Grice e Vacca – filosofia italiana (Bari). Essential Italian philosopher. Grice: “My
favourite of his books is “L’ala del silenzo”great title, from Alighieriabout litotes
and understatement --.Deputato della Repubblica
Italiana LegislatureIX, X Gruppo parlamentarePCI CollegioBari Sito
istituzionale Dati generali Partito politicoPartito Comunista Italiano, Partito
Democratico della Sinistra, Partito Democratico Titolo di studiolaurea in
giurisprudenza e filosofia del diritto Professione docente universitario. Filosofo.
Si laureò in filosofia del diritto discutendo una tesi sulla filosofia politica
e giuridica di Croce. Fin dagli anni giovanili ha sempre svolto una intensa
attività di organizzatore di cultura, culminata con l'impegno dedicato alla
casa editrice De Donato. Membro del comitato centrale del Partito Comunista
Italiano è poi stato nella direzione del Partito Democratico della Sinistra.
Libero docente in Storia delle dottrine politiche, vinse la cattedra di tale
disciplina presso l'Bari. -- è stato nel consiglio di amministrazione
della RAI. Deputato per il PCI nella IX e X Legislatura nella circoscrizione
elettorale Bari-Foggia. In occasione delle elezioni comunali, si è candidato a
sindaco con il sostegno della coalizione di centro-sinistra, ma è stato
sconfitto da Simeone Di Cagno Abbrescia. Ha ricoperto incarichi di partito in
Puglia e a livello nazionale. Ha rivolto poi i suoi studi alla storia del
marxismo contemporaneo. Dirige la Fondazione Istituto Gramsci di Roma,
diventandone poi Presidente fino al. Membro del Cda dell’Istituto
dell’Enciclopedia italiana presiede la Commissione scientifica dell’Edizione degli
scritti di Gramsci. Professore di Storia delle dottrine politiche nell’Bari, si
è occupato in particolare dell'idealismo novecentesco e dell'hegelismo italiano
nella seconda metà del XIX secolo, con particolare riferimento alla genesi del
marxismo in Italia. Saggi: “Politica e filosofia in Spaventa” (Bari,
Laterza); Lukàcs o Korsch?, Bari, De Donato, Marxismo e analisi sociale, Bari,
De Donato, Scienza, Stato e critica di classe. Galvano Della Volpe e il marxismo,
Bari, De Donato); Politica e teoria nel marxismo italiano, Antologia critica
(Bari, De Donato); PCI, Mezzogiorno e intellettuali. Dalle alleanze
all'organizzazione, a cura di, Bari, De Donato, Saggio su Togliatti e la tradizione comunista,
Bari, De Donato, Osservatorio meridionale. Temi di politica culturale” (Bari,
De Donato, Quale democrazia. Problemi della democrazia di transizione, Bari, De
Donato, Criticità e trasformazione. Korsch teorico e politico, Bari, Dedalo, Gli intellettuali di sinistra e
la crisi, a cura di, Roma, Editori Riuniti, Comunicazioni di massa e
democrazia, a cura di, Roma, Editori Riuniti, L'informazione negli anni
Ottanta, Roma, Editori Riuniti, Il marxismo e gli intellettuali. Dalla crisi di
fine secolo ai Quaderni del carcere, Roma, Editori Riuniti, Tra compromesso e
solidarietà. La politica del PCI (Roma, Editori Riuniti); Gorbačëv e la
sinistra europea, Roma, Editori Riuniti, Tra Italia e Europa. Politiche e
cultura dell'alternativa, Milano, Angeli, Gramsci e Togliatti, Roma, Editori
Riuniti, Dal PCI al PDS. Intervista, Bari,
Delphos, Togliatti sconosciuto, Roma, l'Unità, Pensare il mondo nuovo. Verso la
democrazia, Cinisello Balsamo, San Paolo, Per una nuova Costituente, Milano,
PasSaggi Bompiani, Vent'anni dopo. La sinistra fra mutamenti e revisioni,
Torino, Einaudi, Da un secolo all'altro. Mutamenti della politica nel
Novecento, Milano, Bompiani, Appuntamenti con Gramsci. Introduzione allo studio
dei Quaderni del carcere, Roma, Carocci, Gramsci e il Novecento (Roma, Carocci); Presente
futuro. Idee per lo sviluppo ecosostenibile della Puglia, Bari, Dedalo, X.
Riformismo vecchio e nuovo, Torino, Einaudi, In tempo reale. Cronache del
decennio, Bari, Dedalo, Ritorno in Puglia. Tre anni di volontariato politico,
Bari, Palomar, Federalismo, sviluppo economico e coesione sociale in Puglia, e
con Luigi Masella, Lecce. Martano, L'unità dell'Europa. Rapporto sull'integrazione europea, a cura di, Bari,
Dedalo, Roma, Nuova iniziativa editoriale, Il dilemma euroatlantico. Rapporto della
Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Roma, Nuova
iniziativa editoriale, Dalla Convenzione alla Costituzione. Rapporto 2 della
Fondazione Istituto Gramsci sull'integrazione europea, a cura di, Bari, Dedalo,
I dilemmi dell'integrazione. Il futuro
del modello sociale europeo. Rapporto sull'integrazione europea, e con José
Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino); “Il riformismo italiano: dalla fine della
guerra fredda alle sfide future” (Roma, Fazi); “Gramsci tra Mussolini e Stalin”
(Roma, Fazi); cura di Gramsci, Nel mondo grande e terribile. Antologia degli
scritti Torino, Einaudi, Studi gramsciani nel mondo. e con Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Perché l'Europa? Rapporto sull'integrazione
europea, e con José Luis Rhi-Sausi, Bologna, Il mulino, Studi gramsciani nel
mondo. Gli studi culturali, e con Paolo Capuzzo e G. Schirru (Bologna, Il mulino)
Le forme e la storia. Scritti in onore di B. De Giovanni, e con M. Montanari e
Franca Papa, Napoli, Bibliopolis, Il Novecento di Eugenio Garin. Atti del
Convegno di studi, e con Saverio Ricci, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,. Studi gramsciani nel mondo. Gramsci in
America Latina, e con Dora Kanoussi e Giancarlo Schirru, Bologna, Il mulino, Vita
e pensieri di Antonio Gramsci. Collana
Storia, Torino, Einaudi,,Collana ET Storia, Einaudi, Moriremo democristiani? La
questione cattolica nella ricostruzione della Repubblica, Roma, Salerno); “Il
fascismo in tempo reale: studi e ricerche di A. Tasca sulla genesi e
l'evoluzione del regime fascista, con D. Bidussa (Milano, Feltrinelli); Togliatti
e Gramsci. Raffronti, Pisa, Edizioni della Normale, Modernità alternative. Il
Novecento di Antonio Gramsci, Torino, Einaudi,.Togliatti, La politica nel
pensiero e nell'azione, Scritti e discorsi, G. Vacca con M. Ciliberto,
Bompiani, Milano Quel che resta di Marx,
Salerno Editore, Roma, L'Italia contesa.
Comunisti e democristiani nel lungo dopoguerra, Marsilio, Venezia Giuseppe Vacca, su storia.camera, Camera dei
deputati. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732826190
Grice e Vaccarino – l’errore del filosofo – filosofia
italiana (Pace del Mela). Essential Italian philosopher. Grice: “I
appreciate his metaphor of the ‘chemistry of the mind,’ la ‘chimica del
pensiero,’and the idea that philosophers commit only ONE mistake (“l’errore dei
filosofi”)!”.Flosofo. Figlio primogenito di Antonino
Vaccarino, titolare di un importante saponificio, e di Caterina Tracuzzi. Laureato
a Milano. Fonda “Sigma” pubblicata a Roma. Fonda “Methodos”, trimestrale di
metodologia e di logica simbolica. Si occupa prevalentemente di logica ed
epistemologia. Pubblica una serie di articoli sulla rivista Archimede su
invito di Geymonat. Abilitato alla libera docenza in Filosofia della scienza,
ma assorbito dai suoi studi e da altre attività non si dedica all'insegnamento.
Ha incarico di tenere il corso di Storia della filosofia antica presso Messina.
Riceve anche quello di Filosofia della scienza. Nominato professore associato
di Filosofia della scienza, ma non ottenne mai la cattedra di ordinario.
Partecipa a vari congressi. In quello di Amsterdam ebbe l'occasione di
conoscere Joseph Maria Bochenski e incaricarlo di dirigere la sezione di logica
simbolica di Methodos. A quello di Parigi partecipa insieme con S. Ceccato, V.
Somenzi e F. Rossi-Landi con i quali era in stretti rapporti di amicizia.
Contribusce alla fondazione della rivista Methodologia nata per iniziativa
della Società di Cultura Metodologica Operativa di Milano, presieduta da Felice
Accame. Molto vicino alle vedute filosofiche dei neo-positivisti, ma in seguito
si capì che per dare soluzione ai problemi posti dalla tradizionale filosofia
bisogna anzitutto effettuare un'indagine sul metodo scientifico onde spiegare
perché è l'unico considerabile come valido. Sviluppa in questo senso sulla
“Sigma” una teoria che chiama della "meta-conoscenza", in quanto
ricondotta a una disciplina avente per oggetto la conoscenza. Successivamente
si convince che per procedere in modo effettivamente scientifico bisogna
eliminare ogni a-priorismo effettuando un'analisi sistematica dei significati
di tutte le parole di cui ci avvaliamo e riconducendoli alle operazioni mentali
e non mentali da cui sono costituiti. Sotto questo profilo i suoi interessi si
incontrarono con quelli di S. Ceccato e della scuola pperativa. Ma mantenne una
posizione autonoma, ritenendo che la ricerca di base deve puntare su una
semantica e non su una ricerca di tipo cibernetico, come invece sostene Ceccato. Però
accetta e condivide il concetto che bisogna occuparsi del modo come operiamo a
livello mentale per descrivere i significati. Perciò respinge vedute allora in
auge, come quelle della filosofia analitica, che riconducendo i significati
semplicemente all'uso che se ne fa parlando, li lascia in analizzati
assumendoli implicitamente come prius, in quanto tali, dogmatici. Si dedica
assiduamente a queste ricerche, pervenendo alla elaborazione di un metodo
generale di analisi dei significati. Le sue ricerche conduce, tra l'altro,
all'introduzione di una formulistica idonea alla definizione delle operazioni
mentali, prospettando una sorta di chimica della mente. La vastità e la
complessità delle sue indagini lo costringe a procedere a molti ripensamenti e
revisioni. Pubblica “La chimica della mente”. In cui espone i principali
risultati a cui e pervenuto. Vince il premio L'Inedito con il racconto “Lo
sporco”, pubblicato da Marsilio. Prospetta ampliamenti e modifiche delle sue
teorie nel saggio “Analisi dei Significati”, pubblicato a Roma da Armando. Pubblica
presso la CULP di Milano “Scienza e Semantica Costruttivista”, dedicato a una
critica di correnti vedute professate da filosofi della scienza. I suoi
interessi si rivolgeno anche alla codificazione di una logica contenutistica in
grado di fissare i criteri di compatibilità e incompatibilità tra i significati
in riferimento alle loro operazioni costitutive. In tal modo la logica diviene
una filiazione della semantica. La summa dei suoi lavori di semantica è pubblicata
a Rimini in “Dalle operazioni mentali alla semantica”. Nella prefazione al
volume Introduzione alla semantica edito da Falzea a Reggio Calabria, Si lo
considera l'ultimo dei grandi illuministi. Opere: “L'errore dei filosofi”
(D'Anna, Messina); “La chimica della mente” (Carbone, Messina); “Analisi dei significati”
(Armando, Roma); “Scienza e semantica costruttivista” (Cooperativa Libraria
Universitaria del Politecnico, Milano); “Introduzione alla semantica” (Falzea,
Reggio Calabria); “Scienza e semantica” (Melquiades, Milano); “Prolegomeni:
dalle operazioni mentali alla semantica” (Ciddo, Rimini); “Lo sporco. Il pulito,
duepunti edizioni. Repubblica Semantica
Filosofia della scienza Centro
Internazionale Di Didattica Operativa onlus, su ciddo. Methodologia on-line, su
methodologia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731101657/in/dateposted/
Grice e Vaccaro (Palermo). Essential Italian philosopher. Grice: “My favourite of
his books is ‘eteropie,’ a pun on homotopos.” Filosofo.
Laureato a Palermo, inizia l'attività di docenza presso lo stesso ateneo prima
come professore a contratto, poi come ricercatore e dal 2006 come professore
associato. Titolare del corso di Filosofia politica e supplente di Scienza
politica nella Facoltà di Scienze della formazione dell'ateneo
palermitano. -- è pro-rettore dell'Palermo per la “politiche di
solidarietà sociale e di cooperazione per lo sviluppo”; inoltre è condirettore
della collana “Eterotopie” dell'editore Mimesis di Milano, membro fondatore
della “Società Italiana di Filosofia Politica” e del Centro interdisciplinare
in Bio-politica, Bio-economia e Processi di Soggettivazione a Salerno. Vicepresidente
dell'ONG palermitana della Cooperazione Internazionale Sud-Sud. I suoi ambiti
di ricerca si orientano sulla teoria critica (soprattutto Adorno e Benjamin
della Scuola di Francoforte) e sulla decostruzione post-strutturalista francese
(principalmente Foucault e Deleuze) dai quali ricava strumenti di analisi da
mettere alla prova nel campo della globalizzazione, della governance e dei
diritti umani. Opere Decostruzione di una realtà macchinica, in Il
camaleonte e l'iscrizione, Palermo, Ila Palma, Il capitalismo regolato
statualmente, curatela con Franco Riccio e A. Caruso (Milano, Angeli); “Oltre
la pace: saggi di critica al complesso politico militare, curatela con F. Magno
(Milano, Angeli); “Adorno e Foucault: congiunzione disgiuntiva” (Palermo, ILA
Palma); “Il pensiero (check) anarchico (Verona, Demetra); “Il secolo
deleuziano” (Milano, Mimesis Edizioni); “Il pianeta unico” (Milano, Elèuthera);
“Anarchismo e modernità” (Pisa, BFS); “CruciVerba: lessico per i libertari”
(Milano); “Zero in condotta, Globalizzazione e diritti umani” (Milano,
Mimesis); “Biopolitica e disciplina” (Milano, Mimesis); “Lo sguardo di
Foucault” (Roma, Meltemi); “Governance e democrazia” (Milano, Mimesis). Vaccaro
Prof. Salvatore delegato alle politiche di solidarietà sociale e di
cooperazione per lo sviluppo, su Università degli Studi di Palermo. Mimesis Edizioni: collane. Archiviato iPalermo:
scheda docente., su scienzeformazione.unipa. Biblioteca nazionale di Firenze:
catalogo autore., su opac.bncf.firenze..
Foucault: scheda autore., su portail-michel-foucault.org. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732796325
Grice e Vailati –
semantica filosofica – filosofia italiana (Crema). Essential Italian philosopher. an important figure in the
history of formal semantics, influenced by Peano, who in turn influenced
Whitehead and Russell, and thus Grice. Filosofo. Si laurea a Torino.
Qui insegnò, dopo aver lavorato come assistente di Peano e Volterra. Lscia il suo
posto universitario e così poté proseguire i suoi studi in modo indipendente, e
si guadagna da vivere insegnando matematica. Lascia circa 200 saggi e
recensioni che toccano un'ampia gamma di discipline. La sua opinione nei
confronti della filosofia e che essa fornisse una preparazione e gli strumenti
per il lavoro scientifico. Per questa ragione, e perché la filosofia dove
essere neutrale fra opposte convinzioni, concezioni, strutture teoriche, ecc.,
il filosofo dovrebbe evitare l'uso di un linguaggio tecnico specialistico, ma
dovrebbe usare il linguaggio che la filosofia adotta in quelle aree in cui è
interessata. Ciò non vuol dire che il filosofo debba soltanto accettare
qualunque cosa egli trovi. Un termine del linguaggio ordinario potrebbe essere
problematico, ma le sue carenze dovrebbero essere corrette piuttosto che
sostituite con qualche nuovo termine tecnico. Il suo pensiero sulla
verità e sul significato e influenzato da filosofi come Peirce e Mach. Con
cautela distinse fra significato e verità. La questione di determinare che cosa
vogliamo dire quando enunciamo una data proposizione, non solo è una questione
affatto distinta da quella di decidere se essa sia vera o falsa. Tuttavia, dopo
aver deciso cosa si vuole dire, l'azione di decidere se ciò è vero o falso è
cruciale. Vailati ebbe un pensiero positivista moderato, sia nella scienza che
nella filosofia: "La tattica adottata dai pragmatisti in questa loro
guerra contro l'abuso delle astrazioni e delle unificazioni consiste, come è noto,
nel proporre che, anche nelle questioni filosofiche, come si fa sempre in
quelle scientifiche, si esiga, da chiunque avanzi una tesi, che egli sia in
grado di indicare quali siano i fatti che, nel caso che essa fosse vera,
dovrebbero, secondo lui, succedere (o esser successi), e in che cosa essi
differiscano dagli altri fatti che, secondo lui, dovrebbero succedere (o essere
successi) nel caso che la tesi non fosse vera. Le influenze e i contatti di
Vailati furono molti e vari, e spesso fu etichettato come "l'italiano
pragmatista". Egli deve molto a Peirce e James (fu uno dei primi a
distinguere i loro pensieri), ma egli subì anche l'influenza di Platone e Berkeley
(che egli vide come precursori importanti del pragmatismo), Leibniz, V. Welby-Gregory,
Moore, Russell, Peano eBrentano. Vailati corrispose con molti dei suoi
contemporanei. La prima parte della sua opera comprende scritti sulla
Logica matematica; in essi focalizza l'attenzione sul suo ruolo in filosofia e
distinguendo fra logica, psicologia ed epistemologia; la dottrina recente pone
Vailati e il suo allievo M. Calderoni nella categoria storiografica del
«pragmatismo analitico» italiano. I suoi principali interessi storici riguardarono
la meccanica, la logica e la geometria; egli diede un importante contributo in
molti campi, compreso lo studio della meccanica post-aristotelica greca, dei
predecessori di Galileo, della nozione di definizione e del suo ruolo
nell'opera di Platone e Euclide, delle influenze matematiche sulla logica e
sull'epistemologia, e sulla geometria non-euclidea di Saccheri. E particolarmente
interessato ai modi in cui quelli che potrebbero essere visti come gli stessi
problemi sono inquadrati e trattati in periodi differenti. Il suo lavoro di
storico della scienza fu strettamente connesso con quello filosofico: per le
due attività, infatti, utilizzò gli stessi pensieri e metodologie di fondo.
Vailati vedeva lo studio storico e lo studio filosofico come differenti
nell'approccio ma non nell'argomento; crede, inoltre, che dovesse esserci
cooperazione fra filosofi e scienziati nell'approfondimento degli studi
storici. Ritene anche che una storia completa richiedesse che si tenesse in
conto anche il background sociale pertinente. Il superamento delle teorie
scientifiche, grazie a nuovi risultati, non comporta la loro distruzione,
perché la loro importanza aumenta proprio per il fatto di essere superate. Ogni
errore ci indica uno scoglio da evitare mentre non ogni scoperta ci indica una
via da seguire. La posizione di Vailati sulla storia della scienza ricalca
quella di una serrata critica al positivismo, in un contesto teorico dove il
pragmatismo ammette nuovi strumenti di comprensione e anche di valutazione
della scienza, come mostrano anche le vicende di M. Calderoni (I. Pozzoni, Il
pragmatismo analitico italiano di Mario Calderoni, Roma, IF Press, e di Peano,
il quale vanta certe affinità con il pensiero filosofico del periodo (G.
Rinzivillo, G. Vailati, Storia e metodologia delle scienze in Una epistemologia
senza storia, Roma, Nuova Cultura, e Peano, Contributi invisibili in Una
epistemologia senza storia, I. Pozzoni, Il pragmatismo analitico (Villasanta,
Liminamentis); Peano, In Memoriam, Boll. di matematica, I. Pozzoni, Cent'anni di Vailati” (Liminamentis,
Villasanta); M. Zan, “La formazione di Vailati” (Congedo Editore, Galatina
(Lecce); G. Sava, La psicologia tra Vailati e Brentano, in "Il
Veltro", Roma, Giuseppe Giordano, Giovanni Vailati filosofo della scienza,
Firenze, Le Lettere, Ivan Pozzoni, Il pragmatismo analitico italiano di
Giovanni Vailati, Liminamentis Editore, Villasanta, Lucia Ronchetti, L'archivio in Quaderni di
Acme, Bologna, Cisalpino, Scritti filosofici. TreccaniEnciclopedie on line,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana; giovanni-vailati.net. Fondo archivistico e librario
conservato presso Milano, Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giovanni Vailati, Vailati. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Vailati: la
semantica filosofica," The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia.
Grice e Valent – la forma del
linguaggio – filosofia italiana (Treviso). “Some like Vitters, but Valent’s my man.”Grice.
Grice: “Valent wrote the only legible introduction to Vitters’s
thought!”Essential Italian philosopher. Filosofo. Insegna a Catania e Venezia.
