Grice e Massari –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Seminara). Filosofo. Bernardo Massari --
calabro -- Barlaam: -- Grice: “Should it be under B – Barlam, under Seminara,
like Occam?” Barlaam Calabro – di
Calabria – Scrive di aritmetica, musica e acustica. E uno dei più convinti fautori della
riunificazione fra le Chiese d'oriente e occidente. È considerato insieme ai
suoi due allievi Leonzio Pilato e Boccaccio uno dei padri dell'Umanesimo.
Studiain Galatro, Calabria. Pare che il suo successo come filosofo (un suo
trattato sull'etica stoica è preservato) e ragione di gelosia da parte di N.
Gregorio. Nell'ambito delle trattative per la riunificazione tra le due Chiese
di Oriente e di Occidente, a lui venne affidata la difesa delle ragioni greche;
in tale occasione sviluppò le sue critiche verso l'esicasmo e a sottolineare la
differenza di valore tra la teologia scolastica e la contemplazione mistica. E protagonista
di una violenta polemica contro i metodi ascetici e mistici di alcuni monaci
dell'Athos e del loro sostenitore G. Palamas. Il dibattito divenne sempre più
acceso fino a culminare in un concilio generale alla fine del quale venne
costretto a sospendere ogni futuro attacco verso l'esicasmo. Epigrafe a Gerace, tutore di Petrarca e
Boccaccio, inviato dall'imperatore Andronico III Paleologo in missione
diplomatica a Napoli, Avignone e Parigi per sollecitare le corti europee ad una
crociata contro i turchi. In quell'occasione costrue delle relazioni e una rete
di amicizie su cui puo fare conto quando, in seguito alla decisione conciliare,
decise di aderire alla Chiesa d'Occidente. Ad Avignone conosce Petrarca, a cui
iniziò ad insegna il greco. Petrarca si adoperò per fargli assegnare la diocesi
di Gerace, così e nominato vescovo di Clemente. La bolla relativa alla sua
elezione al vescovato di Gerace riporta, Monachus monasteri Sancti Heliae de
Capasino Ordinis Sancti Basilii Militensis Diocesis, in sacerdotio constitutum.
Tutore di Petrarca e Boccaccio che da un importante contributo, attraverso la
riscoperta dei testi antichi, anche a tutto ciò che non molto tempo dopo
svilupa il movimento umanista. È proprio Manetti il primo a menzionarlo nella
sua biografia del Petrarca. Venne inviato in missione diplomatica da Clemente
in un rinnovato tentativo ecumenico. Data la grande influenza di Palamas il
tentativo, ancora una volta, si risolse in un insuccesso. Fa ritorno ad Avignone
dove muore. Altri saggi: Si occupa anche di matematica lasciandoci una “Logistica”
in cui spiega le regole di calcolo con interi, frazioni generiche e frazioni
sessagesimali. D. Mandaglio, Barlaam Calabro: una vocazione unionista. C. Nanni
Editore (Maggio ). Salvatore Impellizzeri, Calabro, Dizionario Biografico degli
Italiani, Istituto dell'Enciclopedia italiana Treccani. Silvio Giuseppe
Mercati, Calabro, Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia italiana
Treccani. Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Ratisbona.Predecessore Vescovo di Gerace SuccessoreBishop CoA
PioM.svg Nicola2 ottobre 13421º giugno 1348Simone Atomano. Barlaam Calabro di
Seminara. Bernardo Massari. Massari. Keywords: implicatura. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51744498707/in/datetaken/
Grice e
Mastri – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Meldola). Filosofo.– Grice:
“One interesting fascinating bit about Mastri’s ‘Institutiones logicae’ is tha
it starts with a little ABC!” Grice: “Mastri has a chapter on fallacies, too,
which is fascinating!” -- Grice: “I love Mastri – of course at Oxford, if they
do history of logic, they’ll focus on Occam – Axe Kneale!” Grice: “But Mastri
explored quite a bit the square of opposition, and modal, too – what he says
about nomen, verbum, propositio, copula, ‘regulae’ for reasoning, and so forth,
is all relevant – especially seeing that his “Institutiones logicae” is just
one of his outputs: he made intensive commentaries on Aristotle’s whole
organon, and more importantly, also his metaphysics and his theory of the soul
– so Mastri certainly knows what he is talking about!” -- Grice: “He was a
logician, and so, according to the Bartlett, am I!”Altri saggi: “Disputationes
Physicorum Aristotelis” (Grignano, Roma); Disputationes in Organum Aristotelis”
(Ginamo, Venezia); “Disputationes in De celo et Metheoris” (Ginamo, Venezia); “Disputationes
in De generatione et corruption” (Ginamo, Venezia); “Disputationes in
Aristotelis Stagiritæ De anima” (Ginamo, Venezia); “Disputationes in Aristotelis
Stagiritæ libros Physicorum” (Ginamo, Venezia); “Institutiones logicæ, quas
vulgo summulas, vel logicam parvam, nuncupant” (Ginammo, Venezia); “Disputationes
in Organum Aristotelis” (Ginammo, Venezia); “Disputationes in Aristotelis
stagiritæ Metaphysicorum” (Ginammo, Venezia); “Disputationes in De coelo et
Metheoris” (Ginammo, Venezia);“Scotus et scotistæ Bellutus et Mastrius
expurgati a probrosis querelis ferchianis” (Succius, Ferrara); “Disputationes
in De generatione et corruptione” (Ginammo, Venezia); “Disputationes theologicæ
in Sententiarum” (Hertz, Venezia); “Disputationes theologicæ in Sententiarum”
(Storto, Venezia); “Disputationes theologicæ in Sententiarum” (Valvasenso,
Venetzia); “Theologia moralis ad mentem dd. Seraphici et Subtilis concinnata”
(Herz, Venezia); “Disputationes in Aristotelis Stagiritæ De anima” (Brogiolli, Venezia);“Theologia
moralis,” Edizioni Theologia moralis, Milano,
Fondazione Mansutti), “Philosophiae ad mentem Scoti” (Pezzana, Venezia); “Theologia
morali” (Hertz, Venezia); Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, Marco Forlivesi, Scotistarum princeps. BMastri e il
suo tempo, Centro Studi Antoniani, Padova,
Marco Forlivesi, Mastri da
Meldola, "riformatore"
dell'Accademia degli Imperfetti, Accademia degli Imperfetti, Meldola, Marco
Forlivesi , "Rem in seipsa cernere". Saggi sul Mastri Il Poligrafo, Padova); Daniel Heider,
Universals in Second Scholasticism. A comparative study with focus on the
theories of Francisco Suárez, João Poinsot and Bartolomeo Mastri da Meldola
O.F.M. Conv./Bonaventura Belluto O.F.M. Conv. Philadelphia, John Benjamins, .
Tullio Faustino Ossanna,Mastri conv. Teologo dell'incarnazione, Miscellanea
Francescana, Romal Fondazione Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di
storia dell'assicurazione, M. Bonomelli, schede bibliografiche di C. Di
Battista, note critiche di F. Mansutti. Milano: Electa, 214. Hermann Busenbaum Bonaventura Belluto
Giovanni Duns Scoto. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Bartolomeo Mastri. Mastri. Keywords: implicatura, Categories and De
Interpretatione -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mastri” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691207371/in/photolist-2mKLX4i
Grice e
Massolo – prime ricerche di Hegel – filosofia italiana – Luigi Speranza (Palermo).
Filosofo. Grice: “If I had to decide on my favourite Massolo, that would be his
‘historicity of metaphysics,’ way before when I was venturing with Strawson and
Pears to lecture the erudite audience of the BBC third programme on the topic!”
Dopo aver intrapreso gli studi presso il Liceo Classico Vittorio Emanuele II,
si laurea a Palermo con “L’individuo in Rosmini, con Allmayer. Fu autore di
alcuni volumi di poesia. In seguito ad
un periodo di docenza nei licei di Perugia, Catanzaro e Livorno, insegna a
Urbino e 'Pisa. Ha influenzato importanti figure del dibattito filosofico del
secondo Novecento, come Luporini, Badaloni, Sichirollo, Salvucci, Cazzaniga,
Barale, Bodei, Losurdo. Gli scambi epistolari avuti con numerosi intellettuali
(tra cui spiccano i nomi di Gentile, Spirito, Bo, Fortini, Russo, Capitini, Weil)
mostrano l’alta considerazione di cui Massolo godeva all’interno del panorama
culturale del secondo dopoguerra.
Partecipa alla fondazione della rivista Società, entrando nel comitato di
redazione. La rivista, nel primo anno della sua uscita, ospitò tre importanti
saggi di Massolo: Esistenzialismo e borghesismo, La hegeliana dialettica della quantità, L’essere
e la qualità in Hegel. Idea e fonda la collana «Socrates» dell’editore
Vallecchi, con la quale pubblicò “Filosofia e politica” di Weil, Vita di Hegel
di Rosenkranz e Dialettica e speranza di Bloch. I suoi studi su Hegel, inclini
a valorizzare la filosofia della storia e la dimensione realistica del filosofo
tedesco, contrastano tanto la lettura del neoidealismo italiano (Croce e
Gentile) quanto quella di Galvano Della Volpe. Nell’ambito della sua
riflessione Massolo ha posto le basi teoriche per una nuova ed originale
rilettura del rapporto Hegel-Marx, tanto da essere considerato da alcuni
interpreti l’avviatore dell’hegelo-marxismo in Italia. I suoi interessi teoretici si sono rivolti
principalmente alla filosofia classica tedesca da Kant ad Hegel, della quale ha
studiato, per più di un decennio, i principali momenti storico-teorici. In antitesi all’esegesi del neoidealismo
italiano, che tendeva ad attribuire alle filosofie di Fichte, Schelling ed
Hegel il superamento della finitezza umana che Kant aveva posto a fondamento
della sua filosofia, Massolo ha proceduto alla rilettura della genesi
dell’idealismo tedesco con l’idea che esso abbia storicizzato i dualismi
kantiani in un processo che si compie nella Fenomenologia dello spirito di
Hegel. Nelle fasi più mature della sua
riflessione ha tematizzato in vari saggi la problematica della scissione della
coscienza comune (Filosofia e coscienza comune, oggi), l’idea della completa
politicizzazione del filosofare (Politicità del filosofo, Frammento etico-politico), ed il problema
della storia della filosofia con particolare riferimento al ruolo della
coscienza riflettente del filosofo, nonché al rapporto dialettico tra Pensiero
e Realtà nella città-storia» (La storia della filosofia come problema,). Si dedica alla questione della dialettica
intesa come dialogo, ovvero quell’elemento dialettico-razionale mediante il
quale è possibile conciliare le differenti rappresentazioni dell’oggetto
storico-sociale e le contraddizioni all’interno della comunità. Tramite queste riflessioni, che lo hanno
condotto a porsi in diretta polemica con Nietzsche ed Heidegger, Massolo ha
contrastato l’idea del sapere come visione solitaria del singolo ed ha
concettualizzato l’idea del sapere come processo essenzialmente dialogico e
comunicativo (La storia della filosofia e il suo significato). Altre opera:“Mattutino,” versi ( Palermo, A.
Trimarchi); “Adolescenza” ( Palermo, “Convivio; storicità della metafisica,”Firenze,
Le Monnier); “Introduzione alla analitica kantiana” (Firenze, Sansoni);
“Fichte” (Firenze, Sansoni, “Schelling,”Firenze, Sansoni, “Prime ricerche di
Hegel” («Pubblicazioni dell’Urbino», serie di Lettere e Filosofia, X), Urbino, “La
storia della filosofia come problema” -- ed altri saggi, Firenze, Vallecchi, “Logica
hegeliana” Pasquale Salvucci, Firenze,
Giunti-Bemporad, “Della propedeutica filosofica” e altre pagine sparse, Urbino,
Montefeltro, Sergio Landucci, Arturo Massolo, "Belfagor, Remo Bodei,
Arturo Massolo, "Critica storica", Studi in onore di Arturo Massolo,
Livio Sichirollo, Urbino, Argalia, Nicola Badaloni, Ricordo di Arturo Massolo,
"Giornale critico della filosofia italiana", degli scritti di Massolo, Burgio, Urbino, QuattroVenti, “Il
filosofo e la città: studi su Arturo Massolo, Nicola De Domenico e Gianni
Puglisi, Venezia, Marsilio. Arturo Massolo. Massolo. Keywords: prime ricerche
di Hegel. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Massolo” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51744469057/in/dateposted-public/
Grice e
Mastrofini – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Monte
Compatri). Filosofo. Grice: “I like
Mastrofini; for one, he found how old Roman evolves into what we may call new
Roman, or Italian!” – Grice: “And of course as a philosopher, he focused on the
philosophical terminology – it takes a PHILOSOPHER to translate a philosophical
text!” – Grice: “What I like about Mastrofini” is that he mostly kept with the
cognates. La Crusca adores him!” Noto soprattutto per il volume “Le discussioni
sull'usura” in cui sostenne che non è reato far fruttare il danaro e che né la
Sacra Scrittura, né i Vangeli, né la tradizione ecclesiastica vietavano di
ottenere un giusto interesse per danaro dato a prestito. Questo diede luogo a
molte discussioni ma anche apprezzamenti lusinghieri da economisti dell'epoca e
dall'opinione pubblica. In precedenza aveva
scritto un'opera di economia finanziaria, il Piano per riparare la moneta erosa
relativa all'inflazione nello Stato Pontificio, opera largamente utilizzata per
la riforma finanziaria dello Stato, intrapresa da Pio VII. L'edificio del Collegio Romano ove insegnò. Venne nominato professore di
filosofia a Frascatii. Nel pieno della crisi della Repubblica Romana, si
trasferì a Roma dove venne nominato professore di eloquenza presso il Collegio
Romano. Tornò a a Frascati. Si trasferì definitivamente a Roma dove assume la
carica di Consultore della "Nuova Congregazione cardinalizia per gli affari
totius orbis". Produce le
traduzioni dei capolavori di Floro, “Sulle cose romane,” e di Ampelio, “Sulle
cose memorabili del mondo e degli imperi.” Traduce “Le Antichità romane” di Dionigi. Venne pubblicato “Teoria e prospetto; ossia, dipinto
critico dei verbi italiani coniugati, specialmente degli anomali o mal noti
nelle cadenze,” opera che portò un grande contributo allo studio dell'italiano,
utilizzata dall'Accademia della Crusca nella revisione del dizionario della
lingua italiana. Pubblicò “Della maniera di misurare le lesioni enormi nei
contratti e uno studio sulla patria potestà e filiazione, che ebbe larga eco
nei circoli giuridici romani, essendo allora in corso una causa di
riconoscimento di paternità per successione tra i Torlonia e i Cesarini. Piazza di Monte Citorio. Nell'edificio dove
abitava e morì, in piazza di Monte Citorio il Comune di Roma appose una lapide
con il seguente ricordo: «Abitò in
questa casa e vi morì Marco Mastrofini che dotto in filologia, teologo e
filosofo assai più grande che celebrato fissò le incerte leggi dei verbi
investigò felicemente con l’uso della ragione i misteri della scienza divina
S.P.Q.R.» Opere: “Dissertazione filosofica,”Roma “Piano per riparare la moneta
erosa,”Roma, “Ritratti poetici, storici, critici dei personaggi più famosi
nell'antico e nuovo Testamento, LFloro, “Sulle cose romane”, Roma, Ampelio, “Sulle
cose memorabili del mondo e degli imperi”, Roma, Dionigi di Alicarnasso “Le
Antichità romane”, Roma, “Dizionario dei verbi italiani,” Roma, “Metaphisica
sublimior de Deo triun et uno,” Roma, Appiano “Storia delle guerre civili dei Romani",
Roma, Arriano “La Storia”, Roma, ristampata da Sonzongo con il titolo “Delle
cose d'Italia” “Le usure,” Roma, “Amplissimi frutti da raccogliere sul
calendario gregoriano,” Roma, “L'anima umana e i suoi stati,” Roma, “Teorica dei nomi,” Roma, “Teorica e
prospetto de' verbi italiani conjgeniti,”Roma, Riconoscimenti La città natale ha dedicato al
suo nome la Biblioteca comunale, situata sul colle di Borgo Ghetto, inaugurata e una piazza cittadina. Roma Capitale gli ha
intitolato una via nella zona di Monte Mario.
Biblioteca Comunale Monte Compatri in "Sistema bibliotecario.
Provincia di Roma". Sito. Sistema informativo toponomastica di Roma
Capitale. Donato Tamblè Dizionario
Biografico degli Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Marco Mastrofini.
Mastrofini. Keywords: implicatura Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mastrofini” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689123226/in/photolist-2mKAgvL
Grice e Masullo – l’intersoggetivo – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Avellino). Filosofo. Insegna a Napoli. Ha trascorso vari
periodi di ricerca e di insegnamento in Germania. Direttore del
Dipartimento di Filosofia dell'Napoli. È stato socio dell'Accademia
Pontaniana, della Società Nazionale di Scienze Lettere ed Arti di Napoli e dell'Accademia
Pugliese delle Scienze. È stato insignito della medaglia d'oro del
Ministero per la Pubblica Istruzione. Candidato nelle liste del Partito
Comunista Italiano prima e in quelle dei Democratici di Sinistra poi, ha
ricoperto la carica di Deputato, è stato Senatore della Repubblica. Trascorre i
primi anni della sua vita a Torino. Si trasferisce a a Nola, dove compie gli
studi superiori frequentando il liceo classico statale Giosuè Carducci. Fequenta
il corso di laurea in Filosofia all'Napoli. Si laurea con Nobile discutendo una
tesi su Benda. Napoli era dominata prevalentemente da Croce; esistevano
comunque altri personaggi capaci di una riflessione autonoma e originale come
fu Aliotta che con il suo sperimentalismo offrì importanti stimoli a Masullo. Studia
l'esistenzialismo che andava diffondendosi in Italia. Assistente volontario
alle cattedre di filosofia e tiene seminari per Nobile, Aliotta, e
Valle. Compie la sua formazione filosofica a Napoli soprattutto con Carbonara.
Carbonara era impegnato attraverso i suoi studi di estetica a ripensare
l'attualismo gentiliano. La sua posizione prende il nome di materialismo critico.
Attraverso il confronto con Carbonara, Masullo si addestra al
rigore concettuale e inizia ad elaborare una propria posizione
originale. Nella formazione e nella costruzione della prospettiva
filosofica di Masullo si combinano diverse componenti. Il neoidealismo,
crociano e gentiliano, lo sperimentalismo di Antonio Aliotta, e, tra idealismo
e materialismo, il materialismo critico di Cleto Carbonara. Masullo però,
mosso dalle proprie inquietudini e dalle impressioni suscitate dai tragici
eventi bellici, studia anche l'esistenzialismo e lo spiritualismo. Infine il
bisogno di comprendere l'uomo concreto e le sue reali tribolazioni lo conducono
ad avvicinarsi alla fenomenologia. Il soggiorno di studio a Friburgo del
1957-58 gli consente di approfondire lo studio della fenomenologia e di conoscere
Weizsäcker, il quale aveva introdotto nel filosofese il concetto di “patico.”
(cf. anti-patico, sim-patico, em-patico). Esistenzialismo, spiritualismo,
idealismo e fenomenologia sono correnti di pensiero variamente intrecciate tra
di loro. Ciò che attraversa trasversalmente questi movimenti di pensiero è la
radicale problematizzazione del rapporto tra pensiero e vita, tra il pensiero e
il suo negativo, ciò che pensiero non è. Il pensiero Intuizione e
discorso è un testo in cui, avvalendosi degli stimoli che provenivano dalla
epistemologia, Masullo si confronta con l'idealismo attualistico e storicistico
per riflettere sul carattere “difettivo” della coscienza e sul suo rapporto con
la conoscenza. Masullo in Intuizione e discorso sostiene che i poli del
fatto e dell'idea, del senso e della coscienza, della vita e delle forme dello
spirito sono legati da un vincolo dialettico. Voler ridurre l'uno all'altro
conduce ad un idealismo soggettivistico o ad un empirismo cieco alle dimensioni
dello spirito. Bisogna comprendere le modalità del vincolo che lega spirito e
corpo. Il pensiero che voglia essere critico, cioè che non voglia ingannarsi,
deve riconoscere che esso si fonda su processi biologici e fisiologici che gli
sono irriducibili. Nel 1957-58 Masullo approfondisce in Germania lo
studio della fenomenologia, ancora poco diffusa in Italia. A Friburgo frequenta
i circoli husserliani capeggiati dall'allievo di Husserl Fink e conosce Weizsacker
del quale Masullo svilupperà il concetto di "patico". Masullo stesso,
tornato in Italia, traduce e commenta alcuni testi di Husserl in un piccolo
libriccino ormai introvabile (Logica, psicologia, filosofia. Un'introduzione
alla fenomenologia, Napoli, Il Tripode) il cui contenuto in parte è poi
confluito nel successivo truttura, soggetto, prassi. Masullo
considera Husserl un grande esploratore della coscienza. Husserl cerca di dare
un fondamento filosofico alle scienze positive indagando il modo in cui la
coscienza costituisce il mondo che la scienza prende ad oggetto delle proprie
particolari ricerche. Masullo però, elaborando gli stimoli dell'antropologia
medica di Weizsacker, lavora al passaggio dalla fenomenologia alla
patosofia. Struttura, soggetto, prassi (1962, 1994) è il testo che
documenta il rinnovamento della ricerca di Masullo. Fa riferimento alle scienze
positive per mostrare che la coscienza è qualcosa di vivo e concreto e non è
«intellettualisticamente sofisticata», trasparente a sé stessa, come vorrebbero
le filosofie speculative le quali riducono la vita psichica alla vita cosciente
e non tengono conto o minimizzano il peso della dimensione psichica inconscia,
svalutata come qualcosa di filosoficamente irrilevante. S. Non è
possibile una conoscenza diretta, per introspezione/riflessionecome vorrebbero
le filosofie speculativedi ciò che pensiero non è. Il pensiero come esperienza
intersoggettiva, sociale (lo Spirito, il Soggetto) può conoscere i suoi
prodotti, i pensieri, il pensato, ma non può conoscersi come processo,
esperienza del pensare, atto, tempo, «paticità» (cioè il pensare come
esperienza soggettiva, esistenza). D'altronde il pensiero come processo non può
essere conosciuto neanche per inferenza da parte delle scienze
positivo-sperimentali. Queste possono misurare i processi, ma non possono
misurarne i vissuti. Lo scacco, il limite della conoscenza è l'apertura
alla prassi e all'etica: riconoscere il nesso operativo tra senso e
significato, crisi e ordine, «patico» e cognitivo, corpo e mente. Analizza
i grandi modelli idealistici e fenomenologici della soggettività. In
particolare, seguendo un'indicazione di Fichte, sviluppa la tesi secondo la
quale il fondamento dell'uomo, cioè la condizione per la quale l'uomo assume i
caratteri della soggettività (libertà, storia, ricerca, progetto,
autodeterminazione) è l'intersoggettività. Di questo fondamento Masullo
analizza le modalità di funzionamento. Masullo, con i suoi studi sulla
«intersoggettività» e il «fondamento» degli anni sessanta e settanta (Lezioni
sull'intersoggettività. Fichte e Husserl, Napoli, Libreria Scientifica
Editrice, La storia e la morte, Napoli,
Libreria Scientifica Editrice, La comunità come fondamento. Fichte, Husserl,
Sartre, Napoli, Libreria Scientifica Editrice, 1965; Il senso del fondamento,
Napoli, Libreria Scientifica Editrice, Antimetafisica del fondamento, Napoli,
Guida), analizza le «operazioni nascoste» in base alle quali si costituisce
l'io e in base alle quali si costituisce l'oggettività del mondo e individua
nella originaria struttura intersoggettiva il fondamento del mondo umano. Il
fondamento è la comunità, ma essa funzionalmente rimane nascosta all'io per
permettergli di istituirsi ed operare, come ben spiega nell'importante saggio
Il fondamento perduto, in cui rielabora e sviluppa spunti presenti negli ultimi
capitoli di Il senso del fondamento e
raccoglie in modo compiuto i risultati teoretici di due decenni di ricerche
intorno al tema della comunità-intersoggettività come fondamento. Masullo
pubblica inoltre il testo Fichte. “L'intersoggettività e l'originario” in cui
riprende e aggiorna il saggio su Fichte contenuto in La comunità come
fondamento. Fichte, Husserl, Sartre. Pubblica Metafisica. Storia di un'idea. Il
capitolo finale, Il sentimento metafisico, è l'indicazione del passaggio a una
nuova fase del pensiero di Masullo, una fase in cui il tema
dell'intersoggettività lascia il posto alla esplorazione delle dimensioni del
vissuto del soggetto, quindi lascia il posto ai temi della paticità, del senso,
del tempo. In effetti anche i suoi corsi universitari di quegli anni
rivelano questo momento di transizione. Si dedicati al tema dell'inter-soggettività
ma vengono trattati anche i temi caratteristici della seconda stagione della
sua riflessione. Tratta della “difettività del soggetto”; nel corso invece si
occupa di “comprensione del tempo e interpretazione morale, definitivamente
centrati su “i patemi della ragione e l'inter-esse etico.” Nei studi su «tempo», «senso», «paticità»
(Filosofie del soggetto e diritto del senso, Genova, Marietti, “Il tempo e la
grazia. Per un'etica attiva della salvezza, Roma, Donzelli, “Paticità e
indifferenza” (Genova, Il Melangolo). Sostiene che il pensiero critico, nella
sua incapacità di pensare il passaggio, il processo, la trasformazione, il
cambiamento (sustenuto in La problematica del continuo in Aristotele e Zenone
di Elea, seppure solo sul piano logico) è incapace anche di pensare la
soggettività la quale è una forma particolare di cambiamento, è tempo, prodursi
delle differenze all'interno di un campo strutturato, fortemente centralizzato,
l'organismo umano, portatore della coscienza di sé. In questi studi degli
anni ottanta e novanta Masullo considera le modalità affettive e
psicobiologiche dell'esser soggetto. In “Filosofie del soggetto e diritto del
senso” Masullo si confronta con Kant, Hegel, Dilthey, Heidegger e
Merleau-Ponty, i quali storicamente hanno posto il tema della soggettività non
riconoscendo però la differenza tra «significato» e «senso». Masullo rivendica
il «diritto del senso» ad essere riconosciuto nella sua radicale e irriducibile
diversità dal significato. Molto più rilevante nella costruzione della
sua prospettiva filosofica è invece il saggio intitolato Il tempo e la grazia.
Per un'etica attiva della salvezza, nel quale Masullo illustra la sua
concezione della frammentazione della soggettività a partire da alcune
considerazioni sui concetti di esperienza e di tempo. I lessici delle lingue
europee antiche e moderne consentono di distinguere la dimensione orizzontale
dell'esperienza propriamente detta (έμττεŀρία, experientia, Erfahrung) la quale
ha un carattere prevalentemente cognitivo rispetto alla dimensione verticale
dell'esperienza meno propriamente detta (πάθος, affectio, Erlebnis), cioè il
vissuto, il quale ha invece un carattere affettivo anziché cognitivo. Da una
parte abbiamo il giudizio su ciò che abbiamo provato, dall'altra abbiamo il
provare come avvertimento immediato dell'accadermi di qualcosa. Ciò
introduce a un'ulteriore precisazione filologica che riguarda la differenza tra
il cambiamento e il tempo. Il tempo non è il cambiamento. Il cambiamento è il
continuo prodursi delle differenze nell'organizzazione delle forme della vita.
Il tempo è l'avvertimento interiore di questo cambiamento, cioè l'avvertimento
di sé attraverso il cambiamento. L'uomo, a differenza degli altri
viventi, è intrinsecamente tempo. Egli istituisce il tempo nel senso che mette
in relazione i cambiamenti a dei sistemi oggettivi di riferimento, ma ancor più
radicalmente l'uomo è tempo in quanto avverte i cambiamenti del mondo esterno
solo in relazione al proprio modificarsi. Questo avvertimento, il «senso»,
è l'indice della soggettività. L'avvertimento della perdita, il senso del
cambiamento, in una parola il tempo, accende l'allucinazione del sé, scatena il
desiderio di permanenza. Parallelamente alla esplorazione della
soggettività, in Il tempo e la grazia Masullo segue gli sviluppi di
un'emergente epistemologia caratterizzata anch'essa dalla contingenza e
irreversibilità del tempo fisico così come la cosmogenetica ce lo illustra. Il
versante umanistico e quello scientifico convergono nel disegnare un'antropologia
la cui etica non è più la moderna e rassicurante etica reattiva che salva la
società con le sue formulazioni sull'ordine del mondo. L'etica che
Masullo vede in prospettiva scaturire da questo nuovo contesto è un'etica
attiva che salva il tempo, cioè il soggetto, dal vivere la perdita prodotta dal
cambiamento come «disgrazia», mutilazione. La perdita è un momento necessario
nella vita di un essere, l'umano, che non semplicemente cambia, ma si rinnova e
costruisce intenzionalmente il proprio futuro. Una volta riconosciuto il
diritto del senso ad essere inteso nella sua irriducibilità al cognitive; una volta esplorato il campo del
senso-tempo-patico alla luce della psicanalisi, della letteratura e della
filologia; una volta riconosciute le epocali trasformazioni degli scenari
epistemologici, antropologici ed etici, Masullo nel testo del 2003, Paticità e
indifferenza, si chiede quale può essere ancora, in questo nuovo contesto, il
ruolo della filosofia. La filosofia è «saper assaporare i sapori della vita,
gustare a fondo i sensi vissuti, … elevare i sensi sensibili a sensi ideali e
cogliere nei sensi ideali la possibilità dei sensibili, è la “sapienza del
patico” ovvero, se si ricalca interamente l'etimo greco, è la
“patosofia”». Da un pensiero così articolato derivano alcune indicazioni
e cautele etico-pedagogiche. Essendo l'uomo intrinsecamente temporale, essendo
la temporalità umana irreversibile, l'uomo non può essere fatto oggetto di
conoscenza come un qualsiasi ente. Masullo distingue la conoscenza dalla cura.
Egli inoltre distingue le esperienze (che sono comunicabili e sono i materiali
sui quali si costruisce la conoscenza) dai vissuti (che sono invece
costitutivamente «incomunicativi» in quanto riguardano l'immediatezza del
sentire individuale che non è mai trasparente neanche all'individuo stesso che
li vive). La conoscenza è la dimensione orizzontale dell'esistenza. Essa guarda
alla universalità. Mentre la cura ne è la dimensione verticale. Essa invece
guarda alla unicità-identità, ai vissuti da assaporare e da sublimare in valori
da condividere. Mentre la ricerca di Masullo prosegue in questi anni
curvando verso nuove direzioni, pubblica alcuni nuovi libri. Sscrive Filosofia
morale per una collana di libri che illustrano ciascuno il nucleo delle varie
discipline filosofiche. In effetti Filosofia morale non è un elenco di temi,
personaggi, concetti ma un percorso molto personale all'interno delle questioni
e dei nodi fondanti della disciplina: la specificità della filosofia morale e
la distinzione tra morale ed etica; il bene quale orientamento dell'azione
umana; il soggetto della vita morale, la persona; il dovere, la responsabilità
e il vincolo che ci lega agli altri. Scrive, intervistato dal giornalista
de Il Mattino, Claudio Scamardella, Napoli siccome immobile. Scamardella, in
uno degli ennesimi momenti difficili per la città di Napoli, cerca la figura di
un saggio, di un'autorità morale capace di interpretare il presente e
prefigurare il futuro di questa città malata. Trova questa figura in Aldo
Masullo, filosofo ma anche protagonista della vita civile e politica della
città con concrete iniziative quali, nel 2006, gli incontri con i giovani e la
popolazione nell'ambito del “Manifesto per salvare Napoli”. Il libro è un lungo
dialogo sulle tante debolezze della città presente che si conclude con
un'analisi delle risorse che danno speranza nel futuro. Masullo nel ha pubblicato La libertà e le occasioni, che
sviluppa il tema del suo ultimo seminario all'Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici di Napoli. L'impegno politico Negli anni sessanta e settanta
la contestazione studentesca segnalava il bisogno di rinnovamento
dell'università italiana. Masullo, per i caratteri originali del proprio
insegnamento, è considerato dagli studenti uno dei professori progressisti. Egli
in quegli anni fu eletto deputato come indipendente nelle liste del Partito
Comunista Italiano, ed in seguito come
senatore, si occupò sempre dei problemi del sistema scolastico. Inoltre come
parlamentare europeo lavorò al fianco di Nilde Iotti nella Commissione
legale. All'inizio degli anni ottanta alcuni importanti provvedimenti
modificano l'organizzazione didattica e gestionale dell'università (vengono
istituiti i dottorati di ricerca, riordinate le scuole di specializzazione,
creati i Dipartimenti). Terminato l'impegno parlamentare Masullo dirige per due
mandati il nuovo Dipartimento di Studi Filosofici dell'Napoli intitolato ad Aliotta.
Anche attraverso questo incarico egli incide sulle direzioni della ricerca
filosofica a Napoli. Masullo si mette di nuovo al servizio della politica
quando dopo la crisi politica e sociale degli anni ottanta, agli inizi degli
anni novanta si verifica un generale risveglio della coscienza collettiva. A
livello locale egli dapprima anima per oltre un anno, ale “Assise di Palazzo
Marigliano”, un movimento che si opponeva al progetto NeoNapoli previsto
dal preliminare di Piano Regolatore.l, del quale ottenne il rigetto, suggerendo
la demolizione e il rifacimento integrale dei Quartieri Spagnoli. Forte della
popolarità acquistata con questa esperienza è capolista del PDS nelle elezioni
amministrative e poi, protagonista a Napoli della innovativa esperienza della
"giunta del sindaco". A livello di politica nazionale Masullo è
di nuovo impegnato per due legislature al Senato. Egli è membro della
Commissione di vigilanza dei servizi radiotelevisivi e, come negli anni
settanta, della Commissione per l'istruzione pubblica e i beni culturali in
anni nei quali i provvedimenti relativi a istruzione, università e ricerca sono
numerosi e importanti. Amante dei libri e della cultura dei bambini, lo
spessore del Maestro filosofo emerge inoltre quando in aula si discutono
disegni di legge relativi a temi quali l'ergastolo o la procreazione
assistita. Opere: “Intuizione e discorso,” – Grice: “Good connection.” Napoli,
Libreria scientifica editrice, “La problematica del continuo,” – Grice:
“Excellent philosophical problem.” Napoli, Libreria scientifica editrice, “Struttura soggetto prassi,”Napoli, Libreria
scientifica editrice, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “La comunità come fondamento,” Grice:
“Masullo’s first attempt at a conceptual analysis of the inter-subjective; but
it takes a philosopher to understand that that is what stands behind
‘community,’ or ‘population,’ as I prefer, or the conversational dyad.” Napoli,
Libreria scientifica editrice, “Anti-metafisica
del fondamento” Napoli, Guida editori, “L'inte-rsoggettività” Napoli, Guida
editori, “Filosofie del soggetto e diritto del senso,” Genova, Marietti, “Il tempo e la grazia. Per un'etica attiva
della salvezza,” Roma, Donzelli, “Metafisica:
storia di un'idea,” – Grice: “Perhaps Aristotle never had an idea; after all
‘ta meta ta physica’ is later and means: “the stuff the master wrote after the
‘physika’!” Roma, Donzelli, “La potenza della scissione.”Letture hegeliane,
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, “Gografia e storia dell'idea di
libertà,” Reggio Calabria, Falzea. – cfr. Grice: “The history of ‘free’ is
hardly a ‘natural history’!” “Paticità e indifferenza,” Genova, Il Nuovo Melangolo,
-- Grice: “Masullo’s concept of ‘pathos’ is essential – while you may have
self-pathos, the implicaure is that there is ‘empathy.’” “Inter-soggettività” Giuseppe
Cantillo e Chiara de Luzenberger, Napoli, Editoriale Scientifica, “Filosofia morale,” Roma, Editori Riuniti, “Scienza
e coscienza” – Grice: “This pun is only possible in Italian: conscious and
science are less of a parallel word formation!” “tra parola e silenzio” Grice:
“This is my reading between the lines – i. e. the implicature” atti del convegno
(Monte Compatri), Pietro Ciaravolo, Roma, Aracne Editrice, “Il senso del
fondamento,” Napoli, Libreria scientifica editrice, Giuseppe Cantillo e Chiara
de Luzenberger, Napoli, Editoriale scientifica, Napoli, siccome immobile. Aldo
Masullo intervistato da Claudio Scamardella, Napoli, Guida, La libertà e le occasioni, Milano, Jaca Book, I linguaggi della follia e i passi della
salvezza. Il lavoro psichiatrico di Sergio Piro, in Sergio Piro. Maestri e
allievi, Napoli, Editoriale Scientifica, . Medaglia d'oro ai benemeriti della
scuola, della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'oro
ai benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte — Roma Cittadinanza
Onoraria della Città di Napolinastrino per uniforme ordinariaCittadinanza
Onoraria della Città di Napoli. Note
PIERLUIGI PANZA, Morto Masullo, Napoli perde il filosofo della
coscienza, su Corriere della Sera, Addio Aldo Masullo, la grazia della filosofia
e della politica, su rainews, Napoli, Addio Aldo Masullo, la grazia della
filosofia e della politica, su ansa,Rossella Avella, Morto Aldo Masullo: chi
era il più grande filosofo della seconda metà del ‘900 (VIDEO), su interris, Presidenza
della Repubblicadettaglio del conferimento dell'onorificenza Conferimento della Cittadinanza Onoraria
della Città di Napoli ad Aldo Masullo aldomasullo.com. Aldo Masullo, su
storia.camera, Camera dei deputati. su senato, Senato della Repubblica. Registrazioni di Aldo Masullo, su
RadioRadicale, Radio Radicale.
Intervista al filosofo Aldo Masullo di Aniello Fioccola, Web Magazine
dell'Università degli Studi di Napoli l'Orientale. Also Masullo. Masullo.
Keywords: l’intersoggetivo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Masullo” – The
Swimming-Pool Library.
Grice e
Matassi – la filosofia del calico – filosofia italiana – Luigi Speranza (San
Benedetto del Tronto). Filosofo. Grice:
“I like Matassi; but then I like football – I was the football team captain at
Corpus – and aesthesis, the seductor seduced – “la condizione desiderante”
indeed!” Allievo di Garroni, è stato Professore di Filosofia morale,
coordinatore scientifico della sezione Filosofia, Comunicazione, Storia e
Scienze del Linguaggio del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e
Spettacolo dell'Università Roma Tre; in precedenza era stato direttore del Dipartimento
di Filosofia. Si è occupato anche di Estetica musicale. È stato Presidente della Società Filosofica
Romana e ha fatto parte del comitato direttivo nazionale della Società
Filosofica Italiana. È stato nel
comitato d'onore della Fondazione Amadeus. Presidente dell’Accademia Estetica
di Rapallo, responsabile della sezione filosofica di Villa Sciarra, Roma, membro
della giunta del CAFIS dell'Università Roma Tre. È stato anche membro del
Comitato scientifico della Fondazione Résonnance dell'Losanna. Ha diretto la collana Musica e Filosofia per
la Mimesis Edizioni di Milano e quella su I Dilemmi dell'Etica per la casa
editrice Epos di Palermo. Ha tenuto un blog sul "Fatto quotidiano"
sui temi che legano la filosofia alle dimensioni del contemporaneo. Ha
collaborato con la rubrica Ricercare, dedicata alla filosofia della musica, al
mensile Amadeus e al mensile Stilos. È stato direttore della collana Italiana
per Orthotes Editrice (Napoli). È stato anche membro del comitato
scientifico-direttivo delle seguenti riviste: Colloquium philosophicum,
Paradigmi,Quaderni di estetica e di critica, Bollettino di studi sartriani,
Filosofia e questioni pubbliche, Links, Lettera Internazionale, Phasis,
Itinerari, Prospettiva Persona, Metabolè, Babel online, Civitas et Humanitas. Annali
di cultura etico-politica. Per quanto concerne il settore estetico-musicale è
presente nel comitato direttivo della rivista internazionale Ad Parnassum.Hortus
Musicus, Civiltà musicale, Orpheus, Itamar. a ricoperto la presidenza di giuria
per il Premio Frascati Filosofia .
Menzione speciale della giuria all'VIII premio internazionale di
saggistica “Salvatore Valitutti”, per Bloch e la musica. È stato uno dei principali collezionisti al
mondo di incisioni relative alle esecuzioni delle sinfonie e della liederistica
di Mahler (circa mille tra vinili e compact disc). Pensiero Si è occupato di filosofia tedesca
dell'Ottocento e del Novecento, in particolare del pensiero di Hegel, delle
scuole hegeliane, del Neocriticismo tedesco, del marxismo occidentale e della
scuola di Francoforte. Il suo primo lavoro è stato dedicato alle Vorlesungen hegeliane di
filosofia del diritto e all'interpretazione fornitane daGans. Si è occupato di Lukács,
iutilizzando per la prima volta il celebre manoscritto "Dostoevskij"
si è poi occupato di Hemsterhuis, l'autore della celebre Lettera sui Desider e
del dialogo Alessio o dell'età dell'oro.
Le sue ricerche hanno riguardato la filosofia della musica moderna e
contemporanea e in particolare su quella di Bloch, di Benjamin e Adorno, fino ad elaborare un'originale
filosofia dell'ascolto, le cui suggestioni si possono rintracciare nella teoria
musicale moderna di Ernst Kurth, elaborata nei Fondamenti del contrappunto
lineare. In tale prospettiva di ricerca, filosofia della musica e filosofia
dell'ascolto sono strettamente compenetrate, fino a diventare il paradigma di
una rivoluzione formativa che mette al centro del sistema educativo
contemporaneo la musica nella sua declinazione storico-teorica come in quella
pratica. All'interno di tale prospettiva
svolge un ruolo centrale Mozart, il "più ascoltante tra gli
ascoltanti" come lo definì Martin Heidegger. Opere: Le Vorlesungen-Nachschriften hegeliane
di filosofia del diritto, Roma, Sansoni, Lukàcs. Saggio e sistema, Napoli, Guida,
Hemsterhuis. Istanza critica e filosofia della storia, Napoli, Guida); “Eredità
hegeliane, Napoli, Morano, “Terra, Natura, Storia,” Soveria Mannelli,
Rubettino, “Bloch e la musica,” Salerno, Fondazione Filiberto Menna, Marte
editore, Musica, Napoli, Guida “La bellezza,” Soveria Mannelli, Rubettino, Th.
W. Adorno: l'estetica. L'etica, Donzelli, Roma, L'idea di musica assoluta,
Nietzsche e Benjamin, Rapallo, Il ramo, “La condizione desiderante. Le
seduzioni dell'estetico”- Il nuovo melangolo, Genova; Filosofia dell'ascolto”
(Rapallo, Il ramo); “Lukàcs. Saggio e Sistema” (Milano, Mimesis Edizioni: “La
Pausa del Calcio, Rapallo, Il ramo . “Pensare il calcio,” Rapallo. . In: Du
Nihilism à l'hermenéutique, Hemsterhuis FranciscusLettera sulla scultura; a c.
di Elio Matassi. Palermo. Convegno su "La bellezza", presso il Centro
di Studi Rosminiani di Stresa, Elio Matassi Musica e Creatività[collegamento
interrotto] Intervista a Rai Notte "La musica assoluta" Inconscio e
Magia Intervento al Teatro dell'Opera di Roma il 5 maggio
Intervento al seminario di formazione del PD Le parole e le cose dei
democratici Pisa, Palazzo dei Congressi [collegamento interrotto] Intervento
alla Summer School della Fondazione Italiani-Europei, sui rapporti tra democrazia
e capitalismo, Commento al concerto jazz
di Massimo Donà, "Tutti in gioco", Porto Civitanova, 6 settembre
2009 Bloch e la musica. Utopia a misura
d'uomo. Intervista, Matassi Ornamenti,
Arte, filosofia, letteratura, Micaela Latini, Armando, Roma, Elio Matassi su
RAI Filosofia, su filosofia.rai. Il Potere e la Gloria. Juventus e Inter Matassi
su Il Fatto Quotidiano, s Micaela Latini, intervista a Matassi su Amare, ieri,
di G. Anders, rivista on-line «SWIF-Recensioni filosofiche», M. Latini, Doppia risonanza sul mondo (a
proposito di "Musica" di Matassi, Napoli), “Il Manifesto”, Carlo Serra,
Recensione a "Musica", di Elio Matass. Cf. “La palestra di Platone”.
Matassi. Keywords: la filosofia del calcio. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Matassi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703884255/in/photolist-2mLTVsg
Grice e
Matera – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Matera).
Filosofo. Grice: “Only in Southern
Italy is a philosopher also responsible for the astrological edification of the
city’s cathedral!” Alano fu uno dei più
grandi studiosi e divulgatori di Astrologia occidentale e filosofia dell'epoca.
Insegnò dapprima a Matera, e successivamente a Napoli. Visse nel periodo in cui la Contea materana
era dominio degli Angioini e su richiesta di Filippo IV detto "il bello", il re
di Napoli Carlo II d'Angiò, detto "lo zoppo", inviò Alano a Parigi.
Lì fu docente presso l'Università e divenne noto come Dottore universale,
profondamente versato in filosofia. In quegli anni infatti astronomia e
astrologia venivano collegate poiché si credeva che gli astri potessero
esercitare un influsso sulle azioni umane.
Nei periodi di soggiorno a Matera, abitava, secondo Verricelli nella
contrada di Lo Lapillo tra il castello et il puzzo dove sorge l’acqua della
fontana hera la sua vigna con una casuccia di pietre, piccola, mal fatta casa
propria di filosofo quale oggidì si chiama la vigna et casa di Alano. Si
trattava della collina dove poi fu edificato il Castello Tramontano. In quella
casetta il grande studioso passava intere notti ad osservare il cielo e gli
astri con strumenti rudimentali. Di
Alano è il motto latino presente nel
“Glora mundis”: La goccia perfora la pietra non colpendola due volte con forza,
bensì colpendola continuamente, così tu trai profitto studiando non due volte
ma continuamente. È l'esortazione con cui invita a raddoppiare impegno e
curiosità sulla strada della conoscenza.
Secondo alcuni, il perfetto orientamento delle facciate della Cattedrale
di Matera e del suo campanile lungo i punti cardinali si deve alle osservazioni
astronomiche di Alano. A Matera una
strada, trasversale di via Nazionale, tra le vie Salvemini e Di Vittorio, è
dedicata ad Alano. Giustino Fortunato, Badie, feudi e baroni della Valle di
Vitalba, ed.Lacaita, Personaggi della storia materana, Altrimedia, per i
Quaderni della Biblioteca provinciale di Matera
Marcello Morelli, Storia di Matera, ed. F. lli Montemurro, Francesco
Paolo Volpe, Memorie storiche di Matera, ed. Atesa, 'Dizionario corografico del Reame di Napoli,
ed. Civelli, 1Biografie dei personaggi illustri di Matera, sassiweb. ntonio Giampietro, Personaggi della storia
materana, Alano di Matera, Altrimedia Edizioni. Alano Matera. Matera. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Matera” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692257175/in/photolist-2mPZ2Vc-2mPpmMv-2mKC3nj-2mKHkna-2mKSk8n-nfKCoW-nivfse-nfKC96-nidYDE
Grice e
Mathieu – l’uomo aniamle ermeneutico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Varazze).
Filosofo. Grice: “There are various things I love about Mathieu: his idea of
the ‘uomo, animale ermeneutico’ is genial – and true!” Grice: “Mathieu rightly
focuses on Kant’s problems with emergentism, i.e. the fact that life (or
‘vivente’) cannot be reduced. I love that.” Grice: “Mathieu has emphasised the
irreductionism alla Bergson. I like that.” Grice: “Mathieu makes an apt analogy
between Goedel’s work for alethic systems – that they cannot self-reflect, and
deontic systems --.” Dopo il liceo, si iscrisse a orino. Si laureò con Guzzo,
filosofo rappresentante dello spiritualismo ced autore di importanti studi
su Kant (un filosofo che sarebbe stato
centrale nella vita intellettuale di Mathieu). Libero docente nella
filosofia, è stato professore incaricato, e Professore di filosofia teoretica a Trieste.
Primo vincitore del concorso di Storia della filosofia, è stato ordinario di
filosofia fino al ruolo di professore emerito di filosofia morale a Torino -- è
stato membro del Comitato del CNR; è
stato membro e poi vicepresidente del Consiglio esecutivo dell'UNESCO (Parigi).
È stato membro del Comitato Nazionale di Bioetic; è socio dell'Accademia dei
Lincei e membro del Comitato Premi della Fondazione Balzan. Ha fondato
con Berlusconi, Colletti ed altri il
movimento politico Forza Italia. Si è candidato al Senato della Repubblica nel
collegio di Settimo Torinese: sostenuto dal centro-destra (ma non dalla Lega
Nord), ottenne il 33,2% e venne sconfitto dal rappresentante dell'Ulivo, Tapparo.
Con il sindaco di Brindisi Mennitti ha dato vita alla Fondazione Ideazione, per
il cui quotidiano ha curato una rubrica fino alla chiusura della testata. Nel
luglio (in connessione con la sua carica
di presidente del collegio dei probiviri del PdL che è chiamato a giudicare l'operato
dei finiani di Generazione Italia) diversi organi di stampa riprendono la voce,
già circolante da tempo, di una sua adesione all'”Opus Dei.” A tale proposito
sono giunte alla redazione del Corriere della Sera che aveva pubblicato la
notizia le smentite sia dell'Opus Dei che dell'interessato. Ha offerto
contributi significativi in almeno quattro ambiti della ricerca
filosofica: la filosofia della scienza; la storia della filosofia;
l'estetica; la filosofia civile. Ha indagato i limiti interni ed i limiti
esterni della scienza. Tale indagine ha avuto due filosofi del passato come
suoi principali punti di riferimento: Kant e Bergson. Ha infatti ripreso e
sviluppato le ricerche di Kant sui limiti interni della scienza e sulla sua
fondazione. A tale riguardo pubblicò il saggio "Limitazione qualitativa
della conoscenza umana" a cui fece seguito, "L'oggettività nella
scienza e nella filosofia". Seguendo Bergson, ha valorizzato anche
altre forme della conoscenza e della espressività umane non riducibili alla
cienza, ma non per questo ad esse opposte. Ha infatti sempre ritenuto che la
realtà, e segnatamente la realtà umana, non possa essere esaurita dalla
scienza, e richieda invece una costante attività interpretativa.. L'uomo,
dunque, è chiamato ad essere scienziato della natura ed ermeneuta della
cultura. Sarebbe però riduttivo non ricordare che i suoi contributi alla
filosofia della scienza riguardano una pluralità estremamente diversificata di temi.
Ad esempio, sono ddue studi pionieristici sull'applicabilità del teorema di
Gödel al diritto. Gödel aveva scoperto che non si può dimostrare la coerenza di
un sistema all'interno del sistema stesso; Mathieu ritiene che, almeno
analogicamente, la scoperta di Gödel possa applicarsi al problema della fondazione
di un sistema deontico. Uun'autorità non può legittimarsi da sola in modo
formale e, dunque, anche il diritto richiede fondamenti esterni (etici, non
emici): l'efficacia e la giustizia. Ha realizzato alcune traduzioni
fondamentali. E forse il suo contributo maggiore alla storia della filosofia è
consistito proprio in un'opera che combina traduzione e ricostruzione critica,
ovvero l'opus postumum di Kant. Tale opera affronta questioni teoriche
tutt'oggi aperte (soprattutto nella fisica e nella biologia teoriche), come il
problema della forma degli oggetti solidi o il problema del “vivente,” cioè il
problema della vita in quanto tale e non ridotta a semplice. Ha curato poi
le edizioni di opere di Leibniz: si è trattato di un ampio lavoro che si è
raccolto in "Scritti politici e di diritto naturale" "Leibniz e
des Bosses" "Saggi filosofici e lettere" e "Saggi di
teodicea: sulla bontà di Dio, sulla libertà dell'uomo, sull'origine del male.”
La sua estetica, pur nella varietà dei temi trattati, rimanda ad una
problematica essenzialmente ontologica: lo svelarsi dell'ente. Cioè, l'opera
d'arte è heideggerianamente concepita come il modo attraverso cui gli uomini
possono cogliere il passaggio dal nulla all'essere. Di estetica è "Goethe
e il suo diavolo custode", edito per i tipi di Adelphi. Al centro di
questa ricerca vi è la figura di Mefistofele, analizzata in tutta la sua profondità
e capacità genealogica. Nei suoi volumi sull'estetica della musica
sviluppa la tesi affascinante che ascoltare la musica è un ascoltare il
silenzio. Grande è la potenza significante di ciò che non significa nulla,
perché è il nulla a far emergere l'essere delle cose. E la musica e la luce si
situano proprio in questo iato insuperabile fra l'essere e il nulla. Entro i suoi
molteplici contributi alla filosofia civile, si staglia netta, per importanza e
originalità, una triade di saggi edicati a quello che potremmo chiamare
"stato spirituale dell'Occidente". Si tratta di opere scritte in un
periodo dunque estremamente critico per l'Italia, ma che mantengono ancora una
grande attualità. Fa percepire al lettore il pericolo valoriale in cui è venuto
a trovarsi l'Occidente e pone in essere una critica serrata alle ideologie
totalitarie o nichiliste. In questo senso, vi è un'aria di famiglia con i
lavori di quei filosofii come Horkheimerche ha prospettato i rischi di
un'eclisse dell'individuo nella società tecnologica di massa. Note un articolo sul Corriere della Sera rettifica sul Corriere della Sera smentita sul Corriere della Sera Bergson, Torino, La filosofia trascendentale
e l'Opus postumum di Kant, Torino, Leibniz e Des Bosses, Torino, 1L'oggettività
nella scienza e nella filosofia contemporanea, Torino, Il problema dell'esperienza,
Trieste, Dio nel "Libro d'ore" di R. M. Rilke, Olschki, Dialettica della libertà, Napoli, La speranza
nella rivoluzione, Milano, Vincenzo Filippone-Thaulero, Salerno Temi e problemi
della filosofia contemporanea, Roma, Perché punire, Milano, Cancro in
Occidente, Milano, La voce, la musica, il demoniaco. Con un saggio
sull'interpretazione musicale, Spirali, Filosofia del denaro, Roma, Elzeviri swiftiani,
Spirali, La mia prospettiva filosofica, Barone Francesco; Mathieu Vittorio;
Melchiorre Virgilio, Gregoriana Libreria Editrice, Gioco e lavoro, Spirali, La
speranza nella rivoluzione, Spirali, Il problema del nazionalismo, Mathieu
Vittorio; Cotta Sergio, Japadre, Perché leggere Plotino, Rusconi Libri, L'opus
postumum di Kant, Bibliopolis, 1Tipologia dei sistemi e origine della loro unità,
Accademia dei Lincei, Orfeo e il suo canto. Scritti, Zamorani, Il nulla, la musica, la luce, Spirali, Il problema
della fedeltà ermeneutica, Mathieu Vittorio; Paoletti Laura, Armando Editore, Per
una cultura dell'essere, Armando Editore, L'uomo animale ermeneutico,
Giappichelli, Le radici classiche dell'Europa, Spirali, Goethe e il suo diavolo
custode, Adelphi, Privacy e dignità dell'uomo. Una teoria della persona,
Giappichelli, Come leggere Plotino, Bompiani, Perché punire. Il collasso della
giustizia penale, Liberilibri, Introduzione a Leibniz, Laterza, In tre giorni, Mursia, ; La filosofia,
Marcovalerio, . Immanuel Kant Henri
Bergson. quotidiano online Ideazione, su ideazione.com. Articolo del fatto
quotidiano, su ilfattoquotidiano. 3del portavoce dell'Opus Dei sulla non
appartenenza di Vittorio Mathieu alla Prelatura dell'Opus Dei, su
archiviostorico.corriere. Vittorio Mathieu. Mathieu. Keywords: l’uomo animale
ermeneutico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mathieu” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51745480478/in/datetaken/
Grice e
Maturi – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Amorosi).
Filosofo. Grice: “There are two main things I love about
Maturi, and I hate it when philosophers just dismiss him as an ‘Italian,’ or
worse, ‘Neapolitan’ Hegelian – as when they refer to me as a member of the
Oxford school of ordinary language philosophy! The first is his typically
Neapolitan-hegelian school account of what he calls ‘autocoscienza recognoscitiva,’
which is something I do take for granted in my conversational theory of
inter-ratiationality; the second is his elaboration of what he calls the
passage from the non-human animal to the ‘human-animal’ in a sort of
pirotological passage.” Grice: “What I like about him is that he considers each
‘stage’ as just as fundamental as the other; which implicates that actually the
‘higher’ stage has a ‘foundation’ on the previous one. Here ‘foundational’
makes perfect sense; and it gives Maturi an excuse to rather pompously label
the concept: ‘forma fondamentali’ of the ‘vita.’ It’s exactly like my soul
progression, -- which I explore in ‘Philosophy of Life.’” It is not surprising
that Gentile loved Maturi and forwarded his “Introduction to philosophy.” sDocente
prima nei licei e poi nell'Napoli. Dopo i primi studi nella cittadina natale,
si trasferì a Napoli ove conseguì la licenza liceale. La frequentazione di
Bertrando Spaventa e di Augusto Vera, lo introdusse alla filosofia
hegeliana destinata ad esercitare nel
suo pensiero un'influenza duratura.
Laureatosi in giurisprudenza, tre anni dopo vinse un concorso per
uditore giudiziario . Ottenuta
l'abilitazione, insegnò filosofia nei licei di varie città. Conseguita la
libera docenza, tenne corsi di filosofia hegeliana nell'Napoli quando ritornò
all'insegnamento liceale presso l'istituto Umberto I della città partenopea.
Inizia una corrispondenza con Croce e Gentile, i maggiori esponenti
dell'idealismo italiano, ai quali fu legato da un rapporto di amicizia. Opere: “Soluzione del problema fondamentale
della filosofia” – Grice: “He implicates there is one. Cf. Strawson, Solution
to the problem of the king of France’s hair loss.” “La filosofia di Giordano
Bruno.” Grice: “Italians seem to have a predilection for philosophers who were
burned.” “L'ideale del pensiero umano; ossia, la esistenza assoluta di Dio.” Grice:
“For Kant, and my friend D. F. Pears, existence is not a predicate, for another
of my friends, J. F. Thomson, it is!” “Uno
sguardo generale sulle forme fondamentali della vita.” Grice: “The key concept
is ‘forma fondamentale’ as applied to ‘vita.’ -- Grice: “My favourite is his description of
the ‘forma fondamentale’ of the ‘vita’ of the non-human animal to the ‘forma
fondamentale’ of the ‘vita’ of the human animal.” L'idea di Hegel. Grice: “When
I told Hardie that I was reading “The idea of Hegel,” he said, ‘what do you
mean, ‘of’?” “For Maturi, it’s the same, and it is delightful to see that he
can quote Hegel in ‘Deutsche’ without caring to translate! Them was the days
when European languages counted!” La filosofia e la metafisica” Grice: “The
‘and’ is aequivocal: cf. Durrell, “My family and the animals.”“Principî di
filosofia” (apparently by Spaventa – Maturi has an introduction to philosophy).
Grice: “I must confess that I love the word principle, but again, Hardie would
say, what do you mean ‘of’ – my principle of conversational helpfulness – or
when I speak of the principle of conversational self-love and the complementary
principle of conversational benevolence,” I’m not sure who I apply it to! The
conversationalist like me, I s’ppose.” “Una
relazione scolastica.” Grice: “He doesn’t mean Russell.” “But what he means is
a syllabus which is illustrative of Neapolitan Hegelianism!” G.L. Petrone, in
Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in . Mario Dal Pra, Maturi,
Milano, Bocca, Guzzo, Maturi, Brescia, Morcelliana, Antonio Gisondi, Forme
dell'Assoluto. Idealismo e filosofia tra Maturi, Croce e Gentile, Soveria
Mannelli, Rubbettino, Giletta Giovanni, "Filosofia hegeliana e religione.
Osservazioni su Sebastiano Maturi", Benevento, ed. Natan, . Hegelismo Idealismo Neoidealismo italiano
Altri progetti Collabora a Wikisource Wikisource contiene una pagina dedicata a
Sebastiano Maturi Guido Calogero,
«MATURI, Sebastiano» in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 1934. Giuseppe Landolfi Petrone, «MATURI, Sebastiano» in Dizionario
Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Sebastiano Maturi. Maturi. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maturi” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691410023/in/photolist-2mQoQhs-2mPXDFp-2mPLEqt-2mPKvMM-2mPxLC4-2mPkobg-2mNzeEc-2mNbwWj-2mLLZRD-2mLP9qE-2mLLwjC-2mLyVqx-2mKMZii-2mKTyvC-2mKw3hq-2mKbok1-2mPLygi-2mPHbXQ-2mJq2uE-E4u3XA
Maturi (Napoli).
Filosofo. Grice: “People sometimes asks me how my intentionalist approach can
be applied to history. I always respond: Read Maturi!” Grice: “Maturi’s
‘Interpretazioni,’ thus in plural, ‘del risorgimento’ is a classic --.” Grice::
“Even in London, the risorgimento had at least two interpretations! One in
Woolwich, and another one elsewhere! And there is possibly a gender distinction
too with “Speranza,” Wilde’s mother, being somewhat fanatic about it!” -- Compì
la sua formazione culturale a Napoli dove si laureò con Schipa, uno dei
firmatari del manifesto degli intellettuali antifascisti redatto da Croce. Del
suo maestro, per la lezione di rigore che gli aveva impartito, Maturi conservò un
commosso ricordo ed ebbe modo di esprimere pubblicamente la sua gratitudine in occasione
della morte di Schipa, pronunciandone il necrologio. Seguì con attenzione ed
interesse, ma anche con spirito critico, le lezioni di Croce conseguendo una laurea
in filosofia con Gentile con una tesi su Maistre. Impostato sulla lezione
crociana è il saggio “La crisi della storiografia politica italiana” a cui
seguì quello dedicato a Gli studi di storia moderna e contemporanea, inserito
nel primo dei due volumi dell'opera del “La vita intellettuale italiana.” Il
suo primo lavoro Il concordato tra la Santa Sede e le Due Sicilie pubblicato fu
giudicato positivamente dalla critica s di Omodeo che lo recensì ne La Critica.
Frequentò la Scuola storica per l'età moderna e contemporanea diretta da Volpe
e fu segretario e bibliotecario dell'Istituto storico per l'età moderna e
contemporanea. Fu collaboratore dell'Enciclopedia italiana per la quale
scrisse numerose voci tra le quali quella dedicata al "Risorgimento"
ispirata alle sue idee liberali. A causa di questo episodio, nonostante
il suo disinteresse per la vita politica attiva, fu allontanato dall'Istituto
storico per l'età moderna e contemporanea. Nelle sue opere di storia
politica i suoi punti di riferimento furono Croce, Meinecke, Salvemini, e Volpe.
Dapprima come incaricato di Storia del Risorgimento e poi come ordinario tenne
le sue lezioni a Pisa dove ebbe modo di scrivere numerose opere come alcune
importanti voci nel IV volume del Dizionario di politica a cura del Partito
nazionale fascista, il saggio Partiti politici e correnti di pensiero nel
Risorgimento, e l'accurata biografia Il principe di Canosa. I corsi di storia
della storiografia tenuti a Pisa furono continuati a Torino quando ebbe la
cattedra di Storia del Risorgimento e quella di Storia delle dottrine politiche
che occupò sino alla sua inaspettata scomparsa. Le sue lezioni di
quest'ultimo periodo furono raccolte nell'opera postuma Interpretazioni del
Risorgimento considerata di primaria importanza dagli storici. Opere
Interpretazioni del Risorgimento , coll. Biblioteca di cultura storica Einaudi.
XXIX dell'Enciclopedia italiana, Accademia delle scienze di Torino, In memoria
di Maturi, Istituto per la storia del Risorgimento italiano, Roma 1Interpretazioni
storiografiche del Risorgimento Walter
Maturi, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Walter Maturi, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Walter Maturi. Maturi. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maturi” – The Swimming-Pool Library.
Grice e
Maurizi – la vendetta di Bacco – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma).
Filosofo. Grice: “I like Maurizi; of
course his ‘vendetta di Bacco’ makes sense only in the context of Nietzsche’s
rather recherché dichotomy!” – Grice: “His idea of the ‘suspected ‘I’’ is good,
but he is not, as I was, having in mind Reid, but Freud!” Si è laureato in
filosofia della storia presso l'Università degli Studi di Roma "Tor
Vergata" e ha conseguito il dottorato di ricerca nella medesima università
discutendo una tesi su Cusano e il concetto di non altro da cui è nato il
volume La nostalgia del totalmente non altro. Cusano e la genesi della
modernità (Rubbettino). Dopo un periodo di formazione in Germania attualmente
svolge la sua attività di ricerca presso l'Università degli Studi di Bergamo.
Pubblica le sue ricerche su alcune prestigiose riviste come la Rivista di
filosofia neo-scolastica, il Journal of Critical Animal Studies, Dialegesthai,
Alfabeta, Lettera Internazionale, e collaborando, inoltre, con i quotidiani
Liberazione e L'Osservatore Romano. Ha poi partecipato alla stesura del secondo
volume di L'Altronovecento. Comunismo eretico e pensiero critico (Jaca Book, )
ed è il traduttore e curatore dell'edizione italiana di Georg Lukács, Coscienza
di classe e storia. Codismo e dialettica, Alegre, Roma di Ralph Acampora,
Fenomenologia della Compassione, Edizioni Sonda, Casale Monferrato, , e ha
tradotto, con G. Dalmasso, Derrida,
Teoria e prassi. Corso dell'École Normale Supérieure Jaca Book, Milano, . Ha
contribuito alla fondazione delle riviste scientifiche "Liberazioni"
e Animal Studies. Rivista italiana di antispecismo. Pensiero Maurizi ha
suddiviso i suoi interessi di ricerca tra la filosofia dialettica (Cusano,
Hegel, Marx, Adorno), la teoria critica della società e le implicazioni
politiche di una visione "sociale" dell'antispecismo a partire da una
rielaborazione del pensiero della scuola di Francoforte. Tanto le sue ricerche
su Adorno, quanto quelle su Cusano si incentrano sul tentativo di porre in
evidenza il tema della storicità dell'umano non in termini di un astratto e
formale "essere-nel-tempo", quanto più propriamente nel vedere
nell'essere storico, in tutta la sua determinatezza, l'irriducibile istanza di
verità dell'umano stesso: l'essere storico è in tal senso irriducibile ad ogni
ontologia dell'essere temporale seppure ciò non porti necessariamente ad un
relativismo storicista. Prendendo spunto dalla lettura critico-negativa di
Hegel portata avanti da Adorno, infatti, Maurizi sostiene la leggibilità e
razionalità della storia come segno del dominio, l'universale storico non come
traccia di un positivo che si farebbe strada attraverso il negativo delle
vicende umane, bensì come questo stesso negativo che informa di sé la civiltà,
imprimendo ad essa la direttrice di un progresso della razionalità strumentale
che è l'antitesi della redenzione. La sua rilettura del pensiero della
filosofia di Francoforte ha così costituito un punto di partenza per una
ridefinizione dell'opposizione natura/cultura e lo ha portato ad estendere la
critica ai meccanismi di dominio anche al controllo e allo sfruttamento del non
umano, e più in generale della Natura. Il suo pensiero riguardo alla filosofia
antispecista è in continuità con quello espresso dal sociologo David Nibert ed
in netta opposizione all'utilitarismo di Peter Singer criticato da Maurizi come
un antispecista metafisico. Un punto centrale nell'argomentazione filosofica di
Marco Maurizi, che rende originale il suo lavoro rispetto a quello degli altri
teorici dei diritti animali, riguarda l'interpretazione in termini
storico-sociali dello specismo. Ogni attività intellettuale «antispecista»,
secondo Maurizi, consiste quindi essenzialmente nel fare propria questa scelta
di campo: sottolineare come la questione animale sia un aspetto irrinunciabile
di ogni ipotesi di trasformazione dell'esistente. Secondo Maurizi
l'antispecismo è dunque essenzialmente politico
e non possiamo affrontare, come fanno Peter Singer o Tom Regan, la
questione animale da una prospettiva astrattamente morale. All'attività di
filosofo, Maurizi ha così affiancato quella di attivista per i diritti animali,
intrecciando l'attività speculativa con quella politica; risultato di questa
attività è il libro Al di là della Natura: gli animali, il capitale e la
libertà (Novalogos, ). Maurizi è stato inoltre fondatore delle riviste di
critica antispecista Liberazioni e Animal Studies, della rivista online Asinus
Novus che prende il nome dal suo breve testo Asinus Novus: lettere dal carcere
dell'umanità (Ortica, ). Nel
l'associazione Per Animalia Veritas raccoglie alcuni suoi scritti che
rappresentano un sunto aggiornato del suo pensiero sulla filosofia
antispecista: Cos'è l'antispecismo politico (Per Animalia Veritas, ). Sulla
scia delle riflessioni adorniane, Maurizi ha anche lavorato sulla filosofia
della musica e la teoria critica musicale. Le sue teorie sull'antispecismo
politico sono abbondantemente discusse nel libro di Lorenzo Guadagnucci
Restiamo Animali: vivere vegan è una questione di giustizia (Terre di Mezzo, ),
da Matthias Rude Antispeziesismus. Die Befreiung von Mensch und Tier in der
Tierrechtsbewegung und der Linken (Schmetterling, Stuttgart ) e altri autori
della scena antispecista di lingua tedesca. Altri saggi: “Il tempo del
non-identico,” Jaca Book, “La nostalgia del totalmente non altro” -- Cusano e
la genesi della modernità, Rubettino, “Al di là della Natura: gli animali, il
capitale e la libertà,” Novalogos, “Asinus Novus: lettere dal carcere
dell'umanità,” Ortica, “Cos'è l'anti-specismo politico?” Per animalia veritas,
“L'io sospeso: l'immaginario tra psicanalisi e sociologia, Jaca Book, .Grice:
“This reminds me of my fantasies on ‘I’ – “The suspected I’ is a genial
phrase!” -- “Chimere e passaggi” Cinque attraversamenti del pensiero di Adorno,
Mimesis, “Altra specie di politica, Mimesis, “Musica per il pensiero. Filosofia
del progressive” -- Mincione, “La vendetta di Dioniso” -- la musica contemporanea da Schönberg ai
Nirvana, Jaca Book, “Quanto lucente la tua in-esistenza” --- L'Ottobre, il
Sessantotto e il socialismo che viene, Jaca Book, . Note Intervento di M. Maurizi su questi temi per
la Casa della Cultura di Milano: youtube.com/watch?v= ZNfJrRx-7fo Intervista su questo tema a cura del
collettivo Tierrechtsgruppe Zürich (Zurigo) M. Maurizi La genesi dell'ideologia
specista in Liberazioni:/ M. Maurizi Per una cultura antispecista in Asinus
Novus: rivista di antispecismo e filosofia: Copia archiviata, su
asinusnovus.wordpress.com. Intervento M. Maurizi per il primo convegno
nazionale antispecista: youtube.com/watch?v=JwZiW4ngrag Intervista a M. Maurizi e L. Caffo sulle
nuove prospettive dell'animalismo: youtube Testo recensito da L. Pigliucci per
la rivista "Lo Straniero" di Aprile : Copia archiviata, su
asinusnovus.wordpress.com.Intervista di F. Pullia sul quotidiano "Notizie
Radicali" Una recensione del testo: Copia archiviata, su
asinusnovus.wordpress B. Le GocM. Maurizi, Musica per il pensiero. Filosofia
del progressive italiano, Mincione, Roma .
Antispecismo Diritti degli animali Scuola di Francoforte. Asinus Novus.
Antispecismo e Filosofia, su asinusnovus.net. Animal Studies. Rivista Italiana
di Antispecismo, su rivistaanimalstudies.wordpress.com. Marco Maurizi. Maurizi.
Keywords: la vendetta di Bacco -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Maurizi” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703667269/in/photolist-2mQwYd8-2mQtcUw-2mQkxxa-2mQjVch-2mQaKxF-2mPYYve-2mPyW8A-2mPyn68-2mPrb68-2mNzeEc-2mLLY7G-2mLQdrQ-2mKFrQ6-2mLSNX8-2mLGRht-2mLMaMX-2mLGjg5-2mKPS8q-2mKC3nj-2mKuZ8r-2mKDA5r-2mPoBGn-2mKAuZM-2mGT6p1-2mGnP2f-E58e4H-DeWyrT-AJp6ja-mukgnR-mumBeo-mujH18-AKkszP-AKm2wa-iaPpsv-BfCsgw-A71D2h-BxbiQ5-iaPo9Z-iaP9LN
Grice e
Mazzarella – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli).
Filosofo. Grice: “I love Mazzarella’s ‘necessary word’ – not precisely what I
was thinking when philosophising about conversation, but for Mazzarella, the
conversational motivation is to HELP in the most authentic fashion – Compared
to his ‘parola necessaria,’ my principle of conversational helpfulness, while based
in part in the desideratum of conversational benevolence, looks pretty lame!”
-- Grice: “I like Mazzarella. The fuss he makes in translating Heidegger, whom
I have elsewhere called ‘the greatest living philosopher’ – he was living then
–.” Grice: “Mazzarella, who is relying on somebody else’s translation, is
especially focused on Heidegger’s Latinate ‘fakt.’ From ‘Fakt,’ Heidegger gets
an abstract noun. But he also uses the Germanic for ‘deed.’ Relying on the
cognateness of ‘fakt’ with ‘fatto’ – cognate itself with ‘effetto,’ Mazarella
agrees that the translation goes from ‘factivity’ to ‘effectivity.’ And it
should inspire all philosophers into seeing how similar these two concepts are
– if indeed two concepts they are, seeing that they come from the same Roman
root! But Mazzarella would know that – you wouldn’t!” – Professore a Napoli, è tra i principali interpreti di Heidegger.
Deputato al Parlamento nella XVI Legislatura per il Partito Democratico. Dopo essersi laureato presso l'Università
degli Studi di Napoli “Federico II” con Masullo, inizia la sua attività di
ricerca come borsista DAAD in Germania, e successivamente presso l'Salerno. In
seguito è professore incaricato di Estetica presso l'Università dell'Aquila.
Dopo essere stato professore associato di Filosofia Teoretica presso l'Catania
e di Filosofia della storia presso l'Napoli “Federico II”, diventa professore
straordinario di Storia della filosofia presso la Facoltà di Magistero
dell'Salerno e dal 1993 Professore di Filosofia Teoretica presso l'Napoli “Federico
II”. Dirige il Dottorato di Ricerca in “Scienze Filosofiche” dell'Napoli “Federico
II” e cura la programmazione e le relazioni internazionali per la Facoltà di
Lettere e Filosofia, di cui è Preside dal 2005 al 2008. Nel 2008 viene eletto
deputato del Parlamento italiano, divenendo componente della VII Commissione
Cultura della Camera. Opere In una delle
sue opere principali, Tecnica e Metafisica. Saggio su Heidegger, Mazzarella
indaga i processi decostruttivo-ermeneutici sottintesi all'heideggeriana storia
della metafisica occidentale, fino a formulare un'ipotesi
"ecologica"(in senso originario, come pensiero relativo all'abitare
dell'uomo) relativa alle interpretazioni del "logos" eracliteo e
della categoria aristotelica della "physis" riscontrate nei saggi
successivi alla cosiddetta "svolta" del pensiero di Heidegger. In Vie d'uscita. L'identità umana come
programma stazionario metafisico, le aporie di una metafisica del fondamento
sono affiancate alla dimensione tecnica della contemporaneità, intesa
storicisticamente come epoca del compimento del nichilismo. Centrale diventa
l'idea di un "essere-alla-vita", categoria che richiama in modo
lampante l'"essere-nel-mondo" di heideggeriana memoria; le questioni
teoretiche vengono così ridotte a questioni etiche riguardanti un'ontologia
minima, ove la filosofia prima si trasformi in filosofia seconda, lasciando il
posto ad un programma metafisico-antropologico di custodia e mantenimento della
e nella propria epoca. L'essere-alla-vita necessita di intendere la cultura
come “endiadi di natura e storia, ma in questa endiadi natura prima ancora che
storia”. Pensare e credere. Tre scritti
cristiani rappresenta un altro orizzonte del pensiero di Mazzarella; il
rapporto tra religione rivelata e filosofia si gioca sullo sfondo di una
prospettiva storicista di matrice diltheyana, sebbene non siano esenti dalla
riflessione Hegel, Schelling e la teologia dialettica contemporanea.
Interessante è la prospettiva di una religione come "integrazione" e
apertura all'amore fraterno, configurato nel concetto di
"agape". I suoi scritti sono
in ogni caso contrassegnati, com'è tipico della recente scuola di pensiero
napoletana, sorta sulla scia delle dottrine di Croce, da una ripresa di temi
propri dello storicismo (Nietzsche e la storia. Storicità e ontologia della
vita). In un dialogo costante con i
teologi più liberali e moderni, quale ad es. Bruno Forte, Mazzarella si è
occupato specificamente dei temi della bioetica, coniugando il tema della
tutela della vita alla ripresa del concetto di sacralità (Sacralità e
vita). In Opera media ha inoltre messo
in luce un talento poetico non indifferente, che gli è valso l'apprezzamento
della critica e diversi riconoscimenti. Ha composto quattro raccolte di poesie,
e pubblicato singoli componimenti in diverse antologie.Finalista al Premio di
poesia “Città di Vita”, Firenze, e nel 1999 ha vinto il Premio Speciale “La
finestra” al Premio Nazionale di poesia “Alessandro Tanzi” perUn mondo
ordinato. Opere “Tecnica e metafisica” -- saggio su Heidegger,
Guida, Napoli, Nietzsche e la storia: storicità e ontologia della vita,” Guida,
Napoli, “Storia metafisica ontologia” Per una storia della metafisica tra otto
e novecento, Morano, Napoli, -- Grice: “What Mazzarella is proposing is what I
did for the BBC: a history of metaphysics; philosophical tutees are too
accustomed to ‘history of philosophy,’ but surely each branch requires a
separate history! “storia della metafisica” does just that!” – “storia della
semantica” hardly sounds as sexy, and “storia della pragmatica” sounds
repugnantly academese!” -- “Ermeneutica
dell'effettività” -- Prospettive ontiche dell'ontologia heideggeriana, Guida,
Napoli, -- Grice: “Note that Mazzarella is exploring the ‘effectivity,’ not the
‘affectivity’ – ex-fecto, not ad-fecto – “Filosofia e teologia” -- di fronte a Cristo, Cronopio, Napoli, “Sacralità”
-- e vita, Quale etica per la bio-etica?, Guida, Napoli, Heidegger oggi, E.
Mazzarella, Il Mulino, Bologna, “Pensare e credere” -- Tre scritti cristiani,
Morcelliana, Brescia, “Vie d'uscita. L'identità umana come programma
stazionario metafisico,” Il melangolo, Genova, Opera media. Poesie, Il melangolo,
Genova, Lirica e filosofia, Morcelliana, Brescia, Vita Politica Valori.
Sensibilità individuali e sentire comunitario, Guida, Napoli, “Anima madre,”
ArtstudioPaparo, Napoli, “L'uomo che deve rimanere,” Quodlibet, Macerata, . S.
Venezia , Nota bio-bibliografica, inAmato, M. T. Catena, N. Russo , L'ethos
teoretico. Scritti in onore di Eugenio Mazzarella265, Napoli, Guida, Archivio degli articoli di Eugenio Mazzarella
nel sito "ilsussidario.net". Curriculum vitae, pubblicazioni e
attività di ricerca nel sito dell'Università degli Studi di Napoli Federico II,
su docenti.unina. Mazzarella. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Mazzarellla” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692028975/in/photolist-2mPsXiB-2mKRahT
Grice e Mazzei – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Poggio a Caiano). Filosofo. Grice: “Not every
philosopher has a city, ‘Colle,’ named after him!” -- Grice: “I like Mazzei; he
is hardly a philosopher, but the Italians consider among the ‘filosofi italiani,’
– there is a good wine, “Mazzei,” since Mazzei, when travelling to the
Americas, transplanted a grape from his paese – the descendants still grow it!
In oltre, he was influential in the ‘risorgimento’!” -- essential Italian
philosopher.Massone e cadetto di una nobile famiglia toscana di viticoltori,
probabilmente risalente all'XI secolo e ancora esistente nel XXI secolo, fu
personaggio energico ed eclettico, illuminista, promulgatore delle libertà
individuali, dei diritti civili e della tolleranza religiosa. Visse una vita
avventurosa e movimentata, con alterne fortune economiche. Sebbene sia
sconosciuto al grande pubblico, partecipò attivamente alla guerra
d'indipendenza americana come agente mediatore all'acquisto di armi per la
Virginia, ed è ritenuto dagli storici uno dei padri della Dichiarazione
d'Indipendenza americana, in quanto intimo amico dei primi cinque presidenti
statunitensi: George Washington, John Adams, James Madison, James Monroe e
soprattutto Thomas Jefferson, di cui fu ispiratore, vicino di casa, socio in
affari e con cui rimase in contatto epistolare fino alla morte. Iniziato
alla Massoneria, fu poi spettatore privilegiato della rivoluzione
francese. La sua figura storica è riemersa alla fine Professoregrazie all'infittirsi
degli studi accademici in occasione del bicentenario della rivoluzione
americana, fino ad essere onorato in occasione del 250º anniversario della sua
nascita nel 1980 con un'emissione filatelica congiunta speciale delle poste
italiane e statunitensi. Dopo gli studi compiuti tra Prato e
Firenze, nel 1752, in seguito a dissapori con il fratello maggiore Jacopo sulla
gestione del patrimonio familiare, si stabilì a Pisa e poi a Livorno,
intraprendendo con successo l'attività di medico. Dopo solo due anni lasciò la
città e si trasferì a Smirne (Turchia) come chirurgo a seguito di un medico
locale. Gunse a Londra dove, dopo un iniziale periodo irto di difficoltà
economiche che lo vide arrangiarsi con l'insegnamento dell'italiano, riuscì nel
corso dei tre lustri successivi ad arricchirsi con il commercio dei prodotti
mediterranei, principalmente del vino, inserendosi lentamente nei salotti
dell'alta borghesia londinese. Una breve parentesi italiana si concluse
con un precipitoso ritorno in Inghilterra, a seguito di una denuncia al
tribunale dell’Inquisizione per “importazione di libri proibiti”. L'illuminismo
e le idee di libertà religiosa che animavano il Mazzei, ben tollerate nella
Londra di fine XVIII secolo, erano ancora tabù nella realtà italiana. La
Rivoluzione americana In questi circoli londinesi Filippo Mazzei conobbe
Benjamin Franklin e Thomas Adams, che da lì a pochi anni sarebbero stati tra i
protagonisti della rivoluzione americana. Le colonie americane si
autogovernavano, perlomeno sulle questioni locali, tramite assemblee di
delegati liberamente eletti dai capifamiglia, e l'ordinamento giuridico era
ispirato al meglio della legislazione inglese, che pure in quegli anni era
probabilmente la più avanzata, garantista e liberale che esistesse.
Invitato dagli amici d'oltreoceano, spinto sia dalla curiosità dell'inedita
forma di governo, ma soprattutto dalla disponibilità di terre e quindi dalla
prospettiva di impiantare nel nuovo mondo coltivazioni mediterranee, Mazzei si
trasferì in Virginia, con al seguito un gruppo di agricoltori toscani. A lui si
unirono anche una vedova Maria Martin, che egli sposò nel 1778, e l'amico Carlo
Bellini che tra il 1779 e il 1803 sarebbe divenuto il primo insegnante di
italiano in un'università americana, il College of William and Mary in
Virginia. Inizialmente diretto in altro sito, Mazzei si fermò presso la
tenuta di Monticello per incontrare Thomas Jefferson, con il quale già
intratteneva rapporti epistolari e vantava amicizie comuni, e fu da lui convinto
a trattenersi in loco, arrivando a cedere circa 0,75 km² della sua tenuta in
favore dell'italiano. Da questa cessione nacque la tenuta di Colle (il nome
deriva da Colle di Val d'Elsa, perché il Mazzei aveva preso ad esempio la
campagna attorno alla città toscana), successivamente ampliata. Lo univa a
Jefferson un sodalizio commerciale, con il primo impianto di una vigna nella
colonia della Virginia, ma soprattutto un sodalizio intellettuale, frutto di
una comune visione politica e di ideali condivisi, che si sarebbe protratto per
oltre 40 anni. Il livello delle frequentazioni americane trascinò
velocemente Mazzei, arrivato con mere intenzioni imprenditoriali, nella vita
politica della ribollente colonia della Virginia. Fu autore di veementi libelli
contro l'opprimente dominazione inglese, inneggianti alla libertà ed
all'uguaglianza. Alcuni di questi scritti furono tradotti in inglese dallo
stesso Jefferson, che rimase influenzato da tali ideali, tanto da ritrovare
successivamente alcune frasi di Mazzei trasposte nella Dichiarazione
d'indipendenza degli Stati Uniti d'America. Eletto speaker dell'assemblea
parrocchiale dopo solo sei mesi dal suo arrivo in Virginia, ebbe modo di
esporre le sue idee sulla libertà religiosa e politica a un vasto oratorio,
composto anche di persone umili e ignoranti, che lo ascoltavano assorte. Un suo
scritto, Instructions of the Freeholders of Albemarle County to their Delegates
in Convention, redatto come istruzioni per i delegati della contea di Albemarle
alla convenzione autoconvocatasi dopo lo scioglimento forzato dell'assemblea
della Virginia imposto dal governatore inglese, fu utilizzato da Jefferson come
bozza per il primo tentativo di scrittura della costituzione dello Stato della
Virginia. La sua affermazione politica seguiva di pari passo i rovesci
economici, perché il clima e il terreno della Virginia non si erano dimostrati
particolarmente graditi a vite e olivo, e nel 1774 un'eccezionale gelata aveva
distrutto buona parte delle stentate coltivazioni impiantate con tanta
fatica. Naturalizzato cittadino della Virginia, volontario delle prime
ore nella guerra d'indipendenza americana, nel 1778 fu inviato in Europa da
Jefferson e Madison per cercare prestiti, acquistareo meglio,
contrabbandarearmi e ottenere informazioni politiche e militari utili alla
nascente nazione. In questo periodo scrisse articoli, fece interventi
pubblici e cercò di avviare rapporti commerciali e politici tra gli Stati
europei e la Virginia. Per tali servizi fu ufficialmente retribuito dallo Stato
dell Virginia. Rientrato in Virginia nel 1783, con suo grande disappunto
non fu nominato console. Ricevette I'incarico di amministratore della contea di
Albemarle, ma solo due anni dopo nel 1785 lasciò per l'ultima volta il suolo
americano, mantenendo comunque contatti epistolari con molti di quelli che sono
definiti “padri della patria” statunitensi e in particolare con Jefferson, che
ebbe modo di reincontrare successivamente a Parigi. Sua moglie rimase fino alla
sua morte alla tenuta del Colle, che Mazzei nel 1783 aveva donato alla
figliastra, Margherita Maria Martini e al di lei marito, il francese Justin
Pierre Plumard, Comte De Rieux. La Rivoluzione francese e le vicende
europee Targa a Pisa, sulla casa in cui morì Filippo Mazzei A Parigi, nel
1788 pubblicò una voluminosa opera in quattro volumi Recherches historiques et
politiques sur les États-Unis de l'Amérique Septentrionale. Si trattava della
prima storia della rivoluzione americana pubblicata in francese. L'opera è
tuttora una preziosa fonte di informazioni sul movimento che innescò la
rivoluzione americana. Il successo del libro e la notorietà delle sue
idee, uniti alla costante attività di propaganda a favore dei neonati Stati
Uniti d'America, lo fece venire in contatto con re Stanislao Augusto di
Polonia, illuminato sovrano liberale, di cui divenne prima consigliere e poi
rappresentante a Parigi. Da questa posizione privilegiata poté seguire la
rivoluzione francese, di cui condannò la deriva giacobina. Preso atto della
rovina economica, nel 1791 si trasferì a Varsavia, assumendo la cittadinanza
polacca e contribuendo alla stesura della costituzione. Dopo un anno
passato a Varsavia, a seguito della spartizione della Polonia nel 1792 rientrò
definitivamente in Toscana, stabilendosi a Pisa. Lì nel 1796 sposò Antonina
Tonini, da cui ebbe una figlia, Elisabetta. E testimone dell'arrivo delle
truppe repubblicane francesi a Pisa e poi della loro cacciata, e fu coinvolto
pur senza danni nei successivi processi intentati dal bargello ai liberali
pisani che si riunivano durante la breve occupazione al Caffè dell'Ussero sul
lungarno. Ultimi anni Mazzei visse quietamente altri 17 anni,
dedicandosi ai propri studi di orticoltura e limitandosi a frequentare una
ristretta cerchia di salotti praticati da giovani liberali, di cui era ispiratore.
In conseguenza del dissolvimento della Polonia operata da Russia e Prussia nel
1795, lo zar Alessandro I si accollò i debiti della corte polacca e Mazzei poté
fruire di un vitalizio. Mazzei rimase sempre nostalgico della Virginia e dei
suoi amici americani, che ne auspicavano il ritorno e con i quali mai
interruppe il contatto epistolare. Nonostante i ripetuti progetti di un viaggio
in America, Mazzei non fu mai capace di affrontare questa nuova avventura. Ebbe
modo di assistere all'ascesa e alla caduta di Napoleone Bonaparte e scrisse le
proprie memorie, pubblicate nel 1848, oltre trent'anni dopo la sua morte a
Pisa. Opere: “Stanislao Re di Polonia,” Roma: Istituto storico italiano per
l'età moderna e contemporanea, “Ricerche storiche sull’America,” Firenze, Ponte alle Grazie, “Memorie”
Gino Capponi, Lugano, Tip. della Svizzera Italiana, “Del commercio della seta
fatto in Inghilterra dalla Compagnia delle Indie Orientali” Silvano Gelli,
Poggio a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, “Le istruzioni per i delegati alla
convenzione maggio-settembre” Firenze, Morgana, Opere di suor Margherita
Marchione “Scelta di scritti e lettere,”“Agente di Virginia durante la
rivoluzione Americana”“Agente del Re di Polonia durante la Rivoluzione
Francese”“La vita avventurosa di Filippo Mazzei, Cassa di Risparmi e Depositi,
Prato. Marchione Margherita: The Adventurous Life of Philip MazzeiLa vita
avventurosa Marchione Margherita:The Constitutional Society of Marchione
Margherita, Philip Mazzei: World Citizen (Jefferson's "Zealous
Whig"), University Press of America, Lanham, MD, 1994, 158 Curiosità Broom
icon.svg Questa sezione contiene «curiosità» da riorganizzare. Contribuisci a
migliorarla integrando se possibile le informazioni all'interno dei paragrafi
della voce e rimuovendo quelle inappropriate. A inizio degli anni 2000, fra alcuni
intellettuali toscani appassionati della figura di Mazzei, è circolata la
speculazione che Mazzei potrebbe aver ispirato persino la bandiera
statunitense, adottata dal Congresso un
anno dopo la Dichiarazione d'Indipendenza. La suggestione nasce dall'importanza
che l'alternanza dei colori rosso e bianco ha nell'araldica toscana e non solo
e di cui un esempio famoso è l'insegna di Ugo di Toscana. Mazzei potrebbe forse
aver discusso anche di araldica con gli altri patrioti americani, ma le radici
storiche della bandiera americana sono, in realtà, nella Grand Union
Flag. In ricordo di Mazzei è stato istituito il premio The Bridge. La
cerimonia è stata istituita dall'American University of Rome, per celebrare un
toscano che insieme ai padri costituenti degli Stati Uniti d'America diede vita
alla stesura della dichiarazione d'indipendenza. Sua era la frase: «Tutti gli uomini
sono per natura liberi ed indipendenti». Note Paolo Russo, Nasce a Firenze un museo che
racconta la massoneria, in La Repubblica, Firenze, 27 febbraio . 28
novembre (archiviato il 3 marzo ).,
Riferito al primo museo dedicato alla storia della Massoneria in Italia. Washington D.C. Italian Genealogy Club, su
geocities.com 1º gennaio 2008). Thomas Jefferson Encyclopedia Premio Filippo Mazzei. In lingua italiana , Dalla Toscana
all'America: il contributo di Filippo Mazzei, Poggio a Caiano, Comune di Poggio
a Caiano, 2004. Becattini Massimo, Filippo Mazzei mercante italiano a Londra, Poggio
a Caiano, Comune di Poggio a Caiano, 1Bolognesi Andrea, Corsetti Luigi, Di
Stadio Luigi: Filippo Mazzei mostra di cimeli e scritti, catalogo della mostra
a cura di, Poggio a Caiano, palazzo Comunale, Comune di Poggio a Caiano, 1996.
Camajani Guelfo Guelfi, Filippo Mazzei: un illustre toscano del Settecento:
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[collegamento interrotto], su farefuturofondazione. Premio Filippo
Mazzei, su premiofilippomazzei.com. Sito dal quale è possibile scaricare il
libro Memorie della vita e delle peregrinazioni del fiorentino Filippo Mazzei
in formato *.pdf, su books.google.com. Filippo
Mazzei. Mazzei. Keywords: implicature. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Mazzei," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702189377/in/photolist-2mLKeCe-2mKgL97
Grice e
Mazzini – la giovine italia – filosofia italiana – Luigi Speranza (Genova).
Filosofo. Grice: “Of course it is difficult for an
Italian philosopher to approach the philosophy of Mazzini cooly; it would be
like me approaching the philosophy of Horatio Nelson!” – Grice: “I’ve found ‘Il
pensiero filosofico di Giuseppe Mazzini’ quite helpful – the equivalent would
be the pretentious sounding, “The philosophical thought of Sir Winston
Churchill,’ say!” -- Grice: “Luigi
Speranza loves to cherish the fact that an old street in Woolwich, of all
places, is named after him, in a way ‘Speranza,’ just because Garibaldi
visited!” Grice: “Luigi Speranza also cherishes the fact that Lady Wilde
preferred ‘Speranza’ just to defend Mazzini!” Esponente di punta del
patriottismo risorgimentale, le sue idee e la sua azione politica contribusceno
in maniera decisiva alla nascita dello STATO UNITARIO ITALIANO. Le condanne
subite in diversi tribunali d'Italia lo costringeno però alla latitanza fino
alla morte. Le teorie mazziniane sono di grande importanza nella definizione
dei moderni movimenti europei per l'affermazione della democrazia attraverso la
forma repubblicana dello stato. Nacque a Genova, allora capoluogo dell'omonimo
dipartimento francese costituito da parte del regime di Bonaparte. Il padre,
Giacomo, e medico e docente universitario d'anatomia originario di Chiavari,
una cittadina del Tigullio all'epoca capoluogo del dipartimento francese degli
Appennini, successivamente parte della provincia di Genova, figura
politicamente attiva nella scena pubblica locale, sia durante l'epoca della
precedente repubblica ligure, sia, in tempi successivi, dell'Impero
napoleonico. Alla madre, Maria Drago, una fervente giansenista originaria di Pegli,
un comune autonomo, accorpato nel comune di Genova, fu molto legato per tutta
la vita. Affettuosamente chiamato "Pippo" dalla famiglia, una volta
terminati gli studi superiori presso il cittadino Liceo classico Cristoforo
Colombo, si iscrisse a Genova. Si segnala per la sua ribellione ai regolamenti
di stampo religioso che imponeno di andare a messa e di confessarsi. E arrestato
perché, proprio in chiesa, si rifiuta di lasciare il posto a un generale
austriaco. Lo appassiona la letteratura: si innamorò delle letture di Goethe,
Shakespeare e Foscolo (pur senza condividerne la filosofia materialista),
restando così colpito dalle Ultime lettere di Jacopo Ortis da volersi vestire
sempre di nero, in segno di lutto per la patria oppressa. La passione per
la letteratura, insieme a quella per la musica (e un abile suonatore di
chitarra), la ha per tutta la vita:
oltre agli autori citati, lesse Dante, Schiller, Alfieri, i grandi poeti
romantici come Byron, Shelley, Keats, Wordsworth, Coleridge e i narratori come Dumas
padre e le sorelle Brontë. Ha il suo trauma rivelatore. Al passaggio a Genova
dei federati piemontesi reduci dal loro tentativo di rivolta, si affacciò in
lui il pensiero che si puo, e quindi si deve, lottare per la libertà della
patria. Cominciò ad esercitare la professione nello studio di un avvocato, ma
l'attività che lo impegnava era quella di giornalista presso l'Indicatore
genovese, sul quale inizia a pubblicare recensioni di saggi patriottici. La
censura lascia fare per un po', ma poi soppresse il giornale. Compone il
saggio, “Dell'amor patrio d’Aligheri”. Ottenne la laurea “in utroque iure”.
Entra nella carboneria, della quale divenne segretario in Valtellina. Ho
a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo
tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un
brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta,
ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante,
infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini. (Klemens
von Metternich, Memorie ed. Bonacci). Per la sua attività cospirativa e
arrestato su ordine di Felice di Savoia e detenuto a Savona nella Fortezza del
Priamar. Durante la detenzione idea e formula il programma di un nuovo
movimento politico chiamato “Giovine Italia” che, dopo essere stato liberato
per mancanza di prove, presenta e organizzò a Marsiglia dove e costretto a
rifugiarsi in esilio. I motti dell'associazione erano Dio e popolo e unione,
forza e libertà e il suo scopo era l'unione degli stati italiani in un'unica
repubblica con un governo centrale quale sola condizione possibile per la
liberazione del popolo italiano dagli invasori stranieri. Il progetto federalista
infatti, poiché senza unità non c'è forza, ha fatto dell'Italia una nazione
debole, naturalmente destinata a essere soggetta ai potenti stati unitari a lei
vicini. Il federalismo inoltre avrebbe reso inefficace il progetto
risorgimentale, facendo rinascere quelle rivalità municipali, ancora vive, che
avevano caratterizzato la peggiore storia dell'Italia medioevale. L'obiettivo
repubblicano e unitario avrebbe dovuto essere raggiunto con un'insurrezione
popolare condotta attraverso una guerra per bande. Durante l'esilio in Francia,
ha una relazione con la nobildonna repubblicana Giuditta Bellerio Sidoli, vedova
di Giovanni Sidoli, ricco patriota di Montecchio Emilia. Giuditta aveva
condiviso con il marito la fede politica che, portandolo a cospirare contro la
corte estense, aveva costretto la coppia a esiliare in Svizzera. Colpito da una
grave malattia polmonare, muore a Montpellier. Poiché la vedova non aveva
ricevuto alcuna condanna, ritorna a Reggio Emilia presso la famiglia del marito
con i suoi quattro figli: Maria, Elvira, Corinna e Achille. Dopo il fallimento
dei moti dove fuggire in Francia dove conobbe Mazzini a cui si legò
sentimentalmente. Dopo il vano tentativo del 1831 di portare dalla parte
liberale il nuovo re Carlo Alberto di Savoia con la celebre lettera firmata
"un italiano", il 26 ottobre 1833, insieme a Pasquale Berghini e
Domenico Barberis, Mazzini fu condannato in contumacia a "morte
ignominiosa" dal Consiglio Divisionario di Guerra, presieduto dal maggior
generale Saluzzo Lamanta. La condanna venne poi revocata nel 1848, quando Carlo
Alberto decise di concedere un'amnistia generale. Rifugiatosi nella cittadina svizzera di Grenchen, nel
canton Soletta, vi rimase sino a quando fu arrestato dalla polizia cantonale
che gli ingiunse di lasciare la Confederazione entro 24 ore. Per impedirne
l'allontanamento l'assemblea dei cittadini di Grenchen conferì al giovane
profugo la cittadinanza con 122 voti a favore e 22 contrari, invalidata però
dal governo cantonale. Mazzini, nascostosi nel frattempo, fu scoperto e dovette
lasciare la Svizzera assieme ad altri esuli, tra i quali Agostino e Giovanni
Ruffini. Comincia il lungo soggiorno a Londra, dove Mazzini raccolse
attorno a sé esuli italiani e persone favorevoli al repubblicanesimo in Italia,
dedicandosi, per vivere, all'attività di insegnante dei figli degli italiani;
qui conobbe e frequentò anche diverse personalità inglesi, tra cui Mary Shelley
(vedova del poeta P.B. Shelley), Anne Isabella Milbanke (vedova di Lord Byron,
idolo di gioventù di Mazzini), il filosofo ed economista John Stuart Mill,
Thomas Carlyle e sua moglie Jane Welsh, lo scrittore Charles Dickens, che
finanziò la sua scuola. Il poeta decadente Algernon Swinburne gli dedicò Ode a
Mazzini. Nello stesso quartiere di Mazzini visse anche Karl Marx. Durante
il soggiorno londinese Mazzini ebbe una lunga relazione di amicizia con la
famiglia Craufurd, documentata da copiosa corrispondenza epistolare. Sempre a
Londra ebbe rapporti con la famiglia di William Henry Ashurst e con il genero
di questi, il politico britannico James Stansfeld, la cui consorte Caroline
Ashurst Stansfeld era sostenitrice della società "Society of the Friends
of Italy". Per la causa dell'unificazione italiana Mazzini collaborò anche
con il secolarista George Holyoake. Fondò poi altri movimenti politici
per la liberazione e l'unificazione di vari stati europei: la Giovine Germania,
la Giovine Polonia e infine la Giovine Europa. Quest'ultima, fondata
nell'aprile 1834 a Berna in accordo con altri rivoluzionari stranieri, aveva
tra i suoi principi ispiratori la costituzione degli Stati Uniti d'Europa. In
questa occasione Mazzini estese dunque il desiderio di libertà del popolo
italiano (che si sarebbe attuato con la repubblica) a tutte le nazioni europee.
L'associazione rivoluzionaria europea aveva come scopo specifico l'agire dal
basso in modo comune e, usando strumenti insurrezionali e democratici,
realizzare nei singoli stati una coscienza nazionale e rivoluzionaria. Sulla
scia della Giovine Europa Mazzini nel 1866 fonda anche l'Alleanza Repubblicana Universale.
Il movimento della Giovine Europa ebbe anche un forte ruolo di promozione dei
diritti della donna, come testimonia l'opera di numerose mazziniane, tra cui la
citata Bellerio Sidoli, ma anche Cristina Trivulzio di Belgiojoso e Giorgina
Saffi, la moglie di Aurelio Saffi, uno dei più stretti collaboratori di Mazzini
e suo erede per quanto riguarda il mazzinianesimo politico. Mazzini continuò a
perseguire il suo obiettivo dall'esilio e tra le avversità con inflessibile
costanza, convinto che questo fosse il destino dell'Italia e che nessuno
avrebbe potuto cambiarlo. Tuttavia, nonostante la sua perseveranza,
l'importanza delle sue azioni fu più ideologica che pratica. Dopo il
fallimento dei moti del 1848, durante i quali Mazzini era stato a capo della
breve Repubblica Romana insieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini, i
nazionalisti italiani cominciarono a vedere nel re del Regno di Sardegna e nel
suo Primo Ministro Camillo Benso conte di Cavour le guide del movimento di
riunificazione. Ciò volle dire separare l'unificazione dell'Italia dalla
riforma sociale e politica invocata da Mazzini. Cavour fu abile nello stringere
un'alleanza con la Francia e nel condurre una serie di guerre che portarono
alla nascita dello STATO ITALIANO ma la natura politica della nuova compagine
statale era ben lontana dalla repubblica mazziniana. A Londra, nel 1850,
per reagire alla caduta della Repubblica Romana e in continuità con essa,
Mazzini fondò il Comitato Centrale Democratico Europeo e il Comitato Nazionale
Italiano, lanciando il Prestito Nazionale Italiano, le cui cartelle portavano
appunto lo stemma della Repubblica romana del 1849 e l'intitolazione del
prestito «diretto unicamente ad affrettare l'indipendenza e l'unità d'Italia».
A garanzia del prestito le cartelle recavano la firma degli ex triumviri
Mazzini, Saffi e, in assenza dell'irreperibile Armellini, Mattia Montecchi. La
diffusione delle cartelle nel Lombardo-Veneto ebbe come immediata conseguenza
la ripresa dell'attività cospirativa e rivoluzionaria, soprattutto a
Mantova.. Messina fu chiamata al voto per eleggere i suoi deputati al
nuovo parlamento di Firenze. Mazzini era candidato, nel secondo collegio, ma
non poté fare campagna elettorale perché esule a Londra. Pendevano sul suo capo
due condanne a morte: una inflitta dal tribunale di Genova per i moti del 1857
(il 19 novembre 1857, in primo grado, il 20 marzo 1858 in appello); un'analoga
condanna a morte era stata inflitta dal tribunale di Parigi per complicità in
un attentato contro Napoleone III. Inaspettatamente, Mazzini vinse con larga
messe di voti (446). Il 24 marzo, dopo due giorni di discussione, la Camera
annullava l'elezione in virtù delle condanne precedenti. Il letto
di morte di Mazzini, distrutto dagli aerei degli Stati Uniti durante il bombardamento
di Pisa del 1943 Maschera mortuaria di Mazzini, gesso, Domus Mazziniana,
Pisa Due mesi dopo gli elettori del secondo collegio di Messina tornarono alle
urne: vinse di nuovo Mazzini. La Camera, dopo una nuova discussione, il 18
giugno riannullò l'elezione. Il 18 novembre Mazzini viene rieletto una terza
volta; dalla Camera, questa volta, arrivò la convalida. Mazzini, tuttavia,
anche nel caso fosse giunta un'amnistia o una grazia, decise di rifiutare la
carica per non dover giurare fedeltà allo Statuto Albertino, la costituzione
dei monarchi sabaudi. Egli infatti non accettò mai la monarchia e continuò a
lottare per gli ideali repubblicani. Nel 1868 lasciò Londra e si stabilì
in Svizzera, a Lugano. Due anni dopo furono amnistiate le due condanne a morte
inflitte al tempo del Regno di Sardegna: Mazzini quindi poté rientrare in
Italia e, una volta tornato, si dedicò subito all'organizzazione di moti
popolari in appoggio alla conquista dello Stato Pontificio. L'11 agosto partì
in nave per la Sicilia, ma il 14, all'arrivo nel porto di Palermo, fu tratto in
arresto (la quarta volta nella sua vita) e recluso nel carcere militare di
Gaeta. Partito da Basilea e in viaggio nel passo del San Gottardo, conobbe
in una carrozza Friedrich Nietzsche, allora poco conosciuto filologo e docente.
Questo incontro sarà testimoniato dallo stesso Nietzsche anni dopo.
Costretto di nuovo all'esilio, riuscì a rientrare in Italia sotto il falso nome
di Giorgio Brown (forse un riferimento a John Brown) a Pisa. Qui, malato già da
tempo, visse nascosto nell'abitazione di Pellegrino Rosselli, antenato dei
fratelli Rosselli e zio della moglie di Ernesto Nathan, fino al giorno della
sua morte, avvenuta il 10 marzo dello stesso anno, quando la polizia stava
ormai per arrestarlo nuovamente. Traversie della salma Mazzini
morente, Silvestro Lega La notizia della sua morte si diffuse rapidamente,
commuovendo l'Italia; il suo corpo fu imbalsamato dallo scienziato Paolo
Gorini, appositamente fatto accorrere da Lodi su incarico di Agostino Bertani:
Gorini disinfettò la salma per permettere l'esposizione. Una folla immensa
partecipò ai funerali, svoltisi nella città toscana il pomeriggio del 14 marzo,
accompagnando il feretro al treno in partenza per Genova, dove venne sepolto al
Cimitero monumentale di Staglieno. Le esequie furono accompagnate dalla
musica della storica Filarmonica Sestrese C. Corradi G. Secondo.
Successivamente Gorini ricominciò a lavorare sul corpo di Mazzini, onde
pietrificarlo secondo la sua tecnica di mummificazione; terminò il lavoro
qualche anno dopo. Nel 1946 avvenne la ricognizione della mummia, che fu
sistemata ed esposta al pubblico in occasione della nascita della Repubblica
Italiana[26]: da allora riposa nuovamente nel sarcofago del mausoleo.
Mausoleo Benché sia incerta l'affiliazione di Mazzini alla Massoneria fu
l'associazione stessa a commissionare il mausoleo all'architetto mazziniano
Gaetano Vittorino Grasso che lo realizzò in stile neoclassico adornandolo con
alcuni simboli massonici. Il sepolcro reca all'esterno la scritta
"Giuseppe Mazzini" e all'interno sono presenti numerose bandiere
tricolori repubblicane e iscrizioni lasciate da gruppi mazziniani o da
personalità come Carducci. Sulla lapide è scolpita la scritta "Giuseppe
Mazzini. Un Italiano" che era la firma da lui apposta nella lettera a
Carlo Alberto, e l'epitaffio: «Il corpo a Genova, il nome ai secoli, l'anima
all'umanità. Testimonianze di alcuni personaggi storici e una corrispondenza
dello stesso Mazzini, citati nell'opera dello studioso Luigi Polo Friz fanno
ritenere che verosimilmente Mazzini, a differenza di altri celebri personaggi
dell'epoca, come Garibaldi, non sia mai stato affiliato alla massoneria, anche
se questa ha ripreso molti degli ideali mazziniani, simili ai suoi. La principale
obbedienza italiana, l'unica attiva all'epoca di Mazzini in Italia, il Grande
Oriente d'Italia, afferma l'impossibilità di provare l'appartenenza di Mazzini,
che pure ebbe influenza nella società, anche se non partecipò mai alla vita
dell'associazione, occupato com'era nella causa della "sua" società
segreta, la Giovine Italia. In effetti Mazzini fu carbonaro, ma la Carboneria
fu presto distinta dalla massoneria.[30] Indro Montanelli afferma invece
che probabilmente Mazzini fu massone. Dello stesso parere è Massimo Della
Campa, che in una "Nota su Mazzini" fa riferimento al libro
dell'ex-Gran Maestro del grande Oriente d'Italia Giordano Gamberini, Mille
volti di massoni (Ed. Erasmo, Roma), che a119 scrive a proposito di Mazzini:
«Iniziato nel 1834 a Genova , secondo G. Fazzari e F. Borsari (Luce e
concordia, dispense 3 e 4, pag. 23, colonna III). Ricevette dal Fr. Passano il
32° grado del R.S.A.A., necessario per corrispondere in Carboneria al livello
di Vendita Suprema, nelle carceri di Savona. Con decreto del S. C. di Palermo
il 18 giugno 1866 ricevette l'aumento di luce al 33° grado e la qualifica di
membro onorario del medesimo Supremo Consiglio. Fu membro onorario delle LL.
Lincoln di Lodi e Stella d'Italia di Genova. Scrivendo a Logge, Corpi rituali e
Fratelli usò sempre i segni massonici. Nessun contemporaneo mise mai in dubbio
l'appartenenza di Mazzini alla Massoneria.» Mazzini stesso sembrerebbe
però smentire la sua partecipazione all'associazione in una lettera del 12
giugno 1867 al massone Federico Campanella, Sovrano Gran Commendatore del
Supremo Consiglio del Rito scozzese antico ed accettato di Palermo, in cui,
restituendogli le carte che questi gli aveva fatto recapitare scriveva. La
Massoneria accettando da anni e anni ogni uomo, senza dichiarazioni d'opinioni
politiche, s'è fatta assolutamente inutile a ogni scopo nazionale. Per farne
qualche cosa bisognerebbe prima una misura d'eliminazione ed una di revisione
delle file, poi una formula nazionale o politica per l'iniziazione... Chi vuol
intendere intenda. La patria è la casa dell'uomo, non dello schiavo»
(Giuseppe Mazzini, Ai giovani d'Italia) Per comprendere a pieno la dottrina
politica di Mazzini bisogna rifarsi al pensiero religioso che ispira il periodo
della Restaurazione seguito alla caduta dell'impero napoleonico. Nasce allora
una nuova concezione della storia che smentiva quella degli illuministi basata
sulla capacità degli uomini di costruire e guidare la storia con la ragione. Le
vicende della Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano dimostrato
che gli uomini si propongono di perseguire alti e nobili fini che s'infrangono
dinanzi alla realtà storica. Il secolo dei lumi era infatti tramontato nelle
stragi del Terrore e il sogno di libertà nella tirannide napoleonica che,
mirando alla realizzazione di un'Europa al di sopra delle singole nazioni,
aveva determinato invece la ribellione dei singoli popoli proprio in nome del
loro sentimento di nazionalità. Secondo questa visione romantica dunque
la storia non è guidata dagli uomini ma è Dio che agisce nella storia;
esisterebbe dunque una Provvidenza divina che s'incarica di perseguire fini al
di là di quelli che gli uomini si propongono di conseguire con la loro meschina
ragione.[35] Da questa concezione romantica della storia, intesa come opera
della volontà divina si promanano due visioni contrapposte: una è la
prospettiva reazionaria che vede nell'intervento di Dio nella storia una sorta
di avvento di un'apocalisse che metta fine alla storia degli uomini. Napoleone
I è stato, con le sue continue guerre, l'Anticristo di questa apocalisse: Dio
segnerà la fine della storia malvagia e falsamente progressiva e allora agli
uomini non rimarrà che volgersi al passato per preservare e conservare quanto
di buono era stato realizzato. Si cercherà dunque in ogni modo di cancellare
tutto ciò che è accaduto dalla Rivoluzione a Napoleone restaurando il
passato. La concezione reazionaria contro cui Mazzini combatté
strenuamente assume un aspetto politico-religioso che troviamo nel pensiero di
François-René de Chateaubriand che nel Génie du christianisme (Genio del
Cristianesimo) attaccava le dottrine illuministiche prendendo le difese del
cristianesimo e soprattutto nell'ideologia mistica teocratica di Joseph de
Maistre, che arriva nell'opera Du pape (Il papa) al punto di auspicare un ritorno dell'alleanza
tra il trono e l'altare riproponendo il modello delle comunità medioevali
protette dalla religione tradizionale contro le insidie del liberalismo e del
razionalismo.[36] Un'altra prospettiva, che nasce paradossalmente dalla
stessa concezione della storia guidata dalla divinità, è quella che potremo
definire liberale che vede nell'azione divina una volontà diretta, nonostante
tutto, al bene degli uomini escludendo che nei tempi nuovi ci sia una sorta di
vendetta di Dio che voglia far espiare agli uomini la loro presunzione di
creatori di storia. È questa una visione provvidenziale, dinamica della storia
che troviamo in Saint Simon con la concezione di un nuovo cristianesimo per una
nuova società o in Lamennais che vede nel cattolicesimo una forza rigeneratrice
della vita sociale. Una concezione progressiva quindi che è presente in Italia
nell'opera letteraria di Alessandro Manzoni e nel pensiero politico di Gioberti
con il progetto neoguelfo e nell'ideologia mazziniana. Concezione
mazziniana «Costituire l'Italia in Nazione Una, Indipendente, Libera,
Repubblicana» (G. Mazzini, Istruzione generale per gli affratellati nella
Giovine Italia) Magnifying glass icon mgx2.svgMazzinianesimo. Dio e popolo «Noi
cademmo come partito politico. Dobbiamo risorgere come partito religioso.
L'elemento religioso è universale, immortale: universalizza e collega. Ogni
grande rivoluzione ne serba impronta, e lo rivela nella propria origine o nel
fine che si propone. Per esso si fonda l'associazione. Iniziatori d'un nuovo
mondo, noi dobbiamo fondare l'unità morale, il cattolicismo Umanitario. Il
pensiero politico mazziniano deve dunque essere collocato in questa temperie di
romanticismo politico-religioso che dominò in Europa dopo la rivoluzione del
1830 ma che era già presente nei contrasti al Congresso di Vienna tra gli
ideologi che proponevano un puro e semplice ritorno al passato
prerivoluzionario e i cosiddetti politici che pensavano che bisognasse operare
un compromesso con l'età trascorsa. Alcuni storici hanno fatto risalire
la concezione religiosa di Mazzini all'educazione ricevuta dalla madre fervente
giansenista (almeno fino agli anni '40 fa spesso riferimenti biblici ed
evangelici) o ad una vicinanza ideale col protestantesimo e le chiese riformate
ma, secondo altri, la visione religiosa di Mazzini non coinciderebbe con quella
di nessuna religione rivelata. Il personale concetto mazziniano di Dio, che per
alcuni tratti è avvicinabile al deismo settecentesco, con evidenti influssi
della religiosità civica e preromantica di Rousseau, per altri versi al Dio
panteistico degli stoici, è alla base di una religiosità che tuttavia esige la
laicità dello Stato (questo nonostante la dichiarata contraddizione poiché se,
come egli crede, politica e religione coincidono, non avrebbe senso separare la
sua concezione teologica da quella politica)[40] e l'assenza di intermediari
tra Dio e il popolo. Per ciò e per il ruolo avuto nella storia umana e
italiana, define il papato la base d'ogni autorità tirannica. Un altro influsso
sulla sua concezione religiosa è stato visto nella considerazione che ha per la
religione CIVILE di ispirazione ROMANA e per l'ammirazione verso la prima Roma,
antica e pagana, che passando per la seconda Roma, cristiana e medievale,
prepara il campo alla terza Roma future. Un mito questo, romantico-neoclassico,
che e fatto proprio da Carducci e poi dal fascismo, con il filosofo Berto Ricci
-- e dalla massoneria con l'esoterista Reghini e avvicina il mazzinianesimo
anche al culto massonico del Grande Architetto dell'Universo. In realtà rifiuta
non solo l'ateismo (è questa una delle divisioni ideologico-teoriche che egli
ebbe con altri repubblicani come Pisacane) e il materialismo («...L'ateismo, il
materialismo non hanno, sopprimendo Dio, una legge morale superiore per tutti e
sorgente del Dovere per tutti...»[46]), ma anche il trascendente, in favore
dell'immanente: egli crede nella reincarnazione[47], per poter migliorare di
continuo il mondo e migliorare sé stessi. Una concezione questa tratta
probabilmente da Platone o dalle religioni orientali come l'induismo e il
buddismo, religioni alle quali Mazzini si era interessato.[48] Giuseppe
Mazzini e Gioacchino da Fiore Come altri patrioti, letterati, rivoluzionari
delle società segrete francesi, inglesi e italiane Mazzini vide nell'abate
calabrese Gioacchino da Fiore, l'autore di una profezia riguardante l'avvento
della Terza Età o Età dello Spirito Santo quando sarebbe sorta la Terza Italia
che sarebbe rinata, libera dalle dominazioni straniere[50], come la nazione che
avrebbe esercitato un primato sulle altre per la presenza della Chiesa
cattolica: tema questo poi ripreso da Vincenzo Gioberti nel suo Primato morale
e civile degli Italiani. Mazzini ebbe grande interesse per Gioacchino
tanto da volergli dedicare un trattato rimasto inedito Joachino, appunti per
uno studio storico sull'abate Gioacchino], che considerava un suo precursore
per gli ideali sociali e politici da realizzare tramite un'unità spirituale e
storica. Religione civile La sua è stata anche definita una religione
civile dove la politica svolgeva il ruolo della fede e dove la divinità si
incarna in modo panteista nell'Universo e nell'Umanità stessa, che attua la
Legge che nel Progresso si rivela. Egli afferma di credere che Dio è Dio, e l'Umanità
è il suo Profeta, che il popolo romano è immagine di Dio sulla terra e vi è«un
Dio solo, autore di quanto esiste, Pensiero vivente, assoluto, del quale il
nostro mondo è raggio e l'Universo una incarnazione».[38] Per lui non conta che
la sua intima credenza sia razionale o no, come il Dio di Voltaire e Newton che
è invocato come la causa prima dell'ordine naturale, poiché «Dio esiste. Noi
non dobbiamo né vogliamo provarvelo: tentarlo, ci sembrerebbe bestemmia, come
negarlo, follia. Dio esiste, perché noi esistiamo» anche se, specifica,
«l'universo lo manifesta con l'ordine, con l'armonia, con l'intelligenza dei
suoi moti e delle sue leggi. E altresì convinto che fosse ormai presente nella
storia un nuovo ordinamento divino nel quale la lotta per raggiungere l'unità
nazionale assumeva un significato provvidenziale. «Operare nel mondo
significava per il Mazzini collaborare all'azione che Dio svolgeva, riconoscere
ed accettare la missione che uomini e popoli ricevono da Dio. Per questo
bisogna «mettere al centro della propria vita il dovere, senza speranza di
premio, senza calcoli di utilità. Quello di Mazzini era un progetto politico,
ma mosso da un imperativo religioso che nessuna sconfitta, nessuna avversità
avrebbe potuto indebolire. «Raggiunta questa tensione di fede, l'ordine logico
e comune degli avvenimenti veniva capovolto; la disfatta non provocava
l'abbattimento, il successo degli avversari non si consolidava in ordine
stabile.».[53] La storia dell'umanità dunque sarebbe una progressiva
rivelazione della Provvidenza divina che, di tappa in tappa, si dirige verso la
meta predisposta da Dio. Esaurito il compito del Cristianesimo, chiusasi
l'era della Rivoluzione francese ora occorreva che i popoli prendessero
l'iniziativa per «procedere concordi verso la meta fissata al progresso umano».
Ogni singolo individuo, come la collettività, tutti devono attuare la missione
che Dio ha loro affidato e che attraverso la formazione ed educazione del
popolo stesso, reso consapevole della sua missione, si realizzerà attraverso
due fasi: Patria e Umanità. Patria e umanità Targa in onore di
Mazzini sulla casa londinese Senza una patria libera nessun popolo può realizzarsi
né compiere la missione che Dio gli ha affidato; il secondo obiettivo sarà
l'Umanità che si realizzerà nell'associazione dei liberi popoli sulla base
della comune civiltà europea attraverso quello che Mazzini chiama il banchetto
delle Nazioni sorelle. Un obiettivo dunque ben diverso da quella confederazione
europea immaginata da Napoleone dove la Francia avrebbe esercitato il suo
primato egemonico di Grande Nation. La futura unità europea non si
realizzerà attraverso una gara di nazionalismi ma attraverso una nobile
emulazione dei liberi popoli per costruire una nuova libertà. Il processo di
costruzione europea, secondo Mazzini, doveva svolgersi prima di tutto
attraverso l'affermazione delle nazionalità oppresse, come quelle facenti parte
dell'Impero asburgico, e poi anche di quelle che non avevano ancora raggiunto
la loro unità nazionale. Iniziativa italiana In questo processo unitario
europeo spetta all'Italia un'alta missione: quella di riaprire, conquistando la
sua libertà, la via al processo evolutivo dell'Umanità: la redenzione nazionale
italiana apparirà improvvisa come una creazione divina al di fuori di ogni
inutile e inefficace metodo graduale politico diplomatico di tipo cavouriano.
L'iniziativa italiana che avverrà sulla base della fraternità tra i popoli e
non rivendicando alcuna egemonia, come aveva fatto la Francia, consisterà
quindi nel dare l'esempio per una lotta che porterà alla sconfitta delle due
colonne portanti della reazione, di quella politica dell'Impero Asburgico e di
quella spirituale della Chiesa cattolica. Raggiunti gli obiettivi primari
dell'unità e della Repubblica attraverso l'educazione e l'insurrezione del
popolo, espressi dalla formula di Pensiero ed azione, l'Italia darà quindi il
via a questo processo di unificazione sempre più vasta per la creazione di una
terza civiltà formata dall'associazione di liberi popoli. Funzione della
politica Il mausoleo di Giuseppe Mazzini nel cimitero monumentale di
Staglieno, realizzato dall'architetto mazziniano Gaetano Vittorino Grasso. La
politica è scontro tra libertà e dispotismo e tra queste due forze non è
possibile trovare un compromesso: si sta svolgendo una guerra di principi che
non ammette transazioni; Mazzini esorta la popolazione a non accontentarsi
delle riforme che erano degli accomodamenti gestiti dall'alto: non radicavano,
cioè, nello spirito del tempo quella libertà e quell'uguaglianza di cui il
popolo aveva bisogno. La logica della politica è logica di democrazia e
libertà, non accettabili dalle forze reazionarie; contro di esse è necessaria
una brusca rottura rivoluzionaria: alla testa del popolo vi dovrà essere la
classe colta (che non può più sopportare il giogo dell'oppressione) e i giovani
(che non possono più accettare le anticaglie dell'antico regime). Questa
rivoluzione deve portare alla Repubblica, la quale garantirà l'istruzione
popolare. La rivoluzione, che è anche pedagogico strumento di formazione
di virtù personali e collettive, deve iniziare per ondate, accendendo focolai
di rivolta che incitino il popolo inconsapevole a prendere le armi. Una volta
scoppiata la rivoluzione si dovrà costituire un potere dittatoriale (inteso
come potere straordinario alla maniera dell'Antica Roma, non come tirannide)
che gestisca temporaneamente la fase post-rivoluzionaria. Il governo verrà
restituito al popolo non appena il fine della rivoluzione verrà raggiunto, il
prima possibile. La Giovane Italia deve educare alla gestione della cosa
pubblica, ad essere buoni cittadini, non è, perciò, esclusivamente uno strumento
di organizzazione rivoluzionaria. Il popolo deve avere diritti e doveri, mentre
la Rivoluzione Francese si è concentrata esclusivamente sui diritti
individuali: fermandosi ai diritti dell'individuo aveva dato vita ad una
società egoista; l'utile per una società non va mai considerato secondo il bene
di un singolo soggetto ma secondo il bene collettivo. Non crede
nell'eguaglianza predicata dal marxismo e al sogno della proprietà comune
sostituisce il principio dell'associazionismo, che è comunque un superamento
dell'egoismo individuale.Questione sociale Mazzini affrontò la questione
sociale negli scritti più tardi, ad esempio nei Doveri dell'uomo Rifiuta il
marxismo, convinto com'è che per spingere il popolo alla rivoluzione sia
prioritario indicargli l'obiettivo dell'unità, della repubblica e della
democrazia. Mazzini fu tra i primi a considerare la grave questione sociale
presente che era soprattutto in Italia la questione contadina, come gli
indicava Carlo Pisacane, ma egli pensava che questa dovesse essere affrontata e
risolta solo dopo il raggiungimento dell'unità nazionale e non attraverso lo
scontro delle classi, ma con una loro collaborazione (interclassismo), da
raggiungersi però organizzando l'associazionismo e il mutualismo fra gli
operai, il soggetto più debole. Un programma il suo di solidarietà nazionale
che se non contemplava l'autonomia culturale e politica del proletariato non si
rivolse solo al ceto medio cittadino, agli intellettuali, agli studenti, fra i
quali raccolse i consensi più ampi, ma anche agli artigiani e ai settori più
consapevoli dei propri diritti fra gli operai. Mazzini criticò il
marxismo e fu da Marx biasimato per gli aspetti dottrinali idealistici e per
gli atteggiamenti profetici che egli assumeva nel suo ruolo di educatore religioso
e politico del popolo. Marx, risentito per gli attacchi di Mazzini al
comunismo, da lui definito col termine inglese «dictatorship» (cioè
«dittatura»), lo definì in alcuni articoli teopompo, cioè «inviato di Dio e
papa della chiesa democratica, dandogli anche sprezzantemente del «vecchio
somaro» e paragonandolo a Pietro l'Eremita. Forte sarà il contrasto tra Marx e
l'inviato personale di Mazzini (oltre che con Garibaldi che ne prese le difese)
alla Prima Internazionale. Critica i socialisti per il proclamato
internazionalismo dei loro tempi, venato di anarchismo e di forte negazionismo,
per l'attenzione da essi rivolta verso gli interessi di una sola classe: il
proletariato. Inoltre egli definiva arbitrario e impossibile a pretendere
l'abolizione della proprietà privata: così si sarebbe dato un colpo mortale
all'economia che non avrebbe premiato più i migliori. La critica maggiore era
rivolta contro il rischio che le ideologie socialiste estremistiche portassero
a un totalitarismo: egli previde con lungimiranza quello che avverrà con la
Rivoluzione d'ottobre del 1917 in Russia, cioè la formazione di una nuova
classe di padroni politici e lo schiacciamento dell'individuo nella macchina
industriale del socialismo reale. Da queste critiche ne venne la valutazione
negativa di Mazzini sulla rivolta che portò alla Comune di Parigi del 1871.
Mentre per Marx e Michail Bakunin quello della Comune era stato un primo
tentativo di distruggere lo stato accentratore borghese realizzando dal basso
un nuovo tipo di stato, Mazzini, legato al concetto di Stato-nazione romantico,
invece criticò la Comune vedendo in essa la fine della nazione, la minaccia di
uno smembramento della Francia. Per salvaguardare l'economia e allo stesso
tempo per tutelare i più poveri, Mazzini punta su una forma di lavoro
cooperativo: l'operaio dovrà guardare oltre una lotta basata solo sul salario
ma promuovere spazi via via crescenti di economia sociale con elementi di
«piena responsabilità e proprietà sull'impresa». Mazzini puntava sul superamento
in senso sociale e democratico del capitalismo imprenditoriale classico,
anticipando in questo sia le teorie distribuzioniste sia le teorie che esaltano
il valore dell'associazione fra i produttori. In Doveri dell'uomo scrisse: «Non
bisogna abolire la proprietà perché oggi è di pochi; bisogna aprire la via
perché i molti possano acquistarla. Bisogna richiamarla al principio che la
renda legittima, facendo sì che solo il lavoro possa produrla. La sua influenza sulla prima fase del
movimento operaio fu per questo molto importante e anche il fascismo, in
particolare la sua corrente repubblicana e socializzatrice, si ispirerà al
pensiero economico mazziniano come terza via corporativa tra il modello
capitalista e quello marxista. Cospirazioni e fallimento dei moti
mazziniani Mazzini in una fotografia con autografo scattata da Domenico
Lama I moti mazziniani, ispirati ad un'ideologia repubblicana e antimonarchica
furono considerati sovversivi e quindi perseguiti da tutte le monarchie
italiane dell'epoca. Per i governi costituiti i mazziniani altro non erano che
terroristi e come tali furono sempre condannati. «Trovai tutti persuasi
che la Giovine Italia era pazzia; pazzia le sette, pazzie il cospirare, pazzie
le rivoluzioncine fatte sino a quel giorno, senza capo né coda» (Massimo
d'Azeglio, Degli ultimi casi di Romagna) Giovine Italia (1831) «Su queste
classi [...] così fortemente interessate al mantenimento dell'ordine sociale le
dottrine sovversive della Giovine Italia non hanno presa. Perciò ad eccezione
dei giovani presso i quali l'esperienza non ha ancora modificate le dottrine
assorbite nell'atmosfera eccitante della scuola, si può affermare che non
esiste in Italia se non un piccolissimo numero di persone seriamente disposte a
mettere in pratica i principi esaltati di una setta inasprita dalla
sventura.» (Camillo Benso conte di Cavour). Mazzini si trova a Marsiglia
in esilio dopo l'arresto e il processo subito l'anno prima in Piemonte a causa
della sua affiliazione alla Carboneria. Non potendosi provare la sua
colpevolezza infatti la polizia sabauda lo costrinse a scegliere tra il confino
in un paesino del Piemonte e l'esilio. Mazzini preferì affrontare l'esilio e
passa in Svizzera, da qui a Lione e infine a Marsiglia. Qui entrò in contatto
con i gruppi di Filippo Buonarroti e col movimento sainsimoniano allora diffuso
in Francia. Con questi si avviò un'analisi del fallimento dei moti nei
ducati e nelle Legazioni pontificie. Si concordò sul fatto che le sette
carbonare avevano fallito innanzitutto per la contraddittorietà dei loro
programmi e per l'eterogeneità delle classi che ne facevano parte. Non si era
riusciti poi a mettere in atto un collegamento più ampio delle insurrezioni per
le ristrettezze provinciali dei progetti politici, com'era accaduto nei moti di
Torino quand'era fallito ogni tentativo di collegamento con i fratelli
lombardi. Infine bisognava desistere dal ricercare l'appoggio dei principi e,
come nei moti del '30-31, dei francesi. Con la fondazione della Giovine
Italia nel 1831 il movimento insurrezionale andava organizzato su precisi
obiettivi politici: indipendenza, unità, libertà. Occorreva poi una grande
mobilitazione popolare poiché la liberazione italiana non si poteva conseguire
attraverso l'azione di pochi settari ma con la partecipazione delle masse.
Rinunciare infine ad ogni concorso esterno per la rivoluzione: «La Giovine
Italia è decisa a giovarsi degli eventi stranieri, ma non a farne dipendere
l'ora e il carattere dell'insurrezione. Gli strumenti per raggiungere queste
mete erano l'educazione e l'insurrezione. Quindi bisognava che la Giovane
Italia perdesse il più possibile il carattere di segretezza, conservando quanto
necessario a difendersi dalle polizie, ma acquistasse quello di società di
propaganda, un'«associazione tendente anzitutto a uno scopo di insurrezione, ma
essenzialmente educatrice fino a quel giorno e dopo quel giorno anche
attraverso il giornale La Giovine Italia, fondato nel 1832del messaggio politico
della indipendenza, dell'unità e della repubblica. Negli anni 1833 e
1834, durante il periodo dei processi in Piemonte e il fallimento della
spedizione di Savoia, l'associazione scomparve per quattro anni, ricomparendo
solo in Inghilterra. Dieci anni dopo, il 5 maggio 1848, l'associazione fu
definitivamente sciolta da Mazzini, che fondò al suo posto l'Associazione
Nazionale Italiana. Entusiastiche adesioni al programma della Giovane
Italia si ebbero soprattutto tra i giovani in Liguria, in Piemonte, in Emilia e
in Toscana che si misero subito alla prova organizzando una serie di
insurrezioni che si conclusero tutte con arresti, carcere e condanne a morte.
Nel 1833 organizza il suo primo tentativo insurrezionale che aveva come focolai
rivoluzionari Chambéry, Torino, Alessandria e Genova dove contava vaste
adesioni nell'ambiente militare. Prima ancora che l'insurrezione
iniziasse la polizia sabauda a causa di una rissa avvenuta fra i soldati in
Savoia, scoprì e arrestò molti dei congiurati, che furono duramente perseguiti
poiché appartenenti a quell'esercito sulla cui fedeltà Carlo Alberto aveva
fondato la sicurezza del suo potere. Fra i condannati figuravano i fratelli
Giovanni e Jacopo Ruffini, amico personale di Mazzini e capo della Giovine
Italia di Genova, l'avvocato Andrea Vochieri e l'abate torinese Vincenzo
Gioberti. Tutti subirono un processo dal tribunale militare, e dodici furono
condan morte, fra questi anche il Vochieri, mentre Jacopo Ruffini pur di non
tradire si uccise in carcere mentre altri riuscirono a salvarsi con la
fuga. Tentativo d'invasione della Savoia e moto di Genova. L'incontro di
Mazzini con Giuseppe Garibaldi nella sede della Giovine Italia Il fallimento
del primo moto non fermò Mazzini, convinto che era il momento opportuno e che
il popolo lo avrebbe seguito. Si trovava a Ginevra, quando assieme ad altri
italiani e alcuni polacchi, organizzava un'azione militare contro lo stato dei
Savoia. A capo della rivolta aveva messo il generale Gerolamo Ramorino, che
aveva già preso parte ai moti del 1821, questa scelta però si rivelò un
fallimento, perché il Ramorino si era giocato i soldi raccolti per
l'insurrezione e di conseguenza rimandava continuamente la spedizione, tanto
che quando si decise a passare con le sue truppe il confine con la Savoia, la
polizia, ormai allertata da tempo, disperse i volontari con molta
facilità. Nello stesso tempo doveva scoppiare una rivolta a Genova, sotto
la guida di Giuseppe Garibaldi, che si era arruolato nella marina da guerra
sarda per svolgere propaganda rivoluzionaria tra gli equipaggi. Quando giunse
sul luogo dove avrebbe dovuto iniziare l'insurrezione però, non trovò nessuno,
e così rimasto solo, dovette fuggire. Fece appena in tempo a salvarsi dalla
condanna a morte emanata contro di lui, salendo su una nave in partenza per
l'America del Sud dove continuerà a combattere per la libertà dei popoli.
Mazzini, invece, poiché aveva personalmente preso parte alla spedizione con
Ramorino, fu espulso dalla Svizzera e dovette cercare rifugio in Inghilterra.
Lì continuò la propria azione politica attraverso discorsi pubblici, lettere e
scritti su giornali e riviste, aiutando a distanza gli italiani a mantenere il
desiderio di unità e indipendenza. Anche se l'insuccesso dei moti fu assoluto,
dopo questi eventi la linea politica di Carlo Alberto mutò, temendo che
reazioni eccessive potessero diventare pericolose per la monarchia. La
vita mi pesa, ma credo sia debito di ciascun uomo di non gettarla, se non
virilmente o in modo che rechi testimonianza della propria credenza.»
(Giuseppe Mazzini, lettera di risposta ad Angelo Usiglio, Londra. Altri
tentativi pure falliti si ebbero a Palermo, in Abruzzo, nella Lombardia
austriaca, in Toscana. Il fallimento di tanti generosi sforzi e l'altissimo
prezzo di sangue pagato fecero attraversare a Mazzini quella che egli chiamò la
tempesta del dubbio, una fase di depressione, in cui, come in gioventù, come
ricorda nelle Note autobiografiche, pensò anche al suicidio, da cui uscì
religiosamente convinto ancora una volta della validità dei propri ideali
politici e morali. Dall'esilio di Londra, dopo essere stato espulso dalla Svizzera,
riprese quindi il suo apostolato insurrezionale. Nello stesso periodo esce il
saggio La filosofia della musica sulla rivista L'italiano pubblicata a Parigi. Fratelli
Bandiera. Esecuzione dei fratelli Bandiera a Cosenza Nobili, figli
dell'ammiraglio Francesco Bandiera e, a loro volta, ufficiali della Marina da
guerra austriaca, aderirono alle idee mazziniane e fondarono una loro società
segreta, l'Esperia[63] e con essa tentarono di effettuare una sollevazione
popolare nel Sud Italia. I fratelli Emilio e Attilio Bandiera parteno da
Corfù (dove avevano una base allestita con l'ausilio del barese Vito Infante)
alla volta della Calabria seguiti da 17 compagni, dal brigante calabrese
Giuseppe Meluso e dal corso Pietro Boccheciampe. Il 15 marzo dello stesso anno
era loro giunta infatti la notizia dello scoppio di una rivolta a Cosenza che
essi credevano condotta nel nome di Mazzini. In realtà non solo la ribellione
non aveva alcuna motivazione patriottica ma era già stata domata dall'esercito
borbonico. Quando sbarcarono alla foce del fiume Neto, vicino a Crotone,
appresero che la rivolta era già stata repressa nel sangue e al momento non era
in corso alcuna ribellione all'autorità del re. Il Boccheciampe, appresa la
notizia che non c'era alcuna sommossa a cui partecipare, sparì e andò al posto
di polizia di Crotone per denunciare i compagni. I due fratelli vollero lo
stesso continuare l'impresa e partirono per la Sila. Subito iniziarono le
ricerche dei rivoltosi ad opera delle guardie civiche borboniche, aiutate da
comuni cittadini che credevano i mazziniani dei briganti; dopo alcuni scontri a
fuoco, vennero catturati (meno il brigante Giuseppe Meluso, buon conoscitore
dei luoghi, che riuscì a sfuggire alla cattura) e portati a Cosenza, dove i
fratelli Bandiera con altri 7 compagni vennero fucilati nel Vallone di Rovito. Il re Ferdinando II ringraziò la popolazione
locale per il grande attaccamento dimostrato alla Corona e la premiò concedendo
medaglie d'oro e d'argento e pensioni generose. «Mazzini, colpito da tanta
fermezza e da tanta sventura, restò commosso da quell'efferata barbarie e
celebrò la memoria di quei martiri in un opuscolo uscito a Parigi. Vdendo nel
loro sacrificio la realizzazione dei propri ideali così scriveva in un opuscolo
a loro dedicato: «Il martirio non è sterile mai. Il martirio per un'Idea è la
più alta formula che l'Io umano possa raggiungere per esprimere la propria
missione; e quando un giusto sorge di mezzo a' suoi fratelli giacenti ed
esclamaecco: questo è il vero, e io, morendo, l'adorouno spirito di nuova vita
si trasfonde per tutta l'umanità. I sagrificati di Cosenza hanno insegnato a
noi tutti che l'uomo deve vivere e morire per le proprie credenze: hanno
provato al mondo che gl'Italiani sanno morire: hanno convalidato per tutta
l'Europa l'opinione che una Italia sarà. Voi potete uccidere pochi uomini, ma
non l'Idea. l'Idea è immortale. Dopo i moti e capo, con Aurelio Saffi e Carlo
Armellini della Repubblica Romana, soppressa dalla reazione francese. Fu
l'ultima rivolta a cui Mazzini prese parte direttamente. Moto di
Milano e sollevazione in Valtellina. Ispirato
al mazzinianesimo e alle ideologie socialiste fu il moto di Milano, a cui
tuttavia Mazzini non prese parte, e che fallì; analoga sorte ebbe la rivolta in
Valtellina dell'anno seguente. Nel moto milanese si mise in luce Felice Orsini,
che di lì a poco avrebbe rotto con Mazzini e organizzato l'attentato a Napoleone
III, fermamente condannato dal genovese poiché risoltosi in una strage di
cittadini innocenti. Spedizione di Sapri. Carlo Pisacane Il piano
originale, secondo il metodo insurrezionale mazziniano, prevedeva di accendere
un focolaio di rivolta in Sicilia dove era molto diffuso il malcontento contro
i Borboni, e da lì estenderla a tutto il Mezzogiorno d'Italia. Successivamente
invece si pensò più opportuno partendo dal porto di Genova di sbarcare a Ponza
per liberare alcuni prigionieri politici lì rinchiusi, per rinforzare le file
della spedizione e infine dirigersi a Sapri, che posta al confine tra Campania
e Basilicata, era ritenuta un punto strategico ideale per attendere dei
rinforzi e marciare su Napoli. Il 25 giugno 1857 Carlo Pisacane s'imbarcò
con altri ventiquattro sovversivi, tra cui Giovanni Nicotera e Giovan Battista
Falcone, sul piroscafo di linea Cagliari, della Società Rubattino, diretto a
Tunisi. Sbarca a Ponza dove, sventolando il tricolore, riuscì agevolmente a
liberare 323 detenuti, poche decine dei quali per reati politici per il resto
delinquenti comuni, aggregandoli quasi tutti alla spedizione. Il 28, il
Cagliari ripartì carico di detenuti comuni e delle armi sottratte al presidio
borbonico. La sera i congiurati sbarcarono a Sapri, ma non trovarono ad
accoglierli quelle masse rivoltose che si attendevano. Anzi furono affrontati
dalle falci dei contadini ai quali le autorità borboniche avevano per tempo
annunziato lo sbarco di una banda di ergastolani evasi dall'isola di
Ponza. Il 1º luglio, a Padula vennero circondati e 25 di loro furono
massacrati dai contadini. Gli altri, per un totale di 150, vennero catturati e
consegi gendarmi. Pisacane, con Nicotera, Falcone e gli ultimi superstiti,
riuscirono a fuggire a Sanza dove furono ancora aggrediti dalla popolazione:
perirono in 83; Pisacane e Falcone si suicidarono con le loro pistole, mentre
quelli scampati all'ira popolare furono poi processati nel gennaio del 1858.
Condan morte, furono graziati dal Re, che tramutò la pena in ergastolo.
Senso dell'impresa Pur essendo quella di Sapri un'impresa tipicamente
mazziniana, condotta «senza speranza di premio», in effetti essa rispondeva
alle idee politiche di Pisacane che si era allontanato dalla dottrina del
Maestro per accostarsi a un socialismo libertario espresso dalla formula
"Libertà e associazione". Contrariamente a Mazzini che riguardo alla
questione sociale proponeva una soluzione interclassista solo dopo aver risolto
il problema unitario, Pisacane pensava infatti che per arrivare ad una
rivoluzione patriottica unitaria e nazionale occorresse prima risolvere la
questione contadina che era quella della riforma agraria. Come lasciò scritto
nel suo testamento politico in appendice al Saggio sulla rivoluzione, «profonda
mia convinzione di essere la propaganda dell'idea una chimera e l'istruzione
popolare un'assurdità. Le idee nascono dai fatti e non questi da quelle, ed il
popolo non sarà libero perché sarà istrutto, ma sarà ben tosto istrutto quando
sarà libero». Vicino agli ideali mazziniani era Pisacane invece quando
aggiungeva nello stesso scritto che quand'anche la rivolta fallisse «ogni mia
ricompensa io la troverò nel fondo della mia coscienza e nell'animo di questi
cari e generosi amici... che se il nostro sacrificio non apporta alcun bene
all'Italia, sarà almeno una gloria per essa aver prodotto figli che vollero
immolarsi al suo avvenire»[66]. La spedizione fallita ebbe in effetti il merito
di riproporre all'opinione pubblica italiana la questione napoletana, la
liberazione cioè del Mezzogiorno italiano dal malgoverno borbonico che il
politico inglese William Ewart Gladstone definiva «negazione di Dio eretta a
sistema di governo». Infine il tentativo di Pisacane sembrava riproporre la
possibilità di un'alternativa democratico-popolare come soluzione al problema
italiano: era un segnale d'allarme che costituì per il governo di Vittorio
Emanuele II uno stimolo ad affrettare i tempi dell'azione per realizzare la
soluzione diplomatico militare dell'unità italiana. Appoggio a Garibaldi
e ultimi tentativi Mazzini appoggiò moralmente la spedizione dei Mille di
Giuseppe Garibaldi, che egli considerava una valida opposizione a Cavour. Dopo
l'Unità riprese la lotta repubblicana, ma le persecuzioni della polizia sabauda
e le condizioni di salute limitarono i suoi ultimi tentativi.
Controversie Stampa raffigurante Mazzini con l'epitaffio della tomba a
Staglieno Conflitto con Cavour Giuseppe Mazzini, che dopo la sua attività cospirativa
fu esiliato dal governo piemontese a Ginevra, fu uno strenuo oppositore della
guerra di Crimea, che costò un'ingente perdita di soldati al regno sardo. Egli
rivolse un appello ai militari in partenza per il conflitto: «Quindicimila tra
voi stanno per essere deportati in Crimea. Non uno forse tra voi rivedrà la
propria famiglia. Voi non avrete onore di battaglie. Morrete, senza gloria,
senza aureola, di splendidi fatti da tramandarsi per voi, conforto ultimo ai
vostri cari. Morrete per colpa di governi e capi stranieri. Per servire un
falso disegno straniero, l'ossa vostre biancheggeranno calpestate dal cavallo
del cosacco, su terre lontane, né alcuno dei vostri potrà raccoglierle e
piangervi sopra. Per questo io vi chiamo, col dolore dell'anima,
"deportati". Quando Napoleone III scampò all'attentato teso da Felice
Orsini e Giovanni Andrea Pieri, il governo di Torino incolpò Mazzini (Cavour lo
avrebbe definito "il capo di un'orda di fanatici assassini"[68]
oltreché "un nemico pericoloso quanto l'Austria"),[69] poiché i due
attentatori avevano militato nel suo Partito d'Azione. Secondo Denis Mack
Smith, Cavour aveva in passato finanziato i due rivoluzionari a causa della
loro rottura con Mazzini e, dopo l'attentato a Napoleone III e la conseguente
condanna dei due, alla vedova di Orsini fu assicurata una pensione. Cavour al
riguardo fece anche pressioni politiche sulla magistratura per far giudicare e
condannare la stampa radicale. Egli, inoltre, favorì l'agenzia Stefani con
fondi segreti sebbene lo Statuto vietasse privilegi e monopoli ai privati. Così
l'agenzia Stefani, forte delle solide relazioni con Cavour divenne, secondo il
saggista Gigi Di Fiore, un fondamentale strumento governativo per il controllo
mediatico nel Regno di Sardegna.[73] Mazzini, intanto, oltre ad aver condannato
il gesto di Orsini e Pieri, espose un attacco nei confronti del primo ministro,
pubblicato sul giornale Italia del popolo: «Voi avete inaugurato in Piemonte un
fatale dualismo, avete corrotto la nostra gioventù, sostituendo una politica di
menzogne e di artifici alla serena politica di colui che desidera risorgere.
Tra voi e noi, signore, un abisso ci separa. Noi rappresentiamo l'Italia, voi
la vecchia sospettosa ambizione monarchica. Noi desideriamo soprattutto l'unità
nazionale, voi l'ingrandimento territoriale» (Giuseppe Mazzini[74])Timori
di Mazzini per la cessione della Sardegna Estratto di articolo di
giornale inglese Mazzini temeva che Cavour, dopo la cessione della Savoia e di
Nizza, potesse cedere anche la Sardegna, una delle cosiddette “tre Irlande”, sulla
base di altri supposti accordi segreti di Cavour con la Francia, in cambio di
una definitiva unificazione italiana, accordi che preoccupavano anche
l’Inghilterra, la quale era intervenuta presso Cavour per avere rassicurazioni
sul fatto che non sarebbe stato ceduto altro territorio italiano alla Francia.
Russell commenta a Hudson, in Torino, di dire al Conte di Cavour, che il Governo
inglese, informato di un disegno per la cessione della Sardegna alla Francia,
protestava e chiedeva promessa formale di non cedere territorio italiano. Il
dispaccio era comunicato il 26 a Cavour.» (da Scritti editi e inediti di
Giuseppe Mazzini, per cura della Commissione editrice degli scritti di Giuseppe
Mazzini, Roma]) Riguardo alla cessione della Sardegna alla Francia, Mazzini
affermava anche: «[...] [L]'opposizione minacciosa dell’Inghilterra e la
nostra, possono renderlo praticamente impossibile.» (da Scritti editi ed
inediti di Giuseppe Mazzini, per cura della Commissione editrice degli scritti
di Giuseppe Mazzini, Roma) Alcune affermazioni di Giovanni Battista Tuveri,
esponente del cattolicesimo federalista, deputato per due volte al Parlamento
Subalpino e amico di Mazzini, confermano la possibilità di accordi segreti
relativi alla cessione della Sardegna alla Francia per una definitiva
unificazione del resto della penisola: «Vicino a Mazzini ed a Cattaneo, ma con
una propria originalità di pensiero, il Tuveri fu sempre fedele alle sue
convinzioni federaliste o, in mancanza di meglio, autonomiste, né esitò ad
impegnarsi nell'azione pratica quando nel 1860-61 circolò insistente la voce
che Cavour, dopo Nizza e la Savoia, intendesse cedere alla Francia anche la
Sardegna» Anche il giornale britannico "The Illustrated London
News" del 27 luglio 1861 citava l'inopportunità di cedere la Sardegna alla
Francia, commento che aveva suscitato reazioni nella stampa francese e fatto
suggerire altre ipotesi. Mazzini suscita continuamente energie, affascinò per
quarant'anni ogni ondata di gioventù e intanto gli anziani gli sfuggivano».[80]
Quasi tutti i grandi personaggi del Risorgimento aderirono al mazzinianesimo ma
pochi vi restarono. Il contenuto religioso profetico del pensiero del Maestro,
in un certo modo rivelatore di una nuova fede, imbrigliava l'azione politica.
Mazzini infatti non aveva «la duttilità e la mutevolezza necessaria per
dominare e imprigionare razionalmente le forze». Per questo occorreva una
capacità di compromesso politico propria dell'uomo di governo come fu Cavour;
«[i]l compito di Mazzini fu invece quello di creare l'"animus"».
Quando sembrava che il problema italiano non avesse via d'uscita «ecco per
opera sua la gioventù italiana sacrificarsi in una suprema protesta. I
sacrifici parevano sterili», ma invece risvegliavano l'opinione pubblica
italiana e europea. La tragedia della Giovine Italia «impose il problema
italiano a una sempre più vasta sfera d'Italiani: che reagì sì con un programma
più moderato ma infine entrò in azione e quegli stessi ex mazziniani che
avevano rinnegato il Maestro aderendo al moderatismo riformista alla fine
dovettero abbandonare ogni progetto federalista e acconsentire all'entusiasmo
popolare suscitato dalle idee mazziniane di un riordinamento unitario
italiano».[81] Le idee politiche di Mazzini furono alla base della
nascita del Partito Repubblicano Italiano nel 1895. Tramite la Costituzione
della Repubblica Romana, ispirata al mazzinianesimo e considerata un modello
per molto tempo, fu uno dei pensatori le cui idee furono alla base della
Costituzione Italiana del 1948. Inoltre ebbe una grande influenza anche fuori
dall'Italia: politici occidentali come Thomas Woodrow Wilson (con i suoi
Quattordici Punti) e David Lloyd George e molti leader post-coloniali tra i
quali Gandhi, Golda Meir, David Ben-Gurion, Nehru e Sun Yat-sen consideravano
Mazzini il proprio maestro e il testo mazziniano Dei doveri dell'uomo come la
propria "Bibbia" morale, etica e politica.[82] Mazzini conteso
tra fascismo e antifascismo Mazzini sul letto di morte L'eredità ideale e
politica del pensiero di Giuseppe Mazzini è stata a lungo oggetto di dibattito
tra opposte interpretazioni, in particolare durante il Fascismo e la Resistenza.
Già nel settembre 1922, prima dell'avvento del fascismo, il cinquantenario
della sua morte fu celebrato con una serie di francobolli. In seguito, nel
Ventennio fascista Mazzini fu oggetto di citazioni in libri, articoli,
discorsi, fino al punto d'essere considerato una sorta di precursore del regime
di Mussolini.[83]. Secondo un appunto diaristico (intitolato "Ripresa
mazziniana") di Giuseppe Bottai, però, l'utilizzo che ne fece Mussolini fu
sempre strumentale[84]. La popolarità di Mazzini durante il periodo
fascista è dovuta anche ai numerosi repubblicani che confluirono nei Fasci di
combattimento, iniziando il loro percorso di avvicinamento a Mussolini durante
la battaglia interventista, soprattutto nelle aree dove maggiore era la
presenza del PRI, cioè in Romagna e nelle Marche. Sulle pagine de L'Iniziativa,
l'organo di stampa del PRI, si guardava a Mussolini come al «magnifico bardo
del nostro interventismo».[85] Particolare fu il caso di Bologna, città
in cui i repubblicani Pietro Nenni, Guido e Mario Bergamo presero parte
attivamente nel 1919 alla fondazione del primo Fascio di combattimento emiliano
per poi abbandonarlo poco dopo diventando avversari del fascismo. Tra i più
famosi repubblicani che aderirono al fascismo vi furono Italo Balbo (che si era
laureato con una tesi su "Il pensiero economico e sociale di Mazzini"
e del quale lo storico Claudio Segrè ha scritto: «Balbo, prima di aderire al
Fascismo nel '21, esitò a lasciare i repubblicani fino all'ultimo momento e
considerò la possibilità di mantenere la doppia iscrizione»[86]), Curzio
Malaparte e Berto Ricci, che nel fascismo vedeva la perfetta sintesi fra «la
Monarchia di Dante e il Concilio di Mazzini».[87] L'intellettuale
mazziniano Delio Cantimori, nella prima fase del suo percorso politico che lo
portò prima ad aderire al fascismo poi al comunismo, considerava il fascismo
«compimento della rivoluzione nazionale iniziatasi con il Risorgimento, che
doveva riuscire dove il processo risorgimentale e il cinquantennio successivo
avevano fallito: nell'inserimento e nell'integrazione delle masse nello stato
nazionale, nella creazione di una più vera democrazia, ben diversa dal
"parlamentarismo" e lontana dall'"affarismo", dal
"particolarismo", dall'"inerzia" che avevano caratterizzato
l'Italia liberale». Inizialmente la tesi delle origini risorgimentali del
fascismo fu fatta propria anche dai comunisti. Togliatti, polemizzando con il
movimento Giustizia e Libertà e il suo fondatore Rosselli, in un articolo su Lo Stato operaio
critica il Risorgimento e indicò in Mazzini un precursore del fascismo. La
tradizione del Risorgimento vive quindi nel fascismo, ed è stata da esso
sviluppata fino all'estremo. Mazzini, se fosse vivo, plaudirebbe alle dottrine
corporative, né ripudierebbe i discorsi di Mussolini sulla funzione dell'Italia
nel mondo. La rivoluzione antifascista non potrà essere che una rivoluzione
"contro il Risorgimento", contro la sua ideologia, contro la sua
politica, contro la soluzione che esso ha dato al problema della unità dello
Stato e a tutti i problemi della vita nazionale. La stessa posizione fu assunta
d’Amendola, durante il confino a Ponza, nel primo di due corsi sul Risorgimento
tenuti per i confinati, per poi rivedere tale impostazione nel secondo corso,
dopo la svolta unitaria del 1934 (che segnò l'inizio della politica del fronte
popolare con la conclusione di un "patto d'unità d'azione" con i
socialisti), allorché insistette sulle origini risorgimentali del movimento
operaio. I fascisti, inoltre, rivendicavano una continuità con il pensiero
mazziniano anche riguardo l'idea di “patria”, la concezione spirituale della
vita, l'importanza dell'educazione di come strumento per creare un uomo nuovo e
una dottrina economica ispirata alla collaborazione tra le classi sociali. Baioni
scrive a proposito della contemporanea celebrazione nell’anniversario della
morte di Garibaldi e del decennale della Marcia su Roma che le principali
manifestazioni sembrano confermare il nesso tra il bisogno di presentare il
fascismo come erede delle migliori tradizioni nazionali e la volontà non meno
forte ad enfatizzarne le componenti moderne, che avrebbero dovuto distinguerlo
come originale esperimento politico e sociale. Negli anni della Resistenza la
situazione si complica maggiormente: il fascismo della repubblica sociale
italiana intensifica naturalmente i richiami a Mazzini. Ad esempio la data del
giuramento della guardia nazionale repubblicana venne fissata il 9 febbraio,
giorno della proclamazione, quasi un secolo prima, della repubblica romana che
aveva avuto alla sua testa il triumviro Mazzini. Ma anche gli anti-fascisti, in
particolare i partigiani di Giustizia e Libertà di Rosselli, iniziano a
richiamarsi sempre più apertamente al rivoluzionario genovese. Proprio Rosselli
scrisse che agiamo nello spirito di Mazzini, e sentiamo profondamente la
continuità ideale fra la lotta dei nostri ante-nati per la libertà e quella di
oggi. A seguito della caduta del fascismo e dell'armistizio di Cassibile, la
lotta contro il nazi-fascismo vide la partecipazione dei repubblicani (il cui
partito era stato sciolto dal Regime nel 1926) anche attraverso la formazione
di proprie unità partigiane denominate Brigate Mazzini. Anche un comandante
partigiano, proposto per la medaglia d'oro al valor militare, Manrico Ducceschi,
ispirò la sua azione all'ideologia mazziniana adottando in onore di Mazzini il
nome di battaglia di "Pippo", lo stesso pseudonimo usato dal patriota
genovese. Altri saggi: Atto di fratellanza della Giovane Europa (1834), in
Giuseppe Mazzini, Edizione nazionale degli scritti., Imola, s.e., 1Dei doveri
dell'uomo Fede ed avvenire Editore Mursia
Doveri dell'Uomo Editori Riuniti
university pressRoma Pensieri sulla
democrazia in Europa, trad. Salvo Mastellone, Feltrinelli, Milano, Andrea
Tugnoli , La pittura moderna in Italia, Bologna, CLUEB, Antologia di scritti
Dal Risorgimento all'Europa Mursia Periodici
diretti da Giuseppe Mazzini L'apostolato popolare Il nuovo conciliatore
L'educatore Le Proscrit. Journal de la République Universelle Il tribunoNote La Civiltà cattolica, Volume 2; Volume 18, La
Civiltà Cattolica, 1901264. «La politica acquista pathos religioso, e
sempre più col procedere del secolo... la nazione diventa patria: e la patria
la nuova divinità del mondo moderno. Nuova divinità e come tale sacra.» in F.
Chabod, L'idea di nazione, Laterza, Bari); Da Dei doveri dell'uomoFede e
avvenire, Paolo Rossi, Mursia, Milano 1965-1984 L'uomo nuovo in Indro
Montanelli, L'Italia giacobina e carbonara, Rizzoli, Milano, Susanne Schmid,
Michael Rossington, The Reception of P.B. Shelley in Europe Citato nell'Edizione nazionale degli Scritti
di Giuseppe Mazzini a cura della Commissione per l'edizione nazionale degli
Scritti di Giuseppe Mazzini, Cooperativa tipografico-editriceGaleati, 1926; per
la citazione vedi anche: Memoriale Mazzini-Domus Mazziniana; Introduzione a
Jessie White Mario, Vita di Giuseppe Mazzini su Castelvecchi Editore; Giuseppe
Santonastaso, Edgar Quinet e la religione della libertà, pag. 156, edizioni
Dedalo, 1968; Francesco Felis, Italia unità o disunità? Interrogativi sul
federalismo, Armando editore, , pag. 7.
Comune di Savona Liguria magazine
Archiviato il 25 gennaio in . Gilles Pécout, Il lungo Risorgimento: la
nascita dell'Italia contemporanea Pearson Italia S.p.a., 01 Patria, nazione e stato tra unità e
federalismo. Mazzini, Cattaneo e Tuveri, CUEC, University Press-Ricerche
storiche, La tesi del figlio sicuramente di Mazzini è sostenuta in Bruno Gatta,
Mazzini una vita per un sogno, Guida Editori, Il dubbio invece che si trattasse
veramente di un figlio di Mazzini è espresso in Luigi Ambrosoli (Giuseppe
Mazzini: una vita per l'unità d'Italia, ed.Lacaita): «Ma proprio il ritardo con
cui venne comunicata a Mazzini la notizia della morte di Adolphe fa sorgere
qualche dubbio sulla supposizione, per le altre ragioni accennate ben fondata,
che si trattasse di suo figlio». Dubbi simili vengono riportati in Salvo
Mastellone, Mazzini e la "Giovine Italia", 1831-1834, Volume 2, Domus
Mazziniana, 1960 («D'altra parte, è da aggiungere che nelle lettere inedite a
Ollivier, che pubblichiamo, Mazzini, pur parlando di Giuditta come della
propria amica, se accenna ad Adolphe come figlio di Giuditta, non allude al
bambino come proprio figlio: ...») Domenico
Barberis, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Mazzini a
Londra È l'autrice del romanzo gotico
Frankenstein (Frankenstein: or, The Modern Prometheus), pubblicato nel 1818.
Curò le edizioni delle poesie del marito Percy Bysshe Shelley, poeta romantico
e filosofo. Era figlia della filosofa Mary Wollstonecraft, antesignana del
femminismo, e del filosofo e politico William Godwin. Susanne Schmid, Michael Rossington, The
Reception of P.B. Shelley in Europe
Miranda Seymour, Mary Shelley, caGiuseppe Mazzini, il cospiratore senza
segreti Lettere di Mazzini ad Aurelio
Saffi e alla famiglia CraufordGiuseppe MazzatintiSoc. Ed. Dante
Alighieri1906 Politica e storiaFilippo
Buonarroti e altri studidi Pia Onnis RosaEdizioni di storia e letteraturaRoma Mazzini
«pavese» e l'Unità d'Europa Quando
Mazzini scatenò il patatrac sognando la Repubblica pbmstoria. Legnago a
Giuseppe Mazzini, Grafiche Stella, S. Pietro di Legnago (Verona) 200551. Giacomo Scarpelli, La scimmia, l'uomo e il
superuomo. Nietzsche: evoluzioni e involuzioni
Pensiero di Mazzini, brigantaggio.net
1946: la Repubblica nasce nel nome di Mazzini, su pri.Carducci scrisse
una famosa lirica intitolata Mazzini i cui versi finali sono rimasti nella
storia: «E un popol morto dietro a lui si mise. / Esule antico, al ciel mite e
severo / Leva ora il volto che giammai non rise, /Tu solpensandoo ideal, sei
vero». La stessa semplice scritta volle
Giovanni Spadolini, politico e storico repubblicano, sulla propria tomba a
Firenze Luigi Polo Friz, La massoneria
italiana nel decennio post unitario: Lodovico Frapolli, Franco Angeli, 1998
p.151 Storia della Massoneria in Italia. L'influenza di Giuseppe Mazzini nella
Massoneria Italiana Archiviato il 7 gennaio
in . La stanza di MontanelliL' unità
d' Italia e la Massoneria Giuseppe
Mazzini massone? A.Desideri, Storia e
storiografia, IEd. D'Anna, Messina-Firenze 1997
«Gli sconvolgimenti operati dalla Rivoluzione francese avevano fatto
dubitare a molti uomini della razionalità della storia, così altamente
proclamata nel secolo precedente. L'unica alternativa allo scetticismo parve
allora la fede in una forza arcana operante provvidenzialmente nella storia» in
A. Desideri, Ibidem «S'identificò la
storia della civiltà con la storia della religione, e si scorse una forza
provvidenziale non solo nelle monarchie, ma sin nel carnefice, che non potrebbe
sorgere e operare nella sua sinistra funzione se non lo suscitasse, a tutela
della giustizia, Iddio: tanto è lungi dall'essere operatore e costruttore di
storia l'arbitrio individuale e il raziocino logico». Adolfo Omodeo, L'età del
Risorgimento italiano, pag. 24, Napoli, «Così il genere umano è in gran parte
naturalmente servo e non può essere tolto da questo stato altro che
soprannaturalmente... senza il cristianesimo, niente libertà generale. e senza
il papa non si dà vero cristianesimo operoso, potente, convertitore,
rigeneratore, conquistatore, perfezionante.» (cfr. J. De Maistre, Il Papa,
trad. di T. Casini, Firenze 1926) G.
Mazzini, Fede e avvenire, G. Mazzini, Fede e avvenire «Egli aveva una visione utopica, romantica e
anche sincretistica della religione, che egli considerava come il contributo,
in termini di princìpi universali, delle varie confessioni e fedi alla storia
collettiva.» SenatoDoveri dell'uomo, II
G. Mazzini, Dei doveri dell'uomo
Fusatoshi Fujisawa, La terza Roma. Dal Risorgimento al Fascismo, Tokyo, Mazzini
il patriota scomodo Arturo Reghini a
metà strada tra fascismo e massoneria
«Noi dissentivamo su diversi punti: sulle idee religiose, ch'ei non
guardava, errore comune al più, se non attraverso le credenze consunte e perciò
tiranniche dell'oggi; sul cosiddetto socialismo, che riducevasi a una mera
questione di parole dacché i sistemi esclusivi, assurdi, immorali delle sétte francesi
erano ad uno ad uno da lui respinti e sulla vasta idea sociale fatta oggimai
inseparabile in tutte le menti d'Europa dal moto politico io andava forse più
in là di lui: sopra una o due cose delle minori spettanti all'ordinamento della
futura milizia; e talora sul modo d'intendere l'obbligo che abbiamo tutti di
serbar fede al Vero. Ma il differire di tempo in tempo sui modi d'antivedere
l'avvenire non ci toglieva d'essere intesi sulle condizioni presenti e sulla
scelta dei rimedi» (Giuseppe Mazzini su Carlo Pisacane) Lettera a Ernesto Forte Londra 23 gennaio
1867 «Noi crediamo in una serie infinita
di reincarnazioni dell'anima, di vita in vita, di mondo in mondo, ciascuna delle
quali rappresenta un miglioramento ulteriore…» (Mazzini, in E. Bratina, op.
cit., pag. 70); «La vita d'un'anima è sacra, in ogni suo periodo: nel periodo
terreno come negli altri che seguiranno; bensì, ogni periodo dev'esser
preparazione all'altro, ogni sviluppo temporale deve giovare allo sviluppo
continuo ascendente della vita immortale che Dio trasfuse in ciascuno di noi e
nella umanità complessiva che cresce con l'opera di ciascuno di noi» (Dei
doveri dell'uomo, II). Leggeva Dumas e i
testi buddisti Il volto inaspettato di Mazzini
Il Foscolo, che scriveva di aver visto da giovinetto a Venezia un
"libercolo" attribuito a Gioacchino, in cui erano indicati i papi
futuri, affermava che la fama dell'abate era "santissima" fin dalla
fine del sec. XVI, tanto che il filosofo francese Montaigne, desiderava di
poter vedere questa "meraviglia": «le livre de Joachim Abbé
Calabrois, qui prédisait tous les papes futurs, leurs noms et formes» G. da Fiore, Concordia Veteris et Novi
testamenti, Bianca Rosa, Gli appunti manoscritti di Mazzini, Impronta, Torino, Roland
Sarti, Giuseppe Mazzini. La politica come religione civile, con postfazione di
Sauro Mattarelli, Roma-Bari, Laterza, A.Omodeo, Introduzione a G. Mazzini, Scritti scelti,
Mondadori, Milano, «L'Italia trionferà
quando il contadino cambierà spontaneamente la marra con il fucile». in C.
Pisacane, Saggio sulla rivoluzione, ed. Universale Economica, Milano 1956 Mazzini: comunismo vuol dire dittatura Il "Manifesto" di Marx? Scritto
contro Mazzini Doveri dell'uomo,
capitolo XI, punto 3° G. Mazzini, Doveri
dell'uomo, cap.XI (in Andrea Baravelli, L'Italia liberale, ArchetipoLibri, A. Gacino-Canina, Economisti del Risorgimento,
Torino, UTET, 1G. Mazzini, Istruzione generale per gli affiliati nella Giovine
Italia in Scritti editi e inediti, II, Imola,G. Mazzini, op. cit. Nome col quale i greci indicavano l'Italia
antica Luigi Stefanoni, Giuseppe
Mazzini: notizie storiche ..., Presso L'Editore Carlo Barbini, Giuseppe
Mazzini, Ricordi dei fratelli Bandiera e dei loro compagni di martirio in
Cosenza Documentati colla loro
corrispondenza, Dai torchi della Signora Lacombe, C. Pisacane op. cit. "Volantino pubblicato su "Italia
del popolo", 25 febbraio 1855
Giancarlo De Cataldo, Chi ha paura di Mazzini?, in lastampa. Denis Mack
Smith, Mazzini, Rizzoli, Milano, Denis Mack Smith, Denis Mack Smith, Gigi Di
Fiore, Controstoria dell'unità d'Italia: fatti e misfatti del Risorgimento,
Milano, Gigi Di Fiore, op. cit., pag. 62.
Alberto Cappa, Cavour, G. Laterza & figli, definizione di Cavour riportata da The
Morning Post “We have three Irelands, in
Sardinia, Genoa and Savoy La terza
IrlandaGli scritti sulla Sardegna di Carlo Cattaneo e Giuseppe Mazzini, Carlo
Cattaneo, Giuseppe Mazzini, Francesco Cheratzu, 8pagg. MazziniLa SardegnaTip.
A. DebatteLivorno1896pagg. 5,6,7
Risorgimento Rassegna The Illustrated London News In Armando Saitta,
Antologia di critica storica, Volume 3, Laterza, 1Le citazioni sono tratte da
A. Omodeo, Introduzione a Giuseppe Mazzini, Scritti scelti, Mondatori, Milano,
(Diego Fusaro) Paolo Benedetti“Mazzini
in Camicia nera”edito della Fondazione 'Ugo La Malfa' Dal diario di Giuseppe Bottai alla data del
14 ottobre 1943: «Spesso, all'uscita dei cento e più volumi dell'edizione
nazionale [degli scritti di Mazzini], ho trovato il Duce, a palazzo Venezia,
immerso nelle folte pagine. O meglio, v'immergeva, a ferire di pugnale, il suo
metallico tagliacarte: e ne tirava fuori brandelli di Mazzini. A quando a
quando il brandello antifrancese, anti-illuminista, antinglese, antisocialista,
etc. etc. Brandelli, mai tutt'intero, nella sua viva, molteplice e pur varia
personalità» (p. VII)": Luzzatto, Sergio, Riprese mazziniane, Mestiere di
storico: rivista della Società italiana per lo studio della storia
contemporanea: I (Roma: Viella, ). Paolo
Benedetti"Mazzini nell'ideologia del fascismo" Giovanni Belardelli, «Camerata Mazzini,
presente!» Gentile, Balbo, Rocco, Bottai: tutti i fascisti tentarono di
arruolarlo, Corriere della Sera, 11 luglio "Manifesto realista" pubblicato sulla
rivista L'Universale Cromohs PerticiMazzinianesimo,
fascismo, comunismo: l'itinerario politico di Delio Cantimori, Roberto Pertici,
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Noi credevamo di Mario Martone (). Mazzini è interpretato da Toni Servillo.
Anita Garibaldi, miniserie di Rai 1 (); interpretato da Alessandro Lombardo.
L'alba della libertà, cortometraggio, regia di Emanuela Morozzi, Associazione
Mazziniana Italiana Domus Mazziniana Doveri dell'uomo Mazzinianesimo Monumento
a Giuseppe Mazzini (Firenze) Museo del Risorgimento e istituto mazziniano
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Roman Republic (19th century).svg Aurelio Saliceti Aurelio Saliceti. Giuseppe
Mazzini. Mazzini. Keywords: la giovine italia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Mazzini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51671592017/in/photolist-2mJ3q6x-2mJ3q6n-2mJbZzZ-2mJb1x1-2mJ3q6C-2mJb1wQ-2mJbZBC-2mJb2oV-2mJ7x72-2mJ3q8w-2mJb1yi-2mJ7xUQ-2mJ8L5B-2mJ7xVw-2mJ7x7Y-2mJ8LUH-2mJ7xUV-2mJ7xVG-2mJ8L6J-2mJbZAR-2mJ3q8B-2mJ3q6c-2mJ8LUC-2mJbZC9-2mJbZzP-2mJb3w1-2mJ7z8m-2mJc2E5-2mJb3xU-2mJ8N7x-2mJ7z8g-2mJ8N9S-2mJ3sa7-2mJ8Nao-2mJ3s6V-2mJ3s9A-2mJc2Fh-2mJb3yF-2mJb3xZ-2mJ7z6T-2mJb3zN-2mJ7z7z-2mJ7z7j-2mJ8Nb5-2mJ8N8z-2mJ7z8G-2mJ7z5W-2mJ8NaP-2mJ8N7H-2mJ3s8P
Grice e
Mazzoni – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Cesena).
Filosofo. Grice: “Mazzoni is
important on various fronts: he loves Dante, or Alighieri as Strawson calls him
– his library in organised alphabetically; the other front I forget!” Compì i
suoi studi di lettere a Bologna e quelli di filosofia a Padova. Membro
dell'Accademia della Crusca, fu tra i preferiti del papa Gregorio XIII che lo
avrebbe voluto prelato; Mazzoni preferì proseguire nella carriera universitaria.
Dapprima fu all'Macerata, ed in seguito a Pisa, dove ebbe la cattedra di filosofia.
Nella città della torre pendente, conobbe un giovane insegnante di matematica, Galilei,
con il quale instaurò ottimi rapporti. Nel 1597 fu invitato ad insegnare all'Università
La Sapienza di Roma. Benché avesse da poco preso questa cattedra, seguì il
cardinale Pietro Aldobrandini nei suoi incarichi a Ferrara ed in seguito a
Venezia. Ammalatosi sulla strada del ritorno, si recò nella sua Cesena, dove si
spense. Opere: “Difesa della Commedia di Dante Grazie alla sua preparazione
letteraria, giunse alla notorietà per il suo tomo Difesa della Commedia di
Dante, pubblicato a Bologna inizialmente, sotto pseudonym e poi l'anno
successivo sotto il suo vero nome, in cui criticò aspramente Leonardo Salviati.
