Se poca fortuna ebbe il P. come uomo politico e consigliere di monarchi, non diversa fu la sua sorte di scrittore ; e le sue opere che ebbero a tratti momenti di luce viva e che riuscirono a destare interessi e preoccupazioni persino nella libera Inghilterra (1), giacquero come cose inanimate dopo la sua morte, come se questa le avesse private, come il loro autore, di quello spirito vitale che le faceva palpitare. E l'oblio scese su di loro, crudele e inesorabile, facendo perdere la conoscenza di alcune di esse, sia perchè pubblicate all'estero, anonime (2) sotto pseudonimo (3) o sotto falso nome, (4) sia perchè catalogate sotto altro autore (5). Infatti il Saraceno (6) pubblicando il « Manifesto» del P. e le due « Lettere » indirizzate, l'una a Vittorio Amedeo II, l'altra a Carlo Emanuele III e premettendo alla sua edizione alcune notizie di carattere biografico e bibliografico, limitava, pur credendo di darne l'elenco completo le opere del R. a quelle da lui pubblicate e a quell'altre contenute nel « Recueil » edito a Rotterdam nel 1736 (1) Cfr. Documento n. 32. (2) Cfr. opera n. 9. (3) Cfr. opera n. li . (4) Cfr. opera n. 8 e 13. (5) L'opera n. 9 già cit. a nota 2 risulta nel Cat. del Britihs Museum sotto il nome di Thomas Morgan. ( 6 ) Cfr . SARACEN O op . cit . p . 28 5 e seg . più la « History » edita a Londra ; da quel momento, per quei pochissimi che del nostro s'interessarono, le parole del Saraceno furono vangelo, e le opere dimenticate scomparvero definitivamente, come non. esistenti, dalla bibliografìa del R. (1). La sensazione iniziale di una possibile lacuna nell'elenco delle opere del P., divenuta certezza in seguito ad alcune notizie rinvenute nel carteggio diplomatico tra l'inviato piemontese a Londra e la Corte di Torino (2), in cui era fatta parola del P., mi determinò alla ricerca di queste opere sperdute. Quasi del tutto infruttuose furono le ricerche in Italia (due sole lettere del P. rinvenni all'Ai-, di Stato di Torino); fortunate invece all'estero e precisamente alla Biblioteca Bodleiana di Oxford, al British Museum di Londra, ed alla Staatspreusischebibliothek di Berlino, dimodoché tenendo conto dei nuovi materiali trovati, le opere del R. risultano in una elencazione definitiva: 1) 1728: Manifesto di A. I. R. di P. (Archivio R. di P. nel Castello di Passerano voi. 119. m. 5. n. 4.). 2) 1728: Lettera del P. a Vittorio Amedeo II. 3) 1728: Memoria del P. rilasciata al Marchese d'Aix. 4) 1728: Lettera scritta dal Conte A. R. di P. a S. M. il Re Vittorio Amedeo lì inserviente di prefazione ai discorsi da lui compilati e che intendeva dedicare alla prelodata Maestà sua. (Ardi. Stat. di Tor., Storia della Real Casa, Cat. terza, Storie pari. Marzo 20, N- 30). 5) Lettera del P. alla Contes. di S. Sebastiano. 6) Lettera del P. a Vittorio Amedeo II. 7) 1730: Christianity set in a True Light in XII Discourses Politicai and Historical. By a pagan philosopher ncwly converted, London. Printed for J. Peele at Lockes Head in Pater-noster-Row; and sold by the Booksellers of London and Westminster, 1730. 8) 1732: The History of the Abdication of Victor Amedeus II Late King of Sardinia with his confinement in the Castle of Rivole. Shewing the real Motives, which indue'd that Prince to resigli the Crown in Favour of his Son Charles Emanuel the present King: As also how be carne to repent of his Resignation with the secret Reasons that urd'd him to attempt his Restauration. On a letter frorn the Marquis de T. . . a Piemonlais now at the Court of Poland; to the Count de C. in London. Printed and sold by A. Dodd without, Tempie-Bar; E. Mutt and E. Cooke, at the Royal ( 1 ) Dell'opera n. 9 ne fa recentemente parola il NATALI : 11 settecento - Milano, 192 9 pag. 284, senza indicazione di data e luogo di stampa, a puro titolo di cronaca. (2) Cfr. Documenti n. 29 e 34. Exchange ; and by the Booksellers and Pamphletsellers of London and Westminster MDGCXXXII. 9) i 732 : A phliosophical (sic) Dissertation upon Deatli composed for the Consolation of the Unhappy, by a Friend to Trath, London. Printed for and sold by W. Mears at the Lamb on Ludgate-Hill, MDGCXXXII. 10) 1733: Lettera del Conte a S. M. il Re Carlo Emanuele III0 colla quale supplica la prelodata S. M. di voler gradire la dedica della opera da lui composta e già presentata alla fu S. M. il Re Vittorio Amedeo IIC . (Arch. Slato Torino - Storia Real Casa - Cat. Ili - Storie particolari - Mazzo 21, n. 9). 11) 1734: Twelwe discourses concerning Religion and Governement - Inscribed to ali lovers of Trulli and Liberty by Alberi Comt de Passeran - Written by Royal Command - The second Edition - London - Printed for the Booksellers, and at the Pamplet shops in London ad Westminster MDCCXXXIV. 12) 1736: Recueuil de pieces curieuses sur les matieres les plus interessantes - Rotterdam - 1736 - Chez la Veuve Thomas Johnson et Fils - contenente: a) - Dedica a Don Carlos - pag. III-X. b) - Factum d'A. R. de P. parce quel on voit les motifs qui l'ont engagé a composer cet ouvrage - pap. 1-10. e) Douze Discours Moraux, historiques et politiques, pag. 15-238 preceduti da una " Declaration de l'Auteur „ pag. 13-14. d) Histoire abregée de la profession sacerdotal, ancienne et moderne a la tres illustre et tres celèbre secte des esprit-forts par un Free-Thinker Chrètien; in 6 capi - pag. 239-289. e) - Nazarenus et Licurgos mis en parallele par Lucius Sempronius neophyte - Epitre à l'Empereur Trayan Auguste - pag. 291-330. f ) Recit fìdelle et comique de la religion des Cannibales modernes par Zelin Moslem - Dans lequel l'auteur declare les motifs qu'il eut de quitter celte abominable Idolatrie - Traduit de l'Arabe - a Rome par M. Machiavel (sic) imprimeur de la Sacrée congregation de Propaganda fide - MDCCXXVIII - pag. 331-368 - con prefazione dell'editore (pag. 333-346). g) Projet facile, équitable et modeste, pour rendre utile à la Nation un grand nombre de pauvres Enfans, qui lui son maintenant fort à charhe - Traduit de l'Anglois pag. 369-384. 13) 1737: Sermon perché (sic) dans la grande assamblé des Quakers par le fameux frere E. Elwall dit l'Inspirée - Traduit de l'Anglois a Londres, au depens de la Compagnie 1737 - pag. 1-47. 