: implicatura magica, Bruno, filosofia antica, Jung, il mistero di
Dante, il mistero d’Alighieri, Roma, etimologia di roghi, maestro pericoloso,
seduzione, sensualita, amore, estasi, storia della cavalleria, Atanor, Roma. --
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Porta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738737449/in/datetaken/
Grice e Porta – implicatura fisionomica – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Vico Equense),
filosofo. Grice: “He is the one with the funny illustrations of men and
animals! The Italian way to comment on Aristotle!” Figlio di Nardo Antonio e di
una patrizia della famiglia Spadafora, riceve le basi della sua formazione
culturale in casa, dove si era soliti discutere di questioni scientifiche, e
dimostra immediatamente le sue notevoli innate capacità, che poté sviluppare
attraverso gli studi grazie alle condizioni agiate della famiglia: il padre era
infatti proprietario terriero e armatore di navi. Prima il padre e poi il
fratello maggiore Gian Vincenzo ebbero a partire dal 1541 la carica di scrivano
di mandamento. La famiglia ha una casa a Napoli a via Toledo (il palazzo
Della Porta), una villa a Due Porte, nelle colline intorno a Napoli, e la villa
delle Pradelle a Vico Equense. Tra i suoi maestri vi sono il classicista e
alchimista Pizzimenti, e i filosofi Altomare e Pisano. Pubblica “Magiae naturalis
sive de miraculis rerum naturalium”. Pubblica un saggio di crittografia, il “De
furtivis literarum notis” dove escrive un esempio di sostituzione poli-grafica
cifrata con accenni al concetto di sostituzione poli-alfabetica. Per questo è
ritenuto il maggiore crittografo italiano. Quando già la sua fama e
consolidata, presenta il suo saggio sulla crittografia a Filippo II e viaggia in
Italia. Ha un saggio, “Sull'arte del ri-cordare” – ars reminiscendi
(Sirri, Napoli). Fondato intanto i
segrettari, l'Academia Secretorum Naturae, Accademia dei Segreti, per
appartenere alla quale e necessario dimostrare di effettuare una scoperta.
L'accento viene tuttavia posto più sul meraviglioso che sul scientifico. Le
raccolte di segreti costituivano un genere letterario che aveva incontrato una
straordinaria fortuna con l'avvento della stampa a caratteri mobili. Per “segreto”
si intende conoscenza arcana, ma anche ricetta, preparazione di farmaci e
pozioni d’effetto straordinaro, riguardante un argomento di medicina, chimica,
metallurgia, cosmesi, agricoltura, caccia, ottica, costruzione di macchine,
ecc. Colui che insegna a padroneggiarli e
chiamato professore di segreti. I segrettari sono però sospettati di occuparsi
di temi riguardanti la magia e l'occultismo, sicché e indagato dall'Inquisizione e il circolo dei
segrettari chiuso. A lui e tuttavia concesso di continuare gli studi di filosofia
naturale. Pubblica “Pomarium” sulla coltivazione degli alberi da frutta.
Pubblica “Olivetum”. Entrambi inclusi nella sua enciclopedia
sull'agricoltura. Pubblica “De
humana physio-gnomonia, della fisionomia degl’uomini” (Cacchi, Vico Equense). Ritiene che l'animo non è impassibile rispetto
ai moti del corpo e si corrompe per la passione. In “De ea naturalis
physio-gnomoniae parte quae ad manum lineas spectat” (Trabucco, Napli) studia
con attenzione i segni delle mani dei criminali. Un tale segnio non e frutto
del caso ma importante indizio per comprendere appieno il carattere degl’uomini.
Pubblica “Phyto-Gnomonica” (Salviani, Napoli) dove evidenzia l'analogia tra
piante e animali, stimolato dai contatti con alcuni alchimisti, poderoso saggio
sulle proprietà dei vegetali messe in analogia con le varie parti del corpo
umano, basato sull'antica dottrina delle segnature. Corredata da tavole illustrate, estende il
concetto di “fisio-gnomica” alle piante -- elencandole a seconda della loro
localizzazione geografica. Ravvisa collegamenti occulti tra la morfologia
delle piante e quella dei minerali, degl’uomini, e persino, indirettamente,
degli astri e dei pianeti dell'astrologia, in una sorta di zoo-morfismo. Affascinato
ed entusiasta per il gran Paracelso e per i suoi dottissimi seguaci perché la
spagiria produce al mondo rimedi non mai più per l'addietro caduti negli umani
intelletti. Onde da solleciti
investigatori de' secreti della natura applicati a morbi, ritrovano soblimi ed
infiniti rimedi, onde la medicina, così gran tempo ristretta negli angusti suoi
termini, or, allargando fuori, ha ripieno il mondo de' suoi meravigliosi
stupori. La sua villa e frequentata da Campanella. Amico di Sarpi. Conosce
anche Bruno. Per ordine dell'inquisitore veneziano doverichiedere il permesso
per le sue pubblicazioni a Roma. Si incontra con Sarpi e con Galileo. Incontra
i Cesi. Pubblica la “Taumatologia”
(Sirri, Napoli); “Criptologia” (Sirri, Napoli). Scrive ancora un saggio di
ottica (“De refractione optices"), uno di agricoltura (“Villae”), uno di
astronomia -- “Coelestis Physio-Gnomoniae” (Paolella, Napoli) e “Della celeste
fisonomia” (Paolella, Napoli) -- uno di
idraulica e matematica -- “Pneumaticorum” (Carlino, Napoli) --, uno di arte militare
(“De munitione”), uno di meteorologia -- “De aeris transmutationibus”
(Paolella, Napoli) --, uno di chimica -- “De distillatione” (Camerale, Roma) --
e uno sulla lettura della mano (“Chirofisonomia). Nel campo dell'ottica esercita
notevoli contributi, indagando le proprietà degli specchi concavi e convessi,
conducendo un minuzioso studio delle lenti descrivendo la costruzione di
ingenti apparecchi ottici, tra cui la camera oscura ed il telescopio. Intraprese
inoltre studi di chimica pratica che includono la fabbricazione di smalti, di
polveri da sparo e di cosmetici. I numerosi esperimenti che ci descrive indicano
un’attitudine che lo pone fra i principali chimici dell’epoca. I suoi studi sono caratterizzati
principalmente dalla ricerca di farmaci dagli effetti eccezionali, utili ad
esempio per la memoria, per produrre sogni piacevoli o incubi, rimedi contro
l’impotenza e la sterilità. Dei Lincei. Rivendica l'invenzione del telescopio,
resa nota da Galilei. Fa parte anche di un circolo dedicato alla letteratura
dialettale napoletana (Schirchiate de lo Mandracchio e 'Mprovesante de lo Cerriglio),
e gl’oziosi. Raccogge esemplari rari del mondo naturale e coltiva piante
esotiche. La sua villa e visitata dai viaggiatori e ispira Kircher a radunare
una simile collezione nel suo palazzo a Roma. Commediografo e scrisse “Le commedie”
(Stampanato, Bari, Laterza), in prosa, una tragi-commedia, una tragedia e un
dramma liturgico; “Della chirofisonomia” (Napoli, Bulifon); “Claudii Ptolomaei
Magnae Constructionis” (Vivo, Napoli); “Il Teatro” (Sirri, Napoli); “Villae” (Palumbo
e Tateo, Napoli); “Elementorum
Curvilineorum” (Cavagna e Leone, Napoli); Accusato di plagio da Bellaso, che era stato
il primo ad aver proposto questo tipo di cifratura dieci anni prima. U. Eco,
R. Fedriga, Storia della filosofia: Dall'Umanesimo a Hegel, Laterza Edizioni
Scolastiche, W. Eamon, Il professore di
segreti. Mistero, medicina e alchimia nell'Italia del Rinascimento, A. Paci,
Carocci,.M. Fumagalli, “Semplicisti e stillatori:
l'arte degl’aromatari” (Milano, SGS,.Gnome, su treccani. L. Turinese, “Zoo-morfismo, fisiognomica e
fito-gnomica: antesignano della bio-tipologia in medicina, in “Il cenacolo alchemico” (A. Paolella e G.
Rispoli, Napoli, Il Faro di Ippocrate); D. Verardi, La scienza e i segreti
della natura a Napoli nel Rinascimento: La magia naturale” (Firenze); A. Paolella,
La Spagiria, ne Il Cenacolo alchemico, A. Paolella e G. Rispoli, Napoli, ed. Il
Faro di Ippocrate); A. Paolella, Carteggio linceo, in "Bruniana &
Campanelliana", Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Convegno di Vico Equense, M. Torrini, Napoli), P. Piccari (Milano,
Angeleli); G. Giudice, “II mago dell'arcana sapienza” (Milano, BVia Senato); A.
Paolella, “I Meteorologica di Telesio, Porta e Cartesio -- tra credenza e
scienza, Roma, Associazione geofisica italiana, A. Paolella,
L’astrologia: la Coelestis Physiognomonia” (Poligrafici, Pisa); in "Atti
del Convegno L’Edizione nazionale del teatro e l’opera, Salerno M. Montanile, A.
Paolella, Appunti di filologia dellaportiana, Istituto italiano per studi
filosofici, Napoli, R. Sirri, A. Paolella, Convegno, Roma, Scienze e Lettere,
M. Santoro, La "Mirabile" Natura. Magia e scienza (Napoli-Vico
Equense) Atti del Convegno, Pisa-Roma, Serra, R. Vivo, Tecnica e scienza, Serra,
Pisa-Roma, in "La "Mirabile" Natura. Napoli-Vico Equense M. Santoro.
Serra, Pisa-Roma, "La "Mirabile" Natura. Atti del Convegno, Vico
Equense, dei Segretarii. Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ioan. Baptista Porta neapolitano autore
(Neapoli, apud Ioa. Mariam Scotum);vulgò De ziferis, Io. Baptista Porta
Neapolitano auctore (Neapoli, apud Ioan. Baptistam Subtilem, vulgo de ziferis, altero libro superaucti, et
quamplurimis in locis locupletati. Porta, il mago dell'arcana Sapienza. Filologia.
Filologia dellaportiana. Giovanni Battista Della Porta. Porta. Keywords:
implicatura fisionomica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Porta” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738705704
Grice e Portaria – Eurialo
e Niso, ovvero, dello spirito – filosofia italiana – Luigi Speranza – la coarta
(Todi).
Filosofo. Grice: “I like Portaria,
but then anyone with an interest in Anglo-Saxon ‘soul’ should! – if a
philosopher, that is! Unlike Anglo-Saxon soul who God knews where it comes
from, the Romans had spiritus, and animus anima, which is cognate with animos
in Greek meaning ‘wind’ – so that leans towards a hylemorphic conception where
the body (corpus) is what has the ‘materia’ and the ‘breath’ is the ‘forma’ -- Italian philosophers would ignore this – and
more so now when Davidson is in vogue! – if it were not for Aligheri who has
Portaria in “Paradiso” – there is indeed a serous philosophical confrontation
between a Platonic and an Aristotelian conception of the soul as seen in the
controversy between Aquino and Portaria! Portaria uses the same linguistic
tools: ‘is spiritus’ synonym with ‘anima’? Or must we speak of ‘homonymy.’ And
add ‘medium’ into the bargan! Portaria is less canonical than Aquino and should
interest Oxonians much, oh so much, more!” – Unfortunately, he was from Todi
and donated all his manuscripts to Todi, which many skip in their Grand tour –
although it IS on the Tevere as any member of the “Canottiere del Tevere” will
know!” -- Grice: “My name is Grice – Paul Grice – Matteo’s name is Matteo
Bentivgna dei Signori d’Acquasparta e Portaria. Nacque da una delle
grandi famiglie delle Terre Arnolfe, quella dei Bentivegna, feudatari di
Acquasparta e Massa Martana, trasferitisi a Todi. Studia
a Bologna. Insegna a Roma.
Alighieri lo nomina, biasimandolo, tramite le parole di Findanza in opposizione a Ubertino da Casale: “Ma non fia
da Casal né d'Acquasparta/là onde vegnon tali alla scrittura/ch' uno la fugge,
e l'altro la coarta” (Par. XII, 124-126). Società dantesca. Treccani
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
dantesca. Matteo d’Acquasparta. Matteo Portaria d’Acquasparta. Portaria.
Keywords: filosofi citati d’Alighieri nella Commedia (Par. XII, 124: ma non fia
da Casal né d'Acquasparta, là onde vegnon tali alla scrittura, ch' uno la
fugge, e l'altro la coarta.). Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Portaria” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738696969/in/datetaken/
Grice e Porzio – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. Grice: “His name was plain “Porta,” but in Latin that was
latinised as ‘portius,’ and then this vulgarized as ‘porzio’!” – But then who
wants to be called “Door”?” Studia a Pisa
sotto Nifo. Scrive sul celibato dei preti (“De celibate”), sull'eruzione del
Monte Nuovo (“Epistola de conflagratione agri puteolan”i) e sul miracoloso caso
di digiuno di una ragazza tedesca (“De puella germanica”). I suoi saggi
principali, fra cui il trattato di etica, “An homo bonus vel malus volens fiat”
e in particolare il “De mente humana,” nel quale sostene la mortalità
dell'anima secondo un'esegesi d’Aristotele. Proprio queste sue dottrine
mortaliste, troppo facilmente accostate e sovrapposte a quelle sostenute da
Pomponazzi nel “De immortalitate animae”, contribuirono a creare una leggenda
biografica secondo la quale egli sarebbe stato allievo e quindi semplice
epigono di Peretto. In ogni caso, al di là di una innegabile tendenza materialista
nella sua esegesi d’Aristotele, evidente anche nel suo saggio, il “De rerum
naturalium principiis,” sua produzione è caratterizzata anche da interessi
teologici del tutto svincolati dai peripatetici e che sono particolarmente
evidenti nei due commenti al pater noster che probabilmente non estranei ai
fermenti evangelici della riforma italiana. Tra peripatetici, naturalisti e
critici,"De' sensi" e il "Del sentire, studi ittiologici. Porta.
Portius. Porcius. Simone Porzio. Porzio. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Porzio” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691202426/in/photolist-2mPwPqK-2mNaHiH-2mKLVA3-2mKNMDV-2mKCnei
Grice e Possenti – Romolo e Remo – radice dell’ordine
civile – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Studia
a Torino. Insegna a Venezia. Dei Aquinensi. Fonda l’Annuario di filosofia.
Centro di Ricerca sui Diritti Umani. Attrato dalla storia delle civiltà, ispirato
da Vico. Studia l’idea di un Assoluto impersonale. Incontra l'istanza metafisica e umanista
attraverso Aquino, intuendo le possibilità speculative e liberanti incluse
metafisica dell'essere. Tre sono gli ambiti primari della sua ricerca:
metafisica, pensiero teoretico e ritorno al realismo; personalismo; filosofia
politica. Studioso d’Aquino, del tomismo. Professoree della grande tradizione della
filosofia dell'essere, orienta l'attenzione critica verso Gentile, il neo-parmenidismo
italiano, ricercando una razionalità attenta alla storia ma non consegnata
interamente alla furia del tempo. Dunque il ritorno all'eterno invece che
l’eterno ritorno di Nietzsche e la ripresa del tema della creatio ex nihilo,
assente in molta filosofia moderna. Il suo approccio legge metafisica e
nichilismo come due nuclei che tendono ad escludersi – i veliani -- di cui il
primo è la fisiologia e il secondo la patologia. Individua pertanto nella
destituzione dei valori e nella riduzione della ragione a volontà l'esito
ultimo del nichilismo. Questo vuole liberare Italia dalla metafisica, ritenuta
distrutta dal criticismo, ma il compito della filosofia dell'essere è preparare
una ripresa della metafisica dell'esistenza, tale che possa di nuovo tenere un
posto nella storia della civiltà. Una presentazione ampia della sua è in “Storia
della filosofia”; Filosofi italiani contemporanei, D. Antiseri e S.
Tagliagambe, Bompiani, si veda anche nichilismo e filosofia dell'essere,
intervista, a c. di G. Mura, “Euntes docete.” La riscoperta della metafisica esistenziale
è un tentativo di mettere in luce la parzialità di non poche posizioni che
hanno proclamato la fine della metafisica occidentale: Gentile, e Severino. Essi
hanno operato come reagente per la riconquista della metafisica e per la
critica del nichilismo, di cui offre una determinazione diversa da quelle di
Nietzsche e di Heidegger (con applicazioni anche all'ambito del nichilismo
giuridico). Il rigetto del nichilismo e l'analisi dell'antirealismo, del
logicismo, del dialettismo e del razionalismo che affliggono la filosofia, gli
conducono a giudicare concluso e senza possibilità di ripresa il ciclo della
metafisica nel cammino di Gentile. La base prima della filosofia
dell'essere sta nell'asserto ‘l'ente è'. Questo il grande tema da cui occorre partire.
Dall'ente appunto e non dall'essere vuoto dei moderni. In tal modo crollano
l'identità tra Logica e Metafisica della modernità razionalistica, l'idea di
dialettica come generazione logico-apriorica del sapere, e l'idea di divenire
come entrare-uscire dal nulla. Qui opera un'adeguata semantizzazione
dell'essere (dell'ente), rigettando l'errore primordiale di trattare la
questione dell'essere come questione di essenza, il che presuppone la
negazione della potenzialità. Ma se questa è presente, niente in senso
proprio va in nulla ma si trasforma. Si svolge verso un positivismo in cui
la filosofia è capace di progresso. È andata così delineandosi la tesi che
nello svolgimento della metafisica dagl’antichi a noi sia emersa, dopo la
seconda navigazione platonica (vedi Fedone), proseguita e perfezionata da
Aristotele, una terza navigazione che si esprime nella Seinsphilosophie che ha
toccato un punto di apogeo in Aquino e nei grandi tomisti. In tale prospettiva
è possibile tracciare un'essenziale "storia della metafisica" quale
progressiva penetrazione della verità dell'essere, culminante nella metafisica
dell'actus essendi. Si tratta di una metafisica trans-ontica che, prendendo le
mosse dall'ente, procede verso l'essere stesso (Esse ipsum per se subsistens),
e che individua la struttura originaria nella partecipazione dell'ente all'essere.
Le sue posizioni speculative sono consegnate alla trilogia “Nichilismo e
Metafisica. Terza navigazione, Il realismo e la fine della filosofia moderna, e
Ritorno all'essere. Addio alla metafisica moderna. Esse sono discusse da ca. 20
autori in, “La Navicella della metafisica. Dibattito sul nichilismo e la terza
navigazione (Armando, Roma) Cottier, Dummett, Berti, Riconda, e poi in Realismo
Metafisica Modernità. “In margine al realismo e la fine della filosofia
moderna”, C. Dalfino e R. Pozzo, CNR-Iliesi, Roma. La possibilità di guadagni per sempre rigetta
l'idea fallibilista (Popper et alii), secondo cui ogni sapere (riportato poi
solo a quello delle scienze) riposa su palafitte perennemente rivedibili.
La metafisica ha per oggetto non il concetto di essere, ma l'esistenza. Il filosofo
deve sempre e nuovamente ribattezzarsi nelle sue acque, fuggendo l'oblio
dell'essere e liberandosi dal sistema che intende racchiudere in sé la
totalità. Un problema centrale per lui è la possibilità di una conoscenza
filosofica autonoma, che non proceda solo sull'imbeccata che possano darle le
scienze ed altre forme di conoscenza, nonostante la necessità del dialogo tra
filosofia e scienze, in quanto non esiste un solo sapere. L'unità plurima
o polivalente della ragione si applica anche al nesso tra filosofia e il sacro.
Nell'incontro tra compito della ragione e elezione del cristianesimo si
individua un criterio di apertura e stimolo per la filosofia nella sua ricerca
di senso. Il principio della persona è più fondamentale del principio della responsabilità
(Jonas) e del principio-speranza (Bloch), e a fortiori delle filosofie
dell'impersonale o inter-soggetivo. Il concetto di persona si presta
efficacemente in una serie di problemi in cui le nozioni di individuo, di
soggetto, di coscienza risultano inadeguate. La persona è originaria e
primitiva, e raggiunge una profondità e permanenza che non hanno le altre
categorie appena citate o l'uso che spesso ne è stato fatto. Si veda il dossier
sul “Principio Persona” con contributi di G. Grandis, M. Ivaldo, A. Madricardo,
M. Pera, in “Studium”, L'idea di persona
è essenziale per maneggiare le grandi difficoltà insite nell'antropologia, in
specie da quando in Occidente si cerca di elaborare un'etica procedurale di
norme senza base antropologica, che è il grande equivoco dei moderni. Fa
parte del vasto movimento del personalismo, volto alla riscoperta integra della
persona. Compito del personalismo ontologico è di valorizzare ed integrarele
filosofie del ‘personalismo incompiuto' (Habermas, Rawls, Bobbio, L. Ferry, Parfit),
allontanandosi da quelle dell'esplicito anti-personalismo, Nietzsche e Foucault
in specie, ma pure Hegel, Heidegger, Severino nei quali forte è l'empito anti-personalistico.
Le assise della persona vanno ricercate nell'ontologia, onde essa è una
sostanzialità aperta alla relazione, ma non riducibile a sola relazione. Le
persone sono nuclei radicali di vita e realtà che non possono essere dedotti da
alcunché e che anzi fonda l'agire e lo sperare dell'essere umano Esse come totalità concrete è alla base di
una filosofia che oggi deve fare i conti con la centralità del tema
antropologico, con le problematiche bio-etiche (ad es. concernenti lo statuto
dell'embrione), e con le concezioni in cui il soggetto e la natura umana non
sono intesi come un presupposto ma come un prodotto della prassi. Il
personalismo quale insieme di scuole e correnti filosofiche che assegnano
speciale valore e dignità alla persona, non è in senso proprio un'invenzione
del ‘900, ma originariamente della patristica, del Medioevo cristiano e
dell'Umanesimo. Qui sono state elaborate in certo modo per sempre le idee
fondamentali sulla persona e dischiuso come nuovo guadagno il suo spazio di
realtà.L'epoca dell'antropocentrismo moderno non è stata un'epoca di riscoperta
della persona. Un antropocentrismo sicuro di sé non può dare risposte a molte
domande della vita ed è tanto più impotente, quanto più le domande sono
profonde, Se la controversia sulla persona si accende di nuovo in molti ambiti,
è perché l'idea-realtà di persona attraversa un momento di eclissi e richiede
nuovamente la fatica del concetto. Assolutamente primario è il nesso
persona-tecnica, in cui la seconda è spesso animata da volontà di potenza,
valendo come una potenza senza etica. La presenza nel Comitato Nazionale di
Bioetica gl’induce a dedicare attenzione ai temi di biotecnologie, la
rivoluzione biopolitica, l'influsso pervasivo del materialismo e del
biologismo. Il personalismo si declina poi in ambito sociale come
concezione egualitaria e comunitaria (personalismo comunitario) quale
fondamento del’'ordine politico proiettato verso la cosmopoli, la pace e il
rispetto dei diritti umani. Entro un dialogo critico con le tradizioni
del liberalismo e dell’illuminismo, opera per mostrare il contenuto di nozioni
centrali del politico come quelle di ragion pratica, bene comune, popolo,
democrazia, legge naturale, diritti dell'uomo, laicità, ai fini di una
rinnovata filosofia pubblica in pari col suo oggetto. Uno specifico rilievo è
stato assegnato al problema teologico-politico secondo due direttrici: la
ripresa post-moderna di un ruolo pubblico per le grandi religioni; l'idea che
la loro deprivatizzazione anche in Occidente può contribuire ad un positivo
rapporto fra religione e politica, nella prospettiva di una piazza pubblica non
agnostica ma attenta alla matrice teologica della società civile. Con la
filosofia politica si opera il passaggio dal piccolo mondo dell'io al grande
mondo' della società, verso la società aperta della famiglia umana. Sulla scia
di diagnosi attive dagli anni ‘50 del Novecento (H. Arendt, J. Maritain, L.
Strauss, Y. Simon, E. Voegelin) ritiene che la filosofia politica vada
riportata al suo compito primario di pensare la buona società, lottando contro
la crisi concettuale che procede all'ingrosso da Weber e dall'attacco al
diritto naturale. In particolare è stata condotta una critica radicale a Kelsen,
alla sua concezione relativistica dei valori e della democrazia, al suo intento
di dissolvere l'idea di ragion pratica, tolta la quale l'ambito della prassi
precipita nell'irrazionalismo e tutto è affidato al volere (Cfr. il dossier
Cristianesimo e liberalismo nell'epoca postmarxista, “Humanitas”, con
interventi di G. Campanini, V. Zanone, R. Esposito, M. Ivaldo. Esso raccoglie
parte del dibattito sollevato da “Le società liberali al bivio” che vide
interventi di O. Savona, C, Vigna, R. Cubeddu, E. Berti, L. Pellicani, U. Scarpelli.
Si sostiene l'importanza della filosofia e dell'antropologia per la democrazia,
sulla base dell'idea che la costruzione del cosmo umano è compito della ragion
pratica. Insufficiente risulta una sfera pubblica moralmente neutrale,
consegnata al binomio del diritto positivo e la morale procedurale. La
rinascita della filosofia politica avviene riprendendo competenza sui suoi
problemi, tra cui massimo è quello della pace: la pace necessaria che non c'è e
la guerra inammissibile che c'è. Occorre disarmare la ragione armata: ciò
suggerisce che vada cercata un'organizzazione politica del mondo oltre la
sovranità degli stati-nazione verso un'autorità politica mondiale o cosmo-politica,
di cui l'ONU è lontana immagine. Altre opere: “Frontiere della pace”
(Milano); “Filosofia e società. Studi sui progetti etico-politici
contemporanei, Massimo, Milano Giorgio La Pira e il pensiero di san Tommaso,
Studia Universitatis sancti Thomae in Urbe, Roma); “La Pira tra storia e profezia.
Con Tommaso maestro, Marietti, Genova-Milano La buona società. Sulla ricostruzione della
filosofia politica, Vita e Pensiero, Milano); Una filosofia per la transizione.
Metafisica, persona e politica in J. Maritain” Massimo, Milano); “La filosofia
dell'essere” Vita e Pensiero, Milano); Tra secolarizzazione e nuova
cristianità” (EDB, Bologna); “Le società liberali al bivio”; “Lineamenti di
filosofia della società” (Marietti, Genova); “Oltre l'Illuminismo”; “Il
messaggio sociale” (Paoline, Roma); “Razionalismo critico e metafisica”; “Quale
realismo?” (Morcelliana, Brescia); “Dio e il male, Sei, Torino); “Cattolicesimo
e modernità. Balbo, Del Noce, Rodano, Ares, Milano); “Approssimazioni
all'essere. Scritti di metafisica e di morale” (Il Poligrafo, Padova); “Il
nichilismo teoretico e la morte della metafisica” (Armando, Roma); “Terza
navigazione. Nichilismo e metafisica” (Armando, Roma); “Filosofia e Rivelazione,
Città Nuova, Roma); “La filosofia dopo il nichilismo” (Rubbettino, Soveria); “Religione
e vita civile. Il cristianesimo nel postmoderno, Armando, Roma); “L'azione
umana. Morale, politica e Stato in Jacques Maritain” (Città Nuova, Roma);
“Essere e libertà” (Rubbettino, Soveria); “Radici dell'ordine civile” (Marietti,
Milano); “Il principio-persona” (Armando, Roma); “Profili del Novecento.
Bobbio, Noce, La Pira, Lazzati, Sturzo, Effatà, Cantalupa); “Le ragioni della
laicità” (Rubbettino, Soveria); “L'uomo post-moderno”; “Tecnica, religione e
politica” (Marietti, Milano); “Dentro il secolo breve. Paolo VI, La Pira,
Giovanni Paolo II, Mounier, Rubettino, Soveria Nichilismo giuridico. L'ultima
parola?, Rubbettino, Soveria. La rivoluzione biopolitica. La fatale alleanza
tra materialismo e tecnica, Lindau, Torino. Pace e guerra tra le nazioni. Kant,
Maritain, Pacem in terris, Studium, Roma. I volti dell'amore, Marietti,
Milano-Genova. Il realismo e la fine della filosofia moderna, Armando, Roma); “Diritti
umani”; “L'età delle pretese” (Rubbettino, Soveria); “Ritorno all'essere. Addio
alla metafisica moderna” (Armando, Roma); “La critica del marxismo” (Massimo, Milano);
“Epistemologia e scienze umane” (Massimo,
Milano); “Storia e cristianesimo” (Massimo, Milano); “Contemplazione evangelica
e storia” (Gribaudi, Torino); “Maritain oggi, Vita e Pensiero, Milano); “La
filosofia dell'essere, Il Cardo, Venezia Nichilismo Relativismo Verità. Un
dibattito” (Rubbettino, Soveria); “Laici o laicisti? Dibattito su religione e
democrazia” (liberallibri, Firenze); “La questione della verità. Filosofia,
scienze, teologia” (Armando, Roma); Ragione e verità. L'alleanza
socratico-mosaica” (Armando, Roma);” Nostalgia dell'altro. La spiritualità di Pira”
(Marietti, Milano); Pace e guerra tra le nazioni” (Guerini, Milano); “Natura
umana, evoluzione, etica” (Guerini, Milano); Governance globale e diritti
dell'uomo” (Diabasis, Reggio Emilia); “Ritorno della religione? Tra ragione,
fede e società” (Guerini, Milano); “Diritti Umani e libertà” (Religiosa,
Rubbettino); in onore (Armando); Perché essere realisti? Una sfida filosofica (Mimesis,
Milano-Udine. A. Giuliano, Filosofi a un bivio. Ora rialziamo lo sguardo, su
avvenire, A. Lavazza, Neuroscienziati, cercate l'anima. Vittorio Possenti.
Possenti. Keywords: radice dell’ordine civile – romolo e remo -- il principio Speranza,
prima navegazione, seconda navegazione, terza navegazione, Gentile, comunita,
Severino, Aquino, umanesimo, seconda navigazione --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Possenti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737204867/in/datetaken/
Grice e Pozza – presupposizioni ed implicature –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto).
Filosofo. Grice: “I like Pozza; he uses
‘pragmatic’ quite a bit, by which he means Grice, of course!” Figlio di Luigi,
ufficiale della Marina, regione Veneto, e di Cecilia Pontrelli, pugliese,
durante gli studi al liceo di Taranto, Tommaso, un insegnante di matematica di
stile tradizionale gli stimola il gusto per i problemi matematici e per
l'eleganza formale delle dimostrazioni. Studia a Bari dove si laurea con una
tesi su Serra avendo come relatore Vallone. Coniuga l'amore per i sistemi
formali con l'amore per Leopardi, Carducci (maestro di Serra) e Annunzio (e tra
i classici predilisse Tasso e Vita nuova di Alighieri). Studia a Bari sotto
Landi, Pisa, e quindi Metodi formali a Milano. Una svolta nella sua carriera
intellettuale è segnata dalla partecipazione agl’incontri di San Giuseppe organizzati
a Torino da Bobbio. A partire da qui sviluppa nuove idee in filosofia del
diritto, specie su Kelsen, e sulla formalizzazione della logica deontica con
particolare attenzione all'assiomatizzazione dei principi di una teoria
generale del diritto in collaborazione con L. Ferrajoli per i suoi Principia
Juris. Organizza a Taranto gli incontri Info Giure Taras, Logica
Informatica e Diritto, al quale partecipano alcune delle figure più
rappresentative del diritto, dell'informatica e della logica, tra cui Alchourron,
Martino, Ferrajoli, Conte, Busa, Comanducci, Jori, Filipponio, Elmi, Guastini e
Sartor. Insegna a Taranto, mantenendosi scientificamente attivo e partecipando
a conferenze di società filosofiche italiane (specialmente la Società Italiana
di Logica e Filosofia della Scienza e la Società Italiana di filosofia
Analitica, dal convegno nazionale fino al convegno di Genova. Insegna a Lecce. Tra
le principali influenze nei suoi studi di linguistica e semiotica testuale vi
sono quella di Petöfi che lo
invita a filosofare con lui. La sua scelta è però quella di restare in
Italia. Insegna a Verona, Padova, Bolzano e, per le sue lezioni di logica
deontica, a Petöfi e Kelsen, l'influenza maggiore viene dalle grandi opere di
Frege, Russell e Carnap, ai cui dedica
uno studio continuo, con particolare attenzione alla visione filosofica. Pubblica
un contributo di sapore neo-positivista, discutendo e formalizzando alcune
argomentazioni in fisica quantistica. Un legame tra i suoi interessi in
linguistica e il suo lavoro in logica formale è dato dalla sua teoria formale
degli atti linguistici basata su una connessione originale tra logica
intuizionistica, usata per gl’atti linguistici assertori, e logica classica, usata
per i contenuti proposizionali. Presentando la sua teoria di una
formalizzazione della “pragmatica,” define un modello Frege-Reichenbach-Stenius
per il trattamento formale dell’asserzione, mostrando che il problema
principale di questa teoria è la limitazione introdotta da Frege (e accettata
da Dummett) per cui il segno di asserzione si può usare solo per formule
elementari assertorie. Ma, come molti filosofi sostengono, esistono atti
linguistici composti. Per permettere il trattamento di un atto linguistici composto
o molti-modale e ovviare alla limitazione del modello Frege-Reichenbach-Stenius,
introduce il connettivo pragmatico che permette la costruzione di una formule
assertive complessa. Il contenuto della formula assertiva è dato
dall'interpretazione classica e dai connettivi vero-funzionali. Il connettivo pragmatico,
che connetta due atti linguistici assertori semplice in uno complesso, ha invece una interpretazione intuizionistica.
Il connetivo pragmatico non ha cioè un valore di verità – o sattisfazione
fatica -- ma un valore di giustificazione. In fatti, un atto assertivo non è,
in quanto *atto*, vero o falso, ma può essere “giustificato” o non
giustificato. In questo modo, il sistema formale distingue l'asseribilità di un
atto assertorio dal valore di verità della proposizione asserita. Oltre a
spiegare l'irriducibilità del segno fregeano di asserzione a un trattamento in
termini di logica classica e introdurre una fondazione formale della teoria dell’atto
linguistico, dà anche una soluzione originale del problema della compatibilità
tra logica classica (Grice) e logica non-classica (Strawson) o
intuizionista. A questo saggio seguono
altri sulla logica erotetica, deontica, e sub-strutturale. La sua filosofia
suscita interesse in diversi campi, dalla filosofia del linguaggio alla
filosofia della fisica alla logica e all'informatica, (specie a partire dalla
sua collaborazione con Bellin). Alla sua teoria formale della “pragmatica,” oltre
ai saggi di Anderson e Ranalter è dedicato un numero di Fondamenta
Informaticae. La sua influenza si estende così oltre che alla filosofia della
fisica e alla filosofia del linguaggio anche alla logica e all'informatica,
specie con convegni in suo onore organizzati a Verona. Ricordi di personalità
internazionali e di amici sono raccolti in un sito in suo onore. Altre saggi:
“Un'interpretazione pragmatica della logica proposizionale intuizionistica”; “Problemi
fondazionali nella teoria del significato (Olschki, Firenze); “Una fondazione
pragmatica della logica delle domande”; “Parlare di niente”; “Termini singolari
non denotanti e atti illocutori”; “Idee”; “Una logica pragmatica per la concezione
espressiva delle norme”; “Logica delle
Norme” (S.E.U., Pisa); “Il problema di Gettier: osservazioni su
giustificazione, prova e probabilità” (SIFA, Genoa); “Come distinguere scienza
e non-scienza”; “Verificabilità, falsificabilità e confermabilità bayesiana” (Carocci,
Ferrajoli); Principia juris. Teoria del diritto e della democrazia. La sintassi del diritto” (Bari: Laterza). Carlo
Dalla Pozza. Carlo Pozza. Pozza. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Pozza”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737989261/in/photolist-2mPUHFB-2mLGvyP-2mKTyvC-2mKDwcr-2mGnP2f-G3tvCn
Grice e Pozzo – il ginnasio -- implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Sudia a
Milano. Consegue il dottorato a Saarlandes (“a reason why Italians don’t
consider him Italian” – Grice) e la abilitazione a Trier – Grice: “A reason why
Italians don’t consider him an Italian philosopher, since he earned his maximal
degree without, and not within, Italy.” Insegna a Verona e Roma, all’Istituto
per il Lessico Intellettuale Europeo e Storia delle Idee.
Studia i peripatetici, la storia della logica dal Rinascimento, la
storia delle idee e la storia dell’università di Bologna -- ha portato avanti
la creazione di infrastrutture di ricerca per una migliore comprensione dei
testi filosofici e che hanno plasmato il patrimonio culturale d’Italia. Caratteristica
specifica del suo approccio alla lessicografia all’Istituto per il Lessico
Intellettuale Europeo e Storia delle Idee è l’uso della IT per la
documentazione e l’elaborazione di dati linguistici e testuali in italiano.
Hegel: Introductio in Philosophiam: Dagli studi ginnasiali alla prima logica
(Firenze: La Nuova Italia). Associazione per l’Economia della Cultura “Storia
storica e storia filosofica della filosofia nel XX e XXI secolo,” Schiavitù
attiva, proprietà intellettuale e diritti umani. Riccardo Pozzo. Pozzo.
Keywords: il ginnasio – implicature, identita nazionale, filosofia italiana,
patrimonio italiano, storiografia filosofica, storia della filosofia italiana. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Pozzo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738187238/in/dateposted-public/
Grice e Pra – hegeliani – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Montecchio Maggiore). Filosofo. Studia a Padova sotto Troilo. Insegna
a Rovigo, Vicenza, e Milano. Partecipa attivamente alla Resistenza, nelle file
di "Giustizia e Libertà", guadagnandosi due croci di guerra al merito
partigiano, ed ha collaborato alla ricostruzione politica e culturale del
Paese, con un'opera didattica e scientifica sempre sorretta da un'alta
ispirazione morale. Medaglia d'oro quale benemerito della Scuola, della
Cultura e dell'Arte, membro dell'Accademia dei Lincei, dell'Istituto Lombardo
di Scienze e Lettere, dell'Accademia Olimpica di Vicenza, nonché membro
autorevole della Società Filosofica Italiana, della quale è stato anche
Presidente nazionale. Studia lo scetticismo, la logica medioevale, Hume,
Condillac, la logica hegeliana, Marx, il pragmatism italiano, la storia della storiografia
filosofica). Ha sempre connesso la sua attività storiografica con
l'esplicitarsi di interessi teorici che lo hanno portato ad
elaborare,un'originale linea di pensiero denominata "trascendentalismo
della prassi", poi evoluta in una forma di razionalismo storicista e
critico. Il suo interesse fondamentale si è infatti sempre rivolto al
chiarimento del rapporto tra teoria e prassi in una prospettiva anti-metafisica
che lo ha fin dai suoi esordi posto in contrasto con le posizioni dell’idealismo
italiano, e più in generale con ogni forma di dogmatismo teoricistico per
favorire la libera esplicazione dell'iniziativa pratico-razionale
dell'uomo. Fondato la Rivista di storia della filosofia, un riferimento
costante e prestigioso nell'ambito degli studi del pensiero occidentale. Autore
di un fortunato Sommario di storia della filosofia per licei (La Nuova Italia,
Firenze) e poi direttore di una monumentale Storia della filosofia (Vallardi,
Milano). Elabora una posizione che viene
indicata come trascendentalismo della prassi. Successivamente,
avvicinandosi a Preti, propone uno storicismo critico, più attento alle
strutture della ragione con cui l'esperienza storica si struttura. Altre sagi:
“Il realismo e il trascendente” (Padova, Milani); “Amore di Sapienza”; “Aviamento
elementare allo studio della storia della filosofia, della scienza e della
pedagogia per i licei e gli istituti magistrali” (Vicenza, Commerciale); “La
didache”; “Insegnamento del Signore alle genti per mezzo dei dodici apostoli.
Documento cristiano del I secolo” (Vicenza, Commerciale); Educare, Verona, La
Scaligera, Pensiero e realtà, Verona, La Scaligera, “Scoto Eriugena ed il neo-platonismo
medievale” (Milano, Bocca); Condillac, Milano, Bocca, Il pensiero di Maturi,
Milano, Bocca, Necessità attuale dell'universalismo” (Vicenza, Collezioni del
Palladio); “Valori e cultura immanentistica” (Padova, Milani); “Hume, Milano,
Bocca); “La storiografia filosofica antica” (Milano, Bocca); “Lo scetticismo” (Milano,
Bocca); Giovanni di Salisbury, Milano, Bocca, Amalrico di Bène, Milano, Bocca);
Autrecourt, Milano, Bocca); “Dewey” (Milano, Bocca); “Il problema del
linguaggio nella filosofia medioevale” (Milano, Bocca); “Prassi. Appunti delle
lezioni di Storia della filosofia a cura di M. Reina. Milano, La Goliardica; Il
pensiero filosofico di Marx, D. Borso, Shake ed., Milano); “La filosofia occidentale”;
“Compendio di storia della filosofia con larga scelta di passi dagli autori,”;
“La filosofia antica” “La filosofia medioevale” (Firenze, Nuova Italia); “Sommario
di storia della filosofia per i licei classici” (Firenze, Nuova Italia); “La
dialettica in Marx: Introduzione alla critica dell'economia politica, Bari,
Laterza, Profilo di storia della filosofia” (Firenze, Nuova Italia); “Piccola
antologia filosofica, Firenze, Nuova
Italia); “La dialettica hegeliana e l'epistemologia” (Milano, CUEM); “Hume e la
scienza della natura umana, Roma-Bari, Laterza); “Logica e realtà. Momenti del
pensiero medieval” (Roma-Bari, Laterza); “Storia della Filosofia, G. Scalabrino
Borsani, La filosofia indiana, Milano, Vallardi, Paolo Beonio-Brocchieri, La
filosofia cinese e dell'Asia orientale, Milano, Vallardi, Gabriele Giannantoni,
Armando Plebe, Pierluigi Donini, La filosofia greca (Milano, Vallardi, La
filosofia ellenistica e la patristica Cristiana(Milano, Vallardi, La filosofia medievale
(Milano, Vallardi); La filosofia moderna” (Milano, Vallardi, P. Casini, N. Merker, La filosofia moderna” (Milano,
Vallardi); “La filosofia contemporanea” (Milano, Vallardi); La filosofia
contemporanea. Il Novecento, Milano, Vallardi); “La filosofia della seconda
metà del Novecento, Padova, Piccin Nuova libraria-Vallardi); “Logica, esperienza
e prassi. Momenti del pensiero moderno e contemporaneo” (Napoli, Morano); “Il
problema del realismo nella storia del pensiero, Milano, Unicopli); La
storiografia filosofica e la sua storia. Testi per il corso di storia della
filosofia I. A.A. con. Santinello, E. Garin, L. Geldsetzer e L. Braun, Padova,
Antenore, Hume. La vita e l'opera, Roma-Bari, Laterza); A. Banfi, Relazioni
dall'incontro A. Banfi: le vie della ragione, Milano, con D. Formaggio e P. Rossi, Milano, Unicopli); “Studi sul
pragmatismo italiano” (Napoli, Bibliopolis); “Studi sull'empirismo critico di Preti”
(Napoli, Bibliopolis); “Filosofi del Novecento, Milano, Angeli); “I problemi di
metodo nella storiografia filosofica, in Panorami filosofici. Itinerari del
pensiero, Padova, Muzzio); “Ragione e storia. Mezzo secolo di filosofia
italiana” (Milano, Rusconi); “Storia della storiografia” (Milano, Angeli); “La
guerra partigiana in Italia. D. Borso, Firenze, Giunti-INSMLI); “Dialettica
hegeliana ed epistemologia analitica, E. Colombo, Brescia, Morcelliana); “Il
trascendentalismo della prassi, la filosofia della Resistenza” (Milano-Udine,
Mimesis); F. Cambi, Razionalismo e prassi a Milano Milano) N. Badaloni, Studi offerti a Pra” (Milano, Angeli); L.
Bianchi, degli scritti di Pra, in La
storia della filosofia come sapere critico. Studi offerti, Milano, A.
Montesperelli, Introduzione, in E. MirriL. Conti, Filosofi nel dissenso,
Foligno, M. Mirri, Fra Vicenza e Pisa.
Esperienze morali, intellettuali e politiche in Il contributo dell’Pisa e della
Scuola Normale Superiore alla lotta anti-fascista ed alla guerra di
Liberazione, Pisa, A. Pacchi, Il filosofo e l’educatore, in In onore, Montecchio
Maggiore, F. Cassinari, Filosofia e storia della filosofia, Conversazione con F.
Papi, «Itinerari filosofici», E. Rambaldi,
Ricordo «Rivista di storia della filosofia», E. Garin, Mario Dal Pra, «Rivista
di storia della filosofia», A. Santucci, Filosofo e storico della filosofia,
«Rivista di storia della filosofia», E.I. Rambaldi, L’esistenzialismo
positivo «Rivista di storia della
filosofia», M. Torre, La "Rivista
di storia della filosofia", Milano, G. Paganini, Dall’empirismo classico
all’empirismo critico, Le ricerche tra storia e teoria, Giordanetti, Il fondo
manoscritto di Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E.I. Rambaldi, Et vos estote parati. Mario Dal
Pra, la vigilia, «Rivista di storia della filosofia», G. Barreca, L’archivio
Mario Dal Pra, «Rivista di storia della filosofia», E. I. Rambaldi, Mario Dal
Pra in Enciclopedia filosofica, Milano, Id., Mario Dal Pra giovane insegnante a
Vicenza, «Rivista di storia della filosofia»,M. Rigamonti, Gli Hume, «Rivista
di storia della filosofia»,M. Parodi, C. Selogna, Per una filosofia minore. Il pensiero
debole, «Rivista di storia della filosofia», P. Vona, Ricordo, Rivista di
storia della filosofia», E. Rambaldi, Filologia e filosofia nella storiografia,
in «ACME»,E. Franzina, Partigiano. Dal fascismo alla Resistenza e alla sua storia,
in «Belfagor», Descrizione, in "Rivista di storia della filosofia",Ricordo
di Pra, Informazione filosofica, sito "studifilosofici". G.
BarrecaGiordanetti, Fondo Mario Dal Pra, Milano, Cisalpino.Dal Pra, Mario» in
Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Presentiamo
Pra: l'uomo, il filosofo. Una mostra
biografico-documentaria dall'archivio inedito Università degli Studi di Milano,
Biblioteca di Filosofia, D. Borso, Una via religiosa alla Resistenza,
"Humanitas", Fascicolo
speciale in memoria anniversario della
fondazione della Rivista, in Rivista di storia della filosofia, Milano, Angeli,.
D. Borso, 'fucino', "Rivista di storia della filosofia", G. Bisogno,
Anselmo in Italia: tra Mario Dal Pra e Sofia Vanni Rovighi, in «Dianoia.
Rivista di filosofia del Dipartimento di Filosofia e Comunicazione dell'Bologna»,
Riconoscimenti l'Accademia dei Lincei
gli ha conferito il Premio Feltrinelli per le Scienze Filosofiche.Scuola di
Milano u TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. OpereVincitori del Premio Feltrinelli Filosofia
Università Università Premi Feltrinelli 1950-, su lincei. Mario Dal
Pra. Pra. Keywords: hegeliani, storiografia della filosofia antica, la
filosofia antica, la filosofia italica antica, la filosofia romana, la
filosofia romana antica, Antonino, Crotone, Velia, Filolao, Vico, Croce, la
storia della filosofia, filosofia della storia della filosofia, storiografia
filosofica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pra” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738561129/in/dateposted-public/
Prepostino da Cremona summa
theological Manichean, caraterismo.
Grice e Prestipino – per una
antropologia filosofica – filosofia italiana – filosofia siciliana -- Luigi
Speranza (Gioiosa Marea). Filosofo.
Insegna a Siena. Studia il socialismo, marxismo ed estetica. Saggi: “La teoria
del mito e la modernità di Vico” (Palermo, Montaina); “L'arte e la dialettica
in Volpe” (Messina, D'Anna); “Che cos'e la filosofia: strutture e livelli del
conoscere” (Gaeta, Bibliotheca); “Per una antropologia filosofica: proposte di
metodo e di lessico” (Napoli, Guida); “Marxismo (e tradizione gramsciana) negli
studi antropologici, Natura e società”
(Roma, Riuniti); “Da Gramsci a Marx” (Roma, Riuniti); “Modelli di strutture
storiche” (Bibliotheca, Narciso e l’automobile, La Città del Sole, Realismo e
Utopia” (Roma, Riuniti); Tre voci nel deserto. Vico Leopardi Gramsci” (Roma,
Carocci); Scheda su aracneeditrice, Da una sponda all’altra del Mediterraneo:
memorie di militanza comunista. Intervista a Prestipino. Art. in: Historia
Magistra. Rivista di storia critica, Risorgimento italiano e dialettica storica
in Gramsci, dal Calendario del Popolo Autori Aracne Editrice. Giuseppe
Prestipino. Prestipino. Keywords: antropologia filosofica, Vico, Volpe,
Gramsci, Narciso e l’automobile,
Leopardi. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prestipino” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737844566/in/datetaken/
Grice e Preti – retorica e logica –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Pavia). Filosofo. Grice:
“I like Preti. He wrote “Retorica e logica,” which I enjoyed since this is what
I do: I find the rhetoric (the implicature) to the logic (the explicature).”
Grice: “Preti was a bit of a Stevensonian, with his ‘Praxis ed empirismo, and I
mean C. L. Stevenson, not the Scots master of narrative!”. Studia
a Pavia sotto Levi, Villa e Suali. Studia Husserl. Insegna a Pavia e Firenze. I suoi saggi nella rivista banfiana
"Studi Filosofici", lo videro coinvolto in una polemica
sull'immanenza e la trascendenza. In “Fenomenologia
del valore e Idealismo e positivismo, emerge con evidenza quell'impostazione
tesa a conciliare istanze razionalistiche ed empiristiche. In “Praxis ed
empirismo” presenta in maniera relativamente organica, per quanto rapidamente,
alcuni temi al confine tra pensiero teoretico, filosofia morale e filosofia
politica. Il suo saggio “Retorica e logica: le due culture” è un saggio a
cavallo tra la ricostruzione storico-filosofica e il saggio teoretico, con il
quale si intende dimostrare, prendendo le mosse dalla polemica aperta da C. P. Snow,
l'inconciliabilità tra le due forme di cultura che si intrecciano nel dibattito
occidentale, quella logico-scientifica e quella umanistico-letteraria, e la
necessità di far prevalere la prima sulla seconda al fine di non cedere a nuove
forme di oscurantismo elitario e fanatico. Inoltre, affianca costantemente
alla propria attività di autore quella di curatore di classici del pensiero
filosofico. Il suo stile, volutamente trascurato, è rapido, nervoso e
semplice, in implicita polemica con il bello scrivere e l'ermetismo tipico
delle scuole idealistiche italiane. Tenta
trovare una via alternativa al rapporto fra un pensiero unitario e inglobante
(di tradizione hegeliano-crociana), e uno invece dualistico, nel distinguo fra
saperi umanistici e scientifici. Il rifiuto di una strenua dicotomia non deve
annullare bensì esaltare le differenze. Saggi:
“Fenomenologia del valore” (Principato, Milano); “Idealismo e positivismo”
(Bompiani, Milano); “Linguaggio comune e linguaggi scientifici” (Bocca, Milano);
“L’universalismo” (Bocca, Milano); “Praxis ed empirismo, Einaudi, Torino); “Alle
origini dell'etica contemporanea: Smith,
Laterza, Bari); “Storia del pensiero scientifico, Mondadori, Milano); “Retorica
e logica, Torino, Einaudi); “Che será, será” (Firenze, Il Fiorino, Umanismo e
strutturalismo. Scritti di estetica” (Liviana, Padova); “Lo scetticismo e il
problema della conoscenza, “Rivista critica di Storia della Filosofia”, Saggi
filosofici” (Nuova Italia, Firenze); “In principio era la carne” (Angeli,
Milano, “Il problema dei valori: l'etica di Moore” (Angeli, Milano); “Flosofia
della scienza” (Angeli, Milano); “Morale e metamorale. (Grice: “moralia e
transmoralia”); Saggi filosofici inedita” (Angeli, Milano); L'esperienza insegna... Scritti civili d sulla
Resistenza” (Manni, San Cesario, Lecce, In principio era la carne, Luca Maria
Scarantino, "Rivista di Storia della Filosofia", Notizie
sull'operosità scientifica e sulla carriera didattica, F. Minazzi, "Il Protagora"
Filosofare onestamente, andando là dove il pensiero ci porta. Lettere a Gentile,
F. Minazzi, "Il Protagora", Ci terrei tanto a venire a Firenze. Lettere
a Garin, F. Minazzi, "Il Protagora", Qui a Firenze si muore nel
silenzio e nella solitudine. Lettere a Pra, Minazzi, "Il Protagora". E.
Franzini, Il mito delle due culture e la filosofia dei giornali, in "La
Tigre di Carta", A. Zanardo, Enciclopedia Italiana, Appendice, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, F. Minazzi, G. Preti:, Angeli, Milano),
Pra, Studi sull'empirismo critic” Bibliopolis, Napoli, Pier Luigi Lecis,
Filosofia, scienza, valori: il trascendentalismo” (Morano, Napoli, F. Minazzi, Filosofia
del Novecento (Angeli, Milano); F. Minazzi, “L'onesto mestiere del filosofare”
(Angeli, Milano); F. Minazzi, “Il cacodemone ne-oilluminista. L'inquietudine
pascaliana di reti” (Angeli, Milano); A. Peruzzi, Filosofo europeo, Olschki,
Firenze); P. Parrini e L. Scarantino, “Preti” (Guerini, Milano); V. Tavernese, Preti. La teoria della conoscenza nel saggio
postumo In principio era la carne, Firenze Atheneum, Scandicci, L. Scarantino, La costruzione della filosofia come scienza
sociale, Bruno Mondadori, Milano); F. Minazzi, Suppositio pro significato non
ultimato. G neorealista logico studiato nei suoi scritti inediti, Mimesis,
Milano Fabio Minazzi, Le opere e i giorni. Una vita più che vita per
la filosofia quale onesto mestiere, Mimesis, Milano Franco Cambi, Giovanni Mari, Intellettuale
critico e filosofo attuale, Firenze); Il contributo italiano alla storia del
Pensiero Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Minazzi e Sandrini, Il razionalismo critico
europeo, Mimesis, Milano. F. Minazzi, Sul bios theretikòs (Mimesis, Milano, F.
Maria, Un punto di vista cattolico, Stamen, Roma. E. Franzini, Il mito delle due culture e la
filosofia dei giornali. Giulio Preti. Preti. Keywords: retorica e logica. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Preti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736985077/in/datetaken/
Grice e Preve – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Valenza). Filosofo. Important Italian philosopher. He is the
tutor of Fusaro, of Torino. “Il comunitarismo è la via maestra che
conduce all'universalismo, inteso come campo di confronto fra comunità unite
dai caratteri del genere umano, della socialità e della razionalità,” da Elogio
del Comunitarismo.Di ispirazione marxiana ed hegeliana, ha scritto numerosi
volumi e saggi di argomento filosofico, pubblicati in Italia e all'estero. Il
padre, che al momento della nascita di Costanzo è mobilitato, lavora come
funzionario delle Ferrovie dello Stato mentre la madre, casalinga, proviene da
una famiglia ortodossa di origine armena. Viene cresciuto dalla nonna materna
in lingua francese, e attraverso di lei inizia a conoscere la cultura e la
lingua greca; come vedremo, entrambe queste circostanze avranno un grande
rilievo nella vita di Preve. Personalmente non è credente, pur riconoscendo
l'importanza del fenomeno religioso. Studia a Torino. Sotto Garrone sull’elezione
politica italiana”. Studia Hegel, Althusser, Sartre, e Marx. Scrive "L'illuminismo
greco e le sue tendenze radicali e rivoluzionarie: enogenesi della nazione
greca fra Settecento e Ottocento. Il problema della discontinuità con la
grecità classica e con la grecità bizantina”. Insegna a Torino. Fermo sostenitore della lettura dei testi
filosofici nella lingua originale, apprende latino. Concilia l’esistenzialmente
il comunismo, il marxismo e la filosofia. Membro del Centro Studi di
Materialismo Storico. Pubblica “La filosofia imperfetta” (Angeli, Milano). Questo
testo testimonia la sua adesione di massima alla proposta filosofica
dell'Ontologia dell'essere sociale du Lukács, ed anche, indirettamente, il suo
distacco definitivo dalla scuola di Althusser. Fonda “Metamorfosi”. Spazia da
un esame dell'operaismo italiano da Panzieri a Tronti e Negri, all'analisi del
marxismo dissidente nei paesi socialisti, alla discussione sulla filosofia di
Lukács, alla critica delle ideologie del progresso storico, all'indagine sullo
statuto filosofico della critica marxiana dell'economia politica. Contribuisce
ad organizzare, un congresso
internazionale dedicato al centenario della morte di Marx (Milano), e vi svolge
una relazione sulle categorie modali di necessità e di possibilità in Marx. Da
quest'esperienza nasce una rivista chiamata “Marx 101”, che uscirà nei due
decenni successivi in due serie di numeri monografici e di cui e membro del
comitato di redazione. Collabora al mensile teorico “Democrazia Proletaria”,
organo dell'omonimo partito, che poi diverrà insieme con i fuoriusciti dal
partito comunista italiano la seconda componente politica e militante del Partito
della Rifondazione Comunista). Sarà iscritto a Democrazia Proletaria soltanto per
un breve periodo, facendo parte della direzione nazionale; nella battaglia
politica fra i sostenitori di una scelta ecologista (M. Capanna) e
neocomunista, sostiene la seconda con una serie di articoli. Quando le componenti
di Democrazia Proletaria e dell'Associazione Culturale Marxista confluiscono
nel Partito della Rifondazione Comunista, abbandona la militanza politica diretta.
Con la pubblicazione di otto volumi consecutivi usciti presso l'editore
Vangelista di Milano, affronta il suo tentativo personale di coerentizzazione
di un paradigma filosofico marxista globale. Si verifica infatti una discontinuità
nella sua produzione. Opta per l'abbandono di ogni “ismo” di riferimento,
uscendo del tutto “dalla cosiddetta Sinistra” e dalle sue procedure di
“accoglimento e cooptazione”. Ritenendo che la globalizzazione nata
dall'implosione dell'Unione Sovietica non si lasci più “interrogare” attraverso
le categorie di Destra e di Sinistra, ma richieda altre categorie interpretative,
Preve diviene inoltre un convinto sostenitore della necessità di superare la
dicotomia sinistra-destra. Questa posizione, condivisa da alcuni intellettuali
e movimenti internazionali, è stata criticata da molti, tra cui lo scrittore
Valerio Evangelisti, che ne ha sottolineato l'ambiguità ideologica.
Autore e saggista molto prolifico, ha dedicato le sue ultime riflessioni a temi
come il comunitarismo, la geopolitica, l'universalismo, la questione nazionale,
oltre ovviamente ad un'ininterrotta attenzione al rapporto marxismo-filosofia. Cerca
di opporsi alla deriva post-moderna seguita dalla stragrande maggioranza della
sinistra italiana (in particolare dagli intellettuali legati al partito
comunista italianoI) con un recupero dei punti alti della tradizione marxista
indipendente, del tutto estranea alle incorporazioni burocratiche del marxismo
come ideologia di legittimazione di partiti e di stati (soprattutto l'ultimo Lukács,
l'ultimo Althusser, Bloch, Adorno). Dopo la fine del socialismo reale, che chiama
comunismo storico novecentesco, ed in dissenso con tutti i tentativi di sua
continuazione/rifondazione puramente politico-organizzativa, ha invece lavorato
su di una generale rifondazione antropologica del comunismo, marcando sempre
più la discontinuità teorica e politica con i conglomerati identitari della
sinistra italiana (Rifondazione Comunista in primis, ma anche la scuola
operaista e T. Negri in particolar modo). I suoi interventi sono apparsi
sia su riviste legate alla sinistra alternativa (L'Ernesto, Bandiera Rossa) che
su riviste come Indipendenza e Koiné, dove sostene l'esplicito superamento del
dualismo destra-sinistra, approdando a posizioni antitetiche a quelle di Bobbio. Collabora con la rivista
Comunitarismo, prima, e Comunità e Resistenza, poi. È stato fino alla morte
redattore del quadrimestrale Comunismo e Comunità. Al di là delle prese di posizione sulla
congiuntura politica, tre cardini della sua filosofia sono l'interpretazione
della storia della filosofia, l'analisi filosofica del capitalismo e la
proposta politica per un comunismo comunitario universalistico.
Rileggendo l'intera storia della filosofia soprattutto occidentale, utilizza
una deduzione sociale delle categorie del pensiero non riduzionistica, che gli
permette di discernere la genesi particolare delle idee dalla loro validità
universale. Infatti quello di lui è un orizzonte aperto universalisticamente
alla verità, intesa hegelianamente come processo di auto-coscienza storica e
sintesi di ontologia e assiologia, dell'esperienza umana nella storia. Nella
sua proposta di ontologia dell'essere sociale riconosce razionalmente la natura
solidale e comunitaria degl’uomini e l'autonomia cognoscitiva della filosofia,
contrastando ogni forma di riduzionismo nichilistico, relativistico o
partigianamente ideologico. Viene definito «strenuo difensore dello statuto
veritativo della filosofia da una parte, e deciso oppositore di ogni
fraintendimento relativistico dall’altra. Intende il capitalismo come totalità
economica, politica e culturale da indagare in tutte le sue dimensioni. Propone
di suddividerlo filosoficamente e idealisticamente in tre fasi: capitalismo astratto,
capitalismo dialettico con una protoborghesia illuministica o romantica, una
medio0borghesia positivistica e poi esistenzialistica, e una tardo-borghesia sempre
più individualistica e libertaria; capitalismo speculativo (post-borghese e
post-proletaria) in cui il capitale si concretizza come assoluto, espandendosi
al di là delle dicotomie precedenti a destra economicamente, al centro
politicamente e a sinistra culturalmente. Nell'analisi filosofica del
capitalismo, più volte insiste sulla critica al politicamente corretto, dove studia
il concetto consterebbe dei seguenti punti nella sua concezione (dove è
considerato un'arma del capitalismo per attrarre fasce deboli a sé, nonché
un'ideologia di fondo dell'occidente imperialista). ‘Americanismo’ come
collocazione presupposta, anche sotto forma di benevola critica al governo
statunitense. Religione olocaustica: Non aderisce al negazionismo
dell'Olocausto e condanna i genocidi, ma considera la shoah un fatto non unico,
utilizzato dal sionismo per legittimare le azioni di Israele tramite il senso
di colpa dell'Europa. Auschwitz non può e non deve essere dimenticato, perché
la memoria dei morti innocenti deve essere riscattata, e questo mondo nella sua
interezza appartiene a tre tipi di esseri umani: coloro che sono già vissuti,
coloro che sono tuttora in vita, e coloro che devono ancora nascere. Ma
Auschwitz non deve diventare un simbolo di legittimazione del sionismo, che
agita l'accusa di anti-semitismo in tutti coloro che non lo accettano
radicalmente, e che non sono disposti a derubricare a semplici errori i suoi
veri e propri crimini. Teologia dei diritti umani, che considera (come altri
filosofi marxisti come Losurdo, o comunitaristi) solo un grimaldello e un
paravento del capitalismo per imporsi ed eliminare, in realtà, i diritti dei
popoli e dei lavoratori, attuando il liberismo e l'imperialismo globali. “Antifascismo
in assenza completa di fascismo. L’antifascismo, positivo un tempo, è
considerato un fenomeno dannoso e a favore del sistema capitalistico, visto che
il fascismo (da lui deprecato soprattutto per la colonizzazione imperialistica
dell'Africa e la mascalzonaggine imperdonabile dell'invasione della Grecia, è
stato ormai sconfitto, volto a creare tensioni tra le diverse forze
anti-sistema, e a fungere da nuova ideologia della sinistra post-comunista e
post-stalinista (dopo il graduale abbandono del marxismo-leninismo avvenuto per gli effetti della de-stalinizzazione), che
diviene così inutile. Falsa dicotomia Sinistra/Destra come "protesi di
manipolazione politologica". Derivata dal precedente, questa teoria
punterebbe a indebolire le critiche anticapitalistiche, impedendo l'unione tra
comunisti, comunitaristi e socialisti nazionalitari contro il capitale. Al
contempo, anche per le nette e costanti affermazioni contro i tribalismi, i
razzismi e i nazionalismi soprattutto coloniali, è da ritenersi estranea al
cosiddetto rossobrunismo (i cosiddetti nazionalboscevichi) di cui fu tacciato
dal citato V. Evangelisti, che a suo dire si configurerebbe come una folle
somma dei difetti degli estremismi opposti. L'unione di sostenitori rasati del
razzismo biologico con sostenitori barbuti della dittatura del proletariato
sarebbe certamente un buon copione di pornografia hard, ma non potrebbe uscire
dal piccolo circuito a luci rosse del sottobosco politico. La sua proposta politica va nella direzione di
un comunismo comunitario universalistico, da intendersi come correzione
democratica e umanistica del comunismo, dal momento che quello storico sarebbe
stato reo di non aver messo in comune innanzitutto la verità. Quello tratteggiato
da lui è un sistema sociale che costituisce una sintesi di individui liberati e
comunità solidali. Non è inteso come inevitabile sbocco storicistico o
positivistico di una storia che si svilupperebbe linearmente, né tuttavia in
modo aleatorio, bensì in potenza, a partire dalla resistenza alla dissoluzione
comunitaria innescata dall'accumulazione individuale di merci. Qui il problema
dell'auspicabile democrazia viene impostato su basi antropologiche,
scommettendo sulle potenzialità ontologiche della bontà degpotenzialml’uomini, ente
politico-comunitaria (zόoa politika); razionali e valutativi della giusta
misura sociale (zόa lόgon échon) e generica, in senso marxiano (Gattungswesen),
cioè in grado di costruire diversi modelli di convivenza sociale, compreso
quello in cui gl’uomini, affermando la priorità etica e comunitaria per
contenere i processi economici altrimenti dispiegantisi in modo illimitato e
dis-umano, può realizzare le sue potenzialità ontologiche immanenti,
attualmente alienate. La liberazione avverrebbe quindi a partire dal suo
radicamento comunitario in cui agisce collettivamente, pur rimanendo
l'individuo stesso l'unità minima di resistenza al potere. Adere al
partito comunista italiano, ma presto si allontanò (essendo ostile al
compromesso storico tra PCI e DC, promosso da Berlinguer e Moro), entrando poi
a far parte della Commissione culturale di Lotta Continua. In seguito si
iscrisse a Democrazia Proletaria durante la sua ultima fase. Dopo lo
scioglimento della Democrazia Proletaria, e in seguito alla confluenza di
quest'ultima in Rifondazione Comunista, si è sempre più allontanato
dall'attività politica in senso stretto. In seguito manifestò critiche verso
l'operaismo e il trotskismo che animavano talvolta queste esperienze della
post-sinistra extraparlamentare. Se dal punto di vista teorico si era già
distanziato dalla sinistra italiana a seguito della dissoluzione dell'Unione
Sovietica e della svolta della Bolognina, il distacco emotivo definitivo dalla
sinistra avvenne con il bombardamento NATO in Jugoslavia durante la guerra del
Kosovo, che ricevette il beneplacito del governo italiano. Considera questo fatto come la fine della
legalità costituzionale italiana riferendosi alla violazione dell'articolo 11 e
un atto di tradimento verso i valori fondanti della Repubblica Italiana. Sul
tema scrisse Il bombardamento etico. Saggio sull'interventismo umanitario,
l'embargo terapeutico e la menzogna evidente. Molto clamore ha suscitato (anche
tra le file della sinistra alternativa) la sua adesione ad alcune tesi del Campo
Antimperialista per l'esplicito sostegno da questi fornito alla resistenza
irachena. È stato uno dei filosofi di riferimento del comunismo comunitario,
nonché animatore della rivista Comunismo e Comunità. Altre saggi: “La
classe operaia non va in paradiso: dal marxismo occidentale all'operaismo
italiano, in “Alla ricerca della produzione perduta” (Bari, Dedalo); “Cosa
possiamo chiedere al marxismo”; “Sull'identità filosofica del materialismo
storico”; “Marxismo in mare aperto”; “Rilevazioni,
ipotesi, prospettive” (Milano, Angeli); “La filosofia imperfetta”; “Una
proposta di ricostruzione del marxismo ” (Milano, Angeli); “La teoria in pezzi”;
“La dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia” (Bari, Dedalo); “La
ricostruzione del marxismo fra filosofia e scienza”; “La cognizione della crisi.
Saggi sul marxismo di Althusser” (Milano, Angeli); “La rivoluzione teorica di
Althusser, in Il marxismo” (Pisa, Vallerini); “La passione durevole” (Milano,
Vangelista); “La musa di Clio vestita di rosso, in Trasformazione e
persistenza. Saggi sulla storicità del capitalismo” (Milano, Angeli); “Il filo
di Arianna. Quindici lezioni di filosofia marxista” (Milano, Vangelista); “Il
marxismo e l’eguaglianza”, Urbino; “Quattro venti”; “Il convitato di pietra”; “Saggio
su marxismo e nichilismo” (Milano, Vangelista); “L'assalto al Cielo”; “Saggio
su marxismo e individualism” (Milano, Vangelista); “Il pianeta rosso”; “Saggio
su marxismo e universalismo” (Milano, Vangelista); “Ideologia Italiana”; “Saggio
sulla storia delle idee marxiste in Italia” (Milano, Vangelista); “Il tempo
della ricercar” “Saggio sul moderno, il postmoderno e la fine della storia”
(Milano, Vangelista); “L'eguale libertà”; “Saggio sulla natura umana” (Milano,
Vangelista); “Oltre la gabbia d'acciaio”; “Saggio su capitalismo e filosofia” (Milano,
Vangelista); “Il teatro dell'assurdo”; “Cronaca e storia dei recenti
avvenimenti italiani”; “Una critica alla cultura dominante della sinistra
nell'attuale scontro tra berlusconismo e progressismo” (Milano, Punto Rosso); “Strategia
politica”; “Premesse teoriche alla critica della cultura dominante della
sinistra esposta nel Teatro dell'assurdo” (Milano, Punto Rosso); “Il marxismo
vissuto del Che”; “Lettere di Che Guevara a Tita Infante” (Milano, Punto
Rosso); “Un elogio della filosofia” (Milano, Punto Rosso); “Quale comunismo?”;
“Uomini usciti di pianto in ragione” (Roma, Manifesto); “La fine di una teoria”;
“Il collasso del marxismo storico del Novecento” (Milano, UNICOPLI); “Il
comunismo storico novecentesco”; “Un bilancio storico e teorico” (Milano, Punto
Rosso); “Nichilismo Verità Storia”; “Un manifesto filosofico della fine del XX
secolo” (Pistoia, CRT); “Gesù. Uomo nella storia, Dio nel pensiero” (Pistoia);
“Il crepuscolo della profezia comunista. A 150 anni dal “Manifesto”, il futuro
oltre la scienza e l'utopia” (Pistoia, CRT); “L'alba del Sessantotto”; “Una
interpretazione filosofica” (Pistoia, CRT); “Marxismo, Filosofia, Verità” (Pistoia,
CRT); “Destra e sinistra. La natura inservibile di due categorie tradizionali”
(Pistoia, CRT); “La questione nazionale alle soglie del XXI secolo”; “Nota introduttiva
ad un problema delicato e pieno di pregiudizi” (Pistoia, CRT); “Le stagioni del
nichilismo. Un'analisi filosofica ed una prognosi storica” (Pistoia, CRT); “Individui
liberati, comunità solidali. Sulla questione della società degli individui” (Pistoia,
CRT); “Contro il capitalismo, oltre il comunismo”; “Riflessioni su di una
eredità storica e su un futuro possibile” (Pistoia, CRT); “La fine dell'Urss”;
“Dalla transizione mancata alla dissoluzione” (Pistoia, CRT); “Il ritorno del
clero. La questione degli intellettuali oggi”( Pistoia, CRT); “Le avventure
dell'ateismo. Religione e materialismo oggi” (Pistoia, CRT); “Un nuovo
manifesto filosofico. Prospettive inedite e orizzonti convincenti per la
filosofia” (Pistoia, CRT); “Hegel Marx Heidegger. Un percorso nella filosofia”
(Pistoia, CRT); “Scienza, politica, filosofia. Un'interpretazione” (Pistoia,
CRT); I secoli difficili. Introduzione al pensiero filosofico dell'Ottocento e
del Novecento, Pistoia, CRT); “L'educazione filosofica. Memoria del passato,
compito del presente, sfida del future” (Pistoia, CRT); “Il bombardamento
etico. Saggio sull'interventismo umanitario, l'embargo terapeutico e la
menzogna evidente” (Pistoia, CRT); “Marxismo e filosofia. Note, riflessioni e
alcune novità” (Pistoia, CRT); “Un secolo di marxismo. Idee e ideologie, Pistoia,
CRT); “Un filosofo controvoglia. Introduzione a G. Anders, L'uomo è antiquato”
(Bollati Boringhieri); “Le contraddizioni di Bobbio. Per una critica del
bobbianesimo cerimoniale” (Pistoia, CRT); “Marx inattuale. Eredità e
prospettiva” (Torino, Boringhieri); Verità filosofica e critica sociale. Religione,
filosofia, marxismo” (Pistoia, CRT); “Dove va la sinistra?” (Boninsegni, Roma,
Settimo Sigillo); “Comunitarismo filosofia politica” (Molfetta, Noctua); “La
filosofia classica tedesca, Dialettica e prassi critica. Dall'idealismo al marxismo
(Molfetta, Noctua); “L'ideocrazia imperiale americana” (Roma, Settimo Sigillo);
Filosofia del presente. Un mondo alla rovescia da interpretare” (Roma, Settimo
Sigillo); Filosofia e geopolitica” (Parma); All'insegna del Veltro, Del buon
uso dell'universalismo. Elementi di filosofia politica” (Roma, Settimo Sigillo);
Dialoghi sul presente. Alienazione, globalizzazione destra/sinistra, atei
devoti. Per un pensiero ribelle” (Napoli, Controcorrente); “La comunità
ritrovata. Rousseau critico della modernità illuminista, Torino, Libreria Stampatori);
“Marx e gl’antichi greci” (Pistoia, Petite plaisance); “Il popolo al potere. Il
problema della democrazia nei suoi aspetti filosofici” (Casalecchio, Arianna);
“Verità e relativismo. Religione, scienza, filosofia e politica nell'epoca
della globalizzazione” (Torino, Alpina); Elogio del comunitarismo” (Napoli,
Controcorrente); “Il paradosso De Benoist. Un confronto politico e filosofico”
(Roma, Settimo Sigillo); “Storia della dialettica” (Pistoia, Petite plaisance);
“La democrazia in Grecia. Storia di un'idea, forza di un valore, in Presidiare
la democrazia realizzare la Costituzione. Atti del seminario itinerante sulla
difesa della Costituzione, Bardonecchia, Susa, Bussoleno, Condove, Borgone
Susa, Edizioni Melli-Quaderni); “Sarà Dura!, Storia critica del marxismo. Dalla
nascita di Karl Marx alla dissoluzione del comunismo storico novecentesco” (Napoli,
La città del sole); “Il presente della filosofia italiana, Pistoia, Petite plaisance,
Storia dell'etica, Pistoia, Petite plaisance, “Hegel anti-utilitarista” (Roma, Settimo Sigillo);
Storia del materialismo, Pistoia, Petite plaisance, Una approssimazione a Marx.
Tra materialismo e idealismo, Saonara, Il Prato); Ri-pensare Marx. Filosofia,
Idealismo, Materialismo” (Potenza, Ermes); Un trotzkismo capitalistico? Ipotesi
sociologico-religiosa dei Neocons americani e dei loro seguaci europei, in
Neocons. L'ideologia neoconservatrice e le sfide della storia, Rimini, Il
Cerchio); “Alla ricerca della speranza perduta. Un intellettuale di sinistra e
un intellettuale di destra "non omologati" dialogano su ideologie e
globalizzazione” (Roma, Settimo Sigillo); La quarta guerra mondiale, Parma, All'insegna
del Veltro, L'enigma dialettico del Sessantotto quarant'anni dopo, in La
rivoluzione dietro di noi. Filosofia e politica prima e dopo il '68, Roma,
Manifesto); “Il marxismo e la tradizione culturale europea, Pistoia, Petite plaisance,
Nuovi signori e nuovi sudditi. Ipotesi sulla struttura di classe del capitalismo
contemporaneo” (Pistoia, Petite plaisance, Logica della storia e comunismo
novecentesco. L'effetto di sdoppiamento” (Pistoia, Petite plaisance); “Elementi
di Politicamente Corretto. Studio preliminare su di un fenomeno ideologico
destinato a diventare in futuro sempre più invasivo e importante, Petite
Plaisance, Filosofia della verità e
della giustizia. Il pensiero di Kosík, con Cesana, Pistoia, Petite plaisance, Lettera
sull'Umanesimo, Pistoia, Petite plaisance, Una nuova storia alternativa della
filosofia. Il cammino ontologico-sociale della filosofia, Pistoia, Petite plaisance,
Lineamenti per una nuova filosofia della storia. La passione dell'anticapitalismo,
con Luigi Tedeschi, Saonara, Il Prato,.Dialoghi sull'Europa e sul nuovo ordine
mondiale, Saonara, Il Prato, Collisioni. Dialogo su scienza, religione e
filosofia, Pistoia, Petite plaisance, Karl Marx: un'interpretazione, Nova Europa).
Prefere non definirsi marxista ma appartenente alla "scuola di Marx",
e «allievo indipendente di Marx» (C. Preve, Elogio del comunitarismo, Controcorrente,
Napoli, Personalmente, non sono credente
né praticante. Non credo in nessun Dio personale, considero ogni
personalizzazione del divino una indebita e superstiziosa antropomorfizzazione,
e sono pertanto in linea di massima d’accordo con Spinoza. Ma ritengo anche la
religione, così come la scienza, l’arte e la filosofia, dati permanenti
dell’antropologia umana in quanto tali desti durare tutto il tempo in cui durerà
il genere umano (Elementi di politicamente
corretto. Convegno, Lukács e la cultura europea (II intervento) Relazione Congresso Nazionale di DP
(terzultimo intervento) Destra e
Sinistra: confronto tra C. Preve e D. Losurdo; Carmilla: I rosso-bruni: vesti
nuove per una vecchia storia Democrazia
comunitaria o democrazia proprietaria?”; “Considerazioni sulla geopolitica”; “Il
bombardamento etico dieci anni dopo”; Fonte: A. Monchietto, Lucio Colletti; Marxismo,
Filosofia, Scienza. L'“ultimo” filosofo marxista su la RepubblicaTorino Addio al filosofo, In memoria, D. Fusaro Un lutto veramente grande per noi di
Gianfranco La Grassa, La Sala Rossa ricorda la figura e raccogliendosi in un
minuto di silenzio, Preve, Con Marx e oltre il marxismo; Comunismo e Comunità »
Laboratorio per una teoria anticapitalistica
A. Volpe e P. Zygulski, Verità e filosofia, in A. Monchietto e G. Pezzano,
Invito allo Straniamento. I. filosofo, Pistoia, Petite Plaisance, Preve, Elementi di politicamente corretto. E
qui concludiamo con una serie di previsioni artigianali. Ricordo al lettore che
questo non è ancora un Trattato di Politicamente Corretto, che ho peraltro
intenzione di scrivere, in cui i cinque punti principali indicati (americanismo
come collocazione presupposta, religione olocaustica, teologia dei diritti
umani, anti-fascismo in assenza completa di fascismo, dicotomia Sinistra/Destra
come protesi di manipolazione politologica) verranno discussi in modo più
analitico e preciso. Da Intellettuali e cultura politica nell'Italia di fine
secolo, Rivista Indipendenza, Da Gli Usa, l’Occidente, la Destra, la Sinistra,
il fascismo ed il comunismo. Problemi del profilo culturale di un movimento di
resistenza all’Impero americano, Noctua Edizioni, 2003. C.Preve: audio congressi DP
(RadioRadicale) Intervista
politico-filosofica (G. RepaciC. Preve) «La
costituzione italiana è stata distrutta per semprre con i bombardamenti sulla
Jugoslavia, e da allora l’Italia è senza costituzione, e lo resterà finché i
responsabili politici di allora non saranno condan morte per alto tradimento
(parlo letteralmente pesando le parole), con eventuale benevola commutazione
della condanna a morte a lavori forzati a vita. Eppure, questi crimini passano
sotto silenzio, perché si continuano ad interpretare gli eventi di oggi in base
ad una distinzione completamente finite (C. Preve, Elementi di politicamente
corretto) Bobbio, Né con Marx né contro Marx, Riuniti, Roma,Storia dei marxismi
in Italia, Manifestolibri, Roma, Alessandro Monchietto, Marxismo e filosofia in
Preve, Editrice Petite Plaisance, Pistoia, P. Zygulski, C. Preve: la passione
durevole della filosofia, presentazione di Giacomo Pezzano, Pistoia, Editrice
Petite Plaisance, Monchietto e Pezzano, Invito allo Straniamento. I. Costanzo
Preve filosofo, Pistoia, Petite Plaisance, Zygulski, Costanzo Preve e
l'educazione filosofica, in Educazione Democratica, Foggia, Edizioni del Rosone, gennaio, Alessandro Monchietto, Invito allo
Straniamento. II. Marxiano, Pistoia, Petite Plaisance, Massimo Bontempelli); F.
Bentivoglio, Il senso dell'essere nelle
culture occidentali, Milano, Trevisini); Formenti, Il socialismo è morto. Viva
il socialismo!, Meltemi, Milano). Costanzo Preve. Preve. Keywords: fascismo,
antifascism – antifascism in assenza completa di fascismo, comunita,
comunitarismo, la mascalzonaggine imperdonabile dell’invasione a Grecia;colonizzazione
imperialista,storia dell’etica, storia ontologico-sociale della filosofia, vico
anti-capitalista. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Preve," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684463462/in/photolist-2mKbok1-2mGnP2f-2mEd2LM-E58e4H-CfbuaM-C6j6p5-CdDphy-CfWJ4K-C6n5m7-BiosLy-CfUqUZ-BiyBqX-BGr8AF-BiuDHk-C6n22G-BGo4ac-CfT5uH-BinZFS-CfX854-C8EFGv-C8AG9k-C8EyDT-BGreRB-BNPngs-C8EyKe-CfWNyr-BinFbf-BGr6t4-C6ndRU-BGrkKR-CfUrBk-Biry7Y-CfWVBe-BNPcuy-C8EfEg-C8BXHK-C6iijj-Biotmm-BXesRa-B87iXx-B87iTp-C5w76F-C3dpu7-BXetE4-BUVNSb-B87kea-C3dpwG-BUVMeG-BXeqJ4-BCoJa1
Grice e Prini – il volo d’Icaro – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Belgirate). Filosofo. Grice: “I like
Prini, but I won’t expect his “Discorse e situazione” to be about Firth’s
context of utterance!” -- “Pensare è infatti la maniera più profonda del nostro
desiderare. "Ventisei secoli nel mondo dei filosofi"). Tra i maggiori
esponenti dell'esistenzialismo. Studia ad Arona e Pavia sotto Lorenzi.
Studia Sorbatti sotto Levi e Sciacca. Studia Plotino. Prini s'è legato al
gruppo di filosofi che Sciacca aveva riunito intorno a se. Quando Sciacca si
trasferì a Genova tutto il gruppo lo segue. Insegna a Genova, Perugia, Roma e
Pavia. Scrive “Verso una nuova ontologia” e “Discorso e situazione”. “Lo scisma
sommerso” analizza la spaccatura sotterranea che si è creata nella Chiesa
cattolica tra il magistero ufficiale e la fede e le scelte di vita dei
credenti. Un tema che diviene centrale è il tema del male. Scrive “Ventisei
secoli nel mondo dei filosofi” -- «un ripensamento, una sorta di commiato
personale dagli autori e dai problemi che gli erano stati cari per tutta la
vita. Accanto al discorso apofantico, che definisce in modo univoco il suo oggetto
e che vuol dimostrare le sue verità in modo necessario, apre lo spazio per la
‘conversazione’. Nel testo Verso una ontologia, risalire la dimenticanza della
conversazione ad Aristotele, il quale ritene i discorsi semantici non vero-funzionali
e quindi estranei al campo del linguaggio sino del metalinguaggio della filosofia.
In “Discorso e situazione” definisce in modo più dettagliato gl’ambiti della
conversazione. Nella molteplicità dell’uso logico della ragione, delinea un
esame sistematico delle diverse forme della conversazione razionale “situata”,
ossia in relazione al suo proprio oggeto o topico ed al suo proprii
conversatori, e precisamente la verifica come forma della prova del discorso
oggettivo o scientifico, la categoria della testimonianza e la determinazione
particolare come ‘forma’ della ‘prova’ della conversazione. È stata un ricerca
non inutile, credo, se ha messo in luce, per un verso, contro lo scientismo, la
pluralità dell’uso della ragione, e per un altro verso, la fondamentale
convergenza di quelle forme del discorso razionale in una dottrina della verità
ostensiva dell’essere, o un’ontologia semantica. Gl’uomini di cui la filosofia
deve occuparsi sono gl’italiani concreti. In “Il corpo che siamo” studia i
corpi degl’italiani come elementi costituiti della inter-soggettività in
un’unità psico0fisica del resto. Già Serbatti fa questo movimento verso i corpi,
parlando di sentimenti fondamentali corporei. In “Il paradosso di Icaro” elabora
la distinzione tra mero bisogni dei corpi e desideria o volonta. I bisogni,
cioè le necessità di avere, si distingueno dalla volontà di essere
autenticamente. Il domandare intorno al senso di ciò che è e di ciò che
si *è* un domandare che mette in questione anche i domandanti stessi. In
‘L’ambiguita dell’essere’ caratterizza l’essere come ’ambiguo’: necessità
assoluta (al modo di Velia), bontà o finalità assoluta, o come libertà od
opposizione assoluta. Cerca queste tre modalità, ritenendole tutte essenziali
all'essere e, insieme, non deducibili l’una dall'altra. Definie questa sua
concezione problematicismo ontologico. Dal momento che l’essere è in sé
ambiguo, esso non si lascia completamente definire e dimostrare dal
discorso apofantico e si presta alla conversazione. C’è un carattere ludico
nell'atteggiamento del credente, quando pretende di poter mettere tra parentesi
la propria fede e di essere anch'egli, nella ricerca della verità, come dice
Husserl, ein wirklicher Anfänger, un vero e proprio principiante. Fa una distinzione tra il nucleo del messaggio
evangelico e le forme che esso ha via via assunto nella storia, critica delle
posizioni più tradizionaliste della Chiesa, specialmente in filosofia (si veda
in particolare “La filosofia cattolica italiana del Novecento”), invito al
dialogo tra la Chiesa e la modernità tutta intera, e proposta di una nuova inculturazione,
oggi, di quel messaggio evangelico. Un passagio di “ Lo scisma sommerso” mostra
in modo disambiguo ciò che ha in mente. Per questa mentalità generata dalla
civiltà della scienza esistono uno spazio e un tempo scientifici nei quali è
impossibili proporsi di trovare, per esempio, il periodo storico di una
presunta prima coppia progenitrice di tutto il genere umano o l'ubicazione
dell'Eden, di cui parlano in un senso simbolico che è da determinare i primi
racconti della Genesi. E andando soltanto un poco in profondità nella coscienza
giuridica moderna, post-illuministica, del rapporto tra colpa e castigo, chi
potrebbe oggi accettare l'idea, trasmessa dalla teologia penale di Agostino
nell'interpretazione della Lettera ai Romani di Paolo, che l'umanità intera
abbia ereditato da Adamo non solo la pena eterna del suo peccato, ma anche la
responsabilità della sua stessa colpa?» Altre saggi: “La metodologia della
testimonanza” (Roma, Studium); “Verso una ontologia della conversazione” (Roma,
Studium); “Serbatti: i sentimenti fondamentali corporei, ” (Roma, Armando); “Discorso
e situazione” (Roma, Studium); “Il paradosso d’Icaro” (Roma, Armando);
“L’ambiguità dell’essere” (Genova, Marietti); “Storia dell'esistenzialismo”
(Roma, Studium); “Il corpo che siamo: introduzione all'antropologia etica”
(Torino, SEI); “Plotino e l'umanesimo interiore” (Milano, Vita e Pensiero); “Il
potere” (Roma, Studium); “La filosofia italiana” (Roma, Laterza); “Lo scisma sommerso”
(Milano, Garzanti); “Terra di Belgirate”; Torino, Sosso); “Ventisei secoli nel
mondo dei filosofi” (Caltanissetta, Sciascia); “Un filosofo che canta i Salmi. “Croce
e Gentile”, Il Prini sommerso; Il desiderio di essere. L'itinerario filosofico;
L'ontologia del desiderio” l M. Flematti, “Prini”. Pietro Prini. Prini.
Keywords: il volo d’Icaro. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prini” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737756981/in/datetaken/
Grice e Prodi – il cane di Pavlov – filosofia italiana – Luigi Speranza (Scandiano). Filosofo. Grice:
“While he likes semiotics, Prodi is the Italian C. L. Stevenson, who read
English at Yale! No philosophy background!” -- Figlio di Mario ed Enrica,
maestra. Studia e insegna a Bologna. A Bologna fonda il progetto Biologia
cellulare del Svilupa un approccio semiotico alla biologia. Con Il neutrone borghese, ha pubblicato anche
alcuni romanzi e racconti, tra cui Lazzaro, biografia romanzata (con riflessi
autobiografici) di L. Spallanzani. Il saggio “Il cane di Pavlov”; “Opera narrativa”
(Diabasis, Reggio Emilia). Altre opere: “Scienza e potere” (Il Mulino, Bologna);
“La scienza, il potere, la critica” (Mulino, Bologna); “Oncologia sperimentale”
(Esculapio, Bologna); “Le basi materiali della significazione” (Bompiani,
Milano); “La biologia dei tumori” (Abrosiana, Milano); “Soggettività e
comportamento” (Angeli); Orizzonti della genetica” (L'Espresso); “Il neutrone Borghese”
(Bompiani, Milano); Patologia Generale (CEA, “La storia naturale della logica”
(Bompiani, Milano); “L'uso estetico del linguaggio” (Mulino, Bologna); Lazzaro:
il romanzo di un naturalista del '700” (Camunia, Brescia); “Oncologia” (Esculapio,
Bologna); “Gli artifici della ragione” (Sole 24 ore, Milano); “Il cane di
Pavlov” (Camunia, Brescia); “Alla radice del comportamento morale” (Marietti,
Milano); “Teoria e metodo in biologia” (Clueb, Bologna); “L'individuo e la sua
firma”; “Biologia e cambiamento antropologico” (Mulino, Bologna); “Il profeta”
(Camunia, Brescia); Conferenza "Prodi”, Repubblica Apprezzato anche da G. Dossetti, La parola e
il silenzio” (Paoline, in riferimento ad
un articolo che si rifaceva ai geni invisibili della città di G. Ferrero. Sul sottotitolo
(i “geni invisibili” della città. Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giorgio Prodi. Prodi. Keywords: il cane di
Pavlov. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Prodi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737954863/in/datetaken/
Grice e Prospero – implicatura laica – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Pescosolido), filosofo. Studia
e Insegna a Roma. Studia Kelsen. Collabora con “L'Unità”. I suoi interessi sono
principalmente rivolti al sistema istituzionale italiano e la filosofia politica
della sinistra. La sua filosofia e aspramente criticate da Travaglio, che lo ha
accusato di "pagnottismo". Tra i punti di dissenso, vi è la posizione
nei confronti della democrazia diretta, e nei confronti della fiducia riposta
daTravaglio, e dal Movimento 5 stelle di Grillo, nella intrinseca infallibilità
del giudizio espresso dagli elettori e del popolo della Rete. Sinistra Italiana. Saggi: “La politica post-classica”;
“Il nuovo inizio”; “Nostalgia della grande politica”; “La democrazia mediata”;
“Sistemi politici e storia”; “Il pensiero politico della destra” (Newton
Compton); “I sistemi politici” (Newton Compton); “Politica e vita buona, Euroma
la Goliardica, Sinistra e cambiamento istituzionale”; “Storia delle istituzioni
in Italia” (Riuniti); “Il fallimento del maggioritario”; “La politica”; “Teorie
e profili istituzionali” (Carocci); “Lo stato in appalto. Berlusconi e la
privatizzazione del Politico (Manni); “Politica e società globale” (Laterza); “L'equivoco
riformista” (Manni); “Alle origini del laico” (Angeli); “La costituzione tra
populismo e leaderismo” (Angeli); “Filosofia del diritto di proprietà”
(Angeli); “Perché la sinistra ha perso le elezioni” (Ediesse); “Il comico della
politica”; “Nichilismo e aziendalismo nella comunicazione di Berlusconi”
(Ediesse); “Il libro nero della società civile”; “Il nuovismo realizzato”
(Bordeaux); “Gramsci” (Bordeaux). Addio al mito del capo, Il Manifesto, Contropotere
del Quirinale, Left-avvenimenti, C. Prodi, l'errore più grande della sinistra
europea è stato dimenticare il lavoro, il manifesto, Bruno Gravagnuolo, Grillo,
il travaglio di Marco nel duello tv con Prospero l'Unità Gli organismi di Sinistra Italiana, da
"Sinistraitaliana.si" Sinistra
Italiana rispolvera il Pci: nascono le nuove Frattocchie. Ma a Testaccio. Michele
Prospero. Prospero. Keywords: implicatura laica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Prospero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738325049/in/datetaken/
Grice e Pucci – implicatura – l’utopia di Pucci -- filosofia
italiana (Firenze). Filosofo.
Scrive alcuni trattati dove ambiva a una filosofia universale di stampo
utopistico. Molto polemico contro le principali dottrine religiose dell'epoca,
tanto da essere tacciato di eresia e giustiziato dall'Inquisizione romana.
Della potente e ricca famiglia fiorentina dei Pucci. Scolto da un improvviso
mutamento et cambiamento che lo fa decidere a darsi allo studio delle cose
celesti ed eterne e a scoprire i reali motivi dei contrasti filosofici che
lacerano l'Italia. Assiste personalmente alla strage degl’ugonotti nella
notte di San Bartolomeo, decise di aderire alle tesi protestanti. Controversie
dottrinali gli procurarono l'espulsione dalla comunità calvinista alla quale
aveva aderito in primavera. Discute del peccato originale e ha altresì
contestato l'autoritarismo del concistoro della comunità. Quest'ultima gl’rimprovera,
oltre a importanti punti dottrinali come la concezione del peccato originale,
della fede e dell'eucaristia, la sua pretesa di pro-fetizzare, ricordandogli
che, con la scomparsa dei primi apostoli, il carisma profetico non puo più
esistere. Su invito di F. Betti, incontra F. Sozzini. Pubblica un manifesto, e
poi scrive a N. Balbani una lettera in cui espone la sua teoria dell'innocenza
naturale dell'uomo, già discussa con Sozzini, secondo la quale tutti gl’uomini
nascono et restano innanzi all'uso della ragione e del giudizio. Grazie alla
redenzione operata da Cristo, il peccato originale non può causare la
dannazione quando siamo ancora nel grembo materno. Il battesimo del bambino,
che e naturalmente innocente per la naturale bontà della natura umana, per
quanto non censurabile, è inutile. L'eventualità della dannazione è un problema
dell'adulto che, raggiunta l'età della ragione, è in grado di distinguere il
bene dal male. L’uomo è buono per natura e a causa dell'amore di Dio verso
il genere umano, che ha creato l'uomo di natura buona, si fonda la filosofia. Il
fondamento della filosofia, et bontà vera, è propriamente la fidanza generale
in Dio del cielo e della terra, una fiducia fondata sulla conoscenza di Dio che
è comune a tutti gl’uomini, una fede che si contrappone alla concezione della
fede protestante, che consiste invece in una fidanza particulare che il singolo
protestante ripone in Dio. È del resto la tesi sostenuta da Sozzini nel suo De
Jesu Christo servatore. Sostene di aver tratto le proprie concezioni in
virtù del dono dello Spirito Santo che, attraverso visioni, lo ispira permettendogli
di preconizzare il prossimo avvento del regno di Dio che provoca la conversione
di tutti i popoli, qualunque fosse la loro religione, sotto un'unica confessione.
La redenzione operata da Cristo riguarda infatti tutti gl;uomini, anche i non
cristiani, perché esalta la loro naturale bontà. La salvezza non costitusce un
dubbio tormentoso ma è un obbiettivo che può essere raggiunto abbandonandosi
con fiducia alla fede in Dio, è la fede naturale che ha Adamo, uomo naturale e
immortale perché fatto a immagine e somiglianza di Dio nella mente e nello
spirito. Affermata la bontà naturale della specie umana, ne discende che debba
essere escluso tanto che il peccato si trasmetta nelle generazioni, quanto che
possa esistere una pre-destinazione semplice o doppia che sia, una per gl’eletti
e una per i dannati stabilita ab aeterno. Sozzini rispose al Pucci con il “De
statu primi hominis ante lapsum”, obiettando che la somiglianza di Adamo con
Dio risiede nel fatto di essere il dominatore di tutte le cose della natura, e
non nella sua immortalità. Se Adamo, l'essere naturale per eccellenza, finisce col
peccare, ciò dimostra che non era affatto innocente, visto che Adamo peca per
sua libera scelta. La natura dell'uomo
non è diversa da quella d’Adamo. La salvezza degl’uomini risiede nella
sua volontà di scegliere il bene, ed è sulla sua libera volontà, non sulla sua
natura, che si fonda la sua etica. Il suo saggio principale e “La Forma
d'una repubblica”. Per porre rimedio alla confusione e agli scandali regnante
nella filosofia, e necessario un libero e santo concilio al quale si vede che
tutti gl’uomini da bene di tutte le province inclinano, ma che viene rifiutato
dai potenti prelati che oggi comandano non solo nella religione, ma anche nella
repubblica. Per preparare questo concilio, è necessario che gl’uomini dabbene,
all'interno di ogni singolo stato, si organizzino in un'unione, in un collegio o
comunità nella quale essi si governino secondo un principio comune, i, senza alienarsi
da i loro principi e magistrati civili e senza entrare in polemica contro la
confessione religiosa vigente. Questi uomini, infatti, d'animo et tal volta
anche di corpo alienato da gl’ordini et usanze di quelle repubbliche nelle
quali è sono nati et allevati, conviene ch'e' vivino come forestieri nel loro
natio terreno, o forastieri interamente per gli altrui paesi, è necessario
ch'e' si portino molto saviamente e discretamente con i principi e magistrati
de' luoghi dove essi habitano. Si tratta di un'aperta giustificazione del
nicodemismo, seppure teorizzata come mezzo provvisorio allo scopo di
raggiungere un fine superiore nell'interesse di tutti i cristiani. L'insieme di
questi collegi avrebbe formato di fatto una repubblica cattolica, cioè
universale, che, con l'esempio dei retti comportamenti dei suoi aderenti,
avrebbe col tempo acquisito il consenso della grande maggioranza della
popolazione di ogni singolo stato, promuovendo così il rinnovamento dei costumi
e delle diverse confessioni, fino a rifondare un'unica religione
cristiana. Gli elementi essenziali di questa rinnovata e unificata
religione dovranno essere la fede «in un solo Dio del cielo e della terra,
creatore et governatore dello Universo, nel Cristo morto e risorto per
redimerci, nella giustizia divina che premia i buoni e punisce i malvagi, la
testimonianza degl’apostoli, il rispetto dei dieci comandamenti, l'orazione
domenicale e le opere di carità. Tutte le questioni dottrinarie che
storicamente dividevano le confessioni cristiane sono sfumate dal Pucci, che
vuole che sui problemi del battesimo, dell'eucaristia, della Trinità e
dell'incarnazione non si utilizzino sottigliezze e non si creino
divisioni. I membri di queste comunità dovranno essere tutti gl’uomini
maggiorenni e laicigli ecclesiastici, infatti, sono evidentemente incapaci di
superare le divisioni che essi stessi hanno creatoorganizzati sotto un capo
temporaneo, provosto o console, assistito da un censore, che non deve avere
alcun'autorità particolare, ma dovrà proporre le risoluzioni da approvare
all'unanimità nell'assemblea generale dei membri: quando non vi fosse
unanimità, si deciderà a sorte fra le diverse opzioni. Le donne, dovendo essere
sottoposte ai mariti, possono assistere ma non hanno alcun'autorità né diritto
di voto. Il collegio ha anche il potere di punire le cattive condotte dei
singoli membri, sino all'espulsione. Le diverse comunità si sarebbero tenute in
contatto epistolarea questo scopo era costituito l'incarico di un cancellieree,
attraverso delegati, si sarebbero riunite in diete da tenersi periodicamente
nelle terre «di qualche gentilhomo o signore» aderente a un collegio di una
delle maggiori città europee «come Francoforte, Lione, Parigi et simili, perché
qui i convenuti alla dieta sarebbero passati inosservati più facilmente. Se
gli aderenti ai collegi devono manifestare un formale ossequio alle autorità
costituite, essi devono anche proporre una sia pur cauta propaganda per far
guadagnare alla comunità nuove adesioni. Ciascuno deve mantenere il segreto
della sua attività tramite giuramento, essere amico dei compagni e nemico di
chi è loro nemico. Per saldare insieme i membri, è opportuno che essi si
sposino nello stesso ambiente, con donne «sane e gagliarde per averne una buona
discendenza, evitando però rapporti sessuali frequenti che, secondo il Pucci,
sono nocivi alla salute fisica degli uomini e a quella morale delle donne.
Nella famiglia, il padre riveste il ruolo di capo e di sacerdote laico:
battezza egli stesso i figli in età audulta, i quali dovranno crescere in una
decorosa austerità, studiando nelle scuole consigliate dalla comunità ed
evitando carriere immorali, come quella ecclesiastica o avvocatesca. Fu a
Cracovia, dove incontra F. Sozzini e altri dissidenti religiosi. Le sue idee
però non trovarono successo in nessuna confessione calvinista o luterana, né
fra gli anabattisti e i sociniani. In compenso qui conosce Dee. Anche qui la
sua indole (Dee lo descrive come pericolosamente chiacchierone e utopico) non
venne accolta positivamente e deluso dai protestanti si ri-converte al
cattolicesimo dopo un incontro con Ippolito Aldobrandini. Srive “De Christi
servatoris efficacitate in omnibus et singulis hominibus”, “L'efficacia
salvifica del Cristo in tutti e in ogni uomo”, dedicato a Clemente VIII. Qui
ri-assunge e sviluppa tutte le sue teorie su una chiesa universale ed
ecumenica. Ogni uomo ha il diritto di professare una chiesa di Cristo, e Dio,
grazie al suo amore universale per l'intera umanità, dove aiutare ad abbattere
le barriere che separavano le chiese. Condotto in carcere a Roma, dove conosce Bruno
e Campanella. E condannato a morte per eresia, decapitato e poi bruciato sul
rogo al campo de' fiori Il puccismo però
gli sopravvisse nella chiesa luterana grazie a Huber. Lettera in A. Rotondò,
Studi e ricerche di storia ereticale italiana del Cinquecento Lettere, documenti e testimonianze In D. Cantimori, Per la storia degli eretici
italiani, L.Felici, La riforma protestante” (Carocci); Opere Lettere, documenti
e testimonianze (Firenze, Olschki); Sulla
predestinazione (Firenze, Olschki); C. Cantù, “Gli eretici d'Italia” (Torino, Tipografic);
Per la storia degl’eretici italiani, D. Cantimori ed E. Feist, Roma, Reale
Accademia d'Italia, D. Cantimori, Eretici italiani” (Firenze, Sansoni, A.
Rotondò, “Storia ereticale italiana (Torino, Giappichelli); Una disputa di
antropologia filosofica sul primo uomo. Di fronte al naturalismo di F. Sozzini,
Milano, Cusl, P. Carta, “Eresia -- Documenti sul processo e la condanna” (Padova,
Milani); “Cultura politica” (Stango, Firenze G. Caravale, Il profeta disarmato.
L'eresia” (Bologna, Mulino); M. Biagioni, L’Informatione della religione
christiana, Torino, Claudiana, V. Vozzi,
l’Informatione della religione christiana. Treccani Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Pucci. Keywords:
etymologia d’eretico; il profeta disarmato, nicodemismo, decapatizazione a
Tornona, Roma. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pucci” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691563953/in/photolist-2mPTxJB-2mKBzba-2mKDA5r-2mPNG7N-DndBhH-2mKNM4g-2mKuJyP-2mKuJqC-2mKre9p-ETqNtt-D4QXHL-D41J73-o7nNJE-nXsZFJ-nCEAAa-ncTeBF-ncTe6v-nu72SS-nqAmJ
Grice e Puccinotti – il boezio – filosofia sperimentale
-- filosofia italiana – Luigi Speranza (Urbino).
Flosofo. Studia a Pavia e Roma. Insegna a Urbino, Macerata, Pisa. Il Granduca Leopoldo II di Toscana lo inserì
in una commissione incaricata di studiare l'ipotesi di introdurre sul litorale
pisano le risaie, dal punto di vista della medicina civile. Espose le sue
analisi nel saggio “Sulle risaie in Italia e sulla loro introduzione in Toscana”,
conclusioni che saranno alla base del Regolamento sulla cultura del riso in
Toscana. Opere: “Storia della febbre intermittente perniciosa (Roma), “Boezio” (Firenze);
“Storia della medicina” (Firenze). Treccani Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Crusca. “Opere filosofiche”;
“Del preteso paganesimo di Boezio”; “In Galileo sono due filosofie, la
speculative e la sperimentalel; Galileo divise la fisica della metafisica:;
Schema della filosofia speculative di Galilei nella gionarata prima dei
dialoghi de’ massimi sistemil La filosofia della storia riconosce se stessa per
la filosofia della scienza; Diffeti delle tendenze filosofiche – e come
corrreggerli; Il sentiment di amore nazionale negl’Italiani esisteva anche
quando l’Italia era divisa; Occorre oddi dare ai Congressi un principio
filosofi e un fine civile; Del principio filosofico. Le filosofie son molte; ma
una formula accettata e comune a tutti i filosofi ancora non esiste. Se domanda
che agli scienzati si lasci la lora filosofia sperimentale; Si propone il
sistema conciliativo delle due filosofie tramezzate dale matematiche; consigli
ai discepoli. Invece delle filosofe spectulative adoprino le matematiche per
completare la filosofia sperimentale. Fisici e metafisici, La scienza della
natura non si fa cogli universali della metafisica; la filosofia della storia
vien sempre dopo la storia, ossia dopo I fatti; per la scienze naturali le
aspirazione agl’universali della metafisica ponno essere un fine, ma il rncipio
in esse altro non e che l’osservazione, l’experienza, ed il calcolo. Indecisi I
filosofi nel conceptire e applicare il principio dell’unita; condotti
sull’esere umo il fisiologo e il filosofo, il primo puo fisicamente innoltrarse
nei fenomeni piu elevate della corporeita animale e trovarvi una dimostrabile
azione, attrativa di qualche imponderabile. Corrispondenza fra il carattere
filosofico delle opera d’Areteo e quello della sua eta. Puccinotti. Keywords:
il boezio, Leopardi. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Puccinotti” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736813322
Grice e Punzo
– erote – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli), filosofo. Si laurea a Napoli con una tesi su Kant alla luce della
dottrina tomistica, una in erpetologia sul sistema nervoso dei serpenti, e una
tsulla morale nelle lettere di Paolo.
Fonda la Lega Nazionale Contro la Distruzione degli Uccelli, e
l'associazione culturale Trifoglio" di cui pubblica Il Trifoglio. Visse per
circa vent'anni sull'isolotto disabitato di Vivara, contribuendo a preservarlo
da possibili scempi e tutelandone il patrimonio ambientale. Per il suo impegno
a favore di Vivara ricevette il
"Premio Mediterraneo" conferitogli da un'agenzia dell'ONU. Filosofo dai
molteplici interessi che spaziarono dalla Commedia dantesca, alla botanica,
all'ornitologia e alla zoologia, anche un profondo conoscitore del latino.
Dedica gran parte della sua vita intellettuale alla filosofia. Per lui, la pedagogia costituisce uno
dei compiti più importanti al quale una società deve adempiere poiché
l'educazione delle giovani generazioni e, in particolare, dell’adolescente,
rapresenta il punto fondativo
di ogni aggregato umano. In tale prospettiva il fanciullo, per potersi
sviluppare al meglio, deve essere educato al bello attraverso la contemplazione
della natura. La sua filosofia ha come culmine la definizione del
concetto di religioso assoluto, inteso come elemento distintivo della
spiritualità umana poiché capace di definire l'identità dell'individuo rispetto
alle altre forme di vita. Nota
sull'episodio dantesco di Brunetto Latini, Napoli, Ed. Carlo Martello, Contributo
per un superamento dei tradizionali schemi sessuologici, Napoli, Tip. G.
Genovese, Nuovo contributo per un superamento dei tradizionali schemi
sessuologici, Napoli, Martello, “Lettere erotologiche,” Napoli, Martello, “Dialogo dell'amore
olarrenico,” Napoli, Martello, L'altro viaggio, Napoli, Denaro; Il guardiano
del verde isolotto. Olarrenismo; pseudomorfismo sessuale, Parisessualismo nevrotico;
parisessuonevrotici; parisessualismo sostitutivo; line generali per una
tipologia della vita erotico-affetiva. Tipi eerotio-effettivi meterotici –
telerotici, caterotici; schema generale per un superamento delle fondamentali
impostazione sessualogiche; critica della dottrina delle perversioni sessuali;
critica del concetto di perversioni sessuali; critica del significato
patologico attributo all’eros; cirtica della condanna morale implicita; superamento
della dottrina delle perversione sessuali; essenza e significato della
sessualita psichica; amore e sessualita, struttura della sessualita psichica,
l’eros come anistonia psico-sessuale, la gradualita della sessualita psichica;
principi per una classificazione dell’epitomia psico-sessuali; orientamento per
una classificazione psicologica delle anisotnoia psico-sessuali, complessione
psico-eterante egotropica ed eterotropica, orarrenismo eroticol maschilita
complementare e maschilita olarrenica, amore elorrenico, la casistica, la
storia e la filosofia, concezione etico-psicologica, etico-sociale, sessologia,
tendenze erotiche, Zenone, amato da Parmenide; Alcibiade amato da Socrate. Il
caso di Callia e Autolico citato nel Fedone, il simposio di Senofonte, Diogene
Laerzio, Ariano, Atico, amore virile, virilta, virtu, maschio, Nicomaco, amato
da Teofrasto, trattarello sull’amore di Teofrasto, trattarello sull’amore di
Aristotele (erotikos a) dove si discute quattri questioni (tetra), peripatetici
sull’amore, Eraclide, Clearco, e Geronino. Prolegomeni erotoligici. Schema
genrale per un superamento del concetto d’omosessualita – critica e superamento
di stesso – fondamentale discriminazione dei fenomeni confuse come
omosessualita -- Giorgio Punzo. Punzo. Keywords: erote. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Punzo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738226409/in/datetaken/
Grice e Purgotti – implicatura metrica – filosofia
italiana. Luigi Speranza (Cagli), filosofo. Figlio di Nicola e Rosa Morbidi. Dei Lincei. Dei Georgofili di Firenze. Studia
a Roma sotto Imerio Cibo di Amelia e Pallieri. Insegna a Perugia. Spazia dalle
scienze fisico-chimiche all'idrologia minerale, dalle scienze matematiche alle
filosofiche con particolare riguardo alla teoria degli atomi. “Questa
memoria la patria che dagli scritti e dalle virtu del sommo scienziato ebbe
tanto lustro ed onore nato in Cagli. Qui riposa insigne chimico e matematico
esempio raro di virtu domestiche e civile. Pubblica nel Giornale Scientifico Letterario
di Perugia; “Lettere ad un amico intorno a vari filosofici argomenti”; “Riflessioni
sulla teoria degli atomi”; “Trattato di chimica applicato specialmente alla
medicina e alla agricoltura”; “Trattato elementare di chimica applicata
specialmente alla medicina”; “Trattato elementare di chimica applicata
specialmente alla medicina e alla agricoltura”; “Intorno all'azione dell'acido
solfo-idrico sul solfato di protossido di ferro”; “Osservazioni intorno a varie
inesattezze che allignano nei moderni corsi di matematica elementare”; Riflessioni
sopra un opuscolo che porta per titolo se si possa difendere, ed insegnare non
come ipotesi, ma come verissima, e come tesi la mobilita della terra, e la
stabilita del sole da chi ha fatta la professione di fede di Pio IV”; “Elementi
di aritmetica, algebra e geometria”; “Studi chimici sulle acque minerali di
Valle Zangona”; “Intorno agli usi ed effetti delle acue minerali”; “Riflessioni
sulla teoria degl’atomi”; “Chimica”; “Analisi delle acque minerali di S. Gemini”;
“Aritmetica e algebra”; “Chimica organica”; “Saggio di filosofia chimica”; “Geometria”;
“Problemi tratti dagli elementi di Aritmetica”; “Algebra e Geometria”; “Nozioni
elementari ragionate del calcolo aritmetico ad uso dei giovanetti”; “Intorno al
primitivo insegnamento della scienza delle quantità”; “Chimica inorganica”; “Metalli
delle terre aride e metalli propriamente detti”; “Elementi di aritmetica
ragionata ad uso dei giovanetti”; “Elementi di aritmetica, algebra e geometria”;
“Analisi delle acque minerali di S. Gemini”; “Lettere filosofiche:
principalmente risguardanti l'elementare insegnamento delle scienze”; “Chimica
inorganica”; “Metalloidi”; “Compendio di nozioni farmaceutiche ad uso degli studenti”;
“Esposizione delle avvertenze teorico-pratiche le più interessanti per ben
preparare, conservare ed apprestare i farmaci”; “Sul fluido bio-tico e le sue
influenze nei moti delle tavole e dei pendoli indovini e nel magnetismo animale
e nelle manifestazioni spiritualiste”; “Nozioni elementari intorno
all'algorismo sui numeri interi estratte dal trattato di aritmetica ragionata”;
“Chimica in-organica”; “Metalli”; “Chimica organica e nozioni le più
interessanti di chimica agraria e filosofia”; “Studi chimici sulle sorgive
minerali del distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo Abruzzo
Ulteriore”; “Sull'acqua salino-ferruginosa di Giano”; “Chimiche ricerche”; “Elementi
di algebra”; “Elementi di aritmetica”; “Elementi di geometria” “I segreti dell'arte
di comunicare le idee negl’elementi delle scienze esatte ed i difetti che anche
attualmente vi sono coperti dal falso manto della matematica evidenza svelati
dalla filosofica investigazione”;“Esercizi aritmetici” “Idrologia minerale del
distretto di Civita Ducale nel secondo Abruzzo Ulteriore”“Studi chimici sulle
sorgive minerali del distretto di Civita Ducale presso il Velino nel secondo
Abruzzo ulteriore”“Intorno ai meta-fisici”“Idrologia narnese o rapporto degli
studi chimici sulle acque potabili e minerali di Narni fatti per cura
dell'inclita giunta municipale della stessa città”;“Delle acque minerali di San
Galgano di Perugia”; “Memorie istoriche per il conte Gio. Battista
Rossi-Scotti. Seguite dai relativi studi analitici intorno alla nutrizione”; “Frammenti
tratti dalla chimica animale”; “Sulle sorgenti acidule-ferro-manganesiache di
Monte Castello Vibio”; “Studi chimici seguiti da una relazione intorno alle
loro virtù medicamentose”;; “Intorno dei corpi organici naturali inserito
nell'Apologenico”; “Osservazioni”; “Intorno all’azioni cata-litica”; “La forza”;
“Intorno agl’esami liceali”; “Vaganti idee”; “Delucidazioni intorno alla forza”;
“Euclide e la logica naturale. Riflessioni”; “Compendio di nozioni
farmaceutiche”; “Raccolta di cognizioni teorico-pratiche per ben preparare,
conservare ed apprestare i farmaci, le quali sono utili al medico, e
indispensabili al farmacista”; “Trattatello sull'arte di ben scrivere le
ricette nell;italiano usando i pesi metrici”; “Intorno ai saggi idrotimetrici
delle acque potabili”; “Esame critico della forza”; “Sulla necessità di
escludere lo studio della geometria dai pubblici ginnasi e l'Euclide dai licei”;
“Intorno alle odierne difese degl’antichi errori nell'insegnamento delle
matematiche”; “Cicaloate polemiche”; “Intorno alla combustione”; “Cosa e la
fisiologia”; “Uno scherzo scientifico”; “Dizionarietto biografico cagliese.
Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sebastiano Purgotti. Purgotti.
Keywords: implicatura metrica, filosofia chimica ad uso dei giovanetti, il
fluido bio-tico nella manifestazione degli spiriti, algorismo. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Purgotti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737760683/in/datetaken/
Grice e Quarta – utopici – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Leverano). Filosofo. Essential
Italian philosopher. Filosofo dell'utopia fu uno dei maggiori studiosi di Moro,
sul quale scrisse “Una re-interpretazione dell'utopia.” Insegna a Salento. Studioso
di Platone sul quale scrisse L'utopia platonica: Il progetto politico di un
grande filosofo. Fonda il Centro di ricerca sull'utopia. Altri saggi: Tommaso
Moro; Una reinterpretazione dell'utopia (Dedalo); Thomas More, ECP L'utopia platonica; Il progetto politico
di un grande filosofo, Dedalo, Globalizzazione,
giustizia, solidarietà, Dedalo, Una nuova
etica per l'ambiente, Dedalo, “ Homo utopicus, La dimensione storico-antropologica
dell'"utopia.” Dedalo, Filosofo dell'utopia.
Grice: “Strictly, utopia is no-where, or erehwon if you must!” Luigi Speranza,
“As in Lennon, “He’s a real nowhere man!” --. Gilbert and Sullivan, “Utopia,
Ltd.” Quarta. Keywords: utopici, Campanella, erewhon. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Quarta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737471576/in/datetaken/
Grice e Quattromani – implicatura – filosofia italiana. Luigi Speranza (Cosenza). Filosofo.
Essential Italian philosopher. Nacque da Bartolo ed Elisabetta
d'Aquino, parente diTelesio. Cresciuto in un ambiente strettamente collegato
alla cultura e alla nobiltà cosentina, viene educato alle idee religiose valdesiane
del suo maestro Fascitelli. Come si desume dal suo epistolario, si
trasfere a Roma. Qui frequenta la Biblioteca Vaticana e ha modo di intessere
relazioni con diversi esponenti del panorama intellettuale e culturale romano.
I suoi primi studi riguardarono il Canzoniere di Petrarca, con particolare
riferimento alle sue fonti. Dopo un breve soggiorno a Napoli, torna a
Cosenza. Da qui scrive a B. Rota, per suggerirgli alcune correzioni alla
seconda edizione accresciuta delle sue Rime. Effettua una serie di spostamenti
tra la sua città natale e Roma. Il periodo è contrassegnato da alcune sue epistole,
a carattere storico-letterario/ Risiede a Napoli. Rientrato a Cosenza scrive a Cavalcanti,
che sarà con lui consulente della Congregazione dell'Indice, e assume la direzione della Accademia
cosentina, cui Quattromani da nuovo impulso, sia dal punto di vista
squisitamente letterario, sia incentivando l'attenzione per la filosofia.
A Napoli pubblica "La philosophia di Telesio” che dedica a Carafa e le
rime dedicate a Bernaudo. Rimonta, invece, la sua traduzione de Le historie del
Cantalicio, nelle quali il nome è celato dietro lo pseudonimo di «Incognito
Academico Cosentino». Il suo ultimo periodo di vita lo trascorre a
Cosenza, dove muore. Altre saggi: Manoscritti, Vaticano, Sonetto di Ms. della
Casa. Oratione di Marco Catone., Giudizio sopra alcune stanze di Tasso,
Vaticano, Commento a tre sonetti del Casa, lettera ad A. Caro, lettera a F.
Mauro, lettera al S. Principe della Scalea, lettera a Ardoino, lettera a V.
Bombino, Lettera a F. A. d'Amico, Lettera a Fabrizio Marotta, Oratione di Marco
Catone, Lettera a Gio. Maria Bernaudo, Lettera a G.V. Egidio, Lettera a V. Bilotta, Parallelo
tra il Petrarca et il Casa, Della metafora, Parallelo tra il Petrarca et il
Casa Poetica di Orazio, Sentimento della Poet.ca d'Orat. La Poetica d'Orazio, Oratione
di Marco Catone, A T. Tasso Il Monta.no Acc.co Cose. Della metafora, Lettera ad
Horatio Pellegrino, Lettera a Teseo Sambiase Lettera alla Duchessa, Lettera a Teseo
Sambiase, Lettera a Teseo Sambiase, Lettera a T. Sambiase, Lettera a T. Sambiase,
Lettera a G. Sirleto, Cosenza, Biblioteca Civica, ex libris: “Bibliothecae
Marchionis D. Matthaei de Sarno”, Istoria della Città di Cosenza, Biblioteca
privata della Famiglia De Bonis, Lettere
al G. Bernaudo da una raccolta favoritami da F. Bombini, Firenze, Biblioteca
Nazionale Centrale, Fondo Palatino, Luoghi difficili del Bembo Napoli, Biblioteca
Nazionale, manuscripta autographa Summontis et aliorum aetate eius clariorum,
Lettera a S. Reski, Roma, Biblioteca Angelica, rilegato con Gab. Barrii
Francicani De Antiquitate et situ Calabriae, Roma, Apud Iosephum de Angelis); Annotationes
Barrium Stampe “La philosophia di Bernardino Telesio” Ristretta in brevità, et
scritta in lingua toscana dal Montano academico cosentino alla Eccellenza del Sig.
Duca di Nocera Con Licenza de' Superiori. Marchio ed. In Napoli Appresso
Gioseppe Cacchi al ilustre S. G. Bernaudo, in a a le rime del Sig. Gio. Batt. Ardoino
Academico Cosentino in morte della Signora Isabella Quattromani sua moglie con
Licenza de' Superiori Marchio ed. in Napoli Appresso Gioseppe Cacchi. Le
historie de Monsig. Gio. Battista Cantalicio vescovo di Civita di Penna, et
d’altri delle guerre fatte in Italia da Consaluo Ferrando di Aylar, di Cordoua,
detto il gran Capitano tradotte in lingua
Toscana a richiesta di Gio. Maria Bernavdo in Cosenza per L. Castellano. Le
historie de G. Cantalicio, vescovo di Civita di Penna e d’Atri Dele guerre
fatte in Italia da Consalvo Ferrando de Aylar, di Cordova, detto il gran
capitano, tradotte in lingua Toscana a richiesta di Gio. Maria Bernaudo nuouamente
corretta, et ristampata, in Cosenza per Leonardo Angrisano, e L. Castellano, ad
istanza di Enrico Bacco, libraro in Napoli. Le historie di Monsig. G. Cantalicio,
vescovo d’Atri et Civita di Penna, delle guerre fatte in Italia da Consalvo Ferrando
di Aylar, di Cordova, detto il gran Capitano, tradotte in lingua toscana a richiesta di G. Bernaudo, Napoli Apresso Gio
Giacomo Carlino Ad istanza di H. Bacco, alla Libraria dell'Alicorno rime di
mons. Gio. Della Casa. Fregio In Napoli, Appresso Lazaro Scoriggio, lettere
divise in due libre Et la tradottione del Quarto dell'Eneide di Virgilio del
medesimo Auttore all'Illustrissimo & Eccellentissimo Signor Marchese della
valle, &c in Napoli, Per Lazzaro Scoriggio. Il IV libro di Vergilio in
verso Toscano. “Trattato della Metafora”; Parafrasi Toscana della Poetica di
Orazio. Traduzione della medesima Poetica in verso toscano. Alcune annotazioni
sopra di essa, alcune poesie toscane, e latine, Fregio in Napoli, Mosca con
Licenza de' Superiori.Gabrielis Barrii Francicani: De Antiquitate et situ
Calabriae nunc primum ex authographo restitutos ac per capita distributi.
Prolegomena, Additiones, et Notae. Quibus accesserunt animadversions, Roma, S.
Michaelis ad Ripam Sumptibus Hieronymi Mainardi Superiorum permissu. Scritti
vari, editi per la prima volta in Napoli da M. Egizio ed ora riveduti,
riordinati e ripubblicati in più nitida edizione da L. Stocchi, Castrovillari,
Dalla Tipografia del Calabrese, A questo proposito, in un'articolata lettera
inviata, da Roma a Cosenza, illustra a M.
Ferrao le ragioni per cui l'opera del Petrarca merita la sua attenzione, e la
ricerca che stava compiendo sui poeti provenzali, riferendo che di ciò aveva già
parlato con P. Manuzio, edizione veneziana di Giolito de' Ferrari Stessa cosa si verifica per la seconda
edizione, mentre soltanto postumo, nell'edizione napoletana compare quale
traduttore. , “Scienza” e “scienza della letteratura” in S. Quattromani, in
Bernardino Telesio e la cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli L.
Borsetto, La “Poetica d'Horatio” tradotta. Contributo alla studio della
ricezione oraziana tra Rinascimento e Barocco, in Orazio e la letteratura
italiana, Roma Eadem, Enciclopedia oraziana, Eadem, “Pulzelle” e “Femine di
mondo”. L'epistolario postumo, Alla lettera. Teorie e pratiche epistolari dai
Greci al Novecento, A. Chemello, Milano Capacius I.C., Illustrium mulierum et
illustrium litteris virorum Elogia, Neapoli, Carlinus & C. Vitale, Chioccarello
B., De illustribus scriptoribus Regni Neapolitani Cornacchioli T., Nobili,
borghesi e intellettuali nella Cosenza del Quattrocento, Cosenza Cozzetto F.,
Aspetti della vita e inventano della biblioteca attraverso un documento
cosentino del Seicento, in «Periferia», Crupi P., Storia della letteratura
calabrese. Autori e Testi, Cosenza De
Franco L., De Franco L., La biblioteca di un letterato del tardo Rinascimento:
S. «Annali dell'Istituto Universitario Orientale», De Frede C., I libri di un
letterato calabrese del Cinquecento (S. Quattromani, Napoli De Frede C., Un
letterato del tardo Cinquecento e i suoi libri (S. Quattromani,-in «Atti
dell'Accademia Pontaniana», Debenedetti S., Gli studi provenzali in Italia nel
Cinquecento, Torino Matteo Egizio, Napoli
(rist. in S. Quattromani, Scritti vari, editi per la prima volta in Napoli da
Matteo Egizio ed ora riveduti, riordinati e ripubblicati in più nitida edizione
da L. Stocchi, Dalla Tipografia del Calabrese, Castrovillari Filice E.E., Cosenza Fratta A., Il “Ristretto” nell'ambito delle traduzioni
scientifico-filosofiche del secondo Cinquecento, in Bernardino Telesio e la
cultura napoletana, R. Sirri e M. Torrini, Napoli Gorni G., Un commento inedito
alle “Rime” del Bembo. Telesio, Della
Casa, Quattromani interprete di Tasso, Gli amori del Quattromani, il disegno
culturale. La critica e le lettere; “Telesio, Bari Zangari D., Di un
manoscritto inedito di S. Quattromani e delle sue relazioni col Tasso; Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sertorio Quattromani. Quattromani. Keywords: implicature,
la philosophia di Bernardino Telesio, Orazio, Poetica, Tratatto della metafora,
Il Quarto di Virgilio, Petrarca. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quattromani” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738064054
Grice e Quinto – gli scolari – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Pieve di Cadore).
Filosofo. Essential Italian philosopher.
Studia a Conegliano e Milano sotto Pupi -- contrassegnate
dall'adozione di un rigoroso metodo filologico, studia la storia del concetto
di “scolastica”. Saggo: «“Timor” e “timiditas”. Note di lessicografia d’Aquino»,
La lingua del Lazio: Latino patristico e latino scolastico. Dalla comprensione
della lingua del Lazio all'interpretazione del pensiero», Sui quattro sensi
della Scrittura, I quattro sensi della Scrittura, Medioevo, «Il “timor” nella
lingua della scolastica», Archivum Latinitatis Medii Aevil, Per la storia del
trattato tomistico “de passionibus animi”. Il “timor. “Le “scholae” del
medioevo come comunità di sapienti», Scholastica”. Storia di un concetto,
Padova. “Lectio, disputatio, praedicatio”: la triade dell'esercizio scolastico
secondo Aquino, “In principio erat uerbum”. Testi sul timore di Dio dal ms.
PRivista di Storia della Filosofia «“Teologia allegorica” e “teologia scolastica”
in alcuni commenti all'“Historia scholastica” di P. Comestore. in memoria, Riccardo Quinto.
Quinto. Keywords: gli scolari. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Quinto” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737409396/in/dateposted-public/
Grice e Raimondi
– il gatto persiano – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli), filosofo. Figlio del cremonese Alessandro. Insegna
a Roma, contribusce alla rinascita dell’idealismo
contro i parepatetici, che dominano la filosofia. Pubblica la Data di Euclide. Le
coniche di Apollonio di Perga. Autore di molti commentari, specialmente su
alcuni libri della Synagoge, nota anche come Collectiones mathematicae, di
Pappo di Alessandria e sui trattati di Archimede. Membro dell'accademia fondata
da Aldobrandini, nipote di Clemente VIII. -- è celebre soprattutto per essere
stato il primo direttore scientifico della Stamperia orientale medicea, o
Typographia Medicea linguarum externarum, fondata a Roma da Ferdinando de'
Medici. L'attività principale svolta dalla stamperia e, con l'appoggio di Gregorio
XIII, la pubblicazione di saggi nelle per favorire la diffusione delle missioni
cattoliche in Oriente. Forma un gruppo di ricerca costituito da Vecchietti, inviato pontificio ad Alessandria d'Egitto e
in Persia, dal fratello Gerolamo, da P. Orsino di Costantinopoli, neo-fita
ebreo convertito, e di Tommaso Terracina. In un periodo in cui Roma intrattene
buone relazioni diplomatiche con la dinastia Safavide, al potere in Persia essi riuscirono a recuperare diversi
manoscritti della Bibbia in lingue orientali. Sono portati a Roma più di una
ventina di testi biblici ebraici e giudeo-persiani, tra cui i libri del
Pentateuco, tra i pochi sopravvissuti ai giorni nostri. La tipografia si trasfere
a Firenze, in conseguenza dell'elezione di Ferdinando a Granduca di Toscana. E avviata
la stampa delle opere. Sono pubblicate dapprima una Grammatica ebraica e una
Grammatica caldea. Seguirono: una edizione arabo dei Vangeli, di cui furono
tirate tremila copie; un compendio del Libro di Ruggero di al-Idrisi; Il canone della medicina di Avicenna. Ill
Granduca gli vende la Stamperia, chi a
sua volta la cedette al figlio di Ferdinando, Cosimo II, salito al trono. La Stamperia
chiuse poiché la realizzazione di volumi nelle lingue orientali non si e rivelata
economicamente conveniente. Uno degli ultimi saggi pubblicati fu una grammatica
araba intitolata “Liber Tasriphi”. Il suo grande progetto, he egli
peraltro non riuscì a realizzare, fu quello di pubblicare una Bibbia poliglotta
comprendente le sei lingue principali del cristianesimo orientale: siriaco,
armeno, copto, ge'ez, arabo e persiano. I manoscritti appartenuti alla stamperia
orientale medicea sono disseminati in diverse istituzioni: la Biblioteca
Medicea Laurenziana di Firenze, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, la
Biblioteca apostolica vaticana, la Biblioteca nazionale Vittorio Emanuele III
di Napoli, la Biblioteca nazionale Marciana di Venezia. Giovanni Battista Vecchietti,
su iliesi.cnr. L'editoria del Principe,
ovvero la stampa ufficiale delle istituzioni laiche e religiose. Per la
dedicazione al re Ruggero II di Sicilia.
Tipografia Medicea Orientale, su thesaurus.cerl.org. A. Piemontese,
La Grammatica persiana, K. Bibas, La Stamperia medicea orientale, in, Un
Maestro insolito, Firenze, Vallecchi); Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Liber Tasriphi compositio est Senis Alemami: Traditur in eo compendiosa
notitia coniugationum verbi Arabici, Roma, Medicae, Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze, manoscritti persiana. Giovan Battista Raimondi. Giambattista
Raimondi. Raimondi. Raimondi. Keywords: il gatto persiano. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Raimondi” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Raio – ermeneutica dell’io e del tu – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli).
Filosofo. filosofo. Insegna a
Napoli. Si occupa in particolare dell'ermeneutica. Saggi: “Antinomia e
allegoria”; “Il carattere di chiave”, “Ermeneutica del simbolo” (Napoli,
Liguori); “Il simbolismo tedesco. Kant Cassirer Szondi” (Napoli, Bibliopolis); “Conoscenza,
concetto, cultura” (Firenze, La Nuova Italia); “Metafisica delle forme simboliche”
(Milano, Sansoni); L'io, il tu e l'Es. Saggio sulla "Metafisica delle
forme simboliche" (Macerata, Quodlibet); Rivista "Studi
filosofici". Giulio Raio. Raio.
Keywords: ermeneutica dell’io e del tu, Szondi -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Raio” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735603647/in/datetaken/
Grice e Raulica – l’implicatura del
barone di Raulica -- l’origine dell’idee – il fondamento della certezza –
filosofia italiana – filosofia siciliana – filosofia sicula -- Luigi Speranza (Palermo). Essential Italian
philosopher. Grice: “Italian philosophers can be fun: there’s ventura, and
there’s Bonaventura, who was actually fidanza, i.e. fidence, as in confidence.” Filosofo. Noto per il
suo sostegno alla causa della rivoluzione siciliana. Figlio di Paolo Ventura,
barone di Raulica, avvocato e consigliere della Suprema Corte di Giustizia del
Regno di Sicilia e di Caterina Platinelli, studia a Palermo. Insegna a Roma. Si
distinse come apologeta, scrittore e predicatore, soprattutto grazie alla sua
"Orazione funebre di Pio VII. La sua carriera da filosofo inizia come
esponente della corrente contro-rivoluzionaria. Teatino. Intraprese l'attività
di predicatore. La sua eloquenza, sebbene a volte esagerata e prolissa, e
veemente e diretta ed ottenne grande fama. Con l'elezione di Pio IX al soglio
pontificio, acquisì un ruolo politicamente prominente. Sostenne la legittimità
storica e giuridica della rivoluzione siciliana. Auspica la ri-fondazione del
Regno di Sicilia indipendente all'interno di una con-federazione italiana di stati
sovrani. Ministro pleni-potenziario e rappresentante del governo siciliano a
Roma. La sua posizione a Roma divenne
delicata per via della proclamazione della repubblica romana e dell'esilio di Pio IX. Rifiuta l'offerta di
un seggio all'assemblea costituente, maoltre ad invocare la separazione tra
potere temporale e spirituale riconosce la repubblica romana a nome del governo
rivoluzionario di Palermo. Saggi: “La scuola de' miracoli: ovvero, Omilie sopra
le principali opere della potenza e della grazia di Gesù Cristo, figliuolo di
Dio e Salvatore del mondo”; “Il tesoro nascosto: ovvero, Omilie sopra la
passione del Nostro Signor Gesù Cristo”; La Madre di Dio, madre degli uomini: ovvero,
Spiegazione del mistero della SS. Vergine a piè della croce”; “Le bellezze
della fede ne' misteri dell' Epifania: ovvero, La felicità di credere in Cristo
e di appartenere alla vera chiesa”; “I disegni della divina misericordia sopra
le Americhe: panegirico in onore di Martino de Porres, terziario professo
dell'ordine de' predicatori”; “Il potere
politico”; “Saggio sul potere pubblico, o esposizione della legge naturali
dell'ordine sociale”; “Dello spirito della rivoluzione e dei mezzi di farla
terminare”; “La ragione filosofica”; “La tradizione e i semi-pelagiani della
filosofia: ossia, Il semi-razionalismo svelato”; “Saggio sull'origine delle
idee e sul fondamento della certezza”; “Della falsa filosofia”; “Nuove omelie
sulle donne del Vangelo”; “Corso di filosofia: ossia, Restaurazione della filosofia”; “Sopra una Camera di Pari
nello stato pontificio”; “La questione sicula sciolta nel vero interesse della
Sicilia, Napoli e dell'Italia”; “Memoria pel riconoscimento della Sicilia come
stato sovrano ed indipendente”; “Menzogne diplomatiche, ovvero esame dei
pretesi diritti che s'invocano del gabinetto di Napoli nella questione sicula”;
“Discorso funebre pei morti di Vienna la religione e la libertà”; “Raccolta di
elogi funebri e lettere necrologiche; Il pensiero politico d'ispirazione
cristiana dell'Ottocento. Atti del seminario Erice, E. Guccione, Firenze.
Andreu F. Gioacchino Ventura: Saggio Biografico, "Regnum Dei",
Bergamaschi G., Padre Gioacchino Ventura: fra tradizionalismo e neotomismo,
Milano, Cremona Casoli G., Un illustre siciliano”; "Rassegna Storica del
Risorgimento", Cultrera P., Generale dell'ordine dei Teatini, Palermo); Giurintano
C., Aspetti del pensiero politico nel "De jure publico ecclesiastico";
Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Palermo, Guccione E., Democrazia.
Murri, Sturzo e le critiche di Gobetti, Palermo-Sao-Paulo, Ila-Palma, Guccione
E., Alle radici della democrazia” Palermo); Guccione E., Un omaggio clandestine;
in "Nuova Antologia", Pastori
P., “La rivoluzione napoletana in "Rassegna Siciliana di Storia e
Cultura", S. Romano, La vita e il pensiero politico, Treccani Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Regione Siciliana. Martinucci P., Istituto Storico
dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale. Gioacchino Ventura dei baroni di
Raulica, Gioacchino Ventura Da Raulica. Gioacchino Ventura di Raulica. Raulica.
Keywords: l’origine dell’idee – il fondamento della certezza, la legge naturale
dell’ordine sociale, la sicilia come stato sovrano ed independente. Refs.: The
H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Raulica” – The
Swimming-Pool Library, Villa Spearnza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735573662/in/datetaken/
Grice e Reale – erote demone mediatore – il gioco delle
maschere nel convito – filosofia italiana – Luigi Speranza (Candia Lomellina). Filosofo. Ho la ferma
convinzione che Platone e il più grande filosofo in assoluto comparso sulla
terra, e che il compito di chi lo vuole comprendere e fare comprendere agli
altri, pur avvicinandosi sempre di più alla verità, non può mai avere fine”.
Studia a Casale Monferrato e Milano sotto Olgiati. Insegna a Parma e Milano.
Fonda il Centro di ricerche di Metafisica. La sua tesi di fondo è la
seguente: la filosofia greca ha creato quelle categorie e quel peculiare modo
di pensare che hanno consentito la nascita e lo sviluppo della scienza e della
tecnica dell'Occidente. I suoi interessi spaziano lungo tutto l'arco del
pensiero antico pagano e cristiano, e i suoi contributi di maggior rilievo
hanno toccato via via Aristotele, Platone, Plotino, Socrate e Agostino. Studia ognuno
di questi autori andando, in un certo senso, contro corrente e inaugurandone una
lettura nuova. La ri-lettura che da di Aristotele contesta
l'interpretazione di Jaeger, secondo il quale gli scritti aristotelici
seguirebbero positivisticamente un andamento storico-genetico che partirebbe
dalla teologia, passerebbe per la metafisica, per approdare infine alla
scienza; Reale ha sostenuto invece la fondamentale unità del pensiero
metafisico dello Stagirita. Ne La Filosofia antica, mette in evidenza
come il pensiero di Teofrasto si diffuse per l'aspetto scientifico con
un'ampiezza del tutto paragonabile a quella del maestro Aristotele, rivelando
però uno scarso spessore nella speculazione filosofica. Da Stratone in poi, ciò
provocò un ripiegamento della scuola peripatetica verso l'ambito della fisica e
delle scienze empiriche. Per quel che riguarda Platone, importando in
Italia gli studi della scuola platonica di Tubinga, ha messo in crisi
l'interpretazione romantica di Platone stesso, che risale a Schleiermacher, e
ha voluto rivalutare il senso e la portata delle dottrine non scritt, vale a
dire gli insegnamenti che Platone ha tenuto solo oralmente all'interno
dell'Accademia e che conosciamo dalle testimonianze dei discepoli. In questo
senso, Platone risulterebbe essere il testimone e l'interprete più geniale di
quel peculiare momento della civiltà che passa dalla cultura dell'oralità a
quella della scrittura. Negli studi su Plotino, contesta la tesi di fondo
di Zeller che vede nel grande neoplatonico il principale teorico del panteismo
e dell'immanentismo. Al contrario rilegge Plotino come il campione della
trascendenza metafisica dell'Uno. L'interpretazione che ha dato di
Socrate, analogamente, si propone di risolvere le aporie della cosiddetta
questione socratica, entrata in un vicolo cieco dopo gli studi di O. Gigon,
secondo cui di Socrate non possiamo sapere nulla con certezza. Inaugura,
invece, un nuovo modo di interpretare Socrate, non solo cercando di risolvere
dall'interno le testimonianze contraddittorie degli allievi, ma soprattutto
guardando al contesto della filosofia italica prima di Socrate e dopo Socrate:
in questo modo, balzerebbe agli occhi la scoperta socratica del concetto di
animo o anima come essenza e nucleo pensante dell'uomo. Socrate dice che
il compito dell'uomo è la cura dell'anima: la psicoterapia, potremmo dire. Che
poi oggi l'animo e interpretata in un altro senso, questo è relativamente
importante. Socrate per esempio non si pronuncial sull'immortalità dell'anima,
perché non ha ancora gli elementi per farlo, elementi che solo con Platone
emergeranno. Ma, nonostante ancora oggi si pensa che l'essenza dell'uomo sia l’animo.
Molti, sbagliando, ritengono che l’animo e una creazione semitica: è
sbagliatissimo. Per certi aspetti il concetto di animo e di immortalità
dell'animo è contrario alla dottrina semitica che parla invece di risurrezione
dei corpi degl’uomini. Che poi i primi pensatori della patristica utilizzano
categorie della filosofia antica, e che quindi il suo apparato concettuale sia
in parte basato sulla filosofia antica non deve far dimenticare che il concetto
dell’animo è una concezione aria. L'Occidente viene da qui. Infine, per quanto
riguarda all’africano Agostino, tende a
ricollocarlo nel contesto neoplatonico
dell’antichità e quindi nel momento dell'impatto del dell’ebraismo con filosofia
aria italica cercando di scrostarlo di tutte le successive interpretazioni
dell'agostinismo medioevale. Ritiene, poi, che la cifra spirituale che
caratterizza la filosofia d’Occidente sia costituita dalla filosofia italica. È
stato infatti il logos a caratterizzare le due componenti essenziali della
filosofia d’Occidentre e precisamente a fornire gli strumenti concettuali per
elaborare l’ebraismo, dando luogo, così, a quella peculiare mentalità da cui sono
scaturite la scienza e la tecnica. Ma se la cultura d’non si capisce senza la
filosofia aria degl’italici, questa a sua volta non si capisce senza la
metafisica come studio dei veliani dell’unità dell'essere. Il lavoro che
svolge, studiando i filosofi italici, vuole anche servire a un confronto fra la
metafisica antica e quella moderna. La preferenza che accorda a Platone dipende
dal fatto che il filosofo ateniese è, con la seconda navigazione di cui parla
nel Fedone, il creatore di questa problematica. Si fa così portavoce di un
meditato ritorno alle radici della nostra cultura attraverso la riproposta dei
classici filosofi italici. E in sintonia con la Scuola di Tubingarinnova
l'interpretazione, mettendo in luce la primaria importanza delle dottrine non
scritte di cui riferiscono gli allievi di Platone stesso (Aristotele in
primis). In “Per una interpretazione di Platone” fa affiorare l'immagine
di un Platone diverso, un Platone orale e in certo senso dogmatico. Del resto,
non è forse Platone stesso (ad esempio, nella Lettera VII) a garantirci che la
sua filosofia dev'essere ricercata altrove rispetto agli scritti? Lo stesso
corpus degli scritti platonici, giuntoci nella sua interezza (circostanza,
questa, unica nella storiografia della filosofia antica), non presenta, invero,
quell'unità sistematica che ci si dovrebbe attendere, il che, ancora una volta,
depone a favore della tesi secondo cui Platone cerca altrove, e precisamente
nelle dottrine non scritte. Studia anche la metafisica di Aristotele,
smaschererebbe la tesi fatta valere da Jaeger, secondo cui l'opera non presenta
un'unitarietà ma sarebbe piuttosto una sorta di zibaldone filosofico -- e, in
particolare, il libro XII risalir ebbein forza del suo spiccato interesse
teologico alla giovinezza dello Stagirita. Lungi dal risolversi in un coacervo
di scritti risalenti a differenti epoche e contesti, la Metafisica di
Aristotele rileva Reale è profondamente unitaria. Al centro c'è la definizione
della metafisica come scienza della causa e del principio, dell'essere in
quanto tale, della sostanza, dei dei e della verità. In “La saggezza antica”
sostiene che tutti i mali di cui soffre l'uomo d'oggi hanno proprio nel
nichilismo la loro radice e che «un'energicquesti mali implicherebbe il loro
sradicamento, ossia la vittoria sul nichilismo, mediante il recupero di un
ideale e di un valore supremo, e il superamento dell'ateismo. Ma quello che
egli propone non è affatto un ritorno a-critico a certe idee della antica
filosofia italica, ma l'assimilazione e la fruizione di alcuni messaggi della
saggezza antica, che, se ben recepiti e meditati, possono, se non guarire,
almeno lenire i mali degl’uomini, corrodendo le radici da cui derivano. In una
siffatta prospettiva, può acquistare un valore eminentemente filosofico anche la
filosofia in lingua Latina in Seneca, a suo parere ingiustamente trascurato da
una lunga tradizione che non gli avrebbe riconosciuto alcuna cittadinanza
filosofica, per il mero fatto di avere nato in una lontana provincial romana.
In “La terapia dell'anima” (Bompiani, Milano) riprende, ancora una volta,
l'idea che la filosofia degli antichi in questo caso, quella di Seneca puo
costituire un 'farmaco' per l'animo dilaniato degl’uomini. Oltre al campo
specifico della filosofia anticasi occupa a vario titolo anche della storia
della filosofia generale: per esempio, nella stesura del noto Manuale di
filosofia per i licei edito dalla Scuola oltre alla direzione delle collane
filosofiche Classici della filosofia, Testi a fronte della Bompiani e I
Filosofi per Laterza. Oltre a questo, i suoi principali scritti sono: “
Il concetto di filosofia prima e l'unità della Metafisica di Aristotele” (Vita
e Pensiero, Milano); “Aristotele” (Laterza, Bari); Storia della filosofia
antica, Vita e Pensiero, Milano); “Il
pensiero occidentale dalle origini (Scuola, Brescia); Per una nuova
interpretazione di Platone” (CUSL, Milano); “Proclo” Laterza, Bari); “Filosofia
antica, Jaca, Milano); “Saggezza antica, Cortina, Milano); “Eros demone mediatore.
Il gioco delle maschere nel "Simposio" di Platone” (Rizzoli, Milano);
“Platone. Alla ricerca della sapienza segreta” (Rizzoli, Milano, Bompiani,
Milano, La nave di Teseo, Milano); “La Metafisica di Aristotele” (Laterza, Bari);
Raffaello: La "Disputa", Rusconi, Milano); “Corpo, anima e salute. Il
concetto di uomo" (Collana Scienza e Idee, Cortina, Milano); “Socrate.
Alla scoperta della sapienza umana” (Rizzoli, Milano); “Il pensiero antico,
Vita e Pensiero, Milano); ““Radici culturali e spirituali dell'Europa” (Cortina,
Milano); “Storia della filosofia romana” (Bompiani, Milano, Collana Il pensiero
occidentale, Bompiani); “Valori dimenticati dell'Occidente” (Bompiani, Milano);
“ L'arte di Riccardo Muti e la Musa platonica” (Bompiani, Milano); “Agostino” (Bompiani,
Milano); “Wojtyla un pellegrino dell'assoluto” (Bompiani, Milano); “Auto-testimonianze
e rimandi dei Dialoghi di Platone alle dottrine non scritte" (Bompiani,
Milano); “Storia del pensiero filosofico” (Scuola, Brescia); “Salvare la scuola
nell'era digitale” (Brescia, Scuola); “Responsabilità della vita. Un confronto
fra un credente e un non credente” (Milano, Bompiani); “Mi sono innamorato
della filosofia” (Milano, Bompiani); “Romanino e la «Sistina dei poveri» a
Pisogne” (Milano, Bompiani); “Cento anni di filosofia. Da Nietzsche ai nostri
giorni” (Scuola, Brescia); Introduzione, traduzione e commentario della
Metafisica di Aristotele, su archive.org, Bompiani, Traduzioni e commenti Reale
ha tradotto in italiano e commentato molte opere di Platone, di Aristotele e di
Plotino (la sua nuova edizione delle Enneadi è stata pubblicata nella collana "I Meridiani" della Mondadori.
Pubblica per Bompiani il poderoso volume I presocratici, da lui presentato come
la prima traduzione integrale. Nonostante in Italia ne fosse già uscita una
traduzione da Giannantoni edita da Laterza. Sostene la presenza di lacune e
manomissioni nel Giannantoni, lacune e manomissioni che sarebbero dovute, a
parere di Reale, all'ossequio all'ideologia e all'egemonia culturale marxista, secondo
cui in quel periodo gl’intellettuali di area comunista dominano la scena in
campo editoriale. Canfora, in risposta alle accuse di Reale, sostene la natura
pubblicitaria e l'inconsistenza del ragionamento. Si sostene che, se influenza
c'è stata nel Giannantoni, essa è stata di matrice idealistica, hegeliana e
crociana. Qualsiasi omissione è da evitare, specie se non è segnalata nel testo.
Con riguardo alla presunta irrilevanza di taluni tagli operati da Giannantoni
sottolinea come i capretti a volte segnano la storia della filosofia più di
alcuni filosofi e togliere questi animali dai frammenti, così come far sparire
dei cavolfiori, si tasformarsi in una censura. Di Seneca, cura le opere in
"Seneca. Tutti gli scritti". Interprete di Platone, La Stampa, Ripensando
Platone e il Platonismo” (Milano, Vita e Pensiero). Dimostra la profonda unità
concettuale di questi saggi di filosofia prima, mettendo in luce come Jaeger e
condizionato dal positivismo e dalla teoria dell'evoluzione della cultura
secondo le tre tappe di teologia-metafisica-scienza. Il concetto di filosofia
prima e l'unità della "Metafisica" di Aristotele” (Milano, Bompiani);
Storia della filosofia antica. La fondazione della botanica e il suo guadagno
essenziale. Verso una nuova immagine di Platone, Milano, Vita e Pensiero, Cfr.,
in particolare, Il paradigma romantico nell'interpretazione di Platone, di H. Krämer,
Napoli, La filosofia antica, Milano, Jaca. Ha ragione, bisogna imparare ad
accettare la morte, Corriere della Sera.
Il concetto di filosofia prima e l'unità della metafisica di Aristotele,
Milano, Vita e Pensiero ,La filosofia di Seneca come terapia dei mali
dell'anima, Milano, Bompiani, In memoriam. Pur riconoscendo a Giannantoni una
statura di studioso di prim'ordine, sostiene che molti marxisti non presentano
talune cose nella loro effettiva realtà. Pur non potendosi parlare di
complotto, nel testo di Laterza curato da Giannantoni mancano in un'edizione
chiamata l'unica integrale italiana decine e decine di passi che elenco in 4
pagine all'inizio della mia traduzione dei veliani e crotonensi. Ci sono
inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una raccolta di tal fatta,
nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure molte note di queste
ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti filosofi. Svuotare,
ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare un vero confronto.
Ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Naturalmente, sul piano
pubblicitario, si comprende la auto-esaltazione. La mia traduzione è più
completa della tua, come il mio bucato è più bianco del tuo. Ma anche la
pubblicità bisogna saperla fare. Ci sono lauree brevi da poco istituite in
proposito. Particolarmente inconsistente appare il ragionamento. Eccolo nella
sintesi fornita dal suo intervistator. Giannantoni e molto bravo, e questo lo
sapevamo anche senza il supporto di Reale, Laterza è innocente del sopra
menzionato reato ideologico. La colpa è della penetrazione comunista. Sembra
quasi di sognare. Ma questa è la caricatura dell'antica cantilena sui comunisti
padroni dell'editoria italiana. Per confutare questa sciocchezza Bobbio si
limita a trascrivere i titoli del catalogo Einaudi. E infatti come negare
l'affiliazione bolscevica di Bobbio? Che pena. Si fa riferimento
all'osservazione secondo la quale le omissioni di Giannantoni riguardano
aspetti poco rilevanti per un marxista come il frammento 23 di Orfeo -- un mal-ridotto
frustulo papiraceo in cui si fa cenno ad un rituale misterico. Queste, e
consimili, sono le omissioni rimproverate dal neo-presocratico Reale. Sembrra
del tutto irrilevante sapere se Kant, quando scrive la Critica della ragion
pratica, mangia capretto o una particolare minestra. Alla storia della
filosofia questo poco interessi. Ma sapere se un *orfico* mangia capretto e significativo
dal punto di vista filosofico. Se l’orfico s’astene, allora e vegetariano e,
come tale, non ha condiviso la ritualistica italica in cui si consumeno le
carni offerte ai dei e si lasciano ai dei gl’aromi per segnare la distanza tra gl’uomini
e i dei. In sostanza, l’orfico crede, evitando il capretto, in una filosofia in
cui gl’uomini e i dei sono legati. Non è un capretto né una vacca quello che
manca in Giannantoni. Mancano in un'edizione chiamata l'unica integrale decine
e decine di passi che elenco in 4 pagine all'inizio della mia traduzione dei
Presocratici. Ci sono inoltre indebite aggiunte assenti nell'originale. Una
raccolta di tal fatta, nata assemblando anche vecchie versioni e tagliando pure
molte note di queste ultime, ha l'effetto di svuotare le idee forti di codesti
autori. Svuotare, ironizzare, occupare uno spazio e toglierlo ad altri, evitare
un vero confronto. Ecco la vecchia tattica che rimane ancora molto viva. Laudatio.
Roberto Radice, Claudio Tiengo, Seconda navigazione. Omaggio, Vita e Pensiero,
Milano); G. Grampa, "Ritornare a Crotone: intervista a sulla sua «Storia
della filosofia antica»", Vita e Pensiero. RDizionario di filosofia,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Il mio Platone bocciato. Il cattolico
amico di Platone. Critico il Platone di Reale il marxismo non c'entra. La
dittatura culturale del marxismo, in Corriere della Sera, Treccani Storia della
filosofia antica. Dalle origini a Socrate. Ospitato su gianfrancobertagni.
Giovanni Reale, Storia della filosofia antica. Platone e Aristotele. Storia
della filosofia antica. I sistemi dell'Età ellenistica. Giovanni Reale. Reale.
Keywords: Crotone, Velia, Crotonensi, la scuola di Crotone, la scuola di Velia,
I veliani, Parmenide, Girgentu – filosofia siciliana – magna Grecia non e
Sicilia --. I confine della magna Grecia – filosofia italica, filosofia
italiana – la filosofia nella peninsula italiana in eta anticha – filosofia
Latina, filosofia romana. Catalogo di Nome di Filosofi Italici, il poema di
Parmenide, il poema di Girgentu, il poema di Velia, la porta rossa di Velia,
Zenone di Velia, Filolao di Taranto, Gorgia di Lentini, Archita di Taranto,
studi degl’antichi italici da I romani, Etruria e Magna Grecia, le radice
etrusche della filosofia romana, fisiologia, teoria dela natura, uomo, la
moralia, la colloquenza o dialettica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reale” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690133489/in/photolist-2mKFrQ6-2mPsfT9-2mPxhsE-2mPhuNk-2mPsh7f-2mKLGeD-2mPpVqK-2mPE3Bq-2mPpskp-2mKxnN1-2mKAuZM-2mKbpiZ-2mKjsJY-2mPHbXQ-2mJf6ru-2mJjdUS-2mJf6sS-2mJf6qx-2mJjdWF-2mJkrgk-2mJf6td-2mJf6qs-2mJkrer-2mJoFqJ-2mJnD8P-2mJkrhc-2mJjdXH-2mJkrfo-2mJoFtu-2mJoFsC-2mJoFsh-2mJkrgq-2mJoFur-2mJjdWR-2mJf6sm-2mJf6qN-2mJf6qH-2mJjdWq-2mJnD9a-2mJoFuG-2mJoFt9-2mJjdXs-2mJf6rp-2mJoFs7-2mJnD6V-2mJoFqP-2mJf6sM-2mJkrhh-2mJf6qT-2mGT6p1
Grice e Reghini
– implicatura – il numero sacro crotonense – e il simbolismo duodecimale del
fascio littorio -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Grice:
“It’s difficult to call Reghini a philosopher; yes, he was interested in
Pythagoras – but to what extent can, in spite of Russell, number GROUND a whole
philosophy?” Studia a Pisa. Insegna a Roma. Promotore
del Crotoensismo, e affiliato a vari gruppi dell'esoterismo italiano. Entra nella
Società Teosofica e ne fonda la sezione romana. Più tardi, fonda a Palermo la
Biblioteca Teosofica-Filosofica. E iniziato al Rito di Memphis di Palermo, rito
massonico di supposta origine egizia ed entra a Firenze nella loggia Lucifero,
dipendente dal Grande Oriente d'Italia. Ha una breve adesione al martinismo
papusiano, che in Italia e diretto da Sacchi, verso le carenze della cui
maestranza e pubblicistica apporta una demolizione magistrale. E chiamato d’Armentano,
che lo avvia allo studio della scuola di Crotone. Entra nel Supremo Consiglio
Universale del Rito filosofico italiano, dal quale però si dimise, non ha
infatti un'alta opinione dello stato della massoneria in Italia. Insignito del
33° e massimo grado del Rito Scozzese Antico e Accettato, entra a far parte
come membro effettivo del Supremo Consiglio d'Italia, di cui e Gran cancelliere
e Segretario generale. Gli anni della Grande Guerra vedeno discepoli e
maestri della Schola Italica Pitagorica partire volontari per il fronte. Non
rimase inerte innanzi al sorgere dell’istanze interventiste. Partecipa
attivamente alla manifestazione romana del maggio, culminata in Campidoglio,
tesa ad ottenere la dichiarazione di guerra. Accolto nell'Accademia Militare di
Torino come allievo ufficiale del Genio parte volontario per il fronte,
ottenendo sul campo il grado di capitano del Genio. Lui ed il suo maestro
Armentano creano a Roma l'Associazione Pitagorica, che riprende le fila di
precedenti esperienze e si richiama operativamente al sodalizio pitagorico. Fonda
e anima varie riviste, con interventi sagaci e ricchi di dottrina; scrisse sul
papiniano “Leonardo”, dando vita ad “Atanór, Ignis, e UR, con Colazza, Evola come direttore, Parise, ed Onofri. Contrasti
d'idee e caratteriali prevalser nel rapporto di collaborazione fra lui ed Evola,
provoca la scelta evoliana di allontanamento di questi, assieme a Parise, dalla
rivista “UR” (rivista sórta a esprimere al pubblico della cultura italiana
l'intento dell'occulto Gruppo di Ur; dove il Maestro fiorentino pubblica con
l'eteronimo di Pietro Negri. E se ne ebbero anche strascichi giudiziari. Infatti
Evola tenta di farlo incriminare per affiliazione massonica (affiliazione che
costituiva reato dopo l'imposizione di scioglimento dell’associazioni segrete decretata
dal regime fascista. Ma il potere giudiziario opta infine per un accordo tra i
due onde evitare uno scandalo. Per via del condizionamento repressivo fascista
vòlto all'emarginazione di tanti esponenti dell'esoterismo italiano (Armentano
parte per il Brasile), ormai isolato si ritira dalle attività pubbliche e a
Budrio si dedica all'insegnamento nel Circolo Quirico Filopanti”, alla
meditazionein chiave pitagorica delle scienze matematiche. Ottenne
tuttavia riconoscimenti dei Lincei e
dall'Accademia d'Italia, per la sua opera sulla restituzione della geometria
pitagorica. Il Crepuscolo dei Filosofi regalato dal suo autore, Papini
all’amico Arturo al suo ingresso nella loggia fiorentina ‘Lucifero.” Nel
frontespizio una dedica ad inchiostro, scolorito dal tempo, Al fratello Reghini
il suo G Papini, in Reghini, pitagorico, su ilmanifesto Rito filosofico italiano, Del Massa, “Pagine
esoteriche” (Finestra, Trento). In questa qualità firma il decreto del suo
scioglimento (riprodotto in: L. Sessa, I sovrani grandi commendatori e storia
del supremo consiglio d'Italia del Rito scozzese antico ed accettato, Palazzo
Giustiniani (Bastogi, Foggia), in seguito all'approvazione alla Camera dei
deputati del progetto di legge sulla disciplina delle associazioni, presentato
da Mussolini, mirante allo scioglimento della massoneria. Iacovella, "Il barone
e il pitagorico”, Vie della Tradizione, Cfr. la recensione fatta ne da Guénon.
Altri saggi: ““Parola sacra e parola di passo dei gradi”; “Il mistero massonico”
(Atanor, Roma); “Geometria pitagorica” (Basilisco, Genova); “Il numero sacro nella
tradizione pitagorica”; “Il numero sacro e la geometria pitagorica”; Il fascio littorio, ovvero il simbolismo
duodecimale”; “Il fascio etrusco” (Basilisco, Genova); “Il numero sacro nella
tradizione crotonese” (Ignis, Roma); “Del Numero”; PrologoAssociazione
culturale Ignis, Del Numero; Dell'equazione indeterminata di secondo grado con
due incognite” (Archè/pizeta); “Della soluzione dell'equazione di tipo Pell
x2-Dy2=B e del loro numero” (Archè/pizeta);“Il numero triangolare, il numero quadrato,
il numero piramidale a base triangolare,
il numero piramidale a base quadrata” (Archè/pizeta); “Dizionario Filologico” (Associazione
culturale Ignis"), Cagliostro, ("Associazione culturale Ignis"),
“Considerazioni sul rituale dell'apprendista libero muratore” (Phoenix,
Genova); “Paganesimo, Scuola di Crotone, Massoneria” (Mantinea, Furnari,
Messina); “Per la restituzione della massoneria crotonense italica (Raffaelli,
Rimini); “La tradizione crotonense massonica” (Melita, Genova); “Trascendenza di spazio e tempo”, Mondo
Occulto (Napoli, ASEQ). Cura “De occulta philosophia” di C. Agrippa (Fidi, Milano);
I Dioscuri, Genova; La Sapienza pagana e
pitagorica (La Cittadella. I Libri del Graal. Geminello Alvi, Reghini, il
massone pitagorico che ama la guerra, Corriere della Sera, R. Paradisi, Il pitagorico
che sogna l’impero, L’Indipendente, N. Luca, "Un intellettuale neo-pitagorico
tra massoneria e fascismo" (Atanòr, Roma); Parise, "Nota sulla vita
di A. Reghini", in calce a “Considerazioni sul rituale dell'apprendista
libero muratore” (Phoenix, Genova); R. Sestito, “Il figlio del sole” (Ancona,
Associazione Culturale Ignis); Via romana agli Dei Amedeo Rocco Armentano, Evola Parise, Schiavone, a metà strada tra fascismo e massoneria, su archiviostorico.info.
Centro De GiorgiScuola Normale Superiore di Pisa, Breve biografia su
mathematica. Boni, Omaggio su rito simbolico; Un pitagorico dei nostri tempi; N.
Bizzi, La Tradizione occidentale. Grandi massoni. Illustre matematico e anti-fascista
-- grande oriente. Pitagorico, su ilmanifesto. Arturo Reghini. Reghini.
Keywords: implicature, il fascio etrusco, scuola di Crotone, il fascio
littorio, simbolismo duodecimale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Reghini” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51675866520/in/photolist-2mMRo9E-2mJphgK-2mJgHMU-2mJkQY8-2mJqjKS-2mJphgV-2mJgHMP-2mJn4Bp-2mJn4Bj
Grice e Regina – uomini complementari – potenza e
valore – filosofia italiana – Luigi Speranza (Sabbioneta). Filosofo. Grice: “When Urmson said that for Prichard,
duty cashed out in interest, he was right! But we must wait for Regina to
emphasise Kierkegaard’s punning on interest – which literally means, ‘being in
between’! The interesting (sic) thing is that Kierkegaard exploits the old
Roman aequi-vocation between the alethic (being in between) and the practical
(Prichard, ‘duty as interest’). Studia a Milano sotto Severino, laureandosi con
una tesi su Lavelle e Heidegger. Insegna
a Macerata, Verona, e Cagliari. Progetto «Tempus», relativo all'organizzazione
presso l'Sarajevo e Mostar di un master sulla tolleranza religiosa.. “Ripresa,
pentimento, perdono», Verona); L'essere umano come rapporto. L'antropologia filosofica
e teologica di Kierkegaard”; Forum, Conferenza Episcopale Italiana, Progetto
culturale della Chiesa. Insegna a Verona. Si basa su Kierkegaard, Nietzsche e
Heidegger (“the greatest living philosopher” – Grice). In Heidegger evidenzia
l'importanza del ruolo sapienziale assegnato alla finitezza dell'uomo. In Kierkegaard vede invece da cui partire per
costruire una ontologia e una antropologia basate su una concezione
dell'essere: l'esse come inter-esse. L'essere come inter-esse -- nella doppia
valenza ontologica ed etica) pone il pensante in rapporto con un'ulteriorità
che, nel trascenderlo, ne accentua e personalizza il differire. La metafisica fondata
sull’inter-esse cessa di essere onto-teologia, ossia nient'altro che proiezione
idolatrica della logica umana. Sarajevo;
“Dal nichilismo alla dignità dell'uomo” (Vita e Pensiero, Milano); “Esistenza e
sacro” (Morcelliana, Brescia); “L'arte dell'esistere” (Morcelliana, Brescia, L.
Romera, “Acta Philosophica”, recensione a U. Noi eredi dei cristiani e dei Greci
(Poligrafo, Padova). Il termine è stato acquisito da Heidegger; “Gesù e la filosofia” (Morcelliana,
Brescia); “L'uomo complementare. Potenza e valore” (Morcelliana, Brescia);
“Servire l'essere” (Morcelliana, Brescia); “La differenza viva: per una nuova
concettualità” (Sentiero, Verona); “Noi eredi dei Greci” (Il Poligrafo,
Padova); “La soglia della fede: la domanda su Dio” (Studium, Roma); “L'arte
dell'esistere” (Morcelliana, Brescia). Umberto Regina. Regina. Keywords: uomini
complementari – potenza e valore, essere ed interesse, esse ed interesse,
Prichard, duty and interest, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Regina” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735483692/in/datetaken/
Grice e Renier – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Treviso). Filosofo.
Essential Italian philosopher. Da antica famiglia patrizia veneziana figlio di
Luigi e Fanny Venturi. Studia in Camerino, Urbino, ed Ancona, sempre seguendo gli
spostamenti del padre, magistrato. Studia a Bologna, sotto Carducci, Torino, e Firenze,
sotto Bartoli. Insegna a Torino. Fonda il Giornale storico della litteratura e
la filosofia italiana, «profondendovi, negli studi particolari, nelle rassegne,
negli annunci analitici e in un ricchissimo notiziario, un vero inesauribile
tesoro di cultura, di notizie, di rilievi. Cura importanti edizioni critiche e
monografie. I suoi saggi critici spaziano attraverso tutta la letteratura e la
filosofia italiana. Atre opere: “Il tipo estetico della donna nel Medio Evo” (Ancona,
Morelli); Isabella d'Este Gonzaga” (Roma, Vercellini); “Mantova e Urbino” (Torino,
Roux); La cultura e le relazioni letterarie d'Isabella d'Este Gonzaga (Torino,
Loescher); “Svaghi critici” (Bari, Laterza); A. Luzio, Rodolfo Renier, La
coltura e le relazioni letterarie di Isabella d'Este Gonzaga, Sylvestre Bonnard).
L. Vendittis, Letteratura italiana. I critici,
Milano, Marzorati, U. Renda, P. Operti, Dizionario storico della
letteratura italiana (Torino, Paravia); Letteratura italiana. Gli Autori, Torino, Einaudi. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Rodolfo Renier. Renier. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Renier” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736526318
Grice e Rensi – implicatura – filosofia italiana. Luigi
Speranza (Villafranca di Verona).
Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher gets his obituary when he is
alive!” Studia a Verona, Padova, e Roma. Insegna a
Genova. Iscrittosi al Partito Socialista Italiano, si reca a Milano per assumere la direzione del giornale
La lotta di classe, collaborando assiduamente anche alla turatiana Critica
Sociale e alla Rivista popolare. A seguito delle misure repressive adottate dal
governo e per sfuggire alla condanna del Tribunale Militare per aver preso
parte ai moti operai milanesi, stroncati dall'esercito con la strage del
generale sabaudo Fiorenzo a Beccaris, e costretto a cercare rifugio in
Svizzera. Frutto dell'esperienza ticinese e la pubblicazione de “Gl’Anciens
Régimes e la democrazia diretta” (Colombi, Roma) in cui difende il principio
della democrazia diretta del sistema istituzionale federalista. Collabora con
numerosi articoli ai fogli radicali Il Dovere di Bellinzona, la Gazzetta
Ticinese e L'Azione di Lugano, nonché alla rivista socialista e pacifista
Coenobium. Rientra in Italia per stabilirsi a Verona dedicandosi alla
filosofia. A seguito della campagna libica, vi fu la rottura col partito
socialista, poiché si era schierato con
l'interventismo di L. Bissolati. Pubblica “Il fondamento filosofico del diritto”
(Petremolese, Piacenza). Altri due volume, “Formalismo e a-moralismo giuridico”
(Cabianca, Verona) e “La trascendenza: studio sul problema morale” (Bocca,
Torino), ove sviluppa un idealismo trascendente. Insegna a Bologna, Ferrara,
Firenze, Messina. L'esperienza della grande guerra manda in crisi la sue
convinzione idealistica, conducendolo verso lo scetticismo, la cui prima
formulazione sono i “Lineamenti di filosofia scettica” (Zanichelli, Bologna). Sostene
che la guerra distrue la fede ottimistica nell'universalità della ragione,
sostituendola con lo spettacolo tragico della sua pluri-versalità, vale a dire
dell'irriducibile conflittualità dei diversi punti di vista. Espose nella “Filosofia
dell'autorità” (Sandron, Palermo) la traduzione politica di questa concezione.
Poiché tutti i punti di vista politici sono sullo stesso piano, quello che anda
al potere lo fa con un atto di forza, tacitando tutti gli altri punti di
vista. In questo saggio si è scorta una prima giustificazione
dell'autoritarismo fascista. Tuttavia, dopo una prima simpatia per il
fascismo, ne divenne un fiero avversario quando Mussolini con metodi anti-democratici
comincia a perseguire il disegno dittatoriale. Sottoscrisse il Manifesto degli
intellettuali anti-fascisti di Croce, pagando questa scelta con la sospensione,
dalla cattedra di filosofia a'Genova. Arrestato
e rinchiuso in carcere. Solo un abile stratagemma escogitato dall'amico e
collega Sella, che pubblica sul Corriere della Sera il necrologio del filosofo,
diffondendo così la falsa notizia della sua morte, indusse il duce a rimetterlo
prontamente in libertà. Il dittatore teme l'ondata di sdegno sollevatasi per i
metodi oppressivi del regime. Per la sua coerenza agli ideali di libertà, sube
il definitivo allontanamento dalla cattedra e, fino alla sua scomparsa,
comandato, da vigilato speciale, presso il centro bibliografico dell'ateneo
genovese, per la compilazione della biografia ligure. Nonostante il doloroso
distacco dalla scuola dove aveva insegnato per diciassette anni, continua la
sua attività filosofica e collaborando al quotidiano socialista genovese Il
Lavoro, l'unico foglio che accoglie testi di personalità che non hanno fatto
atto di sottomissione al fascismo. Ricoverato al Ospedale Galliera mentre
infuria il bombardamento della flotta
inglese sulla città, per essere operato d'urgenza. Tuttavia l'azione militare
danneggia alcune sale dell'edificio e i medici doveno rinviare l'intervento,
una fatalità che non lascia scampo a Rensi. Ai funerali pochi amici ed ex
allievi poterono seguire per breve tratto il carro funebre. La polizia, che
vieta quest'ultimo devoto omaggio, disperse il funerale, schedando alcuni
discepoli. Rensi, anche morto, tura il potere. Sulla tomba nel Cimitero
monumentale di Staglieno un'epigrafe riassume uno stile di vita ed esprime il
suo dissenso, la sua resistenza e indipendenza intellettuale. Etsi omnes, non
ego. Anche se tutti, non io. La sua filosofia si è sviluppata dopo l'approdo allo scetticismo in direzione
del realismo e del materialismo critico. Un realismo materialistico quindi, che
considera derivato, con una certa libertà interpretative, dal criticismo. Arrriva
ad ipotizzare che Kant puo pensare alla "cosa in sé" come a una più
nascosta essenza materiale delle cose stesse. La sua filosofia non e
esente da paradossi concettuali e da mutamenti continui che lo hanno portato a
cadere in alcune contraddizioni e incoerenze. Ma va anche considerato che al di
sopra di esse a dominare è comunque un forte pessimismo, che non è solo
esistenziale, ma anche gnoseologico. Sia il mondo, sia la mente umana sono
irrazionali. Ma supponiamo che un tale fatto esteriore ai nostri orologi,
destinato al controllo di questi, non esistesse, e che i nostri orologi
continuassero a discordare. Come potremmo allora, in mancanza di quel fatto
esteriore obbiettivo e nel discordare dei singoli nostri orologi, conoscere
l’ora che è? Ora questo è appunto il caso delle nostre ragioni. Non c’è
l’oggetto esterno ad esse, l’esterno modulo-ragione, su cui controllarle e che
le giudichi, ed esse discordano tra di loro. Come conoscere l’ora che è della
ragione? Per esempio egli ha sostenuto che siccome la filosofia ha una storia
che si snoda nel tempo, ciò significa che un pensiero vero e unico non può
esistere e che perciò nel suo procedere ed evolvere essa nega continuamente sé
stessa. Contro l'idealismo di Gentile allora imperante, che considerala storia
una realizzazione progressiva dello spirito e della ragione, ha una visione
negativa della storia, come assurdo, caso e vana ripetizione. C'è storia
dunque perché ogni presente, ossia la realtà, è sempre falsa, assurda e
cattiva, e perciò si vuol venirne fuori, passare ad altro, quel passare ad
altro in cui, unicamente, la storia consiste. C'è storia, insomma, l'umanità
corre nella storia, per la medesima ragione per cui corre un uomo che posa i
piedi su di un sentiero cosparso di spine o di carboni ardenti. La sua critica
della religione si sviluppa poi in un'aperta apologia dell'ateismo. Sembra
quasi di poter cogliere uno dei tratti dell'ateismo in un saggio Sopra lo amore
di Ficino. Ficino proponeva una visione
dell'amore come amore eterno che ritorna come desiderio di ogni grado
ontologico di ritornare al bene e al Tutto. Propone una nuova interpretazione
di questa tipica teologia platonica, vedendo nell'amore ipotizzato da Ficino in
realtà un preludio a quelle che diventeranno due tra le più influenti correnti
filosofiche: l'idealismo e il volontarismo. L'amore come totalità dei diversi,
o come volontà nelle vesti di matrice essenziale del tutto, mette da parte il
bisogno dell’amore trascendete e sussurra l'ipotesi di un ateismo, forse
professato tra le righe dai più celebri filosofi. Filosofo profondamente
problematico e inquieto, fine però per approdare a un forte pessimismo
ontologico ed esistenziale, che lo spinse verso derive spiritualistiche, forse
latenti nelle sue riflessioni fin dalle origini nelle “Lettere spirituali”. In
quest'opera, come anche nell “La morale come pazzia” (Guanda, Modena) delinea
una sorta di mistica dei valori e un'etica concepita come l'azzardo dell'uomo
che scommette sul bene in un universo cieco e indifferente. Nella sua “Autobiografia
intellettuale” suddivide in tre periodi la sua evoluzione: un primo misticismo
idealistico, un secondo relativismo scettico materialistico e ateo, un terzo
misticismo spiritualistico come ultimo approdo del suo pensiero. Il primo
e un misticismo di tipo platonico, in cui sono presenti anche elementi di San
Paolo e di Malebranche. Scrive “Le Antinomie dello spirito” (Petremolese,
Piacenza); “Sic et Non -- Metafisica e poesia” (Romaa, Roma); “La trascendenza.
Studio sul pensiero morale”. Il secondo nasce dal suo sconcerto di fronte alle
violenze della grande guerra e lo porta alla negazione di qualsiasi razionalità
della realtà. Pensa infatti che se gl’uomini ricorrono sistematicamente alla
violenza per risolvere i loro conflitti questo significa che la ragione in sé
non esiste, e che si tratta dell'illusione dell'uomo di pensare che si possa
dare ordine al caos. L'irrazionalità della realtà si trova espressa in “Lineamenti
di filosofia scettica”; “La filosofia dell'autorità”; “La scepsi estetica” (Zanichelli,
Bologna); “Polemiche anti-dogmatiche” (Zanichelli, Bologna); “Interiora rerum –
la filosofia dell’assurdo” (Milano, Unitas); “Realismo” (Milano, Unitas); “Apologia
dell'ateismo” (Formiggini, Roma); e “Le aporie della religione”. Il secondo
periodo è altresì caratterizzato da un avvicinamento al positivismo
materialistico e dal rifiuto dell'idealismo di Croce e di Gentile. In esso va
registrata anche una rivisitazione del panteismo di Spinoza, che interpreta
alla maniera dei teologi, quindi come ateistico perché avrebbe negato il Dio
personalizzato dei monoteismi. Pensa anche di realizzareuna sintesi di
scetticismo e realismo perché se solo la scepsi è il modo reale e utile di
porsi di fronte al mondo, essa è anche l'unica verità possibile. Si tratta
anche del momento di punta del nichilismo, perché si afferma che siccome
l'unica cosa certa e stabile è la morte, ed essa è il nulla, solo il nulla
possiede una verità. Prevale una forma di misticismo che non sorge, però,
improvvisamente, essendo già chiaramente presente nelle opere maggiormente
influenzate dallo scetticismo. Quest'ultimo fu, infatti, sempre sollecitato da
un'innata, profonda religiosità, sicché non stupisce che il filosofo si apra
alla voce del divino, poiché cerca nella negazione assoluta un criterio
positivo che consenta la negazione stessa. A questo periodo appartengono: “Critica
della morale”; "Critica dell'amore e del lavoro”; “Paradossi di estetica e
dialoghi dei morti” (Corbaccio, Milano); “Frammenti di una filosofia del dolore
e dell’errore, del male e della morte” (Guanda, Modena); “La filosofia
dell'assurdo” e “Gorgia -- Autobiografia intellettuale – la mia filosofia –
testamento filosofico” (Corbaccio, Milano). Isolato in vita nel mondo
filosofico italiano, nel quale domina l'idealismo crociano-gentiliano, trova la
comprensione di pochi intellettuali a lui affini. È stato quest'ultimo a creare
la formula dello scettico credente, che in forme diverse ha dominato i pochi
studi sul suo pensiero. Oggi ha trovato la collocazione nell'ambito del
nichilismo.. Per alcuni tale collocazione resta comunque riduttiva
rispetto alla vastità della sua filosofia, che andrebbe ancora approfondito. La
trascuratezza nei suoi confronti sta nel fatto che la cultura italiana è stata
a tutto il XX secolo dominata dall'idealismo e dall'esistenzialismo. Legato
alla cultura socialista, si caratterizza per una certa dose di eclettismo e per
una forte componente umanitaria, distante dal materialismo storico marxiano e
riconducibile, più agilmente, nel novero dei pensatori vicini al socialismo
utopista. Se durante l'attività politica in Italia aderisce all'idea della
lotta di classe, l'esperienza svizzera lo porta a riconsiderare tale concezione
dei rapporti di forza nella storia, ridimensionandone la portata. Infatti,
l'antagonismo tra proletariato e borghesia e circoscrivibile ad alcune realtà contingenti
e non costituirebbe un'invariante delle relazioni socio-politiche. E se, da un
lato, il suo realismo politico lo porta ad apprezzare le teorie elitistiche del
conservatore G. Mosca, dall'altro, la matrice umanitaria e socialista emerge
nell'esaltazione degli istituti della democrazia diretta, caratterizzanti il
sistema costituzionale americano e quello svizzero, considerati come gli unici
in grado di far emergere la volontà popolare e di permettere l'emancipazione
delle classi lavoratrici. L'elogio ai regimi federalisti appena citati, e il
contingente recupero di Cattaneo sono sintomatici di un altro aspetto del suo orizzonte
culturale: la feroce critica dell'istituto monarchico (tanto nell'accezione
assolutista, quanto in quella temperata del costituzionalismo borghese
ottocentesco), appannaggio di una vicinanza con il programma del Partito
Repubblicano Italiano. Mostra un pessimismo storico verso il Risorgimento, la
disapprovazione intransingente del ruolo, ritenuto ambiguo e ostile al riscatto
sociale del proletariato, della casa regnante dei Savoia e l'appartenenza alla
Massoneria. Influenze "Atomi e vuoto e il Divino in me", queste
parole di Rensi hanno ispirato M. Lobaccaro nella composizione della canzone
Rosa di Turi dei Radiodervish. Altri saggi: “Una Repubblica italiana: il
Canton Ticino, "Critica sociale", Milano), “L'immoralismo di Nietzsche”
(Carlini, Genova); “Il genio etico ed altri saggi” (Laterza, Bari); “Sulla
risarcibilità del danno morale” (Cooperativa,Verona); “L’istinto morale”, Riuniti,
Bologna); “L'orma di Protagora” (Treves, Milano); “Principi di politica impopolare”
(Zanichelli, Bologna); “Introduzione alla scepsi etica” (Perrella, Napoli); “Teoria
e pratica della reazione politica” (Stampa, Milano); “L'amore e il lavoro nella
concezione scettica” (Unitas, Milano); “Dove va il mondo?, «Inchiesta fra gli
scrittori italiani», Libreria Politica Moderna, Roma); “L'irrazionale, il
lavoro, l'amore” (Unitas, Milano); "Terapia dell'ateismo" (Castelvecchi,
Roma); “Apologia dello scetticismo” (Formiggini,
Roma); “Autorità e libertà: le colpe della filosofia” (Politica, Roma); “Il
materialismo critico” (Sociale, Milano); “Spinoza” (Formiggini, Roma); “Scheggie:
pagine di un diario intimo” (Bibl. Ed., Rieti); “Cicute: dal diario di un
filosofo” (Atanòr, Todi); “Impronte: pagine di un diario” (Italia, Genova); “Raffigurazioni
-- schizzi di uomini e di dottrine” (Guanda, Modena); “Le aporie della religione”
(Etna, Catania); “Sguardi: pagine di un diario” (Laziale, Roma); “Passato,
presente, future” (Cogliati, Milano); “Motivi spirituali platonici” (Gilardi, Milano);
“Scolii: pagine di un diario” (Montes, Torino); “Vite parallele di filosofi:
Platone e Cicerone” (Guida, Napoli); “Critica della morale” (Etna, Catania); “Figure
di filosofi: Ardigò e Gorgia” (Guida, Napoli); “Poemetti in prosa e in verso” (Ist.,
Milano); "La morale come stato d'eccezione?" (Castelvecchi, Roma); “Trasea,
contro la tirannia” (Oglio, Milano); “Lettere spirituali” (Bocca, Milano); “Sale
della vita -- saggi filosofici” (Oglio, Milano); “La religione -- spirito
religioso, misticismo e ateismo” (Sentieri Meridiani, Foggia); “Contro il
lavoro -- sggio sull'attività più odiata dall'uomo” (Gwynplaine, Camerano); “Le ragioni dell'irrazionalismo” (Orthotes, Napoli);
“Su Leopardi” (Bruni, Torino). – “L'Intellettuale Dissidente, Pastorino, Uomini
e idee della Massoneria. La Massoneria nella storia d'Italia, Roma, Atanor sub
voce. (in ordine cronologico), Giuseppe
Rensi, Istituto di Studi filosofici,
Roma); M. Untersteiner, Interprete del
pensiero antico, Bocca, Milano); La scepsi estetica (Zanichelli, Bologna); N. Cuneo,
Conti e C., Cuneo); Un moralista, Italia, Raffaele Resta, SIAG, Genova); A.
Poggi (Azzoguidi, Bologna); “Il problema generale della giustizia e della
giustizia penale” (Vallardi, Milano); P. Rossi, “L’deale di Giustizia” (Bocca,
Milano); E. Buonaiuti, “Lo scettico credente” (Partenia, Roma); C. Mignone, “Leopardi
e Pascal” (Corbaccio, Milano); P. Nonis, La scepsi etica, Studium, Roma, G. Morra,;
Lauretta Rensi, Scetticismo e misticismo nel pensiero di Rensi, Ciranna,
Siracusa, F. Tecchiati, Alla "Mostra internazionale del libro
filosofico", La Voce di Calabria, Palmi, R. Bassanesi, La coscienza
tragica” Filosofia, Torino); E. Alpino, La collaborazione di Rensi alla rivista
"Pietre", Marzorati, Milano); Girolamo De Liguori, Lo scetticismo
giuridico” (Giuffrè, Milano); A. Noce, "Tra Leopardi e Pascal, ovvero
l'auto-critica dell'ateismo negativo", in Una giornata rensiana,
Marzorati, Milano, M. Sciacca, Una
giornata rensiana” (Marzorati, Milano); G. Perano, Il problema della verità
nello scetticismo di Rensi” (Lateranense, Roma); E. Mas, Tra democrazia e anti-democrazia”
(Bulzoni, Roma); A. Santucci, Un irregolare:
Tendenze della filosofia italiana nell'età del fascismo, O. Pompeo, Faracovi,
Belforte, Livorno); G. Rognini, “Dal positivismo al realismo” (Benucci, Perugia);
L'inquieto esistere” (EffeEmmeEnne, Genova); F. Boriani, La questione morale
nel positivismo” (Melusina, Roma); U. Silva, “La ribellione filosofica” (Genova,
G. Liguori); Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo. La coerenza critica, Il
sentiero dei perplessi. Scetticismo, nichilismo e critica della religione in
Italia da Nietzsche a Pirandello, La Città del Sole, Napoli, Willy Gianinazzi,
Intellettuali in bilico, Milano, Ed. Unicopli, Nicola Emery, Lo sguardo di
Sisifo: Giuseppe Rensi e la via italiana alla filosofia della crisi: con una
nuova rensiana, Marzorati, Settimo
Milanese, 1Francesco Mancuso, Tra democrazia e fascismo, Aracne, Roma, P. Serra,
Tra dissoluzione del socialismo e formazione dell'alternativa nazionalista” (Angeli,
Milano); F. Meroi (Olschki, Firenze); “L’eloquenza del nichilismo, SEAM, Formello);
G. Pezzino, Scacco alla ragione” (C.U.E.M.C., Catania); “A. Castelli, Un
modello di Repubblica; la politica e la Svizzera (Mondadori, Milano); N. Greco,
politica, autorità, storia, Viaggi d icarta, Palermo); P. Serra, “La rivolta
contro il reale, Città Aperta, Enna); A.
Montano, “Ethica ed etiche” (Napoli); G.
Barbuto, Nichilismo e stato totalitario: libertà e autorità” (Guida, Napoli); M.
Greco, la filosofia morale, Viaggidicarta, Palermo, F. Mancuso; A. Montano,
Irrazionalismo e impoliticità Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, F. Meroi, filosofia
e religione nel primo Novecento, Edizioni di storia e letteratura, Roma). D. Lobagueira, Documenti, Trento); Armando Mascolo, Il corso
infernale della storia. L'influenza di Schopenhauer nella filosofa, in F.
Ciracì, D. Fazio, Schopenhauer in Italia, Lecce, Pensa MultiMedia, R. Bruni, “Il
leopardismo filosofico” (Firenze, Le Lettere); “Filosofo della storia, Firenze,
Le Lettere,.E. Bignami E. Buonaiuti B. Croce A. Ghisleri Manifesto degli intellettuali
antifascisti Ad. Tilgher (Treccani Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Rensi, il filosofo
dimenticato. scomodo nichilista di Franco Volpi l'"irregolare" di
Orazio Martinetti. Giuseppe Rensi. Rensi. Keywords: filosofia dell’autorita,
autorita e liberta, Gorgia, Gorgia ed Ardigo, Santucci, Tendenze della
filosofia italiana nell’eta del fascismo, Gentile, necrologio, Ardigo, Platone,
Cicerone, Ficino, Bradley, Bosanquet, diritto e forza, filosofia della storia,
Gogia, Elea, Velia, Elea ed Efeso, Gorgia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Rensi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51686039204/in/photolist-2mKNNqN-2mKAuZM-2mKjsJY
Grice e Resta – della fiducia – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Bari). Grice: “I like
Resta; I was reading a book on golf that the Italians define, as I would
cricket, as the game of ‘fiducia,’ so it is nice to see that Resta has tried to
formulate some ‘rules,’ as we would call them, for trust. The cover of the essay
is especially fascinating, as it depicts two acrobats on a circus ring. Where
‘fiducia’ becomes a matter of life and death – or a vital evolutionary tract,
if often ‘ciecco,’ as Resta puts it. His research reminds me of Warnock on
‘trust’ in “The object of morality.” Essential Italian philosopher. Filosofo. Nominato
Alfiere del Lavoro. Studia a Bari.
Insegna a Bari e Roma. Dirige il Seminario sulla cultura giuridica della
Fondazione Basso-Issoco, nonché delle riviste "Sociologia del
Diritto" e "Politica del Diritto". Spazia dai temi classici della filosofia dfino a temi
di particolare attualità quali quelli riguardanti l'infanzia, i diritti dei
minori e il bio-diritto. Particolarmente interessanti sono i saggi nei quali
indaga sul significato e sui risvolti giuridici del concetto di
"farmaco" come anti-doto necessario alla violenza. Saggi: “Conflitto
e giustizia” (Bari, De Donato); “Diritto e sistema politico” (Torino, Loescher);
“L' ambiguo diritto” (Milano, Angeli); “Poteri e diritti, Torino, Giappichelli);
“La certezza e la Speranza -- diritto e violenza” (Roma, Laterza). Le stelle e
le masserizie. Paradigmi dell'osservatore” (Roma, Laterza); “L'infanzia ferita”
(Bari, Laterza); “Il diritto fraterno” (Bari, Laterza); “Diritto vivente” (Bari,
Laterza); “Le regole della fiducia” (Bari, Laterza); biodiritto. Eligio Resta. Resta.
Keywords: della fiducia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Resta” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736276056/in/datetaken/
Grice e Restaino – Antonino e compagnia – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Alghero). Grice:
“Only in Italy, a philosopher writes on cartoons!” Filosofo. Studia e insegna a
Cagliari e Roma. Studia la storia della filosofia e dell'estetica. Il suo saggio forse più noto
è una “Storia del fumetto: da Yellow Kid ai manga” (POMBA, Torino) che non ha
mancato anche di suscitare alcune polemiche, fino al punto che un gruppo di
appassionati di fumetti ha lanciato una petizione chiedendo alla casa editrice
il ritiro del saggio, accusato di contenere gravi lacune ed errori. Ettore Gabrielli, Petizione contro l’POMBA
per il libro Storia del Fumetto, Lo Spazio Bianco, Andrea Plazzi, Il fantasma
del fumetto, in il Mulino, Bologna, Mulino. La fortuna di Comte, Comte
sansimoniano, in Rivista critica di storia della filosofia, Comte scienziato, Comte
filosofo, Mill e la cultura filosofica, La Nuova Italia, Firenze, Mill: Scritti
scelti, Principato, Milano, Scetticismo e senso comune” (Laterza, Bari); Hume,
Riuniti, Roma, Filosofia e post-filosofia” (Angeli, Milano); Storia
dell'estetica” (Pomba, Torino); “Storia della filosofia, fondata da Abbagnano,
in collaborazione con Fornero e Antiseri, La filosofia contemporanea, Pomba,
Torino); La filosofia anglo-americana, in La Filosofia della seconda metà del
Novecento, G. Paganini, Piccin-Vallardi, Padova, Storia della filosofia, Pomba
Libreria, Torino, La Rivoluzione Moderna. Vicende della cultura tra Otto e
Novecento, Salerno, Roma); Giovanni Franco Restaino. Restaino. Keywords:
Antonino e compagnia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Restaino” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736775309/in/datetaken/
Grice e Ricordi – essere per amore – filosofia
italiana. Luigi Speranza (Milano).
Filosofo. Se è vero che Shakespeare ha "inventato l'umanità", è
altrettanto vero che egli l'ha poi divisa, il più delle volte, tra due grandi
generi di rappresentanti: e questi passano davvero per le categorie dei
platonici e degli aristotelici. Filosofo. Figlio di Ferruccio Merk Ricordi, in
arte Teddy Reno e la produttrice e distributrice cinematografica Vania Protti. Studia
a Roma e Napoli. Studia l’ermeneutica. Debuttato con Ronconi, con il quale ha
lavorato nei primi anni della carriera. Attore con Stoppa, Lavia, e Filippo. Inizia
la carriera registica che lo ha visto spesso anche interprete nei propri
allestimenti. Questi sono stati salutati sempre da un forte e caloroso successo
di critica e pubblico. Si dedicato a Shakespeare, alla drammaturgia antica, al
teatro tedesco dell'età romantica, ma anche e costantemente ai contemporanei
introducendo autori come Rohmer, Amann, Norén.
Si ricordano Medea e Fedra di Seneca, Trio in mi bemolle di Rohmer e
Dopo la festa di J. Amann, Anfitrione di H. Kleist e Don Giovanni e Faust di C.
Grabbe, “Canti nel deserto” e Gli inganni dell'infinito di G. Leopardi, “Le
ceneri di Roma e Orgia di Pasolini, Creditori di A. Strindberg e Demoni di L. Norén,
Romeo e Giulietta, Macbeth e Amleto di Shakespeare, Lame e Nerone di G. Manfridi.
Pubblicat su Leopardi, Shakespeare, Schiller e il concetto di teatralità: “Lo
spettacolo del nulla” (Bulzoni) e Essere e libertà (Bulzoni). Pubblica"Le
mani sulla cultura" (Gremese), una denuncia assai netta dell'egemonia
storica della sinistra sulle arti, che si ravvisa in modo particolare nel
"Teatro politico" del Novecento. Direttore del Teatro Stabile
d'Abruzzo a L'Aquila; inaugurando il corso di questo importante Teatro ha
diretto e interpretato Edipo Re di Sofocle e Anfitrione di Kleist, e insieme
dedicato vari incontri al Teatro di Poesia. Consigliere di amministrazione del Teatro di
Roma. Collabora a Liberal, per le cui
edizioni pubblicato il saggio "Ideologia di Amleto” (Liberal). Pubblica
"Shakespeare filosofo dell'essere" (Milano, Mimesis), saggio che si
riassume nella tematica di una nuova “Filosofia del dramma”. Questo saggio
rappresenta il sui progetto dedicato alla drammaturgia esistenzialista. Pubblica
"Filosofia del bacio" (Mimesi), e "Pasolini filosofo della
libertà" (Mimesis). Pubblica il suo saggio teoretico più rilevante,
"L'essere per l'amore" (Mimesis).
Dante per Roma e nel mondo. Inizia un Progetto filosofico su Alighieri. -saggistico
ma anche teatrale e comunicativo, che vorrà sostenere fino al centenario della
morte del Poeta. Inizia quindi nell'estate
con la rassegna "Dante per Roma", con la lettura in luoghi
significativi della "Città Eterna" -- Mausoleo di Cecilia Metella,
Arco di Giano, Terme di Caracalla e Terme di Diocleziano -- di sette Canti
dell'Inferno. Realizza un primo documentario per Rai5. La rassegna si chiude on
la lettura di sette Canti del Paradiso, ricevendo il plauso della critica e
grande riscontro dal pubblico. Pubblica “Filosofia
della Commedia di Aligheri,” dedicato alla cantica dell'Inferno. “Il grande
teatro shakespeariano” (Mimesis); “Filosofia della Commedia di Dante. L’Inferno
– Il Purgatorio ” (Mimesis) “Dante per Roma: Inferno” Rai; La grande magia di
Dante può essere capita soltanto ascoltandola a viva voce", in Spettacol iLa
Repubblica. Intervista di Grattarola. Franco Ricordi. Ricordi. Keywords: essere
per amore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ricordi” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735282057/in/dateposted-public/
Grice e Righetti – la ragione ecologica, o l’etica
dello spazio filosofia italiana -- Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Si concentra soprattutto sui temi
dell’estetica. Fonda “La Stanza Rossa” sull rapporto arte-comunicazione. Affianca
alle ricerche precedenti altri filoni di indagine, volti prevalentemente
all’ambito della riflessione meta-etica.. Studia l’ecologia. Pubblica «Iride»,
«Dianoia» e «Millepiani». Ecoinciviltà.
La ragione ecologica spiegata all’umanità civile” (Mucchi, Modena); “La ragione
ecologica: intorno all’etica dello spazio” (Mucchi, Modena); “Etica dello
spazio -- per una critica ecologica al principio della temporalità” (Mimesis,
Milano); “Dall’assenza d’opera all’estetica dell’esistenza” (Mucchi, Modena); “Forme
della “verità”: follia, linguaggio, potere, cura di sé” (Liguori, Napoli); “La
fantasia e il potere” (Mucchi, Modena); “La Stanza Rossa. Trasversalità
artistica” (Costa, Milano); “Soggetto e identità. Il rapporto anima-corpo”
(Mucchi, Modena). Cf. Grice, “From the banal to the bizarre: method in
philosophical psychology.” Stefano Righetti. Righetti. Keywords: la ragione
ecologica, o l’etica dello spazio, linguaggio, la pietra di bismantova. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Righetti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736728734/in/dateposted-public/
Grice e Rignano – filosofia italiana – filosofia
fascista – filosofia italo-giudea -- Luigi Speranza (Livorno). FIlosofo. Grice: “I love Rignano, but
I would not consider him a philosopher, in that he never attended a course on
philosophy!” Figlio di Giacomo e Fortunata Tedesco. Studia a Pisa e Torino. Laureato,
si interessò subito ai problemi filosofici collegati alla ricerca scientifica.
Fondatore della Rivista di Scienza. Fonda a Bologna “Rivista di Scienza per Zanichelli.
La rivista assunse il nuovo titolo di “Rivista di sintesi scientifica.” (cf.
Grice on einheit der wissenschaft). La rivista nasce con il proposito di
opporsi alla eccessiva specializzazione a cui era giunta la ricerca scientifica
danneggiata per questo da criteri troppo specifici e restrittivi. Gli fondatori, e in particolare Rignano, si
proponevano di superare il particolarismo delle scienze per una visione più
estesa gettando un ponte fra cultura umanistica e quella scientifica ed
elaborando una "sintesi" (o unita o continuita) tra le scienze della
natura e le scienze dell'uomo. In questo
modo la filosofia, libera da legami nei confronti dei sistemi prefissati,
poteva dedicarsi a promuovere la coordinazione del lavoro, la critica dei
metodi e delle teorie, e ad impostare in modo più ampio i problemi delle teorie.