Si occupa di ontologia, logica dialettica, linguaggio, storia e interpretazione
delle grandi categorie della filosofia occidentale. Dai primi studi
sull'empirismo-scetticismo, sul pensiero italiano e sull'analisi del linguaggio
(Wittgenstein), è giunto ad indagare attorno alla teoria della negazione e del
divenire in chiave dialettica. Sulla base di tali premesse, che orientavano
verso una rilettura dei canoni e dei presupposti del rapporto ragione-follia,
si è impegnato a ridisegnare, insieme con un gruppo di psichiatri e psicologi
del Centro Psico-sociale di Orzinuovi cresciuti nel solco dell'esperienza
critica inaugurata da Basaglia, un modello della psiche adeguato alla
comprensione e alla cura della malattia mentale, dando vita a quello che è
stato definito l'approccio dialettico-relazionale. Collabora con il gruppo
teatrale "Scena Sintetica" nella messa in scena di testi
filosoficamente rilevanti (Parmenide, Eraclito, Melville, Severino, Galimberti).
Presso Moretti è in corso di stampa l'edizione delle sue opera. La sua filosofia
muove da un'originale riformulazione di alcune questioni legate alla filosofia
di Severino, alla tradizione neo-idealistica italiana (Gentile) ma anche neo-scolastica
(Bontadini), e dipendenti dalla riconsiderazione speculativa del concetto del
negativo. Descrivendo la sua formazione si define «resciuto a una scuola
filosofica di ispirazione ontologica, screziata da un netto disegno dialettico
e pungolata dallo scrupolo fenomenologico. Analizzando le implicazioni
concettuali e pratiche della negazione così com'è stata pensata in uno dei
punti più alti e rilevanti della tradizione dialettica, ovvero nella Scienza
della logica di Hegel, critica l'idea intellettualistica della negazione intesa
come esclusione, proponendo al contrario una negazione come inclusione e una
filosofia animata dal principio di ospitalità. Il "no" della
negazione, lungi dal dar vita a una realtà separata, è ciò che innerva il reale
nella sua essenza metamorfica e vitale, nella sua splendida apertura alla
novità, alla trasformazione e al cambiamento di cui il filosofo è appassionato
investigatore. A questo scopo e in evidente autonomia rispetto all'impianto
destinale della filosofia della necessità di Severino, esplora la categoria
modale della possibilità, cercando di mettere in discussione sia l'opposizione
frontale tra realtà e irrealtà, sia la priorità assoluta della positività del
reale nonostante la negatività dell'irreale. L'esserci e non l'essere è, per
Valent, che legge Hegel con Wittgenstein, la determinatezza semantica e
sintattica, il plesso grammaticale e vitale che ricongiunge l'esperienza intesa
come luogo dell'emergere della differenza e dell'incalzare degli eventi con la
teoria della razionalità quale analisi del permanere e della necessità. Ecco
che di contro all'ontologia fondamentale di Severino si fa largo l'idea di una
micro-ontologia intesa non come una “ontologia del piccolo”, bensì, piuttosto, nel
senso che non c'è nessun evento che non si disponga per virtù propria in una
peculiarità di significato, nel vigore elementare e insieme metamorfico di un
qui. Ma micro-ontologia anche come ontologia del remoto, dell'avverso-diverso,
dell'improbabile, dell'anonimo, del folle: di tutto ciò che insieme si ritiene
minore nella capacità di realtà. Con la proposta di una micro-ontologia intendeva
sottolineare l'autonomia e la resistenza del diamante della dialettica come
principio di determinazione semantica fondato sulla relazione-negazione
inclusiva e situato nella prospettiva strategica propria dell'esserci, rispetto
al rischio delle ricadute nella mistica dell'essere e di quella totalità
assoluta che, in quanto tale, appare separata e isolata, esercitando la sua
imposizione distruttiva al di fuori della logica della relazione e
dell'inclusione. Di contro all'autentico totalitarismo di questa idea di
totalità assoluta propone la ripresa del detto eracliteo del Panta δια pánton,
ossia di quel tutto attraverso il tutto che è la forma radicale della illacerabile
relazionalità della vita. Solo se ogni differenza tra gli umani è un modo
differente di essere il tutto allora le discriminazioni tra piccolo e grande,
forte e debole, femmina e maschio, nero e bianco, ricco e povero, sano e
malato, non avranno ragione d'essere (se non in quanto differenti
manifestazioni dell'identico, invece che differenze di principio e di valore. Opere:
Verità e prassi (Vannini, Brescia); La forma del linguaggio. Studio sul Tractatus
logico-philosophicus” (Francisci, Abano Terme (Padova), Invito a Wittgenstein,
Mursia, Milano; “Asymmetron, Quaderni de "Il Palazzo della Grande
Utopia", Milano Dire di no. Filosofia Linguaggio Follia, Teda,
Castrovillari (Cosenza); Dire di no. Scritti teorici, Opere (Moretti, Bergamo);
“Asymmetron: microntologie della relazione. Scritti teorici 2, in Opere di
Italo Valent V, a c. di Tagliapietra, Moretti & Vitali, Bergamo. Panta
διαpánton. Scritti teorici su follia e cura, in Opere di Italo Valent VI, a c.
di Tagliapietra, Moretti&Vitali, Bergamo. La forma del linguaggio. Studio
sul "Tractatus logico-philosophicus. Scritti su Wittgenstein, Sophón.
Aforismi per l'anima, a c. di Valent, con un saggio di Andrea Tagliapietra, Moretti&Vitali,
Bergamo. Opere. La filosofia, prima di ogni altra definizione dotta, è amore
per la realtà. In ricordo, in "XÁOS. Giornale di confine", Dire di
no. Scritti teorici, Panta διαpánton. Scritti teorici su follia e cura. Italo
Valent. Valent. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valent”, The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731887331/in/datetaken/
Grice
e Valeri -- uno spazio tra se e se –
l’antropologia filosofica come ricerca dell’intersoggetivo -- filosofia
(Somma Lombardo). Essential Italian philosopher. Grice: “I especially like his
idea of anthropology, alla Kant, as the search for the subject.” “Tra se e se.”
Filosofo. Laureatosi in
filosofia a Pisa, quale allievo pure della Scuola normale superiore, discutendo
una tesi sul pensiero di Lévi-Strauss, con relatore Barone, si rivolse agli studi di antropologia,
conseguendo un dottorato di ricerca a Pisa. Le sue ricerche riguardarono molti
argomenti, fra cui, i sistemi politici, la parentela e il matrimonio, la
ritualità, così come l'antropologia sociale ed economica, la storia comparata
degli usi e costumi dei popoli, che condusse lungo la linea di pensiero del suo
maestro Lévi-Strauss. Gli è stato assegnato per i suoi studi e le sue ricerche
di antropologia culturale, il premio ”Guggenheim Fellowship“ per le scienze
sociali. Fra i molti suoi lavori. Cura pure diverse voci antropologiche
per l'Enciclopedia Einaudi. Tra le sue molte opere pubblicate postume, il
saggio “Uno spazio tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto” che
può considerarsi una sua autobiografia intellettuale. Saggi: Uno spazio
tra sé e sé. L'antropologia come ricerca del soggetto (Roma); S. Ghiaroni,
"Società, soggetto, sacrificio. La teoria del sacrificio di Valeri",
in Studi e materiali di storia delle religioni, S. Ghiaroni, ”Società, Soggetto, Sacrificio.
La teoria del sacrificio di Valerio Valeri tra Hawaii e Indonesia“, Studi e
materiali di storia delle religioni, Dal titolo: Natura e cultura: introduzione
alla teoria dello scambio e della parentela di Claude Levi-Strauss, Pisa, A. A.
Per notizie biografiche più esaustive, riferirsi alle xxvii-xix dell'opera: in merito alla
rilevanza di Valeri come studioso e ricercatore; Valerio Valeri. Valeri.
Keywords: antropologia. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valeri” – The
Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732762370/in/datetaken/
Grice
e Valla – volutta – filosofia italiana – Luigi Speranza (Roma).
essential Italian philosopher. Filosofo. Nato da genitori di origini piacentine (il padre
era l'avvocato Luca della Valle), riceve la sua prima educazione a Roma e Firenze,
imparando il greco da G. Aurispa e da R. Aretino. Lo guida lo zio materno
Melchiorre Scribani, un giurista funzionario in Curia. La sua prima opera
e il De comparatione Ciceronis Quintilianique ("Confronto fra Cicerone e
Quintiliano"), in cui elogia il latino di Quintiliano a scapito di quello
di Cicerone, andando contro all'idea corrente e mostrando già in questo primo
scritto il suo gusto per la provocazione. Quando muore lo zio, spera di
ottenere un impiego nella Curia Pontificia. Ma i due autorevoli segretari A. Loschi
e P. Bracciolini, ferventi ammiratori di Cicerone, si opponeno all'assunzione/ Grazie
all'aiuto di A. Beccadelli, detto il Panormita, e chiamato ad insegnare
retorica a Pavia, succedendo al maestro bergamasco G. Barzizza. Questi anni
furono fondamentali per lo sviluppo della sua filosofia. Pavia e infatti un
vivo centro culturale e egli puo approfondire le sue conoscenze giuridiche,
osservando inoltre l'efficacia del procedimento di analisi critica dei testi,
che lo Studio pavese applicava con rigore. Acquire una grande reputazione con
il dialogo “Della volutta”, nel quale si oppone fermamente alla morale stoica e
all'ascetismo, sostenendo la possibilità di conciliare la morale ricondotto
alla sua originarietà, con l'edonismo, recuperando così il senso della
filosofia di Lucrezio, che sottolinea come tutta la vita dell'uomo sia
fondamentalmente volta alla volutta, intesa non come istintività, ma come
calcolo dei vantaggi e svantaggi conseguenti ad ogni azione. A conclusione del
dialogo,sottolinea, però, come per l'uomo la suprema voluttà e la ricerca spirituale.
Si tratta di un saggio considerevole, poiché, per la prima volta, una tendenza
filosofica che era rimasta confinata nell'ambito della filosofia romana
classica vene rivalutata. Le polemiche che seguirono alla pubblicazione del
testo, gli costringe a lasciare Pavia. Da allora passa da un luogo all’altro,
accettando brevi incarichi e tenendo lezioni in diverse città. Fa la conoscenza
del re Alfonso V al cui servizio entra. Il re ne fa il suo segretario, lo difende
dagli attacchi dei suoi nemici e lo incoraggia ad aprire una scuola a
Napoli. Durante il pontificato di Eugenio IV, pubblica sulla falsa donazione
di Costantino, “De falso credita et ementita Constantini donatione". In
esso, con argomentazioni storiche e filologiche, dimostra la falsità della donazione
di Costantino, documento apocrifo in base al quale la chiesa giustifica la
propria aspirazione al potere temporale. Secondo questo documento, infatti,
sarebbe stato lo stesso imperatore Costantino, trasferendo la sede dell'impero
a Costantinopoli, a lasciare alla Chiesa di Roma il restante territorio
dell'Impero romano. La dimostrazione di Valla è accettata e lo scritto è datato
all'VIII secolo o IX secolo. Quid, quod multo est absurdius, capit ne rerum
natura, ut quis de Constantinopoli loqueretur tanquam una patriarchalium
sedium, que nondum esset, nec patriarchalis nec sedes, nec urbs christiana nec
sic nominata, nec condita nec ad condendum destinata? Quippe privilegium
concessum est triduo, quam Constantinus esset effectus christianus, cum
Byzantium adhuc erat, non Constantinopolis. E, ciò che è molto più assurdo e
non rientra nella realtà dei fatti, come si può parlare di Costantinopoli come
di una delle sedi patriarcali, quando ancora non era né patriarcale né una sede
né una città cristiana né si chiamava così, né era stata fondata, né la sua
fondazione era stata decisa? Infatti il privilegio fu concesso tre giorni dopo
che Costantino si fece cristiano, quando Bisanzio esisteva ancora e non
Costantinopoli. Dimostra che anche la lettera ad Abgar V attribuita a Gesù e un
falso e, sollevando dubbi sull'autenticità di altri documenti spuri e ponendo
in discussione l'utilità della vita monastica e mettendone in luce anche
l'ipocrisia nel De professione religiosorum ("La professione dei
religiosi"), suscita l'ira delle alte gerarchie ecclesiastiche. E
obbligato, pertanto, a comparire davanti al tribunale dell'Inquisizione, alle
cui accuse riusce a sottrarsi soltanto grazie all'intervento del re. Visita
nuovamente Roma, dove i suoi avversari sono ancora molti e potenti. Riusce a
salvarsi da morte certa travestendosi e ritornando a Napoli. Vengono divulgati
gli Elegantiarum libri sex, i sei libri sull'"eleganza" della lingua Latina.
Il saggio raccoglie una serie straordinaria di passi desunti dai più celebri
scrittori latini (Virgilio, Cicerone, Livio), dallo studio dei quali occorre
codificare i canoni linguistici, stilistici e retorici della lingua latina. Il saggio
costitue la base scientifica del movimento umanista impegnato a riformare il
latino sullo stile ciceroniano. In le "Emendationes sex librorum
Titi Livii" discute, col suo modo di scrivere brillante e caustico, correzioni
ai libri 21-26 di Livio in opposizione ad altri due intellettuali della corte
napoletana il Panormita ed il Facio che non avevano il suo stesso spessore
filologico. Con la morte del re, la sua fortuna inizia a volgere in
meglio. Recatosi nuovamente a Roma, e ricevuto da Niccolò V. Assume il ruolo a
lui più consono di professore di retorica, ma non perde nemmeno il suo spirito
caustico e inizia a criticare la Vulgata, facendo confronti con l'originale
greco sminuendo il ruolo di traduttore dGirolamo e giudica spuria la corrispondenza
tra Seneca e Paolo. Sotto Callisto III raggiunse il culmine della
carriera, divenendo segretario apostolico. È quasi impossibile farsi un'idea
precisa della sua vita privata e di suo carattere, essendo i documenti nei
quali vi si fa riferimento sorti in contesti polemici e, pertanto, fonte più di
esagerazioni e calunnie che di testimonianze attendibili. Appare comunque come
persona orgogliosa, invidiosa e irascibile, caratteristiche cui però si
affiancano le qualità di elegante umanista, critico acuto e scrittore pungente
nella sua continua e violenta polemica sul potere temporale della Chiesa di
Roma. -- è un personaggio di eccezionale importanza soprattutto quale
rappresentante del più puro umanesimo. Con le sue spietate critiche alla Chiesa
di Roma e un precursore di Lutero, ma fu anche il promotore di molte revisioni
di testi La sua filosofia si basa su una profonda padronanza della lingua
latina e sulla convinzione che fosse stata proprio un'insufficiente conoscenza
del latino la vera causa del linguaggio ambiguo di molti filosofi. Valla era
convinto che lo studio accurato e l'uso corretto della lingua fosse l'unico
mezzo di acculturazione feconda e comunicazione efficace: la grammatica e un
appropriato modo di esprimersi erano a suo modo di pensare alla base di ogni
enunciato e, prima ancora, della stessa formulazione intellettuale. Da questo
punto di vista la sua filosofia e tematicamente coerente, in quanto ciascuna delle
parti si sofferma innanzitutto sulla lingua, sul suo impiego rigoroso e
sull'individuazione delle applicazioni erronee della grammatica latina. Il
profondo distacco storico ci permette di distinguere la sua filosofia in due
filoni, quello critico e quello filologico. Sebbene avesse saputo mostrare
eccezionali doti di storico negli scritti critici, questa capacità non è però
riscontrabile nell'unico lavoro definito storico, cioè nella biografia di
Ferdinando d'Aragona, tutto sommato un modesto elenco di aneddoti. Nel
III secolo l'Impero romano inizia a tramontare, il che si palesava non solo
nell'indebolimento delle forze politiche e militari, ma anche nello sfaldamento
dell'ordinamento interno e soprattutto nell'imbarbarimento della cultura. La
crisi generale e l'accettazione di molte genti non italiche tra i cittadini
romani provocano un lento ma significativo allontanarsi dalla lingua verso
forme dialettali e meno eleganti. Si evidenzia la necessità di uno sviluppo della
lingua che presuppone la canonizzazione della parlata popolare e della sua
semplice grammatica. Sono i primi sintomi della nascita del volgare, che necessita
di un millennio per svilupparsi pienamente. Durante questa lunghissima
transizione, in tutta l’Italia ci fu un'enorme incertezza linguistica. Il romano
classico cede lentamente il posto ad una mescolanza di nuovi idiomi che
combatteno per la supremazia. Gli effetti di questo periodo di passaggio
sono ben visibili soprattutto nelle traduzioni che via via nasceno dal romano verso
l'italico, poché la linea di demarcazione tra il romano e il volgare e
fluttuante e nessuno dei traduttori puo dirsi un vero esperto in materia. E il
primo a stabilire un limite alla volgarizzazione, decidendo che un cambiamento
oltre tale limite fa già parte del processo di sviluppo. In questo modo riusce
non solo a salvaguardare la purezza del romano, ma pose anche le basi per lo
studio e la comprensione del volgare nato dal romano. Si pone tra i
maggiori esponenti dell'umanesimo non solo per il suo costante apporto di punti
di vista umanistici, bensì anche per la sua annosa avversione alla cultura
scolastica. È indicativa ad esempio la sua tesi in “Della volutta” sugli
errori dello stoicismo praticato dagli asceti che non avrebbero preso in debita
considerazione le leggi naturali, dunque divine. La morale consiglierebbe
infatti, a suo avviso, un'esistenza allegra e godereccia che non precluderebbe
in alcun modo l'aspirazione alle gioie del paradiso. Analogamente, nelle “Dialecticae
Disputationes”, confuta il dogmatismo di Aristotele e la sua arida logica che
non offre insegnamenti o consigli, bensì discute solo di parole senza
raffrontarle con il loro significato nella vita reale. Altrettanto critico si
dimostra (nelle Adnotationes in Novum Testamentum) quando usa la sua profonda
padronanza del latino per provare che sono state le traduzioni maldestre di
alcuni passi del Nuovo Testamento a causare incomprensioni ed eresie. È a
lui dedicata una Fondazione che in collaborazione con Mondadori, pubblica la
collana dei romani i in cui vengono proposte edizioni critiche di testi
classici. L'arte della grammatica, P. Casciano (Milano, Mondadori); La
falsa Donazione di Costantino, G. Pepe, Firenze, Ponte alle Grazie, Scritti filosofici
e religiosi, G. Radetti, Firenze, Sansoni, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura,
“Repastinatio dialectice et philosophie” (Padova, Antenore). Treccani enciclopedia/lorenzo-valla
(Il Contributo italiano alla storia del Pensiero: Filosofia) E. Garin, "La letteratura degli
umanisti", in E. Cecchi-N. Sapegno Letteratura italiana, III, Il
Quattrocento e l'Ariosto, Milano, Garzanti); Basilica Papale SAN GIOVANNI IN
LATERANO, su vatican.va. Pubblicate per la prima volta da Erasmo da Rotterdam. G. Antonazzi, “Valla e la polemica sulla donazione
di Costantino, Roma); S. Camporeale, Valla. Umanesimo e teologia, Firenze,
Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento,Wilhelm Fink, M. Laffranchi,
Dialettica e filosofia in Valla, Milano, Vita e Pensiero, G. Mancini, Vita di Valla, Firenze, G. C.
