ELOGIO DI PERUGIA NEL LA TIPOGRAFIA BARTELLI nellaCornatadelgiorno14Giugno1889 LETTO Con Lic.de'Superiori ; i '':?).'.';R *.ܙ .ܬܬ ,.1 ; 1 ܕ ܕ ܀ 1 decimo lustro il secondo a n no già corre,da che le ceneri di Alessandro Pa scoli , Filosofo e Medico Perugino, sotto un'umi le sasso mute riposano inRoma,dallaPatria,ahi! pur troppo neglette . Alessandro Pascoli qui n a cque , quà si educò , quì sparse per decennale t e m po i lumi della Filosofia più sublime, insegnò ed esercitò qui Medicina (1). Alessandro Pascoli fu celebratissimo perfino oltre Italia; e tanta gloria egli accrebbe alla perugina Medica Scuola, che forse questa per opera d'altrui a tanta rinoman za non 'mai pervenne : nulladimeno sulla di lui tomba alcuna corona di patrio lauro non siposò, nè del suo nome videsi ancor fregiato un'Elogio. Penso peraltro che Tu (2) non debba di ciò do lerti , ora che siedi puro ed impassibile sull' eter no seggio dei Buoni ;dacchè se vivente fosti il più fido seguace delle profonde dottrine del forte animo di Cartesio , forse oggi di averne auta pur anco comune la sorte oltre la tomba tu ti com . piaci Al vivere suo aprì Cartesio le luci nel bel suolo di Francia , e sulle scoscese balze di S v e zia le chiuse : e sebbene tornassero , dimandate le sue ceneri nelle Gallie, pure cento anni pas opra il sesto decimo lustro Soprailsesto 0 ; sarono prima che di lui si leggesse un'Encomio . Il nostro Alessandro in Perugia nacque , e Roma lesueossaraccolse,nèfurono queste da'suoi concittadini manco desiderate ; e solamente dopo 4. ottantadue anni , nella stessa sua patria , oggi al cun poco di lui si ragiona (3). Piacciavi , Accade mici valorosi , che io ne parli almeno ad onore di questa sua terra natale, ed'a gloria di quella medica fronda di cui venne meritissimamente il suo crine ricinto', che quì splendeva allora più ver de e più onorata . Nè voglio credere che siavi alcuno il quale reputi vana cosa questo mio dire; imperocchè, Lui laudando , essendomi dato di e sporre dottrine non'tutte convenevoli a' tempi ne quali si vive , ciò non torrà certamente che Egli non debba essere reputato grande Filosofo e som mo Medico:essendocheselafilosofiaelamedici na,odamegliodire,seogniumano saperesoggia cé par troppo a cangiamento coll'andare dei se coli, è cosa costante che la verità e l'errore só no di tutte le menti nostre retaggio ; sicchè tut ti i secoli e tutti gli uomini da non pochi lati si avvicinano sempre fra loro. Colprogrediredelsecolodecimo settimole scienze tutte di più chiara luce folgoreggianti,per la via progredivano del possibile loro migliora mento :Sciolto lo spirito umano dagli opprimen . Se questo Elogio di Alessandro Pascoli potrà servire a qualche riparo del lungo silenzio in che ilsuo nome si stétte ; se a sprone di studiosa gioventù possa per buona ventura tornare, se del lo Estinto encomiato e di Voi.,.dotti Colleghi, non tantoindegno riesca, al fine da me proposto lietamente mi stimerò pervenuto . 0 ti legami del Peripato , erasi finalmente avveduto della sua nobiltà; e la mente erasi accorta pote re da se stessa pensare . Sembrava che la natura tutta fosse giunta a tale momento di crisi, dalla quale aspettare si dovevano grandi cose e grandi uomini ; e grandi cose e grandi uomini difatti si ebbero.Fra questimolti,fiorironoDracke,Coper nico , Ticone, Keplero , Galileo, Bacone , e final mente Cartesio , destinato dal cielo a compiere il bramato rinnovamento negli studii moltiplici della natura. Appena ilgrande Filosofo dell'Aja di chiarò al mondo intero non doversi alcuna cosa ritenere per vera , quando che non venga dimo , 5 . 