Nei numerosi saggi che pubblica su “La rivista de sintesi scientifica” ebbe
modo di mettere in rilievo le sue capacità di divulgatore e di condurre i suoi
studi in completa autonomia dal mondo accademico ufficiale elaborando la sua
conceziomei filosofica ispirate soprattutto dalla corrente positivistica. Chiese
a Freud un'esposizione della psicoanalisi con le indicazioni di quali rami del
sapere potessero essere interessati alle teorie e all'esperienze
psicoanalitiche. Freud scrive “Das Interesse an der Psychoanalyse” che fu
pubblicato in due puntate sulla rivista. Si interessò di psicologia e biologia
ed è noto soprattutto per la sua ipotesi della "proprietà mnemonica"
secondo la quale la sostanza vivente sarebbe in grado di "ricordare"
le condizioni fisiologiche delle iniziali situazioni fisiche determinate
dall'ambiente esterno e quindi di riprodurle nel prosieguo della vita
biologica. Questa sua teoria consentiva
a lui di operare nella biologia un compromesso tra una visione meccanicistica
della realtà naturale e una finalistica, vitalistica. Per il meccanicismo
infatti non è possibile pensare che nell'ambito degli organismi viventi vi sia
il proposito immanente di conseguire una finalità ma d'altra parte è innegabile
he nel mondo organico sia presente una sorta di teleo-nomia particolare per
ogni essere vivente tale da giustificare l'idea che, durante il periodo di
adattamento all'ambiente, questi conservi una specie di traccia fisica
mnemonica persistente e trasferibile ereditariamente. Si interessa anche di
filosofia della psicologia – o psicologia filosofica -- ma quando intese indicare lo statuto
epistemologico della teoria psicologica, il tipo di scientificità che ad essa
competeva, in modo da definire i rapporti con la scienza naturale da una parte
e con quella umana dall'altra, si orientò verso soluzioni “intermedie”, che
spesso complicavano più che risolvere i problemi" Coerentemente al suo programma di
sintetizzare opposti sistemi, elaborò anche una concezione economica di tipo
socialista marxista che fosse in accordo con il liberismo. Altre saggi: “Per
una riforma socialista del diritto successorio” (Bologna, Zanichelli); “Di un socialismo in accordo colla dottrina
economica liberale” (Torino, Bocca); “Sulla trasmissibilità dei caratteri
acquisiti: ipootesi d'una centro-epigenesi” (Bologna, Zanichelli); “L'adattamento
funzionale e la teleologia psico-fisica” (Bologna: Zanichelli); “Che cos'è la
co-scienza?” (Bologna, Zanichelli); “Il fenomeno religioso” (Bologna,
Zanichelli); “Il socialismo” (Bologna, Zanichelli); “Dell'attenzione: Contrasto
affettivo e unità di co-scienza” (Bologna, Zanichelli); “Dell'origine e natura
mnemonica delle tendenze affettive” (Bologna, Zanichelli); “Per accrescere
diffusione ed efficacia alle università popolari” (Milano, Compositrice); “La vera
funzione delle università popolari” (Roma, Antologia); “Vividità e connessione”
(Bologna, Zanichelli); “L'evoluzione del ragionamento” (Bologna, Zanichelli); Il
nuovo programma dell'Un. pop. milanese: primo anno d'esperimento, Como,
Cooperativa comense A. Bari, Le forme superiori del ragionamento” (Bologna,
Zanichelli); “Democrazia e fascismo” (Milano, Alpes). “Dizionario di filosofia,
Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Eugenio Rignano. Rignano. Keywords: diritto successorio, vitalismo,
democrazia e fascismo, liberismo, liberalismo, socialismo, “Scientia”,
filosofia italo-giudea -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rignano” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715544078/in/photolist-2mMVFvG-2mKKMUe-2mKRcBH/
Grice e Rigobello – l’allargamento interpersonale della
razionale – filosofia italiana. By Luigi Speranza (Badia Polesine). Filosofo. “Il
nostro rapporto con gli altri deve sempre farci essere un interrogativo per
loro.” Fra i principali rappresentanti italiani del personalismo. Dopo gli
studi liceali, all'Padova conseguì dapprima la laurea in filosofia, quale
allievo di Stefanini e Padovani. Insegna a Padova, Perugia e Roma. Spazia dalla
metafisica, all'etica e la filosofia politica, alla storiografia. Collaboratore
a Studium. Ripensa il personalismo partendo dal presupposto per cui esso,
potendo anche costituire un possibile complemento integrativo ed estensivo alla
metafisica non potesse comunque considerarsi una dottrina filosofica definita
bensì una posizione che mettesse in primo piano il concetto di
"persona" (cf. Strawson, “Il concetto di persona”). Il personalismo
non e in contraddizione con la metafisica
bensì ne poteva costituire un proficuo ampliamento psicologico, etico,
antropologico. Il suo contributo più originale consiste, quindi, nel
"personificare" (proprio per il tramite del personalismo) la ragione
metafisica attraverso quel processo di integrazione sopra invocato fra l’esistenzialismo
e la filosofia classica. Ri-esamina nel suo evolversi, nonché compara
criticamente e storicamente, il concetto di “persona” alla luce della storia
della filosofia fino ad arrivare alla filosofia greca e romana chiamando in
causa anche l'ermeneutica, la filosofia morale e la sua storia. Ne risulta,
quindi, che il concetto di “persona” deve anzitutto essere inteso in un senso
giuridico. Non deve essere confuso con quello derivante dal concetto di
esistenza della filosofia esistenzialistica, che nega la possibilità che le
persone possamp governare la loro vita, in quanto ritenute prive di auto-dominio.
Infine, le persone, pur nella sua reale concretezza, non e una sostanza. Tutto
ciò ha costituito una delle tematiche principali in cui s'è venuta a delinearsi
la sua filosofia, la persona e l’interpretazione". La seconda
tematica della sua attività di ricerca scaturisce dagli insegnamenti, per certi
versi antitetici fra loro, dei due suoi maestri, ovvero quelli di Stefanini,
grazie ai quali egli individua un primo polo di convergenza delle sue
riflessioni filosofiche attorno alla nozione fenomenologica di un “mondo della
vita”, e quelli di Padovani, incentrati sulla metafisica tradizionale e
ruotanti attorno alla nozione di trascendenza con i suoi limiti. Ogni altra
questione filosofica sembra snodarsi o essere compresa fra questi due poli di
convergenza che egli sintetizza nella trascendenza, la legge morale, e il mondo
della vita". Altro ambito tematico apre la prospettiva personalistica
al dialogo col mondo moderno e contemporaneo, con l'etica, la politica, la
religione, puntualizzando in particolare la sua valenza etica e politica
nell'analisi della realtà sociale in cui le persone viveno ed agisce, nonché
esprime il suo dissenso non su basi ideologiche ma come critica del sistema
dominante. Questo tematica puo quindi chiamarsi "in dialogo con il mondo
contemporaneo". Come esponente di punta del personalismo italiano,
storicamente rappresentato da Stefanini, Carlini, Sciacca e Pareyson, rivolvela sua attenzione
ad una ri-visitazione originale del personalismo comparato con l'etica e la
politica, grazie a cui è emersa, oltre alla limitatezza della dimensione
trascendentale, sia quella rilevanza civica assunta dalla persona umana come
testimone della sua epoca che la sua responsabilità di cittadini. Mette in
evidenza come il personalismo si distingua nella critica mossa al sistema
idealista, che non ha attecchito nella filosofia d'oltralpe. Riprende le e
tematiche più tipiche della struttura delle persone umane e le relative
implicazioni metafisiche in “Prossimità e ulteriorità” (Rubbettino). Inoltre,
da sempre interessato anche all'ermeneutica pubblica “L'apriori ermeneutico” ((Rubbettino). Altre
saggi: “Oltre lo storicismo” (Studium); “Ricchezza e povertà della metafisica
classica” (Humanitas); “Il problematicismo di Spirito come empirismo
coscienziale assoluto: note sul significato del nostro tempo, in Rassegna di
Umanesimo e antropocentrismo; La disponibilità come abito etico del rapporto
autorità-libertà, Istituto editoriale del Mezzogiorno, Napoli, Kant e
l'indirizzo idealistico, Il problema del linguaggio storiografico, Perugia, “Condizionamenti
socio-logici e linguaggio morale” in Sociologia e filosofia,. Socrate e la
formazione dell'uomo politico, in Civitas, Esperienza di fede e struttura del sapere, Studium,
Croce, perché possiamo e non possiamo dirci crociani, Coscienza. Mensile del
movimento ecclesiale di impegno culturale, La riflessione sull'etica, Etica
oggi: comportamenti collettivi e modelli culturali, A. Re e A, Poppi,
Fondazione Lanza & Gregoriana, Roma, Il tempo nello spiritualismo, Il concetto di
tempo. Società filosofica italiana, Caserta, Giovanni Casertano, Loffredo,
Napoli, “Persona, trascendentale, ermeneutica” in Filosofi italiani contemporanei,
G. Riconda e C. Ciancio, Mursia, Milano); La storia nella coscienza della gioventù,
AVE, Roma); L'intellettualismo in Platone (Liviana Editrice, Padova); Platone,
Senofonte, Aristotele: il messaggio di Socrate” (La Scuola, Brescia); “Introduzione
di una logica del personalismo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia
dell'Padova, Liviana Editrice, Padova, L'itinerario speculativo dell'umanesimo
contemporaneo, Quaderni dell'Istituto di Pedagogia dell'Padova, Liviana Editrice,
Padova); L'educazione umanistica e la persona. Saggio di una filosofia dell'insegnamento
umanistico” (Scuola, Brescia); “Determinazione ed ulteriorità nel Kant pre-critico”
(U. Silva, Milano-Genova); “I limiti del trascendentale in Kant” (Silva, Milano);
“La certezza morale, lfilosofia morale tenute all'Perugia nell'A.A. 1CLEUP,
Perugia); “Legge morale e mondo della vita” (Abete, Roma); La morale radicale”
(Perugia, Perugia); “Struttura e significato” (Garangola, Padova); “Antropologia”
(Antenore, Padova); “Modelli storiografici di morale” (Frama Sud, Chiaravalle
Centrale); “Ricerche sul trascendentale kantiano” (Antenore, Padova); “Dal
romanticismo al positivismo” (Marzorati, Milano); “Il regno dei fini” (Bulzoni,
Roma); “Il personalismo” (Città Nuova, Roma); “L'impegno ontologico” (Armando,
Roma); “Il futuro della libertà” (Studium, Roma); “Politica e promozione umana”
(Scuola, Brescia); “Perché la filosofia” (La Scuola, Brescia); “Studi di
ermeneutica” (Città Nuova, Roma); “Verso una nuova didattica della storia”
(Sei, Torino); “Persona e norma nell'esperienza morale” (Japadre, L'Aquila); “Certezza
morale ed esperienza religiosa” (Vaticana, Vaticano); “Kant. Che cosa posso
sperare” (Studium, Roma); “Lessico della persona umana” (Studium, Roma); “L'immortalità
dell'anima” (La Scuola, Brescia); “Soggetto e persona: ricerche
sull'autenticità dell'esperienza morale” (Anicia, Roma); “Autenticità nella
differenza” (Studium, Roma); “Attualità della lettera ai Romani” (AVE, Roma); “Dio
oltre i saperi. Tra teologia e filosofia” (San Paolo, Milano); “Interiorità e
comunità. Esperienze di ricerca in filosofia, Studium, Roma, Oltre il
trascendentale, Pubblicazioni della Fondazione "Ugo Spirito", Roma, L'altro,
l'estraneo, la persona, Città Nuova Editrice, Roma, La persona e le sue immagini, Città Nuova
Editrice, Roma, L'estraneità interiore, Studium, Roma, Le avventure del
trascendentale. Contributi al LV Convegno del Centro studi filosofici di
Gallarate, Rosenberg, Torino); “Umanità e moralità” (Studium, Roma); “Immanenza
metodica e trascendenza regolativa” (Studium, Roma); “L'apriori ermeneutico:
domanda di senso e condizione umana” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Prossimità
e ulteriorità: una ricerca ontologica per una filosofia prima” (Rubbettino
Editore, Soveria Mannelli); “L'insuperabile singolarità dell'avventura umana:
dalla determinazione completa alla rottura metodologica” (Ramo, Rapallo); “Vita
e ricerca. Il senso dell'impegno filosofico, intervista L. Alici” (La Scuola,
Brescia); “L'intenzionalità rovesciata: dalle forme della cultura all'originari”
(Rubbettino, Soveria Mannelli); “Struttura ed evento: tempo di vivere, tempo di
dare testimonianza alla vita, la vita come testimonianza” (Rubbettino, Soveria
Mannelli); “Dalla pluralità delle ermeneutiche all'allargamento della
razionalità” (Rubbettino, Soveria Mannelli); “Ciascuno di noi nell'incontro con
l'altro deve essere tale da suscitare curiosità e interesse di conoscenza reciproca
(Presentazione a Alici, Grassi, Salmeri, Vinti (Studium); “La filosofia come
testimonianza, Rivista bimestrale, Studium, Roma. Berti ebbe per qualche mese Rigobello
come docente supplente di filosofia quando era ancora studente liceale. Cfr. E.
Berti, "Origini del pensiero di Rigobello", in: Alici, Grassi,
Salmeri e Vinti, “La filosofia come testimonianza” (Studium. Cfr. Berti, "Origini
del pensiero", in Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, La filosofia come testimonianza,
Studium, Roma,,Cfr. pure il contributo di Borghesi, "La dialettica tra
struttura e significato", nella stessa collectanea. Oltre quelli delle Parti II e III, si vedano
soprattutto i vari contributi presenti nella Parte I della collectanea in suo
onore: Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, la filosofia come testimonianza, Studium, Roma, Cfr. Alici, Grassi, Salmeri, Vinti,
cit. Cfr. i vari contributi presenti
nella miscellanea: Estraneità interiore
e testimonianza. Studi in onore, A. Pieretti, ESI-Edizioni Scientifiche Italiane,
Perugia); Cfr. pure "Biografia, pensiero e opere", Bollettino della
Società Filosofica Italiana nella
rubrica Filosofi allo Specchio, Cfr.
Alici, Grassi, Salmeri, Vinti, cit. Per
questi aspetti centrali del pensiero, si vedano soprattutto i contributi
presenti nella prima parte della collectanea in suo onore: L. Alici, O. Grassi,
G. Salmeri e C. Vinti, La filosofia come testimonianza, Studium, Cfr. L. Alici,
O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, Ricordo, Umanità e moralità, in Dialegesthai.
Rivista telematica di filosofia, In memoriam: In ricordo straneità interiore e
testimonianza. Studi in onore, A. Pieretti, Scientifiche Italiane,
Napoli-Perugia, L. Alici, O. Grassi, G. Salmeri e C. Vinti, Rigobello, la
filosofia come testimonianza, giornate-studio in suo onore, evento organizzato
a Perugia in collaborazione con l'Roma Tor Vergata e la LUMSA, Perugia/Roma, i
cui atti sono stati pubblicati, Alici, Grassi, Salmeri e Vinti, Studium, G.Dotto, Enciclopedia filosofica,
Bompiani, Milano, E. Baccarini, Passione dell'originario: fenomenologia ed
ermeneutica dell'esperienza religiosa, studi in onore” (Studium, Roma). Vita e
ricerca. Il senso dell'impegno filosofico (Interviste), L. Alici recensione di
G. Din, Padova. Video di un'intervista a cura di Valentini, fatta a Roma - Armando Rigobello. Rigobello. Keywords:
l’allargamento del razionale, ‘struttura e significato’, il regno dei fini,
comunita, Grice on human vs. person, Strawson, the concept of the person, Ayer,
the concept of a person. In personam, persona sui iure, persona populum
(Cicero). Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Rigobello” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736691639/in/dateposted-public/
Grice e Rimini – il significato totale – filosofia
italiana -- Luigi Speranza (Rimini).
Filosofo. Il primo a conciliare gli sviluppi delle idee di Occam ed Aureolo. Questa
sua sintesi ha un impatto duraturo. Insegna a Bologna, Padova e Perugia, e
Rimini. Da lezioni sulle Sentenze di Lombardo. Oltre alla sua opera principale,
il Commento alle Sentenze di Lombardo scrive diversi trattati, tra cui: “De usura,”
“ De quatuor virtutibus cardinalibus” – cf. Grice, philosophy, like virtue, is
entire -- e un estratto del commento
alle sentenze, il “De intentione et remissione formarum,” un’appendice sulla IV
distinctio del I libro del Commento alle Sentenze, una Tabula super epistolis
B. Augustin. Mnifesta una certa attitudine sincretistica tra gli sviluppi d’Occam
ed Aureolo. Mostra analoga tendenza anche nella ri-costruzione e dell'analisi
del processo della percezione animale e unama e il conoscere umano, nelle quali
si fondono in maniera originale elementi etero-genei desunti da Aristotele,
Agostino e Ockham. Causa un grave fraintendimento della sua filosofia, è
qualificato come tortor infantium (torturatore dei bambini), per la
supposizione di aver condannato alle pene eterne i bambini che muoiono senza il
battesimo. In realtà espone tale dottrina senza pronunciarsi. Talvolta è
indicato quale antesignano dei nominalisti. Altre saggi: “Gregorii Lettura
super Primum et Secundum Sententiarum”; “De imprestanciis venetorum”. L.
Mazzali, E. Gori, Manuale di Filosofia Medievale, Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario di filosofia, Gregorius
Ariminensis. Gregorio da Rimini. Rimini. Keywords: complesso significabile,
semplice, complesso, animale, pane, l’animale percezione del pane, Socrate is
seated, truth-functionality, scuola italiana, scuola di Bologna, studi generali
in Italia, studio di Rimini. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rimini” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689613415/in/photolist-2mPMBQM-2mPyn68-2mPvn8a-2mPiqeP-2mKS2e5-2mKCMei-23WGnxf-E4u3XA-BNXFPx-B8NzEb-BxCpRq-ACvZaD-BxCnkJ-nNA42u-o5MkBM
Grice e Rinaldini – filosofia italiana. By Luigi
Speranza (Ancona). Filosofo. Nato in una famiglia
aristocratica originaria di Siena, studia a Bologna. Aservizio di Urbano VIII, ottenne da Barberini, nipote del
Papa, la supervisione delle fortezze di Ferrara, Bondeno e Comacchio. Insegna a
Pisa. Amico di Galilei e Borelli, il quale lo soprannomina Simplicio per la sostanziale
fedeltà all'aristotelismo tradizionale. E in corrispondenza. Uno dei soci
fondatori dell'Accademia del Cimento. Tuttavia ha numerose controversie con i
suoi amici e con Redi e Ruberti. Nonostante il conformismo, si oppone alla
teoria della virtù zoo-genetica delle piante, sostenuta dagl’altri accademici
del Cimento, precedendo Malpighi con l'ipotesi che anche gl’insetti delle galle
nascessero da uova deposte da individui della stessa specie. Insegna a Padova. Saggi: “Philosophia rationalis,
atque entità naturalis.” Un'altra delle sue glorie è la sua proposta di scala
termo-metrica utilizzando come riferimento fisso il congelamento e
l’ebollizione dell'acqua all'ordinaria pressione atmosferica. Ppropone di
dividere l'intervallo in 12 gradi. Altre saggi: “Opus algebricum” (Ancona, Salvioni);
“Opus mathematicum” (Bologna, Dozza); “Mathematica italiana”; “Geometra promotus”
(Padova, Frambotti); “Ars analytica mathematum” (Firenze, Cocchini); “Ars analytica
mathematum” (Padova, Pietro Maria Frambotto); “De resolutione atque
compositione mathematica” (Padova, Frambotti); “Philosophia rationalis,
naturalis, atque moralis opus in quo praesertim physica vniuersa ex accuratis
naturalium effectuum observationibus deducta et ubi rei natura patitur
geometrice demonstrata exhibetur” (Padova, Frambotti); “Ad artem quam ipse
conscripsit mathematum analyticam paralipomena” (Padova, Frambotti); “Commercium
epistolicum (Padova, Frambotti). Redi scienziato e poeta alla corte dei Medici,
Lo sviluppo delle ricerche sulle galle, F. Redi scienziato e poeta alla corte dei
Medici C. Pighetti, Il vuoto e la quiete: scienza e
mistica: E. Cornaro e C. Rinaldini, Milano: Angeli); Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Museo Galileo di Firenze. Carlo Renaldini.
Carlo Rinaldini. Rinaldini. Keywords: cimento, cimentare, provando e
riprovando, del Cimento, filosofia naturale, filosofia razionale, Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rinaldini” – The Swimming-Pool Library. 51736002006
Grice e Riondato – il metodo dell’etologia –
filosofia italiana. Luigi Speranza (Padova).
Filosofo. Studia a Padova sotto Stefanini, Ferrabino, Padovani e Diano. Studia l’Aristotele neo-latino. Uno dei
galileiani. Ezio Riodato. Riondato. Keywords: il metodo dell’etologia, morale,
morale classica, Aristotele neo-latino, Epitteto, l’enuniciazione,
dell’interpretazione in Aristotele, crisi, metafisica e scienza in Aristotele. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Riondato” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736231788/in/datetaken/
Grice e Riverso – la forma del segno – filosofia
italiana (Napoli). Filosofo. Studia a Napoli.
Insegna a Salerno e Napoli. Ha spaziato dalla filosofia critica ed analitica,
alla logica formale, è stato esperto in problemi di linguistica, di filosofia
delle scienze e delle culture. Altri saggi Colpa e giustificazione nella
reazione anti-immanentistica del "Roemerbrief" barthiano, Teologia
esistenzialistica, La costruzione interpretativa del mondo, L’epistemologia
genetica, Metafisica e scientismo, Filosofia e analisi del linguaggio, Dalla
magia alla scienza, Conoscenza e metodo nel sensismo degl'ideologi, L’esperienza
estetica, la filosofia d’Occidente, Corso
di storia della filosofia, Natura e logo, La razionalizzazione dell'esperienza,
La filosofia analitica, La filosofia, Individuo, società e cultura. La psicologia del
processo culturale, L’immagine dell'Universo. Astronomia e ideologia, Il
pragmatismo, La spiritualità, Il linguaggio nella filosofia romana antica, Democrazia,
iso-nomia e stato, Una corrente
filosofica; riferimento e struttura; Il problema logico-analitico in Strawson, Democrazia
e gioco maggioritario, Filosofia del tempo, La civilta e lo stato; Alle origini del pensiero
politico, La carica dell'elettrone, Esperienza e riflessione, Forma culturale e
paradigma umano; Le tappe del pensiero filosofico nella cultura d’Occidente, Paradigmi
umano e educazione, Filosofia del linguaggio, Dalla forma al significato, Cose
e parole, Come Bruno inizia a parlare: Diario di una maestra di sostegno, La
rimozione dell'eros nel giansenismo, Civiltà, libertà e mercato nella città italica
antica. (Roma). Un viaggio al centro dell'immaginario religioso e mistico che
ha influenzato l'umanità, morale e
dottrina, Cogitata et scripta, Filosofo
del linguaggio, La Tribuna. Semiosi iconica e comprensione della Terra.
Emanuele Riverso. Riverso. Keywords: la forma del segno, la tappa, le tappe,
riferimento, ri-ferire, vico, animale raggionavole, magia e scienza, Giordano
Bruno. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Riverso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702587144/in/photolist-2mLKfuq-2mLHNRM-2mLKgRJ-2mLMgSh
Roccoto
be identified.
Grice e Rodano: immunità e comunità – filosofia
italiana – i comunisti – Luigi Speranza (Roma).
Filosofo. Fondatore
del “catto-comunismo.” E tra i fondatori
del Movimento dei Cattolici Comunisti, poi Sinistra Cristiana. Studia a Roma.
Frequenta la “Scaletta”. Milita nell'Azione Cattolica e nella FUCI, allora
presieduta da Moro. Entra in contatto e collabora con anti-fascisti d'ispirazione
cattolica (Ossicini, Pecoraro, Tatò e altri), comunista (P. Bufalini, A. Amendola,
P. Ingrao, L. Radice e altri), del Partito d'Azione e liberali (U. Malfa, P. Solari,
M. Fiorentino fra gl’altri). Partecipa al Movimento dei Cattolici
Anti-Fascisti. Con Ossicini e Pecoraro tra i promotori e dirigenti del “Partito
Co-Operativista Sin-Archico” (poi “Partito Comunista Cristiano”) e ne redige i
principali documenti. Fa parte, con Alicata e Ingrao, del triumvirato dirigente
le due distinte organizzazioni clandestine, comunista e comunista cristiana. Scrive
saggi sull’Osservatore Romano. Arrestato dalla polizia fascista in una generale
retata dei militanti del partito comunista cristiano, e deferito al tribunale speciale
con altri suoi dirigenti. Il processo non ha luogo per la caduta del fascismo e
tutti vengono liberati poco dopo. Nel periodo badogliano ha intensi scambi
d'idee con i compagni di partito e altre personalità anti-fasciste sulla linea
da seguire. Stringe amicizia con Luca e Pintor. Collabora al “Lavoro”, diretto
da Alicata (comunista), Vernocchi (socialista) e Gaudenti (cattolico). Sotto
l'occupazione nazista di Roma fonda il “Movimento dei Cattolici Comunisti” e ne
redige i documenti teorico-politici; scrive articoli sui 14 numeri usciti alla
macchia di Voce Operaia, organo dello stesso movimento dei cattolici comunisti.
Liberata Roma, il movimento di cattolici comunisti prende il nome di Partito
della Sinistra Cristiana. Vi confluiscono i cristiano-sociali di G. Bruni. Vi
partecipano anche Fe. Balbo, Sacconi, Barca, Amico, Chiesa, Valente, Mira,
Tatò, Tedesco, Parrelli, Tranquilli, Rinaldini. Stringe un rapporto di
amicizia e collaborazione (che non sarà privo di momenti di dissenso critico)
con Togliatti. Su Voce Operaia, pubblicata adesso legalmente, scrive numerosi saggi.
In quattro di essi sostiene la prosecuzione dell'IRI e ciò segna l'inizio della
sua amicizia con R. Mattioli. S'incontrano,
a casa di Rodano e con la sua mediazione, Togliatti e G. Luca, primo, cauto
sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento comunista italiano. A
conclusione di un congresso straordinario, il partito della sinistra cristiana si
scioglie. Sostiene, con argomentato vigore, che non è più utile una formazione
cattolica di sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo insieme e
perciò al partito comunista italiano il compito di affrontare la questione
cattolica, superando le pre-giudiziali a-teistiche e del dogmatismo marxista.
Si adopera perciò per ottenere modifiche nello statuto del partito comuista
italiano, che consentano l'iscrizione e la militanza in esso indipendentemente
dalle convinzioni ideo-logiche e religiose, modifiche che saranno adottate dal partito
comunista italiano nel suo congresso. Entrato nel partito comunista italiano, scrive su periodici ufficiali di tale
partito o ad esso vicini. Particolarmente numerosi i suoi saggi su Rinascita. Vi
ha largo spazio l'invito ai cattolici a lavorare in politica e nelle altre
dimensione della storia comune degli uomini in spirito di laicità, evitando
quindi improprie commistioni con la fede religiosa. Questa posizione approfondita
nel corso di tutta la sua opera ed essenziale per comprenderla contrasta con la
linea della Chiesa di Pio XII, che coglie l'occasione di due suoi saggii sulla
condizione economica del clero (Rinascita) per comminargli l'interdetto dai
sacramenti, accusandolo di fomentare la lotta di classe all'interno delle
gerarchie (L'interdetto e tolto sotto Giovanni XXIII). Cura i saggi politici di
“Lo Spettatore Italiano”. Scrive sul Dibattito Politico, diretto da M. Melloni
e U. Bartesaghi, teso a una difficile mediazione tra le posizioni politiche del
mondo cattolico e di quello comunista e socialista, nel distinto riconoscimento
dei rispettivi valori e motivi ideali. Vi collaborano tra gli altri G.
Chiarante, Magri, Baduel, Salzano. Durante il pontificato di Giovanni
XXIII opera, tramite Togliatti, per la trasmissione ai dirigenti della
proposta, primo, cauto sondaggio reciproco tra mondo cattolico e movimento
comunista italiano. A conclusione di un congresso straordinario, il PSC
si scioglie. Rodano sostiene, con argomentato vigore, che non è più utile una
formazione cattolica di sinistra, poiché incombe alla classe operaia nel suo
insieme e perciò al PCI il compito di affrontare accolta, di uno scambio di
messaggi in occasione del compleanno di
papa Roncalli. L'iniziativa sarà il primo segno di disgelo tra URSS e Santa
Sede. Si svolge un serrato dialogo tra Rodano e Augusto Del Noce, che mette in
chiaro la diversità delle rispettive posizioni. Fonda, con C. Napoleoni, La
Rivista trimestrale, affrontando nodi teorici e politici di fondo. Ancora con
Napoleoni, e con Michele Ranchetti, dirige la Scuola Italiana di Scienze
Politiche ed Economiche, rivolta a militanti
del movimento dell'epoca. Collabora alla rivista “Settegiorni”, diretta da
Ruggero Orfei e Piero Pratesi, in cui fra l'altro scrive una serie di
interventi d'intensa riflessione teologica, le Lettere dalla Valnerina.
Chiusasi l'esperienza della Rivista Trimestrale, Rodano scrive sui Quaderni
della Rivista Trimestrale, diretti da M. Reale, cui collaborano, insieme a F.
Sacconi, E. Salzano, V. Tranquilli, G. Gasparotti, F. Rinaldini, M. Reale, R.
Agata, C. Vincenti, A. Montebugnoli, P. Padoan, S. Sacconi, A. Zevi, Giaime e
Giorgio Rodano, e altri. Lo si considera l'esponente più autorevole del
“catto-comunismo”: "i rapporti di Rodano con il mondo cattolico sono stati
indagati a fondo. Quelli con Togliatti (che furono rapporti personali assai
intensi) assai poco, come quelli con Berlinguer (all'Istituto Gramsci si
conservano tre vaste memorie che scrive per Berlinguer), anche se il rapporto
stretto di questi con A. Tatò è sufficiente a delinearne
l'influenza". Nella stagione del compromesso storico proposto da E.
Berlinguer e oggetto prima di attenzione, poi di cauta convergenza da parte di
A. Moro, Rodano elabora i fondamenti teorici di una politica diretta a non
ridurre l'incontro tra le grandi forze storiche del comunismo, del socialismo e
del cattolicesimo democratico a una mera operazione di governo, ma a farne una
strategia di lungo periodo di trasformazione della società. Quella stagione e
quelle prospettive vengono improvvisamente troncate dall'assassinio di Moro.
S'intensificano, all'epoca, i suoi contatti personali con esponenti del PCI,
del PSI, della DC e di altri partiti (La Malfa, Malagodi, Visentini), su
problemi politici a breve e lungo termine. Pubblica alcuni libri, scrive
articoli su vari periodici e sul quotidiano Paese Sera, quasi settimanalmente. Altre
saggi: “Sulla politica dei comunisti” (Boringhieri, Torino); “Questione demo-cristiana
e compromesso storico” (Riuniti, Roma), “Lenin da ideologia a lezione”
(Stampatori, Torino); “Lettere dalla Valnerina” (P. Pratesi, La Locusta,
Vicenza); “Lezioni di storia possibile (V. Tranquilli e G.Tassani, Marietti,
Genova); “Lezioni su servo e signore” (V. Tranquilli, Riuniti, Roma); “Cattolici
e laicità della politica” (V. Tranquilli, Riuniti, Roma); “Cristianesimo e
società opulenta” (M. Mustè, Ed. di Storia e letteratura, Roma) Saggi sono
spubblicati in numerosi periodici e quotidiani, tra i quali l'Osservatore
Romano, Primato, Voce Operaia Rinascita
Il Politecnico, Unità, Vie nuove, Società, Cultura e realtà, Lo Spettatore
Italiano, Il Contemporaneo, Il Dibattito Politico, Argomenti, La Rivista
Trimestrale, Settegiorni, Quaderni della Rivista Trimestrale, Paese Sera, Città
Futura, Nuova Società, e Il Regno. I saggi più importanti, pubblicati sulla
Rivista Trimestrale e sui successivi Quaderni, sono “Risorgimento e democrazia,
Il processo di formazione della società opulenta”; “Il pensiero cattolico di
fronte alla società opulenta”; “Egemonia riformista ed egemonia rivoluzionaria”;
“Nota sul concetto di rivoluzione”; “Significato e prospettive di una tregua
salariale; “Il centro-sinistra e la situazione del paese”; “Marx, A proposito
del convegno delle ACLI a Vallombrosa”; “Su alcune questioni sollevate dal
movimento studentesco; “Con Dopo Praga: considerazioni politiche sulla storia
del movimento operaio, A proposito dell'autunno caldo”; “Considerazioni sulla
dialettica sociale dell'opulenza”; “La peculiarità del partito comunista
italiano”; “Dopo il congresso del partito comunista italiano: il nodo al
pettine”, “I germi di comunismo”; “La questione demo-cristiana”; “La proposta
del compromesso storico”; “Dopo la morte di Mao Tse-tung: la lezione di una
grande esperienza (con V. Tranquilli); “Considerazioni sulla strategia dei
comunisti italiani”; “Egemonia e libertà delle opinioni”; “Considerazioni sui
fenomeni di eversione giovanilistica”; “La politica come assoluto”; “Note sulla
questione giovanile”; “La giovinezza, specificità umana e condizione storica Dopo
la lettera di Berlinguer al vescovo di Ivrea: laicità e ideologie”; “Alla
radice della crisi”; “L'incompatibilità tra capitalismo e democrazia”; “È
possibile una soluzione reazionaria?” “Idee e strumenti della manovra
reazionaria”; “Roluzione”; “Filosofia della storia”; Rivoluzione in Occidente e
rapporto con l'URSS, Il senso di una
grande lezione: per una lettura critica di Lenin”; “Per un bilancio del
compromesso storico”; “Innovazione e continuità”; “Contratti e costo del
lavoro: imprese e sindacati, partiti e istituzioni”; “La chiesa di fronte al
problema della pace”. P. Craveri, Una
critica pregnante, in Mondoperaio, Teorico del compromesso storico Archiviolastamp.
Noce: Lettera a F. Rodano (lRegno-attualità,); Maria Lisa Cinciari: Cattolici
comunisti (in Enciclopedia dell'anti-fascismo e della resistenza, Milano); L. Bedeschi:
Cattolici e comunisti (Feltrinelli, Milano); M. Cocchi, P. Montesi: Per una storia
della Sinistra cristiana (Coines, Roma), Casula: Cattolici-comunisti e Sinistra
cristiana (Il Mulino, Bologna); G. Tassani: Alle origini del compromesso
storico (EDB, Bologna); G. Ruggieri, R. Albani: Cattolici comunisti?
(Queriniana, Brescia); M. Repetto: Il movimento dei cattolici comunisti:
problemi storici e politici (in Quaderni della Rivista Trimestrale);: Ricordo, F.
Broglio, "Un cristiano nella sinistra", in "Nuova
Antologia", G. Giannantoni, M. Alema, P. Ingrao: Dibattito in Rivista Trimestrale,
Nuovo Spettatore Italiano, G. Bella: “Lo Spettatore Italiano” (Morcelliana,
Brescia); M. Papini: Tra storia e profezia: la lezione dei cattolici comunisti
(Univ., Roma); E. Landolfi, Rodano, La rivoluzione in Occidente, Palermo, Ila
Palma, M. Raimondo: solitudine e realismo del comunista cattolico (Galzerano,
Salerno); M. Tronti: Una riflessione, (in Rivista Trimestralen. M. Manacorda: lettore
di Marx in Critica marxista, C. Napoleoni, Cercate ancora, Ed. Riuniti, R.
Valle); C. Napoleoni, Teoria politica, A. Noce: Il comunista (Rusconi, Milano);
V. Tranquilli: Fede cattolica e laicità della politica (in Teoria Politica); V. Tranquilli: Realtà
storica e problemi teorici della democrazia
(in Bailamme,.M. Reale: Sulla laicità. Considerazioni intorno alle
relazioni fra atei e credenti (in Novecento, R. Bellofiore: Pensare il proprio
tempo. Il dilemma della laicità in Claudio Napoleoni (in Per un nuovo dizionario della politica,
Ed. Riuniti, Roma, L. Capuccelli); M. Lucente: La riflessione teorica di Rodano
dalla Sinistra Cristiana alla “Rivista Trimestrale” (Tesi di laurea in scienze
politiche, Milano); Istituto Gramsci: Convegno commemorativo di Rodano, Roma),
M. Mustè, “Critica delle ideologie e ricerca della laicità” (Mulino); R.
Albani: La storia comune degli uomini. Rileggendo Rodano (in Testimonianze, M. Papini:
La formazione di un giovane cattolico nella seconda metà degli anni Trenta: Tra
la Congregazione mariana “La Scaletta” e il liceo “Visconti” (in Cristianesimo
e storia, V. Possenti: Cattolicesimo e modernità. Balbo, Noce, Rodano (Milano, M.
Mustè: Fra Del Noce e Rodano: il dibattito sulla società opulenta, La Cultura,
M. Mustè: Rodano: laicità, democrazia, società del superfluo (Studium, Roma). "Cristianesimo
e società opulenta", a cura e con introduzione di Marcello Mustè (Edizioni
di Storia e Letteratura, Roma, V. Parlato: L'utopia in Manifesto, E. Melchionda:
Gli anni di Rodano (in Aprile, Gabriele
De Rosa, "Franco Rodano; il cristianesimo e la società
opulenta", in "Ricerche di storia sociale e religiosa", anno G. Chiarante:
Tra De Gasperi e Togliatti. Memorie (Carocci, Roma; M. Pandolfelli: Marxismo, Scienze
politiche, Roma. S.d.). G.Tassani:"Il Belpaese dei Cattolici",
Cantagalli,"La traccia e la prospettiva teorica di Rodano". R. Moro. FRodano e la storia
del 'partito cattolico' in Italia", in A. Botti, Storia ed esperienza
religiosa. Urbino, Quattro Venti, Hanno detto di lui: la sua vita testimonia,
in modo esemplare, quanto possa essere forte, nell’uomo, la dedizione
all’impegno intellettuale e ai grandi ideali, tra i quali la politica intesa
nel senso più nobile e più alto dell’accezione. Portatore d’una fede religiosa
profondamente sentita e sofferta, ha avuto costantemente con sé il dantesco
“angelo della solitudine”: durante l’intera sua vita, infatti, mai si è
sottratto al rovello e al dubbio; mai ha preferito la comoda via dei pigri,
degli opportunisti e dei neutrali. La sua prima “scelta di campo” nell’Italia
divisa in due, fu doppiamente
coraggiosa: la resistenza al nazi-fascismo ed il tentativo di conciliare nel
Movimento dei cattolici comunisti i valori della tradizione cristiana e
cattolica con quelli della rivoluzione d’ottobre. E così continuò senza paura e
con sacrificio personale in tutti questi anni promuovendo con le sue tesi, tra
consensi e dissensi, un continuo dibattito. La sua “inquietudine” fu, dunque,
sincera e feconda, sorretta da uno spirito virile, ma al fondo sensibile ed
umanissimo. Certamente sarà ricordato dallo storico del futuro con queste sue
peculiarità di intellettuale originale, pugnace e coraggioso. In questo modo
l’ho visto e conosciuto, e così rimarrà per sempre nella mia memoria. S. Pertini,
Quaderni della Rivista Trimestrale,. “ritengo che la sua vita e la sua opera
abbiano fornito una prova concreta e significativa della validità di due
principi che egli ha serenamente professato e praticato e che, anche con il suo
personale contributo, sono acquisiti al patrimonio teorico e ideale del Partito
comunista. Il primo è la distinzione e l’autonomia reciproca della politica e
della fede religiosa (o della convinzione filosofica o del “credo” ideologico).
Il secondo è l’affermazionefatta da Togliatti, formulata in una tesi approvata
dal X congresso del partito e sviluppata poi nelle tesi del XV congressosecondo
la quale un cristianesimo genuinamente vissuto non soltanto non si oppone, ma è
anche in grado di sollecitare un’azione che può contribuire alla battaglia per
la costruzione di una società più umana, più libera e più giusta di quella
capitalista. E. Berlinguer, Quaderni della Rivista Trimestrale. C’era nella sua
avversione al misticismo, all’indistinto, all’anarchismo, una grande lezione di
umanesimo storico e costruttivo. La drammaticità con cui sentiva i rischi di un
capovolgimento della democraziavissuta nei suoi angusti limiti
democraticisticiin corporativismo e in anarchia, e, quindi, la possibilità di
una replica autoritaria, è tuttora inscritta nella nostra vita quotidiana,
nella fase che stiamo attraversando. Bene: distinguere per collegare; stabilire
i confini del campo di ciascuno, da cui discende l’autonomia della politica
dalla religione e dalle ideologie. Per questo ritengo che occorra respingere le
sollecitazioni di quanti pensano di poter rimuovere la questione di fondo posta
da Rodano. Quella questione oggi riguarda, a mio avviso, il confine mobile tra
progresso e conservazione” A. Occhetto, Quaderni della Rivista Trimestrale, Per
chi ha seguito, anche talvolta dissentendo, il pensiero di Rodano e lo ha
spesso messo a confronto con la visione di Moro, appare chiaro che gli
insegnamento di Rodano come quelli di A. Moro non hanno solo valore per la
ricostruzione storica di una fase politica conclusa, ma hanno invece valore e
significato come guida per la costruzione di un processo di allargamento della
democrazia, di sviluppo e di confronto e di un dialogo che sono ancora più che
mai attuali, perché attuali e non risolti sono i grandi problemi
nazionali che richiedono sì maggioranze e governi più efficaci e risoluti,
ma anche un più largo consenso popolare da realizzarsi col confronto, col
dialogo, con la partecipazione, sia pure a vario titolo, ad un unico disegno di
tutte le forze politiche rappresentative dell’intera realtà popolare. G. Galloni,
Quaderni della Rivista Trimestrale, “benché creda che la storia sia opera di
molti, e non di singole personalità pur spiccatissime, ho sempre ritenuto che
il ruolo esercitato da Rodano nella vicenda italiana di questi decenni sia
stato assolutamente fuori del comune, e portatore di cambiamento come a
pochissimi altri è stato dato. Ciò dico soprattutto in riferimento alla storia
e alle trasformazioni del partito comunista italiano, nei cui confronti Rodano
ha esercitato una funzione liberatrice e maieutica che, se non temessi di far
torto alla complessità del processo di un grande movimento di massa e agli
innumerevoli apporti di cui esso è sostanziato, non esiterei a definire
demiurgica.» R. Valle, Quaderni della Rivista Trimestrale. Lasciamo ad
altri le banalità sul consigliere del principe o sul consulente per i rapporti
con il mondo cattolico o con il Vaticano. Togliatti ne fu attratto e
interessato certo, anche perché l’esperienza di Rodano, le sue riflessioni, le
sue frequentazioni arricchivano il Partito di qualcosa che altrimenti non
sarebbe venuto. Forse qualcosa di analogo era stato per Gramsci e per Togliatti
l’incontro con Godetti. Che conoscesse e stimasse Ottavini, che fosse intimo di
Luca, non era importante perché ciò rappresentava un “canale”. E iuttosto
decisivo che un giovane così ascoltasse e parlasse, che si trovasse a casa sua
tra i comunisti, che per farlo soffrisse fino alla persecuzione vaticana,
riuscendo sempre ad essere fedele nel senso più pieno del termine. G. Paietta,
Quaderni della Rivista Trimestrale. Rrimane uno dei pochi uomini la cuia filosofia
rende possibile l’appellativo di femminista anche per un appartenente al sesso
maschile. La sua continua attenzione dalla questione femminile derivava, certo,
da una molteplicità di circostanze. Vi influiva la ricerca su quello che egli
stesso define il processo di umanizzazione dell’uomo, nel cui quadro la
liberazione della donna costitusce ben più di una semplice componente o misura,
ma piuttosto una delle condizioni decisive per una reale, generale fuoruscita
dall’alienazione e dallo sfruttamento umano. Oggi più d’uno ambirebbe,
revanchisticamente, a considerare conclusa la stagione femminista. E invece il
vero problema per le donne, per la democrazia, per il mutamento, è la
perpetuazione e il saldo attestarsi a un livello superiore del femminismo. Per
questo il messaggio che può ben a ragione essere definito femminista
nell’accezione più onnicomprensiva ed elevata, risulta tuttora rivolto alla
speranza e soprattutto all’impegno: quell’impegno per cui egli ha consumato
generosamente, e certo positivamente anche per la causa femminile, tutta
intiera la sua vita. G. Tedesco, Quaderni della Rivista Trimestrale. Il mio primo
interrogativo riguarda le scelte politiche che egli ha fatto, ponendosi come
cattolico in contrasto con alcune direttive ecclesiastiche. Dove ha trovato
forza e serenità, pur con sofferenza, per queste opzioni non rinunciando alla
sua fede e alla sua appartenenza ecclesiale, sempre professata? Non ho trovato
altra risposta che la sua fede teologale. La fede di Franco non era credenza
dottrinale, magari utilizzata ideologicamente, o sottomissione alla gerarchia
che poi si muta in ribellione; era adesione cosciente e ferma a Dio che si è
rivelato in Gesù Cristo, ancora vivente nella Chiesa. Questa fede comporta quel
“sensus fidei” (ne ha parlato il Vaticano II nella Lumen Gentium) che diventa
giudizio pratico nelle concrete situazioni per scelte che siano conformi alla
volontà di Dio. È il discernimento di cui parla san Paolo nella Lettera ai
Romani (12, 2) e che tanta parte ha nella dottrina spirituale cristiana. D. Torre,
Quaderni della Rivista Trimestrale, Il rapporto con la chiesa, sia come
comunità di fede che come istituzione, senza mediazioni di un partito cattolico
rappresentava per Rodano un’occasione e una garanzia per depurare il movimento
comunista non solo dall’ateismo scientista, ma anche di una visione
totalizzante della rivoluzione politica e sociale. Il mito del regno dei cieli
sulla terra e di una storia senza alienazioni. Corrispettivamente il movimento
comunista e il portatore necessario di una trasformazione della società che non
si presentasse come inveramento e compimento della razionalità illuministica,
della rivoluzione borghese, ma anche e soprattutto come loro rovesciamento
dialettico, e perciò offre un fondamento storico e materiale ad un mondo
in cui le persone diventano centro e misura, liberate dalla rei-ficazione
capitalistica, e perciò stesso base reale di un pieno sviluppo di un
cristianesimo, non integralista, ma consapevole, diffuso, praticabile. L. Magri.
E. Melchionda, in "Aprile", Dall'utopia alla secolarizzazione, G. Vassallo,
Il consigliere di Berlinguer che ama la Contro-Riforma. Giornalista politico P. Franchi, Corriere della Sera, Archivio
storico. Treccani L'Enciclopedia italiana". Franco Rodano. Rodano.
Keywords: immunità e comunità – filosofia italiana – i comunisti, il
laico, democrazia, revoluzione, lotta di classe, societa opulenta, peculiarita
dei comunisti italiani, anti-fascismo, arrestato dai fascisti. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rodano” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736193243/in/dateposted-public/
Grice e Romagnosi – filosofia
italiana. Luigi Speranza
(Salsomaggiore Terme). Filosofo. Important Italian philosopher. L'etica,
la politica ed il diritto si possono bensì distinguere, ma non disgiungere. Non
esiste un'etica pratica, se non mediante le buone leggi e le buone
amministrazioni. Figlio di Bernardino e Marianna Trompelli, studia a Piacenza e
Parma. Insegna a Parma e Pavia. Membro "Società letteraria di
Piacenza" dove legge i suoi saggi: “Discorso sull'amore considerato come
motore precipuo della legislazione”; “Discorso sullo stato politico della
nazione italiana”; “L’opinione pubblica. Uno degl’Ortolani. Pubblica la “Genesi
del diritto penale”; Cosa è eguaglianza e, Cosa è libertà; Primo avviso al
popolo, che mostrano simpatie rivoluzionarie. Il suo incarico gli procura
contrasti con il principe di Trento, il conte Pietro Vigilio Thun. Questi gli
concede comunque il titolo di consigliere aulico d'onore. Schiere contro i
principi della rivoluzione francese. Accusato di giacobinismo, è incarcerato a
Innsbruck. Scrive “Delle leggi dell'umana perfettibilità per servire ai
progressi delle scienze e delle arti”. Scopre gli effetti magnetici
dell'elettricità. Romagnosi anticipato la scoperta dell'elettromagnetismo. Pubblica
“Quale e il governo più adatto a perfezionare la legislazione civili”.Fonda il
Giornale di giurisprudenza universale. Pubblica le Istituzioni di Diritto
amministrativo e Della costituzione di una monarchia costituzionale
rappresentativa. Rerduna intorno a Milano una scuola alla quale si formarono
alcuni dei nomi più illustri del Risorgimento italiano: G. Ferrari, C. Cattaneo,
C. Cantù, e Defendente e G. Sacchi. Collabora alla Biblioteca Italiana. Pubblica
l’Assunto primo della scienza del diritto naturale. E arrestato e incarcerato a
Venezia con l'accusa di partecipazione alla congiura ordita da S. Pellico, P.
Maroncelli e F. Confalonieri. Pubblica Dell'insegnamento primitivo delle
matematiche e Della condotta delle acque. Pubblica le Istituzioni di civile filosofia
ossia di Giurisprudenza Teorica. Dirige gl’Annali Universali di Statistica Tra i maggiori filosofi italiani, nel
rinnovamento del pensiero giuridico italiano richiesto dalla necessità di
codificare i nuovi interessi delle classi borghesi emersi con la Rivoluzione
francese e consolidati nel successivo Codice napoleonico, è legata alla
fondazione di una nuova scienza del diritto pubblico, penale e amministrativo,
con uno spirito scientifico settecentesco illuministicamente volto
all'unificazione delle scienze giuridiche, naturali e morali. Studia pertanto
la vita sociale nelle sue componenti storiche, giuridiche, politiche,
economiche e morali. Considera l'uomo nelle forme della sua esistenza storica,
nei modi in cui concretamente pensa e agisce in un contesto sociale determinato.
In questo modo lo studio della storia rivela lo sviluppo dell'incivilimento
umano. Nella “Genesi del diritto penale”, opera che gli dette notevole
fama e non solo in Italia, riprendendo tesi di Beccaria, pone i problemi
dell'utilità della punizione, della natura della colpa e del diritto. Dà una
giustificazione razionale della società che gli appare un'unione necessaria tra
gli uomini, dialetticamente rapportati nel rispetto di una disciplina
condivisa. L'uomo è lo stesso sia nello stato di natura che in quello di
società, malgrado le diversità delle forme sociali. Pertanto gli uomini hanno
un diritto di socialità importante e sacro, quanto quello della conservazione
di se stesso. La società è per lui l'unico stato naturale dell'uomo, respingendo
così la dottrina di uno stato di natura anteriore allo stato sociale. Il cosiddetto
stato di natura è solo un diverso stato sociale nella storia
dell'umanità. Nell'Introduzione allo studio del diritto pubblico
universale, premesso che ogni complesso giuridico di basarsi sul bisogno della
comunità, sostiene che lo scopo del diritto e il rafforzamento delle strutture
civili e politiche della società. Nell'Assunto primo della scienza del
diritto naturale, riprende temi già sviluppati nella Genesi del diritto. Sostiene
che nella natura è tanto il principio di individualità quanto quello di
socialità e pertanto lo sviluppo umano avviene naturalmente verso uno stato di
società, l'unico in cui si sviluppa l'incivilimento - termine ricorrente nei
suoi scritti - un continuo processo verso stadi più avanzati di perfezionamento
morale, civile, economico e politico. E ancora nel Dell'indole e dei
fattori dell'incivilimento, con esempio del suo risorgimento in Italia si pone
il problema di quale sia il motore del progresso umano nella storia: la tesi è
che la società umana è l'organismo fattore di progresso, essendo in sé dotata
di forze agenti in particolari condizioni storiche e ambientali. Lo sviluppo
civile, suddiviso dal Romagnosi in quattro periodo, l'epoca del senso e
dell'istinto, l'epoca della fantasia e delle passioni, l'epoca della ragione e
dell'interesse personale e l'epoca della previdenza e della socialità, vede un
costante trasferimento, agl’organismi pubblici rappresentativi, delle funzioni
sociali come se la natura si trasferisse progressivamente nella funzione
rappresentativa. Il punto d'arrivo della civiltà è una forma sociale in cui
prevalgono la proprietà e il sapere. Tale processo non è lineare. Il diritto
romano si afferma in condizioni civili arretrate. Ma, come una macchina i cui
meccanismi migliorano nel tempo, la sua azione progressivamente perfezionata fa
sorgere dal fondo delle potenze attive un sempre nuovo modo di riazioni e
quindi di effetti variati. L'incivilimento appare così una cosa complessa
risultante di molti elementi e da molti rapporti formanti una vera finale unità
simile a quella di una macchina, la quale scindere non si può senza
annientarla. Il motore di siffatta macchina è il commercio, sviluppato a sua
volta dal progresso dello stato sociale. Guardando allo sviluppo storico
nazionale, vede nel Medioevo l'epoca in cui la città diviene luogo di
aggregazione di possidenti, artisti, commercianti e dotti, favorendo le
condizioni per la nascita dello stato italiano anche se ai comuni medievali
manca uno spirito politico nazionale perché presero la strada dal ramo
industriale e commerciale per giungere al territoriale. Essi dunque
ripigliarono l'incivilimento in ordine inverso. In quest'ordine trovarono i più
gravi ostacoli avendo dovuto separare la professione delle armi da quella delle
arti e della mercatura. Per questo bisogna sempre porsi il problema di un
corretto modo di sviluppo e ora, nella società industriale, l'incivilimento è
una continua disposizione delle cose e delle forze della natura pre-ordinata
dalla mente ed eseguita dall'energia dell'uomo in quanto tale disposizione
produce una colta e soddisfacente convivenza. Nella Collezione degli
articoli di economia politica e statistica civile si trova espressa la fiducia
nella sviluppo capitalistico e nella libera concorrenza economica, difesa
contro le tesi del Sismondi che vede nello sviluppo industriale una spaventosa
sofferenza in parecchie classi della popolazione. I poteri pubblici fano rispettare
le corrette regole della libertà di con-correnza, cosa che non avviene in
Inghilterra dove ora si favorisce il popolo contro i mercanti, ora i possidenti
e i mercanti contro il popolo e intanto si applica ancora il protezionismo. E inoltre
un paese in cui non si applica il diritto romano, fonte di equità civile. La
mentalità empirica degl’inglesi non consente loro di pre-vedere ma solo di
constatare i fatti. Polemizza col Saint-Simon, dottrinario che ostacola la
libera con-correnza, assegna ogni ramo d'industria a guisa di privilegio
personale, favorisce il popolo miserabile contro i produttori e abolire il
diritto di eredità. I saintsimoniani vogliono far lavorare e poi lavorare senza
dirmi il perché. Progresso non è che lavoro. Questo è l'ultimo termine, questo è
il premio. L'uomo, secondo Saint–Simon, dovrebbe sempre progredire lavorando
con una indefinita vista e senza stimolo. Ma voler far progredire l'industria e
il commercio col togliere la possidenza è come voler far crescere i rami col
distruggere il tronco. La proprietà ha un carattere naturale e, come la natura
è la base di ogni società, negare la proprietà significa distruggere ogni
possibilità di convivenza civile. Partendo dalla sua vasta esperienza
giurisprudenziale e politica, auspica una nuova forma di filosofia civile, che
studia le forme e condizioni dell'incivilimento storico della nazione italiana,
scoprendo la legge massima e unica delle vicende politiche, sociali e culturali
dei popoli. Riguardo al problema gnoseologico, per Romagnosi la conoscenza
proviene dai sensi ma la sensazione non è di per sé ancora conoscenza, la quale
si ottiene solo quando l'intelletto ordina e interpreta le sensazioni secondo
proprie categorie, definite logìe, con cui diamo segnature razionali alle
segnature positive. Chiama compotenza questa mutua concorrenza di sensazioni
provenienti dall'esterno e di elaborazione della nostra mente. Le logìe
non sono idee già formate nel momento della nostra nascita, ma a loro volta
sono il risultato della riflessione operata sull'esperienza empirica. Sono
dunque a posteriori rispetto alle sensazioni passate e a priori rispetto alle
sensazioni attuali. Pertanto la conoscenza è in definitiva un a posteriori con
un contenuto base empirico. Ma cosa conosciamo in realtà? I sensi non danno
conoscenza delle cose in sé, ma di ciò che percepiamo delle cose. Conosciamo la
rappresentazione che ci formiamo della cosa. Se il fenomeno non e copie esatta
del reale, tuttavia e UN SEGNO a cui corrisponde in natura un’essere reale. Pertanto,
una cosa esiste fuori di noi, non e una creazione di un io
trascendentale. Non essendoci evidentemente posto per una metafisica
nella sua costruzione filosofica, e attaccato dagl’spiritualisti e in
particolare da Serbati. Può a buon diritto essere considerato il precursore del
positivismo italiano. Considera la contrapposizione di classico e
romantico – nata nell'immediatezza della restaurazione e trascinatasi per oltre
un ventennio con implicazioni letterarie, linguistiche e anche politiche - come
impropria. Cerca di dare una soluzione alla controversia attraverso la sua
concezione ilichiastica, cioè relativa al tempo, della letteratura, secondo la
quale la filosofia e consone all'età e al gusto del popolo italiano, e suggere
che le opere contemporanee dovessero corrispondere sempre al pensiero moderno
di un popolo. L'ilichiastismo si rifà in sostanza alle sue concezioni sulla
formazione della civiltà. Così espose la sua dottrina in Della Poesia,
considerata rispetto alle diverse età della nazione italiana. Sei tu romantico?
Signor no. Sei tu classico? Signor no. Che cosa dunque sei? Sono “ilichiastico”,
se vuoi che te lo dica in greco, cioè adattato alle età. Misericordia! che
strana parola! spiegatemela ancor meglio, e ditemi perché ne facciate uso, e
quale sia la vostra pretensione. La parola “ilichiastico” che vi ferisce
l'orecchio è tratta dal greco, e corrisponde al latino “aevum”, “aevitas”, e
per sincope, “aetas”, “eta,” la quale indica un certo periodo di tempo, e in un
più largo senso, il corso del tempo. Col denominarmi pertanto “ilichiastico,”
io intendo tanto di riconoscere in fatto una filosofia relativa all’età, nelle
quali si sono ri-trovato e si trovera il
popolo italiano, quanto di professare principj, i quali sieno indipendenti da
fittizie istituzioni, per non rispettare altre leggi che quelle del gusto,
della ragione e della morale. Ma la
divisione di romantico e classico, voi mi direte, non è dessa forse più speciale?
Eccovi le mie risposte. O voi volete far uso di queste due parole, ‘classico’ e
‘romantico,’ per indicare nudamente il tempo, o volete usarne per
contrassegnare il *carattere* della filosofia nelle diverse età. Se il primo,
io vi dico essere strano il denominare ‘classica’ la filosofia antica, e filosofia
romantica la media e moderna. L’eta antica (palio-evo), l’eta media (medio-evo),
e l’eta moderna (neo-evo), sono fra loro distinti non da una divisione
artificiale e di convenzione, ma da una effettiva rivoluzione. Se poi volete
adoperare le parole di ‘classico’ e di ‘romantico’ per contrassegnare il
carattere della filosofia italiana nelle diverse età, a me pare che usiate di
una denominazione impropria. Quando piacesse di contrassegnare la filosofia coi
caratteri delle tre diverse età (paleo-evo, medio-evo, neo-evo), parmi che
dividere si potrebbe in filosofia eroica (filosofia antica), teocratica
(filosofia del medio-evo), e civile (neo-evo, moderna eta). Questi caratteri
hanno successivamente dominato tanto nella prima coltura, che fu sommersa dalle
nordiche invasion dei barbari longobardi, quanto nella seconda coltura, che fu
ravvivata e proseguita fin qui. Questi caratteri non esistettero mai puri, ma
sempre mescolati. Dall'essere l'uno o l'altro predominante si determina il
genere, al quale appartiene l'una o l'altra produzione filosofica. Vengo ora
alla domanda che mi faceste, se io classico o romantic. E ponendo mente
soltanto allo spirito di essa, torno a rispondervi che io non sono (né voglio
essere) né romantico, né classico, ma adattato alla mia eta, ed al bisogno della ragione, del
gusto e della morale. Ditemi in primo luogo. Se io fossi nobile ricco, mi
condannereste voi perché io non voglia professarmi o popolano grasso, o nobile
pitocco? Alla peggio, potreste tacciarmi di orgoglio, ma non di stravaganza.
Ecco il caso di un buon italiano in fatto di filosofia. Volere che un filosofo italiano
sia tutto classico, egli è lo stesso che volere taluno occupato esclusivamente
a copiare diplomi, a tessere alberi genealogici, a vestire all'antica, a
descrivere o ad imitare gli avanzi di medaglie, di vasi, d'intagli e di
armature, e di altre anticaglie, trascurando la coltura attuale delle sue
terre, l'abbellimento moderno della sua casa, l'educazione odierna della sua
figliuolanza. Volere poi che il filosofo italiano sia affatto romantico, è
volere ch'egli abiuri la propria origine, ripudj l'eredità de' suoi maggiori
per attenersi soltanto a nuove rimembranze specialmente germaniche. Voi mi
domanderete se possa esistere questo terzo genere, il quale non sia né classico
né romantico? Domandarmi se possa esistere è domandarmi se possa esistere una
maniera di vestire, di fabbricare, di “con-versare”, di scrivere, che non sia
né antica, né media, né moderna. La risposta è fatta dalla semplice posizione
della quistione. Ma questo terzo genere e desso preferibile ai conosciuti fra
noi. Per soddisfarvi anche su tale domanda osservo primamente che qui non si
tratta più di qualità, bensì di bellezza o di convenienza. In secondo luogo,
che questa quistione non può essere decisa che coll'opera della filosofia del
gusto, e soprattutto colla cognizione tanto dell'influenza dell'incivilimento
sulla filosofia, quanto degli uffizj della filosofia a pro
dell'incivilimento. Non è mia intenzione di tentare questo pelago. Osservo
soltanto che questo terzo genere non può essere indefinito. E necessariamente il
frutto naturale dell'età nella quale noi ci troviamo, e si troveranno pure i
nostri posteri. Noi dunque non dobbiamo sull'ali della metafisica errare senza
posa nel caos dell'idealismo, per cogliere qua e là l’ idea archetipo di questo
genere. Dobbiamo invece seguire la catena degli avvenimenti, dai quali nella
nostra età, essendo stata introdotta una data maniera di sentire, di produrre,
e quindi di gustare e di propagare il bello, ne nacque un dato genere, il quale
si poté dire perciò un frutto di stagione di nostra età. Per quanto vogliamo
sottrarci dalla corrente, per quanto tentiamo di sollevarci al di sopra dell’ignoranza
e del mal gusto comune, noi saremo eternamente figli del tempo e del luogo in
cui viviamo. Il secolo posteriore riceve per una necessaria figliazione la sua
impronta dal secolo anteriore. E tutto ciò derivando primariamente dall'impero
della natura che opera nel tempo e nel luogo, ne verrà che il carattere filosofico,
comunque indipendente dalle vecchie regole dell'arte, perché flessibile,
progressivo, innovato dalla forza stessa della natura, e necessariamente
determinato, come è determinato il carattere degl’animali e delle piante, che
dallo stato selvaggio vengono trasportate allo stato domestico. Posto
tutto ciò, l'arbitrario nel carattere della filosofia cessa di per sé. Si puo allora
disputare bensì se il bello ideale coincide o no col bello volgare; se il gusto
corrente possa essere più elevato, più puro, più esteso; ma non si potrà più
disputare se le sorgenti di questo bello debbano essere la mitologia pagana
piuttosto che i fantasmi cristiani, i costumi cavallereschi piuttosto che gl’eroici,
le querce, i monti o i castelli gotici, piuttosto che gli archi trionfali, le
are e i templi romani. Il carattere attuale sarà determinato dall'età attuale e
dalla località. Vale a dire dal genio nazionale italiano eccitato e modificato
dalle attuali circostanze, il complesso delle quali forma parte di quella
suprema economia, colla quale la natura governa le nazioni della terra…
Finisco quest'articolo col pregare i miei concittadini a non voler imitare le
femminette di provincia in fatto di mode, e ad informarsi ben bene degli usi
della capitale. Leggano gli scritti teoretici, e soprattutto le produzioni
della filosofia settentrionale, e di leggieri si accorgeranno che se havvi in
essa qualche pizzo di romantica poesia, niuno si è mai avvisato né per teoria
né per pratica di essere né esclusivamente romantico né esclusivamente classico
nel senso che si dà ora abusivamente a queste denominazioni. Troveranno anzi
essersi trattati argomenti, e fatto uso di similitudini e di allusioni
mitologiche anche in un modo, che niun latino o romano o italiano antico
meridionale si sarebbe permesso. Il solo libro dell'Alemagna della signora di
Staël ne offre parecchi esempi. Il pretendere poi presso di noi il
dominio esclusivo classico, egli è lo stesso che volere una poesia italiana
morta, come una lingua italiana morta. Quando il tribunale del tempo decreta
questa pretensione, io parlo con coloro che la promossero. Durante il periodo
del Regno italico, e niziato massone nella Loggia "Reale Giuseppina"
di Milano, di cui fu in seguito Oratore e Maestro Venerabile. Fu Grande Esperto
all'atto della fondazione del Grande Oriente d'Italia, esponente di primo piano
della Massoneria di Palazzo Giustiniani, Grande Oratore aggiunto del Grande
Oriente d'Italia e in questa funzione autore di vari discorsi massonici. Saggi:
Genesi del diritto penale; Che cos'è uguaglianza; Che cos'è libertà,
Introduzione allo studio del diritto pubblico universale; Principi fondamentali
di diritto amministrativo, Della
costituzione di una monarchia nazionale rappresentativa, Dell'insegnamento
primitivo delle matematiche, Della condotta delle acque, Che cos'è la mente
sana?, Della suprema economia dell'umano sapere in relazione alla mente sana,
Suprema economia dell'umano sapere, Della ragion civile delle acque nella
rurale economia, Vedute fondamentali sull'arte logica, Dell'indole e dei
fattori dell'incivilimento con esempio del suo risorgimento in Italia,
Collezione degli articoli di economia politica e statistica e civile, Opere,
con annotazioni di Alessandro De Giorgi, vol. 1, Milano, Perelli e Mariani,
Opere, Milano, Perelli e Mariani, La scienza delle costituzioni, I Discorsi Libero-Muratori, L'Acacia
Massonica, Scritti filosofici, Milano, Ceschina, Scritti filosofici, Firenze,
Le Monnier); S. Stringari, Romagnosi fisico; F. Lanchester, Romagnosi
costituzionalista, Giornale di storia costituzionale, Macerata: EUM-Edizioni
Università di Macerata, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori,
Mimesis-Erasmo, Milano-Roma); Studi in onore, Milano, Giuffrè, Per conoscere
Romagnosi, Milano, Unicopli, E.A. Albertoni, La vita degli Stati e
l'incivilimento dei popoli nel pensiero politico di Gian Domenico Romagnosi,
Milano, Dott. A. Giuffrè Editore, 1979. Italo Mereu, L'antropologia
dell'incivilimento in G.D. Romagnosi e C. Cattaneo, Piacen za,
Pubblicazioni della Banca di Piacenza, Elio Palombi, Introduzione alla Genesi del
Diritto penale (Milano, Ipsoa, A. Tarantino, Natura delle cose e società
civile. Rosmini e Romagnosi, Roma, Edizioni Studium, Treccani Dizionario di
storia, Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, L'Unificazione,
Dizionario biografico degli italiani, Il contributo italiano alla storia del
Pensiero. Gian Domenico Romagnosi. Romagnosi. Keywords: scienza simbolica,
scienza simbolica degl’antichi romani, il vico di Romagnosi, la terza Roma, la
prima Roma, la prima eta, la terza eta, la logica di Genovese, la matematica,
Sacchi, Cattaneo, incivilamento, gl’italiani, la nazione italiana. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Romagnosi,"
per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684466767/in/photolist-2mPpwbZ-2mLH24C-2mPE3Bq-2mKbpiZ
Romanoto be identified.
Grice e Roncaglia – alla palestra – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Roma), filosofo.
Studia a Roma e Firenze sotto Gregory e Maierù. Insegna a Tuscia e Roma. Si
dedica alla storia logica fra il Medioevo e Leibniz. Altri saggi: “Intero e frammentazione”
(Roma, Laterza,). Rivista di filosofia dell'intelligenza artificiale e scienze
cognitive; “Palaestra Rationis. Discussioni su natura della copula e modalità”
(Firenze: Olschki); Università Roma Tre. Dimissioni organi consultivi MiBACT.
Note a margine del concorso per 500 funzionari del Ministero Beni Culturali:
mezzo bibliotecario per ogni biblioteca? E la tutela di libri e manoscritti chi
la fa? Tuscia. Gino Roncaglia. Roncaglia. Keywords: palestra. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Roncaglia” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736744995/in/datetaken/1
Grice e Ronchi – filosofia della comunicazione –
filosofia italiana – By Luigi Speranza (Forlì). Flosofo. Si laurea a Bologna e conseguito il dottorato a
Milano sotto Sini. Insegna all’Aquila. Dirige “Filosofia al presente” per
Textus, di L’Aquila e “Canone Minore” per Mimesis Edizioni di Milano, cirige la
scuola di filosofia Praxis a Forlì. Si dedica alla passione (“Sapere
passionale”, Spirali, Milano) e alla questione della comunicazione intesa
filosoficamente come partecipazione alla verità e fondamento ontologico della
stessa pratica filosofica (“Teoria critica della comunicazione: dal modello
veicolare al modello conversativo” Mondatori, Milano, -- Grice: “I like ‘conversativo.”Almost
a Spoonerism for ‘conservative’!” --; “Filosofia della comunicazione. Il mondo
come resto e come teo-gonia” (Boringheri, Torino). Propone una revisione del modello veicolare o standard
della comunicazione e una critica al paradigma linguistico del vivente. Al
problema della raffigurazione e al suo rapporto col dicibile nel pensiero
occidentale antico, moderno e contemporaneo è invece dedicato “Il bastardo: figurazione
dell’invisibile e comunicazione indiretta” (Marinotti, Milano). Grice: “This
shows a distinction between ‘ingelese italianato.’ To call indirect
communication bastard would be a bit too much at Oxford!” --. Grazie ai suoi
studi su Bergson si è segnalato come una voce significativa della cosiddetta
“Bergson renaissance”. – cf. Grice, “Speranza e la cosidddetta “Grice
renaissance””. In “L’interpretazione” (Marietti, Genova) e “Una sintesi” (Marinotti, Milano) guarda a
Bergson come a un filosofo in grado di dare risposta a questioni tuttora aperte
del dibattito filosofico. Bergson non è un filosofo irrazionalista,
spiritualista, ostile alla scienza e ai suoi metodi. Per lui la filosofia è un
metodo rigorosamente empirista, che consente la massima precisione possibile
nella descrizione dei fenomeni. Bergson è anzi il filosofo che cerca di
emancipare la scienza da quanto di “metafisico” era ancora inconsapevolmente
presente nelle sue pratiche. Con le sue celebri nozioni di “durata” e di
“memoria” (cfr. Grice, “Personal identity: my debt to Bergson”) ha costruito un nuovo modello di
intelligibilità del divenire, alternativo a quello aristotelico, in grado
finalmente di spiegare, senza riduzionismi, il “vivente” quale e descritto
dalla biologia evoluzionista. Il pensiero bergsoniano è presentato come
uno snodo essenziale della filosofia del Novecento. La sua dirompente attualità
è mostrata attraverso un confronto sistematico con la fenomenologia,
l’esistenzialismo, l’ermeneutica, il pensiero della differenza e
l'epistemologia della complessità. Al tempo stesso però, Bergson è ricollocato dall’interno della
tradizione filosofica occidentale, come un capitolo, tra i più alti,
dell’indagine filosofica sulla natura: un capitolo che continua l’opera di quei
filosofi e di quei teologi che, dai neoplatonici a Cusano fino a Grice e Gentile,
hanno provato a pensare la natura come vita vivente e come divinità
immanente. Impegnato in una definizione e riabilitazione del filosofico
contro il pericolo della sua dismissione (“Come fare: per una resistenza
filosofica”, Feltrinelli, Milano), proprio grazie al confronto con Bergson e ai
filosofi “amici” di quest’ultimo (Grice, and Grice’s immediate sources: Gallie
and Broad), define la sua posizione
filosofica inscrivendola in una costellazione ben precisa, ancorché minoritaria
(“Canone minore: verso una filosofia della natura”, Feltrinelli, Milano).
Empirismo radicale, realismo speculativo e “pragmatica” “trascendentale” sono
le definizioni che, più di altre, esprimono il senso e la direzione della sua
ricerca, improntata com'è a criticare quella che chiama “la linea maggiore
della filosofia” e che definisce dualistica, soggettivistica e antropo-centrica.
In una parola: moderna. Da Kant sino a Derrida, la filosofia è stata
infatti caratterizzata dal primato accordato alla finitudine, alla contingenza,
all'intenzionalità griceiana, alla negazione e al linguaggio e la semiotica. La
filosofia di questa linea maggiore è, in fondo, un’antropo-logia cui oppone una
filosofia del processo radicalmente monista e immanentista che contesta la tesi
dell' "eccezione umana" e che non pone come apriori il principio
della correlazione soggetto-mondo (anche nella versione offertane
dall'ermeneutica e dalla fenomenologia). Alla svolta trascendentale kantiana è
opposta quella cosmologica whiteheadiana e, al dispositivo aristotelico
potenza/atto, dispositivo insufficiente a cogliere la natura naturans, la
nozione di gentiliana di “actus purus”. La linea minore della filosofia è,
infatti, anche e soprattutto una linea megarica che, alla potenza
logico-linguistica e umana troppo umana dei contrari, sostituisce una potenza
che non può non esercitarsi (sia essa quella dell’Uno di Plotino, della
sostanza di Spinoza o della durata di Bergson). La filosofia della linea minore
è una filosofia del processo (categoria che oppone all’aristotelica Kinesis)
che, pur confutando il nulla e il possibile come pseudo-problemi, non sacrifica
il carattere creativo e dinamico del reale. Il problema filosofico del rapporto
uno-moltida sempre al centro della riflessione cioè risolto nei termini di una
co-generazione reciproca fra i differenti per natura, in cui questa differenza
non di grado tra il principio e il principiato funziona come causa
dell’immediato essere uno dei molti ed esser molti dell’uno, ossia come la
causa di quella unità cangiante di tutte le cose che chiama “immanenza assoluta”. Altri
saggi: Luogo comune. Verso un'etica della scrittura (Bocconi) La scrittura
della verità. Per una genealogia della teoria (Jaca, Milano); – modello conversativo. Grice: “As I say, I
like ‘conversativo;’ perhaps I should adopt it! ‘conversative,’ rather than the
pompous ‘conversational’!). Liberopensiero. Lessico filosofico della contemporaneità
(Fandango, Roma); Brecht. Introduzione alla filosofia (et al., Correggio )
Zombie outbreak: la filosofia e i morti-viventi (Textus, L'Aquila ); Credere
nel reale (Feltrinelli, Milano); Dispositivi (Orthotes, Napoli) -- realismo speculativo,
Sini, Gentile. Ronchi. Keywords: filosofia della comunicazione, immanenza, in
defense of the minor league, natura naturans, Gentile, atto puro. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Ronchi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736047293/in/datetaken/
Rosatti Marcello
vitali rosatti --
Grice e Rosselli – il veintennio
fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Important Italian philosopher. There
is a Rosselli Circle in Rome. Fu il teorico del "socialismo
liberale", un socialismo riformista non marxista direttamente ispirato dal
laburismo britannico e dalla tradizione storico-politica, italiana e non, del
radicalismo liberale e libertario. Fondò a Firenze il foglio clandestino Non
Mollare e nel 1926, insieme al socialista Pietro Nenni, la rivista milanese Il
Quarto Stato. Fonda il movimento antifascista Giustizia e Libertà, che combatté
per la Repubblica nella Guerra civile spagnola, all'interno della Colonna
Italiana Rosselli, costituita assieme agli anarchici. Ucciso in Francia insieme
con il fratello Nello da assassini legati al regime fascista. Da un'agiata
famiglia, figlio del livornese Giuseppe Emanuele "Joe" Rosselli e
della veneziana Amelia Pincherle, sorella di C. Pincherle, architetto e
pittore, oltreché padre dello scrittore A. Moravia. Sia la famiglia paterna che
quella materna, fermamente legate agli ideali repubblicani e mazziniani, erano
state politicamente attive, avendo partecipato alle vicende del Risorgimento
italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura moglie di Ernesto
Nathan (Sindaco di Roma), fu un seguace e stretto collaboratore di Giuseppe
Mazzini nei suoi ultimi anni di vita (morì difatti in clandestinità nella sua
casa pisana) ed un Pincherle fu nominato ministro durante la breve esperienza
della Repubblica di San Marco, instauratasi nel Triveneto a seguito d'una
massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da D. Manin e N. Tommaseo.
I Rosselli avevano abitato per un considerevole periodo a Vienna, dove Giuseppe
Emanuele studia composizione musicale e dove e nato il primogenito Aldo
Sabatino. In seguito, si trasferirono a Roma, dove il padre, rinunciando alle
sue aspirazioni artistiche, si dedica alla vita mondana, mentre la madre
ottenne dei discreti successi come autrice di drammi teatrali. Qui, dopo la
propria nascita, venne alla luce Sabatino Enrico "Nello". I due
coniugi si separarono. Le condizioni economiche della famiglia hanno subito un
grave tracollo a causa della leggerezza del padre. Amelia si trasferì con i
suoi tre figli a Firenze, dove frequentarono le scuole. Mostra in quel periodo
poco interesse per gli studi e la madre lo ritira dal ginnasio, facendogli
frequentare la scuola tecnica. L'entrata in guerra dell'Italia fu accolta con
entusiasmo dai Rosselli, decisamente interventisti. Il fratello Aldo e arruolato
come ufficiale di fanteria e muore in combattimento ricevendo una medaglia
d'argento alla memoria. Collabora al foglio di propaganda «Noi giovani»,
fondato da Nello, anche se l'editoriale Il nostro programma, che apre in
gennaio il primo numero del giornale, e redatto con buone probabilità. Il
manifesto, che l'ingenuità di due ragazzi indirizza verso una fiduciosa
speranza in un mondo migliore, propone sin da allora alcuni tratti fondamentali
della sua personalità, ossia un amore incondizionato per l'umanità e la spinta
all'azione nel solco dello spirito mazziniano, che lo inserisce nel filone
dell'interventismo democratico. Per «Noi giovani», licenza i primi articoli,
uno sulla rivoluzione russa, il secondo sull'entrata in guerra degli Stati
Uniti. Il primo saggio, “Libera Russia”, esalta il risveglio del paese di
Gorkij, Tolstoj e Dostoevskij, supremi interpreti di un rinnovamento in atto
già dal secolo precedente, per cui la rivoluzione non e che il punto culminante
di una lunga preparazione all'avvento di una società più giusta. Vi e tutta una
massa che sale lentamente, inesorabilmente. La marcia si puo ritardare ma non
impedire. Dei recentissimi eventi, inoltre, viene esaltata la componente
pacifica, la loro attuazione relativamente non violenta. Il saggio Wilson
mostra tutta la fiducia nutrita per l'uomo che definì il conflitto come “a war
to end wars” (una guerra per porre fine
alle guerre), uno slogan che rappresenta bene le sue speranze di e di tutta la
famiglia Rosselli. E chiamato alle armi. Frequenta a Caserta il corso
allievi ufficiali e venne assegnato a un battaglione di alpini in Valtellina.
La guerra finisce senza che egli avesse dovuto sottomettersi al battesimo del
fuoco e venne congedato col grado di tenente. Il contatto con militari e molto
importante per lui. Apprezza la massa furon posti in grado di comprendere tante
cose che sarebbero loro certamente sfuggite nel loro isolamento di classe o di
professione. Diplomatosi all'Istituto tecnico, si iscrive a Firenze al corso di
Scienze sociali, laureandosi a pieni voti con una tesi sul sindacalismo e si
prepara a sostenere anche gli esami di maturità classica per ottenere il
diritto di frequentare altri corsi universitari. Tramite il fratello Nello
conosce G. Salvemini, professore a Firenze, che e da allora un costante punto
di riferimento per entrambi i fratelli. Gli fa rivedere il suo saggio sul
sindacalismo rivoluzionarioi, chei giudica non un saggio critico, equilibrato,
sostanzioso, ma in essa e incapsulata un'idea fondamentale: la ricerca di un
socialismo che fa sua la dottrina liberale e non la ripudiasse. Savvicina al
Partito Socialista Italiano, simpatizzando, in contrapposizione all'allora
maggioritaria corrente massimalista di G. Serrati, per quella riformista di F. Turati,
che egli ha poi modo di conoscere personalmente a Livorno durante lo
svolgimento del Congresso del Partito, che sance la definitiva scissione
dell'ala di sinistra interna filo-bolscevica che prenderà il nome di Partito
Comunista d'Italia, e scrive svariati articoli per “Critica Sociale”. Mussolini
sale al potere. I riformisti di Turati sono espulsi dal Partito Socialista
Italiano. Si trasfere a Torino, dove frequenta il gruppo della “Rivoluzione
liberale», in quel momento fortemente impegnata in senso anti-fascista, e con
la quale incomincia a collaborare. Conosce G. Matteotti, del “Partito
Socialista Unitario”, nel quale erano confluiti P. Gobetti e la componente
riformista espulsa dal Partitot Socialista Italiano. E. Rossi. A Firenze,
il gruppo dei socialisti liberali che si raccoglie intorno alla figura
carismatica di Salvemini inaugura il Circolo di Cultura. Oltre ai Rosselli vi sono
P. Calamandrei, E. Finzi, G. Frontali, P. Jahier, L. Limentani, A. Niccoli ed E.
Rossi. Gli ex-combattenti del circolo adereno all'associazione anti-fascista “Italia
libera”. Si laurea a Siena, con “Prime linee di una teoria economica dei
sindacati operai” e parte per Londra, stimolato dal desiderio di conoscere la
capitale del laburismo, di seguire i seminari dei Fabiani e di assistere, a
Plymouth, al congresso delle unioni operaie. A Londra vi e anche Salvemini, che
tene un corso sulla storia della politica estera italiana al
King's. Tornato in Italia grazie anche ai buoni uffici di Salvemini, si
impiega come assistente volontario a Milano. Prosegue la sua collaborazione a “Critica
Sociale” di Turati. Vi pubblica un articolo, invitando il Partito socialista a
rompere con il marxismo, che giudicava espressione di cieco e tortuoso
dogmatismo, per mettersi piuttosto sulla linea di un sano empirismo all'inglese.
Collabora con la rivista del Partito Socialista Unitario, «Libertà», scrivendo
proprio un saggio sul movimento laburista inglese. Dopo il delitto Matteotti s'iscrisse
al Partito Socialista Unitario. Spera invano che in Italia si costituisse una
seria opposizione anti-fascista moderata in grado di offrire un'alternativa
politica alla borghesia che guarda con simpatia al fascismo: una di queste
avrebbe potuto essere l'Unione democratica nazionale di G. Amendola, alla quale
adere il fratello Nello. D’Inghilterra invia al giornale del Partito Socialista
Unitario la «Giustizia», le corrispondenze sull'evolversi della situazione
politica inglese, successiva alla vittoria elettorale dei conservatori e alla
rottura dell'alleanza tra laburisti e liberali. E pessimista sulle
condizioni politiche dell'Italia. La secessione aventiniana non produce
effetti, con i suoi sterili tentativi di accordo con il re, con i generali e i
fascisti dissidenti. Del resto i fascisti stano re-agendo e lo dimostrano anche
devastando il Circolo di Cultura di Salvemini che, come non basta, venne chiuso
dal prefetto con una singolare motivazione. L sua attività provoca il giusto
risentimento del partito dominante. Lasciato l'incarico a Milano, insegna a Genova.
Scrisse a Salvemini. Forse non ha apparentemente alcuna positiva efficacia, ma
io sento che abbiamo da assolvere una grande funzione, dando esempi di
carattere e di forza morale alla generazione che viene dopo di noi. Appare così
con la collaborazione di E. Rossi, G. Salvemini, P. Calamandrei, N. Traquandi,
D. Vannucci e di Nello Rosselli, che ne ha proposto il nome, il foglio
clandestino “Non Mollare”. Alcuni redattori della rivista Non Mollare sono N.Traquandi,
T. Ramorino, C. Rosselli, E. Rossi, L. Emery, N. Rosselli. La denuncia di un
tipografo provoca la repressione e la dispersione di alcuni tra i redattori del
foglio. E. Rossi riusce a fuggire a Parigi, il Vannucci in Brasile, Salvemini e
arrestato a Roma e denunciato per vilipendio del governo fascista. In attesa
del processo, messo in libertà provvisoria, a causa delle minacce dei fascisti,
a passò la notte a Firenze, in casa dei Rosselli, che non sono ancora fra i
sospettati. Gli squadristi però, venuti a conoscenza del fatto, devastano
l'abitazione il giorno dopo. Scrive Rosselli a G. Ansaldo. Io sono di ottimo
umore e l'altra sera ho financo bevuto alla distruzione compiuta! Se i signori
fascisti non hanno altri moccoli, possono andare a dormire. Aspetteranno a
lungo la mia rinuncia alla lotta. Ormai preso di mira dai fascisti, e aggredito
a Genova mentre si recava all'Università e poi disturbato durante la sua
lezione, con la richiesta del suo allontanamento. Si attiva infine lo stesso
Ministro dell'economia, G Belluzzo, che chiese il suo licenziamento. A questo
punto, prefere dimettersi. Pochi giorni dopo, ia Firenze, sposò con rito
civile Marion Catherine Cave, una laburista venuta a Firenze a insegnare nel
British Institute, conosciuta da Rosselli al Circolo della Cultura
salveminiano. Lapide commemorativa: «In via Ancona 2 vive il martire
antifascista e qui ebbe sede la redazione del Quarto Stato rivista socialista a
difesa della libertà e della democrazia. I due sposi viveno a Milano, dove fonda
con P. Nenni la rivista «Il Quarto Stato. La rivista ha vita breve, venendo
chiusa con l'entrata in vigore della legge sui provvedimenti per la difesa
dello stato fascista italiano. Scopo della pubblicazione e il tentativo di
rappresentare un punto d'incontro di tutte le forze socialiste e di sviluppare
temi di politica culturale al cui centro e il perfezionamento degl’uomini e
l'elevamento della vita dei cittadini. Con C. Treves e G. Saragat costitue
un triumvirato che, costitue clandestinamente il Partito Socialista dei
Lavoratori Italiani, che prese il posto del Partito Socialista Unitario,
sciolto d'imperio dal regime fascista a causa del fallito attentato a Mussolini
da parte del suo iscritto T. Zaniboni. L. Bova, Filippo Turati, Carlo Rosselli,
Sandro Pertini e Ferruccio Parri a Calvi in Corsica dopo la fuga in motoscafo
da Savona. Oganizza con I. Oxilia, S. Pertini e F. Parri l'espatrio di F.
Turati a Calvi in Corsica, con un motoscafo partito da Savona. Mentre Turati,
Pertini e Oxilia proseguirono per Nizza, Parri e Rosselli, ritornati con il
motoscafo a Marina di Carrara, sono arrestati, nonostante tentassero di
sostenere di essere reduci da una gita di piacere. E accusato anche di
aver favorito la fuga di G. Ansaldo, di C. Silvestri, di C. Treves e di G. Saragat.
Venne detenuto nelle carceri di Como poi
inviato al confino di Lipari in attesa del processo. Quando e ricondotto
da Lipari a Savona per essere processato, nell'isola siciliana giunge il
fratello Nello, condannato a 5 anni di confino. Al processo si difese
attaccando il regime fascista. Il responsabile primo e unico, che la coscienza
degli uomini liberi incrimina è il fascismo che con la legge del bastone,
strumento della sua potenza e della sua nemesi, inchioda in servitù milioni di
cittadini, gettandoli nella tragica alternativa della supina acquiescenza o
della fame o dell'esilio. La sentenza, rispetto alle previsioni, e mite: dieci
mesi di reclusione e, avendone già scontati otto, avrebbe potuto essere presto
libero. Ma le nuove leggi speciali permisero alla polizia di infliggergli altri
3 anni di confino da scontare a Lipari. La vita al confino trascorrecon le
letture di Benedetto Croce, di Rodolfo Mondolfo, dell'epistolario di Marx ed
Engels e di Imanuele Kant. Intanto, si prepara la fuga, che venne
organizzata dall'amico di Salvemini A. Tarchiani. Evase da Lipari con F.
Nitti ed E. Lussu, con un motoscafo guidato dall'amico Italo Oxilia diretto in
Tunisia, da cui poi i fuggiaschi raggiunsero la Francia. F. Nitti
narra l'avventurosa evasione in “Le
nostre prigioni e la nostra evasione”, mentre Rosselli racconta le vicende del
confino e dell'evasione in “Fuga in quattro tempi”. A Parigi, con Lussu, Nitti,
e un gruppo di fuoriusciti organizzati da Salvemini, e fra i fondatori del
movimento anti-fascista "Giustizia e Libertà". :Giustizia e Liberta” pubblica
diversi numeri della rivista e dei quaderni omonimi ed e attiva nell'organizzazione di diverse azioni
dimostrative, tra cui il volo sopra Milano di Bassanesi. Critica appassionatamente
il marxismo ortodosso, colonna portante della stragrande maggioranza dei vari
schieramenti politici socialisti. Il socialismo liberale propugnato da lui si
caratterizza quale una creativa sintesi della tradizione del marxismo
revisionista, democratico e riformista (quello, tra gli altri, di Bernstein, W.
Sombart, Turati e Treves), ed il socialismo non marxista, libertario e de-centralista
(come quello di F. Merlino, Salvemini, G. Cole, R. Tawney e O. Jászi). Attacca dirompente contro lo stalinismo della
Terza Internazionale che, con la formula del socialfascismo accomuna socialdemocrazia, liberalismo borghese e
fascismo. Non stupisce perciò che uno fra i più importanti stalinisti, P.Togliatti,
define il socialismo liberale un
"magro libello anti-socialista" e Rosselli un ideologo reazionario
che nessuna cosa lega alla classe operaia. Giustizia e Libertà adere alla Concentrazione Anti-Fascista, unione di
tutte le forze anti-fasciste non comuniste (repubblicani, socialisti, CGL) che
intende promuovere e coordinare ogni possibile azione di lotta al fascismo. Pubblica
i "Quaderni di Giustizia e Libertà". Dopo l'avvento del nazismo
in Germania Giustizia e Liberta sostenne la necessità di una rivoluzione
preventiva per rovesciare i regimi fascista e nazista prima che questi
portassero a una nuova tragica guerra, che a Giustizia e Liberta sembra l'inevitabile
destino dei due regimi. Bandiera della Colonna Italiana, nota anche come
Centuria Giustizia e Libertà, che sostenne i repubblicani nella guerra civile
spagnola. Scoppie in Spagna la guerra civile tra i rivoltosi dell'esercito
filo-monarchico, che effettuarono un colpo di stato, e il legittimo governo
repubblicano del Fronte Popolare di ispirazione marxista. E subito attivo nel
sostegno alle forze repubblicane, criticando l'immobilismo di Francia e
Inghilterra. Fascisti e nazisti aiutano F. Franco con uomini e armi agli
insorti. Combatte la sua prima battaglia. Cerca poi di costituire un vero
e proprio battaglione (intitolato a G. Matteotti). La prima formazione
italiana, che prende poi, dopo l'uccisione dei due fratelli, il nome di Colonna
Italiana Rosselli, annovera tra i 50 e i 150 uomini, reclutati fra gli esuli
italiani in Francia dal movimento Giustizia e Libertà e dal Comitato Anarchico
Italiano. Tra questi c'erano anche gli anarchici U. Marzocchi e C. Berneri. U.
Marzocchi scrive sulla comune esperienza antifascista di anarchici e di
militanti di Giustizia e Libertà, "Carlo Rosselli e gli
anarchici". In un discorso, pronuncia la frase che poi diverrà il
motto degli antifascisti italiani: "Oggi qui, domani in Italia". È
con questa speranza segreta che siamo accorsi in Ispagna. Oggi qui, domani in
Italia. Fratelli, compagni italiani, ascoltate. È un volontario italiano che vi
parla dalla Radio. Non prestate fede alle notizie bugiarde della stampa
fascista, che dipinge i rivoluzionari come orde di pazzi sanguinari alla
vigilia della sconfitta. A contrasti con gl’anarchici si dimette da comandante
della Colonna e fonda il battaglione Matteotti. Soggiorna a
Bagnoles-de-l'Orne per delle cure termali, dove fu raggiunto dal fratello. Sono
uccisi da una squadra di cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione
eversiva di destra francese, su mandato, forse, dei servizi segreti fascisti e
di G. Ciano. Con un pretesto sono fatti scendere dall'automobile, poi colpiti
da raffiche di pistola. Carlo muore sul colpo, Nello (colpito per primo) venne
finito con un'arma da taglio.. I corpi vennero trovati due giorni dopo. I
colpevoli, dopo numerosi processi, riusciranno quasi tutti a essere
prosciolti. Sono sepolti nel cimitero monumentale parigino del Père
Lachaise. I familiari ne traslarono le salme in Italia, a Trespiano. Salvemini
tenne il discorso commemorativo alla presenza del presidente della Repubblica. La
tomba riporta il simbolo della spada di fiamma, emblema di GL, e l'epitaffio
scritto da Calamandrei. Giustizia e liberta. Per questo morirono per questo
vivono. L'unico suo saggio pubblicato mentre era in vita è
"Socialismo liberale", scritto durante il confino a Lipari, in una
situazione di semi-prigionia. Questo saggio si pone in una posizione eretica
rispetto ai partiti della sinistra italiana del suo tempo -- per i quali Il
Capitale di Marx, variamente interpretato, era ancora considerato come la
Bibbia. Indubbiamente è presente l'influsso del laburismo inglese, da lui ben
conosciuto. In seguito ai successi elettorali del partito laburista, Rosselli
era infatti convinto che l'insieme delle regole della democrazia liberale
fossero essenziali non solo per raggiungere il socialismo, ma anche per la sua
concreta realizzazione (mentre nella tattica leninista queste regole, una volta
preso il potere, debbono essere accantonate): pertanto, la sintesi del pensiero
rosselliano è: "il liberalismo come metodo, il socialismo come
fine". C. Pisacane, L'idea di rivoluzione propria della dottrina
marxista era fondata sulla concezione della dittatura del proletariato (che, in
realtà, già ai tempi di Rosselli si sta traducendo, in Unione Sovietica, nella
dittatura del vertice di un solo partito). Essa viene respinta da Rosselli, a
favore di una rivoluzione che, come si nota nel programma di GL, è un sistema
coerente di riforme strutturali mirate alla costruzione di un sistema
socialista che non rinnega, ma anzi esalta, la libertà individuale e
associativa. Nella riflessione degli ultimi anni, Rosselli, alla luce
dell'esperienza spagnola (difesa dell'organizzazione sociale di Barcellona
compiuta dagli anarchici durante la guerra civile) e dell'avanzata del nazismo,
radicalizza le sue posizioni libertarie. Rosselli, influenzato dalle idee
di Mazzini e di Carlo Pisacane, propugna il socialismo liberale: il fine è il
socialismo, il metodo il liberalismo, un metodo che garantisce la democrazia e
l'autogoverno dei cittadini. Il liberalismo deve svolgere una funzione
democratica, il "metodo liberale" è il complesso di regole del gioco
che tutte le parti in lotta si impegnano a rispettare, regole dirette ad
assicurare la pacifica convivenza dei cittadini, delle classi, degli Stati, a
contenere le lotte (peraltro desiderabili se limitate). La violenza è
giustificabile come risposta ad altra violenza (per questo era giusta la lotta
contro il franchismo e sarebbe stata auspicabile in Italia una rivoluzione
violenta in risposta al fascismo); il socialismo è una logica conclusione del
liberalismo: socialismo significa libertà per tutti. Rosselli ha fiducia che la
classe del futuro sarà la classe proletaria, la borghesia deve fare da guida al
proletariato: il fine è la libertà per tutte le classi. Archivio Rosselli
Bio, su archiviorosselli. N. Tranfaglia,
Dall'interventismo a Giustizia e Libertà, Bari, Laterza, Il Circolo di Cultura fu rifondato a
liberazione di Firenze appena avvenuta, per iniziativa del Partito d'Azione e
dei soci superstiti e intitolato ai Fratelli Rosselli. Assunse così il nome di
Circolo di Cultura Politica Fratelli Rosselli. La sua prima manifestazione fu
presieduta da P. Calamandrei. Con questo nome è tuttora operante a Firenze. Con
decreto del Presidente della Repubblica è stata costituita ed eretta in Ente
Morale la Fondazione Circolo Rosselli per sostenerne l'attività. A. Martino: Fuorusciti e confinati dopo
l'espatrio clandestino di Filippo Turati nelle carte della R. Questura di
Savona in Atti e Memorie della Società Savonese di Storia Patria, Savona, e
Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R.Questura, Gruppo
editoriale L'espresso, Roma. Commissione di Milano, ordinanza contro lui (“Intensa
attività antifascista; tra gli ideatori del giornale clandestino Non Mollare
uscito a Firenze. Favoreggiamento nell'espatrio di Turati e Pertini”). In: A.
Pont, S. Carolini, L'Italia al confine, Le ordinanze di assegnazione al confino
emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. Commissione di Firenze, ordinanza contro
N. Rosselli (“Attività antifascista”). In: A. Pont, S. Carolini, L'Italia al
confino Le ordinanze di assegnazione al
confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano, ANPPIA, La Pietra, Cfr. La storia
sotto inchiesta: Fuga da Lipari, un esilio per la liberta trasmesso da Rai
Storia. Il discorso di Rosselli su Romacivica.net in. G. Fiori,
Casa Rosselli, Einaudi); M. Franzinelli, “Il delitto Rosselli”; “Anatomia di un
omicidio politico, Mondadori, Milano). Altre saggi: “Oggi in Spagna, domani in
Italia” (Einaudi, Torino); “Scritti politici e autobiografici (Polis, Napoli, Z.
Ciuffoletti e V. Caciulli (Lacaita, Manduria); Lettere G. Salvemini, N.
Tranfaglia, «Annali della Fondazione Luigi Einaudi, Torino); “Socialismo
liberale” (Einaudi); Il Quarto Stato» di P. Nenni e Rosselli, D. Zucàro,
SugarCo, Milano, Epistolario familiar, iSugarCo, Milano); Socialismo liberale,
J. Rosselli (Einaudi, Torino); Socialismo liberale, J. Rosselli, introduzione e
commento di N. Bobbio, «Attualità del socialismo liberale» e «Tradizione ed
eredità del liberalsocialismo», Einaudi Tascabili. Saggi, 1Scritti dell'esilio.
I. «Giustizia e libertà» e la concentrazione antifascista Costanzo Casucci,
Collana Opere scelte” (Einaudi, Torino); “Scritti politici, Z. Ciuffoletti e P.
Bagnoli, Guida, Napoli, -- una grossa anteprima del libri consultabile in rete.
Scritti dell'esilio. Lo scioglimento della concentrazione antifascista, C. Casucci,
Einaudi, Torino; Liberalismo socialista e socialismo liberale, N. Terraciano
(Galzerano, Casalvelino Scalo), Giustizia e libertà, Giuliana Limiti e Mario di
Napoli, prefazione di Pietro Larizza, Roma, con la tesi sul sindacalismo (Firenze).
Scritti scelti, G. Furiozzi, “Quaderni del Circolo Rosselli”, Alinea Editrice,
Firenze); G. Salvemini, Scritti Vari", G. Agosti e A. Garrone,
Feltrinelli, Milano, Opere scelte, Cultura e società nella formazione, buona
anteprima del pensiero di Salvemini con i rapporti e la grangia politica
correlata R. Gremmo "Alla Cagoule" Silenzi e segreti d'un oscuro
delitto politico. Storia Ribelle, Biella. A. Garosci, "Vita di Carlo
Rosselli", U, Roma, Giustizia e Libertà, A. Levi, "Ricordi” La Nuova
Italia, Firenze («Quaderni del Ponte»). S. Merli, "Il dibattito socialista
sotto il fascismo. Lettere di R. Morandi, Rivista storica del socialismo», ricompreso
in Id., "Fronte antifascista e politica di classe. Socialisti e comunisti
in Italia, De Donato, Bari, Movimento
operaio; N. Tranfaglia, "Dall'interventismo all'antifascismo",
«Dialoghi del XX», Cfr. il n. 8. informazioni su volume "Rosselli e
l'Aventino: l'eredità di Giacomo Matteotti", «Il movimento di liberazione
in Italia», Cfr. stralcio di "L’Aventino. L'opposizione diventava per la
prima volta opposizione, minoranza; come minoranza, avrebbe potuto darsi una
psicologia virile, d'attacco. Ma aveva troppi ex nelle sue file, era troppo
appesantita da uomini che avevano gustato le gioie del potere e della
popolarità.» «Fu questo il miracolismo dell'Aventino. Credere di poter
vincere con le armi legali l'avversario che ha già vinto sul terreno della
forza. Pregustare le gioie del trionfo mentre si riceve la botta più dura. Evitare
tutti i problemi. Gobetti dice. L’Aventino ha un mito, il mito della
cautela" -- sperando che la borghesia dimentichi Quanto alle masse
popolari, che si mostravano nei primi giorni in stato di effervescenza, guai a
chi avesse tentato metterle in movimento! Solo i comunisti e le minoranze
giovani chiesero lo sciopero generale. Ma le opposizioni non vollero, per non
spaventare la borghesia e il sovrano. Carlo Rosselli dall'interventismo a
«Giustizia e Libertà»" (Laterza, Bari, Biblioteca di cultura moderna); in
appendice: scritti di Carlo Rosselli e Lettera di Carlo Rosselli a P. Nenni; "Dal
processo di Savona alla fondazione di Gustizia e Liberta, Le fonti di «Socialismo
liberale»", «Il movimento di liberazione in Italia», M. Lolli, "Alcuni appunti per una lettura
del «Socialismo liberale» di Rosselli", «Il pensiero politico», Santi
Fedele, "Lo «Schema di programma» di «Giustizia e Libertà», Belfagor, P. Bagnoli,
"L'esperienza liberale di Carlo Rosselli,, Italia Contemporanea, L'antifascismo
rivoluzionario dei «Quaderni di Giustizia e Libertà»", «Ricerche Storiche»,
Santi Fedele, "Storia della concentrazione anti-fascista prefazione di N. Tranfaglia, Feltrinelli, Milano); M. Garbari,
"I «vinti» della Resistenza. Nel quarantesimo del sacrificio di Carlo e
Nello Rosselli", «Studi Trentini di Scienze Storiche», a"«Quarto
Stato» di Pietro Nenni e Rosselli", Tavola rotonda fra R. Bauer, U.
Grimaldi, G. Spadolini, D. Zucàro, «Critica Sociale», L. Valiani, "Il
pensiero e l'azione”, Nuova Antologia, N. Tranfaglia, "L'anti-fascismo",
«Mondo Operaio», R. Vivarelli, "Gaetano Salvemini", «Il pensiero
politico», Poi compreso Giovanni Spadolini, "Carlo Rosselli nella lotta
per la libertà", con lettere tra Egidio Reale e Carlo Rosselli, «Nuova
Antologia», A. Colombo, "Carlo
Rosselli e il «Quarto Stato»", «Nord e Sud», "Giustizia e Libertà
nella lotta antifascista e nella storia d'Italia", Atti del convegno
internazionale organizzato a Firenze dall'Istituto storico della Resistenza in
Toscana, dalla Giunta regionale toscana, dal Comune di Firenze, dalla Provincia
di Firenze, La Nuova Italia, Firenze); R. Bauer, "Carlo Rosselli e la nascita di GL
in Italia". J. Petersen, "Giustizia e Libertà in Germania".
Pierre Guillen, "La risonanza in Francia dell'azione di GL e
dell'assassinio dei Rosselli". F. Rosengarten, "Carlo Rosselli e
Silvio Trentin, teorici della rivoluzione italiana". M. Salvadori,
"Giellisti e loro amici degli Stati Uniti durante la seconda guerra
mondiale". Santi Fedele, "Giellisti e socialisti dalla fondazione di
GL alla politica dei fronti popolari". Pier Giorgio Zunino,
"Giustizia e Libertà e i cattolici". A. Garosci, "Le diverse
fasi dell'intervento di Giustizia e Libertà; U. Marzocchi, “Gli’anarchici";
citazione sottostante da un articolo di U. Finetti «Infatti considera una
barbarie le stragi di anarchici in Catalogna, tra cui l'uccisione di C. Berneri,
l'anarchico che lo affiancava nella guida della Prima colonna italiana formata
da tremila anti-fascisti, i primi accorsi” e si ricorda, nel prosieguo, anche
la ferma presa di posizione delle Brigate partigiane di Giustizia e Libertà
quando E. Canzi e rimosso da comandante unico della XIII zona operante nel
piacentino e grazie a questa presa di posizione e reintegrato dopo un breve
arresto. Le Brigate partigiane di Giustizia e Libertà sono in gran parte influenzate dal pensiero di
Rosselli. U. Tommasini, "Testimonianza -- L'eredità di Giustizia e Libertà". M. Piane,
"Rapporti tra socialismo liberale e liberalsocialismo". T. Codignola,
“Giustizia e Liberta e Partito d'azione". N. Tranfaglia, "C. Rosselli",
in "Il movimento operaio italiano; “Dizionario biografico", F. Andreucci
e T. Detti, Editori, Roma, A. Colombo,
"C. Rosselli e il socialismo liberale",
«Il Politico», P. Bagnoli, "Di un dissidio in «Giustizia e Libertà».
Lettere di M. Levi, R. Giua, N. Chiaromonte, A. Garosci «Mezzosecolo», n. 3, Centro studi Piero
Gobetti, Istituto Storico della Resistenza in Piemonte, Archivio Nazionale
Cinematografico della Resistenza, Annali 1Luigi Cirillo, "Il socialismo",
Fasano, Cosenza); E. Lussu,
"Lettere e altri scritti di
«Giustizia e Libertà»", M. Brigaglia, Editrice Libreria Dessì, Sassari.informazioni
su Storia della Sardegna di Manlio Brigaglia, son presenti correlazioni fra i
succitati personaggi. "Le componenti mazziniana e cattaneanea in Salvemini
e nei Rosselli. G. Belloni", Convegno, Domus Mazziniana, Pisa. Arti
Grafiche Pacini & Mariotti, Pisa, Comprende: A. Colombo, "Il «Quarto
Stato»" A. Varni, "Derivazioni mazziniane nella concezione sindacalista
di Carlo Rosselli", Lucio Ceva, "Aspetti politici dell'azione di
Carlo Rosselli in Spagna", G.
Tramarollo, "Rosselli e la gioventù del regime", Paolo Bagnoli, "Il revisionismo
rosselliano", in "Guida alla storia del PSI. La ripresa del pensiero
socialista tra eresia e tradizione", M. Talluri, «Quaderni del Circolo
Rosselli», Giuseppe Galasso, "La democrazia da Cattaneo a Rosselli",
Le Monnier, Firenze («Quaderni di storia», A. Rosselli, Una tragedia italiana" (Bompiani,
Milano); F. Kostner, "Carlo Rosselli e il suo socialismo liberale",
Lalli, Poggibonsi, Linee politiche; P. Bagnoli, "Tra pensiero politico e
azione", Passigli, Firenze, A. Colombo, "Carlo Rosselli e il
socialismo liberale", in "Padri della patria. Protagonisti e testimoni
di un'altra Italia", FrancoAngeli, Milano, («Ricerche storiche» ). Franco
Invernici, "L'alternativa di «Giustizia e Libertà». Economia e politica
nei progetti del gruppo di Carlo Rosselli", Angeli, Milano («Studi e
ricerche storiche»). L. Valiani, "Da Mazzini alla lotta di
liberazione", «Nuova Antologia», D. Scacchi, A. Colombo, presentazione di G. Spadolini,
Casagrande, Lugano, («Quaderni europei»,
I). R. Vivarelli, "Le ragioni di un comune impegno. Ricordando Gaetano
Salvemini, Carlo e Nello Rosselli, E. Rossi", «Rivista Storica Italiana», G. Spadolini,
"Carlo e Nello Rosselli. Le radici mazziniane del loro pensiero",
Passigli, Firenze, 1 («Letture Rosselli», 2). C. Malandrino, "Socialismo e
libertà. Autonomie, federalismo, Europa da Rosselli a Silone" (Angeli,
Milano); F. Bandini, "Il cono d'ombra. Chi armò la mano degli assassini
dei fratelli Rosselli", SugarCo, Milano, Arturo Colombo, "I Rosselli,
due guardiani per l'albero della libertà",, "Voci e volti della
democrazia. Cultura e impegno civile da Gobetti a Bauer", Le Monnier,
Firenze («Quaderni di storia»), Nel nome dei Rosselli. Quaderni del Circolo
Rosselli», Angeli, Milano, G. Muzzi.
"A più voci, G. Arfé, C. Casucci, A. Garosci, F. Malgeri, L. Rapone,
Scritti dell'esilio", Il Ponte, Il carteggio dei Rosselli con Carlo
Silvestri", G. Gabrielli, «Storia Contemporanea», Santi Fedele, "E
verrà un'altra Italia. Politica e cultura nei «Quaderni di Giustizia e
Libertà»" (Angeli, Milano, Collana di Fondazione di studi storici F. Turati);
Z. Ciuffoletti, Il mito della rivoluzione russa e il comunismo", in
"Socialismo e Comunismo, Il Ponte, Paolo
Bagnoli, "La lezione rosselliana, La nuova storia. Politica e cultura alla
ricerca del socialismo liberale, Festina Lente, FNicola Tranfaglia, "Sul
socialismo liberale"; "Dilemmi del liberalsocialismo", M.
Bovero, V. Mura, F. Sbarberi, La Nuova Italia, Roma, («Studi Superiori, Scienze Sociali»). Atti del convegno
"Liberalsocialismo: ossimoro o sintesi?", organizzato ad Alghero Dipartimento
di Economia istituzioni e società dell'Università Sassari. -- fu pubblicato il
primo numero di “Libertà”, periodico legato all'ala socialista del movimento
antifascista, il sottotitolo fu la frase di Marx ed Engels: Alla società
borghese, con le sue classi e con i suoi antagonismi di classe, subentrerà
un'associazione nella quale il libero sviluppo di ciascuno sarà la condizione
del libero sviluppo di tutti e, su invito C. Treves, R. Mondolfo e A. Levi,
Rosselli scrive un articolo “Il partito del lavoro in Inghilterra” che fu
pubblicato sul numero tre in cui Rosselli riafferma una parte del suo pensiero
del periodo. Il partito laburista in base agli elementi che lo compongono può
definirsi come una federazione di gruppi economici e di gruppi politici. In
realtà è l'organizzazione politica federativa ed associativa del movimento
operaio più vecchio e potente del mondo.» S. Suppa, "Note su Carlo Rosselli:
temi per due tradizioni", in I volume "dilemmi del liberalsocialismo,
Del Puppo D., Il Quarto Stato, L'attualità di Carlo Rosselli e del socialismo
liberale. Dialoghi tra: G. Bosetti, V. Foa, S. Maffettone, E. Marzo, N. Tranfaglia,
Supplemento a di Croce Via, Edizioni Italiane, Napoli, Atti del dibattito svoltosi
a Napoli in occasione della
presentazione italiana del volume "Liberal socialism", lavoro di
Nadia Urbinati, tradotto da William McCuaig, Princeton University Press, Princenton
Nadia Urbinati, "La democrazia come fede comune", «il Vieusseux», P. Bagnoli,
Rosselli, "Piero Gobetti e la rivoluzione democratica. Uomini e idee tra
liberalismo e socialismo", La Nuova Italia, Firenze («Biblioteca di
Storia», 55). Costanzo Casucci, "La caratteristica ", con un
vademecum, «Belfagor», Simone Visciola,
Giuseppe Limone, "I Rosselli. Eresia creativa, eredità originale",
Napoli, Guida, Piero Graglia, "Unità europea e federalismo. Da Giustizia e
Libertà ad Altiero Spinelli", il Mulino, Bologna) "Il dibattito
europeista e federalista in «Giustizia e Libertà»", «Storia
Contemporanea», Lisetto D., Le élites. Una teoria tra l'elitismo democratico e
la democrazia partecipativa", «Scienza & Politica», Pagine scelte di
economia, S. Visciola e A.De Ruggiero, Firenze, Le Monnier, Salvo Mastellone, "Il partito politico
nel socialismo liberale «Il pensiero politico», Gianbiagio Furlozzi,
"Carlo Rosselli e G. Sorel", «Il pensiero politico», L'eredità
democratica da Bignami a Rosselli", Angeli, Milano, Salvo Mastellone, La rivoluzione liberale del
socialismo»". Con scritti e documenti inediti. Olschki, Son riportati
testi pubblicati da Carlo Rosselli non inseriti nel I delle «Opere scelte». "Rosselli.
Dizionario delle idee", S. Bucchi, Riuniti, gennaio Antonio Martino,
Pertini e altri socialisti savonesi nelle carte della R. Questura, Roma, Gruppo
editoriale L'espresso, Mimmo Franzinelli, "Il delitto Rosselli. Anatomia
di un omicidio politico", Mondadori, Milano Diego Dilettoso, "La Parigi e La Francia
di C. Rosselli. Sulle orme di un umanista in esilio", Biblion, Milano. P. Bagnoli.
Il socialismo delle libertà. Polistampa, Milano, P. Bagnoli. Socialismo, giustizia e libertà.
Biblion, Milano, Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. G. Iacchini,
Socialismo liberale ma... vero!, dMovimento Radical Socialista 55esima brigata
Garibaldi. Archivio dei Rosselli. I fratelli Rosselli, genesi di un delitto
impunito. C. Berneri. Vite parallele di Massimo Ortalli (da "Umanità
Nova" Fondazione Rosselli, Centro di ricerca, Circolo Rosselli Firenze, "Gaetano Pecora" Socialista e
liberale.Bilancio critico di un grande italiano, su politicamagazine. Valdo
Spini, "Perché i Rosselli parlano ancora a questa Italia", sul sito
repubblica. Carlo Alberto Rosselli. Keywords: sindacalismo, sindacalismo
revoluzionario, laburismo, partito laburista, I fabiani, Mill, Bonini,
liberalismo, sindacato, sindicato nella storia italiana, sindacato in Roma
antica. Refs.: Luigi Speranza, “Rosselli e
Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. Rosselli. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735739686/in/dateposted-public/
Rosselli – il veintennio fascista – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Roma).
Filosofo. Ucciso da assassini legati al regime fascista. Figlio del
livornese Giuseppe Emanuele e della veneziana Amelia Pincherle, sorella di
Carlo, architetto e pittore, oltreché padre dello scrittore Alberto Moravia.
Sia la famiglia paterna che quella maternafermamente legate agli ideali repubblicani
e mazziniani, sono stati politicamente attive, avendo partecipato alle vicende
del Risorgimento italiano: Pellegrino Rosselli, tra l'altro zio della futura
moglie di E. Nathan, sindaco di Roma, e un seguace e stretto collaboratore di Mazzini
ed un Pincherle e nominato ministro nella Repubblica di San Marco, instauratasi
nel Triveneto a seguito d'una massiccia insurrezione anti-asburgica guidata da
D. Manin e N. Tommaseo. Diresse iil mensile Noi. Discusse con Salvemini la
tesi di laurea su “Mazzini e il movimento operaio”. Pubblica numerosi articoli
su riviste storiche italiane e il saggio “Mazzini e Bakunin”. Pubblica il saggio “Pisacane nel Risorgimento
italiano”. La raccolta dei suoi “Saggi
sul Risorgimento italiano e altri scritti”, pubblicata da Einaudi. Inizia
giovane a far politica e fu col fratello tra i fondatori del giornale "Noi
giovani". Col fratello e con P. Calamandrei, e col patrocinio di G.
Salvemini, fonda il Circolo di Cultura, chiuso dai fascisti. Fa parte dei
fondatori del gruppo fiorentino di Italia libera, fra cui, oltre al fratello, E.
Bocci, L. Rochat, D. Vannucci, N. Traquandi. Adere alla fondazione dell'Unione
nazionale delle forze liberali e democratiche promossa da G. Amendola, e partecipa
alla fondazione del primo giornale antifascista clandestine, “Non Mollare”. Arrestato
e condannato a 5 anni di confino a Ustica. Rilasciato, venne nuovamente
arrestato e condannato a 5 anni di confino a Ustica e Ponza, dopo la fuga da
Lipari del fratello. Ottenne, su intercessione di G. Volpe (probabilmente in
buona fede) il passaporto, con una sollecitudine che ad alcuni amici, tra cui P.
Calamandrei, parve sospetta e motivata dal fine di arrivare attraverso lui al
rifugio del suo fratello. Assassinato a Bagnoles-de-l'Orne da una squadra di
cagoulards, miliziani della Cagoule, formazione eversiva di destra su mandato,
forse, dei servizi segreti fascisti e di G. Ciano. Con un pretesto vengono
fatti scendere dall'automobile, poi colpiti da raffiche di pistola. Carlo muore
sul colpo, Nello (colpito per primo) viene finito con un'arma da taglio. I
corpi vengono trovati due giorni dopo. I colpevoli, dopo numerosi processi,
riusciranno quasi tutti ad essere prosciolti. Commissione di Firenze,
ordinanza contro Rosselli (“Attività antifascista”). In: A. Pont, L'Italia al confine, Le ordinanze di
assegnazione al confino emesse dalle Commissioni provinciali, Milano (ANPPIA/La
Pietra), Ustica celebra la libertà dei
Rosselli, profilo di G. Volpe, profile nel sistema informatico dell'Archivio di
stato di Firenze. G. Fiori, Casa Rosselli, Einaudi, M. Franzinelli, Il delitto
Rosselli. Anatomia di un omicidio politico” (Mondadori, Milano. Opere: “Saggi
sul Risorgimento e altri scritti” (Torino, Einaudi); “Inghilterra e regno di
Sardegna” (Torino, Einaudi); “Mazzini e Bakunin -- dodici anni di movimento
operaio in Italia” ( Torino, Einaudi); “Carlo Pisacane nel Risorgimento
italiano” (Torino, Einaudi); Z. Ciuffoletti, “Un filosofo sotto il fascismo.
Lettere e scritti vari” (Firenze, La Nuova Italia); A. Colombo, I colori della
libertà fra storia, arte e politica” (Milano, Angeli); G. Belardelli (Catanzaro,
Rubettino); S.Visciola, “La Scuola di storia moderna e contemporanea. La prima
fase della ricerca di storia diplomatica, in Politica, valori e idealità, Maestri
dell'Italia civile, L. Rossi, Roma, Carocci, S. Visciola, “Soi
"maestri". Il rinnovamento della storiografia italiana fra le due
guerre, in I Rosselli: eresia creativa eredità originale, S. Visciola e G.
Limone, Guida, Napoli, S. Visciola, Uno filosofo salla ricerca della libertà in
tempi difficili. Appunti sparsi per una biografia complessiva ancora da
scrivere, in I fratelli Rosselli. L'antifascismo e l'esilio, A. Giacone ed E.
Vial, Roma, Carocci,, G. Tramarollo, “Tra
mazzinianesimo e socialismo”, G. Belardelli,
Un filosofo antifascista” (Passigli, Firenze, («Il filo rosso»). Il carteggio di i Rosselli
con C. Silvestri, G. Gabrielli, Storia, M. Franzinelli, “Il delitto Rosselli --
Anatomia di un omicidio politico” (Mondadori, Milano). Treccani Dizionario di
storia, Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Sabatino Enrico Nello Rosselli. Nello
Rosselli. Rosselli. Keywords: risorgimento, Mazzini, operaismo, movimento
operaio, risorgimento italiano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736396679
Grice e Rosselli – apologeticus – implicature cucullate
-- filosofia italiana – Luigi Speranza
(Gimiliano). Filosofo. Far dobbiamo onorevole menzione di lui, letterato
insigne del suo tempo e filosofo di grido, Cattedratico in Napoli ed in
Salerno; il quale, a dir del Barrio, partitosi pel genio di visitare l'Africa, e
ucciso dal proprio schiavo. Della famiglia di cui è stata la madre del
celeberrimo G. Scorza, matematico distintissimo, istruttore, autore di merito,
ed illustratore della scienza per metodi ed invenzioni, morto non ha guari in
Napoli. Conchiudendo adunque, pare non dubbio essere stato il Nifo calabrese di
origine, ed avere avuto tra noi i primi rudimenti di letteratura, tali da
avergli dato a vivere. Dal contesto di scrittori calabresi, contemporanei
alcuni, e vivuti altri dopo breve tempo della morte di lui, a cui noto veniva
per recente tradizione, chiaramente se ne rivela il vero. Dscepolo del celebre
Nifo, per la sua dottrina e prescelto a leggere filosofia per più anni a Salerno.
Saggi: “Apologeticus adversus cucullatos Philosophiae declamatio ad Leonem X
Oratio habita Patavi in principio suarum disputationum; “De propositione de
inesse secundum Aristotelis mentem libellu; “Universalia Porphiriana” (Calabria,
Le biografie degli uomini illustri delle Calabrie, L. Accattatis, Di questo
filosofo si occupano nei loro studi, tra gli altri, Zambelli e De Franco. "Rosselli
di Gimigliano. Dalle origini a noi" (O/esse) che ricostruisce la sua vita
e le sue opera. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Tiberio Russiliano-Sesto. Tiberio Rosselli.
Rosselli. Keywords: apologeticus, adversus cucullatos philosophiae; de
propositione de inesse, universalia porphiriana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosselli” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691969244/in/photolist-2mPsU62-2mPpwbZ-2mLQdrQ-2mKQRx3-2mKjgQZ-2mPHbXQ-25zsJeW-25zsJeL-nphXNB-nqHNYv
Rossetti (Vasto).
Grice: “A philosopher can also discover a ‘antro di pipistrelle.”” Filosofo, illuminista
poliedrico, poeta estemporaneo, tragediografo, archeologo e speleologo, da
Martuscelli. Figlio di Nicola Rossetti e Maria Francesca Pietrocòla. Studia a
Napoli e Roma. Si trasfere a Elba. Ceelbra la liberazione del Granducato di
Toscana con il canto estemporaneo“La superbia dei Galli punita” (Firenze, Gio).
Si sposta in Sardegna, sotto la protezione del viceré Carlo Felice. A Sassari
compose e rappresenta la tragedia “Morte di San Gavino” (Oristano, Arborense). Si
sposta in Provenza, a Nizza, dove scopre la piramide di Falicon, che gli ispira
un poemetto in 165 ottave, “La grotta di Monte-Calvo” (Parma). In seguito, si
trasfere a Torino, dove conosce Caluso, e si stabilisce a Parma. Inizia a
dirigere “Il Taro”. Altri opera. In occasione d'essere l'augusto imperator de'
francesi Napoleone I coronato re d'Italia. Cantata (Parma, Luigi); La note” (Parma,
Paganino); “Alla tomba di Hoffsteder” (Parma, Luigi); “Ode Saffica” (Parma,
Giuseppe Paganino); “Le nozze d’Esculapio De Cinque” (Lanciano, Carabba); “Annibale
in Capua (Napoli, Flautina); A.
Lombardi, Storia della letteratura italiana” (Venezia); F. Andreola, Biografia
degli uomini illustri del regno di Napoli,
N. Gervasi, La famiglia
Pietrocola di Vasto; L. Spadaccini, Rossetti e le sue battaglie per la libertà”;
Rossetti e quei versi ispirati dalla cacciata dei francesi, G. Catania,
Rossetti e la grotta del monte Calvo, E. Mugoni, Il fratello perduto, in Studi
medievali e moderni. Nei panni dello speleologo ante litteram, si avventura in
una cavità del monte Calvo, scoprendo nelle viscere della terra un antro, che
ama definire fascinoso ed insieme orribile. Ne celebra la scoperta con la
pubblicazione di un poemetto di 165 ottave, “La grotta del monte Calvo”; dato alle
stampe a Torino, per i tipi di Domenico Pane, Parma. A Pezzana subentra nella direzione.
Si mostra più attento alle notizie scientifiche e contribue ad introdurre nel
periodico notizie leggere, come favole e indovinelli che il più delle volte
incensano il nome di Napoleone. Con la sua direzionei supplementi al periodico,
da semplici elenchi riguardanti le vendite per espropriazioni forzate, si
trasformamo in pagine che arricchiscono i contenuti culturali e di svago della
testata. L. Marchesani, Storia di Vasto, Apruzzo Citeriore, Napoli, Torchi
dell'Osservatore Medico, retro copertina di P. Spadaccini, “Rossetti e la
Grotta di Monte Calvo: tra mistero e leggenda, Lanciano, Il torcoliere, D. Martuscelli.
Saggi: “Opere” (Parma, Paganino); “Ai liberatori dell'Italia. Ode di Tavanti; Chiari
nella Condotta, L. Anelli, Ricordi di storia vastese, Arte della stampa, G.
Oliva, “Abum di famiglia: documenti, testimonianze, immagini” (Lanciano, Carabba);
P. Spadaccini, Rossetti e la grotta del monte Calvo: tra mistero e leggenda”; Lanciano,
IL torcoliere, Eleonora Mugoni, Il fratello perduto: Gabriele e Domenico
Rossetti, in Studi medievali e moderni. Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Domenico Rossetti. Rossetti. Keywords: il
fratello perduto, la Dora, L’Emonia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossetti”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716356440/in/photolist-2mPC6Zb-2mMZQZW-2mLQ1Vx-mMHj7J
Grice e Rossi – filosofia italiana – la volonta e la
temperanza -- Luigi Speranza (Appignano
del Tronto). Filosofo. Grice: “Rossi touches many Griciean points: universalia,
strength of will, and etc. – he also commented, like I did, on Aristotle’s
metaphysics.” Attivo filosofo fra Aureolo e Rimini,
dalla parte di Occam e Cesena, e oppositore di Giovanni XXII, nelle dispute dei
fraticelli, che portarono alla sua espulsione dall'ordine. Ha idee innovative e
spesso influenti in teologia filosofica, filosofia naturale, metafisica e
teoria politica. Soprannominato come "doctor succinctus" e
"doctor praefulgidus", come osservabile dalle iscrizioni su uno degli
affreschi del convento di Bolzano, e studiato e commentato soprattutto per
alcune tesi risalenti del suo Commento alle Sentenze, i Libri Quattuor
Sententiarum dichiarazioni autorevoli sui passi biblici che l'opera riune di
Lombardo. Le sue vedute contribuiscono all'evoluzione della filosofia
basso-medievale. Appignano del Tronto fa parte all'epoca della Marca di
Anconada. Nacque da una famiglia con il nome di Rossi (Rubeus). Studia sotto Duns
Scoto. Insegna a Perugia. Sottoscrive la risoluzione con la quale viene
dichiarata lecita la tesi secondo la quale Cristo e gli apostoli non mai possedeno
beni. Prende parte attiva alle lotte interne riguardanti la povertà che
divide l'ordine. Insieme a Michele da Cesena, Occam e Bonagrazia di Bergamo,
sostenne una regola di assoluta povertà per i successori di Cristo e per la
chiesa. Si ribella a Giovanni XXII, sostenendo il suo avversario, l'imperatore
Ludovico. I francescani che rifiutano la condanna della critica dei frati
minori della bolla Cum inter nonnullos di Giovanni XXII sono accusati di
eresia. Questo avvicina l'ordine allo schieramento anti-papale rappresentato da
Ludovico. Questi era divenuto ostile a Roma dopo che Roma rifiuta la conferma e
l'incoronazione come imperatore dopo l'elezione a re di Germania, preferendogli
Federico I. Ludovico scomunicato, rispose con un Appello. Con esso Roma fra
l'altro, viene accusato di eresia, quindi delegittimato per la sua presa di
posizione nella disputa sulla povertà. Lo scontro divenne acceso, la
conciliazione di Cesena al capitolo di
Lione falle. Cesena venne convocato e trattenuto ad Avignone insieme a
Bonagrazia da Bergamo ed Occam. Rossi come lector nello Studium generale
dell'Ordine, sottoscrive una protesta redatta da Cesena contro l'operato di Giovanni XXII. Ludovico i
giunge in Italia, prende la corona imperial. Dichiarato deposto Giovanni XXII.
Nomina Pietro da Corbara, con il nome di Niccolò V. Scomunicato da
Giovanni XXII, Rossi decide di raggiungere, fuggendo, Ludovico a Pisa con i
suoi con-fratelli prigionieri. Ancora una volta si ribella per protestare contro
la sua scomunica. A Pisa i quattro pubblicano un documento, l'”Appellatio
maior”, nel quale Giovanni XXII e dichiarato eretico per la sua posizione nella
questione della povertà. Lui e i suoi compagni andano però perdendo le simpatie
all'interno dell'Ordine. Il tentativo di Cesena di impedire lo svolgimento
del capitolo generale convocato a Parigi falle, mentre la riunione dell'Ordine
conferma la scomunica di Cesena ed elesse, quale nuovo ministro generale Guiral
Ot, ovvero Geraldo di Oddone, favorevole alla Curia. Lui e i suoi compagni
sono condannati ed e formalmente confermata la loro scomunica. Rossi ispira la
protesta espressa nelle “Allegationes religiosorum virorum”, che dichiara
invalida la deposizione di Cesena e l'elezione di Oddone, per l'esclusione di
metà degli aventi diritto alla partecipazione al capitolo. I quattro
francescani, con Marsilio da Padova, entrano a far parte della curia di
Ludovico. Con lui, raggiunsero Monaco di iera, ove si stabilirono nel convento.
Perseguitato dalle autorità ecclesiastiche in Italia, fa una ritrattazione
formale (che doveva servire da esempio per tutti i dissidenti successivi) e si
riconcilia con la chiesa e con l'ordine. Nel Improbatio, si concentra sulla
determinazione di quando e dove i diritti di proprietà hanno origine per
sostenere la convinzione che Cristo vive in povertà assoluta. Distingue tra due
tipi di proprietà: la proprietà prima della caduta di Adamo, e la proprietà
dopo. La proprietà prima della caduta di Adamo, nota anche come la proprietà
dello stato pre-lapsario, momento in cui tutte le creature di Dio si
rallegrarono nella felicità, sono profondamente collegati tra loro, e condivisa
nella creazione di Dio. La proprietà dopo la caduta d’Adamo è stata causata dal
primo peccato d’Adamo, rendendo la questione del “diritto di proprietà” distintamente
umana. Giovanni XII nega che l'origine della proprietà era legato agl’esseri
umani, sostenendo che e il peccato d’Adamo in sé ad esserne la causa. Rossi
convene che, senza peccato non ci sarebbero il diritto di proprietà. Tuttavia,
il peccato non porta immediatamente al concetto di “diritto di proprietà”. Sostenne
che la legge umana è responsabile della formazione del concetto di “diritto di
proprietà” non la legge divina. Usa la storia di Caino e Abele, citando volontà
corrotta di Caino per sostenere la sua convinzione. Fiorirono una serie di
studi nel contesto della filosofia naturale in relazione alla dottrina aristotelica
del movimento applicata al moto del proiettile. Per Aristotele un corpo inanimato
si muove spontaneamente verso il loro luogo naturale. Un corpo in movimento deve
alla presenza continua, e per contatto, di un motore che dirige il corpo verso
un’altra direzione. Già Giovanni Filopono mosso logiche obiezioni a questa
dottrina. Con la definizione di un “impeto”,
la discussione prosegue, ripresa d’Aquino. Solo con Rossi si giunse a
conclusione. La sua teoria sul moto del proiettile o moto para-bolico, indicato
come virtus de-relicta (forza rimanente), è descritta nelle sezioni di suoi
commenti sulle Sentenze che spiegano la consacrazione dell'Eucarestia, in una
quaestio sull’efficacia dei sacramenti. Il moto di un corpo è causato da una
forza lasciata dal corpo che agiva su di essa forza, quella forza residua
impressa al proiettile durante il lancio. A differenza della teoria
dell'inerzia che ha lo scopo di spiegare solo il fenomeno naturale, la sua teoria
della virtu de-re-licta è una spiegazione che include i fenomeni naturali e
sopra-naturali. Questa virtu “derelicta” spiega diversi tipi di moto perpetuo e
finite ed è destinato a tener conto delle variazioni innaturali. Gli elementi
chiave della de-re-licta virtu includono: Un corpo viene messo in moto da
un altro corpo, che lascia la forza rimanente in corpo in movimento. All'inizio
di un dato movimento, la ‘de-re-licta’ virtu puo lavorare con o contro la
naturale disposizione del corpo in movimento. Se funziona *contro* il corpo in
movimento, la virtus derelicta si dissipa ed eventualmente lascia il corpo,
cessando il moto. Se funziona *con* il corpo in movimento, la virtus derelicta
rimane nel corpo, provocando il potenziale moto perpetuo. Ci sono stati diversi
filosofi prima del suo tempo, come ad esempio Richard Rufus di Cornovaglia che sembrano
disporre già di versioni della “virtus derelicta”. Quindi non è chiaro se
questa teoria sia veramente originta autonomamente da lui. Tuttavia, filosofi
come Buridano e Odonis utilizzano la teoria di Rossi per affinare i propri
concetti di virtus derelicta, confermando che gioca un ruolo chiave
nell'evoluzione della filosofia sulla fisica. Nel secondo libro dei Commentari
sulle Sentenze, si focalizza su come la volontà potrebbe agire contro la
ragione con conseguente colpevolezza morale. Se la volontà potrebbe o agire
prima, o contro giudizio razionale. La volontà è la causa dell'azione. Dopo che
l’agente elabora un giudizio, la sua volontà decide di agire sia in conformità
con tale giudizio o *contro* di esso. La volontà e il termine medio tra
giudizio e azione. Senza di volonta, il giudizio richiederebbe un'azione,
negando il concetto di libero arbitrio e colpevolezza morale. Inoltre, la
volontà dell’agente è sotto una legge che *obbliga* a compiere un atto buono.
Senza questo impegno non ci sarebbe peccato, o colpevolezza morale. Per
rispondere a come la volontà dell’agente puo andare contro tale obbligo,
distingue tra l’atto apprensivo e l’atto gidicativio. L’atto apprensivo è necessario
per far funzionare la volontà. L’atto apprensivo è frutto della cognizione intellettuali
e del giudizio. L’atto giudicativo è formato dalla *conoscenza* più complessa
in cui il ragionamento si applica giudiziosamente. La volontà non richiede un atto
giudicativo da eseguire. Ciò spiega come gl’esseri umani sono in grado di
peccare. La volontà non dipende da un giudizio *razionale*. Per evitare
l'obiezione che il giudizio è necessario per il ragionamento e non può essere
ignorato nel processo deliberativo, offre un'ulteriore distinzione tra *conoscenza*
apprensiva e *conoscenza* giudicativa, e due tipi di giudizi riflettenti
razionali. Queste distinzioni consentono un giudizio da selezionare su un'altra
causa della forza che riceve da essere *selezionato* dalla volontà. Altri
saggi: “Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir
reprobus, una confutazione alla bolla papale di Giovanni XII. Quodlibet cum
quaestionibus selectis ex commentario in librum Sententiarum. Affronta i
principali temi: le relazioni delle persone divine all'interno della trinità e
il rapporto tra il creatore e il mondo, la libertà di dio nel creare, la pre-scienza
divina e la pre-destinazione alla salvezza. “Sententia et compilatio super
libros Physicorum Aristotelis Quaestiones praeambulae et Prologus” -- Riflette
sullo statuto scientifico della teologia e della metafisica. Distingue primi
libri prima ad decimam Questes super metaphysicam. Repertorium biblicum Medii
Aevi, IMatriti Visita triennale di O. Civelli, Picenum seraphicum, A. Ratisbona,
Chronica de ducibus ariae, G. Leidinger, in Mon. Germ. Hist., M. Firenze,
Compendium chronicarum fratrum minorum, in Arch. franc. hist., A. Emmen, in
Lex. fA. Heysse, Descriptio codicis Bibliothecae Laurentianae Florentinae S.
Crucis, Plut. A. Heysse, Duo documenta de polemica inter Gerardum Oddonem et
Michaelem de Caesena, Perpiniani, Monachii, in Arch. franc. hist., A. Pompei, Enciclopedia
filosofica, Venezia, cfr. anche impeto, A. Possevino, Apparatus sacer, Venezia;
A. Tabarroni, Paupertas Christi et apostolorum. L'ideale francescano in
discussione Roma A. Teetaert, Deus et homo ad mentem I. Duns Scoti. Acta
Congressus scotistici Vindobonae, Roma; C. Dolcini, “Crisi di poteri e politologia
in crisi” (Bologna); “C. Dolcini, Il pensiero politico di Michele da Cesena, Faenza, Roma C.Schabel, Il determinismo,
Picenum Seraphicum. C. Schabel, “La virtus derelicta e il contesto del suo sviluppo”
in C. Schabel, “La dottrina sulla predestinazione di Rossi,” Picenum Seraphicum,
F. Giambonini, Giovanni dalle Celle, L. Marsili, Lettere, Firenze, Repertorium
Commentariorumin Sententias Petri Lombardi, F. Tinivella, Enciclopedia
cattolica, Vaticano, F. Gonzaga, De origine seraphicae Religionis franciscanae,
G. Cantalamessa Carboni, Memorie intorno i letterati e gli artisti della città
di Ascoli nel Piceno, Ascoli, G. Mazzuchelli, Gli scrittori d'Italia, Brescia,
G. Sbaraglia, Scrittori francescani piceni; G. Sbaraglia, Supplementum et
castigatio ad Scriptores trium Ordinum S. Francisci, Roma; I.A. Fabricius,
Bibliotheca Latina mediae et infimae aetatis, Firenze; L. Wadding, Annales minorum,
Quaracchi, L. Wadding, Scriptores Ordinis Minorum quibus accessit syllabus
illorum qui ex eodem Ordine pro fide Christi fortiter occubuerunt, priores
atramento, posteriores sanguin. christianam religionem asseruerunt, recensuit
Fr. Lucas Waddingus ejusdem Instituti Theologus, ex Typographia Francisci
Alberti Tani, Roma, Ludger Meier, De
schola franciscana Erfordiensi. N. Glassberger, Chronica, in Analecta
franciscana, II, Ad Claras Aquas; N. Schneider, N. Mariani, “Francisci de
Marchia sive de Esculo, Quodlibet cum quaestionibus selectis ex commentario in
librum Sententiarum, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N. Mariani, Francisci
de Marchia sive de Esculo, Sententia et compilatio super libros Physicorum
Aristotelis, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N. Mariani, Due
Sermoni, Archivum Franciscanum Historicum Nazareno Mariani, Francesco di Appignano
OFM, Contestazione, Appignano del Tronto, Nazareno Mariani, Francisci de
Esculo, OFM, Improbatio contra libellum Domini Johannis qui incipit Quia vir
reprobus, ed. (= Spicilegium Bonaventurianum) Grottaferrata; N. Mariani,
Francisci de Marchia, “Quaestiones super Metaphysicam”; Spicilegium
Bonaventurianum), Grottaferrata; N. Mariani, Francisci de Marchia sive de
Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi”; “Distinctiones
primi libri a prima ad decimam”; Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata; N.
Mariani, Francisci de Marchia sive de
Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum Petri Lombardi; “Distinctiones
primi libri a undecima ad vigesimam octavam, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata,
N. Mariani, Francisci de Marchia sive de Esculo, Commentarius in IV libros
Sententiarum Petri Lombardi. Distinctiones primi libri a vigesima noa ad
quadragesimam octavam, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata); N. Mariani,
Francisci de Marchia sive de Esculo, “Commentarius in IV libros Sententiarum
Petri Lombardi”; “Quaestiones praeambulae et Prologus, Spicilegium Bonaventurianum,
Grottaferrata); N. Mariani, Franciscus de Esculo, “Improbatio”, Grottaferrata);
N. Mariani, “Questioni sulla metafisica”, Spicilegium Bonaventurianum, Grottaferrata;
N. Minorita, Chronica. Cividali, Il beato G. dalle Celle, in Mem. dell'Accad. dei
Lincei, Gauchat, Cardinal Bertrand de Turre, Ord. min.
conc. "Quaestiones in
Metaphysicam", F. Serino. Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, R.
Lambertini, “La proprietà di Adamo”; “Stato d'innocenza ed origine del dominium
nel Commento alle Sentenze e nell'”Improbatio” di F. d'Ascoli, in Bull.
dell'Ist. stor. ital. per il Medio Evo, IC R.F. Bennett, H. Offler, Guillelmi de Ockham
Opera politica, Mancunii S. Baluze G.D. Mansi, Miscellanea novo ordine digesta,
Lucae S. Cipriani, Dizionario ecclesiastico (Torino); Collectanea franciscana, T.
Nani, W. Duba, D. Carron, G. Etzkorn, “Francisci de Marchia, “Quaestiones in
secundum librum Sententiarum”, Reportatio, Quaestiones, Leuven; W. Eckermann, Hugolini de Urbe Veteri
Commentarius in quattuor libros Sententiarum. Francesco d'Ascoli, Francesco della Marchia,
Francesco d'Appignano, Francisco de Esculo, Franciscus Pignano, Franciscus
Rubeus, Francesco Rossi, Schneider, A proposito della teoria dell'mpetus nella
filosofia della natura. G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores
trium ordinum S. Francisci a Waddingo aliisve descriptos; cum adnotationibus ad
Syllabum matyrum eorundem ordinum, S. Michaelis ad ripam apud Linum Contedini,
Roma, L. Wadding, Scriptores Ordinis minorum, Roma, Napoli, Biblioteca
Nazionale. Explicit fratris Francisci de Marchia super primum Sententiarum
secundum reportationem factam sub eo tempore, quo legit Sententias Parisius
anno Domini; Commento ai primi sette libri della “Metaphysica” di Aristotele,
N. Minorita, Cronaca, G. Pamiers, Quodlibet “Acta, gesta et facta fuerunt praedicta coram
religiosis et honestis viris, fratribus Ordinis Minorum”, Francisco de Esculo,
in sacra theologia doctore et lectore tunc in conventu Fratrum Minorum de
Avenione. M. Lambert, Povertà francescana; La dottrina dell'assoluta povertà di Cristo e
degli apostoli nell'Ordine francescano, Biblioteca Francescana, Cf. MS Firenze,
Biblioteca Laurenziana, Santa Croce, pluteo, sinistra, Appellatio maior, N. Minorita, Chronica. Cui
appellationi et provocationi incontinenti adhaeserunt et eam approerunt
religiosi viri frater Franciscus de Esculo, doctor in sacra pagina. F.
d'Ascoli, Occam, Enrico di Talheim e Bonagrazia da Bergamo, Allegationes
religiosorum virorum, Baluze-Mansi in Miscellanea, Lucca e dallo Eubel in
Bullarium Franciscanum, Roma, R.
Lambertini, “Rossi e Occam: alcuni aspetti di un rapporto non facile, Convegno su
Francesco d'Appignano; Jesi, Terra dei Fioretti; Lambertini, F. d'Appignano ed Occam: alcuni
aspetti di un rapporto non facile in AConvegno su F. d'Appignano; Jesi,
Edizione Terra dei Fioretti; G.
Filipono, Commentari alle opere di Aristotele, “Sulla generazione e corruzione”;
“Sull'anima”; “Analitici primi”; “Analitici secondi”; “Le Categorie, Fisica, Meteorologia Fabio Zanin, Francis of Marchia, Virtus
Derelicta. -- "How is Strength of the Will Possible? (cfr.
H. P. Grice, “I’ll show Davidson how continentia and temperantia are
POSSIBLE!”). Dopo la grande edizione critica di N. Mariani, Grottaferrata, Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Centro Studi
Francesco d'Appignano. Francesco Rossi della Marca. Rossi. Keywords:
continentia, temperanza, giudizio, giudicazione, volonta, volere, atto apprensivo,
appresione, atto giudicativo, conoscenza apprensiva, conoscenza giudicativa,
decisione, libero arbitrio, colpavolezza morale, agire l’atto buono,
possibilita della colpavolezza morale, la legge, la volonta sotto la legge,
giudizio razionale, agire razionale, ragionamento, conclusione, sillogismo
pratico, elezione, la caduta d’Adamo, la teoria dell’elezione e la
deliberazione, i peripatetici, virtus de-re-licta, teoria del moto, moto
perpetuo, virtus contro il corpo, virtus con il corpo, volonta con il giudizio,
volonta contro il giudizio. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736603825/in/datetaken/
Grice e Rossi – l’implicatura di Lucrezio – filosofia
italiana -- Luigi Speranza (San Giorgio
la Montagna). Filosofo. "il più grande e puro metafisico" nelle
parole di Vico. Vive a Montefusco. Studia a Napoli. Scrive diverse saggi tra
cui il più importante rimane Della mente sovrana del mondo. Altri aggi: Considerazioni di alcuni misteri
divini, raccolti in tre dialoghi, Dell'animo dell'uomo, Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tommaso Rossi. Rossi. Keywords:
implicature moderna, argumenti contro Lucrezio, Lucrezio, De rerum natura,
animi degl’uomini, anime degl’uomini, animo/anima, corpi degl’uomini, corpi
degl’animali, degl’affetti degl’uomini, il senso, il moto, i corpuscoli.
Ossessione con Lucrezio come filosofo romano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rossi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735678786/in/datetaken/
Grice e Rossi – lo storicismo – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Torino). Filosofo. Studia
a Torino sotto Abbagnano, Napoli, e Milano.
Insegna a Cagliari e Torino. Studia lo storicismo, l’illuminismo, e il
positivismo. Saggi: “Lo storicismo” (Einaudi, Torino); “Storia e storicismo” (Lerici,
Milano); “La storiografia Saggiatore, Milano); “Oltre lo storicismo (Saggiatore,
Milano); “Storia della filosofia”, Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Cf. Grice, “Speranza e l’opera di Grice in Italia.”
Rossi. Keywords: lo storicismo, la critica della ragione storica, la storia
della filosofia – l’antichita – filosofia romana, filosofia antica, gl’antichi,
la filosofia romana, filosofia italica – indice al volume ‘L’antichita’ nella
‘Storia della filosofia” – “L’antichita” – storiografia filosofica – l’origine
della filosofia italica, l’origine della filosofia romana. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734837492/in/datetaken/
Grice e
Rossi – l’implicatura di Vico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Urbino).
Filosofo. Studia ad Ancona, Bologna, e Firenze sotto
Garin. Insegna a Città di Castello e Milano. Lavora all'Enciclopedia dei
ragazzi presso la casa editrice Mondadori. Insegna a Cagliari, Bologna, e
Firenze. Si occupa di storia della filosofia e della scienza, con particolare
riguardo al Cinquecento e al Seicento, pubblicando saggi. Cura edizioni di
diversi autori, tra i quali Cattaneo (Mondadori) e Vico (Rizzoli). Le
collaborazioni con giornali vanno dalla rubrica "Scienza e filosofia"
sul settimanale Panorama alla rubrica "Storia delle idee" per il
supplemento culturale La Domenica del quotidiano Il Sole 24 ore. Della "rivoluzione
scientifica" sostiene che la scienza vive un vero e proprio mutamento di
paradigma. Il carattere rivoluzionario dei mutamenti nel modo di fare scienza
avvenuti all'epoca di Galilei grazie a una serie di fattori: la visione della
natura, non più divisa tra corpi naturali e "artificiali", la
dimensione continentale (e, in prospettiva, mondiale) della cultura
scientifica, l'autonomia da Roma, la pubblicità dei risultati. Un'altra
importante novità e costituita dal formarsi di un'autonoma comunità scientifica,
"una sorta di autonoma Repubblica della Scienza dove non esiste l'ipse
dixit". Si dedica al tema della memoria, in chiave filosofica e
storica, in “Il passato, la memoria, l'oblio”. Analizza e denuncia l'esistenza
di diverse forme di "ostilità alla scienza" (il
"primitivismo" e l'"anti-scienza") che, come forma di
reazione allo sviluppo tecnologico e industriale, propugnano come soluzione di
tutti i mali il ritorno a un mondo pre-moderno idealizzato e il rifiuto della
razionalità. Socio corrispondente dell'Accademia Pontaniana di Napoli. Dei
lincei. Saggi: “Acocio” (Milano, Bocca); “Favole antiche” (Milano, Bocca); “Dalla
magia alla scienza” (Bari, Laterza); “Clavis Universalis: arti della memoria e
logica combinatoria” (Milano, Napoli, R. Ricciardi); “I filosofi e le machine”
(Milano, Feltrinelli); “Galilei” (Roma-Milano, CEI-Compagnia Edizioni
Internazionali, “Il pensiero di Galilei: una antologia dagli scritti, Torino,
Loescher); “Le sterminate antichità: studi vichiani” (Pisa, Nistri-Lischi); “Storia
e filosofia: saggi sulla storiografia filosofica, Torino, Einaudi); “Aspetti
della rivoluzione scientifica, Napoli, A. Morano); “La rivoluzione scientifica”
(Torino, Loescher, Pisa, Edizioni ETS,
“Immagini della scienza,” Roma, Editori Riuniti); “I segni del tempo: Storia
della nazione italiana in Vico” Milano, Feltrinelli); “I ragni e le formiche:
un'apologia della storia della scienza,” Bologna, Il Mulino); “Storia della
scienza,” Torino, Pomba, “La scienza e la filosofia dei moderni: aspetti della
rivoluzione scientifica,” Torino, Boringhieri, “Paragone degli ingegni moderni
e post-moderni,”Bologna, Il Mulino, “Il passato, la memoria, l'oblio: sei saggi
di storia delle idee” (Bologna, Mulino); “La filosofia,” Torino, Pomba,
“Naufragi senza spettatore: l'idea di progresso,” Bologna, Il Mulino, “La
nascita della scienza” Roma, Laterza, “Le sterminate antichità e nuovi saggi
vichiani,” Scandicci, La Nuova Italia, “Un altro presente: saggi sulla storia
della filosofia,” Bologna, Il Mulino); “Bambini, sogni, furori: tre lezioni di
storia delle idee, Milano, Feltrinelli); “Il tempo dei maghi: Rinascimento e
modernità, Milano, R. Cortina, Speranze, Bologna, Il Mulino, Mangiare, Bologna,
Il Mulino, Un breve viaggio e altre
storie: le guerre, gli uomini, la memoria (Milano, Cortina); saggi in onore di
Paolo Rossi, Antonello La Vergata e Alessandro Pagnini, Nuova Italia, Firenze,
Segni e percorsi della modernità: saggi in onore, F. Abbri e M. Segala,
Dipartimento di Studi Filosofici dell'Siena, Antonio Rainone, «Rossi
Monti, Paolo» in Enciclopedia ItalianaVI Appendice, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Ferdinando Abbri, Nuncius, Dizionario di filosofia,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Un maestro, Pisa, Edizioni della
Normale, Tra Banfi e Garin: la formazione, in Rivista di filosofia, Treccani Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani,
Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche -- Per una scienza
libera, intervista. Storia Moderna, : memoria e reminiscenza, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Fondo
Rossi nella biblioteca del Museo Galileo. Paolo Rossi. Paolo Rossi Monti.
Monti. Keywords: Cattaneo, Aconzio, Vico, Galilei, nato Paolo Rossi, adottato
dalla zia materna, Monti, Vico, Vinci, Garin, Banfi, la storia della nazione
italiana, Vico e la storia della nazione italiana, favola antica, dalla magia
alla scienza, bruno. – Refs. Luigi
Speranza, “Grice e Rossi: l’implicatura di Vico” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51667660922/in/photolist-2mHGgw3-E4u3XA-2mKr38G-BNZ85J-ALFv7d-AxxzTD-AZWYJA-ApRtxq-Axw9LB-B3MNUK-A6poSZ-BcuYTZ-ApQAXh-ApiFAg-Bah84L-AxtCpu-BcuKBD-B1z6ph-B3gchn-B3QKYi-ApmdTH-Axwy9t-AscfFc-AxwmBa-Bcutrc-AewDtF-B26qKh-A6ZQf4-Bajmv1-A6q9QZ-Apk84E-AeC6uP-Bcvwwt-Bbwckk-B27ZJG-oaRQwU-nTsKH2-nTt1ft-oaWxtt-o8NdWA-o7k5vN-nKMCbE-o58rvZ-nUfS4K-nVy125-nbpW4V-nbpUW6-nsWw87-nbpHBc-nt44Az
Grice e Rosso – filosofia siciliana – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Corleone).
Flosofo. Vive a Palermo. Scrisse tre saggi. Il primo e “Varie cose notabili
occorse in Palermo ed in Sicilia”. Il secondo e “Descrizione di tutti i Luoghi
Sacri della felice Città di Palermo”. Descrive le chiese di Palermo. Questo
saggio e ricordato in vari altri saggi. Il terzo saggio e “Diario Palermitano”.
Il comune di Palermo gli dedica una via.
Biblioteca storica e letteraria di Sicilia: Mira/bibl Siciliana. D.
Ciccarelli e M. Valenza, La Sicilia e l'Immacolata: non solo 150 anni. Atti del
convegno, T. Pugliatti, Pittura del Cinquecento in Sicilia, Electa, pagine Roma. Istituto di studi bizantini e neo-ellenici,
Rivista di studi bizantini e neo-ellenici. G. Marzo, Biblioteca storica e
letteraria di Sicilia: Opere storiche inedite. Valerio Rosso. Rosso. Keywords:
filosofia siciliana, filosofia italiana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rosso”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734795297/in/datetaken/
Grice e Rota – la lavagna del grupo
di giocco – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vigevano). Filosofo. Italian philosopher. Grice: “Many
Italian philosophers would not consider Rota an Italian philosopher seeing that
he earned his maximal degree without (not within) Italy! And right they would,
too!” Saggi: “Pensieri discreti” (Garzanti). Dizionario biografico
degl’italini. F. Palombi, “La stella e l’intero – la ricercar di Rota tra
matematica e fenomenologia” (Boringhieri); D. Senato, “Matematico e filosofo”
(Springer)Gian-Carlo Rota. Rota. Aune: “I left the play group when I
realised that Grice could care less about blackboards!” -- Keywords: il primate
dell’identita, Whitehead, fenomenologia, Husserl, Heidegger, tra fenomenologia
e matematica, la stella e l’intero, discrezione, indiscrezioni, combinatoria e
filosofia, la lavagna del gruppo di giocco. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Rota," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/
Grice e Rotondi – Roma antica –
filosofia italiana. – Luigi Speranza (Vicovaro). Filosofo.
I primi anni di attività della sua “libreria delle occasione” sono piuttosto
travagliati in quanto le autorità fasciste, infastidite dalla tipologia
eterodossa dei testi in vendita, operano diversi sequestri e infliggono
sanzioni. Costretto a chiudere la libreria per evitare il richiamo alle armi
della Repubblica Sociale Italiana. Considerato disertore, si rifugia con la
famiglia a Vicovaro. Individuato in seguito ad una delazione, riesce
fortunosamente a sfuggire alla cattura e si allontana verso le montagne che
circondano il paese, inseguito dappresso da Tedeschi. Disperando di potersi
salvare, si nasconde nei pressi di una casa abbandonata, popolarmente ritenuta
abitata dagli spirit e qui avviene
l'evento fondamentale sopra descritto che cambierà la sua vita e le sue
convinzioni, aprendolo alla conoscenza del mondo spirituale. Improvvisamente ha
una visione folgorante nel Cielo. Sedetti a contemplare la scena. Una catena di
globi luminosi dall'alto scendevano fin giù, penetravano nella terra, poi altri
che risalivano e poi ridiscendevano come per riunirsi in un misterioso
convegno. Si sentivano delle voci indistinte. Si trattiene ad osservare tale
spettacolo misterioso salvandosi, in questo modo, dal rastrellamento in corso
nel vicino paese di Roccagiovine. Questo primo decisivo contatto con il paranormale raccontato in "Il protettore
invisibile". Tale evento rappresenterà l'inizio del suo studio e del suo
interesse nei confronti dell'esoterismo e della spiritualità. Pubblica massime,
proverbi e aforismi di Roma antica. Dà alle stampe “L’arte del silenzio e l’uso
della parola”, un originale e lungimirante saggio il cui intento si manifesta
già dalla dedica, firmato con lo pseudonimo di Vico di Varo, derivato
chiaramente dal suo paese natale. Viene incaricato di redigere un opuscolo
commemorativo in occasione dell'inaugurazione in Vicovaro del Monumento in
onore delle vittime della strage nazista delle Pratarelle. Svolge una funzione
di aggregazione e catalizzazione culturale in anni difficili in cui certi
ambiti di studio venivano guardati con sospetto, quando non con manifesta
ostilità. Partecipa e svolge un ruolo tutt'altro che secondario nel
Cerchio Firenze, una delle più importanti esperienze para-psicologiche collettive
italiane. Lui la sua libreria, sono
ormai un punto di riferimento di tutto un mondo culturale in espansione e finalmente
libero da ogni censura. Pubblica titoli
presso diverse case editrici (Mediterranee, Astrolabio, Sugarco, S.A.S.),
firmandoli oltre che con il suo vero nome con il pseudonimo ‘Amadeus Voldben’,
acronimo di “Volontario del Bene”. Tale nome d’arte sta ad indicare la missione
che si e prefisso e che delinea nel libriccino “I volontari del bene”, vera e
propria bibbia per tutti coloro che si riconoscono nel progetto di diffusione
del bene. Oltre al valore intrinseco
degli scritti, sono le riunioni e la sua stessa presenza in libreria a
suscitare curiosità e interesse presso un pubblico molto ampio che vede in lui una
guida spirituale in grado di fornire suggerimenti mai banali e, da educatore,
sempre comprensibili. Dietro la sua apparente severità, che è semplicemente
rifiuto della superficialità, traspare la disponibilità e l'umanità,
accessibili a chiunque si sforzi di varcare il civico 82 di via Merulana. Si
caratterizza da una produzione culturale ed una serena consapevolezza. Regala
gemme di saggezza e consigli. Oltre ai testi pubblicati lascia altri scritti,
alcuni pronti per la stampa altri bisognosi di revisione, che vengono
pubblicati da i quali si sono impegnati a proseguire l'attività in libreria,
mantenendosi fedeli all'impostazione originaria da lui delineata. La libreria
riceve il riconoscimento di "negozio storico" da parte del Comune di
Roma. Opere: Saggezza ” (I della collana Le Perle, ristampato da
Astrolabio. L'arte del silenzio e l'uso della parola, ristampato dalla Libreria
Rotondi; Saggezza di Roma antica, collana Le Perle). Saggezza dell'antica
Grecia, collana Le Perle). Amore e saggezza nel pensiero, collana Le Perle). Il giardino della saggezza,
collana Le Perle). “Dopo Nostradamus: le grandi profezie sul futuro dell'umanità”
(Mediterranee); “Un'arte di vivere: via segreta alla serenità” (Mediterranee);
“La coppa d'oro: insegnamenti dei maestri, fonte di luce e di energia, SAS; Le
influenze negative: come neutralizzarle, SugarCo,, Il protettore invisibile: la guida che ci
aiuta nei momenti difficili della vita, Mediterranee, La voce misteriosa,
Astrolabio; Lo scopo e il significato della vita: perché si nasce, perché si
vive, perché si muore, Mediterranee, I prodigi del pensiero positivo: il suo
potere e la sua azione a distanza, Mediterranee, Il destino nella vita dell'uomo,
Mediterranee, La re-incarnazione: verità antica e moderna, Mediterranee, La
potenza del creder e la gioia d'amare: i prodigi della fede e dell'amore,
Mediterranee, Una luce nel tuo dolore,
Mediterranee); “Guida alla padronanza di sé, Mediterranee, La magica potenza
della preghiera, Mediterranee); La chiave della vita, Mediterranee, La presenza divina in noi, Mediterranee, Le
leggi del pensiero: l'energia mentale e l'azione della volontà, Mediterranee);
Le grandi profezie sul futuro dell'umanità, Mediterranee. La potenza creatrice
del pensiero, Mediterranee, Pensieri per una vita serena, Mediterranee); “Ricordo
dei nostri martiri. Commemorazione in occasione dell'inaugurazione del
monumento ai martiri delle PratarelleVicovaro, Tipografia Seti, Roma); “I
Volontari del Bene” (Libreria Rotondi Editrice, Roma); “Reincarnazione e
fanciulli prodigio, Mediterranee, Roma, La reincarnazione: verità antica e moderna,
Mediterranee); “La voce misteriosa”; “Le perle”. L’arte del silenzio e l’uso della
parola. La Libreria Rotondi è segnalata in molte pubblicazioni, tra cui la
Guida ragionata alle librerie antiquarie e d'occasione d'Italia, C. Messina,
Roma); A. Voldben, Il protettore invisibile, Edizioni Mediterranee, Roma, La sua partecipazione agli incontri del
Cerchio Firenze 77 è ricordata in “Oltre l'illusione, Roma, Mediterranee, e “Oltre
il silenzio” L. Campani Setti, Roma, Mediterranee). Dopo Nostradamus, I prodigi
del pensiero positivo, Le influenze negative, Il protettore invisibile: Molte persone
si rivolgevano a Rotondi per ricevere consigli. Una testimonianza letteraria di
questa consuetudine si trova nel romanzo di Giovetti Weimar per sempre (Mediterranee, Roma)
in cui il personaggio si reca presso la Libreria delle Occasioni per ricevere
suggerimenti su questioni spirituali e libri. Libreria Rotondi, Libreria delle
Occasioni (La libreria fondata da Rotondi) La piccola miniera (da Il Corriere
della Sera) Il libraio di via Merulana e i globi luminosi (da La Repubblica) Cerchio
Firenze (Esperienza parapsicologica
collettiva) Andiamo alla scoperta (da La Piazza di Castel Madama. ‘Vico di Varo’. Amedeo Rotondi. Rotondi.
Keywords: Roma antica, antica Roma, le perle, Vicovaro, filosofia fascista, il
veintennio fascista. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rotondi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736417395/in/datetaken/
Grice e Rovatti – i giocchi e
gl’uomini – filosofia italiana – Luigi Speranza (Modena). Filosofo. Grice:
“I do not know any other philosopher other than me or Austin who, like Rovatti,
is obsessed wiith the concept of a ‘game’!” Studia fenomenologia a Milano con Paci.
Insegna a Trieste. Si occupa dei rapporti tra fenomenologia e marxismo
pubblicando “Critica e scientificità in Marx” e poi focalizzando in vari saggi
il tema dei bisogni con riferimento anche alla psicoanalisi. Le questioni
concernenti il “pensiero debole” diventano il punto di partenza di “La posta in
gioco”; “Abitare la distanza”, “Il paiolo bucato”; “La follia in poche parole”;
“ L'esercizio del silenzio” Possiamo addomesticare l'altro?”; “Inattualità del
pensiero debole”. Queste questioni riguardano soprattutto la possibilità di una
«logica paradossale» e si articolano intorno ai temi del gioco, dell'ascolto e
dell'alterità, tutti collegati alla questione della soggetto. Saggio su Paci.
Dalla filosofia del gioco nascono anche “Per gioco”; “La scuola dei giochi”
(Bompiani, Milano); “Il gioco di Wittgenstein” (EUT, Trieste). Si interessa alla
consulenza filosofica, con “La filosofia può curare? La consulenza filosofica
in questione” (Cortina, Milano). Altre saggi: “Il coraggio della filosofia” in «aut
aut». Tiene una rubrica sul quotidiano "Il Piccolo" di Trieste,
“Etica minima”. Racoglie "scritti corsari" (cfr. Pasolini) in vari saggi:
“Etica minima – saggi quasi corsair sull’anomalia italiana” (Cortina, Milano);“Noi,
i barbari – la sottocultura dominante” (Cortina, Milano); “Un velo di sobrietà”
(Saggiatore, Milano); “Accanto a una sensibile sintonia”. Si manifesta nella
sua filosofia una particolare attenzione sul rapporto tra potere e sapere; “Gli
egosauri” (Elèuthera, Milano); “Le nostre oscillazioni” (Collana Edizioni alpha
beta Verlag, Merano); “L’intellettuale riluttante, Elèuthera, Milano); “Restituire
la soggettività. Lezioni sul pensiero di Basaglia, alphabeta, Merano); “Inattualità
del pensiero debole” (Forum, Udine); “La posta in gioco: il soggetto” (Bompiani,
Milano); “Consulente e filosofo. Osservatorio critico sulle pratiche
filosofiche” (Mimesis, Milano). “Possiamo addomesticare l'altro? La condizione
globale” (Forum, Udine); “Abitare la distanza. Per una pratica della filosofia”
(Feltrinelli, Milano); “Scenari dell'alterità, Bompiani, Milano); “Il decline
della luce” (Marietti, Genova); L'università senza condizione” (Cortina, Milano);
“La follia in poche parole” (Bompiani, Milano); “Fare la differenza” (Triennale
di Milano, Milano); “Il paiolo bucato. La nostra condizione paradossale” (Cortina,
Milano); “Introduzione alla filosofia contemporanea, Bompiani, Milano); “Lettere
dall'università, Filema, Napoli); “Per gioco: piccolo manuale dell'esperienza
ludica” (Cortina, Milano); “Trasformazioni del soggetto: un itinerario
filosofico” (Poligrafo, Padova); “Dizionario dei filosofi contemporanei,
Bompiani, Milano); “Elogio del pudore. Per un pensiero debole” (Feltrinelli,
Milano Intorno); “Il pensiero debole” (Feltrinelli, Milano); “Bisogni e teoria
marxista” (Mazzotta, Milano); “Critica e scientificità in Marx: per una lettura
fenomenologica di Marx e una critica del marxismo di Althusser (Feltrinelli,
Milano); “La dialettica del processo” (il
Saggiatore, Milano). aut aut. Pier Aldo Rovatti: il pensiero debole, sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. Pier Aldo
Rovatti. Rovatti. Keywords: i giocchi e gl’uomini --. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Rovatti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735500411/in/datetaken/
Grice e Rovella – Querce – filosofia siciliana. Filosofia italiana – Luigi
Speranza. (Palazzolo Acreide). Filosofo. Appartene ad una famiglia contadina. Studia
a Ispica e Catania sotto Carbonara con un saggio di estetica, sul rapporto fra
contenuto o materia e forma. Insegna a Noto e Palazzolo.Pubblica “L'uomo” (Giannini,
Napol). In una serrata discussion affronta la metafisica ed espone il suo
convincimento che la ricerca senza condizioni, attraverso l'intelligenza attiva
e creatrice può aprire all'uomo orizzonti creativi, seppur rischiosi. La
metafisica imprigiona in schemi rigidi e vincolanti. Pervenire
all'autocoscienza è il compito più degno degl’uomini, che pur problematico in sé
non rimaneno imprigionati nel problematicismo. Altre opera: “Deneb” (Caltanissetta,
Roma), romanzo filosofico che narra la pulsione verso l'oltre, attenuando,
così, la precedente critica verso la metafisica e aprendo verso il mistero che comporta
il confronto con tre donne che rappresentano tre volti diversi della verità. La
stella “Deneb” è metafora della pulsione verso l'alto. Abbondano i riferimenti
autobiografici da cui emerge l'attaccamento alla casa natia, che non abbandona,
alla famiglia e soprattutto ad un modello di vita contadina morigerata e
sobria. Lo stile è affabulante. L'autocoscienza e il trionfo
della morte in Gentile in Il pensiero di
Gentile (Enciclopedia Italiana, Roma). Qui si esamina il momento finale della
vicenda umana e filosofica di Gentile alla cuia filosofia e sempre
legato. “L'errore del cerchio” (Siracusa). Predomina il colloquio
interiore, lo scavo nella coscienza e nella memoria. Procede come un giallo. Un
tema attraversa gli avvenimenti, la libertà e la necessità di un suo
contenimento. “La fattoria delle querce” (Caruso, Siracusa). L’epopea della
famiglia siciliana Capobianco, governata da una donna e sviluppata attraverso
un intrigo di personaggi e di vicende. I discendenti Capobianco sono identici
agli ante-nati, e la ricerca della genealogia è il problema più assillante per
i personaggi. Il mito dell'eterno ritorno dell'identico li e caro. Rimane sempre
legato ai miti. Fisiognomica, astrologia, venti, odori e turbamenti fanno di
questa opera un esempio di scrittura immaginifica e personale. Filosofia di non
di facile consume traccia una “Imago Siciliae”. Nella stessa aura de La
fattoria sono scritti i racconti. Cambia di nuovo argomento, inizia quella
che lui chiama “la fase cristica”, in cui la figura di Cristo e il rapporto fra
le religioni sono il tema dominante. “L'ora del destino, dramma in due
atti” (Accademia Casentinese di Lettere, Arti, Scienze ed economia, Castello di
Borgo alla Collina, Arezzo, L'Ora in
persona di una donna consola il crocifisso che muore quando una congiuntura
astrale perviene al suo compimento. In “Vita di Gesù” (Prospettive d'Arte,
Milano) Gesù è visto nella sua umanità. La narrazione segue lo sviluppo dei
vangeli sinottici, con qualche incursione negli apocrifi. L'autore, che pur ne
ha le competenze,si tiene lontano dalle problematiche gesuologiche e
cristologiche. Vuole narrare un Gesù “così come parla al cuore”. L'Angelo
e il Re, con prefazione di Pazzi per i tipi di Palomar Bari.I nove mesi di
gravidanza di Maria vergine sono narrati con un andamento che si mescola di
esoterismo e sapienza umana. Maria spesso, nel mistero del suo concepimento,
nella sua realtà quotidiana, vive le vicende del suo quartiere, con le sue
amiche, con qualche momento di gioia esaltata e prorompente, con un tratto
zingaresco. Attratto da zingari e vagabondi di passaggio, come incarnazione di
una libertà che abbiamo smarrita. “Le Madri” (Utopia, Chiaramonte Gulfi). Vi
si sente l'eco di J. Bachofen. Breve raro capolavoro, pieno di mistero e
poesia, di un potere magico; “Asvamedha” (Utopia, Chiaramonte Gulfi) raccoglie racconti;
“Inizio d'amore” (Studi Acrensi, Palazzolo Acreide) raccoglie altri racconti
che l'autore pubblicò in varie riviste letterarie nazionali, a cura
dell'Istituto Studi Acrensi Palazzolo Acreide. I racconti, dice l'autore,
vivono nell'aura dei romanzi di questo periodo. “La vigna di Nabot, dramma
in quattro quadri” (Associazione Amici di G. Rovella, Palazzolo Acreide) narra
le vicende del ersonaggio che incontriamo nel primo libro dei Re Cap. 21. La
prepotenza dei potenti e la sacralità della terra dei padri sono il filo
conduttore del dramma. Nabot muore per una questione di coerenza. E.
Scuderi, La fattoria delle Querce, in Le Ragioni critiche, G. Menichelli in
Esperienze letterarie, R. Jacobbi, Il
miracolo Deneb, in Arenaria, Palermo, V. Vettori, Il miracolo di Deneb e le
profezie di Ruggero, Arenaria, Monachino Ester, Considerazioni su un romanzo di
Rovella, in Le Ragioni critiche, Catania, E. Messina, Dal bagolaro alla sequoia”
(Romeo, Siracusa); E. Messina, Alle radici del pensiero. La presenza dei suoi
maestri” (Romeo, Siracusa). Giuseppe Rovella. Rovella. Keywords: romanzo
filosofico, querce. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rovella” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51736086914/in/datetaken/
Grice e Rovere – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pesaro). Essential Italian philosopher. The family
originates in Albisola, Savona, Liguria. Filosofo. Il giure civile del popolo italiano
ha nel testo delle leggi positive e speciali autorità sufficiente da soddisfare
la giustizia ordinaria e da risolvere i dubii e acquetare le controversie
intorno agli interessi e agli ufficii d'ogni privato cittadino. Di quindi nasce
che possono alcuni curiali riuscire segnalati e famosi al mondo con la sola
abilità del pronto ricordare, dell' acuto distinguere e dell'interpretare acconcio
e discreto. Al giure delle genti occorre, invece, assai di frequente la
discussione delle verità astratte. Perocché esso è indipendente e superiore
all'autorità delle sopra citate leggi. Ssi connette immediatamente al giure
naturale che è al tutto razionale e speculative. Spesso gli è forza di riandar
col pensiero sulle fondamenta medesime dell'ordine sociale umano, e spesso
altresì non rinviene modo migliore per risolvere i dubii e acquetare le
discrepanze fuor che indagare i grandi pronunziati della ragione perpetua del
diritto, chiariti, dedotti e applicati mercé della scienza. Poco importa
se i metafisici si bisticciano. Ma non va senza danno del genere umano il
discordare e il traviare de' pubblicisti. E già si disse che il fine criterio
degli uomini illuminati coglie il certo e il sodo della scienza, ma non la crea
e non l'ordina. La demenza degli uonini fa talvolta scandalosa la verità. Laonde
ella ebbe a pronunziare di se medesima: non venni a recare la pace in mezzo di
voi, sibbene la spada. Lo stato essere certa congregazione di famiglie la qual
provvede con leggi e con tribunali al bene proprio e alla propria tutela; tanto
che sieno competentemente adempiuti i fini generali della socialità e i
particolari di essa congregazione. Lo stato italiano non esiste per la
contiguità sola delle terre e delle abitazioni, ma per certo congiungimento e
unità delle menti e degli animi degl’italiani.Il che riconosciuto e fermato, se
ne ritrae ciò che pel diritto è primo
principio ed assioma, non potersi da niuno e sotto niuna ragione arrogare la
facoltà di offendere e menomare l'autonomia interna ed esterna dello stato italiano
insino a tanto che questo non provoca gli altri ad assalirlo con giusta guerra.
Ed eziandio in tal caso è lecito di occupare temporalmente il suo territorio e
dominare il suo popolo nei limiti della difesa e dell'equo rifacimento dei
danni. L'uomo individuo può nel servaggio e nelle catene serbare con isforzo la
libertà dello spirito e compiere in altro modo e sotto altre condizioni certa
eroica purgazione e certo mirabile perfezionamento della sua parte interiore e
immortale. Ma ciò è impossibile all’intero popolo italiano, il quale nel
servaggio di necessità si corrompe ed abbietta, e quindi Gravina chiama assai
giustamente la libertà della nazione italiana sacrosanta cosa e di giure
divino. L'anima non è vendibile e non è nostra, dicevano i teologanti per
dimostrare da più parti la iniquità del contratto. E neppure la libertà è
vendibile; e se l'usarla e abusarla è nostro, non è tale la facoltà e il
principio infuso da Dio con l'alito suo divino e che al dire di Omero vale una
mezza anima. Lo stato italiano possiede onninamente se stesso. Niuno fuori di
lui può attribuirsene la padronanza. Quindi il popolo italiano o vivono in se
od in altri; cioè a dire, o provedono ai propri fini con leggi e ordini propri
e componendo un individuo vero e perfetto della universa famiglia umana. Ovvero
entrano a parte d'altra maggior comunanza con ugualità di diritto e d'ufficio,
come quelle riviere che ne' più larghi e reali fiumi confondono le acque e
perdono il nome. Questa è la generale e astratta dottrina che danno la ragione
e la scienza. La patria italiana, impertanto, significa quella contrada e
quella congregazione di uomini a cui ciascuno degli abitanti e ciascuno dei
congregati sentesi legato per tutti i doveri, gl'istinti, i diritti, le
speranze e gli affetti del vivere comune. La patria italiana, considerata nella
sua morale e profonda significazione, è il compiuto sodamento di ciascuno verso
di tutti e di tutti verso ciascuno. Se la patria italiana non ha debito né
possibilità di nudrire del suo ogni giorno tutti i suoi indigenti, spietata
cosa sarebbe inibire a questi di procacciarsi altrove la sussistenza. Prediletta
opera delle mani di Dio e la nazione italiana. La nazione italiana è pura,
domandano essi, e tutta omogenea. Questo e il puro principio della nazionalità
italiana. Lo Stato italiano, dipendente come si sia da un altro non è, a
propriamente parlare, autonomo. E e perciò, a rigore di definizione, neppure la
denominazione di Stato italiano gli si compete. I prìncipi non sono, del certo,
scelti da Dio immediatamente, ma sono da Dio immediatamente investiti della sovranità
italiana. Il popolo italiano indica l'uomo a cui vuole obbedire e in quell'uomo
è subito la pienezza della sovranità italiana che da Dio gli proviene. Perocché
come da Dio è istituito il fine della socievole comunanza, così è istituito il
mezzo nella autorità del comando. È sicuro che nella lunghezza dei secoli le
volontà e i giudizi umani si accostano all'assoluto del bene sociale, quanto
che la via che viene trascorsa non procede diritta e spedita ma declina e torce
continuo fra molti errori e molte misere concussioni. La libertà della nazione
italiana, essendo naturale ed essenziale agli uomini e necessaria concomitanza
d'ogni bontà, è doveroso per tutti il serbarla integra nella sostanza. E
perciò, né il privato individuo si può vendere ad altro privato, né tutto il
corpo de' cittadini assoggettarsi pienamente e perpetuamente al dominio d’altra
nazione. Poco o nessun valore ha il dissentimento dei piccioli e deboli, quando
anche piglino ardire di esprimerlo; e chi investiga la storia dell’antica Roma,
ritrova che delle proteste loro giacciono grandi fasci dimenticati negli
archivi delle Cancellerie.Dacché siete i più forti, correte poco rischio di
vivere ex lege alla maniera dei Ciclopi. Ma confessare il diritto e contro il
diritto procedere, non è conceduto a nessuno. E parlavano meglio quegli
Ateniesi che alle querele dei Milesi rispondevano senza sturbarsi. Il diritto è
cosa pei deboli e non già pei forti e pei valorosi. Il popolo italiano è
autonomo. Con altri vocaboli, lo stato italiano, vero è libero ed inviolabile.E
la patria italiana, nel significato morale e politico, è sinonimo di stato
italiano -- in quanto questo compone uno stretto e nativo consorzio in cui
ciascun cittadino ha debito e desiderio insieme di effettuare il grado massimo
di unimento sociale e civile. S'incominci
dall'avvisare chi sono costoro che si querelano della libertà dello stato
italiano e ne temono danni così spaventevoli. Costoro sono i medesimi da cui si
alzano lagni e rimproveri cotidiani per qualunque libertà, eccetto la propria
loro. Vogliono limitare la stampa, limitare la libera concorrenza, limitare il
parlamento e in fine ogni cosa col pretesto volgare ed ovvio che il parlamento,
il commercio, la stampa abusano di loro facoltà e trasvanno più d'una volta e
in più cose. La volontà umana, dite, è corrotta e inchinevole al male. Può
darsi. Ma privata di libertà so che depravasi molto di più e i padroni non meno
che i servi. Non è lecito agli uomini di esercitare nessun diritto qualora
difettino pienamente delle facoltà e dei mezzi correlativi. Perciò il
fanciullo, il mentecatto, l'idiota cade naturalmente sotto l'altrui tutela, e
per ciò medesimo la parte meno educata del volgo ed offesa di troppa ignoranza,
o posta in condizione troppo servile, non ha nel generale facoltà e mezzi
proporziod esercitare diritti politici. DEsaminato il fine del viver comune,
fatta rassegna d'alcuni principii direttivi, più bisognevoli al nostro intento
e poco o nulla noti agl’ntichi romani, segue senza più che noi trapassiamo a
contemplare l'ottimo ordinamento civile. Cosi noi delineeremo qnalche fattezza
dell'incivilimento umano, contemplandolo nella natura primitiva ed universale
del popolo italiano, ed avvisandoci di non iscambiare l'alterato e il mutabile
col permanente ed inalterato; e per converso, di non dar nome d'errore
emendabile e di accidente transitorio a ciò che appartiene alle condizioni
salde e durevoli della comunanza civile. Chè nel primo difetto cadono i troppo
retrivi ed i pusillanimi; nel secondo, i novatori audaci e leggeri. Gl’antichi
romano con molto senno incominciano dall'insegnar quello che spetta al buono
stato della famiglia, perché della comunanza umana l'individuo compiuto non è
lo scapolo, ma l'ammogliato con prole o vogliam dire la famiglia, rimossa la
quale non rimane intermezzo alcuno che tempri l'amor proprio e la fiera e violenta
natura nostra. L'organizzazione tanto è
più eccellente quanto meno cede alle esterne azioni ed impressioni ed anzi
modifica con maggior efficacia ed appropria a sé quelle azioni. È da confessare che un gran trovato fece lo
spirito umano e giovevole soprammodo alla prosperità del viver sociale, quando
mise in atto quello che fu domandato governo rappresentativo o parlamentare. Se
dirai: carattere della nazione italiana è la continuità e circoscrizione del
suolo d’Italia. E la nazione e nella lingua, la letteratura e le arti. Se le
origini e la schiatta; le colonie sono tal membro e così vivace del corpo della
patria onde uscirono, da non potersene mai dispiccare, e la guerra americana fu
dalla banda dei sollevati iniqua e parricida. Gran questione poi insorge sulle
genti di confine, le quali compongonsi il più delle volte di schiatte anfibie,
a cosi chiamarle. Quindi noi vogliamo, per via d'esempio, i Nizzardi essere
italiani e i Francesi li fanno dei loro. La compagnia civile comincia là
solamente dove gli animi si accostano, e sorge desiderio di regolato e comune
operare. La giustizia apre e chiude i congressi degli Dei, non quelli degli
uomini. La voce “nazione italiana” nel suo peculiare e pieno significato vuol
dire unimento e società d'uomini che la natura stessa con le sue mani à fatta e
costituita mediante il sangue e la singolarità delle condizioni interiori ed
estrinseche. Per talché quella società distinguesi da tutte le altre per tutti
gli essenziali caratteri che possono diversificare le genti in fra loro, come
la schiatta, la lingua, l'indole, il territorio, le tradizioni, le arti, i
costumi. “Nazione italiana” vuol significare certo novero di genti per
comunanza di sangue, conformità di genio, medesimezza di linguaggio atte e
preordinate alla massima unione sociale. (Lo
stipite umano è ordinato esso pure a spandere discosto da sé le propagini e i
semi; e ogni germe nuovo dee nudrirsi del terreno ove cade, non del tronco da
cui si origina. Sieno rese grazie publicamente da tutta l'Italia a voi, o
Valdesi, che l'antica madre mai non avete voluto e potuto odiare e sconoscere
insino al giorno glorioso che fu da Dio coronata la vostra costanza, e un patto
comune di libertà vi riconciliava con gli emendati persecutori. S'io credessi quelle armi che assiepano il
Foro, dice Cicerone, starsene qui a minacciare e non a proteggere, cederei al
tempo e mi terrei silenzioso. Ma il fatto fu che quelle armi nel Foro
inducevano per se sole una fiera minaccia, tanto che Cicerone parla poco e
male, e la paura ammazza l'eloquenza. Dal riscontro, per tanto, di tutte le
storie, senza timore mai d'eccezione, e più ancora dalla ripugnanza intima di
certi termini, quali sono felicità a servitù, spontaneità e costrizione,
ricavasi questa assoluta sentenza che tra le nazioni civili il governo
straniero non può vantarsi mai né della legittimità interiore, né della
esteriore che emana dall'assentimento espresso o tacito delle popolazioni. Non
può aver luogo prescrizione, dove i diritti innati o fondamentali dell'uomo
ricevono sostanziale ingiuria ed offesa; e di si fatti è per appunto la
indipendenza o dimezzata o distrutta. Ogni cosa nell'uomo è principiata dalla
natura e poi dalla ragione e dall'arte è compiuta.Voi stesso l'avete udito?
Poerio: E come nò, se rinchiuso era con lui in una prigione medesima?
Pignatelli: E fu la vigilia della sua morte? Poerio: Appunto fu la vigilia.
Sapete che valica la mezzanotte, una voce improvvisa e sepolcrale veramente
rompevane il sonno chiamando forte per nome alcuno di noi; e quella chiamata
voleva dire: vieni, ti aspetta il carnefice. La notte pertanto che seguitò quel
mirabil discorso di M. Pagano gli sgherri gridarono il nome suo, e fu menato al
patibolo. Pignatelli: Stava per mezzo a voi quell'omerica figura del conte di
Ruvo? Poerio: Nò, ma in Castello dell'Uovo insieme con altri uffiziali e con
l'intrepido Mantonè. Nel Castel Nuovo e in quella carcere proprio dove era F. Pagano,
stava il fratel vostro maggiore, principe di Strangoli, stava io, il Conforti,
Cirillo, Granali, Eusebio Palmieri, Vincenzo Russo e due giovinetti amorevoli e
cari, cioè l'ultimo figliuolo dello Spanò ed un marchese di Genzano, bello come
l'Appollino e di cui sentiva il Pagano particolare compassione. V'à una
cagione suprema di tutte le cose, cagione assoluta e però insofferente di
limiti e incapace d'aumento e di defficienza. Ma se niun difetto può stare in
lei, ella è il bene infinito e comprende infinitamente ogni specie di bene. Ciò
posto, la cagione suprema è altresì infinita bontà che raggia il bene fuor di
sé stessa e ne riempie la creazione ed ogni ente se ne satura, a dir così, per
quanto fu fatto capace. Tale contenenza di bene è poi sempre difettiva perché
sempre è finita. Di quindi si origina il male. Non si chieda dunque perché Dio
è permettitore del male, ma chiedasi in quella vece perché piacque a Dio, oltre
all'infinito, che sussistesse pure il finito. (Se il vivere nostro presente
fosse condito di molto diletto e noi incapaci di conoscere e desiderare con
ismania istintiva l'eternità, forse potrebbesi giudicare senza paradosso aver
noi sortito quella porzioncella sola e frammento di beatitudine, brevissima ma
sincera e inconsapevole della propria caducità. (p. Col presupposto della
immortalità, bene avvertiva il Bruno, alcun desiderio naturale non è indarno e
alcuna lacrima non cade senza conforto. Con la immortalità non è affetto
generoso perduto, non ferita dell'animo a cui non si apparecchi altrove copioso
balsamo. Per entro il corso interminato e magnifico de'nostri destini, ogni
male vien riparato, ogni speranza risorge, ogni bellezza rifiorisce, ogni
felicità si rinnova e giganteggia ne'secoli. Poerio: Quando fosse possibile
strappare dal cuor dell'uomo il concetto e la speranza della immortalità, il
consorzio civile medesimo pericolerebbe di sciogliersi e i piaceri e le utilità
stesse della vita presente verrebbero gran parte impedite o affatto levate di
mezzo. I dotti e i legisti barbareggiavano sempre peggio, e pareva in loro una
sorta di necessità tramutata in diritto, e niun discepolo mai se ne querelava;
e le lettere cadevano in tale grettezza, che nelle prose del Giordani si
appuntavano parecchie mende di stile, ma nessuno accusava la tenuità dei
concetti e la critica angusta e slombata. Il Colletta era stimato dai più uno
storico sovrano e poco meno che un Tacito redivivo, ed altri istituivano
paragone tra il Guicciardini e il Botta, tra il Goldoni ed Alberto Nota. Tale
il gusto e il criterio comune. Pochi grandi intelletti non mancavano neppure a
quei giorni. Basti ricordare Bartolini nella scultura; Leopardi e Niccolini
nella poetica; Rossini, Bellini, Donizetti nella musica. In Italia scemando il
sapere e la potenza meditativa, crebbe l'amore spasimato ed irragionevole della
bellezza dell'abito esterno, lasciando a digiuno la mente e poco nudriti e mal
governati gli affetti. Letteratura vasta, soda e ben definita, e parimente
larghe scuole e ben tratteggiate e scolpite mancano alla patria nostra da quasi
tre secoli e piuttosto ne abbiamo avuto cenni e frammenti, e ogni cosa a pezzi,
a sbalzi e a modo d'assaggio. Miei degni signori, il cibo che v'apparecchio è
scarso, scondito e di povera mensa, ma è letteratura e non metafisica. Non
appena l'esilio mi astrinse a lasciare l'Italia e fui spettatore d'altro ordine
di civiltà e uditore d'altri maestri, subito mi si aprì dentro l'animo l'occhio
doloroso della coscienza, ed ebbi della mia ignoranza una paura ed una vergogna
da non credere. Per giudicare alla prima prima che tutto è vecchio e trito in
un libro convien sapere dell'autore se nel generale à l'abito di pensar di suo
capo. Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno
a uno dentro la torre. Spirito del mare. Che vuoi? Barone. Sapere l'essenza del
bene e la fonte della felicità. Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare?
Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni
misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono; e tu
pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano
le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a
cui essi fluiscono senza posa. Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce).
Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i
tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti
creste degli ardui scogli. La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse.
Che vuoi? Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della
felicità. La coda. Perché lo chiedi a me? Barone. Tu sai la fine ultima delle
cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del secolo. La coda.
Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e
più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino; e
ogni mio moto è un cenno di oracolo; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i
cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia
delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute,
ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce). Dagli Arabi si travasò
il mal gusto ne' Catalani e ne' Provenzali, e una vena non troppo scarsa ne fu
derivata ne' primi nostri verseggiatori. Dante egli pure non se ne astenne
affatto; e noi peniamo a credere che a quel genio sovrano venisse scritta la
canzone lambiccatissima della Pietra. Sa ognuno che nel seicento, con lo
scadere dell' arte, ricomparvero quelle freddure e mattie, e ogni cosa fu piena
di acrostici, d'anagrammi, d'allitterazioni e altrettali sciempiezze. Ma per
buona ventura cotesta sorta vanissima di pedanteria non sembra ai moderni
pericolosa; e dico ai moderni italiani, perché appresso gli stranieri non ne
mancano esempj; e molti anno letto in un vivente poeta francese di gran nomea
certi capricci di metri e di rime i quali dimostrano come in lui siensi venuti
rinnovando tutti gli umori e le vertigini dei seicentisti. E nemmanco ci pare
immune dalle stranezze di cui parliamo quel concepimento del Goethe di ordire
la tragedia del Fausto con questa singolar legge che ogni scena fosse dettata
in metro diverso ed una altresì in nuda prosa, onde potesse affermarsi che
niuna maniera del verseggiare ed anzi dello scrivere umano (per quanto ne è
capace il tedesco idioma) mancasse a quel dramma; nuova maniera e poco assai
naturale e graziosa di porgere idea e figura del panteismo. Non può né deve il
poeta scompagnarsi mai troppo dalle opinioni e dai sentimenti comuni dell'età
sua; chè da questi principalmente è suscitato l'estro di lui, con questi
accende e innamora le moltitudini. D'ogni altro pensiero ed affetto, ove li
possieda e li senta egli solo, avrà pochi intenditori, pochissimi lodatori; e
la favella delle Muse langue e muor sulle labbra se non suona ad orecchie
benevole e a cuori profondamente commossi. In Inghilterra il Milton fierissimo
repubblicano e segretario eloquente del gran Cromvello, à quasi sempre poetato
di cose mistiche e teologiche e nulla v'à di politico, nulla d'inglese e di
patrio, né nel Paradiso perduto, né in altri suoi canti. Riuscirà sempre a
gloria grande e invidiata d'Italia che la Gerusalemme del Tasso compaja tanto
più bella e mirabile quanto più in lei si contempla e considera intentivamente
la perfezione del tutto. Certo, il Valvasone è meno forbito ed armonioso del
Tansillo, meno fluido del Tasso seniore, meno corretto, proprio e limato de'
più corretti e limati rimatori toscani; ma non per ciò si capisce come questa
minor perfezione di forma, abbia potuto oscurare nel giudicio de' raccoglitori
e de' critici il gran merito dell'invenzione. Che il Milton siasi giovato dell'
Angeleide non so, quantunque fra i due poemi si vengan trovando molti e
singolari riscontri che non è facile a credere casuali; ma questo io so bene
che a rispetto della guerra degli angeli episodicamente introdotta nel Paradiso
perduto, il Valvasone non perde nulla ad esser letto dopo l'Inglese e con
quello essere paragonato; il che non avviene del sicuro né per l' Adamo
dell'Andreini né per la Strage degl'Innocenti del cavaliere Marino, due componimenti
che dicesi aver suggerito a Milton parecchi pensieri e l'ideal grandezza del
suo Lucifero. L'ingegno poetico, in versificare ciascuno di quei subbietti,
tende a spiegare una novità, un' altezza e una leggiadria suprema di concetto,
di sentimento, di fantasia e di stile. Dove mancasse l'una di tali eccellenze,
l'arte sarebbe difettosa e quindi increscevole. Ci venne osservato (cosa che
per addietro non ben sapevamo) la critica letteraria incominciata in Italia con
Dante essere morta col Tasso e gli amici suoi; e come cadde con quel mirabile
intelletto la nostra primazia nel ministero delle Muse, così venne meno la
filosofia estetica; e il nuovo dell' arte non fu capito, l'antico fu dalla
pedanteria svisato e agghiadato. L'arte critica antica ebbe ultimi promulgatori
due grandi ingegni, il Muratori e il Gravina. Della critica nata dipoi con le
nuove speculazioni e con le nuove forme di poesia, non conosciamo in Italia
alcun degno scrittore e rappresentatore. Dopo Omero nessun poeta, per mio
giudicio, può alzarsi a competere con l'Alighieri, salvo Guglielmo Shakspeare,
gloria massima dell'Inghilterra. E per fermo, ne' drammi di lui l'animo e la
vita umana vengon ritratti così al vero e scandagliati e disaminati così nel
profondo, che mai nol saranno di più. Ma le condizioni peculiari della
drammatica e l'indole propria degl' ingegni settentrionali impedirono a
Shakspeare di raggiungere quella perfetta unione sì delle diverse materie
poetiche e sì di tutte l'eccellenze e prerogative onde facciamo discorso. E
veramente nelle composizioni sue la religione si mostra sol di lontano e molto
di rado; e tra le specie differenti e delicatissime d'amore ivi entro
significate, manca quella eccelsa e spiritualissima di cui si scaldò l'amante
di Beatrice. Il poeta è dall'ispirazione allacciato e padroneggiato sì forte,
da non saper bene sottomettersi all'arte ed alla meditazione. Il troppo
incivilirsi dei popoli aumentando di soverchio l'osservazione e la critica e
affinandovisi l'arte ogni giorno di più per effetto medesimo dell' esercizio e
dell' esperienza e per desiderio di novità, mena il poeta a scordar forse
troppo l'aurea semplicità degli antichi, il sincero aspetto della natura e i
veri e spontanei moti dell'animo. Il compiuto e l'ottimo della poesia consiste
in racchiudere dentro ai poemi con vaga e proporzionata unità di composizione
tutto quanto il visibile ed il pensabile umano per ciò che in ambedue è più
bello e più commovente. Consiste inoltre nel figurare e ritrarre cotesto
subbietto amplissimo e universale con la maggior novità e la maggiore sublimità
e leggiadria di concepimento, di fantasia, d'affetto e d'elocuzione che sia
fattibile di conseguire. Laonde poi il concepimento, così nel complesso come
nelle sentenze particolari, dee riuscir succoso, vario ed inaspettato e pieno
di recondita dottrina e saggezza; l'affetto dee correre, quanto è possibile,
per tutti i gradi e le differenze, e toccare il sommo della tenerezza e
commiserazione e il sommo della terribilità. Tasso, anima pia e generosa, ma in
cui (non so dir come) nulla v'era di popolare. Quindi egli s'infervorò della
maestà teocratica dei pontefici e aderì alla nuova cavalleria cortigiana e
feudale; quindi pure accettò con zelo e con osservanza scrupolosa l' ortodossia
cattolica, e nella vita intellettuale quanto nella civile, fu dall' autorità
dei metodi e degli esempj signoreggiato. Da ciò prese nudrimento e moto il
divino estro suo e uscirono le maraviglie della Gerusalemme. Nel Tasso poi sono
tutti i pregi e tutta quanta la luce e magnificenza della poesia classica, e
spiccano altresì in lui alcuni attributi speciali del genio italiano in ordine
al bello. In perpetuo si ammirerà nella Liberata ciò che l'arte, i precetti,
l'erudizione e la scienza possono fare, ajutati e avvivati da una stupenda
natura poetica. L'Ariosto significa la commedia umana quale la veggiamo
rappresentarsi nel mondo, laddove Dante fece primo subbietto suo il
soprammondano, e in esso figurò e simboleggiò le cose terrene. E come il gran
Fiorentino nelle fogge variatissime de' tormenti e delle espiazioni dipinse i
variatissimi aspetti delle indoli e delle passioni, il simile adempiva
l'Ariosto sotto il velo dei portenti magici e delle strane avventure. Ma certo
qual narrazione di fatti umani riuscirà più vasta, più immaginosa e più
moltiforme di quella dell' Orlando furioso? Quivi sono guerre tra più nazioni,
nascimenti e ruine di molti regni, conflitto sanguinoso di religione e di
culto, infinita diversità e singolarità di costumi, e tutto il Ponente e il
Levante offrono larga scena e strepitoso teatro a cotali imprese e catastrofi.
Quivi sono dipinte la vita privata e la pubblica, le corti e le capanne, i
castelli ed i romitaggi; quivi s'intrecciano gradevolmente la cronica, la
novella e la storia, e ciò che il dramma à di patetico, l'epopeia di maestoso, il
romanzo di fantastico. Non credo che in veruna straniera letteratura possa come
nella nostra volgare annoverarsi una sequela così sterminata di poemi eroici e
di romanzeschi, parecchj de' quali brillerebbero di gran luce, ove fossero soli
e non li soverchiasse la troppa chiarezza di Dante, dell'Ariosto e del Tasso.
Né reputo presontuoso il dire che, per esempio, la Croce racquistata del
Bracciolini o il Conquisto di Granata di Girolamo Graziane sostengono bene
assai il paragone o con l'Araucana dell' Ercilla o coi medesimi Lusiadi di Luís
Vaz de Camões ai quali ànno accresciuta non poca fama le sventure e le virtù
del poeta; e per simile, io giudico che l' Amadigi del Tasso il vecchio o
l'Orlando innamorato del Berni, non temono di gareggiare con la Regina Fata di
Spenser e con quanto di meglio in tal genere ànno prodotto l'altre nazioni. Ma
non è da tacere che in quasi tutti questi nostri poemi riconoscesi agevolmente
l'uno o l'altro dei tipi che nel Furioso e nella Gerusalemme ricevettero
perfezione, ed a cui poca giunta di novità e poche profonde mutazioni si fecero
dagl'ingegni posteriori; e ne' poemi eroici singolarmente a niuno è riuscito di
ben cantare i difetti del Tasso, molti in quel cambio li esagerarono. Scusabile
mi si fa Marino e scusabili gl'Italiani, quand'io considero lo stato di lor
nazione sotto il crudele dominio degli Spagnuoli, e fieramente mi sdegno con
questi medesimi che nella patria loro ancor sì potente e sì fortunata,
plaudivano a que' delirj e incensavano il Gongora, meno ingegnoso assai del
Marino e di lui più strano e affettato. In fine, gioverà il ricordare che
all'Italia serva, scaduta e dilapidata, rimaneva pur tanto ancora di prevalenza
intellettuale appresso l'altre nazioni che de' trionfi più insigni e delle lodi
più sperticate del cavalier Marino furono autori i Francesi; e per lungo tempo
assai nessuno de' lor poeti seppe al tutto purgarsi della letteraria corruzione
venuta d'oltre Alpe; testimonio lo stesso Cornelio, alto e robustissimo
ingegno, ma nel cui stile nondimeno avria dovuto il Boileau ritrovare assai
spesso di quel medesimo talco del quale parevangli luccicare i versi del Tasso.
Dal Marino incominciò a propagarsi nel mondo una poesia fantastica e meramente
coloritrice, la quale cerca l'arte solo per l'arte, fassi specchio indifferente
al falso ed al vero, alle cose buone ed alle malvage, alle vane e giocose come
alle grandi e instruttive; sente tutti gli affetti e nessuno con profondità, e
nell'essere suo naturale od abituale, canta di Adone, come di Erode e così
delle favole greche come delle bibliche narrazioni] Fiorirono in tale
intervallo tre ingegni eminenti che forse mantennero alla lirica nostra una
spiccata maggioranza su quella d'altre nazioni. Ognuno, io penso, à nominato ad
una con me il Chiabrera, il Filicaja ed il Guidi. Dal solo Chiabrera fu
l'Italia regalata di tre nuove corone poetiche; mercechè veramente nelle sue
mani nacque e grandeggiò prima la canzone pindarica, poi la canzone
anacreontica e infine il sermone oraziano; né mal s' apporrebbe colui che
attribuisse al Chiabrera eziandio la rinnovazione del Ditirambo. Il Filicaja
venne a tempi ancora più disavventurati, e quando più non era possibile
discoprire ne' suoi Fiorentini un segno e un vestigio pure dell'antica fierezza
repubblicana. Ma il senso del bene morale e la pietà religiosa fervevano così
profondi nell'animo suo che bastarono a farlo poeta. Mai né in questa nostra
patria, né fuori sonosi udite canzoni così ben temperate di splendore pindarico
e di maestà scritturale come quelle del Filicaja. Nel Guidi allato a concetti
ed a sentimenti spesso comuni e rettorici, splende una forma non superabile di
novità, di bellezza e magnificenza. Certo, se ad Alessandro Guidi fosse toccato
di vivere in seno di una nazione forte e gloriosa, non ostante la poca
fecondità e vastità di pensieri, io non so bene a qual grado di eccellenza non
sarebbe salita la lirica sua; perché costui propriamente sortì da natura Yos
magna sonaturum, e ce ne porge sicura caparra la sua canzone alla Fortuna. A me
sonerà sempre caro ed insigne il nome di Alfonso Varano, perché da lui
segnatamente, a quello che io giudico, s'iniziò il corso della poesia moderna
italiana; e forse la patria non gli si mostra ricordevole e grata quanto
dovrebbe. Chi trovasse non poca similitudine tra la mente del Varano e quella
del Young, credo che male non si apporrebbe. Anime pie e stoiche ambidue, e
dischiuse non pertanto agli affetti gentili, diffondono ne' lor versi un
religioso terrore e un' ascetica melanconia che nell'Inglese riescono cupi,
inconsolati e monotoni, e nell'Italiano s'allegrano spesso alla vista del
nostro bel sole, e dai pensieri del sepolcro volano con gran fede alla pace e
serenità della gloria immortale. Varano poi insieme col Gozzi restituì alla
Divina Commedia il debito culto; il Gozzi con li scritti polemici, egli con la
virtù dell' esempio; ed ebbe arbitrio di dire a Dante ciò che questi a Virgilio:
Tu séi lo mio maestro e il mio autore. Se non che il cantore delle Visioni chiuse
e conchiuse l'intero universo nel sentimento della pietà e nei misteri del
dogma, e non ben seppe imitare del suo modello la nervosa brevità e parsimonia,
la varietà inesauribile e la peregrina eleganza. Se taluno dei suoi piuttosto
scarsi scolari volle talora celebrare in Rovere. l'ultimo anello della catena
che dal Galluppi si continua in Rosmini e Gioberti, unanime e il consenso dei
suoi maggiori contemporanei e dei posteri nell'affermare il valore pressoché
nullo della sua vasta produzione filosofica. Rosmini e più scolastico, Rovere più
civile. Quello quasi sterile in politica, questo molto feconda, risolvendo i
problemi più ardui e interessanti della vita sociale. Quello fu timido, questo coraggiosa;
quello arriva a rifiutare sul terreno pratico le-conseguenze de' suoi principii
per un pregiudizioso rispetto di casta non evitando il disonore di una ritirata
e la deformità del sofisma; Rovere, per lo contrario tutta intrepido si
sostenne colla gloria di una vittoria, colla dignità di una rigorosa coerenza,
e colla bellezza di una vera argomentazione. Rosmini in un bel momento di sua
ragione scrive stupende pagine sulla riforma del clero; poi ha la debolezza di
ritirarle, impaurito dalle minaccia dell'Indice. Rovere è oggi quel che era ne'
primi giorni della sua vita pubblica, e non sa temere altro autorevole indice
che quello del buon senso. Nel suo saggio, intitolalo Di un nuovo diritto
europeo, si ammira il coraggio della coscienza di un filosofo, e la prudenza
d'un uomo di Stato. Riguardo poi ai pregi della forma, Rosmini fu semplicemente
filosofo, Mamiani un filosofo-oratore; nel primo spicca la pura meditazione,
nel secondo si unisce il genio che feconda il deserto delle speculazioni
metafisiche, delle avanzate astrazioni. In Rosmini vi ha una ricchezza povera,
cioè una stiracchiatura di poche idee in molte parole, quasi diffidi della
memoria, e dell'abilità del lettore. In Rovere vi ha una povertà ricca, cioè
molte idee in poche parole; il che appaga l'amor proprio del lettore, e ne fa
liete tutte le potenze della ritentiva e della ragione. A“D'un nuovo diritto
europeo” (Scolastica, Torino); “Dell'ottima congregazione umana e del principio
di nazionalità italiana ” (Subalpina, Torino); Pagano, ovvero, della
immortalità, Dai Torchi della Signora De Lacombe”; “Prose letterarie” (Barbera,
Firenze). Terenzio Mamiani della Rovere. Rovere. Keywords: confessioni di un
metafisico, il rinnovamento della filosofia antica italiana, vico, cuoco. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e della
Rovere," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689532679/in/photolist-2mNzeEc-2mPqEYR-2mPsUUV-2mPBcdN-2mKCnei-2mKySTi-2mKbiLm-DvhhWW-DhRHD2-C91EC7-nE2Dmk-nu5Fd6-ncSxYn-nune7i-npzGmo-nrgohw
Grice e Ruberti – la natura abhorre il
vuoto – la tromba di Gabriele -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Pideura). filosofo. Figlio di Gaspare,
originario di Bertinoro e tessitore, e Giacoma Torricelli-Roberti, faentina. Studia a Faenza
e Roma sotto B. Castelli. Srive a Galilei una lettera di risposta a sue
richieste a Castelli, che assente in quei giorni aveva lasciato allo studente
il compito di segretario. In tale lettera colse l'occasione per presentarsigli,
che egli ammira grandemente. Il vivere da vicino le vicende del processo a
Galileo gl’indusse a dedicarsi più strettamente alla matematica nonostante
padroneggiasse gli strumenti teorici e fosse un abile costruttore di
cannocchiali. Divenne segretario di G. Ciampoli,
un intellettuale devoto a Galileo, che segue nei suoi incarichi governativi
nelle Marche e nell'Umbria. Castelli presenta a Galilei il saggio di Roberti, “De
motu gravium” suggerendogli di impiegarlo come discepolo e assistente. Così e e
divenne assistente di Galileo e su domanda e insistenza di Galilei si trasferì
nella sua abitazione. Alla morte di Galilei, Ferdinando II gli nomina
matematico del Granducato di Toscana. Studia geometria, dove anticipa il
calcolo infinitesimale. Si dedica alla fisica, studiando il moto dei gravi e
dei fluidi e approfonde l'ottica. Possede un laboratorio nel quale realizza
egli stesso lenti e telescopi. Si dedica anche allo studio dei fluidi,
giungendo ad inventare il barometro a mercurio chiamato "tubo di
Torricelli" o "tubo da vuoto”. Tale invenzione si basa nella
misurazione della pressione atmosferica attraverso l'uso di questo tubo che,
proprio sotto la spinta di tale pressione, viene riempito dal mercurio fino
all'altezza costante di 760 mm (esperimento effettuato sul livello del mare).