Sansoni; L. M. Regoliosi, “Valla. La riforma della lingua e della logica: Atti
del convegno del Comitato Nazionale, Prato) Firenze, Polistampa, Donazione di
Costantino. Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Enciclopedia
Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Rita Pagnoni Sturlese. Su
treccani. in Il contributo italiano alla storia del pensiero Filosofia, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana, La falsa donazione di Costantino, su
classic italiani. La tomba su penelope.uchicago, Laurentius Vallensis. Lorenzo
Valla. Valla. Keywords: rinascimento. Refs.: Luigi Speranza, “Valla e
Grice,”per la Fondazione Lorenzo Valla, The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688559016/in/photolist-2mPq5pS-2mKPBS1-2mKxnN1-CiAmxk-BvUfSB-jkJZJm-js45BA-jkGK9m-jkK47d-jkEKUz
Vallauri (Roma). essential Italian
philosopher. “Italians, especially noble ones, love a long surname, so this is
Luigi Lombardi Vallauri. I say: if he wants to keep the Vallauri, that’s what
he’ll go with by!”Lombardi Vallauri. Grice: “He favours animal rights, as I
do.”Filosofo e professore universitario italiano. È stato Professore
di filosofia del diritto presso l'Università Cattolica di Milano e l'Università
degli Studi di Firenze. Dal ha insegnato
all'Università degli Studi dell'Insubria e all'Università degli Studi di
Sassari, dalla quale è stato chiamato per "chiara fama". Nasce
e cresce in contesto familiare profondamente cattolico. Nipote del predicatore
gesuita Riccardo Lombardi, cugino del direttore della Sala stampa vaticana
Federico Lombardi, nonché nipote di Gabrio Lombardi, si avvia alla formazione
teologica alla Gregoriana di Roma. Nello stesso periodo consegue la laurea in
Giurisprudenza col massimo dei voti presso l'Roma, suo maestro è stato Emilio
Betti. Abbandonata la vocazione sacerdotale intorno a vent'anni, dopo la laurea
perfeziona gli studi giuridici in Germania e vince molto presto il concorso per
la Libera docenza. Diviene Professore in Filosofia del diritto
all'Firenze, dove ha insegnato anche Argomentazione giuridica e Filosofia del
diritto avanzata. Ottiene la cattedra in Filosofia del diritto anche all'Università
Cattolica di Milano. Dopo il collocamento a riposo insegnerà presso le Como e
Sassari. Massimo esperto di teoria dell'interpretazione giuridica, già
direttore dell'Istituto per la documentazione giuridica del CNR e presidente
della Società italiana di filosofia giuridica e politica -- è autore di una
vastissima serie di saggi filosofico-giuridici. Con il suo Terre: Terra del
Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre ha aperto un nuovo filone della sua
ricerca, dedicato alla filosofia della religione e della spiritualità. Al
saggio Nera Luce, apparso nel 2001, Lombardi Vallauri ha consegnato la sua
critica serrata ai dogmi del cattolicesimo e l'approdo all'apofatismo. I suoi
interessi recenti riguardano la tutela giuridica dei diritti degli animali. È
vegano. Fonda e conduce, un gruppo di meditazione teso a esplorare le
possibilità di una vita contemplativa all'altezza del sapere moderno. Il suo
ultimo libroche traduce in scrittura il seguitissimo corso di meditazioni
tenuto dall'autore per Radio Tre Rai npropone una mistica laica, ossia una
mistica che prescinde da rivelazioni soprannaturali coniugando il pensiero
scientifico occidentale con le tecniche di meditazione tipiche delle filosofie
orientali. Allontanamento dall'Università Cattolica Dal 1976 Lombardi
Vallauri ha insegnato Filosofia del diritto presso l'Università cattolica di
Milano. Tiene una conferenza a Bari e all'inizio decide di sedersi in
terra, giustificandosi presso l'uditorio con la frase. Del Dio che emoziona non
mi sento di parlare seduto su una sedia, quindi, mentre parlerò di questo Dio,
starò seduto in terra». Nel 1998 è stato sospeso dall'attività didattica
a causa del suo insegnamento ritenuto eterodosso rispetto alla dottrina della
Chiesa Cattolica. Fra i punti problematici secondo le autorità
ecclesiastiche, un giudizio di Lombardi Vallauri sul dogma dell'inferno, da lui
definito: incostituzionale in quanto nessun atto per quanto grave può
meritare una pena eterna e perché è contraria ai princìpi più avanzati del diritto,
e specificamente del diritto influenzato dal cristianesimo, una pena che in
nessun modo tenda alla rieducazione/riabilitazione del condannato. Il professore
ha affermato in seguito. Quando i giudici ecclesiastici mi hanno cacciato fuori
dall'Università Cattolica non riuscivano a formulare l'accusa ed io ho detto:
"Ve la do io, il papa è quasi infallibile nell'errare. Dopo l'esito
negativo dei ricorsi giudiziari interni, si è rivolto alla Corte europea dei
diritti dell'uomo. La Corte si è pronunciata a favore del ricorrente,
ritenendo che fossero stati lesi i suoi diritti alla libertà di espressione
(per il provvedimento adottato dalla Cattolica senza contraddittorio) e a un
equo processo (per il rifiuto a pronunciarsi opposto dagli organi
giurisdizionali amministrativi), entrambi garantiti, rispettivamente, dagli
articoli 10 e 6 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti
dell'uomo e delle libertà fondamentali. Pensiero Nei suoi corsi e libri
Vallauri di è occupato di varie tematiche: filosofia del diritto, critica dei
riduzionismi, filosofia della mente, misticismo, buddismo, sessualità,
meditazione, diritti degli animali. Riassumeva la situazione storica
attuale tramite la seguente formula: [E = (m+e) + i (ab) + fd + oid] ->
[N.O.] -> [(N. e/ax/es)] + (I.P.)] La prima parte è l’equazione del
riduzionismo ontologico: l’essere è riducibile alla somma di materia, energia e
informazione. L’informazione è di due specie: algoritmica e biologica. Il
riduzionismo diventa poi scientismo tecnologico, con l’aggiunta di un fattore
di dominazione, ossia la teoria baconiana del conoscere per dominare, e
dell'organizzazione industriale del dominio portata dalla rivoluzione
industriale. Le conseguenze dello scientismo sono il nichilismo ontologico, ossia
la scomparsa di ogni tipo di spirito (dio angeli anima), il quale può avere due
esiti antitetici: le filosofie del soggetto assoluto e quelle della morte del
soggetto. L’ultima conseguenza del processo è il nichilismo etico assiologico
ed esistenziale, ossia la negazione di norme e valori oggettivi. Esso genera un
vuoto, che nella nostra epoca viene occupato dall’individualismo possessive, ossia
la credenza che gli unici beni sono ricchezza successo e potere. Occorre dunque
articolare una risposta filosofica al riduzionismo, individuando quali realtà
si sottraggano alle sue pretese. L’oggetto principale che sfugge alla riduzione
è la mente. Opere principali Saggio sul diritto giurisprudenziale,
Milano, Amicizia, carità e diritto, Milano); Corso di filosofia del diritto, Padova);
Cristianesimo, secolarizzazione e diritto moderno, Milano, Terre: Terra del
Nulla, Terra degli uomini, Terra dell'Oltre, Milano. Il Meritevole di tutela,
Milano, Logos dell'essere Logos della norma, Bari, Nera luce, Firenze); Riduzionismo
e oltre: Dispense di filosofia per il diritto, Padova, Trattato di Biodiritto.
La questione animale, Milano, Meditare
in Occidente. Corso di mistica laica, Firenze,
Scritti animali. Per l'istituzione d-i corsi universitari di diritto
animale, Gesualdo, Note Sandro Magister, L'inferno? Una vergogna,
L'Espresso. Guadagnucci; Scritti Animali. Per l'istituzione di corsi
universitari di diritto animale, in Visionari, Gesualdo (AV) (Gesualdo,
Guadagnucci); R. Bosco, Cristo o l'India, Verona, Fede e Cultura, Guadagnucci. Sullo
scarso fondamento dei fondamentalismi, Nuovamente. Lombardi Vallauri L., Neuroni, mente, anima,
algoritmo: quattro ontologie, Lettura magistrale al VI congresso della Società
italiana di neuroscienze, Lorenzo
Guadagnucci, Il filosofo degli animali, in Restiamo animali: Vivere vegan è una
questione di giustizia, Milano, Terre di mezzo, Meditare in occidente Corso di mistica laica, ciclo
di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai. Meditare in occidente Corso di mistica laica, ciclo
di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, Meditare in occidenteL'anima di
paesaggio, ciclo di trasmissioni radiofoniche su Radio3 Rai, edizione. Conferenza/lezione
tenuta dal titolo: Nonviolenza e Animali: un tema antico come le montagne e
sempre più ricco di futuro. Evento organizzato da Progetto Vivere Vegan,
Interviste Sì agli interventi che aiutano i nascituri, intervista di Giancarlo
Perna, LIBERO, l'Unità, Firenze, e Rassegna stampa sul "Caso
Vallauri" I Nuovi Inquisitori, di Giovanni Maria Pace, a Repubblica, A
dialogo con Luigi Lombardi Vallauri, di Neri Pollastri, da Phronesis, V (2007),
n. 9 Note, di Teresa Franza, Officina sedici. Luigi Lombardi Vallauri. Vallauri.
Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Vallauri” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732400744
Valletta (Napoli). Eessential Italian
philosopher. Grice: “He was a libertine from Naples. I like him. His oeuvre
published in Firenze. Filosofo. Nell'infanzia studiò dapprima letteratura
presso i Gesuiti per poi dedicarsi al diritto.
Insieme a Francesco D'Andrea, fu fra i fondatori dell'Accademia degli
Investiganti, che diede impulso al grande rinnovamento culturale che prese
avvio negli ultimi decenni del Seicento meridionale. Nelle accese polemiche
filosofico-scientifiche tra progressisti e conservatori, il Valletta insieme a
Tommaso Cornelio, Francesco D'Andrea, Leonardo Di Capua e agli altri accademici
investiganti appoggiò attivamente i progressisti. Istituì a sue spese la cattedra di lingua
greca presso l'Napoli, affidando l'incarico di insegnamento al suo maestro ed
amico Gregorio Messere, illustre grecista e filosofo dell'epoca. Cura
l'edizione napoletana delle Opere e del Bacco in Toscana dello scienziato
toscano F. Redi. Grande appassionato e conoscitore di libri, tanto che la sua
biblioteca ne arriva a contenere ben diciottomila, meritandosi l'appellativo di
Helluo librorum et Secli Peireskius alter. Grazie all'interessamento di Vico,
il fondo librario confluì nella Biblioteca dei Girolamini. Saggi: Lettera in
difesa della moderna filosofia e de' coltivatori di essa. Historia
filosofica. Lombardi. Antonio Lombardi,
Storia della letteratura italiana nel secolo XVIII. Tipografia camerale. Fausto
Nicolini, Giuseppe Valletta, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Gl’Investiganti Francesco D'Andrea Francesco Redi Francesco Valletta,
nipote di Giuseppe.Valletta breve scheda biografica sul sito "Francesco
Redi. Scienziato e poeta alla Corte dei medici". Giuseppe Valetta. Keywords.
Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valletta” – The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51691732621/in/photolist-2mKKxpY-2mKR1CX-2mKPDck-2mKPCGs-2mKU5Gz
Grice e Valore – l’inventario del mondo –
filosofia italiana (Milano). Essential Italian philosopher. Grice: “Having
philosophsided on what Italians call ‘valore,’ I admire Valore!”Filosofo.
Si occupa di metafisica, di ontologia generale e delle implicazioni ontologiche
delle teorie formali. Si è interessato anche dei progetti di linguaggi
artificiali e di lingue ausiliarie. Laureatosi in Filosofia a Milano, vi
ha conseguito il dottorato di ricerca con uno studio su Riferimento, rappresentazione
e realtà in Putnam. Dopo un anno di perfezionamento al King’s College di
Londra, dal 2002 diventa ricercatore presso il Dipartimento di Filosofia della
Statale di Milano, dove ha insegnato Storia della filosofia contemporanea. La
sua prima produzione è stata dedicata principalmente a studi sulla filosofia
dell'Ottocento e del Novecento e alla riabilitazione di una prospettiva
neotrascendentalista soprattutto in metafisica. Ha partecipato al gruppo
fondatore della rivista Problemata. Quaderni di Filosofia, di cui è stato
caporedattore. Quando la Facoltà di Ingegneria industriale del Politecnico
di Milano gli ha affidato un corso di "Verità e teoria della
corrispondenza", la sua ricerca si è spostata su tematiche sempre più teoriche,
collegate alla filosofia analitica, alla metafisica e all'ontologia analitica. Organizza
e cura il Progetto. Diviene quindi professore aggregato di Storia della
metafisica contemporanea a Milano, di Filosofia teoretica al Politecnico con
corsi dedicati all'ontologia formale e, nel -, di Filosofia degli oggetti
sociali (ontologia sociale) alMilano. Fonda InKoj. Interlingvistikaj
Kajeroj, rivista di studio e discussione accademica sulle tematiche dei
linguaggi artificiali. È stato membro del gruppo di ricerca European
Collaborative Research finanziato dall'European Science Foundation e dal è il responsabile del progetto per il programma EuroScholars USA European
Undergraduates Research Opportunities). Lavora su un suo progetto di ricerca di
ontologia formale per il quale ha vinto una sponsorizzazione Fulbright nella
categoria Fulbright Visiting Scholar. Collabora con la Rivista di storia della
filosofia, è nel comitato scientifico delle riviste Materiali di estetica,
Rivista Italiana di Filosofia Analitica Junior e Multilinguismo e società ed è
direttore delle collane di filosofia Biblioteca di Problemata (editore LED di
Milano) e Ratio. Studi e testi di filosofia contemporanea (editore Polimetrica
di Monza). Saggi:“Trascendentale e idea di ragione. Studio sulla fenomenologia
banfiana” (Firenze, La Nuova Italia); “Rappresentazione, riferimento e realtà”
(Torino, Thélème); “L'inventario del mondo. Guida allo studio dell'ontologia,
Torino, Utet, La sentenza di Isacco. Come dire la verità senza essere realisti,
Milano-Udine, Mimesis, Curatele Antonio Banfi, Platone. Lezioni, (Valore), Milano, Unicopli, Forma dat esse
rei. Studi su razionalità e ontologia, Milano, Led, Paolo VaArs experientiam
recte intelligendi. Saggi filosofici, Monza, Polimetrica, Da un punto di vista
logico. Saggi logico-filosofici, Milano, Cortina); Materiali per lo studio dei
linguaggi artificiali (Milano, Cuem); “Questioni di metafisica contemporanea” (Milano,
Il Castoro); Quine (Milano, Angeli). Monaco di iera, Grin Verlag,. Pubblicato
anche, con il titolo Interlinguistica e filosofia dei linguaggi artificiali,
come numero monografico per la prima uscita del giornale accademico multilingue
InKoj. *Interlingvistikaj Kajeroj. Pisa, Edistudio, Dispense universitarie La
categoria di sostanza in Aristotele, Milano, Cuem, Introduzione al dibattito
contemporaneo sulla distinzione tra analitico e sintetico (Milano. Cuem); Questioni
di ontologia quineana (Milano, Cusl); La struttura logico-analitica
dell'ontologia herbartiana (Milano, Cusl); Laboratorio di ontologia analitica,
Milano, Cusl); Verità e teoria della corrispondenza (Milano, Cusl); Philosophy
of Social Objects (Milano, Bocconi); Bibliografie ragionate Ontologia, Milano,
Unicopli, Verità, Milano, Unicopli,Saggi e articoli n Acme, "Idealizzazione della verità e
coerentismo. Due perplessità sul realismo della 'seconda ingenuità'", in
Iride. Filosofia e discussione pubblica, "La 'posizione' esistenziale e il
giudizio ipotetico nell'ontologia herbartiana: il caso degli oggetti
inesistenti", in Poggi, Natura umana e individualità psichica. Scienza,
filosofia e religione in Italia (Milano, Unicopli); “Sull'idea di una logica
trascendentale", in Chora. Laboratorio di attualità, scrittura e cultura
filosofica, "Alcune note sull'attualità dell'ontologia nella filosofia
contemporanea più recente", in Valore, Forma dat esse rei..., "L'interpretazione
semantica del trascendentale e l'ontologia del mondo reale in Giulio
Preti", in Paolo Valore, Forma dat esse rei..., "Il mestiere antico e nuovo del
filosofo", in la Repubblica, (sMilano). "Fisica e geometria come modelli di
lavoro per l'ontologia. Un'interpretazione del metodo delle relazioni”, Dall'epistolario
di Preti a Banfi", Ad Antonio Banfi cinquant'anni dopo, Milano, Unicopli, "Due
tipi di parsimonia. Alcune considerazioni sul costruttivismo e il nominalismo
ontologico", in La filosofia e i linguaggi, Macerata, Quodlibet. "Cosa c'è che non va nell'idea di una
lingua cosmica. Il caso del LINCOS di Freudenthal", in Multilingusimo e
Società, "Nothing is part of
everything", in Giornale di filosofia, Ontologie/8 ():
giornaledifilosofia.net La rivista è
consultabile sul sito specifico dell'Milano.
Volume recensito da Massimo Dell'Utri sulla rivista Iride. Filosofia e
discussione pubblica, Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura, e da Marazzi sulla Rivista di filosofia neoscolastica,Volume
recensito da Conrad Gesner Jr. sulla rivista Belfagor. Rassegna di varia
umanità, Volume recensito da M. Bianchetti sulla rivista Chora. Laboratorio di
attualità, scrittura e cultura filosofica, Volume recensito da: Giardino sulla Rivista di
filosofia, nnell'articolo "Tra i cavalli alati e la realtà", su Il manifesto,
Francesco Armezzani su SWIF Volume recensito da R. Corsetti su “L'esperanto.
Revuo de itala esperanto-federacio”, Volume recensito da sulla rivista web
Secretum on line. Scienze, saperi, forme di cultura Si tratta di un eBook
accessibile solo con password. Si tratta
di una replica critica all'articolo di Patrizia Valduga "Trentuno filosofi
all'anagrafe", pubblicato su la Repubblica, (sezione Milano). Profilo accademico su immaginidellamente.
Elenco completo delle pubblicazioni sul sito universitario academia.edu. Paolo
Valore. Valore. Refs.: Luigi Speranza, “Grice e Valore” – The Swimming-Pool
Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51730921887
Grice
e Vanini – peripatetici – filosofia italiana – Luigi Speranza (Taurisano).
Essential Italian philosopher. “If you speak Italian, you should never confuse
Vaninin with Vanninin.” -- Grice. Filosofo. Fra i primi esponenti di rilievo del libertinismo erudito. Nasce
a Taurisano, casale di Terra d'Otranto, nella famiglia che il padre Giovan
Battista, uomo d'affari originario di Tresana in Toscana, costitusce sposando
una Lopez de Noguera, appartenente a una famiglia spagnola appaltatrice delle
regie dogane della Terra di Bari, della Terra d'Otranto, della Capitanata e
della Basilicata. Anche un successivo documento scoperto nell'Archivio segreto
vaticano, lo qualifica pugliese, confermando il luogo di nascita ch'egli si
attribuisce nelle sue opere. Nel censimento ufficiale della popolazione
del casale di Taurisano figurano solo i nomi di Giovan Battista Vanini, del
figlio legittimo Alessandro, e del figlio naturale Giovan Francesco. Nessun
cenno della moglie e dell'altro figlio legittimo Giulio Cesare. Si ha motivo di
ritenere che il padre sia rientrato a Napoli. Sistemata ogni pendenza
economica, entra nell'ordine carmelitano assume il nome di Gabriele e si
trasferisce a Padova per intraprendere gli studi. Giunge nelle terre della
Repubblica di Venezia quando le polemiche provocate due anni prima
dall'interdetto di Paolo V sono ancora vivacissime. Durante il soggiorno
padovano entra in contatto con il gruppo capeggiato da P. Sarpi che, con
l'appoggio dell'ambasciata inglese a Venezia, alimenta la polemica anti-papale. Consegue
a Napoli il titolo di dottore in utroque iure, superando l'esame che gli
consente di esercitare la professione di dottore nella legge civile e canonica.
Come verrà descritto in documenti posteriori, assimila una grande cultura. Parla
assai bene il latino e con una grande facilità, è alto di taglia e un po'
magro, ha i capelli castani, il naso aquilino, gli occhi vivi e fisionomia gradevole
ed ingegnosa. Divenuto maggiorenne, si fa riconoscere da un tribunale della
capitale erede di Giovan Battista. Con una serie di rogiti e procure notarili
redatte a Napoli, inizia a sistemare ogni pendenza economica conseguente alla
morte del padre. Vende una casa di sua proprietà sita in Ugento, a pochi
chilometri dal suo paese d'origine. Dà mandato a uno zio di assolvere incarichi
dello stesso tipo, incarica l'amico Scarciglia di recuperagli una somma e gli
vende alcuni beni rimasti a Taurisano e tenuti in custodia dai due
fratelli. Partecipa alle prediche quaresimali, attirandosi i sospetti
delle autorità religiose. In conseguenza dei suoi atteggiamenti anti-papali,
e allontanato dal convento di Padova e rinviato, in attesa di ulteriori
sanzioni disciplinari, al Provinciale di Terra di Lavoro con sentenza del
generale dell'Ordine Carmelitano, Silvio, ma fugge in Inghilterra, insieme con
il confratello genovese Bonaventura Genocchi. Nel viaggio, toccano Bologna,
Milano, i Grigioni svizzeri e discendono il corso del Reno sino alla costa del
Mare del Nord, attraversando la Germania, i Paesi Bassi, il canale della Manica
e giungendo infine a Londra e a Lambeth, sede arcivescovile del Primate
d'Inghilterra. Qui i due frati rimarranno per quasi due anni, nascondendo la
loro reale identità perfino ai loro ospiti inglesi, poiché è provato che lo
stesso arcivescovo di Canterbury, George Abbot, li conosceva sotto un nome
diverso da quello reale. Nella Chiesa londinese detta dei Merciai o
degl’Italiani, alla presenza di un folto auditorio e di Bacone, Vanini e il suo
compagno fanno una pubblica sconfessione della loro fede cattolica,
abbracciando la religione anglicana. In realtà i due frati non hanno tagliato i
ponti con i loro ambienti di provenienza: infatti nel Genocchi viene raggiunto
da una lettera molto amichevole di un amico e confratello genovese, Gregorio
Spinola. A loro volta, le autorità cattoliche vengono subito informate di
questo caso. -- è il nunzio a Parigi ad avvertire la Segreteria di Stato
vaticana che due frati veneziani non meglio identificati sono fuggiti in
Inghilterra e si sono fatti ugonotti, che un vescovo italiano sta per seguirli e
che lo stesso Sarpi, morto il doge e privato della sua protezione, per non
cadere in mano dei suoi nemici, è sul punto di fuggire in Palatinato tra i
protestanti. Analoga notizia, arricchita di altri particolari, viene inoltrata
dal nunzio in Fiandra al cardinale Borghese a Roma, che risponde mostrandosi
già al corrente dei fatti e dell'esatta identità dei due frati. Sa che la fuga
di Vanini, di Genocchi, di Sarpi e di un non ancora identificato vescovo
italiano potrebbe portare alla ricostituzione in terra protestante del gruppo
di opposizione al papato già operante nella Repubblica veneta al tempo
dell'interdetto. Il nunzio Ubaldini da Parigi continua a inviare a Roma
dettagli sulla condotta dei due frati rifugiati in Inghilterra, sulle loro
predicazioni, su come sono stati accolti a corte e dalle autorità religiose, su
come si continui a parlare dell'arrivo del vescovo italiano. La Segreteria di
Stato vaticana esorta il nunzio in Francia ad attivare i suoi confidenti in
Inghilterra al fine di scoprire l'identità del vescovo intenzionato a rifugiarvisi.