2 , strata per tale; appena disse'che la umana mente deve tutto in dubbiezza riporre, finchè alla cer tezza non sia pervenuta;'e di queste le fonda menta non che i caratteri stabilì ; lo studio ed il filosofare degliuomini dialtropiù nobilesplendo re si rivestirono. La geometria,la logica, lameta fisica,lafisica,elamedicinamedesimainpiù sta bile e più onoratá sede allora si collocarono . Il secolo diCartesio segnòmai sempre una delle e poche più luminose e memorande nella storia del l'umano intendimento, imperocchè ogni1 dotto partecipò del beneficio influssodi questo tempo ; ed il nostro Alessandro Pascoli divenne Filosofo col divenireCartesiano.Se non che ilPascolinon solo di Filosofia ma di medicina altresì ai nobi lissimi studj sentissi da natura invitato ; e cono scendo la forza del proprio genio, nol poterono ' Il Pascoli comincio con Cartesio dal dubita re , e quindi giunse a persuadere sè stesso , tro e 6 distrarre da quelli ne i solerti Padri di Gesú che accorti iniziandolo nelle regole del loro Istituto cercarono farne conquista.; nè il volere del Padre il quale all'officio del Fôro il destinava - Vide egli bene assai per tempo come a côrre merita mente il medico lauro, doveva alle filosofiche di scipline tutto sè dedicare; perchè la filosofia di ogni umano sapere è fondamento primiero . Acco s t u m a t o c o m e C a r t e s i o , a m e d i t a r e p i ù c h e 'a leggere, a pensare più che a parlare, meditò sul leoperediquelsommo,e lestudio intensamen te, facendosi propri i di lui principj , e tutta la filosoficacartesianatelasvolsee conobbe.Ildi scorso sul metodo , le metafisiche meditazioni, le regole per la ricerca del vero , il trattato sul P uomo del pensatore francese furono a lui splen dentissima face onde dirigersi nel difficile sentiero della filosofia.Cosi lo studio di questa precedet te , e quindi 'accompagnò quello della medicina , non mai volendo egli l'uno dall'altro separare . T r a noi, ai giorni nostri tristissimi , sembra essere riserbato vedere non poca turba di gioventù male accorta gire in traccia di medica scienza senza lo inestinguibile lume del più retto filosofare, senza la conoscenza della natura , di sė medesimo, e perfino del proprio idioma nativo . Vergogna s o m ima di que'paesi e di que'tempi che vogliopsi dire illuminati! . 9 eper attributidiverse.Quin di dalla cognizione dell'Io personale passò a quella peressenzaperfettacheèDio. Traicanoni della filosofia cartesiana erayi quello di ritenere e gate si trovano le verità : donde poi le idee in nate,dondelaconcatenazione diesse,laquale incominciando da Dio scende all'anima umana , quindiaicorpi,quindiaibruti,quindialle co se,tutte della natura.E quifa duopo ricordare che mentre Cartesio col suo dubbio universale prese la via delle speculazioni intellettuali a sta bilire i gradi della verità , Bacone da Verulamio , coldubbio stesso fondamentale, prese la via del le sensazioni, ed al fine desiderato pervenne in cammino più regolare e meno incerto . Alessan dro Pascoli piegò alquanto piùla sua mente al Cancelliere d'Inghilterra che al Pensatore dell'A ja.Ora chi potrebbe mai credere che dopo ise coli diBacone eCondillac sorgessero nuovamente, nelle dottrine delle idee , i secoli di Cartesio e di Malebranche?Eppure oggi è cosi.Umana mente! varsiesistenzefuoridinoi,erisultarel'uomo da un corpo e da uno spirito, sostanze interamente fra loro per essenza e ' chę i sensisieno ingannevoli guide alla umana ra gione ; e che perciò l'anima nostra ha in se stes . sa e per se stessa principj stabili, cui tutte le จ 1 Ora tornando al nostro laudando diciamo che parlò egli primamente della esistenza e durata d e glienti modali; poscia diquelle sostanze che nelle loro idee inchiudono essenzialmente un qual che modo di essere';e fondo le principali massi me dellaumana certezzasullaesistenzade'corpi. Dalle essenziali proprietà degli enti corporei stu diò pur egli l uomo sotto il duplice rapporto di sua materiale e spirituale sostanza; e ragionando dell'anima, ne fissò la essenza sulla immateriali tá di lei, donde le sue potenze intelletto é vo lontà . La credette immortale ; e mentre Cartesio ne tacque la dimostrazione, scrivendo in una sua lettera non essere necessario di mostrare la im mortalità dell'anima tostochè siasi provata la sua spiritualenatura,ilPascolinon volletacerla col pubblicare il discorso sulla immortalità