Proprio da questa invenzione nasce l'unità di misura della pressione
"millimetri di mercurio" (mmHg) e l'uguaglianza: 1 Atm = 760 mmHg (la
pressione di un'atmosfera corrisponde a 760 millimetri di mercurio). Pubblica “Opera
Geo-Metrica”, della quale “De motu gravium” costituisce la seconda parte.
Si dice faentino e tale era considerato dalle persone che lo conoscevano, ma le
ricerche compiute già subito dopo la sua morte nei registri battesimali di
Faenza non ebbero esito. Ciò da adito ad un secolare dibattito, durante il
quale varie altre località romagnole rivendicarono l'onore di avergli dato i
natali. Rossini ricostrusce l'albero genealogico della famiglia, originaria di
Pideura, nel contado faentino, risalendo di due secoli oltre la nascita di
Ruberti. Bertoni, del liceo che da Ruberti prende nome, trova nel registro dei
battezzati della Basilica di San Pietro in Vaticano il suo atto di battesimo. Ciò
che trae in inganno i filosofi e il fatto che Ruberti assume il cognomen
Torricelli della madre anziché del padre. Si sa che il nome del padre e Gaspare.
Pertanto, si cercano notizie di un inesistente Gaspare Torricelli. Viceversa,
si hanno notizie di una Giacoma Torricelli e si riteneva che fosse la zia
paterna. E invece la madre. La lettera a Galilei, conservata alla Biblioteca
Nazionale di Firenze fra i Manoscritti Galileiani, è il primo documento nel suo
carteggio. Rappresenta un documento fondamentale per studiare la vita e l'opera
dello scienziato faentino. Descrive la propria formazione scientifica. Si
dichiara a conoscenza dei fatti che portano a breve alla condanna di Galilei e
dichiara la propria 'fede' galileiana. Molto Ill.re et Ecc.mo Sig.r mio
Col.mo Nella absenza del Rev.mo Padre Matematico di N. Sig.re, sono
restato io; humilissimo suo discepolo e servitore, con l'honor di suo
secretario. Fra le lettere del quale havendo io letta quella di V. S. molto
Ill.re et Ecc.ma, a lei ne accuso, conforme l'ordine datomi, la ricevuta, e a
lui Rev.mo ne do parte in compendio. Potrei nondimeno io medesimo assicurar V.
S. che il Padre Abbate in ogni occasione, e con il Maestro di Sacro Palazzo e
con i compagni di quello e con altri prelati ancora, ha sempre procurato di
sostenere in piedi li Dialoghi di lei Ecc.ma, e credo che sia stato causa che
non si è fatta precipitosa resolutione. Io sono pienissimamente informato
d'ogni cosa. Sono di professione matematico, ben che giovane, scolaro del Padre
R.mo di 6 anni, e duoi altri havevo prima studiato da me solo sotto la
disciplina dei Gesuiti. Son stato il primo che in casa del Padre Abbate, et
anco in Roma, ho studiato minutissimamente e continuamente sino al presente
giorno il libro di V. S., con quel gusto che ella si puol imaginare che habbia
havuto uno che, già havendo assai bene praticata tutta la geometria, Apollonio,
Archimede, Teodosio, et che havendo studiato Tolomeo et visto quasi ogni cosa
del Ticone, del Keplero e del Longomontano, finalmente adhere, sforzato dalle
molte congruenze, al Copernico, ed era di professione e di setta
galileista. Il Padre Grienbergiero, che è molto mio, confessa che il
libro di V. S. gli da gusto grandissimo e che ci sono molte belle cose, ma che
l'opinione non la loda, e se ben pare che sia, non la tien per vera. Il Padre
Scheiner, quando gliene ho parlato, l'ha lodato, crollando la testa. Dice anco
che si stracca nel leggerlo per le molte disgressioni. Io gli ricordo le
medesme scuse e diffese che V. S. in più lochi va intessendo. Finalmente dice
che V. S. si porta male con lui, e non ne vol parlare. Del resto io mi
stimo fortunatissimo in questo, d'esser nato in un secolo nel quale ho potuto
conoscere et riverir con lettere un Galileo, cioè un oracolo della natura, et
honorarmi della padronanza et disciplina d'un Ciampoli, mio amorevolissimo
signore, eccesso di meraviglia, o se adopri la penna o la lingua o l'ingegno.
Haverà quanto prima il Padre R.mo la carissima di V. S., e le risponderà.
Intanto V. S. Ecc.ma mi fa degno, ben che inetto, d'esser nel numero de' servi
suoi e de' seguaci del vero; che già so che il Padre R.mo, o a bocca o per
lettere me gli haverà altre volte offerito per tale. E per fine a V. S. faccio
con ogni maggior affetto riverenza. Roma, Di V. S. molto Ill.re et Ecc.ma
Sig.r Gall. Gal. La lettura approfondita delle “Due nuove scienze” di Galilei
dei cui ultimi capitoli segue direttamente la stesura ad Arcetri, gli ha
suggerito molti sviluppi dei principi della meccanica ivi stabiliti. Tali
sviluppi sono esposti nel trattato dal titolo “De motu gravium”. Nell’ “Opera
Geometrica” conceve il principio del
barometro, costruendo quello che ora è chiamato tubo di Torricelli e
individuando il "vuoto torricelliano". Con Viviani dimostra che il
vuoto esiste in natura e che l'aria ha un peso ponendo quindi fine alle
millenarie discussioni filosofiche sull'horror vacui. Un'unità di misura della
pressione è stata chiamata Torr in suo onore e corrisponde a millimetri di
mercurio. L'unità di misura del Sistema Internazionale è invece il pascal, in
onore di un altro illustre fisico Blaise Pascal, che fa fiorire numerose
ricerche sperimentali dalla estesa e definitiva teoria della pressione
atmosferica descritta da Torricelli. La parola “barometro” coniata da R. Boyle
è oggi quasi sempre associata al nome di Torricelli che risulta quindi fra i
più celebri scienziati italiani nella storia. Essendo in diretto contatto con
Cavalieri inizia a lavorare con la Geometria degli indivisibili e ben presto
supera, secondo lo stesso Cavalieri, il suo maestro. E abilissimo
nell'utilizzarne le tecniche, cioè il metodo degli indivisibili, come anche il
metodo d'esaustione, che e in uso presso gl’antichi, fra tutti il grande
Archimede, di cui e entusiasta ammiratore. A lui dobbiamo la riscoperta del
matematico siracusano. Per il gusto di imitare i classici, dimostra in 21
modi diversi un teorema di Archimede: 11 con il metodo d'esaustione, 10 con il
metodo degli indivisibili. Spesso i risultati ottenuti con la geometria
degli indivisibili venneno poi confermati con altre dimostrazioni, a causa
della controversia sulla loro fondatezza. Il fatto interessante è che lo
stesso Archimede elabora una sorta di geometria degli indivisibili, ma non la
ritiene rigorosa, e perciò dimostra sempre i suoi risultati con il metodo
d'esaustione. Tutto ciò si è scoperto quando si scopre un palinsesto con
un'opera sconosciuta di Archimede, il Metodo meccanico, nel quale espone questi
procedimenti. -- è famoso per la scoperta del solido di rotazione
infinitamente lungo detto “la tromba di Gabriele”, da lui chiamato "solido
iperbolico acutissimo", avente l'area della superficie infinita, ma il
volume finito. La tromba di Gabriele e considerato per molto tempo un paradosso
"incredibile" per molti, incluso lui stesso, che cerca diverse
spiegazioni alternative, anche perché l'idea di un secchio che è possibile
riempire di vernice, ma impossibile da pitturare è senz'altro singolare. Il
solido in questione ha scatenato un'aspra controversia sulla natura
dell'infinito, che ha coinvolto anche il filosofo T. Hobbes. In questa disputa
alcuni sostenneno che il solido conduce all'idea di un infinito completo. -- è
stato pioniere nel settore delle serie infinite. In “De dimensione parabolae"
considera una successione decrescente di termini positivi {{0},{1},{2}} e
mostra che la corrispondente serie tele-scopica {{0}{1})+{1}{2})+}converge
necessariamente a {{0}-L{0}-L}, dove “L” denota il limite della successione. In
questo modo riuscw a dare una dimostrazione dell’espressione per la somma della
serie geometrica. A Faenza, è presente una statua (ubicata di fronte alla
chiesa di San Francesco) che lo raffigura con in mano un barometro a mercurio
(curiosità sulle proporzioni: l'altezza del barometro è inferiore a quella
reale, che deve essere di almeno 76 cm. Per la storia della scoperta della sua vera
origine vedi anche Registrazione del convegno per il quarto centenario della
nascita, M. Fidio, C. Gandolfi,
Idraulici italiani, Biblioteca Europea di Informazione Cultura.In questa
sperimentazione venne preceduto di qualche anno da G. Berti, che conduce un esperimento
barometrico utilizzando acqua anziché mercurio. Cfr. L'esperimento di Berti,
realizzato a Roma Moon: Torricelli G. Rossini, Convegno di studi torricelliani in
occasione dell’anniversario della nascita, Faenza, Lega, G. Bertoni, La sua
faentinità e il suo vero luogo di nascita, in Studi e ricerche del Liceo
Torricelli, Faenza, Ragazzini, F. Toscano, L'erede di Galileo. Vita breve e
mirabile, Milano, Sironi).A .Alexander, Infinitamente piccoli. La teoria
matematica alla base del mondo moderno, Torino, Codice edizioni, Barometro di Torricelli, Equazione di
Torricelli, Legge di Torricelli Torr, Tromba di Torricelli, Treccan Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Crusca.
Evangelista Torricelli, Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Scienze, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Museo della Storia della Scienza,
Firenze. Evangelista Torricelli Ruberti. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Ruberti” – The Swimming-Pool Library https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692027983/in/photolist-2mKR9ZM-nrgohw-npzGmo
Grice e Rucellai – gl’amori di
Linceo – filosofia imperfetta -- filosofia italiana (Firenze). Filosofo. Crusca. Discepolo
di Galilee e in certa guisa il
depositario e spositore delle opinioni metafìsiche professate dal suo maestro.
Di più: in cui la scuola di Galilei ha uno dei maggiori lumi. Afferma di essere
amico e confidente di Galilei ma ciò non corrisponde al vero. In verità si incontrano
solo una volta quando e suo ospite nella villa di Arcetri. Men che meno e suo
studente. Quanto poi alla metafisica di Galilei, i dialoghi filosofici parlano
da soli. Quando comincia a comporre i dialoghi
presero persino a chiamarlo "il nostro sapientissimo Socrate". Ma
anche questa era una bufala. Il fatto è ogni volta che compone un dialogo, ama recitarlo
al suo palazzo davanti a un pubblico scelto di personaggi del bel mondo
fiorentino. Che al suo palazzo, uno dei più ricche di Firenze, si mangia e e beve
gratis. Quindi più dialoghi recitav, più si gozzoviglia. Per questo lo incitano
a continuare. La verità è che in
filosofia non vuole, non segue la ragione. Chiudendo gl’occhi alla scienza, in
qualunque punto, non dice nero né bianco. Altro che discepolo di Galilei anche
se a Firenze, a questa panzana, ci credeno in molti. Non è un caso dunque se i dialoghi sono
pubblicati non per meriti filosofici ma linguistici. I dialoghi sono citati dal
vocabolario della Crusca ed ottimo avviso e il farne spoglio abbondante perché
la loro favella è veramente d'oro e, se lo stile procede talvolta prolisso, è
sempre chiarissimo ed elegante e à gran ricchezza di voci e frasi convenienti
agli studj speculativi. Forse è proprio
per la sua grande abilità nel farsi credere che, nel Granducato, la sua stella
sembra non tramontare mai. Ambasciatore toscano prima presso Ladislao IV e poi
lFerdinando III. Intendente della Biblioteca Laurenziana. Tutore di Francesco
Maria. Acclamato Priore dell'Accademia della Crusca con l’alias di “Imperfetto”
Strano perché lui, invece, e un perfetto: un perfetto bugiardo. Altre saggi: “Descrizione
della presa d'Argo e de gl’amori di Linceo con Hipermestra”; Opuscoli inediti di
celebri autori toscani, Prose e rime inedite di Rucellai Tommaso Buonaventura, Degl’officii
per la società umana”; “Della provvidenza”; “Della morale”, Crusca. Orazio
Ricasoli-Rucellai. Ruscellai. Keywords: gl’amori di Linceo --. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Rucellai”
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734569882
Grice e Ruffolo – il possibilismo --
filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Torna a Roma dal fronte della campagna greco-albanese
della seconda guerra decorato con quattro medaglie al valore per diverse
intrepide azioni contro il nemico, in cui e ferito con arma da fuoco
trapassante il petto. Organizza in seno al ministero dell'interno una cellula
di resistenza partigiana, che gli vale l'attestazione di partigiano combattente
e una medaglia di bronzo al valore partigiano. Per via della delazione di
un componente del gruppo di resistenza e arrestato dalla banda Pollastrini-Koch
e incarcerato alla pensione Jaccarino in via Romagna. Trasferito in Regina Coeli
condivide la cella con Pintor e Salinari discutendo del dopo
liberazione. Trasferito a via Tasso e interrogato da Kappler. L'iniziale
sentenza di morte e commutata in deportazione. Qualche ora prima
dell'ingresso degl’alleati in Roma, all'abbandono di Roma da parte dei tedeschi,
usce dal carcere insieme per essere avviato su uno dei trei torpedoni in attesa
a Piazza San Giovanni per essere deportato in Germania. Un quarto torpedone e
invece quello destinato all'eccidio di La Storta dove e ucciso Buozzi. Lee SS
gli impedeno il suo proposito di salire proprio sul quarto torpedone, scostato
dagl’altri, avvalorando la tesi che l'eccidio e pre-meditato e non una reazione
impulsiva del comandante. Costretto a salire su uno dei restanti tre torpedoni,
si getta mentre il convoglio e in marcia. Riusce a far perdere le tracce e a
liberarsi nonostante le SS avessero fermato il convoglio e lo insegueno nella
campagna nei pressi di Ficulle. Dell’arresto e prigionia da conto in "Roma
-- storia della mia cattura e fuga dalle SS [dai nazisiti]" (Roma). Al
termine della guerra, ha la carriera di notaio a Grosseto. Uomo colto,
conversatore brillante con battute spesso umoristiche. In occasione della
trasmissione "Testimoni oculari" di S. Zavoli, circa la detenzione a
Via Tasso, venne intervistato il fratello Sergio. La sua condizione di
laringectomizzato per il tumore alle corde vocali, e probabile causa della mancata
intervista. Tuttavia non è citato nella trasmissione, in quanto il
fratello omise di nominarlo nell'intervista, causando uno spiacevole dissapore
familiare, tenuto conto delle drammatiche e indimenticabili circostanze di quei
momenti vissuti insieme. Amico e intrattenne corrispondenza tra gli altri,
con Orlando, Levi, Ragghianti, I.
Baldini, A. Trombadori, F. Valeri, M.
Morante, C. Cassola, M. Melloni (Fortebraccio), A. Guercio, A.
Ripellino, F. Gabrielli, e M. Stern. Notevole la mole dei suoi saggi e il
cui interesse di pensiero, investe gli argomenti più disparati. Altri saggi: “La
Cosmologica” (Roma, Signorelli), opera poetico-filosofica. Fonda la “metafisica
possibilista” basata sulla teoria della relatività generale e della fisica dei
quanti; "America come pretesto" (Roma, Ventaglio); "Il
possibilismo: suggerimento filosofico eutimistico-terapeutico” (Roma, Mancosu);
"Guazzabuglio"; “Quadri di una esposizione” (Roma, Barone); “Guazzabuglio”
(Roma, Croce);“Oltre gl’ali di Icaro” (Roma, C. Mancosu). Nicola Ruffolo.
Ruffolo. Keywords: Icaro, Cosmologica, possibilismo, guazzagublio, lo specchio
del diavolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ruffolo” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735363301/in/datetaken/
Grice e Ruggiero – romolo e remo –
filosofia meridionale -- filosofia
italiana (Napoli). Filosofo. Nato
alla fazione di Bruciano, fiiglio di Eugenio
e di Filomena d'Aiello. Scrive “Critica del concetto di cultura”, cui
Croce rimprovera la mancata distinzione tra “cultura” e “falsa cultura”. Idealista,
senza aderire all'attualismo di Gentile. Liberale, pur non risparmiando
critiche alla classe politica espressa dal Partito liberale. Insegna a Messina
e Roma. Avendo aderito all'idealismo con Gentile, la sua rivendicazione dei
valori del liberalismo lo rese un esponente di spicco dell'opposizione al
fascismo. Per non perdere la cattedra presta il giuramento di fedeltà al
fascismo. Autore, tra le altre opere, di una imponente Storia della filosofia e di una Storia del liberalism. Socio degl’Esploratori
Italiani. Indaga nella storia della filosofia romana la potenza di libertà
costruttrice del mondo degl’uomini, e, auspicando in tempi oscuri il ritorno
alla ragione, e ad Italia maestro ed apostolo di fede nell'umanità. Saggi: Storia della filosofia,” “La filosofia
greca'” Bari, Laterza); “Cristianesimo, Bari, Laterza); “Rinascimento, riforma
e controriforma, Bari, Laterza); La filosofia moderna. Cartesianismo (Bari,
Laterza); L’Illuminismo, Bari, Laterza); Da Vico a Kant, Bari, Laterza); L'età
del Romanticismo, Bari, Laterza); Hegel, Bari, Laterza); La filosofia contemporanea,
Bari, Laterza); Critica del concetto di cultura, Catania, Battia; La filosofia
contemporanea, Bari, Laterza, Il
pensiero politico italiano meridionale (Bari, Laterza); L'impero britannico
dopo la guerra, Firenze, Vallecchi, “Storia del liberalismo” (Bari, Laterza, La
filosofia contemporanea” (Bari, Laterza); “Filosofi del Novecento” (Bari,
Laterza); “L'esistenzialismo” (Bari, Laterza); “Scritti politici, R. De Felice,
Bologna, Cappelli, La libertà, F.
Mancuso, Napoli, Guida); Lettere a Croce (Bologna, Mulino); B. Croce, La
Critica, I filosofi che dissero "NO" al Duce, in La Repubblica, Un
ritratto filosofico, Napoli, Società editrice); L'impegno di un liberale” “Tra filosofia
e politica, Firenze, Monnier); Treccani, Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
M. Griffo, La coscienza critica del liberalismo; V. Sgambati, Tra ethos
e pathos. Guido De Ruggiero. De Ruggiero. Ruggiero. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Ruggiero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51715422601/in/photolist-2mPmmR4-2mNaHiH-2mMV4pg-2mLEcbk-2mPCgo1
Grice e Rusca – filosofia italiana (Venezia). Studia filosofia. Vicario generale di
Padova della Congregazione del Sant'Uffizio. Ricopre quindi il ruolo di
Inquisitore. Scrive “Syllogistica methodus” ; “De caelesti substantia”; “De
fabulis palaestini stagni ad aures Aristotelis peripateticorum principis e l'
Epitome theologica”. Vescovo di Caorle. Uno dei presuli che più si spese per le
necessità della sua diocesi. È infatti ricordato per gli imponenti restauri
della cattedrale che volle fossero eseguiti per salvare l'edificio
dall'imminente rovina. Durante questi restauri ricopre il soffitto della cattedrale
con stucchi e diede all'edificio una struttura barocca. La riconsacrarla,
apponendo alle pareti dodici croci in cotto, tuttora conservate. Inoltre fa completare
la realizzazione dei nuovi reliquiari per le insigne reliquie dei santi patroni
(Stefano protomartire, Margherita di Antiochia e Gilberto di Sempringham) e
provvide al rinforzo della struttura del campanile. Al completamento di tutti i
lavori, volle che alle solenni celebrazioni presenziassero musici provenienti
da Venezia. A memoria di tutto ciò, resta la lapide, ora affisse alla parete
sinistra del duomo. D. O.M. LÆVITÆ STEPHANO PROTOMARTYRI FR·PETRVS MARTYR
RVSCA EPVSCONSECRAVITMARINO VIZZAMANO PRÆTORE M·D·C·L·XV·III CAL SEP· -- A Dio
ottimo massimo al levita Stefano proto-martire fra' P. Rusca vescovo consacra essendo
podestà M. Vizzamano. Ricordato per la sua premura nel risollevare le sorti
economiche. Ripristina la mensa
episcopale e provvide al sostentamento dei sacerdoti istituendone la
confraternita. Si adopera per correggere i comportamenti dei fedeli e dei
sacerdoti stessi. Fa erigere nella cattedrale un altare dedicato a Sant'Antonio
di Padova. In Duomo a Caorle resta la pala d'altare del Santo con la lapide,
affissa alla parete destra dove sorgeva l'altare, che recita: ILL.MI ET RMI EPI
CAPRVLEN. VNAM MISSAM LECTAM QVOTIDIE, ET DVAS CANTATAS QVOLIBET MENSE AD HOC
ALTARE S. ANTONII CELEBRARI CVRANTO TENENTVR VT IN ACTIS D. OCTAVII RODVLPHI
NOT. VEN. DIEI XIV MENSIS IAN. MDCLXXI AB INCAR. FR. PETRVS MARTYR RVSCA EPVS
CAPRVLEN. EREXIT VNIVIT DISPOSVIT. Illustrissimi e reverendissimi vescovi
caprulensi, abbiate cura che una messa letta quotidiana e due cantate in
qualsivoglia mese siano celebrate a questo altare di S. Antonio, ne sono tenuti
come dagli atti del signor Ottavio Rodolfo notaio veneziano del giorno 14 mese
di gennaio 1671 dall'Incarnazione. Fra' Pietro Martire Rusca vescovo di Caorle
eresse, unì, dispose. Consacra la chiesa di Santa Maria Elisabetta al Lido di Venezia.
R. Rusca, Il Rusco, overo dell'historia della famiglia Rusca, N. Marta,
Venezia, Bonaventura Perissuti, Notizie divote ed erudite intorno alla Vita ed
all' insigne Basilica di S. Antonio di Padova, Padova, Flaminio Corner, Notizie storiche delle chiese
e monasteri di Venezia, e di Torcello, G. Manfrè, Padova, G. Sbaraglia,
Supplementum et castigatio ad scriptores trium ordinum S. Francisci, S.
Michaelis ad ripam apud Linum Contedini, Roma. T. Bottani, Saggio di Storia della Città di
Caorle, Bernardi, Venezia, G. Musolino, Storia di Caorle, La Tipografica,
Venezia, Paolo Francesco Gusso e R. Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, Marcianum
Press, Venezia, F. Ughelli, Italia sacra sive de episcopis
Italiæ, et insularum adjacentium. Pietro Martire Rusca. Rusca. Keywords:
“Syllogistica methodus”, “Aures Aristotelis peripateticorum principis”;
Defensionem Vestigationum Peripateticum. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Rusca”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734521406/in/datetaken/
Grice e Rusconi – attacco e contrattacco – filosofia
italiana (Meda). Filosofo. Insegna a Trento e Torino.
“La teoria critica della società” -- Istituto storico italo-germanico. Altre saggi:
“Crisi di sistema e sconfitta operaia” (Einaudi); “Scambio, minaccia, decisione”;
“Sociologia politica (Mulino); Se cessiamo di essere una nazione (Mulino), in
cui ripercorre il dibattito sul concetto di nazione – “la nazione italiana”; Resistenza
e post-fascismo (Il Mulino); “Come se Dio non ci fosse” (Einaudi), “Italia – lo
stato di potenza, la potenza civile (Einaudi) Cefalonia. Quando gli italiani si
battono (Gli struzzi Einaudi); “L'azzardo”
(Mulino); “Cavour: fra liberalismo e cesarismo (Il Mulino); “Cosa resta”
(Laterza ); “Seduzione” (Feltrinelli ); “Attacco” (Mulino). Gian Enrico
Rusconi. Rusconi. Keywords: romanita, italianita, il concetto di nazione in
Hegel, “God save the queen” – the national anthem – l’inno nazionale -- Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Rusconi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734745883/in/datetaken/
Grice e Ruta – corpori sani – l’intersoggetivo e la
psiche sociale – filosofia fascista – filosofia meridionale -- filosofia
italiana (Belmonte Castello). Filosofo. Insegna a
Napoli. Conosce e frequenta Croce. Sviluppa una filosofia in armonia con
l'ideologia del regime fascista. Saggi: “Il gusto d'amare” (Millennium);
“Insaniapoli” (Campus); “Il segreto di Partenope” (Napoli, Millennium);“L’inter-soggetivo
e la psiche sociale” (Milano, Sandron); “Il ritorno del genio di Vico” (Bari);
“Politica e ideologia” (Milano, Corbaccio); “La necessità storica dell'Italia
nuova” (Napoli); “Diario e lettere” (Bari); “La nascita della tragedia ovvero
Ellenismo e pessimismo” (Bari). Enrico Ruta. Ruta. Keywords: l’intersoggetivo e
la psiche sociale, corpori sani, il concetto di necessita storica in hegel – il
concetto del sociale – il carattere del popolo italiano, lo stato italiano – la
missione del popolo italiano – la patria italiana. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Ruta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734727223/in/datetaken/
Grice e Sacchi – filosofia italiana – filosofia
longobarda -- Luigi Speranza (Casa
Matta di Siziano). Filosofo. La sua saggistica e molto abbondante e abbraccia i
campi più diversi della filosofia. A differenza di altri poligrafi del tempo la
sua filosofia si basa su una solida formazione e un sapere quasi enciclopedico,
per cui i suoi saggi, pur influenzati -soprattutto nella forma- dalle mode
culturali del tempo, mantengono anche oggi un indubbio valore. A Pavia conduce
i suoi studi, che dapprincipio si indirizzarono alla filosofia. Tra i suoi
maestri vi e Romagnosi. Corrispondente di Fauriel e Gioia. Si trasfere a
Milano. Collabora a varie riviste. Dirige «Cosmorama pittorico». Socio della
Reale Accademia delle Scienze di Torino. Saggi:
“La Storia della filosofia greca” (Pavia, Capelli) La Collezione dei
Classici Metafisici, Mascheroni” (Pavia, Bizzoni); “I Lambertazzi e i Geremei, o le fazione di
Bologna – cronaca di un trovatore” (Milano, Stella); “La pianta dei sospiri”
(Milano, Silvestri); Le Antichità romaniiche
d'Italia, Diritto pubblico universale, o sia Diritto di Natura e delle Genti, Biblioteca
Scelta di opere dal latino); “Uomini Utili e Benefattori del Genere Umano”
(Milano, Silvestri); I voti dell'Italia.
I. Cesare, "L'Omnibus
Pittoresco", La mia vita (Pavia, Bizzoni); Filosofia (Milano, Cisalpino); Elogio
del sensismo, Pavia, Bizzoni, Della filosofia di Socrate” Pavia, Bizzoni, I trovatori e le galanterie nel Medio evo,
Milano, Ripamonti Carpano, Oriele o Lettere di due amanti” (Pavia, Bizzoni); “Lodi
Orcesi, Milano, Silvestri, Biblioteca Braidense
Marcellina, C. Béchet, Geltrude. Romanzo italiano con note storiche, Milano,
Bettoni, Diritto pubblico universale di Gio. Maria Lampredi volgarizzato,
Milano, Silvestri); “I fregi simbolici di San Michele in Pavia", Antichita
romantiche [romaniche] d'Italia, e Giu Milano, Stella); “Della condizione
economica, morale e politica degli italiani nei bassi tempi”; “Saggio intorno
all'architettura simbolica, civile e militare in Italia”’ “Saggio intorno
all'origine de' Longobardi, alla loro dominazione in Italia, alla divisione dei
due popoli ed ai loro usi, culto e costume” (Milano, Stella); “Della condizione
economica, morale e politica degli Italiani ne' tempi municipali”; “Sulle
feste, e sull'origine, stato e decadenza de' municipii italiani nel Medioevo” (Milano,
Stella); “Annali universali di statistica economia pubblica, storia, viaggi e
commercio; “Sull’'indole della letteratura italiana; ossia della letteratura
civile, con un'appendice intorno alla poesia eroica, sacra e alle belle arti” (Pavia,
Landoni); “ Intorno alle dighe marmoree o murazzi alla laguna di Venezia ed
alla istituzione del porto franco” (Milano, Editori degli Annali Universali
delle Scienze e dell'Industria, Miscellanea di lettere ed arti, Pavia, Bizzoni);
“L'arca di Sant'Agostino: monumento in marmoora esistente nella chiesa
cattedrale di Pavia, colle illustrazionii” (Pavia, Fusi); “Intorno alle
costumanze, alle arti, agli uomini e alle donne illustri d'Italia” (Milano,
Stella); “Intorno alla pasta, alla smania musicale del secolo, a Volta e a'
progetti pel monumento da erigersegli in Como ed a qualche buona o cattiva moda
della capitale: lettera inutile” (Milano, Stella); “Cose inutile” (Milano,
Visaj); “Teodote: storia” (Milano, Nervetti); “Le belle arti in Milano
nell'anno 1832, Nuovo Raccoglitore, Questioni sull'architettura rituale in
relazione alle opinioni del conte Cordero di San Quintino e dell'avvocato
Robolini", in Annali Universali di Statistica”; “Le arti e l'industria in
Lombardia” (Milano, Visaj); “Del bello” (Milano, Silvestri); Instituti di
beneficenza a Torino (relazione), Milano, a Società degli editori degli annali
universali delle scienze e dell'industria, Lezioni d'un parroco sul cholera” (Milano,
Bravetta, Gli asili dell'infanzia: loro utilità ed ordinamento. Memorie
popolari italiane” (Milano, Manini); “Novelle e racconti, Milano, Manini); “L'
Arco della Pace a Milano descritto e illustrato e pubblicato per la fausta
inaugurazione fatta da S.M.I.R.A. Ferdinando 1, Milano, Manini; B. Luino,
Cosmorama pittorico, Le streghe. Dono del folletto alle signore, Milano, Manini);
“Amori e vicende dei quattro sommi poeti italiani: Dante, Petrarca, Ariosto e
Tasso. Studi storici-biografici” (Milano, Vallardi). Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Defendente Sacchi. Sacchi. Keywords:
Lombardi, longobardi, filosofia lombarda – pagenismo Lombardo – lingua lombarda
– simbolo Lombardo --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sacchi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735126254
Grice e Sacheli – implicatura axiofenomenista dei
parnasesi – filosofia siciliana -- filosofia italiana (Canicattì). Filosofo. Nato da Vincenzo e Calogera
Rinaldi. Studia a Caltanissetta. Iniziato in Massoneria nella loggia Felice
Cavallotti di Girgento. Si laurea a Palermo sotto G. Colozza e C. Guastella. Insegna
a Bologna, Girgenti, Caltanissetta, Bressanone, Genova, Cagliari e Messina. Con
i suoi saggi diede un apporto all'approfondimento all'interpretazione della
filosofia di Aquino. Numerose sono i suoi saggi filosofiche. "La carità
del natio loco" lo spinge a scrivere sulle tradizioni, i miti e le
leggende di Canicattì, collaborando con la rivista Sicania e pubblicando i
risultati delle sue ricerche nelle “Linee di folklore canicattinese” (Acireale,
Popolare). Altri saggi: “Indagini etiche: i criteri, il problema dell'etica” (Milano,
R. Sandron); Atto e valore” (Firenze,
Sansoni); “Ragion pratica: preliminari critici” (Firenze, Sansoni); “Crisi
della Pedagogia” (Roma, Perrella); “Concetto di didattica, Messina, G. Anna);. Ottaviano,
Sophia: rassegna critica di filosofia e storia della filosofia, MILANI, V.
Gnocchini, “L'Italia dei Liberi Muratori”. Erasmo, G. Ferrante, Calogero. Angelo
Sacheli. Sacheli. Keywords: membro dei parnasensi, parnaso di canicatti, massoneria,
liberi muratori, folklore canicattinese, filosofia siciliana, loggia felice
cavallotti di Girgento, implicatura fenomenista, fenomenismo. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sacheli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735118779/in/datetaken/
Grice e Saitta – l’animo – filosofia fascista – il
veintennio fascista -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Gagliano Castelferrato). Filosofo. Allievo di Gentile,
seguace e interprete del suo idealismo attuale. Nato da Giovanni Saitta e
Angela Confalone, una famiglia di agricoltori e proprietari terrieri, studia a Nicosia,
Monreale, e Palermo. Frequentando le lezioni di Gentile, si accosta al suo idealismo.
Si laurea in filosofia. Insegna a Terranova, Lucera, Cagliari, Sassari, Fano,
Faenza, Bologna, Firenze, e Pisa. Dirigge “Vita Nuova”, dell’Università
fascista di Bologna, cura la rubrica Noi e gli altri Spunto polemico, firmando
i suoi interventi con lo pseudonimo di "Rusticus", distinguendosi per
i toni accesi e le posizioni anti-clericali e anti-concordatarie, che lo
portarono a scontrarsi con cattolici. Adere infatti a una concezione
movimentistica e rivoluzionaria del regime fascista, che interpreta come il
compimento del valore romantico del Risorgimento, intendendo la nazione italiano
in senso hegeliano quale sintesi tra cittadino italiano individuale e l’universale
della romanita. Col suo attivismo riusce a esercitare una forte capacità di
attrazione. Così si sviluppa quella tendenza a preferire la sua scuola di
storia della filosofia dove la preparazione di tipo scolastico e le esigenze
tecniche erano minori, ma dove si sente un calore ideale, una passione
filosofica, un fervore per la italianita, e una forza di convinzione spesso
dura, e più che dura, ma più vicina a quei sentimenti e a quelle esigenze
fasciste, una decisione innovatrice suggestiva e che sembra offrire un
orientamento vitale per la soluzione di quei problemi. Accogliendo la
concezione gentiliana dell'atto come perenne auto-creazione dello spirito
italiano che tutto comprende, sviluppa una visione attualistica dell'idealismo
non riducibile a una teoria statica, bensì intesa come azione e continuo
dinamismo. Questo lo porta a esaltare la libertà creativa della ragione umana
contro ogni forma di oggettività e di dogmatismo. Da qui la sua accentuazione
della polemica anti-religiosa, e la riscoperta, nel solco delle tesi formulate
da Spaventa e dallo stesso Gentile, della corrente immanentistica della
filosofia rinascimentale italiana che egli pone a fondamento della genesi
dell'idealismo moderno. Questo
immanentismo, per il quale Dio si esprime nell'attività dello spirito umano, è
un reale umanismo che rende possibile la libertà dell'individuo, nella quale
consiste la coscienza illuministica, da lui contrapposta a quella tradizionale,
oppressiva e decadente, della trascendenza.
Per difendere la libertà del soggetto da ogni autoritarismo e
sopraffazione, si è schierato tuttavia non solo contro il dualismo platonico,
la teologia di impianto aquinistico e la neoscolastica, ma in parte anche
contro lo stesso idealismo di Hegel che finisce per oggettivare la ragione
facendone un sistema assoluto da lui ritenuto all'origine dello schiavismo. Persino
nell'attualismo di Gentile e rimasto un retaggio del trascendente, quando esso
attribuisce lo spirito ad un Io assoluto anziché ai singoli individui. Sono
costoro i veri creatori di valori spirituali, coloro cioè in cui va
identificato il soggetto trascendentale. In tal modo intende preservare la
portata stessa dell'atto creativo dello spirito dell'idealismo gentiliano,
rivestendolo di significati empirici, positivistici, contigenti. Altre saggi: “Lo
spirito come eticità” (Bologna, Zanichelli); “La coscienza illuministica
(Genova, Orfini); “Libertà ed esistenza (Firenze, Sansoni); “L’immanenza
(Bologna, Zuffi); “La scolastica e la politica dei Gesuiti (Torino, Bocca); Le
origini dell’aquinismo (Bari, Laterza) Gioberti (Messina, Principato); Ficino
(Messina, Principato); “L'educazione dell'umanesimo in Italia (Venezia, La
Nuova Italia); “Filosofia italiana ed umanesimo (Venezia, La Nuova Italia); “Aquino”
(Firenze, Sansoni); “La teoria dell'amore e l'educazione del Rinascimento
(Bologna, U.P.E.B.); “L'illuminismo della sofistica” (Milano, Bocca) Il
pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento (Bologna, Zuffi); “L’Umanesimo
italiano” (Bologna, Tamari). E. Centineo,
Ricordo, Giornale critico della filosofia italiana, Firenze, Sansoni, Sorbelli, L'Archiginnasio: bollettino della
Biblioteca comunale di Bologna, direzione di F. Bergonzoni, Regia tipografia
dei fratelli Merlani, Università degli studi di Firenze, S. Salustri,
L'Università fascista di Bologna: un modello di Accademia per il regime?, in
Accademie e scuole: istituzioni, luoghi, personaggi, immagini della cultura e
del potere” (Milano, Giuffrè); V. Pisani, Paideia, Casa Paideia, R. Pertici,
Storia della storiografia, Jaca, L.
Mangoni, “L'interventismo della cultura. Intellettuali e riviste del fascismo”
(Bari, Laterza). Cantimori ricorda con commozione l'irrequietezza spirituale
della sua scuola e la sua attenzione volta ad argomenti quasi ignorati dalla
cultura Italiana – B. Bandini, Storia e storiografia: studi su Delio Cantimori.
Atti del convegno tenuto a Russi, Riuniti).
Cit. in R. Pertici, Storia della storiografia, “Forse meglio di ogni
altro, intese dell'attualismo l'istanza realmente umanistica, e di un
"reale umanismo” “E questa appunto volle sotto-lineare e difendere contro
ogni mistificazione. Così lo vediamo ridurre tutta la dialettica gentiliana a
lotta sempre risorgente fra ragione umana liberatrice e costruttrice di una
società di uomini liberi, e la coscienza tradizionale cristallizzata nelle oppressioni
di strutture portatrici di una filosofia di morte. Ricordo. La filosofia come celebrazione della
soggettività è quasi tutta sbozzata con Ficino. Con lui, anziché col
Campanella, come da altri è stato frequentemente ripetuto, s'inizia la conoscenza
illuministica, Ettore Centineo, Ricordo, Giornale critico della filosofia italiana»,
Firenze, Sansoni, G. Morra, L'immanentismo assoluto, Giornale critico della
filosofia italiana», E. Garin, Cronache di filosofia italiana” (Bari, Laterza);
R. Melchiorre, Storiografi italiani (Villalba di Guidonia, Aletti). Attualismo,
Filosofia rinascimentale, Idealismo italiano, Delio Cantimori Gentile Ricordo. Giuseppe Saitta. Saitta. Keywords: filosofia
fascista, l’universita fascista di Bologna, le reviste filosofiche fasciste,
Vita Nuova, immanenza e non trascendenza, lo spirito italiano, l’universale
dell’italianita, l’universale della romanita, l’amore di Ficino, Campanella, Cantimori,
contro la scolastica, animo, l’animo, vita nuova, contratto sociale, Rousseau,
Firenze. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Saitta” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735339190/in/datetaken/
Grice
e Saliceto – filosofia italiana – Luigi Speranza (Cinisello
Balsamo). Grice: “Since Sua Eccellenza Verri-Visconti calls himself a hyphenated
philosopher, I who amn’t, shall list him under Visconti!” Esential Italian
philosopher. Like Grice, he wrote on ‘happiness.’ Like Grice, he wrote on
‘pleasure.’ Like Grice, he was a very clubbable man. Ritratto tagliato Barone di Rho. Consorte Marietta
Castiglioni Vincenza Melzi d'Eril. Figli Teresa, Alessandro (da Marietta
Castiglioni). Filosofo. Considerato tra i massimi esponenti dell'illuminismo, è
altresì ritenuto il fondatore della scuola illuministica milanese. Nacque
a Cinisello Balsamo dal conte Gabriele Verri-Visconti, magistrato e politico conservatore
e da Barbara Dati della Somaglia, membri della nobiltà milanese. Ha tre
fratelli: Alessandro, Carlo e Giovanni. Avviati gli studi nel Collegio
dei gesuiti di Brera, e uno dei ‘trasformati’. Si arruola nell'esercito e
prende parte alla Guerra dei Sette Anni. Fermatosi a Vienna, intraprende la
redazione delle Considerazioni sul commercio nello Stato di Milano, che gli
varranno il primo incarico di funzionario. Pubblica le “Meditazioni sulla
felicità.” Devienne a Milano uno dei ‘pugni’, nucleo redazionale del ‘Caffè,’ destinato
a diventare il punto di riferimento del riformismo illuministico. Tra i suoi
saggi più importanti per “Il Caffè” si ricordano “Elementi del commercio”; “Commedia”;
“Medicina”; “I parolai”. Ha rapporto epistolari anche con gl’enciclopedisti. d'Alembert
visita i pugni. Parallelamente all'impresa editoriale, intraprende la scalata
del governo d’Austria allo scopo di mettere in prattica le riforme propugnate
nel “Caffe”.Membro della Giunta per la revisione della "ferma"
(appalto delle imposte ai privati) del Supremo Consiglio dell'Economia. Fonda
la Società patriottica. “Meditazioni sull'economia politica”. Il discorso sull'indole
del piacere -- e del dolore”; “i Ricordi” e le “Osservazioni sulla tortura”. Il
suo è uno stile asciutto e libero, pieno di trattenuto vigore. Con
Giuseppe II al trono d'Austria, gli spazi per i riformisti milanesi si
riducono, e lascia ogni incarico pubblico, assumendo un atteggiamento sempre
più critico. Pubblica la “Storia di Milano.” All'arrivo di Napoleone, prende
parte alla fondazione della Repubblica Cisalpina, culla del tricolore italiano.
Muore durante una seduta notturna della municipalità. Grazie a lui Milano
divenne il più importante centro degl’illuministi. L'ipotesi di civiltà che
scature da lui e forse troppo avanzata per poter essere adeguatamente raccolta
dalla nostra cultura; e comunque lo colloca a pieno titolo tra le espressioni
più alte degl’illuministi. Il suo grande merito e aver creato in Lombardia un
centro di aggregazione illuminista:“Il Caffè dei pugni” Ciò che desta curiosità
rimane il titolo con cui lui scelse di intitolare la sua testata, dovuta al
rilevante fenomeno della diffusione di caffè (bar), come luoghi dove poter
intraprendere un libero e attuale dibattito culturale, politico e sociale. Con
i suoi articoli sul dolore e il piacere, sottoscrive la dottrina di Helvétius,
nonché il sensismo di Condillac, fondando sulla ricerca della felicità e del
piacere l'attività degl’uomini. Gl’uomini tendeno a sé stessi al piacere e sono
pervasi dal dolore. I suoi piaceri non sono altro che momentanee interruzioni del
dolore. La felicità degl’uomini non è quella personale o soggetiva, ma quella a
cui partecipa il “collettivo,” quasi eutimia o atarassia. Per quanto riguarda
la politica e l'economia, lui è controverso. Per quanto riguarda l'ambito
economico, negli Elementi del Commercio e nella sua più grande opera economica
Meditazioni sull'economia politica, enuncia (anche, per primo, in forma
matematica) la legge di domanda e offerta, spiega il ruolo della moneta come
merce universale, appoggia il libero scambio e sostenne che l'equilibrio nella
bilancia dei pagamenti è assicurato da aggiustamenti del prodotto interno lordo
(quantità) e non del tasso di cambio (prezzo). Di conseguenza, può essere visto
come un marginalista. Si nota, però, come assuma atteggiamenti di difesa del
concetto di proprietà privata e del mercantilismo. Verri-Visconti ritiene che
solo la libera concorrenza tra eguali possa distribuire la proprietà private.
Tuttavia pare favorevole principalmente alla piccola proprietà, per evitare il
risorgere delle disuguaglianze. Verri con le Osservazioni sulla tortura
esprime la sua contrarietà all'uso della tortura. Define ingiusto e antistorico
un modello così efferato di giurisprudenza e auspicando l'abolizione di questi
metodi. Non pubblica l’opuscolo per non inimicarsi, con le pesanti critiche
alla magistratura in esso contenute, il senato di Milano (tribunale) presso cui
si sta decidendo dell'eredità del padre. “Dei delitti e delle pene” di
Beccaria prende in gran parte le mosse proprio dalle bozze delle Osservazioni
sulla tortura, oltre che dagli articoli de Il Caffè. E proprio a causa di
questo furto di idee che i due pugni arrivano al più acceso scontro. Nella
versione definitiva e aggiornata dell’ “Osservazioni,” che sono in conclusione
un invito ai magistrati a seguire la dottrina illuminista invece di irrigidirsi
sulle posizioni conservatrici, la sua dialettica è cruda e basilare. La tortura
è una crudeltà. Se la vittima è innocente, subisce sofferenze non necessarie. Se
la vittima e colpisce un _colpevole_ *presumibile* rischia di martoriare il
corpo di un possibile innocente. L’accusato rinuncia nella tortura alla sua
difesa naturale istintiva. Viola la legge di natura. Apre il suo saggio
con la ricostruzione del processo agl’untori, presentandolo sia come documento
dell'ignoranza di un secolo non guidato dai lumi, sia come emblema del modo in
cui una legge sbagliata porta a una evidente ingiustizia. Questa ricostruzione
forne la base per la Storia della colonna infame di Manzoni, che però la
presenta come testimonianza di ciò che accade quando uomini ingiusti detenneno un
grande potere, come all'epoca era quello del senato milanese. Il saggio non
arrivea mai ad avere il successo che invece ebbe Dei delitti e delle pene, vuoi
perché la maggior parte delle osservazioni in essa sviluppate erano già
contenute nell'opera di Beccaria, vuoi per via del suo stile, dotto e di difficile comprensione,
che rendeva di per sé ardua la diffusione della sua filosofia, che pure
conteneva molti ulteriori spunti rispetto all'opera del collega. La
Borlanda impasticciata con la concia, e trappola de sorci composta per estro, e
dedicata per bizzaria alla nobile curiosita di teste salate dall'incognito
d'Eritrea Pedsol riconosciuto, festosamente raccolta, e fatta dare in luce
dall'abitatore disabitato accademico bontempista, Adorna di varii poetici encomii,
ed accresciuta di opportune annotazioni per opera di varii suoi co-accademici
amici; “Il Gran Zoroastro ossia Astrologiche Predizioni”; “Il Mal di Milza,
Diario militare,” Elementi del commercio”; “Sul tributo del sale nello Stato di
Milano”; “Sulla grandezza e decadenza del commercio di Milano”; “Fronimo e
Simplicio; ovvero, sul disordine delle monete nello Stato di Milano”; Considerazioni
sul commercio nello Stato di Milano”; “Orazione panegirica sula giurisprudenza Milanese”;
“Meditazioni sulla felicità colletiva” – cfr. Grice, Notes on happiness –; “Bilancio
del commercio dello stato di Milano, Il Caffè, Sull’innesto del vajuolo,
Memorie storiche sulla economia pubblica dello stato di Milano, Riflessioni
sulle leggi vincolanti il commercio dei grani, Meditazioni sulla economia
politica con annotazioni, Consulta su la riforma delle monete dello Stato di
Milano, Osservazioni sulla tortura, Ricordi a mia figlia, Considerazioni sul
commercio nello Stato di Milano – “Sull'indole del piacere e del dolore” --
Manoscritto da leggersi dalla mia cara figlia Teresa Verri per cui sola lo
scrissi, Storia di Milano, Piano di organizzazione del Consiglio governativo ed
istruzioni per il medesimo, “Precetti di Caligola e Claudio”; “Memoria
cronologica dei cambiamenti pubblici dello stato di Milano”; “Delle nozioni
tendenti alla pubblica felicità” – felicita pubblica – felicita private --; “Pensieri
di un buon vecchio che non è letterato, Carteggio di Pietro e di Alessandro
Verri; L'Edizione Nazionale delle Opere, Ministero per i beni e le
attività culturali ha deciso di avallare un'Edizione nazionale delle sui saggi.
Il comitato, finanziato pubblicamente, dalla Fondazione Cariplo e da Banca
Intesa Sanpaolo, è presieduto da C. Capra e composto da una ventina di studiosi
e si basa sull'Archivio donato dai Visconti alla Fondazione Per La Storia Del Pensiero
Economico. Angolani Bartolo, Gli Scritti di argomento familiare e
autobiografico; Rivista di storia della filosofia. (Firenze: La Nuova Italia).
Carteggio di Pietro e Alessandro Verri
Cfr. Ricuperati, Il genere della biografia, Società e storia. (Milano:
F. Angeli, "Il Caffè",
Introduzione. Giordanetti, Piero, a cura di, “Sul piacere e sul dolore”. Kant
discute Visconti (Milano, Unicopli); “Giordanetti, “Le arti belle. Sulla
fortuna di Visconti, Visconti e il suo tempo, C. Capra, Bologna, Cisalpino); Renzo
Villata, M. Gigliola, Il processo agli untori di manzioniana memoria e la
testimonianza (ovvero... due volti dell'umana giustizia), Acta Histriae Storia
di Milano, Cronologia della vita di Pietro Verri, su storiadimilano. Vèrri,
Pietro nell'Enciclopedia Treccani, su treccani. Ricordi a mia figlia, su
classicitaliani. CatalogoSellerio, su Sellerio. Salerno editrice. Scheda del
libro: Delle nozioni tendenti alla pubblica felicita, su salerno editrice.
Pensieri di un buon vecchio che non è letterato, su classic italiani. Carlo
Capra, Risultati e prospettive, in Rivista di storia della filosofia, Scritti
di economia, finanza e amministrazione, I Discorsi e altri scritti degli, Storia
di Milano, Scritti di argomento familiare e autobiografico, Scritti politici, Carteggio
di Pietro e Alessandro. Caffè. In Venezia, P. Pizzolato); “Mediazioni sulla
economia politica con annotazioni” (Venezia,Giovanni Battista Pasquali); “Meditazioni
sulla economia politica” (Livorno, Stamperia dell'Enciclopedia Livorno); “Sull'indole
del piacere e del dolore” (Milano, G. Marelli); “Storia di Milano” (Milano,
Società tipografica de' classici italiani); “Carteggio di F. Novati, A. Giulini, E. Greppi, G. Seregni,
Milano, L. F. Cogliati, Milesi & figli, Giuffrè); “Viaggio a Parigi e
Londra. Carteggio di Pietro ed Alessandro Verri, Gianmarco Gaspari, Milano,
Adelphi); “Appunti di diritto bellico” (Paolo Benvenuti, Roma, A. Benedetto, “Visconti
repubblicano: gl’articoli, Poesia, letteratura e politica, Alessandria,
Edizioni dell'Orso, A. Cavanna, Da Maria Teresa a Bonaparte: il lungo viaggio,
C. Capra, I progressi della ragione” (Bologna, Il Mulino); “Meditazioni sulla
felicità, Pavia-Como, Ibis); “Discorso sull'indole del piacere e del dolore, G.
Spada, Londra, Traettiana, Diario Militar, Milano, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,. Filosofico. Storia
di Milano. Sua Eccellenza il conte Pietro Verri Visconti di Saliceto. Keywords:
diritto bellico. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Saliceto – “Grice e Visconti: il
piacere” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. #visconti https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420380244640603 #griceevisconti https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702952334/in/photolist-2mLP9qE-2mLQeeb-2mLFAmb-2mLM99A-2mLFAni-2mLKFF5-2mLFAoq-2mLM98d-2mLQecH-2mLM99W-2mLQecC-2mLQebv-2mLP9ps-2mLFAnd-2mLP9r6-2mLFAkV-2mLQeem-2mLQebF-2mLFAo5-2mLFAov-2mLQeer-2mLP9q4-2mLQedQ-2mDddVQ-2mDddUN-2mD9Vcs-2mD9VdE-2mD4uWN-2mD8LBS-2mD9VcN-2mDc9b5-2mDddWS-2mD4uXz-2mD4uYg-2mDddV9-2mDc9bq-2mD8LBr-2mD8LC8-2mD4uYw-2mD9VdV-2mD4uWH-2mDddVu-2mDddVj-2mD4uXK-2mDc9a8-2mD8LBm-2mDddW6-2mDc9aZ-2mD9VcH-2mD4uXV
Grice e Salutati – Ercole al bivio – filosofia italiana
(Stignano). Filosofo. Vedo che
ignori quanto sia dolce l'amor di patria: se ciò fosse utile alla difesa e
all'ampliamento della patria, non ti sembrerebbe un crimine penoso, nè un
delitto scellerato, il fracassare con la scure il capo del proprio padre, o
ammazzare i fratelli, o cavare con la spada dal grembo della moglie il figlio
prematuro. Ad Andrea di Conte. Cancelliere di Firenze, Figura culturale di
riferimento dell'umanesimo a Firenze, in qualità di discepolo del Boccaccio e
precettore di P. Bracciolini e LBru .ni. Considerato uno dei più
importanti uomini di governo tra la fine del XIV e gli inizi del XV secolo,
Coluccio Salutati, nei suoi anni di cancelliere della Repubblica di Firenze,
svolge un importantissimo ruolo diplomatico nel frenare le ambizioni del duca
di Milano G. Visconti, intenzionato a creare uno stato comprendente l'Italia
centro-settentrionale. Nel contesto di questa lotta elabora la sua dottrina
della “libertas fiorentina”. Oltre all'impegno politico, svolge un importante
ruolo nella diffusione dell'umanesimo petrarchesco e boccacciano, divenendone
l'esponente più importante e il praeceptor della prima generazione degl’umanisti.
Il suo lascito più importante presso i posteri fu la codificazione civile dell'umanesimo,
cioè l'uso dello spirito e dei valori dell'antichità classica all'interno
dell'agone politico internazionale. Grazie a Salutati (autore tra l'altro di un
vastissimo epistolario e di trattati politici, filosofici e letterari),
difatti, il mito della florentina libertas, cioè di quel complesso di valori
ispirati alla libertà promosso dall'ordinamento politico fiorentino, si rafforza
enormemente sotto il suo cancellierato, ed e utilizzato quale strumento
diplomatico per accrescere il prestigio di Firenze presso gli altri stati d’Italia. Costretto,
a pochi mesi dalla sua nascita, ad abbandonare il luogo natìo per raggiungere
il padre Piero (detto dal Villani di buoni costumi e di prudenzia laudabile)
a Bologna, ove il genitore serviva il signore della città T. Pepoli, che a sua
volta garantiva protezione alla famiglia Salutati. Nella città felsinea compe per
volontà paterna (ma più probabilmente di Pepoli che, morto Piero, prende sotto
la sua protezione la famiglia e il giovane Coluccio in particolare), studi, benché
fosse maggiormente interessato alle discipline letterarie, e seguì le lezioni
di logica e di grammatica di P. Moglio. Lascia Bologna a causa anche della
caduta di Pepoli e ritorna a Stignano, dove un rogito testimonia la sua
presenza. Gli anni successivi all'allontanamento da Bologna, gli videro esercitare il mestiere di notaio in
vari centri toscani (specialmente in Valdinievole), coltivando, come si vedrà
nella sezione dedicata alla passione umanistica, lo studio dei classici, come
dimostra la lettera a L. Gianfigliazzi , colto politico fiorentino col quale
discute su Valerio Massimo e altri autori antichi. Nel frattempo, la sua carriera
amministrativa lo spinse ad intraprendere anche la carriera politica:
cancelliere del Comune di Todi prima, della Repubblica di Lucca poi, ed infine,
dopo essere giunto a Firenze ed avervi esercitato per breve periodo
l'incarico di scriba omnium scrutinorum, Cancelliere di quella città, tenne,
pertanto, nelle sue mani la carica più importante della diplomazia della
Repubblica fiorentina, divenendo un personaggio di spicco della politica
italiana di fine Trecento. Costantemente rieletto e confermato con le stesse
ingerenze, lo stesso stipendio e i soliti privilegi, lascia nell'Ufficio un
numero grande di minutari e registri, di lettere e istruzioni, per lo più di
sua mano, e solo in parte de' suoi coadiutori, che non sembrano molti. Da
questi libri e da altri della Cancelleria, apparisce com'egli fosse
costantemente in Palazzo, presente a innumerevoli atti del Comune, dei
Consigli, degli uffici più svariati. La frattura in seno alla Chiesa Cattolica
spinse Urbano VI a firmare la pace coi fiorentini. Le relazioni tra Santa Sede
all'epoca ad Avignone e la Repubblica fiorentina degenerarono rapidamente a
causa della volontà di Gregorio XI di ritornare a Roma e ripristinarvi
l'autorità della Chiesa. La paura che si formasse, nel centro Italia, un forte
stato ecclesiastico allarma sia Firenze (intimorita di essere inglobata nel
nuovo stato) che le città degli Stati Pontifici, che a causa della lontananza
del Papato avevano acquisito una grande forza ed indipendenza. La guerra finì
frettolosamente a causa della scissione interna alla Chiesa stessa tra
cardinali, fatto che porta alla nascita del gravoso Scisma d'Occidente. Urbano
VI assolve Firenze dalla scomunica per avere alleati contro Clemente VII.
Tra gli scomunicati, c'e anche lui, in quanto figura chiave della politica
dell'epoca. Coluccium Pieri de Florentia, excellentissimum cancellarium comuni
Florentie, riceve l'assoluzione da parte del Papa tramite i legati S. Pagani, vescovo
di Volterra, e F. d'Orvieto, frate appartenente all'ordine degli Eremitani. Firenze,
mentre stava stipulando la pace con Urbano VI, fu sconvolta dalla rivolta del
popolo minuto che, già soggiogato e perseguitato dalla prepotenza
politico-economica del popolo grasso, fu sobillato dagli operai salariati (i
ciompi) a rivoltarsi. Si ebbero i primi scontri e i ciompi, risultati
vincitori, imposero Michele di Lando quale gonfaloniere di Giustizia e
riformatore della Signoria in senso democratico. L'animosità degli sconfitti si
fece sentire molto presto: dopo aver chiuso gli opifici riducendo alla fame gli
operai, la grande borghesia e l'aristocrazia riuscirono a trarre dalla loro
parte Michele di Lando che, dopo aver disperso i capi dei ciompi, si dimise
dalla carica di gonfaloniere e ridando il potere ai magnati, tra i quali
primeggiarono gli Albizi che instaureranno un regime oligarchico durato fino
alla venuta di Cosimo de' Medici. Dall'epistolario di Coluccio, sappiamo che
egli informò D. Bandini di Arezzo dei tumulti avvenuti in città e stimando gli
uomini assurti al potere quali degni e pieni di considerazione. L'atteggiamento
emerso in quest'epistola, datata il mese d'agosto, si rivelerà contrario a
quanto Coluccio in realtà pensasse del nuovo governo. Marco Cirillo ci descrive
lo stato d'animo del Cancelliere e la sua scelta di rimanere in tale carica
nonostante l'avversione per i Ciompi. Dalle lettere di Coluccio Salutati si
evince come il cancelliere non fosse soddisfatto del governo instaurato dal
Popolo Minuto, ed è probabile che il cancelliere conoscesse anche i “piani
politici” di chi voleva ritornare al potere. Questo ci permette di ipotizzare
che, la decisione di ritornare al proprio ufficio si legava sia alle necessità
familiari dell'umanista, sia all'amore che egli nutriva per il proprio lavoro
ma anche, alla conoscenza dell'imminente ritorno del Popolo Grasso al
potere, unito alla convinzione della mancanza di conoscenze politiche adeguate
per governare una città come Firenze da parte dei Ciompi stessi (Cirillo)
Ha un ruolo decisamente più attivo ed importante nell'animare Firenze perché si
difendesse dalle ambizioni di conquista di Gian Galeazzo Visconti, duca di
Milano, desideroso di sottomettere l'intera Penisola al suo controllo
schiacciando le resistenze delle Signorie dell'Italia Settentrionale. Galeazzo
sposta infatti le sue attenzioni sulla Repubblica di Firenze, e Coluccio giocò
un ruolo importante in questa situazione spronando il popolo fiorentino a
difendere la sua tradizionale libertà (la florentina libertas) e rispondendo
egli stesso dalle accuse dei nemici attraverso l'opera Invectiva in Antonium
Loscum. La situazione per i fiorentini, all'inizio del conflitto, era alquanto
drammatica, in quanto si ritrovarono praticamente circondati dai domini di Gian
Galeazzo e solo l'ausilio di bande mercenarie, guidate da Giovanni Acuto,
riuscirono a frenare i piani di dominio del Visconti. La guerra, che riprese
dopo una momentanea tregua, vide la formazione di una vasta coalizione
antiviscontea di cui fecero parte tutti gli stati italiani del centro-nord,
tenuti assieme dalla politica estera fiorentina e da quella veneziana.
Nonostante gli alleati fossero stati gravemente surclassati dalle forze
milanesi, i fiorentini riuscirono a salvare la loro indipendenza resistendo a
dodici anni di guerra, cioè fino alla morte improvvisa di Gian Galeazzo a causa
della peste, lasciando Firenze in una posizione di potenza nell'Italia
centro-settentrionale. Gli ultimi anni e la morte Coluccio trascorse gli
ultimi anni della sua vita terrena celebrato sia per la sua posizione di guida
dell'umanesimo, sia per l'abilità politica dimostrata contro il Visconti, ma
anche in grandi amarezze a causa dei lutti (morte della seconda moglie e la
morte di alcuni dei suoi figli in occasione della pestilenza). Quando poi morì,
la Signoria, il giorno successive, gli fece celebrare funerali solenni in Santa
Maria del Fiore, ponendo sulla sua bara una ghirlanda d'alloro per le sue virtù
poetiche. I suoi discepoli Leonardo Bruni suo successore, Poggio Bracciolini,
futuro cancelliere e Pier Paolo Vergerio lo piansero amaramente, ricordandolo
come un padre e come il più grande decoro di Firenze. Coluccio umanista La
guida dell'umanesimo italiano e per trent'anni, dopo la morte del Petrarca e
del Boccaccio, il più autorevole umanista italiano, unico erede di quei grandi (Dionisotti)
Miniatura che ritrae proveniente da un codice della Biblioteca Laurenziana a
Firenze. Alla morte del Boccaccio, sia per ragioni anagrafiche (era di una
generazione sita tra quella di Petrarca e Boccaccio e la successiva degli
umanisti), sia per la propria grandezza letteraria e filosofica, fu il
principale esponente dell'umanesimo italiano, come ricorda infatti C.
Dionisotti e altri studiosi, quel «trait d'union tra la generazione che aveva
vissuto in prima linea il rinnovamento petrarchesco e quella dei nuovi umanisti
già pienamente quattrocenteschi» Salutati ebbe, sia per il ruolo istituzionale
sia per quello culturale, rapporti anche con i Paesi europei: tenne
corrispondenza con un colto cortigiano di Carlo VI di Francia, Jean de
Montreuil, e con l'arcivescovo di Canterbury Thomas Arundel, conosciuto mentre
il presule inglese si trovava a Firenze. Fecondo scrittore, apologeta
"diplomatico" della classicità contro gli attacchi degli aristotelici
e di alcuni ecclesiastici ostili all'antropologia umanista, Coluccio alternerà
il suo magistero culturale con quello politico, difendendo la libertà repubblicana
di Firenze adottando lo stile e il genere degli antichi trattatisti. La
formazione umanistica Nonostante Lino avesse preso definitivamente l'attività
notarile, come testimonia il suo primo rogito effettuato nella nativa Stignano,
l'amore per la cultura e la letteratura non venne meno. Anzi, a partire dalla
fine degli anni sessanta, Coluccio divenne il segretario di Francesco Bruni,
amico a sua volta di Francesco Petrarca; iniziò, come esposto dalla Senile un
rapporto epistolare a distanza, che permise al Salutati di avvicinarsi alle
proposte umanistiche del poeta Aretino. Nel periodo che intercorse tra questa
prima epistola e la morte del Petrarca, Coluccio entrò sempre più nella
mentalità classicista del maestro, grazie anche ai contatti che egli ebbe con
l'altro grande umanista e allievo del Petrarca stesso, Giovanni Boccaccio, quest'ultimo
animatore del circolo umanista di Santo Spirito a Firenze. Seguendo la scia del
maestro Boccaccio, sinceramente pianto dal Salutati al momento del trapasso, il
Cancelliere della Repubblica continuò il suo magistero a Santo Spirito, tenendovi
lezioni cui partecipavano umanisti non solo fiorentini (si ricordano, tra i più
importanti, Niccolò Niccoli, Leonardo Bruni e Poggio Bracciolini), ma anche di
altre regioni italiane (quali il vicentino A. Loschi e il già ricordato P. Vergerio).
Nel convento degli agostiniani Salutati, aiutato nel suo magistero culturale
dal coltissimo frate Luigi Marsili[40], non si fece soltanto portavoce degli
ideali dell'umanesimo classicista petrarchesco, ma continuò a tenere in alta
considerazione Dante Alighieri, deprecato da una cerchia dei giovani umanisti
in quanto scrittore volgare e pessimo latinista. La fondazione della cattedra
di greco a Firenze. Oltre al suo compito di formazione dei giovani umanisti che
andranno a diffondere il nuovo sapere presso gli altri centri culturali
italiani, Salutati ebbe il merito non solo di affidare le cattedre tradizionali
dello Studium fiorentino ad umanisti discepoli di Petrarca (quali Giovanni Malpaghini),
ma soprattutto quello di far rifiorire in Italia il greco classico. Grazie
all'incontro avvenuto a Venezia tra i giovani umanisti Roberto de' Rossi e
Giacomo Angeli da Scarperia e i due colti bizantini M. Crisolora e D. Cidone,
inizia, usufruendo dei poteri di Cancelliere, ad intessere rapporti con
Crisolora per invitarlo ufficialmente a Firenze quale docente di greco classico
nello Studium. Questi, giunto nell'Europa Occidentale per conto dell'imperatore
Manuele II Paleologo per cercare alleanze contro i turchi ottomani, cercò di
instaurare rapporti di amicizia con gli Stati che visitava trasmettendo la
conoscenza del greco classico ai nascenti circoli umanistici, edotti di latino
ma non della lingua di Omero. Pertanto Crisolora accettò l'offerta del
Salutati, rimanendo nella città toscana e lasciando in eredità ai suoi
discepoli (e amici) fiorentini gl’Erotematà, compendi linguistici di greco
classico caratterizzati da una sinossi con la grammatica latina. L'umanesimo
incontra durante la sua diffusione, il sospetto e l'ostilità di alcuni ambienti
religiosi a causa della libertà e responsabilità etica del singolo uomo che
Coluccio andava insegnando, e del suo progetto di conciliare la natura della
cultura classica con quella cristiana. I principali antagonisti dell'umanesimo
fiorentino, il camaldolese Giovanni di San Miniato e il domenicano Giovanni
Dominici (quest'ultimo poi cardinale), intendevano sostanzialmente mantenere
l'istruzione e la morale rigidamente nelle mani della gerarchia, rifiutando la
ventilata autonomia spirituale dei pagani e riaffermando la loro
interpretazione allegorica. Le humanae litterae non sono antitetiche agli
studia divinitatis Coluccio, davanti a questi attacchi, sostenne la necessità,
anche da parte dei laici, di avere coscienza di ciò che dicono e
professano nella vita attiva, ribadendo il valore positivo di questo modello di
vita e combattendo il vuoto nominalismo tomista che la cultura ecclesiastica
ufficiale difendeva strenuamente quest'ultimo visto come nocivo perché, avendo
ormai intriso la stessa Bibbia di sillogismi filosofici, allontanava dalla
Verità gli uomini: «Senza la capacità di intendere in fondo i termini, la
lingua, non si dà conoscenza della scrittura, della parola di Dio. Ogni
conoscenza seria è comunicazione. In tal modo gli studia humanitatis come mezzo
per ritrovare nella lettera l'inseparabile spirto, nel corpo l'anima
indisgiungibile, sono strettamente connessi con gli studia divinitatis. La disputa sulla verità teologica della
poesia, genere privilegiato nella conoscenza di Dio, è quello che gli impegna
maggiormente. Seguendo il tracciato delle Genealogie deorum gentilium del
maestro Boccaccio, risponde alle accuse dell'immoralità della poesia a G. di
San Miniato, in una lettera affermando non solo che ogni verità proviene da Dio
stesso, ma anche che Dio ha usufruito della poesia attraverso i salmisti,
Giobbe e Geremia: per cui la poesia è il genere letterario più vicino a Dio. Tale
tesi verrà poi ulteriormente rinforzata nell'incompiuto “De laboribus Herculis”,
in cui si arriva a sostenere una vera e propria poesia teologica, per cui anche
gl’antichi poeti pagani, con le loro opere, si avvicinavano a Dio .Il poema
epico del Petrarca, per la sua incompletezza e il latino ancora un po' rozzo,
suscita delusione nei simpatizzanti dell'umanesimo. Forma, impiegando gran
parte delle sue retribuzioni, una biblioteca di più di 100 volumi, collezione
molto grande per l'epoca e simbolo del suo fervore culturale. Possedetun
manoscritto delle tragedie di Seneca ricopiato ottimamente di suo pugno con
l'aggiunta dell'Ecerinide del preumanista padovano A. Mussato, ma anche
esemplari di autoriquali Tibullo e Catullo ed una rarissima copia delle Ad familiares
di Cicerone, coperta dall'amico e cancelliere milanese P. Capelli a Vercelli. A
questa scoperta in terra di Lombardia, si aggiunse anche le Epistole ad
Atticum, rendendolo il primo dopo secoli a possedere entrambe le raccolte di
lettere di Cicerone. R. Sabbadini riporta che, nella sua biblioteca, e il primo
a possedere il De agricultura di Catone, il Centimeter di Servio, il commento
di Pompeo all'Ars maior di Donato, le Elegie di Massimiano e le Differentiae
pseudo-ciceroniane, mentre F. Tateo continua elencando i Dialoghi di Gregorio
Magno e l'esame dei vari manoscritti di Cicerone, di Lattanzio, di Agostino, di
Seneca, di Ovidio e di Stazio in suo possesso. Nonostante questa passione
da bibliofilo, che rese la sua biblioteca la più significativa dopo quella del
Petrarca agli albori del XV secolo, non sfoggia mai eccellenti doti
filologiche, al contrario del Petrarca stesso o del suo discepolo L. Bruni. Cerca,
inoltre, di avere da parte di Lombardo della Seta, fedele discepolo del
Petrarca, una copia dell'Africa perché fosse poi pubblicata. I suoi sforzi e
dei primi umanisti risultarono sempre più insistenti nel corso degli anni
settanta: Lombardo ha timore a pubblicare un'opera rimasta in un testo
incompiuto ed incerto, rischiando così di oscurare la gloria del Petrarca. Quando
poi giunge a Firenze il sospirato poema epico dell'Aretino, è afflitto dalle
sospensioni, dalle lacune e certamente anche dalla pesantezza d'ala del poema
tanto vantato e sognato. La delusione, trasmessa in una lettera a Francescuolo
da Brossano, spinselo a non farsi più editore e commentatore dell'opera. Intervenne
anche nel campo della paleografia. Nel vivo studio dei classici, fa
un'introduzione fondamentale: dopo aver adottato, per gran parte della sua
vita, una scrittura cancelleresca e una libraria semi-gotica', legge e trascrive
un codice delle Lettere di Plinio il Giovane contenente nessi e legature che si
erano persi. L’uso di -s diritta in fine di parola, i nessi e le legature ae, ę
e &, di cui si era persa memoria. Con questo esperimento inizia la storia
della scrittura umanistica. Composto da 344 lettere, l'epistolario di Coluccio,
documento fondamentale di questa lunga ed efficace opera di rinnovamento»
culturale, tratta dei temi più disparati. Organicamente, la raccolta si divide
in due filoni: le lettere private, indirizzate ad amici e conoscenti, e quelle
pubbliche, scritte a nome della Repubblica diFirenze. Stilisticamente,
l'epistolario di Coluccio spicca per l'uso di uno stile che si allontana da
quello delle lettere medioevali, fitte della retorica della ars dictandi, per
lasciare il posto ad una serenità cordiale e stoica che si richiamava alle
Familiares di Cicerone e al repertorio lessicale degli altri autori classici,
determinando così quello che è stato definito «latino misto»[63].
Epistolario privato Nella prima categoria, le lettere scritte a nome
dell'umanista Coluccio mettono in mostra le tendenze socio-culturali del primo
umanesimo italiano. Da un lato, la percezione del divario cronologico tra i
contemporanei e gli antichi, eredità diretta della sensibilità petrarchesca;
dall'altro, l'esposizione in più punti del suo pensiero, dalla rivendicazione
del valore della vita attiva contro i monaci e quegli ecclesiastici che
sottolineavano invece l'eccellenza della vita claustrale al valore della poesia.
Immancabile è la tematica politica, esposta nella lunga lettera a Carlo di
Durazzo e ritenuta essere il sunto del pensiero politico del primo umanesimo.
Le lettere dell’Epistoloario pubblico, scritte in qualità di cancelliere della
Repubblica, sono di carattere puramente politico, in quanto rivolte a
contrastare l'azione egemonica di Gian Galeazzo Visconti. Riprendendo i modelli
dei classici latini (Seneca, Sallustio, Cicerone), Coluccio additava Gian
Galeazzo quale tiranno in contrasto con la florentina libertas. Il tono di
queste lettere doveva essere così grave e tagliente che, secondo la tradizione,
il duca di Milano rispondeva che un'epistola del Salutati era più deleteria di
una sconfitta militare di Milano in campo aperto. Dal punto di vista più
tecnico, il saggio svolto presso la
cancelleria di Firenze ha reso Coluccio Salutati uno dei più noti cancellieri
del Medioevo; tale notorietà si deve al metodo di lavoro che egli ha adottato
nel trentennio in cui ha ricoperto tale carica. Effettivamente, i cambiamenti
che il Salutati ha apportato, soprattutto nel campo dell'epistolografia
politica medievale, pur non essendo certo radicali, ebbero una notevole
influenza su molte corti d'Europa. La letteratura sull'argomento è unanime
nell'affermare che, Coluccio Salutati, pur utilizzando la formula prevista
dall'epistolografia cancelleresca medievale, che prevedeva: la Salutatio, il
Proverbium, la Narratio, la Petitio e la Conclusio; ebbe modo di personalizzare
ogni fase dell'epistola in base alle proprie esigenze narrative. È frequente
perciò trovare nelle sue lettere una Salutatio piuttosto breve ed un Proverbium
soprattutto quando egli esprimeva teorie politichepiuttosto lungo. Epistola a F.
Zabarella, filosofo padovano, il “De Tyranno” basato sull'omonimo trattato di
Bartolo da Sassoferrato e sul “Polycraticus” di Giovanni di Salisbury) riflette
sulla nascita della tirannide e sulla liceità dell'assassinio del tiranno
stesso. Indotto a fare questa riflessione su spunto di A. dell'Aquila, che gli chiese
la liceità dell'assassinio di Giulio Cesare e dalla volontà di difendere la
scelta dantesca di porre Bruto e Cassio nelle fauci di Lucifero, ammette la
liceità di un tale gesto nei confronti di un despota, ma negandola però al
generale romano, in quanto e un benemerito capo di stato, che fu tradito dagli
stessi uomini che erano stati da lui beneficiate. L’Invectiva contro A. Loschi,
cancelliere dell'ormai defunto Gian Galeazzo e autore di una “Invectiva in
florentinos”, ha un tono più concreto rispetto al teorico “De Tyranno”. Nell'”Invectiva”,
mostra la partigianeria repubblicana sostenitrice della “florentina libertas”,
emula dell'Atene di Pericle fautrice della concordia partium tra lei e i suoi
alleati. Gli ricorda come Firenze sia nel giusto perché è sottoposta alle
leggi, che non possono essere violate, mentre a Milano il diritto è strumento
arbitrario nelle mani di un vero e proprio tiranno, che sta al di sopra delle
leggi. “De seculo et religione”, epistola all’amico Niccolò di Lapo da Uzano si
articola in due parti ed è datata. Gl’invia una lettera d'accompagnamento
insieme al testo da lui realizzato. Tratta di una esortazione assai fervida
alla vita claustrale. Rvendica anche la validità della vita quale laico, in
quanto strada valida nell'ambito gerarchico delle occupazioni umane, a cui egli
rimane ancora legato. L'opera, esaltante la vita ritirata prendendo spunto
anche da Cicerone, Livio, Macrobio e Omero, tratta anche della condanna morale
di cui è afflitta Roma, dai papi fino ai predicatori. Il “De fato et
fortuna” e un’epistola divisa in cinque parti, iespone l'argomento del libero
arbitrio e del rapporto che esiste tra quest'ultimo e gli avvenimenti che
possono ostacolarne i progetti. La tematica, assai complessa ed erede di una
lunga tradizione filosofica (i modelli sono Alberto Magno, Aquino e il “De bona
fortuna” di Aristotele), si sviluppa nel tentativo di dimostrare come
l'esistenza umana si inquadri in una causa prima, Dio, la quale opera in
comunione, talvolta incontrandosi, talvolta scontrandosi, con la volontà
dell'uomo. In “De Nobilitate legum et medicine” propone una gerarchia del sapere,
proponendo la legge come valore supremo sulla medicina, intesa come mera tecnica.
Come l'anima è superiore al corpo, così la legge (che si rifanno al campo della
volonta dello spirito) e superiori alla medicina, che fa parte della meccanica.
La legge, infatti, regola la vita sociale, determina il con-vivere civile,
stabilisce l'ordine e deve essere ottima perché puo produrre uomini migliori. Continua
affermando che la legge, dal momento che appartengono alla sfera dello spiritualo
e quindi celeste, e legate direttamente a Dio. Gl’uomini, perciò, possono
collaborare con Dio nella costruzione perfetta della società grazie al fatto
che ogni uomo e ispirato dalla divinità medesima. Il “De Laboribus Herculis,” opera
di grande impegno intellettuale, e un vasto saggio di poesia. Diviso in 4 parti,
intende continuare il progetto culturale di Boccaccio della genealogia, vale a
dire una difesa della poesia a livello universale basata sulle vicende terrene
dell'eroe mitologico Ercole, re-interpretate in senso allegorico e indirizzate
verso la via della virtù. Si basò su Ercole per la radice etimologica del nome
greco, risalente ad “ερος κλερος”, cioè uomo forte e glorioso. Come già scrive a
Giovanni di San Miniato, infatti, la poesia ha un valore universale in quanto
il senso interpretativo supera la dimensione culturale in cui è stato scritto.
Per cui la opera di un pagano, se piene di valori positivi, non devono essere
rigettate, ma accolte in quanto provenienti da Dio stesso. “Carmen de
morte Francisci Petrarce” e un carme commemorativo del Petrarca e accennato in
varie epistole a Roberto Guidi conte di Battifolle, a B. Imola e a F. Brossano,
del quale è quasi dubbio il completamento. “De verecundia” e un trattarello in
forma epistolare indirizzato ad A. Baruffaldi sulla natura positiva o negativa
della verecundia, cioè il rispetto. Grazie agli studi genealogici di F. Novati,
si puo ricostruire l'ascendenza e la discendenza del cancelliere
fiorentino. Coluccio Ignota, figlia di un tal Lino Piero Lino Coluccio; Piera
di Simone Riccomi, A.Corrado, Giovanni Sorella ignota, sposata a uno dei
Giovannini di Stignano sposata ad uno dei Dreucci di Pistoia Piero morto di peste, Andrea
morto di peste, Bonifazio - Monna Checca de' Baldovinetti Arrigo Margherita d'Andrea de' Medici Antonio, Duccia
di Guernieri de' Rossi; Nonnino Filippo, Simone Lionardo, chierico Salutato, chierico
Lorenzo. A lungo si è ritenuta corretta la data, Campana Martelli, Nuzzo, e altri studiosi dimostrano che
la data corretta è Villani, Coluccio Salutati XXVII racconta l'ascesa politica
ad una delle più prestigiose cariche politiche fiorentine. Nominato segretario
grazie all'influenza del Gonfaloniere Bonaiuto Serragli, e eletto Cancelliere
in sostituzione di N. Monaci, uomo politico con cui il Serragli fu in
disputa. Si veda Epistolario per le
addolorate missive inviate dal Bruni e da Poggio all'amico in comune N. Niccoli,
‘tali parente’ nell'epistola di Bruni; ‘patris nostri’ in quella di Poggio). In
Ivi, l'istriano P. Vergerio, in una
lettera a F. Zabarella, lo descrive come il primo e straordinario decoro di
Firenze -- urbis illius primum atque precipuum decus, Linum Colucium Salutatum
-- Della stessa opinione anche: Cappelli, in cui si ricorda, al momento dei
funerali, il commosso addio dell'allievo P. Vergerio, che lo chiama communis omnium magister -- maestro comune di
tutti noi -- Luogo significativo per continuare le riunioni dei nuovi umanisti,
in quanto vi viveva quel fra' Martino da Signa erede universale degli scritti
del Boccaccio. Boccaccio dispose per testamento di lasciare la sua biblioteca
all'agostiniano M. Signa con l'indicazione che alla morte del frate i volumi
fossero negli armaria del convento fiorentino di Santo Spirito. Così avvenne. La
grandezza di Alighieri, ma anche di Petrarca e dello stesso Boccaccio, sono
messi in discussione dal più acceso degli umanisti classicisti, N. Niccoli,
all'interno dei Dialogi ad Petrum Histrum di L. Bruni. L'accusa principale
consisteva nella barbaria del loro latino e nel, caso di Alighieri, nel
fraintendimento del senso di alcuni passi virgiliani. Solamente il suo intervento
riesce a capovolgere la situazione, salvando Alighieri dalle accuse feroci del
Niccoli. Come anche risulta da un dialogo del Bruni, che di quella polemica
anti-dantesca è il documento principe, il suo intervento riusce ad assicurare
la continuità, proporzionata all'età nuova, della tradizione dantesca a
Firenze. I contatti tra Costantinopoli e Firenze sono facilitati dalla
presenza, nella capitale bizantina, di G. da Scarperia, che decise di
riaccompagnare Crisolora in patria per apprendere greco da lui stesso. La
visione laica dell'umanesimo non si deve confondere con la proposta laicista,
dal punto di vista etico e antropologico. Mantenendo sempre un'attenzione
ossequiosa verso la Roma e una sincera devozione verso le verità romana, intende
nel contempo esaltare e rivendicare la responsabilità umana al di fuori di
qualsiasi determinismo meccanicista e ponendo in valore la libertà personale
del singolo» (Cappelli85). Abbagnano19 sintetizza in modo più stringente il
rapporto tra libero arbitrio e volontà divina, affermando che il primo sia
«conciliabile con l'infallibile ordine del mondo stabilito da Dio». Si è condensato, in questi due punti,
l'attacco generale del mondo contro l'umanesimo. La questione sul valore della
poesia riguarda la disputa con Giovanni di San Miniato (cfr. Epistolario, 3,
Fratri Johanni de Angelis; quella con Dominici riguarda il valore positivo
dell'umanesimo (cfr. Epistolario, Il codice fa parte della sua biblioteca entra
nelle mani del cancelliere fiorentino igrazie alle pressioni che esercita su G.
de Broaspini. Della stessa opinione anche Francesco Novati che, in Epistolario,
giunge alla stessa conclusione del Sabbadini in quanto vi trova delle suoi
postille autografe del Salutati. L'epistola è importante perché, dopo l'elogio
di Carlo per la fortunata impresa militare della conquista del Regno di Napoli
e il paragone con gl’eroi antichi, enumera i doveri di un buon sovrano: cercare
l'unità sacra; gestire con moderazione il potere e imparare a gestire le proprie
emozioni -- incipe prius tibi quam aliis imperare; rege te ipsum, noli
regendorum subditorum studium tuimet derelinquere moderamen -- per evitare di
cadere nei vizi e di essere classificato come un tiranno. Esaltandolo alla
virtù, alla temperanza e alla giustizia, insomma tratteggia il modello del
sovrano ideale, cavalleresco, formato sull'esempio dei classici -- continua è
la comparazione con gli antichi statisti e sovrani) e timorato di Dio. Le
informazioni, ricavate attraverso una minuziosissima ricerca d'archivio da
parte del Novati, sono prese in ordine sparso da; Epistolario, Tavole genealogiche
ove vengono fornite indicazioni biografiche sui nonni, genitori e figli. Per
consultare le informazioni sui fratelli del cancelliere, si consulti sempre
Epistolario, Riferimenti
Dionisotti. Villani. Fu avviato agli studî giuridici, inameni a lui
che era pierius (così foggia il suo patronimico: figlio di Pietro, e devoto
alle pieridi, le muse. Eloquentissimo legum doctori domino Loygio de
Gianfigliaziis. Reverendo patri et domino domino Francisci Bruni de Florentia
summi pontificis secretario, domino suo, si lamenta della sua mansione di
cancelliere nella cittadina umbra. Vero è che invalse l'uso di chiamare
Cancelleria Fiorentina l'ufficio del quale era capo il Dettatore, che aveva la
particolare ingerenza di scrivere le lettere e di trattare le faccende della
politica esterna. Unum dicam, quod
emerserunt et ad tante sunt reipublice gubernacula sublimati, quos oportuit pro
salute cunctorum. Dirò una cosa, cioè che al governo di una così grande
repubblica emersero e vi sono uomini, i quali bisognò vi sono per la salvezza
di tutti. E così favorevole al governo in quanto fu uno dei pochissimi a non
essere proscritto dalle cariche istituzionali. Siena si sottomise a Gian Galeazzo in funzione
anti-fiorentina, mentre il signore di Milano (duca per investitura imperiale)
si allea con Lucca e altre città umbro-marchigiane. La prima epistola riportata
dal Novati in cui Coluccio risponde ad una missiva del Certaldese cfr.
Epistolario Facundissimo domino Iohanni Boccacci de Certaldo ma i toni sono
troppo famigliari per essere la prima epistola scambiata tra i due. Inclyte cur
vates, humili sermone locutus, de te pertransis? te vulgo mille labores percelebrem
faciunt: etas te nulla silebit. Perché, o celebre poeta, che hai cantato nel
volgare idioma, avanzi nel corso del tempo? Mille fatiche ti rendono celebre
presso il volgo: nessuna epoca tacerà sul tuo conto. Egrigio viro Franciscolo
de Brossano domini Francisci Petrarce genero, Ep. ove piange sia la scomparsa
del Petrarca, ma annuncia anche quella del Boccaccio. Fallebar enim, et dum
Franciscum fleo, dum suis laudibus intentus decantantes, novo commento, veterum
pene dimissa sententia, depingo Camenas, ecce nove lacrime nobis merore novi
funeris occurrerunt, incepti cursum operis reprimentes. Vigesima quidem prima
die decembris Boccaccius noster interiit. Infatti ero ingannato, e mentre
piango Francesco e mentre, attento alle sue lodi, adorno le Camene con un nuovo
commento, quasi tralasciata la sentenza degl’antichi, ecco che nuove lacrime si
aggiunsero a noi con il dolore di una nuova morte, frenando il corso di
un'opera che inizia. Il nostro Boccaccio spira. Tateo. Cappelli, ricorda anche che e solito mettere a
disposizione dei suoi allievi la sua stessa biblioteca personale. Pertanto, i
luoghi di incontro erano due: Santo Spirito e l'abitazione del Cancelliere. Gl’animatori
di questi incontri, il Salutati e il Marsili, l'uno nella propria casa, l'altro
nella sua cella di Santo Spirito, ricevano i nobili fiorentini, e li iniziavano
al gusto delle lettere antiche. Sabbadini riporta che l'erudito greco era già a
Firenze. Garin sintetizza, prendendo spunto dal De saeculo et religione e dall'Epistolario,
l'ideale di vita attiva propria dell'essere umano inteso come cittadino del
mondo. Terrestre è la vocazione umana. L'impegno nostro è nella costruzione
della città terrena, nella società. Insiste sul valore della educazione. Essa
insegna a ritrovare sub corticem il valore intenzionale dei termini, smarrito
nella consuetudo, penetrando l'espressione nel suo significato intimo come
direzione spirituale. Parola e cosa non possono disgiungersi. Noli, venerabilis
in Christo frater, sic austere me ab honestis studiis revocare. Noli putare
quod, cum vel in poetis vel aliis Gentilium libris veritas queritur, in vias
Domini non eatur. Omnis enim veritas a Deo est, imo, quo rectius loquar,
aliquid est Dei. Non volere, o venerabile fratello in Cristo, allontanarmi in
modo così austero da studi degni di ammirazione. Non voler ritenere che, quando
si cerca la verità o nei poeti o in altri libri degli scrittori pagani, non si
cammini lungo le vie del Signore. Ogni verità, infatti, proviene da Dio e, per
parlare fino in fondo rettamente, alcuna cosa è propria di Dio. Nullum enim
dicendi genus maius habet cum divinis eloquiis et ipsa divinitate commertium
quam eloquium poetarum. Nessun genere letterario, infatti, ha un maggior
legame con le parole divine e con la stessa divinità quanto la parola dei
poeti. Il manoscritto di Vercelli fu alla fine portato a Firenze, ove rimane, unica
copia carolingia esistente delle Epistole di Cicerone. Gargan ritiene che la
sua filologia non fu di altissima classe. Billanovica. Fitta la corrispondenza con
Seta, come testimonia la prima lettera inviata dal cancelliere fiorentino. Insigni
viri Lombardo...optimo civi patavino, Cappelli Cesareo. Epistola Coluci
Salutati florentina ad Carolum regem Neapolitanum. Villani riporta la veemenza
con cui fulmina Gian Galeazzo con le sue lettere, riportando tra l'altro la
testimonianza di E. Piccolomini cui
quest'aneddoto è attribuita la paternità. Sia la citazione che il contesto in
cui fu scritto il De Tyranno sono esposti in Canfora. In altri termini, se
Cesare, pur giunto al potere in modo tirannico o violento, seppe poi
legittimare tale potere attraverso un esercizio virtuoso di esso (ex parte
exercitii) in grado di suscitare l'approvazione popolare, la sua uccisione non
fu legittima. Lo e quella di un tiranno che esercita come tale. Per la figura
di Loschi, si rimanda alla voce biografica Viti. Canfora ipotizza l'aiuto di L.Bruni nello
sviluppare il paragone Firenze-Atene, in quanto non e molto esperto di quella lingua e di quella
cultura. Così rivolgendosi al cancelliere milanese A. Loschi, nella Invectiva
in Antonium Luschum, dopo aver contrapposto i guasti del regime tirannico
milanese ai vantaggi di quello libero e repubblicano di Firenze, glorifica la
sua città come "fiore d'Italia" e come esempio di vita serena e
armoniosa. Si riporta interamente il breve messaggio d'accompagnamento. Mitto
tibi munusculum istis paucis noctibus correctionis studio lucubratum. In quo si
quid proficies tu vel alii, laus sit omnium conditori Deo, cui placeat me in
tuis sanctis orationibus commendare. Vale felix et diu. Colucius tuus. Ti mando
un piccolo pensiero composto in queste poche notti dopo un'opera di revisione.
Attraverso questo trattato, se tu o altri ne trarrete giovamento, la lode di
tutti voi sia per lodare Dio, al quale è piaciuto che io mi affidi alle tue
sante orazioni. Sta felice a lungo. Il tuo Coluccio. Nel De Nobilitate ribade,
attraverso un discorso più ampio e articolato, la distinzione della medicina, designate
come arte meccanica, ossia tecnica, dalla giurisprudenza, considerata scienza
della vita spirituale e quindi superiore all'altra. La legge e veramente un
sigillo divino, con cui dopo il primo peccato Dio ha offerto alle comunità degl’uomini
la vita per riconquistare il bene. Ispirate da Dio agli uomini, inscritte
nell'anima umana, la legge ha un'altra superiorità, rispetto alla legge
meccanica naturale. La legge inter-soggetiva puo essere conosciuta nella sua
pienezza integrale, con una certezza che non si trova mai nella scienze della
natura. Si riporta, come testimonianza, quanto scritto nell'epistolario in cui
annuncia a B. Imola il suo Progetto. Sed ut ad Franciscum nostrum redeam,
opusculum metricum de ipsius funere iam incepi. Ma per ritornare al nostro
Francesco, inizio a stendere un opuscolo metrico sulla cerimonia funeraria
dello stesso. Antiche Filippo Villani, Le vite d'uomini illustri fiorentini, G.
Mazzuchelli, Venezia, G. Pasquali, Moderne; N.Abbagnano, “La filosofia del
Rinascimento” in Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Milano, TEA, G. Billanovich, Gli inizi della
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Francesco Petrarca come esempio di latino umanistico: una ricerca
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De Rosa, Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Loredana Chines, G. Forni, G. Ledda, Dalle Origini al Cinquecento, in
Ezio Raimondi, La letteratura italiana” (Milano, Mondadori); C. Dionisotti, Enciclopedia Dantesca, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Luciano Gargan, Gli umanisti e la
biblioteca pubblica, in Guglielmo Cavallo, Le biblioteche nel mondo antico e
medievale, Bari, Laterza, Eugenio Garin, L'umanesimo italiano, 3ª ed.,
Roma-Bari, Laterza, Mario Martelli, Schede per Coluccio Salutati, in Interpres,
Demetrio Marzi, La cancelleria della repubblica fiorentina, Rocca San Casciano,
Licinio Cappelli, Armando Nuzzo,
Coluccio Salutati. Epistole di Stato. Primo contributo all’edizione: Epistole in
Letteratura Italiana Antica, Manlio Pastore Stocchi, Pagine di storia
dell'Umanesimo italiano, Milano, FrancoAngeli,,
Marco Petoletti, Boccaccio e i classici latini, in Teresa De Robertis,
C. Monti, Marco Petoletti et alii, Boccaccio autore e copista, Firenze,
Mandragora, Francesco Petrarca, Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti, 2, Firenze, Le Monnier, Coluccio Salutati,
Epistolario, Francesco Novati, 4, in 5 tomi, Roma, Forzani e C. tipografi del
Senato, Si sono consultati: Epistolario,. Epistolario, Epistolario,
Epistolario, Epistolario, Remigio Sabbadini, Le scoperte dei codici
latini, Firenze, G.C. Sansoni, Achille Tartaro e Francesco Tateo, Il
Quattrocento. L'età dell'umanesimo, in Carlo Muscetta, La letteratura italiana,
3, tomo I, Bari, Laterza, Si sono presi in considerazione: F. Tateo, La cultura
umanistica e i suoi centri, E. Wilkins, Vita del Petrarca, Luca Carlo Rossi e
Remo Ceserani, Milano, Feltrinelli, edito per la prima volta negli Stati Uniti col
nome diLife of Petrarch, Chicago, University of Chicago Press, Cesare Vasoli,
Le filosofie del Rinascimento, Paolo Costantino Pissavino, Milano, Mondadori, Paolo
Viti, Loschi, Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani, 66, Roma, Istituto della Enciclopedia
italiana, Palazzo Salutati Francesco Petrarca G. Boccaccio Umanesimo Repubblica
di Firenze L. Bruni. Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Marco Cirillo, Il tiranno in
Coluccio Salutati, umanista del Trecento, Biblioteca dei Classici italiani di G.
Bonghi. Lino Coluccio Salutati. Coluccio Salutati. Salutati. Keywords: i
duodici fatiche d’Ercole, gl’antichi, la legge non-naturale, la legge naturale,
della buona fortuna, libero arbitrio, la vita sociale, la con-vivenza, Bruto e
Cassio nell’inferno, la morte di Cesare, l’assassinio di Cesare, tirano, la
libertas fiorentina, stato fiorentino, la repubblica fiorentina, la fiore
d’Italia, Boccaccio, Petrarca, Aligheri, I primi umanisti, l’umanesimo laico,
basato contro il determinismo ecclesiastico, la biblioteca di Salutati, Livio,
Cicerone, autori latini, la lingua Latina, difesa della lingua Latina,
l’interpretazione di Virgilio da Aligheri, difesa della filosofia pagana, il
valore permanente della filosofia degl’antichi. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Salutati” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734433516/in/datetaken/
Grice e Sanctis – lo stile filosofico
– filosofia italiana -- Essential
philosopher. He considers philosophy as a branch of the belles lettresand his
field of expertise is when stylists stopped using an artificial Roman, and
turned to ‘Italian.’ Grice: “I really do not like de Sanctis; when an author
becomes philosophical, he says that he has been infested of the philosophical
pest!” -- Refs.: Luigi Speranza, "Grice e de Sanctis," per Il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Sanctis. Keywords: storia della filosofia, il saggio
filosofico, il poema filosofico, il tema filosofico. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Sanctis” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689329145/in/photolist-2mNzeEc-2mLLZRD-2mPrdWj-2mLGRht-2mPu6xB-2mKTjot-2mPsXiB-2mPCgo1-2mKBwcu-2mPpskp-2mKDA5r-2mKw3hq-2mKBjJ6-2mKbfAt-2mGnP2f-nBNy96
Grice e Sanseverino – il segno naturale -- la logica
scolastica -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Napoli). Filosofo. Considerato
uno fra i massimi precursori del neo-tomismo. Si trasfere a Nola per frequentare
la scuolaa dove suo zio era rettore. Studia ilosofia con l'intento di
confrontare i vari sistemi filosofici, fra cui godeva particolare credito in
Italia, all'epoca, quello razionalista. Lo studio comparato dei vari sistemi
gli permise una conoscenza più approfondita della scolastica, soprattutto di Aquino,
e del legame intimo tra la Scolastica e la Patristica. Restaura la filosofia
scolastica. Insegna a Napoli. Venne incaricato da Ferdinando II di preparare un
manuale ufficiale per le scuole del Regno delle Due Sicilie. Scrive allo scopo
il manuale "I principali sistemi della filosofia del criterio”. Profondo
conoscitore di Aquino da alle stampe interessanti saggi sui filosofi moderni. Inizia
ad occuparsi più specificamente di Aquino con “L’origine del potere e il
diritto di resistenza, cui fa seguito “In difesa dell'angeologia contro i
sofismi”. Esce il ponderoso I principali sistemi della filosofia del criterio” un'ampia
e dottissima disquisizione sulla filosofia illuminista e su quella a lui
contemporanea (fra cui quella dello stesso Gioberti) confutata sulla base della
logica. Il suo capolavoro. Si tratta del celebre saggio, “Philosophia antiqua” che
ha per oggetto la storia della logica. “In compendium redacta ad usum scholarum
clericalium. Venne pubblicata a Napoli “Elementa”, “Antropologia”, “Teologia. Altre saggi: “Sopra alcune questioni le più
importanti della filosofia” (Napoli); “Il razionalismo” (Napoli); “I razionalisti”
(Napoli); “L'origine del potere e il diritto di resistenza, (Napoli, Giannini);
“In difesa dell'angeologia contro i sofismi” (Napoli, Manfredi); “Elementa
philosophiae theoreticae” (Napoli, Manfredi); “Philosophia antiqua” (Napoli,
Manfredi); “Institutiones seu Elementa philosophiae antiquae” (Napoli,
Manfredi); “In compendium redacta ad usum scholarum” (Napoli, Manfredi); “Le dottrine
de' filosofi antichi” (Napoli); U. Dovere, Tentativo di ricostruzione, in Doctor
communis, P. Naddeo, Le origini del aquinismo” (Società editrice italiana,
Torino); P. Orlando, Aquino a Napoli e G. Sanseverino, in Asprenas, P. Orlando,
Vita e opere di Gaetano Sanseverino secondo i documenti, in Aquinas, P.
Orlando, L'Accademia tomista a Napoli, storia e filosofia, in Saggi sulla
rinascita del tomismo, Roma, Ed. Pontificia Accademia teologica romana, C.Matarazzo,
Per una rivoluzione del cuore. La visione dell'umano in Leopardi nella lettura
critica di Sanseverino tra antropologia e istanze pastorali (Polidoro, Napoli).
Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gaetano
Sanseverino. Sanseverino. Keywords: segno naturale, Boezio, Aquino. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Sanseverino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689994340/in/photolist-2mNzeEc-2mLQc9e-2mKEJsY-o5Xazf
Grice e Santilli – dal soggettivo all’inter-soggettivo
– filosofia italiana (Sant’Elia Fiume
Rapido). Filosofo. Figlio del medico santeliano
Silvestro, sindaco del paese. Si trasfere a Napoli. Segue il corso liceale
presso la Scuola di Francesco Murro. Discepolo di Galluppi e amico, fra gli
altri, Settembrini, Fiorelli e Sanctis. Si laurea in filosofia. Apre una Scuola
di Diritto Morale e Costituzionale. Fervente giobertiano, e attivo
propugnatore, nei circoli culturali napoletani, di un'Italia federate. A
frequenti rapporti epistolari con Mamiani, Gizzi e Cousin. Quest'ultimo lo
introduce nel giro culturale del socialismo utopistico ma modula il suo
socialismo secondo i propri valori umanitari, rifiutando la logica della lotta
di classe. Ha comunque a scrivere che nel Regno di Napoli occorre una
savia distribuzione della ricchezza. Presidente della Società Dantesca e
prolifico filosofo. Fonda "L'Enciclopedico" in cui vivacemente
sostene che occorreva occuparsi della piaga della povertà. La nazione italiana vuole
pane e lo dimanda incessantemente, lo chiede nel pianto dell'indigenza, tra le
sciagure della desolazione, lo chiede non a titolo di preghiera, ma diritto
necessario, assoluto. Il popolo italiano non capisce la speculativa astrazione
di alcune verità filosofica, non sa i titoli di libertà, di costituzione, di
uguaglianza. Una riforma che dimentica affatto la fisica prosperità del popolo
italiano non è che riforma di solo nome. “Le idee" e testo di studio nelle
scuole di Toscana; "Sul realizzamento del pensiero"; "Sviluppo
filosofico dell'autorità"; "Cenno psicologico sull'attività dello
spirito"; "Individuo e Società"; "Princìpi dell'imanità
razionale"; "Il socialismo in economia" e "Lavoro,
industria e capitale". Si batté politicamente per l'ottenimento della
Costituzione da parte di re Ferdinando II . Malvisto e considerato
individuo pericoloso dalla polizia e ucciso a baionettate da soldati che fanno
irruzione nella sua abitazione in Largo Monteoliveto, accanto a Palazzo
Gravina. Venne ucciso a seguito della delazione di una donna, che lo indica
come il predicatore alla soldataglia. Lo ricordano due epigrafi: una sulla
facciata della sua casa natia e una sulla facciata della sua palazzina in Largo
Monteoliveto. Di lui scriveno Sanctis, Pepe, Settembrini, Vannucci, Massari,
Grosso, Guzzardella, Mandalari che volle raccogliere i suoi saggi in "Memorie
e Saggi” (Roma). F. Peruta. “Il Giornalismo Italiano del Risorgimento”; I.
Ghiron, Della Peruta, “Storia del quindici maggio in Napoli; L. Settembrini "Memorie
e saggi”; M. Mandalari, Memorie, Roma. A. Guzzardella, “Martire del
Risorgimento” Milano, Isaia Ghiron, Il valore italiano, Tip. nazionale degli editori
Ghione e Lovesio, F. Peruta, Il Giornalismo Italiano del Risorgimento, Angeli,.
Benedetto Di Mambro, in Sant'Elia Fiume Rapido, il Sannio, Casinum e dintorni Roccasecca,.
L. Settembrini, Ricordanze della mia vita, A. Morano. Angelo Santilli.
Santilli. Keywords: dal soggettivo all’inter-soggetivo. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Santilli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689367738/in/photolist-2mKBwcu
Grice e Santorio – filosofia italiana – il pendolo di
Santorio – Luigi Speranza (Capodistria).
Filosofo. Padre della fisiologia sperimentale. Il primo a comprendere
l'importanza dell'esperimento e dell'adozione dei parametri quantitativi per
valutare i quali inventa alcuni dispositivi tra cui il termometro e il
tachimetro. Studia sperimentalmente la struttura della materia, di cui
descrisse la struttura corpusculare e meccanica, anticipando le ricerche di
Galilei. Studia a Padova. A Venezia fa amicizia con Sarpi, Sagredo e Galilei. Adatta
il pendolo alla pratica, precedendo gli esperimenti condotti da Galileo con i
pendoli. Poniere nell'impiego delle misurazioni fisiche in medicina; il suo
dispositivo più famoso fu una grande bilancia usata per studiare l'equilibrio
omeostatico e le trasformazioni metaboliche Tra i soggetti che si prestarono
alla sperimentazione vi fu anche Galilei. Insegna a Padova. Pubblica
descrizioni di congegni termometrici e di precisione che divennero di largo uso
nella pratica medica. Pioniere nell'impiego delle misurazioni fisiche. Il suo
dispositivo più famoso fu una grande bilancia (stadera medica) usata per
studiare le trasformazioni metaboliche in soggetti sperimentali tra i quali vi
fu lo stesso Galileo. Pioniere nell'uso del metodo sperimentale di cui comprese
l'importanza e la necessità replicando i suoi esperimentil Considerato a torto
il fondatore della iatromeccanica, ne e uttavia ispiratore con i suoi
importanti studi sul metabolismo e sulla termoregolazione umana. E il primo a
quantificare la perspiratio insensibilis e ad usare il termometro clinico che
egli stesso idea. Santorio invent anche
altri strumenti (pulsilogio, igrometro, "letto artificioso",
"eolopila medica", "termometro lunare") intesi a tradurre
in numero e determinare con esattezza matematica i parametri vitali umani. I
suoi saggi hanno numerose edizioni, diffusione europea e ampia popolarità. Classico
il “De statica medica” -- uno dei saggi più importanti della storia della
fisiologia; “Methodi vitandorum errorum omnium qui in arte medica contingunt
liNunc primum ccessit eiusdem authoris De inventione remediorum liber (Aubert);
“Ars de statica” (Leida, D.Lopes de Haro); “Commentaria in artem Galeni”; “Nova
pulsuum praxis morborum omnium diagnosim prognosim et medendi aegrotis rationem
statuens, sine eorum relatione”; “Commentaria in primam fen primi libri canonis
Auicennae”; “Commentaria in primam sectionem Aphorismorum Hippocratis”; “Societate
si politica”. Galilei -- Storia della Scienza di Firenze. A. Castiglioni, “Storia
della Medicina” (Mondadori, Milano); A/ Pazzini, “Storia della Medicina” (Libraria,
Milano); L. Premuda, “Storia della Medicina” (Milani, Padova); L. Premuda, “Storia
della fisiologia” (Del Bianco, Udine). Treccani Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Santorio Santorio. Santorio.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Santorio” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735247445
santucci
Grice e Sanzo –
natura ed artificio – filosofia italiana (Roma). Flosofo. Insegna a Brindisi, Milano,
e Salento. Fonda Apollo Licio”. Sube il fascino dell’esistenzialismo e il orazionalismo.
Rivolve la propria attenzione ai rapporti tra filosofia, scienza e società. Si
occupa di filosofi quali Becquerel, Boutruox, Corbino, Couturate Curie, Enriques,
Fermi, Frola, Geymonat, Peano, Vailati. Sui fondamenti della geometria” (Brescia, La Scuola, Collana "Il Pensiero");
“L’artificio della lingua, -- Grice: “I like that: it’s my Gricese, a language
I invent and which makes me the master; there’s the arbitrary and there’s the
artificial, and Sanzo, reconstructing Peano’s project, fails to distinguish
this” -- Milano, F. Angeli, Collana di Epistemologia, G. Cimino; G. Sava, Il
nucleo filosofico della scienza, Galatina, Congedo, Collana di Filosofia, Scritti
di fisica-matematica, Torino, POMBA, I Classici della Scienza, Poincaré e i
filosofi” (Lecce, Milella); O. Corbino, Scienza e società, Saggi raccolti e
commentati, Manduria, Barbieri, Collana di Filosofia Hermes/Hestia, Scritti di
fisica-matematica” (Milano, Mondadori, "I Classici del pensiero",
Unione Tipografico, Torino, Scientia, Rivista di sintesi scientifica, Apollo Licio”, Museo Galilei, Firenze. Ubaldo
Sanzo. Sanzo. Keywords: apollo licio, trovato al ginnasio liceo di Atene,
figgurante il dio in atto di riposo dopo un gran sforzo. natura ed artificio,
l’artificio della lingua, convenzionalismo, filosofia della lingua. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sanzo” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51735242585/in/dateposted-public/
SarloDe
Grice e Sarno – sentire – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Napoli). Filosofo. Interprete
di Bruno e Campanella. Collabora al Giornale critico della filosofia italiana
con saggi su Bruno, Campanella e Vico. Medita sulla violenza. Si suicida con un
colpo di rivoltella. Si interessa a Bruno e Campanella. Il suo punto di
partenza è l’opposizione tra un sentimento sempre identico a se stesso,
essenzialmente interiore (sensus sui) ed un sentire esteriore, che si tramuta
nelle cose di cui ha esperienza, che si presta e si dona tutt’intero alle cose,
affinché esse vivano in lui. Atre saggi: “Pensiero e poesia” (Laterza, Bari); “Filosofia
poetica” (Laterza, Bari); “Filosofia del sentire” (Pescara, Tracce); “Sulla
violenza” (Bari, Laterza); M. Perniola, “L’enigma” (Costa, Genova); A. Marroni, “Filosofo del “farsi
altro”. D'Angelo, L'estetica italiana” (Laterza, Bari); A. Marroni, La passione
per il presente in “Filosofie dell'intensità. un maestro occulto della
filosofia italiana” (Mimesis, Milano); A. Marroni, "I carmina in foliis volitantia"
in Agalma, Giornale Critico di Filosofia Italiana. Antonio Sarno. Sarno. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sarno” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734571263/in/datetaken/
Grice e Sarpi – la metafisica del
fenice – l’arte del bien conversar -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia). Filosofo. Very important Italian philosopher. Definito
d’Acquapendente come oracolo, autore della celebre “Istoria del Concilio
tridentino” subito messa all'Indice. Fermo oppositore del centralismo
monarchico di Roma, difendendo le prerogative della repubblica veneziana,
colpita dall'interdetto emanato da Paolo V. Rifiuta di presentarsi di fronte
all'Inquisizione romana che intendeva processarlo e sube un grave attentato che
si sospetta essere stato organizzato dalla curia romana, "agnosco stilum
Curiae romanae", che nega tuttavia ogni responsabilità. L'infanzia e
una ritiratezza in sé medesimo, un sembiante sempre penseroso, e più tosto
malinconico che serio, un silenzio quasi continuato anco co' coetanei, una
quiete totale, senza alcun di quei giuochi, a' quali pare che la natura stessa
ineschi i fanciulli, acciò che col moto corroborino la complessione: cosa
notabile che mai fosse veduto in alcuno. Poi, così serve in tutta la sua vita,
et all'occasioni dice non poter capir il gusto e trattenimento di chi giuoca,
se non fosse affetto d'avarizia. Un'alienazione da ogni gusto, nissuna avidità
de' cibi, de' quali si nutre così poco, che restava meraviglia come stasse vivo.
Nell'anno in cui proseguivano le sedute del Concilio di Trento, Carlo V e in
guerra con i prìncipi protestanti tedeschi e il Parlamento inglese adotta un
Libro di preghiere d'ispirazione luterana. Figlio di Francesco di Pietro Sarpi,
di famiglia di lontane origini friulane (precisamente di San Vito al Tagliamento)
e mercante a Venezia eppure, scrive Micanzio, per la sua indole violenta più
dedito all'armi ch'alla mercatura. La madre, veneziana, d'aspetto umile e mite
e Isabella Morelli. Rimasta vedova, fu accolta con il suo figlio e l'altra
figlia Elisabetta nella casa del fratello A. Morelli, prete della collegiata di
Sant'Ermagora. Con lo zio, uomo d'antica severità di costumi, molto
erudito nelle lettere d'umanità addottrinando nella grammatica e retorica molti
fanciulli della nobiltà, fa i primi studi, imparando presto e con facilità. A
dodici anni, nel 1564, anno dell'istituzione, dopo la chiusura del Concilio,
dell'Indice dei libri proibititra i tanti, vi finirono il Talmud e il Corano,
il De Monarchia di Dante e le opere di Rabelais, Folengo, Telesio, Machiavelli
ed Erasmo, passa alla scuola di G. Capella, t dell'Ordine dei Servi di Maria,
seguace delle dottrine di Duns Scoto. Capella gli insegna logica, filosofia e
teologia, finché il ragazzo fece così rapidi progressi che il maestro istesso
confessa non aver più che insegnargli. Con altri maestri veneziani apprese la
matematica, la lingua greca e l'ebraica. Con la familiarità e co' studii
entra Panco in desiderio di ricevere l'abito de' servi, o perché gli paresse
vita conforme alla sua inclinazione ritirata e contemplativa, o perché vi fosse
allettato dal suo maestro, malgrado l'opposizione della madre e dello zio che
lo voleva prete nella sua chiesa, entra nel monastero veneziano dei servi di
Maria. Continua ancora a studiare con il Capella, rimanendo alieno dalle
distrazioni proprie della sua età finché in occasione della riunione a Mantova
del capitolo generale dell'Ordine servita,
mandato in quella città «ad onorar il congresso e far vedere che
gl'ordini non sono oziosi, ma spendono il tempo in sante e lodevoli operazioni,
difendendo 318 delle più difficili proposizioni della filosofia naturale. Il
qual carico con che felicità lo sostenesse e con che giubilo e stupore di
quella venerabile corona, si può dall'evento argomentare. Essersi così distinto
agli valse la nomina a teologo da parte del duca di Mantova. Prencipe di
grandissimo ingegno, così profondamente erudito nello scienze, che
difficilmente si discerne qual fosse maggiore, o la prudenza di governare, o
l'erudizione di tutte le scienze et arti, sino nella musica, mentre il G. Boldrino
gli affida la cattedra. Stabilito nel convento di San Barnaba, perfeziona la
conoscenza della lingua ebraica e inizia, col puntiglio consueto, ad applicarsi
agli studi storici. E certo a motivo di quest'interesse che a Mantova
frequenta M. Olivo, già segretario di E. Gonzaga, cardinale e legato pontificio
nelle ultime sessioni del concilio di Trento, la cui caduta in disgrazia presso
Pio IV coinvolse anche l'Olivo che fu dagl’inquisitori molto travagliato, col
tenerlo longamente in carcere dopo la morte del cardinale suo signore, ma che
ora, dopo la morte del pontefice, vive privatamente in Mantova. Il gusto
principale che riceva in conversare con lui e perché lo trovava d'una
moderazione singolare, erudito, e che, per esser stato col cardinale a Trento, ha
gran maneggio in quelle azioni e sa tutte le particolarità de' negozii più
secreti, et ha anco molte memorie, nell'intendere le quali riceve molto piacere.
Sono gli anni in cui in Italia continua con vigore la repressione
inquisitoriale di Pio V. P. Carnesecchi venne decapitato. Gl’brei sono espulsi
dallo Stato pontificio tranne che da Roma e da Ancona, nei ghetti delle quali
vennero costretti a risiederee. E impiccato l'umanista A. Paleario. Il papa
scomunica Elisabetta d'Inghilterra, oorganizzò la Lega contro i turchi, ottenendo
la vittoria navale di Lepanto e a Parigi, a migliaia di ugonotti sono
massacrati. Fa la sua professione, entrando ufficialmente nell'Ordine servita.
Anche di lui l'Inquisizione si occupa seguito della denuncia di un confratello che
lo accusa di sostenere che dal primo capitolo del Genesi non si può ricavare
l'articolo di fede della Trinità. Ma, poiché effettivamente di trinità divina
non vi è traccia nel Vecchio Testamento, l'Inquisizione gli diede ragione,
archiviando il caso. Dopo aver ricevuto nel convento mantovano il titolo
di baccelliere, e invitato a Milano da C. Borromeo il quale, dopo aver ottenuto
dalle autorità contro la volontà del Senato, il riconoscimento del tribunale e
della polizia diocesana, avvia un processo di riforma del clero. Ottenne di
essere trasferito nel convento dell'Ordine servita di Venezia, dove e
incaricato dell'insegnamento della filosofia e continuò i suoi studi
scientifici. Nella grande epidemia di peste, che imperversa a Venezia, facendo 50.000 vittimetra le quali Tiziano frimase
immune dal contagio. Dopo essersi addottorato a Padova, e nominato reggente del
convento di Venezia e priore della provincia veneta. Durante il Capitolo a
Parma, nel quale venne rieletto priore G. Tavanti, tenne una dissertazione di
fronte ai cardinali protettori dell'Ordine, A. Farnese e G. Santori. Uno dei tre
saggi, insieme con C. Franco e A. Giani, incaricati di preparare una riforma
della regola. Il carico suo speziale e d'accommodare quella parte che tocca i
sacri canoni, le riforme del concilio di Trento, allora nuove, e la forma de'
giudizii quella parte tutta ove si tratta de' giudizii accommodatamente allo
stato claustrale. Lascia in questo carico in Roma fama di gran sapere e di
molta prudenza, non solo nelle corti de' due cardinali suddetti, co' quali, per
ordine contenuto in un breve apostolico di Gregorio XIII, conviene conferire ogni
legge che si fa, ma anco e necessario molte volte trattar col pontefice
medesimo. Sbrigato da quale peso ritorna al suo governo. Si tenne a Bologna il
nuovo Capitolo dell'Ordine servita e viene eletto procuratore generale, la
suprema dignità di quell'ordine dopo il generale il carico porta seco di
difender in Roma tutte le liti e controversie che vengono promosse in tutta la
religione. Dove pertanto trasferirsi a Roma dove conobbe e prende strettissima
familiarità col padre Bellarmino poi cardinale, e dura l'amicizia sin al fine
della vita, grazie al quale forse puo prendere visione di diversa
documentazione relativa alle istruzioni date ai legati pontifici durante il
Concilio di Trento. Conosce anche il dottor Navarro, teologo difensore
dell'arcivescovo di Toledo, B. Carranza, accusato di eresia, il gesuita N. Bobadilla
e il cardinale Castagna, poi Urbano VII. Ha occasione di passare a Napoli per
presiedere Capitoli e conversare con quel famoso ingegno G. Porta, il quale,
anco nelle sue opere mandate in luce, fa onorata menzione del padre Paolo come
di non ordinario personaggio. Scaduto il periodo di carica a procuratore
generale dell'Ordine servita, ritorna a Venezia, frequentandovi i circoli
intellettuali che si riunivano nella bottega di B. Sechini e nella casa del
nobile veneziano A. Morosini, dove conobbe anche G. Bruno. A Padova frequenta
la casa di G. Pinelli, il ricetto delle muse e l'academia di tutte le virtù in
quei tempi, dove iincontrare Galileo e Bruno, il quale s'intrattenne a Padova
più di tre mesi, poco prima di essere arrestato a Venezia. Si dove
scegliere il generale dell'Ordine servita, e fra i due principali candidati, L.
Baglioni e G. Dardano, si espresse a favore del primo. Il rancore spinse
Dardano a denunciarlo al Sant'Uffizio, accusandolo di negare efficacia allo
Spirito Santo, di avere rapporti sospetti con ebrei e allegando una lettera che
fgli scrive da Roma, nella quale sono contenute alcune parole in discredito
della corte, come che in quella si viene alle dignità con male arti, e di
tenerne esso poco conto, anzi abominarla. Senza nemmeno essere chiamato a Roma
per discolparsi, e subito prosciolto da ogni accusa. Ma il cardinale di Santa
Severina, G. Santori, protettore dell'Ordine e capo del Sant'Uffizio, mostrò
però implacabile indignazione autilizzando tutta la sua autorità per escludere
gli amici dalli gradi et onori con maniere così strane e fini così bassi, ch'io
non ardisco poner i casi che mi sono stati dati in nota, perché troppo gran
scandalo arrecherebbono al mondo. Continua i suoi studi mentre non cessano le
rivalità nell'Ordine servita, del quale venne eletto priore, Montorsoli, che morì tre anni dopo,
succedendogli così, Dardano, accanito avversario del Sarpi. Questi, deciso a
uscire dall'Ordine per sottrarsi all'inimicizia dalla quale si sentiva
circondato, cerca di ottenere un vescovato, prima a Caorle e poi a Nona, in
Dalmazia, che però gli vengono rifiutati a causa delle negative informazioni
che di lui il Dardano e L. Gagliardi, preposito della casa veneziana dei
gesuiti, diedero al papa. Esse ssente mormorare alle volte che egli con alcuni
facci una scoletta piena d'errori. Non solo: nel Capitolo, Dardano l’accusa di portare una berretta in
capo contra una forma che sino sotto Gregorio XIV disse esser proscritta; che
portasse le pianelle incavate alla francese, allegando falsamente esserci
decreto contrario, con privazioni divote; che nel fine della messa non recita lo
Salve Regina. E assolto anche da queste accuse. La Repubblica veneziana,
stretta a nord dall'Impero, in Italia dalla prevalenza spagnola e papale, in
Oriente dalla potenza turca, e ormai avviata a quel lungo declino politico ed
economico che a la sua sanzione. Alla prudente politica dei patrizi, rasseglla
compromissione con l'Impero e il papato, si sostituì quella degli innovatori, i
cosiddetti «Giovani», decisi a sottrarre la Serenissima all'invadenza
ecclesiastica nell'interno e a rilanciarne le fortune commerciali
nell'Adriatico, compromesse dal controllo dei porti esercitato dallo Stato
pontificio e dalle azioni degli Uscocchi, i pirati cristiani croati appoggiati
dall'Impero. Iil Senato veneziano proibì la fondazione di ospedali gestiti
da ecclesiastici, di monasteri, chiese e altri luoghi di culto senza
autorizzazione preventiva della Signoria. Un'altra legge proibiva l'alienazione
di beni immobili dai laici agli ecclesiastici, già proprietari, pur essendo
solo un centesimo della popolazione, di quasi la metà dei beni fondiari della
Repubblica, e limita le competenze del foro ecclesiastico, prevedendo il
deferimento ai tribunali civili degli ecclesiastici responsabili di reati di
particolare gravità. Avvenne che il canonico vicentino S. Saraceno, colpevole
di molestie a una nobile parente, e l'aristocratico abate di Nervesa, Brandolini,
reo di omicidi e di stupri, sono incarcerati. Paolo V emana due brevi
richiedenti l'abrogazione delle due leggi e la consegna al nunzio pontificio
dei due ecclesiastici, affinché secondo il diritto canonico fossero giudicati
da un tribunale ecclesiastico. Il nuovo doge Leonardo Donà fece esaminare
i due brevi da giuristi e teologi, fra i quali il Sarpi, affinché trovassero
modo di controbattere alle richieste della Santa Sede. Il 28 gennaio venne
nominato teologo canonista proprio il Sarpi e lo stesso giorno il suo scritto:
Consiglio in difesa di due ordinazioni della Serenissima Repubblica, venne
inviato al Papa. Difese le ragioni della Repubblica con numerosi saggi. Sono di
questi mesi la Scrittura sopra la forza e validità delle scomuniche, il
Consiglio sul giudicar le colpe di persone ecclesiastiche, la Scrittura intorno
all'appellazione al concilio, la Scrittura sull'alienazione dei beni laici agli
ecclesiastici e altri ancora, poi raccolti nella sua successiva “Istoria
dell'interdetto”. In quell saggio è contenuta anche un saggio sulla validità
della scomunica, attaccato da Bellarmino, al quale rispose allora con
l'Apologia per le opposizioni do Bellarmino. Mentre F. Micanziosuo
iniziava a collaborare dopo che Paolo V scomunica il Consiglio veneziano e
fulminato con l'interdetto lo Stato veneto, pubblica il Protesto del monitorio
del pontefice, nel quale il breve papale Superioribus mensibus è definito nullo
e di nessun valore, mentre impede la pubblicazione della bolla
pontificia. Obbedendo alle disposizioni del papa, i gesuiti rifiutano di
celebrare le messe a Venezia e la Repubblica reage espellendoli insieme con
cappuccini e teatini. Parteno la sera alle doi di notte, ciascuno con un Cristo
al collo, per mostrare che Cristo parte con loro. Concorse moltitudine di
populo e quando il preposto, che ultimo entra in barca, dimanda la benedizione
al vicario patriarcale si leva una voce in tutto il populo, che in lingua
veneziana grida loro dicendo "Andé in malora!". A Roma si spera che
l'interdetto provocasse una sollevazione contro i governanti veneziani ma i gesuiti
scacciati, li cappuccini e teatini licenziati, nissun altro ordine parteno, li
divini uffizi sono celebrati secondo il consueto il senato e unitissimo nelle
deliberazioni e le città e populi si conservano quietissimi nell'obbedienza. Venezia
era alleata, in funzione anti-spagnola, con la Francia, ed era in buoni rapporti
con l'Inghilterra e con la Turchia. Fingendosi veneziani, soldati spagnoli, per
provocare la rottura delle relazioni turco-veneziane, sbarcano Durazzo,
saccheggiandola, ma la provocazione e facilmente scoperta e i turchi offreno a
Venezia l'appoggio della loro flotta contro il papa. L'Inquisizione l’intima di
presentarsi a Roma per giustificare le molte cose temerarie, calunniose,
scandalose, sediziose, scismatiche, erronee ed eretiche contenute nei suoi saggi
ma naturalmente si rifiuta. Invano il papa che scomunica Sarpi e Micanziosi
dichiara favorevole a portare guerra a Venezia. La sua unica alleata, la
Spagna, minacciata da Francia, Inghilterra e Turchia, non puo sostenerla in
quest'impresa e si giunse così alle trattative diplomatiche, favorite dalla
mediazione del cardinale F. Joyeuse. Venezia rilascia i due ecclesiastici
incarcerati e ritira il suo protesto al papa in cambio della revoca
dell'interdetto, mentre le leggi promulgate dal Senato veneziano restarono in
vigore e i gesuiti non possono rientrare nella Repubblica. Riceve K. Schoppe,
molto intimo dei segreti affari della Curia romana, il quale gli confide che il
papa, come gran prencipe, ha longhe le mani, e che per tenersi da lui
gravemente offeso non puo succedergli se non male, e che se sino a quell'ora
avesse voluto farlo ammazzare, non gli mancavano mezzi. Ma che il pensiero del
papa e averlo vivo nelle mani e farlo levare sin a Venezia e condurlo a Roma,
offerendosi egli, quando volesse, di trattare la sua riconciliazione, e con
qual onore avesse saputo desiderare. Asserendo d'aver in carico anco molte
trattazioni co' prencipi alemanni protestanti e la loro conversione». Schoppe,
ambiguo provocatore, intende convincerlo a mettersi nelle mani dell'Inquisizione come
miglior partito che puo prendere, tanto parvero strane le due proposte di far
ammazzare o prender vivo il padre. I disegni omicidi sono reali. Circa le 23
ore, ritornando al suo convento di San Marco a Santa Fosca, nel calare la parte
del ponte verso le fondamenta, e assaltato da cinque assassini, parte facendo
scorta e parte l'essecuzione, e resta l'innocente ferito di tre stilettate, due nel collo et
una nella faccia, ch'entrava all'orecchia destra et usciva per apunto a quella
vallicella ch'è tra il naso e la destra guancia, non avendo potuto l'assassino
cavar fuori lo stillo per aver passato l'osso, il quale restò piantato e molto
storto. I sicari, fuggendo, trovano rifugio nella casa del nunzio pontificio e
la sera s'imbarcano per Ravenna, da dove proseguirono per Ancona e di qui
raggiunsero Roma. Si conoscono i loro nomi: l'esecutore materiale
dell'attentato e R. Poma, già mercante veneziano, poi trasferitosi a Napoli e
di qui a Roma, dove divenne intimo del cardinale segretario di Stato S. Caffarelli-Borghese
e dello stesso Paolo V. E co-adiuvato da tre uomini d'arme, tali A. Parrasio,
Giovanni da Firenze e P. Bitonto, mentre «a spia, o guida e M. Viti, solito
offiziare in Santa Trinità di Venezia, che non lascia dubitare quanti mesi
precedessero questo bel effetto prima che fosse mandato alla luce. Poi che Viti
la quadragesima antecedente, sotto specie d'aver gusto delle predicazioni del
padre maestro Fulgenzio, anda ogni mattina in convento de' servi alla porta del
pulpito, che risponde alla parte di dentro, e cortesemente tratta con lui,
ricercandolo anco di qualche dubbio di coscienza. E continua di poi sempre a
salutarlo et anco andar in convento a visitarlo, parlandogli sempre di cose
spettanti all'anima. Il pugnale non ha tuttavia leso organi vitali e riusce a
sopravvivere. Il chirurgo G. Acquapendente, che l'opera, dice di non aver mai
medicato una ferita più strana, rispondendo allora con la famosa espressione. Eppure
il mondo vuole che sia data stilo Romanae Curiae. Le conseguenze furono la
rottura della mascella e vistose cicatrici nel volto. Il Senato, dichiarandolo
persona di prestante dottrina, di gran valore e virtù gli concede una casa in
piazza San Marco ove possa risiedere con il Micanzio e altri frati, e una
sovvenzione affinché possa acquistare una barca e provvedere alla sua sicurezza
personale. Rifiuta la casa ma si servì da allora di una barca che gli evitas i
pericolosi tragitti a piedi per le calli veneziane. Poco più di un anno
dopo, e sventato un secondo attentato, ordito, sembra su mandato di L. Margotti,
da G. Francesco de Antonio da Viterbo, i quali, fatta una copia della chiave
della sua camera vuoleno secretamente introdurre nel monasterio due o più
sicarii e la notte trucidare l'innocente. Inizia a corrispondere con
personalità soprattutto di fede calvinista o gallicana: fra questi ultimi,
Leschassier e Gillot, che pubblica gli Actes du concile de Trente, dimostrando
le pressioni papali sui vescovi riuniti a concilio, e fra gli altri l'italiano
F. Castrino, i francesi Villiers, Casaubon, Thou, Mornay, i tedeschi Achatius e
Dohna. Attraverso il dialogo diretto con gli intellettuali acquiesce quella straordinaria ampiezza di
orizzonti e di interessi, quella solida conoscenza dei problemi dello stato che
gli permite di arricchire la sua cultura storica, giuridica e scientifica e lo
conduce a incidere sulla sua posizione filosofica, ad approfondirne la crisi,
risolvendola poi con l'accoglimento di nuove prospettive e di nuove idealità;
spalancandogli un mondo nuovo, che gli fac sentire più soffocante, più viziata,
la vita italiana. Incontra a Venezia Bedell, che rifere di lui e del Micanzio
come essi sono completamente dalla nostra parte nella sostanza della religione
e, C. Dohna inviato da Cristiano I di Anhalt-Bernburg, e G. Diodati, per
valutare la possibilità di introdurre a Venezia la Riforma. La traduzione in
lingua italiana del Nuovo Testamento, viene diffusa a Venezia proprio in questo
periodo. Altre polemiche suscitano, le prediche quaresimali di F.
Micanzio che vengono interpretate a Roma come un attacco alla fede cattolica. --
è anche preoccupato per la tregua stipulata tra la Spagna e i Paesi Bassi,
perché vede in essa un indebolimento di questi ultimi che, o prima o dopo,
resteranno sopraffatti dalle arti spagnole, mentre gli spagnoli ne potrebbero
trarre beneficio anche in vista del loro dominio in Italia. Spera in
un'alleanza generale di Francia, Inghilterra, principi protestanti, Paesi
Bassi, Savoia e Venezia che portasse alla guerra contro l'Impero cattolico
ispano-tedesco e cancellasse il dominio papale e spagnolo in Italia. Se sarà
guerra in Italia, va bene per la religione; e questo Roma teme. LInquisizione
cessa e l'Evangelio ha corso. E ha bene anche per le libertà civili di Venezia:
qui, anche se il giogo ecclesiastico è assai più mite che nel rimanente
d'Italia, in quella parte nondimeno che tocca la stampa è l'istesso appunto che
negli altri luoghi. Nessuna cosa si può stampare se non veduta e approvata
dall'Inquisizione. Dove si ragiona di alcun papa, non permettono che si dica
alcuna di disonore, se bene vera e notoria. Non permettono che alcuno separato
dalla Chiesa romana sia lodato di qualsivoglia virtù, né nominato se non con
vituperio. Secondo la versione ufficiale, sebbene sfinito, volle alzarsi per il
mattutino, come al solito, e celebrare la Messa. Fatto chiamare il priore del
convento, lo prega che lo raccomandasse alle preghiere dei confratelli e che
gli portasse il Viatico. Gli consegna tutte le cose concesse a suo uso. Si fa vestire,
si confessa e passò il resto del mattino facendosi leggere da fra Fulgenzio e
da Fra Marco i Salmi e la Passione di Cristo narrata dagli Evangelisti. Gli e quindi
amministrato dal priore, alla presenza della Comunità, il Viatico. E visitato
dal medico che gli dice che ha poche ore di vita. Sorridendo, rispose: Sia
benedetto Dio. A me piace ciò che a Lui piace. Col suo aiuto faremo bene anche
quest'ultima azione -- quella di morire. E udito ripetere più volte, con
soddisfazione: Orsù, andiamo dove Dio ci chiama. Secondo alcuni le sue ultime
parole sarebbero state. Esto perpetua, riferendosi a Venezia (v. Bianchi-Giovini,
Esistono tuttavia altre versioni della sua morte che lo fanno apparire più
vicino al culto protestante. Figura assai complessa di filosofo, occupa
indubbiamente un posto di primo piano nella storia della filosofia italiana. Fu
uno dei più grandi filosofi. La sua prosa è una delle più maschie ed efficaci
di tutta la filosofia nostra, che non conosce lenocini né fronzoli, che
scolpisce le figure con raro risalto, che ha un magnifico potere ri-evocatore
allorché descrive dispute e contrasti, ch'è impareggiabile nel sarcasmo, tutto
contenuto in un'unica espressione, tre o quattro parole. G. Papini, parlando
della Istoria del Concilio di Trento, la define un modello di lucidità narrative
e di prosa semplice, esatta e rapida. Lascia orme indelebili nella filosofia,
nella matematica, nell'ottica, nell'astronomia, nella medicina ecc. Galilei e
suo grande amico, e non disdegna di appellarlo: Mio Maestro. Dinanzi al primo
avvertimento a Galilei, lui, che non visse abbastanza a lungo per assistere
alla condanna scrive. Verrà il giorno, e ne sono quasi certo, che gl’uomini, da
studi resi migliori, deploreranno la disgrazia di Galileo e l'ingiustizia resa
a sì grande uomo. Scopre la dilatabilità della pupilla sotto l'azione della
luce e le valvole delle vene. I suoi biografi parlano anche di scoperte nel
campo dell'anatomia, dell'ottica, ecc. L'invenzione del telescopio dice
Bianchi-Giovini il Galilei la dovette per certo ai lumi somministratigli da lui,
se pure questi non ne fu il primo inventore, come pensano alcuni. Sopra la sua
sapienza matematica si cita l'autorevole giudizio di Galilei. Galilei non esita
a dire della ‘fenice’: del quale posso senza iperbole alcuna affermare che
niuno l'avanza in Italia in cognizione di queste scienze matematiche contro
alle calunnie ed imposture di B. Capra, in ediz. naz., Firenze, La teoria di
Galilei delle maree, successivamente dimostratasi erronea, riprende le sue idee,
esposte nei Pensieri naturali, metafisici e matematici. G. Porta, dopo aver
dichiarato di avere appreso alcune cose da lui, lo proclama splendore ed
ornamento non solo della città di Venezia e dell'Italia, ma di tutto il mondo.
(Magia naturalis). D. Passionei gli define
dottissimo oltre ogni espressione. In uno studio il cui intento era quello di
misurare il Q.I. di 300 personaggi famosi. si posiziona al quinto posto, al
pari del più noto matematico Pascal. Alla grande intelligenza unì anchecome
riconosciutagli da tuttiun'esemplare integrità di vita. A. Jemolo, dopo essersi rivolto varie domande
intorno alla sua ortodossia, da questa risposta. Gli elementi ci mancano per
una risposta perentoria: noi non possiamo dissipare l'alone di mistero che lo circonda.
Questo non c'impedisce di ammirare l'uomo e l'opera. Fondamentalmente lo
scontro con la Curia romana e legato ad un progetto politico volto a contenere
il potere di Roma in ambito esclusivamente spirituale e a pro-muovere
un'alleanza tra Venezia e la Francia in un'ottica anti-imperiale. Per questo
intrattenne contatti con i riformati. Inoltre la sua visione di Roma e un vago
ritorno verso la chiesa primitive. Egli quindi e indotto a condannare il potere
temporale, il processo di mondanizzazione del clero, la superiorità del papa sul
Concilio. Stringe amicizia con Dominis, arcivescovo di Spalato, che tende all'apostasia.
La sua Istoria del Concilio Tridentino costituisce il suo capolavoro storico ed
offre la prima imponente ricostruzione del Concilio di Trento. L’opera e ondannata
dalla Congregazione dell'Indice e quindi posta all'Indice dei libri proibiti. Sono
intercettate dal nunzio pontificio a Parigi R. Ubaldini compromettenti carteggi
di lui con l'ambasciatore veneziano A. Foscarini e con l'ugonotto F. Castrino;
carteggi ben presto inviati a Roma per essere messi a disposizione del
Sant'Uffizio, ma anche da utilizzare per far ammettere una buona volta al
governo veneziano quanto da tempo da Roma si viene denunciando, che lui che si
proclamava più cattolico del Papa e come tale difeso ufficialmente dai
responsabili politici veneziani. Altri non era che un protestante, al servizio
delle forze ereticali europee. Dunque infedele e ipocrita. Una taccia di
ipocrisia che non da tregua alla sua figura lungo i secoli, come stanno a
provare innumerevoli esempi, da G. Aleandro, che ricevuta da Peiresc la sua
Istoria dell'Interdetto appena edita risponde all'illustre erudito francese con
fare perentorio che lui e nero ministro del diavolo che si dice esser
padre delle menzogna, se ben egli veramente non credeva né nel diavolo né in
Dio, al prelato friulano G. Fontanini
con la sua velenosa Storia arcana della sua vita a D. Passionei, che crede di
avere le carte per dimostrare che l'idea del furfante e di introdurre il
calvinismo in Venezia, come ancora ricorda A. Mercati. Un parere analogo si
trova anche nella recente Storia della Chiesa di Hertling e Angiolino Bulla,
dove viene definite un ipocrita che fino all'ultimo fa la parte del religioso,
sebbene nel suo intimo si fosse da tempo allontanato dalla Chiesa. Saggi: “Trattato
dell'interdetto di Paolo V nel quale si dimostra che non è legittimamente pubblicato”;
“Apologia per le opposizioni fatte da Bellarmino ai trattati et risolutioni di
G. Gersone sopra la validità delle scomuniche; Considerationi sopra le censure
della santità di Paolo V contra la Serenissima Repubblica di Venezia, Istoria
del Concilio Tridentino, Il trattato
dell'immunità delle chiese (De iure asylorum), Discorso dell'origine, forma,
leggi ed uso dell'Uffizio dell'Inquisizione nella città e dominio di Venezia, Trattato
delle materie beneficiarie, Opinione di Servita, come debba governarsi la
Repubblica Veneziana per havere il perpetuo dominio, Venezia, La storiografia
recente attribuisce lo scritto al patriziato veneziano medesimo. Scritti
giurisdizionalistici, Istoria del Concilio Tridentino (Geneua, Aubert); Pagnoni
Editore, Milano, Gambarin, Scrittori d'Italia, Bari, Laterza, G. Gambarin, IScrittori
d'Italia, Bari, Laterza, G. Gambarin, Scrittori d'Italia Bari, Laterza, Istoria
del Concilio Tridentino, testo critico di Giovanni Gambarin, introduzione di R.
Pecchioli, Collana Biblioteca, Sansoni, Firenze, Lettere a Simone Contarini
ambasciatore veneto in Roma, pubblicate dagli autografi, Monumenti storici
pubblicati dalla R. Deputazione veneta di storia patria. Miscellanea, Venezia,
Fratelli Visentini, Pagine scelte, Arturo Carlo Jemolo, Vallecchi, Firenze, Lettere
ai protestanti, Scrittori d'Italia, 1, Bari, Laterza, Lettere ai protestanti, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Antologia degli scritti politici e storici. Francesco T. Roffarè, MILANI,
Padova, “Istoria dell'Interdetto e altri scritti editi e inedita” (Scrittori
d'Italia Bari, Laterza); R. Amerio, “Scritti filosofici e teologici” (Scrittori
d'Italia, Bari, Laterza); “Pensieri naturali, metafisici e matematici. anoscritto
dell'iride e del calore; Arte di ben pensare, Pensieri medico-morali, Pensieri
sulla religione, Fabula e Massime e altri scritti. Edizione integrale commentate,
L. Sosio, Ricciardi, Milano-Napoli, Scritti giurisdizionalistici” (Scrittori
d'Italia, Bari, Laterza); “Lettere ai Gallicani, B/ Ulianich, Wiesbaden, F.
Steiner, La Repubblica di Venezia la
casa d'Austria e gli Uscocchi, Bari, Laterza, Scritti scelti: Istoria
dell'Interdetto, Consulti, Lettere, Giovanni Da Pozzo, Collezione di Classici Italiani,
POMBA, Torino); Storici, Politici, e Moralisti, G. Cozzi, Collana La Letteratura
Italiana. Storia e Testi, Milano-Napoli,
Ricciardi, Istoria del Concilio Tridentino seguita dalla Vita, Corrado Vivanti,
Collana NUE Einaudi, Torino, Collana Piccola Biblioteca. Einaudi, Torino, “Pensieri”
Gaetano e Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Torino, “Considerazioni sopra le
censure di Paolo V contro la Repubblica di Venezia e altri scritti
sull'Interdetto”, G. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, “Lettere
a Gallicani e Protestanti, Relazione dello Stato della Relazione, Trattato
delle Materie Beneficiarie. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino,
Gli ultimi consulti. G. Cozzi, Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dai
Consulti, il carteggio con l'ambasciatore inglese sir Dudley Carleston. G. Cozzi,
Collana Classici Ricciardi, Einaudi, Torino, Dal Trattato di pace et
accomodamento e altri scritti sulla pace d'Italia. G. Cozzi, Collana Classici
Ricciardi, Einaudi, Torino, Consulti, Corrado Pin, Pisa, Poligrafici, Letteratura
e vita civile. Collana I Classici del Pensiero Italiano; “Della potestà de'
prencipi”; Collana I Giorni, Marsilio, Venezia, “Scritti filosofici inedita, tratti
da un manoscritto della Marciana”; G. Papini, Collana Cultura dell'anima, R. Carabba,
Lanciano, Manoscritti Consulti: in Milano, Biblioteca Nazionale Braidense,
Fondo manoscritti, O. Ceretti, Cinque pugnali non bastano a troncare la sua
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Micanzio. Scrive tra l'altro nella lettera. E che volete ch'io speri in Roma,
ove li soli ruffiani, cenedi et altri ministri di piaceri o di guadagni hanno
ventura? I cenedi sono gl’uomini che si prostituiscono. F. Micanzio, cit. G,
Cozzi, Sarpi, F. Micanzio, Istoria dell'interdetto e altri scritti editi e
inediti, F. Micanzio, dove stilo può significare sia stile che stiletto Ivi G.
Cozzi, Lettere a Groslot de l'Isle, in «Lettere ai protestanti», Lettera a Francesco
Castrino, in «Lettere ai protestanti», Citato in C. Rizza, Peiresc e l'Italia,
Torino, Giappichelli, Corrado Pin, “Senza maschera: l'avvio della lotta politica
dopo l'Interdetto”; L. Hertling e A. Bulla, Storia della seconda Roma La
penetrazione dello spazio umano ad opera del cristianesimo” (Città Nuova, Borgna
Romain, F.Lucien, F. Micanzio, Vita, dell'ordine de' Servi e theologo della
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sommo filosofo e giureconsulto” (Losanna, Bousquet); F. Griselini, “Del suo
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difesa dell'originario diritto de' sovrani né loro rispettivi dominj ad intento
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Porta, G. Cozzi, Tra Venezia e l'Europa” (Collana Piccola Biblioteca, Torino,
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Ateneo veneto, Concilio di Trento Fulgenzio Micanzio. Dizionario di storia,
Dizionario biografico degli italiani. Paolo
Sarpi. Sarpi. Keywords: l’arte del bien pensar, Locke, impression, reflection,
metaphysics, Bibioteca Marciana, pensieri, pensiero, logica, bien pensare,
galilei, hobbes, metodo, sensismo, il fenice di Venezia, scritti filosofici
inedita. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Scarpi” – peri il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689510274/in/photolist-2mNaHiH-2mKuKk1-2mKCgGX-2mKCfz1-2mKfs4E-nmxEnc/
Grice e Sasso – da Crotone a Velia – la Potenza e il
atto di Gentile – Gentile megarico -- Lucrezio di Machiavelli – allegoria e
simbolo di Vico -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Studia a Roma. Si laurea sotto Antoni e Chabod con “Machiavelli”.
Studia con Carabellese, Ruggiero, Scaravelli, Nardi, Pettazzoni, Sapegno, Gabetti, Perrotta e
Sanctis. Insegna ad Urbino e Roma.
Studia l’idealismo italiano (Croce) e Machiavelli. Si occupa di ontologia,
Alighieri, Platone, Polibio, Lucrezio, Guicciardini, Shakespeare e Mann. Presidente
della "Fondazione Giovanni Gentile", Lincei. Altri saggi: “Machiavelli
e Borgia. Storia di un giudizio” (Roma, Ateneo); “Machiavelli” (Napoli,
Morano); “La storia della filosofia” (Bari, Laterza); “La ricerca della dialettica”
(Napoli, Morano); “Lucrezio: progresso e morte” (Bologna, Mulino); “L'illusione
della dialettica” (Roma, Ateneo); “Guicciardini” (Istituto Storico Italiano per
il Medio Evo, Roma); “Essere e negazione, Napoli, Morano); “Machiavelli e gl’antichi”
(Milano, Ricciardi); “Tramonto di un mito: l'idea di progresso” (Bologna, Il
Mulino); Per invigilare me stesso. I Taccuini di lavoro di Croce, Bologna, Il
Mulino); “L'essere e le differenze nel "Sofista” (Bologna, Il Mulino); “Variazioni
sulla storia di una rivista italiana: "La Cultura"; Il Mulino); “Machiavelli,
Bologna, Il Mulino, Comprende: Il pensiero politico, Napoli, IISS, Bologna, Il
Mulino, Premio Viareggio di Saggistica, La storiografia. La fedeltà e
l'esperimento, F. Scarpelli, F.S. Trincia e M. Visentin interrogano Sasso,
Bologna, Il Mulino); Filosofia e idealismo,
Napoli, Bibliopolis, Comprende: Croce, Gentile, Ruggiero, Calogero, Scaravelli,
Paralipomeni, Secondi paralipomeni, Ultimi paralipomeni, Tempo, evento,
divenire” (Bologna, Il Mulino); “Gentile: La potenza e l'atto” (Firenze, La
Nuova Italia); Le due Italie di Gentile, Bologna, Il Mulino); “La verità,
l'opinione, Bologna, Il Mulino, Ernesto De Martino fra religione e filosofia,
Napoli, Bibliopolis); Il guardiano della storiografia. Profilo di Chabod (Bologna,
Il Mulino [Napoli, Guida, del Profilo di F Chabod, Bari, Laterza); Dante.
L'imperatore e Aristotele, Roma, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo); Fondamento
e giudizio. Un duplice tramonto?, Napoli, Bibliopolis); Il principio, le cose,
Torino, Aragno, Delio Cantimori.
Filosofia e storiografia, Pisa, Edizioni della Scuola Normale Superiore); “Dante,
Guido e Francesca, Roma, Viella); “Le autobiografie di Dante, Napoli, Bibliopolis,
Discorsi di Palazzo Filomarino, raccolti da M. Herling, premessa di N. Irti,
Napoli, IISS, Il logo, la morte, Napoli, Bibliopolis); “Ulisse e il desiderio.
Il canto XXVI dell'Inferno, Roma, Viella); “La voce dei ricordi, Napoli,
Bibliopolis); “Decadenza” (Roma, Viella); “Machiavelli: I corrotti e gli inetti”
(Milano, Bompiani); “Allegoria e simbolo” (Torino, Aragno); “La lingua, la
Bibbia, la storia. Su "De vulgari eloquentia" (Roma, Viella); Su
Machiavelli. Ultimi scritti, Roma, Carocci, Croce. “Storia d'Italia” Napoli,
Bibliopolis, La 'Storia d'Italia' di
Bendetto Croce. Napoli, Bibliopolis.
"Forti cose a pensar mettere in versi". Studi su Dante, Torino,
Aragno, Purgatorio e Anti-purgatorio. Un'indagine dantesca, Roma, Viella,.
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di più specialità, in Id., Conoscenza storica e mestiere di storico, il Mulino,
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relazione ne Il logo, la morte; A. Bellocci, Laicismo della verità, della doxa
e tolleranza; Leussein, A. Bellocci, L'impossibilità della differenza e i
paradossi dell'identità; Archivio di filosofia, A. Bellocci, Il problema della
'non' relazione ne Il principio, le cose, Giornale critico della filosofia
italiana, A. Bellocci, La verità, l'opinione. Lo ''specchio'' della verità e
l'eterna opinione metafisica, Filosofia italiana, R. Berutti, Annotazioni critiche sull’essere ovvero
sul non essere essere del discorso che lo concerne. Il problema dell'ontologia,,
Pólemos, M. Capati, Paragone. Letteratura,
M. Cardenas, L'auto-noema. Il giudizio tra attualismo e neo-eleatismo, Filosofia
italiana, C. Cesa, Sasso interprete di
Gentile, Archivio di storia della cultura, A. De Vicentiis, Storiografia e
pensiero politico nelle "Istorie fiorentine" di Machiavelli:
Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo, F. Fronterotta,
L'essere e le differenze. In margine al Sofista, Novecento, M. Herling M. Reale,
Storia, filosofia e letteratura. Studi in onore Bibliopolis, Napoli, G. Inglese, Machiavelli: una storia del suo
pensiero politico, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e
Archivio Muratoriano, Enciclopedia machiavelliana, Istituto della Enciclopedia
Italiana Treccani, Roma, Enciclopedia filosofica (a cura del Centro Studi
Filosofici di Gallarate), Milano, S. Maschietti, Dire l'incontrovertibile.
Intorno all'analisi filosofica, Giornale di filosofia, F. Mignini, Essere e
negazione. Giornale critico della filosofia italiana, Crisi e critica"
dello storicismo. Filosofia e storiografia, Novecento, Filosofia e storia della
filosofia, Filosofia italiana, X N. Parise, Sulla relazione. Critica della
metafisica, L. Passerino Editore, Gaeta. N. Parise, Figure della scissione. A
proposito di Allegoria e simbolo, filosofia,
N. Parise, L’aporia del nulla, Filosofia italiana, G. Perazzoli, Il
concetto di laicità. in G. Perazzoli, Miligi, Laicità e filosofia, Mimesis,
Milano Udine, Pietroforte, Problema del nulla e principio di non contraddizione.
Intorno a "Essere e negazione" Novecento, J. Salina, Neoparmenidismo e teorie della
verità, Filosofia italiana, F. Scarpelli, Nulla, anamnesi, riflessivita (Il Cannocchiale,
F. Tessitore, interprete di Croce, in Id., La ricerca dello storicismo. Mulino,
IISS-Napoli, F. Vander, Critica della
filosofia italiana contemporanea. Dialettica e ontologia: i termini di una
contrapposizione, Marietti, Genova; M. Visentin, Tempo e giudizio. La Cultura,M.
Visentin, Sull'identità e sull'essenza del laicismo italiano. A proposito del "Le
due Italie di Giovanni Gentile", Giornale critico della filosofia italiana,
M. Visentin, Il neo-parmenidismo italiano. Considerazioni intorno alla verità,
l'opinione', in Id., Il neo-parmenidismo italiano. II. Dal neoidealismo al
neoparmenidismo, Bibliopolis, Napoli, M. Visentin, Aletheia e doxa oltre
Parmenide, in Id., Onto-Logica: sull'essere e il senso della verità, Bibliopolis,
Napoi, M. Zanetti, Critiche al divenire. Filosofia italiana, X S. Zurletti, Lo
specchio di Perseo, Chaos Kosmos, Vico e il simbolo», «Atti dell’Accademia
Nazionale dei Lincei. Memorie della Classe di Scienze morali, storiche e
filologiche», costituzione mista, Benedetto Croce, Dante, Discorsi sopra la
prima deca di Tito Livio, eternità del mondo,
Sanctis, Lucrezio in Machiavelli, in Enciclopedia machiavelliana, G.
Sasso, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Roma Dalla concordia
discors alla polemica: filosofia e psicologia di una vicenda, Ripensando la
Storia d'Europa, Ripensando la Storia d'Italia, in Croce e Gentile, la cultura
italiana e europea, M. Ciliberto.Gennaro Sasso. Sasso. Keywords: Potenza ed
atto in Gentile – Lucrezio in Macchiavelli, simbolo ed allegoria in Vico, la scuola
di Velia, veliati, veliani, parmenide, scuola di Crotone. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sasso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734778984
Grice e Sava – filosofia italiana (Belpasso). Filosofo.
Enciclopedia Popolare Italiana. Saggi:“Sui pregi”, “Doveri dei medici”, A.
Prezzavento. Roberto Sava. Sava. Keywords. Refs.: dovere, i doveri – pregi. Luigi
Speranza, “Grice e Sava” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Scala – filosofia italiana – filosofia
siciliana (Noto). Filosofo. Membro di la commissione creata da
Gregorio XIII per la riforma del calendario. Insegna a Padova. Saggi: “L'Efemeridi
di Gioseppe Scala Siciliano, per anni dodici, le quali cominciano dall'anno di
Christo nostro Sig. & finiscono nel
fine di dicembre dell'anno. Alle quali sono aggiunti i canoni, ò introduttioni
dell'efemeridi, ridotto all'uso delle presenti efemeridi (Venezia, Giunti); Ephemerides
Iosephi Scalae Siculi Noetini ad annos duodecim, incipientes ab anno Domini. Vnà
cum introductionibus ephemeridum ab eodem d. Iosepho Scala, ad vsum suarum,
restitutis” (Venezia, Giunta). Col suo nome è oggi chiamato il Gruppo Astrofili
di Noto Santi Correnti, Quello che la
Sicilia ha dato all'Italia. Biografia degli uomini illustri di Sicilia ornata
de' loro rispettivi ritratti, Napoli, Corrado Spataro, L'astronomo netino e la
nuova scienza. Calendario gregoriano. Giuseppe Scala. Scala. Keywords:
calendario gregoriano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scala” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690487407/in/photolist-2mPC6Zb-2mLNXjb-2mLP9qE-2mKHg38-2mKCewV-FKiWA6-FcebeC-E58e4H-2mKR9Cp-FjcgRv-G8Exy4-D41J73-CkaHMd-Ck9fTK-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-yPkGGd-2dxgYk4-o8VGVi
Grice e Scalea – filosofia italiana (Morano Calabro). Filosofo. Figlio del
principe di Scalea, marchese di Misuraca e barone di Morano, dal quale eredita
i titoli, e di Anna Beatrice Carafa, dei principi di Belvedere. Studia sotto Caloprese. Divulga il razionalismo, difende alcuni
colleghi, anche loro seguaci di Cartesio, ed ha un'accesa polemica con Doria
sullo spinozismo. Saggi: “Della filosofia degl’antichi” (Mosca, Napoli); “De
origine mali”; “De bono” Dizionario di filosofia, riferimenti in A. Mirto, Calabria
letteraria, F. Lomonaco, Vita, e studj scritta da lui medesimo in una Lettera,
Il Melangolo, Genova. Treccani Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Maria Spinelli, principe di Scalea,
Scalea. Keywords: bonum, ‘il bono’ the good, filosofia degl’antichi, vico,
doria. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scalea” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691436373/in/photolist-2mKN88B
Grice e Scalfari – l’implicatura di Teseo – Roma
fascista -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Civitavecchia). Filosofo. Considerato,
anche dai suoi avversari, uno dei più grandi filosofi italiani. Professorecontribuì,
con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è fondatore del quotidiano la
Repubblica. I campi principali dell'analisi di Scalfari sono l'economia e la
politica. La sua ispirazione politica è socialista liberale, azionista e
radicale. Punti forti dei suoi articoli recenti sono la laicità, la questione
morale, la filosofia. Frequenta il Liceo Mamiani di Roma -- è a Sanremo
(dove la famiglia, di origini calabresi, si era trasferita temporaneamente,
essendo il padre direttore artistico del Casinò) che completa gli studi
liceali, al liceo classico Cassini, avendo come compagno di banco I. Calvino. Sentimentalmente
legato a S. Rossetti, già segretaria di redazione de L'Espresso (e poi di
Repubblica), che sposerà dopo la scomparsa della moglie Simonetta. -- è
ateo. Tra le suoi esperienze c'è “Roma Fascista” -- organo del Gruppo
Universitario Fascista. Collabora con riviste e periodici legati al fascismo,
come “Nuovo Occidente”. Nominato caporedattore di “Roma Fascista”, pubblica una
serie di corsivi sulla prima pagina in cui lancia generiche accuse verso
speculazioni da parte di gerarchi del Partito Nazionale Fascista sulla
costruzione dell'EUR. Questi saggi portarono alla sua espulsione dai GUF. Di
fronte al gerarca, intenzionato a perseguire gli speculatori, aveva ammesso
come i suoi corsivi fossero basati su voci generiche. Si l’accusa poi di essere
un imboscato, e lo prese materialmente per il ero strappandogli le mostrine
dalla divisa del partito. Dopo la fine della seconda guerra mondiale entra
in contatto con il Partito Liberale Italiano. Diventa collaboratore a Il Mondo
e L'Europeo, di M. Pannunzio e A. Benedetti. Licenziato dalla BNL per una serie
di articoli sulla Federconsorzi non graditi alla direzione. Partecipa
all'atto di fondazione del Partito Radicale. Nello stesso anno nasce il
settimanale L'Espresso: è direttore amministrativo e scrive articoli di
economia. Somma la carica di direttore responsabile de L'Espresso a
quella di direttore amministrativo. Il settimanale arriva in cinque anni a
superare il milione di copie vendute. Il successo giornalistico si fuse con il
piglio imprenditoriale, dato che
continuò a gestire anche la parte organizzativa e amministrativa. Pubblica
insieme l'inchiesta sul SIFAR che fa
conoscere il tentativo di colpo di stato chiamato piano Solo. Lorenzo li querela
e i due giornalisti vengono condannati rispettivamente a 15 e a 14 mesi di
reclusione, malgrado la richiesta di assoluzione fatta da V. Occorsio, che era
riuscito a leggere gli incartamenti integrali prima che il governo ponesse il
segreto di Stato. Lui e Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità
parlamentare loro offerta dal Partito Socialista Italiano: alle elezioni
politiche viene eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI,
segreteria Mancini, mentre Jannuzzi diviene senatore. Eletto sia nella
circoscrizione di Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e
aderisce al gruppo del PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento,
aveva lasciato la direzione de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a
L'Espresso contro il commissario Luigi Calabresi. Nel, dopo 45 anni, ammette
che "quella firma era stata un errore". In quegli anni critica
accanitamente le manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di
Montedison, appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona
nel suo scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro
Cefis è indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da
Giuseppe Turani, Razza padrona. Fondazione e direzione de la Repubblica.
Dopo aver già tentato inutilmente di varare un quotidiano insieme a I.
Montanelli, che aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata,
fonda il quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole il 14 gennaio di
quell'anno. L'operazione, attuata con il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo
Mondadori Editore, apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il
quotidiano romano, sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una
scalata imponente, diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per
tiratura. L'assetto proprietario registra negli anni ottanta
consolidamenti della posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De
Benedetti, nonché un vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in
occasione della scalata del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il lodo
Mondadori, resosi necessario a causa del fatto che (come accertato dalla
magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della Fininvest, aveva
corrotto uno dei tre giudici per averelusione, malgrado la richiesta di
assoluzione fatta da V. Occorsio, che era riuscito a leggere gli incartamenti
integrali prima che il governo ponesse il segreto di Stato. Scalfari e
Jannuzzi evitano il carcere grazie all'immunità parlamentare loro offerta dal
Partito Socialista Italiano: alle elezioni politiche del 1968 Scalfari viene
eletto deputato, come indipendente, nelle liste del PSI, segreteria Mancini,
mentre Jannuzzi diviene senatore. Stato eletto sia nella circoscrizione di
Torino che in quella di Milano, opta per la seconda e aderisce al gruppo del
PSI. Resta deputato. Dopo la candidatura al Parlamento, aveva lasciato la direzione
de L'Espresso. Sottoscrive la lettera aperta a L'Espresso contro il
commissario Luigi Calabresi. Nel, dopo 45 anni, ammette che "quella firma
era stata un errore". In quegli anni critica accanitamente le
manovre di Eugenio Cefis, prima presidente dell'ENI e poi di Montedison,
appoggiando spesso chi gli si opponeva; tra questi vi fu Sindona nel suo
scontro con Mediobanca per il controllo di Bastogi. Soprattutto contro Cefis è
indirizzato il celebre libro-inchiesta pubblicato da Scalfari e da Giuseppe
Turani, “Razza padrona”. Fondazione e direzione de la Repubblica. Dopo aver già
tentato (inutilmente) di varare un quotidiano insieme a Indro Montanelli, che
aveva respinto la proposta definendola piuttosto azzardata, Scalfari fonda il
quotidiano la Repubblica, che debutta nelle edicole. L'operazione, attuata con
il Gruppo L'Espresso e la Arnoldo Mondadori
apre una nuova pagina del giornalismo italiano. Il quotidiano romano,
sotto la sua direzione, compie in pochissimi anni una scalata imponente,
diventando per lungo tempo il principale giornale italiano per tiratura.
L'assetto proprietario registra negli anni ottanta consolidamenti della
posizione dello stesso Scalfari e l'ingresso di Carlo De Benedetti, nonché un
vano tentativo di acquisizione da parte di Berlusconi in occasione della
"scalata" del titolo Arnoldo Mondadori Editore, finito con il
"lodo Mondadori", resosi necessario a causa del fatto che (come
accertato dalla magistratura in seguito) Silvio Berlusconi, a capo della
Fininvest, aveva corrotto uno dei tre giudici per avereun pronunciamento
favorevole nella disputa con De Benedetti per il controllo della Mondadori:
tale accordo fu fortemente voluto da G. Andreotti, grazie all'intermediazione
di Giuseppe Ciarrapico. Sotto la guida di Scalfari, "Repubblica" apre
il filone investigativo sul caso Enimont, che dopo due anni verrà in buona
parte confermato dall'inchiesta di "Mani pulite". Contro Craxi,
a differenza che con Spadolini e con De Mita, Scalfari s'era speso sin
dall'inizio del decennio precedente, considerandolo l'archetipo della questione
morale contro cui si scagliava l'anima della sinistra rappresentata da
Berlinguer. Di questi invece elogiò lo "strappo" con l'Unione
Sovietica in occasione del golpe polacco, pur restando essenzialmente estraneo
alla tradizione comunista e rimanendo su posizioni legate all'intellettualità
laica e alla tecnocrazia. In tal senso vanno lette alcune sue importanti
iniziative, tutte sostenute per il tramite di "Repubblica":
sponsorizza il "governo del Presidente", candidandovi il governatore
della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi, già negli anni ottanta; indica al
presidente Scalfaro il commissario PSI a Milano Giuliano Amato come viatico per
la sua scelta a premier. Apprezza G. Rossi come commissario delle aziende
travolte nel turbine di Tangentopoli. incomincia, dapprima in solitaria, la sua
ventennale battaglia contro Silvio Berlusconi. Sconfitto Vittorio Sgarbi, è il
primo a percepire e ad avvertire il pubblico circa la potenziale pericolosità
di Beppe Grillo -- è il primo a
preconizzare una possibile, futura alleanza fra Matteo Renzi e Matteo Salvini.
Ritiro dalla direzione de la Repubblica Scalfari, padre del quotidiano la
Repubblica e della sua ascesa editoriale e politico-culturale, abbandona il
ruolo di direttore, dopo che già da tempo aveva ceduto, insieme a Caracciolo,
la proprietà a Carlo De Benedetti; gli subentra Ezio Mauro. Non scompare dalla
testata del giornale, poiché continua a svolgere il ruolo di editorialista
dell'edizione domenicale. I suoi editoriali sono entrati oramai nella
consuetudine del giornale, tanto da essere soprannominatianche per la loro
lunghezza"la messa cantata della domenica" Cura altresì una rubrica
su L'Espresso (Il vetro soffiato). Venerdì di Repubblica annuncia di voler
abbandonare dopo l'estate la sua storica rubrica Scalfari risponde,
ringraziando i lettori per l'affetto ricevuto e gli stimoli da loro pervenuti
per le sue riflessioni. Gli subentra Michele Serra. Su RaiSat Extra è
andato in onda per qualche tempo, ogni giovedì, un programma dal titolo La
Scalfittura, in cui Scalfari teneva colloqui politici. Le sue
"interviste" con Francesco hanno causato per due volte la smentita da
parte della sala stampa vaticana in relazione alle parole attribuite da al
Pontefice. Scalfari ha ribattuto di aver scritto virgolettati "come se
fossero usciti dalla bocca del Papa", senza aver preso appunti o registrato
durante i colloqui, sostenendo che quello era stato il suo metodo di lavoro per
quasi cinquant'anni. il Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio
Scalfari a papa Francesco, a seguito della pubblicazione di un suo articolo su
Repubblica, negando che Francesco l’avesse rilasciato un’intervista sostenendo
che il contenuto dell’articolo fosse il frutto di una sua ricostruzione. Ciononostante,
Francesco continua periodicamente a concederegli interviste esclusive. Riceve varie
onorificenze. Premio Trento per "Una vita dedicata al giornalismo",
il "Premio Ischia" alla carriera, il Premio Guidarello al giornalismo
d'autore e, di recente, il Premio Saint-Vincent -- è stato nominato Cavaliere
di gran croce dal presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro mentre ha ricevuto una delle più prestigiose
onorificenze della Repubblica francese diventando Cavaliere della Legione
d'onore (successivamente è stato promosso ufficiale). Premio Viareggio. Saggi: ”
Petrolio in gabbia” (Bari, Laterza), “I padroni della città” (Bari, Laterza); “Le
baronie elettriche” (Bari, Laterza); “Rapporto sul capitalismo in Italia, Bari,
Laterza, Il potere economico in URSS, Bari, Laterza); “Storia segreta
dell'industria elettrica, Bari, Laterza); “L'autunno della Repubblica. La mappa
del potere in Italia, Milano, Etas Kompass, Il caso Mattei. Un corsaro al servizio della
repubblica, Bologna, Cappelli, Razza padrona. Storia della borghesia di Stato, Milano,
Feltrinelli, Interviste ai potenti, Milano, Arnoldo Mondadori, Come andremo a
incominciare?, Milano, Rizzoli, L'anno di Craxi (o di Berlinguer?), Milano,
Mondadori, La sera andavamo in Via Veneto. Storia di un gruppo dal «Mondo» alla
«Repubblica», Milano, Arnoldo Mondadori Collana Super ET, Torino, Einaudi, Incontro
con Io, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi,, Denis Diderot,
Il sogno di d'Alembert seguito da Il sogno di una rosa, Collana La memoria,
Palermo, Sellerio); “Alla ricerca della morale perduta, Milano, Rizzoli, Collana
ET Scrittori, Torino, Einaudi); “Il labirinto, Milano, Rizzoli, Collana
Supercoralli, Torino, Einaudi); “L’Illuminismo” a cura di, Roma, Laterza, La
ruga sulla fronte, Milano, Rizzoli, Collana ET Scrittori, Torino, Einaudi, Roma, la Repubblica, Dibattito sul laicismo, Roma, La Biblioteca di
Repubblica, L'uomo che non credeva in
Dio, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Per l'alto mare aperto. La
modernità e il pensiero danzante, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, Scuote
l'anima mia Eros, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi,,Enrico Berlinguer, La
questione morale. La storica intervista, Reggio Emilia, Aliberti,.ed. ampliata,
Prefazione di Luca Telese, Aliberti,. Vito Mancuso-E. Scalfari, Conversazioni
con Carlo Maria Martini, Collana Campo dei fiori, Roma, Fazi, La passione
dell'etica. Angelo Cannatà, Collezione I Meridiani, Milano, Mondadori, Francesco-E.
Scalfari, Dialogo tra credenti e non credenti” (Torino, Einaudi); L'amore, la
sfida, il destino. Il tavolo dove si gioca il senso della vita, Collana Supercoralli,
Torino, Einaudi,, Racconto autobigrafico, Collana Passaggi, Torino, Einaudi,
L'allegria, il pianto, la vita, Collana Supercoralli, Torino, Einaudi, L'ora
del blu, Torino Einaudi, Il Dio unico e la società moderna. Incontri con
Francesco e Martini, Torino, Einaudi, liberoquotidiano, libero quotidiano news commenti-e-opinioni
Vittorio feltri ritratto fuoriclasse_re giornalisti diversi.html. ilfoglio, il
foglio uffa news benvenuti al-grand-hotel-scalfari-splendida-vista sul secolo-di-carta-
la7, la7/dimartedi/video/da-montanelli-e-scalfari-ho-imparato-che-bisogna-scrivere-per-farsi-capire-marco-travaglio
Angelo Cannatà, Eugenio Scalfari e il suo tempo, Mimesis,, diviso in quattro
capitoli: la Politica, l'Arte, la Religione, la Filosofia. Scheda sul
storico della Camera dei deputati, su storia.camera. Sull'amicizia tra
Scalfari e Calvino leggiamo. Caro Eugenio, le tue lettere sono come manate
sulla schiena e io ne ho bisogno di manate sulla schiena, specie di questi
tempi. Mi viene l'acquolina in bocca pensando alle ghiotte discussioni che
faremo quando ci ritroveremo insieme", cfr. Angelo Cannatà "Eugenio
Scalfari e il suo tempo", Mimesis, P. Guzzanti, Guzzanti vs De Benedetti. Faccia
a faccia fra un gran editore e un giornalista scomodo, Aliberti. Cfr. Corriere
della Sera, La Repubblica: Mirella
Serri, I redenti. Gli intellettuali che vissero due volte, Milano, Corbaccio, “Ero
fascista e felice”, intervista, Il Foglio, pasqualericcio. Nel corso
dell'inchiesta riferisce di un colloquio avuto conAurigo. Mi disse che gli
ordini (le disposizioni relative al 'Piano Solo') contemplavano anche l'ipotesi
di una eventuale resistenza da parte del prefetto (gli ordini dicevano che
bisognava mettere il prefetto, qualora avesse resistito a questa iniziativa dei
carabinieri, in condizioni di non nuocere". Fonte: A. Cannatà, Mimesis,
Calabresi e quella firma, su repubblica. F. Tamburini, Un siciliano a Milano,
Longanesi, da ultimo citato da F. Bortoli su corriere della sera attacchi corriere
F. Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo, e Al. Mazzuca, Penne al vetriolo, Bologna,
Minerva, Nei cui confronti C.Caracciolo
e C. Benedetti dicono che ebbe un innamoramento, in seguito non più condiviso
dallo stesso editore della Repubblica che ormai non lo considerava "un
grande politico": intervista alla Stampa. Scrive Scalfari: Gelli è
Belfagor, il messaggero del diavolo; ma il diavolo, cioè Belzebù, chi è? Belzebù
è, in una certa misura, lo stesso partito socialista, elemento importante di
quel quadro politico e di quella inamovibilità". A.Cannatà, Mimesis, Caro
Craxi tu lo sai chi è Belzebù, Repubblica le invasioni barbariche Voto Renzi perché
l'avversario è Grillo, youtube.com, youtube Rep, su rep.repubblica. E. Mauro dal pulpito di Repubblica officia la
democrazia e aspira a diventare papa, Panorama. "Le interviste vanno
comunque reinterpretate", su youtube.com.
ll Vaticano ha smentito un’altra intervista di Eugenio Scalfari a papa
Francesco, sIl Vaticano smentisce Eugenio Scalfari che fa dire al Papa che
l'inferno non esiste, su ilmessaggero. 31 marzo
(archiviato il 31 marzo ). Rep,
su rep.repubblica. 1º marzo. Premio
Viareggio, su repubblica Dettaglio Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.,
Quirinale: C. Mauri, Il cittadino, Milano,
SugarCo, G. Perna, una vita per il potere, Milano, Leonardo, Angelo Cannatà,
Eugenio Scalfari e il suo tempo, Milano-Udine, Mimesis, F. Bucci, L'intellettuale dilettante, Roma, Dante
Alighieri, Giampaolo Pansa, La Repubblica di Barbapapà, Milano, Rcs Libri, G. Valentini, La Repubblica tradita, Roma, PaperFirst,
F. Recanatesi, La mattina andavamo in piazza Indipendenza, Milano, Cairo
Editore, A. Mazzuca, Penne al vetriolo. I grandi giornalisti raccontano la
Prima Repubblica, Bologna, Minerva, La Repubblica Treccani Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. L'Espresso. Eugenio Scalfari.
Scalfari. Keywords: l’implicatura di Teseo, il labirinto. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Scalfari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734747384/in/datetaken/
Grice e Scarano
– l’implicatura di scenofilace – filosofia italiana (Brindisi). Filosofo. Studia
a Bologna, Padova e a Venezia. Fonda l’Accademia Veneziana. Scrive il saggio “Scenophylax”
(Venezia), nel quale tratta della convenienza di restituire alla tragedia e
alla commedia la lingua del Lazio. P. Camassa, Brindisini illustri, Brindisi, A.
Sordo, Ritratti brindisini. Scarano. Keywords: scenofilace – il tragico – il
comico – scenofilace, custode, sacristano, custode dei vasi -- siria. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Scarano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734956415/in/datetaken/
Grice e Scaravelli – tra critica e metafisica – filosofia
italiana (Firenze). Filosofo. Si laurea
a Pissa sotto Carlini. Insegna a Roma, e Firenze. Muore suicida. Profondo
conoscitore di Kant, approfondisce nei suoi studi pubblicati con molta
riluttanza e quasi solo per esigenze concorsuali in particolare i temi relativi
ai rapporti tra la filosofia kantiana e la fisica, i problemi relativi alla
Critica del Giudizio ed anche i temi dell'idealismo. Biblioteca personale, Villa Mirafiori. Saggi:
“Critica del capire”, Firenze, Sansoni, Saggio sulla categoria kantiana della
realta, Firenze, Le Monnier, La prima meditazione di Cartesio (Firenze, La
Nuova Italia); “La critica del giudizio” (Pisa, Scuola Normale Superiore); M. Corsi,
“Critica del capire”; “L'analitica trascendentale” (Firenze, La nuova Italia);
“La Biblioteca”; “L' attualità E. Mirri, Napoli, Sientifiche); M. Visentin, “Le
categorie e la realtà” (Firenze, Le lettere); G. Sasso, “L’idealismo” (Napoli, Bibliopolis);
“La storia come metodo, Convegno a Roma); “Il problema del giudizio storico); “Soveria
Mannelli, Rubbettino, pensatore europeo, M. Biscuso e G. Gembillo, Messina,
Siciliano, G. Sasso, il giudizio, in
Filosofia e idealismo. Paralipomeni, Napoli, Bibliopolis, S. Palermo, Tra critica e metafisica. Lettore
di Kant, Pisa, ETS, Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. M. Biscuso, La
completa dei suoi scritti, su giornale di filosofia.net. Luigi
Scaravelli. Scaravelli. Keywords: paralipomena, la storia della filosofia di
Scaravelli, criticismo, critica del capire, giudizio storico, storia cme
metodo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scaravelli” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701205587/in/photolist-2mLEcGW-2mLEcbk-2mLKJ9d
Grice e Scarpelli – filosofia fascista – Gentile e il
fascismo giuridico – Soleri -- il
tropico, il clistico, il neustico, ed il frastico – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Vicenza). Filosofo.
Studioso di analisi del linguaggio. Uno dei massimi esponenti della filosofia
analitica, insegnando in varie università italiane anche Teoria generale del
diritto, dottrine dello Stato, Filosofia morale e Filosofia della politica ed
occupandosi costantemente, per l'intera vita, di problemi di etica e politica. La
sua filosofia può essere raccolto attorno a due grandi temi: la semiotica del
linguaggio prescrittivo e il metodo. Contribuisce in misura fondamentale alla
cosiddetta svolta prescrittivistica in campo semiotico ed è fautore di una
giustificazione etico-politica del positivismo giuridico. Oltre ad approfondire
lo studio del metodo del ragionamento morale, si impegna attivamente in
relazione a questioni di etica e bioetica quali per esempio l'aborto e
l'eutanasia. Compiute inoltre studi sulla democrazia e i concetti di libertà
politica e di partecipazione politica. Da una famiglia pugliese trasferitasi
poi in Lucchesia, figlio di un magistrate, frequenta il liceo. Studia a Torino.
La sua formazione è all'insegna dell’idealismo dominante in Italia e fondata,
tra gli altri, su Croce e Gentile. Durante gli anni universitari, desta il suo interesse
Allara,della scuola civilistica torinese, e la filosofia del diritto. Segue le
lezioni del corso di Filosofia del diritto di Bobbio. Si laurea sotto Solari con
“Il concetto di persona”. Già in questo lavorolo ricorda Bobbio, molti anni più
tardi, nel ritratto dell'allievo rivela un orientamento critico verso le
versioni organicistiche della filosofia al tempo in auge. Risale a questo
anno la pubblicazione nella Rivista del diritto commerciale di un saggio
intitolato “Scienza giuridica e analisi del linguaggio”. In questo saggio precorre
il celebre saggio di Bobbio che porta lo stesso titolo e che è considerato il
manifesto della scuola analitica italiana. Prende le distanze dalle correnti
filosofiche idealistiche, organicistiche ed attualistiche accreditate sul
continente per accostarsi al positivismo logico e, più in generale, alla
filosofia analitica e agli studi di semiotica. È tra i primi a proporne una
applicazione in campo giuridico e ad evidenziare la rilevanza della analisi del
linguaggio per la teoria e la dogmatica giuridica. Assistente di Bobbio; in seguito,
collabora con Bobbio in seminari, “La giustizia nel materialismo storico” e “L’interpretazione
giuridica”. La giustizia e il marxismo sono temi a cui dedica il saggio
intitolato “Esistenzialismo e marxismo” (Taylor, Torino) il quale reca come
sottotitolo “sulla giustizia”. Sostene che la filosofia e mondana, legata esclusivamente
a ciò che gli uomini sono e fanno al mondo. La scelta e l’impegno sono la basi
della esistenza di ciascun uomo. Insegna a Milano un seminario, “La dottrina
dello stato italiano”, al fianco di Treves. Si dedica al “Contributo alla
semantica del linguaggio normativo” (Accademia delle Scienze, Torino). Insegna
a Perugia, Pavia, Torino. Sviluppa “La teoria generale del diritto”, dettagliata
fino alla scansione dei paragrafi. Tra i saggi, “La mia meta-etica e la mia
esperienza etica” dove ricercar la razionalità interna dell'etica e quella
della sua fondazione. Ricopre numerose cariche in istituzioni dedite alla
ricerca e partecipa a numerosi convegni, incontri di studio e simposi di
rilievo nazionale ed internazionale. Membro del Centro di studi metodologici di
Torino e socio corrispondente dell'Accademia delle scienze di Torino e socio
dell'Istituto Lombardo Accademia delle scienze e delle lettere. Direttore
dell'Istituto per la Scienza per la amministrazione pubblica. Ha fatto parte
dei consigli direttivi della Rivista internazionale di filosofia del diritto e
di Sociologia del diritto. Entra a far parte del comitato di redazione della
Rivista di filosofia di cui cura numeri monografici dedicati al concetto di
libertà, alla logica deontica e alla bioetica. È stato condirettore della
collana Diritto e cultura moderna e direttore della collana Luoghi critici per
le edizioni di Comunità. Presidente della Società italiana di filosofia giuridica
e politica è stato vicepresidente del Comitato nazionale di bioetica ed è stato
nominato presidente onorario della Società italiana di filosofia analitica. Contribuisce
alla nascita, dovuta all'iniziativa soprattutto di Geymonat, del Centro Studi
metodologici di Torino. In qualità di affiliato, riceve il compito di fare una
relazione sulla Enciclopedia delle scienze unificate; lavoro a cui fanno
seguito negli anni Cinquanta alcuni contributi sulla analisi del linguaggio
così come concepita dal movimento del positivismo logico. In questi anni
Scarpelli si avvicina sempre di più alla filosofia anglosassone e in
particolare agli studi oxoniensi sul linguaggio della morale e della politica,
partecipando anche ad incontri di studio ad Oxford. Seguendo inizialmente
le ricerche di Morris, è fra i protagonisti della cosiddetta svolta linguistica
della filosofia italiana. Studia Hare. A Hare dedica alcuni lavori; sono da
ricordare anzitutto le note, che in realtà sono ampi saggi di analisi del
linguaggio normativo e contributi di meta-etica, ai due saggi di Hare. Intraprende
un vivace dibattito sul concetto di libertà politica che porta alla stesura di
vari lavori; tra essi, si può ricordare anzitutto il saggio dal titolo Libertà
come fatto e come valore ed il volume La
libertà politica. Si devono a Scarpelli i primi studi in Italia sulla
analisi del linguaggio giuridico in cui v'è una sistematica applicazione degli
strumenti della semiotica ai suoi tre livelli: la sintattica (lo studio dei
rapporti tra i segni), la semantica (lo studio dei rapporti tra i segni e i
significati), la pragmatica (lo studio dei rapporti tra i segni e i loro
utenti). Tutta la speculazione e la produzione scientifica di Scarpelli è
basata sulla tesi della grande distinzione tra linguaggio descrittivo e
linguaggio prescrittivo; ma negli anni si evolve progressivamente il livello a
cui è individuato il tratto differenziale tra l'uno e l'altro, individuato
dapprima sul piano pragmatico e poi sul piano semantico. L'esposizione compiuta
del pensiero scarpelliano sulla significanza del linguaggio prescrittivo si ha
nell'opera del Semantica, morale e diritto, trasfusa nella voce Semantica
giuridica dello stesso anno. L'idea che il linguaggio prescrittivo (le norme, i
comandi, gli ordini, le preghiere, ecc.) abbiano significato trae origine dalla
distinzione tra il principio di significanza e il principio di verificazione.
Alcuni spunti in tal senso sono rintracciabili già nel Contributo alla
semantica del linguaggio normativo il cui nucleo concettuale ancora vicino al
positivismo logico sta nell'intuizione che gli enunciati normativi, quantunque
non possano essere verificati o falsificati, debbano nondimeno riferirsi alla
realtà. Questa idea è alla base anche del libro Cos'è il positivismo giuridico in
cui propone una giustificazione etico-politica del positivismo giuridico,
criticando sia la versione bobbiana del positivismo giuridico come approach sia
la versione proposta da Hart. Altri saggi: R. Guastini, Variazioni su temi
, Con un'appendice bibliografica, in «Materiali per una storia della cultura
giuridica italiana», Nota Bibliografica, in Filosofia analitica Donatelli e L. Floridi,
Lithos, Roma), con anche l'indicazione delle note sul “Monitore dei Tribunali”
e dei saggi comparsi su alcuni giornali, quotidiani e periodici: “L'Opinione”,
“Panorama”, “Il Sole 24 Ore”, “Il Mondo economico”); M. Jori, i«Rivista idi
filosofia del diritto», N. Bobbio, La mia Italia, Polito, Passigli, Firenze, Semantica del linguaggio normativo, in Filosofia
del diritto (Lucia), Cortina, Milana. Altri saggi: “Filosofia analitica e
giurisprudenza” (Istituto Cisalpino, Milano); “Il problema della definizione e
il concetto di diritto” (Istituto Cisalpino, Milano); “Filosofia analitica,
norme e valori” (Comunità, Milano); “Validità, legittimità, effettività del
diritto, e positivismo giuridico” (Cluep, Perugia); “Cos'è il positivismo
giuridico” (Comunità, Milano); “Diritto e analisi del linguaggio” (Comunità,
Milano); “Letture filosofiche e politiche. Introduzione agli studi politici” (Cisalpino-Goliardica,
Milano); “Linguaggio e legge naturale. Il tempo e la pena” (Giuffrè, Milano); “L'etica
senza verità” (Mulino, Bologna); “La teoria generale del diritto. Problemi e
tendenze attuali. Studi dedicati a
Bobbio” (Comunità, Milano); “Il linguaggio del diritto” (Led, Milano); “Bioetica
Laica” (Mori, Milano); “Scienza del diritto e analisi del linguaggio” (“Rivista
del diritto commerciale”); “Giurisprudenza italiana”; “L'Unità della scienza”; Rivista
di filosofia, Il giudice e la legge, Occidente; “Il potere giurisdizionale
nello stato e in particolare nella costituzione italiana”; “Liberalismo e
democrazia nella Costituzione italiana”; “Occidente. Rivista di studi politici”;
“Elementi di analisi della proposizione giuridica”. Jus, Congresso di studi metodologici
promosso dal Centro di Studi metodologici, Ramella, Torino); “Diritto naturale
vigente” Occidente. Rivista di studi politici, “Alcuni problemi della teoria
analitica del valore” Rivista di filosofia); “Linguaggio valutativo e prescrittivo”
(Jus); “La Filosofia di Gentile” (Ramella, Torino); Responsabilità del
magistrato, Occidente. Rivista di studi politici); “Behaviourism, positivismo
logico e fascismo” (Rivista di cultura e di politica); “Il grande cambiamento”,
Rivista di cultura e di politica, Etica e linguaggio, Rivista di filosofia, “Società
e natura” (Rivista idi filosofia del diritto); “Il concetto di SEGNO” (Rivista
di filosofia); “L’analisi del linguaggio, Rivista di filosofia, La natura della
metodologia giuridica, Rivista di filosofia del diritto (incluso anche in
Filosofia e scienza del diritto. Atti del II Congresso nazionale di filosofia
del diritto (Giuffrè, Milano), La «Filosofia del diritto» di Widar Cesarini
Sforza, Rivista di diritto civile, I compiti della filosofia del diritto, in La
ricerca filosofica nella coscienza delle nuove generazioni, Carlo Arata e
altri, Il Mulino, Bologna, I fondamenti e il metodo della analisi del linguaggio,
in Il pensiero contemporaneo. Filosofia, epistemologia, logica, Rossi-Landi,
Comunità, Milano, Retribuzione (Enciclopedia Filosofica, Sansoni, Firenze); La definizione nel diritto, Jus); “Imperativi
e asserzioni (Grice: “Or is it indicatives and imperatives?”) Rivista di
filosofia, La libertà, la democrazia e il magistrato, Monitore dei Tribunali, Relazione, in Dibattito bolognese sui valori,
Edizioni di Filosofia, Torino, Libertà,
ragione e giustizia, Rivista di filosofia, Marxismo, sociologia
neopositivistica e lotta delle classi, Quaderni di Sociologia, Il permesso, il
dovere e la completezza degli ordinamenti normativi (a proposito di un libro di
Amedeo G. Conte), Rivista trimestrale di diritto e procedura civile, La
dimensione normativa della libertà, Rivista di filosofia, 1Positivismo logico e
società contemporanea, Rivista di filosofia, Libertà come fatto e come valore, Rivista di
filosofia, Illuminismo e legislazione, La Magistratura, La proposizione giuridica
come precetto re-iterato, Rivista di filosofia del diritto, Quaderni della
Rivista “Il politico”; Il positivismo giuridico (Pavia), Milano, Giuffrè, L'educazione
del giurista, Rivista di diritto processuale, Semantica giuridica, voce del
Novissimo digesto italiano, POMBA, Torino (Semantica, morale e diritto,
Giappichelli, Torino); Problemi e idee circa l'insegnamento del diritto; Gruppo
di lavoro per il diritto G. Pugliese, in Le scienze dell'uomo e la riforma universitaria,
Laterza, Bari, I magistrati e le tre
democrazie, Rivista di diritto processuale, Le argomentazioni dei giudici:
prospettive di analisi, Il Foro italiano, suppl. ai Quaderni. La formazione
extralegislativa del diritto nell'esperienza italiana. Atti delle giornate di
studio di Ancona, “Moore in Italia,” (cf. Luigi Speranza, “Grice in Italia”), Rivista
di filosofia, La grande divisione e la
filosofia della politica, introduzione a F. Oppenheim, Etica e filosofia politica,
Il Mulino, Bologna, Il metodo giuridico,
Rivista di diritto processuale (riedito
come voce della Enciclopedia Feltrinelli-Fisher. Diritto, Crifò, Feltrinelli,
Milano); Dovere morale, obbligo giuridico, impegno politico, Rivista di filosofia,
Studi sassaresi, Giuffrè, Milano); Impegno politico e conoscenza sociologica,
Quaderni di Sociologia, Il diritto nella società industriale: una strategia di accostamento,
Rivista di diritto processuale; Il diritto della società industriale.
Obbligazione politica e libertà di coscienza. Convegno, Società italiana di
Filosofia giuridica e politica (Pergia), Giuffrè, Milano, Dizionario di
filosofia, Mondadori, Milano, La facoltà di scienze politiche di Milano e il
potere negativo, Politica del diritto, Autonomia e diritto di resistenza, Studi
sassaresi, Giuffrè, Milano, Insegnamento del diritto, filosofia del diritto e
società in trasformazione, Rivista di diritto pubblico, L'educazione giuridica,
Libreria Universitaria, Perugia, Per una
sociologia del diritto come scienza, Sociologia del diritto, La sociologia del
diritto: un dibattito, Giuffrè, Milano, e in Diritto e trasformazione sociale,
Laterza, Bari, La conoscenza sociologica, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio
e ragione, Convegno Nazionale di Filosofia (Pavia), Società filosofica
italiana, Roma, Democrazie e competenze, Amministrare, Giuffrè, Milano, Introduzione.
La Filosofia. La filosofia dell'etica. La filosofia del diritto di indirizzo
analitico in Italia e Introduzione all'analisi delle argomentazioni dei
giudici, in Diritto e analisi del linguaggio, Milano, Comunità); Il sistema
giuridico, Sociologia del diritto, Etica, linguaggio e ragione, Rivista di
filosofia, Convegno del PSI di Milano, in I socialisti e la cultura. Materiali
e contributi per una politica culturale alternativa, Marsilio, Venezia, Le
condizioni meta-giuridiche della partecipazione, Convegno di Studi di Scienza
dell'amministrazione, Giuffrè, Milano L’entità
strane dette norme” ed i guastini di Guastini, Sociologia del diritto, S. Romano,
teorico conservatore, teorico progressista, in Le dottrine giuridiche di oggi e
l'insegnamento di S. Romano, P. Biscaretti di Ruffìa, Giuffrè, Milano, La partecipazione popolare nella Costituzione
repubblicana: prevenzione sociale e controllo della criminalità. Convegno di Senigallia,
Giustizia e Costituzione, IDizionario di sociologia, in Milano, Sala del
Grechetto, pubblicata in POMBA Panorama di Lettere e Scienze, Hobbes e
l'obbligazione politica come obbligazione in coscienza” (Giuffrè, Milano); Idea
dell'università e diritto allo studio, Il diritto allo studio nel quadro dei
rapporti fra Università e Regione, Quaderni della Regione Lombardia, Teoria
formale o teoria strutturale del diritto. Per la dissoluzione della metafora
formalistica” (Giuffrè, Milano); La partecipazione politica, Sociologia del
diritto, La meta-etica e la sua rilevanza etica, Rivista di filosofia, Intervento in Giudici separati? Magistratura,
società e istituzioni, Convegno Emilio Alessandrini (Senigallia), Giustizia e
Costituzione, La critica analitica a Kelsen, Rivista di filosofia (La cultura
filosofico-giuridica del novecento, C. Roehrssen, Istituto delle Enciclopedia
italiana, Roma); La responsabilità politica, Società Italiana di Filosofia
giuridica e politica. Pavia (Giuffrè, Milano); Responsabilità politica o virtù
repubblicana, in Garanzie processuali o responsabilità del giudice, Angeli,
Milano, Riflessioni sulla responsabilità politica. Responsabilità, libertà,
visione dell'uomo, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Interventi
(pubblicati senza essere rivisti dall'autore) nella giornata di studi su Le
ragioni della libertà: degenerazione dello stato burocratico e risposte
neoliberali per l'Italia, Einaudinotiziecircolare ai soci della Fondazione Einaudi,
Il tempo e la pena, in Piacere e felicità: fortuna e declino. Atti del 3º
Convegno di studiosi di Filosofia morale (Chiavari-S. Margherita Ligure), R. Crippa,
Liviana Editrice, Padova, Filosofia e diritto, in La cultura filosofica
italiana nelle sue relazioni con altri campi del sapere. Atti del convegno di
Anacapri, Guida Editori, Napoli, B.
Leoni e l'analisi del linguaggio, Il politico. Rivista italiana di Scienze
politiche, La democrazia e il segreto,
in Il segreto nella realtà giuridica italiana. Atti del convegno nazionale,
Roma, Milani, Padova, La teoria generale del diritto: prospettive per un
trattato, in La teoria generale del diritto. Problemi e tendenze attuali. Studi
dedicati a Noberto Bobbio, Uberto Scarpelli, Comunità, Milano, L'interpretazione premesse alla teoria
dell'interpretazione giuridica, in Società norme e valori” (Giuffrè, Milano);
“Auctoritas non veritas facit legem, in Linguaggio persuasione verità: atti del
Congresso nazionale di filosofia tenutosi in Verona, Milani, Padova (anche in Rivista di filosofia, Intervento in Il Welfare State possibile.
Saggi e interventi di F. Barone, prefazione di Enrico Mattei, Le Monnier, 1
Scienze dell'uomo e potere sull'uomo: oltre la libertà e la dignità, in
Baudrillard e altri, Sapere e potere, I, Viviana Conti, Multhipla edizioni,
Milano, Un filosofo a disagio, Bollettino della Società Filosofica italiana.
Nuova Serie, Voci: Diritto, Interpretazione, Istituzione, Norma, Validità, in
Gli strumenti del sapere contemporaneo, Le discipline e I concetti (POMBA, Torino); Le porte della
stalla, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Gli orizzonti della
giustificazione, Rivista di filosofia (Etica e diritto, Laterza, Roma-Bari.)
Scienza, sapere, sapienza, Rivista internazionale di filosofia del diritto, Di
alcune difficoltà culturali e di una tentazione perversa inerenti ai “diritti
degli animali”, in “I diritti degli animali”. Atti del convegno nazionale
Genova, Silvana Castignone e Luisella Battaglia, Centro di Bioetica, Genova, La
filosofia nella Facoltà di Giurisprudenza, Rivista di filosofia, La bioetica.
Alla ricerca dei principi, in Biblioteca della libertà, Un modello di ragione
giuridica: il diritto reale razionale, Faralli e Pattaro, Giuffrè, Milano); Dalla
legge al codice, dal codice ai principi” (Accademia delle Scienze di Torino.
Classe di Scienze Morali, Storiche e Filologiche (Rivista di filosofia). La
Camera di consiglio come scuola, Quadrimestre. Rivista di diritto privato, Cosmo
e universo, in Corpo e cosmo nell'esperienza morale. Atti del Convegno tra
studiosi di Filosofia morale (Pietrasanta), Romeo Crippa, Padeia, Brescia, Eutanasia. Intervista, Hospital, Il concetto di libertà politica in Entreves,
Rivista di filosofia del diritto, Amministrazione della giustizia, rapporti
umani e funzioni del diritto, in Amministrazione della giustizia e rapporti
umani. Convegno di Sassari, Maggioli, Rimini, Beccaria e l'Italia civile,
L'Indice penale, Classi logiche e discriminazione fra i sessi, Lavoro e
diritto, Hobbes e lo stato totalitario, Bollettino della Società Filosofica
italiana. Nuova Serie (intervento nella Tavola Rotonda su Attualità e presenza
di Hobbes, in Hobbes oggi, A. Napoli, FrancoAngeli, Milano, Introduzione ai
lavori in Interpretazione e decisione. Diritto ed economia. Atti del XVI
Congresso nazionale della Società italiana di Filosofia giuridica e politica
(Padova), F. Gentile, Giuffrè, Milano, Intervento
in Diritto di sciopero, autonomia collettiva ed intervento del legislatore
(Viareggio), Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale, Il
diritto pubblico italiano di S. Romano, Materiali per una storia della cultura
giuridica, Il positivismo giuridico
rivisitato, Rivista di filosofia, La
bioetica: alla ricerca dei principi” (Giuffrè, Milano); Bioetica: prospettive e
principi fondamentali, in La bioetica. Questioni morali e politiche per il
futuro dell'uomo, Convegno, Roma, Bibliotechne, Milano, I compiti dell'etica
laica nella cultura italiana di oggi, Notizie di Politeia, Relazione su Stevenson, ‘Ethics and Language', in Il neo-illuminismo
italiano. Cronache di filosofia, Pasini e Rolando, Il Saggiatore, Milano, Diritti positivi, diritti naturali: un'analisi
semiotica, in Diritti umani e civiltà giuridica. Convegno a Perugia, S. Caprioli
e F. Treggiari, Stabilimento Tipografico Pliniana Perugia, Etica della libertà,
Bioetica. Rivista interdisciplinare, Filosofia del diritto, in La Filosofia, Le filosofie speciali, diretta da Pietro Rossi,
Torino, POMBA, Il linguaggio giuridico: un ideale illuministico, in Nomografia.