Il cardinale Ubaldini da Parigi assicura alla Segreteria di Stato tutto il suo
impegno in merito all'argomento dei due frati. Nello stesso dispaccio afferma
che non mancherà di informare di ogni dettaglio anche il cardinale Arrigoni,
che gli ha scritto in merito per conto del Papa e della Congregazione del
Sant'Uffizio. Evidentemente a quella data la condotta veneziana e la successiva
fuga dei due frati era già diventata argomento di discussione dell'Inquisizione
Romana. Un'altra lettera del cardinale Borghese invita il nunzio in
Francia ad essere vigile sulla faccenda della fuga del vescovo in Inghilterra
e, nel caso egli passi per il suolo francese, a far di tutto per «farlo
ritenere», come suggerisce il Papa e «come sarebbe molto a proposito». In
dicembre il Nunzio Ubaldini invia da Parigi al cardinale Borghese notizie
dettagliate e di tenore molto diverso rispetto alle precedenti sui due frati,
attestando la buona reputazione di cui essi godono in Inghilterra e la fiducia
che possano presto essere recuperati alla Chiesa di Roma. Questa lettera viene
poi trasmessa al tribunale dell'Inquisizione romana che nei primi giorni del
gennaio successivo inizia di fatto a istruire il processo contro Vanini. Nei
mesi successivi si hanno varie notizie di un gran traffico di suppliche e
lettere dei due frati a Roma, specialmente tramite l'ambasciatore spagnolo a
Londra, per ottenere il perdono del papa e il rientro nel Cattolicesimo. Le
autorità religiose inglesi ne vengono segretamente informate e dispongono
un'attenta sorveglianza nei confronti dei due frati. Tra la fine dele
l'inizio del Vanini si reca in visita all'Cambridge e poi ad Oxford; qui
confida ad alcuni conoscenti la sua ormai imminente fuga dall'Inghilterra,
cosicché in gennaio i due frati vengono arrestati dalla guardie
dell'arcivescovo dopo una funzione religiosa nella chiesa "degli
Italiani" e rinchiusi in case di alcuni servi dell'arcivescovo. Scoppia un
grande scandalo e dell'episodio vengono informati il re e le massime autorità
dello Stato, in quanto nelle operazioni di recupero appaiono chiaramente
coinvolti agenti di nazioni straniere accreditati nelle ambasciate a Londra.
Altissime personalità cattoliche da Roma seguono la vicenda e la favoriscono
con grande calore. In febbraio Genocchi, eludendo la sorveglianza e con
l'aiuto di agenti stranieri, fugge dalla prigione e dall'Inghilterra; in
conseguenza di ciò, viene trasferito in luogo più sicuro e rinchiuso nella Carzel
publica, ovvero nella Gatehouse adiacente all'Abbazia di Westminster. Dilaga lo
scandalo; volano le accuse di leggerezza nei confronti dei fautori della fuga
dei due frati dall'Italia, mentre cominciano a circolare apertamente i nomi del
cappellano dell'ambasciatore veneto a Londra, Girolamo Moravo, e
dell'ambasciatore spagnolo quali autori del clamoroso recupero. Dalla Curia
romana si continua a seguire la vicenda e a favorirla in ogni modo. A
Londra viene intanto istruito il processo a Vanini: il frate rischia una severa
punizione, non il rogo come i martiri della fede (come il carmelitano scriverà
con enfasi poi nelle sue opere), ma una lunga deportazione in desolate colonie
lontane, come l'arcivescovo Abbot suggerisce al re. La fuga da Londra. Anche
Vanini riesce a evadere di prigione e a fuggire dall'Inghilterra, sempre grazie
all'aiuto degli agenti dell'ambasciatore spagnolo a Londra, incoraggiato da
alte personalità romane e del cappellano dell'ambasciata della Repubblica
Veneta, che si avvale anche dell'opera di alcuni servi dell'ambasciatore
stesso, ma all'insaputa di questi. Due anni dopo, durante il processo
della Repubblica Veneta contro l'ambasciatore Foscarini per spionaggio e per
aver consentito ad Abbot di sottoporre ad interrogatorio il personale
dell'ambasciata, vengono alla luce anche dettagli sulla complicità della fuga
di Vanini da Londra. Vanini e Genocchi arrivano a Bruxelles e si
presentano al Nunzio di Fiandra, Guido Bentivoglio, che li attende da tempo.
Vengono iniziate le prime pratiche per la concessione del perdono per la fuga
in Inghilterra e per l'apostasia e viene loro accordato di tornare in Italia e
di vivervi in abito di prete secolare, senza più indossare l'abito religioso,
ma con il vincolo dell'obbedienza al loro superiore. Forti di tali concessioni,
alla fine di maggio i due frati vengono posti sulla via per Parigi, dove devono
presentarsi al Nunzio di quella città, Roberto Ubaldini. All'incirca
nello stesso periodo giunge a Parigi anche l'ultimo frate "recuperato"
dall'Inghilterra, fra' Nicolò da Ferrara, al secolo Camillo Marchetti. Altri
due frati, invece, non ottengono il perdono dalle autorità cattoliche. Lione,
la città vecchia A Parigi, nell'estate del, durante la permanenza presso la
sede del Nunzio Ubaldini, Vanini si inserisce nella polemica relativa all'accettazione
dei principi del concilio di Trento in Francia, che tardava ad arrivare a causa
del rifiuto di parte del clero gallicano; per orientare gli animi nella
direzione voluta dalla Santa Sede, scrive i Commentari in difesa del concilio
di Trento, di cui egli poi intende avvalersi, come scrive Ubaldini ai suoi
superiori in Roma, per dimostrare la sincerità del suo ritorno nella fede
cattolica. Riprende quindi la strada per l'Italia, dirigendosi a Roma,
dove deve affrontare le difficili fasi finali del processo presso il tribunale
dell'Inquisizione. Dimora per qualche mese a Genova, dove ritrova l'amico
Genocchi e si guadagna da vivere insegnando filosofia ai figli di Scipione
Doria. Nonostante le assicurazioni ricevute, il ritorno dei frati non è
del tutto tranquillo: nel gennaio Genocchi viene inaspettatamente arrestato
dall'Inquisitore di Genova; a Ferrara accade lo stesso all'altro frate
"recuperato", Camillo Marchetti. Vanini teme che gli accada la stessa
sorte, fugge nuovamente in Francia e si dirige a Lione. Gl’esiti finali delle
esperienze capitate al frate genovese e a quello ferrareseche vennero
rilasciati dopo un breve periodo di detenzione e restituiti alla normale vita
religiosasembrano indicare che forse Vanini esagerò il pericolo insito in
queste operazioni di polizia dell'Inquisizione. In Francia' A Lione, pubblica
l' “Amphitheatrum”, che egli intende esibire in sua difesa alle autorità
romane, come si legge in un dispaccio di Ubaldini alle autorità romane. Esso è
dedicato a Francesco de Castro, ambasciatore spagnolo presso la Santa Sede, già
collegato con la famiglia Vanini, da cui il frate fuggiasco s'aspetta un aiuto
nell'operazione della concessione del perdono da parte delle autorità
romane. Poco tempo dopo, grazie anche agli appoggi acquisiti presso certi
ambienti cattolici con la pubblicazione della sua opera, Vanini ritorna a
Parigi e si ripresenta al Nunzio Ubaldini, chiedendogli di intervenire in suo
favore presso le autorità di Roma. In agosto il prelato scrive al cardinale
Borghese, chiedendo chiare indicazioni sulla sorte dell'ex-carmelitano. Non si
conosce la risposta del Segretario di Stato; Vanini, comunque, non ritorna più
in Italia e riesce invece a trovare la strada e i mezzi per entrare in ambienti
molto prestigiosi della nobiltà francese. Nel 1616, in pochi mesi, Vanini
completa un'altra sua opera, il De Admirandis Naturae Reginae Deaeque Mortalium
Arcanis, ed l'affida a due teologi della Sorbona perché ne autorizzino la
pubblicazione, secondo le norme del tempo vigenti in Francia; l'opera è
pubblicata in settembre a Parigi. Essa è dedicata a François de Bassompierre,
uomo potente alla corte di Maria de' Medici, ma è stampata da Adrien Perier,
tipografo notoriamente protestante. Il lavoro vede la luce in un ambiente ricco
di pubblicazioni che vengono guardate con sospetto dai rappresentanti cattolici
e che provocano pesanti condanne, fino al rogo. L'opera del Vanini ottiene un
immediato successo presso certi ambienti della nobiltà, popolati di giovani
spiriti che guardano con interesse alle innovazioni culturali e scientifiche
che vengono dall'Italia. In questo senso il De Admirandis costituisce una
summa, esposta in modo vivace e brillante, del nuovo sapere; dà una risposta
alle esigenze del momento di questo settore della nobiltà francese; diviene una
specie di "manifesto" culturale di questi esprits forts e rappresenta
per Vanini una possibilità di stabile permanenza negli ambienti vicini alla
corte di Parigi. Tuttavia, pochi giorni dopo la pubblicazione dell'opera, i due
teologi della Sorbona che avevano espresso la loro approvazione alla
pubblicazione si presentano ai membri della Facoltà di Teologia in seduta
ufficiale e li informano di aver letto, a loro tempo, certi dialoghi scritti da
Vanini; di non avervi trovato allora niente che contrastasse con la fede
cattolica; di averli restituiti muniti della loro approvazione alla stampa e
con la condizione che il manoscritto da essi controfirmato fosse depositato
presso di essi a pubblicazione avvenuta, a testimonianza della fedeltà del
testo pubblicato a quello da loro approvato; che ciò non era avvenuto e che
circolava invece un testo dell'opera diverso da quello approvato e contenente
«alcuni errori contro la comune fede di tutti», per cui i due dottori avanzano
la supplica che l'opera non circoli più con la loro approvazione e che tale
richiesta venga trascritta nel libro delle Conclusioni della Facoltà stessa. La
Sorbona accoglie tale richiesta che costituì di fatto un divieto di
circolazione del testo. Marco Antonio de Dominis La Facoltà di
Teologia della Sorbona, però, sembra non occuparsi più dell'opera di Vanini,
non prenderne più in esame l'opera, non elencarne o denunciarne, come da
prassi, gli errori da emendare, né mai condanna il suo contenuto o il suo
autore. Comunque, una condanna espressa dal vicario episcopale di Tolosa, Jean
de Rudèle, fu sottoscritta anche dall'inquisitore Claude Billy. Inoltre anche
la Congregazione dell'Indice pronuncia una condanna il 3 luglio 1620, con la
quale il De admirandis fu condannato con la formula del donec corrigatur, in
base alla quale il Sotomaior collocò il Vanini nella prima classe degli autori
proibiti nel suo indice. La Collectio Judiciorum de novis erroribus qui ab
initio duodecimi seculi post Incarnationem Verbi, usque ad annum 1632, in
Ecclesia proscripti sunt et notati, di Charles du Plessis d'Argentré, dottore
della Sorbona e vescovo, edita a Parigi, esamina le censure e le "conclusioni"
espresse dalla Facoltà che aveva condannato l'Amphitheatrum Aeternae Sapientiae
di H. Khunrath e la De Republica Ecclesiastica di Marco Antonio de Dominis)non
menziona invece provvedimenti contro Vanini. Tutto questo porterebbe a
ritenere che non vi siano stati atti ufficiali specifici di persecuzione contro
Vanini da parte delle autorità parigine, né religiose né civili, né in questo
periodo né negli anni seguenti, ma solo proteste e minacce nei suoi confronti
da parte di alcuni settori cattolici. Una condanna dell'opera di Vanini non
avrebbe trovato fondate giustificazioni, né sul piano giuridico né su quello
culturale, in quanto gran parte delle teorie esposte da Vanini non costituivano
una novità per la cultura francese. Fuggito da pochi mesi
dall'Inghilterra, impossibilitato a rientrare in Italia, minacciato da alcuni
settori cattolici francesi, Vanini vede restringersi intorno gli spazi di
movimento e ridursi le possibilità di trovare stabile sistemazione nella
società francese. Ha paura che venga aperto un processo contro di lui anche a
Parigi, per cui fugge dalla capitale e si nasconde in Bretagna, in una delle
cui abbazie, quella di Redon, è Abate Commendatario il suo amico e protettore,
Arthur d'Espinay Saint-Luc. Ma intervengono anche altri fattori di
preoccupazione: nell'aprileviene ucciso a Parigi Concino Concini, favorito di
Maria de Medici, uomo potentissimo e molto odiato in Francia. L'episodio,
seguito poco dopo dall'allontanamento della regina dalla capitale con il suo
odiato seguito di italiani, crea notevole turbolenza politica e suscita un
vasto movimento di ostilità nei confronti degli italiani residenti a
corte. Altre cronache del tempo segnalano la presenza di un misterioso
italiano, con un nome strano, in possesso di una grande cultura ma dall'incerto
passato, ancora più a sud, in alcune città della Guienna e poi della Linguadoca
ed infine a Tolosa. Nella particolare suddivisione politica della Francia del
XVII secolo, Enrico, duca di Montmorency, protettore degli esprits forts del
tempo, sposato con la duchessa italiana Maria Felice Orsini, è governatore di
questa regione e sembra poter accordare protezione al fuggiasco, che continua
comunque a tenersi prudentemente nascosto. La presenza a Tolosa di questo
misterioso personaggio, di cui si ignora la provenienza e la formazione
culturale, ma che fa mostra di grande sapienza, di grande vivacità dialettica
specialmente tra i giovani e di affermazioni non sempre allineate con la morale
del tempo, non passa inosservata ed attira i sospetti delle autorità, che
cominciano a sorvegliarlo. Dopo averlo ricercato per un mese, le autorità
tolosane lo fanno arrestare e chiudere in prigione. Lo sottopongono ad
interrogatorio, cercano di scoprire chi egli sia, quali siano le sue idee in
materia di religione e di morale, perché fosse arrivato fin in quel lontano
angolo della Francia meridionale. Vengono convocati testimoni contro di lui, ma
non riescono ad accertare nulla, né a farlo tradire. Il convento
degli Agostiniani a Tolosa. Il misterioso personaggio viene improvvisamente
riconosciuto colpevole e condannato al rogo. Ormai isolato, braccato,
impossibilitato a chiamare a sua difesa un passato travagliatissimo e ricco di
nodi mai sciolti, abbandonato dai pochi amici rimastigli fedeli perché
impotenti ad organizzare una chiara strategia in sua difesa, muore di morte
atroce. Il Parlamento di Tolosa lo riconosce colpevole del reato di ateismo e
di bestemmie contro il nome di Dio, condannandolo, sulla base della normativa
del tempo prevista per i bestemmiatori, alla stessa pena cui erano andati
incontro, in luoghi diversi ma in circostanze analoghe, certi Fremond e
Fontanier. Gli viene tagliata la lingua, poi è strangolato e infine arso. Subito
dopo l'esecuzione furono pubblicati due anonimi che facevano esplicitamente il
nome del Vanini e quindi nel misterioso italiano giustiziato viene riconosciuto
Giulio Cesare Vanini, l'autore del “De Admirandis” che aveva suscitato i
sospetti di alcuni settori cattolici parigini. Comparvero le Histoires
memorables di Rosset, che, con la quinta Histoire, divulga con poche modifiche
il secondo dei due citati canards. Rudele, teologo e vicario generale
dell'arcivescovado di Tolosa, avverte pubblicamente di aver esaminato le due
saggi di Vanini insieme con iBilly e di averle trovate contrarie al culto e
all'accettazione del vero Dio e assertrici dell'ateismo, emettendo ufficiale
ordinanza di condanna e proibendone la stampa e la vendita nella diocesi di
Tolosa, territorio posto sotto la sua giurisdizione. In precedenza, la facoltà
teologica della Sorbona non ha comunicato di aver adottato analogo provvedimento. Opere:
“Amphitheatrum Æternæ Providentiæ divino-magicum, christiano-physicum, necnon
astrologo-catholicum adversus veteres philosophos, atheos, epicureos,
peripateticos et stoicos” (Lione). Il saggio si compone di esercitazioni, che
mirano a dimostrare l'esistenza di Dio, a definirne l'essenza, a descriverne la
provvidenza, a vagliare o confutare le opinioni di Pitagora, Protagora,
Cicerone, Boezio, Aquino, gl’epicurei, Aristotele, Averroè, Cardano, i
peripatetici, i Stoici, ecc., su questo argomento. “De Admirandis Naturæ Reginæ
Deæque Mortalium Arcanis libri quattuor” (Parigi, Périer). Il saggio si divide
in quattro libri: un Liber Primus de Cœlo et Aëre; un Liber Secundus de
Aqua et Terra; un Liber Tertius de Animalia Generatione et Affectibus
Quibusdam; un Liber Quartus de Religione Ethnicorum; in forma di dialogo -- che
avvengono tra lui, nelle vesti di divulgatore del sapere, e un immaginario
Alessandro, che si presta ad un gioco sottile e divertente nel corso del quale,
con un atteggiamento compiacente e un po' complice, tra espressioni di
meraviglia e ammirazione per la vastità del sapere di cui l'amico fa mostra,
sollecita il suo interlocutore ad elencare e spiegare gli arcani della natura
regina e dea che esistono intorno e all'interno dell'uomo. Così, in un
misto di rilettura in nuova chiave critica del pensiero degli filosofi antichi
e di divulgazione di nuove teorie scientifiche e religiose, il protagonista del
lavoro discetta sulla materia, figura, colore, forma, motore ed eternità del
cielo; sul moto, centro e poli dei cieli; sul sole, sulla luna, sugli astri;
sul fuoco; sulla cometa e sull'arcobaleno; sulla folgore, la neve e la pioggia;
sul moto e la quiete dei proiettili nell'aria; sull'impulsione delle bombarde e
delle balestre; sull'aria soffiata e ventilata; sull'aria corrotta;
sull'elemento dell'acqua; sulla nascita dei fiumi; sull'incremento del Nilo;
sull'eternità e la salsedine del mare; sul fragore e sul moto delle acque; sul
moto dei proiettili; sulla generazione delle isole e dei monti, nonché della
causa dei terremoti; sulla genesi, radice e colore delle gemme, nonché delle
macchie delle pietre; sulla vita, l'alimento e la morte delle pietre; sulla
forza del magnete di attrarre il ferro e sulla sua direzione verso i poli
terrestri; sulle piante; sulla spiegazione da dare ad alcuni fenomeni della
vita di tutti i giorni – SUL SEME GENITALE -- sulla generazione, la natura, la
respirazione e la nutrizione dei pesci; sulla generazione degli uccelli; sulla
generazione delle api; sulla prima generazione dell'uomo; sulle macchie
contratte dai bambini nell'utero; sulla generazione del MASCHIO e della femmina;
sui parti di mostri; sulla faccia dei bambini coperta da una larva; sulla
crescita dell'uomo; sulla lunghezza della vita umana; sulla vista; sull'udito;
sull'odorato; sul gusto; sul tatto e solletico; sugli affetti dell'uomo; su
Dio; sulle apparizioni nell'aria; sugli oracoli; sulle sibille; sugli
indemoniati; sulle sacre immagini dei pagani; sugli àuguri; sulla guarigione
delle malattie capitata miracolosamente ad alcuni al tempo della religione
pagana; sulla resurrezione dei morti; sulla stregoneria; sui sogni. Empio
osarono dirti e d'anatemi oppressero il tuo cuore e ti legarono e alle fiamme
ti diedero. O uomo sacro! perché non discendesti in fiamme dal cielo, il capo a
colpire ai blasfemi e la tempesta tu non invocasti che spazzasse le ceneri dei
barbari dalla patria lontano e dalla terra! Ma pur colei che tu già vivo
amasti, sacra Natura te morente accolse, del loro agire dimentica i nemici con
te raccolse nell'antica pace. Hölderlin. L'interpretazione naturalistica dei
fenomeni soprannaturali che Pietro Pomponazzi chiamato dal Vanini magister
meus, divinus praeceptor meus, nostri speculi philosophorum princeps da nel “De
incantationibus” “aureum opusculum”, è ripresa nel De admirandis naturae, dove,
con una prosa semplice ed elegante,fa riferimento anche al Cardano, a Bordoni e
ad altri cinquecentisti. Dio agisce sugli esseri sub-lunari (cioè sugli
esseri umani) servendosi dei cieli come strumento. Di qui l'origine naturale e
la spiegazione razionale dei pretesi fenomeni sopra-naturali, dal momento che
anche l'astrologia è considerata una scienza. L’esere supremo, quando incombono
pericoli, dà avvertimenti agli uomini e specialmente ai sovrani, agli esempi
dei quali il mondo si conforma. Ma i reali fondamenti dei presunti fenomeni
sovrannaturali sono soprattutto la fantasia umana, capace a volte di modificare
l'apparenza della realtà esterna, i fondatori delle religioni rivelate, Mosè,
Gesù, Maometto e gli ecclesiastici impostori che impongono false credenze per
ottenere ricchezze e potere, e i regnanti, interessati al mantenimento di
credenze religiose per meglio dominare la plebe, come insegnava già
Machiavelli, il principe degli atei per il quale tutte le cose religiose sono
false e sono finte dai principi per istruire l'ingenua plebe affinché, dove non
può giungere la ragione, almeno conduca la religione. Seguendo ancora il
Pomponazzi e il Porzio nella loro interpretazione dei testi aristotelici,
mutuata dai commenti di Alessandro di Afrodisia, nega l'immortalità dell'anima.