Nel testo egli risponde ad alcune contestazioni fatte alle sue elucubrazioni
sul sommo poeta Dante Alighieri. Parimenti nel libro si occupa anche di
argomentazioni pertinenti alla filosofia ed alla poetica”; “In universam
Platonis et Aristotelis philosophiam praeludia Interessato anche
all'astronomia, Mazzoni espone le sue teorie in quello che risulta il suo testo
più importante ovvero In universam Platonis et Aristotelis philosophiam
preludia pubblicato nel 1597. In questo libro egli sostiene il sistema
geocentrico aristotelico contro la sempre più diffusa e apprezzata teoria
copernicana eliocentrica. Questo volume è divenuto molto noto poiché Galileo
Galilei, dopo averlo letto, gli inviò una lettera, datata 30 maggio 1597, nella
quale difendeva Copernico e le sue teorie. Questa missiva rappresenta la più
antica testimonianza dell'adesione alla teoria eliocentrica di Galilei. Mazzoni, Prefazione, in Mario Rossi
, Discorso di Mazzoni in difesa della "Commedia" del divino poeta Dante,
S. Lapi, Opere: “Discorso de' dittongi,” Cesena, appresso Bartolomeo Rauerio, “Discorso
in difesa della Comedia del divino. poeta contro il discorso di Castravilla, Cesena,
per Bartolomeo Rauerij, “De triplici hominum vita, activa nempè, contemplativa,
et religiosa methodi tres, quaestionibus quinque millibus, centum et
nonagintaseptem distinctae. In quibus omnes Platonis, et Aristotelis, multae
vero aliorum Graecorum et Latinorum in universo scientiarum orbe discordiae componuntur,
Caesenae, Rauerius, “Della difesa della Comedia di Dante. Distinta in sette
libri, Cesena, appresso Bartolomeo Rauerij, Della difesa della Comedia di Dante.
Distinta in sette libri, Cesena,
Verdoni, “Discorso intorno alla Risposta e alle Opposizioni fattegli dal sig. Patricio,
pertenente alla storia del poema Dafni, o Litiersa di Sositeo poeta della
Pleiade, Cesena, B. Raverio. “Ragioni delle cose dette, e d'alcune autorità
citate da Iacopo Mazzoni nel Discorso della storia del poema Dafni, o Litiersa
di Sositeo, Cesena, per Bartolomeo Rauerij, “In universam Platonis et
Aristotelis philosophiam praeludia, Venetiis, Guerilius. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Giuseppe Toffanin, Jacopo Mazzoni, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Jacopo Mazzoni, su sapere, De
Agostini. Davide Dalmas, Jacopo Mazzoni,
in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Jacopo Mazzoni, su accademicidellacrusca.org,
Accademia della Crusca. Opere di Jacopo
Mazzoni, su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere di Jacopo Mazzoni, . Arnaldo Di Benedetto, Iacopo Mazzoni, in
Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario
Enciclopedico Brockhaus ed Efron, Маццони, Джакомо. Mazzoni. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mazzoni” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691412553/in/photolist-2mNzeEc-2mKN13V-2mGnP2f
Grice e
Meis – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Bucchianico).
Filosofo. Grice: “I agree with Meis’s naturalism; he
proposes a three-stage development: vegetal, animal, man – his naturalism has a
Hegelian side to it, while man is more old fashioned, more Kantian!” Figlio di
un medico aderente alla carboneria e di ideali mazziniani, nacque a
Bucchianico, dove compì i primi studi: li proseguì presso il Regio collegio di
Chieti e poi a Napoli, dove fu allievo dei letterati Basilio Puoti e Francesco
De Sanctis, Spaventa e Ramaglia. Si laureò e nel 1841 divenne socio
dell'Accademia degli Aspiranti naturalisti, di cui diventerà presidente nel
1848; fu poi medico aggiunto dell'Ospedale degli Incurabili e aprì una scuola
privata di grande successo, dove insegnò anatomia, patologia, fisiologia e
scienze naturali. Fu poi rettore del Collegio Medico di Napoli. Dopo la promulgazione della costituzione nel
Regno di Napoli, venne eletto deputato per la circoscrizione Abruzzo Citra:
sostenne la protesta di Pasquale Stanislao Mancini contro la repressione
operata dalle truppe borboniche contro i manifestanti e l'accusa di tradimento
al re. Fu quindi costretto all'esilio:
dopo un soggiorno a Genova e a Torino, si stabilì a Parigi. Esercitò
gratuitamente la professione di medico per gli esuli e gli emigrati italiani;
insegnò antropologia all'università ed entrò in contatto con il mondo
scientifico parigino, diventando assistente di
Bernard e ottenendo da Trousseau l'incarico di insegnare semeiotica.
Strinse anche un proficuo rapporto con Cousin. Rientrò in Italia, prima a Torino e poi a Modena, dove insegnò. Tornò a Napoli e divenne assistente di De
Sanctis, ministro dell'istruzione nel governo provvisorio, e venne eletto
Membro straordinario del Consiglio Superiore della Pubblica istruzione. Fu deputato al Parlamento del Regno d'Italia sedendo
tra i ministeriali. Busto di Angelo
Camillo De Meis al Pincio (Roma) Non si sa né dove né quando fu iniziato in
Massoneria, è certo tuttavia che nfu membro della Loggia Felsinea di Bologna. Fu
professore di Storia della medicina presso l'Bologna, dove morì. Il suo naturalismo lo spinse a cercare un
fondamento filosofico-spirituale alle scienze della natura, che egli trovò
nell'idealismo di Hegel. Fu anche amico intimo e collega di Siciliani, del
quale condivise in parte la speculazione intorno al positivismo. Venne citato, di passaggio, nel romanzo di L.
Pirandello Il fu Mattia Pascal. Fu
costruito il nuovo palazzo della Biblioteca provinciale di Chieti, in piazza
Tempietti romani, dedicata a De Meis. V.
Gnocchini, L'Italia dei Liberi Muratori, Erasmo ed., Roma, De Meis Angelo
Camillo, su treccani. Il protagonista
del romanzo infatti ascolta casualmente, durante un viaggio in treno, una
conversazione fra due eruditi, e dato che è uscita la notizia della sua morte,
sceglie come proprio nuovo cognome "Meis", traendolo da "De
Meis". Il nome sarà "Adriano", udito dal fu Mattia nella stessa
conversazione, che attribuiva a Camillo De Meis la tesi che due statue nella
città di Peneade rappresentassero Cristo e la Veronica (colei che si sostiene
abbia asciugato il viso di Gesù durante il calvario). In queste pagine del
romanzo pirandelliano, Mattia Pascal prova uno straordinario senso di ebbrezza
legato alla propria libertà. F.
Tessitore, «DE MEIS, Angelo Camillo» in Dizionario Biografico degli Italiani,
Volume 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990. R. Colapietra,
Angelo Camillo De Meis politico “militante”, Napoli, Guida Editori, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Angelo Camillo De Meis, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Angelo
Camillo De Meis, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. openMLOL, Horizons storia.camera,
Camera dei deputati. Angelo Camillo De
Meis di Giacomo de Crecchio, in Biblioteche dei filosofi, Scuola Normale
Superiore di Pisa Cagliari. L'Unificazione, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Meis. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e e Meis”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689147411/in/photolist-2mPVJx1-2mPMBQM-2mPpb7N-2mLQ1Vx-2mLNi1Z-2mLMaMX-2mPwdz2-2mPpVqK-2mKAoGK-27sASXB-G7oMm2-G55xdb-E4u3XA-kLb4Rq-jpofjt-jm54Cc-jhzTvz-jhQLNY-i7brtE
Grice e
Melandri – le forme dell’analogia – filosofia italiana – Luigi Speranza (Genova).
Filosofo. Grice: “One of the ten items he lists in his ‘Contro lo simbolico’ is
‘lo simbolico’ itself!” -- Grice: “Melandri takes analogy more seriously than I
did – I do list ‘analogy’ as part of what I call ‘philosophical eschatology –
the third branch of metaphysics, along with ontology and category study.”
Grice: “Melandri focuses on the Graeco-Roman tradition of analogy, which he
pairs with two other concepts: proportion, and symmetry – re-interpreting
mainly Aquino’s reading of the Aristotelian tradition in a semiotic approach.”
Grice: “Melandri also takes Kant seriously on this.” Grice: “If an Italian
philosopher wrote ‘contro la comunicazione,’ another wrote ‘contro il
simbolico’!” -- Grice: “He has studied
Buehler; I like that!” -- Laureatosi a 'Bologna, è lettore a Kiel in
Germania. Ha poi insegnato filosofia in diversi atenei italiani (Lecce, Trieste
e Bologna). Parallelamente all'attività universitaria, ha collaborato a
lungofin dalla fine degli anni cinquantacon la casa editrice Il Mulino e alla
rivista omonima, per le quali ha svolto attività di consulenza, con traduzioni
e curatele di alcuni volumi, pubblicando con essa alcuni dei suoi lavori più
significativi. I suoi volumi più importanti vertono sulla fenomenologia di
Husserl, sul concetto di analogia e sul principio di simmetria. Tra le sue
curatele, anche presso altre case editrici (Cappelli, Faenza, Laterza, Ponte
alle Grazie, Giuffrè, Pitagora ecc.), ci sono studi che vanno dalla scienza
politica di Ritter e di Habermas, alla fenomenologia di Schütz, dalla logica di Copilowski e dalla
filosofia del linguaggio do Hoffmann o dai paradossi di Bolzano (e poi la
storia della logica di Scholz), agli studi di metodologia scientifica di Pap, a
quelli di psicologia della percezione di Meinong o di Ehrenfels, e dall'estetica
di Trier alla «metaforologia» di Blumenberg ecc. Ha istituito un gruppo interdisciplinare di
studi su Leibniz, in seguito affiliato col nome di «Sodalitas Leibnitiana» alla
Leibniz-Gesellschaft di Hannover. Ha anche collaborato attivamente alle
attività del «Centro di studi per la filosofia mitteleuropea» (con sede a
Trento); partecipando alla realizzazione
di «Topoi», rivista internazionale di filosofia. Sempre in quegli anni ha dato
vita agli «Annali dell'Istituto di discipline filosofiche dell'Bologna», poi
trasformatisia nella rivista semestrale «Discipline filosofiche», ancora attiva
e di cui è stato il primo direttore. Tra
i suoi testi, spicca per centralità di pensiero “La linea e il circolo,” definito
da Giorgio Agamben "un capolavoro della filosofia europea del
Novecento". Il filo conduttore di
tutta la riflessione di Melandri è il rapporto tra pensiero logico e pensiero
analogico. Mentre il primo tende a svilupparsi mediante un concetto d'identità
elementare, legato alla "discontinuità" del principio di non
contraddizione, il secondo si fonda invece sul principio di continuità, legato
alla figura oppositiva della contrarietà, che ammette una transizione tra gli
opposti. Ora, queste due forme di pensiero non sono affatto inconciliabili, ma
complementari, in quanto fondate non su strutture assiomatiche, ma su una
diversa direzione costitutiva dell'esperienza. Questa diversità prospettica si
realizza, secondo Melandri, nella fenomenologia husserliana, di cui egli tende
a evidenziare l'«empirismo radicale» connesso alle strutture
costitutivo-trascendentali della soggettività e ben distinto, dunque, da
quell'idealismo entro cui troppo spesso si è voluto rubricare l'atteggiamento
fenomenologico. In ultima istanzacongiungendo istanze aristoteliche e
husserlianeMelandri assume una concezione dell'essere fondamentalmente
equivoca, nell'ambito della quale l'intenzionalità si presenta, al tempo
stesso, come principio formale logico e funtore operativo analogico. Inoltre,
Melandri espone questi contenuti filosofici attraverso un metodo d'indagine e
d'insegnamento del tutto particolare, che viene così descritto dal suo allievo, Stefano Besoli, filosofo a Bologna:
«A lezione, si può dire che Melandri non parlasse, ma pensasse ad alta voce
[...] dando l'illusione, quantomai benefica ed essenzialmente terapeutica, di
pensare insieme con lui. Si aveva l'impressione di assistere, dunque, a un
pensiero in corso d'opera, e più propriamente ciò che accadeva era un'esperienza
di pensiero condivisa, giacché la condivisione era appunto la condizione stessa
della buona riuscita di tale esperienza».
Opere: “I paradossi dell'infinito nell'orizzonte fenomenologico,” poi
come introduzione aBolzano, I paradossi dell'infinito, Cappelli, Bologna. “Logica
ed esperienza,” “La scienza come criterio storiografico,” “Alcune note in
margine all'«Organon» aristotelico; “Considerazioni critiche sui
«syncategorematica»,” in "Lingua e stile", “Esistenzialismo,” “Logica
e Logistica” Enciclopedia “Filosofia,” Giulio
Preti, Feltrinelli, Milano. Lewin: la psicologia come scienza galileiana, poi in Sette variazioni in tema di psicologia
e scienze sociali; “Foucault: l'epistemologia delle scienze umane", in
«Lingua e stile». “E corretto l'uso dell'analogia nel diritto? ("Zoon
Politikon. Bolk e l'antropogenesi", in «Che Fare», “La linea e il circol: studio
logico-filosofico sull'analogia,” Bologna: il Mulino rist. Macerata: Quodlibet, (prefazione
diAgamben, appendice di Besoli e Brigati, Salvatore Limongi. Nota in margine all'«episteme»
di Foucault» in "Lingua e stile", :La realtà e l'immagine,” (in Hans
Barth, Verità e ideologia); Sulla crisi attuale della filosofia, in "Il
Mulino", L'analogia, la
proporzione, la simmetria, Isedi, Milano. I generi letterari e la loro origine,
in "Lingua e stile", ora Quodlibet, Macerata, “L'inconscio e la dialettica,”
Bologna: Cappelli, rist. come "Freud: L'inconscio e la dialettica",
in Id.,Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Bologna:
Pitagora; rist. L'inconscio e la
dialettica, Macerata: Quodlibet . “Bühler. La crisi della psicologia come
introduzione a una nuova teoria linguistica”, in “Anima ed esattezza.
Letteratura e scienza nella cultura austriaca,” Marietti: Casale Monferrato, rist.
in Id., Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Bologna:
Pitagora, Sette variazioni in tema di psicologia e scienze sociali, Pitagora,
Bologna Appendice. Matematica e logica in psicologia: applicazione propria
(determinante) o impropria (analogico-riflettente), -- Sette variazioni in tema
di psicologia e scienze sociali, Pitagora, Bologna, rist. in Id., L'inconscio e
la dialettica, Macerata: Quodlibet, "Per una filologia del sublime",
in "Studi di estetica", (Grice: “I like that; surely there must be an
ordinary unpompous way to say or mean ‘sublime’” – “Go thorugh the dictionary!”
-- La novità degli ultimi tremila anni, in "Il Mulino",
"Faenza" e Marisa Vescovo, L’oblio affligge la memoria; La comunicazione
e la retorica, Contro il simbolico.Dieci lezioni di filosofia, -- Grice: “The
ten ‘concepts’ he chooses are less important than the generic remarks he makes
about the whole ten.” Grice: “While in his study on ‘analogia, proporzione,
simmetria,’ he is semiotic, in this one he is thoroughly hermeneutic!” -- Quodlibet,
Macerata, postfazione di Guidetti) Sul concetto di descrizione nella psicologia
fenomenologica, in "Intersezioni", Su quel che è dato, (Grice: “A
good analysis of a phrase I overuse, ‘datum,’ as per sense-datum’! in "Il
Verri", Le «Ricerche logiche» di Husserl: introduzione e commento alla
prima ricerca, Il Mulino, Bologna, "Su quel che c'è, e quel che immaginiamo
che ci sia (o della principale equivocazione del termine
'rappresentazione')", in «Discipline filosofiche», "Il problema della
comunicazione", in «Paradigmi», "Tempo e temporalità nell'orizzonte
fenomenologico", in «Discipline filosofiche», . "La crisi dei grandi
sistemi e l'avvento della filosofia esistenziale" in “Questo nostro tempo. Studi e riflessioni
sull'evolversi della nostra epoca, Bologna: "Filosofia come critica della conoscenza
e impegno interdisciplinare" in
"Tratti". S. Besoli, Il
percorso intellettuale di Melandri, in Studi su Melandri, Faenza, Agamben,
Giorgio, "Archeologia di un'archeologia", in E. Melandri, La linea e
il circolo. Studio logico-filosofico sull'analogia, Macerata: Quodlibet, Agamben,
Giorgio, "Al di là dei generi letterari", in E. Melandri, I generi
letterari e la loro origine, Macerata: Quodlibet , 7–14. Ambrosetti, Massimo, Enzo Melandri
sugli stoici, Roma: Aracne . Ambrosetti, Massimo, "Una lettura melandriana
di Epitteto", in "dianoia", Besoli, Stefano, "Il percorso
fenomenologico di Melandri", in Federica Buongiorno, Vincenzo Costa,
Roberta Lanfredini (cur.), La fenomenologia in Italia. Autori, scuole,
tradizioni, Roma: Inschibboleth , trad. en. "The Phenomenological Path of
Enzo Melandri", in Federica Buongiorno, Vincenzo Costa, Roberta Lanfredini
(eds), Phenomenology in Italy. Contributions to Phenomenology, Cham: Springer
, Besoli, Stefano e Franco Paris (cur.),
Studi su Enzo Melandri. Atti della giornata di studi. Faenza, 22 maggio 1996,
Faenza: Polaris, Bonfanti, Angelo, Le forme dell'analogia. Studi sulla
filosofia di Melandri, Roma: Aracne . Cimatti, Felice, "Postfazione:
Psicoanalisi e rivoluzione", in E. Melandri, L'inconscio e la dialettica,
Macerata: Quodlibet sinistrainrete.info/cultura
felice-cimatti-psicanalisi-e-rivoluzione.html Lagna, Marco e Paulo Fernando Lévano,
"Contro l’isomorfismo. Il rapporto soggetto-oggetto secondo Enzo Melandri,
in «Philosophy Kitchen», VIMatteuzzi, Maurizio, "Prefazione", in
Massimo Ambrosetti, Enzo Melandri sugli stoici, Roma: Aracne , Palombini, Lorenzo, "Dal chiasma
ontologico al chiasma trascendentale. Forme di razionalità nel pensiero di Enzo
Melandri", in «Philosophy Kitchen», Possati, Luca M., La ripetizione
creatrice. Melandri, Derrida e lo spazio dell'analogia, Milano-Udine: Mimesis .
Sini, Carlo, "Lo schematismo figurale", in Stefano Besoli e Franco
Paris (cur.), Studi su Melandri, Faenza:
Polaris Solerio, Alessia, "Melandri: Through the
Looking-Glass", in Attilio Bruzzone e Paolo Vignola, Margini della
filosofia contemporanea, Napoli-Salerno: Orthotes. Le opere di Melandri edite da Quodlibet, che ne ha
annunciato l'edizione completa. Discipline Filosofiche, rivista semestrale di
filosofia. Melandri. Keywords: le forme dell’analogia. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Melandri,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702566709/in/photolist-2mLNhpo-2mLHJnw-2mLMaMX-2mLKa5N
Grice e
Melchiorre – il corpo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Chieti).
Filosofo. Grice: “I like Melchiorre; while I refer to
bodily identity in my “Mind” essay, Melchiorre has dedicated a whole treatise
to ‘the body’ – he has also explored semiotic aspects and come up with nice
oxymora: ‘nome indicibile,’ ‘immaginazione simbolica,’ ‘essere e parola.’”.
Grice: “Melchiorre’s first explorations on the concept of body is Strawsonian –
corpore e persona -. What led Melchiorre to this reflection is what he calls a
meta-critique of love – Socrates did his critique of love in the Symposium, and
Phaedrus – Melchiorre analyses this from a body-theoretical perspective.” Dopo
essere stato ammesso al Collegio Augustinianum, inizia a frequentare la Facoltà
di Filosofia all'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove si laurea. Terminati gli studi, nel medesimo ateneo ha
iniziato la carriera accademica come assistente volontario di Filosofia della
storia, per poi insegnare a Venezia.
Richiamato a Milano, ha ricoperto la cattedra di Filosofia morale, per poi
insegnare Filosofia teoretica. Ha diretto, presso la Facoltà di Lettere e
Filosofia dell'Università Cattolica, la Scuola di specializzazione in Comunicazioni
sociali. -- è stato nominato professore emerito. Opere: “Arte ed esistenza,”
Firenze “Il metodo di Mounier,” Milano, “Il sapere storico,” Brescia, “La coscienza
utopica,” Milano; “L'immaginazione simbolica,” Bologna, ”Metacritica
dell'eros,” II ed. Milano, “Ideologia, utopia, religione,” Milano, “Essere e
parola,” Milano, IV ed. “Corpo e persona,” Genova, “Studi su Kierkegaard,” II
ed. Genova, “Analogia e analisi trascendentale: linee per una nuova lettura di
Kant,” Milano, “Figure del sapere, Milano, “La via analogica,” Milano, “Creazione,
creatività, ermeneutica,” Brescia, “I segni della storia,” Ghezzano La Fontina,
“Al di là dell'ultimo,” Milano, “Sulla speranza,” Brescia, “Ethica,” Genova, “Dialettica
del senso. Percorsi di fenomenologia ontologica,” Milano, “Qohelet, o la
serenità del vivere,” Brescia, “Essere persona,” Milano, “Breviario di
metafisica,” Brescia, “Il nome indicibile,” Milano, Profilo nel sito
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Recensione del volume Essere
persona. Natura e struttura di Armando Rigobello, in Acta Philosophica, Rivista
internazionale di filosofia. Unità e pluralità del vero: filosofie, religioni,
culture. I diversi volti della verità Relazione del prof. Melchiorre al 65º
Convegno del Centro Studi FilosoficiGallarate , video integrale nel sito
CattedraRosmini.org. Virgilio Melchiorre, Rai EducationalEnciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche. Melchiorre. Keywords: il corpo. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Melchiorre” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51744362962/in/dateposted-public/
Grice e Melli – AVRELIO – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Roma). Filosofo. Grice: “I like Melli; you see, Italians feel that Marc’aurelio is
theirs, so Melli puts his soul in his essay on Marc’aurelio, while his essay on
Socrates is rather neutral! For us at Oxford, both Mar’Aurelio and ‘Socrate’
are just as furrin; Locke ain’t!” --Opere
La filosofia di Schopenauer, Felice Tocco, Firenze, Il professor Felice
Tocco, Firenze,Commemorazione di Pasquale Villari, Firenze, La filosofia greca da Epicuro ai Neoplatonici,
Firenze, Socrate, Lanciano. Melli. Keywords: AVRELIO. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Melli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51745388623/in/datetaken/
Grice e
Mercuriale – il ginnasio – filosofia italiana – Luigi Speranza (Forli).
Filosofo. Grice: “At Corpus, as it had
been at Clifton, cricket featured as my priority, -- philosophy came second!”
-- Celebre per avere per primo teorizzato
l'uso della ginnastica su base medica. Suoi sono anche il primo trattato sulle
malattie cutanee e un'importante opera, forse la prima mai scritta, di
pediatria. Ritratto raffigurato in
"De arte gymnastica.” Dopo aver studiato a Bologna ed aver conseguito la
laurea a Padova, dove ebbe modo di conoscere Trincavella, seguì a Roma Farnese.
A causa della sua fama, infatti, i forlivesi lo inviarono come legato presso
Pio IV. Pare aver composto il suo celeberrimo trattato sulla ginnastica. Fu poi professore in entrambe le università
dove aveva studiato. A Padova, in particolare trascorse un periodo molto
fecondo, in cui scrisse ben dodici libri, alcuni dei quali basati sugli appunti
presi dagli studenti durante le lezioni. Si recò poi a Pisa, dove divenne
tutore di Ferdinando I de' Medici e poté godere di una certa fama. Curò anche
altre importanti personalità del suo tempo, tra cui Massimiliano II, che lo
nominò cavaliere e conte palatino. Merita di essere citato un famoso episodio
che lo vede convocato a Venezia insieme a molti altri medici illustri,
consultati per decifrare una misteriosa epidemia che colpiva la città. Escluse
fin dall'inizio un caso di peste, in quanto solo una minima percentuale della
popolazione si era ammalata e il contagio restava comunque molto limitato. Dopo
una settimana però la malattia ebbe un decorso impressionante, colpendo un
terzo della popolazione veneziana tra cui anche alcuni familiari del medico
stesso. Sorprendentemente però tale evento non ebbe gravi conseguenze sulla sua
carriera che, anzi, durante lezioni che tenne a proposito della peste, continuò
a difendere la sua posizione riguardo allo sfortunato caso veneziano. Fece
restaurare una cappella dell'Abbazia di San Mercuriale di Forlì, trasformandola
in cappella di famiglia, da allora nota come "cappella Mercuriali",
dove egli stesso venne sepolto. Ai monaci di San Mercuriale, lasciò in eredità
la sua biblioteca, purché essi si impegnassero a tenere tre lezioni settimanali
di filosofia. Ricevuti i libri, i monaci, per custodirli e renderli fruibili a
tutti, aprirono una biblioteca pubblica. A celebrazione ed a ricordo di Mercuriali,
fu murata nella cappella una lapide, tuttora esistente, con le seguenti parole:
“Questo marmo ricorda ai posteri che i c forlivesi commemorando presso la sua
tomba riaffermavano il connubio eterno
nei secoli tra la scienza e la fede.
Opere: “De morbis muliebribus” Cultore dell'opera ippocratica (“Censura
et dispositio operum Hippocratis,”-- in cui discusse in modo critico le opere
del medico), fu autore di “De arte gymnastica,” la prima opera moderna che consideri
scientificamente il rapporto tra l'educazione fisica e la salute, ma anche un
testo sulla storia dell'attività ginnica. Oltre a questo originale argomento
scrisse opere di pediatria, di balneoterapia, di malattie della pelle, di
tossicologia. Fra i suoi numerosi discepoli si segnala Bauhin. Alcune altre sue opere sono: “De morbis
cutaneis,” il primo trattato sulle malattie della pelle, “De morbis puerorum,”
“De compositione medicamentorum,” De morbis muliebribus, Venezia, De venenis et
morbis venenosis De decoratione De morbis ocularum et aurium Nomothelasmus seu
ratio lactandi infantes Note Roy Porter
, Dizionario Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali
(Liber Amicorum), Citato in M. Landi, Credere, dubitare, conoscere Geronimo
Mercuriali, in Catholic Encyclopedia, New York, Encyclopedia Press, De
Hieronymi Mercuriale vita et scriptis Victorius Ciarrocchi, Latinitas Opus
Fundatum in Civitate Vaticana. Sito ufficiale della Santa Sede Dizionario
Biografico della Storia della Medicina e delle Scienze Naturali (Liber
Amicorum). “De arte gymnastica” Pediatria Dermatologia, TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Agostino Palmerini, Girolamo Mercuriale, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Giuseppe Ongaro, Girolamo Mercuriale, in Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Girolamo Mercuriale. Merucriale.
Keywords: il ginnasio. Refs.: H. P. Grice, “Me and the demijohns,” Luigi
Speranza, “Ginnasia,” The Swimming-Pool Library, Villa Grice. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691884854/in/photolist-2mNzeEc-2mKQqs3
Grice e
Merker – il filo d’Arianna – filosofia italiana – Luigi Speranza (Trento).
Filosofo. Grice: “My favourite of
his books is ‘storia della filosofia ai fumetti.” -- Grice: “The fact that he
found Italian words for all that Kant says in “Metafisica dei costume” is
admirable!” -- Grice: “I love Merker, and for many reasons; he has
philosophised on what makes me an Englishman: my blood, or the fact that I was
born in Harrborne?” Grice: “I love Merker: he uses metaphors aptly like ‘il
filo d’Arianna’ to refer to what I pompously call ‘the general theory of
context.’ --Si laurea in Filosofia all'Messina. Trascorse un periodo di
ricerche in Germania. Allievo diVolpe, diviene libero docente di Storia della
Filosofia e docente incaricato di Storia delle dottrine politiche all'Messina.
-- docente ordinario di Storia della Filosofia nello stesso ateneo. -- ordinario
all'Università La Sapienza di Roma alla Facoltà di Lettere e Filosofia, e poi
alla facoltà di Filosofia. Ha curato
edizioni italiane di classici dell'età della Riforma, dell'Illuminismo e
dell'idealismo tedeschi, nonché di Marx, Engels e dell'austromarxismo. Dopo
essersi occupato dei problemi lasciati aperti dalla Seconda guerra mondiale, si
è occupato dell'idea di nazione, dell'ideologia colonialista e infine del
fenomeno populista. Da ricordare la sua opera di divulgazione della storia
della filosofia. Inoltre egli ha scritto ben trenta voci per l'enciclopedia
filosofica della Bompiani, fra cui le più importanti sono su Heine, Mann, Zweig. Opere: “Le origini della logica” (Milano,
Feltrinelli, “L'illuminismo,: Bari, Laterza, “Lessing e il suo tempo, con
altri, Cremona, Libreria del Convegno, Marxismo e storia delle idee, Roma,
Editori Riuniti, Storia della filosofia,
La filosofia moderna. Il Settecento, Milano, Vallardi, Alle origini
dell'ideologia tedesca. Rivoluzione e utopia nel giacobinismo, Roma-Bari,
Laterza, 1Storia della filosofia, Roma, Editori Riuniti, 1Storia delle
filosofie, Firenze, Giunti Marzocco, Marx, Roma, Editori Riuniti, Johann
Benjamin Erhard, in L'albero della Rivoluzione. Le interpretazioni della rivoluzione
francese, Torino, Einaudi, La Germania. Storia di una cultura da Lutero a
Weimar, Roma, Editori Riuniti, Introduzione a Lessing, Roma-Bari, Laterza, Il
socialismo vietato. Miraggi e delusioni da Kautsky agli austromarxisti,
Roma-Bari, Laterza, Storia della filosofia moderna e contemporanea, Roma,
Editori Riuniti, “Il sangue e la terra. Due secoli di idee sulla nazione, Roma,
Editori Riuniti, Atlante storico della filosofia, Roma, Editori Riuniti, Europa oltre i mari. Il mito della missione di
civiltà, Roma, Editori Riuniti, Filosofie del populismo, Roma-Bari, Laterza, Marx. Vita e opere, Roma-Bari, Laterza, . Il
nazionalsocialismo. Storia di un'ideologia, Roma, Carocci, .La guerra di Dio.
Religione e nazionalismo nella Grande Guerra, Roma, Carocci, La Germania.
Storia di una cultura da Lutero a Weimar, Roma, Editori Riuniti,Hegel,
Estetica, tMilano, Feltrinelli, Torino, Einaudi, Kant, La metafisica dei costume (Grice: “My
favourite Kant, by far!”), Bari, Laterza,
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Rapporto dello scetticismo con la
filosofia, Bari, Laterza, Paracelso, Scritti etico-politici, Bari, Laterza,.
György Lukács, Scritti politici giovanili, Trad. Paolo Manganaro e Nicolao
Merker, Bari, Laterza, Johann Gottfried
Herder, James Burnett, Lord Monboddo, Linguaggio e società, Nicolao Merker e L.
Formigari, Roma-Bari, Laterza, Lessing, Religione, storia e società, Messina,
La Libra, Immanuel Kant, Lo Stato di diritto, Roma, Editori Riuniti, Georg
Forster, Rivoluzione borghese ed emancipazione umana, Roma, Editori Riuniti, Wilhelm
von Humboldt, Stato, società e storia, Roma, Editori Riuniti, Karl Marx, Friedrich
Engels, Opere, Mario Cingoli e Nicolao Merker, Roma, Editori Riuniti, Roma,
Editori Riuniti Scritti economici di Marx. Roma, Editori Riuniti, Scritti
economici di Marx. Roma, Editori Riuniti, Fichte, Lo Stato di tutto il popolo,
Roma, Editori Riuniti, Hegel, Il dominio della politica, Roma, Editori Riuniti,
Lia Formigari, La scimmia e le stelle, Roma, Editori Riuniti, Maj, Il mestiere dell'intellettuale, Roma,
Editori Riuniti, Kant, Stato di diritto e società civile, Roma, Editori
Riuniti, Fichte, La missione del dotto, Roma, Editori Riuniti, Marx, un secolo,
Roma, Editori Riuniti,Kant, Per la pace perpetua. Un progetto filosofico e
altri scritti, Roma, Editori Riuniti, Hegel, Detti memorabili di un filosofo,
Roma, Editori Riuniti, Marx, Engels, La
sacra famiglia, Roma, Editori Riuniti, Marx, Engels, La concezione materialistica della
storia, Roma, Editori Riuniti, Kant, Che cos'è l'illuminismo?, Roma, Editori
Riuniti, Lessing, La religione dell'umanità, Roma-Bari, Laterza,, Forster,
Viaggio intorno al mondo, Roma-Bari, Laterza, Engels, Viandante socialista, Soveria Mannelli,
Rubbettino, Hegel, Dizionario delle idee, Roma, Editori Riuniti, Osborne,
Storia della filosofia a fumetti, Roma, Editori Riuniti, Bauer, La questione
nazionale, Roma, Editori Riuniti. La
discreta classe delle idee. E’ morto Merker, asul sito di Rifondazione
Comunista Il contesto è il filo d'Arianna.
Studi in onore di Merker, Stefano
Gensini, Raffaella Petrilli, Luigi Punzo, Pisa, ETS, Tommaso Valentini,
“Ideologia della nazione” e “populismo etnico”. Le riflessioni storico-filosofiche
di Nicolao Merker, in Raffaele Chiarelli , Il populismo tra storia, politica e
diritto, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli , Curriculum vitae , su uniurb.
Merker. Keywords: il filo d’Arianna. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Merker” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702174477/in/photolist-2mPXDFp-2mLFBT9-2mLQGEg-2mLKack
Grice e
Messere – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torre
Santa Susanna). Filosofo. Ricevuti i
primi rudimenti del sapere dai chierici locali, i suoi genitori (Pietro Messere
e Teodora Di Leo), sebbene non agiati, decisero di fargli frequentare il
seminario di Oria, assecondando così il suo vivo desiderio di intraprendere la
carriera ecclesiastica, qui dimostrò sin da subito una profonda passione per lo
studio. Ordinato sacerdote per poi ritornare al paese natìo, dove divenne un
maestro di grande dottrina. Da autodidatta si applicò allo studio della
filosofia, della matematica, della storia ecclesiastica e civile, nonché anche
alla musica e al canto. Incolpato dell'omicidio di un giovane chierico, fu
messo in prigione nelle carceri del Vescovo di Oria, dove rimase rinchiuso per
sette anni, tuttavia non si lasciò mai abbattere dallo sconforto; anzi,
procuratosi alcuni libri, il Messere si applicò allo studio della lingua greca,
per la quale già aveva dimostrato una forte predisposizione. Dopo un lungo e
dibattuto processo, la sentenza finale lo dichiarò innocente e assolto da
qualsiasi reato. Risentito con i suoi concittadini per averlo ingiustamente
ritenuto reo, dichiarò che il suo paese mai più lo avrebbe rivisto. Fu così che
Gregorio Messere partì per Napoli, dove rimase fino alla morte. Nella città
partenopea ebbe modo di affinare e approfondire la sua cultura, divenendo un
personaggio di rilievo nel mondo intellettuale napoletano del tempo. La grande
conoscenza della lingua greca gli conferì grande notorietà nonché una cattedra
di Lettura Greca, che mantenne fino all'anno della morte, presso l'Università
degli studi di Napoli. Tale cattedra era
stata nuovamente istituita a spese di
Giuseppe Valletta, filosofo, letterato e giureconsulto dell'epoca ed amico del
Messere. Valletta aveva una profonda stima per il Messere, il quale fu assiduo frequentatore
della sua casa non solo quale insegnante dei suoi figli e nipoti, ma anche
perché divenuta luogo di riunioni dei più eruditi intellettuali del tempo. Fra
i suoi molti allievi che assistevano alle sue lezioni, ne ebbe alcuni divenuti
celebri, si annoverano Andrea, Barra, Caloprese, Gravina, Valletta, Capasso,
Cerreto, Egizio, Donzelli ed altri. Vico, noto filosofo suo amico, gli dedicò
un breve madrigale dal titolo Ghirlanda di timo per Argeo Caraconasio.Il mondo
culturale napoletano della seconda metà del '600 fu caratterizzato da
importanti innovazioni a livello filosofico, scientifico, civile e politico.
Tale fervore culturale aprì la strada alla nascita di un numero notevole di
accademie, che divennero luoghi di discussione aperta e di diffusione di nuove
idee filosofiche e scientifiche. A Napoli le principali accademie del tempo
furono soprattutto quella degli Investiganti e quella di Medinaceli. Che il
Messere sia stato membro autorevole di entrambe le accademie e frequentatore di
circoli e salotti letterari napoletani è testimoniato da non pochi documenti,
tra cui manoscritti e altri a stampa conservati nella Biblioteca Nazionale di
Napoli; le sue lezioni ebbero un così folto seguito di giovani tanto da far
suscitare invidie fra i letterati fanatici dell'erudizione i quali, a furia di
schernirlo per la sua ellenofilia, diffusero in Napoli addirittura la moda
letteraria della macchietta dello pseudogrecista, satireggiata pure da Vico
nella terza Orazione inaugurale. Fu anche tra i primi membri dell'Arcadia
fondata dal Crescimbeni e dal Gravina, ove gli fu attribuito il nome pastorale
greco di “Argeo Coraconasio,” “dalle campagne dell'isola Coraconaso”. E fondata
a Napoli la Colonia “Sebezia” dell'Arcadia e anche qui il Messere e tra i primi
iscritti. L'aver ripristinato
l'insegnamento della lingua greca in Napoli valse al Messere non solo il titolo
di “ristoratore della greca erudizione”, ma contribuì alla ripresa dello studio
di Omero, influenzandone il pensiero poetico e filosofico del tempo. Notevole
fu l'influenza che egli ebbe sulla formazione del pensiero del Gravina.
Essenziale nella vita culturale di Gregorio Messere fu anche l'amicizia con
Giuseppe Valletta, suo allievo. La conoscenza che Gregorio Messere aveva della
filosofia fu ugualmente vasta tanto che gli valse l'appellativo di “novello
Socrate” e quando si riferivano a lui veniva anche chiamato il “Socrate dei
nostri tempi”. Non fu solo un insigne
grecista, ma anche un poeta. Compose infatti circa 60 componimenti, tra distici,
tetrastici, serenate, sonetti, madrigali ed epigrammi in italiano, utilizzando
talvolta uno stile che il Lombardo definisce “stile mezzano e semplice”, di
carattere pastorale. Un suo epigramma è contenuto in una lettera che Canale
inviò al Magliabechi. Non mancò di scrivere componimenti di carattere burlesco
e giocoso, in cui contrapponeva l'immediatezza della satira e del dialetto alla
ricercatezza esasperata della poesia del Seicento. Si esercitò soprattutto
nell'Accademia di Medinacoeli, dove era uso chiudere la seduta accademica con
la recitazione di componimenti poetici. Compose finanche versi che celebravano
importanti eventi del regno; tra i più salienti, si ricordano quelli contenuti
nel volume scritto in occasione della recuperata salute di Carlo II. Da ricordare
sono anche gli emblemata contenuti nel volume scritto per i funerali di D.
Caterina d'Aragona, e a cui si ispirò Vico in occasione dei funerali di due
uomini illustri Tra le tante
collaborazioni con letterati del suo tempo, degna di nota è quella che ebbe con
Vico per la pubblicazione di un volume in occasione del genetliaco di Filippo V,
tre sono i componimenti contenuti in esso. Fu anche collaboratore di una
Miscellanea dal titolo Vari componimenti in lode dell'eccellentissimo signore
d. Francesco Benavides conte di S. Stefano. Fatta eccezione per alcuni
componimenti inseriti in Miscellanee poetico-celebrative, del Messere non
esistono opere a stampa. E a ciò ne dà spiegazione il Lombardo quando afferma
che egli fu uomo umile e schivo tutto dedito all'educazione dei giovani più che
ai propri interessi personali, anzi la sua modestia fu tale che pensò bene di
distruggere i propri scritti. Le lezioni
accademiche di cui si dispone sono quelle che tenne nell'Accademia istituita a Palazzo Reale
dal viceré duca di Medinaceli. I codici delle lezioni sono conservati
attualmente presso la Biblioteca di Napoli. Due di queste lezioni trattano di
poesia. Qui argomenta sulla funzione e natura della poesia, dei suoi rapporti
con la storia nonché sul problema delle origini della poesia stessa. Tre altre
lezioni sono di carattere storico, esattamente: due sulla vita di Nerva e una
sulla vita di Decio. Il codice napoletano contiene anche un Discorso vario in
cui sono presenti motivi autobiografici e una lezione sull'origine delle
maschere. L'Accademia di Medinaceli non ebbe lunga vita e, nonostante la sua
chiusura avvenuta a causa di rivolgimento politico, continuò ad essere
personaggio illustre nel panorama intellettuale e culturale napoletano, come
dimostra il fatto di essere annoverato tra i primi membri dell'Arcadia sotto la
custodia Crescimbeni e successivamente della colonia napoletana “Sebezia”. Note
Storia della litteratura italiana
Biografia degli uomini illustri del regno di Napoli Le vite degli Arcadi illustri scritte da
diversi autori, e pubblicate d'ordine delle generale adunanza da Crescimbeni, pRoma, (biografia scritta da G. Lombardo). C. Cantillo,
Filosofia, poesia e vita civile in Messere: un contributo alla storia del
pensiero meridionale, Morano, Napoli, Angelo De Prezzo, Storia delle origini di
Torre Santa Susanna, Tiemme, Manduria, . Imma Ascione, Seminarium doctrinarum:
l'Napoli nei documenti, Edizioni scientifiche
italiane, Napoli, Fabrizio Lomonaco, Gregorio Messere, la poesia e l'impegno
civile tra Gravina e Vico, in "Diritto e Cultura", VLezioni
dell'Accademia di Palazzo del duca di Medinaceli: Napoli, Michele Rak, Napoli, Istituto italiano per gli
studi filosofici. Messere. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Messere”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691475053/in/photolist-2mPYm4t-2mLPdUX-2mKPDck-2mKNjCv
Grice e
Messimeri – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza
(Seminara). Filosofo. Grice: “He was of a noble family – he was into the free
market – so his is a philosophical economy.” Domenico Grimaldi (Seminara),
filosofo. Esponente dell'illuminismo napoletano. Francesco Mario Pagano.
Nato in una famiglia aristocratica che faceva risalire le proprie origini alla
nota famiglia di Genova, ricevette la prima educazione dal padre, il marchese
Pio Grimaldi, un uomo colto che aveva cominciato a introdurre criteri di
conduzione innovativi nelle sue proprietà terriere, peraltro non molto estese,
di Seminara. Non essendo molto ricco, il padre lo avviò agli studi giuridici,
in previsione di una possibile professione forense, all'Napoli. Nella capitale
napoletana Domenico fu raggiunto dal fratello minore Francescantonio, fece
parte con il fratello dell'Accademia dell'Arboscello, frequenta le lezioni di
economia di Genovesi. Si trasferì a Genova, dove ottenne la riammissione nel
patriziato della Repubblica di Genova, ottenendo così il permesso di esercitare
alcune magistrature. In Liguria, tuttavia, Grimaldi ebbe modo di approfondire
gli aspetti tecnici, economici e sociali legati all'agricoltura il cui studio
lo spinse a viaggi in Francia, specie in Provenza, in Piemonte e in Svizzera.
Si interessò in particolare alla colture dell'ulivo e del gelso per
l'allevamento dei bachi da seta. Venne accolto fra l'altro nell'Accademia dei
Georgofili, che premiò una memoria, nella Società economica di Berna, un centro
di cultura fisiocratica, e nella Société royale d'agriculture di Parigi.
Saggio di economia campestre per la Calabria Ultra François Quesnay,
maggior rappresentante della fisiocrazia Frutto delle sue ricerche fu il Saggio
di economia campestre per la Calabria Ultra, esposizione di un piano che,
partendo dalle condizioni di arretratezza dell'economia calabrese del XVIII
secolo, secondo la dottrina fisiocratica, ne indica i mezzi atti a la
trasformare situazione economica della Calabria. All'epoca il settore
produttivo più importante era l'agricoltura in quanto i posti nell'industria
erano pochi, le alternative limitate all'edilizia, ai lavori pubblici e al
settore terziario; l'agricoltura era tuttavia quasi esclusivamente di
sussistenza, e lo scarso reddito determinava un esodo massivo dalle campagne.
Per Grimaldi l'ammodernamento dell'agricoltura e l'integrazione tra agricoltura
e allevamento erano le condizioni prime per avviare la produzione industriale e
il commercio. il successivo aumento del reddito agrario avrebbe dovuto essere
reinvestito nell'industria tessile e in quelle serica, lattiero-casearia e
olearia. La presenza di industrie avrebbe innescato un circolo virtuoso in
quanto avrebbe potuto richiamare un afflusso di capitali per la
ristrutturazione fondiaria e l'aumento delle dimensioni delle aziende agricole,
con successiva formazione e sviluppo di attività miste agricolo-manifatturiere,
specialmente alimentari, con impiego di mano d'opera locale.
L'imprenditore Vecchio frantojo ligure dismesso Attorno al 1770 Grimaldi
si impegnò a tradurre in pratica questi progetti, con l'aiuto finanziario del
padre, impegnandosi nel miglioramento della coltivazione degli olivi, chiamate
dalla Liguria maestranze e tecnici per creare a Seminara nuovi frantoi
"alla genovese"; rese poi pubblici i progetti e i risultati delle sue
innovazioni con un'opera del 1773, edita nuovamente nel 1777 con una dedica a
Beccadelli, marchese della Sambuca. Si dedicò più tardi alla produzione
della seta. Grimaldi, che inizialmente intendeva assegnare l'ammodernamento
dell'agricoltura all'iniziativa privata, si rese conto che l'approccio utilizzato
per l'ammodernamento dell'industria olearia (in questo caso, introduzione in
Calabria della lavorazione della seta alla "piemontese") non sarebbe
stato sufficiente nella lavorazione della seta per ostacoli di natura fiscale
nel regno di Napoli, ossia del dazio sulla seta calabrese. Diede pertanto
inizio a vivace polemica nei confronti dei controlli oppressivi doganali e dei
monopoli statali nei settori delle manifatture e del commercio. Il
politico Sir John Acton La riflessione sull'influenza dello stato nel
mercato della seta, diede avvio al dibattito sul problema della libertà nel
commercio internazionale, in particolare nel commercio del grano che aveva
assunto una notevole importanza dopo la carestia del 1764. Una delle proposte
più importanti di Domenico Grimaldi fu la costituzione, nella Calabria Ultra,
di società economiche concepite come centri promotori il miglioramento della
tecnica agraria; ma la proposta non trovò il necessario sostegno né nei
proprietari terrieri né nel clero. In seguito allargò lo sguardo dalla Calabria
Ultra all'intero Regno, proponendo di svolgere un'attività conoscitiva sulla
struttura economica del Regno mediante la predisposizione di piani di visite
alle province napoletane affidati a ispettori di nomina regia, con proposte di
azione sulle "cause fisiche" dell'arretratezza, principalmente la
mancanza di strutture per l'irrigazione innanzitutto nelle Puglie, per le quali
suggeriva il ricorso anche al lavoro coatto. Gaetano Filangieri
Grazie alla notorietà raggiunta con i suoi saggi Grimaldi fu nominato dal primo
ministro John Acton assessore al neocostituito Supremo Consiglio delle Finanze
assieme a Filangieri, Palmieri, Delfico e Galanti. Il terremoto che causò gravi
danni e lutti alla famiglia Grimaldi. Grimaldi fu favorevole all'istituzione
della Cassa sacra, proponendo che ricostruzione fosse eseguita secondo un piano
pubblico che prevedesse iniziative strutturali per l'ammodernamento della
produzione agricola e industriale. Si adoperò per l'apertura a Reggio Calabria
di un istituto professionale nel quale si insegnasse "l'arte di tirar la
seta alla piemontese"; la scuola, diretta dal Grimaldi, ebbe un certo
successo, ma venne chiusa nel L'interruzione negli anni novanta dell'attività
riformatrice di Ferdinando IV di Napoli in seguito alla crisi collegata alla
rivoluzione francese comportò un atteggiamento di sospetto, da parte del
governo napoletano, nei confronti dell'intellettualità progressista. A Grimaldi
venne rifiutata la nomina, proposta dal Galanti, di presidente della
costituenda Società patriottica per la Calabria in quanto massone. Fu
addirittura arrestato, come gran parte dei massoni reggini (una cinquantina
circa) in seguito all'assassinio del governatore di Reggio, Giovanni Pinelli e
trasferito nel carcere di Messina dove si trovava alla nascita della Repubblica
Napoletana. Suo figlio Francescantonio aderì alla Repubblica Napoletana. Opere:
“Memoria diretta all'Accademia de' Gergofili da Genova sopra di una certa
specie di pianta pratense chiamata sulla” (Firenze); “Saggio di economia
campestre per la Calabria Ultra, Napoli: presso Vincenzo Orsini, 1770
Istruzione sulla nuova manifattura dell'olio introdotta nella Calabria, In
Napoli: presso Raffaele Lanciano); “Osservazioni economiche sopra la manifattura
e commercio delle sete del Regno di Napoli alle sue finanze, scritte dal
marchese Domenico Grimaldi; con alcune riflessioni critiche sopra del Bando
delle Sete” (Napoli: presso Giuseppe Maria Porcelli); “Piano di riforma per la
pubblica economia delle provincie del Regno di Napoli, e per l'agricoltura
delle Due Sicilie, scritto dal marchese d. Domenico Grimaldi” (Napoli: presso
Giuseppe Maria Porcelli librajo); “Piano per impiegare utilmente i forzati, e
col loro travaglio assicurare ed accrescere le raccolte del grano nella Puglia,
e nelle altre provincie del Regno scritto dal marchese d. Domenico Grimaldi di
Messimeri patrizio genovese” (Napoli: a spese di Giuseppe-Maria Porcelli);
“Memoria del marchese Domenico Grimaldi di Messimeri patrizio genovese, diretta
al supremo consiglio di finanze per lo ristabilimento dell'industria olearia, e
dell'agricoltura nelle Calabrie, ed altre provincie del Regno di Napoli”
(Napoli: presso Giuseppe-Maria Porcelli); “Memoria sulla economia olearia
antica e moderna e sull'antico frantoio da olio trovato negli scavamenti di
Stabia” (Napoli: nella Stamperia Reale); “Relazione d'un disimpegno fatto nella
Ulteriore Calabria con alcune osservazioni economiche relative a quella
provincial” (Napoli: Giuseppe Maria Porcelli). Franco Venturi , Illuministi
italiani, V: Riformatori napoletani,
Napoli : Ricciardi, Antonio Piromalli, La letteratura calabrese: Dalle origini
al posivitismo, Cosenza : LPE, Istruzioni
sulla nuova manifattura dell'olio introdotta nel Regno di Napoli dal marchese
Domenico Grimaldi di Messimeri patrizio genovese, socio ordinario, e
corrispondente dell'Accademia de' Georgofili di Firenze, della Società di
Agricoltura di Parigi, e di Berna, In Napoli : presso Vincenzo Orsini, a spese
di Giuseppe Maria Porcelli, Osservazioni economiche sopra la manifattura e
commercio delle sete del Regno di Napoli alle sue finanze, scritte dal marchese
Domenico Grimaldi, con alcune riflessioni critiche sopra del Bando delle Sete”
(Napoli : Porcelli); “Relazione d'un disimpegno fatto nella Ulteriore Calabria
con alcune osservazioni economiche relative a quella provincial” (Napoli :
Porcelli); “Piano di riforma per la pubblica economia delle provincie del Regno
di Napoli, e per l'agricoltura delle Due Sicilie, scritto dal marchese don
Domenico Grimaldi, Napoli : Porcelli); Piano per impiegare utilmente i forzati,
e col loro travaglio assicurare ed accrescere le raccolte del grano nella
Puglia, e nelle altre provincie del Regno scritto dal marchese don
Domenico Grimaldi di Messimeri patrizio genovese” (Napoli : Porcelli);
“Relazione d'una scuola da tirar la seta alla piemontese stabilita in Reggio
per ordine di Sua Maestà, sotto la direzione del M. Grimaldi, e l'approvazione
del Vicario generale delle Calabrie don Francesco Pignatelli” (Messina per
Giuseppe di Stefano). L'opera apparve anonima ed è attribuita a Domenico
Grimaldi da Gaetano Melzi, Note bibliografiche del fu D. Gaetano Melzi, edite
per cura di un bibliofilo milanese con altre notizie, H-R, Milano : Tip. Bernardoni) Giuseppe Maria Galanti, Giornale di viaggio
in Calabria; introduzione di Luca Addante, Soveria Mannelli : Rubbettino, A.
Ubbidiente, Il pensiero e l'opera di Domenico e Francescantonio Grimaldi. Testi
di Laurea. Università degli Studi di Salerno, Facoltà di Magistero. M.L. Perna,
Dizionario Biografico degli Italiani,
LIX, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, A. Basile, «Un
illuminista calabrese: Domenico Grimaldi da Seminar»a, in: Archivio Storico per
la Calabria e la Lucania, Gaetano Cingari, Giacobini e Sanfedisti in Calabria,
Reggio Cal., "Casa del libro", Cesare Morisani, Massoni e Giacobini a
Reggio Calabria, Reggio Cal., F.
Morello, Domenico Romeo, Alcune precisazioni
su Domenico Grimaldi: un riformatore Calabrese del '700, in
"Historica", Antonio Piromalli , L'attualità del pensiero e delle
opere del marchese Domenico Grimaldi, Cosenza: L. Pellegrini, Domenico Luciano
, Domenico Grimaldi e la Calabria, Salerno, Beniamino Carucci. Grimaldi,
Domenico la voce nella Treccani L'Enciclopedia Italiana. Domenico Grimaldi.
Grimaldi di Messimeri. Messimeri. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Messimeri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51675327841/in/photolist-2mJnyCd-2mJnyBr-2mJnyCi-2mJnyCo-2mJs3zX-2mJisea
Grice e
Micalori – implicatura sferica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma).
Filosofo. Grice: “I took my ideas on
longitude and latitude from Micalori” -- Grice: “By calling it ‘sfera,’
Micalori’s statement ENTAILS rather than implicates that the Romans were
wrong.” Professore a Urbino. Opere:
“Della sfera mondiale” In Urbino, Marco Antonio Mazzantini, Giacomo Micalori,
Antapocrisi, In Roma, Francesco Roma Cavalli, 1635. Micalori. Keywords:
implicatura sferica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Micalori” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691873459/in/photolist-2mKQn4z
Grice e
Miccoli – homo loquens – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Grice: “Miccoli is a great philosopher – and surgeon
– My favourites are his ‘Corpo dicibile,’ which trades on my idea of what it
means to ‘say’ something; and his ‘Homo loquens,’ a play on Aristotle’s ‘zoon
logikon,’ but which Aristotle would find otiose: man is the ‘vivente’ that
speaks, or the ‘animal’ that speaks. To say that it is the ‘homo’ that speaks
relies on Darwin’s classifications and phyla of homo sapiens sapiens and the
rest!” -- Paolo Miccoli, filosofo. La
divertente commedia umana Incipit Chi si accinge alla lettura dell' Elogio
della follia di Erasmo farebbe bene a non dimenticare taluni antecedenti
biografici dell'autore che spiegano meglio l'ironia bonaria dell'opuscolo. Li richiamiamo.
Geer Geertsz, latinizzato secondo il costume degli umanisti in Desiderio
Erasmo, nacque a Rotterdam (Olanda) figlio
di illegittimo coniugio. La famiglia paterna, in auge nella borghesia di Gouda,
come apprendiamo dallo stesso Erasmo, si oppose alle nozze riparatrici del
figlio, costringendolo, con inganno, a far intraprendere la carriera
ecclesiastica al malcapitato giovanotto.
Citazioni Come umanista Erasmo si sente apparentato alla società dalla
duttile forza della parola che ne saggia criticamente le valenze in termini di
ironia, sarcasmo, gioco allusivo, bonarietà lungimirante, tolleranza magnanima,
moralismo contenuto. Fin dalla dedica dell'opuscolo a Tommaso Moro si arguisce
che l'autore non vuol propinare sapientia austera e compassata, ma buon senso
brioso che permei di sé la vita quotidiana della gente, fosse anche
dell'imperatore Marco Aurelio che sul letto di morte, lui filosofo, esclama, a
un certo momento: «Sentenzio me cacavi! La sapienza dei dotti è tanto altezzosa
quanto sterile, diversamente dal buon senso che cambia in meglio l'esistenza
non sofisticata. (p. 8) Sotto la penna dell'insigne umanista olandese si
fronteggiano al femminile Sapientia e Stultitia: la prima, per voler essere
austera ad ogni costo, diventa stolta; la seconda, in quanto «forza vitale
irrazionale e creatrice», si palesa veramente saggia alla resa dei conti. L' Elogio della follia conserva un fascino di
imperitura attualità. Lo si desume dall'analisi di Histoire de la Folie, dove
Michel Foucault evidenzia il confine sfumato tra ragione e sragione in epoca di
alta tecnologia, e altresì dalle invettive di Nietzsche contro lo smunto
bibliotecario, lo stitico correttore di bozze, il pallido burocrate
stipendiato, emblemi tutti del moderno «uomo alessandrino». (Explicit Erasmo
conosce e cita perfino pagine della Bibbia a riprova della bontà dei doni che
Follia concede ai mortali. Un modo questo, di prendere in giro anzitempo la
presunzione dispotica delle società economicistiche che intendono mantenere
sotto loro tutela il cittadino «minorenne» sempre bisognoso di dande e
mordacchie. Gli autori classici sono, tra l'altro, spiriti lungimiranti. A tali
società alienanti di oggi e di domani William Blake, con spirito erasmiano,
potrebbe ripetere: «esuberanza è bellezza».
La divertente commedia umana,
introduzione a Erasmo da Rotterdam, Elogio della Follia, TEN, Introduzione a
"Vita di Gesù" Incipit Il contesto storico culturale della Vita di
Gesù La recente edizione storico-critica delle Opere complete di Hegel consente
di far chiarezza sulle discussioni e congetture che hanno tenuto a lungo il
campo nella letteratura hegeliana a proposito dei cosiddetti «Scritti teologici
giovanili», la cui indole cronologica vengono ora sancite su base filologica e
critica più accorta. Più che ai titoli apposti da Herman Nohl ai vari frammenti
e più che alle congetture sulla data probabile di tali scritti, è più fruttuoso
rifarsi agli anni di formazione filosofica e teologica di Hegel nello Stift di
Tubinga (1788-93) e reperire nel curriculum studiorum le ascendenze prossime
che hanno influenzato maggiormente l'autore in una speculiare lettura dei
quattro Evangelisti, da cui desume Das Leben Jesu (1795). Citazioni Gli interessi culturali di Hegel,
negli anni tubinghesi, sono prevalentemente filosofici, incentivati dalla
lettura di Rousseau, Jacobi, Lessing, Kant, Fichte su temi sociopolitici ed
etico-religiosi. (Hegel, studioso di filosofia, si sente chiamato a lumeggiare
«spiritualmente» la situazione storica del suo tempo e a porre le premesse di
carattere razionale per l'avvento di un «ordine uguale di tutti gli spiriti». Il
lettore del Leben Jesu si accorge subito di trovarsi di fronte a una forma di
scrittura audace, che desacralizza e sdivinizza la persona di Gesù, riducendolo
a maestro di morale sublime. [Paolo
Miccoli, introduzione a Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Vita di Gesù (Das Leben
Jesu), traduzione di Anselmo Aportone, TEN. Miccoli. Keywords: homo loquens. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Miccoli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702962811/in/photolist-2mQBLt7-2mLPcxi
Grice e
Miccolis – BRVNO – filosofia italiana – Luigi Speranza (Corato).
Filosofo. Grice: “Miccoli reminds me
of G. Baker, who dedicated most of his life to Witters! Miccolis to Labriola.” sConsiderato uno dei massimi studiosi
di Labriola. Si trasferì a Perugia per
gli studi universitari, laureandosi in filosofia a pieni voti con una tesi dal
titolo «Il pensiero politico crociano e la genesi del liberalismo». Abilitatosi
cum laude all'insegnamento di storia e filosofia, professore in vari licei
della provincia, occupò una cattedra stabile presso l'Istituto tecnico per
geometri a Perugia, accostando l'insegnamento di estetica all'Accademia di
belle arti "Pietro Vannucci". Divenne responsabile del settore
culturale del PCI per la regione Umbria; ma, preso dagli studî e
dall'insegnamento, lasciò l'incarico, comunque seguendo sempre le vicende
politiche con attenzione e passione. La sua è stata una formazione liberale:
considerava suoi padri spirituali Labriola, Croce,Gobetti. Dalla fine degli
anni Settanta la sua vita sarà rivolta allo studio del filosofo cassinese Labriola,
da Miccolis ritenuto «un buon punto per capire la storia d'Italia». Nascerà quindi
il Carteggio labrioliano, in cinque volumi, presentato da Cesa all'Accademia
dei Lincei, edito per gli auspici e con il contributo dell'Istituto italiano
per gli studi storici e dell'Università degli Studi di Napoli
"L'Orientale" e favorito dalla consultazione, nel frattempo divenuta
possibile, delle carte Labriola del Fondo Dal Pane, acquistato dalla Società
napoletana di storia patria. Su tale monumentale lavoro è stato scritto: «un
evento letterario, probabilmente l'acquisizione più importante tra le fonti
della cultura italiana postunitaria; e, di più, senza esagerazione, si presenta
come un capolavoro ecdotico, per accuratezza filologica ed esaustività del
commento. Miccolis era certo divenuto col tempo l'esperto più sicuro della
impervia grafia del suo autore, della quale conosceva ogni piega e ogni
anomalia, dei contesti politici e culturali in cui Labriola si muoveva, […]
della spezzettata, dispersa e contorta
labrioliana, difficile da padroneggiare: si era anche impadronito, in
base a una sensibilità linguistica non comune, del "vocabolario"
dell'Autore in tutte le sue sfumature, ed era perciò in grado di respingere o
di dubitare di attribuzioni di testi, datazioni improbabili, letture sghembe».
Miccolis scrisse inoltre sistematicamente per varie riviste (Rivista di storia
della filosofia, il Giornale critico della filosofia italiana, Belfagor,
Critica storica, Nuovi studi politici, etc.); numerosi sono i suoi saggi e
notevoli gli ulteriori apporti documentari alla
labrioliana. Collaborò intensamente con l'Istituto italiano per gli
studi storici e la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce: aveva il compito di
revisionare i carteggi crociani, e sotto il suo controllo passavano i volumi
dell'Edizione nazionale delle opere di Croce. È stato anche uno dei principali
animatori dell'Edizione nazionale delle opere di Labriola, per la quale aveva
contribuito a definire il piano editoriale, i criteri metodologici, e il
problema del rapporto tra l'opera edita di Labriola e il fondo manoscritto
della Società napoletana di storia patria.
Adnkronos, Filosofi, E' morto Miccolis, massimo studioso di Antonio Labriolia,
Bari, Alessandro SAVORELLI, Rivista di storia della filosofia, , fasc. 2.
Opere: “ Il carteggio di Antonio Labriola conservato nel Fondo Dal Pane” «Archivio
storico per le provincie napoletane», «Con la Sua calligrafia che mi ricorda i
papiri greci...». La filologia, la guerra, la Crusca nel carteggio di Croce con
Pistelli e Teresa Lodi, a c. di S. Miccolis e A. Savorelli, in Gli archivi
della memoria, Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 1996, 91–126, (rist. in Gli archivi della memoria e
il Carteggio Salvemini-Pistelli, a c. di R. Pintaudi, Firenze, Biblioteca
Medicea Lauenziana, Polistampa, A. Labriola, La politica italiana Corrispondenze
alle « Basler Nachrichten », S. Miccolis, Napoli, Bibliopolis, A. Labriola,
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la libertà della scienza, S. Miccolis, Torino, Aragno, A. Labriola, Giordano
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Bibliopolis, S. Miccolis, Antonio Labriola. Saggi per una biografia politica,
A. Savorelli e Stefania Miccolis, Milano, UNICOPLI, S. Miccolis, Gli scritti politici di Antonio
Labriola editi da Stefano Miccolis, A. Savorelli e Stefania Miccolis, Napoli,
Bibliopolis, G. Bucci, Stefano
Miccolis, il ricordo a un anno dalla morte, "Corato live", W.
Gianinazzi, M. Prat, In memoriam "Mil neuf cent", n° 28, 201. A.
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Grice e Michelstädter – l’implicatura di Platone – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Gorizia). Filosofo. Grice: “It’s difficult to grasp Michelsteadter’s
implicature: his study on ‘persuasion’ is brilliant – he was a close reader of
Plato, and he uses figurative language, as ‘il giovane divino.’ My favourite is
his account of the persuasive rhetoric of Cicero.” Grice: “Michelsteadter plays
with the etymology of persuasion, which is cognate with ‘suave,’ as it should –
sweet talk, we should say – which I could make into a maxim which would not be
strictly ‘conversational’ unless under the category of modus – ‘be sweet’ –But
the sweetness applies in general to my framework: the emissor aims to be sweet
if he is going to try to influence the other, and will be influenced by a
sweeter co-emissor.” essential Italian
philosopher. Ultimo di quattro figli, da un'agiata famiglia. Il padre, Alberto,
dirige l'ufficio goriziano delle Assicurazioni Generali ed è presidente del
Gabinetto di Lettura goriziano. È un uomo colto, autore di scritti letterari e
di conferenze, rispettoso delle usanze tradizionali ma solo formalmente, per
rispetto borghese -- è, anzi, un laico, un tipico rappresentante della
mentalità materialistica. Il semitismo non sembra quindi incidere molto sulla
sua formazione culturale, che scoprire solo più tardi e con non poca meraviglia
di avere un antenato cabalista. Iscritto al severo Staatsgymnasium cittadino,
fa propria la rigida Bildung asburgica. Con le traduzioni dal greco e dal latino
ha i primi approcci colla filosofia. A iniziarlo sono Schubert-Soldern,
solipsista gnoseologico, secondo il quale tutto il sapere va ricondotto alla
sfera del soggetto; e l'amico Mreule che gli fa conoscere Il mondo come volontà
e rappresentazione, di cui resta traccia soprattutto ne La Persuasione e la Rettorica.
Nella soffitta di Paternolli, oltre a Schopenhauer, legge e discute, con gli
amici Nino e Rico, i tragici e i presocratici, Platone, il Vangelo e le
Upanishad; e poi ancora Petrarca, Leopardi, Tolstoj, e l'amatissimo
Ibsen. Conclusde gli studi ginnasiali e progetta di iscriversi a
giurisprudenza; in seguito abbandona l'idea e si iscrive alla facoltà di
matematica a Vienna. Ma l'anima è giàper dirla con Leopardi nel primo giovanil
tumulto verso un altrove che non riesce a riconoscere nella ferrea logica
matematica. Si iscrive al corso di Lettere dell'Istituto di Studi Superiori
Fiorentino, città in cui vivrà per quasi quattro anni e dove conoscerà, fra gli
altri, Chiavacci, futuro curatore delle sue Opere, ed Arangio-Ruiz, noto
filosofo. Continua a ritrarre, fra tratto espressionistico e schizzo
caricaturale, la varia umanità in cui s'imbatte, sia nei mesi di studio che nei
periodi di vacanza al mare e in montagna. Scrive moltissimo, in modo quasi
ossessivo, dalle lettere ai familiari (in particolare alla sorella Paula) alle
recensioni di drammi teatrali. Un evento luttuoso segna la sua vita: la morte,
per suicidio, del fratello Gino. Due anni prima si era suicidata anche una
donna da lui amata, Nadia Baraden. Mreule parte per l'Argentina. Questa
partenza è segnata da un evento significativo, una sorta di passaggio del
testimone. Si fa consegnare da Rico la pistola che porta sempre con sé. Completati
gli esami, ritorna a Gorizia e inizia la stesura della tesi di laurea,
assegnatagli da Vitelli, concernente i concetti di persuasione e di retorica in
Platone e Aristotele. La sua attività è febrile. Oltre alla Persuasione scrive
anche la maggior parte delle Poesie e alcuni dialoghi, tra cui spicca il
Dialogo della salute. Il suo isolamento diventa pressoché totale, mangia
pochissimo e dorme per terra, come un asceta. Vede solo la sorella e il cugino
Emilio. Comunica al padre che dopo la tesi non avrebbe fatto il professore, ma
che appena laureato sarebbe andato al mare, forse a Pirano o a Grado. Dopo
un diverbio con la madre, impugna la pistola lasciatagli da Mreule e si toglie
la vita. Sul frontespizio della tesi aveva disegnato una fiorentina, una
lampada ad olio, e aggiunto in greco: apesbésthen, «io mi spensi». Amici
raccolsero i suoi saggi, ora alla Biblioteca di Gorizia. Sepolto nel cimitero
ebraico di Valdirose (Rožna Dolina), oggi nel comune sloveno di Nova Gorica, a
poche centinaia di metri dal confine con l'Italia. La breve vita di
Michelstaedter scorrecome risulta dall'Epistolarioall'insegna di una volontà di
vivere continuamente illuminata dal desiderio di un altrimenti e di un altrove
metafisico che fa di lui un impulsivo, un irrequieto esploratore di linguaggi e
di mezzi espressivi, capace di spaziare dalla pittura alla poesia passando per
le ripide vette della filosofia. Nell'apologo dell'aerostato incluso ne La
Persuasione e la Rettorica, l'essenza del pensiero occidentale, la rettorica,
viene fatta risalire da Michelstaedter a un parricidio: quello di Aristotele
nei confronti di Platone. Questi, nella metafora costruita da Michelstaedter,
escogita un mechánema, una macchina volante per abbandonare il peso del mondo e
giungere all'assoluto. Maestro e discepoli riescono a librarsi negli alti spazi
del cielo, ma restano a metà strada, fra una mera contemplazione dell'essere e
del tempo e la nostalgia della terra e delle cure mondane. A riportarli sulla
terra ci pensa allora un discepolo più scaltro e intraprendente degli altri,
Aristotele, il quale, tradendo il maestro, fa scendere il mechánema restituendo
così a tutti la gioia d'aver la terra sicura sotto i piedi. Questa nostalgia
del mondo intelligibile platonico fa quindi di lui un discepolo di
Schopenhauer, più che di Nietzsche. La costituzione della metafisica è
per lui una storia di rettorici tradimenti, la vicenda di una verità dai grandi
persuasi tanto proclamata agli uomini quanto da questi disattesa e inascoltata.
Quanto io dico è stato detto tante volte e con tale forza che pare impossibile
che il mondo abbia ancor continuato ogni volta dopo che erano suonate quelle
parole. Lo dissero ai Greci Parmenide, Eraclito, Empedocle, ma Aristotele li
trattò da naturalisti inesperti; lo disse Socrate, ma ci fabbricarono su 4
sistemi... lo disse Cristo, e ci fabbricarono su la Chiesa. La persuasione è la
visione propria di chi ha compreso la tragicità della finitezza e ad essa vuol
tener fermo, senza ricorrere a quegli «empiastri»i kallopísmata órphnes, gli
«ornamenti dell'oscurità»che possano lenire il dolore scatenato da tale
consapevolezza. L'essere è finitezza che si rivela solo nella dimensione tragica
di una presenza abbacinante, ma gli uomini rigettano questa tragica
consapevolezza ottundendosi, pascalianamente, nel divertissement. Persuaso è
chi ha la vita in sé, chi non la cerca alienandosi nelle cose o nei luoghi
comuni della società perdendo l'irrinunciabile hic et nunc del proprio esserci,
ma riesce «a consistere nell'ultimo presente», abbandonando quelle illusioni di
sicurezza e di conforto che avviluppano chi vive abbagliato dalle illusioni
create dal potere, dalla cultura, dalle dottrine filosofiche, politiche,
sociali, religiose. È questa «la via preparata» dalla quale a tutti fa comodo
non discostarsi troppo; è questo restare perennemente attaccati alla vitala
philopsychìaa far sì che la "rettorica" trionfi sempre. La vita, soffocata
dalla ricerca dei piaceri, della potenza, finanche dalla presunzione filosofica
di possedere la via e quindi la vita stessa, non vive, perché in ogni istante
ciascuno rimane avvolto dalle cure per ciò che non è ancora o dal rimpianto per
ciò che non è più, mancando sempre l'attimo decisivo, quello che i greci
chiamavano kairós, il tempo propizio. Perciò nella vita facciamo esperienza
della morte, di quella «morte nella vita» cantataquasi una danse macabrenel
Canto delle crisalidi: «Noi col filo / col filo della vita / nostra sorte /
filammo a questa morte». Il pensiero di Michelstaedter procede di
conseguenza, per liberare il potenziale di tragicità dell'esistenza, attraverso
violente contrapposizioni concettuali (persuasione-rettorica, vita-morte,
piacere-dolore), senza alcun tentativo di mediazione dialettica. Michelstaedter
respinge, con un gesto iniziatico, l'idea di costruire una dottrina sistematica
della persuasione e della salute, in quanto «la via della persuasione non è
corsa da 'omnibus', non ha segni, indicazioni che si possano comunicare,
studiare, ripetere. Ma ognuno ha in sé il bisogno di trovarla e nel proprio
dolore l'indice, ognuno deve nuovamente aprirsi da sé la via, poiché ognuno è
solo e non può sperar aiuto che da sé: la via della persuasione non ha che
questa indicazione: non adattarti alla sufficienza di ciò che t'è dato». La
salvezza individuale è possibile solo in una singolarità irripetibile,
irriducibile, concentrata in sé. Il solipsismo di Michelstaedter è perciò
radicale: non ci sono vie, non ci sono cammini, c'è solo il viandante che nel
deserto dell'esistenza è «il primo e l'ultimo», crocefisso al legno della
propria sufficienza e schiacciato dalla croce di falsi bisogni. Poiché il mondo
è negatività assoluta, al pensiero non resta che negare questa stessa
negatività rifiutando i dati dell'immanenza: «Solo quando non chiederai più la
conoscenza conoscerai, poiché il tuo chiedere ottenebra la tua vita». Si tratta
di una sentenza di sapore quasi buddistico: non a caso Mreule enfatizzerà la
figura dell'amico descrivendolo come «il Buddha dell'occidente».
Produzione artistica La produzione poetica e quella pittorica di Michelstaedter
possono essere considerate un prolungamento e un completamento di questo
sentimento tragico e mistico. Come nel verso poetico egli tenta di esprimere
l'inesprimibile, di dire con parole ciò che sfugge al sistema di segni
codificato e perciò già da sempre istituito retoricamente, così nel segno
pittorico, nello schizzo rapido e scherzoso come nel ritratto composto e
meditato, traluce l'impossibilità di giungere a quella che Parmenide chiamava
la ben rotonda verità. Non siamo giocati solo dalle parole, ma anche dalle
immagini di una realtà fatta di colori e di forme che ci sfuggono nella loro
immediatezza e alterità, «come chi vuol veder sul muro l'ombra del proprio
profilo, in ciò appunto la distrugge». Anche l'arte e la poesia, come la
retorica filosofica, si rivelano infine per quello che sono: fragili orpelli di
cui si orna l'oscurità dell'essere e che ogni linguaggio escogitato dall'uomo
sarà sempre impotente a esprimere. Atri saggi: Saggi (G. Chiavacci,
Sansoni, Firenze, Scritti scolastici, Sergio Campailla, Gorizia, Opera grafica
e pittorica, Sergio Campailla, Gorizia, Il dialogo della salute e altri dialoghi,
Sergio Campailla, Adelphi, Milano Poesie, Sergio Campailla, Adelphi, Milano, La
Persuasione e la Rettorica, Vladimiro Arangio-Ruiz, Formiggini, Genova, edizione
critica Sergio Campailla, Adelphi, Milano poi, con le Appendici critiche, ivi,).
Epistolario, Sergio Campailla, Adelphi, Milano nuova edizione riveduta e
ampliata, ivi, Parmenide ed Eraclito. Empedocle,
SE, Milano, L'anima ignuda nell'isola dei beati. Scritti su Platone, David
Micheletti, Diabasis, Reggio Emilia, Dialogo della salute. E altri scritti sul
senso dell'esistenza, a cura e con un saggio introduttivo di G. Brianese,
Mimesis, Milano, La melodia del giovane divino, Sergio Campailla, Adelphi,
Milano La persuasione e la rettorica,
edizione critica, A. Comincini, Joker. Michelstaedter-Winteler, Appunti per una
biografia di Carlo Michelstaedter
Michelstaedter si riferisce, nell'Epistolario, al bonno Isacco Samuele
Reggio, confondendolo con il padre di questo, Abram Vita Reggio S.Campailla, Il segreto di Nadia B.,
Marsilio, . Da articoli di cronaca americani dell'epoca, si apprende che il
suicidio avvenne con un colpo di pistola alla tempia destra. La persuasione e la rettorica35 La persuasione e la rettorica Poesie La persuasione e la rettorica C.
Magris, Un altro mare Il dialogo della salute,
63-64 Biografie e studi critici
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Michelstaedter e la cultura contemporanea, S. Campailla, Marsilio, Venezia,
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italiana di Carlo Michelstaedter, su Catalogo Vegetti della letteratura
fantastica, Fantascienza.com. Sito
dedicato a Michelstaedter, su michelstaedter.beniculturali. Carlo Raimondo
Michelstaedter. Carlo Michelstaedter. Michelstaedter. Keywords: l’implicatura
di Platone. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Michelstaedter: retorica e persuasione," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Michelstaedter” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702931681/in/photolist-2mLP3hz-2mLJWVr-2mLGKEB-2mKPR43-2mKkr3W-2mKhebo-2mKfQeg-2mKfn1Z
Grice e
Mieli – l’uccello del paradiso; overo, la lingua perduta del desiderio –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Grice: “Speranza has studied this; he
calls it ‘Dorothea Oxoniensis,’ and indeed it is a joint endeavour with C. R.
Stevenson – who *knows*!” -- «Spero che la lettura di questo libro favorisca la
liberazione del desiderio gay presso coloro che lo reprimono e aiuti quegli
omosessuali manifesti, che sono ancora schiavi del sentimento di colpevolezza
indotto dalla persecuzione sociale, a liberarsi della falsa colpa»
(Elementi di critica omosessuale. M Attivista e scrittore italiano, teorico
degli studi di genere. È considerato uno dei fondatori del movimento
omosessuale italiano, nonché uno tra i massimi teorici del pensiero nell'attivismo
omosessuale italiano. Legato al marxismo rivoluzionario, è noto soprattutto
come eponimo del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli e per il suo saggio
Elementi di critica omosessuale pubblicato nella sua prima edizione da Einaudi
nel 1977. Mario Mieli nacque a Milano nel 1952, penultimo dei sette figli
di Walter Mieli e di Liderica Salina. Il padre, ebreo e originario di
Alessandria d'Egitto, viveva a Milano dalla metà degli anni venti e aveva
fondato con successo un'azienda di filati, divenuta in seguito una delle più
importanti nella torcitura e nella lavorazione della seta. La madre, milanese,
era insegnante di lingue. Sposati dal 1936, durante la seconda guerra
mondiale i coniugi Mieli erano sfollati a Lora, frazione di Como. Mario crebbe
in questa cittadina, pur mantenendo forti legami con Milano dove il padre
continuava a lavorare e a risiedere. Il giovane Mario si stabilì
definitivamente nel capoluogo lombardo quando si iscrisse al liceo classico
Giuseppe Parini, raggiunto due anni dopo dalla sorella minore Paola, alla quale
fu sempre molto legato. Già in questi anni diede dimostrazione della sua viva
intelligenza e dichiarò la propria omosessualità. Secondo quanto testimoniato
dal compagno Milo De Angelis, nfondò un circolo di poesia che divenne anche un
luogo di incontro per omosessuali. Fu pienamente coinvolto nella contestazione
ed evocò questo periodo nel suo romanzo autobiografico Il risveglio dei
faraoni. A causa della sua miopia fu esonerato dal servizio militare alla
fine del liceo, si trasferì a Londra per perfezionare l'inglese, come già
avevano fatto altri suoi familiari. Qui frequentò il "Gay Liberation
Front" venendo a contatto con l'attivismo omosessuale nella sua fase più
intensa, subito dopo i moti di Stonewall. Tornato in Italia, fu, insieme ad
Angelo Pezzana, tra i soci fondatori del celebre Fuori! a Torino, prima
associazione italiana del movimento di liberazione omosessuale italiano.
Convinto assertore di una rivoluzione gay in chiave marxista, nel 1974 si
allontanò dal Fuori! insieme a tutta la cellula milanese dell'associazione
quando questa si legò al Partito Radicale. Nello stesso anno fondò a
Milano i Collettivi Omosessuali Milanesi e nel 1976 i Collettivi parteciparono
al Festival del proletariato giovanile di Parco Lambro, dove Mieli lanciò dal
palco lo slogan Lotta dura, Contronatura!. Si laureò in filosofia morale con
una tesi, poi pubblicata con modifiche, da Einaudi con il titolo di Elementi di
critica omosessuale e che divenne un fondamento delle teorie di genere in
Italia e, in misura minore, all'estero, venendo tradotto e pubblicato in
inglese nel 1980 con il titolo Homosexuality and liberation: elements of a gay
critique ed in spagnolo con il titolo Elementos de crítica homosexual
dall'editrice Anagrama. Elementi fu uno dei testi base dei collettivi autonomi
gay. Mieli fu uno dei primi a contestare apertamente le categorie di
genere vestendosi quasi sempre con abiti femminili. Nel frattempo si dedicava
al teatro, destando scandalo nella mentalità dell'epoca con opere come lo
spettacolo La Traviata Norma. Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì! Dava volutamente
scandalo anche per il modo in cui si presentava, utilizzò anche immagini e
ruoli per portare avanti la propria battaglia dei diritti individuali
inalienabili. Nel corso della sua esistenza, cercò di superare i limiti, fece
uso di droghe e si dette a pratiche sempre più estreme, inclusa la
coprofagia. Durante un viaggio a Londra, Mieli, vicino già
all'antipsichiatria, iniziò a interessarsi di psicoanalisi; ifu nuovamente
arrestato, quando, semi-nudo e in preda a una crisi psichica, fu fermato
nell'aeroporto di Heathrow, in cerca di un poliziotto con cui avere un rapporto
sessuale. Prima venne incarcerato, poi messo nella sezione psichiatrica del
Marlborough Day hospital, assistito dai familiari venuti dall'Italia in attesa
del processo. Venne ricondotto a Milano, dopo la condanna a pagare una
multa, e ricoverato in una clinica psichiatrica per un mese. Una volta dimesso,
su consiglio del suo psicoanalista Giovanni Carlo Zapparoli, i genitori gli
diedero un appartamento autonomo. L'anno seguente viaggiò ad Amsterdam e di
nuovo a Londra e si laureò con lode in filosofia. Poco dopo lasciò
l'appartamento che gli avevano trovato e interruppe la terapia psichiatrica.
Al V congresso del Fuori!, che sancì la sua rottura col movimento e con Angelo
Pezzana, Mieli prese la parola, si dichiarò transessuale e parlò della sua
esperienza di malattia mentale («sono stato definito uno schizofrenico
paranoide, sono stato in ospedale, in manicomio per questo motivo») e di
omosessualità. Dopo questo periodo si dedicò alla stesura degli Elementi di
critica omosessuale. Negli ultimi anni di vita si dedicò all'esoterismo e
all'alchimia, abbastanza isolato dal resto del movimento omosessuale, e
lavorando al romanzo Il risveglio dei faraoni. Morì suicida infilando la testa
nel forno della sua abitazione di Milano dopo un lungo periodo di depressione.
Tra i motivi del suo gesto estremo fu l'ostruzionismo che il padre, influente
industriale milanese, aveva fatto per impedire la pubblicazione della sua
ultima opera, Il risveglio dei faraoni, ritenendolo troppo autobiografico e
lesivo dell'onore famigliare. A lui è intitolato il Circolo di cultura
omosessuale Mario Mieli sorto a Roma nello stesso anno della morte. Il
pensiero Il transessualismo universale Il pensiero di Mario Mieli consiste nel
ritenere che ogni persona è potenzialmente transessuale se non fosse
condizionata, fin dall'infanzia, da un certo tipo di società che, attraverso quella
che Mieli chiamava "educastrazione", costringe a considerare
l'eterosessualità come "normalità" e tutto il resto come perversione.
Per transessualità, non intende quello che si intende oggi nella comune
accezione del termine, ma l'innata tendenza polimorfa e "perversa"
dell'uomo, caratterizzata da una pluralità delle tendenze dell'Eros e da
l'ermafroditismo originario e profondo di ogni individuo. La liberazione
omosessuale in chiave marxista fu tra i primi studiosi ed attivisti del
Movimento di Liberazione Omosessuale Italiano, accanto a Castellano,Consoli,
Modugno e Pezzana. Tutti partivano dalla
certezza che la liberazione dall'ancestrale omofobia dovesse fondarsi sulla
consapevolezza della propria identità, censurata fin dalla nascita dalla
cultura dominante, da loro ritenuta antropologicamente sessuofoba e
pervicacemente omofoba. Da queste basi partivano per abbattere la
discriminazione pluri-secolare nei confronti di chi non si identificava nella
sessualità assiomaticamente definita come naturale e normale. Abbracciò
immediatamente il marxismo, cercando di rimodularlo sulle istanze della lotta
di liberazione ed emancipazione omosessuale e ritenendo la società capitalista
intrinsecamente omofoba. Rilettura della psicanalisi Negli Elementi di
critica omosessuale, volle rielaborare alcuni degli spunti teorici della teoria
della sessualità di Freud, attraverso la lettura che, tra gli anni Cinquanta e
Sessanta, ne aveva fatto Marcuse.
Marcuse, infatti, in opere come “Eros e civiltà e L'uomo a una dimensione (1964),
aveva voluto fondere marxismo e psicanalisi. Fu proprio Freud, infatti, a
sostenere che l'orientamento sessuale poteva prendere qualsiasi
"direzione", riconducendo "eterosessualità" e
"omosessualità" a semplici varianti della sessualità umana in senso
lato. Una non escluderebbe l'altra, e anzi, in potenza, tutti saremmo
pluri-sessuali, "polimorfi" o, più semplicemente, bi-sessuali.
In base a questa riflessione, riteneva che si dovesse denunciare come assurda e
inconsistente l'opposizione ideologica "eterosessuale" vs
"omosessuale", essendo viziato il principio stesso di
"mono-sessualità". A questa prospettiva unilaterale, che riteneva
incapace di cogliere la natura ambivalente e dinamica della dimensione
sessuale, Mieli ha preferito opporre un principio di eros libero, molteplice e
polimorfo. Per Mieli era tragicamente ridicola «la stragrande maggioranza delle
persone, nelle loro divise mostruose da maschio o da "donna.” Se il
travestito appare ridicolo a chi lo incontra, tristemente ridicolissima è per
il travestito la nudità di chi gli rida in faccia». Tim Dean,
psicoanalista dell'Buffalo, che redasse l'appendice dell'edizione Feltrinelli
di Elementi di critica omosessuale, afferma: «Nel processo politico di
ristrutturazione della società, Mieli non esita a includere nel suo elenco di
esperienze redentive la pedofilia, la necrofilia e la coprofagia» e
«ridefinisce drasticamente il comunismo descrivendolo come riscoperta dei corpi
(...) In questa comunicazione alla Bataille di forme materiali, la corporeità
umana entra liberamente in relazioni egualitarie multiple con tutti gli esseri
della terra, inclusi "i bambini e i nuovi arrivati di ogni tipo, corpi
defunti, animali, piante, cose" annullando "democraticamente"
ogni differenza non solo tra gli esseri umani ma anche tra le specie». A
questa rivoluzione sociale sono di ostacolo determinati elementi, ritenuti da
Mieli come «pregiudizi di certa canaglia reazionaria» che, trasmessi con
l'educazione, hanno la colpa di «trasformare troppo precocemente il bambino in
adulto eterosessuale». Il tema della pedofilia Da provocatore dei
"benpensanti", quale è stato tutta la breve vita, facendo
esplicitamente riferimento a Freud, Mieli affrontò a modo suo anche il tema
della sessualità infantile, per questo andando incontro a forti critiche. I
bambini, secondo il pensiero di Mieli, potevano "liberarsi" dai
pregiudizi sociali e trovare la realizzazione della loro "perversità
poliforme" grazie ad adulti consapevoli di quanto sopra asserito: «Noi
checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l'Edipo, o il
futuro Edipo, bensì l'essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo
amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia
di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante
che profondono, possiamo fare l'amore con loro. Per questo la pederastia è
tanto duramente condannata. Essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la
società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul
suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe
il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che
l’introduzione mortifera all’ergastolo di una «vita» latente. La pederastia,
invece, «è una freccia di libidine scagliata verso il feto» (Francesco
Ascoli)» (Elementi di critica omosessuale). Nella nota 88 si legge:
«Per pederastia intendo il desiderio erotico degli adulti per i bambini (di
entrambi i sessi) e i rapporti sessuali tra adulti e bambini. Pederastia (in
senso proprio) e pedofilia vengono comunemente usati come sinonimi» (Elementi
di critica omosessuale). Il tema dell'alterazione psichica, della follia Mieli
faceva uso di sostanze stupefacenti, attraverso le quali mirava a superare lo
stato di normalità in cui riteneva le persone intrappolate. Riteneva che
nevrosi, follia, paranoia, delirio e, soprattutto, la schizofrenia, al pari
dell'omosessualità fossero caratteristiche latenti in tutti gli esseri umani e,
con riferimento a Jung, che tali condizioni permettessero «la (ri)scoperta di
quella parte di noi che Jung definirebbe “Anima” oppure “Animus”». In
riferimento all'omosessualità, considerava che potesse essere una porta verso
il lato inesplorato della personalità, in analogia con la follia: “La paura
dell’omosessualità che distingue l’homo normalis è anche terrore della “follia”
(terrore di se stesso, del proprio profondo). Così, la liberazione omosessuale
si pone davvero come ponte verso una dimensione decisamente altra: i francesi,
che chiamano folles le checche, non esagerano». Opere: “Comune futura,”
“Elementi di critica omosessuale, Einaudi, Torino, Elementi di critica
omosessuale, Gianni Rossi Barilli e Paola Mieli, Feltrinelli, Milano, Elementi di critica omosessuale, Gianni Rossi
Barilli e Paola Mieli, Feltrinelli, Milano, “Il risveglio dei faraoni,”
preservato da Marc de' Pasquali e Umberto Pasti, Cooperativa Colibri, Milano,
“Il risveglio dei faraoni,” Alfonso Sarrio Solidago, dR Edizioni, Milano, “Oro, eros e armonia,” Gianpaolo Silvestri e
Antonio Veneziani, Edizioni Croce, Oro, eros e armonia, Gianpaolo Silvestri e
Antonio Veneziani, Edizioni Croce, “E
adesso,” Silvia De Laude, Edizioni Clichy,
Teatro La Traviata Norma. Ovvero: Vaffanculo... ebbene sì!, Film “Gli
anni amari, regia di Andrea Adriatico.. Note
Tommaso Giartosio, Perché non possiamo non dirci: letteratura,
omosessualità, mondo, Feltrinelli Editore,
Gianni Rossi Barilli, Il movimento gay in Italia, Feltrinelli Editore,
L. Schettini, Mario Mieli, in Dizionario biografico degli italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .Mario Mieli, Ideologia. Progetto
omosessuale rivoluzionario, in Elementi di critica omosessuale MIELI,
Mario di Laura SchettiniDizionario Biografico degli Italiani, in Treccani, Trascrizione
del suo intervento in congresso nazionale del “Fuori!”, in Fuori!
rancobuffoni/files/pdf/gp_leonardi_mieli.pdf
Mieli, artista contro la violenza, in La Stampa, 16 marzo Elementi di critica omosessuale, Einaudi,
Mario Mieli. Elementi di critica omosessuale. Milano, Einaudi, Mario Mieli,
estremo e dimenticato. Storia di un intellettuale provocatore., in Treccani Il
tascabile, Mieli, Mario., Mieli, Paola. e Rossi Barilli, Gianni., Elementi di
critica omosessuale Il risveglio dei Faraoni, in Alfonso Sarrio Solidago ,
PRIDE, Milano, dR Edizioni, Silvestri, Gianpaolo, L'ultimo Mario Mieli : Oro
Eros Armonia : contributi di Ivan Cattaneo e Antonio Veneziani, 2 ed. riveduta
e corretta, Libreria Croce, De Laude, Silvia,, Mario Mieli : e adesso, Angelo Pezzana . La politica del corpo. Roma,
Savelli, Elio Modugno. La mistificazione eterosessuale. Milano, Kaos. Stefano
Casi. L'omosessualità e il suo doppio: il teatro di Mario Mieli. Rivista di
sessuologia (numero speciale L'omosessualità fra identità e desiderio,Francesco
Gnerre. L'eroe negato. Milano, Baldini e Castoldi, Marco Philopat, Lumi di
punk: la scena italiana raccontata dai protagonisti, Milano, Agenzia, Concetta
D'Angeli, Teatro Talento Tenacia... Mario Mieli, in "Atti&Sipari"
Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli Fuori! Marc de' Pasquali Movimento
di liberazione omosessuale Omosessualità Queer Storia dell'omosessualità in
Italia Studi di genere Teoria queer Transessualismo Altri progetti Collabora a
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era Mario Mieli (articolo sul gay.tv),
su gay.tv Circolo di cultura omosessuale "Mario Mieli", su
mariomieli.org. Keywords: l’uccello del paradiso; overo, la lingua perduta del
desiderio. Refs. Luigi Speranza, “Grice e Mieli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703242528/in/photolist-2mLQCG1-2mLK5uQ
Grice e Miglio – implicatura ligure
– filosofia italiana – Luigi Speranza (Como). Filosofo. Grice:
“Berlin, who thought was a philosopher, ended up lecturing on the history of
ideas, i. .e. ideology – Miglio defines ideology so simply that would put
Berlin to shame: an ideology is what politicians propagate to reach or buy
consensus!” -- essential Italian
philosopher. Sostenitore della trasformazione dello Stato italiano in senso
federale o, addirittura, confederale, fra gli anni ottanta e i novanta è
considerato l'ideologo della Lega Lombarda, in rappresentanza della quale fu
anche senatore, prima di "rompere" con Umberto Bossi dando vita alla
breve stagione del Partito Federalista. Polo scolastico
"Gianfranco Miglio" ad Adro. Costituzionalista e scienziato della
politica, fu senatore della Repubblica Italiana nella XI, XII e XIII
legislatura. Ha insegnato presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore
di Milano, ove fu preside della Facoltà di Scienze politiche dal 1959 al 1989.
È stato allievo di Alessandro Passerin d'Entrèves e Giorgio Balladore Pallieri,
sotto la cui docenza si è formato sui classici del pensiero giuridico e
politologico. Colpito da ictusnon si riprese e morì ottantatreenne nella
sua stessa città natale, Como, circa un anno dopo. Il funerale si tenne a
Domaso, sul Lago di Como, comune d'origine del padre e sede di una villa nella
quale il professore si rifugiava spesso; in seguito Miglio è stato tumulato nel
locale cimitero, a fianco dei membri della sua famiglia. Laureatosi
in Giurisprudenza all'Università Cattolica con la tesi, “Origini e i primi
sviluppi delle dottrine giuridiche internazionali pubbliche nell'età moderna”, evitò
l'arruolamento per la Seconda guerra mondiale a causa di un difetto uditivo
congenito, e poté divenire assistente volontario alla cattedra di Storia delle
dottrine politiche, che d'Entreves tenne sino alla fine degli anni quaranta
nella medesima università. Libero docente, si dedicò negli anni cinquanta
allo studio delle opere di storici e giuristi, soprattutto tedeschi: dai
quattro volumi del Deutsche Genossenschaftsrecht di Otto Von Gierke, ai saggi
di storia amministrativa di Otto Hintze, alcuni dei quali, negli anni seguenti,
vennero tradotti in italiano dal suo allievo e ferrato germanista Schiera (O. Hintze, Stato e società,
Zanichelli). Fu di quegli anni l'incontro di Miglio con l'immensa
produzione scientifica di Weber: il professore comasco fu uno dei primi ad aver
studiato a fondo “Economia e Società”, l'opera più importante del sociologo
tedesco che era stata completamente trascurata in Italia. Sviluppo del
lavoro scientifico Miglio storico dell'amministrazione Alla fine degli anni
cinquanta, Miglio fondò con il giurista Feliciano Benvenuti l'ISAP Milano
(Istituto per la Scienza dell'Amministrazione Pubblica), ente pubblico
partecipato da Comune e Provincia di Milano, di cui ricopri per alcuni anni la
carica di vicedirettore. In un saggio memorabile intitolato Le origini della
scienza dell'amministrazione, il professore comasco descriveva con elegante
chiarezza le radici storiche della disciplina. L'interesse per il campo
dell'amministrazione era dovuto in quegli anni alle politiche pianificatrici
che gli stati andavano conducendo per l'incremento della crescita
economica. La Fondazione italiana per la storia amministrativa Ben presto
Miglio sentì tuttavia l'esigenza di studiare in modo più sistematico la storia
dei poteri pubblici europei e, negli anni sessanta, costituì la Fondazione
italiana per la storia amministrativa: un istituto le cui ricerche vennero condotte
con rigoroso metodo scientifico. A tal proposito, il professore aveva
appositamente preparato per i collaboratori della fondazione uno schema di
istruzioni divenuto famoso per chiarezza e organicità. In realtà, fondando la
F.I.S.A. Miglio si era posto l'ambizioso obiettivo di scrivere una storia
costituzionale che prendesse in esame le amministrazioni pubbliche
esistite in luoghi e tempi diversi: in tal modo egli sarebbe riuscito a
tracciare una vera e propria tipologia delle istituzioni dal medioevo all'età
contemporanea, al cui interno sarebbero stati indicati i tratti distintivi o,
viceversa, gli elementi comuni di ogni potere pubblico. Ma v'era un'altra
ragione che aveva indotto Miglio a studiare i poteri pubblici in un'ottica,
come scriveva lui stesso, analogico-comparativa. Servendosi di un metodo
scientifico che Hintze aveva parzialmente seguito nella prima metà del
Novecento, il professore comasco intendeva definire l'evoluzione storica dello
stato moderno, storicizzando in tal modo le stesse istituzioni contemporanee.
La fondazione pubblicava tre collezioni: gli Acta italica, l'Archivio (diviso
in due collane: la prima riguardante ricerche e opere strumentali, la seconda
dedicata alle opere dei maggiori storici dell'amministrazione) e gli Annali.
Tra i più autorevoli lavori storici pubblicati nell'Archivio, si ricordano il
volume sui comuni italiani di Goetz e il famoso saggio di Vaccari sulla
territorialità del contado medievale. Nella prima serie alcuni giovani studiosi
poterono invece pubblicare le loro ricerche di storia delle istituzioni:
Gabriella Rossetti, allieva dello storico Cinzio Violante, vi diede alle stampe
un approfondito studio sulla società e sulle istituzioni nella Cologno Monzese
dell'Alto Medioevo; Adriana Petracchi pubblicò la prima parte di
un'interessante ricerca sullo sviluppo storico dell'istituto dell'intendente
nella Francia dell'ancien régime; occorre inoltre ricordare il poderoso volume
di Pierangelo Schiera sul cameralismo tedesco e sull'assolutismo nei maggiori
stati germanici. Su tutt'altro piano si poneva invece la collezione della
F.I.S.A. denominata Acta italica: al suo interno dovevano essere pubblicati i
documenti relativi all'amministrazione pubblica degli stati italiani
preunitari: è probabile che l'ispirazione per quest'ultima serie fosse
venuta a Miglio dallo studio delle opere di Hintze: verso la fine del XIX
secolo, lo storico tedesco aveva infatti scritto alcuni saggi
sull'amministrazione prussiana pubblicandoli negli Acta borussica,
un'autorevole collana che raccoglieva le fonti storiche dello stato degli
Hohenzollern. L'edizione dei lavori della commissione Giulini Tra i
volumi degli Acta italica, occorre ricordare l'edizione dei lavori della
Commissione Giulini curata da Nicola Raponi nel 1962, uno studio cui Miglio
tenne molto e di cui si servì, molti anni dopo, per la stesura del celebre
saggio su “Vocazione e destino dei lombardi” (in La Lombardia moderna, Electa, ripubblicato in
Miglio, Io, Bossi e la Lega, Mondadori). La commissionei cui lavori avevano
avuto luogo a Torino sotto la presidenza del nobile milanese Cesare Giulini
della Portaaveva il compito di elaborare progetti di legge che sarebbero
entrati in vigore in Lombardia nel periodo immediatamente successivo alla
guerra. Cavour, che in quegli anni ricopriva la carica di primo ministro,
voleva che il governo, nel sancire l'annessione dei nuovi territori al Piemonte
di Vittorio Emanuele, mantenesse separati gli ordinamenti amministrativi delle
due regioni, lasciando che in Lombardia continuassero a sussistere una parte
delle istituzioni austriache esistenti. Il saggio Le contraddizioni dello
stato unitario Nel saggio magistrale Le contraddizioni dello stato unitario scritto
in occasione del convegno per il centenario delle leggi di unificazione, Miglio
prese in esame gli effetti devastanti che l'accentramento amministrativo aveva
provocato nel sistema politico italiano. La classe politica italiana non fu
capace di elaborare un ordinamento amministrativo che consentisse allo stato di
governare adeguatamente un territorio esteso dalle Alpi alla Sicilia.
Ricorrendo a una felice similitudine, il professore scrisse che la scelta di
estendere le norme piemontesi a tutta Italia fu come "far indossare a un
gigante il vestito di un nano". Secondo Miglio, i nostri "padri della
patria", spaventati dalle annessioni a cascata e dalle circostanze
fortunose in cui era avvenuta l'unificazione, preferirono conservare
ottusamente gli istituti piemontesi, costringendo la stragrande maggioranza degli
italiani ad essere governati da istituzioni che, oltre ad essere percepite come
"straniere", si rivelarono palesemente inefficienti. Nel
saggio, Miglio aveva però messo in luce un altro dato fondamentale; il
professore scrisse che il paese, quantunque fosse stato formalmente unito dalle
norme piemontesi, continuò nei fatti a restare diviso ancora per molti anni: le
leggi, che il Parlamento emanava dalle Alpi alla Sicilia, venivano infatti
interpretate in cento modi diversi nelle regioni storiche in cui il Paese continuava,
nonostante tutto, ad essere naturalmente articolato. Era il federalismo che,
negato alla radice dalla classe politica liberal-nazionale in nome dell'unità,
si prendeva ora la rivincita traducendosi in forme evidenti di
"criptofederalismo".[senza fonte] Sono inoltre fondamentali,
nella sua formazione i saggi di Brunner. Di Brunner fa tradurre svariati saggi,
“Per una nuova storia costituzionale e sociale” (Vita e Pensiero), ma promosse
anche la pubblicazione dell'opera monumentale Land und Herrschaft: in questo
lavorouscito per la prima volta Brunner aveva preso in esame la costituzione
materiale degli ordinamenti medievali, ponendo in evidenza i numerosi elementi
di diversità tra la civiltà dell'età di mezzo e quella moderna, soprattutto nel
modo di concepire il diritto. La traduzione di Land und Herrschaft,
affidata inizialmente alle cure di Emilio Bussi, sarebbe dovuta comparire
nell'elegante collana della F.I.S.A. già negli anni sessanta. Interrotto negli
anni seguenti, il lavoro venne invece portato a compimento solo nei primi anni
ottanta dagli allievi Pierangelo Schiera e Giuliana Nobili. Pubblicato da
Giuffré con il titolo di "Terra e potere", il capolavoro di Brunner
apparve negli Arcana imperii, la collana di scienza della politica di cui
Miglio era divenuto direttore nei primi anni Ottanta. Il professore comasco si
occupò inoltre dei contributi recati alla scienza dell'amministrazione da parte
di altri due storici e giuristi tedeschi: Lorenz Von Stein e Rudolf
Gneist. La chiusura della FISA Negli anni Settanta la F.I.S.A. dovette
chiudere i battenti per mancanza di fondi. Il professor Miglio, ricordando
a distanza di tempo la fine di quell'autorevole collana di storia delle
istituzioni, ne espose le ragioni con un breve commento: "Malgrado la sua
efficienza, la F.I.S.A. ebbe vita breve: gli enti che provvedevano al suo
finanziamento, non scorgendo l'utilità "politica" immediata della sua
attività, strinsero i cordoni della borsa". Miglio scienziato della
politica e costituzionalista Negli anni ottanta, il degenerarsi del clima
politico in Italia indusse il professor Miglio ad occuparsi di riforme
istituzionali; egli intendeva contribuire in tal modo alla modernizzazione del
paese. Fu così che, raggruppando un gruppo di esperti di diritto costituzionale
e amministrativo stese un organico progetto di riforma limitato alla seconda
parte della costituzione. Ne uscirono due volumi che, pubblicati nella collana
Arcana imperii, vennero completamente trascurati dalla classe politica
democristiana e socialista. Tra le proposte più interessanti avanzate dal
"Gruppo di Milano"così venne definito il pool di professori
coordinati da Migliov'era il rafforzamento del governo guidato da un primo
ministro dotato di maggiori poteri, la fine del bicameralismo perfetto con
l'istituzione di un senato delle regioni sul modello del Bundesrat tedesco, ed
infine l'elezione diretta del primo ministro da tenersi contemporaneamente a
quella per la camera dei deputati. Secondo il gruppo di Milano, queste e
numerose altre riforme avrebbero garantito all'Italia una maggiore stabilità
politica, cancellando lo strapotere dei partiti e salvaguardando la separazione
dei poteri propria di uno stato di diritto. Diversamente dalla F.I.S.A., la
collana Arcana imperii era incentrata esclusivamente sullo studio scientifico
dei comportamenti politici. Il citato volume di Brunner costituì pertanto
un'eccezione perché, come si è avuto modo di accennare, esso doveva essere
pubblicato negli eleganti volumi della F.I.S.A. già negli anni sessanta.
All'interno della collana Arcana imperii vennero invece inseriti saggi e
contributi di psicologia politica, di etologia, di teoria politica, di
economia, di sociologia e di storia. Intende costituire un vero e proprio
laboratorio dove lo scienziato della politica, servendosi dei risultati portati
alla disciplina dalle diverse scienze sperimentali, e in grado di conseguire
una formazione che si ponesse all'avanguardia. Vi vennero pubblicati più di
trenta saggi. Si ricordano, tra gli altri: il saggio di L. Ornaghi sulla
dottrina della corporazione nel ventennio fascista, l'edizione degli scritti
schmittiani su Hobbes, la pubblicazione interrotta
di alcune opere di Stein, il trattato di diritto costituzionale di Smend. Degni
di nota anche i saggi di Mises e Hayek. I saggi di squisita fattura, non
poterono tuttavia eguagliare l'elegante veste tipografica di quelli pubblicati
dalla F.I.S.A., ed un identico destino parve accomunare le due collane: anche
in questo caso, e infatti costretto a sospendere le pubblicazioni. Alla
sua formazione contribuirono i saggi di Stein e Schmitt sulle categorie del
politico. In ogni comunità sono presenti due realtà irriducibili: lo “stato” e
la “società”. La società è il terreno della libera iniziativa, ove gli uomini
forti vincono sui deboli e tentano di stabilizzare le loro posizioni attraverso
l'ordinamento giuridico. Lo stato è invece il luogo ove regna il principio di
uguaglianza. Lo stato italiano o non può che identificarsi con la monarchia. Il
re d’Italia è infatti l'unica autorità in grado di intervenire a sostegno dei
più deboli. Un monarca, attraverso il potere di ordinanza, e in grado di
modificare la costituzioni giuridiche cetuali all'interno del suo territorio,
una politica che il re d’Italia puo condurre in porto non senza grosse
difficoltà, a vantaggio del BENE COMUNE. Questo e accaduto nel granducato di
Toscana e in Lombardia. Quando si sostene che il ruolo dello stato italiano
dove “contro-bilanciare” quello della “società”, si ha in mente il riformismo
illuminato. Ma la sua filosofia si pone all'interno di uno “stato liberale” e
parte dal presupposto che la monarchia, lungi dall'essere un potere assoluto,
dove comunque fare i conti con il potere della “società” attestato nel
parlamento. La omunità prospera solo quando “stato” e “società” sono in
equilibrio, ugualmente vitali ed operanti. Una comunità e dominata da due
realtà irriducibili. Lo stato italiano è una realtà storica inserita nel tempo
e, come tutte le creature e specie viventi, destinata a decadere, a scomparire
ed essere sostituita da altre forme di aggregazione politica. La società non e
solo economico-giuridica. E senza dubbio decisivo l'incontro con Schmitt, i cui
saggi sono trascurate dagli intellettuali italiani. L'aiuto che Schmitt presta
al regime hitleriano, in particolare nel sostenere la legalità delle leggi
razziali in un sistema di diritto internazionale, sono più che sufficienti per
oscurare in Italia la sua imponente produzione. I rapporti di Schmitt con il
nazismo sono di breve durata. Prende definitivamente le distanze da Hitler. Di
Schmitt apprezza i saggi di scienza politica e di diritto internazionale. Cura
assieme a Schiera l'edizione italiana di alcuni saggi pubblicati dal Mulino con
il titolo “Le categorie del politico”. Nella prefazione, si sofferma sui
decisivi contributi portati da Schmitt alla scienza politologica.
L'antologia desta scalpore nel mondo accademico. Bobbio sostenne che
destabilizza la sinistra italiana". È dall'incontro con la produzione di
Schmitt che riusce quindi a fabbricarsi gli strumenti per costruire una parte
importante del suo modello sociologico. L’essenza del politico è fondata sul conflitto
tra amico e nemico. E uno scontro all'ultimo sangue perché la guerra politica
porta normalmente all'eliminazione fisica dell'avversario. L’esempio più
emblematico di scontro politico fosse la guerra civile nella storia dell aroma
antica -- tra fazioni partigiane. Qui il tasso di conflittualità tra amico
(Catone) e nemico (Giulio Cesare) è sempre stato altissimo. Chi ha lo stesso
amico non può che avere lo stessi nemico del proprio compagno di lotta. Si crea
la solidarietà tra due membri (un gruppo) che è decisivo nella guerra
contro l’altro gruppo di nemici. Il rapporto politico è sempre esclusivo. Marca
l'identità del gruppo in opposizione a quella degli altri. L’avvento dello
stato italiano portato a due risultati di eccezionale portata storica. Primo:
la fine della guerre civile all'interno del territorio (le faide e le guerre confessionali)
con l'annientamento del ruolo politico detenuto sino a quel momento dalle
fazioni in lotta (dai partiti confessionali ai ceti). Da quel momento il
sovrano e il supremo garante dell'ordine all'interno dello stato, territorio
sempre più esteso ch'esso governa servendosi di un apparato amministrativo
regolato dal diritto. Il secondo grande risultato e per certi versi una
conseguenza del primo: l'avvento dello stato porta all'erezione di un sistema
di diritto pubblico europeo (ius publicum europeum) assolutamente vincolante
per i paesi che vi aderirono. Anche in questo caso, il tasso di politicità
(cioè l'aggressività delle parti in lotta, gli stati) venne fortemente
limitato. La guerra legittima, intraprese solo dagli stati, vennero condotte da
quel momento in base alle regole dello ius publicum europaeum. Si tratta quindi
di un conflitto a basso tasso di politicità, non foss'altro perché la vittoria
di una delle parti in lotta non puo portare in alcun modo all'annientamento
dell'avversario, il cui diritto di esistenza era tutelato dal diritto e
accettato da tutti gli stati. La crisi dello ius publicum europaeum,
divenuta palese alla fine della Grande Guerrae acuitasi ulteriormente con lo
scoppio delle guerre partigiane nei decenni successivi, resero palese a lui la
fine della regle de droit su cui si e fondato l'universo giuridico occidentale
nei rapporti internazionali tra stati sovrani. La guerra civile e, in modo
particolare, l'estrema politicizzazione avvenuta durante le guerre mondiali con
la criminalizzazione degli avversari lo persuasero che la fine dello ius
publicum europaeum era ormai compiuta. In questo, vide soprattutto il
fallimento della civiltà giuridica occidentale nel suo supremo tentativo di
fondare i rapporti umani unicamente sulle basi del diritto. Prende atto
della fine dello ius publicum europaeum ma non crede che tale processo segna la
fine del diritto e la vittoria definitiva delle leggi aggressive della
politica. Fondando il suo originale modello sociologico, sostenne che la
comunità e sempre rette su due tipi di rapporti: l'obbligazione politica e il
contratto-scambio. Lo stato e un autentico capolavoro perché, apportando un
contributo decisivo alla sua costituzione, il giurista e riuscioi a regolare la
politica inserendola in una norma fondata sulla RAZIONALITA del diritto,
sull'IM-PERSONALINTA del comando e sui concetti di CON-TRATTO e rappresentanza
-- elementi appartenenti alla sfera del contratto/scambio. Il crollo dello
ius publicum europeum ha però messo in crisi la stessa impalcatura su cui si
regge lo stato, che ora dimostra tutta la sua storicità. Non rimane legato
all'idea dell'organizzazione statale. La civiltà occidentale, stesse
attraversando una fase di transizione al termine della quale lo stato e probabilmente
sostituito da altre forme di comunità ove obbligazione politica e
contratto/scambio si reggeranno in un nuovo equilibrio. Lo stato e e giunto al
capolinea. Il progresso tecnologico e, in modo particolare, il più alto livello
di ricchezza cui erano giunti i paesi occidentali lo convinsero che negli anni
successivi sono avvenuti cambiamenti di portata radicale, tali da coinvolgere
anche la costituzione degli ordinamenti politici. Lo stato ha difficoltà nel
garantire servizi efficienti alla popolazione. Ciascun cittadino, vedendo
accresciuto il proprio tenore di vita in forza dell'economia di mercato,
sarà infatti portato ad avere sempre meno fiducia nei lenti meccanismi della
burocrazia pubblica, ch'egli riterrà inadeguata a soddisfare i suoi standard di
vita. L'elevata produttività dei paesi avanzati e la vittoria definitiva
dell'economia di mercato su quella pubblica porterà in altri termini a nuove
forme di aggregazione politica al cui interno i cittadini saranno desti contare
in misura molto maggiore rispetto a quanto non lo siano oggi nei vasti stati in
cui si trovano inseriti. Secondo il professore gli stati democratici, ancora
fondati su istituti rappresentativi risalenti all'Ottocento, non riusciranno
più a provvedere agli interessi della civiltà tecnologica del secolo XXI. Con
il crollo del muro di Berlino e la fine della guerra fredda, si creano in altri
termini le premesse perché la politica cessi di ricoprire un ruolo primario
nelle comunità umane e venga invece subordinata agli interessi concreti dei
cittadini, legati alla logica di mercato. La fine degli stati moderni
porterà secondo Miglio alla costituzione di comunità neofederali dominate non
più dal rapporto politico di comando-obbedienza, bensì da quello mercantile del
contratto e della mediazione continua tra centri di potere diversi: sono i
nuovi gruppi in cui sarà articolato il mondo di domani, corporazioni dotate di
potere politico ed economico al cui interno saranno inseriti gruppi di
cittadini accomunati dagli stessi interessi. Secondo il professore, il mondo
sarà costituito da una società pluricentrica, ove le associazioni territoriali
e categoriali vedranno riconosciuto giuridicamente il loro peso politico non
diversamente da quanto avveniva nel medioevo. Di qui l'appello a riscoprire i
sistemi politici anteriori allo stato, a riscoprire quel variegato mosaico
medievale costituito dai diritti dei ceti, delle corporazioni e, in particolar
modo, delle libere città germaniche. Il professore studiò a fondo gli
antichi sistemi federali esistiti tra il medioevo e l'età moderna: le
repubbliche urbane dell'Europa germanica tra il XII e il XIII secolo, gli
ordinamenti elvetici d'antico regime, la Repubblica delle Province Unite e, da
ultimo, gli Stati Uniti. Ai suoi occhi, il punto di forza risiedeva
precisamente nel ruolo che quei poteri pubblici avevano saputo riconoscere alla
società nelle sue articolazioni corporative e territoriali. Miglio dedicò i
suoi ultimi anni allo studio approfondito di questi temi, progettando di
scrivere un volume intitolato l'Europa degli Stati contro l'Europa delle città.
Il libro è rimasto incompiuto per la morte del professore. L'impegno
politico diretto e il federalism. S iscrisse alla neonata Democrazia Cristiana,
che lascia quando divenne preside della Facoltà di Scienze politiche
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Miglio rimase comunque
legato culturalmente alla DC fnell'immediato domani della Liberazione, fu tra i
fondatori, a Como, del movimento federalista “Il Cisalpino”, con altri docenti
dell'Università Cattolica di Milano. Ispirato alle idee di Carlo Cattaneo, il
programma del “Cisalpino” prevedeva la suddivisione del territorio italiano su
base cantonale, secondo il modello svizzero, con la costituzione di tre grandi
macro-regioni (“nord”, “sud” e “centro”). Il suo nome e proposto per il
conferimento del titolo di Commendatore dell'Ordine al Merito della Repubblica
Italiana, ma una volta informato del fatto rifiuta di accettare l'onorificenza,
che venne annullata con un successivo decreto presidenziale. Si avvicina alla
Lega Nord. Eletto al Senato della Repubblica come indipendente nelle liste
della “lega nord” “lega lombarda” (da allora a lui fu attribuito l'appellativo
lombardo di Profesùr) lavora per il partito con l'intento di farne un'autentica
forza di cambiamento. Elabora un progetto di riforma federale fondato sul
ruolo costituzionale assegnato all'autorità federale e a quella delle tre macro-regioni
o cantoni (del Nord o, “Padania”, del Centro o Etruria, del Sud o Mediterranea,
oltre alle cinque regioni a statuto speciale). Questa architettura
costituzionale prevedeva l'elezione di un governo direttoriale composto dai
governatori delle tre macroregioni, da un rappresentante delle cinque regioni a
statuto speciale e dal presidente federale. Quest'ultimo, eletto da tutti i
cittadini in due tornate elettorali, avrebbe rappresentato l'unità del
paese. I puntisalienti del progetto, esposti nel decalogo di Assago vennero
fatti propri dalla Lega Nord solo marginalmente: il segretario federale,
Umberto Bossi, preferì infatti seguire una politica di contrattazione con
lo stato centrale che mirasse al rafforzamento delle autonomie regionali.
Il dissenso di Miglio, iniziato al congresso leghista di Assago, si acuì dopo
le elezioni politiche, dove fu rieletto al Senato, quando il professore si
disse non d'accordo sia ad allearsi con Forza Italia, sia a entrare nel primo
governo Berlusconi. Soprattutto Miglio non gradì che per il ruolo di ministro
delle Riforme istituzionali fosse stato scelto Francesco Speroni al suo
posto. Bossi reagì spiegando: «Capisco che Miglio sia rimasto un po'
irritato perché non è diventato ministro, ma non si può dire che non abbiamo
difeso la sua candidatura. Il punto è che era molto difficile sostenerla,
perché c'era la pregiudiziale di Berlusconi e di Fini contro di lui. Di fatto,
il ministero per le Riforme istituzionali a lui non lo davano. (Se Miglio vorrà
lasciare la strada della Lega, libero di farlo. Ma vorrei ricordargli che è
arrivato alla Lega nel '90 e che, a quell'epoca, il movimento aveva già
raggranellato un sacco di consiglieri regionali». In conclusione per Bossi,
Miglio «pare che ponga solo un problema di poltrone e la difesa del federalismo
non è questione di poltrone». In aperto dissidio con Bossi, lascia la Lega Nord
dicendo di Bossi. Spero proprio di non rivederlo più. Per Bossi il federalismo
è stato strumentale alla conquista e al mantenimento del potere. L'ultimo suo
exploit è stato di essere riuscito a strappare a Berlusconi cinque ministri.
Tornerò solo nel giorno in cui Bossi non sarà più segretario». Nonostante
ciò, moltissimi militanti e sostenitori leghisti continuarono a provare grande
simpatia e ammirazione per il professore e per le sue teorie. Alcuni dirigenti
della Lega tennero comunque vivo il dialogo con Miglio, in particolar modo
Giancarlo Pagliarini, Francesco Speroni e il presidente della Libera compagnia
padana Gilberto Oneto, al quale il professore era particolarmente legato. In
particolare Miglio fu in stretti rapporti con l'ex deputato leghista Luigi
Negri, col quale fondò il Partito Federalista. Eletto ancora una volta al
Senato, nel collegio di Como per il Polo per le Libertà, iscrivendosi al gruppo
misto. Negli anni in cui la Lega si spostò su posizioni indipendentiste,
il professore si riavvicinò alla linea del partito, sostenendo a più riprese la
piena legittimità del diritto di secessione della Padania dall'Italia come
sottospecie del più antico diritto di resistenza medievale. Miglio e la
mafia Nella sua originale riflessione sul contrasto tra i regimi giuridici
"freddi" e "caldi" Miglio sostenne la necessità di
sviluppare, all'interno delle diverse società e culture, ordini giuridici in
grado di rispondere alle specifiche esigenze. In maniera provocatoria, egli
giunse a dichiararsi favorevole al «mantenimento anche della mafia e della
'ndrangheta. Il Sud deve darsi uno statuto poggiante sulla personalità del
comando. Che cos'è la mafia? Potere personale, spinto fino al delitto. Io non
voglio ridurre il Meridione al modello europeo, sarebbe un'assurdità. C'è anche
un clientelismo buono che determina crescita economica. Insomma, bisogna
partire dal concetto che alcune manifestazioni tipiche del Sud hanno bisogno di
essere costituzionalizzate». La sua riflessione puntava a cogliere quali
fossero le ragioni profonde alla base di mafia, camorra e 'ndrangheta (insieme
a ciò che genera il consenso attorno a queste organizzazioni criminali), perché
solo istituzioni che sono in sintonia con la comunitànel caso specifico, che
non dimentichino la centralità del rapporto personale piuttosto che impersonale
nella società meridionalepossono creare una vera alternativa al
presente. Altre saggi: “La controversia sui limiti del commercio neutrale:
ricerche sulla genesi dell'indirizzo positivo nella scienza del diritto delle
genti,” Milano, Ispi, “La crisi dell'universalismo politico medioevale e la
formazione ideologica del particolarismo statuale moderno,” in: "Pubbl.
Fac. giurispr. Univ. Padova", “La struttura ideologica della monarchia
greca arcaica ed il concetto "patrimoniale" dello Stato nell'eta
antica, in: "Jus. Rivista di scienze giuridiche", “Le origini della
scienza dell'amministrazione, Milano, Giuffrè,
“L'unità fondamentale di svolgimento dell'esperienza politica
occidentale, in: "Rivista internazionale di scienze sociali", “I
cattolici di fronte all'unità d'Italia, in: "Vita e pensiero",
“L'amministrazione nella dinamica storica, in: Istituto per la Scienza
dell'Amministrazione Pubblica, Storia Amministrazione Costituzione, Bologna, Il
Mulino, Le trasformazioni dell'attuale regime politico, in: "Jus. Rivista
di scienze giuridiche", “ Il ruolo del partito nella trasformazione del
tipo di ordinamento politico vigente. Il punto di vista della scienza della
politica, Milano, La nuova Europa editrice, L'unificazione amministrativa e i
suoi protagonisti, Vicenza, Neri Pozza, La trasformazione delle università e
l'iniziativa privata, in: Atti del I Convegno su: Università: problemi e proposte,
promosso dal Rotary Club di Milano-Centro Una Costituzione in "corto
circuito", in: "Prospettive nel mondo", Ricominciare dalla
montagna. Tre rapporti sul governo dell'area alpina nell'avanzata eta
industriale, Milano, Giuffrè, La
Valtellina. Un modello possibile di integrazione economica e sociale, Sondrio,
Banca Piccolo Credito Valtellinese, Utopia e realtà della Costituzione, in
"Prospettive del mondo", Posizione del problema. Ciclo storico e
innovazione scientifico-tecnologica. Il caso della tarda antichità, in
Tecnologia, economia e società nel mondo romano. Atti del Convegno di Como,
Como, Genesi e trasformazioni del termine-concetto Stato, in Stato e senso
dello Stato oggi in Italia. Atti del Corso di aggiornamento culturale
dell'Università cattolica, Pescara, Milano, Vita e pensiero, Guerra, pace,
diritto. Una ipotesi generale sulle regolarità del ciclo politico, in: Umberto
Curi , Della guerra, Venezia, Arsenale, Una repubblica migliore per gli
italiani. Verso una nuova costituzione, Milano, Giuffrè, Le contraddizioni interne del sistema
parlamentare-integrale, in: "Rivista italiana di Scienza Politica",
Considerazioni sulle responsabilità, in: "Synesis, periodico
dell'Associazione italiana centri culturali", Le regolarità della
politica. Scritti scelti raccolti e pubblicati dagli allievi, Milano,
Giuffrè, Il nerbo e le briglie del
potere. Scritti brevi di critica politica, Milano, Edizioni del Sole 24 ore,
Una Costituzione per i prossimi trent'anni. Intervista sulla terza Repubblica,
Roma-Bari, Laterza, Per un'Italia federale, Milano, Il Sole 24 ore, Come
cambiare. Le mie riforme, Milano, A. Mondadori, Italia 1996. Così è andata a
finire, con "Il Gruppo del lunedì", Collezione Frecce, Milano, A.
Mondadori, ed. Oscar Saggi, Disobbedienza civile, Milano, A. Mondadori, Io, Bossi e la Lega.
Diario segreto dei miei quattro anni sul Carroccio, Milano, A. Mondadori, Come
cambiare. Le mie riforme per la nuova Italia, Milano, A. Mondadori, Modello di
Costituzione Federale per gli italiani, Milano, Fondazione per un'Italia
Federale, Federalismi falsi e degenerati, Milano, Sperling & Kupfer,
Federalismo e secessione. Un dialogo, con Augusto Antonio Barbera, Milano, A.
Mondadori, Padania, Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai
esistito?, con M. Veneziani, Firenze, Le Lettere, Le barche a remi del Lario.
Da trasporto, da guerra, da pesca, e da diporto, con Massimo Gozzi e Gian
Alberto Zanoletti, Milano, Leonardo arte,
L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di
cambiare il loro destino, Vicenza, N. Pozza, L'Asino di Buridano. Gli italiani
alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino. Nuova edizione,
pref. di Roberto Formigoni, postf. di Sergio Romano, Varese, Edizioni Lativa, Gianfranco
Miglio: un uomo libero, coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana,
Novara, Un Miglio alla libertà, audiolibro, coll. Laissez Parler, Treviglio, La
Libera Compagnia PadanaLeonardo Facco Editore); li articoli, coll. Quaderni
Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara,Gianfranco le interviste, coll.
Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara, L'Asino di Buridano. Gli italiani alle prese
con l'ultima occasione di cambiare il loro destino, pref. di Roberto Formigoni,
coll. I libri di LiberoMiglio n. 1, Firenze, Editoriale Libero); “Padania,
Italia. Lo stato nazionale è soltanto in crisi o non è mai esistito?” (Firenze,
Libero); “Federalismo e secessione. Un dialogo, con Augusto Antonio Barbera,
coll. I libri di LiberoMiglio n. 4, Firenze, Editoriale Libero, Disobbedienza
civile, coll. I libri di Libero; Firenze, Editoriale Libero, La controversia
sui limiti del commercio neutrale fra Giovanni Maria Lampredi e Ferdinando
Galiani, pref. di Lorenzo Ornaghi, Torino, Aragno, Gianfranco Miglio: scritti brevi, interviste,
coll. Quaderni Padani, La Libera Compagnia Padana, Novara, Lezioni di politica.
Storia delle dottrine politiche. Scienza della politica” (Bologna, Il Mulino); Davide
G. Bianchi e Alessandro Vitale, Bologna, Il Mulino,Discorsi parlamentari, con
un saggio di Claudio Bonvecchio, Senato della Repubblica, Archivio storico,
Bologna, Il Mulino, L'Asino di Buridano.
Gli italiani alle prese con l'ultima occasione di cambiare il loro destino --
Opere scelte” (Milano, Guerini e Associati); Considerazioni retrospettive e
altri scritti, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, Stefano Bruno Galli,
Milano, Guerini e Associati, Lo
scienziato della politica, coll. Opere scelte di Gianfranco Miglio, a cura e
con intr. di Stefano Bruno Galli, Milano, Guerini e Associati, .Guerra, pace,
diritto, con un saggio di Massimo Cacciari, La Nuova Guerra, [S.l.Milano],
Editrice La Scuola, 1 Scritti politici, Luigi Marco Bassani, pref. di Giuseppe
Valditara, coll. I libri del Federalismo, Roma, Pagine, Modello di Costituzione
Federale per gli italiani” (Torino, G. Giappichelli); “La Padania e le grandi
regioni, L'unità economico-sociale della Padania” (Fano, Associazione Gilberto
Oneto); “Il Cerchio, .Carl Schmitt. Saggi, D. Palano, Brescia, Scholé Editrice
Morcelliana); “Le origini e i primi sviluppi delle dottrine giuridiche
internazionali pubbliche” (Torino, Aragno); “Vocazione e destino dei Lombardi”
(S.l.Milano); “Regione Lombardia, Prefazioni Gilberto Oneto, Bandiere di
libertà: Simboli e vessilli dei Popoli dell'Italia settentrionale. In appendice
le bandiere dei popoli europei in lotta per l'autonomia, intr. di Gianfranco
Miglio, Effedieffe, Milano, Gianfranco Morra, Breve storia del pensiero federalista”
(Milano, Mondadori); “Governo della Padania, Manuale di resistenza fiscale” (Gallarate,
Gilberto Oneto, “Croci draghi aquile e leoni. Simboli e bandiere dei popoli
padano-alpini; Roberto Chiaramonte EditoreLa Libera Compagnia Padana,
Collegno); A. Sensini, Prima o seconda Repubblica? A colloquio con A. Bozzi e
Gianfranco Miglio, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, Lorenzo Ornaghi e
Alessandro Vitale , Multiformità e unità della politica. Atti del Convegno
tenuto in occasione del compleanno, Milano, Giuffrè, Giorgio Ferrari, “Storia
di un giacobino nordista” (Milano, Liber internazionale); M. Bevilacqua, “Insidia
mito e follia nel razzismo”; "Il rinnovamento", A. Campi, “Figure e
temi del realismo politico europeo, Firenze, Akropolis/La Roccia di Erec,
Giovanni Di Capua, Scienziato impolitico” (Soveria Mannelli (Catanzaro),
Rubbettino, Alessandro Vitale, La costituzione e il cambiamento internazionale.
Il mito della costituente, l'obsolescenza della costituzione e la lezione
dimenticata di Gianfranco Miglio, Torino, CIDAS, Luca Romano , Il pensiero federalista
una lezione da ricordare. Atti del Convegno di studi, Venezia, Sala del Piovego
di Palazzo Ducale, Venezia, Consiglio regionale del Veneto-Caselle di
Sommacampagna, Cierre, F. Lanchester, Miglio costituzionalista, Rivista di
politica: trimestrale di studi, analisi e commenti, Soveria Mannelli (Catanzaro), Rubbettino. Damiano
Palano, Il cristallo dell'obbligazione politica in ID., Geometrie del potere.
Materiali per la storia della scienza politica italiana, Milano, Vita e
Pensiero. Maroni: voglio riprendere l'eredità di Gianfranco MiglioMiglioVerde, su
miglioverde.eu. Bossi a sorpresa al convegno su Miglio a Domaso:"Un
grande"Ciao Como, su Ciao Como, la Repubblica/politica: È morto su
repubblica. Ticinonline COMO: Lunedì a Domaso i funerali. Riletture. Ariannaeditrice.
il ricordo. Terre di Lombardia, su terredilombardia.info. Francesco
D'Alessandro, Cristianesimo e cultura politica: l'eredità di otto illustri
testimoni, Paoline, Gianfranco Morra, La vita e le opere, La Voce di Romagna, 8
agosto 5. Il silenzio di Miglio fa paura
alla Lega Bossi: Pensa solo alla
poltrona. "Con Bossi è un amore finito" Miglio torna nell'arena: è l'occasione
buona Gianfranco Miglio, Una repubblica
mediterranea?, in Un'altra Repubblica?
Perché, come, quando, Laterza, Roma-Bari, Umberto Rosso, Miglio l'antropologo.
'Diverso l'uomo del Sud', in la Repubblica, «Non mi fecero ministro perché avrei distrutto
la Repubblica»TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gianfranco Miglio, in Dizionario di storia,
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Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su senato, Senato della Repubblica.
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scienza dell'amministrazione pubblica, su isapistituto. Interviste Intervista
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Commemorazione di Miglio nel 1º anniversario della scomparsa di Alessandro
Campi, su giovanipadani.leganord.org). «Non mi fecero ministro perché
avrei distrutto la Repubblica», Il Giornale, 1999, su newrassegna.camera.
Interviste a Miglio sui "Quaderni della Libera Compagnia Padana" su
laliberacompagnia.org. Documenti politici Sezione di approfondimento sul
pensiero di Gianfranco Miglio, dal sito ufficiale della Lega Nord. Gianfranco
Miglio. Miglio. Keywords: implicatura ligure. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Miglio," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. Speranza “Saturdays and
Mondays” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684453227/in/photolist-2mKFrQ6-2mLNi1Z-2mLJPUG-2mLHPG3-2mLExs3-2mLGjg5-2mPwdz2-2mKFeJo-2mPxhsE-2mKQW9n-2mKG3XG-2mKCnei-2mKuZ8r-2mKCfz1-2mKA5tC-2mKbpiZ-2mPHbXQ-2mJq2uE-2mHWDhw-2mHP2NY-2mHP2Pe-2mHUmVG-2mHP2P9-2mHWDhB-2mHXCjU-2mHWEdV-2mHUmVM-2mHP3jY-2mGT6p1-2mKbKME-2mKbkhx-2mKsAas-2mKn8aQ-2mKuEyp-2mKszVu-2mKrapA-2mKszby-2mKn7M5-2mGnP2f-FXFiS4-DndBhH-hSTpSd-FVhkL3-ErqrPW-DhRHD2-DvhhWW-DeWyrT-CfbuaM-BFQviK-BDuNmW
Millul (Trieste).
FIlosofo. Grice: “I have been called a Darwinist, which offended de Lalla!” -- Figlio
unico di Achille de Lalla e Anna
Millul. Il padre, nato a Napoli da
famiglia originaria di Tolve, aveva intrapreso la carrriera militare, giungendo
a ricoprire il grado di Tenente colonnello dell'esercito e congedandosi con il
grado di Generale dell'esercito. Prese parte alla Prima guerra mondiale nonché
alla Seconda guerra mondiale, dove rimase ferito alla spalla destra in Russia.
Fu in seguito Dirigente dell'Istituto per la Ricostruzione Industrial. Achille
de Lalla era figlio di Ludovico e di Maria Buonomo, figlia a sua volta di
Alfonso Buonomo, compositore e musicista napoletano di fama. La madre Anna Millul era nata a Roma in una
famiglia ebrea originaria di Livorno. SI
laurea, allievo dinKalinowski di cui tradusse in italiano il saggio "Interpretazione
giuridica e logica delle proposizioni normative". Scappò a Parigi, prendendo parte al Maggio.
Tuttavia, fu tra i primi ad intuire che il Partito Comunista francese non aveva
alcuna seria intenzione politica di sostenere la Contestazione e, in anticipo
sul fallimento dell'iniziativa giovanile, lasciò la Francia rientrando in
Italia deluso. Fu studioso di Evoluzionismo e Politologia, e sarà proprio sulle
sue teorie sull'Evoluzione umana e sul pensiero di Darwin che scrive l'opera
“La selezione sessuale”. Insegna a'Siena e Napoli. A testimonianza del grande
successo che riscuotevano i suoi corsi universitari, rimane la petizione
indetta dagli studenti affinché il Senato Accademico li prorogasse per un
biennio. Gli ultimi anni Ritiratosi a
vita privata, muore a Napoli nella tarda serata del 25 settembre d'infarto mentre attendeva alla redazione
della sua ultima opera.Est Deus in nobisContributo alla Nuova Evangelizzazione
e, nelle intenzioni dell'autore, avrebbe dovuto costituire il completamento
della trilogia iniziata con Evoluzione e proseguita con La Comunità
Democratica.Convinto assertore della superiorità del Diritto pubblico rispetto
a quello privato, si è sempre posto a tutela delle prerogative statuali. Convinto assertore dei rischi della dilagante
esterofilia in campo politico e fondamentalmente euroscettico negli ultimi anni
di riavvicinamento al cattolicesimo, ideò un progetto di edificazione di un
nuovo partito politico che, nelle sue teorizzazioni avrebbe assunto il nome di
PARTITO CRISTIANO COMUNITARIO (DEMOCRATICO) ITALIANO PCC(D)I. Opere: “Il concetto legislativo di azione
penale,” Ed. Jovene, Napoli, “La scelta del rito istruttorio,” Ed. Jovene,
Napoli, “Logica delle Prove penali,” Ed. Jovene Napoli, “Saggio sulla
specialità penale militare,” Ed. Jovene, Napoli, “Topografia politica della
seconda repubblica,” Edizioni Scientifiche Italiane Napoli, “Idee per un
"completamento istruttorio" del giudice nelle indagini preliminari in
"Riv. it. dir. e proc. pen." “Evoluzione,” “Darwin e la selezione
sessuale, Ed. Salerno, Roma, “ Evoluzione e selezioneTemi e problemi del
darwinismo,” Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli “La Comunità Democratica:
idee per una politica nuova, Guida Editori, Napoli, “Comunitarismo politico,
Guida Editori, Napoli Filosofia della
musica occidentale, Guida Editori, Napoli
Composizioni musicali Per pianoforte Sonata n.° 1 Suite
"italiana" Sonata n.° 2 Sonata n.° 3 "napoletana" Musica da
camera Sonata per violino e violoncello Sonata per violino e pianoforte Sonata
per violini, viola e violoncello Note de
Lalla F., Una famiglia borghese, Ed. Ibiskos
de Lalla F., op. cit. in "Il
foro penale" XXIII 1968
ilcambiamento,//ilcambiamento/articoli/evoluzione_2_darwin_de_lalla_millul. ateneapoli,//ateneapoli/news/archivio-storico/reintegro-del-prof-de-lalla-il-consiglio-di-facolta--si-esprime-negativamente.
petizioni.com/petizione_pro_prof_paolo_de_lalla. Paolo de Lalla Millu.
Paolo de Lalla. Lalla. Keywords: evolutionary, sexual selection. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Lalla” – The Swimming-Pool Library https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51754336125/in/dateposted-public
Miraglia
(Reggio). Filosofo. Grice:
“Miraglia is the type of philosopher beloved by the Oxford hegelians; but then
he is a Neapolitan Hegelian!” Grice: “I always found Kant easier, but there’s
nothing like a ‘filosofia del diritto’ in Kant! And Hegel’s ethics itself,
compared to Kant’s is mighty more complex – that’s why I taught Kant!” Si
laureaall'Napoli, dopodiché insegnò filosofia del diritto nella stessa
università, ed economia politica alla Scuola superiore di agricoltura di
Portici. Seguì una corrente di pensiero
eclettica, ad esso contemporanea, che mirava all'integrazione di pratiche
giuridiche ed ispirazioni filosofiche. Fu sindaco di Napoli. Pubblcazioni: Tra
le più famose si ricordano: “Condizioni storiche e scientifiche del diritto di
preda (Napoli); “I principî fondamentali dei diversi sistemi di filosofia del
diritto e la dottrina etico-giuridica di Hegel (Napoli); “Filosofia del
diritto,” Napoli. Nella sua biografia ufficiale per la Treccani è nato a Reggio
nell'Emilia, mentre nella sua scheda storico-professionale sul sito del Senato
si riporta a Reggio di Calabria Giuseppe
Erminio. Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
(latinista) Sindaci di Napoli Senatori della XXI legislatura del Regno d'Italia Luigi Miraglia, su TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. su Senatori d'Italia, Senato della
Repubblica. Miraglia. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Miraglia” – The
Swimming-Pool Library.
Grice e
Misefari – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Palizzi).
Filosofo. Fratello di Enzo (politico
calabrese del P.C.I., storico e poeta), di Ottavio (calciatore reggino tra i
più conosciuti nei primi anni del secolo; giocò nella Reggina e nel Messina) e
di Florindo (biologo, attivista della Lega Sovversiva Studentesca e del gruppo
"Bruno Filippi"). Dopo aver frequentato la scuola elementare
del piccolo paese di nascita in provincia di Reggio Calabria, a undici anni si
trasferì con lo zio proprio a Reggio Calabria. Già da adolescente, influenzato
dalle frequentazioni di socialisti e anarchici in casa dello zio, partecipò
attivamente alla fondazione e allo sviluppo di un circolo giovanile socialista
(intitolato ad A. Babel, rivoluzionario tedesco dell'Ottocento). Iniziò a
collaborare al giornale Il Lavoratore, organo della Camera del Lavoro di Reggio
Calabria, firmando gli articoli come "Lo studente". Collaborò nello
stesso periodo a Il Riscatto, periodico socialista-anarchico stampato a
Messina; e con Il Libertario, stampato a La Spezia e diretto da Pasquale
Binazzi. Il 5 marzo 1912, a causa della sua attività antimilitarista esercitata
all'interno del Circolo contro la Guerra italo-turca, fu arrestato e condannato
a due mesi e mezzo di carcere per «istigazione alla pubblica
disobbedienza». Fu nei due anni successivi che Bruno si convertì dal
socialismo all'anarchia. Ciò avvenne soprattutto con la frequentazione da parte
di Giuseppe Berti, suo professore di fisica presso l'"Istituto Tecnico
Raffaele Piria". Nel 1912 si trasferì a Napoli e si iscrisse al
Politecnico, dopo avere studiato fisica e matematica alle superiori, e anche
per non dispiacere al padre, proseguì tali studi. Pesò inoltre su questa
decisione il fatto che in quegli anni, dopo la tragica distruzione della città
di Reggio Calabria a causa del terremoto del 1908, il lavoro che garantiva le
maggiori certezze era proprio quello dell'ingegnere. Nondimeno continuò per
proprio conto gli studi a lui prediletti: politica, filosofia, letteratura,
come aveva fatto fino ad allora. A Napoli si fece subito avanti nell'ambiente
anarchico. Il movimento a Napoli contava allora di un centinaio di
aderenti. Nel 1915 si rifiutò di partecipare al corso allievi ufficiali a
Benevento e fu condannato a quattro mesi di carcere militare. Diserterà una
seconda volta il 28 settembre 1916, trovando rifugio nella campagna del
beneventano in casa di un contadino. Tornato a Reggio Calabria, il 5 marzo 1916
interruppe una manifestazione interventista nella centrale Piazza Garibaldi, salendo
sul palco e pronunciando un discorso antimilitarista. Venne per questo motivo
arrestato e condotto presso il carcere militare di Acireale; sette mesi dopo
venne trasferito presso quello di Benevento. Da lì riuscì ad evadere grazie
alla complicità di un amico secondino. Fu tuttavia intercettato alla frontiera
del confine svizzero; ancora incarcerato, riuscì nuovamente nella fuga. Tocca
il territorio svizzero, ma i gendarmi lo condussero al carcere di Lugano.
Giunte dalla Calabria le informazioni su di lui, essendo un uomo politico, dopo
quindici giorni fu lasciato libero con la facoltà di scegliere il luogo di
residenza. Indicò subito Zurigo, dove sapeva di potere rintracciare Francesco
Misiano, suo caro amico e noto esponente politico socialista, anche lui
accusato di diserzione. A Zurigo trovò ospitalità presso la famiglia Zanolli,
dove si innamorò della giovane Pia, che diventerà sua compagna di vita.
Durante il periodo di esilio in Svizzera, Bruno svolgeva attività politica
tenendo i contatti con Luigi Bertoni e con altri gruppi anarchici elvetici,
collaborando anche al giornale: Il Risveglio Comunista Anarchico. Svolse una
serie di conferenze in varie città della Svizzera. Bruno si autoannunciava con
un suo pseudonimo anagrammatico Furio Sbarnemi. A Zurigo frequenta la
Cooperativa socialista di Militaerstrasse 36 e la libreria internazionale di
Zwinglistrasse gestita dai disertori Giuseppe Monnanni, Francesco Ghezzi e
Enrico Arrigoni; in questi ambienti conosce anche Angelica Balabanoff. Il
16 maggio 1918 venne arrestato per un complotto inventato dalla polizia. Fu
incolpato innocentemente con l'accusa di avere fomentato una rivolta nella
città e di «aver fabbricato bombe a scopo rivoluzionario». Con lui furono
arrestati diversi attivisti politici, tra i quali lo stesso Francesco Misiano
(che fu poi rilasciato perché socialista e non anarchico). Rimase in carcere
per sette mesi, e venne poi espulso dalla Svizzera nel luglio 1919. Grazie ad
un regolare passaporto per la Germania, ottenuto per ragioni di studio, si recò
a Stoccarda. Lì entrò in contatto con Clara Zetkin (che gli rilascia una lunga
intervista sul movimento rivoluzionario in Germania) e Vincenzo Ferrer.
Nell'ottobre nel 1919 poté rientrare in patria, in seguito all'amnistia
promulgata dal governo Nitti. -- è a Napoli e poi a Reggio Calabria. Anni
ventiIl ritorno in Italia Il 1920 fu un periodo intenso per la vita militante
di Bruno Misefari. A Napoli partecipò come oratore a molte manifestazioni, si
prodigò a favore dei suoi compagni colpiti dalla repressione, denunciò le
provocazioni della polizia; tenne numerose conferenze e comizi. Con il dentista
anarchico Giuseppe Imondi, stampò alcuni numeri del giornale: L'Anarchia. In
autunno fu chiamato a Taranto a svolgere il compito di segretario propagandista
presso la locale Camera del Lavoro Sindacale. Tra la fine del 1920 e l'inizio
del 1921 ebbe stretti contatti con Errico Malatesta, Camillo Berneri, Pasquale
Binazzi, Armando Borghi, Giuseppe Di Vittorio e altri esponenti dell'anarchismo
e del sovversivismo italiano. Nel 1921 si impegnò su più fronti per la campagna
a favore degli anarchici Sacco e Vanzetti. Nello stesso periodo (1920-21) fu
corrispondente di: Umanità Nova, settimanale anarchico diretto da Errico
Malatesta e collaborò al periodico: L'Avvenire Anarchico di Pisa. Continuò
i suoi studi a Napoli con qualche salto a Reggio Calabria con la sua compagna
Pia Zanolli, che sposò. Si laureò a Napoli. Successivamente si iscrisse anche
alla facoltà di filosofia. Nonostante l'avvento del fascismo, fondò un
giornale libertario, “L'Amico del popolo,” che però dopo il quarto numero fu
soppresso dalle autorità. Nel primo numero del giornale,scrisse un editoriale
dal titolo “Chi sono e cosa vogliono gli anarchici.” Lo scritto è l'espressione
del suo pensiero libertario: «L'anarchismo è una tendenza naturale, che
si trova nella critica delle organizzazioni gerarchiche e delle concezioni
autoritarie, e nel movimento progressivo dell'umanità e perciò non può essere
una utopia.» Da esperto di geologia, progettò per primo in Calabria
l'industria del vetro e fondò a Villa S.Giovanni, la prima vetreria in Calabria
(Società Vetraria Calabrese). In quegli stessi anni subì però persecuzioni
continue da parte del regime. Fu cancellato dall'Albo di categoria e non poté
più firmare progetti. Gli venne mossa l'accusa di avere «attentato ai poteri
dello Stato, per il proposito di uccidere il re e Mussolini». Fu prosciolto
dopo venticinque giorni di carcere. La polizia ravvisò in un discorso di
commemorazione durante il funerale di un amico (tra l'altro un industriale
fascista, Zagarella) un'ispirazione anarchica e pertanto lo propose per
l'assegnazione al confino. Fu arrestato, in carcere si sposò con Pia Zanolli,
fu inviato per il confino, prigioniero a Ponza. Tuttavia sembra che tale
provvedimento fosse stato determinato da altri motivi. Misefari, che era
ingegnere minerario, si era attivamente impegnato nello sfruttamento su larga
scala di giacimenti di quarzo, materia prima per l'industria vetraria, che fino
a quell'epoca dipendeva, in gran parte, dai silicati stranieri. Assunto
come direttore tecnico della Società Vetraria Calabrese (di cui era stato
finanziatore e Presidente il succitato Zagarella) egli si era dovuto ben presto
scontrare con l'assenteismo e l'inettitudine del consiglio di amministrazione
che si schierò contro di lui con l'intenzione di eliminarlo in qualsiasi modo,
ricorrendo anche ad espedienti politici. Giustizia e Libertà, in un articolo
anonimo ddal titolo «Politica e affarismo. Il caso di un ingegnere libertario»,
attribuisce la causa del confino alle manovre dei suoi ex soci. Durante il
confino stringe amicizia con Torrigiani, Gran Maestro del Grande Oriente
d'Italia, il quale lo affilia alla Massoneria. L'amnistia del decennale del
fascismo lo liberò dal confino dopo due anni. Ma tornato in Calabria vide
il vuoto intorno a sé; scrive infatti a sua moglie: "Amnistiato sì, però a
quale prezzo: la salute sconquassata, senza un soldo, senza prospettive per
l'avvenire". Gli viene diagnosticata l'esistenza di un tumore alla testa.
Va e viene con la moglie da Zurigo a Reggio Calabria. Riesce a trovare il
capitale necessario per l'impianto di uno stabilimento per lo sfruttamento
della silice a Davoli (in provincia di Catanzaro). Le sue condizioni di
salute peggiorano a causa del tumore. Perde conoscenza, viene ricoverato in
stato gravissimo nella clinica romana del Senatore Giuseppe Bastianelli, e lì
si spense la sera stessa. Ancora ragazzo, studente, cominciò a ribellarsi
contro l'ingiustizia del mondo che lo circondava: Palizzi Superiore, un paese
tra i monti dove il castello feudale dei signori locali dominava la valle, dove
si ammucchiavano piccole e povere case desolate di contadini. E si ribellò a
quel mondo, costruito secondo quell'immagine topografica che portava impresso
nella memoria: sopra, chi comanda e non lavora, sotto, chi subisce e lavora. E
ancora ragazzo cominciò a sognare un mondo in cui quella gerarchia fosse
sovvertita prima, distrutta poi. Poteva scegliere di ispirarsi al socialismo
marxistico o al socialismo libertario. Del primo apprezzava l'analisi
dell'antagonismo tra le classi, ma mostrava perplessità circa i mezzi proposti
dalla diagnosi marxistica per fronteggiare il pericolo di una rivincita
dell'avversario di classe. Inclinò perciò verso il socialismo libertario.
«Nel comunismo libertario io sarò ancora anarchico? Certo. Ma non di meno sono
oggi un amante del comunismo. L'anarchismo è la tendenza alla perfetta felicità
umana. esso dunque è, e sarà sempre, ideale di rivolta, individuale o
collettivo, oggi come domani.» (Bruno MisefariTaccuino personale) La
scelta della diserzione fu coerente con il suo obiettivo di combattere non la
guerra degli stati, ma a fianco degli oppressi di tutto il mondo contro il loro
nemico, tenendo alta la bandiera dell'internazionalismo. Pur sottoposto senza
tregua alla persecuzione della polizia e all'inquisizione della magistratura,
fu sempre al suo posto accanto a coloro che lavoravano e soffrivano. Come ogni
rivoluzionario sincero e coerente, pagò col carcere e col confino la sua fede
in un ideale. Chi sono gli anarchici. SecondoMisefari, essere anarchici
voleva dire per prima cosa proclamare, contro ogni violenza, l'inviolabilità
della vita umana. Inoltre significava lottare per l'abolizione della proprietà
privata e a favore della socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio.
Proprio per questo gli anarchici sono, di fondo, dei socialisti. A questo
esperimento di vita sociale andava affiancata la lotta contro lo Stato, che ne impediva
la realizzazione. E la lotta contro lo Stato non poteva essere vittoriosa se
non con la rivoluzione. Dunque gli anarchici sono socialisti, antistatali e
rivoluzionari. Elemento fondamentale della lotta, secondo Misefari, era
l'allargamento di essa alla sfera internazionale. È comunque una lotta che non
si fa violenta. Misefari è fortemente pacifista, contrario all'uso della forza
e della violenza armata. L'anarchico è inoltre antireligioso: la religione
infatti è considerata "fattore di abbrutimento per l'umanità".
Antimilitarismo Per Misefari la guerra è pura barbarie, speculazione
capitalistica consumata in nome dello Stato. «L'esistenza del militarismo
è la dimostrazione migliore del grado di ignoranza, di servile sottomissione, di
crudeltà, di barbarie a cui è arrivata la società umana. Quando della gente può
fare l'apoteosi del militarismo e della guerra senza che la collera popolare si
rovesci su di essa, si può affermare con certezza assoluta che la società è
sull'orlo della decadenza e perciò sulla soglia della barbarie, o è una
accolita di belve in veste umana.» Religione La religione è considerata
come un anestetico delle facoltà critiche della mente umana. Sarebbe proprio la
religione a imprigionare le energie morali dell'uomo, a inebetire lo spirito
critico e di riflessione. Perciò i popoli più religiosi sarebbero i meno
progrediti e i più afflitti dalla tirannia, mentre, laddove la religione
sparisce, lì è florida la libertà e il benessere. «È il più solido
puntello del capitalismo e dello Stato, i due tiranni del popolo. Ed è anche il
più temibile alleato dell'ignoranza e del male.» È forte nel pensiero di
Misefari la volontà di sottolineare l'uguaglianza sociale tra uomo e donna. In
anni difficili e lontani dalle battaglie del femminismo di metà Novecento, egli
afferma che la donna nobilita e abbellisce la condizione di vita umana. È
dovere della donna lottare per risollevarsi da una condizione di inferiorità,
che è tale in virtù di un "delitto sociale" e non dovuta a leggi di
natura. «Donne, in voi e per voi è la vita del mondo: sorgete, noi siamo
uguali!» Misefari vive di sogni, di ideali. Nella sua concezione non
esiste un artista, che sia poeta, filosofo, persino scienziato, che si sia mai
messo al servizio della menzogna. Se tutti potevano essere vili, un artista non
poteva. «Un poeta o uno scrittore, che non abbia per scopo la ribellione,
che lavori per conservare lo status quo della società, non è un artista: è un
morto che parla in poesia o in prosa. L'arte deve rinnovare la vita e i popoli,
perciò deve essere eminentemente rivoluzionaria.» Poesia composta da
Misefari: FALCO RIBELLE «Un giovane falco che drizza il libero volo
Ne l'alto, ove sono i fulgori di soli immortali Un giovane falco ribelle o
piccoli, io sono. Mi spinge ne' campi ignorati, un acre desio Di sante ideali
battaglie, di luce e di gloria. Mi splende nell'occhio la speme di certe
vittoria, Mi parla nel core la voce sinfonica, dolce D'un caro sublime
Pensiero, ch'è Bene ed Amore. Ho giovini l'ale e robuste, o venti, o cicloni, O
fulmini immani feroci, vi lancio la sfida. Voi soli potete pugnare col giovine
falco, Chè Luce, chè Forza, chè Vita multanime siete. Ma voi, piccoli, no. Coi
vermi guazzate nel fango, Dal fango mirate del falco il libero volo.» Frammenti
«Prima di pensare di rivoluzionare le masse, bisogna essere sicuri di aver
rivoluzionato noi stessi» «Ogni uomo è figlio dell'educazione e della
istruzione che riceve da fanciullo» «Gli Anarchici non seguono le leggi
fatte dagli uominiquelle non li riguardanoseguono invece le leggi della
natura» «Prima l'educazione del cuore, poi l'educazione della
mente» «Socialismo vuol dire uguaglianza, vuol dire libertà. Ma
l'uguaglianza non può essere senza libertà; come la libertà non può essere senza
l'uguaglianza: dunque socialismo e anarchia sono due termini dello stesso
binomio, sono i due inseparabili fattori della redenzione proletaria.»
«Quando la giustizia non sarà la durda infame delle tirannidi, quando l'amore
non sarà deriso, quando il ferro non sarà legge e l'oro non sarà dio, quando la
libertà sarà religione e sola nobiltà il lavoro, allora, solo allora, il mio
rifiuto della guerra sarà benedetto.» «M'è questa notte eterna assai men
grave del dì che mi mostrò viltà dei forti e pecorilità di plebi schiave. Lungi
da quì il pianto: sto ben coi morti!» (epitaffio) Opere complete Bruno
Misefari, Schiaffi e carezze, Roma, Morara, 1969. Bruno Misefari, Diario di un
disertore, La Nuova Italia, Entrambi i testi sono stati pubblicati postumi
sotto lo pseudonimo Furio Sbarnemi. Le schede biografiche di alcuni
esponenti anarchici calabresi, A/Rivista Anarchica, Antonioli, Antonioli, E.
Misefari. Antonioli, Pia Zanolli
era nata a Belluno. Dopo il matrimonio con Misefari, fu iscritta nell'albo dei
sovversivi pericolosi, venendo poi arrestata col marito a Domodossola (cfr.:
A/Rivista Anarchica) Chi sono e cosa
vogliono gli anarchici, ed. settembre . Antonioli, Pia Zanolli,
L'Anarchico di Calabria, Roma, La Nuova Italia, Bruno Misefari, Utopia? No, Pia
Zanolli, Roma, ALBA Centro Stampa, Enzo Misefari, Bruno, biografia di un
fratello, Milano, Zero in condotta, 1Maurizio Antonioli, Gianpietro Berti,
Santi Fedele, Pasquale Luso, Dizionario biografico degli anarchici
italianiVolume 2, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, Bruno Misefari, Schiaffi,
Carezze e altro, Pino Vermiglio, Laureana di Borrello, Ogginoi, Furio Sbarnemi,
Diario di un disertore, Camerano (AN), Gwynplaine, ,Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Bruno Misefari, su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo
Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere di Bruno Misefari, su Liber Liber.
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Bruno Misefari presso l'International
Institute of Social History di Amsterdam, su iisg.amsterdam,Fondo Bruno
Misefari presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso di Roma, su fondazionebasso.
04-02-. Gli anarchici contro il fascismo, celebre articolo di Giorgio
Sacchetti. Misefari. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Misefari”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51745319973/in/datetaken/
Grice e
Modio – la filosofia del Tevere – filosofia italiana – Luigi Speranza (Santa
Severina). Filosofo. Grice: “Only in Italy a philosopher writes a treatise on a
river – although the Isis would not be out of place for some Magdalenite!” –
Grice: “His convito is a jewel!” – Seguace di Neri. Originario di Santa
Severina, borgo collinare della Calabria Ulteriore, fu avviato agli studi di
filosofia presso l'Archiginnasio di Napoli; in seguito passò a Roma, dove si
avviò agli studi in medicina divenendo allievo di Fusconi. Modio frequenta gli ambienti accademici, dove
entrò in contatto con alcuni dei maggiori esponenti di spicco di quell'epoca
come Molza e Tolomei. Pubblicò la sua
prima opera letteraria più famosa dal titolo Il convito, overo del peso della
moglie, un dialogo diegetico ambientato a Roma durante il carnevale della città
capitolina, in cui viene trattato il tema delle corna durante un convivio
presieduto dall'allora vescovo di Piacenza Trivulzio e a cui parteciparono
anche Gambara, Marmitta, Benci, Selvago, Raineri e Cesario. Fu altresì grande estimatore degli scritti di
Piccolomini. Durante la stesura in
lingua volgare di un Operetta de’ Sogni, si ammalò di febbre altissima; si
spense dopo qualche giorno a Roma, nella tenuta di palazzo Ricci in via Giulia. Opere:“Il convito,” Roma, per Valerio, e
Luigi Dorici fratelli Bressani, “Il Tevere, dove si ragiona in generale della
natura di tutte le acque, et in particolare di quella del fiume di Roma,” Roma,
appresso a Vincenzo Luchini, “Origine del proverbio che si suol dire "anzi
corna che croci", Roma, A. degli Antonii,” Jacopone da Todi, I Cantici del
beato Iacopone da Todi, con diligenza ristampati, con la gionta di alcuni
discorsi sopra di essi. Et con la vita sua nuovamente posta in luce, Giovanni
Battista Modio, Roma, appresso Hi Salviano. Prospetto autore, su edit16.iccu..
Modio, Il Tevere, cit., c. 45r Anno di
pubblicazione della medesima opera. Gennaro Cassiani, Giovanni Battista Modio,
in Dizionario biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Modio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Modio” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51745705644/in/datetaken/
Grice e
Moiso – la filosofia della mitologia – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino).
Filosofo. Grice: “I like Moiso; I
would think my two favourite of his treatises is one on the ‘filosofia della
mitologia’ (think Beowulf!) --; the other is a consideration on Goethe on
‘nature and her forms’ – having built my career on the natural/non-natural
distinction, it cannot but fascinate me!”
Esperto di storia della filosofia e della scienza di fama internazionale,
ha insegnato nelle Torino, Macerata e Milano. Le sue ricerche hanno riguardato
la filosofia post-kantiana, con particolare attenzione al pensiero di Salomon
Maimon, l'idealismo tedesco, con ricerche su Kant, Fichte, Schelling e Hegel,
Goethe e l'età goethiana, Achim von Arnim, il concetto di esperienza ed
esperimento nel Romanticismo, la filosofia di Nietzsche nel suo rapporto con le
scienze, il pensiero di Ernst Mach e di Ortega y Gasset. È stato membro della
Schelling Kommission per l'edizione critica delle opere di Friedrich Wilhelm
Joseph Schelling. Ha partecipato alla Enciclopedia Multimediale delle Scienze
Filosofiche di Rai Educational con due interventi sulla La filosofia della
natura tedesca e sulla "Scienza specialistica e visione della natura
nell’età goethiana". Presso l'Udine è stato istituito il CIRM Centro
Interdipartimentale di Ricerca sulla Morfologia “Francesco Moiso”. Opere:
Fondamentali, tra le altre opere, per la ricerca filosofica e le oltre 100
pagine dedicate a “Pre-formazione ed epigenesi nell'età goethiana,” in “Il
problema del vivente tra Settecento e Ottocento: aspetti filosofici, biologici
e medici,” – Grice: “Interesting idea, ‘il vivente’ – we don’t have that thing
in English, ‘a loose liver’ --. V Verra, Roma, Istituto della Enciclopedia
Italiana. Caratteristica degli suoi studi è la connessione tra ricerca
storico-filosofica e impianto teoretico, fatto particolarmente evidente nel
volume su Schelling. “La filosofia di Salomone Maimon,” Milano, Mursia,
“Natura e cultura,” Milano, Mursia, “Vita natura libertà,” Milano, Mursia,
“Pre-formazione ed epigenesi nell'età goethiana, in II problema del vivente tra
Settecento e Ottocento. Aspetti filosofici, biologici e medici, V Verra, Roma,
Istituto della Enciclopedia Italiana,” Nietzsche e le scienze, Milano, Cuem, --
Grice: cf. ‘gaia scienza’ – “Tra arte e scienza,” Milano, Cuem, “La natura e le
sue forme,” Cornelia Diekamp, Milano, Mimesis, “La filosofia della mitologia,”
Matteo Vincenzo d'Alfonso, Milano, Mimesis. “Il nulla e l'assoluto”
"Annuario Filosofico", “Teleologia dopo Kant,” In: Giudizio e
interpretazione in Kant. atti del Convegno sulla Critica del Giudizio
(Macerata, Genova, Idee in Schelling, in IDEA VI Colloquio, Roma, M. Fattori e
M. Bianchi, Olschki ed, Firenze, Schelling, "Ricerche filosofiche
sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che vi sono connessi",
Commentario A. Pieper e O. Höffe, edizione italiana F. Moiso e F, Viganò,
Milano, Guerini e Associati, Introduzione. Le Ricerche: una svolta nel pensiero
di Schelling?, in Schelling, "Ricerche filosofiche sull'essenza della
libertà umana: e gli oggetti che vi sono connessi", Commentario A. Pieper
e O. Höffe, F. Moiso e F, Viganò,
Milano, Guerini e Associati, “Dio come persona,” in Schelling, "Ricerche
filosofiche sull'essenza della libertà umana: e gli oggetti che vi sono
connessi", Commentario A. Pieper e O. Höffe, edizione italiana F. Moiso e
F, Viganò, Milano, Guerini e Associati,
I paradossi dell'infinito, in: "Romanticismo e modernità",
Torino, La scoperta dell’osso intermascellare e la questione del tipo
osteologico, in G. Giorello, A. Grieco, Goethe scienziato, Torino, Einaudi, Schelling: il romano antico
nella filosofia dell'arte, in "Rivista di estetica", Torino, Ortega y
Gasset pensatore e narratore dell'Europa, Milano, Gargnano del Garda, Milano:
Cisalpino (Acme / Quaderni) E ho visto le idee addirittura con gli occhi, in:
Goethe: la natura e le sue forme (Atti del Convegno Arte, scienza e natura in
Goethe; Torino), Milano, Mimesis, Cornelia Diekamp, Experientia/experimentum nel Romanticismo, in
M. VenezianiExperientia, Firenze: Olschki, L'albero della malattia. Motivi
della medicina in età romantica, in Atti della sofferenza. Atti del seminario
di studi. Udine,C. Casale e G. Garelli, Itinerari, La percezione del fenomeno originario e la
sua descrizione, in: Arte, scienza e natura in Goethe. Torino, R. Pettoello,
Francesco Moiso, In memoriam, "Acme",D'Alfonso, Matteo V., In guisa
di introduzione. L'interpretazione moisiana della "filosofia della
luce" di Fichte, in "Rivista di storia della filosofia,” M. Ivaldo,
La fichtiana dottrina della scienza e l'interpretazione di Moiso, In memoria
di Moiso. La filosofia della natura, in
"Annuario Filosofico", Paul Ziche, "Un terzo più alto, la loro
sintesi comune". Teorie della mediazione in Schelling, In memoria di Moiso. La filosofia della natura, in
"Annuario Filosofico",
Stefano Poggi, Dopo Schelling, dopo Goethe. Francesco Moiso lettore di
Mach, in In memoria di Francesco Moiso. La filosofia della natura, in
"Annuario Filosofico", Federico Vercellone, Da Goethe a Nietzsche.
Moiso tra morfologia ed ermeneutica, in In memoria di Moiso. La filosofia della
natura, in "Annuario Filosofico", Giordanetti, "Moiso interprete
di Kant", in Rivista di storia della filosofia, Gian Franco Frigo, Natura
della forma e storicità della sua comprensione, in Francesco Moiso:
testimonianze di colleghi e allievi, Torino,
La responsabilità dell'uomo per la natura nel pensiero degli scienziati
romantici inMoiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Flavio
Cuniberto, Corpo e mistero, in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e
allievi, Torino, Trauben, Matteo Vincenzo d'Alfonso, I corsi di Francesco Moiso:
una lezione di ricerca, in Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino,
Trauben, Piero Giordanetti, Moiso e il kantismo di Nietzsche, in Moiso:
testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Luca Guzzardi, Tra
filosofia della natura e morfologia dei saperi: un ruolo per l'enciclopedismo,
in Francesco Moiso: testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Federica Viganò, Morfologia e filosofia: la
filosofia della natura come "tropica" del reale, in Moiso:
testimonianze di colleghi e allievi, Torino, Trauben, Andrea Potestio (Tesi di
laurea su Lo Schelling di Heidegger), in Francesco Moiso: testimonianze di
colleghi e allievi, Torino, Trauben, Alessandro Mainardi (Tesi di laurea su
L'estetica pittorica di Friedrich), in Moiso: testimonianze di colleghi e
allievi, Torino, Trauben, Alessio Cazzaniga (Tesi di laurea su La filosofia
dell'evoluzione di Miguel de Unamuno), in Francesco Moiso: testimonianze di
colleghi e allievi, Torino, Trauben, La natura osservata e compresa: saggi in
memoria di Moiso, Federica Viganò, Milano, Guerini, N. Moro, In ricordo di Francesco Moiso, in
"Rivista di Storia della Filosofia",
Joerg Jantzen, In memoriam: Francesco Moiso verstorben In ricordo di
Francesco Moiso. Università degli Studi di Milano, Sala Crociera Alta, 16
novembre Francesco Moiso, La
rivoluzione di Lavoisier, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze
Filosofiche Moiso, Goethe e la natura, in Enciclopedia Multimediale delle
Scienze Filosofiche Francesco Moiso, Goethe poeta e scienziato, in Enciclopedia
Multimediale delle Scienze Filosofiche Moiso, La riculturalizzazione della
scienza, in Enciclopedia Multimediale delle Scienze Filosofiche, Scheda
biografica sul sito delle edizioni Mimesis Citazioni di opere di Moiso su Google Scholar Citazioni di
Francesco Moiso su Google Citazioni di Francesco Moiso sul sito della
Bayerische Akademie der WissenschaftenSchellingEdition und Archiv. Moiso.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moiso” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702156307/in/photolist-2mLK4N4
Grice e
Mondin – il ritorno dell’angelo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Monte
di Malo). Filosofo. Grice:“Trust an
Aquino to provide a systematic philosophy! Mind, I’ve been called a systematic
philosopher, too!” Grice: “At
Oxford, we are very familiar with angels – but only Mondin takes angeologia
seriously! Trust an Italian! Ponte Sant’Angelo comes to mind!” Dottore di Filosofia e Religione a
Harvard. È stato decano della Facoltà di Filosofia presso la Pontificia
Università Urbaniana di Roma. Mondin membro della Congregazione dei
Missionari Saveriani. Nei suoi studi, le principali figure di riferimento sono
state Tommaso d'Aquino e Paul Tillich, da cui ha tratto l'ideale di un accordo
e di un mutuo sostegno tra filosofia e teologia. Opere: Etica, Etica e
politica, Filosofia, Antropologia filosofica, Manuale di filosofia sistematica,
La Metafisica di Aquino e i suoi interpreti,” “Storia dell'antropologia
filosofica” Antropologia filosofica e filosofia della cultura e dell'educazione
Epistemologia e cosmologia Logica, semantica e gnoseologia Ontologia e
metafisica Storia della metafisica, Storia della metafisica, Storia della
metafisica, “Ermeneutica, metafisica, analogia in Aquino; History of mediaeval
philosophy, Storia della filosofia medievale Dizionario enciclopedico di
filosofia, teologia e morale Il sistema filosofico di Aquino Corso di storia
della filosofia, Corso di storia della filosofia, Corso di storia della
filosofia, L'uomo: chi è? Introduzione alla filosofia. Problemi, sistemi,
filosofi La filosofia dell'essere di Aquino Teologia Maria madre della Chiesa.
Piccolo trattato di mariologia “Il ritorno degli angeli” -- trattato di
angelologia, Roma, Pro Sanctitate, Ospitato su archive.is. Dizionario storico e
teologico delle missioni Dizionario enciclopedico del pensiero di Aquino, Essere cristiani oggi. Guida al cristianesimo
Il problema di Dio. Filosofia della religione e teologia filosofica La
cristologia di Aquino. Origine, dottrine principali, attualità Storia della
teologia Storia della teologia Storia della teologia Storia della teologia, Gli
abitanti del cielo Gesù Cristo salvatore dell'uomo La chiesa sacramento d'amore
La trinità mistero d'amore Dizionario dei teologi Introduzione alla teologia
Dio: chi è? Elementi di teologia filosofica Scienze umane e teologia Cultura,
marxismo e cristianesimo I teologi della liberazione, “Il problema del
linguaggio teologico dalle origini ad oggi” Filosofia e cristianesimo I teologi
della speranza I grandi teologi Professore
I grandi teologi Professore I
teologi della morte di Dio Dizionario enciclopedico di filosofia, teologia e
morale. Software Filosofia della cultura e dei valori Le realtà ultime e la
speranza cristiana Religione Nuovo dizionario enciclopedico dei papi. Storia e
insegnamenti Commento al Corpus Paulinum (expositio et lectura super epistolas
Pauli apostoli) La chiesa primizia del regno. Trattato di ecclesiologia Mito e
religioni. Introduzione alla mitologia religiosa e alle nuove religioni L'uomo
secondo il disegno di Dio. Trattato di antropologia teologica Preesistenza,
sopravvivenza, reincarnazione Teologie della prassi L'eresia del nostro secolo
Società Storia dell'antropologia filosofica Antropologia filosofica. L'uomo: un
progetto impossibile? Philosophical anthropology Una nuova cultura per una
nuova società. In ricordo di Mondin. Un
tomista ed "oltre" del XX secolo: Battista Mondin di Pierino Montini,
Congresso tomista internazionale, Roma,
nel sito "E- Aquinas" Studium thomisticum. Mondin. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mondin” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703623029/in/photolist-2mPpwbZ-2mLSzNn-2mLQA8J
Grice e Mondolfo – la filosofia romana – la
filosofia italiana – Luigi Speranza (Senigallia). Filosofo. Grice: “Mondolfo is
one of the few who have focused on ‘gli eleati’ as involving a locus – pretty
much as I do when I talk of Oxonian dialectic.” Grice: “Mondolfo’s study of the
politics of Risorgimento is good; especially since every Englishman seemed to
endorse it!” -- essential Italian philosopher. Like Grice, Mondolfo believed
seriously in the longitudinal unity of philosophy and made original research on
the historiography of philosophy, especially during the Eleatic, Agrigento, and
later Roman periods. Figlio di Vito Mondolfo e Gismonda Padovani, una famiglia
benestante di commercianti. Aderisce alle idee marxiste e socialiste. Studia
a Firenze. Si laurea con F. Tocco, discutendo una tesi su Condillac dal titolo:
"Contributo alla storia della teoria dell'associazione", un saggio da
cui saranno poi tratti alcuni dei suoi primi saggi di storia della
filosofia. Frequenta un gruppo socialista. Insegna a Potenza, Ferrara, Mantova,
Padova, Torino, e Bologna. Consigliere comunale nelle file del Partito
Socialista. Collabora con la rivista "Critica Sociale" fino a quando viene
soppressa dal regime fascista. Compone "Saggi per la storia della
morale utilitaria" di Hobbes ed Helvetius”; "Tra il diritto di natura
e il comunismo", "Rousseau nella formazione della coscienza
moderna", "Il materialismo storico in F. Engels" (Formiggimi, La
Nuova Italia) "Sulle orme di Marx". E
tra i firmatari del manifesto degli intellettuali anti-fascisti, redatto
da Benedetto Croce. Si dedica alla filosofia italica antica. Ciò nonostante,
pur in questo periodo, grazie alla politica di Gentile che volle coinvolgere
filosofi di diverso orientamento nell'impresa, collabora con l'Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Compone la voce Socialismo. In seguito alle leggi razziali fasciste
che vietavano agli ebrei di ricoprire cariche pubbliche, Mondolfo scrisse il
proprio curriculum di benemerenze e vi inserì lo stesso Gentile come testimone
il quale ha a propormi per il Premio Reale di filosofia presso i lincei".