14) 1737: La religion Muhammedane comparée à la paienne de l'Indostan par Ali-Ebn-Ornar, Moslem epitre a C.inknin, Bramili de Visa - pour traduit de l'Arabe. A Londres au depens de la Compagnie - 1737 - pag. 49-104. * * * Notiamo, ora di queste opere le notizie e di caratteri più salienti N. 1 : fu edita dal Saraceno, nell'opera più volte citata, nel 1874. Il testo rimane nella sua grafia del tutto immutato, con le inconstanze di scrittura (et, ed; chino e hanno) caratteristiche del P.; alquanto mutata è invece la punteggiatura, e gli alinea, la prima più scorretta nel testo originale, i secondi inesistenti nel MS., che corre tutto di seguito. N. 2: questa lettera con la quale il B. comunicava a Vittorio Amedeo II il suo desiderio di fargli pervenire la " cassetta „ e di cui abbiamo notizia sia dalla lett. del March. d'Aix del 24 maggio 1728, sia dalla risposta del March, del Borgo del 12 giugno 1728 (1) che c'informa pure del suo contenuto, per quante ricerche abbia fatte all'Arch. di Stato di Torino, non mi è stata possibile trovarla. N. 3 questa " Memoria „ inedita del P. si trova all'Ardi, di Stato di Torino (2). N. 4 : fu edita dal Saraceno (3) ed è una copia della lettera originale andata perduta. N. 5-6: Delle lettere comprese sotto questi due numeri abbiamo notizia da una lettera del Cav. Ossorio al March. Del Borgo del 15 Sett. 1730 e dalla risposta del Del Borgo del 16 die. 1730 (4); ma analogamente a quella notata sotto il N. 2 non mi è stato possibile poterle rintracciare. N. 7 Quest'operetta edita, in un elegante Vili0 nel 1730, dopo due anni di soggiorno in Inghilterra, doveva nella mente dell'Autore essere composta di dodici discorsi. Fu edita invece incompleta contenendo solamente un : " Preliminary discourse in wicli the Author gives a particular account of his conversion „ e il Discourse I : " Of the Preceps and Life of Jesus Clirist „. Al primo di essi corrisponde alquanto mutato nella forma e nell'estensione il " Recit „ contenuto nel " Recueil „, al secondo corrisponde invece esattamente il Discorso I (1) Cfr. Documenti n. 5 e 7. • (2) Cfr. Documento n. 28. ( 3 ) Cfr . SARACENO: op . cit . pag . 341-346 . (4) Cfr. Documenti n. 25 - 27. dei " Twélve Discourses „ riprodotto poi integralmente dal Discours [ (Des Preceptes et des Mrnurs de Jesus Christ) dei " Douze Discours, moreaux ecc. „ editi nel " Becueil „. Ritornando al " Preliminari/ discourse „ abbiamo detto che questo discorso fu riprodotto nelle sue linee sostanziali dal " Becit „ incluso nel " Becueil „, ma molte varianti, e alcune di valore capitale sussistono fra i due testi ; accenneremo, qui, da un punto di vista generale, le caratteristiche più salienti dei due testi, e la maggior importanza che può avere, da un punto di vista biografico, l'edizione inglese del 1730; e infatti, pur essendo quest'ultima mancante dell'introduzione che troviamo nel testo di Rotterdam " L'imprimeur au lecteur judicieux „ pag. 333-345) e della apocrifa Bolla di Benedetto XtlI (pag. 345-346), le numerosissime note esplicative, che svelano luoghi, nomi e date, la rendono di una importanza capitale per la ricostruzione della vita del P. Senza questa edizione, corredata di note e di avvertimenti, veramente preziosi, sarebbe stato impossibile, per qualsiasi biografo, fare risultare dal semplice testo le notizie importantissime documentanti la conversione del R. al calvinismo. L'assenza di note del " Becit „ e l'espressione più attenuata, in taluni punti, del testo inglese costituiscono i caratteri differenziali fra le due edizioni. I titoli dei discorsi annunciati, ma non editi nellla " Christianity „ sono i seguenti : Discourse II : Of the Doctrine and Manners of the Apostles and Primitive Gliristians. — Discourse III: The Christian Religion to the Religion of Nature itself. — Discourse IV: What were the Gauses of the Gorruption of the Christians. — Discours V: Of the Mischief done to Christianity by the greatNumber of Churehes and Ecclesiastichs. — Discours VI: By what Means the Bisliop of Rome are become Souvereigns of that Capital of the world. — Discours VII: That neither the spiritual nor Temporal Power of Priests is authorized by the Gospel. — Discours VIII: Of the cleaus, by which the Papal Monarchy has maintained, continues to maintain and will maintain itself, as long as it can make use of them. — Discourse IX: Of the Evils caused by Priests to Sovereigns and their States. — Discourse X: Of Naturai Right: Of the origin ond Nature of Government. — Discourse XI: Of Religion in General. That alt authority Spiritual as well as Temporal belongs, de jure, to the Sovereign ; and how Ecclesiastical Affair should be regulated. — Discourse XII: Of the Advantage that will accrue to Sovereigns and States, from the Obseverance of the Rules. Come si può presumere dai titoli i discorsi mancanti non avrebbero dovuto essere altro che quelli contenuti nei " Twelve Discours „, come di fatto prova il primo discorso contenuto nella Christianity „ del tutt o analog o al prim o di quelli contenut i nei " Twelve Discours „ cosa , del resto , ch e si pu ò rilevar e facilment e confrontand o rispettivament e i titoli dell e du e edizioni, che , pu r essendov i qualch e tenu e variant e di espressione , sintettizzan o reciprocament e u n analog o contenuto . Copi a di quest a edizion e l'h o trovat a soltant o al Britis h Museu m di Londra . N. 8 : Di quest'oper a (1) falsament e attribuit a al Marches e Trivi é o a d u n cert o Lambert i m a ch e già il Saracen o (2) ed il Carutt i (3) avevan o rivendicat a al P . furon o fatt e numerosissim e edizioni. Citiamo quell e ch e abbiam o potut o rintracciar e e confrontar e co n l'edizion e ingles e ch e possediamo : 1) Anecdotes de l'abdication du roy de Sardaigne Victor Amédé e 11, ou l'on trouve les vrais motifs qui ont engagé ce prince a resigner la Couronne en faveur de son fds Charles-Emmanuel a présent roi de Sardaigne. Comment il s'en est repenti, avec les raisons et les intrigues secretes qui l'ont porte à entreprendr e son rétablissement par le marquis de F*** piemontois, à present à la Gour de Pologne ; en forme de lettres écrite au comte de G*** a Londres. S. 1. 1733 in Vili pag. 61. 2) Histoire de l'abdication de Victor Amédé e nel volumetto: " La politique des deux partis, ou Recueil de pièces traduites de l'anglois de Bolingbroke et des Frère s Walpole „ la Haye 1734 in 18°. 3) Con la stessa intitolazione del N. 1 Génève 1734 in 8°-95 pag. contenente una seconda lettera datata da Ghambery il 9 Ottobre 1731, probabilmente pur essa del P. 4) Histoire de l'abdication de Victor Amédée, roi de Sardaigne, Paris 1734 in 4°, erratament e attribuiti dall'Oettinger (4) ad un Lamberti non meglio identificato. L'Oettinger dà pure al pure al 1734 una traduzione tedesca dell' " Histoire „ edita a Francoforte in 8°. 5) Histoire de l'abdication de Victor Amédée roi de Sardaigne, et de sa detention au Ghateau de Rivoli. Où l'on voit les veritables motifs qui obligerent ce prince d'abdiquer la couronne en faveur de Charles-Emmanuel, son fds, et ceux qu'il eut ensuite de s'en repentir et de vouloir la reprendre. Lettre écrite au Conte de C*** a Londres, par le marquis de Trivié, qui est à présent à la Gour du roi de Pologne, 68 p., edita nel " Recueil de pièces qui regardent le gouvernement du royaume d'Angleterre, et qui ont rapport aux affaires présentes de l'Europe, traduit de l'Anglois, la Haye 1734, in 18°. 