dell a n i ma umana— Da troppavanitàdinome;edalde siderio di piacere agli amici , motteggiando alcun poco , egli fu 'mósso a scrivere contro Pietr'Ange lo Papi Medico e Filosofo Sabinese ; sostenendo a tutta possa , ma non con persuasione di aninio, le dottrine del suo prediletto Cartesio sulla vita antomatica delle bestie ; volendosi però nascondere bizzarramente coll'intitolare ilsuo libro “ Sofilo Molossio Pastore Arcade PeruginoCustode de? gliarmenti Automatici in'Arcadia'. Apparve preziosissimo a tutti questo Libretto , e se ne m e nò'romore intuttelesocietádottediRoma; ta li erano i sali attici in esso 'raccolti,i vivaci sar casmi,ileggiadriconcetti.- Avvenneperòche dopo sei annila Suprema Inquisizionecon De creto solenne del 15 Luglio 1711 condannò l'o pera del Pastore Arcadico Sofilo Molossio.Ale 8 e e le sue ferme opinioni sull' anima litá delle bestie; protestandosi in mille modi ve ro seguace del Cristianesimo, e vero devoto a tut to ciò che da Chiesa santa allaumana credenza prescrivesi. Fu questa la sola nube che per po co.offuscasse l'ottima famadel Pascoli nel corso della lunga etá sua, é questa fu del suo animo la dispiacenza più viva.(4) песа.« Applicatevidasennoafilosofare,poi che ز 2 per taleviadepuratalamente umana da gli errori che la offuscano , e sollevata dalle passioni che la opprimono , si eleva cosi libera e tranquilla a tale grado di serenità , dove g o de veramente di se medesima » Stabilito avendo 9 lora fu che ilPascoli accortosi dell'errore cui con dotto lo aveva una sua male accorta vanità di spirito , ritrattò subito pubblicamente le sue opi nioni;enelSofilosenzaMaschera scuoprìilsuo vero nome Erano pure a suoi tempi, quali oggi vivono, alcuni falsi sapienti , che superbamente umili, a busandodelcomuneadagio,idtantum scioquod nihil scio , il più irragionevole scetticismo nelle coșe tutte proclamavano , e di ogni credenza e di ogni filosofia si facevano dispregiatori e nemici , Contra tale specie di stupidi pensatori si scagliò il nostro Pascoli; e fece conoscere come filoso fare non altro è se non se rettamente pensare ; essendo che chi mal pensa conviene che male discorra,SulletracciediPlatone,diTullio,di S. T o m m a s o , di Cartesio , ripeteva a tutti c o n S e 3 10 appren sione , al giudizio , al discorso , al metodo ; e a diligente disamina tutte prendendole, formò ilsuo Saggio di Logica, seguendo ugualmente la pre diletta sua cartesiana maniera . Espose quindi i precetti del ben' apprendere , del ben giudicare, del ben parlare, del ben disporre. Preferì ilm e todo analitico che il pensiero è all anima essenziale , come alla materia è la estensione , parlò delle operazioni del nostro intelletto , le quali ridusse all' per istudiarelecose,elochiamò metodo di risoluzione o di disciplina ; si servi > del metodo sintetico per insegnare ad altri, e lo dissemetododicomposizioneodidottrina.- Do po che la scienza del calcolo per la invenzione de' caratteri algebrici (1300)si fece più ordinata, e di più estese applicazioni capace , lo studio delle m a tematiche divenne universale ad ogni sapiente : e di quanta utilitá si renda allo sviluppo dell'uma no intelletto ed alla ricerca del vero , ognuno di leggeri il conosce . Studio si fatto non poteva es sere dal nostro Pascoli trascurato , e sulle opere delGottigues,dello Scohetten,delBartolino; dell'Ozanam , del Fardella , di Cartesio si for mò matematico.ScrisseilSaggiodiLogisticaod Algebra; nel quale prendendo a trattarele quat tro operazioni fondamentali, non in cifre numeri che,ma in algebriche, intitolò il suo lavoro col nome di Algebra nova o speciosa : ed applican do le stesse operazioni alla dottrina de'polinomj, ; la quale perviensi a studiare le leggi del moto . Ad Alessandro Pascoli però non pia cque solamente seguire le dottrine di questi s o m mi,ma cercò direnderle più facili epiù sicure. Lasciò di ragionaré del moto in astratto ; 'e col tatto, colla vista, coi sensi, in concreto lo e samino . Parlò della