Gentile autorizza Mondolfo a citarlo tra i testimoni e tenta inutilmente di
farlo ri-entrare tra gli esclusi dalle leggi razziali. Costretto a lasciare
l'Italia Gentile scrive ad Alberini e lo aiuta a trovare lavoro in Argentina. Il
suo archivio personale è depositato in parte a Firenze presso la Fondazione di
Studi Storici Filippo Turati ed in parte presso Milano. Altre saggi: Sulle
orme di Marx,” – Grice: “Whitehead used to say that metaphysics has been but
footnotes to Plato; and Strawson used to say that to rob peter to pay paul you
must show first that pragmatics is but footnotes to Grice!” -- Grice: “But of course a footnote is not a
footprint – only similar!” – Grice: “While ‘footprint’ involves Roman pressum,
‘orma’ obviates that!” -- Cappelli);
“L'infinito nel pensiero dei greci, Felice Le Monnier, La Nuova Italia); “Problemi
e metodi di ricerca nella storia della filosofia” (Zanichelli, La Nuova Italia,
Firenze, Milano, Bompiani, “Gli albori della filosofia in Grecia,” «La Nuova
Italia», Editrice Petite Plaisance, Pistoia, . La comprensione del soggetto
umano nella cultura antica, La Nuova Italia (Milano, Bompiani ). Alle origini
della filosofia della cultura, Il Mulino, “Il pensiero politico nel
Risorgimento italiano,” Nuova accademia, Cesare Beccaria, Nuova Accademia
Editrice,. “Moralisti greci: la coscienza morale da Omero a Epicuro,”
Ricciardi, “Da Ardigò a Gramsci,” Nuova Accademia, “Il concetto dell'uomo in
Marx,” Città di Senigallia, “Momenti del pensiero greco e cristiano,” Morano,
“Umanismo di Marx. Studi filosofici, Einaudi, “Il contributo di Spinoza alla
concezione storicistica, Lacaita, Polis, lavoro e tecnica, Feltrinelli,
Educazione e socialismo, Lacaita, “Gli eleati,” Bompiani, . Note Vedi
Paolo Favilli, Dizionario Biografico degli Italiani, riferimenti in . Fu una delle prime donne italiane a
conseguire la laurea (cfr. Le donne nell'Firenze). Sposò civilmente a Firenze
in Palazzo Vecchio Cesare Battisti. La sorella di Ernesta, Irene, sposerà
Giovanni Battista Trener, per anni collaboratore di Cesare. Amedeo Benedetti, L'Enciclopedia Italiana
Treccani e la sua biblioteca, "Biblioteche Oggi", Milano, Enciclopedia
Treccani, vedi alla voce futuro di Cesare Medail, Corriere della Sera, Archivio
storico. «SOCIALISMO» la voce nella
Enciclopedia Italiana, Volume XXXI, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Paolo
Simoncelli41. Paolo Simoncelli42.
Paolo Simoncelli43. Vedi Fabio Frosini, Il contributo italiano
alla storia del PensieroFilosofia, riferimenti in . Archivio, Inventari Stefano Vitali e Piero
Giordanetti. Ministero per i beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per
i beni archivistici. Archivio Rodolfo
Mondolfo. Inventari, Stefano Vitali e Piero Giordanetti, Roma, Ministero per i
beni culturali e ambientali. Ufficio Centrale per i beni archivistici, Paolo
Simoncelli "Non credo neanch'io alla razza" Gentile e i colleghi
ebrei, Le Lettere, Firenze, L. Vernetti,
R. Mondolfo e la filosofia della prassi, Morano, E. Bassi, Rodolfo Mondolfo nella vita e nel
pensiero socialista, Tamari); A. Santucci , Pensiero antico e pensiero moderno
in Mondolfo, Cappelli, Bologna); Bobbio, Umanesimo di Rodolfo Mondolfo, in
Maestri e compagni, Passigli Editore, Firenze 1984. M. Pasquini, Del Vecchio,
il kantismo giuridico e la sua incidenza nell'elaborazione di Rodolfo Mondolfo
(Alfagrafica, Città di Castello); C. Calabrò, Il socialismo mite: tra marxismo
e democrazia, Polistampa, Firenze); E. Amalfitano, Dalla parte dell'essere
umano. Il socialismo di Rodolfo Mondolfo, L'asino d'oro, Roma.
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali,
Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere Fabio Frosini, MONDOLFO, Rodolfo, in Il contributo italiano alla storia
del Pensiero: Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Vita opere e
pensiero Diego Fusaro, sito "filosofico.net". Fondo Rodolfo Mondolfo
Università degli Studi di Milano. Biblioteca di Filosofia. Fondo Rodolfo
Mondolfo Fondazione di Studi Storici Filippo Turati. Italiani emigrati in Argentina – Rodolfo
Mondolfo. Mondolfo. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, "Grice, Mondolfo, e la filosofia greco-romana," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685325261/in/photolist-2mMVqb2-2mLQdrQ-2mLFBT9-2mLGjg5-2mPHbXQ-2mKfNvB-2mKgLKC
Grice e Monferrato – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Casale
Monferrato). Filosofo. Autore di opere di teologia e scienza e legato
pontificio. Entrò nell'ordine francescano nella provincia genovese. Docente
presso lo studio francescano di Assisi. Compone il saggio “Quaestio de
velocitate motus alterationis” (Venezia). In esso presentò un'analisi grafica
del movimento dei corpi uniformemente accelerati. La sua attività di
insegnamento in fisica matematica influenza gli studiosi che operarono all'Padova
e Galilei che ri-propose idee simili. ‘Giovanni da Casale’, Enciclopedie on
line, Treccani. Filosofia Filosofo del XIV secoloTeologi italiani Casale
MonferratoStoria della scienza. Monferrato. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Monferrato” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51744993161/in/datetaken/
Montanari
(Roma). Filosofo. Massino Montanari.
Grice e Montani – il debito del segno – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Teramo).
Flosofo. Allievo di Emilio Garroni, è Professore di Estetica alla Sapienza
Roma, è stato Directeur d'Études Associé presso all'EHESS di Parigi e ha
insegnato Estetica al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. La sua
ricerca si concentra oggi principalmente sui temi di filosofia della
tecnica. Allievo di Emilio Garroni, per Montani l'estetica non va considerata
come filosofia dell'arte, ma come una teoria della sensibilità umana, che ha la
peculiarità di essere aperta agli stimoli del mondo esterno. La riflessione di
Montani si snoda in diversi passaggi e attraverso il confronto con alcuni dei
protagonisti della filosofia, della linguistica, della semiotica e della teoria
del cinema del Novecento, avendo sempre come punto di riferimento la filosofia
critica di Kant. Pensiero Ermeneutica e filosofia critica. Pubblica Il
debito del linguaggio, in cui, partendo dal confronto con le teorie
strutturaliste, in particolare quelle di Jakobson e JMukarovsky, mostra come la
questione del significato del testo poetico non possa essere risolta mediante
l'individuazione del codice linguistico o semiotico di riferimento, ma rimandi
ad una condizione estetica della significazione. Questo tema viene
ulteriormente approfondito in Estetica ed ermeneutica. Prendendo le mosse dalla
filosofia critica kantiana, propone di ripensare la verità nel senso
heideggeriano dell’ “a-letheia”, del “dis-velamento” dell'essere come una
situazione ermeneutica strettamente legata all'effettiva esperienza del
soggetto, seguendo la rilettura della filosofia di Heidegger proposta da
Gadamer.La formazione e il pensiero di Montani sono stati segnati dal suo
interesse per il cinema e in particolare per Vertov e Ėjzenštejn. Di entrambi
ha curato l'edizione degli
scritti. Nel testo “L'immaginazione narrative” (Guerini) coniuga
l'interesse per il cinema con quello più strettamente filosofico per il tema
dell'immaginazione. Propone di considerare l'immaginazione nei termini in cui,
in Tempo e racconto, Ricœur parla della narrazione, ovvero come di un processo
di “rifigurazione” dell'esperienza del tempo da parte dell'uomo. Per Ricoeur la
narrazione ha il potere di far fare al lettore esperienza di un tempo
propriamente umano. Montani fa propria la tesi di Ricoeur, applicandola però,
all'ambito della narrazione cinematografica. Montani ritiene che il territorio
dell'immaginazione in cui lavora il cinema sia quello dell'intreccio tra
finzione e testimonianza, tra la costruzione dell'intreccio narrativo e la
documentazione del reale. La trasformazione dell'esperienza del tempo avviene,
così, ad un livello più profondo e creativo. Tecnica ed estetica Con Bioestetica
si inaugura la fase più recente del pensiero di Montani, dedicata
all'approfondimento del rapporto tra tecnica e estetica. Attraverso il
paradigma della bioestetica Montani propone di leggere i fenomeni di biopotere
che caratterizzano l'epoca contemporanea a partire dalla loro natura
innanzitutto tecnica ed estetica, cioè a partire dal fatto che la sensibilità
dell'essere umano viene sempre più orientata ed organizzata tecnicamente. Il
biopotere consiste proprio nella capacità di canalizzare la sensibilità umana.
In L'immaginazione intermediale Montani prende in analisi i modi in cui il
cinema risponde alle forme di anestetizzazione. Prendendo le mosse dalla
spettacolarizzazione della politica emersa in seguito all'attentato delle Torri
Gemelle, Montani introduce il concetto di "autenticazione
dell'immagine", che non consiste nell'accertamento del referente fattuale
dell'immagine (il vero, il reale) ma nella rigenerazione di un orizzonte di
senso condiviso, la capacità di riferimento dell'esperienza e del linguaggio,
in un'epoca caratterizzata da crescenti fenomeni di “indifferenza referenziale”
La riflessione sul rapporto tra estetica e tecnica continua in “Tecnologie
della sensibilità”, in cui viene teorizzata l'esistenza di una terza funzione
dell'immaginazione: accanto a quella produttiva e riproduttiva vi è una
funzione inter-attiva. L'immaginazione inter-attiva diventa il paradigma
attraverso cui leggere l'epoca contemporanea, attraversata profondamente da
fenomeni dell'inter-attività digitale e dalla proliferazione di ambienti
virtuali. Opere: “Il debito del linguaggio: il problema dell'auto-riflessività
nel segno, nel testo e nel discorso,” – Grice: “There is the ‘debito’ and there
is the ‘credito’ or ‘price’ of semiosis, too!” -- Marsilio, Venezia; -- Grice:
“Actually, Montani uses ‘aesthetic self-reflection,’ using ‘aesthetic’
etymologically, as per what he calls ‘ermeneutica sensibile’ -- Fuori campo: studi sul cinema e l'estetica,
Quattroventi, Urbino; Estetica ed ermeneutica: senso, contingenza, verità,
Laterza, Roma-Bari; L'immaginazione
narrativa: il racconto del cinema oltre i confini dello spazio letterario,
Guerini e associati, Milano; Arte e verità dall'antichità alla filosofia
contemporanea: un'introduzione all'estetica, Laterza, Roma-Bari; L'estetica
contemporanea: il destino delle arti nella tarda modernià, Carocci, Roma; Lo stato dell'arte:
l'esperienza estetica nell'era della tecnica, M. Carboni eMontani, Laterza,
Roma-Bari; Bioestetica: senso comune, tecnica e arte nell'età della
globalizzazione, Carocci, Roma; L'immaginazione intermediale: perlustrare,
rifigurare, testimoniare il mondo visibile, Laterza, Roma-Bari; Tecnologie della sensibilità. Estetica e
immaginazione interattiva, Cortina, Milano. -- Note Montani, Il senso, Rai
Scuola, su raiscuola.rai. I percorsi
dell'immaginazione. Studi in onore di Pietro Montani., Pellegrini, . Rinaldo Censi, Cine-occhi e cine-pugni: due
modi di intendere il cinema, su Nazione Indiana, L'immaginazione estatica. Estetica, tecnica e
biopolitica, su giornaledifilosofia.net. 2 lAlessandra Campo, Biopolitica come
an-estetizzazione. Il significato estetico della biopolitica, su
sintesidialettica. Montani, L'immaginazione intermediale, Laterza, Montani,
L'immaginazione intermediale, Laterza, Anna Li Vigni, Gli occhiali per
immaginare, Il Sole 24 Ore. La vita immersa nell’estetica del virtuale, su
ilmanifesto. Pietro Montani. Montani. Keywords: il debito del segno. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Montani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703228758/in/photolist-2mLQyAA-2mPYoE5
Grice e Montinari – sovrumano – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Lucca). Filosofo. Grice: “If I were
asked to identify the main difference between the Italian philosopher and the Oxonian
philosopher is that the Italian philosopher takes Nietzsche seriously! But then
he lived at Torino!” «Nelle istituzioni
esistenti, sostenute da immani forze di produzione e di distruzione, viene
assimilata e mercificata ogni e qualsiasi protesta, persino quella dei Lumpen,
ogni tentativo di lasciare la «nave dei folli». Se il metodo di Nietzsche può
ancora aiutarci, allora l'unica forza che ci è rimasta è quella della cultura,
della ragione.» Considerato uno dei massimi editori e interpreti di Nietzsche.
Ha definitivamente dimostrato che Nietzsche non ha mai scritto un'opera dal
titolo “La volontà di Potenza” e che le cinque diverse compilazioni che la
sorella del filosofo e altri editori dilettanti hanno pubblicato sotto questo
titolo sono testi del tutto inaffidabili per comprendere il pensiero di
Nietzsche. Si era formato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e
all'Pisa, presso la quale si laureò con una tesi, “I movimenti ereticali a
Lucca.” Caduto il fascismo, divenne un attivista del Partito comunista, presso
il quale si occupava della traduzione di scritti dal tedesco. Mentre visitava
la Germani a Est per motivi di ricerca, fu testimone della rivolta del '53.
Successivamente, in seguito alla repressione della Rivoluzione ungherese del
1956, si allontanò dall'ortodossia marxista e dalla carriera nel partito.
Mantenne tuttavia la sua iscrizione al PCI, e rimase fedele agli ideali del
socialismo. Collaborò con le Edizioni Rinascita, e per un anno fu direttore
dell'omonima libreria in Roma. Dopo averne rivisto la raccolta di opere e
manoscritti in Weimar, Colli e Montinari decisero di iniziarne una nuova
edizione critica. Essa divenne lo standard per gli studiosi, e fu pubblicata in
da Adelphi. Per questo lavoro fu preziosa la sia abilità nel decifrare la
scrittura a mano (praticamente incomprensibile) di Nietzsche, fino a quel
momento trascritta solo da "Gast“ (Köselitz). Fonda la rivista
Nietzsche-di cui fu coeditore. Attraverso le sue traduzioni ed i suoi commenti
di Nietzsche, diede un contributo fondamentale alla ricerca storica e
filosofica, inserendo Nietzsche nel contesto del proprio tempo. Opere :
“Che cosa ha veramente detto Nietzsche”
Roma, Ubaldini, ripubblicato come
“Che cosa ha detto Nietzsche,” [Grice: “I convinced Montinari that ‘veramente’
is a trouser word and should be avoided!” -- Giuliano Campioni, Milano,
Adelphi. Su Nietzsche, Roma, Editori Riuniti,
Curatele: edizioni critiche Teoria della Natura, Torino, Boringhieri,
Milano, SE, F Nietzsche, Lettere a
Rohde, M. Montinari, Torino, Boringhieri, Nietzsche, Opere, (Milano,
Adelphi, Nietzsche, Il caso Wagner:
Crepuscolo degli idoli; L'anticristo; Scelta di frammenti postumi, S. Giametta,
Ferruccio Masini, M. Montinari, Giorgio Colli, Milano, Arnoldo Mondadori
Editore, Nietzsche, Ecce homo; Ditirambi di Dioniso; Nietzsche contra Wagner;
Poesie e scelta di frammenti postumi, Roberto Calasso e M. Montinari, Giorgio
Colli, Milano, A. Mondadori, Nietzsche, Schopenhauer come educatore,Milano,
Adelphi, Epistolario di Nietzsche, María Ludovica Pampaloni Fama, Milano,
Adelphi, Nietzsche, Scritti
giovanili, Giorgio Colli, Mario
Carpitella, M. Montinari, trad. di Mario Carpitella, Milano, Adelphi, Arthur
Schopenhauer, La vista e i colori Carteggio con Goethe, M. Montinari,
Abscondita, Nota introduttiva a
Genealogia della morale (di
Nietzsche), Mazzino
Montinari,Nietzsche e Van Gogh, due cardini del pensiero occidentale moderno di Bettozzi (Liberaldemocaratici), su liberal
democratici.. «Tant qu'il ne fut pas
possible aux chercheurs les plus sérieux d'accéder à l'ensemble des manuscrits
de Nietzsche, on savait seulement de façon vague que La Volonté de puissance
n'existait pas comme telle (...) Nous souhaitons que le jour nouveau, apporté
par les inédits, soit celui du retour à Nietzsche.» (Gilles Deleuze) Aveva infatti ottenuto una borsa di studio
della Scuola Normale Superiore a Francoforte sul Meno. Rinascita OnLine Che era stato il suo maestro. Giuliano
Campioni, Dizionario Biografico degli Italiani stituto dell'Enciclopedia italiana
Treccani Giuliano Campioni, Giuliano Campioni,B Giuliana Lanata, Esercizi di
memoria, Bari, Levante Editori, (notizie su M. M. nell'articolo su Colli anche
a proposito dell'Enciclopedia di autori classici, Editore Boringhieri,
progettata e diretta da Colli e a cui M. M .collaborò). Paolo D’Iorio , L'arte
di leggere Nietzsche, Firenze, Ponte alle grazie,Giuliano Campioni, Leggere
Nietzsche. Alle origini dell'edizione critica Colli-Montinari. Con lettere e
testi inediti, Pisa, Mazzino Montinari: l'arte di leggere Nietzsche Paolo
D'Iorio, Pubblicato da Ponte alle grazie, Studi germanici — Di Istituto
italiano di studi germanici — Pubblicato da Edizioni dell'Ateneo, Originale
disponibile presso la l'Università della Virginia — "Mazzino Montinari,
Nietzsche", di Francesca Tuca Giuliano Campioni, Da Lucca a Weimar:
Mazzino Montinari e Nietzsche in Nietzsche. Edizioni e interpretazioni, Maria
Cristina Fornari, ETS, Pisa, Die "ideelle Bibliothek Nietzsches". Von
Charles Andler Montinari Pensiero di Schopenhauer Roberto Roscani
Torino#Filosofi Giuliano Campioni, Mazzino Montinari, in Dizionario biografico
degli italiani, stituto
dell'Enciclopedia Italiana, . Opere di Mazzino Montinari, Centro
interdipartimentale di studi Colli-Montinari su Nietzsche e la Cultura Europea
— Pisa, Lecce, Padova e Firenze (Centronietzsche.net), su centronietzsche.net.
Grice:: “Montinari is right that ‘la volonta di potenza’ ‘n’existe pas’ –
vacuous name. Mazzino Montinari. Montinari. Refs. Luigi Speranza, “Grice e
Montinari: l’implicatura di Nietzsche” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51745180974/in/datetaken/
Grice e Monte – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Pesaro). Filosofo. Grice:
“I like to illustrate a ‘scientific revolution’ with Del Monte’s refutation on
the equilibrium controversy, since it involves a lot of analyticity that only a
philosopher can digest!” -- essential Italian philosopher. Il marchese Guidubaldo
Bourbon Del Monte (Pesaro), filosoMecanicorum liber, Suo padre, Ranieri,
originario da un famiglia benestante di Urbino, discendente dalla schiatta dei
Bourbon del Monte Santa Maria, fu notato per il suo ruolo bellico e fu autore
di due libri sull'architettura militare. Il duca di Urbino, Guidobaldo II della
Rovere, gli attribuì, per meriti, il titolo di Marchese del Monte, dunque la
famiglia divenne nobile solo un generazione prima di Guidobaldo. Alla morte del
padre, ottenne il titolo di Marchese. Studia matematica a Padova. Mentre era
lì, strinse una grande amicizia con Tasso. Combatté nel conflitto in Ungheria,
tra l'impero degli Asburgo e l'Impero Ottomano. Al termine della guerra, torna
nella sua tenuta a Mombaroccio, vicino Urbino, dove passava i giorni studiando
matematica, meccanica, astronomia e ottica. Studia matematica con l'aiuto di
Commandino. Divenne amico di Baldi, che fu anch'esso studente di Commandino. Ispettore
delle fortificazioni del Granducato di Toscana, pur continuando a risiedere nel
Ducato di Urbino. In quegli anni,
corrisponde con numerosi matematici inclusio Contarini, Barozzi e Galilei e con alcuni di loro si dice abbia avuto anche
relazioni più che professionali.
L'invenzione per la costruzione di poligoni regolari e per dividere in
un numero determinato di segmento qualsiasi linea fu incorporata come
caratteristica del compasso geometrico e militare di Galileo. Proprio fu
fondamentale nell'aiutare Galilei nella sua carriera, che e un promessa ma
disoccupato. Raccomanda il toscano al suo fratello Cardinale, che a sua volta
parla con il potente Duca di Toscana, Ferdinando I de' Medici. Sotto la sua
protezione, Galileo ha una cattedra di matematica all'Pisa. Guidobaldo divenne
un amico fidato di Galileo e lo aiutò nuovamente quando dovette necessariamente
fare domanda per poter insegnare matematica all'Padova, a causa dell'odio e
della macchinazione di Giovanni de' Medici, un figlio di Cosimo de' Medici,
contro Galileo. Nonostante la loro amicizia, Guidobaldo fu un critico di alcune
teorie di Galileo, come quella relativa alla legge dell'isocronismo delle oscillazioni.
Compone un importante saggio sulla prospettiva, “Perspectivae Libri VI”, pubblicato
a Pesaro che ha ampia diffusione. E sicuramente, anche secondo il parere di
Galileo, uno dei massimi studiosi di meccanica e matematica. “Mechanicorum
liber”. Pisauri. Altre saggi: “Mechanicorum liber,” Pisauri, Girolamo
Concordia, “Planisphaeriorum universalium theorica, Pisauri, Girolamo
Concordia, “De ecclesiastici calendarii restitutione, Pisauri, Girolamo Concordia,
“Perspectivae libri sex” (Pisauri, Girolamo Concordia); “Problematum
astronomicorum libri septem,” Venetiis, Bernardo Giunta, Giovanni Battista
& C Ciotti, “De cochlea,” Venetiis, E. Deuchino, “Mecanicorum liber,”
Venetiis, Evangelista Deuchino); “Le mechaniche dell'illustriss. sig. Guido
Vbaldo de' marchesi Del Monte: tradotte in volgare dal sig. Filippo Pigafetta”
(Venezia); “Le mechaniche dell'illustriss. sig. Guido Vbaldo de' marchesi Del
Monte: tradotte in volgare dal sig. F. Pigafetta nelle quali si contiene la
vera dottrina di tutti gli istrumenti principali da mouer pesi grandissimi con
picciola forza” (Venezia, Franceschi); “Lettere di Monte aContarini, pubblicate
ed illustrate da A. Favaronota” (Venezia); “I sei libri della prospettiva di Guidobaldo
dei marchesi Del Monte dal latino tradotti interpretati e commentati da Rocco
Sinisgalli, presentazione di Gaspare De Fiore, Roma, La teoria sui planisferi universali (Rocco
Sinisgalli, Salvatore Vastola, Firenze). Galileo (che nel frattempo era stato
molto probabilmente anche suo ospite) puo occupare la cattedra di Padova, grazie
anche all’intervento delduca., che nell’ambiente veneto poteva contare, oltre
che sull’amicizia di un Contarini e di un Pinelli, sull’autorità e l’influenza
di Giambattista Del Monte, generale delle fanterie della Repubblica": Fondazione
cardinal Francesco maria delmonte/guidobaldo-del-monte/. A. Giostra, La stella
o cometa nelle lettere di Monte a Giordani, Giornale di Astronomia. Galilei
Guidobaldo II della Rovere Mombaroccio. in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Guidobaldo Del Monte. Monte. Keywords: implicatura.
Refs.: Luigi Speranza, "Grice e del Monte," per Il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685910019/in/photolist-2mKiNkD-26dDynR-HW8b7z-GNEbxc-GUC8Z8-Guv9WS-Guvagu-GRC81o-Guv9zu-E4u3XA-GNEir2-FZ7y1G-GNEika-GuviMY-FZd4Zi-GuviZb-FZd4Hg-GUCps2-GRBWqA-GRC7Zw-FZd4wp-FZddSD-FZ7KbC-GNEior-FZ7ykj-FZ7KKJ-GNEiw2-GNE2Lp-FZ7KmC-FZddTR-FZ7L1J-FZd4An-GLk2q5-Guvj5S-GuviUm-FZ7Kbh-FZddBP-GLjUhY-GNE2hD-FZdrAe-GNEiFR-GLjTPy-Guv1bq-GRC1UW-GUCoPP-GUCpnc-GUCoZt-GUCpsT-GNEbSF-GkKUAY
Grice e Moramarco – la tradizione massonica italiana
– Luigi Speranza (Reggio nell’Emilia). Filosofo. Grice: “Unlike Moramarco, what most
people know about massoneria is via “Il flauto magico”!” Grice: “Moramarco
analyses massoneria aa a philosophical cult, talking about ‘brotherly link’
‘vincolo fraterno’ – he has unearthed a few fascinating details about
massoneria in Italy. Esponente della Massoneria te assertore di una sintesi
religiosa tra Mazdeismo e Cristianesimo. Discende da un'antica famiglia di
Altamura, di ascendenze latino-germaniche, cresciuta e ramificatasi durante il
dominio dei Farnese. Studioso di Massoneria, ha scritto la Nuova Enciclopedia
Massonica in tre volumi (1989-1995, seconda ed. 1997), importante testo di
ricerca massonologica. Un suo precedente volume, La Massoneria ieri e oggi fu
tra i primi, sull'argomento, pubblicati in Russia dopo il crollo del regime
sovietico, che aveva proscritto le Logge. Iniziato nel Grande Oriente
d'Italia il 10 dicembre 1975, divenne Maestro Venerabile della Loggia
Intelletto e Amore n. 723, e nel 1986 ricevette la decorazione all'Ordine di
Giordano Bruno, conferita a quanti si distinguono nello studio e nella
diffusione degli ideali massonici. Coordinatore scientifico del Convegno
Internazionale 250 anni di Massoneria in Italia, al quale parteciparono
studiosi quali Paolo Ungari, Alessandro Bausani, Aldo A. Mola, Alberto Basso,
Fabio Roversi Monaco, Paolo Ricca. Il convegno fiorentino costituì la prima
risposta pubblica, da parte della Comunione massonica di Palazzo Giustiniani,
alle degenerazioni della P2. Nello stesso anno, in qualità di Garante
d'Amicizia tra il Grande Oriente d'Italia e la Grand Lodge of South Africa,
richiese, d'accordo con il Gran Maestro Armando Corona, che tutte le Logge
sudafricane, peraltro già avviate in tale direzione (quando un gruppo di Liberi Muratori della
Massoneria Prince Hall era stato ammesso nella Loggia "De Goede Hoop"
di Cape Town), abrogassero l'apartheid, scelta che esse fecero, qualificandosi
tra le prime associazioni bianche a superare la segregazione razziale.
Nel 1992 uscì dal Grande Oriente d'Italia, rigettandone il laicismo, per
ravvivare i nuclei massonici di impronta cristiana e spiritualista, che
assunsero la denominazione Real Ordine degli Antichi Liberi e Accettati
Muratori (A.D. 926). Su tale concezione della Massoneria ha scritto La via
massonica. Dal manoscritto Graham al risveglio noachide e cristiano (), un
testo dal quale emerge, fra l'altro, l'importanza della devozione alla Vergine
Maria, come madre del Cristo ed espressione umana della divina Sophia, nella
genesi della spiritualità massonica. Ha ricostruito le vicende della Gran
Loggia d'Italia, l'altra associazione maggioritaria di Liberi Muratori in
Italia, nel volume Piazza del Gesù . Documenti rari e inediti della tradizione
massonica italiana, contribuendo in seguito alla realizzazione di programmi
tematici per varie emittenti televisive, tra le quali Rossija 24 (), Reteconomy
() e È TV Rete7. Ha conseguito il 33º grado del Rito scozzese antico ed
accettato e il VII del Rito filosofico italiano, che nel secondo decennio del
Novecento vide tra le sue fila i neopitagorici Arturo Reghini e Amedeo Rocco
Armentano. Fonda in Italia l'Antico Rito Noachita su patente ricevuta
presso il British Museum dall'ex Maestro Venerabile della Loggia
"Heliopolis" di Londra. Ha realizzato una colonna sonora per i
rituali massonici, dal titolo Masonic Ritual Rhapsody. presso la Loggia
"Gottfried Keller" di Zurigo, è stato ricevuto come membro
nell'Independent Order of Odd Fellows. Già attivo con Joseph L. Gentili, editore del newsletter Brooklyn Universalist Christian,
in un progetto di restaurazione della Chiesa Universalista d'America, contro la
deriva liberal di quel movimento, ha ricevuto il navjote zoroastriano . Nel
volume Il Mazdeismo Universale propone una visione eclettica di tale religione,
collegando ad essa elementi del misticismo ebraico, del dualismo platonico e
cristiano, del buddhismo Mahāyāna, e riconoscendo in Gesù il saoshyant (divino
soccorritore, messia) profetizzato dall'antica religione iranica, in una
prospettiva teologica di tipo mazdeo-cristiano, intorno alla quale si è formata
una Fraternità Mazdea Cristiana. Si è avvicinato alle correnti
latitudinaria e mistica dell'Anglicanesimo e al percorso religioso di Loyson,
confluendo in una comunità religiosa di orientamento eclettico , ove ha potuto
conservare la doppia appartenenza, cristiana e zoroastriana. Entro tale gruppo,
che nel gennaio ha assunto la
denominazione Reformed Cloister of the Holy SpiritUnione Riformata
Universalista, è un oblato di San Pellegrino delle Alpi, secondo la Regola che,
ispirandosi alle tradizioni fiorite intorno alla vita di quell'eremita del
Cristianesimo celtico, contempla almeno un atto quotidiano "di giustizia,
o di soccorso fraterno" anche nei riguardi di animali e piante.
Laureatosi cum laude in Filosofia presso l'Bologna,, con una tesi sul pensatore
indiano Sri Aurobindo (relatore il noto indologo e sanscritista Giorgio Renato
Franci), nella seconda metà degli anni Ottanta si è formato in Training
autogeno e Psicoterapia con la procedura immaginativa sotto la guida di Luigi
Peresson. Ha trattato dei nessi tra Zoroastrismo e Cristianesimo nei
libri La celeste dottrina noachita ( e I Magi eterni, di fenomenologia del
sacro ne L'ultima tappa di Henry Corbin e di tanatologia in Psicologia del
morire. Ha scritto sulle esperienze di autogestione dei lavoratori nel mondo e
sui rapporti tra socialismo e religione per Azione nonviolenta, la rivista
fondata da Aldo Capitini. Con il saggio Per una rifondazione del Socialismo
partecipò al simposio "Marxismo e nonviolenza" (Firenze) nel quale
intervennero, tra gli altri, Norberto Bobbio e Roger Garaudy. -- è un
sostenitore della lingua ausiliaria internazionale Esperanto. Ha aderito al
gruppo esperantista bolognese "Achille Tellini 1912". In ambito
narrativo, ha scritto Diario californiano e Torbida dea. Si è occupato di
storia dello spettacolo, scrivendo I mitici Gufi (2001), sul celebre quartetto
di cabaret degli anni sessanta, e partecipando all'allestimento del programma
Gufologia per Rai Sat; con l'ex "Gufo" Roberto Brivio ha collaborato
sia nella riproposta del repertorio del gruppo in teatri e circoli culturali,
sia nella realizzazione di un laboratorio teatrale e musicale che vide
attivamente coinvolti numerosi alunni portatori di disabilità, presso l'Istituto
medio superiore in cui insegnò psicologia. Ha inciso quattro CD,
Allucinazioni amorose (meno due), Gesbitando, Come al crepuscolo l'acacia e
Existenz, che contengono sue canzoni e brevi suites strumentali, ricevendo il
plauso, tra gli altri, di critici come Maurizio Becker, Mario Bonanno (Musica
& Parole) e Salvatore Esposito (Blogfoolk), di autori come Bruno Lauzi,
Ernesto Bassignano, Giorgio Conte e dei jazzisti Giulio Stracciati e Shinobu
Ito. Nel dicembre è stato chiamato
da Luisa Melis, figlia e continuatrice dell'opera di Ennio Melis, il patron
della RCA Italiana, a far parte della giuria del Premio De André. Opere:“La
Massoneria” (De Vecchi, Milano), “La Massoneria: cronaca, realtà, idee (De
Vecchi, Milano), “Per una rifondazione del socialismo, in : Marxismo e
nonviolenza (Lanterna, Genova), “La Libera Muratoria” (SugarCo, Milano).
Masonstvo v proshlom i nashtoiashchem (Progress, Moskva 1990), “La Massoneria.
Il vincolo fraterno che gioca con la storia” (seconda ed., Giunti, Firenze)
Diario californiano (Bastogi, Foggia) Grande Dizionario Enciclopedico UTET
(quarta ed., Torino) (voci: Antroposofia, Besant, Cagliostro, Radiestesia,
ecc.) L'ultima tappa di Henry Corbin, in Contributi alla storia
dell'Orientalismo, G.R. Franci (Clueb, Bologna) “250 anni di Massoneria in
Italia” (Bastogi, Foggia) Nuova Enciclopedia Massonica (Ce.S.A.S., Reggio E.;
seconda ed.: Bastogi, Foggia) Psicologia del morire, in I nuovi ultimi (Francisci, Abano Terme)
Piazza del Gesù. “Documenti rari e inediti della tradizione massonica italiana”
(Ce.SA.S. Reggio Emllia) Sette Lodi Massoniche alla Beata Vergine Maria (Real
Ordine A.L.A.M., Reggio Emilia 1992) La celeste dottrina noachita (Ce.S.A.S,
Reggio E.) I mitici Gufi (Edishow, Reggio Emilia) Torbida dea. Psicostoria
d'amore, fantomi & zelosia (Bastogi, Foggia) Il Mazdeismo Universale. Una
chiave esoterica alla dottrina di Zarathushtra (Bastogi, Foggia ) I Magi
eterni. Tra Zarathushtra e Gesù (con Graziano Moramarco) (Om Edizioni, Bologna
) La via massonica. Dal manoscritto Graham al risveglio noachide e cristiano
(Om Edizioni, Bologna ) Massoneria. Simboli, cultura, storia (consulenza
scientifica di M.M.) (Atlanti del Mistero/Giunti-De Vecchi, Firenze )
Introduzione alla Libera Muratoria (Il Settenario, Bologna ) Musica Allucinazioni
amorose (meno due) (cd) (Bastogi Music Italia) Masonic Ritual Rhapsody (cd)
(Bastogi Music Italia) Gesbitando (cd, con Andrea Ascolini) (Bastogi Music
Italia ) Come al crepuscolo l'acacia (cd) (Heristal Entertainment, Roma )
Existenz (cd) (Heristal Entertainment, Roma ). Note Aplogruppo Mola, Un valido impulso per una
Massoneria "à parts entières", in 250 anni di Massoneria in Italia,
F. Ferrari, La Massoneria verso il futuro (una conversazione con Michele
Moramarco) v. ) Una breve rassegna di
testi fondamentali sulla Massoneria si trova sul sito del Cesnur diretto da
Massimo Introvigne. Vedi anche le recensioni di E. Albertoni ne Il Sole 24 Ore,
p.1 inserto domenicale, e di G. Caprile ne La Civiltà Cattolica, 6Il volume fu
pubblicato nel 1990, anno della dissoluzione dell'URSS, dalla casa editrice
Progress, V. Brunelli, Massoneria: è finito con la condanna della P2 il tempo
delle logge e dei "fratelli" coperti, in Corriere della sera, Il
Corriere della Sera dedicò un lungo articolo allo "scisma" (v. ). Del
Real Ordine A.L.A.M. si è occupato anche il centro di ricerca Cesnur, diretto
dal noto storico e sociologo delle religioni Massimo Introvigne,
v.//cesnur.org/religioni_italia/a/ appendice_02.htm. Il termine Real non aveva
alcun riferimento alla storia italiana, ma si richiamava alla leggenda,
contenuta negli Antichi doveri, secondo cui l'Ordine Massonico ricevé le sue
proto-costituzioni dal re Atelstano d'Inghilterra (Æðelstan); recentemente il
Real Ordine ha assunto la denominazione di Unione Cristiana dei Liberi
Muratori Rito filosofico italiano Antico Rito Noachita Masonic Ritual Rhapsody, Bastogi Music
Italia, youtube.com/watch?v=rSs0 4kpA36U. A questa esperienza è collegata la
sua iscrizione alla SIAE come autore musicale
Del percorso che lo ha condotto verso la visione di Zoroastro
(Zarathushtra) si è occupata la rivista parsi di Bombay, Parsiana, così come il
quotidiano torinese La Stampa v. mazdeanchristian.wordpress.com/ latitudinarismo, in Dizionario di filosofia,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, v.
riformati universalisti.wordpress.com// In questa comunità si ritrovano, su
vari temi, idee tratte dal Manicheismo, dall'Arianesimo, dal Quaccherismo,
dall'Unitarianismo, dal Giurisdavidismo e dall'universalismo hindu-cristiano
del movimento Navavidhan fondato da Keshab Chandra Sen (1838-1884). Frequenti e
significativi sono altresì i riferimenti al pensiero di aint-Martin e alla
"religione aperta"o della "compresenza dei morti e dei
viventi"elaborata da Capitini, Stracciati
Ito E. Albertoni, Tante fedi,
nessun dogma (recensione della Nuova Enciclopedia Massonica, Il Sole 24 Ore,I,
inserto culturale domenicale) M. Chierici, Nasce la Lega dei Venerabili
(Corriere della Sera) S. Esposito , Dalle radici del Mazdeismo all'Alleanza
Mazdea CristianaIntervista con Michele Moramarco (in Secreta Magazine S.
Esposito , Gesbitando: intervista con Michele Moramarco (Blogfoolk) F. Ferrari,
La Massoneria verso il futuro (una conversazione con Michele Moramarco)
(Bastogi, Foggi8) S. Semeraro, Tra la via Emilia e l'Est. Così parlò Zoroastro
(La Stampa, Torino) S. Sari, Unico e plurimo al contempo, Dio secondo gli
Zoroastriani [intervista a M.M.](Libero) G. Giovacchini, Cultura e spiritualità
della Massoneria italiana nella seconda metà del '900 [prefazione di Michele
Moramarco] (Tiphereth, Acireale-Roma )
Zoroastrismo Universalismo Massoneria Rosacroce michelemoramarco. blog del Real Ordine A.L.A.M., su
realordine.wordpress.com. Pagina sul sito di Heristal Entertainment, su
heristal.eu. blog degli anglicani latitudinari, su
riformatiepiscopali.wordpress.com. Michele Moramarco. Moramarco. Keywords: la
tradizione massonica italiana. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Moramarco” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51745062159/in/datetaken/
Grice e Moravia – ragazzi – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Bologna). Filosofo. Grice: “I like Moravia: he has philosophised on what makes us
‘human,’ (“il pungolo dell’umano”) – his analysis of ‘il ragazzo selvaggio’ is
sublime – and he has played with ‘reason,’ hidden and strutturata – and the
universi di senso with which I cannot but agree! – provided we don’t multiply
them ad infinitum!” -- Grice: “I like
Moravia’s idea of ‘la ragione nascosta’ – you have indeed to seek and thou shalt
find!” -- “Il Nietzsche che prediligo è il Nietzsche terreno, umano, presente
nel tempo. È il Nietzsche intrepido esploratore del sottosuolo dell'uomo e dei
disagi della civiltà. È il Nietzsche che fertilmente e sofferentemente (non
narcisisticamente) vive e pensa il nichilismo: ma per andare oltre il
nichilismo. È soprattutto il Nietzsche cheneo-illuminista forse malgrado
luivuole conoscere, capire, dare un (nuovo) senso alle cose.” Professore a
Firenze. Allievo diGarin, si è formato
in ambiente fiorentino conseguendovi la laurea in filosofia nel 1962 con tesi
su Gian Domenico Romagnosi. Professore incaricato dal 1969, è poi diventato,
nel 1975, ordinario di Storia della Filosofia all'Firenze. Nel corso della sua carriera, si è
interessato particolarmente dell'illuminismo francese e del pensiero del
Novecento, della storia e dell'epistemologia delle scienze umane, con
particolare attenzione all'antropologia, la filosofia della mente e
l'esistenzialismo. I suoi studi e le sue ricerche hanno aperto nuove
prospettive interdisciplinari fra pensiero filosofico e scienze umane. Attualmente, le sue attenzioni sono rivolte
verso l'opera e il pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche del quale,
nel 1976, pubblicò già una celebre antologia dal titolo La distruzione delle
certezze e, nel 1985, una raccolta di saggi intitolata Itinerario nietzscheano.
Proprio un nuovo modo di avvicinarsi e concepire il pensiero del filosofo
tedesco lo hanno reso uno dei suoi interpreti più originali e più discussi. Grazie ai suoi studi e contributi filosofici,
è stato visiting professor presso l'Università della California a Berkeley,
l'Università del Connecticut a Storrs e il Center for the Humanities della
Wesleyan University. Conferenziere
presso altre sedi universitarie americane (fra le quali, Harvard, UCLA, Boston)
ed europee (Francia, Belgio, Germania), è cofondatore della “Società italiana
degli studi sul XVIII secolo”, nonché membro del Comitato direttivo delle
Riviste filosofiche “Iride” e “Paradigmi”. Collabora ai giornali Corriere della
Sera, Quotidiano nazionale, La Repubblica.
Altri saggi: “Il tramonto dell'Illuminismo. Filosofia e politica”
(Laterza, Roma-Bari); “La ragione nascosta” (Sansoni, Firenze, La scienza dell'uomo
nel Settecento, Laterza, Roma-Bari, L’antropologia strutturale, G.C. Sansoni,
Firenze, Sartre, Laterza, Roma-Bari, La teoria critica della società, G.C.
Sansoni, Firenze, Il pensiero degli idéologues. Scienza e filosofia, La Nuova
Italia, Firenze, “La distruzione delle certezze. Raccolta antologica di scritti
nietzschiani, La Nuova Italia, Firenze, “Linguaggio, scuola e società not
‘storia’! -- Guaraldi, Firenze,
Filosofia e scienze umane nell'età dei Lumi, G.C. Sansoni, Firenze,
Pensiero e civiltà, Le Monnier, Firenze, “Il ragazzo selvaggio dell'Aveyron.”
Pedagogia e psichiatria nei testi di Itard, Pinel e dell'anonimo della
"Décade", Laterza, Roma-Bari , Itinerario nietzscheano, Guida,
Napoli, Educazione e pensiero, Le Monnier, Firenze, Filosofia: storia e testi,
Le Monnier, Firenze, “L'enigma della mente” Laterza, Roma-Bari, Compendio di
filosofia, Le Monnier, Firenze, L'enigma
dell'esistenza. Soggetto, morale, passioni nell'età del disincanto,
Feltrinelli, Milano, L'esistenza ferita. Modi d'essere, sofferenze, terapie
dell'uomo nell'inquietudine del mondo, Feltrinelli, Milano, Filosofia
dialettico-negativa e teoria critica della società, Mimesis Edizioni, Milano;
“Ragione strutturale e universi di senso” (Le Lettere, Firenze, “La Massoneria.
La storia, gli uomini, le idee, Mondadori, Milano, Firenze e il Neo-Umanesimo.
Arte, cultura, comunicazione multimediale all'alba del Terzo Millennio, Le
Lettere, Firenze, Lo strutturalismo, Le Lettere, Firenze, Freud. Filosofia e psicoanalisi, raccolta
antologica di scritti freudiani, UTET, Torino. "Il pensiero", in:
L'universo del corpo, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, "Filosofia della mente e realtà
psichica", in: C. Genovese , La realtà psichica, Edizioni Borla, Roma,
"L'esistenza e il male", in:
"Mysterium iniquitatis", Gregoriana Editrice, Padova,
Linterpretazione personologico-esistenziale dell'uomo", in: La questione del soggetto tra filosofia e
scienze umane, Le Monnier, Firenze, "Lettura Magistrale" al Convegno
Nazionale Dalla riabilitazione psicosociale alla promozione della salute
mentale (Montecatini), "S.I.R.F. News", "Mente, soggetto,
esperienza nel mondo", in Firrao , La filosofia italiana in discussione
(Atti del Convegno). La filosofia italiana in discussione, Società Filosofica
Italiana, Firenze), Bruno Mondadori, Milano, "Crisi della cultura e
relazioni generazionali nel mondo contemporaneo", in: Giovani e adulti: prove di ascolto (Atti del
Convegno omonimo), Sansepolcro (AR), "La filosofia degli idéologues.
Scienza dell'uomo e riflessione epistemologica tra Sette e Ottocento", in:
G. Santato , Letteratura italiana e cultura europea tra illuminismo e
romanticismo, Atti dell'omonimo Convegno Internazionale di Studi, Dipartimento
di Italianistica, Padova, Droz, Genève
CH), "Libertà, finitudine, impegno. Genesi e significato della
responsabilità nel mondo moderno", in: V. Malagola Anziani , Giustizia e
responsabilità (Atti del Convegno omonimo, Firenze), Dott. A. Giuffré Editore,
Milano, "Dal soggetto alla
relazione", Maieutica, V"Demitizzazione e devalorizzazione. La crisi
della 'forma famiglia' nella società contemporanea", in: Interazioni,
"Illuminismo e modernità", Hiram, "Prove d'ascolto. Crisi della
cultura e relazioni generazionali nel mondo contemporaneo", Studi sulla
formazione, "Considerazioni sulla guerra giusta", Hiram, "La filosofia, la conoscenza dell'umano,
il dialogo col pensiero religioso", Hiram, "Esistenza e
felicità", Hiram, "L'Occidente e la pace. Luci e ombre all'alba del
terzo millennio", Hiram,"La filosofia e il suo 'altro'. La
riflessione metafilosofica di Adorno in 'Dialettica negativa'",
Iride, "L'uomo: una storia
infinita", in: Per una scienza
dell'umano, Arezzo, "L’'interpretazione
personologico-esistenziale dell'uomo", in: L. Lenzi , Neurofisiologia e
teorie della mente, Vita & Pensiero, Milano, "La scoperta
settecentesca dell'inconscio, l'ambiguità del freudismo e il lavoro della
psicoanalisi sull'«animale malato»", Atti del Convegno
"Metapsicologia oggi", tenutosi a Napoli e pubblicati in
Metapsicologia oggi, La Biblioteca Edizioni, Bari, "Un mondo negato.
L'assolutizzazione del corpo nella psico-umanologia contemporanea",
Hermeneutica, Corpo e persona, "Complessità, pluralità, confini", in:
Dal coordinatore al coordinamento, Atti del III Seminario sui Coordinatori
pedagogici in Emilia-Romagna, Assessorato Servizi Sociali Provincia Bologna,
Bologna, Bruno Maiorca, Filosofi italiani contemporanei. Parlano i
protagonisti, Bari, Nuova biblioteca Dedalo,
su sapere, De Agostini.
Pubblicazioni di Sergio Moravia, su Persée, Ministère de l'Enseignement
supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.
Registrazioni su RadioRadicale,
Radio Radicale. Registrazione video
intervista effettuata durante la Gran Loggia del GOI dal titolo "Tu sei
mio fratello" su youtube.com.
Registrazione video della Lectio Magistralis "Al di qua del bene e del
maleNietzsche esploratore dell'umano" all'Università degli studi di Modena
e Reggio Emilia su tv.unimore. Registrazione audio della tavola rotonda del GOI
"Pedagogia delle libertàLibertà civili" su radioradicale. Registrazione
video del convegno del GOI "La scienza non sia ostacolata dall'ideologia,
dalla politica e dalla religione" dsu radioradicale. Registrazione audio
della tavola rotonda della Comunità Oasi "Significato e funzione della
pena, della punizione e della penitenza nella promozione umana e sociale"
del 14 giugno 1998, su radioradicale. Registrazione video dell'intervento
"Catturati dall'effimero?" all'interno del Convegno Giovanile alla
Cittadella di Assisi" dsu arcoiris. Moravia. Keywords: ragazzi. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Moravia” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51745009609/in/datetaken/
Grice e Mordacci – la norma – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Grice: “I like Mordacci – in a way, like I did with J. L. Mackie,
Mordacci opposes both ‘assolutismo’ and ‘relativismo’ – and tries to
‘construct’ an ‘inter-personal’ reason out of a full-fledged personal reason.
Whereas it would seem that we enjoin the principle of conversational
helpfulness out of altruism, there is this balance between conversational
self-love and conversational other-love; and we only ‘respect’ the other that
respects us as ‘pesonal;’ against Apel, the logic of the inter-personal reduces,
in a complex way, to the logic of the personal; without it, we would be
annihilating the autonomy of the will.” Grice: “I like Mordacci’s emphasis on
reason for normativity – interpersonal reason, as he calls it!” È preside della
Facoltà di Filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele dove è Professore
di Filosofia Morale. È Direttore del Centro Internazionale di Ricerca per
la Cultura e la Politica Europea. Laurea in filosofia presso l'Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Dottorato in bioetica presso l'Università
degli Studi di Genova. Ha svolto attività di ricerca e insegnamento presso la
Scuola di Medicina e Scienze Umane dell'Istituto Scientifico Ospedale San
Raffaele. Insegnato presso l'Università Vita-Salute San Raffaele, prima presso
la Facoltà di Psicologia e dal 2002 presso la Facoltà di Filosofia che ha
contribuito a fondare insieme con Massimo Cacciari, Edoardo Boncinelli, Michele
Di Francesco, Andrea Moro. Ha contribuito a progetti di ricerca ed è stato
membro del Consiglio d'Europa per l'insegnamento della bioetica. Dal è preside della Facoltà di Filosofia
dell'Università Vita-Salute San Raffaele, essendo stato rieletto nel
giugno per il secondo mandato.
Membro del Comitato Nazionale per la Biosicurezza, le Biotecnologie e le
Scienze per la Vita della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Dal al è
stato membro del Comitato Scientifico per EXPO
come delegato del Rettore dell'Università Vita-Salute San Raffele.
Dal è membro della Commissione per
l'Etica della Ricerca e la Bioetica del consiglio nazionale delle ricerche e
del consiglio direttiva della Società Italiana di Filosofia Morale. Si è
dedicato in particolar modo dei temi: "Etica e ragioni morali",
"Etica pubblica e rispetto", "Neuroetica". Attraverso
l'indagine delle "ragioni morali" e dell'"identità
personale" e ispirandosi alla filosofia kantiana, propone una forma di
"personalismo critico" in base alla quale il fondamento
dell'esperienza morale viene individuato nella ricerca, che ognuno compie,
delle "buone ragioni" che danno forma alla propria individualità
personale attraverso l'agire. Riconoscere ogni persona come autrice della
propria identità fonda un'etica del rispetto delle persone in quanto a ogni
individuo viene riconosciuto il diritto e il dovere di esprimere le proprie
abilità e costruire la propria personalità. Si è inoltre occupato di
bioetica essendo anche stato coordinatore del progetto Bioetica della genetica:
questioni morali e giuridiche negli impieghi clinici, biomedici e sociali della
genetica umana del Miur (FIRB, Tra i suoi interessi più recenti, la disciplina
della Film and Philosophy: la riflessione su come i film possono fare filosofia
e se possono argomentare vere e proprie tesi filosofiche. In questo contesto ha
dato vita al Laboratorio di Filosofia e Cinema presso la Facoltà di Filosofia
dell'Università Vita-Salute San Raffaele, conduce il sabato pomeriggio la
rubrica "Al cinema col Filosofo" su TgCom24 (stagioni - e -) e la
rubrica "Imparare ad amare i film" all'interno di Cinematografo
Estate () su Rai 1. Riviste È membro del comitato scientifico
dell'Annuario di Etica (ed. Vita e Pensiero), dell'Annuario di Filosofia (ed.
Mimesis) e della rivista online Etica & Politica. Dalla sua
fondazione è membro del Comitato Scientifico della rivista scientifica a cura
del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi. Attività teatrale
Romeo e Giulietta: nascita e tragedia dell'io moderno, Eloisa e Abelardo:
passione e negazione, Occidente, o identità fragile: Paul Auster e le Follie di
Brooklyn, analisi filosofiche con letture sceniche, ciclo "Aperitivi con
Sophia", Teatro Franco Parenti,La violenza e l'ingiustiziaGorgia, ciclo
"Filosofi a teatro" Roberto Mordacci, Teatro Franco Parenti,
L'individuo, la libertà e il perdono. Hegel legge Dostoevskij, lettura scenica
di Roberto Mordacci e Jean Sorel, ciclo l'Intelligenza e la Fantasia, Teatro
Strehler,L'isola della verità. Divagazioni fotografiche e filosofiche, lettura
scenica di Roberto Mordacci, Anna Traini e Maria Grazia Stepparava, Cluster
Isole, Mare e Cibo, Padiglione P03-Expo Milano
(Rho-Fiera), Kant e il mare, lettura scenica di Roberto Mordacci e
Francesca Ria, agosto Opere:“Bio-etica
della sperimentazione,” FrancoAngeli, Milano; “Salute e bioetica,” Einaudi,
Milano; con G. de Wert, R. ter Meulen e M. Tallacchini. “Una introduzione alle
teorie morali,” Feltrinelli, Milano, La
vita etica e le buone ragioni, Bruno Mondadori, Milano, “Ragioni personali,
ragione inter-personali: Saggio sulla normatività morale,” Carocci, Milano,
Elogio dell'Immoralista, Bruno Mondadori, Milano; Rispetto, Raffaello Cortina,
Milano . Bioetica, Bruno Mondadori, Milano . L'etica è per le persone, San
Paolo, Cinisello Balsamo . Al cinema con il filosofo. Imparare ad amare i film,
Mondadori, Milano . La condizione neomoderna, Einaudi, Torino, . Ritorno a
utopia, Laterza, Bari, . Note Università
Vita-Salute San Raffaele, su unisr. Governo/bioetica , su governo. Roberto Mordacci, su Le Università per
Expo,Commissione per l’Etica della Ricerca e la Bioetica, Consiglio Nazionale
delle Ricerche, su cnr. Organi della
società | SIFM, su sifm. Intervista a L'accento di Socrate, su laccentodi
socrate. Rai 1, Cinematografo estate, su
rai.tv. Scienza e etica: in uscita la
nuova rivista della Fondazione Veronesi, su Fondazione Umberto Veronesi. Chi siamo
su scienceandethics. fondazioneveronesi. Feeding the Mind: Expo-Bicocca
Conversation Hour, su unimib. Lettura scenica de "I Sensi del Mare",
su//elbareport. 1 Pearson Imparare sempre su pearson. 1º agosto . Bioetica Mordacci Robertoe Book Mondadori
BrunoSai cos'è?FilosofiaePubIBS, su ibs. L'etica è per le personeEdizioni San
Paolo, su edizionisanpaolo. Riflessioni
sul senso della vita intervista di Ivo Nardi, sito "Riflessioni",
settembre . Ci vuole più rispetto intervista a Roberto Mordacci, Famiglia
Cristiana. Ma l'etica non è un'intrusa, intervista a Roberto Mordacci,
Avvenire, Ora smettiamola di parlare inglese, intervista a Roberto Mordacci, Il
Giornale. Mordacci. Keywords: la norma. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Mordacci” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703225018/in/photolist-2mLQxu7
Grice e Morelli – la filosofia del digiuno –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano).
Filosofo. Grice: ‘I once told Austin, I don’t give a hoot what the dictionary
says;’ ‘And that’s where you make your big mistake,’ his crass response was!”
-- Grice: “I once told Ackrill, ‘should there be a manual of philosophy, must
we follow it?’ He replied, “One thing is to know the manual, another is to know
how to abide by it!” Si laurea a
Pavia e l'anno dopo assolve all'obbligo
di leva a Trieste dove presta attenzione alle problematiche relazionali dei
militari nello svolgimento delle proprie mansioni; si è poi specializzato in
Psichiatria presso l'Università degli Studi di Milano. Direttore dell'Istituto
Riza, gruppo di ricerca che pubblica la rivista Riza Psicosomatica ed altre
pubblicazioni specializzate, con lo scopo di "studiare l'uomo come
espressione della simultaneità psicofisica riconducendo a questa concezione
l'interpretazione della malattia, della sua diagnosi e della sua cura".
Inoltre è direttore delle riviste Dimagrire e Salute Naturale.
Dall'attività dell'Istituto Riza è sorta anche la Scuola di Formazione in
Psicoterapia ad indirizzo psicosomatico, riconosciuta ufficialmente dal
Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica.
Vicepresidente della Società Italiana di Medicina Psicosomatica. Partecipa a
numerose trasmissioni televisive sia per la RAI sia per Mediaset (Maurizio
Costanzo Show, Tutte le mattine, Matrix, ecc.) e per la radio. Nelle sue
opere ci sono molti riferimenti alle dottrine orientali. Altre saggi: Verso la
concezione di un sé psicos-omatico. Il corpo è come un grande sogno della mente
(Milano, UNICOPLI, Milano, Cortina); La dimensione respiratoria. Studio
psicosomatico del respiro, con Gianlorenzo Masaraki, Milano, Masson Italia,
Dove va la medicina psicosomatica (Milano,
Riza); Il sacro. Antropoanalisi, psicosomatica, comunicazione, con
Erminio Gius e Carlo Tosetti, Milano, Riza-Endas, Convegno internazionale
Mente-corpo: il momento unificante. Milano, Atti, e con Piero Parietti, Milano,
UNICOPLI, Riza, I sogni dell'infinito, e con Franco Sabbadini, Milano, Riza,
Autostima. Le regole pratiche, Milano, a cura dell'Istituto Riza di medicina
psicosomatica, Il talento. Come scoprire e realizzare la tua vera natura,
Milano, Riza, Ansia, con testi di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio, Milano,
Riza, Insonnia, con testi di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio, Milano,
Riza, Cefalea, con testi di Piero Parietti e Vittorio Caprioglio (Milano,
Riza); Lo psichiatra e l'alchimista. Romanzo, Milano, Riza, Le nuove vie
dell'autostima. Se piaci a te stesso ogni miracolo è possibile, Milano, Riza,
Conosci davvero tuo figlio? Sconosciuto in casa. Dal delitto di Novi Ligure al
disagio di una generazione, con Gianna Schelotto, Milano, Riza, Come essere
felici, Milano, A. Mondadori, Cosa dire e non dire nella coppia, Milano, A.
Mondadori, Come mantenere il cervello giovane, Milano, A. Mondadori, Come
affrontare lo stress, Milano, A. Mondadori, Come amare ed essere amati (Milano,
A. Mondadori); Come dimagrire senza soffrire (Milano, Mondadori); Come
risvegliare l'eros, Milano, A. Mondadori, Come star bene al lavoro, Milano, A.
Mondadori, Come essere single e felici, Milano, A. Mondadori, Cosa dire o non dire ai nostri figli, Milano,
A. Mondadori, La rinascita interiore, Milano, Riza, Volersi bene. Tutto ciò che
conta è già dentro di noi (Milano, Riza); L'amore giusto. C'è una persona che
aspetta solo te, Milano, Riza, Vincere i disagi. Puoi farcela da solo perché li
hai creati tu, Milano, Riza); Felici sul lavoro. Come ritrovare il benessere in
ufficio, Milano, Riza, I figli felici. Aiutiamoli a diventare se stessi,
Milano, Riza, La gioia di vivere. Scorre spontaneamente dentro di noi, Milano,
Riza, Essere se stessi. L'unica via per incontrare il benessere, Milano, Riza,
Accendi la passione. È la scintilla che risveglia l'energia vitale, Milano,
Riza, Alle radici della felicità. Editoriali dpubblicati su Riza psicosomatica,
rivista mensile delle Edizioni Riza, Milano, Riza, Ciascuno è perfetto. L'arte
di star bene con se stessi, Milano, Mondadori, Il segreto di vivere. Aforismi,
Milano, Riza, Realizzare se stessi, Milano, Riza, Vincere la solitudine,
Milano, Riza, Dimagrire senza fatica, Milano, Riza, Amare senza soffrire,
Milano, Riza, Guarire con la psiche, Milano, Riza, Superare il tradimento,
Milano, Riza, Dizionario della felicità, 6 voll, Milano, Riza, Non siamo nati
per soffrire, Milano, Mondadori,L'autostima. Le cinque regole. Vivere la vita.
Adesso, Milano, Riza, Conoscersi. L'arte di valorizzare se stessi. Via le
zavorre dalla mente, Milano, Riza, I
figli difficili sono i figli migliori, Milano, Riza, Il matrimonio è in
crisi... che fortuna!, Milano, Riza, Autostima, I consigli di Raffaele Morelli
per un anno di felicità, Milano, Riza, Le parole che curano, Milano, Riza,
Perché le donne non ne possono più... degli uomini, Milano, Riza, Le piccole
cose che cambiano la vita, Milano, Mondadori, Come trovare l'armonia in se
stessi, Milano, Oscar Mondadori, Ama e
non pensare, Milano, Mondadori, Curare il panico. Gli attacchi vengono per
farci esprimere le parti migliori di noi stessi, con Vittorio Caprioglio,
Milano, Riza, Non dipende da te. Affidati alla vita così realizzi i tuoi
desideri, Milano, Mondadori, L'alchimia. L'arte di trasformare se stessi
(Milano, Riza); Il sesso è amore. Vivere l'eros senza sensi di colpa, Milano,
Mondadori, Puoi fidarti di te, Milano, Mondadori, La felicità è dentro di te,
Milano, Mondadori,L'unica cosa che conta (Milano, Mondadori); La felicità è
qui. Domande e risposte sulla vita, l'amore, l'eternità, con Luciano Falsiroli,
Milano, Mondadori, Guarire senza medicine. La vera cura è dentro di te (Milano,
Mondadori); Lezioni di autostima. Come imparare a stare beni con se stessi e
con gli altri (Milano, Mondadori); Il segreto dell'amore felice, Milano,
Mondadori, La saggezza dell'anima. Quello che ci rende unici (Milano,
Mondadori); Pensa magro. Le 6 mosse psicologiche per dimagrire senza dieta (Milano,
Mondadori); Vincere il panico. Le parole per capirlo, i consigli per
affrontarlo, cosa fare per guarirlo (Milano, Mondadori) Nessuna ferita è per
sempre. Come superare i dolori del passato (Milano, Mondadori); Solo la mente
può bruciare i grassi. Come attivare l'energia dimagrante che è dentro di noi
(Milano, Mondadori); Breve corso di felicità. Le antiregole che ti danno la
gioia di vivere (Milano, Mondadori); La vera cura sei tu (Milano, Mondadori); Il
meglio deve ancora arrivare. Come attivare l'energia che ringiovanisce (Milano,
Mondadori); Il potere curativo del digiuno. La pratica che rigenera corpo e
mente (Milano, Mondadori). Segui il tuo destino. Come riconoscere se sei sulla
strada giusta (Milano, Mondadori); Il manuale della felicità. Le dieci regole
pratiche che ti miglioreranno la vita (Milano, Mondadori); Pronto soccorso per
le emozioni. Le parole da dirsi nei momenti difficili (Milano, Mondadori). Movie.
Grice: “Should there be a ‘dizionario della felicita,’ I would perhaps follow
Austin’s advice and go through it!” –. Raffaele Morelli. Morelli. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Morelli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51744327786/in/datetaken/
Grice e Moretti – la segnatura romantica – i
romantici di roma – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma). Filosofo.
Grice: “I like Moretti – he uses a good metaphor, ‘the wounded poet,’
unless we mean Owen, but he was more than wounded, even if that implicature is
cancellable --.” Grice: “I like Moretti also because he wrote on ‘ermeneutica
sensibile,’ which is exactly what I do.” Grice: “I like Moretti also because he
uses ‘segnatura’ etymologically, when he writes of the ‘la segnatura romantica’
– talk of tokens!” Nasce nel borghese quartiere Trieste, primo di due fratelli.
Ottiene il diploma di maturità classica presso il Liceo Giulio Cesare.
Successivamente consegue una prima laurea in Giurisprudenza, con una tesi in
filosofia del diritto, e, nel una seconda in filosofia, con una tesi in
filosofia morale, entrambe presso l'Roma La Sapienza. È poi borsista presso
l'Friburgo in Brisgovia, dove imposta un progetto di ricerca che, partendo dall'interpretazione
di Heidegger, mira ad un'analisi critica delle categorie filosofico-estetiche
del “romantico” in Germania, con particolare attenzione alle opere di autori
del romanticismo di Heidelberg, quali Creuzer, Görres, i Fratelli Grimm e Bachofen,
che contribuisce a tradurre e a far conoscere in Italia. Al suo rientro insegna
dapprima materie letterarie nelle scuole medie e, in seguito, filosofia presso
la Scuola germanica di Roma. La sua
ricerca si amplia poi al pensiero estetico di Novalis, di cui cura la prima
edizione completa in lingua italiana della Opera filosofica; durante questo
periodo consegue il dottorato di ricerca in Estetica presso l'Bologna. Vince la
cattedra di professore associato di Estetica all'Bari; Professore a Napoli
L’Orientale. Redattore di Itinerari e
Studi Filosofici, collabora con varie altre riviste filosofiche (Agalma,
Rivista di Estetica, Studi di Estetica, aut aut, Nuovi Argomenti, Filosofia e
Società, Filosofia Oggi, Estetica) e ha spesso partecipato a trasmissioni RAI
su temi filosofici e a numerosi convegni. Altri saggi: ”Il romantico: poesia,
mito, storia, arte e natura” (Itinerari, Lanciano); “Anima e immagine: sul
poetico” (Aesthetica, Palermo); “Nichilismo e romanticismo. Estetica e
filosofia della storia” (Cadmo, Roma); “Hestia. Interpretazione del romanticismo”
(Ianua, Roma); “Estetica: analogia e principio poetico nella profezia romantica”
-- Rosenberg & Sellier, Torino); “La segnatura romantica. Filosofia e sentimento”
(Hestia, Cernusco L.); “Il genio, il Mulino, Bologna, “Il poeta ferito.”
Hölderlin, Heidegger e la storia dell'essere, Editrice La Mandragora, Imola,
“Anima e immagine.” Studi su Klages,
Mimesis, Milano, Heidelberg romantica. Romanticismo tedesco e nichilismo
europeo, Guida Editori, Napoli, Introduzione all'estetica del Romanticismo, Nuova
Cultura, Roma, Il genio, Morcelliana,
Brescia. Per immagini. Esercizi di ermeneutica sensibile, Moretti & Vitali,
Bergamo, Heidelberg romantica.
Romanticismo tedesco e nichilismo europeo, Morcelliana, Brescia, Novalis.
Pensiero, poesia, romanzo Morcelliana, Brescia, Romano Guardini, Hölderlin,
Giampiero Moretti, Morcelliana, Brescia. Novalis, Scritti filosofici, Fabrizio
Desideri e Giampiero Moretti, Morcelliana, Brescia. J. J. Bachofen, Il
matriarcato, scelta antologica con introduzione e note di Moretti, Christian
Marinotti Editore, Milano, Novalis, Opera filosofica, I, Einaudi, Torino, Un video con una trasmissione
RAI. Un video con un intervento di Moretti. Moretti. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Moretti: il romanticismo romano” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51743474602/in/datetaken/
Grice e
Mori – la coerenza dell’intransigenza – Luigi Speranza (Cremona). Filosofo.
Grice: “I like Mori; he wrote a treatise on Stephen, better known as
Virginia Woolf’s father; which reminded me of Bergmann who once called me an
English futilitarian!” -- Professore a Torino e presidente della Consulta di
Bioetica Onlus, un'associazione di volontariato culturale per la promozione
della bioetica laica. L’etica e la bioetica con le varie problematiche connesse
sono le tematiche al centro dei suoi interessi filosofici e teorici. Mori ha studiato all’Università degli Studi
di Milano, dove ha conseguito la laurea (con Bonomi e Pizzi) e il dottorato
sotto Scarpelli e Jori. Insegnato ad Alessandria e Pisa, prima di essere
chiamato a Torino. Studia i temi della meta-etica e della logica dell’etica con
le problematiche della teoria etica. Tra i primi a occuparsi di bioetica, nella
quale ha dato contributi in tutti i principali settori, con particolare
attenzione all’aborto e alla fecondazione assistita. Sollecitato dai casi Welby
e Englaro ha dato contributi anche sul fine-vita a difesa dell’autonomia
individuale. Per primo teorizza la contrapposizione paradigmatica tra bioetica
laica e bioetica cattolica, derivante dal fatto che quest’ultima propone
un’etica della sacralità della vita caratterizzata da divieti assoluti, mentre
l’altra avanza un’etica della qualità della vita senza assoluti e soli divieti
prima facie. Presta grande attenzione al problema della liberazione animale.
Fonda Bioetica. Rivista interdisciplinare (Ananke Lab, Torino). Membro di
numerosi comitati, tra cui il comitato scientifico di Notizie di Politeia, di
Iride del Journal of Medicine and Philosophy e altre. Opere: “Manuale di
bioetica: verso una civiltà bio-medica secolarizzata”, Le Lettere, Firenze, .
Introduzione alla bioetica. temi per capire e discutere, Daniela Piazza Editore,
Torino, . Il caso Eluana Englaro. La “Porta Pia” del vitalismo ippocratico
ovvero perché è moralmente giusto sospendere ogni intervento, Pendragon,
Bologna, Aborto e morale. Per capire un nuovo diritto, Einaudi, Torino, La
fecondazione artificiale. Una nuova forma di riproduzione umana, Laterza,
Roma-Bari, La fecondazione artificiale: questioni morali nell'esperienza
giuridica, Giuffrè, Milano, Utilitarismo e morale razionale. Per una teoria
etica obiettivista, Giuffrè, Milano, La legge sulla procreazione medicalmente
assistita. Paradigmi a confronto, Net, Milano, Laici e cattolici in bioetica:
storia e teoria di un confronto, Le Lettere, Firenze, La fecondazione assistita
dopo 10 anni di legge 40. Meglio ricominciare da capo!, Ananke editore, Torino,
Questa è la scienza, bellezze! La fecondazione assistita come novo modo di
costruire le famiglie, Ananke Lab, Torino. Keywords: la coerenza
dell’intransigenza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51745063995/in/datetaken/
Grice e Moriggi – la stretta di mano – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Milano).
Filosofo. Grice: “I like it when
Moriggi does substantial metaphysics; he has edited a collection on ‘why is
there something rather than nothing?” – hardly rhetoric – and the subtitle is fascinating:
the vacuum, the zero, and nothingness! All in Italian, to offend Heidegger!”
Specializza in teoria e modelli della razionalità, fondamenti della probabilità
e di pragmatism. Insegna a Brescia, Parma, Milano e presso la European School
of Molecular Medicine è conosciuto al grande pubblico attraverso la
trasmissione TV E se domani di Rai 3 e per alcuni interventi ad altre
trasmissioni. Pubblicazioni Le tre bocche di Cerbero, con E. Sindoni (Bompiani.
Perché esiste qualcosa anziché nulla? Vuoto, Nulla, Zero, con P.Giaretta e
G.Federspil (Itaca) Perché la tecnologia ci rende umani, con G. Nicoletti
(Sironi) Connessi. Beati quelli che sapranno pensare con le macchine (San
Paolo) School Rocks! La scuola spacca, con A. Incorvaia (San Paolo, ), con prefazione
rap di Frankie Hi-nrg. Stefano Moriggi. Moriggi. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Moriggi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51743282837/in/datetaken/
Grice e Mosca – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Palermo). Filosofo. Grice: “When Austin
was defending the ‘man in the street,’ he was thinking Mosca!” -- Grice: “I
like Mosca; he speaks of elites – Gellner speaks of elites, too!” -- Grice: “Do
Italians consider Mosca a philosopher?” – Opere: “Sulla teorica dei governi e
sul governo parlamentare, Appunti sulla
libertà di stampa, Questioni costituzionali, Le Costituzioni modern; Elementi
di scienza politica, Che cosa è la mafia, Appunti di diritto Costituzionale,
Italia, Stato liberale e stato sindacale, Il problema sindacale, Saggi di storia delle dottrine politiche,
Crisi e rimedi del regime parlamentare, Storia delle dottrine politiche,
Partiti e sindacati nella crisi del regime parlamentare, Ciò che la storia
potrebbe insegnare. Scritti di scienza politica (Milano), Il tramonto dello
Stato liberale (a cura di A. Lombardo, Catania) Scritti sui sindacati (a cura
di F. Perfetti, M. Ortolani, Roma) Discorsi parlamentari (con un saggio di A.
Panebianco, Bologna 2003). Mosca. Keywords: implicatura. Refs.: H. P. Grice: “Mosca’s liberalism;” Luigi Speranza, "Grice e Mosca," per il Club
Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685597428/in/photolist-2mPEQVF-2mPukhq-2mPpb7N-2mPpwbZ-2mNbBgb-2mLQdrQ-2mKFrQ6-2mLNZN1-2mPV6V9-2mKN88B-2mKhcq9-2mKjsJY-2mKbkDp-2mKbfaU-2mJq2uE-DndBhH-C91skw-CizYpn-CghbLL-Bmcsha
Grice e
Motta – implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vercelli).
Filosofo. Grice: “If Mill’s claim to
fame is to some his examination of Mill, Motta’s claim to fame is his
examination of Rosmini!” -- Il conte Emiliano Avogadro della Motta. Nacque dal
conte Ignazio della Motta e da Ifigenia Avogadro di Casanova, entrambi
appartenenti a nobili famiglie di vassalli e visconti, i cui antenati risalgono
a poco oltre il mille. Tra gli Avogadro vi fu anche Amedeo, inventore della
legge sui fluidi. Frequenta con profitto gli studi e si laureò in utroque iure,
ma proseguì lo studio in diverse aree della teologia e della filosofia, trasformando
le dimore familiari in piccole accademie dove giuristi, filosofi, studiosi di
diritto canonico e vescovi si riunivano, per discutere vari argomenti ed
approfondire la filosofia moderna e i diversi aspetti del nascente socialismo.
Ricevette l'incarico, che già fu del padre, di riformatore degli studi del
Vercellese e in un'epoca in cui si guardava ancora con diffidenza
all'istruzione delle classi popolari, egli visitava ciclicamente le scuole
d'ogni ordine, scegliendone accuratamente gli insegnanti, convinto che
l'istruzione e l'educazione fossero un diritto di tutti e dovessero procedere
simultaneamente. Assunse la carica di Consigliere di Formigliana e
continuò a dedicarsi allo sviluppo culturale della natia Vercelli, ove fondò la
Società di Storia Patria, per incrementare gli studi sul glorioso passato della
città. Divenne membro del Consiglio Generale del Debito Pubblico e più tardi
sindaco di Collobiano e “Consigliere di Sua Maestà per il pubblico
insegnamento” La sua notorietà varcò i confini del Piemonte, allorché ricevette
l'eccezionale invito di partecipazione alla fase preparatoria della definizione
del dogma dell'Immacolata e le sue riflessioni ebbero un seguito fra alcuni
importanti gesuiti, come il direttore de La Civiltà Cattolica, che fece dono a Pio
IX del Saggio intorno al socialismo. Luigi Taparelli d'Azeglio, richiamandosi
ad Avogadro, espresse la propria preferenza per una condanna esplicita di tali
errori, da includere nella bolla di definizione del dogma, ma l'autore
sollecitò apertamente la distinzione di due argomenti (definizione del dogma e
condanna degli errori) dalla portata tanto diversa e lo stesso Pio IX incaricò
la Commissione, che aveva già lavorato sulla definizione del dogma, di
esaminare gli errori moderni e di preparare il materiale necessario per la
bolla e chiese al cardinale Fornari di invitare formalmente alcuni laici a
collaborare. Avogadro fu l'unico laico italiano ad essere interpellato e inviò
a Roma una risposta singolare e ricca di argomentazioni. Ben presto la
Commissione incaricata abbandonò la trattazione univoca dei due argomenti e la
solenne definizione su Maria sarà fatta da Pio IX, mentre l'esame degli errori
si trascinerà per altri dieci anni, mentre prevaleva in ambito ecclesiastico
l'idea di una severa condanna. Attività parlamentare Diventò membro
attivo nella vita politica, quale deputato eletto nel collegio di Avigliana e
operò nelle file dello stesso schieramento politico della Destra. La proposta
avanzata in Parlamento di ridurre il numero delle feste, indusse Avogadro a
scrivere un apposito opuscolo, per difendere la dignità dell'uomo che, in quanto
essere intelligente e creativo, «senza tempo libero non vive da uomo, e mal lo
conoscono gli economisti che altro non sanno procacciargli se non “lavoro e
pane”». In Parlamento prendeva spesso la parola contro il progetto di legge che
prevedeva l'obbligo del servizio militare e criticò la cessione di Nizza e
Savoia alla Francia, smascherando le reali intenzioni che sull'Italia nutriva
l'ambiguo Napoleone III. Riceve la decorazione della Croce di Ufficiale
dei Santi Maurizio e Lazzaro e continuò a scrivere, oltre a collaborare con
l'Armonia, l'Unità cattolica, l'Apologista, il Conservatore, rivista
quest'ultima stampata a Bologna e di cui è ritenuto uno dei fondatori e
collaboratori. Morì in Torino”, come annotano diversi giornali e riviste, non
ultima La Civiltà Cattolica, che gli dedicò un sentito necrologio. Altre
saggi: “Saggio intorno al Socialismo e alle dottrine e tendenze socialistiche”
(Torino, Zecchi e Bona); “Sul valore scientifico e sulle pratiche conseguenze
del sistema filosofico di Rosmini” (Napoli, Societa Editrice Fr. Giannini); “Teorica
dell'istituzione del matrimonio e della guerra moltiforme cui soggiace per
Emiliano Avogadro conte della Motta già Riformatore delle R. Scuole provinciali
degli Stati Sardi, a spese della Societa Editrice Speirani e Tortone, Teorica
dell'istituzione del matrimonio Parte II che tratta della guerra moltiforme cui
soggiace, per E. Avogadro conte della Motta già deputato al Parlamento
Subalpino, Torino, Edizione Speirani e Figli, Teorica dell'istituzione del matrimonio
e della guerra a cui soggiace, Parte III che tratta delle difese e dei rimedi,
con una Appendice intorno alla ricerca del principio teorico morale generatore
degli uffizi e dei doveri coniugali,” Torino, Edizione Speirani e Tortone, per
Emiliano Avogadro conte della Motta deputato al Parlamento Nazionale, Torino,
Tipografia Speirani e Tortone, “Teorica dell'istituzione del matrimonio e della
guerra a cui soggiace, Parte IV Documenti per E. Avogadro conte della Motta già
deputato al parlamento nazionale (Torino, Speirani); “Gesù Cristo nel secolo
XIX, Studi religiosi e sociali, Modena, Tipografia dell'Immacolata Concezione,
“La filosofia di Rosmini esaminata da
Emiliano Avogadro-conte Della Motta, Napoli, Societa Editrice Fr. Giannini, “La
festa di S. Michele e il mese di ottobre agli angeli santi, Torino, Marietti,
1Il mese di novembre dedicato a suffragio dei morti, Torino, Marietti, Le
colonne di S. Chiesa. Omaggi a S. Giovanni Battista e ai Santi Apostoli nel
mese di giugno e novena per la festa dei Santi Principi Pietro e Paolo, Torino,
Marietti, 1863. Il mese di dicembre in adorazione al Verbo Incarnato Gesu
nascente e ad onore di Maria Madre SS.ma, Torino, Marietti, Opuscoli di
carattere storico-giuridico Rivista retrospettiva di un fatto seguito in
Vercelli con osservazioni al diritto legale di libera censura, Vercelli, De
Gaudenzi, Delle feste sacre e loro variazioni nel Regno subalpino, Torino,
Marietti, Quistioni di diritto intorno alle istituzioni religiose e alle loro
persone e proprietà, in occasione della Proposta di Legge fatta al Parlamento
torinese per la soppressione di alcune corporazioni, Torino, Marietti, Cenni sulla Congregazione degli Oblati dei
SS. Eusebio e Carlo eretta nella Basilica di S. Andrea in Vercelli e sulla
proposta sua soppressione. Per un elettore Vercellese, Torino, Marietti. Parole
di conciliazione sulla questione della circolare di S. E. Arcivescovo di
Torino, Del diritto di petizione e delle
petizioni pel ritorno di S. E. l'Arcivescovo di Torino, 1Lo statuto condanna la
Legge Siccardi, Torino, Fontana, Erroneità e pericoli di alcune teorie ed
ipotesi invocate a sostegno della proposta di Legge di soppressione di vari
stabilimenti religiosi, Torino, Speirani e Tortone, Alcuni schiarimenti intorno
alla natura della Proprietà Ecclesiastica allo stato di povertà religiosa, ed
alle quistioni relative ai diritti e ai mezzi temporali di sussistenza della
Chiesa. Con una Appendice intorno alla legalità nell'esecuzione della legge sulle
Corporazioni religiose, Torino, Speirani e Tortone, Considerazioni sugli affari
dell'Italia e del Papa, Torino, Speirani e Tortone, Una quistione preliminare
al Parlamento Torinese, Torino, Speirani e Tortone, Il progetto di revisione
del Codice Civile Albertino e il matrimonio civile in Italia, Torino, Speirani
e Figli, La Rivoluzione e il Ministero Torinese in faccia al Papa ed
all'Episcopato Italiano. Riflessioni retrospettive e prospettive, Torino,
Speirani, L'Armonia, Civiltà Cattolica, Rivista retrospettiva sopra la
discussione delle leggi Siccardi, Unità Cattolica, Famiglia Avogadro di
Collobiano e della Motta, Angelo Ballestreri, segretario della Famiglia, presso
l'Archivio Storico di Torino. Avogadro della Motta, in Enciclopedia
storico-nobiliare italiana, promossa e diretta dal marchese Vittorio
Spreti, I, Milano, Avogadro di Vigliano
F., Pagine di storia Vercellese e Biellese, in Antologia, M. Cassetti,
Vercelli, Avogadro di Vigliano F., Antiche vicende di alcuni feudi Biellesi
degli Avogadro di San Giorgio Monferrato (e poi Conti di Collobiano e di Motta
Alciata), Estratto dalla Illustrazione biellese, XIX, Biella, Corboli G., Per
le nozze del Conte Federico Sclopis di Salerano e della Contessa Isabella Avogadro,
Cremona, Feraboli, De Gregory G., Historia della Vercellese letteratura ed
arti, parte IV, Torino, Di Crollallanza G. B., Dizionario storico-blasonico
delle famiglie nobili e notabili italiane estinte e fiorenti, I, Sala Bolognese, Dionisotti C., Notizie
biografiche dei vercellesi illustri, Biella, Amos, Manno A., Il patriziato
Subalpino. Notizie di fatto storiche, genealogiche, feudali ed araldiche
desunte da documenti, I, Firenze, I vescovi di Italia. Il Piemonte, Savio F.,
Torino, Bocca, Bonvegna G., Filosofia sociale e critica dello Stato moderno nel
pensiero di un legittimista italiano: Emiliano Avogadro della Motta in Annali
Italiani. Rivista di studi storici, Bonvegna G., Il rapporto tra fede e ragione
in Avogadro della Motta, in Sensus Communis,
Valentino V., E. Avogadro della Motta, un difensore rigoroso dei diritti
della Chiesa e del Papa, in Divinitas, rivista internazionale di ricerca e di
critica teologica, Volumi e tesi sull'autore Bonvegna G., Emiliano Avogadro
della Motta. Il pensiero filosofico-politico e la critica al socialismo, Tesi
di laurea in Filosofia. Università Cattolica, Milano, De Gaudenzi L., Ultima
parola su di una pretesa ritrattazione del Conte Emiliano Avogadro della Motta, Mortara,
Cortellezzi, De Gaudenzi L., Un'asserzione delFr. Paoli D.I.D.C. riguardante il
Conte Emiliano Avogadro-della Motta, tolta ad esame, Mortara, Cortellezzi, De GaudenziG., Istruzione del vescovo di
Vigevano al Ven.do Suo Clero sul Matrimonio, Vigevano, Spargella, Manacorda G.,
Storiografia e socialismo, Padova, Martire G., II, Roma, Omodeo A., L'opera
politica del conte di Cavour, Firenze, Pirri, Carteggi delL. Taparelli
d'Azeglio, XIV di Biblioteca di Storia
Italiana Recente, Torino, La scienza e la fede,
XXIV, Napoli Spadolini G., L'opposizione cattolica da porta Pia,
Firenze, Storia del Parlamento Italiano, diretta da N. Rodolico, Palermo Traniello F., Cattolicesimo
conciliarista. Religione e cultura nella tradizione Rosminiana
Lombardo-Piemontese, Milano, Valentino V., Il matrimonio e la vita coniugale
nel pensiero di Emiliano Avogadro, Tesi di licenza in teologia presso la
Facoltà teologica dell'Italia Centrale, Valentino V., Un'introduzione alla vita
e alle opere, Vercelli, Saviolo, Valentino V., Un laico tra i teologi,
Vercelli, Valentino V., Il pensiero di
V. Gioberti, Genova, Verucci G., Dizionario Biografico Italiano, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, IV, Roma.
Guido Verucci, Emiliano Avogadro della Motta, in Dizionario biografico degli
italiani, 4, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Opere di Emiliano Avogadro della Motta, Emiliano Della Motta
(Avogadro), su storia.camera, Camera dei deputati. Il conte Emiliano Avogadro.
Emiliano Avogadro. Conte Emiliiano Avogadro della Motta. Motta. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Motta” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742832931/in/dateposted-public/
Grice e Motterlini – critica della
ragione economica – filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano). Filosofo. Grice:
“I like Motterlini – he has written, echoing Kant, a critique of economic
reason, which Stalnaker should read before saying I’m Kantian rather than Futilitarian!” Specializzato in filosofia della scienza,
economia comportamentale e neuro-economia, e noto per i suoi saggi in ambito
psico-economico su processi decisionali, emozioni e razionalità umana e per le
sue ricerche in ambito epistemologico sulla razionalità della scienza e il metodo
scientifico. Insegna a Milanodove. Consigliere per le Scienze Sociali e
Comportamentali della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si laurea a
Milano, dove porta a termine il proprio dottorato in filosofia della scienza. Ricercatore
di economia politica e professore associato di filosofia della scienza presso
l'Trento; Visiting Associate Professor al Department of Social and Decision
Sciences della Carnegie Mellon di Pittsburgh, Visiting Research Scholar al
Department of Psychology della UCLA. Professore di filosofia della scienza
presso l'Università Vita-Salute San Raffaele. Tra gli altri incarichi è
collaboratore de Il Corriere Economia, Il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore,
per cui ha curato per anni il blog Controvento. È stato consulente scientifico
di Milan Lab, A.C. Milan, fondatore e direttore di Anima FinLab, di Anima Sgr,
centro di ricerca di finanza comportamentale e Scientific advisor di
MarketPsychData, Ls Angeles. È direttore del CRESA (Centro di ricerca in
epistemologia sperimentale e applicata), da lui fondato a Milano presso la
facoltà di filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele. I progetti di
ricerca del centro si concentrano su vari aspetti della cognizione umana, dal
linguaggio al rapporto tra mente e cervello, dall'economia comportamentale alle
neuroscienze cognitive della decisione, con particolare attenzione all'indagine
sperimentale multidisciplinare e alle sue ricadute pratiche e applicative (per
esempio nell'ambito del policy making e dell'evidence-based policy). A
inizio , ha avviato il progetto di finanza comportamentale per Schroder Italia,
dal quale è nato Investimente, un test psicofinanziario al servizio di
risparmiatori, promotori finanziari e private banker, per raccogliere e quindi
analizzare i dati riguardanti le decisioni di investimento e i bias cognitivi
nell'ambito della gestione del risparmio. Attualmente è direttore
dell'E.ON Customer Behavior Lab e Chief Behavior Officer di E.ON Italia; stesso
incarico che ricopre per il Gruppo Ospedaliero San Donato. Analizza la proposta
falsificazionista, rivelando le difficoltà in cui si imbatte il progetto de-marcazionista
e anti-induttivista. Affrontano quindi il modo in cui si ha preteso superare
alcune di queste difficoltà, e insieme raccogliere la sfida di Duhem circa il
carattere olistico del controllo empirico, tenendo conto delle immagini che il
filosofo ha della sua stessa pratica e riferendosi a particolari casi storici
come termine di confronto. Sull'orlo della scienza e in edizione ampliata. Nel
suo “Filosofia e storia” avanza una interpretazione del progetto razionalista come
il prodotto di una peculiare combinazione delle idee di Platone e Hegel. Ciò è
motivo della straordinaria fecondità di Platone, ma anche di una inesauribile
tensione al suo interno. Una tensione che viene illustrata affrontando la
relazione tra filosofia e storia della filosofia (unita longitudinale) in
riferimento alla questione della valutazione di una data metodologia in base
alle 'ricostruzioni razionali' o construzioni logica a cui essa conduce.
Nell'idea che la metodologia filosofica va confrontate con la storia della
filosofia è contenuto il germe di una logica della scoperta in cui i canoni non
siano fissati una volta per sempre, ma mutano nel tempo, anche se con ritmi non
necessariamente uguali a quelli delle teorie filosofiche. Si focalizza su
questioni di metodologia dell'economia da una prospettiva interdisciplinare che
combina riflessione epistemologica, scienza cognitiva, ed economia sperimentale
con aspetti più tecnici di teoria della scelta e della decisione individuale in
condizioni d'incertezza. Le ricerche di questo periodo analizzano criticamente
lo status delle assunzioni della teoria della scelta razionale, valutando
l'impatto delle violazioni comportamentali sistematiche alle restrizioni
assiomatiche imposte dai modelli normativi di razionalità. Avanzano quindi
ragioni epistemologiche per la composizione della frattura economia e
psicologia cognitiva in ambito della teoria della decisione; e suggeriscono di
guardare ai recenti risultati dell'economia cognitiva in prospettiva di una
nuova sintesi 'quasi-razionale' in cui i modelli neoclassici, integrati da
teorie psicologiche che tengano conto dei limiti cognitivi dei soggetti
decisionali, rafforzano le previsioni del comportamento economico degli esseri
umani. Neuroeconomia e evidence-based policy Le sue ricerche indagano le
basi neurobiologiche della razionalità umana attraverso lo studio dei correlati
neurali dei processi decisionali in contesti economico-finanziari, con particolare
attenzione al ruolo svolto dalle emozioni, dal rimpianto, e dall'apprendimento
sociale. Parallelamente progetta ed esperimenta i modi in cui i risultati
dell'economia comportamentale e della neuroeconomia possono informare
politiche pubbliche più efficaci e basate sull'evidenza. Queste ricerche
sono oggetto dei corsi di Filosofia della scienza e di Economia cognitiva e
neuroeconomia che insegna all'università San Raffaele, e hanno altresì trovato
diffusione attraverso numerosi articoli divulgativi e due libri, Economia
emotiva e Trappole mentali. Il suo ultimo libro è Psicoeconomia di Charlie
Brown. Strategia per una società più felice. Opere: “Sull'orlo della scienza,”
– Grice: “Must say that ‘orlo’ is a genial word, wish Popper knew it!” – I. Lakatos,
Paul K. Feyerabend: Pro e contro il metodo, Cortina, Milano. Popper, Il Saggiatore-Flammarion, Milano, Imre
Lakatos. Scienza, matematica e storia, Il Saggiatore, Milano, Decisioni
mediche. Un approccio cognitive, Raffaello Cortina, Milano. Critica della ragione
economica. Tre saggi: Mc Fadden, Kahneman, Smith, Il Saggiatore, Milano,
Economia cognitiva & sperimentale, Università Bocconi Editore, Milano La
dimensione cognitiva dell'errore in medicina, Fondazione Smith Kline, Franco
Angeli, Milano Economia emotiva
(Emotional Economics), Rizzoli, Milano Trappole mentali, Rizzoli, Milano Mente,
Mercati, Decisioni. Introduzione all'economia cognitiva e sperimentale, Egea,
Milano Psicoeconomia di Charlie Brown.
Strategia per una società più felice, Rizzoli, Milano Alcuni articoli
scientifici, Lakatos between the Hegelian devil and the Popperian blue sea. In
Kampis, G., Kvasz, L., Stoeltzner, M. Considerazioni epistemologiche e
mitologiche sulla relazione tra psicologia ed economia, Sistemi intelligenti,
Il Mulino, Metodo e standard di valutazione in economia. Dall'apriorismo a
Friedman, Studi Economici, Milano. A fMRI Study, con Nicola Canessa, Cinzia Di
Dio, Daniela Perani, Paola Scifo, Stefano F. Cappa, Giacomo Rizzolatti,
PlosONE', Vai in laboratorio e capirai il mercato (con Francesco Guala)
Prefazione a Vernon Smith, La razionalità in economia. Tra teoria e analisi
sperimentale, IBL, Milano. . Neuroeconomia e Teoria del prospetto, voci
Enciclopedia dell'economia Garzanti, Milano. Investimente. Test dell'investitore
consapevole Recensione di Ian Hacking
sulla The London Review of Books
IlSole24Ore 22.5.//ilsole24ore. com/art/cultura/-05-18/motterlini-spinta-riforme--shtml?uuid=ADAaR2J
ASito personale, su matteomotterlini. Sito CRESA, su cresa.eu. Motterlini. Keywords:
critica della ragione economica. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Motterlini” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51743457144/in/dateposted-public/
Grice e
Musatti – erote – filosofia italiana – Luigi Speranza (Dolo).
Filosofo. Grice: “Musatti reminds me of Malcolm,
“Tonight I had a dream,”” – Grice: “Musatti has explored the implicatures of
‘who’s afraid of the big bad wolf?’, which comes strictly from Grimm – this is
a rhetorical question – and Grimm is implicating that nobody should!” --
Ccesare luigi eugenio musatti. Tra i primi che posero le basi della
psicoanalisi, in Italia . Nato a Dolo, sulla riviera del Brenta, nella
Villa Musatti a del nonno paterno in cui i parenti erano soliti trascorrere la
villeggiatura. Figlio di Elia, ebreo veneziano e deputato socialista
amico di G. Matteotti, e della napoletana Emma Leanza, non fu né circonciso, né
battezzato (durante le persecuzioni razziali si procura un falso certificato di
battesimo dalla parrocchia di Santa Maria in Transpontina di Roma) e non
professa mai alcun credo religioso. Frequenta il liceo Foscarini di
Venezia, poi si iscrive dapprima alla facoltà di Scienze dell'Padova per il
corso di Ingegneria, e immediatamente dopo alla facoltà di Lettere e Filosofia,
dove si laurea in filosofia. Dopo la laurea, si iscrisse per due anni al corso
di Matematica della facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali di
Padova, ma non sostenne esame alcuno. Giovinezza A diciannove anni fu
chiamato a Roma per il servizio di leva. Dopo un periodo di addestramento a
Torino, e mandato al fronte come ufficiale, con impegni marginali. Finita la guerra
tornò a Padova per terminare gli studi. Sulla cattedra di Psicologia
Sperimentale c'era Vittorio Benussi, allora chiamato per chiara fama nel 1919 a
insegnare a Padova dall'Graz. Si laurea in filosofia e l'anno successivo
divenne assistente volontario del Laboratorio di psicologia sperimentale. Benussi
si uccise con il cianuro a causa di una grave forma di disturbo bipolare,
lasciando tutto nelle mani di Musatti e di Silvia De Marchi, anch'essa
assistente volontaria, che poi divenne sua moglie. Il suicidio di Benussi fu
scoperto da Musatti, il quale però lo nascose per paura di ripercussioni
negative sulla psicologia italiana in una situazione di fragilità e precarietà
accademica, sottoposta a pressioni da parte sia del regime fascista, con le sue
istanze gentiliane, che della Chiesa Cattolica. Negli anni ottanta Musatti
rivelò che Benussi s'era suicidato, non era morto a causa di un malore.
Nel 1928 Musatti divenne direttore del Laboratorio di Psicologia dell'Padova.
Portò in Italia la Psicologia della Forma con importanti lavori di livello
internazionale. Dopo aver diffuso in Italia la psicologia della Gestalt,
divenne il primo studioso italiano di psicoanalisi. Studiando la
psicologia della suggestione e dell'ipnosi, introdotta in Italia da Vittorio Benussi,
approdò alla psicoanalisi, sulla quale tenne il primo corso universitario
italiano. Il corso si tenne presso a Padova. Divenne allora uno dei primi e più
importanti rappresentanti italiani della psicoanalisi. Nell'Italia degli anni
'30 le teorie di Freud non erano state accolte bene né dalle Università, né
dalla Chiesa cattolica, a causa dell'ideologia culturale gentiliana assunta dal
fascismo. La Società psicoanalitica italiana venne limitata anche dalle leggi
razziali fasciste che colpirono i membri ebrei della società. Benché non fosse
ebreo (poiché figlio di madre cattolica), fu allontanato dall'insegnamento a Urbino
e declassato ad insegnante di liceo. Nominato professore di Filosofia al Liceo
Parini di Milano. Si ritrova con L. Basso, Ferrazzutto e altri vecchi socialisti
con l'intento di creare un partito erede del Partito Socialista Italiano; ebbe
l'incarico di trovare denaro per una prima organizzazione e di allacciare
rapporti col Partito Comunista clandestino. Musatti lavorò anche durante la
guerra. Nel 1944, nel periodo dell'occupazione nazista, fu tratto in salvo
dall'avvocato Paolo Toffanin, fratello di Giuseppe Toffanin, che lo aiutò a
trasferirsi a Ivrea, ospite dell'amico Adriano Olivetti. Con il suo sostegno
fondò un centro di psicologia del lavoro. Ricoprì anche l'incarico di direttore
della Scuola Allievi Meccanici, scuola aperta per formare operai meccanici
specializzati. Successivamente fu richiamato dall'Esercito per andare sul
fronte francese. Ottenne all'Università degli Studi di Milano la prima
cattedra di Psicologia costituita nel dopoguerra in Italia, presso la Facoltà
di Lettere e Filosofia. Vi insegnò per venti anni. A Milano ebbe il periodo più
florido della sua ricerca scientifica: gli studenti affollavano le sue lezioni.
Musatti fu il leader del movimento psicoanalitico italiano nei primi anni del
dopoguerra. A quel periodo risale il suo “Trattato di Psicoanalisi”, pubblicato
da Einaudi. Divenne direttore della “Rivista di psicoanalisi”. Presidente del
Centro Milanese di Psicoanalisi fondato da Franco Ciprandi, Renato Sigurtà e
Pietro Veltri, che gli verrà intitolato dopo la sua morte. Nel 1976 è diventato
curatore della edizione italiana delle Opere di Sigmund Freud, della Casa
Editrice Bollati Boringhieri di Torino. Vecchiaia La località a lui
dedicata Musatti scrisse anche libri di letteratura, tra cui Il pronipote di
Giulio Cesare, che gli fece vincere il Premio Viareggio. Fu eletto per due
volte consigliere comunale di Milano nella lista del PSIUP e fu anche consulente
del Tribunale dei Minori del capoluogo lombardo. Sostenne sempre la pace, il
progresso dei lavoratori, l'emancipazione femminile ed i diritti civili.
Cesare Musatti era ateo, come ebbe a dichiarare in più occasioni, l'ultima
delle quali in uno dei martedì filosofici del Casinò di Sanremo. Muore nella
sua abitazione di via Sabbatini a Milano. L'indomani dopo una cerimonia laica
di commiato celebrata in forma strettamente privata, la sua salma e cremata a Lambrate. Le sue ceneri sono
tumulate, secondo le sue ultime volontà, nel cimitero comunale di Brinzio, località
in cui era solito trascorrere i periodi di vacanza. Il suo archivio è
conservato presso l'Aspi Archivio Storico della Psicologia Italiana
dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Il comune di Dolo ha
ribattezzato la sua località natale Casello 12 località Cesare Musatti e gli ha
intitolato il locale istituto professionale. Musatti e il suicidio di
Benussi Anche dopo la rivelazione che si era trattato di un suicidio, non parla
mai volentieri della morte del maestro. Nel generale silenzio dello studioso di
Dolo emerge un'intervista. Nell'intervista Musatti confessa di sognare a volte
che in una caserma dei carabinieri in cui viene tradotto, il commissario lo
interroga sulla morte di tre sue mogli (si sposò quattro volte), decedute
tragicamente, e di Vittorio Benussi. A fine colloquio il militare lo intima di
confessare di aver ucciso il maestro per prendere la cattedra di psicologia.
«Io gli rispondoprosegue Musatti, da buon psicoanalistache sicuramente nel mio
subconscio mi sono sentito responsabile per questa e per altre morti. Il
commissario, che non capiva nulla di subconscio, decide: “Mi spiace professore,
ma devo arrestarla”. Io allora gli rispondo: ”Non è possibile commissario,
perché si tratta di delitti commessi più di cinquant'anni fa, e quindi sono
prescritti!”». ‘Cesare’ è un riferimento al pro-zio Musatti, medico
pediatra, uno che aveva visitato il piccolo, nato settimino. ‘Luigi’ e il nome
del bonno materno (L. Leanza, morto in carcere, partecipa alla rivolta anti-borbonica);
‘Eugenio’ e il nome di un altro pro-zio paterno, lo storico Eugenio Musatti;
cfr. Musatti IX-XIII. Forse la psicoanalisi è nata e morta con lui. Il nome
allude alla fermata della tranvia Padova-Malcontenta-Fusina che il nonno,
presidente della Società Veneta Lagunare, odierna ACTV, aveva fatto aprire per
raggiungere più agevolmente Venezia.
Musatti IX-XIII. Archivio
dell'Università degli Studi di Padova, Carriere scolastiche della Facoltà di
Lettere e filosofia, Padova, Carriere scolastiche della Facoltà di scienze
matematiche, fisiche e naturali, Opuscolo del Centro Milanese di Psicoanalisi,
a cura del Comitato Direttivo, redatto da L. Ambrosiano Capazzi Gammaro Moroni,
L.Reatto, L.Schwartz, M. Sforza, M.Stufflesser, Milano Per una storia del Centro Milanese di
Psicoanalisi Chiari, Seminario presso il Centro Milanese di Psicoanalisi Cesare
Musatti, Milano Freud, Opere (Torino,
Boringhieri); S. Giacomoni, Cerimonia privata per Cesare Musatti, la
Repubblica, è consultabile sul
dell'Aspi, all'indirizzo web AspiArchivio storico della psicologia
italiana, Università degli studi di Milano-Bicocca. D. Mont D'Arpizio, Vittorio
Benussi, Padre della psicologia padovana, in La Difesa del popolo, Mille anni
di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della
Scienza di Firenze, Mia sorella gemella
la psicoanalisi, 1Pordenone, Edizioni Studio Tesi,Luciano Mecacci, Cesare L.
Musatti, voce dell'Enciclopedia italiana di scienze, lettere ed arti. Il
contributo italiano alla storia del pensiero. Ottava appendice, Roma, Istituto
della Enciclopedia Italiana,. Opere: “Analisi del concetto di realtà empirica,”
Il Solco, Città di Castello, “Forma e assimilazione,” in: Archivio italiano di
psicologia, “Elementi di psicologia della testimonianza, Biblioteca Universale
Rizzoli, Forma e movimento, Officine grafiche C. Ferrari, Venezia, da: Atti del
Reale Istituto veneto di scienze, lettere ed arti, Gli elementi della psicologia
della forma, Gruppo Universitario Fascista, Padova, Trattato di psicoanalisi
(Boringhieri, Torino); Super io individuale e Super io collettivo (Olschki,
Firenze); Condizioni dell'esperienza e fondazione della psicologia, Editrice
Universitaria, Firenze, Riflessioni sul pensiero psicoanalitico e incursioni nel
mondo delle immagini (Boringhieri, Torino); Svevo e la psicoanalisi (Olschki,
Firenze); I rapporti personali Freud-Jung attraverso il carteggio, Leo S.
Olschki, Firenze, Commemorazione accademica, Leo S. Olschki, Firenze Nino
Valeri, Leo S. Olschki Firenze, Il pronipote di Giulio Cesare, Mondadori Milano
A ciascuno la sua morte (Olschki, Firenze); Hanno cancellato Livorno (Olschki,
Firenze); Mia sorella gemella la psicoanalisi (Editori Riuniti, Roma). Una
famiglia diversa ed un analista di campagna, Leo S. Olschki, Firenze, Questa notte ho fatto un sogno, Editori
Riuniti, Roma, Chi ha paura del lupo cattivo?, Editori Riuniti, Roma, Psicoanalisti
e pazienti a teatro, a teatro (Mondadori, Milano); Leggere Freud, Bollati
Boringhieri, Torino, Curar nevrotici con la propria autoanalisi, Mondadori,
Milano : Geometrie non-euclidee e problema della conoscenza, Aurelio Molaro,
prefazione di Mauro Antonelli, Mimesis, Milano,TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo
Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. italiana di Cesare Musatti, su Catalogo
Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. Cesare Musatti.
Musatti. Keywords: erote. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Musatti” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51743441919/in/dateposted-public/
Grice e Mustè – la filosofia dell’idealismo italiano – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Roma). Flosofo. Laurea in filosofia con la tesi, “Marx,” borsista
dell'Istituto italiano per gli studi storici di Napoli, dove ha svolto attività
didattica e di ricerca, collaborando con Gennaro Sasso. Redattore della “nuova
serie” della “Rivista trimestrale”. Consegue il titolo di dottore di ricerca
alla Sapienza. Lavora alla "Fondazione Giovanni Gentile per gli Studi
Filosofici" dell'Università "La Sapienza" in qualità di
“Segretario e Curatore dell'archivio e della biblioteca di Gentile”. È stato
professore a contratto di Storia della filosofia. Insegna a Roma. È
membro del Consiglio scientifico della Fondazione Gramsci e della Commissione
scientifica per la Edizione nazionale degli scritti di Antonio Gramsci. Ha
collaborato con l'Enciclopedia Italiana, in particolare ai volumi: Il
contributo italiano alla storia del pensiero. Filosofia (ottava appendice),
Enciclopedia machiavelliana e Croce e Gentile. La cultura italiana e l'Europa.
Ha diretto la rivista "Novecento". Fa parte del Comitato scientifico
di alcune riviste, tra cui: "Giornale critico della filosofia
italiana", "Annali della Fondazione Gramsci", “La Cultura”,
“Filosofia italiana”. Scrive su diverse riviste scientifiche, tra le quali, con
maggiore continuità: "Giornale critico della filosofia italiana",
"La Cultura", "Studi storici", "Filosofia
italiana". Nel è stato nominato dal
Ministero dei beni culturali Segretario del "Comitato nazionale per il
bicentenario della nascita di Bertrando Spaventa". Dal al ha
insegnato Ermeneutica filosofica, in qualità di Visiting Professor, alla Pontificia
Università Antonianum. Ricerche Le sue ricerche si sono rivolte alla
storia della filosofia italiana, con contributi dedicati all'idealismo e al
marxismo. Per quanto riguarda l'idealismo italiano, ha indagato i momenti e le
figure fondamentali (sino al profilo complessivo pubblicato nel 2008) e le
premesse nella filosofia dell'Ottocento, specie in relazione al pensiero di
Vincenzo Gioberti (soprattutto con il libro del 2000 su La scienza ideale). Di
particolare interesse gli studi su Bertrando Spaventa e le monografie su Adolfo
Omodeo e Benedetto Croce. Ha dedicato saggi e ricerche al pensiero di Antonio
Gramsci e ad altri momenti del pensiero marxista italiano: del è la monografia su Marxismo e filosofia della
praxis, che ricostruisce la storia del marxismo italiano da Labriola a Gramsci.
Sono noti i suoi studi sul pensiero politico nell'Italia contemporanea, con
particolare riguardo alle figure di Franco Rodano, Felice Balbo, Augusto Del
Noce. Ha approfondito lo studio dell'opera di Marx e in generale la
storia della filosofia tedesca tra Hegel e Nietzsche. Particolare attenzione
ha poi rivolto (con il libro su La
storia e con altri scritti, tra cui quelli sull'evento e sulla teoria delle
fonti) alle questioni specifiche della teoria della storiografia. Metodi
Conduce l’indagine teoretica in stretta relazione con gli studi di storia della
filosofia e di storia della storiografia, in generale nell’ambito della storia
delle idee, adottando un metodo storico-critico che spesso privilegia l’uso di
fonti archivistiche e di documentazione inedita. Il suo metodo cerca di
coniugare l'analisi strutturale delle opere filosofiche con la ricerca
filologica sulle fonti e sulla tradizione dei testi, con particolare riguardo
ai processi di lungo periodo della filosofia italiana moderna e contemporanea.
Opere: “Storiografia” (Il Mulino, Bologna); Benedetto Croce, Morano,
Napoli Franco Rodano. Critica delle
ideologie e ricerca della laicità, Il Mulino, Bologna; Carteggio Croce-Antoni,
Il Mulino, Bologna Politica e storia in Bloch, Aracne, Roma La scienza ideale.
Filosofia e politica, Rubbettino, Soveria Mannelli, Franco Rodano. Laicità,
democrazia, società del superfluo, Studium, Roma Grice: “’superfluo’ is
possibly one of the most unsuperfluous words in the Italian philosophical
dictionary – cf. “I was in New York, which was black out.” -- Gioberti, Il
governo federativo, Gangemi Editore, Roma (Curatela) Franco Rodano,
Cristianesimo e società opulenta, Edizioni di storia e letteratura, Roma, Il
giudizio sul nazismo. Le interpretazioni -- La storia: teoria e metodi,
Carocci, Roma, La filosofia dell'idealismo italiano, -- Grice: “filosofia” is
superfluous here, seeing that idealism already ENTAILS philosophy!” -- Carocci,
Roma, Croce, Carocci, Roma Tra filosofia e storiografia. Hegel, Croce e altri
studi, Aracne, Roma); “La prassi e il valore. La filosofia dell'essere” Aracne,
Roma “Filosofia della praxis” Viella, Roma
(Con Giuseppe Vacca) In cammino con Gramsci, Viella, Roma.
L'ermeneutica, in «Rivista trimestrale», Il problema del mondo nel «Tractatus»
di Wittgenstein, in «Rivista trimestrale», Le fonti del giudizio marxiano sulla
Rivoluzione francese in «Annali
dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici», L' «orizzonte liberale» di
Dahrendorf, in «Critica marxista», Sturzo e il popolarismo nel giudizio, in
Sturzo e la democrazia europea, Laterza, Roma-Bari, Croce e il problema del
diritto, in «Novecento», Metodo storico e senso della libertà” “La storiografia
crociana, in «La Cultura», Omodeo. Il pensiero politico, in «Annali
dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici», Libertà e storicismo assoluto:
per un'interpretazione del liberalismo di Croce, in Croce e Gentile fra
tradizione nazionale e filosofia europea, Editori Riuniti, Roma, “La società
civile democratica, in «Novecento», Sul
giudizio politico, in «Novecento», Il marxismo politico nell'interpretazione di
Noce, in «Poietica», Gioberti e Cartesio, in Bibliopolis, Napoli,Comunismo e
democrazia, in La democrazia nel pensiero politico del Novecento, Aracne, Roma,
Guido Calogero, in «Belfagor»,Gioberti e Leopardi, in «La Cultura», Verità e
storia, in «Storiografia», “La morale”, Rosmini e Gioberti. G. Beschin e L.
Cristellon, Morcelliana, Brescia, Il destino dell'evento nella “nuova storia”
francese, in «La Cultura», Carattere e svolgimento delle prime teorie estetiche
di Croce, «La Cultura», Liberalismo
etico e liberismo economico, in Croce filosofo liberale, -- cf. Grice, “Do not
multiply liberalisms beyond necessity: ‘liberalismo semiotico’” – Grice: “Muste
is very witty in distinguishing between liberalism and liberrism!” -- M. Reale,
LUISS University Press, Roma, La teoria della storia in Croce, in «Giornale
critico della filosofia italiana», L'idea di “Risorgimento” in Gioberti, in
«Quaderni della Fondazione Centro Studi Noce», Il significato delle fonti
storiche, in «La Cultura», La storia:
teoria e metodi, in «History and Theory», Il passaggio all'anti-fascismo di
Croce, in Anni di svolta. Crisi e trasformazione nel pensiero politico della
prima età contemporanea, F.M. Di Sciullo, Rubbettino, Soveria Mannelli,
Alterità e principio del dialogo in Guido Calogero, in L'idea e la differenza.
Noi e gli altri, ipotesi di inclusione nel dibattito contemporaneo, M.P.
Paternò, Rubbettino, Soveria Mannelli Il principio del nous nella filosofia di
Calogero, in «La Cultura», La filosofia come sapere storico, in Il Novecento di
Eugenio Garin. Atti del Convegno di studi, G. Vacca e S. Ricci, Istituto della
Enciclopedia Italiana, Roma, Gioberti, in Il contributo italiano alla storia
del pensiero. Filosofia, M. Ciliberto, Istituto della Enciclopedia Italiana,
Roma , Lo storicismo italiano nel secondo dopoguerra, in Il contributo italiano
alla storia del pensiero. Filosofia, M. Ciliberto, Istituto della Enciclopedia
Italiana, Roma, Il problema della libertà nella filosofia di Scaravelli, in «La
Cultura», La libertà del volere nella filosofia di Croce, in Filosofia e
politica. G. Cesarale, M. Mustè, S. Petrucciani, Mimesis, Milano, Il senso
della dialettica nella filosofia di Spaventa, in "Filosofia
italiana", apr. Storia, metodo,
verità, in «La Cultura», , Gentile e Marx, «Giornale critico della filosofia
italiana», Togliatti e De Luca, «Studi storici», Gentile e Socrate, (Grice: cf.
caricature of Gentile as Aristotele in ‘La scuola d’Atene”) -- in La bandiera
di Socrate. Momenti di storiografia filosofica italiana nel Novecento, E.
Spinelli e F. Trabattoni, Sapienza Università Editrice, Roma, Gentile e
Gioberti, «La Cultura», Gramsci, Croce e il canto decimo dell’Inferno di Dante,
«Giornale critico della filosofia italiana», , fBertrando Spaventa e Gioberti,
«Studi storici», , La presenza di Gramsci nella storiografia filosofica e nella
storia della cultura, «Filosofia italiana», Dialettica e società civile.
Gramsci “interprete” di Hegel, «Pólemos. Materiali di filosofia e critica
sociale», Marx e i marxismi italiani, «Giornale critico della filosofia
italiana», La “via alla storia” di Carlo
Ginzburg, in Streghe, sciamani, visionari. In margine a “Storia notturna” di
Carlo Ginzburg, Cora Presezzi, Viella, Roma , Filosofia e storia della filosofia
nella riflessione di Sasso, «Filosofia italiana», Opere Sapienza Roma.
Dipartimento di studi filosofici ed epistemologici, su lettere.uniroma1.
Intervista sulla storia della "Rivista trimestrale" Intervista di
Mustè su Croce del
//diacritica/letture-critiche/lo-storicismo-di-croce-e-la-morte-della-metafisica-intervista-a-marcello-muste
html. Marcello Mustè. Mustè. Keywords:
la filosofia dell’idealismo italiano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Mustè” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51741642252/in/datetaken/
Grice e Nannini
– il corpo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Siena). Filosofo. Grice: “Nannini has intuitions in
Italian.” Grice: “I agree with
Nannini about the naturalism: the ‘anima’ is there to ‘explain’ ‘spiegare’ the
action, ‘l’azione’ – He is the Italian Muybridge!” – Grice: “The Nannini series
is the equivalent of the Muybridge series” Studia a Firenze con Luporini e Landucci
e, inizialmente, con Cesare Luporini. Ha accompagnato la sua attività di
ricerca in campo filosofico ed i suoi impegni accademici con una intensa
attività politica a Siena come militante del Partito Comunista Italiano. È
stato Professore di Filosofia Morale all'Urbino (1986-1992) e di Filosofia Teoretica
all’Università Siena (1992-), dove ha insegnato per alcuni anni anche filosofia
della mente ed è stato principale cofondatore e direttore di una scuola di
dottorato interdisciplinare in Scienze Cognitive. È stato inoltre più volte,
dal 1989 al , visiting professor presso le Osnabrück, North London, Bremen e
Oldenburg. Attualmente in pensione, è ancora pro tempore Docente Senior presso
l’Siena e dal è direttore di Rivista
Internazionale di Filosofia e Psicologia (RiFP). I suoi studi giovanili
si sono incentrati sulla filosofia delle scienze sociali, lo strutturalismo
francese e la storia del pensiero antropologico. Successivamente, rivoltosi
alla filosofia analitica ed in particolare alla teoria dell’azione, ha cercato
di sviluppare il “naturalismo metodologico” criticando il ritorno di
neo-wittgesteiniani come G.H. von Wright alla distinzione storicistica tra
scienze della natura e scienze dello spirito. Sempre muovendosi entro la
filosofia analitica, ma rivolgendo il proprio interesse alla filosofia pratica,
ha difeso il non cognitivismo in meta-etica. A partire dagli anni Novanta Professoresi
è infine spostato dalla teoria dell’azione alla filosofia della mente. In una
prima fase si è occupato soprattutto della storia del concetto di mente , per approdare
dopo il 2000 ad una forma di naturalismo cognitivo basata su una soluzione
fisicalistico-eliminativistica del problema mente-corpo. Opere: “Il
pensiero simbolico” (Bologna, Il Mulino); “Cause e ragioni” -- Modelli di
spiegazione delle azioni” umane nella filosofia analitica” (Roma, Editori
Riuniti. “Il Fanatico e l'Arcangelo” -- Saggi di filosofia analitica pratica,
Siena, Protagon. “L'anima e il corpo” -- Una introduzione storica alla filosofia della
mente, RomaBari, Laterza; 10ª e “Naturalismo” cognitivo: Per una “teoria
materialistica” della mente, Macerata, Quodlibet, “La Nottola di Minerva” -- Storie
e dialoghi fantastici sulla filosofia della mente, Milano, Mimesis. “Educazione,
individuo e società” Torino, Loescher. ),
La mente può essere naturalizzata?, Colle di Val D’Elsa (Siena), SeB Editori.
Saggi, Freud e l'antropologia, in «La Cultura. Rivista di Filosofia,
Letteratura e Storia»,“ Il materialismo “primario”, in , Il pensiero di Luporini,
Milano, Feltrinelli, L'anomalia del mentale
«Rivista di filosofia», Mente e corpo
nel dibattito contemporaneo, in A.Vv., L’anima, Milano, Mondadori, TMente,
corpo e società nel naturalismo forte, in «Nuova Civiltà delle Macchine», Realismo
scientifico e ontologia materialistica, in «Giornale di metafisica», Nicolaci G., Perone U., Ontologia e
metafisica, Il concetto di verità in una prospettiva naturalistica, in Amoretti
M.C., Marsonet M. , Conoscenza e verità, Milano, Giuffré, L’Io come Direttore
Assente, in Cardella V., Bruni D. , Cervello, linguaggio, società: Atti del
Convegno del Coordinamento dei Dottorati Italiani di Scienze Cognitive, Roma,
CORISCO, Orologi, menti e cervelli: Riflessioni preliminari su tempo reale e
tempo fenomenico tra fisica teorica e filosofia della mente, in Amoretti M.C. ,
Natura umana, natura artificiale, Milano, Angeli, La naturalizzazione delle
rappresentazioni mentali, in «Sistemi intelligenti», Kant e le scienze
cognitive sulla natura dell’Io, in Amoroso L., Ferrarin A., La Rocca C. ,
Critica della ragione e forme dell'esperienza: Studi in onore di Massimo
Barale, Pisa, Edizioni ETS, Realismo scientifico e naturalismo cognitivo, La
coscienza può essere naturalizzata?, in Nannini S., Zeppi A. , La mente può
essere naturalizzata?, Colle di Val D’Elsa (Siena), SeB Editori, Inconscio, coscienza e intenzionalità nel
naturalismo cognitivo, in «Sistemi intelligenti», La seconda svolta cognitiva
in filosofia della mente, in «Reti, saperi, linguaggi: Naturalismo cognitivo:
Per una teoria materialistica della mente, Quodlibet, Sandro Nannini, La Nottola di Minerva: Storie
e dialoghi fantastici sulla filosofia della mente, Mimesis. Nannini. Keywords. Luigi
Speranza: “Grice e Nannini: il santo, l’eroe, il fanatico, l’arcangelo” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702118872/in/photolist-2mLJSEC
Grice e Nardi – dantesco – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Spianate di Altopascio). Filosofo. Grice: “The Italians are fortunate:
with Alighieri they can philosophise about him!” Primogenito di una famiglia benestante, composta di nove figli,
viene avviato sin dalla tenera età alla carriera ecclesiastica. Nel 1896 entra
nel collegio dei frati francescani a Buggiano e nel 1900, a sedici anni,
diventa chierico, assumendo il nome di frate Angelo. Uscì dal convento di
Buggiano perché non aveva intenzione di continuare nella vita religiosa,
avendone perduta la vocazione. Proseguì gli studi di filosofia e teologia
frequentando il convento di Sant'Agostino di Nicosia in provincia di Pisa.
Volendo proseguire gli studi, i genitori gli indicarono un'unica strada, quella
di entrare in seminario e diventare prete. Nel 1902 Nardi venne ammesso al
seminario di Pescia e il 4 marzo 1907 diventò sacerdote. Qui si avvicinò fugacemente
al movimento Modernista, condannato da papa Pio X con l'Enciclica
Pascendi. Nel 1908 Nardi sostenne l'esame di concorso per una borsa di
studio triennale conferita dall'opera Pia Galeotti di Pescia al fine di
frequentare un corso di perfezionamento filosofico presso l'Università
Cattolica di Lovanio (Belgio). Nel 1909 Nardi aveva da poco iniziato a
frequentare l'Università Cattolica di Lovanio che già decise l'argomento
della sua tesi di laurea Sigieri di Brabante nella Divina Commedia e le fonti della
filosofia di Dante, che venne discussa con Maurice De Wulf. La lettura
dell'opera di Pierre Mandonnet, nella parte dedicata a Sigieri, non persuadeva
Nardi sulla soluzione data al problema della presenza di questo averroista nel
Paradiso dantesco. Due pregiudizi la inficiavano: il primo “consisteva in
un'inesatta visione storica di quello che nel Medio Evo e nel Rinascimento era
stato l'averroismo. Il secondo pregiudizio del Mandonnet era quello di ritenere
il pensiero filosofico di Dante conforme in tutto e per tutto a quello di San
Tommaso." Nel momento in cui Nardi entrava a Lovanio abbandonò il
modernismo teologico, ma non abbracciò la filosofia neo-scolastica che quella
Università belga stava elaborando. Non aveva senso per lui ripetere, sul finire
dell'Ottocento, nell'epoca del positivismo, l'operazione culturale di San
Tommaso che prevedeva l'unificazione di fede e ragione. Il metodo di
lavoro che Nardi seguì nel corso della sua vicenda di studioso e ricercatore,
rimase sempre improntato al massimo rigore filosofico, risentendo come una
traccia indelebile dell'esperienza di Lovanio, dove dovette affrontare studi
scientifici. Per Nardi l'interpretazione del testo coincide con la libertà, ma
tale atto libero non può attivarsi senza uno scrupoloso lavoro di scavo e
ricerca del materiale documentario, l'esatta interpretazione filosofica dei
testi. Ottenuta un'ulteriore borsa di studio dall'Opera Pia di Pescia
frequenta corsi di filosofia a Vienna, Berlino, Bonn. Oltre alla pubblicazione della
propria tesi su Sigieri nella “Rivista di filosofia neo-scolastica”, Nardi vi
pubblicò altri interventi spesso critici con la linea editoriale del periodico.
scritto ai corsi dell'Istituto di Studi Superiori di Firenze perché voleva
riconoscere in Italia la sua laurea in filosofia conseguita a Lovanio. A
Firenze discuterà la tesi di laurea in filosofia dedicata alla figura del
medico e filosofo padovano Pietro d'Abano. Collaborava alla “Voce”, rivista
fondata da Giuseppe Prezzolini con il quale mantenne per lunghi anni una fitta
corrispondenza. Nell'autunno 1914 Nardi volle abbandonare il sacerdozio.
In una successiva lettera del 1941 indirizzata al vescovo Angelo Simonetti,
spiegava che era stato l'ambiente familiare a spingerlo nel 1907 a chiedere la
sacra ordinazione, con preghiere e minacce. Di trasferì a Mantova per insegnare
filosofia presso il liceo classico Virgilio, dove vi restò fino al quando si
trasferì a Milano. Ha da Giovanni Gentile un incarico per l'insegnamento della
filosofia medievale presso la facoltà di lettere dell'Roma. Tuttavia non
ottenne la cattedra universitaria (se non dopo molti anni), a causa dell'art. 5
del Concordato in base al quale la curia romana escludeva i sacerdoti
secolarizzati dall’insegnamento. Gli fu assegnata la “Penna D’Oro” dal
presidente del Consiglio Fernando Tambroni. Nel 1962 gli fu conferita la laurea
honoris causa da parte dell’Padova e da parte di quella di Oxford. Le
opere e gli studi su Alighieri si è dedicato instancabilmente per di più in
mezzo secolo allo studio del pensiero di Dante, anche quando si occupava di
Virgilio, di Sigieri di Brabante, di Pietro Pomponazzi. Nardi ha saputo mettere
in discussione schemi consolidati, ha aperto strade nuove, ha formulato
proposte inedite che ci permettono di avere una più esatta comprensione dei
testi danteschi. Una costante di Nardi è di aver conservato sempre una propria
autonomia, se non un vero e proprio distacco, rispetto agli ambienti
culturali in cui si era trovato ad agire, fossero Lovanio, Firenze o Roma. Il coraggio
con cui seppe polemicamente ribaltare tesi consolidate negli ambienti
accademici, gli fruttarono ingiustamente isolamento e non adeguata
considerazione rispetto alle sue acquisizioni veramente anticipatrici. Basti
pensare alle sue tesi sull'averroismo latino, all'importanza data alla figura
di Avicenna, di Alberto Magno, al rifiuto del preteso tomismo di Dante. E se di
Gentile parlava come di un "vero e grande maestro", dandogli ragione
nella sua polemica con il De Wulf (relatore della sua tesi a Lovanio), Nardi
pur tuttavia non aderirà al Neoidealismo, ma vi trarrà soltanto spunti e
stimoli per le sue ricerche. L'incontro con Dante costituisce per Nardi
l'episodio decisivo della sua vita intellettuale e morale. Scriverà nel 1956:
"in Dante trovai il vero e primo maestro, quello a cui debbo la maggior
gratitudine". Il senso della sua ricerca è stato interrogare il
"miracolo" della Divina Commedia, questo "singolare poema
sbocciato all'improvviso contro tutte le buone regole dell'arte e del
dittare". Secondo Nardi nella commedia è custodita la Verità, che si è
manifestata ad un poeta ispirato da una profetica visione. La lunga fatica del
Nardi è giunta a concludere che la filosofia di Dante non si riduce a nessun
sistema codificato; è una sintesi complessa tendente a superare le antinomie e
che mantiene intera la sua spiccata originalità, il suo personalissimo
pensiero. Per arrivare a coglierlo occorre da una parte ristabilire il preciso
significato delle parole in rapporto alla terminologia filosofica e scientifica
del Medioevo, e ricostruire dall'altra l'ambiente culturale e l'atmosfera
spirituale nelle quali Dante si muoveva per arrivare a determinare la fonte, il
libro letto da Dante. Nardi ha gettato luce su molti elementi e
suggestioni che Dante derivava dalla filosofia araba e neoplatonica. Essenziali
per comprendere Dante sono Alberto Magno e Sigieri più di Tommaso; così come il
neoplatonismo e la cultura araba più dello scolasticismo aristotelico. A Nardi
interessava particolarmente affrontare il tema della "visione
dantesca", esperienza profetica che seppe tradurre come nessun altro nel
linguaggio della Divina Commedia. La visione di Dante non è finzione
letteraria, è rivelazione reale dell'aldilà, concessa da Dio in virtù di un supremo
privilegio. Dante visse il rapimento mistico ed estatico al terzo cielo come
esperienza reale. Dante credette di essere sceso veramente nell'Inferno, salito
veramente al Purgatorio e al Paradiso. Per Nardi la Commedia si distacca dagli
altri scritti di Dante, perché ne è il loro compimento. Tale culmine si
realizza attraverso un'esperienza eccezionale, di origine mistico-religiosa a
lui soltanto riservata, una rivelazione che ha il potere di trasformare e
rendere nuove tutte le altre opere precedenti. L'opera dantesca, secondo
Nardi, si deve suddividere in tre fasi: la prima fase, che termina a
venticinque anni, è sotto l'influsso di Guinizzelli, assente del tutto la
filosofia. La seconda fase, quella filosofico-politico, coincide con le rime
allegoriche, il Convivio, il De vulgari eloquentia e la Monarchia. La terza
fase, quella della poesia profetica, coincide con la Divina Commedia, poema che
segna il ritorno all'unità della filosofia cristiana. Dante vi compare come
profeta che deve annunciare al mondo l'avvento di un inviato di Dio per la
redenzione umana. La Commedia è "poema sacro", la sua è poesia
religiosa. Nardi vede in questa terza fase finalmente riconciliarsi la speranza
cristiana spezzatasi con l'aristotelismo e l'avverroismo. Per Nardi l'aristotelismo
è inconciliabile con il cristianesimo, e il tomismo pertanto è "il più
strano paradosso del pensiero umano". La Commedia testimonia della
riunificazione della filosofia con la rivelazione di Dio. Dante visse una
visione profetica, esperienza che mancò ad Aristotele. L’'Accademia dei
Lincei gli ha conferito il Premio Feltrinelli per la Filosofia. Opere: “Flosofia dantesca” (Bari, Laterza); “Critica
dantesca” (Milano-Napoli, Ricciardi); “Filosofia dantesca” (di Alighieri) (Firenze,
La Nuova Italia); “La filosofia medievale” (Roma, Ed. di storia e letteratura,
“Alighieri” (Roma-Bari, Laterza). Paolo
Falzone, Dizionario biografico degli italiani,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, ."Giornale Critico della
Filosofia Italiana", Premi
Feltrinelli, su lincei. Medioevo e
Rinascimento,” Firenze, Sansoni, Alberto Asor Rosa, Dizionario della
letteratura italiana del Novecento, ad vocem Sigieri di Brabante e Alessandro
Achillini, (check). Di un nuovo commento alla canzone del Cavalcanti sull'amore,
“Cultura neolatina”, Noterella poetica sull'averroismo di Guido Cavalcanti,
Rassegna filosofica, Sigieri di Brabante e le fonti della filosofia di Dante,
in “Rivista di filosofia neoclassica” Sigieri di Brabante nella Divina Commedia
e le fonti della filosofia di Dante, Spianate, La teoria dell'anima e la
generazione delle forme secondo Pietro d'Abano, “Rivista di filosofia
neoscolastica”, Vittorino da Feltre al paese natale di Virgilio, in “Atti del
IV Congresso nazionale di Studi Romani”, Roma, Lyhomo (note al “Baldus” di T.
Folengo), “Giornale critico della filosofia italiana”, “Nel mondo di Dante,
Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Sigieri di Brabante nel pensiero del
rinascimento italiano” (Edizioni italiane, Roma); “Dante profeta, in Dante e la
cultura medioevale. Nuovi saggi di filosofia dantesca, Bari, Laterza); “La
mistica averroistica e Pico”; “L' aristotelismo padovano (Firenze, Sansoni; già
edita in “Archivio di filosofia, Umanesimo e Machiavellismo”, Padova); “Il
naturalismo del Rinascimento, Corso di storia della filosofia. Anno accademico,
T. Gregory, Roma, Edizioni Universitarie; “L'alessandrinismo nel Rinascimento,
Corso di Storia della filosofia. Anno accademico, I. Borzi e C. R. Crotti, Roma, “La Goliardica”
La fine dell'averroismo, Gli scritti del Pomponazzi. “Giornale critico della
filosofia italiana”, Le opere inedite del pomponazzi. Il fragmento marciano del
commento al “De Anima” e il maestro del pomponazzi, Pietro Trapolino, Il
problema della verità, soggetto e oggetto dell'conoscere nella filosofia antica
e medioevale, Editrice Universale di Roma, Roma, La crisi del Rinascimento e il
dubbio cartesiano, Corso di storia della filosofia. Anno accademico, T.
Gregory, “La Goliardica” Il commento di Simplicio al “De Anima” nelle
controversie della fine del sec. XV e del sec. XVI, “Archivio di filosofia”,
Padova, La miscredenza e il carattere morale di Nicoletto Vernia, Giornale
critico della filosofia italiana, Le opere inedite del Pomponazzi, “Giornale
critico della filosofia italiana” Le meditazioni di Cartesio, Lezioni di storia
della filosofia. Anno accademico, “La Goliardica”, Roma, Pomponazzi… e la
cicogna dell'intelletto, “Giornale critico della filosofia italiana” Il
dualismo cartesiano, Corso di storia della filosofia. Anno accademico T.
Gregory, “La Goliardica”, Roma, 1953. Il dualismo cartesiano degli
Occasionalisti a Leibniz, Corso di storia della filosofia. Anno accademico T.
Gregory, “La Goliardica”, Roma, Ancora qualche notizia e aneddoto su Nicoletto
Vernia, Giornale critico della filosofia italiana, Marcantonio e Teofilo
Zimara: due filosofi galatinesi del Cinquecento, “Archivio storico Pugliese” Un'importante
notizia su scritti di Sigieri a Bologna e a Padova alla fine del sec. XV ,
“Giornale critico della filosofia italiana”, Contributo alla biografia di
Vittorino da Feltre, “Bollettino del Museo civico di Padova”, Letteratura e
cultura del Quattrocento, in “La civiltà veneziana del Quattrocento”, Firenze,
Sansoni, Appunti intorno al medico e filosofo padovano Pietro Trapolin, In
Miscellanea in onore di Roberto Cessi, Edizioni di Storia e letteratura, Roma, Copernico
studente a Padova, in Mélanges offerts à Etienne Gilson, de l'Accadémie
Française, Toronto-Paris Studi e problemi di critica testuale. Convegno di
studi di filologia italiana nel centenario della Commissione per i Testi di
Lingua, Bologna, L'aristotelismo della Scolastica e i Francescani, in Studi di
Filosofia Medioevale, Edizioni di Storia e letteratura, Roma, Pietro Pomponazzi
e la teoria di Avicenna intorno alla generazione spontanea dell'uomo Mantuanitas
vergilana, Edizioni dell'Ateneo, Roma, La scuola di Rialto e l'Umanesimo
veneziano, in Umanesimo Europeo e Umanesimo veneziano, Sansoni, Firenze, Studi
su Pietro Pomponazzi, Le Monnier, Firenze, Saggi sull'Aristotelismo Padovano
dal secolo XIV al XVI, Le Monnier, Corsi manoscritti di lezioni e ritratto di
Pietro Pomponazzi, in Atti del VI Convegno internazionale di studi sul
Rinascimento, Sansoni, Firenze, Studi su Pietro Pomponazzi, Le Monnier,
Firenze, Saggi e note di critica dantesca, Ricciardi, Filosofia e teologia ai
tempi di Dante in rapporto al pensiero del poeta, in Saggi e note di critica
dantesca, Ricciardi, Milano, Napoli, Saggi e note sulla cultura veneta del
Quattro e CinquecentoMazzantini, Editrice Antenore, Padova, Saggi sulla cultura veneta del Quattro e del
CinquecentoMazzantini, Antenore, Padova, Divina Commedia, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema
Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. Opere di Bruno
Nardi, .Pubblicazioni di Bruno Nardi, su Persée, Ministère de l'Enseignement
supérieur, de la Recherche et de l'Innovation. Tullio Gregory, Enciclopedia
dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Un profilo biografico nel sito
"dante online", Consulenza scientifica Società Dantesca Italiana. Bruno
Nardi. Nardi. Keywords: dantesco. Refs.: H. P. Grice, “Lasciate ogni speranza
voi ch’entrate,” The Swimming-Pool Library. – Luigi Speranza, “Grice e Nardi:
il paradiso filosofico” --. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51717846758/in/photolist-2mN8u25-2mNbFJE-2mLQoLk-2mLEGPt-2mPrdWj-2mLDbnx-2mPCgo1-2mKAsyK-CntseF
Grice e Natoli – uomo tragico – origini
dell’antropologia romana – filosofia italiana – Luigi Speranza (Patti). Filosofo.
Grice: “I like Natoli. He philosophises on the ‘uomo tragico’ at the source
of western civilisation, and also the experience of ‘pain’ at the source of
it.” Si laurea a Milano, dove ha trascorso gli anni nel
Collegio Augustinianum. Insegna a Venezia e Filosofia della politica alla
Facoltà di Scienze Politiche dell'Università degli Studi di Milano.
Attualmente è Professore di Filosofia teoretica presso la Facoltà di scienze
della formazione dell'Università degli Studi di Milano-Bicocca. Attività
accademica In particolare, Salvatore Natoli è il propugnatore di un'etica
neopagana che, riprendendo elementi del pensiero greco (in particolare, il
senso del tragico), riesca a fondare una felicità terrena, nella consapevolezza
dei limiti dell'uomo e del suo essere necessariamente un ente finito, in
contrapposizione con la tradizione cristiana. Filosofia del dolore Una
particolare e approfondita analisi sul tema del dolore è stata condotta da
Natoli in diverse sue opere. Il dolore è parte essenziale della vita e
per gli antichi filosofi greci era l'altra faccia della felicità: «I
greci si sentono parte e momento della più grande e generale natura, crudele e
insieme divina, si sentono momento di quest'eterno e irrefrenabile fluire, ove
non vi è differenza tra bene e male allo stesso modo in cui il dolore si volge
nella gioia e la gioia nel dolore» La natura infatti dava la vita e nello
stesso tempo crudelmente la toglieva. Il dolore in realtà fa parte della vita ma
non la nega: il dolore può essere vissuto e reso sopportabile se chi soffre
percepisce non la pietà dell'altro ma che la sua sofferenza è importante per
chi entra in rapporto con lui e con la sua sofferenza. Se chi soffre si sente
importante per qualcuno, anche se soffre ha motivo di vivere. Se non è
importante per nessuno può lasciarsi prendere dalla morte. Secondo Natoli
l'esperienza del dolore ha due aspetti: uno oggettivo, il danno («Nel momento
in cui la sofferenza è motivata attraverso la colpa, colui che soffre non solo
patisce il danno, ma ne diviene anche il responsabile»); e uno soggettivo, cioè
come viene vissuta e motivata la sofferenza. La stessa sofferenza è
interpretata in modo differente da diverse culture: per alcune il dolore fa
parte della contingenza del mondo fenomenico, dell'apparenza per altre invece,
è vissuto intensamente come ad esempio nel cristianesimo dove al dolore viene
associata la redenzione. Vi è una circolarità tra il dolore e il senso che fa
sì che, pur essendo il dolore universale, ad ognuno appartenga un dolore
diverso. Vi è dunque un senso del dolore e un non senso che il dolore
causa. Il dolore infatti contraddice la ragione che non sa darsi spiegazione
del perché il dolore abbia colpito proprio quell'individuo e per quali colpe
quello abbia commesso e, infine, perché il dolore travagli il mondo. Il
tentativo di rispondere a queste fondamentali domande fa sì che l'individuo
scopra nuove forze in lui che generino un vittorioso uomo nuovo che, partendo
dall'esperienza del dolore, s'interroghi sul senso dell'esistere, tenendo
sempre presente però, che il dolore può segnare anche una definitiva
sconfitta. Nel dolore l'uomo può scoprire le sue possibilità di crescita
ma questo non vuol dire disprezzare il piacere, sostenendo che questo, invece,
ottunde gli animi. Il piacere invece affina la sensibilità come accade per chi
ascolta frequentemente una buona musica. Il piacere invece è negativo quando
diventa «monomaniaco, eccessivo, quando, anziché sviluppare la sensibilità, la
fossilizza in un punto di eccessiva stimolazione. E l'eccessivo stimolo
distrugge l'organo.» A differenza del piacere, dell'amore che è dialogo tra
due, che è espansivo e affabulatorio anche quando è silenzioso, l'esperienza
del dolore chiude il singolo nella sua individualità e incomunicabilità, poiché
«il corpo sano sente il mondo, il corpo malato sente il corpo. E quindi il
corpo diventa una barriera tra il proprio desiderio, l'universo delle
possibilità, e la realizzabilità delle medesime possibilità.» Sebbene il
dolore sia "insensato" si cerca di spiegarlo con le parole spesso
inutili ed allora si cerca dapprima la parola "efficace" che offre la
tecnica o la parola "efficace" della preghiera, della fede, che non annulla
il dolore, ma dà una speranza nel miracolo. L'efficace uso della parola per
spiegare il dolore fa sì che gli uomini trovino conforto nella comune
sofferenza, in quella universalità del dolore dove però ognuno rimane nella sua
singolarità di senso. La parola efficace della tecnica per un verso ha
alleviato il dolore ma per un altro può creare delle condizioni di vita
tali per cui la stessa tecnica controlla il dolore senza togliere la malattia,
creando così un'esistenza prolungata senza futuro sotto la continua incombenza
della morte: «A partire dal Settecento, ma ancor più nel corso
dell’Ottocento, la tecnica è stata sempre di più associata alle filosofie del
progresso: infatti ha emancipato gli uomini dai vincoli naturali, ha ridotto il
peso della fatica, ha attenuato il dolore, ha accresciuto il benessere, ha
conteso lo spazio alla morte differendola sempre di più… ma la tecnica, oggi, è
nelle condizioni di interferire in modo profondo nei processi naturali
modificandone i cicli…» Una soluzione all'inevitabilità del dolore può essere
l'adesione a un nuovo paganesimo secondo l'antica visione greca
dell'accettazione dell'esistenza del finito e della morte dell'uomo. «Il
cristianesimo ha alterato l'anima pagana. Nel momento in cui il sogno di un
mondo senza dolore è apparso, non ci si adatta più a questo dolore anche se si
crede che un mondo senza dolore non esisterà mai. La coscienza è stata visitata
da un sogno che non si cancella più, e anche se lo crede inverosimile tuttavia
vuole che ci sia.» Anche il cristianesimo infatti teorizza l'uomo finito,
ma non essere naturale destinato alla morte, ma come creatura di Dio. Per il
cristiano la vita finita condotta secondo il dovere porta all'accettazione
della morte come passaggio a Dio. Per il neopaganesimo la vita finita è degna
di essere vissuta senza speranza di infinitezza ma vivendola secondo un ethos,
che non è dovere di obbedire a un comando morale con la speranza di un premio
eterno, ma buona e spontanea abitudine di una condotta consapevole
dell'universale fragilità umana. Opere: “Soggetto e fondamento” -- studi
su Aristotele e Cartesio (Padova, Antenore); “La ccritica del linguaggio”
(Venezia, Marsilio); “Ermeneutica e genealogia: Filosofia e metodo” (Milano,
Feltrinelli); “L'esperienza del dolore. Le forme del patire” (Milano, Feltrinelli);
“Gentile” (Torino, Bollati Boringhieri); “Vita buona vita felice. Scritti di
etica e politica” (Milano, Feltrinelli); “Teatro filosofico. Gli scenari del sapere
tra linguaggio e storia” (Milano, Feltrinelli); “L'incessante meraviglia.
Filosofia, espressione, verità, Milano, Lanfranchi); “La felicità. Saggio di
teoria degli affetti” (Milano, Feltrinelli); “I nuovi pagani, Milano, Il Saggiatore);
“Dizionario dei vizi e delle virtù” (Milano, Feltrinelli); “La politica e il
dolore” Roma, EL); “Soggetto e fondamento. Il sapere dell'origine e la
scientificità della filosofia” (Milano, Bruno Mondadori); “Delle cose ultime e
penultime” (Milano, Mondadori); “Natura, poesia, filosofia” (Milano, Bruno
Mondadori); “Progresso e catastrofe: dinamiche della modernità” (Milano,
Marinotti); “Dio e il divino. Confronto con il cristianesimo, Brescia, Morcelliana);
“La politica e la virtù” (Roma, Lavoro); “La felicità di questa vita.
Esperienza del mondo e stagioni dell'esistenza, Milano, Mondadori); “L'attimo
fuggente o della felicità” (Roma, Edup); “Stare al mondo. Escursioni nel tempo
presente, Milano, Feltrinelli, Il
cristianesimo di un non credente, Magnano, Qiqajon); “Libertà e destino nella
tragedia greca” (Brescia, Morcelliana, Stare al mondo. Escursioni nel tempo
presente, Milano, Feltrinelli, “Parole della filosofia o dell’arte di meditare,
Milano, Feltrinelli, “La verità in gioco” (Milano, Feltrinelli, Guida alla
formazione del carattere, Brescia, Morcelliana, Sul male assoluto. Nichilismo e
idoli nel Novecento, Brescia, Morcelliana ,I dilemmi della speranza, Molfetta,
La meridiana, La salvezza senza fede, Milano, Feltrinelli, La mia filosofia: Forme del mondo e saggezza
del vivere, Pisa, Ets, L'attimo fuggente
e la stabilità del bene, (contiene la Lettera a Meneceo sulla felicità di
Epicuro), Roma, Edup, Edipo e Giobbe. Contraddizione e paradosso, Brescia,
Morcelliana, Dialogo sui novissimi (con Francesco Brancato), Troina, Città Aperta,
Il crollo del mondo. Apocalisse ed
escatologia, Brescia, Morcelliana,” L'edificazione di sé. Istruzioni sulla vita
interiore, Roma-Bari, Laterza, “Il buon
uso del mondo. Agire nell'età del rischio, Milano, Mondadori, Figure
d'Occidente. Platone, Nietzsche e Heidegger (con Massimo Donà e Carlo Sini,
introduzione di Erasmo Silvio Storace), Milano, AlboVersorio, Eros e Philia, Milano, AlboVersorio, “Nietzsche
e il teatro della filosofia” (Milano, Feltrinelli); “Le parole ultime. Dialogo
sui problemi del «fine vita» (con Ivan Cavicchi, Piero Coda e altri), Bari,
Dedalo, I comandamenti. Non ti farai idolo né immagine, Bologna, Il mulino);
“Le verità del corpo” (Milano, AlboVersorio, Sperare oggi (con Franco Mosconi),
Trento, Il margine. Le virtù dei Giusti e l'identità dell'Europa Enciclopedia Italiana Treccani alla voce
corrispondente La salvezza senza fede,
Feltrinelli Ove non indicato diversamente, le informazioni contenute nel
paragrafo "Filosofia del dolore" hanno come fonte Enciclopedia
multimediale delle Scienze Filosofiche. Il senso del dolore. in .
L'esperienza del dolore. L'esperienza
del dolore nell'età della tecnica. Siamo "finiti". E anche la tecnica
lo è, da Europa, I Nuovi pagani, Il
saggiatore, Milano, Treccani Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Opere dopenMLOL, Horizons
Unlimited srl. Opere Registrazioni su
RadioRadicale, Radio Radicale. Intervista per Il Rasoio di Occam, di Carlo
Crosato. Video intervista su Asia, su asia. Dov'è la vittoria? “l'Italia civile
che resta minoranza” intervista di Paolo Barbie, Il Fatto Quotidiano. Salvatore
Natoli. Natoli. Keywords: uomo tragico, origini dell’antropologia romana. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Natoli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716787642/in/photolist-2mN34bs-2mN8ym7-2mLJR9r-2mLJQBK-2mLGD1p-2mKkA58
Grice e Nicoletti – quadrature ed implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Udine).
Filosofo. – Grice: “His diagramme
for ‘arbor porphyriana’ is also brilliant – ending with “Plato,” “Socrates.””
-- Grice: “I especially like his squaring the square of opposition!” -- Grice:
“A veritable genius, this Nicoletti.” --
Not under ‘Venezia’! -- paolo di venezia: philosopher, the son of Andrea
Nicola, of Venice He was born in Fliuli Venezia Giulia, a hermit of Saint
Augustine O.E.S.A., he spent three years as a student at St. John’s, where the
order of St. Augustine had a ‘studium generale,’ at Oxford and taught at
Padova, where he became a doctor of arts. Paolo also held appointments at the
universities of Parma, Siena, and Bologna. Paolo is active in the
administration of his order, holding various high offices. He composed
ommentaries on several logical, ethical, and physical works of Aristotle. His
name is connected especially with his best-selling “Logica parva.” Over 150
manuscripts survive, and more than forty printed editions of it were made, His huge sequel, “Logica magna,” was a flop.
These Oxford-influenced tracts contributed to the favorable climate enjoyed by
Oxonian semantics in northern Italian universities. Grice: “My favourite of
Paul’s tracts is his “Sophismata aurea”how peaceful for a philosopher to die
while commentingon Aristotle’s “De anima.”!” His nom de plum is “Paulus
Venetus.”— Paolo da Venezia Nota
disambigua.svg Disambiguazione"Paolo Veneto" rimanda qui. Se stai
cercando lo scrittore e vescovo nato a Venezia, vedi Paolino Minorita. Paolo da Venezia in una stampa ProfessorePaolo
da Venezia, o Paolo Veneto, vero nome Paolo Nicoletti (Udine), filosofo. Eremitano,
fu studente all'Oxford e docente all'Padova dal 1408 ove ebbe tra gli allievi
Paolo Della Pergola. Divenne ambasciatore veneto presso la corte polacca. Per
le sue idee teologiche e esiliato a Ravenna ma, due anni dopo, gli fu
consentito di tornare a Padova. Fu
seguace di Guglielmo di Ockham e Sigieri di Brabante e autore di vari trattati,
tra cui alcuni commenti ad Aristotele . Il suo trattato Logica magna fu
utilizzato come testo di insegnamento della logica all'Padova e può essere
considerato la maggiore opera di logica formale prodotta dal Medioevo. Opere: “Logica,” “Commenti alle opere di
Aristotele” “Expositio in libros Posteriorum Aristotelis,” “Expositio super VIII
libros Physicorum necnon super Commento Averrois,” “Expositio super libros De
generatione et corruptione” “Lectura super librum De Anima” “Conclusiones
Ethicorum” “Conclusiones Politicorum” “Expositio super Praedicabilia et
Praedicamenta.” “Scritti sulla logica: Logica Parva or Tractatus Summularum, “Logica
Magna”; “Quadratura”; “Sophismata Aurea. Altre opere: “Super Primum
Sententiarum Johannis de Ripa Lecturae Abbreviatio,” “Summa philosophiae
naturalis,” “De compositione mundi. Quaestiones adversus Judaeos. Sermones. N
Dizionario di Filosofia Treccani, riferimenti in . Vedi «Paolo Della Pergola» in Dizionario di
Filosofia Treccani. Eugenio Garin,
Storia della filosofia italiana, terza ed., Edizione CDE su licenza della
Giulio Einaudi editore, Milano, «Paolo Veneto», in Enciclopedia Dantesca, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, «Paolo Veneto», in Dizionario di Filosofia
Treccani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Alessandro D. Conti, Dizionario
biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Alessandro
D. Conti: Esistenza e verità: forme e strutture del reale in Paolo Veneto e nel
pensiero filosofico del tardo medioevo. Istituto Storico Italiano per il Medio
Evo, Roma, Nuovi studi storici, A. R. Perreiah: "A Biographical
Introduction to Paul of Venice". In: Augustiniana. Paolo Veneto, Logica, Venetiis, Bartolomeo
Imperatore, Francesco Imperatore, Enrico
Gori, dal sito Filosofico.net (Alessandro Conti, Paul of Venice, in E. Zalta ,
Stanford Encyclopedia of Philosophy, Center for the Study of Language and
Information, Stanford.Filosofia.
Nicoletti. Keywords. Refs.: H. P. Grice, “Paolo da Harborne, and Paolo da Venezia,” lecture for
the Club Griceiano Anglo-Italiano, Bordighera. Luigi Speranza, “Grice e
Nicoletti: quadratura ed implicatura” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691313096/in/photolist-2mPsU62-2mLHPna-2mKMv6z-2mKMuu9-2mKNSXR
Grice e Negri – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Grice: “Only in
Italy a philosopher philosophises on Pinocchio!” -- Grice: “I like his idea of
a new ‘grammar of politics,’ even if he uses the extravagant metaphor,
delightful though, ‘fabbrica di porcellana’. He has a gift for metaphor, sure!”
– Grice: “’la lenta ginestra’ to qualify Leopardi’s ontology is genial!” -- Grice:
“Negri reminds me of ‘pinko Oxford’!” Tra gli anni sessanta e gli
anni settanta, fu uno dei maggiori teorici del marxismo operaista. Dagli anni
ottanta in poi, si dedicò invece allo studio del pensiero politico di Baruch
Spinoza, contribuendo, insieme a Louis Althusser e Gilles Deleuze, alla sua
riscoperta teorica. In collaborazione poi con Michael Hardt, ha scritto libri
molto influenti nella Teoria politica contemporanea. Accanto alla sua
attività teorica, ha svolto una intensa attività di militanza politica, come
co-fondatore e teorico militante delle organizzazioni della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio e Autonomia Operaia. A causa della sua
attività politica è stato incarcerato e processato, all'interno del processo 7
aprile, con l'accusa di aver partecipato ad atti terroristici e d'insurrezione
armata. Venne, tuttavia, assolto da queste imputazioni, per poi venire
condannato a 12 anni di carcere per associazione sovversiva e concorso morale
nella rapina di Argelato. Opere: “Stato e diritto in Hegel. Studio sulla genesi
illuministica della filosofia giuridica e politica” (Padova, Cedam); “Lo
storicismo” (Milano, Feltrinelli, “Alle origini del formalismo giuridico: studio
sul problema della forma in Kant e nei giuristi kantiani” (Padova, Cedam, Curatela
di Hegel, Scritti di filosofia del diritto, Bari, Laterza, Alcune riflessioni
sullo stato dei partiti” (Padova, Tip. poligrafica moderna); “Crisi dello
Stato-piano. Comunismo e organizzazione rivoluzionaria” (Milano, Feltrinelli); “Ideali
e realizzazioni d'integrazione” (Milano, Giuffrè); “Studi su Weber, in Annuario
bibliografico di filosofia del diritto, I, Milano, Giuffrè); “Problemi di
storia dello Stato moderno. in
"Rivista critica di storia della filosofia", “La teoria capitalistica dello stato nel '29,
John M. Keynes, in "Contropiano", Marx sul ciclo e la crisi. Note, in
"Contropiano", “Descartes politico o della ragionevole ideologia”
(Milano, Feltrinelli); “Rileggendo Hegel” -- filosofo del diritto, in Incidenza
di Hegel. Napoli, Morano, Enciclopedia Feltrinelli Fischer, Scienze politiche, (Stato
e politica), Milano, Feltrinelli, Crisi e organizzazione operaia” (Milano,
Feltrinelli); Partito operaio contro il lavoro, in Sergio Bologna, Paolo
Carpignano, Negri, “Crisi e organizzazione operaia” (Milano, Feltrinelli, Proletari e Stato. Per una discussione su
autonomia operaia e compromesso storico, Milano, Feltrinelli); “La fabbrica
della strategia” 33 lezioni su Lenin, Padova, “Cooperativa libraria editrice
degli studenti di Padova-Collettivo editoriale librirossi, La forma Stato. Per
la critica dell'economia politica della Costituzione” (Milano, Feltrinelli); Materiale
sul problema dello stato e sul rapporto fra democrazia e socialismo, con
Riccardo Guastini, Ugo Rescigno, Emilio Agazzi, Milano, Unicopli-Cuem, “Il
dominio e il sabotaggio: sul metodo marxista della trasformazione sociale,” Milano,
Feltrinelli, “Manifattura, società
borghese, ideologia: Una famosa polemica sul rapporto
struttura-sovrastruttura,” con Franz Borkenau e Henryk Grossmann, Roma,
Savelli, Marx oltre Marx [Grice, “Grice oltre Grice”]. Quaderno di lavoro sui
Grundrisse, Milano, Feltrinelli, “ Dall'operaio massa all'operaio sociale.
Intervista sull'operaismo, a cura di Paolo Pozzi e Roberta Tommasini, Milano,
Multhipla, “Il comunismo e la guerra,” Milano, Feltrinelli, Politica di classe:
il motore e la forma. Le cinque campagne oggi. Milano, Machina Libri, “Otto
Dix,” Milano, Studio d'arte Grafica, “L'anomalia selvaggia. Saggio su potere e
potenza in Spinoza” (Milano, Feltrinelli);“Macchina tempo. Rompicapi,
liberazione, costituzione,” Milano, Feltrinelli, Pipe-line. Lettere da
Rebibbia, Torino, Einaudi, Italie rouge
et noire. Journal, traduzione di Yann Moulier Boutang, prefazione di Bernard-Henri
Lévy, Paris, Hachette, Diario di un'evasione, Cremona, Pizzoni, Les nouveaux
espaces de liberté, con Félix Guattari, Gourdon, Bedou, Le verità nomadi: per
nuovi spazi di libertà, con Félix Guattari, Roma, Pellicani, “Fabbriche del
soggetto: profili, protesi, transiti, macchine, paradossi, passaggi,
sovversione, sistemi, potenze: appunti per un dispositivo ontologico, in
"XXI secolo. Bimestrale di politica e cultura", “Lenta ginestra:
saggio sull'ontologia di Leopardi, Milano, SugarCo, “Fine secolo. Un manifesto
per l'operaio sociale. Milano, SugarCo,” “Arte e multitudo. Sette lettere,” Milano,
Politi, “Il lavoro di Giobbe. Il famoso testo biblico come parabola del lavoro
umano, Milano, SugarCo, “Il potere costituente. Saggio sulle alternative del
moderno, Carnago, SugarCo, Spinoza sovversivo. Variazioni (in)attuali,
introduzione di Emilia Giancotti, Roma, Pellicani, “Il lavoro di Dioniso. Per
la critica dello Stato postmoderno, con Michael Hardt, Roma, Manifestolibri, “
L'inverno è finito. Scritti sulla trasformazione negata, a cura di Giuseppe
Caccia, Roma, Castelvecchi, I libri del rogo, Roma, Castelvecchi, Contiene:
Crisi dello Stato-piano; Partito operaio contro il lavoro; Proletari e Stato;
Per la critica della costituzione materiale; Il dominio e il sabotaggio, La
costituzione del tempo. Prolegomeni. Orologi del capitale e liberazione
comunista, Roma, Manifestolibri, Spinoza, introduzioni di Gilles Deleuze,
Pierre Macherey e Alexandre Matheron, Roma, DeriveApprodi, Contiene: L'anomalia
selvaggia; Spinoza sovversivo; Democrazia ed eternità in Spinoza, Sogni Incubi
Visioni. Politica e conflitti nella crisi della società del lavoro, con Michael
Hardt e Damiano Palano, Milano, Lineacoop, La sovversione. Colloquio di
Annamaria Guadagni con Toni Negri, Roma, Liberal, Kairòs, alma venus,
multitudo. Nove lezioni impartite a me stesso, Roma, Manifestolibri, Desiderio
del mostro. Dal circo al laboratorio alla politica, a cura di e con Ubaldo
Fadini e Charles T. Wolfe, Roma, Il manifesto, Impero. Il nuovo ordine della
globalizzazione, con Michael Hardt, Milano, Rizzoli, Europa politica. [Ragioni di una necessità],
a cura di e con Heidrun Friese e Peter Wagner, Roma, Manifestolibri, Luciano
Ferrari Bravo ritratto di un cattivo maestro. Con alcuni cenni sulla sua epoca,
Roma, Manifestolibri, L'Europa e l'impero. Riflessioni su un processo
costituente, Roma, Manifestolibri, Cinque lezioni di metodo su moltitudine e
impero, Soveria Mannelli, Rubbettino, Il ritorno. Quasi un'autobiografia,
conversazione con Anne Dufourmantelle, Milano, Rizzoli, Guide. Cinque lezioni
su impero e dintorni, con contributi di Michael Hardt e Danilo Zolo, Milano,
Cortina, Moltitudine. Guerra e democrazia nel nuovo ordine imperiale, con
Michael Hardt, Milano, Rizzoli, La differenza italiana, Roma, Nottetempo, Movimenti
nell'impero. Passaggi e paesaggi, Milano, Cortina, Global. Biopotere e lotte in
America Latina, con Giuseppe Cocco, Roma, Manifestolibri, Goodbye Mr Socialism,
a cura di Raf Valvola Scelsi, Milano, Feltrinelli, Settanta, con Raffaella
Battaglini, Roma, DeriveApprodi, Fabbrica di porcellana. Per una nuova
grammatica politica, Milano, Feltrinelli, Dalla fabbrica alla metropoli. Saggi
politici, Roma, Datanews, Il lavoro
nella Costituzione e una conversazione con Adelino Zanini, Verona, Ombre Corte,
Dentro/contro il diritto sovrano. Dallo Stato dei partiti ai movimenti della
governance, a cura di Giuseppe Allegri, Verona, Ombre Corte, Comune. Oltre il privato ed il pubblico, (Grice:
“Cf. Grice on ‘common language’ and ‘private language’”) con Michael Hardt,
Milano, Rizzoli, Inventare il comune,
Roma, DeriveApprodi, Il comune in rivolta. Sul potere costituente delle lotte,
Verona, Ombre Corte, Questo non è un Manifesto, con Michael Hardt, Milano,
Feltrinelli, 2Spinoza e noi, Milano-Udine, Mimesis, Fabbriche del soggetto.
Archivio e una conversazione con Mimmo
Sersante, Verona, Ombre corte, Arte e multitudo (a cura di Nicolas Martino),
Roma, DeriveApprodi, Storia di un comunista, a cura di Girolamo De Michele, Milano,
Ponte alle Grazie, Galera ed esilio. Storia di un comunista, a cura di Girolamo
De Michele, Milano, Ponte alle Grazie, Assemblea, con Michael Hardt, Milano,
Ponte alle Grazie, Da Genova a domani. Storia di un comunista, a cura di
Girolamo De Michele, Milano, Ponte alle Grazie. Negri.
Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Negri," per il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685927324/in/photolist-2mQjnue-2mPY4jk-2mPyUzx-2mNbFJE-2mMQbzj-2mLLyEe-2mKNNqN-2mKbok1-2mKiTu1-2mJqjKS
Grice e
Neri – aporia della realizzazione – filosofia italiana – Luigi Speranza (Milano).
Filosofo. Grice: “Neri is an interesting
philosopher – he speaks of the aporia of the realization, which is intriguing,
and considers that ‘objectivism’ started with Galileo, which is realistic!” Professore
a Verona. Allievo di Banfi e Paci, rappresenta una delle ultime sintesi della Scuola
di Milano, di cui riprende alcuni dei temi portanti: ricerca fenomenologica,
analisi storico-politica, studi estetici. Rispetto ai suoi maestri, del
cui pensiero è stato uno dei maggiori interpreti, sviluppa un percorso di
ricerca originale, caratterizzato da una critica delle ideologie del Novecento
e dei loro fallimenti, e da una lettura non dogmatica della storia
contemporanea, volta a metterne in luce discontinuità e aporie. Forte di
un'indole scettica e fedele al principio dell'epoché fenomenologica, Neri ha
ripercorso le vicende della dialettica marxista, focalizzando in particolare la
sua attenzione sull'Europa centro-orientale, e sulle varie forme di
controcondotta e dissenso che, a partire dagli anni sessanta, sono andati
germinando in quel contesto storico. I suoi autori di riferimentoHusserl e
Merleau-Ponty, Bloch e Lukács, Kosík e Kołakowskirivelano la tensione
intellettuale tra ricerca teoretica e storica che ha caratterizzato il lavoro
di Neri, dalle principali monografie, ai saggi su aut aut e Il filo rosso, fino
al materiale inedito conservato presso l'Archivio Neri, da pochi anni istituito
presso l'Università degli Studi di Milano. Durante gli anni universitari,
trascorsi tra Pavia e Milano, Neri ha l'occasione di frequentare gli ultimi
corsi di Antonio Banfi, ormai lontano dalla fenomenologia e intento a
perfezionare (e radicalizzare) il suo umanesimo di stampo marxista, e
dell'ancor giovane Enzo Paci che, in quegli stessi anni di dopoguerra,
intraprende un confronto innovativo con gli esiti della ricerca husserliana, e
in particolare con i contenuti della Crisi delle scienze europee, oggetto di
numerosi corsi. Proprio questo "apprendistato fenomenologico",
secondo l'espressione di Luciano Fausti, ha consentito a Neri di acquisire un
metodo di ricerca che lo ha accompagnato, non solo nei suoi studi delle opere
di Husserl, Merleau-Ponty, Patočka (dei quali traduce e cura varie
pubblicazioni), ma, più in generale, nell'analisi del pensiero storico e
politico novecentesco. A questi interessi va ad aggiungersi quello per l'arte e
l'estetica, decisivo in questi primi anni, e dovuto in particolare agli
insegnamenti di Dino Formaggio, con cui Neri si laureò. Neri continuerà a
interessarsi a questi temi anche negli anni successivi, dedicando diversi
scritti a Panofsky (della cui Prospettiva come forma simbolica cura nell'edizione)
e a Caravaggio, e interrogandosi sul rapporto tra fenomenologia ed
estetica. Agli anni di studio, segue una fase di ricerca che lo porterà
nei primi anni sessanta a Praga, ospite dell'Accademia delle Scienze della
Cecoslovacchia e, in seguito, negli Stati Uniti d'America, dove è visiting
scholar a Pennsylvania. A Praga, Neri entra in contatto con la giovane
generazione di intellettuali cechi che, in questi anni cruciali, portano avanti
l'idea di riformare il socialismo dal suo interno, a partire da una profonda
reinterpretazione del materialismo e della prassi marxiana. È grazie a Neri che
in Italia si diffondono le opere di Karel Kosík e di Jan Patočka che, pur così
profondamente diversi, condividono con Neri l'interesse per la fenomenologia e
la politica. Durante la sua esperienza americana, Neri dedica a Marx una serie
di lezioni e conferenze, i cui testi inediti, facenti parte del Fondo Neri,
sono conservati presso la Biblioteca di Filosofia dell'Università degli Studi
di Milano. Analizzando il pensiero di Marx, Neri si rifà in particolar modo,
oltre che all'insegnamento di Kosík, agli scritti di Gajo Petrović e alla
scuola jugoslava legata alla rivista Praxis. Tornato in Italia, inizia un lungo
periodo di insegnamento a Verona, durante il quale incentra i suoi corsi sulla
fenomenologia post-husserliana, su Bloch, sull'idea filosofica di Europa e la
sua eredità, a seguito del fallimento dei principali progetti politici novecenteschi.
Escono in questi anni le sue opere più note: “Aporie della realizzazione”, sulla
filosofia e l'ideologia dei paesi del socialismo realizzato, e “Crisi e costruzione
della storia”, dedicato, ancora una volta, al maestro Banfi. In più occasioni,
manifesta il suo debito nei confronti dei suoi maestri milanesi, per averlo
iniziato allo studio della fenomenologia. In tal senso, il passaggio
dall'insegnamento di Banfi a quello di Paci è decisivo. «Al centro non era
piùscrive Neri poco prima di morire, ricordando quegli anniil "disperato
razionalismo" del fondatore della fenomenologia: il fuoco della rilettura
era diventato il "mondo della vita" e la critica dell'obbiettivismo
moderno». Un pensiero che ben si presta a una generazione di giovani studiosi
che, durante gli anni sessanta, si raccolgono intorno a Paci, desiderosi di
affinare un pensiero che consenta di riguadagnare un sguardo disincantato, ma
non indifferente, sulla realtà sociale e culturale circostante, contro
«l'asfissiante razionalismo» di Banfi e, più in generale, contro l'impronta
culturale del PCI. Neri rientra in questa nuova leva di studiosi e in
questi termini si possono interpretare anche i suoi studi fenomenologici. «Con
il tema del mondo della vitaribadisce Neri, in un altro tra i suoi scritti più
tardila fenomenologia mostrava di saper affrontare i problemi posti dalle
scienze storiche e sociali, dall'antropologia culturale e infine anche dal
pensiero marxista». L'esempio di Paci, tuttavia, che cercò a tutti gli effetti
di coniugare metodo fenomenologico e dialettica marxista, è seguito
dall'allievo solo parzialmente, lasciando la sua impronta più visibile nel
volumePrassi e conoscenza, una cui parte è dedicata ai critici marxisti della
fenomenologia. Col passare del tempo, tuttavia, Neri adotta una posizione di
sempre più evidente rottura, prediligendo a qualsiasi tentativo conciliatorio
una critica fenomenologica del socialismo realizzato e delle sue distorsioni. A
tal proposito, il confronto con Kosík e il dissenso, all'interno del socialismo
reale, giocano un ruolo di primo piano. Come si evince dalla sua “Aporie
della realizzazione,” distingue due fasi e due generazioni di filosofi,
all'interno della complessa crisi del socialismo in costruzione. Da una parte,
la prima generazione è rappresentata da György Lukács e da Ernst Bloch. Proprio
al pensiero di quest'ultimo, alle sue concezioni di storia e di utopia e ai
suoi numerosi ripensamenti, Neri dedica una lunga analisi, che tornerà
periodicamente anche negli anni successivi, come testimoniano i programmi
dei suoi corsi universitari. A Bloch è ispirato, d'altronde, il titolo del
libro, che Neri ricava da una pagina di Principio speranza. È all'interno della
dialettica tra realtà e realizzazione, tra condizione presente e speranza
futura, che Neri individua l'andatura del socialismo reale, della sua filosofia
e della sua ideologia. Solo con la seconda generazione di filosofi, tuttavia,
le aporie della realizzazione socialista vengono veramente al pettine; la
malinconia di Bloch cede infatti il passo allo sguardo scettico di Kołakowski e
al tentativo di Kosík di rileggere la dialettica marxista in termini concreti,
al di là di ogni deriva ideologica. Dello stesso tenore è anche il libro su
Banfi, Crisi e costruzione della storia, di pochi anni successivo, in cui Neri
si confronta con lo stesso tema della realizzazione, inteso stavolta nei
termini del tentativo banfiano di costruire un percorso storico su basi
razionali, oltre la crisi della civiltà moderna, verso una nuova prospettiva
umanistica. Alla luce del ritratto offertoci da Neri, che si concentra in
particolare sugli anni trenta, intesi come momento cruciale per lo sviluppo
della teoria banfiana, emerge un'immagine di Banfi particolarmente complessa,
nella quale la svolta ideologica e l'adesione al comunismo non offuscano il
perdurare di uno spirito critico e di una prospettiva europea, che si sviluppa
al di là dei particolarismi delle filosofie nazionali. L'Archivio Guido
Davide Neri -- è stato creato presso la Biblioteca di Filosofia dell'Università
degli Studi di Milano l'Archivio Guido Davide Neri. In tale archivio è raccolta
un'imponente quantità di materiali inediti, che comprendono riflessioni,
appunti per corsi e seminari, annotazioni di viaggio, corrispondenze. Sono
considerati di particolare rilievo, in vista di futuri studi sul pensiero
filosofico di Neri, i 149 quaderni, contenenti le riflessioni del filosofo,
dalla metà degli anni cinquanta, fino alla sua morte. Attraverso la lettura di
questi scritti, ora completamente consultabili e in corso di digitalizzazione,
è possibile chiarire il rapporto e gli scambi di Neri con altri rappresentanti
della filosofia milanese: da Banfi a Paci, da Dal Pra a Preti. Grande
importanza rivestono anche i commenti in presa diretta su alcuni tra i più
rilevanti avvenimenti storici del Novecento: dall'invasione sovietica
dell'Ungheria, alla Primavera di Praga, fino al crollo del socialismo reale. A
ciò si aggiungono le riflessioni sul ruolo della filosofia nella società, sul modo
e l'opportunità di insegnarla, e sulla sua tenuta, di fronte alle scosse della
storia. Opere: “Prassi e conoscenza,” con una sezione dedicata ai critici
marxisti della fenomenologia (Milano, Feltrinelli); “Aporie della
realizzazione: filosofia e ideologia nel socialismo reale” (Milano,
Feltrinelli); “Crisi e costruzione della storia” (Napoli, Bibliopolis); “Il
sensibile, la storia, l'arte” (Verona, Ombre Corte, Francesco Tava, su Open
Commons of Phenomenology. G. Scaramuzza, Presentazione, in Atti della Giornata
di Studio e di Testimonianze svoltasi presso la Fondazione Corrente, Milano, Materiali
di Estetica, nArchivio Guido Davide Neri, su sba.unimi. degli scritti di Neri,
in aut aut, n. Atti della Giornata di Studio e di Testimonianze svoltasi presso
la Fondazione Corrente, Milano, in Materiali di Estetica, Quando tra noi muore un filosofo. Ricordo di
Guido D. Neri, amici, colleghi e studenti, Pizzighettone, Viciguerra, Luciano
Fausti, Guido Davide Neri tra scepsi e storia. Un percorso filosofico, Milano,
UNICOPLI, . Laura Frigerio e Elena Mazzolani, Il Fondo Guido Davide Neri, in
Sistema Università, Amedeo Vigorelli,
Fenomenologia e storia. A partire da Patocka: itinerario filosofico di Guido
Davide Neri, in Leussein, Francesco
Tava, Open Commons of Phenomenology. sba.unimi. Fondo librario Guido Davide
Neri, su sba.unimi. Neri. Keywords: aporia della realizzazione -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Neri” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701893635/in/photolist-2mQiU3r-2mPZ2Vc-2mPVkio-2mPYm4t-2mLN3si-2mLGvyP-2mLHHHe-2mPq5pS-2mKTyvC-2mKG3XG-2mKFeJo-2mKDwcr-2mGnP2f-G3tvCn-G9arP4-FcebeC-ErqrPW
Grice e Nesi – implicatura – adulescentuli
oratiuncula – filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Grice: “I once had a fight with Nowell-Smith; he was saying that a
philosopher should not be a moralist; I told him that by that token Nesi wasn’t
one!” – “De moribus” Figlio di Francesco di Giovanni e di Nera di Giovanni
Spinelli, si dedicò interamente agli studi filosofici. Strinse stretti rapporti
con i principali umanisti fiorentini dell'epoca, tra cui Acciaiuoli e Ficino.
Influenzato dall'operato di Savonarola, ricoprì anche diverse cariche
politiche. Opere: Ioannis Nesii
adulescentuli oratiuncula, Orazione del Corpo di Cristo, Orazione de
Eucharestia, Orazione sull'umiltà ,Sulla carità, De moribus, De charitate,
Oraculum de novo saeculo, Canzoniere, Poema. TreccaniEnciclopedie oIstituto
dell'Enciclopedia Italiana. E. Tortelli, Dizionario biografico degli
italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Nesi. Keywords: adulescentuli oratiuncula. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Nesi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690518712/in/photolist-2mLN3si-2mLz5aB-2mKHqkS
Grice e Nifo – implicatura ludicra – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Sessa Aurunca).
Filosofo. Grice: “I like Nifo;
first, because he wrote a treatise he called ‘ludicrous rhetoric;’ second,
because he tried to refute Pomponazzi against the mortality of the soul –
surely the soul is ‘mortal’ is a category mistake --.” Alla corte di Carlo V
(Luigi Toro, MSessa Aurunca). Durante i propri studi, frequenta Padova, dove
studiò filosofia e divenne allievo di Vernia.