6) Histoire de l'abdication de Victor Amédée, roi de Sardaigne, Genève, 1735 in 8° pure attribuita dall'Oettinger al Lamberti. (1) Cfr. Documenti n. 29. ( 2 ) Cfr . SARACENO , op . cit . pag . 300 . ( 3 ) Cfr . CARDTTI , op . cit . pag . 541 . ( 4 ) Cfr. OETTINGER , Bibliographie biographique universale - Paris, 1866, col. 184-7 . 7) Histoire de l'abdication de Victor Amédée roi de Sardaigne etc. de sa detention au Ghateau de Rivoli et des moyens qu'il s'est servi pour remonter sur le trone, à Turiu. De l'impremerie Royal M.DCGG.XXXIV, in 8° piccolo, pag. 63. 8) Anecdotes de l'abdication du Roi de Sardaigne Victor Amédée II, S. 1. 1735 in 12». 9) Anecdotes de l'abdication du Roi de Sardaigne Victor Amédée II, 1753 in 8°. Edita sotto il nome di Marchese di Fleury che il Qnerard (op. cit. T. II col. 51 d.) ritiene pseudonimo di Marchese di Trivié. 10) Histoire de l'abdication de Victor Amédée Roi de Sardaigne ecc. De sa detention au Ghateau de Rivole, et des moyens dont il s'est servi pour remonter sur le trone. Nouvelle édition sur celle de Turin de 1734-, a Londres, 1782. Non abbiamo creduto necessario per quanto il testo inglese rappresenti il testo originale redatto dal P. di annotare le poche varianti che esistono più di forma che di contenuto. N. 9 di questa operetta, che ho trovato solamente al British Museum, catalogata sotto il nome di Thomas Morgan (l'indicazione della bibliografia del B. M. è : " A philosophical dissertation upon Death - Composed for the consolation of the Unhappy (By A. Badicati Count di Passerano translated or edited by John, or rather Thomas Morgan? 1732 - 8°) era data notizia tanto dal Cav. Ossorio, che ne espone in brevissime righe il contenuto e ci avverte che fu causa di prigionia per l'autore e il traduttore, quanto dal Lilienthals, dal Kahl e dall'Henke (1). Completamente dimenticata dai più recenti studiosi del R. compare citata dal Natali (2) senza indicazione nè di data nè di luogo di stampa. Secondo quanto afferma l'Ossorio, l'operetta stesa in lingua italiana (3) dal R. sarebbe stata tradotta da " un de ses compagnons „ " en bon Anglois „ e sotto il nome di questo traduttore, che si seppe più tardi essere, Thomas Morgan essa andò per alcun tempo. N. 10 fu edita dal Saraceno (4) ed è una copia della lettera originale andata smarrita. 11) La scoperta di questa nuova edizione, ricordata in alcune opere ( 1 ) Cfr. HENKE , op. cit. loco cit. LILIENTHALS , op. cit. loco cit. FREYTAG , op. cit. loco cit. VOGT , op. cit. loco cit. BAUER : op. cit. loco cit., WAHIUS , op. cit. loco cit. ( 2 ) Cfr. NATALI: II settecento, pag 284 . Ove però compare come semplice elencazione bibliografica, senza indicazione nè di luogo di stampa, nè di data. (3) Cfr. Documento n. 29. ( 4 J Cfr . SARACENO , op . cit . pag . 347-348 . quasi contemporanee (1), fa cadere l'affermazione che i " Discours „ siano stati stampati per la prima volta a Rotterdam nel " Recueil „, e che quindi sino al 1736 i " Discours „ medesimi siano rimasti manoscritti nelle mani del R. Risulta invece, (poiché posto che esista la primissima introvabile edizione (2) in tutti i casi non la possiamo ammettere edita prima del 1733 per le ragioni stesse che giustificano l'edizione de! 1734) che il nostro si decise a dare alle stampe i " Discours „ dopo aver visto che non sarebbe mai riuscito a dedicarli a C. E. (3), e che di conseguenza dallo stampare o no quanto aveva inviato a V. A. non sarebbe più dipesa la possibilità di ritornare o meno in Piemonte. Comparve in tal modo l'edizione inglese dei " Discours „, la quale messa in confronto con quella di Rotterdam ha dato i seguenti risultati: Mancano nell'edizione inglese la " Dedica „ a Don Carlos (sedizione Rotterdam pag. Ili a pag. X) e il " Factum „ fonte di preziose notizie biografiche (edizione Rotterdam da pag. 1 a pag. 10). mentre che la Declaration de Vauteur „ contenente i motivi che hanno spinto alla compilazione dell'opera, e i criteri seguiti nel suo svolgimento, che nell'edizione londinese occupa dieci pagine (V-XV) e che sotto riproduciamo è ridotta nell'ediz. di Rot. ad una pagina e un terzo (pag. 13-14). T H E AUTHOR' S DECLARATION . {Pag. V) Tho' prefaces are quite out of fashion, 1 yet hope the benevolent Reade r will forgive me for making a short Declaration coneerning the Publication of this Work , as follows. ( 1 ) BAUMGARTEN : Narichten von einer Ilallischen Bibliothec, 1748 , pag. 543-54-5 . BAUER , op. cit. voi. Ili, pag. 172 . ENGEL : Bibliotheca selectissima seu catalogus librorum omni scientiarum genere rarissimorum - BERNAE , 174 3 pag. 135 . FREYTAG , op. cit, pag. 661 . VAHIUS : op cit. T . I. pag 766 , (1-2-3) . TRINIUS : Freydenken Lexicon. - Leipzig, und Bemberg, 1759 , pag 40 1 n. 1-2-3- 4 e: Erster Zugabe zu Freydenken Lexicon ib. ib. 176 5 pag. 7 3 e seg. LII.IENTHALS : op cit. Voi. I, pag. 1098 . MASCH I Beilriige zur Geschichte merkwiirdiger Biicher, Wismar, 1769-76 , Voi. I. pag. 12 9 n.: 1 -4 ' HENKE : op. cit. p. VI, pag. 9 9 e 124 , SCHROCK : Cristliche Kirchengeschichte seil deiReformation - Leipzig 1801-10 , p. VI, pag 212-215 , SCHLEGELS : Kirchengeschichte des 18 Jahrunderts, Heidelberg, 1784-96 , voi. I, pag. 27 3 n. 2 e 3 . ( 2 ) Il RENOUR D nel suo " Catalogne d'un Amateur „ I, 131 , (citato dal QUERARD : " Les supercheries litteraires dévoillés „ Paris, 1859, T. I, col. 265, sotto il nome Ali-Ebn-Omar-Moslen) afferma parlando del P: " Il n'existe de son " Recueil „ que deux exemplaires sur grand papier, celui de la Bibliotheque du Roi, et le mien „ Di questa edizione, probabilmente in foglio o in 4° grande, (" sur grand papier „) non siamo però riusciti ad averne traccia nè notizia alcuna. (3) Infatti la lettera del 15 maggio 1733 indirizzata dal P. a CARL O EMMANUEI.E rimase senza risposta. Cfr. lettera, cit. in SARACENO op. cit. pag. 347-318. (Pag. VI) In primis & ante omnia. I do declare that this Wor k was written at the Command of a great PRINCE, who would be plainly inform'd of ali the matters contain'd in it : and as that PRINCE was then reputed to be one of the greatest Politicians of bis Age, I wa s oblig'd to proportionate my Labour to his profound Capacity. So that if I have reveal'd some Religious or Civil Mystery, which had generally been conceal'd, I have methink given a suffìcient Reason for it: However, 1 have alter'd some Passages and soften'd some Expressions, to make them more intelligible and mor e agreable to the Reader. (Pag. VII) Item. I do solemnly declare, that in ali this Wor k I had nothing in view but Truth, Equity, or Justice: In a word, the Cood of Mankind in general; and I flatter my self that ali who shall peruse it with Candor, shall be convinc'd of the Rectitude of my Intentions. Item. I do declare, that I have kept dos e throughout this Wor k to the Doctrine and Morality of our Savoiur, occording to the best of my Knowledge; and I hope I