Linguaggio e redazione delle leggi. Contributi al seminario promosso dalla
Banca d'Italia e dalla prima cattedra di filosofia del diritto dell'Milano, Paolo
Di Lucia, Giuffrè, Milano, La mia meta-etica e la mia esperienza etica, in
Scritti per Uberto Scarpelli, Letizia Gianformaggio e M. Jori, Giuffrè, Milano,
Il linguaggio e la politica dei giuristi, Notizie di Politeia, Sui compiti
della filosofia del diritto, Notizie di Politeia, Formanti, dSentenza del Tribunale
di Milano, 2soc. Acc. Compra Vendita immobili S.A.C.V.I. c. Della Beffa, su
Locazione di coseLocazione di immobili urbaniProroga ecc., in Giurisprudenza, Nota a sentenzaDegli effetti dell'abolizione
del commissariato alloggi e di una possibile applicazione dell'azione surrogatoria,
Il Foro Padano, Note bibliografiche a Renato Scognamiglio, Contributo alla
teoria del negozio giuridico, Jovene, Napoli, Carattere della prestazione e
carattere dell'interesse, Rivista del diritto commerciale, Tacita riconduzione
e novazione, Rivista del diritto commerciale, Il cosiddetto conflitto tra
diritti personali di godimento e l'art. 1380 del codice civile, Rivista trimestrale
di diritto e procedura civile, I discorsi politici, Roma,in Quaderni di
Sociologia, Recensione a Bellezza, L'esistenzialismo positivo di Gentile,
Firenze, Rivista di filosofia, Piovesan, Analisi filosofica e fenomenologia
linguistica, Padova, e Lumia, Empirismo logico e positivismo giuridico, Milano,
in Rivista di filosofia. Pasquinelli, Nuovi principi di epistemologia,
Milano, in Rivista di filosofia, Introduzione alla semantica, Bari, in Rivista
di filosofia, Recensione a Antiseri, Dopo Wittgenstein: dove va la filosofia
analitica, Roma, in Rivista di filosofia, Nuovi libri: Orecchia, La filosofia
del diritto nelle università italiane: Saggio di bibliografia, Milano, in Rivista di filosofia, Logica simbolica e
diritto, Milano, in Rivista di filosofia. Rivista di filosofia, Recensione a
FannSymposium on L. J. Austin, London, Rivista di filosofia, Recensione a
Gulotta, Trattato di psicologia giudiziaria nel sistema penale, Milano. Uberto
Scarpelli. Scarpelli. Keywords: fascismo, la filosofia di Giovanni Gentile – la
difensa di Scarpelli contro Solari, “Behaviourism, positivism logico e
fascismo” nell “Mulino”-- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Scarpelli” – /The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734017741/in/datetaken/
Grice e Sciacca – l’idea della libertà – fondamento della
coscienza etico-politica – filosofia siciliana -- filosofia italiana (Messina).
Filosofo. Studia a Palermo sotto Renda. Insegna a Palermo. Volse il suo
interesse verso il criticism, a cui dedica “La funzione della libertà nella
formazione del sistema kantian” a cui fece seguito, “La libertà come fondamento
della coscienza etico-politica” (Palumbo, Palermo), che reproduce la memoria in
appendice. Società filosofica italiana Altri saggi: “Filosofi che si confessano”
(Anna, Messina); “La steresis nella filosofia dell'azione” (Accademia di
Scienze, Lettere ed Arti, Palermo); “Il concetto di tiranno, dagl’antichi
italici a Salutati” (Manfredi, Palermo); La visione della vita nell'Umanesimo
di Salutati” (Palermo); “Politica e vita spirituale” (Palumbo, Palermo); “Gli
Dei in Protagora” (Palumbo); “Esistenza e realtà” (Palumbo, Palermo); “Scetticismo”
(Palumbo, Palermo); Ritorno alla saggezza” (Palumbo, Palermo); “L'uomo senza
Adamo” (Palumbo); “Sapere e alienazione” (Palumbo, Palermo); “Il Segno, quel
Segno” (Cappelli, Bologna); Reale accademia di lettere scienze e arti",
«La filosofia per cambiare il mondo», La Repubblica. A. Bono, Alessandria della Rocca, M.K.N., la
tradizione del criticisimo, in P. Giovanni, Le avanguardie della filosofia
italiana, Angeli, Società Filosofica Italiana", A. Plebe, P. Giovanni.
Giuseppe Maria Sciacca. Sciacca. Keywords: Grice, ‘Negation and Privation’,
negation, privation, negatio, privatio, the use of ~ to stand for both negatio
and privatio – privatio as mere negatio (~), plus implicatum -- steresis, l’idea
della libertà – fondamento della coscienza etico-politica -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sciacca” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734847820/in/datetaken/
Grice e Sciacca – antifilosofia e contra-implicatura –
filosofia fascista – il veintennio fascista -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Giarre). Filosofo. La filosofia non asciuga lacrime né
dispensa sorrisi, ma dice la sua parola sulla verità delle lacrime e dei
sorrisi. Dopo gli studi liceali classici si trasferì a Napoli, dove si laurea
sotto Aliotta. Insegna a Napoli, Pavia, e Genova. Fonda “Il Giornale di
Metafisica”. Molto intenso e il suo rapporto filosofico e di stima reciproca
con il filosofo fascista Gentile, un sodalizio testimoniato dalla fitta
corrispondenza tra i due filosofi, da cui però ben presto Sciacca si allontana,
in particolare dal filone idealista, per condurre la sua propria ricerca
filosofica in modo più ampio, tanto da condurlo a studiare per un certo
periodo, grazie alle sue conoscenze pure in campo teologico, sia la corrente
del misticismo che quella dello spiritualismo. Accademia di studi
italo-tedeschi, Merano. Profondo conoscitore di Serbati, promotore della
fondazione del "Centro Internazionale di Studi Rosminiani" di Stresa.
Una delle principali figure dello spiritualismo, a cui pervenne dopo i primi
interessi per l'attualismo ed i successivi, più impegnativi studi sullo
spiritualismo, anche interpretandolo in modo originale, delineando un
particolare percorso di continuità che, rifferendo alla metafisica classica, perviene
a concepire un'apertura del soggetto personale come creatur averso l'attualità
assoluta dell'essere nell’integralità. E ricordato principalmente attraverso P.
Ottonello. Saggi: “S. Agostino” (Morcelliana, Brescia); “L'Anima” (Morcelliana,
Brescia); Filosofia morale” (Bocca, Torino); Atto ed essere (Bocca, Torino); Interpretazioni
rosminiane Marzorati, Milano); Come si vince a Waterloo” (Marzorati, Milano); “La
filosofia e la scienza nel loro sviluppo storico. Per i licei” (Cremonese, Roma);
“Platone Marzorati, Milano. Filosofia e anti-filosofia (Marzorati, Milano); Chiesa e civiltà (Marzorati, Milano); Critica
letteraria (Marzorati, Milano); L'oscuramento dell'intelligenza Marzorati,
Milano. Studi sulla filosofia antica. Con un'appendice sulla filosofia
medioevale Marzorati, Milano. Ontologia triadica e trinitaria. Discorso
metafisico-teologico Marzorati, Milano. L'Insegnamento della filosofia: atti
del II Convegno di studi, Messina, maggio Editrice peloritana, Messina. Reflexiones
inactuales sobre el historicismo hegeliano Fundación Universitaria Española,
Madrid. Ontologia triadica e trinitariaL'Epos, Palermo. Atto ed essereL'Epos,
Palermo. Il magnifico oggiL'Epos,
Palermo. In Spirito e VeritàL'Epos, Palermo. La clessidraL'Epos, Palermo. L'ora di Cristo
L'Epos, Palermo. La principale fonte biografica qui seguita è: PCfr.
CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei Filosofi, Firenze,
G.C. Sansoni; CSFG-Centro di Studi Filosofici di Gallarate, Dizionario dei
Filosofi, Firenze, Sansoni); M. Schiavone, L'idealismo, A. Negri, “Dall'atto all'integralità”
(Forlì, Ethica); E. Pignologni, Genesi e sviluppo del rosminianesimo, Milano,
Marzorati); Bologna, Quaderni del Giornale di Metafisica, Stresa, Rivista
Rosminiana, Incontrare Sciacca, Venezia, Marsilio, P. Ottonello, “L'anticonformismo
costruttivo” (Venezia, Marsilio); M. Shiavone, L'idealismo, Collana di studi
filosofici rosminiani, Domodossola; Milano, Sodalitas, Ospitato su Bontadini e
la metafisica. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Michele Federico Sciacca. Sciacca. Keywords. Refs.: Grice e Sciacca”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734123673/in/datetaken/
Grice e Scupoli – la lotta
coll’angelo – la lotta dell’angelo e il demonio -- filosofia italiana – Luigi
Speranza (Otranto). Filosofo. Very important Italian philosopher. Ricevette
come nome di battesimo Francesco. Entrò nell'ordine dei teatini per ricevere
gli ordini sacri. Fu discepolo di sant'Andrea Avellino, appartenente al suo
stesso ordine. Risale l'accusa di violazione della regola, per cui e arrestato
per un anno e sospeso a divinis. Per la sua assoluzione dove attendere quasi la
morte. Intanto, sopporta l'ingiusta accusa e la pena conseguente con umiltà e
umanità. Il combattimento spirituale. Con l’orazione porrai la spada in
mano a Dio, perché combatta e vinca per te. La preghiera è dunque l’arma di
tutte le vittorie. Essa è la debolezza di Dio e la forza dell’uomo perché il
cuore del Padre non sa negare nulla di buono ai suoi figli. “Il combattimento
spirituale – I cinque mezzi per raggiungere la perfezione” è un trattato di
strategia spirituale che conduce l'uomo alla perfezione. Scupoli indica *cinque*
mezzi per raggiungere la perfezione spirituale: Sfiducia in sé. Pienissima
confidenza in Dio. Combattimento e uso metodico delle facoltà per correggere i
propri difetti, quindi per trionfare del demonio e per conquistare le virtù. Preghiera
e meditazione. Comunione. Spiritualità.
Scupoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Scupoli," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716140515/in/photolist-2mMYJP6
Selvatico-Estense?
Grice e Semerari – il principio del dialogo in Socrate –
filosofia italiana (Taranto). Filosofo. Grice: “Wheereas it would be considered
in bad taste at Oxford, the Italians pun on names – and there is an essay on
the ‘seme’ of ‘semerari’ Witty!” -- Grice: “Perhaps Semerari is right and the
philosopher MUST metaphorise. What better title to an essay on Calabellse than
‘La sabbia e la roccia”?” -- Grice: “I like Semerari: His ‘principio del
dialogo in Socrate” is reprinted in his invaluable collection on “Dialogo.”” –
Grice: “In a way, we may say that Calogero, Semerari, and myself, belong to the
school of the philosophy of conversation – not to mention Apel!”. Si laurea a Roma
sotto Carabellese. Insegna a Bari. Collabora ad «aut aut», “Critica storica»,
«Giornale critico della filosofia italiana», «Clizia», «Historica», « Rivista
di filosofia del diritto», «Rivista di filosofia», «Il pensiero», «Archivio di
filosofia» e altre riviste specialistiche. Fonda «Paradigmi». Si dedica per lo
più a Spinoza, a Schelling, alla fenomenologia di Husserl e Merleau-Ponty e al
materialismo storico di Marx. Altri saggi:“Lo spinozismo” (Vecchi, Trani); “Storia
e storicismo: saggio sul problema della storia in Carabellése,” Vecchi, Trani; “Storicismo
e ontologismo ” Lacaita, Manduria, Dialogo, storia, valori: studi di filosofia”
(Ciranna, Siracusa); “Interpretazione di Schelling, Libreria scientifica,
Napoli; “L'esistenzialismo italiano” (Grice:
“This reminds me of parochial Warnock and his “English philosophy,” or Sorley
for that matter!”) -- Cressati, Bari; “Questioni di etica” (Adriatica, Bari; “Responsabilità
e comunità umana. Ricerche etiche, Lacaita, Manduria); “La filosofia come relazione,
Quaderni di cultura, Sapri; Ferruccio De Natale, Guerini, Milano); “Scienza
nuova e ragione” (Lacaita, Manduria; Furio Semerari, Guerini, Milano Da
Schelling a Merleau-Ponty. Studi sulla filosofia contemporanea” (Cappelli,
Bologna); “La lotta per la scienza, Silva, Milano; Francesco Valerio, premessa
di Fulvio Papi, Guerini e Associati, Milano, Spinoza, Marzorati, Milano; Esperienze
del pensiero moderno, Argalia, Urbino; La filosofia dell'esistenza in Kant,
Adriatica, Bar; Introduzione a Schelling”
(Laterza, Bari); Filosofia e potere (Dedalo, Bari); Civiltà dei mezzi, civiltà
dei fini. Per un razionalismo filosofico-politico, Bertani, Verona; La scienza come problema: dai modelli teorici
alla produzione di tecnologie” (De Donato, Bari); “Insecuritas. Tecniche e
paradigmi della salvezza, Spirali, Milano); “La sabbia e la roccia. L'ontologia
critica di P. Carabellése” (Dedalo, Bari); “Dentro la storiografia filosofica”
(Dedalo, Bari); Sartre. Teoria, scrittura, impegno” (Sud, Bari); Novecento
filosofico italiano. Situazioni e problemi, Guida, Napoli; “Skepsis. Studi
husserliani” (Dedalo, Bari); Filosofia Guerini e Associati, Milano Confronti con
Heidegger, Dedalo, Bari); La filosofia come scienza rigorosa, Laterza, Bari,
Frammenti di diario; l'anno di Istanbul, Schena, Fasano. “La cosa stessa.”
Seminari fenomenologici (Dedalo, Bari); “Dommatismo e criticism”, “Deduzione
del diritto naturale” (Laterza, Bari); Pensiero e narrazioni. Modelli di
storiografia filosofica” (Dedalo, Bari; Frammenti di diario; l'anno del
Messico, Schena, Fasano); “Fenomenologia delle relazioni, Palomar, Bari); “Ragione
e storia. Studi in memoria” F. Tateo, Schena, Fasano; Dalla materia alla coscienza. Studi su
Schelling in ricordo, Carlo Tatasciore, Guerini, Milano; ‘La certezza incerta”
Scritti su Semerari con due inediti dell'autore, Furio Semerari, Guerini,
Milano; Augusto Ponzio, Il significato della filosofia per Giuseppe Semerari,
in "BariSera", Luciano Niro, Giuseppe Semerari. Il problema morale, Atheneum,
Firenze, F. Silvestri, Il seme umanissimo della filosofia. Sul pensiero di Semerari,
Mimesis, Milano). Treccani Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Semerari. Semerari. Keywords: fascismo,
Gentile, neo-idealismo come intrinseccamente fascista, Croce, Vico,
intersoggetivo, io-tu, dialogo, dialogo autentico, comunita, valore
comunitario, comunita umana, vico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Semerari” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734035483/in/datetaken/
Grice e Semmola – filosofia italiana (Napoli). Filosofo. Grice:
“I find it difficult to sea if Semmola endorses formalism or informalism in his
monumental “Logica.”” Grice: “While Ayer never liked it, metaphysics is very
popular in Italy, as Semmola’s monumental “Metafisica” testifies.” Grice: “It’s
good to see philosophy as an institution, in the Italian way of using this
word, as per Semmola, “Istituzione di Filosofia.” Figlio di Giovanni, uno dei
più grandi esponenti della scuola napoletana. Partecipa ai moti di Marigliano. Saggi:“Istituzioni
di Filosofia,” “Logica,” “Metafisica” (Biblioteca, Napoli). Mente divinatrice
ardente spirito investigatore che nello studio della natura morbosa dell'uomo produsse
miracoli di arte e di scienza scolare e presto emulo del suo gran più ai
giovann conchiuse alla novità delle dottrine una sapienza antica procacciandosi
fama in patria e fuori di sommo maestro in medicina ne rifulse lo ingegno
incomparabile dalla cattedra nell'università napoletana nelle accademie e negli
ospedali nei consessi legislativi e nei congressi scientifici nella parola
negli scritti membro della commissione legislativa riunita in Firenze principale
autore di un codice sanitario italiano inviato unico plenipotenziario alla
conferenza sanitaria internazionale di Vienna deputato e poi senatore nel
patrio parlamento onorato due volte di medaglia d'oro dal proprio governo per
le cure ai colerosi da quello del Brasile per la guarigione del suo imperatore
Socio di gran numero di accademie italiane e straniere Insignito di molti tra i
maggiori gradi cavallereschi. Muore nella fede catolica avita. Questo marmo per
voce del comune Si fa eco della pubblica solenne onoranza cittadina. Le spoglie
mortali riposano nella cappella mortuaria di famiglia ove le vollero la vedova
ed i figliuoli a rendere vieppiù paghi la loro pietà ed il riconoscente affetto.
Mariano Semmola. Semmola. Keywords: istituzioni di filosofia, l’istituzione
della logica, l’istituzione della metafisica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Semmola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691776126/in/photolist-2mLNimn-2mLEK4t-2mKUqRH-2mKPS8q-2mKEHpR/
Grice e Serbati – filosofia italiana – Luigi Speranza
(Rovereto). Filosofo. Important Italian philosopher. Figlio di Pier Modesto e di
Giovanna dei Conti Formenti di Biacesa in Valle di Ledro. Frequenta l’Imperial Regio Ginnasio.Studia a Padova. A
questo proposito i famigliari raccontavano come, fin dalla più tenera età,
leggesse alla luce della sua aureola. E in occasione della venuta a
Rovereto del Vescovo di Chioggia per consacrare le chiese di Santa Maria del
Carmine e di Santa Croce, appartenente all'omonimo Monastero, che, prendendo
parte alla cerimonia, ottenne il diaconato. Mostra una profonda inclinazione
per la filosofia, incoraggiato in tal senso da Pio VII. Si trasfere a
Milano dove strinse un profondo rapporto d'amicizia con Manzoni che di lui ebbe
a dire -- è una delle sei o sette intelligenze che più onorano l'umanità. Manzoni
assistette Rosmini sul letto di morte, da cui trasse il testamento spirituale
"Adorare, Tacere, Gioire". La sua filosofia destarono l'ammirazione,
tra gli altri, anche di G. Stefani, N. Tommaseo e V. Gioberti dei quali pure
divenne amico. Dopo aver dovuto lasciare il Trentino, per motivi di forte
ostilità per le sue posizioni incontrati da parte del vescovo di Trento fonda
al Sacro Monte Calvario di Domodossola la congregazione religiosa dell'Istituto
della Carità, detta dei "Rosminiani". Le Costituzioni della nuova
famiglia religiosa, contenute in un libro che cura per tutta la vita, sono
approvate da Gregorio XVI. A Borgomanero svolge la sua attività di insegnamento
e di guida spirituale in un collegio rosminiano, il "Collegio
Rosmini", regolato dalla Congregazione della Provvidenza Rosminiane. Svolge
una missione diplomatica per conto del Re di Sardegna Carlo Alberto presso la
Santa Sede. E presidente dell'Accademia Roveretana degl’Agiati ed il suo
posto, anni dopo la sua morte, dal 1872 al 1888, fu assunto da don Francesco Paoli,
suo segretario ed esecutore delle volontà, già direttore di Casa Rosmini. Tra
le sue volontà del vi e anche quella di donare a Rovereto un terreno
nell'attuale zona di Santa Maria per costruirvi l'ospedale cittadino, e Paoli
onora tale decisione. Porta avanti tesi filosofiche tese a contrastare sia
l'illuminismo che il sensismo. Sottolineando l'inalienabilità dei diritti
naturali della persona, fra i quali quello della proprietà privata, entrò in
polemica con il socialismo e il comunismo, postulando uno Stato il cui
intervento fosse ridotto ai minimi termini. Nelle sue teorie il filosofo seguì
le concezioni di Sant'Agostino e Aquino, rifacendosi anche a Platone. I
suoi esordi filosofici si ricollegano a P. Galluppi, sia pure polemicamente, in
quanto Rosmini avverte con ogni chiarezza come risulti insostenibile una
posizione di integrale sensismo gnoseologico. La necessità di concepire
una funzione ordinatrice dell'esperienza, e a questa precedente, porta Rosmini
a guardare con interesse la filosofia di Kant. Tuttavia non è soddisfatto di
ciò che lui chiama l'innatismo kantiano, legato ad una pluralità imbarazzante e
precaria di categorie. Le quali, d'altra parte, gli sembrano fallire lo scopo
di far conoscere il reale quale esso è, per la necessaria introduzione di
modifiche soggettive nell'atto stesso del conoscere. Il problema
filosofico di Rosmini si configurava perciò come quello di garantire
oggettività alla conoscenza. La soluzione non potrà essere trovata, stante il
rifiuto della trascendentalità kantiana e dei connessi sviluppi, se non in una
ricerca ontologica, in un principio oggettivo di verità, che riesca ad
illuminare l'intelligenza in quanto le si proponga con immediata evidenza,
universalità e immutabilità. Questo principio è per Rosmini l'idea
dell'essere possibile, che da indeterminato contenuto dell'intelligenza, quale
originariamente è, si fa determinato allorché viene applicato ai dati forniti
dal senso. Essa precede e informa di sé tutti i giudizi con cui affermiamo che
qualche cosa particolare esiste. L'idea dell'essere, dunque, costituisce
l'unico contenuto della mente che non abbia origine dai sensi, ed è perciò
innata (“Saggio sull'origine delle idee”). Ma qui i problemi del
kantismo, che sembrano superati o almeno messi da parte, si riaffacciano con
urgenza: di fronte al mero ricevere dati, di cui parlava il sensismo, ha
chiarito che la mente umana nel suo uso conoscitivo formula giudizi, in cui
l'idea dell'essere ha funzione di predicato, cioè di categoria, e la sensazione
è il soggetto, di cui si predica qualche cosa. Nel giudizio, inoltre, il
predicato si determina e la sensazione si certifica: se questa è la funzione
propria del giudicare, ogni concetto non può sussistere che come predicato di
un giudizio; né a questa necessità sembra potersi sottrarre il concetto di
essere, che è dato solo nell'attività giudicante, come forma del
giudizio. Tuttavia non accetta tale riduzione, ed esclude proprio il
predicato di esistenza della funzione del giudizio, continuando ad attribuirgli
una natura oggettiva e trascendente. È l'essere trascendente che si rivela
all'uomo, lo illumina e gli permette di pensare. Chi lo nega come il nichilismo
cade in una vuota posizione nullista. Accanto a questa ontologia la sua etica
si sviluppa come etica caritativa (Principio della scienza morale). Dedica alla
politica una breve ma intensa fase della sua vita. Seguì Pio IX riparato a
Gaeta dopo la proclamazione della Repubblica Romana, ma la sua formazione
attestatasi su ferme posizioni di cattolicesimo liberale e tale per cui e
costretto a ritirarsi sul Lago Maggiore, a Stresa. Tuttavia, quando Pio IX vuole
istituire una commissione incaricata della preparazione del testo per la
definizione del dogma dell'immacolata concezione, nonostante ben due suoi saggi
(Le cinque piaghe della Chiesa e La costituzione secondo la giustizia sociale) sono
all'Indice. Chiamato a prendere parte a tale commissione, e favorevole allo stato
liberale (vagheggiando la monarchia costituzionale), al costituzionalismo e
anche alla separazione tra stato e chiesa, sebbene non assoluta. Critica lo
Statuto Albertino proprio per il suo porre ancora il cattolicesimo come
religione di stato, elogiandone comunque il tentativo distensivo nei confronti
della Santa Sede. Critica la legge laicista ed anti-clericale. Si convince della
sostanziale bontà della maggior parte delle conquiste dell'età moderna,
criticandone solo le modalità: in tale ottica, critica sia la rivoluzione
francese che l'Ancient Regime, riconoscendo invece la sostanziale bontà dei
princìpi sanciti, distinguendoli dalle successive de-generazioni rivoluzionarie,
in polemica con chi, da una parte e dall'altra, sostene una società perfettista.
Continua a vivere a Stresa, fecondo nel perseguire il perfezionamento del suo
sistema di pensiero con saggi come “Logica” e “Psicologia”. J. Ratzinger,
quando la questione rosminiana era ancora ben accesa, nell'ambito di una serata
organizzata a Lugano, dice. Nel confronto con le parole classiche della fede
che sembrano così lontane da noi, anche il presente diventa più ricco di quanto
sarebbe se rimanesse chiuso solo in se stesso. Vi sono naturalmente anche tra i
teologi ortodossi molti spiriti poco illuminati e molti ripetitori di ciò che è
già stato detto. Ma ciò succede ovunque; del resto la letteratura dozzinale è
cresciuta in modo particolarmente rapido proprio là dove si è inneggiato più
forte alla cosiddetta creatività. Io stesso per lungo tempo avevo l'impressione
che i cosiddetti eretici fossero per una lettura più interessante dei teologi
della chiesa, almeno nell'epoca moderna. Ma se io ora guardo i grandi e
fedeli maestri, da Mohler a Newman a Scheeben, da Rosmini a Guardini, o nel
nostro tempo de Lubac, Congar, Balthasarquanto più attuale è la loro parola rispetto
a quella di coloro in cui è scomparso il soggetto comunitario della
Chiesa. In loro diventa chiaro anche qualcos'altro: il pluralismo non
nasce dal fatto che uno lo cerca, ma proprio dal fatto che uno, con le sue
forze e nel suo tempo, non vuole nient'altro che la verità. Per volerla
davvero, si esige tuttavia anche che uno non faccia di se stesso il criterio,
ma accetti il giudizio più grande, che è dato nella fede della Chiesa, come
voce e via della verità. Del resto io penso che vale la stessa regola anche
per le nuove grandi correnti della teologia, che oggi sono ricercate: teologa
africana, latinoamericana, asiatica, ecc. La grande teologia francese non è
nata per il fatto che si voleva fare qualcosa di francese, ma perché non si
presumeva di cercare nient'altro che la verità e di esprimerla più
adeguatamente possibile. E così questa teologia è diventata anche tanto
francese quanto universale. La stessa cosa vale per la grande teologia
italiana, tedesca, spagnola. Ciò vale sempre. Solo l'assenza di questa
intenzione esplicita è fruttuosa. E di fatto non abbiamo davvero raggiunto la
cosa più importante se noi ci siamo convalidati da soli, ci siamo accreditati
da soli e ci siamo costruiti un monumento per noi stessi. Abbiamo
veramente raggiunto la meta più importante se siamo giunti più vicino alla
verità. Essa non è mai noiosa, mai uniforme, perché il nostro spirito non la
contempla che in rifrazioni parziali; tuttavia essa è nello stesso tempo la
forza che ci unisce. E solo il pluralismo, che è rivolto all'unità, è veramente
grande. Pio VIII dice a Rosmini, in udienza. È volontà di Dio che voi vi
occupiate nella filosofia. Tale è la vostra vocazione. Ella maneggia assai bene
la logica, e la Chiesa al presente ha gran bisogno di filosofi. Dico, di filosofi
solidi, di cui abbiamo somma scarsezza. Per influire utilmente sugl’uomini, non
rimane oggidì altro mezzo che quello di prenderli colla ragione, e per mezzo di
questa condurli alla religione. Tenetevi certo, che voi potrete recare un
vantaggio assai maggiore al prossimo occupandovi nello scrivere, che non
esercitando qualunque altra opera del Sacro Ministero. Gregorio XVI, successore
di Pio VIII, in risposta alla lettera che Antonio Rosmini gli aveva indirizzato.
Diletto Figlio, a te il nostro saluto e la nostra Apostolica Benedizione.
Abbiamo volentieri e con animo lieto ricevuto la tua lettera con i sensi della
tua devota sommissione a Noi e alla Sede Apostolica in cui ci parli della pia
Società, chiamata Istituto della Carità e che con le tue fatiche è stata
fondata nel territorio della diocesi di Novara con l'approvazione del Vescovo.
E soprattutto ci hai anche informato che il medesimo Istituto è stato da poco
chiamato anche dal Vescovo di Trento nella sua diocesi e che qui molti
ecclesiastici, di provate virtù, vi hanno aderito. Per questi fatti davvero
rendiamo il nostro umile grazie a Dio autore di ogni bene. E quantunque questo
Istituto non sia stato ancora confermato dall'autorità di questa Santa Sede,
tuttavia speriamo in bene di esso e ci allietiamo che lo stesso si dilati con
il consenso dei nostri Venerabili Fratelli nell'Episcopato. Quindi, per quanto
riguarda le Sante Indulgenze connesse a questo istituto, che domandi siano
concesse, ricevi diletto figlio il nostro Rescritto unito a questa lettera, da
cui sicuramente comprenderai che rispondiamo positivamente alla tua richiesta.
Ti assicuriamo anche che ci è pervenuto il libro sopra i Principi della
Dottrina Morale da te edito e mandatoci in omaggio e ti dichiariamo il grazie
del nostro animo per il dono. Tuttavia per la tensione nelle gravissime fatiche
del Governo Apostolico non abbiamo ancora letto lo stesso libro, ma siamo
certamente persuasi che esso sia in tutto conforme alla più sana dottrina e
utilissimo alla sua difesa. Continua dunque, diletto figlio, lo studio e
prosegui a spendere le tue fatiche ad onore di Dio per l'utilità della Chiesa;
in Cielo sarà copiosa la ricompensa per la tua opera. Frattanto la paterna
carità con cui ti abbracciamo nell'umanità di Cristo sia pegno dell'apostolica
benedizione, che sgorgante dall'intimo del cuore ti impartiamo.» (Da
Breve pontificio di Gregorio P.P.XVI,) Pio IX rivolgendosi al Vescovo di
Cremona dopo il decreto Dimittantur opera omnia parlando di Rosmini
disse: «Non solo è un buon cattolico, ma santo: Iddio si serve dei santi
per far trionfare la verità. Leone XIII, al tempo delle aspre e dolorose lotte
che si svolgevano intorno al pensiero rosminiano sul finire del diciannovesimo
secolo, in una lettera indirizzata agli arcivescovi di Milano, Torino e
Vercelli, fra l'altro scrisse: «Ma non vogliamo che con questo abbia a
patir detrimento il religioso Sodalizio della Carità; il quale come per lo
innanzi spese utilmente le sue fatiche a beneficio del prossimo, secondo lo
spirito dell'Istituto, così è desiderabile che fiorisca in avvenire e prosegua
a rendere ognora più abbondanti frutti. Col decreto del Sant'Uffizio "Post
Obitum" firmato da Leone XIII,
vennero condannate, in quanto "non conformi alla verità cattolica",
40 proposizioni contenute nelle opere del Rosmini, le quali la Sacra
Congregazione romana "giudicò doversi riprovare, condannare e proscrivere,
nel proprio senso dell’autore", chiarendo inoltre che non era lecito
"a chicchessia di inferire, che le altre dottrine del medesimo Autore, che
non vengono condannate per questo decreto, siano per veruna guisa
approvate". Giovanni XXIII, negli ultimi anni della sua vita, meditò
in ritiro spirituale le rosminiane "Massime di Perfezione Cristiana",
assumendole come propria regola di condotta. Anche Paolo VI prestò interesse
nel Rosmini: in occasione del 150º anniversario di fondazione dell'Istituto
della Carità inviò un messaggio all'allora padre generale, in cui elogiava
l'intuizione del Rosmini nel dare un grande peso alla missione caritativa già
nel nome del nativo istituto religioso, appunto l'Istituto della Carità.
Pubblicamente Paolo VI lo cita durante il discorso tenuto alla Federazione
Universitaria Cattolica Italiana
riguardante la cultura cattolica e l'Europa. Inoltre sotto il suo pontificato
venne tolto il divieto di pubblicazione dell'opera Dalle Cinque Piaghe della
Santa Chiesa. Alla morte di Paolo VI venne eletto Giovanni Paolo I,
laureato in sacra teologia alla Gregoriana con il saggio, “L'origine dell'anima
umana”. È bene precisare che Luciani e fortemente critico nei riguardi del
pensiero rosminiano, solo successivamente cambiò opinione, rivolgendo nei
riguardi di Rosmini parole di ammirazione e stima. Tuttavia fu con il
pontificato di Giovanni Paolo II che il pensiero rosminiano ha potuto liberarsi
delle aspre critiche e delle condanne che accompagnavano l'Istituto della
Carità fin dai tempi della sua fondazione. Nella Lettera Enciclica Fides et
ratio, Giovanni Paolo II l’annoverato tra i pensatori più recenti nei quali si
realizza un fecondo incontro tra sapere filosofico e Parola di Dio». Ne ha
inoltre concesso l'introduzione della causa di beatificazione, conclusasi nella
sua fase diocesana novarese.
Ratzinger da prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede emana
il famoso documento Nota ai Decreti dottrinali sul Rev.do sac. Antonio Rosmini
Serbati. La nota si concludeva confermando la validità del decreto Post obitum
sulle quaranta proposizioni, e allo stesso tempo con la riabilitazione di
Rosmini: «Il Decreto dottrinale Post obitum non si riferisce al giudizio
sulla negazione formale di verità di fede da parte dell'Autore, ma piuttosto al
fatto che il sistema filosofico-teologico del Rosmini era ritenuto
insufficiente e inadeguato a custodire ed esporre alcune verità della dottrina
cattolica, pur riconosciute e confessate dall'Autore stesso. Si possono
attualmente considerare ormai superati i motivi di preoccupazione e di
difficoltà dottrinali e prudenziali, che hanno determinato la promulgazione del
Decreto Post obitum di condanna di quaranta proposizioni. E ciò a motivo del
fatto che il senso delle proposizioni, così inteso e condannato dal medesimo decreto,
non appartiene in realtà alla sua autentica posizione, ma a possibili implicanze.
Resta tuttavia affidata al dibattito teoretico la questione della plausibilità
o meno del sistema rosminiano stesso, della sua consistenza speculativa e delle
teorie o ipotesi filosofiche e teologiche in esso espresse. Nello stesso tempo
rimane la validità oggettiva del Decreto Post obitum in rapporto al dettato
delle proposizioni condannate, per chi le legge, al di fuori del contesto di
pensiero rosminiano, in un'ottica idealista, ontologista e con un significato
contrario alla fede e alla dottrina Cattolica. Il documento ribadisce la
diversità di linguaggio e apparato concettuale del sistema rosminiano rispetto
al tomismo, l'assenza di apparato critico nelle opere postume e la permanente
"difficoltà oggettiva di interpretarne le categorie, soprattutto se lette
nella prospettiva neotomista". Benedetto XVI autorizza la
Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare il decreto sul miracolo della
guarigione di Ludovica Noè, attribuito alla sua intercessione. Tra quelli
portati dalla postulazione dei padri rosminiani, si è scelto di dare maggiore
impulso a quello della guarigione della suora sopracitata, poiché il medico che
la curò si convertì in seguito all'accaduto. Il cardinale Angelo
Bagnasco, presidente della CEI, a margine del Convegno sulla sfida educativa
tenuto a Milano, ha tenuto un intervento intitolato "Istanze educative e
questione antropologica" in cui riconosce le sue istanze pedagogiche. A.
Bagnasco ha presieduto a Stresa la celebrazione eucaristica per il suo Dies
Natalis. Nel corso dell'Angelus domenicale e ricordato per la sola carità
intellettuale e perché testimonia la virtù della carità in tutte le sue
dimensioni e ad alto livello. Avversario del sensismo e dell'illuminismo e mentore
e maestro intellettuale di quattro pontefici eletti consecutivamente: Giovanni
XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II. Nulla osta della Congregazione
per la dottrina della fede che consente l'inizio della causa di beatificazione.
Apertura del processo informativo diocesano dopo la nomina dei censori teologi
e delle commissioni storiche in Novara. C. Papa diventa postulatore della causa
succedendo a R. Belti, storico dell'Istituto e già Direttore del Centro di
Studi Rosminiani di Stresa. Chiusura del Processo informativo Diocesano.
2Consegna del Trasunto alla Congregazione per le cause dei Santi. Apertura del
Trasunto. Decreto di Validità del processo diocesano. Schema per la stesura
della Positio. Consegna del lavoro sul Post obitum curato dal Postulatore. Il
Relatore generale approva il lavoro sul Post obitum e il lumen oculorum tuorum
Consegna del lavoro sul Post obitum alla Congregazione per la Dottrina della
Fede.Il giorno dell'anniversario della morte di Rosmini viene pubblicata
sull'Osservatore Romano la Nota della Congregazione per la dottrina della fede
sul valore dei decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere del Rev.do
sacerdote Antonio Rosmini Serbati, a firma del cardinal Joseph Ratzinger e di
mons. Tarcisio Bertone. Rilascio del
Nihil obstare per la Causa di Beatificazione.
Il Relatore approva e firma la Positio.
Conclusione della stampa e consegna alla Congregazione per le cause dei
santi della Positio. Consegna del Trasunto super miro alla Congregazione per le
cause dei santi. Validità dell'inquisizione diocesana sul processo super miro.
Presentazione fattispecie super miro. Revisa della fattispecie con firma del
sotto-segretario. Relatio et vota del Congresso Storico (con esito positivo).
Relatio et vota del Congresso teologico super virtutibus (con esito positivo).
Ordinaria della Congregazione per le cause dei santi: esito affermativo.
Ponente della Causa R. Fisichella. Benedetto XVI autorizza la Congregazione per
le Cause dei Santi a promulgare il decreto di esercizio eroico delle virtù. La
Consulta medica della Congregazione per le Cause dai Santi, si esprime con
esito affermativo (all'unanimità 5 su 5) circa l'inspiegabilità scientifica
dell'evento di guarigione avvenuto a Sr. Ludovica Noè. Il presunto evento
miracoloso è avvenuto. Al termine del dibattito, i Consultori si sono
unanimemente espressi con voto affermativo (7 su 7), ravvisando nella
guarigione in esame un miracolo operato da Dio per intercessione Benedetto XVI
autorizza la pubblicazione da parte della Congregazione per le Cause dei Santi
del riconoscimento della virtù eroica di Rosmini. A Novara si celebra la beatificazione
dando lettura del decreto di Benedetto XVI che l’iscrive tra i beati. La
beatificazione è avvenuta a Novara: appositamente è stato fatto allestire il
Palasport della città, unico luogo capace di raccogliere un numero di fedeli
così significativo. Con il pontificato di Benedetto XVI le beatificazioni
vengono preferibilmente celebrate dai cardinali, per rendere ancora più piena
la comunione tra loro e il successore di Pietro, e viene privilegiato il luogo
in cui il candidato agli onori degli altari ha vissuto. Così, in qualità di
delegato pontificio, la celebrazione è stata officiata da J. Martins, allora prefetto della
congregazione per le Cause dei Santi. A fianco dell'altare erano disposti gli
spalti da cui hanno concelebrato circa 400 sacerdoti, non soltanto
rosminiani. A prendere parte alla processione e celebrare sull'altare,
insieme al preposito generale James Flynn c'era il segretario generale
dell'IstitutoDomenico Mariani con gli allora componenti della Curia Generalizia
dell'Istituto della Carità, il Vicario per la Carità SpiritualeCrish Fuse, il
Vicario per la Carità IntellettualeGiancarlo Taverna Patron, il Vicario per la
Carità TemporaleDavid Tobin, l'allora preposito della Provincia Italiana don U.
Muratore (profondo conoscitore di Rosmini) e il postulatore della Causa di
Beatificazione, C. Papa. Hanno partecipato alla celebrazione anche il
cardinale ex prefetto della Sacra Congregazione per i vescovi G. Re, il
cardinale arcivescovo di Torino S. Poletto, il vescovo di Novara, mons. R.
Corti, l'arcivescovo di Trento, mons. L. Bressan, il vescovo rosminiano mons.
Antonio Riboldi e fra gli altri anche G. Zaccheo (che sarebbe improvvisamente
scomparso due giorni dopo), vescovo della Diocesi di Casale Monferrato, mons.
Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea (che durante la III sessione del
Concilio Ecumenico Vaticano II fece per primo il nome di Rosmini), l'allora
segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana G. Betori, G. Lajolo,
presidente del Governatorato della Città del Vaticano, l'allora rettore della
Pontificia Università Lateranense, mons. Rino Fisichella, il Vicario Episcopale
per la Vita Consacrata dell'arcidiocesi di Milano monsignor Ambrogio Piantanida
e il preposito generale dei barnabiti, padre Giovanni Maria Villa. Tra i
numerosissimi fedeli (più di diecimila) accorsi da diverse parti del mondo per
presenziare alla celebrazione, hanno preso parte anche personalità
politiche. Tra queste il senatore a vita Oscar Luigi Scalfaro, l'allora
presidente del Senato, Franco Marini, e Arturo Parisi, al tempo Ministro della
Difesa. Rosmini è il primo beato della Provincia del Verbano Cusio
Ossola. In occasione della beatificazione sono stati moltissimi i quotidiani
e periodici italiani e esteri che hanno dedicato articoli, pagine e interi
numeri alla figura di Rosmini. Sono numerosissimi i suoi saggi. Certamente
il più importante a livello ascetico e spirituale e le “Sei massime di perfezione”,
su cui anche Giovanni XXIII fa delle riflessioni prima di morire. Gli costarono
la messa all'Indice dei libri proibiti le opere "Delle cinque piaghe della
santa chiesa" e "Dalla costituzione secondo la giustizia
sociale". In filosofiia meritano di essere ricordato il “Saggio
sull'origine delle idee”. Altri saggi: “Principii della scienza morale”; “Filosofia
della morale”; “Antropologia in servigio della scienza morale”; “Filosofia
della politica”; “Trattato della coscienza morale”; “Filosofia del diritto”; “Teodicea”;
“Sull'unità d'Italia”; “Il comunismo e il socialismo”. Le sei massime di
perfezione sono formulate per definire il fondamento spirituale sul quale ogno
uomo puo avere un cammino nella perfezione. Siate perfetti come è perfetto
il vostro Padre celeste (Matteo 5,48). 1. Desiderare unicamente ed
infinitamente di piacere a Dio, cioè di essere giusto. 2. Orientare tutti i
propri pensieri e le azioni all'incremento e alla gloria della Chiesa di
Cristo. 3. Rimanere in perfetta tranquillità circa tutto ciò che avviene
per disposizione di Dio riguardo alla Chiesa di Cristo, lavorando per essa
secondo la chiamata di Dio. 4. Abbandonare se stesso nella provvidenza di
Dio. 5. Riconoscere intimamente il proprio nulla. 6. Disporre tutte
le occupazioni della propria vita con uno spirito di intelligenza. Di
particolare interesse e “Le cinque piaghe della santa Chiesa". Mostra odi
discostarsi dall'ortodossia dell'epoca. Per tale ragione il saggio fu messo
all'Indice e ne scaturì una polemica nota col nome di "questione
rosminiana". L'opera eriscoperta al Concilio Vaticano II. Il primo a
parlare al Concilio di Rosmini e L. Bettazzi. Mi sia consentito ricordare
Rosmini, molto legato ad Aquino. Ma anche studioso e amante del suo tempo, e
che certamente guadagna a Cristo non pochi uomini. Tutto questo mi sembra si
accordi con le cose che sono state già dette da non pochi padri su questo
schema in generale, che cioè gl’uomini non si aspettano dalla Chiesa soluzioni
particolari, ma piuttosto la presentazione di valori che li aiutino a
trascorrere questa vita umana più nobilmente e con maggiore sicurezza. Parlando
della libertà, esaltare i valori dell'umiltà. Parlando del matrimonio, il ruolo
della Fortezza. Parlando dei problemi economici e di molti altri problemi,
l'efficacia di un certo disprezzo delle cose. Occorre dunque mettere in luce la
necessità dell'ubbidienza, della castità, della povertà, non solo nella vita e
nell'esempio (e nella Bozza di Documento!) dei religiosi, aiuto agl’uomini di
questo tempo, perché possano vivere la loro vita umana nel modo migliore e più
efficace. Il primo e principale compito dunque per gl’uomoni che coltivano la
sapienza dev'essere, alla luce del Magistero, l'amore delle Scritture e l'amore
di questo mondo in un colloquio franco e aperto. Paolo VI dice. I suoi saggi
sono pieni di pensiero, una filosofia profondo, originale che spazia in tutti i
campi: quello filosofico, morale, politico, sociale, sopra-naturale, religioso,
ascetic -- filosofia degna di essere conosciuta e divulgata. È stato anche un
profeta. Le Cinque piaghe della Chiesa (una volta la chiesa non aveva piacere
che si mettessero in luce le sue mancanze, le sue debolezze). Previde
partecipazione liturgica del popolo. La sua filosofia indica uno spirito degno
di essere conosciuto, imitato e forse invocato anche come protettore dal Cielo.
Ve lo auguriamo di cuore. “Delle cinque piaghe della santa chiesa” è suddiviso
in cinque capitoli corrispondenti ciascuna ad una piaga, paragonata alle piaghe
di Cristo. In ogni capitolo la struttura è la medesima: un quadro
ottimistico della Chiesa antica segue un fatto nuovo che cambia la situazione
generale (invasioni barbariche, nascita di una società cristiana, ingresso dei
vescovi nella politica) la piaga i rimedi. La prima piaga e la divisione del
popolo dal clero nel culto pubblico. Nell'antichità romana, il culto era un
mezzo di catechesi e formazione e il popolo partecipava al culto. Poi, le
invasioni barbariche, la scomparsa della lingua dei romana, la scarsa
istruzione del popolo, la tendenza del clero a formare una casta hanno eretto
un muro di divisione tra il popolo e i ministri di Dio. Rimedi proposti:
insegnamento della lingua romana, spiegazione delle cerimonie liturgiche, uso
di messalini in italiano. La seconda piaga e l’nsufficiente educazione del
clero. Se un tempo i preti erano educati dai vescovi, ora ci sono i seminari
con piccoli libri e piccoli maestri: dura critica alla scolastica, ma
soprattutto ai catechismi. Rimedio: necessità di unire scienza e pietà. La
terza piaga e la disunione tra i vescovi. Critica serrata ai vescovi
dell'ancien régime: occupazioni politiche estranee al ministero sacerdotale,
ambizione, servilismo verso il governo, preoccupazione di difendere ad ogni
costo i beni ecclesiastici, schiavi di uomini mollemente vestiti anziché
apostoli liberi di un Cristo ignudo. Rimedi: riserve sulla difesa del
patrimonio ecclesiastico, accenni espliciti di consenso alle tesi dell'Avenir
sulla rinunzia alle ricchezze e allo stipendio statale per riavere la
libertà. La quarta piaga e la nomina dei vescovi lasciata al potere
temporale. Compie un'approfondita analisi storica sull'evoluzione del problema
e critica i concordati moderni con cui la S. Sede ha ceduto la nomina al potere
statale (e, accenna prudentemente, per avere compensi economici). Rimedi:
propone un ritorno all'elezione dei vescovi da parte dei fedeli. La quinta
piaga e la servitù dei beni ecclesiastici. Sostiene la necessità di offerte
libere, non imposte d'autorità con l'appoggio dello Stato, rileva i danni del
sistema beneficiale, propone la rinuncia ai privilegi e la pubblicazione dei
bilanci. ARovereto gli ha dedicato il liceo che frequentò quando ancora
si chiamava Imperiale e Regio Ginnasio. Borgomanero ospita l'Istituto Rosmini.
Domodossola ospita il liceo delle Scienze Umane "Antonio Rosmini (istituto
parificato). Roma ospita la sede dell'Istituto Comprensivo. Torino ospita la
biblioteca Antonio Rosmini del polo biomedico universitario che in passato fu
un istituto scolastico attivo fino alla fine del XX secolo. Trento, dove si
trova il liceo "A. Rosmini". M. Farina, I. Prosser
I. Prosser Marcello Bonazza, L'Accademia Roveretana degli Agiati, su
agiati, Accademia Roveretana degli Agiati, «Don Francesco Paoli artefice della rinascita dell'Accademia e suo
president. Ragionamento sul comunismo e socialismo, G. Grondona, Genova, Questa
tesi fu messa in discussione da G. Abbà a cui Rosmini controbatté nel Diario
filosofico di Adolfo, Riv. rosminiana, Pagani Rossi. Nota sul valore dei
Decreti dottrinali concernenti il pensiero e le opere). Angelus: Rosmini, esempio per la Chiesa, su
agensir, Biografia di Antonio Rosmini, su vatican.va. Istituto Antonio Rosmini, su
rosmini-borgomanero. Liceo delle Scienze Umane su cercalatuascuola.istruzione.
Istituto Comprensivo Antonio Rosmini, su ic-rosmini.edu. Biblioteca Rosmini, su
biomedico.campusnet.unito. su
vivoscuola. M. Farina, Gl’Agiati, Brescia, Morcelliana Edizioni, Italo Prosser, El pra' de le Móneghe:
cronistoria del monastero di Santa Croce nell'antico comune di Lizzana,
Rovereto (Trento), Stella, 2Approfondimenti Michele Federico Sciacca, La
filosofia morale di Antonio Rosmini, Torino, Fratelli Bocca, Giovanni Pusineri,
Rosmini (Edizione riveduta e aggiornata da Remo Bessero Belti), Stresa, Edizioni
Rosminiane Sodalitas, Michele Dossi, Profilo filosofico di Antonio Rosmini,
Brescia, Morcelliana, Alfeo Valle, Antonio Rosmini. Il carisma del fondatore,
Rovereto, Longo Editore, Paolo Marangon, Il Risorgimento della Chiesa. Genesi e
ricezione delle "Cinque piaghe" di A. Rosmini, collana Italia Sacra,
Roma, Casa Editrice Herder, Antonio Rosmini, Frammenti di una storia della
empietà, a c. di Alfredo Cattabiani con una nota filologica di M. Albertazzi,
Trento, La Finestra, Fulvio De Giorgi, Rosmini e il suo tempo. L'educazione
dell'uomo moderno tra riforma della filosofia e rinnovamento della Chiesa
Brescia, Morcelliana, Michele Dossi, Il Santo Probito, La vita e il pensiero di
Antonio Rosmini, Trento, Il Margine, Paolo Gomarasca, La forma morale
dell'essere. La poiesi del bene come destino della metafisica, Milano, Angeli,
F.Paoli, Antonio Rosmini, Virtù quotidiane, Verona, Edizioni Fede &
Cultura, Maurizio De Paoli, Maestro e
profeta, Milano, Edizioni San Paolo, Piero Sapienza, Eclissi Dell'educazione?
La sfida educativa nel pensiero di Rosmini, Roma, Libreria Editrice Vaticana,
Giuseppe Goisis, Il pensiero politico di Antonio Rosmini e altri saggi fra
critica ed Evangelo, S. Pietro in Cariano, Gabrielli, Comunità di San Leolino,
Una profezia per la Chiesa. Verso il Vaticano II, Panzano in Chianti, Edizioni
Feeria-Comunità di San Leolino Umberto Muratore, Rosmini per il Risorgimento.
Tra unità e federalismo, Stresa, Edizioni Rosmininane Sodalitas,. C.Bergamaschi,
Antonio Rosmini. La perfezione della vita cristiana, Stresa, Rosminiane
Sodalitas,. Luciano Malusa, Antonio Rosmini per l'unità d'Italia. Tra
aspirazione nazionale e fede cristiana, Milano, FrancoAngeli,. Domenico
Fisichella, Il caso Rosmini. Cattolicesimo, nazione, federalismo, Roma, Carocci);
U. Muratore, Apologia della fedeltà. In difesa dei valori etici e spirituali,
Stresa, Rosminiane Sodalitas,. Luciano Malusa, Stefania Zanardi, Le lettere di
Antonio Rosmini-Serbati, un "cantiere" per lo studioso. Introduzione
all'epistolario rosminiano, Venezia, Marsilio Editore,. Stefania Zanardi, La
filosofia di Antonio Rosmini di fronte alla Congregazione dell'Indice Milano,
FrancoAngeli. Treccani Dizionario di storia, Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Crusca, Antonio Francesco Davide Ambrogio Rosmini Serbati. Antonio
Rosmini. Rosmini. Serbati. Keywords: gl’agiati. Refs.: Luigi Speranza, “Rosmini
e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51658456610/in/photolist-2mPqEYR-2mPvmTf-2mGRYwQ-2mGT6p1
Grice e Serra – filosofia italiana – economia
filosofica – storia della economia romana – massoneria -- Luigi Speranza (Dipignano). Filosofo mercantilista. Considerato
il primo filosofo dell’economia politica in Italia, e uno dei primi in Europa.
A lui va il merito di avere composto per primo un trattato scientifico, seppure
non sistematico, sui principi e sulla politica economica. Poco si conosce della
sua vita: laureato probabilmente in utroque, imprigionato nelle carceri della
Vicarìa di Napoli forse a causa della sua partecipazione al complotto
architettato da Campanella per liberare la Calabria ma più probabilmente dietro
accusa di falso monetario. Mentre e in carcere compose “Breve trattato
delle cause che possono far abbondare li regni d'oro e d'argento dove non sono
miniere” e lo dedica al vice-ré di cui spera l'aiuto. Riusce a farsi ricevere
dal nuovo viceré, III duca d’Osuna, per proporgli un programma di riforme utili
al Regno. L’incontro fu infruttuoso e e ri-mandato nelle carceri della Vicarìa,
dove probabilmente muore. Essendo molto gravi le condizioni finanziarie del
Regno di Napoli -- esausto il tesoro pubblico e l'onere del fisco già così
gravoso da indurre molti a lasciare la città per sottrarvisi -- M. Santis propone
di limitare l'esportazione della moneta e di abbassare i tassi di cambio con le
piazze estere. La polemica con Santis è alla base della proposta di Serra. Dimostra
con esempi tratti dalla antica storia romana l'inutilità e anzi il danno di questi presunti
rimedi. Da ciò trae occasione per spiegare la vera causa della prosperità della
nazione italiana. Analizza la causa della scarsità di moneta nel Regno di
Napoli e il fattore che puo invertire questa tendenza economica. Il primo ad
analizzare e comprendere appieno il concetto di bilancia commerciale incluso il
bene di servizio e il bene del movimento di capitale. Spiega come la scarsità
di moneta nel Regno di Napoli e causata dal deficit della bilancia dei
pagamenti. Utilizzando le sue scoperte e in grado di respingere l'idea per cui
la scarsità di denaro e dovuta al tasso di cambio. La soluzione prospettata al
problema e indicata nella promozione attiva delle esportazioni. Serra segna il
distacco dalla concezione moralistiche scolastica per passare ad una spiegazione
laica ed è assolutamente innovativa per l'epoca tanto che Croce la define
lampada di vita. E F. Galiani a scoprirlo, tessendone un elogio in una nota del
suo celebre trattato Della Moneta. Chiunque legge questo trattato, scrive, resta
sicuramente sorpreso ed ammirato in vedere quanto in un secolo di totale
ignoranza dell’economia filosofica ha Serra chiare e giuste le idee della
materia di cui scrisse e quanto sanamente giudicasse delle cause de nostri mali
e de soli rimedi efficaci. Galiani paragona Serra a Melon e a Locke, considerandolo
superiore per avere vissuto molti anni prima in un'epoca di ignoranza dell’economia
filosofica. Egli, che in vita era stato del tutto trascurato e per
secoli, tranne appunto quell'elogio di Galiani, completamente dimenticato, dopo
molto tempo è stato finalmente riscoperto. L. Addante, Cosenza e i cosentini:
un volo lungo tre millenni, Rubbettino, F. Martelloni, Regno di Napoli e Terra
d'Otranto, Aspetti economici e sociali di una crisi, in C. Perrotta, La scienza
è una curiosità. Scritti in onore di U. Cerroni, Manni, R. Benini, B. Croce,
Storia del Regno di Napoli, Laterza. Avendo ottenuto di parlare al vice-ré duca
d’Ossuna per comunicargli cose utili allo stato, e udito, presenti i
consiglieri, ma, giudicandosi che avesse detto ciarle e chiacchiere senz'altro
concludere, e ri-mandato al suo carcere. O. Parise, Vita e pensiero del primo
economista moderno, Ecra, Destefanis, Illuministi
Italiani, F. Galiani, Milano-Napoli, F. Galiani, Della moneta, Napoli, F. Salfi,
Elogio, primo filosofo di economia civile, in L. Addante, Patriottismo e
libertà. L'Elogio di F. Salfi, Cosenza, P. Custodi. Scrittori classici italiani
di economia politica, Milano, G. Pecchio, Storia della economia pubblica in
Italia, Lugano, Narrazioni tratte dai giornali del governo di P. Girone duca
d'Ossuna vice-ré di Napoli scritti da F. Zazzera, Archivio storico italiano, G.
Savarese, Trattato di economia politica, Napoli, F. Ferrara, Prefazione, in
Trattati italiani, Torino, L. Bianchini, Della scienza del ben vivere sociale e
della economia pubblica e degli Stati, Napoli, D. Andreotti, Storia dei
cosentini, Napoli, L. Accattatis, Le
biografie degli uomini illustri delle Calabrie, Cosenza; T. Fornari, Studii (Pavia);
L. Amabile, T. Campanella. La sua congiura, i suoi processi e la sua pazzia”
(Napoli); A. Marco, Teorie economiche, Memorie del R. Istituto lombardo di
scienze e lettere, classe di lettere e scienze storiche e morali, R. Benini,
Sulle dottrine economiche, Appunti critici, in Giornale degli economisti, Economisti, A. Graziani, Bari, G. Arias, Il
pensiero economico di Antonio Serra, in Politica, B. Croce, “Storia del Regno
di Napoli” (Bari); Economisti napoletani, G. Tagliacozzo, Bologna, L. Einaudi,
Saggi bibliografici e storici intorno alle dottrine economiche, Roma, J. Schumpeter,
Storia dell'analisi economica, Torino, L. Rosa, I critici, Atti del Congresso storico calabrese,
Napoli, G. Galasso, Economia e società nella Calabria” (Guida); O. Nuccio, Rivista
storica del Mezzogiorno, R. Colapietra, Introduzione, in Problemi monetari
negli economisti filosofici napoletani, R. Colapietra, Roma A. Aquino, L’approccio
monetario all'analisi della bilancia dei pagamenti, in Studi economici, R. Colapietra, Genovesi in Calabria, Rivista
storica calabrese, Manoscritti napoletani di P. Doria, GGalatina, T. Toscano, La disputa sui cambi esteri del
Regno di Napoli, Rivista di politica economica, C. Rije, ed. anast., Napoli, S. Ricossa, Cento
trame di classici dell’economia, Milano, O. Nuccio, Il pensiero economico
italiano, Sassari, Il Mezzogiorno agli inizi del Seicento, L. De Rosa,
Roma-Bari, Alle origini del pensiero economico in Italia, I, Moneta e sviluppo
negli economisti napoletani, A. Roncaglia, Bologna, E. Zagari, Moneta e
sviluppo, A. Rosselli, La teoria dei cambi,
A. Landolfi, D. Luciano, V. Valentia, A. Placanica, Storia della
Calabria (Roma); A. Roncaglia, Rivista italiana degli economisti, L. Addante,
Repubblicanesimo e mito di Venezia, Istituzioni e sviluppo economico, A.
Roncaglia, La ricchezza delle idee: storia del pensiero
economico, Roma-Bari, E. Grilli, Visto da Grilli, Roma, R. Villari,
Politica barocca. Inquietudini, mutamento e prudenza, Roma); A. Roncaglia, Serra,
in Il contributo italiano alla storia del pensiero. Economia, Roma, R. Villari, Un sogno di libertà. Napoli nel declino
di un impero, Milano; O. Parise, Vita e pensiero del primo economista moderno,
Roma; L. Addante, La politica del Breve trattato (Soveria Mannelli). Mercantilismo
Storia del pensiero economico. Treccani Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Economia. Antonio Serra. Serra. Keywords: massoneria, circolazione
degl’idee massoniche, mito di Venezia, economia romana, Machiaveli,
mercantilismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Serra” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732951347/in/datetaken/
Grice e Settala – i problemi sessuali
d’Aristotele: desiderio e piacere -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Profisico. Figlio di
Francesco e Giulia. Studia a Brera e Pavia. Insegna a Milano. Si prodigò in
occasione della famosa peste dei I promessi sposi. Manzoni lo nomina una prima
volta quando parla del figlio, Senatore
Settala, medico, membro, insieme a A. Tadino del tribunale della sanità ai
tempi della vicenda di Renzo e Lucia; e tra i primi ad accorgersi che la strana
malattia che si diffonde nella zona lecchese, e la peste. Saggi: “In librum
Hippocratis Coi de aeribus, aquis, [et] locis, commentarii V. Appositus est
Graecus Hippocratis contextus ope antiquorum exemplarium, restitutus et emendatus
cum indice rerum et verborum locupletissimo una cum nova eiusdem in Latinum
versione” (Colonia: Ciotti); “Problemata di Aristotele” (“Commentariorum in
Aristotelis problemata” -- septem primas sectiones – secundam heptadem --
continens, ab eodem Latine facta”) (Francoforte sul Meno: Wecheli, Marnio,
Aubri); “Animaduersionum et cautionum
medicarum libri septem quorum materiam sequens pagina indicabit” (Milano, Bidell);
“De peste et pestiferis affectibus libri quinque (Milano, Bidell); “De ratione
instituendae et gubernandae familiae libri quinque” (Milano, Bidell); “Della
ragion di stato” (Milano: Bidelli); “Cura locale de' tumori pestilentiali, che
sono il bubone, l'antrace, o carboncolo, ed i furoncoli contenente tutto quello
che si ha da fare esteriormente nellquesti mali tolta dal libro della cura
della peste” (Milano, Bidelli); “Preseruatione dalla peste” (Brescia: Fontana);
“Anti-rotario romano con l'aggionta dell'elettione de semplice e prattica delle
compositioni e di due trattati, vno della teriaca romana, l'altro della teriaca
egittia aggiontoui in questa vltima impressione auertenze e osseruationi
appartenenti alla compositione de medicamenti” (Milano: Bidelli); “Auertenze,
et osseruationi appartenenti al curar le ferrite” (Milano: Cardi); “Compendio
per curare ogni sorte de tumori esterni et cutanee turpitudini, raccolto da osseruationi
fisice, & chirurgice” (Milano: Monza); Statistica medica di Milano Milano,
Guglielmini e Redaelli, Belloni, C. Borromeo e la Storia della Medicina, in San
Carlo e il suo tempo: convegno, Milano). Edizioni di Storia e Letteratura, Bartolomeo Corte, Notizie istoriche intorno a
medici scrittori milanesi, Milano, Filippo Argelati, Bibliotheca scriptorum
mediolanensium seu acta, et elogia virorum omnigena eruditione illustrium, qui
in metropoli Insubriae, oppidisque circumjacentibus orti sunt, Mediolani, Paolo
Sangiorgio, Cenni storici sulle due Pavia e di Milano e notizie intorno ai più
celebri medici, chirurghi e speziali di Milano dal ritorno delle scienze sino
all’anno. Opera postuma, F. Longhena, Milano, Salvatore De Renzi, Storia della
medicina italiana, Napoli, E. Ferrario, Intorno alla vita ed alle opere mediche
Cenni, Milano, P. Capparoni, Profili
biobibliografici di medici e naturalisti celebri italiani, Roma, Cava, La peste
di S. Carlo. Note storico mediche sulla peste, Milano, Ricerche Firenze Ferro,
La peste nella cultura lombarda, Milano, G. Cosmacini, Il medico e il cardinale,
Milano. G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana, Firenze, Molini, L. Facchin, Ludovico Settala: un intellettuale
barocco fra scienza e arte Treccani Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Mellerio,
Ludovico Settala, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, openMLOL, Horizons Unlimited srl. Patricio
Milanese. Ludovicus Septalius. Ludovico Settala. Settala. Keywords: ragion di
stato. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Settala” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690979997/in/photolist-2mKKMt4
Grice e Severino – oltre il linguaggio,
oltre l’aporia di Parmenide – filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescia). Filosofo. Intende collocarsi oltre ogni filosofia permeata dal nichilismo. Figlio
di un militare originario di Mineo e una bresciana di Bovegno in alta Val
Trompia, si laurea a Pavia come alunno
dell'Almo Collegio Borromeo, discutendo una tesi su metafisica, sotto la
supervisione di Bontadini. Insegna a Milano e Venezia, uno dei Lincei. Critica sia
il capitalismo sia il comunismo, fonti della vita inautentica in quanto
espressioni di dominio della tecnica, come d'altronde il fascismo, ma anche la
sinistra in quanto non è più social-democrazia, rilasciando anche dichiarazioni
sul suo punto di vista sul passato e sull'avvenire dell'Italia. Le spiegazioni
della crisi del nostro tempo rimangono molto in superficie anche quando
vogliono andare in profondità. Il fenomeno di fondo, che non viene
adeguatamente affrontato, è l'abbandono, nel mondo, dei valori della tradizione
occidentale; e questo mentre le forme della modernità dell'Occidente si
sono affermate dovunque. Un abbandono che si porta via ogni forma di assolutoe
innanzitutto Dio. Muore, dicevo, ogni forma di assolutezza e di assolutismo,
dunque anche quella forma di assoluto che è lo stato, che detiene il monopolio
legittimo della violenza. Questo grande turbine che si porta via tutte le forme
della tradizione è guidato dalla tecnica ed è irresistibile nella misura in cui
ascolta la voce che proviene dal sottosuolo del pensiero filosofico del nostro
tempo. Il turbine travolge anche le strutture statuali. Investe innanzitutto le
forme più deboli di stato. La trasformazione epocale di cui parlo non è
indolore: il vecchio ordine non intende morire, ma è sempre più incapace di
funzionare, soprattutto in Paesi come l'Italia. E il nuovo ordine non ha ancora
preso le redini. È la fase più pericolosa (non solo per l'Italia). Criticando
"l'assolutismo religioso e comunista", oltre che tacciando la
magistratura di "ingenuità", poiché processando una classe politica a
fondo ha rivelato la contiguità anche con la criminalità organizzata, figlia
della guerra fredda e, secondo Severino, impossibile da debellare
integralmente in pochi anni senza debellare lo Stato stesso, causando notevoli
problemi. «L'Italia è uno Stato acerbo. Ha 150 anni su per giù. Ma
soprattutto ha alle proprie spalle una storia di frazionamento
politico-economico-sociale, dove si sono imposte forze che hanno avuto nel
mondo un peso ben maggiore di quello dell'Italia unita.. Sull'evasione fiscale:
Una tara storica, come prima le dicevo. L'evasione fiscale è un furto ai danni
di tutti. Se c'è da costruire una strada io devo metterci anche la parte degli
evasori. Certo, molti artigiani e piccoli imprenditori, se non evadessero,
fallirebbero. Tutti sanno queste cose. Però conosco anche tanti cattolici ai
quali molti uomini di Chiesa facevano capire che se non avessero ritenuto
"giusto" pagare le tasse dello Stato, avrebbero fatto bene a non
pagarle. Questo Papa, da buon pastore, sta cercando di cambiare le cose. Ma non
vorrei che si perdesse di vista che la "corruzione" di fondo è
l'"evasione" del mondo dal passato dell'Occidente. Oltre alle citate
critiche, Heidegger parlando con Fabro a Roma ebbe a dire a proposito di
"Ritornare a Parmenide" di Severino: Ha immobilizzato il mio Dasein. Già
da molto prima prima, alcuni appunti di lavoro heideggeriani testimoniano come
Heidegger seguisse Severino (da uno
studio di Alfieri e Herrmann). -- è
stato criticato do Odifreddi, in risposta a un giudizio critico su un'opera di
Odifreddi, ovvero l'introduzione scritta all’ABC della relatività di Russell,
dove venivano citati alcuni filosofi (tra cui Severino e Croce) in maniera non
congrua e "alla rinfusal Odifreddi l’ accusa invece di non considerare
l'importanza della scienza (come già fecero i neoidealisti, come Croce e
Gentile), a differenza di filosofi che studiano a fondo alcune teorie. Nel
dialogo con A. Chiara, Oltre l'uomo e oltre Dio, la filosofia della necessità
si contrappone alla filosofia della libertà. Fa spesso riferimento a
pensatori come Velia, Leopardi, e
Gentile. Leopardi e Gentile sono all'apice della follia del nichilismo. Considera
Leopardi e Gentile come i due più grandi geni che hanno portato all'estremo la
concezione del mulla ovvero l'entrare e l'uscire degli enti dal nulla. Affronta
il problema dell'essere. Tutte le filosofie costituitesi precedentemente sono
caratterizzate da un errore di fondo: la fede del divenire. Sin
dagli antichi, infatti, un ente (ovvero un qualcosa che è) e considerato come
proveniente dal nulla, dotato di esistenza e successivamente ritornante nel
nulla. Rifacendosi a Velia, è
stato definito come un neo-veliano, di cui sarebbe l'unico esponente, peraltro
criticato in senso anti-metafisico da G. Sasso e M. Visentin, i quali
sostengono, rovesciando la sua tesi, come, contrariamente all'opinione diffusa,
in Velia esista invece un deciso rifiuto della metafisica.. Riflettendo
sull'opposizione assoluta tra essere e non-essere, dato che tra i due termini
non vi è nulla in comune, ritiene evidente che l'essere non può non rimanere
costantemente uguale a se stesso, evitando di rimanere alterato dall'altro da
sé. Anzi, essendo l'essere la totalità di ciò che esiste, non può esserci altro
al di fuori di esso dotato di esistenza (Severino rifiuta, quindi, il concetto
di differenza ontologica così come è stato avanzato da Heidegger). Per
Severino, quindi, tutta la storia della filosofia occidentale è
basata sull'errata convinzione che l'essere possa diventare un nulla, sebbene
alcuni filosofi tentano di negare tale assunto. Ma, mentre Velia tenta di
risolvere il conflitto tra il divenire e l'immutabilità dell'essere affermando
l'illusorietà del divenire (negando l'esistenza delle cose del mondo e cadendo
quindi in un'aporia), sceglie una via differente, portandolo a delle tesi
estreme. Dato che l'essere è, e non può mai diventare un nulla, ogni
essente è eterno. Ogni cosa, ogni pensiero, ogni attimo e eterno. Il di-venire
non può, quindi, che rappresentare l'apparire degli eterni stati dell'essere,
così come i fotogrammi di una pellicola si susseguono sino a formare lo
svolgimento completo di un film. Gl’essenti entrano ed escono del cerchio
dell'apparire. Quando un essente esce dal cerchio dell'apparire, non diviene un
nulla, ma si sottrae semplicemente all’inter-soggetivo. Dunque, l’essente esiste
anche quando scompaie ovvero non si perceive. Vedere senza vedere, dice
Sperduto in una tragicommedia. Afferma che il di-venire dell’essente è come lo
scorrere dell’essente sulla superficie di uno specchio. L’essente, infatti,
esiste prima di entrare nel campo inter-soggetivo
dello specchio e ovviamente continua ad esistere anche dopo esserne uscite. Il
di-venire e l’ immagine inter-soggetiva dell’essere. Questo si estende anche a ogni
essente che nel divenire si manifesta. La dimostrazione dell'eternità di
tutti gli essenti, si basa sostanzialmente sul principio di non contraddizione,
ma non nella versione che ne dà Aristotele nel De Interpretatione. In essa anzi
il discorso del tramonto del senso dell'essere trova la sua formulazione più
rigorosa e più esplicita. Bisogna invece ritornare a Velia correggerne l'esito
aporetico, dimostrando che l'evidenza fenomenica non è in contrasto col
principio di non contraddizione, ma scoprendo anche che il divenire così come
uscire dal nulla e ritornare nel nulla, non appare affatto, non è affatto
evidente. Di qui si potrà proseguire su una via -- quella indicata da Velia, il
sentiero del giorno. Consideriamo la proposizione di Velia -- è infatti
l'essere, il nulla non è. Tale proposizione esprime l'opposizione assoluta
tra i "essente" e "non essente". Pertanto ogni essente, in
quanto ent-e, è assolutamente opposto al nulla e non ci può essere uno stato in
cui un ente non sia, come pensa invece il principio di non contraddizione
aristotelico -- è necessario che l'essente sia, quando è, e che il non-essente
non sia, quando non è". Quest'enunciato esprime il pensiero di una
condizione, in cui l'essente è nulla, in cui essere=nulla. Questa impossibile
ed impensabile contraddizione costituisce una follia essenziale. Infatti il
pensiero occidentale pensa sì, consapevolmente, l'essente come essere, ma insieme
come di-veniente, cioè che esca dal nulla e ritorni nel nulla. Ad esso sfugge
invece che ciò equivale a pensare l'ente come nulla; e questo è il nichilismo
più proprio, la follia che si annida nell'inconscio della filosofia. L’essere
non è un ente tra gli enti. Esso rappresenta piuttosto l'apparire ontologico
degli enti, e per questo motivo viene definito un transcendens rispetto
all'ente. Rigetta questa concezione. Afferma che la totalità dell'essere è
costituita dalla totalità degli enti. La vera differenza ontologica è quindi
quella che si costituisce tra l'essere (l'ente) diveniente e quello
immutabile. L'essere che appare e scompare non è lo stesso essere
immutabile, ma è anch'esso eterno. Entrambi esistono, ma in differenti
dimensioni. L'essere come fondamento è una struttura eterna e non soggetta ad
alcun mutamento. Tutto è avvolto (fino alla morte) dal nichilismo Un po'
tutti i filosofi che l'hanno avuto sottomano hanno inteso il nichilismo come
allontanamento dalla verità, e l'hanno dunque declinato a seconda dell'idea di
verità a cui stavano pensando. Nella prospettiva severiniana dell'eternità di
tutte le cose, il nichilismo è dunque il credere che le cose siano mortali,
ovvero che l'essere possa non essere,ed uscire e rientrare nel nulla, ovvero
credere nel di-venire delle cose. Credere infatti che le cose escano dal nulla
e vi ritornino equivale ad identificare l'essere con il nulla: quindi si parla
di pura "follia". Al di fuori della follia appare l'eternità di ogni
cosa e di ogni evento. Al di fuori del nichilismo il sopraggiungere dell'ente è
il comparire o lo sparire dell'eterno. Il divenire dell'essere è un'opinione
senza verità. L'Occidente non domina il mondo casualmente o perché ha una
possibilità offensiva superiore; ma, al contrario, ha una possibilità offensiva
superiore perché domina il mondo che crede nelle sue stesse imprescindibili
idee guida (scienza, potenza, tecnica, salvezza, ecc.) e quindi in una cultura
che ritiene più avanzatae dove dunque l'avanzamento non è una virtù morale, ma
la capacità di capire e fare più cose per sopravvivere all'imprevedibilità
dell'esistenza. Ritiene che la filosofia abbia sempre cercato riparo contro il
terrore che scaturisce dall'imprevedibilità dell'esistenza perché innanzitutto
si è sempre creduto nell'evidenza del divenire degli enti, del loro uscire dal
nulla e rientrarvi. Anche le grandi forme di epistème che tendono a dare un
ordine ed una configurazione prestabiliti all'esistenza, si muovono sullo
stesso terreno. L'intera storia dell'Occidente è quindi storia del
nichilismo. La radicale distruzione dell'epistème operata da parte della
filosofia e la rapida ascesa della scienz ai vertici del sapere sono
conseguenze inevitabili di questa forma di pensiero (la civiltà della tecnica
è, infatti, la forma estrema di volontà di potenza). Tutto ciò che appare
appare in maniera necessaria ed il progressivo manifestarsi degli eterni non
segue, quindi, una sequenza casuale. Ciò significa che la libertà dell'uomo non
esiste, ma appare all'interno di quell'essente (anch'esso eterno) che è il
nichilismo. Ed è proprio all'interno dell'Occidente che appare il
"mortale" come noi lo conosciamo. Ma l'Occidente è destinato al
tramonto, per fare spazio al destino della verità, la verità che testimonia la
follia della fede nel divenire. Solo all'interno del destino della verità la
morte acquista un significato inaudito: in realtà la morte è la persuasione
dell'assentarsi dell'eterno. Da quanto detto precedentemente appare
chiaro come non ci sia posto per il Dio comunemente inteso. Nel corso della
storia della filosofia, l'affermazione
dell'esistenza di qualcosa di immutabile (tra cui Dio in tutti i diversi modi
nei quali filosofia e religione lo hanno concepito) è sempre stata fatta
partendo dal presupposto che il di-venire non significhi necessariamente la
nascita dal nulla e il tornare nel nulla delle cose che in esso si presentano.
Quest'affermazione è, inoltre, sempre avvenuta con l'intento di risolvere le
varie contraddizioni che quel presupposto implica e di inventare un rimedio per
l'angoscia che il pensiero dell'annientamento provoca. Questo genere di
immutabilità è, quindi, di segno diverso da quella che compete agli enti sulla
base dell'impossibilità assoluta che qualcosa si annulli. Per questo motivo è
impossibile che esista un Dio. A maggior ragione è impossibile che esista un
dio dotato della capacità di creare gli enti dal nulla e di mantenerli in
esistenza grazie alla sua libera volontà (altrettanto libero potrebbe essere,
per Dio, l'annichilimento"diverso dal concetto fisico di annichilazione -,
e cioè la volontà di far cessare la durata della loro esistenza per farli
ritornare nel nulla). Essendo ogni ente eterno, non può esserci né
creazione né annientamento, e quindi neanche un Dio comunemente inteso. Alla
luce del destino della verità, ogni ente, anche il più insignificante, acquista
un significato inaudito. L'uomo si porta quindi radicalmente al di là del super-uomo
e della volontà di potenza. L’uomo è un super-dio, ben più grande del Dio della
tradizione religiosa. L'inconciliabilità fra la dottrina dell'Essere e il
Tomismo è stata sostenuta da C. Fabro. Barzaghi, con cui ha più volte dialogato
pubblicamente, ha mostrato la possibilità di utilizzare le intuizioni sull'eternità dell'essente proprio per
affermare l'esistenza di Dio e ricondurre il pensiero del filosofo all'alveo
cristiano da cui si è staccato (entrambi sono stati alunni, all'Università
Cattolica, del filosofo cattolico e apologeta G. Bontadini). Pur non rivedendo
pubblicamente il suo punto di vista sull'esistenza di Dio, apprezza ed elogia
la proposta di Barzaghi. Con “La Gloria” giunge, tra le altre cose, alla
dimostrazione necessaria dell'esistenza degli "altri". Quando
Cartesio infatti scopre che la carta vincente della scienza è la conferma delle
ipotesi da parte dell'esperienza, e cioè da parte della presenza certa a me da
parte delle cose, si apre il problema della fondazione dell'esistenza appunto
di altre dimensioni che come la mia accolgono l'accadere del mondo, ma che a
differenza della mia non sono apparenti, non sono cioè da me visibili. I
fallimenti dei tentativi di soluzione a tale problema (eminentemente proposti
ad opera della fenomenologia, sì che questo problema fu certamente uno dei più
cogenti all'interno del discorso filosofico di Husserl), a cominciare da quello
di Cartesio, si determineranno essenzialmente per l'assenza del senso autentico
dell'essente e del senso dell'oltrepassamento. L'oltrepassamento dell'attualità
nella costellazione infinita di cerchi finiti dell'apparire del destino è
necessità dell'esistenza di un altro apparire finito, diverso da quello
attuale. Nella Gloria, perviene alla fondazione del senso autentico
dell'oltrepassamento, dopo aver stabilito nelle opere precedenti che il
divenire autentico (cioè non nichilistico) non è il crearsi e l'annullarsi
dell'essente, ma il comparire e lo sparire di ciò che è eterno. Ma è in
questa sede innanzitutto fondamentale precisare, a partire da considerazioni
svolte dallo stesso Severino in Destino della Necessità (che le cose della
"terra" (termine con il quale Severino designa la dimensione degli
essenti che via via appaionoe che, per contro, il nichilismo pensa come
fuoriuscenti dal nulla ed al nulla ritornanti) "incominciano" ad
apparire (il loro apparire esce cioè dall'ombra del non-apparire ed entra nel
cerchio dell'apparire). Con "cerchio dell'apparire" si intende, qui,
la totalità degli enti che appaiono: è, cioè, l'apparire in quanto ha come
contenuto tutto ciò che appare (ossia è l'apparire "trascendentale");
l'apparire delle cose della terra, quell'apparire incominciante di cui sopra,
è, perciò, la relazione tra il cerchio dell'apparire (l'apparire
trascendentale) e una parte del suo contenuto. È altrettanto fondamentale
precisare che l'incominciare della terra (a sua volta eterna), non aggiunge
alcunché al tutto eterno che è, con Velia, appunto, “non incompiuto” (ouk atelePombaon),
“non manchevole” (oulon achineton). Anche l'incominciante apparire, difatti, è
eterno: il suo incominciare è il suo entrare nel cerchio dell'apparire.
Entrandovi, naturalmente, apparema questo apparire dell'entrare è lo stesso
entrare, ossia è quello stesso di cui si dice che, eterno, entra nel cerchio
dell'apparire. E, così come ogni ente, anche l'appartenenza della terra al
cerchio dell'apparire è eterna. L'eterna appartenenza al cerchio dell'apparire
entra nel cerchio eterno dell'apparire. Entrandovi, appare, e quest'ultimo
apparire è lo stesso apparire incominciante in cui consiste l'incominciante
appartenenza della terra al cerchio dell'apparire. L'apparire incominciante è
cioè apparire di sé stesso (e di tutte le altre cose che incominciano ad
apparire), ed è questa autoriflessione dell'apparire incominciante ciò che
entra nel cerchio dell'apparire e incomincia a far parte del contenuto di
questo cerchio. Ma ogni essente che incomincia ad apparire (ogni
oltrepassante) è destinato ad essere oltrepassato: diventerebbe, altrimenti, condizione
indispensabile dell'apparire degli essenti e quindi originarietà che sarebbe
dovuta apparire già da sempre. Un oltrepassante che sia non oltrepassabile è
impossibile, perché altrimenti esso dovrebbe iniziare ad appartenere allo sfondo
(e intende, con questo termine, quel
complesso di significati, o costanti persintattiche costanti sintattiche di
ogni significato –, senza i quali non apparirebbe nulla, motivo per cui non
possono non essere sempre presenti. Tra questi ad esempio vi sono i significati
esseree e nulla. Inoltre, la serie progressiva degli essenti che via via
appaiono è necessariamente finita; infatti, se in direzione del passato fosse
estensibile all'infinito, ci vorrebbe un percorso infinito, e quindi mai
concluso, per giungere al momento attuale. C'è quindi un primo passo compiuto
dalla terra. La totalità attuale di ciò che è destinato ad apparire è,
per quanto sopra esposto, necessariamente oltrepassata. Ma in che senso?
Essa non è, difatti, oltrepassata dall'apparire infinitogiacché l'apparire
infinito (l'infinito oltrepassarsi da parte delle forme proprie dell'apparire
finitodove la Gloria è proprio questo infinito dispiegarsi) non è un
oltrepassamento incominciante, ma è l'oltrepassamento già da sempre ed
eternamente compiuto della totalità del finito. La totalità attuale
dell'incominciante è, dunque, necessariamente oltrepassata da un
incomincianteil quale non può apparire attualmente, ma è tuttavia necessario
che appaia (in quanto l'incominciare è incominciare ad apparire), e che quindi
è necessario che appaia sopraggiungendo in un cerchio diverso, altro, dal
cerchio originario dell'apparire. La totalità simpliciter degli
essenti-che-sono-degli-oltrepassanti (la totalità dell'oltrepassante, cioè, che
include come parte la totalità attuale dell'oltrepassante) non può essere a sua
volta oltrepassata, perché ciò che la oltrepasserebbe sarebbe un oltrepassante
non incluso nella totalità dell'oltrepassante; e se l'oltrepassante (cioè
l'incominciante) che oltrepassa la totalità degli oltrepassanti non fosse a sua
volta oltrepassato, esso sarebbe quel contenuto impossibile che è, appunto (per
quanto sopra esposto), l'incominciante non-oltrepassabile. Poiché la
terra oltrepassa anche l'attualità dell'apparire del cerchio originario, sopraggiungendo
in un cerchio diverso, il contenuto incominciante che appare nel cerchio
originario dell'apparire attuale, è oltrepassato (infinitamente) in due
direzioni: (a) In quanto contenuto incominciante, esso è oltrepassato
lungo il dispiegamento infinito del contenuto attuale del cerchio originario
(o, per utilizzare il suo lessico, lungo la Gloria del dispiegamento infinito
della terra che si inoltra nel cerchio originario). Ma non è in quanto tale
contenuto è attuale che esso viene oltrepassato lungo il dispiegamento infinito
del contenuto attuale. (b) In quanto contenuto attuale (in quanto, cioè,
alla sua attualità) il contenuto incominciante è oltrepassato invece in un
altro cerchioe in un'infinità di altri cerchi dell'apparire.
L'oltrepassante-incominciante, qui, entra nell'apparire non attuale. Anche
questa seconda direzione dell'oltrepassamento è un dispiegamento infinito nella
Gloria, ma, appunto, nella gloria che consiste nell'infinito sopraggiungere,
nel cerchio originario, della costellazione infinita degli altri cerchi. La
gloria è l'unità di queste due dimensioni. La dimensione dell'essente, che
incomincia cioè ad apparire nel cerchio originario, è necessariamente
oltrepassata da un'altra dimensione dell'essente (perché l'incominciante non
può incominciare ad appartenere all'essenza dello Sfondo, non incominciante e
non tramontante, del cerchio originario); ma anche l'attualità dell'essente che
incomincia ad apparireossia anche l'apparire (che, in quanto tale, è apparire
attuale) dell'essente che incomincia ad apparireincomincia ad apparire, sì che
(per lo stesso motivo) è necessariamente oltrepassata in un altro cerchio
dell'apparire; e anche la sintesi tra l'attualità del cerchio originario e
l'attualità in sé dell'altro cerchio incomincia ad apparire nel cerchio
originario, quando in esso incomincia ad apparire ciò che ne oltrepassa
l'attualità; e dunque (per lo stesso motivo) tale sintesi è oltrepassata in un
terzo cerchio (e, cioè, l'attualità in sé dell'altro cerchio non è oltrepassata
solo nel cerchio originario, ma necessariamente in un terzo cerchio)e così
all'infinito. In definitiva, l'oltrepassamento dell'attualità di un
cerchio non avviene solo lungo la dimensione "verticale" del singolo
cerchio, ma anche lungoquella "orizzontale" della costellazione di
cerchi del Destino. L'oltrepassamento hegeliano, invece, conserva
"idealmente", cioè astrattamente, ciò che oltrepassa, e non
realmente, determinandone la distruzione. In un contesto siffatto è fondata
l'impossibilità dell'esistenza degli "altri", perché l'altro, che è
il mio oltrepassante, determinerebbe il mio superamento, e mi consegnerebbe ad
una dimensione puramente ideale. Infatti nel sistema hegeliano l'esistenza
degli altri significa l'esistenza di soggetti empirici, sensibili, che è quindi
comunque interna all'esistenza produttiva dell'unico io. Il nichilismo è un
essente che incomincia ad apparire, ed è quindi destinato ad essere
oltrepassato. L'essente che oltrepassa il nichilismo è l'essente che porta al
tramonto l'isolamento del senso delle cose dalla verità. Il nichilismo è,
infatti, pensare e vivere le cose come nulla in quanto delle cose non appare il
legame alla struttura originaria della verità, e quindi non appare l'eternità.
L'essente, o la dimensione di essenti, che porta al tramonto l'isolamento del
senso delle cose dalla verità è la gloria (cioè la manifestazione) della verità
stessa. L'ampiezza dell'isolamento non coinvolge solo il legame tra i singoli
essenti e la verità, ma anche il legame tra gli infiniti cerchi dell'apparire,
il loro passato e il futuro del percorso che la terra è destinata a compiere in
essi. Nella Gloria non si è Dio, perché Dio crea ed annienta le cose anche e
soprattutto quando ama; e dunque appartiene al regno dell'errore perché l'amore
è volontà e la volontà è voler alterare il senso proprio ed eterno, cancellarne
l'identità. Dio è, quindi, infinitamente meno della più umbratile tra le cose
vere. Tutto è oltre Dioe oltre ogni forma di mortalità, compresa la vita umana
come credenza nel poter creare e annientare gli essenti. Opere: “La
struttura originaria” (Brescia, La Scuola; Nuova ediz. riveduta, Introduzione
del Milano, Adelphi); “Fichte” (Brescia, La Scuola, poi in Fondamento della
contraddizione, Milano, Adelphi, Filosofia
della prassi, Milano, Vita e Pensiero, Milano,
Adelphi, “Ritornare a Parmenide” in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi
in Essenza del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Ritornare a
Parmenide. Poscritto, in «Rivista di filosofia neoscolastica», poi in Essenza
del nichilismo, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Essenza del nichilismo.
Saggi, Brescia, Paideia, Milano, Adelphi, Gli abitatori del tempo. Cristianesimo,
marxismo, tecnica (Roma, Armando,
Téchne); “Le radici della violenza” (Milano, Rusconi, IMilano, Rizzoli);
“Legge e caso, Piccola Biblioteca Milano, Adelphi,); “Destino della necessità.
Κατὰ τὸ χρεών, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi); “A Cesare e a Dio” (Milano,
Rizzoli, La strada, Milano, Rizzoli); “La filosofia antica, Milano, Rizzoli); “La
filosofia moderna, Milano, Rizzoli, “ Il parricidio mancato,Collana Saggi. Milano,
Adelphi, La filosofia contemporanea. Da Schopenhauer a Wittgenstein, Milano,
Rizzoli, Traduzione e interpretazione
dell'«Orestea» di Eschilo, Milano, Rizzoli, La tendenza fondamentale del nostro tempo, Milano,
Adelphi, “Il giogo. Alle origini della ragione: Eschilo, Biblioteca Filosofica
n.6, Milano, Adelphi); “Antologia filosofica dai Greci al nostro tempo, Milano,
Rizzoli); “La filosofia futura, Milano, Rizzoli); “Il nulla e la poesia. Alla
fine dell'età della tecnica: Leopardi, Milano, Rizzoli); “Filosofia. Lo
sviluppo storico e le fonti” (Firenze, Sansoni); “Oltre il linguaggio” (Milano,
Adelphi); “La guerra” (Milano, Rizzoli); “La bilancia” (Milano, Rizzoli); “Il
declino del capitalismo” (Milano, Rizzoli); “Sortite -- sui rimedi e la gioia”
(Milano, Rizzoli); “Metafisica” (Milano, Adelphi); “Pensieri sul Cristianesimo”
(Milano, Rizzoli); “Tautótēs, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi, La filosofia dai Greci al nostro tempo” (Milano,
Rizzoli); “La follia dell'angelo” (Milano, Rizzoli); “Leopardi -- Cosa arcana e
stupenda” (Milano, Rizzoli); “La tecnica” (Milano, Rizzoli); “La buona fede”
(Milano, Rizzoli); “L'anello del ritorno” (Biblioteca Filosofica Milano,
Adelphi); “Crisi della tradizione occidentale” (Milano, Marinotti); “La legna e
la cenere, ovvero, dell’esistenza” (Milano, Rizzoli); “Il mio scontro con la
Chiesa” (Milano, Rizzoli); “La Gloria. ἄσσα οὐκ ἔλπονται: risoluzione di destino
della necessità (Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); “Oltre l'uomo e oltre
Dio” (Genova, Melangolo, Lezioni sulla politica. I Greci e la tendenza
fondamentale del nostro tempo” (Milano, Marinotti); Tecnica e architettura” (Milano,
Cortina); Dall'Islam a Prometeo, Milano, Rizzoli); Fondamento della contraddizione,
Milano, Adelphi,. Nascere. E altri problemi della coscienza (Milano, Rizzoli, Milano, BUR,. Sull'embrione, Milano, Rizzoli, Il
muro di pietra. Sul tramonto della tradizione filosofica, Milano, Rizzoli); Ricordati
di santificare le feste” (Milano, AlboVersorio); “L'identità della follia” (Milano,
Rizzoli). “Oltrepassare” (Biblioteca Filosofica, Milano, Adelphi); Etica e
Scienza” (Milano, Editrice San Raffaele, Immortalità e destino, Milano, Rizzoli, La
buona fede. Sui fondamenti della morale, Milano, Rizzoli, Volontà, fede e
destino, D. Grossi, Milano-Udine, Mimesis); L'etica del capitalismo e lo
spirito della tecnica, e sulla pena di morte, Milano, AlboVersorio, La ragione,
la fede, Milano, AlboVersorio, L'identità del destino. Milano, Rizzoli, Il
diverso come icona del male, Torino, Bollati Boringhieri, Democrazia, tecnica, capitalismo, Brescia,
Morcelliana, Discussioni intorno al senso
della verità, Pisa, ETS, La guerra e il mortale, L. Taddio, Milano-Udine,
Mimesis. Macigni e spirito di gravità. Riflessione sullo stato attuale del
mondo, Milano, Rizzoli,. L'intima mano, Biblioteca Filosofica, Milano,
Adelphi); Volontà, destino, linguaggio. Filosofia e storia dell'Occidente, U.
Perone, Torino, Rosenberg e Sellier, Istituzioni di filosofia, Brescia, Morcelliana);
Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli,; Milano, BUR,. La
bilancia. Milano, BUR, Del bello, Milano, Mimesis,, La morte e la terra, Biblioteca Filosofica
Milano, Adelphi,. Capitalismo senza futuro, Rizzoli, Milano,. Educare al
pensiero, Brescia, La Scuola,. Pòlemos, Milano, Mimesis, Intorno al senso del
nulla, Milano, Adelphi,. L'etica del capitalismo e lo spirito della tecnica. E
la pena di morte, Milano, AlboVersorio, La potenza dell'errare. Sulla storia
dell'Occidente, Milano, Rizzoli,. Il morire tra ragione e fede, Venezia,
Marcianum, Parliamo della stessa realtà? Per un dialogo tra Oriente ed
Occidente, Milano, Jaca, Sul divenire. Modena, Mucchi,. Piazza della Loggia.
Una strage politica, I. Bertoletti, Brescia, Morcelliana,. In viaggio con
Leopardi. La partita sul destino dell'uomo, Milano, Rizzoli,. Dike, Biblioteca
Filosofica, Milano, Adelphi,. Cervello, mente, anima, Brescia, Morcelliana, Storia,
Gioia, Biblioteca Filosofica Milano, Adelphi, Il tramonto della politica.
Considerazioni sul futuro del mondo, Milano, Rizzoli); “L'essere e l'apparire” Brescia,
Morcelliana, Dell'essere e del possibile, cMilano, Mimesis,. Sulla verità e la morte, Milano, Rizzoli, Il
nichilismo e la terra, Milano, Mimesis, Testimoniando il destino, Biblioteca
Filosofica, Milano, Adelphi, Ontologia e
violenza. Milano, Mimesis, Aristotele, I
principi del divenire. Libro primo della Fisica (Brescia, La Scuola). Filosofo
dell'eterno. Il mio ricordo degli eterni. Autobiografia, Milano, Rizzoli, Parmenideo, su la Repubblica, Scianca, Addio a Emanuele Severino: ecco chi
era il grande filosofo dell'essere, su Il Primato Nazionale, Bovegno, il filosofo cittadino onorario, su
giornaledibrescia «L'esperimento di
Barzaghi è importante e va seguito con attenzione. [...] Immerso
nell'alienazione, il cristianesimo è come una casa invisibile di cui qualcuno
dice, indicando un banco di nebbia: "Là c'è una casa". Che cosa si
riuscirebbe a vedere se la nebbia (l'alienazione) diradasse? Forse una casa. Ma
forse nulla. Nel primo caso, il cristianesimo avrebbe ancora qualcosa da dire,
e di grande» (E. Severino, Nascere. E altri problemi della coscienza
religiosa). «Rigoroso fino alla fine.
Solo un po' più triste», in Bresciaoggi, Emanuele Severino, il tributo si celebrerà a
Palazzo Loggia, in Bresciaoggi. Ecco perché la giovane Italia va in
malora", su il Fatto Quotidiano, P. Odifreddi, La scienza sotto tiro, su
la Repubblica, D. Fusaro e D. Didero, Filosofico.net. Gianluca Miligi et al.,
"Sguardo su Emanuele Severino", su filosofia.) "filosofo poetante" cf. La Guerra, occorre riconoscere che le sue posizioni,
qualunque sia il giudizio che si pensa di dover dare su di esse, non sembrano
aver avuto, perlomeno fino ad ora, un vero e proprio seguito tra coloro che si
occupano professionalmente di filosofia.» (Cfr. Mauro Visentin, Il
neoparmenidismo italiano. Le premesse storiche e filosofiche, Napoli,
Bibliopolis) Neoparmenidismo, su filosofia. Se noi potessimo mai non essere, già adesso
non saremmo. La prova più certa della nostra immortalità è il fatto che noi ora
siamo. Perché ciò dimostra che su di noi il tempo non può nulla: in quanto è
già trascorso un tempo infinito. È del tutto impensabile che qualcosa che è
esistito una volta, per un momento, con tutta la forza della realtà, dopo un
tempo infinito possa non esistere: la contraddizione è troppo grossa. Su questo
si fondano la dottrina cristiana del ritorno di tutte le cose, quella induista
della creazione del mondoche si ripete continuamente a opera di Brahma, e dogmi
analoghi di Platone e altri filosofi.» (A. Schopenhauer) D. Sperduto, Vedere senza vedere ovvero
Il crepuscolo della morte, Schena ed., Fasano di Brindisi, "Ritornare a Velia",
in Essenza del Nichilismo, Brescia, Aristotele, Liber de Interpretatione, essenza
del nichilismo, follia estrema ed estremamente nascosta: la persuasione che gli
essenti, in quanto tali, escano dal loro non essere e vi ritornino: la
persuasione che vi sia un tempo in cui l'essente (prima di essere e dopo il suo
essere) sia nulla, che il non niente sia niente: la persuasione che è il
culmine in cui si mantiene l'intera storia dell'Occidente. sDestino della necessità,
Milano, Adelphi, L'alienazione dell'Occidente. Quadrivium, Genova); “La
struttura originaria, Milano, Adelphi, Sito web Amadori F., Il libero arbitrio,
"Filosofia" Antonelli A., Verità, nichilismo, prassi. Roma, Armando, Berto
F., La dialettica della struttura originaria, Padova, Poligrafo, Crapanzano
G.E., L'immutabilità del diveniente. Roma, Gruppo Albatros Il Filo, Cusano N.,
Capire Severino. La risoluzione dell'aporetica del nulla, Milano, Mimesis
Cusano N., Emanuele Severino. Oltre il nichilismo, Brescia, Morcelliana,. Dal
Sasso A., Dal divenire all'oltrepassare. La differenza ontologica, Roma,
Aracne, Dal Sasso A., Creatio ex nihilo. Tra attualismo e metafisica” (Milano,
Mimesis); Giovanni B., Sul divenire. Gentile e Severino, Napoli, Scientifica,.
De Paoli M., “Furor Logicus” (Milano, Angeli); Aporia del fondamento, Napoli,
Città del Sole); Fabro C., L'alienazione Genova, Quadrivium, Goggi G., Al cuore
del destino. Milano, Mimesis Goggi, G., Vaticano. Magliulo, N., Quaestiones
disputatae, Milano-Udine, Mimesis,. Mauceri, L., La hybris originaria. M. Cacciari
Napoli-Salerno, Orthotes Editrice,. Messinese L., L'apparire del mondo. sulla
struttura originaria Milano, Mimesis, L. Messinese, Il paradiso della verità.
Pisa, ETS,. Messinese L., Stanze della metafisica. Carlini, Bontadini, Brescia,
Morcelliana,. Messinese L., Né laico, né cattolico. Severino, la Chiesa, la
filosofia, Bari, Dedalo,. Petterlini A., Brianese G. e Goggi G., Le parole
dell'Essere. Per Emanuele Severino, Milano, Mondadori, Poma P., Necessità del
divenire. Una critica a Emanuele Severino, Pisa, ETS,. Saccardi F., Metafisica
e parmenidismo – I veliani, Il contributo della filosofia neoclassica,
Napoli-Salerno, Orthotes,. Scilironi C., Ontologia e storia, Abano Terme, Francisci,
Scurati M., Pensare l'identità. Milano,
Alboversorio, Simionato M., Nulla e negazione. L'aporia del nulla (Pisa, Plus);
Soncini U., Il senso del fondamento in Genova, Marietti, Spanio D., Il destino
dell'essere. Brescia, Morcelliana,. Sperduto D., Vedere senza vedere ovvero Il
crepuscolo della morte, Fasano di Brindisi, Schena Editore, Sperduto D.,
Maestri futili? Gabriele D'Annunzio, Carlo Levi, Cesare Pavese, Roma, Aracne, Sperduto
D., Il divenire dell'eterno. Su Severino (e Dante), Prefazione di L. Messinese,
Roma, Aracne,. Testoni I., Emanuele Severino, La follia dell'angelo, Milano,
Mimesis, Tarca L.V., Verità, alienazione e metafisica. Rilettura critica della
proposta filosofica di Emanuele Severino, Treviso, Mevio Washington, Valent I.,
Cura e salvezza. Saggi dedicati, Bergamo, Moretti & Vitali, Visentin
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Marsilio [ora in Il neoparmenidismo italiano, IDal neoidealismo al
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Leopardi Velia Valent Galimberti. Treccani
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Associazione spazio interiore ambiente, V.
Ursini. Emanuele Severino. Severino. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Severino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51717861318/in/photolist-2mUvtTW-2mU9Yr9-2mTTTX6-2mTWT7L-2mTsNRZ-2mTcXro-2mSEtHs-2mSg7gF-2mS8HB8-2mS3yF6-2mRFcpq-2mRw6pM-2mRh74B-2mQPiYS-2mPQGvz-2mPFSS9-2mPEQVF-2mPrb68-2mPkobg-2mPnrMV-2mNzeEc-2mN8ym7-2mN9ZxJ-2mMJokF-2mLP4Rj-2mKG6xL-2mLMNn5-2mLNSQH-2mLKLVL-2mKGVU3-2mKwuhr-2mKMdFR-2mKC3nj-2mKuZ8r-2mKgT2F-2mJTejc-2mJPC2N-2mKuzCc-2mGT6p1-2mEiqh9-2mLKKZn-2mLEdXM-2mPCgo1-2mKGTYe-2mKBsEN-nUhtcD
Grice e Sforza – iustum/iussum – tra
idealismo e positivismo -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Forli). Filosofo. Direttore del Resto del Carlino. Insegna a Roma. Autore di
importanti saggi di filosofia del diritto quali Il concetto, il diritto e la giurisprudenza
naturale, Filosofia del diritto e filosofia della storia, Idee e problemi di
filosofia giuridica, ecc. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Widar Cesarini Sforza. Sforza. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Sforza” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691577846/in/photolist-2mKToRT-2mKHdnD-2mKTyvC-2mKQdR6-2mKNRbN-2mKSjhd-2mPsUUV-2mKw3hq-2mKDwcr-ogrXod-ofU45L-noi1fT-nfGJgU
Grice e Sgalambro – della
misantropia – filosofia dell’isola di Sicilia – filosofia siciliana – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Lentini).
Filosofo. important Italian
philosopher. La sua filosofia è nichilista, definizione spesso respinta da lui
stesso, ma talvolta anche accettata, e si può piuttosto definire un'originale
sintesi tra la filosofia della vita di Schopenhauer e il materialismo e
pessimismo di Rensi, con le influenze dell'esistenzialismo sui generis di Cioran,
di alcuni temi della scolastica e della teologia empia e naturalistica di
Vanini e Mauthner. Noto anche per la collaborazione con F. Battiato. Da una
famiglia benestante (il padre era un farmacista), osserva un riserbo quasi
conventuale nella sua vita privata, fornendo tuttavia alcuni elementi
biografici nelle sue interviste o presentazioni. Dopo l'infanzia trascorsa a
Lentini, si trasferisce a Catania. S’iscrive a Catania. Dicedo di non
iscrivermi in filosofia perché la coltivavo già autonomamente. Mi piace il
diritto penale e per questo scelsi la facoltà di Giurisprudenza. Inoltre non si
trova d'accordo con la cultura filosofica dominante allora nelle accademie,
troppo legata all'idealismo di Croce e Gentile. Erano loro che occupavano tutto
lo spazio culturale. Ma io non mi ritrovo affatto in quei sistemi complessi e
completi, dove ogni cosa era già stata incasellata. Per me, filosofare e una
destructio piuttosto che una costructio. Sono uno che noto le rovine, piuttosto
che la bellezza. Questo e un po' scomodo, e non certamente accademico. Il
reddito che proveniva da un agrumeto (lasciatogli in eredità dal padre) non
basta più, così sceglie di integrarlo compilando tesi di laurea e facendo
supplenze nelle scuole. Il matrimonio è un momento, come dice Hegel, in cui la
realtà determinata entra in un individuo. Dunque il matrimonio non coincide
semplicemente con l'amore per una persona, ma con la durata. Ecco dove sta
l'essenza, quasi teologica, del matrimonio. E dichiaratamente ateo anche se
crede nella reincarnazione, come ricordato anche da Battiato, e ha avuto un
funerale religioso. Vive da solo nella sua casa catanese. Che non ci sia
niente di peggiore del mondo, non si deve dimostrare. Ripete spesso che non
possedeva titoli né lauree per i biglietti da visita e quindi come sia riuscito
a diventare un filosofo e «un mistero»
che egli stesso stenta a spiegarsi. Il suo primo contatto con un saggio
filosofica avviene quando legge “La formazione naturale nel fatto del sistema
solare” di Ardigò. Inizia a collaborare a “Prisma”. Il suo primo saggio è “Paralipomeni
all'irrazionalismo” dove, influenzato da Rensi, sviluppa un attacco
all'idealismo crociano allora in piena egemonia. S’ispira anche all'ironia di
Karl Kraus di cui ama lo stile aforistico. Se Karl Kraus avesse scritto Il
Capitale lo avrebbe fatto in tre righe. Scrive per “Incidenze”“Crepuscolo e
notte” (Messina, Mesogea), un saggio di "esistenzialismo negativo". Scrive
anche per la rivista Tempo presente. Decide di organizzare la sua filosofia in
un saggio sistematica. Manda “La morte del sole” con un biglietto di due righe
ad Adelphi. “E lì è rimasto.” “Ma siccome io sono fatto in questo modo, non ho
chiesto niente. Poi è arrivata una telefonata. Mi chiedevano di andare a
Milano, per prendere contatto con l'editore. R. Calasso mi dice che “La morte
del sole” (Milano, Adelphi) non e maturo, e marcio: ed e esattamente così. Pubblica
“Trattato dell'empietà: (Adelphi, Milano); Anatol (Adelphi, Milano), Del
pensare breve (Adelphi, Milano) Dialogo teologico (Adelphi, Milano), Dell'indifferenza
in materia di società (Adelphi, Milano), La consolazione (Adelphi, Milano), Trattato
dell'età – una lezione di metafisica (Adelphi, Milano), “De mundo pessimo”
(Adelphi, Milano); “La conoscenza del peggio” (Adelphi, Milano); “Del delitto”
(Adelphi, Milano) e “Della misantropia” (Adelphi, Milano). Viene avvicinato al nichilismo.
Talvolta ha respinto la definizione, mentre altre volte l'ha accettata, nel
senso di un nichilismo attivo e demolitore, non passivo e chiuso. Indubbiamente
questa visione è nell'intimo di me stesso. Per un nichilista le cose -- il
Papa, Mussolini, un vaso di terracotta -- si equivalgono. Questo non significa
che non si ha il senso di ciò che vale. Significa piuttosto che si prova a
romperlo come si può, per esempio con il martello del pensare. Intanto con
alcuni amici avvia una piccola attività editoriale a Catania. Nasce così la De
Martinis. All'interno di questa casa editrice, si occupa di saggistica,
pubblicando un paio di propri testi – “Dialogo sul comunismo” (Martiniis,
Catania) e “Contro la musica – sull’ethos del ascolto” (Martiniis, Catania) -- e
ristampando Vanini e di Julien Benda. Suscita polemiche una sua
intervista a F. Battistini sulla mafia, dove critica anche L. Sciascia e il
mito dell'anti-mafia militante (che tra l'altro fu criticata da Sciascia stesso.
L'immagine della Sicilia. C'è, come no? Ma cercarla in faccende di Cuffaro e di
Gabanelli è come cercare un tesoro fra le spine dei fichi d'India. Cercare che
cosa, poi? La griglia mafiosa è una gabbia. È chiaro che ha ragione la
Gabanelli e che Cuffaro vuole cancellare a suo modo la mafia, con un tratto di
parole. Ma contesto che la mafiosità sia una chiave di conoscenza. Non cambio
idea. La mafia è un concetto astratto. E gl’astratti si distruggono con la
logica, non con la polizia. La polizia può arrestare la mafia. Eliminarla, mai.
Quello che importa è la Mafia maiuscola, concetto generale e perciò
indistruttibile. La mafia in sé non mi fa venire in mente nulla. Come la
patria, i morti di Solferino. Cose vetuste. Sciascia e lo scrittore sociale, un
maestro di scuola che vuole insegnarci le buone maniere sociali. Ma rivisitarlo
oggi è come rileggere Pellico. La sua funzione si è esaurita. La mafia è
l'unica economia reale di quest'isola. Ci sono fenomeni della storia, ricchezze
che non si possono fare con le mani pulite. Qui la ricchezza è sempre stata
fondiaria, senza investimenti. La ricchezza è per sua natura sporca. Basta col
gioco della spartizione -- è mafioso o no? Domande da periodo di lotte religiose
-- è luterano o cattolico? In Sicilia sono arrivati anche i laici, per fortuna.
Definisce poi C. Fava "quel piagnone", affermando che "i famosi
Cavalieri", soprannome dato dal padre di Fava a quattro imprenditori
catanesi considerati collusi con Cosa nostra, erano l'unica economia possibile»
per la città. -- è tornato in maniera sarcastica sull'argomento. Considero la
Sicilia come un fenomeno estetico e non ne cambierei nulla. In questo senso
potrei dire che mi considero un mafioso. E attaccato da F. Ferrarotti che lo
define un neo-reazionario e di "intolleranza aristocratica e silenzio
sulla mafia. Alla sua isola ha dedicato “Teoria della Sicilia”. Là dove domina
l'elemento insulare è impossibile salvarsi. Ogni isola attende impaziente di
inabissarsi. Una teoria dell'isola è segnata da questa certezza. Un'isola può
sempre sparire. Entità talattica, essa si sorregge sui flutti, sull'instabile.
Per ogni isola vale la metafora della nave. Vi incombe il naufragio. Oltre ai
saggi per Adelphi, pubblica per Bompiani Teoria della canzone, Variazioni e
capricci morali, e due raccolte di poesie, frammenti di una biografia per versi
e voce e Marcisce anche il pensiero (frammenti di un poema), nonché L'impiegato
di Filosofia, nel quale ironicamente afferma di aver rinunciato alla filosofia
ritrovandosi più filosofo che mai, curioso libretto stampato in un museo della
stampa con caratteri mobili, edito da La Pietra Infinita. Pubblica “Del
metodo ipocondriaco” (Il Girasole, Valverde), Quaternario (racconto parigino), la
raccolta di poesie Nell'anno della pecora di ferro, e Dal ciclo della vita. La
matematica è il tribunale del mondo. Il numero è ordine e disciplina. Ciò con
cui si indica lo scopo della scienza, tradisce col termine la cosa. L'ordine,
già il termine ha qualcosa di bieco, che sa di polizia, adombra negli adepti le
forze dell'ordine cosmico, i riti cosmici. L'autentico sentimento scientifico è
impotente davanti all'universo. L'inflazione che caccia nelle mani
dell'individuo, in un gesto solo, miliardi di marchi, lasciandolo più
miserabile di prima, dimostra punto per punto che il denaro è un'allucinazione
collettiva. Avviene l'incontro con F. Battiato, del tutto casualmente, perché
presentavano insieme un volume di poesie dell'amico comune A. Scandurra.
Battiato gli chiede un appuntamento per proporgli di scrivere il libretto di “Il
cavaliere dell'intelletto”. Un anno fa non ci conoscevamo neppure. Da allora
non abbiamo fatto altro che lavorare insieme. Lui e anche un filosofo, ma per
me è un talento che mi stimola e arricchisce. Mi sembra impossibile tornare a
scrivere i testi delle mie cose. In mezzo a tutto questo, mi capitò tra i piedi
Battiato. Per un certo verso direi che è stato uno di quegli incontri che ti
portano fuori strada, ma questa è una percezione che ho avuto molto tardi. A
volte trovo che è come se tutto quel tempo io lo abbia perduto. La questione
sta nel vedere se sia possibile recuperarlo. Accetta e risponde ironicamente
all'invito di Battiato chiedendogli di scrivere insieme un disco di musica pop.
Tra lui e Battiato si sviluppa un sodalizio artistico e umano, anche se non
sempre facile. Anche perché io non sono un grande seguace dell'amicizia. Con
Battiato abbiamo avuto lunghe liti, che duravano parecchio. Poi uno dei due, in
genere lui, telefonava e il rapporto riprendeva. Tutti i litigi erano per un
rigo da cambiare in una canzone. Io non accetto le esigenze della musica e per
lui questo e costoso. Il suo impegno in politica? Non ho mai capito come si sia
potuto lasciare tentare, tutti i giorni ho cercato di convincerlo a levarsi,
solo ora per fortuna sta tornando in se stesso. Collabora a quasi tutti i
progetti di Battiato, per cui scrive: i libretti delle opere Il cavaliere
dell'intelletto su Federico II di Svevia, Socrate impazzito, Schopenhauer e
Telesio, Campi magnetici; L'ombrello e la macchina da cucire, L'imboscata,
Gommalacca, Ferro battuto, Dieci stratagemmi, Il vuoto, Apriti sesame, Perduto
amor, Niente è come sembra, Auguri don Gesualdo Bufalino). Benché affermasse
che la canzone era per lui "una distrazione", scrive testi di canzoni
anche per Patty Pravo (Emma), Alice (Come un sigillo, Eri con me), Il movimento
del dare, Marie ti amiamo, Non conosco nessun Patrizio, (Facciamo finta che sia
vero ed Aurora). Dopo essere intervenuto anche ai concerti di Battiato,
si cimenta lui stesso con la musica e pubblica il singolo. In una
rappresentazione de L'histoire du soldat di Igor' Stravinskij interpreta la
voce narrante, con Battiato nella parte del soldato e Giovanni Lindo Ferretti
in quella del Diavolo. Pubblica Fun club, prodotto da F. Battiato e Saro Cosentino.
Un alleggerimento che considero doveroso. Dobbiamo sgravare la gente dal peso
del vivere, invece che dare pane e brioches. Questa volta, mi sono sgravato
anch'io. E poi, la musica leggera ha questo di bello, che in tre minuti si può
dire quanto in un libro di 400 pagine o in un'opera completa a teatro.Dà la
voce all'aereo DC-9 Itavia nell'opera Ultimo volo di Pippo Pollina sulla strage
di Ustica. La canzone della galassia, cantata assieme al gruppo
sardo-inglese Mab. Torna ad esibirsi in un pub di Catania, assieme al S. Fazio
e S. Cantarella. Finita l'esibizione alla presenza di Pippo Russo e F.
Battiato, seguì il concerto delle Lilies on Mars, band formata da due ex componenti
del gruppo MAB (Masia e Cristofalo), band che si era esibita con Battiato in Il
vuoto. Di passaggio (L'imboscata) recita:
La stessa cosa sono il vivente e il morto, lo sveglio e il dormiente, il
giovane e il vecchio: questi infatti mutando son quelli e quelli mutando son
questi. Interviene in Shakleton, da Gommalacca. In Invito al viaggio (da
Fleurs) recita: «Ti invito al viaggio in quel paese che ti somiglia tanto. I
soli languidi dei suoi cieli annebbiati hanno per il mio spirito l'incanto dei
tuoi occhi quando brillano offuscati. Laggiù, tutto è ordine e bellezza, calma
e voluttà; il mondo s'addormenta in una calda luce di giacinto e d'oro; dormono
pigramente i vascelli vagabondi, arrivati da ogni confine per soddisfare i tuoi
desideri. I fiori del male. Corpi in movimento, Campi magnetici, recita. Se io,
come miei punti, penso quali si vogliano sistemi di cose, per esempio, il
sistema: amore, legge, spazzacamino e poi non faccio altro che assumere tutti i
miei assiomi come relazioni tra tali cose, allora le mie proposizioni, per
esempio, il teorema di Pitagora, valgono anche per queste cose. D. Hilbert,
Lettera a Frege. Partecipa a quasi tutti i tour di F. Battiato: Recita
versi in latino sul brano di Battiato
Canzone chimica: «Bacterium flourescens liquefaciens, Bacterium
histolyticum, Bacterium mesentericum, Bacterium sporagenes, Bacterium putrificus. Esegue una nuova versione con il testo
riadattato in chiave filosofica. Accetta il consiglio. Canta due brevi strofe
dei suoi versi nella canzone La porta dello spavento supremo, Dieci stratagemmi
di Battiato. Quello che c'è ciò che verrà ciò che siamo stati e comunque andrà
tutto si dissolverà Sulle scogliere fissavo il mare che biancheggiava
nell'oscurità tutto si dissolverà. La porta dello spavento supremo. Il sogno; “Teoria
della canzone, Milano, Bompiani, Frammenti di una biografia per versi e voce),
Bompiani, Milano, Poesie, A. Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Segrete
(AContiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Opus postumissimum; Firenze,
Giubbe Rosse, Dolore e poesia (Contiero, Reggio Emilia, La Pietra Infinita, Contro la musica. (Sull'ethos dell'ascolto) e
Dialogo sul comunismo), Quaternario. Racconto parigino” (Valverde, Girasole); “Frammenti
di una biografia” (Milano, Bompiani); “La consolazione, L'impiegato di
filosofia” (Reggio Emilia, La Pietra Infinita); “Nell'anno della pecora di
ferro” (Valverde, Girasole); Marcisce anche il pensiero. Frammenti di un poema,
Opus postumissimum” (Milano, Bompiani); “Teoria della canzone” (Milano,
Bompiani); Variazioni e capricci morali” Milano, Bompiani, Dal ciclo della vita” (Valverde, Girasole); Devozione
allo spazio in Giuseppe Raciti, Dello spazio, Catania, CUECM, Sciascia e le
aporie del fare in Sciascia. Scrittura e verità, Palermo, Flaccovio, Carpe veritatem,
La filosofia delle università” (Milano, Adelphi); “Empedocle o della fine del
ciclo cosmico” in A. Grado, Grandi siciliani. Tre millenni di civiltà” (Catania,
Maimone); “Gentile o del pensare” in A. Grado, “Grandi siciliani. Tre millenni
di civiltà(Catania, Maimone); Post scriptum in P. Barcellona, Lo spazio della
politica. Tecnica e democrazia” (Roma, Riuniti); “Un discorso coerente sui
rapporti tra Dio e il mondo” (Catania, De Martinis); “La filosofia dell'autorità”
(Catania, De Martinis); quarta di copertina prefazione in A. Scandurra,
Trigonometria di ragni, Milano, All'Insegna del Pesce d'Oro, La malattia dello
spazio in Insulæ. L'arte dell'esilio, Genova, Costa & Nolan, “Vanini e
l'empietà” Vanini, “Confutazione delle religioni” (Catania, De Martinis); “Breve
introduzione in Giuseppe Tornatore, Una pura formalità, Catania, De Martinis, Piccola
glossa al “Trattato della concupiscenza” in Bossuet, Trattato della
concupiscenza, Catania, De Martinis, Klaus Ulrich Leistikov, Mantrana. Un
gioco, Catania, De Martinis); “Gentile e il tedio del pensare in Giovanni
Gentile, L'atto del pensare come atto puro” (Catania, De Martinis); Manlio
Sgalambro, Il bene non può fondarsi su un Dio omicida in C. Martini U. Eco, In
cosa crede chi non crede?, Roma, Liberal, Sciascia e le aporie del fare in L.
Sciascia. La memoria, il futuro, M. Collura, Milano, Bompiani, T. Ottonieri,
Elegia sanremese, Milano, Bompiani, La morale di un cavallo in O. Cappellani,
La morale del cavallo, Scordia, Nadir, PM. Cosentino, I sistemi morali,
Catania, Boemi, postfazione in Domenico Trischitta. Il miraggio in celluloide,
Catania, Boemi, Piccole note in margine a Salvo Basso in S. Basso, Dui,
Catania, Prova d'Autore, Il fabbricante di chiavi L. Ingaliso, Nell'antro del
filosofo. Dialogo, Catania, Prova d'Autore, postfazione in Alessandro Pumo, Il
destino del corpo. L'uomo e le nuove frontiere della scienza medica, Palermo,
Nuova Ipsa, Sodalizio in Franco Battiato. L'alba dentro l'imbrunire (allegato a
F. Battiato. Parole e canzoni), Vincenzo Mollica, Torino, Einaudi, Del vecchio
in Riccardo MondoLuigi Turinese, Caro Hillman. Venticinque scambi
epistolariTorino, Bollati Boringhieri, I malnati, Porretta Terme, I Quaderni
del Battello Ebbro, seconda di copertina, Lettera a un giovane poeta in Luca
Farruggio, Bugie estatiche, Roma, Il Filo, prefazione in Toni Contiero, Reggio
Emilia, Aliberti, Teoria della Sicilia in Guido Guidi Guerrera, Battiato. Baiso,
Verdechiaro, M. Falzone, F. Battiato. La Sicilia che profuma d'oriente,
Palermo, Flaccovio, Una nota in F. Battiato, In fondo sono contento di aver fatto
la mia conoscenza (allegato a Niente è come sembra), Milano, Bompiani, L’ethos
della musica in Bruno Monsaingeon, Incontro con Nadia Boulanger, Palermo, rue Ballu,
prefazione in Arnold de Vos, Il giardino persiano, Fanna (PN), Samuele, Manlio
Sgalambro, prefazione in Angelo Scandurra, Quadreria dei poeti passanti,
Milano, Bompiani, seconda di copertina Sull'idea di nazione in Catania. Non vi
sarà facile, si può fare, lo facciamo. La città, le regole, la cultura,
Catania, ANCE, Dicerie in F. Battiato, Auguri don Gesualdo, Milano, Bompiani, postfazione
in C. Guarrera, Occhi aperti spalancati, Messina, Mesogea, Di un fantasma e di
mari, Catania, Prova d'Autore, Nota in Georges Bataille, W.C., A. Contiero, Massa,
Transeuropa, Massa, prefazione in Giampaolo Bellucci, Un grappolo di rose
appese al sole, Villafranca Lunigiana, Cicorivolta, prefazione in Pourparler,
Catania, Prova d'Autore, Apologia del teologo in F. Presutti, “Deleuze e
Sgalambro: dell'espressione avversa” (Catania, Prova d'Autore); Riflessione in
M. Scuriatti, Mico è tornato coi baffi, Milano, Bietti, Presentazione in A.
Rotoletti, Circoli di conversazione a Biancavilla, Modugno, Arti Grafiche
Favia, Il senso della bellezza in F. Battiato, Jonia me genuit. Discografia
leggera, discografia classica, filmografia, pittura, Firenze, Della Bezuga, Moralità
plutarchee in Domenico Trischitta, Catania, Il Garufi, La città dei morti in
Luigi Spina, Monumentale. Un viaggio fotografico all'interno del gran
camposanto di Messina, Milano, Electa, prefazione in Ghesia Bellavia, Fermo
immagine, Catania, Il Garufi, Sulla mia morte in F. Battiato, Attraversando il
bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani); Fun club, Milano, Sony,Sony, feat.
Mab, La canzone della galassia, Milano, Sony, L'ombrello e la macchina da
cucire, Breve invito a rinviare il suicidio, Piccolo pub, Fornicazione, Gesualdo
da Venosa, Moto browniano, Tao, Un vecchio cameriere, L'esistenza di Dio) in F.
Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire, Milano, EMI, Di passaggio, Strani
giorni, La cura, Amata solitudine, Splendide previsioni, Ecco com'è che va il
mondo, Memorie di Giulia, e Di passaggio in F. Battiato, L'imboscata, Milano,
Polygram, voce (Canzone chimica) in
Franco Battiato, L'imboscata live tour (registrazione video di un concerto),
Milano, Polygram, Emma Bovary in Patty Pravo, Notti, guai e libertà, Milano,
Sony, Casta diva, Il ballo del potere, La preda, Il mantello e la spiga, È
stato molto bello, Quello che fu, Vite parallele, Shackleton in F. Battiato,
Gommalacca, Milano, Polygram, Medievale, Invito al viaggio in F. Battiato,
Fleurs. Esempi affini di scritture e simili, Milano, Universal, La quiete dopo
un addio, Personalità empirica, Il cammino interminabile, Lontananze d'azzurro,
Sarcofagia, Scherzo in minore, Il potere del canto, Personalità empirica in F. Battiato,
Ferro battuto, Milano, Sony, Invasione di campo in Invasioni, Come un sigillo in F. Battiato,
Fleurs, Milano, Sony, Non dimenticar le mie parole in F. Battiato, Perduto amor,
Milano, Sony, voce (Shackleton, Accetta il consiglio) in F. Battiato, Milano,
Sony, Tra sesso e castità, Le aquile non volano a stormi, Ermeneutica, Fortezza
Bastiani, Odore di polvere da sparo, Conforto alla vita, 23 coppie di
cromosomi, Apparenza e realtà, La porta dello spavento supremo) in F.Battiato, Dieci stratagemmi.
Attraversare il mare per ingannare il cielo, Milano, Sony, in Un soffio al
cuore di natura elettrica (registrazione audio e video di un concerto), Milano,
Sony, Il vuoto, I giorni della monotonia, Aspettando l'estate, Niente è come
sembra, Tiepido aprile, Io chi sono?, Stati di gioia e dell'adattamento in
italiano di Era l'inizio della primavera (da Tolstoj) in F. Battiato, Il vuoto,
Milano, Universal, Il movimento del dare,
Milano, Sony, testi (Tutto l'universo obbedisce all'amore, Del suo veloce volo
(da Antony Hegarthy, Frankenstein) in F. Battiato, Fleurs 2, Universal, testo
(Marie ti amiamo) in Carmen Consoli, Elettra, Milano, Universal, 'U cuntu in F.
Battiato, Il tutto è più della somma delle sue parti, Milano, Universal, testo
(Non conosco nessun Patrizio!) in Milva, Non conosco nessun Patrizio!, Milano,
Universal, Facciamo finta che sia vero)
in Adriano Celentano, Facciamo finta che sia vero, Milano, Universal, Eri con me) in Alice, Samsara, Arecibo, tUn irresistibile richiamo, Testamento,
Quand'ero giovane, Eri con me, Passacaglia, La polvere del branco, Caliti
junku, Aurora, Il serpente, Apriti sesamo) in F. Battiato, Apriti sesamo,
Milano, Universal, Strani giorni, in F.
Battiato, Milano, Polygram, Patty Pravo, Emma Bovary, Milano, Sony, F,
Battiato, Milano, Polygram, Il ballo del potere, Emma, L'incantesimo in Franco
Battiato,Milano, Polygram, Sarcofagia, In trance) in F. Battiato, Milano, Sony,
testo in F. Battiato, Il vuoto, Milano, Universal, F. Battiato feat. Carmen
Consoli, Tutto l'universo obbedisce all'amore, Milano, Universal, F. Battiato, Inneres Auge, Milano, Universal, F.
Battiato, Passacaglia, Milano, Universal; Il cavaliere dell'intelletto, i
Palermo, testi e attore in Martin Kleist, Socrate impazzito Catania) testi e
attore in Franco Battiato, Fano, attore in Igor' Fëdorovič Stravinskij, L'histoire
du soldat, inedito, (Roma, libretto e
voce (Corpi in movimento, La mer) in Franco Battiato, Campi magnetici. I numeri
non si possono amare, Milano, Sony, (Firenze) voce (Volare è un'arte, Negli
abissi, Pratica di mare, A tu per tu con il Mig, Verso Bologna, Simulacro) in P.
Pollina, Ultimo volo. Orazione civile per Ustica, Bologna, Storie di Note, Bologna)
attore Carlo Guarrera, Frammenti per versi e voce, Catania, Battiato, Telesio.
Opera in due atti e un epilogo, Milano, Sony,
Cosenza, Martino Alliata in F. Battiato, Perduto amor, Giarre, L'Ottava,
nobile senese, in F. Battiato, Musikanten, Giarre, L'Ottava, F. Battiato, “Niente
è come sembra” (Milano, Bompiani); Intervento in D. Consoli, La verità sul caso
del signor Ciprì e Maresco, Zelig, intervento in F. Battiato, Auguri don
Gesualdo, Milano, Bompiani, intervento
in M. Perrotta, Sicilia di sabbia, Movie Factory, intervento in F. Battiato, Attraversando il
bardo. Sguardi sull'aldilà, Milano, Bompiani,
Videoclip attore in Battiato, L'ombrello e la macchina da cucire, attore
in Franco Battiato, Di passaggio, attore in Franco Battiato, Strani giorni, attore
in Franco Battiato, Shock in my town, attore in Franco Battiato, Running
against the grain, attore in F. Battiato, Bist du bei mir, attore in Franco
Battiato, Ermeneutica, attore in Battiato, La porta dello spavento supremo, attore
in F. Battiato, Il vuoto, attore in Franco Battiato, Inneres Auge, F. Battiato,
F. Niso, Comunità dello sguardo (Torino, Giappichelli); L. Ingaliso, “Nell'antro
del filosofo” (Catania, Prova d'Autore); A. Cantello, Uno scherzo mimetico che possa introdurre
ad una filosofia, Mas Club, L'ultimo chierico, Messina, Mesogea, Caro misantropo. Saggi e testimonianze
Antonio CarulliFrancesco Iannello, Napoli, La Scuola di Pitagora, Salvatore Massimo Fazio, Regressione suicida.
Dell'abbandono disperato di Emil Cioran, Barrafranca, Bonfirraro, Breve invito all'opera, Davide Miccione,
Caltagirone, Lettere da Qalat, A. Carulli, Introduzione a Sgalambro, Genova,
Il Melangolo, Antonio CarulliPiercarlo
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della sera in Di questo passo. Cinquecento domande per capire dove andiamo,
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postmoderna, Soveria Mannelli, Rubettino, S. Lanuzza, Il filosofo insulare in
Erranze in Sicilia” (Napoli, Guida); P. Aprile, Giù al sud. Perché i terroni salveranno
l'Italia, Segrate, Piemme, Marco Risadelli,A. Nizza, Polisofia, Roma, Nuova
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Mimesis); E. Arosio, Ora, il mondo in L'Espresso, S. Lanuzza, Il pensiero
ipocondriaco in Il Ponte, Gerd Bergfleth, Finis mundi, A. Corda, filosofo irregolare
in Arenaria, G. Raciti, Maestro cattivo per elezione in Ideazione, F. Raffaele,
Intorno alla creatività filosofica. A colloquio con in Parolalibera, F. Nisio,
l'unico che canta. Mille sguardi, II in Democrazia e diritto. Guerra e individuo,
M. Faletra, Dialogo, Cyberzone F. Presutti,
Il cavaliere dell'intelletto in Freetime. Sicilia, M. Faletra, La pistola, in//peppinoimpastato.com/visualizza.asp M. Faletra,
L'azzardo del pensiero o il filosofo della crudeltà:Cyberzone Faletra, In
ricordo, Artribune, Tesi di laurea S. Fazio, Cioran e Sgalambro: un confront,
Catania, BattiatoSgalambro. Tra musica e filosofia, Palermo, L'impossibilità di
essere consolati. L'itinerario tragico, Genova, Filmografia G. Cionini, Il
consolatore, G. Cionini, M. Faletra, M. Bellone, F. Battiato su Storia della
musica Repubblica, adesso il filosofo
diventa crooner Intervista a Battiato e
Sgalambro YouTube Intervista a Manlio
Sgalambro: Il filosofo rock che dà del “lei” a Battiato livesicilia | l'ultima intervista "Teoria della canzone", Bompiani, e
la prefazione a "La filosofia delle università", Adelphi, il ricordo
commosso di Cacciari. Con lui incontro straordinario, Il Fatto Quotidiano. A un
tratto ci si accorge di quella cosa che chiamiamo pensare”: Addio a Sgalambro.
La sua ultima intervista. cfr. "De
mundo pessimo", "Frammenti di storia dell'empietismo",
"Trattato dell'empietà" Adelphi GAP Speciali. Un viaggio oltre
il luogo commune Rai Scuola Mariacatena De Leo & Ingaliso, Nell'antro del filosofo: dialogo con
Manlio Sgalambro (Prova d'autore È morto Manlio Sgalambro, il filosofo di F. Battiato,
radiomusik, F. Battiato choc a Napoli. Sento la fine vicina, meglio cogliere il
giorno. Il filosofo che canta il nichilismo Giovanni Tesio, "In
ginocchio davanti", TuttoLibri, "La conoscenza del peggio", Adelphi La scrittura aforistica, LaRecherche
G. Calcagno, Il filosofo è uno spione da La Stampa F. Battistini, Sciascia addio, non servi più, Corriere della
Sera. C. Formenti, Ferrarotti accusa: neoreazionario in “Corriere della Sera”, Battiato: note per un filosofo (da La Stampa). Così Sgalambro canta la sua filosofia (da La
Stampa dSito ufficiale, su sgalambro.altervista.org. MetaBrainz Foundation. Il
filosofo cantante maestro dell'ironia. Sono un uomo felice di stare su
quest'Isola, iRepubblica, Incontro in Le conversazioni di Perelandra. Manlio Sgalambro. Sgalambro. Keywords: Telesio, Vanini,
Gentile, Ardigo, Croce, Empedocle, Gorgia, Lentini, Rensi, filosofia
dell’autorita. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Sgalamabro," per il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689168583/in/photolist-2mPkhvE-2mKAuZM
Grice e Siciliani – la critica della filosofia zoological – filosofia
italiana (Galatina). Filosofo. Figlio di un commerciante di pelli. Studia a Otranto,
Lecce e Napoli, dalla quale fugge dopo essere stato segnalato alla polizia a
causa delle sue simpatie liberali. Si laurea a Pisa sotto lStudiati, stringendo
inoltre un proficuo rapporto di collaborazione con Puccinotti, che influsce
molto sua filosofia. Sringe rapporti di profonda amicizia con personalità
importanti e influenti della cultura, quali: S. Centofanti, F. Pacini, G. Capponi,
M. Bufalini e altri. Seguendo la sua
vocazione, orienta i propri studi verso le discipline filosofiche e ottenne la
cattedra di Filosofia speculativa e morale nel Regio liceo di Firenze. A
Firenze sposa la letterata e filantropa Cesira Pozzolini – il fratello Giorgio
Pozzolini combatte nelle maggiori battaglie risorgimentali affiancando
Garibaldi e Bixio. Iniziato in massoneria nella loggia fiorentina "La
Concordia.” Nominato professore di filosofia a Bologna. Divenne docente
ordinario della stessa disciplina sempre nell'Ateneo felsineo. A Bologna tenne
anche il secondo corso italiano di sociologia. Qui, inoltre, strinse amicizia
con G. Carducci, anch'egli accademico a Bologna ed entra in contatto con
Fiorentino e Spaventa. Dirige la Rivista bolognese di scienze, lettere, arti e
scuole. Ne abbandonò la direzione per divergenze maturate in seno alla direzine
generate, probabilmente, dall'impostazione (eclettica) che Siciliani intende dare
alla Rivista e che contrastava con l'indirizzo idealistico voluto da
Fiorentino. A Bologna istitue un centro di studi pedagogici, contribuendo
all'elevazione della pedagogia al rango di scienza. Convinto assertore della
valorizzazione della persona e perciò la sua azione educativa, per giungere
alla conquista della libertà e del carattere morale da parte del soggetto da
educare, prevedeva l'intervento della famiglia e della società. Altro sua
filosofia fondamentale e il principio dell'autodidattica che, pur non
escludendo l'azione dell'educatore, mette in primo piano il protagonismo del
soggetto da educare. Ricevette onoranze e attestati di stima da parte di molti
studiosi europei e americani, mentre in Italia la sua fama fu oscurata da
giudizi negativi, espressi anzitutto da Gentile che vede in lui un'espressione
benché autonoma del positivism. Di recente è stata rivalutata l'influenza
vichiana sul suo pensiero. A lui è dedicata la Biblioteca civica di Galatina,
nella quale è conservato il "Fondo Siciliani" la raccolta, cioè, dei
libri appartenuti al filosofo. A lui è dedicato anche il Liceo di Lecce. Di
formazione giobertiana, si accosta a Vico
già negli anni fiorentini, tentando di inaugurare una filosofia mediana (detta
della terza via) che individuasse una sintesi tra opposte e differenti
discipline. Dal suo punto di vista, infatti, ogni filosofia contiene del buono
e delle esagerazioni. Metodo della filosofia mediana e dunque, quello di salvare ciò che c'è di buono
della filosofia per rigettarne le astrattezze e le esagerazioni. Con il saggio “Zoologia filosofica” (Napoli) approde
nel più ampio dibattito, ricevendo apprezzamenti e pareri favorevoli dai più
illustri scienziati internazionali. Nel frattempo approfonde e da il suo
contributo speculativo alle nuove discipline che muovano alla ricerca di
un'identità epistemologica: la sociologia (“Socialismo, darwinismo e sociologia”
(Bologna); “Teorie sociali e socialismo” (Firenze) e la psicologia – “Prolegomeni
alla psicogenia” (Bologna). Sanctis confere a Siciliani la presidenza di
congressi a Firenze, Venezia, Genova, Milano, e Roma. Queste esperienze lo portano
a un approfondimento sempre maggiore della filosofia alla quale contribue a
conferire un indirizzo scientifico, positivista e ampiamente laico (v. le sue
opere Rivoluzione e pedagogia moderna, La scienza nell'educazione). “Filosofia
della scienza” (Firenze); “Il metodo numerico e la statistica” (Firenze); “Della
legge storica” (Firenze); “Della libertà ed unità organica della filosofia”
(Firenze); “Della fisiologia sperimentale” (Pisa);” “Medicina filosofica” (Firenze); “I principi metafisici Vico” (Firenze);
“Il triumvirato: Alighieri, Galilei e Vico (Firenze); Ai popoli salentini e al
gonfalone di Galatina un saluto e un augurio (Firenze); “Il criterio filosofico”
(Bologna); Critica del positivismo (Bologna); Le fonti storiche della filosofia
positiva in Italia in Galileo (Bologna) Gli hegeliani in Italia (Bologna); La
condanna del positivismo (Bologna); Della pedagogia all’educazione in Italia
(Bologna); L’educazione (Bologna); Sul rinnovamento della filosofia in Italia
(Firenze); “La scienza dell'educazione nelle scuole italiane come antitesi alla
pedagogia (Bologna); Dei massimi problemi della pedagogia (Roma); Il sacro secondo
i dettami della filosofia(Firenze); L’nsegnamento della pedagogia (Torino);
Della pedagogia scientifica (Milano); Rivoluzione e pedagogia moderna (Torino);
Storia critica delle teorie sociali (Bologna); Fra vescovi e cardinali (Roma);
Rivoluzione e pedagogia (Torino); “L’educazione secondo i principi della sociologia”
(Bologna); Rinnovamento e filosofia internazionale (Bologna); La nuova biologia
(Milano) Le questioni contemporanee e la libertà morale nell'ordine giuridico
(Bologna). G. Calogero, Enciclopedia
Italiana, V. Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Mimesis-Erasmo, Milano-Roma,
G. Gentile, Le origini della filosofia contemporanea in Italia. G. Calogero. Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, G. Invitto e N. Paparella,
“Rileggere Pietro Siciliani” (Lecce); Capone Galatinesi illustri, Guida Biografica,
Galatina, Tor Graf Galatina, Carteggio
familiar, F. Luceri, Centro Studi Salentini, Lecce, P. Siciliani e Ce. Pozzolini. Filosofia e
Letteratura, Convegno/ Galatina/ Treccani L'Enciclopedia italiana, Psicologia filosofica.
Pietro Siciliani. Siciliani. Keywords: la psicogenia di Vico, ateneo felsineo, l’unita
organica della filosofia, zoologia filosofica, psicogenia, “I principii
metafisici di Vico”. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Siciliani” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689771009/in/photolist-2mKDA5r-2mGnP2f
Grice e Signa -- la ruota di Venere – filosofia italiana (Signa). Filosofo. Insegna retorica (“ars
dictaminis”) a Bologna e Padova. Vive ad Ancona, Venezia, Bologna, Padova, e Firenze.
Tra i saggi più significativi si ricordano il saggio storico “L’assedio
d’Ancona” (Viella, Roma), il “Bon Compagno”; “Rethorica novissima”; “Scacchi e
il “Libellus de malo senectutis et senis”, nel quale, con spirito arguto,
prende in giro le affermazioni di Cicerone che idealizzavano la vecchiaia”; la “Rota
Veneris” (Salerno), un saggio di epistolo-grafia amorosa; “Liber de amicitia”;
“Ysagoge Boncompagnus; “Tractatus virtutum”; “Palma Oliva Cedrum Mirra Quinque
tabulae salutationum”; “Bonus Socius e
Civis Bononiae. P. Garbini, Roma, Salerno, Gabrielli, Le epistole di Cola di
Rienzo e l'epistolografia, Archivio della Società romana di storia patria, Gaudenzi,
Sulla cronologia delle opere dei dettatori bolognesi da Buon Compagno a Bene da
Lucca, Bullettino dell'Istituto storico italiano, G. Manacorda, Storia della
scuola in Italia, Palermo, F.Tateo,
Enciclopedia dantesca, Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Boncompagno da
Signa, su ALCUIN, Ratisbona. S. Wight:
Boncompagno's charter doctrine (Bologna), in: Medieval Diplomatic and the 'ars
dictandi', Scrineum. Keywords: “ars dictaminis” – o rettorica --. Bon Compagno
da Signa. Signa. Keywords: rota veneris – erotica – ermafrodita – erma:
mercurio, afrodita, venere, afrodisiaco. Luigi Speranza, “Grice e Signa” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733693876/in/datetaken/
Grice e Simioni – amanti – filosofia
italiana (Venezia). Fiosofo.
Tra i principali studiosi di Pirandello, inizia la sua attività politica
militando nelle file del socialismo. Venne espulso dal partito per indegnità
morale. Collabora con l’United States Information Service. Si trasfere a Monaco
di iera per approfondire gli studi per poi ritornare a Milano. Leader di un
collettivo operai-studenti, mentre lavora alla Mondadori, fonda il collettivo
politico metro-politano milanese. Teorizza lo scontro aperto, e si considera il
progenitore delle brigate rosse. Insieme a circa settanta persone, tra cui componenti
del collettivo ed elementi del dissenso, partecipa al convegno di Chiavari nella
sala Marchesani, adiacente la pensione Stella Maris, nel quale un gruppo di
partecipanti dichiara la propria adesione ad una visione politica. La data di
questo convegno viene da taluni considerata come la data di nascita delle
brigate rosse. Altri affermano che la formazionesia nata con il convegno di
Pecorile (Reggio Emilia). L'ultima attività, prima di passare alla completa
clandestinità, a compe come redattore di "Sinistra proletaria",
l'ultimo dei quali riporta in copertina uno sfondo rosso con disegnato al
centro un cerchio nero attorniante le sagome di quattordici mitra. Fonda la
scuola di lingue Hyperion, la quale secondo alcuni ha la funzione di una vera
centrale internazionale. Si afferma che e anche il capo del Super-clan,
organizzazione nata da una costola delle brigate rosse. Si insere nella vita
cittadina, ricominciando a frequentare gli ambienti progressisti e divenendo
vicepresidente della fondazione Abbé Pierre. E proprio quale accompagnatore
dell'Abbé Pierre, e ricevuto da Giovanni
Paolo II in udienza privata. Si avvicina al buddhismo tibetano. Si apparta
nella campagna di Truinas, nella Drôme, dove gestì un B&B. Craxi, alludendo
alla esistenza di un grande delle brigate rosse (l'eminenza grigia ipotizzata
da alcuni che dall'estero avrebbe guidato, come un burattinaio, molte delle
azioni sul suolo italiano), dichiara che costui poteva essere cercato tra quei
personaggi che avevano cominciato a fare politica con noi e poi sono scomparsi,
magari sono a Parigi a lavorare per il partito armato, frase che venne da molti
ritenuto indicasse come grande proprio lui. L'organizzazione di sinistra
extraparlamentare Lotta Continua lo accusa di essere un confidente della
polizia e in contatto con i servizi segreti.. Durante la fase iniziale di Mani
pulite, e accusato da Larini di essere il grande, accuse respinte da lui che le
ritenne parte di un'azione contro Craxi, vista la comune militanza nel socialismo.
Hyperion e realmente una scuola di lingue o la stanza di compensazione di diversi
servizi segreti? A. Ferrari, In
teleselezione dalla Francia gli ordini ai italiani? Corriere della Sera Entrambi
gli edifici sono proprietà della curia
Il convegno di Pecorile in Anni di Piombo. Il nucleo storico delle
brigate rosse. E morto il misterioso grande, La Tribuna di Treviso, S. Fratini, Hyperion: scuola di lingue
chiacchierata, -ANSA, repubblica/ cronaca/ 10/27/ news/caso_moro_il_bierre_franceschini_moretti_una_spia_
riduttivo_si_sentiva_lenin. Dalla lotta al buddhismo, in Critica Sociale, Anni
di piombo Superclan Hyperion (Parigi) Venezia Anni di piombo. Corrado Simioni. Simioni.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Simioni” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734275929/in/dateposted-public/
Grice e Simoni – gl’eretici italiani – gl’acuti
– i nobili -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Lucca). Filosofo. Figlio di Simoni, un
mercante di seta, la cui famiglia era originaria di Vagli, in Garfagnana e
Polissena, donna di una famiglia originaria di Vimercate. Studia con Bendinelli
e Paleario, due umanisti in dore di eresia. Il secondo fine sul rogo a Roma.
Legge sostenuto dal padre e dal patrizio veneziano Mocenigo peregrina nei
maggiori studi d'Italia: Bologna, Pavia, Ferrara, e Napoli. Si laurea a Padova.
Diversi ma tutti autorevoli i suoi professori: da Maggi a Cardano, da Boldoni
ad Brasavola. La sua formazione e di stampo aristotelico, come s'insegnava
nello studio padovano, con una forte esigenza razionalistica che aveva riflessi
nel campo religioso, tale da mettere in dubbio l'immortalità dell'anima e a
creare sospetti di eresia tra i professori e gli studenti di quella Università.
Con questa preparazione, Simoni fece ritorno a Lucca, dove fu tra i fondatori
del Collegio medico, esercitò la professione medica e sembra aver scritto i
suoi primi saggi di argomento filosofico. Nall'infanzia del Simoni, Lucca ha
vissuto un periodo concitato di aperti conflitti sociali e poi di tentativi di
riforme politiche e religiose, portate avanti dal gonfaloniere F.Burlamacchi e
dal circolo di intellettuali riuniti intorno a P. Vermigli, priore di San
Frediano. Quando ritorna a Lucca, quella fervida attività era già stata spenta
dalla reazione cattolica guidata dal vescovo inquisitore Guidiccioni, ma certo
quelle idee di Riforma circolano ancora sotterraneamente, e forse lui
stesso le aveva già raccolte durante i suoi trascorsi nelle diverse università
da lui frequentate. Sta di fatto che fu chiamato dalle autorità lucchesi
a dare spiegazioni sulle proprie opinioni. Per tutta risposta «non fidandosi troppo delle sue forze», cerca
la salvezza con la fuga: munito solo di un cavallo e dei propri risparmi, dopo
aver preso commiato dalla famiglia, fugge, accompagnato da un servitore, alla
volta di Ginevra. Negli atti ufficiali della Repubblica di Lucca, la sua
condanna per eresia risulta formalizzata. A Ginevra, patria del calvinismo, si
forma una numerosa colonia di emigrati italiani e tra questi non pochi erano i
lucchesi. La comunità italiana era inserita in una propria chiesa e Simoni vi
ebbe l'incarico di catechista. Preso a benvolere dall'influente teologo T. Beza,
ottenne di insegnare filosofia a Ginevra: un incarico dapprima senza compenso,
poi retribuito insieme con la nomina a Professore. Anche il padre Giovanni si
stabilì a Ginevra: in quello stesso periodo gli venne aumentato lo stipendio,
ottenne un alloggio gratuito e, nell'Accademia fu istituita appositamente per
lui la cattedra. A Ginevrà pubblica i primi saggi. Presso Crespin apparve
il suo “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et de his quae sub sensum
cadunt commentarius unus” è il commento al “De sensu et sensibilibus” di
Aristotele. In esso define la verità filosofica -- una premessa tipica
dell'aristotelismo padovanoma poi cerca di dimostrare che la ragione, indagando
la natura, può giungere a Dio, rivelando le verità di fede. In tal modo,
sostiene che anche ogni questione ha natura razionale e, qualora sorgano
contrasti, la ragione è in grado di comporli, indicando la via da seguire per
una corretta interpretazione: una conseguenza, seppure non esplicita uonel s
commento, della prevalenza della ragione sulla fede, è che il dogma espressione
della tradizionale subordinazione della ragione alla fede non ha motivo di
esistere. Il suo aristotelismo che poco concede alla teologia si conferma con i
successivi commenti all'Etica Nicomachea e al De anima, mentre Simoni condusse
una lunga e dura polemica contro il filosofo J. Schegk. Questi, proprio
all'opposto del Simoni, usa argomenti tratti dalla scolastica per dimostrare la realtà della
teoria, allora caldeggiata in ambienti luterani, della ubiquità del corpo di
Cristo. Simoni risponde con argomenti di carattere fisico dimostrando
l'irrealtà di tale assunto. Unn solo corpo fisico non può che occupare, nello
stesso tempo, un unico spazio determinato. Anche Cristo, in vita, e soggetto
alla legge naturale. Dopo la morte, Cristo mantenne soltanto una natura divina.
Non è sostenibile l'idea che Dio possa mutare una legge naturale. Ente perfetto
e primo motore immobile come l'aveva delineato Aristotele Dio agisce sulla
natura unicamente attraverso la sua perfezione che indirizza al bene gl’esseri
naturali. Il suo carattere collerico e l'alta considerazione che ha di sé
lo porta a una lite clamorosa con N. Balbani, un altro lucchese. Durante il
matrimonio della figlia di questi, Simoni lo coprì d'insulti, con grave
scandalo delle autorità di Ginevra, che fecero imprigionare Simoni e lo
espulsero dall'Accademia. A nulla valsero le suoi scuse presentate -- è
del resto probabile che la severità del Consiglio e del Concistoro ginevrino e motivata
anche dalla freddezza e dallo suo spirito d'indipendenza dimostrato che pure si
dichiarava calvinista, in materia di religione. Tuttavia Beza gli mantenne
ancora la sua amicizia e lo forne di una lettera di raccomandazione con la
quale si dirige alla volta di Parigi. A Parigi ottenne una buona
accoglienza. I calvinisti qui chiamati ugonottierano ancora tollerati e le
lusinghiere referenze gli fecero ottenere una cattedra di filosofia al Collège
Royal, dove le sue lezioni ottenneno subito un grande concorso di pubblico.
Come scrisse al Beza, alle sue lezioni assistevano sei o settecento uomini
barbati, dottori, professori, et altri di robba lunga, preti, frati, giesuiti et
altra simil razza d'uomini. Si ha congratulazioni di Ramo, che volle
incontrarlo e lo chiama “felicissimum et praestantissimum ingenium italicum”,
non però quelle del collega Charpentier, che teme che fosse stato mandato da
Ginevra per turbare questa scuola. Sapeva che la sua permanenza a Parigi era
precaria: «il nome di Ginevra mi nuoce più che il nome di ugonotto», né poteva
valere molto la protezione del cardinale Odet de Coligny, passato al
calvinismo. Riferiva di aver rifiutato offerte sostanziose da parte cattolica
per insegnare in loro collegi, a prezzo di una sua conversione, e di attendersi
un prossimo editto che avrebbe affrontato il problema della convivenza tra
cattolici e ugonotti. Un editto effettivamente ci e, emanato da Carlo IX,
con il quale si proibiva ai protestanti l'insegnamento pubblico. Così, perduti
anche i suoi saggi che gli furono sequestrati, e costretto ad abbandonare la
Francia. Si apre un nuovo periodo di difficoltà. Non potendo insegnare a
Ginevra, cerca di ottenere un incarico a Zurigo e a Basilea, sollecitando in
tal senso altri emigrati italiani come l'editore Perna e l'umanista Curione,
ma invano. I sospetti di anti-trinitarismo che gravano sul suo conto, da
quando, hfatto ha isita nel carcere di Berna all'«eretico» Valentino Gentile
poco prima che questi venisse giustiziato, e il recente scandalo provocato a
Ginevra non agevolavano il suo inserimento nelle élite intellettuali delle
città svizzere. Ottenne bensì una raccomandazione dal Bullinger per un
posto di insegnante a Heidelberg, ma anche qui rimase poco tempo: la sua
amicizia con l'anti-trinitario T. Erastus, il suo aristotelismo senza compromessi
dal nulla, nulla si crea, sostenne in una pubblica lezione, cosicché anche
Cristo era stato creato da Dio Padre e il suo carattere spigoloso gli
alienarono ogni simpatia e dove riprendere la via di Basilea. Ottenne una
cattedra straordinaria di filosofia all'Lipsia. Se puo fregiarsi della stima d’Augusto
I, non eguale considerazione ottenne dai suoi colleghi, che fecero gruppo a sé
e lo isolarono. Non si perse d'animo: molto popolare tra gli studenti per la
vivacità delle sue lezioni e lo spirito critico che infondeva negli allievi, fonda,
all'interno dell'Università, un'accademia sul modello umanistico italiano,
battezzandola degl’acuti. Degl’acuti, entra a far parte un gruppo di suoi
studenti. Le discussioni dovevano vertere sulla interpretazione di passi
aristotelici. I giovani così raggruppati intorno a lui dettero ben presto dello
spirito critico e dell'idea di esser superiori agl’altri, che il vivace
professore ha finito per insinuare nei loro animi. Pasquinate anonime contro un
professore, e il giorno dopo, un litigio clamoroso tra questo e il Simoni,
iniziano una serie di incidenti che ha termine con la soppressione degl’acuti.
La soppressione degl’acuti, decisa dal Senato universitario, testimonia i
difficili rapporti intercorrenti tra l'Università e lui, che per altro in città
era reputato ospite illustre, professionista affermato e ricercato, uomo di
mondo e di cultura dalla posizione prestigiosa, che gode della stima e del
rispetto dei suoi concittadini, e la cui fama oltrepassa la frontiera del paese
che gli dava ospitalità. Infatti, oltre a insegnare filosofia e ad avere
allievi anche illustri, come il prìncipe Radziwiłł, esercita la professione
medica, vantando clienti di riguardo. Pubblica
il suo saggio filosofico più originale, la “De vera nobilitate”, dedicato ad
Augusto I. La vera nobiltà è la virtù dell'anima umana, la quale è intesa
aristotelicamente come forma del corpo. La virtù dell'anima è perciò
strettamente legata alla particolare costituzione del corpo, trasmessa
nell'individuo di generazione in generazione dal seme del padre, che
costituisce la causa efficiente del singolo essere. Non per nulla da ‘genere’ deriva
‘generoso’. Se pure non ogni nobile e generoso, chi è generoso è considerato
nobile. Le differenze sociali tra gl’uomini e le conformazioni dei loro corpi
sono egualmente corrispondenti per necessità naturale. La natura vuole infatti
fare diversamente il corpo dei liberi da quelli dei servi. Questi robusti e con
deformità necessarie al loro particolare utilizzo. Quelli diritti e belli,
perché non desti tali fatiche, ma alla vita civile. L’educazione svolge una
funzione per la formazione dell'uomo, ma resta inferiore a quella naturale. Di
due giovani, di diversa estrazione sociale ma educati allo stesso modo, il
nobile risulta meglio formato, in quanto la natura lo ha costituito di una
materia superiore. L'educazione ha lo stesso effetto della medicina. Fa
recuperare la propria condizione di salute, ma non può migliorarla oltre il
limite fissato dalla natura. Viene da sé che le famiglie nobili d’Italia diano
lustro alla nazione italiana, formando l'élite della società civile sotto
l'aspetto culturale e politico. Questo avviene nella nazione italiana, di
antica civiltà in sostanza. Presso i barbari non può esistere nobiltà. Il
barbaro e giustamente detto servo per natura e in quanto servo non porta in lui
nessuna virtù, essendo nato per servire sotto una tirannia e non in un regio e
civile governo. La virtù dei nobili non possono consistere nell'accumulare
ricchezze, ma essa e ugualmente attiva e pratica. E la virtù civili del
politico, che si occupa del benessere dei cittadini, quelle del medico, che si
occupa della salute degli individui, del fisiologo, che studia la natura e
infine del metafisico, che studia le cose divine. Queste ultime, insieme alla
virtù della contemplazione, è però meglio riservarle nella vita che ci attende dopo
la morte, quando quei problemi saranno facilmente risolti. Queste cose sono irrise
dai politici, tra i quali, non tra gli angeli, si discute di nobiltà. Nel
frattempo, è opportuno dedicarsi alle cose di questo mondo ed essere utili alla
società degl’uomini. Si loda Socrate il quale, trascurate le altre parti della
filosofia, coltiva quella sola che era più adatta ai costumi degli uomini e
alle istituzioni civili. Che la vera nobiltà si debba esprimere nell'attività
pratica e civile è ribadito più volte. La nobiltà spunta fuori dalla società
civile, non dalla solitudine e la virtù spirituale, come quelle mostrate
dai mistici e dai contemplativi, non e virtù nobile propria dell'essere umano.
Questa virtù discende direttamente da Dio e perciò non derivano da generazione spermatica
naturale del padre, non sono frutto della carne e del sangue il fondamento
della vera nobiltà e non essendo ereditarie non puo essere considerata virtù
nobile. Naturalmente, ai innobili non
possono essere affidati incarichi di responsabilità nel governo della società,
ma al più solo l'esercizio di magistrature minori. Derivando dal sangue la
nobiltà, non si può diventare autenticamente nobili attraverso conferimenti
onorifici, anche se concessi da un sovrano mentre, al contrario, un autentico
nobile non può essere privato della fama e dell'onore, perché in lui opera
sempre quella forza e quell'efficacia naturale ricevuta dai suoi antenati. Dopo
questa applicazione dei principi aristotelici al vivere civile e al governo
dello Stato, che deve essere affidato a chi per natura fa parte degl’ottimati,
si dedica a trattare temi propriamente medici. Appare a Lipsia il suo “De
partibus animalium” ove descrive la conformazione del feto, la “De vera ac
indubitata ratione continuationis, intermittentiae, periodorum febrium
humoralium”; l'”Artificiosa curandae pestis methodus” ; la “Synopsis brevissima
novae theoriae de humoralium febrium natura” -- temi di drammatica attualità, a
Lipsia, investita da un'epidemia di peste. Ottene il permesso di
esercitare la professione medica all'interno dell'Università, pur senza
ottenere, oltre quella straordinaria di filosofia, anche una cattedra di
medicina. Presenta ad Augusto I una proposta di riforma universitaria. S'indica
la necessità di una maggiore cura nell'assunzione dei professori, che dovevano
dimostrare non solo di possedere la necessaria scienza, ma anche capacità
didattiche. Dovevano anche essere obbligati a tenere un maggior numero di
lezioni s'imponevano multe ai professori inadempienti mentre la durata
dell'anno accademico veniva prolungata. Particolare cura dedica
all'insegnamento. Dovevano tenere lezioni cinque professori, tra i quali un
chirurgo che avrebbe tenuto esercitazioni di anatomia e fatto dimostrazioni
pratiche di cura delle diverse affezioni. La qualità dell'insegnamento teorico
anda migliorata. Ritene che corressero troppe affermazioni dogmatiche, che
sarebbero dovute essere verificate dalla pratica e dal rigore della
dimostrazione dialettica. A questo proposito opina che avrebbe giovato
un'accurata conoscenza delle opere di Aristotele. Non mancavano poi
critiche severe sull'attuale andamento dell'Lipsia. I rettori erano scelti
grazie alle loro aderenze, si promuovevano studenti immeritevoli, vi era scarsa
pulizia, la farmacia universitaria era mal tenuta. Tali proposte e simili
critiche non potevano che alimentare ancor più l'ostilità dei colleghi. Egli
non sembrava preoccuparsene: la stima dell'Elettore Augusto si manteneva
immutata, se lo fece nominare Professore di filosofia e lo promosse a suo primo
medico personale. Avvenne tuttavia che, su sollecitazione della chiesa
luterana, la quale aveva preparato una confessione di fede che in particolare
tutti funzionari e gli impiegati, a vario titolo, dello Stato avrebbero dovuto
firmare, l'Elettore pretese tale sottoscrizione anche dal professor Simoni,
ottenendone un netto rifiuto. Racconta lo stesso Simoni che, avendo
«rifiutato costantemente di sottoscrivere quella che i teologi sassoni denominarono
Formula di Concordia, il Principe Elettore rivolse il suo sdegno contro di me».
Al che il Simoni «decise di andarsene e, nonostante l'Elettore cercasse
d'impedirlo, diede l'ultimo saluto a quelle popolazioni. Si trasferì a Praga,
dove venne assunto quale medico personale di Rodolfo II. Tale incarico e il
carattere cattolico dell'Impero di cui era ora suddito rendeva necessario un
chiarimento sulle sue posizioni religiose, poiché era nota la rottura avvenuta
a Ginevra con i calvinisti e a Lipsia con i luterani. Simoni si adeguò
facilmente alla nuova situazione e abiura pubblicamente le passate convinzioni,
ritrattò quanto nei suoi scritti poteva esservi di eretico e abbraccia formalmente
il cattolicesimo. Si tratta di una scelta di convenienza, seppure comprensibile
nel clima torbido delle persecuzioni e dell'intolleranza. Lo scrisse lui stesso
all'amico N. Selnecker, un teologo luterano. Confesso di aver abiurato, anche
se non avrei voluto farlo neppure a costo del mio sangue. Di tale mio atto
altri comunque sono i responsabili. In nessun altro modo avrei potuto infatti
salvare la mia vita, quella di mia moglie e dei miei figli che speravo di poter
condurre con me»la moglie morì poco dopo e i tre figli rimasero affidati a
Lipsia al nonno materno«io, un italiano perseguitato a causa della religione
luterana, dichiarato nemico della patria, esposto per decreto del Senato
all'agguato di sicari. E ricordò la sorte di chi non si era piegato a
compromessi. I che vidi con questi occhi il Paleologo, esule per causa di religione,
condotto su richiesta del legato pontificio dalla Moravia a Vienna, e di qui
trascinato in catene a Roma (si sente dire che ormai è stato crudelmente arso
sul rogo), io che ero circondato da ogni parte da infinite difficoltà e
pericoli di ogni genere, che cosa avrei dovuto fare? Questa lettera non venne
agli occhi dei gesuiti, che vantarono il successo ottenuto con la presunta
conversione del medico famoso, il quale avrebbe promessoa dir lorodi
collaborare nella lotta agli eretici. La loro soddisfazione non dovette però
durare a lungo, o forse essi stessi credettero poco alla conversione del
Simoni, se lo storico gesuita Sacchini poteva qualificarlo di «miserabile uomo che in
disprezzo di ogni religione sprofondò nell'empietà», mentre tra i protestanti
Beza, alla notizia della sua conversione, commentò di essere sempre stato
convinto che l'unico Dio fosse in realtà Aristotele. J. Monau, dopo aver
ricordato i suoi continui trascorsi da cattolico si è fatto calvinista, da
calvinista antitrinitario, da antitrinitario luterano, e ora di nuovo papista. lo
tratteggia da uomo profano ed empio, come indicano sia i suoi costumi, sia i
suoi discorsi, sia tutta la sua vita. Forse egli stesso sente di essere
circondato da un clima di diffidenza se non di disprezzo, perché prende la
risoluzione di lasciare le terre dell'Impero per trasferirsi in Polonia.
Sembra che sia stato un altro italiano, N. Buccella, medico personale del re Stefamo
Báthory, a raccomandarlo come medico della corte di Cracovia. Buccella, di fede
anabattista, gode di notevole considerazione, né la sua fama di eretico gli
aveva pregiudicato l'esercizio della professione in quella Polonia che era
ancora un paese tollerante. Il prestigioso incarico e la fama stessa di cui da
tempo godeva gl’apre le porte della migliore società. Riprese a pubblicare
alcuni saggi: la “Disputatio de putredine” è una confutazione, sulla scorta di
Aristotele, delle teorie d’ Erastus, mentre la “Historia aegritudinis ac mortis
magnifici et generosi domini a Niemsta” è una relazione sulla morte di un borgomastro.
Sulla malattia di quest'ultimo torna nel “Simonius supplex” insieme con una
delle solite polemiche che lo videro ora opporsi al medico di Squarcialupi. Una
nuova svolta nella sua si verifica con
la malattia e la morte del re Stefano. Báthory si sente male nel suo castello
di Grodno, e nel consulto tenuto dal Buccella e da Simoni emersero serie
divergenze. Bucella giudica molto grave le condizioni di Stefano/ Simoni
ritenne che non ci fosse nessun pericolo. Due giorni dopo le condizioni del re
si aggravarono e i due medici si trovarono d'accordo nell'imporre un salasso al
re ma in contrasto sulla dieta. Simoni e favorevole a fargli bere del vino, che
Buccella intendeva invece proibire. Nemmeno nella diagnosi si trovarono
d'accordo. Per Buccella, il re soffre di asma. Per Simoni, di epilessia. Sopravvenne
una nuova grave crisi e il re perse conoscenza. Pur giudicando molto gravi le
sue condizioni di salute, Simoni rassicura i circostanti, perché, a suo dire,
non c'era ancora pericolo di morte. Appena pronunzia queste parole che il re
spira. Lascia il castello e non volle assistere all'autopsia, sostenendo che
fosse inutile, poiché l'epilessia “ab infernis partibus ducit originem” e non
lascia tracce nel cadavere. Coordinata da Buccella, l'autopsia e effettuata da
Zigulitz, che accerta una grave alterazione dei due reni. La ri-cognizione
dello scheletro di Báthory conferma che la morte avvenne per de-generazione renale,
uremia e calcolosi. Cracovia: chiesa di San Francesco pubblica a sua difesa lo “Stephani
primi sanitas, vita medica, aegritudo, mors” che e violentemente contestato dal
“De morbo et obitu serenissimi magni Stephani” scritto da Chiakor su
ispirazione di Buccella. La polemica prosegue a lungo, coinvolgendo altri amici
di Buccella, e degenerando in insulti e attacchi sulle convinzioni filosofiche
dei due protagonisti. Contro Simoni, tra gli altri, e indirizzato l'opuscolo “Simonis
Simoni lucensis, primum romani, tum calviniani, deinde lutherani, denuo romani,
semper autem athei summa religio”. Alla fine, Sigismondo III ri-conferma
Buccella nella carica di medico curante, escludendo Simoni da ogni incarico di
corte. Da allora, le notizie su lui si fanno scarse. Pur senza avere
incarichi ufficiali, mantenne una ricca clientela e godette della considerazione
di Rodolfo, dei principi Radziwiłł, di Pavlowski
e dei gesuiti, dai quali si fa ri-ilasciare un salva-condotto per rientrare in
Italia e recarsi a Roma. Precauzione necessaria, con i suoi trascorsi: una
precauzione maggiore e però quella di rinunciare al viaggio. La sua vita
agitata ha così fine a Cracovia, come lo ricordava la lapide posta sulla sua
tomba nella chiesa di San Francesco. La data di nascita si deduce dalla lapide
sepolcrale, poi andata distrutta in un incendio, posta nella chiesa di San
Francesco, a Cracovia, nella quale era scritto che il Simoni «ultimum diem
clausit III, aIl testo della lapide è in S. Ciampi, Viaggio in Polonia, Queste
notizie biografiche si apprendono da saggio di Simoni, “Scopae, quibus verritur
confutation”. Per secoli gli storici discuteno del luogo della sua nascita. M.
Verdigi, Simone Simoni, filosofo e medico, C. Madonia, Simone Simoni da Lucca, C.
Lucchesini, Come scrive egli stesso: S. Simoni, “Synopsis brevissima” C.
Madonia, Simone Simoni da Lucca, G.
Tommasi, “Sommario della storia di Lucca”; A. Pascal, “Da Lucca a Ginevra.
Studi sull'emigrazione religiosa lucchese”; A. Fabris, “La filosofia di Simoni”
n M. Verdigi, Simone Simoni, S. Simoni a
Teodoro di Beza, in A. Pascal, Da Lucca a Ginevra, e in M. Verdigi, Simone
Simoni, cS. Simoni a Teodoro di Beza, in M. Verdigi, Simone Simoni, D. C.
Madonia, Simone Simoni, F. Pierro, La
vita errabonda di uno spirito einquieto. Simone Simoni, S. Simoni, Simonius
supplex in C. Madonia, Simone Simoni da
Lucca, M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo
dell'eretico lucchese. Il paleo-logo e decapitato in carcere e il cadavere arso pubblicamente a Roma, nel
campo de' fiori. M. Firpo, Alcuni documenti sulla conversione al cattolicesimo
di un eretico lucchese; F. Sacchini, Historia Societatis Jesu, in M. Verdigi,
Simone Simoni, T. di Beza, lettera a R. Gwalther, in A. Pascal, Da Lucca a
Ginevra, J. Monau, lettera a J. Crato, in D. Caccamo, “Eretici italiani” Pierro,
La vita errabonda di uno spirito inquieto. Simone Simoni, C. Madonia, Simone
Simoni da Lucca. Altre saggi: “In librum Aristotelis de sensuum instrumentis et
de his quae sub sensum cadunt commentarius unus” (Genevae, Crispinum); “Commentariorum
in Ethica Aristotelis ad Nicomachum, liber primus” (Genevae, apud Ioannem
Crispinum); “Interpretatio eorum quae continentur in praefatione Simonis
Simonij Lucensis, Doct. Med. & Phil. cuidam libello affixa, cuius
inscriptio est: Declaratio eorum quae in libello D. D. Iacobi Schegkii, &
c.” (Genevae, Crispinum); “Phisiologorum omnium principiis Aristotelis De anima
libri tres” (Lipsiae, Võgelin); Antischegkianorum liber unus, in quo ad obiecta
Schegkii respondetur, vetera etiam nonnulla, dialectica & phisiologica
praesertim, errata eiusdem, male defensa & excusata inculcantur, novaque
quam plurima peiora prioribus deteguntur, Basileae, apud Petrum Pernam, Responsum
ad elegantissimam illam modestissimamque praephationem Jacobi Schegkii, cui
titulum fecit Prodromus antisimonii” “Ad amicum quendam epistola, in qua vere
ostenditur, quid causae fuerit, quod responsum illud, quo maledicus, &
multis erroribus refertus Iacobi Schegkij doctoris & professoris
Tubingensis liber plene refellitur, nondum in lucem prodierit, Parisiis, in
vico Jacobaeo; “De vera nobilitate” (Lipsiae, Rhamba); “De partibus animalium,
proprie vocatis Solidis, atque obiter de prima foetus conformatione” (Lipsiae,
Rhamba); “De vera ac indubitata ratione continuationis, intermittentiae,
periodorum febrium humoralium” (Lipsiae, Bervaldi); “Artificiosa curandae
pestis methodus, libellis duobus comprehensa” (Lipsiae, Steinmann); “Synopsis
brevissima novae theoriae de humoralium frebrium natura, periodis, signis, et
curatione, cuius paulo post copiosissima et accuratissima consequentur
hypomnemata; annexa eiusdem autoris brevi de humorum differentiis
dissertatione. Accessit eiusdem Simonis examen sententiae a Brunone Seidelio
latae de iis, quae Jubertus ad axplicandam in paradoxis suis disputavit” (Basilea,
Pernam); “Historia aegritudinis ac mortis magnifici et generosi domini a
Niemsta” (Cracovia, Lazari); “Disputatio de putredine” (Cracovia, Lazari); “Commentariola
medica et phisica ad aliquot scripta cuiusdam Camillomarcelli Squarcialupi nunc
medicum agentis in Transilvania” (Vilna, Velicef); “Simonius supplex ad
incomparabilem virum, praeclarisque suis facinoribus de universa republica
literaria egregie meritum Marcellocamillum quendam Squarcilupum Thuscum Plumbinensem
triumphantem”; “Pars in qua de
peripneumoniae nothae dignitione curationeque in domino a Niemista, de subiecto
febris, de rabie canis, de starnutamento, de infecundis nuptiis agitur” (Cracovia,
A. Rodecius); “D. Stephani primi Polonorum regis magnique Lithuaniae ducis vita
medica, aegritudo, mors” (Nyssae, Reinheckelii); “Responsum ad epistolam
cuiusdam G. Chiakor Ungari, de morte Stephani primi”; “Responsum ad
Refutationem scripti de sanitate, victu medico, aegritudine, obitu, D. Stephani
Polonorum regis, Olomutii, Scopae, quibus verritur confutatio, quam advocati
Nicolai Buccellae Itali chirurgi anabaptistae innumeris mendaciorum, calumniarum,
errorumque purgamentis infartam postremo emiserunt, Olomutii, typis F.
Milichtaler, Appendix scoparum in N. Buccellam, F. Sacchini, Historiae
Societatis Iesu, Antverpiae, Ex officina filiorum Martini Nutii, Sebastiano
Ciampi, Viaggio in Polonia, Firenze, presso Giuseppe Galletti, Cesare Lucchesini”
(Lucca, tGiusti); G. Tommasi, Sttoria di Lucca” (Firenze, Vieusseaux); A. Pascal,
“Da Lucca a Ginevra. Studi sull'emigrazione religiosa lucchese, Rivista storica
italiana, D. Cantimori, “Un italiano a Lipsia” Studi Germanici», F. Pierro, La
vita errabonda di uno spirito inquieto” (Minerva, Torino); D. Caccamo, “Eretici
italiani” (Firenze, Sansoni); M. Firpo, “Alcuni documenti sulla conversione al
cattolicesimo dell'eretico lucchese Simoni”, “Annali della Scuola normale
superiore di Pisa», Madonia, Rinascimento»,
Firenze, Sansoni, C. Madonia, Il soggiorno in Polonia, in «Studi e ricercheI», Verdigi,
Lucca, G. Tiraboschi su Simone Simoni, in Biblioteca Modenese, Modena, S. Ciampi, Viaggio in Polonia, sC. Lucchesini,
Della storia letteraria del Ducato lucchese, G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca, su books.google. S. Simoni, Antischegkianorum
liber unus, su books.google. S. Simoni, De vera nobilitate, su books.google. S.
Simoni, Artificiosa curandae pestis methodus. Simone Simoni. Simoni. Keywords:
eretici italiani. Luigi Speranza, “Grice e Simoni” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733807058
Grice e Sini – la filosofia del segno –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Bologna). Filosofo. Grice:
“I like Sini; especially his “I segni dell’anima,” since this is, in a
nutshell, what my philosophy has been all about: the signs of the soul!” Studia
a Milano sotto Barié e Paci, con il quale si laurea. Insegna ad Aquila e MilanoMembro
per del Collegium Phaenomenologicum di Perugia, della Società Filosofica
Italiana e socio dei Lincei, dell'Istituto lombardo di scienze e lettere. Insignito
per una sua opera del Premio della Presidenza del Consiglio dello Stato Italiano.
Collabora al Corriere della Sera e la Rai. Dirige per Versorio la collana
"Pragmata", membro del comitato scientifico del festival La Festa
della Filosofia. Premiato da Milano con l'Ambrogino d'oro. Con Grice, tra i
primi a segnalare all'attenzione l'importanza della teoria del segno di Peirce.
Propone un filone di ricerca sulla convergenza dei percorsi di Peirce e
Heidegger sul filo dell'ermeneutica benché la sua formazione didattica fosse di
orientamento prevalentemente fenomenologico. La sua proposta teoretica si
concentra sul tema della scrittura e sulla centralità dell' abecedario come
forma logica della filosofia nella lingua del Lazio. In “Figure
dell'enciclopedia filosofica” rende conto della radicalità del gesto istitutivo
di Lucrezio e della nascita della filosofia romana in modo da illuminare la
genealogia della nostra civiltà e le figure del suo destino. Questo saggio si
misura con nodi problematici e profondi della nostra cultura. Si mostra la
verità del gesto filosofico di Lucrezio nel tratto tecnologico dell’abecedario
che trasforma la relazione al mondo in cosità (de rerum natura). La pratica del
concetto, infatti, in-forma il paradigma dell'oggettività (in rerum natura) e
traduce la sterminate antichità dell'umano all'interno dell'ambito crono-topico
della visione logica elaborata dalla scansione dell’abecedario del mondo con la
conseguente nascita del tempo e del sapere storico. All'educazione mitologica
dei corpi dei uomini si sostituisce l'educazione dei animi nella ri-mozione
delle qualità sensibili della vita vissuta. Prima operazione di ingegneria
genetica che comporta sia la nascita del soggetto morale nella paideia del bio-politico
(come Nietzsche intuisce) sia il conseguente destino nichilista rivelato dal dis-incanto.
Ma l'intreccio, che dalla pre-istoria conduce ai nostri giorni, rinvia al
desiderio e all'iscrizione originaria che danza nelle figure del sesso e della
morte. La soglia così dischiusa, annunciata dalla verità analogica dell'evento
mimato nella generazione, permette il passaggio del movente desiderante nel
desiderio di vita eternal. Platone e la logica disgiuntiva hegeliana
rappresentano i due poli più rilevanti di questa consapevolezza lancinante.
Addirittura, tutta la filosofia platonica è probabilmente da pensare come la
domanda più alta e profonda che sia mai stata posta alla sapienza di Dioniso. E così, dagli ominidi alla società
dell'informazione, sul filo delle pratiche che ne circoscrivono le traiettorie,
la trama del senso transita al segno disegnando le coordinate del nostro tempo
e il predominio della visione scientifica e delle sue figure che dileguano la
consistenza dell'inter-soggetivito, profilando nel rituale pubblico del potere
finanziario, e nella conseguente imposizione dell'universalità oggettiva, un
paradosso costitutivo che nasconde nuove e positive opportunità ancora tutte da
scoprire (e attualmente mascherate dalla deleteria mercificazione imperante).
Delineando nuove occasioni di senso, le figure dell'enciclopedia invitano a
sognare più vero, vale a dire ad abitare la conoscenza filosofica
nell'esercizio dell'evento del significato nella concretezza delle sue
pratiche. Ethos di una nuova scrittura della soggezione del mortale al
desiderio, nell'apertura al transito della vita. Approfondisce la questione del
logos (parola, ragione) e della tecnica facendo del primo il fondamento ultimo,
della seconda l'essenza. Una posizione di rilievo e in controtendenza
all´interno del panorama di questa specifica area della filosofia
contemporanea. Altre saggi: “I greci” ((Nuova Accademia di Belle Arti Editrice,
Milano), “La funzione della filosofia” (Marsilio, Padova); “La fenomenologia”
(Nigri, Milano); “Storia della filosofia” (Morano, Napoli); “Il pragmatismo
(Laterza, Roma); “Segno” (Mulino, Bologna); “Passare il segno” (Saggiatore,
Milano); “Kinesis. Saggio d'interpretazione (Spirali, Milano)”; “Il Metodo”
(Unicopli, Milano); Parola e silenzo” (Marietti, Genova); “Segni dei animi” (Laterza,
Bari); “Segno ed immagine” (Spirali, Milano); “Segni dei uomini” (Egea, Milano):
“L'espressione e il profondo” (Lanfranchi, Milano)”, Etica della scrittura (Il
Saggiatore, Milano, Mimesis, Milano); “Pensare il Progetto” (Tranchida, Milano);
“Filosofia teoretica” (Jaca, Milano) Variazioni sul foglio-mondo. Peirce,
Wittgenstein, la scrittura” (Hestia, Como), “L'incanto del ritmo” (Tranchida,
Milano Filosofia e scrittura (Laterza, Roma); “Scrivere il silenzio:
Wittgenstein e il problema del linguaggio” (Egea, Milano); “Teoria e pratica
del foglio-mondo (Laterza, Roma-Bari) Gli abiti, le pratiche, i saperi (Jaca Book,
Milano) Scrivere il fenomeno: fenomenologia e pratica del sapere (Morano, Napoli)
Ragione (Clueb, Bologna) Idoli della conoscenza (Cortina, Milano La libertà, la
finanza, la comunicazione (Spirali, Milano) La scrittura e il debito: conflitto
tra culture e antropologia” (Jaca, Milano); “Il comico e la vita” (Jaca, Milano);
“Figure dell'enciclopedia filosofica. Transito verità” (Jaca, Milano), “L'analogia
della parola: filosofia e metafisica; La
mente e il corpo: filosofia e psicologia; Origine del significato: filosofia ed
etologia; La virtù politica: filosofia e antropologia; Raccontare il mondo:
filosofia e cosmologia; Le arti dinamiche: filosofia e pedagogia La materia delle cose: filosofia e scienza dei
materiali (Cuem, Milano); “La verità e la vita” (Ghibli, Milano) Del viver
bene: filosofia ed economia (Cuem, Milano); “Distanza un segno: filosofia e semiotica”
(Cuem, Milano); “Il gioco del silenzio
(Mondadori, Milano); “Il segreto di
Alicia” (AlboVersorio, Milano); “Eracle al bivio: semiotica e filosofia” (Bollati
Boringhieri, Torino); “Da parte a parte. Apologia del relativo (Ed. ETS, Pisa) L'uomo, la macchina, l'automa:
lavoro e conoscenza tra futuro prossimo e passato remoto (Bollati Boringhieri,
Torino) L'Eros dionisiaco (Versorio, Milano); “Figure d'Occidente” (Versorio,
Milano); “La nascita di Eros” (Versorio, Milano, ); “Spinoza” (Time, Milano ); E.
Redaelli, Il nodo dei nodi. L'esercizio della filosofia” (Ets, Pisa); “Il
filosofo e le pratiche. In dialogo con Sini (E.Redaelli, BrovelliCrippa, Valle, Redaelli), Milano, CUEM. Vincenzo Comerci,
Filosofia e mondo. Il confronto di Sini, Milano, Mimesis. Cristiano, La filosofia di Sini. Semiotica ed
ermeneutica (Milano, Mimesis) Collana
Pragmata, in AlboVersorio, Cfr. Copia archiviata, su unimi). Logos e techne, tecnologia e filosofia, Sini Noema,
Treccani Enciclopedie o Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nòema la rivista online di filosofia diretta
da Rossella Fabbrichesi e Carlo Sini, su riviste.unimi. Archivio Carlo Sini il
luogo ove i materiali relativi ai passati corsi universitari del prof. Sini ed altro
ancora, su archiviocarlosini. Lectio Magistralis di Carlo Sini su La Différance,
Arcoiris TV, Riflessioni sul Senso della Vita. Intervista di Ivo Nardi, Riflessioni Collana Pragmata, Versorio. Carlo
Sini. Sini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sini” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701305297/in/photolist-2mPrb68-2mPukhq-2mPpb7N-2mPpwbZ-2mNzeEc-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLP6FB-2mLFz5i-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLPa8B-2mLFBT9-2mLLerS-2mLEGPt-2mLLeDF-2mLNg8K-2mLNeAm-2mPu6xB-2mKRfHn-2mKMjs5-2mPsfT9-2mKyErQ-Ng2dT2-28DhAYd-DndBhH-Bq6mau-BvUfSB-FKiWA6-FcebeC-CRAGiK-BpXH8h-CfbuaM-Ckaz7s-CntuMM-CntseF-BUPaNy-q8gsC7-q7XSd8-pQKmoV-m3tK8a
Grice e Siracusa – i bagni di Pozzuoli – filosofia
siciliana -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Siracusa). Filosofo. Grice: “We know
William was from Ockham but we call him Ockham; similarly, Alcaldino was from
Siracusa, so we should call him Siracusa!” -- Vissuto vicino alla corte degli
Hohenstaufen. Sebbene non vi siano certezze sull'esatto anno di nascita di
Alcadino, a parere di un suo biografo, egli sarebbe nato a Siracusa. Suo padre
lo manda a studiare a Salerno, presso la celebre scuola medica. Dopo gli studi
in lettere, si cimenta in quelli di filosofia, raccogliendo attorno a sé una
serie di seguaci. Quindi, in seguito alla conclusione del corso regolare degli
studi, e scelto per fare da insegnante filosofia presso la stessa scuola
salernitana. Divenuto uno dei più stimati filosofi della scuola, e chiamato
alla corte di Enrico VI , che nel frattempo era entrato in possesso del regno
di Sicilia, ed e assunto come filosofo del sovrano. Dopo la morte di Enrico,
divenne il filosofo di lui figlio,
Federico II, che lo rese degno di confidenza e apprezzamento. Oltre alle
ordinarie attività legate alla prosa filosofica, si occupa anche di poesia.
Scrive un saggio in versi sui bagni minerali di Pozzuoli, il “De Balneis Puteolanis”.
In questo poema filosofico rimato vengono descritti con precisione il luogo, le
qualità e le virtù dei suddetti bagni. Scrive inoltre due opere nelle quali
celebrava le gesta di Enrico VI e Federico II. Altri saggi: “De Balneis
Puteolanis”; “De Triumphis Henrici Imperatoris De His Quae a Friderico II
Imperatore Praeclare ac Fortifer Gesta Sunt. P. Panvini di S. Caterina Salvatore
De Renzi. P. Panvini di S. Caterina,
Biografia degli uomini illustri della Sicilia, Giuseppe Emanuele Ortolani, Tomo
I, Napoli, S. De Renzi, “Storia documentata della scuola medica di Salerno” (Napoli).
Siracusa. Keywords: i bagni di Pozzuoli. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Siracusa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733795423/in/datetaken/
Grice e Sirenio – libero arbitrio –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescia). Filosofo. Insegna Bologna. “De fato” (Venetiis,
Giordano Ziletti). Sirenio. Keywords: libero arbitrio, contingetia,
possibilitas, necessitas, ‘secundum philosophorum opinionem” -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sirenio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691552363/in/photolist-2mKNHBr
Grice e Solari – iustum/iussum – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Albino),
Filosofo. Frequenta il prestigioso Collegio San Francesco di Lodi retto dai Barnabiti
per poi proseguire gli studi a Messina, da dove poi si trasferì presso Torino.
Si forma nel Laboratorio di Economia Politica di Martiis, per poi scegliere la
filosofia del diritto sotto la guida di Carle. Anche membro di una tra le
istituzioni culturali più prestigiose a livello nazionale: l'Accademia Nazionale
dei Lincei. Autore di un idealismo sociale e studioso di Pagano, esponente
della scuola di filosofia del diritto dell'Torino, dove tenne questa cattedra quando
succedette a Carle all’anno in cui fu sostituito da Bobbio. Ha tra i suoi allievi lo stesso
Bobbio, Treves, Scarpelli, Gobetti, Entrèves, Pareyson, Firpo, Colli, Leoni,
Einaudi e Goretti. Per tutta la vita si dedica esclusivamente
all'insegnamento universitario, rifiutando qualsiasi incarico pubblico (non
diventa nemmeno preside della sua facoltà); le cattedre da lui ricoperte sono
state nelle Messina, Cagliari e Torino. Presta il giuramento di fedeltà al
fascismo. Saggi: “La scuola del diritto naturale nelle dottrine etico-giuridiche”
(Torino, Bocca); “L'idea individuale e l'idea sociale nel diritto privato”; “Lezioni
di filosofia del diritto” (A.T.U., Torino); “Filosofia del diritto privato”; “Lezioni
di filosofia del diritto”; “Studi storici della filosofia del diritto” (Giappichelli,
Torino). S. Fiori, Il professorie che dice "NO" al Duce, in La
Repubblica, Lezioni di filosofia del diritto; G. Carle e G. Solari, raccolte da
G. Bruno” (A.T.U., Torino); “Studi storici di filosofia del diritto” (Giappichelli,
Torino); “Nella cultura” (FrancoAngeli, Milano); A. Contu, “Questione sarda e
filosofia del diritto in Solari” (Giappichelli, Torino); D. Cugini, “Commemorazione” (Albino); “Agostino,
Il problema del diritto e dello Stato nella filosofia del diritto di Hegel (Giappichelli,
Torino); L. Firpo, La filosofia politica (Laterza, Bari). Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gioele Solari.
Solari. Keywords: Giorgio Guglielmo Federico Hegel, Spaventa, hegelianismo,
iustum/iussum – storia della filosofia del diritto romano – cicerone. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Solari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733503931/in/datetaken/+
Grice e Soleri – funzionalità veritativa
dei connettivi – filosofia italiana – Luigi Speranza (Pagliero di San Damiano Macra). Filosofo.
Studia a Milano sotto Olgiati. Insegna a Saluzzo. Saggi: “Il problema
metafisico del male” (in “Sapienza”); “Inevitabilità e decisività del problema
teologico”; “La proprietà” (S.E.I. Torino); “Telesio, La Scuola, Brescia); “Lucrezio,
La Scuola, Brescia); “Antonino” (La Scuola, Brescia); “L'immortalità
dell'anima” (S.E.I., Torino); “Economia e morale” (Borla, Torino); “Essere,
atto, valore in”; “Il problema del valore” (Morcelliana, Brescia); “Incisività
e decisività del problema teologico”, in “Studia Patavina”, “Orizzonte della
metafisica”; D. Ettore, “Soleri” (Saluzzo). Soleri. Keywords: Telesio,
Lucrezio, Antonino, Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Soleri” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734127339/in/datetaken/
Grice e Somenzi – il naturale, il
innaturale, il sovranaturale – filosofia italiana – Luigi Speranza (Redondesco). Filosofo. Ufficiale meteorologo dell'Aeronautica. Partecipa alla
Resistenza, lavora all'ufficio studi dello Stato maggiore. Si divide tra la
carriera militare e quella accademica, optando infine per la cattedra di
filosofia a Roma. Tra i suoi allievi vi e Cordeschi. Partendo da un
interesse per l'operazionismo, dirige i suoi studi teorici alla cibernetica e
fu tra i primi a interessarsi di intelligenza artificiale e a studiare i
rapporti mente-cervello e mente-macchina. Saggi: “La filosofia della
scienza” (Milano, Bocca); “La meccanica quantistica” (Milano, Bocca); “L'
operazionismo” (Milano, Comunità); “La scienza nel suo sviluppo storico” (Torino,
ERI); “Automi” (Torino, Boringhieri); “Tra fisica e filosofia” (Roberto Donolato,
Abano Terme, Piovan); “La materia pensante” (Milano, CLUP Città Studi); Fonte:
A. Rainone, Enciclopedia Italiana, riferimenti in. Saggi in onore, Roma, Union
Printing, antologia e testimonianze, Mantova, Fondazione Banca agricola
mantovana, Cibernetica Intelligenza artificiale
A. Rainone, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Un maestro del
domandare, di Cd Del Bello, da Giano, sito "Metodologia". Filosofo al
servizio della scienza, Corriere della Sera, Archivio storico. Vittorio
Somenzi. Somenzi. Keywords: naturale, sovranaturale. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Somenzi”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734110694/in/datetaken/
Grice e Sordi – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Centenaro di
Ferriere). Filosofo. Figlio di Agostino e Giovanna Taschieri, si fa religioso
nella Compagnia di Gesù e ben quattro dei suoi fratelli seguirono il suo
esempio. Entra nel seminario di Piacenza, dove frequenta le classi
ginnasiali. Vince il concorso per l'ammissione al Collegio Alberoni di
Piacenza, dove rimase fino al quando fu costretto a lasciare per motivi di
salute. Rientrò in seminario e, sotto la guida di V. Buzzetti, approfonde la
filosofia d’Aquino la cui filosofia era andata in disuse. S’insegna la
filosofia del secolo: Sarti, Soave, Draghetti, Condillac, Wolfe, Storkenau).
Divenne sacerdote ed entrò nella Compagnia di Gesù appena ricostituita, fece il
noviziato nella Casa di Sant'Ambrogio a Genova, dove incontrò Azeglio che
attraverso i colloqui con il Sordi conobbe e stimò la filosofia di San Tommaso,
di cui prima aveva sentito parlare con disprezzo e incominciò a rivedere la sua
formazione filosofica. Divenne insegnante di filosofia nel Collegio di
Ferrara e passò a Reggio Emilia come insegnante di logica, metafisica ed etica
e con la carica di prefetto della biblioteca civica. A Reggio Emilia si
distinse e acquisce stima e fama tanto che il padre Generale della Compagnia
Luigi Fortis lo propone al padre Pavani, provinciale d'Italia, come professore
di logica nel Collegio Romano. Il Pavani, però prega il padre Generale di
desistere dal suo proposito per motivi di opportunità “si leverebbe un gran
rumore tra i professori del Collegio Romano tanta è la prevenzione contro il
padre Sordi perché tomista.” Dal 1829 al 1834 venne mandato a Modena, al
collegio San Bartolomeo, come professore di logica, metafisica ed etica. Ispirandosi
ai rivolgimenti culminati con la cattura di C. Menotti, pubblica “Catechismo
delle rivoluzioni”. Stringe amicizia con G. Pecci. Attraverso quest'amicizia
puo esercitare il suo influsso anche su suo fratello, Pecci che, divenuto poi
Papa, con l'Enciclica Aeterni Patris propone a tutte le scuole cattoliche le
dottrine d’Aquino. Inviato a Forlì e poi a Spoleto dove insegna. Nominato
Rettore del Collegio di Orvieto. Ritornò a Modena come Rettore; carica che
esercitò per tre anni, e poi rimase ancora a Modena come Ministro e Padre
Spirituale degli alunni. Rettore del Collegio San Pietro di Piacenza, dove
già e stato aperto anche l'AloisianumIstituto di formazione filosofica per
giovani gesuiti dell'area Lombardo Veneta. E ancora a Piacenza, quando il
Collegio venne preso d'assalto dai rivoluzionari: “Scoppiarono allora alte
grida diAbbasso i gesuiti. Morte ai gesuiti. Mortee qui aggiungevano i nomi or
dell'uno or dell'altro Padre del collegio.” Così si legge nel racconto di padre
Lombardini, testimone oculare degli avvenimenti. J. Roothaan lo chiama a Roma,
desideroso di vedere finito un testo di filosofia che doveva realizzare insieme
a Carminati. Nominato Preposto della Provincia Romana. Governa quella
Provincia con rara prudenza e grande spirito di bontà. Passa al Collegio
degli scrittori della Civiltà Cattolica con l'incarico di scrittore e padre
spirituale della comunità. Contribuì in questi tre anni al fiorire della
rivista componendo con padre Taparelli una serie di articoli. Chiamato
all'Aloisianum di Verona come Prefetto degli studi dei giovani religiosi che
qui studiavano filosofia. Uno dei più insigni rappresentanti del tomismo, il
movimento di rinnovamento della filosofia d’Aquino, che, partito da Piacenza
con V. Buzzetti, si diffuse in tutta
l'Italia tramite i fratelli Sordi, alunni dello stesso Buzzetti. I due
fratelli, entrati nella Compagnia di Gesù, portarono il rinnovamento tomista,
cioè le grandi idee di San Tommaso studiate e sviluppate ai fini di rispondere
agli interrogativi più profondi dell'uomo moderno. La sua azione in favore del
neotomismo e particolarmente efficace per gli incarichi prestigiosi a lui
affidati, per il suo insegnamento presso numerosi Collegi dove i suoi scritti
di filosofia, trascritti, venivano usati come testo; inoltre molte delle
persone da lui avviate allo studio di San Tommaso sono state i protagonisti del
rinnovamento tomista e i diretti collaboratori nella preparazione
dell'enciclica "Aeterni Patris" in cui Leone XIII esorta a rimettere
in uso la sacra dottrina d’Aquino e a propagarla il più largamente possibile.
Il suo fratello, Domenico, diffuse il tomismo nella provincia napoletana, dove
opera in varie città (Napoli, Lecce, Maglie, Salerno, Sora, Arpino, Andria). Al
Collegio Massimo di Napoli e collaboratore d’Azeglio promuovendo la diffusione
della filosofia d’Aquino fra gli alunni, alcuni dei quali furono protagonisti
del rinnovamento della cultura cattolica. Fra questi va ricordato Curci
fondatore della “Civiltà Cattolica”, che descrive il suo insegnante con dovizia
di particolari nelle sue “Memorie” eMatteo Liberatore, cofondatore del
periodico “Scienza e Fede”, redattore di “La Civiltà Cattolica” e uno degli
estensori dell'enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Altre saggi: “Appendice
al capitolo XII del Catechismo del senso comune” del Rorbacher L'Amico d'Italia
(Genova); “Theses ex universa
Philosophia” (Parma); “Catechismo delle Rivoluzioni” (Modena, Soliani); “Lettere
intorno al Nuovo saggio sull'origine delle idee di Serbati” (Modena, Vincenzo
Rossi); “I primi elementi del sistema di V. Gioberti dialogizzati tra lui e un
lettore dell'opera sua – Bergamo, Natali, Allocuzione di Pio IX con in fine
esposizione della materia a modo di catechismo” (Roma, Apostolica); “I misteri
di Demofilo” (Torino Castellazzo) e De Gaudenzi, Circolare del R.Provinciale ai
Superiori della Provincia Romana –Roma, Civ. Cattolica. De studio Theologiae in
nostra societate –Roma, Civ. Cattolica, Recensione all'opuscolo di Giacomo Oddo
“l'Indipendenza, il Cattolicesimo e l'Italia, MilanoRoma, Civ, Cattolica La
libertà al tribunale della ragioneRoma, Civ. Cattolica. Se per essere indipendenti
abbisogna che il Papa abbia il potere temporale. Di un sacerdote cattolico, Roma
Civ. Cattolica. Il movimento nazionale, istruzione popolare in occasione di un
opuscolo pubblicato nell'Umbria da un preteso prete galantuomo Roma Civ. Cattolica,
opuscolo di 48 Il Sillabo di S. S. Pio
Papa IX esposto in forma di catechismo da lSerafino Sordi della Compagnia di
Gesù Verona, Vigentini e Franchini); “Saggio intorno alla dialettica e alla
religione di Gioberti (Piacenza, Tedeschi); “Una proposta al Clero Italiano”;
“Ragionamenti sul Gesuita Moderno” (Torino, Castellazzo e De Gaudenzi); “La
scomunica: Nel Messaggero di Modena, Lettera sull'Austria, Bergamo, Dottrine di
S. Alfonso dei Liquori difese contro le impugnazioni di Rosmini Monza. “Ontologia”
(Dezza); “Theologia naturalis” (Dezza); “Manuale di logica” (Pesce). Opere
inedite riportate da Dezza in Alle origini del Neotomismo”: “Ethica generalis
et specialis”; “Psicologia”; “Sull'origine delle idee”; “Sulla materia e sulla
forma”; “Sull'evidenza”; “Intorno alla filosofia a noi prescritta da S. Ignazio”;
“Esortazioni al clero (presso don Ballerini PC). Alle origini del Neotomismo, Dezza,
I neotomisti; E. Silva, Ferriere, cenni storici, R. Comandini, “Nuovi
contributi alla conoscenza di V. Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua
scuola -- saggio sulla rinascita del Tomismo”; Dezza, I neotomisti italiani”; Dezza,
“ Alle origini del Neotomismo, Breve storia della Provincia veneta della
Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni nostril; “La chiesa di S.
Pietro in Piacenza Studi per il IV cent. dalla fond. TEP; Breve storia della
Provincia Veneta della Compagnia di Gesù dalle sue origini fino ai giorni
nostri A. M. D. G C. Cenacchi, Tomismo e Neotomismo a FerraraLiber. Edit. Vaticana
La Civiltà Cattolica, R. Comandini, Nuovi contributi alla conoscenza del
canonico Vincenzo Buzzetti e dei discepoli cresciuti alla sua scuola Saggio
sulla rinascita del Tomismo Libr. Edit. Vaticana, F. Cordani, Una grande
cultura piacentina dimenticata, PC Ed. Berti C. M. Curci, Memorie di Curci, G.
Barbera Editore, FI C. M. Cornoldi, Memorie Autobiografiche (Archivio
Aloisianum) F. Dante, Storia della Civiltà Ed. Studium Roma.Dezza, A MI.Dezza,
I neo-tomisti italiani del XIX secolo, Bocca ed. MI. La chiesa di S. Pietro in Piacenza Studi per
il IV cent. dalla fond. TEP); Giarelli, Storia di Piacenza dalle origini ai
nostri giorni, II Ed. Porta PC L.
Ferrari, I fratelli Sordi e il Neotomismo in Italia in il filosofo canonico V.
Buzzetti nel centenario della morte, PC G. Martina, La Chiesa nell'età
dell'assolutismo, del liberismo, del totalitarismo, Morcelliana BS. U.
Padovani, “Importanza della critica filosofica di S. Sordi a V. Gilbert” (“Riv.
Di Filosofia Neoscolastica, MI ed. Vita e Pensiero A. Monti, "La Compagnia
di Gesù nel territorio della Provincia Torinese, Chieri); Giovanni Paolo II,
enciclica Fides et Ratio; S. Panareo, L'istruzione in terra d'Otranto sotto i
Borboni, B. Perazzoli, Studi sul Rosminianesimo nell'Ottocento, Ed. Rosminiane
Sodalitas, L. Pozzi, S: Sordi filosofo neotomista, Studia Patavina Riv. Di
Filos.e Teologia. V. Rolandetti, Da
Buzzetti all'Aeterni Patris Conv. Intern. Tomistico (Trento); V. Rolandetti,
Buzzetti teologo, Libr. Ed. Vat. E. Silva, Ferriere, cenni storici, UTEP, PC, D.
Sordi, Pochi e brevi cenni sulla vita menata nel secolo da P.S.Sordi, man.
Inedito G. Sordi, Il contributo dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico
Sordi alla diffusione del neo-tomismo nella cultura, PC altervista.org G.