Fu professore a Padova e in seguito insegnò anche a Napoli, Roma e Pisa,
guadagnando una fama tale da essere incaricato daLeone X di difendere la
dottrina cattolica sull'immortalità contro gli attacchi di Pomponazzi e degli
alessandristi. Fu ricompensato con la nomina a conte palatino con il diritto di
assumere il cognome del Papa, Medici. Busto esposto nel Liceo classico "di
Sessa Aurunca. La sua prima filosofia si ispirava ad Averroè, modificò poi la
propria visione giungendo a posizioni più vicine all'ortodossia cattolica. Pubblicò
un'edizione delle opere di Averroè corredate di un commento compatibile con la
sua nuova posizione. Nella grande
controversia con gli alessandristi si oppose alla tesi del Pomponazzi per il
quale l'anima razionale è inseparabile dal corpo materiale e, dunque, la morte
di questo porta con sé anche la scomparsa dell'anima. Sostenne, invece, che
l'anima individuale, quale parte dell'intelletto assoluto, è indistruttibile e
alla morte del corpo si fonde in un'unità eterna. Tra i suoi allievi, presso l'Salerno, tra gli
altri, ricordiamo, Rosselli, filosofo calabrese autore di un testo molto
controverso, Apologeticus adversos cucullatos (Parma), in cui cerca di
affermare le sue dottrine che tendono a discostarsi da quello del suo
maestro. Lo si ritiene protagonista di
un curioso episodio: pubblicò il trattato De regnandi peritia, che alcuni
ritengono essere un plagio del più noto “Il Principe” di Machiavelli del cui
manoscritto sarebbe venuto in possesso. Gli fu conferita la cittadinanza
onoraria di Napoli ed iessa fu estesa ai figli ed agli eredi in perpetuo. A lui
è dedicato il Convitto Nazionale di Sessa Aurunca, della quale fu anche
sindaco. Opere: “Liber de intellectu”; “De immortalitate animi”; “De infinitate
primi motoris quaestio”; “Opuscula moralia et politica”; Dialectica ludicra,”
“De regnandi peritia.” Furono poi più volte ripubblicati, in quanto ampiamente
diffusi, i suoi numerosi commentari su Aristotele, di cui i più importanti
sono: :Aristotelis de generatione & corruptione liber Augustino Nipho
philosopho Suessano interprete & expositore”; “Expositiones in libros de
sophisticos elenchis Aristotelis”; “Expositiones in omnes libros de Historia
animalim, de partibus animalium et earum causis ac de Generatione animalium, In
libris Aristotelis meteorologicis commentaria, Venetiis, Ottaviano Scoto, Physicorum
auscultationum Aristotelis libri octo, Super Libros Priorum Aristotelis, Commentarium
in tres libros Aristotelis De anima, Dilucidarium metaphysicarum disputationum
in Aristotelis Deum et quatuor libros metaphysicarum. L'edizione più nota fu
quella stampata a Parigi. Dialectica ludicra, frontespizio; conservato nella
biblioteca del Convitto, Dialectica ludicra (disegno interno Dialectica ludicra, In libris Aristotelis meteorologicis
commentaria In libros Aristotelis De
generatione & corruptione interpretationes & commentaria, frontespizio;
conservato anch'esso nella biblioteca del Convitto Nifo di Sessa Aurunca. In
libros Aristotelis De generatione & corruptione interpretationes & commentaria. G. Gabrieli, "Raccolta Storica dei Comuni",
Istituto di Studi Atellani, Sant'Arpino, C. De Lellis, Discorsi delle Famiglie Nobili del
Regno di Napoli, Napoli, Giovanni Francesco Paci, Giampiero Di Marco, I sindaci
della città di Sessa, Sessa Aurunca, Zano Editore. La filosofia nella corte.
Monografia introduttiva, testo latino a fronte, traduzione, note e apparati di
E. De Bellis. Collana “Il pensiero occidentale”, Milano, Bompiani). Dizionario
di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Giampiero Di Marco,
Giuseppe Parolino, Incunaboli e cinquecentine nelle biblioteche di Sessa, Minturno,
Caramanica Editore, M. Palumbo, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . E. De Bellis, Il pensiero logico,
Galatina, Congedo, Ennio De Bellis, Nicoletto Vernia e Agostino Nifo. Aspetti
storiografici e metodologici, Galatina, Congedo, Ennio De Bellis, Collana Quaderni di “Rinascimento”. Istituto
Nazionale di Studi sul Rinascimento (Firenze, Olschki); Angelico Poppi,
Introduzione all'aristotelismo padovano, Antenore, Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Conferenza Episcopale Italiana. Alcuin,
Ratisbona. Agostino Nifo. Nifo. Keywords: ludica, ludicra – Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Nifo: la dialettica ludrica” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701700739/in/photolist-2mPmNVF-2mNzeEc-2mLGAQC-2mLD9pe-2mLEzBt-2mLGJnr-2mKLVA3-2mKAKcc-2mKQRx3-2mKAsyK
Grice e Nizolio – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Brescello). Filosofo. Grice: “I read Nizolio and it’s like
reading myself!” – Insegna a Brescia e Parma. PPubblica il lessico “Observationes
in M. Tullium Ciceronem,” o “Thesaurus Ciceronianus.” Ha una lunga polemica con
Maioragio per una critica portata da quest'ultimo a Cicerone che, iniziata con
la Epistola ad M. A. Majoragium, prosegue con l'Antapologia e si conclude con i
“De veris principiis et vera ratione philosophandi contra pseudophilosophos”
(Parma) che interessarono Leibniz al punto che questi li fece ristampare premettendogli
il titolo “Anti-barbarus Philosophicus, sive Philosophia Scholasticorum impugnata”.
E chiamato da Gonzaga a Sabbioneta. Contemporaneamente alle critiche di Ramo
alla logica aristotelica, anche per lui occorre sostituire all'astrattezza di
quella logica un pensiero che sia concretamente legato al reale, e a questo
scopo la strada maestra sta nel ritrovare i processi del pensiero direttamente
nella struttura grammaticale della lingua. Individua cinque principi per fare
della buona filosofia. Il primo principio generale della verità e della buona
filosofia consiste nella conoscenza della lingua romana, in cui sono espressi
quei saggi filosofici. Il secondo principio è la conoscenza di quei precetti che
si trovano nella grammatica e nella retorica, sostituendo la grammatica e la
retorica alla metafisica, dal momento che il metafisico si e preoccupato solo
di ricercare il vero, senza occuparsi dell’utile, il necessario, o il pertinente
delle cose trattate. Il terzo principio consiste nell’interpretare il filosofo antico
e nello sforzarsi di comprendere il modo con il quale il popolo romano si
esprime, essendoci verità in quella schiettezza – Grice: ‘slightness” -- di
linguaggio. Il quarto principio generale del vero è il libero, e la vera
licenza delle opinioni e del giudizio su qualunque argomento, come richiede il
vero e il naturale. Non devono essere dunque Cicerone o Antonino nostril maestri,
ma i cinque sensi, l'intelligenza, il pensiero, la memoria, l'uso e
l'esperienza delle cose. Il quinto
principio afferma che, oltre a esporre ogni tesi con la chiarezza della lingua
comune senza introdurre nel discorso oscurità o sottigliezze, occorre non
trattare problemi che non hanno realtà. Esempi di invenzioni filosofichi prive
di oggettività sono la “idea” platonica e la tesi del reale dell’universalie. Infatti,
il reale è costituito soltanto da singoli individui e questi devono essere
indagati non attraverso la loro natura propria e privata, ma attraverso la loro
comune e continua successione. Si fa filosofia non astraendo, ossia togliendo
da una singola realtà quel quid che viene poi analizzato come se esso fosse
reale, ma comprendendo, ossia considerando insieme il singolo reale.
L'universale è una vana e finta astrazione che deriva invece dalla comprensione
di ogni singolare di ogni genere, accolto insieme con un atto solo, senza
astrazione intellettiva, ma con il solo ausilio di un'intelligenza che
comprende il singolare. In sostanza, noi non possiamo distaccare, con
un'operazione dell'intelletto, un universale da ogni singolare, ma semmai
passare dall'individuale al collettivo. L'operazione consiste nel sostituire
alla dialettica la retorica e alla logica la grammatica ma, pur mettendo in
rilievo i difetti della logica classica, non riesce a fondare una nuova logica efficace
e persuasiva. Altri saggi: “Observationes in M. Tullium Ciceronem,” Brixiae
(Brescia), in-folio, opera ripubblicata con aggiunte a Venezia nol titolo “Thesaurus
ciceronianus,” e “Lexicon ciceronianum”
con aggiunte di Facciolati, “De veris
principiis et vera ratione philosophandi contra pseudo-philosophos, scritto contro
gli scolatici,”Parma, “Leibniz ne ha curato una nuova edizione con una prefazione
ed una lettera a Thomasius sulla dottrina di Aristotele, Francofurti (Roma,
Bocca). Garin, Rossi, Vasoli, Testi umanistici su la retorica. Testi editi e
inediti su retorica e dialettica di Nizolio, Patrizi e Ramo, Milano, Bocca “Marii Nizolii Brixellensis in M.T. Ciceronem
observationes Caelii Secundi Curionis labore & industria secundò atque
iterum locupletatae, perpolitae, & restitutae. Ejusdem M. Nizolii libellus,
in quo vulgaria quaedam verba, & parum Latina, ad purissimam Ciceronis
consuetudinem emendantur, ab eodem Caelio, s.c. limatus & auctus” (BU
Clermont Auvergne). Dizionario Biografico degli Italiani. È quindi probabile
che preferisce fare ritorno volontariamente a Brescello, dove muore. Ballestri,
Massimiliano. Milano, Cosmo editore, R. Battistella, umanista e filosofo, Treviso,
L. Zoppelli, Nizzoli, Alberto. Nizolio e il rinnovamento scientifico moderno,
Como, Meroni,Rossi, “La celebrazione
della rettorica e la polemica antimetafisica del "De Principiis" in
La crisi dell'uso dogmatico della ragione, Antonio Banfi, Milano, Bocca, Thieme,
Klaus, Marius Nizolius aus Bersello: Vier Bücher über die wahren Prinzipien und
die wahre philosophische Methode. Gegen die Pseudophilosophen [monografia sui
"principi", Monaco, W. Fink, Logica aristotelica Universale Idea. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. G. Calogero, Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. EEncyclopædia Britannica, Inc.
M. Palumbo, Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nizzoli. Nizolio. Keywords:
Cicerone – Refs.: Luigi Speranza: Grice e Nizolio: il thesaurus ciceronianus” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701277378/in/photolist-2mLEyw7-2mLHFJp-2mKEd6j
Grice e Noce – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Pistoia). Filosofo. Grice:
“Only in Italy, philosophy and history are so connected; it would be as if we
at Oxford after the war would be only concerned with understanding Churchill!” Grice:
“For us, to do linguistic philosophy was to get away from post-tramautic stress
disorder acquired during what Winthrop stupidly called the ‘phoney’ war!” – Grice:
“It’s not difficult to understand why Noce’s notes on Gentile were only
published posthumously!” -- essential Italian philosopher. «Certo
i cattolici hanno un vizio maledetto: pensare alla forza della modernità e
ignorare come questa modernità, nei limiti in cui pensa di voler negare la
trascendenza religiosa, attraversi oggi la sua massima crisi, riconosciuta
anche da certi scrittori laici.» (Risposte alla scristianità, da Il
Sabato). Ttitolare della cattedra di "Storia delle dottrine
politiche" all'Università La Sapienza di Roma. Studioso del
razionalismo cartesiano e del pensiero moderno (Hegel, Marx), analizzò le
radici filosofiche e teologiche della crisi della modernità, ricostruendo con
cura le contraddizioni interne dell'immanentismo. Argomentò
l'incompatibilità tra marxismo, umanesimo, ed altri sistemi di pensiero che
propugnavano la liberazione secolare dell'uomo e la dottrina cristiana
(affermò: "solo il Redentore può emancipare"). Sostenne tenacemente,
per tali motivi, l'impossibilità del dialogo tra cattolici e comunisti e
previde il "suicidio della rivoluzione". Studioso del fascismo,
sostenne che tale ideologia fosse peraltro in continuità con il comunismo e
fosse anch'esso un momento della secolarizzazione della modernità. Sostenne, inoltre,
l'esistenza di molti punti di contatto tra il fascismo e il pensiero dei
sessantottini. Filosofo della politica, preconizzò la crisi del
socialismo reale, mentre esso viveva la sua massima espansione a livello
mondiale. Argomentò che tale sistema, da una parte applicava coerentemente la
filosofia di Marx, ma dall'altra negava le premesse del marxismo: ciò in
quantomostrava Del Nocelo stesso sistema di Marx si basava sulla contraddizione
tra dialettica e materialismo storico. Ribadiva infine la necessità dei valori di
verità e di moralità. Figlio di un ufficiale dell'esercito e di Rosalia
Pratis, savonese discendente di una famiglia nobile savoiarda, Augusto Del Noce
nasce a Pistoia nel 1910. L'anno dopo la madre si trasferisce con il figlio a
Savona e, allo scoppio della guerra mondiale, a Torino, presso una zia materna.
A Torino, Augusto svolge tutta la sua carriera di studi: dapprima al noto liceo
D'Azeglio, frequentato da alcuni dei futuri protagonisti della vita politica e
culturale della città e della nazione (Norberto Bobbio, Massimo Mila, Gian
Carlo Pajetta, Cesare Pavese, Felice Balbo e altri), poi all'Università degli
Studi di Torino, Facoltà di Lettere e Filosofia, allievo di A. Faggi, Erminio
Juvalta e Carlo Mazzantini con il quale si laurea nel 1932 con una tesi su
Malebranche. Inizia quindi a insegnare presso istituti superiori (Novi Ligure,
Assisi, Mondovì), mentre sviluppa la sua attività di studio anche con soggiorni
all'estero. Legge con entusiasmo Umanesimo integrale di Jacques Maritain,
che rafforza in lui, tra l'altro, una sempre più convinta opposizione al
fascismo. Cerca invano di farsi trasferire a Torino e di accedere qui alla
carriera universitaria. Nel 1941 si trasferisce a Roma per un distacco
propostogli dall'amico Enrico Castelli. A Roma frequenta Franco Rodano che, con
Felice Balbo e altri, anima l'esperienza di «Sinistra Cristiana», un tentativo
di conciliazione di comunismo e Cristianesimo da quale Del Noce resta per breve
tempo affascinato. Nel 1944 viene accolta la sua richiesta di trasferimento
presso un istituto superiore di Torino, dove torna a risiedere. Accompagna
all'insegnamento un'intensa attività di studio e di collaborazione a diversi
periodici, tra cui Cronache Sociali che gli dà occasione di incontrare Giuseppe
Dossetti. Scrive e pubblica il saggio La non filosofia di Marx, che
ripubblicherà vent'anni dopo nella sua opera maggiore (Il problema
dell'ateismo) e nel quale fissa i termini complessivi della sua interpretazione
del marxismo. Nello stesso anno cura l'edizione italiana di Concupiscentia
irresistibilis di Lev Isaakovič Šestov. Inizia la collaborazione alla
Enciclopedia filosofica del Centro Studi Filosofici Cristiani di Gallarate,
diretta da Luigi Pareyson. Dal 1957 al 1961 è distaccato a Bologna presso il
centro di documentazione diretto da Giuseppe Dossetti. Nel capoluogo emiliano
frequenta Nicola Matteucci e collabora stabilmente al neonato periodico «Il
Mulino». Scrive su Ordine Civile, rivista animata da Gianni Baget Bozzo, e
altri alcuni saggi, uno dei quali, «Idee per l'interpretazione del fascismo»,
sarà all'origine delle future revisioni storiografiche di De Felice e Nolte. Partecipa
al convegno organizzato dalla Democrazia Cristiana a Santa Margherita Ligure
con una relazione intitolata L'incidenza della cultura sulla politica nella
presente situazione italiana: sugli stessi temi Del Noce intratterrà per anni
un rapporto difficile con il partito cattolico (altri interventi nei convegni
di San Pellegrino e di Lucca. Partecipa a un concorso a cattedra a Trieste, ma
non ottiene il posto. Pubblica Il problema dell'ateismo e l'anno successivo
Riforma cattolica e filosofia moderna, Volume I, Cartesio. Partecipa alla
«Giornata rensiana» con una relazione intitolata Giuseppe Rensi fra Leopardi e
Pascal. Ovvero l'autocritica dell'ateismo negativo in Giuseppe Rensi, nella
quale espone la sua fondamentale fenomenologia del pessimismo come pensiero
religioso. Nello stesso anno vince il concorso per una cattedra di Storia della
filosofia moderna e contemporanea all'Università degli Studi di Trieste, dove
divenne Professore. In quell'anno esce L'epoca della secolarizzazione, che
raccoglie molti dei saggi e degli interventi degli anni sessanta. Si realizza
il tanto atteso trasferimento a Roma, dove, all'Università "La
Sapienza", insegna prima Storia delle dottrine politiche e poidal
1974Filosofia della politica. Si infittisce la sua collaborazione a
riviste e periodici, sui quali interviene anche riguardo all'attualità politica
e culturale. Diresse la collana «Documenti di cultura moderna», dell'editore
torinese Borla (poi passata alla Rusconi) proponendo al pubblico italiano
autori come Marcel de Corte, Titus Burkhardt, Manuel García Pelayo, Hans
Sedlmayr ed Eric Voegelin. Partecipa vivacemente al dibattito sul divorzio.
Dopo la metà degli anni settanta inizia il rapporto con gli universitari di
Comunione e Liberazione partecipando a convegni e incontri promossi dal
Movimento Popolare. Pubblica il saggio Il suicidio della rivoluzione, dedicato
al compimento e alla dissoluzione del marxismo. Con Il cattolico comunista
chiude i conti con l'esperienza di Rodano (che nel frattempo ha lasciato la DC
per il PCI) e dei teorici della conciliazione tra Cattolicesimo e marxismo. Dal
1978 inizia anche la collaborazione continuativa con il settimanale «Il Sabato»
e contribuisce alla creazione della rivista «30 giorni», di cui rimarrà stabile
collaboratore. Nello stesso anno viene candidato come indipendente nelle liste
della Democrazia Cristiana per il Senato: primo dei non eletti, entrerà in
Senato l'anno successivo (1984) a seguito della morte di un
collega. Viene insignito del «Premio Internazionale Medaglia d'Oro al
merito della Cultura Cattolica. Riceve il premio Nazionale di Cultura nel
Giornalismo: la penna d'oro. Viene premiato dal Meeting di Rimini. Muore a
Roma. È tumulato nel Famedio del cimitero di Savigliano. Esce “Gentile”, che
raccoglie diversi saggi sul padre dell'attualismo, sul fascismo e sul suo
significato nella storia, frutto di decenni di studi e rielaborazioni. L'archivio
del filosofo e la sua biblioteca sono custoditi a Savigliano dalla fondazione Centro
Studi Augusto Del Noce, sorta nei primi anni novanta, diretta prima da G. Ramacciotti,
poi da Francesco Mercadante, da Giuseppe Riconda, e E. Randone. INella sua
più celebre opera Il problema dell'ateismo (del 1964) Del Noce inizia l'analisi
della storia della filosofia moderna invertendo il paradigma storicistico e
positivistico che nel progressismo aveva la sua cifra comune. Il filosofo afferma
infatti che tale paradigma di illuministica origine ha come prima condizione
d'esistenza la postulazione dell'ateismo come necessità del progredire dei
sistemi filosofici e delle scienze a prescindere dalla teologia cristiana, cioè
a prescindere dalla Scolastica, anzi in più o meno esplicita opposizione alla
Scolastica. La tesi che Del Noce intende dimostrare in questa sua opera è
-come evidenzia appunto il titolo- la considerazione dell'ateismo non più come
«necessità» bensì come «problema» della modernità, il cui ultimo, coerente e
necessario sbocco è appunto il nichilismo post-nietzscheano distaccato ormai da
qualsiasi riflessione filosofica e sfociato in una pura forma di vita, in puro
way of life di distruzione e auto-distruzione dell'uomo. Del Noce pone quindi
innanzitutto una distinzione fra tre diverse forme di ateismo, ovvero fra l'ateismo
positivo o politico diurno, i cui esempi perfetti sono stati l'illuminismo di
un Diderot o l'umanesimo di un Feuerbach, l'ateismo negativo o nichilistico
(«notturno»), esemplificato invece dalla filosofia di Schopenhauer, e infine
l'ateismo tragico, detto anche «follia filosofica», cioè la forma più rara e
particolare di ateismo che Del Noce trova solo in due casi in tutta la storia
della filosofia, ovvero in Nietzsche e in Jules Lequier. Posta
questa propedeutica distinzione, Del Noce inizia l'anamnesi del pensiero
filosofico moderno per rintracciare la genesi di ogni forma di ateismo,
impossibile da pensarsi per la filosofia antica come dimostra il fatto che anche
la filosofia epicurea -considerata comunemente come ateistica- ammetteva in
realtà l'esistenza degli dèi. Per Del Noce appare evidente che la crisi della
Scolastica medievale non ha costituito un processo necessario per il semplice
fatto che proprio colui che aveva intenzione di riformarla -cioè Cartesio- fu
invece colui che in realtà la tradì e se ne allontanò: è nelle celeberrime
Meditazioni metafisiche che il filosofo francese -allievo dei Gesuiti- tentò di
riproporre una nuova prova dell'esistenza di Dio da opporre al naturalismo
libertinista del Seicento, che predicava relativismo etico e che sostituiva il
dio-logos con la Natura impersonale e senza ordine. In realtà però
Cartesio, nel suo sforzo apologetico, compì il definitivo tradimento della filosofia
cristiana riattingendo ad un agostinismo privato di platonismo e considerando
così le idee dei semplici «contenuti della mente». In altre parole se l'idea di
Dio, quantunque logicamente necessaria, non è il riflesso intellettivo di una
realtà ontologica esterna al soggetto ma è una semplice struttura logica,
allora vale realmente la critica kantiana della prova ontologica di
Sant'Anselmo secondo la quale non è lecito aggiungere il predicato
dell'esistenza alla perfezione dell'idea se non per un paralogismo. Del
Noce in sintesi ha mostrato come il tradimento e la perdita della Scolastica,
attuata innanzitutto da Cartesio, ha come punto centrale l'idea di Idea, che è
passata ad essere da struttura del reale a struttura del razionale, passando
quindi dal dominio dell'ontologia a quello della psicologia. Per questo non vi
è alcuna spiegazione se non il rifiuto pregiudiziale di riconoscere uno statuto
ontologico all'idea, cosicché non vi sarebbe appunto alcuna necessità di
trapasso della Scolastica né tantomeno alcuna necessità di genesi del
razionalismo; in tal senso la famosa critica di Kant varrebbe quindi solo
contro Cartesio e non contro Sant'Anselmo, il cui platonismo gli permetteva
ancora di inferire necessariamente la «perfezione» dell'esistenza dall'idea
dell'Essere con ogni perfezione, cioè dall'idea di Dio. Prosegue la sua analisi
mostrando quindi come in Cartesio, che pur nelle sue intenzioni voleva essere
un defensor Fidei, già sussisteva in nuce ogni forma di illuminismo che avrebbe
poi dominato nel Settecento, per questo egli parla di un pre-illuminismo
cartesiano e aggiunge inoltre che proprio Cartesio, fiero avversario del
libertinismo dilagante nel suo tempo, fu colui che tradusse l'ateismo
libertinistico e irrazionalistico nella sua forma razionalizzata, cioè
nell'illuminismo, che sarebbe stato appunto un libertinismo razionalistico. Si
noti che Del Noce non pone giudizi sulla persona di Renato Cartesio, e anzi
sottolinea come al suo tempo egli si poteva davvero credere il grande condottiero
vincitore della battaglia culturale del Cristianesimo contro il libertinismo,
ma ciò perché non era riuscito a prevedere una forma di ateismo
non-irrazionalistico e non-relativistico quale fu appunto l'illuminismo
settecentesco, che non si limitò più ad opporsi alla Scolastica ma che formò
una propria dogmatica visione della storia in cui il Cristianesimo,
rappresentato dalle leggende nere del Medioevo, era stato solo un ostacolo per
lo «sviluppo» e l'«emancipazione» dell'umanità (si tenga presenta la definizione
kantiana di «illuminismo»). Da Cartesio in poi sono comunque due i
percorsi filosofici che partono e che sviluppano i due aspetti compresenti in
Cartesio, ovvero l'illuminismo e lo spiritualismo: da una parte infatti
Condillac, Kant, Condorcet, fino a Hegel e Marx riceveranno il lascito
propriamente razionalistico e sensu lato materialistico di Cartesio, dall'altra
invece Pascal, Malebranche, Vico e infine Rosmini saranno gli eredi del suo
patrimonio spiritualistico, inteso questo come filosofia di accordo fra ragione
naturale e fede cristiana, posta la distanza epistemologica dalla Scolastica;
famosa ed illuminante è a questo proposito la teoria della «visione in Dio» di
Malebranche, nonché la distinzione pascaliana fra «Dio dei filosofi» e «Dio di
Gesù Cristo». Andando comunque alla radice del problema del tradimento della
metafisica cristiana (Tomismo) da parte di Cartesio e del conseguente
illuminismo, Del Noce individua come unica possibile condizione per tale
tradimento il rifiuto del peccato originale come male metafisico e quindi il
rifiuto dello «status naturae lapsae» di cui proprio il Cristo sarebbe il
redentore: senza alcuna natura umana da redimere, cioè senzanecessità di alcun
redentore, il razionalismo ha sostituito il peccato con l'ignoranza e Dio con
la ragion critica, rifacendosi così ad un pelagianesimo laicizzato che da solo
rende possibile una qualsiasi forma di ateismo. Egli nota, infine, che avendo
rifiutato la radice metafisica del male se ne è dovuta cercare quella fisica o psicofisica,
secondo gli schemi ideologici che nel Novecento avrebbero reso la psicanalisi e
la psicologia gli elementi complementari allo scientismo per una completa e non
riduttiva visione del mondo senza Dio, e per una definitiva «ateologizzazione»
della ragione. Compimento e dissoluzione del marxismo Riguardo al
marxismo e alla sua interpretazione Del Noce scrisse due opere, ovvero Il
cattolico comunista e Il suicidio della rivoluzione, che costituiscono la
continuazione de Il problema dell'ateismo in quanto in esse il filosofo
analizza più dettagliatamente solo una delle linee filosofiche originate da
Cartesio, quella razionalistica, cioè quella che nella storia moderna fu
vincente nella sua estensione politica, nel tentativo di trovare e di dimostrare
la continuità necessaria fra razionalismo, materialismo, marxismo e infine
nichilismo, quest'ultimo inteso come cifra problematica della civiltà
postmoderna. La giustificazione epistemologica di questa analisi è data
dal fatto incontestabile che la storia del Novecento inizia da un fatto
filosofico, ovvero dal passaggio della filosofia marxiana in azione politica,
ovvero dalla coerentizzazione di quella che Del Noce definisce la
«non-filosofia di Marx»: da ciò appare non solo giustificato ma anche necessario
portarsi sul piano storico della filosofia per comprenderne il suo portato
teoretico, e così disinnescarne il suo sostrato ideologico. Si affianca a
diversi filosofi, quali ad esempio Voegelin, per rintracciare l'inizio della
cosiddetta secolarizzazione, il cui compimento sarebbe stato appunto il
marxismo e poi il nichilismo, nel sequestro della nozione di «progresso» da
parte di filosofie laiche dalla teologia di Gioacchino da Fiore, o meglio
dall'interpretazione di tale teologia: ben nota è infatti la distinzione
gioachimita nelle tre età della storia, l'Età di Dio-Padre (Ebraismo), l'Età di
Dio-Figlio (Cristianesimo) e infine l'Età di Dio-Spirito che avrebbe dovuto
superare i «limiti» del Cristianesimo ed estendere l'elezione e la salvezza in
modo universale. Di tale teologia mistica e profetica si appropriò lo
gnosticismo sviluppatosi in seno al Cristianesimo stesso ed estesosi pian piano
oltre i confini delle filosofie razionalistiche del Settecento e soprattutto
dell'Ottocento. Del Noce nota infatti una sorta di dialettica nata all'interno
dell'illuminismo settecentesco non tanto fra atei e deisti bensì fra
rivoluzionari e conservatori, ovvero fra il puro giacobinismo ghigliottinatore
dell'«ancien Régime» e il progressismo che caratterizzò invece la fase
dell'illuminismo dopo la degenerazione della rivoluzione francese in Terrore,
ovvero la fase dei cosiddetti ideologues, fra i quali Cabanis e Condorcet. Il
punto attorno a cui si sviluppava tale dialettica fu appunto la differente
filosofia della storia che aveva caratterizzato l'illuminismo
pre-rivoluzionario e l'illuminismo post-rivoluzionario, in quanto il primo
aveva escluso una qualsiasi evoluzione storica e necessaria dell'umanità e
aveva anzi condannato il Medioevo con la storiografia della leggenda nera,
mentre il secondo aveva invece rivalutato l'intera storia pre-illuministica
(sia pagana che cristiana) considerandola come momento dialettico necessario
pur se negativo della storia universale. In questo senso Del Noce ha
potuto mettere in parallelo l'opposizione fra illuminismo giacobino e
spiritualismo in Francia e quella fra kantismo e hegelismo in Germania, ove
spiritualismo e hegelismo sono state filosofie vincenti in quanto hanno
assorbito in sé il momento rivoluzionario e negativo dell'illuminismo per poi
superarlo nella formazione di quella filosofia della storia che ebbe certo in
Hegel il suo culmine. Riguardo al binomio illuminismo-spiritualismo la critica
vincente del secondo sul primo è stata quella di un estremo e insostenibile riduzionismo
rappresentato dal sensismo di Condillac, in altre parole è stata la critica di
ridurre la comprensione del mondo al pari di ciò che lo stesso illuminismo
aveva accusato la religione di aver fatto. In questo contesto è la nascita
della visione sociologica del mondo a rappresentare il tentativo di superare
questa aporia illuministica senza tuttavia dover ritornare alla metafisica
tradizionale: Del Noce insomma sostiene il trapasso dell'illuminismo in
socialismo, non a caso nato in Francia, intesa questa come dottrina che
dell'illuminismo mantiene il carattere utopistico (socialismo utopistico) e
quindi anti-tradizionalistico, ma ne sconfessa invece il deprecabile
riduzionismo che ancora non permetteva un'adeguata analisi della società ai
fini della rivoluzione politica. In Germania invece la dialettica fra
kantismo e hegelismo, con netta vittoria dell'hegelismo, ha come punto di
svolta la riconsiderazione hegeliana della storia come storia dell'Assoluto
(«storia di Dio»), secondo il ben noto schema gioachimita che vedeva in
ogni momento storico un grado dimanifestazione dell'Assoluto, e quindi
«necessario» pur nella sua negatività. In questo senso Hegel è colui che diede
forma alla corrente tradizionalistica dell'illuminismo, ove la tradizione non è
più peròcome per Tommaso d'Aquinol'insieme delle verità eterne e immutabili che
solcano trasversalmente la dimensione temporale mediante il passaggio delle
generazioni, ma è bensì la struttura dialettica eterna che necessita
l'evoluzione delle verità, e quindi la sua temporalizzazione. Per questo
Del Noce afferma che l'idealismo hegeliano ebbe nei confronti del kantismo la
medesima funzione che in Francia ebbe il positivismo comtiano nei confronti del
socialismo utopistico: egli ricorda la critica di Comte nei confronti
dell'illuminismo settecentesco, la sua rivalutazione della tradizione (in senso
dialettico), nonché la celeberrima teoria degli stadi che costituisceancora una
voltauna forma secolarizzata della teologia gioachimita. È dopo questa
dettagliata analisi che Del Noce innesta il discorso sul marxismo, il quale
appunto si configuròper stessa ammissione di Marxcome ripresa critica di Hegel
attraverso la filtrazione di Feuerbach e della sinistra hegeliana (celebri sono
le marxiane Tesi su Feuerbach) e come fusione fra la dialettica hegeliana e la
politica del socialismo utopistico: alla base del cosiddetto socialismo
scientifico rimane ancora il desiderio di palingenesi politica propria di
Saint-Simon o di Fourier, ma onde evitare il risibile utopismo di questi ultimi
ad esso Marx applicò la dialettica hegeliana con cui solamente si sarebbe
potuto analizzare il capitalismo e prevederne così il «necessario»
fallimento. A tal punto però l'analisi marxiana di come potrà nascere la
società comunista introduce l'elemento di distacco non solo dall'idealismo
hegeliano ma anche dalla filosofia stessa, ovvero la necessità di tradurre il
pensiero analitico in azione politica e di affidare alla storia invece che alla
ragione il compito di dimostrare la verità delle tesi marxiane. In questo Del
Noce si riallaccia a una lunga storiografia socialista, uno dei cui esponenti
più noti è per esempio Lukács, che afferma la stretta e necessaria continuità
fra filosofia di Marx e di Engels, politica di Lenin e politica di Stalin,
senza concedere alcuna differenza né alcuna opposizione fra socialismo reale e
socialismo ideale (quasi a guisa di giustificazione storica). Il fattore
fondamentale di continuità fra Marx e Lenin è infatti quella struttura
tipicamente gnostica che equalizza il male all'ignoranza e il bene alla
conoscenza e quindi divide il genere umano fra la massa degli ignoranti e la
ristretta cerchia degl’lluminati, che nella riflessione leniniana erano gli
intellettuali borghesi che per una non spiegata differenza dal resto della
borghesia avrebbero potuto e dovuto guidare la rivoluzione; in questo senso la
politica leniniana, poi proseguita coerentemente nella politica staliniana,
sarebbe stata l'incarnazione perfetta nonché l'unica incarnazione possibile
della filosofia marxiana, e non invece -come è tesi di una certa apologetica
socialista- un tradimento di Marx. Ancora una volta si rifà a una lunga
storiografia critica nel considerare il marxismo non come una filosofia ma come
una religione, ma a ciò egli aggiunge la dimostrazione non del suo carattere di
religione civile bensì di religione gnostica: in tal modo il marxismo leninista
sarebbe davvero il compimento del razionalismo ove quest'ultimo è inteso come
gnosticismo laico, religione non di Dio ma dell'Idea/ideale che non ha bisogno
dell'Incarnazione di un Dio-Uomo in quanto l'uomo stesso avrebbe potuto e
dovuto far incarnare tale Idea nel mondo attraverso la sua azione. Questo
è il senso dell'appellativo delnociano di «non-filosofia» per il marxismo, giacché
la contemplazione metafisica in esso viene interamente assorbita dall'azione
politica, in quanto per Marx la politica è la vera metafisica al pari di come
per Nietzsche lo è la morale. Eppure è proprio questo punto a costituire
secondo Del Noce la contraddizione fondamentale interna al marxismo e quindi la
causa prima del suo fallimento storico: se infatti la «riconciliazione con la
realtà» iniziata da Hegel, proseguita da Feurbach a portata a compimento da
Marx deve rivoltare l'intera comprensione del mondo in trasformazione del
mondo, cioè in rivoluzione, allora in ciò non rimane giustificato il
riferimento ideologico all'avvenire come sede immaginifica della società
comunista, ovvero non rimane giustificato il carattere ancora religioso del
marxismo per cui esso ha sostituito il futuro all'eternità e il lavoro
dell'uomo alla redenzione del dio-uomo. Il fallimento storico del
comunismo, quindi, sarebbe stato non solo la dimostrazione sperimentale della
falsità delle teorie marxiane ma anche il coerente compimento del marxismo come
auto-distruggersi nella sua forma di religione. Con ciò si spiegherebbe per Del
Noce l'attivismo comunista nonché la graduale decadenza del socialismo nel
mondo fino alla sua profetizzata fine, simboleggiata dalla caduta del Muro di
Berlino. È propria di lui infatti la teoria secondo cui il compimento e la
dissoluzione del marxismo non siano due momenti separati o addirittura opposti,
ma siano bensì il medesimo momento dispiegato coerentemente nel tempo.
L'interpretazione del fascismo Sul fascismo e sulla sua interpretazione in
stretta relazione al marxismo dedicato gran parte dei suoi studi e delle sue
opere, partendo appunto dalle opinioni comuni e molte volte ideologiche degli
storici nei confronti del fascismo e delineando una struttura paradigmatica
tanto controversa quanto precisa e fondata. È a partire dalla definizione data
dallo storico tedesco Ernst Nolte di ogni movimento fascista come «resistenza
contro la trascendenza», intesa come trascendenza storica e non metafisica, che
Del Noce sottolinea la continuità fra questo serio giudizio e la communis
opinio del fascismo come movimento reazionario, per questo tradizionalista e
nazionalista, e per converso di ogni forma di tradizionalismo e di nazionalismo
come rimando implicito e forse inconscio al fascismo. Di questo fa una
critica serrata, facendo notare innanzitutto le origini culturali dei due
fondatori del fascismo, cioè Gentile e Mussolini, come antitetiche rispetto a
ogni forma di politica reazionaria, tradizionalista e nazionalista e come
invece affini rispetto al socialismo, del quale Mussolini in particolare fu un
esponente. Si noti che l'obiettivo che Del Noce intende colpire e abbattere è
quella generale concezione del fascismo come momento singolare e controcorrente
rispetto all'intera storia moderna, dalla rivoluzione francese in poi, mentre
ciò che intende mostrare è la continuità quasi necessaria che è posta fra
l'hegelismo, il marxismo e il fascismo come tre momenti dell'unico processo di
secolarizzazione. Il filosofo inizia quindi dall'analisi della figura storica
di Mussolini e della sua formazione culturale, notando il suo giovanile
anticlericalismo, il suo spontaneo confluire nel socialismo, e il seguente
superamento di quest'ultimo per l'evoluzione fascista del suo pensiero. È in
particolare sul concetto di «rivoluzione» che pone l'accento, essendo
questo un concetto base del marxismo che però, attraverso l'incontro
mussoliniano con la tedesca «filosofia dello Spirito» risorgente in Italia, dovette
radicalmente trasformarsi e portarsi dal livello sociale della «classe» a
quello personale del «soggetto». È insomma l'incontro intellettuale di
Mussolini con la filosofia di Gentile ad aver reso necessaria la trasformazione
della rivoluzione in un senso non più finalistico o escatologico (come era nel
marxismo puro, il cui fine è appunto la società comunista) ma in un senso
propriamente attivistico e lato sensu solipsistico, in termini gentiliani cioè
attualistico. Con ciò Del Noce può connettere la psicologia di Mussolini con il
vero e proprio formalismo pratico del fascismo, il quale non aveva in realtà
alcun contenuto definito, ma proclamava bensì una forma di azione tanto vaga e
generale da poter attrarre a sé ogni sorta di ceto sociale (anche il
proletariato) e di frangia ideologica, in alcuni momenti persino quella
marxistica. Il concetto di «rivoluzione» infatti contiene in sé già un
termine finale ben preciso verso cui lo stato attuale del mondo andrebbe
rivoluzionato, mentre nella politica fascista il termine rivoluzione deve
necessariamente essere sostituito dal termine «riforma» (si pensi appunto alla
riforma Gentile) in senso non più tradizionale, cioè come ri-formare ciò che è
stato de-formato, bensì in senso creazionale, cioè come dare una nuova forma
(indefinita) alle antiche cose, perciò rimane un concetto molto affine a quello
di marxistico di rivoluzione, e permette l'affiancamento ideale dell'attualismo
gentiliano al modernismo teologico fiorente a quel tempo e condannato come eresia
dalla Chiesa. Altri saggi: “Senso comune e teologia della storia nel
pensiero di Castelli” (Torino, Edizioni di filosofia); “La solitudine di Faggi”
(Torino, Edizioni di filosofia); “L'incidenza della cultura sulla politica
nella presente situazione italiana” in Cultura e libertà, Roma, Edizioni 5
lune, “Il problema dell'ateismo: Il concetto di ateismo e la storia della
filosofia come problema,” Bologna, Il Mulino, Bologna, “Riforma cattolica e
filosofia moderna,” Bologna, Il Mulino, Brescia, Morcelliana, “Il problema
ideologico nella politica dei cattolici italiani,” Torino, Bottega d'Erasmo, “Il
problema politico dei cattolici,” Roma-Milano, UIPC, “Weil, interprete del
mondo di oggi, in L'amore di Dio, Torino, Borla, “L'epoca della
secolarizzazione” (Milano, Giuffrè) “L'Euro-comunismo e l'Italia,” Roma, Editrice
Europea Informazioni, “Il suicidio della rivoluzione,” Milano, Rusconi, Premio
Nazionale Rhegium Julii per la Saggistica, “Il cattolico comunista,” Milano,
Rusconi, “L'interpretazione trans-politica della storia contemporanea,” Napoli,
Guida, “Secolarizzazione e crisi della modernità,” Napoli, Istituto Suor Orsola
Benincasa-Edizioni scientifiche italiane, “Gentile: per una interpretazione
filosofica della storia contemporanea,” Bologna, Il Mulino, “Da Cartesio a
Rosmini. Scritti vari di filosofia,” Milano, Giuffrè, “Filosofi dell'esistenza
e della libertà.” Spir, Chestov, Lequier, Renouvier, Benda, Weil, Vidari,
Faggi, Martinetti, Rensi, Juvalta, Mazzantini, Castelli, Capograssi, Milano,
Giuffrè, “Rivoluzione, Risorgimento, Tradizione: scritti su l'Europa e altri, Milano,
Giuffrè, “I cattolici e il progressismo,” Milano, Leonardo, “Fascismo e anti-fascismo:
errori della cultura,” Milano, Leonardo, Cristianità e laicità. Scritti su Il
sabato (e vari, anche inediti), Milano, Giuffrè); Pensiero della Chiesa e
filosofia contemporanea. Leone XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, Roma,
Edizioni Studium, “Verità e ragione nella storia. Antologia di scritti, “ lberto
Mina, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli); “Modernità. Interpretazione
transpolitica della storia contemporanea” (Morcelliana, Brescia.). Del Noce
insegnò nel capoluogo piemontese. G. Bozzo. Del Noce, il filosofo della libertà
politica). Augusto Del Noce, «Idee per l'interpretazione
del fascismo», Ordine Civile. E tra i componenti del comitato promotore del
referendum abrogativo antidivorzista) e più tardi sull'aborto. premio Rhegium Julii, su circolorhegiumjulii.wordpress.com.
P. Armellini, Razionalità e storia, in Il pensiero politico, Roma, Aracne editrice,
Massimo Borghesi, Augusto Del Noce. La legittimazione critica del moderno.
Marietti, Genova-Milano .[collegamento interrotto] Luca Del Pozzo, Filosofia
cristiana e politica, Pagine, I libri del Borghese, Roma, S. Fumagalli, Gnosi
moderna e secolarizzazione nell'analisi di Emanuele Samek Lodovici ed Augusto
Del Noce, PUSC, (scaricabile in PDF dal sito sergiofumagalli) Gian Franco Lami,
La tradizione, Franco Angeli, Milano, Marietti, Genova-Milano. Enciclopedia ItalianaV
Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Pietro Ratto, Ipotesi sul
fondamento dell'essenza dissolutiva del marxismo e del fascismo, in Boscoceduo.
La rivoluzione comincia dal principio, Sanremo, EBK Edizioni Leudoteca, Ambrogio
Riili, Augusto Del Noce interprete del Marxismo. L'ateismo, la gnosi, il
dialogo con Volpe e Goldmann, in Centotalleri, Saonara, il prato, Francesco
Tibursi, Il pensiero di Augusto del Noce come Teoria sociale, in Andrea
Millefiorini , Fenomenologia del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella
riflessione sociologica italiana, Societas, Roma, Nuova Cultura, Xavier
Tilliette, Omaggi. Filosofi italiani del nostro tempo, traduzione di G.
Sansonetti, Brescia, Morcelliana, Natascia Villani, Marxismo ateismo secolarizzazione.
Dialogo aperto con Augusto del Noce, in Pensiero giurdico. Saggi, Napoli,
Editoriale Scientifica, Augusto Del
Noce, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Repertori Bibliografici, su centenariodelnoce).
La metafisica civile: ontologismo e liberalismo dalla rivista telematica di filosofia
Dialeghesthai. P. Ratto, Laicità e Democrazia: da Del Noce a Giotto, su BoscoCeduo,
Democrazia e modernità in Augusto Del
Noce, articolo dal mensile 30Giorni. L'inseparabilità dei Tre. La modernità, di
Andrea Fiamma Centro Culturale,//centrodelnoce. Fondazione //fondazioneaugustodelnoce.net.
centenariodelnoce. Articoli di Del Noce «Il dialogo tra la Chiesa e la cultura
moderna» da Studi Cattolici. «L'errore di Mounier» da Il Tempo. «Risposte alla
scristianità» da Il Sabato. «La sconfitta del modernismo» da Il Tempo. «La
morale comune dell'Ottocento e la morale di oggi», tratto da Il problema della
morale oggi. «Rivoluzione gramsciana», tratto da Il suicidio della rivoluzione.
«Origini dell'indifferenza morale» da Il Tempo. «Le origini dell'indifferenza
religiosa» da Il Tempo. «Religione civile e secolarizzazione» da Il Tempo. «Un
dramma europeo: il dissenso cattolico» da Corriere della Sera. «Questi poveri
cattolici minacciati dal suicidio» da Il Sabato «In stato di
porno-assedio»[collegamento interrotto] da Il Sabato. «La più grande vergogna
del nostro secolo» da Il Sabato. «Fu vera gloria? La resistenza 40 anni
dopo»[collegamento interrotto], tratto da Litterae Communionis. «Una colomba,
non un santo (caso Bukarin)» da Il Sabato. «Intensità d'una gran illusione
(Dossetti e dossettismo)»[collegamento interrotto] da Il Sabato. «L'antifascismo
di comodo» da Corriere della Sera. «Togliatti? Un perfetto
gramsciano. Polemica su Gramsci»[collegamento interrotto] da Il Sabato.
«Il nazi contagio» da Il Sabato. «La morale catto-comunista» da Il Sabato.
«Abbasso Mazzini» da Il Sabato. «I lumi sull'Italia»[collegamento interrotto]
da Il Sabato. «Recensione del romanzo di Benson "Il Padrone del mondo"»
dal mensile 30Giorni. «Filo rosso da Mosca a Berlino (Hitler-Stalin)» da Il
Sabato. «Le connessioni tra filosofia e politica»[collegamento interrotto] da Il
Tempo. «Pci, l'impossibile conversione» tratto da Prospettive nel mondo. Augusto Del Noce. Noce. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e del Noce," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51684436022/in/photolist-2mPQGvz-2mPKvMM-2mPq8eZ-2mNzeEc-2mLP6FB-2mLz32Z-2mPV6V9-2mKHdnD-2mKjsJY-2mKbfaU-Bm5t8J-Ciy7V4-Cgh13w-Ciy8ng-BmaLAt-Cgfo3s
Grice e Noferi – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Important Italian
philosopher, especially influential at what Grice called Italy’s Oxford, i. e.
Firenze“Palla Strozzi was more a mentor than a philosopher, but I would
consider him both a Grecian and Griceian in spirit.” --
Palla Strozzi Palla e Lorenzo
Strozzi, dettaglio dell'Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano. Grazie alla
ricchezza accumulata nelle ultime generazioni dalla sua famiglia, il padre poté
far istruire il figlio da filosofi, e grazie all'interesse e all'intelligenza, divenne
di fatto uno dei più fini uomini di cultura fiorentini del suo tempo. Ricco e
colto, commissiona numerose opere d'arte, tra le quali la Cappella Strozzi nella
Basilica di Santa Trinita, opera di Brunelleschi e Ghiberti. La cappella, progetto
irrealizzato da Noferi, venne fatta erigere in la sua memoria e ne ospitò la
sepoltura monumentale. Per questo ambiente commissiona l'Adorazione dei Magi a
Gentile da Fabriano e la Deposizione dalla Croce a L. Monaco, terminata poi da
Beato Angelico che ne fece uno dei suoi capolavori. Collezionista di libri rari
e conoscitore del greco e del latino, si trova nvischiato nell'opposizione
strenua contro Cosimo de' Medici. Cosimo
e l'uomo che per la prima volta si e di fatto preso tutto il potere cittadino,
grazie a un sistema di clientelismo con uomini chiave alla guida degli uffici
della repubblica di Firenze. Davanti a lui solo due strade sono possibili:
l'alleanza accettando un ruolo subordinato o lo scontro frontale. Forte della
sua ricchezza e fiero della propria cultura, e a capo della fazione anti-medicea
assieme ad un altro oligarca indomabile, Albizi. La fortuna arriva alla sua
fazione, riuscendo ad ottenere prima l'incarcerazione di de’ Medici, poi la
dichiarazione del medesimo come magnate, cioè tiranno, ed il suo conseguente
esilio da Firenze. Il suo obiettivo comunque non era tanto l'eliminazione di un
avversario, ma la restaurazione della “liberta”. In questo e diverso d’Albizi. Intanto de’ Medici manda già segni di
prepararsi a un rientro, che avvenne puntuale al cambio di governo con il
veloce avvicendamento dei gonfalonieri, meno di un anno dopo la sua partenza da
Firenze. Tra i primi provvedimenti vi è proprio la vendetta sugli avversari, con
l’esilio del filosofo e d’Albizi. In questo de’ Medici e favorito anche
dall'appoggio popolare che lui e la sua casata si sono saputi conquistare.
Quindi parte per Padova. Il suo palazzo a Padova e un ritrovo di filosofo, nel
periodo d'oro quando la città veneta era uno dei centri culturali più notevoli
della penisola italiana, per certi risultati artistici più importante della
stessa Firenze (si pensi ai capolavori lasciati proprio da due fiorentini come
Giotto o Donatello). Lascia la sua
raccolta di libri rari, arricchita ulteriormente durante il suo soggiorno
padovano, al monastero di Santa Giustina. Muore a Padova nel suo palazzo verso
il Prato della Valle. Sepolto nella vicina chiesa di Santa Maria di Betlemme. Cavaliere
dello Speron d'oronastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dello Speron
d'oro Marcello Vannucci, Le grandi
famiglie di Firenze, Roma, Newton Compton Editori, G. Reichenbach, Palla
Strozzi, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roberto
Palmarocchi, La famiglia Strozzi, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Strozzi-Noferi. Noferi. Refs.:Luigi Speranza, "Grice e Strozzi-Noferi --
Grecian, Griceian," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library,
Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51743117035/in/datetaken/
Grice e Nola – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Crotone). Filosofo. Gice: “At Oxford, we are proud of our
philosophy, at Bologna, and in Italy in general, they are proud of their
physicians, as they call them – students of nature!” Stemma della famiglia Nola
Molise Coat of arms of the House of Nola MoliseBlasonatura Un campo d’argento
con una sbarra torchina, dentro la quale sono tre scudi d’arme di color d’oro.
Di origini napoletane e zio di Molisi, insegnò per lungo tempo a Napoli.
Discepolo di Altomare, divenne noto per suo saggio, “Quod sedimentum sanorum,
aegrorumque corporum non sit eiusdem speciei aduersus Ferdinandum Cassanum &
alios contrarium sentientes.” Saggi: “Quod sedimentum sanorum, aegrorumque
corporum non sit eiusdem speciei aduersus Ferdinandum Cassanum & alios contrarium
sentientes. G. Marruncelli, Elementi dell'arte di ragionare in medicina” (Napoli,
Gabinetto Bibliografico e Tipografico); S. Renzi, “Storia della medicina” (Napoli,
Filiatre-Sebezio); Adalberto Pazzini, La Calabria nella storia della medicina,
Roma); Lavoro critico (Bari, Dedalo). La Famiglia dei Nola. Molise, Archivio
storico di Crotone. Giovanni Andrea de Nola. Nola. Keywords. Refs.: “Grice e
Nola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742201656/in/datetaken/
Grice e Norcia –
implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Norcia). Filosofo. Grice:
“By focusing on ‘desire,’ Norcia focuses on Thales who famously, for fixing on
the stars, de-fixed from the ground!” -- Grice: “If I had to chose one philosophical
word I adore is ‘desideratum,’ and Norcia tells it right – while Short and
Lewis doubt it, to desire is like to consider – and the ‘sidus’ is involved!” agostino
da Norcia, filosofo. Originario dell'Umbria. Compone il saggio “De amore
fundamenta mundis ac ethicae”. Di Norcia si è appreso attraverso i riferimenti
in Bruno e Mersenne. Stando a quanto racconta Mersenne muore nel Lazio. Il nucleo
centrale dela sua filosofia consiste nell'unione dell'idea di dio come amore con
uno spunto, totalmente ri-adattato, di derivazione platonica, secondo cui il
reale è emanazione, a partire da livelli di purezza e deità più elevati.
Facendo dell'amore la caratteristica principale di dio, arriva a dire che il
reale coincide con l'amore, in forme più o meno degradate. Da questo concetto
fa derivare una forte istanza di svelamento. Nonostante l'apparente neutralità
emotiva del reale, il vero fondamento divino, e quindi dell'universo, è
l'amore. Il vero si consegue quindi applicando questo principio ad una apparenza
fenomenica, in modo da svelarne il vero essere, cioè il principio di amore –
Grice: “Not to be confused with my principle of conversational self-love!” -Il
suo passo più celebre, tuttavia, riguarda l'etimologia della parola “de-sider-ium”,
che collega all'espressione “de sidera”. Come una stella, infatti, un
de-sider-io e qualcosa che percepiamo con i sensi, ma senza potere esperire
direttamente l'amore che da loro scaturisce, così il “de-siderio” è mera
apparenza sotto la quale si cela un bisogno. Il “de-siderio,” questo tendere
all'apparenza, scompare completamente solo una volta compreso fino in fondo il
fondamento dell'essere, nella “mystica copulatio” raggiungibile attraverso la
filosofia. La sua filosofia quindi, sembra unire una forte istanza metafisica a
un'altrettanto forte istanza etica, cercando nel reale una fondamentale armonia
di senso che è compito di ogni uomo, scopertala, riprodurre e preservare. “De l'infinito, universo e mondi,” Londra, “Praxis
descensus seu applicatio entis,” Marburg, D. Cantimori, “Storia ereticale” (G.
Laterza). F. Bolgiani, “Ortodossia ed eresia: il problema storiografico nella
storia e la situazione ortodossia-eresia agli inizi della storia (CELID). Agostino
da Norcia. Norcia. Keywords: implicatura -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Norcia” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742827494/in/datetaken/
Grice e Noto – IVPITER – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Pollina). Filosofo. Grice: “Italian philosophers, must be for St. Peter, who DIED
there – are obsessed with God – Noto wrote his thesis on that, evidence and
lack thereof for God – the part concerining the refutation for those who deny
evidence is fascinating! And typically of an Italian philosopher, he narrows
down his research to ‘secolo XIII,’ where we at England and Oxford hardly
existed!”Fa gli studi ginnasiali al Convento di Giaccherino e al Convento del
Bosco ai Frati. Vestì il saio francescano a Fucecchio e professò. Studia filosofia
a Lucca, Bosco ai Frati, il Convento di San Vivaldo, Fiesole, Siena e il Convento
di Sargiano. Emise i voti a Fiesole e fu ordinato sacerdote a Siena. Andò a
Parigi e frequentò l’Istituto Cattolico, la Sorbona e il Collège de France. Conseguì
il Dottorato in filosofia e il Diploma di studi superiori alla Sorbona. Essendo
andato a Londra per alcuni mesi ebbe il Diploma di lingua inglese che in
seguito perfezionò tornando ogni anno a Londra nel periodo estivo. Pubblicò la
tesi di laurea “L’evidenza di Dio nella filosofia del sec.XIII" (Ed.
CEDAM, Padova). Si imbarca per l’Egitto e si stabilì a Ghiza dove insegnò. Lì
ricoprì gli incarichi di Guardiano e Maestro dei Chierici. Torna in Italia e fu
per un anno direttore di un grande hotel di Montecatini Terme. Si trasfere a
Figline Valdarno per l’insegnamento all’Istituto “Marsilio Ficino”. Si iscrisse
alla Università Cattolica dove conseguì il Dottorato in filosofia valido in
Italia. Aveva iniziato l’insegnamento della lingua inglese alla scuola per
infermieri dell’ospedale di Figline e un corso serale per adulti. Crea un
laboratorio linguistico per facilitare e perfezionare l’apprendimento delle
lingue. Deceduto nell’Ospedale di Figline Valdarno per edemapolmonare acuto da
miocardite in diabetico. Affetto da grave forma di diabete, si era sentito male
nella notte dell’11 novembre, ma dopo aver prolungato il riposo mattutino aveva
tenuto lezione fino a mezzogiorno. Prese allora poco cibo e tornò a riposarsi.
Alle 18 andò alla preghiera comune e alle 18.30 tenne il corso di lingua
inglese per adulti. Alle 20 mentre era a tavola fu chiamato il medico
cardiologo che ordinò il ricovero urgente in ospedale. Qui alle 2.25 la sua
vita è stata stroncata da un complesso attacco cardiaco polmonare. Ai funerali, presieduti dal Padre Provinciale
nella Chiesa di San Francesco in Figline erano presenti tanti religiosi e
sacerdoti, i parenti, molte suore oltre che un grande pubblico di studenti e
popolo che riempiva la chiesa. È stato sepolto nel cimitero di Montemurlo. Convento
di Giaccherino Convento del Bosco ai Frati Convento di San Vivaldo Convento di
Sargiano Montemurlo L'evidenza di Dio
nella filosofia del secolo XIII. Noto. Keywords: IVPITER -- Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Noto” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742384608/in/datetaken/
Grice e Novaro – implicatura ligure – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Diano Maria).
Filosofo. Grice: “Novaro comes from my favourite area in Italy, “La riviera
ligure”!” Grice: “Novaro wrote a nice little treatise on the nature of the
infinite – a concept which fascinates me!” --Fratello di Novaro, nacque da
famiglia economicamente agiata e dopo aver condotto brillantemente gli studi
liceali, ottenendo la laurea a Torino. Si stabilì a Oneglia dove fu assessore
comunale per il partito socialista. Dopo avere per breve tempo insegnato nel
locale liceo, con i fratelli si occupò dell'industria olearia intestata alla
madre Paolina Sasso. Pur dedito
all'attività imprenditoriale fece parte attiva della vita letteraria dei primo
anni del Novecento e fondò la rivista “La Riviera Ligure,” da lui diretta fino
alla sua cessazione. Ospitò nel suo giornale filosofi come Pascoli,
Roccatagliata, Jahier, Boine e Sbarbaro.
Scrisse saggi di carattere filosofico e raccolse tutte le sue poesie,
che hanno come tema principale il bellissimo paesaggio ligure, in un volume
intitolato Murmuri ed echi che vide le stampe. Fu anche il curatore
dell'edizione delle opere di Boine che sentiva affine negli interessi soprattutto
di carattere etico. Opere: “Malebranche,” “ Il concetto di infinito e il
problema cosmologico” (Roma, Balbi), “Malebranche,” Lanciano, Carraba, Murmuri
ed echi, Napoli, Ricciardi, Ristampato più volte, edizioni recenti: edizione
definitiva Giuseppe Cassinelli, premessa di Pino Boero e Maria Novaro, Milano,
All'insegna del pesce d'oro, edizione critica Veronica Pesce, prefazione di
Giorgio Ficara, Genova, Fondazione Giorgio e Lilli Devoto, Enciclopedia
Italiana III Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, E.
Cardinale, Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, La Riviera Ligure Nicolas Malebranche. Tra Diano
Marina e Oneglia: i luoghi dei fratelli Novaro, su parchiculturali. Fondazione
Mario Novaro, Genova, su fondazionenovaro. Scheda biografica nel sito della
Fondazione Mario Novaro, Genova, su Fondazione novaro. Mario Novaro. Novaro. Keywords:
implicatura ligure, ‘la riviera ligure’ – Luigi Speranza, “Grice e Novaro” –
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Riviera Ligure. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742337518/in/datetaken/
Grice ed Ocone – liberali d’Italia – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Benevento).
Filosofo. Grice: “Ocone has selected Croce as the quintessential Italian
liberal! That should please Oxonians like Collingwood!” -- Grice: “I like
Ocone’s idea of a liberalism without a theory – ‘liberalismo senza teoria’ –
that should please J. M. Jack!” -- Grice:
“Speranza has noted that if Bennett
speaks of meaning-nominalism, we could well speak of meaning-liberalism.”
Grice: “While meaning-liberalism requires that the limit of one’s liberty to
make a sign stand for an idea is your co-conversationalist, meaning-anarchism
is Humpty Dumpty (‘I didn’t know that!’ ‘Of course you don’t’) and meaning-conventionalism
is the idea that there is a repertoire on which conversationalists rely!” Si
occupa soprattutto di temi concernenti il neoidealismo italiano e la teoria del
liberalismo. Allievo di Franchini, è borsista dell'Istituto Italiano per
gli Studi Storici di Napoli negli anni 1993-1994. Qui ha l'opportunità di
lavorare direttamente nella biblioteca personale di Benedetto Croce e con
l'aiuto di Alda Croce, figlia del filosofo, raccoglie e analizza il materiale
scritto nel mondo su di lui. Un frutto parziale e selezionato del suo lavoro
vede la luce nel 1993 nel volume
ragionata degli studi su Benedetto Croce pubblicata dalla ESI (Edizioni
Scientifiche Italiane) di Napoli, che vince l'anno successivo la prima edizione
del "Premio nazionale di saggistica Benedetto Croce", istituito
dall'Istituto Nazionale Studi Crociani. È stato direttore scientifico
della Fondazione Luigi Einaudi di Roma, dalla quale è stato successivamente allontanato
per le sue posizioni nazionaliste. Successivamente è entrato a far parte della
Fondazione Giuseppe Tatarella ed è diventato Direttore Scientifico di Nazione
Futura. È anche membro del Comitato Scientifico della Fondazione Cortese
di Napoli, del Comitato Storico Scientifico della Fondazione Bettino Craxi, del
Comitato Scientifico dell'Istituto Internazionale Jacques Maritain e del
Comitato Scientifico della Fondazione Farefuturo. Attività e pensiero Nel
1995 fonda a Napoli, con un piccolo gruppo di laureati e laureandi della
Federico II, cittadini sanniti e napoletani, il trimestrale
"CroceVia" edito dalla ESI (Edizioni Scientifiche Italiane), che si
propone di rinnovare il messaggio crociano e che entra in poco tempo nel
dibattito culturale nazionale. Nel 2008 i suoi studi crociani prendono corpo
nel volume Benedetto Croce, Il liberalismo come concezione della vita,
pubblicato dall'editore Rubbettino nella collana “Maestri liberali” della
Fondazione Luigi Einaudi di Roma. Il volume, presentando l'immagine originale
di un Croce partecipe del processo europeo di distruzione delle categorie
epistemiche, ha numerose recensioni. A partire dalla sua interpretazione di
Croce, Ocone elabora la prospettiva di un liberalismo senza teoria, cioè
storicistico e non fondazionistico. Il suo progetto filosofico può essere così
formulato: riconquistare il liberalismo alla filosofia; ritornare in filosofia
all'idealismo; ricongiungere il liberalismo con l'idealismo (si vedano, a tal
proposito, gli interventi di Ocone nella polemica fra neorealisti e
postmodernisti). In quest'ordine di discorso, Ocone ritiene che la critica
rivolta a Croce di essere un liberale anomalo, in quanto nel suo pensiero il
concetto di individuo sarebbe sacrificato, vada ribaltato: l'individualismo non
è affatto consustanziale al liberalismo, ma si è legato ad esso solo in una sua
prima fase di sviluppo (all'inizio della modernità). Quello di Ocone è un
liberalismo che non prescinde né dal senso storico né dal realismo politico.
Successivamente il pensiero di Ocone ha assunto molti caratteri propri dello
scetticismo politico di Michael Oakeshott, in particolare della sua critica del
razionalismo, del perfezionismo e del paternalismo. Egli ha pertanto insistito
sul carattere “anticonformistico” e “eretico” del liberalismo, sulla priorità
in esso del momento “negativo” o della contraddizione. La critica delle
ideologie, e in particolare del “politicamente corretto”, diviene in
quest'ottica il correlato pratico degli approdi antimetafisici della filosofia
contemporanea. E filosofia e liberalismo finiscono per coincidere Da
ultimo, la sua riflessione ha messo a tema il significato teorico e storico
dell’affermarsi dei cosiddetti “populismi” e “sovranismi”. Essi, prima di
essere ostracizzati, vanno per Ocone capiti: pur in modo confuso e
contraddittorio, lungi dall'essere un “incidente di percorso” incorso al
processo di globalizzazione in atto, essi ne segnalano la definitiva crisi
dell’ideologia portante: il globalismo. Questa ideologia può essere considerata
una radicalizzazione coerente della mentalità illuministica e progressista,
cioè da una parte del processo di secolarizzazione e razionalizzazione e
dall'altra dello speculare e connesso relativismo e nichilismo. I “populismi”
sono perciò per Ocone movimenti di reazione ai meccanismi di spoliticizzazione
(e connesso “disciplinamento” in senso foucaultiano) propri della
globalizzazione, che aveva definito la sua ideologia all’incrocio fra le
idee di due “deviazioni” dell’autentico liberalismo: il neoliberismo, sul
versante economico, e la cultura liberal sul versante di un diritto globale
fortemente eticizzato. Ocone ha scritto su diverse riviste scientifiche e
culturali e sui maggiori organi di stampa nazionali. Attualmente è nella
redazione della rivista “LeSfide”, edita dalla Fondazione Craxi, e nel Comitato
editoriale dell quotidiano online “L’Occidentale”. Collaboratore de “Il
Giornale” e de “Il Riformista”, è opinionista politico di “formiche.net”,
“Huffpost” e “nicolaporro”. Molto seguita è la sua rubrica domenicale di
riflessione politico-culturale “Ocone’s Corner” sulla rivista online
“startmagazine”. Un estratto di un suo articolo (Intervista a Remo Bodei,
in Corrado Ocone, Prendiamola con filosofia, Il Mattino, è stato utilizzato dal
Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca come documento per
la stesura della traccia della prova scritta di Italiano negli esami di Stato
conclusivi dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore a.s. (Tipologia
BRedazione di un saggio breve o di un articolo di giornale2. Ambito
socio-economicoArgomento: La riscoperta della necessità di «pensare»).
Nella sezione Dal dopoguerra ai giorni nostri, Percorso 9f Il dibattito delle
ideeDall'“impegno” al postmoderno, Dal periodo tra le due guerre ai giorni nostri)
dell'antologia "Il piacere dei testi", editore Paravia, è contenuto
il suo saggio "Né neorealisti né postmodernisti" da "qdR".
Opere: “Coronavirus. Fine della globalizzazione” Il Giornale, Milano La chiave del secolo. Interpretazioni del
Novecento, Rubbettino, Soveria Mannelli, Europa. L'Unione che ha fallito,
Historica, Cesena, “La cultura liberale. Breviario per il nuovo secolo” Giubilei
Regnani, Roma-Cesena. “Attualità di Benedetto Croce” Castelvecchi, Roma, “Il liberalismo nel Novecento: da Croce a
Berlin” Rubbettino, Soveria Mannelli[, (curatore) Il liberale che non c'è. Manifesto
per l'Italia che vorremmo, Castelvecchi, Roma (con altri autori) I grandi maestri del pensiero
laico, Claudiana, Torino (curatore)
Robin George Collingwood, Autobiografia, Castelvecchi, Roma (con Donatella Di Cesare e Simone Regazzoni)
Il nuovo realismo è un populismo, Il Nuovo Melangolo, Genova, (Pietro Reichlin e Aldo Rustichini) Pensare
la sinistra. Tra equità e libertà, Laterza, Roma-Bari, Liberalismo senza
teoria, Rubbettino, Soveria Mannelli (con Dario Antiseri), “Liberali d'Italia” Rubbettino,
Soveria Mannelli (con altri autori) “Le
parole del tempo. Lessico del mondo che cambia” Pierfranco Pellizzetti,
Manifesto libri, Roma’ Spettri di Derrida, Carola Barbero, Simone Regazzoni e
Amelia Voltolina, Annali della Fondazione europea del Disegno (Fondation
Adami), Il Nuovo Melangolo, Genova, Profili
riformisti. 15 pensatori liberal per le nostre sfide, con prefazione di
Emanuele Macaluso, Rubbettino, Soveria Mannelli, Marx visto daOcone, con
prefazione di Paolo Savona, Luiss (Collana "Momenti d'oro
dell'economia"), Roma (curatore con Nadia Urbinati), La libertà e i suoi
limiti. Antologia del pensiero liberale da Filangieri a Bobbio, Laterza,
Roma-Bari, Croce. Il liberalismo come
concezione della vita Rubbettino, Soveria Mannelli (curatore), Bobbio ad uso di amici e nemici,
con postfazione di Giuliano Amato, I libri di Reset, Marsilio Editori, Venezia (curatore
con Enzo Marzo), Manifesto laico, Laterza, Roma-Bari, (coautore, Maurizio
Viroli), Lessico repubblicano, Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, ragionata
degli scritti su Benedetto Croce; prefazione di Vittorio Stella, Edizioni
Scientifiche Italiane, Napoli. Cfr. Archivio borsisti in Istituto Italiano per
gli Studi Storici Premio Benedetto
Croce, su mediamuseum. Comitato Scientifico, su fondazioneluigieinaudi. Riccardo Ficara, La Fondazione Einaudi
allontana Ocone perché "filo-sovranista", su Secolo Trentino, La
Fondazione, su Fondazione Giuseppe tatarella.
Organigramma, su nazionefutura.
Fondazione Cortese di Napoli in//fondazionecortese/ Fondazione Craxi, su fondazionecraxi.org. Comitato
Scientifico dell'Istituto Internazionale Jacques Maritain, su
istituto.maritain.net. Comitato
Scientifico e di indirizzo, su fare futuro fondazione. Copia archiviata , su rubbettino. Gianni VattimoPubblicazioniLa recensione, Caffe'
Europa, su caffeeuropa. Duccio
Trombadori, Questo don Benedetto somiglia a Nietzsche, su ilGiornale, Il blog
di GIANNI VATTIMO: Corrado Ocone e la filosofia classica tedesca, su
giannivattimo.blogspot.com. La filosofia
politica è una pseudo-scienza. Parola di filosofo. E che filosofo!, su
reset. Corrado Ocone, Attualità di Benedetto
Croce su opac., Europa : l'Unione che ha
fallito / Corrado Ocone ; prefazione di Francesco Giubilei, su opac., La natura
del potere svelata dal coronavirus, su ilGiornale, Coronavirus: fine della
globalizzazione, Store ilGiornale, su store.ilgiornale. Fine di una storia, il
ritorno della politica? su leSfide. Chi
Siamo, su loccidentale. MIUR Traccia
della prova scritta di Italiano per gli esami di Stato conclusivi dei corsi di
studio di istruzione secondaria superioreanno scolastico su
archivio.pubblica.istruzione. Il piacere
dei testi QDR MagazineQualcosa da
Raccontare, su QDR Magazine. Corrado
Ocone, La chiave del secolo : interpretazioni del Novecento / Corrado Ocone, su
opac., La cultura liberale : breviario per il nuovo secolo / Corrado Ocone, su
opac., Attualità di Benedetto Croce / Corrado Ocone, su opac., Il liberalismo
nel Novecento : da Croce a Berlin /su opac., Il liberale che non c'è : manifesto
per l'Italia che vorremmo su opac., I grandi maestri del pensiero laico ntroduzione
di Massimo L. Salvatori, su opac., Robin George Collingwood, Autobiografia / R.
G. Collingwood ; prefazione di Corrado Ocone, su opac., Il nuovo realismo è un
populismo / Donatella Di Cesare, Simone Regazzoni, su opac., Pietro Reichlin,
Pensare la sinistra : tra equità e libertà / Pietro Reichlin, Aldo Rustichini,
su opac., Liberalismo senza teoria / Corrado Ocone, su opac., Liberali d'Italia
Dario Antiseri ; prefazione di Giulio Giorello, su opac., Le parole del
tempo / M. Barberis...[et al.] ; Pierfranco Pellizzetti, su opac., Spettri di
Derrida / Carola Barbero, Simone Regazzoni, Amelia Valtolina, su opac., Corrado
Ocone, Profili riformisti : 15 pensatori liberal per le nostre sfide prefazione
di Emanuele Macaluso, su opac., Karl Marx : teoria del capitale / [visto da
Corrado Ocone], su opac., La liberta e i suoi limiti : antologia del pensiero
liberale da Filangieri a Bobbio / Corrado Ocone e Nadia Urbinati, su opac., Benedetto
Croce : il liberalismo come concezione della vita / prefazione di Valerio Zanone,
su opac., Bobbio ad uso di amici e nemici / a cura della redazione di Reset e
di Corrado Ocone ; postfazione di Giuliano Amato, su opac., Manifesto laico /
Enzo Marzo ; contributi di Sergio Lariccia ... \et al.! ; con un intervento di
Norberto Bobbio, su opac., 22 giugno .
Lessico repubblicano : Torino, Maurizio Viroli, su opac., ragionata degli scritti su Benedetto Croce /
Corrado Ocone ; prefazione di Vittorio Stella, su opac., La genialità di Marx
agli occhi dei liberisti, riconosce i
pregi dell'analisi... in archiviostorico.corriere Premio al Premio nazionale
Benedetto Croce di saggistica, in premiflaiano Sito internet, su corradoocone.com.
Corrado Ocone. Ocone. Keywords: liberali
d’Italia, liberalismo – Refs.: Luigi Speranza: “Grice ed Ocone” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742710674/in/datetaken/
Grice ed Oddi – filosofia italiana – Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Figlio di Oddo degli Oddi, convinto
sostenitore della scuola galenica. Professore per incarico del Senato veneziano
assieme a Bottoni a Padova, dove insegna e introdusse senza ricevere emolumenti
l'insegnamento della pratica clinica nell'ospedale di San Francesco Grande,
precedendo così tutte le altre scuole. Commentari dell'Ateneo di Brescia G. Vedova, Biografia degli scrittori
padovani, coi tipi della Minerva, Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Marco degli Oddi. Marco degl’Oddi. Oddi. Keywords:
implicatura -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Oddi” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742042781/in/datetaken/
Grice ed Offredi – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Cremona). Filosofo. Gli era tributata grande autorità negli ambienti filosofici. Fu
lettore nello studio di Pavia e di Piacenza ed era in buoni rapporti con
Eugenio IV, Visconti e Sforza. Opere “De
primo et ultimo instanti in defensionem communis opinionis adversus Petrum
Mantuanum,” S.l., Bonus Gallus, Giambattista Fantonetti, Effemeridi delle
scienze, compilate da Giovambattista Fantonetti, Paolo-Andrea Molina, Rinascimento,
Istituto nazionale di studi sul Rinascimento, Giuseppe Robolini, Notizie
appartenenti alla storia della sua patria, raccolte da G. Robolini, pavese, Giambattista
Fantonetti, Effemeridi delle scienze mediche, compilate da Giovambattista
Fantonetti, Paolo-Andrea Molina. Offredi. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice ed Offredi,” The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692203750/in/photolist-2mKS4ff
Grice ed Olgiati – classici – filosofia italiana –
Luigi Speranza -- (Busto Arsizio). Filosofo. Grice: “I’m impressed that Olgiati
dedicated a whole tract to the idea of ‘soul’ in Aquino!” Figlio di Giuseppe
Olgiati e Teresa Ferrario, si formò presso Seminari milanesi. Collaborò con Gemelli
e Necchi alla Rivista di filosofia neo-scolastica e fondò con loro il periodico
Vita e Pensiero. Fu insignito da Pio XI del titolo di Cameriere Segreto e da
Pio XII di Protonotario Apostolico. Inoltre fu, assieme ad Gemelli, uno dei
fondatori dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Presso tale ateneo insegnò
nelle facoltà di Lettere, di Magistero e di Giurisprudenza. Fu condirettore
della Rivista del Clero Italiano insieme a Gemelli. Fu autore di innumerevoli
scritti relativi alla religione e all'istruzione. I suoi allievi più illustri
furono Melchiorre e Giovanni Reale. Tomba di Agostino Gemelli mons. Olgiati. Il
libro Le lettere di Berlicche, scritto da C.S.Lewis, oltre ad essere dedicato a
Tolkien, è dedicato anche a Olgiati. Medaglia d'oro ai benemeriti della scuola,
della cultura e dell'artenastrino per uniforme ordinaria Medaglia d'oro ai
benemeriti della scuola, della cultura e dell'arte — Università Cattolica del
Sacro CuoreLa storia: Le origini, su unicattolica. Altri saggi “Religione e
vita” (Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano; “Schemi di
conferenze, Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano); “I
fondamenti della filosofia classica, Società Editrice "Vita e
Pensiero", Milano); “Il sillabario della Teologia, Società Editrice
"Vita e Pensiero", Milano); “Il concetto di giuridicità in Aquino” Società
Editrice "Vita e Pensiero", Milano, “Marx” Società Editrice
"Vita e Pensiero", Milano, Il sillabario della morale cristiana,
Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano, Il sillabario del
Cristianesimo, Società Editrice "Vita e Pensiero", Milano biografias y vidas. I nuovi soci onorari
della Famiglia Bustocca. Almanacco della Famiglia Bustocca per l'anno 1956,
Busto Arsizio, La Famiglia Bustocca, TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Francesco Olgiati. Olgiati. Keywords: classici, il gusto per
l’antico, ius, Aquino. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Olgiati” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701662254/in/photolist-2mPyVEK-2mLLy7L-2mLLy6U-2mKFrQ6-2mLGwVU-DvhhWW-DhRHD2
Grice ed Olivetti – l’archivista – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Roma). Filosofo. Grice: “Olivetti deals with some topics dear to me and Strawson,
like subject, transcendental subject, and the rest – he also uses ‘analogy,’
which is a pet concept of mine – I have been compared to Apel, so the fact that
Olivetti in his ‘conversational’ approach relies on him, helps!” - Professore a
Roma -- preside della Facoltà di filosofia. Formatosi nella Facoltà di
Filosofia di Roma negli anni sessanta, confrontandosi con i temi del rapporto
fede e ragione nell'ambito di un collegio di docenti orientato sul versante
marxista, storicista, postidealista, trovò in Zubiena il suo maestro. Con lui
iniziò una collaborazione intellettuale che lo portò a studiare i temi della
filosofia della religione, partecipando ai colloqui romani inaugurati dal
filosofo piemontese, dapprima come segretario e poi, dopo la morte di Zubiena come
organizzatore. Dopo iniziali studi di estetica religiosa e di filosofia
classica tedesca, si dedicò alla ricerca di un approccio neo-trascendentale al
tema della religione, insegnando filosofia morale a Bari e poi sostitundo
Zubiena nella cattedra romana di filosofia della religione. Giunse dopo
l'incontro decisivo col pensiero di Lévinas, ad elaborare una concezione di
questa disciplina come antropologia filosofica e etica in quanto «filosofia prima
anzi anteriore» su base storica, nata dalla dissoluzione in età tardo settecentesca,
soprattutto ad opera di Kant e Hegel, della onto-teologia. Molta rilevanza
aveva nel suo insegnamento lo studio dei classici tedeschi, in chiave storica,
e da ultimo il confronto sia con la fenomenologia, specie con Lévinas e Marion,
sia con la filosofia analitica. In Analogia del soggetto, la sua opera
maggiore, l'autore elabora una teoria analogica del soggetto, riprendendo
suggestioni di Husserl, Apel e Lévinas, confrontandosi con Heidegger e
suggerendo una teoria dell'"umanesimo dell'altro uomo" su base
staurologica ed etico-interinale («espropriarsi del caritatevole nell'interim
interlocutivo» ibidem). La tesi è che non esiste un'essenza dell'essere
umano. Tale essenza è immaginata, e senza siffatta immaginazione l'essere e
l'umano non si coapparterrebbero. Così si dice, in un certo senso la fine
dell'etica. Tuttavia così si dice anche che l'etica, e non l'ontologia, è la
filosofia prima, anzi anteriore. Di seguito l'autore prospetta un ripensamento
del soggetto trascendentale, con un differimento dell'ergo rispetto al cogito
cartesiano, partendo dal “loquor,” ovvero «dall'origine analogica di ogni
logica, in modo da scomporre la presenza trascendentale in sum-prae-es-abest.
Si perverrebbe così all'abbozzo di un «ripensamento dell'appercezione trascendentale,
in modo tale da reimmettere il pensiero rappresentativo nella giusta traccia
della rappresentazione. Attività accademica e influenza Direttore dell'Istituto
degli Studi Filosofici Enrico Castelli e poi dell'"Archivio di
Filosofia", si fece promotore di colloqui e convegni nei quali conveniva,
a Roma, ogni due anni, nei primi giorni di gennaio, l'élite della filosofia
della religione europea e mondiale (Paul Ricœur, Jean-Luc Marion, Vittorio
Mathieu, Sergio Quinzio, Virgilio Melchiorre, Emmanuel Lévinas, Luigi Lombardi
Vallauri, Bruno Forte, Bernard Casper, Ingolf Dalferth, Jean Greisch, Philippe
Capelle, Jean François Courtine, Emmanuel Falque, Piergiorgio Grassi, Paul
Gilbert S.J. Stéphane Mosès, Paul Mendes-Flor, Pietro Prini, Adriaan Peperzak,
Richard Swinburne, Gabriel Vahanian, Marcel Hénaff, Vincenzo Vitiello, Xavier
Tilliette, Michel Henry, James Taylor, tra gli altri). Nelle sue prolusioni e
nei suoi contributi introduttivi si prospettava lo sfondo su cui si sarebbero
esercitati i contributi e le discussioni del Colloquio, di seguito pubblicati
in numeri monografici della Rivista "Archivio di Filosofia". I
temi trattati erano spesso centrali nell'elaborazione di una filosofia della
religione come filosofia tout court e abbracciavano, negli anni ottanta e
novanta del Novecento, temi centrali come "Teodicea oggi?",
l'argomento ontologico, l'Intersoggettività, il Dono, la Filosofia della
Rivelazione,il Sacrificio, il Terzo. La sua personalità riservata entro
l'ambito strettamente scientifico e il rigore speculativo dei suoi scritti non
ne hanno favorito una conoscenza pubblica al di là dei circuiti accademici, e
il suo insegnamento ha lasciato un traccia significativa costituendo una vera e
propria scuola di filosofia della religione. Opere: “Il tempio simbolo
cosmico” (Cedam, Padova); “L'esito teologico della filosofia del linguaggio” in
Jacobi, Cedam, Padova, Filosofia della religione come problema storico, Cedam,
Padova); “Da Leibniz a Bayle: alle radici degli Spinoza briefe, “Archivio di filosofia”;
“Analogia del soggetto, Laterza, Roma-Bari "Filosofia della
religione" in La filosofia, Le filosofie speciali, Utet, Torino Avant-propos,
in Le Tiers, Archivio di FilosofiaArchives of Philosophy, Considerazioni
introduttive sul tema: Postmodernità senza Dio?, in «Humanitas» [Postmodernità
senza Dio?, a.c. di F.Ciglia eDe Vitiis Traduzioni e curatele: Kant I.,
La religione entro i limiti della sola ragione, M.M. Olivetti, Roma-Bari,
Laterza (Introduzione del Curatore). La religione nei limiti della sola
ragione, con introduzione M.M.O, I.Kant (Laterza, Roma); “Saggio di una critica
di ogni rivelazione, con introduzione M.M.O, J.G. Fichte, Laterza, Roma-Bari); Dizionario
Biografico degli Italiani, Volume 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana,
. Francesco Valerio Tommasi, Nota biografica su « Archivio di filosofia », 7Francesco Valerio
Tommasi, Le persone, infiniti fini in sé. Un ricordo di Marco Maria Olivetti
lettore di Kant, « Studi Kantiani », Filosofia della religione Fenomenologia
Ontologia Teologia Fede Ragione Bruno
Forte_Del sacrificio e dell'amore_In memoria di M.M. Olivetti , su
webdiocesi.chiesacattolica. Tributo dell'Roma, Istituzioni collegate, su
filosofia.uniroma1. Emanuela Giacca : un
filosofo della religione", Giornale di filosofia, su
giornaledifilosofia.net. Archivio di filosofia, su libraweb.net. Marco Maria
Olivetti. Oivetti. Keyword: implicatura, l’archivisdta -- “philosophy of
language.” Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Olivetti” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701272178/in/photolist-2mPSNGy-2mPZjhA-2mLJBAD-2mLN3xV-2mLEvWg-2mLEwLN-2mLJzAr-2mLN4xk-2mLEwYs-2mLyZUY-2mLGjg5-2mLCQLJ-2mFYSKW-2mFTkXC-FcebeC
Olivi (Undine): Enrico Palladio degli
Olivi (Udine). medico e storico italiano.
Grice ed Opocher – giustizia – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Treviso). Filosofo. Grice: “There are two points that connect me with Opocher:
‘individuality’ in Fichte, since I love the problem of the in-dividuum, perhaps
influenced by my tutee Strawson (“Individuals!”) – and Opocher’s ‘analisi’ as
he calls it, of the ‘idea’, as he calls it, of ‘giustizia’, particularly in
Thrasymachus, for which I propose an eschatological study!” -- Enrico Giuseppe
Opocher (Treviso), filosofo. Con Adolfo Ravà e Giuseppe Capograssi è
considerato uno dei maggiori filosofi del diritto italiani del Novecento[senza
fonte]. Nacque da Enrico Giovanni,
ginecologo di fama, e da Ida Cini. Durante la Grande Guerra la famiglia,
timorosa dei bombardamenti, si trasferì dapprima nella periferia di Treviso,
quindi a Pistoia presso una parente. Gli anni successivi riportarono un clima
di serenità e agiatezza, nel quale Enrico crebbe, dividendosi tra la città
natale e Vittorio Veneto, meta delle sue vacanze estive. Dopo il liceo fu avviato, secondo il volere
del padre, agli studi giuridici, benché fosse decisamente più inclinato verso
la filosofia. Nel 1931 si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza dell'Padova,
ma continuò a coltivare i propri interessi personali seguendo le lezioni di
filosofia del diritto tenute da Adolfo Ravà. Sotto la guida di quest'ultimo
stilò una tesi su La proprietà nella filosofia del diritto di G. A. Fichte, con
la quale si laureò brillantemente. Ottenuta la libera docenza, vinse il
concorso per la cattedra di filosofia del diritto presso la facoltà di
giurisprudenza dell'Padova, succedendo a Bobbio che in Veneto era divenuto
segretario regionale del Partito d'Azione. Nell'ateneo padovano insegnò
ininterrottamente per quarant'anni, tenendo lezioni per i corsi di filosofia
del diritto, di storia delle dottrine politiche e di dottrina dello stato Italiano. È ricordato in maniera particolare per i suoi
studi sull'idea di giustizia, e sul rapporto tra diritto e valori, nonché per
la redazione di un celebre manuale, Lezioni di filosofia del diritto, prima
edizione 1949, usato da generazioni di allievi.
Fu magnifico rettore dell'Università. È stato Presidente della Società
Italiana di Filosofia Giuridica e Politica. Influenzato dall'amicizia con il
cattolico Capograssi e col laico Bobbio, fu azionista con Bobbio e Trentin,
condividendo (a Palazzo del Bo) le attività cospirative della Resistenza
locale. Nel dopoguerra rimase amico stretto di Trentin e di Visentini,
divenendo a sua volta il maestro di Toni Negri.
Opere:“Il problema dell'individualità” (Padova, CEDAM); “L’esperienza,” Treviso,
Tipografia Crivellari, “Giustizia e materialismo storico, Milano, Bocca, Estr.
da "Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto", Filosofia del
diritto. Raccolte ad uso degli studenti dall'assistente Luigi Caiani, Padova,
CEDAM, “Giurisprudenza, Padova, CEDAM, “Analisi
dell'idea della giustizia” (Milano, Giuffrè,Dario Ippolito, Dizionario
biografico degli italiani, 79, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fulvio Cortese, Liberare e federare:
L'eredità intellettuale di Silvio Trentin, Firenze University Press, 2citando
D. Fiorot, La filosofia politica e civile di E. Opocher, in Scritti in onore di
E. Opocher, G. Netto, Ateneo di Treviso, Treviso, Vedi G. Zaccaria, Il
contributo italiano alla storia del Pensiero, riferimenti in . Padova, I rettori Unipd | Padova, su unipd.
15 aprile . Denominazione attuale:
Società Italiana di Filosofia del Diritto, vedi . Giuseppe Zaccaria, Il Rettore della
tolleranza, in La Tribuna di Treviso, Toni Negri: «Un uomo davvero libero
nell'università chiusa degli anni '60», in [Il Mattino di Padova] Giuseppe
Zaccaria , Ricordo Omaggio ad un
maestro, Padova, CEDAM, 2Giuseppe Zaccaria, Il contributo italiano alla storia
del PensieroDiritto, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, . Dario
Ippolito, Dizionario Biografico degli Italiani, Volume 79, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, . Società
Italiana di Filosofia del Diritto, su sifd. Opocher. Keywords: giustizia --
fairness. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Opocher: giustizia del
neo-Trasimaco.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742604009/in/dateposted-public/
Grice ed Ordine – BRVNO – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Diamante). Filosofo. Professore a Calabria.
Rriconosciuto come uno dei massimi studiosi del Rinascimento e Bruno. Di lui iHadot ha scritto: Ordine, ben noto ai
lettori per i suoi eccellenti lavori su Bruno, è anche uno dei migliori
conoscitori attuali del milieu sociale, artistico, letterario e spirituale
dell'età del Rinascimento e degli inizi dell'Età moderna». Attività Fellow dell'Harvard University
Centre for Italian Renaissance Studies e della Alexander von Humboldt Stiftung,
ha insegnato in numerose università prestigiose quali Yale, New York
University, Ecole Normale Supérieure Paris, Paris IV: Paris-Sorbonne, Paris III
Sorbonne Nouvelle, CESR of Tours, Institut Universitaire de France, Paris VIII:
Vincennes, Institut des Études Avancées de Paris, Warburg Institute e
all'Università Cattolica di Eichstätt-Ingolstadt. È Membro d’Onore
dell’Istituto di Filosofia dell’Accademia Russa delle Scienze e Membro
dell’Académie Royale de Belgique. Ha ricevuto 5 dottorati honoris causa e il
Sigillo d’Ateneo dell’Urbino. È Presidente del Centro Internazionale di Studi
Telesiani, Bruniani e Campanelliani e membro del Comitato scientifico
dell’Istituto dell’Enciclopedia Treccani. Collabora, inoltre, alle pagine
culturali del Corriere della Sera e I suoi saggi (in particolare il best
seller, “L' utilità dell'inutile,”) sono molto popolari. Dirige collane di
classici in Italia (“Classici della letteratura”, Bompiani) e due collane
presso Les Belles Lettres le Opere complete di Bruno e la «Bibliotheque
Italienne»; in Romania, e 2 collane presso l’editore Humanitas di Bucarest; in
Brasile, c1 collana presso l’editore Educs di Caxias do Sul; in Bulgaria, 1 collana presso l'editore Iztok Zapad di
Sofia; in Russia 1 collana presso l'editore Saint Petersburg University Press
di San Pietroburgo. È membro del Board della collana «Boston Studies in the
Philosophy of Science» (Springer). Opere: “La cabala dell'asino. Asinità e
conoscenza in Bruno, Collana Teorie & oggetti, Napoli, Liguori, Collana I
fari, Milano, La Nave di Teseo, “La soglia dell'ombra. Letteratura, filosofia e
pittura in Bruno” (Collana Biblioteca, Venezia, Marsilio); “Contro il Vangelo
armato: Bruno, Ronsard e la religione” (Collana Scienze e idee, Milano,
Raffaello Cortina, “Teoria della novella e teoria del riso” (Collana Teorie e
oggetti della letteratura, Napoli, Liguori, “L'utilità dell'inutile: manifesto”
(Milano, Bompiani, Premio Nazionale Rhegium Julii Saggistica Tre corone per un
re. L'impresa di Enrico III e i suoi misteri, Collana Saggi, Milano, Bompiani, Classici per la vita. Una piccola biblioteca
ideale, Collana Le onde, Milano, La Nave di Teseo, (editorial.uv.cl/portfolio-item/una-escuela-para-la-vida/).
Gli uomini non sono isole. I classici ci aiutano a vivere” (Milano, La Nave di
Teseo). Grande Ufficiale dell'ordine al Merito della Repubblica italiana.
Commendatore dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana — a Roma, Sigillo d'Ateneo de la Universidad de Urbino, Laurea
Honoris Causa de la Universidade de Caxias do Sul, Laurea Honoris Causa all'Università federale
del Rio Grande do Sul. Membro del comitato scientifico Istituto
dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Albo vincitori premi Rhegium Julii TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Nuccio Ordine. Ordine. Keywords:
futilitarianism. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Ordine: l’inutilita
dell’utilitarismo di Geremia Bentham” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51741075342/in/datetaken/
Grice ed Orestano – l’opzione eroica – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Alia). Filosofo. Grice: “There is something pompous
about Italian philosophers and their isms – Orestano’s ism is the
superrealism!” Grice: “When I was
invited to deliver my lectures on the conception of value, I was hoping it was
a first, but Orestano had written two big volumes on it!” -- Si laurea a
Palermo. Insegna a Roma e a Palermo. Collabora con Marinetti nella concezione
del futurismo, e lavorando ad alcune pubblicazioni comuni. Fu inoltre vicino
alle idee politiche, collaborando tra l'altro con la rivista “Gerarchia.”
Invitato da Balbo nella Libia italiana, difese gli ideali e gli intenti
italiani in contrapposizione al nazionalismo. Fu eticista, fenomenologo e
promulgatore d'un'idea filosofica positivista ispirata anche a Herbart, che egli
stesso denominò “super-realismo.” Si ritirò a vita privata nel su palazzo di
Roma per dedicarsi alla sua opera principale “Nuovi Principi.” Tuttavia in
seguito riprese l'insegnamento universitario a Pavia. Divenne membro
dell’Accademia d'Italia e presidente della Società filosofica italiana".Autore
di noti aforismi, a lui sono intitolate una via di Roma e una scuola primaria
di Palermo. Tutta la sua produzione, edita e inedita, composta da circa 80
pubblicazioni, è stata pubblicata dalla casa editrice CEDAM, in un'Opera omnia.
Opere Comenio, Roma, Biblioteca Pedagogica de “i Diritti della scuola”, Angiulli,
Roma, Biblioteca Pedagogica de “i Diritti della scuola”, A proposito di un
libro: principi di pedagogia e didattica, di Barth” (Città di Castello,
Alighieri);“Un'aristocrazia di popoli: saggio di una valutazione aristocratica
delle nazionalità” (Milano, Fratelli Treves); “Nuovi principi” (Roma, Edizioni
Optima, Verità dimostrate, Napoli, Casa Editrice Rondinella, Opera letteraria
di Benedetta, Roma, Edizioni Futuriste di Poesia, Esame critico di Marinetti e
del Futurismo, Roma, Estratto dalla "Rassegna Nazionale", Civiltà
europea e civiltà americana, Roma, M. Danesi, Nuove vedute logiche, Milano,
F.lli Bocca, Nuovi principi, Milano,
Bocca); “Il nuovo realismo” (Milano, F.lli Bocca); “Verità dimostrate, Milano,
F.lli Bocca); “Idee e concetti” (Milano, F.lli Bocca, Celebrazioni I, Milano,
Fratelli Bocca Editori, Celebrazioni, 2 , Padova, CEDAM, “Filosofia del diritto,
Milano, F.lli Bocca, Gravia levia, Milano, F.lli Bocca, Saggi giuridici,
Milano, F.lli Bocca, Verso la nuova Europa, Milano, F.lli Bocca, Prolegomeni
alla scienza del bene e del male, Milano, F. lli Bocca, Leonardo, Galilei, Tasso,
Milano, F.lli Bocca, La conflagrazione spirituale e altri saggi filosofici”
(Milano, Bocca); Opera omnia, Padova, CEDAM, Comprende opere teoretiche, opere
morali, opere giuridico-politiche, filosofia del diritto, saggi giuridici, “Verso
la nuova Europa”; “La conflagrazione spirituale e altri saggi filosofici, Opere
varie: celebrazioni; Gravia levia, Pensieri, un libro per tutti, Leonardo da
Vinci, Galilei, Tasso. Opere inedite: Studi di storia della filosofia: Kant,
Rosmini, Nietzsche, Contributi vari, studi pedagogici, studi danteschi Aligheri
e saggi di estetica e letteratura; conversazioni di varia filosofia; corsi,
ricerche e conferenze, studi sulla Sicilia, Filosofia della moda e questioni
sociali, A. Tarquini, Dizionario Biografico degli Italiani, E. Guccione, L'idea
di Europa in Federalisti siciliani tra
XIX e XX secolo, A.R.S.Intergruppo Federalista Europeo, Palermo, E. Guccione,
Da un diario una nuova pagina di storia, in
La politica tra storia e diritto, Scritti in memoria di L. Gambino, G.
Giunta” (Franco Angeli, Milano); A. Tarquini, Dizionario Biografico degli
Italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Treccani Enciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Quando i vincitori scrivono la storia della
filosofia: il caso di F. Lamendola, Arianna Editrice, O. Castellana, Il rapport tra stato e Chiesa nel
pensiero politico, Istituto Siciliano di Studi Politici ed Economici. Francesco
Orestano. Orestano. Keywords: l’opzione eroica. Alighieri. Luigi Speranza,
“Grice ed Orestano”. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718248754/in/photolist-2mNCu2K-2mNaxw3
Grice ed Orioli – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Vallerano). Filosofo. Grice: “Only in Italy, a philosopher,
rather than a cricketer, is supposed to take part in a revolution and write a
book about his shire!” -- Fondatori della Repubblica Romana. “De' paragrandini
metallici” (1825 (Milano, Fondazione Mansutti). Il padre, medico, lo condusse a
Roma, dove si laureò brillantemente. La professione non lo attraeva molto: lo
troviamo, infatti, professore di filosofia nei seminari e nei licei dell'Urbe.
Da Roma si trasfere a Perugia, dove si laureò. Insegnò a Bologna. Partecipò con
gli allievi all'insurrezione delle Romagne; successivamente fu eletto membro
del governo provvisorio di Bologna, che fu sciolto in seguito all'intervento
militare dell'Austria. Tentando di mettersi in salvo,salpò da Ancona diretto in
Francia con un altro centinaio di rivoluzionari; ma il brigantino Isotta sul
quale viaggiava venne catturato dall'allora capitano di vascello della marina
austriaca Francesco Bandiera (padre dei due famosi fratelli Attilio ed Emilio)
e tutti i rivoluzionari furono arrestati. Venne incarcerato a Venezia. Poco
dopo venne liberato, forse per mancanza di risultanze gravi sul suo conto. Iniziò così l'errare, costretto a fuggire da
terra in terra, inneggiando sempre all'Italia unita. Fu professore di
archeologia alla Sorbona. A Bruxelles insegnò. Soggiornò anche a Corfù, dove
tenne un corso dnell'università della città.
Quando Pio IX concesse l'amnistia, poté tornare a Roma, dove tenne la cattedra
di archeologia. Le sue attitudini per il giornalismo non attesero molto per
farsi notare, e così fondò un periodico politico che ebbe però vita breve, La
Bilancia. Fu eletto deputato al
parlamento della Repubblica Romana. Quando il governo pontificio fu restaurato,
in riconoscimenti dei suoi meriti, fu nominato consigliere di stato. Pubblica
molti saggi di filosofia. Tra i più famosi sono da menzionare “Dei sette re di
Roma e del cominciamento del consolato” (Firenze), “Intorno le epigrafi italiane
e l'arte di comporle” (Roma). Prese parte alla polemica sui sistemi di
prevenzione contro i fulmini e la grandine, che coinvolse anche Bellani,
Beltrami, Demongeri, Lapostolle, Normand, Majocchi, Contessi, Molossi, Nazari,
Richardot, Scaramelli, Tholard e Volta. Le compagnie assicurative usarono
questi studi per valutare rischi e premi per i campi agricoli. Riconoscimenti Il comune di Vallerano (VT) lo
ha onoratocon l'intitolazione di una delle vie principali del borgo antico,
quella del Teatro comunale, e con l'apposizione di una lapide commemorativa
sulla facciata della casa in cui lo scienziato nacque. A Viterbo un Istituto
Statale di Istruzione Superiore -che comprende il Liceo Artistico e diversi
indirizzi di Istituto Professionale, A. Ghisalberti, nella voce della
Enciclopedia Italiana, vedi , riporta queste date di nascita e morte, A. Ghisalberti,
Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Fondazione
Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di storia dell'assicurazione, M. Bonomelli,
schede bibliografiche di C. Di Battista, note critiche di F. Mansutti. Milano:
Electa, G. Polizzi, Alla ricerca dello
«specioso» e dell’«insolito». G. Leopardi, «Lettere Italiane», Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco
Orioli. Orioli. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Orioli”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690012070/in/photolist-2mKEPJE
Grice ed Ornato – filosofia italiana – Luigi Speranza
(Carmagna Piemonte). Filosofo. “Visse vita ritirata, modesta e schiva
d'onori e ricchezza intesa soltanto allo studio.” “Coltivò le scienze fisiche e
matematiche, la filologia, la poesia, la musica e con singolare amore le discipline
metafisiche» (Provana). Sii trasferisce
a Torino dove frequenta alcuni esponenti dell'aristocrazia sabauda. Tra le sue
amicizie più importanti Santarosa, Sabbione ed i fratelli Balbo. -- è tra i
fondatori dell'Accademia dei Concordi è insegnante di matematica nel collegio
dei paggi imperiali, impiegato nella segreteria dell'Accademia delle Scienze di
Torino e successivamente professore presso la Reale Accademia Militare. 1in
seguito ai moti rivoluzionari viene nominato da Santarosa Ministro della Guerra
della giunta rivoluzionaria. Si rifugia in esilio a Parigi. Nnella capitale
francese stringe amicizia con ilCousin e la sua casa è frequentata da numerosi
patrioti italiani. Ottiene di poter rientrare in italia e si ritira a Caramagna
dove riceve le visite dei patrioti Pellico, Provana, Gioberti e Balbo. Si
trasferisce a Torino dove morirà e verrà sepolto nel cimitero monumentale
Opere: traduzione di Ode a Roma di Erinna, traduzione dei “Ricordi di Marco
Aurelio, Picchioni, Vita, studii e lettere inediti di Leone Ottolenghi, E. Loescher.
Biografiche e risultati di ricercheo, Oreste Becchio Guido Calogero, Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vladimiro Sperber,Dizionario biografico degli
italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Ulteriori approfondimenti possono essere reperiti nei seguenti
siti: Comune di Caramagna Piemonte, su
comune.caramagnapiemonte.cn. Associazione Culturale "L'Albero
Grande", su alberogrande. Due difetti, 0 cattivi abiti, nota q^ui e
contrappone Antonino: l’uno, del lasciarci guidare unicamente dalle
im- pressioni che fan su di noi gli oggetti esterni, divagando da
questo a quello secondo che quello ci attrae più forte- mente che
questo: l’altro del lasciarci guidare unicamente dai pensieri o
idee che ci vengono in mente a caso, seguendo quelli che eccitano
più la nostra atten- zione: due stati passivi, dove l’uomo «
non esercita punto la volontà, nè l’in- telletto, ma segue
ciecamente, nel primo, il caso esterno, o nel secondo, il caso
M.irco Altri lio. eh’ io chiamerò
interno, cioè quella che è stata nomata di poi legge di asso-
ciazione delle idee : due stati quindi dove Tuomo non ha scopo; il
primo de’ quali ha luogo nella vita puramente animale, e il secondo
nel sogno: quello, proprio del giovane troppo dedito al senso;
questo, del vecchio rimbambito. E quindi, dopo avere esortato sè
stesso a fuggire il difetto del giovane, si esorta a fuggire quello
del vecchio. Il carattere che fa riconoscere il vecchio per rim-
bambito è il vaneggiare, cioè il parlar senza costrutto, ripetendo il già
detto. Ma Antonino avverte sè stesso che l’uomo può essere
rimbambito già an- che quando non parla ancora senza co- sti itto,
non vaneggia ancora in parole, se egli fa delle azioni senza
costrutto, o vaneggia nelle azioni: il che ha luogo ogni volta che
esse azioni non sono collegate tra sè, non hanno unità, cioè non
sono riferite tutte ad uno stesso ed unico scopo.Questo lodare la
compassione (e Antonino sarà più esplicito in altri luo- ghi),
senza aggiungere con Epittcto che ella debba essere puramente
esteriore e non di cuore, è certamente una con- tradizione al
principio stoico: la com- passione essere^ come tutti gli altri
affetti; un moto irragionevole delV anima, e con- trario alla
natura, il saggio non essei'c accessibile alla compassione; una
con- tradizione a ciò che è detto in questo medesimo §, dovere il
saggio mantenere il suo genio interno netto da passione; ma è una
di quelle contradizioni ma- gnanime per le quali il cuore corregge
talvolta gli errori dell’intelletto. Sul punto particolarmente della
compas- sione, come su quello dell’aifezione versò gli amici e i
congiunti e verso tutti gli uomini (vedi I, 13, 14; VI, 39; X, 36)
era Antonino uno stoico poco fedele ai principii della sua scuola, e
seguiva piuttosto Platone e Aristotele, i quali insegnavano il
sentimento della pietà essere il carattere distintivo delle belle e
grandi anime; e quel detto di Fo- cione, conservatoci dallo Stobeo:
non togliete nè Voltare dal tempio y nè dalla natura umana la
compasnione. F< in questa deviazione, almeno in pratica, dal ri-
gore dell’antica dottrina del Portico, Antonino era stato preceduto da
altri stoici illustri così greci come romani: il che non potea non
avvenire, perchè secondo un antico senario greco, il cuore soltanto
del malvagio non è capace di essere ammollito. E però il
severissimo Catone, già deliberato in quanto a sè di morire,
pianse, come narra Plutarco, per pietà di tutti quelli amici e con-
cittadini suoi che eransi pur dianzi affidati ad un maro procelloso per
non lasciarsi cogliere in Utica da Cesare vincitore, come avea pur
pianto alcuni anni innanzi per un fratello amatissimo, quando
trovandosi esso Catone al co- mando di una legione in Macedonia,
alla novella che il detto fratello era moreute in Enos città della
Tracia, salpò immantinente con piccolo e fragil legno da Tessalonica,
contro l’avviso di tutti i nocchieri, per un mare tempestosis-
simo, e giunto in Enos trovò il fratello già spento (Plut., vita di
Catone, XI). E pianse certamente Cornelio Tacito, benché stoico
anch’egli, quando, dopo aver narrato come era vissuto e morto, non
senza sospetto di veleno, Giulio Agricola suo suocero, aggiungeva
queste patetiche parole: « Beato te. Agricola, che vivesti sì
chiaro e moristi sì a tempo : abbracciasti la morte con forte cuore
e lieto ; quanto a te, quasi scol- pandone il principe. Ma a me e
alla figliuola tua, oltre all’acerbezza dell’ a- ver perduto un
tanto padre, scoppia il cuore che non ci sia toccato ad assi- stere
nella tua malattia, aiutarti man- cante, saziarci di abbracciare,
baciare, affissarci nel tuo volto; avremmo pure raccolti precetti e
detti da stamparli nei nostri animi. Questo è il dolore, il col-
tello al nostro cuore. — Senza dubbio. 0 ottimo padre, per la presenza
della moglie tua amatissima, ti soverchiarono tutte le cose al
farti onore; ma tu se* stato riposto con queste meno lagrime, e
pure alcuna cosa desiderasti vedere al chiudere degli occhi tuoi. Fra le
varie divisioni dei beni appo gli stoici, l’una è questa, che dei
beni altri sono finali, altri efficienti, altri e finali insieme ed
efficienti. I beni finali sono parte della felicità e la
costituiscono : gli efficienti solo la procurano : i finali ed efficienti
insieme e la procurano e sono parte di quella. Del primo genere
sono la letizia, la li- bertà deir animo, la tranquillità, ecc. Del
secondo, l’uom prudente ed amico; del terzo, tutte le virtù. L’uom
pru- dente ed amico è un bene efficiente, perchè muove con la sua
diapoaizion razionale la tua diapoaizion razionale (lib. V. 28),
cioè è occasione a te di buone azioni. E nello stesso modo è un bene
di quel secondo genere ogni cosa, o sia pensiero o altro, che è
occasione a te per camminare verso la perfezione. Di questo bene
parla ora Antonino. Il quale, per lo esser solo efficiente, e non finale,
cioè pel non essere accompagnato ancora da quel sentimento intimo
di gioia perfetta che costituisce la felicità, non attrae
invincibilmente il tuo volere; ed è necessario quindi, perchè operi
ve- ramente sull’ uomo,* che questi si sot- tragga da tutte le
altre cose che ne lo possono sviare (conferisci quello che ne
insegna la teologia intorno alla gra- zia). E quando Antonino chiama
questo bene razionale (che è attributo generale del bene appo gli
stoici), il fa per op- posizione al preteso bene degli Epicurei,
che è sensibile. Seneca, epistola ultima : « Chi riguarda il piacere come
sommo bene, giudica che il bene sia sensibile : noi il giudichiamo
intelligibile. » E più sotto: « Non è bene dove non è ra- gione. »
Tutte queste cose era necessario notare per ìscliiarimento e con-
formazione del testo, dove la maggior parte dei cementatori ed interpreti
ha voluto cangiare la parola efficiente in civile 0 vuoi sociale^
con manifesto danno del senso e del pensiero di Antonino. Dispensazione^
in greco economia^ vale generalmente governo della casa,
amministrazione. E perchè molte cose si fanno pel governo della casa, le
quali da per sè sole non si farebbero (come per esempio il
risparmiare certe spese perchè le sostanze famigliar! sopperi-
scano al mantenimento di quella), quindi è stata applicata questa voce ad
ogni cosa che si faccia con fine provviden- ziale, benché sia di
nessun pregio in sè od anche noiosa; come p. e. il ga- stigare i rei.
È usata sovente in questo senso dagli scrittori greci e latini di
tarda età, e stoici ed altri, e massima- niente dai padri della Chiesa. È
tra noi disusata perchè è disusato il concetto eh’ ella esprime. Ma
per provare la sua antica cittadinanza in Italia allegherò il passo
seguente del Cavalca, l’ultimo dei citati sotto essa voce nel V.
della Crusca (Medicina del cuore): Per di- vina dispensazione
avviene che, per li pessimi vizi e gravi, grave e lunga tri-
bolazione ed infermitade arda e salvi r anima. » Da una nota dell’ Ornato
credo che, quando la scrisse, inclinava^ per l’ interpretazione di
questo luogo, a dar ragione allo Xilandro contro i posteriori. Se
non mutò poi di parere, il senso di questa espressione con libertà di
parole^ dovrebbe essere liberalmente^ cioè con liberalità di
parole, o generosamente ^ poi- ché così anche lo Xilandro intende
lo £À6u0£.'iu)5 del testo. E con questo racco- mandare la
generosità nelle preghiere, Antonino intenderebbe, come osserva il
Gataker, di biasimare le preghiere che non mirano che all’interesse
proprio di chi lo fa. E però loda quella preghiera degli Ateniesi,
i quali, al dire di Pau- sania, solevano pregare non solo per tutta
l’Attica, ma anche per tutta la Grecia. AUto^ nel senso peripatetico
e scolastico, è V affezione costante deWente: e per quel carattere
di costanza si di- stingue dalla disposizione^ che è varia- bile.
Appo gli stoici è la forza o virtù che mantien l’ente in quella
affezione costante; o, siccome essi favellano, è spirito (intendi
aria) che mantiene U corpo e il contiene: » perchè l’ente ò corpo
appo loro. La mente dell’ universo, dice Senone, penetra per tutte le
cose particolari e le mantiene e go- verna : ma non tutte nel medesimo
modo: perchè nelle une si manifesta come abito (pietre, legni);
nelle altre come natura (intendi principio organico mero: piante,
alberi); nelle altre come anima (prin- cipio animrle mero: bruti); nelle
altre ancora come mente e ragione (anima ragionevole universale e
sociale appo Antonino; uomini. Le cose governate dair abito sono adunque
i corpi dove non è altro principio costituente che il generale di
corpo : dove per con- seguenza non è altro carattere distin- tivo
che quella affezione (modo d’es- sere) costante por cui sono il tal corpo
anziché il tal altro. Sono la classe infima e generalissima di corpi , che
noi chiamiamo inorganica. Nelle cose go- vernate dalla natura,
oltre al carattere generale di corpo v’ ha già il carattere
d’organizzazione. Nelle cose governato dall’anima, oltre al carattere di
cor- poreità e di organizzazione, v’ha di più quello di animalità
ecc. Le classi si van cosi ristrignendo e innalzando sino al- r
ultima, che ha per carattere la razionalità. In questo § il testo è. in più
d’un luogo corrotto, e verìsimilmente havvi anche qualche lacuna.
Non potrei dire precisamente quali sieno le emendazioni seguite 0
fatte dall’ Ornato, perchè una sua lunghissima nota sulle difficoltà
di questo paragrafo, oltre che è piena di cancellature e in gran parte
non intel- ligibile, è anche manchevole, essendone stato lacerato
via, non so da chi (forse dall’ Ornato. medesimo per aver mutato
parere), un mezzo foglio. Nel voltare in italiano io mi sono discostato
il meno possibile dalle parole stesse dell’ Ornato, e ho serbato
inalterato il senso della sua interpretazione. Questo paragrafo, essendo
corrotto in più luoghi, dei quali l’ emendazione fu inutilmente
tentata finora, è diversa- mente inteso dagli interpreti. L’ Ornato
lasciò scritto al principio di una lunga nota: «di questo veramente
corrotto paragrafo non so che partito trarre. La sua interpretazione che
io seguii nel volgarizzamento vuol dunque essere accettata con
quella medesima riserva con che egli la propose. La parte che segue di
questo para- grafo è assai guasta, e fors’ anche muti- lata.
L’Ornato non la tradusse in alcun modo, riserbandosi di farlo quando
avesse trovato una correzione che gli piacesse : intorno a che
lasciò molte note. Nel mio volgarizzamento ho letto il testo come
fu letto dallo Schiiltz, non perchè egli approvasse in tutto quella
lezione, ina perchè non seppe trovarne una migliore. Il testo di questo
paragrafo è cor- rotto, e chi corregge in un modo e chi in un
altro, e chi ancora difendo la vulgata. Io ho seguito quella fra le molte
e varie emendazioni, dalla quale parvemi almeno di poter trarre un
senso chiaro. Poi sensori tutto il paragrafo conf. anche V, 33, e
Seneca epist. 65; « More quid est? aut finis, aut transitus. Tutti
gli interpreti che io co- nosco finora, compreso anche il Gata-
kero, il quale nondimeno si scosta dal vero meno che gli altri, pigliano
qui il granchio (fan pietà il Dacier o il Joly che seguono
ciecamente il Gasauhono, come fa pure il Barberini: il Milano poi è
la stessa pecora sempre, il tedesco Hoffmann erra men grossamente col
Ga- takero), confondendo insieme, siccome fossero una sola cosa, la
toù 3Xou (fùaiv e il ToO xóojjiou ’hys.uQvixdv ; quando anzi nella
distinzione di queste duo cose è fon- dato il senso di tutto il
paragrafo. La toO SXou qjvlcjis è la potenza creatrice o faci-
trice primitiva; lo •óyepwvixòv toO xóopiou è la potenza governatrice,
dipendente da quella prima, generata, o formata da quel- la prima:
siccome la natura dell’ uomo forma l’nomo, cioè la mente dell’nomo
non meno che il corpo ; e la mente deH’uomo poi gOTema il corpo. Il
senso adunque di tutto il paragrafo è questo : La natura
dell’universo decretò, determinò con de- liberazione ragionevole il
mondo, dan- dogli, per così dire, un corpo ed una mente. Ora, o
questa mente, a cui è affidato il governo del mondo, segue la
ragione (perchè la mente nel senso dello ^ìf£|jiovixbv può anche talora
essere sra- gionevole); e allora tutte le cose che ella fa, sono
quali le ha determinate generalmente dà principio la natura
formatrice del tutto, sono involute in quella prima determinazione, sono
con- seguenza necessaria di quella prima de- terminazione, ecc. ;
ovvero essa mente non segue sempre la ragione, e allora essendo
essa soggetta a capriccio, dovrà accadere che non solamente le cose
di minor conto che ella fa, ma anche le cose principali sieno
sragionevoli. Ma noi non veggiamo mai che nelle cose principali
ella sia sragionevole; dunque non può essere sragionevole nè
anche in quelle di minor conto; dunque tutte le cose vanno secondo
ragione. 0. Godo di aver potuto deeiferare nel manuscritto
dell’Ornato e quindi trarre in luce la precedente nota (la cui
reda- zione sarebbe certo migliore se l’ autore avesse potuto
ripulire e pubblicare egli stesso il suo lavoro); perchè l’inter-
pretazione e illustrazione contenuta in essa è ingegnosissima,
naturalissima e confermata da tutto quello che cono- sciamo della
fisica degli stoici. La na- tura universale (n toù óXov (pdcjts),
la potenza facitricc 0 creatrice, come dice l’Ornato, è il Dio
puro, il quale trae l’universo dalla sua propria sostanza, è
l’unità assoluta senza distinzioni e diversità di parti, è la natura
naturane; la potenza governatrice, la mente che go- verna il mondo
(TÓrìysixovixóv toù xó^jxou), generata da quella prima, è
all’incontro, nell’attuale diversità delle cose,' nella nauìra
naturata, nel mondo propriamente detto e composto di anima e di corpo, è,
dico, la provvidenza, l’anima di esso corpo. Al novero degli interpreti
che fran- tesero questo § è ora da aggiungersi Mr. Alexis Pierron,
che pubblicò la sua traduzione dei Ricordi un anno dopo la morte
dell’ Ornato. Ed è tanto più da stupire che il sig. Pierron abbia
egli pure sì mal compreso, in quanto che, avendo egli già prima
tradotto la Me- tafisica di Aristotele, dovea essere suf-
ficientemente versato nelle dottrine filo- sofiche delle principali
scuole della Grecia. Quasi tutti i traduttori hanno franteso questo
luogo, pigliando l’iwoia per intelletto^ ragione^ e traducendo
quin- di: vide ne intellectus hoc feraf.... il senso letterale,
aggiungendo ciò che è sottin- teso, è: vedi se la nozione (che tu hai di
te stesso come uomo) soffre cotesto, soifre cioè che tu dica esser nato
a goder dei piaceri. M. Alexis Pierron, seguendo l’ esempio di
tutti i suoi predecessori, pigliò an- ch’egli Vhvo'.a per intelletto
tradu- cendo: vota a' il y a du bon aena à le prétendre. Colia
bontà delle singole azioni vuotai procacciare di ben comporre la
vita. Il testo c brevissimo : l’ Ornato talvolta troppo fedele alla
lettera e studioso di conservare tutta la brevità dell’ origi-
nale, avea tradotto: ai vuol comporre la vita mettendo inaieme le azioni
ad una ad una; poi comporre inaieme la vita accozzando le azioni ad
una ad una; poi allogando le azioni ad una ad^ una. Non credo che
so avesse potuto ripu- lire e terminare egli stesso il suo la-
voro, si sarebbe contentato di alcuno di questi tre modi, che tutti
peccano di oscurità e di ambiguità. A costo dì essere men breve, io
ho creduto di dover essere piò chiaro non solo in questa frase, ma
in tutto questo paragrafo, svolgendo un poco il concetto dell’au-
tore siccome io l’intendo. Quasi tutti gli interpreti fran- tendono.
0. Nel novero degli interpreti che fran- tesero questo luogo
comprendi ora an- che Mr. Al. Pierron, che sdgue docil- mente- jl
Gataker e lo Schultz. L’errore sta nel legare Io i^’oioy ctv xoti
up^rìae col ófUTw che precede ; laddove si riferisce
all’azione alla quale l’animale ragionevole tendea e nella quale è
stato impedito. E ciò pare che abbia poi ca- pito lo Schultz nella
sua seconda edi- zione del testo greco, avendo egli posto una
virgola dopo il óutù. P. Pag. 216, 1. 7. (15) Se tu
vo/eafi ftema la debita ri- tterva . . , che da lei etesaa; cioè a
dire: se tu volesti assolutamente e non a - condizione
soltanto che la cosa fosse possibile; questo atto della tua volontà
fu veramente un male, perchè, come è detto altrove (IV, 1; VI, 50), l’
animai ragionevole non dee voler nulla che non sìa in poter suo, ed
anche il bene re- lativo, non dee volerlo se non se con-
dizionalmente, cioè in quanto sia pos- sibile; rimpossibilità essendo per
gli stoici sinonimo di non voluto dalla na- tura e dal destino, al
quale il savio non dee ripugnare. Che se poi la cosa voluta da te
fu una di quelle che non sono pur buone in senso relativo, e quindi
il volerla fu un appetito, pren- dendo il vocabolo volere nel significato
volgare, cioè un moto del senso, piut- tosto che della volontà
ragionevole; tu non ricevesti nocumento nè impedimento veruno:
perchè tu non sei «erwo, ma bensì mento, ragione o volontà razio-
nale, (V. la nota al § 26 del lib. X), e come tale, in quanto operi
secondo la tua propria natura non puoi essere impedito da nissuna
forza esteriore. — Così intendo questo luogo, così certamente è stato
inteso dall’ Ornato (assai diversamente dagli altri interpreti che
io conosco, il Gataker, lo Schultz e ul- timamente il Pierron), e questo
senso ho procurato, di esprimere traducendo. L’Ornato lasciò una
breve nota a questo luogo, ma in essa non fa che avver- tire le
difficoltà del tradurlo, stante la povertà dell’italiano
,comparativameute al greco, e scusare l’ oscurità e l’ ambi- guità
della traduzione tentata da lui. Di tutto questo paragrafo l’Ornato avea
fatto quattro tentativi diversi di traduzione, tutti laboriosissimi,
come appare dalle molte cancellature e corre- zioni. In margine
alla quarta od ultima prova scrisse: Sta qui fermo, perche farai
peggio se cangi. Non fu quindi senza molto bilanciare che mi risolsi
a fare io, come feci, una quinta prova, essendomi sembrato che il
miglior par- tito fosse qui di tradurre letteralmente, e spiegare i
sensi del testo nelle note. Ad illustrazione del senso stoico di
tutto il paragrafo ricordiamoci priiniera- inente che secondo gli stoici:
c Dio, con- siderato dal lato fisico, è la forza motrice della
materia, è la natura generale, e r anima vivificante del mondo;
conside- rato dal lato morale, è la ragione eterna che governa e
penetra l’universo, è la provvidenza benefica, è il principio della
legge naturale che comanda il bone e proibisce il male. » Ricordiamoci
ancora che l’aria, come uno dei due elementi attivi e parte essa
stessa della sostanza divina, ò dagli stoici considerata come il
principio della vita sensitiva. Dice adunque Antonino : non contentarti
ora- mai di essere unito con Dio a quel modo solamente che sono
uniti con lui gli esseri solamente sensitivi, cioè per mezzo della
respirazione ; ma fa’ ancora di unirti con lui a quel modo che si
appartiene agli esseri intellettivi, cioè con cognizione e accettazione
libera dello scopo che Iddio ha proposto al- r accettazione libera di
quelli. E però, siccome tu traggi dall’aria ambiento gli elementi
della tua vita sensitiva, traggi ancora dalla ragione ambiente gli
elementi della tua vita intellettiva. L’esistenza delle' cose dissolvendotù
(Tràvxa èv [xerai^oX-^. K«ì ocùrCg cù év ^'.r,v£xet à^.Xoicoasi, \at xaxa
ti (JiOo- p^). Qui mi pare che fosse il caso di dovere
assolutamente abbandonare la lettera e contentarci di esprimere il
senso del testo, piuttosto che cercar di tradurne le parole, che non sono
tra- ducibili in italiano. L’Ornato avea detto: tutte le, cose
vanno soggette a mutazione. E tu stesso ti alteri continuamente, e
peì'^isci, per cosi dire. Ma egli non era contento, come appare
dall’usato segno. E in vero che significa quel tutte le cose vanno
soggette a mutazione f Significa, e non può significare di più, che tutte
le cose possono essere mutate e lo saranno effettivamente quando
che sia; ma ciò liou esprime quella condizione delle cose, per cui
non hanno stato, o modo di es- sere che perduri pure un istante
senza mutamento, che è la vera condizione delle cose secondo il
pensiero di Anto- nino e voluta esprimere da lui. Chi do- vesse
tradurre questo luogo in tedesco, lo potrebbe fare, parmi, benissimo
di- cendo : Alle (Unge aind in unaufhorlichem anclera-werden ; come
si dice in werden non solo dai filosofi, ma anche nel lin- guaggio
famigliare, quando di una cosa che non è ancora, ma si sta incomin-
ciando 0 si va facendo, si suol dire: Die Saehc iat noch ini werden. Ma
la nostra lingua non ha tutta la flessibi- lità del tedesco, uè
sarebbe chiaro, uè permesso il dire in italiano : tutte le coae
sano in un continuo mutarai. È una singolare coutradizione di Marco
nostro e di, altri stoici poate- riori il venir cosi spesso parlando
con tanto dispregio della materia che aottoatà alle cose ( tt ,?
ii7:oy.e'.[xi\rng uXin?, — A"edi anche YI, 13, e altrove). Il mondo
è tut- tavia per essi un animale perfetto e bellissimo, il cui
corpo è la materia, e l’anima, Dio (vedi i Ricordi passim, e
specialmente X, 1). Le rughe sul volto del vegliardo, le screpolature
delle ulive e del fico vicini ad infradiciare, la bava del cignale
ed altre sì fatte cose hanno pure una certa grazia e venustà (III,
2), perchè il mondo è perfetto, e nulla è nelle suo parti che non
conferisca alla bellezza del tutto. Perchè dunque ora tanto
dispregio non solo per tale o tale altra parte, ma universalmente per
tutta , la materia che sottosta, quando questa materia, che non è
poi altro per gli stoici se non se il suhstratum indeter- minato di
tutto il contingente sensibile, è essa pure sostanza divina secondo
la scuola? Intendi: « o tu voglia
dire che il mondo sia stato formato di atomi. Digitized by
Coogle 378 BICORDI, ed abbia quindi origine dal caso;
o che sia stato formato di nature (essenze, entelechie, monadi), ed
abbia quindi per origino l’ intelligenza, o la natura, che qui è
sinonimo di intelligenza ; que- sta cosa pongo io certa anzi tutto, come
tratta dalla mia osservazione immediata, che io sono attualmente parte di
un tutto governato da una natura. » Con altre parole: « o tu faccia
venire il mondo dalla pluralità, o tu lo faccia venire dall’unità,
ella è cosa di fatto che io ci ravviso attualmente una pluralità
governata da una unità. » Il qual me- todo di filosofare, per cui,
lasciata stare la disputa intorno all’origine delle cose, si viene
ad esaminare la realtà attua- le di esse; lasciato stare il lontano
e mediato, si viene ad osservare l’ imme- diato e prossimo;
lasciata stare la co- gnizione dedotta, si viene a far capo alla
cognizione di fatto acquistata per osservazione; è solenne ad
Antonino. Ricordi il lettore che appo stoici mondo, tutto, natura,
Dio sono V sostanzialmente la stessa cosa, e però
quelle che poco innanzi furono chiamate parti del tutto, qui sono dette
della natura. Dìo, natura, mondo, tutto sono espressioni diverse
che corrispondono a modi diversi di considerare una stessa cosa, e
questa diversità è relativa alla mente finita dell’uomo che non può
si- multaneamente contemplare gli aspetti e momenti diversi delle
cose, e non alla realtà obbiettiva. Quindi ò che le espres- sioni
soprascritte sono non di rado usate runa per l’altra, poiché
sostanzialmente significano la medesima cosa. Il mondo KÓrfixog),
dice il Laerzio (VII, 70), era dagli stoici considerato: 1® come
causa 0 pbtenza informatrice di tutte le cose che sono {natura
nuturans, i; t£- Xvtxfi, -ij ToO òlo\j q>0ai<é ), la quale,
come artefice e informatrice di sé medesima, trae da sé stessa e
informa tutte le coso con suprema saviezza e divina necessità, cioè
secondo le sue leggi che sono quelle della ragione ; 2" come la
totalità delle cose informate e ordinate dalla potenza informatrice
immanente in esse e go- vernatrice di esse (dotta allora xòv Toù
xd^fjLou) e quindi come l’opera vivente, il vivente organismo, o
corpo organato da quella {natura naturata) ; finalmente come
l’unità dei due, cioè dell’ organismo vivente e della forza or-
ganatrice e governatrice, in quanto l’uno non si distingue dall’altra se
non se per la contemplazione della mente finita deU'uomo. Vedi i
Prolog» nell’edizione di Torino. Fa che tu vi sottoponga col pen^
siero ... di che io ragiono. Ho conser- vato tutte le parole della
interpretazione dell’ Ornato, perchè non avrei saputo quali altre più
chiare sostituir loro ; atteso che io non son sicuro di intendere
qui nè che cosa abbia voluto dire r Ornato, nò che cosa Antonino. L’Ornato
volea faro a questo luogo una nota ; ma non la fece, e non trovo
altro,, che si riferisca a questo luogo, ne’suoi manoscritti, se
non se un cenno pel quale è indicato che egli lesse qui ò, ti
risolutamente^ ove tutti gli altri, che io conosca, lessero &ti; e
che egli intese r Ù7TÓ0OU diversamente da tutti gli altri
interpreti. Il Gatakcr, e lo Schultz che lo segue da vicino, non sono
più chiari. Le quali tu apprendi»,, conside- razione del tutto.
Così l’Ornato svolse ed illustrò il pensiero di Antonino espres- so
brevissimamente e, parmì anche, poco chiaramente nel tosto. Non ho
mutato quasi nulla alla versione di questo para- grafo lasciata
dall’ Ornato, sia perchè ho motivo di credere che ne fosse già poco
meno che contento egli stesso, trovando io questo paragrafo nettamente
ricopiato; ^ sia perchè non avrei voluto correr pericolo (li alterarne
benché minimamente il senso, trattandosi di un luogo che egli
intese assai diversamente da tutti gli altri interpreti. Vuol dire che non
bastano le impressioni buone che noi riceviamo per mezzo della
sensibilità, le quali possono e sogliono venir cancellate da
impres- sioni contrarie, ma ci vuole anche il la- voro deir
intelletto che riduca quelle ad unità e le fermi cosi nel nostro
spirito, formandone come un corpo di scienza. Non basta
l’osservazione, l’applicazio- ne dello spirito alle cose di
circostanza, ma ci vuole ancora la contemplazione, l’ applicazione
dello spirito alle cose permanenti , al generale immutabile. Solo
col ridurre ad unità il moltiplice, a generalità il particolare, si
possono radicare le cognizioni nell’ anima, la quale si compiace
dell’unità, e quindi della scienza: compiacenza cui la sem- plicità
del cuore dee far rimanere se- creta naturalmente nel cuore, ma non
artatamente celata; ed allora è l’ani- ma veramente grave e soda e come
chi dicesse, veneranda. Sul fine del para- grafo fa la enumerazione
delle diverse categorie alle quali si dee riferire l’og- getto
osservato. 0. Questa nota dell’ Ornato che per le troppe
citazioni del testo greco non può qui darsi che in parte, trovasi
in- tera nell’edizione di Torino. Grecismo, per suole accadere. Non
era possibile il tradurre altrimenti. Del resto vada a rilento chi
per la sola ragione del non potersi tradurre sempre colla stessa
voce una stessa parola del testo, accusa Antonino qui ed altrove di
arguzia. Gli stoici crede- vano che, là dove è una stessa parola,
debbe essere anche una stessa idea. Ed anche Platone (vedi il Cratilo) il
credette; e il credette il Vico: e tanti j altri il credettero: e noi il
crediamo. , Se quella idea generalissima che l’an- ! tichità avea
attaccata al :p:?.eìv non si ' trova più annessa al nostro amare, ciò
j non prova altro se non che il greco e l’italiano sono due lingue
diverse. E sap evadicelo. Il passo di Platone è nel Teeteto dove parlando
dell’ uomo filosofo liberalmente educato, dice, udendo egli lodare e
magnificare un tiranno od un re, gli par di udire lodato e
magnificato un pastore, perchè egli munga di molto latte; e l’animale
cui pasce e munge il re, gli pare anche più ritroso e più infido di
quello cui pasce e munge il pastore; nè men rozzo nè meno ineducato
stima egli l’uno che l’altro, mancando ad amhidue il tempo per
badare a sè, e vivendo il primo fra le mura della reggia a quello
stesso modo che l’altro nella capanna sul monte. » Del resto , il senso
generale di tutto questo paragrafo, non bene inteso, se- condo me,
dagli interpreti, mi pare che sia: Tu dèi farti capace sempre pih
cho tu puoi vivere da filosofo in questa tua corte come faresti in.
quella tua villa .che agogni. Non incontri tu ad ogni •passo esempi
di quel che dice Platone: uomini che vivono nei palagi come fa-
rebbe un rozzo pastore in sul monte: ingolfati cioè quelli e questo nelle
cure materiali del governo dell’armentoV E sottintende: se per
costoro il palagio non è altrimenti che una capanna, non può ella con
più ragiono essere la reggia per te come un ritiro filosofico? Gran ragione ha
qui Antonino • di raccomandare a sè medesimo anche ' questo genere
di contemplazione, cioè a dire lo studio dei fenomeni, e delle
maraviglie, come egli dice sapientemente, “ dell’organismo corporeo degli
animali e deir uomo massimamente: perchè non è altro studio il quale
possa per via più compendiosa e sicura condurre alla co- gnizione
della infinita sapienza, e prov- videnza infinita della causa
reggitrice del mondo. Nè l’uorao può presumere di conoscere sè
medesimo, sé non co- nosce almeno un poco di queste mara- viglie,
cioè come si formi, cresca, si conservi, si rinnovi e deperisca il
suo corpo, quale sia la natura e il modo di operare della causa o
principio a cui dehbonsi riferire questi fenomeni, quali le
relazioni di questa vita orga- nica del suo corpo con quella del
prin- cipio che in lui sente, vuole, e pensa, e come possano questo
due vite modificarsi fra loro scambievolmente. In vero chi aspira a
conoscere sè medesimo, per quanto sia dato all* uomo di pur
conoscere sè stesso, e non cura di co- noscere un po’intimamente anche
que- sta delle due parti di che si compone Tesser suo, porta gran
pericolo di er- rare nel vano, e di prendere astrazioni por
realtà, il che avvenne appunto agli stoici, ignorantissimi di anatomia
o quindi più ancora di fisiologia. Perchè uno appunto degli errori
fondamentali della loro filosofia, quello por cui mu- tilavano la
natura umana escludendo da essa la sensibilità che riferivano al
corpo come a cosa straniera all’ uomo propriamente, il quale per essi non
era altro che ragione e volontà; questo er- rore, dico, è in gran
parte da attribuire alla imperfezione delle loro cognizioni, ai
loro errori circa la costituzione fisi- ca deH’uomo e le relazioni in che
ella si trova colla sua costituzione morale e intellettuale; o per
dire più vera- mente, alla loro totale ignoranza dello leggi che
governano i fenomeni dell’or- ganismo corporeo dell’uomo, delle
rela- zioni intimissime della vita di esso or- ganismo corporeo con
quella della mente, e della natura egualmente spirituale di
ambidue. (Vedi nell’Appendice ai Ricordi nell’edizione di Torino la
dissertazione del Burdach). Questi versi sono di Omero e sono dei
più famosi nell’antichità, dei più spesso citati e ripetuti, imitati
dai poeti posteriori; o però Antonino non li scrisse per intero, ma
solo quei brani che sono stampati in corsivo, bastando quelli a
richiamare alla memoria i versi interi, alle diverse sentenze
contenuto in essi alludendo egli poi nella parte se- guente del
paragrafo. Con questi versi, nel VI deir Iliade,. Glauco (dopo aver
detto magnanimo Tidide a che mi chiedi il mio lignaggio?) incomincia la
sua ri- sposta a Diomede, il quale, prima di accettare il
combattimento con lui, aveagli chiesto qual fosse la sua stirpe. Io
li ho tradotti letteralmente, giovan- domi in parte della traduzione del
Monti, la. quale, come nota a tutti i lettori, avrei volentieri
dato qui inalterata, se in essa fosse più fedelmente espresso, e
nell’ ultimo verso non interamente guasto il senso delle parole di Omero.
Il qual verso, voglio dire il 149\ è tra- dotto dal Monti come segue:
CosxVuom • nasce e così muor: il che fa fare un falso sillogismo a
Glauco, il quale secondo la traduzione del Monti, concludendo,
affermerebbe dell’wo/Ho ciò che dovea affermare delle schiatte umane,
mutando, come direbbero i loici, nella conclusione il piccolo
termine, che nella premessa minore- non era uomo ma schiatta^ o
stirpe, come disse il Monti. E pure- il verso di Omero ò chiarissimo.
Questo strafalcione il Monti non avrebbe fatto se, come quasi
ignorante del greco, con tante altre traduzioni avesse saputo •
consultare quella mirabilissima, non solo per eleganza di stile ma ancora
per fedeltà, precisione e chiarezza, del Voss, il quale in cinque
bellissimi esa- metri tedeschi traduce letteralmente i cinque
esametri greci. Anche il Pope, sebbene i suoi lavori sui poemi di
Omero, tutto die pregevolissimi per altri rispet- ti, non meritino
il nome di traduzione, non fece qui lo sproposito del Monti. Ed
altri ancora potrei nominare dei nostri che con nobilissimo
intendimento si diedero all’ardua impresa di recare nella nostra
lingua chi l’una e chi l’altra di quelle poche reliquie che ci
riman- gono della greca poesia (dico poche rispetto a ciò che fu
divorato dal tem- po); i quali avrebbero meglio inteso e meglio
tradotti moltissimi luoghi se avessero potuto consultare, se non
tutti gli interpreti, cementatori ed espositori, almeno i traduttori
tedeschi. Ma basterà che io nomini il più valente, a parer mio, di
tutti, il Belletti, al quale, tranne forse una più intima notizia del
greco, nulla mancava, non valor d’arte, non felicità d’ ingegno, a
poter fare una tra- duzione perfetta, o prossima alla per- fezione,
dei tragici greci. E in vero, leggendo io le traduzioni del Bcllotti
e riscontrandolo diligentemente cogli ori- ginali, ebbi in
moltissimi luoghi ad am- mirarne la eccellenza, anzi direi quasi in
tutti quei luoghi dov’egli capì ab- bastanza intimamente il suo testo
e non erano difficoltà insuperabili a qual- sivoglia traduttore. Ma
anche in molti altri luoghi io ebbi a lamentare che egli pure non
abbia saputo o potuto giovarsi delle eccellenti traduzioni fatte
da* suoi predecessori alemanni. Nel solo Agamennone, che anche
considerato in sè stesso e non come parte di una grande e sublime
trilogia, è forse il più bel monumento della scena antica, e
certamente il più grande di tutti per sublimità tragica, recondita
filosofia, splendore di immagini e copia di alti e forti pensieri,
quanti errori avrebbe evitati il Belletti, quante meno scem-
piaggini avrebbe fatto dire a quella grande anima e colossale ingegno
di Eschilo, so egli avesse solo potuto pro- fittare della
traduzione e dei Prolego- meni di Guglielmo Humboldt? Non dirò del
libro di Federico Welcker sulla Tri- logia di Eschilo^ che forse non era
an- cora pubblicato quando il Bellotti tra- ducea l’ Agamennone. Ed
è tanto più da lamentare che al Bellotti siano mancati questi
sussidi, quanto è meno da sperare che sia presto per sorgere un altro
in- gegno italiano, il quale possa fare quello che avrebbe potuto
il Bellotti. Ritornando al paragrafo di Antonino e al luogo
citato di Omero, è da notare come siffatti pensieri intorno al poco
o niun valore della vita considerata in sè, e di tutte le cose
umane e dell’ uomo stesso, così frequenti nei poeti ebraici;
frequentissimi in questo scritto di An- tonino e divenuti quasi abituali
nei cristiani dei primi secoli, si trovino pure non di rado anche
nei poeti greci più antichi, voglio dire in quelli delle prime e
più splendide epoche della greca letteratura, sebbene i Greci fossero
un popolo di allegra immaginazione. Forse non dispiacerà al lettore
il vederne qui raccolti alcuni esempi : nell’ Odissea, XVIII, 130 : — la
terra non nutre nulla di più infermo che Vuomo. Nell’ottava delle
Pitie di Pindaro, vers. 135: — Che siatn noi dunque o che non siamo f Leggiero
veder d* ombra che sogna. Letteralmente la seconda parte. L’uomo è l’ombra di
un sogno. Nel Prometeo di Eschilo
e non vedevi V imbecille natura a vano sogno eguale ond* è
impedito il cieco umano gregge? (traduzione del Belletti). Nell’
Aiace di Sofoclé, — perocché veggo non essere noi, quanti viviamo, altro
che larve ed ombra vana. Nel Filottete del . medesimo Sofocle,
vers. 946. Filottete chiama sè medesimo: — ombra di un fumo. Nella
Medea di Euripide -- non ora soltanto incomincio a stimare tutte le cose
umane come un' ombra, E vuoisi notare come appo i tragici ed anche
appo i) lepidissimo Aristofane la parola effimeri, cioè quelli che
durano un giorno, è spessissimo usata come sinonimo di uomini. A
queste, o ad al- tre simili sentenze d’ antichi ed illu- stri poeti,
le quali erano nella me- moria di tutti gli eruditi del suo tempo,
♦ alludeva evidentemente Antonino con quelle sue parole: il più breve
detto, anche di quelli che sono i più noti ecc., accennava poi per
esempio quelli di Omero. [Questa nota fu scritta in tempo
che io, quasi appona ripatriato dopo trent’an- ni di assenza, e
mandato a stare in un cantuccio al tutto vacuo di studi e di
lettere (prendendo i vocaboli in un senso un po’ alto), e ridottomi a
passare nella solitudine i pochi momenti d’ozio che r esercizio di
un pubblico ufficio mi lasciava, avea potuto, non saprei diro
perchè, immaginarmi che il valentis- simo sig. Bellotti fosse già del
numero di quei felici che più non vivono altri- menti sulla terra
che per la memoria di opere egregie che vi lasciarono. Avvertito ora del
mio errore, non cangio nulla a quello che ho scritto di lui; ma
aggiungo V espressione di un voto, che deve esser quello di tutti gli
amatori delle buone lettere desiderosi di vedere vie più chiara e
più grande la rino- manza di un nobilissimo ingegno: ed ' è che
l’esimio sig. Bellotti, come sta ora, da quanto mi dissero, rivedendo
o migliorando il suo Yolgarizzamento di Sofocle, così possa egli
poi rivedere ed emeudare quello ancora di Eschilo, il quale, a
parer mio, ne ha maggiore bi- sogno; perchè quello, tranne forse
al- cune eccezioni, non pecca gravemente che nella parte lirica;
laddove in questo trovai, 0 parvemi certamente trovare, molti
luoghi da dover essere emendati non solo nella parte lirica troppo
spesso non traducibile in italiano (come è in- traducibile Pindaro,
secondo che fu sen- tenziato anche da G. Leopardi non ismentito dal
tentativo più audace che felice di Giuseppe Borghi) ; ma eziandio
nel dialogo. Ella comjyie nondimeno..», si avea proposto. Mi sono
scostato, anche nel senso, interamente dall’ Ornato, il quale avea
tradotto: ella rende intero e com- piuto quanto ella avea fatto fino
allora; primieramente perchè il senso voluto esprimere dall’ Ornato
non mi sembrava abbastanza chiaro ; e poi, e principal- mente
perchè mi parve troppo grande licenza il tradurre per quanto avea
fatto fino allora, il tò irpoTcOiv, il quale mi sembra qui usato
nel senso il più ovvio del verbo “7rp.oT{6T)|ju”, che è quello di
proporre, e così l’ intende anche lo Schultz contrariamente al’Gataker seguito
dall’ Ornato. Veggo bene le ra- gioni che possono avere indotto
l’Or- nato a interpretare a quel modo; ma non mi persuadono. Il
pensiero di An- tonino mi sembra chiaramente, l’anima razionale, la quale
non si propone altro che di operare sempre secondo ciò che richiede
il momento presente, e di aver caro tutto ciò che le inter- viene,
come cosa voluta dalla natura, in qualunque istante le* sopravvenga
la morte, compie sempre interamente il compito che ella si avea
proposto, e in modo soddisfacente a sè stessa; ella ha tutto ciò
che potea desiderare, ha totalmente esaurita la sua parte come
attrice sulla scena del mondo ; e appunto il morire quando la natura lo
vuole, è la conclusione, il compimento della parte a lei assegnata e da
lei li- beramente accettata nel gran dramma della vita universale.
Bone avverte qui il Gataker aver già Socrate usato il medesimo
argomento per indurre Alcibiade a disprezzare la moltitudine, alla*
quale peritavasi di farsi innanzi a concionare: qual è, dis-
s’egli, di costoro quegli che ti impau- risce? forse Micillo il
ciabattieref Trigaió il conciatore f Trochilo il ferravecchio? ora
non sono costoro quelli dei quali si compone V adunanza del popolo? Che
se non temi di favellare a ciascuno di essi separatamente, che è dò
.che ti fa timido a parlar loro riuniti insieme? Il ragionamento di
Socrate era giustissimo ap- > plicato ad una moltitudine di
popolo riunito, e avrebbe anche potuto ricor- dare ad Alcibiade
l’antico detto di Solone ai:li Ateniesi conservatoci da Plu- tarco: preni
ad uno ad uno »iete tante volpi ; riuniti insieme siete tanti
allocchi. Ma il medesimo ragionamento applicato allo cose di cui
parla Marco nostro non ò molto concludente. E una melodia, per es.,
come qui avverte opportuna- mente il Pierron, è qualche cosa di più
che una semplice successione di suoni, e Antonino dimentica di
considerare ciò appunto per cui le note musicali hanno potenza da
commovere T anima sì intimamente. Avverta il lettore che idea tra-
gica fondamentale ai poeti greci era la lotta infelice della volontà e
liberta morale dell’ uomo contro l’ inflessibile necessità ; o per
dir più veramente, quella fatale retribuzione di giustizia che
risulta inevitabilmente alla vita umana dalle leggi necessarie
dell’ordine morale. Perchè quella necessità che non era punto upa cosa cieca
secondo gli stoici, apjio i quali il /«<o non era altro che la
concatenazione delle cause secondo le leggi della na- tura, cioè
della ragione e quindi della giustizia; quella necessità, dico, non
era punto una cosa cieca neppure nella mente dei poeti: sendo che a
Nemesi figlia appunto di essa necessità e particolarmente incaricata di
vendicare i delitti e rovesciare le troppo grandi e- immeritate
prospérità, a Nemesi^ dico, e alla Giustizia (5“tx-ri), che erano i
due concetti più puri fra tutte le divinità immaginate dall’ antico
politeismo, il semplice, ma sublime buon senso dei Greci riferiva
tutto ciò che risguarda il supremo governo del mondo. L’idea dunque
della giustizia era congiunta con quella della necessità^ sebbene
in modo diverso, anche nella mento dei poeti, come in quella degli
stoici. Cho se Antonino non fa qui esplicitamente alcuna allusione
a quella retribuzione di giustizia, che era l’elemento morale della
tragedia greca, ma solo allude alla inutilità della lotta contro alla
necessità, e sembra così impicciolire l’i- dea nobilissima dell’antica
tragedia; egli è perchè questa inutilità intendeano gli stoici e i
poeti allo stesso modo, e quasi esprimevano colle medesime pa-
role; laddove intendeano in modo di- verso quella retribuzione: e non
erano forse i poeti quelli clie la intendeano in modo men vicino al
vero. Benissimo il Gataker ricorda qui alcuni detti memorabili di
Pocione, conservatici da Plutarco, ai quali alludea probabilmente
Antonino in questo luogo. Già condannato a morte per giudizio
iniquo de’ suoi cittadini, in proposito . di uno che non ristava dal
dirgli vil- lanie, disse Focione: non sarà alcuno che faccia costui
cessare dal disonorar «è medesimo ? E già vicino a morire, questa
sola ingiunzione fece al figliuolo: dimenticasse il fatto ingiusto degli
Ateniesi. Quanto alle parole che seguono di Marco nostro : mpposto che
non e in- fingenac, non debbono esser prese come , espressione di
nn sospetto nel caso particolare di Focione, ma bensì in un senso
generale, quasi dicesse Antonino con istoica riserva, non bastar
sempre le parole a dar certo fondamento a un giudizio sulle
disposizioni interne del- l’animo altrui, nè doversi mai fingere,
neppur quando il fingere potesse gio- vare a bene edificare gli uomini.
Da stólto (à|*vu/jiov). L’Ornato avea trodotto inìquo, seguendo lo
Schultz che tradusse iniquum. Ma l’Ornato non era ben risoluto di
aver bene interpre- tato quello ayvofxov, come appare dal consueto
segno. E veramente non parmi che lo ayvcofjLov possa esser preso in
questo senso, sebbene abbia quello ingrato, disleale, disamorato. Il
senso più ovvio di questo aggettivo è privo di senno, stolto,
inavveduto, e parmi che 41 1 reo Aurelio questo senso quadri benissimo in
questo , luogo, meglio che non faccia quello di inìquo. Dopo aver
detto Antonino es- sere da pazzoy cioè a dire da stolto, il volere
che ì malvagi non pecchino; aggiunge che lo ammettere in tesi gene- rale
ed assoluta, poiché non si può fare altrimenti, che essi debbano di
neces- sità peccare, e il volere ad un tempo che essi facciano una
eccezione a favor tuo, è cosa non solo às. stolto^ ma an- che da
tiranno: da stolto perchè l’ec- cezione, anche di un solo caso non
è possibile ai malvagi; .da tiranno perchè vuoi esser distinto e
che ti si abbia maggior rispetto che agli altri uomini. Anche il
Gataker intende 1’ àyvwi^ov così; il Pierron segue lo Schultz. Parole di
Epitteto (dissert. Ili, 24) malissimo interpretate da Al. Pier-
ron, che riferisce l’àiroOavTi al padre, quando deve essere riferito al
figliuolo, corno fece l’Ornato, seguendo il Gataker e lo Schultz. La
medesima sentenza si trova anche nel Manuale del mede- simo Epitteto
con parole poco diverse, e fu benissimo tradotta dal Leopardi. Se tu
hacer<fi per avventura un tuo Ji- gliolino o la^moglie, dirai teco
stesso: io bacio un mortale. Manuale, Tutto è opinione. Il lettore
com- prenderà facilmente come il senso stoico di questa frase,
tante volte ripetuta da Marco nostro, è al tutto alieno da quello
della famosa sentenza del sofista Protagora: V uomo è misura di tutte
le cose. La sentenza del sofista si riferiva ad ogni cosa, alla
verità obbiettiva, alla moralità come alla sensibilità, e tendea
quindi a distruggere la possibilità' di ogni cognizione teorica, la
morale come la religione. La sentenza di Antonino al contrario, il
quale, per un errore direi quasi magnanimo, riduceva, seguendo gli
stoici anteriori, tutta l’essenza dell’ uo- mo alla ragione e alla
volontà ragionevele, non si riforisce ad altro che alla sensibilità, cioè
ai piaceri e ai dolori di cui essa sensibilità è soggetto. Intendi
raziocinio nel senso proprio dei loici, cioè facoltà del sillogizzare,
operazione propria dell’intelletto; e nota qui il carattere esclusivo
del Portico, il quale considerava e stimava un nulla, non che la
sensibilità ma l’in- telletto stesso, a paragone dei buon uso della
volontà, cioè della moralità della ragione. Traducendo ho usato il
vo- cabolo raziocinio piuttosto che intelletto, perchè in italiano
il senso della parola intelletto può essere troppo facilmente
confuso con quello di ragione, la differenza fra i due non essendo così ben
determinata nella nostra lingua, come è fra i due corrispondenti tedeschi
Verstandnis e Vernunft. Ornato. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice ed Ornato” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701273778/in/photolist-2mLLwjC-CkaHMd-2mLExs3
Grice ed Orsi – filosofia italiana – Luigi Speranza (Palma di Montechiaro). Filosofo. Grice: “Orsi uses ‘psicologia speculativa’ where I would use ‘psicologia
filosofica,’ since speculativa opposes to prattica, rather!” --Allievo di Ottaviano,
insegna a Catania. Pubblica nella sua attività di ricerca scritti minori di
autori italiani e il saggio “Gl’hegeliani
di Napoli.” Crato l'edizione dell'opera di Ottaviano su Campailla; “La
psicologia filosofica di Spaventa. è stato nella segreteria della rivista “Sophia”.
Altri saggi: “Lo spirito come atto puro,” “La filosofia moderna,” “L'uomo al
bivio: immanentismo o cristianesimo? Saggio di realismo esistenziale, “Antropologia”;
“Psiche e metafisica” “Psicologia speculativa” “Sulla psico-patia”. Orsi.
Keywords: animo, amore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Orsi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742674470/in/datetaken/
Grice ed Ortes – il verso -- filosofia italiana –
Luigi Speranza -- (Venezia). Filosofo. Grice: “Being English, I was often confronted with that very
‘silly’ song by Cleese and Idle, but then they were never the first! Which is
good, since they are Cambridge and Ortes is Oxonian! Viva La Fenice!” -- Considerato
uno dei più dotati tra i filosofi veneti settecenteschi, precursore
nell'analizzare dal punto di vista della produzione complessiva alcuni aspetti
come popolazione e consumo. La sua impostazione filosofica si fonda su un
rigoroso razionalismo. Nel mercantilismo vide far gran confusione fra moneta e
ricchezza. Fu un sostenitore del libero scambio pur con alcune restrizioni
della proprietà che interessavano il clero, anche se appartenevano al passato ed
è considerato per questo un anticipatore di Malthus, ma con qualche contraddizione.
Malthus prevede l'aumento della popolazione, in trenta anni, in modo
esponenziale, quindi molto di più dell'aumento delle sussistenze. Altre saggi:
“Grandi, abate camaldolese, matematico dello Studio Pisano, Venezia, Giambatista
Pasquali, “ Dell'economia nazionale” (Venezia); “Sulla religione e sul governo
dei popoli” (Venezia); “Saggio della filosofia degli antichi” -- esposto in versi
per musica (Venezia); “Dei fedecommessi a famiglie e chiese,” Venezia, “Riflessioni
sulla popolazione delle nazioni per rapporto all'economia nazionale: errori
popolari intorno all'economia nazionale e al governo delle nazioni” (Milano,
Ricciardi), R. Donati (Genova, San Marco dei Giustiniani). Catalano, Dizionario
Letterario Bompiani. AMilano, Bompiani, Citazionio su Treccani L'Enciclopedia
Italiana. Gianmaria Ortes. Ortes. Keywords: verso. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice ed Ortes” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690552167/in/photolist-2mPsU62-2mNaHiH-2mMYJP6-2mKHAhF-2mKDA5r-2mPvmTf
Grice ed Otranto – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Otranto). Filosofo. Grice: “Otranto wrote a tractatus ‘de arte laxeuterii,’ which is
an art of ‘divination,’ as when we say that smoke divinates fire!” -- Grice:
“Had Otranto not written ‘scritti filosofici’ we wouldn’t call him a
philosopher!” – Filosofo. Sull'infanzia e sulla formazione poco è noto. Non si
sa dove oggiorna e studia, né chi siano stati i suoi maestri. La sua filosofia,
però, lascia immaginare una formazione molto solida. Insegna a Casole. Tradusse
la liturgia di Basilio ed altri testi liturgici per volontà del vescovo. Le sue
competenze linguistiche gli valeno inoltre degli incarichi diplomatici. Interprete
al seguito dei legati papali Benedetto, cardinale di Santa Susanna, e Galvani.
E a Nicea al seguito del re Federico di Svevia. Saggi: “L'arte dello
scalpello”, con una raccolta di testi geo-mantici ed astrologici; traduzioni di
testi liturgici; “Dialogo contro i giudei”; Tre monografie o syntagmata “Contro
i Latini” -- su questioni dottrinali significative nella polemica fra cattolici
ed ortodossi (quali la processione dello spirito santo o il pane azzimo);
un'appendice ai tre syntagmata; lettere e frammenti di lettere;. J Hoeck-R.J. Loenertz, Nikolaos-Nektarios von
Otranto Abt von Casole. Beiträge zur Geschichte der ost-westlichen Beziehungen
unter Innozenz III. und Friedrich II., Ettal. M. Chronz: Νεκταρίου, ηγουμένου
μονής Κασούλων (Νικολάου Υδρουντινού): « Διάλεξις κατά Ιουδαίων». Κριτική
έκδοση. Athena, L. Hoffmann: Der anti-jüdische
Dialog Kata Iudaion des Nikolaos-Nektarios von Otranto. Universitätsbibliothek
Mainz, Mainz, Univ., Diss., Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Nicola Nettario d’Otranto. Otranto. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Otranto” – The Swimming-Pool Library.
Grice ed Ottaviano – collettivismo – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Modica). Filosofo. Grice: “Perhaps with Holllinghurst, and Hogarth, of course,
Ottaviano is one of the few who have cherished in the analysis of ‘la curva’ or
‘la linea’ – and it has revived a debate which should fascinate a few!” Diplomatosi
a Modica, si laurea a Milano. Straordinario di Storia della Filosofia a Cagliari,
poi a Napoli, ottenne la cattedra, conseguendovi la libera docenza ne passò poi
a Catania, dove fonda e diresse l'Istituto di Magistero, insegnandovi. Fonda la
rivista “Sophia”. Grande conoscitore della filosofia del periodo medievale, di
cui peraltro ritrova e studiò molte opere inedite, elaborò una propria teoria. Delle due saggi, “Critica dell'Idealismo”
(Napoli,) e “Metafisica dell'essere parziale” (Padova), la prima ma fu ben
presto censurata e poi bruciata pubblicamente a causa della sua dura critica
all'Idealismo di Gentile. Questa sua opposizione a Gentile, nonché le sue
critiche a Croce, gli valeno dure vessazioni accademiche. Compone inoltre un ampio e comprensivo
Manuale di storia della filosofia (Napoli). Membro dell'Accademia d'Italia, si
occupa, per primo, della filosofia di Gioacchino da Fiore, esaltato d’Aligheri
nella Commedia, pubblicandone un saggio. Pubblica il codice di Oxford “Joachimi
Abbatis Liber contra Lombardum,” che attribuì a qualche seguace della scuola di
Fiore. Mentre celebrava, a Novara, Pietro Lombardo, riprese a parlare di Fiore,
presentandolo come un romantico "ante litteram" e un fautore della
nazione italiana. Segnalò pure due ignorati codici gioachimiti della biblioteca
Casanatense di Roma, occupandosi altresì della condanna di Gioacchino da parte
del Concilio Lateranense ed evidenziandone lo sgomento suscitato. Inoltre,
nella rivista Sophia, diretta da lui ed allora edita dalla CEDAM di Padova,
diede spazio a vari studiosi gioachimiti. Sempre sull'argomento, ritenne
dapprima Gioacchino un triteista, ma, dopo aver visionato le tavole del Liber
figurarum, scoperto da L. Tondelli propese invece per un'ortodossia trinitaria.
Fonda e diresse un partito nazionale d'impronta social-liberale, che però non
ebbe seguito. Opere principali: Pietro Abelardo. La vita, le opere, il
pensiero” (Poliglotta, Roma); “Il "Tractatus super quatuor evangelia"
di Fiore, Archivio di filosofia, Padova, Testi medioevali inediti. Alcuino,
Avendanth, Raterio, Anselmo d’Aosta, Abelardo, Incertus auctor” (Olschki,
Firenze); Joachimi abbatis Liber contra Lombardum (Scuola di Gioacchino da
Fiore), Reale Accademia d'Italia Studi e documenti, Roma, Un documento intorno
alla condanna di Gioacchino da Fiore” (Rondinella, Napoli); Pier Lombardo, in
Celebrazioni piemontesi, Istituto d'Arte per la Decorazione e la Illustrazione
del Libro, Urbino); “Critica dell'Idealismo” (Rondinella, Napoli); “Metafisica
dell'essere parziale” CEDAM, Padova); “La tragicità del reale, ovvero la
malinconia delle cose. Saggio sulla mia filosofia” (CEDAM, Padova); Tommaso
Campailla. Contributo all'interpretazione e alla storia del cartesianesimo in
Italia, introduzione e note D. D'Orsi” (CEDAM, Padova); E. Scarcella,
Dizionario Biografico degli Italiani, D. D'Orsi, Il filosofo della quarta età:
ricordo di Ottaviano, quotidiano “La Sicilia”, Catania, di. D.'Orsi, Tra
Socrate e Gesù: quattro anni fa moriva, quotidiano “La Sicilia”, Catania, . E.
Scarcella, Dizionario Biografico degli
Italiani, stituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma,. Gioacchino da Fiore Massimiliano Pace, Info Magazine. Ottaviano.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice ed Ottaviano” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51741935518/in/datetaken/+
Grice e Pace – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Berga). Filosofo. Grice: “I love the fact that Pace, like me, is a Protestant, and
married one! This should deduce the defeasibility of non-monotonicity: ‘all
Italians are Catholic;’ he surely wasn’t --- and neither is Speranza, or
Ghersi, two other fervent ‘protestanti’!” Grice: “I love Pace – in a way he reminds me
of myself when I was teaching Aristotle’s Categoriae at Oxford! – A good thing
about Pace is that he stopped saying that he was commenting on Aristotle – his
Casaubon edition is still very readable – and tried to compose his own
‘Institutiones logicae,’ as he did – As Kneale once told me, ‘This made Pace a
logician, and not just a commentator!” -- Italian essential philosopher. Studia
a Padova, dove fu allievo di Menochio e Panciroli. Aderì alla religione
riformata e intimorito dagli ammonimenti delle autorità religiose patavine, si
rifugiò a Ginevra, il principale centro del Calvinismo. Divenne professore.
Tradusse Aristotele – “In Porphyrii Isagogen et Aristotelis Organum: Commentarius
analyticus.” A Ginevra sposò Isabella Venturina, protestante originaria di
Lucca. Ottenne la cattedra a Heidelberg. Pronuncia una famosa
prolusione, “De iuris civilis difficultate ac docendi method”. Fu coinvolto in
una polemica con Gentili. Gentili, non avendo ottenuto la cattedra di
Istituzioni alla quale aspirava, accusò Pace di averlo boicottato e gli rivolse
delle offese in un componimento poetico indirizzato a Colli. Offeso, lo
denunciò davanti al Senato accademico, costringendolo infine a lasciare Heidelberg
per Altdorf. Ebbe anch'egli fastidi con le autorità accademiche di Heidelberg
per le sue simpatie per il Ramismo
Insegnò a Sedan, Ginevra, Montpellier, Nîmes, Aiax, e Valence. Rese
pubblica la sua abiuria al protestantesimo; quell'anno ebbe la cattedra a Padova
e scrisse “De Dominio maris Adriatici”, un'opera a favore della Repubblica di
Venezia che gli valse anche il cavalierato. La sua edizione dell'Organon di
Aristotele, fu inclusa in un'edizione delle opere di Aristotele edita da Casaubon ed
ebbe ampia diffusione. Pubblicò a Sedan le “Institutiones logicae” e a
Francoforte il suo importante commento In Porphyrii Isagogen et Aristotelis
Organum, Commentarius Analyticus. Opere:
“De dominio maris Hadriatici” (Imp. Caes. “Iustiniani Institutionum libri IV,
Adnotationibus ac notis doctiss. scriptorum illustrati & adaucti. Quibus
adiunximus appendicis loco, leges XII tab. explicatas. Vlpiani tit. XXIX
adnotatos. Caii libros II Institut. Studio & opera Ioannis Crispini At. In
ac postrema editione accesserunt” Ginevra: apud Eustathium Vignon). Ἐναντιόφαν.
seu Legum conciliatarum centuriae III, Spirae: typis Bernardi Albini, De rebus
creditis, seu De obligationibus qua re contrahuntur, et earum accessionibus, ad
quartum librum Iustinianei Codicis, Commentarius; accesserunt tres indices,
Spirae Nemetum: apud Bernardinum Albinum, “Tractatus de contractibus et rebus
creditis, seu de obligationibus quae re contrahuntur et earum accessionibus, ad
quartum librum Iustinianei Codicis, doctissimi cuiusdam I.C. commentarius.
Accesserunt tres indices, vnus titulorum, eo quo explicantur ordine
descriptorum, alter eorundem titulorum ordine alphabetico, tertius rerum &
verborum in toto opere memorabilium, Parisiis: apud Franciscum Lepreus, Isagogica
in Institutiones imperiales, 1, Lyon,
Barthélemy Vincent, Oeconomia iuris utriusque, tam civilis quam canonici, Lyon, Barthélemy Vincent, Methodicorum ad
iustinianeum Codicem libri, 3, Lyon,
Barthélemy Vincent, Analysis Codicis, Lyon, Barthélemy Vincent, Artis Lullianae
emendatae libri IV Quibus docetur methodus, ad inueniendum sermonem de
quacumque re, Valentiae: apud Petrum Pinellum, De dominio maris Hadriatici,
Lyon, Barthélemy Vincent. Benedictis, «Gentili, Scipione». In: Dizionario Biografico
degli Italiani, Roma: Istituto della
Enciclopedia Italiana, C. Vasoli, Scienza, dimostrazione e metodo in un maestro
aristotelico dell'età di Galileo: Giulio Pace da Beriga, logico e giurista, in
Id., Profezia e ragione. Studi sulla cultura del Cinquecento e del Seicento, Napoli,
Morano Aristotelis Stagiritae peripateticorum principis Organum, Morges, Operum
Aristotelis, Ginevra, ma con la falsa indicazione: "Lyon, chez l’imprimeur
Guillaume de Laimarie" Ristampa
anastatica: Hildesheim, Georg Olms. Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, .
Guido Acquaviva e Tullio Scovazzi , Il dominio di Venezia sul mare Adriatico
nelle opere di Paolo Sarpi e Giulio Pace, Milano: Giuffrè (Google libri) Antonio Franceschini, Giulio
Pace da Beriga e la giurisprudenza dei suoi tempi, Venezia: Officine Grafiche
di Carlo Ferrari, Philippe Tamizey de
Larroque, Jules Pacius de Beriga: compte-rendu du mémoire de M. Ch. Revillout
avec documents inédits, Paris: V. Palmé,
Marine Bohar, « Giulio Pace da Beriga et sa De iuris civilis
difficultate ac docendi methodo oratio. Présentation et traduction », Revue
d'Histoire des Facultés de Droit. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. hls-dhs-dss.ch, Dizionario
storico della Svizzera. Opere openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere. Keywords: dialettica, Aristotele, Porfirio,
Boezio, categoria, praedicamentum. Giulio Pace. Pace. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Pace” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692091995/in/photolist-2mPSXPb-2mPVkio-2mPQGvz-2mPKvMM-2mPAuFE-2mPiqeP-2mNzeEc-2mNaHiH-2mN8Hgb-2mN35cA-2mLLZRD-2mLFz5i-2mLGod1-2mKFrQ6-2mLGv16-2mKQW9n-2mPq5pS-2mKG3XG-2mPs71e-2mKMjs5-2mKC3nj-2mKCnei-2mKyErQ-2mPE3Bq-2mKRu2r-2mKCfz1-DhRHD2-jgWnTm-jhFt4p-jhJqzU-hSTpSd-Eoj4SX-DvhhWW-CfbuaM-CntuMM-nBVxwm-nBVKvy
Grice e Paci – relazione – filosofia italiana – Luigi
Speranza -- (Monterado). Filosofo. Grice: “Paci’s essay on Vico by far
exceeds anything that Hampshire wrote about him – magnificent title, too,
“ingens sylva.” -- “There are many things I love about Paci: first, he adored
Jabberwocky, as he states in his “Il senso delle parole.” Second, he loved
Russell’s theory of relations, as he states it in “Relazione e significati.”
Third, he agrees with me that Heidegger is the greatest philosopher of all
time, as he states in his masterpiece, “Il nulla.” Grice: “Paci used to say,
with a smile, that it was ironic that he was born in Monterado and that he had
written an essay on ‘Il nulla,’ seeing that “Monterado is, today, well, il
nulla.”” Italian essential philosopher «Avevo
ben presto compreso che il costume di Paci era quello di discutere liberamente
con chiunque di tutto, senza alcuna prevenzione o pregiudizio.» (Carlo
Sini). Tra i più espressivi rappresentanti della fenomenologia e
dell'esistenzialismo in Italia. Nato a Monterado (provincia di Ancona),
intraprese gli studi elementari e medi a Firenze e Cuneo. Nel 1930 si iscrisse
al corso di filosofia dell'Università degli Studi di Pavia, seguendo
soprattutto le lezioni di Adolfo Levi. Nel frattempo collaborò con Anceschi
alla rivista Orpheus. Si trasferì dopo due anni all'Università degli Studi di
Milano dove divenne allievo di Antonio Banfi, con il quale si laureò nel
novembre del 1934 discutendo una tesi dal titolo Il significato del Parmenide
nella filosofia di Platone. Collabora alla rivista Il Cantiere. Nel 1935
iniziò il servizio militare nell'esercito, ma nell'ottobre del 1937 viene
congedato. Richiamato nel 1943 come ufficiale allo scoppio della seconda guerra
mondiale, venne catturato in Grecia dopo l'8 settembre 1943 e inviato presso il
campo di prigionia di Sandbostel. Trasferito successivamente nella struttura di
Wietzendorf, qui ebbe modo di conoscere Paul Ricœur, con il quale riuscì in
quella sede a leggere Idee per una fenomenologia pura e per una filosofia fenomenologica
di Edmund Husserl e a costruire un rapporto di amicizia. Incominciò la
sua carriera di docente insegnando filosofia teoretica all'Pavia, mentre, a
partire dall'anno accademico 1957-1958, successe a Giovanni Emanuele Barié
all'Università Statale di Milano. Dopo aver inizialmente collaborato con
la rivista Filosofia, nel 1951 fondò la rivista aut aut, che diresse fino al
1976; il periodico costituisce una testimonianza dei suoi variegati interessi
letterari e culturali. Il nome della rivista richiama dei testi più famosi del
filosofo danese Søren Kierkegaard, precursore dell'esistenzialismo nel suo
proposito di accogliere l'irriducibile paradossalità dell'esistenza e
l'ostacolo che questa impone al sapere. Tra i suoi allievi più famosi
ricordiamo Giovanni Piana, Carlo Sini, Salvatore Veca, Pier Aldo Rovatti, Mario
Vegetti, Guido Davide Neri. Pensiero Carlo Sini individua l'inizio
dell'intera speculazione filosofica di Paci già a partire dalla sua tesi di
laurea: in alcune frasi della breve Prefazione vediamo il filosofo marchigiano,
ancora ventitreenne, esprimere una specifica interpretazione della filosofia
dell'esistenza, dimostrando già un grado elevato di comprensione del proprio
tempo e delle proprie inclinazioni. L'esistenzialismo Paci giunge perciò
all'esistenzialismo attraverso lo studio di Platone. Base dell'esistenzialismo
di Paci è la relazione, intesa come condizione di esistenza di tutti gli
avvenimenti che costituiscono il mondo. Evento è anche l'io, che si conosce
come esistenza finita ed empirica in rapporto ad altre esistenze. Dalla pura
condizione esistenziale del fatto, attraverso la conoscenza, Paci definisce la
condizione dell'uomo come personalità morale. L'io conoscente è la chiara
forma della legge morale che fa sì che ogni io, in quanto conosciuto e
molteplice e in quanto esistenza, possa diventare soggetto singolo come
soggetto di scelta etica. Poiché in virtù del principio di irreversibilitàche,
insieme al principio di indeterminazione (impossibilità che il conoscente si
conosca a un tempo come conosciuto e come conoscente), è uno dei punti di
riferimento del sistema di Pacila forma non è mai definitiva, e al contempo
ogni questione risolta pone sempre nuovi problemi, ne deriva che il realizzarsi
dell'esistente "uomo" nella forma significa un continuo progresso che
va dal passato, il quale non si può ripetere e non è annullato dal presente,
verso il futuro. Il non realizzarsi in questa forma, non seguendo il progresso
e arrestandosi a una forma di ordine più basso, costituisce l'immoralità, il
male. Il negativo come risorsa La riflessione filosofica di Paci parte
dalla consapevolezza del negativo, della mancanza come base e nucleo iniziale
dell'esistenza umana. Un negativo che si fonda soprattutto sulla base del tempo
e della sua irreversibilità, che ci costringe a fare i conti perennemente con
un passato irreversibile, con un futuro sconosciuto e con un presente
inesistente perché continuamente in fuga. Ma il negativo si riflette anche
nella soggettività e nella limitazione del nostro punto di vista: non possiamo
avere nessuna visione della realtà che non sia filtrata dalla nostra
"singolarità", dal nostro essere un io. Tuttavia questa
"mancanza" eterna, questo limite, è nello stesso tempo una risorsa:
il tempo, quindi, non è una condanna per l'uomo, ma è ciò che permette la sua
esistenza come temporalità; d'altra parte l'alterità è risorsa proprio in
quanto altro da sé. L'io infatti si riconosce solo in quanto confrontato con un
altro, e sono quindi gli altri a dare conformazione e identità al nostro io, e
questo processo è fruttuoso, forte e orientato se il soggetto sa e si impegna a
stringere "relazioni". Da qui si possono capire le due
definizioni date alla filosofia paciana: l'una dello stesso filosofo che
definiva il suo pensiero come relazionismo, e l'altra invece di Nicola
Abbagnano, che lo definì "esistenzialismo positivo": positivo proprio
perché cerca di capovolgere l'insensatezza e la mancanza alla base
dell'esistenza in una possibilità, una risorsa di riflessione e progettualità.
La vita umana per Paci si fonda infatti su un bisogno (bisogno di senso nel
tempo, bisogno di altro); questo bisogno si traduce in un lavoro esistenziale,
che implica un consumo: di tempo, di vita, di riflessione. Questo sistema bisogno-consumo-lavoro
sta alla base di ogni vita umana. Tuttavia l'uomo ha una possibilità, una
possibilità di "salvarsi" dall'insensatezza (o di provarci,
quantomeno), e tale possibilità si trova nel lavoro. Il lavoro esistenziale
(inteso come l'impegno che si investe nel condurre la propria vita) può infatti
essere orientato dalla consapevolezza e dal continuo impegno intellettuale di
ricerca di senso anche e soprattutto mediante la relazione. Questa ricerca di
senso si traduce, alla base, nell'esercizio dell'epoché. L'epoché Termine
fondamentale della filosofia di Husserl, filosofo che Paci ebbe come punto di
riferimento per tutta la vita, l'epoché si traduce in una ricerca di senso
continua e inesausta che presuppone un abbandono di tutte le categorie di pensiero
che siamo abituati ad utilizzare. In questo senso è emblematico l'episodio che
Paci stesso racconta riguardo al suo approccio all'epoché. Studente di
filosofia, si recò nell'ufficio di Antonio Banfi (il suo "maestro"
per eccellenza) per chiedere spiegazioni sul concetto di epoché. Banfi gli
chiese di descrivere un vaso che si trovava lì vicino a loro. Tuttavia,
qualunque definizione Paci provasse a dare (colore, forma geometrica, uso)
cadeva in una categoria di giudizio posteriore all'oggetto stesso, o comunque
soggettiva (il colore dipende dalla luce, la forma geometrica si rifà a
categorie astratte che l'uomo ha inventato, l'uso è indipendente dall'oggetto
stesso). L'epoché, quindi, si costituisce come ricerca di una visione
"originaria". Compito difficilissimo (Husserl lo definiva impossibile
ed inevitabile), l'esercizio dell'epoché non si deve tradurre in
un'impossibilità di giudizio, ma nella consapevolezza che qualunque giudizio è
parziale, soggettivo. Se applicata alla vita, all'esistenza, l'epoché si
traduce in una continua ricerca dell'originario, della verità, di una verità
ulteriore che si annida nel mondo, negli altri, negli oggetti, nei luoghi, in
tutto ciò che forgia la nostra esistenza. Una verità che l'uomo può cercare, e
che si annida nel percorso stesso di ricerca e riflessione, e soprattutto nella
capacità di creare relazioni autentiche. In Tempo e verità nella fenomenologia
di Husserl, Paci individua nell'epoché quasi un carattere religioso, criticando
la ridotta disamina del concetto da parte di Martin Heidegger ed Emmanuel
Lévinas, che lo considerarono come se si trattasse di un metodo puramente
gnoseologico. Relazione e riflessione La relazione è per Paci qualcosa di
fondamentale e ulteriore dotato di un profondo significato esistenziale. Paci
scriveva che la relazione prescinde i due soggetti che la intrecciano: è un
concetto "nuovo", "terzo", che è tanto più significativo
quanto più i soggetti sono disposti a farsi mutare consapevolmente da essa e
dal lavoro di riflessione che ne segue. La relazione va cercata, coltivata,
resa e mantenuta continuamente autentica, anche se conflittuale. La riflessione
infine, come salvezza dall'irreversibilità del tempo, ricrea e analizza il
passato per ricercarne ancora il senso, e proiettare questa ricerca nel futuro
di un progetto. Epoché, riflessione e relazione costituiscono, riassumendo, il
lavoro esistenziale di ricerca di senso. La filosofia di Paci si traduce
dunque in una continua, consapevole e dolorosa ricerca di un senso che possa
capovolgere la situazione tragica dell'esistenza mediante il lavoro, l'impegno.