have not advanc'd anything without good Authorities. (pag. Vili) " Item. I do protest before GOD and Men, that whatever is said in this Wor k concerning the Church or Clergy is to be understood of the Popish Church and Clergy only, (who really have long since abandon'd and despis'd the most sacred Precepst of our Blessed LAWGIVER) and not of any other church whatsoever; whos e Clergy and Prelates being very humble, vastly charitable, pious, and such utter Enemies to Grandeur and Riches; may justly be stiled the true (pag. IX ) and only Imitators of Crist's Disciples, and of those primitive good Prelates (*) instituted by the Apostles. (*) See the 54th page of this Book, and you will fìnd what their duty was, and with what Qualities they were endued. Item. I do declare, that I have not her e opposed the superstitious Tenets of the Popish Church ; for this has been so often done ever since the Reformation, and by so many Learned Divines, that it would be vain to attempt it. Besides, Popish Princes little regard at this time wha t is said against Transubstantiation, Purgatory, Confession, Invocation of Saints, and such like; as (pag. X ) things, which ways affect their temporal Interest : so, whethe r these opinions are well or ill-grounded ; whethe r they spring from Heaven, or from Huma n Malice, 'tis no matter. But wer e they to know how prejudicial the Popish Religion is to their AUTHORITY, and to the WELFARE of their several Countries; they then would undoubtedly think upon the proper Expedients to preserve themselves and their Subjects from Ruin ; and this is wha t I have endeavour'd (pag. XI ) to make evident in the ensuing Work . I tlierefore hope it will prove very beneficiai to such Princes, and even be of some service to this Country, particularly at this time, whe n " the Emissaries of Popery (as a worthy Divine (*) has observed) have increased their Diligence in gaining Proselytes, and are now more industriously employ'd in every Corner of our Metropolis than ha s been any time known in the present Age „. (*) Dr. Clarke' s Sermons, pag. 18, LASTLY, ] declare that I have made use of ali the Reason and Understanding 1 ara master of, to discover (pag. XII ) the TRUTH S contained in the sacred Writings, so hidden and involv'd in Mysteries ; in order that by them TRUTH S I might procure my own Happiness and that of others. I presume I have found them, and for that reason 1 now publish them. But if I have unluckily fallen into any involuntary Error, as I know myself not to be infallible. I earnestly entreat ali the orthodox and eminent Divines of this happy Kingdom, to poiat them out to me, and to convince my Reason by Reason itself, that I may both retract and avoid them. (pag. XIII ) And I farther beg of our SPIRITUAL DIREGTORS ? that in case they, f'avour me with this salutary Advice, to do it not with Passion and Bitterness, but LAWGiVER ha s expressly commend (*). For nothing is paser, worlliy, and more scandalous; nay, mor e contrary to the very Principles of the Christian Religion, tlian to rad, calumniate, to load with odious Appellations, and persecute those who labour Day and (pag. XV) Night to find out ttie TRUTH, buried as it is in the dark Abvss of Errors and Superstitions. (*) Matth, XVtlI, 21, ete. AFTER having made this plain Declaration, as I know myself to be wholly destituted of Freinds; I hope that the ALM1GHTY GOD, whose Powe r is above ali Huma n Artifice and Malice, will protect me against those, that will certainly promote my Destruction, for having openly espoused the Cause of TRUT H and EQUITY. Il Discors o I (Ediz . lond . pag . 1-13 ; Ediz . Rot . pag . 15-26 ) è integralment e riprodott o nell a edizion e olandes e : unich e varianti son o le seguent i : Pag . 2 - in not a Collins è qualificato : 0 great and goodman „ attribut i c h e mancan o nell'Ediz . de l 1736 . Pag . 11 - manc a la not a sul ministr o Jurie u ch e si trov a a pag . 2 4 dell'Edizion e di Rotterdam . Il Discors o II (Ediz . lond . pag . 14-25 ; Ediz . Rot . pag . 27-37 ) è pur e ess o integralment e riprodotto . Unich e varianti : pag . 21 - in not a su Bayl e (cfr. pag . 3 5 ediz . di Bot.) è aggiunt o " and 1 shall not be tought in the vrong for vanking him withe Heliogabalus „. Pag . 24-25 , nota , dop o le parol e " universally observed „ " généralement observées „ pag . 3 7 ediz . Rot.) ch e no n si trov a nell'edizion e del 1736 : " I say universally observed: for wer e there a Society or Republic, however great it might be, that should be inclined to observe the Laws of Gbrist, it would be obliged for their own preservation, to lay aside the laws of Christ, or suffer themselves to be destroyed by following them. - In a word, a Society of true Christians, wer e they as numerous as the whole Empire of China, could no more make head against a single Infide], who had a mind to plunder them, than a hundred thousand Rabbits could make head against a hungry Lion, that should fall in among them. But if ali Men, without exception, were good Christians, it is most sure they would be exceding happy. For, being without Ambition, Envy and Revenge, nothing would be capable of di sturbing Iheir Quiet - Here on Gonsult - Bayle's Pensées diverses chap. 141 - continuation des Pensées - Ghap. 123 - 124 „. Il Discorso III (Ediz. lond. pag. 26-52 ; Ediz. Rot. pag. 38-60) ò invece del tutto diverso - Cfr. quindi il medesimo riportato in Appendice. Il Discorso IV (Ediz. lond. pag. 53 72; Ediz. Rot. pag. 61-76) è quasi del tutto riprodotto integralmente; però da pag. 63 (dopo le parole " le gouvernement de leur Eepublique „, pag. 69 dell'ediz. di Rot.) il testo prosegue con 2 pagine in più che qui appresso riproduciamo. (pag. 63) But they wer e never practised, for, if we carni fully examine the Epistles of the Apostles, we shall find that in effect they ali agreed in acknowledging that the Christian Religion wa s the best, but differed excedingly as to the Principles of it For, Paul proposing to persuade Christians of the Trut h of that Religion, and shew them wherein it consisted, says expressly, and in so many words, that we ar e " not to boast of our good works, but of Faith alone in Jesus Ghrist, for that good works ncither justify, nor save (*); but to him, saith he, that worketh not, but believeth on him that justifieth the ungodly, his Faith is counted for Righteousness (**) and shall save him „. James, on the other hand, in a few words summing up the Essentials of Religion, and not amusing himself with vain disputes, as Paul did, tells us; that " Faith without good woorks will neither justify, nor save „ ; and gives us to' understand that " good works will save us independent of Faith (***) „. This Doctrine is highly just and reasonable, and more orthodox than Paul's. For wha t avails it for a man to bellieve