Tononi, Condizioni della Chiesa nei ducati parmensi. M. Volpe, I Gesuiti nel
Napoletano Aeterni Patris Aloisianum
Carlo Maria Curci Collegio Alberoni Compagnia di Gesù Jan Roothaan La Civiltà
Cattolica L. Taparelli d'Azeglio Matteo Liberatore Neotomismo Sordi, su Treccan iEnciclopedie Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Serafino Sordi. G. Sordi, Il contributo
dei gesuiti piacentini Serafino e Domenico Sordi alla diffusione del neotomismo
nella cultura cattolica, PC su serafinosordi. altervista. La Civiltà Cattolica Taparelli
d'Azeglio e il rinnovamento della Scolastica al Collegio Romano] italia La
Civiltà Cattolica; Intorno alle origini del rinnovamento tomistico in Italia” (Taparelli
e Sordi). La rinascita del tomismo a Napoli (parte primaI collaboratori del Taparelli; “Il
peripato in azione”; “Il contributo della Compagnia di Gesù alla preparazione
dell'enciclica “Aeterni Patris.” Serafino Sordi. Sordi. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Sordi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733431716
Grice e Soria – l’opuscolo – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Sant'Andrea
a Lama). Filosofo. Figlio da Enrico e da Maria Elisabetta delle Sedie da Calci,
la famiglia paterna risiedeva da tempo a Sant'Ilario in Campo, nell'isola
d'Elba. Appartenente alla corrente del sensismo. Insegna a Pisa. Combate il
cartesianesimo ed esalta Galilei. Scrive il saggio “Rationalis Philosophiae
Institutiones”. Direttore della Biblioteca di Pisa. Pubblica a Pisa la “Raccolta
di opuscoli filosofici e filologici.” Il saggio comprende “Dell’immaterialità
delle nature intelligenti”; “Della potenza che ha lo spirito umano di determinar
se medesimo chiamata libertà”; “Il virtuoso regime del proprio corpo è un bene
indispensabile per la felicità della vita” e “Della natural dipendenza della
salute corporea dall'Ilarità dello Spirito”; “Della Simpatia” – “Dialogo tra un
Cav. Francese, e un Italiano” e l’”Esame del Giudizio di Monsieur Du Fresnoy
circa Buonarroti”; “Sulle metamorfosi degl'insetti”; “Degl'influssi celesti”; “Dissertazione
Accademica sull'Innesto”; “La teoria de' fosfori, e de' loro divarj. Allievo di Grandi, segna il passaggio della
scuola galileiana verso l'illuminismo. De Soria individual nello sviluppo
economico il centro dell'interesse dell'attività politica. È sepolto nella
chiesa di Sant'Andrea a Lama, in provincia di Pisa, paese di origine della
madre. Ugo Baldini, De Soria, Giovanni
Gualberto, in "Dizionario biografico degli italiani", Roma, Istituto
della Enciclopedia italiana, Soria è attestato anche a Livorno ed è appartenuto
a una nota famiglia locale. L.S. Olschki, Firenze). Treccani Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni
Gualberto De Soria. Soria. Keywords: l’opuscolo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Soria” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733483688/in/datetaken/
Sorrentino, Andrea. Vico. Bordon, La retorica di Vico. Andrea
SORRENTINO, G. B. V. e le razze mediterr.inee: in Bulletin italien di Bordeaux,
a. XVII, n. 2, avril - juin 1917, pp. 96-101. 19. Alberto ScrocCA, G. B. V. e
un suo recente critico: in Rassegna nazionale di Firenze, 1-16 agosto e i...
Grice e Sorrentino – la persona come
paradigma di senso – filosofia italiana (Carbonara di Nola). Flosofo. Tra i massimi esperti italiani di teologia
filosofica, ma oltre alle letture di carattere teologico-religioso, è anche
ideatore di una filosofia autonoma ed originale. -- è infatti convinto che si
debba ricercare una connessione tra le varie forme di sapere, spesso rinchiuse
nell'ambito dei propri specialismi e pertanto sterili. Studia a Milano. Si
laurea in Filosofia presso l'Università degli Studi di Napoli "Federico
II". Consegue la laurea in teologia presso la facoltà teologica "San
Luigi" di Napoli. Insegna a Salerno. Sviluppa tematiche come il dibattito sulla
religione, inteso nel senso di una problematizzazione e di una tematizzazione
del religioso nella società a partire dal tardo Illuminismo. Cerca di
inquadrare la filosofia relativa all'etica e alla religione. Da qui parte il
tentativo di una tematizzazione filosofica della dimensione simbolica. Il
motore della ricerca è il tentativo di giungere ad una forma di connessione dei
saperi che possa superare le difficoltà e le incomprensioni del mondo
contemporaneo, non solo in ambito filosofico.
Altre saggi: “La teologia della secolarizzazione: chiesa, mondo e storia”;
“La filosofia della religione, Ermeneutica e filosofia trascendentale”; “Filosofia
ed esperienza religiosa”; “Realtà del senso e universo religioso”; “Per un
approccio trascendentale al fenomeno religioso”; “La dottrina della fede”; “Il
valore della vita”; “Dialettica”; “Obbedire al tempo”; “L'attesa”; “La
dialettica nella cultura romantica”; “Religione e religioni”; “Il prisma della
rivelazione”; “Una nozione alla prova di religioni e saperi”; “L'eredità
dell'Illuminismo e la critica della religione”; “Diversità e rapporto tra
culture”; “Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto tra le religioni”; “Nichilismo
e questione del senso”; “Teologia naturale e teologia filosofica”; “La libertà
in discussione”; “Le ragioni del dialogo. Grammatica del rapporto fra le
religioni, “La persona come paradigma di senso”; “Dibattito sull'eredità di Mounier”;
“La teologia politica in discussione” (Salerno, Giornale di filosofia della
religione,. Sergio Sorerntino. Sorrentino. Keywords: la persona come paradigma
di senso, H. P. Grice, P. F. Strawson. Luigi Speranza,”Grice e Sorrentino”.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733226741/in/photolist-2mPuiXc-2mPkhvE-2mNzeEc-nzsayP-nz4c3s
Sorrentino, Vincenzo.
Sotione
(Roma). Filosofo. Teacher of Seneca. In glossary to Roman philosophers, in
“Roman philosophers.”
Grice e Sozzini
– razionalismo, e moi -- filosofia italiana – (Siena). Socinianism, Nella prima
meta del sedicesimo sicolo nacquero in questa casa Lelio e Fausto Sozzini
letterati insigni filosofi sommi della liberta di pensiero strenui propugnatori
contro il soprannaturale vindice della umana ragione fondarono la celebre
scuola Socinian precorrendo di tre secoli le dottrine del modern razionalismo –
I liberali senesi ammiratori reverenti questa memoria posero 1879. Fausto.
Fausto Sozzini. Lelio Sozzini. Sozzini. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Sozzini,
rationalism, and moi”, Luigi Speranza, “Grice e Sozzini” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51734101860/in/datetaken/
Grice e Spadaro – conversazione coll’angelo
– filosofia italiana (Messina),
Filosofo. Laureato a Messina, entra subito dopo nel noviziato della Compagnia
di Gesù. Insegna lettere a Roma. Riceve l'ordinazione presbiterale e il 24
maggio 2007 pronuncia i voti solenni nella Compagnia di Gesù. Consegue la
licenza in Teologia Fondamentale, il diploma in Comunicazioni Sociali, il
dottorato di ricerca in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di
Roma. Completa la sua formazione negli Stati Uniti, nella Provincia dei gesuiti
di Chicago. Comincia a scrivere per la rivista La Civiltà Cattolica e entra a
far parte in maniera stabile della redazione. Si occupa soprattutto di teoria
della letteratura e di critica letteraria, in particolare legata ad autori
contemporanei italiani (tra questi, Pavese, Bassani, Luzi, Tondelli. Tra le
materie che tratta vi sono anche la musica, l'arte contemporanea, il cinema e
le nuove tecnologie della comunicazione e il loro impatto sul modo di vivere e
pensare (in particolare su, Second Life, sulla lettura digitale, sui vari social
networks, sulla filosofia hacker o sulla cyberteologia). Ha fondato Bomba Carta, un progetto culturale
che coordina iniziative di scrittura creativa, produzione video e lettura anche
su internet. È curatore della collana di poesia L'Oblò delle edizioni Ancora. Insegna
presso il Centro Interdisciplinare di Comunicazione Sociale della Pontificia
Università Gregoriana -- è a capo del
comitato scientifico "La sfida e l'esperienza" che raccoglie docenti
e manager interessati ai temi della spiritualità e dell'innovazione. Viene
incaricato di coordinare le attività culturali della Compagnia di Gesù in
Italia. -- è il relatore principale al primo evento organizzato dai Gesuiti
sulla musica rock nel quale riabilita la dignità musicale (non liturgica) del
genere nel suo complesso, limitandone la condanna alla valutazione di rari e
singoli casi. Diviene Rettore della Comunità dei gesuiti de La Civiltà
Cattolica. -- è annunciata la sua nomina a direttore della rivista.. Nel numero
del 1º ottobre della rivista è apparso
il suo articolo di presentazione nella nuova veste di direttore. La sua attività in Rete è legata, oltre alla
presenza nei social network, anche allun sito personale e di due blog: uno
dedicato alla CyberTeologia e uno dedicato a Flannery O'Connor. Benedetto XVI
lo nomina consultore del Pontificio Consiglio della Cultura e anche consultore
del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Riceve a Caserta il
prestigioso premio "Le Buone Notizie Civitas Casertana", uno dei più
importanti premi di giornalismo italiani, unico nel suo genere a livello
internazionale. Ad agosto incontra più volte papa Francesco per conto
de La Civiltà Cattolica e di altre 15 riviste della Compagnia di Gesù. Il
contenuto delle conversazioni è stato pubblicato sotto forma di intervista a
settembre ed ampiamente ripreso dalla
stampa internazionale. Dedicato un
articolo all’utopia. L'articolo analizza il significato di utopia nel contesto culturale italiano, ne
analizza la storia, e ne mette in evidenza pregi e limiti. La sua conclusione è che dalla descrizione e
dalle valutazioni compiute comprendiamo bene come rappresenti un sogno illuminista di
descrivere il mondo, che però si scontra con le difficoltà di accreditarsi come
compendio di sapere credibile, mantenendo nel contempo anonimato, flessibilità
e continua apertura a nuovi collaboratori. Nello stesso tempo questa «utopia»
rovescia il sogno dell'enciclopedia tradizionale, intesa come costruzione
autorevole, organica e integrata del sapere. Infatti è come un organismo vivente: cresce (al ritmo
del 7% ogni mese), si ammala, è sottoposta a composizioni e scomposizioni interne,
ad accrescimenti e riduzioni continue. Ma soprattutto nasconde un'altra utopia, a suo modo, ambigua.
La democrazia assoluta del sapere e la collaborazione delle intelligenze
molteplici che dà vita a una sorta di intelligenza collettiva. Questa utopia
potrebbe nascondere una nuova forma di torre di Babele, che ha il suo tallone
di Achille non solo nell'inaffidabilità, ma anche nel relativismo. Concede
un'intervista a Wikinotizie, Intervista
al gesuita 2.0, nella quale commenta l'articolo e spazia sulle tematiche
inerenti e il mondo della rete
internet. Altri saggi: “Tracce profonde.
Il viaggio tra il reale e l'immaginario” (Roma, Città Nuova); “Radio on. Tra le
colonne sonore (Napoli, Giannini); “Lo
sguardo presente. Una lettura teologica dell’amore” (Rimini, Guaraldi); “Attraversare
l'attesa” (Reggio Emilia, Diabasis); “Laboratorio″. La nuova narrativa italiana
(Reggio Emilia, Diabasis); “Un'acuta sensazione d'attesa” (Padova, Messaggero
di Sant'Antonio); “A che cosa «serve» la letteratura?” Leumann (To)-Roma, Elle Di
Ci La Civiltà Cattolica, Premio Capri per
la sezione Letteratura e Premio Crotone sezione Giovane critici italiani); “Lontano
dentro se stessi. L'attesa di salvezza” (Milano, Jaca). Connessioni. Nuove
forme della cultura al tempo di internet” (Bologna, Pardes); “La grazia della
parola. La poesia, Milano, Jaca); Nella melodia della terra” (Milano, Jaca); “Abitare
nella possibilità. L'esperienza della letteratura” (Milano, Jaca), “L'altro
fuoco. L'esperienza della letteratura” (Milano, Jaca); Alla ricerca del lupo.
Genio, tensioni, vanità (Bologna, Pardes); “Nell'ombra accesa. Breviario
poetico di Natale (Milano, Ancora); Web 2.0 Reti di relazione, Milano, Paoline,.
“Svolta di respiro. Spiritualità della vita” (Milano, Vita & Pensiero). Cyberteologia.
Pensare il cristianesimo al tempo della rete, Milano, Vita & Pensiero); “Lasciami
correre via, Padova, Messaggero); “Traversate di un credente, Milano, Jaca); “La
dodicesima notte (Milano, Ancora); La freschezza più cara. Poesie (Milano,
Rizzoli); Canto una vita immense (Milano, Ancora); “Un Dio sempre più grande.
Pregare” (Milano, Ancora). obio, su laciviltacattolica. Saggi su "La
Civiltà Cattolica", su antoniospadaro.net. Antonio Spadaro, BombaCarta, su
bombacarta.com. accesso=16 agosto.
Antonio Spadaro, L'OblòAncora, su ancoralibri. Orazio La Rocca, I
gesuiti benedicono il rock: "La musica di Springsteen & Co parla
all'anima", Repubblica. cogliere pienamente la sfida digitale. Cyberteologia,
Nomina di consultori del Pontificio Consiglio della Cultura, Rinunce e nomine,
su Bollettino della Santa Sede, Bollettino della Santa Sede. Su La Civiltà Cattolica la mia intervista a
Papa Francesco, su cyberteologia, Intervista a papa Francesco. Cyberteologia,
sul RAI Filosofia, su filosofia.rai. Antonio
Spadaro. Spadaro. Keywords: conversazione coll’angelo. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Spadaro” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733432523/in/datetaken/
Grice e Sparti – il riconoscimento –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Insegna a Siena, Pisa, Milano e lBologna. Fonda
“Studi culturali. Collabora a "Iride", "Paradigmi",
"Rivista di estetica", "Rassegna italiana di sociologia", ed
"Intersezioni". Concentra la sua attenzione sull'estetica
dell'improvvisazione. Saggi: “Se un
leone potesse parlare. Indagine sul comprendere e lo spiegare” (Firenze, Sansoni);
“Sopprimere la lontananza uccide” “Interpretazione” (Firenze, Nuova Italia) “Epistemologia
delle scienze sociali” (Roma, Nuova Italia); “Soggetti al tempo. Identità
personale fra analisi filosofica e costruzione sociale” (Milano, Feltrinelli);
“Identità e coscienza” (Bologna, Mulino); “Wittgenstein politico” (Milano,
Feltrinelli); “Epistemologia delle scienze sociali” (Bologna, Mulino);
“L'importanza di essere umani: etica del ri-conoscimento” (Milano,
Feltrinelli); “Suoni inauditi. L'improvvisazione nel jazz e nella vita quotidiana”
(Bologna, Il Mulino); “Musica in nero. Il campo discorsivo del jazz” (Torino,
Bollati); “Il corpo sonoro. Oralità e scrittura nel jazz” (Bologna, Il Mulino);
“L'identità incompiuta: paradossi dell'improvvisazione musicale” (Bologna,
Mulino); “Sul tango. L'improvvisazione intima” (Bologna, Mulino). Davide
Sparti. Sparti. Keywords: identita personale, interpretare, improvvisare nella
vita. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Sparti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733803154/in/photolist-2mPxgim-2mKTjot
Grice e Spaventa – l’origine italico dello
spirito filosofico – Luigi Speranza (Bomba). Filosofo. Nacque da un'agiata famiglia borghese. Sua
madre, Maria Anna Croce, e pro-zia di Croce. Studia a Chieti. Ottenuto
l'incarico di docente di matematica, si trasfere a Montecassino. La sua
formazione continua a Napoli. Studia i filosofi tedesci in tedesco – Grice:
“Which is the right thing to do – and which Ryle, or Strawson, for that matter
– are unable to!” Si avvicina ai circoli
liberali e a pensatori come Colecchi e Antonio Tari. Fonda una scuola di filosofia. Inoltre partecipa alla
redazione de “ Il Nazionale”. Dopo l'abrogazione della Costituzione da parte di
Ferdinando II, e costretto a lasciare Napoli. Si trasferire prima a Firenze,
quindi a Torino. Divenne giornalista scrivendo su Il Progresso, Il Cimento, Il
Piemonte, Rivista Contemporanea. Si avvicina al pensiero di Hegel. Polemizza
con La Civiltà Cattolica, rifiutando l'idea del sacro come passo necessario per
lo sviluppo umano. In tal modo condivise con altri esuli napoletani gli
stessi fermenti patriottici e liberali che avevano nell'idealismo hegeliano il
loro motivo ispiratore. In Napoli la filosofia di Hegel penetra nelle
menti de' cultori della scienza, i quali mossi come da santo amore si
affratellavano e la predicano. Né i sospetti già desti della polizia, né le
minacce e le persecuzioni valsero ad infievolire la fede in questi arditi
difensori della indipendenza del pensiero. I numerosi studenti raccolti da
tutti i punti del Regno nella grande capitale disertano le cattedre, ed
accorrevano in folla ad ascoltare la nuova parola. Era un bisogno irresistibile
ed universale, che li spinge ad un ignoto e splendido avvenire, all'unità
organica dei diversi rami della cognizione umana. I filosofi, partecipavano al
general movimento, ed ambivano soprattutto, come gl’antichi italiani, di essere
veri filosofi. Chi può ridire la gioia, le speranze, l’entusiasmo di quel
tempo? Chi può ridire l’affetto col quale si amano i maestri e gli allievi, e
insieme procedeno alla ricerca della verità? E un culto, una religione ideale,
nella quale si mostrano degni nepoti dell'infelice Nolano. “Studii sopra la
filosofia di Hegel” (Torino) «Rivista Italiana». Insegna a Modena, Bologna e
Napoli. Vuole liberare la cultura filosofica italiana dal suo provincialismo,
attraverso la diffusione nella penisola dell'idealismo di Hegel. Sostene una politica
laica e legata ad un forte senso di un stato unitario, considerato come
sorgente dei princìpi e dei valori ispiratori di un armonioso sviluppo di
civilita, da cui la comunità dei cittadini devono trarre l'alimento necessario
per una crescita ordinata e corretta. Circola l’idealismo, che dimostra il
percorso dinamico della filosofia e il suo ritorno in Italia dove ha origine. Riforma
la dialettica hegeliana per salvare l'identità di essere e pensiero escludendo
ogni presupposto oggettivo esterno al pensare. Recupera l'aspetto pratico nel
processo conoscitivo che evita la caduta in un astratto idealismo. La filosofia
italiana del Rinascimento, connotata dal naturalismo e dall'immanentismo, ha
precorso la filosofia, giungendo attraverso Spinoza agli idealisti tedeschi
Fichte, Schelling, Hegel. il ritorno in Italia della filosofia con la terza
Roma e con la riappropriazione dei
filoni spiritualistici europei da parte di Rosmini e Gioberti. Mentre per la
critica tradizionale la filosofia italiana e caratterizzata dalla sua
ininterrotta fedeltà alla linea platonica, Spaventa cerca di dimostrare, con
gli studi dedicati al umanesimo rinascimentale che la filosofia, laica e
idealistica, generalmente associata alla Riforma in realtà e nata in Italia. Interpreta
con chiave di lettura hegeliana questo progressivo passaggio dello spirito
filosofico italiano e il suo ritorno, sottolineando la continuità del
razionalismo di Cartesio col principio innatistico di Campanella della cognitio
abdita, dell'empirismo di Locke con la campanelliana cognitio illata o nozione
acquisita, dell'immanentismo Spinoza col panteismo di Bruno, del criticismo con
la metafisica della mente di Vico. Poi Galluppi e Rosmini si sarebbero riappropriati
inconsciamente di quello stesso spirito permeato dal kantismo, come Gioberti di
quello dell'idealismo. Ripigliare il sacro filo della nostra tradizione
filosofica italiana, ravvivare la coscienza del nostro libero pensiero nello
studio dei nostri maggiori filosofi, ricercare nelle filosofie delle altre
nazioni i germi ricevuti dai primi padri della nostra filosofia italiana e poi
ritornati fra noi in forma nuova e più spiegata di sistema, comprendere questa
circolazione del pensiero italiano, della quale in gran parte noi avevamo
smarrito il sentimento, riconoscere questo ritorno del nostro pensiero a sé
stesso nel grande intuito speculativo del nostro ultimo filosofo Hegel, sapere
insomma che cosa noi fummo, che cosa siamo e che cosa dobbiamo essere nel
movimento della filosofìa, non come membri isolati e scissi dalla vita
universale del popolo, nè come avvinti al carro trionfale d'un popolo
particolare, ma come nazione libera ed eguale nella comunità universale. Tale,
o signori, è stato sempre il desiderio e l'occupazione della mia vita. Prolusione
alle lezioni di Storia della filosofia a Bologna (Modena, Tipografia
Governativa) Uno dei suoi propositi, giustificato dalla stessa tesi della
circolazione della filosofia italiana, e il tentativo di far uscire gli
intellettuali italiani dal provincialismo stagnante in cui versavano,
apportando loro gli elementi più innovativi del pensiero idealistico
d'oltralpe, per dare un fondamento filosofico-culturale al processo
rivoluzionario dell'unificazione nazionale. La rivoluzione storica da attuare non
e il programma neo-guelfo del primato morale e civile di Gioberti che ripudia
in blocco la filosofia moderna, ma anda intesa hegelianamente come sttoria
della libertà, nella quale lo spiritualismo non significa un'involuzione, bensì
un riallineamento alle nazioni più avanzate. Son molti ancora in Italia i
quali tacciano di astratta e oscura la filosofia alemanna e, reputandola
contraria alla natura speculativa dell'ingegno italiano, si accontentano di una
maniera di sapere che non ha nessuna connessione con la nostra tradizione
filosofica -- è un perpetuo oltraggio alla memoria de' nostri sommi ed infelici
pensatori, e la principal cagione del decadimento della scienza tra noi.
Costoro dimenticano la storia del pensiero italiano, della quale furono gli eroi
e martiri i nostri filosofi; non ricordano i roghi di Bruno e di Vanini, la
lunga prigionia di Campanella, e l'umile pietra che, nel tempio de' Gerolomini
in Napoli, ricopre le ceneri di Vico, luce del nostro mondo intellettuale. Non
i nostri filosofi degli ultimi duecento anni, ma Spinoza, Kant, Fichte,
Schelling ed Hegel, sono stati i veri discepoli di Bruno, di Vanini, di
Campanella, di Vico, ed altri illustri. (Principii di Filosofia). Non si limita
a recepire passivamente l'hegelismo, ma da avvio ad una sua profonda revision.
Introduce temi originali che cerca di riprendere dalla tradizione autoctona italiana.
In particolare, cerca di rispondere alle critiche di Trendelenburg, il quale
non vede come dal primo momento della logica hegeliana, quello dell'essere puro
e indeterminato, puo scaturire il divenire dialettico dello spirito, se non
tramite un'indebita intromissione dal di fuori. Per dimostrare l'identità
dell'essere col spirito, e quindi che l'Idea è intrinseca alla realtà storica,
avente come scopo la libertà, sostenne l'esigenza di mentalizzare o
kantianizzare» la logica di Hegel, unificando quest'ultima con la
fenomenologia, cioè col percorso conoscitivo del singolo individuo umano, che
diventa progressivamente auto-cosciente di avere in se stesso, nello proprio
spirito, tutta la realtà assoluta logicamente articolata. Riforma così la
dialettica hegeliana nell'ottica di Kant e Fichte, ritenendo prevalente l'atto
soggettivo (no inter-soggetivo) della coscienza trascendentale rispetto ad ogni
presupposto oggettivistico o inter-soggettivistico), valorizzando inoltre il
momento finale dello spirito rispetto alle fasi precedenti della logica e della
natura, situate fuori dall'auto-coscienza. È lo spirito la protagonista di ogni
originaria produzione. In maniera simile a Fischer, infatti, la deduzione
hegeliana, che dalla contrapposizione di essere e nulla faceva scaturire il divenire,
venne intesa in senso kantiano e fichtiano dando il primato alla sintesi
unificatrice del divenire: è lo spirito, nel suo perenne fluire, che dà luogo
all'essere, il quale, originariamente indeterminato e perciò in-concevibile, si
rivela un non-essere, essendo posto all'interno dello spirito stesso. Per
questo primato assegnato all'atto del concivere, fa da apripista all'idealismo
attuale di Gentile. Per contrastare l'avanzata del positivismo che e penetrato
in Italia dopo la raggiunta unità nazionale, di fronte all'esaurirsi delle
spinte ideali che caratterizzano il Risorgimento, si impegna nella valorizzazione
dell'aspetto pratico del processo spirituale, per evitare la caduta in un «stratto
idealismo, che non cura né pregia lo sperimento. In particolare riprese da Vico
una concezione pratica e storica della metafisica dell'assoluto, intendendo
l'auto-coscienza hegeliana (quale Begierde, cioè appetizione») come umanità,
ovvero impeto che agisce nel soggetto umano. Analogamente puo sostenere,
nel tracciare LA STORIA DELLO SPIRITO ITALIANO che è il soggetto umano a dare
concretezza e coscienza di sè al processo storico. La Riforma della modernità
che abolisce i vecchi principi della filosofia scolastica si basa per l'appunto
sull'immanenza di Dio e sulla capacità della coscienza umana di auto-determinarsi
e di accedere direttamente all'Infinito, come enunciano Bruno e Campanella. Il
riconoscimento del valore infinito dell'uomo ha ripercussioni anche sulla
concezione etico-politica, stimolando studi e interessi sulla filosofia
hegeliana del diritto. Permase una viva concezione etica dello stato
italiano, che lo indusse a rinvenire nell'idealismo hegeliano la sintesi tra la
corrente post-illuministica, basata sull'arbitrio individuale soggetivo e su
una concezione meramente contrattualistica dello Stato, ed il cattolicesimo
liberale, fondato viceversa sull'arbitrio divino e sull'aderenza
dogmatico-confessionale al principio d'autorità. Il suo liberalismo rigetta
l'individualismo o soggetivismo che privilegia l'interesse del singolo
portandolo a servirsi dell'organismo universale per i propri fini, distruggendo
la società. Allo stato italiano spetta dunque la funzione pedagogica di promuovere
gli interessi DI TUTTI, di ogni italiano, tutelando la famiglia, in cui si
forma l'individuo o soggeto, e al contempo la società civile. La famiglia
e la società civile hanno la loro verità nello stato. Dove lo stato italiano
non è altro che famiglia (lo stato patriarcale italiano), o una istituzione di
pubblica sicurezza (polizia italiana), non solo lo stato italiano non è il vero
stato, ma né la famiglia né la società civile esistono nella loro vera forma.
Lo stato italiano è l'unità del principio della famiglia e del principio della
società civile (della naturalità umana e del libero volere, del diritto e della
moralità). Non è una semplice associazione fondata mediante il libero arbitrio
soggetivo, o il patto inter-soggetivo etc, né una associazione puramente naturale.
È tutto ciò insieme. È assoluta soggettività etica dei individui.. Assoluta,
perché è sostanza; soggettività, perché è saputa e voluta dagli individui
liberamente come la loro stessa essenza etica e universalità. Dove manca tale
sapere e volere, lo stato italiano non è libera soggettività, e l'individuo non
ha vero valore (individualismo moderno). In altri termini, è la sostanza nazionale,
conscia veramente e realmente di se medesima; lo spirito del popolo (come tale,
come spirito etico) nella sua vera e perfetta esistenza. Studi sull'etica
hegeliana. Poiché il potere stesso dello stato italiano può essere utilizzato
da un individuo o da una classe in vista dei suoi interessi di parte, accetta
il modello costituzionale, sebbene non privo di conflitti tra particolarità e
universalità, nel quale la personalità dello stato italiano e elevata sopra la
lotta sociale. Ripudiando l'astratto cosmopolitismo, lo stato italiano va dunque
inteso come l'immanenza di dio, dell'universalità dello spirito italiano calato
nella concretezza della nazionalità del popolo italiano, tutti uguali, ratelli dell'umana
famiglia. È con Spaventa soprattutto che la filosofia in Italia cessa d'essere
esercitazione accademica e vacua speculazione, si avvia a diventare organica
visione del mondo, da cui derivi e consegua una morale, si avvia cioè a
diventare religione laica, dando inizio a quel largo movimento di distacco di
intellettuali dalla chiesa cattolica. (G. Arfé, L'hegelismo napoletano e
Spaventa, in «Società», Firenze. E uno dei maggiori teorici che si sforzarono
dare un un'impronta ideale e spirituale al percorso risorgimentale verso
l'unità d'Italia, non limitata all'ambito filosofico, come riconobbero in
seguito storici e studiosi del Risorgimento. Con lui e De Sanctis e giunta
al culmine quella motivazione politica della nazione italiana che e la
caratteristica in forza della quale il movimento sorto a Napoli supera i limiti
di un episodio regionale. Da noi, gl’italiani, al contrario che in Inghilterra
e in Francia, l'hegelismo non è stato solo una filosofia ma un elemento della
vita civile della nazione italiana nel momento culminante del suo Risorgimento.
(S. Landucci, L'hegelismo in Italia nell'età del Risorgimento, in «Studi
storici», Roma. Influsce profondamente, attraverso la mediazione di Jaja, anche
l'idealismo italiano di Gentile, il quale porta a termine il lavoro di
kantianizzazione o mentalizzazione di Hegel avviato da lui, trasformando la sua
dottrina in un compiuto attualismo o filosofia dell'atto, basata cioè sul
perenne dinamismo dell'atto del pensiero. Gentile cura inoltre la pubblicazione
della spaventiana prolusione e introduzione alle lezioni di filosofia nella
Napoli, ri-nominandola significativamente “La filosofia italiana”, ritenendola
un saggio di carattere non solamente storiografico, ma soprattutto fenomenologico,
in cui cioè lo spirito della filosofia italiana esprime la sua ritrovata coscienza
di sè. Gentile si confronta ampiamente con lui nella propria riforma della
dialettica hegeliana, oltre a raccogliere e sistemare alcuni suoi scritti
inediti, tra cui un frammento giudicato uno snodo importante verso la genesi
del proprio attualismo, contribuendo alla riscoperta e alla rinascita degli
studi intorno alla dottrina spaventiana. Anche l'idealista Croce, che dopo
la morte dei genitori anda a vivere da Silvio Spaventa, segue le sue lezioni,
apprezzandone soprattutto lo spirito profondamente liberale. Altri di suoi
scolari, o allievi sono Fiorentino, Maturi, Jaja, Masci, Tocco, Labriola, ed
Alfonso. Nuovi studi sono sorti in occasione del bicentenario della nascita di
Spaventa e De Sanctis. Altri saggi: “La filosofia di Kant e la sua relazione
colla filosofia italiana” (Unione Tipografica, Torino); “Principii di
filosofia” (Ghio, Napoli); “Studi sull'etica di Hegel” (Università, Napoli); “La
filosofia di Gioberti” (Tasso, Napoli); “Saggi critici di filosofia, politica e
religione” (Bruno, Roma); “La dottrina della conoscenza di Bruno” (Università,
Napoli); “Principi di etica” (Pierro, Napoli); “La filosofia italiana nelle sue
relazioni con la filosofia europea” G. Gentile, Laterza, Bari. “Logica e
metafisica” G. Gentile, Laterza, Bari. Opere, G. Gentile, raccolte e aggiornate
da Italo Cubeddu e Simona Giannantoni, "Classici della Filosofia",
Sansoni, Firenze. Opere, saggio introduttivo, prefazioni, note e apparati di
Francesco Valagussa, postfazione di Vincenzo Vitiello, Bompiani, Milano. Quattro
articoli sulla filosofia tedesca (Kant, Fichte, Schelling, Hegel), Giuseppe
Landolfi Petrone, Il Prato, Edizione
critica delle Opere psicologiche inedite D. D'Orsi: Lezioni di antropologia,
Psiche e metafisica Elementi di
psicologia speculativa, Sulle psicopatie in generale. Cit. in B. Spaventa,
Antologia degli scritti, G. Vacca, Bari, Laterza. Piero Di Giovanni, Giovanni
Gentile: la filosofia italiana tra idealismo e anti-idealismo, Angeli, Gentile
e Spaventa, su treccani. Il contributo
italiano alla storia del pensiero, su treccani. Nel tempo che gl’ustriaci — ‘i tedeschi’
dicemo generalmente in Italia — dimorano non solo nelle contrade lombarde e
venete, ma anche in Toscana, io non ho il coraggio di dire: filosofia tedesca. (nota
di B. Spaventa). Principii di Filosofia,
Napoli, Ghio. Le tradizioni filosofiche nell'Italia unita, di G. Rota. U.
Perone, G. Ferretti, C. Ciancio, Storia del pensiero filosofico, Torino, SEI, Cit. di Giovanni Gentile in
Della vita e degli scritti di Spaventa, pScritti filosofici” (Napoli, Morano); Altri
saggi: “Sulle psicopatie in generale, o
La legge del più forte, in cui si confrontava tra l'altro col darwinismo. Studi sull'etica hegeliana, Napoli, Stamperia
della R. Università, Il concetto di nazione (nazionalità) segna in lui un
superamento della filosofia hegeliana della storia basata sul susseguirsi di
popoli-guida (cfr. Carratelli, Storia e civiltà della Campania (Napoli,
Electa); “Studii sopra la filosofia di Hegel”; “Unificazione nazionale ed
egemonia culturale, G. Vacca (Bari, Laterza); E. Garin, “La fortuna nella
filosofia italiana” in L'opera e
l’eredità di Hegel (Bari, Laterza); I. Cubeddu, Da Spaventa a Gentile: Kant e l’idealismo,
in "La tradizione kantiana in Italia", Atti del convegno della
Società filosofica italiana (Messina,
G.B.M.); La raccolta gentiliana delle sue opere venne riedita e curate da I.
Cubeddu e S. Giannantoni, e ri-stampata da F. Valagussa e V. Vitiello.
Coscienza nazionale, treccani. G.
Gentile, Bertrando Spaventa (Firenze, Vallecchi); G. Vacca, Politica e filosofia
(Bari, Laterza); R. Bartot, L'hegelismo di Spaventa (Firenze, Olschki); I. Cubeddu,
Edizioni e studi (Firenze, Sansoni); T. Serra, Etica e politica (Roma,
Bulzoni); R. Franchini, Dalla scienza della logica alla logica della scienza” (Napoli,
Pironti); E. Garin, “Filosofia e politica” (G. Tognon, Napoli, Bibliopolis); E.
Garin, Napoli, Bibliopolis, L. Gentile, “Coscienza
nazionale” (Chieti, Noubs); G. Origo “Perpetuazione e difesa della filosofia italica”
(Roma, Bibliosofica); A. Savorelli, Il contributo italiano alla storia del
Pensiero Filosofia (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); Attualismo
Hegelismo Idealismo italiano Idealismo tedesco Treccani. Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
di storia, Dizionario biografico degli italiani, D.
Fusaro, “Spaventa: Il far intendere Hegel all'Italia, vorrebbe dire ri-fare
l'Italia”. Gentile e Spaventa, su
treccani. Scritti filosofici. G. Gentile. Gli hegeliani di Napoli e il
Risorgimento. Bertrando Spaventa. Spaventa. Keywords: italianita, Englishry,
Englishness, English nation, the English, the English tongue, the tongue of the
English, the tongue of the Anglians, the English spirit, the English ghost. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spaventa” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688298272/in/photolist-2mLLZRD-2mLQdrQ-2mLGRht-2mPsfT9-2mPsXiB-2mPsh7f-2mKw3hq-2mPpskp
Grice e Spedalieri – dei diritti dell’uomo
– filosofia italiana (Bronte).
Filosofo. Figlio Vincenzo e da Antonina Dinaro, studia nell'Oratorio di S.
Filippo Neri di Bronte e nel seminario di Monreale. Insegna filosofia a
Monreale. Alcune sue tesi, considerate eretiche a Palermo, sono invece
approvate e stampate a Roma con il titolo di “Propositionum theologicarum specimen”.
Trasfere a Roma. Pio VI gli diede il titolo di beneficiato della Basilica
Vaticana che comporta una modesta rendita mensilee l'incarica di scrivere la
storia del prosciugamento dell'Agro pontino, “De' bonificamenti delle terre
pontine”. Contro l'Enciclopedia degli illuministi, usce la sua “Analisi
dell'Esame critico sulle prove di Dio”, il “Ragionamento sopra l'arte di
governare”, e “Ragionamento sull’influenza del sacro nella società e nella
civilita”. Scrive la “Confutazione della
dottrina della caduta dell’impero romano”, contro Gibbon che imputa la caduta
all'influenza negativa del sacro. Nel saggio più importante “Dei diritti
dell'uomo”, pubblicata a Roma ma, per volontà del papa, con la falsa indicazione
di Assisi, si rifece alla concezioni rousseauiane relativamente alla dottrina di
un contratto sociale come origine della società. Contesta la tesi di un
originario stato di *natura* a cui occorrerebbe tornare, perché soltanto
all'interno della società e civilta gl’uomini possono realizzare i suoi bisogni
di felicità e di perfezione. Lo stato, a cui è destinato l'uomo dalla
natura, è la società e la Civilta. Ciò e dimostrato e vuol dire che gl’uomini non
possono rinunziare, generalmente parlando, alla società e a la civilita senza
opporsi alla sua propria natura. È parte essenziale della costituzione sociale
il principato. Il popolo degl’uomini non ha diritto di disfare il principato. La
forma migliore di governo è il principato. Al principe il popolo degl’uomini affida
tre facoltà: giudicare, di decretare e di eseguire. Il popolo degl’uomini non
può togliergli il principato a suo beneplacito, cioè quando gli pare, per motivi
leggieri, senza motivi, perché violerebbe il patto sottoscritto, a meno che il
principe non violi la condizione essenziale del contratto stipulato, il “do ut
facias”, a meno che il principe non faccia ciò che si era impegnato a fare in
cambio della proprietà del principato, ossia, custodire i diritti naturali di
ciascuno degl’uomini del popolo, e dirigere tutte le operazioni del principato
alla felicità degl’uomini sudditi e cittadini. Questa è la base del contratto.
Se invece il principe prendesse a distruggere i diritti naturali di ognuno, a
sostituire il capriccio alle leggi, e ad immergere nella miseria i poveri
sudditi, il contratto resterebbe sciolto da sé. Lo scioglimento del contratto
non significa che il popolo eserciti per proprio conto il governo, ma che debba
investirne un altro con auspici migliori. Ma chi deciderà che il contratto
stabilito con il principe sia nullo? Intanto, osserva che il contratto siasi
sciolto già da sé stesso, si dee legalmente dichiarare. Prima della quale
dichiarazione, a niuno è permesso di sottrarsi dall'ubbidienza del principe. E
il diritto di far tale dichiarazione non appartiene a verun privato, né alla
unione di alcuni, né anco alla moltitudine. Solo un corpo che rappresenti *ogni
suddito* può dichiarare lo scioglimento del patto con il principe. Questo vero
corpo e formato da ogni magistrato, ogni ordine de' cittadini, ogni persona
illuminata, proba, e non soggetta all'impeto del momento. La colta nazione
italiana nella costituzione fondamentale, che dà a sé stessa, e che inerisce
nel contratto che fa con la persona che vuole innalzare al principato, e che
questa giura di mantenere, sempre, forma un corpo o sia un collegio che
rappresenta permanetutti ogni cittadino. Laonde basta che la dichiarazione si
faccia da questo corpo per esser legale. Qualora il principe resista e voglia
mantenere il potere non più riconosciutogli, comportandosi così da tiranno. Il
corpo della nazione italiana mai però un singolo cittadino italiano puo
legittimamente giungere fino all'estrema soluzione di condannarlo a
morte. Si mostra avverso sia al dispotismo illuminato che rifiuta tanto il
principio della sovranità del popolo quanto il primato del sacro nel governo
dello stato, sia i princìpi laici della rivoluzione. La garanzia di assicurare
i diritti fondamentali di ogni uomo italiano è data dalla natura che ha come
princìpi essenziali l'amore e la carità verso il prossimo. Polemizza anche contro
i giansenisti che accusa di giacobinismo e di spirito sovvertitore dei troni. Gli rispose con asprezza Tamburini in “Lettere
teologico politiche”. Il riconoscimento che la sovranità deriva dal popolo degl’uomini
e che questi uomini italiani, attraverso i suoi delegati, possa giungere a
rovesciarne il potere, gli procurarono violente critiche e inimicizie da parte
dei circoli reazionari e in parte anche moderati, e al saggio, che ha alla sua
uscita una notevole diffusione, il divieto di pubblicazione in tutta Italia. Puo
nuovamente circolare, anche se in Italia, mutato il clima politico e culturale,
venne nuovamente ignorato. L. Geymonat, “Il pensiero filosofico-pedagogico
italiano, Filosofi e pedagogisti estranei all'illuminismo in Geymonat, Storia
del pensiero filosofico e scientifico” (Milano, Garzanti); G. Melzi, Dizionario
di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani: o come che sia aventi
relazione all'Italia. Milano: Coi torchi di L. di Giacomo Pirola, N. Nicolini,
op. cit.. C. Giurintano, Società e Stato
(Palermo). A. Pisanò, “Una teoria comunitaria dei diritti umani: i diritti
dell'uomo” (Milano). bronteinsieme Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Melanzio Alcioneo, arcadi. Nicola
Spedalieri. Spedalieri. Keywords:gl’arcadii, diritti degl’uomini. Refs.: Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Spadalieri sul contratto conversazionale.” H. P. Grice,
“A critique to conversational quasi-contrastualism.” Luigi Speranza, “Grice e
Spedalieri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690092790/in/photolist-2mKFeJo
Grice e Speranza – implicatura ed implicatura -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Albalonga). Filosofo. Speranza, Ugo -- Speranza,
Alessandro -- Speranza, Ettore -- Speranza, Gianni -- Speranza, Paola --
Speranza, Anna-Maria -- Speranza-Ghersi –Ghersi-Speranza, Anna-Maria -- Speranza lui speranza: luigi della --. Italian
philosopher, attracted, for some reason, to H. P. Grice. Speranza knows St.
John’s very well. He is the author of “Dorothea Oxoniensis.” He is a member of a
number of cultivated Anglo-Italian societies, like H. P. Grice’s Playgroup. He
is the custodian of Villa Grice, not far from Villa Speranza. He works at the
Swimming-Pool Library. Cuisine is one of his hobbiesgrisottoa alla ligure, his
specialty. He can be reached via H. P. Grice. Refs.: Luigi Speranza, “Vita ed
opinion di Luigi Speranza,” par Luigi Speranza. A. M. Ghersi Speranza -- vide
Ghersi-Speranza. Ghersi is a collaborator of Speranza. Grice: “It’s easy enough
to list Speranza’s publications.” Speranza, like Mill, was fortunate to belong
to a literary familyand he would read Descartes’s Meditations, which drew him
to philosophy. His studies in logic drew him to semanticsHis first love was
Oxonian analysis as summarised in Hartnack’s essay on ‘contemporary’
philosophy. One of Speranza’s earliest essays is on Plato’s Cratylus, relying
mainly on Cassierer, but also drawing from Austin’s Philosophical Papesr.
Spearnza’s idea is that “ … mean …” is a dyadic relation and what’s behind
Plato’s theory of forms. This was Speranza’s contribution to a seminar in
ancient philosophy. For his contribution on medieaval philosophy, Speranza drew
on the modistae, and the Patrologia Latina for the use of ‘intentio’ in various
writers, up to AquinoSperanza finds it fascinating that the earliest modistae do
find a conceptual link between the ‘intentio’ and the ‘significatio.’ For a
seminar on scepticism, Speranza contributed with a paper on Gricedrawing on
Sextus Empiricus and Bar-Hillel. It relates to Grice’s problem with the
conversational category of fortitude. Speranza concludes that a phenomenalist
account is possible, but there are two other options: ‘silence’ (“not to
participate in the conversational game”) or the utterance of non-alethic
utterances, such as questions and commands. For a seminar on political
philosophy, Speranza contributed with an essay on ‘Contractualism’ from
Rousseau onwards --. For a seminar on phenomenology and the social sciences,
Speranza contributed with an essay on ‘The conversational unit,’ the idea that
the emic approach is preferable to the etic approach. For a seminar on
argumentation theory on Habermas, Speranza contributed with a “German Grice,”
the idea of a ‘strategy’ is a momer. Grice is into co-operative proceduresand
those who provide taxonomies of rationality should be made aware of this. For
“The Carrollian,” Speranza contributed with “Humpty Dumpty’s Impenetrability.”
The idea that Davidson is right and Alice does not mean that there is a
knock-down argument, or that she should change the topiche draws on Grice’s
collaborator at Oxford, D. F. Pears, for his insights on “Intention and
belief.” At the request of the editor of a bibliographical bulletin, M. Costa,
Speranza contributed with reviews of oeuvre by R. M. Hare (“Sub-atomic
particles of logic”), J. F. Thomson (“if and If”) and work on the English
philosopher H. P. Grice (J. Baker, etc.). His review on Way of Words spramg
from the same project, and it is an ‘invitation.’ For a congress of philosophy,
Speranza presented “On the way of conversation,” playing on Grice’s “way of
words”“Surely there’s more than words to conversation.” Speranza focuses on
what Grice amusingly calls a ‘minro problem,’ that of expression
meaningSperanza’s example: “How do you find Bologna?” “I haven’t been mugged
yet” was inspired by a remark of an attendant to the conference. For a congress
on conversational reasoning, Speranza contributed with “First time at Bologna?”
providing twenty five possible answers“first time in the region, actually.”
Etc. Speranza, following Grice, refers to this sort of reasoning as a sort of
‘brooding’to ‘brood’ is to ‘reason’ in a calculated fashion. As an invitation
project, Speranza collaborated with “Rational face to rational face: a study in
conversational pragmatics from a Griceian perspective.” In his essay
“Post-modernist Grice,” he deals with the unary and dyadic connectors. For a
congress on “Current Issues,” Speranza presented his “The feast of reason,”
three steps in the critique of conversational reason. The first step is
empirical, the second is quasi-contractualist, and the third is rational,
undersood weakly and strongly. For an essay on relativism, Speranza presented
an essay on ‘The cunning of conversational reason.’ Speranza maintains Grice’s
jocular references to Kant -- the Conversational Immanuel. For an essay on
desirability, Speranza explored the issues connected with mise-en-abyme and
self-reflectionsome of these were published. There is published correspondence
with members of what Speranza calls the Grice Club. Refs.: The H. P. Grice
Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California,
Berkeley. Speranza, villaThe Swimming-Pool Library, H. P. Grice’s Play Group,
Liguria, Italia. Luigi Speranza, “Grice e la storia della filosofia italiana.” Speranza
has done crucial research on Griceianism, unearthing some documents by O.Wood,
J. O. Urmson, P. H. Nowell-Smith, and many many others – not just H. P. Grice. Vide:
The Grice Papers, BANC, MSS.
Spirito – la filosofia dello spirito – filosofia
fascista – ventennio fascista -- I corpi – corpo e corporazione -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Arezzo).
Filosofo. Studia sotto Gentile. Firma il manifesto degli intellettuali fascisti.
Teorico del corporativismo. Insegna a Pisa, Messina, Genova e Roma. Tra i
principali filosofi a Roma insieme con Antoni, allievo di Croce, Calogero,
filosofo del "dialogo" (Cf. Grice – “dialogo” vs. “conversazione”) --
e Nardi grande studioso di filosofia di Aligheri e medievale. Rinomate sono non
tanto le sue lezioni quanto i suoi pomeriggi di discussione del giovedì. Tre
ore, non di lezione, ma di discussione serrata su un problema filosofico; uno
soltanto per un intero anno. Uno, per esemptio, e dedicato al concetto di sogno.
Ai giovedì nell'aula grande dell'Istituto di Filosofia interveneno tante e
diverse persone: gli studenti, i numerosi assistenti e inoltre partecipanti di
varie età convinzioni e provenienze. Ascolta tutti, rilancia e guida la
discussione verso nuove prospettive interpretative. Pubblica saggi connessi a
quei giovedì. Tra le altre: “Il Problematicismo”; “La Vita come Ricerca”
(Rubbettino); “La Vita come Amore”, “Cattolicesimo e Comunismo”, fino a l’autobiografica
“Vita di un Incosciente”. Volendo indicare un tratto distintivo della sua
filosofia, essa consiste nella curiosità e nel rispetto per qualsiasi
posizione. Non esiste una parola definitive. La ricerca della verità dove
essere portata sempre ulteriormente avanti.
In questo senso vanno interpretate le sue riflessioni che spaziano dai
campi della speculazione filosofica. Tra i vari livelli di ricerca, spicca la
riflessione sulle strutture dello stato. Allontanandosi nettamente dal
liberalismo filosofico, non vede alcuna contra-posizione tra la figura
dell'individuo o cittadino e quella dello stato. Con un passo oltre questa
interpretazione, che giudica dis-organica e arbitraria, vede lo stato come
figura entro cui i cittadini vieneno a realizzarsi. Il binomio stato/cittadino diventa
così un'equazione, in cui il secondo termine viene a risolversi e quindi
realizzarsi pienamente nel primo. Caratterizza lo stato non come una semplice
sovra-struttura disciplinatrice, ma come un organismo che esprime un'unica
volontà e compone tutti i dissidi dei cittadini. In questo senso, l'unica via
percorribile nella realizzazione di tale modello è la via corporativa in cui lo
stato -- al meno due cittadini -- diventa stato di al meno due produttori. Lo
stato rappresenta il luogo in cui interesse pubblico o comune ed interesse
privato o soggetivo del cittadino vengono a coincidere. In esso non deve venire
annullata quella sorgente di vita che sono i cittadini. Questa concezione è stata definita immanenza
dei cittadini nello stato, volta alla mobilitazione dei cittadini nelle e per
le strutture create dallo stato. L’economia è politica. Deve garantire la sub-ordinazione
alle scelte sociali. Inquadra il ruolo che assegna allo stato in termini di
intervento pubblico o comone. Ben lungi dal prospettare una situazione
paragonabile al collettivismo, è lontano anche dagli eccessi dis-organici che
imputa al sistema liberale. Il
funzionario di stato, che in prospettiva dove andare a sostituire il
capitalista privato, e giudicato non come un agente del collettivismo o del
capitalismo statale (che sappiamo cosa produce col sovietismo), ma un semplice
delegato tecnico, che si fa garante di una diversa realtà: assicurare
socialmente il controllo della produzione e la stessa proprietà dei mezzi
produttivi. Altre saggi: “Il diritto penale italiano”; “Il nuovo diritto penale”;
“Critica dell'economia liberale, “L'idealismo italiano e i suoi critici” –
Grice: “A delightfull read, especially for us Oxonians, since he manages to
quote extensively from the Proceedings of the Aristotelian Society, seeing that
Ryle hated idealism!” --); “I fondamenti dell'economia corporativa”; “Capitalismo
e corporativismo” (Rubbettino); Scienza e filosofia”; Dall'economia liberale al
corporativismo, “La vita come arte, Critica
della democrazia” (Rubbettino); “Il comunismo, Dall'attualismo al
problematicismo”, Memorie di un incosciente” (Rusconi, Milano); “Pareto”
(Cadmo, Roma); “Critica della democrazia” (Luni, Milano); “Il corporativismo:
dall'economia liberale al corporativismo; “M. Rodotà, Passeggiando in
bicicletta; Bighellonando dentro il Verano, Corriere della Sera, L. Stefano, Filosofo,
Giurista, Economista, Volpe Roma, “Individuo e stato”, A. Negri, “Dal corporativismo comunista
all'umanesimo scientifico. Itinerario teoretico” (Manduria, Lacaita, F.Tamassia,
Roma, A. Russo, Positivismo e idealismo” (Roma); G. Dessì, “Filosofia e rivoluzione”
(Milano, Luni); A. Russo, “Dal
positivismo all'anti-scienza” (Milano, Guerini); H. Cavallera, “La ricerca
dell'incontrovertibile, Formello, SEAM); D. Breschi, Spirito del Novecento. Il
secolo di Ugo Spirito -- dal fascismo alla contestazione” (Rubbettino), A. Cammarana,
Roma, Pagine, A. Cammarana, “Teorica
della reazione dialettica: filosofia del postcomunismo” (Roma). V. Pirro,
Ricordo, in Studi Politici (Bulzoni, Roma). Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Enciclopedia machiavelliana, P. Bettineschi, L'esperienza storica e
l'intrascendibilità del conoscere. Sul sapere di non sapere, Rivista di filosofia neo-scolastica,, Problematicismo
Corporativismo Fascismo Corporazione proprietaria. Treccani, Dizionario di
storia, Dizionario biografico degli italiani, Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Ugo Spirito. Spirito. Keywords: stato/cittadini,
pathos romantico, romanticism e nuovo ordine, sindicalismo, fascismo da
sinestra, filobolcevicco, corporativismo, attualismo, stato fascista,
equilibrio liberta/autorita, gentile e spirito, i filosofi fascisti, filosofia
e revoluzione, romanticismo, proprieta, filosofia come pedagogia. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Spirito” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718471510/in/photolist-2mPwZGS-2mPkobg-2mPpmMv-2mPoj9X-2mPszkp-2mPqp6k-2mNzeEc-2mNbFJE-2mNaHiH-2mMQbzj-2mLKtaD-2mLLZRD-2mLFz5i-2mLGnHy-2mLLy7L-2mLLy6U-2mLGvyP-2mPkhvE-2mN84eK-2mMyyfB
Grice e Spisani – la contestazione –
filosofia italiana
(Ferrara), Filosofo. Si laurea a Padova con una tesi di sull'attualismo
italiano: “Natura e spirito nell’idealismo attuale” (Milano, Fabbri). In
seguito collabora a Urbino. A Bologna fonda “Rassegna di Logica” e il Centro superiore di logica e scienze
comparate. In una lettera Carnap critica una sua decisione di non pubblicare
un'opera. Morì suicida. Altri saggi: “Neutralizzazione dello spazio per sintesi
produttiva” (Bologna, Cappelli); “Implicazione, Endo-metria e universo del
discorso” (Bologna) e “Introduzione alla teoria generale dei numeri relativi, con
ingresso dei numeri moltiplicatori e divisori, legati alla logica e alla
matematica trascendentale” (Bologna, Centro di logica e scienze comparate,
analisi matematica). C'è una relazione divisoria che ipotizza il valore “M,”
numero logico trans-infinito all'origine della neutralizzazione dello spazio
trans-finito. ℵ va verso successivi aumenti. Ma è la relatività dei numeri, espressa
nel calcolo per valori di posizione, che ne individua la direzione
inversa." In “Introduzione alla
teoria dei numeri relative” spiega le sue scoperte in forma di dialogo. Tra gli
interlocutori la misteriosa figura della piovra Clipso. Logo-fenica.
Altri saggi: “Il numero nell'istanza ontologica del rapporto d'identità”
(Imola, Galeati); “Logica ed esperienza” (Milano, Marzorati); “Logica della
contestazione” (Bologna, Cappelli). Sulla storia della pubblicazione della Teoria
generale, importanti ricerche erano già pronte. Allora, dice: “Ne discuto con
Carnap. Carnap sottopone i risultati dell'indagine. Carnap spiega anche le
ragioni che mi induceno a non diffonderne le conclusioni. Carnap risponde che
quella scelta gli sembra affatto ingiustificata: l'operas crises non poteva
rimanere nel silenzio. Tuttavia non cambiai parere. Non avrei pubblicato, e glielo
confermai. “Dai numeri naturali ai numeri relativi, moltiplicatori e divisor” B.
Gallo, “Un uomo genial”, Nuova Ferrara, L'ha vegliato prima di suicidarsi, di
Carlo Gulotta, la Repubblica, sezione Bologna, Archivio. Franco Spisani. Spisani.
Keywords: il concetto di numero, numero naturale, numero relativo, logica
autogenetica, numero relative moltiplicatore, numero relative divisore,
opposto, contradittorio, regole e segni, contestazione, esperienza, limiti
della metafisica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Spisani” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733750694/in/datetaken/
Grice e Sraffa – la mia implicatura – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Torino). An
Italian noble -- vitters, and Grice --
L.cited by H. P. Grice, “Some like Vitters, but Moore’s MY man.”
Vienna-born philosopher trained as an enginner at Manchester. Typically
referred to Wittgenstein in the style of English schoolboy slang of the time
as, “Witters,” pronounced “Vitters.”“I heard Austin said once: ‘Some like
Witters, but Moore’s MY man.’ Austin would open the “Philosophical
Investigations,” and say, “Let’s see what Witters has to say about this.”
Everybody ended up loving Witters at the playgroup.” Witters’s oeuvre was
translated first into English by C. K. Ogden. There are interesting twists.
Refs.: H. P. Grice, “Vitters.” Grice was sadly discomforted when one of his
best friends at Oxford, D. F. Pears, dedicated so much effort to the unveiling
of the mysteries of ‘Vitters.’ ‘Vitters’ was all in the air in Grice’s inner
circle. Strawson had written a review of Philosophical Investigations. Austin
was always mocking ‘Vitters,’ and there are other connections. For Grice, the
most important is that remark in “Philosohpical Investigations,” which he never
cared to check ‘in the Hun,’ about a horse not being seen ‘as a horse.’ But in
“Prolegomena” he mentions Vitters in other contexts, too, and in “Causal
Theory,” almost anonymouslybut usually with regard to the ‘seeing as’ puzzle.
Grice would also rely on Witters’s now knowing how to use ‘know’ or vice versa.
In “Method” Grice quotes verbatim: ‘No psyche without the manifestation the
ascription of psyche is meant to explain,” and also to the effect that most
‘-etic’ talk of behaviour is already ‘-emic,’ via internal perspective, or just
pervaded with intentionalism. One of the most original and challenging
philosophical writers of the twentieth century. Born in Vienna into an
assimilated family of Jewish extraction, he went to England as a student and eventually
became a protégé of Russell’s at Cambridge. He returned to Austria at the
beginning of The Great War I, but went back to Cambridge in 8 and taught there
as a fellow and professor. Despite spending much of his professional life in
England, Vitters never lost contact with his Austrian background, and his
writings combine in a unique way ideas derived from both the insular and the
continental European tradition. His thought is strongly marked by a deep
skepticism about philosophy, but he retained the conviction that there was
something important to be rescued from the traditional enterprise. In his Blue
Book 8 he referred to his own work as “one of the heirs of the subject that
used to be called philosophy.” What strikes readers first when they look at
Vitters’s writings is the peculiar form of their composition. They are
generally made up of short individual notes that are most often numbered in
sequence and, in the more finished writings, evidently selected and arranged
with the greatest care. Those notes range from fairly technical discussions on
matters of logic, the mind, meaning, understanding, acting, seeing,
mathematics, and knowledge, to aphoristic observations about ethics, culture,
art, and the meaning of life. Because of their wide-ranging character, their
unusual perspective on things, and their often intriguing style, Vitters’s
writings have proved to appeal to both professional philosophers and those
interested in philosophy in a more general way. The writings as well as his
unusual life and personality have already produced a large body of interpretive
literature. But given his uncompromising stand, it is questionable whether his
thought will ever be fully integrated into academic philosophy. It is more
likely that, like Pascal and Nietzsche, he will remain an uneasy presence in
philosophy. From an early date onward Vitters was greatly influenced by the
idea that philosophical problems can be resolved by paying attention to the
working of language a thought he may
have gained from Fritz Mauthner’s Beiträge zu einer Kritik der Sprache 102.
Vitters’s affinity to Mauthner is, indeed, evident in all phases of his
philosophical development, though it is particularly noticeable in his later
thinking.Until recently it has been common to divide Vitters’s work into two
sharply distinct phases, separated by a prolonged period of dormancy. According
to this schema the early “Tractarian” period is that of the Tractatus
Logico-Philosophicus 1, which Vitters wrote in the trenches of World War I, and
the later period that of the Philosophical Investigations 3, which he composed
between 6 and 8. But the division of his work into these two periods has proved
misleading. First, in spite of obvious changes in his thinking, Vitters
remained throughout skeptical toward traditional philosophy and persisted in
channeling philosophical questioning in a new direction. Second, the common
view fails to account for the fact that even between 0 and 8, when Vitters
abstained from actual work in philosophy, he read widely in philosophical and
semiphilosophical authors, and between 8 and 6 he renewed his interest in
philosophical work and wrote copiously on philosophical matters. The posthumous
publication of texts such as The Blue and Brown Books, Philosophical Grammar,
Philosophical Remarks, and Conversations with the Vienna Circle has led to
acknowledgment of a middle period in Vitters’s development, in which he
explored a large number of philosophical issues and viewpoints a period that served as a transition between
the early and the late work. Early period. As the son of a greatly successful
industrialist and engineer, Vitters first studied engineering in Berlin and
Manchester, and traces of that early training are evident throughout his
writing. But his interest shifted soon to pure mathematics and the foundations
of mathematics, and in pursuing questions about them he became acquainted with
Russell and Frege and their work. The two men had a profound and lasting effect
on Vitters even when he later came to criticize and reject their ideas. That
influence is particularly noticeable in the Tractatus, which can be read as an
attempt to reconcile Russell’s atomism with Frege’s apriorism. But the book is
at the same time moved by quite different and non-technical concerns. For even
before turning to systematic philosophy Vitters had been profoundly moved by
Schopenhauer’s thought as it is spelled out in The World as Will and
Representation, and while he was serving as a soldier in World War I, he
renewed his interest in Schopenhauer’s metaphysical, ethical, aesthetic, and
mystical outlook. The resulting confluence of ideas is evident in the Tractatus
Logico-Philosophicus and gives the book its peculiar character. Composed in a
dauntingly severe and compressed style, the book attempts to show that
traditional philosophy rests entirely on a misunderstanding of “the logic of
our language.” Following in Frege’s and Russell’s footsteps, Vitters argued
that every meaningful sentence must have a precise logical structure. That
structure may, however, be hidden beneath the clothing of the grammatical
appearance of the sentence and may therefore require the most detailed analysis
in order to be made evident. Such analysis, Vitters was convinced, would
establish that every meaningful sentence is either a truth-functional composite
of another simpler sentence or an atomic sentence consisting of a concatenation
of simple names. He argued further that every atomic sentence is a logical
picture of a possible state of affairs, which must, as a result, have exactly
the same formal structure as the atomic sentence that depicts it. He employed
this “picture theory of meaning” as it
is usually called to derive conclusions about
the nature of the world from his observations about the structure of the atomic
sentences. He postulated, in particular, that the world must itself have a
precise logical structure, even though we may not be able to determine it
completely. He also held that the world consists primarily of facts,
corresponding to the true atomic sentences, rather than of things, and that
those facts, in turn, are concatenations of simple objects, corresponding to
the simple names of which the atomic sentences are composed. Because he derived
these metaphysical conclusions from his view of the nature of language, Vitters
did not consider it essential to describe what those simple objects, their
concatenations, and the facts consisting of them are actually like. As a
result, there has been a great deal of uncertainty and disagreement among interpreters
about their character. The propositions of the Tractatus are for the most part
concerned with spelling out Vitters’s account of the logical structure of
language and the world and these parts of the book have understandably been of
most interest to philosophers who are primarily concerned with questions of
symbolic logic and its applications. But for Vitters himself the most important
part of the book consisted of the negative conclusions about philosophy that he
reaches at the end of his text: in particular, that all sentences that are not
atomic pictures of concatenations of objects or truth-functional composites of
such are strictly speaking meaningless. Among these he included all the
propositions of ethics and aesthetics, all propositions dealing with the
meaning of life, all propositions of logic, indeed all philosophical
propositions, and finally all the propositions of the Tractatus itself. These
are all strictly meaningless; they aim at saying something important, but what
they try to express in words can only show itself. As a result Vitters
concluded that anyone who understood what the Tractatus was saying would
finally discard its propositions as senseless, that she would throw away the
ladder after climbing up on it. Someone who reached such a state would have no
more temptation to pronounce philosophical propositions. She would see the
world rightly and would then also recognize that the only strictly meaningful
propositions are those of natural science; but those could never touch what was
really important in human life, the mystical. That would have to be
contemplated in silence. For “whereof one cannot speak, thereof one must be
silent,” as the last proposition of the Tractatus declared. Middle period. It
was only natural that Vitters should not embark on an academic career after he
had completed that work. Instead he trained to be a school teacher and taught
primary school for a number of years in the mountains of lower Austria. In the
mid-0s he also built a house for his sister; this can be seen as an attempt to
give visual expression to the logical, aesthetic, and ethical ideas of the
Tractatus. In those years he developed a number of interests seminal for his
later development. His school experience drew his attention to the way in which
children learn language and to the whole process of enculturation. He also
developed an interest in psychology and read Freud and others. Though he
remained hostile to Freud’s theoretical explanations of his psychoanalytic
work, he was fascinated with the analytic practice itself and later came to
speak of his own work as therapeutic in character. In this period of dormancy
Vitters also became acquainted with the members of the Vienna Circle, who had
adopted his Tractatus as one of their key texts. For a while he even accepted
the positivist principle of meaning advocated by the members of that Circle,
according to which the meaning of a sentence is the method of its verification.
This he would later modify into the more generous claim that the meaning of a
sentence is its use. Vitters’s most decisive step in his middle period was to
abandon the belief of the Tractatus that meaningful sentences must have a
precise hidden logical structure and the accompanying belief that this
structure corresponds to the logical structure of the facts depicted by those
sentences. The Tractatus had, indeed, proceeded on the assumption that all the
different symbolic devices that can describe the world must be constructed
according to the same underlying logic. In a sense, there was then only one
meaningful language in the Tractatus, and from it one was supposed to be able
to read off the logical structure of the world. In the middle period Vitters
concluded that this doctrine constituted a piece of unwarranted metaphysics and
that the Tractatus was itself flawed by what it had tried to combat, i.e., the
misunderstanding of the logic of language. Where he had previously held it
possible to ground metaphysics on logic, he now argued that metaphysics leads
the philosopher into complete darkness. Turning his attention back to language
he concluded that almost everything he had said about it in the Tractatus had
been in error. There were, in fact, many different languages with many
different structures that could meet quite different specific needs. Language
was not strictly held together by logical structure, but consisted, in fact, of
a multiplicity of simpler substructures or language games. Sentences could not
be taken to be logical pictures of facts and the simple components of sentences
did not all function as names of simple objects. These new reflections on
language served Vitters, in the first place, as an aid to thinking about the
nature of the human mind, and specifically about the relation between private
experience and the physical world. Against the existence of a Cartesian mental
substance, he argued that the word ‘I’ did not serve as a name of anything, but
occurred in expressions meant to draw attention to a particular body. For a
while, at least, he also thought he could explain the difference between
private experience and the physical world in terms of the existence of two
languages, a primary language of experience and a secondary language of
physics. This duallanguage view, which is evident in both the Philosophical Remarks
and The Blue Book, Vitters was to give up later in favor of the assumption that
our grasp of inner phenomena is dependent on the existence of outer criteria.
From the mid-0s onward he also renewed his interest in the philosophy of
mathematics. In contrast to Frege and Russell, he argued strenuously that no
part of mathematics is reducible purely to logic. Instead he set out to
describe mathematics as part of our natural history and as consisting of a
number of diverse language games. He also insisted that the meaning of those
games depended on the uses to which the mathematical formulas were put.
Applying the principle of verification to mathematics, he held that the meaning
of a mathematical formula lies in its proof. These remarks on the philosophy of
mathematics have remained among Vitters’s most controversial and least explored
writings. Later period. Vitters’s middle period was characterized by intensive
philosophical work on a broad but quickly changing front. By 6, however, his
thinking was finally ready to settle down once again into a steadier pattern,
and he now began to elaborate the views for which he became most famous. Where
he had constructed his earlier work around the logic devised by Frege and
Russell, he now concerned himself mainly with the actual working of ordinary
language. This brought him close to the tradition of British common sense
philosophy that Moore had revived and made him one of the godfathers of the
ordinary language philosophy that was to flourish in Oxford in the 0s. In the
Philosophical Investigations Vitters emphasized that there are countless
different uses of what we call “symbols,” “words,” and “sentences.” The task of
philosophy is to gain a perspicuous view of those multiple uses and thereby to
dissolve philosophical and metaphysical puzzles. These puzzles were the result
of insufficient attention to the working of language and could be resolved only
by carefully retracing the linguistic steps by which they had been reached.
Vitters thus came to think of philosophy as a descriptive, analytic, and
ultimately therapeutic practice. In the Investigations he set out to show how
common philosophical views about meaning including the logical atomism of the
Tractatus, about the nature of concepts, about logical necessity, about
rule-following, and about the mindbody problem were all the product of an
insufficient grasp of how language works. In one of the most influential
passages of the book he argued that concept words do not denote sharply
circumscribed concepts, but are meant to mark family resemblances between the
things labeled with the concept. He also held that logical necessity results
from linguistic convention and that rules cannot determine their own
applications, that rule-following presupposes the existence of regular
practices. Furthermore, the words of our language have meaning only insofar as
there exist public criteria for their correct application. As a consequence, he
argued, there cannot be a completely private language, i.e., a language that in
principle can be used only to speak about one’s own inner experience. This
private language argument has caused much discussion. Interpreters have
disagreed not only over the structure of the argument and where it occurs in
Vitters’s text, but also over the question whether he meant to say that
language is necessarily social. Because he said that to speak of inner
experiences there must be external and publicly available criteria, he has
often been taken to be advocating a logical behaviorism, but nowhere does he,
in fact, deny the existence of inner states. What he says is merely that our
understanding of someone’s pain is connected to the existence of natural and
linguistic expressions of pain. In the Philosophical Investigations Vitters
repeatedly draws attention to the fact that language must be learned. This
learning, he says, is fundamentally a process of inculcation and drill. In
learning a language the child is initiated in a form of life. In Vitters’s
later work the notion of form of life serves to identify the whole complex of
natural and cultural circumstances presupposed by our language and by a
particular understanding of the world. He elaborated those ideas in notes on
which he worked between 8 and his death in 1 and which are now published under
the title On Certainty. He insisted in them that every belief is always part of
a system of beliefs that together constitute a worldview. All confirmation and
disconfirmation of a belief presuppose such a system and are internal to the
system. For all this he was not advocating a relativism, but a naturalism that
assumes that the world ultimately determines which language games can be
played. Vitters’s final notes vividly illustrate the continuity of his basic
concerns throughout all the changes his thinking went through. For they reveal
once more how he remained skeptical about all philosophical theories and how he
understood his own undertaking as the attempt to undermine the need for any
such theorizing. The considerations of On Certainty are evidently directed
against both philosophical skeptics and those philosophers who want to refute
skepticism. Against the philosophical skeptics Vitters insisted that there is
real knowledge, but this knowledge is always dispersed and not necessarily
reliable; it consists of things we have heard and read, of what has been
drilled into us, and of our modifications of this inheritance. We have no
general reason to doubt this inherited body of knowledge, we do not generally
doubt it, and we are, in fact, not in a position to do so. But On Certainty
also argues that it is impossible to refute skepticism by pointing to
propositions that are absolutely certain, as Descartes did when he declared ‘I
think, therefore I am’ indubitable, or as Moore did when he said, “I know for
certain that this is a hand here.” The fact that such propositions are
considered certain, Vitters argued, indicates only that they play an
indispensable, normative role in our language game; they are the riverbed
through which the thought of our language game flows. Such propositions cannot
be taken to express metaphysical truths. Here, too, the conclusion is that all
philosophical argumentation must come to an end, but that the end of such
argumentation is not an absolute, self-evident truth, but a certain kind of
natural human practice. Sraffa. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Il gesto della
mano di Sraffa.” Speranza, “Sraffa’s handwave, and his impicaturum”; Luigi
Speranza, “L’implicatura di Sraffa,” per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733734529/in/datetaken/
Grice e Stabile – critica della ragione
borghese – filosofia italiana (Sapri). Duplicato. Filosofo. Laureatosi a Napoli con una tesi
sulla filosofia del valore, divenne ricercatore a Salerno. Pubblica saggi in "Prassi
e teoria", "Aut Aut", "Studi di filosofia politica e
diritto", "il Centauro", "Ombre rosse", riviste tra le
più prestigiose nel panorama della pubblicistica filosofica italiana. Collabora
alla direzione della collana di testi e studi "Relox" di Bibliopolis
di Napoli. Salerno dedica un convegno di studi alla sua memoria: "La
saggezza moderna. Temi e problemi”. Il fondo rappresenta solo una piccola
porzione della sua biblioteca. Infatti la consistenza attuale si aggira intorno
ai 650 volumi altri libri sono in possesso di Salerno. Tuttavia la consistenza
maggiore ricopre il periodo intorno a cui si è formata la sua personalità. I
libri del fondo sottolineano l'interesse verso la critica marxista (moltissimi
i volumi degli Editori Riuniti). Degni di attenzione alcuni esemplari
caratteristici come ad esempio quelli della collana "I gabbiani" del
Saggiatore o ancora la collana quasi completa degli "Opuscoli” della
Feltrinelli, i volumi della collana "Biblioteca di nuova cultura"
della Mazzotta, e quelli della "Scienza nuova" della Dedalo: collane
radicalmente trasformate nei successivi anni o sostituite da altre. Talora nate
solamente per offrire testi economici che rispondessero ai bisogni di una
maggiore diffusione culturale. Sono presenti anche dei volumetti allegati a
periodici di partito (PCI e PSI) e le pubblicazioni dell'Istituto di Filosofia
dell'Salerno. Altri saggi: “Valore
morale e società” (Salerno); “Soggetti e bisogni” (Firenze, La Nuova Italia); “Saggezza
e prudenza: studi per la ricostruzione di un'antropologia” (Napoli, Liguori); “Piccolo
trattato sulla saggezza” (Napoli, Bibliopolis); “Umanesimo e rivoluzione” (“Prassi
e teoria: rivista di filosofia della cultura”), “La saggezza moderna: in
memoria” (Napoli, Edizioni scientifiche italiane). Storia della filosofia,
Salerno. P. Charron Storia della filosofia, Salerno. Giampiero Stabile. Stabile. Keywords:
Grice’s ‘Needs, need, bisogno, bisogni, bisoin, complex etymology, durf, tharf --
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Stabile” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733716119/in/datetaken/
Grice e Stefani – senso compost – filosofia italiana (Pergola). Filosofo. Grice: “I may well say that my idea of a propositional complex
owes much to Stefani’s obsession with ‘sensus’ simplex or ‘divisus, and ‘sensus
compositum’ –“ “The opposite of ‘com-posito’ is de-posito, though!” -- Grice: “I like his diagrammes; The Boedlian
have loads of his mss!” Grice: “He has a figure for the ‘figura quadrata,’ –“.
Grice: “He has a figure for ‘suppositio.’” – Il membro più noto di una famiglia
di insegnanti marchigiani. Avviato alla carriera ecclesiastica nella città
natale, ma presto strasfere a Venezia. Il suo saggio più importante è il “De sensu
composito et diviso”. Insegna a
Rialto. Altri saggi: “Dubia in consequentias Strodi,” “In regulas
insolubilium,” “De scire e dubitare,” “Compendium logicae,” “Logica,” “Tractatus
de sensu simplice, sensu composito, et sensu diviso”,Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Fonte: Dizionario di filosofia, riferimenti. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Stefani. Keywords: senso semplice, senso composito,
senso deposito, senso diviso. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Stefani.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701107182/in/photolist-2mPxLC4-2mLLZRD-2mLDFVG-Eoj4SX-DndBhH-27qzaqL
Grice e Stefanini – l’interpersonalismo -- idealism
filosofico – filosofia fascista – veintennio fascista -- filosofia italiana (Treviso). Filosofo. Grice: “Italians are
obsessed with personalismo, I am with interpersonalismo!” “L’essere è
personale.” “Tutto ciò che non è personale nell’essere rientra nella
produttività della persona, come mezzo di manifestazione della persona e di
*comunicazione* o conversazione *tra* due persone,” “La mia prospettiva
filosofica). Figlio di Giovanni, che gestisce una tintoria, e Lucia de Mori,
diplomata maestra elementare -- è attivo nelle associazioni e nei movimenti
cattolici del trevigiano, iscrivendosi a Gioventù Cattolica dove assumerà
presto l'incarico di presidente diocesano. Qui maturerà la vocazione di
educatore, seguendo, in particolare, gli insegnamenti contenuti nell'enciclica
Rerum Novarum di Leone XIII. Opera pure nel sindacato cattolico dei
lavoratori. Dopo il diploma presso il
Liceo Classico Antonio Canova, dove ha fra gli altri Paolo Rotta come
insegnante di storia e filosofia, nello stesso anno si iscrive alla Facoltà di
Lettere e Filosofia dell'Padova. Nell'ateneo patavino, la corrente del
positivismo è tra le più seguite, ma in controtendenza decide di scrivere la
propria tesi sull’interpersonalismo, aavendo Aliotta come relatore, con cui si
laurea in filosofia . Nel periodo di studi padovano, inizia a frequentare anche
il circolo di Zanella e inizia a insegnare. Mentre completa gli studi
universitari, inizia già a respirarsi aria di guerra in Italia, ma come molti
giovani, pur favorevole ad una posizione di neutralità nei confronti della
guerra, viene comunque chiamato alle armi. Terminato il conflitto, uscendone
con il grado di capitano e una croce al merito di guerra, studia l’estetica di
Gravina. Eletto consigliere del Comune di Treviso ma, la violenza dello
squadrismo fascista investe anche il trevigiano. Si oppone con fermezza a tale
ideologia, dimettendosi e dedicandosi completamente all'insegnamento, che ora è
la sua occupazione principale e che condurrà sempre secondo una pedagogia
ispirata ai principi cristiani, costantemente attento e sensibile sia ai
bisogni che agli interessi degli studenti. Nello stesso periodo, si dedica con
scrupolo alla stesura di apprezzati testi didattici di storia e filosofia, nonché
di pedagogia secondo un indirizzo cristiano. Conseguita la libera docenza in
pedagogia ottiene, per incarico, l'insegnamento di questa disciplina a Padova.
Oltre ad iscriversi al Partito Nazionale Fascista, affianca l'insegnamento
nelle scuole pubbliche a quello universitario fino a quando, vinto
l'ordinariato, ha una cattedra di storia della filosofia a Messina che tiene
fino a quando si trasferisce a Padova. Al contempo, tiene per incarico
l'insegnamento di estetica a Padova e quello di pedagogia all'Venezia, nonché
sarà preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'ateneo patavino. Nel dopoguerra, riabilitato alla propria
cattedra e all'insegnamento universitario, si dedica prevalentemente allo
studio e la ricerca, ma partecipando anche alla riorganizzazione della
filosofia italiana, in particolare promuovendo incontri, convegni e riunioni
all'Istituto Aloisianum dei padri gesuiti di Gallarate, che diventerà poi il
Centro di studi filosofici di Gallarate, per primo diretto da Carlo Gianon. Socio corrispondente dell’Istituto veneto di
scienze, lettere ed arti, nonché socio effettivo dell’Accademia patavina di
scienze, lettere ed arti, ricevette il premio della R. Accademia d'Italia per
le discipline filosofiche, e il premio Marzotto per la filosofia, nonché fu
membro dei consigli direttivi della Società filosofica italiana e del Centro
Studi filosofici di Gallarate. Fonda a Padova la Rivista di estetica, della
quale ha potuto dirigere solo il primo fascicolo e a cui gli subentrerà
Pareyson. Gli saranno intitolate delle scuole medie statali di Treviso e
Padova, nonché l'ex Istituto magistrale di Mestre. Uno dei maggiori
rappresentati dello spiritualismo, riesamina storicamente e criticamente
diverse correnti del pensiero filosofico, fra cui lo storicismo, la filosofia
dell'azione, l’idealismo, la fenomenologia, l'esistenzialismo, lungo il corso
della storia della filosofia, da Bonaventura ed Aquino a Gioberti, Rosmini ed
altri, sulla scia della sua prima formazione incentrata su uno stretto connubio
fra prospettiva storica e dimensione teoretica.
Interessato pure all'estetica, su cui ha scritto molti lavori, il
contributo più importante è frutto della sua costante riflessione su
personalismo e spiritualismo, grazie alla quale il rapporto soggetto-oggetto
viene interpretato in termini di alterità, di altro da sé, prospettivaquestache
permetterà di concepire il singolo individuo come membro di una comunità.
Questo rapporto soggetto-oggetto, da un tale punto di vista, sarà concepito
come il momento fondante di ogni comunità di esseri umani in relazione fra
loro. Le più importanti problematiche connesse a questi principi di base,
saranno poi affrontate nella “Metafisica della persona” – cf. Strawson, “The
concept of a person” -- e “Inter-personalismo”. Strettamente connesse a queste
tematiche filosofiche, poi, sono quelle didattico-pedagogiche aperte e portate
avanti pressoché durante l'intero suo periodo di attività, dai primi anni
formativi fino agli ultimi della maturità, in continuo ripensamento e
progressiva rivisitazione. Per quanto
concerne poi la sua vasta produzione, ricordiamo solo che dà alle stampe le
seguenti, notevoli pubblicazioni: “L'esistenzialismo” “Spiritualismo”, “Il
dramma filosofico”; “Metafisica della persona”; “Esistenzialismo ateo ed
esistenzialismo teistico”; “Inter-personalismo”; “Estetica”; “Trattato di
estetica. Viene pubblicata la raccolta di scritti intitolata “Inter-Personalismo”.
Dizionario Biografico degli Italiani.L. Corrieri, Uun pensiero attuale” (Prometheus,
Milano). Citando sue testuali parole. L’opera del Blondel è più arte che
filosofia. I passaggi più ardui superati con immagini ardite, anziché con
logiche dimostrazioni; affermate le più inconciliabili antitesi affinché queste
rendano vivo e tragico il contrasto; i mezzi dialettici atti più a trascinare
che a convincere: tutto ciò ci conferma pienamente nella nostra
interpretazione. L'opera del Blondel è, più che una dottrina filosofica, un
romanzo psicologico che descrive le esitazioni e le incertezze, le vane pretese
e le supreme aspirazioni dell'umana volontà, che alfine si appaga e riposa in
Dio. Per ciò che al di là del filosofo si riesca ad afferrare l'uomo, al di là
del sistema si riesca ad afferrare il programma generoso del credente, la
filosofia dell'azione può essere efficacemente educativa, può esercitare nella
coscienza contemporanea l'influsso salutare che essa si era proposta. “L'azione”
(Padova). Il quale, a sua volta, prende le mosse dalle concezioni
personalistiche mounieriane e giobertiane; cfr. G. Piaia, cit. Opere principal:
Il problema della conoscenza in Cartesio e Gioberti, Torino, Sei, Il problema
religioso in Platone e S. Bonaventura. Sommario storico e critica di testi,
Torino, Sei,Idealismo cristiano, Padova, R. Zannoni Editore, Platone (Padova, Milani);
Il problema estetico in Platone, Torino, Sei, Imaginismo come problema
filosofico (Padova, Milani); “Problemi attuali d'arte” (Padova, Milani); “La
Chiesa Cattolica, Milano-Messina, Principato, Vincenzo Gioberti. Vita e
pensiero, Milano, F.lli Bocca,
Metafisica dell'arte” (Padova, Liviana); “La mia prospettiva filosofica,
Treviso, Canova); Esistenzialismo ateo ed esistenzialismo teistico. Esposizione
e critica costruttiva” (Padova, Milani); Aubier, Estetica, Roma, Edizioni
Studium, Trattato di Estetica”; “L'arte nella sua autonomia e nel suo processo”
(Brescia, Morcelliana); Personalismo educativo, Roma, F.lli Bocca). Dialettica
dell'immagine. Studi sull'imaginismo di Luigi Stefanini, a cura
dell'Associazione filosofica trevigiana, Genova); L. Caimi, Educazione e
persona” (Scuola, Brescia); Glory Cappello, Dalle opere e dal carteggio del suo
archivio, Europrint, Treviso, Per una antropologia in Luigi Stefanini:
metafisica, personalismo, umanesimo, Glory Cappello, ER. Pagotto, Padova,. M. Lasala,
Una ragione vivente. L'immagine e l'ulteriore, in Frammenti di filosofia contemporanea,
I.v.a.n. Project, Limina Mentis, Villasanta, M. De Boni, Le ragioni
dell’esistenza. Esistenzialismo e ragione (Mimesis, Milano); A. Rigobello, Scritti
in onore (Liviana, Padova). Rivista Rosminiana,treccani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Luigi Stefanini. Stefanini. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Stefanini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733901795/in/photolist-2mPxLC4
Grice e Stella – iustum/iussum – filosofia
italiana (Sernaglia della
Battaglia). Filosofo. Grice: “What
is it with Italian philosoophers that they are all into what at Oxford we would
call jurisprudence?” Grice: “It seems like all Italian philosophers are like
Italian versions of H. L. A. Hart!”. Filosofo. Studia a Treviso e Milano, sotto Crespi.Insegna a Catania e
Milano. I suoi studi si diregeno su alcune tipologie di reati, successivamente
sugli elementi strutturali del reato. Il
suo contributo scientifico più noto, presso gli operatori del diritto penale e
la comunità accademica, è “La spiegazione causale dell’azione umana” (Milano), in
cui ricostruisce il problema del nesso
di causalità prospettando il criterio della sussunzione sotto una *legge* come
strumento per la soluzione di casi dubbi. Solo mediante una legge di copertura,
atta a spiegare il rapport causale fra la condotta dell’attore ed il effetto e possibile
formulare un giudizio sulla responsabilità dell’attore. Ad es., solo dopo aver
dimostrato, sulla base di una legge, che l'ingestione di un determinato farmaco
determina casualmente malformazioni del feto, e possibile imputare alla ditta
produttrice il reato di lesioni gravissime, colpose o dolose. In difetto di questa
spiegazione causale non puo formularsi alcuna responsabilita. a regola di
giudizio dell'"oltre ogni ragionevole dubbio" trovasse applicazione
anche in un processo. Il principio venne accolto in tema di nesso causale dalla
corte suprema di cassazione, anche a sezioni unite. Oggi è norma codicistica.
Dirige riviste giuridiche di diritto penale e fu fra i curatori di raccolte
normative di largo successo presso la comunità forense. Si interessa anche
nella teoria generale del diritto ed la filosofia del diritto, mediante
pubblicazione di scritti maggiormente agili rispetto alle monografie ed ai
saggi penalistici, rivolti ad un pubblico relativamente più vasto. Esercita la
professione di avvocato, partecipa in qualità di difensore di alcuni imputati,
al processo del Petrolchimico di Porto Marghera, dove fa applicazione, dal
principio della spiegazione causale. Altri
saggi: “L'alterazione di stato mediante falsità” (Milano); “La descrizione dell'evento” (Milano); “Giustizia”
(Milano); “Dei giudici” (Milano); “ll giudice corpuscolariano” (Milano); “Le ingiustizie”
(Bologna); “il galantumo del diritto, Corriere della Sera, Federico Stella.
Stella. Keywords: Grice, implicature della descrizione d’azione umana, H. L. A.
Hart, J. L. Austin, responsibity, aspets of reason, alethic reason. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Stella”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732161382/in/photolist-2mPoRfW-2mPrcpg-2mPqEYR-FXFiS4-Eoj4SX-BNWJaB-CdDizG-CdAEaL-CfWKjF-Aph69c-ApTd44-ApVvbg-ApPzuj-B11YKQ-Asadbr-ArBZyV-Axqfia-nfLxee-nijWnd-nfLAda
Grice e Stellini – de ortu morum -- filosofia
italiana (Cividale).
Filosofo. La sua fama è dovuta soprattutto al “Saggio dell’origine e del
progresso de’ costume e delle opinion a’ medesimi pertinenti – con quale ordine
si sviluppassero le facolta degli uomini, ed appetite ne uscissero loro
connaturali” (Siena, Porri). La sua concezione morale è di stampo aristotelico
e sotto alcuni aspetti può essere considerato uno dei precursori della
sociologia. A lui è stato dedicato il liceo classico di Udine e che nella sua
biblioteca contiene gli scritti autografi. Enciclopedia Treccani, su treccani.
Dizionario biografico friulano, su friul.net. Stellini. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Stellini” – The Swimming-Pool Library
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689466733/in/photolist-2mKC2Ci
Grice e Sterlich – i georgofili -- filosofia
italiana (Chieti).
Filosofo. Figlio di Rinaldo De Sterlich, marchese di Cermignano, e della
marchesina aquilana Margherita Alfieri, studia a Napoli nel Collegio dei
Nobili, gestito dalla Compagnia di Gesù. E proprio questa esperienza che lo
portò a concepire la sua profonda ostilità verso i Gesuiti, che fu uno dei
tratti caratteristici del suo pensiero filosofico. La cura dei beni ereditati
dal padre (di cui era l'unico figlio maschio) lo portarono a dover
compromettere le sue aspirazioni letterarie. Ma la cultura rimase sempre la sua
prima passione e per superare l'isolamento culturale che gli venne imposto dal
dover vivere a Chieti, comincia a costituire la sua biblioteca. Questa crebbe
in misura esponenziale di anno in anno, tanto che conta 12.000 volumi,
divenendo così una delle migliori biblioteche del Regno. Il suo intento e di
mettere la stessa a disposizione di Chieti per la sua crescita culturale.
Sfortunatamente il suo desiderio fu reso vano dall'incuria di chi gestì la
stessa dopo la sua morte. Cospicue parti di quella grande biblioteca sono stati
individuate in tutta Italia: nella Biblioteca di Pescara, nella Biblioteca di
Chieti, nella Biblioteca di Napoli, etc. Aggiornatissimo sui dibattiti
culturali e commentarista di Montesquieu, Rousseau, Voltaire, e di altri
illuministi. Di questa partecipazione all’illuminismo è testimonianza un copioso scambio di lettere
con Genovesi, Battarra, Lami, Bianchi, e Torres. Questo carteggio è un
documento prezioso per delineare l’illuminismo. Lasciò anche alcune
testimonianze del suo pensiero: due Dialoghi di Fra' Cipolla e la Nanna. In
essi trova largo spazio la sua antipatia per i Gesuiti. Tramite la solida
amicizia con Lami, e membro della Crusca e uno dei Georgofili. L'illuminismo nell'epistolario (Sestante, Bergamo).
Romualdo de Sterlich. Sterlich. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Sterlich” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733598859
Grice e Steuco – la filosofia perenne di
Pitagora, Cicerone, Ovidio, Virgilio, Plinio – filosofia italiana (Gubbio). Filosofo, acuto esegeta dei testi
biblici e profondo conoscitore della lingua romana, si oppone tenacemente alla
riforma protestante e prese parte al Concilio di Trento. Entra nella
congregazione dell'Ordine dei Canonici Agostiniani a Bologna, poi a Gubbio. Inviato
a Venezia, dove, per l'ampia conoscenza della lingua romana e l'acume
filologico, gli e affidata la biblioteca di Grimani, della quale una buona
parte del patrimonio librario era appartenuto a Pico. Pubblica saggi contro
Lutero ed Erasmo, accusandoli di fomentare la rivolta contro la Chiesa. Questi
lavori rivelano il solido sostegno che dà alla tradizione della prima Roma. Parte
della sua produzione include un intenso lavoro filologico sull'Antico
Testamento, culminato con la pubblicazione del Veteris testamenti recognitio,
per il quale egli si basa su manoscritti della biblioteca Grimani, utili a
correggere Gerolamo. Nel revisionare e spiegare il testo, mai devia dal *significato
letterale* e storico. Contemporanea a
quest’esegesi e la composizione di un saggio d'impianto enciclopedico, la “Cosmopœia”.
La sua filosofia polemica ed esegetica destarono l'attenzione favoravole di
Paolo III, e questi lo ordina bibliotecario della collezione papale di
manoscritti e stampe del Vaticano. Si reca a Lucca con Paolo III e Carlo V. Adempe
attivamente con scrupolo il suo ruolo di bibliotecario del Vaticano. Nel
frattempo a Roma redatta i Commenti al Vecchio Testamento riguardanti i Salmi
di Giacobbe, aiutando ad annotare e correggere i testi di parte della Vulgata
alla luce degli originali ebraici. A questo periodo risale la composizione del celeberrimo
saggio, “De perenni philosophia” nella quale mostra che molte delle idee
esposte dai filosofi italici antichi – l’orfismo italico, la scuola di Crotone,
Parmenide e i velini della scuola di Velia, Plutarco, Numenio, gli Oracoli
sibillini, i trattati ermetici e i frammenti teosofici -- e essenzialmente correto.
Questo saggio contiene una polemica indiretta a margine, poiché elabora un
numero di questi argomenti per sostenere molte posizioni poste in questione in
Italia da riformatori e critici. Come umanista ha un profondo interesse per le
rovine di Roma, e nell'operare un rinnovamento urbano dell'Urbe. A tal
proposito, degne d'essere menzionate, sono una serie di brevi orazioni in cui
raccomanda di risistemare l'acquedotto conosciuto come Aqua Virgo, in modo da
supplire adeguatamente il fabbisogno di acqua fresca per la città. Mandato da
Paolo III a presenziare il Concilio di Trento, che doveva celebrarsi a Bologna,
affidandogli il compito di sostenere l'autorità e le prerogative papali. Muore
a Venezia durante un periodo di sospensione del Concilio. “De perenni
philosophia”. Concilio di Trento Esegesi
biblica Ermetismo (filosofia) Teosofia. Treccani Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Guido Steuchi.
Stucchi. Guido Steuco. Steuco. Keywords: Crotone, i velini – I
crotonensi --. Cicerone, ovidio, Virgilio, plinio, roma, aqua virgo. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Steuco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732115302/in/datetaken/
Grice e Taddio – fenomenologia ereetica – filosofia
italiana (Udine).
Filosofo. Si occupa in particolare di fenomenologia della percezione, ontologia
e teoria della conoscenza a cavallo tra estetica e metafisica. È direttore
editoriale, con Pierre dalla Vigna, della casa editrice Mimesis Edizioni. Luca
Taddio nasce a Udine nel 1974. Dopo i primi studi artistici si laurea in
Filosofia a Trieste, successivamente, trascorre un periodo di studio presso il
dipartimento di Filosofia dell'Edimburgo: completa la sua formazione aTrieste
conseguendo il titolo di dottore di ricerca. È stato allievo dello psicologo
sperimentale Paolo Bozzi e del filosofo Giorgio Derossi. Il primo libro,
Spazi immaginali (Prefazione di Maurizio Ferraris), è un testo di narrativa
filosofica che si inserisce all'interno della tradizione del realismo magico: l'esistenza
viene espressa da una sequenza di istantanee emergenti dallo spazio
immaginale. Tutti gli scritti dell'autore sono di matrice realista:
Fenomenologia eretica è un libro incentrato sull'analisi di un unico esempio
considerato dall'autore paradigmatico per l'intera tradizione fenomenologica,
la percezione di un cubo. L'analisi critica dell'esperienza è sviluppata, da un
lato, in rapporto alla fenomenologia sperimentale e, dall'altro, in risposta
alle critiche alla fenomenologia. A partire di Magritte, ne “Il mistero”
viene applicata la teoria della percezione diretta, elaborata in “Fenomenologia
eretica” al problema della raffigurazione pittorica. L'insegnamento di estetica
alla facoltà di Architettura lo porta a realizzare il saggio “L'affermazione
dell'architettura” (Mimesis). La relazione filosofia-architettura sta al centro
di altri due volumi da lui curati: “Costruire abitare pensare” (Mimesis) e “Città
metropoli territorio” (Mimesis). Il concetto di affermazione e preso in esame
in un numero di aut aut dedicato all'architettura. In Verso un realismo”
(Jouvence) si delinea un'ontologia della meta-stabilità. Sul tema del realismo
avvia un articolato confronto. Le riflessioni sul realismo si sono sviluppate
in diversi direzioni: politica, architettura, cinema, ontologia ed
epistemologia (v. Alfabeta; “aut aut”; “Cinema&Cie”; “Teoria &
Modelli”; “La Filosofia Futura”. Fonda “Mimesis”. La società è detentrice dei
marchi editoriali di Mimesis in Italia. Progetta e realizza la rivista di approfondimento
culturale Scenari. Crea e dirige il Festival Mimesis Territori delle
idee. A partire da una prima formazione politica di stampo
liberal-socialista lavora in direzione di un rilancio della cultura cosmopolita
in rapporto alle nuove forme di partecipazione
democratica (interventi: Festival Vicino Lontano, Pop Sophia, Radio
Radicale). Palazzo Reale, Genova. Insegna a Udine. Saggi: “Spazi immaginali”
(Campanotto Editore); “ Fenomenologia eretica”, “Saggio sull'esperienza
immediata della cosa” (Mimesis); “Il mistero”; “La natura della rappresentazione”
(Mimesis); “Osservazioni sulla stabilità
tra estetica e metafisica” (Jouvence); “Un mondo sotto osservazione” (Mimesis);
“La guerra e il mortale (Mimesis); “Quale filosofia per il partito democratico
e la sinistra” (Mimesis); “La Terra e il Sacro” (Mimesis); “Un metodo pericoloso” (Mimesis); “Manifesto
per una sinistra cosmopolita” (Mimesis); “Radicalmente liberi” (Mimesis); “L'apparire
della Cosa, La Fenomenologia Eretica, Uno scandalo per il pensiero, su I lsole24ore.com. “aut aut”. “Ma il realismo non è tutto nuovo”,
su corriere. È il crepuscolo delle
tradizioni, su corriere. Sinistra e
Realismo, su alfabeta Vuoti di sapere, su autaut.il saggiatore.com. Passione
politica e democrazia. "Marionette al potere" Curi, Marramao, Palazzo
Reale Genova, Intervista. Artribune. Luca Taddio. Taddio. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Taddio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732614953/in/datetaken/
Grice e Tagliabue-Remo – le strutture del trascendentale – il
concetto di gusto nell’estetica italiana -- filosofia italiana (Milano),
filosofo. Nato da padre ignoto, studia a Milano. Dopo diverse collaborazioni a
riviste come critico letterario e teatrale, si occupa lui stesso di filosofia a
partire da due saggi del dopoguerra, “Le strutture del trascendentale: piccolo
inchiesta sul pensiero critic, dialettico, esistemziale” (Milano, Bocca), e Il
concetto dello stile. Saggio di una fenomenologia dell’arte” (Milano, Bocca), che
gli fecero avere il posto di professore a Milano e Trieste. Collabora al Convegno,
ma scrisse anche su La Lettura e La Rassegna d'Italia, e Rivista critica di
storia della filosofia, Rivista di filosofia, Belfagor, Giornale critico della
filosofia italiana, Rivista di estetica, Il pensiero, Aretusa, Lingua e stile,
Studi di estetica, Studi tedeschi, aut aut ecc.
Si occupa di germanistica, gnoseologia, semantica, estetica e poetica,
attraverso numerosi saggi di taglio fenomenologico. Come per Baratono e Banfi, la sua analisi dell'estetica e delle
scelte poetiche e stilistiche degli artisti si distacca dall'impostazione di
Croce e poi di Calogero per orientarsi verso l'aspetto pratico, influenzato
anche dall'esistenzialismo positivo di Abbagnano, del fare arte, che non può
ridursi alla sola conoscenza, ed è fortemente legato alla tecnica, intesa anche
come gesto manuale e meccanico, e allo stile, inteso come rapporto tra gli
elementi formali e quelli contenutistici dell'opera -- sede, inoltre,
dell'unità nel rapporto tra percezione e immaginazione. Organizza le teorie
d'artista e le dottrine estetiche non tanto in senso cronologico, ma per tipi:
estetica vitalistica, estetica psicologistia, estetoca formalistica, estetica fenomenologica,
ecc. In “Linguistica e stilistica di
Aristotele” e “Demetrio, dello stile” si
occupa di retorica e stilistica antiche. “Aristotelismo e Barocco” (Milano,
Bocca); “Il Barocco e noi”; “Anatomia del Barocco” (Palermo, Aesthetica) indagano
sul barocco artistico e letterario” (Milano, Bocca). Si occupa anche di
estetica, del pre-criticismo, della polemica Nietzsche-Wagner, di Goethe,
Musil, Roth, Kafka ecc. Critico con la contestazione studentesca, eppure non evita
il confronto con il movimento. Altre saggi: “I processi di Galileo e l'epistemologia”
(Milano: Bocca); “Dai romantici a noi” (Milano: Marzorati); ““Il concetto del
"gusto nell'Italia’ (Firenze: La Nuova Italia); “Linguistica e stilistica di Aristotele” (Roma,
Ateneo); “Fenomenologia dei giudizi di valore” (Trieste: Istituto di
Filosofia); “La semantica e i suoi problemi” (Trieste: Istituto di Filosofia);
“Demetrio, dello stile” (Roma: Ed. dell'Ateneo); “La nevrosi: Saggi sul romanzo”
(Casale Monferrato: Marietti); “Nietzsche contro Wagner” (Pordenone: Tesi);
“Geologia letteraria” (Milano: Garzanti); “Goethe e il romanzo” (Torino:
Einaudi); “Il gusto nell'estetica” (Palermo: Centro studi di estetica); “Arte e
alienazione. Il ruolo dell'artista nella societa” (Milano: Marzorati); “I sogni
di un visionario spiegati coi sogni della metafisica” (Milano: Rizzoli); “Sul
sentimento del bello e del sublime” (Milano: Rizzoli); “Sul gusto” (Genova:
Marietti). "Esercizi filosofici", L. Russo, L’estetica del
Settecento, in "Aesthetica Pre-Print"; Dizionario Biografico degli
Italiani, Roma, Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ritratto di un
genio politicamente scorretto. C. Magris, Corriere della Sera. Guido
Morpurgo-Tagliabue. Morpurgo-Tagliabue-Remo. Tagliabue. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tagliabue” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732605248/in/datetaken/
Grice e Tagliagambe – la mediazione della
representazione – filosofia italiana (Legnano). Filosofo. Studia a Milano su Geymonat con cui si è
laureato con la lode attraverso una tesi sull'interpretazione della meccanica
quantistica di Reichenbach. Ha proseguito i suoi studi specializzandosi in
Fisica quantistica all'Università degli Studi Lomonosov di Mosca sotto la
direzione di Ja.P. Terleckij e poi presso l'Accademia delle Scienze dell'URSS,
Istituti di Filosofia e di Fisica dove
si è perfezionato in Filosofia della fisica con la supervisione di Fock e Terleckij.
La sua attività scientifica e didattica si è sviluppata attraverso un variegato
percorso universitario che l'ha portato ad insegnare presso diversi atenei dal
1974 al 2008 e a collaborare con differenti centri di ricerca ed enti
istituzionali come consulente scientifico. Si è concentrato sul rapporto
tra filosofia e fisica quantistica in particolare sul concetto di realtà fisica
e sui rapporti tra materialismo dialettico e sviluppi della fisica. Rivolve
l'attenzione sui temi del rapporto tra realtà osservata e sistema osservante,
le interazioni reciproche e il ruolo del linguaggio, della comunicazione inter-soggettiva,
della mediazione linguistica e della semiotica nel pensiero. Elaborato il ruolo
e il significato di interfaccia, il rapporto tra intelligenza naturale e
intelligenza artificiale, in particolare il ruolo progressivamente avuto dalle
tecnologie di informazione e comunicazione. Elabora i contributi sul profondo
significato del concetto di "margine", sia esso su un essere vivente,
un'interfaccia o il rapporto tra corpo e mente, nei sistemi sociali e nella
comunicazione. Studia le forti interconnessioni tra artificiale e naturale, il
profondo senso dell'interdisciplinarità, e il saggio Il Sogno di Dostoevskij,
attraverso una visitazione storica dal dibattito tra lo scrittore e lo
scienziato Secënov, fino alle recenti scoperte della neuro-fisiologia, mettendo
a fuoco il senso del rapporto tra le mente e il corpo e il significato e la
funzione dell'inconscio. Ricostrusce e interpretato l'intenso scambio
dialogico tra Pauli e il fondatore della psicologia analitica Jung, nel quale
emerge il profondo rapporto tra filosofia, fisica e psicanalisi. L'analisi tra
visibile e invisibile, il ruolo dell'arte e il senso epistemologico dello
spazio intermedio e del confine sono stati da lui sviluppati anche attraverso
un'esegesi del pensiero di Florenskij. Le ricadute della sua filosofia
sulle scienze sociali ed economiche trovano approfondimenti nelle opere
dedicate all'analisi dei sistemi organizzativi socio-economici. L'attività
presso la facoltà di Architettura l'ha portato a riflettere
sulla'"epistemologia del progetto", sulla relazione tra possibilità e
realtà, sul rapporto tra l'Io, lo spazio, il tempo, l'ambiente, tra urbs e
civitas, sul concetto di paesaggio, sul ruolo delle città globali e sul nesso
tra globale e locale. Gli sviluppi delle tecnologie digitali e poi della rete come
fenomeno prima tecnologico poi culturale e sociale vengono elaborati e
incorporati nella sua filosofia. La sua riflessione teorica è indirizzata anche
ai temi dell'apprendimento e dell'organizzazione della conoscenza soprattutto
alla luce delle reali esperienze della scuola, dei processi di modernizzazione
e innovazione che la coinvolgono e delle nuove esigenze che essa deve
affrontare Dirige il rifacimento del manuale di filosofia di Geymonat e
pubblicato da Garzanti Scuola con il titolo La realtà e il pensiero. La ricerca
filosofica e scientifica. Collabora dal
con il CNI per il premio Scintille dedicato all'innovazione a Pisa,
Cagliari, Roma La Sapienza, Sassari: Facoltà di Architettura di Alghero, Vicepresidente
CRS4, Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per la
Riforma, CIES, FIESEC, Direttore del progetto “Scuola digitale” della Regione
Sardegna.Vedi Materialismo e dialettica nella filosofia sovietica. Vedi Scienza
e marxismo in Urss. Vedi La mediazione
linguistica. Il rapporto pensiero-linguaggio. Vedi Epistemologia del
confine Vedi Il Sogno di
Dostoevskij (vedi Un confronto su
materia e psiche Vedi recensione Corriere
della Sera che cita che con quest'opera va avanti sul progetto di esplorare una
originalissima epistemologia del confine. La tecnica e il corpo. Organizzazioni.
Soggetti umani e sviluppo socio-economico. Individui e imprese: centralità
delle relazioni. L'albero flessibile. La cultura della progettualità. “Lo
spazio intermedio” (Bocconi, Milano) riprende, rielabora ed estende il concetto
di confine. La didattica e la rete. Più colta e meno Gentile.. Nuovi percorsi per
l'obbligo formative. La realtà e il pensiero 1. La ricerca filosofica e
scientifica, Garzanti Scuola. Altre saggo: “ L'interpretazione materialistica
della meccanica quantistica. Fisica e filosofia” (Feltrinelli, Milano); Scienza,
filosofia, politica” (Feltrinelli, Milano); “Materialismo e dialettica” (Loescher,
Torino); “Scienza e marxismo” (Loescher, Torino); “La mediazione linguistica:
il rapporto pensiero-linguaggio” (Feltrinelli, Milano); “Lo spiritismo.. (Boringhieri,
Torino); L'impresa tra ipotesi, miti e realtà (ISEDI, Torino); “Epistemologia
del confine” (Il Saggiatore, Milano); “La politica che non c'è. Idee guida per
un progetto tra razionalità e valori” (Demos, Cagliari); “Il sequestro dell'identità”
(CUEC, Cagliari); “La città possible” (Dedalo, Bari); “Epistemologia del cyber-spazio,
Demos, Cagliari, L'albero flessibile. La
cultura della progettualità, Masson, Milano, Il profilo del tempo, ‘Nuova
civiltà delle Macchine', Organizzazioni. Soggetti umani e sviluppo
socio-economico, (in collaborazione con G.Usai), Giuffré, Milano, La didattica
e la rete, Pitagora, Bologna); “La comunicazione nell'era di Internet” (Etas
Libri, Milano); “Il destino del marxismo: dall'idolatria al rifiuto” (Luiss, Roma), “La vittoria di Babele: dalla filosofia
naturale alla separazione dei linguaggi”; “Civiltà delle machine”; “Il sogno di
Dostoevskij. Come la mente emerge dal cervello” (Cortina, Milano); “Filosofia
della scienza (Cortina, Milano)”; “Percorsi per l'obbligo formative” (PLUS, Pisa);
“L’unitario” (Cultura, Teramo); “Le due vie della percezione e l'epistemologia
del Progetto” (Angeli, Milano); “Più colta e meno gentile. Una scuola di massa
e di qualità” (Armando, Roma); “Florenskij” (Bompiani, Milano); “La tecnica e
il corpo” (Angeli, Milano); Individui e imprese: centralità delle relazioni” (Giuffrè,
Milano); “Saper fare la scuola: il triangolo che non c'è” (Einaudi, Torino)”; Storia
della filosofia, Filosofi italiani”
(Bompiani, Milano); Storia della filosofia”; “Un confronto su materia e psiche”
(Cortina, Milano); “La libertà, le lettere, il potere” (Rubbettino, Soveria
Mannelli); La realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica” (Garzanti
Scuola). Silvano Tagliagambe. Tagliagambe. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Tagliagambe” – The Swimming-Pool Library.
Grice e Taglialatela – filosofia italiana (Mondragone). Flosofo.
Studia al Seminario vescovile di Sessa. Ordinato sacerdote, insegnò teologia al
Seminario vescovile di Cava dei Tirreni. Lasciato il sacerdozio, tenta di
arruolarsi nelle truppe di Garibaldi, per poi decidere di predicare nell'Italia
meridionale i nuovi ideali del movimento unitario. Nominato professore di
teologia a Napoli. A seguito della soppressione di tale cattedra apre una
scuola privata. Incomincia da questo
periodo a riscoprire lo studio e la saggistica, in particolare riprendendo e
sposando le tesi di Gioberti, che lo affascina. Su questo indirizzo filosofico
è stato imperniato il manuale Istituzioni di filosofia dche, seppur non
prescelto come testo d'insegnamento liceale, in quanto particolarmente
complesso, ricevette le lodi di Spaventa.
Non manca, in seguito, avendo aderito al protestantesimo, di compiere
opere missionarie, in particolare in Puglia e in Abruzzo. A tal riguardo è
documentato il viaggio di Pescasseroli sul quale scrisse Croce, che segnala
anche come e considerato, assieme a Mazzarella e Caporali, fra le menti più
forti del movimento protestante in Italia. Altre opere:: “Istituzioni di
filosofia” (Diogene, Napoli); “Apologia delle dottrine filosofiche di Gioberti”
(Diogene, Napoli); “La scienza, la vita e di Sanctis” ( Diogene, Napoli); “Garibaldi”
(La Speranza, Roma); “Il Papa-re nelle profezie e nella storia” (La Speranza,
Roma); “In Dio” ((La Speranza, Roma); “Fede, speranza e carità” (La Speranza,
Roma); “Teoria evangelica della vita” (La Speranza, Roma); D. Ciampoli,
Taglialatela” (Unione, Roma); B. Croce, Pescasseroli, Laterza, Bari); R. Fiore,
Civiltà Aurunca, G. Iurato, Pietro Taglialatela. Dalla filosofia del Gioberti
all'evangelismo anti-papale” (Claudiana, Torino); Gioberti Protestantesimo in
Italia, Dizionario biografico dei protestanti in Italia". Sito della
Società di studi valdesi. Apologia della dottrinadi Gioberti. Pietro
Taglialatela. Taglialatela. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Taglialatela” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732962169
Grice e Tagliapietra – sincerita –
filosofia italiana
(Venezia). Filosofo. Dopo la maturità classica al Foscarini di Venezia, ha
compiuto studi di medicina e di filosofia, laureandosi in filosofia teoretica
all'Università Ca' Foscari con una tesi discussa con Emanuele Severino e Romano
Madera. In quegli stessi anni perfeziona gli studi di ermeneutica biblica sotto
la guida di Carlo Enzo. Insegna a Sassari e Milano. Fonde nelle sue ricerche
un'indagine storico filosofica sul pensiero antico, sulla tradizione
apocalittica, con un'attenzione a temi contemporanei legati al mondo delle
immagini e della comunicazione, allo studio del linguaggio e delle metafore,
nonché all'intreccio storico e teorico fra teatro e filosofia. In quest'ultima
prospettiva si orientano i suoi studi sull'idea di sincerità e sul significato
della bugia nel quadro di una costruzione drammaturgica dell'individuo, sul
ridere e sulla natura del personaggio comico. Cura per Feltrinelli, Boringhieri
e Mondadori edizioni importanti: L'Apocalisse di Giovanni, raccolte di scritti
sull'Illuminismo e sul tema della catastrofe; il Fedone o sull’anima (Feltrinelli,
Milano); “L’apocalisse di Gioacchino da Fiore” (Feltrinelli, Milano); Voltaire,
Rousseau, Manzoni, Volney, Feuerbach, Mercier. Cura Valent. Collabora
saltuariamente a Il Gazzettino, il quotidiano della sua città, e ha collaborato
a varie testate giornalistiche (Capital; Panorama; Il Sole 24 Ore; l'inserto
culturale "Saturno" de Il fatto quotidiano, ecc.), con interventi di
carattere culturale o legati all'attualità sociale e politica. Con “La virtù
crudele. Filosofia e storia della sincerità” vince il Premio Viareggio per la
saggistica. -- è stato conferito il premio di filosofia Viaggio a Siracusa per “Gioacchino
da Fiore e la filosofia”. È direttore del Giornale critico di storia delle
idee. È fondatore e direttore a Milano del Centro di Ricerca Inter-Disciplinare
di Storia delle Idee (CRISI), e di ICONE, Centro Europeo di Ricerca di storia e
teoria dell'immagine di Palazzo Arese Borromeo. Altre opere: “La metafora dello
specchio. Lineamenti per una storia simbolica” (Feltrinelli, Milano, Bollati
Boringhieri, Torino); “Il velo di Alcesti: la filosofia e il teatro della morte”
(Feltrinelli, Milano); “Filosofia della bugia: figure della menzogna nella
storia del pensiero occidentale” (Bruno Mondadori, Milano); “La virtù crudele:
filosofia e storia della sincerità” (Einaudi, Torino); “La forza del pudore:
per una filosofia dell'inconfessabile” (Rizzoli, Milano; “Il dono del filosofo:
sul gesto originario della filosofia” (Einaudi, Torino); “Icone della fine: Immagini
apocalittiche, filmografie, miti (Il Mulino, Bologna); “Sincerità” (Raffaello
Cortina, Milano); “Gioacchino da Fiore e la filosofia, il Prato, Padova); “Non
ci resta che ridere (Il Mulino, Bologna); “Alfabeto delle proprietà: filosofia
in metafore e storie” (Moretti, Bergamo); “Esperienza: filosofia e storia di
un'idea” (Cortina, Milano); “Filosofia dei cartoni animati. Una mitologia
contemporanea” (Boringhieri, Torino); Cartografia intellettuale dell'Europa,
“La migrazione dello spirito” (Mimesis, Milano); “Tempo a termine e tempo senza
fine: breve storia figurale della temporalità” (Mimesis, Milano); “Non
desiderare la donna e la roba d'altri” (Mulino, Bologna); “Il senso del dolore.
Testimonianza e argomenti” (San Raffaele, Milano); “Zerologia. Sullo zero, il
vuoto e il nulla” (Mulino, Bologna); “Apocalisse di Giovanni” (Feltrinelli,
Milano); “La verità e la menzogna: sulla
fondazione morale della politica” (Mondadori, Milano); “Che cos'è
l'Illuminismo? I testi e la genealogia del concetto” (Mondadori, Milano); “ Il
sacro” (Gallone, Milano); “La catastrofe. L'illuminismo e la filosofia del
disastro” (Mondadori, Milano); “La fine di tutte le cose” (Boringhieri,
Torino); “La storia e l'invenzione” (Prato, Padova); “Le rovine, ossia
meditazione sulle rivoluzioni degli imperi” (Mimesis, Milano); “L'uomo è ciò
che mangia” (Boringhieri, Torino); “Montesquieu a Marsiglia” (Inschibboleth,
Roma); “Bisogna sempre dire la verità?” (Cortina, Milano); “L’idea della fine”
(Agalma); “Il rischio e il limite”; Magazine (Energia), Pearson. “Il gesto di
Socrate”; “Il pudore e l'enigma”; Spazio Filosofico, Tipologia del riso,
Fillide, Corpo di pazienza, “Esser contro”, XÁOS. Giornale di confine, Il dono
del filosofo. Il dono della filosofia, XÁOS. Giornale di confine, Il giallo
della filosofia, XÁOS. Il volto del potere, in XÁOS, La Lotteria di Babele.
Appunti filosofici su caso e fortuna nella società della comunicazione, XÁOS.
Giornale di confine, L'apocalisse delle immagini. Esegesi del cinema a partire
da "Fino alla fine del mondo", XÁOS, La gola del filosofo. Il
mangiare come metafora del pensare XÁOS.
Dire la verità. L'insistenza della critica, Giornale critico di storia delle
idee, L'uomo è un animale che esita.
Intervista di M, Dotti, in Vita, Presentazione. Il dono del filosofo. Sul gesto
originario della filosofia in Inschibboleth, Presentazione. Icone della fine.
Immagini apocalittiche, filmografie, miti Del senso della fine. Dialogo con M. Dotti,
in Communitas, Cultura: futuro, progresso e possibilità Lezione magistrale al Festival
di Filosofia (Modena ), Inganni. Finzioni di verità e storia naturale
dell'intelligenza. La filosofia della sincerità, di Vincenzo Pinto Il riso è il proprio dell'uomo. Commento in
margine a Non ci resta che riderem di Tugnoli
Se essere sinceri è una virtù crudele. Uno studio fra storia e
filosofia, di Galimberti, in "La Repubblica", La virtù crudele.
Filosofia e storia della sincerità, di C. Tugnoli, in "Dialeghestai.
Rivista telematica di filosofia",
Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.
Giornale Critico di Storia delle Idee
Home page del Centro di Ricerca in Storia delle IdeeCRISI Home page di ICONE, Centro Europeo di Ricerca
di storia e teoria dell'immagine, su centro europeo palazzo borromeo. Ciclo di
dieci lezioni teoriche, dette "Decadi", tenuto nell'Aula Tafuri di
Palazzo Badoer, a Venezia, nel quadro del Laboratorio di Progettazione
Architettonica dello IUAV diretto da Renato Rizzi e costituente il I, Libro dello Studio, del progetto
"Lampedusa. La cattedrale di Solomon". Andrea Tagliapietra. Tagliapietra.
Keywords: Gioacchino da Fiore, l’apocalisse, dell’anima, Manzoni, inventare,
storia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tagliapietra” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731484947/in/datetaken/
Grice e Tamburino – filosofia siciliana --
filosofia italiana (Caltanissetta).
Flosofo. Figlio del giudice Fabrizio e di Agata Adelicia Tramontana, entra
nella compagnia di Gesù,resta a Caltanissetta dopo aver ricevuto gli ordini, e
incaricato dell'insegnamento nel locale collegio gesuitico. Trasferito nel
collegio di Messina, passa in quello di Palermo. Resse i collegi gesuitici di
Caltanissetta, Monreale e Palermo. Esaminatore delle curie arcivescovili di
Palermo e Monreale, consigliere e qualificatore nel Sant'Uffizio della
Inquisizione spagnola, ossia di esaminatore dei reati prima della loro
attribuzione alla competenza dell'Inquisizione.
Durante un soggiorno romano, quale rappresentante della provincia
gesuitica siciliana alla undicesima congregazione generale della compagnia di
Gesù, conosce Greuter, che lavora per la casa generalizia dei gesuiti. Il
teologo siciliano, apprezzandone le doti, gli affida l'incarico di incidere le
immagini della Madonna. Realizza finalmente il progetto, da qualche anno
vagheggiato, di dare alle stampe le notizie preparate dal confratello O. Gajetano,
riguardanti appunto i luoghi del culto mariano nell'isola, facendo illustrare
l'opera con tavole riproducenti le relative icone della Madonna. Così
accanto alla sua imponente produzione filosofica, restano anche due edizioni,
una in latino ed una in volgare, di un volume con 36 incisioni del ‘600, di
raro pregio per la raffinatezza dei disegni di Greuter. Di queste due edizioni
si trovano rari esemplari che, per le limitazioni derivanti dall'esaurimento
delle matrici, sono, per buona parte, prive delle pagine in cui sono stampate
le incisioni. Nella conoscenza del peccato attribuisce importanza primaria
alla “cognitio singulorum,” cioè alla capacità di valutazione dei singoli.
Diverso è, infatti, il peso delle colpe a seconda se a commettere l'infrazione
è l'individuo colto oppure l'ignorante. Nel individuo colto prevale la vis
ratiocinandi, la forza della ragione. Nell’ignorante, la vis sentiendi, la
forza del sentimento. Ancora differenza c'è tra l'”actio humana” e l'”actio
hominis”. La azione umana e compiuta in perfetta consapevolezza. Nell’azione di
un uomo la coscienza è spesso condizionata dal patire passionale, che può
essere violentum – violento --, coactum – costretto – co-azione- o necessarium
– necessario -- venendo così a mitigare la colpa. Nel trasporto passionale
c'è dell'involontario, spesso frutto di ignoranza che rende la coscienza
erronea. Il tutto si traduce in una interpretazione benignista della prudenza o
epi-eìcheia, riprendendo in un certo modo la tradizione di Aquino. A sostenere
questa intensa produzione sul probabilismo, col rientro da Palermo a Genova di
Diana, rimane. I suoi saggi hanno ampia diffusione fino al riconoscimento della
validità delle tesi probabiliste da S. Alfonso de' Liguori che con la sua
Theologia Moralis mette sostanzialmente fine al rigorismo giansenista. Il
probabilismo incontra ostilità negli ambienti religiosi più vicini al rigorismo
dei giansenisti. A contrastare le tesi del probabilismo i più influenti furono
i domenicani, che spinsero Retz, a farsi portavoce presso il papa per
l'emanazione di un provvedimento di condanna. Alessandro VII, sollecitato più
volte, condenna il probabilismo. Sono censurate solo le tesi più estreme. Un'altra
condanna del probabilismo e promulgata da Innocenzo XI. Però questa volta il
gesuita siciliano non sube sanzioni ad personam, così passa alla storia della
morale, come padre della probabilità tenue. Con esso si chiuse il periodo d'oro
della esportazione della cultura teologica siciliana. Fu sancita la completa ri-abilitazione
del gesuita siciliano con la pubblicazione di Verità Vindicata che Niceti diede
alle stampe a Roma. Altre opere: I suoi saggi sono stati riuniti nella
Opera Omnia. “Methodus Expeditae Confessionis; Opuscola Tria de
Confessione”; “Comunione et Sacrificio Missae”; “Expedita Decaloghi Explicatio.
Libris decem digesta; “De Sacrificio Missae Expedite Celebrando Libri tres”; “Della
Consolazione della Filosofia”; Juris Divini. Naturalis et Ecclesiastici
Expedita Moralis Explicatio, Complectens Tractationes tres, de Sacramentis,
quae sunt de Jure Divino, de Contrattibus, quos dirigit Jus Naturale, de
Censuris et Irregularitate, quae sunt de Jure Ecclesiastico. Tractatus de Bulla
cruciata. Sanctissimae Deiparae Cultus in Sicilia. (Nomen sublatum) Ragguagli
delli Ritratti della SS. Vergine Nostra Signora più celebri, che si riveriscono
in varie Chiese nell'isola di Sicilia. Opera postuma del R. Ottavio Cajetano
della Compagnia di Gesù. Trasportato nella lingua volgare. Germana Doctrina
R.Thomae Tamburini S. J. perspicue refellens impugnationes R.Vincentii Baronii
adversus illam allatas; Tractatus in
Quinque Ecclesiae Praecepta; “Tractatus de Jubileo Manoscritto; “Additamentum
continens aliquot epistolas, et levem vindicationem contra Joannem Sinichium
hybernum authorem libri Saul et Rex. Manoscritto. Bibl. Naz. Roma. Fondo
Gesuitico, Traduce “La consolazione della Filosofia” L'Anno dei Giorni
Memorabili, da G. Nadasi della Compagnia di Gesù., S. Burgio, “Il probabilismo
in Sicilia”, Catania, Soc. Storia Patria, V. Contenson, Theologiae mentis of
cordis, Tolosa, T. Deman, Probabilisme, Colonia, C. Hebermann, Enciclopedia
cattolica, R. Appelton Company, M. Petrocchi, Il problema del lassismo nel
secolo XVII, Roma, Storia e letteratura, J. Sinnichins, Saul et Pax, Lovanio,
Nempaei, Tommaso Tamburino, Treccani Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tommaso Tamburino. Tamburino. Keywords:
prudenza, probabilismo tenue, azione di un uomo singolare, la forza del
ragionare, la forza del sentire, il necesario, il costretto (co-actum), il
violento. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tamburino” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733185005
Grice e Tafuri: il bizarro – filosofia italiana (Soleto). Filosofo. Versatile
e bizzarro ingegno, che dopo studi a Napoli e Parig si ritira nella sua natia
Soleto nel Salento dove ha un cenacolo di allievi filosofi del platonismo
esoterico. Il Socrate di Soleto e una personalità eclettica ed un
affascinante intellettuale, amante della conoscenza e studioso e di molteplici
campi del sapere: alchimia, filosofia, astronomia, astrologia, medicina,
fisiognomica, magia naturale. Al centro dei suoi interessi vi e l'interesse e
lo studio dei fenomeni della natura, l'anima del mondo, il miracolo e le
meraviglie del creato e l'unicità irripetibile di ogni essere
umano. Considerato alla stregua di un Nostradamus salentino e onorato e
temuto per le sue capacità divinatorie e fisiognomiche tanto da attribuirgli poteri
occulti e demonologici. Un suo ritratto col rosso copricapo della Sorbona
si trova nel dipinto ad opera del galatinese Lavinio Zappa della Madonna del
Rosario nella navata sinistra della Chiesa Matrice di Soleto. Sepolto dapprima
nella chiesetta di S. Lorenzo delli Tafuri adiacente alla sua abitazione e poi,
dopo la demolizione della cappella nel Monastero di San Nicola in una cassa di
legno con lo stemma della famiglia. Sull'architrave della sua casa natale
è inciso il motto, Humile so et humilta me basta dragon diventaro se alcun me
tasta. Con quest'iscrizione esprime e manifesta ai cittadini e a chiunque
passasse dalla sua dimora la sua mite natura caratteriale, mortificata dalle
ingiurie e maldicenze in conseguenza delle quali poteva trasformarsi,
ironicamente, attraverso alchimia e magia, in un dragone. Nella Soleto e
diffusa la consuetudine di incidere sulle architravi delle finestre, sui
cornicioni dei balconi o all'interno di uno stemma, delle epigrafi con la
finalità di motto. Un proverbio, una citazione, un passo letterario,
filosofico, o religioso, e un pensiero personale descrivevano la personalità e
le attitudini del padrone di casa o invitavano il passante a riflettere su un
tema o un monito saggio e profondo. Lo stemma della famiglia, presente sulla
porta della casa natia, è costituito da un albero di quercia con due fulmini
che si scagliano contro ma non lo colpiscono. Un'aquila bicipite scolpita sopra
fa pensare ad un'origine albanese della famiglia. Infatti molte famiglie
albanesi e greche di confessione cristiano-ortodossa e cattolica sono costrette
a fuggire ed alcune emigrarono nel Salento a causa dell'avanzata dei turchi che
occupano i loro territori. "Del salentin suol gloria ed onore"
lo definie Tommasi. E davvero egli e, tra i filosofi che fioreno in Puglia il
più universalmente noto. Partito da Soleto per Napoli per approfondirsi nella
matematica dopo la preparazione ricevuta a Zollino da Stiso, vi torna famoso in
tutto il mondo e pieno di gloria. Desideroso solo di pace fisica e mentale,
apre una ‘scuola’ di filosofia. Tra i suoi allievi: Cavazza, Vernaleone, Scarpa,
Corrado. Assiduo verso gli infermi, esercita con zelo e successo la professione
di medico ma mentre era di modello coi suoi saggi, di ammirazione e rispetto
coi suoi consulti fu dalla ignoranza popolana ritenuto un mago perché cultore di
scienze inusitate quali l'Astronomia e l'Astrologia. Tornando da Padova,
cioè dai più grandi centri culturali del tempo, sollevò certo le gelosie
interessate di coloro che non sapevano rassegnarsi al suo prestigio
professionale. A ciò si aggiunse il vigile sospetto della Curia Arcivescovile
messa sull'avviso dal Concilio di Trento. Egli che porta per tutto il
mondo l'amore per il suolo natio col nome di Matteo da Soleto, proprio in
patria ebbe a difendersi da accuse di stregoneria come spesso avviene a chi,
uomo di scienza, si rende filantropo. Fu più volte interrogato per le sue
capacità di previsione del futuro (divinatorie) ma fu sempre rilasciato innocente.
Il Codice Vaticano. è testimonianzapressoché l'unica superstite del suo impegno
speculative. Da questo capostipite molti furono i Tafuri medici o giureconsulti
che da Soleto trasferirono poi la loro residenza a Gallipoli, Nardò e Lecce Galatone.
Così troviamo nel "Liber baptesimorum" dell'Archivio Parrocchiale di
Soleto un Clericus Phisicus Honofrius Taphurus filius eccellentissimi Doctori
Francisci che è padrino al battesimo di Carrozzini. Il pronipote di Onofrio,
Vincenzo Maria e sindaco di Gallipoli mentre il fratello di Onofrio, dottore in
giurisprudenza, vive presso la corte di Napoli dove morì. Svariati
giureconsulti, medici e sindaci a Lecce e Galatone. Ricordiamo, non per ultimo,
fra Diego da Lequile (al secolo Diego Tafuri. Manni, La guglia, Luigi Galante,
Nuove rivelazioni da un manoscritto, in 'Il filo di aracne' Galatina,
Manni, La guglia, l'astrologo, Bernari Istoria scrittori Regno di Napoli, Bernari. Bernari,
A., Il mago di Soleto: Matteo Tafuri, Milano, De Tommasi, G.B., "Biografia
degli uomini illustri del Regno di Napoli" Napoli, del Balzo di
Presenzano, A., I del Balzo ed il loro tempo, Napoli, Manni, L., Guida di
Soleto, Galatina, Manni, L., La guglia di Soleto, Galatina, Manni, L., La guglia, l'astrologo, la macàra,
Galatina, Montinari, M., Soleto, Fasano, Tafuri, G.B., Istoria degli Scrittori
del Regno di Napoli, Napoli, 1D. Bacca "Personaggi del sole
culturale", Lecce 2008 Alchimia
Galatina Giovanni Battista Della Porta Orsini Orsini Del Balzo Guglia di
Raimondello Soleto. G. B. Tafuri. Matteo Tafuri. Tafuri. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tafuri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691279336/in/photolist-2mKMjs5
Grice e Tarantino – filosofia italiana (Gravina), filosofo.
Noto per i suoi studi sul padre e per fondare insieme la sezione dell'Istituto
Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli di cui è stato anche presidente. Ha
saggi sulla pedagogia, la psicologia e l'Umanesimo. Dopo la laurea,
diviene insegnante per i licei italiani; in particolare, insegna al liceo Federico
II di Svevia di Altamura dove uno dei suoi studenti e Rubini. Nominato
dirigente scolastico del Liceo classico Cagnazzi di Altamura, porta la scuola
al più alto numero di studenti mai raggiunto. In qualità di dirigente scolastico,
si reca a Tokyo per una "visita
preparatoria di incontro tra scuole". Durante la sua permanenza si
verifica un violento terremoto, che gli causò paura e notevoli disagi con un
volo di ritorno pagato 4000 euro e un'assistenza a quanto pare insufficiente da
parte delle autorità consolari del posto. Dirigente scolastico del Liceo
classico Luca de Samuele Cagnazzi, Presidente di circoscrizione del Lions Club
Puglia Consigliere di Club del Lions Club Altamura Host Presidente
dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici (IISF) di Napoli. Altri saggi:
“Speranze e proposte formative. La
lezione di Giuseppe Tarantino, Bari); Dietro la ruota. Infanzia pregiata, Levante,
Lezioni di volo, Bari, L'inconscio e la
coscienza nel pensiero di Tarantino, Bari,. L'Umanesimo mediterraneo. Orizzonte
storico-culturale per la costruzione di una cittadinanza cosmopolita, Storia
antica e moderna dell'Ordine del Tempio, Nisroch, L'Umanesimo scientifico di
Tarantino, Aracne). Filippo Tarantino. Tarantino. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732938004
Grice e Tarantino – l’inconscio e la
coscienza – filosofia italiana (Gravina). Fosofo. Docente a Pisa. Figlio di Filippo Tarantino,
nobile locale, e Arcangela Maria Letizia Spagnuolo. Studia nel ginnasio e compì
gli studi superiori a Pisa, dapprima come studente all'università della stessa
città e successivamente come allievo della Scuola normale superiore di Pisa.
Inizia gli studi sotto la guida di F. Fiorentino. Si laurea e segue a Napoli il
maestro Fiorentino fino alla sua morte. In sua memoria dedica al suo maestro “I Saggi
Filosofici” pubblicato nel gennaio; ottenne la docenza in filosofia teoretica.
Inizia ad acquisire notorietà grazie ai saggi critici che pubblica sul Giornale
Napoletano. Insegna Liceo Antonio Genovesi di Napoli. Lavor all'opera “Saggio
sulla Volontà”. Insegna al Marciano, al Genovesi e Pisa. Insegna anche alla
Scuola di Pedagogia, dove tra i suoi insegnanti figura Gentile. La sua
notorietà cresce sempre più grazie ad alcuni suoi saggi critici pubblicati
sulla Rivista di Filosofia Scientifica di Morselli, il più noto dei quali è su
Locke. Tra i suoi studenti di Pisa più noti figurano Nicola ed Accadia. Torna
nella sua città natale Gravina. Dona alla biblioteca Santomasi una parte
cospicua dei suoi libri. A lui è stato intitolato il liceo. Altre opere: “Appunti
di Filosofia ad uso dei giovani del Liceo” (FToso, Aversa); “Saggi filosofici”
(Napoli, Vincenzo Morano); “Studio storico suLocke” in Rivista di Filosofia,
Milano-Torino, F.lli Dumolard); “Saggio sul criticismo e sull'associazionismo”
(Napoli, Morano,); In morte di Calderoni, Vecchi, Trani, Saggio sulla volontà,
Napoli, Gennaro); “Saggio sulle idee morali e politiche di Hobbes” (Napoli,
Giannini); “Il problema della morale di fronte al positivismo e alla metafisica”
(Pisa, Valenti); “Il principio dell'etica e la crisi morale contemporanea” (Napoli,
Tessitore); “Il concetto dello stato ed il principio di nazionalità” (Napoli);
“Discorso preposto alle traduzioni dal latino, dall’inglese e dal francese di
G. Sottile” (Napoli); “Vinci e la scienza della natura”, Nel centenario di L.
da Vinci, La politica e la morale. Discorso (Pisa, Tipografia editrice cav. F.
Mariotti); “”Sulla riforma universitaria, in «Rivista di filosofia». Cfr. Gabriele Turi, Giovanni Gentile: una
biografia, Firenze, Giunti, (Parzialmente consultabile in Google
Libri.) tarantino-inconscio, tarantino-inconscio-, tarantino-inconscio-, F.Tarantino,
L. Dibattista, A. Recchia-Luciani, L’inconscio e la coscienza nel pensiero di
Tarantino, F. Tarantino, Adda, Filippo
Tarantino, Speranze e proposte formative. La lezione di Tarantino, Bari,
Levante, B. Amato, Orazione funebre in onore di Tarantino. Giuseppe Tarantino. Tarantino.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tarantino” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716123265/in/photolist-2mPq8eZ-2mMYDFF-2mKN3Um
Grice e
Taranto – la colomba d’Archita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taranto).
Filosofo. Grice: “I was insulted, if not offended by the Cambridge Dictionary
of Philosophy having ‘Anchita’ as Greek! The manw as born in Taranto, Italy,
and died in Taranto, Italy! – He was a Tarantoian!” – “My favourite of his
philosophical tracts is “Della colomba,” – Strawson pointed out to me that
since this is a mechanical (mechanical-mechanical) pigeon, I should have used
‘scare-quote’ gesture!” -- Ricerca Archita filosofo, matematico e politico
greco antico Lingua Segui Modifica (LA) «Magnum in primis et praeclarum
virum» «Uomo fra i primi grande e illustre» (Cicerone, De
senectute). Appartenente alla seconda generazione della scuola di Crotone, ne
incarnò i massimi principi secondo l'insegnamento dei suoi maestri Filolao ed
Eurito. Figlio di Mesarco (o di Estieo o di Mnesagora, a seconda delle fonti),
nacque a Taranto, città della quale fu "stratego massimo" nella prima
metà del IV secolo a.C. proprio nel periodo in cui la città raggiungeva l'apice
del suo sviluppo economico, politico e culturale. Archita condusse una
vita austera, improntata a uno stretto autocontrollo nel rispetto delle rigide
regole della setta pitagorica, ma non priva di umana socievolezza: racconta
Eliano che spesso quello s'intratteneva a scherzare con i figli dei suoi
schiavi e con questi stessi non disdegnava di sedere assieme a banchetto. Abile
uomo politico, si tramanda che fosse stato nominato per sette volte stratego
(στρατηγός) della città-stato di Taranto riuscendo ad essere un condottiero
sempre vittorioso nelle sue battaglie. Probabilmente fu anche stratego
"autocrate" (αὐτοκράτωρ, autocrator) della Lega italiota,
ricostituitasi dopo la morte di Dionisio I di Siracusa, e che ebbe come sede
Eraclea sotto l'effettivo controllo di Taranto. Non si sa se, nonostante il
divieto della costituzione cittadina, fosse stato nominato consecutivamente; i
suoi mandati vengono datati tra il II e il III viaggio di Platone, quindi
potrebbero essere stati ricoperti anche uno di seguito all'altro. Attua una
politica di sviluppo che porta Taranto a diventare la metropoli più ricca e
importante della Magna Grecia. Con l'edificazione di monumenti, templi e edifici
diede nuovo lustro alla città. Potenziò il commercio stringendo relazioni con
altri centri, come l'Istria, la Grecia, l'Africa. Durante il suo governo, si
dedica allo sviluppo dell'economia favorendo l'agricoltura e insegnando egli
stesso ai contadini i precetti per migliorare i raccolti. Spesso ricordava loro
che Apollo non concesse altro a Falanto che fertili campi e amava ripetere. Se
vi si domanda come Taranto sia diventata grande, come si conservi tale, come si
aumenti la sua ricchezza, voi potete con serena fronte e con gioia nel cuore
rispondere: con la buona agricoltura, con la migliore agricoltura, con l'ottima
agricoltura. Nel campo legislativo promulgò diverse leggi per favorire una più
equa distribuzione delle ricchezze, basandola sui principi dell'armonia
matematica. Uomo di multiforme ingegno, si interessa di scienza, musica ed
astronomia e studiò matematica con Eudosso di Cnido. La vastità di queste
competenze in Archita si spiega con il fatto che la scuola pitagorica concepiva
la matematica, o meglio l'aritmogeometria, fondamento della realtà naturale e
l'universo come un cosmo, ordinato cioè secondo principi mistico-matematici dai
quali si generava un'armonia musicale poiché la musica stessa si basava su
precisi rapporti matematici. Credettero che i principi delle matematiche
fossero i principi di tutti gli esseri. Ora, i principi delle matematiche sono
i numeri. Pensarono quindi che gli elementi dei numeri fossero elementi di
tutte le cose, e che tutto quanto il cielo fosse armonia e numero. (Aristotele,
Metafisica) Non a caso Archita è stato il primo a proporre il raggruppamento
delle discipline canoniche (l'aritmetica, la geometria, l'astronomia e la
musicanel quadrivium, l'ordinamento che Boezio riprese in epoca medievale).
Infine, la partecipazione alla scuola pitagorica, configurata come una setta
mistica, era riservata a spiriti eletti e implicava che gli iniziati che la
frequentassero avessero disponibilità di tempo e denaro per trascurare ogni
attività remunerativa e che potessero dedicarsi interamente a complessi studi:
da qui il carattere aristocratico del potere politico che i pitagorici
esercitarono nella Magna Grecia fino a quando non furono sostituiti dai regimi
democratici. Archita conobbe Platone quando il filosofo ateniese soggiornò a
Taranto nel suo primo viaggio verso Siracusa, dove ebbe un confronto piuttosto
acceso con il tiranno Dionigi Isulla realizzazione di una possibile riforma
filosofica del suo governo. L'amicizia con Archita fu preziosa per Platone
quando compiendo questi il suo terzo e ultimo viaggio in Sicilia nel tentativo
di realizzare la sua riforma, il nuovo tiranno Dionigi il Giovane lo cacciò
dall'Acropoli facendolo vivere nella casa di Archedemo, vicino ai mercenari che
mal lo sopportavano. Fu grazie ad Archita, il quale inviò il tarantino
pitagorico Lamisco a Siracusa per convincere l'amico Dionigi il giovane a
liberare Platone, che il filosofo poté tornare ad Atene. Lo stesso
Platone raccontò così quegli avvenimenti: "Sembra che Archita si sia
recato presso Dionisio; perché io, prima di ripartire avevo unito Archita e i
Tarantini in rapporti di ospitalità e di amicizia con Dionisio. (Platone,
Lettera VII). E così con un terzo invito Dionisio mi mandò una trireme per
agevolarmi il viaggio, e insieme mandò un amico di Archita, Archedemo, che egli
riteneva fosse il più apprezzato da me tra quei di Sicilia, e altri Siciliani a
me noti. (Platone, Lettera VII) Altre lettere poi mi giungevano da parte di
Archita e dei Tarantini, che facevano grandi elogi dello zelo filosofico di
Dionisio, e anche avvertivano che, se non fossi andato subito, avrei causato la
completa rottura di quell'amicizia che io avevo creato tra loro e Dionisio, e
che era di grande importanza politica." (Platone, Lettera VII) vennero in
molti da me, fra cui alcuni servi di origine ateniese, e quindi miei
concittadini; essi mi riferivano che calunnie circolavano su di me fra i
peltasti, e che alcuni minacciavano, se riuscivano a cogliermi, di sopprimermi.
Escogito allora qualche mezzo di salvezza: mando ad avvertire Archita e gli
altri amici di Taranto in che condizione mi trovo. E quelli, colto un pretesto
per un'ambasceria, mandano uno dei loro, Lamisco, con una nave e trenta
rematori. Costui, appena giunto, intercede per me presso Dionisio, dicendogli
che io volevo partire e nient'altro che partire; Dionisio accondiscese e mi
lasciò andare, dandomi i mezzi per il viaggio" (Platone, Lettera VII)
Archita muore a seguito di un naufragio probabilmente nel corso di operazioni
di guerra nelle acque di fronte a Mattinata sul Gargano e lì fu sepolto, come
riferisce Orazio: Te maris et terrae numeroque carentis harenae mensorem
cohibent, Archyta, pulveris exigui prope litus parva Matinum munera. Te
misuratore del mare e della terra e delle immensurabili arene, coprono, o
Archita, pochi pugni di polvere presso il lido Matino. Nonostante sia vissuto
dopo Socrate, viene considerato un continuatore dei filosofi presocratici,
perché appartenne alla Scuola pitagorica e si mantenne aderente al pensiero di
Pitagora, tant'è che basò le proprie idee filosofiche, politiche e morali sulla
matematica. Al riguardo, infatti, così recitano due suoi frammenti. Quando un
ragionamento matematico è stato trovato, controlla le fazioni politiche e
aumenta concordia, quando c'è manca l'ingiustizia, e regna l'uguaglianza. Con
ragionamento matematico noi lasciamo da parte le differenze l'un con l'altro
nei nostri comportamenti. Attraverso essa i poveri prendono dai potenti, ed i
ricchi danno ai bisognosi, entrambi hanno fiducia nella matematica per ottenere
un'azione uguale." (Giamblico, de comm. Math.). Per essere bene informato
sulle cose che non si conoscono, o si devono imparare da altri o bisogna
scoprirle da sé. Ora imparando si deduce da qualcun altro e ciò è straniero,
mentre scoprendo da sé è proprio. Scoprire senza cercare è difficile e raro, ma
con la ricerca è maneggevole e facile, sebbene chi non sa cercare non può
trovare. (In C. Dollo, Istituto e museo di storia della scienza Archimede” (Olschki).
A lui sono tradizionalmente attribuiti molti testi spuri, mentre sono
sopravvissuti soltanto alcuni frammenti originali, conservati nelle opere di
Ateneoe Cicerone e provenienti dai suoi discorsi morali, che delineano un
filosofo più originale nel suo pensiero etico rispetto alla dottrina pitagorica
e piuttosto influenzato da quella platonica. Archita viene considerato
l'inventore della Meccanica razionale e il fondatore della Meccanica. Si dice
che abbia inventato due straordinarie apparecchiature meccaniche.
Un'apparecchiatura era un uccello meccanico, la famosa «colomba di Archita»,
l'altra sua invenzione era un sonaglio per bambini. Il primo è descritto dallo
scrittore e critico latino Aulo Gellio, e ne tentò la ricostruzione uno
studioso tedesco, Wilhelm Schmidt. Pare si trattasse d'una colomba di legno,
vuota all'interno, riempita d'aria compressa e fornita d'una valvola che
permetteva apertura e chiusura, regolabile per mezzo di contrappesi. Messa su
un albero, la colomba volava di ramo in ramo perché, apertasi la valvola, la
fuoruscita dell'aria ne provocava l'ascensione; ma giunta ad un altro ramo, la
valvola o si chiudeva da sé, o veniva chiusa da chi faceva agire i contrappesi;
e così di seguito, sino alla fuoruscita totale dell'aria compressa. Il
secondo giocattolo, la raganella, ebbe fortuna: è ancora in uso e spesso si
vede nelle fiere popolari di giocattoli. Nella forma originaria era costituita
da una piccola ruota dentata fissata ad un bastoncino. Sulla ruota, da dente a
dente, saltava una molla cui era congiunto un pezzo di legno. Aristotele
consigliava questo giocattolo ai genitori perché, divertendo e captando
l'attenzione dei bambini, li distoglieva dal prendere e rompere oggetti
domestici. Si dice anche che Archita abbia inventato la carrucola e la vite,
anticipando Archimede, ma non si hanno conferme storiche a tale riguardo. Il
più importante risultato ottenuto da Archita è una soluzione tridimensionale
del problema della duplicazione del cubo. Precedentemente, Ippocrate di Chio
aveva ricondotto questo problema ad un problema di proporzionalità: se a è il
lato del cubo che si vuole duplicare, allora il problema consiste nel trovare
due valori x e y medi proporzionali tra a e 2a, ovvero tali che
{\a:x=x:y=y:2a} Trovati questi due valori, x rappresenta il lato del cubo con
volume doppio. La costruzione geometrica utilizzata da Archita per risolvere
questo problema è uno dei primi esempi dell'introduzione del movimento in
geometria: in esso si considera una curva, conosciuta come curva di Archita,
generata dall'intersezione della superficie di un cilindro e di un semicerchio
in rotazione rispetto a uno dei suoi estremi. Si dedica anche alla teoria
delle medie, e diede il nome odierno alla media armonica (prima conosciuta come
media sub-contraria). Inoltre, dimostrò che tra due numeri interi che sono nel
rapporto {\{\frac {n}{n+1}}} non è possibile trovare nessun altro intero che
sia una media geometrica. Il risultato ha applicazione alla teoria delle scale
musicali (vedi sotto). FisicaModifica Apuleio riporta un argomento di
fisica trattato da Archita: la natura della riflessione della luce sopra uno
specchio. Platone pensa che dai nostri occhi partano dei raggi luminosi che
vanno a mescolarsi con quelli che colpiscono lo specchio. Archita concorda col
fatto che i raggi partano dai nostri occhi, ma senza combinarsi con alcuna
cosa. Più felici furono le sue deduzioni sul rumore. Egli capì che
provenivano dalle vibrazioni prodotte dall'urto dei corpi nell'aria. Da tale
scoperta, formulò l'ipotesi che anche i corpi celesti, dotati di continuo
movimento, dovessero produrre rumore. Questo rumore però, non sarebbe udibile
dai sensi umani, essendo non intervallato, ovvero continuo nel tempo.
Molto interessanti sono gli studi di carattere sperimentale che condussero a conoscere
le cause che diversificano i suoni acuti dai gravi, diversità che sono in
funzione della rapidità della vibrazione. Tanto più rapida è la vibrazione,
tanto più acuto è il suono che ne proviene, e viceversa. Esperimenti furono
eseguiti con flauti, zufoli, tamburelli, e si constatò come anche la voce umana
seguisse questo principio. Nell'ambito della teoria musicale sviluppata dalla
scuola pitagorica (ed esposta per la prima volta da Filolao), tre contributi
sono sicuramente dovuti ad Archita. Il primo è la teoria secondo cui
l'altezza dei suoni è determinata dalla loro velocità di propagazione. Secondo
Archita, una bacchetta che oscilla più velocemente (oggi diremmo con frequenza
più alta) produrrebbe un suono che si propaga con maggiore velocità nell'aria,
e che di conseguenza è percepito come "più alto", rispetto a una
bacchetta che oscillasse più lentamente. Questa teoria, per quanto non corretta
dal punto di vista fisico e percettivo, rappresenta il primo tentativo di
attribuire parametri quantitativi alla propagazione del suono, e fu ripresa da
molti autori successivi (inclusi Platone e Aristotele). Il secondo contributo è
di natura specificamente matematica. Archita conosceva la relazione fra
intervalli musicali e frazioni che conduce alla costruzione della scala
pitagorica. Uno dei problemi teorici connessi a quella costruzione era il
perché gli intervalli dovessero essere progressivamente suddivisi secondo
quelle particolari proporzioni, anziché suddividere semplicemente ogni
intervallo in due sottointervalli uguali. Per comprendere la natura del
problema si deve ricordare che per definizione gli intervalli musicali si
compongono moltiplicandofra loro i rapporti corrispondenti (ad esempio,
l'ottava 2:1 si può ottenere componendo una quinta 3:2 con una quarta 4:3,
infatti 3:2 x 4:3 = 2:1). Quindi per suddividere un intervallo a:b in due parti
uguali si deve trovare il medio proporzionale fra a e b, ossia il numero x tale
che a:x = x:b (ciò equivale a cercare la radice quadrata del rapporto a:b). Archità
osservò che l'intervallo di doppia ottava (4:1) si può suddividere in due
sottointervalli uguali (rappresentati dal rapporto 2:1), ma dimostrò
matematicamente che nessun rapporto del tipo superparticulare {\displaystyle
{\frac {n+1}{n}}} - genere a cui appartengono tutti gli intervalli fondamentali
della scala pitagorica (2:1, 3:2, 4:3, 9:8) - ammette un medio proporzionale
fra i numeri interi: quindi nessuno di quegli intervalli può essere suddiviso
in due parti uguali (se si mantiene l'ipotesi che ogni intervallo musicale
corrisponda a un rapporto fra numeri interi)[36]. Infine, Archita
descrisse la costruzione delle scale musicali nei tre generi diatonico,
cromatico ed enarmonico. Diversamente dalla scala pitagorica, il tetracordo
diatonico proposto da Archita è formato dai rapporti 9:8, 8:7 e 28:27 (quello
pitagorico contiene invece due intervalli di tono uguali, 9:8, e un semitono di
256:243). Nel tetracordo cromatico di Archita figurano gli intervalli 5:4,
36:35 e 28:27, e in quello enarmonico gli intervalli 32:27, 243:224 e 28:27.
Questi valori sono riportati da C. Tolomeo, che (a distanza di oltre 500 anni)
afferma che si basa sulla necessità teorica di descrivere tutti gli intervalli
consonanti con rapporti superparticulari (e tuttavia nel tetracordo enarmonico
figurano rapporti che non appartengono a quel genere). Gli studiosi moderni
hanno invece ipotizzato che Archita avesse voluto descrivere matematicamente le
scale musicali effettivamente in uso nella pratica a lui contemporanea, sulla base
dell'osservazione diretta delle tecniche di accordatura usate dai musicisti.
Archita si propose di superare il problema dei commi musicali. Affermò che
l'ottava poteva essere divisa in 12 semitoni uguali ed indicò un divisore che
ne consentisse la partizione, cioè un numero prossimo ad un terzo di л. In
effetti il divisore dell'ottava della scala temperata, la radice dodicesima di
2 =1,0594630943592…. è prossima a л/3=1,0471975 postulato sia da lui che da
Aristosseno. La divisione dell'ottava a cui Archita pervenne è la seguente:
л/3, Л 4/11, Л 3/8, Л 2/5, Л 3/7, Л 5/11, Л 9/19, л/2, Л 7/13, Л 4/7,Л 3/5 Л
7/11, nell'ordine: seconda minore, seconda maggiore, terza minore, terza
maggiore, quarta giusta, quarta eccedente, quinta giusta, sesta minore, sesta
maggiore, settima minore, settima maggiore, ottava. Il divisore proposto da
Archita porta a differenze con la scala temperata dell'ordine delle decine di
centesimi di semitono. AstronomiaModifica È trattata da Archita in un
passo di Eudemo da Rodinel suo commento alla Fisica di Aristotele, nel quale si
discute il problema della dimensione dell'universo. Per Archita l'universo è
infinito, poiché, egli dice: Se mi t rovassi all'ultimo cielo, cioè
a quello delle stelle fisse, potrei stendere la mano o la bacchetta al di là di
quello, o no? Ch'io non possa, è assurdo; ma se la stendo, allora esisterà un
di fuori, sia corpo sia spazio (non fa differenza, come vedremo). Sempre dunque
si procederà allo stesso modo verso il termine di volta in volta raggiunto, ripetendo
la stessa domanda; e se sempre vi sarà altro a cui possa tendersi la bacchetta,
è chiaro che anche sarà interminato.In Enciclopedia Garzanti di Filosofia
Archita. Museo Nazionale e archeologico di Taranto Christoph Riedweg,
Pitagora: vita, dottrina e influenza, Vita e Pensiero, Francesco Paolo De
Ceglia, Bari. Seminario di storia della scienza, Scienziati di Puglia: Adda,
Cicerone, De senectute, Eliano, Varia istoria; Ateneo; Dizionario di filosofia,
Treccani alla voce corrispondente Luigi Pareti, Storia della regione
Lucano-Bruzzia nell'Antichità, Storia e Letteratura, Ettore M. De Juliis, Magna
Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie alla conquista romana,
Edipuglia. E. Juliis, Magna Grecia: l'Italia meridionale dalle origini leggendarie
alla conquista romana, Edipuglia srl, Ai tarantini, citato in La Voce del
Popolo, Dizionario della civiltà, Gremese Editore, Ubaldo Nicola, Atlante
illustrato di Filosofia, Giunti. “κόσμος” nasce in ambito militare per
designare l'esercito schierato ordinatamente per la battaglia (in Sesto
Empirico, Adv. Math.) Christiane L. Joost-Gaugier, Pitagora e il suo
influsso sul pensiero e sull'arte, Edizioni Arkeios, André Pichot, La nascita
della scienza: Mesopotamia, Egitto, Grecia antica, Edizioni Dedalo,Cfr. anche
Ruggiero Bonghi, Delle relazioni della filosophia colla società: prolusione, F.
Vallardi, Secondo una tradizione apocrifa Archita trasse dalla filosofia
platonica la convinzione della immortalità dell'anima. Al contrario Cicerone
ritiene che Platone si recò in Sicilia per conoscere le dottrine pitagoriche
che apprese da Archita e che condivise divenendo lui stesso pitagorico. Cfr.
Cicerone, De Repubblica, De finibus bonorum et malorum, Tuscolanae
disputationes, D. Laerzio, Platone, Lettera VII Vita di Platone. G.
Urso, «La morte d’Archita e l'alleanza fra Taranto e Archidamo di Sparta»,
Aevum, M. Taddei, I robot di Leonardo da Vinci: la meccanica e i nuovi automi
nei codici svelati, ed. Leonardo, A. Gellio, Notti Attiche, Aristotele, Pol., R.
Pitoni, Storia della fisica, Società tipografico-editrice nazionale, Boyer,
Carl B., Storia della Matematica, Apuleio, Apologia, 15 Platone, Timeo,
A Giambico, in Nicom., 9Francesco Paolo De Ceglia, Università di Bari.
Seminario di storia della scienza,Scienziati di Puglia: dda, 2007 p.1ifica Carl
A. Huffman, Archytas of Tarentum. Pythagorean, Philosopher and Mathematician
King, Cambridge University Press, (l'edizione più completa dei frammenti) M.
Timpanaro Cardini, I Pitagorici, testimonianze e frammenti, La Nuova Italia,
Firenze Platone, Lettere, Mondadori, Milano Del Grande, Archita e i suoi tempi,
Taranto, Cressati Paris A. Olivieri, Su Archita tarantino, memoria letta
all'Accademia Pontaniana A. Frajese,
Attraverso la storia della Matematica, Veschi, RomaStante, I problemi di terzo
grado e Archita da Taranto, Lecce
A.Tagliente, “La colomba d’Archita”, Scorpione, Taranto A.Tagliente, Il mistero
del trattato perduto, Scorpione, Taranto A. D. Abbaiatore, Scritture Musicali
greche, Teoria armonica ed Acustica, Taranto nella civiltà, Napoli Taranto e il
Mediterraneo, ISAMG Taranto, Filosofia e scienze, Napoli Eredità, Taranto, Alessandro
il Molosso e i condottieri, Taranto, C.Teofilato, "Interpretazione di
Archita" dalla rassegna "Vecchio e Nuovo" di Lecce, A. Mele,
Archita, i suoi tempi e il suo pensiero, in Taranto tra Classicità e Umanesimo,
Scorpione Editrice Taranto Voci correlateModifica Personalità legate a Taranto
Raganella (strumento musicale) Eudosso di Cnido. Treccani Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. A buon diritto chiamare l'inventore de'moderni palloni arrostatici.
Però un secolo prima al padre Lana G, C. Scaligero,a proposito della colomba
volante d'Archita, della quale parla Orazione l l e sue odi, indica il modo di
costruirla. Nulla di più facile, egli dice: basta comporre la sostanza con
midolla di giunco, e diligentemente coprirla colla pelle adoperata dai
battiloro. Mediante un facile meccanismo sipuò dar movimento alle ali.19
Scaligero scordò di avvertire che bisognava riscaldare l'aria interna con un
lumicino quando rolevasi farla volare. Cosi 500 anni prima dell'era nostra,
trova il modo di far salire nell'ariaun pallone in forma di colomba, dacchè
tutto fa credere che I mezzi impiegati da questo filosofo fossero gl'identici
che quelli impie gatioggigiorno per levarei palloni. Quanto al ritorno della
colomba, obbediente alla voce d'Archita, questa evidentemente è una favola.
Sempre, aun fatto sorprendente, l'immaginazione aggiunge circostanze
impossibili;ma ciò che io credo innegabile è che l'areostalo era conosciuto a
tempi detti favolosi, e che, amio parere, sono reminiscenzedi una civiltà
perduta, che i poetichiamarono regno degli dei. Quegli ignivomi draghi. SULLA
COLOMBA Entre a pišivago, e più superbo volo pel Regno aereo l'ali fu e spandea,
e di spirto novello acquisto fea La Colomba d'Archita inversoilPolo, Volgendo a
caso i suoi begli occhi al suolo Del terzo Ciel la vezzofetta Dea, La vide, e
per rapirla già scendea Da quel de' dei seggio beato, e solo. Allor gridd, e
quafi fu per dire: Oh così foffepur lamia. Colomba! Fattafi Citerea con gran
desire, Di legno fols'avvide: esserl'augello. ARCHITA. Juan. Juven. Ital. Sacr.
in Tarentin. Mitrop. Lamb. in Schol.
Horat. Od.) regnasse più di un ' Ann o. I nuove grazie adorna il fuo bel volto
D LLi:etasengiva in maestà reale Astrea, mirando venerato, e colto Fa più volte
Prefetto della sua Patria, ancorchè le Leggi comandassero, che nessuno in tempo
di sua vita Quel delle Leggi fue pregio immortale. Quando Prudenza, il dolce
fuon disciolto, figlia d' eccelsa mente, e trionfale, Non titurbar, le diffe,
fe sia tolto Il primier di regnare ordine uguale. Tempo verrà,che in arme,e
intoga imperi più d'un'anno al suo ftuoi, mai sempre intento Archita a nuove
glorie, e a bei pensieri. E a Leila Diva: in cento modi, e certo Muta pur
Leggi, e Faftimiei primieri, Purchè Archita mio regni, io mi contento. Diogen.
Laert. in Vit. Archyt. In Joan. Buno. not. ad Philip. Cluver. ARCHITA FILOSOFO
PITTAGORICO, E MATEMATICO E PERITISSIMO. Odar chi mai tanto ti può, che basti,
Alma immortal degnillima d' Impero? Chi dir di tue virtudi il volo altero, Per
cui fovra ogni Saggio alto poggiasti? Del Ciel le stelle, e i moti lor sì
vasti, tu delle cose le cagioni, e'l vero, e quanto il mare, e l'universo
intero circonda, e abbraccia, chiaro a noi mostrasti, Tu, ch'eccedi de'Savj i
bei consigli Già di ogni uman pensier reso inaggiore, 'Quanto il Sol delle
stelle avanza irai, tu, che te stesso, e null? altro somigli, coll'auree del
tuo fuon note canore tu sol di tue virtù cantar potrai. Diogen. Laert. in vit.
Archyt. Foreft.Joan. Juven. Tarentin. Lambin in Scbol. Horat. Od. Nicol. Parth.
Giannet. in Geograph. Lib. 4. Cap. 7. SEN. TARENTINO, Scrivendo contro il
Piacere. O So, chemente all'Von dona, e Tume aquella; SENTIMENTI D'ARCHITA chi
dietro alsuo piacer brutale corre, e del sensorio fà l'alma ancella, bruto
diventa agli altri bruti eguale, tutto perdendo il bel, che aveva in ella.
Senza lume si vago, e rilucente Joan. Juven. Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Mente,
ch'èper fuo pregio trionfale della divinità parte più bella. Che quando avvien,
che sopra l'alma impero abbia il piacere, allor cieca è lamente 'E cieca la
ragion, cieco è 'l pensiero. Oprano i Bruti, e senza il suo primiero Lume fia,
chel'uom bruto anchedivente. E pur ESER, Diogen. Lacrt. in vit.
Archyt. Foreft. Tom.1. Lib. 8. Cap. 4. Joan. Juven. Tarentin. Mille a mille
empj nemici, incampo scendete pure, e con terribil grido, no uche con quel
dell'armi orrido lampo Fate tremar dell'onde Jonie illido. ESERCITO TARENTINO
NON MAI VINTO, ESSENDO CAPITANO. Là nel Galelo col suo nobil Campo Itene or
lieti delle forze usate, Faran del vostro fuol le schiere armate, Finchè
Archita fia duce, alta vendetta. ARCHITA v'aspetta il bravo duce. E già lo
strido de' corni i' fento, en el cercarlo scampo già cader vi vegg'io pel colpo
infido. Ed alla patria, che il trionfo aspetta, le tolte spoglie in vostro
onormostrate. Se per ostil cadeste atra disdetta, LA, ARCHITA
D'ESSER CAPITANO, PER SOTTRARSI ALL'INVIDIA, L'ESERCITO DETARENTINI E' FATTO
PRIGIONE DA NEMICI. Arme il fulgore insiem spaventa, e sfida co’luoi deftrieri
i cavalier; già scende sangue da larga vena in terra infida. Mira Tarento mio,
quei, che fen muore, hàgli spinti l'invidia a tante pene. LASCIANDO DO Di
guerra sonar le trombe orrende? di come il rio Marte all'alte strida Di quel
Drappello, e questo i cuori accende, Perchè col ferro fuo l'un l' altro ancidas
arme, arme fre me ognun: già di tremende e quei, che'l braccio (tende alle
catene son dolci figli, oimè, del tuo dolore! Freme contro d'Archita
ilrio livore, E lull'alme innocenti il mal senviene. Diogen: Laert, in vit.
Archyt. Joon. Juven. Tarentin.AR.: ad altri venduto, ed alla fine è riscattato offri;
buon Savio, foffri. Ecco fortuna S Di mortal sfavillando atro disdegno sue
forze impiega, e l'arme sue raduna, Per far del tuo valor {terminio indegno.
Già l'empia, oime! con faccia torva, e bruna Scocca saette últrici, e ben al
sogno Colpito hà omai; ve come in preda d'una Ti dà vile ciurmaglia in fragil
legno. TARENTINO ARCHIT. A peregrinando per imparare, è preso dà'Corsari,
serveMa chefie; se delcuorle forti tempre Alexand.ab Alexand, Joan. Juven.
Tarentin. Di. Pur non è fazia no,schiavo al servaggio Ti mena ancor, perchè nel
duoldistempre Ilmagnanimo tuo nobil coraggio. Rassoda più ne'colpi suoil'Vom
faggio, E di sua libertà gode mai sempre! PLATONE DOPO AVER CAMMINATO L'EGITIO,
VIENE IN ITALIA PER IMPARAR SOTTO LA DISCIPLINA Edesti pur, come il gran Nilo
altero, D a perenne sboccando occulta fonte Ogni arginedisprezzi, edogniponte,
E i campi ad ipopdar si apra il sentiero. E d ivi asperto di sudor la fronte
Delle scienze falisti all' arduo monte, E ti fur quelle il folo premio intero.
Ed or, per fullescienze alzare un volo Sotto 1:aurea d'Archita arte gentile,
Cerchi il Galeso, e l Tarentino luolo? DunqueinEgittoEroenonv hàfimile, Cic.de
finib.bonor. molor.Lib.s. Foreft:Tom. I..Lib. 8. Joan.Juven. Tarentin. DOPS V
D'ARCHITA TARENTINO. Si, vedesti 1 Egizio, e 'l Greco Impero, ARCHI. Nèingegno
inGrecia,alsoloArchita,alsolo Suo noro ingegno,anche oltreBattro,eTile.
A ARCHI. Pri,Fortuna,perun solmomento Gli occhi, cui buja notte
orrida cuopre, E mira,leiltuo folleafproardimento Contro Savio maggior sua
forza adopre. Questi è il gran Plato, e quegli fon qu e cento Folle ! RePlato
al tuo servil flagello ARCHITA TARENTINO RISCATTA PLATONE PRESO D A CORSARI.
Empj ladron, per le cui mani, ed opre Schiavo il facefti; or com 'ei fparge al
vento Gl’infranti lacci, e in libertà li fcuopre? C o m e il trionfo, che del
suo fervaggio Ornar credefti, e de' suoi guai far bello, Qual peve dilegudfli
al caldo raggio? Menalti, a un cenno fol d' Archita il saggio Cara tornò la
libertà di quello. Joan. Juven.T'arentin. e Se avvien, che della
gloria i m i diftempre L a bella gloria è tua, fe Plato apprese Che del tuo
Figlio al nome accrebbe ilvanto, Cic.de finib.bon.domal.Lib.5.* Lib 1.Fiscula
Joan.Juven. Tarcntin. ARCHI. (52 ARCHITA MAESTRO DI PLATONE. C Figlio di
puro core, e viva Immago, che vero io canto, efoldiluimi appago, Diceva un
giorno Atene in dolci tempre, Dal tuo gran Figlio Archita il pregio fanto, E B
alme di virtude auree contefe. Ella è mia pure, e téco i fafti io canto: Poich?Ei
tal lume in tutto il m o n d o accese, Nel gaudio, el corc infuperbito, e pago
Pel mio Plato or fen vada,un don si vago A te,Tarento mio,debbo maifempre.
ARCHITA CAMPA PLATONE DALLA MORTE INTENTATAGLI DA DIONISIO TIRANNO. AR,
Due Polato ilscan Plato,ahimè,quelfaggio, t Veloce (ahi laffo !) a tramontar
quel raggio Det rio fallir le pene: omai trionfi Si bella dote, e vinca ancor
Sapienza. Si diffe Archita; e i fieri petti, e tronfi. Placando al gran poter
d'aurea Eloquenza, Morrà, perchè un Tiranno indegno d'ostro Sogna fofpetti, e
teme indarno oltraggio? Correrà, che dà lume al secol nostro? Ed io,perchèpiù
viva,ancor non mostro, No n m ostro, a n c o r dell'anima il coraggio? No, che
non porterà l'alma Innocenza < Plato all'ombra viveade'suoi trionfi. Cic.
Lib. 5. Tuscul. Diogen. Laeft. Vit.Archyt., o Platon. Juan. Juven. Tarentin.
Ital. Sacr. in Torentin. Metrop. Plutar. in Platon. Sabell. Ennead. ARCHITA
TARENTINO A PLATONE. Se amica pioggia a temprar mai l'ardore Scende dal Ciel,non
giace no più china La fronte lor, ma col nacio colore S'innalza si, che al Ciel
più si avvicina; Lasso ! calo io restai, allor che infermo Starteneudjfrapene,o
mio buon Plato Senza ajuto languendo, e senza schermo. Ma
orchedicuavitaalprimostato Fatto hai ritorno, io mi rinfranco, e fermo Pertemi
rendo, cfon, qualpria,beato. Q Diogen. Laert.in vit.Archyt. Joan.Juven.
Tarentin. Lib.3. Cap. 2. Val Yenza umor giglio languisce,o fiore, E scolorito à
terra ilcapo inchina, Questo il vermiglio onor,quello ilcandore Perdendo a poco
a poco in sua ruina: PLA. Q A te del loro autor duce sì pio in mezzo del
cammino elle si stanno, pss.) Ma giugnere alla meta orgogliosette Ben le vedrai,
fe nuovo spirto avranno, PLATONE MANDA ISUOI COMMENTARY AD ARCHITA TARENT INV.
Veste assai più, che dell'ingegno mio, Opre de'tuoi fudori,onde a be'studj
Delle più gloriofe alte virtudi La mia mente infiammaiti,el buon deslo, Opre
dunque son elle ora imperfette. Raroè peròl'onor,seateverranno; Più raro, le
giammai fien da te lette. Diogen Lacrt. in vit. Archyt. Platon.in Epist. Vengono,Archita.O:tu
leleggi,e inudi Sensi del tuo faver poi mi dischiudi Con
quellalibertà,concuileinvio, PLA, Gloria dai tuoisi provvidifudori, soffri in
regnar, grida la Patria,e uffici Mostra di quel,che sei,Signor de cuori, E
tumalgradoimperi?etilamente Non fei;la Patria hà in te parte del tutto. Non
oscuro è il linguaggio; odi mia mente: O rendi alla tua Patriailben,ch'èsuo, O
delsuobenfà,ch'ellan'abbiailfrutto. Cic definib.bonor.comalor.Lib.2. Lib. lade
Offic. Joan. Juven. Tarentin. Lib.i. in Prefate do Lib.z. Cap.2. Platon. in
Epif. gi PLATONE TÀRENTINO. V Nmalele folo (AD ARCHITA O n, a se folo no,
nasce agli Amici, Nafce alla Patria l'Uom, nasce aMaggiori, E dal bel nascer
suo giorni felici Speran questi, e sperar voglion tesori. O r foffri, o Figlio,
o tu, che tanta elici D e' gran pubblici affari? ah che fol tua SULLA AD ARCHITA TARENTINO, Del buon
governo, eloro fren spogliace. O naufragar, dall'empie arti indiscrete di
piggior duce a morte ria guidate: El soffriran del cuorletempre? ahfiamma
D'amor mostrate, evoilaPatriabella Reggete:omai con quell'ardor,che infiammar
Così lungi da leistrage rubella Sen fuggirà,qualCervioa icolpi,o Damma, O, che
viver a voinon maipotrete; Se non vivrete ad altri se se pensate Goder mai
signoria, nè servirete Alle pubbliche cose,alle private, O vacillar ben presto
le vedrete E poi fia vostra gloria il ben di quella. In argument. 9. ad Epift.
9. Platon, D'ARCHITA A d d e Archita, e vidjo senza conforto E scorse fino all'
ultimo confine La Terra, e il Cielcoll'artifue divine, Archita il grande, il
nostro padre è morto! Del mar le Dive usciro al pio lamento. SULLA MORTE.
Pianger lo stuol da rio dolore assorto. Oimè,dicean,chi dall'Occafo all'Orto,
CAdele Dell'alte sue virtudi,e pellegrine, Pallido il viso, e lacerato il
crine, E in lor leggendo i gran pubblici danni Pianfero', e poi partiro, e di
Tarento GiunteallaReggia:orvestiinegri panni Da e r,bella Città: per tuo
tormento Aichita è morto ahi sulbel fior degli anni ! Horat. Lib. 1. od. 28. E
Diede il Popot Matin l'ultime prove se'l crudo suo destino unqua vi
spiacque Le bell*ossadiLui,chetantopiacque Abbian lieve la terra; e poi partite.
Horat. Lib. 1. od. 28. Joan.Juven.Tarentin.Lib.3.Cap.za SUL INVITO A
RIMIRARE IL TUMULO D'ARCHITA PRESSO AL LIDO MATINO, Ccop Urna funefta.Alme ben
nate, Cui di pietà l'amabil forza muove, Deh fermatevi alquanto, e rimirate,
Pria di ftendere il passo agile altrove. Qui le fante d Archita ossa onorate
Giaccion sepolte, e qui spargendo nuove: Piogge d'amaro pianto, di pietate del
passato dolore in segno ah dite:. th Allor, che in mar precipitò, smarrite Sue
forze,einfrantoilleguoinmezzo all'acques Di Natura le fonti più
segrete; Chi dall'onda fatal raplo diLete L e naufraghe virtudi, e l ebbe
accanto; Chi le vie seppe drittamonte torte, i PercuilaLuna
appar',elSols’asconde, (60 ) Aili ah yoi le face offa, e'l cener fanto Di
quell Almagentilahicitogliete, C h e fù si chiara al M o n d o, e vi godete
Della vera fapienza il facro immanto. Chi a noi mostrò con tanto studio, e
tanto Horat.Lib. i.od.28.. Joan. Juven.Tarentin. SUL SEPOLCRO EUDOS D.ARCHITA
TARENTINO. Chi 'n Terra,e 'n Ciel la ferma, emobilsorte; chi com e il foco, el
Aere, el suolo, e l'onde s'abbraccin, seppe, orquìsengiace. Oń Morte, Oh duri
fastí, ohcieche ombre profonde? S quanto mai dibelloinCielfiadditag; Ne panni
no,ma nella mente fiede. Diogen.Laert.in vit.Eudox. Foreft. Tom.1. Lib. 8.Cap.4
Joan.Juven,Tarentin. Q. EUDOSSO DA GNIDO FAMOSISSIMO MATEMATICO DISCEPOLO
ARCHITA NON FU'RICEVUTO DA PLATONE ALLA D Mira come in udir fuo ftile adorno La
tuafuperbia,e'lfolleardireondanni. No, non doveviil gran Figliuol d'Archita SUA
SCUOLA,PER ESSER POVERO, Vefti, o Platon, che tu schernisti un giorno Perchè di
povertà fentia gli affanni Questi è colui (fe pur nol fai)che intorno Del fuo
grave faver difpiega i vanni, Gnido vi fpenda il più bel fiordegli anni; E come
giusta ad immortal tuo fcorno Si vilmente scacciar dalla tua fede Qualor
baffamenava umile vita. Poichè virtude, onde 1 U o m farli erede.
Archita. Archita da Taranto. Taranto. Keywords: la colomba d’Archita,
Platone, magna Grecia, piccione viaggiatore, il vuolo della colomba -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Taranto” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51681989882/in/photolist-2mSsmMU-2mN5uFu-2mLJPUG-2mKxrDy-2mKDXUP-2mK6d1R-2mK487q-2mK2Mvw-2mK6cZt-2mJXH25-2mK2Mwt-2mK6d2x-2mK7kLK-2mK6d2n-2mK6cY1-2mK7kNy-2mJXH3T-2mK4863-2mK6cXV-2mK6cZJ/
Grice e Tari – l’origine del linguaggio –
filosofia italiana (Villa
Santa Maria Capua Vetere). Filosofo. Di famiglia originaria di Terelle, nel
Frusinate, nacque in palazzo Mazzocchi, anch'essa rientrante in Terra di
Lavoro, da un impiegato che si trovava lì di passaggio. Il palazzo natìo ove
aveva schiuso gli occhi anche l'archeologo Alessio Simmaco Mazzocchi, situato
nella via Mazzocchi. Studia a Montecassino, dove conobbe Spaventa. Si trasferì
a Napoli dove si laurea. Ben presto però all'avvocatura preferì la filosofia,
la letteratura e la musica, unendosi all'amico Spaventa, a Cusano, a Sanctis e
ad altri filosofi liberali e collaborando a vari giornali letterari partenopei.
Entra per concorso nella Regia Napoli, divenendo il primo cattedratico di
estetica in Italia, nello stesso periodo in cui vi insegnavano anche Sanctis,
Settembrini, Spaventa e Bovio. Si dedica
a vari rami della filosofia e delle scienze del linguaggio per Detken, saggi di
Brothier, Moindron e Noel. Il suo
sistema estetico, variamente criticato, in particolare per la scarsa
originalità, si caratterizza per una vivacità espressiva, con ricche e talvolta
variopinte esemplificazioni, che peraltro ne resero celebri e molto frequentate
le lezioni. Croce define Tari il lieto giullare della filosofia. Tari non ha
mai nemici, riuscendo a farsi ben volere sia dagli amici sia dagli avversari,
che prende a braccetto, e li mena a spasso con sé, divertendosi a contradirli e
a sentirsi contradetto. Quasi ad avallare la definizione sopra riportata, ha anche a rilevare che la sua bizzarra
genialità gli fa trovare piacere nei ravvicinamenti e collegamenti più
disparati e più comici: della frase sublime con la scherzosa, del ricordo
solenne con l'aneddoto salace, del linguaggio latino o del tedesco col
vernacolo napoletano. Parla in gergo, ma in gergo che è quintessenza di cultura
e stravagante miscuglio di elementi geniali. Filosofo di professione ed uomo di
dottrina enciclopedica, nonostante tutta la sua perizia filosofica, la sua
sterminata dottrina e il suo molto acume, e soprattutto un bizzarro artista. La
sua concezione metafisica non gli concede una trattazione veramente logica dei
problemi. Ma la sua personalità, vibrante di commozione innanzi alle opere
dell'arte, riboccante di entusiasmo, dotata di bontà e di nobiltà di sentire,
gli ispira una filosofia che e di una specie assai rara nella nostra
letteratura. L'essenza giocosa si mischia, confondendosi, con un'acuta
critica, che si rivolgeva a tutti i campi in cui l'estetica si sostanzia e, in
particolare, ad una delle arti al quale e più attratto: la musica. Tra il
serio e il faceto, infatti, pubblica un saggio su “Serietà e ludo” e compone un
saggio musicale, con tanto di note, dal titolo in tal senso emblematico di “Lezioni
di estetica generale”. Questo indirizzo lo porta ad occuparsi anche sulla
celebre pastorale di Beethoven. Altre saggi: “Estetica ideale” (Fibreno, Napoli),
“Ente spirito e reale: confessioni filosofiche” (Regia Università, Napoli); “Melodramma,
dramma” (Regia Università, Napoli); “Serietà e ludo” (Regia Università, Napoli),
“Critica” (Vecchi, Trani); “Estetica e metafisica” (Laterza, Bari); “Estetica
esistenziale” (Morano, Napoli); “L'estetica reale” (Prometheus, Milano), “Dizionario
dei cittadini notevoli di Terra di Lavoro antichi e moderni” (Forni, Bologna). i (Ed. Spartaco, Santa Maria Capua Vetere); A.
Perconte Licatese, “Storia e monumenti di Santa Maria Capua Vetere” (Stampa
Sud, Curti.); “Storia popolare della filosofia” (Detken, Napoli); “Origine del
linguaggio” (Detken, Napoli); “Il contratto” (Detken, Napoli); B. Croce, La
letteratura della Nuova Italia. Saggi critici” (Laterza, Bari); “Lezioni di
estetica generale” (Tocco, Napoli); “La sinfonia pastorale” ( (Regia
Università, Napoli); M. Leotta, Istituto Italiano per gli Studi Storici, Napoli);
F. Solitario, La Critica di Croce. Contributo per un recupero” (Prometheus,
Milano); F. Solitario, “Cultura filosofica” (Prometheus, Milano); Treccani Dizionario
di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Archivi di Teatro Napoli, Antonio
Tari. Tari. Keywords: ‘origine del linguaggio.” Refs. Luigi Speranza, “Grice e
Tari” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732279381
Grice e Tartarotti – filosofia italiana (Rovereto). Filosofo. Divenne famoso per
aver contrastato i processi contro le streghe e per aver osteggiato la
devozione per il vescovo del XII secolo Adelpreto, mettendone in discussione
santità e martirio. Figlio del giureconsulto Francesco Antonio e da
Olimpia Camilla Volani, discendente dell'antica famiglia dei Serbati.
Impersonò la figura dell'intellettuale che non si lascia limitare dal luogo nel
quale nasce, cioè nel Trentino, lontano dai grandi centri culturali del tempo.
Egli seppe anzi sfruttare le opportunità e le peculiarità della città di Rovereto,
al confine tra mondo tedesco e italiano, in un periodo storico nel quale
rifiorirono i commerci e i rapporti economici, grazie al suo trovarsi su una
delle principali vie di comunicazione in Europa. Suo merito fu la capacità di
saper tessere legami con intellettuali italiani e stranieri che risiedevano a
Venezia, Roma, Salisburgo, Torino, Brescia, Vienna, Innsbruck. Utrecht e
Parigi. Studiò inizialmente nell'Imperial Regio Ginnasio di Rovereto e
poi continuò come autodidatta. Si interessò di filosofia, che seguì presso
l'Padova sino a quando difficoltà economiche familiari non lo obbligarono a
tornare nelle città natale. Al suo ritorno si interessò personalmente per
far insediare nella Città della Quercia la stamperia del tipografo veronese
Pierantonio Berno e, nel 1730, fondò la prima accademia cittadina, l'Accademia
dei Dodonei. Compì viaggi a Verona, dove conobbe Scipione Maffei e altri
studiosi, poi ad Innsbruck, dove rimase alcuni mesi come precettore, e in
seguito si trasferì a Roma, come segretario del Cardinale Domenico Silvio
Passionei. Casa dove abitò Girolamo Tartarotti, in Via Garibaldi
61, a Rovereto, prima di trasferirsi in Via della Terra. Durante le sue
permanenze roveretane, visse nella stessa casa dove abita G. Vannetti e dove questi
iniziarono a tenere un vivace salotto letterario che portò, probabilmente su
ispirazione dello stesso Tartarotti, alla nascita dell'Accademia degli Agiati. Il
soggiorno romano fu relativamente breve, per contrasti col Cardinale, quindi
fece ritorno a Rovereto. Morì il fratello Jacopo, e si trasferì a Venezia, come
collaboratore del futuro Doge Marco Foscarini. Ebbe discussioni anche con
Foscarini e tornò ancora una volta a Rovereto, da dove non si allontanò
più. I viaggi di Girolamo Tartarotti furono in definitiva relativamente
pochi e di breve durata, e trascorse la maggior parte della sua vita matura a
Rovereto. Si dimostra poco propenso ad accettare l'aiuto di ricchi mecenati che
lo avrebbero limitato nella sua libertà e approfittò delle occasioni che gli
venivano offerte lontano dalla sua città per comprare libri o incontrare altri
studiosi. Lo studioso Sin dagli anni giovanili Tartarotti si dedicò agli
studi letterari interessandosi della poesia toscana e scrivendo egli stesso
varie composizioni poetiche. Approfondì tematiche della filosofia scolastica e
scrisse trattati critici nei confronti di questa. Collaborò con Angelo Calogerà
per la sua Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici, e venne in polemica
con Trento dimostrando, in una sua pubblicazione, che la città tridentina
divenne sede episcopale solo nel IV secolo e non al tempo dei primi
apostoli. Pubblica “Congresso notturno delle Lammie”, il suo saggio più
noto, nel quale dichiara inesistente la stregoneria come la si vuole descrivere
al suo tempo, e questo sulla base della logica, della scienza e della stessa
ortodossia dei cattolici. Pubblica nei “Rerum Italicarum scriptores” le sue
conclusioni relative alla cronaca di Dandolo e correggendone le fonti nelle sue
basi documentarie. Continua nelle indagini storiche alla quali aveva
dedicato gran parte della sua vita e arrivò a dimostrare, ad esempio, che era
sbagliata la venerazione dei trentini per Adelpreto, Vescovo di Trento. La sua
tesi era spiegata nella Lettera intorno alla santità e martirio di Alberto
vescovo di Trento. Uno dei suoi ultimi lavori, sempre legato a questo tema:
Notizie istorico-critiche intorno al B.M. Adalpreto vescovo di Trento venne
messa al rogo su disposizione del principe vescovo Francesco Felice Alberti di
Enno. Intanto la sua salute peggiora, e muore senza sapere del suo libro
bruciato a Trento. Sempre amante dei libri, quando non gli fu possibile
viaggiare per acquistarli personalmente si affidò a contatti che col tempo
divennero per lui preziosi per procurarseli. A Verona poté contare su Ottolino
Ottolini, a Brescia su Gianmaria Mazzucchelli, a Modena su Ludovico Antonio
Muratori e a Venezia su Gian Rinaldo Carli. A Rovereto fu molto vicino a Giuseppe
Valeriano Vannetti, segretario dell'Accademia Roveretana degli Agiati, e anche
da lui ebbe aiuti per procurasi i testi dei quali aveva bisogno per i suoi
studi. Al Vannetti fu legato anche per altri motivi, essendo stato per vari
anni precettore di Bianca Laura Saibante, futura moglie di Giuseppe Valeriano,
e del fratello di lei, Francesco. Si procura libri anche grazie a
donazioni, eredità e prestiti. Al momento della sua morte, per esplicita
volontà testamentaria, la sua ricca biblioteca venne donata all'Ospedale dei
Poveri Infermi di Loreto, retta dalla Confraternita dei Santi Rocco e
Sebastiano. La Confraternita tuttavia, poco dopo, decise di metterla in
vendita, offrendola per primo al Comune di Rovereto. In quell'occasione
Giuseppe Valeriano Vannetti e Francesco Saibante si spesero affinché tale
importante acquisizione culturale per Rovereto avesse successo, e l'atto di
compravendita venne registrato. Tre anni dopo la morte di Tartarotti, venne
così creata la prima biblioteca aperta al pubblico a Rovereto. Le intenzioni
dello studioso non furono queste, tuttavia fu proprio il nucleo dei suoi testi
ad essere destinato a questa importante iniziativa culturale, perché sino a
quel momento esistevano in città solo biblioteche appartenenti a privati, come
ad esempio quella dei Rosmini, dei Vannetti, dei Saibante, oppure conservate in
conventi; si stava formando anche quella dell'Accademia Roveretana degli
Agiati, sicuramente molto importante, ma nessuna di queste destinata alla
consultazione di chiunque. Il totale delle opere appartenenti a
Tartarotti che confluì nella biblioteca ammontava originariamente a 2.027
volumi e a 13 manoscritti. Per quanto riguarda i luoghi di pubblicazione dei
volumi, quasi il 30% di essi proveniva da Venezia. I volumi raccolti
durante tutta la vita da Girolamo Tartarotti costituirono così il primo nucleo
della Biblioteca Civica di Rovereto, che in seguito fu a lui dedicata.
Tartarotti e gli agiati Lo studioso, come sopra ricordato, fu molto attivo a
Rovereto e si spese per portare una maggior apertura culturale in città
facilitando l'arrivo di un tipografo, fondando l'Accademia dei Dodonei,
svolgendo il ruolo di precettore per due dei fondatori dell'Accademia
Roveretana degli Agiati, ma non divenne mai un socio di quella
istituzione. Le ragioni del suo rifiuto di far parte di quell'Accademia,
che pure rispondeva a molte delle esigenze che sentiva anche sue, furono
diverse. La principale fu la forte inimicizia con S. Maffei, e il fatto che l'uomo di lettere
veronese fosse entrato tra i primi come socio aggregato dell'associazione.
Questo fece sì che non partecipasse alle riunioni del nascente sodalizio
culturale roveretano. Si riporta qui una piccola selezione di alcuni suoi lavori
da non intendersi come fonti di questa pagina ma come approfondimento e
confronto. “Ragionamento intorno alla poesia lirica Toscana”; “Delle
disfide letterarie, o sia pubbliche difese di conclusion”; “De auctoribus ab
Andrea Dandulo laudatis in Chronico Veneto”; “Apologia del Congresso notturno
delle Lammie”; “Memorie antiche di Rovereto e dei luoghi circonvicini”, “Apologia
delle Memorie antiche di Rovereto”; “Lettera seconda di un giornalista d'Italia
ad un giornalista oltramontano sopra il libro intitolato: Notizie
istorico-critiche intorno al b.m. Adalpreto Vescovo di Trento, Alcune opere sono
pubblicate nella Raccolta d'opuscoli scientifici e filologici: “Relazione d'un
manoscritto dell'Istoria manoscritta di Giovanni Diacono veronese”; “Dissertazione
intorno all'arte critica”; “Lettera al sig. N.N. intorno alla sua tragedia
intitolata il Costantino; Lettera intorno alla differenza delle voci nella
lingua italiana. Altre opera: “Osservazioni sopra la Sofonisba del Trissino con
prefazione del cav. Clementino Vannetti, La conclusione dei frati francescani
riformati (postumo, Annotazioni al Dialogo delle false esercitazioni delle scuole
d'Aonio Paleario. Annotazioni Ipotesi
avanzata da Gianmario Baldi, Direttore della Biblioteca civica G. Tartarotti e
membro dell'Accademia Roveretana degli Agiati G. Baldi, Fonti M. Farina, Mostra Tartarotti, Mostra Tartarotti, L. Muratori,
Rerum Italicarum scriptores. Mediolani, ex typographia Societatis Palatinae in
Regia Curia, Tartarotti, (check). R.Trinco, Mostra Tartarotti, Sito Biblioteca
Civica G. Tartarotti, su biblioteca civica. Rovereto Comune di Rovereto. G. Baldi, La Biblioteca
civica Girolamo Tartarotti di Rovereto: contributo per una storia” (Calliano,Trento);
Manfrini, Marino Berengo, La letteratura italiana Storia e testi" XLIV tomo
I, Milano-Napoli, Ricciardi, L. Franchini, Adversum malleum maleficarum,
biografia del filosofo pre-illuminista roveretano” (Rovereto, Stella); N. Cusumano,
“Ebrei e accusa di omicidio rituale --. Il carteggio tra Tartarotti e B.
Bonelli” (Milano, Unicopli); M. Farina, “Gl’Agiati” (Brescia, Morcelliana), R. Filosi, La Biblioteca di Girolamo
Tartarotti: intellettuale roveretano del Settecento: Rovereto, Palazzo Alberti,
Rovereto, Provincia autonoma, Servizio beni librari e archivistici,Comune di
Rovereto, Biblioteca civica G. Tartarotti, Renato Trinco, San Marco in Rovereto:
la chiesa arcipretale tra storia, arte e devozione, Mori, La grafica, Gl’Agiati
Roveretani, Biblioteca civica G. Tartarotti Treccani Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Girolamo Tartarotti. Tartarotti. Keywords: accusa di omicidio
rituale. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tartarotti” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732517033
Grice e Tataranni – il gusto per l’antico –
filosofia italiana (Matera),
filosofo. Lucano di origine, esponente dell'Illuminismo napoletano. Figlio
di Angelo Bruno e Nunzia Pistoia. Non sappiamo a quale ceto appartenesse la sua
famiglia, ma sicuramente essa era fornita dei mezzi economici e delle relazioni
sociali necessarie per avviare il figlio verso la carriera ecclesiastica. Non a
caso, quando fu battezzato nella Chiesa
cattedrale di Matera, i suoi genitori scelsero come padrini i nobili Giovan
Battista Ferraù e Giovanna Cordova. Sin da ragazzo matura quella che
doveva essere la sua vocazione, tanto che divenne prima allievo e poi docente
del seminario diocesano materano. Sebbene avesse una posizione di un certo
rilievo sia in ambito ecclesiastico, sia in ambito educativo, non mostra alcun
tentennamento nell'accettare l'invito di Michele Imperiali, principe di
Francavilla, che lo vuole a Napoli per affidargli la direzione della sua
Paggeria. Grazie all'incarico conferitogli dal principe di Francavilla,
accrebbe ancor di più la stima di cui già godeva, stringendo rapporti
amichevoli con le personalità più illustri ed autorevoli del tempo, incardinate
nella Reale Accademia delle Scienze e Belle Lettere. Ha la possibilità di frequentare
proprio tali stimolanti dibattiti, che del resto avrebbero formato l'humus
delle sue future riflessioni, in qualità prima di Direttore della Paggeria, poi
della scuola militare del Real Collegio militare, ufficialmente Reale Accademia
Militare, fortemente voluta da re Ferdinando IV, che mostrò di aderire al
generale clima di rinnovamento e consolidamento delle istituzioni militari del
Regno. Proprio in questi anni Onofrio Tataranni ebbe l'onore di esserne il
direttore, partecipando vivamente, dunque, al graduale svilupparsi e
moltiplicarsi dell'alveo della cultura politica riformatrice, che ancora
auspicava un reale cambiamento all'interno dello stesso apparato monarchico.
Così, nell'arco di un settennio, pubblicò delle opere molto significative, in cui
era evidente il suo tracciato ideale di società. Tuttavia, in seguito agli
avvenimenti, quindi dopo il Concordato e dopo la fallita congiura di C.
Lauberg, le sue posizioni rispetto alla politica e allo Stato cambiarono
considerevolmente. Con questa disillusione coincide il silenzio
dell'intellettuale materano, che in quegli anni si limita, a quanto noto, a
proseguire i suoi studi come Direttore. La delusione, si può ipotizzare, lo
spinse a tacere fino alla proclamazione della Repubblica Napoletana, quando dichiarava
sicuro dell'importanza dell'istruzione del popolo e del nuovo cittadino, elabora
il Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, nel quale incoraggiava il popolo a
difendere i principi della Rivoluzione a vantaggio dell'umanità intera. Il
catechismo vinse il primo premio indetto dal governo provvisorio e venne
adottato come catechismo ufficiale della Repubblica Napoletana, ebbe il compito
di educare i sudditi a divenire cittadini. Alla caduta della Repubblica,
nel giugno, riuscì a porsi in salvo, rifugiandosi a Matera, nei cui tribunali,
in tale periodo, venivano esaminate le posizioni di ben 1370 rei di Stato lucani,
228 dei quali furono condanll'esportazione e sette a morte. Comunque, a Matera
puo contare su solide relazioni interne al locale Capitolo cattedrale. Più
volte tiene a sottolineare l'importanza della triade Dio-Ragione-Sentimento, in
una sorta di compromesso tra Illuminismo, sensismo e religione. Inoltre,
caratteristica del suo pensiero è una forte connotazione politica, mirando alla
figura del sovrano quale principale esempio per i sudditi, capace di governare
un Regno che si sarebbe dovuto fondare su solidi valori, legati all'importanza
della famiglia, della civiltà contadina e della piccola proprietà terriera,
quest'ultima ottenuta con un giusto ed onesto lavoro. È da evidenziare come il
Tataranni avesse maturato idee di una peculiare modernità, al punto da
convincersi che il passaggio verso una nuova stagione dell'umanità sarebbe
potuto avvenire attraverso la Costituzione di una «Dieta Universale»: egli
sosteneva, infatti, che, ad ogni rappresentante di questo nuovo organismo, essa
avrebbe espresso i giusti diritti del suo Monarca, al fine di raggiungere la
felicità comune e la pubblica sicurezza, ponendosi, negli ordini e nelle
attività sociali, sull'unica distinzione del merito. Notevole importanza e,
poi, assegnata al ruolo dell'educazione e dell'istruzione, poiché
affermal'importanza dello studio delle humanae litterae, unico mezzo, per i
giovani, per riscoprire i principali temi della letteratura e della filosofia
morale antica ed attualizzarli. Inoltre, egli si faceva anche sostenitore
dell'istruzione scientifica, dando priorità alla geometria e, ancora una volta,
seguendo il modello greco, suggeriva di avviare gli alunni sin «dall'età più
tenera» al processo educativo, seguendo le direttive di grandi pensatori. Il
sacerdote-riformatore auspicava tutto questo in un contesto socio-economico che
riservasse particolare attenzione all'attività agraria e ad una pratica
religiosa «semplice pura e brieve. Dunque, predica il ritorno alla religione
delle origini, costruita sull'aiuto reciproco tra gli individui, in modo che gli’uomini
si rassomiglino in qualche modo all'ente supremo d'infinità bonta. Pertanto,
affermava che i sacerdoti dovessero essere esenti dalle pubbliche cariche e che
come gli altri uomini dovessero essere soggetti alla giurisdizione dei giudici laici
nelle loro cause civili. La prima, monumentale, opera fu il Saggio d'un
filosofo politico amico dell'uomo (Napoli). Con la composizione di questo
saggio, Tataranni si propone di delineare il suo tracciato ideale di società,
confidando nella figura del sovrano. Infatti, già il titolo dell'opera risulta
molto significativo, in quanto l'autore si presentava come un filosofo con
atteggiamento “filantropico” nei confronti di Ferdinando IV, al fine di
mostrargli la retta direzione per guidare un giusto governo ed attuare delle
riforme interne allo stesso apparato monarchico, favorevoli alle idee
democratiche. La fiducia che ripone nei riguardi del monarca veniva
ancora espressa nel “Ragionamento sul carattere religioso di Carlo III umiliato
a Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Si tratta di un panegirico
riferito al padre del sovrano, Carlo di Borbone, che, spentosi l'anno
precedente, veniva proposto come esempio da seguire al suo erede. In tal senso,
egli si rivolgeva ancora pieno di ammirazione nei confronti di Ferdinando IV
nel “Ragionamento sulle sovrane leggi della nascente popolazione di S. Leucio
umiliata alla maestà di Ferdinando IV re delle Due Sicilie” (Napoli). Nella “Brieve
memoria sull'educazione nazionale della nobile gioventù guerriera l'autore
affrontava il tema, a lui caro come Direttore di istituti di formazione, dell'educazione
dei giovani.” Negli anni Novanta, benché il canonico avesse raggiunto un'età
avanzata, non solo decise di aderire alla Repubblica Napoletana, ma, convinto
dell'importanza che rivestiva la formazione del popolo e del nuovo cittadino,
decise di scrivere, come detto, un Catechismo Nazionale pe'l Cittadino, che fu
dato alle stampe. Archivio Diocesano di Matera, Cattedrale, Battesimi Antonio
Lerra, Catechismo nazionale pe’l cittadino. Progetto di cultura politica e
ruolo dell'antico XV. Antonio Lerra
XVII. Chiosi, Lo spirito del secolo.
Politica e religione a Napoli nell'età dell'illuminismo, Napoli, Giannini); S. Bruno,
"Catechismo nazionale pe' il cittadino". Contributo alla storia della
Repubblica Partenopea, in "Studi Meridionali", Cronache di una
rivoluzione: Napoli (Angeli, Milano); A. Lerra, L'albero e la croce.
Istituzioni e ceti dirigenti nella Basilicata, Napoli, ESI, Salvatore Bruno, Il
catechismo nazionale pe' il cittadino" (noterelle di storia napoletana),
in Scritti in onore di Romualdo Trifone, Storia Meridionale, II, Sapri, Ed. del Centro Librario, S. Bruno,
"Catechismo nazionale pe' il cittadino". Contributo alla storia della
Repubblica Partenopea, in Studi Meridionali, L. Guerci, Istruire alle verità
repubblicane. La letteratura politica per il popolo nell'Italia in rivoluzione”
(Bologna, il Mulino); G. Caserta, Teologo della rivoluzione napoletana, Napoli,
Vivarium, Rosaria Capobianco, La pedagogia dei catechismi laici nella
Repubblica napoletana, Napoli, Liguori Editore, Antonio Lerra, Catechismo
nazionale pe' l cittadino. Progetto di cultura politica e ruolo dell'antico,
Manduria-Roma-Bari, Lacaita, Antonio D'Andria, Onofrio Tataranni. Un
riformatore napoletano in limine, in Sguardi sul Mezzogiorno in età moderna e
contemporanea, Quaderni eretici | Cahiers hérétiques. Studi sul dissenso
politico, religioso e letterario, fascicolo Illuminismo in Italia Repubblica Napoletana. Storia
della Basilicata Un'analisi dei concetti politici nel Catechismo, su
nuovomonitorenapoletano. L'indice ragionato del Filosofo Politico amico
dell'Uomo La Brieve memoria in edizione integrale. Onofrio Tataranni.
Tataranni. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tataranni” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732260711/in/dateposted-public/
Grice e Telesio – filosofia italiana (Cosenza). Filosofo. Mentre
le sue teorie naturali sono state successivamente smentite, la sua enfasi
sull'osservazione fece il primo dei moderni che alla fine hanno sviluppato il
metodo scientifico. Telesio è nato da genitori nobili. Istruito a
Milano dallo zio, Antonio, lui stesso uno studioso e poeta di eminenza, e poi a
Roma e Padova. I suoi studi hanno incluso tutta la vasta gamma di argomenti,
classici, scienza e filosofia, che costituivano il curriculum degli
rinascimentali sapienti. Così equipaggiata, inizia il suo attacco sul
aristotelismo medievale che poi fiorì a Padova e Bologna. Fonda l’Accademia
Cosentina. Per un certo periodo ha vissuto nella casa di Alfonso III Carafa,
duca di Nocera. La sua grande opera e “Sulla natura delle cose secondo i loro
propri principi,” seguito da un gran numero di opere di importanza sussidiaria.