In questo Paci si distanzia da Jean-Paul Sartre e dalle conclusioni del
filosofo francese, che Paci ammirava e considerava uno stimolo continuo per la
sua riflessione. Il negativo, infine, sempre presente nell'investigazione
filosofica di Paci (ancor di più nell'ultima parte della sua vita), rimane
punto essenziale della ricerca umana, laica e faticosa di un senso, di una verità
ulteriore. Opere: “Il Parmenide di Platone” (Milano_ (cf. L. Speranza,
“Grice, Wiggins, e il Parmenide di Platone”). Principato, “Principii di una filosofia
dell'essere” (Modena, Guanda); “Pensiero, esistenza e valore” (Milano-Messina,
Principato); “L'esistenzialismo” (Padova, CEDAM); “Esistenza ed immagine” (Milano,
Tarantola); “Socialità,” Firenze, Le Monnier, “Ingens Sylva: saggio sulla
filosofia di Vico,” Milano, Mondadori, “Filosofia antica”, Torino, Paravia, “
Il nulla” Torino, Taylor, “Esistenzialismo e storicismo, Milano, Mondadori, “Il
pensiero scientifico” Firenze, Sansoni, “L'esistenzialismo,” in Luigi Rognoni e
Enzo Paci , L'espressionismo e l'esistenzialismo, Torino, Edizioni Radio
Italiana, “Tempo e relazione” (Torino, Taylor, Dostoevskij, Torino, Edizioni Radio
Italiana, “Ancora sull'esistenzialismo” Torino, Edizioni Radio Italiana, Dall'esistenzialismo
al relazionismo, Messina-Firenze, D'Anna, Storia del pensiero presocratico,
Torino, Edizioni Radio Italiana, La filosofia contemporanea, Milano, Garzanti, Diario
fenomenologico, Milano, Il Saggiatore, Breve dizionario dei termini greci, in
Andrea Biraghi , “Dizionario di filosofia,” Milano, Edizioni di Comunità, “Tempo
e verità nella fenomenologia,” Bari, Laterza, “Funzione delle scienze e
significato dell'uomo, Milano, Il Saggiatore, “Relazioni e significati” Milano,
Lampugnani Nigri, Idee per una enciclopedia fenomenologica, Milano, Bompiani, Enzo
Paci, Fenomenologia e dialettica, Milano, Feltrinelli, Il senso delle parole, Pier
Aldo Rovatti, Milano, Bompiani,. Note
Sini22. Civita. Sini.
Pecora356. Storia, aut aut. 5
luglio . Vigorelli. Paci.
Alfredo Civita, degli scritti di
Enzo Paci , Firenze, La Nuova Italia, Andrea Di Miele, La cifra nel tappeto:
note su Paci interprete di Vico, in Bollettino del Centro di studi vichiani.
Anno XXXVII, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2007. Paolo Ercolani, Enzo
Paci, il caldo romanzo di una prassi teorica, in Il manifesto, Costantino
Esposito, Esistenzialismo e fenomenologia. La crisi dell'idealismo e l'arrivo
dell'esistenzialismo in Italia, in Il contributo italiano alla storia del
Pensier oFilosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Tempo e verità
nella fenomenologia di Edmund Husserl, Bari, Laterza, M. Pecora, La cultura
filosofica italiana attraverso le riviste, in Rivista di storia della
filosofia, Giovanni Piana, Una ricerca ininterrotta. La lezione di Enzo Paci,
in L'Unità,Giuseppe Semerari, L'opera e il pensiero, in Rivista Critica di
Storia della Filosofia, C. Sini, Enzo Paci. Il filosofo e la vita, Milano, Feltrinelli,
C. Sini, Enciclopedia ItalianaIV
Appendice, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, A. Vigorelli, L'esistenzialismo
positivo Milano, Franco Angeli, 1987. Amedeo Vigorelli, La fenomenologia husserliana
Milano, Franco Angeli, aut aut Edmund Husserl Esistenzialismo Scuola di Milano Enzo
Paci, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enzo Paci.
Paci. Keywords: relazione. Refs: Luigi Speranza, “Grice e Paci: i principi
metafisici di Vico” --. Luigi Speranza, “Grice e Paci: significato e
significati” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51742511685/in/datetaken/
Biraghi, andrea – “Dizionario di
filosofia,” Milano.
Grice e Padovani – filosofia classica –
Luigi Speranza (Ancona).
Filosofo. Grice: “I like Padovani,
especially his focus on what he calls ‘classical metaphysics’ (‘metafisica
classica’) for what is philosophy if not footnotes to Plato?” -- essential
Italian philosopher. Ffiglio di Attilio Padovani, generale di artiglieria, e di
sua moglie, la ricca possidente veneta Elisabetta Rossati. Mentre, nelle parole
stesse di Padovani, il padre "educò i suoi figli ad una rigorosa etica
dell'onore e del dovere", ebbe un rapporto privilegiato con sua madre che
fu colei che per prima lo introdusse agli ambienti letterari di Padova grazie
alla vicinanza dei terreni della sua famiglia che erano posti a Bottrighe, nel
Polesine, dove tutta la famiglia si trasferiva durante il periodo invernale. La
solerte religiosità della madre, lo spinse a non frequentare la scuola
elementare pubblica (che ella riteneva troppo "laicizzata" dopo
l'unità d'Italia) ma a servirsi di un precettore, un ex abate che per primo lo
instradò alla filosofia. Si iscrisse quindi al liceo di Milano dove ebbe i suoi
primi contatti col positivismo che procureranno in lui e nel suo pensiero una
profonda crisi nel saper controbilanciare il più correttamente possibile questa
visione innovativa della vita con la teologia cattolica. Il padre lo avrebbe
voluto ingegnere, ma egli terminati gli studi del liceo si iscrisse aa Milano
dove seguì i corsi di Martinetti, pur prendendo a frequentare Mattiussi
(convinto tomista) e Olgiati, convinto assertore della necessità di fondere
insieme la metafisica classica con il pensiero moderno. Olgiati (a sinistra)
con Gemelli (al centro) e Necchi. I primi due furono tra i principali
ispiratori. Fu su consiglio di questi due ultimi che il alla fine decise di
intraprendere la carriera filosofica, sviluppando una sua corrente di pensiero
permeata di tutti gli spunti che nel corso della sua carriera aveva saputo
trarre dai pensieri dei suoi insegnanti e ispiratori, basandosi molto anche
sull'opera di Schopenhauer. Si laureò con una tesi su Spinoza eproseguendo poi
la sua carriera in ambito universitario divenendo dapprima assistente e poi
direttore della biblioteca. Divenne membro della Società italiana per gli studi
filosofici e psicologici e dell'Università Cattolica del Sacro Cuore da poco
fondata a Milano da Gemelli. Grazie all'influsso di Gemelli, Padovani iniziò a
collaborare anche con la "Rivista di filosofia neoscolastica" di cui
divenne ben presto uno dei principali rappresentanti. Venne nominato professore di filosofia della
religione e anche supplente di Introduzione alla storia delle religioni. In
seguito alla riforma Vecchi, si trasferì a Padova dove divenne professore di
filosofia morale, avendo per college Olgiati col quale dimostrò una particolare
sintonia. Sempre affiancato da Gemelli,
anche durante gli anni della Seconda guerra mondiale riunì presso la propria
casa di Milano diversi intellettuali cattolici avversi al fascismo (noti col
nome di "Gruppo di Casa Padovani") come Dossetti eFanfani. Si
avvicinò durante questi stessi anni al pensiero filosofico e teologico di Gemelli
che puntava ad un rinnovamento attivo teorico e morale, affiancando personaggi
del calibro di Giacon, Stefanini, Guzzo e Battaglia, coi quali diede vita al
Centro di studi filosofici di Gallarate da cui poi scaturirà il cosiddetto
"Movimento di Gallarate" per il dialogo aperto tra i filosofi. Quando
Sciacca fondò il "Giornale di metafisica" egli ne fu il primo
redattore. Venne accolto come professore
di filosofia morale e filosofia teoretica a Padova. Morì ia Gaggiano. Volle per sua espressa
volontà che la notizia della sua morte fosse resa pubblica a sepoltura avvenuta
come estremo esempio della propria esistenza di stampo ascetico, come tale era
stata la sua scelta di non sposarsi. Il
pensiero filosofico La tomba di
Elisabetta Rossati, madre di Umberto Antonio Padovani e figura ispiratrice del
suo pensiero filosofico e teologico. È sepolta nel piccolo cimitero di San Vito
di Gaggiano (MI) Durante gli anni del suo insegnamento a Milano, l'attività
filosofica fu particolarmente prolifica: egli iniziò col pubblicare “Il
problema fondamentale della filosofia di Spinoza” (Milano), poi Vito Fornari.
Saggio sul pensiero religioso in Italia nel secolo XIX (Milano), “Gioberti e il
cattolicesimo” (Milano) e “Schopenhauer. L’ambiente, la vita, le opera”
(Milano). In questi scritti egli dimostrò di saper guardare attentamente non
solo alla storia della filosofia, ma anche alle suggestioni provenienti da
altri panorami filosofici e religiosi. Pubblicò il testo più importante del suo
pensiero filosofico, “La filosofia della religione e il problema della vita”
(riedito “Il problema religioso nel pensiero occidentale”), dove per la prima
volta delineò chiaramente la matrice del suo pensiero, ovvero che la religione
era l'unica strada per risolvere il problema esistenziale della vita, ovvero il
male, elemento che limita le possibilità umane, rileggendo in questo la
struttura originale della storiografia filosofica e della metafisica
classica. Con la pubblicazione del suo
Filosofia della storia, egli si espresse anche riguardo allo studio della storia,
il quale s ci rivela quotidianamente il male, ovvero i limiti dell'uomo
rispetto al mondo che lo circonda, ma non è in grado (come del resto la
filosofia) di fornire soluzioni. Tali soluzioni possono pervenire unicamente
dalla teologia, magari nella sua declinazione di teologia della storia. Questo
pensiero si acuì particolarmente con una riflessione anche sulla morte negli
ultimi anni, in particolare dopo la morte della madre Elisabetta col quale egli
aveva sempre avuto un forte legame.
Altre opere: – Grice: “Cf.
Hampshire’s Spinoza”) Milano, Vito Fornari; “Saggio sul pensiero in
Italia,”Milano, “La storia della
filosofia con particolare riguardo ai problemi politici, morali e religiosi,”
Como, “Aquino nella storia della cultura” (Como); “Il fondamento e il contenuto
della morale” (Como); “Filosofia e teologia della storia” (Como); “Sommario di
storia della filosofia,” Roma, P. Faggiotto,Padova A. Cova, Storia
dell’Università cattolica del Sacro Cuore, Milano A. M. Moschetti, Cercatori
dell’assoluto: maestri nell'Ateneo padovano, Santarcangelo di Romagna Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. And then
there’s Pagani: essential Italian philosopher difficult to find. Padovani. Keywords: implicatura. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Padovani,” The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740815513/in/datetaken/
Grice e Paganini – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Lucca).
Filosofo. Grice: “Paganin must be
the only Italian philosopher who reads La Divina Commedia philosophically!”
-- Grice: “Strawson never read
Paganini’s ‘cosmological’ tract on ‘spazio’ but he should, obsessed as he was
with spatio-temporal continuity. Grice: “I’ll never forget Shropshire’s proof
of the immortality of the human soul – He told me he basically drew it from an
obscure tract by Paganini, as inspired by the death of Patroclus – Paganini’s
tract actually features one of my pet words. He speaks of the ‘domma’ of the
‘immotalita dell’anima umana’ – Brilliant!” -- essential Italian philosopher.Lucca
stava passando dalla reggenza austriaca seguita al collasso napoleonico al
diventare capitale del borbonico Ducato di Lucca. Compì l'intero corso dei suoi
studi a Lucca, dedicandosi, fin dai tempi delle scuole secondarie, alla
filosofia. Insegnò filosofia negli istituti secondari lucchesi. Prtecipò alla
prima guerra d'indipendenza. Dopo la fine della guerra, col l'annessione del
Ducato di Lucca da parte del Granducato di Toscana fu nominato docente nell'ateneo
lucchese. In questo ufficio fu difensore della dottrina rosminiana e nonostante
venisse sorvegliato dalla polizia il governo decise poi di offrirgli una
cattedra a Pisa a seguito dei buoni uffici di Rosso. Gli ultimi anni della sua
vita furono rattristati da due avvenimenti; la espulsione dai seminari
ecclesiastici di discepoli a lui carissimi, perché rei di professare le
dottrine del Rosmini e la condanna di certe proposizioni tolte ad arbitrio e
senza critica dalle molte opere del filosofo di Rovereto. Morì a Pisa. Annuario
della R. Pisa per l’anno accademico .
sba.unipi/it/risorse/archivio-fotografico/persone-in-archivio/paganini-carlo-pagano
Opere. Paganini. Keywords: Alighieri. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Paganini”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692032980/in/photolist-2mPXDFp-2mPNuPp-2mNaHiH-2mKRbtW
Grice e Pagano – eroe – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Brienza).
Filosofo. Essential Italian
philosopher. Fu uno dei maggiori esponenti
dell'Illuminismo ed un precursor edel positivismo, oltre ad essere considerato
da Pessina l'iniziatore della scuola storica napoletana del diritto. Personaggio
di spicco della Repubblica Partenopea, le sue arringhe contornate di citazioni
filosofiche gli valsero il soprannome di "Platone di Napoli". Nato a
Brienza, piccolo centro del Principato Citra ( in Basilicata), da una famiglia
di notai, si trasferì a Napoli dopo la
morte del padre, stabilendosi presso lo zio Nicola. Ultimò gli studi classici
sotto l'egida di Angelis, da cui apprese anche gli insegnamenti di latino,
greco, ebraico e frequentò i corsi universitari, conseguendo la laurea con il “Politicum
universae Romanorum nomothesiae examen,” dedicato a Leopoldo di Toscana ed
all'amico grecista Glinni di Acerenza. Fu, inoltre, allievo di Genovesi, il cui
insegnamento fu fondamentale per la sua formazione, e amico di Filangieri con
cui condivise l'iscrizione alla massoneria. Appartenne a “La Philantropia,” loggia
della quale fu maestro venerabile. Inoltre, i proventi dell'attività di
avvocato criminale gli consentirono di acquistare un terreno all'Arenella, dove
costituì una sorta di accademia, alla quale partecipava, tra gli altri, Cirillo.
Ebbe la cattedra di etica, poi quella di diritto criminale a Napoli,
distinguendosi come avvocato presso il tribunale dell'Ammiragliato (di cui
diventò poi giudice) nella difesa dei congiurati anti-borbonici della Società
Patriottica Napoletana Deo, Galiani e Vitaliani pur non riuscendo ad evitarne
la messa a morte. Fu incarcerato in seguito ad una denuncia presentata contro
di lui da un avvocato condannato per corruzione che lo aveva accusato di
cospirare contro la monarchia ma venne liberato per mancanza di prove.
Scarcerato riparò clandestinamente a Roma, dove venne accolto positivamente dai
membri della Repubblica Romana, dove ricevette la cattedra di Diritto nel
Collegio Romano, accontentandosi di un compenso che gli garantiva il minimo indispensabile
per vivere. Tra i suoi seguaci e allievi, il
rivoluzionario Galdi. La libertà è la facoltà dell'Uomo di valersi
di tutte le sue forze morali e fisiche come gli piace, colla sola limitazione
di non impedir agli altri di far lo stesso -- Costituzione Napoletana. Il
Giudice Speciale lo schernisce dopo avergli letto la sentenza di morte.
Ritratto di Giacomo Di Chirico. Lasciata Roma, si spostò per un breve periodo a
Milano e, dopo la fuga di Ferdinando IV a Palermo, fece ritorno a Napoli, divenendo
uno dei principali artefici della Repubblica Napoletana, quando il generale Championnet lo nominò tra quelli che dovevano
presiedere il governo provvisorio. La vita della repubblica fu corta e
molto difficile. Mancava l'appoggio del popolo, alcune province erano ancora
estranee all'occupazione francese e le disponibilità finanziarie erano sempre
limitate a causa delle sovvenzioni alle campagne napoleoniche. In questo breve
lasso di tempo, ebbe tuttavia modo di poter realizzare alcuni progetti. Importanti
in questo periodo furono le sue proposte sulla legge feudale, in cui si
mantiene su posizioni piuttosto moderate e il progetto di Costituzione della
Repubblica Napoletana. Essa per la prima volta stabiliva la giurisdizione
esclusiva dello Stato sui diritti civili e, tra le altre cose, prevedeva il
decentramento amministrativo della città. La carta elaborata da Pagano
prevedeva inoltre l'istituzione dell'eforato, precursore dell'odierna Corte
Costituzionale. Il suo progetto rimase tuttavia inapplicato a causa
dell'imminente restaurazione borbonica. Pagano si distinse sostenendo altre
leggi di capitale importanza come quella sull'abolizione dei fedecommessi (10
febbraio), sull'abolizione delle servitù feudali (5 marzo), del testatico, della
tortura. Con la caduta della Repubblica,
dopo aver imbracciato le armi che
difesero strenuamente gli ultimi fortilizi della città assediati dalle truppe
borboniche, venne arrestato e rinchiuso nella "fossa del
coccodrillo", la segreta più buia e malsana del Castel Nuovo. Venne in
seguito trasferito nel carcere della Vicaria e ai primi di agosto nel Castel
Sant'Elmo. Giudicato con un processo sbrigativo e approssimato, venne
condannato a morte per impiccagione. A nulla era valso l'appello di clemenza da
parte dei regnanti europei, tra cui lo zar Paolo I, che scrisse al re
Ferdinando: «Io ti ho mandato i miei battaglioni, ma tu non ammazzare il fiore
della cultura europea; non ammazzare Mario Pagano, il più grande giurista dei
nostri tempi». Fu giustiziato in Piazza Mercato, assieme ad altri repubblicani
come Domenico Cirillo, Giorgio Pigliacelli e Ignazio Ciaia. Secondo Giuseppe
Poerio, Pagano, salendo sul patibolo, pronunciò la seguente frase: «Due
generazioni di vittime e di carnefici si succederanno, ma l'Italia, o signori,
si farà.» Pensiero Proclami e sanzioni della Repubblica napoletana,
aggiuntovi il progetto di Costituzione di Mario Pagano, Colletta, Il pensiero
di Pagano, giurista, filosofo, letterato, esponente fra i più rilevanti
dell'Illuminismo meridionale, merita di essere preso in esame dalla nostra
prospettiva per la visione consegnata ai Saggi politici, un'opera a carattere a
un tempo filosofico, politico, storico e di filosofia della storia, che può
definirsi di ‘filosofia civile' per l'ispirazione complessiva e il disegno di
fondo in cui i diversi elementi della sua multiforme natura sono orientati
verso un unico obiettivo. E anche per la filosofia politica, che emerge in
tutta la sua peculiarità da un lavoro pur dai caratteri tecnici obbligati come
il Progetto di Costituzione della Repubblica napoletana, da lui personalmente
redatto. Opere: “FBurgentini Politicum universae Romanorum nomothesiae
examen libro singulari in treis parteis diviso comprehensum” (Neapoli, Josephus
Raymundus jure legitimeque excudebat); “Oratio ad comitem Alexium Orlow virum
immortalem victrici moschorum classi in expeditione in mediterraneum mare summo
cum imperio praefectum”; “Gli Esuli tebani. Tragedia” (Napoli); “Contro Sabato
Totaro, reo dell'omicidio di D. Giuseppe Gensani in grado di nullità aringo”
(Napoli); “Il Gerbino tragedia” e “Agamennone monodramma-lirico” (Napoli, presso
i Fratelli Raimondi); “Considerazioni sul processo criminale (Napoli, Stamperia
Raimondiana); “Ragionamento sulla libertà del commercio del pesce in Napoli.
Diretto al Regio Tribunale dell'Ammiragliato e Consolato di Mare” (Napoli); “Corradino
tragedia” (Napoli, presso Filippo Raimondi); “De' saggi politici”(Napoli, a spese
di Filippo Raimondi); “L' Emilia. Commedia” (Napoli, presso Filippo Raimondi);
“Saggi politici de' principii, progressi e decadenza della società” (Napoli); “Discorso
recitato nella Società di Agricoltura, Arti e Commercio di Roma nella pubblica
seduta del di 4 complementario anno 6° della libertà, Roma, presso il cittadino
V. Poggioli. “Considerazionisul processo criminale, Milano, nella Tipografia
Milanese di Tosi e Nobile contrada nuova); “Principj del codice penale e logica
de' probabili per servire di teoria alle pruove nei giudizj criminali”; “principj
del codice di polizia, Napoli, dalla tipografia di Raffaele Di Napoli, Le opere
teatrali non furono mai rappresentate in
pubblico, mentre sembra che l'autore soleva metterle in scena privatamente
nella sua casa dell'Arenella. Sono caratterizzate da temi prevalentemente
sentimentali mascherando i temi civili che pur in esse erano presenti, con
funzione quindi pedagogica nei confronti del popolo. Intitolazioni e
dediche Statua di Mario Pagano a Brienza (PZ) Al giurista lucano sono
state dedicate alcune opere letterarie come Catechismo repubblicano in sei
trattenimenti a forma di dialoghi di Francesco Astore e Mario Pagano, ovvero,
della immortalità di Terenzio Mamiani. Nella Corte d'Assise di Potenza fu
collocato un busto marmoreo in suo onore, opera di Antonio Busciolano. Gli venne
dedicato il Convitto nazionale Mario Pagano di Campobasso, con regio decreto
firmato da Vittorio Emanuele II. Alcune logge massoniche furono intitolate a
suo nome, come quella di Lecce, nata nel 1864, e di Potenza, sorta nel 1886.
Nel Venne inaugurato un busto in marmo ai giardini del Pincio (Roma),
realizzato da Giuseppe Guastalla. Il suo personaggio apparve nel film Il resto
di niente di Antonietta De Lillo, interpretato da Mimmo Esposito. Elio Palombi,
Pagano e la scienza penalistica del secolo XIX, Giannini, Fulvio Tessitore,
Comprensione storica e cultura, Guida, Petronilla Reina Gorini, Ricordanze di
trenta illustri italiani, Minerva, N. Perrone, La Loggia della Philantropia. Un
religioso danese a Napoli prima della rivoluzione. Con la corrispondenza
massonica e altri documenti, Palermo, Sellerio, A. Pace, Annuario, Problemi
pratici della laicità agli inizi del secolo Wolters Kluwer Italia, Mario D'Addio,
Le Costituzioni italiane:Colombo, Ottorino Gurgo, Lazzari: una storia napoletana,
Guida, Saverio Cilibrizzi, I grandi Lucani nella storia della nuova Italia,
Conte, Alessandro Luzio, La massoneria e il Risorgimento italiano: saggio
storico-critico, Volume 1, Forni, Vittorio Prinzi, Tommaso Russo, La massoneria
in Basilicata, FrancoAngeli, Carlo Colletta , Proclami e sanzioni della
repubblica napoletana, aggiuntovi il progetto di Costituzione di Mario Pagano,
Napoli, Stamperia dell'Iride, Dario Ippolito, Pagano: il pensiero giuspolitico
di un illuminista, Torino, Giappichelli Editore, Nico Perrone, La Loggia della
Philantropia. Un religioso danese a Napoli prima della rivoluzione, Palermo,
Sellerio, Franco Venturi , Illuministi italiani, tomo V, Riformatori napoletani,
Milano-Napoli, Ricciardi,Repubblica Napoletana Repubblicani napoletani
giustiziati Emanuele De Deo. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Francesco Mario Pagano, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Francesco
Mario Pagano, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Francesco Mario Pagano, su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Opere Catholic Encyclopedia, Robert Appleton
Company. Considerazioni sul processo
criminale, su trani-ius. Progetto di Costituzione della Repubblica Napoletana,
su repubblicanapoletana. Principii del codice penale, su trani-ius. Relazione
al Convegno di Brienza su Mario Pagano, del 25-27 ottobre 1999, su trani-ius.
Francesco Maria Pagano. Pagano. Keywords: eroe. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Pagano” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716791072/in/photolist-2mQ81kz-2mQ8kJS-2mPvJmk-2mN35cA-2mKFrQ6-2mKUufg-2mKAEA8-2mKG3XG-2mKCnei-2mKuZ8r-Ck9fTK
Grice e Paggi – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Siena).
Filosofo. Grice: “C. of E. folks are
all over the place – but how many of them actually KNOW Hebrew!?”” -- essential
Italian philosopher.Angelo Paggi, nato Mordecai Paggi (Siena), filosofo. Insegnò
a Lasinio, Tortoli e a Ricci. Svolse per diversi anni l'attività di mercante
nella sua città natale. Abbandonò il commercio ed aprì un istituto.. Fu
insegnante ed educatore nello stesso istituto, sviluppando un metodo logico,
facile ed ameno insieme. Cambiò nome da Mordecai ad Angelo. La Comunione israelita lo volle a Firenze, dove
Paggi si trasferì con la moglie e i cinque figli. Insegnò nelle Pie Scuole fiorentine,
mentre i figli Alessandro e Felice avviarono una casa editrice. Tra i testi
pubblicati vi furono anche le opere del padre, apparse nella collana «Biblioteca
Scolastica». Scrisse inoltre una grammatica e un lessico ebraici per i suoi
figli. Per opera della moglie Benvenuta Bemporad, sorse a Firenze un istituto,
diretto dalle figlie Olimpia ed Ottavia. G. Bedarida, Ebrei d'Italia, Livorno,
Società editrice Tirrena, Maria Jole Minicucci, Una libreria fiorentina del
Risorgimento, Firenze, Cartografica Sergio Ciulli e F.lli s.n.c., Jewish Encyclopedia. Angelo Paggi. Paggi.
Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Paggi” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51741417580/in/datetaken/
Grice e Pagliaro – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Mistretta).
Filosofo. Essential Italian philosopher.
Linceo. Fu uno dei fondatori della scuola di romana.
Fra i padri della semiologia, ha introdotto gli studi sul pensiero
linguistico. Dopo il diploma al Regio Ginnasio di Mistretta, si iscrisse
al corso di laurea a Palermo, dove ebbe, tra gli altri, come docenti Nazari,
Pitrè, Gentile e Guastella. Si trasferì poi a Firenze dove subì l'influenza di
Vitelli, Antoni e Pistelli. Partecipò volontario come sottotenente del Corpo
degli arditi, e fu insignito della medaglia d'argento al valor militare. Si
iscrisse all'Associazione Nazionalista Italiana e prese parte all'Impresa di Fiume al seguito
di D'Annunzio. Si laureò discutendo con Parodi e Pasquali la tesi Il digamma in Omero. Trascorse
un periodo di studio in Germania, seguendo corsi di linguistica latina di
Meister. Seguì i corsi di Kretschmer a Vienna. Ritornato in Italia, conseguì la
libera docenza in indoeuropeistica, quindi fu chiamato da Ceci ad insegnare,
per incarico, storia comparata delle lingue romanzi a Roma. Vinto un concorso a
cattedre, divenne ordinario di glottologia, nuova disciplina che ereditava il
corso di Storia comparata delle lingue romanzi. Insegnò anche "Storia e
dottrina del fascismo" e
"Mistica fascista.” Aderì al Partito nazionale fascista e ne fu uno degli
intellettuali di spicco, presiedendo anche alcune edizioni dei Littoriali della
cultura, che ogni anno raccoglievano i migliori universitari italiani. Fu primo
capo redattore dell'Enciclopedia Italiana, dove curò numerose voci, fin quando
non entrò in contrasto con il conterraneo Gentile, che dirigeva l'opera. Non
figura tra gli accademici d'Italia, ma fu eletto al Consiglio superiore
dell'educazione, dove rimase fino allo scioglimento. Fu voluto da
Mussolini alla guida del “Dizionario di politica” dell'Istituto
dell'Enciclopedia Italiana, una ponderosa opera che raccolse le migliori
intelligenze del fascismo, ma anche qualche intellettuale "eretico".
Il suo nome compare tra i 360 docenti universitari che aderirono al Manifesto
della razza, premessa alle successive leggi razziali fasciste, anche Mauro
scrive che egli dissentì dalla politica razziale del fascismo. Con la caduta
del Regime fascista, fu sospeso ndall'insegnamento. Reintegrato nnella
cattedra, insegnò Filosofia del linguaggio a Roma. Fu presidente della
sezione "Archeologia, Filologia, Glottologia" della Società Italiana
per il Progresso delle Scienze. Fu presidente del Consiglio Superiore
della Pubblica Istruzione e prima socio corrispondente poi, socio nazionale
dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Fu anche direttore editoriale, per la
Fabbri Editori, della Enciclopedia di Scienze e Arti. Fu rieletto, con
larghissimi consensi, al Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, dove rimase
fino al 1969. Fu nel comitato scientifico dell'Istituto nazionale di studi
politici ed economici. Fu promotore e direttore della rivista Ricerche
linguistiche e presiedette la sezione filologica del Centro di studi filologici
e linguistici siciliani. Fu candidato alla Camera per il Partito
Monarchico Popolare nella circoscrizione Sicilia orientale e al Senato nel collegio Roma IV , ma non fu
eletto. La Rai trasse un sorprendente sceneggiato per la televisione da un suo
testo che dava una nuova interpretazione della vicenda di Alessandro Magno. Fu
membro della giuria del premio Marzotto. Lasciò anticipatamente l'insegnamento
universitario. Palermo e la città di Mistretta hanno istituito, in sua memoria,
il “Pagliaro”. Ha esplorato soprattutto l'antico e medio persiano, la
lingua della Grecia classica, quindi il latino classico e medievale, nonché
l'italiano dei tempi di Dante cui ha dedicato varie operee della scuola
siciliana. Come critico letterario e glottologo, diede nuove, originali
interpretazioni di Vico, D'Annunzio e Pirandello. In ambito linguistico,
già nel suo Sommario di linguistica ario-europea, che comprendeva oltre le
lezioni dei suoi corsi universitari anche innovative linee di ricerca e nuove
idee, delinea una nuova prospettiva di approccio e di indagine delle varie
questioni linguistiche la quale viene condotta parallelamente ad un confronto
storico-critico con l'evoluzione del pensiero filosofico dalla grecità alla
filosofia classica tedesca. Al contempo, Pagliaro abbozzava in esso prime idee
sulla natura del linguaggio inteso fondamentalmente come tecnica espressiva,
allontanandosi così dall'idealismo crociano per avvicinarsi piuttosto al
positivismo, ed analizzando in modo approfondito, ma al contempo trasversalmente
alle varie discipline, la natura e la struttura dell'atto linguistico fra due
inter-locutori basandosi sia sull'indagine semantica (mediante un metodo che
egli chiama "critica semantica") che sull'interpretazione
storico-critica, fino a considerare il linguaggio come una forma di inter-azione
semiotica condizionata storicamente da una tecnica funzionale, la lingua. Nel
simbolismo linguistico (soprattutto fonetico) poi, afferma Pagliaro ne” Il
segno vivente” riecheggiano non solo l'individualità ed il vissuto dell'inte-rlocutore
ma anche la storia dell'intera umanità a cui egli appartiene come
"soggetto storico". In estrema sintesi, si può dire che la sua
teoria linguistica è una posizione unificata tra lo strutturalismo saussuriano e
l'idealismo hegeliano. Opere: “Epica e romanzo nel Medioevo Persiano,”
G.C. Sansoni, Firenze, “Sommario di linguistica ario-europea,” Libreria di
Scienze e Lettere Dott. G. Bardi, Roma, “Il fascismo: commento alla dottrina,” Libreria
di Scienze e Lettere Dott. G. Bardi, Roma, “La lingua dei Siculi,” Tip. Enrico
Ariani, Firenze, “Il fascismo contro il comunismo,” F. Le Monnier, Firenze, “La scuola fascista,” A. Mondadori, Milano, “Dizionario
di Politica,” Istituto dell'Enciclopedia Italiana G. Treccani, Roma, “Insegne e
miti: teoria dei valori politici,” F. Ciuni Editore, Palermo, “Il fascismo nel
solco della storia, Società Editrice del Libro Italiano, Roma, Le Iscrizioni
Pahlaviche della Sinagoga di Dura-Europo, Pubblicazioni della R. Accademia
d'Italia, Roma,.”Storia e Dottrina del fascismo,” Tip. R. Pioda, Roma, “Teoria
dei valori politici,” F. Ciuni Editore, Palermo, “Logica e grammatica,
Tipografia del Senato del Dott. G. Bardi, Roma, Il canto V dell'"Inferno",
C. Signorelli, Milano, “Il segno vivente,” Edizioni ERI-RAI, Torino, “Saggi di
critica semantica,” G. D'Anna, Messina-Firenze, Il contrasto di Cielo d'Alcamo
e poesia popolare, Tip. G. Mori & figli, Palermo, Linguistica della "parola", G.
D'Anna, Messina-Firenze, “Nuovi saggi di critica semantica,” G. D'Anna,
Messina-Firenze, “I primordi della lirica popolare in Sicilia,” G.C. Sansoni,
Firenze, “La Barunissa di Carini: stile e struttura, G.C. Sansoni, Firenze,
“Filosofia del linguaggio,” Edizioni dell'Ateneo, Roma, “La parola e
l'immagine,” Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, Poesia giullaresca e poesia popolare, G.
Laterza & figli, Bari, “La dottrina linguistica di Vico,” Atti
dell'Accademia Nazionale dei Lincei (Memorie della Classe di Scienze morali,
storiche e filosofiche), Roma, Storia della letteratura persiana, La Nuova
Italia, Firenze, Il Canto XIX dell'Inferno, F. Le Monnier, Firenze, “Altri
saggi di critica semantica,” G. D'Anna, Messina-Firenze, Linee di storia linguistica dell'Europa,” Edizioni
dell'Ateneo, Roma, “L'unità ario-europea: corso di Glottologia,” Edizioni
dell'Ateneo, Roma, Ulisse. Ricerche semantiche sulla Divina Commedia, G. D'Anna, Messina-Firenze, “Forma e
Tradizione,” Flaccovio, Palermo, “La forma linguistica,” Rizzoli, Milano, Vocabolario
etimologico siciliano, Pubblicazioni del Centro di studi filologici e linguistici
siciliani, Palermo, Storia della linguistica, Novecento Editore, Palermo. Commento
incompiuto all'Inferno di Dante. Canti I-XXVI, Casa Editrice Herder, Roma,, F.
Le Monnier, Firenze, F. Le Monnier, Firenze, Romanzi Ceneri sull'olimpo, G.C.
Sansoni, Firenze,Alessandro Magno, Edizioni ERI-RAI, Torino, Ironia e verità,
Rizzoli, Milano (raccolta di elzeviri). Medaglia d'argento al valor militare nastrino
per uniforme ordinaria Medaglia d'argento al valor militare «Sottotenente di
complemento, 32º reggimento di fanteria Aiutante maggiore in 2a in un
battaglione di riserva, vista ripiegare una nostra colonna d'attacco,
riordinava i ripiegandi e li guidava al contrattacco, respingeva il nemico che
già aveva occupato un tratto della nostra linea. In un successivo attacco,
sotto un intenso bombardamento e il fuoco di mitragliatrici avversarie, dava
mirabile esempio di coraggio e di fermezza indirizzando intelligentemente i
rinforzi nei punti più minacciati e facilitando così la conquista di ben munite
e contrastate posizioni.» — Monte Asolone. Cfr. M. Palo, S. Gensini , Saussure
e la scuola linguistica romana: da Pagliaro a Mauro, Carocci Editore, Roma,
. La scuola linguistica romana. Cfr. A. Pedio,
La cultura del totalitarismo imperfetto, Unicopli, Milano, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Cfr. Gabriele Turi, Sorvegliare e premiare. L'Accademia d’Italia,
Viella, Roma, Cfr. Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Cfr. A. Pedio, La cultura del totalitarismo
imperfetto, Unicopli, Milano, Cit. Cfr.
Riunioni Del Secolo XX Cfr. Riunioni
Accademia Nazionale dei Lincei Centro di
studi filologici e linguistici siciliani » La storia, su csfls. Cfr. Mininterno
Camera Mininterno Senato
//opar.unior/386/1/Filologia_dantesca_di_Pagliaro.pdf Cfr. D. Cesare, "Premessa", Lumina.
Rivista di Linguistica Storica e di Letteratura Comparata, Cfr. pure E. Salvaneschi, "Su Attila Fáj,
maestro di «molti paragoni»", Campi immaginabili. Rivista semestrale
di cultura, Cfr. Tullio De Mauro, Prima lezione sul linguaggio, Editori
Laterza, Roma-Bari, Tullio De Mauro, La fede del diavolo Istituto Nastro Azzurro Studia classica et orientalia. Oblate, Casa
Editrice Herder, Roma, Münster, M. Palo, Stefano Gensini , Saussure e la scuola
linguistica romana. Da Pagliaro a Mauro,
Carocci Editore, Roma, A. Vallone, "La „Lectura Dantis” di Antonino
Pagliaro", in Deutsches Dante-Jahrbuch, Edited by Christine Ott, Walter
Belardi: studi latini e romanzi in memoria di Antonino Pagliaro, Pubblicazioni
del Dipartimento di Studi glottoantropoligici dell'Roma La Sapienza, Roma, Aldo
Vallone, Enciclopedia Dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana G.
Treccani, Roma, M. Durante, T. De Mauro, B. Marzullo, Pubblicazioni
dell'Accademia di Scienze, Lettere e Arti di Palermo, Palermo, Giuliano
Bonfante, Antonino Pagliaro, Pubblicazioni dell'Accademia Nazionale dei Lincei,
Roma, Walter Belardi, Pagliaro nel pensiero critico del Novecento, Casa
Editrice Il Calamo, Roma, D. Di Cesare , Storia della filosofia del linguaggio,
Carocci Editore, Roma, Tullio De Mauro, Lia Formigari (Eds.), Italian Studies
in Linguistic Historiography. Proceedings of the International Conference in
Honour of Pagliaro. Rome, Nodus Publikationen, Münster, A. Pedio, La cultura
del totalitarismo imperfetto. Il Dizionario di politica del Partito nazionale
fascista, prefazione di A. Lyttelton, Unicopli, Milano, A. Tarquini, Il Gentile
dei fascisti: gentiliani e antigentiliani nel regime fascista, Società editrice
il Mulino, Bologna, A. Battistini, Gli
studi vichiani di Pagliaro, Guida
Editori, Napoli, Tullio De Mauro, Dizionario biografico degli italiani, Roma, ,
su treccani. Enciclopedia Italiana
Dizionario di Politica Linguistica Semiologia Filologia TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere dLa Scuola linguistica romana, su rmcisadu.let.uniroma.
Pagliaro. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pagliaro” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702786125/in/photolist-2mLNXjb-2mLEb9W-2mLNi1Z
Palazzani
essential Italian philosopher female?
Grice
e Panella – del sublime – filosofia italiana – Luigi Speranza (Benevento).
Filosofo. Grice: “Panella’s
conceptual analysis of the sublime poses the implicatural question: “x is
‘bello’; e SUBLIME’ – The Romans talked of ‘pulcher’ which complicates things!”
Grice: “Panella also wrote of ‘l’incubo urbano,’ to which I’ll add “l’incubo
suburbano’, and ‘l’incubo exurbano’!” essential Italian philosopher. Si laurea a
Pisa, dove è stato insegnante . Si è occupato di filosofia politica e storia
del pensiero politico, ha insegnato Estetica nella stessa università. È stato presidente della giuria del premio
letterario "Hermann Geiger" e membro della giuria del premio
letterario "ArtediParole" riservato a studenti delle scuole medie. Si
è distinto anche come poeta pubblicando otto volumi di poesia, da ricordare Il
terzo amante di Lucrezia Buti pubblicato a Firenze con Editore Polistampa. In
collaborazione con David Ballerini ha girato due documentari d'arte, La
leggenda di Filippo Lippi, pittore a Prato trasmesso da Rai2 n e Il giorno
della fiera. Racconti e percorsi in provincia di Prato. Ha vinto il Fiorino
d'oro del Premio Firenze. Gli è stato assegnato il premio concesso annualmente
dal Ministero dei Beni Culturali per attività culturali e artistiche
particolarmente rilevanti. Nel 2009 ha
ricevuto il premio "Sergio Leone" per la sua attività in ambito
cinematografico. Ha collaborato con
l'associazione Pianeta Poesia di Firenze guidata da Franco Manescalchi nella
presentazione di poeti e incontri letterari. Giuseppe Panella con Franco
Manescalchi alla Biblioteca Marcellina di Firenze Ha fatto parte del comitato
tecnico del Premio letterario Chianti, coordinato da lui stesso e composto da
Paolo Codazzi, Lorella Rotondi ed altri.
Opere” Monografie Robert Michels, Socialismo e fascismo, Milano,
Giuffré, Lettera sugli spettacoli di Rousseau, Aesthetica Edizioni, Palermo, Il
paradosso sull'attore di Diderot, La Vita Felice, Milano Saggi, Elogio della
lentezza. Etica ed estetica in Valéry, Aesthetica Preprints 23, Palermo.
Pubblicazioni: “Del sublime, Frosinone, DismisuraTesti, Il sublime e la prosa.
Nove proposte di analisi letteraria, Firenze, Clinamen, Zola: scrittore
sperimentale. Per la ricostruzione di una poetica della modernità, Chieti,
Solfanelli, Pier Paolo Pasolini. Il cinema come forma della letteratura,
Firenze, Clinamen, Il sosia, il doppio,
il replicante. Teoria e analisi critica di una figura letteraria, Bologna,
Elara Edizioni, I piaceri dell'immaginazione, Firenze, Clinamen, Rousseau e la
società dello spettacolo, Firenze, Pagnini, Il mantello dell'eretico. La
pratica dell'eresia come modello culturale, Piateda (Sondrio), CFR Edizioni
(Quaderno 1), “ L'incubo urbano,” Rousseau, Debord e le immagini dello
spettacolo in La questione dello stile. I linguaggi del pensiero, F. Bazzani,
R. Lanfredini e S. Vitale, Firenze, Clinamen,
Ipotesi di complotto. Paranoia e delirio narrativo nella letteratura
americana del Novecento (in collaborazione con Riccardo Gramantieri), Chieti,
Solfanelli, Il secolo che verrà.
Epistemologia, letteratura, etica in Gilles Deleuze (in collaborazione con
Silverio Zanobetti), Firenze, Clinamen,
Storia del sublime. Dallo Pseudo-Longino alle poetiche della modernità,
Firenze, Clinamen, La scrittura
memorabile. Leonardo Sciascia e la letteratura come forma di vita,
Grottaminarda, Delta, Edizioni, (libro vincitore del Premio "De
SanctisL'inedito" per la critica letteraria) Alberto Arbasino e la
"vita bassa". Indagine sull'Italia degli Ottanta in cinque mosse, in
Cahiers d'études italienneLes années quatre-vingt et le cas italien, Prove di
sublime. Letteratura e cinema in prospettiva estetica, Firenze, Clinamen, Curzio Malaparte autore teatrale e regista
cinematografico, Roma, Fermenti Editore,
Introduzione al pensiero di Vittorio Vettori. Civiltà filosofica,
poetica "etrusca" e culto di Dante, Firenze, Edizioni
Polistampa, Le immagini delle parole. La
scrittura alla prova della sua rappresentazione, Firenze, Clinamen, La polifonia assoluta. Poesia, romanzo,
letteratura di viaggio di Vettori, Firenze, Edizioni della Regione
Toscana, L'estetica dello choc. La
scrittura di Malaparte tra esperimenti narrativi e poesia, Firenze,
Clinamen, e Tutte le ore feriscono, l'ultima
uccide, L’'estetica dell'eccesso, Firenze, Clinamen, Le maschere del doppio: tra mitologia e
letteratura Editore libri di Emil, G.
Panella, Diario dell'altra vita. Lo sguardo della filosofia e la prospettiva
della felicità, Firenze, Clinamen. Premio Chianti, ecco i cinque finalisti, su
premioletterariochianti. Libri. Incontro
con su met.provincia.fi. Panella. Keywords: del sublime. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Panella” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740490386/in/datetaken/
Grice e Panunzio – implicatura –
Filosofia italiana – Luigi Speranza (Molfetta). Filosofo. Grice: “There’s S.
Panunzio and there’s S. Panunzio – Italian philosophy can be a trick!” -- Essential
Italian philosopher. Tra i maggiori esponenti del
sindacalismo rivoluzionario, in quanto amico intimo di Benito Mussolini,
contribuì in maniera decisiva al suo passaggio dal neutralismo
all'interventismo nella Grande Guerra. Divenne in seguito uno dei massimi
teorici del fascismo. Nacque a Molfetta da Vito e Giuseppina Poli, in una
famiglia altoborghese, tra le più illustri della città: «un ambiente familiare
intriso tanto di sollecitazioni all'impegno civile e politico quanto di
suggestioni e stimoli intellettuali». Il periodo socialista e il
sindacalismo rivoluzionario Il suo impegno politico nelle file del socialismo
incominciò molto presto, quando ancora frequentava il liceo classico locale,
ove ebbe come maestro il giovane Pantaleo Carabellese. Nel dibattito
interno al socialismo italiano — diviso tra "riformisti" e
"rivoluzionari" — Panunzio si schierò tra i cosiddetti sindacalisti
rivoluzionari, cominciando al contempo a pubblicare i suoi primi articoli sul
settimanale «Avanguardia Socialista» di Arturo Labriola, quando era ancora
studente dell'Università degli Studi di Napoli. Durante i suoi studi
universitari il contatto con docenti come Francesco Saverio Nitti, Napoleone
Colajanni, Igino Petrone e Giuseppe Salvioli contribuì alla formazione del suo
pensiero socialista. Il suo percorso intellettuale fu altresì influenzato da
Georges Sorel e Francesco Saverio Merlino, i quali avevano già da tempo
incominciato un processo di revisione del marxismo. Nel 1907 pubblica il
suo primo studio, intitolato Il socialismo giuridico, in cui teorizza
l'opposizione alla borghesia solidarista e al sindacato riformista da parte del
sindacato operaio, il quale è destinato a trasformare radicalmente la società.
Il fulcro dell'opera era costituito dalla formulazione di un "diritto sindacale
operaio", spina dorsale di un nuovo "sistema socialista" fondato
non su una base economica, bensì su una base etica, solidaristica: «Il
socialismo giuridico non sarebbe dunque che l'applicazione del principio di
solidarietà, immanente in tutto l'universo, nel campo del diritto e della
morale: in se stesso non è una idea astratta balzata ex abrupto dal cervello di
pochi pensatori, ma efflusso e irradiazione ideale di tutta la materia sociale
che vive e freme attorno a noi» (Sergio Panunzio) Nel 1908 si laurea in
giurisprudenza discutendo una tesi su L'aristocrazia sociale, ossia sul
sindacalismo rivoluzionario, avendo come relatore Giorgio Arcoleo. Nel 1911
consegue presso lo stesso ateneo la laurea in filosofia. In questi anni di
studi ed esperienze intellettuali, intensifica altresì il proprio impegno
giornalistico in favore del sindacalismo rivoluzionario, collaborando —
oltreché con «Avanguardia Socialista» — con «Il Divenire Sociale» di Enrico
Leone, con «Pagine Libere» di Angelo Oliviero Olivetti e con «Le Mouvement
Socialiste» di Hubert Lagardelle. Il sindacato ed il diritto La
concezione panunziana del sindacato quale organo e fonte di diritto — non
eusarentesi quindi in mero organismo economico o tecnico della produzione — fu
approfondita nel 1909, allorché vide la luce la sua seconda opera, La
persistenza del diritto, in cui egli «coniugava i princìpi della sua formazione
positivistica con una ispirazione filosofica volontaristica». Panunzio prendeva
quindi le mosse affrontando il problema del rapporto tra sindacalismo e
anarchismo: la differenza tra i due movimenti risiedeva — a detta dell'autore —
sul ruolo dell'autorità (fondata sul diritto) che, negata dall'anarchismo, non
era invece trascurata dal sindacalismo: «Il sindacalismo è d'accordo con
l'anarchia nella critica e nella tendenza distruttiva dello Stato politico
attuale, ma non porta alle ultime conseguenze le sue premesse antiautoritarie,
che hanno un riferimento tutto contingente allo Stato presente. Il
sindacalismo, per essere precisi, è antistatale per definizione e consenso
unanime, ma non è antiautoritario. Le premesse antiautoritarie dell'anarchia
hanno invece un valore assoluto e perentorio riferendosi esse a ogni forma di
organizzazione sociale e politica. Il sindacalismo non è dunque
antiautoritario» (Sergio Panunzio) In sostanza, Panunzio sosteneva
l'importanza fondamentale del diritto (ancorché non "statale", ma
"operaio") per il sindacalismo e la futura società, dall'autore
vagheggiata come un regime sindacalista federale sostenuto dall'autogoverno dei
gruppi sindacali, riuniti in una Confederazione, così da formare quella che
l'autore stesso chiama «una vera grande Repubblica sociale del Lavoro», retta
da una «sovranità politica sindacale». Nel 1910, fu poi dato alle stampe
Sindacalismo e Medio Evo, in cui l'autore indicava al sindacalismo operaio il
modello dei Comuni italiani medievali, esempio paradigmatico di autonomia, la
quale doveva essere perseguita anche dai sindacati contemporanei. Dopo un
periodo difficile, dovuto a problemi familiari ma anche a un ripensamento delle
sue teorie politiche, nel 1912, grazie all'interessamento di Nitti, abbandonò
l'attività di avvocato, inadeguata per mantenere la famiglia (aiutava
principalmente — raramente pagato — i suoi compagni di partito), divenendo
docente di pedagogia e morale presso la Regia scuola normale di Casale
Monferrato. Nello stesso anno pubblicò inoltre la sua importante opera Il
Diritto e l'Autorità, in cui erano messe a frutto le sue rielaborazioni
teoriche: oltre al passaggio da un orizzonte positivistico a una concezione
filosofica neocriticistica, egli ripensava lo Stato non più quale organo della
coazione, ma quale depositario della necessaria autorità. Il 1912 è un anno per
lui importante anche perché, con la fine della guerra libica, cominciò a
prender corpo la svolta "nazionale" del suo pensiero. Dopo aver
insegnato per un anno a Casale Monferrato e un altro a Urbino, nel 1914 passò
alla Regia scuola normale "Giosuè Carducci" di Ferrara, ove insegnò
sino al 1924, conseguendo al contempo la libera docenza presso l'Napoli (l'anno
successivo gli fu trasferita nell'ateneo bolognese). È di quegli anni — poco
prima dell'entrata dell'Italia nella Grande Guerra — l'inizio di stretti
rapporti politici e intellettuali con Benito Mussolini, direttore
dell'«Avanti!» e leader dell'ala rivoluzionaria del Partito Socialista
Italiano. Panunzio incominciò dunque una regolare e intensa collaborazione con
il quindicinale «Utopia», appena fondato dal futuro capo del fascismo per far esprimere
le voci più rivoluzionarie, eterodosse ed "eretiche" dell'ambiente
socialistico italiano. In questo periodo Panunzio comprende il potenziale
rivoluzionario che il conflitto europeo poteva esprimere, sicché manifesterà
sempre più esplicitamente il suo appoggio all'interventismo, che era invece
inviso al Partito Socialista: «Io sono fermamente convinto che solo dalla
presente guerra, e quanto più questa sarà acuta e lunga, scatterà
rivoluzionariamente il socialismo in Europa. Altro che assentarsi, piegarsi le
braccia, e contemplare i tronconi morti delle verità astratte! (...). Alle
guerre esterne dovranno succedere le interne, le prime devono preparare le
seconde, e tutte insieme la grande luminosa giornata del socialismo, che sarà
la soluzione e la purificazione ideale di queste giornate livide e paurose,
macchiate di misfatti e di infamie» (Sergio Panunzio) Quest'articolo di
Panunzio, apparso sul quotidiano ufficiale del Partito Socialista, suscitò una
grave polemica, sicché Mussolini dovette rispondere sul numero del giorno dopo.
Tuttavia la replica di Mussolini, il quale si stava convincendo
dell'opportunità dell'intervento, fu «debole, sfocata, piattamente dottrinaria,
per nulla all'altezza del miglior Mussolini polemista». Infatti, «al
momento di questa polemica, Mussolini era psicologicamente già fuori del
socialismo ufficiale ed è indubbio che le argomentazioni di Panunzio, sia per
il loro spessore teorico sia perché provenienti da un uomo di cui egli aveva
grande considerazione intellettuale, furono probabilmente l'elemento decisivo
che lo spinse a compiere il grande passo, il «voltafaccia» dal neutralismo
assoluto all'interventismo» (Francesco Perfetti) La Grande Guerra
All'entrata dell'Italia nel conflitto mondiale, si arruolò volontario come
quasi tutti gli interventisti "di sinistra" (come Filippo Corridoni e
Mussolini); tuttavia, in quanto emofiliaco, fu immediatamente congedato, sicché
dovette concentrarsi sulla lotta propagandistica e pubblicistica, soprattutto
sulle colonne del «Popolo d'Italia» (i cui articoli erano sovente concordati
con lo stesso Mussolini), in favore della guerra italiana, ritenuta dal
Panunzio una guerra non «di difesa e conservazione, ma di acquisto e di
conquista; non una guerra ma una rivoluzione». Una guerra anche popolare, come
avevano dimostrato le grandi mobilitazioni del «maggio radioso», in
contrapposizione alle posizioni conservatrici di Antonio Salandra e della
classe dirigente liberale. Anche da un punto di vista più propriamente
militante, Panunzio si impegnò nel ruolo di membro del direttivo del neonato
fascio nazionale di Ferrara (marzo 1916), il quale diede vita altresì al
giornale «Il Fascio». Oltre all'analisi politica e all'impegno
giornalistico, Panunzio lavorò anche a una sistematizzazione filosofico-giuridica
delle sue idee riguardo al conflitto, con le opere Il concetto della guerra
giusta (1917), Principio e diritto di nazionalità (dello stesso anno ma
pubblicato solo nel 1933 in Popolo, Nazione, Stato), La Lega delle nazioni e
Introduzione alla Società delle Nazioni (del 1918, ma pubblicati entrambi nel
1920). Nel primo saggio, egli sosteneva l'utilità e la legittimità di una
guerra anche offensiva, purché essa fosse il mezzo per il conseguimento di un
fine più grande, ossia la giustizia e la creazione di nuovi equilibri più
giusti ed equanimi. Nella seconda, invece, individuava nel principio di
nazionalità la nuova idea-forza della società che sarebbe scaturita dalla
guerra, una volta conclusa. Molto importante è inoltre la terza opera (La Lega
delle nazioni), poiché in essa è sviluppato per la prima volta il concetto di
«sindacalismo nazionale»: «La Nazione deve circoscriversi, determinarsi,
articolarsi, vivere nelle classi, e nelle corporazioni distinte, e risultare
«organicamente» dalle concrete organizzazioni sociali, e non dal polverio
individuale; ed essa esige, dove le nazionalità non si siano ancora affermate,
e dove esse non ancora funzionino storicamente, solide e robuste connessioni di
interessi e aggruppamenti di classi, a patto, però, che le classi, e le
corporazioni trovino, a loro volta, la loro più compiuta esistenza,
destinazione e realtà nella Nazione. Ecco la «reciprocanza» dei due termini,
Sindacato e Nazione, e la sintesi organica tra Sindacalismo e Nazionalismo, e
cioè: Sindacalismo Nazionale» (Sergio Panunzio) Dalla fine del conflitto
alla Marcia su Roma Terminata la guerra, Panunzio partecipò attivamente al
dibattito interno alla sinistra interventista, intervenendo in particolare su
«Il Rinnovamento», quindicinale recentemente creato e diretto da Alceste De
Ambris. Il suo scritto più importante, che ebbe notevoli conseguenze, apparve
il 15 marzo 1919: in questo, Panunzio sosteneva l'organizzazione di tutta la
popolazione in classi produttive, le quali dovevano essere a loro volta
distribuite in corporazioni, a cui doveva essere demandata l'amministrazione
degli interessi sociali; affermava altresì la necessità di creare un Parlamento
tecnico-economico da affiancare al Parlamento politico. In tale
testo programmatico era chiaramente abbozzato il futuro corporativismo
fascista, tanto che l'amico Mussolini, nel discorso pronunciato a Piazza San
Sepolcro (alla fondazione cioè del fascismo), riprese le tesi di Panunzio per
il programma dei Fasci Italiani di Combattimento: «L'attuale
rappresentanza politica non ci può bastare; vogliamo una rappresentanza diretta
dei singoli interessi, perché io, come cittadino, posso votare secondo le mie
idee, come professionista devo poter votare secondo le mie qualità
professionali. Si potrebbe dire contro questo programma che si ritorna verso le
corporazioni. Non importa. Si tratta di costituire dei Consigli di categoria
che integrino la rappresentanza sinceramente politica» (Benito Mussolini)
A Ferrara, Panunzio assisté alla nascita del fascismo locale (e delle squadre
d'azione), intrattenendo rapporti di amicizia con Italo Balbo (che sarebbero
durati per tutta la vita) e Dino Grandi (che era stato suo allievo), pur non
aderendo ufficialmente al movimento, a causa dei rapporti di quest'ultimo — per
lui ambigui — con gli agrari. Risale a quel periodo, infatti, la pubblicazione
delle due opere Diritto, forza e violenza e Lo Stato di diritto. Nel primo,
riprendendo la tesi delle Réflexions sur la violence di Georges Sorel, l'autore
precisava il suo discorso distinguendo una violenza "morale",
"razionale", "rivoluzionaria", la quale doveva essere il
mezzo per l'affermazione di un nuovo diritto (veicolo, dunque, di uno ius
condendum), da una violenza invece gratuita e immorale[26]. Nel secondo volume,
Panunzio criticava — da un punto di vista neokantiano — il concetto hegeliano
di Stato etico, lasciando intravedere tuttavia margini di sviluppo per una
visione totalitaria dello Stato. A seguito dell'uscita dei fascisti dalla UIL e
della conseguente creazione della Confederazione nazionale delle Corporazioni
sindacali per opera di Edmondo Rossoni, Panunzio collaborò con il settimanale
ufficiale della Confederazione, cioè «Il Lavoro d'Italia»[28], vergando un
importante articolo sul primo numero, nel quale ribadiva le sue tesi sul
sindacalismo nazionale. Dopo essersi speso invano, con l'aiuto di Balbo, per
una conciliazione tra Mussolini e Gabriele D'Annunzio[30], appoggiò la politica
pacificatrice di Mussolini, sostenne la «svolta a destra» del PNF (cioè per un
ristabilimento dell'autorità dello Stato) e caldeggiò — con la caduta del primo
Governo Facta — la costituzione di un governo di "pacificazione" che
riunisse fascisti, socialisti e popolari (prospettiva ritenuta possibile da
Mussolini stesso[31]), scrivendo un importante articolo che individuava nel
capo del fascismo l'unico in grado di stabilizzare e pacificare il Paese:
«Benito Mussolini — uno dei pochi uomini politici, checché si dica in
contrario, che abbia l'italia — ha molti nemici e anche molti adulatori. L'uomo
non è ancora bene conosciuto. Chi scrive (...) può affermare con piena
sincerità e obbiettività che la storia recentissima dell'Italia è legata al
nome di Mussolini. L'intervento dell'Italia in guerra è legato al nome di
Mussolini. La salvezza dell'Italia dalla dissoluzione bolscevica è legata a B.
Mussolini. Questi sono fatti. Il resto è politica che passa: dettaglio,
episodio. (...) Anche prima di Caporetto, anche dopo Caporetto, Mussolini (è
vero o non è vero?) disse dall'altra parte: tregua. Non fu, maledettamente,
ascoltato. La fine della lotta ormai è un fatto compiuto. Eccedere più che
delitto è sproposito grave. Ed ecco perché un Ministero in cui entrino le due
parti in lotta — per la salvezza e la grandezza dello Stato — è un minimo di
necessità e di sincerità» (Sergio Panunzio[32]) Tuttavia, con il
reincarico di Facta e il seguente sciopero generale del 1º agosto indetto
dall'Alleanza del Lavoro (il cosiddetto «sciopero legalitario»), il 4 agosto
Panunzio scrisse a Mussolini mostrando la sua delusione nei confronti dei
socialisti confederali, ritenendo quindi impossibile una convergenza d'intenti
con il PSI e reputando ormai sempre più necessaria una svolta a destra:
«Anch'io pensavo unirci con i confederali che «senza sottintesi siano per lo
Stato». Dopo lo sciopero un ultimo equivoco è finito. Bisogna mirare a destra.
Diciamolo, con o senza elezioni. Confido in te e nel Fascismo, per quanto il
difficile, dal lato politico, viene proprio ora» (Sergio Panunzio[33]) Di
lì a breve, il fascismo salì al potere. L'impegno politico e culturale
durante il fascismo Una volta costituito il governo fascista, Panunzio strinse
legami sempre più stretti con il movimento mussoliniano, ottenendo la tessera
del PNF (su iniziativa dell'amico Italo Balbo) il 5 giugno 1923, e venendo
eletto deputato nel 1924. Nello stesso anno divenne membro del Direttorio
nazionale provvisorio del PNF, che lasciò dopo neanche un mese in quanto
chiamato alla carica di sottosegretario del neonato Ministero delle
Comunicazioni (diretto al tempo da Costanzo Ciano). In questo periodo,
inizia a interrogarsi — assieme ai massimi teorici fascisti — sulla vera natura
ed essenza del fascismo, per il quale coniò la definizione di «conservazione
rivoluzionaria», che sosterrà per tutta la sua vita: «Il Fascismo non è
unicamente conservazione, né unicamente rivoluzione, ma è nello stesso tempo —
beninteso sotto due aspetti differenti — una cosa e l'altra. Se mi è lecito
servirmi d'una frase che non è una frase vuota di senso, ma una concezione
dialettica, io dirò che il Fascismo è una grande «conservazione
rivoluzionaria». (...) Quel che costituisce la superba originalità della
«rivoluzione italiana», ciò che la fa grandemente superiore alla rivoluzione
francese e alla rivoluzione russa, è che, ricordandosi e approfittando degli
insegnamenti di Vico, di Burke, di Cuoco e di tutta la critica storica della
Rivoluzione dell'89, essa ha conservato il passato, realizzato il presente e
orientato tutto verso l'avvenire, nei limiti della condizionalità e
dell'attualità storiche. Per certi aspetti il Fascismo è ultraconservatore: ad
esempio, nella restaurazione dei valori famigliari, religiosi, autoritari,
giuridici, attaccati e distrutti dalla cultura enciclopedica, illuministica, che
si è trapiantata arbitrariamente, anche nell'ideologia del proletariato, vale a
dire nel socialismo democratico, che è il più grande responsabile della
corruzione contemporanea. Per altri aspetti, il Fascismo è innovatore, e a un
punto tale che i conservatori ne sono spaventati, come per esempio per la sua
orientazione verso lo «Stato sindacale» e per la suademolizione dello «Stato
parlamentare»» (Sergio Panunzio[34]) Partecipò inoltre attivamente al
dibattito incentrato sull'edificazione dello «Stato nuovo», fornendo importanti
spunti, alcuni dei quali avranno un seguito costituzionale, come ad esempio il
"sindacato unico obbligatorio", l'attribuzione della personalità
giuridica (istituzionale, non civile) ai sindacati, o l'istituzione di una Magistratura
del Lavoro che si ponesse quale arbitro nelle controversie tra capitale e
lavoro. Fornì anche, al contempo, le basi teoriche del futuro Stato sindacale
(poi corporativo): «La nuova sintesi è l'unità dello Stato e del
Sindacato, dello Statismo e del Sindacalismo. È lo Stato il punto di approdo e
lo sbocco, superata la prima fase negativa, del Sindacalismo» (Sergio
Panunzio[35]) È di questi tempi altresì l'evoluzione del pensiero panunziano
riguardo a una concezione organicistica dello Stato, attraverso una critica
serrata dello Stato democratico-parlamentare, uno «Stato meccanico,
livellatore, astratto» (sorretto dal «principio meccanico della eguaglianza e
cioè il suffragio universale»), che doveva portare a uno «Stato organico,
gerarchico», fondato su un sistema sindacal-corporativo, giacché «chi è
organizzato pesa, chi non è organizzato non pesa»[36]. In quest'ottica deve
essere considerata, infatti, la definizione panunziana del fascismo quale
«concezione totale della vita. Tutta la riflessione teorica politico-giuridica
di questo periodo fu riassunta e sistematizzata nel suo volume, pubblicato nel
1925, Lo Stato fascista, il quale accese grandi dibattiti in ambiente fascista,
tanto che l'autore ebbe modo di confrontarsi su questi temi — spesso polemicamente
— con importanti personalità intellettuali come Carlo Costamagna, Giovanni
Gentile e Carlo Curcio[38]. In virtù di queste premesse teoriche e
operative, appoggiò Mussolini durante la crisi causata dal delitto Matteotti,
al fine di incrementare il processo di riforma statuale avviato dal fascismo,
che si sarebbe di lì a poco concretizzato nelle leggi fascistissime volute da
Alfredo Rocco e, soprattutto, nella Legge n. 563 del 3 aprile 1926, che
istituzionalizzò i sindacati, e nella redazione della Carta del Lavoro, il
documento fondamentale della politica economica e sociale fascista.
Terminata l'esperienza di governo, si dedicò all'insegnamento: dopo aver vinto
nel 1921 il concorso per un posto da professore straordinario in filosofia del
diritto presso l'Università degli Studi di Ferrara, divenne ordinario e si
trasferì, nel 1925, all'Università degli Studi di Perugia, di cui fu Rettore
nell'anno accademico 1926-1927. L'anno seguente fu invece chiamato a insegnare
dottrina dello Stato presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università
degli Studi di Roma, cattedra che detenne sino alla morte. Non appena
insediatosi nell'ateneo romano, fu incaricato dal Duce di organizzare, in
qualità di Commissario del Governo, la neonata Facoltà Fascista di Scienze
Politiche di Perugia, che doveva essere la «Oxford italiana» e «fascista. In
tale veste, chiamò a insegnare a Perugia docenti quali Paolo Orano, Robert
Michels, Angelo Oliviero Olivetti, Maurizio Maraviglia e Francesco Coppola. Fu
ancora deputato nel 1929 e nel 1934. Malgrado gli impegni accademici,
Panunzio continuò a sostenere l'edificazione dell'ordinamento sindacale
corporativo del nuovo Stato fascista attraverso i suoi articoli giornalistici,
partecipando agli intensi dibattiti degli anni trenta sulla legislazione
corporativa. Più precisamente, egli si situava in quell'ala sindacalista del
fascismo che, nella nuova struttura statuale, perorava un potenziamento dei
sindacati all'interno del sistema corporativo, affinché essi potessero
intervenire più decisamente nella direzione economica del Paese. In questo
periodo, grazie a opere teoriche fondamentali, Panunzio sistematizzò e definì
organicamente il suo pensiero. In sostanza, lo Stato fascista, che è sindacale
e corporativo, si contrappone allo «Stato atomistico ed individualistico del
liberismo. Inoltre lo Stato fascista è caratterizzato dalla sua
«ecclesiasticità» (o religiosità), intesa come «unione di anime, al contrario
dello Stato liberal-parlamentare «indifferente, ateo e agnostico»[43]. Il giurista
molfettese introdusse anche il concetto di funzione corporativa in quanto
quarta funzione dello Stato (dopo le tre canoniche: esecutiva, legislativa e
giurisdizionale), proprio per fornire il necessario fondamento giuridico ai
cambiamenti costituzionali in atto, con la creazione dello Stato
corporativo[45]. Lo Stato fascista, infine, si configura come uno Stato
totalitario, «promanando direttamente e immediatamente da una rivoluzione ed
essendo formalmente uno "Stato rivoluzionario"»[46]. Con
l'istituzione delle corporazioni (attraverso la Legge n. 164) e la creazione
della Camera dei Fasci e delle Corporazioni (Legge n. 129 del 19 gennaio 1939),
Panunzio redasse la Teoria Generale dello Stato Fascista, che rappresenta la
summa del suo pensiero in materia di ordinamento sindacale corporativo: in
questo, egli sosteneva la funzione attiva e propulsiva del sindacato, al fine
di evitare un'involuzione burocratica delle corporazioni[47]; sosteneva altresì
il suo concetto di economia mista — la quale all'intervento pubblico
affiancasse una sana iniziativa privata — «ordinata, subordinata, armonizzata,
ridotta all'unità, ossia unificata dallo Stato, in quanto il pluralismo
economico e la pluralità delle forme economiche sono un momento ed una
determinazione organica del monismo giuridico-politico dello Stato. Partecipò,
con notevole peso specifico, alla riforma del Codice di procedura civile e del
Codice civile. Riguardo a quest'ultimo, in particolare, il suo contributo fu
decisivo, soprattutto per il terzo (Della proprietà) e quinto (Del lavoro)
libro: fu lui ad ottenere che un intero libro fosse dedicato al lavoro; volle
che la Carta del Lavoro fosse posta a base del codice; definì un più
circostanziato concetto di proprietà, in cui se ne enfatizzava la "funzione
sociale. Divenne consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle
Corporazioni[50]. Morì a Roma, in piena guerra. L'archivio di Sergio
Panunzio è stato digitalizzato ed è attualmente disponibile alla ricerca presso
la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice in Roma[51] Opere: Il
socialismo giuridico, Libreria Moderna, Genova. La Persistenza del Diritto
(Discutendo di Sindacalismo e di Anarchismo), Editrice Abruzzese, Pescara Sindacalismo
e Medio Evo, Partenopea, Napoli Il diritto e l'autorità: contributo alla
concezione filosofica del diritto, UTET, Torino Il concetto della guerra giusta,
Colitti, Campobasso La lega delle nazioni, Taddei, Ferrara Introduzione alla
Società delle Nazioni, Taddei, Ferrara Diritto, forza e violenza: lineamenti di
una teoria della violenza, con prefazione di R. Mondolfo, Cappelli, Bologna Lo stato di diritto, Taddei, Ferrara Italo Balbo, Imperia Ed., Milano Stato
nazionale e sindacati, Imperia Ed., Milano 1924. Che cos'è il fascismo, Alpes, Milano
Seconda edizione Libreria Europa . Lo Stato fascista, Cappelli, Bologna Il
sentimento dello Stato, Libreria del Littorio, Roma Il concetto della dittatura rivoluzionaria,
Forlì Stato e diritto: l'unità dello stato e la pluralità degli ordinamenti giuridici,
Società tipografica modenese, Modena Leggi costituzionali del Regime, Sindacato
nazionale fascista avvocati e procuratori, Roma Popolo, Nazione, Stato (esame giuridico), La
Nuova Italia, Firenze I sindacati e l'organizzazione economica dell'impero,
Istituto Poligrafico dello Stato, Roma Sulla natura giuridica dell'Impero
italiano d'Etiopia, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma L'organizzazione sindacale e l'economia
dell'Impero, Istituto Poligrafico dello Stato, Roma La Camera dei fasci e delle
corporazioni, Stabilimento arti grafiche Trinacria, Roma Teoria generale dello
Stato fascista, 2ª ed. ampliata ed aggiornata, CEDAM, Padova Spagna
nazionalsindacalista, Bietti, Milano 1942. Seconda edizione Libreria Europa .
Motivi e metodo della codificazione fascista, Giuffrè, Milano. Francesco
Perfetti, La «conversione» all'interventismo di Mussolini nel suo carteggio con
Sergio Panunzio, in «Storia contemporanea», febbraio 1986. A. James Gregor, Sergio Panunzio: il
sindacalismo ed il fondamento razionale del fascismo, Volpe, Roma, «Non c'è
dubbio che tra i molti scrittori che tentarono di articolare l'ideologia del
fascismo italiano Sergio Panunzio deve essere considerato uno dei più
competenti e intellettualmente influenti».
Per Herbert Matthews era l'unico teorico fascista che potesse eguagliare
il livello e l'influenza di Giovanni Gentile: H. L. Matthews, I frutti del
fascismo, Laterza, Bari 1945. Secondo Jay Clarke, egli «fornisce con le sue
teorie una patina di legittimità rivoluzionaria alla dittatura fascista»: Jay
Clarke, Fascism and Bolshevism, in History of Modern Italy. Zeev Sternhell,
Nascita dell'ideologia fascista (1989), tr. it., Baldini e Castoldi, Milano Sergio
Panunzio [è] il teorico più importante del fascismo degli anni Venti, poi eclissato
dall'avvento di Gentile». Perfetti,
19877. Il socialismo giuridico, Libreria
Moderna, Genova, Sindacalismo e Medio Evo, Partenopea, Napoli. Giovanna
Cavallari, Il positivismo nella formazione filosofico-politica in «Schema», Leonardo Paloscia, La concezione sindacalista
di Sergio Panunzio, Gismondi, Roma, Guerra e socialismo, in «Avanti!», Benito
Mussolini, Guerra, Rivoluzione e Socialismo. Contro le «inversioni» del
sovversivismo guerrafondaio, in «Avanti!», Mussolini, La guerra europea: le sue
cause e i suoi fini, in Ver sacrum,
Taddei, Ferrara 1915, 81-89. Sergio Panunzio, I due partiti di oggi e di
domani, in «Il Popolo d'Italia», Perfetti, La Lega delle nazioni, Taddei, Ferrara,
Un programma d'azione, in «Il Rinnovamento», Mussolini, Diritto, forza e
violenza: lineamenti di una teoria della violenza, Cappelli, Bologna Lo Stato di diritto, Taddei, Ferrara, Il
settimanale era diretto dallo stesso Rossoni e annoverava, tra i collaboratori
più attivi e competenti, Armando Casalini.
Sergio Panunzio, Il sindacalismo nazionale, in «Il Lavoro d'Italia», Perfetti,
Renzo De Felice, Mussolini il fascista,
I: La conquista del potere, Einaudi, Torino. L'ora di Mussolini, in «La
Gazzetta delle Puglie», L'articolo fu ripreso, lo stesso giorno, sul «Popolo
d'Italia» per espressa volontà di Mussolini.
Lettera citata in Perfetti, Che cos'è il fascismo, Alpes, Milano, Stato
e Sindacati, in «Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto»,
gennaio-marzo Forma e sostanza nel problema elettorale, in «Il Resto del
Carlino», 7Sergio Panunzio, Idee sul Fascismo, in «Critica fascista», Loreto Di
Nucci, La facoltà fascista di Scienze Politiche di Perugia: origini e sviluppo,
in Continuità e fratture nella storia delle università italiane dalle origini
all'età contemporanea, Dipartimento di Scienze storiche Perugia, Perugia. Loreto
Di Nucci, Nel cantiere dello Stato fascista, Carocci, Roma, Renzo De Felice, Mussolini il Duce, I: Gli anni del consenso, Einaudi, Torino, Il
sentimento dello Stato, Libreria del Littorio, Roma 1929; Il concetto della
dittatura rivoluzionaria, Forlì, Stato e diritto: l'unità dello stato e la
pluralità degli ordinamenti giuridici, Società tipografica modenese, Modena. Leggi
costituzionali del Regime, Sindacato nazionale fascista avvocati e procuratori,
Roma, Perfetti, XXX Legislatura del Regno d'Italia. Camera
dei fasci e delle corporazioni / Deputati / Camera dei deputati storico Il Fondo Sergio Panunzio. Fondazione Ugo
Spirito e Renzo De Felice. Giovanna
Cavallari, Il positivismo nella formazione filosofico-politica, in «Schema», Ferdinando
Cordova, Le origini dei sindacati fascisti, Laterza, Roma-Bari, Sabino Cassese,
Socialismo giuridico e «diritto operaio». La critica di Sergio Panunzio al
socialismo giuridico, in «Il Socialismo giuridico: ipotesi e letture», in
“Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno”, Renzo De
Felice, Mussolini, 8 voll., Einaudi, Torino, Mussolini il rivoluzionario, Einaudi,
Torino 1965. Emilio Gentile, Le origini dell'ideologia fascista , Il Mulino,
Bologna, Laterza, Roma-Bari). A. James Gregor, Sergio Panunzio: il sindacalismo
ed il fondamento razionale del fascismo, Volpe, Roma. nuova edizione ampliata,
Lulu.com, . Benito Mussolini, Opera omnia, Edoardo e Duilio Susmel, 44 voll.,
La Fenice, Firenze-Roma, Leonardo Paloscia, La concezione sindacalista di
Sergio Panunzio, Gismondi, Roma, Giuseppe Parlato, La sinistra fascista: storia
di un progetto mancato, Il Mulino, Bologna. Giuseppe Parlato, Il sindacalismo
fascista, II: Dalla grande crisi alla
caduta del regime, Bonacci, Roma, Francesco Perfetti, Il sindacalismo
fascista, I: Dalle origini alla vigilia
dello Stato corporativo, Bonacci, Roma 1988. Francesco Perfetti, La
«conversione» all'interventismo di Mussolini nel suo carteggio con Sergio
Panunzio, in «Storia contemporanea», Francesco Perfetti, Introduzione, in
Sergio Panunzio, Il fondamento giuridico del fascismo, Bonacci, Roma, Francesco
Perfetti, Lo Stato fascista: le basi sindacali e corporative, Le Lettere,
Firenze . Zeev Sternhell, Nascita dell'ideologia fascista, tr. it., Baldini e
Castoldi, Milano 1993. Fascismo
Sindacalismo rivoluzionario Sindacalismo nazionale Sindacalismo fascista Corporativismo
Italo Balbo James Gregor Francesco Perfetti. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere di Sergio Panunzio, . Sergio Panunzio, su storia.camera, Camera dei
deputati. Sabino Cassese, Socialismo
giuridico e «diritto operaio». La critica di Sergio Panunzio al socialismo
giuridico in Quaderni fiorentini per la storia del pensiero giuridico moderno,
3-4, 1974-75, Giuffrè Editore Milano. Sito dell'Università degli Studi di Firenze.
Panunzio. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Panunzio” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701619634/in/photolist-2mHsg1f-2mHo7Ma-2mLGjg5-2mLCQLJ
Grice e Panunzio – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Ferrara).
Filosofo. Grice: “I like his
‘contemplazione e simbolo,’ for what is a symbol for if no one is going to
contemplate it!?” -- Essential Italian philosopher. Ligato
alle correnti conservatrici e controrivoluzionarie italiane, figlio del più
noto filosofo del diritto e teorico del sindacalismo rivoluzionario Sergio
Panunzio. Laureatosi nel 1941 in Scienze Politiche, lavora
complessivamente 12 anni all'Università degli Studi di Roma "La
Sapienza", prima come Assistente Volontario presso la cattedra di Storia
delle Dottrine Politiche di Filosofia del Diritto e in seguito sia come
Assistente Incaricato di Diritto Costituzionale interno e comparato, sia come
Professore Incaricato per la Filosofia del Diritto ed Etica del Lavoro.
L’ostilità dell’ambiente universitario motivata dagli stretti legami storici e
politici della sua famiglia con il fascismo, gli impedisce di ottenere una
cattedra universitaria costringendolo a ripiegare sull'insegnamento nei
licei. Nel 1940 si arruola nella Regia Marina, partecipa ad operazioni di
guerra nel Mediterraneo e viene insignito della Croce di Cavaliere dell'Ordine
della Corona d'Italia. Nel giugno del 1944, dopo quella che definirà
"l'onta dell’8 settembre", non volendo partecipare a uno scontro
fratricida, per protesta si autocongeda con il grado di "sottotenente di
vascello". Nel 1946 rifonda insieme al fratello Vito la storica
rivista politico-culturale di Angelo Oliviero Olivetti Pagine Libere che si
avvale della collaborazione di redattori di grande livello tra i quali
spiccano: Nino Tripodi, Giuseppe Chiarelli, Gioacchino Volpe, Alberto Asquini,
Walter Prosperetti, Luigi Ventura, Eros Vicari, Eugenio Zolli, Roberto
Cantalupo, Ernesto De Marzio, Emilio Betti e molti altri. Il gruppo di Pagine
Libere diretto dai fratelli Panunzio viene a volte liquidato come neofascista,
ma in realtà esso rimase sempre sostanzialmente estraneo e indipendente
rispetto alle tradizionali destre politiche italiane del dopoguerra, compreso
il MSI, com'è noto fortemente condizionate dall'esperienza della RSI alla quale
i firmatari del manifesto di Pagine Libere non avevano mai aderito, non
condividendone le finalità politiche. Suoi scritti appaiono anche su
L'Ultima di Adolfo Oxilia e di Papini, Carattere e su riviste specializzate in
studi filosofico-giuridici. Conclusa l'esperienza dell'Ultima, i collaboratori
della rivista intraprendono strade differenti; Panunzio (come Attilio Mordini)
si muove orasecondo il teologo Sergio Quinzio«nella direzione di un simbolismo
esoterico pieno di sacrali e regali nostalgie». Dopo un decennio passato
a insegnare materie letterarie, storiche e filosofiche nei licei, viene
chiamato a Roma dal Governo in carica presieduto da Moro, con la mansione di
addetto alla Stampa Estera presso la Presidenza del Consiglio e contemporaneamente
nominato addetto stampa al Comune di Roma. Incarichi che ricoprirà per circa un
decennio. Fonda a Roma la rivista di studi tradizionali Metapolitica, tra
le più longeve nel panorama della pubblicistica del settore, durata ben 34 anni
e nello stesso torno di tempo comincia a pubblicare i suoi libri in una collana
a cui darà il nome di "Dottrina dello Spirito" e di cui usciranno
dodici volumi. A partire dal 1968, il concetto di metapolitica è al centro del
dibattito sulle radici europee da parte degli esponenti della Nuova Destra: i
seguaci dell'opera di Panunzio sostengono una visione cristiana, in opposizione
al neopaganesimo di de Benoist. Considerato uno dei più acuti interpreti
del metafisico francese René Guénon, Silvano Panunzio, cercò di ricondurne
l'orientamento tradizionale, iniziatico, e simbolico nell'alveo del pensiero
cristiano. Insieme ad Attilio Mordini di cui fu amico e sodale, può essere
considerato come uno dei massimi esponenti italiani del tradizionalismo
novecentesco. La sua imponente biblioteca personale e paterna è stata donata
alla Fondazione Ugo Spirito che ne custodisce in gran parte anche l'archivio di
famiglia. Collana di “Dottrina
dello Spirito” Contemplazione e Simbolo, “Summa iniziatica orientale-occidentale”,
Volpe, Roma Simmetria, Roma
Metapolitica, “La Roma eterna e la Nuova Gerusalemme”, Edizioni Babuino,
Roma Cristianesimo Giovannèo, “Luci di Ierosofia”, Volpe, I Classici Cristiani, Cantagalli,
Siena La Conservazione Rivoluzionaria. “Dal dramma politico del Novecento alla
svolta Metapolitica del Duemila”, Il
Cinabro, Catania Cielo e Terra, “Poesia, Simbolismo, Sapienza, nel Poema
Sacro, Ed. Metapolitica, Roma nuova edizione ampliata Terra e Cielo, “Dal
nostro Mondo ai Piani Superiori”, 99,
Cantagalli, Siena Vicinissimi a Dio, “Summa Sanctitatis” (Venti Biografie
eroiche), Cantagalli, Siena, Vicinissimi
a Dio, “Summa Sanctitatis” (Venti Biografie eroiche), Siena, Cantagalli, 2Silvano
Panunzio, Metafisica del Vangelo Eterno, Roma, Simmetria, La Coralità celeste
superdivina, Ed. Metapolitica, Roma
Alleanza Trascendente Michele Arcangelo, ATMA. Princípi. Appello. Storia
ed Eségesi Breve. Precedenti Storici e Agiografici del Cinquantenario, Roma, nuova
edizione Scritti remoti Il misticismo di S. Francesco e il
francescanesimo dell’anima italiana, Sophia, Roma, Difesa dell’Aristocrazia: Il cristianesimo
come Aristocrazia sociale, Pagine Libere, Roma 1948, Gismondi, Roma, Ugo
Foscolo tra Vico e Mazzini nel pensiero italiano, Gismondi, Roma, Sull’esistenzialismo
giuridico, Fratelli Bocca Editori, Milano 1950 Tradizione, Oriente e Sacre Scritture,
L’Ultima, Firenze Il reincontro Cristianità-Islàm (due eredi dell’impero
mediterraneo), Roma, Firenze, Un pontificato simbolico e universale: dal
“Defensor Civitatis” al “Pastor Angelicus”, Conte Editore, Roma, Cattolici
svegli (Tempi di ApocalisseOriente e OccidenteEscatologia ed Ecumenismol’Ora di
Giovanni), Firenze, Verona, Cosmologia degli Antichi, Dialoghi, Roma, Ispirazione e Tradizione (Città tradizionali e
Città ispiratrici), Carattere, Verona Lo
spiritualismo storico di Luigi Sturzo (Per una rettificazione metafisica della
Sociologia), Conte, Napoli Scritti recenti Discorsi sul monachesimo e
sull’oblazione benedettina, S. Benedetto, Parma Il profetismo di Savonarola, La Pianura,
Ferrara, Prefazione alla “Beatrice di Dante” (di . Rossetti), Atanor, Roma Approfondimenti
crono-escatologici sul “Die Kirche in der Endzeit-Apocalypse” del padre
Dlustusch, Roma, Il gioannismo di Santa Caterina da Siena e il vero volto di
Giovanni, Quaderni Cateriniani, Cantagalli, SienaLe divine negazioni dell’Orso
forte (saggio critico introduttivo e traduzione del “Saint Bernard” di René
Guénon), Il Cinabro, Catania, Solo, nel mistero di Dio. “Sinossi ascetico-mistica
da tutti gli Scritti del Padre Pio” (Proemio, Compilazione,
CommentiPresentazione del Vicepostulatore, padre Gerardo Di Flùmeri), I
Classici Cristiani, Cantagalli, Siena, Il Simbolismo di Rita, Disegno inedito
della mistica rosa di Roccaporena, Thule, Palermo Le frontiere dell’aldilà nel
poema di Dante e negli aneliti di Padre Pio (Relazione al Convegno di
Spiritualità di San Giovanni Rotondo), Atti, Il mistero metafisico di Maria
“vera Dea e vera Donna”, Thule, Palermo, Laus fidei (Prefazione a “La luce del
Graal”, poema di Pietro Mirabile), Thule, Palermo, Cavalleria terrestre e
celeste di S. Antonio Taumaturgo, Cantagalli, Siena, Matilde! Vita, morte e
trasfigurazione di una Sposa Cristiana, Cantagalli, Siena, La Croce e l’Ulivo,
Canti Lirici (StelleRaggi di SoleTra Mare e CieloUltimo Quarto) Composizione
artistica; Schena Editore, Fasano, Ristampe
e nuove antologie Difesa dell’Aristocrazia (Il cristianesimo come
aristocrazia sociale), I Quaderni di Metapolitica, n. 1, Roma Scritti su René Guénon, I Quaderni di
Metapolitica, Roma Vecchie e nuove
cosmologie (Avviamento alla “Scienza dei Magi”), I Quaderni di Metapolitica, n.
3, Roma Per una rettificazione
metafisica della sociologia (Lo spiritualismo storico di Luigi Sturzo), I Quaderni
di Metapolitica, Roma Le frontiere
dell’Aldilà nel poema di Dante e negli aneliti di Padre Pio, I Quaderni di
Metapolitica, nRoma Scritti in
collaborazione Archivio Storico di “Metapolitica, Rivista del Regno
Universale, Roma “Nuovi Cieli e Nuova Terra”, Roma. Complessivamente volumi in corso di stampa. Pagine Libere
(Storica Rivista Internazionale fondata a Lugano6), Nuova Serie, Roma, L’Vltima
(Rivista di Escatologia e di Ecumenismo), Firenze, Scritti sulla stampa
estera Bibel und Cosmologie, Kairòs, Zeitschrift für Religionswis-senschaft
und Theologie, Salzburg Christus und Indien, Jesus und wir, Kairòs, Salzburg, Referate,
Bibliographie zür Symbolik, Ikonographie und Mythologie, Baden-Baden, Politik-Kriptopolitik-Metapolitik,
Zeitschrift für Ganzeisfor-schung (Philosophie, Gasellschaft, Wirtschaft), Wien
1981 Traditio et Renovatio, idem, Wien. ,
MetapoliticaHistoria cultural, Enciclopèdia Luso-Brasileira de Cultura, Ècriture et peinture, Contrelittérature,
Paris Sull'autore: Testimone
dell'assoluto, “L'itinerario umano e intellettuale di Silvano Panunzio”,
(Eségesi di 12 noti Scrittori Italiani), Ed. Cantagalli, Siena, Dalla
metafisica alla metapolitica: omaggio a Silvano Panunzio in occasione del
centenario della nascita, Ed. Simmetria, Roma . Inediti: Corona di Rose (Luci
d’oltrevita del fiore del Carmelo). In corso di stampa Note Olinto Dini,
Percorsi di libertà, Firenze, Polistampa, Giambattista Scirè, La democrazia
alla prova, Roma, Carocci, 200525.
Silvano Panunzio fu allievo di Eugenio Zolli, cfr. Claudio C.
Belinfanti, Lo strano caso di Israel Eugenio Zolli, . Secondo Giovanni Pallanti, Panunzio sulle
pagine de L'Ultima avrebbe proposto «un'intesa teologica e politica tra il
cattolicesimo e l'islam. Panunzio, combattente nella Seconda guerra mondiale
rimase chiaramente, un teorico di un
fascismo mistico con lo sguardo rivolto a Oriente». Giovanni Pallanti,
"L'Ultima": scrittori, artisti e teologi tra cattocomunismo e
fascismo, Firenze, Società editrice fiorentina, VIII. Francesco Carnelutti, Tempo perso, Firenze,
Sansoni, Sergio Quinzio, "L'Ultima" ovvero l'ultimo sogno dello
scrittore, in Prospettive libri, In Metapolítica y filosofía, il filosofo
argentino Alberto Buela Lamas afferma che Panunzio fosse il massimo
rappresentante della corrente metapolitica. AMetapolítica y filosofía: estudio
preliminar de H. Aguer, Buenos Aires, Ediciones Theoría, Bruno Bosteels, Badiou
and Politics, Durham, NC, Duke University Press. Per una sintesi del pensiero
di Panunzio: Sergio Sotgiu, Una vita contro il cattocomunismo, in Il Giornale, Tradizionalismo
(filosofia) Opere Excursus sul termine "Metapolitica" filosofia.org. Panunzio. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Panunzio” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51700941826/in/photolist-2mHsg1f-2mHo7Ma-2mLGjg5-2mLCQLJ
Grice e Paolino – dizionario filosofico
portatile – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo.
Grice: “In England, we have it easy: we have Oxford and we have Oxford. In
Italy, small a country as it is, they have Bologna, Bologna, Bologna, and Nappoli,
Venezia, Roma, etc.” Autore di quattro trattenimenti De' principj del dritto
naturale, stampati a Napoli presso Giovanni di Simone, di un supplemento al
Dizionario storico portatile di Ladvocat, ma è noto soprattutto per i due
volumi della sua Istoria dello studio di Napoli, uscita anch'essa dalla
stamperia di Giovanni di Simone. Si tratta della prima storia compiuta
dell'Napoli, nella quale l'autore dimostra con buoni argomenti (come ricorda Tiraboschi
nella sua Storia della letteratura italiana), che quello studio non fu
veramente fondato da Federico II di Svevia, ma, prima di lui, dai Normanni,
benché questi non le dessero veramente forma di università e non la onorassero
dei privilegi che a tali corpi convengono, cosa che invece fu fatta da
Federico, che così meritò la fama di suo vero fondatore. Opere * Giangiuseppe Origlia, Istoria dello
studio di Napoli, Torino, Giovanni Di
Simone, Girolamo Tiraboschi. Paolino. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Paolino” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740689183/in/datetaken/
Grice e Papi – la scuola di
Milano – filosofia italiana – Luigi Speranza Trieste). Filosofo. rice: “Papi’s
‘parola incantata’ is ambiguous, as ‘charmed word’ is, “Apriti Sesamo” is Two
words, and they charm, they are not charmed! “Abracadabra” may be different!”
-- essential Italian philosopher. Fulvio Papi (Trieste), filosofo. Compie gli
studi a Milano, a Stresa sul Lago Maggiore
per poi tornare a Milano fino
alla laurea. Politicamente attivo nella corrente lombardiana del PSI, segue un
percorso che lo vedrà varcare le porte del Parlamento ed assumere la
vice-direzione e poi la direzione dell'Avanti! Sospettando un aumento del
tenore affaristico nella politica così come lui stesso dichiara in
un'intervista abbandona bruscamente tutto e si dedica all'insegnamento. È
insignito nello stesso anno del titolo di Professore Emerito a Pavia e dell'Ambrogino d'oro quale cittadino
benemerito di Milano.Fonda inoltre la rivista di filosofia Oltrecorrente, che
tuttora dirige. Con Vegetti, Alessio e Fabietti,
ha curato inoltre, per l'editore Zanichelli, il manuale di filosofia per i
licei, iFilosofie e società. Marx risponde a Veca, prende le distanze da Engels
e rende omaggio a Papi. “La parola
incantata.” Biografia e di Papi
Archiviato il 13 dicembre in . nel sito
"Fondazionecorrente.org Biografia
su dicom.uninsubria. Scuola di Milano Opere openMLOL, Horizons Unlimited srl.
Opere Profilo autobiografico in Rivista di filosofia Oltrecorrente. Fulvio
Papi. Papi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Papi” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740417896/in/datetaken/
Grice e Pareyson – implicare ed
interpretare – filosofia italiana – Luigi Speranza (Piasco).
Filosofo. Linceo. Nato da genitori entrambi originari della Valle d'Aosta, si
laureò a Torino con una tesi dal titolo “Esistenza” – su Jaspers, che poi venne
pubblicata all'editore Loffredo di Napoli. Compì spesso viaggi di studio in
Francia e in Germania, dove ebbe modo di conoscere personalmente Maritain, Jaspers
eHeidegger. Si fece notare dai più importanti filosofi del tempo, tra i
quali Gentile. Allievo di Solari e Guzzo,
dopo aver seguito in Germania i corsi di Jaspers, insegnò filosofia al Ginnasio
Liceo Camillo Benso di Cavour di Torino e al liceo di Cuneo, dove ebbe come
allievi alcuni futuri esponenti della Resistenza italiana, tra i quali Revelli
e Vivanti. Fu arrestato per alcuni giorni, in seguito agì egli stesso nella Resistenza,
insieme con Bobbio, Ferrero, Galimberti e Chiodi, continuando a pubblicare
anonimamente articoli. Nel dopoguerra insegnò al Gioberti e in vari
atenei tra cui Pavia e Torino dove, conseguito l'ordinariato. Fu accademico dei
Lincei e membro dell'Institut international de philosophie, oltre che direttore
della Rivista di estetica, succedendo a Stefanini che la fondò a Padova. Ebbe molti allievi, fra cui
Eco, Vattimo, Tomatis, Perniola, Givone,
Riconda, Marconi, Massimino, Ravera,
Perone, Ciancio, Pagano, Magris e Zanone, segretario del Partito Liberale
Italiano, ministro della Repubblica e sindaco di Torino. Considerato tra i
maggiori filosofi del XX secolo, assieme
a Abbagnano fu tra i primi a far conoscere l'esistenzialismo, facente capo
principalmente ad Heidegger e Jaspers, e a riconoscersi in questa visione (La
filosofia dell'esistenza e Jaspers), in un quadro dominato dal neo-idealismo.
Si dedicò anche a dare una nuova interpretazione dell'idealismo non più in chiave hegeliana (Fichte),
individuando in Schelling un precursore a cui l'esistenzialismo doveva la
propria ascendenza, sostenendo che «gli esistenzialisti autentici, i soli
veramente degni del nome, Heidegger, Jaspers e Marcel, si sono richiamati a
Schelling o hanno inteso fare i conti con lui L’'esistenzialismo anda ripreso
in chiave ermeneutica. Considera la verità non un dato oggettivo ma come
interpretazione del singolo, che richiede una responsabilità soggettiva. Chiama
la propria posizione personalismo ontologico. Si è dedicato anche a ricerche storiografiche,
individuando nella filosofia post-hegeliana due correnti, riconducibili
rispettivamente a Kierkegaard e a Feuerbach,
e che sarebbero sfociate rispettivamente nell'esistenzialismo e nel
marxismo. Il suo percorso filosofico ha attraversato principalmente
tre fasi: una più propriamente esistenzialista, attestata cioè su un
esistenzialismo personalistico, in dialogo con Kierkegaard, che riconosca come
la comprensione di sé stessi è resa possibile solo dalla propria relazione con
l'Altro; una seconda incentrata sull'ermeneutica, ossia nel farsi strumento di
interpretazione della verità, volgendosi ad una comprensione ontologica delle
condizioni inesauribili dell'esistenza, che ripercorrendo Heidegger si tramuta
da angoscia del nulla in ascolto dell'Essere; l'ultima che si richiama a
un'ontologia della libertà, più vicina a Schelling, ritenuto un filosofo talmente
attuale da essere persino post-heideggeriano, la cui interpretazione può essere
innovata a partire da Heidegger proprio perché Heidegger ha avuto Schelling
all'origine del suo pensiero. Rreinterpreta le tre fasi del suo pensiero alla
luce del passaggio dalla filosofia negativa a quella positiva di Schelling,
ossia il momento in cui la ragione, prendendo atto della propria nullità, si
apriva allo stupore dell'estasi, in una maniera non necessaria né automatica,
bensì fondata su una libertà che non esclude tuttavia la continuità. Solo
ammettendo questa libertà si può approdare da una filosofia puramente critica,
negativa, ad una comprensione dell'esistenza reale, oltre che della possibilità
del male e della sofferenza. Il discorso sulla negatività non sarebbe
affatto completo se non si parlasse della sofferenza, ma dato che la sofferenza
è non solo negatività, ma è una tale svolta nella realtà che capovolge il
negativo in positivo, questo fa già parte di quella tragedia cosmo-te-andrica –
cosmos, theios, aner -- che è la vicenda universale. Migliorini et al., Scheda
sul lemma "Pareyson", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri,
Per gli accenni biografici di questa sezione, si veda Vattimo, "Pareyson”
iDizionario Biografico degli Italiani, come anche labiografia presente in
centrostu di pareyson Home.html Luciano
Regolo, A Torino Gadamer ricorda Pareyson, Repubblica, Cfr. Schelling, in
«Grande antologia filosofica», Milano, Marzorati, Palma Sgreccia, Una filosofia
della libertà e della sofferenza, Milano. Offrì un'interpretazione del proprio
percorso filosofico nell'iEsistenza e persona. Tomatis; “Escatologia della negazione”
(Roma, Città Nuova. cit. in: Roselena Di Napoli, Il male – cf. Grice,
“ill-will” --. Roma, Editrice Pontificia Università Gregoriana, F. Tomatis
Opere: “La filosofia dell'esistenza e Karl Jaspers, Napoli, Loffredo Editore (nuova ed., Karl Jaspers, Casale Monferrato
(AL), Marietti, Studi sull'esistenzialismo, Firenze, G.C. Sansoni, Esistenza e
persona, Torino, Edizioni Taylor, (IV ed., Genova, Il Melangolo, L'estetica dell'idealismo, Torino, Edizioni di
«Filosofia», Fichte, Torino, Edizioni di
«Filosofia», (nuova ed., Milano, Mursia,
, Estetica. Teoria della formatività, Torino, Edizioni di «Filosofia», (nuova ed., Milano, Bompiani). Teoria
dell'arte, Milano, Marzorati, I problemi dell'estetica, Milano, Marzorati, Conversazioni
di estetica, Milano, Mursia, Il pensiero etico di Dostoevskij, Torino, Einaudi,
Verità e interpretazione, Milano, Mursia, L'esperienza artistica, Milano,
Marzorati, Schelling, in Grande
antologia filosofica, Milano, Marzorati, Dostoevskij: filosofia, romanzo ed
esperienza religiosa, Torino, Einaudi, La filosofia e il problema del male, in
Annuario filosofico, Filosofia dell'interpretazione, Torino, Rosenberg &
Sellier, Kierkegaard e Pascal, Sergio Givone, Milano, Mursia Editore, Filosofia della libertà, Genova, Il Melangolo,
Ontologia della libertà. Il male e la sofferenza, Torino, Einaudi. Le
"Opere complete" sono pubblicate a cura del "Centro studi
filosofico-religiosi Luigi Pareyson", Edizioni Mursia, Milano.
Interviste principali Se muore il Dio della filosofia, Ciro Sbailò, “Il
Sabato”, anno Io, filosofo della libertà, Roberto Righetto, “Avvenire” Mario
Perniola, "Un'estetica dell'eccesso: Luigi Pareyson", in Rivista di
Estetica, Alberto Rosso, Ermeneutica come ontologia della libertà. Studio sulla
teoria dell'interpretazione di Luigi Pareyson, Milano, Vita e Pensiero, Francesco
Russo, Esistenza e libertà. Il pensiero di Luigi Pareyson, Roma, A. Armando
Editore, Furnari, I sentieri della libertà. Milano, Guerini e associati, Chiara,
L'iniziativa. Genova, il melangolo, Ciglia, Ermeneutica e libertà, Roma,
Bulzoni Editore, Tomatis, Ontologia del male, Roma, Città Nuova Editrice,
Ciancio, L’esistenzialismo, Milano, Mursia Editore, FTomatis, pareysoniana, Torino, Trauben Edizioni, Les
Cent du Millénaire, Aosta, Counseil régional de la Vallée d'Aoste &
Musumeci Éditeur, Ermenegildo Conti, La verità nell'interpretazione.
L'ontologia ermeneutica, Torino, Trauben Edizioni, Pareyson. Vita, filosofia, , Brescia, Editrice
Morcelliana, Musaio, Interpretare la
persona. Sollecitazioni. Brescia, Editrice La Scuola, Palma Sgreccia, Una
filosofia della libertà e della sofferenza, Milano, Vita e Pensiero, Paolo
Diego Bubbio, Piero Coda , L'esistenza e il logos. Filosofia, esperienza
religiosa, rivelazione, Roma, Città Nuova Editrice, Gianpaolo Bartoli,
Filosofia del diritto come ontologia della libertà. Formatività giuridica e personalità
della relazione, Roma, Nuova Cultura, Santi Lo Giudice, "Verità e interpretazione,”
Atti dell'Accademia peloritana dei Pericolanti, TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. Opere openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere
Dizionario di filosofia Centro studi filosofico-religiosi "Luigi
Pareyson" Pubblicazioni e critica
Centro studi filosofico-religiosi orino. vita e pensiero Gianmario Lucini, sito
"filosofico.net". Pareyson. Keywords: implicare ed interpretare -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pareyson” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740386631/in/datetaken/
Grice e Parinetto – implicatura ed alchimia –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Brescia).
Filosofo. Grice: “Parinetto
implicates, “Are witches women?” “Sono donne le streghe?” Grice: “The question
may be rhetorical but it ain’t – since Italian allows for “lo strego,” and “lo
stregone.”” Ha insegnato a Milano. Nella sua opera convergono tanto lo studio
delle filosofie orientali (fu traduttore del Tao Te Ching di Lao Tzu) che
influenze di pensatori sia classici, come (Eraclito, Nietzsche e Marx), sia
contemporanei della filosofia occidentale, quali Deleuze e Guattari. È
considerato uno degli interpreti eterodossi del marxismo. Particolarmente
importanti sono state le sue analisi sulle persecuzioni dei movimenti ereticali
e sulla stregoneria, nella cui repressione legge il tentativo di annichilimento
di qualsiasi diversità sociale da parte del potere (non solo religioso ma anche
economico e culturale). Ha contribuito, spesso, con queste sue analisi, alla
comprensione dell'emarginazione di tutte le istanze sociali e culturali minoritarie,
non solo del passato ma anche contemporanee. Altro tema centrale dell'opera è
l'alchimia, intesa come sapere contrapposto alla scienza moderna e volto alla
trasformazione dell'umano anziché del sociale. Ha anche una profonda cultura
musicale, tanto da essere stato collaboratore di “L'Eco di Brescia” come
recensionista. Fu anche collaboratore del periodico La Verità (organo della
federazione bresciana del PCI). È in via
di costruzione, presso la biblioteca di Chiari, la Fondazione Parinetto, che
raccoglie la sua vasta produzione. Opere: “Alchimia e utopia, Pellicani”
(Mimesis); “Corpo e rivoluzione in Marx, Moizzi-contemporanea, Faust e Marx,
Pellicani, Mimesis, Gettare Heidegger, Mimesis, I Lumi e le streghe, Colibrì, “Marx:
sulla religione, La nuova Italia, “ Il ritorno del diavolo, Mimesis,” La
rivolta del diavolo: Lutero, Müntzer e la rivolta dei contadini in Germania, Rusconi,
La traversata delle streghe nei nomi e nei luoghi e altri saggi, Colobrì, “Magia
e ragione” La Nuova Italia, Marx diverso
perverso, Unicopli, Marx e Shylock, Unicopli, Né dio né capitale, Ed.
Contemporanea, “Nostra signora dialettica” Pellicani, Processo e morte di Bruno: i documenti, con un
saggio, Rusconi, Solilunio: erano donne le streghe?, Pellicani, Sulla
religione, Nuova Italia, Streghe e potere: il capitale e la persecuzione dei
diversi, Rusconi. Curatele e traduzioni Jakob Böhme, La vita sovrasensibile.
Dialogo tra un maestro e un discepolo, Mimesis, Giordano Bruno, La magia e le
ligature, Mimesis, Niccolò Cusano, Il Dio nascosto, Mimesis, Emily Dickinson,
Dietro la porta, 237 liriche scelte, Rusconi, Eraclito, Fuoco non fuoco, tutti
i frammenti, Mimesis, Ludwig Feuerbach, Rime sulla morte, Mimesis, Friedrich
Hegel e Friedrich Hölderlin, Eleusis, carteggio, Mimesis, Gotthold Ephraim
Lessing, Il teatro della verità. Massoneria, Utopia, Verità, Mimesis, Angelus
Silesius, L'altro io di dio, Mimesis, Lao Tzu, La via in cammino: Tao Te Ching,
Edizioni La vita Felice, Milano, Voltaire, Stupidità del cristianesimo, Stampa
Alternativa, Vedi per esempioUna polemica sulle streghe in Italia, riferimenti
in . Vedi per esempio la recensione a I
Lumi e le streghe Vedi di Renzo
Baldo Cfr. Fondazione Luigi Micheletti Catalogo
Emeroteca , su //musil.bs. Movimenti ereticali medievali Stregoneria. Biografia
da nicolettapoidimani su
nicolettapoidimani. Biografia da mimesisedizioni, su mimesisedizioni. Biografia
da zam, su zam. Una polemica sulle streghe in Italia -- nel sito della ARFISAssociazione per Ricerca e
Insegnamento di Filosofia e Storia. Parinetto. Keywords. Refs.: “Grice e
Parinetto” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740588353/in/datetaken/
Grice e Parisio – implicatura –
Luigi Speranza (Figline Vegliaturo).
Filosofo.: Grice: “I like Parisio; he focused on rhetoric, as every philosopher
should!” Come molti umanisti ebbe una vita errabonda. Dopo aver fatto un
viaggio di studio a Corfù, ritornò in patria dove aprì una scuola. Si trasferì a
Napoli dove ottenne cariche e favori dal re di Napoli Ferrandino. Risiedette
per qualche tempo a Roma per poi trasferirsi a Milano dove sposò la figlia del
filosofo Demetrio Calcondila. Dopo aver abitato a Vicenza, Padova e Venezia, tornò
a Cosenza, dove fondò l'Accademia Cosentina. Recatosi a Roma, invitato da papa
Leone X, vi insegnò sia eloquenza nell'Accademia Pomponiana che latino
nell'Archiginnasio. Rimase a Roma fino alla morte di Leone X, dopo di che ritornò definitivamente a
Cosenza. Opere:” Q. Horatii Flacci Ars poetica, cum trium doctissimorum commentariis,
A. Iani Parrhasii”’ “Acronis, Porphyrionis. Adiectae sunt praeterea doctissimae
Glareani adnotationes. Lugduni veneo: a Philippo Rhomano, Q. Horatii Flacci Omnia poemata cum ratione
carminum, & argumentis vbique insertis, interpretibus Acrone, Porphyrione,
Iano Parrhasio, Antonio Mancinello, necnon Iodoco Badio Ascensio viris
eruditissimis. Scoliisque Angeli Politiani, M. Antonii Sabellici, Ludouici
Coelij Rhodigini, Baptistae Pij, Petri Criniti, Aldi Manutij, Matthaei
Bonfinis, &Iacobi Bononiensis nuper adiunctis. His nos praeterea
annotationes doctissimorum Antonij Thylesij Cosentini, Francesci Robortelli Vtinensis,
atque Henrici Glareani apprime vtiles addidimus. Nicolai Perotti Sipontini
libellus de metris Odarum, Auctoris vita ex Petro Crinito Florentino. Quae
omnia longe politius, ac diligentius, quam hactenus excusa in lucem prodeunt.
Index copiosissimus omnium vocabulorum, quae in toto opere animaduersione digna
visa sunt, Venetiis: apud haeredes Ioannis Mariae Bonelli, Claudius Claudianus,
Claudianus De raptu Proserpinae: omni cura ac diligentia nuper impressus: in
quo multa: quae in aliis hactenus deerant: ad studiosorum utilitatem: addita
sunt: opus me Hercle aureum: ac omnibus expetendum, Venezia: Albertino da
Lessona, Bernardino Viani e Giovanni Rosso, Clausulae, Ciceronis ex
epistolis excerptae familiaribus: ac in sua genera miro ordine digestae: plenae
frugis: & ad perducendos ad elegantiam stili pueros vtillimae. A. Ianus
Parrhasius & recensuit & approbauit, Vicentiae: per Henricum & Io.
Mariam eius. F. librarios, Valerii Maximi Priscorum exemplorum libri nouem:
diligenti castigatione emendati: aptissimisque figuris exculti: cum laudatis
Oliuerii ac Theophili commentariis: Hermolai Barbari: Georgii Merulae: Mar.
Antonii Sabellici: Iani Parrhasii: Raphaelis Rhegii: multorumque praeterea
nouis obseruationibus: indiceque mirifico per ordinem literarum: ad inueniendas
historias nuper excogitato: alteroque in usum grammaticorum ad uocabula
rerumque cognitionem, Impressum Venetiis: per Bartholomeum de Zanis de
Portesio, Habes in hoc volumine lector optime diuina Lactantii Firmiani opera
nuper per Ianum Parrhasium accuratissime castigata: graeco integro adiuncto:
... Eiusdem Epitome. Carmen de Phoenice. Carmen de Resur. Domini. Habes etiam
Ioan. Chry. de Eucha. quandam expositionem & in eandem materiam Lau. Vall.
sermonem. habes Phi. adhorationem ad Theodo. & aduersus gentes Tertul.
Apologeticum, Venetiis: arte & impensis Ioannis Tacuini fuit impressum, Retoricae breviarium ab optimis utriusque linguae
auctoribus excerptum, Iani Parrhasii Liber de rebus per epistolam quaesitis.
Henr. Stephani Tetrastichon de hoc Iani Parrhasij alijsque quibus poetas
illustrauit libris ... Adiuncta est Francisci Campani Quaestio Virgiliana,
Ginevra: excudebat Henricus Stephanus, illustris viri Huldrichi Fuggeri
typographus, Davide Andreotti, Storia dei cosentini, II, Napoli: Stabilimento Tipografico di
Salvatore Marchese (Google books) Ugo Lepore, «Per la biografia’ Biblion, Giuseppina
Maria Perna Mugavero, Aulo Giano Parrasio, Treviso: SIT, Francesco D'Episcopo, Fondatore dell'Accademia
Cosentina, Cosenza: Pellegrini, A. Frugiuele, Dubbi ed ipotesi sui suoi natali,
in Il Letterato: rassegna di letteratura, arte, scuola fondata e diretta da
Luigi Pellegrini, Accademia Cosentina TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Italica,su italica.rai. Parisio. Keywords: implicatura.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Parisio” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691307311/in/photolist-2mKMsLp
Grice e Parrini – implicare,
interpretare – filosofia italiana – Luigi Speranza (Castel’Azzara). Filosofo. Grice: “Italians are supposed to be
non mainstream and go ‘off the beaten road’ – Parrini proves they shouldn’t!” Professore
a Firenze, membro di svariate istituzioni scientifiche internazionali e del
comitato scientifico di alcune riviste filosofiche italiane e straniere e
condirettore della collana "Epistemologica" pubblicata dall'editore
Guerini e associati, fu segretario nazionale del Comitato dei dottorati di
ricerca in Filosofia, nonché Presidente della Società Italiana di Filosofia
Analitica. Fu invitato a tenere lezioni e conferenze in Italia, in vari paesi
europei, in Argentina e negli Stati Uniti d'America. Insieme a Roberta
Lanfredini organizzò un Corso di perfezionamento in Epistemologia generale e
applicata che si tiene, con cadenza biennale, a 'Firenze. Si occupò di
filosofia analitica contemporanea, dell'epistemologia di Kant e di Husserl, di
vari aspetti del pensiero scientifico e epistemologico del XIX e del XX secolo,
della filosofia italiana del Novecento. Sin dai primi lavori ha sviluppato una
nuova interpretazione del positivismo logico e dei suoi rapporti con il
convenzionalismo e la filosofia kantiana la quale, in seguito, ha trovato ampia
conferma a livello internazionale. In campo epistemologico, i suoi maggiori
interessi vanno al tema del realismo, alla problematica della conoscenza a
priori, alla giustificazione epistemica e alla metodologia della ricerca
storico-filosofica. Nel volume Conoscenza e realtà avanzò una prospettiva
filosofica cui dette il nome di "filosofia positiva" e della quale
sviluppò le implicazioni circa i rapporti con l'ermeneutica, lo statuto
epistemologico della logica e la natura della verità. Lasciò più di un
centinaio di pubblicazioni. Opere: “Linguaggio e teoria: analisi filosofica”
(La Nuova Italia, Firenze); “Una filosofia senza dogma: materiali per un
bilancio dell'empirismo,” – Grice: “I can’t see why Parrini is afraid of a
dogma; Strawson and I loved them!” -- il Mulino, Bologna, “Empirismo logico e
convenzionalismo,”” Franco Angeli, Milano); “Conoscenza e realtà: positivism”
(Laterza, Roma-Bari); “Dimensioni della filosofia. Filosofia in età antica,
Mondadori Università, Milano); “L'empirismo logico, Carocci, Roma); “Filosofia
e scienza nell'Italia del Novecento. Figure, correnti, battaglie, Guerini e
associati, Milano, Fare filosofia, oggi, Carocci, Roma, . Note "lanazione", Scheda docente presso il Dipartimento di
filosofia dell'Università degli Studi di Firenze, su philos.unifi. Paolo
Parrini in SWIFSito web italiano per la filosofia, su lgxserver.uniba. Parrini.
Keywords: implicare, interpretare. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Parrini” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51739504427/in/datetaken/
pascoli,
alessandro. Fisologia. Grice: “An excellent philosopher. He philosophised on
the will, on the soul, and on a functionalist approach.”
Grice e Pascoli – decadeniza divina
– filosofia italiana – Luigi Speranza (San Mauro di Romagna).
Filosofo.. Considerato il maggior filosofo decadente italiano, nonostante la
sua formazione principalmente positivistica. Dal Fanciullino, articolo
programmatico pubblicato per la prima volta nel 1897, emerge una concezione
intima e interiore del sentimento poetico, orientato alla valorizzazione del
particolare e del quotidiano, e al recupero di una dimensione infantile e quasi
primitiva. D'altra parte, solo il poeta può esprimere la voce del
"fanciullino" presente in ognuno: quest'idea consente a Pascoli di
rivendicare per sé il ruolo, per certi versi ormai anacronistico, di
"poeta vate", e di ribadire allo stesso tempo l'utilità morale
(specialmente consolatoria) e civile della poesia. Egli, pur non
partecipando attivamente ad alcun movimento letterario dell'epoca, né mostrando
particolare propensione verso la poesia europea contemporanea (al contrario di
D'Annunzio), manifesta nella propria produzione tendenze prevalentemente
spiritualistiche e idealistiche, tipiche della cultura di fine secolo segnata
dal progressivo esaurirsi del positivismo. Complessivamente la sua opera appare
percorsa da una tensione costante tra la vecchia tradizione classicista
ereditata dal maestro Giosuè Carducci, e le nuove tematiche decadenti. Risulta
infatti difficile comprendere il vero significato delle sue opere più
importanti, se si ignorano i dolorosi e tormentosi presupposti biografici e
psicologici che egli stesso riorganizzò per tutta la vita, in modo ossessivo,
come sistema semantico di base del proprio mondo poetico e artistico. Giovanni
Pascoli da bambino (ultimo a destra), con il padre Ruggero e i fratelli Giacomo
e Luigi Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre del 1855 a San Mauro (oggi San
Mauro Pascoli in suo onore) in provincia di Forlì all'interno di una famiglia
benestante, quarto dei dieci figlidue dei quali morti molto piccolidi
Ruggero Pascoli, amministratore della tenuta La Torre della famiglia dei
principi Torlonia, e di Caterina Vincenzi Alloccatelli. I suoi familiari lo
chiamavano affettuosamente "Zvanì". Il 10 agosto 1867, quando
Giovanni aveva undici anni, il padre fu assassinato con una fucilata, sul
proprio calesse, mentre tornava a casa da Cesena. Le ragioni del delitto,
forse di natura politica o forse dovute a contrasti di lavoro, non furono mai
chiarite e i responsabili rimasero ignoti; nonostante tre processi celebrati e
nonostante la famiglia avesse forti sospetti sull'identità dell'assassino, come
traspare evidentemente nella poesia La cavalla storna: il probabile mandante fu
infatti un delinquente, Pietro Cacciaguerra (al quale Pascoli fa riferimento,
senza nominarlo, nella lirica Tra San Mauro e Savignano), possidente ed esperto
fattore da bestiame, che divenne successivamente agente per conto del principe,
coadiuvando l'amministratore Achille Petri, subentrato a Ruggero Pascoli dopo
il delitto. I due sicari, i cui nomi correvano di bocca in bocca in paese,
furono Luigi Pagliarani detto Bigéca (fervente repubblicano), e Michele
Dellarocca, probabilmente fomentati dal presunto mandante. Sempre da
Pascoli venne scritta una poesia in ricordo della notte dell'assassinio del
padre, X agosto, la notte di San Lorenzo, la stessa notte in cui morì il
padre. Sull'intricatissima vicenda del delitto Pascoli è stato pubblicato
il volume di Rosita Boschetti Omicidio Pascoli. Il complotto frutto di ricerche
negli archivi locali e che, oltre a pubblicare documentazione inedita, formula
l'ipotesi di uncomplotto perpetrato ai danni dell'amministratore Pascoli. Il
trauma lasciò segni profondi nel poeta. La famiglia cominciò a perdere gradualmente
il proprio stato economico e successivamente a subire una serie impressionante
di lutti, disgregandosi: costretti a lasciare la tenuta, l'anno successivo
morirono la sorella Margherita di tifo, e la madre per un attacco cardiaco (di
"crepacuore", si disse), il
fratello Luigi, colpito da meningite, e nel 1876 il fratello maggiore Giacomo,
di tifo. Da recenti studi anche il fratello maggiore, che aveva tentato
inutilmente di ricostituire il nucleo familiare a Rimini, potrebbe essere stato
assassinato, forse avvelenato. Giacomo infatti nell'anno in cui morì ricopriva
la carica di assessore comunale e pare conoscesse personalmente coloro che
avevano partecipato al complotto per uccidere il padre, oltre al fatto che i
giovani fratelli Pascoli (in particolare Raffaele e Giovanni) si erano
avvici tal punto alla verità sul delitto da essere minacciati di morte.
Le due sorelle Ida e Maria andarono a studiare nel collegio del convento delle
monache agostiniane, a Sogliano al Rubicone, dove viveva Rita Vincenzi, sorella
della madre Caterina e dove rimasero dieci anni: nel 1882, uscite di convento,
Ida e Maria chiesero aiuto al fratello Giovanni, che dopo la laurea insegnava
al liceo Duni di Matera, chiedendogli di vivere con lui, facendo leva sul senso
di dovere e di colpa di Giovanni, il quale durante i 9 anni universitari non si
era più occupato delle sorelle. Nella biografia scritta dalla sorella Maria,
Lungo la vita di Giovanni Pascoli, il futuro poeta è presentato come un ragazzo
solidoe vivace, il cui carattere non è stato alterato dalle disgrazie; per
anni, infatti, le sue reazioni parvero essere volitive e tenaci, nell'impegno a
terminare il liceo e a cercare i mezzi per proseguire gli studi universitari,
nonché nel puntiglio, sempre frustrato, nel ricercare e perseguire l'assassino
del padre. Questo desiderio di giustizia non sarà mai voglia di vendetta, e
Pascoli si pronuncerà sempre contro la pena di morte e contro l'ergastolo, per
motivi principalmente umanitari. I primi studi Nel 1871, all'età di quindici
anni e dopo la morte del fratello Luigi avvenuta per meningite il 19 ottobre
dello stesso anno, Giovanni Pascoli dovette lasciare il collegio Raffaello
dei padri Scolopi di Urbino; si trasferì a Rimini, per frequentare il liceo
classico Giulio Cesare. Giovanni giunse a Rimini assieme ai suoi cinque
fratelli: Giacomo (19 anni), Raffaele , Alessandro Giuseppe, (12), Ida (8),
Maria (6, chiamata affettuosamente Mariù). «L'appartamento, già scelto da
Giacomo ed arredato con lettini di ferro e di legno, e con mobili di casa
nostra, era in uno stabile interno di via San Simone, e si componeva del
pianterreno e del primo piano», scrive Mariù: «La vita che si conduceva a
Rimini… era di una economia che appena consentiva il puro necessario». Pascoli
terminò infine gli studi liceali a Cesena dopo aver frequentato il ginnasio ed
il liceo al prestigioso Liceo Dante di Firenze, ed aver fallito l'esame di
licenza a causa delle materie scientifiche. L'università e l'impegno
politico Giovanni Pascoli nel 1882 Grazie ad una borsa di studio di 600
lire (che poi perse per aver partecipato ad una manifestazione studentesca)
Pascoli si iscrisse all'Bologna, dove ebbe come docenti il poeta Giosuè
Carducci e il latinista Giovanni Battista Gandino, e diventò amico del poeta e
critico Severino Ferrari. Conosciuto Andrea Costa e avvicinatosi al movimento
anarco-socialista, cominciò, a tenere comizi a Forlì e a Cesena. Durante una
manifestazione socialista a Bologna, dopo l'attentato fallito dell'anarchico
lucano Giovanni Passannante ai danni del re Umberto I, il giovane poeta lesse
pubblicamente un proprio sonetto dal presunto titolo Ode a Passannante. L'ode
venne subito dopo strappata (probabilmente per timore di essere arrestato o
forse pentito, pensando all'assassinio del padre) e di essa si conoscono
solamente gli ultimi due versi tramandati oralmente: «colla berretta d'un
cuoco, faremo una bandiera». La paternità del componimento fuoggetto di
controversie: sia la sorella Maria sia lo studioso Piero Bianconi negarono che
egli avesse scritto tale ode (Bianconi la definì «la più celebre e citata delle
poesie inesistenti della letteratura italiana»). Benché non vi sia alcuna prova
tangibile sull'esistenza dell'opera, Gian Battista Lolli, vecchio segretario
della federazione socialista di Bologna e amico del Pascoli, dichiarò di aver
assistito alla lettura e attribuì al poeta la realizzazione della lirica.
Pascoli fu arrestato il 7 settembre 1879, per aver partecipato ad una protesta
contro la condanna di alcuni anarchici, i quali erano stati a loro volta
imprigionati per i disordini generati dalla condanna di Passannante. Durante il
loro processo, il poeta urlò: «Se questi sono i malfattori, evviva i
malfattori!» Dopo poco più di cento giorni, esclusa la maggiore gravità
del reato, con sentenza del 18 novembre 1879, la Corte d'Appello rinviò gli
imputatiPascoli e Ugo Corradinidavanti al Tribunale: il processo, in cui
Pascoli era difeso dall'avvocato Barbanti, ebbe luogo, chiamato a testimone
anche il maestro Giosuè Carducci che inviò una sua dichiarazione: "Il
Pascoli non ha capacità a delinquere in relazione ai fatti denunciati".
Viene assolto ma attraversa un periodo difficile, medita il suicidio ma il
pensiero della madre defunta lo fa desistere, come dirà nella poesia La voce.
Alla fine riprende gli studi con impegno. Nonostante le simpatie verso il
movimento anarco-socialista in età giovanile, nel 1900, quando Umberto I venne
ucciso da un altro anarchico, Gaetano Bresci, Pascoli rimase amareggiato
dall'accaduto e compose la poesia Al Re Umberto. Abbandona la militanza
politica, mantenendo un socialismo umanitario che incoraggiasse l'impegno verso
i deboli e la concordia universale tra gli uomini, argomento di alcune
liriche: «Pace, fratelli! e fate che le braccia / ch'ora o poi tenderete
ai più vicini, / non sappiano la lotta e la minaccia.» (I due fanciulli)
La docenza Dopo la laurea, conseguita nel 1882 con una tesi su Alceo, Pascoli
intraprese la carriera di insegnante di latino e greco nei licei di Matera e di
Massa. Dopo le vicissitudini e i lutti, il poeta aveva finalmente ritrovato la
gioia di vivere e di credere nel futuro. Ecco cosa scrive all'indomani della
laurea da Argenta: "Il prossimo ottobre andrò professore, ma non so
ancora dove: forse lontano; ma che importa? Tutto il mondo è paese ed io ho
risoluto di trovar bella la vita e piacevole il mio destino". Su
richiesta delle sorelle Ida e Maria, fino al 1882 nel convento di Sogliano,
Pascoli riformulò il proprio progetto di vita, sentendosi in colpa per avere
abbandonato le sorelle negli anni universitari. Ecco a tale proposito una
lettera di Giovanni scritta da Argenta il 3 luglio 1882, il quale, ripreso
dalle sorelle per averle abbandonate, così risponde: "Povere
bambine! Sotto ogni parola di quella vostra lettera così tenera, io leggevo un
rimprovero per me, io intravedevo una lagrima!." E ancora da Matera
il poeta scrive nell'ottobre del 1882: "Amate voi me, che ero
lontano e parevo indifferente, mentre voi vivevate nell'ombra del chiostro. Amate
voi me, che sono accorso a voi soltanto quando escivate dal convento raggianti
di mite contentezza, m'amate almeno come le gentili compagne delle vostre gioie
e consolatrici dei vostri dolori?". Iniziato alla massoneria, presso
la loggia "Rizzoli" di Bologna. Il testamento massonico autografo del
Pascoli, a forma di triangolo (il triangolo è un simbolo massonico), è stato
rinvenuto nel 2002. Dal 1887 al 1895 insegnò a Livorno al Ginnasio-Liceo
"Guerrazzi e Niccolini", nel cui archivio si trovano ancora lettere e
appunti scritti di suo pugno. Intanto iniziò la collaborazione con la rivista
Vita nuova, su cui uscirono le prime poesie di Myricae, raccolta che continuò a
rinnovarsi in cinque edizioni fino al 1900. Pascoli con le sorelle
Ida e Maria Vinse inoltre per ben tredici volte la medaglia d'oro al Concorso
di poesia latina di Amsterdam, col poemetto Veianus e coi successivi Carmina.
Nel 1894 fu chiamato a Roma per collaborare con il Ministero della pubblica
istruzione. Nella capitale fece la conoscenza di Adolfo de Bosis, che lo
invitò a collaborare alla rivista Convito (dove sarebbero infatti apparsi
alcuni tra i componimenti più tardi riuniti nel volume Poemi conviviali), e di
Gabriele D'Annunzio, il quale lo stimava, anche se il rapporto tra i due poeti
fu sempre complesso. Giuliano Di Bernardo, a capo del Grande Oriente
d'Italia dal '90 al '93, nel ha
esplicitamente dichiarato l'appartenenza di Pascoli e Carducci alla massoneria,
per un certo periodo nelle logge. Il "nido" di Castelvecchio
«La nube nel giorno più nera fu quella che vedo più rosa nell'ultima
sera» (Giovanni Pascoli, La mia sera, Canti di Castelvecchio) Divenuto professore
universitario e costretto dalla sua professione a lavorare in più città
(Bologna, Messina e Pisa), egli non si radicò mai in esse, preoccupandosi
sempre di garantirsi una "via di fuga" verso il proprio mondo di
origine, quello agreste. Tuttavia il punto di arrivo sarebbe stato sul versante
appenninico opposto a quello da cui proveniva la sua famiglia. Infatti si
trasferì con la sorella Maria nella Media Valle del Serchio nel piccolo borgo
di Castelvecchio nel comune di Barga, in una casa che divenne la sua residenza
stabile quando (impegnando anche alcune medaglie d'oro vinte al Concorso
di poesia latina di Amsterdam) poté acquistarla. Giovanni Pascoli
Dopo il matrimonio della sorella Ida con il romagnolo Salvatore Berti,
matrimonio che il poeta aveva contemplato e seguito sin dal 1891, Pascoli vivrà
in seguito alcuni mesi di grande sofferenza per l'indifferenza della sorella Ida
nei suoi confronti e le continue richieste economiche da parte di lei e del
marito, vivendo la cosa come una profonda ferita dopo vinte al Concorso di
poesia latina di Amsterdam) poté acquistarla. Giovanni Pascoli Dopo
il matrimonio della sorella Ida con il romagnolo Salvatore Berti, matrimonio
che il poeta aveva contemplato e seguito sin dal 1891, Pascoli vivrà in seguito
alcuni mesi di grande sofferenza per l'indifferenza della sorella Ida nei suoi
confronti e le continue richieste economiche da parte di lei e del marito,
vivendo la cosa come una profonda ferita dopo vinte al Concorso di poesia
latina di Amsterdam) poté acquistarla. Giovanni Pascoli Dopo il
matrimonio della sorella Ida con il romagnolo Salvatore Berti, matrimonio che
il poeta aveva contemplato e seguito sin dal 1891, Pascoli vivrà in seguito
alcuni mesi di grande sofferenza per l'indifferenza della sorella Ida nei suoi
confronti e le continue richieste economiche da parte di lei e del marito,
vivendo la cosa come una profonda ferita dopo i dieci anni di sacrifici e
dedizione alle sorelle, a causa delle qualia causa delle quali il poeta aveva
di fatto più volte rinunciato all'amore. A tale proposito, una vinte al
Concorso di poesia latina di Amsterdam) poté acquistarla. Giovanni
Pascoli Dopo il matrimonio della sorella Ida con il romagnolo Salvatore Berti,
matrimonio che il poeta aveva contemplato e seguito sin dal 1891, Pascoli vivrà
in seguito alcuni mesi di grande sofferenza per l'indifferenza della sorella
Ida nei suoi confronti e le continue richieste economiche da parte di lei e del
marito, vivendo la cosa come una profonda ferita dopo mostra dedicata agli
"Amori di Zvanì" e allestita dal Museo Casa Pascoli nel , getta luce
sulle vicende amorose inedite di Pascoli, chiarendo finalmente il suo desiderio
più volte manifestato di crearsi una propria famiglia. Molti particolari della
vita personale, emersi dalle lettere private, furono taciuti dalla celebre
biografia scritta da Maria Pascoli, poiché giudicati da lei sconvenienti o non
conosciuti. Il fidanzamento con la cugina Imelde Morri di Rimini,
all'indomani delle nozze di Ida, organizzato all'insaputa di Mariù, dimostra
infatti il reale intento del poeta. Di fronte alla disperazione di Mariù, che
non avrebbe mai accettato di sposarsi, né l'ingerenza di un'altra donna in casa
sua, Pascoli ancora una volta rinuncerà al proposito di vita coniugale.
Si può affermare che la vita moderna della città non entrò mai, neppure come
antitesi, come contrapposizione polemica, nella poesia pascoliana: egli, in un
certo senso, non uscì mai dal suo mondo, che costituì, in tutta la sua
produzione letteraria, l'unico grande tema, una specie di microcosmo chiuso su
sé stesso, come se il poeta avesse bisogno di difenderlo da un
minacciosodisordine esterno, peraltro sempre innominato e oscuro, privo di
riferimenti e di identità, come lo era stato l'assassino di suo padre. Sul
tormentato rapporto con le sorelleil "nido" familiare che ben presto
divenne "tutto il mondo" della poesia di Pascoliha scritto parole di
estrema chiarezza il poeta Mario Luzi: «Di fatto si determina nei tre che la
disgrazia ha diviso e ricongiunto una sorta di infatuazione e mistificazione
infantili, alle quali Ida è connivente solo in parte. Per il Pascoli si
tratta in ogni caso di una vera e propria regressione al mondo degli affetti e
dei sensi, anteriore alla responsabilità; al mondo da cui era stato sbalzato
violentemente e troppo presto. Possiamo notare due movimenti concorrenti: uno,
quasi paterno, che gli suggerisce di ricostruire con fatica e pietà il nido
edificato dai genitori; di investirsi della parte del padre, di imitarlo. Un
altro, di ben diversa natura, gli suggerisce invece di chiudersi là dentro
con le piccole sorelle che meglio gli garantiscono il regresso all'infanzia,
escludendo di fatto, talvolta con durezza, gli altri fratelli. In pratica il
Pascoli difende il nido con sacrificio, ma anche lo oppone con voluttà a tutto
il resto: non è solo il suo ricovero ma anche la sua misura del mondo.
Tutto ciò che tende a strapparlo di lì in qualche misura lo ferisce; altre
dimensioni della realtà non gli riescono, positivamente, accettabili. Per
renderlo più sicuro e profondo lo sposta dalla città, lo colloca tra i monti
della Media Valle del Serchio dove può, oltre tutto, mimetizzarsi con la
natura.» ([M. Luzi, Giovanni Pascoli]) In particolare si fecero difficili
i rapporti con Giuseppe, che mise più volte in imbarazzo Giovanni a Bologna,
ubriacandosi continuamente in pubblico nelle osterie, e con il marito di Ida,
il quale nel 1910, dopo aver ricevuto in prestito dei soldi da Giovanni, partì
per l'America lasciando in Italia la moglie e le tre figlie. Gli ultimi
anni Giovanni Pascoli fotografato nella casa di campagna a Castelvecchio
di Barga Le trasformazioni politiche e sociali che agitavano gli anni di fine
secolo e preludevano alla catastrofe bellica europea, gettarono
progressivamente Pascoli, già emotivamente provato dall'ulteriore fallimento
del suo tentativo di ricostruzione familiare, in una condizione di insicurezza
e pessimismo ancora più marcati, che lo condussero in una fase di depressione e
nel baratro dell'alcolismo: il poeta abusava di vino e cognac, come riferisce
anche nelle lettere. Le uniche consolazioni sono la poesia, e il suo "nido
di Castelvecchio", dopo la perdita della fede trascendente, cercata e
avvertita comunque nel senso del mistero universale, in una sorta di
agnosticismo mistico, come testimonia una missiva al cappellano militare padre
Giovanni Semeria. Io penso molto all'oscuro problema che resta... oscuro. La
fiaccola che lo rischiara è in mano della nostra sorella grande Morte! Oh!
sarebbe pur dolce cosa il credere che di là fosse abitato! Ma io sento che le
religioni, compresa la più pura di tutte, la cristiana, sono per così dire, Tolemaiche.
Copernico, Galileo le hanno scosse». Mentre insegnava latino e greco
nelle varie università dove aveva accettato l'incarico, pubblicò anche i volumi
di analisi dantesca Minerva oscura (1898), Sotto il velame (1900) e La Mirabile
Visione (1902). Nel 1906 assunse la cattedra di letteratura italiana
all'Bologna succedendo a Carducci. Qui ebbe allievi che sarebbero stati
poi celebri, tra cui Aldo Garzanti. Presenta al concorso indetto dal Comune di
Roma per celebrare il cinquantesimo dell'Unità d'Italia, il poema latino Inno a
Roma in cui riprendendo un tema già anticipato nell'ode Al corbezzolo esalta
Pallante come il primo morto per la causa nazionale e poi deposto su rami di
corbezzolo che con i fiori bianchi, le bacche rosse e le foglie verdi, vengono
visti come un'anticipazione della bandiera tricolore. Scoppiata la guerra
italo-turca, presso il teatro di Barga pronuncia il celebre discorso a favore
dell'imperialismo La grande Proletaria si è mossa: egli sostiene infatti che la
Libia sia parte dell'Italia irredenta, e l'impresa sia anche a favore delle
popolazioni sottomesse alla Turchia, oltre che positiva per i contadini
italiani, che avranno nuove terre. Si tratta, in sostanza, non di nazionalismo
vero e proprio, ma di un'evoluzione delle sue utopie socialiste e patriottiche.
Il 31 dicembre 1911 compie 56 anni; sarà il suo ultimo compleanno: poco tempo
dopo le sue condizioni di salute peggiorano. Il medico gli consiglia di
lasciare Castelvecchio e trasferirsi a Bologna, dove gli viene diagnosticata la
cirrosi epatica per l'abuso di alcool[26]; nellememorie della sorella viene
invece affermato che fosse malato di epatite e tumore al fegato. Il certificato di morte riporta come causa un
tumore allo stomaco, ma è probabile fosse stato redatto dal medico su richiesta
di Mariù, che intendeva eliminare tutti gli aspetti che lei giudicava
sconvenienti dall'immagine del fratello, come la dipendenza da alcool, la
simpatia giovanile per Passannante e la sua affiliazione alla Massoneria. La
malattia lo porta infatti alla morte il 6 aprile 1912, un Sabato Santo vigilia
di Pasqua, nella sua casa di Bologna, in via dell'Osservanza n. 2; la vera
causa del decesso fu probabilmente la cirrosi epatica. Pascoli venne sepolto
nella cappella annessa alla sua dimora di Castelvecchio di Barga, dove sarà
tumulata anche l'amata sorella Maria, sua biografa, nominata erede universale
nel testamento, nonché curatrice delle opere postume. L'ultima
dimora di Giovanni Pascoli, dove morì, a Bologna in via dell'Osservanza n. 2: sul
cancello si può brevi parentesi politiche della sua vita. Nel 1879
venne arrestato e assolto dopo tre mesi di carcere; l'ulteriore senso di
ingiustizia e la delusione lo riportarono nell'alveo d'ordine del maestro
Carducci e al compimento degli studi con una tesi sul poeta greco Alceo.
A margine degli studi veri e propri, egli, comunque, condusse una vasta
esplorazione del mondo letterario e anche scientifico straniero, attraverso le
riviste francesi specializzate come la Revue des deux Mondes, che lo misero in
contatto con l'avanguardia simbolista, e la lettura dei testi
scientifico-naturalistici di Jules Michelet, Jean-Henri Fabre e Maurice
Maeterlinck. Tali testi utilizzavano la descrizione naturalisticala vita degli
insetti soprattutto, per quell'attrazione per il microcosmo così caratteristica
del Romanticismo decadente di fine Ottocentoin chiave poetica; l'osservazione
era aggiornata sulle più recenti acquisizioni scientifiche dovute al
perfezionamento del microscopio e della sperimentazione di laboratorio, ma poi
veniva filtrata letterariamente attraverso uno stile lirico in cui dominava il
senso della meraviglia e della fantasia. Era un atteggiamento positivista
"romanticheggiante" che tendeva a vedere nella natura l'aspetto
pre-cosciente del mondo umano. Coerentemente con questi interessi, vi fu
anche quello per la cosiddetta "filosofia dell'inconscio" del tedesco
Karl Robert Eduard von Hartmann, l'opera che aprì quella linea di
interpretazione della psicologia in senso anti-meccanicistico che sfociò nella
psicanalisi freudiana. È evidente in queste letturecome in quella successiva
dell'opera dell'inglese James Sully sulla "psicologia dei
bambini"un'attrazione di Pascoli verso il "mondo piccolo" dei
fenomeni naturali e psicologicamente elementari che tanto fortemente
caratterizzò tutta la sua poesia. E non solo la sua. Per tutto l'Ottocento la
cultura europea aveva coltivato un particolare culto per il mondo
dell'infanzia, dapprima, in un senso pedagogico e culturale più generico, poi,
verso la fine del secolo, con un più accentuato intendimento psicologico. I
Romantici, sulla scia di Giambattista Vico e di Rousseau, avevano paragonato
l'infanzia allo stato primordiale "di natura" dell'umanità, inteso
come una sorta di età dell'oro. Verso gli anni Ottanta si cominciò,
invece, ad analizzare in modo più realistico e scientifico la psicologia
dell'infanzia, portando l'attenzione sul bambino come individuo in sé,
caratterizzato da una propria realtà di riferimento. La letteratura per
l'infanzia aveva prodotto in meno di un secolo una quantità considerevole di
libri che costituirono la vera letteratura di massa fino alla fine
dell'Ottocento. Parliamo dei libri per i bambini, come le innumerevoli raccolte
di fiabe dei fratelli Grimm di H.C.
Andersen, di Ruskin, Wilde, Maurice
Maeterlinck; o come il capolavoro di Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie.
Oppure i libri di avventura adatti anche all'infanzia, come i romanzi di Jules
Verne, Kipling, Twain, Salgari, London. libri sull'infanzia, dall'intento moralistico
ed educativo, come Senza famiglia di Malot, Il piccolo Lord di F.H. Burnett,
Piccole donne di Alcott e i celeberrimi “Cuore” di De Amicis e “Pinocchio” di
Collodi. Tutto questo ci serve a ricondurre, naturalmente, la teoria pascoliana
della poesia come intuizione pura e ingenua, espressa nella poetica del
Fanciullino, ai riflessi di un vasto ambiente culturale europeo che era
assolutamente maturo per accogliere la sua proposta. In questo senso non si può
parlare di una vera novità, quanto piuttosto della sensibilità con cui egli
seppe cogliere un gusto diffuso e un interesse già educato, traducendoli in
quella grande poesia che all'Italia mancava dall'epoca di Leopardi. Per quanto
riguarda il linguaggio, Pascoli ricerca una sorta di musicalità evocativa,
accentuando l'elemento sonoro del verso, secondo il modello dei poeti maledetti
Paul Verlaine e Stéphane Mallarmé. La poesia come "nido" che
protegge dal mondo Per Pascoli la poesia ha natura irrazionale e con essa si può
giungere alla verità di ogni cosa; il poeta deveessere un poeta-fanciullo che
arriva a questa verità mediante l'irrazionalità e l'intuizione. Rifiuta quindi
la ragione e, di conseguenza, rifiuta il Positivismo, che era l'esaltazione
della ragione stessa e del progresso, approdando così al decadentismo. La
poesia diventa così analogica, cioè senza apparente connessione tra due o più
realtà che vengono rappresentate; ma in realtà una connessione, a volte anche
un po' forzata, è presente tra i concetti, e il poeta spesso e volentieri è
costretto a voli vertiginosi per mettere in comunicazione questi concetti. La
poesia irrazionale o analogica è una poesia di svelamento o di scoperta e non
di invenzione. I motivi principali di questa poesia devono essere "umili
cose": cose della vita quotidiana, cose modeste o familiari. A questo si
unisce il ricordo ossessivo dei suoi morti, le cui presenze aleggiano
continuamente nel “nido”, riproponendo il passato di lutti e di dolori e
inibendo al poeta ogni rapporto con la realtà esterna, ogni vita di relazione,
che viene sentita come un tradimento nei confronti dei legami oscuri, viscerali
del “nido”. Il duomo, al cui suono della campana si fa riferimento
ne L'ora di Barga Nella vita dei letterati italiani degli ultimi due secoli
ricorre pressoché costantemente la contrapposizione problematica tra mondo
cittadino e mondo agreste, intesi come portatori di valori opposti: mentre la
campagna appare sempre più come il "paradiso perduto" dei valori
morali e culturali, la città diviene simbolo di una condizione umana maledetta
e snaturata, vittima della degradazione morale causata da un ideale di
progresso puramente materiale. Questa contrapposizione può essere
interpretata sia alla luce dell'arretratezza economica e culturale di gran parte
dell'Italia rispetto all'evoluzione industriale delle grandi nazioni europee,
sia come conseguenza della divisione politica e della mancanza di una grande
metropoli unificante come erano Parigi per la Francia e Londra per
l'Inghilterra. I "luoghi" poetici della"terra", del
"borgo", dell'"umile popolo" che ricorrono fino agli anni
del primo dopoguerra non fanno che ripetere il sogno di una piccola patria
lontana,che l'ideale unitario vagheggiato o realizzato non spegne mai del tutto.
Decisivo nella continuazione di questa tradizione fu proprio Pascoli, anche se
i suoi motivi non furono quelli tipicamente ideologici degli altri scrittori,
ma nacquero da radici più intimistiche e soggettive. Nel 1899 scrisse al
pittore De Witt: «C'è del gran dolore e del gran mistero nel mondo; ma nella
vita semplice e familiare e nella contemplazione della natura, specialmente in
campagna, c'è gran consolazione, la quale pure non basta a liberarci
dall'immutabile destino». In questa contrapposizione tra l'esteriorità della
vita sociale (e cittadina) e l'interiorità dell'esistenza familiare (e agreste)
si racchiude l'idea dominanteaccanto a quella della mortedella poesia
pascoliana. Dalla casa di Castelvecchio, dolcemente protetta dai boschi della
Media Valle del Serchio, Pascoli non "uscì" più (psicologicamente
parlando) fino alla morte. Pur continuando in un intenso lavoro di
pubblicazioni poetiche e saggistiche, e accettando nel 1905 di succedere a
Carducci sulla cattedra dell'Bologna, egli ci ha lasciato del mondo una visione
univocamente ristretta attorno ad un "centro", rappresentato dal
mistero della natura e dal rapporto tra amore e morte. Fu come se,
sopraffatto da un'angoscia impossibile a dominarsi, il poeta avesse trovato
nello strumento intellettuale del componimento poetico l'unico mezzo per
costringere le paure e i fantasmi dell'esistenza in un recinto ben delimitato,
al di fuori del quale egli potesse continuare una vita di normali relazioni
umane. A questo "recinto" poetico egli lavorò con straordinario impegno
creativo, costruendo una raccolta di versi e di forme che la letteratura
italiana non vedeva, per complessità e varietà, dai tempi di Chiabrera. La
ricercatezza quasi sofisticata, e artificiosa nella sua eleganza, delle
strutture metriche scelte da Pascolimescolanza di novenari, quinari e
quaternari nello stesso componimento, e così viaè stata interpretata come un
paziente e attento lavoro di organizzazione razionale della forma poetica
attorno a contenuti psicologici informi e incontrollabili che premevano dall'inconscio.
Insomma, esattamente il contrario di quanto i simbolisti francesi e le altre
avanguardie artistiche del primo Novecento proclamavano nei confronti della
spontaneità espressiva. Frontespizio di un'edizione del discorso
socialista e nazionalista di Pascoli La Grande Proletaria si è mossa, in favore
della guerra di Libia. Anche se l'ultima fase della produzione pascoliana è
ricca di tematiche socio-politiche (Odi e inni, comprendenti gli inni Ad
Antonio Fratti, Al re Umberto, Al Duca degli Abruzzi e ai suoi compagni,
Andrée, nonché l'ode, aggiunta nella terza edizione, Chavez; Poemi italici;
Poemi del Risorgimento, postumi; nonché il celebre discorso La grande Proletaria
si è mossa, tenuto in occasione di una
manifestazione a favore dei feriti della guerra di Libia), non c'è dubbio
che la sua opera più significativa è rappresentata dai volumi poetici che
comprendono le raccolte di Myricae e dei Canti di Castelvecchio, nei quali il
poeta trae spunto dall'ambiente a lui familiare come la Ferrovia Lucca-Aulla
("In viaggio"), nonché parte dei Poemetti. Il "mondo" di
Pascoli è tutto lì: la natura come luogo dell'anima dal quale contemplare la
morte come ricordo dei lutti privati. «Troppa questa morte? Ma la vita, senza
il pensiero della morte, senza, cioè, religione, senza quello che ci distingue
dalle bestie, è un delirio, o intermittente o continuo, o stolido o tragico.
D'altra parte queste poesie sono nate quasi tutte in campagna; e non c'è
visione che più campeggi o sul bianco della gran nave o sul verde delle selve o
sul biondo del grano, che quella dei trasporti o delle comunioni che passano: e
non c'è suono che più si distingua sul fragor dei fiumi e dei ruscelli, su lo
stormir delle piante, sul canto delle cicale e degli uccelli, che quello delle
Avemarie. Crescano e fioriscano intorno all'antica tomba della mia giovane
madre queste myricae (diciamo cesti o stipe) autunnali.» (Dalla
Prefazione di Pascoli ai Canti di Castelvecchio) Il poeta e il fanciullino «Il
poeta è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non istorico, non
maestro, non tribuno o demagogo, non uomo di stato o di corte. E nemmeno è, sia
con pace del maestro Giosuè Carducci, un artiere che foggi spada e scudi e
vomeri; e nemmeno, con pace di tanti altri, un artista che nielli e ceselli
l'oro che altri gli porga. A costituire il poeta vale infinitamente più il suo
sentimento e la sua visione, che il modo col quale agli altri trasmette l'uno e
l'altra [...]» (Da Il fanciullino) Uno dei tratti salienti per i quali
Pascoli è passato alla storia della letteratura è la cosiddetta poetica del
fanciullino, da lui stesso esplicitata nello scritto omonimo apparso sulla
rivista Il Marzocco nel 1897. In tale scritto Pascoli, influenzato dal manuale
di psicologia infantile di James Sully e da La filosofia dell'inconscio di
Eduard von Hartmann, dà una definizione assolutamente compiutaalmeno secondo il
suo punto di vistadella poesia (dichiarazione poetica). Si tratta di un testo
di 20 capitoli, in cui si svolge il dialogo fra il poeta e la sua anima di
fanciullino, simbolo: dei margini di purezza e candore,
che sopravvivono nell'uomo adulto; della poesia e delle potenzialità
latenti di scrittura poetica nel fondo dell'animo umano. Caratteristiche del
fanciullino: "Rimane piccolo anche quando noi ingrossiamo e
arrugginiamo la voce ed egli fa sentire il suo tinnulo squillo come di
campanella". "Piange e ride senza un perché di cose, che sfuggono ai
nostri sensi ed alla nostra ragione". "Guarda tutte le cose con
stupore e con meraviglia, non coglie i rapporti logici di causaeffetto, ma
intuisce". "Scopre nelle cose le relazioni più ingegnose".
"Riempie ogni oggetto della propria immaginazione e dei propri ricordi
(soggettivazione), trasformandolo in simbolo". Una rondine. Gli
uccelli e la natura, con precisione del lessico zoologico e botanico ma anche
con semplicità, sono stati spesso cantati da Giovanni Pascoli Il poeta allora
mantiene una razionalità di fondo, organizzatrice della metrica poetica,
ma: Possiede una sensibilità speciale, che gli consente di caricare di
significati ulteriori e misteriosi anche gli oggetti più comuni; Comunica
verità latenti agli uomini: è "Adamo", che mette nome atutto ciò che
vede e sente (secondo il proprio personale modo di sentire, che tuttavia ha
portata universale). Deve saper combinare il talento della fanciullezza (saper
vedere), con quello della vecchiaia (saper dire); Percepisce l'essenza delle
cose e non la loro apparenza fenomenica. La poesia, quindi, è tale solo quando
riesce a parlarecon la voce del fanciullo ed è vista come la perenne capacità
di stupirsi tipica del mondo infantile, in una disposizione irrazionale che
permane nell'uomo anche quando questi si è ormai allontanato, almeno
cronologicamente, dall'infanzia propriamente intesa. È una realtà ontologica.
Ha scarso rilievo per Pascoli la dimensionestorica (egli trova suoi
interlocutori in Omero, Virgilio, come se non vi fossero secoli e secoli di
mezzo): la poesia vive fuori dal tempo ed esiste in quanto tale. Nel fare
poesia una realtà ontologica (il poeta-microcosmo) si interroga suun'altra
realtà ontologica (il mondo-macrocosmo); ma per essere poeta è necessario
confondersi con la realtà circostante senza cheil proprio punto di vista
personale e preciso interferisca: il poeta si impone la rinuncia a parlare di
se stesso, tranne in poche poesie, in cui esplicitamente parla della sua
vicenda personale. È vero che la vicenda autobiografica dell'autore
caratterizza la sua poesia, ma con connotazioni di portata universale: ad
esempio la morte del padre viene percepita come l'esempio principe della
descrizione dell'universo, di conseguenza gli elementi autenticamente
autobiografici sono scarsi, in quanto raffigura il male del mondo in generale.
Tuttavia, nel passo XI de "Il fanciullino", Pascoli dichiara che un
vero poeta è, più che altro, il suo sentimento e la sua visione che cerca di
trasmettere agli altri. Per cui il poeta Pascoli rifiuta: il Classicismo,
che si qualifica per la centralità ed unicità del punto di vista del poeta, che
narra la sua opera ed esprime le proprie sensazioni. il Romanticismo, dove il
poeta fa di sé stesso, dei suoi sentimenti e della sua vita, poesia. La poesia,
così definita, è naturalmente buona ed è occasione di consolazione per l'uomo e
il poeta. Pascoli fu anche commentatore e critico dell'opera di Dante e diresse
inoltre la collana editoriale "Biblioteca dei Popoli". Il limite
della poesia del Pascoli è costituito dall'ostentata pateticità e
dall'eccessiva ricerca dell'effetto commovente. D'altro canto, il merito maggiore
attribuibile al Pascoli fu quello di essere riuscito nell'impresa di far uscire
la poesia italiana dall'eccessiva aulicità e retoricità non solo del Carducci e
del Leopardi, ma anche del suo contemporaneo D'Annunzio. In altre parole, fu in
grado di creare finalmente un legame diretto con la poesia d'Oltralpe e di
respiro europeo. La lingua pascoliana è profondamente innovativa: essa perde il
proprio tradizionale supporto logico, procede per simboli e immagini, con brevi
frasi, musicali e suggestive. La poesia cosmica L'ammasso aperto delle
Pleiadi nella costellazione del Toro. Lo cita col nome dialettale di Chioccetta
ne Il gelsomino notturno. La visione dello spazio buio e stellato è uno dei
temi ricorrenti nella sua poesia Fanno parte di questa produzione pascoliana
liriche come Il bolide (Canti di Castelvecchio) e La vertigine (Nuovi
Poemetti). Il poeta scrive nei versi conclusivi de Il bolide: "E la terra
sentii nell'Universo. / Sentii, fremendo, ch'è del cielo anch'ella. / E mi vidi
quaggiù piccolo e sperso / errare, tra le stelle, in una stella". Si
tratta di componimenti permeati di spiritualismo e di panteismo ( La
Vertigine). La Terra è errante nel vuoto, non più qualcosa di certo; lo spazio
aperto è la vera dimora dell'uomo rapito come da un vento cosmico. Scrive il
critico Giovanni Getto: " È questo il modo nuovo, autenticamente
pascoliano, di avvertire la realtà cosmica: al geocentrismo praticamente ancora
operante nell'emozione fantastica, nonostante la chiara nozione copernicana sul
piano intellettuale, del Leopardi, il Pascoli sostituisce una visione
eliocentrica o addirittura galassiocentrica: o meglio ancora, una visione in
cui non si dà più un centro di sorta, ma soltanto sussistono voragini
misteriose di spazio, di buio e di fuoco. Di qui quel sentimento di smarrita
solitudine che nessuno ancora prima del Pascoli aveva saputo consegnare alla
poesia". La lingua pascoliana Pascoli disintegra la forma tradizionale del
linguaggio poetico: con lui la poesia italiana perde il suo tradizionale
supporto logico, procede per simboli ed immagini, con frasi brevi, musicali e
suggestive. Il linguaggio è fonosimbolico con un frequente uso di onomatopee,
metafore, sinestesie, allitterazioni, anafore, vocaboli delle lingue speciali
(gerghi). La disintegrazione della forma tradizionale comporta "il
concepire per immagini isolate (il frammentismo), il periodo di frasi brevi e a
sobbalzi (senza indicazione di passaggi intermedi, di modi di sutura),
pacatamente musicali e suggestive; la parola circondata di silenzio. Ha rotto
la frontiera tra grammaticalità e evocatività della lingua. E non solo ha
infranto la frontiera tra pregrammaticalità e semanticità, ma ha anche
annullato "il confine tra melodicità ed icasticità, cioè tra fluido
corrente, continuità del discorso, e immagini isolate autosufficienti. In
una parola egli ha rotto la frontiera fra determinato e indeterminato". Pascoli
e il mondo degli animali In un'epoca storica in cui il mondo degli animali
rappresenta un'entità assai ridotta nella vita degli uomini e dei loro
sentimenti, quasi esclusivamente relegato agli aspetti di utilizzo pratico e di
supporto al lavoro, soprattutto agricolo, Pascoli riconosce la loro dignità e
squarcia un'originale apertura sull'esistenza delle specie animali e sul loro
originale mondo di relazioni. Come scrive Maria Cristina Solfanelli, «Giovanni
Pascoli si avvede assai presto che il suo amore per la natura gli permette di
vivere le esperienze più appaganti, se non fondamentali, della sua vita. Lui
vede negli animali delle creature perfette da rispettare, da amare e da
accudire al pari degli esseri umani; infatti, si relaziona con essi, ci parla
di loro e, spesso, prega affinché possano avere un'anima per poterli rivedere
un giorno». Opere: “Myricae” (Livorno, Giusti); “Lyra romana. Ad uso delle
scuole classiche” (Livorno, Giusti, -- antologia di scritti latini per la
scuola superiore – “Pensieri sull'arte poetica, ne Il Marzocco (meglio noto come Il fanciullino) Iugurtha.
Carmen Johannis Pascoli ex castro Sancti Mauri civis liburnensis et Bargaei in
certamine poetico Hoeufftiano magna laude ornatum, Amstelodami, Apud Io.
Mullerum, (poemetto latino) “Epos” (Livorno, Giusti); (antologia di autori
latini) Poemetti, Firenze, Paggi, “Minerva oscura. Prolegomeni: la costruzione
morale del poema di Dante” (Livorno, Giusti); “Intorno alla Minerva oscura” (Napoli,
Pierro & Veraldi,); “Sull’imitare. Poesie e prose per la scuola italiana
(Milano-Palermo, Sandron). (antologia di poesie e prose per la scuola), “Sotto
il velame. Saggio di un'interpretazione generale del poema sacro” (Messina,
Vincenzo Muglia); “Fior da fiore. Prose e poesie scelte per le scuole
secondarie inferiori” Milano-Palermo, Sandron, (antologia di prose e poesie italiane per le
scuole medie); “La mirabile visione. Abbozzo d'una storia della Divina Comedia”
(Messina, Vincenzo Muglia); “Canti di Castelvecchio, Bologna, Zanichelli); “Primi
poemetti, Bologna, Zanichelli); “Poemi conviviali, Bologna, Zanichelli, Odi e Inni. Bologna, Zanichelli, Pensieri e
discorsi. Bologna, Zanichelli, Nuovi poemetti, Bologna, Zanichelli, “Canzoni di
re Enzio La canzone del Carroccio, Bologna, Zanichelli, La canzone del Paradiso,
Bologna, Zanichelli, La canzone dell'Olifante, Bologna, Zanichelli, Poemi italici, Bologna, Zanichelli, La grande proletaria si è mossa. Discorso
tenuto a Barga per i nostri morti e feriti, Bologna, Zanichelli, 1 (Già pubbl.
in La tribuna) Poesie varie, Bologna, Zanichelli, Poemi del Risorgimento,
Bologna, Zanichelli; “Patria e umanità. Raccolta di scritti e discorsi”
(Bologna, Zanichelli); Carmina, Bononiae, Zanichelli, (poesie latine) Nell'anno Mille. Dramma,
Bologna, Zanichelli, (dramma incompiuto) Nell'anno Mille. Sue notizie e schemi
di altri drammi, Bologna, Zanichelli, “Antico sempre nuovo. Scritti vari di
argomento latino” (Bologna, Zanichelli); Il libro Myricae è la prima vera e
propria raccolta di poesie del Pascoli, nonché una delle più amate. Il titolo
riprende una citazione di Virgilio all'inizio della IV Bucolica in cui il poeta
latino proclama di innalzare il tono poetico poiché "non a tutti piacciono
gli arbusti e le umili tamerici" (non omnes arbusta iuvant humilesque
myricae). Pascoli invece propone "quadretti" di vita campestre in cui
vengono evidenziati particolari, colori, luci, suoni i quali hanno natura
ignota e misteriosa. Il libro crebbe per il numero delle poesie in esso
raccolte. Nel 1891, data della sua prima edizione, il libro raccoglieva
soltanto 22 poesie dedicate alle nozze di amici. La raccolta definitiva
comprendeva 156 liriche del poeta. I componimenti sono dedicati al ciclo delle
stagioni, al lavoro dei campi e alla vita contadina. Le myricae, le umili
tamerici, diventano un simbolo delle tematiche del Pascoli ed evocano
riflessioni profonde. La descrizione realistica cela un significato più
ampio così che, dal mondo contadino si arriva poi ad un significato universale.
La rappresentazione della vita nei campi e della condizione contadina è
solo all'apparenza il messaggio che il poeta vuole trasmettere con le sue
opere. In realtà questa frettolosa interpretazione della poetica pascoliana fa
da scenario a stati d'animo come inquietudini ed emozioni. Il significato delle
Myricae va quindi oltre l'apparenza. Compare la poesia Novembre, mentre nelle
successive compariranno anche altri componimenti come L'Assiuolo. Pascoli ha
dedicato questa raccolta alla memoria di suo padre ("A Ruggero Pascoli,
mio padre"). La poesia-pensiero del profondo, in Pascoli, attinge
all'inconscio e tocca all'universale attraverso un mondo delle referenze
condiviso da tutti. La produzione latina
Giovanni Pascoli fu anche autore di poesie in lingua latina e con esse vinse
per ben tredici volte il Certamen Hoeufftianum, un prestigioso concorso di
poesia latina che annualmente si teneva ad Amsterdam. La produzione latina
accompagnò il poeta per tutta la sua vita: dai primi componimenti scritti sui
banchi del collegio degli Scolopi di Urbino, fino al poemetto Thallusa, la cui
vittoria il poeta apprese solo sul letto di morte nel 1912. In particolare,
l'anno 1892 fu insieme l'anno della sua prima premiazione con il poemetto
Veianus e l'anno della stesura definitiva delle Myricae. Tra la sua produzione
latina, vi è anche il carme alcaico Corda Fratres, composto nel 1898,
pubblicato nel 1902, inno ufficiale della Fédération internationale des
étudiants, una confraternita studentesca meglio nota come Corda Fratres[38].
Pascoli amava molto il latino, che può essere considerato la sua lingua del
cuore: il poeta scriveva in latino, prendeva appunti in latino, spesso pensava
in latino, trasponendo poi espressioni latine in italiano; la sorella Maria
ricorda che dal suo letto di morte Pascoli parlò in latino, anche se la notizia
è considerata dai più poco attendibile, dal momento che la sorella non
conosceva questa lingua. Per lungo tempo la produzione latina pascoliana non ha
ricevuto l'attenzione che merita, essendo stata erroneamente considerata quale
un semplice esercizio del poeta. Il Pascoli in quegli anni non era infatti
l'unico a cimentarsi nella poesia latina (Giuseppe Giacoletti, un insegnante
nel collegio degli Scolopi di Urbino frequentato dal Pascoli, vinse l'edizione
del Certamen del 1863 con un poemetto sulle locomotive a vapore); ma lo fa in
maniera nuova e con risultati, poetici e linguistici, sorprendenti.
L'attenzione verso questi componimenti si accese con la raccolta in due volumi
curata da Ermenegildo Pistelli col saggio di Adolfo Gandiglio. Esistono delle
traduzioni in lingua italiana delle poesie latine di Pascoli quali quella
curata da Manara Valgimigli o le traduzioni di Enzo Mandruzzato. Tuttavia la
produzione latina ha un significato fondamentale, essendo coerente con la
poetica del Fanciullino, la cifra del pensiero pascoliano. In realtà, la
poetica del Fanciullino è la confluenza di due differenti poetiche: la poetica
della memoria e la poetica delle cose. Gran parte della poesia pascoliana nasce
dalle memorie, dolci e tristi, della sua infanzia. Ditelo voi , se la poesia
non è solo in ciò che fu e in ciò che sarà, in ciò che è morto e in ciò che è
sogno! E dite voi, se il sogno più bello non è sempre quello in cui rivive ciò
che è morto". Pascoli dunque intende fare rivivere ciò che è morto,
attingendo non solo al proprio ricordo personale, bensì travalica la propria
esperienza, descrivendo personaggi facenti parte anche dell'evo antico:
infanzia e mondo antico sono le età nelle quali l'uomo vive o è vissuto più
vicino ad una sorta di stato di natura. "Io sento nel cuore dolori
antichissimi, pure ancor pungenti. Dove e quando ho provato tanti martori?
Sofferto tante ingiustizie? Da quanti secoli vive al dolore l'anima mia? Ero io
forse uno di quegli schiavi che giravano la macina al buio,
affamati, con la museruola?". Contro la mortedelle lingue, degli uomini e
delle epocheil poeta si appella alla poesia: essa è la sola, la vera vittoria
umana contro la morte. "L'uomo alla morte deve disputare, contrastare,
ritogliere quanto può". Ma da ciò non consegue di necessità l'uso del
latino. Qui interviene l'altra e complementare poetica pascoliana: la
poetica delle cose. "Vedere e udire: altro non deve il poeta. Il poeta è
l'arpa che un soffio anima, è la lastra che un raggio dipinge. La poesia è
nelle cose". Ma questa aderenza alle cose ha una conseguenza linguistica
di estrema importanza, ogni cosa deve parlare quanto più è possibile con la
propria voce: gli esseri della natura con l'onomatopea, i contadini col
vernacolo, gli emigranti con l'italo-americano, Re Enzio col bolognese del
Duecento; i Romani, naturalmente, parleranno in latino. Dunque il bilinguismo
di Pascoli in realtà è solo una faccia del suo plurilinguismo. Bisogna tenere
conto anche di un altro elemento: il latino del Pascoli non è la lingua che
abbiamo appreso a scuola. Questo è forse il secondo motivo per il quale la
produzione latina pascoliana è stata per anni oggetto di scarso interesse: per
poter leggere i suoi poemetti latini è necessario essere esperti non solo del
latino in generale, ma anche del latino di Pascoli. Si è già fatto menzione del
fatto che nello stesso periodo, e anche prima di lui, altri autori avevano
scritto in latino; scrivere in latino per un moderno comporta due differenti e
contrapposti rischi. L'autore che si cimenti in questa impresa potrebbe, da una
parte, incappare nell'errore di esprimere una sensibilità moderna in una lingua
classica, cadendo in un latino maccheronico; oppure potrebbe semplicemente
imitare gli autori classici, senza apportare alcuna novità alla letteratura
latina. Pascoli invece reinventa il latino, lo plasma, piega la lingua
perché possa esprimere una sensibilità moderna, perché possa essere una lingua
contemporanea. Se oggi noi parlassimo ancora latino, forse parleremmo il latino
di Pascoli. (cfr. A. Traina, Saggio sul latino del Pascoli, Pàtron). Numerosi
sono i componimenti, in genere raggruppati in diverse raccolte secondo
l'edizione del Gandiglio, tra le quali: Poemata Christiana, Liber de Poetis,
Res Romanae, Odi et Hymni. Due sembrano essere i temi favoriti del poeta:
Orazio, poeta della aurea mediocritas, che Pascoli sentiva come suo alter ego,
e le madri orbate, cioè private del loro figlio (cfr. Thallusa, Pomponia
Graecina, Rufius Crispinus). In quest'ultimo caso il poeta sembra come
ribaltare la sua esperienza personale di orfano, privando invece le madri del
loro ocellus ("occhietto", come Thallusa chiama il bambino). I
Poemata Christiana sono da considerarsi il suo capolavoro in lingua latina. In
essi Pascoli traccia, attraverso i vari poemetti, tutti in esametri, la storia
del Cristianesimo in Occidente: dal ritorno a Roma del centurione che
assistette alla morte di Cristo sul Golgota (Centurio), alla penetrazione del
Cristianesimo nella società romana, dapprima attraverso gli strati sociali di
condizione servile (Thallusa), poi attraverso la nobiltà romana (Pomponia
Graecina), fino al tramonto del paganesimo (Fanum Apollinis). Biblioteca
e archivio personali La sua biblioteca e il suo archivio sono conservati sia
nella Casa museo Pascoli a Castelvecchio Pascoli frazione di Barga, sia nella
Biblioteca statale di Lucca[44]. A San Mauro Pascoli la sua casa natale,
oggi proprietà del Comune di San Mauro Pascoli, è sede di un museo dedicato
alla memoria del poeta. La casa natale di Giovanni Pascoli a San Mauro Pascoli
viene dichiarata Monumento nazionale. Nel , in occasione del centenario della
morte del poeta, gli vengono dedicate importanti iniziative in tutta la
Penisola.[47] Nel viene coniata una
moneta celebrativa da due euro con l'effige del Poeta. Il delitto Ruggero Pascoli Omicidio
Pascoli. Il complotto, (Mimesis ) F.
Biondolillo, La poesia di Giovanni Pascoli, 1956, p.5 Maria Pascoli, Autografo Memorie, Alice
Cencetti, Giovanni Pascoli: una biografia critica, Le Lettere, G. Pascoli,
L'avvento, in Pensieri e discorsi: «Che è? siamo malfattori anche noi? Oh! no:
noi non vorremmo vedere quelle catene, quella gabbia, quelle armi nude intorno
a quell'uomo; vorremmo non sapere ch'egli sarà chiuso, vivo, per anni e anni e
anni, per sempre, in un sepolcro; vorremmo non pensare ch'egli non abbraccerà
più la donna che fu sua, ch'egli non vedrà più, se non reso irriconoscibile e
ignominioso dall'orrida acconciatura dell'ergastolo, i figli suoi... Ma egli ha
ucciso, ha fatto degli orfani, che non vedranno più affatto il loro padre, mai,
mai, mai! E vero: punitelo! è giusto! Ma non si potrebbe trovare il modo di
punirlo con qualcosa di diverso da ciò ch'egli commise?... Così esso assomiglia
troppo alle sue vittime! Così andranno sopra lui alcune delle lagrime che
spettano alle sue vittime! Le sue vittime vogliono tutta per loro la pietà che
in parte s'è disviata in pro' di lui! (...) Non essere così ragionevole, o
Giustizia. Perdona più che puoi.—Più che posso?—Ella dice di non potere affatto.
Se gli uomini, ella soggiunge, fossero a tal grado di moralità da sentire
veramente quell'orrore al delitto, che tu dici, si potrebbe lasciare che il
delitto fosse pena a sè stesso, senza bisogno di mannaie e catene, di morte o
mortificazione. Ma... Ma non vede dunque la giustizia che quest'orrore al
delitto gli uomini lo mostrano appunto già assai, quando abominano, in palese o
nel cuore, il delitto anche se è dato in pena d'altro delitto, ossia nella
forma in cui parrebbe più tollerabile?»
La storia dell'I.I.S. Raffaello. Domenico Bulferetti, L'uomo, il
maestro, il poeta, Libreria Editrice Milanese, Piero Bianconi, Pascoli, Morcelliana, Giuseppe
Galzerano, Giovanni Passannante, Casalvelino Scalo, Ugoberto Alfassio Grimaldi,
Il re "buono", Feltrinelli, Per approfondire gli anni giovanili del
Poeta e l'impegno politico vedi: R. Boschetti, "Il giovane Pascoli.
Attraverso le ombre della giovinezza", 2007, realizzato in occasione della
mostra omonima allestita presso il Museo Casa Pascoli di San Mauro Pascoli Per approfondire gli anni di ricostruzione
del "nido" con le sorelle e scoprire nuovi elementi che aggiornino la
vecchia idea tramandata dalla sorella Mariù, in base alla quale il principale
desiderio del fratello era quello di ricostruire la famiglia con le sorelle,
senza alcuno slancio amoroso verso l'esterno, si veda: Rosita Boschetti,
Gianfranco Miro Gori, Umberto Sereni "Giovanni Pascoli. Vita immagini
ritratti", Parma, Grafiche Step .
Il rinvenimento è opera di Gian Luigi Ruggio, Conservatore di casa
Pascoli a Castelvecchio, il documento fu acquistato dal Grande Oriente d'Italia
nel giugno 2006 ad un'asta di manoscritti storici della casa Bloomsbury, e la
notizia fu resa nota al grande pubblico per la prima volta ne Il Corriere della
Sera, Filmato audio Sandro Ruotolo e
Giuliano Di Bernardo, Massoneria, politica e mafia. L'ex-Gran Maestro:
"Ecco i segreti che non ho mai rivelato a nessuno", fanpage
(archiviato il 29 marzo )., al minuto 2:28. Citazione: La loggia P2 non è stata
inventata da Gelli, ma risale alla seconda metà dell'Ottocento in cui il Gran
Maestro per dare una certa riservatezza a personaggi che erano i vertici del
Governo, i militari di altissimo livello, poeti come Carducci e Pascoli. Si
disse: «evitiamo che questi personaggi svolgano la loro attività massonica
nelle logge, almeno per evitare un fastidio»
Vi fu professore straordinario di grammatica greca e latina,Vi insegnò
letteratura latina come Professore. Fu nominato professore di grammatica greca
e latina. Le date sulle docenze
universitarie sono prese da Maurizio Perugi, "Nota biografica", in G.