that Ghrist dieci to save him, so long as he is cruel, covetous, revengful, and i*) Rom. IV. 5. (**) James II, etc. (***) Rom III. 26, 27, 28. See also Gal lì. 16 {pag. 64) proud? were he not better without that Belief, but good, charitable, and humble ? it is much better for a man to be a Christian in practice without speculation, than to be a Christian in speculation, without the practice; that is, it wer e better being a Savage, who. tho' without any Religion, stili practised the duties of a true Christian, who is resolved absolutely to obey none of the precepts of his Religion, tlio' he firmly believes in its mysterles. This notion, so agreeable to the Justice and Wisdom of God, and Intentions of Ghrist, would be of great advantage to Society, wer e it put in practice. Now it is indisputable that the Apostles, by building Religion upon various. and different foundations bave caused an infinite numbe r of Quarrels and Schisms to spring up in the Christian Gommon-wealth, by whieh it ha s been, and will ever be tome asunder most assuredly, if it does not lay aside the mysterious, or incomprehensible speeulations of Divinity, and frx wholly to those most holy and simple Tenets, which Christ hath taught us, and are very easy to be observed, being the same as those of Nature, as he himself has told us, saying: " Come unto me, ali ye that labour, and are heavy laden, and I will give you Rest (*). Take my yoke upon you, and learn of me, for I am meek, and lowly in heart, and ye shall find rest unto (pag. 65) your Souls. For my yoke is easy, and my burden is light„, and not grievous and insupportable, like that of cruel and ambitious men. (*) Mat. Xt. 28, 29, 30. Il Discorso V (Ediz. lond. pag. 73-92; Ediz. Rot. pag. 77-94) è riprodotto integralmente. Notiamo soltanto che a pag. 80, in nota su S. Cipriano dopo la parola " aucupari „, il testo segue: " Non in Sacerdotibus Religio Devota, non Ministris fides integra, non in operibns misericordia, non in moribus disciplina; sed ad decipienda corda simplicium callide fraudes, circumveniendis fratribus subdolae voluntates - Cyprian de Lapsis „, mentre è mutilo alla medesima parola " aucupari „ nella Edizione di Rotterdam. Il Discorso VI (Ediz. lond. pag. 93-124; Ediz. Rot. pag. 95-123) è riprodotto nell'Edizione Olandese fedelmente. Il Discorso VII (Ediz. lond. ppg. 125-144; Ediz. Rot. pag. 124-144) è riprodotto quasi del tutto integralmente. Uniche varianti sono: Pag. 129 nota (dopo le parole " alors soni fausses „ pag. 128 Ediz. Rot.): " See what Bayle Says in his Pensées diverses, eh. 49, et Contin. des Pensées diverses eh. 47. in arder to shew how ridiculous it is lo enquire whant a thind is, before we have examined whether it really exist „. Pag. 138 manca la nota della pag. 136 ediz. Rot. Pag. 14-2 la parola " Beligion „ è tradotta nelle due ultime righe di pag. 139 dell'Edizione Rot. con " Superstition „. Il Discorso Vili (Ediz. lond. pag. 145-164; Ediz. Rot. pag. 142-160) è riprodotto nell'Ediz. Olandese fedelmente. Il Discorso IX (Ediz. lond. pag. 165-188; Ediz. Rot, pag. 161-182) è riprodotto quasi del tutto integralmente. Uniche varianti sono: Pag. 166 manca la nota della pag. 161 Ediz. Rot. Pag. 186 manca la nota " cependant ces Emissaires „ di pag. 180 81 dell'Ediz. Rot. Il Discorso X (Ediz. lond. pag. 189-223; Ediz. Rot. pag. 189-223) ha subito una restrizione nelle pagine 189 a 200 ridotte nell'Ediz. Olandese a sole cinque (pag. 183-86); riproduciamo qui di seguito il testo inglese. (pag. 189) By naturai right, I mean the faculty given by Nature to each individuai, whereby each of them is forced or determined to aet, according as he fmds it necessary for the preservation of his own Being. Ali Animals are forced by Nature to eat, drink, sleep, etc. Therefore it follows, that they eat, drink, and sleep of naturai and absolute right, when they stand in need of them. In the same manner, Fish being by nature determined to swim, and the greater to devour the smaller, consequently they enjoy water by naturai right, and the greater by the same right devour the smaller. Thus, Birds are determined (pag. 190) by Nature to fly, and by consequence possess the air by naturai right; and Birds of prey by the same right feed upon the tame. For it is most certain, that Nature considered in the general, has an unlimited right over every part of herself: that is, this right extends as far as her power extends, so that every thing that she can do is lawful for her to do. For the power of Nature is the very same as that of God, whose right is eternai, and consequently unalterable. Now as the power of Nature is the same with that of every individuai who make up that Nature, without exception, it follows, that the right of no one is limited, but extends as far as the strength and industry that Nature has bestowed on them; and as it is a general law for ali Beings, that each of them in particular shall perpetuate his kind, as far as lies in his power, without regarding anything save his own preservation. it follows, that the naturai right of every indivual is, to subsist and act to that end according to the power which Nature has given him. In this state Men are not to be distinguished from the rest of naturai Beings, no more than the words, reason, or wisdom, and folly; virtue, and vice; honest, and dishonest, just and unjust are, etc. Wherefore there is no difference between the wise and the foolish, the (pag. 191) virfuous and vicious; for every individuai as a right to act according to the laws of his Constitution or Organization. that is, according as he is determined by Nature to such and sach a thing, without being able to act otherwise: So that considering Mankind under the Empire of Nature, as unacquainted with what civilized people cali Reason, or Virtue; and not having acquired a habit of either, they have, I say, as much right to Life in pursuing the dictates of their appetite, as they have that live according to the laws of reason, virtue, and justice, with which they have conncted their ideas. That is, that as he who is called wise in Society, has a right to do any thing that is dictaded to him by reason, and to live according to the light of it; so the ignorant and foolish manin the state of Nature has a right to every thing his appetite suggests, and to live according to its dictates. For, according to the Apostle's opinion (*) before the law, or in the naturai state of Mankind, no man could sin. {*) Rom. 4. V. 15. It is not then the business of that reason, or justice, to regulate the right of nature, but of the desire or strength of every individuai. For, so far is Nature from determìning us to live according to the law and rules of this reason, that, on the contrary, notwithstanding education, and the penalties appointed in order to naturai impulses. Such is