natura, condizioni, proprie tà, e leggi del moto per impulso esteriore ed in virtù di elastica forza ;.:quindi si lanciò col p e n siero,in alcuni moti possibili rispetto al vortice massimo del Sole.Con tale chiarezza di principi, con tale ordine d'idee egli ne seppe parlare che meritò l'approfazione sincera ditutti i dotti; ed capace.Archimede,Galileo,Gassen do , Rohault , Cartesio avevano già insegnata la strada per la quale perviensi 象 11 9 ed alle equazioni , dette compimento alle sue fa tiche sulla indole de'nostripensieri. Pose poi mano alla fisica, od a quella scien za vastissima , la quale avvicinando al nostro p e r siero le cose materiali che ne circondano, fà che lumana intelligenza al più alto grado di sublimi tà siconduca . L'uomo di fatti penetra con la sua scorta i più nascosi secreti della natura ; e con leipasseggiandolaterra e con lei traversando glioceani,e su cieli passeggiando con lei,fache sopra tutto il creato sovranamente s'innalzi – La prima verità che ci insegna la fisica è che il m o tocostituisceilfondamentalefenomeno de'corpi tutti;ond'è che tuttoè movimento in natura,o tuttoamovimentoèdisposto,otutto dimovi mento è ; il grande matematico e fisico Cremonese , Fran cesco Bianchini glie ne dette la più solenne e p u b blica testimonianza M i si dia materia e m o to , diceva Cartesio , ed io imprendo tosto a crea re un mondo , il Pascoli con maggiore umilta così diceva “ Materia e moto sono i due prin n.cipali strumenti, donde con sua possanza si » valeDio,dimomento inmomento,aprodur 9. rac racoli,emiracolidistuporeinfinito. Siode ogginellenostre scuole farmenzione diunetere comune , di un imponderabile unico ed universa le,motore di tutti ifenomeni iquali hannoluo go "nei movimenti della materia e degli animali . Le scuoleAlemanne apreferenzadialtre risuo nano di questa materia unica-eterea, capace a prendere diverse forme ed aspetti, tutto pene trando investendo agitando il creato: La vide pure il Pascoli questa materia motrice universale: ciò che dicono oggi con tanto entusiasmo, e for se con troppa persuasione dinovità, Mesmer, Wohlfart, Sprengel ed altri sulfluido elettro-m a gnetico'universale ; ciò che con tanto calore pro e con eguale robustezza di argomenti dimo strato dal nostro Alessandro 12 re in natura , senza miracolo , continuati min & و . ; -clamano ·Lennosseck , Prokaska, ed Ennemoser sulfluido biotico universale de corpi viventi, era stato già conosciuto non meno chiaramente dilo ro, > Finalmente volle ardimentoso inalzare i suoi sguardi ai movimenti del Sole , e nel vastissimo campodell'Astronomia tentando alcunpasso,quale ché suo opinamento.volle manifestare. Egli si di chiarò del sistema astronomico di Copernico e di Galileooppositorefermissimo.Ma quipotrebbe dataluno dimandarsi,se ilfacesseegliforseper teneredietroallemassimeproclamate dallaRo mana Corte nella quale viveva ?N ò : chè la sag gia condotta dei prudenti interpreti delle Sacre Carte aveva assai già moderata la forza di quegli anatemi scagliati un secolo innanzi sulla tomba del riformatore di Thori , e sul capo del Pensatore pisano.Potevasi allora dalle pubbliche scuole o ne communi discorsi dei dotti liberamente difen dere(comeipotesi)ilmovimento terrestreelasta zione solare , senza tema di contraire brutte macz chie nell anima, o a spiacevoli incontri soggiace, re Ond'ècheseilPascolicontuttalaforzadel suo'sapereallaCopernicana sentenza sioppose,ciò fece'con intima persuasione di mente , e non per condiscendenza di basso cortigianismo . Nei Ales sandro era il solo che dalla credenza di Coperni colunginestasse;.imperocchèfraimoltiche ridi re potrebbonsi, quel grande onoré d'Italia,quel l’astronomo profondissimo della dotta Bologna, Eustachio·Manfredi,basta per valente compagno del nostro Alessandro' rammemorare .Vero si fu peròche a fronte degl'ingegnosi sforzi di tanti uomini insigni,prosegui ilsuo cammino la terra, è fermo il sole si stette. Qui terminarono le fi losofiche laboriose occupazioni di lui , e con q u