Le opinioni eterodosse, che ha mantenuto suscitano l'ira di Roma per conto del
suo amato aristotelismo, e poco tempo dopo la sua morte i suoi saggi sono stati
immessi sul Index. Invece di postulare materia e forma, si basa
l'esistenza sulla materia e la forza. Questa forza ha due elementi opposti:
calore, che si espande, e fredde, che i contratti. Questi due processi
rappresentano tutte le diverse forme e tipi di esistenza, mentre la massa su
cui opera la forza rimane la stessa. L'armonia del tutto consiste nel fatto che
ogni cosa separata sviluppa in sé e per sé conformemente alla sua natura e allo
stesso tempo il suo moto avvantaggia il resto. I difetti evidenti di questa
teoria, che solo i sensi possono non comprendere materia stessa, che non è
chiaro come la molteplicità dei fenomeni potrebbe derivare da queste due forze,
pensato non è meno convincente di Aristotles caldo/freddo, secca spiegazione /
umido, e che ha addotto alcuna prova per dimostrare l'esistenza di queste due
forze, sono stati sottolineato a suo tempo. Inoltre, la sua teoria della terra
fredda a riposo e il sole caldo in moto
destinato a confutazione per mano di Copernico. Allo stesso tempo, la
teoria e sufficientemente coerente per fare una grande impressione sulla
filosofia italiano. Va ricordato, però, che la sua obliterazione di una
distinzione tra superlunar e fisica sublunare ce ertamente abbastanza
preveggente anche se non riconosciuto dai suoi successori come particolarmente
degno di nota. Quando Telesio continua a spiegare la relazione tra mente e
materia, e ancora più eterodossa. Forze materiali sono, per ipotesi, in grado
di sentire. Questione deve anche essere stato fin dal primo dotato di
coscienza. Per la coscienza esiste, e non avrebbe potuto essere sviluppato dal
nulla. Questo lo porta a una forma di ilo-zoismo. Anche in questo caso, l'anima
è influenzata dalle condizioni materiali. Di conseguenza, l'anima deve avere un
esistenza materiale. Inoltre dichiara che tutta la conoscenza è sensazione ("non-ratione
sensu sed") e che l'intelligenza è, quindi, un agglomerato di dati
isolati, in sensi. Non lo fa, però, riesce a spiegare come solo i sensi possono
percepire la differenza e identità. Alla fine del suo schema,
probabilmente in ossequio alla teologiche pregiudizi, aggiunta un elemento che e
completamente estraneo, vale a dire, un impulso più alto, un'anima sovrapposta
da Dio, in virtù della quale ci sforziamo di là del mondo sensibile. Questa
anima divina non è affatto un concetto completamente nuovo, se visto nel
contesto di Averroestic o tommasiana teoria percettiva. Il suo intero
sistema mostra lacune nella sua tesi, e l'ignoranza dei fatti, ma allo stesso
tempo è un precursore di tutte le successive dell'empirismo e segna chiaramente
il periodo di transizione da autorità e la ragione di sperimentare e
individuale responsabilità. Il ricorso a dati sensoriali Telesio e il
capo del grande movimento italiano del sud, che protesta contro l'autorità accettata della ragione
astratta e semina i semi da cui spuntavano i metodi scientifici di Campanella e
Bruno, di Bacon e Descartes, con i loro risultati ampiamente divergenti. Egli,
quindi, abbandona la sfera puramente intellettuale e ha proposto un'indagine
sui dati forniti dai sensi, dai quali ha ricoperto che tutta la vera conoscenza
viene veramente (la sua teoria della percezione sensoriale era essenzialmente
una ri-elaborazione della teoria di Aristotele dal De anima). Nota all'inizio
del Proemio del primo libro della terza edizione del De Rerum Natura Iuxta
propria principia Libri Ix... che la costruzione del mondo e la grandezza dei
corpi in esso contenuti, e la natura del mondo, è da ricercare non dalla
ragione, come è stato fatto dagl’antichi, ma è da intendersi per mezzo di
osservazione. Mundi constructionem, corporumque in eo contentorum magnitudinem,
naturamque non ratione, quod antiquioribus factum est, inquirendam, sed sensu
percipiendam. Questa affermazione, che si trova sulla prima pagina, riassume
ciò che molti studiosi moderni hanno generalmente considerato filosofia
telesiana, e spesso sembra che molti non leggere oltre per nella pagina
successiva si imposta il suo caldo teoria/freddo della materia informata, una
teoria che non è chiaramente informato dall’osservazione. L’osservazione (sensu
percipiendam ) è un processo dell’anima molto iù grande di una semplice
registrazione dei dati. L’osservazione comprende anche l’analogia. Anche se
Bacon è generalmente accreditato con la codificazione di un induttiva metodo
che sottoscrive pienamente l'osservazione come procedura primaria per l'acquisizione
di conoscenze, non era certamente il primo a suggerire che la percezione
sensoriale dovrebbe essere la fonte primaria per la conoscenza. Tra i filosofi
naturali del Rinascimento, questo onore è generalmente conferito a Telesio. Bacone
si riconosce Telesio come il primo dei moderni. “De Telesio autem bene
sentimus, atque eum ut amantem veritatis, e Scientiis utilem, e nonnullorum
Placitorum emendatorem & novorum hominum primum agnoscimus”. Da Bacon
De principiis atque originibus) per mettere l'osservazione di sopra di tutti
gli altri metodi di acquisizione delle conoscenze sul mondo naturale. Questa
frase spesso citata da Bacon, però, è fuorviante, perché semplifica
eccessivamente e travisa l'opinione di Bacone di Telesio. La maggior parte del
saggio di Bacon è un attacco a Telesio e questa frase, invariabilmente fuori
contesto, facilita un malinteso generale della filosofia naturale telesiana
dando ad essa un timbro baconiana di approvazione, che era lontano dalle
intenzioni originali di Bacon. Bacone vede in Telesio un alleato nella lotta
contro l'antica autorità, ma ha poco positivo da dire su specifiche teorie di
Telesio. Ciò che forse colpisce di più De Rerum Natura è il tentativo di
Telesio di meccanizzare il più possibile. Si sforza di spiegare tutto
chiaramente in termini di materia informati dalla calda e fredda e per
mantenere i suoi argomenti il più semplice possibile. Quando i suoi colloqui si
rivolgono agli esseri umani che introduce un istinto di auto-conservazione per
spiegare le loro motivazioni. E quando discute la mente umana e la sua capacità
di ragionare in astratto su argomenti immateriali e divine, aggiunge un'anima.
Per senza anima, tutto il pensiero, dal suo ragionamento, sarebbe limitato alle
cose materiali. Ciò renderebbe Dio impensabile e chiaramente questo non era il
caso, per l'osservazione dimostra che la gente pensa di Dio. Telesii,
Bernardini, “De Rerum Natura Iuxta Propia Principii, Libri IX” (Horatium
Saluianum, Napoli). Altre opere: “De Somno”; “De la quae in aere fiunt de Mari De cometis
et Circulo Lactea respirationis De USU. Gli appunti Riferimenti N. Van Deusen,
Telesio: primo dei moderni De La sua, Quae in aere Sunt, & de Terrae motibus
piena facsimile digitale. Bernardino Telesio. Telesio. Keywords: empirismo,
teoria della percezione, l’anima d’Aristotele, l’analogia, l’uomo e gl’animali,
la ragione, I antici, contro I antici, osservazione, percezione, la tradizione
empirista italiana, il Telesio di Bacone. Refs.: Luigi Speranza,
“Telesio e Grice,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, *Villa
Grice, Liguria, Italia.. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690478447/in/photolist-2mKHdnD-2mKRW4R-2mKjcFb/
Grice e Tessitore (Napoli). Filosofo. Grice: “If there’s Oxonian dialectic and
Athenian dialectic, there is, to follow Fulvio Tessitore, the ‘scuola
napoletana.’” Si è laureato in giurisprudenza (la sua tesi ricevette dignità di
stampa) presso l'Università degli Studi di Napoli, allievo di Pietro Piovani.
-- è libero docente "per meriti eccezionali" in Filosofia del
diritto; l'anno successivo diventa Professore. Ha dapprima insegnato Storia
delle dottrine politiche; quindi, in poi, Storia della filosofia. È stato
preside della Facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Salerno. Preside
della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Federico II di Napoli,
della quale è stato anche rettore. Socio dell'Accademia dell'Arcadia col nome
di Echione Cineriano. È inoltre socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e di
numerose altre accademie. Ha diretto il Centro di studi vichiani del CNR
dal ed oggi fa parte del Consiglio
scientifico dello stesso Centro. È
presidente della Fondazione Pietro Piovani per gli studi vichiani e del
Consorzio interuniversitario "Civiltà del Mediterraneo". Presidente
del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione Internazionale D'Amato onlus.
Socio dell'Istituto per l'Oriente “Carlo Alfonso Nallino” di Roma. È
vicepresidente della Fondazione "Guido e Roberto Cortese". Siede
inoltre nel Consiglio Direttivo dell'Istituto italiano per gli studi storici
fondato da Croce. È stato componente del Consiglio Scientifico dell'Istituto
dell'Enciclopedia Italiana Treccani. Membro del Consiglio Universitario
Nazionale, in cui è stato presidente del Comitato di Lettere, Lingue e
Magistero, vice presidente della Fondazione Teatro di San Carlo, componente del
Consiglio Generale della Fondazione Banco di Napoli del Consiglio direttivo e vice
presidente della CRUI, la Conferenza permanente dei Rettori delle Università
italiane. È Cavaliere di gran croce
dell'Ordine al merito della Repubblica. È stato senatore della Repubblica
italiana nella XIV legislatura nelle file dei Democratici di SinistraL'Ulivo e
deputato nella XV Legislatura nelle file del L'Ulivo. È medaglia d'oro della
Scuola dell'arte e della cultura e della Scienza e della cultura. È autore di
una vastissima di oltre 1500 titoli, tra
i quali 26 volumi, ai quali sono stati assegnati numerosi premi. Opere: “Aspetti del neo-guelfismo napoletano”
(Morano, Napoli); “Crisi e trasformazioni dello Stato: rcerche sul pensiero
gius-pubblicistico italiano” (Morano, Napoli); “Fondamenti della filosofia
politica ” (Morano, Napoli); “La storia delle idee” (Le Monnier, Firenze); “Profilo
dello storicismo politico” (POMBA, Torino); “Lo storicismo” (Laterza, Roma); “Meinecke”
(Laterza, Roma); “Filosofia, storia e politica in Cuoco, Marco, Lungro); “Contributi
alla storia e alla teoria dello storicismo” (Edizioni di Storia e Letteratura,
Roma); Interpretazione dello storicismo, Scuola Normale Superiore, Pisa); Contributi
alla storiografia arabo-islamica Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); La
mia Napoli. Frammenti di ricordi e di pensieri, Grimaldi, Napoli); Letture quotidiane”
(Editoriale scientifica, Napoli) che raccolgono articoli di giornali
quotidiani. Trittico Anti-hegeliano da Dilthey a Weber. Contributo alla teoria
dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Da Cuoco a Weber.
Contributi alla storia dello storicismo, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma.
Fonda il “Bollettino del Centro di Studi Vichiani”, Archivio di Storia della
Cultura, Civiltà del Mediterraneo, pontaniana.unina. 18 settembre. Curriculum su
filosofia.unina.,Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Tessitóre.
Fulvio Tessitore. Tessitore. Keywords: Cuoco. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Tessitore” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732224826/in/datetaken/
Gruce e Testa – la nemica fortuna –
filosofia italiana (Borgonovo
Val Tidone). Filosofo. Nasce nella nobile famiglia Testa dal giudice Giuseppe e
dalla madre N.D. Vittoria Brigidini. Viene battezzato nella Chiesa della
Collegiata alla presenza dei genitori e
del conte Andrea Arcelli, padrino e parente di Alfonso. Sacerdote, rifiutò la
cattedra filosofica a Pisa e preferì
lavorare a Parma, divenendone presidente dell'area filosofica. Deputato
al Parlamento Sabaudo. Alfonso Testa. Storia di un povero pretazzuolo di
Fausto Chiesa, pubblicato dalla Libreria internazionale Romagnosi di Piacenza. Treccani
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alfonso Testa. Testa. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Testa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701756894/in/photolist-2mPqp6k-2mLNXjb-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLQ1Vx-2mPrdWj-2mLH24C-2mKDwcr-2mKxnN1-2mKgZYb-2bsBYca-2brg4da-PinuJ1-Pinux9-235t9QC-25GubxU-G5ZTNP-25DHLSh-FJVKRC-FcebeC
Grice e Thaulero – il problema d’una antropologia
filosofica – autorita e risentimento -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Abruzzese,
figlio del barone Carlo, nobile di Chieti e patrizio teramano, e di donna Maria
Clemente. Consigue la maturità classica al Liceo Massimo di Roma. Si iscrisse
alla "Sapienza" di Roma, dove si laurea a pieni voti con una tesi in
Filosofia del Diritto, Una metodologia cristiana del diritto, relatore Vecchio
e ottenne il Diploma di perfezionamento con lode in Filosofia del Diritto nella
Scuola di Perfezionamento di Filosofia del Diritto dell'Roma, con la tesi “La
fictio juris in Bartolo da Sassoferrato” (relatore: Sforza). Assistente
volontario di Perticone, ordinario di Storia contemporanea a Scienze politiche,
usufruì di una borsa della Humboldt-Stiftung che gli consentì lunghe permanenze
di studi in Germania per approfondire i suoi studi sulla problematica dei
valori. Sturzo gli affidò insieme ad Addio la direzione del “Bollettino di
Sociologia”, poi divenuto “Sociologia”, divenendo uno dei maggiori
collaboratori dell'Istituto creato dal fondatore del Partito Popolare Italiano.
Inviato al Congresso di Sociologia di Amsterdam e fra i fondatori della Società
Italiana di Scienze Sociali. Consigue la libera docenza in Filosofia
Morale e ricopre vari incarichi presso Salerno. Vinse il concorso a cattedra
per Filosofia Morale del Magistero di Salerno. Morì in un incidente
automobilistico insieme alle figlie Maria Gabriella e Maria Elisabeth. Gli
è stata intitolata la scuola di Cologna Spiaggia (Roseto degli Abruzzi). Altri
saggi: “Società e cultura” (Giuffré, Milano); “Il mare ha voce, ha voce il
vento” (Storia e Letteratura, Roma); “Il darsi dell'Origine nell'esperienza
sociale e religiosa” (Studium, Roma); Intorno al concetto di sociologia
generale, in Sociologia, Bollettino dell'Istituto Luigi Sturzo, A. Giuffré,
Milano); “Il problema del risentimento” (Sociologia, Bollettino dell'Istituto
Luigi Sturzo, N. 1, A. Giuffré, Milano); “Scienze sociali e Sociologia” (Sociologia,
Bollettino dell'Istituto Sturzo, Anno A. Giuffré, Milano); “La Sociologia
storicista (Sociologia, Bollettino dell'Istituto Sturzo, A. Giuffré, Milano); “Razionalità
e storia” (Civitas); “L'autorità” (Sociologia); “Il problema dell'autorità” (Convegno
di Cultura Europea, Bolzano); “Conoscenza e sociologia, in Rivista di
Sociologia, Appunti per la settimana sociale dei cattolici d'Italia, in Rivista
di Sociologia, Sociologia religiosa, in Rivista di Sociologia, Cristianesimo e
storia, in Rivista di Sociologia, “Pregiudizio e religione, in Rivista di
Sociologia, Roma, “Metafisica della
scienza e sociologia”, in Rivista di Sociologia, Roma, “Analisi culturale ed
ecumenismo” in Rivista di Sociologia, Roma, Religione e pregiudizio” (Cappelli,
Bologna); “Il problema di un'antropologia filosofica, in Rivista di Sociologia,
IGuida, Napoli, Corso di lezioni
ciclostilate, con la traduzione, in appendice, di un saggio di Scheler).
Religione e pregiudizio. Analisi di contenuto dei libri cattolici di
insegnamento religioso in Italia Cappelli, Bologna, Nota introduttiva a Hartmann,
Etica -- Fenomenologia dei costumi, in Esperienze, Osservazioni in margine ad
una ricerca su pregiudizio e religione, in Rivista di sociologia, Prospettive
culturali e sociologiche dell'impegno sociale (Relazione tenuta alla Consulta
dei Movimenti Effettive e Seniores della Gioventù di Azione Cattolica). Un
nuovo indirizzo storiografico nella analisi della struttura socio-economica
(Relazione tenuta in occasione del convegno Ignazio Rozzi e l'agricoltura,
Teramo, promosso dal Centro di Studi Storici Abruzzo Teramano), in Rivista di
Sociologia, Riflessione sull'Università televisiva, in Informazione Radio TV.
Studi, documenti e notizie, Speciale Televisione e Istruzione, RAI, Sociologia
ed esperienza religiosa e politica Ricerche di Storia sociale e religiosa. Discendente
del Beato Johannes Thauler Il Tempo, V.
Mathieu, Salerno, G. De Rosa,Seconda Attesa, Vicenza, G. De Rosa, La storia che
non passa: diario politico, Soveia Mannelli, Vincenzo Filippone-Thaulero.
Thaulero. Keywords: autorita e risentimento. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Thaulero” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692497310/in/photolist-2mKQoNA-2mKP1GB-2mKP25W-2mKTyvC
Grice e Tilgher
– il relativismo filosofico – filosofia italiana (Resìna). Filosofo. Nato da
padre vetraio tedesco e madre valdostana, visse a Roma dove fu amico e
collaboratore di E. Buonaiuti (studioso di storia del cristianesimo ed
esponente del modernismo italiano), fino alla morte. Lavora come bibliotecario
all'Alessandrina e collabora ad alcuni giornali (tra gli altri, Il Mondo e il
Popolo di Roma), molti dei quali vennero poi soppressi dal regime fascista. I
suoi principali saggi sono: “La crisi mondiale”, “Estetica”; e “La filosofia
delle morali”, nella quale delinea la sua originale visione individualistica. Collabora
al giornale satirico “Il Becco giallo”. E tra i firmatari del Manifesto degli
intellettuali anti-fascisti, redatto da Croce. Da ricordare, anche, tra i suoi
diversi saggi anti-fascisti, “la stroncatura di Giovane Gentile”, che,
soprattutto nell'ironico e irriverente sottotitolo, esprime un dissacrante
giudizio sulla propaganda con l'eloquente frase, di ascendenza bruniana, “Lo
spaccio del bestione trionfante”. Opera anche come critico letterario e
teatrale. E tra i primi a notare l'originalità del teatro pirandelliano,
nonostante i tentativi di contestazione da parte del regime fascista. In ambito filosofico, afferma che non esiste
una scienza morale unica bensì una pluralità di morali che emergono da un fondo
caotico in virtù di un'iniziativa che in parte è creatrice di valori e in parte
effetto di coincidenze casuali, anche se fortunate. In lui riaffiora il
dualismo manicheo di bene e di male, ribelle a ogni composizione dialettica
propria a ogni comodo, quanto illusorio e superficiale ottimismo. Considera
mitico, utopistico, il concetto del progresso che non considera come
altrettanto reali "il regresso, la caduta e la colpa". Nella nota “Antologia dei Filosofi Italiani
del dopoguerra”, oltre a suoi saggi incluse brani tratti dai saggi di Aliotta,
Buonaiuti, Evola, Martinetti, Mignone, Nobile, e Rensi. A Ercolano gli è stato intitolato l'Istituto
d'Istruzione Superiore. Altri saggi: “Arte, Conoscenza e Realtà” (Torino,
Bocca); “Teoria del Pragmatismo trascendentale” (Torino, Bocca); “Filosofi
antichi” (Todi, Atanor); “La crisi mondiale”, “Saggi di socialismo e marxismo”
(Bologna, Zanichelli); “Voci del tempo” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere);
“Relativisti contemporanei” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Studi sul
Teatro contemporaneo” (Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “Ricognizioni,
Roma, Libreria di Scienza e Lettere); “La scena e la vita, Roma, Libreria di
Scienza e Lettere); “Lo Spaccio del Bestione trionfante: stroncatura di Gentile.
Un libro per filosofi” (Torino, Gobetti); con un saggio di Antimo Negri, La
Mandragora, Prefazione di Gabriele Turi, Roma, Storia e Letteratura); “La
visione greca della vita, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Giordano); “Saggi
di etica e di filosofia del diritto” (Torino, Bocca); “Homo faber” (Roma, Libreria
di Scienza e Lettere, col titolo “Storia del concetto di lavoro nella civiltà occidentale,
Firenzelibri); “La poesia dialettale napoletana, Roma, Libreria di Scienza e
Lettere, Estetica, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Etica di Goethe, Roma,
Maglione, Filosofi e Moralisti del Novecento, Roma, Libreria di Scienza e Lettere);
“Studi di poetica, Roma, Libreria di Scienza e Lettere, Cristo e Noi, Modena,
Guanda); “Critica dello Storicismo, Modena, Guanda,Antologia dei filosofi
italiani del dopoguerra, Modena, Guanda); “Filosofia delle Morali” (Roma, Libreria
di Scienza e Lettere); “Moralità. Punti di vista sulla vita e sull'uomo” (Roma,
Libreria di Scienza e Lettere); “Le orecchie dell'aquila: studio sulle fonti
dell'attualismo di Gentile” (Roma, Religio); “La filosofia di Leopardi” (Roma,
Religio); Raoul Bruni, Torino, Aragno,
(con l'aggiunta di altri scritti leopardiani mai riuniti in volume), “Il casualismo critico, Roma, Bardi); “Mistiche
nuove e Mistiche antiche, Roma, Bardi); “Tempo nostro, Roma, Bardi); “Diario
politico” (Roma, Atlantica); “Marxismo socialismo borghesia, Firenze libri); Carteggio
Croce-Tilgher, A.Tarquini, Bologna, Il Mulino); “Pirandello, con testi di Gramsci”
(Pisa, Scuola Normale Superiore, Einstein, S. Trappetti e F. Secci, Dalia
Edizioni, La Stampa di Torino. Redazione, “Spaccio della bestia trionfante” è un saggio del
Bruno, costituita da tre dialoghi di argomento morale, pubblicata a Londra. Le
bestie trionfanti sono i segni delle costellazioni celesti, rappresentate da
animali -- è necessario spacciarle, ovvero cacciarle dal cielo in quanto
rappresentano vecchi vizi che occorre sostituire con moderne virtù. Una nota
dell'OVRA su un presunto tentativo di contestare Pirandello nella tournée in
Argentina si riferisce una grave dichiarazione confidenziale fatta dal noto
letterato anti-fascista a B. Cassinelli, dichiarazione che rileva non solo
l'animosità biliosa di Tilgher contro Pirandello ma anche e soprattutto un
piano prestabilito da oltre tre mesi da rinnegati contro degl’italiani che si
apprestano a far conoscere ai nostri co-nazionali in Argentina, le ultime
novità letterarie degli autori italiani. L. Sedita, “Pirandello, l'a-politico
spiato” (Belfagor), che riproduce la nota, sottolinea l'enfasi negativa con cui
in essa si presenta il noto letterato anti-fascista Tilgher e con cui ci si
sofferma soprattutto sul suo perdurante odioso atteggiamento di sfida e di
ribellione al fascismo. E significativo, alla luce degli studi di Canali, che
il tramite tra la polizia politica e Tilgher sia stato Cassinelli. Cassinelli
divenne amico di Pirandello che ne parla con deferenza in due lettere all’Abba.
Dizionario Biografico degli Italiani G.
Rensi, Frammenti d’una filosofia dell’errore e del dolore, del male e della
morte” (Napoli, Orthotes); Istituto d'Istruzione Superiore ATilgher, su adrianotilgher.edu.
Gianni Grana, Tilgher critico, in, Letteratura italiana. I critici, V, Marzorati, Milano; R. Laz., Enciclopedia
ItalianaII Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Tilgher
com'era, Napoli, Edizioni del delfino, Ernesto Buonaiuti Modernismo teologico
Manifesto degli intellettuali antifascisti Traccani Enciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Adriano Tilgher. Tilgher.
Keywords: le orecchie dell'aquila, lo spaccio del bestione trionfante. Refs.:
Luigi Speranza, ‘Grice e Tilgher’ – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691568566/in/photolist-2mKNNqN-2mKQcxV-2mKJHtH-2mKQbFj/
Grice e Timossi – filosofia italiana (Genova). Filosofo. Studia a Genova. Svolge
attività di ricerca e di insegnamento seminariale presso l'Ateneo genovese. I
suoi principali interessi sono rivolti alle cosiddette questioni di frontiera,
che riguardano la filosofia, la teologia, la storia della scienza,
l'epistemologia e la religione. In questo ambito, si propone di dimostrare la
possibilità di una metafisica cognitiva e in particolare di una rinnovata
teologia naturale o filosofica che proceda dai rivoluzionari risultati e dalle
conoscenze della scienza contemporanea. È inoltre noto per i suoi studi
critici sull'ateismo. Studioso di logica, ha pubblicato uno dei manuali
introduttivi più letti in Italia ("Imparare a ragionare. Un manuale di
logica", Marietti). Presidente del Consiglio Scientifico della
Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare e membro del
Comitato di Gestione della Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino.
Academia Ligure di Scienze e Lettere. Altri saggi: “Dio è possibile? Il
problema dell'esistenza di un'Entità superiore” (Padova, Muzzio); “Dio e la
scienza moderna. Il dilemma della prima mossa” (Milano, Mondadori); “Prove
logiche dell'esistenza di Dio d'Aosta a K. Gödel. Storia critica dell'argomento
ontologico” (Milano, Marietti); “L'illusione dell'ateismo. Perché la scienza
non nega Dio” (Cinisello Balsamo, San Paolo); Imparare a ragionare. Un manuale
di logica” (Milano, Marietti); “Decidere di credere. Ragionevolezza della fede”
(Cinisello Balsamo, San Paolo); “Nel segno del nulla. Critica dell'ateismo” (Torino,
Lindau); “Perché crediamo in Dio. Le ragioni della fede" (Cinisello
Balsamo, San Paolo); “Credere per scommessa. La sfida di Pascal tra matematica
e fede” (Bologna, Marietti, Centro Editoriale Dehoniano. Timossi. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Timossi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733093345/in/datetaken/
Grice e Tincari – iustum quia iussum – filosofia italiana (Roma).
Filosofo. persio. Philosopher of law, Bergamo. Persio Tincari. Tincari.
Keywords: iustum quia iussum. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tincari” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731374567/in/datetaken/
Grice e Toderini – filosofia italiana (Venezia).
Flosofo. Figlio di Domenico Maria e di Anna Maria Cestari, discendeva dai conti
palatini Gagliardis dalla Volta. Letterato, pubblica “Letteratura turchesca”
(Venezia, Tosti), frutto della sua permanenza a Costantinopoli, la prima
trattazione occidentale di storia della letteratu turca.Tra gli altri scritti,
in particolare di erudizione e di filosofia morale, si ricordano la Filosofia
frankliniana delle punte preservatrici dal fulmine, particolarmente applicata
alle polveriere, alle navi, e a Santa Barbara in mare del 1771 e “L'onesto uomo;
ovvero, saggi di morale filosofia dai principii della ragione”. è ricordato in
“I Dogi di Venezia nella vita pubblica e private” di A. Mosto (Giunti Martello.
La Dogaressa Pisana morì con gran dolore del Doge "circa le hore ventidue
colta da una gagliarda convulsione al petto et abbattuta dalla lunga penosa
malattia sofferta". Per tutti i tre giorni di esposizione si conserva così
fresca e rubiconda nel volto che sembrava anziché morta assorta in un dolce
riposo. Fu solennemente tumulata ai S.S. Giovanni e Paolo nella tomba comune
dei Mocenigo. Il Doge la seguì dopo nove giorni di malattia in seguito a una
infezione determinata da una risipola alla gamba sinistra. Ai solenni funerali
fatti alla sua statua ai S.S. Giovanni e Paolo venne commemorato da Pietro
Berti ed a quelli fattigli dalla Scuola di San Rocco, cui apparteneva, da Toderini.
Cfr. Le sue opere registrate dal «Sistema Bibliotecario Nazionale». Giambattista
Toderini. Toderini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Toderini” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692047215/in/photolist-2mKRfHn
Grice e Tocco –
filosofia italiana (Catanzaro), filosofo. Studia a Napoli con Spaventa e a Bologna,
con Fiorentino. Insegna a Roma, Pisa e Firenze.
Si pose nelle sue “Ricerche platoniche” (Catanzaro) il problema della
cronologia degli scritti platonici. Nella sua monografia su Bruno, nega che il
filosofo di Nola potesse essere considerato un martire del libero pensiero,
quanto piuttosto l'interprete dei nuovi bisogni di razionalizzazione delle
teorie filosofiche, in linea con l'impulso delle ricerche scientifiche in atto
ai suoi tempi. Contribuisce alla pubblicazione dei saggi di Bruno,
individuandone tre fasi di sviluppo: una fase neo-platonica, una fase
panteistica e una atomistica. Sostenitore
del neokantismo, rifiuta ogni
costruzione metafisica e privilegia le esigenze della ragione pratica. Altri
saggi: “L'eresia nel Medioevo” (Firenze); “Bruno” (R. Istituto di Studi
Superiori Pratici e di Perfezionamento in Firenze); “Le fonti più recenti della
filosofia del Bruno”, "Rendiconti della R. Accad. dei Lincei. Classe di
scienze morali, storiche e filologiche",
“Le opere inedite di Bruno” (Accademia di scienze morali e politiche
della Società Reale, Napoli); Studi francescani (Napoli); Studi kantiani (Palermo).
M. Ferrari, I dati dell'esperienza. Il neo-kantismo nella filosofia italiana” (Firenze,
Olschki); G. Raio, Lezioni su Kant” (Napoli, Liguori); Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche.Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Felice Tocco. Tocco. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tocco” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732830314
Grice e Tolomei – la filosofia della percezione –
filosofia italiana (Pistoia), filosofo. Appartenente alla Compagnia di Gesù. Nato
a Villa Camberaia tra Pistoia e Firenze fu di nobili origini. All'età di
quindici anni fu mandato a studiare a Firenze dove studiò legge presso l'Pisa.
Entra a far parte dell'ordine dei Gesuiti e venne ordinato a Roma. Divenne
esperto di ben undici lingue tra le quali latino, greco, ebraico, siriaco,
arabo, inglese, illirico e francese. Iniziò la sua carriera teologica
esponendo le Sacre scritture nelle letture pubbliche presso la Chiesa del Gesù
a Roma. All'età di trent'anni venne eletto alla carica di procuratore generale
dell'Ordine dalla Congregazione Generale, ufficio che tenne per cinque anni,
fino a quando cioè non ottenne la cattedra di filosofia al Collegio
Romano. Le sue letture, che ebbero sempre un vasto uditorio, vennero poi
date alla stampa con il titolo “Philosphia mentis et sensuum” nella quale, pur
nel pieno rispetto dell'aristotelismo, accolse gran parte delle scoperte
naturalistiche della sua epoca, esponendole nelle sue lezioni. Le letture
vennero ristampate in Germania dove ottenne l'encomio dell'Accademia di Lipsia
e di Leibniz. Insegnamento Successivamente ottenne la cattedra di
teologia alla Pontificia Università Gregoriana (allora ancora Collegio Romano)
e rinnovò le tematiche relative alla controversia sul concetto di dogma già iniziate
dal cardinal Bellarmino circa un secolo prima. Le letture relative a queste
lezioni furono tutte redatte in un manoscritto di ben sei volumi in folio che
tuttavia non vennero mai pubblicati dall'autore. Eletto successivamente rettore
del Collegio Romano e del Collegio Germanico, ricopre la carica di Consultore
presso la Congregazione dei Riti. La nomina a cardinale Venne con sua
sorpresa nominato cardinale da Clemente XI ed ottenne il titolo di Santo
Stefano al Monte Celio. Chiamato al servizio del Pontefice per giudicare gli
errori in materia di dogmatica si occupò della pronuncia di condanna
dell'eresia del teologo francese, esponente del giansenismo P. Quesnel.
In qualità di cardinale fu uno degli elettori del conclave di nomina di
Innocenzo XIII e di Benedetto XIII. TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Battista Tolomei, su Find a
Grave. Opere di Catholic Encyclopedia, Robert Appleton Company. David M.
Cheney, Archivio storico della Pontificia Università Gregoriana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Battista Tolomèi, Tolomei. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tolomei” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689194446/in/photolist-2mKACFG-2mGnP2f-AJp6ja
Tomatis e Grice – il paradosso filosofico
-- filosofia italiana (Carrù).
Filosofo. Iinsegna alla Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università degli
Studi di Salerno come Professore in Filosofia teoretica. Francesco Tomatis
ha studiato nelle Torino, Heidelberg, Perugia e Macerata. Laureatosi in
Filosofia teoretica all'Torino con Gianni Vattimo e Luigi Pareyson (1991),
dottore di ricerca all'Perugia, seguito da Ferretti e Riconda, di cui è stato
assistente all'Torino, è stato borsista
del Centro studi filosofico-religiosi Pareyson ricercatore della Alexander von
Humboldt-Stiftung all'Freiburg im Breisgau, Professore allo Studio teologico
interdiocesano di Fossano e professore ospite in alcune Università europee e
americane (Madrid, Córdoba, Mendoza.Membro dei comitati scientifici del Centro
studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson di Torino, della Fondazione centro
studi Augusto Del Noce di Savigliano, dell'Accademia estetica internazionale di
Rapallo, dell'Istituto Xavier Tilliette, della Internationale Schelling-Gesellschaft.
Fonda a Cuneo il Seminario angelus novus. Fonda la rivista “Paradosso”. Scrive
sulle pagine culturali di “Avvenire”. Cura una rubrica sul mensile delle
vallate occitane d'Italia “Ousitanio Vivo”, di cui è collaboratore, e collabora
a “La Rivista del Club alpino italiano”. Garante scientifico internazionale
dell'associazione Mountain Wilderness International. Istruttore di Kung Fu
classico cinese, frequentando la Scuola Kung Fu Chang, allievo diretto dei
maestri Ignazio Cuturello e Roberto Fassi. Pensiero Ha dedicato le sue ricerche
a Schelling, Nietzsche, Heidegger, Pareyson, Einaudi, Lao Tzu e Yang Chengfu approfondendo
in particolare il problema ontologico della libertà e del male, del tempo e
dell'escatologia, dei principi e del non-sapere. Ha poi elaborato una filosofia
esperienziale, sperimentata soprattutto in montagna, che intende l'esistenza
come esperienza personale della verticalità del limite, e una filosofia
ermeneutica del dialogo interculturale, particolarmente attenta alla teologia
cristiana trinitaria e al pensiero taoista cinese. Saggi: “Kenosis del logos.
Ragione e rivelazione” (Città Nuova, Roma); “Ontologia del male” (Città Nuova, Roma);
“L'argomento ontologico. L'esistenza di Dio da Anselmo a Schelling, Roma, Città
Nuova Editrice, pareysoniana, Trauben,
Torino, Pareyson. Vita, filosofia, Morcelliana, Brescia, Escatologia della negazione, Roma, Città Nuova,
Friedrich Schelling. Invito alla lettura, San Paolo, Cinisello Balsamo, Filosofia
della montagna, Prefazione di Armando Torno, Postfazione di Reinhold Messner,
Milano, Bompiani, Come leggere Nietzsche, Bompiani, Milano, Dialogo dei
principi con Gesù Socrate Lao Tzu, Bompiani, Milano, Libertà di sapere.
Università e dialogo interculturale, Bompiani, Milano, Verso la città divina.
L'incantesimo della libertà in Luigi Einaudi, Città Nuova, Roma,, Corpo e
preghiera. La Via del T'ai Chi Ch'üan, Roma, Città Nuova); La via della
montagna, Bompiani, Milano, Curatele Luigi Pareyson, Essere, libertà,
ambiguità, Mursia, Milano, G. Riconda, Xavier Tilliette, Del male e del bene,
Città Nuova Editrice, Roma, Bruno Forte, Vincenzo Vitiello, La vita e il suo
oltre. Dialogo sulla morte, Città Nuova Editrice, Roma, Luigi Pareyson,
Iniziativa e libertà, Mursia, Milano, M.Baudino, White-out, Museo Nazionale
della Montagna, Torino, Nietzsche, Su verità e menzogna, Bompiani, Milano, Schelling, Sui principi sommi. Filosofia della
rivelazione Bompiani, Milano,,Luigi Pareyson, Prospettive di filosofia moderna
e contemporanea, Mursia, Milano, Recensioni Kenosis del logos. Ragione e
rivelazione nell'ultimo Schelling, Pref. di X. Tilliette, Città Nuova, Roma [recensito da: B. Forte («Avvenire», G. Baget
Bozzo («Il Sole-24 Ore», A. Giordano («La Guida»,Bogo («la masca», G. Pirola
(«La Civiltà Cattolica»); D'Agostini («La Stampa. Tuttolibri», F. Viganò
(«Informazione filosofica», S. Sotgiu
(«Diorama letterario», 1B. Forte («Asprenas», Tilliette («Gregorianum», E.
Guglielminetti («Filosofia e teologia», Ontologia del male. L'ermeneutica di
Pareyson, Pres. diCoda, Città Nuova, Roma), recensito da: G. Baget Bozzo («Il
Sole-24 Ore», G. Ricci («Avvenire», A.
Ribero («AdOvest», S. Sotgiu («Diorama letterario», M. Micelli («Informazione
filosofica», F. Russo («Acta philosophica», G. Garelli («La Guida»,].
L'argomento ontologico. L'esistenza di Dio da Anselmo a Schelling, Città Nuova,
Roma [recensito da: M. Schoepflin
(«Avvenire», F. Dal Bo («Con-tratto», F. Pepino («la Bisalta», pareysoniana,
Trauben, Torino [recensito da: G. Garelli («La Guida»,F. Russo («Acta
philosophica», F.P. Ciglia («Il Pensiero», Escatologia della negazione, Città
Nuova, Roma [recensito da: G. Garelli
(«La Guida», F. Pepino («la Bisalta»), M. Schoepflin («Avvenire A. Folin
(«Tuttolibri»,), M.C. Di Nino («Dialegesthai», mondodomani. dialegesthai/)]. Pareyson. Vita, filosofia,,
Morcelliana, Brescia [recensito da: G. A[schero] («La Guida», M. Schoepflin («Il
Giornale», [N. Orengo] («La Stampa. Tuttolibri», M. Schoepflin («Avvenire», F. Pepino («Cuneo Provincia Granda», F. Russo («Acta philosophica», O argumento
ontológico. A existência de Deus de Anselmo a Schelling, tr. port. bras. di
S.J. Schirato, Paulus, Sâo Paulo Brasil, Filosofia della montagna, Bompiani,
Milano [recensito da: G. Reale
(«Corriere della sera», E. Billò («Unione Monregalese», V. Mathieu («Il Giornale»,
Vasta («La Sicilia», U. Curi («Messaggero Veneto», L. Caveri («Peuple Valdotain»,A.
Zaccuri («Letture»), D. Anghilante («Ousitanio Vivo», G. Lingua («Cuneo
Provincia Granda», G. Brunod («PMNet», oin pmnet), M. Schoepflin («Il Foglio» A.
Rosa («TorinoSette», A. Parodi («La Stampa), G. Pulina («Girodivite», A.
Rigobello («L'Osservatore romano», ]. Come leggere Nietzsche, Bompiani,
Milano [recensito da: M. Schoepflin («Jesus», ), M. Del Vecchio («Diorama letterario»,
G. Pulina («Recensioni filosofiche», recensionifilosofiche)]. Dialogo dei
principi con Gesù Socrate Lao Tzu, Bompiani, Milano [recensito da: M. Iacona («Secolo d'Italia», E.
Billò («L'Unione monregalese»), G. Aschero («La Guida»), M. Schoepflin
(«Giornale di Brescia»), M. Schoepflin («Avvenire», D. Monaco («Filosofia e teologia»,
Libertà di sapere. Università e dialogo interculturale, Pref. di G. Reale,
Bompiani, Milano [recensito da: G.
Giorello («Corriere della Sera. Magazine», E. Castagna («Avvenire», M. Iacona («Il Borghese»,
), A. Torno («Corriere della Sera», *)]. Verso la città divina.
L'incantesimo della libertà in Luigi Einaudi, Città Nuova, Roma, [recensito da:
F. Chittolina («La Guida», [M. Schoepflin] («Il Giornale di Brescia», G.
Tarantino («Secolo d'Italia», 6.11., p.9); M. Iacona («Il Giornale d'Italia», D. Monaco («L'occhio», F. Chittolina («La Voce
del Popolo», F. Ranucci («Conquiste del lavoro», «Jesus»); S. Bondi («Panorama», E. Di Nuoscio
(«Europa», D. Anghilante («Ousitanio vivo»); F.S. Festa, («»,,// ); G. Bartoli
(«Dialegesthai», 10.7.,//mondodo mani.org/dialegesthai/; D. Monaco («Filosofia
e teologia»,, 1, ];Lubrano («Il Nostro
Tempo». Centro studi filosofico-religiosi Luigi Pareyson Studio teologico interdiocesano di
Fossano Accademia estetica internazionale
di Rapallo Istituto Xavier Tilliette
Ousitanio VivoIl Giornale La
Rivista del Club alpino italiano Prof.
Francesco Tomatis curriculum, pubblicazioni, biografia intellettuale. Pagina
docente nel sito dell'Università degli Studi di Salerno. Tomatis. Keywords:
paradosso. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tomatis” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732410263/in/datetaken/
Grice e Tomitano – I precetti della
conversazione civile – filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Fondatore di accademie
letterarie, autore di commenti alle opere di Aristotele e autore di scritti di
logica, alcuni dei quali ancora inediti. Da una famiglia originaria di Feltre,
frequenta il corso di filosofia a Padova dove si laurea. Deputato dal Senato
Veneto a leggere l'Organon di Aristotele alla scuola di logicadi Padova. Nel
periodo in cui rimase a Padova strinse amicizia, fra gli altri, con Speroni,
Bembo, Sadoleto, Giovio, Navagero, Fracastoro e Manuzio. Fece parte degl’infiammati,
il cui proposito era scrivere compiutamente in lingua veneziana. Le discussioni
degl’infiammati sono alla base dei Quattro libri della lingua toscana. Scrive
anche due brevi dissertazioni matematiche: il Moisè-Geometria, la dimostrazione
del teorema due rette possono avvicinarsi all'infinito senza mai unirsi,
intuito dal profeta ebreo per grazia divina, e “Introductio cosmographiae”, lezioni
di geometria a fondamento della cosmografia tolemaica. Accusato dal Santo
Uffizio di eresia per la sua espositione letterale a parafrasi al vangelo
secondo Matteo. Dimostra che quella parafrasi non era sua, ma edita a sua
insaputa da un nobile signore N., con cui era assai famigliare. Creduto e
assolto, ma da allora in poi i suoi saggi divennero alquanto conformisti. Lascia Padova e si trasfere a Venezia. I
saggi più importanti del periodo veneziano, a parte la biografia di Baglioni,
sono il “De morbo gallico” e il carme encomiastico “Thetis” in onore di Enrico
III. Altre saggi: “Introductio ad sophisticos elenchos Aristotelis. Eiusdem
brevis methodus diluendorum paralogismorum per divisionem, praeter illa quae
Aristoteles habuit in Elenchis. Quam methodum B. Tomitanus ex dialogis Platonis
et ex Aristotele nuper invenit, adiecta sunt Famigerata veterum Sophismatum
exernpla, ad exercitationem adolescentium” (Venezia); “Ragionamenti della
lingua toscana, dove si parla del perfetto oratore e poeta volgari,
dell'eccellente flosofo Tomitano, diuisi in tre libri. Nel primo libro si pruova
la filosofia esser necessaria allo acquistamento della retorica e della
poetica. Nel secondo libro si ragiona dei precetti dell'oratore. Nel terzo
libro si ragiona delle leggi appartenenti al poeta, e al bene parlare” (Venezia,
Farri); Quattro libri della lingua toscana, dove si prova la filosofia esser necessaria
al perfetto oratore e poeta con due libri nuouamente aggionti, de i precetti
richiesti al conversare con eloquenza” (Padova, Pasquati); “Sonetti e Canzoni,
in Rime diuerse di molti eccellentiss. autori nuouamente raccolte. Libro primo,
con nuoua additione ristampato” (Venezia, Ferrarii); “Esposizione letterale del
testo di Mattheo Evangelista” (Venezia); “Sopra le Pistole di S. Paolo” (Venezia);
“Moisè”; “Geometria (Mantova); Introductio Cosmographiea (Venezia); Prediche
del reuerendissimo monsignor Cornelio Musso, vescouo di Bitonto, fatte in
diuersi tempi, et in diuersi luoghi. Nelle quali si contengono molti santi
euangelici precetti, non meno utili, che necessarij alla interior fabrica dell'huomo
cristiano. Con la tavola delle cose più notabili in esse contenute” (Venezia,
Gabriel Giolito de Ferrari et fratelli); “Oratione recitata per nome de lo
Studio de le Arti padovano ne la creatione del Serenissimo Principe di Vinetia
M. Marcantonio Trivisano, Venezia,Clonicus, sive de Reginaldi Poli laudibus,
Venezia Consiglio sopra la peste di Vinetia. Al Magnifico M. Francesco Longo
del Clarissimo M. Antonio” (Padova); Corydon, sive de Venetorum laudibus, et
Carmen ad Laurentium Priolum Venetorum Principem” (Venezia, Breznicio); “Animadversiones
aliquot in primum librum Posteriorum Resolutoriorum. Contradictionum solutiones
in Aristotelis et Averrois dicta, in primum librum Posteriorum Resolutoriorum.
In novero Averrois Quaesita demonstrativa Argumenta, Venezia,Consiglio de
l'eccell. m. Bernardino Tomitano sopra la peste di Vinetia, Padova, appresso
Gratioso Perchacino, De morbo gallico, inVenezia, Vita e fatti di Astorre
Baglioni; “Quattro libri della lingua thoscana, ove si prova la philosophia
esser necessaria al perfetto oratore et poeta con due libri nuovamenti aggionti
dei precetti richiesti a lo scrivere et parlar con eloquenza” (Padova); “Thetis”;
“In adventu Regis Henrici III Galliae Christianissimi et IV Poloniae
Serenissimi ad felicissimam Venetiarum urbem, Venezia, Ziletti). Aristotelis opera
omnia cum commentariis Averrois. Animadversiones et solutiones Et alia plura” (Venezia,
Iuntas). I primi due libri sono tesi a dimostrare che la filosofia è necessaria
all'oratore e al poeta. Il terzo libro ha per argomento i precetti della
retorica necessari alla scrittura e all'oratoria. L'ultimo libro è dedicato
alla prosa d'arte ("locutione oratoria, et de' suoi ornamenti, con la
ragion de i motti, facetie et apologi").
A. Poppi. Ricerche sulla teologia e la scienza nella scuola padovana” (Soveria
Mannelli, Rubbettino); “Ricerche sulla teologia e la scienza nella Scuola
padovana”A. Poppi; “Oratione prima alli Signori de la S. Inquisitione di
Venetia” (Padova); e Oratione seconda alli Signori medesimi, Venezia). Quest'opera
è nominata solo da Doni nella sua Prima Libraria, un repertorio dei libri italiani
stampat..L'opera del Tomitano, pertanto, deve essere stata scritta. È una
biografia in otto libri su Astorre Baglioni, il capitano ucciso con Marcantonio
Bragadin a Famagosta. La filosofia rimase ignota ai contemporanei del Tomitano
ed è in gran parte ancora adesso inedita. Ne sono stati stampati solo alcuni
brani. Storia della letteratura italiana di Girolamo Tiraboschi, della
Compagnia di Gesù, bibliotecario del serenissimo Duca di Modena, Firenze,
Molini e Landi, Dizionario critico della letteratura italiana, Torino, POMBA, su
sapere, De Agostini. Opere Aulo Greco, Enciclopedia dantesca, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Bernardino Tomitano. Tomitano. Keywords: i precetti
della conversazione civile. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tomitano” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733048755
Grice e Toritto – filosofia italiana (Napoli). Filosofo.
Grice: “I like Caravita; Locke – England’s, and Oxford’s, greatest philosopher,
had his sponsor, and so does Italy’s – not Bologna’s – Vico, and he was
Caravita!”. Appartenente a una famiglia nobile resa illustre in passato da
insigni giureconsulti. Fiscale consigliere della reale Giurisdizione. Insegna a
Napoli. Compone il saggio: “Nullum ius romani pontificis in Regnum
neapolitanum” contro le pretese feudali della Santa Sede sul regno di Napoli –
“Niun diritto compete al sommo pontefice sul regno di Napoli: dissertazione
istorico-legale illustrate con varie note” (Aletopoli, Napoli), messa
all'Indice. Ha inoltre l'incarico di raccogliere tutte le leggi del Regno in un
Codice Filippino; il Codice Filippino, e tuttavia rimasto incompiuto per
l'occupazione austriaca di Napoli. In filosofia e seguace
dell'anti-aristotelismo di Capua. La sua abitazione divenne il centro della
diffusione della filosofia di Cartesio a Napoli. Titolo di merito di Caravita,
come peraltro del figlio Domenico, è l'essere stato amico e protettore di Vico,
a favore del quale si adopera per fargli ottenere la cattedra di retorica e
perché e accolto nell'Accademia Palatina.
Altri saggi: “Ragioni a pro della fedelissima città e Regno di Napoli
contr'al procedimento straordinario nelle cause del Sant'Officio, divisate in
tre capi. Nel I si ragiona del grave pregiudicio della real giuridizione, Nel
II si tratta dell'ordinaria maniera di giudicio, che tener si dee nel regno, e
nel III si dimostra il pregiudicio, che fa alla real giuridizione, ed al regno
un editto in cui si stabilisce il tribunal della 'nquisizione. Napoli.
Dizionario biografico degli italiani. Ma l’ anti-marinismo
ebbe anche, secondo la moda del tempo, il suo salotto nel palazzo Toritto nel
quartiere dei Vergini. Quivi, più che nell’Accademia.. Armellini, Mariano.
Bibliotheca Benedictino[-]Casinensis.... Stefano...raccolti da don Nicolò
Caravita. Napoli, Roselli, ed.
Caravita was an Arcadian. Tiberius by Filippo Anastasio, Caligula,
and Claudius by Paolo Doria. The second volume continues the biographical model
with twenty-six essays dedicated to individual emperors. Nicolò Caravita. Niccola Caravita Nicola Caravita. Nicola
Caravita dei duchi di Toritto. Caravita-Toritto. Toritto. Keywords. impiegatura
da salotto, diritto, anti-popism – il laico --, anti-aristotele, contro
Aristotele, concetto assolutista di sovereignty contro Aquino, quartiere dei
Vergini – Capua. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Caravita” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51733042450/in/datetaken/
Grice e Torlonia –filosofia italiana (Roma), filosofo. Figlio del duca Marino e
di Anna Sforza Cesarini, figlia del VI principe di Genzano Francesco. Appartene
a una delle più facoltose famiglie nobiliari romane. Il padre, duca di Poli e
di Guadagnolo, e titolare del feudo di Bracciano e vive a Roma nel palazzo
Torlonia in via Bocca di Leone. La madre porta in dote la villa Ludovisi a
Frascati. Sposa Francesca Ruspoli, figlia di Bartolomeo e nipote del III principe
di Cerveteri Francesco. Dal loro matrimonio nacque Clemente. Nannarelli, amico
intimo e su biografo così lo descrive. I capelli castani, abbondanti e
finissimi, il pallore e la gracilità del volto. Ma se la fronte e di filosofo,
l'occhio e d'artista, o meglio, di contemplatore. Svelto nella persona, di
eccellente statura, incede frettoloso a testa alta e pensierosa. Si esprime con
eleganza in francese, inglese e tedesco e studia diligentemente il greco e il
latino. Spirito avido di conoscenze, e attratto dalla chimica e dalla botanica.
Nelle sue passeggiate nella campagna romana raccoglie e cataloga piante e
fiori. Appassionato di archeologia, colleziona monete di epoca romana e
trascrive antiche iscrizioni. Scio della Pontificia Accademia di Archeologia.
Pronuncia un discorso in occasione del natale di Roma. Religioso fervente, è
introdotto da Passaglia allo studio della patrologia e delle sacre scritture.
La famiglia lo tollera, ma lo considera visionario e innovatore pericoloso. Da
Platone e da Plotino, approde a Kant e Fichte. Gli torna in contemplazione
entusiastica, gli si face poesia. E in contatto con un gruppo di filosofi, suoi
coetanei, oggi identificati come i filosofi della Scuola romana che di sera si
ritrovavno al caffè Nuovo, a piazza San Lorenzo in Lucina (Palazzo Ruspoli).
Novello mecenate, ha raccolto intorno a sé questo gruppo di giovani spinti dal
comune ideale di ricondurre la filosofia agli antichi splendori di Roma. Tra
questi, ci sono Gnoli, Ciampi, Maccari, e Nannarelli. Vuole riuniti idealisti e
classicisti, nella fiducia che, temperata la nebulosità metafisica degli uni e
la gretta sensibilità degli altri, e prendendo il meglio d'ambedue le scuole,
puo scaturire a grado a grado una filosofia italiana, profonda e intima d'idea
e di sentimento, nitida, elegante di forma. Scrisse sulla filosofia dell’amore
platonico, sui fiori, sulla contemplazione del divino. Ama Schiller, Goethe,
Lenau, e Leopardi. Declama Aligheri e Tasso. Il suo saggio meritata le lodi di
Gregorovius. Suoi saggi apparvero nella raccolta “I fiori della campagna romana,
stampata a Firenze e nella “Strenna romana. Giovanni Costa, Trebbiatura nella
campagna Romana, A Monte Mario, nei casali Mellini, sotto l'Osservatorio
Astronomico, apre a sue spese una scuola rurale elementare. Straordinario
precursore della alfabetizzazione delle classi povere, cre una Associazione
promotrice delle scuole di campagna. A questa scuola rurale dedica un elogio in
latino. Nannarelli accorse al suo capezzale. Lo ude recitare il Salmo 41 e
versi di Lenau; e Platone, e Fichte. Raccomanda alla moglie di mandare il
figlio Clemente al collegio di marina di Genova. Nannarelli tenta di
raccogliere intorno a sé i Poeti della Scuola romana che furono decimati nel
numero, per le morti precocima si trasferì a Milano. Secondo le ferree disposizioni
ricevute da Torlonia, il suo cameriere distrusse tutte le carte dell'archivio
personale. Gnoli conserva i manoscritti di tre saggi di Torlonia, inedite. S.
Negro, Seconda Roma, Vicenza, Neri Pozza, Domenico Gnoli, op. citata in. Ferdinand Gregorovius, Passeggiate per
l’Italia. Domenico Gnoli, I Poeti della Scuola romana” (Bari, Laterza); Fabio
Nannarelli, Giovanni Torlonia” (Firenze, Le Monnier); Giuseppe Cugnoni, Vita di
D. Giovanni Torlonia” (Velletri, Cella);
F. Ulivi, “I poeti della Scuola Romana” (Bologna, Cappelli). Torlonia.
Keywords: la filosofia dell’amore di Platone in Fichte e Leopardi. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Torlonia” – The Swimming-Pool Library.
Torre (Forli). Grice: “I like Torre; his epitaph reads, ‘nuovo
Aristotele,’ which is what it was! There is a nice ‘via’ in Forli after him
that leads to the varsity! He was a Galen, and philosophised on both the soul
and the body!” – Filosofo. La sua fama se deve al commentario alla Ars parva di
Galeno -- è noto, in particolare, per i suoi studi di embriologia. Infatti,
dopo il recupero di Aristotele, le cui opere avevano spinto verso un rinnovato
interesse per l'osservazione diretta, si e avviato un dibattito tra i
sostenitori dell'autorevolezza degli studi antichi e i fautori dell'empiria.
Questo processo si conclude proprio con Torre, che cerca di conciliare
l'embriologia aristotelica con la fisiologia galenica. Mostra che le differenze
esistenti sono di scarsa rilevanza nei confronti della medicina pratica. Insegna
a Padova. Explicit questio de intensione et remissione formarum secundum
famosissimum artium et medicine doctorem magistrum Jacobum de Forlivio qui 1414
pridie ydus februarii ab hac vita ad superiora migravit. Scripta vero per me
fratrem Bellinum de Padua. Si tratta della conclusione del celebre “De
intensione et remissione formarum”. Saggi: “De intensione et remissione
formarum”; “Expositio in Avicennae aureum capitulum de generatione embryi ac de
extensione graduum formatione foetus in utero in Aphorismos Hippocratis
Expositio Physica I-IV; “Quaestiones extravagantes Super I, II, III Tegni
Galeni. G. Vescovini, Medicina e filosofia a Padova, Arti e filosofia. Studi
sulla tradizione aristotelica e i "moderni", Vallecchi, Firenze. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Super aphorismos Iacobi Foroliuiensis in
Hippocratis Aphorismos et Galeni. Jacopo da Forlì. Giacomo da Forli. Iacobus
Foroliviensis. Jacopo della Torre. Giacomo della Torre. Torre. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Torre” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732133946/in/datetaken/
Grice e Trabucco – filosofia italiana (Caltagirone). Filosofo. Non abbiamo
grandi notizie della sua vita, della quale sappiamo solo che esercitò con
successo la medicina a Caltagirone, soprattutto durante l'epidemia. Per il suo
contributo fu creato nobile da Fernando d'Aragona. Alcune sue opere sono
conservate nella Biblioteca Comunale di Caltagirone, città che gli ha anche
dedicato una strada. Opere "De
Morbis puerorum et mulierum"
Chaudon, L. M., Dictionnaire universel, historique, critique, et
bibliographique, v. Amico e Statella, V. M., Dizionario topografico della Sicilia,
Palermo. Libro d'oro della nobilità dell'imperial casa amoriense, Roma, s.v. Amati, A., Dizionario corografico
dell'Italia. Trabucco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trabucco” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732778369/in/dateposted-public/
Grice e Tragella (Trezzano sul Naviglio). Filosofo. Figlio
di Giovanni, medico chirurgo, e d’Amalia Santagostino. Studia a Gorla Minore,
Milano, e Torino. Si occupa di serbare la memoria sdella battaglia di Magenta con
la costruzione di una cappella espiatoria all'interno della chiesa per
accogliere le spoglie dei caduti. Ricovero vecchi poveri Sito Lombardia Beni
Culturali. Viviani, cfr. Tunesi, Morani
Le stagioni, op. cit.. Cesare Tragella,
Lettera a Romolo Murri in: R. Murri, L. Bedeschi, Carteggio. II. Lettere a
Murri. Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Le stagioni di un prete, Le
stagioni di un prete, «Rivista di Storia e Letteratura Religiosa», A. Viviani, Dalle
ricerche la prima storia vera, Magenta, Zeisciu. Cesare Tragella. Tragella.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tragella” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732115761
Trapaninapola
(Roma). Filosofo italiano. Trapaninapola. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Trapaninapola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732111711/in/datetaken/
Grice e Trapè – filosofia italiana (Montegiorgio). Flosofo. Uno dei massimi studiosi della filosofia
semiotica d’Agostino. Si laurea a Roma con una “Il concorso divino in
Colonna” (Tolentino). Insegna a Roma. Promosse la fondazione dell'Istituto
Patristico Augustinianum. Fondato la "Biblioteca Agostiniana"
che si occupa della volgarizzazione di S. Agostino (Città Nuova) e il "Corpus
Scriptorum Augustianorum", che pubblica le opere dei filosofi scolastici
agostiniani. Altri saggi: “Il concorso divino in Colonna” (Tolentino); “Introduzione
a S. Agostino e le grandi correnti della filosofia contemporanea. Atti del
congresso Italiano di filosofia Agostiniana, Roma, Tolentino; Varro et
Augustinus praecipui humanitatis cultores, Latinitas Augustinus et Varro, Atti
del Congresso di studi varroniani, Rieti); “Escatologia e anti-platonismo” Augustinianum,
“Agostino filosofo e teologo dell'uomo”; Bollettino dell’Istituto di filosofia
(Macerata); Agostino: L'ineffabilità di Dio, in
«La ricerca di Dio nelle religioni (EMI, Bologna); “La Aeterni Patris e
la filosofia” (Atti del Congresso Tomistico, Roma); Agostino, l'uomo, il pastore,
il mistico” (Roma, Città Nuova); Patrologia III, Casale Monferrato, Dizionario
patristico e di antichità cristiana, Casale Monferrato, Introduzione e commento
alla Lettera apostolica «Hipponensem episcopum», Roma, Introduzione ad Agostino,
Roma, L'amico, il maestro, il pioniere,
Carlo Cremona, apostolo della cultura.Agostino Trape. Trapè. Keywords. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Trapè” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732098051/in/dateposted-public/
Grice e Trasci – colloquio con me stesso -- filosofia
italoalbanese -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Bisignano). Filosofo.
“Spera in Deo” Baffa Trasci nacque in una famiglia di origine arbëreshë
a Bisignano, figlio di Pietro Antonio ed Elisabetta Anna Trentacapilli, donna
pia e molto religiosa, erede di una famiglia da più secoli ascritta al
patriziato locale. Pur essendo il primogenito della famiglia e, dunque,
contravvenendo alle regole del maggiorascato, a causa della salute cagionevole
venne avviato alla carriera ecclesiastica nel locale Seminario, proseguendo gli
studi a Roma e Napoli. Fu nella città partenopea che si lega particolarmente
alla Compagnia di Gesù divenendo in breve tempo uno dei confessori più vicini a
Isabella della Rovere, principessa di Bisignano. Per non essere distolto dai
propri studi filosofici si ritira volontariamente a vita privata, dapprima
nella Tuscia e poi ospite nel Castello di Proceno, presso Viterbo di proprietà
della nobile famiglia Sforza. Ancora nei primi Professore una lapide marmore
posta nella rocca ne ricordava la sua permanenza. Da tale esilio usce in
pochissime occasioni, assistito dal nipote Stanislao Baffa Trasci. Fu durante
la reclusione nella Rocca di Proceno che ha modo di conoscere Galilei ospite
nel palazzo durante un suo viaggio verso Roma. Dopo esser stato vescovo di
Umbriatico,venne creato Vescovo di Massimianopoli in partibus infidelium da Alessandro
VII. Saggi: “Colloquio con me stesso”, di Ottaviano. Universam Aristotelis
philosophiam; Summa Aristotelicha; Summa Theologica Dogmatica Tomassetti, Cenno
storico sulla vita di S.E. Ferrante Baffa Trasci Illustrissimo Vescovo di
Massimianopoli Roma); C. Nutarelli,
Proceno-Memorie storiche, Acquapendente, D. Baffa Trasci Amalfitani di Crucoli,
erudito italoalbanese Professore or mai dimenticato, MIT Cosenza. Ferrante Marco Antonio Baffa
Trasci. Ferruccio Baffa-Trasci. Trasci. Keywords: “conversazione con me
stesso”. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Trasci” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732954125/in/photostream/
Grice e Treves – giudici e giustizia nella filosofia
italiana – ventennio fascista -- filosofia italiana (Torino). Filosofo. Compie gli studi al Liceo M.
D'Azeglio e poi nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Torino, dove entra in
contatto, fra gli altri, con Bobbio, Foa, Luzzati, Entrèves, e simpatizza con
il gruppo di Giustizia e Libertà abbracciando i principi del socialismo
liberale. Laureatosi sotto la guida di G. Solari con una tesi su Henri de
Saint-Simon e conseguita la libera docenza, insegna dapprima a Messina, dove
viene arrestato per sospetta attività antifascista. Trasferito a Urbino viene
escluso dal concorso bandito sulla sua cattedra. Insegna a Parma, si trasferisce a Milano. Protagonista
della rinascita post-bellica della sociologia in Italia, coopera attivamente
col Centro nazionale di prevenzione e difesa sociale e col suo segretario
generale Adolfo Beria di Argentine, coordinando fra l'altro una vasta ricerca
su “L'amministrazione della giustizia e la società italiana in trasformazione”
da cui escono dodici volumi di vari autori. Presiede questo Comitato facendosi
attivo promotore della sociologia del diritto. Fonda la rivista italiana della disciplina, di cui
ottiene il riconoscimento accademico e che insegna a Milano. Difende una
posizione filosofica relativista e prospettivista, influenzata da Mannheim,
Mills e Kelsen, del quale ultimo introduce in Italia la Dottrina pura del
diritto. Alieno dal dogmatismo e paladino di una concezione critica della
scienza, rifiuta ogni visione metafisica del diritto in favore di una visione
metodologica che sfocia nella sociologia del diritto intesa come scienza prevalentemente
empirica, non avalutativa, ma ispirata a valori, nel suo caso quelli di libertà
e giustizia sociale -- è considerato insigne maestro per un'intera generazione
di filosofi e sociologi del diritto. Due sono i problemi che la sociologia del
diritto deve affrontare: da un lato la posizione, la funzione e il fine del
diritto nella società vista nel suo insieme; dall'altro la società nel diritto,
cioè quei comportamenti effettivi che possono essere conformi e difformi
rispetto alle norme, ma comunque forniscono informazioni su come una società
vive le regole che si è data. Del primo problema si sono occupate soprattutto
le dottrine sociologiche e politologiche, mentre sul secondo si sono soffermate
le dottrine giuridiche anti-formalistiche. Saggi: “Il diritto come relazione” (Torino);
“Diritto e cultura” (Torino); “Spirito critico e spirito dogmatico” (Milano); “Libertà
politica e verità” (Milano); “Giustizia e giudici nella società italiana” (Bari);
“Introduzione alla sociologia del diritto” (Torino); “Sociologia del diritto --
Origini, ricerche, problem” (Torino); “Sociologia e socialism - ricordi e incontri”
(Milano); “Dizionario biografico dei giursti italiani” (Bologna, Il Mulino); Il
magistero; in La Nuova Antologia, A.Colombo, La lezione in La Nuova Antoogia, V.
Ferrari, Sociologo del diritto, in Rivista internazionale di filosofia del diritto,
in Ratio Juris, ss. V. Ferrari, Morris
L. Ghezzi Morris L. Ghezzi, La scienza del dubbio. Volti e temi di sociologia
del diritto (Mimesis, Milano-Udine), M. Losano, Sociologo tra il vecchio e il
nuovo mondo, Unicopli, Milano); P. Marconi, Il legato culturale, in Sociologia
del diritto, A. Tanzi, dalla filosofia alla sociologia del diritto, ESI,
Napoli, C. Nitsch, Renato Treves esule in Argentina. Sociologia, filosofia
sociale, storia. Con documenti inediti e la traduzione di due scritti di
Treves, Memorie dell'Accademia delle Scienze di Torino, Classe di Scienze
Morali, Storiche e Filologiche, Sociologia del diritto, Dizionario di
filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Samuele Renato Treves. Renato
Treves. Treves. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Treves” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732056751/in/dateposted-public/
Grice e Tria –
filosofia italiana (Laterza). Filosofo. Figlio di Francesco e Margherita
Geminale, completa i suoi studi di filosofia, teologia e ambe leggi a Napoli e
Roma. Uditore di diritto canonico presso il monastero benedettino di Cava de'
Tirreni rimase al servizio di questa abbazia anche quando fu trasferito a Roma,
fu nominato vicario generale di monsignor L. Gherardi, vescovo di Loreto e
Recanati, e tale rimase. Più tardi, con monsignor Giuseppe Firrao, ebbe l'incarico
di "nunzio straordinario" alla Corte del Portogallo. Quando monsignor Firrao, per questione di
salute, fu trasferito in Svizzera, Tria andò con lui a Lucerna. Durante la sua
permanenza in Svizzera intraprese un'importante missione in Svezia e Germania. Fu eletto vescovo di Cariati e Cerenzia ed
entra in carica presiedendo il sinodo).
Fu trasferito poi a Larino. Partecipa al concilio di Benevento. Nominato
«consulente del Sacro Offizio» e nel dicembre dello stesso anno fu nominato
arcivescovo di Tiro. Divenne
«esaminatore di Vescovi» e fu insignito del titolo di cavaliere dell'Ordine di
San Giacomo per i suoi meritori servigi resi alla Corte di Lisbona. Il suo
erudito lavoro include: “Memorie
storiche civili di Larino (Roma); “Accommodamento tra il Papato e la Corte
Reale di Napoli” (Roma), “Benedetto XIII”. Memorie storiche degli
scrittori regno di Napoli, Napoli,
Tipografia dell'Aquila di V. Puzziello, Diocesi di Larino Pietro Pollidori
Giovan Battista Pollidori. Giovanni Andrea Tria. Tria. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tria” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691157511/in/photolist-jkEKUz-jkGK9m-js45BA-2mKLGeD-Eoj4SX-CntuMM-B81GRb-nYmKDe-o12Njk-nFRxoj-nHwvZT-jkJZJm-jkK47d-jfURKx-jhV5Hs-i6ET1i-i5G95S
Grice e Trincheri – filosofia italiana (Pieve di Teco). Filosofo. Nacque da una famiglia
benestante che aveva in possesso alcuni ettari di terreno. Appassionato alli romantici, e riconosciuto e
si afferma all'interno della cerchia dei letterati del suo tempo grazie alla
brillante difesa in favore di Manzoni, quando quest'ultimo pubblica la sua prima tragedia, Il Conte di Carmagnola.
E con il sostegno del suo maestro e amico Goethe, famoso filosofo e scrittore
romantico, che riusce a far valere la proprio opinione positiva nei confronti
dell'autore dei Promessi sposi. Poche altre notizie biografiche si conoscono a
proposito della sua vita che, a causa di un incidente in cui fere a morte il suo
amico, Andrea Speranza, crolle in una situazione estremamente travagliata. Trincheri. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Trincheri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731216227/in/photolist-2mPj1ia
Grice e Troilo – la conflagrazione – filosofia italiana (Perano). Filosofo. Insegna a Palermo e Padova. Lincei.
Partito dal positivismo del suo tutore Ardigò, pervenne a una sorta di
metafisica, da lui chiamata realismo assoluto, che richiama il panteismo di
Bruno e di Spinoza. L'essere eterno infinito, tutt'uno con lo spirito assoluto,
è il presupposto e il principio unificatore degli esseri relativi. Trascendente
e indeterminato, l'essere si immanentizza e si determina nella realtà e negli
individui, oggettivandosi di fronte ai soggetti come assolutamente altro da
questi. Opere: “Il misticismo”; Idee e
ideali del positivism, La filosofia di G. Bruno”; “Il positivismo e i diritti
dello spirito”; “Figure e studi di storia della filosofia”; “Lo spirito della
filosofia”; “Le ragioni della trascendenza o del realismo assoluto”. Società
Filosofica Italiana Sezione di Sulmona, riferimenti in Garin, Cronache di
filosofia italiana, Laterza, Roma-BariPra F. Minazzi, Ragione e storia nella filosofia
italiana (Rusconi, Milano); Cappelli, L'orizzonte filosofico: Idealismo e
Positivismo nella prima metà Professore Pra. Dizionario di filosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Erminio Troilo, biografia e nel sito della Società Filosofica
ItalianaSezione di Sulmona "Giuseppe Capograssi". Erminio Troilo. Troilo.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Troilo” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732888265/in/datetaken/
Grice e Tronti – dello spirito libero – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Considerato uno dei principali fondatori ed
esponenti del marxismo operaista teorico. Insegna a Siena, vive a Roma. Fonda
“Quaderni Rossi” e “Classe operaia”. Anima l'esperienza radicale
dell'operaismo. Tale esperienza, che va considerata per molti versi la matrice
della sinistra si caratterizza per il fatto di mettere in discussione le
organizzazioni del movimento operaio (partito e sindacato) e di collegarsi direttamente,
senza intermediazioni, alla classe in sé e alle lotte di
fabbrica. Influenzato da Volpe, s’allontana di Gramsci, o almeno dalla sua
versione ufficiale promossa dal PCI togliattiano. Ri-apre la strada
rivoluzionaria. Di fronte all'irruzione dell'operaio-massa sulla scena delle
società, il suo operaismo propone un'analisi delle relazioni di classe. Mette
l'accento sul fattore inter-soggettivo. La sua filosofia, debitrice anche all’’Operaio”
di Jünger, trova una sistemazione con la pubblicazione di “Operai e capitale” (Einaudi,
Torino), un saggio di forte impatto letterario che esercita un'influenza
notevole sulla contestazione e più in generale sull'ondata di mobilitazione. Fu
proprio la sconfitta della spontaneità operaia e dell'ondata di mobilitazione,
colta anticipatamente da lui e non invece da altri operaisti come Negri (di qui
la rottura tra loro) a indurlo a spostare la sua riflessione sul problema del
politico, ovvero della direzione e della mediazione politica. Pubblica “L’autonomia
del politico” (Feltrinelli, Milano), una
teoria politica realista che, in un'originale commistione di Marx e Schmitt, e
capace di colmare i limiti della inter-soggettività sociale. Si tratta di una
fase più intellettuale che politica. Fonda l'influente rivista Laboratorio
politico. Riavvicinatosi al PCI di Berlinguer, e finalmente riabilitato dal
gruppo dirigente del partito, entrando a far parte più volte del Comitato
centrale. Eletto al Senato della Repubblica nelle liste del Partito
Democratico della Sinistra, membro della Commissione parlamentare per le
riforme istituzionali. Non avendo
condiviso le trasformazioni post-comuniste del partito, la sua filosofia assume
toni pessimistici, concentrandosi sulla fine della politica moderna e sulla
critica della democrazia. Presidente del Centro per la Riforma dello Stato. Eletto
al Senato nelle liste del Partito Democratico per la Lombardia. è tra i
parlamentari a firmare un emendamento contro l'articolo 5 del disegno di legge
Cirinnà riguardante l'adozione del configlio. Altri saggi: “Hegel politico” (Istituto
dell'Enciclopedia italiana, Roma); ““Soggetti, crisi, potere” (Cappelli,
Bologna); “Il tempo della politica” (Editori Riuniti, Roma); “Con le spalle al
futuro: per un altro dizionario politico” (Editori Riuniti, Roma); “Berlinguer:
il principe disarmato” (Sisifo, Roma); “La politica al tramonto” (Einaudi,
Torino); “Cenni di Castella” (Cadmo, Fiesole); “Teologia e politica al crocevia
della storia” (AlboVersorio, Milano); Passaggio Obama. L'America, l'Europa, la
Sinistra, Ediesse); “La democrazia dei cittadini. Dai cittadini per l'Ulivo al
Partito Democratico” (Ediesse); “Non si può accettare” (Ediesse); “Noi
operaisti, Derive Approdi); “Dall'estremo possible” (Ediesse); “Per la critica
del presente” (Ediesse); “Dello spirito libero. Frammenti di vita e di
pensiero, Il Saggiatore); “Il nano e il manichino. La teologia come lingua
della politica” (Castelvecchi); “Il demone della politica” (Il Mulino); “Tra materialismo
dialettico e filosofia della prassi”; “La città futura” (Feltrinelli, Milano);
““Cromwell” (Il Saggiatore, Milano); “Operaismo e centralità operaia” (Editori
Riuniti, Roma); “Il politico. Da Machiavelli a Cromwell; da Hobbes a Smith” (Feltrinelli,
Milano); “Il destino dei partiti, Ediesse); “Rileggendo "La libertà
comunista", “Un altro marxismo” (Fahrenheit 451, Roma); “Classe operaia.
Le identità: storia e prospettiva” (Angeli, Milano); Per la critica della
democrazia politica” “Guerra e democrazia, Manifesti, Roma; Politica e destino,
Sossella, Roma); Finis Europae. Una
catastrofe teologico-politica, Bibliopolis, Napoli). Ne La politica al
tramonto, un capitolo porta il titolo «Karl und Carl», per sottolineare, anche
qui allusivamente, la necessità di completare Marx con Schmitt",
Autobiografia filosofica, in Storia della filosofia, Filosofi italiani
contemporanei, Le Grandi Opere del Corriere della Sera, Bompiani, Milano. Unioni
civili: i numeri che mettono a rischio le adozioni gay, su Termometro Politico,
plus.google.com/+ termometro politico/. Unioni civili, 30 senatori Pd contro le
adozioni. E Gay pubblica la lista: "Scrivi al malpancista". Loro:
"Squadristi", su Il Fatto Quotidiano. Le piume, le fidanzate, lo zio
comunista. I 60 anni di R. Zero, Altri Mondi
Mario Alcaro, Dellavolpismo e nuova sinistra, Dedalo, Bari, C. Preve, La
teoria in pezzi. La dissoluzione del paradigma teorico operaista in Italia (Dedalo);
R. Gobbi, Com'eri bella, classe operaia. Storia fatti e misfatti dell'operaismo
italiano, Longanesi, Milano, Rita di Leo, Per una storia di Classe Operaia, in «Bailamme»,
S. Mezzadra, Operaismo, in R. Esposito e C. Galli, Enciclopedia del pensiero
politico. Autori, concetti, dottrine, Laterza, Roma-Bari; Basso C., Gozzini C.
e Sguazzino D., delle opere e degli
scritti. Dipartimento di Filosofia-Università degli Studi di Siena, Siena;
Alfonso Berardinelli, Stili dell'estremismo. Critica del pensiero essenziale,
Editori Riuniti, Roma) F. Pozzi, G. Roggero, G. Borio, “Futuro anteriore: dai
Quaderni rossi ai movimenti globali. Ricchezze e limiti dell'operaismo italiano,
DeriveApprodi, Roma, Steve Wright, L’assalto al cielo. Per una storia
dell’operaismo, Edizioni Alegre, Roma); Cristina
Corradi, Storia dei marxismi in Italia, Manifestolibri, Roma, F. Pozzi, G.Roggero,
Guido Borio, Gli operaisti, Derive Approdi, Roma, A. Peduzzi, Lo spirito della
politica e il suo destino. L'autonomia del politico, il suo tempo, Ediesse-Crs,
Roma, Giuseppe Trotta e Fabio Milana, L'operaismo degli anni Sessanta. Da
«Quaderni rossi» a «classe operaia», cd con la raccolta completa della rivista
«classe operaia» DeriveApprodi, Roma); Peduzzi,
A Cartagine poscia io venniincubi sulla teoria marxista, Arduino Sacco editore,
Roma,; M. Filippini, Mario Tronti e l'operaismo politico degli anni Sessanta,
EuroPhilosophie,. F. Milanesi, Nel Novecento, Storia, teoria, politica nel
pensiero (Mimesis, Milano); Abecedario (Carlo Formenti), Derive Approdi, Operaismo
Quaderni Rossi Classe operaia (rivista) Raniero Panzieri Toni Negri Massimo
Cacciari Pietro Ingrao Centro per la Riforma dello Stato. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su senato, Senato della
Repubblica. Mario Tronti, su Openpolis,
Associazione Openpolis. Registrazioni di
Mario Tronti, su RadioRadicale, Radio Radicale.. Centro per la Riforma dello Stato, "Storia e critica del concetto di
democrazia" (intervento di Tronti,disponibile anche in file audio, su
globalproject Sito web italiano per la filosofia: su lgxserver.uniba. Conricerca-Futuro
Anteriore, su alpcub.com."Lotta contro gli idoli" (intervento di
Tronti per Rai Educational, su emsf.rai. Intervista "La lotta di classe
c'è ancora", La Repubblica, "Sono
uno sconfitto, non un vinto. Abbiamo perso la guerra del '900", La Repubblica.
Mario Tronti. Tronti. Keywords: L’implicatura di Hobbes --. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Tronti” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51714471172/in/photolist-2mMQbzj
Grice e Tulelli – l’equilibrio:
per una metafisica dell’etica -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Zagarise). Filosofo. Al Tulelli sono ad
oggi intitolate una via nel Comune di Zagarise e una nel Comune di Catanzaro
nel quartiere Sant'Elia, una sala della Biblioteca di Catanzaro. Targa
commemorativa in suo onore, inoltre, posto davanti alla casa comunale di
Zagarise un busto che lo raffigura realizzato da Calveri. Zagarise Busto
creato dallo scultore Mario Calveri, installato davanti al Comune di Zagarise.
Figlio dal marchese Gaetano e Anna Gallelli, studia presso il Convento del
Ritiro dei Filippini a Zagarise e poi frequenta a Catanzaro il Real
Liceo-Ginnasio e il Corso Teologico presso il Pontificio Seminario Teologico
Regionale San Pio X. Visse a Napoli dove compì studi filosofici e apre una
scuola dove insegna filosofia morale ed estetica. La richiesta di poter
istituire una scuola fu inviata alle autorità competenti, le quali, prima di
concedere le relative autorizzazioni, chiesero al vescovo di Catanzaro
dettagliate notizie in merito alla condotta religiosa, morale e politica del
richiedente, la risposta inviata loro fu. Elemento di condotta soda, casta e
onesta. Tra gli allievi della sua scuola molti furono appartenenti a famiglie di
alto rango sociale e tra questi è possibile annoverare i figli del re Borbone
che, in segno di stima, gli fecero dono di un orologio da camera di manifattura
francese opera dei fratelli Japis. Fu molto amico di L. Settembrini, il quale
lo cita nelle sue "Lezioni di letteratura italiana", gli trasmitte
l’amore per la filosofia e gl’ideali patriottici. Allievo di Puoti e di Galluppi
del quale studia e diffuse il pensiero, evidenziando il parallelismo con Kant,
così come divulgò quello di altri filosofi, tra cui Capasso, Rossi e Masci. Insegna
filosofia morale a Napoli Federico II dietro l’impulso di Sanctis, iniziando un periodo di vero
splendore per l’ateneo napoletano. Cadde il Regno delle Due Sicilie e, favorevole
alla formazione di uno stato unitario, porta avanti una battaglia a livello
morale e giuridico per l’abolizione della pena di morte che fino ad allora era
in vigore in tutti gli Stati d’Europa tranne il Granducato di Toscana. La
stessa a abolita con l'adozione del codice penale del Regno d'Italia -- il
cosiddetto Codice Zanardelli. La fine della dominazione borbonica fu colta come
un’occasione di rinnovamento sociale e morale ed egli instillò nei suoi
insegnamenti la consapevolezza che il rinnovamento politico dovesse essere accompagnato
a quello morale, egli riscontra nella popolazione un’evidente scarsità
intellettuale e un sentimento religioso che si manifestava mediante pratiche di
culto sempre più lontane dall’essere ricche di valori spirituali e una società
sempre più formalista, cerca di contrastare questa tendenza in affinità a Gioberti.
E un patriota e un liberale. La sua attività di filosofo fa si che la sua
notorietà e la sua reputazione crescessero, e inoltre un oppositore degli
hegeliani napoletani, e a capo degli oppositori degli Spaventiani e
rappresentante del movimento filosofico del quale nella prima metà dell'ottocento
fanno parte Galluppi, Colecchi, Cusani e Grazia. Sul suo valore si sono
pronunciati, fra gli altri, anche il Croce ed il Russo. Socio Ordinario
dell’Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli a l’Accademia Reale
Pontaniana/ In relazione all'Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli,
Tulelli e il senatore E. Pessina, in qualità di soci dell'accademia, di
collocare nell'atrio dell'Università degli Studi di Napoli un busto in marmo raffigurante
Galluppi, realizzato da B. Calì e inauguratp con una cerimonia a cui presero
parte il rettore Paolo Emilio Imbriani, dei rappresentanti e diversi studenti.
Della stessa accademia oltre ad esserne socio ne fu anche tesoriere come si
evince dalla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n cui è contenuta la ri-elezione
per quell'anno alla suddetta carica (omissis) S.M., sulla proposta del Ministro
della Pubblica Istruzione, ha, con RR. decreti fatte le nomine e disposizioni
seguenti: (omissis) Tulelli Paolo Emilio, socio della Società Reale di
Napoli, approvata la sua rielezione a tesoriere dell'Accademia di scienze
morali e politiche della predetta Società; (omissis). Socio Corrispondente dell’Accademia
Cosentina Accademia di scienze, lettere e belle arti degli Zelanti e dei
Dafnici. Visse a Napoli. Nelle sue ultime volontà traspare chiaramente un
radicato e forte legame con la sua terra di origine, infatti i primi due punti
del suo testamento furono: volendo lasciare una prima testimonianza di affetto
a Catanzaro, col fine di promuovere e favorire nel mio nativo comune di
Zagarise l’educazione morale e l’istruzione letteraria e scientifica. Dispose
inoltre che fosse destinata una somma in dote ad una ragazza indigente di
Zagarise e che il resto del patrimonio del filosofo fosse suddiviso tra i suoi
parenti. Il documento, disponibile presso l’Archivio Notarile di Napoli, e
depositato nel capoluogo campano presso lo studio del notaio M. Mazzitelli sito
in via S. Giovanni numero 19. Dondazione di libri alla città di Catanzaro
al fine di fondare una biblioteca pubblica Paolo Emilio Tulelli volle donare a Catanzaro
alcuni libri affinché potessero rappresentare una base di partenza per la
costituzione di una biblioteca auspicando che il suo gesto potesse
rappresentare un’esortazione a contribuire al suo ampliamento, una volta
istituita, da parte di altri uomini generosi e amanti della cultura. Catanzaro
accetta il legato che, in caso contrario, si sarebbe dovuto destinare ad
ampliare il patrimonio della biblioteca del Real Liceo di Catanzaro o ad un
erede del de cuius nel caso in cui il anche direttivo del liceo non avesse
accettato la donazione. I libri furono trasferiti da Napoli a Catanzaro a spese
del comune, così come indicato nelle ultime volontà del filosofo, e venne
istituita la biblioteca comunale che venne denominata Biblioteca Municipale di
Catanzaro "Onestà e lavoro", ma che oggi è conosciuta come Biblioteca
comunale F. De Nobili. Volendo lasciare una prima testimonianza di affetto
a Catanzaro ove ebbi i primi semi del mio sapere e le prime aspirazioni alla
libertà della patria italiana, lego al comune i miei pochi libri col fine
espresso ed incondizionato di formare il primo fondo ad una biblioteca pubblica
da fondarsi in loco adatto a vantaggio della gioventù studiosa e dei cultori
della letteratura e della scienza. Istituzione di una rendita per far studiare
un giovane meritevole del comune di Zagarise Per quanto concerne il comune
natio, nell’intenzione di promuovere l’educazione morale, l’istruzione
letteraria e scientifica nello stesso, istituì una rendita annuale, denominata
Monte o Istituto Tulelli per far si che dei giovani meritevoli del suddetto
comune potessero studiare e conseguire la laurea. A perenne ricordo di ciò egli
dispose nelle sue ultime volontà che fosse realizzata una breve iscrizione su
una lastra di marmo e che la stessa fosse posta in un luogo pubblico del comune
di Zagarise. Col fine di promuovere e favorire nel mio nativo comune di
Zagarise l'educazione morale e l'istruzione letteraria e scientifica e così
sospingere quei miei concittadini sulla via della civiltà, istituisco un Monte
o Istituto per l'educazione ed istruzione dei giovinetti di detto Comune da
elevarsi dal Real Governo in Ente Morale e giuridico con la dotazione di annue
lire duemila di rendita al 5 per cento iscritto al gran libro dei Regno
d'Italia. All'uopo destino due certificati di rendita a me intestati dell'annua
rendita di L. millesettecento con la data di Firenzee l'altro dell'annua
rendita di L. trecento della stessa data e sotto il N. 649. Sì fatta annua
rendita sarà unicamente ed esclusivamente impiegata per l'educazione e
istruzione nelle lettere e nella scienza di un giovinetto fatto volta per volta
per modo che si dirà qui appresso nato a Zagarise da genitori ivi domiciliati
almeno da dieci anni compiti, dell'età non minore di anni sette, che sappia
almeno leggere e scrivere e mostri in generale attitudine e buona disposizione
agli studi. Saggi: “I principi sostanziali ed informatori della scienza” (Napoli,
Regia Università); “Dei sistemi morali e della loro possibile riduzione” (Napoli,
Regia Università); “La moralità della scienza e della vita” (Napoli, Regia
Università); “Elogio di V. Buonsanto” (Napoli, Fibreno); “Filadelfos di G. Gemelli:
Accademia di scienze morali e politiche” (Napoli, Regia Università); “L’infallibilità
della ragione umana considerata nella triplice sfera della scienza, politica, e
della religione” (Napoli, Regia Università); “La morale indipendente” (Napoli,
Regia Università); “L’educazione popolare in Italia” (Napoli, Vaglio); La filosofia
morale (Napoli, Regia Università); “Metafisica dell’estetica” (Napoli, Regia
Università); “Una formula metafisica” (Napoli,
Regia Università); “Galluppi” (Napoli,
Regia Università); “Papasso e Rossi” (Napoli, Cutaneo); “Libero Stato” (Napoli,
Regia Università); “Estetica” (Napoli, Vaglio); “Capasso” (Napoli, Tramater); “La
rosa di Gerico” (Napoli, Poligama); “Metafisica dell'etica” (Napoli, Regia
Università); “Dei sistemi filosofici”; “L’equilibriio”; “La pena di morte” (Napoli,
Regia Università); Baldacchini” (Regia Università, Napoli”, Elogio di Cilento. Sulla
Bella di Camarda, poema di Cappelli (Napoli); “Armonia della libertà politica e
della Scienza morale”; “ Preso da immenso desiderio e ardente”; “Padre, partisti,
forse desolato”; “Aspirazione a Dio”. Il pensiero morale di Tulelli, C. Nardi.
Società Napoletana di Storia Patria, Lettere a Milli, F. Adamoli. Collana "Fondo
Milli" il Poeta Via a Zagarise Via a Catanzaro. La famiglia dona a Zagarise
un'opera raffigurante il filosofo. Discorso di Paolo Emilio Imbriani
all'inaugurazione del busto di Galluppi posto nell'Accademia di Scienze Morali
e Politiche di Napoli Gazzetta Ufficiale
del Regno d'Italia, Zagarise e dintorni, F. Faragò. Lira italiana. Cavaliere Paolo Emilio Tulelli.
Paolo Emilio Tulelli. Tulelli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Tulelli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732624534
Grice e Turco –
l’agnella, commedia nuova -- filosofia italiana (Asola). Flosofo. Nacque da una
delle più antiche e nobili famiglie di Asola, allora fiorente cittadina della
Repubblica di Venezia, dove ricoprì importanti cariche politiche in qualità di
deputato, oratore e avvocato della Comunità.
La sua prima opera poetica, la Commedia Nova intitolata Agnella, venne
rappresentata ad Asola durante i festeggiamenti per la visita dei duchi di
Nemours e Beaulieu e altri illustri francesi al loro seguito. L'opera venne in
pubblicata in seguito prima a Treviso, poi a Venezia. Contemporaneo ed amico di
P. Manuzio che in una lettera encomia la sua Canzone in lode di Carlo V scritta
in occasione della morte di quest'ultimo:
«Letta la vostra Canzone scritta in morte del Gran Carlo V, veramente
Signor Carlo onorato, non troppo benigna stella, essendo voi dotato di si
pellegrino ingegno e di tante altre lodevoli qualità, vi condanna a scrivere
dove tra molte tenebre non può risplendere la vostra virtù, con la quale
potevate illustrare voi stesso ed il secolo nostro eccitando in altri il
desiderio di assomigliarvi: laddove hora, avendo voi il campo ristretto per
esercitare le vostre più nobili parti, non veggo come possano apparire effetti
degni di voi ed alla vostra nobile industria corrispondenti» Questa lettera fu in seguito stampata in
Venezia da Lelio Gavardo che, sempre a Venezia, pubblicò una tragedia in versi,
intitolata Calestri. Altre poesie furono stampate anche in Il Sepolcro de la
illustre signora Beatrice di Dorimbergo (Brescia Fabbio, Ludovico ManginiStorie
Asolane, Lettera di Paolo Manuzio a Carlo Turchi, Lett. Volg. Venezia. Carlo
Turco. Turco. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Turco” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732619369/in/datetaken/
Grice e Turoldo – filosofia italiana (Coderno). Filosofo. Figura
profetica, resistente sostenitore delle istanze di rinnovamento culturale, di
ispirazione conciliare.itenuto da alcuni uno dei più rappresentativi esponenti
di un cambiamento spirituale, il che gli ha valso il titolo di coscienza
inquieta. Riceve con intensità le caratteristiche della semplice cultura umana
del suo ambiente nativo e prevalentemente contadino. Colse e fece propria la
dignità delle condizioni povere della sua terra, che costituirono una solida
radice informante tutto lo sviluppo della sua sensibilità e della sua attività
futura. Accolto tra i Servi di Maria nel convento di Santa Maria al Cengio
a Isola Vicentina, sede triveneta della Casa di Formazione dell'Ordine Servita:
dove trascorse l’anno di noviziato. Emise la professione religiosa; il 30
ottobre 1938 pronunciò i voti solenni a Vicenza. Incomincia gli studi filosofici
a Venezia. Nel santuario della Madonna
di Monte Berico di Vicenza e ordinato presbitero da Rodolfi, arcivescovo di Vicenza. Assegnato
al convento di Santa Maria dei Servi in San Carlo al Corso in Milano. Su invito
di I. Schuster, arcivescovo della città, tenne la predicazione domenicale nel
duomo milanese. Insieme con il suo confratello, compagno di studi durante tutto
l’iter formativo nell’Ordine dei Servi e amico Camillo de Piaz, si iscrisse al
corso a Milano e conseguì la laurea con una tesi dal titolo, “La fatica della
ragione: Contributo per un'ontologia dell'uomo”, redatta sotto la guida di Bontadini.
Sia Bontadini sia Carlo Bo gli offriranno il ruolo di Assistente universitario,
a Milano, il secondo a Urbino. Durante l'occupazione nazista di Milano
collabora attivamente con la resistenza creando e diffondendo dal suo convento
il periodico clandestino l'Uomo. Il titolo testimonia la sua scelta dell'umano
contro il dis-umano, perché la realizzazione della propria umanità: questo è il
solo scopo della vita. La sua militanza dura tutta la vita, interpretando il
comando evangelico essere nel mondo senza essere del mondo come un essere nel
sistema senza essere del sistema. Rifiuta sempre di schierarsi con un
partito. Il suo impegno nel dialogo senza preconcetti e nel confronto di
idee talvolta anche duro, si tradusse in particolare nel far nascere, insieme
con Piaz, il centro culturale la Corsia dei Servi (il vecchio nome della strada
che dal convento dei Servi conduceva al duomo). Uno dei principali
sostenitori del progetto Nomadelfia, il villaggio nato per accogliere gli
orfani di guerra con la fraternità come unica legge, fondato da Saltini nell'ex
campo di concentramento di Fossoli presso Carpi, raccogliendo fondi presso la
ricca borghesia milanese. Si rende noto al grande pubblico con due
raccolte di liriche “Io non ho mani” (che gli valse il Premio letterario Saint
Vincent) e “Gli occhi miei” lo vedranno, presentato nella collana mondadoriana
Lo Specchio da Giuseppe Ungaretti. A seguito di prese di posizione
assunte da politici locali e da alcune autorità ecclesiastiche, deve lasciare
Milano e soggiornare in conventi dei Servi dell’Austria e della iera. Venne
dai superiori dell’Ordine assegnato al convento della Santissima Annunziata di
Firenze, e qui incontrò personalità affini al suo modo di sentire, quali fra
Giovanni Vannucci, padre Ernesto Balducci, il sindaco Giorgio La Pira, e molti
altri che nell’ambiente fiorentino animano un tempo in cui si accendono
speranze di rinnovamento a tutti i livelli. Ma anche da Firenze sarà costretto
ad allontanarsi e trascorrerà un periodo di peregrinazioni all’estero.
Rientrato in Italia, venne assegnato al convento di Santa Maria delle Grazie,
nella “sua” Udine. Ma con il rientro in Italia aveva portato con sé un
progetto, nato a contatto con le nuove generazioni nate all’estero dagli
emigrati friuliani: realizzare un film che raccontasse la nobiltà della povera
vita rurale del suo Friuli. Il film con il titolo “Gli ultimi” e ispirato al
racconto Io non ero fanciullo scritto da Turoldo in precedenza, venne concluso con
la regia di Vito Pandolfi. Presentato a Udine, il film tuttavia fu ben presto
rifiutato dall’opinione pubblica friulana, che lo ritenne addirittura
offensivo. Incomincia a cercare un sito dove dare avvio a una nuova
esperienza religiosa comunitaria, allargata alla partecipazione anche di laici.
Questo luogo, con le indicazioni ricevute da amici, venne individuato
nell’antico Priorato cluniacense di Sant'Egidio in Fontanella. Ottenuto il
consenso del vescovo bergamasco C. Gaddi, nvi si insediò ufficialmente. Costruì
accanto allo storico edificio del Priorato una casa per l’ospitalità, che
chiamò Casa di Emmaus, titolo ispirato all’episodio della cena a Emmaus, in cui
Gesù risorto si manifestò ai due discepoli nello spezzare il pane. La casa
costituì un simbolico richiamo alla semplice accoglienza, senza distinzioni di
censo, di religione, o altro: aspetti che caratterizzarono tutta la presenza e
la sua multiforme opera. Costituì inoltre un punto di riferimento per molti
protagonisti della storia culturale e civile italiana. Per molte personalità
del mondo ecclesiale e di altre confessioni cristiane; un solido incentivo al
rinnovamento di linguaggi e di strutture; un laboratorio di creazioni liturgiche
e celebrative, di cui continuano a essere testimoni la versione metrica per il
canto dei Salmi e migliaia di inni liturgici. Insieme con altri frati,
impegnati particolarmente in iniziative di rinnovamento spirituale e culturale,
diede avvio alla pubblicazione di una rivista, il cui titolo è ispirato
all’Ordine dei Servi di Maria, “Servitium”, e ad altre pubblicazioni che si
ricollegavano all’esperienza editoriale della Corsia dei Servi. La
pubblicazione della rivista continua tuttora con cadenza bimestrale, unitamente
all’edizione di altre proposte librarie edite sotto l’omonimo marchio
Servitium. Innumerevoli furono gli interventi di padre David sui media,
dalla carta stampata alle trasmissioni radio e televisive; innumerevoli i
luoghi e le circostanze in cui è stato chiamato a intervenire con la sua
avvincente parola. Da ricordare in particolare i suoi “viaggi della memoria”
nei luoghi della Shoah, tra cui spicca quello a Mauthausen. In quell'occasione
compose una preghiera, poi recitata nella cerimonia conclusiva, pubblicata
successivamente nel libro “Ritorniamo ai giorni del rischio”. Colpito alla fine
degli anni ottanta da un tumore del pancreas, visse con lucida consapevolezza e
trasparente coraggio l’ultimo periodo della vita, dando una incoraggiante
testimonianza sul cammino verso “sorella morte”. Migliaia di persone sfilarono
accanto alla bara in cui era esposto il corpo di padre I funerali a Milano
videro la partecipazione di una numerosa folla nella chiesa di San Carlo al
Corso, dove presiedette le esequie il cardinale C. Martini, che, qualche mese
prima della morte, aveva consegnato a Turoldo il primo "Premio Giuseppe
Lazzati", affermando la propria opinione secondo la quale la chiesa
riconosce la profezia troppo tardi. Un secondo rito funebre venne celebrato nel
pomeriggio a Fontanella di Sotto il Monte, presente ancora una folla che
copriva tutta la collina circostante l’antico Priorato. Nel piccolo cimitero
locale riposa ora sotto una semplice croce lignea, in mezzo alla sua gente. Servitium
dedicò perciò alla sua figura un quaderno a frate dei Servi di santa Maria e
ugualmente fece nel decennale. La grande
passione. Opere: Poesia e opere letterarie «Lungo i fiumi..» I Salmi Milano,
San Paolo, O sensi miei...: (Poesie (Milano, Rizzoli). Sul monte la morte, Servitium,
La morte ha paura, Servitium, poesie,
Milano, Garzanti Teatro, Servitium, I
giorni del rischio (con Salmodia della speranza e rappresentazione in Duomo a
Milano con Moni Ovadia), Servitium, Salmi e cantici. Nuova edizione riveduta della
versione metrica per il canto di Turoldo, Servitium, La passione di San Lorenzo, Servitium (La
terra non sarà distrutta, Servitium, Luminoso
vuoto. Scritti, Servitium, David M. Turoldo, Loris F. Capovilla, Nel solco di
Giovanni, lettere inedite” (Servitium. Saggistica e spiritualità. Lettere dalla
Casa di Emmaus, Servitium, La parabola di Giobbe, Servitium, Santa Maria.Servitium,
Mia chiesa, una terra sola, Servitium, Il dramma è Dio: il divino la fede la poesia. Milano,
Rizzoli, Come i primi trovadori, Servitium, Colloqui con Giovanni, Servitium,
Profezia della povertà, Servitium, Chiamati ad essere, Servitium, È Natale,
Servitium, Mio amico don Milani, Servitium, Pregare, Servitium, Anche Dio è
infelice, San Paolo,.Amare Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo, Padre del
mondo, Servitium, Povero sant’Antonio,
Il Messaggero, Padova. Narrativa Mia infanzia d’oro (con “Ritratto d’autore” Servitium,...e
poi la morte dell'ultimo teologo Torino, Gribaudi. “Gli ultimi” Regia: Vito
Pandolfi; soggetto: Turoldo; sceneggiatura: Vito Pandolfi e David Maria Turoldo.
Tra le tante, ci fu "un'iniziativa che fu tentata pochi giorni prima della
morte di Moro e che è stata evocata da B. Craxi nel corso della sua audizione
nella prima Commissione d'inchiesta. In quella circostanza, l'onorevole Craxi
affermò che fu chiamato da Turoldo, che gli chiedeva sostanzialmente di
domandare alla Nunziatura apostolica di dichiararsi disponibile come sede per
far svolgere una trattativa. Turoldo chiese due giorni di silenzio stampa e
insistette molto, con veemenza, affermando che era la sola via possible. (XVII
Legislatura, Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte
di Aldo Moro, Resoconto stenografico, “Tra i memoriali di Mauthausen”, in “Ritorniamo
ai giorni del rischio. Maledetto colui che non spera”, Milano, Corriere "E
Turoldo nascose le armi dei partigiani" La vita, la testimonianza Morcelliana.
C. Piaz e la Corsia dei Servi di Milano, Morcelliana, Turoldo e gli organi divini.
Lettura concordanziale di “O sensi miei...”, Olschki, Una vita con gli amiciIl
mondo delle amicizie di Turoldo, documentario R. Salvi, Roma, Rai-Educational, A.
D'Elia, La peregrinatio poietica prefazione di Dante della Terza, Firenze, Leo
s. Olschki, Marco Cardinali, Il Dio Inseguito. Viaggio alla scoperta della
poesia di David Maria Turoldo, Edizioni Pro Sanctitate, Roma, O. Romero E.
Balducci C. De Piaz N. Fabbretti. Treccani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. David Maria Turolo. David M. Turoldo. David Turoldo. Giuseppe
Turoldo. Turoldo. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Turoldo” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692449799/in/photolist-2mKTjot
Grice e Tuveri – filosofia sarda -- filosofia
italiana (Collinas).
Filosofo. Figlio un noto avvocato. Studia a Cagliari. Di idee repubblicane
comincia l'attività in polemica con molti intellettuali monarchici e
conservatori. Federalista, al Parlamento Subalpino si oppose alla fusione della
Sardegna col Piemonte, e e in forte contrapposizione con Gioberti per le
posizioni anti-repubblicane e anti-mazziniane. Fonda La Gazzetta
Popolare, collabora con numerosi giornali e assunse la direzione del Corriere
di Sardegna. Sindaco, propose il nome di Collinas. Lotta contro il centralismo
del Regno di Sardegna chiedendo maggiore autonomia, soprattutto fiscale, per i
piccoli comuni. Amico di Cattaneo e Mazzini, solleva la cosiddetta questione
sarda, promuovendo un riscatto della Sardegna e del popolo sardo contro uno stato
giudicato centralista e oppressivo. Scrive numerosi saggi filosofici. Assessorato
della pubblica istruzione della Regione autonoma della Sardegna promouove la ristampa dei suoi saggi, editore
C. Delfino, con una introduzione di Bobbio. Saggi: “Pintor” (Torino, Tipografia
G. Cassone); “Specifici contro il codinismo, Cagliari, Arcivescovile, Del
diritto dell'uomo alla distruzione dei cattivi governi. Trattato filosofico,
Cagliari, Tipografia Nazionale, Il governo e i comuni, Cagliari, Tipografia
Nazionale, Esazioni e compulsioni, Cagliari, Timon); La questione barracellare,
Cagliari, Timon, Della libertà e delle caste, Cagliari, Corriere di Sardegna, Sofismi
politici, Napoli, Rinaldi); “Il veggente; Del dritto dell'uomo alla distruzione
dei cattivi governi, Aldo Accardo, Luciano Carta, Sebastiano Mosso; introduzione
di Norberto Bobbio, Della libertà e delle caste; Sofismi politici, Maria Corona
Corrias e Tito Orru, Opuscoli politici. Saggio delle opinioni politiche del
signor deputato sardo Giovanni Siotto Pintor; Specifici contro il codinismo,
Girolamo Sotgiu, Il governo e i Comuni; La questione barracellare, Lorenzo Del
Piano e Gianfranco Contu, Scritti giornalistici. Questione sarda, federalismo,
politica internazionale, questione religiosa, Lorenzo Del Piano, Gianfranco
Contu e Luciano Carta, Per la vita e i tempi di Tuveri e altre opere, A. Delogu, Fonte: "Centro di studi filologi
sardi". Scheda sul sito della Camera
Indipendentismo sardo, Il governo
e i comuni, Cagliari, Tipografia Nazionale, Google Libri. Della libertà e delle
caste, Cagliari, Tipografia del Corriere di Sardegna, DaTuveri all'intuizione
della concorrenza istituzionale, di A. Bomboi. Venezia; Tuveri. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Tuveri: implicature sarda” – The Swimming-Poo
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731951146
Grice ed Ubaldi – la grande sintesi – filosofia
italiana (Foligno). Italian
philosopher. Filosofo. Present un sistema dell'evoluzione
dell'universo considerando la legge dell'evoluzione umana. Chiara i rapporti
d'involuzione ed evoluzione fra le tre dimensioni della materia, dell'energia e
dello spirito, in un processo d'unificazione fra le ipotesi della scienza. Cerca
di spiegare il senso della vita, la funzione del dolore e la presenza del male.
Candidato al premio Nobel, all'ultimo gli fu preferito Sartre. Il suo sistema
filosofico e considerato da Einstein come risulta da un carteggio dolce e
leggero e il suo saggio principale, La grande sintesi, e giudicata un quadro di
filosofia scientifica e antropologica etica, che oltrepassa di molto i
consimili tentative. Nato in una regione influenzata dalla vicinanza con Assisi
e impregnata di spiritualità francescana, inizia la scuola, prosegue gli studi
a Roma e si laurea. Fa voto di povertà e gli appare Cristo. L'apparizione si
sarebbe ripetuta insieme a Francesco di Assisi. Il giorno di Natale dello
stesso anno avrebbe ricevuto il primo di numerosi messaggi. Insegna a Modica e
Gubbio. Nel suo saggio “La grande sintesi” espose il suo pensiero, messo
all'indice, poi riammesso da Giovanni XXIII. La sua vita può essere considerata distinta in
quattro periodi. Nel primo period cerca le risposte nella filosofia, nella religione
e nella scienza senza trovarla. Il secondo periodo si caratterizza da una
sperimentazione pratica a contatto col mondo, d'osservazione della realtà della
vita. Nel terzo periodo scrisse i volumi della sua opera pubblicati in italiano
e nel quarto la parte restante. Ritiene che esiste un'unica sostanza, la
cui essenza e il movimento e che si manifesta come materia statica, energia dinamica
e spirito vitale. L'uomini sono chiamati ad evolversi ampliando la percezione
delle sue coscienze, che da inviduale deve farsi conscienza collettiva, per
farsi poi coscienza cosmica. In tale processo si delinea il futuro stato
organico-unitario degl’uomini, generato da una etica, effetto di una
consapevolezza razionale e non di un emotivo pacifismo. Gl’uomini si inserirebbe
nel fenomeno universale dell'evoluzione tramite la reincarnazione.
Considera la sua filosofia la manifestazione del proprio destino e della
propria ascesa evolutiva, proponendosi attraverso di essa di arrivare ad una
conoscenza utilizzabile per risolvere i problemi della vita, in maniera
consapevole e dignitosa. La grande legge della vita è quella dell'Amore,
tale che la si dovrebbe seguire in ogni situazione: cercare ciò che unifica.
Per questo fare il male significa voler andare contro la corrente del sistema,
perpetuando la separazione, produttrice di sopraffazione e violenza, sino
all'auto-distruzione. Fare il bene, invece, vuol dire cercare di armonizzarsi
con tutto e con tutti, perseguendo quel processo di unificazione che ci riporta
al centro dell'essere, che è rappresentato dalla presenza dell'ordine e della
giustizia del pensiero divino. In tal senso il segreto della felicità consiste
nell'inquadrarsi nell'ordine divino e la preghiera autentica consisterebbe
nella docile accettazione della Legge, cooperando con la Sua azione. Così pure,
il lavorare rappresenterebbe il diventare cooperatori del funzionamento
organico dell'universo. Il fine dell'esistenza è rappresentato
dall'evoluzione. Si tratta dell'evoluzione etica, iscritta nel movimento
dell'evoluzione dell'universo. L'universo viene così inteso come
un'inestinguibile volontà d'amare, di creare e di affermare, in lotta col
principio opposto dell'inerzia, dell'odio e della distruzione. L'etica viene
concepita come dimensione ascendente, a tante dimensioni quante sono le
posizioni dell'essere lungo la scala evolutiva. In tale compito evolutivo
fondamentale sono gli idealiaventi la funzione di orientamento e di guida -,
aventi il compito di anticipare una realtà futura da raggiungere. In questa
fase evolutiva l'impegno deve essere quello della spiritualizzazione,
consistente nel seguire gli ideali, che si sono configurati storicamente nelle
religioni e nelle morali. Ciò può avvenire cercando di praticare la
comprensione reciproca e ricercando la fratellanza universale. Si tratta di un
"cammino ascensionale", frutto di libertà e volontà, attraverso le
quali da un lato si struttura la nostra personalità dall'altro la vita
collettiva progredisce servendosi di tali progressi. La legge delle unità
collettive rappresenta un principio evolutivo fondamentale, quello per cui
tendiamo ad unioni sempre più ampie: dalla coppia alla famiglia, dalle nazioni
alle unioni di popoli, sino all'unione di tutti gli esseri viventi del pianeta,
pur mantenendo diversità e multiformità. Per questo, la via è quella del
superamento di ogni separazione: la separazione da sé stessi, dagli altri, dal
mondo. L'evoluzionismo è, per tutto ciò, ben diverso da quello di Darwin:
guarda all'avvenire ed intuisce oltre l'evoluzione organica già compiuta
dall'essere umano. È più ampio di quello di Teilhard de Chardin, in quanto
concepisce anche un processo involutivodallo spirito, attraverso l'energia,
sino alla materiache motiva e sorregge la via di ritorno, evolutiva, come processo
di unificazione, che dalla presenza del divino nella materia, attraverso
l'energia, ascende verso la spiritualizzazione. È caratterizzato eticamente,
come tensione spirituale verso il superuomo che è presente in ognuno di noi,
differentemente dal superomismo di Nietzsche, sospinto dal desiderio di
espandere solo le potenzialità dell'io. La produzione della sua opera si
basa sul metodo intuitivo, attraverso il quale la coscienza, facendosi umile e
ricettiva, riesce a penetrare per vie interiori l'intima essenza dei fenomeni,
diversamente dal metodo obiettivo che se pur ha il vantaggio di giungere a
conclusioni più universali è nato senza ali, in quanto basato sulla distinzione
tra l'io e il non io, tra il soggetto e l'oggetto, tra la coscienza e il mondo esteriore.
I suoi scrittiseguendo le sue stesse dichiarazionisarebbero passati da una
forma ispirata, collegata ad una forma di contatto telepatico con le noùri
(correnti di pensiero), a livello "supercosciente", al controllo
razionale dell'ispirazione ("metodo dell'intuizione razionalmente
controllata"). Tale metodo avrebbe consentito di esaminare sia la materia che
lo spirito nella loro armonia, unificando scienza e fede, considerate due
aspetti della stessa verità. Elenco degli scritti Ciclo italiano La
grande sintesi I grandi messaggi. La grande sintesi Le nouri ("correnti di
pensiero") L'ascesi mistica. Frammenti di pensiero e di passione: La nuova
civiltà del terzo millennio Problemi dell'avvenire (Il problema psicologico,
filosofico, scientifico). Ascensioni umane. Dio e universo. Profezie
(L'avvenire del mondo)’ Commentari (raccolta dei giudizi della stampa sui
volumi precedenti). Problemi attuali. Il sistema (Genesi e struttura
dell'universo). La grande battaglia. Evoluzione e Vangelo; La legge di Dio; La
tecnica funzionale della legge di Dio; Caduta e salvezza; Principi di una nuova
etica; La discesa degli ideali; Un destino seguendo Cristo; Come orientare la
propria vita; Cristo; Storia di un uomo” (Bocca, Milano); Ascenzioni umane. Verso
l'armonia con l'ordine cosmico” (Mediterranee, Roma); Cristo e la sua legge” (Mediterranee,
Roma); “La grande sintesi. Sintesi e soluzione dei problemi della scienza e
dello spirito (Edizioni Mediterranee, Roma); “Le noùri: dal superumano al piano
concettuale umano” (Mediterranee, Roma); La nuova civiltà del terzo millennio.
Verso la nuova era dello spirito, Edizioni Mediterranee, Roma); Problemi
dell'avvenire. La civiltà dello spirito, Edizioni Mediterranee, Roma); L'ascesi
mistica. Dal piano concettuale umano al superumano, Edizioni Mediterranee, Roma);
Dio e Universo” (Edizioni Mediterranee, Roma); Storia di un uomo, Edizioni del
centro studi italiano di para-psicologia, Recco (Ge) Il Sistema, Edizioni del
centro studi italiano di parapsicologia, Recco(Ge) La legge di Dio, Edizioni
del centro studi italiano di parapsicologia, Recco (Ge), La tecnica funzionale della legge di Dio” (Centro
di parapsicologia, Recco);La discesa degli ideali” (Om, Città di Castello); "Un
destino seguendo Cristo" (Om, Città di Castello); "Evoluzione e
Vangelo", Centro Culturale Pietro Ubaldi, Foligno); G.Arcidiacono, PUbaldi
e la scienza moderna, in Atti del Convegno, Roma, A. Elenjimittan, "La
missione ecumenica", in Atti dell'8º Convegno sul pensiero di Pietro
Ubaldi, Roma "I grandi iniziati del nostro tempo", Rizzoli, Milano);
F. Lanari, "Il pensiero"Relazioni tenute nei quattro convegni
dedicati a Pietro UbaldiRoma, Ed. Mediterranee, Roma); F. Lanari "Profeta del terzo millennio", Atti
dell'8º Convegno Roma Filippo Liverziani, "Pietro Ubaldi e le Nòuri",
in Atti dell'8º Convegno sul pensiero di Pietro Ubaldi, Roma); U. Pasquale
Magni, "Scienza e mistica", in Atti dell'8º Convegno, Roma); A.
Marocchino, "Pietro Ubaldi profeta della intesi tra Metafisica e Nuova
Fisica", in Atti dell'8º Convegno,, Roma Luca Marzetti, La scala di
Giacobbe, Perugia. G. Mollo, “Bio-sofo dell'evoluzione umana” (Ed.
Mediterranee, Roma); G. Mollo, "La formazione dell'uomo evoluto nel
pensiero di Pietro Ubaldi", in "Pedagogia e Vita", nGaetano
Mollo, "La visione del mondo tra scienza e fede", in Atti dell'8º
Convegno Roma); G. Mollo, "La visione dell'universo. La prospettiva",
in "Rivista di teosofia", G. Mollo, "Il rapporto tra scienza e
fede. La prospettiva di Ubaldi", in "Rivista di teosofia", Lorenzo Ostuni, Fisica e metafisica di Pietro
Ubaldi in relazione all'uomo contemporaneo, in Atti dell'8º Convegno, Roma); R.
Pieracci, La Grande Sintesi (Mediterranee, Roma); R. Pieracci, "Mistico
dell'Umbria" (Eugubina, Gubbio); A. Pieretti, "La civiltà del terzo
millennio", Bollettino storico della città di Foligno, C. Splendore,
"La Legge Ciclica dell'evoluzione nel pensiero diUbaldi", in Atti del
Convegno sul pensiero di Pietro Ubaldi, Roma. Centro culturale di Foligno, su
pietroubaldi.com. Comune di Foligno per la divulgazione della sua filosofia, presieduto
da G. Mollo, su gaetanomollo. L'opera di
Pietro Ubaldi, su cesnur.org. in Massimo Introvigne, PierLuigi Zoccatelli, Le
religioni in Italia (sezione "Spiritismo, parapsicologia, ricerca psichica"),
sul sito Cesnur.(Center for Studies on New Religions. Pietro Ubaldi. Ubaldi.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Ubaldi e Grice,” per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689506789/in/photolist-2mNaHiH-2mLGod1-2mKCewV
Grice ed Unicorno – arimmetica universale – filosofia italiana -- (Bergamo). essential
Italian philosopher; unicorno (n.), Filosofo. Unicorno. Keywords: arithmos,
numerus, numero, number. Opere: De l'arithmetica universale, In Venetia, Francesco
senese De Francesch.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691952949/in/photolist-2mKQLG6
Grice e Vacca – filosofia italiana (Bari). Essential Italian philosopher. Grice: “My
favourite of his books is “L’ala del silenzo”great title, from Alighieriabout litotes
and understatement --.Deputato della Repubblica
Italiana LegislatureIX, X Gruppo parlamentarePCI CollegioBari Sito
istituzionale Dati generali Partito politicoPartito Comunista Italiano, Partito
Democratico della Sinistra, Partito Democratico Titolo di studiolaurea in
giurisprudenza e filosofia del diritto Professione docente universitario. Filosofo.
Si laureò in filosofia del diritto discutendo una tesi sulla filosofia politica
e giuridica di Croce. Fin dagli anni giovanili ha sempre svolto una intensa
attività di organizzatore di cultura, culminata con l'impegno dedicato alla
casa editrice De Donato. Membro del comitato centrale del Partito Comunista
Italiano è poi stato nella direzione del Partito Democratico della Sinistra.
Libero docente in Storia delle dottrine politiche, vinse la cattedra di tale
disciplina presso l'Bari. -- è stato nel consiglio di amministrazione
della RAI. Deputato per il PCI nella IX e X Legislatura nella circoscrizione
elettorale Bari-Foggia. In occasione delle elezioni comunali, si è candidato a
sindaco con il sostegno della coalizione di centro-sinistra, ma è stato
sconfitto da Simeone Di Cagno Abbrescia. Ha ricoperto incarichi di partito in
Puglia e a livello nazionale. Ha rivolto poi i suoi studi alla storia del
marxismo contemporaneo. Dirige la Fondazione Istituto Gramsci di Roma,
diventandone poi Presidente fino al. Membro del Cda dell’Istituto
dell’Enciclopedia italiana presiede la Commissione scientifica dell’Edizione
degli scritti di Gramsci. Professore di Storia delle dottrine politiche
nell’Bari, si è occupato in particolare dell'idealismo novecentesco e
dell'hegelismo italiano nella seconda metà del XIX secolo, con particolare
riferimento alla genesi del marxismo in Italia. Saggi: “Politica e
filosofia in Spaventa” (Bari, Laterza); Lukàcs o Korsch?, Bari, De Donato, Marxismo
e analisi sociale, Bari, De Donato, Scienza, Stato e critica di classe. Galvano
Della Volpe e il marxismo, Bari, De Donato); Politica e teoria nel marxismo
italiano, Antologia critica (Bari, De Donato); PCI, Mezzogiorno e
intellettuali. Dalle alleanze all'organizzazione, a cura di, Bari, De Donato, Saggio su Togliatti e la tradizione comunista,
Bari, De Donato, Osservatorio meridionale. Temi di politica culturale” (Bari,
De Donato, Quale democrazia. Problemi della democrazia di transizione, Bari, De
Donato, Criticità e trasformazione. Korsch teorico e politico, Bari, Dedalo, Gli intellettuali di sinistra e
la crisi, a cura di, Roma, Editori Riuniti, Comunicazioni di massa e
democrazia, a cura di, Roma, Editori Riuniti, L'informazione negli anni
Ottanta, Roma, Editori Riuniti, Il marxismo e gli intellettuali. Dalla crisi di
fine secolo ai Quaderni del carcere, Roma, Editori Riuniti, Tra compromesso e
solidarietà. La politica del PCI (Roma, Editori Riuniti); Gorbačëv e la
sinistra europea, Roma, Editori Riuniti, Tra Italia e Europa. Politiche e
cultura dell'alternativa, Milano, Angeli, Gramsci e Togliatti, Roma, Editori
Riuniti, Dal PCI al PDS. Intervista, Bari,
Delphos, Togliatti sconosciuto, Roma, l'Unità, Pensare il mondo nuovo. Verso la
democrazia, Cinisello Balsamo, San Paolo, Per una nuova Costituente, Milano,
PasSaggi Bompiani, Vent'anni dopo. La sinistra fra mutamenti e revisioni,
Torino, Einaudi, Da un secolo all'altro. Mutamenti della politica nel
Novecento, Milano, Bompiani, Appuntamenti con Gramsci. Introduzione allo studio
dei Quaderni del carcere, Roma, Carocci, Gramsci e il Novecento (Roma, Carocci); Presente
futuro. Idee per lo sviluppo ecosostenibile della Puglia, Bari, Dedalo, X.
Riformismo vecchio e nuovo, Torino, Einaudi, In tempo reale. Cronache del
decennio, Bari, Dedalo, Ritorno in Puglia. Tre anni di volontariato politico,
Bari, Palomar, Federalismo, sviluppo economico e coesione sociale in Puglia, e
con Luigi Masella, Lecce. Martano, L'unità dell'Europa. Rapporto sull'integrazione europea, a cura di, Bari,
Dedalo, Roma, Nuova iniziativa editoriale, Il dilemma euroatlantico. Rapporto della
Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Roma, Nuova
iniziativa editoriale, Dalla Convenzione alla Costituzione. Rapporto 2 della
Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Bari, Dedalo,
I dilemmi dell'integrazione. Il futuro
del modello sociale europeo. Rapporto sull'integrazione europea, e con José
Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino); “Il riformismo italiano: dalla fine della
guerra fredda alle sfide future” (Roma, Fazi); “Gramsci tra Mussolini e Stalin”
(Roma, Fazi); cura di Gramsci, Nel mondo grande e terribile. Antologia degli
scritti Torino, Einaudi, Studi gramsciani nel mondo. e con Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Perché l'Europa? Rapporto sull'integrazione
europea, e con José Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino, Studi gramsciani nel
mondo. Gli studi culturali, e con Paolo Capuzzo e G. Schirru (Bologna, Il mulino)
Le forme e la storia. Scritti in onore di B. De Giovanni, e con M. Montanari e
Franca Papa, Napoli, Bibliopolis, Il Novecento di Eugenio Garin. Atti del
Convegno di studi, e con Saverio Ricci, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,. Studi gramsciani nel mondo. Gramsci in
America Latina, e con Dora Kanoussi e Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Vita
e pensieri di Antonio Gramsci. Collana
Storia, Torino, Einaudi,,Collana ET Storia, Einaudi, Moriremo democristiani? La
questione cattolica nella ricostruzione della Repubblica, Roma, Salerno); “Il
fascismo in tempo reale: studi e ricerche di A. Tasca sulla genesi e
l'evoluzione del regime fascista, con D. Bidussa (Milano, Feltrinelli); Togliatti
e Gramsci. Raffronti, Pisa, Edizioni della Normale, Modernità alternative. Il
Novecento di Antonio Gramsci, Torino, Einaudi,.Togliatti, La politica nel
pensiero e nell'azione, Scritti e discorsi, G. Vacca con M. Ciliberto,
Bompiani, Milano Quel che resta di Marx,
Salerno Editore, Roma, L'Italia contesa.
Comunisti e democristiani nel lungo dopoguerra, Marsilio, Venezia Giuseppe Vacca, su storia.camera, Camera dei
deputati. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732826190
Grice e Vaccarino – l’errore del filosofo – filosofia
italiana (Pace del Mela). Essential Italian philosopher. Grice: “I
appreciate his metaphor of the ‘chemistry of the mind,’ la ‘chimica del
pensiero,’and the idea that philosophers commit only ONE mistake (“l’errore dei
filosofi”)!”.Flosofo. Figlio primogenito di Antonino
Vaccarino, titolare di un importante saponificio, e di Caterina Tracuzzi. Laureato
a Milano. Fonda “Sigma” pubblicata a Roma. Fonda “Methodos”, trimestrale di
metodologia e di logica simbolica. Si occupa prevalentemente di logica ed
epistemologia. Pubblica una serie di articoli sulla rivista Archimede su
invito di Geymonat. Abilitato alla libera docenza in Filosofia della scienza,
ma assorbito dai suoi studi e da altre attività non si dedica all'insegnamento.
Ha incarico di tenere il corso di Storia della filosofia antica presso Messina.
Riceve anche quello di Filosofia della scienza. Nominato professore associato
di Filosofia della scienza, ma non ottenne mai la cattedra di ordinario.
Partecipa a vari congressi. In quello di Amsterdam ebbe l'occasione di
conoscere Joseph Maria Bochenski e incaricarlo di dirigere la sezione di logica
simbolica di Methodos. A quello di Parigi partecipa insieme con S. Ceccato, V.
Somenzi e F. Rossi-Landi con i quali era in stretti rapporti di amicizia.
Contribusce alla fondazione della rivista Methodologia nata per iniziativa
della Società di Cultura Metodologica Operativa di Milano, presieduta da Felice
Accame. Molto vicino alle vedute filosofiche dei neo-positivisti, ma in seguito
si capì che per dare soluzione ai problemi posti dalla tradizionale filosofia
bisogna anzitutto effettuare un'indagine sul metodo scientifico onde spiegare
perché è l'unico considerabile come valido. Sviluppa in questo senso sulla
“Sigma” una teoria che chiama della "meta-conoscenza", in quanto
ricondotta a una disciplina avente per oggetto la conoscenza. Successivamente
si convince che per procedere in modo effettivamente scientifico bisogna
eliminare ogni a-priorismo effettuando un'analisi sistematica dei significati
di tutte le parole di cui ci avvaliamo e riconducendoli alle operazioni mentali
e non mentali da cui sono costituiti. Sotto questo profilo i suoi interessi si
incontrarono con quelli di S. Ceccato e della scuola pperativa. Ma mantenne una
posizione autonoma, ritenendo che la ricerca di base deve puntare su una
semantica e non su una ricerca di tipo cibernetico, come invece sostene Ceccato. Però
accetta e condivide il concetto che bisogna occuparsi del modo come operiamo a
livello mentale per descrivere i significati. Perciò respinge vedute allora in
auge, come quelle della filosofia analitica, che riconducendo i significati
semplicemente all'uso che se ne fa parlando, li lascia in analizzati
assumendoli implicitamente come prius, in quanto tali, dogmatici. Si dedica
assiduamente a queste ricerche, pervenendo alla elaborazione di un metodo
generale di analisi dei significati. Le sue ricerche conduce, tra l'altro,
all'introduzione di una formulistica idonea alla definizione delle operazioni
mentali, prospettando una sorta di chimica della mente. La vastità e la
complessità delle sue indagini lo costringe a procedere a molti ripensamenti e
revisioni. Pubblica “La chimica della mente”. In cui espone i principali
risultati a cui e pervenuto. Vince il premio L'Inedito con il racconto “Lo
sporco”, pubblicato da Marsilio. Prospetta ampliamenti e modifiche delle sue
teorie nel saggio “Analisi dei Significati”, pubblicato a Roma da Armando. Pubblica
presso la CULP di Milano “Scienza e Semantica Costruttivista”, dedicato a una
critica di correnti vedute professate da filosofi della scienza. I suoi
interessi si rivolgeno anche alla codificazione di una logica contenutistica in
grado di fissare i criteri di compatibilità e incompatibilità tra i significati
in riferimento alle loro operazioni costitutive. In tal modo la logica diviene
una filiazione della semantica. La summa dei suoi lavori di semantica è pubblicata
a Rimini in “Dalle operazioni mentali alla semantica”. Nella prefazione al volume
Introduzione alla semantica edito da Falzea a Reggio Calabria, Si lo considera
l'ultimo dei grandi illuministi. Opere: “L'errore dei filosofi” (D'Anna,
Messina); “La chimica della mente” (Carbone, Messina); “Analisi dei significati”
(Armando, Roma); “Scienza e semantica costruttivista” (Cooperativa Libraria
Universitaria del Politecnico, Milano); “Introduzione alla semantica” (Falzea,
Reggio Calabria); “Scienza e semantica” (Melquiades, Milano); “Prolegomeni:
dalle operazioni mentali alla semantica” (Ciddo, Rimini); “Lo sporco. Il pulito,
duepunti edizioni. Repubblica Semantica
Filosofia della scienza Centro
Internazionale Di Didattica Operativa onlus, su ciddo. Methodologia on-line, su
methodologia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731101657/in/dateposted/
Grice e Vaccaro (Palermo). Essential Italian philosopher. Grice: “My favourite of
his books is ‘eteropie,’ a pun on homotopos.” Filosofo.
Laureato a Palermo, inizia l'attività di docenza presso lo stesso ateneo prima
come professore a contratto, poi come ricercatore e dal 2006 come professore
associato. Titolare del corso di Filosofia politica e supplente di Scienza
politica nella Facoltà di Scienze della formazione dell'ateneo
palermitano. -- è pro-rettore dell'Palermo per la “politiche di
solidarietà sociale e di cooperazione per lo sviluppo”; inoltre è condirettore
della collana “Eterotopie” dell'editore Mimesis di Milano, membro fondatore
della “Società Italiana di Filosofia Politica” e del Centro interdisciplinare
in Bio-politica, Bio-economia e Processi di Soggettivazione a Salerno. Vicepresidente
dell'ONG palermitana della Cooperazione Internazionale Sud-Sud. I suoi ambiti
di ricerca si orientano sulla teoria critica (soprattutto Adorno e Benjamin
della Scuola di Francoforte) e sulla decostruzione post-strutturalista francese
(principalmente Foucault e Deleuze) dai quali ricava strumenti di analisi da
mettere alla prova nel campo della globalizzazione, della governance e dei
diritti umani. Opere Decostruzione di una realtà macchinica, in Il
camaleonte e l'iscrizione, Palermo, Ila Palma, Il capitalismo regolato
statualmente, curatela con Franco Riccio e A. Caruso (Milano, Angeli); “Oltre
la pace: saggi di critica al complesso politico militare, curatela con F. Magno
(Milano, Angeli); “Adorno e Foucault: congiunzione disgiuntiva” (Palermo, ILA
Palma); “Il pensiero (check) anarchico (Verona, Demetra); “Il secolo
deleuziano” (Milano, Mimesis Edizioni); “Il pianeta unico” (Milano, Elèuthera);
“Anarchismo e modernità” (Pisa, BFS); “CruciVerba: lessico per i libertari”
(Milano); “Zero in condotta, Globalizzazione e diritti umani” (Milano,
Mimesis); “Biopolitica e disciplina” (Milano, Mimesis); “Lo sguardo di
Foucault” (Roma, Meltemi); “Governance e democrazia” (Milano, Mimesis). Vaccaro
Prof. Salvatore delegato alle politiche di solidarietà sociale e di
cooperazione per lo sviluppo, su Università degli Studi di Palermo. Mimesis Edizioni: collane. Archiviato iPalermo:
scheda docente., su scienzeformazione.unipa. Biblioteca nazionale di Firenze:
catalogo autore., su opac.bncf.firenze..
Foucault: scheda autore., su portail-michel-foucault.org. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732796325
Grice e Vailati –
semantica filosofica – filosofia italiana (Crema). Essential Italian philosopher. an important figure in the
history of formal semantics, influenced by Peano, who in turn influenced
Whitehead and Russell, and thus Grice. Filosofo. Si laurea a Torino.
Qui insegnò, dopo aver lavorato come assistente di Peano e Volterra. Lscia il suo
posto universitario e così poté proseguire i suoi studi in modo indipendente, e
si guadagna da vivere insegnando matematica. Lascia circa 200 saggi e
recensioni che toccano un'ampia gamma di discipline. La sua opinione nei
confronti della filosofia e che essa fornisse una preparazione e gli strumenti
per il lavoro scientifico. Per questa ragione, e perché la filosofia dove
essere neutrale fra opposte convinzioni, concezioni, strutture teoriche, ecc.,
il filosofo dovrebbe evitare l'uso di un linguaggio tecnico specialistico, ma
dovrebbe usare il linguaggio che la filosofia adotta in quelle aree in cui è
interessata. Ciò non vuol dire che il filosofo debba soltanto accettare
qualunque cosa egli trovi. Un termine del linguaggio ordinario potrebbe essere
problematico, ma le sue carenze dovrebbero essere corrette piuttosto che
sostituite con qualche nuovo termine tecnico. Il suo pensiero sulla
verità e sul significato e influenzato da filosofi come Peirce e Mach. Con
cautela distinse fra significato e verità. La questione di determinare che cosa
vogliamo dire quando enunciamo una data proposizione, non solo è una questione
affatto distinta da quella di decidere se essa sia vera o falsa. Tuttavia, dopo
aver deciso cosa si vuole dire, l'azione di decidere se ciò è vero o falso è
cruciale. Vailati ebbe un pensiero positivista moderato, sia nella scienza che
nella filosofia: "La tattica adottata dai pragmatisti in questa loro
guerra contro l'abuso delle astrazioni e delle unificazioni consiste, come è
noto, nel proporre che, anche nelle questioni filosofiche, come si fa sempre in
quelle scientifiche, si esiga, da chiunque avanzi una tesi, che egli sia in
grado di indicare quali siano i fatti che, nel caso che essa fosse vera,
dovrebbero, secondo lui, succedere (o esser successi), e in che cosa essi
differiscano dagli altri fatti che, secondo lui, dovrebbero succedere (o essere
successi) nel caso che la tesi non fosse vera. Le influenze e i contatti di
Vailati furono molti e vari, e spesso fu etichettato come "l'italiano
pragmatista". Egli deve molto a Peirce e James (fu uno dei primi a
distinguere i loro pensieri), ma egli subì anche l'influenza di Platone e Berkeley
(che egli vide come precursori importanti del pragmatismo), Leibniz, V. Welby-Gregory,
Moore, Russell, Peano eBrentano. Vailati corrispose con molti dei suoi
contemporanei. La prima parte della sua opera comprende scritti sulla
Logica matematica; in essi focalizza l'attenzione sul suo ruolo in filosofia e
distinguendo fra logica, psicologia ed epistemologia; la dottrina recente pone
Vailati e il suo allievo M. Calderoni nella categoria storiografica del
«pragmatismo analitico» italiano. I suoi principali interessi storici
riguardarono la meccanica, la logica e la geometria; egli diede un importante
contributo in molti campi, compreso lo studio della meccanica post-aristotelica
greca, dei predecessori di Galileo, della nozione di definizione e del suo
ruolo nell'opera di Platone e Euclide, delle influenze matematiche sulla logica
e sull'epistemologia, e sulla geometria non-euclidea di Saccheri. E particolarmente
interessato ai modi in cui quelli che potrebbero essere visti come gli stessi
problemi sono inquadrati e trattati in periodi differenti. Il suo lavoro di
storico della scienza fu strettamente connesso con quello filosofico: per le
due attività, infatti, utilizzò gli stessi pensieri e metodologie di fondo.
Vailati vedeva lo studio storico e lo studio filosofico come differenti
nell'approccio ma non nell'argomento; crede, inoltre, che dovesse esserci
cooperazione fra filosofi e scienziati nell'approfondimento degli studi
storici. Ritene anche che una storia completa richiedesse che si tenesse in
conto anche il background sociale pertinente. Il superamento delle teorie
scientifiche, grazie a nuovi risultati, non comporta la loro distruzione,
perché la loro importanza aumenta proprio per il fatto di essere superate. Ogni
errore ci indica uno scoglio da evitare mentre non ogni scoperta ci indica una
via da seguire. La posizione di Vailati sulla storia della scienza ricalca
quella di una serrata critica al positivismo, in un contesto teorico dove il
pragmatismo ammette nuovi strumenti di comprensione e anche di valutazione
della scienza, come mostrano anche le vicende di M. Calderoni (I. Pozzoni, Il
pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni, Roma, IF Press, e di Peano,
il quale vanta certe affinità con il pensiero filosofico del periodo (G.
Rinzivillo, G. Vailati, Storia e metodologia delle scienze in Una epistemologia
senza storia, Roma, Nuova Cultura, e Peano, Contributi invisibili in Una
epistemologia senza storia, I. Pozzoni, Il pragmatismo analitico (Villasanta, Liminamentis);
Peano, In Memoriam, Boll. di matematica, I. Pozzoni, Cent'anni di Vailati” (Liminamentis,
Villasanta); M. Zan, “La formazione di Vailati” (Congedo Editore, Galatina
(Lecce); G. Sava, La psicologia tra Vailati e Brentano, in "Il
Veltro", Roma, Giuseppe Giordano, Giovanni Vailati filosofo della scienza,
Firenze, Le Lettere, Ivan Pozzoni, Il pragmatismo analitico italiano di
Giovanni Vailati, Liminamentis Editore, Villasanta, Lucia Ronchetti, L'archivio in Quaderni di
Acme, Bologna, Cisalpino, Scritti filosofici. TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana; giovanni-vailati.net. Fondo archivistico e librario
conservato presso Milano, Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Vailati, Vailati. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Vailati: la
semantica filosofica," The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
Grice e Valent – la forma del
linguaggio – filosofia italiana (Treviso). “Some like Vitters, but Valent’s my man.”Grice.
Grice: “Valent wrote the only legible introduction to Vitters’s
thought!”Essential Italian philosopher. Filosofo. Insegna a Catania e
Venezia. Si occupa di ontologia, logica dialettica, linguaggio, storia e
interpretazione delle grandi categorie della filosofia occidentale. Dai primi
studi sull'empirismo-scetticismo, sul pensiero italiano e sull'analisi del
linguaggio (Wittgenstein), è giunto ad indagare attorno alla teoria della
negazione e del divenire in chiave dialettica. Sulla base di tali premesse, che
orientavano verso una rilettura dei canoni e dei presupposti del rapporto
ragione-follia, si è impegnato a ridisegnare, insieme con un gruppo di psichiatri
e psicologi del Centro Psico-sociale di Orzinuovi cresciuti nel solco
dell'esperienza critica inaugurata da Basaglia, un modello della psiche
adeguato alla comprensione e alla cura della malattia mentale, dando vita a
quello che è stato definito l'approccio dialettico-relazionale. Collabora con
il gruppo teatrale "Scena Sintetica" nella messa in scena di testi
filosoficamente rilevanti (Parmenide, Eraclito, Melville, Severino, Galimberti).
Presso Moretti è in corso di stampa l'edizione delle sue opera. La sua filosofia
muove da un'originale riformulazione di alcune questioni legate alla filosofia
di Severino, alla tradizione neo-idealistica italiana (Gentile) ma anche neo-scolastica
(Bontadini), e dipendenti dalla riconsiderazione speculativa del concetto del
negativo. Descrivendo la sua formazione si define «resciuto a una scuola
filosofica di ispirazione ontologica, screziata da un netto disegno dialettico
e pungolata dallo scrupolo fenomenologico. Analizzando le implicazioni
concettuali e pratiche della negazione così com'è stata pensata in uno dei
punti più alti e rilevanti della tradizione dialettica, ovvero nella Scienza
della logica di Hegel, critica l'idea intellettualistica della negazione intesa
come esclusione, proponendo al contrario una negazione come inclusione e una
filosofia animata dal principio di ospitalità. Il "no" della
negazione, lungi dal dar vita a una realtà separata, è ciò che innerva il reale
nella sua essenza metamorfica e vitale, nella sua splendida apertura alla
novità, alla trasformazione e al cambiamento di cui il filosofo è appassionato
investigatore. A questo scopo e in evidente autonomia rispetto all'impianto
destinale della filosofia della necessità di Severino, esplora la categoria
modale della possibilità, cercando di mettere in discussione sia l'opposizione
frontale tra realtà e irrealtà, sia la priorità assoluta della positività del
reale nonostante la negatività dell'irreale. L'esserci e non l'essere è, per
Valent, che legge Hegel con Wittgenstein, la determinatezza semantica e
sintattica, il plesso grammaticale e vitale che ricongiunge l'esperienza intesa
come luogo dell'emergere della differenza e dell'incalzare degli eventi con la
teoria della razionalità quale analisi del permanere e della necessità. Ecco
che di contro all'ontologia fondamentale di Severino si fa largo l'idea di una
micro-ontologia intesa non come una “ontologia del piccolo”, bensì, piuttosto,
nel senso che non c'è nessun evento che non si disponga per virtù propria in
una peculiarità di significato, nel vigore elementare e insieme metamorfico di
un qui. Ma micro-ontologia anche come ontologia del remoto,
dell'avverso-diverso, dell'improbabile, dell'anonimo, del folle: di tutto ciò
che insieme si ritiene minore nella capacità di realtà. Con la proposta di una
micro-ontologia intendeva sottolineare l'autonomia e la resistenza del diamante
della dialettica come principio di determinazione semantica fondato sulla
relazione-negazione inclusiva e situato nella prospettiva strategica propria
dell'esserci, rispetto al rischio delle ricadute nella mistica dell'essere e di
quella totalità assoluta che, in quanto tale, appare separata e isolata,
esercitando la sua imposizione distruttiva al di fuori della logica della
relazione e dell'inclusione. Di contro all'autentico totalitarismo di questa
idea di totalità assoluta propone la ripresa del detto eracliteo del Panta δια
pánton, ossia di quel tutto attraverso il tutto che è la forma radicale della
illacerabile relazionalità della vita. Solo se ogni differenza tra gli umani è
un modo differente di essere il tutto allora le discriminazioni tra piccolo e
grande, forte e debole, femmina e maschio, nero e bianco, ricco e povero, sano
e malato, non avranno ragione d'essere (se non in quanto differenti
manifestazioni dell'identico, invece che differenze di principio e di valore. Opere:
Verità e prassi (Vannini, Brescia); La forma del linguaggio. Studio sul Tractatus
logico-philosophicus” (Francisci, Abano Terme (Padova), Invito a Wittgenstein,
Mursia, Milano; “Asymmetron, Quaderni de "Il Palazzo della Grande
Utopia", Milano Dire di no. Filosofia Linguaggio Follia, Teda,
Castrovillari (Cosenza); Dire di no. Scritti teorici, Opere (Moretti, Bergamo);
“Asymmetron: microntologie della relazione. Scritti teorici 2, in Opere di
Italo Valent V, a c. di Tagliapietra, Moretti & Vitali, Bergamo. Panta
διαpánton. Scritti teorici su follia e cura, in Opere di Italo Valent VI, a c.
di Tagliapietra, Moretti&Vitali, Bergamo. La forma del linguaggio. Studio
sul "Tractatus logico-philosophicus. Scritti su Wittgenstein, Sophón.
Aforismi per l'anima, a c. di Valent, con un saggio di Andrea Tagliapietra,
Moretti&Vitali, Bergamo. Opere. La filosofia, prima di ogni altra definizione
dotta, è amore per la realtà. In ricordo, in "XÁOS. Giornale di
confine", Dire di no. Scritti teorici, Panta διαpánton. Scritti teorici su
follia e cura. Italo Valent. Valent. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Valent”, The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731887331/in/datetaken/
Grice
e Valeri -- uno spazio tra se e se –
l’antropologia filosofica come ricerca dell’intersoggetivo -- filosofia
(Somma Lombardo). Essential Italian philosopher. Grice: “I especially like his
idea of anthropology, alla Kant, as the search for the subject.” “Tra se e se.”
Filosofo. Laureatosi in
filosofia a Pisa, quale allievo pure della Scuola normale superiore, discutendo
una tesi sul pensiero di Lévi-Strauss, con relatore Barone, si rivolse agli studi di antropologia,
conseguendo un dottorato di ricerca a Pisa. Le sue ricerche riguardarono molti
argomenti, fra cui, i sistemi politici, la parentela e il matrimonio, la
ritualità, così come l'antropologia sociale ed economica, la storia comparata
degli usi e costumi dei popoli, che condusse lungo la linea di pensiero del suo
maestro Lévi-Strauss. Gli è stato assegnato per i suoi studi e le sue ricerche
di antropologia culturale, il premio ”Guggenheim Fellowship“ per le scienze
sociali. Fra i molti suoi lavori. Cura pure diverse voci antropologiche
per l'Enciclopedia Einaudi. Tra le sue molte opere pubblicate postume, il
saggio “Uno spazio tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto” che
può considerarsi una sua autobiografia intellettuale. Saggi: Uno spazio
tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto (Roma); S. Ghiaroni,
"Società, soggetto, sacrificio. La teoria del sacrificio di Valeri",
in Studi e materiali di storia delle religioni, S. Ghiaroni, ”Società, Soggetto, Sacrificio.
La teoria del sacrificio di Valerio Valeri tra Hawaii e Indonesia“, Studi e
materiali di storia delle religioni, Dal titolo: Natura e cultura: introduzione
alla teoria dello scambio e della parentela di Claude Levi-Strauss, Pisa, A. A.
Per notizie biografiche più esaustive, riferirsi alle xxvii-xix dell'opera: in merito alla
rilevanza di Valeri come studioso e ricercatore; Valerio Valeri. Valeri.
Keywords: antropologia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valeri” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732762370/in/datetaken/
Grice
e Valla – volutta – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma).
essential Italian philosopher. Filosofo. Nato da genitori di origini piacentine (il padre
era l'avvocato Luca della Valle), riceve la sua prima educazione a Roma e
Firenze, imparando il greco da G. Aurispa e da R. Aretino. Lo guida lo zio
materno Melchiorre Scribani, un giurista funzionario in Curia. La sua
prima opera e il De comparatione Ciceronis Quintilianique ("Confronto fra
Cicerone e Quintiliano"), in cui elogia il latino di Quintiliano a scapito
di quello di Cicerone, andando contro all'idea corrente e mostrando già in
questo primo scritto il suo gusto per la provocazione. Quando muore lo zio,
spera di ottenere un impiego nella Curia Pontificia. Ma i due autorevoli
segretari A. Loschi e P. Bracciolini, ferventi ammiratori di Cicerone, si opponeno
all'assunzione/ Grazie all'aiuto di A. Beccadelli, detto il Panormita, e chiamato
ad insegnare retorica a Pavia, succedendo al maestro bergamasco G. Barzizza. Questi
anni furono fondamentali per lo sviluppo della sua filosofia. Pavia e infatti
un vivo centro culturale e egli puo approfondire le sue conoscenze giuridiche,
osservando inoltre l'efficacia del procedimento di analisi critica dei testi,
che lo Studio pavese applicava con rigore. Acquire una grande reputazione con
il dialogo “Della volutta”, nel quale si oppone fermamente alla morale stoica e
all'ascetismo, sostenendo la possibilità di conciliare la morale ricondotto
alla sua originarietà, con l'edonismo, recuperando così il senso della
filosofia di Lucrezio, che sottolinea come tutta la vita dell'uomo sia
fondamentalmente volta alla volutta, intesa non come istintività, ma come
calcolo dei vantaggi e svantaggi conseguenti ad ogni azione. A conclusione del
dialogo,sottolinea, però, come per l'uomo la suprema voluttà e la ricerca
spirituale. Si tratta di un saggio considerevole, poiché, per la prima volta,
una tendenza filosofica che era rimasta confinata nell'ambito della filosofia
romana classica vene rivalutata. Le polemiche che seguirono alla pubblicazione
del testo, gli costringe a lasciare Pavia. Da allora passa da un luogo
all’altro, accettando brevi incarichi e tenendo lezioni in diverse città. Fa la
conoscenza del re Alfonso V al cui servizio entra. Il re ne fa il suo
segretario, lo difende dagli attacchi dei suoi nemici e lo incoraggia ad aprire
una scuola a Napoli. Durante il pontificato di Eugenio IV, pubblica sulla
falsa donazione di Costantino, “De falso credita et ementita Constantini
donatione". In esso, con argomentazioni storiche e filologiche, dimostra
la falsità della donazione di Costantino, documento apocrifo in base al quale
la chiesa giustifica la propria aspirazione al potere temporale. Secondo questo
documento, infatti, sarebbe stato lo stesso imperatore Costantino, trasferendo
la sede dell'impero a Costantinopoli, a lasciare alla Chiesa di Roma il
restante territorio dell'Impero romano. La dimostrazione di Valla è accettata e
lo scritto è datato all'VIII secolo o IX secolo. Quid, quod multo est
absurdius, capit ne rerum natura, ut quis de Constantinopoli loqueretur tanquam
una patriarchalium sedium, que nondum esset, nec patriarchalis nec sedes, nec
urbs christiana nec sic nominata, nec condita nec ad condendum destinata?
Quippe privilegium concessum est triduo, quam Constantinus esset effectus
christianus, cum Byzantium adhuc erat, non Constantinopolis. E, ciò che è molto
più assurdo e non rientra nella realtà dei fatti, come si può parlare di
Costantinopoli come di una delle sedi patriarcali, quando ancora non era né
patriarcale né una sede né una città cristiana né si chiamava così, né era
stata fondata, né la sua fondazione era stata decisa? Infatti il privilegio fu
concesso tre giorni dopo che Costantino si fece cristiano, quando Bisanzio
esisteva ancora e non Costantinopoli. Dimostra che anche la lettera ad Abgar V
attribuita a Gesù e un falso e, sollevando dubbi sull'autenticità di altri
documenti spuri e ponendo in discussione l'utilità della vita monastica e
mettendone in luce anche l'ipocrisia nel De professione religiosorum ("La
professione dei religiosi"), suscita l'ira delle alte gerarchie
ecclesiastiche. E obbligato, pertanto, a comparire davanti al tribunale
dell'Inquisizione, alle cui accuse riusce a sottrarsi soltanto grazie
all'intervento del re. Visita nuovamente Roma, dove i suoi avversari sono ancora
molti e potenti. Riusce a salvarsi da morte certa travestendosi e ritornando a
Napoli. Vengono divulgati gli Elegantiarum libri sex, i sei libri
sull'"eleganza" della lingua Latina. Il saggio raccoglie una serie
straordinaria di passi desunti dai più celebri scrittori latini (Virgilio,
Cicerone, Livio), dallo studio dei quali occorre codificare i canoni
linguistici, stilistici e retorici della lingua latina. Il saggio costitue la
base scientifica del movimento umanista impegnato a riformare il latino sullo
stile ciceroniano. In le "Emendationes sex librorum Titi Livii"
discute, col suo modo di scrivere brillante e caustico, correzioni ai libri
21-26 di Livio in opposizione ad altri due intellettuali della corte napoletana
il Panormita ed il Facio che non avevano il suo stesso spessore
filologico. Con la morte del re, la sua fortuna inizia a volgere in
meglio. Recatosi nuovamente a Roma, e ricevuto da Niccolò V. Assume il ruolo a
lui più consono di professore di retorica, ma non perde nemmeno il suo spirito
caustico e inizia a criticare la Vulgata, facendo confronti con l'originale
greco sminuendo il ruolo di traduttore dGirolamo e giudica spuria la
corrispondenza tra Seneca e Paolo. Sotto Callisto III raggiunse il culmine
della carriera, divenendo segretario apostolico. È quasi impossibile farsi
un'idea precisa della sua vita privata e di suo carattere, essendo i documenti
nei quali vi si fa riferimento sorti in contesti polemici e, pertanto, fonte
più di esagerazioni e calunnie che di testimonianze attendibili. Appare
comunque come persona orgogliosa, invidiosa e irascibile, caratteristiche cui
però si affiancano le qualità di elegante umanista, critico acuto e scrittore
pungente nella sua continua e violenta polemica sul potere temporale della
Chiesa di Roma. -- è un personaggio di eccezionale importanza soprattutto
quale rappresentante del più puro umanesimo. Con le sue spietate critiche alla
Chiesa di Roma e un precursore di Lutero, ma fu anche il promotore di molte
revisioni di testi La sua filosofia si basa su una profonda padronanza
della lingua latina e sulla convinzione che fosse stata proprio
un'insufficiente conoscenza del latino la vera causa del linguaggio ambiguo di
molti filosofi. Valla era convinto che lo studio accurato e l'uso corretto
della lingua fosse l'unico mezzo di acculturazione feconda e comunicazione
efficace: la grammatica e un appropriato modo di esprimersi erano a suo modo di
pensare alla base di ogni enunciato e, prima ancora, della stessa formulazione
intellettuale. Da questo punto di vista la sua filosofia e tematicamente coerente, in quanto ciascuna delle
parti si sofferma innanzitutto sulla lingua, sul suo impiego rigoroso e
sull'individuazione delle applicazioni erronee della grammatica latina. Il
profondo distacco storico ci permette di distinguere la sua filosofia in due
filoni, quello critico e quello filologico. Sebbene avesse saputo mostrare
eccezionali doti di storico negli scritti critici, questa capacità non è però
riscontrabile nell'unico lavoro definito storico, cioè nella biografia di
Ferdinando d'Aragona, tutto sommato un modesto elenco di aneddoti. Nel
III secolo l'Impero romano inizia a tramontare, il che si palesava non solo
nell'indebolimento delle forze politiche e militari, ma anche nello sfaldamento
dell'ordinamento interno e soprattutto nell'imbarbarimento della cultura. La
crisi generale e l'accettazione di molte genti non italiche tra i cittadini
romani provocano un lento ma significativo allontanarsi dalla lingua verso
forme dialettali e meno eleganti. Si evidenzia la necessità di uno sviluppo della
lingua che presuppone la canonizzazione della parlata popolare e della sua
semplice grammatica. Sono i primi sintomi della nascita del volgare, che
necessita di un millennio per svilupparsi pienamente. Durante questa
lunghissima transizione, in tutta l’Italia ci fu un'enorme incertezza
linguistica. Il romano classico cede lentamente il posto ad una mescolanza di
nuovi idiomi che combatteno per la supremazia. Gli effetti di questo
periodo di passaggio sono ben visibili soprattutto nelle traduzioni che via via
nasceno dal romano verso l'italico, poché la linea di demarcazione tra il
romano e il volgare e fluttuante e nessuno dei traduttori puo dirsi un vero
esperto in materia. E il primo a stabilire un limite alla volgarizzazione, decidendo
che un cambiamento oltre tale limite fa già parte del processo di sviluppo. In
questo modo riusce non solo a salvaguardare la purezza del romano, ma pose anche
le basi per lo studio e la comprensione del volgare nato dal romano. Si
pone tra i maggiori esponenti dell'umanesimo non solo per il suo costante
apporto di punti di vista umanistici, bensì anche per la sua annosa avversione
alla cultura scolastica. È indicativa ad esempio la sua tesi in “Della
volutta” sugli errori dello stoicismo praticato dagli asceti che non avrebbero
preso in debita considerazione le leggi naturali, dunque divine. La morale
consiglierebbe infatti, a suo avviso, un'esistenza allegra e godereccia che non
precluderebbe in alcun modo l'aspirazione alle gioie del paradiso.
Analogamente, nelle “Dialecticae Disputationes”, confuta il dogmatismo di
Aristotele e la sua arida logica che non offre insegnamenti o consigli, bensì
discute solo di parole senza raffrontarle con il loro significato nella vita
reale. Altrettanto critico si dimostra (nelle Adnotationes in Novum
Testamentum) quando usa la sua profonda padronanza del latino per provare che
sono state le traduzioni maldestre di alcuni passi del Nuovo Testamento a
causare incomprensioni ed eresie. È a lui dedicata una Fondazione che in
collaborazione con Mondadori, pubblica la collana dei romani i in cui vengono
proposte edizioni critiche di testi classici. L'arte della grammatica, P.
Casciano (Milano, Mondadori); La falsa Donazione di Costantino, G. Pepe,
Firenze, Ponte alle Grazie, Scritti filosofici e religiosi, G. Radetti,
Firenze, Sansoni, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, “Repastinatio
dialectice et philosophie” (Padova, Antenore). Treccani enciclopedia/lorenzo-valla
(Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia) E. Garin, "La letteratura degli
umanisti", in E. Cecchi-N. Sapegno Letteratura italiana, III, Il
Quattrocento e l'Ariosto, Milano, Garzanti); Basilica Papale SAN GIOVANNI IN
LATERANO, su vatican.va. Pubblicate per la prima volta da Erasmo da Rotterdam. G. Antonazzi, “Valla e la polemica sulla donazione
di Costantino, Roma); S. Camporeale, Valla. Umanesimo e teologia, Firenze,
Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento,Wilhelm Fink, M. Laffranchi,
Dialettica e filosofia in Valla, Milano, Vita e Pensiero, G. Mancini, Vita di Valla, Firenze, G. C.
Sansoni; L. M. Regoliosi, “Valla. La riforma della lingua e della logica: Atti
del convegno del Comitato Nazionale, Prato) Firenze, Polistampa, Donazione di
Costantino. Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Rita Pagnoni Sturlese. Su
treccani. in Il contributo italiano alla storia del pensiero Filosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, La falsa donazione di Costantino, su
classic italiani. La tomba su penelope.uchicago, Laurentius Vallensis. Lorenzo
Valla. Valla. Keywords: rinascimento. Refs.: Luigi Speranza, “Valla e
Grice,”per la Fondazione Lorenzo Valla, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688559016/in/photolist-2mPq5pS-2mKPBS1-2mKxnN1-CiAmxk-BvUfSB-jkJZJm-js45BA-jkGK9m-jkK47d-jkEKUz
Vallauri (Roma). essential Italian
philosopher. “Italians, especially noble ones, love a long surname, so this is
Luigi Lombardi Vallauri. I say: if he wants to keep the Vallauri, that’s what
he’ll go with by!”Lombardi Vallauri. Grice: “He favours animal rights, as I
do.”Filosofo e professore universitario italiano. È stato Professore
di filosofia del diritto presso l'Università Cattolica di Milano e l'Università
degli Studi di Firenze. Dal ha insegnato
all'Università degli Studi dell'Insubria e all'Università degli Studi di
Sassari, dalla quale è stato chiamato per "chiara fama". Nasce
e cresce in contesto familiare profondamente cattolico. Nipote del predicatore
gesuita Riccardo Lombardi, cugino del direttore della Sala stampa vaticana
Federico Lombardi, nonché nipote di Gabrio Lombardi, si avvia alla formazione
teologica alla Gregoriana di Roma. Nello stesso periodo consegue la laurea in
Giurisprudenza col massimo dei voti presso l'Roma, suo maestro è stato Emilio
Betti. Abbandonata la vocazione sacerdotale intorno a vent'anni, dopo la laurea
perfeziona gli studi giuridici in Germania e vince molto presto il concorso per
la Libera docenza. Diviene Professore in Filosofia del diritto
all'Firenze, dove ha insegnato anche Argomentazione giuridica e Filosofia del
diritto avanzata. Ottiene la cattedra in Filosofia del diritto anche
all'Università Cattolica di Milano. Dopo il collocamento a riposo insegnerà
presso le Como e Sassari. Massimo esperto di teoria dell'interpretazione
giuridica, già direttore dell'Istituto per la documentazione giuridica del CNR e
presidente della Società italiana di filosofia giuridica e politica -- è autore
di una vastissima serie di saggi filosofico-giuridici. Con il suo Terre: Terra
del Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre ha aperto un nuovo filone della
sua ricerca, dedicato alla filosofia della religione e della spiritualità. Al
saggio Nera Luce, apparso nel 2001, Lombardi Vallauri ha consegnato la sua
critica serrata ai dogmi del cattolicesimo e l'approdo all'apofatismo. I suoi
interessi recenti riguardano la tutela giuridica dei diritti degli animali. È
vegano. Fonda e conduce, un gruppo di meditazione teso a esplorare le
possibilità di una vita contemplativa all'altezza del sapere moderno. Il suo
ultimo libroche traduce in scrittura il seguitissimo corso di meditazioni
tenuto dall'autore per Radio Tre Rai npropone una mistica laica, ossia una
mistica che prescinde da rivelazioni soprannaturali coniugando il pensiero
scientifico occidentale con le tecniche di meditazione tipiche delle filosofie
orientali. Allontanamento dall'Università Cattolica Dal 1976 Lombardi
Vallauri ha insegnato Filosofia del diritto presso l'Università cattolica di
Milano. Tiene una conferenza a Bari e all'inizio decide di sedersi in
terra, giustificandosi presso l'uditorio con la frase. Del Dio che emoziona non
mi sento di parlare seduto su una sedia, quindi, mentre parlerò di questo Dio,
starò seduto in terra». Nel 1998 è stato sospeso dall'attività didattica
a causa del suo insegnamento ritenuto eterodosso rispetto alla dottrina della
Chiesa Cattolica. Fra i punti problematici secondo le autorità
ecclesiastiche, un giudizio di Lombardi Vallauri sul dogma dell'inferno, da lui
definito: incostituzionale in quanto nessun atto per quanto grave può
meritare una pena eterna e perché è contraria ai princìpi più avanzati del
diritto, e specificamente del diritto influenzato dal cristianesimo, una pena
che in nessun modo tenda alla rieducazione/riabilitazione del condannato. Il
professore ha affermato in seguito. Quando i giudici ecclesiastici mi hanno
cacciato fuori dall'Università Cattolica non riuscivano a formulare l'accusa ed
io ho detto: "Ve la do io, il papa è quasi infallibile nell'errare. Dopo
l'esito negativo dei ricorsi giudiziari interni, si è rivolto alla Corte
europea dei diritti dell'uomo. La Corte si è pronunciata a favore del
ricorrente, ritenendo che fossero stati lesi i suoi diritti alla libertà di
espressione (per il provvedimento adottato dalla Cattolica senza contraddittorio)
e a un equo processo (per il rifiuto a pronunciarsi opposto dagli organi
giurisdizionali amministrativi), entrambi garantiti, rispettivamente, dagli
articoli 10 e 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali. Pensiero Nei suoi corsi e libri
Vallauri di è occupato di varie tematiche: filosofia del diritto, critica dei
riduzionismi, filosofia della mente, misticismo, buddismo, sessualità,
meditazione, diritti degli animali. Riassumeva la situazione storica
attuale tramite la seguente formula: [E = (m+e) + i (ab) + fd + oid] ->
[N.O.] -> [(N. e/ax/es)] + (I.P.)] La prima parte è l’equazione del
riduzionismo ontologico: l’essere è riducibile alla somma di materia, energia e
informazione. L’informazione è di due specie: algoritmica e biologica. Il
riduzionismo diventa poi scientismo tecnologico, con l’aggiunta di un fattore
di dominazione, ossia la teoria baconiana del conoscere per dominare, e
dell'organizzazione industriale del dominio portata dalla rivoluzione
industriale. Le conseguenze dello scientismo sono il nichilismo ontologico, ossia
la scomparsa di ogni tipo di spirito (dio angeli anima), il quale può avere due
esiti antitetici: le filosofie del soggetto assoluto e quelle della morte del
soggetto. L’ultima conseguenza del processo è il nichilismo etico assiologico
ed esistenziale, ossia la negazione di norme e valori oggettivi. Esso genera un
vuoto, che nella nostra epoca viene occupato dall’individualismo possessive, ossia
la credenza che gli unici beni sono ricchezza successo e potere. Occorre dunque
articolare una risposta filosofica al riduzionismo, individuando quali realtà
si sottraggano alle sue pretese. L’oggetto principale che sfugge alla riduzione
è la mente. Opere principali Saggio sul diritto giurisprudenziale,
Milano, Amicizia, carità e diritto, Milano); Corso di filosofia del diritto, Padova);
Cristianesimo, secolarizzazione e diritto moderno, Milano, Terre: Terra del
Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre, Milano. Il Meritevole di tutela,
Milano, Logos dell'essere Logos della norma, Bari, Nera luce, Firenze); Riduzionismo
e oltre: Dispense di filosofia per il diritto, Padova, Trattato di Biodiritto.
La questione animale, Milano, Meditare in
Occidente. Corso di mistica laica, Firenze,
Scritti animali. Per l'istituzione d-i corsi universitari di diritto
animale, Gesualdo, Note Sandro Magister, L'inferno? Una vergogna,
L'Espresso. Guadagnucci; Scritti Animali. Per l'istituzione di corsi universitari
di diritto animale, in Visionari, Gesualdo (AV) (Gesualdo, Guadagnucci); R. Bosco,
Cristo o l'India, Verona, Fede e Cultura, Guadagnucci. Sullo scarso fondamento
dei fondamentalismi, Nuovamente. Lombardi Vallauri L., Neuroni, mente, anima,
algoritmo: quattro ontologie, Lettura magistrale al VI congresso della Società
italiana di neuroscienze, Lorenzo
Guadagnucci, Il filosofo degli animali, in Restiamo animali: Vivere vegan è una
questione di giustizia, Milano, Terre di mezzo, Meditare in occidente Corso di mistica laica, ciclo
di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai. Meditare in occidente Corso di mistica laica, ciclo
di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, Meditare in occidenteL'anima di
paesaggio, ciclo di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, edizione. Conferenza/lezione
tenuta dal titolo: Nonviolenza e Animali: un tema antico come le montagne e
sempre più ricco di futuro. Evento organizzato da Progetto Vivere Vegan,
Interviste Sì agli interventi che aiutano i nascituri, intervista di Giancarlo
Perna, LIBERO, l'Unità, Firenze, e Rassegna stampa sul "Caso
Vallauri" I Nuovi Inquisitori, di Giovanni Maria Pace, a Repubblica, A
dialogo con Luigi Lombardi Vallauri, di Neri Pollastri, da Phronesis, V (2007),
n. 9 Note, di Teresa Franza, Officina sedici. Luigi Lombardi Vallauri. Vallauri.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Vallauri” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732400744
Valletta (Napoli). Eessential Italian
philosopher. Grice: “He was a libertine from Naples. I like him. His oeuvre
published in Firenze. Filosofo. Nell'infanzia studiò dapprima letteratura
presso i Gesuiti per poi dedicarsi al diritto.
Insieme a Francesco D'Andrea, fu fra i fondatori dell'Accademia degli
Investiganti, che diede impulso al grande rinnovamento culturale che prese
avvio negli ultimi decenni del Seicento meridionale. Nelle accese polemiche
filosofico-scientifiche tra progressisti e conservatori, il Valletta insieme a
Tommaso Cornelio, Francesco D'Andrea, Leonardo Di Capua e agli altri accademici
investiganti appoggiò attivamente i progressisti. Istituì a sue spese la cattedra di lingua
greca presso l'Napoli, affidando l'incarico di insegnamento al suo maestro ed
amico Gregorio Messere, illustre grecista e filosofo dell'epoca. Cura l'edizione
napoletana delle Opere e del Bacco in Toscana dello scienziato toscano F. Redi.
Grande appassionato e conoscitore di libri, tanto che la sua biblioteca ne
arriva a contenere ben diciottomila, meritandosi l'appellativo di Helluo
librorum et Secli Peireskius alter. Grazie all'interessamento di Vico, il fondo
librario confluì nella Biblioteca dei Girolamini. Saggi: Lettera in difesa
della moderna filosofia e de' coltivatori di essa. Historia filosofica. Lombardi. Antonio Lombardi, Storia della
letteratura italiana nel secolo XVIII. Tipografia camerale. Fausto Nicolini,
Giuseppe Valletta, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gl’Investiganti Francesco D'Andrea Francesco Redi Francesco Valletta,
nipote di Giuseppe.Valletta breve scheda biografica sul sito "Francesco
Redi. Scienziato e poeta alla Corte dei medici". Giuseppe Valetta.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valletta” – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691732621/in/photolist-2mKKxpY-2mKR1CX-2mKPDck-2mKPCGs-2mKU5Gz
Grice e Valore – l’inventario del mondo –
filosofia italiana (Milano). Essential Italian philosopher. Grice: “Having
philosophsided on what Italians call ‘valore,’ I admire Valore!”Filosofo.
Si occupa di metafisica, di ontologia generale e delle implicazioni ontologiche
delle teorie formali. Si è interessato anche dei progetti di linguaggi
artificiali e di lingue ausiliarie. Laureatosi in Filosofia a Milano, vi
ha conseguito il dottorato di ricerca con uno studio su Riferimento, rappresentazione
e realtà in Putnam. Dopo un anno di perfezionamento al King’s College di
Londra, dal 2002 diventa ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia della
Statale di Milano, dove ha insegnato Storia della filosofia contemporanea. La
sua prima produzione è stata dedicata principalmente a studi sulla filosofia
dell'Ottocento e del Novecento e alla riabilitazione di una prospettiva
neotrascendentalista soprattutto in metafisica. Ha partecipato al gruppo
fondatore della rivista Problemata. Quaderni di Filosofia, di cui è stato
caporedattore. Quando la Facoltà di Ingegneria industriale del Politecnico
di Milano gli ha affidato un corso di "Verità e teoria della
corrispondenza", la sua ricerca si è spostata su tematiche sempre più
teoriche, collegate alla filosofia analitica, alla metafisica e all'ontologia
analitica. Organizza e cura il Progetto. Diviene quindi professore aggregato di
Storia della metafisica contemporanea a Milano, di Filosofia teoretica al
Politecnico con corsi dedicati all'ontologia formale e, nel -, di Filosofia
degli oggetti sociali (ontologia sociale) alMilano. Fonda InKoj.
Interlingvistikaj Kajeroj, rivista di studio e discussione accademica sulle
tematiche dei linguaggi artificiali. È stato membro del gruppo di ricerca
European Collaborative Research finanziato dall'European Science Foundation e
dal è il responsabile del progetto per il programma EuroScholars USA European Undergraduates
Research Opportunities). Lavora su un suo progetto di ricerca di ontologia
formale per il quale ha vinto una sponsorizzazione Fulbright nella categoria
Fulbright Visiting Scholar. Collabora con la Rivista di storia della filosofia,
è nel comitato scientifico delle riviste Materiali di estetica, Rivista
Italiana di Filosofia Analitica Junior e Multilinguismo e società ed è direttore
delle collane di filosofia Biblioteca di Problemata (editore LED di Milano) e Ratio.
Studi e testi di filosofia contemporanea (editore Polimetrica di Monza). Saggi:“Trascendentale
e idea di ragione. Studio sulla fenomenologia banfiana” (Firenze, La Nuova
Italia); “Rappresentazione, riferimento e realtà” (Torino, Thélème); “L'inventario
del mondo. Guida allo studio dell'ontologia, Torino, Pomba, La sentenza di
Isacco. Come dire la verità senza essere realisti, Milano-Udine, Mimesis, Curatele
Antonio Banfi, Platone. Lezioni, (Valore),
Milano, Unicopli, Forma dat esse rei. Studi su razionalità e ontologia, Milano,
Led, Paolo VaArs experientiam recte intelligendi. Saggi filosofici, Monza, Polimetrica,
Da un punto di vista logico. Saggi logico-filosofici, Milano, Cortina); Materiali
per lo studio dei linguaggi artificiali (Milano, Cuem); “Questioni di metafisica
contemporanea” (Milano, Il Castoro); Quine (Milano, Angeli). Monaco di iera,
Grin Verlag,. Pubblicato anche, con il titolo Interlinguistica e filosofia dei
linguaggi artificiali, come numero monografico per la prima uscita del giornale
accademico multilingue InKoj. *Interlingvistikaj Kajeroj. Pisa, Edistudio, Dispense
universitarie La categoria di sostanza in Aristotele, Milano, Cuem, Introduzione
al dibattito contemporaneo sulla distinzione tra analitico e sintetico (Milano.
Cuem); Questioni di ontologia quineana (Milano, Cusl); La struttura
logico-analitica dell'ontologia herbartiana (Milano, Cusl); Laboratorio di
ontologia analitica, Milano, Cusl); Verità e teoria della corrispondenza (Milano,
Cusl); Philosophy of Social Objects (Milano, Bocconi); Bibliografie ragionate
Ontologia, Milano, Unicopli, Verità, Milano, Unicopli,Saggi e articoli n Acme, "Idealizzazione della verità e
coerentismo. Due perplessità sul realismo della 'seconda ingenuità'", in
Iride. Filosofia e discussione pubblica, "La 'posizione' esistenziale e il
giudizio ipotetico nell'ontologia herbartiana: il caso degli oggetti inesistenti",
in Poggi, Natura umana e individualità psichica. Scienza, filosofia e religione
in Italia (Milano, Unicopli); “Sull'idea di una logica trascendentale", in
Chora. Laboratorio di attualità, scrittura e cultura filosofica, "Alcune
note sull'attualità dell'ontologia nella filosofia contemporanea più
recente", in Valore, Forma dat esse
rei..., "L'interpretazione semantica del trascendentale e l'ontologia del
mondo reale in Giulio Preti", in Paolo Valore, Forma dat esse rei..., "Il mestiere antico e nuovo del
filosofo", in la Repubblica, (sMilano). "Fisica e geometria come modelli di
lavoro per l'ontologia. Un'interpretazione del metodo delle relazioni”, Dall'epistolario
di Preti a Banfi", Ad Antonio Banfi cinquant'anni dopo, Milano, Unicopli, "Due
tipi di parsimonia. Alcune considerazioni sul costruttivismo e il nominalismo
ontologico", in La filosofia e i linguaggi, Macerata, Quodlibet. "Cosa c'è che non va nell'idea di una
lingua cosmica. Il caso del LINCOS di Freudenthal", in Multilingusimo e
Società, "Nothing is part of
everything", in Giornale di filosofia, Ontologie/8 ():
giornaledifilosofia.net La rivista è
consultabile sul sito specifico dell'Milano.
Volume recensito da Massimo Dell'Utri sulla rivista Iride. Filosofia e
discussione pubblica, Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura, e da Marazzi sulla Rivista di filosofia neoscolastica,Volume
recensito da Conrad Gesner Jr. sulla rivista Belfagor. Rassegna di varia
umanità, Volume recensito da M. Bianchetti sulla rivista Chora. Laboratorio di
attualità, scrittura e cultura filosofica, Volume recensito da: Giardino sulla Rivista di
filosofia, nnell'articolo "Tra i cavalli alati e la realtà", su Il manifesto,
Francesco Armezzani su SWIF Volume recensito da R. Corsetti su “L'esperanto.
Revuo de itala esperanto-federacio”, Volume recensito da sulla rivista web
Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura Si tratta di un eBook
accessibile solo con password. Si tratta
di una replica critica all'articolo di Patrizia Valduga "Trentuno filosofi
all'anagrafe", pubblicato su la Repubblica, (sezione Milano). Profilo accademico su immaginidellamente.
Elenco completo delle pubblicazioni sul sito universitario academia.edu. Paolo
Valore. Valore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valore” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51730921887
Grice
e Vanini – peripatetici – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taurisano).
Essential Italian philosopher. “If you speak Italian, you should never confuse
Vaninin with Vanninin.” -- Grice. Filosofo. Fra i primi esponenti di rilievo del libertinismo erudito. Nasce
a Taurisano, casale di Terra d'Otranto, nella famiglia che il padre Giovan
Battista, uomo d'affari originario di Tresana in Toscana, costitusce sposando
una Lopez de Noguera, appartenente a una famiglia spagnola appaltatrice delle
regie dogane della Terra di Bari, della Terra d'Otranto, della Capitanata e
della Basilicata. Anche un successivo documento scoperto nell'Archivio segreto
vaticano, lo qualifica pugliese, confermando il luogo di nascita ch'egli si
attribuisce nelle sue opere. Nel censimento ufficiale della popolazione
del casale di Taurisano figurano solo i nomi di Giovan Battista Vanini, del
figlio legittimo Alessandro, e del figlio naturale Giovan Francesco. Nessun
cenno della moglie e dell'altro figlio legittimo Giulio Cesare. Si ha motivo di
ritenere che il padre sia rientrato a Napoli. Sistemata ogni pendenza
economica, entra nell'ordine carmelitano assume il nome di Gabriele e si
trasferisce a Padova per intraprendere gli studi. Giunge nelle terre della
Repubblica di Venezia quando le polemiche provocate due anni prima
dall'interdetto di Paolo V sono ancora vivacissime. Durante il soggiorno
padovano entra in contatto con il gruppo capeggiato da P. Sarpi che, con
l'appoggio dell'ambasciata inglese a Venezia, alimenta la polemica anti-papale. Consegue
a Napoli il titolo di dottore in utroque iure, superando l'esame che gli
consente di esercitare la professione di dottore nella legge civile e canonica.
Come verrà descritto in documenti posteriori, assimila una grande cultura. Parla
assai bene il latino e con una grande facilità, è alto di taglia e un po'
magro, ha i capelli castani, il naso aquilino, gli occhi vivi e fisionomia gradevole
ed ingegnosa. Divenuto maggiorenne, si fa riconoscere da un tribunale della
capitale erede di Giovan Battista. Con una serie di rogiti e procure notarili
redatte a Napoli, inizia a sistemare ogni pendenza economica conseguente alla
morte del padre. Vende una casa di sua proprietà sita in Ugento, a pochi
chilometri dal suo paese d'origine. Dà mandato a uno zio di assolvere incarichi
dello stesso tipo, incarica l'amico Scarciglia di recuperagli una somma e gli
vende alcuni beni rimasti a Taurisano e tenuti in custodia dai due
fratelli. Partecipa alle prediche quaresimali, attirandosi i sospetti
delle autorità religiose. In conseguenza dei suoi atteggiamenti anti-papali,
e allontanato dal convento di Padova e rinviato, in attesa di ulteriori
sanzioni disciplinari, al Provinciale di Terra di Lavoro con sentenza del
generale dell'Ordine Carmelitano, Silvio, ma fugge in Inghilterra, insieme con
il confratello genovese Bonaventura Genocchi. Nel viaggio, toccano Bologna,
Milano, i Grigioni svizzeri e discendono il corso del Reno sino alla costa del
Mare del Nord, attraversando la Germania, i Paesi Bassi, il canale della Manica
e giungendo infine a Londra e a Lambeth, sede arcivescovile del Primate
d'Inghilterra. Qui i due frati rimarranno per quasi due anni, nascondendo la
loro reale identità perfino ai loro ospiti inglesi, poiché è provato che lo
stesso arcivescovo di Canterbury, George Abbot, li conosceva sotto un nome
diverso da quello reale. Nella Chiesa londinese detta dei Merciai o
degl’Italiani, alla presenza di un folto auditorio e di Bacone, Vanini e il suo
compagno fanno una pubblica sconfessione della loro fede cattolica,
abbracciando la religione anglicana. In realtà i due frati non hanno tagliato i
ponti con i loro ambienti di provenienza: infatti nel Genocchi viene raggiunto
da una lettera molto amichevole di un amico e confratello genovese, Gregorio
Spinola. A loro volta, le autorità cattoliche vengono subito informate di
questo caso. -- è il nunzio a Parigi ad avvertire la Segreteria di Stato
vaticana che due frati veneziani non meglio identificati sono fuggiti in
Inghilterra e si sono fatti ugonotti, che un vescovo italiano sta per seguirli e
che lo stesso Sarpi, morto il doge e privato della sua protezione, per non
cadere in mano dei suoi nemici, è sul punto di fuggire in Palatinato tra i
protestanti. Analoga notizia, arricchita di altri particolari, viene inoltrata
dal nunzio in Fiandra al cardinale Borghese a Roma, che risponde mostrandosi
già al corrente dei fatti e dell'esatta identità dei due frati. Sa che la fuga
di Vanini, di Genocchi, di Sarpi e di un non ancora identificato vescovo italiano
potrebbe portare alla ricostituzione in terra protestante del gruppo di
opposizione al papato già operante nella Repubblica veneta al tempo
dell'interdetto. Il nunzio Ubaldini da Parigi continua a inviare a Roma
dettagli sulla condotta dei due frati rifugiati in Inghilterra, sulle loro
predicazioni, su come sono stati accolti a corte e dalle autorità religiose, su
come si continui a parlare dell'arrivo del vescovo italiano. La Segreteria di
Stato vaticana esorta il nunzio in Francia ad attivare i suoi confidenti in
Inghilterra al fine di scoprire l'identità del vescovo intenzionato a
rifugiarvisi. Il cardinale Ubaldini da Parigi assicura alla Segreteria di Stato
tutto il suo impegno in merito all'argomento dei due frati. Nello stesso
dispaccio afferma che non mancherà di informare di ogni dettaglio anche il
cardinale Arrigoni, che gli ha scritto in merito per conto del Papa e della
Congregazione del Sant'Uffizio. Evidentemente a quella data la condotta
veneziana e la successiva fuga dei due frati era già diventata argomento di
discussione dell'Inquisizione Romana. Un'altra lettera del cardinale
Borghese invita il nunzio in Francia ad essere vigile sulla faccenda della fuga
del vescovo in Inghilterra e, nel caso egli passi per il suolo francese, a far
di tutto per «farlo ritenere», come suggerisce il Papa e «come sarebbe molto a
proposito». In dicembre il Nunzio Ubaldini invia da Parigi al cardinale
Borghese notizie dettagliate e di tenore molto diverso rispetto alle precedenti
sui due frati, attestando la buona reputazione di cui essi godono in
Inghilterra e la fiducia che possano presto essere recuperati alla Chiesa di
Roma. Questa lettera viene poi trasmessa al tribunale dell'Inquisizione romana
che nei primi giorni del gennaio successivo inizia di fatto a istruire il
processo contro Vanini. Nei mesi successivi si hanno varie notizie di un
gran traffico di suppliche e lettere dei due frati a Roma, specialmente tramite
l'ambasciatore spagnolo a Londra, per ottenere il perdono del papa e il rientro
nel Cattolicesimo. Le autorità religiose inglesi ne vengono segretamente
informate e dispongono un'attenta sorveglianza nei confronti dei due
frati. Tra la fine dele l'inizio del Vanini si reca in visita
all'Cambridge e poi ad Oxford; qui confida ad alcuni conoscenti la sua ormai
imminente fuga dall'Inghilterra, cosicché in gennaio i due frati vengono
arrestati dalla guardie dell'arcivescovo dopo una funzione religiosa nella
chiesa "degli Italiani" e rinchiusi in case di alcuni servi
dell'arcivescovo. Scoppia un grande scandalo e dell'episodio vengono informati
il re e le massime autorità dello Stato, in quanto nelle operazioni di recupero
appaiono chiaramente coinvolti agenti di nazioni straniere accreditati nelle
ambasciate a Londra. Altissime personalità cattoliche da Roma seguono la
vicenda e la favoriscono con grande calore. In febbraio Genocchi,
eludendo la sorveglianza e con l'aiuto di agenti stranieri, fugge dalla
prigione e dall'Inghilterra; in conseguenza di ciò, viene trasferito in luogo
più sicuro e rinchiuso nella Carzel publica, ovvero nella Gatehouse adiacente
all'Abbazia di Westminster. Dilaga lo scandalo; volano le accuse di leggerezza
nei confronti dei fautori della fuga dei due frati dall'Italia, mentre
cominciano a circolare apertamente i nomi del cappellano dell'ambasciatore
veneto a Londra, Girolamo Moravo, e dell'ambasciatore spagnolo quali autori del
clamoroso recupero. Dalla Curia romana si continua a seguire la vicenda e a
favorirla in ogni modo. A Londra viene intanto istruito il processo a
Vanini: il frate rischia una severa punizione, non il rogo come i martiri della
fede (come il carmelitano scriverà con enfasi poi nelle sue opere), ma una
lunga deportazione in desolate colonie lontane, come l'arcivescovo Abbot
suggerisce al re. La fuga da Londra. Anche Vanini riesce a evadere di
prigione e a fuggire dall'Inghilterra, sempre grazie all'aiuto degli agenti
dell'ambasciatore spagnolo a Londra, incoraggiato da alte personalità romane e
del cappellano dell'ambasciata della Repubblica Veneta, che si avvale anche
dell'opera di alcuni servi dell'ambasciatore stesso, ma all'insaputa di
questi. Due anni dopo, durante il processo della Repubblica Veneta contro
l'ambasciatore Foscarini per spionaggio e per aver consentito ad Abbot di
sottoporre ad interrogatorio il personale dell'ambasciata, vengono alla luce
anche dettagli sulla complicità della fuga di Vanini da Londra. Vanini e
Genocchi arrivano a Bruxelles e si presentano al Nunzio di Fiandra, Guido
Bentivoglio, che li attende da tempo. Vengono iniziate le prime pratiche per la
concessione del perdono per la fuga in Inghilterra e per l'apostasia e viene
loro accordato di tornare in Italia e di vivervi in abito di prete secolare,
senza più indossare l'abito religioso, ma con il vincolo dell'obbedienza al
loro superiore. Forti di tali concessioni, alla fine di maggio i due frati
vengono posti sulla via per Parigi, dove devono presentarsi al Nunzio di quella
città, Roberto Ubaldini. All'incirca nello stesso periodo giunge a Parigi
anche l'ultimo frate "recuperato" dall'Inghilterra, fra' Nicolò da
Ferrara, al secolo Camillo Marchetti. Altri due frati, invece, non ottengono il
perdono dalle autorità cattoliche. Lione, la città vecchia A Parigi,
nell'estate del, durante la permanenza presso la sede del Nunzio Ubaldini,
Vanini si inserisce nella polemica relativa all'accettazione dei principi del concilio
di Trento in Francia, che tardava ad arrivare a causa del rifiuto di parte del
clero gallicano; per orientare gli animi nella direzione voluta dalla Santa
Sede, scrive i Commentari in difesa del concilio di Trento, di cui egli poi
intende avvalersi, come scrive Ubaldini ai suoi superiori in Roma, per
dimostrare la sincerità del suo ritorno nella fede cattolica. Riprende
quindi la strada per l'Italia, dirigendosi a Roma, dove deve affrontare le
difficili fasi finali del processo presso il tribunale dell'Inquisizione.
Dimora per qualche mese a Genova, dove ritrova l'amico Genocchi e si guadagna
da vivere insegnando filosofia ai figli di Scipione Doria. Nonostante le
assicurazioni ricevute, il ritorno dei frati non è del tutto tranquillo: nel
gennaio Genocchi viene inaspettatamente arrestato dall'Inquisitore di Genova; a
Ferrara accade lo stesso all'altro frate "recuperato", Camillo
Marchetti. Vanini teme che gli accada la stessa sorte, fugge nuovamente in Francia
e si dirige a Lione. Gl’esiti finali delle esperienze capitate al frate
genovese e a quello ferrareseche vennero rilasciati dopo un breve periodo di
detenzione e restituiti alla normale vita religiosasembrano indicare che forse
Vanini esagerò il pericolo insito in queste operazioni di polizia
dell'Inquisizione. In Francia' A Lione, pubblica l' “Amphitheatrum”, che
egli intende esibire in sua difesa alle autorità romane, come si legge in un
dispaccio di Ubaldini alle autorità romane. Esso è dedicato a Francesco de
Castro, ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, già collegato con la
famiglia Vanini, da cui il frate fuggiasco s'aspetta un aiuto nell'operazione
della concessione del perdono da parte delle autorità romane. Poco tempo
dopo, grazie anche agli appoggi acquisiti presso certi ambienti cattolici con
la pubblicazione della sua opera, Vanini ritorna a Parigi e si ripresenta al
Nunzio Ubaldini, chiedendogli di intervenire in suo favore presso le autorità
di Roma. In agosto il prelato scrive al cardinale Borghese, chiedendo chiare
indicazioni sulla sorte dell'ex-carmelitano. Non si conosce la risposta del
Segretario di Stato; Vanini, comunque, non ritorna più in Italia e riesce
invece a trovare la strada e i mezzi per entrare in ambienti molto prestigiosi
della nobiltà francese. Nel 1616, in pochi mesi, Vanini completa un'altra
sua opera, il De Admirandis Naturae Reginae Deaeque Mortalium Arcanis, ed
l'affida a due teologi della Sorbona perché ne autorizzino la pubblicazione,
secondo le norme del tempo vigenti in Francia; l'opera è pubblicata in
settembre a Parigi. Essa è dedicata a François de Bassompierre, uomo potente
alla corte di Maria de' Medici, ma è stampata da Adrien Perier, tipografo notoriamente
protestante. Il lavoro vede la luce in un ambiente ricco di pubblicazioni che
vengono guardate con sospetto dai rappresentanti cattolici e che provocano
pesanti condanne, fino al rogo. L'opera del Vanini ottiene un immediato
successo presso certi ambienti della nobiltà, popolati di giovani spiriti che
guardano con interesse alle innovazioni culturali e scientifiche che vengono
dall'Italia. In questo senso il De Admirandis costituisce una summa, esposta in
modo vivace e brillante, del nuovo sapere; dà una risposta alle esigenze del
momento di questo settore della nobiltà francese; diviene una specie di
"manifesto" culturale di questi esprits forts e rappresenta per
Vanini una possibilità di stabile permanenza negli ambienti vicini alla corte
di Parigi. Tuttavia, pochi giorni dopo la pubblicazione dell'opera, i due
teologi della Sorbona che avevano espresso la loro approvazione alla
pubblicazione si presentano ai membri della Facoltà di Teologia in seduta
ufficiale e li informano di aver letto, a loro tempo, certi dialoghi scritti da
Vanini; di non avervi trovato allora niente che contrastasse con la fede
cattolica; di averli restituiti muniti della loro approvazione alla stampa e
con la condizione che il manoscritto da essi controfirmato fosse depositato
presso di essi a pubblicazione avvenuta, a testimonianza della fedeltà del
testo pubblicato a quello da loro approvato; che ciò non era avvenuto e che
circolava invece un testo dell'opera diverso da quello approvato e contenente
«alcuni errori contro la comune fede di tutti», per cui i due dottori avanzano
la supplica che l'opera non circoli più con la loro approvazione e che tale
richiesta venga trascritta nel libro delle Conclusioni della Facoltà stessa. La
Sorbona accoglie tale richiesta che costituì di fatto un divieto di
circolazione del testo. Marco Antonio de Dominis La Facoltà di
Teologia della Sorbona, però, sembra non occuparsi più dell'opera di Vanini,
non prenderne più in esame l'opera, non elencarne o denunciarne, come da prassi,
gli errori da emendare, né mai condanna il suo contenuto o il suo autore.
Comunque, una condanna espressa dal vicario episcopale di Tolosa, Jean de
Rudèle, fu sottoscritta anche dall'inquisitore Claude Billy. Inoltre anche la
Congregazione dell'Indice pronuncia una condanna il 3 luglio 1620, con la quale
il De admirandis fu condannato con la formula del donec corrigatur, in base
alla quale il Sotomaior collocò il Vanini nella prima classe degli autori
proibiti nel suo indice. La Collectio Judiciorum de novis erroribus qui ab
initio duodecimi seculi post Incarnationem Verbi, usque ad annum 1632, in
Ecclesia proscripti sunt et notati, di Charles du Plessis d'Argentré, dottore
della Sorbona e vescovo, edita a Parigi, esamina le censure e le
"conclusioni" espresse dalla Facoltà che aveva condannato
l'Amphitheatrum Aeternae Sapientiae di H. Khunrath e la De Republica
Ecclesiastica di Marco Antonio de Dominis)non menziona invece provvedimenti
contro Vanini. Tutto questo porterebbe a ritenere che non vi siano stati
atti ufficiali specifici di persecuzione contro Vanini da parte delle autorità
parigine, né religiose né civili, né in questo periodo né negli anni seguenti,
ma solo proteste e minacce nei suoi confronti da parte di alcuni settori
cattolici. Una condanna dell'opera di Vanini non avrebbe trovato fondate
giustificazioni, né sul piano giuridico né su quello culturale, in quanto gran
parte delle teorie esposte da Vanini non costituivano una novità per la cultura
francese. Fuggito da pochi mesi dall'Inghilterra, impossibilitato a
rientrare in Italia, minacciato da alcuni settori cattolici francesi, Vanini
vede restringersi intorno gli spazi di movimento e ridursi le possibilità di
trovare stabile sistemazione nella società francese. Ha paura che venga aperto
un processo contro di lui anche a Parigi, per cui fugge dalla capitale e si
nasconde in Bretagna, in una delle cui abbazie, quella di Redon, è Abate
Commendatario il suo amico e protettore, Arthur d'Espinay Saint-Luc. Ma
intervengono anche altri fattori di preoccupazione: nell'aprileviene ucciso a
Parigi Concino Concini, favorito di Maria de Medici, uomo potentissimo e molto
odiato in Francia. L'episodio, seguito poco dopo dall'allontanamento della
regina dalla capitale con il suo odiato seguito di italiani, crea notevole
turbolenza politica e suscita un vasto movimento di ostilità nei confronti
degli italiani residenti a corte. Altre cronache del tempo segnalano la
presenza di un misterioso italiano, con un nome strano, in possesso di una
grande cultura ma dall'incerto passato, ancora più a sud, in alcune città della
Guienna e poi della Linguadoca ed infine a Tolosa. Nella particolare
suddivisione politica della Francia del XVII secolo, Enrico, duca di
Montmorency, protettore degli esprits forts del tempo, sposato con la duchessa
italiana Maria Felice Orsini, è governatore di questa regione e sembra poter
accordare protezione al fuggiasco, che continua comunque a tenersi
prudentemente nascosto. La presenza a Tolosa di questo misterioso personaggio,
di cui si ignora la provenienza e la formazione culturale, ma che fa mostra di
grande sapienza, di grande vivacità dialettica specialmente tra i giovani e di
affermazioni non sempre allineate con la morale del tempo, non passa
inosservata ed attira i sospetti delle autorità, che cominciano a
sorvegliarlo. Dopo averlo ricercato per un mese, le autorità tolosane lo
fanno arrestare e chiudere in prigione. Lo sottopongono ad interrogatorio,
cercano di scoprire chi egli sia, quali siano le sue idee in materia di
religione e di morale, perché fosse arrivato fin in quel lontano angolo della
Francia meridionale. Vengono convocati testimoni contro di lui, ma non riescono
ad accertare nulla, né a farlo tradire. Il convento degli Agostiniani
a Tolosa. Il misterioso personaggio viene improvvisamente riconosciuto
colpevole e condannato al rogo. Ormai isolato, braccato, impossibilitato a
chiamare a sua difesa un passato travagliatissimo e ricco di nodi mai sciolti,
abbandonato dai pochi amici rimastigli fedeli perché impotenti ad organizzare
una chiara strategia in sua difesa, muore di morte atroce. Il Parlamento di
Tolosa lo riconosce colpevole del reato di ateismo e di bestemmie contro il
nome di Dio, condannandolo, sulla base della normativa del tempo prevista per i
bestemmiatori, alla stessa pena cui erano andati incontro, in luoghi diversi ma
in circostanze analoghe, certi Fremond e Fontanier. Gli viene tagliata la
lingua, poi è strangolato e infine arso. Subito dopo l'esecuzione furono
pubblicati due anonimi che facevano esplicitamente il nome del Vanini e quindi
nel misterioso italiano giustiziato viene riconosciuto Giulio Cesare Vanini,
l'autore del “De Admirandis” che aveva suscitato i sospetti di alcuni settori
cattolici parigini. Comparvero le Histoires memorables di Rosset, che, con la
quinta Histoire, divulga con poche modifiche il secondo dei due citati canards.
Rudele, teologo e vicario generale dell'arcivescovado di Tolosa, avverte
pubblicamente di aver esaminato le due saggi di Vanini insieme con iBilly e di
averle trovate contrarie al culto e all'accettazione del vero Dio e assertrici
dell'ateismo, emettendo ufficiale ordinanza di condanna e proibendone la stampa
e la vendita nella diocesi di Tolosa, territorio posto sotto la sua giurisdizione.
In precedenza, la facoltà teologica della Sorbona non ha comunicato di aver
adottato analogo provvedimento. Opere: “Amphitheatrum Æternæ Providentiæ
divino-magicum, christiano-physicum, necnon astrologo-catholicum adversus
veteres philosophos, atheos, epicureos, peripateticos et stoicos” (Lione). Il
saggio si compone di esercitazioni, che mirano a dimostrare l'esistenza di Dio,
a definirne l'essenza, a descriverne la provvidenza, a vagliare o confutare le
opinioni di Pitagora, Protagora, Cicerone, Boezio, Aquino, gl’epicurei,
Aristotele, Averroè, Cardano, i peripatetici, i Stoici, ecc., su questo argomento.
“De Admirandis Naturæ Reginæ Deæque Mortalium Arcanis libri quattuor” (Parigi,
Périer). Il saggio si divide in quattro libri: un Liber Primus de Cœlo et
Aëre; un Liber Secundus de Aqua et Terra; un Liber Tertius de Animalia
Generatione et Affectibus Quibusdam; un Liber Quartus de Religione Ethnicorum;
in forma di dialogo -- che avvengono tra lui, nelle vesti di divulgatore del
sapere, e un immaginario Alessandro, che si presta ad un gioco sottile e
divertente nel corso del quale, con un atteggiamento compiacente e un po'
complice, tra espressioni di meraviglia e ammirazione per la vastità del sapere
di cui l'amico fa mostra, sollecita il suo interlocutore ad elencare e spiegare
gli arcani della natura regina e dea che esistono intorno e all'interno
dell'uomo. Così, in un misto di rilettura in nuova chiave critica del
pensiero degli filosofi antichi e di divulgazione di nuove teorie scientifiche
e religiose, il protagonista del lavoro discetta sulla materia, figura, colore,
forma, motore ed eternità del cielo; sul moto, centro e poli dei cieli; sul
sole, sulla luna, sugli astri; sul fuoco; sulla cometa e sull'arcobaleno; sulla
folgore, la neve e la pioggia; sul moto e la quiete dei proiettili nell'aria;
sull'impulsione delle bombarde e delle balestre; sull'aria soffiata e
ventilata; sull'aria corrotta; sull'elemento dell'acqua; sulla nascita dei
fiumi; sull'incremento del Nilo; sull'eternità e la salsedine del mare; sul
fragore e sul moto delle acque; sul moto dei proiettili; sulla generazione
delle isole e dei monti, nonché della causa dei terremoti; sulla genesi, radice
e colore delle gemme, nonché delle macchie delle pietre; sulla vita, l'alimento
e la morte delle pietre; sulla forza del magnete di attrarre il ferro e sulla
sua direzione verso i poli terrestri; sulle piante; sulla spiegazione da dare
ad alcuni fenomeni della vita di tutti i giorni – SUL SEME GENITALE -- sulla
generazione, la natura, la respirazione e la nutrizione dei pesci; sulla
generazione degli uccelli; sulla generazione delle api; sulla prima generazione
dell'uomo; sulle macchie contratte dai bambini nell'utero; sulla generazione
del MASCHIO e della femmina; sui parti di mostri; sulla faccia dei bambini
coperta da una larva; sulla crescita dell'uomo; sulla lunghezza della vita
umana; sulla vista; sull'udito; sull'odorato; sul gusto; sul tatto e solletico;
sugli affetti dell'uomo; su Dio; sulle apparizioni nell'aria; sugli oracoli;
sulle sibille; sugli indemoniati; sulle sacre immagini dei pagani; sugli
àuguri; sulla guarigione delle malattie capitata miracolosamente ad alcuni al
tempo della religione pagana; sulla resurrezione dei morti; sulla stregoneria;
sui sogni. Empio osarono dirti e d'anatemi oppressero il tuo cuore e ti
legarono e alle fiamme ti diedero. O uomo sacro! perché non discendesti in
fiamme dal cielo, il capo a colpire ai blasfemi e la tempesta tu non invocasti
che spazzasse le ceneri dei barbari dalla patria lontano e dalla terra! Ma pur
colei che tu già vivo amasti, sacra Natura te morente accolse, del loro agire
dimentica i nemici con te raccolse nell'antica pace. Hölderlin. L'interpretazione
naturalistica dei fenomeni soprannaturali che Pietro Pomponazzi chiamato dal
Vanini magister meus, divinus praeceptor meus, nostri speculi philosophorum
princeps da nel “De incantationibus” “aureum opusculum”, è ripresa nel De
admirandis naturae, dove, con una prosa semplice ed elegante,fa riferimento anche
al Cardano, a Bordoni e ad altri cinquecentisti. Dio agisce sugli esseri
sub-lunari (cioè sugli esseri umani) servendosi dei cieli come strumento. Di
qui l'origine naturale e la spiegazione razionale dei pretesi fenomeni sopra-naturali,
dal momento che anche l'astrologia è considerata una scienza. L’esere supremo,
quando incombono pericoli, dà avvertimenti agli uomini e specialmente ai
sovrani, agli esempi dei quali il mondo si conforma. Ma i reali fondamenti dei
presunti fenomeni sovrannaturali sono soprattutto la fantasia umana, capace a
volte di modificare l'apparenza della realtà esterna, i fondatori delle
religioni rivelate, Mosè, Gesù, Maometto e gli ecclesiastici impostori che
impongono false credenze per ottenere ricchezze e potere, e i regnanti,
interessati al mantenimento di credenze religiose per meglio dominare la plebe,
come insegnava già Machiavelli, il principe degli atei per il quale tutte le
cose religiose sono false e sono finte dai principi per istruire l'ingenua
plebe affinché, dove non può giungere la ragione, almeno conduca la religione. Seguendo
ancora il Pomponazzi e il Porzio nella loro interpretazione dei testi
aristotelici, mutuata dai commenti di Alessandro di Afrodisia, nega
l'immortalità dell'anima. Anche il cosmo aristotelico-scolastico subisce il suo
attacco distruttivo. Analogamente a Bruno, nega la differenza peripatetica tra
un mondo sub-lunare e un mondo celeste, affermando che entrambi sono composti
della stessa materia corruttibile. Scardina nell'ambito fisico e biologico il
finalismo e la dottrina ile-morfica aristotelica, e, ricollegandosi
all'epicureismo di LUCREZIO, elabora una nuova descrizione dell'universo
d'impianto meccanicistico-materialistico. Gl’organismi sono parago orology. E
concepisce una prima forma di trasformismo universale delle specie viventi.