the power of Nature: New as we are obliged, as far as in us lies, to preserve our naturai Being, so we cannot do it but {pag. 192) by acting in obedience to the laws of appetite, since nature denies us the actual use of that reason, and none of us are more obliged to live according to the rules of good sense, introduced among us by the civilized part of Mankind, than an Ant is to live according to the nature of an Elephant. From whence it follows, that in the state of mere Nature, we have a lawful right to ali things whatever witouht exception, because Nature has given ali to every man, and may use it without a crime, if we can get it, whether by force, or cunning, by entreaties, or threats, so far as to look any one as enemy, who hinders, or endeavours to hinder us from satisfying our appetite. Therefore by naturai right, Animals may wish for whatever they please, and do whatever is in theis power to support their own individuai, or satisfy their inclinations. However we are not to imagine that so unlimited a liberty can produce any great disorders amongst Animals of the same kind, as many have thought, because Nature has previded them necessaries in abundance; upon which foot, they can have none, no, not thel esst dissension among them, as 1 have Lions, Wolves with Wolves. Foxes with Foxes, Eagles with Eagles, and so ali other Species, who are in the state of Nature. (pag. 193) It is to be owned indeed that Discord, Envy, and an implacable Hatred reign between one Species and another. And this would in reality be a great defect and imperfection in Nature, if her wisdom consisted in making Animale happy for ever. For, upon such a supposilion, the Pigeon would have reason to complain of Nature, for not bestowing upon him a sufficient strength to defend himself against the Eagle; the Hare mìght make the same complaint as to the Wolf; and he again as to the Lion. But their complaints would be unjust.. For, Nature granled Animals their life but for a certain limited time, which is an effect of her infinite goodness, to the end that ali Beings may succeed one another, and enjoy her benefits. Which could never be, if Animais, once alive, were to be immortal. Therefore, since they must necessarily die to make room for others, it imports little whether they die in this or that manner: nay more, I insist that the Pigeon that is the Eagle's prey, and the Wolf that is the Lion's, are happier than the Eagle or Lion that have devoured them. For their death is sudden, and their pains short; whereas the Eagle and Lion, languish and suffer long before they die, if they die a naturai Death. Besides, the Lion and the Eagle may at their death complain of Nature's injustice, by making them the prey of innumerable and invisihle Animals, that lodge in their bones, and throughout their whole bodies, (pag. 194) which feeding upon the best and finest substance in their blood, and wasting alt llieir animai spirits, kilt them without mercy. For, those invisible Animals that kilt not only Lions, but Men too, and ali Beasts that die of a naturai Death, have no more thought of the mischief they do in feeding upon their blood, tlian Lions and Men when they kill other Animals for food without mercy, they having ali a power to do so by an absolute and naturai right. Animals therefore, far from complaining, tough constantly to thank Nature for her infinite justice and goodnes to them, in giving them a limited life only. For, had she created them immortai, she had shewed herself exceeding cruel; considering we are ali assured there is no condition of life, however happy, but wha t at last grows rneasy and burthensom (*). As we see by those, who having passed most of their time in the polite world, are desirous of retiring, and leading a private life in the country; so he that lives in solitude, often longs for the pleasures of the World ; and lastly, he that ha s long enjoyed bolli, grows tired and out of humour with them, and wishes for a new life thro' death. Now since Animals are tired of life, they may be perpetually diversifying their pleasures, considering the short date of their life; wha t would it be, wer e they to live for ever, without ever varying the pleasures they (*) See the account of the Strulbrugs in Gulliver's Travels. Part 3. (pag. 195) had tasted in the first fifty years of life? nay, how justly might not they complain, who drag an uneasy languishiug life from the infirmities to which they are subjects, or who perpetually groan under the yoke of another Animai, wlio makes himself no uneasiness in making them miserable, in order to gratifiy his appetite? Ali Animals therefore ought to look upon Death as the most signal blessing they have received from the hands of Nature, and as the etfect of her incomparable wisdom; Death putting an end to their pain, aud making them equal with their Tyrants. Wha t 1 have been now saying ought to surprize no Man, since Nature is not confined within the bounds of Reason, or the instinct of Animals; for the word Nature, of which Animals are but as so many small points, means an infìnity of other things that relate to an Eternai order, and that inviolable Law, which gives Being, Life, and Motion to ali things. So that wha t seems ridiculous, unjust, or wicked lo Animals, and above ali to Man, appears such only because we know things but in part, and because we cannot have an exact idea of the ties and relations of Nature, we not comprehending the immens e extent of her wisdom and power. Whenc e it preceeds, that wha t reason sets before us as an evil, is far from it in regard to the order and Laws of universal Nature, but only in regard to those of our own. (pag. 196) This supreme naturai right, which ali Animals enjoy, exclude not Moral good and evil, which is really to be found in the state of Nature. I cali moral good, ali the actions of Animals, tendings to the preservation and 4 propagation of their own individuai, and Species, for they are than performing their duty, by aiming at the end, proposed by Nature in their Greation. On the contrary, I cali moral evil ali those actions of Animals, that are either in the whole, or in part contrary to those notions, or sensations that Nature has implanted in each of them, that they may perceive and know what is proper for their subsistance, and for perpetuating their Species as far as in them lies. Allwise Nature, the tender mother of ali Animals, not satisfied with impressing on their mind those notions, has always affixed a proporlional recompense to moral good, and a like punishment to moral evil, to the end that ali Animals may chuse the one, and avoid the other with pleasure. Not that she had any occasion to setlle such rewards and punishment in order lo be obeyed; for, as she is Almighty, she well knew she should be obeyed, as she is