Il mondo romano è il mondo del volere, e quindi del Diritto e della Politica.Il volere in siffatto mondo da un lato continua a mostrarsi negli ordini superiori ed infles sibili dello Stato, e dall'altro comincia a svolgersi in for ma di diritto individuale. Con il principio del volere, di sua natura soggettivo, il Diritto privato non può non sor gere, e lo Stato non può più per lunghissimo tempo conser vare le rozze sembianze d'una organica oggettività natura le. In Roma il Diritto privato ė nei suoi primi momenti stretto,ferreo ed arcano;poi è ampliato, oltre al divenire palese, giovato , supplito e corretto dall'equità , ch'è lo stesso Diritto in opposizione ad una legge, la quale non ha saputo attuarlo;alla fine è Diritto umano,e per conseguen za proclama ilprincipio,che la schiavitù,istituto delle gen tiecontronatura,nonriguardal'anima,echegliuomi ni innanzi al Diritto naturale sono liberi ed eguali. Cicerone , il filosofo più alto del mondo romano , non avendo coscienza scientifica della manifestazione del diritto soggettivo , come atto dell'astratta potenza del volere, ė inferiore alla stessa realtà romana.Egli non è autore di una filosofia propria , e segue da ecclettico gli scrittori greci; professa il dubbio, non crede che la mente possa Il vuoto soggetto , rappresentato dai Neoplatonici co me oggetto , riceve ora tutta la sua concretezza , ed è in seno del Cristianesimo determinato quale Verbo o mente assoluta. La Filosofia quinci innanzi s'informa al principio soggettivo. L'uomo , immagine di Dio ed in carnazione del Verbo , si riabilita ; e lo Stato antico , perdendo il suo alto significato , è costretto a rimpicco lirsi. La parte più intima dell'individuo non è più sot toposta alla potestà politica , sibbene alle nuove creden ze , che in origine si mantengono in quell'ambiente ce leste in cui sono nate , e si oppongono al mondo anco ra pagano. L'Apostolo scorge una contraddizione tra gli stimoli della carne e gl' impulsi dello spirito. Lattan zio crede che la vera giustizia sia nel culto di Dio uni co, ignoto ai gentili.Agostino parla di una città celeste, sede di verità e di giustizia, in antitesi alla città terre stre, fondazione di fratricidi e prodotto del peccato pri 6 essere assolutamente certa, é pago della semplice verosi miglianza.Nell'Etica elimina ildubbio per leconseguenze dannose, e fa appello alla coscienza immediata, in cui si ritrovano i germi della virtù, ed al consenso del genere umano , per definire l'onesto e per stabilire alcuni pre supposti speculativi di esso. Preferisce il principio etico degli Stoici, che tempera da uomo pratico ; trae il Dirit to non dalle leggi delle dodici tavole o dall'editto, mą dalla natura umana ; riproduce la teoria aristotelica del lo Stato, e si attiene alla forma mista, propria degli or dinamenti politici di Roma .
Friday, February 25, 2022
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