Anche il cosmo aristotelico-scolastico subisce il suo attacco distruttivo. Analogamente
a Bruno, nega la differenza peripatetica tra un mondo sub-lunare e un mondo
celeste, affermando che entrambi sono composti della stessa materia
corruttibile. Scardina nell'ambito fisico e biologico il finalismo e la
dottrina ile-morfica aristotelica, e, ricollegandosi all'epicureismo di
LUCREZIO, elabora una nuova descrizione dell'universo d'impianto meccanicistico-materialistico.
Gl’organismi sono parago orology. E concepisce una prima forma di trasformismo
universale delle specie viventi. Concorda con gl’aristotelici sull'eternità del
mondo, considerando in particolare l'aspetto temporale. Ma, contro di essi,
afferma il moto di rotazione terrestre e appare respingere la tesi tolemaica in
favore di quella eliocentrica copernicana. Se il primo curator Corvaglia e
lo storico Ruggiero, ingiustamente, considerarono la sua filosofia
semplicemente un centone privo di originalità e di serietà scientifica, Garasse,
ben più preoccupato delle conseguenze della diffusione della sua filosofia, li giudica
la filosofia più perniciosa che in fatto di ateismo fosse mai uscita negli
ultimi cento anni. E stato ampiamente ri-considerato e ri-valutato dalla
critica, mettendo in mostra l'originalità e le intuizioni metafisiche, fisiche,
biologiche, talvolta precorritrici nei tempi, dei suoi saggi. Visto che
nasconde la sua filosofia, secondo un tipico espediente della cultura del suo
tempo, per evitare seri conflitti con le autorità religiose e politiche
costituite, conflitti che, come paradossalmente e sfortunatamente avvenne,
nonostante le cautele, lo condussero infine alla morte), l'interpretazione del
suo pensiero si offre a diversi piani di lettura. Tuttavia, nella storia della
filosofia, resta di lui acquisita un'immagine di miscredente e persino di ateo
(il che non era). E questo perché avversario di ogni superstizione e di fede
costituita (meglio un proto-agnostico), tanto da essere considerato uno dei
padri del libertinismo, malgrado avesse scritto persino un'apologia del concilio
di Trento. Per una sintesi della sua filosofia si deve guardare da un lato al
retroterra culturale, che è quello abbastanza tipico del Rinascimento, con
prevalenza di elementi dell'aristotelismo ma con forti elementi di misticismo
platonico. Dall'altro lato egli trae dal Cusano dei tipici elementi
panteistici, simili a quelli che si ritrovano anche in Bruno, ma più
materialistici. La sua visione del mondo si basa sull'eternità della materia,
sulla omogeneità sostanziale cosmica, su un Dio dentro la natura come forza che
la forma, la ordina e la dirige. Tutte le forme del vivente hanno avuto origine
spontanea dalla terra stessa come loro creatrice. Considerato ateo, nel
titolo del suo saggio pubblicato a Lione nel Amphitheatrum aeternae
providentiae divino-magicum, christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum
adversus veteres philosophos, atheos, epicureos, Peripateticos et Stoicos
dimostra di non esserlo. Come precursore del libertinismo vi sono invece molti
elementi che lo avvicinano al pensiero dell'ignoto autore del trattato dei tre
impostori anch'egli panteista. Pensa infatti che i creatori delle tre religioni
monoteiste, Mosè, Gesù Cristo e Maometto, non siano altro che degl’impostori. In
“De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor” stampato
a Parigi nelvengono riprese le tesi dell' “Amphiteatrum” con precisazioni e
sviluppi che ne fanno il suo capolavoro e la sintesi della sua filosofia. Viene
negata la creazione dal nulla e l'immortalità dell'anima, Dio è nella natura
come sua forza propulsiva e vitale. Entrambi sono eterni. Gl’astri del cielo
sono una specie di intermediari tra dio e la natura che sta nel mondo sub-lunare
e di cui noi facciamo parte. La religione vera è perciò una religione della
natura che non nega Dio ma lo considera un suo spirito-forza. La sua filosofia
è abbastanza frammentaria e riflette anche la complessità della sua formazione.
E un filosofo, un naturalista, un religioso, ma anche un medico e un po' un
mago. Ciò che ne caratterizza è la veemenza anti-clericale. Tra le cose
originali della sua filosofia c'è una specie di anticipazione della teoria
dell’evoluzione, perché, dopo un primo tempo in cui sostiene che le specie
animali nascano per generazione spontanea dalla terra, in un secondo tempo (lo
pensa anche Cardano) pare convinto che esse possano trasformarsi le une nelle
altre e che l'uomo derivia d’animali affini all'uomo come la bertuca, il
macacho e la scimmia in genere. Appaiono due saggi che consacrano il mito del
Vanini ateo: La doctrine curieuse des beaux esprits de ce temps, di Garasse e
le Quaestiones celeberrimae in Genesim cum accurata explicatione, di Mersenne.
I due saggi, però, anziché spegnere la voce del filosofo, la amplificano in un
ambiente che evidentemente e pronto a ricevere, discutere e riconoscerne la
validità delle affermazioni. Il nome di Vanini viene nuovamente proiettato
all'attenzione della filosofia in occasione del clamoroso processo che viene
celebrato contro Viau: il progetto di interrogatorio che il procuratore
generale del re, Molé, predispone con ben articolati capi d'accusa su cui
interrogare Viau, contiene impressionanti analogie colla filosofia vaniniana,
cui vien fatto esplicito riferimento mentre Mersenne torna a martellare su Vanini,
analizzandone alcune affermazioni nel suo “L'Impiétè des Déistes, Athées et
Libertins de ce temps, combatuë, et renversee de point en point par raisons
tirées de la Philosophie, et de la Theologie”, nel quale porta il suo giudizio
concernente Cardano Bruno. Anche Leibniz, oppositore al pari di Mersenne del
libertinismo, si esprime duramente contro Vanini, considerandolo un empio, un
pazzo e un ciarlatano. Je n'ai pas encore vu l'apologie de Vanini, je ne
pense pas qu'elle mérite fort d'être lue. La philosophie de ce personnage e bien
peu de chose. Mais un imbécille comme lui, ou pour mieux dire, un fou ne
méritoit pas d'être brûlé. On étoit seulement en droit de l'enfermer, afin
qu'il ne séduisît personne. Non ho ancora visto l'apologia di Vanini, e non
penso che meriti d'essere minimamente letta. La filosofia di questo personaggio
e di ben poco valore. Ma un imbecille come lui, o per meglio dire, un pazzo,
non merita d'essere bruciato. Occorre solo rinchiuderlo, perché non travie nessuno.
Epist. ad Kortholtum in Opera omnia, Genève. Ancora nel Settecento la leggenda
nera creata intorno alla figura di Vanini sopravvive al passare del tempo, si
espande ed affascina molti studiosi, che si avvicinano alla sua filosofia e ne
tentano dei profili biografici. Così anche la cultura inglese mostra interesse
per il filosofo di Taurisano ed è soprattutto con Blount che Vanini entra nella
filosofia inglese ed acquista una dimensione che non abbandona mai più, quando
diviene un elemento cardine del libertinismo e deismo nel Seicento
inglese. Un manoscritto inedito della Biblioteca Municipale di Avignone
custodisce delle Observations sur Lucilio Vanini redatte da Velleron, ma
fornisce solo delle incerte notizie sul filosofo, in gran parte rettificate
dagli ultimi studi. Viene effettuata una copia manoscritta dell'Amphitheatrum,
su commissione di Uriot, il quale la trasferisce poi nella Biblioteca Ducale
del duca di Württemberg. Attualmente essa si trova nella Württembergische Landesbibliothek
di Stoccarda. Un'altra copia manoscritta del saggio si trova nella Staats
und Universitätbibliothek di Amburgo, a testimonianza del perdurante interesse
per iVanini. Viene data alle stampe a Londra una biografia vaniniana con
un estratto delle sue opere, dal titolo “The life of ‘Lucilio’, alias Julius
Caesar Vanini, burnt for atheism at Toulouse, with an abstract of his writings.
Il saggio, pur ricollegandosi alla consueta storiografia vaniniana e quindi con
i soliti errori d'origine, sottopone ad un dibattito ponderato la figura ed il
pensiero del filosofo italiano, a cui riconosce qualche merito. Ma la strada
per una collocazione europea di Vanini e del suo pensiero è ormai
aperta. Opere: “Amphitheatrum aeternae providentiae divino-magicum,
christiano-physicum, nec non astrologo-catholicum adversus veteres philosophos,
Atheos, Epicureos, Peripateticos et Stoicos, Auctore Iulio Caesare Vanino,
Philosopho, Theologo et Iuris utriusque Doctore, Lugduni, Apud Viduam Antonii
de Harsy, ad insigne Scuti Coloniensis” (rist. fotom., Galatina). “Iulii
Caesaris Vanini, Neapoletani Theologi, Philosophi et Iuris utriusque Doctoris,
De admirandis Naturae Reginae Deaeque mortalium arcanis libri quatuor,
Lutetiae, Apud Adrianum Perier, via Iacobaea” (rist. fotom., Galatina). Le
opere di Vanini e le loro fonti, Milano (rist. anast., Galatina,); “Opere” (G.
Porzio, Lecce); “Anfiteatro dell'eterna Provvidenza” Galatina; “I meravigliosi
segreti della natura, regina e dea dei mortali” Galatina); “Opere (Galatina); “Confutazione
delle religioni “Anna Vasta, Catania, De Martinis & C.); “Opere” (Milano,
Bompiani). Massimo Bucciantini, Lutero in Campo dei Fiori, in Il Sole 24 ORE Terzapagina.
Filosofia ed ecologia per il "compleanno" di Giulio Cesare Vanini, Una
lettera dell'ambasciatore inglese a Venezia, Dudley Carleton, fa risalire
l'episodio a nove anni prima. F. Raimondi, “Vanini e il libertinismo” Atti del
Convegno di Studi, Taurisano (Galatina, F.Raimondi, “Dal tardo Rinascimento al
Libertinismo erudite” Atti del Convegno di Studi, Lecce-Taurisano Galatina, G.
Spini, “Vaniniana” in «Rinascimento», F. Paola, “Il primo seicento
anglo-veneto” Cutrofiano; F. De Paola, “Vanini da Taurisano filosofo Europeo, Fasano);
F. Paola, “Documenti per una lettura di Vanini, in «Bruniana &
Campanelliana», F. Raimondi, Documenti vaniniani nell'Archivio Segreto
Vaticano, in «Bollettino di Storia della Filosofia dell'Università degli Studi
di Lecce», F.Raimondi, Il soggiorno vaniniano in Inghilterra alla luce di nuovi
documenti spagnoli e londinesi, in «Bollettino di Storia della Filosofia
dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, “La Santa Inquisizione,
Taurisano, F.Raimondi, “L'Europa del Seicento. con una appendice documentaria,
PisaRoma, 2005 (L'appendice contiene la più completa documentazione sulla
biografia vaniniana: 192 documenti dalla nascita al rogo). Fasano, D. M. Fazio,
Giulio Cesare Vanini nella cultura filosofica del Sette e Ottocento (Galatina);
M. T. Marcialis, “Natura e uomo in Vanini” in «Giornale Critico della Filosofia
Italiana»,M. T. Marcialis, Giulio Cesare Vanini nell'Europa del Seicento, in
"Rivista di Storia della Filosofia", G. Paganini, Le Theophrastus
redivivus et Vanini, in «Kairos», G.
Papuli, Le interpretazioni di G. C. Vanini, Galatina, A. Perrino, "Giulio
Cesare Vanini nel Theophrastus redivivus", in «Bollettino di Storia della
Filosofia dell'Università degli Studi di Lecce», F.Raimondi, Vanini e il
"De tribus impostoribus", in «Ethos e Cultura», Padova, G. Spini,
Ricerca dei libertini. La teoria dell'impostura delle religioni nel Seicento
italiano, Roma, Firenze) Cesare Teofilato Giulio Cesare Vanini nel III
Centenario del suo Martirio, Milano, Tip. Ed. La Stampa d'Avanguardia. Cesare
Teofilato Giulio Cesare Vanini, in The Connecticut Magazine, articles in
English and Italian, New Britain, Conn, Cesare Teofilato Vaniniana, in La
puglia letteraria, mensile di storia, Roma, Cesare Vasoli, Riflessioni sul
problema Vanini, in S. Bertelli, Il libertinismo in Europa, Milano-Napoli, Cesare
Vasoli, Vanini e il suo processo per ateismo, in F. Niewohner e O. Pluta,
Atheismus im Mittelalter und in der Renaissance, Wiesbaden); Vanini in
Inghilterra. La seguente è una lista di alcuni documenti in cui è possibile
trovare riferimenti alla presenza del frate Carmelitano a Lambeth Palace a
Londra. Trascrizioni complete, riassunti e contesto di questi documenti sono
disponibili. "Vanini e il primo seicento anglo-veneto" e in
"Giulio Cesare Vanini da Taurisano filosofo europeo", Schena Editore,
Fasano Brindisi. Documenti: London Public Record Office State Papers Venice
Notizie sulla Mercers' Chapel a Londra, dove Vanini sconfesso la sua fede
cattolica e tenne vari sermoni. London Public Record Office State Papers Petizione
di due Carmelitani, Vanini e Genocchi, a Carleton, ambasciatore inglese a
Venezia, per essere accettati in Inghilterra. Venezia. London Public Record
Office State Papers Lettera di Carleton a Salisbury. Da Venezia, Carleton
informa Salisbury che due frati gli hanno chiesto permesso di rifugiarsi in
Inghilterra per evitare persecuzioni dai loro superiori. London Public Record
Office State Papers. Vanini a Carleton. Da Lambeth. Vanini manda a Carleton
informazioni riguardanti alla sua ricezione a Palazzo Lambeth e la buona stima
di cui gode lì. London Historical Manuscripts Commission De L'Isle and Dudley
Manuscripts, Sir John Throckmorton al visconte Lisle. Flushing. Corrispondenza
tra i due statisti riguardo ad una missione segreta di John Florio, che forse
accompagnò Vanini e il suo compagno a Londra. LondonManuscripts of the Marquess
of Downshire preserved at Easthampstead Park Berk. Papers of Trumbull. Albery a
Trumbull. Londra. Albery, un mercante Inglese e corrispondente di Trumbull,
agente inglese a Bruxelles, manda informazioni sull'arrivo di Vanini e le sue
esperienze a Venezia. London Historical Manuscripts Commission Report on the
Manuscripts of the Marquess of Downshire, Trumbull Papers. Albery a William
Trumbull. Londra. Una copia della lettera da una fonte diversa. London Public
Record Office State Papers Da Spinola a Ginocchio. Genova London Public Record
Office State Papers Wake a Carleton. Londra London Public Record OfficeState Papers
Wake a Carleton. Londra London Manuscripts of the Marquess of Downshire
preserved at Easthamstead Park Berk. Papers of William Trumbull the Elder Alfonse
de S. Victors a William Trumbull Da Middolborg (Middelburg) London Historical
Manuscripts Commission Report on the Manuscripts of the Marquess of Downshire, Trumbull Papers, Alfonse de St. Victor a William
Trumbull. Middelborg. London Public Record Office State Papers Domestic Series
Jac. Chamberlain a Carleton. Londra, London Public Record Office State Papers
Carleton a Lake. Da Venezia London Public Record OfficeState PapersDomestic
Series, Biondi a Carleton. Da Londra LondonPublic Record Office State Papers, Carleton
a Chamberlain. Da Venezia London Manuscripts of the Marquess of Downshire
preserved at Easthampstead Park Berks. Papers of William Trumbull the Elder. George
Abbot a William Trumbull. Da Lambeth. LondonHistorical Manuscripts
CommissionReport of the Manuscripts of the Marquess of Downshire, Trumbull Papers, Abbot a Trumbull. Lambeth London Public Record OfficeState Papers Carleton
a Chamberlain. Venezia, London Public Record Office State Papers Carleton a
Giovan Francesco Biondi. Venezia, London Public Record Office State Papers
Domestic Series, Abbot a Carleton. Lambeth London Public Record Office State
Papers Sarpi a Carleton. Venezia London Record Office State Sarpi a Carleton.
Venezia, London Public Record OfficeState Papers Paolo Sarpi a Sir Dudley
Carleton. Venezia, giugno. LondonHistorical Manuscripts CommissionReport 78
Hastings, IV, chapter XVII. Notes of
speeches and proceedings in the House of Lords. LondonHistorical Manuscripts
Commission Hastings, Notes of speeches and proceedings in the House of Lords London
Public Record Office State Papers Carleton a Sua Signoria l'Arcivescovo di Canterbur.
Venezia LondonManuscripts of the Marquess of Downshire preserved at
Easthampstead ParkBerks. Papers of William Trumbull the Elder Abbot a Trumbull.
Lambeth London Historical Manuscripts CommissionReport of the Manuscripts of
the Marquess of Downshire, IV, Trumbull
Papers George Abbot, Arcivescovo di Canterbury, a William Trumbull. Lambeth Archivio
di Stato di VeneziaInquisitori di Stato, busta 155. Istruzioni degli
Inquisitori di Stato all'ambasciatore in Inghilterra. LondonCalendar of State
Papers on English Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of
North Italy Inquisitori di Stato, busta Venetian Archives. Gli Inquisitori di
Stato a Gregorio Barbarigo, LondonCalendar of State Papers on English
Affairs in the Archives of Venice and other Libraries of North Italy Inquisitori
di Stato, Venetian Archives. Examinations for Antonio Foscarini. Archivio di
Stato di Venezia Inquisitori di Stato, Londra, Interrogatorio di Lunardo
Michelini sulle modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio di Stato di VeneziaInquisitori
di Stato, Interrogatorio di Alessandro di Giulio Forti da Volterra sulle
modalità della fuga di Vanini da Lambeth. Archivio General de Simancas fondo
InglaterraLegajo foglio privo di indicazioni. Bentivoglio a Sarmiento.
Bruxelles. Il nunzio apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore di Spagna che
Vanini e il suo compare sono arrivati sani e salvi dopo la loro fuga da Londra.
Archivio General de Simancas Bentivoglio a Sarmiento. Bruxelles. Il nunzio
apostolico a Bruxelles informa l'abasciatore di Spagna che Vanini e il suo
compare sono partiti verso l'Italia, come era stato concordato a
Roma. Documenti inclusi nell'opera di Namer La seguente è la lista dei
documenti inglesi inclusi nel lavoro Documents sur la vie de Vanini de
Taurisano di Ėmile Namer, che può essere considerato come un utile punto di
partenza per la delineazione di una biografia di Vanini, e di cui la nuova
documentazione deve essere considerata un completamento. London Foreign State
Papers. Venice. Bundle 9. Carleton ad Abbot. LondonForeign State Papers. Venice.Abbot
a Carleton LondonState Papers Domestic. James I. Carleton a Chamberlain. Venezia, London Foreign
State Papers. Venice. Sir D. Carleton all'Arcivescovo di Canterbury. London State
Papers Domestic. James I. Chamberlain a Carleton. Londra, London State Papers
Domestic. James I. 7 Chamberlain a
Carleton. LondonForeign State Papers. Venice Abbot a Carleton. London State
Papers Domestic. James I. Carleton a
Chamberlain. London State Papers Domestic. James I. l'Arcivescovo di York al
conte di Suffolk. London State Papers Domestic. James I. Giulio Cesare Vanini a
Dudley Carleton. Da Lambeth, iLondonState Papers Domestic. James I. Giulio Cesare Vanini a Sir Isaac Wake. Da
Lambeth iLondon State Papers Domestic. James I.
John Chamberlain a Carleton. da Londra. London State Papers Domestic.
James I. lAbbot a Carleton. Lambeth London
State Papers Domestic. James I. John Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London
State Papers Domestic. James I. Biondi a
Carleton. Da Londra London Foreign State Papers. Venice. Carleton a Abbot. London State Papers Domestic. James I. John
Chamberlain a Dudley Carleton. Da Londra London State Papers Domestic. James I. Abbot al vescovo di Bath Da Lambeth (?).
London State Papers Domestic. James I.
Lake a Carleton. Dalla corte a Royston, London State Papers Domestic.