in fact by ali except one Species, which is Man. And it was for them se appointed them, because knowing they had several cavities in their brains fdled with animai spirits, which by a high fermentalion would so heat their imagination, as to make them fall into a sort of madness, on Delirium; {pag. 197) Nature, I say, to bring them back from their wandring, has thought lil severely to punisti them, whenever they swerve from their duty and act agreeably to the false notions with whict that madnes inspires them, which notions tend to the destruction of their own individuai, and to make their Species unhappy. I will explain my self. It is well known, that ali Animals, except Man, act according to the notions infused into them by Nature, commonly called Instinct, for instance, knows its proper food, and the actions to be performed in order to live in health, and perpetuate its Species. Consequently to these notions it acts, by chusing at first such places as are agreable to it: some live in Marchs, some in the Fields, some in the Plains, and others on Hills; some swim, other crawl, and in short, some, called amphibious, live bo!h on Land, and in Water. Ali these Animals perceive what they are to do in order to subsist Wherefore they eat, drink, and make use of their females, when they have occasion ; mor did, or do, any one of them ever force itself to eat, or drilli or enjoy its females, when it was satisfied; nor did ever any of them ever voluntarily refuse to eat, drink, or make use of their females, whenever Nature required it; thus by denying themselves nothing necessary, and by never forcing themselves to do what is beyond their {pag. 198) strength, they lead a healthy and a happy life. But this is not the case of Mankind. For, tho' they pretend to a greater share of wisdom and reason than other Animals, their actions shew they have less than the rest of them ; some thro' excessive folly eating and drinking when they are neither hungry, nor dry, so far as lo bring distemper upon and kill Ihemselves; and forcing themselves upon venerea] pleasure when they are exhausted, is so much as to destroy themselves : Ohters from a contrary madness, denying themselves meat, and drink, and te enjoyment o' Women, and dragging a miserahle life, consume and pine away. Thus by not allowing Nature what she absolutely requires, or forcing her beyond her strength, they are guilty of real Moral evil, from whence the Physical takes its rise, which cruelly torments them their whole life time. Anolher madness, to which Mankind are subject, is Avarice, which puts Men upon perpetually heaping up riches, without making any use of them, for fear of wanting; so that the Miser not only makes himself miserahle, but greatly contributes to the misery of others. There is stili another kind of madness, called Ambition, that lords it over Man, which puts most Men upon depriving themselves of what is really necessary to life, for Ghimeras, that are entirely useless and superfluous to them. (pag. 199) The ili effects of this last folly have not stopped there, but produced the greatest disorders amongst Men, and made theme more unhappy than alt other Animals. For, it has happened, that some of them thinlcing themselves better than others, have endeavoured to get above them, appropriate to themselves what belonged to the rest by Naturai right, and make their companions their slaves. which by the opposition they have found, has occasioned tumults, and civil Wars. These different Phrensies that have taken possession of the minds of Men, and that have in ali times scattered trouble and confusion amongst the race of Men, have from time to time obliged wise Men (who made use of their reason in order to preserve themselves from falling into that sad and terrible Delirium to which they were liable) to admonish the rest with a view of reclaiming them from their errore ; and those admonitions had sometimes so good an effect, that a whole Nation perceiving ancl detecting their Frenzy, voluntary submitted to the decisions of those wise Men, and each Man, renouncing and disclaiming his naturai right, promised obedience to them, upon condition that they on their side should always endeavour to make that Nalion happy. This was the rise and formation of Aristocratical Government. Da pag. 200 in poi (pag. 186 Ecliz. 1736) il test o corrispond e esattament e nelle du e edizioni; salvo le lievi differenz a qui sott o notate . Pag . 207 - i puntin i di quest a edizione son o son o sostituiti nell'edizione olandes e (pag. 102) " le coeur de Nobles en àrbitraire ou absolu „. Pag . 22 3 : mancan o le ultime du e righe del testo di pag. 20 6 ediz. Rol . 11 Discorso XI (Ediz. lond. pag . 224-248 ; Ediz . Rot . pag . 207-218 ) Titolo : " Werein it is proveci that Religion ivas introduced into Society by legislatore, in order to give a sanction to their laivs; and that consequenty ali sacred and civil authority belong de jure to the Prince „. Le pagine 224 e 236 costituiscono, in confronto dell'edizione olandese, una parte del tutto nuova, e corrispondente alla prima parte del titolo, che difatli non si trova nell'Ediz. Rot. Diamo un breve riassunto di queste pagine, che non parve necessario trascrivere integralmente. Il R. così comincia: {pag. 225) ' My design then in this Discours is to make Princes sensible that Religion was institued by legislators, in order to give strength and credit to their Laws, and that Sovereign Princes, having the administration of civil Laws, ought by consequence too have that of Religion; and thereby 1 propose tvvo benefits. Tho first to Princes, by joining the sacred and civil authority in one, and the second, to the People, by rescuing the from the Tiranny of Priests. This then is what the most celebrated Historians teli us concerning the Establishment of Religions „. A dimostrazione di questa tesi, l'intera pag. 226 è dedicata ad una di citazione Diodoro Siculo, libr. I pag. 49, Ediz. Han.; l'inter pag. 227 ad una citazione di Strabone, Geograph. libr. 16 pag. 524, ecc.; indi dicendo di non voler citare anche Plutarco, Polibio, Erodoto e Livio, il R. procede a citare (pag. 228-229) " a Zaeloux and Leavned Jew „ cioè Flav. Joseph, contra Appion. libr. 2, pag. 1071 - Edit. 1634, in fol., e " a very candid popish Priest „ (pag. 230-235) è cioè Gharron, of Widson, book 2 eh. 5. In nota a pag. 235, così meglio identifica il Gharron : " Ile was Canon and Master of the School of the Church of Bordeaux - He lived in Montagne's time, and ivas his intimate freind - See Bayle's Did. Artide, Charron „. E con tutte queste citazioni la dimostrazione è raggiunta: " Wherefore 1 may be allowed to say without any impietg, that lleligion might be subject to the Prince, to Religion „ (pag. 235). Dopo di che da pag. 236 a 248 continua con la seconda parte, che