Concorda con gl’aristotelici sull'eternità del mondo, considerando in particolare
l'aspetto temporale. Ma, contro di essi, afferma il moto di rotazione terrestre
e appare respingere la tesi tolemaica in favore di quella eliocentrica copernicana. Se
il primo curator Corvaglia e lo storico Ruggiero, ingiustamente, considerarono
la sua filosofia semplicemente un centone privo di originalità e di serietà
scientifica, Garasse, ben più preoccupato delle conseguenze della diffusione
della sua filosofia, li giudica la filosofia più perniciosa che in fatto di
ateismo fosse mai uscita negli ultimi cento anni. E stato ampiamente
ri-considerato e ri-valutato dalla critica, mettendo in mostra l'originalità e
le intuizioni metafisiche, fisiche, biologiche, talvolta precorritrici nei
tempi, dei suoi saggi. Visto che nasconde la sua filosofia, secondo un
tipico espediente della cultura del suo tempo, per evitare seri conflitti con
le autorità religiose e politiche costituite, conflitti che, come
paradossalmente e sfortunatamente avvenne, nonostante le cautele, lo condussero
infine alla morte), l'interpretazione del suo pensiero si offre a diversi piani
di lettura. Tuttavia, nella storia della filosofia, resta di lui acquisita
un'immagine di miscredente e persino di ateo (il che non era). E questo perché
avversario di ogni superstizione e di fede costituita (meglio un
proto-agnostico), tanto da essere considerato uno dei padri del libertinismo,
malgrado avesse scritto persino un'apologia del concilio di Trento. Per una
sintesi della sua filosofia si deve guardare da un lato al retroterra
culturale, che è quello abbastanza tipico del Rinascimento, con prevalenza di
elementi dell'aristotelismo ma con forti elementi di misticismo platonico.
Dall'altro lato egli trae dal Cusano dei tipici elementi panteistici, simili a
quelli che si ritrovano anche in Bruno, ma più materialistici. La sua visione
del mondo si basa sull'eternità della materia, sulla omogeneità sostanziale
cosmica, su un Dio dentro la natura come forza che la forma, la ordina e la
dirige. Tutte le forme del vivente hanno avuto origine spontanea dalla terra
stessa come loro creatrice. Considerato ateo, nel titolo del suo saggio
pubblicato a Lione nel Amphitheatrum aeternae providentiae divino-magicum,
christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum adversus veteres philosophos,
atheos, epicureos, Peripateticos et Stoicos dimostra di non esserlo. Come
precursore del libertinismo vi sono invece molti elementi che lo avvicinano al
pensiero dell'ignoto autore del trattato dei tre impostori anch'egli panteista.
Pensa infatti che i creatori delle tre religioni monoteiste, Mosè, Gesù Cristo e
Maometto, non siano altro che degl’impostori. In “De admirandis Naturae
Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor” stampato a Parigi nelvengono
riprese le tesi dell' “Amphiteatrum” con precisazioni e sviluppi che ne fanno
il suo capolavoro e la sintesi della sua filosofia. Viene negata la creazione
dal nulla e l'immortalità dell'anima, Dio è nella natura come sua forza
propulsiva e vitale. Entrambi sono eterni. Gl’astri del cielo sono una specie
di intermediari tra dio e la natura che sta nel mondo sub-lunare e di cui noi
facciamo parte. La religione vera è perciò una religione della natura che non
nega Dio ma lo considera un suo spirito-forza. La sua filosofia è
abbastanza frammentaria e riflette anche la complessità della sua formazione. E
un filosofo, un naturalista, un religioso, ma anche un medico e un po' un mago.
Ciò che ne caratterizza è la veemenza anti-clericale. Tra le cose originali
della sua filosofia c'è una specie di anticipazione della teoria
dell’evoluzione, perché, dopo un primo tempo in cui sostiene che le specie
animali nascano per generazione spontanea dalla terra, in un secondo tempo (lo
pensa anche Cardano) pare convinto che esse possano trasformarsi le une nelle altre
e che l'uomo derivia d’animali affini all'uomo come la bertuca, il macacho e la
scimmia in genere. Appaiono due saggi che consacrano il mito del Vanini ateo:
La doctrine curieuse des beaux esprits de ce temps, di Garasse e le Quaestiones
celeberrimae in Genesim cum accurata explicatione, di Mersenne. I due saggi,
però, anziché spegnere la voce del filosofo, la amplificano in un ambiente che
evidentemente e pronto a ricevere, discutere e riconoscerne la validità delle
affermazioni. Il nome di Vanini viene nuovamente proiettato all'attenzione
della filosofia in occasione del clamoroso processo che viene celebrato contro Viau:
il progetto di interrogatorio che il procuratore generale del re, Molé,
predispone con ben articolati capi d'accusa su cui interrogare Viau, contiene
impressionanti analogie colla filosofia vaniniana, cui vien fatto esplicito
riferimento mentre Mersenne torna a martellare su Vanini, analizzandone alcune affermazioni
nel suo “L'Impiétè des Déistes, Athées et Libertins de ce temps, combatuë, et
renversee de point en point par raisons tirées de la Philosophie, et de la
Theologie”, nel quale porta il suo giudizio concernente Cardano Bruno. Anche
Leibniz, oppositore al pari di Mersenne del libertinismo, si esprime duramente
contro Vanini, considerandolo un empio, un pazzo e un ciarlatano. Je n'ai
pas encore vu l'apologie de Vanini, je ne pense pas qu'elle mérite fort d'être
lue. La philosophie de ce personnage e bien peu de chose. Mais un imbécille
comme lui, ou pour mieux dire, un fou ne méritoit pas d'être brûlé. On étoit
seulement en droit de l'enfermer, afin qu'il ne séduisît personne. Non ho
ancora visto l'apologia di Vanini, e non penso che meriti d'essere minimamente
letta. La filosofia di questo personaggio e di ben poco valore. Ma un imbecille
come lui, o per meglio dire, un pazzo, non merita d'essere bruciato. Occorre
solo rinchiuderlo, perché non travie nessuno. Epist. ad Kortholtum in Opera
omnia, Genève. Ancora nel Settecento la leggenda nera creata intorno alla
figura di Vanini sopravvive al passare del tempo, si espande ed affascina molti
studiosi, che si avvicinano alla sua filosofia e ne tentano dei profili
biografici. Così anche la cultura inglese mostra interesse per il filosofo di
Taurisano ed è soprattutto con Blount che Vanini entra nella filosofia inglese
ed acquista una dimensione che non abbandona mai più, quando diviene un
elemento cardine del libertinismo e deismo nel Seicento inglese. Un
manoscritto inedito della Biblioteca Municipale di Avignone custodisce delle
Observations sur Lucilio Vanini redatte da Velleron, ma fornisce solo delle
incerte notizie sul filosofo, in gran parte rettificate dagli ultimi studi. Viene
effettuata una copia manoscritta dell'Amphitheatrum, su commissione di Uriot,
il quale la trasferisce poi nella Biblioteca Ducale del duca di Württemberg. Attualmente
essa si trova nella Württembergische Landesbibliothek di Stoccarda. Un'altra
copia manoscritta del saggio si trova nella Staats und Universitätbibliothek di
Amburgo, a testimonianza del perdurante interesse per iVanini. Viene data
alle stampe a Londra una biografia vaniniana con un estratto delle sue opere, dal
titolo “The life of ‘Lucilio’, alias Julius Caesar Vanini, burnt for atheism at
Toulouse, with an abstract of his writings. Il saggio, pur ricollegandosi alla
consueta storiografia vaniniana e quindi con i soliti errori d'origine,
sottopone ad un dibattito ponderato la figura ed il pensiero del filosofo
italiano, a cui riconosce qualche merito. Ma la strada per una collocazione
europea di Vanini e del suo pensiero è ormai aperta. Opere: “Amphitheatrum
aeternae providentiae divino-magicum, christiano-physicum, nec non
astrologo-catholicum adversus veteres philosophos, Atheos, Epicureos,
Peripateticos et Stoicos, Auctore Iulio Caesare Vanino, Philosopho, Theologo et
Iuris utriusque Doctore, Lugduni, Apud Viduam Antonii de Harsy, ad insigne
Scuti Coloniensis” (rist. fotom., Galatina). “Iulii Caesaris Vanini,
Neapoletani Theologi, Philosophi et Iuris utriusque Doctoris, De admirandis
Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor, LPombaiae, Apud Adrianum
Perier, via Iacobaea” (rist. fotom., Galatina). Le opere di Vanini e le loro
fonti, Milano (rist. anast., Galatina,); “Opere” (G. Porzio, Lecce); “Anfiteatro
dell'eterna Provvidenza” Galatina; “I meravigliosi segreti della natura, regina
e dea dei mortali” Galatina); “Opere (Galatina); “Confutazione delle religioni
“Anna Vasta, Catania, De Martinis & C.); “Opere” (Milano, Bompiani). Massimo
Bucciantini, Lutero in Campo dei Fiori, in Il Sole 24 ORE Terzapagina.
Filosofia ed ecologia per il "compleanno" di Giulio Cesare Vanini, Una
lettera dell'ambasciatore inglese a Venezia, Dudley Carleton, fa risalire
l'episodio a nove anni prima. F. Raimondi, “Vanini e il libertinismo” Atti del
Convegno di Studi, Taurisano (Galatina, F.Raimondi, “Dal tardo Rinascimento al
Libertinismo erudite” Atti del Convegno di Studi, Lecce-Taurisano Galatina, G.
Spini, “Vaniniana” in «Rinascimento», F. Paola, “Il primo seicento anglo-veneto”
Cutrofiano; F. De Paola, “Vanini da Taurisano filosofo Europeo, Fasano); F. Paola,
“Documenti per una lettura di Vanini, in «Bruniana & Campanelliana», F. Raimondi,
Documenti vaniniani nell'Archivio Segreto Vaticano, in «Bollettino di Storia
della Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, Il soggiorno
vaniniano in Inghilterra alla luce di nuovi documenti spagnoli e londinesi, in
«Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi,
“La Santa Inquisizione, Taurisano, F.Raimondi, “L'Europa del Seicento. con una
appendice documentaria, PisaRoma, 2005 (L'appendice contiene la più completa
documentazione sulla biografia vaniniana: 192 documenti dalla nascita al rogo).
Fasano, D. M. Fazio, Giulio Cesare Vanini nella cultura filosofica del Sette e
Ottocento (Galatina); M. T. Marcialis, “Natura e uomo in Vanini” in «Giornale
Critico della Filosofia Italiana»,M. T. Marcialis, Giulio Cesare Vanini
nell'Europa del Seicento, in "Rivista di Storia della Filosofia", G.
Paganini, Le Theophrastus redivivus et Vanini, in «Kairos», G. Papuli, Le interpretazioni di G. C. Vanini,
Galatina, A. Perrino, "Giulio Cesare Vanini nel Theophrastus
redivivus", in «Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli
Studi di Lecce», F.Raimondi, Vanini e il "De tribus impostoribus", in
«Ethos e Cultura», Padova, G. Spini, Ricerca dei libertini. La teoria
dell'impostura delle religioni nel Seicento italiano, Roma, Firenze) Cesare
Teofilato Giulio Cesare Vanini nel III Centenario del suo Martirio, Milano, Tip.
Ed. La Stampa d'Avanguardia. Cesare Teofilato Giulio Cesare Vanini, in The
Connecticut Magazine, articles in English and Italian, New Britain, Conn, Cesare
Teofilato Vaniniana, in La puglia letteraria, mensile di storia, Roma, Cesare
Vasoli, Riflessioni sul problema Vanini, in S. Bertelli, Il libertinismo in
Europa, Milano-Napoli, Cesare Vasoli, Vanini e il suo processo per ateismo, in
F. Niewohner e O. Pluta, Atheismus im Mittelalter und in der Renaissance,
Wiesbaden); Vanini in Inghilterra. La seguente è una lista di alcuni documenti
in cui è possibile trovare riferimenti alla presenza del frate Carmelitano a
Lambeth Palace a Londra. Trascrizioni complete, riassunti e contesto di questi
documenti sono disponibili. "Vanini e il primo seicento anglo-veneto"
e in "Giulio Cesare Vanini da Taurisano filosofo europeo", Schena Editore,
Fasano Brindisi. Documenti: London Public Record Office State Papers Venice
Notizie sulla Mercers' Chapel a Londra, dove Vanini sconfesso la sua fede
cattolica e tenne vari sermoni. London Public Record Office State Papers Petizione
di due Carmelitani, Vanini e Genocchi, a Carleton, ambasciatore inglese a
Venezia, per essere accettati in Inghilterra. Venezia. London Public Record
Office State Papers Lettera di Carleton a Salisbury. Da Venezia, Carleton
informa Salisbury che due frati gli hanno chiesto permesso di rifugiarsi in
Inghilterra per evitare persecuzioni dai loro superiori. London Public Record
Office State Papers. Vanini a Carleton. Da Lambeth. Vanini manda a Carleton
informazioni riguardanti alla sua ricezione a Palazzo Lambeth e la buona stima
di cui gode lì. London Historical Manuscripts Commission De L'Isle and Dudley
Manuscripts, Sir John Throckmorton al visconte Lisle. Flushing. Corrispondenza
tra i due statisti riguardo ad una missione segreta di John Florio, che forse
accompagnò Vanini e il suo compagno a Londra. LondonManuscripts of the Marquess
of Downshire preserved at Easthampstead Park Berk. Papers of Trumbull. Albery a
Trumbull. Londra. Albery, un mercante Inglese e corrispondente di Trumbull,
agente inglese a Bruxelles, manda informazioni sull'arrivo di Vanini e le sue
esperienze a Venezia. London Historical Manuscripts Commission Report on the
Manuscripts of the Marquess of Downshire, Trumbull Papers. Albery a William
Trumbull. Londra. Una copia della lettera da una fonte diversa. London Public
Record Office State Papers Da Spinola a Ginocchio. Genova London Public Record
Office State Papers Wake a Carleton. Londra London Public Record OfficeState Papers
Wake a Carleton. Londra London Manuscripts of the Marquess of Downshire
preserved at Easthamstead Park Berk. Papers of William Trumbull the Elder Alfonse
de S. Victors a William Trumbull Da Middolborg (Middelburg) London Historical
Manuscripts Commission Report on the Manuscripts of the Marquess of Downshire, Trumbull Papers, Alfonse de St. Victor a William
Trumbull. Middelborg. London Public Record Office State Papers Domestic Series
Jac. Chamberlain a Carleton. Londra, London Public Record Office State Papers
Carleton a Lake. Da Venezia London Public Record OfficeState PapersDomestic
Series, Biondi a Carleton. Da Londra LondonPublic Record Office State Papers, Carleton
a Chamberlain. Da Venezia London Manuscripts of the Marquess of Downshire
preserved at Easthampstead Park Berks. Papers of William Trumbull the Elder. George
Abbot a William Trumbull. Da Lambeth. LondonHistorical Manuscripts
CommissionReport of the Manuscripts of the Marquess of Downshire, Trumbull Papers, Abbot a Trumbull. Lambeth London Public Record OfficeState Papers Carleton
a Chamberlain. Venezia, London Public Record Office State Papers Carleton a
Giovan Francesco Biondi. Venezia, London Public Record Office State Papers
Domestic Series, Abbot a Carleton. Lambeth London Public Record Office State
Papers Sarpi a Carleton. Venezia London Record Office State Sarpi a Carleton.
Venezia, London Public Record OfficeState Papers Paolo Sarpi a Sir Dudley
Carleton. Venezia, giugno. LondonHistorical Manuscripts CommissionReport 78
Hastings, IV, chapter XVII. Notes of
speeches and proceedings in the House of Lords. LondonHistorical Manuscripts
Commission Hastings, Notes of speeches and proceedings in the House of Lords London
Public Record Office State Papers Carleton a Sua Signoria l'Arcivescovo di Canterbur.
Venezia LondonManuscripts of the Marquess of Downshire preserved at
Easthampstead ParkBerks. Papers of William Trumbull the Elder Abbot a Trumbull.
Lambeth London Historical Manuscripts CommissionReport of the Manuscripts of
the Marquess of Downshire, IV, Trumbull
Papers George Abbot, Arcivescovo di Canterbury, a William Trumbull. Lambeth Archivio
di Stato di VeneziaInquisitori di Stato, busta 155. Istruzioni degli
Inquisitori di Stato all'ambasciatore in Inghilterra. LondonCalendar of State
Papers on English Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of
North Italy Inquisitori di Stato, busta Venetian Archives. Gli Inquisitori di
Stato a Gregorio Barbarigo, LondonCalendar of State Papers on English
Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of North Italy Inquisitori
di Stato, Venetian Archives. Examinations for Antonio Foscarini. Archivio di
Stato di Venezia Inquisitori di Stato, Londra, Interrogatorio di Lunardo
Michelini sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio di Stato di
VeneziaInquisitori di Stato, Interrogatorio di Alessandro di Giulio Forti da
Volterra sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio General de
Simancas fondo InglaterraLegajo foglio privo di indicazioni. Bentivoglio a Sarmiento.
Bruxelles. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore di Spagna che
Vanini e il suo compare sono arrivati sani e salvi dopo la loro fuga da Londra.
Archivio General de Simancas Bentivoglio a Sarmiento. Bruxelles. Il nunzio
apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore di Spagna che Vanini e il suo
compare sono partiti verso l'Italia, come era stato concordato a
Roma. Documenti inclusi nell'opera di Namer La seguente è la lista dei
documenti inglesi inclusi nel lavoro Documents sur la vie de Vanini de
Taurisano di Ėmile Namer, che può essere considerato come un utile punto di
partenza per la delineazione di una biografia di Vanini, e di cui la nuova
documentazione deve essere considerata un completamento. London Foreign State
Papers. Venice. Bundle 9. Carleton ad Abbot. LondonForeign State Papers. Venice.Abbot
a Carleton LondonState Papers Domestic. James I. Carleton a Chamberlain. Venezia, London Foreign
State Papers. Venice. Sir D. Carleton all'Arcivescovo di Canterbury. London State
Papers Domestic. James I. Chamberlain a Carleton. Londra, London State Papers
Domestic. James I. 7 Chamberlain a
Carleton. LondonForeign State Papers. Venice Abbot a Carleton. London State
Papers Domestic. James I. Carleton a
Chamberlain. London State Papers Domestic. James I. l'Arcivescovo di York al
conte di Suffolk. London State Papers Domestic. James I. Giulio Cesare Vanini a
Dudley Carleton. Da Lambeth, iLondonState Papers Domestic. James I. Giulio Cesare Vanini a Sir Isaac Wake. Da
Lambeth iLondon State Papers Domestic. James I.
John Chamberlain a Carleton. da Londra. London State Papers Domestic.
James I. lAbbot a Carleton. Lambeth London
State Papers Domestic. James I. John Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London
State Papers Domestic. James I. Biondi a
Carleton. Da Londra London Foreign State Papers. Venice. Carleton a Abbot. London State Papers Domestic. James I. John
Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London State Papers Domestic. James I. Abbot al vescovo di Bath Da Lambeth (?).
London State Papers Domestic. James I.
Lake a Carleton. Dalla corte a Royston, London State Papers Domestic.
James I. John Chamberlain a Sir Dudley
Carleton. Da Londra London Foreign State Papers. Venice Carleton a Abbot London
Foreign State Papers. Venice. Carleton a Sir Thomas Lake. London State Papers
Domestic. James I. Abbot a Carleton a Venezia. Lambeth, London State
Papers Domestic. James I. John
Chamberlain a Dudley Carleton. Londra, LondonForeign State Papers. Venice. Carleton a Abbot. Archivio de Simancas,
Estado, Cardinale Millino a Alonso de
Velasco, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas,
Estado, Cardinal Millino a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas,
Estado, Cardinal Bentivoglio a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles, Archivio de
Simancas, Estado, Bentivoglio a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles,Vanini e
l'Inquisizione di Roma Elenco di alcuni documenti presenti nella corrispondenza
tra alcuni Nunzi apostolici in Europa e le autorità vaticane, dove è possibile
trovare informazioni relative alla fuga, permanenza e rientro segreto
dall'Inghilterra del frate carmelitano. Le trascrizioni complete, i sommari e
le contestualizzazioni di questi documenti sono disponibili per studiosi e
lettori in Giulio Cesare Vanini da Taurisano filosofo europeo, Schena Editore,
Fasano (Brindisi), Il pontefice Paolo V e l'Inquisizione in Roma furono
informati continuamente della vicenda di Vanini con dispacci dei Nunzi
apostolici in Venezia, Francia e Fiandra e con missive dell'ambasciatore di
Spagna a Londra, a cominciare dalla sua fuga da Venezia sino al suo desiderio
di rientrare nel mondo cattolico. RomaArchivio Segreto VaticanoSegreteria
di StatoNunziatura di Francia, Ubaldini,
Nunzio papale in Francia, al Borghese, Segretario di Stato di Paolo V, de Parigi.
RomaA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Fiandra, il Nuntio
alla Segreteria, Bentivoglio, Nunzio papale in Fiandra, al Card. Borghese.
(Bruxelles) Roma A. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere
scritte al Nuntio in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma li Roma A. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini da Parigi a
Borghese Roma A. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse,
Francia, 293A, lettere scritte al Nuntio
in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato
Nunziatura di Francia, Ubaldini a Borghese
Rom aA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere scritte
al Nuntio in Franci Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British
Museum, Lettere di Ubaldini, nella sua Nunziatura di Francia, Ubaldini a
Borghesr Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini
a Mellini, membro del Sant'Uffizio, il Tribunale dell'Inquisizione di Roma. Roma
A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia, lettere scritte
al Nuntio in Francia da Borghese, Borghese a Ubaldini. Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia, Registro
di Lettere della Segreteria di Stato di Paolo V al Vescovo di Montepulciano
Nuntio in Francia Il Segretario Porfirio Feliciani vescovo di Foligno al Nuntio
in Francia. Roma 21 Genn.° 1613. RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura
di Francia, Ubaldini al Mellini Roma A. S. Vaticano Segreteria di
StatoNunziatura di Francia, Ubaldini a Mellini RomaA. S. Vaticano Segreteria di
Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese. Di Parigi RomaA. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di FranciaRegistroUbaldini a Millini Roma
A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia, lettere scritte al Nuntio in Francia dal
Card. Borghese, Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia Ubaldini a Borghese Di Parigi. RomaA. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Millini Roma A. S. Vaticano Segreteria di
Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British
Museum, Lettere del Card. Ubaldini, nella sua nunziatura di Francia, Card.
Ubaldini a Borghese Parigi, Bibliothèque nationale de FranceDepartement des
Manuscrits, Italien Registro di Lettere della Nunziatura di Francia di Ubaldini
dell'anno lettera, Ubaldini a Borghese Parigi) Roma A. S. VaticanoSegreteria di
Stato Nunziature diverse, Francia, Lettere
del Sir. Card.le Ubaldini nella sua Nunciatura di Francia Ubaldini a Borghese Treccani
Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana,
Amphitheatrum e De admiandis. Raimondi Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giulio Cesare Vanini. Vanini. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Vanini e Grice,” Villa Grice, Luigi Speranza, “La statua all’aperto
di Vanini,” Luigi Speranza, “Il medaglione di Vanini a Roma.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718281679/in/photolist-2mNaHiH-2mPpVqK-2mKDicu-2mKDhJk-2mKbUmy
Grice e Vanni – azione ed
inter-azione – filosofia italiana (Città della Pieve). Essential Italian philosopher. Filosofo. Iniziò la
carriera a Perugia e successivamente fu insegnante a Parma, Bologna, e
Roma. Tra i fondatori del positivismo
soziale, la sua filosofia si ispira a Kant e agli principali filosofi del
positivismo Professoree a lui si deve anche una originale lettura
"positivista" della dottrina storicistica di Vico. Il suo è stato definito
un "positivismo critico,” che vuole distinguere cioè tra la ‘scienza’
dell’uomo dalla ‘filosofia’ dell’uomo, contestando e rifiutando l'assimilazione
positivista di quest'ultima con la morale e la sociologia, dottrina nata
nell'ambito del positivismo, verso la quale Vanni ebbe un interesse particolare
cercando di teorizzarne il carattere ‘scientifico’ differenziandola però sia
dall'evoluzionismo che dalla biologia.
Vanni considerò essenziale l'autonomia teorica del ‘ius’ o devere dai
rapporti con gli aspetti storici-etnografici delle istituzioni giuridiche.
Vanni è convinto che la ‘filosofia,’ come analisi concettuale, del diritto
debba avere la funzione pratica di definire i ‘fine’ (métier) della
inter-azione umana. In questo modo, Vanni ribade l'impostazione criticista
kantiana che acquistav un tono metafisico criticato dai positivisti ortodossi
che lo accusano di eclettismo. Opere: “Della consuetudine nei suoi rapporti col
dritto e con la legislazione” (Perugia); “Saggi critici sulla teoria
socio-logica della popolazione” (Città di Castello); “Prime linee di un programma
critico di sociologia” (Perugia); “Il problema della filosofia del diritto
nella filosofia, nella scienza e nella vita ai tempi nostril” (Verona); “La
filosofia del diritto” (Verona); “La funzione della filosofia considerata in sé
ed in rapporto al socialismo” (Bologna); “La filosofia del diritto e la ricerca
positivista” (Torino); “Il dritto nella totalità dei suoi rapporti e la ricerca
oggettiva” (Roma); “La teoria della conoscenza come induzione socio-logica e
l'esigenza critica del positivismo” (Roma); “Filosofia del diritto” (Bologna);
“Filosofia sociale e filosofia giuridica” (Bologna) Biografia in Scuola Normale
Superiore di Pisa, su picus.unica. G. Marino, Positivismo e giurisprudenza,
Napoli, F.Cuculo, La sociologia positivista di Vanni, in A. Millefiorini,
Fenomenologia del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella riflessione
sociologica italiana, Edizioni Nuova Cultura, Roma, D'Amelio, Positivismo,
storicismo, materialismo storico in I. Vanni, «Quaderni fiorentini per la
storia del pensiero giuridico moderno», A. Pusceddu, La sociologia positivista
in Italia (Roma). siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato
per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere u openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere. I. Vanni. Vanni. Keywords:
action, interaction, azione, interazione, Vico, positivism, positivism critico,
etologia, ethology -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi
Speranza,, “Grice e Vanni: azione ed inter-azione” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria.
Grice e Vannini – il mistico di
‘Vitters’ – filosofia (San Piero a Sieve). Essential
Italian philosopher. “Never to be confused with the vain Vanini!”Grice. Filosofo.
Dopo gli studi al Ginnasio Michelangiolo di Firenze, si è laureato in Filosofia
a Firenze, discutendo una tesi su “‘Vitters’: metafisico e mistico”! Ha vissuto
nel Convento agostiniano di Santo Spirito a Firenze, ospite di Ciolini. Ha
compiuto viaggi e soggiorni di studio in Europa Ha insegnato Filosofia e Storia
nei Licei; per un triennio Storia della Filosofia a Firenze e Storia della
Mistica all'Istituto di Scienze Religiose aTrento. Ha tenuto seminari e
conferenze in Università ed Accademie italiane e straniere: Genova, Trento,
Ancona, Perugia, Urbino, Pavia, Pisa, Macerata, Napoli, Fermo, Parma, Arezzo,
Chieti, Roma, Avila, Strasburgo, Berlino. Considerato il maggior studioso
di mistica o anche il più importante studioso italiano di Eckhart e della
mistica cristiana, ha curato l'edizione italiana delle opera latine di Eckhart,
nonché quelle di altri autori spirituali, come Agostino, Gerson, Fénelon,
Porete, Taulero, Anonimo Francofortese, Lutero, Angelus Silesius, Czepko,
Franck, VWeigel, ecc. Marco Vannini, lungo un percorso ormai di quasi
mezzo secolo, è stato: traduttore e curatore di importanti testi della
mistica; critico della fenomenologia, da un punto di vista teoretico e storico;
filosofo della religione, soprattutto nei suoi rapporti con la ragione e con la
fede. Vannini legge il fenomeno mistico in maniera innovativa ma, soprattutto,
pone lo stesso a fondamento di ogni forma ed esperienza religiosa. Tale
presupposto impone come fuori da un'esperienza diretta di questo tipo sia
pressoché impossibile cogliere il senso, le modalità e le finalità delle varie
dottrine e pratiche religiose. Per Vannini la mistica è un sapere
spirituale, inoggettivabile ma, soprattutto, un sapere che è un essere: è
l'identità mistica il vero e proprio criterio per discernere il vero dal falso.
Tale ermeneutica costituisce una propedeutica all'inverarsi in senso mistico
della religione cristiana. Il pensiero di Vannini si basa su una
esperienza spirituale, unitiva e teomorfica. Centrali appaiono pertanto
concetti appartenenti alla sfera semantica della divinizzazione, dell’homoiosis
theo, quali vuoto, fondo dell'anima, generazione del Logos, complementarità tra
distacco ed amore. Tale esperienza risulta comprensibile solo quando si è
fatto il vuoto nell'anima attraverso il distacco, diventando in tal modo
recettivi alla luce proveniente dall'alto, tali da rendere il soggetto esso
stesso luce eterna: al vuoto in cui si perviene nel distacco corrisponde una
pienezza, una traboccante ricchezza ed energia, una gioia sconfinata ed
inesauribile. Il rapporto tra Dio e uomo non è quindi statico, di mutua
esclusione, ma “dialettico” o dinamico, di reciproca compenetrazione: la
“salvezza” viene letta nei parametri teologici di una escatologia realizzata
nel presente, come immanente esperienza dello spirito. Essenziale diventa
perciò il recupero della antropologia classica corpo, anima, spirito ove l'uomo
è un corpo, piccola parte dell'universo; una psiche, fluttuazione infinita di
pensieri, sentimenti, volizioni, soggetta al determinismo del tempo, dello
spazio, delle circostanze; ma soprattutto uno spirito universale, eterno,
libero, uno nell'Uno. L'attualità e l'originalità della posizione di
Vannini ha suscitato e continua a suscitare un acceso dibattito in seno al
panorama culturale italiano, filosofico e teologico: nei confronti dell'autore
vari infatti sono stati i commenti, le recensioni, i contributi e gli
interventi critici da parte di personalità quali (in ordine alfabetico) Bozzo, Baldini,
Bianchi, Cacciari, Monticelli, Esposito, Forte, Givone, Mancuso, Matteo, Mucci
S.I., Ravasi, Reale, Torno, Vattimo, e Volpi. La particolare rilevanza
dell'opera di Vannini può trasparire anche, ad esempio, dalle seguenti
affermazioni in meritocitate in ordine sparsodi alcuni dei suddetti illustri
pensatori. Givone: “A Marco Vannini, cui siamo debitori d'un lavoro filosofico
estremamente prezioso, rivolgiamo questa domanda. A Vannini dobbiamo non
soltanto edizioni impeccabili delle opere di Eckhart, Porete, Silesius, Gerson;
ma anche il pensiero vigoroso e chiaro, qualunque cosa gli si posa obiettare,
che la mistica è da un lato il cuore e la radice viva di ogni religione, ma
dall'altro “la filosofia nel suo senso più reale e profondo”, la conoscenza e
la pratica dell'essere e “la gioia dell'essere”. Cacciari: “È un grosso debito
quello che la filosofia e la teologia hanno accumulato in questi anni nei
confronti diVannini. Grazie al suo instancabile lavoro o sotto la sua direzione
il nostro Paese può oggi contare su impeccabili edizioni di Gerson, Silesius,
Porete ed Eckhart» Mucci: “In questi tempi di declino dell'ontologia, Vannini è
certamente, in Italia, fuori dell'ambito ecclesiastico, il più illustre
studioso di mistica.” Reale: “L'esperienza mistica è comunque per sua natura
connessa con il religioso, come viene mostrato nella filosofia di Vannini, “La
mistica delle religioni (Le Lettere) in questi giorni in libreria. Vanniniuno
dei massimi esperti in materia a livello nazionale e internazionaleanalizza in
modo dettagliato questa esperienza spirituale nell'induismo, nel buddismo,
nell'ebraismo, nell'islamismo e nel cristianesimo.” Torno: “Segnalare un livre
de chevet, vale a dire una di quelle opere maneggevoli che mai dovrebbero
allontanarsi dal capezzale, è diventato difficile oltre che inattuale. Eppure
qualcosa circola, come prova l'ultimo delizioso scritto di Marco Vannini Sulla
grazia». BForte: L'ultimo bel libro di Vannini su Mistica e filosofia rivela
ancora una volta la sua straordinaria competenza di storico e interprete della
mistica» Al pensiero di Vannini è stato dedicato “Mistica e filosofia nel pensiero
di Vannini. Opere: “Lontano dal segno. Saggio sul cristianesimo, La Nuova
Italia, Firenze, Esame della certezza, Il Cenacolo, Firenze, Eckhart. Opere tedesche, La Nuova Italia,
Firenze Dialettica della fede, Marietti, Casale Monferrato (nuova edizione
ampliata, Le Lettere, Firenze ). L'esperienza dello spirito, Augustinus,
Palermo. Mistica e filosofia, Piemme,
Casale Monferrato (prefazione di Massimo Cacciari; nuova edizione ampliata, Le
Lettere, Firenze). Il volto del Dio nascosto. L'esperienza mistica dall'Iliade
a Simone Weil, Mondadori, Milano (ristampa col titolo: Storia della mistica
occidentale, Oscar Mondadori; poi Le Lettere, Firenze ). Introduzione alla mistica,
Morcelliana, Brescia (trad. portoghese: Introdução à Mìstica, Edições Loyola,
San Paolo del Brasile). La morte dell'anima. Dalla mistica alla psicologia, Le
Lettere, Firenze (nuova edizione ampliata, Le Lettere, Firenze). La mistica
delle grandi religioni, Mondadori, Milano (nuova edizione, Le Lettere, Firenze).
Tesi per una riforma religiosa (Le Lettere, Firenze); La religione della
ragione” (Mondadori, Milano); Sulla grazia (Lettere, Firenze); Prego Dio che mi
liberi da Dio. La religione come verità e come menzogna, Bompiani, Milano.
Lessico mistico. Le parole della saggezza, Le Lettere, Firenze. Il Santo
Spirito fra religione e mistica, Morcelliana Editrice, Brescia. Oltre il
cristianesimo. Da Eckhart a Le Saux, Bompiani, Milano. Inchiesta su Maria. La
storia vera della fanciulla che divenne mito (Rizzoli, Milano); Indagine sulla
vita eterna, Mondadori, Milano); Introduzione a Eckhart. Profilo e testi, Lettere,
Firenze. L'Anticristo. Storia e mito, Mondadori, Milano. All'ultimo papa.
Lettere sull'amore, la grazia, la libertà, il Saggiatore, Milano. Contro Lutero
e il falso evangelo, de' Medici, Firenze. Il muro del paradiso. Dialoghi sulla
religione per il terzo millennio, Lorenzo 'de Medici Press,. Mistica,
psicologia, teologia, Le Lettere, Firenze. Liceo-Ginnasio Michelangiolo Firenze
Vito Mancuso, Lutero è vivo e lotta con noi, s.a., in: <Panorama> Stefano
G. Azzarà, su Materialismo Storico
Bio- S. Givone, Luce mistica dei
moderni in: «Il ManifestoAlias», in il manifesto Alias,Marco Vannini, Mistica e
filosofia, Prefazione, Firenze, Le Lettere, Giandomenico Mucci, Il pensiero di
Marco Vannini, in «La Civiltà Cattolica», Giovanni Reale, Il misticismo vive in
tutte le culture. Il testo di Vannini, le «Upanishad» riedite, su corriere. Armando
Torno, Alla ricerca della Grazia nel segno di Eckhart, in «Corriere della Sera»,
Cultura, Bruno Forte, Mistica, l’enigma dell’Altro, in «Avvenire»Libri, Roberto
Schiavolin, Mistica e filosofia nel pensiero di Marco Vannini, Nerbini,
Firenze Mistica Misticismo cristiano
Mistica renana Meister Eckhart P. Hadot
Henri Le Saux Sito personale di Vannini. Marco Vannini. Vannini. Keywords: the
mystic, das mystische. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Vannini e Grice: il mistico di ‘Vitters’ – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732370519
Grice e Varisco – per un sommario di
filosofia critica – filosofia italiana (Chiari). Essential Italian philosopher. Filosofo.
Grice: “We all learned about the ‘gnothi seauton’ at Clifton – Varisco composed
a full tract about it! Calogero has analysed the implicatures! The idea is that
you need a ‘thou’ to tell ‘thou’ ‘know THYself” – although the oracular
mystique is still there!” -- Fu professore di filosofia a Roma e senator. La
sua formazione filosofica coincide con la crisi del positivismo. Laureato
a Pavia. Partendo da posizioni solidamente scientifiche, Varisco avverte
sollecitamente il limite di ogni conoscenza che voglia essere esclusivamente
composto di ragione, e scopre insieme la concomitante componente ‘fideistica’ di
ogni affermazione di verità. Questo ricorso alla fede come sentimento del
sopra-naturale è utilizzato da Varisco sia per affermare la preminenza della filosofia
come conoscenza concreta sui processi astrattivi della scienza (“I massimi
problemi” – Milano, Libreria Editrice Milanese), sia per approdare ad uno
spiritualismo pluralistico con forti accentuazioni teistiche (“Dall'uomo a
Dio”). Altre opere: “Scienza ed opinione” (Roma, Alighieri); “La patria”
(Roma, Provenzani), “Conosci te stesso” (Milano, Libreria Milanese); “La scuola
per la vita” (Milano, Isis); “Linee di filosofia critica” (Roma, Signorelli); “Discorsi
politici” (Roma, Alberti); “Sommario di filosofia” (Roma, Signorelli);
“Dall'uomo a Dio” (Padova, MILANI). Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia
nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, ufficiale
dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale
dell'Ordine della Corona d'Italia, Commendatore dell'Ordine della Corona
d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona
d'Italia. Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino
per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona
d'Italia. Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Varisco. Keywords. Refs.:
The H. P. Grice Papers, BANC MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Varisco: per un
sommario di filosofia critica” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692603820/in/photolist-2mKU7b1-2mKLFv4
Grice
e Varrone – semiotica filosofica – filosofia italiana (Rieti).
Grice: “I count Varrone as the first language philosopher. He woke up and
realised he was speaking ‘lingua latina,’ and dedicated 36 volumes to it!” --. Grice:
“’Lingua latina’ has a nice Roman ring to it. In modern Italian, the ‘t’ has
become an ‘z,’ as in “Lazio, -- the
calcio team from Latium – or a ‘d’ as in ‘ladino.’” Grice: “I know his Loeb edition by heart!” –
Grice: “The Greeks never studied their lingo as Varro studied his! Of this
Austin always reminded me – ‘We should be like Varro, analysing our tongue as
‘fluid’ semiotic system!’” -- Academic,
Roman polymath, author of works on language, agriculture, history
and philosophy, as well as satires, and
principal conversationalist in the later version of Cicero’s "Academica.” Questore della
Repubblica romana. Gens: Terentia Questura in Illyricum Propretura in Spagna. Marco
Terenzio Varrone. Filosofo. Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria,
sulle fasi della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue
cariche sacerdotali, sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei
suoi quartieri e vari punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari,
sia divini che umani == Cicerone, Academica Posteriora. Detto Reatino. attributo
che lo distingue da “Varrone Atacino,” vissuto nello stesso periodo. Nato da
una famiglia di nobili origini, ha rilevanti proprietà terriere in Sabina, dove
e educato con disciplina e severità dai familiari, integrate dall'acquisto di
lussuose ville a Baia e fondi terrieri a Tusculum e Cassino. A Roma compì
studi avanzati presso i migliori maestri del tempo. Lucio Elio Stilone
Preconino lo fa appassionare anche agli studi etimologici ed oratoria. Studia la
lingua italiana con Lucio Accio, a cui dedic “aDe antiquitate litterarum.” Come
molti romani, compe un grand tour in Grecia, dove ascolta filosofi accademici
come Filone di Larissa e Antioco di Ascalona, da cui deduce una posizione
filosofica di tipo eclettico. A differenza di molti altri eruditi del
tempo, non si ritira dalla vita politica ma, anzi, vi prende parte attivamente
accostandosi agli optimates, forse anche influenzato dall'estrazione sociale.
Dopo aver, infatti, percorso le prime tappe del cursus honorum (triumviro
capitale, questore, e legato) e vicino a Pompeo, per il quale ricopre incarichi
di grande importanza. Legato e proquestore e combatte nella guerra contro i
pirati difendendo la zona navale tra la Sicilia e Delo. Allo scoppio della
guerra civile e propretore. In una guerra che vede i romani contro i romani,
tenta un'incerta difesa del suo territorio che si concluse in una resa che
Giulio Cesare, nei Commentarii de bello civili, define poco gloriosa. Dopo
la disfatta dei pompeiani, si avvicina, comunque, a Cesare, che apprezza il
Reatino soprattutto sul piano culturale, affidandogli la costituzione di una biblioteca.
Dopo la morte del dittatore, anzi, e inserito nelle liste di proscrizione sia
di Antonio che di Ottaviano (interessati più alle sue ricchezze che a punire i
congiuranti), da cui si salva grazie all'intervento di Fufio Caleno per poi
avvicinarsi a Ottaviano a cui dedica il “De vita populi Romani” volto alla
divinizzazione della figura di Cesare. Ha una produzione di oltre 620 libri,
suddivisi in circa settanta opere. Opere “De re rustica” (Varrone) e “De
lingua Latina” -- La vasta produzione di Varrone fu suddivisa da Girolamo in un
catalogo. Le opere di Varrone sono verosimilmente 74, suddivise in 620 volumi,
sebbene stesso regli rifere di aver
scritto 490 libri. Le sue opere possono
essere suddivise in vari gruppi, dalle opere di erudizione, filologia (filosofia
del linguaggio, o semantica) e storia a quelle giuridiche e burocratiche, dalle
opere di filosofia (filosofia del linguaggio, semantica, semiotica) e
agricoltura alle opere di poesia, di linguistica e letteratura; di retorica e
diritto, con ben 15 libri De iure civili; di filosofia. Di questa enorme
produzione è pervenuta quasi integra solo un'opera, il “De re rustica”, mentre
del “De lingua Latina” sono pervenuti solo 6 libri su 25. Probabilmente, causa
del quasi completo naufragio della immane varroniana è che, avendo compulsato
tanta parte della cultura romana precedente, divenne la fonte indispensabile
per gli autori successivi, perdendosi, per così dire, per assimilazione. Della
sua attività filologica fa testimonianza il cosiddetto canone varroniano, elaborato
a partire da due opere, le “Quaestiones Plautinae” e il “De comoediis
Plautinis”, in cui riparte il corpus plautino, che include 130 fabulae. Di
queste, 21 vengono definite autentiche, 19 di origine incerta, dette
"pseudo-varroniane" e le restanti spurie. Si occupa soprattutto
di antiquaria, con i 41 libri di “Antiquitates”, il suo capolavoro, divisi in
25 di “res humanae” e 16 di “res divinae”, fonte precipua di Agostino nel De
civitate Dei. Proprio da Agostino si evidenzia l'attenzione di Varrone sulla
religione civile, con una compiuta disamina su culti e tradizioni, pur con
acute critiche alla teologia mitica dei poeti in nome di una theologia
naturalis. A questo gruppo appartiene anche l'opera, non pervenuta, “De
bibliothecis”, presumibilmente legata alle incombenze come bibliotecario
affidategli da Cesare. Nell'ambito filosofico, notevoli dovevano essere “I
logistorici” -- dal greco “discorsi di storia” -- in 76 libri, composta in
forma di dialogo in prosa, di argomento morale e antiquario, in cui ogni libro
prende il nome di un personaggio storico e un tema di cui il personaggio
costituiva un modello, come il “Marius”, “de fortuna” o il “Catus”, “de liberis
educandis”. Questi dialoghi storico-filosofici sono tra i modelli espositivi
del “Laelius”; “de amicitia” e del “Cato Maior”, “de senectute” di
Cicerone. Al suo interesse filosofico e divulgativo, probabilmente scritte
lungo tutto il corso della sua parabola culturale, riconducevano le “Saturae
Menippeae”, che prendevano come modello Menippo, esponente della filosofia
cinica (da cui il nome). Le “Saturae Menippeae” si componevano di 150 libri, in
prosa e in versi, di cui però ci rimangono circa 600 frammenti e novanta
titoli, di argomento soprattutto filosofico, ma anche di critica dei costumi,
morale, con rimpianti sui tempi antichi in contrasto con la corruzione del
presente. Ciascuna satira recava un titolo, desunto da proverbi (“Cave canem”
-- con allusione alla mordacità dei filosofi cinici) o dalla mitologia (“Eumenide”
contro la tesi stoico-cinica per cui gli uomini sono folli, “Trikàranos”, il
mostro a tre teste, con un mordace riferimento al primo triumvirato) ed era
caratterizzata da lessico popolaresco, polimetria e, come in Menippo, uno stile
tragi-comico. Valerio Massimo, VII 3. Aulo Gellio. Ce ne parla lui stesso
in “De lingua latina” -- Cicerone, Academica posteriora, Appiano, Guerre
civili, IV 47; Varrone, De re rustica, I Svetonio, Cesare, Appiano, Ausonio,
Commemoratio professorum Burdigalensium,Chronicon, ann. Aulo Gellio, Gellio, I
cui frammenti sono editi nell’edizione di B. Cardauns: “Antiquitates rerum
divinarum” Cfr. B. Zucchelli, Varro logistoricus. Studio letterario e prosopografico,
Parma, Cfr., ad esempio, il Fr. XIX Riese: "Da ragazzo, avevo solo una
tunica modesta e una toga, calzature senza fascette, un cavallo non sellato;
bagno giornaliero, niente e, davvero di rado, una tinozza". N. Horsfall, Varrone, in Letteratura Latina (Milano,
Mondadori). Cfr. M. Salanitro, Le Menippee di Varrone: contributi esegetici e
linguistici (Roma, Ateneo). Sulla satira varroniana, cfr. L. Alfonsi, Le
Menippee di Varrone, in "ANRW". Atti del Congresso di studi
varroniani. Rieti, Centro di studi varroniani, A. Cenderelli, “Varroniana” Istituti e
terminologia giuridica nelle opere di Varrone (Milano, A. Giuffrè); H.
Dahlmann, “Varrone e la teoria della lingua” (Napoli, Loffredo), F. Della
Corte, “Varrone, il terzo gran lume romano” (Genova, Istituto universitario di
Magistero); “De vita populi Romani” Introduzione e commento, Pisa; B. Riposati,
“M. Terenti Varronis De vita populi Romani” -- Fonti, esegesi, edizione critica
dei frammenti (Milano, Vita e pensiero), B. Riposati, “Varrone. L'uomo e lo
scrittore” (Roma Istituto di studi romani); A. Traglia, Introduzione a Varrone,
“Opere” (Torino, POMBA), B. Zucchelli, “Varro logistoricus: prosopo-grafica” --
Parma, Istituto di lingua e letteratura latina, Satira menippea Biblioteche
romane Antiquitates rerum humanarum et divinarum Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. “M. Ter.
Varronis De lingua Latina libri qui supersunt: cum fragmentis ejusdem” Biponti,
ex typographia societatis. Biblioteca degli scrittori latini con traduzione e
note: “Terentii Varronis quae supersunt opera” Venetiis, excudit J. Antonelli, “Grammaticae
Romanae Fragmenta”, Gino Funaioli, Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri. “M.
Terenti Varronis saturarum menippearum reliquiae” -- cur. A. Riese, Lipsiae, in
aedibus B. G. Teubneri. Varrone. Keywords: centro di studi varroniani, idioma,
idiom, lingua latina, lingua anglica, Lazio, Lazini, la lingua del Lazio –
Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice e Varrone:
semiotica filosofica” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689086098/in/photolist-2mKBBam-2mKBBze-2mKA5tC
Grice
e Varzi – parole, oggetti, eventi – filosofia italiana (Galliate). Essential
Italian philosopher. varzi: essential Italian philosopher. Some Italians do not
consider Varzi an “Italian” philosopher in that his maximal degree was earned
elsewhere! If philosophy is a branch of the belles lettres, part of Varzi’s
essays belong in English literature --. He was written on ‘universal
semantics.’ Achille Varzi
all'Trento. Grice: “Varzi rather freely uses ‘universal’ as in ‘universal
semantics’ – while my own pragmatic rules have been challenged universal
status, by, of all people, Elinor Ochs!” Filosofo. Grice: “Some Italians
consider Varzi a specimen of ‘brain drain’ in more than one way: his maximal
degree was obtained without Italy, not within Italy, and not in Italian – plus
the fact that he is at Colombo’s Columbia!” Esponente della filosofia
analitica, è noto principalmente per le sue ricerche di logica e per il suo
contributo alla rinascita degli studi in ambito di metafisica e
ontologia. Laureatosi a Trento con una tesi, “La logica libera” stato
insignito della Targa Giuseppe Piazzi per la ricerca scientifica e del Premio
Paolo Bozzi per l'Ontologia. Dopo un periodo dedicato soprattutto
allo studio dell'immagine del mondo propria del senso comune, Varzi si è
indirizzato progressivamente verso posizioni di stampo nominalista e convenzionalista,
nella convinzione che "buona parte della struttura che siamo soliti
attribuire alla realtà esterna risieda a ben vedere nella nostra testa, nelle
nostre pratiche organizzatrici, nel complesso sistema di concetti e categorie
che sottendono alla nostra rappresentazione dell'esperienza e al nostro bisogno
di rappresentarla in quel modo". Autore di oltre un centinaio di
pubblicazioni su volumi e riviste specializzate, è noto anche per la sua attività divulgativa
(spesso in collaborazione con Casati), ispirata al principio secondo cui
"la filosofia è una sfida in cui il pensiero parte dalla semplicità delle
cose quotidiane e ne mostra la meravigliosa complessità". Opere:
“Semplicemente diaboliche” (Laterza); “L’amicizia” (Orthotes); “I colori del bene,
Orthotes,. L'incertezza elettorale (Aracne). Le tribolazioni del
filosofare. Comedia Metaphysica ne la quale si tratta de li errori & de le
pene de l’Infero, Laterza,. Il mondo messo a fuoco, Laterza, Il pianeta
dove scomparivano le cose. Esercizi di immaginazione filosofica, Einaudi,
Ontologia, Laterza, Semplicità insormontabili storie filosofiche, Laterza, Parole,
oggetti, eventi e altri argomenti di metafisica, Carocci. “Logica” McGraw-Hill
Italia, Buchi e altre superficialità,
Garzanti. Studi: Elena Casetta e Valeria Giardino, Mettere a fuoco il
mondo. Conversazioni sulla filosofia di Varzi, numero speciale di Isonomia Epistemologica, F. Calemi, Varzi. Logica, semantica,
metafisica, AlboVersorio, Milano. Il mondo messo a fuoco, Laterza. Dal risvolto
di copertina di Semplicità insormontabili, Laterza. Da questo libro è stato
tratto lo spettacolo teatrale Insurmountable Simplicities, per la regia di
Natalie Glick, presentato dall'All Gone Theatre Company all'edizione del New York International Fringe Festival. Biografia
"negativa" di Varzi, su columbia.edu. Intervista ad Achille Varzi di
Leonardo Caffo, Rivista italiana di filosofia analitica. Varzi. Keywords:
‘universal’. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Varzi:
semantica filosofica," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685558918/in/photolist-2mKzcaD-2mKgZYb-2mKgSAa
Grice e Vasa: ragione e libertà – filosofia (Aggius).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Andrea Vasa Società Filosofica
Italiana Congresso Nazionale L'Aquila. Vasa nacque ad Aggius, paese della
Gallura di forte e suggestivo paesaggio e di forti vicende. Compiuti in
anticipo gli studi secondari, andò a studiare filosofia a Milano dove si
laureò. Insegnò nel Liceo Ginnasio “Arnaldo” di Brescia. Dovette interrompere
l’insegnamento a causa della sua partecipazione alla Resistenza con il gruppo
che faceva capo a Parri. Alla fine della guerra riprese l’insegnamento a Milano
nel Liceo Classico G. Carducci e poi nel Liceo Ginnasio Manzoni. Ottenne la libera
docenza. Fu assistente volontario e poi incaricato di Filosofia a Milano.
Vincitore di un concorso a cattedre di Filosofia teoretica, fu chiamato a Cagliari e Firenze. Vasa rimase sempre
fortemente legato al paese natale. Il Comune di Aggius ne ha conservato la
memoria. Negli anni di formazione, Vasa
si trovò a partecipare al tentativo condotto da Bontadini, di cui era allievo e
amico, di superare la contrapposizione tra la scolastica e l’idealismo,
comprendendo e assimilando quanto della metafisica hegeliana e cristiana era in
questo indirizzo. In questa operazione Vasa prese una sua via personale. Abbandonò
l’interesse metafisico simpatizzando per l’attualismo di Gentile per quanto
esso restituiva all’uomo dignità e responsabilità, mettendone tuttavia in luce
l’impossibilità di una fondazione logica. Nacquero così le indagini sulla
logica di Hegel che portarono a rilevanti osservazioni critiche riguardo
all’idealismo. Con l’idea che i valori immanenti costituiscono l’orizzonte
trascendentale nella prassi razionale ed etica dell’uomo veniva a cadere per
Vasa l’opposizione di immanenza e trascendenza.
Nella comune partecipazione alla Resistenza Vasa si legò di amicizia con
Pra, filosofo di profonda esperienza religiosa e sociale e innovatore della
storiografia filosofica. Tramite lui Vasa entrò in contatto con Banfi, che
rappresentava la Scuola filosofica milanese. Nel confronto con il razionalismo
critico di Banfi, che mirava a chiarire una struttura della ragione nel solco
della tradizione kantiana, Vasa pensò ad un razionalismo che andasse oltre ogni
struttura presupposta della ragione verso un orizzonte di possibilità non
ancora prevedibili. Questo pensiero comportava l’idea della ricerca di una
logica della possibilità. Si pose così quella proposta filosofica detta
“trascendentalismo della prassi”, radicalmente critica e programmaticamente aperta,
e che venne difesa da Pra e Vasa, sia nella «Rivista di storia della filosofia»
fondata da Pra, sia nei Congressi della “Società filosofica italiana” rinata
dopo lo scioglimento imposto dall’autorità fascista. Il “trascendentalismo
della prassi” era contrapposto al "teoricismo", inteso come il
carattere di tutte le filosofie che presuppongono un principio di datità del
reale e del valore, cioè di tutte le filosofie metafisiche. Il
trascendentalismo della prassi non voleva essere una teoria, ma un
atteggiamento pratico possibile, effettivo, che riconosceva la temporalità
della prassi e ne rivendicava la libertà e la responsabillità. La proposta del
trascendentalismo della prassi, che era immediatamente critica del pensiero di
Croce e Gentile, ma che investiva tutti gli indirizzi contemporanei, fu il modo
più radicale del domandarsi dopo la guerra, sul métier della filosofia. La
«Rivista di storia della filosofia» costituì il contatto con il “neo-illuminismo”,
che, animato da Abbagnano, avendo come centro Torino, collega e confronta in
convegni periodici i nuovi indirizzi metodologici e anti-metafisici. Affermatisi gli indirizzi della fenomenologia
trascendentale, della filosofia analitica e dell’empirismo, Vasa, con il suo
metodo, caratterizzato dall’apertura e dalla tensione critica ad un continuo
“andar oltre”, diede di essi interpretazioni originali in numerosi studi e
seminari. La sua ricerca, ora caratterizzata come razionalismo della prassi,
continuò a mettere in discussione ogni naturalismo limitativo della libertà
della persona. Vasa confermò così l’idea di una “via negativa alla filosofia” a
cui siamo costretti in mancanza di principi universali oggettivi o di autorità
universali nella prassi. Questa negazione confuta la tematizzazione ingenua del
mondo, mette fra parentesi la tradizione, toglie l’unicità di senso al nostro rapporto
con la realtà e, aprendo la ricerca alla prospettiva di generalizzazioni nuove,
risponde al bisogno della persona di costruirsi e perseguire finalità
proprie. Per influenza dell’amico Geymonat,
e in discussione con lui, Vasa vide concretamente nelle scienze in sviluppo
l’orizzonte effettivo delle possibilità razionali, pertanto si cimentò nella
comprensione di esse attraverso l’epistemologia e la logica. Egli esaminò: il
moderno formalismo logico-matematico di Russell; l’analisi del linguaggio (formale
ed ordinario) di ‘Vitters’; il convenzionalismo logico e linguistico che egli
coglieva nell’empirismo di Carnap e nella discussione di Quine sull’ontologia;
lo stesso svolgimento dell’epistemologia dagli inizi col Circolo di Vienna ai
successivi sviluppi autocritici e “liberali”; le rivoluzioni concettuali delle
scienze. Erano tutti problemi che avevano all’origine e segnalavano una crisi
del fondamento. Vasa volle chiarirli leggendovi «la sollecitazione a porre fra
parentesi ad aggredire o a variare all’infinito ogni “conoscenza” di spazi e
tempi, di atomi, masse e cause naturali». La sua ricerca manteneva così l’etica
dei fini umani; la logica era anche logica della speranza; la filosofia
ritrovava il senso originario di “amore della saggezza”. Opere: “Il problema della ragione” (Bocca,
Milano); “Ricerche sul razionalismo della prassi” (Sansoni, Firenze); “Logica,
scienza e prassi” (La Nuova Italia, Firenze); “Logica, religione e filosofia”
(Franco Angeli, Milano); “Logica, scienze della natura e mondo della vita”
(Angeli, Milano); “Poeti di Aggius. Michele Andrea Tortu, Michele Pisanu
(Antologia di Salvatore Lepori con prefazione, traduzione e note di A. Vasa),
Nota introduttiva di Giovanni Pirodda, Istituto Superiore Regionale
Etnografico, Nuoro. “Il Trascendentalismo della prassi, la filosofia della
Resistenza, Maria Grazia Sandrini, Mimesis, Centro Internazionale Insubrico,
Milano. NIn memoria di Andrea Vasa, filosofo della modernità, La Nuova
Sardegna, Treccani: Vasa, Andrea Ragione
e libertà. Saggio sul pensiero di Vasa
Vasa, Una discussione con G. Bontadini su metafisica e filosofia, in
Studi di filosofia in onore di G. Bontadini, Vita e Pensiero, Milano I saggi di
Vasa sono raccolti nel volume Logica, religione e filosofia (Scritti filosofiici
A. Vasa, Memoria di Giovanni Gentile, in Giornale critico della filosofia
italiana, Vedi Benedetto Croce, Le cosiddette ‘riforme della filosofia’ e in
particolare di quella hegeliana, (a proposito del saggio di Vasa su De
Ruggiero), in Quaderni della Critica, poi in Indagini su Hegel, Laterza, Bari, Vedi
M. Dal Pra, La filosofia italiana oggi, Rivista critica di storia della filosofia,
Sul trascendentalismo della prassi, in Il problema della filosofia oggi. Atti
del Congresso nazionale di Filosofia (Bologna, promosso dalla SFI, Bocca, Roma-Milano, Vedi:
saggi come l’Introduzione alla trad. di E. Husserl, L’idea della fenomenologia (M.
Rosso), Il Saggiatore, Milano, Logica e
religione di fronte al compito di una possibile unificazione del sapere, in «Il
Pensiero», L’ateismo religioso di L. Wittgenstein, in «Archivio di Filosofia», (Esistenza,
Mito, Ermeneutica), e le lezioni raccolte nel volume Logica, scienze della
natura e mondo della vita A. Vasa,
Logica, scienze della natura e mondo della vita. La frase (di Vasa) compare nella presentazione
editoriale del volume Logica, scienza e prassi. Luporini, Casari, Pra,
Geymonat, Marinotti, Ricordo di Vasa. Corsi, seminari, Olschki, Firenze, F. De
Natale, Storicità della filosofia e filosofia come storiografia. Un dibattito
tra filosofi italiani in Dentro la storiografia filosofica. Questioni di teoria
e didattica, Dedalo, Bari Franco Cambi, Razionalismo e prassi a Milano, Cisalpino-Goliardica,
Milano. Amedeo Marinotti, L. Handjaras, “Ragione e libertà: la filosofia di Vasa,
Prefazione di M. Dal Pra, Franco Angeli, Milano, Mario Dal Pra, Filosofi del Novecento,
Angeli, Milano, vi è raccolto il contributo già in, Ricordo di Andrea Vasa,
Olschki, Firenze Carlo Monti, Religione e prassi nel pensiero di Andrea Vasa,
in «La Fortezza. Rivista di studi», Liberalismo etico e prospettive razionalistiche
nel pensiero di Vasa, Etica e scienza. Saggi di filosofia, Carocci, Roma. Maria
Grazia Sandrini e Al., Andrea Vasa uomo e filosofo (Atti del convegno di
Aggius. Comprende: relazioni di M.G. Sandrini, “L’eredità vasiana”. P. Lecis,
Viaggio verso una meta incerta. L’universo dei mondi possibili di A. Vasa; F.
Minazzi, La strada per Megara e l’irriducibilità della libertà umana. Il
problema della ragione nel trascendentalismo della prassi di A. Vasa; E.
Palombi, Sul senso dell’uomo nel pensiero di A. Vasa; alcuni brevi Scritti e
testi inediti, F. Minazzi e M.G. Sandrini, in «Il Protagora», poi in volume con
lo stesso titolo, Barbieri, Manduria 2008. Amedeo Marinotti, Ragione e prassi
in Vasa e in Geymonat. Memoria di una discussione filosofica e di un’amicizia,
in Geymonat un maestro del Novecento. Il filosofo, il partigiano e il docente,
Fabio Minazzi, Unicopli, Milano Enrico
I. Rambaldi, La formazione di Vasa, in Alberto Pala filosofo laico,
appassionato delle scienze. Studi e testimonianze, B. Maiorca, Cuec, Cagliari, Enrico
I. Rambaldi, Da Gentile a Hegel. Trascendentalismo e antifascismo in Andrea
Vasa. Con un’appendice di testi e documenti, in «Rivista di storia della filosofia».
Andrea Vasa. Vasa. Keywords: liberta, freedom. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vasa: ragione e liberta” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731675581/in/dateposted-public/
Vastarini (L’Aquila). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Esponente di una nota famiglia abruzzese, fu un grande
studioso nonché maestro di scherma, quindi, alla morte della madre, e decise di
entrare nell'ordine dei frati minori cappuccini. Dotato di una brillante
vocazione predicatoria che lo portò sino alla corte di Urbano VIII. Venne
pubblicamente lodato anche dal Duca di Osuna che gli propose il vescovato di
Pozzuoli e dal Granduca di Toscana che gli propose quello di Fiesole, ma in
entrambi i casi Vastarini rifiutò. Nella
prima metà Professoresi prodigò per aprire una sede dei cappuccini nell’Aquila,
colpito dalla morte di un suo confratello che il medico non era riuscito a
soccorrere nell'allora sede di San Giuseppe fuori le mura. Acquista un vasto
terreno sul margine orientale della cinta muraria e vi costruì il convento e la
chiesa di San Michele, oggi inglobati nel complesso monumentale dell'Emiciclo. Camerlengo
dell'Aquila. Giacomo Di Marco, Storia
del complesso architettonico, in Lucio Zazzara, Palazzo dell’Emiciclo e
palazzina ex G.I. Maschile. Rigenerazione e adeguamento sismico a L’Aquila, Pescara,
Carsa. Alfonso Dragonetti 234 Frati
minori cappuccini d'Abruzzo, Le attività del Convento Santi Francesco e Chiara
di L'Aquila, su fraticappuccini. L'Emiciclo Rinasce, La storia, su
emiciclorinasce. Alfonso Dragonetti, Le
vite degli illustri aquilani, L'Aquila, Perchiazzi Editore. Vastarini Cresi. Vastarini-Cresi.
Vastarini. Perhaps under C? -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS –
Luigi Speranza,, “Grice e Vastarini: cappuccino e ciserciani” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732311369/in/dateposted-public/
Vattimo (Torino). Essential Italian
philosopher. Grice: “It may be argued that what Vattimo means by ‘strong’ is
what I mean by ‘weak’ and viceversa – With Popper, ‘I know’ is weaker than ‘I
believe’ and ‘every x’ is weaker than ‘some (at least) one’ or ‘the’ – I have
explored ‘the’ – Keyword: massima della debolezza conversazionale; massima
della forza conversazionale” -- Filosofo -- not one that provinicial Beaney
would include in his handbooks and dictionariesVattimo’s philosophy shares
quite a bit with Grice’s programme, as anyone familiar with both Vattimo and
Grice may testify. Vattimo has philosophised on Heidegger and Nietzsche, and
one of his essays is on the subject and the maskanother on realityThere is a
volume in his honour.Gianni Vattimo Gianteresio
"Gianni" Vattimo Gianni Vattimo Participante del Foro Internacional
por la Emancipación y la Igualdad Gianni Vattimo nel Dati generali Partito politicoPartito
Comunista (dal ) In precedenza: DS PdCI IdV Indipendente Titolo di studio Laurea
in Filosofia Università Università degli Studi di Torino Professione filosofo,
professore universitario. Filosofo. Tra i massimi esponenti della corrente post-moderna,
è teorizzatore del pensiero debole. Il padre è un poliziotto calabrese,
che muore quando Gianni ha un anno e mezzo, mentre la madre è una sarta; ha una
sorella di otto anni più grande. Durante la guerra si trasferisce con la
famiglia in Calabria, restandoci per due anni e ritornando a Torino nel
settembre del 1945. Studente del liceo classico Gioberti è attivo nella
Gioventù Studentesca di Azione Cattolica, e collabora a Quartodora, rivista del
movimento diretta da Straniero. Si autodefinì come un cattolico militante,
influenzato dalla lettura di Maritain, Mounier e dei racconti di Bernanos,
portato dalla fede ad un disinteresse per il razionalismo storico,
l'Illuminismo e le filosofie di Hegel e Marx. Allievo di Pareyson assieme
a Umberto Eco con cui ha condiviso amicizia e interessi, si è laureato in
filosofia a Torino. Lavora ai programmi culturali della Rai. Ha conseguito la
specializzazione a Heidelberg, con Löwith e Gadamer, di cui ha introdotto il
pensiero in Italia. Professore incaricato e ordinario di estetica all'Torino,
nella quale è stato preside, della facoltà di Lettere e Filosofia. -- ordinario
di filosofia teoretica presso la stessa università. 00 professore emerito,
titolo che non gli precluse, in futuro, lo svolgimento di eventuali attività
didattiche presso la suddetta università. Idea e condotto su Raitre il
programma televisivo di divulgazione filosofica “La clessidra.” Ha insegnato
come visiting professor negli Stati Uniti e ha tenuto seminari in diversi
atenei del mondo. È stato direttore della Rivista di estetica, membro di
comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, socio
corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino, nonché editorialista per
i quotidiani La Stampa e La Repubblica e per il settimanale L'espresso.
Attualmente dirige la rivista Tropos. Rivista di ermeneutica e critica
filosofica (edita da Aracne Editrice). Per le sue opere ha ricevuto lauree
honoris causa dalle La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional
Mayor de San Marcos di Lima. È stato più volte docente alle Vacances de
l'Esprit. Ha svolto attività politica in diverse formazioni: prima nel Partito
Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di
Sinistra, per i quali è stato parlamentare europeo, e nel Partito dei Comunisti
Italiani -- è stato candidato da una
lista civica a sindaco di una cittadina calabrese, San Giovanni in Fiore (Cs),
per combattere la "degenerazione intellettuale" che affliggeva quel
paese, ma non è riuscito ad arrivare al secondo turno. Annunciato la sua
candidatura a parlamentare europeo nelle liste dell'Italia dei Valori di
Antonio Di Pietro, rivendicando tuttavia le proprie origini comuniste, venendo
eletto nella circoscrizione Nord-Ovest. Nel giorno dell'anniversario
della fondazione del PCd'I, annuncia la sua adesione al Partito
Comunista. Il suo ideale politico-religioso si riassume in una forma da
lui definita "comunismo cristiano" e "comunismo
ermeneutico", un' ideale antidogmatico di "comunismo debole" nel
pensiero e nell'essere, che si ispira alla vita comunitaria delle prime
comunità cristiane. Esso rinnega e si oppone alla violenza delle industrializzazione
pesante forzata e dello stalinismo in genere, così come anche alle tesi di
Lenin e del terrorismo, muovendo a favore di una sinistra improntata al
dialogo, alla dialettica e alla tolleranza. Controversie Accuse di
antisemitismo Vattimo è stato accusato di antisemitismo, a causa delle sue
dichiarazioni sul controllo ebraico di banche, dove affermava:
"Ricordiamoci che la Federal Reserve è di proprietà di Rothschild. Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, lo accusò di antisemitismo,
additando le sue dichiarazioni come "parole di odio che non aggiungono
nulla di nuovo e che sono accompagnate dalla riproposizione squallida di
stereotipi anti-semiti". Anche Aiello, primo rabbino donna in Italia, ha
corroborato queste accuse, tacciando Vattimo di antisemitismo. Ha
rilasciato un'intervista al Corriere in cui dichiara, riguardo a Israele
«bisognerebbe procurarsi missili più efficaci dei Qassam e portarli
laggiù» La dichiarazione, riferita ai missili Qassam con cui Hamas colpisce
Israele, ha suscitato molte polemiche. Il filosofo ha tuttavia chiarito che le
sue prese di posizione sono rivolte contro Israele e che non hanno nulla a che
vedere con l’anti-semitismo. Sull'aggressione a Berlusconi In occasione
dell'aggressione di Tartaglia a Berlusconi ha espresso a Radio Radicale la
convinzione che quell'aggressione fosse stata una montatura. Ha affermato
inoltre che se l'aggressore avesse voluto veramente fare del male a Berlusconi
era preferibile usare una pistola invece di una statuetta. Vattimo si è
occupato dell'ontologia ermeneutica, proponendone una propria interpretazione,
che ha chiamato “debolita”, in contrapposizione con le diverse forme di
pensiero forte (fortitude) dell'Otto-Novecento: l'hegelismo con la sua
dialettica, il marxismo, la fenomenologia, la psicanalisi, lo strutturalismo.
Ognuno di questi movimenti si è proposto come superamento delle posizioni
filosofiche precedenti e smascheramento dei loro errori. Ma ogni volta
l'errore, secondo Vattimo, consisterebbe proprio in questo gesto teoretico. Non
ci sono nuovi inizi, l'errore consiste proprio nella volontà di rifondare
"fundamenta inconcussa" che non vi possono essere. Debolita è invece
un atteggiamento della postmodernità che accetta il peso
dell'"errore", ossia del caduco, dell'effimero, di tutto ciò che è
storico e umano. È la nozione di verità a doversi modellare sulla dimensione
umana, non viceversa. Secondo Vattimo la debolita è la chiave per la
democratizzazione della società, la diminuzione della violenza e la diffusione
del pluralismo e della tolleranza. In questo senso deve essere almeno segnalata
la grande e decisiva importanza che assume nella sua filosofia la nozione di
nichilismo, che rimette all'eredità di Nietzsche e Heidegger e si lega a vari
temi vattimiani (dall'etica, alla politica, dalla religione --l'indebolimento
di Dio alla teoria della comunicazione – implicatura come communicatum debole.
Con le sue opere più recenti (in particolare Credere di credere) ha rivendicato
al proprio pensiero anche la qualifica di autentica filosofia cristiana per la
postmodernità. Avvalendosi infatti della visione cristiana del maestro
Pareyson e di Quinzio, Vattimo rifiuta l'identificazione di Dio nell'essere
razionale, così come concepito dalla tradizione filosofica occidentale. Di
Pareyson e Quinzio, però, non condivide la visione religiosa tragica.
Suggestionato da Girard, Vattimo legge la vicenda di Cristo come rifiuto di
ogni sacrificio, anzitutto umano ed esistenziale. La kénosis (lett.
"svuotamento") divina è a vantaggio della libertà e della pace
umana. Le posizioni del filosofo rappresentano una svolta, sia nella sua
impostazione filosofica dell'interpretazione del presente, sia nel campo dell'attività
politica. Abbandona il partito dei Democratici di Sinistra e abbraccia il
marxismo rivalutandone positivamente l'autenticità e validità dei principi
progettuali, auspicando un "ritorno" al pensiero del filosofo di
Treviri e a un comunismo epurato dagli sviluppi delle distorte politiche
pubbliche sovietiche da superare dialetticamente. Per quanto la svolta possa
apparire contraddittoria con le precedenti posizioni, Vattimo rivendica la
continuità delle nuove scelte con il processo di ricerca sul pensiero debole,
pur ammettendo il cambiamento di "molte delle sue idee". È lo stesso
filosofo a parlare di un "Marx indebolito", ovvero di una base
ideologica capace di illustrare la vera natura del comunismo e adatta nella
pratica politica a superare ogni tipo di pudore liberal. L'approdo al marxismo
si configura quindi come una tappa dello sviluppo del pensiero debole,
arricchito nella prassi da una prospettiva politica concreta. Etica e
natura Vattimo ha anche espresso posizioni ambientaliste ed in particolare a
favore dei diritti degli animali. Ad esempio ha dichiarato: «In un'epoca
in cui l'umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari
possibilità di sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l'inquinamento) la
nostra radicale fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata
ed evidente.» Da parlamentare europeo si è battuto, tra l'altro, contro
la sperimentazione animale e contro il maltrattamento degli animali negli
allevamenti. Pubblicamente dichiara la sua omosessualità. Sviluppa una
concezione di Cristianesimo secolarizzato, il quale, conseguentemente, non
necessita di istituzioni ecclesiastiche, fondandosi sulla kénosis, ossia
sull'abbassamento e sull'indebolimento dell'idea di Dio. Per il filosofo il non
riconoscimento di un "assoluto", inteso come una verità definitiva,
porterebbe ad una maggiore accettazione della diversità sociale e culturale.
Il compagno da 11 anni di Vattimo, Sergio Mamino, storico dell'architettura,
malato di tumore ai polmoni, muore nel bagno dell'aereo che lo stava portando
nei Paesi Bassi per effettuare un'eutanasia. Ad accompagnarlo c'era con lui
sull'aereo lo stesso Vattimo. Ha collaborato con vari quotidiani italiani
e stranieri (La Stampa, L'Unità, il manifesto, Il Fatto Quotidiano), con
editoriali e riflessioni critiche su vari temi di attualità, politica e
cultura. Saggi: “Il concetto di fare in Aristotele” (Giappichelli,
Torino); “Essere, storia e linguaggio in Heidegger, Filosofia, Torino);
“Ipotesi su Nietzsche” (Giappichelli, Torino); “Poesia e ontologia” (Mursia,
Milano); “Schleiermacher, filosofo dell'interpretazione” (Mursia, Milano, “Introduzione
ad Heidegger” (Laterza, Roma-Bari); “Il soggetto e la maschera” (Bompiani,
Milano); “Le avventure della differenza” (Garzanti, Milano); “Al di là del
soggetto” (Feltrinelli, Milano); “Il pensiero debole” (Feltrinelli, Milano (G.
Vattimo eA. Rovatti); “La fine della modernità” (Garzanti, Milano); “Introduzione
a Nietzsche, Laterza, Roma); “La società trasparente” (Garzanti, Milano);
“Etica dell'interpretazione” (Rosenberg & Sellier, Torino); “Filosofia al
presente” (Garzanti, Milano); “Oltre l'interpretazione” (Laterza, Roma);
“Credere di credere” (Garzanti, Milano); “Vocazione e responsabilità del filosofo”
(Il Melangolo, Genova); “Dialogo con Nietzsche” (Garzanti, Milano); “Tecnica ed
esistenza: una mappa filosofica del Novecento” (Mondadori, Milano); “Dopo la
cristianità. Per un cristianesimo non religioso” (Garzanti, Milano); “Nichilismo
ed emancipazione. Etica, politica e diritto, S. Zabala, Garzanti, Milano); “Il
socialismo ossia l'Europa, Trauben); “Il Futuro della Religione, S. Zabala,
Garzanti, Milano, “Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e
relativismo, Antonello, Transeuropa Edizioni, Massa); “Non essere Dio.
Un'autobiografia a quattro mani, Aliberti editore, Reggio Emilia, “Ecce comu.
Come si ri-diventa ciò che si era, Fazi, Roma, “Addio alla Verità, Meltemi,
2009 Introduzione all'estetica, ETS, Pisa, “Magnificat. Un'idea di montagna,
Vivalda, “Della realtà, Garzanti, Milano, Pubblica presso Laterza un annuario
filosofico a carattere monografico (Filosofia). La sezione Filosofia ha vinto
il Premio Brancati. Vattimo a Lima, Perú. Pecoraro, "Dossier
Vattimo", Rossano Pecoraro, in: "Alceu". Rivista del Dip. di
Comunicazione. Monaco, Gianni Vattimo. Ontologia ermeneutica, cristianesimo e
postmodernità, Ets, Pisa; Weiss, Vattimo. Einführung. Vienna, Passagen Giovanni
Giorgio, Il pensiero di Vattimo. L'emancipazione della metafisica tra
dialettica ed ermeneutica (Franco Angeli, Milano); Numero della rivista A Parte
Rei (Madrid), v. 54, dedicato a Vattimo. Pensare l'attualità, cambiare il
mondo, G. Chiurazzi, Mondadori, Milano. Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi.
L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, Ets, Pisa L'apertura del presente. Sull'ontologia
ermeneutica di Vattimo, L. Bagetto, Tropos. Rivista di ermeneutica e critica
filosofica, anno I, numero speciale. M. Kopić, Vattimo Čitanka, Gianni Vattimo
Reader. Zagabria, Antibarbarus. C. Gutiérrez, Daniel Mariano Leiro, V. Rivera. Fondazione verano centini/images/allegati Vattimo_Gianni.pdf Movi100 Cent'anni di Movimento Studenti di
Azione Cattolica, su movi100.azionecattolica. Claudio Gallo, Gianni Vattimo Interview, su
publicseminar.org, 11 luglio. Vattimo: viva i giustizialisti. Corro con Tonino
Di Pietro. M. Rizzo con Gramsci alla Camera (il nipote omonimo) e il filosofo
Vattimo, nuovi iscritti al Partito Comunista. Sabato prossimo. Comitato
Centrale a Livorno, su Ilpartitocomunista, Ian Angus, Interview with Gianni
Vattimo: “Only Weak Communism Can Save Us”, su MRANSA, Italian philosopher
politician slammed as anti-Semite, su lagazzettadelmezzogiorno. 'Shoot those bastard Zionists': Italian
scholar, su the local Corriere della Sera, Non acquistiamo i prodotti di lì, su
archiviostorico.corriere. Repubblica -Vattimo: "Non sono un antisemita.
Solo anti-israeliano", su torino.repubblica. A Radio Radicale Il delirio
di Vattimo: «Per fargli male doveva sparare»
Il Giornale, In questo senso Cfr,
tra molti, La fine della modernità e Nichilismo ed emancipazione. Etica,
politica e diritto, dello stesso Vattimo e Niilismo e (Pós-Modernidade)
dell'italo-brasiliano Rossano Pecoraro, libro pubblicato a Rio de Janeiro e San
Paolo. Da Animali quarto mondo, in, I
diritti degli animali, L. Battaglia e S. Castignone, Ed. Centro di Bioetica,
Genova. Dichiarazione scritta sul riconoscimento dell'obiezione di coscienza
alla sperimentazione animale nell'UE, su giannivattimo. Interrogazione scritta
alla Commissione sul benessere degli animali, su Gianni vattimo. 4Vattimo:
accanimento sui gay, ma io non bacio in pubblico, Corriere della Sera, su
corriere. «Il mio compagno voleva farla
finita Ma morì in viaggio tra le mie braccia» Corriere della Sera, su corriere.
Albo d'oro premio Brancati, su comune.zafferana etnea.ct. Pensiero debole. Blog
ufficiale, su Gianni vattimo.blogspot.com.
Gianni Vattimo, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Gianni Vattimo,
su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. Revista A parte rei, su
personales.ya.com. Dicussion e sul Pensiero Unico su mito11settembre. Lezione di
congedo dall'Torino La verità e l’evento: dal dialogo al conflitto, su teologiaeliberazione.blogspot.com.
Credere di credere. Genesi e significato di una conversione debole Giornale di
filosofia della religione Gianni Vattimo. Un comunista postmoderno? (di Preve) RAI
Filosofia, su filosofia.rai. Vattimo. Keyword: debole/forte – implicatum come
communicatum debole. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Vattimo," The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688810146/in/photolist-2mPmWDG-2mLPa8B-2mKyErQ-2mKfshF-E4u3XA
Grice e Veca – la massima
dell’altruismo conversazionale -- filosofia (Roma). Grice: “I like Veca. Like me, he speaks of altruisn,
and he has contributed to a collective volume, “Cooperare e competere.”” Essential
Italian philosopher. Filosofo. Ha svolto un ruolo chiave nell'introduzione nel
dibattito culturale italiano dell'approccio alla filosofia politica derivato
dall'impostazione di Rawls, divenendo un punto di riferimento filosofico della
sinistra, sia come teorico che come militante. La sua formazione di tipo
analitico (sensibile quindi alle metodologie e alle questioni della filosofia
del linguaggio e della logica), insolita rispetto alla figura del teorico
politico così come tradizionalmente concepito in Italia, ha permesso alla sua
riflessione di spaziare anche negli ambiti dell'epistemologia e della
metafisica, indagandone le connessioni con l'ambito della filosofia morale e
politica. Veca da un impulso decisivo, nel dibattito filosofico italiano,
a temi quali il realismo, il problema della completezza nelle teorie
epistemiche e politiche, la giustizia globale e la sostenibilità. Studia Filosofia
a Milano, dove si laurea con una tesi in Filosofia teoretica, condotta sotto la
guida di Paci e Geymonat; assistente volontario, borsista CNR e assistente
incaricato presso la cattedra di Filosofia teoretica a Milano; professore incaricato
di Filosofiaa Calabria. -- è stato professore incaricato di Storia delle
istituzioni e delle strutture sociali presso la Facoltà di Lettere e filosofia
di Bologna. Professore incaricato, professore incaricato stabilizzato e
professore associato di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze
Politiche di Milano. -- è stato professore straordinario di Filosofia politica
presso la Facoltà di Lettere e filosofia di Firenze. Professore di
Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze politiche a Pavia. vicepreside
della Facoltà di Scienze politiche a Pavia; president della Facoltà di Scienze
politiche dell'Pavia; membro del Comitato direttivo della Scuola Superiore IUSS
di Pavia. rettore del Collegio Universitario Giasone del Maino di Pavia. direttore
del Centro Inter-Dipartimentale di Studi e Ricerche in Filosofia sociale a Pavia;
prorettore per la didattica dell'Pavia; componente del Consiglio di
amministrazione della Fondazione Romagnosi di Pavia e del Comitato scientifico
dell’European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering presso
l'Pavia; parte del Consiglio d'amministrazione dell'Istituto italiano di
scienze umane di Firenze; vicedirettore dell'Istituto Universitario di Studi Superiori
di Pavia. Coordinatore dei corsi ordinari dell'Istituto Universitario di Studi
Superiori di Pavia. Dal al è prorettore vicario dell'Istituto
Universitario di Studi Superiori di Pavia. Professore di Filosofia
politica presso l'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia.
Conclusa la sua carriera accademica nel, Veca attualmente insegna Filosofia
politica nelle Classi di Scienze umane e Scienze sociali dell'Istituto
Universitario di Studi Superiori di Pavia. Nella sua lunga carriera Veca
ha tenuto seminari e cicli di lezioni all'Cambridge (Christ's), a San Paolo,
all'Campinas, a'Bogotà, all'Evora, alla Sorbonne, all'Grenoble, all'Istituto
Universitario Europeo. Ha svolto un'intensa attività di consulenza e direzione
editoriale. Ha assunto, grazie a un invito del prof. Giuseppe Del Bo, la
direzione scientifica della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano presidente
della Fondazione Feltrinelli, promuovendo lo sviluppo del suo Centro di Scienza
politica. Direttore degli "Annali" della Fondazione, Veca ha
impegnato l'istituzione in una ampia gamma di attività di ricerca,
documentazione e pubblicazione nell'ambito della teoria politica e sociale
contemporanea che perseguono lo scopo di coniugare la tradizione della ricerca
storico-sociale con l'innovazione dei metodi e degli esiti della teoria
normativa e descrittiva della politica. Ha coordinato le attività del Seminario
annuale di Filosofia politica, promosso dalla Feltrinelli in collaborazione con
il Centro Studi Politici "Paolo Farneti" di Torino e la Scuola
Normale Superiore di Pisa. Nel 2000 avvia il progetto della “Biblioteca
europea” della Fondazione Feltrinelli, di cui è attualmente direttore. Nel è stato designato Presidente onorario della
Fondazione Feltrinelli ed è direttore scientifico del suo Laboratorio Expo -- è
inoltre stato condirettore di Aut Aut con E. Paci e P. Rovatti. Ha diretto la
collana Readings per l'Università della Casa editrice Feltrinelli, di cui è
consulente per la saggistica nel campo della filosofia e della teoria politica
e sociale; consulente della saggistica de il Saggiatore, di cui ha diretto, con
Marco Mondadori, la collana Theoria. Fa parte o ha fatto parte del
comitato scientifico o di direzione di riviste quali "Rassegna italiana di
sociologia", "Teoria politica", "Biblioteca della
libertà", "Transizione", "Etica degli affari",
"Iride", "European Journal of Philosophy", "Filosofia
e questioni pubbliche", "Reset", "Quaderni di Scienza
politica", "Il Politico", "Rivista di filosofia",
“Italianieuropei”. È attualmente direttore de “Il giornale di Socrate al caffè.
Bimestrale di cultura e conversazione civile; curatore scientifico della Carta
di Milano per Expo. Ruoli ed incarichi Fa parte del Comitato direttivo di
"Politeia", Centro per la ricerca e la formazione in politica ed
etica diMilano, di cui è stato uno dei fondatori. Comitato etico
dell'IstitutoEuropeo di Oncologia di Milano e del Comitato etico dell'Istituto
Mondino di Pavia; Comitato scientifico della Fondazione Rosselli di Torino; coordinatore
del Comitato Scientifico dell’Associazione per la ricerca e l'insegnamento
della filosofia, parte del Consiglio direttivo nazionale della Società
Filosofica italiana. È stato componente del Consiglio nazionale presso il
Ministero dei Beni culturali e ambientali; presidente dell'Associazione “I
quattro cavalieri” che ha promosso le attività dell’ensemble cameristico “I
solisti di Pavia”, diretto da E. Dindo.Comitato generale Premi della Fondazione
Balzan “Premio” di Milano. presidente della Fondazione Campus di Lucca; direttore
delle Scuole di formazione politica dell'Associazione “Libertà e giustizia; presidente
della Fondazione Paolo GrassiLa voce della culturadi Milano; Presidente del
Comitato Generale Premi della Fondazione Balzan di Milano; membro del Comitato
dei Garanti della Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova.
Dal è socio corrispondente residente
della Classe di Scienze morali dell'Istituto lombardo di scienze e lettere; consigliere
della Fondazione del Centenario della BSI di Lugano. Dal è membro del Comitato Scientifico della
Fondazione Gualtiero Marchesi. Accademico corrispondente non residente
della Classe di Scienze Morali dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di
Bologna; designato dall'Pavia quale Garante dei diritti degli student; presidente
della Casa della Cultura di Milano. Dal
è socio corrispondente non residente dell'Accademia delle Scienze di
Torino. membro effettivo dell'Istituto Lombardo di Lettere e Scienze e
componente del Comitato dei Garanti del FAI. Premio Castiglioncellosezione
di filosofiaper il libro Dell'incertezza e gli è stata conferita, con decreto
del Presidente della Repubblica, la medaglia d'oro e il diploma di prima
classe, riservati ai Benemeriti della Scienza e della Cultura. Ha ricevuto il
premio dell'Accademia di Carrara per il libro La filosofia politica. premio per
la filosofia “Viaggio a Siracusa” per La priorità del male e l'offerta
filosofica; premio “Ponte per la cultura” della Fondazione Europea Guido
Venosta per il libro Etica e verità; medaglia d'oro di benemerenza civica dal Comune
di Milano. Nella filosofia di Veca sono individuabili tre fasi distinte.
La prima fase della sua ricerca è stata dedicata a questioni di teoria della
conoscenza o di epistemologia. Pubblica “Fondazione e modalità in Kant” e
numerosi saggi su problemi di filosofia della logica, della matematica e della
fisica in Whitehead, Frege, Cassirer e Quine. Il centro di interesse
scientifico di Veca si sposta sulle teorie di Marx in rapporto alle scienze
economiche, sociali e politiche, delineando una seconda fase i cui esiti sono
formulati in “Marx e la critica dell'economia politica” e, soprattutto, “Il programma
scientifico di Marx.” Si impegna in un programma di ricerca nell'ambito
della filosofia politica influenzato dalla prospettiva della teoria normativa
della politica. Dopo “Le mosse della ragione,” introduce la discussione sulla
giustizia con “La società giusta” ed elabora e sviluppa la sua prospettiva
teorica in “Questioni di giustizia” e “Una filosofia pubblica.” Veca dedica un
saggio divulgativo agli esiti di questa fase della sua ricerca, “L'altruismo.” Gli
sviluppi successivi della sua ricerca, orientata al problema dei rapporti fra
teoria normativa e teoria descrittiva della politica e incentrata sulla
questione del pluralismo come fatto e come valore per la teoria democratica,
sono rinvenibile in “Libertà e eguaglianza.” Una prospettiva filosofica in
Progetto Ottantanove, nin Etica e politica e, in particolare in “Cittadinanza:
riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione.” Veca lavora alla stesura
di tre meditazioni filosofiche intorno a questioni di verità, giustizia e
identità, in cui estende la gamma dei suoi interessi teorici rispetto ai lavori
degli anni Ottanta. Sviluppando una serie di idee originariamente presentate in
Questioni di vita e conversazioni filosofiche, gli esiti di questa ricerca sono
contenuti in “L’incertezza.” Pubblica “L'idea di giustizia da Platone ad oggi.”
Pubblica un saggio di filosofia sociale e politica, “La lealtà civile: un
messaggio nella bottiglia” e un saggio dedicato alla interpretazione e alla
ricostruzione della teoria politica normative, “La filosofia politica.” Pubblica
“La penultima parola e altri enigmi. Questioni di filosofia” in cui sono
approfonditi alcuni esiti di Dell'incertezza ed è affrontata, nella prima
parte, la questione meta-teorica della relazione fra l'attività filosofica e la
sua storia nel tempo. Pubblica “Il bello e gli oppressi: ll'idea di giustizia” in
cui sono presentate alcune idee di base per una teoria della giustizia globale.
Presenta la sua prospettiva filosofica in un saggio divulgativo, “Il giardino
delle idee: passi nel mondo della filosofia.” Pubblica “La priorità del male e
l'offerta filosofica, in cui sviluppa e approfondisce le questioni di una
teoria della giustizia globale e mette a fuoco, fra l'altro, le connessioni fra
l'offerta di filosofia politica e le circostanze e i soggetti di
politica. Pubblica “Le cose della vita: congetture, conversazioni e
lezioni personali,” in cui estende l'esame delle questioni di vita, inteso come
tentativo di autoritratto, e lo connette al problema dell'eredità
intellettuale, nel senso della dimensione storica del sapere filosofico. Pubblica
“Dizionario minimo. Per la convivenza democratica,” in cui esamina e discute
alcuni temi fondamentali per l'interpretazione e la valutazione della forma di
vita democratica, sulla base di una tesi sulla natura della libertà
democratica. Pubblica “Etica e verità” in cui sono raccolti saggi incentrati
sui rapporti fra la crescita dell'impresa scientifica e i nostri criteri di
giudizio etico, e Quattro lezioni sull'idea di incompletezza, in cui presenta i
primi risultati di una ricerca filosofica sull'idea di incompletezza, messa a
fuoco in distinti domini di applicazione, quali quello della interpretazione,
della giustificazione e della dimostrazione. Pubblica “Incompletezza,” in cui
espone gli esiti delle sue ricerche filosofiche cercando di esplicitarne la
coerenza e la connessione con l’incertezza. In “L'immaginazione filosofica”
sviluppa la tesi conclusive del contributo all'idea di incompletezza e sullo
sfondo di una definizione delle principali linee della propria ricerca
filosofica. In “Un'idea di laicità” propone un argomento a favore della
laicità delle istituzioni e delle scelte sociali basato su un'interpretazione
della natura della libertà democratica e del fatto del pluralismo. In “Non
c'è alternativa. Falso!” mette a fuoco, in una prospettiva filosofica, alcuni
aspetti rilevanti della crisi economica strutturale e dei rapporti fra
capitalismo e democrazia rappresentativa. In “La gran città del genere
umano” tratta temi differenti accomunati dalla prospettiva globale “degli occhi
del resto d'umanità”. In “La barca di Neurath” affronta questioni
epistemologiche, normative e meta-filosofiche sullo sfondo dell’incertezza e
dell'incompletezza; curatore del volume degli Annali della Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli, Laboratorio Expo. “Il senso della possibilità, dove
Veca, raccogliendo intuizioni sviluppate in quegli anni nelle lezioni presso la
Scuola Superiore IUSS di Pavia, espone il suo interesse per la
l'interpretazione filosofica delle modalità. In particolare, le questioni
metafisiche delle modalità (specie il confronto tra mondo attuale e mondi
possibili, esaminando le differenti posizioni di Kripke, Lewis, e Armstrong)
costituirebbero la chiave di volta filosofica a cui si riconducono le questioni
normative ed ontologiche relative all'epistemologia, all'etica e alla politica
esposte nel saggio sull’incompletezza e sull’incertezza. In particolare, la
distinzione tra mondi possibili e realtà modale, che fornirebbe una fondazione alla
compatibilità tra costruttivismo griceiano e realismo, proposta in chiusura,
può considerarsi l'apertura di una nuova fase del pensiero di Veca, stavolta di
stampo prettamente metafisico, e che si ricollega peraltro all'interesse per le
modalità centrale nella sua opera prima. Altre opere: “Fondazione e
modalità in Kant” (Milano, Il Saggiatore); “Marx e le critiche dell'economia”
(Milano, Il Saggiatore); “Il programma scientifico di Marx” (Milano, Il
Saggiatore); “Le mosse della ragione” (Milano, Il Saggiatore); “La società
giusta: argomenti per il contrattualismo” (Milano, Il Saggiatore); “Crisi della
democrazia e neo-contrattualismo” (Roma, Riuniti); “Questioni di giustizia”
(Parma, Pratiche); “Co-operare e competere” (Milano, Feltrinelli); “Una
filosofia pubblica” (Milano, Feltrinelli); “L'Altruismo” (Milano, Garzanti); “Etica
e politica” (Milano, Garzanti); “Progetto Ottantanove” (Milano, Il Saggiatore);
“Cittadinanza. Riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione” (Milano,
Feltrinelli); “Questioni di vita e conversazioni filosofiche” (Milano, BUR,
Biblioteca Universale Rizzoli); “Questioni di giustizia. Corso di filosofia politica.
Torino, Einaudi, Europa Universitas. Tre
saggi sull'impresa scientifica europea, Milano, Feltrinelli, Filosofia,
politica, società. Annali di etica pubblica, Roma, Donzelli, L'Idea di giustizia da Platone a Rawls, Roma,
Laterza, Dell'incertezza. Milano, Feltrinelli, La politica e l'amicizia,
Milano, Edizioni lavoro, Della lealtà civile: un messaggio nella bottiglia.
Milano, Feltrinelli, La penultima parola e altri enigmi. Roma-Bari, Laterza, La
filosofia politica. Roma, Laterza, La bellezza e gli oppressi: sull'idea di giustizia.
Milano, Feltrinelli, Il giardino delle
idee. Quattro passi nel mondo della filosofia. Milano, Frassinelli, collana
"I libri di Arnoldo Mosca Mondadori", La priorità del male e l'offerta filosofica” (Milano,
Feltrinelli); Le cose della vita. Congetture, conversazioni e lezioni
personali. Milano, BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, Dizionario minimo. Le
parole della filosofia per una convivenza democratica. Milano, Frassinelli, Quattro
lezioni sull'idea di incompletezza. Milano, La Scuola di Pitagora); “Etica e
verità” Milano, Giampiero Casagrande editore, collana "Attualità e
studi", L'idea di incompletezza. Quattro lezioni. Milano, Feltrinelli, Sarabanda. Oratorio in tre tempi per voce
sola. Milano, Feltrinelli, Kant. Milano,
Book Time, Tolleranza. Le virtù civili.
Milano, ASMEPA, L'immaginazione
filosofica” (Milano, Feltrinelli); “Un'idea di laicità. Bologna, il
Mulino, Ragione, giustizia, filosofia, scritti
scelti, Antonella Besussi e Anna E. Galeotti. Milano, Feltrinelli, Omnia
Mutantur. La scoperta filosofica del pluralismo culturale (Milano, Marsilio,.
Non c'è alternativa. Falso! Roma, Laterza,. La gran città del genere umano. Milano,
Mursia,. La barca di Neurath. SPisa, Scuola Normale Superiore,. Laboratorio
Expo. Milano, Fondazione Giangiacomo
Feltrinelli,. Il giardino di Camilla. Milano, Mursia,.
Responsabilità-Uguaglianza-Sostenibilità. Tre parole-chiave per interpretare il
futuro (Bologna, Dehoniane); Il senso della possibilità” Milano, Feltrinelli);
“Le virtù cardinali: prudenza, temperanza, fortezza, giustizia” (Roma,
Laterza), A proposito di Marx. Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,.
Quasi un diario. Socrate al caffè. Milano, Casagrande, “ Qualcosa di sinistra.
Idee per una politica progressista. Milano, Feltrinelli,. Libertà. Roma,
Treccani. Cura, introdotto la filosofia di Rawls, Nozick, Dahl, Easton, Nagel,
Williams, Parfit, Putnam, Walzer, Berlin, Sen, Goodman, Arrow, Regan, Elster, Passmore,
Pontara, Dunn, Larmore, MacIntyre, Harsanyi, Hempel, Finetti, Meade, Dworkin,
Axelrod, Moore, Hampshire, Pettit, Spence, scrittore britannico Scuola di Milano. Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Socrate
al Caffè, su socrate.apnetwork. Biografia. Pavia. Centro di filosofia sociale Scritti
Pavia. Centro di filosofia sociale la teoria della giustizia RAI Filosofia Presentazione del volume
Ragione, Giustizia, Filosofia. Scritti in onore. Salvatore Veca. Keywords:
altruism, Hampshire, Hart, Grice, giustizia, cooperare e competere, altruismo –
ragione – virtu capitali -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Veca: la massima dell’altruismo conversazionale” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732292349/in/dateposted-public/
Grice e Vecchio: il kantismo contro
il positivismo di neo-Trasimaco (Bologna). Essential Italian philosopher. Interessi
principali: Etica, filosofia del diritto, filosofia politica. Influenzato a Bobbio.
Vecchio, eminente italiana filosofo del diritto del 20esimo secolo. Tra gli
altri ha influenzato lBobbio. Famoso per il suo libro giustizia. -- è stato
professore a Ferrara, Sassari, Messina, Bologna e Roma. Rettore a Roma. Inizialmente
aderito al fascismo, come molti filosofi del diritto in Italia (anche se lui
stesso rimosso dal l'ideologia fascista nella fase iniziale). Ha perso la sua
cattedra per due volte e per ragioni opposte: per mano dei fascisti perché era
un Ebreo, per mano di anti-fascisti perché era accusato di simpatizzare con il
fascismo all'inizio della sua carriera. Reintegrato nell'insegnamento durante
la seconda guerra mondiale, lavora con il Secolo d'Italia e la rivista Pages
libero (pubblicazione regia di Vito Panucci). Fa parte del comitato
organizzatore di INSPE, un Istituto di ricerca che negli anni Cinquanta e
Sessanta si era opposto alla cultura marxista, la promozione di conferenze
internazionali e pubblicazioni. Fondatore e direttore del giornale
internazionale di Filosofia del Diritto. Considerato tra i maggiori interpreti
del kantismo. Criticato il positivismo, affermando che il concetto di ‘ius’ non
può essere derivata dall'osservazione dei fenomeni giuridici. A questo
proposito, le sue convinzioni concordarono con una vertenza che si stava
svolgendo in Germania tra Filosofia, Sociologia e legale Teoria generale che
sembrava di ridefinire il "filosofia del diritto" a cui Vecchio ha
attribuito questi tre compiti: compito
logica: costruire il concetto di ‘legge’ -- compito fenomenologica, che
consiste nello studio del diritto come fenomeno sociale. Compito ontologico,
che esamina la natura del ‘giusto’ -- o
l'essenza del diritto come – dovere -- dovrebbe essere. Opere: “Senso
giuridico, La filosofico Presupposti del concetto di legge, Il concetto di
legge, Il concetto di natura e il principio di diritto, Sui principi generali
della legge, Giurisprudenza, Lezioni
Filosofia del diritto, La crisi della scienza del diritto, Storia della
Filosofia del diritto, Mutevolezza ed Eternità della legge, Gli studi sul
diritto. Del Vecchio, Giorgio treccani "Principi generali del diritto.” Vechio:
essential Italian philosopher. Grice: “Note that it is DelVecchio.” DelVecchio.
Vecchio. Keywords: neo-Trasimaco, Hart, ius, kantismo, positivism, giustizia,
il giusto. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza,
“Grice, Hart, e Vecchio: il kantianismo dell’ ‘ius.’” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732516490/in/dateposted-public/
Grice e Vedovelli – filosofia (Roma). Essential Italian philosopher.
Filosofo. Rettore a Siena, assessore alla cultura del Comune di Siena. Laureato
in filosofia a Roma è Professore a Siena, dove ha assunto la carica di Rettore.
Precedentemente ha svolto attività di ricerca e di docenza a Heidelberg,
Calabria, Roma, e Pavia. I suoi settori
di ricerca si muovono nell'ambito della glossologia, la semiotica, la
sociolinguistica e la linguistica acquisizionale. Ha introdotto il concetto di
lingua immigrata. Le sue ricerche si concentrano sull'insegnamento e
apprendimento delle lingue in contesto migratorio. È autore di un commento al Quadro comune
europeo di riferimento per l'insegnamento delle lingue e co-autore della
ricerca Italiano, indagine motivazionale sui pubblici dell'italiano all'estero,
realizzata sotto la guida di Mauro. È
stato il fondatore e primo direttore della Certificazione di Italiano come
Lingua Straniera, e del Centro di Eccellenza della Ricerca Osservatorio
linguistico dell'italiano diffuso fra stranieri e delle lingue immigrate in
Italia, istituiti a Siena. Opere: “Lessico
di frequenza dell'italiano parlato” (Milano, IBMEtas, Italiano, I pubblici e le motivazioni
dell'italiano diffuso tra stranieri, Roma, Bulzoni, Guida all'italiano per
stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Roma,
Carocci, L'italiano degli stranieri,
Roma, Carocci, Lingua in giallo. Analfabeti, criminali, sordomuti,
certificazioni di lingua straniera, Perugia, Guerra, Storia linguistica
dell'emigrazione italiana nel mondo, Roma, Carocci, Siena Certificazione CILS
Linguistica educativa Glottodidattica Semiotica
Registrazioni di Massimo Vedovelli, su RadioRadicale, Radio Radicale. Vedovelli.
Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice
e Vedovelli” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732504270/in/dateposted-public/
Grice e Vegetti – il platonismo
oxoniense di Pater – filosofia (Milano). Essential
Italian philosopher. Filosofo. Professore a Pavia. Si laurea a Pavia con una
tesi, “La storiografia diTucidide,” quale alunno del Collegio Ghislieri. Libero
docente e successivamente professore incaricato in Storia della filosofia
antica, fu Professore di questa disciplina a Pavia dove ricoprì più volte il
ruolo di direttore nel Dipartimento di Filosofia. Fu docente presso la Scuola Superiore IUSS di
Pavia e la Scuola Europea di Studi Avanzati dell'Università degli Studi Suor Orsola
Benincasa di Napoli. Membro del Collegium Politicum e socio dell'Accademia di
Scienze Morali e Politiche di Napoli, e dell'Istituto Lombardo Accademia di
Scienze e Lettere. Vegetti condivise il
lavoro intellettuale e l'impegno sociale con Finzi. Vegetti si dedicò alla
filosofia greco-romana, secondo l'insegnamento del suo maestro Geymonat. Fa studi
sulla medicina e sulla biologia da Ippocrate a Galeno. Fu il primo in Italia a impartire un corso di
storia della filosofia antica che prendesse in considerazione i riferimenti
alla storia della scienza, particolarmente in ambito greco-romano. Nella
ricerca della connessione fra scienze e filosofia, seguì la metodologia di Geymonat.
Il campo d'indagine approfondito da Vegetti consistette nello studio degli
aspetti etici e politici della filosofia, in particolare il platonismo, il
aristotelismo, e lo stoicismo, in rapporto con l'ambito sociale ed ideologico
della cultura greco-romana. Relativamente all'etica, che assimila l'ordine
stabilito dalla legge morale e politica con l'ordine naturale insito nel
kósmos, l'universo ordinato, Vegetti ritenne che si configurasse per la prima
volta nell' “Iliade” proseguendo poi nella riflessione orfica-pitagorica
sull'anima. Apprezzato per i suoi studi su Platone, Aristotele, Ippocrate,
Galeno e sull'etica. Opere: “Il coltello
e lo stilo” (Il Saggiatore, Milano); “Tra Edipo e Euclide” (Il Saggiatore,
Milano); “L'etica degli antichi” (Laterza, Roma-Bari); “La medicina platonica” (Il
Cardo, Venezia); “La Repubblica platonica” (Napoli, Bibliopolis); “Il
platonismo” (ed. Einaudi); “Socrate incontra Marx. Lo Straniero di Treviri, ed.
Guida; “Guida alla lettura della Repubblica di Platone, Laterza, Roma-Bari); “Un
paradigma in cielo. Platone politico da Aristotele al Novecento, ed. Carocci.
Vegetti collabora in: “Marxismo e società antica” (Feltrinelli, Milano); “Oralità,
scrittura, spettacolo” Boringhieri, Torino, Il sapere degli antichi, Boringhieri, Torino, L'esperienza
religiosa antica, Boringhieri, Torino (con Gabriele Giannantoni) La scienza
ellenistica, Bibliopolis, Napoli, Le opere psicologiche di Galeno, Bibliopolis,
Napoli, Nuove antichità, "Aut Aut", "Dialoghi con gli antichi",
Sankt Augustio. Ha tradotto Ippocrate,
Opere, M. Vegetti, POMBA, Torino, II edizione, Aristotele, Opere biologiche, D.
Lanza e M. Vegetti, POMBA, Torino, II edizione, Galeno, Opere, I. Garofalo e M.
Vegetti, POMBA, Torino, Platone, Repubblica, M. Vegetti, Libri I-III,
Dipartimento di Filosofia dell'Pavia, "Platone, Repubblica",
M.Vegetti, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano. “Nell'ombra di Theuth: dinamiche
della scrittura in Platone, in Sapere e scrittura in Grecia, M. Detienne,
Laterza, Roma- Bari); “Tra il sapere e la pratica: la medicina ellenistica” in
Storia del sapere medico occidentale M. Grmek, Laterza, Roma-Bari. “L' idea del
bene nella Repubblica di Platone, in "Discipline filosofiche", Passioni
antiche: l'io collerico, in Storia delle passioni S. Vegetti Finzi, Laterza,
Roma- Bari. Curato inoltre, per Zanichelli, “Filosofie e società.” Biografia su
Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, su emsf.rai. S. Vegetti Finzi, A. Celli, Fare società, ed.
Einaudi Entrambi collaboratori della
rivista Iride delle edizioni del Mulino. Biografia su Enciclopedia multimediale
delle scienze filosofiche, su emsf.rai. 6. Filosofo studioso di Platone, su
corriere. G. Curci, Intervista alla
prof.ssa Gastaldi, in ricordo del maestro Vegetti, su necrologie.laprovinciapavese.gelocal.
Enciclopedia Treccani alla voce "Galeno" Intervista Antonio Carioti,
"Critico il Platone di Reale, il marxismo non c'entra", intervista di
Mario Vegetti, Corriere della Sera, Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere di Mario Vegetti,. Pubblicazioni su
Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de
l'Innovation. Registrazioni su RadioRadicale,
Radio Radicale. L'etica e la filosofia antica, su emsf.rai. La retorica e la
persuasione, su emsf.rai. La medicina greca. Aristotele. I pitagorici.
Socrate., su emsf.rai. L'etica in Platone e Aristotele, su emsf.rai. Mario
Vegetti: il primato del filosofo per Aristotele, sul RAI filosofia, su filosofia.rai. Mario
Vegetti. Vegetti. Keywords: ariskant, plathegel. -- Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Vegetti e il platonismo
oxoniense di Pater” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732247714/in/dateposted-public/
Velino – I velini – Luigi Speranza (Velia). Grice: “”A = A,” Parmenides says,” “Le donne
sono le donne,” “La guerra è la guerra.” Enough to irritate an Italian
neo-non-parmenideian“One of the most important Italian philosophers, if only
because Plato dedicated a dialogue to him!”Grice. --
Parmenide Parmènide di Elea (in greco antico: Παρμενίδης, Parmenídēs;
Elea. Filosofo antico -- autore del poema Sulla natura. Viene considerato
il fondatore dell'ontologia, con cui ha influenzato l'intera storia della
filosofia occidentale. Fu il filosofo dell'essere statico e immutabile, in
contrasto col divenire di Eraclito, secondo il quale viceversa «tutto cambia». A
lui si deve la nascita della scuola eleatica a cui appartenevano anche Zenone (o
Senone nella grafia antica) di Elea e Melisso di Samo. La rivalità tra
Parmenide ed Eraclito è stata reintrodotta negli odierni dibattiti sulla
concezione del tempo,[ e della fisica moderna. Nacque a Velia, in Ascea, da una
famiglia aristocratica. Della sua vita si hanno poche notizie. Secondo
Speusippo, nipote di Platone, e chiamato dai suoi concittadini a redigere le
leggi di Ascea. Secondo Sozione e discepolo del pitagorico Aminia. Per altri fu
probabilmente discepolo di Senofane di Colofone. Ad Ascea fonda inoltre una
scuola, insieme al suo discepolo prediletto Zenone. Platone nel Parmenide
riferisce di un viaggio che Parmenide intraprese alla volta di Atene, dove
conobbe Socrate col quale ebbe una vivace discussione. L'unica opera di
Parmenide è il poema in esametri intitolato Sulla natura, di cui alcune parti
sono citate da Simplicio in De coelo e nei suoi commenti alla Fisica
aristotelica, da Sesto Empirico e da altri scrittori antichi. Di “Sulla natura”
ci sono giunti ad oggi diciannove frammenti, alcuni dei quali allo stato di
puro stralcio, che comprendono un proemio e una trattazione in due parti: La
via della verità e La via dell'opinione. Di quest'ultima abbiamo solo pochi
versi. Εἰ δ' ἄγ' ἐγὼν ἐρέω, κόμισαι δὲ σὺ μῦθον ἀκούσας, αἵπερ ὁδοὶ μοῦναι
διζήσιός εἰσι νοῆσαι· ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι, Πειθοῦς ἐστι
κέλευθος - Ἀληθείῃ γὰρ ὀπηδεῖ - , ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι,
τὴν δή τοι φράζω παναπευθέα ἔμμεν ἀταρπόν· οὔτε γὰρ ἂν γνοίης τό γε μὴ ἐὸν - οὐ
γὰρ ἀνυστόν - οὔτε φράσαις. ... τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι. Orbene io
ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca
che sole sono da pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non
sia, e questo è il sentiero della persuasione (infatti segue la verità);
l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che
questo è un sentiero del tutto inaccessibile. Infatti non potresti avere
cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo. Infatti
lo stesso è pensare ed essere. Sostiene che la molteplicità e i mutamenti del
mondo sono illusori, e afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'essere:
immutabile, ingenerato, finito, immortale, unico, omogeneo, immobile,
eterno. La narrazione si snoda intorno al percorso intellettuale del
filosofo che racconta il suo viaggio verso la dimora della dea della Giustizia la
quale lo condurrà al cuore inconcusso della ben rotonda verità. La dea, in
quanto tutrice dell'ordine cosmico, e vista in tal senso anche come garante
dell'ordine logico, cioè del corretto filosofare. La dea gli mostra la via
dell'opinione, che conduce all'apparenza e all'inganno, e la via della verità
che conduce alla sapienza e all'essere (τὸ εἶναι). Pur non specificando
cosa sia questo essere, è il che per primo ne mette a tema esplicitamente il
concetto. Su di esso egli esprime soltanto una lapidaria formula, la più antica
testimonianza in materia, secondo la quale l'essere è, e non può non essere. Il
non-essere non è, e non può essere -- ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι
… ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι -- è, e non è possibile che
non sia … non è, ed è necessario che non sia» -- fr. 2, vv 3;5 -
Simplicio, Phys. 116, 25. Proclo, Comm. al Tim.). Con queste parole intende
affermare che niente si crea dal niente (ex nihilo nihil fit), e nulla può
essere distrutto nel nulla. Già i primi filosofi avevano cercato l'origine (o ἀρχή,
archè) della mutevolezza dei fenomeni in un principio statico che potesse
renderne ragione, non riuscendo a spiegarsi il divenire. Ma i cambiamenti e le
trasformazioni a cui è soggetta la natura, tali per cui alcune realtà nascono,
altre scompaiono, non hanno semplicemente motivo di esistere, essendo pura
illusione. La vera natura del mondo, il vero essere della realtà, è statico e
immobile. A tali affermazioni giunge promuovendo per la prima volta un pensiero
basato non più su spiegazioni mitologiche del cosmo, ma su un metodo razionale,
servendosi in particolare della logica formale di non-contraddizione, da cui si
traggono le seguenti conclusion. L'essere è immobile perché se si muovesse
sarebbe soggetto al divenire, e quindi ora sarebbe, ora non sarebbe. L'essere è
uno perché non possono esserci due esseri: se uno è l'essere, l'altro non
sarebbe il primo, e sarebbe quindi non-essere. Allo stesso modo per cui, se A è
l'essere, e B è diverso da A, allora B non è: qualcosa che non sia Essere non
può essere, per definizione. L'Essere è eterno perché non può esserci un
momento in cui non è più, o non è ancora: se l'essere fosse solo per un certo
periodo di tempo, a un certo momento non sarebbe, e si cadrebbe in contraddizione.
L'essere è dunque ingenerato e immortale, poiché in caso contrario
implicherebbe il non essere. La nascita significa essere, maa anche non essere
prima di nascere. La morte significa non essere, ovvero essere solo fino a un
certo momento. L'essere è indivisibile, perché altrimenti richiederebbe la
presenza del non-essere come elemento separatore. L'essere risulta così
vincolato dalla necessità (ἀνάγχη), che è il suo limite ma al contempo il suo
fondamento costitutivo. La dominatrice necessità lo tiene nelle strettoie del
limite che lo rinserra tutto intorno; perché bisogna che l'essere non sia
incompiuto. L'essere secondo Parmenide: privo di imperfezioni e identico in
ogni sua parte come una sfera paragona l'Essere a una sfera perfetta, sempre
uguale a se stessa nello spazio e nel tempo, chiusa e finita (per gli antichi
greci il finito era sinonimo di perfezione). La sfera è infatti l'unico solido
geometrico che non ha differenze al suo interno, ed è uguale dovunque la si
guardi; l'ipotesi collima suggestivamente con la teoria della relatività di
Einstein che dice: «Se prendessimo un binocolo e lo puntassimo nello spazio,
vedremmo una linea curva chiusa all'infinito» in tutte le direzioni dello
spazio, ovvero, complessivamente, una sfera (per lo scienziato infatti
l'universo è finito sebbene illimitato, fatto di uno spazio tondo ripiegato su
se stesso). Fuori dell'essere non può esistere nulla, perché il non-essere,
secondo logica, non è, per sua stessa definizione. Il divenire attestato dai
sensi, secondo cui gli enti ora sono e ora non sono, è una mera illusione (che
appare ma in realtà non è). La vera conoscenza dunque non deriva dai sensi, ma
nasce dalla ragione. Non c'è nulla di errato nell'intelletto che prima non sia
stato negli erranti sensi» è la frase che d'ora in poi sarà attribuita a
Parmenide. Il pensiero è dunque la via maestra per cogliere la verità
dell'Essere: «ed è lo stesso il pensare e pensare che è. Giacché senza l'essere
… non troverai il pensare», a indicare come l'Essere si trovi nel pensiero.
Pensare il nulla è difatti impossibile, il pensiero è necessariamente pensiero
dell'essere. Di conseguenza, poiché è sempre l'essere a muovere il pensiero, la
pensabilità di qualcosa dimostra l'esistenza dell'oggetto pensato.Tale identità
immediata di essere e pensiero, a cui si giunge scartando tutte le impressioni
e i falsi concetti derivanti dai sensi, abbandonando ogni dinamismo del
pensiero, accomuna Parmenide alla dimensione mistica delle filosofie apofatiche
orientali, come il buddhismo, il taoismo e l'induismo. Una volta stabilito che
l'Essere è, e il non-essere non è, restava tuttavia da spiegare come nascesse
l'errore dei sensi, dato che nell'Essere non ci sono imperfezioni, e perché gli
uomini tendano a prestare fede al divenire attribuendo l'essere al non-essere.
Parmenide si limita ad affermare che gli uomini si lasciano guidare
dall'opinione (δόξα), anziché dalla verità, ossia giudicano la realtà in base
all'apparenza, secondo procedimenti illogici. L'errore in definitiva è una semplice
illusione, e dunque, in quanto non esiste, non si può trovargli una ragione.
Compito del filosofo è unicamente quello di rivelare la nuda verità dell'Essere
nascosta sotto la superficie degli inganni. Il tema sarà ripreso da Platone che
cercherà una soluzione al conflitto tra l'essere e il molteplice; per
sciogliere il dramma umano costituito dal senso greco del divenire (per cui
tutto muta) che si scontra con una ragione, altra dimensione fondamentale della
grecità, che è portata a negarlo, Platone concepirà il non-essere non più alla
maniera di Parmenide staticamente e assolutamente contrapposto all'essere, ma
come diverso dall'essere in senso relativo, nel tentativo di dare una
spiegazione razionale anche al tempo e al molteplice. Il rigore logico di
Parmenide gli valse inoltre l'appellativo di "venerando e terribile"
da parte di Platone. La fiducia di Parmenide in un sapere completamente dedotto
dalla ragione, e viceversa la sua totale sfiducia nei confronti dei sensi e di
una conoscenza empirica, fa di lui un filosofo profondamente
razionalista. Parmenide e la scuola di Elea Parmenide ne "La
scuola di Atene", affresco di Raffaello Sanzio Parmenide fu il fondatore
della scuola di Elea, dove ebbe vari discepoli, il più importante dei quali fu
Zenone. Il metodo usato dagli eleati era la dimostrazione per assurdo, con cui
confutavano le tesi degli avversari giungendo a dimostrare la verità
dell'Essere, nonché la falsità del divenire e delle impressioni dei sensi, per
una "impossibilità logica di pensare altrimenti".Stupiva i
contemporanei un ragionamento che scaturiva dalla radicale contrapposizione
essere/non-essere e da un'immediata conseguenza del principio di
non-contraddittorietà dell'essere e del pensiero, teorizzato in seguito da
Aristotele come evidenza prima e indimostrabile alla ragione senza la quale
diverrebbe impossibile qualsiasi conoscenza necessaria-filosofica, restando
solo il mondo dell'opinione. Parmenide e gli eleati si contrapponevano
soprattutto al pensiero di Eraclito, loro contemporaneo, filosofo del divenire
che basava la conoscenza interamente sui sensi. Nella prospettiva della storia
della filosofia, sarà quindi Hegel a concepire l'essere in maniera radicalmente
opposta a Parmenide. Anche l'atomismo democriteo intese contrapporsi alla
teoria eleatica dell'Essere (che aveva cercato una soluzione al problema
dell'archè negando alla radice un fondamento originario al divenire),
presupponendo gli atomi e uno spazio vuoto, diverso dagli atomi, in cui essi
potessero muoversi, ipotizzando in un certo senso una convivenza di essere e
non-essere. In seguito furono i sofisti a cercare di confutare il
pensiero degli eleati, opponendo al loro sapere certo e indubitabile (επιστήμη,
epistéme) sia il relativismo di Protagora, sia il nichilismo di Gorgia. Uno dei
maggiori problemi sollevati da Parmenide riguardava in particolare
l'impossibilità di oggettivare l'Essere, di darne un predicato, di sottrarlo
all'astrattezza formale con cui egli l'aveva enunciato, e che sembrava contrastare
con la pienezza totale del suo contenuto. Fu seguendo questa strada che
Platone, nel tentativo di risolvere il problema, approderà al mondo delle
idee. L'interpretazione della "doxa" Giovanni Reale ha elencato
le diverse interpretazioni contemporanee sullo statuto e il significato
dell'opinione ed il suo rapporto con la verità. Accanto ad una lettura che le
vede contrapporre radicalmente, ne esiste una diversa, che Reale appoggia,
secondo cui l'opinione (δόξα, doxa) non è da intendersi in Parmenide come
negazione assoluta della verità, ma come un modo improprio di accostarsi ad
essa. Non si tratterebbe cioè di puro non-essere, della via dell'errore
scartata a priori, ma di una terza possibilità in cui i fenomeni (δοκοῦντα,
dokùnta) sarebbero entità pensabili e quindi plausibili, se non altro come
manifestazioni esteriori del fondamento occulto e autentico dell'Essere. Nelle
parole della Dea, infatti, Parmenide è chiamato a conoscere anche «le opinioni
dei mortali, in cui non è certezza verace; eppure anche questo imparerai: come
l'esistenza delle apparenze sia necessario ammetta colui che in tutti i sensi
tutto indaga». Si tratta di un'interpretazione condivisa in varia misura anche
da Hans Schwabl, Mario Untersteiner, Giorgio Colli, Luigi Ruggiu, sebbene respinta
da altri, che farebbe di Parmenide un anticipatore della futura ontologia
platonica, mentre i suoi discepoli avrebbero invece mantenuto una concezione
più rigorosa dell'essere, quella tradizionalmente attribuita agli eleati. Tra
le filosofie volte al recupero del pensiero classico in chiave attuale, in
direzione del quale si sono mossi specialmente gli studi di Martin Heidegger e
di Gustavo Bontadini, l'opera di Emanuele Severino si segnala come una parziale
ripresa della dottrina di Parmenide, e viene perciò definita «neoparmenidismo».
In particolare nel suo scritto Ritornare a Parmenide, Severino intende proporre
un'originale reinterpretazione delle categorie fondamentali del pensiero
moderno alla luce della rigorosa logica dell'Eleate. Secondo Platone in
Parmenide, 127a-c. ^ Secondo la cronologia di Apollodoro di Atene che colloca
la sua ἀκμή (l'acmé, il quarantesimo anno dell'età, ritenuto dai dossografi
antichi il punto più alto della vita e dell'attività filosofica) nella XLIX
olimpiade, datata al 504-1 a.C. (Diogene Laerzio, IX, 23). Dopo che fu scoperta
in uno scavo ad Ascea un'erma acefala con l'iscrizione Πα[ρ]μενείδης Πύρητος
Οόλιάδης φυσικός (Parmenide figlio di Pirete medico degli Uliadai), dove
Parmenide viene cioè indicato come capo della scuola medica eleata degli
Ούλιάδαι, si ritrova in seguito la testa-ritratto con barba qui raffigurata,
con la base del collo adattata ad essere sovrapposta in un'erma del tipo di
quella precedentemente ritrovata con l'iscrizione citata. Altri ritengono
invece che questa scultura riproduca il busto del filosofo epicureo Metrodoro
di Lampsaco (M. G. Picozzi, Parmenide, Enciclopedia dell'arte antica Treccani).
Logos: rivista internazionale di
filosofia, Bartelli & Verando I paradossi di Zenone sul movimento vennero
enunciati proprio per argomentare la posizione filosofica di Parmenide. Luigi
Lugiato, L'uomo e il limite, Milano, FrancoAngeli, Secondo Platone in
Parmenide, op.cit. Diogene Laerzio, IX, 21. ^ Così Plutarco, Contro
Colote, 32, 1126 A. Fra questi Aristotele, (Metafisica A 5, 986b, 22) e Platone
(Sofista, 242d) e così anche Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, IX, 21. ^ I
presocratici, a cura di G. Giannantoni, Bari 19756. ^ Platone, Parmenide, 128
B. ^ Simplicio, De cœlo 556, 25. Simplicio, In Aristotelis Physica commentaria.
^ Sesto Empirico, Adversus mathematicos, libro VII. ^ Finito non da intendersi come imperfetto
perché per la mentalità antica il segno di perfezione è la compiutezza, il
finito. L'infinito vorrebbe dire che non è completo, che gli manca qualcosa
quindi imperfetto. Sul tema del viaggio in Parmenide si veda quest'intervista a
Luigi Ruggiu, tratta dall'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche.
Fr. 1, v. 29, della raccolta I presocratici di Diels/Kranz. ^ Anna Jellamo, Il
cammino di Dike: l'idea di giustizia da Omero a Eschilo, Roma, Donzelli. Sull'ipotesi
che la dea della Giustizia fosse interpretata da Parmenide in un significato
nuovo, filosofico, cfr. Hermann Fränkel, Wege und Formen Frühgriechischen
Denkens. Literarische und Philosophiegeschichtliche Studien, München, Beck,
1960, p. 162 segg., per il quale essa veniva ora vista come dea della
«giustezza» o «esattezza» (dikaiosyne), preludio di quella platonica. Sulla
Dike "filosofica" cfr. anche Karl Deichgräber, Parmenides' Auffahrt
zur Göttin des Rechts, Untersuchungen zum Prooimion seines Lehrgedichts, 11,
Magonza. La nascita della parola "filosofia" è molto controversa, in
quanto ha diverse accezioni. Già anticamente, così come altri termini composti
col suffisso "philo-" (cfr. P. Hadot, Che cos'è la filosofia antica?,
Torino, Einaudi) essa indicava una passione, una tensione (φίλος, fìlos) verso
il sapere (σοφία, sofìa). Secondo Antonio Capizzi, tuttavia, Parmenide non era
un filosofo nel senso etimologico, in quanto più che al "sapere per il
sapere" propendeva per le applicazioni politiche del sapere, ma la
questione è tutt'altro che definitiva. Principio enunciato da Melisso e poi
reso in latino da Lucrezio, ma implicitamente presente nel frammento 8 di
Parmenide (cfr. Réginald Garrigou-Lagrange, La sintesi tomistica, Fede &
Cultura, 2015. ^ «Il principio di non-contraddizione, introdotto da Parmenide
per rivelare l'essere stesso, la verità essenziale, fu successivamente
impiegato come strumento del pensiero logicamente cogente per qualsiasi
affermazione esatta. Sorsero così la logica e la dialettica» (K. Jaspers, I
grandi filosofi, tr. it., Longanesi, Milano). ^ Fr. 8, v. 30-32, della raccolta
Diels/Kranz. ^ Albert Einstein si espresse tra l'altro in maniera sorprendentemente
simile a Parmenide, in quanto anch'egli tendeva a negare la discontinuità del
divenire e il suo svolgimento nel tempo. Secondo Popper, «grandi scienziati
come Boltzmann, Minkowski, Weyl, Schrödinger, Gödel e, soprattutto, Einstein
hanno concepito le cose in modo similare a Parmenide e si sono espressi in
termini singolarmente simili. La materia, secondo Einstein, si curverebbe su se
stessa, per cui l'universo sarebbe illimitato ma finito, simile ad una sfera,
che è illimitatamente percorribile anche se finita. Inoltre Einstein ritiene
che non abbia senso chiedersi che cosa esista fuori dell'universo» (Ernesto
Riva, Manuale di filosofia). Alexius Meinong, proprio come Parmenide, difese ad
esempio l'idea che anche «la montagna d'oro» (titolo di un romanzo
fantascientifico) sussista poiché se ne può parlare. Fr. 3, v. 1, Diels/Kranz.
Sull'analogia tra la posizione parmenidea e le filosofie dell'Oriente, cfr.
Emanuele Severino. Il Poema, le fonti, le interpretazioni, su filosofico.net.
Cfr. anche l'intervista al professor Emanuele Severino (Venezia, Museo Correr,
Biblioteca Marciana) in Parmenide su Emsf.rai.it. ^ Platone, Teeteto, 183e. ^
Un famoso esempio si ha nelle aporie note come paradossi di Zenone. ^ Si veda
La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, di Eduard Zeller, trad. di R.
Mondolfo Eleati, a cura di Giovanni Reale, Firenze, La Nuova Italia, nuova
edizione a cura di Giuseppe Girgenti, Milano, Bompiani, 2011. ^ «Dunque,
Parmenide ha esposto un'"opinione plausibile", oltre a quella fallace,
e ha cercato, a suo modo, di dar conto dei fenomeni» (G. Reale, Storia della
filosofia antica, I, Vita e Pensiero, Milano). Fr. 1, vv. 31-33, trad. di G.
Reale. Hans Schwabl, Sein und Doxa bei Parmenides, «Wiener Studien», Mario
Untersteiner, La Doxa di Parmenide, in Parmenide. Testimonianze e frammenti,
Sansoni, Firenze Giorgio Colli, Physis kryptesthai philei, ed. dell'Ateneo,
Roma Luigi Ruggiu, Saggio introduttivo e
commentario filosofico, in Parmenide. Poema sulla natura: i frammenti e le
testimonianze indirette, Rusconi, Milano
Di origine evidentemente iranica sarebbe il dualismo luce-tenebre che
per Parmenide sta alla base della dóxa, mentre sarebbe addirittura di origine
indiana il carattere puramente apparente da lui attribuito al mondo sensibile
(sostenuto dalla corrente Samkya delle Upanishad nella famosa dottrina del
"velo di Maya", ripresa da Arthur Schopenhauer nel XIX secolo), e lo
stesso viaggio del filosofo al cospetto della dea, esposto nel proemio del
Poema parmenideo, ricorderebbe i viaggi degli sciamani asiatici (Martin
Litchfield West, La filosofia greca arcaica e l'Oriente, Il Mulino, Bologna,
1993). ^ In esso, tuttavia, Severino afferma dapprima di aver compiuto il
secondo grande "parmenicidio", dopo quello di Platone: Parmenide
svaluta e quindi annulla i fenomeni, ma questi appaiono, quindi esistono e, se
esistono, non divengono, ma tutti sono eterni. In secondo luogo Severino usa la
logica parmenidea per confutare l'etica e la fede in Dio: poiché il divenire
non esiste, non sarebbero possibili la libera scelta morale e l'esistenza di un
Creatore che tragga l'essere dal nulla, creandolo ex nihilo. Bibliografia Fonti
Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei più celebri filosofi, Testo greco a
fronte, a cura di Giovanni Reale con la collaborazione di Giuseppe Girgenti e
Ilaria Ramelli, Milano, Bompiani, 2005 Edizioni e traduzioni Pilo Albertelli,
Gli Eleati: testimonianze e frammenti, Bari, Laterza, 1938 Renzo Vitali,
Parmenide d'Elea. Peri physeos, una ricostruzione del Poema, Faenza, Lega, 1977
Giovanni Reale, Luigi Ruggiu, Parmenide. Poema sulla natura, Milano, Rusconi,
1991 Giovanni Cerri, Parmenide. Poema sulla natura, Milano, BUR, 1999 Albino
Nolletti, Che cos'è l'Essere di Parmenide: spiegazione di un enigma filosofico
Testo greco a fronte, Teramo, La Nuova Editrice, 2004 I presocratici. Prima
traduzione integrale con testi originali a fronte delle testimonianze e dei
frammenti di Hermann Diels e Walther Kranz, a cura di Giovanni Reale, Milano,
Bompiani, 2006 Mario Untersteiner, Eleati. Parmenide, Zenone, Melisso.
Testimonianze E Frammenti Testo greco a fronte, Milano, Bompiani, 2011 Studi
Emanuele Severino, Ritornare a Parmenide [1964], in Essenza del nichilismo, pp.
19–61, Paideia, Brescia 1972 Carlo Diano, Parmenide in Studi e saggi di
filosofia antica (successivamente ne Il pensiero greco da Anassimandro agli
Stoici, Bollati Boringhieri, 2007 e 2018) Luigi Ruggiu, Parmenide, Venezia,
Marsilio 1975 Antonio Capizzi, Introduzione a Parmenide, Laterza, Roma-Bari
1975 Antonio Capizzi, La porta di Parmenide. Due saggi per una nuova lettura
del poema, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1975 Guido Calogero, Studi sull'eleatismo
[Roma], La Nuova Italia, Firenze 1977 Edward Hussey, I presocratici, trad. di
L. Rampello, Mursia, Milano 1977 Klaus Heinrich, Parmenide e Giona. Quattro
studi sul rapporto tra filosofia e mitologia, Guida, Napoli 1988 Giovanni
Casertano, Parmenide il metodo la scienza l'esperienza, Loffredo, Napoli Karl
Popper, Il mondo di Parmenide. Alla scoperta dell'illuminismo presocratico,
Piemme, Casale Monferrato Martin Heidegger, Parmenide, a cura di F. Volpi,
Adelphi, Milano 1999 Hans-Georg Gadamer, Scritti su Parmenide, a cura di G.
Saviani, Filema, Napoli Giorgio Colli, Gorgia e Parmenide. Lezioni Adelphi,
Milano Néstor-Luis Cordero, By Being, It is. The Thesis of Parmenides,
Parmenides Publishing, Las Vegas Massimo Pulpito, Parmenide e la negazione del
tempo. Interpretazioni e problemi, LED, Milano 2005 Andrea Sangiacomo, La sfida
di Parmenide. Verso la Rinascenza, Il Prato, Padova 2007 Michele Abbate,
Parmenide e i neoplatonici. Dall'Essere all'Uno e al di là dell'Uno, Edizioni
dell'Orso, Alessandria Ugo di Toro, L'enigma Parmenide. Poesia e filosofia nel
proemio, Aracne, Roma 2010 Franco Ferrari, Il migliore dei mondi impossibili.
Parmenide e il cosmo dei Presocratici, Aracne, Roma 2010 Massimo Donà,
Parmenide. Dell'essere e del nulla, Alboversorio, Milano Donato Sperduto, Il
divenire dell'eterno, Aracne, Roma. Dizionario di filosofia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, 2009. Modifica su Wikidata Parmènide (filosofo), su
sapere.it, De Agostini. Spiegazione dell'enigma dell'Essere di Parmenide, su
parmenide.info. Emanuele Severino. Il Poema, le fonti, le interpretazioni, su
filosofico.net. Emanuele Severino: Parmenide, su raiscuola.rai.it. (EL)
"Sull'Essere" recitato in greco antico ricostruito, su
podium-arts.com. (EN) Un'ampia lista degli studi dedicati a Parmenide su
parmenides.com. (EN) Parmenides and the Question of Being in Greek Thought, su
ontology.co. con una bibliografia annotata degli studi recenti e delle edizioni
critiche. Università di Stanford. efs.: H. P. Grice, “Negation and privation,”
“Lectures on negation,” Wiggins, “Grice and Parmenides”. Parmenide. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Il parmenideismo italiano,” Luigi Speranza, "Grice e Parmenide," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
Grice e Velia -- Zenone – i veliani – Luigi Speranza (Velia). Filosofo. f.
senofane, parmenide -- Velia -- (or as Strawson
would prefer, Zeno). Sometimes spelt
‘Senone’ "Senone *loved* his native Velia. Vivid evidence of the cultural impact of Senone's arguments in Italia is
to be found in the interior of a red-figure drinking cup (Roma, Villa Giulia,
inv. 3591) discovered in the Etrurian city of Falerii. It depicts a heroic
figure racing nimbly ahead of a large tortoise and has every appearance of
being the first known ‘response’ to the Achilles (or Mercurio, Ermete) paradox.
“Was ‘Senone’ BORN in Velia?”that is the question!”Grice. Italian philosopher, as as such, or as
Grice prefers, ‘senone’ -- Zenos paradoxes. “Since Elea is in Italy, we can say
Zeno is Italian.”H. P. Grice. “Linguistic puzzles, in nature.” H. P. Grice. four paradoxes relating to space
and motion attributed to Zeno of Elea fifth century B.C.: the racetrack,
Achilles and the tortoise, the stadium, and the arrow. Zeno’s work is known to
us through secondary sources, in particular Aristotle. The racetrack paradox.
If a runner is to reach the end of the track, he must first complete an
infinite number of different journeys: getting to the midpoint, then to the
point midway between the midpoint and the end, then to the point midway between
this one and the end, and so on. But it is logically impossible for someone to
complete an infinite series of journeys. Therefore the runner cannot reach the
end of the track. Since it is irrelevant to the argument how far the end of the
track is it could be a foot or an inch
or a micron away this argument, if
sound, shows that all motion is impossible. Moving to any point will involve an
infinite number of journeys, and an infinite number of journeys cannot be
completed. The paradox of Achilles and the tortoise. Achilles can run much
faster than the tortoise, so when a race is arranged between them the tortoise
is given a lead. Zeno argued that Achilles can never catch up with the tortoise
no matter how fast he runs and no matter how long the race goes on. For the
first thing Achilles has to do is to get to the place from which the tortoise
started. But the tortoise, though slow, is unflagging: while Achilles was
occupied in making up his handicap, the tortoise has advanced a little farther.
So the next thing Achilles has to do is to get to the new place the tortoise occupies.
While he is doing this, the tortoise will have gone a little farther still.
However small the gap that remains, it will take Achilles some time to cross
it, and in that time the tortoise will have created another gap. So however
fast Achilles runs, all that the tortoise has to do, in order not to be beaten,
is not to stop. The stadium paradox. Imagine three equal cubes, A, B, and C,
with sides all of length l, arranged in a line stretching away from one. A is
moved perpendicularly out of line to the right by a distance equal to l. At the
same time, and at the same rate, C is moved perpendicularly out of line to the
left by a distance equal to l. The time it takes A to travel l/2 relative to B
equals the time it takes A to travel to l relative to C. So, in Aristotle’s
words, “it follows, Zeno thinks, that half the time equals its double” Physics
259b35. The arrow paradox. At any instant of time, the flying arrow “occupies a
space equal to itself.” That is, the arrow at an instant cannot be moving, for motion
takes a period of time, and a temporal instant is conceived as a point, not
itself having duration. It follows that the arrow is at rest at every instant,
and so does not move. What goes for arrows goes for everything: nothing moves.
Scholars disagree about what Zeno himself took his paradoxes to show. There is
no evidence that he offered any “solutions” to them. One view is that they were
part of a program to establish that multiplicity is an illusion, and that
reality is a seamless whole. The argument could be reconstructed like this: if
you allow that reality can be successively divided into parts, you find
yourself with these insupportable paradoxes; so you must think of reality as a
single indivisible One. Senza le premesse di tale
discussione e problematica si precisano chiaramente nei finissimi argomenti di
Zenone di Velia, diseepolo e difensore di Parmenide, in cui si vede bene il
taglio netto tra l'essere che è e in cui tutto si annulla, e il mondo umano
costruito dall'uomo stesso. All'inizio del “Parmenide” Platone narra che una
volta, durante le grandi Panatenee, Parmenide e Zenone vennero ad Atene.
Parmenide era allora molto innanzi negli anni, tutto bianco, ma d'aspetto bello
e nobile, e aveva circa sessantacinque anni. Zenone si avvicinava allora ai
quaranta anni, di grande statura e bell'uomo (Parmenide, 127b). Platone dice,
poi, che in quell'occasione Zenone lesse un saggio che scrive per difendere la
tesi di Parmenide, ma k:he quel libro egli compose per amor di polemica e che
per giunta un tale glielo aveva sottratto, per cui, Platone fa dire a Zenone.
Nnon ebbi neppure il ternpo di pensare se fosse o no il caso di darlo alla luce
(128a). Platone, forse, per dare avvio alla sua discussione, probabil-mente nei
confronti dell'eleatismo megarico, si riallaccia di proposito a Zenone e a
Parmenide mettendoli in rapporto con Socrate, allora giovanissimo, quel Socrate
di cui poi i megarici furono discepoli. Può darsi, dunque, che Platone forza la
notizia di Zenone ad Atene insieme a Parmenide, in un'epoca, il 455-450, in cui
sembra difficile, per ragioni cronologiche, che Parmenide sia potuto venire ad
Atene, o avesse circa sessantacinque anni. Nulla vieta, invece, di pensare che lui
sia stato effettivamente ad Atene, anche se in epoca diversa, e che sia nato
tra il 500 e il 490. Discepolo di Parmenide, Zenone nacque ad Elea nel 500/490.
·Platone (Parmenide, 127b) narra che nel 452 circa Zenone, venuto con Parmenide
ad Atene, aveva circa quaranta anni. Tutte le fonti lo presentano come uomo
prestante e altamente intelligente, che prese attiva parte alla vita politica
della sua città, dove sarebbe eroicamente morto combattendo il tiranno Ncarco,
quando, preso da Nearco e torturato, per non parlare si spezza la lingua con i
denti, sputandola addosso al tiranno. Sembra che la struttura originaria del
saggio di Zenone (o dei suoi saggi) fosse antinomica, e che [Altro punto
sospetto è che Platone dice che il saggio che Zenone scrive e stato fatto
circolare senza il permesso dell'autore. Potrebbe questo essere indice che
Platone, in effetto, non espone la tesi vera di Zenone, anche se, nella
finzione del dialogo, lui stesso approvi, con qualche riserva, il sunto che dei
punti salienti dà Socrate. Platone, nel Parmenide tende a dimostrare
l'impossibilità di pensare l'essere di Parmenide che porta dietro di sé
l'altrettanta impossibilità di pensare i molti, onde, postici sul piano di
Parmenide, risulta impossibile il discorso, un qual- sivoglia giudizio. Non
interessa ora la soluzione di Platone e il suo tentativo di poter pensare l'essere
come dialetticità corrispondente alla dialetticità del pensiero, per cui si
rendeva possibile porre un tutto oggettivo. come ordine dialettico e misura su
cui scandire, attraverso la conoscenza di sé, lo stesso ordine politico. È
tuttavia importante sottolineare che nei confronti dell'uno di Parmenide e
delle opere di lui (che accettando l'ipotesi di Parmenide e anche accettando
che l'uno di Parmenide si può, all'estremo, ritenere assurdo, vuoi dimostrare
che altrettanto assurdo è porre unità accanto a unità, come i pitagorici,
quando si ritenga che queste siano realtà per sé e non puri nomi), la polemica
di Platone chiarifica quella che storicamente dev'essere stata l'aporia
fondamentale in cui doveva trovarsi il lettore del saggio di Zenone. In verità
- abbietta Zenone nel Parmenide di Platone - questo mio saggio vuol essere in
certo modo una difesa della dottrina di Parmenidc contro quelli che cercano di
metterla in ridicolo sostenendo che la tesi dell'esistenza dell'uno va incontro
a molte conseguenze ridiwlc c contraddittorie. Vuole confutare perciò questo
mio saggio quelli che asseriscono l'esistenza dei molti c render loro la
pariglia e anche di piu, cercando di mostrare che la loro ipotesi
dell'esistenza dei. molti va incontro a conseguenze ancor piu ridicole di
quella dell'uno se si vuole andare in fondo alla ricerca (l28c-d). In effetto
qui Platone corregge la sua prima affermazione che Zenone e Parmenide avessero
detto la stessa cosa ("dite su per giu la cosa medesima ": 128b}, e
per i suoi intenti lascia cadere la precisazione di Zenone. Ma ciò è
fondamentale, perché, in genere, è con questi abili accenni che Platone
distingue quello che a lui importa da quello che accantona, ma che corrisponde,
quasi sempre, alla verità storica. Zenone, quaranta fossero gli argomenti
contro la tesi che sostiene il molteplice e il moto. Platone che vede in lui il
difensore dell"Uno di Parmenide, lo chiamò il "palamede eleatico"
(Fedro, 26ltl). ] dunque, sarebbe parmenideo alla rovescia. Egli accetterebbe
che l'uno tutto di Parmenide porti alla finale contraddizione
dell'impensabilità - proprio sulla via del pensiero - dell'uno stesso. Solo che
la facile critica dell'annullarsi dell'uno deve tener presente che, ammessa la esistenza
dei molti, di punti accanto a punti, come enti reali, si cade nelle stesse
contraddizioni di chi pone l'uno. Zenone non dice mai cosa sia l'Essere. Zenone
nega che posti i molti come esistenti, sul piano logico i molti esistano,
confermando cosi la tesi parmenidea che i molti in quanto tali, in quanto
definizioni, non sono che puri nomi. Ammessa, dunque, pitagoricamente,
l'esistenza di punti reali costituenti le cose, bisogna necessariamente
ammettere che ciascuna di tali unità in quanto punto ha una grandezza, anche se
minima, onde in ogni punto vi sono infiniti punti e quindi ogni punto-unità
sarà infinitamente grande; se il punto poi non ha gradezza, poiché le cose si
costituiscono come aventi grandezza per l'unione dei punti, come sarà mai possibile
che punti senza grandezza diano luogo a grandezze? n punto dunque, se non ha
grandezza, non è (fr. l, 2). Ancora: ammesse piu cose costituite di punti, esse
saranno ad un tempo in numero finito e infi.t;lito, il che è contraddittorio:
saranno in numero finito, perché non possono essere piu o meno di quante sono;
infinito perché tra l'una e l'altra ve ne sarà un'altra ancora, e tra questa e
l'altra un'altra ancora all'infinito (fr. 3). Ancora: ammessa la molteplicità
di cose reali per sé, bisogna ammettere o che sono continue, onde la
molteplicità si annulla nella continuità, che, essendo divisibile all'infinito,
è costituita di infiniti punti a loro volta divisibili all'infinito, fino al
nulla; oppure che ogni cosa, limitando l'altra, occupa uno spazio e si
distingue dal- l'altra per uno spazio: ma allora ogni spazio in quanto luogo
implica un altro luogo e cosi all'infinito, sino all'unico luogo cioè l'uno,
cioè il nulla (Aristotele, Fisica, 209a-210b; Simplicio, Fisica, 140, 34, 562,
1). Entro questa linea rientra anche il cosiddetto argomento del grano di
miglio. Un grano o la decimillesima parte di un grano di miglio fa rumore: ora
se fra un grano di miglio e un medimmo c'è proporzione, vi sarà proporzione
anche tra i suoni, per cui se un medimmo di miglio fa rumore lo farà anche un
solo grano (Aristotele, Fisica, 250a~ 19; Simplicio, Fisica, 1108, 18), ma ciò
non avviene. Evidentemente quest'ultimo argomento rientra nei termini dei
primi. Se l'uno, o la totalità, è impensabile irrelativamente, altrettanto
impensabili sono i molti qualora si pongano quali realtà accanto a realtà.
Nessuna parte del molteplice costituirà il limite ultimo e nessuna sarà senza
una relazione con un'altra" (fr. 1). Poiché i molti sono impensaolli, se
non. determinati come variazione di quantità di un CONTINUO, e poiché IL
CONTINUO si può rappresentare come retta all'infinito, fino al nulla, i molti,
se posti come realtà per sé, non sono. Cosi nell'ipotetica retta (nulla è
pensabile se non in quanto estensione ed estensione che si qualifica)
altrettanto inconcepibile è il moto, o meglio la possibilità dello spostamento
e del passaggio da punto a punto, ché, dato, ad esempio, un segmento AB, tra A
e B posta una metà A', necessariamente tra A e A', vi sarà una metà A" e
cosi vita all'infinito – eis apeiron -- (argomento della dicotomia, cioè della
divisione in due: Aristotele, Fisica, 233a, 239b, 263a; Simplido, Fisica, 1013;
4). Evidentemente non vi è allora passaggio tra un ipotetico primo punto A e il
punto della linea accanto ad A, onde si può dire che Achille piè veloce"
(in A) non raggiungerà mai la tartarugà che sia un passo avanti (in A"),
ché, in effetto, logicamente, né l'uno né l'altra si muovono (argomento
dell'Achille: cfr. Aristotele, Fisica, 239b; Simplicio 1013, 31), tanto piu che
la linea, essendo costituita d'infiniti punti, è divisibile all'infinito, e
quindi, all'infinito, si annulla. Analogamente LA FRECCIA non raggiungerà mai
il bersaglio, dovendo percorrere l'infinito e rimanendo sempre ferma al punto
di partenza (argomento della freccia: cfr. Aristotele, Fisica, 239b; Simplicio,
Fisica, 1015, 19; Filopono, Fisica, 816, 30; Temistio, Fisica, 199, 4). Infine,
dei presunti quaranta argomenti con i quali Zenone avrebbe dimostrato la
contraddittorietà in cui pone o l'esperienza sensibile o la definizione dei
dati che implicano la molteplicità o il movimento, abbiamo l'argomento detto
dello stadio. Considerando in uno stadio un punto mobile che va ad una certa
velocità, se lo si considera rispetto ad un punto fermo andrà, ad esempio, a
dieci chilometri l'ora, se lo si considera invece rispetto a un altro punto
mobile che vada alla sua stessa velocità in senso opposto, quello stesso mobile
va a venti chilometri all'ora. Il quarto argomento - dice Aristotele - è quello
delle due serie di masse uguali che si muovono in senso contrario nello stadio,
lungo altre masse uguali, le une cioè a partire dalla fine dello stadio, le
altre dalla metà, con velocità uguale; la conseguenza è che la metà del tempo è
uguale al doppio (Fisica, 239b; cfr. anche Simplicio, Fisica, 1016, 9 sgg). I
celebri argomenti sul movimento, con cui, accettata la premessa che esiste il
moto, con ferrea consequenzialità, di deduzione in deduzione, si dimostra
come-sul piano logico, contraddicendosi, non si possa se non negare il moto
(onde, appunto, Aristotele, secondo Diogene Laerzio, VIII, 57, nel “Sofista”
andato perduto - ha potuto dire che lui e padre della DIALETTICA, come arte del
confutare), ci sono rimasti attraverso le discussioni e le critiche di
Aristotele. Non sappiamo, in effetto, se tali argomenti fossero proprii del suo
saggio, ché le fonti precedenti, ivi compreso Platone (che fa intravedere solo
gli argomenti contro l'esistenza della molteplicità), ne tacciono. Certo gli
argomenti sul movimento potevano essere conseguenza di quelli sulla pluralità,
che, portando a dimostrare l'intraducibilità della fisica in termini
logico-matematici, per l'impensabilità del CONTINUO SPAZIALE, portavano anche a
rendere impensabile il continuo temporale-spaziale su cui si determinano,
definendoli, i punti-geometrici, i cui rapporti di movimento divenivano
rapporti spaziali e, quindi, ancora una volta impensabili o contraddittori. La sua
polemica sembra quindi rivolta sia contro i punti- cose dei primi pitagorici (o
se si vuole contro la riduzione a numeri interi delle cose da parte dei primi
pitagorici), supponendo i numeri irrazionali, sia contro l'impossibilità di
ridurre le esperienze della vita, della mutevolezza, alla sfera della ragione e
dei numeri, senza perdere in puri nomi quella stessa vitalità. Le conseguenze
della discussione di Zenone, tenendo presenti certe posizioni a lui
contemporanee o immediatamente posteriori - lasciando da parte le implicazioni
che vi hanno veduto certi storici, riferendo le sue tesi ad alcune delle
concezioni della matematica e della fisica moderna, - sembrano potersi indicare
nei seguenti punti: l. impossibilità di ridurre la fisica in termini
matematici; 2. conseguente impossibilità di pensare, e quindi di definire, sia
l'essere come totalità, sia la molteplicità; 3. consapevolezza che ogni
ricostruzione matematica è valida, in quanto ipotetica e che altrettanto
ipotetica è ogni ricostruzione fisica. Sul piano storico si determinano cosi:
posizioni diverse, a seconda di quale aspetto della problematica, impostata da
Zenone, veniva approfondito. O si insistito sul continuo giungendo a risolvere
e ad annullare i molti (che restano come determinazioni valide su di un piano
puramente linguistico) nel continuo stesso, cioè nell'infinita unità (Me-
lisso); o si è risolto l'uno su di un piano puramente matematico, per cui l'uno
non è nessuno dei punti della serie, né il pari né il dispari, ma la
possibilità dell'uno e dell'altro, e che nell'opposizione-armonia dà luogo a
un'ipotesi logica che spiega un'ipotesi fisica (Crotone e Taranto); o si è
assunta l'ipotesi fisica del continuo divisibile all'infinito in infiniti punti
ognuno dei quali, infinito, ha in sé tutte le infinite possibilità, gl'infiniti
semi vitali, onde in ogni punto tutto è tutto (Anassagora); o si è fatta
l'ipotesi che gli infiniti punti, proprio perché infiniti e quindi escludenti
un passaggio dall'uno all'altro all'infinito costituiscono infiniti limiti,
d'onde una infinita serie di limiti, d'indivisibili (atomi) implicanti nel
limite una separazione, cioè un altro limite come vuoto (Leucippo, che fu
discepolo di Zenone, e Democrito). Infine, se da un lato la sua problematica
portava a impostare l'intelligibilità del reale non come afferrante la
struttura in sé del reale stesso, ma come ipotesi o fisica o matematica,
dall'altro lato portava, nella consapevolezza dell'impossibilità logica
dell'Essere o del divenire, della Verità, a rimanere sul piano dell'opinione c
del discorso umani, entro i termini dello stesso mondo dègli uomini e dei loro
rapporti (Protagora, Gorgia). Senone di Velia. Keywords: reductio ad
absurdum, alievo di Parmenide di Velia, scuola di Velia, scuola di Crotone, i
veliati, i veliani, Adorno. Refs.: H. P. Grice, “Zeno’s sophisma;” Luigi Speranza,
"Senone e Grice," “Grice e Zenone” -- The Swimming-Pool Library,
Villa Grice, Liguria, Italia. #velia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420384541306840 #griceevelia
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702109596/in/photolist-2mLJPUG-2mKbr1G
Grice e Venanzio – filosofia
italiana – Luigi Speranza -- Essentail Italian philosopher.
Filosofo. Luigi Carrer. Pietose esequie per lui
si celebrarono nella Basilica di San Marco, e il dolore apparve su tutti i
volti, qual era in tutti i cuori, solenne e profondo; ed il Municipio di
Venezia gli decretò sepoltura propria ed iscrizione monumentale nel comunale
cimiterio. Così quella feconda vita innanzi tempo si spense e la gloria
dell'estinto ormai più non dura che nella memoria delle sue virtù e nella
splendida bellezza delle sue opere. Sventura acerbissima! che privò la patria
di un cospicuo decoro e tolse alla italiana letteratura di cogliere il pieno
frutto dei nobili studj di un tanto scrittore, ed a questo di godere più a
lungo, dopo i sofferti infortunj, il meritato riposo e e ben conseguite
ricompense. (dal Comentario della vita e delle opere di Carrer, in Carrer,
Poesie (Le Monnier, Firenze). Sulla eccellenza dei prosatori. Chiunque alle
prime origini ed alle rarie vicende della italiana letteratura volga la mente,
scorgerà dì leggieri, che ogni epoca di essa è renduta dalle altre singolare da
pregi non solo segnalati in se stessi, ma eziandio ai progressi della
letteratura medesima in partìcolar modo accomodati; cosicché, mentre le altre
nazioni la maggior loro gloria in un solo secolo ripongono, la nostra può a
giusto diritto di molti egualmente vantarsi. Amore ardentissimo di patria, zelo
di libertà e quel senso squisito del bello che alla prima aurora della civiltà
corse a risvegliare gli animi per lungo sonno inoperosi, mossero i nostri padri
del trecento a fondare la lingua e la letteratura italiana; e tanta fu la
fiamma allora accesa nei petti sdegnosi dell'antica barbarie, che sursero ad un
tratto quei miracoli di sapere e d'ingegno, Dante, Petrarca, e Boccaccio; ai
quali tenne dietro la onorata comitiva dei Villani, dei Cavalca, dei
Passavanti, dei Compagni, e di parecchi illustri Volgarizzatori, dalle cui
scritture la purissima vena discorre dell'italiano favellare. E nella eccelsa carriera, dappertutto, ed
alla testa di tutti si mostra il Galileo; spirito che più che a decoro della
sua patria e del suo secolo parve nato a lume ed a stupore dell'universo.
Ch'egli pensò e previdde come Bacone, ma con alacrità inoltrossi pel sentiero
che quegli aveva soltanto additato; dubitò come Cartesio, ma alle opinioni
rivocate in dubbio non sostituì come quello vane chimere e sognate ipotesi;
osservò e scoprì come Newton; ma la progressione dei tempi riservò al filosofo
inglese il vanto di dare il suo nome al grande sistema per cui l'italiano aveva
in gran parte approntato i materiali. Imperciocchè dopo avere in terra
stabilite le leggi della caduta dei gravi, delle velocità, delle resistenze,
delle percosse, e dopo aver per così dire valutati i corpi in numero, peso e
misura, colla pupilla armata del telescopio da lui forse inventato e certamente
perfezionato speculò arditamente nel cielo, ed ivi con invitta forza stabilì
l'impero del sole ed il nostro mondo gli rese soggetto, vide valli e monti
nella luna, vide di nuove stelle risplendere il firmamento, e Giove che prima
per solitaria via moveva deserto fornì d'astri seguaci, ed il vaghissimo volto
di Venere a seconda dei tempi e delle vicende fece che in vari aspetti ai
cupid'occhi si mostrasse: felice! chè le opere ed i trovati mostrarono quanto
in lui vi fosse di divino, le sole sventure quanto di mortale. Il Dizionario
della Crusca è il solo da cui e precettori e discepoli trar possano norme e
soccorsi, serbiamo con ogni cura intatta la fede e la dignità di questo libro
reverendo; e non feriamone l'autorità coll'arme del ridicolo. Gli alti
pensieri, lo stile acconcio e severo e le scelte ed accresciute parole
costituiscono le qualità distintive delle prose dei buoni scrittori del
seicento; per le quali la lingua italiana giunse in quel secolo ad un vigore e
ad un nerbo, che fra le splendide pompe e le floride eleganze del secolo antecedente
non aveva forse saputo acquistare. A niuno inferiore e superiore a molti è
Redi, e sia che il proprio animo manifesti nella epistolare corrispondenza, sia
che della inferma salute de' suoi ammalati discorra, sia ch'espenga le sue
gravissime osservazioni alla istoria naturale pertinenti, sia che si applichi
ad illustrare la patria favella ed a risolverne le più sottili questioni, dagli
altri di lunga mano si distingue per la spontanea leggiadria con cui le
scritture condisce senza renderle affettate o leziose, per le grazie ingenue e
festive di cui le sparge, pel patrimonio prezioso di schiette e adequate parole
di cui le arricchisce, esoprattutto per certi ritorcimenti e per certe
giudiziose piegature con cui nuovi significati e vaghezza nuova alle voci
radicali sa dare. Girolamo Venanzio,
Sulla eccellenza dei prosatori, in Memorie scientifiche e letterarie dell'Ateneo
di Treviso, Andreola, Treviso. Venanzio. Keywords. Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice e Venanzio” – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732463585/in/dateposted-public/
Grice e Vera – l’idealismo italiano – filosofia
italiana (Amelia). Essential Italian philosopher. Senatore
del Regno d'Italia Legislature XIII. Filosofo. Grice: “One of my favourite
unpublications is “Absolutes,” which took its inspiration from a little tract
by Vera which was especially influential on Flaubert, “Il problema
dell’assoluto.” Strawson remarked: “it was a boojum, you see!” -- Fu senatore
del Regno d'Italia nella XIII legislatura. Compì i suoi studi alla
Sapienza di Roma, terminandoli alla Sorbona di Parigi. Mostrò subito un immenso
talento per l'insegnamento, caratterizzato da lucidità di esposizione e genuino
spirito filosofico, reggendo dal 1839 al 1850 svariate cattedre in città
importanti della Francia e della Svizzera. Il colpo di Stato di Napoleone
III lo costrinse a rifugiarsi in Inghilterra a causa delle sue idee eterodosse.
Qui intraprese la stesura in francese dell’“Introduzione alla filosofia” di Hegel.
Tornò in Italia, riuscendo a diventare il più geniale e originale comunicatore
della filosofia di Hegel, insegnando storia della filosofia dapprima all'Accademia
di Milano, e poi, su invito di Francesco De Sanctis, a Napoli. Continuò a
intrattenere scambi fecondi con la Società Filosofica di Berlino e con gli
ambienti hegeliani tedeschi e francesi. Divenne socio nazionale dell'Accademia
dei Lincei. Fu suo fedelissimo allievo Mariano. E durante i suoi
studi con Cousin a Parigi che Vera arriva a conoscere la filosofia, risentendo
fortemente dell'hegelismo allora in voga, di cui divenne in Italia promotore
indiscusso. Si deve infatti a Vera il risveglio in Italia dell'interesse
per la filosofia idealista ed hegeliana in particolare, anche se egli godette
di maggior fortuna all'estero, mentre ebbe un influsso molto minore in patria
rispetto a quello esercitato ad esempio dai lavori di Spaventa. A differenza di
Spaventa, infatti, che reinterpretò la filosofia di Hegel in chiave critica,
Vera si mantenne sostanzialmente fedele al dettato ortodosso della dottrina
hegeliana. Nelle sue opere, che esaltano la capacità di Hegel nel
collegare ogni aspetto della realtà in un sistema organico, prevale l'attenzione
per il problema religioso. Vera interpreta l'idea logica hegeliana in senso
trascendente, come il concetto di ‘dio,’ venendo per questo accostato in certa
misura alla Destra Hegeliana in Germania, sebbene una tale lettura possa
apparire una forzatura. Centrale è il primato dell'idea, che si articola
nella storia come organismo spirituale, e per attingere la quale occorre
trascendere la natura. L'idea esiste bensì anche nelle piante e negli animali,
ma in maniera incosciente. Solo nell'essere umano – la persona -- essa giunge a
pensarsi come idea, divenendo in tal modo storia, e rendendo possibile anche il
progresso delle entità collettive di personi che sussistono come una nazione. Finché
una nazione vive nella sfera del suo essere sensibile e animale, essa non si
muove. Essa ripete ogni giorno la stessa vita e gli stessi eventi. Essa prova
sempre gli stessi bisogni. Che se non fosse possibile trascendere questa sfera,
la storia stessa non sarebbe possibile. Queste poche considerazioni ci spingono
adunque a riconoscere con più pieno convincimento che solo l'idea o l'assoluto
è il motore della nazione e dell'umanità, ovvero il principio determinante della
storia” (“Introduzione alla filosofia della storia, Le Monnier, Firenze). La
sua “Introduzione alla filosofia di Hegel” ha influenzato Flaubert nella
stesura di Bouvard e Pécuchet. In Italia invece è stato determinante per
aver stimolato, insieme a Spaventa, la nascita dell'idealismo con Croce e
Gentile. Il suo saggio filosofico più famoso è “Il problema dell'assoluto.”
Si dedica anche a tematiche giuridiche e politiche su Cavour con Libera Chiesa
in libero Stato, in cui attribuiva il ritardo del processo di rinnovamento
liberale in Italia alla mancanza, durante il suo Rinascimento, di una Riforma
luterana come quella d'oltralpe. Tesi in latin: “ Platonis, Aristotelis
et Hegelii: de medio termino doctrina. Quaestio philosophica. Opere: “Amore e filosofia:
orazione inaugurale nel solenne riaprimento dell'Accademia, Milano); “La pena
di morte” (Napoli); “Prolusioni alla storia della filosofia e alla filosofia della
storia” (Napoli); “Ricerche sulla scienza speculativa e sperimentale” (Napoli);
“La filosofia della storia” (Firenze); “Il Cavour e libera Chiesa in libero
Stato” (Napoli); “Problema dell'assoluto” (Napoli); “Platone e l'immortalità
dell'anima” (Napoli); “Saggi
filosofici” (Napoli). Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaronastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio
e Lazzaro. Enciclopedia Italiana. Vera, su treccani. La Civiltà cattolica, Firenze, libraio L.
Manuelli). Sträter osserva in proposito che Augusto Vera «sembra la degna
riproduzione italo-francese di quel tipo a cui in Germania usiamo dare il nome
di vecchi hegeliani o anche di ortodossi di stretta osservanza» (cit. in
Tortora, Le filosofie italiane, de
"Le filosofie contemporanee", Università degli Studi Federico II di
Napoli). La rinascita hegeliana a Napoli, su eleaml.altervista.org. Lezioni di A. Vera, raccolte e pubblicate con
l'approvazione dell'autore da R. Mariano, cLe Monnier, Firenze, Revue Flaubert,
L'escatologia pitagorica nella tradizione occidentale, su rito simbolico. G. Cotroneo,
Filosofia e storiografia, Rubbettino Editore, R. Mariano, Introduzione alla filosofia della
storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore
da Raffaele Mariano, Firenze, Le Monnier, 1869 Giovanni Gentile, Augusto Vera e
l'ortodossismo hegeliano, in Le origini della filosofia contemporanea in Italia,
Messina, Enciclopedia Italiana, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Armando Plebe, Spaventa e Vera,
Torino, Edizioni di Filosofia, Guido Oldrini, Gli hegeliani di Napoli. Augusto
Vera e la corrente ortodossa, Milano, Feltrinelli); T. Cricelli, Vera e la
filosofia hegeliana, Il Testo. Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Vera, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vera, su Senatori
d'Italia, Senato della Repubblica. Vita
e opere di Augusto Vera, su paolomalerba. Introduzione alla filosofia della
storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore
da R. Mariano, Firenze Le Monnier. Augusto Vera. Vera. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Vera” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701723999/in/photolist-2mPkhvE-2mLLZRD-2mLP9qE-2mLGod1-2mLLwjC-2mLGRht-2mKEyBA-CntuMM-kLb4Rq-hSTpSd
Grice e Vercellone – il bello e
l’estetico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Essentail Italian
philosopher. Filosofo. La filosofia di Vercellone si svolge inizialmente
intorno all’ermeneutica e il concetto di ‘classico’ – as in English ‘classy’,
in Loeb’s classy library --. Anche il nichilismo. La sua “Introduzione al
nichilismo” edito da Laterza, Roma-Bari. Continuando a muoversi intorno al rapporto tra
estetica ed ermeneutica, il suo percorso filosofico verte in seguito su ambiti
decisivi: il rapporto tra temporalità
storica e coscienza estetica, la dispersione dell'estetico; il problema del
‘pulcer’ (‘il bello’) (“Oltre il bello” – Castiglioncello, Bologna, Il Mulino);
e il concetto di ‘immagine’. Soprattutto quest'ultima linea occupa le sue
ricerche orientate sull'idea di un “radicamento estetico”. Vercellone è Professore a Torino e direttore
del Centro Inter-Universitario Inter-Dipartimentale di Ricerca sulla Morfologia
dell’Udine (dal È stato Presidente dell’Associazione Italiana degli Studiosi di
Estetica) e Vice-Presidente della Società Italiana di Estetica. Collabora con
La Stampa. Altre opere: “Identità dell' ‘antico’ – (drawing from the antique”)
– il concetto di ‘classico’” (Torino,
Rosenberg & Sellier); “Apparenza e interpretazione” (Milano, Guerini e
Associati); “Pervasività dell’arte: Ermeneutica
ed “estetizzazione” del mondo della vita” (Milano, Guerini); “Nature del tempo.
Novalis e la forma poetica del romanticismo Tedesco” (Milano, Guerini); “Estetica
dell’Ottocento, Bologna, Il Mulino); “Storia dell’estetica moderna e
contemporanea (Bologna, Il Mulino); “Morfologie del Moderno” (Genova, Il
Melangolo); “Lineamenti di storia dell’estetica. La filosofia dell’arte da Kant
al XXI secolo” (Bologna, Il Mulino); “Pensare per immagini. Tra scienza e arte”
(Milano, Mondadori); “Le ragioni della forma, Milano-Udine, Mimesis); “Dopo la
morte dell'arte, Bologna, Il Mulino); “Il futuro dell'immagine, Bologna, Il
Mulino); “Simboli della fine, Bologna, Il Mulino. Morte dell'arte e rinascita dell'immagine.
Saggi in onore di Vercellone, Roma, Aracne. M. Perniola, Estetica italiana
contemporanea, Bompiani; D’Angelo, L’estetica italiana. Dal neoidealismo a
oggi, Laterza, E. Franzini, Immagini del moderno, in A. Bertinetto, G. Garelli,
Morte dell'arte e rinascita dell'immagine. Saggi in suo onore , Roma, Aracne. G. Vattimo, L'arte è morta, anzi no: è
"dopo", Repubblica,A. Bertinetto, G. Garelli, Morte dell'arte e
rinascita dell'immagine. Saggi in onore di Federico Vercellone. M. Belpoliti, “Tra bello e brutto non c'è più
differenza” La Stampa, R. Bodei, “Là dove rinasce il Bello” Il Sole 24 Ore, R.
Bodei, Salto nel vuoto dell'immagine, Il Sole 24 Ore, I. Mattazzi, Aprire lo
sguardo. Stili della visione in grado di agire sul reale, Il Manifesto; M.
Vallora, Nelle torri di Kiefer per trovare un senso in mezzo alle rovine, La
Stampa, Università degli Studi di Torino. Vercellone. Keywords: bello,
estetico, immagine. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Vercellone: l’estetico e il bello’ – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731789298/in/dateposted-public/
Grice e Verdiglione – la congiura
degl’idioti -- filosofia
(Caulonia). Essential Italian philosopher. Filosofo. Grice: “I like
Verdiglione; my favourite: his “La congiura degli idioti” – I have used the
Greek root which Boezio translated as ‘proprium’ twice in my seminar on
implicature: the first to refer to ‘kick the bucket’ as a ‘recognised idiom’ –
idioma in Latin and idIoma, with stress on the i, in the Grecian; but more
importantly – since ‘recognised by who?’ – in the next session I referred to a
conversationalist using a one-off signaling which I referred to as a
‘signalling idiolect.’ Yes, Speranza and I can be pretty idiosyncratic!” -- Vincitore
di una borsa di studio nel Collegio Augustinianum, studia a Milano, dove si è
laureato con una tesi sulla filosofia semiotica di Pirandello. Formatosi con Lacan,
pubblica con le case editrici Marsilio, Rizzoli, Feltrinelli e Sugarco, con cui
collabora. Per quest'ultima dirige la collana "Bordi". Traduce la
raccolta di testi Scilicet di Lacan per Feltrinelli e il Seminario XXII. Con la
sua casa editrice, Spirali, pubblica testi come la traduzione del Malleus Maleficarum,
Il martello delle streghe, il manuale dell'Inquisizione per la caccia alle
streghe, e in seguito, sempre per le edizioni Spirali, pubblica alcuni testi di
Bruno, come “Le ombre delle idee” e “Cabala del cavallo pegaseo.” Traduce per
Feltrinelli libri che in Francia animano il dibattito in ambito culturale, come
il saggio di Irigaray Speculum. L'altra donna edito da Feltrinelli nella
traduzione di Muraro, il saggio di Mannoni Educazione impossibile. Introduce in
Italia Kristeva; incontra anche Oury, fondatore assieme a Guattari della
clinica La borde, di cui pubblica i libri Creazione e schizofrenia, Psicosi e
logica istituzionale. “Il collettivo”, Babele e la Pentecoste. La Borde e la
scrittura della psicosi, La psicosi e il tempo. Traduce sempre per Feltrinelli
l'edizione del libro di Jean-Goux, Freud, Marx: economia e simbolico. Fonda il
Movimento Freudiano e l'attività editoriale che si chiamerà Spirali Edizioni.
Con la casa editrice Spirali, pubblica autori come Daniel, Lévy, Glucksmann, Halter, Arrabal, Grillet.
Esce in edicola il primo numero del mensile Spirali. Giornale di cultura, a cui
segue l'edizione francese Spirales, Il Secondo Rinascimento. Verdiglione e il
Collettivo “Semiotica e psicanalisi” organizzano a Milano, in cinque sedi
differenti, il Congresso internazionale "Sessualità e politica"
seguito dai media italiani. Partecipano molte filosofi. Sempre con il
Collettivo “Semiotica e psicanalisi”, organizza il congresso “La follia”, che
si svolge in più sedi, tra cui il Palazzo dei Congressi e il Museo della
scienza e della tecnica. Il congresso è seguito dalla stampa di vari paesi.
Intanto, inventa la “cifre-matica,” la cosiddetta scienza della parola.
Nell'Enciclopedia Rizzoli Larousse viene così definita la cifrematica:
«dottrina della parabola intesa come ‘cifra’”.
Dottrina elaborata da Verdiglione e utilizzata all'interno di esperienze
di conversazione, lettura, ecc. Secondo la cifrematica ogni parabola può essere
analizzata secondo la sua logica idiomatica – cfr. Grice, “Idioma, not
language” -- o la sua qualità cifratica, come ‘cifrema.’ C’e logica idiomatica
della relazione, dello stigma, della funzione, della operazione, e della
dimensione). C’e tre 'strutture' (struttura sintattica, struttua frastica e struttura
pragmatica – o griceiana) secondo cui ogni expression – idioma -- può essere 'de-cifrata.’ E a Milano, su invito
di Verdiglione Ionesco. In un'assemblea di intellettuali e lettori, c’e un
convegno organizzato da lui, portando la testimonianza della sua vita e della
sua attività filosofica, documentata nel libro Una vita di poesia. La sua
Università internazionale del Secondo Rinascimento acquista dalla famiglia
Borromeo la Villa di Senago e il parco, lasciati in uno stato di abbandono per
oltre vent'anni. I nuovi proprietari decidono pertanto di avviare un primo
importante restauro che mira alla salvaguardia stessa del bene. Il restauro si
è protratto nel tempo, fedele a criteri conservativi, con la collaborazione di
ingegneri, esperti, architetti, tecnici, storici e filologi che hanno lavorato,
insieme, sotto la direzione della Soprintendenza ai beni Ambientali ed
Architettonici di Milano. L'attività editoriale prosegue quanto già avviato
e si indirizza soprattutto sulla dissidenza, in particolare romanzieri.
Pubblica libri di Bukovskij, Zinovev, Naghibin, Maksimov e molti altri.
L'interesse per la dissidenza lo porta a pubblicare saggisti come Suvorov, gli
ambasciatori russi in Italia Adamishin, Jurij, il teorico della perestrojka Jakovlev,
e l'ex ministro per l'energia e leader dell'opposizione di destra Nemtsov. Oltre
agli autori, pubblica dissidenti provenienti da tutto il pianeta. In questa
direzione sono stati organizzati i convegni internazionali Festival della
modernità che propongono, in ciascuna edizione, diverse tematiche
(scrittura, libertà, politica...). In questi anni prosegue il lungo
processo di restauro della Villa San Carlo Borromeo di Senago, restituendo
all'edificio la sua originaria bellezza e trasformandolo in un Palazzo del
turismo culturale e artistico, nella sede dell'Università internazionale del
Secondo Rinascimento e della casa editrice Spirali. In questi anni, la Villa è
sede di congressi, di corsi, di seminari, di riunioni di enti pubblici e
privati, italiani e stranieri, di un museo permanente e di un museo per grandi
mostre. Verdiglione ha totalizzato 10 anni e 6 mesi di carcere per reati
vari. È stato condannato a quattro anni e due mesi per truffa, tentata
estorsione e circonvenzione di incapace. Dopo un patteggiamento è stato
condannato a un anno e quattro mesi. Nel
è stato di nuovo condannato in primo grado a nove anni (e la moglie a
sette) per associazione a delinquere, frode fiscale, truffa alle banche e allo
Stato; in seguito la pena è stata ridotta a cinque anni. In tale occasione ha
causato sofferenze bancarie per 73,4 milioni: 18,3 sono in capo a Intesa
Sanpaolo, altri 25,9 milioni a Banca Etruria. Truffa, tentata estorsione e
circonvenzione di incapace Verdiglione è al centro di una serie di vicende
giudiziarie (Affaire Verdiglione) relative all'attività sua, della sua
Fondazione e dei suoi collaboratori. Viene condannato a quattro anni e due mesi
di reclusione per truffa, tentata estorsione e circonvenzione di incapace,
condanna che passa in giudicato. Intellettuali di vari paesi (tra cui Lévy,
Ionesco, Arrabal, Halter, Benamou, Henric, Bukovskij, Safouan, Xenakis,
Zinovev, Mathé, Lanzmann), acquistano una pagina del quotidiano francese Le
Monde in cui pubblicano e sottoscrivono un appello rivolto al Presidente della
Repubblica italiana e ai giudici milanesi, col quale denunciano un presunto
clima di "caccia alle streghe". Il caso Verdiglione secondo i
firmatari mette in discussione le nozioni di diritto, giustizia e libertà di
parola in Italia. Daniel, direttore del Nouvel Observateur, pubblica su la
Repubblica una lettera, intitolata "Difendo Verdiglione", rivolta al
direttore del quotidiano. Il Partito Radicale organizza un incontro
internazionale in piazza Montecitorio sul Verdiglione, a cui partecipano anche
importanti esponenti del "Comitato Internazionale per Verdiglione",
promosso da Moravia, Ionesco, Lévinas, Arrabal, Bukovskij, Lévy, Halter. La
Repubblica scrive che "dopo quello di Tortora ci sarà la sponsorizzazione
da parte del PR del caso giudiziario di Verdiglione”. Il programma satirico
Drive In lo fa conoscere anche al grande pubblico, attraverso la parodia del
"Dottor Vermilione, psicanalista santone" impersonato da Greggio. Il
caso Verdiglione è anche citato in relazione al disegno di legge per
l'abolizione del reato di circonvenzione d'incapace (articolo 643 del codice
penale). Dopo la condanna in Cassazione, la vicenda giudiziaria si conclude con
il rinvio a giudizio per i capi di imputazione stralciati in occasione del
primo procedimento giudiziario e con il definitivo patteggiamento a una pena di
un anno e 4 mesi e indennizzi di oltre 3 miliardi di lire a ex allievi. Nel
giugno si concludono le indagini della
Guardia di Finanza coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, Viene
indagato per evasione fiscale in relazione all'emissione di fatture false, e
appropriazione indebita. A seguito della richiesta avanzata dalla Procura di
Milano, due dimore storiche riconducibili al professore (tra cui la sopracitata
Villa San Carlo Borromeo di Senago) per ordinanza del Gip vengono poste sotto
sequestro preventivo, pur mantenendone la disponibilità. A meno di tre
settimane di distanza il Tribunale del Riesame di Milano annulla i decreti di
sequestro concessi dal GIP C. Mannocci al PM Bruna Albertini, e restituisce gli
immobili alle proprietà, in quanto non sussiste l'accusa di evasione fiscale.
Si tratterebbe invece di neutralità fiscale, in quanto l'IVA dovuta sarebbe
sempre stata pari a zero (in base alle conclusioni del giudice, sarebbero state
emesse fatturazioni fittiziema regolarmente pagatetra società facenti capo a
Verdiglione, allo scopo di ottenere crediti presso gli istituti finanziari,
potendo esibire bilanci dai quali risultano entrate ingenti, in realtà
fasulle). La giudice Laura Marchiondelli rinvia a giudizio Verdiglione
per associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale e truffa allo Stato. Nel
dicembre viene condannato a nove anni
per i reati di associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale, truffa
alle banche e truffa allo Stato. Nel medesimo processo vengono emesse condanne
anche a carico della moglie Cristina Frua De Angeli e di due sue società,
intanto fallite. Viene altresì disposta la confisca, fino ad un valore
equivalente rispettivamente di 100 milioni e 10 milioni di euro, di beni come
la storica dimora trecentesca Villa San Carlo Borromeo a Senago con 10 ettari
di parco. La sentenza di secondo grado conferma la prima, nonostante che
Procuratore generale, nella sua requisitoria, abbia chiesto
"l'annullamento della sentenza di primo grado per assoluta
indeterminatezza e intrinseca contradditorietà delle accuse". La
condanna a cinque anni di reclusione diventa esecutiva. Nel pieno delle
inchieste giudiziarie, l'associazione da lui fondata viene definita setta dallo
psicoterapeuta infantile Claudio Foti. Analoga affermazione fu fatta da
Calefato, professoressa associata di sociolinguistica, che così si espresse in
un'intervista per un quotidiano locale in occasione dell'incontro con
Verdiglione organizzato a Bari da Ponzio, Professore di filosofia del
linguaggio, intitolato "La cifra del Levante". Musatti, considerato
il fondatore della psicanalisi italiana, provava una profonda avversione per
Verdiglione che etichettò come "“il magliaro di Caulonia” e come
"cialtrone". Verdiglione ha ospitato come relatori, nell'ambito di
alcuni congressi organizzati alla Villa San Carlo Borromeo, autori come Duesberg
(virologo statunitense, scopritore dei retrovirus) e Rasnick (biologo
statunitense) che negano l'esistenza dell'AIDS, sostenendo che gli ammalati di
tale morbo morissero in realtà sia a causa dell'assunzione di droghe sintetiche
fortemente immune-soppressive sia a causa delle cure che erano loro imposte
nella prima fase sperimentale, dove si ricorreva all'utilizzo di farmaci come
l'AZT, originariamente sintetizzato a scopo antineoplastico e poi abbandonato
per l'elevata tossicità. Opere: “Il carcere. La questione della parola, Associazione
Amici di Spirali, Ur-kommunismus. La
paura della parola, Associazione Amici di Spirali, La grammatica dello spirito. L'androgino
trinitario e la bilancia dell'orrore, Associazione Amici di Spirali, I padroni del nulla, Associazione Amici di
Spirali, L'Operazione guru, Associazione
Amici di Spirali, La rivoluzione
dell'imprenditore, Associazione Amici di Spirali, Il bilancio di guerra, Associazione Amici di
Spirali, In nome del nulla. L'accusa di
blasfemia, Associazione Amici di Spirali,
Il bilancio intellettuale dell'impresa, Associazione Amici di
Spirali, Parola mia, Spirali, La realtà intellettuale, Spirali, L'Affaire fiscale ovvero il dispensario del
tempo, Spirali, Scrittori, artisti,
Spirali, La libertà della parola, Spirali, La politica e la sua lingua,
Spirali, La nostra salute, Spirali, Il capitale della vita, Spirali, Master dell'art ambassador, Spirali, Master
del brainworker, Spirali, Master del cifrematico, Spirali, L'interlocutore, Spirali, Il Manifesto di
cifrematica, Spirali, La rivoluzione cifrematica, Spirali, Artisti, Spirali, Il
brainworking. La direzione intellettuale. La formazione dell'imprenditore. La
ristrutturazione delle aziende, Spirali, Edipo e Cristo. La nostra saga,
Spirali, La famiglia, l'impresa, la finanza, il capitalismo intellettuale,
Spirali, Venere e Maria. La fiaba originaria, Spirali,Machiavelli, Spirali/Vel,
Vinci, Spirali/Vel, La congiura degli idioti, -- cfr. Grice, “L’idioma
dell’idiota” -- Spirali/Vel, L'albero di San Vittore, Spirali, Lettera all'eccellentissima
corte di appello, Spirali, Quale accusa?, Spirali, Processo alla parola,
Spirali, Il giardino dell'automa, Spirali, Manifesto del secondo rinascimento,
Rizzoli, Spirali, La mia industria, Rizzoli Spirali, Dio, Spirali, La peste, Spirali, La
psicanalisi questa mia avventura, Marsilio, Spirali, La dissidenza freudiana,
Feltrinelli, Spirali. E. Roudinesco, Histoire de la psychanalyse en France, Paris:
Le Seuil (réédition Fayard ) dal sito web italiano per la filosofia. in. ildomenicale arretrati n. Domenicale miei
libri Scienze umane Sociologia e comunicazione Sollers-scrittore La-dissidenza-della-scrittura_Lacan
e altri, Scilicet: rivista dell'école freudienne de Paris, traduzione di
Armando Verdiglione, Feltrinelli, Milano, Jacques Lacan, Il seminario, in «Ornicar? Venezia. Heinrich
Institor (Krämer), J. Sprenger, A. Verdiglione, Il martello delle streghe. La
sessualità femminile nel "transfert" degli inquisitori, Spirali,
Milano, Giordano Bruno, Antonio Caiazza, Le ombre delle idee, Spirali, Milano, Giordano
Bruno, Carlo Sini, Cabala del cavallo pegaseo, Spirali, Milano, Maud Mannoni,
Educazione impossibile, Feltrinelli, Milano). Spirali pubblicherà le opere La
rivoluzione del linguaggio poetico. L'avanguardia, : Lautrémont e Mallarmé e
Poteri dell'orrore. Saggio sull'abiezione
Félix Guattari //spirali.com/books-of-Jean+Oury.php[collegamento
interrotto] Jean-Joseph Goux, Freud,
Marx: economia e simbolico, introduzione e cura di Armando Verdiglione, Milano,
Feltrinelli, atti del Convegno Sessualità e politica edito da Feltrinelli, 2000
partecipanti al Congresso di Psicanalisi con tema "Sessualità e
Politica", svoltosi a Milano"
Gilles Anquetil, "A Milan, le sage congrès de la folie", Les
Nouvelles Littéraires, Roger Dadoun, "A Milan F comme Folie", La
Quinzaine littéraire, Christian
Descamps, "A Milan au congrès de psychanalyse on a débattu (vivement) de
“Sexe et politique”", La Quinzaine littéraire, Congres v Milanu, “Razprave
problemi”, dicembre 1976 Robert Maggiori,
"La 'Jet Society' psychanalytique reunie a Milan", Liberation, Italianistica
» » Cifrematica: di che cosa
parliamo? Enciclopedia Universale
Rizzoli Larousse, Rizzoli, Milano, Luigi
Mascheroni, il Giornale, Nicola Borzi, Etruria perde 26 milioni nel crack
Verdiglione, in Il Sole 24 ore, Verdiglione affidato al servizi sociali, la Repubblica,
in Archiviola Repubblica. "Pour
Armando Verdiglione", Le Monde, "Difendo Verdiglione", di Jean
Daniel, direttore di Le Nouvel Observateur pubblicato da la Repubblica, 1Caso
verdiglione: martedi' 8 agosto, all'hotel nazionale in piazza montecitorio, a
partire dalle ore 11.45, incontro internazionale sul tema: "il caso verdiglione".
marco pann..., su radioradicale. I radicali bocciano pannella, la Repubblica,
in Archiviola Repubblica.//legislature.camera/_dati/leg10/lavori/stampati Milano,
18 rinvii a giudizio per la vicenda verdiglione, Repubblica » Ricerca, non
profit, veridglione fa lo sponsor e le associazione danno forfeit, la
Repubblica, in Archiviola Repubblica. Gianfrancesco Turano, Verdiglione spa, in
Corriere Economia, Verdiglione, ovvero come sposare lo sponsor e viver
felici Corriere della Sera, su
milano.corriere. Archivio Corriere della
Sera, su archiviostorico.corriere. Corriere della Sera, su
archiviostorico.corriere. Frode fiscale,
9 anni a Verdiglione confiscati beni per 110 milioni, in Corriere della Sera. Lo
psicanalista Verdiglione dai fasti degli anni ‘80 al ritorno in carcere, su
milano.corriere. sito dell'associazione
diretta da Claudio Foti, 'Verdiglione fuori dall'Ateneo'la Repubblica, in
Archiviola Repubblica. Il chiaccierato Verdiglione, la Repubblica, in Archiviola
Repubblica. cesare musattiAnalisi laica, su Analisi laica. Italian guru, la
Repubblica, in Archiviola Repubblica. T. Szaz, La battaglia della salute,
Spirali. «L'Aids non è contagioso in nessun modo, non si trasmette né
attraverso rapporti eterosessuali né attraverso rapporti omosessuali e neanche
senza rapporti, non si trasmette in nessun modo; l'Hiv è un retrovirus che,
secondo Dusberg, è innocuo." "Muoiono per via della cura. È la cura,
che li ammazza."». Dizionario di
cifrematica, su dizionario di cifrematica. armandoverdiglione.com. Com: Recenti
Vicende, su tgcom.mediaset. Verdiglione. Keywords. Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Verdiglione e l’idioma
dell’idiota” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #verdiglione https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937483539596915 #griceeverdiglione
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702234931/in/photolist-2mLLVsZ-2mLKtaD
Grice
e Vernia – i peripatetici – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Chieti). Grice: “I love Vernia, but then any Englishman would,
especially when learning that Saint Thomas (Aquino) made such a fuss about
him!” -- Essential Italian philosopher. Filosofo. Allievo a Padova di Pergola e
Thiene e successore di quest'ultimo, ebbe come collega Pomponazzi e tra i suoi
allievi Nifo e Pico. Seguace dell'ermetismo allora imperante a Padova, curò
un'edizione di Aristotele. Vernia sostenne l'unità dell'intelletto -- dottrina
poi abbandonata a causa di una condanna inflittagli dal vescovo di Padova),
l'autonomia della fisica rispetto alla meta-fisica, e la superiorità della
scienza della natura sulle scienze dell'uomo.
Opere: “Contra perversam Averrois opinionem de unitate intellectus et de
animae felicitate”; “De unitate intellectus et de animae felicitate”; “Expositio
in Posteriorum capitulum secundum in fine”; “Expositio in Posteriorum librum
priorem”; “Quaestio de gravibus et levibus”; “Quaestio de rationibus
seminalibus”; “Quaestio de unitate intellectus”; “Quaestio in De anima Ennio De Bellis, L’aristotelismo Firenze, Leo
S. Olschki editore, Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Vernia. Keywords: i
parepatetici, i parepatetici padovani – i parepatetici di padova -- Refs.: The
H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vernia: viva
Aristotele!” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vernia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.5475762019102415 #griceevernia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731763313/in/photolist-2mPmNVF-2mLLWjU-2mLQ2ox-2mLKu2P-2mLNWGK-2mLLWmc-2mLLWjZ-2mLQ2pz-2mLKu2U-2mLQ2o7-2mLLWmn-2mLKu3f-2mLFoBp-2mLNWHM
Grice
e Veronelli – sadimo italiano – Filosoia italiana – Luigi Speranza (Milano).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Veronelli
viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella
diffusione del patrimonio eno-gastronomico. Antesignano di espressioni e punti
di vista che poi sono entrati nell'uso comune e protagonista di caparbie
battaglie per la preservazione delle diversità nel campo della produzione
agricola e alimentare, attraverso la creazione delle “denominazioni comunali,”
le battaglie a fianco delle amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al
dettaglio. Veronelli assieme ad alcuni sommelier F.I.S.A.R. Era originario del
quartiere Isola di Milano. Dopo il R. Ginnasio Parini, compie studi di filosofia
a Milano, diventando assistente di Bariè. Si professa per tutta la vita di fede
anarchica, rifacendosi anche alle ultime lezioni tenute da Croce a Milano. Inizia
l'esperienza di editore, pubblicando tre riviste: I problemi del
socialismo Il pensiero Il gastronomo. Pubblica La questione sociale di Proudhon
e Historiettes, contes et fabliaux di De Sade; per quest'ultima viene
condannato, insieme a Manfredi (autore dei disegni, poi assolto), a tre mesi di
reclusione per il reato di pornografia. L’opera di De Sade sarà poi messa al
rogo nel cortile della procura di Varese. Subisce anche una condanna di sei
mesi di detenzione per aver istigato i contadini piemontesi alla rivolta, con
l'occupazione della stazione di Asti e dell'autostrada, per protestare contro
l'indifferenza della politica per i problemi dei contadini e dei piccoli
produttori. Diventa collaboratore de Il Giorno. L'attività giornalistica
lo impegnerà, e i suoi articoli, di stile aulico e provocatorio, ricchi di
neologismi e arcaismi, faranno scuola nel giornalismo eno-gastronomico e no.
Tra le testate cui ha collaborato vanno ricordate, oltre a Il Giorno: Corriere
della Sera, Class, Il Sommelier, Veronelli EV, Carta, Panorama, Epoca, Amica,
Capital, Week End, L'Espresso, Sorrisi e Canzoni TV, A Rivista Anarchica,
Travel e Wine Spectator, Decanter, Gran Riserva ed Enciclopedia del Vino, The
European. L'apparizione televisiva ne aumenta notevolmente la fama; in
particolare A tavola alle 7, in cui conduce il programma prima a fianco di
Scala e di Orsini, poi di Ave Ninchi, e il Viaggio Sentimentale nell'Italia dei
Vini, dove realizza l'aggiornamento, provocatorio e di denuncia, della viti-coltura
italiana, con inchieste, interviste, proposte che hanno scosso quel
mondo. L'opera La sua attività di ricerca e di approfondimento nel campo
enogastronomico lo porta alla pubblicazione di alcune opere fondamentali, anche
di carattere divulgativo. Da segnalare: I Vignaioli Storici, Cataloghi dei Vini
d'Italia, dei Vini del Mondo, degli Spumanti e degli Champagne, delle Acquaviti
e degli Oli extra-vergine, Alla ricerca dei cibi perduti, Il vino giusto, e la
collana Guide Veronelli all'Italia piacevole. Fondamentale anche la
collaborazione con Carnacina, maître e gastronomo celeberrimo e Guazzoni maître
e sommelier. Ne nascono, ad esempio, La cucina italiana e Il Carnacina. Fonda
la seconda Veronelli Editore "col puntuale obiettivo di approfondire la
classificazione dell'immenso patrimonio gastronomico italiano e contribuire ad
accrescere la conoscenza delle attrattive turistiche del paese più bello del
mondo". La casa editrice ha cessato l'attività a fine. Collabora con
Derive\Approdi scrivendo le prefazioni ad alcuni libri di carattere storico,
politico e gastronomico. L'intenso rapporto epistolare sulle pagine di
Carta con Echaurren costituisce un forte stimolo di riflessione sulle questioni
legate alla Terra e alla qualità della vita materiale per il movimento contro
la globalizzazione. Isieme ad alcuni centri sociali, tra cui La Chimica di
Verona e il Leoncavallo di Milano, al movimento Terra e libertà. Sempre di
questi anni le battaglie per le Denominazioni Comunali, una salvaguardia
dell'origine di un prodotto; per il prezzo-sorgente, cioè l'identificazione del
prezzo di un prodotto alimentare all'origine, per rendere evidenti eccessivi
ricarichi nei passaggi dal produttore al consumatore; per l'olio extra vergine
d'oliva, contro le prepotenze e il monopolio delle multinazionali e le
ingiustizie della legislazione per i piccoli olive-coltori. Di idee
anarchiche, si è anche interessato di questioni filosofiche, pubblicando anche
articoli su A/Rivista Anarchica e saggi. Le pubblicazioni hanno subito il segno
dei suoi interessi libertari, libertini, enogastronomici: Racconti, novelle e
novelline di de Sade (che gli procurerà una denuncia e la condanna al rogo dei
libri, tra gli ultimi roghi di libri avvenuti in Italia), le poesie di
Pagliarani, la rivista Il gastronomo e quella di filosofia Il pensiero, poi interessante
per qualche anno fu l'editore della rivista Problemi del socialismo, diretta da
Basso. In seguito mise un po' in disparte le questioni filosofiche per
concentrarsi su quelle più propriamente eno-gastronomiche e agricole. In
A-Rivista Anarchica si definisce Veronelli l'"anarchenologo"
ritenendo che l'attività di Veronelli vada inquadrata in un ambito libertario e
contro l'attività delle multinazionali agricole. Gli anarchici della
Cellula Veronelli, con l'intento di mostrare l'aspetto più propriamente
politico di Veronelli, hanno organizzato un incontro intitolato "Veronelli
politico", a cui hanno preso parte personalità del calibro di Mura, giornalista
di La Repubblica, Ferrari della Federazione Anarchica Reggiana (promotrice
dell'evento biennale, ideato nella sua prima edizione insieme allo stesso
Veronelli, Le cucine del popolo) e Tibaldi. Dagli anarchici è sempre stato
considerato un compagno. Veronelli e un libertario, un uomo colto, senza dogmi,
senza ipocrisie, in perenne lotta contro le armate schiaviste delle multinazionali.
(Pagliaro, Umanità Nova, LMilano gli attribuisce l'Ambrogino d'oro. Rassegna
stampa. A-Rivista, Lettera i giovani estremi Proudhon: La questione sociale -- Veronelli
politico. L'ultimo dei vini artigianali sarà sempre migliore del primo dei vini
industriali, perché avrà un'anima» (Veronelli in Il canto della Terra). Il nostro anarchenologo Un incontro inatteso Cellula Veronelli. eronelli politico. Circolo
Cucine del Popolo, l'addio, Bosana Salsa suprema. Luigi Veronelli. Veronelli.
Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft – Luigi Speranza, “Grice e
Veronelli: metafisica dell’amore” – The Swimming-Pool Library, Liguria. #veronelli https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937343586277577 #griceeveronelli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702914954/in/photolist-2mLNXjb-2mLLX2a-2mLLX1P-2mLFpeg-2mLQ2ZN
Verrecchia
(Vallerotonda). Essential Italian philosopher. Filosofo. Si
trasferì a Torino, dove studiò, laureandosi in filosofia. Trascorse un certo
periodo nel parco nazionale del Gran Paradiso, considerato come il più
formativo della sua vita. Lì poté contemplare in modo disinteressato i fenomeni
della natura. “Ho fatto tre università -- era solito dire -: quella vera e
propria, che non mi ha dato nulla o quasi; la collaborazione alle pagine dei
quotidiani come elzevirista, che mi ha costretto a leggere libri che altrimenti
non avrei mai letto; e infine l'università più utile in assoluto, vale a dire
il soggiorno nel Gran Paradiso a contatto con la natura". Frutto di quel
soggiorno è il saggio che contiene la sua filosofia, potentemente aforistica. I
manoscritti riaffiorati molto più tardi spiegano la tardività della sua pubblicazione,
avvenuta presso Fògolasi tratta del Diario del Gran Paradiso. Verrecchia visse
poi in Germania (soprattutto a Berlino) e fu per lunghi anni addetto culturale
all'Ambasciata d'Italia a Vienna; collaborò alle pagine culturali di giornali
italiani, tra cui Il Resto del Carlino, La Stampa, Il Giornale. Grazie alla sua
padronanza del tedesco, collaborò stranieri (Die Presse, Die Welt). Non parlava
volentieri della sua vita privata perché, diceva,"di un filosofo ciò che
interessa sono gli teorie e non le vicissitudini personali". Traduttore di
Lichtenberg, appassionato studioso di Bruno e Nietzsche, nel suo orizzonte
culturale, però, la figura che risalta di più è senz'altro quella di
Schopenhauer, da lui considerato a tutti gli effetti un maestro da tradurre e
continuare. Elementi caratteristici dei
suoi scritti sono l'irriducibile vena polemica e una sacra bilis, ma la sua
prosa spicca anche per chiarezza ed energia. La sua prosa insieme a quella di
Ceronetti, Sgalambro e Giamettaè stata giudicata la migliore prosa filosofica. Opere:
“L'eretico dello spirito” (Firenze: La Nuova Italia); “La catastrofe di
Nietzsche a Torino” (Torino: Einaudi), “La tragedia di Nietzsche a Torino: la
catastrofe del filosofo che sognava un superuomo al di là del bene e del male
(Milano: Bompiani). Incontri viennesi (Genova: Marietti), “Cieli d'Italia
(Milano: Spirali/Vel), “Diario del Gran Paradiso (Torino: Fogola, e ristampa),
“Bruno: la falena dello spirito” (Roma: Donzelli); Rapsodia viennese: luoghi e
personaggi celebri della capitale danubiana (Roma: Donzelli), Schopenhauer e la
Vispa Teresa: l'Italia, le donne, le avventure (Roma: Donzelli), Vagabondaggi
culturali (Torino: Fogola); “La stufa dell'Anticristo: altri vagabondaggi
culturali (Torino: Fogola). Batracomachia
di Bayeruth. Nietzschiani contro wagneriani; Padova: il prato, Lettere
Mercuriali (Torino: Fògola, ). “Il cantore filosofo” (Firenze: `Clinamen); Il
mastino del Parnaso. Elzeviri e polemiche” Firenze: Clinamen. Saggi
introduttivi, traduzioni e cure Viaggio in Italia di Mommsen (Torino: Fogola). Libretto di
consolazione (Milano: Rizzoli); Le civiltà pre-colombiane (Milano: Bompiani,).
Colloqui (Milano: Rizzoli), poi: “Il filosofo che ride” (Milano: Rizzoli), “Metafisica
dell'amore sessuale: l'amore inganno della natura” (Milano: Rizzoli, Sulla filosofia da Arthur Schopenhauer (Milano:
TEA); “Aforismi per una vita saggia” (Milano: Fabbri); “O si pensa o si crede: sulla
religione (Milano: Rizzoli); Lo scandaglio dell'anima” (Milano: Rizzoli); “Breviario
spiritual” (Torino: POMBA, Articoli A Bogotà c'è un erede di Montaigne.
Tuttolibri de La Stampa, Allora bastava un rospo per finire al rogo. Tuttolibri
de La Stampa, Vittorio Mathieu, Tre giorni in giallo. Tuttolibri de La Stampa, Risvolto
di copertina della Rapsodia viennese.
Verrecchia, su digilander.libero. Marco Lanterna, Verrecchia, venerando
e terribile, Pulp Libri, (ora in Marco Lanterna, Il caleidoscopio infelice.