James I. John Chamberlain a Sir Dudley
Carleton. Da Londra London Foreign State Papers. Venice Carleton a Abbot London
Foreign State Papers. Venice. Carleton a Sir Thomas Lake. London State Papers
Domestic. James I. Abbot a Carleton a Venezia. Lambeth, London State
Papers Domestic. James I. John
Chamberlain a Dudley Carleton. Londra, LondonForeign State Papers. Venice. Carleton a Abbot. Archivio de Simancas,
Estado, Cardinale Millino a Alonso de
Velasco, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas,
Estado, Cardinal Millino a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Roma, Archivio de Simancas,
Estado, Cardinal Bentivoglio a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles, Archivio de
Simancas, Estado, Bentivoglio a Diego
Sarmiento de Acuña, ambasciatore spagnolo a Londra. Bruxelles,Vanini e
l'Inquisizione di Roma Elenco di alcuni documenti presenti nella corrispondenza
tra alcuni Nunzi apostolici in Europa e le autorità vaticane, dove è possibile
trovare informazioni relative alla fuga, permanenza e rientro segreto
dall'Inghilterra del frate carmelitano. Le trascrizioni complete, i sommari e
le contestualizzazioni di questi documenti sono disponibili per studiosi e
lettori in Giulio Cesare Vanini da Taurisano filosofo europeo, Schena Editore,
Fasano (Brindisi), Il pontefice Paolo V e l'Inquisizione in Roma furono
informati continuamente della vicenda di Vanini con dispacci dei Nunzi
apostolici in Venezia, Francia e Fiandra e con missive dell'ambasciatore di
Spagna a Londra, a cominciare dalla sua fuga da Venezia sino al suo desiderio
di rientrare nel mondo cattolico. RomaArchivio Segreto VaticanoSegreteria
di StatoNunziatura di Francia, Ubaldini,
Nunzio papale in Francia, al Borghese, Segretario di Stato di Paolo V, de Parigi.
RomaA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Fiandra, il Nuntio
alla Segreteria, Bentivoglio, Nunzio papale in Fiandra, al Card. Borghese.
(Bruxelles) Roma A. S. VaticanoSegreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere
scritte al Nuntio in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma li Roma A. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini da Parigi a
Borghese Roma A. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse,
Francia, 293A, lettere scritte al Nuntio
in Francia Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato
Nunziatura di Francia, Ubaldini a Borghese
Rom aA. S. Vaticano Segreteria di StatoNunziature diverse, Francia, lettere scritte
al Nuntio in Franci Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British
Museum, Lettere di Ubaldini, nella sua Nunziatura di Francia, Ubaldini a
Borghesr Roma A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia, Ubaldini
a Mellini, membro del Sant'Uffizio, il Tribunale dell'Inquisizione di Roma. Roma
A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia, lettere scritte
al Nuntio in Francia da Borghese, Borghese a Ubaldini. Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia, Registro
di Lettere della Segreteria di Stato di Paolo V al Vescovo di Montepulciano
Nuntio in Francia Il Segretario Porfirio Feliciani vescovo di Foligno al Nuntio
in Francia. Roma 21 Genn.° 1613. RomaA. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura
di Francia, Ubaldini al Mellini Roma A. S. Vaticano Segreteria di
StatoNunziatura di Francia, Ubaldini a Mellini RomaA. S. Vaticano Segreteria di
Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese. Di Parigi RomaA. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di FranciaRegistroUbaldini a Millini Roma
A. S. Vaticano Segreteria di Stato Nunziature diverse, Francia, lettere scritte al Nuntio in Francia dal
Card. Borghese, Il card. Borghese a Ubaldini. Di Roma Roma A. S. Vaticano Segreteria
di Stato Nunziatura di Francia Ubaldini a Borghese Di Parigi. RomaA. S.
Vaticano Segreteria di Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Millini Roma A. S. Vaticano Segreteria di
Stato Nunziatura di Francia Registro Ubaldini a Borghese Londra, British
Museum, Lettere del Card. Ubaldini, nella sua nunziatura di Francia, Card.
Ubaldini a Borghese Parigi, Bibliothèque nationale de FranceDepartement des
Manuscrits, Italien Registro di Lettere della Nunziatura di Francia di Ubaldini
dell'anno lettera, Ubaldini a Borghese Parigi) Roma A. S. VaticanoSegreteria di
Stato Nunziature diverse, Francia, Lettere
del Sir. Card.le Ubaldini nella sua Nunciatura di Francia Ubaldini a Borghese Treccani
Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Amphitheatrum
e De admiandis. Raimondi Il contributo italiano alla storia del Pensiero:
Filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Giulio Cesare Vanini. Vanini. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Vanini
e Grice,” Villa Grice, Luigi Speranza, “La statua all’aperto di Vanini,” Luigi
Speranza, “Il medaglione di Vanini a Roma.” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51718281679/in/photolist-2mNaHiH-2mPpVqK-2mKDicu-2mKDhJk-2mKbUmy
Grice e Vanni – azione ed
inter-azione – filosofia italiana (Città della Pieve). Essential Italian philosopher. Filosofo. Iniziò la
carriera a Perugia e successivamente fu insegnante a Parma, Bologna, e
Roma. Tra i fondatori del positivismo
soziale, la sua filosofia si ispira a Kant e agli principali filosofi del
positivismo Professoree a lui si deve anche una originale lettura
"positivista" della dottrina storicistica di Vico. Il suo è stato definito
un "positivismo critico,” che vuole distinguere cioè tra la ‘scienza’
dell’uomo dalla ‘filosofia’ dell’uomo, contestando e rifiutando l'assimilazione
positivista di quest'ultima con la morale e la sociologia, dottrina nata
nell'ambito del positivismo, verso la quale Vanni ebbe un interesse particolare
cercando di teorizzarne il carattere ‘scientifico’ differenziandola però sia
dall'evoluzionismo che dalla biologia. Vanni considerò essenziale l'autonomia teorica
del ‘ius’ o devere dai rapporti con gli aspetti storici-etnografici delle
istituzioni giuridiche. Vanni è convinto che la ‘filosofia,’ come analisi
concettuale, del diritto debba avere la funzione pratica di definire i ‘fine’
(métier) della inter-azione umana. In questo modo, Vanni ribade l'impostazione
criticista kantiana che acquistav un tono metafisico criticato dai positivisti
ortodossi che lo accusano di eclettismo. Opere: “Della consuetudine nei suoi
rapporti col dritto e con la legislazione” (Perugia); “Saggi critici sulla
teoria socio-logica della popolazione” (Città di Castello); “Prime linee di un
programma critico di sociologia” (Perugia); “Il problema della filosofia del
diritto nella filosofia, nella scienza e nella vita ai tempi nostril” (Verona);
“La filosofia del diritto” (Verona); “La funzione della filosofia considerata
in sé ed in rapporto al socialismo” (Bologna); “La filosofia del diritto e la ricerca
positivista” (Torino); “Il dritto nella totalità dei suoi rapporti e la ricerca
oggettiva” (Roma); “La teoria della conoscenza come induzione socio-logica e
l'esigenza critica del positivismo” (Roma); “Filosofia del diritto” (Bologna);
“Filosofia sociale e filosofia giuridica” (Bologna) Biografia in Scuola Normale
Superiore di Pisa, su picus.unica. G. Marino, Positivismo e giurisprudenza,
Napoli, F.Cuculo, La sociologia positivista di Vanni, in A. Millefiorini,
Fenomenologia del disordine. Prospettive sull'irrazionale nella riflessione
sociologica italiana, Edizioni Nuova Cultura, Roma, D'Amelio, Positivismo,
storicismo, materialismo storico in I. Vanni, «Quaderni fiorentini per la
storia del pensiero giuridico moderno», A. Pusceddu, La sociologia positivista
in Italia (Roma). siusa.archivi.beniculturali, Sistema Informativo Unificato
per le Soprintendenze Archivistiche.
Opere u openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere. I. Vanni. Vanni. Keywords:
action, interaction, azione, interazione, Vico, positivism, positivism critico,
etologia, ethology -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi
Speranza,, “Grice e Vanni: azione ed inter-azione” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria.
Grice e Vannini – il mistico di
‘Vitters’ – filosofia (San Piero a Sieve). Essential
Italian philosopher. “Never to be confused with the vain Vanini!”Grice. Filosofo.
Dopo gli studi al Ginnasio Michelangiolo di Firenze, si è laureato in Filosofia
a Firenze, discutendo una tesi su “‘Vitters’: metafisico e mistico”! Ha vissuto
nel Convento agostiniano di Santo Spirito a Firenze, ospite di Ciolini. Ha
compiuto viaggi e soggiorni di studio in Europa Ha insegnato Filosofia e Storia
nei Licei; per un triennio Storia della Filosofia a Firenze e Storia della
Mistica all'Istituto di Scienze Religiose aTrento. Ha tenuto seminari e
conferenze in Università ed Accademie italiane e straniere: Genova, Trento,
Ancona, Perugia, Urbino, Pavia, Pisa, Macerata, Napoli, Fermo, Parma, Arezzo,
Chieti, Roma, Avila, Strasburgo, Berlino. Considerato il maggior studioso
di mistica o anche il più importante studioso italiano di Eckhart e della
mistica cristiana, ha curato l'edizione italiana delle opera latine di Eckhart,
nonché quelle di altri autori spirituali, come Agostino, Gerson, Fénelon,
Porete, Taulero, Anonimo Francofortese, Lutero, Angelus Silesius, Czepko,
Franck, VWeigel, ecc. Marco Vannini, lungo un percorso ormai di quasi
mezzo secolo, è stato: traduttore e curatore di importanti testi della
mistica; critico della fenomenologia, da un punto di vista teoretico e storico;
filosofo della religione, soprattutto nei suoi rapporti con la ragione e con la
fede. Vannini legge il fenomeno mistico in maniera innovativa ma, soprattutto,
pone lo stesso a fondamento di ogni forma ed esperienza religiosa. Tale
presupposto impone come fuori da un'esperienza diretta di questo tipo sia
pressoché impossibile cogliere il senso, le modalità e le finalità delle varie
dottrine e pratiche religiose. Per Vannini la mistica è un sapere
spirituale, inoggettivabile ma, soprattutto, un sapere che è un essere: è
l'identità mistica il vero e proprio criterio per discernere il vero dal falso.
Tale ermeneutica costituisce una propedeutica all'inverarsi in senso mistico
della religione cristiana. Il pensiero di Vannini si basa su una
esperienza spirituale, unitiva e teomorfica. Centrali appaiono pertanto
concetti appartenenti alla sfera semantica della divinizzazione, dell’homoiosis
theo, quali vuoto, fondo dell'anima, generazione del Logos, complementarità tra
distacco ed amore. Tale esperienza risulta comprensibile solo quando si è
fatto il vuoto nell'anima attraverso il distacco, diventando in tal modo recettivi
alla luce proveniente dall'alto, tali da rendere il soggetto esso stesso luce
eterna: al vuoto in cui si perviene nel distacco corrisponde una pienezza, una
traboccante ricchezza ed energia, una gioia sconfinata ed inesauribile.
Il rapporto tra Dio e uomo non è quindi statico, di mutua esclusione, ma “dialettico”
o dinamico, di reciproca compenetrazione: la “salvezza” viene letta nei
parametri teologici di una escatologia realizzata nel presente, come immanente
esperienza dello spirito. Essenziale diventa perciò il recupero della
antropologia classica corpo, anima, spirito ove l'uomo è un corpo, piccola
parte dell'universo; una psiche, fluttuazione infinita di pensieri, sentimenti,
volizioni, soggetta al determinismo del tempo, dello spazio, delle circostanze;
ma soprattutto uno spirito universale, eterno, libero, uno nell'Uno. L'attualità
e l'originalità della posizione di Vannini ha suscitato e continua a suscitare
un acceso dibattito in seno al panorama culturale italiano, filosofico e
teologico: nei confronti dell'autore vari infatti sono stati i commenti, le
recensioni, i contributi e gli interventi critici da parte di personalità quali
(in ordine alfabetico) Bozzo, Baldini, Bianchi, Cacciari, Monticelli, Esposito,
Forte, Givone, Mancuso, Matteo, Mucci S.I., Ravasi, Reale, Torno, Vattimo, e Volpi.
La particolare rilevanza dell'opera di Vannini può trasparire anche, ad
esempio, dalle seguenti affermazioni in meritocitate in ordine sparsodi alcuni
dei suddetti illustri pensatori. Givone: “A Marco Vannini, cui siamo debitori
d'un lavoro filosofico estremamente prezioso, rivolgiamo questa domanda. A
Vannini dobbiamo non soltanto edizioni impeccabili delle opere di Eckhart,
Porete, Silesius, Gerson; ma anche il pensiero vigoroso e chiaro, qualunque
cosa gli si posa obiettare, che la mistica è da un lato il cuore e la radice
viva di ogni religione, ma dall'altro “la filosofia nel suo senso più reale e
profondo”, la conoscenza e la pratica dell'essere e “la gioia dell'essere”.
Cacciari: “È un grosso debito quello che la filosofia e la teologia hanno
accumulato in questi anni nei confronti diVannini. Grazie al suo instancabile
lavoro o sotto la sua direzione il nostro Paese può oggi contare su impeccabili
edizioni di Gerson, Silesius, Porete ed Eckhart» Mucci: “In questi tempi di
declino dell'ontologia, Vannini è certamente, in Italia, fuori dell'ambito
ecclesiastico, il più illustre studioso di mistica.” Reale: “L'esperienza
mistica è comunque per sua natura connessa con il religioso, come viene mostrato
nella filosofia di Vannini, “La mistica delle religioni (Le Lettere) in questi
giorni in libreria. Vanniniuno dei massimi esperti in materia a livello
nazionale e internazionaleanalizza in modo dettagliato questa esperienza
spirituale nell'induismo, nel buddismo, nell'ebraismo, nell'islamismo e nel
cristianesimo.” Torno: “Segnalare un livre de chevet, vale a dire una di quelle
opere maneggevoli che mai dovrebbero allontanarsi dal capezzale, è diventato
difficile oltre che inattuale. Eppure qualcosa circola, come prova l'ultimo
delizioso scritto di Marco Vannini Sulla grazia». BForte: L'ultimo bel libro di
Vannini su Mistica e filosofia rivela ancora una volta la sua straordinaria
competenza di storico e interprete della mistica» Al pensiero di Vannini è
stato dedicato “Mistica e filosofia nel pensiero di Vannini. Opere: “Lontano
dal segno. Saggio sul cristianesimo, La Nuova Italia, Firenze, Esame della certezza,
Il Cenacolo, Firenze, Eckhart. Opere
tedesche, La Nuova Italia, Firenze Dialettica della fede, Marietti, Casale
Monferrato (nuova edizione ampliata, Le Lettere, Firenze ). L'esperienza dello
spirito, Augustinus, Palermo. Mistica e
filosofia, Piemme, Casale Monferrato (prefazione di Massimo Cacciari; nuova
edizione ampliata, Le Lettere, Firenze). Il volto del Dio nascosto.
L'esperienza mistica dall'Iliade a Simone Weil, Mondadori, Milano (ristampa col
titolo: Storia della mistica occidentale, Oscar Mondadori; poi Le Lettere,
Firenze ). Introduzione alla mistica, Morcelliana, Brescia (trad. portoghese:
Introdução à Mìstica, Edições Loyola, San Paolo del Brasile). La morte
dell'anima. Dalla mistica alla psicologia, Le Lettere, Firenze (nuova edizione
ampliata, Le Lettere, Firenze). La mistica delle grandi religioni, Mondadori,
Milano (nuova edizione, Le Lettere, Firenze). Tesi per una riforma religiosa (Le
Lettere, Firenze); La religione della ragione” (Mondadori, Milano); Sulla grazia
(Lettere, Firenze); Prego Dio che mi liberi da Dio. La religione come verità e
come menzogna, Bompiani, Milano. Lessico mistico. Le parole della saggezza, Le
Lettere, Firenze. Il Santo Spirito fra religione e mistica, Morcelliana
Editrice, Brescia. Oltre il cristianesimo. Da Eckhart a Le Saux, Bompiani,
Milano. Inchiesta su Maria. La storia vera della fanciulla che divenne mito (Rizzoli,
Milano); Indagine sulla vita eterna, Mondadori, Milano); Introduzione a
Eckhart. Profilo e testi, Lettere, Firenze. L'Anticristo. Storia e mito,
Mondadori, Milano. All'ultimo papa. Lettere sull'amore, la grazia, la libertà,
il Saggiatore, Milano. Contro Lutero e il falso evangelo, de' Medici, Firenze.
Il muro del paradiso. Dialoghi sulla religione per il terzo millennio, Lorenzo
'de Medici Press,. Mistica, psicologia, teologia, Le Lettere, Firenze. Liceo-Ginnasio
Michelangiolo Firenze Vito Mancuso, Lutero è vivo e lotta con noi,
s.a., in: <Panorama> Stefano G. Azzarà, su Materialismo Storico Bio-
S. Givone, Luce mistica dei moderni in: «Il ManifestoAlias», in il manifesto
Alias,Marco Vannini, Mistica e filosofia, Prefazione, Firenze, Le Lettere, Giandomenico
Mucci, Il pensiero di Marco Vannini, in «La Civiltà Cattolica», Giovanni Reale,
Il misticismo vive in tutte le culture. Il testo di Vannini, le «Upanishad» riedite,
su corriere. Armando Torno, Alla ricerca della Grazia nel segno di Eckhart, in
«Corriere della Sera», Cultura, Bruno Forte, Mistica, l’enigma dell’Altro, in
«Avvenire»Libri, Roberto Schiavolin, Mistica e filosofia nel pensiero di Marco
Vannini, Nerbini, Firenze Mistica
Misticismo cristiano Mistica renana Meister Eckhart P. Hadot Henri Le Saux Sito personale di Vannini.
Marco Vannini. Vannini. Keywords: the mystic, das mystische. Refs.: The H. P.
Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Vannini e Grice: il mistico di
‘Vitters’ – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732370519
Grice e Varisco – per un sommario di
filosofia critica – filosofia italiana (Chiari). Essential Italian philosopher. Filosofo.
Grice: “We all learned about the ‘gnothi seauton’ at Clifton – Varisco composed
a full tract about it! Calogero has analysed the implicatures! The idea is that
you need a ‘thou’ to tell ‘thou’ ‘know THYself” – although the oracular
mystique is still there!” -- Fu professore di filosofia a Roma e senator. La
sua formazione filosofica coincide con la crisi del positivismo. Laureato
a Pavia. Partendo da posizioni solidamente scientifiche, Varisco avverte
sollecitamente il limite di ogni conoscenza che voglia essere esclusivamente
composto di ragione, e scopre insieme la concomitante componente ‘fideistica’ di
ogni affermazione di verità. Questo ricorso alla fede come sentimento del
sopra-naturale è utilizzato da Varisco sia per affermare la preminenza della filosofia
come conoscenza concreta sui processi astrattivi della scienza (“I massimi
problemi” – Milano, Libreria Editrice Milanese), sia per approdare ad uno
spiritualismo pluralistico con forti accentuazioni teistiche (“Dall'uomo a
Dio”). Altre opere: “Scienza ed opinione” (Roma, Alighieri); “La patria”
(Roma, Provenzani), “Conosci te stesso” (Milano, Libreria Milanese); “La scuola
per la vita” (Milano, Isis); “Linee di filosofia critica” (Roma, Signorelli); “Discorsi
politici” (Roma, Alberti); “Sommario di filosofia” (Roma, Signorelli);
“Dall'uomo a Dio” (Padova, CEDAM). Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino
per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia, ufficiale
dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Ufficiale
dell'Ordine della Corona d'Italia, Commendatore dell'Ordine della Corona
d'Italia nastrino per uniforme ordinaria Commendatore dell'Ordine della Corona
d'Italia. Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona d'Italia nastrino
per uniforme ordinaria Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Corona
d'Italia. Senatori d'Italia, Senato della Repubblica. Varisco. Keywords. Refs.:
The H. P. Grice Papers, BANC MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Varisco: per un
sommario di filosofia critica” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51692603820/in/photolist-2mKU7b1-2mKLFv4
Grice
e Varrone – semiotica filosofica – filosofia italiana (Rieti).
Grice: “I count Varrone as the first language philosopher. He woke up and
realised he was speaking ‘lingua latina,’ and dedicated 36 volumes to it!” --. Grice:
“’Lingua latina’ has a nice Roman ring to it. In modern Italian, the ‘t’ has
become an ‘z,’ as in “Lazio, -- the
calcio team from Latium – or a ‘d’ as in ‘ladino.’” Grice: “I know his Loeb edition by heart!” –
Grice: “The Greeks never studied their lingo as Varro studied his! Of this
Austin always reminded me – ‘We should be like Varro, analysing our tongue as
‘fluid’ semiotic system!’” -- Academic,
Roman polymath, author of works on language, agriculture, history
and philosophy, as well as satires, and
principal conversationalist in the later version of Cicero’s "Academica.” Questore della
Repubblica romana. Gens: Terentia Questura in Illyricum Propretura in Spagna. Marco
Terenzio Varrone. Filosofo. Tu ci hai fatto luce su ogni epoca della patria,
sulle fasi della sua cronologia, sulle norme dei suoi rituali, sulle sue cariche
sacerdotali, sugli istituti civili e militari, sulla dislocazione dei suoi
quartieri e vari punti, su nomi, generi, su doveri e cause dei nostri affari,
sia divini che umani == Cicerone, Academica Posteriora. Detto Reatino. attributo
che lo distingue da “Varrone Atacino,” vissuto nello stesso periodo. Nato da
una famiglia di nobili origini, ha rilevanti proprietà terriere in Sabina, dove
e educato con disciplina e severità dai familiari, integrate dall'acquisto di
lussuose ville a Baia e fondi terrieri a Tusculum e Cassino. A Roma compì
studi avanzati presso i migliori maestri del tempo. Lucio Elio Stilone
Preconino lo fa appassionare anche agli studi etimologici ed oratoria. Studia la
lingua italiana con Lucio Accio, a cui dedic “aDe antiquitate litterarum.” Come
molti romani, compe un grand tour in Grecia, dove ascolta filosofi accademici
come Filone di Larissa e Antioco di Ascalona, da cui deduce una posizione
filosofica di tipo eclettico. A differenza di molti altri eruditi del
tempo, non si ritira dalla vita politica ma, anzi, vi prende parte attivamente
accostandosi agli optimates, forse anche influenzato dall'estrazione sociale.