Pasocli, Opere, tomo I, Milano-Napoli: Ricciardi, Rosita Boschetti, Pascoli
innamorato: la vita sentimentale del poeta di San Mauro : catalogo, San Mauro
Pascoli, Comune, . Cfr. sempre Rosita
Boschetti, op. cit, pag. 28; Pascoli scrive da Matera a Raffaele la lista delle
sue spese: «65 lire al mese per mangiare, 25 per dormire, 7 alla serva, 2 al
casino (necessità), 15 in libri (più che necessità)». Fondazione Pascoli: la vita, Gian Luigi Ruggio, Giovanni Pascoli. Tutto il
racconto della vita tormentata di un grande poeta Vittorino Andreoli, I segreti di casa
Pascoli, recensione qui Testo
dell'"Inno a Roma" Testo di
"Al corbezzolo" Fondazione
Pascoli: la vita, Maria Pascoli, Lungo
la vita di Giovanni Pascoli Pascoli: il lutto, il triangolo, il classico
e il decadentista Archiviato il 7 aprile
in . Vittorino Andreoli, op. cit Maria Pascoli, Lungo la vita di Giovanni
Pascoli, Milano, Mondadori, Giovanni Getto, Giovanni Pascoli poeta astrale, in
"Studi per il centenario della nascita di G. Pascoli". Commissione
per i testi di lingua, Bologna, Fondazione Giovanni PascoliNuovi poemetti, A. Schiaffini, G. Pascoli disintegratore della
forma poetica tradizionale, in "Omaggio a Pascoli", G. Contini, Il linguaggio di Pascoli, in
"Studi pascoliani", Lega, Faenza, Maria Cristina Solfanelli, Gli
animali da cortile, Chieti, Tabula fati, .
Vegliante. Alberto Fraccacreta,
Le ninfe di Vegliante, su Succedeoggi. Luigi
Del Santo, Cammei Pascoliani: analisi, illustrazione, esegèsi dei carmi latini
e greci minori di Giovanni Pascoli, Giuseppe Giacoletti, De lebetis materie et
forma eiusque tutela in machinis vaporis vi agentibus carmen didascalicum,
Amstelodami: C. G. Van Der Post, 1863
Ioannis Pascoli carmina; collegit Maria soror; edidit H. Pistelli ;
exornavit A. De Karolis, Bononiae: Zanichelli, Ioannis Pascoli Carminibus;
mandatu Maria sororis recognitis; appendicem criticam addidit Adolphus
Gandiglio, Bononiae: sumptu Nicolai Zanichelli); Poesie latine; Manara
Valgimigli, Milano : A. Mondadori, Giovanni Pascoli, Poemi cristiani;
introduzione e commento di Alfonso Traina; traduzione di Enzo Mandruzzato,
Milano: Biblioteca universale Rizzoli, Carte pascoliane della Biblioteca
Statale di Lucca, su//pascoli.archivi.beniculturali/. 1º giugno . Museo di Casa Pascoli, su
polomusealeemiliaromagna.beniculturali. Regio Decreto Legge, Gazzetta Ufficiale
del Regno d'Italia, Guido De Franceschi, Giovanni Pascoli : cento anni fa
moriva il massimo autore latino dell'età moderna, in Il Sole 24 ORE, 5Giuseppe
Saverio Gargano, Poeti viventi italiani: G"Vita Nuova", Gargano,
Saggi di ermeneutica. Del Simbolo (Sul "Vischio" di Giovanni
Pascoli), in "Il Marzocco" Gargano, Poesia italiana contemporanea, in
"Il Marzocco", G.S. Gargano, I "Canti di Castelvecchio", in
"Il Marzocco", G.S. Gargano, I "Canti di Castelvecchio", in
"Il Marzocco", G.S. Gargano, I "Canti di Castelvecchio", in
"Il Marzocco", Emilio Cecchi, La poesia di Giovanni Pascoli, Napoli,
Ricciardi, Benedetto Croce, Giovanni Pascoli. Studio critico, Bari, Laterza, Giacomo
Debenedetti, Statura di poeta, in
Omaggio a Giovanni Pascoli nel centenario della nascita, Milano,
Mondadori, Walter Binni, Pascoli e il decadentismo, in Omaggio a Giovanni Pascoli nel centenario
della nascita, Mondadori, Antonio Piromalli, La poesia di Giovanni Pascoli,
Pisa, Nistri Lischi, Gianfranco Contini, Il linguaggio di Pascoli, in Studi
pascoliani, Faenza, Lega (poi in Id.,
Varianti e altra linguistica, Torino, Einaudi, Maria Pascoli, Lungo la vita di Giovanni Pascoli,
Milano, Mondadori); Giuseppe Fatini, Il D'Annunzio e il Pascoli e altri amici,
Pisa, Nistri Lischi, Ottaviano Giannangeli, Le fonti spaziali del Pascoli, in
"Dimensioni", Ottaviano Giannangeli, La metrica pascoliana, in
"Dimensioni", Luigi Baldacci, "Introduzione", in G.
Pascoli, Poesie, Milano, Garzanti); Ottaviano Giannangeli, Pascoli e lo spazio,
Bologna, Cappelli, Maura Del Serra, Giovanni Pascoli, Firenze, La Nuova Italia
("Strumenti",Giacomo Debenedetti, Giovanni Pascoli: la rivoluzione
inconsapevole, Milano, Garzanti, 1Gianni Oliva, I nobili spiriti. Pascoli,
D'Annunzio e le riviste dell'estetismo fiorentino, Bergamo, Minerva Italica, Fabrizio
Frigerio, Un esorcismo pascoliano. Forma e funzione dell'onomatopeia e
dell'allitterazione ne "L'uccellino del freddo", in "Bloc
notes", Bellinzona, Annagiulia Angelone Dello Vicario, La presenza di
Virgilio in Carducci e Pascoli, in Il richiamo di Virgilio nella poesia
italiana, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1981 Edoardo Sanguineti ,
Giovanni Pascoli: poesia e poetica/ Atti del Convegno di studi pascoliani/ San
Mauro, 1-Comune di San Mauro Pascoli/ Comitato per le onoranze a Giovanni
Pascoli, Rimini, Maggioli, 1984 Stefano Pavarini, Pascoli e il silenzio
meridiano (Dall'argine), in "Lingua e stile", Stefano Pavarini,
Pascoli tra voce e silenzio: Alba festiva, in "Filologia e Critica", Maura
Del Serra, Voce Pascoli, in Il
Novecento, Milano, Vallardi, Arnaldo Di Benedetto, Frammenti su "Digitale
purpurea" nei "Primi poemetti" di Giovanni Pascoli", in
Poesia e critica del Novecento, Napoli, Liguori, Ruggio, Pascoli: tutto il
racconto della vita tormentata di un grande poeta, Milano, Simonelli, Franco
Lanza, scritti editi ed inediti, Bologna, Boni, Marina Marcolini, Pascoli
prosatore: indagini critiche su "Pensieri e discorsi", Modena,
Mucchi, Maria Santini, Candida Soror: tutto il racconto della vita di Mariù
Pascoli la più adorata sorella del poeta della Cavalla storna, Milano,
Simonelli, Le Petit Enfant trad. dall'italiano, introd. e annotato da Bertrand
Levergeois (prima edizione francese del Fanciullino in Francia), Parigi, Michel
de Maule, "L'Absolu Singulier", Marinella Mazzanti, I segreti del
"nido". Le carte di Giovanni e Maria Pascoli a Castelvecchio, in
Raffaella Castagnola , Archivi letterari del '900, Firenze, Franco Cesati, Mario
Martelli, Pascoli, tra rima e sciolto, Firenze, Società Editrice Fiorentina, Pietro Montorfani e Federica Alziati ,
Giovanni Pascoli, Bologna, Massimiliano Boni Editore, Massimo Rossi, Giovanni Pascoli traduttore
dei poeti latini, in "Critica Letteraria", Mario Buonofiglio, Lampi e
cortocircuiti. Il linguaggio binario ne "Il lampo" di Giovanni
Pascoli, in "Il Segnale", ora
disponibile in Academia Andrea Galgano, Di là delle siepi. Leopardi e Pascoli
tra memoria e nido, Roma, Aracne editrice,
Massimo Colella, "Conducendo i sogni, echi e fantasmi d'opere
canore". Pascoli, Dandolo e l'onirismo 'conviviale', in "Rivista Pascoliana",
Jean-Charles Vegliante, L'impensé la poésieChoix
de poèmes, Sesto San Giovanni, Mimésis, .
Accademia Pascoliana; Ruggero Pascoli Decadentismo Digitale purpurea
Giosuè Carducci Gabriele D'Annunzio Severino Ferrari Luigi d'Isengard Augusto
Vicinelli Socialismo utopico Thallusa. Giovanni Pascoli, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Pascoli, in Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Pascoli, su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Giovanni Pascoli, in Dizionario biografico degli italiani -- italiana di Giovanni Pascoli, su Catalogo
Vegetti della letteratura fantastica, Fantascienza.com. nello specchio delle sue carte, su
pascoli.archivi.beniculturali. 10 marzo . Sito ufficiale della Fondazione
Giovanni Pascoli, su fondazionepascoli. Tutte le opere, disponibili nella
biblioteca online Giuseppe Bonghi Opere di Giovanni Pascoli, testi con
concordanze, lista delle parole e lista di frequenza Manara Valgimigli , Poesie
latine, Mondadori, Casa Pascoli, sito
ufficiale del Museo Casa Pascoli dedicato al poeta Archivio storicoBologna, su
archiviostorico.unibo. Un percorso di lettura attraverso i "Poemi
conviviali" Giovanni Pascoli:
ritratto ed eventi sul RAI Letteratura,
su letteratura.rai. Giovanni Semeria: riferimenti bibliografici. Giovanni
Pascoli. Pascoli. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pascoli” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689469228/in/photolist-2mQ2SsQ-2mKC3nj
Grice e Pasini – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Vicenza). Filosofo. Figlio di
Pietro, discendente di una famiglia originaria della val Sabbia, trasferitasi
in un primo momento a Schio e poi a Vicenza, dov'era ascritta al Consiglio
Nobile della città. A metà del Seicentopiù o meno all'epoca della morte di
Pacealcuni Pasini di Vicenza figurano tra i mercanti di seta e panni
grossi. Dopo i primi studi di grammatica a Vicenza, Pace continuò a
Padova applicandosi agli studi giuridici, che ben presto trascurò per
interessarsi della nuova scienzafu in contatto con Galileo Galilei e con
Giovanni Kepleroe soprattutto della filosofia, seguendo assiduamente le lezioni
di Cesare Cremonini, impegnato nel commento 'mortalista' della Fisica e del De
coelo di Aristotele e seguace dell'aristotelismo critico e razionalistico di
Pietro Pomponazzi, che metteva in discussione il principio dell'immortalità
dell'anima e alcuni dogmi cattolici. Fece parte dell'Accademia degli Incogniti,
una delle Accademie più attive e vivaci del Seicento veneziano e una delle più
libere della penisola. A tale adesione alcuni biografi settecenteschi
attribuiscono le accuse di eresia nei suoi confronti. Come invece dimostra una
serie di documenti dell'Archivio di Stato di Venezia, fu un fatto di sangue a
determinare il provvedimento giudiziario che lo condannò all'esilio: per un
futile contenzioso privato (un diritto di passaggio riconosciuto a dei vicini),
insieme con il fratello Vittelio e alcuni sicari, il 9 luglio 1623 nella villa
Pavaran, ora frazione di Campiglia dei Berici, Pace uccise l'avvocato Roberto
Malo e ne ferì gravemente il fratello. Nel marzo del 1624 fu condannato a
cinque anni di esilio a Zara, poi ridotti di circa la metà (fu assolto e
liberat. Reintegrato nella società vicentina, fu dvicario a Barbarano e a
Orgiano, dove era già stato agli inizi della carrier. La sua vita dovette
scorrere come quella di tanti nobili di provincia, tra affari privati,
responsabilità amministrative, passione letteraria e interessi culturali,
sempre presente l'ossequio al potere della Serenissima: dediche e composizioni
sono spesso dirette a podestà, capitani e dogi. Negli ultimi anni si registrano
un più stretto legame con l'Accademia degli Incogniti e una maggiore produzione
letteraria, sia sotto l'aspetto quantitativo che qualitativo. Fece parte della
corrente poetica del marinismo, che aveva in Giovan Battista Marino il proprio
modello. Pace Pasini morì a Padova. Opere””Rime varie, et gli increduli,
ouero De' rimedii d'amore: dialogo. Dedicate al molto illustre Giacomo Godi”
(Vicenza), esordio letterario del Pasini, miscellanea di sedici componimenti in
metro vario tutti di tematica amorosa e un dialogo Campo Martio ouero Le
bellezze di Lidia, dedicato al clariss. sig. Giulio da Molino, dell'illustriss.
sig. Marco, componimento di quasi 900 versi settenari ed endecasillabi sciolti,
uscito nel a Vicenza presso Francesco Grossi e dedicato a un membro
dell'illustre famiglia Molino Rime di Pace Pasini diuise in errori, honori,
dolori, verita, & miscugli, Vicenza, 1642 Il sogno dell'illustrissimo sig.
Pietro Memo.. Dedicato all'illustrissimo signor Dominico Molino, Vicenza, di
carattere politico-encomiastico, racconta allegoricamente come il Sogno trasporti
il podestà attraverso i cieli sino alla via Lattea, dove trova gli eroi che
hanno illustrato la sua famiglia Rime Marinistiche, raccolta complessiva delle
sue Rime fu stampata a Vicenza; fanno rientrare l'autore nel filone marinista
dell'epoca. La Metafora. Il Trattato e le Rime. “Trattato de' passaggi dall'vna
metafora all'altra, et de gl'innesti dell'istesse nel quale si discorre secondo
l'opinione, e l'vso de'migliori, se senza commetter diffetto, si possano vsare
da' poeti, et da gli oratori. Dedicato all'illustrissimo, et eccellentiss. sig.
Nicola Da Ponte” (Vicenza); “Historia del cavalier perduto” romanzo
eroticocavalleresco che indirizza il proprio interesse su vicende e situazioni
feudali di provincia. La sua opera più nota, che si inserisce nella tradizione
del romanzo barocco veneto e dei narratori Incogniti, secondo una linea che
intreccia avventure cavalleresche amorose a tematiche storico-politiche. -- è
da questo romanzo che Manzoni trasse poi spunto per la stesura de “I Promessi
Sposi.” Giambattista Giarolli, Vicenza nella sua toponomastica stradale,
Vicenza. Quinto Marini, Copia archiviata, su gianniroghi. Pace Pasini ne
"Le Garzantine", Letteratura
Giovanni Mantese, Il Manzoni a Vicenza. Il Cavalier perduto del vicentino
Pace Pasini e i Promessi Sposi, Firenze, Olschki editore, Quinto Marini, Pace
Pasini, in Dizionario biografico degli italiani, 81, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Pace Pasini. Pasini. Keywords: implicatura. Refs.: “Grice e Pasini” –
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691984749/in/photolist-2mPyn68-2mLLZRD-2mKQW9n-2mKbpiZ
Grice e Passavanti – eroe –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Terni). Filosofo. Podestà della città di Terni
nonché storico locale. È stato uno dei due soli italiani ad essere decorato di
Medaglia d'Oro al Valor Militare sia nella Prima che nella Seconda guerra
mondiale. Ai suoi buoni auspici presso il governo viene fatta risalire
l'istituzione della Provincia di Terni. Partecipò volontario alla Prima guerra
mondiale come soldato semplice poi promosso sergente nel 4º reggimento Genova
cavalleria, in cui fu protagonista di incredibili atti di eroismo e ferito gravemente
due volte. Fu a Fiume per partecipare alla occupazione para-militare della
città tra i legionari di Gabriele d'Annunzio. Glii venne consegnata la
medaglia d'oro al valore militare in seguito ai suoi eroismi durante il primo
conflitto mondiale. Venne eletto deputato; in seguito si laureò in giurisprudenza,
lettere, scienze politiche e scrisse alcuni importanti volumi circa la storia
della sua città. Durante la seconda guerra mondiale fu decorato con la seconda
medaglia d'oro al valore militare, in Albania. Fedele alla monarchia prese
parte alla Guerra di liberazione arruolandosi nell'Esercito Cobelligerante
Italiano. Ottenne la nomina a consigliere della Corte dei Conti per meriti
scientifici, ricoprendo la carica. Fondò poi la Ternana Opera Educatrice,
ovvero una fondazione con lo scopo di premiare laureati meritevoli e lavoratori
distintisi nella professione. Fu a lungo presidente dell'associazione nazionale
arma di cavalleria. Al momento di morire decise di donare tutto il suo
fornitissimo archivio documentale alla biblioteca di Terni. Medaglia
d'oro al valor militarenastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'oro al valor
militare «Da soldato, da caporale, da aiutante di battaglia, fulgido, costante
esempio, trascinatore d’uomini, cinque volte ferito, tre volte mutilato, mai lo
strazio della sua carne lo accasciò, sempre fu dovuto a forza allontanare dalla
lotta; sempre appena possibile, vi seppe tornare, ed in essa fu sempre primo
fra i primi, incurante di sé e delle sofferenze del suo corpo martoriato. In
critica situazione, con generoso slancio, fece scudo del suo petto al proprio
comandante, e due volte, benché gravemente ferito, si sottrasse, attaccando,
alla stretta nemica. Con singolare ardimento, trascinava il suo plotone di
arditi all’attacco di forte, munitissima posizione nemica; impossibilitato ad
avanzare, perché intatti i reticolati, fieramente rispondeva con bombe a mano,
alle intense raffiche di mitragliatrici. Obbligato a ripiegare, sebbene ferito,
sostava ripetutamente per impedire eventuali contrattacchi. Avuta notizia di
una nuova azione, abbandonava l’ospedale in cui l’avevano ricoverato, e
raggiungeva il suo reparto; trasportato dai suoi, riusciva a prendere parte
anche alla gloriosa offensiva finale. Soldato veramente, più che di carne e di
nervi, dall’anima e dal corpo forgiati di acciaio e di ottima tempra.
Hermada, sGrappa, Medaglia d'oro al valor militarenastrino per uniforme
ordinaria Medaglia d'oro al valor militare «Mutilato e superdecorato,
volontariamente nei ranghi della nuova guerra, per la maggiore grandezza della
Patria, riconfermava il suo meraviglioso passato di eroico soldato. A capo
della propaganda di una grande unità, seppe dimostrare che più che le parole
valgono i fatti e fu sempre dove maggiore era il rischio e combatté con i fanti
nelle linee più tormentate. Nella manovra conclusiva, alla testa
dell’avanguardia del Corpo d’Armata, entrò per primo in Korcia ed in Erseke,
inalberandovi i tricolori affidatigli dal Duce. Superba figura di combattente,
animato da indomito eroismo, uscì illeso da mille pericoli e fu l’idolo di
tutti i soldati del III Corpo d’Armata, che in lui videro il simbolo del valore
personale, della continuità dello spirito di sacrificio e della più pura fede
nei destini della Patria, che legano idealmente le gesta dei soldati del Carso,
del Piave, del Grappa con quelle dei combattenti dell’Italia» Medaglia
d'argento al valor militarenastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'argento al
valor militare «Mirabile esempio di coraggio sereno, di alto spirito militare e
di profondo sentimento del dovere, rimase sul posto di combattimento,
quantunque non lievemente ferito. Nuovamente e più gravemente ferito, prima di
esser trasportato al luogo di medicazione, volle esser condotto dal comandante
del gruppo, per riferirgli sulla situazione. Altipiano Carsico6.» Medaglia
d'argento al valor militarenastrino per uniforme ordinariaMedaglia d'argento al
valor militare — San Giovanni di Duino, Croce al merito di guerranastrino per
uniforme ordinariaCroce al merito di guerra. Pozzuolo del Friuli, oCroce al
merito di guerranastrino per uniforme ordinariaCroce al merito di guerra, Monte
Grappa, Medaglia di benemerenza per i volontari della guerra italo-austriaca nastrino
per uniforme ordinariaMedaglia di benemerenza per i volontari della guerra
italo-austriaca Medaglia commemorativa della spedizione di Fiumenastrino per
uniforme ordinariaMedaglia commemorativa della spedizione di Fiume Grande
ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italianastrino per uniforme ordinaria Grande
ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia Grande ufficiale dell'Ordine dei
Santi Maurizio e Lazzaro nastrino per uniforme ordinaria Grande ufficiale
dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro Cavaliere dell'Ordine coloniale della
Stella d'Italianastrino per uniforme ordinariaCavaliere dell'Ordine coloniale
della Stella d'Italia Grande ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica
italiananastrino per uniforme ordinariaGrande ufficiale dell'Ordine al merito
della Repubblica italiana — Decreto del Presidente della Repubblica Cavaliere
di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana nastrino per
uniforme ordinariaCavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della
Repubblica italiana, Decreto del Presidente della Repubblica. Annotazioni
Fonti Copia archiviata, su corteconti.
SIUSA Fondazione ternana opera educatrice di Terni legislature. Camera dati/leg02/
lavori/ stenografici/ Terni,, in . foto di Elia Rossi Passavanti in divisa, Santini
L., Guida di Terni e del Ternano, Luigi Romersa, Uomini della Seconda Guerra
Mondiale, Murisa, Vincenzo Pirro, Elia Rossi Passavanti nell'Italia del
Novecento, Atti del Convegno di studi (Terni). Arrone: Edizioni Thyrus, Elia Rossi Passavanti, su
siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per le
Soprintendenze Archivistiche. Elia Rossi
Passavanti, su storia.camera, Camera dei deputati. Passavanti. Keywords: eroe. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Passavanti” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740922209/in/photolist-2mQaKxF-2mPY4jk-2mPqp6k
Passavanti, jacobo –
libro dei sogni.
Grice e Passeri – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Padova). Filosofo. Grice: “He was Zabarella’s uncle –
mine worked in the railways!” -- Grice: “It’s amazing how much a little book
like Aristotle’s ‘Peri psycheos’ influenced those Renaissance and
pre-Renaissance Italians! Surely they were concerned about the immortality or
other of the soul!” -- genua: essential Italian philosopher. Appartenente
all'Averroismo attivo nel periodo del Rinascimento. Figlio di Niccolò Passeri,
professore a Padova. Fu egli stesso professore nell'università patavina. Autore
di commentarii ad alcune opere di Aristotele, in particolare al De Anima e alla
Fisica, tentò di dimostrare la perfetta convergenza fra le idee di Averroè e di
Simplicio sulla dottrina dell'unità dell'intelletto.Fu insegnante e zio di
Zabarella. Opere: “Aristotelis De anima libri tres, cum Auerrois
commentariis et antiqua tralatione suae integritati restituta. His accessit
eorundem librorum Aristotelis noua traslatio, ad Graeci exemplaris veritatem,
et scholarum usum accomodata, Michaele Sophiano interprete. Adiecimus etiam
Marci Antonii Passeri Ianuae disputationem ex eius lectionibus excerptam, in
qua cum de' horum de Anima li brorum ordine, tum reliquorum naturalium serie
pertractatur. Venetiis: apud Iunctas); “Disputatio de intellectus humani
immortalitate, ex disertationibus Marci Antonii Genuae Patauini peripatetici
insignis, In Monte Regali: excudebat Leonardus Torrentinus); “Marcii Antonii
Passeri, cognomento Genuae, Patauini philosophi, sua tempestate facile
principis, et in Academia Patauina philosophiae publici professoris In tres
libros Aristo. de anima exactissimi commentarij Iacobi Pratellii Monteflorensis
medici, et Ioannis Caroli Saraceni diligentia recogniti, et repurgati. Necnon
locupletissimo indice, propter maiorem legentium facilitatem, vtilitatemque, ab
eodem Ioanne Carolo Saraceno amplificati. Venetijs: apud Gratiosum Perchacinum
& socios, A. Paladini, “La scienza animastica di Marco Antonio Genua”, Università
degli Studi di Lecce, Galatina, Congedo, Averroismo Aristotele Treccani.i tEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere. Antonio Passeri. Passeri.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Genua," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691304466/in/photolist-2mPyn68-2mKQ7M8-2mPCgo1-2mKMrVm-2mKyJgk-CfbuaM
Passini
Pasqualini difficult to
find. M. Pasqualini, C. Pasqualini.
Grice e Pasqualotto – trasmettitore/ricevitore –
implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Vicenza). Filosofo. Grice:
“I like Pasqualotto; for one, he predates Oxonians in the ‘teoria dell’informazione’!”
– Grice: “I never took ‘information’ as seriously as Pasqualotto does – I do
compare information with money, and refer to the stupidity of ‘false’
information – “”False’ information is no information.”” – But Pasqualotto
attempts to reconstruct a ‘teoria,’ a ‘teoria dell’informazione,’ i. e.
complete with a model that has room for the implicaturum, i.e. any x such that
by a mittente ‘sending’ a message, he may ex-plicate such-and-such and
im-plicate so-and-so.””Frequenta il Pigafetta di Vicenza, dove ha come maestro Faggin. Sotto
la guida di Formaggio, si laurea in filosofia aPadova, con una tesi sull'estetica
tecnologica di Bense. Diventa amico di Brandalise, Cacciari, Curi, e Duso, ed è
maestro nel suo stesso liceo vicentino, dove conosce Volpi. Collabora
attivamente ad alcune importanti riviste di filosofia come Angelus
Novus, Contropiano, Il Centauro. -- è professore a Venezia; a 'Padova; è
stato cofondatore dell'Associazione “Maitreya” di Venezia. Nel 1996 ha
contribuito alla nascita della rivista di filosofia orientale e comparata
“Simplègadi”, animata da un gruppo di giovani studenti universitari. -- è stato
tra i promotori del Master in Studi Interculturali dell'Padova, presso il quale
ha insegnato Filosofia delle Culture. È stato direttore scientifico della
Scuola Superiore di Filosofia orientale e comparativa di Rimini dal 2006 al
2009. Contributo teorico Nel saggio Dall'estetica tecnologica
all'estetica interculturale, Pasqualotto descrive la sua avventura intellettuale
e insieme l'evoluzione del suo pensiero. In una prima fase si è formato
all'estetica analitica e alla filosofia analitica del linguaggio, ma ha
rilevato il loro limitato significato formale. In una seconda fase, si è
rivolto al pensiero critico di Adorno e della Scuola di Francoforte, e in
questo caso ha valutato che la conclusione alla quale essi giungevano, era la
morte per utopia dell’estetica. In una terza fase si è rivolto al pensiero di
Nietzsche, tra la fine degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta;
Nietzsche nella Nascita della tragedia, considera Apollo e Dioniso come due
istinti complementari, tanto da consentire di poter riuscire a «vedere la
scienza con l’ottica dell’artista e l’arte con quella della vita»’, e a dare
importanza alla saggezza del corpo. Ma quello Nietzscheano gli sembrò solo un
tentativo eroico di coniugare filosofia e vita, che alla fine si rivela
solo come uno straordinario tentativo di scrittura sulla vita. Un'insoddisfazione
di fondo per gli esiti del pensiero occidentale, e la ricerca continua di nuove
possibilità per il pensiero, lo hanno portato ad approfondire lo studioiniziato
già in anni giovanilidi tradizioni di pensiero esterne a quella occidentale. Il
buddhismo, in particolare, ha costituito un terreno ampio di indagine e di
confronto con diversi temi o autori della cultura europea; ma anche il pensiero
taoista e l'esperienza della filosofia indiana hanno rappresentato nel corso
degli anni un importante ambito di riflessione. Infatti, in un'ulteriore quarta
fase del suo viaggio intellettuale, Pasqualotto si è rivolto all’estetica
orientale come meditazione, ovvero come cammino comune verso un possibile
superamento della scissione tra esperienza e riflessione ( 250-259). In una
quinta fase, Pasqualotto si è avvicinato all’estetica di Emilio Garroni come
uso critico del pensiero, quale comprensione dell’esperienza in genere
all’interno dell’esperienza: in un certo senso, quindi, l’estetica andava
coincidendo con la filosofia. Valutando la riflessione di Garroni prossima a
quella orientale, Pasqualotto arrivò a considerare l'importanza della
'meditazione' e del 'vuoto mentale’, in base ai quali, come l’assenza di
pensiero non può essere pensata senza idee, così non si possono pensare idee
senza pensiero, come era stato già pensato da . Dōgen. Nella sua sesta ed
ultima fase, la riflessione di Pasqualotto ha guardato l’estetica vista con gli
occhi della filosofia come comparazione e della filosofia interculturale,
quindi come un ampliamento dell’orizzonte particolare dell’estetica verso una
riflessione generale sui problemi cruciali dell’esistenza. Pasqualotto,
infatti, è stato il primo pensatore italiano a elaborare la valenza teoretica
di una filosofia come comparazione, teorizzata con rigore in Filosofia come
comparazione, distinguendola da un mero esercizio comparativo di pensieri
appartenenti ad ambiti geo-filosofici differenti. Il suo pensiero ha trovato
echi e possibilità di dialogo con filosofi italiani, come Giuseppe Cacciatore,
Giuseppe Cognetti, Giovanni Leghissa, e stranieri come Raul Fornet-Betancourt,
Heinz Kimmerle, F. Jullien, Ram A. Mall, Ryōsuke Ōhashi, R. Panikkar, G. Stenger,
F. Wimmer. Tra la fine degli anni Novanta e l'inizio degli anni
Duemila ha contribuito all'introduzione in Italia della Filosofia giapponese
contemporanea e in particolare allo studio del pensiero di Nishida Kitarō e
della Scuola di Kyoto, a cominciare dall'importante opera di Nishida L’io e il
tu, e poi con gli altrettanto importanti Uno studio sul bene e Problemi
fondamentali della filosofia , accompagnati sempre da un saggio interpretativo
che è rimasto sostanzialmente invariato nel corso degli anni. Parallelamente ad
altri autori, si è misurato dai primi anni Duemila con il tentativo di
delineare temi e metodi per una filosofia interculturale che costituisce il
campo di maggior impegno e interesse della sua ricerca, congiuntamente a una
riflessione estetica sulle forme dell'arte dell'Asia orientale.
Riassumendo gli elementi chiave del pensiero di Pasqualotto, potremmo
individuare due componenti fondamentali: il concetto di Ermenuetica
interminabile e quello di Dialogo interculturale Il concetto di Ermenuetica
interminabile prevede come elementi: 1. il pensiero come 'comparazione
originaria'; 2. il sapere come 'ambito problematico sempre aperto', rispetto al
quale non si dà mai una verità stabile, ma sempre problematica, inscritta cioè
in un processo inesauribile di ricerca; 3. il concetto di 'impermanenza'
(mutuata dal concetto buddhista di 'anatta') come struttura relazionale di
tutto ciò che è, in base alla quale tutto ciò che è, è un ‘nodo’ di relazioni
in continua trasformazione ed evoluzione processuale. Il concetto di Dialogo
interculturale prevede come elementi: 1. la 'meditazione' come ‘vuoto mentale’
e ‘consapevolezza’mindfulnessdel senso critico del pensiero radicato nel
presente; 2. l'aperturaconseguente alla compresenza degli elementi
precedentidell’orizzonte di una riflessione generale sui problemi cruciali
dell’esistenza, orizzonte tipico della filosofia interculturale. Pasqualotto
precisa chiaramente la specifica forma di rapporto comparativo che viene
attivato nell'orizzonte della filosofia interculturale, rapporto detto 'a tre
variabili interdipendenti. L’orizzonte di una filosofia interculturale dovrebbe
invece tendere a porsi come linea immaginaria di uno spazio illimitato pronto
ad ospitare quelle specifiche pratiche interculturali che sono gli esercizi in
atto di filosofia in quanto comparazione. Per evitare le conseguenze
contraddittorie a cui conducono sia le prospettive multiculturali, sia le
utopie universaliste, è necessario precisare la natura e la funzione della
specifica forma di rapporto che si viene ad attivare nell’orizzonte della
filosofia interculturale. La modalità di tale rapporto può essere definita 'a tre
variabili interdipendenti': due sono costituite da pensieri o ambiti di
pensieri tra loro diversi, e la terza è costituita da un soggetto (individuale
o culturale) che li pone a confronto. L’essenziale di questa modalità di
rapporto è che nessuna delle tre variabili sussiste autonomamente, prima, dopo
o a parte rispetto alle altre due: in particolare, è importante evidenziare che
il soggetto risulta sempre e necessariamente implicato nella pratica della
comparazione, al punto che tale pratica lo forma e lo trasforma: il suo sguardo
è ‘impuro’ fin dall’inizio, perché fin dall’inizio viene condizionato e
prodotto da una serievirtualmente infinitadi osservazioni
comparative.> Fra i temi affrontati più di frequente dalla riflessione
di Pasqualotto, ricordiamo: 1. il tema dell’identità, in base al quale essa non
è alcunché di rigido e identitario, ma poiché l’essente è nodo di relazioni,
l’identità si dà come intreccio di infinite relazioni, ovvero come compresa in
una sua problematica autonomia; 2. il tema del soggetto che, in quanto
costitutivamente interessato da molteplici relazioni, nel suo ricercare il
senso del realtà del mondo, non è un osservatore disincarnato e disinteressato,
o imparziale, ma è compreso nel rilevamento di quel senso nella trasformazione
di sé e della realtà; 3. il tema del corpo, in base al quale esso è la mente e,
insieme, la condizione prima della conoscibilità del mondo; in questo senso il
tragitto di Pasqualotto ha sicure relazioni al tema odierno della ‘cognizione
incorporata’ e della Filosofia del corpo; 4. il tema del concetto di
‘processo’, in base al quale la realtà è un insieme di processi: ciò che è, in
quanto 'nodo' potenzialmente infinito di relazioni, diviene processualmente,
concezione che deriva a Pasqualotto direttamente dalle filosofie orientali, in
particolare dal buddhismo; 5. il tema dell’illuminismo in base al quale i
limiti della ragione possono venir posti soltanto dalla ragione stessa, come
era stato già perfettamente considerato dalla Dialettica dell'illuminismo di
Horkheimer e Adorno ; 6. il tema delle pratiche filosofiche e della pratica
artigianale; 7. il tema dei diritti umani che non è solo un tema accessorio
rispetto al suo pensiero; su questo versante pare giocarsi una partita più
grande, che, ai temi della ‘libertà condizionata', della natura dell’individuo
e del fenomeno della globalizzazione
unisce una profonda preoccupazione per i destini dell’umanità. A tal
proposito Pasqualotto pare essere abbastanza pessimista, un pessimismo attivo
non passivo. Egli dice, infatti, nella premessa alla nuova edizione del Tao
della filosofia, queste precise parole. È da osservare tuttavia che le
tematiche della filosofia comparata, della filosofia come comparazione e della
filosofia interculturale non hanno avuto e continuano a non avere risonanze
significative all’interno del dibattito filosofico nazionale e internazionale.
Le ragioni di questa scarsa ricaduta sono molteplici e di varia natura.
Forse vi sono alla base difficoltà intrinseche ai modi in cui tali tematiche
sono state formulate e proposte; ma è anche da dire, a tale proposito, che
finora non vi è stata alcuna proposta critica che abbia messo in luce tali
ipotetiche difficoltà. È da ritenere, allora, che le ragioni di questa
debolissima risonanza siano, almeno in parte ma in primo luogo, da far risalire
alle rigidità delle discipline accademiche che mal sopportano non solo le
contaminazioni interdisciplinari ed interculturali, ma anche i semplici ponti
che tentano di mettere in comunicazione diverse discipline, culture e civiltà.
In secondo luogoma, dovremmo dire, ad un secondo, più basso, livellosi
dovrebbero tener presenti le ragioni o, meglio, i ‘sentimenti’ che hanno a che
fare più da vicino con germi xenofobi mai estinti, con residui di fondamentalismi
religiosi e con rigurgiti di tipo razzista che infestano non solo l’Italia e
non solo l’Europa. Ci sembra, anzi, che le tendenze che germinano da tali
poltiglie psicologiche e ideologiche si stiano facendo sempre più invadenti ed
arroganti. Questa riedizione del Tao della filosofia può forse costituire un
frammento ancora utile a tenere aperta qualche piccola fessura di luce in un
orizzonte culturale che, nonostante le aperture imposte dalla globalizzazione,
si fa sempre più stretto e più cupo.> Al fondo delle intenzioni di
Pasqualotto, c’è un atteggiamento ecologico e agnostico,fino addirittura a
concepire la possibilità dell’essere ‘apolide’ -, e consapevoleuna
consapevolezza nel senso di mindfulnessnei confronti della natura della mente e
della psicologia umane, al punto che, alla disillusione per la possibilità di
integrazione nella vita psicologica occidentale delle pratiche meditative
orientali, si unisce la preoccupazione e l’impegno sociale e politico, forse
considerando la marginalità dell’intellettuale nelle grandi vicende della
contemporaneità, ma insieme sempre anche con un’apertura di orizzonte per una
riflessione generale sui problemi cruciali dell’esistenza. Principali
pubblicazioni Avanguardia e tecnologia. Walter Benjamin, Max Bense e i problemi
dell'estetica tecnologica, Roma, Officina; Teoria come utopia. Studi sulla
Scuola di Francoforte (Marcuse, Adorno, Horkheimer), Verona, Bertani, Storia e
critica dell'ideologia, Padova, CLEUP, Oltre l'ideologia: «Il Federalista»,
Roma, Ist. dell'Enciclopedia Italiana, Pensiero negativo e civiltà borghese,
Napoli, Guida, Saggi di critica, Padova, CLEUP, Saggi su Nietzsche, Milano,
Franco Angeli, Il Tao della filosofia. Corrispondenze tra pensieri d'Oriente e
d'Occidente, Parma, Pratiche, Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle
culture d'Oriente, Venezia, Marsilio, Illuminismo e illuminazione: la ragione
occidentale e gli insegnamenti del Buddha, Roma, Donzelli, 1997; Yohaku: forme
di ascesi nell'esperienza estetica orientale, Padova, Esedra, East & West.
Identità e dialogo interculturale, Venezia, Marsilio, Il Buddhismo: i sentieri
di una religione millenaria, Milano, Bruno Mondadori, Figure di pensiero. Opere
e simboli nelle culture d'Oriente, Venezia, Marsilio); Oltre la filosofia,
percorsi di saggezza tra oriente e occidente, Vicenza, Colla; Dieci lezioni sul
buddhismo, Venezia, Marsilio, Per una filosofia interculturale , Milano,
Mimesis Edizioni, Taccuino giapponese, Udine, Forum, Tra Occidente ed Oriente:
interviste sull'intercultura ed il pensiero orientale (Davide De Pretto),
Milano, Mimesis Edizioni, ; Filosofia e globalizzazione, Milano, Mimesis
Edizioni, ; Alfabeto filosofico, Venezia, Marsilio Edizioni, . Note G.
Pasqualotto, Dall’estetica tecnologica all’estetica interculturale, in Studi di
estetica, Filosofia come comparazione in Simplègadi. Percorsi del pensiero tra
Occidente e Oriente, Padova, Esedra Cfr. Maraldo, John C., Nishida Kitarō. Cfr.
Davis, Bret W.,.) Nishida Kitaro, L’io e il tu, Renato Andolfato, trad. it.
Padova, Unipress, Nishida: dialettica e Buddhismo, Postfazione, N. Kitaro, Uno studio sul bene, Enrico Fongaro, Torino,
Boringhieri, Introduzione al pensiero di Nishida Kitarō, INishida Kitaro, Problemi fondamentali della
filosofia: conferenze per la Società filosofica di Shinano, Enrico Fongaro,
trad. it. Venezia, Marsilio e G. Pasqualotto, ivi, Buddhismo e dialettica.
Introduzione al pensiero di Nishida, Per una filosofia interculturale, Milano, Mimesis,
Tra Oriente e Occidente. Interviste sull’intercultura ed il pensiero orientale,
D. De Pretto, Milano, Mimesis, Nietzsche
o dell'ermeneutica interminabile, in , Crucialità del tempo, Napoli, Liguori, Saggi
su Nietzsche, Milano, Franco Angeli, Intercultura e globalizzazione, in ,
Incontri di sguardi. Saperi e pratiche dell’intercultura, A. Miltenburg,
Padova, Unipress, Per una filosofia interculturale, Milano, Mimesis, East &
West. Identità e dialogo interculturale, Venezia, Marsilio, G. Pasqualotto, Estetica del vuoto. Arte e
meditazione nelle culture d'Oriente, Venezia, Marsilio, Dalla prospettiva della
filosofia comparata all’orizzonte della filosofia interculturale, Simplègadi, East
& West, Venezia, Marsilio, East
& West, Venezia, Marsilio, Interessante può essere, sotto questo aspetto,
il confronto con il pensiero di E. Morin, nel suo La testa ben fatta, trad. it.
Milano, Cortina, La riforma di pensiero,
Alfabeto filosofico, Venezia, Marsilio, , voce Corpo. G. Pasqualotto, Illuminismo e illuminazione,
Roma, Donzelli, G. Pasqualotto, Saggezze d'Oriente e d'Occidente (come forme di
vita), in Id., Oltre la filosofia, Vicenza, Colla, Interessante può essere,
sotto questo aspetto, il confronto con il pensiero di R. Sennet, nel suo L’uomo
artigiano, trad. it. Milano, Feltrinelli, G. Pasqualotto, Diritti umani e valori in
Asia, Studia Patavina, Alfabeto filosofico, Venezia, Marsilio, , voce
Libertà. G. Pasqualotto, Filosofia e
globalizzazione, Milano, Mimesis, . G.
Pasqualotto, Il tao della filosofia, Milano, Luni, , Premessa. I termini 'ecologico' e 'agnostico' non sono
propri dei testi di Pasqualotto, ma depositati nel suo insegnamento 'orale',
nonché derivabile da una semplice riflessione sulle finalità e conseguenze
della sua impostazione teorica Santangelo, recensione a Estetica del vuoto.
Arte e meditazione nelle culture d'Oriente by Giangiorgio Pasqualotto, Revue
Bibliographique de Sinologie, M. Ghilardi, E. Magno , Sentieri di mezzo tra
Occidente e Oriente. Scritti in onore dei sessant'anni di Giangiorgio
Pasqualotto, Milano-Udine, Mimesis, 2006. E. Fongaro, M. Ghilardi, Filosofia
come Pratica. A partire da Il Tao della Filosofia, in Simplegadi, Sentieri di
mezzo tra Occidente e Oriente, M. Ghilardi, E. Magno, Mimesis, A. Crisma, Dao,
ossia cammino. Note in margine al percorso di riflessione di Giangiorgio
Pasqualotto, in Simplegadi, Sentieri di mezzo tra Occidente e Oriente, M. Ghilardi,
E. Magno, Mimesis, M. Bergonzi, Comparatismi e dialogo interculturale fra
filosofia occidentale e pensiero indiano, in Comparatismi e filosofia, M.
Donzelli, Napoli, Liguori, G. Marramao, Pensare Babele. L'universale, il
multiplo, la differenza, in Iride, M. Pagano, Un contributo ermeneutico per la
filosofia interculturale, in Lo Sguardo: rivista di filosofia, M. Ghilardi, E.
Magno , La filosofia e l'altrove: Festschrift per Giangiorgio Pasqualotto,
Milano-Udine, Mimesis, Yusa, Michiko, F. La Porta, recensione ad Alfabeto
Filosofico, "Left" Scheda, su emsf.rai. Scheda biografica sul sito di
Aracne editrice Lettura del Daodejing, Lettura della Mandukya Upanishad, di G.
Pasqualotto su youtube.com. Mimesis Festival: Che cos’è la filosofia? di G.
Pasqualotto su youtube.com. Schopenhauer tra Oriente e Occidente, di G.
Pasqualotto su youtube.com. Pensiero buddhista e filosofie occidentali, di G.
Pasqualotto su youtube.com. Il pensiero di Panikkar e la questione dei diritti
umani, di G. Pasqualotto su youtube.com. La compassione intelligente nella
tradizione buddhista, di G. Pasqualotto su youtube.com. Nirvana e Samsara, di
G. Pasqualotto su youtube.com. Intervista su Covid-19 e Libertà. Anteprima di Illuminismo
e Illuminazione, Anteprima di Per una filosofia interculturale, GAnteprima di
Taccuino. Anteprima di Alfabeto Filosofico, di G. Pasqualotto su books.google.
Anteprima di Dieci Lezioni sul Buddhismo, di G. Pasqualotto su books.google.
Materiali su Interculturalità e Oriente, Materiali su Interculturalità e
Oriente, Pasqualotto. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pasqualotto” –
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51740451898/in/datetaken/
Grice e Pastore – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Orbassano). Filosofo.
Grice: “A proto-Griceian.” Grice: “Pastore divides logicians by
nationality, and he has a few for Italians; he does not distinguish between
Welsh Russell and English Boole, though!” Grice: “Pastore has an excellent
section on the ‘alleged’ imperfections of ordinary language, to which I refer
to in my reference to the common place in philosophical logic.” Grice: “Pastore
lists six imperfections of ordinary language, for which he notes how confusing
the allegations are.” “He ends by noting the moral of the formalist: “not
everything that is explicated is implicated, and not everything that is
implicated is explicated!” – Grice: “The Italian philosophers he mentions make
an interesting list.” Grice: “He has an earlier paragraph on “Roman logic,”
which is charming.” Laureato a Torino con Graf e D'Ercole, fu insegnante di
liceo e ottenne una cattedra a Torino. Fondò e diresse il “Laboratorio di
logica sperimentale” a Torino. Fu collaboratore della Rivista di
filosofia. I suoi manoscritti sono
conservati nell'Accademia toscana di scienze e lettere La Colombaria di
Firenze. La salma del filosofo riposa nel Cimitero di Bruino. Opere: “Logica
formale dedotta dalla considerazione dei modelli meccanici,” “Del nuovo spirito
della scienza e della filosofia,” “Sillogismo e proporzione,” “Dell'essere e
del conoscere,” “Il pensiero puro,” “Il problema della causalità, con
particolare riguardo alla teoria del metodo sperimentale,” “Il solipsismo,” “La logica del potenziamento,” “Logica
sperimentale,”” L'acrisia di Kant” “La filosofia di Lenin”; “La volontà
dell'assurdo. Storia e crisi dell'esistenzialismo” ( Logicalia, Dioniso, “Introduzione
alla metafisica della poesia,” F. Bazzani, Carte. Fondo dell'Accademia La
Colombaria, Firenze, Leo S. Olschki, M.
Castellana, “Razionalismi senza dogmi. Per una epistemologia della
fisica-matematica” Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino Editore, R. Laz., Enciclopedia ItalianaII Appendice,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, , «Pastore, Valentino Annibale» in
Dizionario di filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Filippo
Selvaggi, Un filosofo triste: Annibale Pastore in Scienza e metodologia. Saggi
di epistemologia, Roma, Università Gregoriana, Google Libri. Annibale Pastore.
Pastore. Keywords: implicatura. Refs: Luigi Speranza, “Grice e Pastore,” The
Swimming-Pool Library, Villa Grice. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702186073/in/photolist-2mPAuFE-2mPowr2-2mN8ym7-2mLKdDg-2mLEd47-2mKuZ8r-2mKCfz1-BvUfSB-BaofQH-ogsG8n-ofMJ4G-hSTpSd/
Grice e Peano – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Spinetta di Cuneo). Filosofo. Grice: “As
I reduce “the” to “every,” I am of course following Peano, who predates
Russell!” -- important Italian philosopher. Linceo. Peano’s postulates, also
called Peano axioms, a list of assumptions from which the integers can be
defined from some initial integer, equality, and successorship, and usually
seen as defining progressions. The Peano postulates for arithmetic were
produced by G. Peano in 9. He took the set N of integers with a first term 1
and an equality relation between them, and assumed these nine axioms: 1 belongs
to N; N has more than one member; equality is reflexive, symmetric, and
associative, and closed over N; the successor of any integer in N also belongs
to N, and is unique; and a principle of mathematical induction applying across
the members of N, in that if 1 belongs to some subset M of N and so does the
successor of any of its members, then in fact M % N. In some ways Peano’s
formulation was not clear. He had no explicit rules of inference, nor any
guarantee of the legitimacy of inductive definitions which Dedekind established
shortly before him. Further, the four properties attached to equality were seen
to belong to the underlying “logic” rather than to arithmetic itself; they are
now detached. It was realized by Peano himself that the postulates specified
progressions rather than integers e.g., 1, ½, ¼, 1 /8, . . . , would satisfy
them, with suitable interpretations of the properties. But his work was
significant in the axiomatization of arithmetic; still deeper foundations would
lead with Russell and others to a major role for general set theory in the
foundations of mathematics. In addition, with O. Veblen, T. Skolem, and others,
this insight led in the early twentieth century to “non-standard” models of the
postulates being developed in set theory and mathematical analysis; one could
go beyond the ‘. . .’ in the sequence above and admit “further” objects, to
produce valuable alternative models of the postulates. These procedures were of
great significance also to model theory, in highlighting the property of the
non-categoricity of an axiom system. A notable case was the “non-standard
analysis” of A. Robinson, where infinitesimals were defined as arithmetical
inverses of transfinite numbers without incurring the usual perils of rigor
associated with them. Fu l'ideatore del latino sine flexione, una lingua
ausiliaria internazionale derivata dalla semplificazione del latino
classico. Nacque in una modesta fattoria chiamata "Tetto Galant"
presso la frazione di Spinetta di Cuneo. Fu il secondogenito di Bartolomeo
Peano e Rosa Cavallo; sette anni prima era nato il fratello maggiore Michele e
successivamente nacquero Francesco, Bartolomeo e la sorella Rosa. Dopo un
inizio estremamente difficile (doveva ogni mattina fare svariati chilometri
prima di raggiungere la scuola), la famiglia si trasferì a Cuneo. Il fratello
della madre, Giuseppe Michele Cavallo, accortosi delle sue notevoli capacità
intellettive, lo invitò a raggiungerlo a Torino, dove continuò i suoi studi
presso il Liceo classico Cavour. Assistente di Angelo Genocchi all'Torino,
divenne professore di calcolo infinitesimale presso lo stesso ateneo a partire
dal 1890. Vittima della sua stessa eccentricità, che lo portava ad
insegnare logica in un corso di calcolo infinitesimale, fu più volte
allontanato dall'insegnamento a dispetto della sua fama internazionale, perché
"più di una volta, perduto dietro ai suoi calcoli, [..] dimenticò di
presentarsi alle sessioni di esame". Ricordi del grande matematico
(e non solo della vita familiare) sono raccontati con grazia e ammirazione nel
romanzo biografico Una giovinezza inventata della pronipote Lalla Romano,
scrittrice e poetessa. Aderì alla massoneria, iniziato nella loggia Alighieri
di Torino guidata dal socialista Lerda. Morì nella sua casa di campagna a
Cavoretto, presso Torino, per un attacco di cuore che lo colse nella
notte. Il matematico piemontese fu capostipite di una scuola di
matematici italiani, tra i quali possiamo annoverare Giovanni Vailati,
Filiberto Castellano, Cesare Burali-Forti, Alessandro Padoa, Giovanni Vacca,
Mario Pieri e Tommaso Boggio . Peano precisò la definizione del limite
superiore e fornì il primo esempio di una curva che riempie una superficie (la
cosiddetta "curva di Peano", uno dei primi esempi di frattale),
mettendo così in evidenza come la definizione di curva allora vigente non fosse
conforme a quanto intuitivamente si intende per curva. Da questo lavoro
partì la revisione del concetto di curva, che fu ridefinito da Jordan (curva
secondo Jordan). Fu anche uno dei padri del calcolo vettoriale insieme a
Tullio Levi-Civita. Dimostrò importanti proprietà delle equazioni differenziali
ordinarie e ideò un metodo di integrazione per successive
approssimazioni. Sviluppò il Formulario mathematico, scritto dapprima in
francese e nelle ultime versioni in interlingua, come chiamava il suo latino
sine flexione, contenente oltre 4000 tra teoremi e formule, per la maggior
parte dimostrate. Come logico dette un eccezionale contributo alla logica
delle classi, elaborando un simbolismo di grande chiarezza e semplicità. Diede
una definizione assiomatica dei numeri naturali, i famosi "assiomi di
Peano" che vennero poi ripresi da Russell e Whitehead nei loro Principia
Mathematica per sviluppare la teoria dei tipi. I contributi di Giuseppe
Peano sulla logica furono osservati con molta attenzione da Russell, mentre i
contributi di aritmetica e di teoria dei numeri furono osservati con molta
attenzione da Giovanni Vailati, il quale sintetizzava in Italia il passaggio
tra l'esame delle questioni fondamentali e l'applicazione di metodiche di
analisi del linguaggio scientifico, tipica degli studi logici e matematici, e
anche specificava gli interessi di storia della scienza, allargando la
prospettiva anche agli studi sociali. Per questo Peano ebbe dei contatti molto
stretti con il mondo degli studiosi di logica e di filosofia del linguaggio
nonché gli studiosi di scienze sociali empiriche (Cfr. Guglielmo Rinzivillo,
Giuseppe Peano, Giovanni Vailati. Contributi invisibili in Guglielmo
Rinzivillo, Una Epistemologia senza storia, Roma Nuova Cultura. Ebbe ampi
riconoscimenti negli ambienti filosofici più aperti alle esigenze e alle
implicazioni critiche della nuova logica formale. Era affascinato
dall'ideale leibniziano della lingua universale e sviluppò il "latino sine
flexione", lingua con la quale cercò di tenere i suoi interventi ai
congressi internazionali di Londra e Toronto. Tale lingua fu concepita
per semplificazione della grammatica ed eliminazione delle forme irregolari,
applicandola a un numero di vocaboli "minimo comune denominatore" tra
quelli principalmente di origine latina e greca rimasti in uso nelle lingue
moderne. Uno dei grandi meriti dell'opera di Peano sta nella ricerca della
chiarezza e della semplicità. Contributo fondamentale che gli si riconosce è la
definizione di notazioni matematiche entrate nell'uso corrente, come, per
esempio, il simbolo di appartenenza (es: x ∈ A) o il quantificatore esistenziale "∃". Tutta l'opera di Peano verte
sulla ricerca della semplificazione, dello sviluppo di una notazione sintetica,
base del progetto del già citato Formulario, fino alla definizione del Latino
sine flexione. La ricerca del rigore e della semplicità portarono Peano ad
acquistare una macchina per la stampa, allo scopo di comporre e verificare di
persona i tipi per la Rivista di Matematica (da lui diretta) e per le altre
pubblicazioni. Peano raccolse una serie di note per le tipografie relative alla
stampa di testi di matematica, uno per tutti il suo consiglio di stampare le
formule su righe isolate, cosa che ora viene data per scontata, ma che non lo
era ai suoi tempi. Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia Ufficiale della
Corona Commendatore della corona L'asteroide Peano è stato battezzato così in suo
onore. Il dipartimento di Matematica di Torino è a lui
dedicato. Molti licei in Italia portano il suo nome, come ad esempio a
Roma, Cuneo, Tortona, Monterotondo, Cinisello Balsamo o Marsico Nuovo, così
come la scuola di Tetto Canale, vicina alla sua città natale. Opere: “Aritmetica
generale e algebra elementare” (Torino, G.B. Paravia,); “Formulario
mathematico” (Torino, Fratelli Bocca); “Calcolo differenziale e principii di
calcolo integrale” (Torino: Fratelli Bocca); “Lezioni di analisi infinitesimal”
(G. Candeletti); “Applicazioni geometriche del calcolo infinitesimale” (Torino:
Fratelli Bocca), “I principii di geometria logicamente esposti” (Torino:
Fratelli Bocca)”; “Arithmetices principia, nova methodo exposita” (Torino,
Paravia); “Giochi di aritmetica e problemi interessanti” (Paravia, Torino). Dissero
di lui «Provai una grande ammirazione per Peano quando lo incontrai per la
prima volta al Congresso di Filosofia, che fu dominato dall'esattezza della sua
mente. Russell. D'Amico, Storia e storie della scuola italiana. Dalle origini
ai giorni nostri, Zanichelli, Bologna, Celebrazioni di Peano, E. Luciano e C.
Roero Torino,, Peanostoria di un matematico. Boringhieri. Peanostoria di un matematico. Boringhieri, Dipartimento
di Matematica "Giuseppe Peano": Home
Il Giorno, Festa e lacrime: "Addio Peano" Il Liceo chiude i
battenti, su Il Giorno.Questo testo proviene in parte dalla relativa voce del
progetto Mille anni di scienza in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto
Museo di Storia della Scienza di Firenze. “Peano: storia di un matematico”
(Boringhieri); Lalla Romano, “Una giovinezza inventata” (Torino, Einaudi, Racconta
episodi del rapporto con il prozio Giuseppe.
Assiomi di Peano, Glottoteta, Lingua artificiale, Matematica, Latino
sine flexion, Ugo Cassina Calcolatori ternari Maria Gramegna Treccani Enciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli
italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Opere su Liber Liber. openMLOL, Horizons Unlimited srl. Progetto
Gutenberg. E Peano stregò Russell -- Piergiorgio Odifreddi, SWIFSito
Web Italiano per la Filosofia. Presentazione e Documentazione del Comune di
Cuneo. Giuseppe Peano. Peano. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza,
“Peano e Grice sull’articolo definito,” -- Luigi Speranza, “Peano e Grice
sull’operatore ‘iota’” -- H. P. Grice,
“Definite descriptions in Peano and in the vernacular,” Luigi Speranza, "Grice e Peano: semantica filosofica," per il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692216159/in/photolist-2mPEDc8-2mMRLT9-2mKS7Wc-2mKNCSe-2mKJypq-2mKJy6j-2mKCvRU-2mKyXoA-2mKfouW
Grice e Pecoraro – il conflitto – filosofia italiana
– Luigi Speranza (Salerno). Filosofo. Grice: “He must be the only
philosopher who philosophised about ecstasis!”Grice: “Many don’t
consider him an Italian philosopher seeing that he got his maximal degree
without (not within) Italy!” -- Dopo studi giuridici presso la Facoltà di
Scienze Politiche, Pecoraro si laurea in Filosofia presso l´Salerno con una
tesi sul pensiero del filosofo franco-romeno Emil Cioran. Dall´inizio degli
anni novanta collabora con il Corriere della Sera, Il Messaggero, Il Giornale
di Napoli come cronista di nera e di giudiziaria. In questi anni si avvicina ad
alcuni artisti contemporanei che gravitano intorno all´Accademia di belle arti
di Brera organizzando due Mostre a Ravello e dedicandosi al coordinamento
editoriale dei rispettivi cataloghi. Tra i partecipanti: Domenico Paladino,
Vettor Pisani (artista), Omar Galliani, Jan Knap, Giordano Montorsi, Iler
Melioli, Xante Battaglia. Un'esperienza che sarà importante in seguito, quando
i tratti metafisici e di rivolta dell´opera d´arte contemporanea verranno
riscoperti in chiave nichilista. Lascia l´Italia e, dopo aver visitato
alcuni paesi europei, giunge a Rio de Janeiro a bordo di un mercantile. Dopo il
Master, conclude il Dottorato di Ricerca in Filosofia Contemporanea a Rio di Janeiro e il Post-Dottorato (-)
grazie ad una Borsa di Studio della CAPES/PNPD. Dal è docente effettivo a Rio di Janeiro
(UNIRIO), fondatore e direttore di "Quadranti"Rivista internazionale
di filosofia contemporanea e direttore del Laboratorio di filosofia politica e
morale, finanziato dal CNPq (il CNR brasiliano, dedicato a Gerardo Marotta,
fondatore e presidente dell´Istituto italiano per gli studi filosofici di
Napoli. Il percorso intellettuale Nonostante la giovane età è possibile
dividere il percorso di studi e di pensiero di Pecoraro in due momenti
distinti. Il primo, definito "attivismo filosofico", comprende
tutte le attività e le iniziative tese a vivacizzare e svecchiare il dibattito
critico e filosofico in Brasile tra la fine degli anni novanta del secolo
scorso e gli anni 10 di questo secolo: la realizzazione di varie decine di
convegni e festival filosofici in diverse città del Paese; la fondazione di 4
riviste scientifiche (Analógos, Alter, Forum Krisis, Quadranti); la
divulgazione di temi e autori poco studiati (Analitici e Continentali,
Filosofia della tecnoscienza, Nichilismo, Filosofia del suicidio, Metafisica e
Teatro, Derrida, Vattimo, Nancy, Esposito, Zizek, Agamben); l´impegno
istituzionale e editoriale; i contatti personali o epistolari, e le sue
ripercussioni nel dibattito carioca, con alcuni dei più importanti pensatori
della contemporaneità (da Vattimo a Esposito, da Rorty a Bodei; da Givone a
Volpi, da Mattei a Ferraris; da Honneth a Larmore), ecc. Il secondo, si
snoda su due assi portanti: la transizione italo-carioca, che gira intorno a
temi como nichilismo, suicidio e filosofia negativa e il pensiero più maturo
degli ultimi anni, che si muove intorno a problemi di filosofia politica e
morale. La Filosofia negativa e l'agire dell'Io tragico-nichilista La
prima fase del suo pensiero è dedicata all´elaborazione di una filosofia
disperata e negativa, assolutamente slegata da prospettive etico-politiche (che
però diventeranno centrali nella seconda fase della sua riflessione). Si tratta
di una filosofia fondata sul nichilismo di Nietzsche e su una tradizione di
autori maledetti della filosofia e della letteratura moderna, riletti a partire
dal prisma pessimista di Emil Cioran e della sua filosofia del voyeur
"esteticamente salvifica" di un datato phatos esistenzialista, del
“tutto è vano” risultato ultimo della sua analisi filosofica del suicidio, della
psicanalisi contemporanea e dei lacci concettuali e storici tra nichilismo,
nullae negazione. Il risultato è una teoria anti-fondazionale, che poggia
le sue radici in una soggettività pessimista e malincolica, che nega qualsiasi
teoria etica, sociale e politica estremizzando così l´accusa
nietzschiana-cioraniana contro l´umanità e tutte le sue costruzioni sociali,
storiche e morali. In questo orizzonte di assenza di senso, decadenza e
corruzione metafisica, l´unica, eventuale, maniera di ribellarsi e resistere si
concretizza, paradossalmente, nell´appello alla responsabilità e all´azione di
un Io "tragico-nichilista". Filosofia del presente, critica
della servitù volontaria in democrazia e lotta per la trasformazione della
sinistra Negli anni 2006-2007 è possibile intravedere un cambiamento teorico e
personale. Insoddisfatto, Pecoraro dà inizio alla ricerca di un orizzonte di
senso diverso e più profondo che lo porta, però, alla perdita quasi totale dei
suoi precedenti fili conduttori. Interessi, letture, pubblicazioni, ricerche si
frammentano e perdono in intensità e chiarezza. È soltanto con il ritorno a Rio
di Janeiro, dopo alcuni anni trascorsi nel Nord-Est brasiliano, la regione più
povera e meno sviluppata del Paese, il rinnovato dialogo/scontro con “lo stile
carioca di vivere” sia universitario-filosofico sia sociale e in virtù degli
avvenimenti del giugno (le proteste di piazza contro il Governo), che il
pensiero di Pecoraro si arricchisce di nuove forme e di una prospettiva di
ricerca più latinoamericana. Decisive, in questa fase, sono le questioni
etico-politiche, la critica dell´umanismo sociale contemporaneo e l´impegno
filosofico. In primo luogo devono essere segnalati, per l´importanza che
rivestono, i due Seminari tenuti presso l´Istituto per gli studi Filosofici di
Napoli nel (dedicato all´"Analitica
del Biopotere") e nel (su "Nietzsche
e la Biopolitica"). Nel primo, Pecoraro riformula il concetto di Biopotere
criticando la lettura di Michel Foucault usando come chiave interpretativa il "Bios"
di Roberto Esposito; nel secondo discute e mette alla prova la sua lettura
radicalmente “sistematica” dell´opera nietzschiana fondata sull´unità di
volontà di potenza, avvento dell´oltre-uomo e ultrapassamento del nichilismo.
Oltre a questi due temi, il rigetto delle tesi relativiste/postmoderne; lo
studio delle relazioni tra massa e potere nell´era digitale; l´affermazione di
una visione essenzialista dell´essere umano nell´epoca della tecnica[30]; la
riscoperta della psicanalisi, del movimento Modernista brasiliano e lo studio
di autori come L. Zea, S. Žižek, Badiou, Spinoza, Étienne de La Boétie lo
spingono all´elaborazione di un percorso teorico che, fondandosi sulla
necessità di “pensare il presente” (e non il futuro) e di una “filosofia
dell´attualità” e sulla convinzione che le categorie filosofiche post-maggio
’68 sono obsolete e dannose per spiegare e trasformare il nostro tempo, si
concentra in due diversi ambiti di ricerca in una complessa e non risolta
tensione tra aspirazioni teoretiche universalistiche e l´impegno filosofico
nella realtà e nella cultura brasiliana e latinoamericana[32]. Il
primoetico-moralesi occupa delle condizioni di possibilità di nuove forme di
soggettività nell´epoca dei "diritti di tutte le cose del mondo" e
dell´attuale "reazione alla crisi di fondamenti" dichiarata dal
pensiero del secolo XX, delineando quindi le basi di una "filosofia del
dovere" di stampo postilluminista. Il secondopolitico-sociale–
attraverso la critica del politicamente corretto e della “retorica
democratica”, la decostruzione del concetto di democrazia attraverso la ripresa
dell´idea di La Boétie di servitù volontaria, la lotta contro il “fascismo
sociale di sinistra” (e della sinistra), tende a ripensare il concetto di
Democrazia e le pratiche "democratiche" nei sistemi di potere
contemporanei e, più specificamente, si dedica all´esame delle possibilità di
una trasformazione radicale del pensiero filosofico di sinistra (e della
sinistra) e di una concezione del “Politico” in senso non tecnicista e non
"sinistroide-reazionario". Altre opere: “La filosofia del
voyeur” (Salerno-Napoli, Il Sapere, Metafisica e poesia nel pensiero di Maria
Zambrano, in Atti del Convegno Metafisica, Roma. Giacomo Leopardi e María
Zambrano, Cosa resta della Filosofia Contemporanea?, in QuadrantiRivista
Internazionale di Filosofia Contemporanea, in Ética e política contemporânea (Atti
Encontro ANPOF), ANPOF, Filosofia della
storia (latinoamericana)?, in QuadrantiRivista Internazionale di Filosofia
Contemporanea, 3, Salerno-Roma, Dr. H, in Filosofia e LiteraturaEncontros
contemporâneos, Porto Alegre, Gradiva, Caterina Coluccio , Dal sacro al
Profano, Ravello, CED, 2 ed.1996.
Caterina Coluccio , Xante Battaglia. Dall´Arcaico al Frammento, Ravello,
CED, QuadrantiRivista Internazionale di Filosofia Contemporanea, su rivistaquadranti.eu.
Tra i Membri del Comitato Scientifico della Rivista Quadranti, fin dalla sua
fondazione, ricordiamo Axel Honneth, Gianni Vattimo, Roberto Esposito, Charles
Larmore, Maurizio Ferraris, Remo Bodei, Michel Wieviorka, Arnold Davidson, Ann
Stoler, Giacomo Marramao.Un laboratorio di filosofia intitolato a Gerardo
Marotta, in La Repubblica. Intervista alla Casa Editrice Loyola/PUC in//editora.vrc.puc-rio.br/cgi/Rossano
Pecoraro, Vi spiego la "rivoluzione brasiliana", in Corriere
onlineItalian Rossano Pecoraro, Brasile:
dopo le proteste di massa il "jeitinho", in Corriere. Analitica del
Biopotere , in Seminari dell´IISF/ -.
Redazione IISF, Nietzsche e la Biopolitica, in Seminari dell´IISF.
Rossano Pecoraro. Pecoraro. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pecoraro”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738819567/in/dateposted-public/
Grice e Pelacani – filosofia
italiana – Luigi Speranza Grice:
“At Oxford, Strawson used to confuse Pelacani with Pelacani!” -- Antonio Pelacani (Parma), filosofo.
Fu lettore (Grice: “reader or lecturer?”) Bologna, divenne consigliere Visconti. In questa veste si trovò più volte coinvolto
in processi per eresia montati da Giovanni XXII per gettare nella polvere il
Visconti. Fu grande commentatore di
Avicenna e Galeno. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Pelacani. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Pelacani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737858332/in/datetaken/
Grice e Pelacani (Costamezzana). Filosofo. “Dottore
diabolico.” Parente di Antonio Pelacani. Della sua medesima casata un altro filosofo:
Francesco Pelacani Nato a Costamezzana, a
pochi chilometri da Parma, nulla si sa della sua vita sino a quando frequenta la facoltà artium
philosophie et medicine a Pavia dove come titolare della cattedra di magister
philosophie et loyce, delegato dal vescovo, diploma in arti un certo Bossi.
Ottenne una cattedra a Bologna. Sii spostò a Padova. Fu riassunto a Pavia, ma
un processo per eresia lo costrinse a spostarsi a Padova, dove mantenne
l'insegnamento. Contestò molte regole della meccanica aristotelica e
sostenne l'applicazione di nuovi strumenti matematici per sostituire le regole
obsolete. In particolare condusse nuovi studi sull'ottica nell'opera “Quaestiones
de perspectiva.” Nel “Tractatus de ponderibus” si occupò di statica ed elaborò
nelle “Quaestiones de proportionibus” una teoria matematica del vuoto che si
contrapponeva alle tesi del continuo dei fisici aristotelici. Si occupò anche
del moto dei pianeti in “Theorica planetarum” e mise in discussione la
cosmologia di Aristotele negando che si potesse sostenere l'incorruttibilità
dei cieli e l'interpretazione teologica dell'esistenza di un primo motore
immobile, vale a dire di Dio. Negò quindi la possibilità delle dimostrazioni a
posteriori dell'esistenza di Dio e dell'immortalità dell'anima
individuale. Pelacani concepisce la natura o l'universo come un ente
ANIMATO (‘animismo – cf. Grice on ‘mean’ and ‘mean,’ ‘Smoke ‘means’ fire”), un
grande eterno animale in continuo movimento dove gli esseri nascono per
generazione spontanea e, quando gli influssi astrali sono favorevoli, vengono
alla luce anche le anime intellettive umane. Riguardo alla morale egli è
convinto che l'uomo debba conformarsi alla virtù per sua libera scelta e non
per fini religiosi trascendenti. Per il materialismo delle sue dottrine
Pelacani, doctor diabolicus, com'era soprannominato , fu accusato d'eresia e
condannato ma ciò non gli impedì di essere apprezzato come un grande astrologo
dai principi Carraresi di Padova e dalle corti dei sovrani tanto da ottenere di
essere sepolto nel duomo di Parma. Gli si attribuiscono dei Commenti a
Witelo per una corretta interpretazione della prospettiva e a Bradwardine nell'opera Questiones super
tractatu "De proportionibus" Thome Beduerdini. G. Robolini,
Notizie appartenenti alla storia della sua patria, Pavia. Memorie degli
scrittori e letterati Parmigiani raccolte dal Padre Ireneo Affò, Stamperia
reale, Bodoni, citato anche per la sua avarizia in Bartolomeo Veratti, De'
matematici italiani anteriori all'invenzione della stampa. Commentario
storico Rodolfo Majocchi, Codice diplomatico
dell'Pavia, Enciclopedia Garzanti di
filosofia, Filippo Camerota, Nel segno di Masaccio: l'invenzione della prospettiva,
Giunti Editore, La scuola francescana di Oxford Opere Le Quaestiones de anima,
Firenze, Olschki, Questiones super tractatus logice magistri Petri Hispani,
Parigi, Vrin, Quaestiones circa tractatum proportionum magistri Thome Braduardini,
Parigi, Vrin, “Questiones super perspectiva communi,” Parigi, Vrin, “Quaestiones
de anima: alle origini del libertinismo,” V. Sorge, Napoli, Morano, Firenze,
Sismel, Edizioni del Galluzzo. Scientia de ponderibus. Tractatus de ponderibus,
Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Pelacani.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Pelacani, Grice, e Shorpshire
sull’immortalità dell’anima.” Luigi Speranza, “L’animismo di Pelacani e Grice,
‘smoke means fire, literally.’” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692236265/in/photolist-2mKSdUR
Grice e Pellegrini (Sonnino). Filosofo. Grice: “I like Pellegrini: he found
Aristotle’s ‘obscure’ for the youth the manual Ethica Nichomaechaea is intended
for!” -- Fu, secondo Tiraboschi, uomo
che da' suoi meriti e dalle promesse fattegli da più pontefici pareva destinato
a' più grandi onori; ma che non giunse che ad ottenere alcuni beneficii
ecclesiastici». Tenne la cattedra di filosofia a Roma. Pubblicò il “De affectionibus animi noscendi et emendandis
commentaries” e un'edizione della traduzione in latino di Lambin dell' Etica
Nicomachea di Aristotele -- i “De moribus libri decem -- corredandola di un
riassunto e di commenti, nei quali altera il testo di Aristotele di cui lamenta
la difficoltà e l'oscurità. Benché Aristotele sconsigli lo studio dell'etica ai
giovani, ancora immaturi per una retta comprensione dei principi morali, al
contrario, ritiene che lo studio dell'etica debba essere impartito prima ancora
di quello della filosofia della natura, in modo che i giovani possano
affrontare gli studi scientifici con animo libero dalle passioni. Fu più
oratore che flosofo, non pensò ad inovar cosa alcuna, e seguì costantemente
insegnando i precetti del filosofo stagirita. Altre opere: “Oratio habita in
almo Urbis Gymnasio de utilitate moralis philosophiae, cum Ethicorum
Aristotelis explicationem aggederetur” (Romae); “De Christi ad coelos ascensu”
(Romae); “Oratio in obitum Torquati Tassi poetae atque philosophi clarissimi”
(Romae); G. Tiraboschi, Storia della letteratura italiana. C. Carella,
L'insegnamento della filosofia alla "Sapienza" di Roma nel Seicento. Renazzi,
Storia dell'università degli studj di Roma. Girolamo Tiraboschi, Storia della
letteratura italiana, Milano, Società
tipografica de' classici italiani. Renazzi, Storia dell'università degli studj
di Roma, Roma, Pagliarini rist. anast. Bologna, Forni. C. Carella,
L'insegnamento della filosofia alla "Sapienza" di Roma nel Seicento.
Le cattedre e i maestri, Firenze, Leo S. Olschki. Keywords: implicatura. H. P.
Grice, “Il Tasso di Pellegrini” -- Pellegrini.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Pellegrini e Grice sulla etica nicomachea,”
The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692188465/in/photolist-2mKRYGH-Ck9fTK-nViEV6-hSTpSd
Grice e Pennisi – lo spirito
nazionale – filosofia italiana – Luigi Speranza (Catania). Filosofo. Grice: “I like Pennisi’s irreverent
tone – typically Italian! – to evolution – and especially evolution of
language. By obsessing with linguistic tokens, we have lost our capacity to
mean otherwise than non-naturally!” Grice: “His metaphor of ‘the price of
lingo’ is very apt – we win, we lose!” – Grice: “Pennisi is a Griceian at heart
in that in his study of both schizo ad paranoic (both psychotic) systems of
communication, he focus on what he and I call the ‘adequazione pragmatica,’
i.e. the ability or competence, to irritate Chomsky, to implicate!” Ha diretto
il Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagoche e degli Studi
Culturali dell'Messina, presso cui è titolare della cattedra di filosofia del
linguaggio. I suoi interessi riguardano prevalentemente la psicopatologia del
linguaggio e, più in generale, la relazione tra linguaggio, evoluzione e cognizione
umana. Consegue la laurea in Lettere Moderne presso la Facoltà di Lettere
e Filosofia a Catania con una tesi dal
titolo “I presupposti ideologici della teoria della storia linguistica di B.
Terracini,” sotto la guida di Piparo.
Vince il concorso libero per ricercatore e svolge la carica presso l'Istituto di Filosofia
della Facoltà di Magistero dell'Messina. Diventa professore associato di
filosofia del linguaggio nella Facoltà di Magistero di Messina. Vince la
procedura di valutazione per l'ordinariato--
è direttore del Dipartimento di Scienze cognitive e della formazione
della Facoltà di Scienze della Formazione e preside presso la stessa Facoltà.
-- è coordinatore del Collegio di Dottorato in Scienze cognitive
dell'Messina. Aree di ricerca Psicopatologia del linguaggio. L'ipotesi di
base per l'analisi del linguaggio psicopatologico parte da un confronto
sistematico tra il linguaggio psicotico nelle sue due declinazioni più
significativequella schizofrenica e quella paranoica con il linguaggio tipico
delle patologie cerebrali e con quello caratteristico dei soggetti normali. La
tesi di Pennisi è che i soggetti psicotici, a differenza di quelli con deficit
cerebrali, non mostrino difficoltà visibili dal punto di vista
dell’articolazione fonica, della proprietà lessicale o della capacità
sintattica e semantica, ma che invece la cifra elettiva del loro linguaggio
consista in un depauperamento della complessità dei significati. Questo
impoverimento della dimensione della complessità si manifesta nella schizofrenia
con un linguaggio privato e pragmaticamente inadeguato, e nella paranoia con un
unico tema delirante che riassume e congela tutto il destino del soggetto. La
psicopatologia del linguaggio rappresenta inoltre una delle sfide più difficili
per le scienze cognitive, in quanto le psicosi, tra tutte la schizofrenia,
sembrano a tutt’oggi resistere ad ogni tentativo di spiegazione neuroscientifica.
Nella sua impostazionei, il linguaggio può essere considerato una forma di
tecnologia corporea. Il linguaggio è, in particolare, la tecnologia
specie-specifica di Homo sapiens che ne ha caratterizzato l'adattamento a tal
punto da rischiare di minacciarne l'esistenza. La cognitività linguistica del
Sapiens, infatti, modificando profondamente le regole stesse dell'evoluzione
biologica se da un lato ci ha consentito di essere i dominatori naturali
dell'intero pianeta, dall'altro è "ciò che beffardamente ci avvicina alla
fine, il messaggero della nostra imminente estinzione. In continuità con le
tesi sul linguaggio, propone un nuovo concetto di bio-politica, in antitesi con
il concetto sviluppato da Foucault. In particolare, propone di investigare i
fenomeni sociali e politici mediante la comprensione delle dinamiche naturali
che li sottendono. L'errore di Platone è, nel sistema di idee proposto da
Pennisi, l'idea di poter ingegnerizzare la società e di poterme controllare
ogni possibile esito. Ancora una volta, tale illusione è data dal linguaggio e
dalla razionalità linguistica che contraddistingue Homo sapiens. Accadimenti
come le crisi economicheal pari di altri fenomeni socio-politicipossono essere
compresi solo se si indagano i fenomeni naturali che ne stabiliscono le
dinamiche, come ad esempio i flussi migratori e la riproduzione. Altre
opere: “L'errore di Platone, Bologna, Società editrice il Mulino. “Il prezzo
del linguaggio,” Bologna, Società editrice il Mulino, “L’isola timida: Forme di
vita nella Sicilia che cambia,” Roma, Squilibri. Le scienze cognitive del
linguaggio, Bologna, Società editrice il Mulino, Scienze cognitive e patologie del linguaggio,
Bologna, Società editrice il Mulino, Segni di luce, Soveria Mannelli, Rubbettino
Editore,. Psicopatologia del linguaggio: storia, analisi, filosofie della mente,
Roma, Carocci editore, Le lingue mutole: le patologie del linguaggio fra teoria
e storia, Roma, NIS-Nuova Italia Scientifica, //unime/it/persona/antonio-pennisi/curriculum Psicopatologia del linguaggio, Roma, Carocci,
La tecnologia del linguaggio tra passato e presente, in Blityri, Pisa, ETS, Telmo Pievani, Linguaggio, proprio tu, ci
tradirai, in Il prezzo del linguaggio, Bologna, il Mulino, L'errore di Platone.
Biopolitica, linguaggio e diritti civili in tempo di crisi, Bologna, il Mulino,
Ruggero Eugeni, Per una biopolitica a-moderna. Il pensiero del potere in S. Kubricke
oltre, in Le ragioni della natura, Messina, Corisco, Franco Lo Piparo Tullio De
Mauro Umberto Eco.Dip. Scienze cognitive, psic., ped. (unime), su unime. Pennisi.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pennisi” – The Swimming-Pool Library.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51739554110/in/datetaken/
Grice e Pera – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Lucca). Filosofo. Important Italian philosopher. Senatore per Forza Italia e Popolo della Libertà
e Presidente del Senato nella XIV Legislatura. Il 12 novembre è stato nominato presidente del Comitato
storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale istituito presso
la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Diplomatosi in ragioneria
all'Istituto "F. Carrara" di Lucca nel 1962, lavora prima alla Banca
Toscana e poi alla Camera di Commercio di Lucca. Quindi decide di studiare
filosofia. Si laurea a Pisa. Incoraggiato dal suo maestro Barone, inizia la
carriera accademica come incaricato di Filosofia della scienza a Pisa. In
seguito diventa professore straordinario e ordinario di Filosofia della scienza a Pisa.
Viene presentato da Colletti al direttore editoriale della casa editrice
Laterza, Mistretta, iniziando subito una intensa attività di consulenza
editoriale per la filosofia della scienza. Con questa Casa editrice pubblica
anche i suoi primi importanti libri scientifici, allontanandosi dalle posizioni
ideologiche dell'estrema sinistra per accostarsi insieme a Lucio Colletti al
dibattito culturale allora presente nel Partito Socialista Italiano.
Iniziato alla politica dallo stesso Lucio Colletti, trasmigra con lui e altri
intellettuali nel neonato partito di Forza Italia fondato da Silvio Berlusconi.
Comincia qui una nuova fase, in cui si è distinto come saggista per l'attività
a favore di un avvicinamento della politica alla religione cattolica. Convinto
che le libertà civili e politiche, lungi dall'essere fondate sulla relatività
delle nostre conoscenze, debbano ricondursi invece alla dignità intrinseca
della persona umana, che permane quale che sia la verità delle convinzioni di
ciascuno, ha più volte rilevato come sia sbagliato fare del relativismo
culturale il fondamento della società liberale. Questa, secondo Pera, ha potuto
sorgere piuttosto grazie a quel terreno fertile rappresentato dai principi
della religione cristiana. Al tempo, Pera si dichiarava ateo e non credente,
venendo pertanto annoverato tra gli atei devoti. Eletto in Parlamento tra le
file di Forza Italia, ascese alla seconda carica dello Stato, la presidenza del
Senato, che ha ricoperto fino alla fine della legislatura. Pera è stato
collaboratore dei quotidiani “Corriere della Sera”, “Il Messaggero”, “La
Stampa” e dei settimanali “L'Espresso” e “Panorama”. Studi di Filosofia
della scienza Karl Popper insieme a Melitta Mew e Marcello Pera a Kenley
(Regno Unito), nel 1986. Il filosofo Marcello Pera ha svolto un'intensa
attività di ricerca nel campo della filosofia della scienza a livello
internazionale. Il suo primo saggio filosofico di rilievo riguarda il metodo
scientifico e l'induzione. Pera ha poi concentrato i suoi studi filosofici su Popper.
Corrispondente del filosofo teorico della "società aperta", Pera è
uno dei suoi massimi studiosi. Su di lui ha scritto “La scienza su palafitte.” Prima
di scrivere il libro, pubblicò alcuni articoli divulgativi, inserendosi in un
vasto movimento critico, su "L'Espresso", dedicati ai filosofi che avevano
tentato di confutare Marx, il primo dei quali fu dedicato a Popper. Ulteriori
studi furono dedicati alle teorie sui metodi di ricerca di Hume e ai metodi
induttivi e scientifici del Settecento: npubblicò i due saggi "Hume, Kant
e l'induzione" e "Apologia del metodo". Sviluppò ricerche sui
primi studi di elettricità compiuti nel settecento da Volta e da
Galvani. Il testo fondamentale di Pera "La scienza su palafitte"contiene
un'analisi dettagliata delle posizioni di numerosi filosofi sul rapporto tra
scienza e filosofia, in particolare di Bacone, Hume, Kant, Popper, Kuhn, Lakatos
ed altri studiosi. Il significato del termine "scienza su palafitte"
è un ironico riferimento al fatto che, come le palafitte dell'uomo preistorico,
la scienza contemporanea (in particolare la teoria della relatività e la fisica
atomica) non sono fondate su basi solide come la roccia, ma sono soggette a
frequenti modifiche e revisioni, a seguito della scoperta di nuove particelle,
di nuovi fenomeni, o di nuove leggi fisiche che in parte modificano quelle
precedenti della fisica classica. Il saggio inizia con una celebre citazione di Popper
sull'evoluzione delle teorie scientifiche, secondo la quale la scienza non
poggerebbe su fondamenti immutabili, ma su principi che possono essere oggetto
di ulteriori analisi ed approfondimenti.. Come Popper, anche Pera ritiene che
le teorie scientifiche abbiano una validità limitata a un determinato contesto:
secondo questo orientamento le teorie scientifiche sono parzialmente
modificabili nel tempo. Fra le revisioni di sistemi scientifici studiate da
Pera vi è la rivoluzione scientifica, convenzionalmente iniziata con Niccolò
Copernico e conclusasi con l'opera di Isaac Newton, che ha reso obsolete la
fisica aristotelica e tolemaica. Sono poi analizzate le teorie
elettromagnetiche, a partire dalle prime formulazioni empiriche di Alessandro
Volta e Luigi Galvani fino alle teorie fisico-matematiche di James Clerk
Maxwell. Infine, nel corso del Novecento si sono avuti rinnovamenti
significativi della fisica classica, che hanno portato alla fisica moderna con
le teorie della relatività (ristretta e generale) di Einstein e la meccanica
quantistica. Pera analizza l'evoluzione di queste teorie scientifiche in
relazione a quella del metodo scientifico, basato su procedimenti razionali ed
induttivi. Metodo scientifico ed induzione Marcello Pera ha sostenuto una
posizione intermedia fra il pensiero di Karl Popper che non accetta
l'induzione, e quella di altri filosofi che convalidano il metodo scientifico
basato sull'induzione, definito da David Hume, uno dei maggiori esponenti
dell'empirismo nel settecento. Pera condivide il contributo di Popper e degli
altri esponenti del Circolo di Vienna alla filosofia della scienza del XX
secolo, pur cercando di superare certe loro posizioni che considera troppo
radicali, rivalutando così un certo ruolo dell'induzione nella ricerca
scientifica. Sulle differenze fra la posizione di Pera e di Popper riguardo al
metodo induttivo, si veda. Altri saggi sui metodi scientifici ha dedicato
numerosi articoli su riviste specializzate a temi di Filosofia della scienza e
sul Metodo scientifico, tra cui: "Induzione, scandalo
dell'empirismo", in "Introduzione a Feigl", "La scoperta scientifica: congetture
selvagge o argomentazioni induttive?", in "Medicina nei secoli",
"È scientifico il programma scientifico
di Marx?", in "Studium", "Principi a priori e canoni di
razionalità scientifica", in "Physis", "Le teorie come metafore e
l'induzione", in "Physis" in collaborazione con Grmek, Cohen,
Cimino, Sulla storia della scienza ha pubblicato: "La rana ambigua: la controversia
sull'elettricità animale tra Galvani e Volta", il Mulino, Princeton University
Press, "Scienza e retorica", Laterza). Fa parte del Partito
Socialista. A ricordo del suo periodo di vicinanza al Partito Socialista, si è recato ad Hammamet in visita alla tomba
di Bettino Craxi, che ha definito un patrimonio della Repubblica che appartiene
alla "storia della sinistra italiana". Durante la stagione di Mani Pulite,
Marcello Pera si impegnò sulla questione morale con impeto giustizialista;
espresse severe critiche alla corruzione della politica, schierandosi senza
riserve dalla parte dei magistrati di Milano. Pera si impegnò anche
nell'area laica, nel movimento referendario di Massimo Severo Giannini con la
lista Sì Referendum. Viene inoltre ingaggiato come commentatore dal quotidiano
La Stampa, per il quale tra 1992 e 1993 formula diverse critiche alla
corruzione politica in Italia e si esprime nei seguenti termini: «Come
alla caduta di altri regimi, occorre una nuova Resistenza, un nuovo riscatto e
poi una vera, radicale, impietosa epurazione. Il processo è già cominciato e
per buona parte dell'opinione pubblica già chiuso con una condanna» (La Stampa,
19 luglio 1992) «I partiti devono retrocedere e alzare le mani [...] subito e
senza le furbizie che accompagnano i rantoli della loro agonia. Questo sì
sarebbe un golpe contro la democrazia: cercare di resistere contro la volontà
popolare. Il garantismo, come ogni ideologia preconcetta, è pernicioso. I
giudici devono andare avanti. Nessuno chiede che gli inquisiti eccellenti
abbiano un trattamento diverso dagli altri inquisiti» (5 marzo 1993) «No e poi
no, onorevole Bossi. Lei deve chiedere scusa... I giudici fanno il loro
dovere... Molti magistrati sono già stati assassinati per aver fatto rispettare
la legge... Lei mette in discussione i fondamenti stessi dello Stato di
diritto, la rivoluzione ha regole ferree e tempi stretti. Quei politici che,
come Craxi, attaccano i magistrati di Milano, mostrano di non capire la
sostanza grave, epocale, del fenomeno. Firmò un appello per l'uso delle droghe
leggere. Ancora nel 1994 Pera dichiarò: "Berlusconi è a metà strada
tra un cabarettista azzimato e un venditore televisivo di stoviglie, una roba
che avrebbe ispirato e angosciato il povero Fellini". Senatore di
Forza Italia Pera. Pera cambia radicalmente schieramento e aderisce a
Forza Italia di cui diventa coordinatore nazionale della Convenzione per la
riforma liberale. Pera, in questo periodo, si allontana dalle precedenti
posizioni giustizialiste temperandole in senso garantista. Pera iniziò a
criticare gli "eccessi" del pool di Milano e Palermo, che arrivò a
definire golpisti e invitò D'Alema a «fermare i giudici», indicando nel
garantismo una posizione intermedia fra giustizialismo e corruzione, e
proponendo la separazione delle carriere e l'obbligatorietà dell'azione penale.
Pera polemizzò inoltre con i magistrati di Milano per una vicenda che vedeva
coinvolto Paolo Berlusconi nel caso Simec, la società di gestione della
discarica di Cerro Maggiore. Alle elezioni politiche italiane Pera viene
candidato al Senato per Forza Italia nella sua Lucca, ma viene sconfitto
all'uninominale dal senatore locale, Patrizio Petrucci dei DS. Viene poi
ripescato in quota proporzionale tramite il sistema dei resti ed eletto nel
gruppo Forza Italia al Senato, ed è nominato vicepresidente del Gruppo di Forza Italia al
Senato. Assieme a Marco Boato fonda la "Convenzione per la giustizia",
un movimento politico "virtuale" che consente il finanziamento
pubblico de Il Foglio di Giuliano Ferrara. In Parlamento, Pera si occupa
soprattutto dei problemi della Giustizia in Italia: è stato ispiratore della
riforma costituzionale sul "giusto processo", approvata nella XIII
Legislatura, che ha modificato l'articolo 111 della Costituzione. Nelle
elezioni politiche vince nel collegio uninominale di Lucca, l'unico della
Toscana andato al centro-destra. Viene eletto al primo scrutinio Presidente del
Senato della Repubblica, seconda carica dello Stato. Nel suo "Discorso di
insediamento al Senato della Repubblica" dichiara. Questo è il nucleo
della democrazia... Non è soltanto il governo del popolo, la democrazia; non è
neppure soltanto il governo delle regole o della legge: è qualcosa di più
difficile, ma anche di più esaltante. La democrazia è quel regime di governo
che permette a chi si oppone di sostituire pacificamente chi prende le
decisioni a nome della maggioranza. Per questo la democrazia o lo strumento
della democrazia non è soltanto il voto, ma l'argomentazione, il discorso, il
confronto. Per sostituire chi governa, prima di votare occorre confutare e
criticare. Allo stesso modo per governare occorre argomentare e
convincere» In quegli anni è Presidente onorario della "Fondazione
Magna Carta". Senatore con Forza Italia e con il Popolo della
Libertà. Lasciata la presidenza del
Senato, alle elezioni politiche italiane del 2006 è rieletto senatore nella
lista di Forza Italia nel collegio della Emilia Romagna e vice-capogruppo di
Forza Italia al Senato. Al seguito della caduta del governo Prodi e delle
elezioni politiche italiane del 2008, è stato confermato al Senato come
capolista della circoscrizione Lazio per il Popolo della Libertà. Politica
locale in Toscana Marcello Pera ha partecipato anche ad alcuni temi di politica
locale, in particolare in Toscana e a Lucca. Inoltre ha svolto un ruolo attivo
nell'ambito della Camera di Commercio di Lucca negli anni sessanta e settanta e
poi soprattutto nelle istituzioni dell'Pisa negli anni ottanta e novanta. Nel
2005 Marcello Pera ha espresso alcune critiche ai rapporti fra il Comune di
Lucca e la Azienda Municipalizzata del Gas; Pera viene quindi accusato in
Consiglio comunale dall'allora sindaco Pietro Fazzi (sostenuto da una
maggioranza di centrodestra) di essersi intromesso nella gestione
amministrativa del Comune. La vicenda verteva su supposte pressioni del
senatore per la cessione di quote societarie di Gesam gas, azienda
municipalizzata per la somministrazione del gas, ad Enel gas spa. La polemica
ha portato allo scioglimento del Consiglio comunale di Lucca e alle dimissioni
del sindaco Pietro Fazzi, successivamente espulso dal suo partito. Della
vicenda si è interessata anche la Procura di Lucca, che ha archiviato il
caso. A settembre Marcello Pera
insieme a Giuliano Urbani ha fondato il Comitato "Liberi Sì" per il
Referendum . Questo comitato era molto vicino alle posizioni di Scelta Civica e
Alleanza Liberalpopolare-Autonomie, e raccoglieva al suo interno alcune
personalità del centrodestra come Giuliano Urbani ed Enzo Ghigo. In
dicembre il suo nome era tra i papabili
come possibile Ministro nel nuovo Governo Gentiloni. L'avvicinamento al
mondo cattolico In passato Marcello Pera si era definito un "non
credente"; Pera si è poi avvicinato al pensiero cristiano, accogliendo
l'invito di papa Benedetto XVI a vivere "come se Dio esistesse". Dice
infatti Pera in Perché dobbiamo dirci cristiani (2008): "Io suggerisco di
accettare l'esortazione che il Papa ha fatto ai non credenti: seguire la
vecchia formula di Pascal e Kant di vivere ‘come se Dio esistesse’ (velut si
Deus daretur)". La frase citata e commentata da Pera è tratta da: Immanuel
Kant, Critica della ragion pratica, trad. it. di F. Capra, riveduta da E.
Garin, Roma-Bari, Laterza. Ritiene che sia una soluzione saggia, perché rende
tutti moralmente più responsabili: "Se Dio esiste, ci sono limiti morali
alle mie azioni, comportamenti, decisioni, progetti, leggi e così via. Vedi in
proposito il libro di Pera Perché dobbiamo dirci cristiani (2008), al capitolo
"Come se Dio esistesse", pagine 54-58, in cui Pera indica due modi di
avvicinarsi al cristianesimo: quello della persona fermamente credente e quello
della persona che ammira i valori del cristianesimo (come Kant e Pascal) e che
si avvicina al messaggio cristiano vivendolo dal punto di vista etico.
Per le posizioni su questa tematica Pera è considerato un esponente del
movimento neoconservatore italiano e risulta essere attualmente il più autorevole
esponente Teocon in Italia. Nel periodo di presidenza del Senato nasce un
legame intellettuale tra Pera e il cardinale Joseph Ratzinger, il futuro
pontefice Benedetto XVI: i due si trovano in sintonia sull'analisi dei problemi
dell'Europa e manifestano comuni preoccupazioni per una civiltà occidentale
minata al suo interno dal relativismo e dal multiculturalismo. Dedicato
diversi saggi al rapporto fra la cultura storica europea e il cattolicesimo. In
generale Marcello Pera sostiene che il denominatore culturale comune dei
diversi stati europei non deve ravvisarsi nel rinascimento o nell'illuminismo,
ma nel Cristianesimo. Pera in alcuni saggi e interviste ha indicato l'esigenza
di ricercare l'identità culturale del continente europeo nel Vangelo e negli
Atti degli Apostoli. In particolare Pera ha sostenuto che le Lettere di S.Paolo
e i racconti evangelici esprimono i concetti di eguaglianza fra gli uomini e di
solidarietà sociale, che sono oggi alla base delle Costituzioni delle nazioni
moderne e della stessa Comunità Europea. Nel 2004 Pera è autore con
l'allora cardinale Joseph Ratzinger del libro “Senza radici”, sulla questione
delle radici cristiane dell'Europa. Nel libro, che contiene le due relazioni di
Pera e Ratzinger sull'argomento e uno scambio epistolare tra i due, denuncia il
decadimento morale dell'Europa a suo dire impoverita dal rifiuto delle sue
radici cristiane e minacciata dal terrorismo islamista. Nel libro Pera scrive:
«Soffia sull'Europa un brutto vento. Si tratta dell'idea che basta aspettare e
i guai spariranno da soli, o che si può essere accondiscendenti anche con chi
ci minaccia e potremo cavarcela. È lo stesso soffio del vento di Monaco nel
1938». In un'intervista rilasciata alla Stampa dopo il no irlandese al trattato
europeo, Pera identifica il Papa, sulla scia di De Maistre, come unico
riferimento possibile per il Vecchio Continente. Nel saggio Perché
dobbiamo dirci cristiani (2008) Pera condanna il relativismo e l'incertezza
culturale della società contemporanea e sviluppa il tema della vera identità
dell'Europa da ricercarsi nella forza etica e sociale del cristianesimo.
Secondo Pera, la religione cattolica non può essere una convinzione privata o
tradizionale: l'impegno del cattolico deve essere presente nella coerenza del
suo comportamento etico. Secondo Pera, il cristiano si deve impegnare in tutte
le sfere della vita civile e istituzionale, prestando la sua attenzione ai
problemi di tutti i cittadini e alla solidarietà sociale. Sul piano politico e
culturale, si definisce un conservatore liberale. Più precisamente
“conservatore sui valori da mantenere e liberale sulle riforme da fare”.
Secondo Pera “si tratta di una grande dottrina, una grande scuola, una grande
tradizione politica. Si basa soprattutto su due pilastri: attenzione e difesa
della nostra tradizione europea e occidentale, che è il riferimento da
mantenere (da ciò il conservatorismo); e custodia della nostra autonomia
individuale, che è la condizione su cui dobbiamo sempre vigilare (da ciò il
nostro liberalismo)”. Altre opere: “Induzione e metodo scientifico,
Pisa, Editrice Tecnico Scientifica, La scienza su palafitte, Roma-Bari,
Laterza, L’induzione, Bologna, Il Mulino, Apologia del metodo, Roma-Bari,
Laterza, I modi del progresso. Teorie e
episodi della razionalita scientifica, e con Joseph Pitt, Milano, Il
Saggiatore, 1985. La rana ambigua. La controversia sull'elettricità animale tra
Galvani e Volta, Torino, Einaudi, Scienza e retorica, Roma-Bari, Laterza, L'arte
della persuasione scientifica, e con William R. Shea, Milano, Guerini, La
Martinella. Soveria Mannelli, Rubbettino, La Martinella. Soveria Mannelli, Rubbettino, La Martinella. Soveria
Mannelli, Rubbettino, Senza radici. Europa, relativismo, cristianesimo, islam,
con Joseph Ratzinger, Milano, Mondadori, La Martinella. Soveria Mannelli, Rubbettino,
Libertà e laicità, a cura di, Siena, Cantagalli, La Martinella. Soveria
Mannelli, Rubbettino, Perché dobbiamo dirci cristiani. Il liberalismo, l'Europa,
l'etica, Milano, Mondadori, Alle origini del liberalismo. A proposito di
Pannunzio e Tocqueville, Torino, Centro Pannunzio, 2 Onorificenze Gran
Decorazione d'Onore in Oro con Fascia dell'Ordine al Merito della Repubblica
Austriaca (Austria)nastrino per uniforme ordinariaGran Decorazione d'Onore in
Oro con Fascia dell'Ordine al Merito della Repubblica Austriaca (Austria) Grand'Ufficiale
dell'Ordine delle Tre Stelle (Lettonia) nastrino per uniforme
ordinariaGrand'Ufficiale dell'Ordine delle Tre Stelle (Lettonia) Compagno
d'Onore Onorario dell'Ordine Nazionale al Merito (Malta)nastrino per uniforme
ordinariaCompagno d'Onore Onorario dell'Ordine Nazionale al Merito (Malta) Gran
Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica di Polonia (Polonia)nastrino per
uniforme ordinariaGran Croce dell'Ordine al Merito della Repubblica di Polonia
(Polonia). Gran Croce dell'Ordine dell'Infante Dom Henrique
(Portogallo)nastrino per uniforme ordinariaGran Croce dell'Ordine dell'Infante
Dom Henrique (Portogallo) Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano (Santa Sede
)nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Piano (Santa
Sede) — Roma, Gran Croce Classe Speciale dell'Ordine pro Merito Melitensi (SMOM
)nastrino per uniforme ordinaria Gran Croce Classe Specialed ell'Ordine pro
Merito Melitensi (SMOM) Roma. Vedi i due saggi "Senza Radici" e "Perché
dobbiamo dirci cristiani: il liberalismo, l'Europa, l'etica" Marcello Veneziani su Libero, da
MarcelloPera Visiting Fellow: Center for
Philosophy of Science, University of Pittsburgh, 1984; Visiting Fellow: The Van
Leer Foundation, Gerusalemme, Visiting Fellow: Centre for the Philosophy of
Natural and Social Sciences, London School of Economics) vedi la prefazione del saggio "Popper e la scienza su palafitte"
(Laterza) in cui Pera indica: "Sono molto grato a Sir Karl Popper per
avermi privatamente precisato alcuni punti sui quali permangono divergenze di
opinione. Per altri punti ho motivi di gratitudine verso amici e colleghi
italiani e stranieri" cfr. il
saggio La rana ambigua: la controversia sull'elettricità animale fra Galvani e
Volta, La scienza non poggia su un solido strato di roccia. L'ardita struttura
delle sue teorie si eleva, per così dire sopra una palude. È come un edificio
costruito su palafitte. Le palafitte vengono conficcate dall'alto giù nella
palude: ma non in una base naturale o "data"; e il fatto che
desistiamo dai nostri tentativi di conficcare le palafitte più a fondo non
significa che abbiamo trovato un terreno solido. Semplicemente, ci fermiamo
quando siamo soddisfatti e riteniamo che almeno per il momento i sostegni siano
abbastanza stabili da sorreggere la struttura. (Karl Popper); "Popper e la
scienza su palafitte", Introduzione "Una epistemologia di frontiera
tra positivismo logico e anarchismo metodologico",Popper e la scienza su
palafitte, Pera sulla tomba di Craxi "Un patrimonio della
Repubblica", La Repubblica, "Campioni d'Italia", di Gianni
Barbacetto, Marco Tropea editore Pera,
il ragioniere che diventò presidente Un carattere d'acciaio per il filosofo
dalle mille e mille contraddizioni, Il Tirreno, Citato in Michele De Lucia,
Siamo alla frutta, Kaos Società civile
(Principi del giusto processo legge costituzionale G.U. nLettera al
presidente del Senato Marcello Pera in occasione del convegno di Norcia senatoScheda di attività, XV Legislatura vedi la fonte giornalistica "Ha offeso
Pera": Forza Italia espelle il sindaco
La procura chiede l'archiviazione vedi il libro scritto in
collaborazione fra M. Pera e J. Ratzinger Senza radici: Europa, Relativismo,
Cristianesimo, Islam, Milano, Mondadori, e anche il successivo saggio di Pera
"Introduzione a Ratzinger", vedi in particolare il libro scritto in
collaborazione fra M. Pera ed il cardinale J. Ratzinger, Senza radici: Europa,
Relativismo, Cristianesimo, Islam, Milano, Mondadori, e il successivo libro di
M. Pera, Perché dobbiamo dirci cristiani. Il liberalismo, l'Europa, l'etica,
Milano, Mondadori, "Visto? Non sta
in piedi un'Unione senza Dio"[collegamento interrotto] il rapporto di vicinanza fra i movimenti
politici liberali europei e il cattolicesimo è sviluppato da Pera nel saggio
Perché dobbiamo dirci cristiani. Il liberalismo, l'Europa, l'etica, Milano,
Mondadori, Acta Apostolicae Sedis. Commentarium officiale, Città del Vaticano,Dal
sito web del Sovrano Militare Ordine di Malta. Archiviato l'8 dicembre in .
Marcello Pera viene insignito da Fra' Andrew Bertie Campioni d'Italia.
G. Barbacetto, Marco Tropea Editore, Siamo alla frutta. Ritratto di Marcello
Pera. M. De Lucia, Kaos Edizioni, "Tolleranza e radici cristiane sF.
Coniglione, in Iride. Filosofia e discussione pubblica, "La forza
dell'Occidente. Pera, Ratzinger e il relativismo della 'Vecchia Europa'”. F.
Coniglione, in Il Protagora, "Il sorriso di Crizia. Il relativismo
elitario di Pera". F. Coniglione,
in La filosofia generosa. Studi in onore di Anna Escher Di Stefano, Bonanno,
Acireale-Roma, Sito ufficiale, su marcellopera. TreccaniEnciclopedie on line, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Senato della Repubblica. Marcello Pera, su Openpolis, Associazione
Openpolis. Registrazioni di Marcello
Pera, su RadioRadicale, Radio Radicale.
PredecessorePresidente del Senato della RepubblicaSuccessoreLogo del
Senato della Repubblica Italiana.svg Nicola Mancino. Marcello Pera. Pera.
Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza,
"Grice e Pera," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685518838/in/photolist-2mPQGvz-2mPMaQM-2mPtnaL-2mPszkp-2mPpwbZ-2mN8Hgb-2mN8ym7-2mLP4Rj-2mPCgo1-2mKG3XG-2mKCrta-2mPpskp-2mPvmTf-2mKjsJY-2mKgN49-2mPHbXQ-2mKbok1-2mJq2uE-E4u3XA-Bq5Mgn-nTXjQ9-obihzh-oddDmK-obniwY-oddCEe-oddKsc-ob9cLV-nTWNqo-obnngm-nTXn7o-obrAi8-nTXmLo-oddxmi-obnk8d-obrGZK-obrLsr-nTYe3e-obrG22-nTXgE1-nTXiX7-nTYdn6
Grice e Peregalli – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Roma). Filosofo. I luoghi e la polvere
Incipit All'inizio della Genesi (3,4) il serpente convince Eva a mangiare con
Adamo il frutto dell'albero della conoscenza. Così "i loro occhi si
apriranno" e vedranno per la prima volta la loro nudità. Comincia in
questo modo la storia della conoscenza e del desiderio. Vedere, desiderare e
infine morire. Il tempo, il suo scorrere nelle nostre vene, diventa
dominante. Lo splendore dell'attimo, la sua rivelazione abbagliante, ne
sancisce la caducità. Il tempo corrode la vita e la esalta. Insieme alla
conoscenza e al desiderio nasce anche l'amore per la fragilità dell'esistenza.
Le cose si rovinano. Citazioni Se si vuole vedere, o meglio, se nel
destino è scritto che si veda a tutti i costi, se si vuole desiderare, se si
vuole conoscere (così si capisce quanto poco la conoscenza abbia a che fare con
principi puramente razionali), si deve diventare mortali. Gli dei sono
indifferenti. Per gli uomini inizia così la differenza. Finché non conosci,
finché non mangi il frutto dall'albero della conoscenza, sarai eterno. Non
saprai cosa sono il bene e il male, il desiderio, l'attrazione dei corpi, la
morte. Il tempo è la nostra carne. Siamo fatti di tempo. Siamo il tempo. È una
curva inesorabile che condiziona ogni gesto della nostra vita, compresa la
morte. La superficie di qualunque "cosa", sia essa un oggetto o un
luogo, è intaccata dal tempo, riposa nel tempo. Viene corrosa, sporcata,
impolverata in ogni istante. Sono la sua caducità e la sua fragilità che la
fanno vivere nel trascorrere delle ore, dei giorni, degli anni. L'eternità è un
miraggio, e non è la salvezza. Stare in casa significa poter assaporare il
piacere di sapere che fuori c'è un paesaggio meraviglioso e, quando vuoi, apri
la porta o la finestra e lo guardi. Deve esserci lo sforzo del gesto. Il
desiderio va centellinato, perché sia più profondo. Il bianco è il profumo dei
colori. Il bianco, ancora più del nero, laddove usato nella sua purezza, è uno
dei colori più difficili che esistano, e meno imparziali. Usato in quantità
massicce la sua forza ci si ritorce contro. Diventa indifferente solo in
apparenza. In realtà l'indifferenza non esiste. Nulla è indifferente. È un
abbaglio, un alibi. Equivale all'apatia. I vetri, il bianco sono materia,
colore, carne, vita. L'ombra, come la polvere, è il nostro fondo nascosto. La
si vuole cancellare. Deve essere un eterno meriggio. Così si elimina la
"carnalità del luogo", il suo erotismo sottile, la sua terrestre
caducità. Purtroppo in estetica la dittatura di un elemento è identica alla sua
democratizzazione. Il livellamento dei luoghi conduce alla dittatura della luce
e viceversa. Tutto diventa uguale nell'indifferenza. Di fronte all'ottusa
sicumera che ci avvolge esiste un tempo altro che non possiamo controllare,
dirigere, comandare e che può aprire nuove prospettive, trovando sentieri tortuosi,
o spesso non tracciati. Nelle sacche dell'errore (che è un erramento) può
ancora trovarsi un cammino. Il passato è stato messo in una teca, sigillato,
perché non nuoccia. Lo si può venerare, ma lo si teme. E comunque non deve
essere imitato. Gli antichi, invece, in ogni momento hanno sempre guardato
indietro. Da lì traevano ispirazione. Cancellavano per ricreare. Credo che in
quest'epoca falsamente luccicante e rassicurante, che vuole esorcizzare la
morte e la fragilità della vita a ogni passo, e dove colori sgargianti,
superfici nitide e sorde, luci accecanti circondano il nostro vivere, un
sentiero possibile sia quello di cercare negli interstizi delle cose prodotte
dall'uomo una crepa, una rovina che ne certifichi la fondatezza. In un mondo
che teorizza le guerre "intelligenti" e gli obiettivi
"mirati" la barbarie non è costituita dalle distruzioni, ma dalle
costruzioni. Il decadimento fa parte dell'essere. Tutto decade, crolla, si
disfa. Ma questo decadimento è un frammento di noi. Il concetto di incontaminato
è fondamentalmente falso. Tutto è contaminato dal tempo e dall'uomo.
Nell'attimo stesso in cui mettere le sue radici in un luogo lascia un segno e
l'incanto si sbriciola. Esistono nelle città, nei paesi, nelle campagne,
"rovine semplici"...Cascine abbandonate, un muro senza aperture, uno
spiazzo solitario con una fabbrica dismessa, una vecchia ciminiera diroccata,
una strada che non finisce, chiese, mausolei, tumuli lasciati al loro destino,
attraversati dal tempo. Luoghi che apparentemente non dicono nulla di più della
loro solitudine e del loro abbandono e in cui il motivo delle loro condizioni
non si legge più tra le pieghe dell'architettura. Le ferite, se mai ci sono
state, non mostrano la loro origine. Troviamo queste rovine dappertutto nel mondo,
sparse tra le nuove costruzioni, o isolate e lontane. Quello che colpisce è la
tranquillità, la pacatezza. Non servono più a nulla, non possono essere
sfruttate, manipolate. Possono solo essere cancellate da una ruspa. Questa
fragilità è la loro forza. Ci affascinano perché ci somigliano. Somigliano al
nostro essere caduchi, alla nostra mortalità, alla sete dei nostri attimi di
felicità. Nel mondo c'è un'ansia di eternità. L'idea che tutto debba tornare a
risplendere com'era. È un'epoca, questa, in cui da una parte si desidera
l'infinito e dall'altra ci si spaventa per la fragilità delle persone e dei
luoghi. Pensare che un luogo possa cristallizzarsi in un'eternità senza tempo è
una chimera che denota, mascherato di umiltà, un senso di presunzione infinito.
La nostra vita è la nostra memoria. Attraverso il passato guardiamo il futuro.
Se lo distruggiamo e lo ricostruiamo in modo fittizio non resterà più niente.
La bellezza di un oggetto deriva in buona misura dalla sua patina. Più che la
frattura tra antico e moderno, ciò che dà consistenza alla nostra vita e la
rende accettabile è la patina del tempo. La certezza che le cose e i luoghi
deperiscono serenamente. È questa una "decrescita" estetica, un
principio che vede nella caducità la traccia della loro bellezza. Una
volta le cose erano fatte per durare ed erano caduche. Quindi veniva calcolata
la loro deperibilità per farle diventare sempre più belle. Oggi le cose si
producono per essere effimere, e al tempo stesso si proteggono con vernici e
altre sostanze, perché sembrino eterne. Una città per avere un'anima non deve
essere perfettamente pulita. Devono rimanere le tracce di quello che accade.
Così i resti della nostra vita possono affiorare, come i ricordi dagli angoli
delle strade, dai cespugli, dai muri. La materia di cui sono fatte le cose deve
plasmarsi sull'aria che si respira, deve ricevere l'ombra. La durata delle cose
nel tempo non si può comperare. Il corpo va amato per quello che è. La sua
fossilizzazione, invece, rischia di tradirne l'essenza, la cui forza è la
caducità. Il motivo per cui ci attrae, ci eccita, ci tiene con il fiato sospeso
in tutti i suoi anfratti più segreti, il suo odore, la sua superficie, il suo
colore, è la sua consistenza che muta negli anni e si adatta a noi e al mondo. Parole
come design e lifting hanno un suono sinistro. Dicono lo stesso. La
plastificazione degli oggetti e dei corpi, il loro luccicare senza vita, come i
pesci lasciati a morire sulla riva. Tracciamo un mondo che dovremmo indossare
come una muta per aderirvi perfettamente e in cui però i nostri movimenti
diventano falsi e rallentati, chiusi in un cofano che toglie il respiro. Corpi
rimodellati che abitano e usano luoghi altrettanto rimodellati. Il museo deve
introdurre la gente in un mondo speciale, in cui le opere dei morti dialogano
con gli sguardi dei vivi, in un confronto duraturo e fecondo. I musei, che
sorgono sempre più numerosi in quest'epoca, sono divenuti edifici-scultura.
Vengono chiamati a progettarli gli architetti più accreditati del momento, che
inventano dei mausolei per la loro gloria, prima ancora di sapere a cosa
serviranno. In essi la gente non va tanto a vedere le esposizioni o le opere
presentate quanto i monumenti stessi. Gli allestimenti museali sono un
riassunto e uno specchio drammatico dell'epoca in cui viviamo. I vetri
antiproiettile, l'illuminazione da stadio o catacombale, i colori sordi e
luccicanti dei muri, il gigantismo insensato, le ricostruzioni senz'anima. Via
la polvere, via la patina, via l'ombra, via la carne di cui siamo fatti. Tutto
è asettico. Cancellando la mortalità della vita, il luogo diventa eternamente
morto. L'arte è mimesi della natura. La mima, la reinventa, la accompagna
fedelmente nel cammino del tempo. Non c'era contrasto e nemmeno violenza.
L'abitare sulla terra era una convivenza armonica in cui l'uomo beneficiava
della natura, e questa traeva profitto e bellezza dalla presenza dei disegni
dell'uomo. Così nascevano i luoghi. L'occhio che guarda questi luoghi [i luoghi
diroccati e abbandonati] immagina il loro passato, sente attraverso la pelle
consumata dal tempo l'anima che li avvolge. La patina, come la polvere, si
deposita sulle cose. Dà loro vita. Le inserisce nel tempo. Un tavolo, una
sedia, un bicchiere parlano del passato, delle mani che li hanno toccati,
attraverso la pelle del tempo che li avvolge a poco a poco. Le tracce del
passato si leggono tra le crepe dei muri, oltre l'umidità della pioggia e il
calore riarso del sole. Roberto
Peregalli, “I luoghi e la polvere,” Bompiani. Roberto Peregalli. Peregalli.
Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Peregalli” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738894063/in/datetaken/
Grice e Perniola – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Asti). Filosofo. Studia filosofia con Pareyson a Torino, dove si è laureate..
Mentre stava leggendo filosofia a Torino, ha incontrato Vattimo ed Eco , che si
è fatto tutti gli studiosi di spicco della scuola di Pareyson; è stato
collegato alla all'avanguardia Internazionale Situazionista movimento fondato
da Guy Debord con il quale continuava a rapporti amichevoli. Divenne Professore
a Salerno e poi si è trasferito alla Roma. E 'stato visiting professor invitato a università
e centri di ricerca, come ad esempio l' Stanford, l' Ecole des Hautes Etudes en
Sciences Sociales (Parigi), Alberta (Canada), Kyoto (Giappone), Sydney , Melbourne (Australia) e la National
University of Singapore . Perniola ha scritto molti libri. Ha inoltre diretto il
riviste agaragar, Clinamen, Estetica Notizie. Ha fondato Agalma. Rivista di
Studi Culturali e di Estetica , una rivista di studi ed estetica culturali,
pubblicato due volte l'anno. L'ampiezza, l'intuizione e molti-affrontato i
contributi del pensiero di Perniola gli ha fatto guadagnare la reputazione di
essere una delle figure più importanti del panorama filosofico
contemporaneo. Il suo libro Miracoli e traumi della Comunicazione. Miracoli e
traumi della comunicazione ) ha guadagnato numerosi riconoscimenti tra cui il
prestigioso Premio De Sanctis. Le sue attività ad ampio raggio coinvolti
formulare teorie filosofiche innovative, scrivere libri, l'estetica di
insegnamento, e conferenze in tutto il mondo. Dedica il resto del suo tempo ai
suoi amici affini e numerosi, passando tra il suo appartamento-studio di Roma e
la sua casa di vacanza in una pittoresca cittadina dei Colli Albani, a sud est
di Roma. Il periodo iniziale della carriera di Perniola si concentra sulla
filosofia del romanzo e la teoria della letteratura. Nella sua prima opera
principale, Il metaromanzo ( Il metaromanzo, che è la sua tesi di dottorato,
Perniola sostiene che il romanzo moderno da Henry James a Samuel Beckett ha un
carattere autoreferenziale. Inoltre, si afferma che il romanzo è soltanto su se
stesso. L'obiettivo di Perniola era quello di dimostrare la dignità filosofica
di queste opere letterarie e cercare di recuperare un grave espressione
culturale. L'italiano Premio Nobel per la letteratura Eugenio Montale lodato
Perniola per questa critica originale di romanzi. Controcultura Perniola,
però, non solo hanno un'anima accademica ma anche un anti-accademico.
Quest'ultimo è esemplificato dalla sua attenzione alle espressioni culturali
alternative e trasgressive. Il suo primo lavoro importante appartenente a
questa parte anti-accademico è L'alienazione artistica ( Alienazione artistica),
in cui egli attinge pensiero marxista che lo ha ispirato in quel momento.
Perniola sostiene che l'alienazione non è un fallimento di arte, ma piuttosto
una condizione dell'esistenza stessa dell'arte come categoria distintiva
dell'attività umana. Il suo secondo libro I situazionisti ( I situazionisti, ripubblicato
con lo stesso titolo da Castelvecchi, Roma) esemplificato il suo interesse per
l'avanguardia e il lavoro di Guy Debord. Dà conto della Internazionale
Situazionista movimento e post-situazionista che durò e nel quale è stato
personalmente coinvolto Ha evidenzia anche le caratteristiche contrastanti che
hanno caratterizzato i membri del movimento. La rivista agaragar continua la
critica post-situazionista della società capitalistica e della borghesia.
Perniola poi pubblicato il suo libro sullo scrittore francese George Bataille (
George Bataille e il negativo , Milano: Feltrinelli, 1977; George Bataille e il
negativo ). Il negativo qui è concepito come il motore della storia.
Steepto Post-strutturalismo. Perniola offre alcuni dei suoi contributi
più penetranti alla filosofia continentale. In Dopo Heidegger. Filosofia e
organizzazione della cultura ( dopo Heidegger. Filosofia e organizzazioni
culturali sulla base di Martin Heidegger e Antonio Gramsci , Perniola
include un discorso teorico sulla organizzazione sociale. Egli, infatti,
sostiene la possibilità di stabilire un nuovo rapporto tra cultura e la società
nella civiltà occidentale. Come l'ex interrelazioni tra la metafisica e la
chiesa, la dialettica e lo stato, la scienza e professione sono state
decostruito, la filosofia e la cultura rappresentano un modo per superare il
nichilismo e il populismo che caratterizzano la società di oggi. Pensare
rituale. La sessualità, la morte, Mondo, è un volume composito in inglese che
contiene sezioni di due opere pubblicate, vale a dire La Società dei simulacri e
Transiti. Venite si va Dallo Stesso allo Stesso ( Transiti. Come andare dalla
stessa per lo stesso). Teoria dei simulacri di Perniola si occupa con la logica
della seduzione che è stato perseguito anche da Jean Baudrillard . Anche se la
seduzione è vuoto, è comunque radicata in un contesto storico concreto.
Simulazione, tuttavia, fornisce immagini che sono valutati come tali
indipendentemente da quello che effettivamente implicano riferiscono. “Le
immagini sono simulazioni in che seducono e ancora fuori loro vuoto hanno
effetti”. Perniola poi illustra il ruolo di tali immagini in una vasta gamma di
contesti culturali, estetiche e sociali. La nozione di transito sembra essere
più adatto per catturare gli aspetti culturali della tecnologia che hanno
alterato society.Transit di oggivale a dire che vanno dallo stesso allo
stessoevita di cadere nella contrapposizione della dialettica “che avrebbe
precipitare pensare nella mistificazione della metafisica ”. Posthuman Include
nuovi territori nella sua ricerca filosofica. In Del Sentire -- l'autore indaga
nuovi modi di sentire che non hanno nulla a che vedere con i precedenti che
hanno caratterizzato l'estetica moderna dal 17 al 20 ° secolo. Perniola
sostiene che sensology ha assunto. Ciò richiede un universo emozionale
impersonale, caratterizzato dall'esperienza anonimo, in cui tutto si rende come
già sentita. L'unica alternativa è quella di tornare indietro al mondo classico
e, in particolare, alla Grecia antica. Nel volume Il sex appeal dell'inorganico,
Perniola riunisce la filosofia e la sessualità. Sensibilità contemporanea ha
trasformato i rapporti tra le cose e gli esseri umani. Sex si estende oltre
l'atto e il corpo. Un tipo organico di sessualità viene sostituita da una
sessualità neutra, inorganico e artificiale indifferente alla bellezza, età o
forma. IPerniola esplora il ruolo dell'eros, il desiderio e la sessualità in
esperienza odierna del estetica e l'impatto della tecnologia. La sua è una
linea di pensiero che apre nuove prospettive sulla nostra realtà contemporanea.
La caratteristica più sorprendente è la capacità di Perniola di coniugare una
rigorosa re-interpretazione della tradizione filosofica con una meditazione sul
“sexy”. Si rivolge aspetti perturbanti come rapporto sessuale senza orgasmo,
apice o qualsiasi rilascio di tensioni. Si occupa di orifizi e organi, e le
forme di auto-abbandoni che vanno contro un modello comune di reciprocità.
Tuttavia, attingendo alla tradizione kantiana, Perniola sostiene anche che i
coniugi sono cose, perché “in costanza di matrimonio ogni affida il suo / la
sua intera persona all'altra al fine di acquisire pieni diritti su tutta la
persona dell'altro”. In L'arte e la SUA ombra
(Art e la sua ombra), popone un'interpretazione alternativa dell'ombra
che ha avuto una lunga storia nella filosofia. Nell'analisi dell'arte
contemporanea e del cinema, Perniola esplora come l'arte continua a
sopravvivere nonostante il mondo della comunicazione di massa e la
riproduzione. Egli sostiene che il senso dell'arte è da ricercarsi in ombra
creato, che è stato lasciato fuori dallo stabilimento arte,
comunicazione di massa, mercato e mass media. La sua filosofia copre anche la
storia di estetica e teoria estetica. Ha pubblicato Enigmi. Il momento Egizio
Nella Società e nell'arte , ( Enigmi. Il momento egiziana nella società e Art),
in cui analizza le altre forme di sensibilità che si svolgono tra l'uomo e le
cose. Perniola sostiene che la nostra società sta vivendo un “momento
egiziana”, caratterizzata da un processo di reificazione. Come prodotti di alta
tecnologia assumono sempre proprietà organiche, umanità si trasforma in una
cosa, nel senso che essa si vede deliberatamente come oggetto. Il volume
L'estetica del Novecento ( Novecento Estetica) fornisce un resoconto originale
e la critica alle principali teorie estetiche che hanno caratterizzato il
secolo precedente. Egli traccia sei tendenze principali che sono l'estetica
della vita, la forma, la conoscenza, azione, sentimento e cultura. In Del
Sentire cattolico. La forma culturale di Una religione universale ( la
sensazione di Cattolica. La forma culturale di una religione universale),
Perniola sottolinea l'identità culturale del cattolicesimo , piuttosto che il
suo uno moralitstic e dogmatico. Egli propone “Cattolicesimo senza
l'ortodossia” e “una fede senza dogma”, che consente il cattolicesimo ad essere
percepita come un senso universale di sentimento culturale. “Strategie Del
Bello”; “Quarant'anni di estetica
italiana;” “Strategie di bellezza. Quarant'anni di Estetica italiana analizza le principali teorie estetiche che
ritraggono le trasformazioni avvenute in Italia. Il volume di Perniola mette in
luce il rapporto tra i tratti storici, politici e antropologici radicati nella
società italiana e il discorso critico sorto intorno a loro. Inoltre, egli
sostiene che la conoscenza e la cultura dovrebbero continuare ad essere
concessa una posizione privilegiata nelle nostre società, e dovrebbero sfidare
l'arroganza degli stabilimenti, l'insolenza degli editori, la volgarità dei
mass media, e il roguery plutocratica. La filosofia dei media Ampia gamma
di interessi teorici di Perniola includono la filosofia dei media . In
Contro la Comunicazione ( Contro Comunicazione 2004) analizza le origini,
meccanismi, dinamiche della comunicazione mass-media e dei suoi effetti
degenerativi. Il volume Miracoli e traumi della Comunicazione ( Miracoli e
traumi della comunicazione) si occupa degli effetti inquietanti della
comunicazione dal 1960 concentrandosi su quattro “eventi generative”. Queste
sono le rivolte degli studenti nel 1968, la rivoluzione iraniana del 1979, la
caduta del muro di Berlino, World Trade Center attacco. Ognuno di questi
episodi sono tutti trattati con sullo sfondo degli effetti miracolosi e
traumatici in cui la comunicazione mass-media hanno offuscato le differenze tra
il reale e impossibile, cultura alta e cultura di massa, il declino delle
professioni, il successo del populismo, il ruolo delle dipendenze, le
ripercussioni di internet sulla cultura di oggi e la società, e, ultimo ma non
meno importante, il ruolo della valutazione in cui porno star sembrano aver
raggiunto i più alti ranghi del chi è chi grafici. finzione Perniola è
l'autore del romanzo Tiresia, che si ispira all'antico mito greco del profeta
Tiresia , che è stato trasformato in una donna. Il suo ultimo libro di
narrativa è del Terrorismo Come una delle belle arti ( al terrorismo come una
delle Belle Arti s, ) Le opere selezionate in italiano: “Il metaromanzo,”
Milano, Silva, Tiresia , Milano, Silva, L'alienazione artistica , Milano,
Mursia, Bataille e il negativo , Milano, Feltrinelli, Philosophia sexualis.
Scritti Georges Bataille , Verona, Ombre Corte, La Società dei simulacri ,
Bologna, Cappelli, DOPO Heidegger. Filosofia e organizzazione della cultura ,
Milano, Feltrinelli, Transiti. Venite si va Dallo Stesso allo Stesso , Bologna,
Cappelli, Introduzione alla 2 edizione a cura dell'Autore, Presa diretta.
Estetica e politica . Venezia, Cluva, Enigmi. Il momento Egizio Nella Società e
nell'arte , Genova, Costa & Nolan, Del Sentire , Torino, Einaudi, 1 Più che
sacro, Più che profano , Milano, Mimesis, Il sex appeal dell'inorganico ,
Torino, Einaudi L'estetica del Novecento , Bologna, Il Mulino, Disgusti. Nuove
Tendenze estetiche , Milano, Costa & Nolan, I situazionisti , Roma,
Castelvecchi, L'arte e la SUA ombra ,
Torino, Einaudi, Del Sentire cattolico. La forma culturale di Una religione
universale , Bologna, Il Mulino, “Contro la Comunicazione” – Grice: “This poses
a stupid puzzle, alla Sextus Empiricus, how can you argue against communication
without communicating? But Perniola is using ‘comunicazione’ the way Italian
philosophers use it: pompously! And with that I agree! ” -- Torino, Einaudi, Miracoli
e traumi della Comunicazione , Torino, Einaudi, "Strategie Del Bello.
Quarant'anni di estetica italiana, Agalma. Rivista di studi culturali e di
estetica, Strategie Del Bello. Quarant'anni di estetica italiana, Milano,
Mimesis , Estetica contemporanea. Una visione globale , Bologna, . La
Società dei simulacri Nuova Edizione, Milano, Mimesis, Berlusconi o il '68
Realizzato , Milano, Mimesis, . Presa diretta. Estetica e politica. Nuova
Edizione , Milano, Mimesis, .Da Berlusconi a Monti. Imperfetti Disaccordi ,
Milano, Mimesis, .L'avventura situazionista. Storia critica dell'ultima
avanguardia Professore, Milano, Mimesis, .L'arte espansa , Torino, Einaudi, . 1
milioni . Del Terrorismo Come una delle belle arti , Milano, Mimesis, .Estetica
Italiana Contemporanea , Milano, Bompiani, , Le opere selezionate in inglese
Libri Enigmi. Il momento egiziana nella società e Arte , tradotto da
Christopher Woodall, prefazione all'edizione inglese dall'autore, Londra-New
York, Verso, Pensare rituale. La sessualità, la morte, Mondo , prefazione di
Hugh J. Silverman, introduzione e traduzione di Massimo Verdicchio, con
l'introduzione dell'autore, Amherst (USA), l'umanità Libri, 1-Arte e la sua
ombra , prefazione di Hugh J.Silverman, tradotto da Massimo Verdicchio, The
Sex-appeal dell'inorganico , tradotto da Massimo Verdicchio, Londra-New York,
Continuum, 20th Century Estetica: Verso una teoria di sentimento , tradotto da
Massimo Verdicchio, London-New Delhi- NEW YORK Sydney, Bloomsbury, Di volta in
volta”, Artforum , “La differenza del
Filosofica Cultura italiana”, Laurea Facoltà di Filosofia Journal , New School
for Social Research, New York, “Logica
della Seduzione”, NMA , n 3, RIVISTA, “Mimetic Art”, Krisis , (Houston),“Stili di
post-politici”, differenziazione , “Venusiano Charme”, “decoro e abito da
sera”. G. Borradori, ed., Ricodifica METAFISICA. La filosofia Nuova italiana. “Tra Abbigliamento e nudità”, Zona “Al di là di postmodernità”, Differentia “La
bellezza è come un fulmine”, Walter De Maria , Stoccolma, Moderna Museet,
“Riflessioni critiche”, Artforum ,. “Enigmi di temperamento italiano”,
Differentia ,. “Primordiale Graffiti”, Differentia ,. “Urban, più di urbana”,
Topographie , Wien, ed in Strata, Helsinki, “Emozione”, Frederikborgmuseet,.
“Rituals in Mostra”, Haim Steinbach . Catalogo a cura della Galleria d'Arte del
Castello di Rivoli, Milano, Charta, “Verso visiva filosofia”, la 6a Settimana Video
International , Genève “Burri ed Estetica”, Burri , Milano, Electa “Stile, narrativa e post-storia” (con Arthur
Danto e Demetrio Paparoni), Tema celeste , “Sex appeal dell'inorganico”, Journal of
Psychoanalysis europea ,“Un estetico del Grand Style: Guy Debord”, Sostanza “Cultural
Turns all'art. Arte tra il parassitismo e l'ammirazione”, RES, James
Swearingen, Johanne Cutting-Gray, ed., Sentire la differenza, Estetica,
Politica, Morte . New York-London, Continuum, “La svolta culturale e sentimento Ritual nel
cattolicesimo”, Paragrana , Berlino, Ripubblicato come “La svolta culturale nel
cattolicesimo”, il dialogo. Annuario della filosofica ermeneutica, Ragione e
Reasonabless (Riccardo Dottori ed.), Münster, Lit Verlag, Henning Laugerud
& Laura Katrine Skinnebach, eds., Strumenti di devozione. Le pratiche e gli
oggetti di Religiois Pietà dal tardo Medioevo al 20 ° secolo , Aarhhus. “Ricordando
Derrida”, sostanza , “La giustapposizione giapponese”, Rivista Europea .”, Celant,
G., & Dennison, L.,Cinquanta anni di arte, architettura, cinema,
performance, fotografia e video , Milano, Skira, “Cultural Turns in Estetica e
Anti-Estetica”, Filozofski Vestnik (ed. Aleš Erjacev), Guarda anche Estetica
Anti-art Internazionale Situazionista simulacro cyberpunk fetish abbigliamento
filosofia italiana La filosofia del sesso filosofia occidentale. Le
note //agalmaweb.org Hugh J. Silverman, “Prefazione”, La sessualità, la morte, Mondo. Questo volume
contenente “Premessa” di Hugh Silverman e il saggio di Massimo Verdicchio
“Lettura Perniola Reading” è il più
utile e punto di partenza per lo studio del pensiero di Perniola, Fondazione desanctis/index.php?option=com_content&view=article&id=80&Itemid=84
Massimo Verdicchio, “Leggere Perniola Reading. Un introduzione". Pensare
rituale. La sessualità, la morte, Mondo. Con una prefazione di Hugh J.
Silverman, New York: Humanity Books, Eugenio Montale, “Entra in scena il
metaromanzo”. Il Corriere della Sera , Massimo Verdicchio, “Leggere Perniola
Reading. Un introduzione". Pensare rituale. La sessualità, la morte, Mondo
. Bredin "L'alienazione artistica" di Mario Perniola,Inverno Massimo Verdicchio, “Leggere Perniola Reading.
Un introduzione". Pensare rituale. La sessualità, la morte, Mondo . Con
una prefazione di Hugh J. Silverman, New York: Humanity Books, //notbored.org/
debord a.html I situazionisti ,
Roma, Castelvecchi, “ Pensare rituale. La sessualità, la morte, Mondo “Pensare rituale. La sessualità, la morte”
(Mondo). Verdicchio in, pensiero rituale. La sessualità, la morte, Mondo. Sulla
influenza della nozione di simulacri vedere Robert Burch. “Il simulacro della
Morte: Perniola al di là di Heidegger e la metafisica?”. Sentire la differenza,
Extreme Beauty. Estetica, Politica, Morte . James Swearingen & Johanne
Cutting-Gray, Ed. New York-London: Continuum, Robert Lumley. Stati di
emergenza. Le colture di Rivolta in Italia. Verso, Per ulteriori
interpretazioni del concetto di transito vedere Hayden White, "la
differenza italiana e la politica della cultura", in Laurea Facoltà di
Filosofia Journal, Giovanna Borradori. Ricodifica METAFISICA. La filosofia Nuova italiana .
Evanston: Northwestern University Press, Catalogo Einaudi di Francoforte Fiera
del Libro Massimo Verdicchio, Thinking
Ritual. La sessualità, la morte, Mondo . Con una prefazione di Hugh J.
Silverman, tradotto da Massimo Verdicchio, New York: Humanity Books, Hugh Silverman,
catalogo IAPL, Siracusa. Steven Shaviro, “il sex appeal della inorganica”, La
Teoria Pinocchio,//shaviro.com/Blog/?p=440 Perniola, il sex appeal del
inorganica , Londra-New York, Continuum, Sulla ricezione della teoria di
Perniola in inglese vedi Steven Shaviro, “il sex appeal della inorganica”, La
Teoria Pinocchio,//shaviro.com/Blog/ Farris Wahbeh, Recensione di “arte e la
sua ombra” e “il sex appeal della Inorganica”, in e Critica d'arte, Stella
Sandford, “il sex appeal della inorganica: Filosofie del desiderio nel mondo
contemporaneo”, in Filosofia Radical (Londra), Anna Camaiti Hostert sexy cose
,//altx.com/ebr/ebr6/6cam.htm ; intervista tra Sergio Contardi e Mario
Perniola//psychomedia/jep/number3-4/contpern.htm Prefazione di Hugh
Silverman, Arte e la sua ombra. Per l'influenza di arte e la sua ombra vedere
Farris Wahbeh, Recensione di “arte e la sua ombra” e “il sex appeal della
inorganica”, The Journal of Aesthetics e Critica d'arte , Robert Sinnerbrink, “Cinema e la sua ombra:
di Mario Perniola arte e la sua ombra”, Filosofia Film , film-philosophy /sinnerbrink.pdf
Massimo Verdicchio, Thinking Ritual. La sessualità, la morte, Mondo . Con una
prefazione di Hugh J. Silverman, tradotto da Massimo Verdicchio, Sulla
ricezione di Enigmi. Il momento egiziana nella società e Arte vedere Gary
Aylesworth “Retorica postmoderno ed Estetica” in “Postmodernismo", la
Stanford Encyclopedia of Philosophy, Edward N. Zalta (ed.),//plato.stanford.edu
/ voci / post modernismo Perniola, M., “La svolta culturale del
cattolicesimo”. Laugerud, Henning, Skinnebach, L. Katrine. Gli strumenti di
devozione. Le pratiche e oggetti di pietà religiosa dal tardo Medioevo al 20 °
secolo . Aarhus ulteriore lettura Giovanna Borradori , ricodifica METAFISICA.
La filosofia Nuova italiana, Robert Burch, il simulacro della Morte: Perniola
al di là di Heidegger e la metafisica? , Nel sentire la differenza, Estetica, Politica,
Morte, New York-London, Continuum, Alessandro Carrera, revisione a Disgusti ,
in Canada Rassegna di letteratura comparata , Stella Sandford, il sex appeal
della inorganica: Filosofie del desiderio nel mondo moderno , in Filosofia Radical,
Robert Lumley, stati di emergenza: Culture di rivolta in Italia, Mark Sink,
Rassegna di Enigmi. Il momento egiziana nella società e arte , nel New
Statesman & Society , Hayden White, la differenza italiana e la politica
della cultura , in Laurea Facoltà di Filosofia, n. 1. Hugh Bredin, recensione
di L'alienazione artistica di Mario Perniola, nel British Journal of Aesthetics
, Inverno 1972. Farris Wahbeh, Rassegna di Arte e la sua ombra e il sex appeal
della Inorganica , in The Journal of Aesthetics e Critica d'arte, O' Brian,
L'arte è sempre scivoloso, in Art World (USA),Paolo Bartoloni, il valore dei
valori sospensione , in Neohelicon , Christian Descamps, Mario Perniola et les
riti contemporains , in Le Monde, 4. Civiltà , Paris, La Découverte, Dell'Arti
GiorgioParrini Massimo, Catalogo dei viventi italiani Notevoli , Venezia,
Marsilio Nils Roller, simulazione in Joachin Ritter. link esterno Sito web
personale La lettera di Debord a Perniola Gary Aylesworth su Perniola Blog di Stephen
Shaviro. Recensione Il sex appeal della inorganica: una conversazione tra
Sergio Contardi e M. Perniola (//psychomedia/ jep/number3-4/contpern.htm
) Recensione di “La sessualità, la morte, World” ( web.archive.org/web/ 20051230194426/http://
sirreadalot.org/religion/ religion/ritualR.htm ) Recensione di
Sinnerbrink di “arte e la sua ombra” di (//film-philosophy.com/ ,il rilascio
n.2 Il corpo dell'immagine (//italiaoggi.com.br/not12/ ital_not20001205c.htm )
Agalma . Journal of Cultural Studies ed Estetica (//agalmaweb.org/ ) Blog su “Feeling Thing”
(in italiano) (//cosachesente.splinder.com/ ). Mario Perniola. Perniola Keywords:
‘seduzione’ ‘le strategie del bello’ ‘altre il desiderio e il piacere’ – Luigi
Speranza, “Grice e Perniola” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737811182/in/datetaken/
Grice e Perone – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Torino). Filosofo. Grice: “While Perone can be a
pessimist, I think the party is NEVER over!” Grice: “I especially appreciate
two things in the philosophy of Perone: his emphasis on the the intersection
between modality and temporality: ‘the possible present’ – vis-à-vis memory – a
theme in my “Personal identity” and also the implicature: what is actual is
also possible” – AND his idea of an ‘interruption,’ which I take it to the
rational flow of conversation!” Speranza, “The feast of conversational reason,”
“The feast of reason and the bowl of soul” -- important Italian philosopher.Perone,
già allievo di Luigi Pareyson, ha completato gli studi di filosofia a Torino
nel 1967 con una tesi su "La filosofia della libertà in Charles
Secrétan". Per il suo lavoro ha ricevuto il Premio Luisa Guzzo per la
migliore dissertazione filosofica dell'anno accademico. A questo è
seguita una borsa di ricerca quadriennale presso l'Università di Torino, e
successivamente un posto di assistente. All'Università di Torino, Ugo Perone è
stato poi nominato professore di Filosofia della religione -- Ordinario di
filosofia teoretica nell'Università Tor Vergata di Roma è stato successivamente
chiamato alla cattedra di filosofia morale nell'Università del Piemonte
Orientale, dove è stato anche Direttore del Dipartimento di Studi Umanistici e delegato
del Rettore per gli affari internazionali. -- titolare presso la Humboldt
Universität di Berlino della cattedra Guardini di Filosofia della religione e
della visione del mondo cattolica. La cattedra, che faceva capo alla locale
Facoltà di Teologia, è stata trasferita dall’ottobre 2019 all’Istituto Centrale
di Teologia Cattolica dell'Università con il nome di cattedra di Filosofia
della religione e di storia delle idee teologiche. Parallelamente alla
carriera accademica, Ugo Perone è stato Assessore alla Cultura del Comune di
Torino dal 1993 al 2001 e dal 2001 al 2003 è stato Direttore dell'Istituto
Italiano di Cultura di Berlino (nomina di chiara fama). -- è stato altresì
Assessore alla cultura e al turismo della Provincia di Torino. Senior
Fellow del Collegium Budapest. -- è Presidente della Società Italiana per gli
Studi di Filosofia e Teologia e membro del comitato direttivo della rivista
Filosofia e Teologia e dell’Archivio filosofico. È anche membro del comitato
scientifico delle riviste Giornale di metafisica e Spazio Filosofico e del
Centro Studi Filosofico-religiosi Luigi Pareyson. È fondatore e direttore della
Scuola di Alta Formazione Filosofica. È infine membro di diversi comitati
nazionali e internazionali nel campo della filosofia e della teologia.
Pensiero Le opere più recenti sono dedicate ad approfondire la possibile
dimensione politica di una filosofia ermeneutica (la politica è l’invenzione di
un nuovo ordine che contempera il „per me“ e il „per tutti“); la riscoperta di
una morale creativa, capace di forzare l’etica oltre se stessa, verso una
normatività più inclusiva; le tematiche della filosofia della religione con una
ridiscussione del significato della secolarizzazione; la ricchezza e la
complessità della verità che non si lascia ridurre a semplice corrispondenza,
ma include anche la responsabilità per il reale. Una metafora ha ispirato
l'intero percorso di pensiero di Perone, quella della lotta di Giacobbe con
l'Angelo, raccontata nel libro della Genesi. Nella notte del deserto, uno
straniero interrompe la solitudine di Giacobbe e combatte con lui in una
battaglia che non avrà né vincitori né vinti. Solo all'alba Giacobbe scopre di
essere stato ferito dall'Angelo. Ma questa ferita significa anche la
benedizione e un nuove nome: Giacobbe, che ha combattuto con Dio e non è stato
ucciso, d'ora innanzi si chiamerà Israele. Il racconto è la cifra dell'estrema
tensione che sussiste, secondo Perone, tra il finito e l'infinito, tra il
penultimo e l'ultimo, tra i singoli significati e il senso complessivo. La
filosofia ha un'obbligazione morale di fedeltà al finito che la conduce a non
rinnegare mai le condizioni storiche del pensiero, ma anche a non rinunciare
alla sua vocazione a trascenderle con l'ascolto del non immediato, il lavoro e
la fatica. Riconosciuta la modernità come condizione, il pensiero non può
illudersi di potersi semplicemente installare nell'essere o nel senso, come se
tra finito e infinito non si fosse consumata una cesura. E tuttavia, ugualmente
inopportuno sarebbe un appiattimento sui semplici significati storici, dimentico
dell'appello dell'essere. La necessaria protezione della finitezza (protezione
del finito anche nei confronti dell'essere, che in qualche modo va sfidato, perché
è coi forti che è necessario essere forti)[7] non deve significare
l'eliminazione di nessuno dei due contendenti. Sulla soglia tra finito e infinito, tra storia e ontologia,
si realizza una mediazione, che non implica il superamento della distanza, ma
la sua conservazione. Al fine di preservare la «doppia eccedenza» del finito sull'infinito e di questo su
quello, è sbagliato cancellare la distanza tra essi, sia trasformandola in
identità, sia indebolendola fino a un punto d'indifferenza. Così, è vero,
per esempio, che la memoria non conserva che frammenti, né può pretendere di
ricordare direttamente l'intero; ma è altrettanto vero che questi frammenti non
vanno abbandonati a una deriva nichilistica, perché nel frammento – che la
memoria ricorda – non è un semplice istante, ma appunto l'essenziale (di una
vita, di una storia…) a dover essere ricordato.La filosofia resta ossessionata
dal tutto, ma questo tutto «non ha l'estensione della totalità, ma l'intensità
del frammento in cui ne va dell'intero» Si comprende quindi perché i primi
libri di Perone abbiano titoli doppi: Modernità e memoria, Storia e ontologia:
si tratta di dire sempre insieme due cose, secondo una dialettica dell'et-et,
dell'indugio e dell'anticipazione.Se i libri successivi individuano invece, fin
dal titolo, un unico tema (Le passioni del finito; Nonostante il soggetto; Il
presente possibile; La verità del sentimento), questo significa che il finito,
il soggetto, il presente, il sentimento vengono analizzati come soglie, come
luoghi che non possono nemmeno essere concepiti, per non dire vissuti, senza la
memoria dell'altro. Come nel caso di Giacobbe, sono luoghi che portano la
ferita inferta loro dall'altro come una benedizione. Metodo di lavoro
Perone elabora la propria filosofia ermeneuticamente, a partire da uno studio
in profondità – spesso svolto controcorrente rispetto alle mode culturali del
momento – della storia della filosofia e di singoli autori classici e
contemporanei, come Cartesio, Schiller, Feuerbach, Secrétan, Benjamin, in
aggiunta ad altri filosofi (in particolare, Platone, Aristotele, Hegel,
Schelling, Kierkegaard, Husserl, Heidegger, Merleau-Ponty e Lévinas), i cui
nomi costellano i suoi numerosi lavori. Parte integrante della ricerca
filosofica di Perone è altresì un confronto continuo con la teologia,
soprattutto quella di Barth, Bonhoeffer, Bultmann e Guardini, che negli anni
recenti si è esteso alla considerazione della poesia (specialmente quella di
Paul Celan), della narrativa e del teatro, intesi come aree capaci di offrire
contributi filosofici cruciali. La sua capacità di essere maestro e di
indirizzare i giovani nella ricerca filosofica è indisgiungibile dal suo modo
di praticare la filosofia. Opere:”Teologia ed esperienza religiosa” Mursia, Milano, “Storia e ontologia,”
Studium, Roma “La totalità interrotta”
Mursia, Milano, “Modernità e memoria,” Sei, Torino “In lotta con
l'angelo,” SEI, Torino (in collaborazione con G. Ferretti, A. Pastore Perone,
C. Ciancio, Maurizio Pagano); “Feuerbach,” Mursia, Milano, “Le passioni del
finito,” EDB, Bologna, “Un dialogo sulla modernità,” Rosenberg & Sellier,
Torino (con C. Ciancio); “Nonostante il soggetto,” Rosenberg & Sellier,
Torino, “Il presente possibile,” Guida, Napoli, “La verità del sentimento,”
Napoli, Guida, “Filosofia e spazio pubblico,” Il Mulino, “Ripensare il
sentimento,” Cittadella Editrice, Assisi,
Le passioni del finite.” “L’essenza della religione, gdt, 376, Queriniana,
Brescia Il racconto della filosofia. Breve storia della filosofia, Queriniana,
Brescia. Un tema che è diventato predominante nella produzione più recente è la
riflessione etico-politica. Tra le sue pubblicazioni sul tema si
ricordano: Filosofia e spazio pubblico, Il Mulino, Bologna, Das
Christentum nach der Säkularisation, in Europa ohne Gott? Auf der Suche nach unserer
Identität, a cura di Simon e Hahn, Hänssler, Holzgerlingen, Lo spazio pubblico e le sue metafore, in
Identità, differenze, conflitti, a cura di L. Ruggiu e F. Mora, Mimesis, Milano
(trad. inglese Space and its Metaphors,
in “Symposium”, vLa secolarizzazione: un bilancio, in “Annuario filosofico“,
Mursia, Milano, Givone, I sentieri della filosofia, Rosenberg & Sellier,
Torino. Una cospicua parte della produzione di Perone si concentra sul tema
della finitezza e sul rapporto tra filosofia e narrazione. Tra i numerosi
articoli, vanno ricordati almeno quelli dedicati al pensiero di Benjamin:
Benjamin e il tempo della memoria, in «Annuario Filosofico», Mursia, Milano 1
Memoria, tempo e storia in Walter Benjamin, in G. Ferretti, a cura di, Il tempo
della memoria, Marietti, Genova, Walter Benjamin, in Enciclopedia Filosofica,
Centro Studi Filosofici di Gallarate, vol. II, Bompiani, Milano Il rischio del
presente: Benjamin, Bonhoeffer, Celan, in L'acuto del presente. Poesia e
poetiche a metà del Novecento, a cura di C. Sandrin, Edizioni dell'Orso,
Alessandria, Per l’Enciclopedia Filosofica, Bompiani, Milano, ha curato le
seguenti voci: Ateismo, Benjamin, Futuro, Memoria, Passato, Pensiero, Presente,
Riflessione, Secrétan, Silenzio, Tempo. Ha curato e introdotto presso
Rosenberg & Sellier l'edizione dei testi degli autori della Scuola di Alta
Formazione Filosofica: Marion, Dialogo con l'amore,; D. Henrich, Metafisica e
modernità, C. Larmore, Dare ragioni, J.
Searle, Coscienza, linguaggio, società, A. Heller, Per un'antropologia della
modernità, E. Severino, Volontà,
destino, linguaggio. Filosofia e storia dell'Occidente, B. Waldenfels, Estraneo, straniero,
straordinario. Saggi di fenomenologia responsiva, Intorno a Jean-Luc Nancy, H.
Joas, Valori, società, religione. Vii fa esplicito riferimento, tra l'altro, in
Modernità e Memoria, L'Angelo – cioè l'infinito, ma più in generale l'oggetto,
il mondo – non è un «limite» che il soggetto pone a se stesso, ma «una barriera
che gli è posta» e che, dunque, «non si lascia ultimamente inglobare» dal
soggetto, per quanto potente egli sia. «Ai limiti estremi della propria
estensione e della propria potenza», il soggetto incontra la «resistenza
testarda del mondo», e misura così la propria «impotenza di infinito». Questa
lotta/scontro con la barriera lascia nel soggetto «una ferita che appartiene
per sempre all'identità della coscienza» (Nonostante il soggetto). L'Angelo può
quindi essere definito «quella misteriosa ulteriorità contro cui il finito urta»
(Nonostante il soggetto). Il tema della
tensione tra cielo e terra è centrale per Perone fin dal libro su Bonhoeffer.
Come dimenticare che la teologia bonhoefferiana è forse l'unica che ha osato
vedere nella tensione tra cielo e terra non una tentazione, ma un guadagno
tanto per il cielo quanto per la terra? Storia e Ontologia). E attiva un'originalissima interpretazione
del rapporto tra senso e significati. Con significati intendo il
cristallizzarsi storico di scelte determinate, aventi in sé una ragione
sufficiente. Con senso intendo una direzione capace di unificare una
molteplicità in sé dispersa di significati, in modo da costituirli come un
progetto e un'interpretazione della realtà» (Modernità e Memoria). La definizione della modernità come tempo
della cesura risale in Perone perlomeno alla monografia su Schiller: La
totalità interrotta. Il tema è ripreso proprio in apertura di Modernità e
Memoria, dove Perone individua nella modernità l'epoca della cesura (Modernità e
Memoria,5): la modernità è dunque chiamata a essere il tempo della memoria,
perché «la memoria è sempre memoria della cesura» (Modernità e Memoria). Eredita
da Bonhoeffer l'«uso teologico della categoria dell'illuminismo (Storia e
ontologia), e tuttavia non simpatizza per quelle letture della modernità,
dimentiche della tensione, che semplicemente pongono «l'uomo in luogo di Dio
come fonte di legittimazione», puntando tutto sulla «continuità», anziché sulla
discontinuità della storia (Modernità e memoria,47). Per un approfondimento a
tutto tondo del significato dell'ateismo contemporaneo, resta fondamentale la
monografia su Feuerbach: Teologia ed esperienza religiosa in Feuerbach. «Contro l'Essere, ciò che è forte, è lecito
essere forti, perché la minaccia non lo vince, ma lo lascia stagliarsi in tutta
la sua maestà e incommensurabile grandezza» (Nonostante il soggetto,108). Per una trattazione sistematica del concetto
di "soglia”, che Perone svolge con particolare riferimento a Walter
Benjamin, cfr. Il presente possibile, («Il presente come soglia»). Nonostante il soggetto. Se la totalità è
interrotta, non possiamo ricordare se non frammenti, e quasi "istantanee”
del tempo. Tuttavia, «se la memoria afferra brandelli e frammenti, è perché in
essi vi legge il tutto, perché li pensa capaci di dar senso e di riscattare,
perché in essi vi scorge l'essenziale. Essa sa che non tutto può essere
salvato, ma osa credere che nella memoria salvata vi possa essere un senso
anche per ciò che è andato perduto» (Modernità e Memoria). La verità del sentimento, Nel rivalutare la
funzione filosofica dell'indugio, con riferimento ai racconti di Shahrazàd,
Perone osserva che perlopiù la filosofia non ha seguito la medesima strategia:
«In generale, essa non ha seguito la strada dell'indugio e del rinvio»,
puntando invece sulla «funzione anticipativa» (Nonostante il soggetto) Particolare
rilievo riveste a questo proposito la distinzione che Perone traccia tra
«spazio pubblico» e «spazio comune. Perone individua anzi come «rischio
immanente della democrazia» «il riassorbimento della sfera pubblica entro le
semplici logiche della sfera comune». Nella nostra attuale democrazia
incompiuta, «lo spazio pubblico si espone al rischio di un inglobamento nello
spazio comune» (Filosofia e spazio pubblico). E. Guglielminetti, ed.,
Interruzioni. Note sulla filosofia di Ugo Perone, il melangolo, Genovam v.
“Annuario filosofico, Mursia Milano, articoli di C. Ciancio, G. Ferretti, N.
Sclenczka, W. Gräb. https://www.theologie.hu-berlin.de/de/guardini/mitarbeiter/li,
su theologie.hu-berlin.de.vips/ugo.perone, su sdaff.
http://www.lett.unipmn/docenti/perone/, su lett.unipmn oportet idealismo su
spaziofilosofico.
http://www.spaziofilosofico/numero-05/2052/il-pudore/#more-2052, su spaziofilosofico.
Ugo Perone. Perone. Keywords: implicatura. Refs.:
Luigi Speranza, "Grice e Perone," per il Club Anglo-Italiano, The
Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688092547/in/photolist-2mN8Hgb-2mN8ym7-2mKw3hq-2mKuZ8r-2mKgNbU
Grice e Persio –
implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Matera). Filosofo. Figlio
dello scultore Altobello Persio e fratello di Ascanio Persio, linguista,
Domizio e Giulio, rispettivamente pittore e scultore, compì i primi studi a
Matera dove prese gli ordini minori.
Trasferitosi a Napoli dove divenne sacerdote, conobbe Telesio di cui
diventò discepolo, e scrisse diverse opere a difesa e chiarimento del pensiero
del suo maestro. Dopo la morte dello stesso Telesio, fece pubblicare alcuni
suoi scritti minori intitolandoli Varii de rebus naturalibus libelli. Si trasferì a Venezia, e diventò parroco a
Padova e pubblicò il Trattato dell'ingegno dell'huomo, in cui riprendeva la
teoria telesiana dello spiritus, principio spirituale, movimento, vita,
intelligenza. Si trasferì a Roma. Qui
conobbe anche Tommaso Campanella e Galileo Galilei e pubblicò un trattato di
carattere medico, “Del bever caldo,” in cui riprendeva diverse idee già
trattate in precedenza riguardo allo spirito e ai consigli per la sua
conservazione. Opere: “Digestum vetus
seu Pandectarum iuris civilis: commentarijs Accursii ... praecipue autem
Antonii Persii philosophiae ... illustratus, Venezia, Franceschi, Bindoni, Bevilacqua, Zenaro, Trattato
dell'ingegno dell'huomo, Venezia, Aldo Manuzio, Liber nouarum positionum, in
Rhetoricis Dialecticis Ethicis Iure ciuili Iure pontificio Physicis, Venezia,
Iacopo Simbeni, Digestum vetus, seu Pandectarum iuris civilis tomus primus: cum
pandectis florentini, Venezia,Franceschi; Bindoni; Bevilacqua, Zenaro. Disputationes
libri novarum positionum Antonii Persii, triduo habitae Venetiis Edidit Andreas
Alethinus, Firenze, Marescotti, Del bever caldo, costumato da gli antichi
Romani , Venezia, Ciotti, B. Telesio,
Varii de naturalibus rebus libelli ab Antonio Persio editi, Venezia, Felice
Valgrisio, Varii de naturalibus rebus libelli Note "Antonius Persius vixi annis LXIX.
mensibus VIII. diebus V. Ad plures abij anno salutis XI kalendas
Februarias", Index capitum librorum Abbatis Antonii Persii lyncei De
ratione recte philosophandi et de natura ignis, et caloris, Romae, apud I.
Mascardum Scheda «Trattato dell'ingegno dell'huomo» Libraweb.net Antonio Persio, su TreccaniEnciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Antonio Persio, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere, Dizionario di filosofia, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Antonio Persio. Persio. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Persio,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690501967/in/photolist-2mPjPna-2mKHkna
Grice e Pessina – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Filosofo. Linceo.
Fu senatore del Regno d'Italia nella XIII legislatura. Compì all'Napoli sia studi giuridici che filosofici.
Fu allievo di Galluppi, di cui curò l'edizione della "Storia della
filosofia.” Di idee liberali, fu oppositore dei Borboni, prendendo parte ai
moti.. Pubblicò il suo Manuale di diritto costituzionale che gli procurò la
persecuzione della polizia e poi il carcere. Sposò Giulia Settembrini, figlia
di Luigi Settembrini, all'epoca del matrimonio recluso nell’Isola di Santo
Stefano. Fuggì dal Regno e risiedette a Livorno, per essere nominato professore
a Bologna. Con la caduta dei Borboni,
tornò a Napoli dove fu sostituto procuratore generale. Deputato e poi Senatore
del Regno d'Italia, fu ministro dell'agricoltura, industria e commercio nel
Governo Cairoli I e ministro di grazia e
giustizia e culti nel Governo Depretis VI. Fondò la rivista giuridica Il
Filangieri con Persico. Dvenne socio dell'Accademia dei Lincei. Morì nella sua casa in via del Museo
Nazionale, strada che prese in seguito il suo nome: Anche il palazzo dove visse
e morì è da allora ricordato col suo nome.
Intitolazioni Presso la sede storica dell'Università Federico II di
Napoli c'è un'aula a lui intitolata. A
lui è dedicato uno dei 229 busti di italiani illustri che ornano la passeggiata
del Pincio a Roma. Opere: “Elementi di
procedura penale,” Fra le numerose sue opere, si ricordano: “ Manuale del
diritto pubblico costituzionale, Napoli: Stabilimento poligrafico, Elementi di
procedura penale, Napoli, Nicola Jovene, Il Naturalismo e le scienze
giuridiche, discorso inaugurale letto nella Regia Napol, Napoli: Tipografia
dell'Accademia Reale delle Scienze, Elementi di diritto penale, 1, Napoli, Riccardo Marghieri, Elementi di
diritto penale, 2, Napoli, Riccardo
Marghieri, Elementi di diritto penale,
3, Napoli, Riccardo Marghieri, Manuale del diritto penale italiano,
Napoli: Eugenio Margheri, Manuale del diritto pubblico costituzionale, con
prefazione di Giorgio Arcoleo e introduzione di Ignazio Tambaro, Napoli: G.
Priore, La voce dell'Enciclopedia Italiana Emilio Albertario (vedi ) i Enrico
Pessina , Storia della filosofia di Pasquale Galluppi. A cui si aggiunge l'elogio
funebre, Milano : Gio. Silvestri, Emilio Albertario, Enciclopedia Italiana,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enrico Pessina, in Dizionario biografico degli italiani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Opere su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. storia.camera, Camera dei deputati. Enrico Pessina, su Senatori d'Italia, Senato
della Repubblica. Biografia Luciano Malusa, in La storiografia filosofica
in Italia nell'Ottocento, sito del Dipartimento di Filosofia dell'Genova.
Scheda sul sito del Senato., su notes9.senato. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Pessina” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690010515/in/photolist-2mPrdWj-2mKEPgR
Grice e Petrarca – implicatura –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Arezzo). Filosofo. Grice:
“There are a few studies on Petrarca and ‘filosofia’: “Petrarca platonico,”
etc. – but his most important contribution is via implicatura, as when I deal
with Blake or Shakespeare.” Considerato il precursore dell'umanesimo e
uno dei fondamenti della letteratura italiana, soprattutto grazie alla sua
opera più celebre, il “Canzoniere”, patrocinato quale modello di eccellenza
stilistica da Bembo. Uomo moderno, slegato ormai dalla concezione della patria
come mater e divenuto cittadino del mondo, Petrarca rilanciò, in ambito
filosofico, l'agostinismo in contrapposizione alla scolastica e operò una
rivalutazione storico-filologica dei classici latini. Fautore dunque di una
ripresa degli studia humanitatis in senso antropocentrico (e non più in chiave
assolutamente teocentrica), Petrarca (che ottenne la laurea poetica a Roma nel
1341) spese l'intera sua vita nella riproposta culturale della poetica e
filosofia antica e patristica attraverso l'imitazione dei classici, offrendo
un'immagine di sé quale campione di virtù e della lotta contro i vizi. La
storia medesima del Canzoniere, infatti, è più un percorso di riscatto
dall'amore travolgente per Laura che una storia d'amore, e in quest'ottica si
deve valutare anche l'opera latina del Secretum. Le tematiche e la
proposta culturale petrarchesca, oltre ad aver fondato il movimento culturale
umanistico, diedero avvio al fenomeno del petrarchismo, teso ad imitare
stilemi, lessico e generi poetici propri della produzione lirica volgare dell'aretino.
Nacque da ser Petracco, notaio, ed Eletta Cangiani (o Canigiani), entrambi
fiorentini. Il padre, originario di Incisa, appartene alla fazione dei guelfi
bianchi e fu amico d’Alighieri, esiliato da Firenze per l'arrivo di Valois,
apparentemente entrato nella città toscana quale paciere di Bonifacio VIII, ma
in realtà inviato per sostenere i guelfi neri contro quelli bianchi. La
sentenza emanata da Cante Gabrielli da Gubbio, podestà di Firenze, esilia tutti
i guelfi bianchi, compreso il padre di Petrarca che, oltre all'oltraggio
dell'esilio, e condannato al taglio della mano destra. A causa dell'esilio, trascorse
l'infanzia in diversi luoghi della Toscana. Prima ad Arezzo, poi Incisa e Pisa,
dove il padre era solito spostarsi per ragioni politico-economiche. A Pisa, il
padre, che non perde la speranza di rientrare in patria, si e riunito ai guelfi
bianchi e ai ghibellini per accogliere Arrigo VII. Secondo quanto affermato
dallo stesso Petrarca nella Familiares, indirizzata a Boccaccio, a Pisa avvenne,
probabilmente, il suo unico e fugace incontro con l'amico del padre, Alighier.
Tuttavia, già nel 1312 la famiglia si trasferì a Carpentras, vicino Avignone,
dove il padre ottenne incarichi presso la Corte pontificia grazie
all'intercessione del cardinale Niccolò da Prato. Nel frattempo, il piccolo
Francesco studiò a Carpentras sotto la guida del letterato Convenevole da
Prato, amico del padre che verrà ricordato dal Petrarca con toni d'affetto
nella Seniles, XVI, 1. Alla scuola di Convenevole, presso la quale studiò dal
1312 al 1316, conobbe uno dei suoi più cari amici, Guido Sette, arcivescovo di
Genova dal 1358, al quale Petrarca indirizzò la Seniles, X, 2[N 2]. Anonimo,
Laura e il Poeta, Casa di Francesco Petrarca, Arquà Petrarca (Padova).
L'affresco fa parte di un ciclo pittorico realizzato nel corso del Cinquecento
mentre era proprietario Pietro Paolo Valdezocco. Gli studi giuridici a
Montpellier e a Bologna L'idillio di Carpentras durò fino all'autunno del 1316,
allorché Francesco, il fratello Gherardo e l'amico Guido Sette furono inviati
dalle rispettive famiglie a studiare diritto a Montpellier, città della
Linguadoca, ricordata anch'essa come luogo pieno di pace e di gioia. Nonostante
ciò, oltre al disinteresse e al fastidio provati nei confronti della
giurisprudenza[N 3], il soggiorno a Montpellier fu funestato dal primo dei vari
lutti che Petrarca dovette affrontare nel corso della sua vita: la morte, a
soli 38 anni, della madre Eletta nel 1318 o 1319. Il figlio, ancora
adolescente, compose il Breve pangerycum defuncte matris (poi rielaborato
nell'epistola metrica 1, 7), in cui vengono sottolineate le virtù della madre
scomparsa, riassunte nella parola latina electa. Il padre, poco dopo la
scomparsa della moglie, decise di cambiare sede per gli studi dei figli
inviandoli, nel 1320, nella ben più prestigiosa Bologna, anche questa volta
accompagnati da Guido Sette e da un precettore che seguisse la vita quotidiana
dei figli. In questi anni Petrarca, sempre più insofferente verso gli studi di
diritto, si legò ai circoli letterari felsinei, divenendo studente e amico dei
latinisti Giovanni del Virgilio e Bartolino Benincasa, coltivando così i primi
studi letterari e iniziando quella bibliofilia che lo accompagnò per tutta la
vita. Gli anni bolognesi, al contrario di quelli trascorsi in Provenza, non
furono tranquilli: nel 1321 scoppiarono violenti tumulti in seno allo Studium
in seguito alla decapitazione di uno studente, fatto che spinse Francesco,
Gherardo e Guido a ritornare momentaneamente ad Avignone. I tre rientrarono a
Bologna per riprendervi gli studi dal 1322 al 1325, anno in cui Petrarca
ritornò ad Avignone per «prendere a prestito una grossa somma di denaro», vale
a dire 200 lire bolognesi spese presso il libraio bolognese Bonfigliolo
Zambeccari.Nel 1326 ser Petracco morì, permettendo a Petrarca di lasciare
finalmente la facoltà di diritto a Bologna e di dedicarsi agli studi classici
che sempre più lo appassionavano. Per dedicarsi a tempo pieno a
quest'occupazione doveva trovare una fonte di sostentamento che gli permettesse
di ottenere un qualche guadagno remunerativo: lo trovò quale membro del seguito
prima di Giacomo Colonna, arcivescovo di Lombez; poi del fratello di Giacomo,
il cardinale Giovanni, dal 1330. L'essere entrato a far parte della famiglia,
tra le più influenti e potenti dell'aristocrazia romana, permise a Francesco di
ottenere non soltanto quella sicurezza di cui aveva bisogno per iniziare i propri
studi, ma anche di estendere le sue conoscenze in seno all'élite culturale e
politica europea. Difatti, in veste di rappresentante degli interessi dei
Colonna, Petrarca compì, tra la primavera e l'estate del 1333, un lungo viaggio
nell'Europa del Nord, spinto dall'irrequieto e risorgente desiderio di
conoscenza umana e culturale che contrassegnò l'intera sua agitata biografia:
fu a Parigi, Gand, Liegi, Aquisgrana, Colonia, Lione. Particolarmente
importante fu la primavera/estate del 1330 allorché, nella città di Lombez,
Petrarca conobbe Angelo Tosetti e il musico e cantore fiammingo Ludwig Van
Kempen, il Socrate cui verrà dedicata la raccolta epistolare delle
Familiares. Poco dopo essere entrato a far parte del seguito del vescovo
Giovanni, Petrarca prese gli ordini sacri, divenendo canonico, col fine di
ottenere i benefici connessi all'ente ecclesiastico di cui era investito[N 4].
Nonostante la sua condizione di religioso (è attestato che dal 1330 il Petrarca
è nella condizione di chierico[25]), ebbe comunque dei figli nati con donne
ignote, figli tra cui spiccano per importanza, nella successiva vita del poeta,
Giovanni (nato nel 1337), e Francesca (nata nel 1343)[26]. Ritratto
di Laura, in un disegno conservato presso la Biblioteca Medicea Laurenziana. L'incontro
con Laura Secondo quanto afferma nel Secretum, Petrarca incontrò per la prima
volta, nella chiesa di Santa Chiara ad Avignone, il 6 aprile del 1327 (che
cadde di lunedì. Pasqua fu il 12 aprile, e il Venerdì santo il 10 aprile in
quell'anno), Laura, la donna che sarà l'amore della sua vita e che sarà
immortalata nel Canzoniere. La figura di Laura ha suscitato, da parte dei
critici letterari, le opinioni più diverse: identificata da alcuni con una
Laura de Noves coniugata de Sade[N 5] (morta nel 1348 a causa della peste, come
la stessa Laura petrarchesca), altri invece tendono a vedere in tale figura un
senhal dietro cui nascondere la figura dell'alloro poetico (pianta che, per
gioco etimologico, si associa al nome femminile), suprema ambizione del
letterato Petrarca[28]. L'attività filologica La scoperta dei classici e
la spiritualità patristica Come accennato prima, Petrarca manifestò già durante
il soggiorno bolognese una spiccata sensibilità letteraria, professando una
grandissima ammirazione per l'antichità classica. Oltre agli incontri con
Giovanni del Virgilio e Cino da Pistoia, importante per la nascita della
sensibilità letteraria del poeta fu il padre stesso, fervente ammiratore di
Cicerone e della letteratura latina. Difatti ser Petracco, come racconta
Petrarca nella Seniles, XVI, 1, donò al figlio un manoscritto contenente le
opere di Virgilio e la Rethorica di Cicerone e, nel 1325, un codice delle
Etymologiae di Isidoro di Siviglia e uno contenente le lettere di san
Paolo[29]. In quello stesso anno, dimostrando la passione sempre
crescente per la Patristica, il giovane Francesco comprò un codice del De
Civitate Dei di Agostino d'Ippona e conobbe e cominciò a frequentare
l'agostiniano Dionigi di Borgo San Sepolcro, dotto monaco agostiniano e
professore di teologia alla Sorbona[31]. Dionigi regalò al giovane Petrarca un
codice tascabile delle Confessiones, lettura che aumentò ancor di più la
passione del Nostro per la spiritualità patristica agostiniana. Dopo la morte
del padre e l'essere entrato a servizio dei Colonna, Petrarca si buttò a
capofitto nella ricerca di nuovi classici, cominciando a visionare i codici
della Biblioteca Apostolica (ove scoprì la Naturalis Historia di Plinio il
Vecchio[33]) e, nel corso del viaggio nel Nord Europa compiuto nel 1333,
Petrarca scoprì e ricopiò il codice del Pro Archia poeta di Cicerone e
dell'apocrifa Ad equites romanos, conservati nella Biblioteca Capitolare di
Liegi[34].Oltre alla dimensione di explorator, Petrarca cominciò a sviluppare,
tra gli anni Venti e Trenta, le basi per la nascita del metodo filologico
moderno, basato sul metodo della collatio, sull'analisi delle varianti (e
quindi sulla tradizione manoscritta dei classici, depurandoli dagli errori dei
monaci amanuensi con la loro emendatio oppure completando i passi mancanti per
congettura). Sulla base di queste premesse metodologiche, Petrarca lavorò alla
ricostruzione, da un lato, dell'Ab Urbe condita dello storico latino Tito
Livio; dall'altro, della composizione del grande codice contenente le opere di
Virgilio e che, per la sua attuale locazione, è chiamato Virgilio Ambrosiano. Da
Roma a Valchiusa: l'Africa e il De viris illustribus Marie Alexandre
Valentin Sellier, La farandole de Pétrarque (La farandola di Petrarca), olio su
tela, 1900. Sullo sfondo si può notare il Castello di Noves, nella località di
Valchiusa, il luogo ameno in cui Petrarca trascorse gran parte della sua vita
fino al 1351, anno in cui lasciò la Provenza per l'Italia. Mentre portava
avanti questi progetti filologici, Petrarca cominciò a intrattenere con Benedetto XII, un rapporto epistolare
(Epistolae metricae I, 2 e 5) con cui esortava il nuovo pontefice a ritornare a
Romae continuò il suo servizio presso il cardinale Giovanni Colonna, su
concessione del quale poté intraprendere un viaggio a Roma, dietro richiesta di
Giacomo Colonna che desiderava averlo con sé. Giuntovi sul finire di gennaio
del 1337[37], nella Città Eterna Petrarca poté toccare con mano i monumenti e
le antiche glorie dell'antica capitale dell'Impero Romano, rimanendone
estasiato. Rientrato in Provenza, Petrarca comprò una casa a Valchiusa,
appartata località sita nella valle della Sorgue[39], nel tentativo di sfuggire
all'attività frenetica avignonese, ambiente che lentamente cominciò a detestare
in quanto simbolo della corruzione morale in cui era caduto il Papato. Valchiusa
(che durante le assenze del giovane poeta era affidata al fattore Raymond Monet
di Chermont) fu anche il luogo ove Petrarca poté concentrarsi nella sua
attività letteraria e accogliere quel piccolo cenacolo di amici eletti (a cui
si aggiunse il vescovo di Cavaillon, Philippe de Cabassolle[41]) con cui
trascorrere giornate all'insegna del dialogo colto e della spiritualità.