Note sulla letteratura di fine libro, Clinamen, critica Marco Lanterna, Il
caleidoscopio infelice. Note sulla letteratura di fine libro, Clinamen,. Ugo
Dotti, I vagabondaggi culturali di Verrecchia, in rivista. Le case illustri, di
Lisa Elena su archivio.lastampa. 2 settembre. Addio al filosofo Anacleto
Verrecchia, di Luigia Sorrentino, su poesia.blog.rainews. L'Anticristo goloso,
di M. Rota, su piemontemese. Anacleto Verrecchia. Verrecchia. Keywords: la
metafisica dell’amore, Nietzsche a Torino, Bruno. Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Verrecchia: metafisica
dell’amore” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #verrecchia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937294919615777 #griceeverrecchia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731465888/in/dateposted/
Grice
e Viano – va’ pensiero – il carattere della filosofia italiana – filosofia
italiana (Aosta). Esential Italian philosopher. Filosofo. Laureatosi in Filosofia a Torino
con Abbagnano, ha insegnato a Milano e Cagliari. Ha fatto infine ritorno, in
qualità di ordinario fuori ruolo di Storia della filosofia, all'ateneo
torinese. Ha fatto parte del Comitato Nazionale per la Bio-Etica, ed è stato
membro del direttivo della Rivista di filosofia e socio nazionale
dell'Accademia delle Scienze di Torino. Izgu insignito del premio
Feltrinelli per la Storia dela Filosofia. Di formazione illuminista, Viano
si è occupato di storia della filosofia antica. -- è autore di importanti studi
su Aristotele (“La logica di Aristotele”, Torino, Ed. Taylor) e l’empirismo (“Dal
razionalismo all'Illuminismo” (Einaudi, Torino); “Il pensiero politico”
(Laterza, Roma/Bari). Nel campo dell'etica, oltre a studi storici (“L'etica” –
Mondatori, Milano, “Teorie etiche”, Bollati Boringhieri, Torino), si è dedicato
a promuovere la costruzione di una bio-etica e a denunciare la timidezza dei
laici di fronte alle ingerenze del cristianesimo. Da Enrico Mistretta,
direttore editoriale della Laterza di Roma/Bari, gli fu affidata, la direzione
di una “Storia della filosofia.” Altre saggi: “La selva delle somiglianze: il
filosofo e il medico” (Torino, Einaudi); “Va' pensiero: il carattere della
filosofia italiana” (Torino, Einaud); “Filosofia italiana nel dopoguerra” (Bologna,
Il Mulino); “Etica pubblica” (Roma/Bari, Laterza); “Le città filosofiche: per
una geografia della cultura filosofica italiana” (Bologna, Il Mulino); “Le
imposture degli antichi e i miracoli dei moderni” (Torino, Einaudi); “Laici in ginocchio”
(Roma/Bari, Laterza); “Stagioni filosofiche: la filosofia del Novecento fra
Torino e l'Italia” (Bologna, Il Mulino); “La scintilla di Caino: storia della
coscienza e dei suoi usi” (Torino, Bollati Boringhieri). Profilo biografico sull’Accademia
Delle Scienze. Maurizio Mori, Torino ricorda Viano, su Torino. Cerimonia nell'Accademia
Nazionale dei Lincei, su Presidenza della Repubblica, Roma. Treccani Enciclopedie,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Registrazioni su RadioRadicale,
Radio Radicale. Biografia e testi
sull'Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche Rassegna stampa
sul Sito Web Italiano per la Filosofia Recensione di "Le città
filosofiche" su Recensioni Filosofiche. Viano. Keywords: la filosofia
romana, il neo-tradizionalismo. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS –
Luigi Speranza, “Grice e Viano: il neo-tradizionalismo” – “Viano e la filosofia
romana” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viano https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4796393697039254 #griceeviano
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702527428/in/photolist-2mLLY7G-2mLLXCq-2mLLY6V-2mLNXTs-2mLNXTH-2mLNYnJ-2mLKvEZ-2mLNXSL-2mLQ3zW-2mLNXT7-2mLLY6K-2mLLXCk-2mLLY76-2mLNXSv-2mLKve3-2mLKvFf-2mLNYnt-2mLFpUe-2mLKvGh-2mLKvF
Grice e Viazzi –
la bellezza della vita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Gavi).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Apprezzato teorico e studioso di filosofia,
Viazzi. Keywords: Vico. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Viazzi” – “Il Vico di Grice e il Vico di Viazzi” -- The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viazzi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4583421495003143 #griceeviazzi https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701447102/in/photolist-2mLFqYo-2mLFqYd-2mLKwfB-2mLFqXS-2mLLYDD-2mLQ4KM-2mLFqZk-2mLLYEW-2mLLYEL-2mLFqZq-2mLKwfm-2mLFqZf-2mLQ4JK-2mLKwfX
Grice e Vico -- l’antichissima sapienza
degl'italici -- da rintracciare nelle origini della sua lingua – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli). “Si
potrebbe presentare la storia ulteriore del pensiero come un ricorso delle idee
del Vico” (Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista Vico, Laterza,
Bari) Giambattista Vico, filosofo. Molte delle notizie riguardanti la vita
di Vico sono tratte dalla sua Autobiografia, scritta sul modello letterario
delle Confessioni di di Agostino. Dall’autobiografia Vico cancella ogni
riferimento ai suoi interessi giovanili per le dottrine atomistiche e per il
pensiero cartesiano, che avevano cominciato a diffondersi a Napoli, ma vennero
subito repressi dalla censura delle autorità civili e religiose, che le
consideravano moralmente perniciose e contrari all'Indice dei libri proibiti.
Nato a Napoli da una famiglia di modesta estrazione sociale – il padre, Antonio
Vico, era un povero libraio, mentre la madre, Candida Masulla, era figlia di un
lavorante di carrozze – Vico fu un bambino molto vivace, ma, a causa di una
caduta si procurò una frattura al cranio che gli impedì di frequentare la
scuola per tre anni e che, pur non alterando le sue capacità mentali,
quantunque “il cerusico ne fe' tal presagio: che egli o ne morrebbe o arebbe
sopravvissuto stolido,” contribuì a sviluppare “una natura malinconica ed
acre.” Ammesso agli studi di grammatica presso il Collegio Massimo dei Gesuiti,
li abbandonò intorno per dedicarsi al privato approfondimento dei testi di
Paolo Veneto, il quale, tuttavia, rivelandosi superiore alle sue capacità,
provoca l'allontanamento dall'attività intellettuale per un anno e mezzo.
Ripresa la via degli studi, Vico si recò nuovamente dai gesuiti per seguire le
lezioni di Ricci, ma, rimasto ancora una volta insoddisfatto, si appartò
nuovamente a vita privata per affrontare la metafisica. Successivamente, per
secondare il desiderio paterno, Vico fu “applicato agli studi legali.”
Frequentò per circa due mesi le lezioni private di Verde, si iscrisse alla
facoltà di giurisprudenza, senza tuttavia seguirne i corsi, e si cimentò, come
di consueto, in privati studi di diritto. Conseguita la laurea in a Salerno, si
appassionò subito ai problemi filosofici,, segno “di tutto lo studio che aveva
egli da porre all'indagamento de' princìpi del diritto universal.” Lapide nella
casa natale di via San Biagio dei Librai che recita, “in questa cameretta nacque
il XXIII giugno MDCLXVIII Giambattista Vico. Qui dimorò fino ai diciassette
anni e nella sottoposta piccola bottega del padre libraio usò passare le notti
nello studio. Vigilia giovanile della sua opera sublime. La città di Napoli
pose.” Il periodo di tempo intercorrente fu denominato dell'
“autoperfezionamento.” Difatti, nonostante l'Autobiografia riporti indietro la
data d'inizio del suo magistero, svolse attività di precettore dei figli del
marchese Domenico Rocca presso il castello di Vatolla nel Cilento e colà,
usufruendo della grande biblioteca padronale, ebbe modo di studiare il
platonismo italiano (Ficino e Pico). Approfondisce gli studi aristotelici,
nonostante la dichiarata avversione per Aristotele e la Scolastica. Legge le
opere di Botero e di Bodin, scoprendo al contempo Tacito (che diverrà un
maestro cui s'ispirerà la sua filosofia) e la sua “mente metafisica
incomparabile con cui contempla l'uomo qual è.” Affronta per un breve periodo
studi di geometria e pubblica la canzone “Affetti di un disperato,”
d'ispirazione lucreziana. Erma del Vico Ritornato a Napoli nell'autunno del
1695, all'età di ventisette anni, affetto dalla tisi, rientra nella misera
dimora paterna. A causa delle grosse difficoltà economiche, Vico è costretto a
tenere ripetizioni di retorica e grammatica. Durante l'anno 1696 pubblica un
discorso proemiale a una crestomazia poetica dedicata alla partenza di
Francisco de Benavides, viceré spagnolo e conte di Santo Stefano. Compone
un'orazione funebre in memoria di Catalina de Aragón y Cardona, madre del nuovo
viceré, e nel dicembre del medesimo anno, tenta vanamente di ottenere un posto
di lavoro come segretario al Municipio di Napoli. Nel gennaio 1699 vince, con
striminzita maggioranza, il concorso per la cattedra di eloquenza e retorica
presso l'Università di Napoli, da cui non riuscì, con suo grande rammarico, a
passare a una di diritto. -- è aggregato all'Accademia Palatina fondata dal
viceré Luis Francisco de la Cerda y Aragón, duca di Medinaceli. Anche dopo la
nomina accademica per il mantenimento del padre e dei fratelli, totalmente
dipendenti da lui, deve aprire uno studio privato dove dà lezioni di retorica e
di grammatica elementare, e impegnarsi a lavorare su commissione alla stesura
di poesie, epigrafi, orazioni funebri, panegirici, ecc. Nel 1699 può
finalmente prendere in affitto in vicolo dei Giganti una casa di «tre camere,
sala, cucina, loggia e altre comodità, come rimessa e cantina» e prendere in
moglie la giovane donna, Teresa Caterina Destito dalla quale ebbe otto figli.
Da quel momento non avrà più la tranquillità necessaria per condurre gli studi,
ma proseguirà ugualmente le sue meditazioni «tra lo strepitio de' suoi
figlioli». A questo periodo risale, inoltre, la conoscenza col filosofo Paolo
Mattia Doria e l'incontro con il pensiero del Bacone. Il governo partenopeo gli
commissiona la scrittura del Principum neapolitanorum coniuratio e in una cena
a casa del Doria, espone le sue idee sulla filosofia della natura che lo
condurranno, fra il novembre e il dicembre del medesimo anno, alla composizione
del perduto Liber physicus. Pronunzia in latino le sei Orazioni inaugurali,
ossia le prolusioni all'anno accademico (che al tempo iniziava il 18 ottobre),
e, durante il 1708, se ne aggiunge una settima, più ampia e importante, recante
il titolo di De nostri temporis studiorum ratione, la quale si concentra molto
sul metodo degli studi giuridici, poiché sempre ha la mira a farsi merito con
l'università nella giurisprudenza per altra via che di leggerla ai giovinetti».
Nel De ratione, inoltre, è contenuta la critica al razionalismo cartesiano e
l'elogio dell'eloquenza, della retorica, della fantasia, nonché dell'«ingegno»
produttore di metafore. L'insieme delle prolusioni universitarie sono
rielaborate per essere raccolte in un unico volume mai pubblicato, dal titolo
di De studiorum finibus naturae humanae convenientibus. È aggregato, dal 1710,
all'Accademia dell'Arcadia e, nel novembre, pubblica il primo libro dell'opera
dedicata al Doria, De antiquissima italorum sapientia ex linguae latinae
originibus eruenda, recante il sottotitolo Liber primus sive metaphysicus.
Accanto al Liber metaphysicus l'opera vichiana avrebbe dovuto comprendere anche
il perduto Liber physicus e un mai composto Liber moralis. Un anonimo
recensisce l'opera nel Giornale de' letterati d'Italia, cui seguirà la Risposta
del Vico, accompagnata dal ristretto o ri-assunto del Liber
metaphysicus. Aseguito di nuove obiezioni prodotte dall'anonimo recensore,
replica con una Seconda risposta. Pubblica un trattatello perduto sulle febbri
ispirato alle bozze del Liber physicus, recante il titolo di De aequilibrio
corporis animantis, e, inoltre, si dedica alla stesura del De rebus gestis
Antonii Caraphaei, una biografia del maresciallo Antonio Carafa, che vedrà la luce.
Durante i lavori dell'opera biografica del maresciallo Carafa, Vico si dedica
alla rilettura del suo quarto «auttore», l'olandese Ugo Grozio, cui dedicherà,
nel 1716, un perduto commento al De iure belli ac pacis. La produzione
filosofica della maturità: dal Diritto universale alla Scienza nuova
Scienza nuova seconda. L'incontro di Vico con la filosofia di «Ugon capo» ebbe
un'importanza decisiva per il suo sviluppo intellettuale, poiché da quel
momento il suo interesse sarà completamente assorbito dai problemi giuridici e
storici. L'idea dell'esistenza di un'umanità ferina e primitiva, dominata
solamente dal senso e dalla fantasia, ed entro cui si producono gli «ordini
civili» divenne centrale in tutto il pensiero vichiano. Vide la luce un'opera
di filosofia del diritto, intitolata De uno universi iuris principio et fine
uno, seguita dallo scritto De constantia iurisprudentis, diviso in due parti
(De constantia philosophiae e De constantia philologiae), e che, nonostante il
titolo si riferisca alla tematica giuridica, è meno incentrato sull'argomento
rispetto al De uno. Benché le due opere si differenzino, segno di un rapido
sviluppo del pensiero vichiano, è d'uso considerarli, come invero fece anche il
Vico, insieme alle Notae aggiunte e le Sinopsi premesse al testo, sotto l'unico
titolo di Diritto universale. S'iscrisse al concorso per ottenere la cattedra
«matutina» di diritto civile presso l'Università di Napoli e commenta un passo
delle Quaestiones di Papiniano davanti a un collegio di giudici, ma, con suo
grande scorno, il posto fu assegnato a un tal Domenico Gentile. Dopo la fama
ottenuta dalla pubblicazione della Scienza Nuova, ottenne dal re Carlo III, la
carica di storiografo regio. Tanto nuova era la sua dottrina che la cultura del
tempo non poté apprezzarla: così che Vico rimase appartato e quasi del tutto
sconosciuto negli ambienti intellettuali, dovendosi accontentare di una
cattedra di secondaria importanza all'Università napoletana che lo manteneva
inoltre in tali ristrettezze economiche che per pubblicare il suo capolavoro,
la Scienza Nuova, dovette toglierne alcune parti in modo che risultasse meno
costoso per la stampa. Alle difficoltà economiche vissute per la pubblicazione
dell'opera sua, che inficiarono la sua notorietà nel seno dell'Accademia
partenopea, s'accompagna una prosa involuta, pertanto di difficile
penetrazione. Prima della Scienza Nuova Vico aveva scritto la prolusione
inaugurale De nostri temporis studiorum ratione, il De antiquissima Italorum
sapientia, ex linguae latinae originibus eruenda ("L'antichissima sapienza
delle popolazioni italiche, da rintracciare nelle origini della lingua
latina") a cui si devono aggiungere le due Risposte al "Giornale dei
letterati di Venezia" che aveva criticato il suo pensiero, il De uno universi
iuris principio et fine uno e il De costantia iurisprudentis. Nello stesso anno
della pubblicazione della Scienza Nuova, Vico, afflitto da difficoltà e
disgrazie familiari, incominciò a scrivere la sua Autobiografia pubblicata a
Venezia. Vengono pubblicati i Principj di una Scienza Nuova intorno alla natura
delle nazioni, più conosciuta con il titolo abbreviato di Scienza Nuova. Alla
"Scienza Nuova" lavora per tutto il corso della sua vita, con
un'edizione integralmente riscritta nel 1730 anche a seguito delle critiche
ricevute (cui aveva risposto nelle Vici Vindiciae) e, infine, rivista
completamente, senza grandi modifiche, per la terza edizione, pubblicata pochi
mesi dopo la sua morte da suo figlio Gennaro che lo aveva sostituito
nell'insegnamento accademico. La morte «[incominciarono a crescere] quei malori
che fin dai suoi più floridi anni l’avevano debilitato. Cominciò adunque ad
essere indebolito in tutto il sistema nervoso in guisa che a stento poteva
camminare e, quel che più lo affligea, era di vedersi ogni giorno infiacchire
la reminiscenza....Il fiaccato corpo del saggio vecchio andò in seguito ogni
giorno più a debilitarsi in guisa che aveva perduto quasi interamente la
memoria fino a dimenticare gli oggetti a sé più vicini ed a scambiare i nomi
delle cose più usuali...]» Affetto probabilmente dalla malattia di
Alzheimer, all'epoca non ancora descritta scientificamente, negli ultimi anni
non riconosceva più i suoi stessi figli e fu costretto ad allettarsi. Solo in
punto di morte riacquistò la coscienza come svegliandosi da un lungo sonno;
chiese i conforti religiosi e recitando i salmi di Davide morì. Per la
celebrazione delle esequie nacque un contrasto tra i confratelli della
congregazione di Santa Sofia, alla quale Vico era iscritto, e i professori
dell'Università di Napoli su chi dovesse tenere i fiocchi della coltre
mortuaria. Non giungendo ad un accordo il feretro, che era stato calato nel
cortile, fu abbandonato dei membri della Congregazione e fu riportato in casa.
Da lì finalmente, accompagnato dai colleghi dell'Università, fu sepolto nella
chiesa dei padri dell'oratorio detta dei Gerolamini in Via dei Tribunali.
Nell'ambiente culturale napoletano, molto interessato alle nuove dottrine
filosofiche, Vico ebbe modo di entrare in rapporto con il pensiero di Cartesio,
Hobbes, Gassendi, Malebranche e Leibniz anche se i suoi autori di riferimento
risalivano piuttosto alle dottrine neoplatoniche, rielaborate dalla filosofia
rinascimentale, aggiornate dalle moderne concezioni scientifiche di Bacone e Galilei
e del pensiero giusnaturalistico moderno di Grozio e Selden. Dal neostoicismo
cristiano di Malvezzi riprende l'intuizione che il corso storico sia retto da
una sua logica interna. Questa varietà di interessi farebbe pensare alla
formazione di un pensiero eclettico in Vico che invece giunse alla formulazione
di un'originale sintesi tra una razionalità sperimentatrice e la tradizione
platonica e religiosa. De antiquissima Italorum sapientia doveva
constare di tre parti: il Liber metaphysicus, che uscì senza l'appendice
riguardante la logica che, nella sua intenzione, avrebbe dovuto avere; il Liber
Physicus, che pubblica sotto forma di opuscolo col titolo De aequilibrio
corporis animantis, che andò smarrito, ma ampiamente riassunto nella Vita; e
infine il Liber moralis, di cui non abbozzò nemmeno il testo. Nel De
antiquissima Vico, considerando il linguaggio come oggettivazione del pensiero,
è convinto che dall'analisi etimologica di alcune parole latine si possano
rintracciare originarie forme del pensiero: applicando questo originale metodo,
risale ad un antico sapere filosofico delle primitive popolazioni italiche. Il
fulcro di queste arcaiche concezioni filosofiche è la convinzione antichissima
che Latinis verum et factum reciprocantur, seu, ut scholarum vulgus
loquitur, convertuntur. Per i Latini il vero e il fatto sono reciproci, ossia,
come afferma il volgo delle scuole, si scambiano di posto che cioè il criterio
e la regola del vero consiste nell'averlo fatto. Per cui possiamo dire ad esempio
di conoscere le proposizioni matematiche perché siamo noi a farle tramite
postulati, definizioni, ma non potremo mai dire di conoscere nello stesso modo
la natura perché non siamo noi ad averla creata. Conoscere una cosa
significa rintracciarne i principi primi, le cause, poiché, secondo
l'insegnamento aristotelico, veramente la scienza è «scire per causas» ma
questi elementi primi li possiede realmente solo chi li produce, «provare per
cause una cosa equivale a farla». Le obiezioni a Cartesio Il principio
del verum ipsum factum non era una nuova e originale scoperta di Vico ma era
già presente nell'occasionalismo, nel metodo baconiano che richiedeva
l'esperimento come verifica della verità, nel volontarismo scolastico che,
tramite la tradizione scotista, era presente nella cultura filosofica
napoletana del tempo di Vico. La tesi fondamentale di queste concezioni
filosofiche è che la piena verità di una cosa sia accessibile solo a colui che
tale cosa produce; il principio del verum-factum, proponendo la dimensione
fattiva del vero, ridimensiona le pretese conoscitive del razionalismo
cartesiano che inoltre giudica insufficiente come metodo per la conoscenza
della storia umana, che non può essere analizzata solo in astratto, perché essa
ha sempre un margine di imprevedibilità. Si serve, però, di quel principio
per avanzare in modo originale le sue obiezioni alla filosofia cartesiana
trionfante in quel periodo. Il cogito cartesiano infatti potrà darmi certezza
della mia esistenza ma questo non vuol dire conoscenza della natura del mio
essere, coscienza non è conoscenza: avrò coscienza di me ma non conoscenza
poiché non ho prodotto il mio essere ma l'ho solo riconosciuto. L'uomo può
dubitare se senta, se viva, se sia esteso, e infine in senso assoluto, se sia;
a sostegno della sua argomentazione escogita un certo genio ingannatore e
maligno...Ma è assolutamente impossibile che uno non sia conscio di pensare, e
che da tale coscienza non concluda con certezza che egli è. Pertanto Renato
Descartes svela che il primo vero è questo, Penso dunque sono. (Giambattista
Vico, De antiquissima Italorum sapientia in Opere filosofiche a cura di Paolo
Cristofolini, Firenze, Sansoni). Il criterio del metodo cartesiano
dell'evidenza procura dunque una conoscenza chiara e distinta, che però non è
scienza se non è capace di produrre ciò che conosce. In questa prospettiva,
dell'essere umano e della natura solo Dio, creatore di entrambi, possiede la
verità. Mentre quindi la mente umana procedendo astrattamente nelle sue
costruzioni, come accade per la matematica, la geometria crea una realtà che le
appartiene, essendo il risultato del suo operare, giungendo così a una verità
sicura, la stessa mente non arriva alle stesse certezze per quelle scienze di
cui non può costruire l'oggetto come accade per la meccanica, meno certa della
matematica, la fisica meno certa della meccanica, la morale meno certa della
fisica. «Noi dimostriamo le verità geometriche poiché le facciamo, e se
potessimo dimostrare le verità fisiche le potremmo anche fare.” Mente umana e
mente divina. I latini diceno che la mente è data, immessa negli uomini dagli
dei. È dunque ragionevole congetturare che gli autori di queste espressioni
abbiano pensato che le idee negli animi umani siano create e risvegliate da Dio.
La mente umana si manifesta pensando, ma è Dio che in me pensa, dunque in Dio
conosco la mia propria mente. Il valore di verità che l'uomo ricava dalle
scienze e dalle arti, i cui oggetti egli costruisce, è garantito dal fatto che
la mente umana, pur nella sua inferiorità, esplica un'attività che appartiene
in primo luogo a Dio. La mente dell'uomo è anch'essa creatrice nell'atto in cui
imita la mente, le idee, di Dio, partecipando metafisicamente ad esse.
L'ingegno Imitazione e partecipazione alla mente divina avvengono ad opera di
quella facoltà che Vico chiama ingegno che è «la facoltà propria del
conoscere...per cui l'uomo è capace di contemplare e di imitare le cose».
L'ingegno è lo strumento principe, e non l'applicazione delle regole del metodo
cartesiano, per il progresso, ad esempio, della fisica che si sviluppa proprio
attraverso gli esperimenti escogitati dall'ingegno secondo il criterio del vero
e del fatto. L'ingegno dimostra, inoltre, i limiti del conoscere umano e
la contemporanea presenza della verità divina che si rivela proprio attraverso
l'errore. Dio mai si allontana dalla nostra presenza, neppure quando erriamo,
poiché abbracciamo il falso sotto l'aspetto del vero e i mali sotto l'apparenza
dei beni; vediamo le cose finite e ci sentiamo noi stessi finiti, ma ciò
dimostra che siamo capaci di pensare l'infinito. Contro lo scetticismo, sostiene
che è proprio tramite l'errore che l'uomo giunge al sapere metafisico. Il
chiarore del vero metafisico è pari a quello della luce, che percepiamo soltanto
in relazione ai corpi opachi...Tale è lo splendore del vero metafisico non
circoscritto da limiti, né di forma discernibile, poiché è il principio
infinito di tutte le forme. Le cose fisiche sono quei corpi opachi, cioè
formati e limitati, nei quali vediamo la luce del vero metafisico. Il sapere
metafisico non è il sapere in assoluto: esso è superato dalla matematica e
dalle scienze ma, d'altro canto, «la metafisica è la fonte di ogni verità, che
da lei discende in tutte le altre scienze. Vi è dunque un primo vero,
comprensione di tutte le cause, originaria spiegazione causale di tutti gli
effetti; esso è infinito e di natura spirituale poiché è antecedente a tutti i
corpi e che quindi si identifica con Dio. In Lui sono presenti le forme, simili
alle idee platoniche, modelli della creazione divina. «Il primo vero è in
Dio, perché Dio è il primo facitore (primus Factor); codesto primo vero è
infinito, in quanto facitore di tutte le cose; è compiutissimo, poiché mette
dinanzi a Dio, in quanto li contiene, gli elementi estrinseci e intrinseci
delle cose. Se l'uomo non può considerarsi creatore della realtà naturale ma
piuttosto di tutte quelle astrazioni che rimandano ad essa come la matematica,
la stessa metafisica, vi è tuttavia un'attività creatrice che gli
appartiene questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli
uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i principi dentro
le modificazioni della nostra medesima mente umana. Scienza Nuova, terza ediz.,
libro I, sez. 3). L'uomo è dunque il creatore, attraverso la storia, della
civiltà umana. Nella storia l'uomo verifica il principio del verum ipsum factum
creando così una scienza nuova che avrà un valore di verità come la matematica.
Una scienza che ha per oggetto una realtà creata dall'uomo e quindi più vera e,
rispetto alle astrazioni matematiche, concreta. La storia rappresenta la
scienza delle cose fatte dall'uomo e, allo stesso tempo, la storia della stessa
mente umana che ha fatto quelle cose. Filosofia e "filologia" La definizione
dell'uomo, della sua mente non può prescindere dal suo sviluppo storico se non
si vuole ridurre tutto a un'astrazione. La concreta realtà dell'uomo è
comprensibile solo riportandola al suo divenire storico. È assurdo credere,
come fanno i cartesiani o i neoplatonici, che la ragione dell'uomo sia una
realtà assoluta, sciolta da ogni condizionamento storico. «La filosofia
contempla la ragione, onde viene la scienza del vero; la filologia osserva
l'autorità dell'umano arbitrio onde viene la coscienza del certo...Questa
medesima degnità (assioma) dimostra aver mancato per metà così i filosofi che
non accertarono le loro ragioni con l'autorità de'filologi, come i filologi che
non curarono d'avverare la loro autorità con la ragion dei filosofi» (Giambattista
Vico Ibidem Degnità X) Ma la filologia da sola non basta, si ridurrebbe a una
semplice raccolta di fatti che invece vanno spiegati dalla filosofia. Tra
filologia e filosofia vi deve essere un rapporto di complementarità per cui si
possa accertare il vero e inverare il certo. Le leggi della 'scienza
nuova' Compito della 'scienza nuova' sarà quello di indagare la storia alla
ricerca di quei principi costanti che, secondo una concezione per certi versi
platonizzante, fanno presupporre nell'azione storica l'esistenza di leggi che
ne siano a fondamento com'è per tutte le altre scienze: «Poiché questo
mondo di nazioni egli è stato fatto dagli uomini, vediamo in quali cose hanno
con perpetuità convenuto e tuttavia vi convengono tutti gli uomini; poiché tali
cose ne potranno dare i principi universali ed eterni, quali devon essere
d'ogni scienza, sopra i quali tutte sursero e tutte vi si conservano le
nazioni. La storia quindi, come tutte le scienze, presenta delle leggi, dei
principi universali, di un valore ideale di tipo platonico, che si ripetono
costantemente allo stesso modo e che costituiscono il punto di riferimento per
la nascita e il mantenimento delle nazioni. L'eterogenesi dei fini e la
Provvidenza storica Rifarsi alla mente umana per comprendere la storia non è
sufficiente: si vedrà, attraverso il corso degli avvenimenti storici, che la
stessa mente dell'uomo è guidata da un principio superiore ad essa che la
regola e la indirizza ai suoi fini che vanno al di là o contrastano con quelli
che gli uomini si propongono di conseguire; così accade che, mentre l'umanità
si dirige al perseguimento di intenti utilitaristici e individuali, si
realizzino invece obiettivi di progresso e di giustizia secondo il principio
della eterogenesi dei fini. «Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo
di nazioni...ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso
diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini
particolari ch'essi uomini si avevan proposti» (Giambattista Vico Ibidem,
Conclusione) La storia umana in quanto opera creatrice dell'uomo gli appartiene
per la conoscenza e per la guida degli eventi storici ma nel medesimo tempo lo
stesso uomo è guidato dalla Provvidenza che prepone alla storia divina. I
corsi storici Secondo Vico il metodo storico dovrà procedere attraverso
l'analisi delle lingue dei popoli antichi «poiché i parlari volgari debono
essere i testimoni più gravi degli antichi costumi de' popoli che si
celebrarono nel tempo ch'essi si formarono le lingue», e quindi tramite lo
studio del diritto, che è alla base dello sviluppo storico delle nazioni
civili. Questo metodo ha fatto identificare nella storia una legge
fondamentale del suo sviluppo che avviene evolvendosi in tre età: l'età
degli dei, «nella quale gli uomini gentili credettero vivere sotto divini
governi, e ogni cosa esser loro comandata con gli auspici e gli oracoli»; l'età
degli eroi dove si costituiscono repubbliche aristocratiche; l'età degli uomini
«nella quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana». I bestioni La
storia umana, secondo Vico, inizia con il diluvio universale, quando gli
uomini, giganti simili a primitivi "bestioni", vivevano vagando nelle
foreste in uno stato di completa anarchia. Questa condizione bestiale era
conseguenza del peccato originale, attenuata dall'intervento benevolo della
Provvidenza divina che immise, attraverso la paura dei fulmini, il timore degli
dei nelle genti che «scosse e destate da un terribile spavento d'una da essi
stessi finta e creduta divinità del cielo e di Giove, finalmente se ne
ristarono alquanti e si nascosero in certi luoghi; ove fermi con certe donne,
per lo timore dell'appresa divinità, al coverto, con congiungimenti carnali
religiosi e pudichi, celebrarono i matrimoni e fecero certi figlioli, e così
fondarono le famiglie. E con lo star quivi fermi lunga stagione e con le
sepolture degli antenati, si ritrovarono aver ivi fondati e divisi i primi
domini della terra» La civiltà L'uscita dallo stato di ferinità quindi
avviene: per la nascita della religione, nata dalla paura e sulla base
della quale vengono elaborate le prime leggi del vivere ordinato, per
l'istituzione delle nozze che danno stabilità al vivere umano con la formazione
della famiglia e per l'uso della sepoltura dei morti, segno della fede
nell'immortalità dell'anima che distingue l'uomo dalle bestie. Della prima età
sostiene di non poter scrivere molto poiché mancano documenti su cui basarsi:
infatti quei bestioni non conoscevano la scrittura e, poiché erano muti, si
esprimevano a segni o con suoni disarticolati. L'età degl’eroi ha inizio
dall'accomunarsi di genti che trovavano così reciproco aiuto e sostegno per la
sopravvivenza. Sorsero la città guidata dalle prime organizzazioni politiche
dei signori, gl’eroi che con la forza e in nome della ragion di stato,
conosciuta solo da loro, comandano su i servi che, quando rivendicano i propri
diritti, si ritrovarono contro i signori che, organizzati in ordini nobiliari,
danno vita allo stato aristo-cratico che caratterizza il secondo periodo della
storia umana. In questa seconda, dove predomina la fantasia, nasce il
linguaggio dai caratteri mitici e poetici. Infine la conquista dei diritti
civili da parte dei servi dà luogo alla età degl’uomini e alla formazione del stato
popolari (res pubblica) basato sul diritto umano dettato dalla ragione umana
tutta spiegata. Sorge quindi uno stato non necessariamente demo-cratico ma che
puo essere pure monarchico poiché l'essenziale è che rispetta la ragione
naturale, che eguaglia tutti. La legge delle tre età costituisce la storia
ideale eterna sopra la quale corrono in tempo le storie di nostra nazione. Il popolo
conforma il suo corso storico a questa legge che non è solo delle genti ma
anche di ogni singolo uomo che necessariamente si sviluppa passando dal
primitivo senso nell'infanzia, alla fantasia nella fanciullezza, e infine alla
ragione nell'età adulta. Gl’uomini prima sentono senza avvertire. Dappoi
avvertiscono con animo perturbato e commosso. Finalmente riflettono con mente
pura. Se nella storia pur tra le violenze, i disordini, appare un ordine e un
progressivo sviluppo ciò è dovuto all'azione della Provvidenza che immette
nell'agire dell'uomo un principio di verità che si presenta in modo diverso
nelle tre età. Nella prima età degl’eroi, il vero si presenta come certo gli
uomini che non sanno il vero delle cose procurano d'attenersi al certo, perché
non potendo soddisfare l'intelletto con la scienza, almeno la volontà riposi
sulla coscienza. Questa certezza non viene all'uomo attraverso una verità
rivelata ma da una constatazione di senso comune, condivisa da tutti, per cui
vi è un giudizio senz'alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un
ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione o da tutto il genere umano. Vi
è poi, nella seconda età della storia e dell'uomo, caratterizzata dalla
fantasia, un sapere tutto particolare che Vico definisce poetico. In questa età
nasce infatti il linguaggio non ancora razionale ma molto vicino alla poesia
che alle cose insensate dà senso e passione, ed è proprietà dei fanciulli di
prender cose inanimate tra le mani e, trastullandosi, favellarvi, come se
fussero, quelle, persone vive. Questa degnità filologica-filosofica ne appruova
che gli uomini del mondo fanciullo, per natura, furono sublimi poeti. Se
vogliamo quindi conoscere la storia del antico popoli romano dobbiamo rifarci
ai miti che hanno espresso nella loro cultura. Il mito infatti non è solo una
favola e neppure una verità presentata sotto le spoglie della fantasia ma è una
verità di per sé elaborata dagli antichi che, incapaci di esprimersi
razionalmente, si servano di universali fantastici che, sotto spoglie poetiche,
presentano modelli ideali universali. I antichi romani non definano zionalmente
la prudenza ma raccontarono di Enea, modello universale fantastico dell'uomo
prudente. Vico si dedica poi a definire la poesia che innanzitutto è
autonoma come forma espressiva differente dal linguaggio tradizionale. I tropi
della poesia come la metafora, la metonimia, la sineddoche ecc. sono stati
erroneamente ritenuti strumenti estetici di abbellimento del linguaggio
razionale di base. Invece, la poesia è una forma espressiva naturale e
originaria i cui tropi sono necessari modi di spiegarsi della nazione romana poetica.
La poesia ha una funzione rivelativa, custodisce le prime immaginate verità dei
primi uomini. La lingua romana non ha quindi un'origine convenzionale. Questo
presupporrebbe un uso tecnico. Ma la lingua romana sorge invece spontaneamente
come poesia. Poiché il linguaggio e i miti costituiscono la cultura originaria
e spontanea di tutto il popolo romano, arriva alla discoverta dell’epica, l'espressione
del patrimonio culturale comune di tutto il popolo romano. È comunque da respingere
la interpretazione platonica dell’epica come filosofia, -- l’epica e fornita di
una sublime sapienza riposte. Farsi intendere da volgo fiero e selvaggio non è
certamente opera d'ingegno addomesticato ed incivilito da alcuna filosofia. Né
da un animo da alcuna filosofia umanato ed impietosito potrebbe nascer quella
truculenza e fierezza di stile, con cui descrive tante, sì varie e sanguinose
battaglie, tante sì diverse e tutte in istravaganti guise crudelissima spezie
d'ammazzamenti, che particolarmente fanno tutta la sublimità dell'epica romana.
La sapienza antica ha per contenuto princìpi di giustizia e ordine necessari
per la formazione di popoli civili. Questi contenuti si esprimono in modi
diversi a seconda che siano formati dal senso o dalla fantasia o dalla ragione.
Questo vuol dire che la sapienza, la verità, si manfesta in forme diverse
storicamente ma che essa come verità eterna è al di sopra della storia che di
volta in volta la incarna. La verità della storia è una verità metafisica nella
storia. Nella storia si attua la mediazione tra l'agire umano e quello
divino: nel fare umano si manifesta il vero divino e il vero umano si
realizza tramite il fare divino: la provvidenza, legge trascendente della
storia, che opera attraverso e nonostante il libero arbitrio dell'uomo. Questo
non comporta una concezione necessitata del corso della storia poiché è vero
che la Provvidenza si serve degli strumenti umani, anche i più rozzi e
primitivi, per produrre un ordine ma tuttavia questo rimane nelle mani dell'uomo,
affidato alla sua libertà. La storia quindi non è determinata come sostengono
gli stoici e gli epicurei che niegano la provvedenza, quelli facendosi
strascinare dal fato, questi abbandonandosi al caso», ma si sviluppa tenendo
conto della libera volontà degli uomini che, come dimostrano i ricorsi, possono
anche farla regredire. Gli uomini prima sentono il necessario; dipoi badano
all'utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si dilettano nel
piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano in istrapazzar
di sostanze. Scienza Nuova, Degnità. A questa dissoluzione delle nazioni pone
rimedio l'intervento della Provvidenza che talora non può impedire la
regressione nella barbarie, da cui si genererà un nuovo corso storico che ripercorrerà,
a un livello superiore, poiché dell'epoca passata è rimasta una sia pur minima
eredità, la strada precedente.Paradossalmente la criticità del progresso
storico appare proprio con l'età della ragione, quando cioè questa invece
dovrebbe assicurare e mantenere l'ordine civile. Accade infatti che la tutela
della Provvidenza che si è imposta agli uomini nei precedenti due stadi, ora
invece deve ricercare il consenso della «ragione tutta spiegata che si
sostituisce alla religione: Così ordenando la provvedenza: che non avendosi
appresso a fare più per sensi di religione (come si erano fatte innanzi) le
azioni virtuose, facesse la filosofia le virtù nella lor idea. La ragione
infatti, pur con la filosofia, custode della legge ideale del vivere civile,
con il suo libero giudizio, può tuttavia incorrere nell'errore o nello
scetticismo per cui «si diedero gli stolti dotti a calunniare la verità».
La ragione non crea la verità, poiché non può fare a meno dal senso e dalla
fantasia senza le quali appare astratta e vuota. Il fine della storia infatti
non è affidato alla sola ragione ma alla sintesi armonica di senso, fantasia e
razionalità. La ragione poi è ispirata dalla verità divina per cui la storia è
sì opera dell'uomo, ma la mente umana da sola non basta poiché occorre la
Provvidenza che indichi la verità. La filosofia è succeduta alla religione ma
non l'ha sostituita anzi essa deve custodirla: «Da tutto ciò che si è in
quest'opera ragionato, è da finalmente conchiudersi che questa Scienza porta
indivisibilmente seco lo studio della pietà, e che, se non siesi pio, non si
può daddovero esser saggio» (Giambattista Vico Scienza Nuova,
Conclusione) Il giudizio della filosofia posteriore «Predicavano la ragione
individuale, ed egli le opponeva la tradizione, la voce del genere umano. Gli
uomini popolari, i progressisti di quel tempo, sono Capua, Cornelio, Doria,
Calopreso, che stano con le idee nuove, con lo spirito del secolo. Lui era un
retrivo, con tanto di coda, come si direbbe oggi. La coltura europea e la
coltura italiana s'incontravano per la prima volta, l'una maestra, l'altra
ancella. Resiste. Era vanità di pedante? Era fierezza di grande uomo? Resiste a
Cartesio, a Malebranche, a Pascal, i cui Pensieri sono lumi sparsi, a Grozio, a
Puffendorfio, a Locke, il cui saggio era la metafisica del senso. Resiste, ma
li studia più che facessero i novatori. Resisteva come chi sente la sua forza e
non si lascia sopraffare. Accettava i problemi, combattea le soluzioni, e le
cercava per le vie sue, co' suoi metodi e coi suoi studi. Era la resistenza
della coltura italiana, che non si lasciava assorbire, e stava chiusa nel suo
passato, ma resistenza del genio, che cercando nel passato trovava il mondo
moderno. Era il retrivo che guardando indietro e andando per la sua via, si
trova da ultimo in prima fila, innanzi a tutti quelli che lo precedevano.
Questa era la resistenza del Vico. Era un moderno e si sentiva e si credeva
antico, e resistendo allo spirito nuovo, riceveva quello entro di sé.»
(Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Morano, Napoli)
Fintanto che fu in vita la portata e la ricezione critica del suo pensiero
furono circoscritte quasi unicamente agli ambienti intellettuali della propria
città, trovando poi un ben più vasto seguito soltanto a quasi due secoli dalla
sua stessa morte, tra la seconda metà dell'Ottocento e il Novecento.
Affermatasi la fama del pensiero vichiano, esso fu conteso dalle più disparate
correnti filosofiche: dal pensiero cristiano (nonostante l'iniziale rifiuto),
dagli idealisti (dai quali fu proclamato precursore dell'immanentismo
hegeliano), dai positivisti e persino da diversi marxisti. Vico è ben più di un
semplice filosofo tanto che in certi momenti della sua travagliatissima fama fu
apprezzato prevalentemente per la sua filosofia del diritto, così come in altri
momenti fu celebrato precursore della sociologia, della psicologia dei popoli,
o come campione fra i maggiori della filosofia della storia, mentre veniva
ignorata la sua pur genialissima metafisica, che è ad un tempo il punto
d'arrivo e il presupposto logico di tutte le ricerche da lui condotte nei più
vari campi dell'operare umano». Il pensiero vichiano, le cui prime fonti
s'ispirano alla tradizione filosofica del Seicento che permeava l'ambiente
partenopeo della sua epoca, rappresenta un ponte fra la cultura secentesca e
quella settecentesca. Nonostante il Vico non sia caratterizzato dall'audacia
innovatrice illuminista, il suo pensiero raggiunse – come nota Abbagnano –
«alcuni risultati fondamentali» che lo connettono a pieno titolo al Settecento.
Tuttavia, non può tacersi il carattere conservatore della sua filosofia
politico-religiosa, generato dal turbamento di chi, «assistendo alla fine di un
mondo famigliare, non sa scoprire i segni del sorgere di un nuovo. Ciò è
dimostrato dalla giustapposizione del certo (ossia il peso dell'autorità della
tradizione) al vero (ossia lo sforzo innovatore della ragione) che è il segno
di una ricerca di equilibrio estranea al pensiero illuministico. A tali
conclusioni il pensiero vichiano fu condotto dalla limitatezza della sua
gnoseologia e dalla polemica contro il cartesianesimo, il quale professava, al
contrario, l'eliminazione di ogni limite gnoseologico. Opere: “Sei Orazioni
Inaugurali”: “De nostri temporis studiorum ratione”: “Orazione Inaugurale” “De
antiquissima Italorum sapientia ex linguae latinae originibus eruenda;
“Proemium”; “Liber metaphysicus”; “Risposte al giornale dei letterati Prima
risposta”; “Seconda risposta”; “Institutiones oratoriae”; “De universis Juris”;
“De universis juris uno principio et fine uno liber unus - include “De opera
proloquium”; “De constantia jurisprudentis liber alter”; “ Notae in duos
libros, alterum De uno universi juris principio et fine uno, alterum De
constantia jurisprudentis”; “Scienza nuova prima”; “Vici vindiciae”; “Vita di
Giambattista Vico scritta da se medesimo, (l'«Autobiografia» («Supplemento»)
Scienza nuova seconda, De mente heroic, Scienza nuova terza. Edizioni: Scritti
storici, Giambattista Vico, Scienza nuova, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza,Giambattista Vico, Scienza nuova seconda. 1, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Giambattista Vico, Scienza nuova seconda. Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Giambattista Vico, Opere a cura di Fausto Nicolini, Laterza, Bari,
Orazioni inaugurali, De studiorum rationum, De antiquissima Italorum sapientia,
Risposte al giornale dei letterati; IDiritto universale, Scienza nuova; Scienza
nuova, Autobiografia, Carteggio, Poesie varie; Scritti storici; Scritti vari e
pagine disperse; Poesie, Institutiones oratoriae. Giambattista Vico, Opere
filosofiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista Vico,
Opere giuridiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista
Vico, Institutiones oratoriae, testo critico, versione e commento a cura di
Giuliano Crifò, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa. Bibliografia critica Il
pensiero vichiano rimase quasi del tutto ignorato dalla cultura europea del
XVIII secolo con una diffusione limitata nell'Italia meridionale. Ancora in età
romantica Vico era poco conosciuto anche se filosofi tedeschi come Johann
Gottfried Herder, chiamato il Vico tedesco, e Hegel presentano delle somiglianze
con la dottrina vichiana per quanto riguarda il ruolo della storia nello
sviluppo della filosofia. La filosofia di Vico comincia ad essere
conosciuta e apprezzata nel clima del romanticismo francese e italiano:
François-René de Chateaubriand e Joseph de Maistre ma, soprattutto Jules
Michelet, Principes de la philosophie de l'histoire, Parigi diffonde il
pensiero di Vico di cui apprezza la concezione della storia come sintesi di
umano e divino. Nella prima metà dell'Ottocento, Auguste Comte e Karl
Marx stimarono la filosofia della storia di Vico ma furono i filosofi italiani,
come Antonio Rosmini, e soprattutto Vincenzo Gioberti, che videro in lui un
maestro. N. Tommaseo, Vico e il suo secolo, rist. Torino 1930, mette in
evidenza la grande affinità del pensiero vichiano con quello di Gioberti.
Agostino Maria de Carlo, "Istituzione Filosofica secondo i Princìpj di
Giambattista Vico ad uso della gioventù studiosa" - Napoli - Tip. Cirillo
- Nuove interpretazioni basate sul principio vichiano del verum ipsum factum
considerano Vico un anticipatore del positivismo Giuseppe Ferrari, Il
genio di Vico, rist.Carabba, Lanciano Cattaneo, Sulla 'Scienza
Nuova' di Vico, Milano C. Cantoni, Vico, Torino); Siciliani, Sul rinnovamento
della filosofia positiva in Italia, Civelli Firenze. Recentemente, viene
rivalutato il legame stringente fra il filosofo e l'Illuminismo: A.
Donati, Giambattista Vico. Filosofo dell'Illuminismo, Aracne. Una spinta
decisiva all'apprezzamento e alla diffusione del pensiero vichiano come anticipatore
di Kant e dell'idealismo, si ebbe in Italia a cominciare dagli studi di
Bertrando Spaventa e De Sanctis iniziatori di quella corrente dottrinale
interpretativa che si ritrova soprattutto in Croce e G. Gentile, Studi
vichiani, Messina, rist. Sansoni Firenze che ne mette in luce le ascendenze
neoplatoniche e rinascimentali rifiutandone nel contempo l'interpretazione
positivista e interpretandone il verum ipsum factum in senso idealistico. Una
forzatura questa, secondo alcuni critici, ripresa da Croce, La filosofia
di Vico, Laterza, Bari che ebbe soprattutto il merito di aver intuito in Vico
una definizione dell'arte come attività autonoma dello spirito e della visione
storicistica dello sviluppo dello spirito da cui Croce elimina ogni riferimento
alla trascendenza della Provvidenza vichiana. Un'accurata ricerca storica
su Vico fu operata dal crociano F. Nicolini, La giovinezza di Vico,
Laterza, Bari, Fausto Nicolini, La religiosità di Vico, Laterza, Bari, Fausto
Nicolini, Commento storico alla seconda 'Scienza Nuova',
Roma, Fausto Nicolini, Saggi vichiani, Giannini, Napoli, Fausto
Nicolini, Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa,
Editore Osanna Venosa, Contrari all'interpretazione immanentistica della
Provvidenza vichiana sono gli studi di autori cattolici che ne mettono invece
in risalto la trascendenza: E. Chiocchietti, La filosofia di Vico, Vita e
Pensiero, Milano, F. Amerio, Introduzione allo studio di Vico, SEI, Torino, L.
Bellafiore, La dottrina della Provvidenza in Vico, Milani, Bologna, A. Mano, Lo
storicismo di Vico, Napoli, F. Lanza, Saggi di poetica vichiana, Magenta,
Varese, Il dibattito tra le interpretazioni laiche e cattoliche su Vico si è
attenuato in periodi recenti dove lo studio del pensiero vichiano si è dedicato
a particolari aspetti della sua dottrina: G. Fassò, I «quattro auttori»
del Vico. Saggio sulla genesi della Scienza nuova, Milano, Giuffrè, non
esistente. G. Fassò, Vico e Grozio, Napoli, Guida, Maura Del Serra, Eredità e
kenosi tematica della "confessio" cristiana negli scritti
autobiografici di Vico, in Sapientia, sulla concezione della storia ad opera
della quale avviene la conciliazione tra immanenza e trascendenza del pensiero
vichiano: A. R. Caponigri, Tempo e idea, Pàtron, Bologna, sulla estetica
vichiana gli studi più notevoli sono quelli di G. A. Bianca, Il concetto di
poesia in G. B.Vico, D'Anna, Messina, G. Prestipino, "La teoria del mito e
la modernità di Vico", Annali della facoltà di Palermo, sugli aspetti
giuridici e sociologici:Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in Vico e
Malebranche, Firenze, B. Donati, Nuovi studi sulla filosofia civile (Firenze); L.
Bellafiore, Il diritto naturale (Milano); D. Pasini, Diritto, società e stato
in Vico, Jovene, Napoli, V. Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del
passato a Napoli e Milano (Carabba, Lanciano); G. Leone, [rec. al vol. di] V.
Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del passato a Napoli e Milano” (Carabba.
Lanciano, in Misure Critiche, La Fenice Casa Editrice, Salerno, e in
"Forum Italicum", Wehle, Winfried: Sulle vette di una ragione
abissale: Giovambattista Vico e l'epopea di una 'Scienza Nuova'. In:
Battistini, Andrea; Guaragnella, Pasquale (ed.): Giambattista Vico e
l'enciclopedia dei saperi. - Lecce: Pensa multimedia (Mneme). B. Croce, La
filosofia di Vico, Bari, Laterza,Maria Consiglia, Napoli, Editoria clandestina
e censura ecclesiastica a Napoli all'inizio del Settecento, in Anna Maria Rao
(a cura di), Editoria e cultura a Napoli, Napoli: Liguori, Francesco Adorno,
Tullio Gregory, Valerio Verra, Storia della filosofia, vol. Editori Laterza,
Giambattista Vico, La scienza nuova (a cura di P. Rossi), Biblioteca Universale
Rizzoli, Giambattista Vico, Giuseppe Ferrari, La scienza nuova (a cura di Paolo
Rossi), Soc. Tip. de' Classici Italiani, B.Cioffi ed altri, I filosofi e le
idee, B. Mondadori, D. Armando, M. Sanna, Il Contributo italiano alla storia
del Pensiero – Politica, Enciclopedia Italiana Treccani Francesco
Adorno, Tullio Gregory, Valerio Verra, Storia della filosofia, Editori
Laterza); Guido Fassò, Storia della filosofia del diritto. II: L'età moderna,
Editori Laterza, Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Gruppo Editoriale
L'Espresso, Vico, La scienza nuova (Biblioteca Universale Rizzoli);
Vico, Principj di scienza nuova, di Giambattista Vico: d'intorno alla comune
natura delle nazioni, Volume 1, Francesco d'Amico, Fausto Nicolini,
Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa, Editore
Osanna Venosa, Giambattista vico, Autobiografia, ed. Nicolini (Bompiani),
Milano, Vico, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Biblioteca Universale
Rizzoli, Ugo Grozio, Prolegomeni al diritto della guerra e della pace (a cura di
Guido Fassò), cMorano Editore, Giambattista Vico, La scienza nuova, Biblioteca
Universale Rizzoli); G. Liccardo, Storia irriverente di eroi, santi e tiranni
di Napoli. Vico che si era rivolto inutilmente per sovvenzionare la
stampa dell'opera prima al cardinale Orsini, poi a Papa Clemente XII, fu
costretto a vendere un anello per farla pubblicare. Vico scrisse in seguito
che, in fondo, l'accaduto era stato un bene poiché lo aveva spinto a riscrivere
l'opera in maniera più completa. (Cfr. M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia,
Torino Einaudi) M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia, Torino Einaudi La
prima redazione dell'opera, andata perduta, aveva il titolo di Scienza nuova in
forma negativa L'Autobiografia fu pubblicata postuma ampliata con una modifica di Vico. Rivista
di studi crociani, a cura della "Società napoletana di storia
patria", 1969. La fondazione "Giambattista Vico",
voluta da Gerardo Marotta, presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici, con sede nella Chiesa di San Biagio Maggiore di Napoli, si occupa
della promozione del pensiero vichiano e della gestione di alcuni siti vichiani
come il castello Vargas di Vatolla (Salerno) e la Chiesa di San Gennaro
all'Olmo in Napoli. Giambattista Vico, Principi di una scienza nuova
d'intorno alla comune natura delle nazioni, a cura di Giuseppe Ferrari, Società
tipografica de' Classici italiani, Milano. Silvestro Candela, L'unità e la
religiosità del pensiero di Giambattista Vico, Cenacolo Serafico, Inesatto è
altresì che il Vico terminasse di vivere a più di settantasei anni: per
contrario, mancò ai vivi nella notte e a settantacinque anni e sette mesi
precisi, in La Letteratura italiana: Storia e testi, Giambattista Vico,
Ricciardi. La storia di Vico, su napolitoday. Secondo notizie di stampa diffuse
resti della salma di Vico sarebbero stati recuperati nei sotterranei della
chiesa napoletana. (Vedi: Corriere del Giorno: Ritrovata la salma di
Giambattista Vico? I ricercatori vanno cauti Archiviato in Internet Archive.)
La notizia è stata comunque commentata con prudenza dagli esperti. La
scienza nuova, Biblioteca Universale Rizzoli. F. Nicolini, La giovinezza di
Vico: saggio biografico, Società editrice Il Mulino, Croce, Nuovi saggi sul
Seicento. Per una silloge di «pensieri» del Malvezzi, Politici e moralisti del
Seicento, ediz. Croce-Caramella, Bari, Laterza, 1930. Vico nel
perduto De equilibrio corporis animantis esponeva una concezione secondo cui
«...riponevo la natura delle cose nel moto per il quale, come se fossero
sottoposte alla forza di un cuneo, tutte le cose vengono spinte verso il centro
del loro stesso moto e, invece, sotto l'azione di una forza contraria, vengono
respinte verso l'esterno; e sostenni anche che tutte le cose vivono e muoiono
in virtù di sistole e diastole». Secondo un'ipotesi di Benedetto Croce e Fausto
Nicolini l'opera era stata concepita come appendice al Liber physicus e fu
donata in forma manoscritta al suo grande amico, il giurista Domenico Aulisio.
La trattazione di quella teoria di ispirazione cartesiana e presocratica venne
poi inserita più ampiamente nella Vita. Stefania De Toma, Ecco
l'origine delle scienze umane: aspetti retorici di una contesa intorno al De
antiquissima italorum sapienti, Bollettino del Centro di studi vichiani (Roma:
Edizioni di storia e letteratura). Opere, Sansoni, Firenze -- è
considerato da alcuni interpreti della sua filosofia come il primo
costruttivista. Infatti Vico sostiene che l'uomo può conoscere solo ciò che può
costruire, aggiungendo poi che in effetti solo Dio conosce veramente il mondo,
avendolo creato lui stesso. Il mondo quindi è esperienza vissuta e al suo
riguardo non vale per gli uomini alcuna pretesa di verità ontologica. (In Paul
Watzlawick, La realtà inventata, Milano, Feltrinelli) Per Vico la
filologia non è solo la scienza del linguaggio ma anche storia, usi e costumi,
religioni...ecc. dei popoli antichi. L'età degli dei nella quale gli uomini
gentili credettero vivere sotto divini governi, e ogni cosa esser loro
comandata con gli auspici e gli oracoli, che sono le più vecchie cose della
storia profana: l'età degli eroi, nella quale dappertutto essi regnarono in
repubbliche aristocratiche, per una certa da essi rifiutata differenza di
superior natura a quella de' lor plebei; e finalmente l'età degli uomini, nella
quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana, e perciò vi
celebrarono prima le repubbliche popolari e finalmente le monarchie, le quali
entrambe sono forma di governi umane» (G.Vico, Scienza Nuova, Idea
dell'Opera) G.Vico,Scienza Nuova, Idea
dell'Opera Ibidem La ragion di stato «non è naturalmente
conosciuta da ogni uomo ma da pochi pratici di governo»
(Ibidem) Ibidem Degnità XXXVII. Sull'immaginazione nei primitivi
secondo la filosofia vichiana si veda: Paolo Fabiani, La filosofia
dell'immaginazione in Vico e Malebranche, La rivendicazione dell'assoluta
autonomia dell'arte e della poesia nei confronti delle altre attività
spirituali fu uno dei meriti che Benedetto Croce riconobbe al pensiero
vichiano. Vico critica tutt'insieme le tre dottrine della poesia come
esortatrice e mediatrice di verità intellettuali, come cosa di mero diletto, e come
esercitazione ingegnosa di cui si possa senza far danno fare a meno. La poesia
non è sapienza riposta, non presuppone logica intellettuale, non contiene
filosofemi: i filosofi che ritrovano queste cose nella poesia, ve le hanno
introdotte essi stessi senza avvedersene. La poesia non è nata per capriccio,
ma per necessità di natura. La poesia tanto poco è superflua ed eliminabile,
che senza di essa non sorge il pensiero: è la prima operazione della mente
umana» (Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista
Vico) [qual era quello dei tempi d'Omero] G.Vico, Scienza
Nuova, Conclusione Nel senso di pietas, sentimento
religioso. Giambattista Vico, La scienza nuova (Biblioteca
Universale Rizzoli). Croce Nicolini Storicismo Filosofia della storia Filologia.
su Treccani – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Giambattista Vico, in Dizionario
di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giambattista Vico, su sapere,
De Agostini.Giambattista Vico, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia
Britannica, Inc. Andrea Battistini, Giambattista Vico, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alexander Bertland, La
Scienza nuova su letteratura italiana Opere*, su bibliotecaitaliana integrali
in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia"
Laterza Paolo Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in Vico, su
academia.edu., Firenze, G. Pellegrino, 'La concezione della storia di Vico, su
centro studi la runa it. Centro di Studi Vichiani, su Consiglio nazionale delle
ricerche. Fondazione Giambattista Vico, su Fondazione gbvico org. Portale Vico,
su giambattistavico. u treccani., in Il contributo italiano alla storia del
Pensiero, Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vico, Principj
di una scienza nuova di Vico: d'intorno alla comune natura delle nazioni, Tip.
di A. Parenti. Italian philosopher. Grice:
“The Italians revere him so much that his emblem is on one of their stamps!”“It
would be as having Ryle on one of ours!” vico: He is so
beloved by the Italians “that they made a stamp of him.”Grice. cited by H. P.
Grice, “Vico and the origin of language.” Philosopher who founded modern
philosophy of history, philosophy of culture, and philosophy of mythology. He
was born and lived all his life in or near Naples, where he taught eloquence.
The Inquisition was a force in Naples throughout Vico’s lifetime. A turning
point in his career was his loss of the concourse for a chair of civil law.
Although a disappointment and an injustice, it enabled him to produce his major
philosophical work. He was appointed royal historiographer by Charles of
Bourbon. Vico’s major work is “La scienza nuova” completely revised
in a second, definitive version. He published three connected works on
jurisprudence, under the title Universal Law; one contains a sketch of his
conception of a “new science” of the historical life of nations. Vico’s
principal works preceding this are On the Study Methods of Our Time, comparing
the ancients with the moderns regarding human education, and On the Most
Ancient Wisdom of the Italians, attacking the Cartesian conception of
metaphysics. His Autobiography inaugurates the conception of modern
intellectual autobiography. Basic to Vico’s philosophy is his principle that
“the true is the made” “verum ipsum factum”, that what is true is convertible
with what is made. This principle is central in his conception of “science”
scientia, scienza. A science is possible only for those subjects in which such
a conversion is possible. There can be a science of mathematics, since
mathematical truths are such because we make them. Analogously, there can be a
science of the civil world of the historical life of nations. Since we make the
things of the civil world, it is possible for us to have a science of them. As
the makers of our own world, like God as the maker who makes by knowing and
knows by making, we can have knowledge per caussas through causes, from within.
In the natural sciences we can have only conscientia a kind of “consciousness”,
not scientia, because things in nature are not made by the knower. Vico’s “new
science” is a science of the principles whereby “men make history”; it is also
a demonstration of “what providence has wrought in history.” All nations rise
and fall in cycles within history corsi e ricorsi in a pattern governed by
providence. The world of nations or, in the Augustinian phrase Vico uses, “the
great city of the human race,” exhibits a pattern of three ages of “ideal
eternal history” storia ideale eterna. Every nation passes through an age of
gods when people think in terms of gods, an age of heroes when all virtues and
institutions are formed through the personalities of heroes, and an age of
humans when all sense of the divine is lost, life becomes luxurious and false,
and thought becomes abstract and ineffective; then the cycle must begin again.
In the first two ages all life and thought are governed by the primordial power
of “imagination” fantasia and the world is ordered through the power of humans
to form experience in terms of “imaginative universals” universali fantastici.
These two ages are governed by “poetic wisdom” sapienza poetica. At the basis
of Vico’s conception of history, society, and knowledge is a conception of
mythical thought as the origin of the human world. Fantasia is the original
power of the human mind through which the true and the made are converted to
create the myths and gods that are at the basis of any cycle of history.
Michelet was the primary supporter of Vico’s ideas in the nineteenth century;
he made them the basis of his own philosophy of history. Coleridge is the
principal disseminator of Vico’s views in England. James Joyce used the New
Science as a substructure for Finnegans Wake, making plays on Vico’s name,
beginning with one in Latin in the first sentence: “by a commodius vicus of
recirculation.” Croce revives Vico’s philosophical thought, wishing to conceive
Vico as the Hegel. Vico’s ideas have been the subject of analysis by
such prominent philosophical thinkers as Horkheimer and Berlin, by
anthropologists such as Edmund Leach, and by literary critics such as René
Wellek and Herbert Read. Refs.: S. N. Hampshire, “Vico,” in The New Yorker.
Luigi Speranza, “Vico alla Villa Grice.” H. P. Grice, “Vico and
language.” M. Danesi, Metaphor,
and the Origin of Language. Serious
scholars of Vico as well as glotto-geneticists will find much of value in this
excellent monograph. Vico Studies. A provocative, well-researched argument
which might find re-application in philosophy. Theological Book Review. Danesi
returns to Vico to create a persuasive, original account of the evolution and
development of the Italian language, one of the deep mysteries of Italians. Vico’s
reconstruction of the origin of language is described and evaluated in light of
Grice’s philosophical conversational pragmatics. Keywords: glotto-genesi, la
ricostruzione di Vico, The New Science Basic Notions. Language and the
Imagination: Vico’s Glottogenetic Scenario; Vico’s Approach; Reconstructing the
Primal Scene; After the Primal Scence; the dawn of communication: iconicita e mimesi,
hypotheses The Nature of Iconicity. Imagery, Iconicita e gesto. Iconic
Representation. Osmosis Hypothesis Ontogenesis From Percept al concetto. The
Metaphoricity Metaphor metafora; Metaphor and Concept-Formation Mentation,
Narrativity, e mito; the socio-biological-Computationist Viewpoint:A Vichian
Critique; The Vichian Scenario Revisited; Revisting the Genetic Perspective; computationism. Refs.: Luigi Speranza, “Vico e Grice,” Villa
Grice. #vico https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4421435234535104 #griceevico https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702533283/in/photolist-2mLLZRD-2mLM2Rf-2mLPa8B-2mLMbqp-2mLGod1-2mLM2RA-2mLM2Qy-2mLP36W-2mLKxtd-2mLKxqY-2mLLZPz-2mLP1aS-2mLP1am-2mLFu9X-2mLM2RF-2mLP37h-2mLQ7Zx-2mLLZPp-2mLQ5Z5-2mLFscR-2mLFuaU-2mLFucc-2mLKzoL-2mLKxsG-2mLQ81p-2mLP3bL-2mLP1cL-2mLP1dN-2mLM2Yz-2mLKzpc-2mLQ66x-2mLKxvh-2mLLZV6-2mLFugF-2mLQ895-2mLP3fU-2mLP3ad-2mLKzrS-2mLKzqE-2mLLZY7-2mLFucN-2mLQ86K-2mLP1eK-2mLQ61H-2mLLZUj-2mLLZZE-2mLKxwp-2mLFsi2-2mLFuiV-2mLP3eM
Grice
e Vieri – filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze) Essential Italian philosopher.
Filosofo. Di famiglia nobile. Insegna a Pisa. Platonico molto attivo. E
contestato dai colleghi per il suo vagheggiare un nuovo circolo dei platonici
improntato su Pico. Suo principale avversario e Borri. Saggi: “Liber in
quo a calumnijs detractorum philosophia defenditur, & eius praestantia
demonstrator” (Roma). Crusca. Vieri. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft; Luigi Speranza, “Grice e Vieri: la dialettica fiorentina”, The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vieri https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597595683585724 #griceevieri https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702935444/in/photolist-2mLP4p2-2mLKAG2-2mLQ9gL-2mLQ9fU-2mLP4ps-2mLFvoA-2mLP4oW-2mLFvoF-2mKQL9s
Grice e Vigna – la regola d’oro conversazionale –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Rosolini). Essential Italian
philosopher Filosofo. Studia Filosofia a Milano, legandosi in special modo
all'insegnamento di Bontadini e Severino. Con Severino si laurea, discutendo la
tesi, ‘La logica dell'astratto – generale -- e la logica del concreto –
particolare’” -- è Professore di Filosofia a Venezia, ma ha insegnato anche a
Milano. È stato, inoltre, il presidente della Società Italiana di Filosofia
Morale. Pensiero Si è occupato di neo-idealismo Italiano e di Aristotele.
Successivamente si è concentrato in maniera speciale sull'ontologia, proponendo
una ‘semantizzazione’ di ‘essere’ capace di risolvere la aporia del
parmenidismo di Severino, che in qualche modo grava anche sulla speculazione di
Bontadini. Questa ‘semantizzazione’ permette di leggere nel ‘divenire’ (x
divenne y) non l'annullamento dell'essere (‘x e y”), ma piuttosto quello
dell'ente. La differenza fondamentale è proprio quella che passa tra l'essere
‘assoluto’ che *non* diviene e l'ente finito che comincia e cessa di essere –
cfr. Grice, relative identity in Geach and Myro. Questa impostazione ha
consentito di raffinare ulteriormente il tema della mediazione metafisica che
sfrutta e compone la posizione necessaria della totalità dell'essere con la
posizione della totalità molteplice e mutabile dell'esperienza. Insieme
alle analisi di metafisica si sono svolte quelle di etica (bio-etica). L'etica
è intesa fondamentalmente come un’annalisi del desiderio o volere, il quale, a
sua volta, è fondamentalmente desiderio di un altro desiderio (meta-desiderio),
cioè poi di un altro essere umano – il co-conversazionalista B -- che ci
desideri e ci riconosca. L'etica e così ricondotta alle dinamiche delle
relazioni inter-soggettive, che si possono descrivere secondo tre modelli
basilari. Il primo modello è il modello griceiano – ariskantiano -- quello
regolativo per l'etica. E quello in cui le soggettività si riconoscono
reciprocamente come delle soggettività, e cioè come delle persone o degli esseri
che pensano e desiderano in modo trascendentale. Il secondo modello è quello
trasgressivo. Quello in cui le soggettività confliggono e cercano di dominare
il soggetto che hanno di fronte, trattandolo come un oggetto o istrumento -- o
una cosa manipolabile a loro piacimento. Il terzo modello, che si colloca a
mezza strada fra i due precedenti, è quello che Vigna definisce modello
griceiano ‘oblativo,’ in cui mentre una delle due soggettività riconosce
l'altra e si dispone a trattare l'altra secondo la cura e il rispetto che le
convengono, l'altra soggettività non offre nessun riconoscimento e cerca di
imporsi sulla soggettività riconoscente come soggettività
dominante. Questa impostazione onto-etica si caratterizza per il tentativo
di fondare la regolatività etica del modello ariskantiano di Grice su
argomentazioni che partono dal rilievo irrefutabile della trascendentalità
della persona, la quale si trova invece contraddetta in tutte le situazioni di
rapporto inter-soggettivo riconducibili agli altri due modelli (razionalita
istrumentale, e razionalita di oppression). Le indagini di antropologia
trascendentale completano e chiudono questo percorso, ponendosi come il termine
medio che stringe e salda l'ontologia metafisica all'etica. Il concetto di
‘persona’ viene inteso alla Grice e Strawson come sinergia del concetto di
‘sostanza’ e di quello di relazione (la categoria della relazione di
Aristotele, la relati, o il ‘pros ti’. Sostanza (ousia,
sub-stantia, essential) è classicamente quello che permane e sta in
sé. La relazione, invece, è qui il rapporto intenzionale ad altro da sé. La
persona è una sinergia di sostanza e relazione perché è sia rapporto a se
stesso sia rapporto all'altro da sé, in quanto è essenzialmente una
intenzionalità trascendentale, ovverosia un orizzonte consistente di relazione
all'altro da sé, secondo il corso illimitato del desiderio che lo abita. Saggi:
“La dialettica gentiliana” in “Giornale critico della filosofia italiana”,
Religione nella filosofia di Giovanni Gentile, in “Giornale critico della
filosofia italiana”, Gentile interprete di Marx, in Enciclopedia. Il
pensiero di Gentile, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, Ragione e
religione (CELUC, Milano); “Filosofia e marxismo” (CELUC, Milano); “Le origini
del marxismo teorico in Italia. Il dibattito tra Labriola, Croce, Gentile e
Sorel sui rapporti tra marxismo e filosofia (Città Nuova, Roma); “Antonio
Gramsci. Il pensiero teorico e politico. La "questione leninista"”
(Città Nuova, Roma); “Invito al pensiero di Aristotele” (Mursia, Milano),
“Sostanza e relazione: una aporetica della persona,” in L'idea di persona, V.
Melchiorre, Vita e Pensiero, Milano); “L'enigma del desiderio” (Edizioni San
Paolo, Cinisello Balsamo); “La politica e la speranza, Edizioni Lavoro, Roma);
“Il frammento e l'Intero: -- il toto e la parte -- indagini sul senso
dell'essere e sulla stabilità del sapere, Orthotes, Napoli-Salerno, Sul
trascendentale come inter-soggettività originaria, in “Le avventure del
trascendentale,” A. Rigobello, Rosenberg & Sellier, Torino); “Sulla verità
e sul bene” (Petite Plaisance, Pistoia); “Etica del desiderio come etica del
riconoscimento” (Orthotes, Napoli). Sostanza e relazione. Indagini di struttura
sull'umano che ci è comune, 2 volumi, Orthotes, Napoli-Salerno. Studi
gentiliani, Orthotes, Napoli-Salerno. Studi marxiani, Orthotes,
Napoli-Salerno. Studi aristotelici, Orthotes, Napoli-Salerno; La ragione e la
dialettica. Studi su Marx e Volpe (Marsilio, Venezia), “Teorie della felicità”
II, Francisci, Abano Terme); “La qualità dell'uomo. Filosofi e psicologi a
confronto, Franco Angeli, Milano); “Dio e la ragione, Marietti, Genova);
“L'etica e il suo altro, Franco Angeli, Milano); “Strutture del sapere
filosofico” Il Cardo, Venezia, “La libertà del bene, Vita e Pensiero, Milano,
“Essere giusti con l'altro” (Rosenberg & Sellier, Torino); Introduzione
all'etica, Vita e Pensiero, Milano, Etica trascendentale e
intersoggettività, Vita e Pensiero, Milano, “Multiculturalismo e identità” Vita
e Pensiero, Milano; “La persona e i nomi dell'essere: sritti di filosofia in
onore di V. Melchiorre, Vita e Pensiero, Milano. Libertà, giustizia e bene in
una società plurale, Vita e Pensiero, Milano. Etiche e politiche della
post-modernità, Milano, Vita e Pensiero. “Etica del plurale: giustizia,
riconoscimento, responsabilità” (Vita e Pensiero, Milano); “Affetti e legami” (Vita
e Pensiero, Milano); “La regola d'oro come etica universale (Vita e Pensiero,
Milano (curato con S. Zanardo). Bontadini e la metafisica, Vita e Pensiero,
Milano, “Metafisica e violenza” Vita e Pensiero, Milano); “Etica di frontiera.
Nuove forme del bene e del male, Vita e Pensiero, Milano); “Di un altro genere:
etica al femminile, Vita e Pensiero, Milano. Giorgio La Pira. Un san Francesco
nel Novecento, AVE, Roma. Multiculturalismo e interculturalità. L'etica in
questione, Vita e Pensiero, Milano. “La vita spettacolare. Questioni di etica,
Orthotes, Napoli; Etica dell'economia. Idee per una critica del riduzionismo
economico, Orthotes, Napoli-Salerno; Differenza di genere e differenza
sessuale. Un problema di etica di frontiera, Orthotes, Napoli-Salerno. Il
dovere dell'ospitalità, Orthotes, Napoli-Salerno. Dell'interpretazione di
Gentile offerta da Vigna discutono, fra gli altri, M. Berlanda, Gentile e
l'ipoteca kantiana. Linee di formazione del primo attualismo, Vita e Pensiero,
Milano eBettineschi, Critica della prassi assoluta. Analisi dell'idealismo
gentiliano, Orthotes, Napoli. Ora si vedano anche Studi gentiliani, Orthotes,
Napoli-Salerno. Cfr. Studi marxiani, rthotes,
Napoli-Salerno. Cfr. gli scritti raccolti in C. Vigna, Studi
aristotelici, Orthotes, Napoli-Salerno. F. Saccardi, Semantizzazione
dell'essere e inferenza metempirica, inPagani, Debili postille. Lettere a
Vigna, Orthotes, Napoli, Cfr. anche L. Messinese, L'apparire del mondo. Dialogo
con Severino sulla "struttura originaria" del sapere, Mimesis,
Milano-Udine, "Vigna, invece, che pur si è formato alla scuola di
Bontadini e di Severino, non segue più i suoi maestri, perché ormai egli
ritiene che, se si accetta la “semantizzazione parmenidea” dell’essere, non si
può evitare di estendere gli attributi dell'essere assoluto agli enti, come
precisamente è avvenuto nello svolgimento del pensiero di Severino. L'errore,
però, prosegue Vigna, sta proprio in questo "aver trattato la questione
dell'essere come una questione di essenza". L'errore viene eliminato
convincendosi che la “semantizzazione” dell'essere coincide con la 'relazione’
di essenza ed esistenza': questo è il 'tratto comune' tra tutti gli enti". Cfr.
C. Vigna, Il frammento e l'Intero, Sulla semantizzazione
dell'essere. L'eredità speculativa di Bontadini, in “Bontadini e la
metafisica.” Si veda inoltre G. Solliani, “Dell'essere come essenza: per una
rivisitazione del problema a partire di Aquino, in Debili postille, Il
frammento e l'Intero, Cfr. anche Pagani, “Una rivisitazione della via del
divenire e A. Peratoner, Intorno alla conoscibilità di Dio, la ragione, la
fede, in Debili postille, Si veda poi A. Barzaghi, Percorsi di rigorizzazione
della teologia naturale nella filosofia neo-classica milanese, in Rivista di
filosofia neo-scolastica. Cfr. Vigna, Etica del desiderio umano (in nuce), in
Introduzione all'etica, Aporetica dei rapporti intersoggettivi e sua
risoluzione, in Etica trascendentale e inter-soggettività, Si veda
anche il saggio di R. Fanciullacci, “Dell'inter-soggettività e del
riconoscimento. in Debili postille, Cfr. C. Vigna, Sul trascendentale come
inter-soggettività originaria. Inoltre: G. Venuti, La cura dell’altro come
regola d'oro. Lettera aperta a Vigna, e S. Zanardo, Sul dono della differenza,
in Debili postille, Per una discussione complessiva del pensiero di Vigna si
vedano i saggi contenuti inPagani Debili postille. Lettere a Vigna,
Orthotes, Napoli. “Sostanza e relazione: una aporetica della persona.” Si può
vedere ancheBettineschi, Finità e infinità della soggettività. Lettera aperta a
Vigna, inBettineschi, “Intenzionalità e riconoscimento: scritti di etica e
antropologia trascendentale” Orthotes, Napoli. Bergamo festival: l'intuizione,
su youtube.com. Malato o persona?, su youtube.com. L'etica, su youtube.com.
Treccani. Intervista a Vigna: la filosofia morale, su youtube.com. Claudio
Tugnoli, Carmelo Vigna: il desiderio come orizzonte trascendentale, su
mondodomani.org. Venezia, su unive Bollettino della Società filosofica italiana,
Centro di Etica Generale e Applicata, su centro di etica. Centro
Inter-universitario per gli Studi sull’Etica, su venus.unive. Società Italiana
di Filosofia Morale, su sifm. Intervento su La Pira, su avvenire. Attualismo,
problematicismo, metafisica, su filosofia. La politica e il sacro, su
inschibboleth.org. Carmelo Vigna. Vigna. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers,
Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Vigna: la regola d’oro conversazionale” –
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vigna https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6936758636336072 #griceevigna
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702936944/in/photolist-2mLP4Rj-2mKPWrs
Grice e Vignoli – etologia filosofica – della legge
fondamentale dell’intelligenza nel regno animale – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Rosignano Marittimo). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Grice: “I spent quite some time observing a species of
pirot: the squarrel – mainly I was in search of what Vignoli calls ‘la legge
fondamentale dell’intelligenza nel regno animale” – his ‘saggio,’ he says, is in
‘psicologia comparata,’ but since it is vintage, I might well refer to is as
‘philosophical ethology’!” -- Si trasferì a Milano. Docente di antropologia
presso la Reale Accademia di Scienze e Lettere, divenne direttore del Museo di
storia naturale. I suoi scritti
apparvero su Il Politecnico e sulla Rivista di filosofia scientifica. Due sue
opere ebbero risonanza: “Della legge fondamentale dell'intelligenza nel regno
animale: saggio di psicologia comparata” -- e “Mito e scienza”. Tito Vignoli. Vignoli.
Keywords: squirrel, squarrel, psicologia comparata, etologica filosofica, una
legge della intelligenza degl’animali – mito e scienza – mitos e logos –
animale, legge, legge della psicologia, psicologia comparata, etologia
comparata, evoluzione. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi
Speranza, “Grice e Vignoli” – “La etologia filosofica di Grice e Vignoli” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vignoli #https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572874082724551 #griceevignoli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701466892/in/photolist-2mLFwRA-2mLP5X7-2mLP5XH-2mLKCa2-2mLQaMX-2mLM5Bv-2mLFwQo-2mLFwQi-2mLM5BF-2mKEy89
Grice Vinadio: la prassi ed il valore – filosofia
italiana (Torino). Grice: “Of course,
Vinadio is bound to be a good dialectician, since Italian neo-idealists take Hegel’s
Dialektik – or colloquenza, as the count prefers – much more seriously than the
most Hegelian of Oxonians! (And I don’t mean Bradley!”) -- Grice: “I like Vinadio; but then I’m English
and we like an earl!” – “My favourite of his tracts is the one about dialettica
which he understood just as Plato did, only better!” -- Felice Balbo di
Venadio, conte di Venadio, vide, “Il conte di Vinadio” --. Filosofo.
Considerato una delle voci più significative della filosofia italiana e un
intellettuale impegnato in un vasto progetto di ri-fondazione della politica nell'immediato
secondo dopoguerra. Nacque da Enrico Balbo di Vinadio e da Ada Tapparo, in via
Bogino 8, nella casa che era stata del conte Cesare Balbo, ministro di casa
Savoia. Dopo la laurea, partecipa alla seconda guerra mondiale prima come
sottufficiale degll’apini, poi come membro della resistenza. Come consulente di
Einaudi cura una collana di filosofia. Nominato cattedratico di filosofia a
Roma. Si raccolse attorno a lui un
piccolo gruppo di filosofi per discutere sulla crisi dei valori nella società e
sui modi di superarla mediante l'impegno sociale. Il suo impegno trova
espressione inoltre con i contributi alle riviste Cultura e realtà e Terza
generazione. Vicino alle organizzazioni della sinistra e al Partito
Comunista. Comprende come il mutamento centrale
della società e avvenuto nel rapporto tra lavoro umano e tecnica. Assunto
all'IRI presso il Servizio problemi del lavoro. Si interessa di formazione del
personale. Nominato direttore del Centro IRI per lo studio delle funzioni direttive
aziendali. Saggi: “L'uomo senza miti”; “Il laboratorio dell'uomo”; “Studi in
memoria di Gioele Solari dei discepoli” (Torino, Ramella); “La sfida storica
del comunismo al Cristianesimo e le sue conseguenze filosofiche” (Il Mulino); “Idee
per una filosofia dello sviluppo umano” (Torino, Boringhieri). Opere, Torino,
Boringhieri, “Essere e progresso”; “Lezioni di etica” (Roma, Lavoro); “Lettere
a Ludovica”; Archinto. Giulia Boringhieri, “Per un umanesimo scientifico.
Storia di libri, di mio padre e di noi” (Torino, Einaudi); D. Cavalieri,
Scienza economica e umanesimo positivo. la critica della ragione economica” (Milano,
Angeli); G. Tassani, La Terza Generazione. Tra Stato e Rivoluzione” (Roma,
Lavoro); G.Tassani, “Lezioni di etica” (Roma, Lavoro); G. Invitto, “Una
filosofia pragmatica dello sviluppo” (Il Mulino, Bologna); G. Invitto, “Di
fronte a fenomenologia ed esistenzialismo” (Adriatica Salentina, Lecce); G.
Invitto, “Una questione aperta, "Italia contemporanea", Dizionario
storico del movimento cattolico in Italia: I protagonisti” (Marietti, Torino); A.
Grotti (Boringhieri, Torino); A. Grotti, “Un altro futuro è possible” (Egeria);
V. Possenti, “La filosofia dell'essere”, Vita e Pensiero, Milano; “Tra
filosofia e società” (Angeli, Milano); Giovanni Invitto, Felice Balbo. Il
superamento delle ideologie, Roma, Edizioni Studium); N. Ricci, Cattolici e
marxismo. Filosofia e politica” (Milano, Angeli); Dal marxismo ad economia umana”
(Brescia, Morcelliana); “La prassi e il valore. La filosofia dell'essere” (Roma,
Aracne); “Il cristianesimo nella sfida della “modernità” su storia e futuro” --
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Filosofi italiani del XX secoloInsegnanti italiani Professore. Felice
Balbo Vinadio. Vinadio. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Vinadio: being, value – and colloquenza!” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vinadio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.5203073483037938 #griceevinadio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702943109/in/photolist-2mLKCRN-2mLKCRH-2mLP6Ez-2mLQbpJ-2mLP6Eu-2mLP6FB-2mLQbqL-2mLQbpD-2mLM6j7-2mLFxuV-2mLM6ht-2mLM6jc
Grice
e Vio – le categorie d’Aristotele – un senso, un’analogia -- filosofia italiana
– Luigi Speranza (Gaeta). Essential Italian
philosopher. Grice: “While the typical Englishman is more interested in the
fact that Vio never thought that Henry VIII divorced Aragon, I prefer his
commentary on the ‘prae-dicamentum’ of Aristotle, via ‘Porfirio’!” -- Grice was
irritated that when ‘vio’ became a saint, the Italians list them under ‘c’. Tommaso De Vio, O.P. cardinale di Santa
Romana Chiesa. Il cardinale Tommaso De Vio riceve Martin Lutero, Template-Cardinal.
svg Incarichi ricoperti Maestro generale dell'Ordine dei
Predicatori Cardinale presbitero di San Sisto Arcivescovo metropolita di
Palermo Arcivescovo-vescovo di Gaeta.
Cardinale presbitero di Santa Prassede Ordinato presbitero Nominato arcivescovo
da Leone X Consacrato arcivescovo dal Niccolò Fieschi, Creato cardinale da Leone
X. Religioso domenicano, generale dell'Ordine: teologo e diplomatico
pontificio. Incontro tra Lutero e Vio in
una stampa d'epoca. Figlio di Francesco De Vio e Isabella de Sieri, entra tra i
frati domenicani del monastero di Gaeta, dove assunse il nome di Tommaso, e
prosegue i suoi studi in filosofia a Napoli, Bologna e Padova. Insegna a Pavia
e Roma. Acquisce una considerevole fama in seguito ad un pubblico dibattito con
Pico a Ferrara. Generale dell'Ordine e consigliere dei papi. Dimostra grande
zelo nel difendere i diritti papali contro il concilio di Pisa, polemizzando
contro Almain in una serie di articoli messe al bando dalla Sorbona e bruciati per
ordine di Luigi XII. Leone X lo crea cardinale, e fatto arcivescovo di Palermo.
Arcivescovo di Gaeta. Inviato in Germania come legato apostolico per
partecipare alla dieta di Augusta, si adopera con profitto per l'elezione di
Carlo V d'Asburgo ad Imperatore del Sacro Romano Impero (prevalendo sull'altro
concorrente Francesco I), e lì cerca di arginare la nascente riforma
protestante di Lutero. Fece rientro in Roma senza essere riuscito a convincere Lutero
ad abbandonare i suoi propositi di riforma, e aiuta il papa nell'estensione
della bolla Exsurge Domine rivolta a contrastare il dilagare della riforma luterana.
Oganizza la resistenza contro i Turchi. Venne fatto prigioniero durante il
Sacco di Roma dai Lanzichenecchi, inviati da Carlo V per punire Clemente VII
per il tradimento della parola datagli, poi venne liberato. Pronuncia la
sentenza definitiva di validità del matrimonio di Enrico VIII e Caterina
d'Aragona, rifiutando il divorzio al sovrano inglese. Accanto alla
produzione teologica, secondo la linee della scuola tomista, Vio si distinque anche
come esegeta. Supple alla sua ignoranza dell'ebraico, consultando esperti
rabbinici e grazie alla sua familiarità con il testo greco. Pubblica un
commentario della Bibbia. La sua enfasi sulla ricerca del SIGNIFICATO
letterario del testo lo pone alle origini della moderna tradizione esegetica
cattolica. Saggi: “Summula Caietani”; “Opuscula omnia”; “Commentaria
super tractatum De ente et essentia Thomae de Aquino”; “De nominum analogia”; “Commentaria
in III libros Aristotelis De anima”; “Auctoritas Pape et Concilii siue Ecclesie
comparata” (Silber); “Oratio in secunda sessione Concilii Lateranensis” (Beplin);
“Apologia de comparata auctoritate pape et ecclesie”; “De divina institutione
Pontificatus Romani Pontificis”; “Jentacula N.T., expositio literalis sexaginta
quatuor notabilium sententiarum Novi Test.” (Roma); “Summula Caietani”; “Opuscula
omnia” (Giunta); Francesco senese De Franceschi); “In Porphyrii Isagogen ad
Praedicamenta Aristotelis”; “Opera omnia”; “Scripta philosophica”; “De nominum
analogia”; “De conceptu entis”; “De comparatione auctoritatis papae”; “Apologia”.
G. Allaria, Tommaso De Vio: cardinale Gaetano, Gaeta, La Poligrafica, Roma; Treccani
– Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Conferenza Episcopale Italiana. ALCUIN,
Università di Ratisbona. He wrote extensively on
freewill, and had a colourful dispute with, of all people, Calvinwell
represented in a painting Grice adored. Shropshire borrowed his proof for the immortality of the soul from
Cajetan -- Tommaso de Vio, prelate and theologian. Born in Gaeta from which he
took his name, he entered the Dominican order and studied philosophy and
theology at Naples, Bologna, and Padua. He became a cardinal. During the
following two years he traveled to G.y, where he engaged in a theological
controversy with Luther. His major work is a Commentary on St. Thomas’ Summa of
Theology 1508, which promoted a renewal of interest in Scholastic and Thomistic
philosophy during the sixteenth century. In agreement with Aquinas, Cajetan
places the origin of human knowledge in sense perception. In contrast with
Aquinas, he denies that the immortality of the soul and the existence of God as
our creator can be proved. Cajetan’s work in logic was based on traditional
Aristotelian syllogistic logic but is original in its discussion of the notion
of analogy. Cajetan distinguishes three types: analogy of inequality, analogy
of attribution, and analogy of proportion. Whereas he rejected the first two
types as improper, he regarded the last as the basic type of analogy and
appealed to it in explaining how humans come to know God and how analogical
reasoning applied to God and God’s creatures avoids being equivocal. Gaetano. Cajetanus.
Caietanus Vio. Cajetano Vio. Caetano Vio. Gaetano Vio. Al secolo: Giacomo De
Vio. Jacopo De Vio. Tommaso De Vio. Cardinal Caetano. Cardinal Gaetano. Tommaso
De Vio da Gaeta, detto il Gaetano. Vio. Keywords: analogia, commentary on Porphyry
on Aristotle’s categories, the example of ‘healthy’ – Grice, “Focal unity”,
“Aristotle on the multiplicity of ‘being’” – ‘healthy’ – an animal is healthy –
various types of analogy. Unfortunately, the Germans focus more on his the
saint’s fight with Luther!” Refs.: Luigi Speranza, “Grice e de Vio” – Luigi Speranza,
“Grice e Vio: Le categorie” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia. #vio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420382827973678 #griceevio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703156585/in/photolist-2mLQc9e-2mLKDFo-2mLKDE1-2mLKDEG-2mLKDFD-2mLKDDK-2mLFyhm-2mLP7qc-2mLKDES-2mLQc8c-2mLP7qx-2mLFyio-2mLKDEm-2mLQc8H-2mLFygK-2mLM74J-2mLM72u-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLFBT9-2mKNvpt-2mKxbL6-2mKfD5h-2mKk5pG-2mKh56j-E4u3XA-QwGRg8-Qwzjnt-26SLQJq-Dnva4y-CYyfnZ-CzwVom-DpPBNr-CzzzWQ-CzDRZT-DnpMHh-CzGjJa-D5XFWd-D5YaQE-D5Wmju-CYzKFB-DpPAPn-DnpvF7-DpMLQZ-Dx59M4-CzzbaG-DpKKeB-DpMFX2-D5S2Z1-DnuNE7
Grice e Virno – una popolazione di due -- filosofia ed
azione – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Essential Italian philosopher. Grice: “Virno, like me, is a
semiotician.” Filosofo. Di orientamento operaista, docente di
filosofia a Roma. Tra i principali esponenti dell'organizzazione della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio, il suo nome ricorse nelle cronache dei
cosiddetti "anni di piombo" in Italia. Fu arrestato e detenuto in
prigione per diversi anni sino alla sua definitiva assoluzione. Nel corso della
detenzione elaborò il suo pensiero che trovò espressione nella rivista Luogo
comune. «Democrazia è il fucile in spalla agli operai», slogan attribuito
a Potere Operaio «Mi sono formato politicamente a Genova, dove la mia famiglia
viveva e io facevo liceo. Genova era esposta all’influenza di Torino, dove vi
furono le prime occupazioni nel ’67; quindi nell’estate di quell’anno si
mobilitarono gli studenti medi (più vivaci di quelli universitari, che invece
erano in contatto con le organizzazioni tradizionai dei partiti, UGI e via
dicendo). Come studenti medi fondammo dunque il Sindacato degli Studenti,
che fece i primi scioperi su tematiche già sessantottesche, la lotta
all’autoritarismo, solidarietà con gli studenti greci dopo il golpe dei
colonnelli e quant’altro... nell’autunno sempre per un trasferimento della
famiglia, sono venuto ad abitare a Roma, e di lì a non molto ho preso contatti
e rapporti con il gruppo che sarebbe diventato Potere Operaio, che allora
sostanzialmente nella capitale era il gruppo delle facoltà scientifiche...
Entro in Potere operaio dopo gli episodi cruciali della primavera a
Torino.» Lavora a Milano come insegnante all'Alfa Romeo di Arese e
all'Innocenti, organizzando anche azioni collettive nelle fabbriche sino alla
dissoluzione di Potere operaio nel Presenta la sua tesi di laurea sul concetto
di lavoro e la teoria della coscienza di Adorno e partecipa attivamente alle
manifestazioni ad opera dei lavoratori precari e di altri emarginati. Fonda
Metropoli organo ideologico del movimento politico. Nell'ambito
dell'inchiesta giudiziaria nota come "7 aprile", la redazione della
rivista viene accusata di appartenere in blocco all'organizzazione eversiva
«costituita in più bande armate variamente denominate». «siamo arrestati
io, Castellano, Maesano e Pace (che però sfugge all’arresto, di nuovo, giuro,
non per sagacia). Noi siamo arrestati, poi ci fanno confluire, ritroviamo gli altri
nel cortile di Rebibbia, nel braccio speciale, stiamo un po’ di mesi lì, poi
c’è la diaspora, cioè il Ministero ordina di mandare ognuno di questi detenuti
in un carcere speciale diverso, perché ovviamente, tramite avvocati, visite,
benché ci fosse il regime di braccio speciale, quello era diventato una specie
di luogo in cui si elaboravano documenti, lettere a giornali, si faceva
campagna politica, c’erano state delle lotte interne. Quindi, c’è la
diaspora, io vado a Novara, Oreste va a Cuneo, quell’altro va a Favignana,
quell’altro ancora da un’altra parte. Comincia questo giro negli speciali, e ci
ritroviamo non tutti ma in parte nel carcere di Palmi, carcere per soli
politici o per detenuti comuni completamente politicizzati, una specie di
“Kesh”. Là dentro c’e una situazione curiosa, anche molto spettacolare, perché
si incontrano assolutamente tutti. Infatti, per un primo periodo con i compagni
delle BR o con Alunni o quelli dei NAP, si pensò anche di approfittare di
questa situazione per avviare una discussione larga, di carattere
"costituente": però, il problema è che anche lì c’è il fatto che i
più spregiudicati di loro, come Curcio, erano d’accordo, avevano capito di aver
perso l’essenziale, cioè il cambio di paradigma, cioè il fatto che i giovani
operai erano non più riconducibili, altri invece no. Riassumendo in breve, la
mia detenzione fu un anno, poi due anni liberi in cui curai la serie continua
di Metropoli nell’81, due anni ancora di carcere, condanna a 12 anni in primo
grado, un anno di arresti domiciliari... l’assoluzione (insieme a tanti altri
imputati) du la conferma. La travagliata esperienza politica e esistenziale di
questi anni sarà trasfusa da Virno nella pubblicazione di Luogo Comune una
rivista dedicata all'analisi della vita nella situazione sociale del
"postfordismo". Lascia il lavoro di editore della rivista per
insegnare filosofia a Urbino e filosofia del linguaggio, semiotica ed etica
della comunicazione a Calabria da dove si trasferisce a Roma. Convinto della
necessità di un nuovo linguaggio della politica che chiarisca le trasformazioni
economiche, sociali e culturali che da più di un decennio caratterizzano le
società occidentali, introduce nella “Grammatica della moltitudine” una
riflessione sul contrasto tra i termini di popolo e moltitudine che generano
una accesa polemica teorico-filosofica. Quando avvenne la formazione degli
stati nazionali fu l’espressione “popolo” a prevalere. Virno si domanda se non
sia venuto il tempo di restaurare l'altro concetto della moltitudine. La
multitude è quell'insieme di persone che nell'azione politica e in quella
economica, pur agendo collettivamente non perdono il senso della propria
individualità, resistendo sempre alla riduzione a unica massa informe com'è nel
termine di "popolo". La moltitudine è dunque la base delle libertà
civili. In contrapposto, moltitudine e una pluralità che non si
sintetizza nell'uno, il più grave pericolo per l'autorità dello Stato che esercita
il «supremo imperio». Dopo i secoli del “popolo” e quindi dello Stato
(Stato-nazione, Stato centralizzato ecc.), torna infine a manifestarsi la
polarità contrapposta, abrogata agli albori della modernità. La moltitudine
come ultimo grido della teoria sociale, politica e filosofica? Forse.” Opere:
“L'idea di mondo: intelletto pubblico e uso della vita” (Editore: Quodlibet);
“Saggio sulla negazione: per una antropologia linguistica” (Editore: Bollati
Boringhieri); “E così via, all'infinito: Logica e antropologia” (Boringhieri),
“Motto di spirito e azione innovative: per una logica del cambiamento”
(Boringhieri); “Quando il verbo si fa carne: linguaggio e natura umana” (Boringhieri);
“Scienze sociali e natura umana -- facoltà di linguaggio, invariante biologico,
rapporti di produzione” (Rubbettino); “Grammatica della moltitudine. Per una
analisi delle forme di vita contemporanee” (Editore: DeriveApprodi); “Esercizi
di esodo. Linguaggio e azione politica” (Ombre Corte); “Il ricordo del presente.
Saggio sul tempo storico” (Editore: Bollati Boringhieri); “Parole con parole: poteri
e limiti del linguaggio” (Donzelli); “Mondanità. L'idea di «Mondo» tra
esperienza sensibile e sfera pubblica” (Manifestolibri); “Convenzione e materialism”
(Theoria). Roma Tre Intervista, Hecceitas.
Questo termine è entrato nel linguaggio corrente per indicare un insieme di
caratteristiche economiche, sociali e istituzionali del nostro presente,
avvertite pessimisticamente come profondamente diverse rispetto al nostro
recente passato e in genere come molto negativamente mutate. Fordismo e
postfordismo. Qualche dubbio su alcune certezze della sinistra italiana. Protagonisti.
Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee”
(DeriveApprodi); “Anni di piombo: potere operaio"; Lessico postfordista:
dizionario di idee della mutazione. Feltinelli, sito "Filosofico.net".
Virno. Keywords: due e moltitudine,
linguaggio e azione, linguaggio, base biologica, invariante biologica, rappori
di produzioni, natura umana, el verbo fatto carne. Refs.: H. P. Grice Papers,
Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Virno”; “Grice e Virno: la conversazione:
una popolazione di due!” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria #virno https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635750753103550 #griceevirno https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701474357/in/photolist-2mLFz6k-2mLFz5y-2mLKErr-2mLM7N9-2mLFz5i-2mLQcSt-2mLKErw-2mLFz6f-2mLM7PB-2mLM7Pb-2mLKEsD-2mLKEsy-2mLM7NE-2mLQcQV-2mLQcRM-2mLKErg-2mLP87x-2mLP88e-2mLQcR6-2mLQcR1-2mLP88Q-2mLFz5P-2mLKErB-2mLFz41-2mLFz4b-2mKJTNA
Grice e Viroli: res pubblica – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Forlì). Essential Italian philosopher.Actually
“Viroli-Cavalieri”? Grice, “I shall be fighting soon.” “The loyalty for one’s
country is not based on evidence.”Maurizio Viroli
(Forlì), filosofo. Durante il settennato di Carlo Azeglio Ciampi ha servito la
Presidenza della Repubblica Italiana. Attualmente è Professore a a Lugano. I
suoi campi di ricerca sono la Filosofia politica e la Storia del Pensiero
politico. I suoi autori di riferimento sono Machiavelli, Rousseau, Mazzini,
Croce, Carlo Rosselli e Nello Rosselli. La sua ricerca si basa sul metodo
contestualista di Quentin Skinner a cui ha apportato alcune innovazioni. Il
suoi riferimenti politico-ideali sono il Repubblicanesimo e l'Azionismo (Partito
d'Azione). Alle numerose pubblicazioni scientifiche affianca l'attività di
saggista e quella di editorialista. Collabora e ha collaborato ad alcune
testate giornalistiche, tra cui La Stampa, il Sole 24 ORE e Il Fatto Quotidiano.
Maurizio Viroli ha frequentato il Liceo scientifico statale Fulcieri Paulucci
di Calboli di Forlì. Come egli stesso racconta nel libro L'autunno della
Repubblica, per mantenersi agli studi ha lavorato fin da giovanissimo come
garzone di bottega, come cameriere d'albergo e come operaio presso lo
zuccherificio della sua città. Di quegli anni dice:" [...] quando ero
bambino abitavo a Forlì con i miei genitori, in via Archimede Mellini, in un
appartamento angusto e freddissimo, riscaldato soltanto da una stufa a gas
tenuta, per la nostra povertà, sempre con la fiammella azzurrognola al
minimo." Al termine degli studi liceali si è iscritto alla facoltà
di Lettere e Filosofia dell'Bologna. Nel 1976 si è laureato magna cum laude in
Filosofia con una tesi dal titolo Metodo e Sistema in Engels. Svolve il
Servizio di leva a Casarsa della Delizia, in Friuli-Venezia Giulia. Il
ritorno alla vita civile è stato all'insegna del precariato. Percepiva un
piccolo salario organizzando convegni e lavorando come redattore alla rivista
Problemi della transizione presso Istituto Gramsci di Bologna. è stato
ammesso al dottorato di ricerca presso l'Istituto Universitario Europeo di
Firenze. Di fronte alla commissione composta dai Maihofer, Skinner, Bobbio,
Cranston, e Moulakisha, ha discusso la tesi “La società bene ordinata” pubblicata
per Il Mulino. Ha perfezionato la sua formazione svolgendo attività di ricercar.
Insegna comunicazione politica alla Svizzera. Dirige il Laboratorio di Studi
civili, Svizzera italiana. Finanziamento del Fondo Svizzero per la
Ricerca Scientifica con il progetto di ricerca che prevede l'impegno di un
folto gruppo di ricercatori. I suoi interessi di studio ruotano intorno
alla Filosofia politica e alla Storia del Pensiero politico. Studia il
Repubblicanesimo nella sua accezione classica da Machiavelli a Rousseau e in
quella contemporanea. Si occupa di religione e politica, di retorica classica,
libertà e tirannide, di patriottismo e nazionalismo, di etica civile, di
diritti e doveri. Pone particolare attenzione ai fondamenti della convivenza
civile. I suoi periodi storici di riferimento sono il Rinascimento, il
Risorgimento e l'Antifascismo. I suoi autori di riferimento sono Machiavelli,
Rousseau, Mazzini, Croce, Carlo e Nello Rosselli. Come impegno civile si
occupa di Educazione civica e della difesa e dell'attuazione della Costituzione
della Repubblica Italiana. Ha collaborato con la Direzione Generale
dell'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche a progetti di Educazione alla
Cittadinanza. Fonda il Master in Civic Education presso l'associazione Ethica
di Asti. Co0ordinato e diretto progetti di Educazione civica per la Fondazione
per la Scuola della Compagnia di San Paolo. Dirige un progetto a San Marino.
Dirige il progetto Lezioni di Casa Cervi-Scuola di Etica civile presso Casa
Cervi. Ha preso parte attivamente alle campagne referendarie svoltesi in
occasione del referendum costituzionale, contro la riforma proposta dal
centro-destra, e del referendum costituzionale del, contro la cosiddetta riforma
costituzionale Renzi-Boschi. Ha collezionato inviti e incarichi di
insegnamento presso prestigiose istituzioni culturali. Insegna a Pisa, Trento,
Molise, Ferrara, Catania ed Urbino. Collabora con Milano e la Scuola Superiore
della Pubblica Amministrazione, Scuola superiore di polizia, Fondazione per la
Scuola della Compagnia di San Paolo, il Collegio Carlo Alberto e l'Associazione
Nazionale Comuni Italiani, la Fondazione Alcide Cervi presso Casa Cervi. Spiega
la le sua posizione politica. Non sono soltanto uno studioso del
repubblicanesimo, mi sento repubblicano. Amo il princìpio della reppublica e
cerco di applicarli nella vita e nell’analisi dei fatti politici e sociali. Più
oltre, in riferimento a Ciampi racconta. La prima volta che lo incontro provo la
sensazione di trovarmi di fronte ad un uomo di straordinaria energia morale,
l’esempio vero della migliore cultura del Risorgimento e dell’azionismo.
Rammento ancora le parole che mi dice dopo aver ascoltato con attenzione la mia
considerazione sul significato del concetto di amor di patria. Quello che lei
dice l’ho sempre sentito e vissuto nella mia coscienza. Fu allora che realizzai
che io sono prima uno studioso di repubblicanesimo e poi un repubblicano. Ciampi
è repubblicano nell’intimo della coscienza: repubblicano e azionista. Anzi,
credo, repubblicano perché azionista. Anche l'anti-fascismo é rilevante nel suo
patrimonio ideale. Trovo in Croce, Rosselli, Parri, Rossi, Calamandrei per
citare soltanto i nomi più noti non solo idee e argomenti in perfetta sintonia
con il mio anti-fascismo assoluto e intransigente, ma anche e soprattutto le
più convincenti riflessioni sulle ragioni della fragilità della libertà
italiana. Il patriottismo”si oppone al nazionalismo, anzi, ne è l'antidoto.
Ancora ne “L'Autunno della Repubblica” si legge a proposito del “Per amore
della patria”. n Italia abbiamo una tradizione di patriottismo di straordinario
valore morale e politico, la migliore che io conosca. Mi riferisco in primo luogo
al patriottismo di Mazzini, fondato sul principio che la patria non è il
territorio bensì un principio di libertà, e al patriottismo degli anti-fascisti
di “Giustizia e Libertà”, concordi nell’affermare che la nostra patria coincide
con il mondo morale delle persone libere non e poi idea tanto peregrina
sostenere che il patriottismo repubblicano e il mezzo più efficace per
combattere la marea del nazionalismo che cominciav a montare. Credo sia troppo
tardi”. Infine, ci spiega il suo relativismo. Sulle questioni etiche sono stato
sempre un convinto relativista, con comprensibile scandalo di molti. Se il
dovere esiste soltanto là dove la coscienza morale personale lo riconosce come
tale, segue necessariamente che ci sono persone che riconoscono quali loro
doveri determinati princìpi, altre che riconoscono quali loro doveri princìpi
diversi, se non del tutto opposti. Il pluralismo e il contrasto dei doveri sono
sotto gli occhi di tutti. Ad alcuni il dovere indica il servizio e la pratica
della carità, ad altri la pura e semplice affermazione di sé stessi, anche a
costo di usare altri esseri umani come mezzi. La ragione, tante volte invocata
quale guida sicura all’agire umano, non detta i fini ma solo i mezzi. Lo spiega
in modo esemplare un filosofo morale completamente dimenticato, Juvalta. La ragione
per sé non comanda nulla. Né l’egoismo né l’altruismo. Né la giustizia. La
ragione cerca, e mostra, se le riesce, i mezzi che servono a conservar la vita
a chi la vuol conservare, a distruggerla a chi la vuol distruggere. La ragione
addita ai pietosi le vie della pietà, ai giusti le vie della giustizia, e le
vie del proprio tornaconto agli uomini senza scrupoli. Ma l’egoismo non è per
sé più ‘razionale’ dell’altruismo, né il regresso più razionale del progresso.
Né la conservazione dell’individuo più razionale di quella della specie. Né
l’utile proprio più razionale che l’utile della collettività. Razionale non e
il fine, ma la relazione del mezzo al fine. Ed è così ragionevole che dia la
vita per un’idea chi pregia più l’idea che la vita, come che taccia la verità
per un ciondolo chi ama più i ciondoli che la verità. Consulente della
Presidenza della Repubblica Italiana per le attività culturali durante il
settennato di Ciampi. Collabora con la Presidenza della Camera dei Deputati
durante la presidenza di Violante. Coordinatore del Comitato Nazionale per la
Valorizzazione della Cultura della Repubblica presso il Ministero
dell'Interno. Presidente dell'Associazione Mazziniana. Ufficiale
dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria;
Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana di iniziativa del
Presidente della Repubblica» Saggi: “Nazionalisti e patrioti” (Roma-Bari,
Laterza); “Etica del servizio e etica del commando” (Napoli, Scientifica); “L’autunno
della repubblica” (Roma, Laterza); “La redenzione dell’Italia: sul principe” (Roma,
Laterza); “Il sorriso di Machiavelli” (Roma, Laterza); “Scegliere il principe:
i consigli di Machiavelli al cittadino elettore” (Roma, Laterza); “L’Intransigente”
(Roma, Laterza); “Le parole del cittadino” (Roma, Laterza); “La libertà dei
servi” (Roma, Laterza); “Lo scrittore di ricami” (Reggio Emilia, Diabasis); “Come
se Dio ci fosse: religione e libertà nella storia d’Italia” (Torino, Einaudi);
“Machiavelli filosofo della libertà” (Roma, Castelvecchi); “L’Italia dei doveri”
(Milano, Rizzoli); “Il dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia” (Roma,
Laterza); “Dialogo intorno alla repubblica” (Roma, Laterza); “Il sorriso di Machiavelli”
(Roma, Laterza); “Per Amor alla Patria: patriottismo e nazionalismo nella
storia” (Roma, Laterza); “Dalla politica alla ragion di stato” (Roma, Donzelli);
“L’etica laica di Juvalta” (Milano, Angeli); “La civiltà statuale’, in
Francesco Di Donato Cultura civica e civiltà statuale, Bologna, Il
Mulino. ‘Libertà e profezia in Machiavelli’, Machiavelli e i confini del
potere” (Milano, Mimesis); “La passione civile e la scienza politica di
Sartori’, Protagonisti sempre. Un secolo di storia visto con gli occhi dei ragazzi,
Reggio Emilia, Imprimatur ‘Prefazione’, in Carlo Mosca, Il prefetto e l’unità
nazionale, Napoli, Editoriale Scientifica. ‘Skinner’, ‘God’ and ‘Macaulay’, Enciclopedia
machiavelliana” Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vita di
Machiavelli” (Roma, Castelvecchi); “La tradizione del Risorgimento” (Roma,
Castelvecchi); “Se è libero bisogna che creda”; “Cinque variazioni sul credere”
(Torino, Abele); “L’attualità del principe”; “Il principe e il suo tempo” (Roma,
Complesso del Vittoriano, Salone centrale, Roma, Istituto della Enciclopedia
Italiana); “La moralità della Resistenza: l’esperienza del partigiano Bosco” (Benevento,
Associazione Terre dei Gambacorta); “Dalla patria allo Stato. Una biografia
intellettuale di Spaventa” (Roma, Laterza); “‘La costituzione repubblicana: un
manuale di educazione civica’, in Lessico civico: teorie e pratiche della
cittadinanza, Reggio Emilia, Diabasis); “Le origini meridiane del
repubblicanesimo’, Ethos repubblicano e pensiero meridiano” (Reggio Emilia,
Diabasis); “La dimensione religiosa del risorgimento -- Cristiani d’Italia.
Chiese, società, stato” (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); “La
libertà politica è un bene fragile’, Lettera internazionale. Rivista trimestrale
europea); “Ragione e passioni nell’educazione civica -- Questioni civiche.
Forme, simboli e confini della cittadinanza” (Reggio Emilia, Diabasis); “La
Costituzione: il pilastro di cristallo” (Napoli, Pitagora); Machiavelli, il
carcere, Il Principe’, in Gli anni di Firenze, Roma-Bari,. in La
Costituzione ieri e oggi. Roma, Atti dei Convegni Lincei Roma, Bardi); “Etica e
diritto: la forza intelligente per sconfiggere la violenza’ in Regione
Piemonte, Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e
per il sostegno alle vittime. ‘Religione e libertà nella Democratie en
Amérique’, Fra libertà e democrazia: l’eredità di Tocqueville e J. S. Mill,
Milano, Franco Angeli. ‘Una nuova utopia della libertà’, Quaderni del
Circolo Rosselli, ‘Machiavelli’s Realism’, Constellations, ‘Religione”; “Tutte
le ragioni del liberalismo’, Dove Ratzinger sbaglia”; “Machiavelli oratore”; “Machiavelli
senza i Medici, scrittura del potere, potere della scrittura. Atti del convegno
di Losanna (Roma, Salerno); ‘Due concetti di religione civile’, in Maurizio
RidolfiRituali civili: storie nazionali e memorie pubbliche nell’Europa
contemporanea, Roma, Gangemi. ‘Patriottismo e rinascita civile’, Aspenia,
in Mazzini, Scritti politici” (Torino, POMBA);
“Che cos’è l’uomo? Raccolta di giovani pensieri, Senigallia, MIUR, Le Marche);
“Repubblicanesimo”; “Dizionario di Politica” (Torino, POMBA); “Libertà
democratica, libertà repubblicana e libertà socialista”; “Repubblicanesimo
democrazia socialismo delle libertà”; “Incroci” per una rinnovata cultura
politica” (Milano, Angeli); “Il lavoro nobilita l’uomo e l’impresa’, Impegno. Mensile
di cultura sociale”; “Della lontananza’, La saggezza del vivere. Tracce di
etica” (Reggio Emilia, Diabasis); “Repubblicanesimo e Costituzione della Repubblica’
Almanacco della Repubblica: storia d’Italia attraverso le tradizioni, le
istituzioni e le simbologie repubblicane, Milano, Bruno Mondadori.
‘Europa contro america?’, Il pensiero mazziniano, ‘Dio nella costituzione’, Il
pensiero mazziniano, Con Norberto Bobbio, ‘Sul rientro dei savoia’, Il pensiero
mazziniano, ‘Scrivere la costituziuone. L’esempio della storia americana’, Il
pensiero mazziniano”; “Il despota e il tiranno si sono fatti furbi’, Il
pensiero mazziniano, ‘Il repubblicanesimo di Machiavelli”; ‘Le ragioni di un
dibattito’, Politica e cultura nelle repubbliche italiane dal Medioevo all’età
moderna: Firenze, Genova, Lucca, Siena, Venezia. Atti del convegno (Siena),
Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea. ‘Giù le
mani da Carlo Cattaneo’, Il pensiero mazziniano, ‘Questioni attorno al
repubblicanesimo”; “Il pensiero mazziniano”;
“Repubblicanesimo, liberalismo e comunitarismo”; Filosofia e questioni pubbliche;
“Machiavelli’, Il pensiero politico. Idee, teorie, dottrine. Età moderna” (Torino,
POMBA); “La repubblica romana’, Il pensiero mazziniano, ‘Repubblicanesimo’, ‘La sinistra non scordi la Patria’, Il
pensiero mazziniano, ‘I guerrieri di
Dio: chi sono i theoconservatori che scendono in lotta contro aborto, eutanasia
e gay’, La Stampa, ‘L’arcipelago
progressista: l’orgogliosa cultura liberal, fra battaglie per le minoranze,
ambientalismo e progetti per riprendere il New Deal’, La Stampa, “Discussione
americana e caso italiano”; “Piccole patrie, grande mondo” (Roma, Donzelli); “Il
significato storico della nascita del concetto di ragion di stato’, Aristotelismo
politico e ragion di Stato. Atti del Convegno a Torino” (Firenze, Olschki); “Patrioti
o Traditori?”; “L’Indice”; “Il ritorno della nazione’, I democratici,
‘L’etica politica ciceroniana e il suo significato moderno’, Nuova Civiltà
delle Macchine, ‘La cattiva retorica dell’autonomia della politica’, Il Mulino,
‘Nazionalismo e patriottismo’, Il Mulino); “Una filosofia civile tra comunitari
e liberali’, Ragioni Critiche, ‘Introduction’, in Quentin Skinner, Le
origini del pensiero politico moderno” (Bologna, Il Mulino); “L’Indice”; “Machiavelli
e Rousseau: i dilemmi della politica republicana”; “Teoria Politica, ‘“Revisionisti”
e “ortodossi” nella storia delle idee politiche”, Rivista di filosofia); “Dovere
morale e pluralismo etico in Juvalta’, Rivista di Storia della Filosofia); “La
“Morale dei Positivisti” e l’etica del socialismo’, L’età del positivismo” (Bologna,
Il Mulino); “Il Marxismo e l’ideologia del socialismo italiano’, Despotismo e
cittadini’, Transizione, Juvalta e la teoria della giustizia, Rivista di
filosofia, ‘Labriola “filosofo del
socialismo”’, Giornale critico della filosofia italiana, ‘Aspetti della
recezione di Engels in Italia. Tra socialismo scientifico e crisi del marxismo”;
“L’Antidühring: affermazione e deformazione del marxismo? Annale V della
Fondazione Issoco” (Milano, Angeli); “Il problema dell’etica razionale in
Juvalta’, “Studi sulla cultura filosofica italiana” (Bologna, CLUEB); “Etica e
marxismo. A proposito di una recente discussione’, Problemi della Transizione”;
“Socialismo e cultura, 'Studi Storici”; “Il dialogo fra Engels e Labriola”; “Critica
marxista”; “Nella crisi del positivismo: la ricerca teorica del divenire sociale”
(Giornale critico della filosofia italiana); “Filosofia e politica nell’Engels di
Mondolfo’, Pensiero antico e pensiero modern” (Bologna, Cappelli); “Wellness.
Storia e cultura del vivere bene” (Milano, Sperling & Kupfer); “Libertà
politica e virtù civile”; “Significati e percorsi del repubblicanesimo classico”
(Torino, Agnelli); “Lezioni per la repubblica: la festa è tornata in città” (Reggio
Emilia, Diabasis); “Ascesa e declino delle repubbliche” (Urbino, Quattro Venti);
“L'Autunno della Repubblica” (Laterza); “Per Amore della patria. Patriottismo e
nazionalismo nella storia” (Laterza); Quirinale: maurizioviroli. blogspot.com. issuu.com/edizioni-in-magazine/docs/forli Enciclopedia
multimediale delle scienze filosofiche della RAI profilo biografico da Ethica Forum profilo
dall'Università della Svizzera italiana Nello Ajello, Quanti servi in giro per
l'Italia, recensione a La libertà dei servi, la Repubblica, La libertà dei
servi, Associazione Labini; “La libertà dei servi; L'intransigente, da
Fahrenheit del Radio Tre. Viroli. Keywords: ragion di stato, repubblica,
repubblicanismo, la repubblica romana, la morte della repubblica romana,
l’assassinio di Giulio Cesare, Catone Uticense, la repubblica romana, del re
Romo alla repubblica romana, il ratto di Lucrezia – republicanism e principato,
la repubblica romana, il gusto per l’antico; quasi-contratto, il sorriso di
Macchiavelli. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi Speranza, “Grice e
Viroli: Contrattualismo e quasi-contrattualismo” – Luigi Speranza: “Il sorriso
di Viroli: Grice e Machiavelli ironista” -- The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria. #viroli https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635626396449319 #griceeviroli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703160970/in/photolist-2mLQdrQ-2mLKEZA-2mLP8Gf-2mLP8FU-2mLP8Fo-2mLQdqn-2mLP8Ft-2mLKEYZ-2mLKEYJ-2mLP8FD-2mLM8nR-2mLQdq7-2mLP8Em-2mLFzzg-2mLM8nL-2mLFzzb-2mLP8Ew-2mLKEXX-2mjy7tc-9j8mNo-LRNoHP-KQPArj-eSWyTf-m4tXnB-8FhbQe-La6pSW-a7WyTW-LhNq3u-2m8rhHv-7pgDo7-nB25oQ-m1aKcY-m1aNRS-m1a1Lp-3f6Qug-7pcaqn-odWMRT-7BKxYV-7BPmmC-7BPmd3-7BPkZG-7BPkwC-7BPkmA-7BKy7a-7BKxRH-7BKxsp-7BKxbz-7BKzTv-7BPmQN-7BKzKD
Grice e Vittielo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). “Come la lingua degl’eroi
divide gl’eroi dagl’uomini, così la lingua volgare divide i filologi dai
filosofi. La lingua volgare, comune a ogni uomo, non riusce a descrivere la
natura e le proprietà delle cose, sorge la scissione tra i filosofi che si
dettero ad investigare sulla natura delle cose, e i filologi che invece
investigano sulle origini delle parole. Così la filosofia e la filologia che sono
nate tutte e due dalla lingua degl’eroi, vennero ad essere divise dalla lingua
volgare o commone. Essential Italian
philosopher. Filosofo. Insegna a Salerno. Studioso di
Vico, dell'idealismo e del pensiero di Nietzsche e Heidegger in rapporto con la
filosofia romana, elabora una teoria ermeneutica, una ‘topo-logia,’ fondata su
una re-interpretazione del concetto di spazio come orizzonte trascendentale
dell'operare umano. Gli sviluppi della topologia riguardano in particolare la
genealogia della communicazione. Affronta più volte la fede da un punto di
vista laico. Fonda “Paradosso.” Collabora a “Filosofia” (Laterza) e a numerose
altre riviste specialistiche del settore filosofico, tra cui “aut aut.” Dirige “Il
pensiero”. Collabora all'Annuario Filosofia e all'Annuario sulla Religione.
Pubblica in Teoria, ed altre ancora. Svolge un'intensa attività pubblicistica
su quotidiani e periodici. Ha tenuto cicli di conferenze e seminari. Saggi:“Filosofia
della pratica e dottrina politica in Croce” (Napoli); “Etica e liberalismo in
Croce” (Napoli); “Il carattere discorsivo del conoscere” (Napoli); “Antoni
interprete di Croce” (Napoli, Storiografia e storia nel pensiero di Croce,
Libreria Scientifica, Napoli, “Sentimento e relazione nell’empirismo” (Napoli);
Storiografia e storia in Croce, Napoli, “Il nulla e la fondazione della storicità”
(Argalia, Urbino); “Dialettica ed ermeneutica” (Guida, Napoli); “Utopia del nichilismo,
Guida, Napoli); “Studi Heideggeriani” (Roma); “Ethos ed eros” (ESI, Napoli);
“Logica e storia in Hegel” (Napoli); “Il problema del cominciamento, Guida,
Napoli; “Hegel e la comprensione della modernità”; “Topologia del moderno,
Marietti, Genova, “La voce riflessa”; “Logica ed etica della contraddizione” Lanfranchi,
Milano, Elogio dello spazio. Ermeneutica
e topologia, Bompiani, Milano, Cristianesimo senza redenzione, Laterza,
Roma-Bari, Non dividere il sì dal no. Tra filosofia e letteratura” (Laterza,
Roma); “Filosofia teoretica: le domande fondamentali: percorsi e
interpretazioni, Milano, “La favola di Cadmo” (Laterza, Roma); “Vico e la topologia”
(Cronopio, Napoli); “La vita e il suo oltre: sulla morte” (Roma); “Il Dio
possibile, esperienze di cristianesimo” (Città Nuova, Roma); “Hegel in Italia”
(Milano); “Dire Dio in segreto” (Roma); Cristianesimo e nichilismo:
Dostoevskij-Heidegger, Morcelliana, Brescia Estetica e ascesi, Modena, E pose
la tenda in mezzo a noi, AlboVersorio, Il Decalogo. Ricordati di Santificare le
feste; I tempi della poesia. Ieri/oggi” (Mimesis, Milano); “Dipingere Dio” (AlboVersorio);
“Vico. Storia, linguaggio, natura, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Ripensare
il cristianesimo-De Europa, Ananke); “Oblio e memoria del sacro, Moretti &
Vitali, Bergamo, “Grammatiche del pensiero: dalla kenosi dell'io alla logica
della seconda persona” (ETS, Celan), Heidegger (Mimesis, I comandamenti. Non dire falsa testimonianza,
Il Mulino, L'ethos della topologia. Un
itinerario di pensiero” (Lettere, Firenze); Paolo e l'Europa. Cristianesimo e
filosofia” (Città Nuova, Roma); “L'immagine infranta,” Linguaggio e mondo in Vico”
(Bompiani, Milano);“Vico: tra storia e natura,” in aut aut); “Complessità e
aporie del moderno, in Filosofia politica; “Dall'ermeneutica alla topologia, in
aut aut; “Goethe interprete della modernità” in aut aut; “Per amicizia: Epochè
e metafora”; in aut aut, Sentire le Radici, la Terra stessa, in aut aut; “Zanzotto,
ovvero: la poesia come genealogia della parola in aut aut; “Redaelli, Il nodo
dei nodi; L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, ETS, Pisa, Luoghi
del pensare” (Mimesis, Milano); Enciclopedia multimediale delle scienze
filosofiche di RAI Educational;"Filosofia". Vittielo. Keywords: la
lingua dell’eroe, la lingua degl’eroi, Lazio, lazini, italiano, volgare,
Lucrezio, confronto vichiano, vicho contro vico, la lingua eroica di Vico. Vico,
semiotica. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e
Vittielo” – “Topologia semiotica di Vico” – “Il Vico di Vittielo” – “Vico e il
segno infranto”, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vittielo https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634892216522737 #griceevittielo https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702954709/in/photolist-2mLKGro-2mLKGqm-2mLPa8B-2mLKGp9-2mLQeUV-2mLFB8r-2mLFB8G-2mLKGp4-2mLM9QF-2mLQeUj-2mLFB8B-2mLM9QL-2mLPa9d-2mLPa7E-2mLM9R2-2mLPa7V-2mLKGoN-2mLQeVS-2mLM9Pt-2mLQeVm-2mLKGqS-2mLPa9P-2mLPa8r-2mLFB7V-2mLKGq6-2mLKGqg-2mKQh7E-2mKSowv-2mKNUs2
Grice e Volpe: logica come scienza storica – filosofia
Italian – Luigi Speranza (Imola). Essential
Italian philosopher. Filosofo. Si laurea in filosofia
con Mondolfo a Bologna, insegnando dapprima presso il liceo Galvani a Bologna e
il liceo Alighieri a Ravenna, e a Messina. Legato inizialmente alla
tradizione di Gentile, si dedica a questioni strettamente teoretiche e
storico-filosofiche, attestandosi infine su posizioni fortemente
anti-idealistiche. Approda così attraverso la ri-valutazione dell'empirismo e
dell’umanesimo, mantenendo un'impostazione fondamentalmente
dialettico-materialistica in costante confronto critico e polemico soprattutto
con la dialettica hegeliana e l'idealismo post-hegeliano, ma anche con le
correnti positivistiche semiotica, e con l'esistenzialismo. Questa svolta,
testimoniata dal Discorso sull'ineguaglianza, lo conduce a un sempre maggiore
interesse per i problemi della filosofia politica e dell'etica, considerati
comunque in stretto rapporto con le questioni semiotiche. Non abbandona
comunque i propri interessi storico-filosofici. Tra i saggi quello che, oltre
ad aver avuto più ampia diffusione, rappresenta il più perspicuo esempio della sua
capacità di di muoversi con piena consapevolezza critica tra i piani teoretico,
storico e politico, è senz'altro il saggio “Rousseau e Marx.” Il concetto di “libertà”
(cf. Grice, “Freedom”) è perfettamente integrabile con la dottrina di Rousseau,
il quale quindi non sarebbe da considerarsi né tra i teorici della rivoluzione
borghese né tra i nostalgici di una società parcellizzata in piccolissime unità
cittadine, ma tra i più attuali preconizzatori della società egualitaria. Un
altro dei punti nodali del pensiero di Volpe è il tentativo di elaborare una
teoria estetica rigorosamente materialista. Sottolinea il ruolo delle
caratteristiche strutturali e del processo sociale di produzione della
‘espressione’ nella formazione del giudizio estetico e in forte polemica con la
dottrina dell'intuizione di Croce -- da lui considerata in continuità con la
tradizione romantica e misticheggiante, elabora il concetto di gusto come
principale fonte del giudizio estetico. Presenta nella filosofia italiana una
posizione contro-corrente. Saggi:“L'idealismo dell'atto e il problema delle
categorie” (Bologna, Zanichelli); “Le origini e la formazione della dialettica
hegeliana”; “Hegel romantico e mistico” (Firenze, Monnier); “Il misticismo
speculativo di Eckhart” (Bologna, Cappelli); “La filosofia dell'esperienza”
(Firenze, Sansoni); “Espressione” (Bologna, Meridiani); “Il principio di
contraddizione e il concetto di sostanza prima in Aristotele: contributo a una
critica dei pensieri logici” (Bologna, Azzoguidi); “Crisi dell'estetica romantica”
(Messina, Anna); “Critica dei principi logici” (Messina, D'Anna); “Discorso
sull'ineguaglianza. Con due saggi sull'etica dell'esistenzialismo” (Roma,
Ciuni); “Emancipazione e tras-mutazione dei valori” (Messina, Ferrara);
“Libertà: saggio di una critica della ragion pura pratica” (Messina, Ferrara); Studi
sulla dialettica mistificata”; “Lo stato moderno rappresentativo” (Bologna,
UPEB); “Umanesimo”; “Studi e documenti sulla dialettica materialistica, Bologna,
Zuffi, “Logica come scienza positive”, Messina-Firenze, D'Anna, Eckhart o della
filosofia mistica, Roma, Edizioni di storia e letteratura, Poetica del
Cinquecento. La poetica aristotelica nei commenti essenziali degli ultimi
umanisti italiani con annotazioni e un saggio introduttivo, Bari, Laterza, Il
verosimile filmico e altri scritti di Estetica, Roma, Edizioni Film critica, Roma, La nuova sinistra, Rousseau e Marx e
altri saggi di critica materialistica, Roma, Editori Riuniti, “Critica del
gusto” (Milano, Feltrinelli, Chiave della dialettica storica, Roma, Samonà e
Savelli, Umanesimo ed emancipazione, Milano,
Sugar, Critica dell'ideologia contemporanea. Saggi di teoria dialettica, Roma,
Editori Riuniti, Schizzo di una storia del gusto, Roma, Editori Riuniti, Opere,
Ignazio Ambrogio, Roma, Editori Riuniti, Carlo Violi, La Libra, Messina); Dizionario
biografico degli italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Volpe. Keywords: critica del gusto per l’antico, il
gusto per gl’antichi degl’antichi, chiave della dialettica storica, la logica
come storia. Refs.: H. P. Grice, The H.
P. Grice Papers, Bancroft; Luigi Speranza, “Grice e Volpe: l’espressione” – The
Swimming-Pool Library, Liguria. #volpe https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4630968216915137 #griceevolpe https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701483802/in/photolist-2mLFBT9-2mLMavd-2mLFBRL-2mLFBT4-2mLKH9W-2mLKH9A-2mLMaxs-2mLQfFV-2mLMaxx-2mLKH9F-2mLPaVy-2mLKH9f-2mLKH8J-2mLFBSH-2mLR8fW-2mKTk4n-2mKQba4-2mKP3yh-RcWNwE-2ceLjKb-2dkLH9H-Rfq5Uo-2dpr57R-2ceMC3W-Rfq5Qf-2bX5TFt-2cisBSE-2bX6L2P-2chQVNm-2dgf1BA-RgAsYs-2dgf1Bq-2dkLH9x-2c1bzrc-2bX6L42-RgAsXW-2djXGNh-PC87FB-2mKSfUg-2mKQaRt-2mKJFw1-2doQtst-2c1bzqF-PzCr2z-2chg4Z9-2dgekHJ-2bX5TH2-2chg4ZE-RcWNwj-2ceLjK1
Grice e Volpi – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Vicenza). Essential Italian
philosopher. Filosofo. “Wild clarity” in Heidegger! Professore
a Padova. Borsista della Fondazione Alexander von Humboldt di Bonn, membro
dell'Institut International de Philosophie di Parigi, dell'Istituto veneto di
scienze, lettere ed arti e dell'Accademia Olimpica di Vicenza, fu insignito dei
premi "Montecchio" e "Nietzsche.” Tra le sue numerose
pubblicazioni: “Heidegger e Brentano”; “La rinascita della filosofia pratica in
Germania”; “Heidegger e Aristotele”; “Il nichilismo”; “Guida a Heidegger”; “I
prossimi Titani. Conversazioni con Jünger (con Antonio Gnoli), Dizionario delle
opere filosofiche, “Il Dio degli acidi” Conversazioni con Albert Hofmann (con
A. Gnoli), “L'ultimo sciamano” Conversazioni heideggeriane (con A. Gnoli),
Storia della filosofia dall'antichità a oggi con Enrico Berti. Per
Adelphi curò opere di Schopenhauer, Heidegger e Carl Schmitt. Collaborò al
quotidiano "La Repubblica". Mentre
e in sella alla sua bicicletta a San Germano dei Berici, e investito da un'auto
e cadde in coma irreversibile. Muore il giorno successivo. Commemorato dal
preside Paolo Bettiolo assieme a tutto il corpo docente di Padova. Istituto
veneto di scienze, lettere ed arti
Lorenzo Parolin, Commozione al Bo per l'addio a Volpi Il Giornale di Vicenza.
“Heidegger e Brentano”; “L'aristotelismo e il problema dell'univocità
dell'essere in Heidegger” (Milani, Padova); “La rinascita della filosofia
pratica” Francisci, Albano/Padova, in Filosofia pratica e scienza politica, Francisci,
Abano/Padova); “Heidegger e Aristotele” (Daphne, Padova); “Il concetto di
decadenza divina; "Filosofia politica", Il nichilismo” (Laterza, Roma);
Guida a Heidegger” (Laterza, Roma); “Hegel e i suoi critici” (Laterza, Roma);“Interprete
del pensiero contemporaneo, Atti dell'incontro internazionale di studio,
Padova, Vicenza, Accademia Olimpica, Atti dell'Incontro internazionale, Lavarone,
Comune di Lavarone;“Il pudore” (Brescia, Morcelliana). Opere su Istituto veneto
di scienze, lettere ed arti. Essere, tempo, esistenza, Associazione Asia, sul
valore e la funzione della filosofia, e sul significato e lo statuto di Essere
e tempo di Heidegger. Volpi. Keywords: dizionario dell’opere filosofico:
Lucrezio, Cicerone, Vico, Croce, Gentile… -- multiplicity of being in Aristotele, univocita dell’essere;
equivocita dell’essere. H. P. Grice, The Grice Papers, Bancroft, MS. Luigi
Speranza, “Grice e Volpi: l’univocita dell’esere” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria. #volpi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4616557315022894 #griceevolpi https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702568823/in/photolist-2mLMbqp-2mLKJ4G-2mLQgDG-2mLFCKu-2mLMbpn-2mLMbqK-2mLFCJc-2mLPbQe-2mLPbPY-2mLKJ5d-2mLQgED-2mLGn6X-2mLGnHy-2mLR1o4-2mLPVec-2mLPVeH-2mLR1Xf-2mLR1Z4-2mLMUwi-2mLMUxq-2mLMUwd-2mLPVdA-2mLPVQh-2mLPVeh-2mLMVaT-2mLMV9R-2mLGnG6-2mLMVas-2mLGnHi-2mLLsUg-2mLPVR4-2mLGnHd-2mLGnJA-2mLLshQ-2mLGn7D-2mLLsUM-2mLLsUb-2mLLsUm-2mLR1nn-2mLMUw3-2mLLshp-2mLR1Yn-2mLPVR9-2mLGn6S-2mLPVQn-2mLGnJF-2mLLshK-2mLR1Yh-2mLGn7y-2mLR1Ys
Grice e Volpicelli – corpi e corpi -- filosofia fascista -- filosofia italiana – Luigi
Speranza – la filosofia italiana nel veintenno fascista -- (Roma). Grice:
“While Volpicelli does use ‘spirito,’ he means ‘breath of air,’ since he is
ultimately a naturalist, like I am.” Essential Italian philosopher. Grice: “I
read with intereset his early “Nature and spirit.” At that time at Oxford,
there was not much of an Oxford spirit, so it spirited me.” Filosofo. Prese parte come sotto-tenente alla grande guerra.
Si laurea in filosofia sotto Gentile. Insegna a Urbino, Pisa, e Roma. Teorico
del corporativismo integrale. Direttore di "Nuovi studi" e "Archivio
di studi corporative.” Saggi:“Natura e spirito”; “L'educazione politica
dell'Italia”; “I presupposti scientifici dell'ordinamento corporativo”; “Corporativismo
e scienza giuridica”; “La certezza del diritto e la crisi odierna”; “Dizionario
di Filosofia G.Franchi, “Per una teoria
dell'auto-governo” (ESI, Napoli); “Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Diritto, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, su Treccani Enciclopedie
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Volpicelli. Keywords: natura, spirito,
corpi e corpi, corporazione. H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza,
“Grice e Volpicelli: il naturalismo,” Luigi Speranza: Grice e Volpicelli:
natura e naturalismo” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #volpicelli
https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634705286541430 #griceevolpicelli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701631262/in/photolist-2mLGn6X-2mLGnHy-2mLR1o4-2mLPVec-2mLPVeH-2mLMUxq-2mLMUwi-2mLR1Z4-2mLPVQh-2mLR1Xf-2mLMUwd-2mLPVeh-2mLPVdA-2mLPVR4-2mLGnHi-2mLLshQ-2mLMVaT-2mLR1Ys-2mLPVdv-2mLMVas-2mLLsUb-2mLLsUm-2mLLsiw-2mLGnG6-2mLLshV-2mLPVes-2mLGnHd-2mLPVR9-2mLR1Yh-2mLLsUM-2mLR1nn-2mLGn7y-2mLGnJF-2mLGn6S-2mLPVQn-2mLMUwP-2mLLshK-2mLMUw3-2mLLshp-2mLR1Yn-2mKSnRx
Grice e
Voltaggio – p v ~p – fondamenti della logica – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Palermo). Essential Italian
philosopher. Grice: “I enjoyed “What Leibniz actually saidand not just
implicated.” “He also clarified Husserl to me.” Filosofo. Si laurea
a Roma sotto Antoni. Insegna a Roma, Mogadiscio e Macerata. Già cappo-ridattore
di “Sapere,” collabora con Il manifesto, Lettera Internazionale (di cui è socio
fondatore), Apeiron, Janus e Medical. Consulente scientifico della Fondazione
Sigma Tau di Roma e dell'Istituto Psiconanalitico per le Ricerche Sociali,
membro del seminario di Filosofia di Senigallia. Saggi: “Fondamenti di logica”
(Milano, Comunità), “La funzione critica” (Roma); “Che cosa ha veramente detto
Leibniz” (Roma, Ubaldini); “Scienza” (Milano, Comunità), “I filosofi e la
storia” (Milano, Principato); “L'arte della guarigione nelle culture umane” Torino,
Bollati Boringhieri); “Il medico nel bosco, Roma, Di Renzo); “La medicina come
scienza filosofica” (Lezioni Italiane), Roma, Laterza; Italia Mediterranea. “I
flussi migratori nelle principali città rivierasche” (Roma, Edup); “Antigone
tradita. Una contraddizione della modernità: libertà e Stato nazionale (Roma, Internazionali
Riuniti); “I paradossi dell'infinito” (Milano, Feltrinelli); “Epistemologia e
politica della ricerca” (Roma, Armando; “L'evoluzione di un evoluzionista” Roma,
Armando; “La conoscenza inespressa” (Roma), Armando; “L'ora della
socio-biologia” (Roma, Armando); “L'arte della ricerca scientifica” (Roma,
Armando; “Il potere: processi e strutture: un'analisi dall'interno” (Roma, Armando);“Progresso
e razionalita della scienza” G. Radnitzky, Gunnar Andersson; traduzione e premessa (Armando, Roma; D. Verene:
“Vico: La Scienza della fantasia” Armando, Roma; “L'intelligenza scientifica:
un'indagine sull'immaginazione creatrice dello scienziato” (Roma, Armando); “Filosofi
per la pace” Roma, Editori Riuniti; Galeno: Trattato sulla bile nera, FV,Torino,
Aragno. Voltaggio. Keywords: Vico, “la scienza della fantasia” fundamenti della
logica – fundamenti della logica di voltaggio – veramente detto Vico – veramente
impiegato Vico --. Refs.: Luigi Speranza, “Voltaggio: what Leibniz implicatedas
explicated by Grice.” H. P. Grice, “Voltaggio,” BANC MSS 90/135 c. Luigi
Speranza, “Grice e Voltaggio,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria
#voltaggio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634606856551273 #griceevoltaggio
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701632912/in/photolist-2mLQZRC-2mLGod1-2mLMVBV-2mLPWir-2mLLtoN-2mLPWig-2mLR2s3-2mLPWim-2mKJMD1
Grice e Winspeare: elogio d’Antonino – “Della filosofia
romana” (Portici). Filosofo. Essential
Italian philosopher. “My Italian friends do not consider me Italian, though!”
Winspeare’s ancestors are from Yorkshire in a bad time. Henry VIII. “So the
king’s option was clear: either your head off or move to Capri. I chose the
second.” Opere: “Delle confessioni spontanee de' rei” (Stamp. Simoniana,
Napoli); “Storia degli abusi feudali” (Tip. Trani, Napoli); “Voti de'
Napolitano (Napoli); “La voce di Napodano, ossia Quarta illustrazione del patto
di Capuana e Nido” (Tip. Trani, Napoli); “I libri delle ‘Leggi’ di Cicerone
volgarizzati” (Trani, Napoli); “Delle chiese ricettizie del Regno” (Trani,
Napoli); “Filosofia” (Trani, Napoli); “Dissertazioni legali” (Agrelli, Napoli);
“La colonia perpetua ed i diritti feudali aboliti” (Pesole, Napoli). Della filosofia romana. La filosofia romana può dirsi, che
cominci da Cicerone, cui è dovuta la lode di aver dato la cittadinanza latina
alle greche discipline, e di avere eccitato in questi studî l' emulazione de'
suoi cittadini. Suo è il vanto di avere richiamato la scienza a' principî di
Socrate e di Platone di averla applicata alla vita si domestica che publica, e
di averle dato un linguaggio che prima non aveva; pe’quali meriti raccolse in
se la gloria de’greci mae stri. Sapiente come Socrate, eloquente come Platone,
erudito come Aristo tele, e austero come Zenone, Cicerone compendið in se le
più chiare menti della Grecia, sì che risplende nel mondo intelligente, non
solamente come il luminare della filosofia latina, ma come il più ornato, il
più elegante, e il più retto ingegno, che abbia onorato la spezie umana. Che se
mancogli il merito dell'invenzione, ne ebbe bene un altro, che quello eguaglia
ed avan za, cioè l'essere stato tra gli antichi il più utile alla filosofia
pratica, avendo rimosso dalla speculativa la investigazione delle cause
naturali, e dimostralo l'unità del principio, a cui si annodano la teologia
naturale, la psicologia, e la morale. Infatti avendo, come Socrate, stabilito
per iscopo d'ogni filo sofia la conoscenza di se medesimo, da questo fece
nascere la conoscenza di Dio, la celeste origine delle anime umane l'ordine
morale degli Esseri creati, il fine de' beni e de' mali, la cognizione del
sommo bene, il prin cipio delle obligazioni naturali, e la nozione di quella
eterna legge che tutto modera e governa (a ). Avendo così dato alla filosofia
un fine vero, e utile alla umana vita, poco entrar volle ne'concetti
metafisici, e forse disprezzogli al par di Socra te; il che ha fatto a molti
dire, che Cicerone nell' esporre le dottrine delle greche scuole non sempre
avesse penetrato addentro nel senso loro, e fosse quasi rimaso straniero a
quella esoterica sapienza, che taluni tanto più pre dicano e ammirano, quanto
più di tenebroso trovano nelle sue concezioni. E qui domanderemmo, se non è
arroganza de'moderni il tassare di poca penetrazione la più luminosa mente
dell'antichità, la quale abbracciò le parti tutte dell' umano sapere, svolse le
più gravi quistioni della filosofia intellet tuale, e spogliandole de’sofismi
della dialettica le rendette facili e popolari? E vorremmo ancora sapere, se
possa imputarsi a difetto di scienza l' avere ommesso quelle controversie, che
non solamente non contribuiscono alla per fezione della cognizione, ma la fanno
in falsa parte piegare? Sarà facile il rispondere a chiunque farassi a
considerare le parti singole della filosofia da lui trattate, prendendole dal
quadro ch'egli stesso ne fece nella introduzione d ' uno de' suoi libri
filosofici. Ne' libri accademici volle egli dimostrare la prima e più
importante ve rità dell'umana cognizione, la certezza delle sorgenti delle
idee. In ciò fare, Origine e realità della umana seguì per rispetto a' sensi la
dottrina di Zenone, che a quelli dato aveva cognizione. più che non aveva
concesso Aristotele, o sia defini e determinò il compren sibile de'sensi ne'termini
stessi di quella scuola (c); dal che dedusse, esser la verità de' sensi una
condizione necessaria della natura, comprovata dalla differenza che la natura
stessa ha stabilito tra 'l piacere e il dolore. Ma a canto al principio della
sensazione, collocò la virtù intuitiva dell' anima come affalto distinta da
quello, o sieno le prime nozioni impresse dalla na tura, senza le quali la
mente non avrebbe potuto nè intendere nè ragionare. Tuscul., De legib., Academ.,
Visum, impressum, effictumque ex eo unde esset; quale esse non possel ex eo,
unde non esset. Lucullus. Circa la dottrina delle idee, espone storicamente il
concetto di idea di Platone, senza impugnarlo o sostenerlo; narra lo strazio
che fatto ne ha Aristotele, insieme co'suoi peripatetici; lascia da banda la questione
del come le nozioni nascose e adombrate nell'anima si sviluppassero, ma
riconobbe come indispensabile la necessità d' un secondo principio tutto
intellettuale, senza del quale sarebbe stato impossibile spiegare le operazioni
della mente, l'astrarre, il generalizzare, l'inventare, e sopratutto il prodi
gioso fenomeno della memoria (a). Conforme a' principi della umana cognizione
fu il resto del suo sistema Conoscenza intellettuale, che espone nelle
tusculane e ne' saggi intorno a ' fini de' beni e di se medesimo. de mali. Per
la contemplazione di se medesimo, introdusce l'anima alla cognizione della
immortalità ed immaterialità della sua sostanza, della origine divina da cui
emana, dello scopo della vita, e del sommo bene cui debbe aspirare. E in prima,
la più importante qualità dell'anima, siccome Cicerone avverti, è l'intuizione
di se medesimo, la qual dote è appunto una conseguenza di quel principio
d'intellezione che la natura ha in lei impresso, che non si acquista co' sensi,
e che nella più matura età quando i sensi declinano, diviene più retto e
perspicace. Dalla virtù, che l'animo ha di vedere se medesimo e le qualità sue,
e dalla forza che ha in se di volere e di muovere, sente l'uomo essere cotesta
virtù un principio proprio, non prodotto da altra esterna forza, e scopre
essere quel principio stesso il quale muove la materia, affatto simile
all'azione, che dà moto e vita all'universo; d'onde conclude non essere
materiale o corporea, nè terrena o mortale, ma celeste ed eterna. Nè solamente
dal principio della volontà e del moto ricava l'im mortalità e l'immaterialità
della sostanza sua, ma si bene dalle altre doti intellettuali, di cui scorgesi
arricchita: dalla facoltà di pensare, di ritenere e di richiamare le idee e le
nozioni passate, di antivedere le future, e di abbracciare col pensiero la
Divinità, le opere sue, e l'infinito stesso, che n'è il principale attributo.
In somma sviluppando il precetto di Socrate, conosci te stesso, o sia investiga
quale sia l animo tuo, Cicerone fa da quello derivare i tre primi dogmi della
naturale sapienza dell' uomo, l' esi stenza di Dio, l'immaterialità, e l'
immortalità dell' anima umana. E allorchè dalla interna investigazione
dell'animo passa alla contemplazione de gli obbietti esterni, e delle altre
opere della natura, quanto più luminoso non diviene il concetto della Divinità,
della dignità dell'uomo, della sua futura sorte, e del vero scopo della vita?
Delle quali magnificenze sarebbe l'uomo muto e indifferente spettatore al pari
dei bruti, se non avesse sviluppato entro di se le nozioni del proprio essere,
e delle relazioni sue colle altre creature, e coll'Autore stesso dell'universo
Academ. Animo ipso animum videre. A stabilire poi la vera nozione della
Divinità, ne' libri de natura deo rum volle Cicerone esporre le principali
opinioni delle greche scuole, l'accademica, la stoica, e l'epicurea; e sbandita
questa (la quale dava alla Di vinità per suo unico fondamento la pratica
credenza degli uomini e rendevala affatto inutile alla vita), dimostrò come gli
accademici discordassero dagli stoici nelle parole più che nella sostanza.
Ciascuna di quelle due scuole non pertanto aveva una parte vera: il concetto
della Divinità, ricavato dall'opera dell'universo, era degli accademici, i
quali ereditato l'avevano da’socratici: l'altro della provvidenza, che tutto
regge é dispone per la utilità dell'uomo, era degli stoici. Ma costoro d'altra
parte ammetlevano dogmi, e commettevano insieme principî tra loro
incompatibili, come la natura animata cogli attributi della Divinità, il fato
colla provvidenza e colla libertà delle umane azioni. La stessa loro virtù, o
il sommo bene non polevasi accomodare al viver pra tico degli uomini, dapoichè
era collocata in un estremo tale, che per esso toglievasi ogni merito o biasimo
a'fatti, buoni o tristi che fossero, se pur non toccassero l'apice della
perfezione: per esso l'uom sapiente diveniva un Essere ideale, che non potevasi
scontrare sulla terra: i doni della natura la sanità, il vigore, la bellezza,
le sostanze erano agguagliate a' difetti e alle privazioni contrarie: il
piacere scambiayasi col dolore: le relazioni tra gli uomini, gli ufizi della
vita, la prudenza, l'ordine, le virtù civili, la cura de'publici negozî, e la
domestica economia, divenivan tutte qualità di convenzione, estranee alla
sapienza e alla vera virtù A rim. uovere l'ostentazione di questa scabrosa
virtù, dopo avere esposto le opinioni delle greche scuole, Cicerone dimostrò
quanto di vano fosse nelle parole e ne' nuovi vo caboli introdotti dagli
stoici, e come il giusto mezzo si trovasse nelle emen dazioni di Panezio, il
quale aveva conciliato Zenone, cogli accademici e co' peripatetici. Tale fu lo
scopo de' suoi libri intorno a' fini de' beni e de' mali, insieme co'quali va
letto l'altro del fato, che scrisse per accor dare insieme la dottrina
dell'ordine della natura colla provvidenza, e colla libertà delle umane azioni;
libro, per altro, di cui ci rimane soltanto un mal concio avanzo. Non oseremmo
fare la stessa apologia de' libri intorno alla divinazione, nè sapremmo dire,
se avesse egli inteso sostenere la verità delle scienze divinatorie per l'autorità
degli stoici, o per la necessità di ri spettare una dottrina popolare, a cui
non avrebbe potuto impunemente con traddire. Forse la maggior lode di quella
opera potrebbe ricavarsi dal filo sofico concetto che in essa sovente traluce,
cioè che v' ha una provvidenza conservatrice, della cui assistenza la mente
umana senle il bisogno, per modo che gli stessi prestigî e le superstizioni
delle arti divinatorie sono la pratica espressione di tal bisogno. Quae est
causa istarum angustiarum gloriosa ostentatio in constituendo sum mo bono. De
Finibus. Le opere sin qua esposte abbracciano tutta la filosofia speculativa di
Cicerone. Non sono meno luminose quelle della filosofia pratica: i libri degli
ufizi contengono l'applicazione della dottrina stoica, secondo le emendazioni
di Panezio, a' portamenti della vita; siccome i libri della republica e delle
leggi derivarono dagli stessi principi le regole per la vita publica, e per lo
civile reggimento de' popoli. Per lui in somma, la filosofia nacque in Roma
matura, senza passare per l'età dell'infanzia, siccome aveva falto in Grecia.
Negli studi della umana sapienza la ragione romana ebbe per guida la spe rienza,
o sia la storia delle opinioni e degli errori del più perspicace e il luminato
popolo del mondo, il quale aveva figurato come l'antesignano e il luminare di
tutti gli altri nella carriera delle lettere e delle scienze. Cicerone e eclettico,
perchè altra parte non resta a chi sopraggiugne nella maturità del sapere,
fuorchè il giudicare e lo scegliere. Ma l'avere esercitato il giudizio e la
scelta in tutte le parti della filosofia; lavere signoreggiato i pensieri de'
greci con un criterio sempre libero e retto; e l'aver dato ai pensieri della
scienza l’espressione, o sia il linguaggio di cui i romani mancavano, gli
meritarono presso i suoi un primato, che altro sapiente mai non ebbe presso la
propria nazione. In conferma di che giova osservare, che in tutta la durata del
romano impero, e in mezzo a tanti sommi uomini i quali ar ricchirono ogni parte
del sapere cogli scritti loro; non apparve più alcuno che fosse stato a lui
comparato, si che egli è solo modello della sana filo, sofia tra'latini, come
Socrate tra'greci. Della filosofia pratica sopratutto fu benemerito, dapoichè
per lui la dot trina degli stoici passò dalla scuola nel foro, e nel grande
tealro del mon do. Da questa la giurisprudenza attinse le cardinali nozioni
della giustizia, e delle obligazioni, proprie a stringere e consolidare i
legami delle civili as sociazioni. E sebbene nelle mani de'giureconsulti la
dottrina stoica acquistato avesse una tinta di disputabile, aliena dalla sua
naturale rigidezza, e avesse da Seneca ricevulo un certo orpello declamatorio;
pur tuttavolta fu da Ar riano nel manuale di Epitteto richiamata a' severi
principî di Zenone e di Cleanto. Certamente in Roma ottenne successi maggiori
che in Grecia, per chè ivi divenne madre della sapienza civile, ed ebbe il
vanto di aver dato al mondo due perfetti modelli di re, nelle persone di Marco
Aurelio e di Antonino. Restiamo dall' internarci negli ultimi periodi della
filosofia del basso impero, si greco che latino; tra perchè le vecchie nazioni
che il compone vano, nella condizione stessa della loro vita civile trovavano
invincibili osta coli a' progressi della ragione; e perchè gli ultimi aneliti
della filosofia an darono in quel tempo a scontrarsi col grande avvenimento,
che rinnovar doveva la religione, la coltura e i costumi di tutti i popoli.
Basterà dire, che il ritratto delle opinioni e de'costumi della ultiina età
dell'impero ro mano sta in quel che abbiamo già detto deļla scuola alessandrina:
lo scetticismo e l'indifferenza per ogni verità formavano la doltrina de'
sapienti: la corruzione scioglieva ogni giorno i vincoli sociali: la
superstizione e l'igno ranza avevano ottenebrato la superficie della terra.
Keywords: elogio d’Antonino. Grice: “Hailing remotely from the Catholic
North Riding of Yorkshire and settling in the most beautiful coastline in the
world, Winspeare knew all you need to know about Cudworth, and what he calls
‘percezione.’ I would call him an Oxonian.” Grice: “My favourite Winspeare is
his ‘dictionary’: obviously he found Italian furrin enough to want to organize
things in a sort of thesaurum. Speranza, on the other hand, likes Winspeare’s
idea of ‘volgarizzazione’ of Cicero’s ‘De Legibus.’ – one of the most boring
tracts in legalese, but then at Naples at the time, you HAD to be a lawyer!” --
Refs.: H. P. Grice, “Winspeare, Speranza, Napoli, and me!”The Grice Papers,
BANC MSS 90/135c, The Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e Winspeare,” The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria #winspeare https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572857239392902 #griceewinspeare https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702440656/in/photolist-2mMPWdd-2mLPZbv-2mLR5nr-2mLR5nB-2mLMYBx-2mLR5mK-2mLPZaZ-2mLMYBc-2mLGr84-2mLPZcC-2mLGr8Q-2mLLwjC-2mLMYBn-2mLGr7C-2mLLwk9-2mKSd2s-2mKTgQZ-2mKSdA3-2mKTa4N-2mKNJaP-2mKQ9uA-2mKvUAt
Grice e Zabarella – filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Grice: “Most philosophers are
stealing the voice of Zabarella; Poppi isn’t!” -- Jacopo
Zabarella, spesso indicato come Giacomo Zabarella è stato un filosofo
italiano. Primogenito di un'antica e nobile famiglia, ereditò dal padre
Giulio il titolo di conte palatino; è considerato il massimo esponente dell'aristotelismo
padovano. Studia a Padova, dove fu allievo di Robortello, Tomitano e
Passeri, laureandosi in filosofia. Ottenne, succedendo a Tomitano, la
cattedra di semiotica nello Studio padovano. Ottenne la seconda cattedra straordinaria
-(ma, propriamente, parificata in quell'anno e nei successivi otto con la prima
cattedra) e ottenne la prima cattedra straordinaria. Ottenne la seconda
cattedra ordinaria. Declina l'invito del re Stefano Báthory di insegnare in
Polonia, ma gli dedica il suo scritto più importante, l'Opera logica, stampata
a Venezia. Furono pubblicate a Padova le sue “Tabulae logicae” e a Venezia, il
suo commento agl’Analitici II di Aristotele. In risposta alle critiche
mosse alla sua semiotica dai suoi colleghi, Piccolomini, Balduino e Petrella,
pubblicò a Padova la “De doctrinae ordine apologia.” Apparvero rispettivamente
le sue opere, la “De naturalis scientiae constitutione” e i “De rebus
naturalibus; postumi comparvero i suoi commenti incompiuti alla Fisica e al De
anima di Aristotele.” I libri della sua biblioteca sono conservati presso a Padova. Opere:
“Opera Logica” (Venezia); “De methodis libri quatuor”; “Liber de regressu”
(Venezia, ristampa anastatica, Bologna); “Tabula logicae” (Venezia); In duos
Aristotelis libros Posteriores Analyticos commentarii, Venezia; “De doctrinae
ordine apologia” (Venezia); “De naturalis scientiae constitutione” (Venezia); “De
rebus naturalibus libri XXX, Venezia; “In libros Aristotelis Physicorum
commentarii, Venezia, Opera Physica, Francoforte, ristampa anastatica Verona;; De
generatione et corruptione et Meteorologica commentarii, Francoforte; In tres
libros Aristotelis De anima commentarii, Venezia,. “De mente agente”; “De rebus
naturalibus liber XXIX”; “De sensu agente”, “De rebus naturalibus liber XXIV,
«Rivista di Storia della Filosofia», “De inventione aeterni motoris e De rebus
naturalibus liber IV, Bruniana & Campanelliana. Bibliografia E. Berti, “Metafisica
e dialettica nel Commento di Giacomo Zabarella agli Analitici posteriori” in
«Giornale di metafisica»’ F. Bottin, “La teoria del regresso in Zabarella, in
C. Giacon, Saggi e ricerche, Padova, F. Bottin, “La logica in Zabarella, in
«Giornale Critico della filosofia Italiana», E. Cuttini, Natura, morale e
seconda natura nell'aristotelismo di Zabarella, Padova, M. Dal Pra, Un'oratio
programmatica di Zabarella, in «Rivista critica di storia della filosofia», G.
Papuli, Dal Balduino allo Zabarella e Galilei: scienza e dimostrazioni, in
«Bollettino di storia e filosofia», A. Poppi, La scienza in Zabarella, Padova, A. Poppi,
Introduzione all‘aristotelismo padovano, A. Poppi, Ricerche sulla teologia e la
scienza nella scuola padovana del Cinque e Seicento, Rubbettino, Soveria
Mannelli,Rossi, Aristotelici e moderni: le ipotesi e la natura, in “Aristotelismo
veneto e scienza moderna” – Padova. G. Tonelli, “Zabarella ispiratore di
Baumgarten, o l'origine della connessione tra estetica e logica,” in Da Leibniz
a Kant, Napoli, Treccani – Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Delio Cantimori, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Grice:
“Zabarella is what I would call a proto-Griceian.” In fact, at Villa Speranza, Grice
is often as the English Zabarella, after Zabarella produces extensive
commentaries on Grice’s favourite tract by Aristotle, “De Anima,” and “Physica”
and also discusses some Aristotelian interpreters. However, Zabarella’s most
original contribution is his work in semiotics: “Opera logica.” He regards
semiotics as conceptual analysis. One tool Zabarella calls ‘ordine’ (cfr. Grice, ‘be orderly’). Another tool Zabarella
calls “metodo,” by far predating Cartesio. “Ordine” relates to how to organize
the content of a dictum to apprehend it more easily. ‘Metodo’ relates to how to
draw an illatum (or impliatum). Zabarella reduces the variety of ‘ordine’ and
‘metodo’ classified by other interpreters to ‘ordine compositivo’, ‘ordine
resolutivo’, ‘metodo compositivo’ and ‘metodo ‘resolutivo’. The ‘ordine
compositivo’ from a principle to this or that corollary applies to this or that
‘creditum.’ The ‘ordine resolutivo,’ from a desired end to the means
appropriate to its achievement applies to this or that ‘volitum,’ such as
‘pragmatics’ understood as a manual of rules of etiquette. This much is already
in Aristotle. However, Zabarella offers an original analysis of ‘metodo’ The ‘metodo
compositivo’ infers a particular consequence or corollary from a general principle.
The ‘metodo resolutivo’ INFERS an originating principle from a particular
consequence, corollary, or instantiantion, as in inductive reasoning or in
reasoning from effect to cause. Zabarella’s terminology influences Galileo’s
mechanics, and has been applied to Grice’s inference of the principle of
conversational co-operation out from the only evidence which Grice has, which
is this or that ‘dyadic’ exchange, as he calls it. In Grice’s case, his corpus
is intentionally limited to conversations between two Oxonian philosophers: A:
What’s that? B: A pillar box? A: What colour is it? B: Seems red to me. From
such an exchange, Grice infers the principle of conversational co-operation. It
clashes when a cancellation (or as Grice prefers, an annulation) is on sight:
“I surely don’t mean to imply that it MIGHT actually be red.” “Then why be so
guarded? I thought you were cooperating.”H. P. Grice. Grice liked to recite
Zabarella’s works by heart. Saggi: “Logica”
(Venezia); “De methodis”; “De regressu” (Venezia); “Tabula logicae” (Venezia),
“In duos Aristotelis libros Posteriores Analyticos commentarii” (Venezia); “De
doctrinae ordine apologia” (Venezia); “De naturalis scientiae constitutione”
(Venezia); “De rebus naturalibus” (Venezia); “In libros Aristotelis Physicorum
commentarii” (Venezia), “Physica” (Francoforte); “De generatione et corruptione
et Meteorologica commentarii” (Francoforte); “In tres libros Aristotelis De
anima commentarii” (Venezia). Keywords: metodo compositivo, metodo resolutivo,
ordine compositivo, ordine resolutivo. Refs.: Luigi Speranza, Notes on I
Tatti’s edition of Zabarella, “On methods,” -- H. P. Grice, “Zabarella,”
Speranza, “Grice and Zabarella.” “Grice e Zabarella: la risoluzione buletica,” Villa
Grice, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zabarella https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4464023146942979 #griceezabarella https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688822993/in/photolist-2mLQ1Vx-2mKHbw4-2mKT9pB-2mKT9PQ-2mKPYC1-2mKS5Wk-2mKJjKr-2mKPYsB-2mKyJgk
Grice e Zamboni – filosofia italiana – Luigi Speranza (Cento).
Filosofo. “Famous for his dialettica e cosmologia and implicature!” – Grice. Figlio di Matteo Zamboni, un pittore originario di Cremona, di cui si
conservano affreschi negli oratori delle chiese della Pietà e di San Rocco -- e
da Mattea Pilanzi. Prese la strada degli studi umanistici: studente in legge
nell'Università di Ferrara, scelse poi filosofia, allievo di Federico Pendasio,
divenendo insegnante di filosofia naturale nello Studio ferrarese. Tenne rapporti
con la corte estense: di fronte a Leonora d'Este recitò il suo poemetto Le
pompe funebri, e quando si trovò a essere oggetto di non chiarite gelosie e
maldicenze da parte dei suoi colleghi dell'Università, scrive al duca Alfonso
per richiedere un suo intervento. Non risulta che Alfonso II abbia risolto i
conflitti denunciati dal Cremonini, che perciò decise di trasferirsi altrove. Fu
chiamato a Padova per insegnare filosofia naturale in secundo loco, in
sostituzione di Giacomo Zabarella, da poco defunto, mentre Francesco di Niccolò
Piccolomini assumeva la prima cattedra. Inizia il suo corso, leggendo la
prolusione Exordium habitum Patavii. Contro il tentativo dei gesuiti di fondare
a Padova un proprio Studio rivale dell'Università, il Cremonini si espresse con
l'Oratione contro i gesuiti a favore della Università di Padova tenuta di
fronte alla Signoria di Venezia, nella quale sostenne che Padova «per insegnare
le scienze non ha bisogno dell'aiuto de' Padri Giesuiti e paventa i rischi di
dividere gli studenti in fazioni come i guelfi e gibellini. L'autorizzazione
all'apertura dello Studio non fu rilasciata e i gesuiti furono poi espulsi
dalla Repubblica nel 1606, a causa dell'interdetto scagliato da Paolo V, cui
seguì la cosiddetta Guerra dell'Interdetto. Ha una famosa controversia con
Raguseo sulla natura degli elementi, sul valore della storia delle
interpretazioni di Aristotele e sulle questioni didattiche. Difensore
della medicina averroista e sostenitore della mortalità dell'anima, legata
indissolubilmente al corpo umano, fu sospettato di eresia e venne denunciato
all'inquisizione di Padova. Con l'amico e rivale Galilei, Zamboni, ad opera di
Belloni, condivise on accuse diverse, una denuncia al tribunale
dell'Inquisizione padovana che non ebbe alcuna conseguenza per entrambi.
Galileo fu accusato di praticare l'astrologia giudiziaria e Cremonini di
sostenere la mortalità dell'anima e che Aristotele avesse separata la filosofia
dalla teologia. Cremonini dovette affrontare altri due processi dai quali usce indenne
grazie alla protezione della Repubblica di San Marco. Anche se molte fonti
riportano che morì di peste durante l'epidemia che colpì l'Italia risulta che
muore a causa di catarro accompagnato da febbre. Secondo alcuni studiosi
Galileo si ispira a Zamboni nella scelta di Simplicio come rappresentante
dell'aristotelico avversario del copernicanesimo. Zamboni pubblica pochi saggi
della sua dottrina mentre sono a noi giunte numerose trascrizioni delle sue
lezioni che egli preferiva tenere oralmente al posto della forma scritta. Le
trascrizioni delle lezioni tenute nello studio di Padova e privatamente
tuttavia presentano gravi problemi interpretativi che hanno impedito alla
storiografia di poter avanzare una sintesi sicura del suo pensiero. Unica
eccezione a questa difficoltà interpretativa il testo Lecturae exordium, letto in
occasione della sua prima lezione in Padova. Nella prima parte dell'opera egli
si rammarica che il continuo rinascere della natura, come la successione delle
stagioni, dalle sue forme ormai trascorse, non susciti la meraviglia dell'uomo
e lo sgomento per il continuo morire del mondo. Il mondo non è mai: nasce
e muore continuamente, si conclude con l’affermazione del dovere dell’uomo di
conoscere se stesso. L’uomo, scrive Cremonini, si scopre in mezzo alle
tribolazioni dell’incostanza; ebbene, la conoscenza di sé è l’unico strumento
capace di dare all’uomo serenità. La strada per conoscere se stessi e
raggiungere la serenità è data dalla filosofia su cui si basa la morale e la
scienza. L'uomo ha avuto in dono da Dio un intelletto onnipotente che dalla
conoscenza di se stesso e della natura giungerà a congiungersi con la
beatitudine divina. Dibattito relativo alle osservazioni di Galileo Secondo una
diffusa ma falsa narrazione Cremonini fu uno di quei professori aristotelici
che non solo rifiutarono pervicacemente le scoperte galileiane in nome della
filosofia peripatetica ma si rifiutarono, invitati dallo scienziato pisano, di
osservare direttamente nel telescopio l'esistenza delle montagne della Luna,
delle fasi di Venere, dei satelliti di Giove. Questo avvenimento, tramandato
come simbolo della miopia di coloro che si ritengono custodi del vero sapere, è
invece ritenuto falso. Nella lettera Galilei racconta a Keplero il comportamento
dei docenti dello Studio di Padova ma non fa nomi. Che dire dei più celebri
filosofi di questo Studio i quali, colmi dell’ostinazione dell’aspide,
nonostante più di mille volte io abbia offerto loro la mia disponibilità, non
hanno voluto vedere né i pianeti, né la luna, né il cannocchiale? Questo genere
di uomini ritiene infatti che la filosofia ‹naturale› sia un libro come
l’Eneide e l’Odissea e che le verità siano da ricercare non nel mondo o nella
natura, bensì (per usare le loro parole) nel confronto dei testi. Ad un esame
superficiale una lettera a Galilei di Gualdo sembrerebbe confermare che
tra coloro che rifiutarono l'osservazione con il telescopio vi fosse anche
Zamboni. Abbiamo qui l'Ill.mo Sr. Andrea Morosini, il quale non può patire che
Zamboni mentre V.S. è stata qui, non habbia procurato né voluto vedere queste
sue osservationi, havendole io detto ch’ella se gli era offerta di andare sino
alla sua propria casa per fargliele vedere; onde le pare che habbia torto
contrariarle senza haverne fatto qualche esperienza. Nella successiva lettera
di Gualdo a Galilei si riferisce di un colloquio con Cremonini che al
rimprovero di essersi rifiutato dell'esperienza con il telescopio risponde che
lo fece perché: non volendo approvare cose di che io non ho cognitione
alcuna, né l’ho vedute. Questo è quello, dico, ch’ha dispiacciuto al Sr. Galilei,
ch’ella non abbia voluto vederle. Rispose: Credo che altri che lui non l’habbia
veduto; e poi quel mirare per quegli occhiali m’imbalordiscon la testa: basta,
non ne voglio saper altro. Zamboni affermi in questo testo che gli causò
disagio mirare nel telescopio e che dunque non si rifiutò di guardare ma non
accettò di vedere cioè di accogliere l'interpretazione galileiana di quelle
osservazioni.Più in generale, Forlivesi sostiene che la posizione di Cremonini
fu sempre coerente nel ritenere che l'interpretazione dei dati osservativi non
potesse andare disgiunta dall'esistenza di una dottrina filosofico-naturale
complessiva. Forlivesi rileva altresì che lo stesso Galileo, a volte, propose
ipotesi circa la natura dei cieli non meno problematiche di quelle proposte dagl’aristotelici.
D'altra parte, come confermato dallo
storico della scienza Enrico Bellone nella sua monografia su Galilei per i
"Quaderni de 'Le Scienze'", il cannocchiale era uno strumento di
fattura "artigianale" e non scientifica, in quanto non esisteva
ancora una teoria dell'ottica - si dovrà attendere Newton e le immagini erano
alquanto deformate. Saggi: “Le pompe funebri ovvero Aminta e Clori, Ferrara);
“Lecturae exordium habitum Patavii; Ferrara, B. Mammarelli; Explanatio proœmii
librorum Aristotelis De physico auditu, cum introductione ad naturalem
Aristotelis philosophiam, continente tractatum De pædia, descriptionemque
universæ naturalis Aristoteliæ philosophiæ, quibus adjuncta est præfatio in
libros De physico auditu, Patavii, Melchiorem Novellum; Oratio habita Ferrariae
ad Clementem VIII pro S.Q. Centensi, Ferrariae); Disputatio De formis quatuor
corporum simplicium quæ vocantur elementa, Venetiis); Oratio habita in
creatione serenissimi Venetiarum principis Leonardi Donati, Venetiis); Disputatio
de cœlo, in tres partes divisa, de natura cœli, de motu cœli, de motoribus cœli
abstractis. Adjecta est Apologia dictorum Aristotelis, de via lactea, et de
facie in orbe lunæ (Venezia, Balionum); “Oratione al serenissimo prencipe
Giovanni Bembo nella sua essaltatione al Prencipato); “Apologia dictorum
Aristotelis, de quinta cœli substantia adversus Xenarcum, Venetiis, Meiettum); Il
nascimento di Venezia, Venezia); Oratione al serenissimo prencipe Antonio
Priuli nella sua essaltatione al prencipato, Il ritorno di Damone, Venezia); Oratione
in nome della Università di Padova (Chiorindo e Valliero, Venezia); Apologia
dictorum Aristotelis De calido innato adversus Galenum (Venetiis, Deuchiniana);
Apologia dictorum Aristotelis De origine et principatu membrorum adversus
Galenum” (Venetiis, Hieronymum Piutum); Expositio in digressionem Averrhois de
semine contra Galenum pro Aristotele; Tractatus tres. Primus est de sensibus
externis. Secundus de sensibus internis. Tertius de facultate appetitiva,
Venetiis); Dialectica, Venetiis); Le nubi, Venezia, Biblioteca Marciana. Zamboni,
Testamento. Fonte: G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana,
riferimenti in Collegamenti esterni. In
A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo
decimosesto; C. Preti, Giorgio da Ragusa, in Dizionario biografico degli
italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Zamboni in occasione del
trasferimento di Galilei da Padova a Firenze si rammaricava scrivendo. O quanto
harrebbe fatto bene anco il Sr. Galilei, non entrare in queste girandole, e non
lasciar la libertà patavina (Portale Galileo)
Portale Galileo Marco Forlivesi, «Cesare
Cremonini» in Il contributo italiano alla storia del Pensiero – Filosofia,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Per esempio, Pinotti, autore
dell'introduzione al Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (Milano); C.
Cremoninus, Lecturae exordium; M. Forlivesi, Il Contributo italiano alla storia
del Pensiero – Filosofia; Enciclopedia Italiana Treccani G. Galilei, epistola ad Johannem Keplerum,
Paduae); in Le opere, A. Favaro, lettera, Gualdo, lettera a G. Galilei, Padova,,
in G. Galilei, Le opere; Gualdo, lettera a G. Galilei, Padova; in G. Galilei,
Le opere; M. Forlivesi. Galilei, Opere, ediz. naz.; A. Tassoni, Lettere, P. Puliatti,
Bari); Giovanni Vincenzo Imperiale, Musaeum historicum et physicum, Venetiis); F.
Arisi, Cremona literata, Parma-Cremona; Naudaeana et Patiniana, Amstelodami); Giovanni
Mario Crescimbeni, Dell'istoria della volgar poesia, Venezia); Ferrante
Borsetti, Historia alini Ferrariae Gymnasii (Ferrariae); J. Guarino, Ad
Ferrariensis Gymnasii historiam supplementum et animadversiones (Bononiae); F. Borsetti,
Adversus supplementum et animadversiones (Venetiis); Iacopo Facciolati, Fasti
Gymnasii Patavini (Padova); G. Erri, Dell'origine di Cento (Bologna); G. Tiraboschi,
Storia della letteratura italiana (Venezia); F. Fiorentino, Pomponazzi (Firenze);
A. Favaro, Lo Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo
decimosesto, in Atti del Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti; D. Berti,
Di Zamboni e della sua controversia con l'Inquisizione di Padova e di Roma, in
Memorie della Reale Accademia dei Lincei, classe di scienze morali, storiche e
filologiche; L. Mabilleau, Étude historique sur la Philosophie de la
Renaissance en Italie: Zamboni, Paris); Antonio Favaro, Galileo Galilei e lo Studio
di Padova, Firenze); ad Indicem; Antonio Favaro, in Archivio Veneto (rec. di
Mabilleau); L. Sighinolfi, Il posseso di Cento e della pieve e la legazione di
Zamboni a Clemente VIII in Ferrara, in Atti e memorie della Regia Deputazione
di storia patria per le province di Romagna; Atti della nazione germanica
artista nello Studio di Padova; A. Favaro, Venezia); ad Indicem; Atti della
nazione germanica dei legisti nello Studio di Padova, a cura di B. Brugi, I,
Venezia); J. Charbonnel, La Pensée italienne au XVIe siècle et le courant
libertin, Paris); V.Spampanato, Documenti intorno a negozi e processi
dell'Inquisizione, in Giornale critico della filosofia italiana; G. Spini,
Ricerca dei libertini, Roma); L. Firpo, Filosofia italiana e controriforma,
Torino); Pietro Savio, Il nunzio a Venezia dopo l'Interdetto, in Archivio
Veneto; G. Saitta, Il Pensiero italiano nell'Umanesimo e nel Rinascimento,
Firenze); M. Torre, Un processo del XVII secolo: l'inquisizione contro Zamboni,
in Verità e libertà. Atti del XVII Congresso della Società filosofica italiana
(Palermo); Antonio Rotondò, Nuovi documenti per la storia dell'Indice dei libri
prohibiti in Rinascimento; Garin, Storia della filosofia italiana, Torino); A.
Pupi, Una riflessione a proposito delle critiche di Galileo all'aristotelismo,
in Nel quarto centenario della nascita di Galileo Galilei, Milano); Acta
nationis Germanicae artistarum a cura di L. Rossetti, Padova); ad Indicem; M.
Schiavone, in Enciclopedia filosofica, Firenze); M. A. del Torre, Studi su
Cesare Cremonini, Padova); A. Favaro, Galilei a Padova, Padova); A. Franceschini,
Nuovi documenti relativi ai docenti dello Studio di Ferrara nel secolo XVI,
Ferrara); ad Indicem; Pietro Puliatti, Bibliografia di Alessandro Tassoni,
Firenze, ad Indicem; L. Rossetti, Manoscritti cremoniniani della University
Library di Cambridge, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova; C.
Schmitt, Zamboni, un aristotelico al tempo di Galilei (Venezia); G. Corazzol,
Angelo Portenari maestro di grammatica a Feltre ed una lettera di Cesare
Cremonini, in Quaderni per la storia dell'Università di Padova, M. Torre,
Logica ed esperienza nel trattato "De Paedia" di Cesare Cremonini, in
Aristotelismo veneto e scienza moderna, L. Olivieri, Padova); A. Favaro, Lo
Studio di Padova e la Compagnia di Gesù sul finire del secolo decimosesto, in
«Atti del regio Istituto veneto di scienze, lettere e arti», Marco Forlivesi,
Cesare Cremonini, in Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Treccani – Enciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.A. Carlini, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. C. Schmitt, Dizionario biografico degl’italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Cesare Zamboni di Cremona (Cremonini).
Zamboni. Keywords: i galileiani. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice e Cremonini," per Il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia.#zamboni https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420170464661581 #griceezamboni https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703122209/in/photolist-2mLLy7L-2mLR76M-2mLLy6U-2mLN1iZ-2mLR773-2mLN1iP-2mLLy5M-2mLR76G-2mLLy6Z-2mLLy6P-2mLN1io-2mLGsSr-2mLQ1Vx-2mLR78a-2mLR78A-2mLR77d-2mLGsSM-2mLN1iU-2mLN1jL-2mLR76X-2mKSb99-2mKNG6U-2mKNFqA-2mKSbnL
Grice e Zamboni
– volere -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Verona). Grice: “Not everybody knows his zamboni.” There’s
Giorgio Zamboni, but this entry is about Giovanni Zamboni. Essential Italian
philosopher. Filosofo. Opere: “Spencer:
commemorazione e polemica” (tip. Garagnani, Bologna), “La filosofia
neo-scolastica secondo un positivista” (Tip. vescovile G. Marchiori,Verona),
“Il valore scientifico del positivismo di Ardigò e della sua “conversione”
(Verona), “La dottrina morale e la psicologia del volere nel testo di etica di
un discepolo dell’Ardigò” (Società Editrice Veronese, Verona), “La gnoseologia
dell’atto come fondamento della filosofia dell’essere: saggio di
interpretazione sistematica delle dottrine gnoseologiche di Aquino” (Milano),
“Gnoseologia” (Soc. Ed. Vita e Pensiero, Tip. S. Giuseppe, Milano); “L' origine
delle idee: saggio analitico introspettivo, proposto alla riflessione
personale” (Società editrice veronese, Verona); “Sistema di gnoseologia e di
morale: basi teoretiche per esegesi e critica dei classici della filosofia
moderna” (Editrice Studium, Roma); “Studi esegetici, critici, comparativi sulla
critica della ragione pura” (La tipografica veronese, Verona); “Metafisica e
gnoseologia” (La Tipografica Veronese, Verona); “Il realismo critico della
gnoseologia pura. Risposta al «Caso Zamboni» (P. A. Gemelli, Mons. F. Olgiati
eA. Rossi), Verona), “Realismo, Metafisica, Personalità: Rilievi, Note,
Discussioni” (La Tipografica Veronese, Verona); “La persona umana: soggetto
auto-cosciente nell’esperienza integrale. Termine della gnoseologia. Base della
metafisica” (Verona, Giulietti G., Vita e pensiero, Milano); “Precisazioni e
complementi ai testi scolastici. La Religione naturale e l’essenza della
religione Cristiana” (La tipografica veronese, Verona); “La «filosofia dell’esperienza
immediata, elementare, integrale» per la completa auto-consapevolezza dello
spirito umano” (La Tipografica Veronese, Verona); “Itinerario filosofico dalla
propria coscienza all’esistenza di Dio” (La Tipografica Veronese, Verona.
Teodicea, Rodella A., Vita veronese, Verona, “La dottrina della coscienza
immediate: struttura funzionale della psiche umana è la scienza positiva
fondamentale” (La tipografica veronese, Verona); “Dizionario filosofico” (Vita
e Pensiero, Milano); “Idee e giudizi, Marcolungo F.L., IPL,Milano, “L’io e le
nozioni sopra-sensibili (IPL, Milano); “Corso di gnoseologia pura elementare:
Spazio, tempo, percezione intellettiva” (IPL, Milano); “Corso di gnoseologia
pura elementare, Idee e giudizi; IPL, Milano,
Corso di gnoseologia pura elementare”; “Autobiografia di una personalità
integrale” (Serio De Guidi, Archivio storico Curia diocesana, Verona, Studi
sulla Critica della ragione pura; QuiEdit,Verona,. Sistema di gnoseologia e di
morale; QuiEdit, Verona. Giuseppe Zamboni. Zamboni. Keywords: psicologia del
volere, volere, l’io, sopra-sensibile, volere, volizione, volitum – the will --
Refs.: H. P. Grice, “Gnoseologia,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c,
Bancroft, University of California, Berkeley. Luigi Speranza, “Grice e Zamboni,
L’io,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zamboni https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4626165357395423 #griceezamboni https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702446696/in/photolist-2mLLy7L-2mLLy5M-2mLLy6P-2mLR76M-2mLR76G-2mLN1iP-2mLLy6Z-2mLN1iZ-2mLR773-2mLLy6U-2mLN1io-2mLGsSr-2mLQ1Vx-2mLN1jL-2mLR78a-2mLGsSM-2mLR76X-2mLN1iU-2mLR78A-2mLR77d-2mKSbnL-2mKNFqA-2mKNG6U-2mKSb99
Grice e Zanini
– simpatia conversazionale -- filosofia italiana – Luigi Speranza (Legnano)
Essential Italian philosopher. Grice: “If Zanini likes Smith for his ‘etica
della simpatia,’ I happen to prefer Englishman Butler, and his sermons on
self-love and benevolence!” -- Grice: “There are some resemblances between what
Zanini intelligently calls “the rhetorics, sic in plural, of truth, and my idea
of theoretical argument as a sort of deep-down practical argument.” Filosofo. Adelino Zanini. Laureato in filosofia a Padova con Curi, Zanini
è stato borsista presso la Fondazione L. Einaudi di Torino, ove ha studiato con
Lombardini. È professore di Filosofia presso l'Università delle Marche. I suoi
studi sono indirizzati, in particolare, al rapporto tra pensiero politico e
scienza economica. È tra i principali interpreti di Adam Smith e di Schumpeter.
Opere principali: “Filosofie del soggetto: soggettività e costituzione” (Ila
Palma, Palermo), “Keynes: una provocazione metodologica” (Bertani, Verona);
“Schumpeter impolitico” (Istituto della Enciclopedia ItalianaTreccani, Roma),
“Il moderno come residuo: dieci lemmi” (Pellicani, Roma); “Genesi imperfetta.
Il governo delle passioni in Adam Smith, Giappichelli, Torino, Modernità e nomadismo,
Calusca, Padova; Adam Smith. Economia, morale, diritto, B. Mondadori, Milano
(II edizione, Liberilibri, Macerata, ). Macchine di pensiero. Schumpeter,
Keynes, Marx, Ombre corte, Verona; oseph A. Schumpeter, B. Mondadori, Milano,
Lessico postfordista, (cura con U. Fadini), Feltrinelli, Milano Retoriche della
verità. Stupore ed evento, Mimesis Edizioni, Milano Filosofia economica.
Fondamenti economici e categorie politiche, Bollati-Boringhieri, Torino; L'ordine
del discorso economico. Linguaggio delle ricchezze e pratiche di governo, Ombre
corte, Verona. Principi e forme delle scienze sociali. Cinque studi su Schumpeter,
Il Mulino, Bologna, A. Negri, Una traccia per gli anni settanta, “Belfagor”, E.
Garin, “L'etica della simpatia” -- “L'indice”, A. Salanti, L'economia politica
come critica della società (capitalistica): note sparse Filosofia Economia.
Fondamenti economici e categorie politiche, “Quaderni del Dipartimento di Ingegneria
gestionale”, Università degli studi di
Bergamo. S. Caruso, Alla ricerca della filosofia economica, “Storia del pensiero
economico”, Fumagalli, Sfera politica e
sfera economica: un difficile rapporto. A proposito di "Filosofia
economica" “Economia politica.” MLOL,
Horizons Unlimited srl. Registrazioni, su RadioRadicale, Radio Radicale. univpm.
Sito web italiano per la filosofia, su swif.uniba. Intervista su J.A. Schumpeter. Video
Mediaset, su video.mediaset. Legnago. Adelfino Zanini. Zanini. Keyword: etica della simpatia,
simpatia, empatia, impassibile, non passibile, impatetico, impassionato,
compassione --. Refs.: Luigi Speranza, “Grice and Zanini: the rhetorics of
truth,” The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia; H. P. Grice,
“Zanini,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, University of California,
Berkeley. #zanini https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4627107803967845 #griceezanini
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Grice e Zanotti
– forza viva – filosofia italiana – Luigi Speranza (Bologna). Filosofo. Opere:
“Della forza dei corpi che chiamiamo [forza]
viva”, “Filosofia morale”; “De viribus
centralibus” Bononiae, Lelio dalla Volpe; “Ragionamento sopra la filosofia”;
“Paradossi”; “Epistolario.” Keywords: forza viva. Refs.: H. P. Grice, “Zanotti
and me,” The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The
University of California, Berkeley. Luigi Speranza, “Grice e Zanotti: la forza
viva,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zanotti https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4576818618996764 #griceezanotti
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703338630/in/photolist-2mLLzcS-2mLGu2L-2mLR8fW-2mLGu2F-2mKNzsy-2mKS5aL
Grice e Zimara – i parepatetici -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Galatina). Essential
Italian philosopher. Grice: “Zimara is a testimony that Aristotle is popular
without Oxford!” Filosofo. Marcantonio o Marco
Antonio Zimara o Zimarra (San Pietro in Galatina). Si laurea a Padova e vi insegnò. Sindaco di
Galatina, Zamara si recò a Napoli per
difendere la città dai soprusi dei Duchi Castriota. Insegna filosofia a Salerno
con la stesura di una guida alle opere di Aristotele. Cura la pubblicazione di
alcune opere di Alberto Magno e di Giovanni
di Jandun Dizionario di filosofia. Delio Cantimori in Enciclopedia Italiana.
Opere: “Questio de primo cognito” -- Papie, Iacob de Burgofranco impresse, Studi Galatinesi illustri, Guida Biografica, Tor
Graf Galatina, Galatina. Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Marcantonio
Zima Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Grice: “It’s
amazing how much Zimara loved Aristotle, at least for those who don’t love him
that much!” Zimara. Keywords: Aristotle. Refs.: H. P. Grice, The Grice Papers, BANC
MSS 90/135c -- Luigi Speranza, “Grice e Zimara: Aristotle within and without
Oxford,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #zimara https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597521526926473 #griceezimara
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701653932/in/photolist-2mLQ3qX-2mLQ3r8-2mLGusq-2mLLzBj-2mKT8uf-2mKHb1p
Grice e Zini – iustum quia iussum -- filosofia italiana
– Luigi Speranza (Firenze). Flosofo. Grice: “Like me, Zini
has been interested in the Graeco-Roman concept of ‘ius.’” -- Opere: “Proprietà
individuale o proprietà collettiva?” (Torino, Fratelli Bocca), “Il pentimento e
la morale ascetica” (Torino, Bocca), “Giustizia: storia d'una idea” – cfr.
Grice on ‘justice’ in Thrasymachus – (Torino, F.lli Bocca), -- cf. Grice,
“Justice in Plato’s Republic,” “Social justice,” The Grice Papers), “La morale
al bivio” (Torino, Fratelli Bocca), “La doppia maschera dell'universo: filosofia
del tempo e dello spazio” (Torino, Fratelli Bocca); “Il congresso dei morti,” Roma,
Libreria editrice del Partito comunista d'Italia, ed. con introduzione di
Giancarlo Bergami e prefazione di Nerio Nesi, Calabritto, Mattia&Fortunato;
Poesia e verità, Milano, Corbaccio, I fratelli nemici: dialoghi e miti moderni,
Torino, Einaudi; La tragedia del proletariato in Italia: diario, Prefazione di
Giancarlo Bergami, Milano, Feltrinelli; Appunti di vita torinese, Firenze,
Olschki Pagine di vita torinese: note del diario, Torino, Centro studi
piemontesi. Grice enjoyed Zini’s approach. “Zini’s philosophy on justice is
divided into six parts. The first is ‘the real and the ideal” (‘il relae e
l’ideale”); the second is “la giustizia come idea ed emozione” (fairness as
idea and as emotion), the third is “I frutti del lavoro e la loro distribuzione
scondo giustizia” (The fruits of labour and their distribution according to
fairness”); the fourth is “Libertà od egualiglianza” -- Grice: “Note the ‘od,’
which need not be exclusive” --; the fifth is “Analissi del merito,” an analysis
of merit, and the last is “La pena riparatrice,” literally the pain that
repairs, the punishment that teaches.”Grice: “In liberty or freedom versus
equality, Zini approaches the Roman attitude, rather brusque to those who
strike an Anglo-Saxon attitude!” – Keyowords: ius, iustum quia iussum. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Zini”; H. P. Grice, “Justice from Plato to Zini: the history
of an idea, alla Berlin,” Luigi Speranza, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia, The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft
Library, The University of California, Berkeley. #zini https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4583446701667289 #griceezini https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702737133/in/photolist-2mLQ41j-2mLGv3P-2mLLAb5-2mLN3si-2mLN3rw-2mLR9dh-2mLGv4a-2mLGv33-2mLQ41K-2mLGv2B-2mLLAaU-2mLGv3o-2mKPXEp-2mKT81u-2mKGAXq
Grice e Zolla – filosofia italiana – Luigi Speranza (Venezia).Essential Italian philosopher. Filosofo
italiano. Saggi: “Etica e estetica” (Spaziani,
Torino), “Eclissi dell'intellettuale” (Bompiani, Milano), “Volgarità e dolore”
(Bompiani, Milano), “Le origini del trascendentalismo” (Edizioni di Storia e
Letteratura, Roma), “Storia del fantasticare” (Bompiani, Milano), “Le potenze
dell'anima: morfologia dello spirito nella storia della cultura, anatomia
dell'uomo spirituale (cf. Grice, “the power structure of the soul”) (Bompiani,
Milano), “I letterati e lo sciamano” (Bompiani, Milano), “Che cos'è la
tradizione?” (Bompiani, Milano), “Le meraviglie della natura: introduzione
all'alchimia” (Bompiani, Milano, Archetipi, Marsilio, Venezia), “L'androgino:
l'umana nostalgia dell'interezza” (Red, Como), “Incontro con l'androgino:
l'esperienza della completezza sessuale” (Como Aure: i luoghi e i riti, Marsilio,
Venezia), “L'amante invisibile: l'erotica sciamanica nelle religioni, nella
letteratura e nella legittimazione politica” (Marsilio, Venezia), “Il
sincretismo” (Guida, Napoli), “Verità segrete esposte in evidenza: sincretismo
e fantasia, contemplazione e esotericità” (Marsilio, Venezia), “Tre discorsi
metafisici” (Guida, Napoli), “Uscite dal mondo” (Adelphi, Milano), La luce. La
ricerca del sacro, Tallone, Alpignano Ioan Petru Culianu, Tallone, Alpignano Lo
stupore infantile, Adelphi, Milano Le tre vie, Adelphi, Milano Un destino
itinerante: conversazioni tra Oriente e Occidente con Doriano Fasoli, Marsilio,
Venezia La nube del telaio: Ragione e irrazionalità tra Oriente e Occidente,
Arnoldo Mondadori Editore, Milano La filosofia perenne. L'incontro fra le
tradizioni d'Oriente e d'Occidente, Mondadori, Milano Catabasi e Anastasi,
Tallone, Alpignano Discesa all'Ade e resurrezione, Adelphi, Milano Minuetto
all'inferno, Einaudi, Torino Cecilia o la disattenzione, Garzanti, Milano I
moralisti moderni, Garzanti, Milano (con Alberto Moravia) Saggi, Bompiani,
Milano La psicanalisi, Garzanti, Milano Emily Dickinson, Selected Poems and
Letters, Mursia, Milano Il Marchese de Sade, Le opere. Scelte e presentate da Zolla,
Longanesi & C., Milano I mistici, Garzanti, Milano Herman Melville, Clarel,
Einaudi, Torino; nuova ed. Adelphi, Milano Nathaniel Hawthorne, Settimio Felton
o l'elisir di lunga vita, Neri Pozza, Vicenza; poi Garzanti, Milano Il
superuomo e i suoi simboli nelle letterature moderne, La Nuova Italia, Firenze
Pavel Florenskij, Le porte regali. Saggio sull'icona, Adelphi, Milano
Novecento: Lucarini, Roma L'esotismo nella letteratura, La Nuova Italia
L'esotismo nelle letterature moderne, Liguori, Napoli Il dio dell'ebbrezza:
antologia dei moderni dionisiaci, Einaudi, Torino Conoscenza religiosa,
Edizioni di Storia e Letteratura, Roma Gli arcani del potere: elzeviri,
Rizzoli, Milano, Gli usi dell'immaginazione e il declino dell’Occidente,
A.I.R.E.Z., Montepulciano Filosofia perenne e mente naturale, Venezia Il
serpente di bronzo. Scritti antesignani di critica sociale, Venezia Civiltà
indigene, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma Archetipi. Aure. Verità
segrete. Dioniso errante. Tutto ciò che conosciamo ignorandolo, Marsilio,
Venezia (contiene Archetipi, Aure e
Verità segrete esposte in evidenza, e l'introduzione all'antologia Il dio
dell'ebbrezza) Le tre vie. Soluzioni sovrumane, Grazia Marchianò, Marsilio,
Venezia. Zolla. Keywords: fantasticare. Refs.: H. P. Grice, The Grice Papers,
BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University of California, Berkeley
#zolla https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4615547105123915 #griceezolla https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701657667/in/photolist-2mLN3Yo-2mLN3Yd-2mLLAFU-2mLLAFZ-2mLGvyP-2mLR9J2-2mLR9J7-2mKT6He-2mKPWH9-2mKS46g
Grice e Zorzi – l’armonia del mondo -- filosofia
italiana – Luigi Speranza (Venezia). Essential
Italian philosopher. Grice: “For some reason, in the Veneto area, they cannot
pronounce the /dg/, which becomes /z/ as everyone who is familiar with Giorgone
– as in Quine’s infamous example -- would know!”. Filosofo. Opere: “L'armonia del mondo” (S. Campanini, "Il Pensiero Occidentale",
Bompiani, Milano), “De harmonia mundi,” pref. C. Vasoli (Lavis-Firenze, La
Finestra editrice-Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze), “L'Elegant: Poema
e Commento sopra il Poema, J.-F. Maillard, Arché Edidit, Milano Paris. S. Onda,
“Le vicende costruttive della chiesa e del convento”, “Il progetto di Jacopo
Sansovino e il «memoriale» di Zorzi” “Le teorie ermetiche di Zorzi,” in “La
chiesa di San Francesco della Vigna e il convento dei Frati Minori” (Venezia, edizione
a cura della Parrocchia di San Francesco della Vigna), S. Campanini, “Le fonti
ebraiche del ‘De Harmonia mundi’ di Zorzi, in «Annali di Ca' Foscari»; S. Campanini,
“La struttura simbolica del ‘De Harmonia mundi’ di Zorzi, in «Materia Giudaica».
Alfonso Vesentini Argento. “Il cardinale e l'architetto: Aleandro e il rinascimento
adriatico veneziano” (Apostrofo edizioni-Pieve San Giacomo-Cremona). Grice:
“Zorzi is interesting as proof that in Italy they take the Hebrew language
seriously! They call it a classic, even! I wish I had learned some all those
years I borded at Clifton!” – Zorzi. Keywords: armonia conversazionale. Refs.: H.
P. Grice, The Grice Papers, BANC MSS 90/135c, The Bancroft Library, The University
of California, Berkeley, Luigi Speranza, “Grice e Zorzi: l’armonia del mondo,”
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. Grice e Zorzi Grice e Zorzi
#zorzi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597460416932584 *https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691790628/in/photolist-nfCbJd-2mKPWrs-2mKNDfF-nfj51y
Grice
e Zucca – un filosofo di un filosofo -- filosofia italiana –
Luigi Speranza (Villaurbana). Filosofo. Grice: “I like his surname. Mine means
‘pig.’ His means ‘pumpkin’!” Saggi: “L'uomo e
l'infinito” (Imola, Tipografia sociale), “Il lamento del genio: parodia”
(Sassari, Gallizzi), “Dopo il dolore: canto (Chiari, Rivetti), “Il grande enigma”
(Modena, Formiggini), “Le lotte dell'individuo” (“Rivista di Filosofia”,
Modena, Formiggini), “Essere e non essere” (“Rivista di Filosofia”; Roma,
Formiggini), “Pensieri” (“Rivista sarda”), “Leggenda e realtà” (“Rivista sarda”),
“Ardigò e il vescovo di Mantova: un'intervista nel sogno” (“Rivista sarda,”
Roma, Ferri), “Un filosofo di un filosofo” (“Mediterranea”), “I rapporti fra
l'individuo e l'universo” (Padova, Milani). Antioco Zucca. Zucca. Keywords: un
filosofo di un filosofo. Refs.: Luigi Speranza, “Un filosofo di un filosofo:
Grice e Zucca,” -- H. P. Grice, The Grice Papers, BANC, MSS The Bancroft
Library, The University of California, Berkeley. Luigi Speranza, The
Swimming-Pool Library, for the Anglo-Italian Club, Villa Speranza, Liguria. Grice
e Zucca #Zucca https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572810639397562 *https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702459231/in/photolist-2mLGwFP-2mLLBQT-2mLGwFD-2mLQ5F8-2mLN587-2mKT6qL-2mKT6cK-CJiGU5-BLCQcz-C91qtA-BRssY3-Cbik8t-BRstt1-BK57Zz-BYzvBt-Bq3dFH-skZFyK-hSTpSd
Grice e Zubiena
– corpi e corpi -- filosofia fascista – filosofia italiana – Luigi Speranza
(Torino). Grice: “Perhaps without knowing, Zubiena has explored a crucial
concept in Greco-Roman philosophy, that of ‘daimone,’ – ‘il demoniaco,’ as
Zubiena calls it, focusing on its iconography. Grice: “I would call him the
Italian G. W. H. Parkinson: like G. Parkinson, Zubiena edits a volume on
‘semantics.’ And I would also call him the Italiaan A. G. N. Flew: like Flew,
Zubiena edits a volume on “Language and philosophy.”” Filosofo. Insegna a Roma.
Fonda l'Archivio di Filosofia e organizza i "Colloqui Castelli.” Grice: “Zubiena
should have called these colloquia the Zubiena colloquia” -- incontri che
riuniscono filosofi per discutere temi diversi. Vicino all'esistenzialismo,
Zubiena, partendo da una posizione spiritualista, si caratterizza per uno stile
filosofico dal tratto autobiografico. Si interessa di temi legati al rapporto
tra ragione, arte e religione; e introdusce il dibattito sulla demitizzazione. In
Zubiena convergono suggestioni tratte da Agostino, Kierkegaard, Šestov,
Heidegger, in una ricerca volta a delineare una teologia della storia sulla
base della considerazione del tema del peccato originale. Nei Colloqui
“Zubiena” convennero personalità di rilievo della scena filosofica religiosa, teologica,
ontologica, fenomenologica ed ermeneutica. Vi fecero la loro comparsa Gouhier,
Breton, Brun, Bruaire, Tilliette, Lacan, Ricœur, Lévinas, Ellul, Argan,
Starobinski, Benveniste, Eco, Scholem, Vahanian, Giannini. Ha preso il suo
posto, come organizzatore dei Colloqui e direttore dell'Archivio di Filosofia,
Olivetti. Panikkar e suo grande amico e collaboratore. Saggi: “Il tempo
esaurito” (Bussola, Roma), “I presupposti di una teologia della storia” (Milani,
Padova), “Il demoniaco” (Electa, Milano), “Pensieri e giornate” (Milani,
Padova), “Simboli e immagini” (Rinascimento, Roma), “Il tempo invertebrate” (Milani,
Padova), “I paradossi del senso commune” (Milani, Padova), “La critica della
demitizzazione” (Milani, Padova), “Il tempo inqualificabile” (Milani, Padova)
“Diari” (Milani, Biblioteca dell'Archivio di Filosofia, Padova). Olivetti, La
filosofia cristiana (Città Nuova, Roma); Prini, “L'esistenzialismo teologico”, La
filosofia cattolica italiana del Novecento” (Laterza, Roma). Enciclopedia
Treccani Sapienza Roma, su archivio.uniroma1,
Filosofia della religione esistenzialismo teologia razionale Istituzioni collegate, su filosofia.uni roma1.
Archivio di filosofia, su libra web.net. Sichirollo, “Castelli Gattinara di
Zubiena, Enrico”, Enciclopedia Italiana, Appendice, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Episcopale Italiana. O di Enrico Castelli. Enrico
Castelli. Enrico Castelli Gattinara di Zubiena. Zubiena. Keywords: symbolica;
parabolica; diabolica; lo individuo e il stato, la corporazione. Refs.: Luigi
Speranza: “Grice, Flew, Parkinson, and Zubiena,” Luigi Speranza, “Grice e
Zubiena: implicature demoniache” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria. Grice e Zubiena #Zubiena https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4795725827106041
* https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701268687/in/photolist-2mLGyqv-2mLJBAD-2mLN3xV-2mLEwLN-2mLEvWg-2mLN4xk-2mLJzAr-2mFYSKW-2mFTkXC/
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