Dopo aver, infatti, percorso le prime tappe del cursus honorum (triumviro
capitale, questore, e legato) e vicino a Pompeo, per il quale ricopre incarichi
di grande importanza. Legato e proquestore e combatte nella guerra contro i
pirati difendendo la zona navale tra la Sicilia e Delo. Allo scoppio della
guerra civile e propretore. In una guerra che vede i romani contro i romani,
tenta un'incerta difesa del suo territorio che si concluse in una resa che Giulio
Cesare, nei Commentarii de bello civili, define poco gloriosa. Dopo la
disfatta dei pompeiani, si avvicina, comunque, a Cesare, che apprezza il
Reatino soprattutto sul piano culturale, affidandogli la costituzione di una biblioteca.
Dopo la morte del dittatore, anzi, e inserito nelle liste di proscrizione sia
di Antonio che di Ottaviano (interessati più alle sue ricchezze che a punire i
congiuranti), da cui si salva grazie all'intervento di Fufio Caleno per poi
avvicinarsi a Ottaviano a cui dedica il “De vita populi Romani” volto alla
divinizzazione della figura di Cesare. Ha una produzione di oltre 620 libri,
suddivisi in circa settanta opere. Opere “De re rustica” (Varrone) e “De
lingua Latina” -- La vasta produzione di Varrone fu suddivisa da Girolamo in un
catalogo. Le opere di Varrone sono verosimilmente 74, suddivise in 620 volumi,
sebbene stesso regli rifere di aver
scritto 490 libri. Le sue opere possono
essere suddivise in vari gruppi, dalle opere di erudizione, filologia (filosofia
del linguaggio, o semantica) e storia a quelle giuridiche e burocratiche, dalle
opere di filosofia (filosofia del linguaggio, semantica, semiotica) e
agricoltura alle opere di poesia, di linguistica e letteratura; di retorica e
diritto, con ben 15 libri De iure civili; di filosofia. Di questa enorme
produzione è pervenuta quasi integra solo un'opera, il “De re rustica”, mentre
del “De lingua Latina” sono pervenuti solo 6 libri su 25. Probabilmente, causa
del quasi completo naufragio della immane varroniana è che, avendo compulsato
tanta parte della cultura romana precedente, divenne la fonte indispensabile
per gli autori successivi, perdendosi, per così dire, per assimilazione. Della
sua attività filologica fa testimonianza il cosiddetto canone varroniano, elaborato
a partire da due opere, le “Quaestiones Plautinae” e il “De comoediis
Plautinis”, in cui riparte il corpus plautino, che include 130 fabulae. Di
queste, 21 vengono definite autentiche, 19 di origine incerta, dette
"pseudo-varroniane" e le restanti spurie. Si occupa soprattutto
di antiquaria, con i 41 libri di “Antiquitates”, il suo capolavoro, divisi in
25 di “res humanae” e 16 di “res divinae”, fonte precipua di Agostino nel De
civitate Dei. Proprio da Agostino si evidenzia l'attenzione di Varrone sulla
religione civile, con una compiuta disamina su culti e tradizioni, pur con
acute critiche alla teologia mitica dei poeti in nome di una theologia
naturalis. A questo gruppo appartiene anche l'opera, non pervenuta, “De
bibliothecis”, presumibilmente legata alle incombenze come bibliotecario
affidategli da Cesare. Nell'ambito filosofico, notevoli dovevano essere “I
logistorici” -- dal greco “discorsi di storia” -- in 76 libri, composta in
forma di dialogo in prosa, di argomento morale e antiquario, in cui ogni libro
prende il nome di un personaggio storico e un tema di cui il personaggio
costituiva un modello, come il “Marius”, “de fortuna” o il “Catus”, “de liberis
educandis”. Questi dialoghi storico-filosofici sono tra i modelli espositivi
del “Laelius”; “de amicitia” e del “Cato Maior”, “de senectute” di
Cicerone. Al suo interesse filosofico e divulgativo, probabilmente scritte
lungo tutto il corso della sua parabola culturale, riconducevano le “Saturae
Menippeae”, che prendevano come modello Menippo, esponente della filosofia
cinica (da cui il nome). Le “Saturae Menippeae” si componevano di 150 libri, in
prosa e in versi, di cui però ci rimangono circa 600 frammenti e novanta
titoli, di argomento soprattutto filosofico, ma anche di critica dei costumi,
morale, con rimpianti sui tempi antichi in contrasto con la corruzione del
presente. Ciascuna satira recava un titolo, desunto da proverbi (“Cave canem” --
con allusione alla mordacità dei filosofi cinici) o dalla mitologia (“Eumenide”
contro la tesi stoico-cinica per cui gli uomini sono folli, “Trikàranos”, il
mostro a tre teste, con un mordace riferimento al primo triumvirato) ed era
caratterizzata da lessico popolaresco, polimetria e, come in Menippo, uno stile
tragi-comico. Valerio Massimo, VII 3. Aulo Gellio. Ce ne parla lui stesso
in “De lingua latina” -- Cicerone, Academica posteriora, Appiano, Guerre
civili, IV 47; Varrone, De re rustica, I Svetonio, Cesare, Appiano, Ausonio,
Commemoratio professorum Burdigalensium,Chronicon, ann. Aulo Gellio, Gellio, I
cui frammenti sono editi nell’edizione di B. Cardauns: “Antiquitates rerum
divinarum” Cfr. B. Zucchelli, Varro logistoricus. Studio letterario e prosopografico,
Parma, Cfr., ad esempio, il Fr. XIX Riese: "Da ragazzo, avevo solo una
tunica modesta e una toga, calzature senza fascette, un cavallo non sellato;
bagno giornaliero, niente e, davvero di rado, una tinozza". N. Horsfall, Varrone, in Letteratura Latina (Milano,
Mondadori). Cfr. M. Salanitro, Le Menippee di Varrone: contributi esegetici e
linguistici (Roma, Ateneo). Sulla satira varroniana, cfr. L. Alfonsi, Le
Menippee di Varrone, in "ANRW". Atti del Congresso di studi
varroniani. Rieti, Centro di studi varroniani, A. Cenderelli, “Varroniana” Istituti e
terminologia giuridica nelle opere di Varrone (Milano, A. Giuffrè); H.
Dahlmann, “Varrone e la teoria della lingua” (Napoli, Loffredo), F. Della
Corte, “Varrone, il terzo gran lume romano” (Genova, Istituto universitario di
Magistero); “De vita populi Romani” Introduzione e commento, Pisa; B. Riposati,
“M. Terenti Varronis De vita populi Romani” -- Fonti, esegesi, edizione critica
dei frammenti (Milano, Vita e pensiero), B. Riposati, “Varrone. L'uomo e lo
scrittore” (Roma Istituto di studi romani); A. Traglia, Introduzione a Varrone,
“Opere” (Torino, UTET), B. Zucchelli, “Varro logistoricus: prosopo-grafica” -- Parma,
Istituto di lingua e letteratura latina, Satira menippea Biblioteche romane
Antiquitates rerum humanarum et divinarum Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. “M. Ter.
Varronis De lingua Latina libri qui supersunt: cum fragmentis ejusdem” Biponti,
ex typographia societatis. Biblioteca degli scrittori latini con traduzione e
note: “Terentii Varronis quae supersunt opera” Venetiis, excudit J. Antonelli, “Grammaticae
Romanae Fragmenta”, Gino Funaioli, Lipsiae, in aedibus B. G. Teubneri. “M.
Terenti Varronis saturarum menippearum reliquiae” -- cur. A. Riese, Lipsiae, in
aedibus B. G. Teubneri. Varrone. Keywords: centro di studi varroniani, idioma,
idiom, lingua latina, lingua anglica, Lazio, Lazini, la lingua del Lazio –
Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza, “Grice e Varrone:
semiotica filosofica” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51689086098/in/photolist-2mKBBam-2mKBBze-2mKA5tC
Grice
e Varzi – parole, oggetti, eventi – filosofia italiana (Galliate). Essential
Italian philosopher. varzi: essential Italian philosopher. Some Italians do not
consider Varzi an “Italian” philosopher in that his maximal degree was earned
elsewhere! If philosophy is a branch of the belles lettres, part of Varzi’s
essays belong in English literature --. He was written on ‘universal
semantics.’ Achille Varzi
all'Trento. Grice: “Varzi rather freely uses ‘universal’ as in ‘universal
semantics’ – while my own pragmatic rules have been challenged universal
status, by, of all people, Elinor Ochs!” Filosofo. Grice: “Some Italians
consider Varzi a specimen of ‘brain drain’ in more than one way: his maximal
degree was obtained without Italy, not within Italy, and not in Italian – plus
the fact that he is at Colombo’s Columbia!” Esponente della filosofia
analitica, è noto principalmente per le sue ricerche di logica e per il suo
contributo alla rinascita degli studi in ambito di metafisica e ontologia. Laureatosi
a Trento con una tesi, “La logica libera” stato insignito della Targa Giuseppe
Piazzi per la ricerca scientifica e del Premio Paolo Bozzi per
l'Ontologia. Dopo un periodo dedicato soprattutto allo studio
dell'immagine del mondo propria del senso comune, Varzi si è indirizzato
progressivamente verso posizioni di stampo nominalista e convenzionalista,
nella convinzione che "buona parte della struttura che siamo soliti
attribuire alla realtà esterna risieda a ben vedere nella nostra testa, nelle
nostre pratiche organizzatrici, nel complesso sistema di concetti e categorie
che sottendono alla nostra rappresentazione dell'esperienza e al nostro bisogno
di rappresentarla in quel modo". Autore di oltre un centinaio di
pubblicazioni su volumi e riviste specializzate, è noto anche per la sua attività divulgativa
(spesso in collaborazione con Casati), ispirata al principio secondo cui
"la filosofia è una sfida in cui il pensiero parte dalla semplicità delle
cose quotidiane e ne mostra la meravigliosa complessità". Opere:
“Semplicemente diaboliche” (Laterza); “L’amicizia” (Orthotes); “I colori del
bene, Orthotes,. L'incertezza elettorale (Aracne). Le tribolazioni del
filosofare. Comedia Metaphysica ne la quale si tratta de li errori & de le
pene de l’Infero, Laterza,. Il mondo messo a fuoco, Laterza, Il pianeta
dove scomparivano le cose. Esercizi di immaginazione filosofica, Einaudi,
Ontologia, Laterza, Semplicità insormontabili storie filosofiche, Laterza, Parole,
oggetti, eventi e altri argomenti di metafisica, Carocci. “Logica” McGraw-Hill
Italia, Buchi e altre superficialità,
Garzanti. Studi: Elena Casetta e Valeria Giardino, Mettere a fuoco il
mondo. Conversazioni sulla filosofia di Varzi, numero speciale di Isonomia Epistemologica, F. Calemi, Varzi. Logica, semantica,
metafisica, AlboVersorio, Milano. Il mondo messo a fuoco, Laterza. Dal risvolto
di copertina di Semplicità insormontabili, Laterza. Da questo libro è stato
tratto lo spettacolo teatrale Insurmountable Simplicities, per la regia di
Natalie Glick, presentato dall'All Gone Theatre Company all'edizione del New York International Fringe Festival. Biografia
"negativa" di Varzi, su columbia.edu. Intervista ad Achille Varzi di
Leonardo Caffo, Rivista italiana di filosofia analitica. Varzi. Keywords:
‘universal’. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Varzi:
semantica filosofica," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51685558918/in/photolist-2mKzcaD-2mKgZYb-2mKgSAa
Grice e Vasa: ragione e libertà – filosofia (Aggius).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Andrea Vasa Società Filosofica
Italiana Congresso Nazionale L'Aquila. Vasa nacque ad Aggius, paese della
Gallura di forte e suggestivo paesaggio e di forti vicende. Compiuti in
anticipo gli studi secondari, andò a studiare filosofia a Milano dove si
laureò. Insegnò nel Liceo Ginnasio “Arnaldo” di Brescia. Dovette interrompere
l’insegnamento a causa della sua partecipazione alla Resistenza con il gruppo
che faceva capo a Parri. Alla fine della guerra riprese l’insegnamento a Milano
nel Liceo Classico G. Carducci e poi nel Liceo Ginnasio Manzoni. Ottenne la libera
docenza. Fu assistente volontario e poi incaricato di Filosofia a Milano.
Vincitore di un concorso a cattedre di Filosofia teoretica, fu chiamato a Cagliari e Firenze. Vasa rimase sempre
fortemente legato al paese natale. Il Comune di Aggius ne ha conservato la
memoria. Negli anni di formazione, Vasa
si trovò a partecipare al tentativo condotto da Bontadini, di cui era allievo e
amico, di superare la contrapposizione tra la scolastica e l’idealismo,
comprendendo e assimilando quanto della metafisica hegeliana e cristiana era in
questo indirizzo. In questa operazione Vasa prese una sua via personale. Abbandonò
l’interesse metafisico simpatizzando per l’attualismo di Gentile per quanto
esso restituiva all’uomo dignità e responsabilità, mettendone tuttavia in luce
l’impossibilità di una fondazione logica. Nacquero così le indagini sulla
logica di Hegel che portarono a rilevanti osservazioni critiche riguardo
all’idealismo. Con l’idea che i valori immanenti costituiscono l’orizzonte
trascendentale nella prassi razionale ed etica dell’uomo veniva a cadere per
Vasa l’opposizione di immanenza e trascendenza.
Nella comune partecipazione alla Resistenza Vasa si legò di amicizia con
Pra, filosofo di profonda esperienza religiosa e sociale e innovatore della storiografia
filosofica. Tramite lui Vasa entrò in contatto con Banfi, che rappresentava la
Scuola filosofica milanese. Nel confronto con il razionalismo critico di Banfi,
che mirava a chiarire una struttura della ragione nel solco della tradizione
kantiana, Vasa pensò ad un razionalismo che andasse oltre ogni struttura
presupposta della ragione verso un orizzonte di possibilità non ancora
prevedibili. Questo pensiero comportava l’idea della ricerca di una logica
della possibilità. Si pose così quella proposta filosofica detta “trascendentalismo
della prassi”, radicalmente critica e programmaticamente aperta, e che venne
difesa da Pra e Vasa, sia nella «Rivista di storia della filosofia» fondata da
Pra, sia nei Congressi della “Società filosofica italiana” rinata dopo lo
scioglimento imposto dall’autorità fascista. Il “trascendentalismo della
prassi” era contrapposto al "teoricismo", inteso come il carattere di
tutte le filosofie che presuppongono un principio di datità del reale e del valore,
cioè di tutte le filosofie metafisiche. Il trascendentalismo della prassi non
voleva essere una teoria, ma un atteggiamento pratico possibile, effettivo, che
riconosceva la temporalità della prassi e ne rivendicava la libertà e la
responsabillità. La proposta del trascendentalismo della prassi, che era
immediatamente critica del pensiero di Croce e Gentile, ma che investiva tutti
gli indirizzi contemporanei, fu il modo più radicale del domandarsi dopo la guerra,
sul métier della filosofia. La «Rivista di storia della filosofia» costituì il contatto
con il “neo-illuminismo”, che, animato da Abbagnano, avendo come centro Torino,
collega e confronta in convegni periodici i nuovi indirizzi metodologici e anti-metafisici. Affermatisi gli indirizzi della fenomenologia
trascendentale, della filosofia analitica e dell’empirismo, Vasa, con il suo
metodo, caratterizzato dall’apertura e dalla tensione critica ad un continuo
“andar oltre”, diede di essi interpretazioni originali in numerosi studi e
seminari. La sua ricerca, ora caratterizzata come razionalismo della prassi,
continuò a mettere in discussione ogni naturalismo limitativo della libertà
della persona. Vasa confermò così l’idea di una “via negativa alla filosofia” a
cui siamo costretti in mancanza di principi universali oggettivi o di autorità
universali nella prassi. Questa negazione confuta la tematizzazione ingenua del
mondo, mette fra parentesi la tradizione, toglie l’unicità di senso al nostro
rapporto con la realtà e, aprendo la ricerca alla prospettiva di generalizzazioni
nuove, risponde al bisogno della persona di costruirsi e perseguire finalità
proprie. Per influenza dell’amico Geymonat,
e in discussione con lui, Vasa vide concretamente nelle scienze in sviluppo
l’orizzonte effettivo delle possibilità razionali, pertanto si cimentò nella
comprensione di esse attraverso l’epistemologia e la logica. Egli esaminò: il
moderno formalismo logico-matematico di Russell; l’analisi del linguaggio
(formale ed ordinario) di ‘Vitters’; il convenzionalismo logico e linguistico
che egli coglieva nell’empirismo di Carnap e nella discussione di Quine
sull’ontologia; lo stesso svolgimento dell’epistemologia dagli inizi col
Circolo di Vienna ai successivi sviluppi autocritici e “liberali”; le
rivoluzioni concettuali delle scienze. Erano tutti problemi che avevano
all’origine e segnalavano una crisi del fondamento. Vasa volle chiarirli
leggendovi «la sollecitazione a porre fra parentesi ad aggredire o a variare
all’infinito ogni “conoscenza” di spazi e tempi, di atomi, masse e cause
naturali». La sua ricerca manteneva così l’etica dei fini umani; la logica era
anche logica della speranza; la filosofia ritrovava il senso originario di
“amore della saggezza”. Opere: “Il
problema della ragione” (Bocca, Milano); “Ricerche sul razionalismo della
prassi” (Sansoni, Firenze); “Logica, scienza e prassi” (La Nuova Italia,
Firenze); “Logica, religione e filosofia” (Franco Angeli, Milano); “Logica,
scienze della natura e mondo della vita” (Angeli, Milano); “Poeti di Aggius.
Michele Andrea Tortu, Michele Pisanu (Antologia di Salvatore Lepori con
prefazione, traduzione e note di A. Vasa), Nota introduttiva di Giovanni
Pirodda, Istituto Superiore Regionale Etnografico, Nuoro. “Il Trascendentalismo
della prassi, la filosofia della Resistenza, Maria Grazia Sandrini, Mimesis, Centro
Internazionale Insubrico, Milano. NIn memoria di Andrea Vasa, filosofo della
modernità, La Nuova Sardegna, Treccani: Vasa, Andrea Ragione e libertà. Saggio sul pensiero di
Vasa Vasa, Una discussione con G.
Bontadini su metafisica e filosofia, in Studi di filosofia in onore di G.
Bontadini, Vita e Pensiero, Milano I saggi di Vasa sono raccolti nel volume
Logica, religione e filosofia (Scritti filosofiici A. Vasa, Memoria di Giovanni
Gentile, in Giornale critico della filosofia italiana, Vedi Benedetto Croce, Le
cosiddette ‘riforme della filosofia’ e in particolare di quella hegeliana, (a
proposito del saggio di Vasa su De Ruggiero), in Quaderni della Critica, poi in
Indagini su Hegel, Laterza, Bari, Vedi M. Dal Pra, La filosofia italiana oggi, Rivista
critica di storia della filosofia, Sul trascendentalismo della prassi, in Il
problema della filosofia oggi. Atti del Congresso nazionale di Filosofia
(Bologna, promosso dalla SFI, Bocca,
Roma-Milano, Vedi: saggi come l’Introduzione alla trad. di E. Husserl, L’idea
della fenomenologia (M. Rosso), Il Saggiatore, Milano, Logica e religione di fronte al compito di una
possibile unificazione del sapere, in «Il Pensiero», L’ateismo religioso di L.
Wittgenstein, in «Archivio di Filosofia», (Esistenza, Mito, Ermeneutica), e le
lezioni raccolte nel volume Logica, scienze della natura e mondo della
vita A. Vasa, Logica, scienze della
natura e mondo della vita. La frase (di
Vasa) compare nella presentazione editoriale del volume Logica, scienza e
prassi. Luporini, Casari, Pra, Geymonat, Marinotti, Ricordo di Vasa. Corsi,
seminari, Olschki, Firenze, F. De Natale, Storicità della filosofia e filosofia
come storiografia. Un dibattito tra filosofi italiani in Dentro la storiografia
filosofica. Questioni di teoria e didattica, Dedalo, Bari Franco Cambi,
Razionalismo e prassi a Milano, Cisalpino-Goliardica, Milano. Amedeo Marinotti,
L. Handjaras, “Ragione e libertà: la filosofia di Vasa, Prefazione di M. Dal
Pra, Franco Angeli, Milano, Mario Dal Pra, Filosofi del Novecento, Angeli,
Milano, vi è raccolto il contributo già in, Ricordo di Andrea Vasa, Olschki,
Firenze Carlo Monti, Religione e prassi nel pensiero di Andrea Vasa, in «La
Fortezza. Rivista di studi», Liberalismo etico e prospettive razionalistiche
nel pensiero di Vasa, Etica e scienza. Saggi di filosofia, Carocci, Roma. Maria
Grazia Sandrini e Al., Andrea Vasa uomo e filosofo (Atti del convegno di
Aggius. Comprende: relazioni di M.G. Sandrini, “L’eredità vasiana”. P. Lecis,
Viaggio verso una meta incerta. L’universo dei mondi possibili di A. Vasa; F.