«Più o meno in quello stesso periodo, illustrando a Giacomo Colonna la vita
condotta a Valchiusa nel primo anno della sua dimora lì, Petrarca delinea uno
di quegli autoritratti manierati che diventeranno un luogo comune della sua
corrispondenza: passeggiate campestri, amicizie scelte, letture intense, nessuna
ambizione se non quella del quieto vivere. Fu in questo periodo appartato che
Petrarca, forte della sua esperienza filologico-letteraria, incominciò a
stendere le due opere che sarebbero dovute diventare il simbolo della
rinascenza classica: l'Africa e il De viris illustribus. La prima, opera in
versi intesa a ricalcare le orme virgiliane, narra dell'impresa militare romana
della seconda guerra punica, incentrata sulle figure di Scipione l'Africano,
modello etico insuperabile della virtù civile della Repubblica romana. La
seconda, invece, è un me Gli anni successivi all'incoronazione poetica,
quelli compresi tra il 1341 e il 1348, furono contrassegnati da un perenne
stato d'inquietudine morale, dovuta sia a eventi traumatici della
vita daglione di 36 vite di uomini illustri improntata sul modello
liviano e quello floriano[. La scelta di comporre un'opera in versi e un'opera
in prosa, ricalcanti i modelli sommi dell'antichità nei due rispettivi generi
letterari e intesi a recuperare, oltre alla veste stilistica, anche quella
spirituale degli antichi, diffusero presto il nome di Petrarca al di là dei
confini provenzali, giungendo in Italia. L'alloro con cui Petrarca fu
incoronato rivitalizzò il mito del poeta laureato, figura che diventerà
un'istituzione pubblica in Paesi quali il Regno Unito[43]. L'incoronazione
poetica Il nome di Petrarca quale uomo eccezionalmente colto e grande letterato
fu diffuso grazie all'influenza della famiglia Colonna e dell'agostiniano
Dionigi. Se i primi avevano influenza presso gli ambienti ecclesiastici e gli
enti a essi collegati (quali le Università europee, tra le quali spiccava la
Sorbona), padre Dionigi fece conoscere il nome dell'Aretino presso la corte del
re di Napoli Roberto d'Angiò, presso il quale fu chiamato in virtù della sua
erudizione[45]. Petrarca, approfittando della rete di conoscenze e di
protettori di cui disponeva, pensò di ottenere un riconoscimento ufficiale per
la sua attività letteraria innovatrice a favore dell'antichità, patrocinando
così la sua incoronazione poetica[46]. Difatti, nella Familiares, II, 4,
Petrarca confidò al padre agostiniano la sua speranza di ricevere l'aiuto del
sovrano angioino per realizzare questo suo sogno, intessendone le
lodi[47]. Nel contempo, il 1º settembre del 1340, la Sorbona fece sapere
al Nostro l'offerta di una incoronazione poetica a Parigi; proposta che, nel
pomeriggio dello stesso giorno, giunse analoga dal Senato di Roma[48]. Su
consiglio di Giovanni Colonna, Petrarca, che desiderava essere incoronato
nell'antica capitale dell'Impero romano, accettò la seconda offerta[49],
accogliendo poi l'invito di re Roberto di essere esaminato da lui stesso a
Napoli prima di arrivare a Roma per ottenere la sospirata incoronazione.
Le fasi di preparazione per il fatidico incontro con il sovrano angioino
durarono tra l'ottobre 1340 e i primi giorni del 1341 se il 16 febbraio
Petrarca, accompagnato dal signore di Parma Azzo da Correggio, si mise in
viaggio per Napoli col fine di ottenere l'approvazione del colto sovrano
angioino. Giunto nella città partenopea a fine febbraio, fu esaminato per tre
giorni da re Roberto che, dopo averne constatato la cultura e la preparazione
poetica, acconsentì all'incoronazione a poeta in Campidoglio per mano del
senatore Orso dell'Anguillara[50]. Se conosciamo da un lato sia il contenuto
del discorso di Petrarca (la Collatio laureationis), sia la certificazione
dell'attestato di laurea da parte del Senato romano (il Privilegium lauree
domini Francisci Petrarche, che gli conferiva anche l'autorità per insegnare e
la cittadinanza romana)[51], la data dell'incoronazione è incerta: tra quanto
affermato da Petrarca e quanto poi testimoniato da Boccaccio, la cerimonia
d'incoronazione avvenne in un arco temporale tra l'8 e il 17 di aprile[52]. In
seguito all'incoronazione incominciò a comporre l'Africa e il De viris
illustribus. Gli anni successivi all'incoronazione poetica, quelli compresi tra
il 1341 e il 1348, furono contrassegnati da un perenne stato d'inquietudine
morale, dovuta sia a eventi traumatici della vita privata, sia
all'inesorabile disgusto verso la corruzione avignonese[55]. Subito dopo
l'incoronazione poetica, mentre Petrarca sostava a Parma, seppe della prematura
scomparsa dell'amico Giacomo Colonna (avvenuta nel settembre del 1341), notizia
che lo turbò profondamente[N 9]. Gli anni successivi non recarono conforto al
poeta laureato: da un lato le morti prima di Dionigi (31 marzo 1342[57]) e,
poi, di re Roberto (19 gennaio 1343[58]) ne accentuarono lo stato di sconforto;
dall'altro, la scelta da parte del fratello Gherardo di abbandonare la vita
mondana per diventare monaco nella Certosa di Montreaux, spinsero Petrarca a
riflettere sulla caducità del mondo[59]. Nell'autunno del 1342[60],
mentre Petrarca soggiornava ad Avignone, conobbe il futuro tribuno Cola di
Rienzo (giunto in Provenza quale ambasciatore del regime democratico
instauratosi a Roma), col quale condivideva la necessità di ridare a Roma
l'antico status di grandezza politica che, come capitale dell'antica Roma e
sede del papato, le spettava di diritto[61]. Nel 1346 Petrarca fu nominato
canonico del Capitolo della cattedrale di Parma, mentre nel 1348 fu nominato
arcidiacono.[62] La caduta politica di Cola nel 1347, favorita specialmente
dalla famiglia Colonna, sarà la spinta decisiva da parte di Petrarca per
abbandonare i suoi antichi protettori: fu infatti in quell'anno che lasciò,
ufficialmente, l'entourage del cardinale Giovanni[63]. A fianco di queste
esperienze private, il cammino dell'intellettuale Petrarca fu invece caratterizzato
da una scoperta importantissima. Nel 1345, dopo essersi rifugiato a Verona in
seguito all'assedio di Parma e la caduta in disgrazia dell'amico Azzo da
Correggio (dicembre 1344)[64], Petrarca scoprì nella biblioteca capitolare le
epistole ciceroniane ad Brutum, ad Atticum e ad Quintum fratrem, fino ad allora
sconosciute[N 10]. L'importanza della scoperta consistette nel modello
epistolografico che esse trasmettevano: i colloquia a distanza con gli amici,
l'uso del tu al posto del voi proprio dell'epistolografia medievale ed, infine,
lo stile fluido e ipotattico indussero l'Aretino a comporre anch'egli delle
raccolte di lettere sul modello ciceroniano e senecano, determinando la nascita
delle Familiares prima, e delle Seniles poi[65]. A questo periodo di tempo
risalgono anche i Rerum memorandarum libri (lasciati incompiuti), l'avvio del
De otio religioso e del De vita solitaria tra il 1346 e il 1347 che furono
rimaneggiati negli anni successivi[64]. Sempre a Verona, Petrarca ebbe modo di
conoscere Pietro Alighieri, figlio di Dante, con cui intrattenne rapporti
cordiali[66]. La peste nera (1348-1349) «La vita, come suol dirsi, ci
sfuggì dalle mani: le nostre speranze furon sepolte cogli amici nostri. Il 1348
fu l'anno che ci rese miseri e soli.» (Delle cose familiari, prefazione,
A Socrate [Ludwig van Kempen], traduzione di G. Fracassetti, 1239) Dopo essersi
slegato dai Colonna, Petrarca cominciò a cercare nuovi patroni presso cui
ottenere protezione. Pertanto, lasciata Avignone insieme al figlio Giovanni, giunse
il 25 gennaio del 1348 a Verona, località dove si era rifugiato l'amico Azzo da
Correggio dopo essere stato scacciato dai suoi domini[67], per poi giungere a
Parma nel mese di marzo, dove strinse legami con il nuovo signore della città,
il signore di Milano Luchino Visconti[68]. Fu, però, in questo periodo che
iniziò a diffondersi per l'Europa la terribile peste nera, morbo che causò la
morte di molti amici del Petrarca: i fiorentini Sennuccio del Bene, Bruno
Casini[69] e Franceschino degli Albizzi; il cardinale Giovanni Colonna e il
padre di lui, Stefano il Vecchio[70]; e quella dell'amata Laura, di cui ebbe la
notizia (avvenuta l'8 di aprile) soltanto il 19 maggio[71]. Nonostante il
dilagare del contagio e la prostrazione psicologica in cui cadde a causa della
morte di molti suoi amici, Petrarca continuò le sue peregrinazioni, alla
perenne ricerca di un protettore. Lo trovò in Jacopo II da Carrara, suo
estimatore che nel 1349 lo nominò canonico del duomo di Padova. Il signore di
Padova intese in tal modo trattenere in città il poeta il quale, oltre alla
confortevole casa, in virtù del canonicato ottenne una rendita annua di 200
ducati d'oro, ma per alcuni anni Petrarca avrebbe utilizzato questa abitazione
solo occasionalmente. Difatti, costantemente in preda al desiderio di
viaggiare, nel 1349 fu a Mantova, a Ferrara e a Venezia, dove conobbe il doge
Andrea Dandolo. Nel 1350 prese la decisione di recarsi a Roma per lucrare
l'indulgenza dell'Anno giubilare. Durante il viaggio accondiscese alle
richieste dei suoi ammiratori fiorentini e decise di incontrarsi con loro.
L’occasione fu di fondamentale importanza non tanto per Petrarca, quanto per
colui che diventerà il suo principale interlocutore durante gli ultimi
vent'anni di vita, Giovanni Boccaccio. Il novelliere, sotto la sua guida,
incominciò una lenta e progressiva conversione verso una mentalità ed un
approccio più umanistico alla letteratura, collaborando spesso con il suo
venerato praeceptor in progetti culturali di ampio respiro. Tra questi ricordiamo
la riscoperta del greco antico e la scoperta di antichi codici classici. Petrarca
risiedette prevalentemente a Padova, presso Francesco I da Carrara[74]. Qui,
oltre a portare avanti i progetti letterari delle Familiares e le opere
spirituali iniziate prima del 1348, ricevette anche la visita di Giovanni
Boccaccio (marzo 1351) in veste di ambasciatore del Comune fiorentino perché
accettasse un posto di docente presso il nuovo Studium fiorentino[76]. Poco
dopo, Petrarca fu spinto a rientrare ad Avignone in seguito all'incontro con i
Cardinali Eli de Talleyrand e Guy de Boulogne, latori della volontà di papa
Clemente VI che intendeva affidargli l'incarico di segretario apostolico. Nonostante
l'allettante offerta del pontefice, l'antico disprezzo verso Avignone e gli
scontri con gli ambienti della corte pontificia (i medici del pontefice[64] e,
dopo la morte di Clemente, l'antipatia del nuovo papa Innocenzo VI[78])
indussero Petrarca a lasciare Avignone per Valchiusa, dove prese la decisione
definitiva di stabilirsi in Italia. Il periodo italiano. A Milano: la
figura dell'intellettuale umanista Targa commemorativa del soggiorno
meneghino di Petrarca situata agli inizi di Via Lanzone a Milano, davanti alla
basilica di Sant'Ambrogio. Petrarca iniziò il viaggio verso la patria italiana,
accogliendo l'ospitale offerta di
Giovanni Visconti, arcivescovo e signore della città, di risiedere a Milano.
Malgrado le critiche degli amici fiorentini (tra le quali si ricorda quella
risentita del Boccaccio[N 11]), che gli rimproveravano la scelta di essersi
messo al servizio dell'acerrimo nemico di Firenze. Petrarca collaborò con
missioni e ambascerie (a Parigi e a Venezia; l'incontro con l'imperatore Carlo
IV a Mantova e a Praga) all'intraprendente politica viscontea[79]. Sulla
scelta di risiedere a Milano piuttosto che nella natia Firenze, bisogna
ricordare l'animo cosmopolita proprio del Petrarca[80]. Cresciuto ramingo e
lontano dalla sua patria, Petrarca non risente più dell'attaccamento medievale
verso la propria patria d'origine, ma valuta gli inviti fattigli in base alle
convenienze economiche e politiche. Meglio, infatti, avere la protezione un
signore potente e ricco come Giovanni Visconti prima e, dopo la morte di lui
nel 1354, del successore Galeazzo II[81], che si rallegrerebbero di avere a
corte un intellettuale celebre come Petrarca. Nonostante tale scelta
discutibile agli occhi degli amici fiorentini, i rapporti tra il praeceptor e i
suoi discipuli si ricucirono: la ripresa del rapporto epistolare tra Petrarca e
Boccaccio prima, e la visita di quest'ultimo a Milano nella casa di Petrarca
situata nei pressi di Sant'Ambrogio poi, sono le prove della concordia
ristabilita. Nonostante le incombenze diplomatiche, nel capoluogo
lombardo Petrarca maturò e portò a compimento quel processo di maturazione
intellettuale e spirituale iniziato pochi anni prima, passando dalla ricerca
erudita e filologica alla produzione di una letteratura filosofica fondata da
un lato sull'insoddisfazione per la cultura contemporanea, dall'altra sulla
necessità di una produzione che potesse guidare l'umanità verso i principi
etico-morali filtrati attraverso il neoplatonismo agostiniano e lo stoicismo
cristianeggiante. Con questa convinzione interiore, Petrarca portò avanti gli
scritti iniziati nel periodo della peste: il Secretum e il De otio religioso; la
composizione di opere volte a fissare presso i posteri l'immagine di un uomo
virtuoso i cui principi sono praticati anche nella vita quotidiana (le raccolte
delle Familiares e, dal 1361, l'avviamento delle Seniles)[86] le raccolte
poetiche latine (Epistolae Metricae) e quelle volgari (i Triumphi e i Rerum
Vulgarium Fragmenta, alias il Canzoniere). Durante il soggiorno meneghino
Petrarca iniziò soltanto una nuova opera, il dialogo intitolato De remediis
utriusque fortune (sui rimedi della cattiva e della buona sorte), in cui si
affrontano problematiche morali concernenti il denaro, la politica, le
relazioni sociali e tutto ciò che è legato al quotidiano. Nel giugno del 1361,
per sfuggire alla peste, Petrarca abbandonò Milano per Padova, città da cui nel 1362 fuggì per lo
stesso motivo. Nonostante la fuga da Milano, i rapporti con Galeazzo II
Visconti rimasero sempre molto buoni, tanto che trascorse l'estate del 1369 nel
castello visconteo di Pavia in occasione di trattative diplomatiche. A Pavia
seppellì il piccolo nipote di due anni, figlio della figlia Francesca, nella
chiesa di San Zeno e per lui compose un'epigrafe ancor oggi conservata nei
Musei Civici[90]. Nel 1362, quindi, Petrarca si recò a Venezia, città dove si
trovava il caro amico Donato degli Albanzani[91] e dove la Repubblica gli
concesse in uso Palazzo Molin delle due Torri (sulla Riva degli Schiavoni) n
cambio della promessa di donazione, alla morte, della sua biblioteca, che era
allora certamente la più grande biblioteca privata d'Europa: si tratta della
prima testimonianza di un progetto di "bibliotheca
publica"[93]. La casa veneziana fu molto amata dal poeta, che ne
parla indirettamente nella Seniles, IV, 4 quando descrive, al destinatario
Pietro da Bologna, le sue abitudini quotidiane (la lettera è datata intorno al
1364/65)[94]. Vi risiedette stabilmente fino al 1368 (tranne alcuni periodi a
Pavia e Padova) e vi ospitò Giovanni Boccaccio e Leonzio Pilato. Durante il
soggiorno veneziano, trascorso in compagnia degli amici più intimi[95], della
figlia naturale Francesca (sposatasi nel 1361 con il milanese Francescuolo da
Brossano[96]), Petrarca decise di affidare al copista Giovanni Malpaghini la
trascrizione in bella copia delle Familiares e del Canzoniere[N 14]. La
tranquillità di quegli anni fu turbata, nel 1367, dall'attacco maldestro e
violento mosso alla cultura, all'opera e alla figura sua da quattro filosofi
averroisti che lo accusarono di ignoranza. L'episodio fu l'occasione per la stesura del
trattato De sui ipsius et multorum ignorantia, in cui Petrarca difende la
propria "ignoranza" in campo aristotelico a favore della filosofia
neoplatonica-cristiana, più incentrata sui problemi della natura umana rispetto
alla prima, intesa a indagare la natura sulla base dei dogmi del filosofo di
Stagira. Amareggiato per l'indifferenza dei veneziani davanti alle accuse
rivoltegli, Petrarca decise di abbandonare la città lagunare e annullare così
la donazione della sua biblioteca alla Serenissima. L'epilogo padovano e
la morte. La casa di Petrarca ad Arquà
Petrarca, località sita sui colli Euganei nei pressi di Padova, dove l'ormai
anziano poeta trascorse gli ultimi anni di vita. Della dimora Petrarca parla
nella Seniles, XV, 5. Petrarca, dopo alcuni brevi viaggi, accolse l'invito
dell'amico ed estimatore Francesco I da Carrara di stabilirsi a Padova nella
primavera.. È ancora visibile, in Via Dietro Duomo 26/28 a Padova, la casa
canonicale di Francesco Petrarca, che fu assegnata al poeta in seguito al
conferimento del canonicato. Il signore di Padova donò poi, nel 1369, una casa
situata nella località di Arquà, un tranquillo paese sui colli Euganei, dove
poter vivere[98]. Lo stato della casa, però, era abbastanza dissestato e ci vollero
alcuni mesi prima che potesse avvenire il definitivo trasferimento nella nuova
dimora, avvenuta nel marzo del 1370[99]. La vita dell'anziano Petrarca, che fu
raggiunto dalla famiglia della figlia Francesca si alternò prevalentemente tra
il soggiorno nella sua amata casa di Arquà e quella vicina al Duomo di Padova, allietato spesso dalle visite dei suoi vecchi
amici ed estimatori, oltre a quelli nuovi conosciuti nella città veneta, tra
cui si ricorda Lombardo della Seta, che dal 1367 aveva sostituito Giovanni
Malpaghini quale copista e segretario del poeta laureato[102]. In quegli anni
Petrarca si mosse dal padovano soltanto una volta quando, nell'ottobre del
1373, fu a Venezia quale paciere per il trattato di pace tra i veneziani e
Francesco da Carrara[103]: per il resto del tempo si dedicò alla revisione
delle sue opere e, in special modo, del Canzoniere, attività che portò avanti
fino agli ultimi giorni di vita[79]. Colpito da una sincope, morì ad
Arquà nella notte fra il 18 e il 19 luglio del 1374, esattamente alla vigilia
del suo settantesimo compleanno e, secondo la leggenda, mentre esaminava un
testo di Virgilio, come auspicato in una lettera al Boccaccio[104]. Il frate
dell'Ordine degli Eremitani di sant'Agostino Bonaventura Badoer Peraga fu scelto
per tenere l'orazione funebre in occasione dei funerali, che si svolsero il 24
luglio nella chiesa di Santa Maria Assunta alla presenza di Francesco da
Carrara e di molte altre personalità laiche ed ecclesiastiche[105]. Per
volontà testamentaria le spoglie di Petrarca furono sepolte nella chiesa
parrocchiale del paese[105], per poi essere collocate dal genero, nel 1380, in
un'arca marmorea accanto alla chiesa[106]. Le vicende dei resti del Petrarca,
come quelli di Dante, non furono tranquille. Come racconta Giovanni Canestrini
in un suo volume scritto in occasione del 500º anniversario della morte del
Petrarca «Nel 1630, e precisamente dopo la mezzanotte del 27 maggio,
questa tomba fu spezzata all'angolo di mezzodì [quindi a sud, n.d.a], e vennero
rapite alcune ossa del braccio destro. Autore del furto fu un certo Tommaso
Martinelli, frate da Portogruaro, il quale, a quanto dice un'antica pergamena
dell'archivio comunale di Arquà, venne spedito in quel luogo dai fiorentini,
con ordine di riportare seco qualche parte dello scheletro del Petrarca. La
veneta repubblica fece riattare l'urna, suggellando con arpioni le fenditure
del marmo, e ponendovi lo stemma di Padova e l'epoca del misfatto.»
(Canestrini2) I resti trafugati non furono mai recuperati. Nel 1843 la tomba,
che versava in stato pessimo, venne sottoposta a restauro del quale venne
incaricato lo storico patavino Pier Carlo Leoni, impietosito dallo stato
pessimo in cui il sepolcro versava. Il Leoni, però, a seguito di complicazioni
burocratiche e di conflitti di competenza e questioni anche politiche, fu
addirittura processato con l'accusa di "violata sepoltura". Avennero
resi noti i risultati dell'analisi dei resti conservati nella tomba del poeta
ad Arquà Petrarca: il teschio presente, peraltro ridotto in frammenti, una
volta ricostruito, è stato riconosciuto come femminile e quindi non pertinente.
Un frammento di pochi grammi del cranio, inviato a Tucson in Arizona ed
esaminato con il metodo del radiocarbonio, ha inoltre consentito di accertare che
il cranio femminile ritrovato nel sepolcro risale al 1207 circa. A chi sia
appartenuto e perché si trovasse nella tomba del Petrarca è ancora un mistero,
come un mistero è dove sia finito il vero cranio del poeta. Lo scheletro è
stato invece riconosciuto come autentico: esso riporta alcune costole
fratturate; Petrarca fu infatti ferito da una cavalla con un calcio al costato.
Pensiero e poetica Anonimo, Francesco Petrarca nello studium, affresco
murale, ultimo quarto del secolo XIV, Reggia Carrarese, Sala dei Giganti,
Padova. Il messaggio petrarchesco Il concetto di humanitas Petrarca, fin dalla
giovinezza, manifestò sempre un'insofferenza innata nei confronti della cultura
a lui coeva. Come già ricordato nella sezione biografica, la sua passione per
l'agostinismo da un lato, e per i classici latini "liberati" dalle
interpretazioni allegoriche medievali dall'altro, pongono Petrarca come
l'iniziatore dell'umanesimo che, nel corso del XV secolo, si svilupperà prima
in Italia, e poi nel resto d'Europa. Nel De remediis utriusque fortune, ciò che
interessa maggiormente a Petrarca è l'humanitas, cioè l'insieme delle qualità
che danno fondamento ai valori più umani della vita, con un'ansia di
meditazione e di ricerca tra erudita ed esistenziale intesa ad indagare l'anima
in tutte le sue sfaccettature. Di conseguenza, Petrarca pone al centro della
sua riflessione intellettuale l'essere umano, spostando l'attenzione
dall'assoluto teocentrismo (tipico della cultura medievale)
all'antropocentrismo moderno. Petrarca e i classici Fondamentale, nel
pensiero petrarchesco, è la riscoperta dei classici. Già conosciuti nel
Medioevo, erano stati oggetto però di una rivisitazione in chiave cristiana,
che non teneva quindi conto del contesto storico-culturale in cui le opere erano
state scritte. Per esempio, la figura di Virgilio fu vista come quella di un
mago/profeta, capace di adombrare, nell'Ecloga IV delle Bucoliche, la nascita
di Cristo, anziché quella di Asinio Gallo, figlio del politico romano Asinio
Pollione: un'ottica che Dante accolse pienamente nel Virgilio della Commedia. Petrarca,
rispetto ai suoi contemporanei, rifiuta il travisamento dei classici operato
fino a quel momento, ridando loro quella patina di storicità e di inquadramento
culturale necessaria per stabilire con essi un colloquio costante, come fece
nel libro XXIV delle Familiares. Scrivere a Cicerone o a Seneca, celebrandone
l'opera o magari deplorandone con benevolenza mancanze e contraddizioni, era
per lui un modo letterariamente tangibile (e per noi assai significativo
simbolicamente) di mostrare quanto a loro dovesse, quanto li sentisse, appunto,
idealmente suoi contemporanei.» (Guglielmino-Grosser) Oltre alle
epistole, all'Africa e al De viris illustribus, Petrarca operò tale riscoperta
attraverso il metodo filologico da lui ideato tra il 1325 e il 1337 e la
ricostruzione dell'opera liviana e la composizione del Virgilio ambrosiano.
Altro aspetto da cui traspare questo innovativo approccio alle fonti e alle
testimonianze storico-letterarie si avverte, anche, nell'ambito della
numismatica, della quale Petrarca è ritenuto il precursore[116].Per quanto
riguarda la prima opera, Petrarca decise di riunire le varie decadi (cioè i
libri di cui l'opera è composta) allora conosciute (I, III e IV decade) in un unico
codice, l'attuale codice Harleiano 2193, conservato ora al British Museum di
Londra. Il giovane Petrarca si dedicò a
quest'opera di collazione per cinque anni, dal 1325 al 1330, grazie ad un
lavoro di ricerca e di enorme pazienza. Nel 1326, Petrarca prese la terza
decade (tramandata da un manoscritto risalente al XIII secolo[119]),
correggendola e integrandola ora con un manoscritto veronese del X secolo
vergato dal dotto vescovo Raterio[119], ora con una lezione conservata nella
Biblioteca Capitolare della Cattedrale di Chartres[120], il Parigino Latino
5690 acquistato dal vecchio canonico Landolfo Colonna[121], contenente anche la
quarta decade. Quest'ultima fu poi corretta su di un codice risalente al secolo
precedente e appartenuto al preumanista padovano Lovato Lovati. Infine, dopo
aver raccolto anche la prima decade, Petrarca poté procedere a riunire gli
sparsi lavori di recupero nel 1330[122]. Il Virgilio Ambrosiano L'impresa
riguardante la costruzione del Virgilio ambrosiano è invece molto più complessa.
Iniziato già quand'era in vita il padre Petracco, il lavoro di collazione portò
alla nascita di un codice composto di 300 fogli manoscritti che conteneva
l'omnia virgiliana (Bucoliche, Georgiche ed Eneide commentati dal grammatico
Servio del VI secolo), al quale furono aggiunte quattro Odi di Orazio e
l'Achilleide di Stazio. Le vicende di tale manoscritto sono assai travagliate.
Sottrattogli nel 1326 dagli esecutori testamentari del padre, il Virgilio
ambrosiano verrà recuperato solo nel 1338, data in cui Petrarca commissionò al
celebre pittore Simone Martini una serie di miniature che lo abbellirono
esteticamente. Alla morte del Petrarca il manoscritto finì nella biblioteca dei
Carraresi a Padova, tuttavia, nel 1388, Gian Galeazzo Visconti conquistò Padova
ed il codice fu inviato, insieme ad altri manoscritti del Petrarca, a Pavia,
nella Biblioteca Visconteo-Sforzesca situata nel castello di Pavia. Nel 1471
Galeazzo Maria Sforza ordinò al castellano di Pavia di prestare, per 20 giorni,
il manoscritto allo zio Alessandro signore di Pesaro, poi il Virgilio
Ambrosiano tornò a Pavia. Nel 1499, Luigi XII conquistò il Ducato di Milano e
la biblioteca Visconteo-Sforzesca venne trasferita in Francia, dove ancora si
conservano, nella Bibliothèque nationale de France, circa 400 manoscritti
provenienti da Pavia. Tuttavia il Virgilio Ambrosiano fu sottratto al
saccheggio francese da un certo Antonio di Pirro. Sappiamo che a fine
Cinquecento si trovava a Roma, ed era di proprietà del cardinal Agostino
Cusani, fu poi acquistato da Federico Borromeo per l'Ambrosiana. L'umanesimo cristiano Magnifying glass icon
mgx2.svgUmanesimo cristiano. La religiosità petrarchesca Il messaggio
petrarchesco, nonostante la sua presa di posizione a favore della natura umana,
non si dislega dalla dimensione religiosa: difatti, il legame con l'agostinismo
e la tensione verso una sempre più ricercata perfezione morale sono chiavi
costanti all'interno della sua produzione letteraria e filosofica. Rispetto,
però, alla tradizione medievale, la religiosità petrarchesca è caratterizzata
da tre nuove accezioni prima mai manifestate: la prima, il rapporto intimo tra
l'anima e Dio, un rapporto basato sull'autocoscienza personale alla luce della
verità divina[127]; la seconda, la rivalutazione della tradizione morale e
filosofica classica, vista in un rapporto di continuità con il cristianesimo e
non più in chiave di contrasto o di mera subordinazione[128]; infine, il
rapporto "esclusivo" tra Petrarca e Dio, che rifiuta la concezione collettiva
propria della Commedia dantesca[129]. Comunanza tra valori classici e
cristiani La lezione morale degli antichi è universale e valida per ogni epoca:
l'humanitas di Cicerone non è diversa da quella di Agostino, in quanto
esprimono gli stessi valori, quali l'onestà, il rispetto, la fedeltà
nell'amicizia e il culto della conoscenza[130]. Sul legame spirituale tra gli
antichi e i cristiani è significativo il celebre passo della morte di Magone,
fratello di Annibale che, nell'Africa ormai morente, pronuncia un discorso sulla
vanità delle cose umane e sul valore liberatorio della morte dalle fatiche
terrene che in nessun modo si discosta dal pensiero cristiano[132], anche se
tale discorso fu criticato da molti ambienti che ritenevano una scelta infelice
porre in bocca ad un pagano un pensiero così Cristiano. Ecco un passo del
lamento di Magone: Edizione dell'Africa stampata nel 1501 a
Venezia, nella stamperia di Aldo Manuzio. Nel particolare, l'Incipit del
poema. «Heu qualis fortunae terminus
alte est! / Quam laetis mens caeca bonis! furor ecce potentum / praecipiti
gaudere loco; status iste procellis / subjacet innumeris, et finis ad alta
levatis / est ruere. Heu tremulum magnorum culmen honorum, Spesque hominum
fallax, et inanis gloria fictis / illita blanditiis! Heu vita incerta labori /
dedita perpetuo, semperque heu certa, nec unquam / Stat morti praevisa dies!
Heu sortis iniquae / natus homo in terris!» «O qual è il traguardo
dell'alta sorte! / Quanto l'anima (è) cieca davanti alle fauste imprese! Ecco
la follia dei potenti, godere delle altezze vertiginose; questo stato è esposto
ad infinite tempeste, ed è destinato a cadere chi si è innalzato a quelle
vette. O tremante sommità dei grandi onori, fallace speranza degli uomini, vana
gloria adornata da finti piaceri! O vita incerta, dedita ad una fatica
incessante, come certo è il giorno di morte, né mai previsto abbastanza! O che
sorte iniqua per l'uomo nato sulla terra!» (Africa, vv. 889-898)
L'agostinismo del Secretum e dell'Ascesa al Monte Ventoso Vista del Mont
Ventoux dalla località di Mirabel-aux-Baronnies. Infine, per il suo carattere
fortemente personale, l'umanesimo cristiano petrarchesco trova nel pensiero di
sant'Agostino il proprio modello etico-spirituale, contrario al sistema
filosofico tolemaico-aristotelico allora imperante nella cultura teologica,
visto come alieno dalla cura dell'anima umana[134]. A tal proposito, il
filosofo Giovanni Reale delinea lucidamente la posizione di Petrarca verso la
cultura contemporanea: «La diffusione dell'averroismo, col crescente
interesse che suscitava per l'indagine naturalistica, sembra a Petrarca che
distragga pericolosamente da quelle arti liberali, che sole possono dare la
sapienza necessaria per conseguire la pace spirituale in questa vita e la beatitudine
eterna nell'altra. La sapienza classica e cristiana, che Petrarca contrappone
alla scienza averroistica, è quella fondata sulla meditazione interiore
attraverso alla quale si chiarisce a sé stessa e si forma la personalità del
singolo uomo.» (Reale16) L'importanza che Agostino ebbe per l'uomo
Petrarca è evidente in due celebri testi letterari del Nostro: il Secretum da
un lato, in cui il vescovo d'Ippona interloquisce con Petrarca spingendolo ad
un'acuta quanto forte analisi interiore dei propri peccati; dall'altro, il
celebre episodio dell'ascesa al Monte Ventoso, narrato nella Familiares, IV, 1,
inviata (seppur in modo fittizio[N 16]) a Dionigi da Borgo San Sepolcro[135].La
forte vena morale che percorre tutte le opere petrarchesche, sia latine che volgari,
tende a trasmettere un messaggio di perfezione morale: il Secretum, il De
remediis, le raccolte epistolari e lo stesso Canzoniere sono impregnati di
questa tensione etica volta a risanare le deviazioni dell'anima attraverso la
via della virtù[136]. Tale applicazione etica negli scritti (l'oratio), però,
deve corrispondere alla vita quotidiana (la vita, appunto) se l'umanista vuole
trasmettere un'etica credibile ai destinatari. Prova di questo binomio
essenziale è, per esempio, la Familiares, XXIV, 3 indirizzata a Marco Tullio
Cicerone. In essa il poeta esprime, in
un tono di amarezza e di rabbia al contempo, la scelta dell'oratore romano di
essersi allontanato dall'otium letterario di Tuscolo per addentrarsi nuovamente
nell'agone politico dopo la morte di Cesare e schierarsi a fianco del giovane
Ottaviano contro Marco Antonio, tradendo così i principi etici esposti nei suoi
trattati filosofici: «Ma qual furore a danno di Antonio ti mosse?
Risponderai per avventura l'amore alla Repubblica, che dicevi caduta in fondo.
Ma se codesta fede, se amore di libertà ti sprone (come di sì grand'uomo
stimare si converrebbe), ond'è che tanto fosti amico di Augusto? [... ] Io ti
compiango, amico, e di sì grandi tuoi falli sento vergogna. [...] Oh! quanto
era meglio ad un filosofo tuo pari nel silenzio dei campi, pensoso, come tu
dici, non della breve e caduca presente vita, ma della eterna, passar
tranquilla vecchiezza”. (Delle cose familiari, Cicerone, traduzione di G.
Fracassetti) L'impegno "civile" del letterato La declinazione
dell'impegno morale nella vita attiva delinea una vocazione "civile"
del letterato. Tale attributo, prima ancora di intendersi come impegno nella
vita politica del tempo, dev'essere compreso nella sua declinazione prettamente
sociale, quale impegno del letterato nell'aiutare gli uomini contemporanei a
migliorarsi costantemente attraverso il dialogo e il senso di carità nei
confronti del prossimo. Oltre ai trattati morali, scritti per questo fine, si
deve però anche registrare che cosa significasse per Petrarca, nella sua stessa
vita, l'impegno civile. Il servizio presso i potenti di turno (i Colonna, i Da
Correggio, i Visconti e poi i Da Carrara) spinse gli amici di Petrarca ad
avvertirlo della minaccia che tali regnanti avrebbero potuto costituire per la
sua indipendenza intellettuale; egli, però, nella famosa Epistola posteritati
(Epistola ai posteri), ribadì la sua proclamata indipendenza dagli intrighi di
corte: Altichiero, Ritratto di Francesco Petrarca, dal ms. ldella
Bibliotèque Nationale de France (Parigi), contenente il De viris
illustribus[138]. «I più grandi monarchi dell'età mia m'ebbero in grazia, e
fecero a gara per trarmi a loro, né so perché. Questo so che alcuni di loro
parevan piuttosto essere favoriti della mia, che non favorirmi della loro
dimestichezza: sì che dall'alto loro grado io molti vantaggi, ma nessun
fastidio giammai ebbi ritratto. Tanto peraltro in me fu forte l'amore della mia
libertà, che da chiunque di loro avesse nome di avversarla mi tenni studiosamente
lontano.» (Ai posteri, traduzione di G. Fracassetti, 1203) Nonostante
l'intento autocelebrativo proprio dell'epistola, Petrarca rimarca il fatto che
i potenti vollero averlo di fianco a sé per questioni di prestigio, facendo sì
che il poeta finisse «per non identificarsi mai fino in fondo con le loro prese
di posizioni». Il legame con le corti signorili, scelte per motivazioni
economiche e di protezione, gettò pertanto le basi per la figura
dell'intellettuale cortigiano, modello per gli uomini di cultura nei secoli
successivi[128]. Se Dante, costretto a vagare per le corti dell'Italia
centro-settentrionale, soffrì sempre per la lontananza da Firenze[139],
Petrarca fondò, con la sua scelta di vita, il modello dell'intellettuale
cosmopolita, segnando così il tramonto dell'ideologia comunale che era stata
fondamento della sensibilità dantesca prima, e che in parte fu propria del
contemporaneo Boccaccio[140]. L'otium letterario Altra caratteristica
propria dell'intellettuale petrarchesco è l'otium, vale a dire il riposo.
Parola latina indicante, in generale, il riposo dei patrizi romani dalle
attività proprie del negotium, Petrarca la riprende rivestendola però di un
significato diverso: non più riposo assoluto, ma attività intellettuale nella
tranquillità di un rifugio appartato, solitario ove potersi concentrare e
portare, poi, agli uomini il messaggio morale nato da questo ritiro. Questo
ritiro, come è esposto nei trattati ascetici del De vita solitaria e del De
otio religioso, è vicino, per sensibilità del Petrarca, ai ritiri
ascetico-spirituali dei Padri della Chiesa, dimostrando quindi come l'attività
letteraria sia, nel contempo, fortemente intrisa di carica religiosa. Petrarca,
con l'eccezione di due sole opere poetiche, i Triumphi e il Canzoniere, scrisse
esclusivamente in latino, la lingua di quegli antichi romani di cui voleva
riproporre la virtus nel mondo a lui contemporaneo. Egli credeva di raggiungere
il successo con le opere in latino, ma di fatto la sua fama è legata alle opere
in volgare. Al contrario di Dante, che aveva voluto affidare la sua memoria ai
posteri con la Commedia, Petrarca decise di eternare il suo nome
riallacciandosi ai grandi dell'antichità: «Il Petrarca (a parte una
letterina in volgare) scrive sempre in latino quando deve comunicare, anche
privatamente, anche per le annotazioni ai margini dei libri. Questa scelta del
latino come lingua esclusiva della prosa e della normale comunicazione scritta,
inserendosi nel più ampio progetto culturale che ispira il Petrarca, si carica
di valori ideali.» (Guglielmino-Grosser182) Petrarca preferì usare il
volgare nei momenti di pausa dall'elaborazione delle grandi opere latine.
Difatti, come più volte definì le liriche che confluiranno nel Canzoniere, esse
valgono quali nugae[N 19], cioè quale «elegante divertimento dello scrittore, a
cui dedicò senza dubbio molte cure, ma a cui non avrebbe mai pensato di
affidare quasi per intero la propria immortalità letteraria»[142]. Il volgare
petrarchesco, al contrario di quello dantesco, è caratterizzato però da
un'accurata selezione di termini, cui il poeta continuò a lavorare, limando le
sue poesie (da qui la limatio petrarchesca) per la definizione di una poesia
«aristocratica», lemento che spingerà il critico letterario Gianfranco Contini
a parlare di monolinguismo petrarchesco, in contrapposizione al pluristilismo
dantesco. Dante e Petrarca Magnifying glass icon mgx2.svg Influenza culturale
di Dante Alighieri § Petrarca e Boccaccio. Dalle considerazioni fatte, emerge
chiaramente la profonda differenza esistente tra Petrarca e Dante: se il primo
è un uomo che supera il teocentrismo medievale incentrato sulla Scolastica in
nome del recupero agostiniano e dei classici "depurati"
dall'interpretazione allegorica cristiana indebitamente appostavi dai commentatori
medievali, Dante mostra invece di essere un uomo totalmente medievale. Oltre
alle considerazioni filosofiche, i due uomini sono antitetici anche per la
scelta linguistica cui legare la propria fama, per la concezione dell'amore,
per l'attaccamento alla patria. Illuminante sul sentimento che Petrarca nutrì
per l'Alighieri è la Familiares, XXI, 15, scritta in risposta all'amico
Boccaccio, incredulo delle dicerie secondo cui Petrarca odiasse Dante. In tale
lettera, Petrarca afferma che non può odiare qualcuno che egli conobbe appena e
che affrontò con onore e sopportazione l'esilio, ma prende le distanze
dall'ideologia dantesca, esprimendo il timore di essere "influenzato"
da un così grande esempio poetico se avesse deciso di scrivere liriche in volgare,
liriche che sono facilmente sottoposte allo storpiamento da parte del
volgo[145]. Opere Opere latine in versi L'Africa Magnifying glass icon
mgx2.svgAfrica (Petrarca). Altichiero, Ritratto di Francesco Petrarca (in
primo piano) e di Lombardo della Seta, particolare tratto dall'affresco
rappresentante l'episodio di San Giorgio battezza re Servio di Cirene, Oratorio
di San Giorgio, 1376, Padova. “Africa” è un poema epico che tratta della
seconda guerra punica e in particolare delle gesta di Scipione. Rimasto
incompiuto, è formato da nove libri, mentre avrebbe dovuto essere composto di
12 libri, secondo il modello dell'Eneide virgiliana[147].Il Bucolicum carmen Magnifying
glass icon mgx2.svgBucolicum carmen. Composto fra il 1346 e il 1358 e
costituito da dodici egloghe, gli argomenti spaziano fra amore, politica e
morale. Anche in questo caso, l'ascendenza virgiliana è evidente dal titolo,
che richiama fortemente lo stile e gli argomenti delle Bucoliche. Attualmente,
la lezione del Bucolicum petrarchesco è riportata dal codice Vaticano lat. Le
Epistolae metricae Magnifying glass icon mgx2.svg Epistolae metricae. Dedicate
all'amico Barbato da Sulmona, sono 66 lettere in esametri, di cui alcune
trattano d'amore, mentre per la maggior parte si occupano di politica, morale o
di materie letterarie[149]. I Psalmi penitentiales Scritti nel 1347,
Petrarca ne accenna nella Seniles, X, 1 a Sagremor de Pommiers. Sono una
raccolta di sette preghiere basate sul modello stilistico-linguistico dei salmi
davidici della Bibbia, in cui Petrarca chiede perdono per i suoi peccati e
aspira al perdono della Misericordia divina[150]. Opere latine in
prosa Petrarca, De viris illustribus, codice autografo custodito alla
Bibliothèque Nationale de France di Parigi, classificato come MS. De viris
illustribus Magnifying glass icon mgx2.svg De viris illustribus (Petrarca). Il
De viris illustribus è una raccolta di 36 biografie di uomini illustri in prosa
latina, redatta a partire dal 1338 e dedicata a Francesco I da Carrara signore
di Padova nel 1358. Nell'intenzione originale dell'autore l'opera doveva
trattare la vita di personaggi della storia di Roma da Romolo a Tito, ma arrivò
solo fino a Nerone. In seguito Petrarca aggiunse personaggi di tutti i tempi,
cominciando da Adamo e arrivando a Ercole. L'opera rimase incompiuta e fu
continuata dall'amico e discepolo padovano di Petrarca, Lombardo della Seta, fino
alla vita di Traiano. I Rerum memorandarum libri Magnifying glass icon mgx2.svg
Rerum memorandarum libri. I Rerum memorandarum libri (Libri delle gesta
memorabili) sono una raccolta di esempi storici e aneddoti a scopo d'educazione
morale in prosa latina, basati sui Factorum et dictorum memorabilium libri
dello scrittore latino Valerio Massimo[152]. Iniziati verso il 1343 in Provenza,
furono continuati allorché Petrarca scoprì le orazioni ciceroniane a Verona, e
ne fu indotto al progetto delle Familiares. Difatti, furono lasciati incompiuti
dall'autore, che ne scrisse soltanto i primi 4 libri e alcuni frammenti del
quinto libro. Il Secretum o De secreto conflictu curarum mearum è una delle
opere più celebri di Petrarca e fu composta tra il 1347 e il 1353, anche se in
seguito fu riveduta. Articolato come un dialogo immaginario in tre libri tra il
poeta stesso (che si fa chiamare semplicemente Francesco) e sant'Agostino, alla
presenza di una donna muta che simboleggia la Verità, il Secretum consiste in
una sorta di esame di coscienza personale nel quale si affrontano temi intimi
del poeta, da cui il titolo dell'opera. Come emerge però nel corso della
trattazione, Francesco non si mostra mai del tutto contrito dei suoi peccati
(l'accidia e l'amore carnale per Laura): al termine dell'esame egli non
risulterà guarito o pentito, dando così forma a quell'irrequietezza d'animo che
contraddistinse la vita del Petrarca[154]. Il De vita solitaria
Magnifying glass icon mgx2.svg De vita solitaria. Il De vita Solitaria
("La vita solitaria") è un trattato di carattere religioso e morale.
Fu elaborato nel 1346, ma venne successivamente ampliato nel 1353 e nel 1366.
L'autore vi esalta la solitudine, tema caro anche all'ascetismo medioevale, ma
il punto di vista con cui la osserva non è strettamente religioso: al rigore
della vita monastica Petrarca contrappone l'isolamento operoso
dell'intellettuale, dedito alle letture e alla scrittura in luoghi appartati e
sereni, in compagnia di amici e di altri intellettuali. L'isolamento dello
studioso in una cornice naturale che favorisce la concentrazione è l'unica
forma di solitudine e di distacco dal mondo che Petrarca riuscì a conseguire,
non considerandola in contrasto con i valori spirituali cristiani, in quanto
riteneva che la saggezza contenuta nei libri, soprattutto nei testi classici,
fosse in perfetta sintonia con quelli. Da questa sua posizione è derivata
l'espressione di "umanesimo cristiano" di Petrarca. Il De otio
religioso è un'esaltazione della vita monastica, dedicata al fratello Gherardo.
Simile al De vita solitaria, esalta però soprattutto la solitudine legata alle
regole degli ordini religiosi, definita come la migliore condizione di vita
possibile. .Il De remediis utriusque fortunae Magnifying glass icon mgx2.svgDe
remediis utriusque fortunae. Il De remediis è una raccolta di brevi dialoghi
scritti in prosa latina, redatta all'incirca tra il 1356 e il 1366, anno in cui
fu diffusa. Basata sul modello del De remediis fortuitorum, trattato
pseudo-senechiano composto nel Medioevo, l'opera è composta da 254 scambi di
battute tra entità allegoriche: prima il "Gaudio" e la "Ragione",
poi il "Dolore" e la "Ragione". Simile ai precedenti Rerum
memorandarum libri, questi dialoghi hanno scopi educativi e moralistici,
proponendosi di rafforzare l'individuo contro i colpi della fortuna sia buona
che avversa. Il De remediis riporta anche una delle più esplicite condanne
della cultura trecentensca da parte del Petrarca, vista come sciocca e
superflua: «Ut ad plenum auctorum
constet integritas, quis scriptorum inscitie inertieque medebitur corrumpenti
omnia miscentique? Cuius metu multa iam, ut auguror, a magnis operibus clara
ingenia refrixerunt meritoque id patitur ignavissima etas hec, culine
sollicita, literarum negligens et coquos examinans, non
scriptores.» «Perché persista pienamente l'integrità degli scrittori
antichi, chi tra i copisti guarirà ogni cosa dall'ignoranza, dall'inerzia,
dalla rovina e dal caos? Per il timore di ciò si indebolirono, come prevedo,
molti celebri ingegni dalle grandi opere, e quest'epoca indolentissima permette
ciò, dedita alla culinaria, ignorante delle lettere e che valuta i cuochi, e
non i copisti.» Invectivarum contra medicum quendam libri IV Magnifying
glass icon mgx2.sv Invectivarum contra
medicum quendam libri IV. L'occasione per la scrittura di questa serie di
accuse nei confronti dei medici fu la malattia che colpì papa Clemente VI nel
1352. Nella Familiares, V, 19, Petrarca consigliava al pontefice di non fidarsi
dei suoi archiatri, accusati di essere dei ciarlatani dalle idee contrastanti
fra di loro. Davanti alle forti rimostranze dei medici pontifici nei confronti
di Petrarca, questi scrisse quattro libri di accuse, una copia dei quali fu
inviata poi al Boccaccio. De sui ipsius et multorum ignorantia Magnifying glass
icon mgx2.svg De sui ipsius et multorum ignorantia. Scuola fiorentina, Il
Trionfo della Morte tratta da I Trionfi di Petrarca, XV secolo, miniatura, ms.
Palat.192, f.22r, Biblioteca Medicea Laurenziana, Firenze. L'opera, come
ricordato prima nella sezione biografica relativa al periodo veneziano, fu
scritta in seguito alle accuse di ignoranza che quattro giovani aristotelici
rivolsero a Petrarca, in quanto alieno dalla terminologia e dalle questioni
delle scienze naturali. In quest'apologia del pensiero umanistico, Petrarca
rispose come lui fosse interessato alle scienze che interessassero il benessere
dell'anima umana, e non alle discussioni tecniche e dogmatiche proprie del
nominalismo della tarda scolastica[88]. Invectiva contra cuiusdam anonimi
Galli calumnia Magnifying glass icon mgx2.svgInvectiva contra cuiusdam anonimi
Galli calumnia. Opera di carattere politico scritta nel 1373, l'invettiva era
rivolta ad un monaco e teologo francese, Jean de Hesdin, sostenitore della
necessità che la sede del Papato rimanesse ad Avignone. Per tutta risposta
Petrarca sostenne la necessità che il papa ritornasse a Roma, sua sede
diocesana e simbolo dell'antica gloria romana[64]. Epistolae Magnifying
glass icon mgx2.svgEpistole. Di grande importanza sono le epistole latine in
prosa, in quanto contribuiscono a costruire l'immagine autobiografica
idealizzata che il poeta stesso ha voluto offrire di sé e quindi la sua
eternizzazione. Basate sul modello ciceroniano-senecano, ricavato dalla
scoperta delle Epistulae ad Atticum compiuta da Petrarca a Verona del 1345[65],
le lettere sono disposte in ordine cronologico e raggruppate in quattro
raccolte epistolari: le Familiares (o Familiarum rerum libri o De rebus
familiaribus libri), 350 epistole in 24 libri, dedicate a Ludwig van Kempen,
sotto lo pseudonimo di Socrate; le Seniles, 126 epistole in 17 libri, e
dedicate a Francesco Nelli, sotto lo pseudonimo di Simonide; le Sine nomine
(cioè "senza nome del destinatario"), 19 epistole politiche in un
libro; e le Variae, 76 epistole, queste ultime non raggruppate dall'autore, ma
dopo la sua morte dagli amici.[158] È rimasta intenzionalmente esclusa dalle
raccolte l'epistola Posteritati (Ai posteri). Le lettere spaziano dagli anni
bolognesi sino alla fine della vita del Petrarca[159] e sono indirizzate a vari
personaggi suoi contemporanei, ma, nel caso del XXIV libro delle Familiares,
sono rivolte fittiziamente a personaggi dell'antichità. Sempre delle Familiares
è celebre l'epistola IV, 1 incentrata sull'ascesa al Monte Ventoso.Opere in
volgare Francesco Petrarca, Rime, codice membranaceo ms. I 12, c. 1r.
conservato al Museo Petrarchesco Piccolomineo, Trieste. Il particolare riporta
il primo sonetto del Canzoniere. Il Canzoniere Magnifying glass icon mgx2.svg
Canzoniere (Petrarca). «Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono / di quei
sospiri ond’io nudriva ’l core / in sul mio primo giovenile errore / quand’era
in parte altr’uom da quel ch’i’ sono...» (Petrarca, Voi ch'ascoltate in
rime sparse il suono, prima quartina della lirica d'apertura del Canzoniere) Il
Canzoniere, il cui titolo originale è Francisci Petrarchae laureati poetae
Rerum vulgarium fragmenta, è la storia poetica della vita interiore del
Petrarca vicina, per introspezione e tematiche, al Secretum. La raccolta
comprende 366 componimenti (365 più uno introduttivo: "Voi ch'ascoltate in
rime sparse il suono"): 317 sonetti, 29 canzoni, 9 sestine, 7 ballate e 4
madrigali, divisi tra rime in vita e rime in morte di Madonna Laura [N 20],
celebrata quale donna superiore, senza però raggiungere il livello della donna
angelo della Beatrice dantesca. Difatti, Laura invecchia, subisce il corso del
tempo, e non è portatrice di alcun attributo divino nel senso teologico
stilnovista-dantesco. Anzi, la storia del Canzoniere, più che la celebrazione
di un amore, è il percorso di una progressiva conversione dell'anima: si passa,
infatti, dal giovanil errore (l'amore terreno per Laura) ricordato nel sonetto
introduttivo Voi ch'ascoltate in rime sparse, alla canzone Vergine bella, che
di sol vestita in cui Petrarca affida la sua anima alla protezione di Maria
perché trovi finalmente pietà e riposo[N 21]. L'opera, che richiese a
Petrarca quasi quarant'anni di continue rivisitazioni stilistiche (da qui la
cosiddetta limatio petrarchesca]), prima di trovare la forma definitiva subì,
secondo gli studi compiuti da Wilkins, ben nove fasi di redazioni, di cui la
prima risale al 1336-38, e l'ultima al 1373-74, che è quella contenuta nel codice
Vaticano Latino, I Trionfi Magnifying glass icon mgx2.svgI Trionfi. I
"Trionfi" (la titolazione originale è in latino, Triumphi) sono un
poemetto allegorico in volgare toscano, in terzine dantesche, incominciato da
Petrarca nel 1351, durante il periodo milanese, e mai portato a termine.
Il poema è ambientato in una dimensione onirica e irreale (strettissimo, per
scelta metrica e tematica, è il legame con la Comedia): Petrarca viene visitato
da Amore, che gli mostra tutti gli uomini illustri che hanno ceduto alle
passioni del cuore (Triumphus Cupidinis). Annoverato tra questi ultimi,
Petrarca verrà poi liberato da Laura, simboleggiante la Pudicizia (Triumphus
Pudicitie), che cadrà poi per mano della Morte (Triumphus Mortis). Petrarca
scoprirà dalla stessa Laura, apparsagli in sogno, che ella si trova nella
beatitudine celeste, e che egli stesso potrà contemplarla nella gloria divina
soltanto dopo che la morte lo avrà liberato dal corpo caduco in cui si
ritrova. La Fama poi sconfigge la morte (Triumphus Fame) e celebra il
proprio trionfo, accompagnata da Laura e da tutti i più celebri personaggi
della storia antica e recente. Il moto rapido del sole suggerisce al poeta
alcune riflessioni sulla vanità della fama terrena, cui fa seguito una vera e
propria visione, nella quale al poeta appare il Tempo trionfante (Triumphus
Temporis). Infine il poeta, sbigottito per la precedente visione, è confortato
dal suo stesso cuore, che gli dice di confidare in Dio: gli appare allora
l'ultima visione, un «mondo novo, in etate immobile ed eterna», un mondo al di
fuori del tempo dove trionferanno i beati e dove un giorno Laura gli
riapparirà, questa volta per sempre (Triumphus Eternitatis). Fortuna e
critica letteraria Ritratto di Leonardo Bruni. L'età dell'umanesimo Magnifying
glass icon mgx2.svgUmanesimo. Già quand'era in vita Petrarca fu riconosciuto
immediatamente quale maestro e guida per tutti coloro che volevano intraprendere
lo studio delle discipline umanistiche. Grazie ai suoi numerosi viaggi in tutta
Italia, gettò il seme del suo messaggio presso i principali centri della
Penisola, in particolar modo a Firenze. Qui, oltre ad aver conquistato alla
causa dell'umanesimo Giovanni Boccaccio (autore, tra l'altro, di un De vita et
moribus domini Francisci Petracchi de Florentia), Petrarca trasmise la sua
passione a Coluccio Salutati, dal 1375 cancelliere della Repubblica di Firenze
e vero trait d'union tra la generazione petrarchesco-boccacciana e quella
attiva nella prima metà del XV secolo. Coluccio, infatti, fu il maestro di due
dei principali umanisti del '400: Poggio Bracciolini, il più grande scopritore
di codici latini del secolo ed esportatore dell'umanesimo a Roma; e Leonardo
Bruni, il più notevole rappresentante dell'umanesimo civile insieme al maestro
Salutati. Fu il Bruni a consolidare la fama di Petrarca, allorché nel 1436
redasse una Vita di Petrarca[164], seguita da quelle di Filippo Villani,
Giannozzo Manetti, Sicco Polenton e Pier Paolo Vergerio[162]. Oltre a
Firenze, i soggiorni del poeta in Lombardia e a Venezia favorirono la nascita
di movimenti culturali locali desti declinare i princìpi umanistici a seconda
delle esigenze della classe politica locale: a Milano, dove operarono letterati
del calibro di Pier Candido Decembrio e di Francesco Filelfo, nacque un
umanesimo cortigiano destinato a diventare il prototipo per tutte le corti
principesche italiane[165]; a Venezia si diffuse, invece, un umanesimo educativo
destinato a formare la nuova classe dirigente della Serenissima, grazie
all'attività di Leonardo Giustinian e di Francesco Barbaro prima, e di Ermolao
il Vecchio e dell'omonimo detto il Giovane poi[165].Pietro Bembo e il
petrarchismo Magnifying glass icon mgx2.svgPietro Bembo e Petrarchismo. Se nel
'400 Petrarca era visto soprattutto come capostipite della rinascita delle
lettere antiche, grazie al letterato e cardinale veneziano Pietro Bembo divenne
anche il modello del cosiddetto classicismo volgare, definendo una tendenza che
si stava progressivamente già delineando nella lirica italiana[N 23]. Difatti
Bembo, nel dialogo Prose della volgar lingua del 1525, sostenne la necessità di
prendere come modelli stilistici e linguistici Petrarca per la lirica,
Boccaccio invece per la prosa, scartando Dante per il suo plurilinguismo che lo
rendeva difficilmente accessibile: «Requisito necessario per la nobilitazione
del volgare era dunque un totale rifiuto della popolarità. Ecco perché Bembo
non accettava integralmente il modello della Commedia di Dante, di cui non
apprezzava le discese verso il basso nelle quali noi moderni riconosciamo un
accattivante mistilinguismo. Da questo punto di vista, il modello del
Canzoniere di Petrarca non presentava difetti, per la sua assoluta selezione
linguistico-lessicale.» (Marazzini265) Gianfranco Contini, grande
estimatore di Francesco Petrarca e suo commentatore nel XX secolo. La proposta
bembiana risultò, nelle diatribe relative alla questione della lingua, quella
vincente. Già negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione delle
Prose, si diffuse presso i circoli poetici italiani una passione per le
tematiche e lo stile della poesia petrarchesca (stimolata anche dal commento al
Canzoniere di Alessandro Vellutello), chiamata poi petrarchismo, favorita anche
dalla diffusione dei petrarchini, cioè edizioni tascabili del Canzoniere. A
fianco del petrarchismo, però, si sviluppò anche un movimento avverso alla
canonizzazione poetica operata dal Bembo: prima nel corso del Cinquecento,
allorché letterati come Francesco Berni e Pietro Aretino svilupparono
polemicamente il fenomeno dell'antipetrarchismo; poi, nel corso del Seicento,
la temperie barocca, ostile all'idea di classicismo in nome della libertà
formale, declassò il valore dell'opera petrarchesca. Riabilitato parzialmente
nel corso del Settecento da Ludovico Antonio Muratori, Petrarca ritornò
pienamente in auge in seno alla temperie romantica, quando Ugo Foscolo prima e
Francesco De Sanctis poi, nelle loro lezioni universitarie di letteratura
tenute dal primo a Pavia, e dal secondo a Napoli e a Zurigo, furono in grado di
operare un'analisi complessiva della produzione petrarchesca e ritrovarne
l'originalità. Dopo gli studi compiuti da Giosuè Carducci e dagli altri membri
della Scuola storica compiuti tra fine '800 e inizi '900, il secolo scorso
vide, per l'area italiana, Gianfranco Contini e Giuseppe Billanovich tra i
maggiori studiosi del Petrarca. Petrarca e la scienza diplomatica
Magnifying glass icon mgx2.svg Diplomatica. Benché la diplomatica, ovvero la
scienza che studia i documenti prodotti da una cancelleria o da un notaio e le
loro caratteristiche estrinseche ed intrinseche, sia nata consapevolmente con
Jean Mabillon nel 1681, nella storia di tale disciplina sono stati individuati
dei precursori che, inconsapevolmente, nella loro attività filologica, hanno
analizzato e dichiarato l'autenticità o meno anche di documenti oggetto di
studio da parte della diplomatica. Tra questi, infatti, vi furono molti umanisti
e anche il loro precursore e fondatore, Francesco Petrarca. Nel 1361, infatti,
l'imperatore Carlo IV chiese al celebre filologo di analizzare dei documenti
imperiali in possesso di suo genero, Rodolfo IV d'Asburgo, che sarebbero stati
stilati da Giulio Cesare e da Nerone a favore dell'Austria che dichiaravano
tali terre indipendenti dall'Impero[169]. Petrarca rispose con la Seniles, XVI,
5[170] in cui, evidenziando lo stile, gli errori storici e geografici e il tono
(il tenore) della lettera (tra cui la mancanza della data topica e della data
cronologica propria dei diplomi), negò la validità di questo diploma.
Onorificenze Laurea poeticanastrino per uniforme ordinario. Laurea poetica —
Roma, 8 aprile 1341 A Petrarca è intitolato il cratere Petrarca su Mercurio[171].Note
Esplicative L'epistola, scritta in
risposta a una missiva in cui l'amico Giovanni Boccaccio gli chiedeva se fosse
vera l'invidia che Petrarca nutriva per Dante, contiene l'accenno all'incontro,
in età giovanile, con il più maturo poeta: «E primieramente si noti com'io mai
non ebbi ragione alcuna d'odiare cotal uomo, che solo una volta negli anni
della mia fanciullezza mi venne veduto.» (Delle cose familiari, XXI, 15,
traduzione italiana di G. Fracassetti, 4392) La critica, se l'incontro sia da
attribuirsi a Pisa o ad altre località, è divisa: Ariani23 e Ferroni82, nota 6
propendono per la città toscana, mentre Rico-Marcozzi pensano a un incontro
avvenuto a Genova sul finire del 1311, quando la famiglia di ser Petracco si
stava dirigendo in Francia. Pacca4 opera un'interpretazione intermedia tra le
due città, benché ritenga che sia più probabile Pisa come luogo effettivo
dell'incontro. Dello stesso parere, infine, anche Dotti, 19879. Si legga il brano dell'epistola, in cui
Petrarca ricorda il loro primo incontro e il piacevolissimo periodo trascorso
nella località francese: «e noi fanciulli ancora impuberi partimmo in un cogli
altri, ma fummo con speciale destinazione per imparare grammatica mandati a
scuola a Carpentrasso, piccola città, ma di piccola provincia città capitale.
Ricordi tu que' quattro anni? Quanta gioia, quanta sicurezza, qual pace in
casa, qual libertà in pubblico, quale quiete, qual silenzio ne' campi!»
(Lettere Senili, X, 2, traduzione di G. Fracassetti, 287) Petrarca mostrò, nei confronti di tale
scienza, sempre un'avversione innata, come è esposto nella Familiares, XX, 4,
in cui il futuro autore del Canzoniere scrive a Marco Genovese che a
Montpellier prima e a Bologna poi «ben altro in quegli anni fare io poteva o in
se stesso più nobile o alla natura mia meglio conveniente: né sempre nella
elezione dello stato quello ch'è più splendido, ma quello che a chi lo sceglie
è più acconcio preferire si deve.» (Delle cose familiari, XX, 4,
traduzione di G. Fracassetti, 4261) Come
però ricorda Wilkins16, la scelta di Petrarca di entrare a far parte della
Chiesa non fu soltanto dettata dalla cinica necessità di ottenere i proventi
necessari per vivere. Nonostante non avesse mai avuto la vocazione per la cura
delle anime, Petrarca ebbe sempre una profonda fede religiosa. A sviluppare la tesi dell'identificazione di
Laura con tale Laura de Sade è la stessa testimonianza di Petrarca nella
Familiares, II, 9 a Giacomo Colonna, il quale cominciò a mostrarsi dubbioso
sull'esistenza di questa donna (si veda Delle cose familiari, II, 9, traduzione
di G. Fracassetti). Più precisamente, nella Nota a379, Fracassetti fa
riemergere la vita della presunta amata del Petrarca: «Da Odiberto e da
Ermessenda di Noves nobile famiglia di Avignone nacque del 1307, o in su quel
torno, una fanciulla, cui fu dato il nome di Laura. Ai 16 gennaio del 1325 fa
fatta per man di notaio la scritta nuziale fra Laura ed Ugo De Sade gentiluomo
Avignonese. Due anni più tardi, a' 6 di aprile del 1327 nella chiesa di S.
Chiara di questa città, a quell'ora del giorno che chiamavano prima, il
Petrarca giovane allora di poco più che ventidue anni la vide» Si legga l'episodio di come fossero stati
dati alle fiamme dei libri di Virgilio e Cicerone, cosa che suscitò il pianto
nel giovane Petrarca. Al che il padre, vedendolo così affranto «d'una mano
porgendo Virgilio, dall'altra i rettorici di Cicerone: "tieni, sorridendo
mi disse, abbiti questo per ricrearti qualche rara volta la mente, e
quest'altro a conforto e ad aiuto nello studio delle leggi".»
(Lettere Senili, XVI, 1, traduzione di G. Fracassetti, 2458) Il codice, dopo la morte di Petrarca (1374),
passò nelle mani di Francesco Novello da Carrara, nuovo signore di Padova.
Quando questa città verrà conquistata, agli inizi del '400, da Gian Galeazzo
Visconti, anche il patrimonio bibliotecario petrarchesco passò nelle mani dei
duchi milanesi, che lo conservarono nella loro biblioteca di Pavia. Fu poi
sistemato nella Pinacoteca Ambrosiana, grazie all'intervento del suo fondatore,
il cardinale Federigo Borromeo arcivescovo di Milano (1595-1631). Si veda:
Cappelli, 42-43. Da questo momento in avanti, Petrarca
non esitò a chiamare Avignone la novella Babilonia di apocalittica memoria,
come testimoniato dai celebri sonetti avignonesi facenti parte del Canzoniere.
Oltre a motivazioni di carattere morale, ci fu anche la profonda delusione che
suscitò la decisione di Benedetto XII di non recarsi a prendere possesso
ufficialmente della sua sede vescovile e ristabilire così pace in Italia
(Ariani). Petrarca scrisse, riguardo alla morte del vecchio amico e protettore,
due lettere commoventi: la prima, al fratello di Giacomo, il cardinale Giovanni
(Delle cose familiari, IV, 12, traduzione di G. Fracassetti, 1, 537-549); la seconda, all'amico Angelo
Tosetti, soprannominato Lelius (Delle cose familiari, traduzione di G.
Fracassetti). Nella Nota alla prima a548, Fracassetti ricorda come Petrarca,
nella Familiares, V, 7, avesse avuto, in sogno, il presagio della morte del
Vescovo di Lombez venticinque giorni prima della sua effettiva scomparsa. Cappelli55. Significativa la ricostruzione
storico-letteraria compiuta da Amaturo, ove si rievocano le figure di intellettuali
che si legarono, tra XIII e XIV secolo, alla biblioteca capitolare veronese
(Giovanni De Matociis, Dante e Pietro Alighieri, Benzo d'Alessandria, Vincenzo
Bellovacense) e le rarità che essa conteneva (codici contenenti le lettere di
Plinio il Giovane; parte dell'Ab Urbe condita liviana che Petrarca utilizzò per
la ricostruzione filologica del codice Harleiano; le orazioni ciceroniane
citate; il Liber catulliano). Boccaccio
esprimerà la sua indignatio nell'Epistola X Archiviato l'11 giugno in ., indirizzata a Francesco Petrarca, ove,
grazie alla tecnica retorica dello sdoppiamento e a topoi letterari, Boccaccio
si lamenta col magister di come Silvano (il nome letterario usato nella cerchia
petrarchesca per indicare il poeta laureato) avesse osato recarsi presso il
tiranno Giovanni Visconti (identificato in Egonis):«Audivi, dilecte michi, quod
in auribus meis mirabile est, solivagum Silvanum nostrum, transalpino Elicone
relicto, Egonis antra subisse, et muneribus sumptis ex pastore castalio
ligustinum devenisse subulcum, et secum pariter Danem peneiam et pierias
carcerasse sorores». Inoltre, bisogna ricordare che la scelta di risiedere a
Milano era anche uno schiaffo alla proposta delle autorità fiorentine di
occupare un posto come docente nello Studium, occupazione che gli avrebbe
concesso di rientrare in possesso dei beni paterni sequestrati. L'arcivescovo
Giovanni II Visconti, difatti, proseguì la politica espansionistica dei suoi
predecessori a danno delle altre potenze dell'Italia centro-settentrionale, tra
le quali spiccava Firenze. Le ostilità tra Milano e Firenze perdureranno fino a
metà '400, quando salì al potere come duca dello Stato lombardo Francesco
Sforza, che intraprese una politica di alleanza con Firenze grazie all'amicizia
personale che lo legava a Cosimo de' Medici.
Durante l'epidemia di peste milanese, morì il figlio Giovanni
(Pacca219), nato nel 1337 da una relazione extraconiugale. I rapporti con il
figlio, al contrario di quanto avvenne con la secondogenita Francesca, furono
assai burrascosi a causa della condotta ribelle di Giovanni (Dotti, 1987319
accenna all'odio che Giovanni provava verso i libri, «quasi fossero serpenti»).
Come ricordato nella Familiares, XXII, 7 del 1359: «Nel 1357 si separò dal
figlio Giovanni, che tornò ad Avignone in seguito a non precisati dissapori
(Familiares); tre anni dopo sarebbe tornato a Milano.»
(Rico-Marcozzi) Il ravennate Giovanni
Malpaghini fu presentato, nel 1364, da Donato degli Albanzani a Petrarca che,
rimasto colpito dalle sue qualità letterarie e dalla sua pronta intelligenza,
lo prese al suo servizio quale copista. La collaborazione tra i due uomini,
durata appunto dal 1364 al 1367, si interruppe il 21 aprile di quell'anno,
quando il Malpaghini decise di lasciare l'incarico presso l'Aretino. Per
maggiori informazioni biografiche, si veda la biografia di Signorini. Petrarca, nella Seniles, XV, 5, informa il
fratello Gherardo, tra le altre cose, anche della sua nuova dimora sui colli
Euganei, dandone un quadro piacevole e ameno: «E per non dilungarmi di troppo
della mia chiesa, qui fra i colli Euganei, non più lontano che dieci miglia da
Padova mi fabbricai una piccola ma graziosa casina, cinta da un oliveto e da
una vigna che dan quanto basta a una non numerosa e modesta famiglia. E
qui, sebbene infermo del corpo, io vivo dell'animo pienamente tranquillo lungi
dai tumulti, dai rumori, dalle cure, leggendo sempre e scrivendo [...].»
(Lettere Senili, XV, 5, traduzione di G. Fracassetti, 2413) La lettera, datata 26 aprile 1335, non può
essere considerata "reale", ma piuttosto una rielaborazione voluta
dal Petrarca. Difatti, a quell'altezza, il giovane Petrarca non era ancora
entrato in contatto con il padre agostiniano, e la scelta della data
(corrispondente al Venerdì Santo) e del luogo (la salita al monte rievoca
l'immagine della Passione di Gesù sul Calvario) rendono ancora più
"mitica" l'ambientazione. Si veda, per quanto riguarda la
ricostruzione filologica e cronologica dell'epistola, il saggio di Giuseppe
Billanovich, Petrarca e il Ventoso, in Italia medioevale e umanistica, 9, Roma, Antenore, Il ventiquattresimo libro delle Familiares è
composto da lettere indirizzate a vari personaggi dell'antichità classica. Per
Petrarca, infatti, gli antichi non sono lontani e irraggiungibili: la costante
lettura delle loro opere fa sì che Cicerone, Orazio, Seneca, Virgilio vivano
attraverso queste ultime, rendendo i rapporti tra Petrarca e i suoi ammirati
scrittori classici vicini per la comunanza di sentimento. L'Otium degli antichi romani non consisteva
unicamente nel riposo dagli impegni quotidiani, indicati sotto il sostantivo di
negotium. Per Cicerone, l'otium non era soltanto il riposo dalle attività
forensi e politiche, ma soprattutto il ritiro nella propria intimità domestica
col fine di dedicarsi alla letteratura (De officiis, III, 1). In questo caso,
il modello petrarchesco è affine a quello stoicheggiante dell'oratore romano.
Si veda il riassunto operato da Laidlaw,
42-52 che ripercorre la concezione all'interno della letteratura latina.
Per Cicerone, nello specifico si vedano le pagine Laidlaw, 44-47.
Termine di origine catulliana, Petrarca lo prende in prestito per
descrivere le liriche come "diversivo, passatempo". La questione
delle nugae volgari e, più in generale, delle opere latine, è esposta nella
Familiares, I, 1 (Delle cose familiari, I, 1, traduzione di G. Fracassetti,
1, 239-253). Guglielmino-Grosser184. I testi sono raccolti
nel codice Vaticano Latino 3195, come ricordato da Santagata, Bisogna ricordare che Il Canzoniere non
raccoglie tutti i componimenti poetici del Petrarca, ma solo quelli che il
poeta scelse con grande cura: altre rime (dette extravagantes) andarono perdute
o furono incluse in altri manoscritti (cfr. Ferroni8). L'inquietudine petrarchesca nasce, quindi,
dal contrasto tra l'attrazione verso i beni terreni (tra cui l'amore per Laura)
e l'aspirazione all'assoluto divino, propria della cultura medievale e della
religione cristiana, come ricordato da Guglielmino-Grosser186. Petrarca mantenne, nell'ambito della lirica
volgare, quell'aristocraticismo stilistico-lessicale prima accennato, in cui si
rifiutano molti usi lemmatici presenti nella tradizione poetica italiana e che
Petrarca rifiuterà, accogliendone un preciso gruppo ristretto ed elitario. Come
ricorda Marazzini, 220-221: «Si delinea
una tendenza del linguaggio lirico al 'vago', inteso nel senso di una
genericità antirealistica (al contrario di quanto accade nel corposo realismo
della Commedia), testimoniato anche dalla polivalenza di certi termini, i
quali, come l'aggettivo dolce, entrano in un numero molto grande di combinazioni
diverse [...] Eppure la lingua di Petrarca, selezionata e ridotta nelle scelte
lessicali, accoglie un buon numero di varianti canonizzando un
polimorfismo...in cui si allineano la forma toscana, quella latineggiante,
quella siciliana o provenzale...»
Di Benedetto170. Si ricorda anche che, seppur in forma minore, era
presente nel mondo letterario italiano del '400 anche un'ammirazione verso il
Petrarca volgare, come testimoniato dalle edizioni a stampa del Canzoniere e
dei Trionfi uscite nel 1472 dalla bottega dei padovani Bartolomeo Valdezocco e
Martino "de Septem Arboribus" (cfr. Ente Nazionale Francesco
Petrarca, Culto petrarchesco a Padova.).Riferimenti bibliografici la notte tra il 18 e il 19 luglio Casa Petrarca Arezzo, Regione Toscana, 13
dicembre . 12 febbraio . Wilkins, 5-6. Ariani21. Più specificamente
Bettarini: «Il 20 ottobre [1304], dopo essere stato accusato di aver
falsificato un istrumento notarile, fu così condannato al pagamento di 1000
lire e al taglio della mano destra».
Dotti, 19879. Bettarini e
Pacca4. Per informazioni biografiche, si
veda la voce Pasquini. Il ricordo di
Petrarca al riguardo è riportato in Lettere Senili, XVI, 1, traduzione di G.
Fracassetti, Pasquini: «Quanto al Petrarca, il magistero di C[onvenevole] si colloca
indubbiamente fra il 1312 e il '16». La
Casa del Petrarca, su arquapetrarca.com. 19 febbraio 20 febbraio ). Pacca7.
Si legga il brano della Lettere Senili, X, 2 nella traduzione di G.
Fracassetti, 286. Il brano è ricordato anche da Wilkins11. Ariani25. Wilkins11.
Rico-Marcozzi: «Nell'autunno 1320 si recò a studiare a Bologna, seguito
da un maestro privato...»; e Wilkins13, in cui si ritiene che questo maestro
avesse «l'incarico, almeno per Francesco e Gherardo, di fungere in loco
parentis». Ariani26. Ariani,
27-28. Wilkins12. Dotti
Bettarini. Cappelli Pacca Rico-Marcozzi; Ferroni4; Wilkins17. Wilkins,
Rico-Marcozzi: «Nel marzo 1330, Giacomo Colonna reclutò Petrarca per la
sua corte vescovile di Lombez, in Guascogna: ne avrebbero fatto parte il
cantore fiammingo Ludovico Santo di Beringen e l'uomo d'armi romano Lello di
Pietro Stefano dei Tosetti, che Petrarca battezzò in seguito, rispettivamente,
Socrate e Lelio.» Ferroni4. Pacca Alinari :.., su alinariarchives. 18
febbraio . La distinzione tra le due
scuole di pensiero emerge in Ferroni,
20-21. Ariani31 ricorda che il primo sostenitore del filone
allegorico-letterario fu il giovane Giovanni Boccaccio nel suo De vita et
moribus domini Francisci Petrarche.
Ariani28. Dotti, specifica che questo san Paolo fu acquistato per
procura a Roma e che il volume proveniva da Napoli. Ariani35.
Per maggiori approfondimenti biografici, si veda la biografia di Moschella. Moschella: «Suggello ideale dell'amicizia
tra i due fu il dono, da parte di D[ionigi], di una copia delle
Confessiones di s. Agostino...»
Billanovich Billanovich, 207-208,
nota 2. Wilkins, 18-19 e Pacca142. Wilkins20.
Wilkins Rico-Marcozzi: «Nel frattempo aveva raggiunto Roma (nel gennaio
o febbraio 1337), accolto da fra Giovanni Colonna al termine di un avventuroso
viaggio, e dove nella sua prima lettera (II 14, 15 marzo), contemplando dal
Campidoglio le rovine dell’Urbe, manifestò la meraviglia per la loro grandezza
e maestosità, dando forma a quella riscoperta dell’antichità classica e al
rimpianto per la sua decadenza che divennero i cardini etici, estetici e
politici dell’Umanesimo.»
Pacca33. Dotti, 198750. Dotti, 198751. Mauro Sarnelli, Petrarca e gli uomini
illustri, Treccani. 22 febbraio 12 marzo
). Poet Laureate, The Royal Household. 22 febbraio . Ariani,
39-40: «Certo il privilegio toccava, del tutto straordinariamente, a un
poeta che ancora non aveva pubblicato molto per meritarselo: ma la protezione
dei potenti Colonna e la rete di estimatori che aveva saputo intessere per
tempo sono evidentemente bastate a valorizzare al massimo le epistole metriche,
la fama dell'Africa...e del De viris, le rime volgari già note...» Dello
stesso avviso anche Pacca74 e Santagata19.
Moschella: «Tra il 1337 e il 1338” D[ionigi] fece ritorno in Italia;
dopo un breve soggiorno a Firenze, giunse a Napoli (cfr. Petrarca, Familiares,
IV, 2), dove l'aveva voluto il re Roberto d'Angiò, che per l'agostiniano
nutriva una profonda stima, oltre a condividerne gli interessi per l'astrologia
giudiziaria e per i classici latini.»
Wilkins34: «La conoscenza dell'antica tradizione e delle due o tre
incoronazioni celebrate da singole città in tempi moderni, insieme
all'aspirazione a diventare famoso, accese inevitabilmente in Petrarca il
desiderio di ricevere a sua voglia quell'onore. Egli confidò dapprima il suo
pensiero a Dionigi da Borgo San Sepolcro e a Giacomo Colonna, e ne venne a
conoscenza anche qualche persona che aveva legami con l'Parigi.» Si legga il brano della lettera dove inizia
la decantazione delle lodi nei confronti del re napoletano: «E chi dico io, e
lo dico con pieno convincimento, in Italia, anzi in Europa più grande di re
Roberto?» (Delle cose familiari, II, 4, traduzione di G. Fracassetti,
1494) Wilkins35. Rico-Marcozzi: «Sulla base dei contraddittori
racconti di Petrarca si dovrebbe dedurre che nello stesso giorno (il 1º
settembre 1340) questi avesse ricevuto l’invito a cingere la corona sia dal
Senato di Roma sia da Parigi e avesse chiesto consiglio al cardinal Colonna (IV
4), decidendo di scegliere Roma (IV 5, 6), per ricevere la laurea "sulle
ceneri degli alti poeti che ivi dimorano".» Difatti Petrarca
riteneva che l'ultima incoronazione a Roma fosse stata quella del poeta Stazio
(I secolo d.C) e che quindi, se vi fosse stato incoronato, sarebbe stato
direttamente un successore degli antichi poeti classici da lui tanto amati
(Pacca73). Cfr., ad esempio,
Rico-Marcozzi; Wilkins, 37-38;
Ariani40 Pacca74. Rico-Marcozzi: «L'8 e il 13 aprile sono le
date fornite da Petrarca ([Familiares], IV 6, 8), e la più probabile sembra
essere la seconda; tuttavia Boccaccio situa l'evento il 17 e il documento
ufficiale, il Privilegium laureationis, almeno in parte redatto dallo stesso
Petrarca, reca la data del 9.» Lacultur,
biografia di Francesco Petrarca, su lacultur.altervista.org. Wilkins,
90-91. Dotti, 198731: «In
Avignone egli vedeva simbolicamente la corruzione della Chiesa di Cristo e
l'intollerabile esilio di Pietro.»
Paravicini Bagliani.
Moschella. Petrucci. Wilkins, 48-49. Così Ariani41; Wilkins48 sostiene invece che
Cola sia giunto ad Avignone agli inizi del 1343. Wilkins48: «Cola si intrattenne parecchi mesi
e in quel periodo strinse amicizia con Petrarca. Cola era ancor giovane e poco
noto; ma i due uomini avevano in comune un grande entusiasmo per la Roma antica
e cristiana, una grande preoccupazione per lo stato presente della città e una
grande speranza per la restaurazione dell'antica potenza e dell'antico
splendore.» Il Mondo di Petrarca,
su internetculturale. 14 dicembre
(archiviato dall'url originale l'11 novembre ). Ariani,
45-46, il quale ricorda, a testimonianza della rottura coi Colonna,
Bucolicum carmen, VIII, intitolato Divortium (cfr. Bucolicum carmen. Santagata16
ricorda inoltre come i legami tra Petrarca e il cardinale Giovanni non fossero
mai stati buoni come con il fratello di lui Giacomo: «a differenza di
Giacomo...il cardinale restò sempre il dominus.» Rico-Marcozzi.
Pacca135 e Cappelli50. Dotti, 1987, 134-135.
Wilkins93. Ariani46. Troncarelli.
Waley. Pacca118. Francesco Petrarca a Padova, su
padovanet. Rico-Marcozzi: «Giacomo II da
Carrara, signore di Padova, che a inizio 1349 gli fece ottenere un ulteriore e
ricco canonicato da 200 ducati d'oro l'anno e una casa nei pressi della
cattedrale». Ariani49. Una
prospettiva generale del rapporto tra Petrarca e Boccaccio è esposto in
Rico, Branca87. Rico-Marcozzi: «Solo in autunno si trasferì
ad Avignone, per scoprire (almeno secondo quanto affermato in Familiares, XIII,
5) che gli si offriva la segreteria apostolica, già a suo tempo rifiutata, e un
vescovado». Ariani50.
Ferroni6. Domenico Ferraro, Petrarca a
Milano. Le ragioni di una scelta, Rinascimento : LV, 225, Firenze : L.S.
Olschki, . Viscónti, Galeazzo II, su
treccani. 24 febbraio . Pacca180;
Amaturo87: «Ma è fuor di dubbio che tra il poeta e i suoi nuovi signori si
istituiva come un patto di mutuo interesse: da un lato egli si avvantaggiava
della posizione di prestigio che gli offriva l'amicizia dei Visconti; d'altro
lato acconsentiva tacitamente a essere adoperato in missioni diplomatiche, non
numerose invero, né discordanti con i suoi ideali civili.»
Ariani52. Cappelli36: «La
riflessione petrarchesca si indirizza sempre più ad hominem e ad vitam, all'uomo
concreto nella sua circostanza concreta, si nutre di meditazione interiore,
progetta un'opera capace di delineare una parabola esemplare in cui lo
scrittore propone se stesso e la cultura di cui è portatore come modello capace
di confrontarsi su tutti i terreni.»
Rico-Marcozzi: «il Secretum...composto in tre fasi successive. Ferroni11. Ariani,
52-53. Cappelli Wilkins Vicini Retore originario di Pratovecchio,
Donato degli Albanzani fu intimo amico sia di Petrarca che di Boccaccio. Per
quanto riguarda i rapporti con il primo si ricordano, oltre le missive
indirizzategli dall'Aretino, anche alcune egloghe del Bucolicum Carmen, in cui
è chiamato con il senhal di Appenninigena. Si veda la voce biografica
Martellotti. Ugo Dotti, Petrarca civile:
alle origini dell'intellettuale moderno, Donzelli Editore, Wilkins, 220-223 espone dettagliatamente le trattative
tra Petrarca e la Serenissima, citando anche il verbale del Maggior Consiglio
con cui si procedette all'approvazione della proposta petrarchesca. Per ulteriori
informazioni, si veda Gargan, Lettere
Senili, IV, 4, traduzione di G. Fracassetti, Si ricordi la visita dell'amico
Boccaccio nell'estate del 1367, quando però Petrarca si era recato
momentaneamente a Pavia su richiesta di Galeazzo II. Nonostante l'assenza
dell'amico, Bocca ccio trovò una calorosa accoglienza da parte di
Francescuolo e di Francesca, trascorrendo giorni piacevoli nella città
lagunare (Cfr. Wilkins, 250-252). Rico-Marcozzi: «...all'inizio del 1366 fece
ritorno a Venezia dove fu raggiunto dalla figlia Francesca maritata nel 1361 al
milanese Francescuolo da Brossano.»
Pacca, Ma...bisogna dire che il
vero valore del De ignorantia consiste nella vigorosa affermazione della
filosofia morale sulla scienza naturale. Ed è questo il motivo della sua
inferiorità rispetto a scrittori come Platone, Cicerone e Seneca; perché per
Petrarca la cultura "è subordinata alla vita morale
dell'uomo...» Casa del Petrarca, Arquà. Wilkins Ariani Wilkins265. Billanovich 194767: «[Petrarca] aveva designato
con indicazioni esplicite anche per noi remoti quale loro custode un letterato
padovano, Lombardo della Seta, mediocre per ingegno e per dottrina, ma cliente
premuroso del maestro, di cui in una intima familiarità negli ultimi anni aveva
lentamente conosciuto le abitudini e filialmente soddisfatto i desideri.
Così...era promosso subito a buon segretario...» Ariani60. Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti,
Giuseppe Zaccaria, Dal testo alla storia, dalla storia al testo, Paravia
Wilkins La tomba del Petrarca.
Canestrini5 e Dotti, 1987439.
Millocca, Francesco, Leoni, Pier Carlo, in Dizionario biografico degli
italiani, 64, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, 2005. Si veda Analisi Genetica
dei resti scheletrici attribuiti a Petrarca.
Si veda inoltre Petrarcail poeta che perse la testain The Guardian del 6
aprile 2004, sulla riesumazione dei resti di Petrarca. Ricchissima la al proposito: si ricordino i libri citati in
, tra cui Cappelli, L'umanesimo italiano da Petrarca a Valla; i saggi curati da
Giuseppe Billanovich (tra cui l'opera sua più importante, Billanovich, 1947,
Petrarca letterato), uno dei maggiori studiosi del Petrarca; i libri di Pacca,
Ariani e Wilkins. Pacca189 e
Cappelli, Garin. Si veda il lungo
articolo di Lamendola al riguardo, in cui si espone anche la chiave di lettura
dei classici latini nel corso dell'età medioevale. Dotti, Magdi A. M. Nassar, Numismatica e
Petrarca: una nuova idea di collezionismo, Il collezionismo numismatico
italiano. Una storica e illuminata tradizione. Un patrimonio culturale del
nostro Paese., Milano, Numismatici Italiani Professionisti, Billanovich Per la
datazione cronologica, cfr. Billanovich. Il Petrarca formò tra i venti e i
venticinque anni il Livio Harleiano»; e Ivi330: «Le scoperte e i restauri degli
Ab Urbe condita eseguiti dal Petrarca sul palcoscenico europeo di Avignone
press'a poco tra il 1325 e il 1330...» Cappelli42. Billanovich 1953, Billanovich Un riassunto veloce è esposto
anche da Ariani63. Cappelli42 e
Ariani62. Cappelli, Albertini Ottolenghi, 35-37.
Albertini Ottolenghi37.
Significativo il titolo del settimo capitolo di Ariani. Lo scavo
introspettivo. Ferroni10. Ferroni,
Ferroni10 e Guglielmino-Grosser178. Petrarca, Africa, Cappelli45 e Guglielmino-Grosser Dotti,: «I versi
vennero infatti riconosciuti bellissimi, ma tali da non convenirsi alla persona
cui erano posti in bocca, in quanto degni piuttosto di un personaggio cristiano
che di uno pagano.» Santagata. Il
gesto di fastidio con il quale si liberò quasi sùbito delle superfetazioni
scolastiche ha il suo esatto corrispettivo nel rifiuto dell'imponente edificio
logico e scientifico della filosofia Scolastica a favore di una ricerca morale
orientata, con la guida determinante dell'agostinismo, verso il soggetto e l'interiorità
della coscienza...» Delle cose
familiari, IV, 1, traduzione di G. Fracassetti, 1, 481-492.
Guglielmino-Grosser172, confrontando Dante, il quale non ha trasmesso ai
posteri dati biografici della propria vita, e Petrarca, afferma che quest'ultimo
«fornendoci una grande quantità di informazioni dettagliate sulla sua vita
quotidiana, vere o false che siano, mira a trasmettere di sé un'immagine
concreta». Dotti532, sulla base della
Familiares, I, 9, delinea il senso del messaggio umanistico lanciato da
Petrarca: «...parlare con il proprio animo non serve: bisogna affaticarsi ad
ceterorum utilitatem quibuscum vivimus, per l'utilità di coloro con i quali
viviamo in questa terrena società, ed è certo che con le nostre parole possiamo
giovare: quorum animos nostris collucutionibus plurimum adiuvari posse non
ambigitur (Familiares, I, 9, 4). Il colloquio umano è dunque lo strumento
dell'autentico processo umanistico...Sua mercé si saldano e si congiungono gli
spazi più lontani...I comuni principi morali, dunque, e l'indagine costante e
irreversibile sono la molla di un processo che non può aver fine se non con la
morte dell'umanità medesima, e il discorso, il colloquio e la cultura ne sono
il filo conduttore.» Viaggi nel
TestoAutori della letteratura Italiana, su internetculturale. 27 febbraio 24 giugno ).
Si ricordino i celebri versi di Pd XVII, 58-60, in cui l'avo Cacciaguida
gli profetizza la durezza dell'esilio: Tu proverai sì come sa di sale / lo pane
altrui, e come è duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale Guglielmino-Grosser Guglielmino-Grosser
Marazzini Santagata34: «La riforma di Petrarca consiste nell'introdurre entro
l'universo senza regole della rimeria coeva la disciplina, l'ordine, la pulizia
formale, lo stesso aristocraticismo propri delle più compatte 'scuole'
duecentesche...» Luperini, Il
plurilinguismo di Dante e il monolinguismo di Petrarca secondo Gianfranco
Contini. Delle cose familiari, XXI, 15,
traduzione di G. Fracassetti, Pulsoni Giuseppe Pizzimentig Opera : Altichiero ,
San Giorgio battezza Servio re di Cirene, su catalogo.fondazionezeri.unibo. 29
febbraio 5 marzo ). Si veda, per maggiori informazioni,
Pacca, Per maggior informazioni, si veda
il saggio di Fenzi. Si veda il saggio di
Dotti sulle Epistolae metricae.
Pacca, Pacca, 36-45. Ferroni14. Amaturo,
Cappelli Ferroni, 1Pacca, Santagata45.
Amaturo, Le epistolae retrodatate al 1345 furono,
secondo Santagata45, probabilmente scritte ex novo perché fossero aderenti al
progetto culturale-esistenziale idealizzato dal Petrarca. Guglielmino-Grosser185. Ferroni19. Ariani358. Dionisotti: «[Salutati] fu per trent'anni,
dopo la morte del Petrarca e del Boccaccio, il più autorevole umanista
italiano, unico erede di quei grandi.»
Dionisotti, 1970: «Dopo lungo intervallo, Boccaccio compose in volgare
una succinta vita di Alighieri cui fece seguire un'assai più succinta vita del
Petrarca e un conclusivo paragone fra i due poeti. Cappelli, Di Benedetto Si veda la voce enciclopedica
curata da Praz e Di Benedetto Ariani Pacca, Petrarca e Bresslau, Lettere Senili, XVI, 5, traduzione di G.
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Lettere: Delle cose familiari libri ventiquattro, Giuseppe Fracassetti, 3, Firenze, Le Monnier, Lettere: Delle cose
familiari libri ventiquattro, Giuseppe Fracassetti, Firenze, Le Monnier, Francesco Petrarca,
Lettere: Delle cose familiari libri ventiquattro; Lettere varie libro unico,
Giuseppe Fracassetti, Firenze, Le
Monnier, Lettere Senili, Giuseppe Fracassetti,
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Senili, Giuseppe Fracassetti, 2,
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Petrarca, Africa, Léonce Pinguad, Parigi, Ernest Thorin, E. Petrucci, Roberto d'Angio, in Enciclopedia
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Umanesimo Canzoniere Petrarchino Biblioteca di Petrarca Incoronazione poetica
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Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Francesco Petrarca, in Dizionario di storia,
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Petrarca, su petrarca. 4 marzo ., ente ufficiale per gli studi petrarcheschi in
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rime di Francesco Petrarca, su Artemida. V D M Francesco Petrarca V D M
FlorenceCoA.svg Le tre corone fiorentine della lingua italiana Italia. Francesco
Petrarca. Petrarca. Keywords: implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Petrarca.” Luigi Speranza, “Il dialogo filosofico – Platone, Cicerone, Petrarca
e Grice.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51690251670/in/photolist-2mPAuFE-2mPqp6k-2mNzeEc-2mLNkZK-2mLMfs3-2mPV6V9-2mKG3XG-2mPE3Bq-2mGnP2f-nbwQP3-nbwZwH
Grice e Petrone – il determinismo –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Limosano). Filosofo. Grice: “I like some phrases by Petrone:
‘il mondo del spirito,’ ‘idealista’, etc.’” Grice: “Some of his philosophese is
totally untranslatable to Oxonian, such as ‘la nostra guerra’.” Veduta di
Limosano. Linceo. Nato a Limosano, piccolo centro dell'odierna provincia di Campobasso,
dopo aver insegnato a Modena, fu chiamato all'Ateneo napoletano. Cercò di
conciliare l'oggettivismo aristotelico con il soggettivismo kantiano. Socio corrispondente dell'Accademia Nazionale
dei Lincei, collaborò con la rivista Cultura Sociale politica letteraria,
fondata da Murri, influenzando con i suoi scritti il nascente movimento
democratico cristiano, e nella rivista Il Rinnovamento si espresse criticamente
sull'enciclica di Pio X Pascendi Dominici gregis che aveva duramente condannato
il modernismo. I suoi scritti provocarono le critiche della rivista dei gesuiti
La Civiltà Cattolica. Morì a San Giorgio
a Cremano nei pressi di Napoli. Sono intitolati al suo nome: l'Istituto
Comprensivo "Igino Petrone" di Campobasso, una via di Roma nella zona
XLV Castel di Guido, (XII Municipio, ex XVI). Nella natia Limosano viene
ricordato da una via del centro storico e da un monumento in una piazza
cittadina. Altre opere: “La fase recentissima della filosofia: analisi critica
poggiata sulla teoria della conoscenza, Pisa, E. Spoerri, “Il valore ed i
limiti di una psicogenesi della morale” (Roma, Balbi); “I limiti del determinismo,”
SModena, G. T. Vincenzi e nipoti, Nuova
ed. Urbino, Quattro venti, F. Nietzsche
e L. Tolstoi: idee morali del tempo. Conferenze lette alla Società "Pro
Cultura", Napoli, L. Pierro, Lo
stato mercantile chiuso di G. Am. Fichte e la premessa teorica del comunismo,
Napoli, A. Tessitore & Figlio, Problemi del mondo morale meditati da un
idealista, Milano-Palermo-Napoli, Remo Sandron Editore, Il diritto nel mondo
dello spirito. Saggio filosofico, Milano, Libreria Editrice Milanese, A
proposito della guerra nostra, Napoli, R. Ricciardi, Etica” (Palermo, Remo Sandron);
Ascetica” (Palermo, Remo Sandron); F. Battaglia, Enciclopedia Italiana,
riferimenti in ."Treccani L'Enciclopedia Italiana". Murri, La vita nova, Cecchini, Roma, Edizioni
di storia e letteratura, Al Rinnovamento, periodico di studi religiosi di
orientamento cattolico-liberale, fondato a Milano e pubblicato, collaborarono
alcune tra le voci più importanti del modernismo italiano, quali Buonaiuti e Murri,
il filosofo e studioso di storia del cristianesimo Tlgher, amico e collaboratore
di Buonaiuti, e Tyrrell. (cf. A. M. G. – “Tyrrell and Tyrrell”). Cfr. la voce
«Rinnovamento, Il» in Enciclopedie"Treccani L'Enciclopedia
Italiana". Avevamo già corretto le
stampe di questo articolo, quando ci giunse l'ultimo numero del Rinnovamento di
Milano (pieno di tutto fiele contro l'enciclica. Nella sostanza si accorda
pienamente col programma dei modernisti, ma nella violenza della forma e nella
irriverenza del linguaggio lo passa di molto; e trascende con Igino Petrone
(L'Enciclica di Pio X) a stravolgimenti indegni dello spirito e del senso
dell'enciclica» in La Civiltà Cattolica, Ed ancora sullo stesso periodico: «Ma
peggio ancora spropositò su questo punto Petrone nel Rinnovamento mostrando di
aver ben poco compreso e del modernismo e dell'enciclica che lo condanna.», Scheda
dell'Istituto Igino Petrone. Anagrafe scuole statali. Ministero
dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Fonte: SITOSistema
informativo toponomastica di Roma Capitale.
Felice Battaglia, Enciclopedia Italiana,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Dizionario di filosofia,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Jonathan Salina, Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Igino Petrone. Petrone. Keywords:
determinismo. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Petrone” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738846948/in/datetaken/
Grice e Pezzarossa == eloquenza
lombarda – filosofia italiana – Luigi Speranza (Mantova). Filosofo. Grice: “He wrote a LOT! Including a
study (or ‘ragionamento,’ as the Italians call it) on the spirit (spirito) of
Italian philosophy, which reminded me of Warnock, the irishman, and his search
for the soul of English philosophy!” -- Giuseppe Pezzarossa (o Pezza-Rossa –
Grice: “In which case, he is in the “R”s”). Docente di Retorica ed Eloquenza
del Seminario vescovile mantovano, fu coinvolto nella repressione austriaca che
portò al martirio di Belfiore.Nacque a Formigosa, frazione del comune di
Mantova. Orfano di entrambi i genitori, studiò presso il seminario. Insegna contemporaneamente
a Tazzoli con il quale condivide idee tendenzialmente liberali e le
preoccupazioni sulle condizioni sociali disagiate create dalla sorgente
rivoluzione industriale che pure ai loro occhi rappresentava un'occasione di
progresso. La pubblicazione dei “Saggi
di filosofia” gli procura guai con la Congregazione dell'Indice, all'epoca
guidata da Mai. Partecipa attivamente ai moti. L'autorità austriaca lo condana
al carcere. Dopo la scarcerazione e allontanato dall'insegnamento e da allora
non pubblica più. Le strade di Pezzarossa e Tazzoli si divideno quando Tazzoli
e tra i leader della cospirazione
anti-austriaca mentre Pezza-Rossa non vi adere seppure partecipò alla prima
riunione costitutiva del comitato rivoluzionario. Altre opere: Critica della
filosofia morale, Milano, Stamperia Reale; Spirito della filosofia italiana.
Ragionamento, Mantova, Elmucci; Saggi di filosofia cristiana sulle tracce de'
SS. padri e dottori della Chiesa, Mantova, Tip. Caranenti. Cipolla, elenca in
ordine alfabetico i venti partecipanti: Acerbi, Borchetta,, Borelli,
Castellazzo, Chiassi, Ferrari, Giacometti, Marchi, Mori Attilio, Pezzarossa,
Poma, Quintavalle, Rossettii, Sacchi, Siliprandi, Suzzara, Tassoni, Tazzoli
Enrico, Vettori, Zanucchi. Costantino Cipolla, BelfioreI comitati
insurrezionali del Lombardo-Veneto ed il loro processo a Mantova, Milano, FrancoAngeli,
Renato Pavesi, Il confronto fra don Tazzoli e don Pezza-Rossa in una
prospettiva filosofica, in Costantino Cipolla e Stefano Siliberti , Don Enrico
Tazzoli e il cattolicesimo sociale lombardo: Studi, Milano, FrancoAngeli.
Pezzarossa. Keywords: eloquenza lombarda. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Pezzarossa” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738592386/in/datetaken/
Grice e Pezzella – Cesare deve morire – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli). Grice:
“I like Pezzella – His “La memoria del possibile” would make Benjamin think
twice! – and I do not mean HIS Benjamin, but mine!” Si laurea a Pisa con una
tesi sul pensiero di Benjamin. Presso la Scuola Normale Superiore diviene
ricercatore di ruolo, e lo rimane fino al , anno in cui dà le sue dimissioni
anticipate. Ha collaborato a un seminario di Derrida a Parigi. Ha conseguito
con la tutela di Marin il Doctorat a Parigi (Grice: “a reason why which few
consider him Italian!” ) e il DEA in Réalisation cinématographique seguendo i
corsi diretti dal documentarista Rouch a Nanterre. Ha insegnato Estetica ed
Estetica del cinema, con affidamenti annuali provvisori, in diverse università..
Ha tenuto, su invito, un seminario a Parigi, in collaborazione con Michaud. È redattore
della rivista Altraparola e collabora col Centro per la riforma dello Stato
nella sede di Firenze. Il pensiero di Benjamin e quello dDebord sono punti di
riferimento costanti del suo lavoro. Inizialmente ha studiato la persistenza
delle forme del mito all’interno della modernità (e in tal senso si è occupato
di Bachofen, iintroducendo Il simbolismo funerario degli antichi, col sostegno
del Warburg Institut di Londra). L’intersezione tra mondo mitico e modernità
estrema lo porta a interessarsi della poesia e del pensiero di Hölderlin e
della Scuola di Francoforte. Vicino alla tradizione del pensiero dialettico,
apprezza soprattutto la versione esistenziale che ne viene data nella filosofia
degli anni Trenta e Quaranta, dopo i seminari di Kojève su Hegel; di Benjamin
considera soprattutto la polarità tra immagine di sogno e immagine dialettica,
che utilizza come strumento interpretativo di opere cinematografiche e
letterarie (cfr. La memoria del possibile e Insorgenze). Per Pezzella lo
spettacolo –nella formulazione teorica che ne ha dato Debord- è la forma di
vita dominante del capitalismo attuale, in particolare della sua industria
culturale e del cinema. Secondo la terminologia usata nel libro estetica del
cinema, distingue gli stereotipi spettacolari dalle forme critiche-espressive.
Si è interessato all’intersezione fra tematiche politiche e psicoanalitiche: la
dialettica del riconoscimento, la formazione della soggettività nel capitalismo
attuale, l’incidenza dei traumi storici collettivi sulla psiche individuale
(cfr. il libro La voce minima). Ha tintrodotto in Italia il pensiero politico
di Abensour, con cui condivide la rivalutazione del pensiero utopico e la
rivalutazione del socialismo come prospettiva politica alternativa al
populismo. Collabora alla redazione e all’edizione dei volumi di Altro
Novecento. Comunismo eretico e pensiero critico, per conto della Fondazione
Micheletti di Brescia. Altre opere: “L'immagine dialettica” (ETS, Pisa); “La
concezione tragica di Hölderlin” (Il Mulino, Bologna); “Il narcisismo e la
società dello spettacolo” (manifestolibri, Roma); “Il volto di Marilyn” (manifestolibri,
Roma); “La memoria del possibile” (Jaca Book, Milano); “Estetica del cinema” Il
Mulino, Bologna. Insorgenze, Jaca Book, Milano, “Le nubi di Bor” (Zona,
Arezzo); “La voce minima. Trauma e memoria storica” (manifestolibri, Roma);
“Altrenapoli” (Rosemberg & Sellier (collana "La critica sociale"),
Torino. “-I fantasmi del moderno. Temi e figure del cinema noir” (Cattedrale, Ancona);
“Il Volto dell’Altro. Gli intellettuali ebrei e la cultura europea, numero
speciale); “L’ospite ingrato, Quodlibet, Macerata); “I corpi del potere. Il
cinema di Sokurov, Jaca Book, Milano); “La
Repubblica dei beni comuni (Il Ponte); “Gli spettri del capitale” (Il Ponte); “Il
tempo del possibile. Attualità della Comune di Parigi, supplemento monografico
al n. 3/ de Il Ponte (con Francesco Biagi e Massimo Cappitti) Utopia e
insorgenze. Per Abensour, volume monografico della rivista Altraparola, Edizioni
Fondazione Micheletti, Brescia, (con il
gruppo di redazione di Altraparola) Alle frontiere del capitale. Comunismo
eretico e pensiero critico, Jaca Book, Milano
(con Massimo Cappitti e Pier Paolo Poggio). Pezzella. Keywords: Cesare
deve morire -- Refs.: Luigi Speranza: “Grice, Pezzella, Benjamin and Benjamin:
la memoria del possibile,” Villa Grice – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51739466750/in/datetaken/
Grice e Piana – merli – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Casale Monferrato). Filosofo. Grice: “I never cease to get moved
when I read Piana’s notes, “Il canto del merlo”! That’s the way to do
philosophy of music – the Italianate warmth so strange to the coldness of
Scruton!” Insegna filosofia a Milano. Si è trasferito a Pietrabianca di Sangineto
in Calabria, dove ha continuato a scrivere e pubblicare. È stato allievo
diPaci, con il quale scrisse la sua dissertazione sulle opere inedite di
Husserl. La sua posizione filosofica è caratterizzata dal concetto di
fenomenologia, ("strutturalismo fenomenologico") influenzato
particolarmente da Husserl, Wittgenstein, e Bachelard. Alcune indicazioni sullo
strutturalismo fenomenologico sono contenute nell'articolo online in italiano e
in tedesco L'idea di uno strutturalismo fenomenologico. Il suo pensiero è
orientato verso la filosofia della conoscenza, la filosofia della musica e i
campi della percezione e immaginazione. Allievi di Piana sono stati, in
particolare, Paola Basso, Alfredo Civita, Vincenzo Costa, E. Franzini, C.
Serra, P. Spinicci. Uno dei più acuti e originali filosofi italiani (in
l'Unità), uno dei più interessanti interpreti e prosecutori, in Italia,
dell'indirizzo fenomenologico (in Paese Sera). Tra i più lucidi, originali e
fecondi fenomenologi italiani" (in "L'idea di Europa e le responsabilità
della filosofia"). Vede l'esperienza della fenomenologia di Husserl che
costituì il centro d'interesse di un grande maestro come E. Paci. Non è il caso
qui di tracciare mappe di quelle vicende, credo però che non sarebbe sbagliato
sostenere che Piana, in quel gioco delle parti, che è sempre l'apertura di
un'esperienza plurale sul suggerimento di un filosofo autentico, si è preso
quella del fenomenologo più prossimo ai temi 'duri' di Husserl, agli obbiettivi
che stabiliscono la teoreticità della ricerca fenomenologica come tratto
distintivo ed essenziale rispetto ad altre figure di pensiero" (in L'Unità).
Considerato il più illustre filosofo della musica del nostro tempo -- in
"Il significato della musica", relazione al convegno 'Approcci
semiotico-testologici ai testi multimediali', Macerata. In un intervento letto
durante un convegno tenuto all'Macerata. Elio Franzini ha dichiarato
"Piana è a mio parere uno dei pensatori maggiori del dopoguerra italiano:
mai prono alle mode, sempre originale e innovativo, come dimostrano i suoi
essenziali contributi alla filosofia della musica. In sintesi un maestro in cui
si ritrovano sempre momenti di autentico pensiero". Il più grande maestro della fenomenologia italiana. Il suo
stile filosofico rappresentava il centro di gravità attorno al quale tendemo a
condensare gran parte di quello che di eccellente la fenomenologia italiana fa,
convinti che i suoi meriti non sono ancora adeguatamente riconosciuti. Citazioni
«La vera filosofia tende all'elementare. E dunque non ha fretta di correre
oltre, indugia in quei punti rispetto ai quali si potrebbe benissimo
soprassedere.In certo senso si fa custode del ricordo di cose che si potrebbero
facilmente dimenticare. Giovanni Piana, Numero e figura, CUEM, Milano) «La
filosofia è un’arte del ricordo. Ma vi è in ogni caso anche qualcosa di
profondamente giusto nell’idea, che si ripropone di continuo, di una scienza
che deve in qualche modo «liberarsi» dalla filosofia. È come liberarsi dai
ricordie questo è spesso necessario per procedere oltre. Numero e figura, CUEM,
Milano, filosofia.unimi,//filosofia.unimi/piana/index.php/filosofiadellesperienza/99-lidea-di-uno-strutturalismo-fenomenologico.
E.Franzini al Convegno di Macerata , su filosofia.unimi. ilmanifesto/giovanni-piana-la-filosofia-tende-allelementare-e-non-ha-fretta/. L’importanza filosofica di arrivare ultimi.
Ripensando a Giovanni Piana, Phenomenology Lab, su phenomenologylab.eu. Libri Esistenza e storia negli inediti di
Husserl” (Lampugnani Nigri, Milano); “I problemi della fenomenologia,
Mondadori, Milano, Interpretazione del
"Tractatus" di Wittgenstein, Il Saggiatore. Elementi di una dottrina
dell'esperienza, Il Saggiatore, Milano, La notte dei lampi. Quattro saggi sulla
filosofia dell'immaginazione, Guerini e Associati, Milano, Filosofia della
musica, Guerini e Associati, Milano, Mondrian e la musica, Milano, Guerini e
Associati, Teoria del sogno e dramma musicale. La metafisica della musica di
Schopenhauer, Guerini e Associati, Milano); “Numero e figura: idee per una
epistemologia della ripetizione” (Cuem, Milano); “Album per la teoria greca
della musica, . Frammenti epistemologici. I suoi saggi sono racchiuse: “Elementi
di una dottrina dell’esperienza”; “II strutturalismo fenomenologico e
psicologia della forma”; “La notte dei lampi”; “Le regole dell’immaginazione”;
“Filosofia della musica”; “Intervallo e cromatismo nella teoria della musica”;
“Alle origini della teoria della tonalità”; “Teoria del sogno e dramma
musicale”; “La metafisica della musica”; “Mondrian e la musica”; “Filosofia
della musica”; “Estetica musicale”; “Introduzione alla filosofia”; “Interpretazione
del “Mondo come volontà e rappresentazione”” Immagini per Schopenhauer, “Interpretazione
del “Tractatus” di Wittgenstein” Commenti a Wittgenstein Commenti a Hume”; “Pproblemi della fenomenologia”;
“Fenomenologia, esistenzialismo, marxismo”; “Saggi su Husserl e sulla fenomenologia;
“Stralci di vita”; “Conversazioni sulla “Crisi delle scienze europee” di
Husserl Fenomenologia delle sintesi passive; “Numero e figura”; “Frammenti
epistemologici”; “Barlumi per una filosofia della musica”; “Album per la teoria
greca della musica. Album per la teoria greca della musica”; “De Musica , rivista
fondata da lui, tuttora attiva., su riviste.unimi. Spazio Filosofico , collana fondata
da lui su spaziofilosofico.filosofia.unimi. Saggi (selezione) "La
fenomenologia come metodo filosofico", Introduzione al volumeSpinicci, La
visione e il linguaggio, Guerini e Associati, Milano, English version:
Phenomenology as philosophical method, disponibile qui. "Immaginazione e
poetica dello spazio", in: Metafora Mimesi Morfogenesi Progetto, E.
D'Alfonso e E. Franzini, Guerin e Associati, Milano "Considerazioni
inattuali su T. W. Adorno", "Musica/Realtà", "Figurazione e movimento nella
problematica musicale del continuo", in: , La percezione musicale, Guerini
e Associati, Milano, "Fenomenologia dei materiali e campo delle decisioni.
Riflessioni sull'arte del comporre", in: Il canto di Seikilos, Scritti per
Dino Formaggio nell'ottantesimo compleanno, Guerini e Associati, Milano I compiti di una filosofia della musica
brevemente esposti, html, De Musica, Elogio dell'immaginazione musicale, De Musica,
La serie delle seriedodecafoniche e il triangolo di Sarngadeva, De Musica
Immagini per Schopenhauer, Il canto del
merlo, Versione PDF completa dei suoni. “Occorre riflettervi ancora”.
Considerazioni in margine a Fantasia e immagine di Edmund Husserl (). PDF
Leggere i poeti. Note in margine a Giovanni Pascoli ()articolo per De Musica
Traduzioni G. Lukács, Scritti di sociologia della letteratura (Milano) H M.
Enzensberger, Questioni di dettaglio (Milano) G. Lukács, Storia e coscienza di
classe (Milano) E. Husserl, Ricerche logiche (Milano) E. Husserl, Storia critica
delle idee (Milano) Siti che parlano del lavoro di Piana sull’estetica fenomenologica italiana, su swif.uniba. Fenomenologia, coscienza del
tempo e analisi musicale [collegamento
interrotto], su springerlink.com. Le variazioni antropologico-culturali dei
significati simbolici dei colori , su ledonline. Burnout e risorse in
Musicoterapia , su atelierdimusica. Nel suo Album per la teoria greca della
musica, Giovanni Piana va alle radici fenomenologiche del Cosmo antico di
Stefano Cardini, La disputa sui colori, di Valter Binaghi , su valterbinaghi.wordpress.com
A. Scimone, Lezioni sui Fondamenti della Matematica , su math.unipa. Saggio di St. Cardini. Giornate di studio, Milano, Sala
Crociera alta di Giurisprudenza. Milano, La scienza della felicità Una giornata
in ricordo, P. Spinicci: La fenomenologia dell’esperienza, Conferenza concerto
a Brescia. Scuola di Milano. Giovanni Piana. Piana. Keywords: merli. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Piana” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51739384580/in/datetaken/
Grice e Piccolomini – implicatura – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Siena).
Filosofo. Grice: “What Piccolomini
is trying to do, but knowing, is providing what I do in from the bizarre to the
banal – a good functionalist interpretation of the rather poor functionalist
explanation by Aristotle of what the Italians call the ‘anima,’ because it
‘animates’ the body (corpore). Filomato dei Filomati. Nato dai senesi Niccolò,
dottore in diritto civile e canonico, ed Emilia Saracini, si laurea a Siena,
sviluppando un crescente interesse per la filosofia. Intraprese la carriera accademica
insegnando per tre anni all'Siena, poi a Macerata, e all'ateneo di Perugia, Trasferitosi
a Padova, gli venne assegnata la prima cattedra straordinaria di filosofia naturale,
poi ordinaria. A Padova entrò in concorrenza con il collega Pendasio, e i due
si resero partecipi di un'aspra disputa filosofica circa l'interpretazione del
terzo libro del “De anima” di Aristotele che terminò solamente con il
trasferimento di Pendasio a Bologna. Pofessore
stimato e richiesto dagli studenti, che affollavano le sue lezioni. Ha con essi
sempre ottimi rapporti, spesso aiutandoli nella stesura di saggi filosofici o
scrivendo di proprio pugno testi da pubblicare a loro nome -- è il caso dei “Peripateticarum
de anima disputationum libri septem di P. Duodo e degli “Academicarum contemplationum libri
decem” di S. Tiepolo. Tasso, che fu suo studente, ricorda le appassionate
lezioni nel dialogo “Il Costante; overo, de la clemenza. Il suo stipendio
raggiunse i 1 400 fiorini annui, cifra
di gran lunga superiore ai propri colleghi.
Abbandonata la professione universitaria, rientra a Siena e si dedica
completamente alla stesura di saggi filosofici, concentrando i propri sforzi
nella formulazione di una teoria sincretica tra aristotelismo e platonismo,
atta a tentare una conciliazione tra Aristotele e Platone in ambito etico-politico.
Riceve un premio dall'Accademia dei Filomati, di cui era membro con il nome di
Unico. Sepolto nella chiesa di San Francesco. Altre opere: “Universa
philosophia de moribus” (Venezia, Franceschi); “Comes politicus, pro recta
ordinis ratione propugnator” (Venezia, tFranceschi); “Libri ad scientiam de
natura attinentes” (Venezia, Franceschi); “Librorum Aristotelis de ortu et interitu
lucidissima exposition” (Venezia, Franceschi); “In tres libros de anima
lucidissima exposition” (Venezia, Franceschi); “Instituzione del principe, Compendio
della scienza civile, Octavi libri naturalium auscultationum perspicua
interpretation” (Venezia, Franceschi); “In libros de coelo lucidissima
exposition” (Venezia, Franceschi). Dizionario Biografico degli Italiani, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Eugenio Garin, Storia della filosofia
italiana, Torino, Einaudi, Antonio Malmignati, Il Tasso a Padova, Padova, Redatto in forma manoscritta (Firenze,
Biblioteca Riccardiana è stato stampato a Roma dai tipi di Sante Pieralisi. Redatto
in forma manoscritta (Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Conv. Soppr. (S.
Maria degli Angeli è stato stampato a
Roma dai tipi di Sante Pieralisi, Francesco Piccolomini, su
TreccaniEnciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Dizionario
biografico degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Ferdinando Cavalli, La scienza politica in
Italia, Venezia, Eugenio Garin, Storia della filosofia italiana, Torino,
Einaudi. Francesco Piccolomini. Piccolomini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Piccolomini” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691299421/in/photolist-2mPAuFE-2mNzeEc-2mLQ1Vx-2mKMqqn-2mKyJgk-B1ZwSw-BpZrfX-BNUDky-BRdPLK-BpZs4R-B26n3t-BpZt9X-BwnxSq-BRdJLK-BYv5UR-BRdJDF-BwnzCQ-BNUCP3-B1ZvoQ-BRdKpP
Grice e Pico –
implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Mirandola). Filosofo. Grice:
“I liked to say: some like Pico, but Pico’s my man! Since I always preferred
his cousin to the uncle!” -- philosopher who wrote a series of 900 theses which
he hoped to dispute publicly in Rome. Thirteen of these theses are criticized
by a papal commission. When Pico defends himself in his “Apologia,” the pope
condemns all 900 theses. Pico flees to France, but is imprisoned. On his
escape, he returns to Florence and devotes himself to private study at the
swimming-pool at his villa. He hoped to write a Concord of Plato and Aristotle,
but the only part he was able to complete was “On Being and the One,”“Blame it
on the Toscana!” -- in which he uses Aquinas and Christianity to reconcile
Plato’s and Aristotle’s views about God’s being and unity. Mirandola is often
described as a syncretist, but in fact he made it clear that the truth of
Christianity has priority over the prisca theologia or ancient wisdom found in
the hermetic corpus and the cabala. Though he was interested in magic and
astrology, Mirandola adopts a guarded attitude toward them in his “Heptaplus,” which
contains a mystical interpretation of Genesis; and in his Disputations Against
Astrology, he rejects them both. The treatise is largely technical, and the
question of human freedom is set aside as not directly relevant. This fact
casts some doubt on the popular thesis that Pico’s philosophy is a celebration
of man’s freedom and dignity. Great weight has been placed on Pico’s “On the
Dignity of Man.” This is a short oration intended as an introduction to the
disputation of his 900 thesesall condemned by the evil pope --, and the title
was suggested by his wife (“She actually suggested, “On the dignity of woman,”
but I found that otiose.””). Mirandola has been interpreted as saying that man
(or woman) is set apart from the rest of creation, and is completely free to
form his (or her) own nature. In fact, as The Heptaplus shows, Pico sees man as
a microcosm containing elements of the angelic, celestial, and elemental
worlds. Man (if not woman) is thus firmly within the hierarchy of nature, and
is a bond and link between the worlds. In the oration, the emphasis on freedom
is a moral one: man is free to choose between good and evil. Grice: “This
irritated Nietzsche so much that he wrote ‘beyond good and evil.’ Refs.: H. P.
Grice, “Goodwill and illwillmust we have both?” Giovanni Pico della Mirandola Heraldic Crown of Spanish Count.svg Giovanni
Pico della Mirandola Pico1 Giovanni Pico della Mirandola, Galleria degli Uffizi
Conte di Mirandola e di Concordia Stemma NascitaMirandola, MorteFirenze, SepolturaConvento
di San Marco, Firenze DinastiaPico PadreGianFrancesco I, Signore di Mirandola e
Conte della Concordia MadreGiulia Boiardo, Contessa di Scandiano
Religionecattolicesimo Giovanni Pico dei conti della Mirandola e della
Concordia, noto come Pico della Mirandola (Mirandola) filosofo. È l'esponente
più conosciuto della dinastia dei Pico, signori di Mirandola. L'infanzia
di Pico della Mirandola, di Paul Delaroche, Museo delle belle arti di Nantes
(Francia) Giovanni nacque a Mirandola, presso Modena, il figlio più giovane di Gianfrancesco
I, signore di Mirandola e conte della Concordia e sua moglie Giulia, figlia di Feltrino
Boiardo, conte di Scandiano. La famiglia aveva a lungo abitato il castello di
Mirandola, città che si era resa indipendente nel XIV secolo e aveva ricevuto dall'imperatore Sigismondo il feudo di
Concordia. Pur essendo Mirandola uno stato molto piccolo, i Pico governarono
come sovrani indipendenti piuttosto che come nobili vassalli. I Pico della
Mirandola erano strettamente imparentati agli Sforza, ai Gonzaga e agli Este, e
i fratelli di Giovanni sposarono gli eredi al trono di Corsica, Ferrara,
Bologna e Forlì. Durante la sua vita Giovanni soggiornò in molte dimore. Tra
queste, quando visse a Ferrara, quella che si trovava in via del Turco gli
permetteva di essere vicino agli Strozzi ed ai Boiardo. Epigrafe
che ricorda Pico della Mirandola in via del Turco a Ferrara Gli studi e
l'attività Pico compì i suoi studi fra Bologna, Pavia, Ferrara, Padova e
Firenze; mostrò grandi doti nel campo della matematica e imparò molte lingue,
tra cui perfettamente il latino, il greco, l'ebraico, l'aramaico, l'arabo e il
francese. Ebbe anche modo di stringere rapporti di amicizia con numerose
personalità dell'epoca come Girolamo Savonarola, Marsilio Ficino, Lorenzo il
Magnifico, Angelo Poliziano, Egidio da Viterbo, Girolamo Benivieni, Girolamo
Balbi, Yohanan Alemanno, Elia del Medigo. A Firenze in particolare entrò a far
parte della nuova Accademia Platonica. Si recò a Parigi, ospite della Sorbona,
allora centro internazionale di studi teologici, dove conobbe alcuni uomini di
cultura come Lefèvre d'Étaples, Robert Gaguin e Georges Hermonyme. Ben presto
divenne celebre in tutta Europa e si diceva che avesse una memoria talmente
fuori dal comune che conosceva l'intera Divina Commedia a memoria. Fu a
Roma dove preparò 900 tesi in vista di un congresso filosofico universale (per
la cui apertura compose il De hominis dignitate), che tuttavia non ebbe mai
luogo. Subì infatti alcune accuse di eresia, in seguito alle quali fuggì in Francia
dove venne anche arrestato da Filippo II presso Grenoble e condotto a
Vincennes, per essere tuttavia subito scarcerato. Con l'assoluzione di papa
Alessandro VI, il quale vedeva di buon occhio la volontà di Pico di dimostrare
la divinità di Cristo attraverso la magia e la cabala, nonché godendo della
rete di protezioni dei Medici, dei Gonzaga e degli Sforza, si stabilì quindi
definitivamente a Firenze, continuando a frequentare l'Accademia di
Ficino. La morte Morì per avvelenamento da arsenico mentre Firenze veniva
occupata dalle truppe francesi di Carlo VIII durante la Guerra d'Italia. Fu
sepolto nel cimitero dei domenicani dentro il convento di San Marco. Le sue
ossa saranno rinvenute da padre Chiaroni accanto a quelle di Angelo Poliziano e
dell'amico Girolamo Benivieni. «Siamo vissuti celebri, o Ermolao, e tali
vivremo in futuro, non nelle scuole dei grammatici, non là dove si insegna ai
ragazzi, ma nelle accolte dei filosofi e nei circoli dei sapienti, dove non si
tratta né si discute sulla madre di Andromaca, sui figli di Niobe e su fatuità
del genere, ma sui principî delle cose umane e divine.» (Pico della
Mirandola) Nel novembre del , più di 500 anni dopo, uno studio coordinato del
dipartimento di Biologia dell'Pisa, del Reparto Investigazioni Scientifiche
dell'Arma dei Carabinieri di Parma e di studiosi spagnoli, britannici e
tedeschi, ha dimostrato che Pico della Mirandola fu avvelenato con
l'arsenico. Fama postuma Il volto di Giovanni Pico ricostruito con
le moderne tecniche forensi Di Pico della Mirandola è rimasta letteralmente
proverbiale la prodigiosa memoria: si dice conoscesse a mente numerose opere su
cui si fondava la sua vasta cultura enciclopedica, e che sapesse recitare la
Divina Commedia al contrario, partendo dall'ultimo verso, impresa che pare gli
riuscisse con qualunque poema appena terminato di leggere. Tutt'oggi è
ancora in uso attribuire l'appellativo "Pico della Mirandola" a
chiunque sia dotato di ottima memoria. Secondo una popolare diceria, Pico
della Mirandola avrebbe avuto una amante o una concubina segreta; tuttavia, si
è sostenuto che potrebbe aver avuto un rapporto amoroso con l'umanista Girolamo
Benivieni, sulla base di alcuni scritti, tra cui sonetti, che quest'ultimo
aveva dedicato a Pico, e di alcune allusioni poco chiare di Savonarola. Pico
era comunque un seguace dell'ideale dell'amor socratico, privo cioè di
contenuti erotici e passionali; anche la figura femminile ricorrente nei suoi
versi viene celebrata su un piano prevalentemente filosofico. Ascendenza
GenitoriNonniBonni Giovanni I PicoFrancesco II Pico Gianfrancesco I Pico
Caterina Bevilacqua Guglielmo BevilacquaTaddea Tarlati Giovanni PicoFeltrino
Boiardo Matteo BoiardoBernardina Lambertini.Giulia BoiardoGuiduccia da
Correggio Gherardo VI da CorreggioDottrina Marsilio Ficino, Giovanni Pico
della Mirandola e Agnolo Poliziano, ritratti da Cosimo Rosselli nella Cappella
del Miracolo del Sacramento a Firenze Il pensiero di Pico della Mirandola
si riallaccia al pensiero neoplatonico di Marsilio Ficino, senza però occuparsi
della polemica anti-aristotelica. Al contrario, egli cerca di riconciliare
aristotelismo e platonismo in una sintesi superiore, fondendovi anche altri
elementi culturali e religiosi, come per esempio la tradizione misterica di
Ermete Trismegisto e della cabala. All'interno del testo delle
Conclusiones Pico si scaglia duramente contro Ficino, considerando inefficace
la sua magia naturale perché carente di un legame con le forze superiori nonché
di un'adeguata conoscenza cabalistica. L'ideale di una filosofia
universale Il proposito di Pico, esplicitamente dichiarato ad esempio nel De
ente et uno, consiste infatti nel ricostruire i lineamenti di una filosofia
universale, che nasca dalla concordia fra tutte le diverse correnti di pensiero
sorte sin dall'antichità, accomunate dall'aspirazione al divino e alla
sapienza, e culminanti nel messaggio della Rivelazione cristiana. In questo suo
ecumenismo filosofico, oltre che religioso, vengono accolti non solo i teologi
cristiani ed esoterici insieme a Platone, Aristotele, i neoplatonici e tutto il
sapere gnostico ed ermetico proprio della filosofia greca, ma anche il pensiero
islamico, quello ebraico e appunto cabbalistico, nonché dei mistici di ogni
tempo e luogo. Il congresso da lui organizzato a Roma in vista di una
tale "pace filosofica" avrebbe dovuto inserirsi proprio in questo
progetto culturale basato su una concezione della verità come princìpio eterno
ed universale, al quale ogni epoca della storia ha saputo attingere in misura
in più o meno diversa. In seguito tuttavia ai vari contrasti che gli si
presentarono, sorti a causa della difficoltà di una tale conciliazione, Pico si
accorse che il suo ideale era difficilmente perseguibile; ad esso, a poco a
poco, si sostituirà nella sua mente il proposito riformatore di Girolamo
Savonarola, rivolto al rinnovamento morale, più che culturale, della città di
Firenze. L'armonia universale da lui ricercata in ambito filosofico si
trasformerà così nell'aspirazione religiosa ad una santità e una moralità meno
generica e più attinente al suo particolare momento storico. A differenza di
Ficino, nel Pico emergono dunque nei suoi ultimi anni un maggiore senso di
irrequietezza e una visione più cupa ed esistenziale della vita. La
dignità dell'uomo Ritratto di Pico della Mirandola eseguito da un anonimo
del XVII secolo: xilografia dal libro Della celestiale fisionomia, PadovaAl
centro del suo ideale di concordia universale risalta fortemente il tema della
dignità e della libertà umana. L'uomo infatti, dice Pico, è l'unica creatura
che non ha una natura predeterminata, poiché. Già il Sommo Padre, Dio Creatore,
aveva foggiato, questa dimora del mondo
quale ci appare. Ma, ultimata l'opera, l'Artefice desiderava che ci fosse
qualcuno capace di afferrare la ragione di un'opera così grande, di amarne la
bellezza, di ammirarne la vastità. Ma
degli archetipi non ne restava alcuno su cui foggiare la nuova creatura, né dei
tesori né dei posti di tutto il mondo. Tutti erano ormai pieni, tutti erano
stati distribuiti nei sommi, nei medi, negli infimi gradi.» (Giovanni
Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate, 1486) Dunque, per Pico,
l'uomo non ha affatto una natura determinata in un qualche grado (alto o
basso), bensì: «Stabilì finalmente l'Ottimo Artefice che a colui cui
nulla poteva dare di proprio fosse comune tutto ciò che aveva singolarmente
assegnato agli altri. Perciò accolse l'uomo come opera di natura indefinita e,
postolo nel cuore del mondo, così gli parlò: -non ti ho dato, o Adamo, né un
posto determinato, né un aspetto proprio, né alcuna prerogativa tua, perché tutto
secondo il tuo desiderio e il tuo consiglio ottenga e conservi. La natura
limitata degli altri è contenuta entro leggi da me prescritte. Tu te la
determinerai senza essere costretto da nessuna barriera, secondo il tuo
arbitrio, alla cui potestà ti consegnai. (Giovanni Pico della Mirandola, Oratio
de hominis dignitate) Pico della Mirandola afferma, in sostanza, che Dio ha
posto nell'uomo non una natura determinata, ma una indeterminatezza che è
dunque la sua propria natura, e che si regola in base alla volontà, cioè
all'arbitrio dell'uomo, che conduce tale indeterminatezza dove vuole.
Pico aggiunge poi. “Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né
immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e
ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose
inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle
cose superiori che sono divine.Nell'uomo nascente il Padre ripose semi d'ogni
specie e germi d'ogni vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati,
quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti. se sensibili, sarà bruto, se
razionali, diventerà anima celeste, se intellettuali, sarà angelo, e si
raccoglierà nel centro della sua unità, fatto uno spirito solo con Dio, (Giovanni
Pico della Mirandola, Oratio de hominis dignitate) Giovanni Pico, quindi,
sostiene che è l'uomo a «forgiare il proprio destino», secondo la propria
volontà, e la sua libertà è massima, poiché non è né animale né angelo, ma può
essere l'uno o l'altro secondo la «coltivazione» di alcuni tra i «semi d'ogni
sorta» che vi sono in lui. Questa visione verrà, seppur solo in parte, ripresa
nel 1600 dallo scienziato e filosofo Blaise Pascal, che afferma che l'uomo non
è né «angelo né bestia», e che la sua propria posizione nel mondo è un punto
mediano tra questi due estremi; tale punto mediano, però, per Pico non è una
mediocrità (in parte angelo e in parte bruto) ma è la volontà (o l'arbitrio)
che ci consente di scegliere la nostra posizione. Dunque l'uomo, per Pico, è la
più dignitosa fra tutte le creature, anche più degli angeli, poiché può
scegliere che creatura essere. La sapienza della Cabala
Raffigurazione della Cabala con l'albero della vita Il secondo grande interesse
di Pico è rivolto alla cabala, che viene da lui spiegata come una fonte di
sapienza a cui attingere per decifrare il mistero del mondo, e nella quale Dio
appare oscuro, in quanto apparentemente irraggiungibile dalla ragione; ma
l'uomo può ricavare la massima luce da tale oscurità. «Nulla est scientia quae
nos magis certificat de divinitate Christi, quam Magia et Cabala.» «Non
esiste alcuna scienza che possa attestare meglio la divinità di Cristo che la
magia e la cabala. Connessa alla sapienza cabbalistica è la magia: infatti, il
mago, per Pico, opererebbe attraverso simboli e metafore di una realtà assoluta
che è oltre il visibile, e dunque, partendo dalla natura, può giungere a
conoscere tale sfera invisibile (ossia metafisica) attraverso la conoscenza
della struttura matematica che è il fondamento simbolico-metaforico della
natura stessa. Critica dell'astrologia Se la magia è giudicata
positivamente da Pico della Mirandola, per quanto riguarda invece l'astrologia
egli ebbe un atteggiamento diverso, che lo portò a distinguere nettamente tra
«astrologia matematica o speculativa», cioè l'astronomia, e l'«astrologia
giudiziale o divinatrice»; mentre la prima ci consente di conoscere la realtà
armonica dell'universo, e dunque è giusta, la seconda crede di poter
sottomettere l'avvenire degli uomini alle congiunture astrali. Partendo
dall'affermazione della piena dignità e libertà dell'uomo, che può scegliere
cosa essere, Pico muove una forte critica a questo secondo tipo di credenze e
di pratiche astrologiche, che costituirebbero una negazione proprio della
dignità e della libertà umane. Secondo Pico, questa scienza astrologica
attribuisce erroneamente ai corpi celesti il potere di influire sulle vicende
umane (fisiche e spirituali), sottraendo tale potere alla Provvidenza divina e
togliendo agli uomini la libertà di scegliere. Egli non nega che un certo
influsso vi possa essere, ma mette in guardia contro il pericolo insito nell'astrologia
di subordinare il superiore (cioè l'uomo) all'inferiore (ossia la forza
astrale). Le vicende dell'esistenza umana sono tanto intrecciate e complesse
che non se ne può spiegare la ragione se non attraverso la piena libertà
d'arbitrio dell'uomo. Opera quae exstant omnia di Pico della
Mirandola Il suo Disputationes adversus astrologiam divinatricem (tale è il
titolo dell'opera a cui Pico si dedicò nell'ultimo periodo della sua vita)
rimase incompiuto e come tale fu pubblicato postumo, con il commento di
Giovanni Manardo; tuttavia, alcuni concetti base furono ripresi e rielaborati
da Girolamo Savonarola nel suo Trattato contra li astrologi. Opere Ad
Hermolaum de genere dicendi philosophorum, (Lettera a Ermolao Barbaro sul modo
di parlare dei filosofi), Commento sopra una canzone d'amore di Benivieni, “Discorso
sulla dignità dell'uomo”; “Tesi su tutte le cose conoscibili o Novecento
conclusioni filosofiche, cabalistiche e teologiche in ogni genere di scienze”;
“Apologia, Heptaplus: de septiformi sex dierum Geneseos enarratione,
(Heptaplus: della settemplice interpretazione dei sei giorni della Genesi), Expositiones
in Psalmos, “L'essere e l'uno”; “Dispute
contro l'astrologia divinatrice”. Altre opera: “Carmi”; Auree Epistole.
Sonetti, “(Le dodici regole” “Le dodici armi della battaglia spirituale”; “Le
dodici condizioni di un amante” “Preghiera a Dio”; “Tutte le cose e alcune
alter”. Secondo alcuni studi, a Pico della Mirandola sarebbe da attribuire
anche la paternità dell’Hypnerotomachia Poliphili (Amoroso combattimento onirico
di Polifilo). Note: Sebbene egli preferisse farsi chiamare Conte della
Concordia Miroslav Marek, Genealogy.eu, su Pico family, Fu in particolare
il cardinale spagnolo Pedro Grazias, dopo essere intervenuto presso i reali di Spagna
Isabella e Ferdinando, ad essere incaricato da papa Innocenzo VIII di
confutarne l'Apologia. Pico della
Mirandola "fu avvelenato", caso risolto 500 anni dopo, in Gazzetta di
Modena, G. Gallello et al. Già all'epoca della morte si vociferò che Pico fosse
stato avvelenato (cfr. Simon Critchley, Il libro dei filosofi morti, Garzanti). Recenti indagini condotte a Ravenna
dall'équipe del professor Giorgio Gruppioni dell'Bologna avrebbero riscontrato
elevati livelli di arsenico nei campioni di tessuti e di ossa prelevati dalle
spoglie del filosofo, che avvalorerebbero la tesi dell'avvelenamento per la sua
morte (cfr. Delitti e misteri del passato, L. Garofano, S. Vinceti, G.
Gruppioni, Rizzoli, Milano. Secondo lo storico dell'arte Silvano Vicenti, il
presunto avvelenamento di Pico della Mirandola, la cui morte finora si riteneva
fosse stata causata dalla sifilide, sarebbe avvenuto ad opera della stessa mano
che due mesi prima avrebbe ucciso Angelo Poliziano, legato a Pico da grande
amicizia (Rainews: Pico della Mirandola e Poliziano assassinati con
l'arsenico) Risolto il giallo della
morte di Pico della Mirandola, Pisa, La Memoria Straordinaria di Pico della
Mirandola, articolo su Notizie.
Enciclopedia Treccani alla voce omonima. Girolamo Benivieni fece porre
anche una lapide sulle spoglie di Pico della Mirandola tumulate nella chiesa di
San Marco a Firenze. Sul fronte della tomba è tuttora inciso: «Qui giace
Giovanni Mirandola, il resto lo sanno anche il Tago e il Gange e forse perfino
gli Antipodi. Girolamo Benivieni, affinché dopo la morte la separazione di
luoghi non disgiunga le ossa di coloro i cui animi in vita congiunse Amore,
dispose d'essere sepolto nella terra qui sotto. Sul retro invece, in posizione poco visibile,
è riportato l'epitaffio: «Girolamo Benivieni per Giovanni Pico della Mirandola
e se stesso pose nell'anno Io priego Dio Girolamo che 'n pace così in ciel sia
il tuo Pico congiunto come 'n terra eri, et come 'l tuo defunto corpo hor con
le sacr'ossa sue qui iace. E. Garin, Giovanni Pico della Mirandola: vita e
dottrina, Le Monnier, Kurt Zeller, Pico della Mirandola e l'aristolelismo
rinascimentale, edizioni Luria, Frances Yates Giordano Bruno e la tradizione
ermetica Laterza U. Perone, C. Ciancio, Storia del pensiero filosofico, SEI, Torino
Edizione Eugenio Garin, Vallecchi, Sul richiamo di Pascal a Pico della
Mirandola, cfr. B. Pascal, Colloquio con il Signore di Saci su Epitteto e
Montagne in B. Pascal, Pensieri, Paolo Serini, Einaudi, Torino, François
Secret, I cabbalisti cristiani del Rinascimento, trad. it., Arkeios, Roma, Conclusiones
nongentae. Le novecento tesi. Albano Biondi, Studi pichiani (FIrenze Olschki "Conclusiones
Magicae numero XXVI, secundum opinione propria", Fra le tesi redatte in
vista del congresso filosofico di Roma, Pico ad esempio scriveva: «Non vi è
scienza che ci dia maggiori certezze sulla divinità del Cristo della magia e
della cabala» (cit. da F. Secret, ibidem, e in Zenit studi. Pico della Mirandola
e la cabala cristiana). Per Pico, la natura è una correlazione misteriosa di
forze occulte che l'uomo può conoscere tramite l'astrologia e controllare
tramite la magia. Pico distingue due tipi di astrologiamatematica e
divinatricee naga il valore della seconda» (G. Granata, Filosofia, Alpha Test, Milano.
Lo stesso Savonarola sostenne di aver scritto il suo trattato «in
corroborazione delle refutazione astrologice del Signor conte Joan Pico della
Mirandola» (cit. in Romeo De Maio, Riforme e miti nella Chiesa del Cinquecento,
Guida editori, Napoli). Indizi e prove:
Giovanni Pico della Mirandola e Alberto Pio da Carpi nella genesi
dell’Hypnerotomachia Poliphili. Questo
testo proviene in parte dalla relativa voce del progetto Mille anni di scienza
in Italia, opera del Museo Galileo. Istituto Museo di Storia della Scienza di
Firenze, pubblicata sotto licenza Creative Commone, Opere: Opere, Mazzali, Giovanni Pico della Mirandola, Opere.
1, Basileae, per Sebastianum Henricpetri, Giovanni Pico della Mirandola, Opere.
Basileae, per Sebastianum Henricpetri, Doctissimi Viri Ioannis Pici Mirandulae,
Concordiae comitis, Exactissima expositio in orationem dominicam, Officina S.
Bernardini, Giovanni Pico della Mirandola, Apologia. L'autodifesa di Pico di
fronte al Tribunale dell'Inquisizione, Paolo Edoardo Fornaciari, SISMEL
(Società internazionale per lo studio del Medioevo latino) Edizioni del Galluzzo,
Firenze Giuseppe Barone, Antologia
Giovanni Pico della Mirandola, Virgilio Editore, Milano, Studi Dario Bellini,
La profezia di Pico della Mirandola. Oltre la cinquantesima porta, Sometti editore,
Giulio Busi, Vera relazione sulla vita e i fatti di Giovanni Pico, conte della
Mirandola, Aragno, Ernst Cassirer,
Individuo e cosmo nella filosofia del Rinascimento, trad. it., La Nuova Italia,
Firenze. Henri-Marie de Lubac, Pic de la Mirandole. Études et discussions,
Aubier Montaigne, Parigi rad. it. di Giuseppe Colombo, Pico della Mirandola.
L'alba incompiuta del Rinascimento, Jaca Book, Milano, Vincenzo Di Giovanni,
Giovanni Pico della Mirandola nella storia del Rinascimento e della filosofia
in Italia, Palermo, Boccone del Povero, Fabrizio Frigerio, "Il commento di
Pico della Mirandola alla Canzona d'Amore di Gerolamo Benivieni" ,
Conoscenza Religiosa, Firenze, Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Pico
della Mirandola, Casale Monferrato, Edizioni Piemme, Eugenio Garin, L'Umanesimo
italiano, Laterza, Bari, Thomas Gilbhard, Paralipomena pichiana: a propos einer
Pico–Bibliographie, in «Accademia. Revue de la Société Marsile Ficin», Salvatore
Puledda, Interpretazioni dell'Umanesimo, Associazione Multimage, Quaquarelli, Zanardi,
Pichiana. delle edizioni e degli studi,
in "Studi pichiani", Olschki, Firenze, Alberto Sartori, Giovanni Pico
Della Mirandola, Filosofia, teologia, concordia, Edizioni Messaggero
Padova, Zambelli, L'apprendista
stregone. Astrologia, cabala e arte lulliana in Pico della Mirandola e seguaci,
Saggi Marsilio, Venezia Le fonti cabalistiche di PicoThe Great Parchment.
Flavius Mithridates' Latin Translation, the Hebrew Text, and an English
Version, Giulio Busi, Maria Simonetta Bondoni Pastorio, Saverio Campanini,
appartenente alla collana "The Kabbalistic Library of Giovanni Pico della
Mirandola", 1, Nino Aragno Editore, Torino; and an English Version,
Saverio Campanini, in "The Kabbalistic Library of Giovanni Pico della
Mirandola", 2, Nino Aragno Editore, Torino Giulio Busi, "Chi non
ammirerà il nostro camaleonte?" La biblioteca cabbalistica di Giovanni
Pico della Mirandola, in G. Busi, L'enigma dell'ebraico nel Rinascimento, Nino
Aragno Editore, Torino Saverio Campanini, Guglielmo Raimondo Moncada (alias
Flavio Mitridate) traduttore di opere cabbalistiche, in Mauro Perani ,
Guglielmo Raimondo Moncada alias Flavio Mitridate. Un ebreo converso siciliano,
Officina di Studi Medievali, Palermo Flavius Mithridates' Latin Translation,
the Hebrew Text, and an English Version, Susanne Jurgan e Saverio Campanini,
con un testo di Giulio Busi, in "The Kabbalistic Library of Giovanni Pico
della Mirandola", Nino Aragno Editore, Torino Saverio CampaniniFour Short
Kabbalistic Treatises, "The Kabbalistic Library of Giovanni Pico della
Mirandola" Fondazione Palazzo Bondoni Pastorio, Castiglione delle Stiviere
. Cabala cristiana Marsilio Ficino
Filosofia rinascimentale Mirandola Umanesimo Prisca theologia. TreccaniEnciclopedie
on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Giovanni Pico della Mirandola, in Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Pico della Mirandola, su Enciclopedia
Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Giovanni Pico della Mirandola, in Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Pico della Mirandola, su ALCUIN,
Ratisbona. openMLOL, Horizons Unlimited Il Centro Internazionale di Cultura Giovanni
Pico della Mirandola, su picodellamirandola. Pico della Mirandola e
l'Umanesimo, su web.tiscalinet. Pico della Mirandola e la cabala cristiana, su
vrijmetselaarsgilde.eu. Pico della Mirandola nel progetto biblioteche dei
filosofi, su picus.unica. The Pico Project, su brown.edu. progetto dell'Bologna
e della Brown University per rendere completo, accessibile e leggibile il
Discorso sulla dignità dell'uomo Pico della Mirandola, Orazione sulla dignità
dell'essere umano, prima parte, su panarchy.org. I "Carmina" e l'"Oratio de hominis
dignitate", su thelatinlibrary.com.The Kabbalistic Library of Giovanni
Pico della Mirandola, su pico-kabbalah.eu. Giovanni Pico della Mirandola. Pico.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e
Pico: the dignity of man," per Il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51717891308/in/photolist-2mPoBys-2mPmNVF-2mN36eA-2mN8Hgb-2mMZCrP-2mMZCG3-2mLLZRD-2mLQc9e-2mLP4ps-2mKAijH-2mKuSJj-2mKAur7-2mKgNnk-2mKje8p-2mKgNvM-2mKkjv7-2mGnP2f-jm6WhY-jkTaV6-jkV8Kj
Grice e Pico – stregone – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Mirandola). Filosofo. Grice: “It is very likely that
Cartesio took the idea of the malignant daemon from Pico, who was obsessed with
him – with the daemon, I mean! “Demonio!”” Grice: “I like Pico. Ackrill
suggested that I should translate happiness as taking ‘daemon’ seriously. Pico
does: He allows Alberti’s use of ‘demonio’ as a direct translation of Roman
‘daemone,’ which is Grecian in nature.”Grice: “A daemon is always ‘maschile,’
succubus, or incubus – and stregus is gender-neutral, too, as Pico was very
well aware when he allowed the burning of a few male witches at Mirandola. On
the other hand, he uses Sextus Empiricus and Phyrro against Aristotle!” Grice:
“Like Gentile, and Rosselli, two other Italian philosophers, he was murdered –
by his successor to the county!” “A very sad thing is that he was murdered
along with his son Alberto.”Grice: “The murderer, a Pico, succeeded him without
much of a revolt – That’s the Renaissance forya!” --- Important if unjustly neglected, murdered,
Italian philosopher. Giovanni Francesco Pico della Mirandola, italian nobile e
il filosofo , il nipote di Giovanni Pico della Mirandola . Il suo nome è in
genere troncato come Gianfrancesco Pico della Mirandola . Figlio di Galeotto I
Pico , signore di Mirandola , e Bianca Maria d'Este , figlia di Niccolò III
d'Este. Come lo zio, Pico, Pico si dedica principalmente alla filosofia, ma ha
reso soggetto alla Bibbia, anche se nei suoi trattati, De monolocale divinae et
humanæ sapientiæ e in particolare nei sei libri intitolati examen doctrinæ vanitatis
gentium , si deprezza l'autorità dei filosofi, al di sopra tutti Aristotele. Ha
scritto una biografia dettagliata di suo zio
e un altro di Savonarola , di cui era un seguace. Avendo osservato i pericoli
a cui la società è stata esposta, al momento, ha lanciato un avvertimento in
occasione del Concilio Lateranense: Oratio ad Leonem X et concilium Lateranense
de reformandis Ecclesiæ Moribus (Hagenau, dedicato a Willibald Pirckheimer).
Morì a Mirandola, assassinato dal nipote Galeotto, insieme a suo figlio più
giovane, Alessandro. L'altro figlio Giantommaso è stato ambasciatore aClemente
VII. Mentre Pico aveva spesso sostenuto che tutte le filosofie e le religioni
hanno raggiunto una parte della verità, Pico ha detto, in effetti, che tutte le
religioni e tutte le filosofie, salva la religione Cristiana, da solisono
semplici raccolte di falsità confusi e internamente incoerenti. In possesso di
un tale punto di vista, si schiera non solo con Savonarola, ma con alcuni dei
padri e con i riformatori pure. Su questo punto, era insistente. Il
cristianesimo è una realtà auto-sussistente e che ha poco o nulla da guadagnare
dalla filosofia, le scienze e le arti. Questa tesi centrale si diffonde
attraverso quasi la sua intera produzione filosofica. Scrive di non lodare o estendere
il regno della filosofia, ma di demolirlo. Opere: “De studio di Divinae et
humanae philosophiae,” “De imaginatione” – Grice: “This is interesting. Pico
starts by noting how Cicero mistranslated imaginatio from ‘phantasma.’ Vitters
would not have agreed!” – “De Providentia Dei,” “De rerum praenotione,” “Quaestio
de falsitate Astrologiae,” “Examen Vanitatis gentium doctrinae, et veritatis
Christianae disciplinae, “Libro Detto strega o delle illusioni del demonio,” –
Grice: Pico is using ‘demonio’ literally; Descartes isn’t!” – “Opera Omnia,” fonti
Wikisource-logo.svg Herbermann, Charles, ed. " Giovanni Francesco Pico
della Mirandola ". Enciclopedia Cattolica New York: Robert Appleton
Company. Burke, Peter.. "Stregoneria e Magia in Italia del Rinascimento:
Gianfrancesco Pico e la sua Strix, " di Sydney Anglod, ed. The Damned Art:
Saggi in letteratura di Magia, Londra. Herzig,
T. "La reazione dei demoni alla
sodomia: Magia e omosessualità in Strix di Gianfrancesco Pico della
Mirandola." Il Cinquecento Journal , Kors, Alan Charles e Edward Peters. La stregoneria in Europa, Una storia
Documentario. Philadelphia: University of Pennsylvania Press (Estratti dal Pico
Strix ., Schmitt, ,CB, Pico e la sua critica di Aristotele. The Hague: Martinus
Nijhoff. Pappalardo, L.”Fede, Immaginazione e scetticismo" (Nutrix),
Turnhout: Brepols Publishers. Opere Progetto Gutenberg panoramica biografica
presso il Centro Internazionale di Cultura "Pico e le sua critica di
Aristotele | Charles B. Schmitt | Springer .Giovanni Francesco. Refs: Luigi
Speranza, “Grice e Pico”. Pico. II Pico
della Mirandola. nobile, filosofo e letterato italiano. Signore di Mirandola e
conte di Concordia in tre periodi differenti: , poi nuovamente per pochi mesi ed
infine, ma stavolta privato di Concordia, dal infine verrà assassinato dal
nipote Galeotto II Pico, suo successore definitivo. Era figlio di Galeotto I Pico e di Bianca
Maria d'Este, figlia di Niccolò III d'Este. Succedette al padre nel governo dei
feudi, ricevendo conferma dell'investitura dall'imperatore Massimiliano I
d'Asburgo. Ifratelli, non contenti, assediarono e bombardarono la Mirandola e
imprigionarono Pico, che fu rilasciato solo con la promessa di cessione dei
domini. Liberato, si ritirò a Roma. Contrastò la cultura classica a favore del
Cristianesimo. Scrisse una biografia dello zio Pico, intitolata Vita, anteposta a un volume
che ne raccoglieva l'Opera omnia, e riprese alcune sue dottrine, come la lotta
contro l'astrologia. Seguace di Savonarola, si batté inutilmente per la sua
assoluzione, e ne scrisse dopo la morte una biografia. Sostenne da un lato la
necessità di un rinnovamento della disciplina ecclesiastica e dall'altro
l'incompatibiltà della filosofia antica col cattolicesimo. Scrisse il “De
reformandis moribus,” che inviò a Papa Leone X, l'”Examen vanitatis doctrinae
gentium et veritatis christianae disciplinae,” nel quale attaccò la filosofia
arcaica; e, non ultimo, “Libro detto strega o delle illusioni del demonio,” sulle
possessioni demoniache. L'Examen non
attacca soltanto la filosofia arcaica, ma si scaglia ugualmente contro
Aristotele ed Aquino. Dei due pensatori,
Pico contesta la fiducia nella conoscenza e nella ragione, che permetterebbero
con la forza dell'intelletto di intuire le verità ultime. Al contrario, al pari
della dottrina esposta dal Cusano nel De docta ignorantia (Pico nutre una
profonda sfiducia nelle capacità umane, riconoscendo alla ragione solo la
possibilità di giungere a conclusioni arbitrarie. Riprendendo alcune tesi
tipiche dello scetticismo di Pirrone e Sesto Empirico, Pico nega la validità
dei sillogismi e dell'induttivismo, svaluta l'idea della causalità. Nulla è
conoscibile, mentre la fede può fondarsi solo su una rivelazione.[Morì
assassinato dal nipote Galeotto II assieme all'ultimogenito Alberto. Opere; “De
imaginatione”; “De providentia Dei”; “De rerum praenotione”; “De studio divinae
et humanae philosophiae”; “Dialogus de adoratione”; “Examen vanitatis doctrinae
gentium, et ueritatis Christianae disciplinae,” Ioannis Pici Mirandulae Vita, “Strix,
sive de ludificatione daemonum,” Opera Omnia, “Quaestio de falsitate
astrologiae ,” Discendenza Gianfrancesco. Sosò Giovanna Carafa, signora di
Roddi, figlia di Giovanni Tommaso Carafa, conte di Maddaloni, e di Giulia
Sanseverino. Insieme ebbero I seguenti figli:[ Gian Tommaso Pico, signore di Roddi -- sposò Carlotta Orsini, figlia di Gian Giordano
Orsini, signore di Bracciano, e di Felice Della Rovere, figlia illegittima del
cardinale Giuliano Della Rovere (Giulio II. Ebbe discendenza: Girolamo Pico, signore di
Roddi. Sposò Francesca Malaspina, figlia di Cesare Malaspina, marchese di
Malgrate; Virginio Pico Giovanni Antonio Pico Maddalena Pico, sposò Agostino Tizzone, conte
di Desana. Beatrice Pico, sposò Paolo Torelli, conte di Montechiarugolo, ed
ebbero discendenza; Anna Pico, a Genova nelsposò Antoniotto II Adorno, doge di
Genova, signore di Ovada e Sale; Galeotto Pico, Caterina Pico, Cecilia Pico, monaca
clarissa con il nome di suor Maria Cornelia al monastero di Santa Cecilia di
Firenze;[1] Alberto Pico, assassinato insieme al padre da Galeotto II Pico; Giulia
Pico, a Mirandola sposò Sigismondo II Malatesta, co-signore di Rimini; Maria
Pico, Paolo Pico, co-signore di Roddi. Sposò in prime nozze Caterina, figlia di
Galeotto Ceva della Bosia di Garessio, signore di Bossolasco;[ poi sposò in
seconde nozze Costanza del Carretto, figlia di Ottaviano del Carretto, marchese
di Millesimo e conte di Cengio, e di Nicoletta Della Rovere, figlia di Stefano
Vigerio Della Rovere, patrizio di Savona. Ebbe i seguenti figli: dalla 1ª
moglie: Giovanna Pico nel posò Michele Antonio del Carretto di Lesegno,
marchese di Cravanzana; dalla 2ª moglie: Eleonora Pico, signora di Roddi e poi contessa di Roddi,
Sposò a Mantova in prime nozze Ascanio Andreasi, conte di Rivalta; poi sposò in
seconde nozze Enrico Biandrate di San Giorgio, conte di Foglizzo; illegittimo:
Marzio Pico sposò Caterina Trona, figlia di Antonio Trona, signore di Torrone e
Clarafond. Ebbe i seguenti figli: Tommaso Pico, co-signore di Roddi;illegittimo:
Paolo Pico, monaco benedettino all'Abbazia di Lucedio. Miroslav Marek,
Genealogy.eu, su Pico family, Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Pico
della Mirandola, Torino, J. Delumeau, Il peccato e la paura, Bologna, il
Mulino. Pompeo Litta, Famiglie celebri di Italia. Pico della Mirandola, Torino,
Pappalardo, L. "Gianfrancesco Pico della Mirandola: fede, immaginazione e
scetticismo". Turnhout: Brepols Publishers (= Nutrix:Voci correlate
Assedio della Mirandola, Assedio della Mirandola di papa Giulio II Caccia alle
streghe nella Signoria della Mirandola Sovrani di Mirandola e Concordia. Schizzo
biografico a cura de Il Centro Internazionale di Cultura Giovanni Pico della
Mirandola, «Pico della Mirandola, Giovanni Francesco II», Enciclopedie "Treccani L'Enciclopedia italiana".
«Pico della Mirandola, Giovanni Francesco II», Dizionario di filosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Gianfranco Pico della Mirandola. Pico.
Keywords. Refs: Luigi Speranza: Pico. Keywords. Refs.: “Grice, Acrkill, Pico
and Alberti, on ‘demonio’,” Luigi Speranza, "Grice e Pico," per Il
Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria, Italia --
Gianfranco Pico della Mirandola. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51716794552/in/photolist-2mN36eA-2mN8Hgb-2mMZCG3-2mMZCrP-2mLLZRD-2mLQc9e-2mLP4ps-2mKAijH-2mKAur7-2mKuSJj-2mKje8p-2mKkjv7-2mKgNvM-2mKgNnk-2mGnP2f-jm6WhY-jm54Cc-jpofjt-jkTaV6-jkV8Kj-jkW6UL-jkNtpy-jkMKsr-jkKBUB-jqf5Qu-jkNd2G-jkKfjv-jkKdnp-jkKQxG-jkKh6X-jkEKUz-jkLdEZ-jkNwNs-jkLhh8-jkTfPx-jkTLNG-jkLx4v-jkPrAy-jkPZxE-jkLtXa-jkMk5j-jkKbFk-jq4enS-jq3oMA-jkPJhj-jkLQia-jkF7DF-jrVVTK-jkGK9m-jkGnC4
Grice e Pieralisi – la teoria del
segno – filosofia italiana – Luigi Speranza (Jesi). Filosofo. Fa parte dei Minori Riformati di Jesi. Nella
sua filosofia esalta il valore della pace fra gli uomini e fra tutte le
creature. L’anima è presente non solo negli esseri umani, ma anche negli
animali, ai quali appunto l'anima conferisce come agli uominiun'esistenza eterna
al di là della morte. Per tali motivi sottolinea la necessità etica di trattare
gli animali con rispetto ed amore. De anima belluarum: sopravvivenza? Una domanda,
S. Rocco, Venezia. Della filosofia razionale speculativa parte soggettiva ossia
la logica, Tipografia della Pace, Roma, La filosofia razionale pratica ovvero dei
doveri naturali” (La Pace, Roma). Sui vizi capitali dell'insegnamento
scientifico: riflessioni, Pesar. Keywords: segnare, segnato, segnante. Refs.:
Luigi Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737646572/in/photolist-2mPSXPb
Grice e Pievani – il maschio – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Gazzaniga). Filosofo. Grice: “Only in Italy, Dietelmo
becomes Telmo –“ Grice: “I like Pievani – he defends Darwin when everyone
attacks him! Talk about rallying to the defense of the under-dogma!” -Dopo la
laurea in Filosofia conseguita a Milano,
ha condotto ricerchein Biologia evolutiva e Filosofia della biologia, sotto la
supervisione di Niles Eldredge e di Ian Tattersall presso l'American Museum of
Natural History di New York. Grice:
“Some Italians would not consider him an Italian philosopher seeing that he
earned his maximal degree without (i. e., not within) Italy!” -- Pprofessore
associato di Filosofia della scienza presso la facoltà di Scienze
dell'educazione e della formazione dell'Università degli Studi di
Milano-Bicocca. Ha ricoperto gli insegnamenti di Epistemologia e di Epistemologia
evolutiva.-- è stato vicedirettore del
Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa” e
vicepresidente del corso di laurea in Scienze dell'educazione. Dal è Professore
presso il Dipartimento di Biologia dell'Università degli Studi di Padova, dove
ricopre la prima cattedra italiana di Filosofia delle scienze biologiche.
Presso lo stesso Dipartimento è anche titolare degli insegnamenti di Bioetica e
di Divulgazione naturalistica. Dal è
Delegato del Rettore per la Comunicazione Istituzionale dell’Università degli
Studi di Padova. Dal è Presidente della
SIBESocietà Italiana di Biologia Evoluzionistica. È socio effettivo
dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, per la classe di Scienze,
socio corrispondente dell’Accademia delle Scienze di Torino per la classe di
Scienze, socio non residente dell’Accademia Olimpica di Vicenza, per la classe
di Scienza e Tecnica. È autore di saggi nei
campi della biologia evoluzionistica, dell'evoluzione umana, della filosofia
della biologia e della filosofia della scienza generale. Comunicazione della scienza Impegnato in
diversi progetti internazionali di comunicazione della scienza, dal fa parte del Comitato Scientifico di BergamoScienza,
è stato segretario del consiglio scientifico e coordinatore del Festival della
scienza di Genova, divenuta la più importante manifestazione europea del
settore. Insieme a Vittorio Bo, è stato direttore scientifico del
"Festival delle scienze di Roma" in Auditorium Parco della
Musica. Fa parte del comitato editoriale
di riviste scientifiche internazionali come Evolutionary Biology, Evolution:
Education and Outreach e Rendiconti Lincei per le Scienze Fisiche e Naturali.
Insieme a Niles Eldredge, è direttore scientifico del progetto enciclopedico
“Il futuro del pianeta” di UTET Grandi Opere. Inoltre insieme ancora a Niles
Eldredge ed a Ian Tattersall, è stato il curatore scientifico dell'edizione
italiana della mostra internazionale "Darwin". Insieme a Luigi Luca Cavalli-Sforza è stato
curatore del progetto espositivo internazionale “Homo sapiens": la grande
storia della diversità umana” (Roma, Palazzo delle Esposizioni, -; Trento, -,
Novara ). Telmo Pievani è direttore di
Pikaia, il italiano dell'evoluzione, ed
è stato coordinatore scientifico del Darwin Day di Milano. Fa parte del
comitato etico e del Comitato Scientifico della Fondazione Umberto Veronesi per
il progresso delle scienze. Fa parte del
Consiglio Scientifico Internazionale del Museo delle Scienze (MUSE) di
Trento. -- è stato per Padova coordinatore scientifico
dell’allestimento museale del Giardino della Biodiversità presso l'Orto
Botanico di Padova, oltre che curatore della sezione “Le piante e l’uomo”. Collabora
ai progetti scientifici e di comunicazione del Parco Natura Viva di Bussolengo.
Curatore Scientifico, insieme ai Fantini, Rufo e Pimpinelli, della mostra
internazionale "DNA. Il grande libro della vita da Mendel alla genomica”
(Palazzo delle Esposizioni, Roma). Dal punto di vista editoriale, è membro del
comitato editoriale de L'Indice dei libri. -- è componente del Comitato
Scientifico Internazionale della rivista Le Scienze, edizione italiana di
Scientific American, alla quale collabora.
Scrive regolarmente per la rivista Micromega. Dal è firma delle pagine culturali del Corriere
della Sera. Dal è direttore del magazine
di Padova, Il Bo LIVE. Due volte
finalista del Premio Galileo a Padova, nel
ha ricevuto la menzione speciale della giuria del Premio Scienza e
letteratura-Merck Serono, per il saggio La vita inaspettata. Il fascino di
un'evoluzione che non ci aveva previsto (Cortina). Premio Adriano Vitelli Laico
dell’Anno, , Torino; Premio Internazionale di Ecologia Umana (Abbazia di Spineto, Sarteano); Premio Capo
d'Orlando per la comunicazione
multimediale (Vico Equense). Insieme a
Federico Taddia e alla Banda Osiris, è autore di progetti teatrali e musicali a
tema scientifico, come “Finalmente il Finimondo!” e “Il maschio inutile” ispirato
all’omonimo libro. Opere: “Il management
dell'unicità, Guerini e associati, Milano, “Homo sapiens e altre catastrofi,”
Meltemi, Roma); Immagini del tempo nel cinema d'oggi, Meltemi, Roma, “Sotto il
velo della normalità” (Meltemi, Roma); “Il cappellano del diavolo, Scienza e
idee, Milano, Cortina, Ospitato su archive.is. “Introduzione alla filosofia
della biologia” (Laterza, Roma); La teoria dell'evoluzione. Attualità di una
rivoluzione scientifica, Il Mulino, Bologna,T. Pievani-E. Capanna-C.A. Redi,
Chi ha paura di Darwin?, IBIS Edizioni, Como-Pavia, Creazione senza Dio,
Einaudi, Torino; “In difesa di Darwin. Piccolo bestiario dell'anti-evoluzionismo
all'italiana” (Milano, Bompiani); “Perdere la libertà per Sante ragioni. Dal
nascere al morire: la mano della Chiesa sulla nostra vita, Milano,
Chiarelettere, T. Pievani-Vittorio Girotto-Giorgio Vallortigara, Nati per
Credere, Codice Edizioni, Torino); La vita inaspettata. Il fascino di
un'evoluzione che non ci aveva previsto, Raffaello Cortina Editore, Milano, Introduzione a Darwin (Roma, Laterza); La
fine del mondo. Guida per apocalittici perplessi, Bologna, Il Mulino, Homo sapiens. Il cammino dell'umanità,
Atlante dell'Istituto Geografico De Agostini,
“Anatomia di una rivoluzione: la logica della scoperta scientifica di
Darwin” (Mimesis); “Evoluti e abbandonati. Sesso, politica, morale: Darwin
spiega proprio tutto, Torino, Einaudi,
T. Pievani-Federico Taddia, Il maschio è inutile. Un saggio quasi
filosofico, Milano, Rizzoli, Leggere l’Origine delle specie di Darwin, IBIS
Edizioni, Como-Pavia, Libertà di
migrare. Perché ci spostiamo da sempre ed è bene così, con Valerio Calzolaio,
Einaudi, Torino, T. Pievani-Vittorio
Marchis, Lectures , Giappichelli, Come saremo. Storie di umanità
tecnologicamente modificata, con L. De Biase, Codice, Edizioni, Torino,
"Homo SapiensLe nuove storie dell'evoluzione umana", Libreria
Geografica, Homo sapiens. Le nuove
storie dell'evoluzione umana, Libreria Geografica, Imperfezione. Una storia
naturale, Milano, Raffaello Cortina, Libri per ragazzi Perché siamo parenti
delle galline? E tante altre domande sull’evoluzione, con F. Taddia, Editoriale
Scienza, Trieste, ; Sulle tracce degli antenati. L’avventurosa storia
dell’umanità, Editoriale Scienza, Trieste, . Introduzioni a opere di altri
autori Telmo Pievani ha curato l'edizione italiana di opere di Richard Dawkins,
di Niles Eldredge, di Stuart Kauffman, di Ian Tattersall, di Susan Oyama, di
Kim Sterelny, di Edward Osborne Wilson, di Sean B. Carroll, di Henri Gee e di
altri filosofi della biologia ed evoluzionisti. È inoltre il curatore
dell'edizione italiana del testamento scientifico di Stephen Jay Gould (La
struttura della teoria dell'evoluzione) e dell'ottavo volume (intitolato Storia
della scienza e della tecnologia) della Storia della Cultura Italiana diretta
da Luigi Luca Cavalli-Sforza. Curato l'edizione italiana di una parte dei
Taccuini della Trasmutazione darwiniani, pubblicati da Laterza con il titolo di:
Charles Darwin. T. Rosso, Taccuino B, Taccuino E. Dietelmo PIEVANI, su accademiadellescienze. Filosofia
si insegna a Biologia La prima cattedra a Pievani, Il mattino di Padova. Homo
Sapiens: La grande storia della diversità umana, I vincitori del premio
«Scienza e letteratura», Corriere della Sera, 11 giugno. Scheda libraria di
"Evoluti e abbandonati", su einaudi. Evoluzione Charles Darwin
Stephen Jay Gould Darwin Day Padova Orto Botanico di Padova Sito ufficiale, su telmopievani.com. Opere su openMLOL, Horizons Unlimited
srl. Pubblicazioni di Telmo Pievani, su
Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de
l'Innovation. Il web magazine
cross-mediale dell'Padova, su ilbolive.unipd. Pikaia, il italiano dell'evoluzione, su pikaia.eu. Il
sito ufficiale della mostra DARWIN su
Darwin. Dietelmo Pievani. Telmo Pievani. Pievani. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Pievani” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51700953156/in/photolist-2mLCU95-2mLCWXw-2mLGqAQ
Grice e Piovani – Enea, eroe stoico – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli).
Filosofo. Grice: “Like Austin, and
then again like me, Piovani could invent lingo. The whole point of
ordinary-language philosophy was an attack on ‘philosophical language,’ and
there we are, Austin, Grice and Piovani INVENTING unordinary philosophical
language! In Piovani’s case is ‘assenzialismo’!” -- Si laureò a Napoli dove conobbe
il suo maestro Capograssi. Insega a Trieste, Firenze e Roma), e successivamente
occupò via via le cattedre di Storia delle dottrine politiche, Storia della
filosofia morale e di Filosofia morale presso la Facoltà di Lettere e Filosofia
dell'Università degli studi di Napoli Federico II, dove rimase fino alla
propria morte, avvenuta nel 1980. Insignito di numerosi riconoscimenti accademici,
linceo. Figlio di due maestri elementari, educato al senso dell'appartenenza
nazionale e cresciuto fino ai vent'anni sotto il fascismo, Piovani si formò a
Napoli, dove, nella prima giovinezza (come invero molte altre future figure di
spicco della vita culturale e civile italiana), prese anche parte alle attività
del GUF cittadino e scrisse su alcuni fogli del regime. La sua originale
ricerca filosofica ebbe avvio all'indomani immediato della tragica conclusione
della seconda guerra mondiale e di ciò portò i segni anche nell'elaborazione
della propria caratterizzazione etico-politica, presto approdata alle ragioni
del liberalismo democratico. Dinanzi alla drammatica conclusione dell'esito
volontaristico dell'attualismo, la necessità di ripensare il
"modello" idealistico della "nuova Italia" lo indusse ad
un'intensa riflessione sul significato e sul valore dell'individuo nel suo
farsi persona, che lo impegnò per tutta la vita, troncata dalla malattia.
Autore di molti saggi (se ne conteranno più di venti al termine della sua
carriera di scrittore), che spaziano dalla filosofia del diritto al pensiero
filosofico italiano, soprattutto a quello meridionale, ricoprì incarichi nelle
più importanti accademie italiane; fu direttore, insieme a Eustachio Paolo
Lamanna, della "Collana di Filosofia" delle Edizioni Morano di
Napoli, e fondatore, presso il Cnr, del Centro di Studi Vichiani. Al suo
pensiero e alla sua "scuola" sono dedicati numerosi scritti. La
"FondazionePiovani per gli studi vichiani" ne custodisce la
biblioteca e gli archivi. Pensiero
filosofico Il pensiero di Pietro Piovani è stato definito da uno dei suoi più
importanti allievi, Fulvio Tessitore, «una fenomenologia dell'individuale». Per
il pensatore napoletano l'individuo non è concepito come un'entità chiusa ed
egoistica tendente all'assolutizzazione ma, al contrario, accettando egli la
sua natura di vivente limitato, afferma sé stesso nella responsabilità della
propria azione. Nella formazione del pensiero di Piovani concorrono elementi
esistenzialistici (con particolare simpatia per Jaspers), coniugati con motivi
rosminiani, a loro volta filtrati attraverso Capograssi, il quale pose Piovani
di fronte al grande tema dell’analisi dell’esperienza comune. Di ciò è
documento la prima monografia Normatività e società; che utilizza anche temi
della prima Azione blondeliana. La necessità di fondare la persona grazie a un
criterio o norma, che è la ragione dell’agire e del pensare (la logica della
vita morale), fa scoprire il tema di fondo della più matura filosofia morale piovaniana:
il soggetto è un «volente non volutosi», vale a dire che il soggetto, per
quanto approfondisca il proprio essere che è il suo esistere, deve arrestarsi
dinanzi alla constatazione di essere dato, di non essersi voluto.
L’«alternativa esistenziale» dell’accettazione della vita ne riscatta, con la
volontà di essere a fronte della possibilità contraddittoria del suicidio,
l’originaria datità. Ma questa accettazione, che è la sola possibile fondazione
della vita morale, rifiuta ogni «ostinazione singolaristica» e comporta che la
vita è vita di relazione, dove questa non è conquista ma condizione
consustanziale del soggetto che si accetta e dunque accetta l’altro, a iniziare
dalla propria alterità rispetto a se stesso. L’essenziale «instaurazione personalitaria»
consente la fondazione del diritto e della morale: entrambe formazioni
storiche, fondate dinamicamente in quanto capaci di comprendere ogni forma in
cui si sostanzi l’attivo desiderio dell’uomo di soddisfare l’insaziabile
bisogno di valori, anch'essi costruiti dalla scelta esistenziale dei soggetti
storici. In base a tale considerazione Piovani sostiene che l'essere umano non
possa fare affidamento su alcun tipo di fondamento poiché, essendo un essere
limitato e storico, è di fatto costretto a fondare continuamente i suoi punti
di riferimento. A questo proposito assumono appunto un ruolo primario i valori,
considerati non come assoluti ed eterni bensì prodotto della specificità
individuale. Del resto proprio i valori esaltano la responsabilità dell'azione
degli individui, che, altrimenti, verrebbe mortificata nel riferimento
obbligato a qualcosa di assoluto. Si può dunque parlare, in Piovani, di un
pluralismo etico che non significa relativismo ma relatività e, dunque,
rispetto. Una posizione quest'ultima che sembra chiaramente riprendere il
pensiero di Kant e, in particolare, il tema dell'agonismo etico. Per il
ricorrere di questi temi, l’originale filosofia di Piovani può riassumersi
nella formula tra «esistenzialismo ripensato e storicismo rinnovato». Tra questi, un numero della rivista
Gerarchia, su cui scrive riferendosi
alla partecipazione emotiva degli italiani al conflitto con la Grecia:
"Questo modo di sentire e di interpretare gli eventi deve essere posto in
luce perché esso indica che un ventennio di regime fascista è riuscito a dare
agli Italiani almeno quel senso di preoccupazione della tutela e della difesa
dei propri interessi, che è il presupposto indispensabile per la formazione di
una autentica e completa coscienza imperiale":Piovani, Roma e Tirana, in
Gerarchia, Piovani, Evoluzione liberale, in Biblioteca della libertà, Piovani,
Principi di una filosofia della morale, cap. I. Piovani, Principi di una
filosofia della morale, cap. II. Piovani “Principi di una filosofia della
morale,” F. Tessitore, PIOVANI, Pietro, in Enciclopedia filosofica di
Gallarate, Bompiani, Milano. Altre opere: “Normatività e società” (Napoli,
Jovene); “Il significato del principio di effettività” (Milano, Giuffre);
“Morte e trasfigurazione
dell'Università” (Napoli, Guida, (II ed. Napoli, Guida, La teodicea
sociale di Rosmini, Padova, Cedam, II ed. Brescia, Morcelliana, Linee di una filosofia del diritto, Padova,
CEDAM, “Giusnaturalismo ed etica moderna” Bari, Laterza); “Filosofia e storia
delle idee” (Bari, Laterza); “Conoscenza storica e coscienza morale” (Napoli,
Morano); “Principi di una filosofia della morale” (Napoli, Morano); Oggettivazione
etica e assenzialismo, F. Tessitore, Napoli, Morano); “La filosofia nuova di Vico”
(F. Tessitore (Napoli, Morano); “ Per una filosofia della morale, F. Tessitore,
Milano, Bompiani (Il pensiero Occidentale); F. Tessitore, Tra esistenzialismo e
storicismo: la filosofia morale (Napoli, Morano, Fulvio Tessitore, Pietro
Piovani, Napoli, Società nazionale di scienze lettere e arti, Domenico
Jervolino, Logica del concreto ed ermeneutica della vita morale. Newman,
Blondel, Piovani, Napoli, Morano, Giuseppe Acocella, Idee per un'etica sociale.