corrisposde all'intero Disc. XI dell'Ediz. Rot. Unica differenza è che la nota a pag. 240: " See in the life of Peter, late Czar of Moscow how be wisely reduced the high Priest's exorbitant authority io his own power „ è estesa nel testo a pag. 211 dell'Ediz. di Rotterdam. " Enfin chacun fait toutes les autres nouveautéz „. Il Discorso XII (pag. 249-271 Ediz. lond.; Ediz. Rot. pag. 211-238) è riprodotto integralmente, ed unica differenza è data dalla mancanza a pag. 259 della esistente nell'Ediz. di Rot. a pag. 228. N. 12: Abbiamo già parlato a proposito del N. 11 degli scritti " a-b-c „ contenuti nel " Recueil „ ed a proposito del N. 7 dello scritto " f „ ed abbiamo notato come la loro prima comparsa, eccettuato per il " b „, sia avvenuta in lingua inglese, e quali cambiamenti abbiano subito nella loro ultima redazione francese. Notiamo invece per le operette " d „, " e „ che il testo dato dal " Recueil „ deve presumibilmente essere l'unico lasciato dal P. ; nè infatti abbiamo trovato di esse ediz. inglesi, anteriori o posteriori al 1736, nè elementi o prove che suffraghino questa possibilità; potrebbe essere presumibile che queste operette scritte dal R. ancora in Inghilterra e forse già pronte per essere tradotte, siano rimaste a noi nel loro testo originale per la fuga del P. in Olanda, oppure che compossle in Olanda, non avendo più possibilità di trovare un traduttore, le abbia conservate e poi edite nella loro lingua originale. Lo scritto " g „ è la traduzione dell'operetta analoga dello Svvift: " A modest proposai for preventnig the children of poor people in Ireland from beìng a burden to their parents or country, and for making them beneficiai io the publick „ (1). Non esiste tra le due edizioni alcuna differenza, che possano mutare lo spirito del testo originale le due uniche varianti che abbiamo notato sono; l'introduzione a pag. 369 del " Recueil „ della parole: " Gastigat ridendo mores „ immediatamente dopo il titolo, e omesso dall'originale; e la sostitutuzione della parola " Spain „ del testo inglese, con la parola " Rome „ della versione del R. pure a pag. 369. Fu fatta nel 1749 a Londra una ristampa di tutto il N. 12 (" Recueil de pieces curieuses sur le matieres les plus interessantes par A. R. comte d. P. a Londre, 1749 „) ma dall'esame di questa nuova ediz. posseduta dalla Bib. Querini-Stampalia di Venezia, è risultata l'identità, persino negli errori di stampa coll'ediz. di Rotterdam. N. 13-14 formano nell'Ediz. originale un volume solo, senza titolo generale, con pagine numerate progressivamente (da 1 a 47 il testo n. 13, da 49 a 104 il testo n. 14). L'attribuzione di paternità al R. del primo di questi opuscoli, e convalidata non solo da quanto afferma il " Dictionary of National Uography „ edito dal Leslie Stephen (2), il Querard (3) ed il Barbier (4), ma dalla rispondenza che questo opuscolo ha con il Discorso III dei " Twelve discours „. Notiamo le principali variati: Pag. 2: " peché originai „ manca la nota del testo ing. Pag. 4-, nota 2: manca la cit. del testo ingl. ; pag. 5, nota 1 e 3: manca il (1) Cfr. op. cit. in: The Works of Jonathan Swift, London MDCCLX, V, IV, pag. 66-77 . (2) Cfr. Dictionary of national biography, edited by LESLI E STEPHEN , sotto 'Elicali „ ( 3 ) Cfr . QUERAR D op . cit . Col . 1231 , T III . ( 4 ) Cfr. BARBIER : Dictionaire des onorages anonymes etpseudonym.es - Paris, 1827 > T . III . N . 16186 . commento e la cit. del testo ingl.; pag. 8, nota. 1, mancal a cit. del testo ingl.; pag. 10: " vòtre pere celeste „ manca la nota del testo ingl.; pag. 11, nota 2: manca la nota del testo ingl.; pag. 12 nota 1: manca il lungo commento del testo ingl.; pag. 17 " ces Docteurs „ il testo ingl. ha " our Priest „, e nota 2: manca la cit. e il comrn. del testo ingl.; pag. 18 " vous dis-je mes Frères „ manca nel testo ingl.; pag. 19 nota 1: manca la cit, del testo ingl.; pag. 21 nota 2: manca la spiegaz. esistente nel testo ingl.; pag. 22: "et comment auroit-il mieux „ manca la nota del testo ingl.; pag. 26: " Amerique „ manca la nota del testo ingl.; pag. 27 e 28 sino ad: " Enfiti temoin... „ mancano nel testo ingl.; pag. 32, nota 2: manca il lungo coni, del testo ingl.; pag. 24 nota 2; manca la citaz. del testo ingl.; pag. 35: " les hommes hereux „ manca nel testo ingl. la nota corrispondente; pag. 38 dopo le parole " ... leur dependence „ manca quasi l'intera pagina 47 del testo ingl.; pag. 40: " mes cheres Frères „ manca nel testo ingl.; pag. 4 nota 2 : differisce dalla rispondente nel testo ingl.; pag. 46: ved. pag 40; pag. 47: l'ultimo periodo (" l'esprit... vrais Quakers „) manca nel testo ingl. In merito al N. 14 l'attribuzione di esso al R., è affermata dal Querard (1) e dal Barbier (2) che svolgono lo pseudonimo Ali-EbnOmar con il nome del R., è confermata dal fatto che a pag. 100 dell'operetta in una nota l'autore citando se stesso rinvia al " Discorso Ili „ dei " Tivelve Discourse „; e tale attribuizione, per ambedue, N. 13 e 14, sostengono pure lo Henke, il Lihienlhals, il Freytag (3). Anzi a proposito di quest'ultimo che viene ad affermare che spesse volte l'opera n. 13 viene seguita dalla n. 14 con un seguirsi di pagine progressivamente numerate (tale è l'ediz. da noi esaminata), come facenti parli del " Recueil „ edito a Londra e Rotterdam nel 1736, facciamo rilevare come ciò non risponda a verità. A parte la confusione dell'ediz. londinese del " Recueil „ del 1749, con l'ediz. Olandese, tanto nell'una che nell'altra non troviamo stampate le operette di cui si tratta, nè infatti potevano essere incluse nell'ediz. del 1736 essendo venute alla luce la prima volta nel 1737, nè nell'ediz. del 1749, che riproduce esattamente la precedente, nè possiamo considerare questa ediz. dell'operette, che abbiamo esaminata, come stralciata dal volume del 0 Recueil „ stante la appariscente diversità dei caratteri di stampa (4). ( 1 ) Cfr . QOERARD . op . cit . T . I . col . 265 . f2) Cfr. BARBIER . op. cit. T . III . N . 16989. (3) Cfr HENK E op. cit. p. VI. pag. 99-100, LILIENTHALS . op. cit., pag. 1098-1100, FREYTAG , op. cit. loco cit. ( 4 ) Cfr . BARBIER , op . cit . T . IV , Col . Come mai esse siano state edite a Londra nel 1737, mentre il P. già da quattro anni almeno si trovava in Olanda, non siamo in grado di dire: forse trovate fra le sue dopo la sua morte (1737) e fatte stampare da qualche suo amico nella capitale inglese? e allora non perchè a Rotterdam dove era già uscito per i tipi della Ved. Johnson il " Recueil „ più volte citato? Sono questi tutti interrogativi che ci poniamo senza avere la possibilità di potere rispondere, per mancanza di documenti che giustifichino una ragione piuttosto che un'altra; e questa è un'altra lacuna nella perfetta conoscenza della vita del R.
Monday, May 31, 2021
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