e + 13 ste sole poteva rendersi della Patria e della na zione assai benemerito : ma fu pure medico Ales sandroPascoli,è inedicodialtissimariputazione. Se nel secolo decimo settimo furono grandi inomi dei restauratori della umana filosofia,non meno grandi furono quelli di Silvio, di Lancisi di Baglivi, di Ramazzini , e di altri che le medie che scienze ad alto grado di rinomanza condusse ro . Alessandro Pascoli visse nel tempo in cui la medicina seguiva tuttora le insegne de'Jatro-chi mici, dell'Elmonzio , e del Silvio ; insegne che stavano già per cangiarsi dal Santorio e dal B o relli,onde quelletrionfasserodegl?Játro-matematici ede'Meccanici.Nè siperverrámaiaspiegareun costante ed unico vessillo sotto il quale si raccol ganoinognitempoicultoridellaMedicina le che sia proprio di lei in tutte le età che trascor. rono ? Grande e funesto destino, a molte scien ze comune , alla medica comunissimo! Conobbe il Pascoli in quali giorni viveva ; quale del secolo suofossedominante lospirito;epienodialtoin gegno,nellamedicascienza sifèvalente:Carte sio aveva per dodici interi anni studiato'l'Anato mia a fine di ben conoscere l' uomo ; e il nostro Pascoli per non minore tempo applicò la sua m e n te allo studio profondo della struttura del corpo umano . Annunciò sulle prime ai dotti un Trat tato riguardante i cangiamenti che provengono agli organi corporei per cagione delle passioni : pensiero veramente sublime , sul quale però le 14 " ܕ speranze di ognuno restarono pur troppo delase . Ai tempi del nostro Alessandro l'Anatomia non avevaancorastrettocon altrenaturaliscienzequel Putile nesso di che oggi si onora ;né quel filo sofico linguaggio, nè quelle sottili applicazioni si trovavano in essa , siccome in quella d'oggidi noi ammiriamo.Allefaticheed allementi sublimidi Scarpa , di Soemmering , di Mechel, di Portal , e dell'immortale Bichat dobbiamo la eccellenza cui oggi l'anatomico studio è pervenuto . Nè Vicq d’Azir, nè Geoffroy di Saint Ilaire', nè Blecard , nè Gall vissero in quella età; pure potevasi quel tempo chiamare il tempo delle scoperte anatomi miche . Erano già nati gli scrutatori sommi"del Puman corpo Arveo,Senae,Asellio,Willis,Nuck, 15 * ' Malpighi,Ruischio,Lancisied altri:ilPascoli viveva e studiava con Redi; ciò basta . Insieme per più tempo in Firenze si occuparono indefes samente di anatomiche dissezioni ; e quel dotto scrittore toscano ebbe caro Alessandro quanti al. tri mai , al grande Cosimo presentandolo quale soggetto degnissimo di tutta la considerazione so vrana . La fabbricadelcorpoumano dalnostro encomiato descritta non presenta , è vero , pere grinecose;ma l'ordine,lachiarezza,laconci sione rendettero il lavoro suo utile al pubblico insegnamento , pel quale oggetto egli stesso si p r o testò averlo unicamente composto Quando il gran Malebranche si avvenne nel libro dell'uomo di Cartesio, ed ipcontrò in questo filosofo un ge vio simile al suo,prese (dicel'elegantissimoFon tenelle)ilgrandepartitodirompere ogni com mercio con le erudite facoltà, ed in seno del car tesianismo tutto si abbandonò . Alessandro Pascoli lesseillibromedesimo diCartesio,lomeditòpro fondamente , e scrisse egli pure sull'uomo.M e n tre però l'uomo di Cartesio e di Malebranche fu l'uomo del metafisico'e del filosofo, l'uomo nel lemanidelPascoliful'uomo dell'anatomicoe del medico . Ebbe egli somma intelligenza nell'os servareifenomeni dellaumana vita,sicchè lemas sime del suo Cartesio con quelle modificate del gran Cancelliere d'Inghilterra, formarono in lui quello spirito di filosofia induttiva , il quale alla ricerca del vero nelle cose di fatto , e perciò in medicina, è l'unica sicura via . Scrivendo dell'Uomo prese Alessandro ilgiu sto partito di primamente designarne le parti , quindi ad esse dare vita ed azione, poi de'mali a cui vanno soggette tenere ragionamento, e fi nalmente l'opportuno metodo curativo de morbi con tutta la modestia del dire proporre. In tale modo ilnostro encomiato presentò alpubblicoun tesoro di