Note in margine al pensiero di Pietro Piovani, Soveria Mannelli, Rubbettino, Paolo
Amodio , degli scritti su Pietro
Piovani, Napoli, Liguori, Giuseppe Lissa, Anti-ontologismo e fondazione etica
in Pietro Piovani, Napoli, Giannini, A. Nieddu, Normatività soggettività
storicità: saggio sulla filosofia della morale (Napoli, Loffredo, A. Nieddu , Incontri blondellani. Volontà, norma,
azione in Maurice Blondel e in Pietro Piovani, Cagliari, Editore, Adamo
Perrucci, L'etica della responsabilità. Saggio su Pietro Piovani, Napoli,
Liguori, G. Morrone, La scuola napoletana: lettura critica e informazione
bibliografica, Roma : Edizioni di Storia e Letteratura (Sussidi eruditi) M. Olivetti, Enciclopedia Italiana, Appendice,
Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, «Etica» Enciclopedia del Novecento, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Sito web del Centro di Studi
Vichiani del Cnr di Napoli. La lezione etica più che mai attuale di Pietro
Piovani, di Fulvio Tessitore, Il Messaggero, Pietro Piovani, di Fulvio
Tessitore, Napoli, 1982. Sito web della FondazionePiovani per gli studi vichiani.
Ebook dello Invito a Vico diPiovani, edizioni Ispf-Cnr, , in accesso libero.
Keywords: “i principi metafisici di Vico” – Pietro Piovani. Piovani. Keywords:
Vico, principio. Luigi Speranza, “Grice e Piovani: I principi metafisici di
Vico” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737615912/in/datetaken/
Grice e Pirandello – e dov’è il copione? è in noi,
signore – il dramma è in noi -- siamo noi – filosofia italiana – Luigi Speranza
(Girgenti). Filosofo. Grice: “Pirandello would say he is no
philosopher, but then I’m a cricketer!” --.
Medaglia del Premio Nobel Premio Nobel per la
letteratura. Per la sua produzione, le tematiche affrontate e l'innovazione del
racconto teatrale è considerato tra i più importanti drammaturghi del XX
secolo. Tra i suoi lavori spiccano diverse novelle e racconti brevi (in lingua
italiana e siciliana) e circa quaranta drammi, l'ultimo dei quali incompleto. Io
son figlio del Caos. E non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son
nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco
denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione
dialettale del genuino e antico vocabolo greco Kaos. Figlio di Stefano
Pirandello e Caterina Ricci Gramitto, appartenenti a famiglie di agiata
condizione borghese, dalle tradizioni risorgimentali, nacque in contrada Càvusu
a Girgenti. .Nell'imminenza del parto che dove avvenire a Porto Empedocle, per
un'epidemia di colera che stava colpendo la Sicilia, il padre decide di
trasferire la famiglia in un'isolata tenuta di campagna per evitare il contatto
con la pestilenza. Porto Empedocle, prima di chiamarsi così, era la Borgata
Molo. Quando si decide che la borgata diviene comune autonomo. La linea di
confine fra i due comuni venne fissata all'altezza della foce di un fiume
essiccato che taglia in due la contrada chiamata u Càvuso o u Càusu, pantalone.
Questo Càvuso appartene a metà alla Borgata Molo e l'altra metà a Girgenti. A
qualche impiegato dell'ufficio anagrafe parve che non e cosa che si scrive che
qualcuno e nato in un paio di pantaloni e cangia quel volgare càusu in caos. Il
padre, partecipa alle imprese garibaldine. Sposa Caterina, sorella di un suo
commilitone, Rocco Ricci Gramitto. Il suo nonno materno, Giovanni Battista
Ricci Gramitto, e tra gli esponenti di spicco della rivoluzione siciliana e,
escluso dall'amnistia al ritorno del Borbone, fuggito in esilio a Malta dove
muore. Il bonno paterno, Andrea Pirandello, e un armatore e ricco uomo d'affari
di Pra', ora quartiere di Genova. La famiglia vive in una situazione economica
agiata, grazie al commercio e all'estrazione dello zolfo. La sua infanzia
e serena ma, come lui stesso racconta, caratterizzata anche dalla difficoltà di
comunicare con gli adulti e in specie con i suoi genitori, in modo particolare
con il padre. Questo lo stimola ad affinare le sue capacità espressive e a
studiare il modo di comportarsi degli altri per cercare di corrispondervi al meglio.
Fin da ragazzo soffre d'insonnia e dorme abitualmente solo tre ore per notte. E molto
devoto alla Chiesa cattolica grazie all'influenza che ebbe su lui una domestica
di famiglia, che lo avvicinò alle pratiche religiose, ma inculcandogli anche
credenze superstiziose fino a convincerlo della paurosa presenza degli spiriti.
La chiesa e i riti della confessione religiosa gli permettevano diaccostarsi ad
un'esperienza di misticismo, che cercherà di raggiungere in tutta la sua
esistenza. Si allontanò dalle pratiche religiose per un avvenimento
apparentemente di poco conto: un prete aveva truccato un'estrazione a sorte per
far vincere un'immagine sacra al giovane Luigi; questi rimase così deluso dal
comportamento inaspettatamente scorretto del sacerdote che non volle più avere
a che fare con la Chiesa, praticando una religiosità del tutto diversa da
quella ortodossa. Dopo l’istruzione elementare impartitagli privatamente,
fu iscritto dal padre alla regia scuola tecnica di Girgenti, ma durante
un’estate preparò, all’insaputa del padre, il passaggio agli studi classici. In
seguito a un dissesto economico, la famiglia si trasferì a Palermo, dove il
quattordicenne Luigi frequentò il regio ginnasio Vittorio Emanuele II e dove
rimase anche dopo il rientro dei suoi, a
Porto Empedocle. Qui si appassionò subito alla letteratura. A soli undici anni
scrisse la sua prima opera, "Barbaro", andata perduta. Per un breve
periodo, nel 1886, aiutò il padre nel commercio dello zolfo, e poté conoscere
direttamente il mondo degli operai nelle miniere e quello dei facchini delle
banchine del porto mercantile. Iniziò i suoi studi universitari a Palermo
per recarsi in seguito a Roma, dove continuò i suoi studi di filologia romanza
che poi, anche a causa di un insanabile conflitto con il rettore dell'ateneo
capitolino, dovette completare, su consiglio del suo maestro Ernesto Monaci, a
Bonn. A Bonn, importante centro culturale di quei tempi, Pirandello seguì i
corsi di filologia romanza ed ebbe l'opportunità di conoscere grandi maestri
come Franz Bücheler, Hermann Usener e Richard Förster. Si laureò nel 1891 con
una tesi sulla parlata agrigentina "Foni ed evoluzione fonetica del
dialetto di Girgenti" (Laute und Lautentwicklung der Mundart von
Girgenti), in cui descrisse il dialetto della sua città e quelli dell'intera
provincia, che suddivise in diverse aree linguistiche. Il tipo di studi gli fu
probabilmente di fondamentale aiuto nella stesura delle sue opere, dato il raro
grado di purezza della lingua italiana utilizzata. Nella città tedesca
alla fine di gennaio del 1890 conobbe a una festa in maschera la giovane Jenny
Schulz-Lander, della quale si innamorò e con cui andò ad abitare nella pensione
tenuta dalla madre della ragazza. A lei dedicherà i versi di Pasqua di Gea dove
la descriveva come «lucifera fanciulla, tu che il mio tutto sei e pur, forse,
sei nulla» e la ricorderà anche nei versi di Fuori di chiave: «Fuori la neve
eterna fiocca; / piano l'uscio s'apre e, un dito in bocca, / entra scalza
Jenny...» Quarant'anni dopo, Pirandello ormai famoso, durante un soggiorno a
New York ricevette un biglietto, a cui non rispose, da Jenny, che nel frattempo
era diventata scrittrice. Si trasferì a Roma, dove poté mantenersi grazie
agli assegni mensili inviati dal padre. Qui conobbe Luigi Capuana che lo aiutò
molto a farsi strada nel mondo letterario e che gli aprì le porte dei salotti
intellettuali dove ebbe modo di conoscere giornalisti, scrittori, artisti e
critici. A Girgenti, Pirandello sposò Maria Antonietta Portulano, figlia
di un ricco socio del padre. Questo matrimonio concordato soddisfaceva anche
gli interessi economici della famiglia di Pirandello. Nonostante ciò tra i due
coniugi nacque veramente l'amore e la passione. Grazie alla dote della moglie,
la coppia godeva di una situazione molto agiata, che permise ai due di trasferirsi
a Roma. A completare l'amore tra gli sposi, nacque il primo figlio: Stefano a
cui seguirono due anni dopo, Rosalia Caterina (Lietta) e F. Calogero. Il crollo
finanziario e la malattia della moglie. Uun allagamento e una frana nella
miniera di zolfo di Aragona di proprietà del padre, nella quale era stata
investita parte della dote di Antonietta, e da cui anche Pirandello e la sua
famiglia traevano un notevole sostentamento, li ridusse sul lastrico.
Questo avvenimento accrebbe il disagio mentale, già manifestatosi, della moglie
di Pirandello, Antonietta. Ella era sempre più spesso soggetta a crisi
isteriche, causate anche dalla gelosia, a causa delle quali o lei rientrava dai
genitori in Sicilia, o Pirandello era costretto a lasciare la casa. La malattia
prese la forma di una gelosia delirante e paranoica, che la portava a
scagliarsi contro tutte le donne che parlassero col marito, o che lei pensava
che volessero avere un qualche tipo di rapporto con lui; perfino la figlia Lietta
susciterà la sua gelosia, e a causa del comportamento della madre tenterà il
suicidio e poi se ne andrà di casa. La chiamata alle armi di Stefano nella
Grande Guerra peggiorò ulteriormente la sua situazione mentale. Solo
diversi anni dopo, egli, ormai disperato, acconsentì che Antonietta fosse
ricoverata in un ospedale psichiatrico. A. Portulano morirà in una clinica per
malattie mentali di Roma, sulla via Nomentana. La malattia della moglie portò
lo scrittore ad approfondire, portandolo ad avvicinarsi alle nuove teorie sulla
psicoanalisi di Freud, lo studio dei meccanismi della mente e ad analizzare il
comportamento sociale nei confronti della malattia mentale. Spinto dalle
ristrettezze economiche e dallo scarso successo delle sue prime opere
letterarie, e avendo come unico impiego fisso la cattedra di stilistica
all'Istituto superiore di magistero femminile, lo scrittore dovette impartire
lezioni private di italiano e di tedesco, dedicandosi anche intensamente al suo
lavoro letterario. Inizia anche una collaborazione con il Corriere della
Sera. Il suo primo grande successo fu merito del romanzo Il fu Mattia
Pascal, scritto nelle notti di veglia alla moglie paralizzata alle gambe. Il
libro fu pubblicato e subito tradotto in diverse lingue. La critica non diede
subito al romanzo il successo che invece ebbe tra il pubblico. Numerosi critici
non seppero cogliere il carattere di novità del romanzo, come d'altronde di
altre opere di Pirandello. Perché Pirandello arrivasse al successo si
dovette aspettare a quando si dedicò totalmente al teatro. Lo scrittore
siciliano aveva rinunciato a scrivere opere teatrali, quando l'amico Nino
Martoglio gli chiese di mandare in scena nel suo Teatro Minimo presso il Teatro
Metastasio di Roma alcuni suoi lavori: Lumie di Sicilia e l'Epilogo, un atto
unico scritto nel 1892. Pirandello acconsentì e la rappresentazione dei due
atti unici ebbe un discreto successo. Tramite i buoni uffici del suo amico
Martoglio anche A. Musco volle cimentarsi con il teatro pirandelliano:
Pirandello tradusse per lui in siciliano Lumie di Sicilia, rappresentato con
grande successo al Teatro Pacini di Catania. Cominciò da questa data la
collaborazione con Musco che incominciò a guastarsi dopo qualche tempo per
la diversità di opinioni sulla messa in scena di Musco della commedia Liolà nel
novembre al teatro Argentina diRoma: «Gravi dissensi» di cui Pirandello
scriveva al figlio Stefano. La guerra fu un'esperienza dura per
Pirandello; il figlio Stefano venne infatti imprigionato dagli austriaci, e,
una volta rilasciato, ritornò in Italia gravemente malato e con i postumi di
una ferita. Durante la guerra, inoltre, le condizioni psichiche della moglie si
aggravarono al punto da rendere inevitabile il ricovero in manicomio dove
rimase, come detto, fino alla morte. Dopo la guerra, lo scrittore si immerse in
un lavoro frenetico, dedicandosi soprattutto al teatro. Fonda la Compagnia del
Teatro d'Arte di Roma con due grandissimi interpreti dell'arte pirandelliana:
Marta Abba e Ruggero Ruggeri. Con questa compagnia cominciò a viaggiare per il
mondo: le sue commedie vennero rappresentate anche nei teatri di
Broadway. Nel giro di un decennio arrivò ad essere il drammaturgo di
maggior fama nel mondo, come testimonia il premio Nobel per la letteratura
ricevuto per il suo ardito e ingegnoso rinnovamento dell'arte drammatica e
teatrale. Degno di nota fu lo stretto rapporto con la giovane Abba, sua musa
ispiratrice, della quale Pirandello, secondo molti biografi e conoscenti, era
innamorato forse solamente in maniera platonica. Molte delle opere
pirandelliane cominciavano intanto ad essere trasposte al cinema: Pirandello
andava spesso ad assistere alla lavorazione dei film; andò anche negli Stati
Uniti d'America, dove famosi attori e attrici di Hollywood, come Greta Garbo,
interpretavano i suoi soggetti. Nell'ultimo di questi viaggi andò a trovare, su
invito, Albert Einstein a Princeton. In una conferenza stampa Pirandello difese
con veemenza la politica estera del fascismo, con la guerra d'Etiopia,
accusando i giornalisti statunitensi di ipocrisia, citando il colonialismo contro
i nativi americani. Pirandello e la politica: l'adesione al fascismo Pirandello
non aveva mai preso specifiche posizioni politiche, tranne l'ammirazione per il
patriottismo garibaldino di famiglia, unica certezza in un'epoca di crisi.
L'idea politica di fondo di Pirandello era legata principalmente a questo
patriottismo risorgimentale. Una sua lettera apparsa sul Giornale di Sicilia
testimonia gli ideali patriottici della famiglia, proprio nei primi mesi dallo
scoppio della Grande Guerra durante la quale il figlio Stefano fu fatto
prigioniero dagli austriaci e rinchiuso, per la maggior parte della prigionia,
nel campo di concentramento di Pian di Boemia, presso Mauthausen. Pirandello
non riuscì a far liberare il figlio malato neppure con l'intervento del papa
Benedetto XV. Nella sua vita condivise alcune delle idee dei giovani Fasci
siciliani e del socialismo; ne I vecchi e i giovani si nota come l'idea
politica di Pirandello era stata oscurata dalla riflessione umoristica. Per
Pirandello, i siciliani avevano subìto le peggiori ingiustizie dai vari governi
italiani: è questa l'unica idea forte che ci presenta. Nella prima guerra
mondiale, come detto, fu un interventista, anche se avrebbe preferito che il
figlio non partecipasse in prima linea alla guerra, cosa che invece Stefano
farà, arruolandosi volontario immediatamente e rimanendo ferito e prigioniero
degli austriaci, situazione che sarà estremamente angosciosa per lo scrittore. Nel
primo dopoguerra non aderì subito ai Fasci di combattimento, tuttavia pochi
anni dopo espliciterà l'adesione al fascismo, ormai istituzionalizzato. E ricevuto
da Mussolini a Palazzo Chigi. Chiese l'iscrizione al PNF inviando un telegramma
a Mussolini, pubblicato subito dall'agenzia Stefani. Eccellenza, sento che
questo è per me il momento più proprio di dichiarare una fede nutrita e servita
sempre in silenzio. Se l'E.V. mi stima degno di entrare nel partito nazionale fascista,
pregerò come massimo onore tenermi il posto del più umile e obbediente gregario.
Con devozione intera. Il telegramma arriva in un momento di grande difficoltà
per il presidente del consiglio dopo il ritrovamento del corpo di Matteotti. Per
la sua adesione al fascismo e duramente attaccato da alcuni intellettuali e
politici fra cui il deputato liberale G. Amendola che in un a saggio arriva a
dargli dell'accattone che voleva a tutti i costi divenir senatore del Regno. Pur
non ritrovandosi caratterialmente con Mussolini e molti gerarchi, che ritiene
persone troppo rozze e volgari, oltre che poco interessati alla vera arte, non
rinnega mai la sua adesione al fascismo, motivata tra le altre cose da una
profonda sfiducia nei regimi social-democratici, così come non si interessa mai
del marxismo, solo ne “I vecchi e i giovani” mostra un leggero interesse per il
socialismo), regimi nei quali sin da inizio Novecento si andano trasformando le
democrazie liberali, che riteneva a loro volta corrotte, portando ad esempio
gli scandali dell'età giolittiana e il trasformismo; provava inoltre un deciso
disprezzo per la classe politica del tempo, che avrebbe voluto vedere,
nichilisticamente, cancellata dalla vita del Paese, e una forte sfiducia verso
la «massa» caotica del popolo, che andava, secondo lui, istruita e guidata da
una sorta di monarca illuminato. E tra i firmatari del Manifesto degli
intellettuali fascisti, redatto da G. Gentile. L'adesione di Pirandello al
Fascismo fu per molti imprevista e sorprese anche i suoi più stretti amici;
sostanzialmente egli, per un certo conservatorismo che comunque aveva, guardava
al Duce come riorganizzatore di una società in disfacimento e ormai
completamente disordinata. Un'altra
motivazione addotta per spiegare tale scelta politica è che il fascismo lo
riconduceva a quegli ideali patriottici e risorgimentali di cui Pirandello era
convinto sostenitore, anche per le radici garibaldine del padre. Vedeva,
secondo questa tesi, nel Fascismo la prima idea originale post-risorgimentale,
che doveva rappresentare la forma nuova dell'Italia destinata a divenire
modello per l'Europa. Potrebbe apparire un punto di contatto tra Pirandello e
il fascism il sostenuto relativismo filosofico di entrambi. In realtà ben
diverso è il relativismo morale fascista fondato sull'attivismo soreliano e il relativismo esistenziale pirandelliano
che si richiama all'originario movimento scettico-razionale europeo della fine Professoree
l'inizio del XX. Sii fa interprete di un relativismo pessimistico, angosciato,
negatore di ogni certezza, del tutto incompatibile con l'ansia attivistica o
relativisticapositivadel nostro tempo. Sempre nel solco di Amendola e dei
critici antifascisti vi è anche un commento più pragmatico alla sua iscrizione
al Partito fascista, la quale avrebbe avuto origine nel suo ricercare
finanziamenti per la creazione della sua nuova compagnia teatrale, che avrebbe
così avuto il sostegno del regime e le relative sovvenzioni, anche se il
governo, perfino dopo il Nobel, gli prefiere sempre Annunzio e G. Deledda,
anche lei vincitrice del premio, come letterati ideali del regime, mentre
Pirandello ebbe molta difficoltà a reperire i fondi statali, che Mussolini
spesso non voleva concedergli. In ogni caso, come detto, non furono infrequenti
suoi scontri violenti con autorità fasciste e dichiarazioni aperte di
apoliticità. Sono apolitico: mi sento soltanto uomo sulla terra. E, come tale,
molto semplice e parco; se vuole potrei aggiungere casto...». Clamoroso fu il
gesto narrato da C. Alvaro in cui Pirandello a Roma strappò la sua tessera del
partito davanti agli occhi esterrefatti del Segretario Nazionale. Nonostante
ciò, una rottura aperta col fascismo non si onsumerà mai. Si concluse
senza troppa fortuna l'esperienza del Teatro d'Arte cominciata quattro anni
prima; dopo lo scioglimento, in tacita polemica con il regime fascista che a
suo avviso era troppo parco di sostegno ai suoi progetti teatrali, Pirandello
si ritirò per qualche mese a Berlino insieme a Marta Abba, primadonna della
compagnia. Forse a parziale compensazione di questo mancato sostegno, e uno dei
primi 30 accademici, nominati direttamente da Mussolini, della neo costituita
Reale Accademia d'Italia. In nome dei suoi ideali patriottici, partecipò
alla raccolta dell'oro per la patria donando la medaglia del premio Nobel
ricevuto l'anno prima, cosa fatta, tra gli altri, anche dall'antifascista
Benedetto Croce, che donò la medaglia da senatore. Questa scelta di
adesione al regime è stata spesso sia minimizzata sia accentuata dalla critica,
poiché sostanzialmente l'ideologia fascista non ebbe mai parte nella vita e
nell'opera pirandelliana, abbastanza avulse della realtà politica, così che
egli non fu in grado di vedere e giudicare le violenze fasciste; tuttavia il
contenuto idealmente anarchico, corrosivo, pessimista e quasi sempre
anti-sistema delle sue opere era guardato con sospetto da molti intellettuali e
uomini politici del PNF, che non lo consideravano una vera "arte
fascista". La critica fascista difatti non sempre esaltava le opere di
Pirandello, spesso considerandole non conformi agli ideali fascisti: vi si
vedeva una certa insistenza e considerazione di quella borghesia altolocata
(che pure Pirandello non amava particolarmente) che il fascismo formalmente
condannava come corrotta e decadente. Gli arzigogoli filosofici dei personaggi
dei drammi borghesi pirandelliani erano considerati quanto di più lontano
dall'attivismo fascista. Anche dopo l'attribuzione del Nobel parecchi lavori
furono accusati dalla stampa di regime di disfattismo tanto che anche
Pirandello finì tra i "controllati speciali" dell'OVRA. Negli ultimi
anni viaggerà difatti molto, andrà in Francia e negli Stati Uniti, quasi in un
volontario esilio dal clima culturale italiano di quegli anni. Nonostante i
suoi elogi al capo del governo, il Duce farà sequestrare l'opera La favola del
figlio cambiato, per alcune scene ritenute non consone, impedendone le repliche
(a Pirandello verrà imposta, per contrasto, la regia dell'opera dannunziana La
figlia di Jorio. Le volontà testamentarie di Pirandello, infine, che negavano
ogni funerale e celebrazione dopo la morte dello scrittore, metteranno in
imbarazzo i fascisti e lo stesso Mussolini, che ordinò così alla stampa che non
ci fossero troppe celebrazioni postume sui quotidiani, ma che ne fosse data
solo la notizia, come di un semplice fatto di cronaca. Il rifugio di Soriano
nel Cimino ama trascorrere ampi periodi dell'anno nella quiete di Soriano nel
Cimino (VT) un'amena e bella cittadina ricca di monumenti storici e immersa nei
boschi del Monte Cimino. In particolare Pirandello rimase affascinato dalla
maestosità e dalla quiete di uno stupendo castagneto situato nella località di
"Pian della Britta", a cui volle dedicare un'omonima poesia, che oggi
è scolpita su una lapide di marmo posta proprio in tale località.
Pirandello ambientò a Soriano nel Cimino (citando luoghi, località e personaggi
realmente esistiti) anche due tra le sue più celebri novelle Rondone e
Rondinella e Tomassino ed il filo d'erba. A Soriano nel Cimino, è rimasto vivo
ancora oggi il suo ricordo a cui sono dedicati monumenti, lapidi e
strade. Luigi Pirandello frequentò anche Arsoli per molti anni,
soprattutto durante i periodi estivi, dove amava dissetarsi con una gassosa
nell'allora bar Altieri in piazza Valeria. Il suo amore per il paese si ritrova
nella definizione che egli stesso diede ad Arsoli chiamandola La piccola
Parigi. Appassionato di cinematografia, mentre assisteva a Cinecittà alle
riprese di un film tratto dal suo romanzo Il fu Mattia Pascal, si ammalò di
polmonite. Pirandello ha già subito due attacchi di cuore; il suo corpo, ormai
segnato dal tempo e dagli avvenimenti della vita, non sopportò oltre. Al medico
che tentava di curarlo, disse. Non abbia tanta paura delle parole, professore,
questo si chiama morire»; dopo 15 giorni, la malattia si aggravò e muore,
lasciando incompiuto l'ultimo lavoro teatrale, I giganti della montagna, opera
a sfondo mitologico. Il terzo atto venne ideato e illustrato a Stefano
nell'ultima notte di vita, che lo scrisse poi sotto forma narrativa, tentandone
anche una ricostruzione, onde integrare la sceneggiatura del dramma che
solitamente è però rappresentato nella forma incompiuta, in due atti. Per
Pirandello il regime fascista avrebbe voluto esequie di Stato. Viene nvece
rispettate le sue volontà espresse nel testament. Carro d'infima classe, quello
dei poveri. Nudo. E nessuno m'accompagni, né parenti né amici. Il carro, il
cavallo, il cocchiere e basta. Bruciatemi. Per sua volontà il corpo, senza
alcuna cerimonia, fu cremato, per evitare postume consacrazioni cimiteriali e
monumentali. Le sue ceneri furono deposte in una preziosa anfora greca già di
sua proprietà e tumulate nel cimitero del Verano. A. Camilleri e altri quattro
studenti dettero il via a un lento e travagliato adempimento delle sue ultime
volontà (in caso non fosse stato possibile lo spargimento): far seppellire le
ceneri nel giardino della villa di contrada Caos, dove era nato. Il giurista e
politico G. Ambrosini, dopo il rifiuto di un pilota statunitense di volare da
Roma a Palermo con a bordo le ceneri di un morto, trasportò l'anfora in treno,
chiusa in una cassetta di legno. A Palermo il corteo funebre venne però
bloccato dal vescovo di Agrigento G. Peruzzo, contrario a un corteo con un
defunto cremato. Camilleri si recò dal vescovo, che rimase inamovibile; il
futuro scrittore propose allora con successo l'idea di inserire l'anfora in una
bara, che venne appositamente affittata. Il corteo, per un breve tratto a piedi
e poi a bordo di una littorina, giunse ad Agrigento. Dopo una cerimonia
religiosa, l'anfora con le ceneri venne estratta dalla bara e riposta nel Museo
Civico di Agrigento, in attesa della costruzione di un monumento nel giardino
della villa. Solo dopo parecchi anni dalla morte, realizzata una scultura
monolitica di R. Mazzacurati, artista vincitore del concorso indetto,
costituita principalmente da una grossa pietra non lavorata, le ceneri vennero
portate nel giardino e versate in un cilindro di rame inserito nel terreno, che
venne chiuso da una pietra sigillata con del cemento. Una parte rimanente
delle ceneri, trovata anni dopo attaccata ai lati interni dell'anfora, non
essendo più contenibile nel cilindro ricolmo e riaperto per l'occasione, venne
dispersa, rispettando il desiderio originario di lui stesso. Davanti agli occhi
di una bestia crolla come un castello di carte qualunque sistema
filosofico.» (L. Pirandello, dai Foglietti) Pirandello si occupò di
questioni teoriche fin da giovane nonostante fosse convinto che qualunque
filosofia sarebbe fallita di fronte all'insondabilità dell'uomo quando in lui
prevale la "bestia", l'aspetto animalesco e irrazionale. Si
avvicinò alle teorie dello psicologo Alfred Binet sulla pluralità dell'io.
Pubblica i saggi Arte e Scienza e L'umorismo caratterizzati da un'esposizione
di stile colloquiale, molto lontana dal consueto discorso filosofico. Le due
opere sono espressione di un'unica maturazione artistica ed esistenziale che ha
coinvolto lo scrittore siciliano all'inizio del Novecento e che vede come
centrale proprio la poetica dell'umorismo. Compone il saggio L'umorismo, dove
confluiscono idee, brani di scritti e appunti precedent. Ad esempio sue varie
chiose e annotazioni a L'indole e il riso di L. Pulci di A. Momigliano e parti
dell'articolo A. Cantoni, che era apparso già nella «Nuova Antologia» del 16
marzo 1905. Come ha osservato Daniela Marcheschi, L'umorismo di Pirandello si
inserisce «in un rigoglioso e più che secolare campo di meditazione e ricerca
sull'omonimo tema; e ai primi del Novecento rappresenta, nel nostro paese, il
momento riepilogativo probabilmente più soddisfacente, per l'epoca, di una
serie di acquisizioni teoriche che la cultura internazionale aveva chiare e
consolidate da tempo. Bisognerà infatti aspettare l'importante studio di A. Genovese,
Il Comico, l’Umore e la Fantasia o Teoria del Riso come Introduzione all’Estetica,
pubblicato presso la casa editrice Fratelli Bocca, a Torino, per avere un
saggio di ampia informazione e documentazione, di solido spessore
speculativopur nell'ispirazione idealistica d'ascendenza crociana da cui prende
le mosse: tecnicamente persuasivo, insomma, e con ben altre fondamenta
teoretiche. Peraltro, in un panorama di non rara fossilizzazione culturale come
quello dell'Italia contemporanea, va detto che l'opera di Piccoli Genovese è
stata appaiata forse soltanto dal coraggioso volume, e di molti anni
posteriore, Homo ridens. Estetica, Filologia, Psicologia, Storia del Comico,
che Paolo Santarcangeli ha dato alle stampe a Firenze, con l'editore Olsckhi. Nel
succitato saggio Pirandello distingue il comico dall'umoristico. Il primo,
definito come avvertimento del contrario, nasce dal contrasto tra l'apparenza e
la realtà. Nel saggio Pirandello ce ne fornisce un esempio. Vedo una vecchia
signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di qual orribile manteca, e
poi tutta goffamente imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a
ridere. "Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò
che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e
superficialmente, arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è appunto
un "avvertimento del contrario. L'umorismo, il "sentimento del
contrario", invece nasce da una considerazione meno superficiale della
situazione: «Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce
che quella vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così come un
pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente,
s'inganna che, parata così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a
trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non
posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me,
mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro:
da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo
sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e
l'umoristico» (L. Pirandello, L'umorismo, Parte seconda. Quindi, mentre
il comico genera quasi immediatamente la risata perché mostra subito la
situazione evidentemente contraria a quella che dovrebbe normalmente essere,
l'umorismo nasce da una più ponderata riflessione che genera una sorta di
compassione da cui si origina un sorriso di comprensione. Nell'umorismo c'è il
senso di un comune sentimento della fragilità umana da cui nasce un
compatimento per le debolezze altrui che sono anche le proprie. L'umorismo è
meno spietato del comico che giudica in maniera immediata. «non ci
fermiamo alle apparenze, ciò che inizialmente ci faceva ridere adesso ci farà tutt'al
più sorridere.» (Luigi Pirandello) La poetica dell'Umorismo
Pirandelliana, in realtà nasce già quando pubblica le due premesse de Il fu
Mattia Pascal dove richiamandosi a Il Copernico di Leopardi nelle Operette
morali riprende l'ironia letteraria di Leopardi che attribuiva la scoperta
copernicana dell'eliocentrismo alla pigrizia del Sole stanco di girare attorno
ai pianeti. Il richiamo a Copernico si ritrova poi nel saggio su L'umorismo
dove vede una notazione umoristica nella contrapposizione di due sentimenti
opposti per i quali dopo la scoperta copernicana l'uomo scopre di essere una
parte infinitesimale dell'universo e nello stesso tempo la sua capacità di
compenetrarsene. La crisi dell'io L'analisi dell'identità condotta da
Pirandello lo portò a formulare la teoria della crisi dell'io. In un articolo
del 1900 scrisse: «Il nostro spirito consiste di frammenti, o meglio, di
elementi distinti, più o meno in rapporto tra loro, i quali si possono
disgregare e ricomporre in un nuovo aggregamento, così che ne risulti una nuova
personalità, che pur fuori dalla coscienza dell'io normale, ha una propria
coscienza a parte, indipendente, la quale si manifesta viva e in atto,
oscurandosi la coscienza normale, o anche coesistendo con questa, nei casi di
vero e proprio sdoppiamento dell'io. Talché veramente può dirsi che due persone
vivono, agiscono a un tempo, ciascuna per proprio conto, nel medesimo
individuo. Con gli elementi del nostro io noi possiamo perciò comporre,
costruire in noi stessi altri individui, altri esseri con propria coscienza,
con propria intelligenza, vivi e in atto.» Paradossalmente, il solo modo
per recuperare la propria identità è la follia, tema centrale in molte opere,
come l'Enrico IV o come Il berretto a sonagli, nel quale Pirandello inserisce
addirittura una ricetta per la pazzia: dire sempre la verità, la nuda,
cruda e tagliente verità, infischiandosene dei riguardi, delle maniere, delle
ipocrisie e delle convenzioni sociali. Questo comportamento porterà presto
all'isolamento da parte della società e, agli occhi degli altri, alla
pazzia. Abbandonando le convenzioni sociali e morali l'uomo può ascoltare
la propria interiorità e vivere nel mondo secondo le proprie leggi, cala la
maschera e percepisce se stesso e gli altri senza dover creare un personaggio,
è semplicemente persona. Esemplare di tale concezione è l'evoluzione di
Vitangelo Moscarda, protagonista di Uno, nessuno e centomila. La
"lanterninosofia" Ancora sulla crisi dell'identità del singolo
impotente con la sua razionalità di fronte al mistero universale che lo
circonda, Pirandello, all'inizio del XIII capitolo del romanzo Il fu Mattia
Pascal, espone metaforicamente la sua filosofia del "lanternino",
tramite il monologo che il personaggio di Anselmo Paleari rivolge al protagonista
Mattia Pascal, in cui la piccola lampada rappresenta il sentimento umano, che
non riesce ad alimentarsi se non tramite le illusioni di fede e ideologie varie
("i lanternoni"), ma che altrimenti provoca l'angoscia del buio che
lo circonda all'uomo, l'animale che ha il triste privilegio di "sentirsi
vivere. Il lanternino che proietta tutto intorno a noi un cerchio più o meno
ampio di luce, di là dal quale è l'ombra nera, l'ombra paurosa che non
esisterebbe se il lanternino non fosse acceso in noi, ma che noi purtroppo
dobbiamo credere vera, fintanto ch'esso si mantiene vivo in noi. Spento alla
fine da un soffio, ci accoglierà la notte perpetua dopo il giorno fumoso della
nostra illusione, o non rimarremo noi piuttosto alla mercé dell'Essere, che avrà
soltanto rotto le vane forme della nostra ragione? (Il fu Mattia Pascal,
capitolo XIII, Il lanternino) La sua sfiducia verso la fede religiosa
tradizionale lo porta ad accentuare così il proprio vuoto spirituale, che cercò
di riempire, come il citato personaggio del Paleari, con l'interesse personale
verso l'occultismo, la teosofia e lo spiritismo, che tuttavia non gli daranno
la serenità esistenziale. Il contrasto tra vita e forma Luigi Pirandello svolge
una ricerca inesausta sull'identità della persona nei suoi aspetti più
profondi, dai quali dipendono sia la concezione che ogni persona ha di sé, sia
le relazioni che intrattiene con gli altri. Influenzato dalla filosofia
irrazionalistica di fine secolo, in particolare di Bergson, Pirandello ritiene
che l'universo sia in continuo divenire e che la vita sia dominata da una
mobilità inesauribile e infinita. L'uomo è in balia di questo flusso dominato
dal caso, ma a differenza degli altri esseri viventi tenta, inutilmente, di
opporsi costruendo forme fisse, nelle quali potersi riconoscere, ma che
finiscono con il legarlo a maschere in cui non può mai riconoscersi o alle
quali è costretto a identificarsi per dare comunque un senso alla propria
esistenza. Se l'essenza della vita è il flusso continuo, il perenne divenire,
quindi fissare il flusso equivale a non vivere, poiché è impossibile fissare la
vita in un unico punto. Questa dicotomia tra vita e forma, accompagnerà
l'autore in tutta la sua produzione evidenziando la sconfitta dell'uomo di
fronte alla società, dovuta all'impossibilità di fuggire alle convenzioni di
quest'ultima se non con la follia. Solo il "folle", che pure è una
figura sofferente ed emarginata, riesce talvolta a liberarsi dalla maschera, e
in questo caso può avere un'esistenza autentica e vera, che resta impossibile
agli altri in quanto non è fattibile denudare la maschera o le maschere, la
propria identità (Maschere nude è infatti il titolo della raccolta delle sue
opere teatrali). Questa riflessione, che si rispecchia nelle varie opere con accenti
ora lievi ora gravi e tragici, è stata, ad opera soprattutto dello studioso
Adriano Tilgher, interpretata come un sistema filosofico basato sul contrasto
tra la Vita e la Forma, che talvolta ha fatto esprimere alla critica un
giudizio negativo delle ultime opere precedenti al "teatro dei miti",
accusate a volte di "pirandellismo", cioè di riproporre sempre lo
stesso schema di lettura. Il relativismo psicologico o conoscitivo «La verità?
è solo questa: che io sono, sì, la figlia della signora Frola Ah! E la seconda
moglie del signor Ponza Oh! E come? Sì; e per me nessuna! nessuna! Ah, no, per
sé, lei, signora: sarà l'una o l'altra! Nossignori. Per me, io sono colei che
mi si crede. (...) Ed ecco, o signori, come parla la verità.» (Dialogo
finale di Così è (se vi pare)) Dal contrasto tra la vita e la forma nasce il
relativismo psicologico che si esprime in due sensi: orizzontale, ovvero nel
rapporto interpersonale, e verticale, ovvero nel rapporto che una persona ha
con se stessa. Gli uomini nascono liberi ma il Caso interviene nella loro
vita precludendo ogni loro scelta: l'uomo nasce in una società precostituita
dove ad ognuno viene assegnata una parte secondo la quale deve
comportarsi. Ciascuno è obbligato a seguire il ruolo e le regole che la
società impone, anche se l'io vorrebbe manifestarsi in modo diverso: solo per
l'intervento del caso può accadere di liberarsi di una forma per assumerne
un'altra, dalla quale non sarà più possibile liberarsi per tornare indietro,
come accade al protagonista de Il fu Mattia Pascal. L'uomo dunque non può
capire né gli altri né tanto meno se stesso, poiché ognuno vive
portandoconsapevolmente o, più spesso, inconsapevolmenteuna maschera dietro la
quale si agita una moltitudine di personalità diverse e inconoscibili.
Queste riflessioni trovano la più esplicita manifestazione narrativa nel
romanzo Uno, nessuno e centomila: Uno perché ogni persona crede di essere
un individuo unico con caratteristiche particolari; Centomila perché l'uomo ha,
dietro la maschera, tante personalità quante sono le persone che ci giudicano;
Nessuno perché, paradossalmente, se l'uomo ha centomila personalità diverse,
invero, è come se non ne possedesse nessuna, nel continuo cambiare non è
capace di fermarsi nel suo vero "io". L'incomunicabilità Il
relativismo conoscitivo e psicologico su cui si basa il pensiero di Pirandello
si scontra con il conseguente problema dell'incomunicabilità tra gli uomini:
poiché ogni persona ha un proprio modo di vedere la realtà, non esiste un'unica
realtà oggettiva, ma tante realtà quante sono le persone che credono di
possederla e dunque ognuno ha una propria "verità".
L'incomunicabilità produce quindi un sentimento di solitudine ed esclusione
dalla società e persino da se stessi, poiché proprio la crisi e frammentazione
dell'io interiore crea diversi io discordanti. Il nostro spirito consiste di
frammenti che ci fanno scoprire di essere "uno, nessuno,
centomila". I personaggi dei drammi pirandelliani, come il Vitangelo
Moscarda del romanzo Uno, nessuno e centomila e i protagonisti della commedia
Sei personaggi in cerca di autore, di conseguenza avvertono un sentimento di
estraneità dalla vita che li fanno sentire «forestieri della vita»[, nonostante
la continua ricerca di un senso dell'esistenza e di un'identificazione di un
proprio ruolo, che vada oltre la maschera, o le diverse e innumerevoli
maschere, con cui si presentano al cospetto della società o delle persone più
vicine. La reazione al relativismo Reazione passiva L'uomo accetta la
maschera, che lui stesso ha messo o con cui gli altri tendono a identificarlo.
Ha provato sommessamente a mostrarsi per quello che lui crede di essere ma,
incapace di ribellarsi o deluso dopo l'esperienza di vedersi attribuita una
nuova maschera, si rassegna. Vive nell'infelicità, con la coscienza della
frattura tra la vita che vorrebbe vivere e quella che gli altri gli fanno
vivere per come essi lo vedono. Accetta alla fine passivamente il ruolo da
recitare che gli si attribuisce sulla scena dell'esistenza. Questa è la reazione
tipica delle persone più deboli come si può vedere nel romanzo Il fu Mattia
Pascal. Il soggetto non si rassegna alla sua maschera però accetta il suo
ruolo con un atteggiamento ironico, aggressivo o umoristico. Ne fanno esempio
varie opere di Pirandello come: Pensaci Giacomino, Il giuoco delle parti e La
patente. Il personaggio principale di quest'ultima opera, Rosario Chiàrchiaro,
è un uomo cupo, vestito sempre in nero che si è fatto involontariamente la
nomea di iettatore e per questo è sfuggito da tutti ed è rimasto senza lavoro.
Il presunto iettatore non accetta l'identità che gli altri gli hanno attribuito
ma comunque se ne serve. Va dal giudice e, poiché tutti sono convinti che sia
un menagramo, pretende la patente di iettatore autorizzato. In questo modo avrà
un nuovo lavoro: chi vuole evitare le disgrazie che promanano da lui dovrà
pagare per allontanarlo. La maschera rimane ma almeno se ne ricava un
vantaggio. Reazione drammatica L'uomo, accortosi del relativismo, si
renderà conto che l'immagine che aveva sempre avuto di sé non corrisponde in
realtà a quella che gli altri avevano di lui e cercherà in ogni modo di carpire
questo lato inaccessibile del suo io. Vuole togliersi la maschera che gli
è stata imposta e reagisce con disperazione. Non riesce a strapparsela e allora
se è così che lo vuole il mondo, egli sarà quello che gli altri credono di
vedere in lui e non si fermerà nel mantenere questo suo atteggiamento sino alle
ultime e drammatiche conseguenze. Si chiuderà in una solitudine disperata che
lo porta al dramma, alla pazzia o al suicidio. Da tale sforzo verso un
obiettivo irraggiungibile nascerà la voluta follia. La follia è infatti in
Pirandello lo strumento di contestazione per eccellenza delle forme fasulle
della vita sociale, l'arma che fa esplodere convenzioni e rituali, riducendoli
all'assurdo e rivelandone l'inconsistenza. Solo e unico modo per vivere,
per trovare il proprio io, è quello di accettare il fatto di non avere
un'identità, ma solo centomila frammenti (e quindi di non essere uno ma nessuno),
accettare l'alienazione completa da se stessi. Tuttavia la società non accetta
il relativismo, e chi lo fa viene ritenuto pazzo. Esemplari sono i personaggi
dei drammi Enrico IV, dei Sei personaggi in cerca d'autore, o di Uno, nessuno e
centomila. Teatro Busto di Pirandello in un parco di Palermo, il
"Giardino Inglese". Il busto si trova vicino all'ingresso di via
Libertà. Pirandello divenne famoso proprio grazie al teatro che chiama teatro
dello specchio, perché in esso viene raffigurata la vita vera, quella nuda,
amara, senza la maschera dell'ipocrisia e delle convenienze sociali, di modo
che lo spettatore si guardi come in uno specchio così come realmente è, e
diventi migliore. Dalla critica viene definito come uno dei grandi drammaturghi
del XX secolo. Scriverà moltissime opera, alcune delle quali rielaborazioni
delle sue stesse novelle, che vengono divise in base alla fase di maturazione
dell'autore: Prima faseIl teatro siciliano Seconda faseIl teatro
umoristico/grottesco Terza faseIl teatro nel teatro (metateatro) Quarta faseIl
teatro dei miti Generalmente si attribuisce l'interesse di Pirandello per il
teatro agli anni della maturità, ma alcuni precedenti mostrano come tale
convinzione necessiti di una rivalutazione: in gioventù, infatti, Pirandello
compose alcuni lavori teatrali, andati perduti poiché da lui stesso bruciati
(tra gli altri, il copione de Gli uccelli dell'alto). In una lettera indirizzata alla famiglia, si legge:
«Oh, il teatro drammatico! Io lo conquisterò. Io non posso penetrarvi senza
provare una viva emozione, senza provare una sensazione strana, un eccitamento
del sangue per tutte le vene. Quell'aria pesante chi vi si respira, m'ubriaca:
e sempre a metà della rappresentazione io mi sento preso dalla febbre, e
brucio. È la vecchia passione chi mi vi trascina, e non vi entro mai solo, ma
sempre accompagnato dai fantasmi della mia mente, persone che si agitano in un
centro d'azione, non ancora fermato, uomini e donne da dramma e da commedia,
viventi nel mio cervello, e che vorrebbero d'un subito saltare sul
palcoscenico. Spesso mi accade di non vedere e di non ascoltare quello che
veramente si rappresenta, ma di vedere e ascoltare le scene che sono nella mia
mente: è una strana allucinazione che svanisce ad ogni scoppio di applausi, e
che potrebbe farmi ammattire dietro uno scoppio di fischi!» (Luigi
Pirandello, da una lettera ai familiari. È in questa dimensione che si parla di
teatro mentale: lo spettacolo non è subito passivamente ma serve come pretesto
per dar voce ai "fantasmi" che popolano la mente dell'autore (nella
prefazione ai Sei personaggi in cerca d'autore Pirandello chiarirà di come la
Fantasia prenda possesso della sua mente per presentargli personaggi che
vogliono vivere, senza che lui li cerchi). In un'altra missiva, spedita
da Roma e datata 7 gennaio 1888, Pirandello sostiene che la scena italiana gli
appare decaduta: «Vado spesso in teatro, e mi diverto e me la rido in
veder la scena italiana caduta tanto in basso, e fatta sgualdrinella isterica e
noiosa» (Luigi Pirandello, da una lettera ai familiari. La delusione per
non essere riuscito a far rappresentare i primi lavori lo distoglie
inizialmente dal teatro, facendolo concentrare sulla produzione novellistica e
romanziera. Pubblica l'importante saggio Illustratori, attori, traduttori
dove esprime le sue idee, ancora negative, sull'esecuzione del lavoro
dell'attore nel lavoro teatrale: questi è infatti visto come un mero traduttore
dell'idea drammaturgica dell'autore, il quale trova dunque un filtro al
messaggio che intende comunicare al pubblico. Il teatro viene poi definito da
Pirandello come un'arte "impossibile", perché "patisce le
condizioni del suo specifico anfibio":: un tradimento della scrittura
teatrale, che ha di contro "il cattivo regime dei mezzi rappresentativi,
appartenenti alla dimensione adultera dell'eco. È in questo momento che
Pirandello si distacca dalla lezione positivista e, presa diretta
coscienza dell'impossibilità della rappresentazione scenica del
"vero" oggettivo, ricerca nella produzione drammaturgica di scavare
l'essenza delle cose per scoprire una verità altra (come è spiegato nel saggio
L'Umorismo con il sentimento del contrario). Fondò la compagnia del
Teatro d'Arte di Roma con sede al Teatro Odescalchi con la collaborazione di
altri artisti: il figlio Stefano Pirandello, Orio Vergani, Claudio Argentieri,
A. Beltramelli, G. Cavicchioli, M. Celli, P. Cantarella, L. Picasso, Renzo
Rendi, M. Bontempelli e G. Prezzolini -- tra gli attori più importanti della
compagnia figurano Marta Abba, Lamberto Picasso, Maria Letizia Celli, Ruggero
Ruggeri. La compagnia, il cui primo allestimento risale al 2 aprile 1925 con
Sagra del signore della nave dello stesso Pirandello e Gli dei della montagna
di Lord Dunsany, ebbe però vita breve: i gravosi costi degli allestimenti, che
non riuscivano ad essere coperti dagli introiti del teatro semivuoto costrinsero
il gruppo, dopo solo due mesi dalla nascita, a rinunciare alla sede del Teatro
Odescalchi. Per risparmiare sugli allestimenti la compagnia si produsse prima
in numerose tournée estere, poi fu costretta allo scioglimento definitivo,
avvenuto a Viareggio nell'agosto del 1928. Prima faseTeatro Siciliano
Nella fase del Teatro Siciliano Pirandello è alle prime armi e ha ancora molto
da imparare. Anch'essa come le altre presenta varie caratteristiche di rilievo;
alcuni testi sono stati scritti interamente in lingua siciliana perché
considerata dall'autore più viva dell'italiano e capace di esprimere maggiore
aderenza alla realtà. La morsa e Lumìe di Sicilia Roma, Teatro Metastasio,
Il dovere del medico, Roma, Sala Umberto, La ragione degli altri, Milano,
Teatro Manzoni, Cecè, Roma, Teatro
Orfeo, Pensaci, Giacomino, Roma, Teatro Nazionale, Liolà, Roma, Teatro
Argentina, Seconda faseIl teatro umoristico/grottesco Pirandello e Marta
Abba Mano a mano che l'autore si distacca da verismo e naturalismo,
avvicinandosi al decadentismo si ha l'inizio della seconda fase con il teatro
umoristico. Pirandello presenta personaggi che incrinano le certezze del mondo
borghese: introducendo la versione relativistica della realtà, rovesciando i
modelli consueti di comportamento, intende esprimere la dimensione autentica
della vita al di là della maschera. Così è (se vi pare), Milano, Teatro
Olimpia, Il berretto a sonagli, Roma, Teatro Nazionale, La giara, Roma, Teatro
Nazionale, Il piacere dell'onestà, Torino, Teatro Carignano, La patente, Torino,
Teatro Alfieri, Ma non è una cosa seria, Livorno, Teatro Rossini, Il giuoco delle parti, Roma, Teatro Quirino, L'innesto,
Milano, Teatro Manzoni, L'uomo, la bestia e la virtù, Milano, Teatro Olimpia, Tutto
per bene, Roma, Teatro Quirino, Come prima, meglio di prima, Venezia, Teatro
Goldoni, La signora Morli, una e due, Roma, Teatro Argentina, Terza faseIl teatro
nel teatro Nella fase del teatro nel teatro le cose cambiano radicalmente, per
Pirandello il teatro deve parlare anche agli occhi non solo alle orecchie, a
tal scopo ripristinerà una tecnica teatrale di Shakespeare, il palcoscenico
multiplo, in cui vi può per esempio essere una casa divisa in cui si vedono
varie scene fatte in varie stanze contemporaneamente; inoltre il teatro nel
teatro fa sì che si assista al mondo che si trasforma sul palcoscenico.
Pirandello abolisce anche il concetto della quarta parete, cioè la parete
trasparente che sta tra attori e pubblico: in questa fase, infatti, Pirandello
tende a coinvolgere il pubblico che non è più passivo ma che rispecchia la
propria vita in quella agita dagli attori sulla scena. In questo periodo
Pirandello ebbe un decisivo incontro con un grande autore teatrale italiano del
XX secolo: Eduardo De Filippo. Conseguenza, oltre alla nascita di un'amicizia
che durò tre anni, fu che l'autore napoletano sentì, come accadde in passato
per quello siciliano, il bisogno di allontanarsi dal "regionalismo"
dell'arte verista pur conservandone però le tradizioni e le influenze. Incontra
Eduardo, Peppino e Titina De Filippo. Sei personaggi in cerca d'autore, Roma,
Teatro Valle, Enrico IV, Milano, Teatro Manzoni, All'uscita, Roma, Teatro
Argentina, L'imbecille, Roma, Teatro Quirino, Vestire gli ignudi, Roma, Teatro
Quirino, L'uomo dal fiore in bocca, Roma, Teatro degli Indipendenti, La vita
che ti diedi, Roma, Teatro Quirino, L'altro figlio, Roma, Teatro Nazionale, Ciascuno
a suo modo, Milano, Teatro dei Filodrammatici, Sagra del signore della nave,
Roma, Teatro Odescalchi, Diana e la Tuda, Milano, Teatro Eden, L'amica delle
mogli, Roma, Teatro Argentina, Bellavita, Milano, Teatro Eden, O di uno o di nessuno, Torino, Teatro di
Torino, Come tu mi vuoi, Milano, Teatro dei Filodrammatici; Questa sera si
recita a soggetto, Torino, Teatro di Torino, Trovarsi, Napoli, Teatro dei
Fiorentini, Quando si è qualcuno, Buenos Aires, Teatro Odeón, La favola del
figlio cambiato, Roma, Teatro Reale dell'Opera, Non si sa come, Roma, Teatro
Argentina, Sogno, ma forse no, Lisbona, Teatro Nacional, Quarta faseIl teatro
dei miti A questa fase si assegnano solo tre opere della produzione
pirandelliana. La nuova colonia Lazzaro I giganti della montagna
Romanzi Copertina de Il turno, Edizioni Madella Pirandello scrisse sette
romanzi: L'esclusa, pubblicato a puntate su La Tribuna; in volume: Milano,
Fratelli Treves, Il turno, Catania, Niccolò Giannotta, Editore. l fu Mattia Pascal,
Roma, Nuova antologia. Suo marito, Firenze, Edizioni Quattrini. (poi Giustino
Roncella nato Boggiolo, in Tutti i romanzi, Milano, Mondadori, I vecchi e i
giovani, Milano, Fratelli Treves. Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze,
R. Bemporad & figlio. Uno, nessuno e centomila, Firenze, R. Bemporad &
figlio. Novelle Le novelle erano considerate le opere più durature, ma i
critici moderni hanno cambiato tale opinione ritenendo le opere teatrali più
degne di essere ricordate. Fare distinzione tra i contenuti delle novelle (o i
romanzi) e le opere teatrali è difficile, in quanto molte novelle sono state
messe in opera a teatro ad esempio: Ciascuno a suo modo deriva dalla novella Si
gira...; Liolà ha il tema preso da un capitolo de Il fu Mattia Pascal; La nuova
colonia viene già presentata in Suo marito. Analizzando le novelle
possiamo renderci conto che ciò che manca veramente è una delineazione
tematica, una cornice, infatti sono presenti un crogiolo di personaggi ed
eventi. Il tempo in cui le novelle sono ambientate non è definito,
infatti alcune si svolgono nell'epoca umbertina, poi giolittiana e del
dopo-giolitti; diversamente accade nelle novelle cosiddette siciliane, nelle
quali il tempo non è fissato, ma è un tempo antico, di una società che non
vuole cambiare e che è rimasta ferma. I paesaggi delle novelle sono vari;
per quelle dette siciliane si ha spesso il tipico paesaggio rurale[69], anche
se in alcune troviamo il tema sociale del contrasto tra le generazioni dovuto
all'unità d'Italia. Altro ambiente delle novelle pirandelliane è la Roma
umbertina o giolittiana. I protagonisti sono sempre alla presa con il
male di vivere, con il caso e con la morte. Non troviamo mai rappresentanti
dell'alta borghesia, ma quelli che potrebbero essere i vicini della porta accanto:
sarte, balie, professori, piccoli proprietari di negozi che hanno una vita
sconvolta dalla sorte e da drammi familiari. I personaggi ci vengono presentati
così come appaiono, è difficile trovare un'approfondita analisi psicologica. Le
fisionomie sono spesso eccentriche, per il sentimento del contrario, hanno un
carattere opposto a come si presentano. I personaggi parlano e ragionano nel
presentarsi per come essi sentono di essere, ma alla fine saranno sempre preda
del caso, che li farà apparire diversi e cambiati. Novelle per un anno
Pirandello è uno dei più grandi scrittori di novelle, raccolte dapprima
nell'opera Amori senza amore. In seguito l'autore si dedicò maggiormente per
tutta la sua vita, cercando di completarla, alla raccolta Novelle per un anno,
così intitolata perché il suo intento era quello di scrivere 365 novelle, una
per ogni giorno dell'anno. Arriverà a 241 solo postume ne usciranno ancora
15. Novelle per un anno, 15 voll., Firenze, Bemporad, 1922-1928; Milano,
Mondadori); Scialle nero, Firenze, Bemporad); La vita nuda, Firenze, Bemporad, La
rallegrata, Firenze, Bemporad, L'uomo solo, Firenze, Bemporad, La mosca,
Firenze, Bemporad, In silenzio, Firenze, Bemporad, VII, Tutt'e tre, Firenze,
Bemporad, Dal naso al cielo, Firenze, Bemporad, IX, Donna Mimma, Firenze,
Bemporad); Il vecchio Dio, Firenze,
Bemporad, La giara, Firenze, Bemporad, Il
viaggio, Firenze, Bemporad, Candelora, Firenze, Bemporad, Berecche e la guerra,
Milano, Mondadori, Una giornata, Milano, Mondadori). Si svolge la produzione
letteraria di Pirandello meno conosciuta dal grande pubblico, quella delle
poesie che, contrariamente alla composizione teatrale, non esprimono alcun
tentativo di rinnovamento sperimentale estetico, e seguono piuttosto le forme e
i metri tradizionali della lirica classica, pur non rimandando a nessuna delle
correnti letterarie presenti al tempo dello scrittore. Nell'antologia
poetica Mal giocondo, pubblicata a Palermo, ma la cui prima lirica risale quando
Pirandello aveva appena tredici anni, emerge uno dei temi dell'ultima estetica
pirandelliana del contrasto tra la serena classicità del mito e l'ipocrisia e
la immoralità sociale della contemporaneità. Sono presenti, come nota lo stesso
Pirandello, anche toni umoristici, specie quelli derivati dal suo soggiorno a
Roma. Le raccolte di poesie sono: Mal giocondo, Palermo, Libreria Internazionale
Pedone Lauriel, Pasqua di Gea, Milano, Libreria editrice Galli (dedicata a
Jenny Schulz-Lander, di cui si innamorò a Bonn, con una chiara influenza della
poesia di Carducci). Pier Gudrò, Roma, Voghera, Elegie renane, Roma, Unione
Cooperativa Editrice); (il cui modello sono le Elegie romane di Goethe); Elegie
romane, traduzione di Johann Wolfgang von Goethe, Livorno, Giusti, Zampogna, Roma,
Società Editrice Dante Alighieri, Scamandro, Roma, Tipografia Roma, Fuori di chiave,
Genova, Formiggini, Pirandello nel cinema Inizialmente Pirandello non amava
molto il cinema, considerato inferiore al teatro, e questo interesse maturò
lentamente, negli anni. Il rapporto tra Pirandello e il cinema fu complesso,
ambiguo, conflittuale, a volte di totale rifiuto, altre volte di grande
curiosità. E fu certamente la curiosità per questa nuova modalità di narrazione
per immagini, che si era già strutturata come industria cinematografica, che lo
spinse a scrivere il romanzo Si gira, poi ripubblicato con il titolo Quaderni
di Serafino Gubbio operatore. In questo romanzo il suo giudizio sul
cinematografo è spietato sia quando teme che il pubblico abbandoni i teatri per
correre a vedere su uno schermo "larve evanescenti" prodotte in
maniera meccanica e fredda, sia quando descrive il mondo della produzione
cinematografica popolato di personaggi volgari impeg confezionare prodotti
commerciali per soddisfare il palato delle masse e gli interessi degli uomini
d'affari. Nello stesso tempo la struttura stessa del racconto letterario e
l'ipotesi, da lui stesso formulata, di trarne un film prefigurano un'idea di
linguaggio cinematografico di grande modernità: il film nel film. Momento
cruciale per la storia del cinema, nei primi decenni del suo sviluppo, fu
l'avvento del sonoro. Anche in questo caso ad un iniziale rifiuto seguì una
svolta significativa. In una lettera a Marta Abba, Pirandello scrisse:
"L'avvenire dell'arte drammatica e anche degli scrittori di teatro è
adesso là. Bisogna orientarsi verso una nuova espressione d'arte: il film
parlato. Ero contrario, mi sono ricreduto" Pirandello sul set de Il fu
Mattia Pascal con Pierre Blanchar e Isa Miranda Il lume dell'altra casa di Ugo
Gracci. Il crollo di M. Gargiulo, Lo scaldino di A. Genina. Ma non è una cosa seria
di Augusto Camerini, La rosa di Arnaldo Frateili Il viaggio di Gennaro Righelli
Il fu Mattia Pascal di Marcel L'Herbier La canzone dell'amore di Gennaro Righelli,
primo film sonoro italiano è tratto dalla novella In silenzio. Come tu mi vuoi di
George Fitzmaurice con Greta Garbo Acciaio di Walter Ruttmann, soggetto
originale di Luigi Pirandello Il fu Mattia Pascal di Pierre Chenal , Questa è
la vita di Giorgio Pàstina, Aldo Fabrizifilm a quattro episodi, tutti tratti da
una novella: La giara, Il ventaglino, La patente e Marsina stretta. Come prima,
meglio di prima di J. Hopper Liolà di A. Blasetti Il viaggio di Vittorio De Sica
Enrico IV di Marco Bellocchio Kaos di Paolo e Vittorio Taviani (adattamento da
Novelle per un anno) Le due vite di Mattia Pascal di Monicelli Tu ridi di Paolo
e Vittorio Taviani (adattamento da Novelle per un anno) La balia di Bellocchio
(adattamento da Novelle per un anno) Pirandello nell'opera lirica La favola del
figlio cambiato di Gian Francesco Malipiero, Liolà di Giuseppe Mulè, Six
Characters in Search of an Author di Hugo Weisgall, Sagra del Signore della Nave
di Michele Lizzi, Sogno (ma forse no) di Luciano Chailly. Altre opere: Mal
giocondo, Palermo, Libreria Internazionale Pedone Lauriel); A la sorella Anna
per le sue nozze, Roma, Tipo-Litografia Miliani e Filosini, 1890. Pasqua di
Gea, Milano, Libreria editrice Galli, 1891. Amori senza amore, Roma,
Bontempelli); Pier Gudrò, Roma, Voghera, Elegie renane, Roma, Unione
Cooperativa Editrice, 1895. Traduzione di Johann Wolfgang von Goethe, Elegie
romane, Livorno, Giusti, Zampogna, Roma, Società Editrice Dante Alighieri, Beffe
della morte e della vita, Firenze, Lumachi, Lontano. Novella, in "Nuova
Antologia", Quand'ero matto.... Novelle, Torino, Streglio, Il turno,
Catania, Giannotta); Beffe della morte e della vita. Seconda serie, Firenze,
Lumachi, Notizia letteraria, in "Nuova Antologia", Dante. Poema
lirico di G. A. Costanzo, in "Nuova Antologia", Bianche e nere. Novelle,
Torino, Streglio); Il fu Mattia Pascal, Roma, Nuova Antologia, 1904. Erma
bifronte. Novelle, Milano, Treves); Prefazione a Giovanni Alfredo Cesareo,
Francesca da Rimini. Tragedia, Milano, Sandron, Studio preliminare a Alberto
Cantoni, L'illustrissimo. Romanzo, Roma, Nuova Antologia, Arte e scienza.
Saggi, Roma, Modes, L'esclusa, Milano, Treves, Umorismo, Lanciano, Carabba,
1908. Scamandro, Roma, Tipografia Roma, La vita nuda. Novelle, Milano, Treves, Suo
marito, Firenze, Quattrini, Fuori di chiave, Genova, Formiggini, Terzetti,
Milano, Treves, I vecchi e i giovani, Milano, Treves); Cecè. Commedia in un atto,
in "La lettura", Le due maschere,
Firenze, Quattrini, Erba del nostro orto, Milano, Studio editoriale Lombardo, La
trappola. Novelle, Milano, Treves, Se non così.... Commedia in tre atti, in
"Nuova Antologia", Si gira.... Romanzo, Milano, Treves, E domani,
lunedì.... Novelle, Milano, Treves, Liolà. Commedia campestre in tre atti,
Roma, Formiggini); Se non così. Commedia in tre atti. Con una lettera alla protagonista,
Milano, Treves); Un cavallo nella luna. Novelle, Milano, Treves, Maschere
nude, Milano, Treves, Pensaci,
Giacomino, Così è (se vi pare), Il piacere dell'onestà, Milano, Treves); Il
giuoco delle parti. In tre atti, Ma non è una cosa seria. Commedia in tre atti,
Milano, Treves, Lumie di Sicilia. Commedia in un atto, Il berretto a sonagli.
Commedia in due atti, La patente. Commedia in un atto, Milano, Treves, L'innesto.
Commedia in tre atti, La ragione degli altri (ex Se non così). Commedia in tre
atti, Milano, Treves, Berecche e la
guerra, Milano, Facchi, Il carnevale dei morti. Novelle, Firenze, Battistelli, Tu
ridi. Novelle, Milano, Treves); Pena di vivere così, Roma, Nuova libreria
nazionale, Maschere nude, 31 voll.,
Firenze, Bemporad, Milano, Mondadori, Tutto per bene. Commedia in tre atti,
Firenze, Bemporad, Come prima meglio di prima. Commedia in tre atti, Firenze,
Bemporad, Sei personaggi in cerca d'autore. Ccommedia da fare, Firenze,
Bemporad, Enrico IV. Tragedia in tre atti, Firenze, Bemporad); L'uomo, la
bestia e la virtù. Apologo in tre atti, Firenze, Bemporad, La signora Morli,
una e due. Commedia in tre atti, Firenze, Bemporad, Vestire gli ignudi.
Commedia in tre atti, Firenze, Bemporad, La vita che ti diedi. Tragedia in tre
atti , Firenze, Bemporad, Ciascuno a suo modo. Commedia in due o tre atti con
intermezzi corali, Firenze, Bemporad, 1924. X, Pensaci, Giacomino! Commedia in
tre atti, Firenze, Bemporad, Così è (se vi pare). Parabola in tre atti,
Firenze, Bemporad, Sagra del signore della nave, L'altro figlio, La giara.
Commedie in un atto, Firenze, Bemporad); Il piacere dell'onestà. Commedia in
tre atti, Firenze, Bemporad, Il berretto
a sonagli. commedia in due atti, Firenze, Bemporad, Il giuoco delle parti. in tre atti, Firenze,
Bemporad, Ma non è una cosa seria. commedia in tre atti, Firenze, Bemporad, L'innesto.
commedia in tre atti, Firenze, Bemporad, La ragione degli altri. commedia in
tre atti, Firenze, Bemporad, L'imbecille, Lumie di Sicilia, Cecè, La patente.
commedie in un atto, Firenze, Bemporad, All'uscita. Mistero profano, Il dovere
del medico. Un atto, La morsa. Epilogo in un atto, L'uomo dal fiore in bocca.
Dialogo, Firenze, Bemporad, Diana e la Tuda. Tragedia in tre atti, Firenze,
Bemporad, L'amica delle mogli. Commedia
in tre atti, Firenze, Bemporad, La nuova colonia. Mito. Prologo e tre atti,
Firenze, Bemporad, Liolà. Commedia campestre in tre atti, Firenze, Bemporad, O
di uno o di nessuno. Commedia in tre atti, Firenze, Bemporad, Lazzaro. Mito in
tre atti, Milano-Roma, Mondadori, Questa sera si recita a soggetto,
Milano-Roma, Mondadori, Come tu mi vuoi. Tre atti, Milano-Roma, Mondadori, Trovarsi.
Tre atti, Milano-Roma, Mondadori, Quando si è qualcuno. Rappresentazione in tre
atti, Milano, Mondadori, Non si sa come. Dramma in tre atti” (Milano,
Mondadori); Novelle per un anno, Firenze, Bemporad, Milano, Mondadori, I,
Scialle nero, Firenze, Bemporad, La vita nuda, Firenze, Bemporad, La rallegrata,
Firenze, Bemporad, L'uomo solo, Firenze, Bemporad, V, La mosca, Firenze,
Bemporad, In silenzio, Firenze, Bemporad, Tutt'e tre, Firenze, Bemporad, 1Dal
naso al cielo, Firenze, Bemporad, Donna Mimma, Firenze, Bemporad,Il vecchio Dio,
Firenze, Bemporad, La giara, Firenze, Bemporad, Il viaggio, Firenze, Bemporad, Candelora,
Firenze, Bemporad, Berecche e la guerra,
Milano, Mondadori, Una giornata, Milano,
Mondadori, Teatro dialettale siciliano, 'A vilanza, Cappiddazzu paga tuttu, con
Nino Martoglio, Catania, Giannotta, Prefazione a N. Martoglio, Centona.
Raccolta completa di poesie siciliane con l'aggiunta di alcuni componimenti
inediti, Catania, Giannotta, Quaderni di Serafino Gubbio operatore, Firenze,
Bemporad, Uno, nessuno e centomila, Firenze, Bemporad, Prefazione a E. Levi,
Lope de Vega e l'Italia, Florencia, Sansoni, Introduzione a S.D'Amico, Storia
del teatro italiano, Milano, Bompiani); In un momento come questo, in "Nuova
Antologia",Giustino Roncella nato Boggiolo, in Tutti i romanzi, Milano,
Mondadori, Tutti i romanzi, Milano, A. Mondadori, Novelle per un anno, Milano,
A. Mondadori, Maschere nude, Milano, A. Mondadori); Lettere a Marta Abba,
Milano, A. Mondadori, 1Saggi e interventi, Milano, A. Mondadori, Oltre al Nobel
ricevette diverse onorificenze: Cavaliere di Collare dell'Ordine equestre
del Santo Sepolcro di Gerusalemme nastrino per uniforme ordinaria Cavaliere di
Collare dell'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme Arcade Minore
della Secolare Accademia del Parnaso Canicattinesenastrino per uniforme
ordinariaArcade Minore della Secolare Accademia del Parnaso Canicattinese —
Canicattì Intitolazioni A Luigi Pirandello è stato dedicato l'asteroide Pirandello.
Enciclopedia Italiana Treccani alla voce Girgenti. In Andrea Camilleri.
Biografia del figlio cambiato, Milano, Lettere da Palermo e da Roma, Bulzoni, Roma, nell'introduzione
Il risorgimento familiare di Luigi Pirandello. intrasformazione.com, //intrasformazione.
com/ index.php / intrasformazione/article In siti web Medicina e Insonnia. in ..
Riferimenti autobiografici a questo problema che affliggeva Pirandello si
trovano in numerose sue opere: Il turno, L'amica delle mogli, Il fu Mattia Pascal,
L'uomo solo, La trappola, La giara G.
Bonghi, Biografia di Luigi Pirandello, Edizione dei classici italiani A. Camilleri, op.cit. In effetti, Luigi Pirandello affermava in un
lettera ai familiari da Roma. I professori di questa università, nella facoltà
mia, sono d’una ignoranza nauseante» (in Lettere giovanili da Palermo e da Roma
Bulzoni, Roma, Pirandello difese pubblicamente durante una lezione un suo
compagno rimproverato ingiustamente dal rettore. Marco Manotta, Luigi Pirandello, Pearson
Italia S.p.a., Da Album Pirandello, I
Meridiani Mondadori, Milano, A. Camilleri, Biografia del figlio cambiato, BU. La
storia di Luigi e Antonietta è infatti quella di un matrimonio di una Sicilia
di fine '800, combinato per interesse, da parte di due soci nel commercio dello
zolfo. Antonietta porta la dote che assicura ai giovani sposi sbarcati da
Girgenti in continente e approdati a Roma, una vita tranquilla e permette a
Luigi di affermarsi come scrittore. Il matrimonio d'interesse è sublimato
grazie alla letteratura e diventa "un matrimonio d'amore con la moglie
ideale".» (in Anna Maria Sciascia, Il gioco dei padri. Pirandello e Sciascia,
Avagliano Editore, Salvatore Guglielmino, H. Grosser, Il sistema letterario Milano,
Principato, Storia, G. Mazzacurati , Introduzione e biografia di Pirandello,
dalla Prefazione a Il fu Mattia Pascal, Einaudi tascabili Vita di Pirandello; Pirandello e la moglie
Antonietta Gaspare Giudice, Luigi
Pirandello,Unione Tipografico-Editrice Torinese, Marco Manotta, Luigi
Pirandello, Ed. Pearson Paravia Bruno Mondadori, L. Pirandello, S. Pirandello,
A. Pirandello, Il figlio prigioniero: carteggio tra L. e S. Pirandello durante
la guerra Mondadori, Motivazione del
Premio Nobel per la Letteratura 1934 Tutti i no di Mussolini a Pirandello.
L'arcifascista non piaceva al Duce; Gaetano Afeltra, "Mia cara
Marta". L'amore platonico di Pirandello
Tra Pirandello e M. Abba ottocento lettere di emozioni Einstein e l'invito a Pirandello. Lo scontro
che nessuno vide Luciano Lucignani,
Pirandello, la vita nuda, Giunti, Pirandello e la prima guerra mondiale. Pirandello
chiede di entrare nei Fasci, in "La Stampa", F. Sinigaglia, I volti
della violenza a teatro, Lucca, Argot edizioni In realtà Pirandello non fu l'unico importante
intellettuale italiano che si iscrisse al partito nazionale fascista nel pieno
della vicenda Matteotti. Giuseppe Ungaretti, ad esempio, si iscrisse al PNF appena
nove giorni dopo il funerale di Matteotti (Stato matricolare di Ungaretti,
Università "La Sapienza" di Roma, Ufficio storico, Ungaretti
Giuseppe). Documenti:Pirandello e l'adesione al fascismo Gaspare
Giudice, Pirandello, UTET Torino); Pirandello e la politica, su atutta scuola. G.
Lagorio, Troppi idiotic. E Pirandello partì; Pirandello, nudità e fascism; Pirandello.
Gli anni del fascism; B. Mussolini, Nel solco delle grandi filosofie.
Relativismo e fascismo, in Il popolo d'Italia. Le idee di Mazzini e di Sorel
influenzarono profondamente il fascismo di Mussolini e Gentile (S. Zamponi, Lo
spettacolo del fascismo, Rubbettino Editore, «...Sorel è veramente il notre maître»
(B.Mussolini, Il Popolo in Opera Omnia); Interviste a Pirandello: parole da
dire, uomo, agli altri uomini, Rubbettino); riportato da G. Giudice nel suo
saggio. Prefazione alle Novelle per un anno, Milano, Storie dalla storia, L'oro
alla Patria Il Sole 24 ORE M. Sambugar,
Letteratura italiana per moduli, 2 Incontro con l'autore: Luigi Pirandello Robert S. Dombroski, L'esistenza ubbidiente.
Letterati italiani sotto il fascismo, Guida); L'Ovra a Cinecittà di Natalia ed
Emanuele V. Marino, Bollati Boringhieri, Il Post); I giganti della montagna,
taote. Così, in una bara in affitto,
riportammo ad Agrigento le sue ceneri. Malgrado i divieti prima del gerarca,
poi del prefetto, e infine del vescovo.» In Camilleri e lo strano caso delle
ceneri di Pirandello, su Pirandello. N. Borsellino, Il dio di Pirandello:
creazione e sperimentazione, Sellerio, R. Alajmo, Le ceneri di Pirandello, ed.
Drago, in Saggi poesie, scritti varii Mondadori, Milano). I filosofi hanno il
torto di non pensare alle bestie e davanti agli occhi di una bestia crolla come
un castello di carte qualunque sistema filosofico. D. Marcheschi, Introduzione
a Luigi Pirandello, "L'umorismo", Milano, Oscar Mondadori, X. Marcheschi rivela che Pirandello copia intere
pagine del saggio da opere precedenti di L. Dumont, A. Binet, G. Séailles, G. Negri,
G. Marchesini, nonché dalla Storia e fisiologia dell'arte di Ridere di T.
Massarani. Vedi articolo de Il Giornale, in “Caro Pirandello, ti ho beccato a
copiare. Pirandello, L'umorismo e altri
saggi, Giunti); S. Guglielmino, Hermann Grosser, Il sistema letterario Milano,
Principato, Testi, Claudia Sebastiana Nobili, Pirandello: guida al Fu Mattia
Pascal, Carocci, Scrittori sull'orlo di una scelta spiritista Sambugar, Il
pensiero pirandelliano s'inserisce in un contesto culturale in cui è presente
il concetto di "relativismo": la teoria della relatività di Einstein,
il Principio di indeterminazione di Heisenberg, la teoria quantistica di M. Planck,
la filosofia di Simmel che fonda il suo relativismo sulla convinzione che non
esistono leggi storiche obiettivamente valide (//
treccani/enciclopedia/georg- simmel (Dizionario di filosofia). E nelle arti figurative il relativismo è
ripreso dal cubismo caratterizzato da una rappresentazione dell'oggetto
considerato simultaneamente da diversi punti di vista. Salvatore Guglielmino, Hermann Grosser, Il
sistema letterario 2000, Milano, Principato, Luigi Pirandello, Maschere nude,
Italo Zorzi e Maria Argenziano, Newton Compton Editori); Elio Providenti ,
Luigi Pirandello. Epistolario familiare giovanile Quaderni della Nuova
Antologia, Le Monnier, Firenze, Roberto Alonge, Pirandello, Laterza, Bari, Elio
Providenti , Luigi Pirandello. Epistolario, Quaderni della Nuova Antologia, Le
Monnier, Firenze); U. Artioli, L'officina segreta di Pirandello, Laterza,
RomaBari, Luigi Pirandello, una vita da autore, repubblicaletteraria. C. Vicentini,
Pirandello il disagio del teatro, Saggi Marsilio, Venezia, La prima rappresentazione della commedia La
morsa si ebbe a Roma, al Teatro Metastasio, ad opera della Compagnia del
"Teatro minimo" diretta da Nino Martoglio che la mise in scena
assieme all'atto unico Lumie di Sicilia. Pirandello cedendo alle insistenze di
Martoglio acconsentì a che La morsa e Lumie di Sicilia fossero rappresentate
nella stessa serata. I due atti unici ebbero diverso esito presso il pubblico,
che accolse con favore La morsa, mentre non gradì Lumie di Sicilia (in
Interviste a Pirandello: "parole da dire, uomo, agli altri uomini" di
Ivan Pupo, editore Rubettino, Legato a
ricordi della fanciullezza di Pirandello.
Da. Savio, Il carnevale dei morti. Sconciature e danze macabre nella
narrativa di Luigi Pirandello, Novara, Interlinea. l mio primo libro fu una
raccolta di versi, “Mal giocondo”, pubblicata prima della mia partenza per la
Germania. Lo noto, perché han voluto dire che il mio umorismo è provenuto dal
mio soggiorno in Germania; e non è vero; in quella prima raccolta di versi più
della metà sono del più schietto umorismo, e allora io non sapevo neppure che
cosa fosse l'umorismo». (Da una sintetica autobiografia, scritta da Pirandello per
il periodico romano "Le lettere"); “Il cinema di Amedeo Fago Pirandello
NASA. Enrico 4., Firenze, Bemporad e figlio, Esclusa, Milano, Fratelli Treves,Luigi
Pirandello, Fu Mattia Pascal, Milano, Fratelli Treves, I Pirandello. La
famiglia e l'epoca per immagini, Sarah Zappulla Muscarà e Enzo Zappulla,
Catania, la Cantinella, R. Alonge, Luigi Pirandello, Roma-Bari, Laterza, Umberto
Artioli, L'officina segreta” (Bari, Laterza); Renato Barilli, La linea Svevo-Pirandello,
Milano, Mursia, Ettore Bonora, Sulle novelle per un anno in Montale e altro
novecento, Caltanissetta-Roma, Sciascia, Nino Borsellino, Ritratto e immagini
di Pirandello, Roma-Bari, Laterza, N. Borsellino e Walter Pedullà (diretta da),
Storia generale della letteratura italiana, Il Novecento, La nascita del Moderno,
1, Milano, Motta, F. Michele e M. Rössner , Pirandello e l'identità europea.
Atti del Convegno internazionale di studi pirandelliani, Graz Pesaro, Metauro, Arcangelo
Leone De Castris, Storia di Pirandello, Bari, Laterza, Arnaldo Di Benedetto,
Verga, D'Annunzio, Pirandello, Torino, Fògola); L. Lugnani, L'infanzia felice e
altri saggi su Pirandello, Napoli, Liguori, Giovanni Macchia, Pirandello o la
stanza della tortura, Milano, Mondadori, Mirella Maugeri Salerno, Pirandello e
dintorni, Catania, Maimone, Francesco Medici, Il dramma di Lazzaro. K. Gibran e
Pirandello, in «Asprenas», A. Pagliaro,
U ciclopu, dramma satiresco di Euripide ridotto in siciliano da Luigi
Pirandello, Firenze, Le Monnier, G.Podestà, Kafka e Pirandello, in "Humanitas",
Filippo Puglisi, L'arte di Luigi Pirandello, Messina-Firenze, D'Anna, F. Puglisi,
Pirandello e la sua lingua, Bologna, Cappelli, Filippo Puglisi, Luigi Pirandello,
Milano, Mondadori, F. Puglisi, Pirandello e la sua opera innovatrice, Catania,
Bonanno, 1970. Carlo Salinari, Miti e coscienza del decadentismo italiano.
D'Annunzio, Pascoli, Fogazzaro, Pirandello, Milano, Feltrinelli, Antonio
Sichera, «Ecce Homo!» Nomi, cifre e figure di Pirandello (Firenze, Olschki); R.
Scrivano, La vocazione contesa. Note su Pirandello e il teatro, Roma, Bulzoni, G.
Taffon, Luigi Pirandello nel gran teatro del mondo d'oggi, in Maestri
drammaturghi nel teatro italiano del '900. Tecniche, forme, invenzioni, Roma-Bari,
Editori Laterza, Gian Franco Venè, Pirandello fascista. La coscienza borghese
tra ribellione e rivoluzione” (Venezia, Marsilio); M. Veronesi (Napoli,
Liguori); C. Vicentini, “Il disagio del teatro” (Venezia, Marsilio, Rossano
Vittori, Il trattamento cinematografico dei 'Sei personaggi', testo inedito di
Luigi Pirandello, Firenze, Liberoscambio, Sarah Zappulla Muscarà ed Enzo
Zappulla , Pirandello e il teatro siciliano, Catania, Maimone, Sarah Zappulla
Muscarà , Narratori siciliani del secondo dopoguerra, Catania, Maimone. Casa di
Pirandello Diego Fabbri Lanterninosofia su pirandelloweb.com.Treccani Enciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. su sapere, De Agostini. Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Luigi Pirandello, su siusa.archivi.beniculturali,
Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana.
nobelprize. Audiolibri di Luigi Pirandello, su LibriVox. di Luigi Pirandello, su Internet Speculative
Fiction Database, Al von Ruff. :etteratura fantastica, Fantascienza. Movie Luigi
Pirandello, su Internet Broadway Database, The Broadway League.Luigi
Pirandello, su filmportal.de. Centro
Nazionale Studi Pirandelliani, su cnsp. Istituto di studi pirandelliani, su
studiodiluigipirandello. Emanuele Licastro, Pirandello fra Spengler e
Wittgenstein. Luigi Pirandello. Pirandello. Keywords: e dov’è il copione? è in noi, signore – il
dramma è in noi -- siamo noi – Refs: Luigi
Speranza, “Grice e Pirandello” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51675808450/in/photolist-2mPzFQD-2mMVzhz-2mLKtaD-2mLEqtd-2mKNNqN-2mKjsJY-2mJoZKd-2mJmMsF-2mJq2uE-2mJmM2F-2mJkynC-2mJoZHV-2mJq2vG-2mJq2uz-2mJmM3h-2mJgred-2mJoZJM-2mJkymR-2mJgreo-2mJkynN-2mJoZHp-2mJoZJX-FMciDY
Grice e Pirro – l’idealismo di Gentile – filosofia
italiana – Luigi Speranza (San Severo). Filosofo. Docente a Palermo.
Ancora studente universitario, inizia ad insegnare presso l'Istituto Roosevelt
di Palermo, che vide tra l'altro nello stesso periodo la presenza di P. Puglisi.
Allievo di Spirito a Roma, si laureò con una tesi sul pensiero estetico di Allmayer,
di cui fu relatore Plebe. Professore, insegna a Perugia accanto ad Negri e nei
licei, accompagnando all'insegnamento sempre una intensa attività di ricerca. Studioso
di Gentile, comone il saggio, L'attualismo di G. Gentile e la religione”
(Sansoni). Fra i suoi saggi si ricordano anche “Filosofia e politica in Croce”
(Bulzoni). Si interessa anche alla ricerca storiografica e svolse numerosi
saggi di storia locale su Terni. Esponente di spicco della vita culturale della
città umbra, ne studia gli aspetti poco indagati di quella che fino ad allora
era una città ancorata ad una dimensione prettamente industriale. Sotto la
Giunta di G. Ciaurro, coordina il progetto per la realizzazione del nuovo museo
archeologico a Terni da realizzarsi nel convento di San Pietro, il progetto ha la
supervisione di R. Peroni. Nei suoi studi di storia contemporanea
ricostrusce prima della pubblicazione de Il sangue dei vinti di G. Pansa,
episodi della guerra civile nell'Umbria meridionale, tra cui l'assassinio del sindacalista
M. Carloni e del dirigente d'azienda A. Corradi. Fonda il "Centro
Studi Storici", un'associazione culturale di ricerca storica a cui viene collegata
la rivista “Memoria Storica” L'obiettivo di “Memoria Storica”, uscita a detta di
Pirro è quello di porre fine all'amnesia organizzata, facendo conoscere a tutti
le vicende di una città figlia non solo dell'industrializzazione. Accanto ad un
nuovo sguardo per le vicende passate la rivista inaugura una stagione di
storiografia libera da condizionamenti ideologici e basata sulle fonti.
Suscita critiche per la ricostruzione di alcuni episodi di violenza avvenuti
durante la resistenza anti0fascista, critiche che si sono particolarmente
concentrate all'indomani della sua scomparsa ad opera di storici locali, che lo
accusano di revisionismo. In realtà il suo lavoro effettuato da Pirro è sempre
stato suffragato dalla presenza della fonte documentale. Inoltre le vicende
ricostruite, come ad esempio quella dell'uccisione di Corradi o Urbani, ad opera
dei partigiani non sono mai trattate dalla storiografia ufficiale. Consigliere
dell'stituto per la Storia dell'Umbria e dell'stituto di Cultura della Storia
dell'Impresa Franco Momigliano e presidente della sezione di Terni
dell'Istituto per la Storia del Risorgimento italiano. Muore a Terni, completando
il suo ultimo studio dedicato alla storia della Facoltà di Scienze Politiche
dell'Università degli Studi di Perugia. -- è uscita l'opera postuma, intitolata
“Regnum hominis: l'umanesimo di Gentile”. Il saggio fa parte della collana della
Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice di Roma -- è stato ritrovato un suo
ulteriore saggio dedicato al Risorgimento pubblicato con la casa editrice
Morphema intitolato Scritti sul Risorgimento -- è uscito, curato da H.
Cavallera, un volume dedicato alla pedagogia di Gentile intitolato "Dopo
Gentile dove va la scuola italiana". Il Consiglio Comunale di Terni
delibera di dedicare la sala Tacito di Palazzo Carrara in Terni a Pirro. Con
l'occasione si presenta il carteggio "La vita come Ricerca, la vita come
Arte, la vita come Amore" , titolo riferito all’omonimo saggio di Spirito.
In occasione delle celebrazioni della fondazione del Liceo Tacito di Terni, gli
viene dedicate nell'atrio della scuola, una targa con una dicitura tratta da
una poesia di Gibran. Altre opere: "Italia e Germania nel Novecento",
raccolta di saggi tratti da "Nuovi
Studi Politici", una raccolta di memorie di scritti di garibaldini
intitolata "Correva l'anno 1867: Terni e l'affrancamento di Roma nelle memorie
dei garibaldini; il saggio "Filosofia e Politica e Giovanni Gentile"
curata da H. A. Cavallera ed edita dalla casa editrice Aracne. Il Comune di
Terni delibera la posa di una targa in memoria presso la dimora di Pirro. La Soprintendenza Archivistica
dell'Umbria e delle Marche, dichiara il suo archivio di notevole interesse culturale
ai sensi del T.U. dei Beni Cultural. Viene scoperta, sulla casa a Piazza Clai a
Terni dove ha vissuto una targa commemorativa. Viene pubblicato dalla casa
editrice Intermedia il volume collettaneo H. Cavallera "L'unica via è il
Pensiero: scritti in memoria". Altre opere: “Una missiva fra Spirito e Pirro,”
“L'attualismo di Gentile e la religione” (Firenze, Sansoni); “Filosofia e
politica in Croce” (Roma, Bulzoni); “Filosofia e politica in Gentile” (Firenze,
Sansoni); “La riforma Gentile e il Fascismo”, Giornale critico della filosofia
italiana, Firenze, Sansoni); Il pensiero politico nell'idealismo italiano” (Firenze,
Sansoni); “La prassi come educazione nella gentiliana interpretazione di Marx”
(Firenze, Sansoni); “Cultura e politica in B. Croce” (Firenze, Sansoni); “Filosofia
e politica: il problematicismo di Spirito” (Roma, Bulzoni); Per una storia
dell'Umbria durante la repubblica fascista,” Perugia, IRRSAE, “Terni nell'età
rivoluzionaria e napoleonica,”Arrone, Thyrus, Terni e la sua Provincia durante la Repubblica
Sociale, Arrone, Thyrus, Romano Ugolini, Giuseppe Petroni, dallo Stato
Pontificio all'Italia unita, Edizioni scientifiche italiane, Napoli (V.P.)
Interamna Narthium materiali per il museo archeologico di Terni, Arrone,
Thyrus); Le acque pubbliche gli acquedotti di derivazione e le utilizzazioni
idrauliche del territorio di Terni nei sommari riguardi: tecnico, legislativo e
storico, Terni-Giada, ICSIM, Una scuola una città: il Liceo ginnasio di Terni,
Arrone, Thyrus, Terni nell'età del Risorgimento, Arrone, Thyrus, Sull'avvenire
industriale di Terni / scritti di Luigi Campofregoso; Vincenzo Pirro Perugia:
CRACE/ICSIM, Garibaldi visto da G. Gentile, Roma, Istituto per la storia del
Risorgimento Italiano, "Per
Garibaldi" (V. Pirro), Arrone, Thyrus, I Giustizieri, La Brigata Gramsci
tra Umbria e Lazio, di Marcello Marcellini, uedizioni Mursia, Vincenzo Pirro ne
scrive la prefazione. Regnum hominis, L'Umanesimo di Giovanni Gentile, Collana
Scientifica Fondazione U. Spirito e Renzo de Felice, Roma, Ed, Nuova Cultura, (Scritti sul Risorgimento (G. Furiozzi),
Terni, Morphema Dopo Gentile dove va la
scuola italiana (H. Cavallera), Firenze, Le Lettere La vita come ricercala vita come artela vita
come amore (Hervé Cavallera), Terni, Morphema
Italia GermaniaSaggi di Filosofia Politica, Amazon ed., luglio Filosofia e Politica in G. Gentile (H.
Cavallera), Aracne, Roma Maceo Carloni:
Storia e Politica (D. Pirro), Intermedia Edizioni, Orvieto, Cura di atti di convegno (parziale)
Manifesto del convegno su Giuseppe Petroni, Vincenzo PirroGiuseppe Garibaldi
nel centenario della morte, Terni Mostra documentaria e pubblicazioneIstituto
della Storia del Risorgimento Giuseppe Petroni Dallo Stato Pontificio
all'Italia unita. Convegno di Studio Terni con relatori i proff. Romano
Ugolini, Franco Della Peruta e Anna Maria Isastia Bicentenario della Rivoluzione
Francese, Terni, Gli arabi e noi: atti del convegno di studi su Il nazionalismo
arabo, Terni, Arrone: Thyrus; La nascita della Repubblica e gli anni della
ricostruzione: mostra storico-documentaria, Bibliomediateca, Terni, 7ricerca
storico documentaria Domenico Cialfi e Vincenzo Pirro; sezione locale della
mostra in collaborazione con Archivio di Stato di Terni e Biblioteca comunale
di Terni; in collaborazione con Centro per la promozione del libro, ISUC,
Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea, Arrone, Thyrus); Intorno alle
miniere di ferro e alle ferriere dell'Umbria meridionale, scritti di Auguste De
Vaux et al.; Terni: CRACE/ICSIM Vincenzo Pirro , E. Passavanti nell'Italia del
Novecento, Atti del Convegno di studi (Terni), Arrone: Edizioni Thyrus, Vincenzo
Pirro , Convegno di studi nel 4. centenario della fondazione dell'Accademia dei
Lincei (Terni), Federico Cesi e i primi Lincei in Umbria, atti del Convegno di
studi nel IV centenario della fondazione dell'Accademia dei Lincei: Terni,
Arrone: Edizioni Thyrus, Accademia Nazionale dei Lincei Vincenzo Pirro ,
Mazzini nella cultura italiana: atti del Convegno di studi, Terni, Arrone:
Thyrus); Pietro Antonio Magalott, erudito, giureconsulto, docente di Diritto,
Arrone: Thyrus); Per Garibaldi, Arrone: Thyrus); San Valentino patrono di
Terni, atti del Convegno di studi: Terni, Arrone: Thyrus, di Ugo Spirito
La vita come arte, Sansoni, Firenze, La vita come amore, Sansoni Firenze, La
riforma della scuola, Sansoni, Firenze, Il problema dell'unificazione del sapere, in
Dal mito alla scienza, Sansoni, Firenze, Storia della mia ricerca, Sansoni,
Firenze, Dall'attualismo al problematicismo, Sansoni, Firenze di Giovanni
Gentile La sala "Vincenzo Pirro" in Palazzo Carrara a
Terni. Il concetto scientifico della pedagogia, in Scuola e Filosofia, Sandron
Palermo Proemio al “Giornale critico della filosofia italiana” (Sansoni,
Firenze); “Educazione e scuola laica, Vallecchi. Firenze); “Sistema di logica’
(Laterza, Bari); “La nuova scuola media, Vallecchi, Firenze); “Che cos'è il
fascismo. Discorsi e polemiche” (Vallecchi Firenze, Saggi critici” (Vallecchi,
Firenze); Scritti pedagogici” (Treves, Milano); “Origini e dottrina del
fascismo” (Istituto Nazionale Fascista, Roma); di Benedetto Croce
Contributo alla critica di me stesso. Napoli, Conversazioni critiche, Laterza,
Bari); “La letteratura della nuova Italia” (Laterza, Bari); “Cultura e vita
morale” (Laterza, Bari); “Etica e politica” (Laterza, Bari); “Pagine sparse”
(Laterza, Bari); Una vittima della guerra civile: Maceo Carloni", in
Memoria Storica, Ed. Thyrus, Arrone Memoria Storica, A. Bitti, M. Venanzi, R.
Covino, “La storia rovesciata” (Crace, Narni). A tal proposito si legga il
saggio uscito sul Corriere dell'Umbria “ La difesa di mio padre. Lettera a F.
Giustinelli presidente ICSIM Regnum hominis.
L'umanesimo di G. Gentile” (Ed. Nuova Cultura, Roma); “L'uomo e la Storia” Ed.
Thyrus, Arrone, Comunicato stampa del
Comune, su comune.terni. Terni, una targa su umbria ON, L'Unica via è il
pensiero scritti in memoria, su fondazionespirito. Dopo Gentile dove va la scuola italiana (H. Cavallera),
su lelettere. su siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato per
le Soprintendenze Archivistiche. D. Pirro. Completa agg. su drive.google.com.
Il lungo percorso storico del prof. PirroTernimagazine del su ternimagazine. Sito della Fondazione Ugo Spirito, su
fondazionespirito. Comunicato stampa del sindaco di Terni in occasione della
scomparsa del prof. Pirro, su comune.terni. 2Comunicato di Terninrete in
occasione della scomparsa di Pirro, su archive.fo. Link sull'ultima
pubblicazione "Regnum hominis" [collegamento interrotto], su nuovacultura.
La recensione di "Regnum hominis" di R. Sideri della Fondazione Ugo
Spirito di Roma , su certificazionenergetica.com. Recensione di "Regnum
hominis" su Archivio storico. Presentazione di "Regnum hominis"
presso la Fondazione U.Spirito e Renzo De Felice, su igiovedi.fondazionespirito),
“Come si falsifica la storia, il caso di Alverino Urbani, L'ospite di passaggio
, la difesa di mio padre, di Danilo Sergio Pirro, testo dell'articolo del
Corriere dell'Umbria L'ultimo discorso su youtube.com. V. Pirro Sull'avvenire
industriale di Terni, scritti di Luigi Campofregoso, introduzione , su icsim. 5V.
Pirro,Rassegna storica del Risorgimento HEGEL GEORG WILHELM FRIEDRICH; MOTI -- su
risorgimento. Sito web dedicato a Maceo Carloni, su maceocarloni. Articolo del giornale
online UmbriaOn dedicato all'inaugurazione della sala "Vincenzo
Pirro" La vita come Ricerca, la vita come Arte, la Vita come Amore,
articolo di Danilo Sergio Pirro contenuto nell'omonimo volume commemorativo.
L'Archivio un bene culturale della città. Vincenzo Pirro. Pirro. Keywords:
l’idealismo di Gentile -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pirro” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738640643/in/datetaken/
Grice e Pizzi – la regola di Boezio – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Milano).
Filosofo. Grice: “About time an
Italian philosopher takes ‘la regola di Boezio’ seriously!” Si laurea a Milano on
una tesi sui condizionali contro-fattuali. Insegna a Calabria e Siena, “Logica
della prova” a Milano. Cura Hughes e Cresswell, che offre una panoramica
completa e aggiornata della logica intensionale. Ampliando questa linea di
ricerca, compila due antologie con lunghe introduzioni, una dedicata alla
logica del tempo e una dedicata alla logica condizionale. Comone una serie di
saggi in cui viene introdotta una logica detta dell'implicazione consequenziale,
il cui scopo e riformulare le basi della logica connessiva nel quadro della
logica modale. Questa traduzione consente di assiomatizzare un certo numero di
sistemi che risultano completi e decidibili mediante tableaux con un sviluppo
verso una generalizzazione di questi risultati. Altri temi di ricerca
approfonditi nel campo della logica sono stati il problema della definizione
della necessita in termini di contingenza, l'applicazione di quadrati e cubi
aristotelici alle nozioni modali, l'approccio alla modalita in termini di mult-imodalita,
cioè mediante l'impiego di un linguaggio base avente come primitivi un numero
arbitrariamente grande di operatori modali. Nel campo della filosofia della
scienza il tema su cui lavora in modo preminente è stato quello della teoria
contro-fattuale della causa, a cui ha dedicato saggi destinati a un pubblico
interessato all'epistemologia giudiziaria Sempre in questo settore compone un
saggio sul problema della logica dell'abduzione, un capitolo del quale è
dedicato all'analisi di un caso giudiziario controverso, il disastro di Ustica.
Sul tema di Ustica compone un saggio che contiene una discussione metodologica
delle indagini ancora aperte sul caso, in merito alle quali cura attualmente un
blog. Altre opere: “Introduzione alla logica modale” (Il Saggiatore,
Milano); “La Logica del tempo” (Boringhieri, Torino); “Leggi di natura,
modalita, ipotesi” (Feltrinelli, Milano); “Eventi e cause: na prospettiva
condizionalista” (Giuffre', Milano); “Diritto, abduzione e prova” (Giuffre',
Milano); “Ripensare Ustica, Createspace); “Implicazione logica”; “Causalità (filosofia) “Abduzione”; “Strage di
Ustica, claudiopizziit.wordpress.com. Claudio Pizzi. Pizzi. Keywords: la regola
di Boezio. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pizzi” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738904654/in/datetaken/
Grice e Pizzorno – la pollitica assoluta – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Trieste). Filosofo.
Studia a Torino. Assume la direzione del Centro di relazioni industriali della
Olivetti di Ivrea. Insegna presso Urbino, Milano e Fiesole. Oltre agli importanti studi sulla materia
sociologica conduce ricerche di sociologia economica e politica, in special
modo sulle organizzazioni sindacali e sui conflitti di classe, sulla politica
italiana e i suoi aspetti, sui rapporti tra sistemi politici ed economici nelle
società industriali. Insignito della Medaglia del Presidente della Repubblica
al Premio Nazionale Letterario Pisa. Altre opere: “Le classi sociali” (Il
Mulino); “Comunità e razionalizzazione” (Einaudi); “Lotte operaie e sindacato
in Italia, “Le regole del pluralismo”; “I soggetti del pluralismo”; “Classi, partiti,
sindacati (Bologna); “Le radici della politica assoluta (Feltrinelli): “Il
potere dei giudici ("Il nocciolo", Laterza); “Il velo della
diversità: studi su razionalità e riconoscimento (Feltrinelli); “Sulla maschera
(Il Mulino). Treccani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alessandro
Pizzorno. Pizzorno. Keywords: politica assoluta -- Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Pizzorno” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738886114/in/datetaken/
Grice e Plantadossi
– implicatura – filosofia italiana – Luigi Speranza (Ripatransone). Filosofo. Considerato
a volte nominalista, e in realtà un realista. Chiamato “doctor difficilis” o “doctor
super-subtilis”, e commentatore del Liber sententiarum di Lombardo. La riscoperta di è proceduta a partire
dall'edizione della sua saggistica da A. Combes. Si lo considera fra i filosofi
più originali e profondi del medioevo. Altre opere: “Conclusiones”, “Lectura
super Primum Sententiarum”, “Prologi, Questiones”; “Questio de gradu supremo”. R.
Lambertini, Dizionario Biografico degli Italiani, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Cf. H. P. Grice, “The problem of the universals. From Ripa to me.”
Giovanni da Ripa. Giovanni da Ripatransone. Giovanni Plantadossi. Keywords:
implicatura. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Plantadossi” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692212085/in/photolist-2mKS6HX
Grice e Plebe – il dizionario – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Alessandria). Filosofo. Grice: “I think I love Plebe: he wrote
a beautiful chapter on Cicero and Latin rhetoric for his ‘brief history of
ancient rhetoric,’ and like my tutee Strawson, he approached Aristotle and modernist
logic in a genial way --.” “Seguo il verso di Orazio “Odio la massa e me ne
tengo lontano”. Solo in questo sono uomo di destra» Si è laureato a Torino
in Filosofia, poi in Filologia classica nello stesso ateneo e infine di nuovo
in Filosofia all'Innsbruck. Testimone di nozze dell'editore Vito Laterza,
grazie alla sua intercessione conobbe Croce che lo convinse a pubblicare i suoi
scritti e ne sponsorizzò l'opera. Cominciò la sua carriera universitaria: dopo
aver iniziato a Perugia come professore incaricato di Storia della Filosofia, passò
all'Palermo dove è stato docente ordinario di storia della filosofia e
direttore dell'Istituto alla Facoltà di Lettere e Filosofia. Insegnò anche
all'Istituto ticinese di alti studi a Lugano. Filosofo inizialmente
marxista, nei primi anni settanta ha una clamorosa rottura con il pensiero del
filosofo tedesco (dovuta anche alla sua contestazione del Sessantotto) e viene
annoverato fra i sostenitori dell'anticomunismo politico-culturale di quel
periodo; dopo una militanza di due anni con i socialdemocratici di Saragat,
aderisce al Movimento Sociale Italiano. Almirante lo nomina prima presidente
del fronte universitario d'azione nazionale e poi responsabile del settore
cultura dell'MSI-DN. Successivamente Plebe fu eletto senatore della Repubblica nelle
file del MSI-DN in Piemonte e rieletto nel 1976; in quell'anno il leader
missino lo include nella Rappresentanza italiana al Parlamento europeo. Rompe
anche con il MSI, aderendo al gruppo parlamentare scissionista Democrazia
Nazionale ma resta indipendente dal partito DN). Non rieletto con DN, lascia la
competizione politica attiva. Ha chiesto anche l'iscrizione al Partito
Radicale, ma dopo un'accesa votazione il partito gli negò la tessera. Terminata
l'esperienza parlamentare tornò a insegnare all'Palermo. Storico della
filosofia, in particolare del pensiero greco e di Aristotele.
Riavvicinatosi al marxismo, è editorialista
del quotidiano Libero. Pur sposato e padre di tre figli, in un'intervista
concessa a Pansa ha dichiarato d'aver avuto esperienze omosessuali. Si definiva
come un illuminista scettico sostenitore d'un anarchismo intellettuale. Fra gli
studiosi con cui collabora, riconosce come propri allievi Puglisi, Emanuele e Giovanni . Altre opere: “Hegel.
Filosofo della storia” (Torino, Edizioni di Filosofia); “La teoria del comico:
da Aristotele a Plutarco” (Torino, Giappichelli); “Gli hegeliani d'Italia” Vera,
Spaventa, Jaja, Maturi, Gentile, e con Augusto Guzzo, Torino, SEI, Spaventa e
Vera, Torino, Edizioni di filosofia; “La nascita del comico: nella vita e
nell'arte degli antichi greco-romani” (Bari, Laterza); “Filodemo e la musica” (Torino,
Edizioni di filosofia); “Processo all'estetica, Firenze, La Nuova Italia); “Heidegger
e il problema kantiano” (Torino, Edizioni di filosofia); “Breve storia della
retorica, Milano, Nuova Accademia); “La dodecafonia. Documenti e pagine critiche”
(Bari, Laterza); “Introduzione alla logica formale attraverso una lettura
logistica di Aristotele” (Bari, Laterza); “Discorso semi-serio sul romanzo”
(Bari, Laterza); “Estetica” (Firenze, Sansoni); “Storia della filosofia. Per il
liceo classic” (Messina-Firenze, D'Anna, Termini della filosofia” (Roma,
Armando); “La filosofia dei greci nel suo sviluppo storico, Da Socrate ad
Aristotele, Aristotele e i Peripatetici più antichi” (Firenze, La Nuova
Italia); “Che cosa è l'Illuminismo” (Roma, Ubaldini); “Che cosa ha veramente
detto Marx (Roma, Ubaldini); “Che cosa ha veramente detto Hegel” (Roma,
Ubaldini); “Atlante concettuale delle nuove filosofie: termini di denunzia,
categorie dell'anti-conformismo, formule di moda, vecchi concetti in nuove filosofie”
(Roma, Armando); “L'estetica italiana dopo Croce” (Padova, RADAR); “Che cosa è
l'estetica?” (Roma, Ubaldini); “Che cosa è l'espressionismo?” (Roma, Ubaldini);
“Dizionario filosofico” (Padova, RADAR); “Storia del pensiero” (Roma,
Ubaldini); “Filosofia della re-azione” (Milano, Rusconi); “Quel che non ha
capito Marx” (Milano, Rusconi); “Il libretto della destra” (Milano, Edizioni
del Borghese); “A che serve la filosofia?” (Palermo, Flaccovio); “Un laico contro
il divorzio” (Roma, INSPE); “La civiltà del postcomunismo” (Roma, CEN); “Storia
della filosofia, La filosofia greca” (Milano, Vallardi); “Il materialismo: fisica,
biologia e filosofia oltre l'ideologia” (Roma, Armando); “Semiotica ed
estetica” (Roma-Baden Baden); Il libro-Field educational Italia-Agis); “Leggere
Kant, Roma, Armando); “Logica della poesia, Palermo, Ila Palma); “Storia della
filosofia, Palermo-Sao Paulo, Ila Palma,
Comprende: Da Talete a Spinoza; Da Locke ad Adorno. Manuale di estetica” (Roma,
Armando); “Manuale di retorica, con Pietro Emanuele, Roma-Bari, Laterza, Storia
del pensiero occidentale, con Pietro Emanuele, Roma, Armando, Contro
l'ermeneutica, con Pietro Emanuele, Roma-Bari, Laterza, L'euristica. Come nasce
una filosofia, con Pietro Emanuele, Roma-Bari, Laterza, I filosofi e il
quotidiano, con Pietro Emanuele, Roma-Bari, Laterza, Dimenticare Marx?, Milano,
Rusconi); “Lezioni di politica (Milano, Rusconi); “Filosofi senza filosofia” (Roma-Bari,
Laterza); “Tornerà il comunismo?, Casale Monferrato, Piemme, Manuale dell'intellettuale
di successo” (Roma, Armando); Il quinto libro del capitale. Marx contro i
marxisti” (Milano, Biblioteca di via Senato); Il nuovo illuminista. Obiettivo
libertà, Milano, Biblioteca di via Senato); “Memorie di sinistra e memorie di
destra. Un filosofo negli anni ruggenti” (Palermo, Qanat). biografia su
cinquantamilagiorni (Corriere della Sera), Storia della filosofia: Filosofi
italiani contemporanei, Bompiani, Milano); Il filosofo trasgressivo., cinema gay,
Sesso, politica e frecciate di un bastian contrario, La Repubblica Con Plebe la destra fece un brutto affare,
Secolo d'Italia Senato. Scheda di
attività di Armando PlebeVI Legislatura
Senato. Scheda di attività di Armando PlebeVII Legislatura Radicali
cinquantamila Patrimonio sos: in
difesa dei beni culturali e ambientali, Dizionario di filosofia, Roma, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Armando Plebe. Plebe. Keywords: il dizionario. Refs.:
Luigi Speranza, “Grice e Plebe” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51700177027/in/photolist-2mPXDFp-2mPCBQQ-2mNbFJE-2mNaHiH-2mLLZRD-2mLGRht-2mLyVqx-CkaHMd-CntuMM-CntseF
Grice e Poggi – implicatura – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Sarzana). Flosofo. Nacque da una famiglia di piccoli commercianti.
Ancora adolescente, rimase colpito dalla violenza usata nei confronti del
popolo durante le giornate milanesi e dal temporaneo esilio che dovettero
subire alcuni socialisti amici di famiglia. Questo lo portò a simpatizzare per
quel partito che stava nascendo e al quale si iscrise. Si laureò in Lettere a Palermo,
dove si era temporaneamente trasferito dopo la morte del padre, discutendo una
tesi su Kant e il socialismo, pubblicata con il titolo “La questione morale nel
socialismo: Kant e il socialismo.” Tornato a Sarzana si immerse nell'attività
politica che lo portò ad essere eletto nel consiglio comunale cittadino per il
partito socialista. Kautsky, teorico del
marxismo Si recò a Lipsia alla scuola di
Wundt, fondatore della psicologia sperimentale, dove lavorò al giornale
Leipziger Volkszeitung e dove strinse rapporti di amicizia e legami politici
con i maggiori esponenti della socialdemocrazia di quel Paese. Fra questi in
primo luogo con Bebel, Kautsky e Luxemburg,
personaggi che segnarono profondamente la storia del socialismo europeo, e con
i quali mantenne rapporti epistolari. Tornato in Italia, si trasferisce a
Genova per iscriversi a quella facoltà di Giurisprudenza che gli darà una
seconda laurea e dove inizierà a collaborare a Il Lavoro di Canepa,
all'Avanti!, al Tempo di Claudio Treves, alla turatiana Critica Sociale sulla
quale scriverà per oltre cinquant'anni. Sue collaborazioni apparvero
successivamente anche su La Rivoluzione liberale di Gobetti. La polizia
comincia ad interessarsi alla sua attività politica e lo inserisce nello
schedario dei sovversivi. Inizia intanto ad insegnare nelle scuole
superiori di molte città dell'Italia centro settentrionale sempre inseguito
dall'attenzione della polizia. Sposa la sarzanese marchesina Ollandini e partecipa
come delegato al Congresso socialista di Ancona, nel corso del quale ebbe un
duro scontro con il massimalista Mussolini sul problema della compatibilità o
meno del socialismo con la massoneria. L'assemblea diede in quell'occasione una
larga maggioranza alla tesi mussoliniana dell'incompatibilità. -- è capogruppo socialista nel consiglio comunale
di Sarzana, retto da una giunta socialista, che nella giornata divenuta famosa dovette
far fronte all'aggressione armata di 500 fascisti, capitanati da Dumini, decisi
a sottomettere la città rossa. Come è noto i fascisti furono umiliati e
cacciati, lasciando una dozzina di cadaveri sul terreno, dall'unione della
forza pubblica e del popolo in armi, sotto l'egida dell'amministrazione comunale.
Dopo la marcia su Roma, Poggi, e con lui tutti gli antifascisti messisi in
evidenza, dovettero trovare rifugio all'estero o migrare in altre città. Fu
privato per un certo periodo dell'insegnamento e quando sedeva su una cattedra
di filosofia a Genova, e denunciato al tribunale speciale per la sua attività
cospirativa praticata con altri colleghi antifascisti. Amico di Rensi e
della consorte Laura Perucchi, era solito recarsi nelle domeniche d'inverno al
palazzo genovese di via Palestro dove i Rensi animavano un vero e proprio
salotto, arricchito dalla presenza di illustri personalità quali il poeta e
romanziere Pastorino, Buonaiuti, Sella o
Rossi, accomunati dall'opposizione al regime. In quell'occasione evitò
una dura condanna perché probabilmente Mussolini si ricordò di quel suo leale
tenace avversario e lo fece liberare, come attesta una registrazione esistente
nel suo fascicolo personale presso l'Archivio Centrale dello Stato, scarcerato
e rilasciato in libertà dal Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato per
atto di clemenza di S.E. il Capo del Governo. Non cessa però la
persecuzione nei suoi confronti da parte del fascismo ligure, soprattutto dopo
la nascita della repubblica sociale italiana per cui, impedito nell'esercizio
della professione e perduto l'insegnamento, dovette adattarsi ad insegnare in
scuole private. Alla caduta del fascismo venne eletto segretario regionale del
partito socialista, ma fu nuovamente arrestato col figlio e condannato a morte,
pena poi commutata nella deportazione a Mauthausen. In realtà, a causa delle distruzioni
della guerra, ormai separato dal figlio, fu internato a Bolzano-Gries, fino a
quando riuscì a fuggire, in coincidenza con gli ultimi bombardamenti e la fine
della guerra, ritrovando ancora vivo suo figlio. Nel dopoguerra, dopo la
scissione socialista aderì al Partito Social-democratico per poi tornare, dopo
il distacco dai comunisti, in quello socialista. E eletto con i voti dei due
partiti socialisti come membro laico della prima consigliatura del consiglio
superiore della magistratura, e successivamente, prima illuso e poi deluso per
la mancata ri-unificazione dei due tronconi socialisti lascia la politica
attiva. Muore a Genova. Altre opere: “Stato Chiesa Scuola” (Firenze, Bemporad);
“Cultura e Socialismo” (Torino, Gobetti); “Gesuiti contro lo stato liberale”
(Milano, Unitas); “Filosofia dell'azione: saggi critici” (Roma, Ed. Dante
Alighieri); “Concetto del Diritto e dello Stato: saggi critici” (Padova, Ed.
Cedam); Piero Martinetti Vicenza, Collezione del Palladio,ora Ri-edizione
Cosimo Scarcella e Introduzione di E. Mas, Milano, Marzorati, La preghiera
dell'uomo” (Milano, Bocca); G. Meneghini, Alfredo Poggi, in Socialismo spezzino, appunti per una storia,
Massa G. Meneghini, G. Meneghini Sui luttuosi fatti del luglio v. Giuseppe
Meneghini, La Caporetto del fascism Sarzana Mursia Editore Milano, Pastorino, Mio padre Carlo Pastorino, Genova G.
Meneghini, G. Meneghini, Alfredo Poggi G. Meneghini, Alfredo Poggi, Piero Pastorino,
Mio padre Carlo Pastorino, Genova, Liguria Edizioni Sabatelli, GiuseppeMeneghini,
"Alfredo Poggi" in Beghi, Socialismo spezzino Appunti per una storia,
Massa, Centro Studi Agostino Bronzi, .Antifascismo Fatti di Sarzana
Socialdemocrazia. Anti-fascista e uomo di cultura, da Testimoni del tempo e
della storia di Isa Sivori Carabelli. Sito istituzionale della Città di
Sarzana. Alfredo Poggi nel sito dell'ANPIAssociazione Nazionale Partigiani
d'Italia, su anpi. Alfredo Poggi. Poggi. Keywords. Refs.: Luigi Speranza,
“Grice e Poggi” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689791889/in/photolist-2mPTxJB-2mPAuFE-2mLyVJy-2mKPS8q-2mPhuNk-2mKw3hq-2mKDGhr-2mKxnN1-2mKjsJY-2mPHbXQ-FJVKRC-FbXzmb-Ecrffr-BVvVQu-BqfWHD-Ck2izm-Ck5F6m-Ck9fTK-BvUfSB-AJp6ja-mwcBH4-my8CQ1-mwc4Gc-mwc6XV-mwctYM-mwdQhS-muiFDv-ihD8Yp-ihisHC
Grice e Pojero – la setta iniziatica – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Palermo).
Filosofo. Grice: “Like me, he held
symposia in his villa – Villa Amato-Pojero in the Giardino Ingelse a Palermo –
lots of Brits there!” Studiò a Napoli, quindi a Pisa, dove si laurea.
Impossibilitato a compiere grandi viaggi perché malato di angina pectoris, si
stabile a Palermo. La villa Amato Pojero ai Giardini Inglesi divenne così luogo
di incontro di scienziati e intellettuali. Collaboratore della Società per gli
studi filosofici di Palermo. Fonda una biblioteca filosofica che fu per circa
un trentennio punto di incontro di filosofi come Gentile, Vailati, Brentano, e Gemelli.
Alla sua morte, la biblioteca divenne parte dell'Accademia di Scienze Lettere e
Arti. Di lui restano molti quaderni di appunti, in cui si evince la sua
posizione filosofica critica verso il razionalismo, accusato di essere incapace
di comprendere adeguatamente la metafisica e la religione. Tutte le scienze, al
contrario, avrebbero dovuto contribuire alla dimostrazione dell'esistenza di
Dio e dell'immortalità dell'anima. Archivio
biografico comunale Comune di Palermo, su comune.palermo. Dizionario biografico
degli italiani, 2, su treccani, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giuseppe Amato Pojero. Giuseppe Pojero. Pojero.
Keywords: la setta iniziatica -- Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pojero” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51737398687/in/datetaken/
Grice e Poli – implicatura – filosofia
italiana. Luigi Speranza (Cremona). Filosofo. Laureato a Bologna, insegna a
Milano. Pubblica il saggio di “Filosofia elementare”, un eclettico sistema di
empirismo e razionalismo. Insegna a Padova, di cui fu anche magnifico
rettore. In seguito fu nominato direttore generale dei ginnasi veneti e
consigliere scolastico. Membro dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed
arti, ne fu presidente. I suoi “Saggi di scienza politico-legali” considerano
il diritto un insieme di scienza in quanto trattano dei principi e di arte in
quanto applicazione dei principi giuridici nella valutazione dei singoli casi.
Ritiene che il diritto sia un'espressione provvidenziale e lo distingue in
naturale e in positivo. Combatte il positivismo negli “Studii di filosofia
contemporanea”, ri-vendicando la superiorità dello spirito sulla
materia. “Saggio filosofico sopra la scuola dei moderni filosofi
naturalisti -- coll'analisi dell'organologia, della craniologia, della
fisiognomia, della psicologia comparata, e con una teoria delle idee e de'
sentimenti” (Milano); “Primi elementi di filosofia” (Napoli); “Elementi di
filosofia teoretica e morale” (Padova); “La filosofia elementare” (Milano); “La
scienza politico-legale” (Milano), “Filosofia, «Istituto Lombardo.
Rendiconti»); “Studii di filosofia contemporanea, Istituto Lombardo.
Rendiconti, Cenni sull'opera di Simone Corleo: il sistema della filosofia
universale, ovvero la filosofia dell'identità, «Istituto Lombardo. Rendiconti»,
La filosofia dell'incosciente, «Istituto Lombardo. Memorie», Studi C. Cantoni,
Studio della vita e delle opere. Milano, Filosofia Istituto veneto di scienze,
lettere ed arti. Dizionario biografico austriaco. Refs.: Luigi Speranza, “Grice
e Poli,” per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria. Poli. Keywords. Refs.: Baldassare Poli. Poli. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Poli” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701255863/in/photolist-2mLEs8a-2mLHzhB-2mPxhsE-2mKTyvC-2mPpVqK-2mKFeJo-2mKU7b1-2mPs71e-2mPEECV-2mPoBGn-2mKBwcu-2mKAsyK-2mKCnei-2mPNG7N-2mKyErQ-2mPE3Bq-2mKDA5r-2mKw3hq-2mKDwcr-2mKEJsY-2mKxnN1-2mKA5tC-2mKAuZM-2mKCfz1-2mKjsJY-2mKbpiZ-2mKbok1-2mPLygi-2mPHbXQ-2mHGgw3-2mGT6p1-2mGnP2f-2b7eYAu-22DwUXj-243yMxV-2mES4nb-Eoj4SX-E58e4H-E4u3XA-Dw1w1R-CRAGiK-DcDDsS-DeWyrT-DndBhH-Bq6mau-CfbuaM-CkaHMd-Cntjci-Ckaz7s-CntuMM
Grice e Pollastri – olismo hegeliano – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Firenze). Filosofo. Si laurea con una
tesi sulla filosofia della natura di Hegel. Si occupa in particolare di filosofare
con le persone, campo nel quale dsvolge la filosofia. Ha uno sportello di
consulenza presso il quartiere 4 di Firenze lavora presso un Centro di Salute
Mentale della ASL. Pubblica l’editore Apogeo Il pensiero e la vita, Consulente
filosofico cercasi, Il filosofo in azienda e per le edizioni Di Girolamo L’uomo
è ciò che pensa. Fonda Phronesis Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica,
ne è stato a presidente, e continua a dirigere l’omonima rivista, edita da
IPOC. Co-ordinatore della collana “Pratiche Filosofiche” diretta da U.
Galimberti per Apogeo e cura la collana “Dialogos”, sempre per l’editore
IPOC. Insegna consulenza filosofica in numerose università italiane. Ha
inoltre all’attivo ricerche in campo tradizionalmente filosofico come l’assoluto
eternamente in sé cangiante. Interpretazione olistica del sistema hegeliano (La
Città del Sole), alcuni articoli di filosofia politica e altri di filosofia
dell’improvvisazione. Accanto al suo impegno nella filosofia, si occupa
di commenti alla musica, in particolare nel campo del jazz, collaborando con
“Musica Jazz”, “Il Giornale della Musica” e “All About Jazz Italia”. Ppubblicato
la biografia artistica di R. Tesi, Una vita a bottoni, uscita per l’editore
Squilibri. Attivo anche in campo teatrale, come amatore ha esperienze di
attore, recitando in lavori di E. Ionesco, A. Nicolaj, G. Feydeau, N. Simon, e
regista. Direge Sorelle Materassi di F. Storelli dal saggio di A. Palazzeschi, “La
tettonica dei sentimenti” e “Siamo momentaneamente assenti” di L.
Squarzina). La sua teoria della consulenza filosofica e tutt'uno, come in
Achenbach, con una più generale concezione della filosofia e del filosofare. È
all’interno di questa idea generale, che comprende una visione della società
contemporanea, degli orizzonti attuali, dei destini della filosofia e il ruolo
che il filosofo deve svolgere, che può essere inserita la visione della
consulenza filosofica dello studioso fiorentino. Il punto di partenza potrebbe
essere posto in un’analisi della società e nel ruolo che in essa giocano le
psicoterapie e, più largamente il linguaggio e la cultura psicoterapeutica.
L’idea di Pollastri sembra essere quella di chi vede in corso un processo di
trasformazione del dolore del male in una patologia psicologicamente rilevabile
e curabile. Oggi , tanto i manuali psico-patologici come DSM-IV, quanto la
cultura diffusa, da rotocalco (sovente però confortata da medici e psicologi
che sui rotocalchi scrivono), tendono a far credere che ogni qualvolta si stia
male ipso facto si sia malato e che, di conseguenza, sia necessario un
terapeuta che ci guarisca. Ciò ovviamente porterebbe ad un estremo
impoverimento nella capacità umana di comprendere e affrontare la vita. In un
mondo in cui ogni dolore è SINTOMO e l’unica cosa che sembra avere importanza è
che esso venga eliminato, la filosofia e la consulenza filosofica (che sembrano
più essere due momenti di un'unica disciplina piuttosto che due cose diverse) non
devono presentarsi come pensiero risolutivo. Prendere decisioni e risolvere
problemi sono due modi attraverso cui si banalizza la complessità e anche il
fascino di ogni esperienza vitale umana. Se c’è qualcosa di davvero originale e
inattuale che la filosofia offre all’uomo ciò è giustappunto una prospettiva
che vada oltre l’agire tecnico finalizzato, l’intervento manipolativo sulla
realtà e, dunque, l’idea stessa di efficacia. Con questa impostazione non
stupisce dunque che veda in modo estremamente critico la presenza del concetto
di aiuto nella consulenza filosofica. Chi si concentra sull’aiutare il
consulente rischia di fare semplicemente una psico-terapia mascherata e poco
efficace. Concentrarsi sull’ausilio e la soluzione dei problemi posti dal
consultante può disperdere la realtà e originale potenzialità della
filosofia nel campo della considerazione dei problemi degli individui e della
loro vita. Può annullare la capacità di ri-orientare il pensiero e l’agire che
la ri-flessione filosofica porta con sé come sua assoluta specificità. Può,
infine, privare gli individui e la società di quella che è forse oggi rimasta
l’ultima branca del sapere svincolata dallo strabordante e acritico dominio del
produrre, del finalizzare, e della tecnica. L’onnipresenza del paradigma tera-peutico
non deve fare sì che si dimentichi anche il rapporto sano che la filosofia può
mantenere con la psicologia rettamente intesa. La psicologia cioè come ricerca
di ciò che è proprio del comportamento umano che ogni filosofo coltiva. Come
studio sull’uomo, e al pari di altre scienze umane che cercano di coglierne
altre limitate ma fondamentali dimensioni (si pensi all’antropologia o alla
sociologia), la psicologia e tenuta in considerazione dallo sguardo del
consulente. La psicologia è stata nient’altro che una conoscenza tra le molte
che la filosofia doveva comprendere, criticare, porre nel giusto posto che a
essa spetta entro una comprensione filosofica del mondo. E se il filosofo non
disdegna di occuparsi anche di psicologia , perché oggi il filosofo consulente
dove temere oltremisura di fare riferimento anche a essa? Posta in un orizzonte
conoscitivo e non terapeutico, la psicologia non è evitata, al pari di ogni
altra disciplina, al consulente filosofico. Lo spazio entro cui colloca la sua
azione e la sua riflessione implica una lettura della filosofia come del tutto
connessa con la vita di ogni singolo uomo. Difficile cogliere la cesura tra
questi e il filosofo. Se questa differenziazione ha sicuramente un valore
indicativo, convenzionale, utile per distinguere chi ha fatto della riflessione
il centro della vita, è difficile invece trovare una differenza essenziale tra
costui e l’uomo comune. L’uomo è necessariamente filosofo. Le ragioni di questa
necessità sono connesse con nell’essenza fragile, limitata, mortale dell’uomo, è
da questa necessità che deriva l’urgenza dell’uomo a porsi domande, cercare senso,
aspirare alla conoscenza, essere, cioè philo-sophos, amante del sapere. Ma se
l’uomo è perennemente filosofo è anche perché è propria della filosofia
l’incapacità di arrestarsi a un dato, a un risultato che non sia ulteriormente
indagabile. La disciplina in questione così si mostra propriamente nella sua
attività più che nel suo corpus di conoscenze. Anche la filosofia pratica,
dunque, si conclude là dove produce qualcosa di pratico per diventare altro:
morale, politica, diritto. Da questa visione se ne deduce la inapplicabilità
della filosofia in generale e più specificatamente l’impossibilità di concepire
la consulenza filosofica come una sorta di filosofia applicata alla vita. Il
fatto è che la filosofia non si applica, oppure è sempre applicata: essendo
amore per il sapere, è infatti qualcosa di perennemente in movimento- è un
agire, un fare. E non c’è fare che non sia fare qualcosa. Quello della
filosofia è il filosofare, vale a dire il cercare e ri-cercare, il ri-tornare
sempre di nuovo sul problema, inappagati dall’apparente soluzione, il
ri-flettere incessantemente per mettere a prova le nostre capacità di
comprensione. Questo agire, che è pura e semplice filosofia, non può essere
applicato perché lo è già sempre , non potendo avvenire senza un argomento, un
tema, un problema e senza individui pensanti sui quali esso agisce, produce,
come tutte le attività , effetti pratici concreti. Altre opere:” L' assoluto eternamente
in sé cangiante. Interpretazione olistica del sistema hegeliano, in Studi sul
pensiero di Hegel (La Città del Sole); “Il pensiero e la vita. Guida alla
consulenza e alle pratiche filosofiche (Apogeo Education); “Consulente filosofico
cercasi” (Milano, Apogeo); “L’uomo è ciò che pensa: sull’avvenire della pratica
filosofica” (Di Girolamo, Trapani); “Il filosofo in azienda: pratiche
filosofiche per le organizzazioni” (Apogeo, Milano); “Riccardo Tesi. Una vita a
bottoni, in A viva voce, Squilibri); “La consulenza filosofica. Breve storia di
una disciplina atipica, in Intersezioni, Achenbach e la fondazione della
pratica filosofica, in Maieusis, La consulenza filosofica tra saggezza e metodo,
in“Intersezioni, Razionalità del sentimento e affettività della ragione.
Appunti sulle condizioni di possibilità della consulenza filosofica, in Discipline
Filosofiche, Teoria pratica” e palle di biliardo. La consulenza filosofica come
mappatura dell’esistenza, in “La cura degli altri: la filosofia come terapia dell’anima”
(Siena); “Il consulente filosofico di quartiere, in Autaut, Analisi di P. Rovatti,
La filosofia può curare?, in Phronesis, Prospettive politiche della pratica
filosofica, in Humana.mente, Improvvisare la verità. Musica jazz e
discorso filosofico, in Itinera. D. Miccione, La consulenza Filosofica, Xenia. Associazione
Italiana per la Consulenza Filosofica. Neri Pollastri. Pollastri. Keywords:
olismo hegeliano. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Pollastri” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738831049/in/datetaken/
Grice e Pomponazzi -- l’affair pomponazzi – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Mantova). Flosofo. Important Italian
philosopher. Di famiglia agiata, si iscrive a Padova, dove frequenta le lezioni
di Nardò, Riccobonella e Trapolino, laureandosi come magister atrium. Insegna
filosofia a Padova. A Padova pubblica il trattato De maximo et minimo, in
polemica con le teorie di Guglielmo Heytesbury. Passa poi a Carpi per insegnare
logica alla corte di Alberto III Pio, principe di Carpi, seguendolo nel suo
esilio a Ferrara. Nel frattempo sposa a Mantova Cornelia Dondi, dalla quale ha
due figlie. Morto Vernia, e succeduto a lui, rimane poi vedovo nel 1507 e
si risposa con Ludovica di Montagnana. Chiude lo studio di Padova nel 1509 e si
trasferisce a Ferrara dove redige un commento al De anima aristotelico. Questo
avviene in seguito all'occupazione di Padova da parte della Lega di Cambrai
nella guerra con la Repubblica veneziana. Quando Venezia rioccupa la città il
mese dopo, le lezioni universitarie vengono sospese ed egli, con altri
insegnanti, lascia la città trasferendosi, come si è visto, a Ferrara su invito
di Alfonso I d'Este per insegnare nella locale università. Chiusa anche questa si
trasferisce a Mantova e Bologna. Nuovamente vedovo, si ri-sposa con Adriana
della Scrofa. A Bologna compone i saggi maggiori, il “Tractatus de
immortalitate animae”, il “De fato” e il “De incantationibus,” oltre a commenti
delle opere di Aristotele, conservati grazie agli appunti dei suoi
studenti. Il Tractatus de immortalitate animae, del 1516, in cui sostiene
che l'immortalità dell'anima non può essere dimostrata razionalmente, fece
scandalo: attaccato da più parti, il libro è pubblicamente bruciato a Venezia.
Denunciato dall'agostiniano Ambrogio Fiandino per eresia, la difesa del
cardinale Pietro Bembo gli permette di evitare terribili conseguenze ma è condannato da papa Leone X a ritrattare le
sue tesi. Pomponazzi non ritratta ma si difende con la sua Apologia e con il
Defensorium adversus Augustinum Niphum, una risposta al De immortalitate animae
libellus di Agostino Nifo, in cui sostiene la distinzione tra verità di fede e
verità di ragione, idea ripresa da Ardigò. Queste controversie gli
impediscono di pubblicare due opere che aveva completato: il De naturalium
effectuum causis sive de incantationibus e i Libri quinque de fato, de libero
arbitrio et de praedestinatione, pubblicati postumi con alcune modifiche, a
Basilea, da Grataroli. Evita ogni problema teologico pubblicando il De
nutritione et augmentatione, il De partibus animalium e il De sensu.
Malato di calcoli renali, stende il proprio testamento e muore l'anno dopo. Muore suicidato. Per
il peripatetismo, l'anima è l'atto (entelechia) primo di un corpo che ha la
vita in potenza, è la sostanza che realizza le funzioni vitali del corpo. Tre
sono le funzioni dell'anima: la funzione vegetativa per la quale gli esseri
vegetali, animali e umani si nutrono e si riproducono; la funzione sensitiva
per la quale gli esseri animali e umani hanno sensazioni e immagini; la
funzione intellettiva, per la quale gli esseri umani comprendono.
L'intelletto è la capacità di giudicare le immagini fornite dai sensi. L'atto
dell'intendere si identifica con l'oggetto intelligibile, cioè con la sostanza
dell'oggetto, ossia con la verità. Aristotele distingue l'intelletto
potenziale o possibile o passivo, che è la capacità umana di intendere,
dall'intelletto attuale o attivo o agente, che è la luce intellettuale.
Quest'ultimo contiene in atto tutti gli intelligibili, e agisce sull'intelletto
potenziale comel'esempio è di Aristotelela luce mostra, mette in atto i colori
che al buio non sono visibili ma pure esistono e dunque sono in potenza:
l'intelletto agente mette in atto le verità che nell'intelletto potenziale sono
soltanto in potenza. L'intelletto agente è separato, non composto, impassibile,
per sua essenza atto…separato, esso è solo quel che è realmente, e questo solo
è immortale ed eterno. Che ne è dunque dell'anima? Nella Metafisica
Aristotele dice solo che "Bisogna esaminare se la forma esista anche dopo
la dissoluzione del composto; per alcune cose nulla lo impedisce, come, ad
esempio nel caso dell'anima, ma non dell'anima nella sua interezza, bensì
dell'intelletto, poiché è forse impossibile l'esistenza separata dell'anima
intera". L'aristotelismo a Padova si era diviso in due correnti
fondamentali, gli averroisti e gli alessandrini, seguaci questi delle
interpretazioni aristoteliche di Alessandro di Afrodisia. Averroè,
secondo una concezione influenzata dal platonismo, sosteneva l'unicità e la
trascendenza non solo dell'intelletto agente, ma anche dell'intelletto
potenziale, che per lui non appartiene ai singoli uomini ma è unico e comune
all'intera specie umana. La dottrina di Alessandro mantiene l'unicità
dell'intelletto agente, che egli fa coincidere con Dio, ma attribuisce a
ciascun uomo un intelletto potenziale individuale, mortale insieme con il
corpo. Infine, va ricordato che per Aquino nell'uomo è presente un'unica anima
per sua natura (simpliciter) immortale, ma per un certo aspetto (secundum quid)
mortale, in quanto anche legata alle funzioni più materiali dell'essere
umano. Il Trattato dell'immortalità dell'anima, edito a Bologna, trae
spunto da una discussione con Raguseo il quale, avendo il Pomponazzi sostenuto
che la teoria di Tommaso sull'anima non si accorda con quella aristotelica, lo
aveva pregato di provare le sue affermazioni mediante prove puramente
razionali. Fecero bene gli antichi a porre l'uomo tra le cose eterne e
quelle temporali, cosicché egli, né puramente eterno né semplicemente
temporale, partecipa delle due nature e stando a metà fra loro, può vivere
quella che vuole. Così, alcuni uomini sembrano dei perché, dominando il proprio
essere vegetativo e sensitivo, sono quasi completamente razionali. Altri,
sommersi nei sensi, sembrano bestie. Altri ancora, uomini nel vero senso della
parola, vivono mediamente secondo la virtù, senza concedersi completamente né
all'intelletto e né ai piaceri del corpo." L'uomo dunque, "è di
natura non semplice ma molteplice, non determinata ma bifronte – ancipitis -- media
fra il mortale e l'immortale. Trattato sull'immortalità dell'anima e questa
medietà non è il provvisorio incontro di due nature, una corporea e l'altra
spirituale, che si divideranno con la morte, ma è la dimostrazione della reale
unità dell'uomo: "La natura procede per gradi: i vegetali hanno un poco di
anima, gli animali hanno i sensi e una certa immaginazion alcuni animali
arrivano a costruirsi case e a organizzarsi civilmente tanto che molti uomini
sembrano avere un'intelligenza molto inferiore alla loro…vi sono animali intermedi
fra la pianta e la bestia, come la spugna…della scimmia non sai se sia uomo o
bruto, analogamente l'anima intellettiva è media fra il temporale e l'eterno. Polemizza
con Averroè che ha scisso dalla naturale unità umana il principio razionale da
quello sensitivo e conAquino, rilevando che l'anima, essendo unica, non può
avere due modi di intendere, uno dipendente e un altro indipendente dalle
funzioni del corpo; la dipendenza dell'intelligenza dalla fantasia, che dipende
a sua volta dai sensi, lega l'anima indissolubilmente al corpo e ne fa seguire
lo stesso destino di morte. È capovolta la tesi fondamentale d’Aquino. L'anima
è per sé mortale e secundum quid, in un certo senso, immortale, e non il
contrario, perché nobilissima fra le cose materiali e al confine con le
immateriali, profuma di immortalità ma non in senso assoluto" (aliquid
immortalitatis odorat, sed non simpliciter).E ricorda che per Aristotele
l'anima non è creata da Dio. Un uomo infatti è generato da un uomo e anche dal
sole". Riguardo al problema del rapporto fra ragione e fede, per
Pomponazzi solo la fede, non le ragioni naturali, può affermare l'immortalità
dell'anima e "coloro che camminano per le vie dei credenti sono fermi e
saldi", mentre per quanto attiene i problemi etici che la mortalità
dell'anima potrebbe suscitare, afferma che per comportarsi virtuosamente non è
affatto necessario credere all'immortalità dell'anima e alle ricompense
ultraterrene, perché la virtù è premio a sé stessa e chi afferma che l'anima è
mortale salva il principio della virtù meglio di chi la considera immortale,
perché la speranza di un premio e il terrore della pena provoca comportamenti
servili contrari alla virtù. Il Tractatus provocò clamore e polemiche
alle quale rispose, ribadendo le sue tesi con l'Apologia, dove nel primo libro
risponde alle critiche amichevoli del suo allievo e futuro cardinale Gaspare
Contarini e negli altri due al domenicano A. Colzade e all'agostiniano A.
Fiandino. Replica con il Defensorium adversus Agostinum Niphum alle critiche di
Nifo, professore di filosofia a Padova. La critica dei miracoli. Il medico
mantovano Ludovico Panizza avrebbe chiesto a Pomponazzi se possono esserci
cause soprannaturali di eventi naturali, in contrasto con le affermazioni di
Aristotele, e se si debba ammettere l'esistenza di demoni, come sostiene la
Chiesa, anche per spiegare molti fenomeni che si sono verificati. Per
Pomponazzi "dobbiamo spiegare questi fenomeni con cause naturali, senza
ricorrere ai demoni…è ridicolo lasciare l'evidenza per cercare quello che non è
né evidente né credibile. D'altra parte, poiché l'intelletto percepisce dati
sensibili, un puro spirito non potrebbe esercitare un'azione qualunque su
qualcosa di materiale. Gli spiriti non possono entrare in contatto con il
nostro mondo. In realtà vi sono uomini che, pur agendo per mezzo della scienza,
hanno prodotto effetti che, mal compresi, li hanno fatti ritenere opera di
santi o di maghi, com'è successo con Abano o con Cecco d'Ascoli…altri, ritenuti
santi dal volgo che pensava avessero rapporti con gli angeli…erano magari dei
mascalzoni…io credo che facessero tutto questo per ingannare il
prossimo". Ma, a parte casi di incomprensione o di malafede, è
possibile che fenomeni mirabolanti abbiano la loro causa nell'influsso degli
astri: "È assurdo che i corpi celesti, che reggono tutto l'universo…non
possano produrre effetti che di per sé sono nulla considerando l'insieme
dell'universo. Cause naturali, comunque, secondo la scienza del tempo: il
determinismo astrologico governa anche le religioni: "al tempo degli idoli
non c'era maggior vergogna della croce, nell'età successiva non c'è nulla di
più venerato...ora si curano i languori con un segno di croce nel nome di Gesù,
mentre un tempo ciò non accadeva perché non era giunta la sua ora. Ogni religione
ha i suoi miracoli quali quelli che si leggono e si ricordano nella legge di
Cristo ed è logico, perché non ci possono essere profonde trasformazioni senza
grandi miracoli. Ma non sono miracoli perché contrari all'ordine dei corpi
celesti ma perché sono inconsueti e rarissimi". Nessun fenomeno ha
dunque cause non naturali: l'astrologo che abbia colto la natura delle forze
celesti, può spiegare tanto le cause di fenomeni che sembrano soprannaturali
che realizzare opere straordinarie che il popolino considererà miracolose solo
perché incapace di individuarne la causa. L'ignoranza del volgo è del resto
sfruttata da politici e da sacerdoti per tenerlo in soggezione, presentandosi
ad esso come personaggi straordinari o addirittura inviati da Dio stesso.
Inoltre Pomponazzi sostiene la sua tesi conducendo un discorso di questo tipo.
Se Dio ha creato l'universo ponendo su di esso leggi fisiche precise, sarebbe
paradossale che egli stesso agisse contro queste leggi utilizzando eventi
sovrannaturali come i miracoli". Per Pomponazzi appunto l'universo è
controllato e determinato dall'agire degli astri e Dio agisce indirettamente
muovendo questi ultimi; Pomponazzi sviluppa quindi una concezione dell'universo
deterministica. Se tali sono le forze che governano il mondo, se anche i
fenomeni soprannaturali hanno una spiegazione nell'esistenza di forze naturali
così potenti, esiste ancora una libertà nelle scelte individuali dell'uomo? In
Dio, conoscenza e causa delle cose coincidono e dunque egli è veramente libero;
l'uomo si esprime invece in un mondo dove tutto è già determinato. Rifiutato il
contingentismo di Alessandro di Afrodisia, che salva la libertà umana
criticando gli stoici per i quali non esiste né contingenza né libertà umana,
Pomponazzi è costretto dalla sua concezione strettamente deterministica, ove
tutto è regolato da forze naturali superiori all'uomo, a propendere per
l'impossibilità del libero arbitrio. L’argomento è per me difficilissimo. Gli
stoici sfuggono facilmente alle difficoltà facendo dipendere da Dio l'atto di
volontà. Per questo l'opinione stoica appare molto probabile. Nel cristianesimo
c'è maggiore difficoltà a risolvere il problema del libero arbitrio e della
predestinazione. Se Dio odia ab aeterno i peccatori e li condanna, è impossibile
che non li odi e non li condanni; e questi, così odiati e reietti, è
impossibile che non pecchino e non si perdano. Che rimane, allora, se non una
somma crudeltà e ingiustizia divina, e odio e bestemmia contro Dio? E questa è
una posizione molto peggiore di quella stoica. Gli stoici dicono infatti che
Dio si comporta così perché la necessità e la natura lo impongono. Secondo il
cristianesimo il fato dipende invece dalla cattiveria di Dio, che potrebbe fare
diversamente ma non vuole, mentre secondo gli stoici Dio fa così perché non può
fare altrimenti". Chiamato anche ‘peretto’ per la piccola statura,
Pomponazzi e un omicciolo molto piccolo, con un viso che nel vero ha più di
giudeo che di cristiano e veste anco ad una certa foggia che tiene più dil
rabbi che di filosofo. Anda sempre raso e toso. Parla anche in certo modo che
pare un giudeo che vuore parlar italiano. EsponeAristotele con voce dolce e
limpidissima. Il suo discorso e preciso e pacato nella trattazione, mobile e concitato
nella polemica. Quando poi giung a definire e a trarre le conclusioni, e così
grave e posato che gli studenti dai loro posti potevano annotarsi le
spiegazioni. nulla tenero con gli uomini di chiesa, isti fratres truffaldini,
domenichini, franceschini, vel diabolini riassume il suo spirito ironico e
motteggiante consigliando alla filosofia credete fin dove vi detta la ragione,
alla teologia credete quel che vogliono i teologi e i prelati con tutta la
chiesa, perché altrimenti farete la fine delle castagne ma e serio e senza
compromessi nelle sue convinzioni scrivendo nel “De fato” che Prometeo è il
filosofo che, nello sforzo di scoprire i segreti divini, è continuamente
tormentato da pensieri affannosi, non ha sete, non ha fame, non dorme, non
mangia, non spurga, deriso, dileggiato, insultato, perseguitato dagli
inquisitori, ludibrio del volgo. Questo è il guadagno dei filosofi, questa la
loro ricompensa. Epperò un filosofo e un dio terreno, tanto lontano dagli altri
come un uomo o e dalla sua figura dipinta e lui e pronto, per amore della
verità, anche a ritrattare quel che dico. Chi dice che polemizzo per il gusto
di contrastare, mente. In filosofia, chi vuol trovare la verità, dev'essere
eretico. Aristotele, Metafisica, Trattato sull'immortalità dell'anima, Trattato
sull'immortalità dell'anima. Trattato sull'immortalità dell'anima, CAristotele,
Fisica, Trattato sull'immortalità dell'anima, Trattato sull'immortalità
dell'anima, Testi De naturalium effectuum causis sive de incantationibus
(Firenze, La Nuova Italia); Trattato sull'immortalità dell'anima, V. Perrone Compagni
(Firenze, Olschki); “Il fato, il libero arbitrio e la predestinazione”
(Compagni, Torino, Aragno); Trattati peripatetici (Milano, Bompiani); Studi Giovanni Di Napoli,
L'immortalità dell'anima (Torino, S. E. I.); B. Nardi (Firenze, Le Monnier); N.
Badaloni, Cultura e vita civile tra Riforma e Controriforma” (Bari, Laterza);
G. Zannier, Ricerche sulla diffusione e fortuna del De Incantationibus di
Pomponazzi” (Firenze, La Nuova Italia); “Eugenio Garin, Aristotelismo veneto” “Paripatetismo
veneto” (Padova, Antenore); Paola Zambelli, L'ambigua natura della magia,
Milano, Il Saggiatore, Cuttini Elisa,
Unità e pluralità nella tradizione europea della filosofia pratica di
Aristotele. Girolamo Savonarola, e
Filippo Melantone, Soveria Mannelli (CZ), Rubbettino, Ramberti Rita, Il
problema del libero arbitrio nel pensiero di Pietro Pomponazzi, Firenze,
Olschki, Marco Sgarbi, Pietro
Pomponazzi. Tra tradizione e dissenso, Firenze, Olschki, . Pasquale Vitale,Un
aristotelismo problematico: il «De fato» di Pietro Pomponazzi, in Aristotele si
dice in tanti modi, Rivista di filosofia «Lo sguardo»,TreccaniEnciclopedie on
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Grice e Pontara – se il fine giustifichi i mezzi –
filosofia italiana -- (Cles). Filosofo. Grice: “I like Pontara: he wrote a whole essay on Kant’s problem
about the reduction of the categorical to the the prudential imperative, “Se il
filne giustifica i mezzi.””Uno dei massimi studiosi della nonviolenza a livello
internazionale. In seguito a forti dubbi
sulla eticità del servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la
Svezia dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre
trent'anni all'Istituto di filosofia dell'Stoccolma. Negli anni ottanta e
novanta Pontara ha anche insegnato come professore a contratto in varie
università italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari, Padova, Bologna, Imperia,
Trento. Pontara è uno dei fondatori
della International University of Peoples' Institutions for Peace
(Iupip)Università Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace
(Unip), con sede a Rovereto (Tn). È membro del Tribunale permanente dei popoli
fondato da Lelio Basso e in tale qualità è stato membro della giuria nelle
sessioni del Tribunale sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo), sul
diritto di asilo in Europa (Berlino), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia
(sessioni di Berna, come presidente della giuria, e sessione di Barcellona.
Pubblicato saggi su una molteplicità di temi di etica pratica e teorica,
metaetica e filosofia politica. È stato uno dei primi ad introdurre in Italia
la "Peace Research" e la conoscenza sistematica del pensiero
etico-politico di Gandhi. Ha pubblicato
in italiano, inglese e svedese, e alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in
spagnolo e francese. Saggi: “Etik, politik, revolution: en inledning och ett
stallningstagande (Etica, politica, rivoluzione: un'introduzione e una presa di
posizione), in G. Pontara , Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors Forlag,
Staffanstorp, Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna); Voci
Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in
Dizionario di politica, Utet, Torino (poi anche Tea, Milano);
Neocontrattualismo, socialismo e giustizia internazionale, in N. Bobbio, G.
Pontara, S. Veca, Crisi della democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti,
Roma); Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano, Antigone o Creonte. Etica e
politica nell'Era Atomica (Editori Riuniti, Roma); “Etica e generazioni future”
(Laterza, Bari, La personalità nonviolenta” (Abele, Torino); “Guerre, disobbedienza
civile, nonviolenza” (Abele, Torino); “Breviario per un'etica quotidiana,
Pratiche, Milano Il pragmatico e il persuaso, Il Ponte, Il pensiero etico-politico
di Gandhi, introduzione a Gandhi, Moandas K. Gandhi, Teoria e pratica della
nonviolenza” (Einaudi). Torino Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. Pontara.
Keywords: se il fine giustifichi i mezzi. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e
Pontara” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701655769/in/photolist-2mPpwbZ-2mLGv16
Grice e Ponte – implicatura maschile – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Lodi). Flosofo.
D'impostazione tradizionalista, dopo gli studi classici a a Genova vive per un
lungo periodo a Pontremoli, in Lunigiana, dove insegna latino in istituti. Storico
delle idee e del diritto romano arcaico, studioso di simbolismo, fonda nella
rivista di ispirazione evoliana Arthos: cultura tradizionale, testimonianza
tradizionale. Della rivista esistiteno
tre serie: tuttora in corso, a cura di “Ary”
di Genova. Cura l'edizione critica del saggio di Sarzano, “Tractatus de
potestate summi pontifices”. Commenta la Relatio III di Simmaco e la filosofia
di Tito. La Cronologia vedica di Bal Gangadhar Tilak (in appendice a La dimora
artica dei Veda. È tra i cofondatori del
movimento tradizionale romano. Collabora attivamente con “Arya”, ispirate
dall'O.I.C.L. Altre opere: “Dei italici”; “Miti italici,” “Archetipi e forme della
sacralità romano-italica” (Genova, Ecig); “Il movimento tradizionalista
romano,” Scandiano, Sear); “La religione dei romani” (Milano, Rusconi); “Il
magico Ur” (Borzano, SeaR); “I liguri: etno-genesi di un popolo” (Ecig,
Genova); “La città degli Dei”; “La tradizione di Roma e la sua continuità” (Ecig,
Genova); "Favete Linguis!" Saggi sulle fondamenta del Sacro in Roma
antica” (Arya, Genova); "Ambrosiae pocula" (Tridente, Treviso);
"Nella terra del drago" note insolite di viaggio nel Regno del
Bhutan, Il Tridente, La Spezia, . Libri curati: Julius Evola, Il mondo alla
rovescia, Edizioni Arya, Genova Q. A. Simmaco, In difesa della Tradizione,
Edizioni Arya, Genova Julius Evola, Le sacre radici del potere, Edizioni Arya,
Genova. ulius Evola, Scritti sulla Massoneria volgare speculativa, Edizioni
Arya, Genova Adriano Romualdi, Lettere ad un amico (Arya, Genova); Tito Livio
Patavino, Hic manebimus optime! (Arya, Genova); “Etica aria” (Arya, Genova); “Aspetti
del lessico pontificale: gli indigitamenta, in Diritto @ Storia “ “I lari nel
sistema spazio-temporale romano” in Arthos, “Santità delle mura e sanzione
divina,” in Diritto Storia Roma e gl’europei arii in Arthos, "Isola
d'Elba" per la Religione dei Romani. Premio, Cinque Terre riviera
ligure" per “I Liguri”. Sono i giorni del Premio letterario Isola d'Elba
Raffaello Brignetti, su elba oggi, Julius Evola Via romana agli Dei. Raccolta di
articoli su centrostudilaruna. Renato del Ponte. Ponte. Keywords: implicatura
maschile. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ponte” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738808129/in/dateposted-public/
Grice e Ponzio – il segno dell’altro – semiotica
filosofica – filosofia italiana – Luigi Speranza (San
Pietro Vernotico). Filosofo. Professore Emerito, ordinario di filosofia e
teoria dei linguaggi, a Bari. Ha contribuito come curatore e traduttore alla
diffusione in Italia e all'estero del pensiero di Pietro Ispano, Bachtin,
Lévinas, Marx, Rossi-Landi, Schaff e Sebeok. Nella sua ricerca sui segni
e sul linguaggio, di questi autori ha ripreso ciò che soprattutto li accomuna,
malgrado le loro differenze, vale a dire l'idea dell'imprescindibilità,
qualsiasi sia l'oggetto di studio, e per quanto specializzata ne sia l'analisi,
dalla vita dell'individuo umano nella concreta singolarità del suo
coinvolgimento senza alibi nel destino degli altri. Si laurea in Filosofia
a Bari, con una tesi in Filosofia teoretica, con relatore Semerari, sulla
fenomenologia della relazione interpersonale, con particolare riferimento a
Totalité et Infini di Lévinas. La sua tesi viene pubblicata ed è la prima
monografia mondiale su Lévinas -- è stato assistente ordinario di Filosofia
morale a Bari, è Professore di Filosofia nei licei e istituti magistrali di
Brindisi, Francavilla Fontana, Terlizzi, Bari -- è incaricato dell'insegnamento
di Filosofia del linguaggio a Bari. Scrive la prima monografia a livello
mondiale su Bachtin. Dopo aver fondato e diretto l'Istituto di Filosofia
del linguaggio a Bari, è stato il direttore del Dipartimento di Pratiche
Linguistiche e Analisi dei Testi di Bari.. Nell'Bari, ha insegnato:
Filosofia teoretica e Filosofia morale; Filosofia del linguaggio; Semiotica; Semiotica
del testo; Teoria della comunicazione; Linguistica; Teoria dei mass-media; Nel
, nella medesima Università, viene nominato Professore Emerito ed attualmente è
stato nominato “Cultore della Materia”. -- è coordinatore del corso di
dottorato in Teoria del Linguaggio e Scienze dei Segni, che fa parte della
Scuola di dottorato in Scienze umane. Dirige la collana “Teoria del
linguaggio e della letteratura” della Dedalo (Bari) e, con Ferruccio Rossi-Landi,
la rivista Scienze umane, ed è stato condirettore della rivista Lectures,
fondata da Vito Carofiglio. Dirige la collana “Segni di Segni” dell'Adriatica di
Bari e la collana “Antropologia dell'alterità” delle Edizioni dal Sud di Bari.
Dirige inoltre la serie gialla, dedicata a tematiche filosofico-linguistiche e
semiotiche della collana "Strumenti" delle edizioni Graphis di Bari.
Con Cosimo Caputo dirige la collana “Di-segno-in-segno” delle edizioni Manni di
Lecce. Fonda Athanor. Arte, Letteratura, Semiotica, Filosofia, edita da
Longo, Ravenna, di cui dirige la nuova
serie, inaugurata con l'editore Manni di Lecce e attualmente edita da Meltemi,
Roma. Fa parte del comitato scientifico della rivista Giano. Pace
ambiente problemi globali, Cuen, Napoli e del comitato scientifico di
Millepiani, Mimesis, Milano. Dirige Athanor. Semiotica, filosofia, arte,
letteratura, collana di Mimesis, Scienze dei linguaggi e linguaggi delle
scienze. Intertestualità, interferenze, mutuazioni. In Guerra (Perugia) pubblica
“Enunciazione e testo letterario nell'insegnamento dell'italiano come lingua
straniera; Linguistica generale, scrittura letteraria e traduzione, Da dove
verso dove. L'altra parola nella comunicazione globale, A mente. Processi
cognitivi e formazione linguistica, È del gennaio il libro in collaborazione con Susan
Petrilli, Lineamenti di semiotica e di filosofia del linguaggio. Inoltre fa
parte della redazione della rivista “Cultura & comunicazione” edita della
stessa casa editrice. Tra gli altri suoi saggi: Introduzione a M. Bachtin
(Bompiani). Tra le sue traduzioni (dal francese, dal russo, dal latino
medievale dal tedesco): Il discorso amoroso. Seminario di Barthes (Mimesis) e Bachtin
e il suo circolo (Bompiani, collana “Il pensiero Occidentale” diretta da G.
Reale); Summule logicales di Pietro Ispano (Bompiani ); Manoscritti matematici
di Marx (Spirali). La filosofia come professione, come istituzione,
presuppone una filosofia propria del linguaggio, che si esprime nella tendenza
del linguaggio al plurilinguismo dialogico, alla correlazione dialogica delle
lingue e dei linguaggi di cui sono fatte, una filosofia del linguaggio, in cui
del linguaggio è da intendersi come genitivo soggettivo: un filosofare del
linguaggio, che consiste nella pluri-discorsività dialogizzata. I campi di
studio e di ricerca di Ponzio, sono la semiotica e filosofia del linguaggio.
Filosofia del linguaggio è l'espressione che meglio esprime l'orientamento dei
suoi studi e come egli affronta i problemi relativi alla semiotica dal punto di
vista della filosofia del linguaggio, alla luce degli ultimi sviluppi delle
scienze dei segni, dalla linguistica alla biosemiotica. In tal senso
il suo approccio può essere più propriamente definito come di pertinenza della
semiotica generale, anche se Ponzio si occupa di semiotica generale, in termini
di critica. La semiotica generale supera l'illusoria separazione tra le
discipline umanistiche, da una parte, e quelle logico-matematiche e le scienze
naturali, dall'altra, evidenziando invece la condizione di inter-connessione. La
sua ricerca semiotica si riferisce a diversi campi e discipline, praticando un
approccio che è trasversale e interdisciplinare, o come direbbe lui stesso
"indisciplinato". Ponzio si occupa di semiotica, di linguistica
e delle altre scienze dei linguaggi e dei segni, nel senso della filosofia del
linguaggio, intendendo del linguaggio non come indicazione dell'oggetto della
filosofia, della filosofia che si occupa del linguaggio, ma come “la filosofia”
del linguaggio stesso, come la sua attitudine al filosofare. Filosofia del
linguaggio ntesa come filosofia del dialogo, apertura all'altro, disposizione
all'alterità, arte dell'ascolto, messa in crisi del monolinguismo, del
monologismo, inventiva, innovazione, creatività che nessun ordine del discorso,
nessuna delimitazione dei luoghi comuni dell'argomentare, può controllare o
impedire. Il genere, come ogni insieme, uniforma indifferentemente, cancella le
differenze tra coloro che ne fanno parte, e implica l'opposizione altrettanto
indifferente con coloro che fanno parte del genere opposto. Ogni genere a cui
l'identità si appella per affermare la sua appartenenza, per esempio
comunitaria, etnica, sessuale, nazionale, di credo, di ruolo, di mestiere, di
condizione sociale, è in opposizione a un altro genere: bianco/nero;
uomo/donna; comunitario/extra-comunitario; co-nazionale/straniero;
professore/studente. Ponzio afferma che ogni differenza-identità, ogni
differenza di genere, al suo interno, è cancellazione della differenza
singolare e ogni genere, che ogni identità presuppone, in quanto basato
sull'indifferenza e sull'opposizione, prevede il conflitto. L'unica
differenza non indifferente e non oppositiva è la differenza singolare, fuori
identità, fuori genere, come direbbe lui “sui generis”: è l'alterità. Alterità
intesa come relazione con l'altro, alterità assoluta, di unico a unico, in cui
ciascuno è insostituibile e non indifferente. Un'alterità che l'identità
rimuove e censura, relega nel privato, ma che ciascuno vive e riconosce come vera
relazione con l'altro. Altre opere: “La relazione inter-personale” (Adriatica,
Bari) Soggetto e alterità. Da Lévinas a Lévinas” (Adriatica, Bari); Soggetto e
alterità. Da Lévinas a Lévinas. Con un'intervista a Lévinas” (Adriatica, Bari);
“Linguaggio e relazioni sociali” (Adriatica, Bari); Produzione linguistica e
ideologia sociale (Donato, Bari); Produzione linguistica e ideologia sociale, Bari,
Graphis, Persona umana, linguaggio e
conoscenza in Adam Schaff, Dedalo, Bari) Filosofia del linguaggio e prassi sociale
(Milella, Lecce); Dialettica e verità. Scienza e materialismo
storico-dialettico, Edizioni Dedalo, Bari, La semiotica in Italia. Fondamenti
teorici” (Dedalo, Bari); Marxismo, scienza e problema dell'uomo. Con
un'intervista a Schaff” (Bertani,
Verona); “Scuola e pluri-linguismo (Dedalo, Bari). Michail Bachtin. Alle origini
della semiotica” (Dedalo, Bari); Segni e contraddizioni. Fra Marx e Bachtin,
Bertani, Verona, Spostamenti, Percorsi e discorsi sul segno” (Adriatica, Bari);
Lo spreco dei significanti. L'eros, la morte, la scrittura” (Adriatica, Bari); Fra
linguaggio e letteratura, Adriatica Editrice, Bari); “Per parlare dei segni”
(Adriatica, Bari); Filosofia del linguaggio, Adriatica Editrice, Bari, Interpretazione
e scrittura. Scienza dei segni ed eccedenza letteraria, Bertani, Verona, Dialogo
sui dialoghi (Longo, Ravenna); La filosofia del linguaggio (Adriatica, Bari); “Il
filosofo e la tartaruga. Scritti (Angela Biancofiore), Ravenna, Longo); “Filosofia
del linguaggio”; “Segni valori ideologie” (Adriatica, Bari); “Dialogo e narrazione”
(Milella, Lecce); “Tra semiotica e letteratura” (Bompiani, Milano); “La ricerca
semiotica (Bologna, Esculapio); Il dialogo della menzogna (con Massimo A.
Bonfantini), Roma, Stampa alternativa, Scrittura, dialogo e alterità. Tra
Bachtin e Lévinas (La Nuova Italia, Firenze); Fondamenti di filosofia del
linguaggio (Laterza, Manuali, Roma-Bari); Fondamenti di filosofia del
linguaggio” (Laterza, Manuali, Roma-Bari); Responsabilità e alterità in
Emmanuel Lévinas, Jaca Book, Milano, La differenza non indifferente.
Comunicazione, migrazione, guerra, Mimesis, Milano, La differenza non
indifferente. Comunicazione, migrazione, Guerra, Milano, Mimesis); Segni per
parlare dei segni. Signs to talk about signs, Adriatica Bari); “I segni
dell'altro: eccedenza letteraria e prossimità, Edizioni Scientifiche, Napoli); I
ricordi, la memoria, l'oblio. Foto-grafie senza soggetto (Bari, Sud); Comunicazione,
comunità, informazione. Comunicazione mondializzata e nuove tecnologie (Manni,
Lecce); I tre dialoghi della menzogna e della verità (Edizioni Scientifiche
Italiane, Napoli, La rivoluzione bachtiniana. Il pensiero di Bachtin e
l'ideologia contemporanea, Levante, Bari, Metodologia della formazione
linguistica, Laterza, Manuali, Roma-Bari, Che cos'è la letteratura? Otto questioni
dialogando con Carlo Alberto Augieri, Milella, Lecce, Elogio dell'infunzionale. Critica dell'ideologia
della produttività” (Castelvecchi, Roma); “Elogio dell'infunzionale” (Milano,
Mimesis); Semiotica della musica. Introduzione al linguaggio musicale” Graphis,
Bari, La coda dell'occhio. Letture del
linguaggio letterario, Graphis, Bari); Basi. Significare, inventare, dialogare”
Lecce, Piero Manni, La comunicazione, Graphis, Bari, La comunicazione” (Bari,
Graphis); “Fuori campo: i segni del corpo tra rappresentazione ed eccedenza (Mimesis,
Milano); Il sentire nella comunicazione globale (Meltemi, Roma); Semiotica
dell'io (con Thomas A. Sebeok e Susan Petrilli) Meltemi, Roma); Enunciazione e
testo letterario nell'insegnamento dell'italiano come lingua straniera” (Guerra,
Perugia); Enunciazione e testo letterario nell'insegnamento dell'italiano come
lingua straniera, Edizioni Guerra, Perugia, I segni e la vita la semiotica
globale (Spirali, Milano, Individuo
umano, linguaggio e globalizzazione nella filosofia di Adam Schaff. Con una
intervista ad Adam Schaff, Milano, Mimesis, Il linguaggio e le lingue. Introduzione alla
linguistica generale, Bari, Graphis, Il
linguaggio e le lingue, Bari, Graphis Il
linguaggio e le lingue, Bari, Graphis, . I segni tra globalità e infinità. Per
la critica della comunicazione globale (Bari, Cacucci); “Semioetica (Roma,
Meltemi); Linguistica generale, scrittura letteraria e traduzione” (Perugia,
Guerra); Linguistica generale, scrittura letteraria e traduzione (rivista e
ampliata), Perugia, Guerra, Semiotica e
dialettica, Bari, Edizioni dal Sud, La
raffigurazione letteraria (Milano, Mimesis, 2Semiotica globale. Il corpo nel
segno (Bari, Graphis, Testo come ipertesto e traduzione letteraria, Rimini,
Guaraldi); Tesi per il futuro anteriore della semiotica. Il programma di ricerca
della Scuola di Bari-Lecce, (Milano, Mimesi, Dialoghi semiotici (Napoli, Edizioni
Scientifiche Italiane, The Dialogic Nature of Sign, Ottawa, Legas, La cifrematica e l'ascolto, Bari, Graphis, La
cifrematica e l'ascolto, Bari, Graphis, Fuori luogo. L'esorbitante nella
riproduzione dell'identico, Roma, Meltemi, A mente. Processi cognitivi e
formazione linguistica, Perugia, Guerra); Legas, Lineamenti di semiotica e di filosofia del
linguaggio (Bari, Graphis); Tre sguardi su Dupin” (Bari, Graphis); “Tra Bachtin
e Lévinas. Scrittura, dialogo, alterità” (Bari, Palomar); “Linguaggio, lavoro
e mercato globale” (Milano, Mimesis); “La dissidenza cifrematica” (Milano,
Spirali); Contexto, Da dove verso dove.
La parola altra nella comunicazione globale (Perugia, Guerra); “La visione
ottusa” (Milano, Mimesis); Freud, l'analisi, la scrittura” (Bari, Graphis); Interpretazione
e scrittura, Scienza dei testi ed eccedenza letteraria, Pensa Multimedia,
Lecce, . In altre parole, Mimesis, Milano, . La filosofia del linguaggio,
Edizioni Laterza, Bari, . Curatele Di seguito l'elenco dei libri Augusto
Ponzio, salvo dove diversamente specificato. In alcuni di questi sono presenti
introduzioni, presentazioni e/o traduzioni ad opera di Augusto Ponzio.
Adam Schaff e Lucien Sève, Marxismo e umanesimo. Per un'analisi semantica delle
"Tesi su Feuerbach" di K. Marx (Dedalo, Bari); Karl Marx, Manoscritti
matematici (Dedalo, Bari); Adam Schaff, Saggi filosofici, Edizioni Dedalo, Bari);
Marxismo e filosofia del linguaggio (Dedalo, Bari); Freudismo, Edizioni Dedalo,
Bari (introduzione). Vjaceslav Ivanov,
Julia Kristeva e altri, Michail Bachtin. Semiotica, teoria della letteratura e
marxismo (Dedalo, Bari); Cassirer e altri, Il linguaggio, Bari, Edizioni Dedalo
(introduzione). Marcellesi, Baggioni e altri, Linguaggio e classi sociali. Marrismo
e stalinismo (Dedalo, Bari); Il metodo formale e la teoria della letteratura”
(Dedalo, Bari); “L'alienazione come fenomeno sociale” (Editori Riuniti, Roma); “Il
linguaggio come pratica sociale” (Dedalo, Bari); “Polifonie, Adriatica); Bari Scienze
del linguaggio e plurilinguismo. Riflessioni teoriche e problemi didattici,
Adriatica, Bari); Scienze del linguaggio e insegnamento delle lingue e delle
letterature. Annali del convegno di studi omonimo (Adriatica, Bari) Pietro
Ispano, Tractatus. Summule logicales, Adriatica Editrice, Bari, (introduzione,
trad.e dal latino). Emmanuel Lévinas, La significanza del senso, in “Idee”, (trad. dal francese). La genesi del senso,
“Idee”; Il linguaggio questo
sconosciuto. Iniziazione alla linguistica. Con un'intervista di A.Ponzio a J.
Kristeva (Adriatica, Bari); Il linguaggio come lavoro e come mercato, Bompiani,
Milano, 1992(introduzione alla quarta edizione). Bachtin e... Averincev, Benjamin, Freud,
Greimas, Lévinas, Marx, Peirce, Valéry, Yourcenar, Welby, Laterza, Bari); “Umanesimo
ecumenico (Adriatica Bari); Reading su Ferruccio Rossi-Landi. Semiosi come
pratica sociale, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli (introduzione; con M. A. Bonfantini).
Ferruccio Rossi-Landi, Semiotica e ideologia, Milano, Bompiani (introduzione 3ª
ed.). Aristofane, Uccelli, Stampa alternativa, Bari-Roma); Adam Schaff, Il mio
ventesimo secolo, Adriatica Editrice, Bari, Sulla traccia di Lévinas, “Idee”, Emmanuel
Lévinas, Su Blanchot, Palomar, Bari); “Bachtin e le sue maschere. Il percorso
bachtiniano fino alla pubblicazione dell'opera su Dostoevskij (Dedalo, Bari); Idea
e realtà dell'Europa: Lingue, letterature, ideologie, “Annali della Facoltà di
Lingue e Letterature Straniere”, Schena, Fasano (Brindisi), Comunicazione,
comunità, informazione, Manni, Lecce); “Paul Valéry, Cimitero marino, in
“Athanor”, Il Mondo/il Mare, e in
“L'immaginazione”, Problemi dell”opera
di Dostoevskij (Edizioni dal Sud, Modugno
(Bari); Lisa Block de Behar, Al margine di Borges, Edizioni dal Sud, Modugno
Bari, (Traduzione di alcune poesie di
Borges, presentazione); Michail Bachtin, Problemi dell'opera di Dostoevskij Edizioni dal Sud, Bari); “Significato,
comunicazione e parlare comune” (Marsilio, Venezia); “La scrittura e l'umano,
Saggi, dialoghi, conversazioni” (Bari, Sud); “Per una filosofia dell'azione responsabile”
(Manni, Lecce); “Vivant, Riflessioni su Lévinas” (Bari, Edizioni dal Sud); “Marxismo
e filosofia del linguaggio” (Manni, Lecce); “Il metodo della filosofia”; “Saggi
di critica del linguaggio” (Graphis, Bari); “Disoccupazione strutturale,
“Millepiani”, “Lingua, metafora, concetto. Vico e la linguistica cognitive”
(Sud, Bari); A. Schaff, Meditazioni, trad. di Loreta de Staso (Sud, Bari);
“Dall'altro all'io” (Meltemi, Roma); Vita, Athanor. Semiotica, Filosofia, Arte,
Letteratura, Meltemi, Roma); “Linguaggio e scrittura” (Meltemi, Roma); Pietro
Ispano. Trattato di logica. Summule logicales (Bompiani, Milano); “Il linguaggio
come lavoro e come mercato” (Bompiani, Milano); “Basi della semiotica”; “Nel
segno”, diretta da Ponzio (Bari, Laterza); “Mondo di guerra, volume monografico
di Athanor; “Semiotica, Filosofia, Arte, Letteratura” (Roma, Meltemi);
“Ideologia” (Meltemi, Roma); “Il freudismo” (Milano, Mimesis); Karl Marx
Manoscritti matematici, edizione critica con intruduzione, Spirali, Milano, Renato
Fucini, Le veglie di neri e All'aria aperta, ed. critica Leonard G. Sbrocchi,
Bari, Edizioni Dedalo); “Metodica filosofica e scienza dei segni” (Milano,
Bompiani); “Semiotica e ideologia” (Milano. Bompiani); Qohélet: versione in
idioma saletino e trad. Italiana, Cosimo Caputo, Lecce, Milella); In dialogo.
Conversazioni con V. Duvakin (Milano, Esi (introduzione). Athanor. Umano troppo disumano, Roma, Meltemi (introduzione)
Linguaggi, Scienze e pratiche formative. Quaderni del Dipartimento di Pratiche
linguistiche e analisi di testi, Lecce, Pensa Multimedia (con M. Cardona). La filosofia del linguaggio
(Bari, Laterza); S. Petrilli La
filosofia del linguaggio come arte dell'ascolto”; “Sulla ricerca scientifica di
Augusto Ponzio, Bari, Edizioni dal Sud, Athanor. La trappola mortale
dell'identità, Roma, Meltemi Editore, e
letture critiche, Bari, Edizioni dal Sud,Calefato e S. Petrilli Logica, dialogica, ideologica. I segni tra
funzionalità ed eccedenza, introd., Semiosi, infunzionalità, semiotica, Milano,
Mimesis); “ La filosofia del linguaggio come arte dell'ascolto”; “Sulla ricerca
di Ponzio” (Bari, Sud,); Lingua e letteratura, conoscenza e coscienza; Identità e alterità nella dinamica della coscienza
storica; Tutto il segnico umano è linguaggio; Per Qohélet emigrato nel Sud è la
vanità ad essere nienzi: dentr il
dialetto è straniera la parola dei re Frank Nuessel, “Virtual; Dal silenzio
primordiale al brusio della parola”; “lla ricerca della parola “vissuta”; Tutt'altro.
Infunzionalità ed eccedenza come prerogative dell'umano” (Milano, Mimesis). Semiotica
Filosofia del linguaggio. Sito ufficiale, su augustoponzio.com. Opere su
openMLOL, Horizons Unlimited srl. Scheda
docente con estesa . Sito dell'Università degli Studi di Bari Aldo Moro, su
uniba. Augusto Ponzio. Ponzio. Keywords: il segno dell’altro, semiotica
filosofica, segno, segnico, il segnico. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Ponzio”
– The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51738109076/in/datetaken/
Porta -- there may be another!
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