dottrina, che per molti e molti annida ogni medica scuola Italiana fu allo insegnamento de giovani:offertoe prescritto, riputatolo per il prezioso e completo deposito della medica scienza . Le opinioni di Galeno e di Silvio erano quelle che fra i cultori d'Igea in quel tempo tut tor dominavano , Stava per sorgere la setta del 16 . più solidismo, ed Elmonzio,Cartesio, Silvio erano ancorai tre grandi nomi proferiti dalla bocca di tutti; cosicchè fra i conciliatori e moderatori di questi tre Principi delle mediche scuole si e mento etereo piú sciolti gli umori , ed il moto fer mentativo di essi prodursi . Questo elemento lá presiedere alla circolazione sanguigna , quá tutto il fonte del calore animale sostenere perenne .E r a quest etere per Alessandro la fondamentale sor gente delle fermentazioni non naturali, donde le febri tutte'nascevano che ove accada condensa mento di esso,lemaligne;ovesoluzione,lebe nigne; ove infine abbia luogo latente glandolare f e r m e n t o , o r i g i n a r s i l e i n t e r m i t t e n t i o p i n ä v a ". P o i te dottrine fisiche di questo etere universale espo neva', la sua azione sulla vita degli organi','final mente l'applicazione di esso alle dottrine di Scro déro,di Hoffmanno, di Etmullero, diLemery , e degli altri molti di quella età . E forse che non potremmo noi parlare lo stesso linguaggio, sostituendo al nome di etere cartesiano quello d i e l e t t r o -m a g n e t i c o ? I o i l d i m a n d o , o S i g n o ri- AbituatoilnostroPascolifindall'infanziaa piegare la sua mente al metodo geometrico , e a disporre le sue idee con quell'ordine e successio ne, utile al buon’acquisto di tutte le cognizioni il nostro Pascoli . Quindi è che nelle sue opere parlasi dello spirito diWillis,del fuocod'Empedocle,del l'archeo di Wan -Helmonzio, del primo elemento di Cartesio :e si dice farsi per virtù di questo ele pose + 17 + 4 Oltre al suo Trattato dell'Uomo che ab braccia l'intero studio della medicina , sono n u m e rosissimi i suoi Consulti, le sue Lettere , i suoi Votiemessi in oggetti di pubblica sanità.Incau se dificili di Foro canonico e civile, in Canoniz zazioni di santi uomini diede Pareri e Giudizj, che guidarono le Autorità competenti a retti e s e n sati decreti Avendo inoltre il Pascoli,saputo unire a somma dottrina, urbanità di modi nel conversare , ed umiltà di espressioni nel parlare e nello scrivere, non é a stupirsi se ai dotti d'Ita+ lia ed oltremonte rispettabile e caro addiyenisse L'amicizia che seco lui ebbero un Redi , un M a gliabecchi,un Montemelini,an'Ottaviani,unLes protti,un Zannettini,un Lambertini,unSegur, un Baglivi; da'quali o dedicazioni di opere,o non interrotte scentifiche corrispondenze, o laudi sincere egli ottenne, siccome fecero pure un Bian chini,un Loy,un Marini,uno Sprengel,un'Al ler ; ci ayvisano dovere riporre Alessandro Pasco li fra gli uomini grandi, che in filosofia ed in mea umane , fu preciso nel descrivere gli organi, chia ro nello esporre i fatti, esatto nella diagnosi, cau tissimo nella prognosi. Fu poi semplice quanto maipossa dirsinelmetododelmedicare,e di chiarossi nemico di ogni farragine farmaceutica, ri petendo sempre a se stesso e ad altri che a buon medico pochi medicamenti bastano o 18 و dipintore pochi colori. come a buon ; dicina fiorirono fra il terminare del secolo decimo settimo e del decimo ottavo sul cominciare , Il nostro Pascoli lesse in Roma Anatomia e Medicina dalla più fiorente alla più tarda etá sua, grandi opori godendo ,e distintissime cariche sem pre occupando . I Papi Clemente XI., Innocenzo XIII., Benedetto XIII., Clemente XII. lo ebbero a Medico, Archiatro lo salutarono , Protomedico lo proclamarono , lo scelsero Conclavista . Del S u premo Tribunale Sanitario, della Congregazione de'Sacri Riti, fè parte onorata e principale, tan ta era la dottrina che quella Romana Corte in Lui venerava . Potrebbe forse da taluno di noi dimandarsi se il Pascoliavesse meritatosigrandeecomune conside razione come Medico pratico,quanta ne ebbe come teorico;imperocchè pur troppo è duopo riguardare la medicina sotto ilduplice aspetto diScienza edi Arte.Difatti non rade volte accade che amedico quanto ésser si voglia dottissimo, manchi quel tatto pratico, quella squisitezza di medica vista, e, dicia molo pure , quell'inesplicabile nesso di favorevoli 19 Dopo che per due lustri dalla patria Univer sità degli Studj, e dalle private Accademie le fisi che,e mediche scienzeinsegnò,Padova eRoma il chiedettero a gara , generosamente patria novella offerendogli. Il Pontefice Clemente undecimo a se chiamatolo , fece si che a Padova , cui era già sul puntodirecarsi,Roma preferisse;ecosìPerugia lo perdette per sempre . e E quièbenforzacrederecheAlessandroPa scoli vivendo dodici lustri in Corte, in Roma,tra Grandi , tra Principi sempre ; cui furono affidati in téressantissiminegocj dellePrincipescheFamiglie Albani,Chigi,Rospigliosi,Sora ed altre, fosse di grande ingegno, di profonda politica, di somma costumatezza dotato;dacchè, una di queste do ti che manchi, a sorte sì grande non si pergie ne , o per poco di questa si gode. Difatti sappia m o come tra le tante virtù che lo adornarono, erano prime il decoroso contegno in che egli si tenne, l'es s e r e d e l s u o b u o n n o m e f o r t e d i f e n d i t o r e , il 20 incontri e di buone venture, che tanto valgono al la propizia riuscita dell'esercizio clinico, e su cui la opinione e la fidanza di ottimo e felice medico riposa . Nel nostro Alessandro sembra che tutto si riunisse a renderlo valente nell'arte come nella scienza rinomatissimo . E d in vero pel lungo corso di 58 anni che visse all'aura del Campidoglio,non fuvvipersonaggio distintocui non prestasse medi ca mano o medica consultazione.Oltre aiPontefi ci sopraenunciati , la Regina di Polonia ed i suoi figli, gli Elettori Bavaro, Sassone, e Coloniense, la Regina d'Inghilterra, ed ogni altroPrincipe e Grande, ( a quali sifortemente il vivere più ca le ) lui ebbero a tutela de'propri giorni . bene ed ilparlar pensar bene ditutti, siche tutti rispet tandoedamando,seppe da tuttirispettoriscuotere ed amore . Cosi Roma fu ammiratrice di un filo s o f o è m e d i c o p e r u g i n o ; e d il s u o n o m e o n o r a t o p i ù spesso colà che tra noi si pronuncia forse e si ripete. Lontano dagl'incanti del bel sesso , ne fuggi perfi no,in quanto ilpotè,lamedicacura.(5)Chepiù? Con religiositá e fortezza di animo sostenne negli ultimi 18 anni di vita una completa cecitá,senza che in se stesso foss'egli meno tranquillo ,nè m e no fosse da altri dimandato ecompianto. Che se alpossedimento disua vastadottrina, se al buon successo dell'arte sua ,se al corredo delle nobili doti dell'animo che in Alessandro Pascoli fece ro si bella mostra di loro , si aggiunga la felicità de' tempi nei quali visse, dovremo anche meno stupirci che potesse egli giungere al più alto grado di celebri tà e di onoranza . Io voglio dire la felicità dei tempi; ossiaquelbuon tempo aidottipropizio,incuidessi sono veramente stimati, e nel quale i Principi,ei Grandi concorrono agara (siccomeoggi)informar li, tostochè i Principi e i Grandi bene conoscono che le scienze e le lettere sono veramente il soste . gno de'troni,edelle nazionidellecittá de'paesi ilprimo ed ilpiù luminoso decoro.Ed alla estima zione de'medici credo che non poco in ogni tempo contribuiscalabuona fidanzade'popoli,colsaldo tenersi di quel velame che agli occhi del volgo i misteri nasconde d'Igea ;velame tanto utile che sia serbato; imperocchè la remozione di esso chi ne abbisogna e cui serve reciprocamente danneggia. Alessandro Pascoli dopo sigrandi fatiche, carico di meriti e di onori, sul novantesimo anno del vive re suo, questa misera terra abbandonò (6). 21 . e perenne ricordanza dei posteriche cirima ve dilui?Lavivafamadellesuetantevirtù,ladi lui valentia nell'arte del medicare; e più ci restano i suoi numerosi volumi , depositarj immanchevoli del vasto sapere nelle fisiche e nelle mediche fa c o l t á '. S a r e m m o n o i c o t a n t o i n g i u s t i p e r d i m e n t i c a re i sudori dei dotti che ci precedettero , solamente perchè il modo loro di filosofare non è più simi le a quello de'tempi nostri? E vorremmo noi far ci riputare così creduli e così inorgogliti nel lusin garci che alle dottrine ed alle massime nostre del la filosofia e della medicina, tutti coloro che ci suc cederanno coi secoli pieghino riverenti la fronte e le venture età inalterato rispettino ciò che ad esse faremo noi pervenire? Non siavi chi lo cre da , o la storia dell'umano sapere ne disinganni , Ond' è che degli esimj ingegni, dei benemeriti cittadini, degl'insigni scrittori,sebbene lunga serie di anni da essi ci divida, serbare si debbe ricor danzavivissima,afronte decangiamentiaquali puògireincontrol'umano filosofareeilmedi co opinamento. Si, dotti Accademici, apprezziamo mai s e m prelefaticheutilide'trapassati, seneimitinoi buoni esempli, se ne rispettino i nomi ; ed il ti tolo a non meritarci d'ingrati, le loro tombe di verdicorone di lauro con più frequenza e con più giustizia si onorino . 22 A NOTE (2) Rivolgendosi al Busto marmoreo dell'Encomiato , che innalzavasi nella Sala dell' Accademia . (3) Tutto ciò che vien detto di Alessandro Pascoli in questo Elogio , come filosofo e medico , è tolto dalla let tara ed analisi fatta delle molte sue opere , in diversi tem pi pubblicate ; il catalogo delle quali trovasi registrato n e l laBiografiadeiScrittoriPerugini delchiarissimoCa valiereGio.BattistaProf.Vermiglioliall'Articolo Pasco li Alessandro - Noi credemmo di non trascrivere ibra ni medesimi dell'Encomiato , a conferma de' suoi detti e delle sue opinioni , e ciò per non aumentare la stampa inu tilmente ; sapendo che agli eruditi medici sarebbe ridire le cose stesse le quali nelle opere delPascoli già bene conoscono , o potranno rilevare quando lo vogliano . Quello poi che riguarda la di lui vita privata e so ciale lo rilevammo dalla storia di sua famiglia , dalla Biografia sopracitata; nonchè da quella degli illustri italia ni compilata dal chiarissimo Sig. Emilio de Tipaldo - V e nezia 1815 Tom.II.pag.209. Finalmente da non poche pregevoli notizie ms. lasciate da Francesco Aurelio Ginan neschi , giovane di Alessandro Pascoli, ed ultimo che stet te venti e più anni con lui, e perciò informatissimo della sua vita . Questo ms . trovasi presso di noi . ( 1 ) N a c q u e A l e s s a n d r o i n P e r u g i a il 1 9 G e n n a r o 1 6 6 9 da Domenico Pascoli, e da Ippolita Mariottini . La fami glia deiPascoli fu originaria di Ravenna, siccome ne scris se Celso , fratello del nostro Alessandro , nella storia del la sua Casa . . • . . . > 23 (4) La prima di esse fu stampata in Roma nel 7.A g o s t o 1 7 0 6 i n 8 °, p r e s s o l o Z a n o b i , d e d i c a t a a l l ' E m i n e n tissimo Cardinale Fabrizio Paolucci, Segretario di Stato di ClementeXI.- Lasecondachecontienetuttaladilui Ritrattazione fu pubblicata egualmente in Roma nel 1711 in 8°, per il Buagni , dedicata a Monsig. Banchieri A s sessore del S. Officio . Ambedue queste operette interes santi la vita letteraria ed i sentimenti morali del Pascoli le abbiamo nellaBiblioteca pubblica Scaff.XVIII,No.56. (5) Quando la Regina d'Inghilterra in Roma chiamo il Pascoli a medicarla , nell'atto di presentare il polso , gli disse»É veroSig.Dottore,chevoinonavetepiace re di medicare le donne ? Alla quale dimanda egli ri spose » É verissimo, ma non le.Regine , (6) Mori in Roma il 5 Febbrajo 1757, confortato da tutti gli ajuti della Religione , essendo vissuto 89 anni; gliultimi18circadeiqualiinunacompletacecità Fù sepolto nella Chiesa di S. Silvestro a Monte Cavallo de' RR.PP,Teatini- LaIscrizionesepolcraleumileecri stiana , compostasi da se medesimo, e che trovasi tuttora sopra l'avello , è la seguente . 24 . Hic . Posuit . Exuvias In :- Die . Irae . Resumendas Alexander .Pascoli C . . > Perusinus
Monday, February 7, 2022
Subscribe to:
Post Comments (Atom)
No comments:
Post a Comment