Minazzi, La strada per Megara e l’irriducibilità della libertà umana. Il
problema della ragione nel trascendentalismo della prassi di A. Vasa; E.
Palombi, Sul senso dell’uomo nel pensiero di A. Vasa; alcuni brevi Scritti e
testi inediti, F. Minazzi e M.G. Sandrini, in «Il Protagora», poi in volume con
lo stesso titolo, Barbieri, Manduria 2008. Amedeo Marinotti, Ragione e prassi
in Vasa e in Geymonat. Memoria di una discussione filosofica e di un’amicizia,
in Geymonat un maestro del Novecento. Il filosofo, il partigiano e il docente,
Fabio Minazzi, Unicopli, Milano Enrico
I. Rambaldi, La formazione di Vasa, in Alberto Pala filosofo laico,
appassionato delle scienze. Studi e testimonianze, B. Maiorca, Cuec, Cagliari, Enrico
I. Rambaldi, Da Gentile a Hegel. Trascendentalismo e antifascismo in Andrea
Vasa. Con un’appendice di testi e documenti, in «Rivista di storia della filosofia».
Andrea Vasa. Vasa. Keywords: liberta, freedom. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vasa: ragione e liberta” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731675581/in/dateposted-public/
Vastarini (L’Aquila). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Esponente di una nota famiglia abruzzese, fu un grande
studioso nonché maestro di scherma, quindi, alla morte della madre, e decise di
entrare nell'ordine dei frati minori cappuccini. Dotato di una brillante
vocazione predicatoria che lo portò sino alla corte di Urbano VIII. Venne
pubblicamente lodato anche dal Duca di Osuna che gli propose il vescovato di
Pozzuoli e dal Granduca di Toscana che gli propose quello di Fiesole, ma in
entrambi i casi Vastarini rifiutò. Nella
prima metà Professoresi prodigò per aprire una sede dei cappuccini nell’Aquila,
colpito dalla morte di un suo confratello che il medico non era riuscito a
soccorrere nell'allora sede di San Giuseppe fuori le mura. Acquista un vasto
terreno sul margine orientale della cinta muraria e vi costruì il convento e la
chiesa di San Michele, oggi inglobati nel complesso monumentale dell'Emiciclo. Camerlengo
dell'Aquila. Giacomo Di Marco, Storia
del complesso architettonico, in Lucio Zazzara, Palazzo dell’Emiciclo e
palazzina ex G.I. Maschile. Rigenerazione e adeguamento sismico a L’Aquila,
Pescara, Carsa. Alfonso Dragonetti 234
Frati minori cappuccini d'Abruzzo, Le attività del Convento Santi
Francesco e Chiara di L'Aquila, su fraticappuccini. L'Emiciclo Rinasce, La storia,
su emiciclorinasce. Alfonso Dragonetti,
Le vite degli illustri aquilani, L'Aquila, Perchiazzi Editore. Vastarini Cresi.
Vastarini-Cresi. Vastarini. Perhaps under C? -- Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft, MS – Luigi Speranza,, “Grice e Vastarini: cappuccino e ciserciani” –
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732311369/in/dateposted-public/
Vattimo (Torino). Essential Italian
philosopher. Grice: “It may be argued that what Vattimo means by ‘strong’ is
what I mean by ‘weak’ and viceversa – With Popper, ‘I know’ is weaker than ‘I
believe’ and ‘every x’ is weaker than ‘some (at least) one’ or ‘the’ – I have
explored ‘the’ – Keyword: massima della debolezza conversazionale; massima
della forza conversazionale” -- Filosofo -- not one that provinicial Beaney
would include in his handbooks and dictionariesVattimo’s philosophy shares
quite a bit with Grice’s programme, as anyone familiar with both Vattimo and
Grice may testify. Vattimo has philosophised on Heidegger and Nietzsche, and
one of his essays is on the subject and the maskanother on realityThere is a
volume in his honour.Gianni Vattimo Gianteresio
"Gianni" Vattimo Gianni Vattimo Participante del Foro Internacional
por la Emancipación y la Igualdad Gianni Vattimo nel Dati generali Partito politicoPartito
Comunista (dal ) In precedenza: DS PdCI IdV Indipendente Titolo di studio Laurea
in Filosofia Università Università degli Studi di Torino Professione filosofo,
professore universitario. Filosofo. Tra i massimi esponenti della corrente post-moderna,
è teorizzatore del pensiero debole. Il padre è un poliziotto calabrese,
che muore quando Gianni ha un anno e mezzo, mentre la madre è una sarta; ha una
sorella di otto anni più grande. Durante la guerra si trasferisce con la
famiglia in Calabria, restandoci per due anni e ritornando a Torino nel
settembre del 1945. Studente del liceo classico Gioberti è attivo nella
Gioventù Studentesca di Azione Cattolica, e collabora a Quartodora, rivista del
movimento diretta da Straniero. Si autodefinì come un cattolico militante,
influenzato dalla lettura di Maritain, Mounier e dei racconti di Bernanos,
portato dalla fede ad un disinteresse per il razionalismo storico,
l'Illuminismo e le filosofie di Hegel e Marx. Allievo di Pareyson assieme
a Umberto Eco con cui ha condiviso amicizia e interessi, si è laureato in
filosofia a Torino. Lavora ai programmi culturali della Rai. Ha conseguito la
specializzazione a Heidelberg, con Löwith e Gadamer, di cui ha introdotto il
pensiero in Italia. Professore incaricato e ordinario di estetica all'Torino,
nella quale è stato preside, della facoltà di Lettere e Filosofia. -- ordinario
di filosofia teoretica presso la stessa università. 00 professore emerito,
titolo che non gli precluse, in futuro, lo svolgimento di eventuali attività
didattiche presso la suddetta università. Idea e condotto su Raitre il
programma televisivo di divulgazione filosofica “La clessidra.” Ha insegnato
come visiting professor negli Stati Uniti e ha tenuto seminari in diversi
atenei del mondo. È stato direttore della Rivista di estetica, membro di
comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere, socio
corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino, nonché editorialista per
i quotidiani La Stampa e La Repubblica e per il settimanale L'espresso.
Attualmente dirige la rivista Tropos. Rivista di ermeneutica e critica
filosofica (edita da Aracne Editrice). Per le sue opere ha ricevuto lauree
honoris causa dalle La Plata, Palermo, Madrid e dalla Universidad Nacional
Mayor de San Marcos di Lima. È stato più volte docente alle Vacances de
l'Esprit. Ha svolto attività politica in diverse formazioni: prima nel Partito
Radicale, poi in Alleanza per Torino, successivamente nei Democratici di
Sinistra, per i quali è stato parlamentare europeo, e nel Partito dei Comunisti
Italiani -- è stato candidato da una
lista civica a sindaco di una cittadina calabrese, San Giovanni in Fiore (Cs),
per combattere la "degenerazione intellettuale" che affliggeva quel
paese, ma non è riuscito ad arrivare al secondo turno. Annunciato la sua
candidatura a parlamentare europeo nelle liste dell'Italia dei Valori di
Antonio Di Pietro, rivendicando tuttavia le proprie origini comuniste, venendo
eletto nella circoscrizione Nord-Ovest. Nel giorno dell'anniversario
della fondazione del PCd'I, annuncia la sua adesione al Partito
Comunista. Il suo ideale politico-religioso si riassume in una forma da
lui definita "comunismo cristiano" e "comunismo
ermeneutico", un' ideale antidogmatico di "comunismo debole" nel
pensiero e nell'essere, che si ispira alla vita comunitaria delle prime
comunità cristiane. Esso rinnega e si oppone alla violenza delle
industrializzazione pesante forzata e dello stalinismo in genere, così come
anche alle tesi di Lenin e del terrorismo, muovendo a favore di una sinistra
improntata al dialogo, alla dialettica e alla tolleranza. Controversie
Accuse di antisemitismo Vattimo è stato accusato di antisemitismo, a causa
delle sue dichiarazioni sul controllo ebraico di banche, dove affermava:
"Ricordiamoci che la Federal Reserve è di proprietà di Rothschild. Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, lo accusò di
antisemitismo, additando le sue dichiarazioni come "parole di odio che non
aggiungono nulla di nuovo e che sono accompagnate dalla riproposizione
squallida di stereotipi anti-semiti". Anche Aiello, primo rabbino donna in
Italia, ha corroborato queste accuse, tacciando Vattimo di antisemitismo.
Ha rilasciato un'intervista al Corriere in cui dichiara, riguardo a
Israele «bisognerebbe procurarsi missili più efficaci dei Qassam e
portarli laggiù» La dichiarazione, riferita ai missili Qassam con cui
Hamas colpisce Israele, ha suscitato molte polemiche. Il filosofo ha tuttavia
chiarito che le sue prese di posizione sono rivolte contro Israele e che non
hanno nulla a che vedere con l’anti-semitismo. Sull'aggressione a
Berlusconi In occasione dell'aggressione di Tartaglia a Berlusconi ha espresso
a Radio Radicale la convinzione che quell'aggressione fosse stata una
montatura. Ha affermato inoltre che se l'aggressore avesse voluto veramente
fare del male a Berlusconi era preferibile usare una pistola invece di una
statuetta. Vattimo si è occupato dell'ontologia ermeneutica, proponendone
una propria interpretazione, che ha chiamato “debolita”, in contrapposizione
con le diverse forme di pensiero forte (fortitude) dell'Otto-Novecento:
l'hegelismo con la sua dialettica, il marxismo, la fenomenologia, la
psicanalisi, lo strutturalismo. Ognuno di questi movimenti si è proposto come
superamento delle posizioni filosofiche precedenti e smascheramento dei loro
errori. Ma ogni volta l'errore, secondo Vattimo, consisterebbe proprio in
questo gesto teoretico. Non ci sono nuovi inizi, l'errore consiste proprio nella
volontà di rifondare "fundamenta inconcussa" che non vi possono
essere. Debolita è invece un atteggiamento della postmodernità che accetta il
peso dell'"errore", ossia del caduco, dell'effimero, di tutto ciò che
è storico e umano. È la nozione di verità a doversi modellare sulla dimensione
umana, non viceversa. Secondo Vattimo la debolita è la chiave per la
democratizzazione della società, la diminuzione della violenza e la diffusione
del pluralismo e della tolleranza. In questo senso deve essere almeno segnalata
la grande e decisiva importanza che assume nella sua filosofia la nozione di
nichilismo, che rimette all'eredità di Nietzsche e Heidegger e si lega a vari
temi vattimiani (dall'etica, alla politica, dalla religione --l'indebolimento
di Dio alla teoria della comunicazione – implicatura come communicatum debole.
Con le sue opere più recenti (in particolare Credere di credere) ha rivendicato
al proprio pensiero anche la qualifica di autentica filosofia cristiana per la
postmodernità. Avvalendosi infatti della visione cristiana del maestro
Pareyson e di Quinzio, Vattimo rifiuta l'identificazione di Dio nell'essere
razionale, così come concepito dalla tradizione filosofica occidentale. Di
Pareyson e Quinzio, però, non condivide la visione religiosa tragica.
Suggestionato da Girard, Vattimo legge la vicenda di Cristo come rifiuto di
ogni sacrificio, anzitutto umano ed esistenziale. La kénosis (lett.
"svuotamento") divina è a vantaggio della libertà e della pace
umana. Le posizioni del filosofo rappresentano una svolta, sia nella sua
impostazione filosofica dell'interpretazione del presente, sia nel campo dell'attività
politica. Abbandona il partito dei Democratici di Sinistra e abbraccia il
marxismo rivalutandone positivamente l'autenticità e validità dei principi
progettuali, auspicando un "ritorno" al pensiero del filosofo di
Treviri e a un comunismo epurato dagli sviluppi delle distorte politiche
pubbliche sovietiche da superare dialetticamente. Per quanto la svolta possa
apparire contraddittoria con le precedenti posizioni, Vattimo rivendica la
continuità delle nuove scelte con il processo di ricerca sul pensiero debole,
pur ammettendo il cambiamento di "molte delle sue idee". È lo stesso
filosofo a parlare di un "Marx indebolito", ovvero di una base ideologica
capace di illustrare la vera natura del comunismo e adatta nella pratica
politica a superare ogni tipo di pudore liberal. L'approdo al marxismo si
configura quindi come una tappa dello sviluppo del pensiero debole, arricchito
nella prassi da una prospettiva politica concreta. Etica e natura Vattimo
ha anche espresso posizioni ambientaliste ed in particolare a favore dei
diritti degli animali. Ad esempio ha dichiarato: «In un'epoca in cui
l'umanità si vede sempre più minacciata nelle stesse elementari possibilità di
sopravvivenza (la fame, la morte atomica, l'inquinamento) la nostra radicale
fratellanza con gli animali si presenta in una luce più immediata ed
evidente.» Da parlamentare europeo si è battuto, tra l'altro, contro la
sperimentazione animale e contro il maltrattamento degli animali negli
allevamenti. Pubblicamente dichiara la sua omosessualità. Sviluppa una
concezione di Cristianesimo secolarizzato, il quale, conseguentemente, non
necessita di istituzioni ecclesiastiche, fondandosi sulla kénosis, ossia
sull'abbassamento e sull'indebolimento dell'idea di Dio. Per il filosofo il non
riconoscimento di un "assoluto", inteso come una verità definitiva,
porterebbe ad una maggiore accettazione della diversità sociale e culturale.
Il compagno da 11 anni di Vattimo, Sergio Mamino, storico dell'architettura,
malato di tumore ai polmoni, muore nel bagno dell'aereo che lo stava portando
nei Paesi Bassi per effettuare un'eutanasia. Ad accompagnarlo c'era con lui
sull'aereo lo stesso Vattimo. Ha collaborato con vari quotidiani italiani
e stranieri (La Stampa, L'Unità, il manifesto, Il Fatto Quotidiano), con editoriali
e riflessioni critiche su vari temi di attualità, politica e cultura. Saggi:
“Il concetto di fare in Aristotele” (Giappichelli, Torino); “Essere, storia e
linguaggio in Heidegger, Filosofia, Torino); “Ipotesi su Nietzsche”
(Giappichelli, Torino); “Poesia e ontologia” (Mursia, Milano); “Schleiermacher,
filosofo dell'interpretazione” (Mursia, Milano, “Introduzione ad Heidegger”
(Laterza, Roma-Bari); “Il soggetto e la maschera” (Bompiani, Milano); “Le
avventure della differenza” (Garzanti, Milano); “Al di là del soggetto” (Feltrinelli,
Milano); “Il pensiero debole” (Feltrinelli, Milano (G. Vattimo eA. Rovatti);
“La fine della modernità” (Garzanti, Milano); “Introduzione a Nietzsche,
Laterza, Roma); “La società trasparente” (Garzanti, Milano); “Etica
dell'interpretazione” (Rosenberg & Sellier, Torino); “Filosofia al
presente” (Garzanti, Milano); “Oltre l'interpretazione” (Laterza, Roma);
“Credere di credere” (Garzanti, Milano); “Vocazione e responsabilità del filosofo”
(Il Melangolo, Genova); “Dialogo con Nietzsche” (Garzanti, Milano); “Tecnica ed
esistenza: una mappa filosofica del Novecento” (Mondadori, Milano); “Dopo la
cristianità. Per un cristianesimo non religioso” (Garzanti, Milano); “Nichilismo
ed emancipazione. Etica, politica e diritto, S. Zabala, Garzanti, Milano); “Il
socialismo ossia l'Europa, Trauben); “Il Futuro della Religione, S. Zabala,
Garzanti, Milano, “Verità o fede debole? Dialogo su cristianesimo e
relativismo, Antonello, Transeuropa Edizioni, Massa); “Non essere Dio.
Un'autobiografia a quattro mani, Aliberti editore, Reggio Emilia, “Ecce comu.
Come si ri-diventa ciò che si era, Fazi, Roma, “Addio alla Verità, Meltemi,
2009 Introduzione all'estetica, ETS, Pisa, “Magnificat. Un'idea di montagna,
Vivalda, “Della realtà, Garzanti, Milano, Pubblica presso Laterza un annuario
filosofico a carattere monografico (Filosofia). La sezione Filosofia ha vinto
il Premio Brancati. Vattimo a Lima, Perú. Pecoraro, "Dossier
Vattimo", Rossano Pecoraro, in: "Alceu". Rivista del Dip. di
Comunicazione. Monaco, Gianni Vattimo. Ontologia ermeneutica, cristianesimo e
postmodernità, Ets, Pisa; Weiss, Vattimo. Einführung. Vienna, Passagen Giovanni
Giorgio, Il pensiero di Vattimo. L'emancipazione della metafisica tra
dialettica ed ermeneutica (Franco Angeli, Milano); Numero della rivista A Parte
Rei (Madrid), v. 54, dedicato a Vattimo. Pensare l'attualità, cambiare il
mondo, G. Chiurazzi, Mondadori, Milano. Enrico Redaelli, Il nodo dei nodi.
L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, Ets, Pisa L'apertura del presente. Sull'ontologia
ermeneutica di Vattimo, L. Bagetto, Tropos. Rivista di ermeneutica e critica
filosofica, anno I, numero speciale. M. Kopić, Vattimo Čitanka, Gianni Vattimo
Reader. Zagabria, Antibarbarus. C. Gutiérrez, Daniel Mariano Leiro, V. Rivera. Fondazione verano centini/images/allegati Vattimo_Gianni.pdf Movi100 Cent'anni di Movimento Studenti di
Azione Cattolica, su movi100.azionecattolica. Claudio Gallo, Gianni Vattimo Interview, su
publicseminar.org, 11 luglio. Vattimo: viva i giustizialisti. Corro con Tonino
Di Pietro. M. Rizzo con Gramsci alla Camera (il nipote omonimo) e il filosofo
Vattimo, nuovi iscritti al Partito Comunista. Sabato prossimo. Comitato
Centrale a Livorno, su Ilpartitocomunista, Ian Angus, Interview with Gianni
Vattimo: “Only Weak Communism Can Save Us”, su MRANSA, Italian philosopher
politician slammed as anti-Semite, su lagazzettadelmezzogiorno. 'Shoot those bastard Zionists': Italian
scholar, su the local Corriere della Sera, Non acquistiamo i prodotti di lì, su
archiviostorico.corriere. Repubblica -Vattimo: "Non sono un antisemita.
Solo anti-israeliano", su torino.repubblica. A Radio Radicale Il delirio
di Vattimo: «Per fargli male doveva sparare»
Il Giornale, In questo senso Cfr,
tra molti, La fine della modernità e Nichilismo ed emancipazione. Etica,
politica e diritto, dello stesso Vattimo e Niilismo e (Pós-Modernidade) dell'italo-brasiliano
Rossano Pecoraro, libro pubblicato a Rio de Janeiro e San Paolo. Da Animali quarto mondo, in, I diritti degli
animali, L. Battaglia e S. Castignone, Ed. Centro di Bioetica, Genova.
Dichiarazione scritta sul riconoscimento dell'obiezione di coscienza alla
sperimentazione animale nell'UE, su giannivattimo. Interrogazione scritta alla
Commissione sul benessere degli animali, su Gianni vattimo. 4Vattimo:
accanimento sui gay, ma io non bacio in pubblico, Corriere della Sera, su
corriere. «Il mio compagno voleva farla
finita Ma morì in viaggio tra le mie braccia» Corriere della Sera, su corriere.
Albo d'oro premio Brancati, su comune.zafferana etnea.ct. Pensiero debole. Blog
ufficiale, su Gianni vattimo.blogspot.com.
Gianni Vattimo, su BeWeb, Conferenza Episcopale Italiana. su openMLOL,
Horizons Unlimited srl. Gianni Vattimo,
su europarl.europa.eu, Parlamento europeo.
Registrazioni su RadioRadicale, Radio Radicale. Revista A parte rei, su
personales.ya.com. Dicussion e sul Pensiero Unico su mito11settembre. Lezione di
congedo dall'Torino La verità e l’evento: dal dialogo al conflitto, su
teologiaeliberazione.blogspot.com. Credere di credere. Genesi e significato di
una conversione debole Giornale di filosofia della religione Gianni Vattimo. Un
comunista postmoderno? (di Preve) RAI Filosofia, su filosofia.rai. Vattimo. Keyword:
debole/forte – implicatum come communicatum debole. Refs.: Luigi Speranza, "Grice e Vattimo," The Swimming-Pool
Library, Villa Grice, Liguria, Italia.
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51688810146/in/photolist-2mPmWDG-2mLPa8B-2mKyErQ-2mKfshF-E4u3XA
Grice e Veca – la massima
dell’altruismo conversazionale -- filosofia (Roma). Grice: “I like Veca. Like me, he speaks of altruisn,
and he has contributed to a collective volume, “Cooperare e competere.”” Essential
Italian philosopher. Filosofo. Ha svolto un ruolo chiave nell'introduzione nel
dibattito culturale italiano dell'approccio alla filosofia politica derivato
dall'impostazione di Rawls, divenendo un punto di riferimento filosofico della
sinistra, sia come teorico che come militante. La sua formazione di tipo analitico
(sensibile quindi alle metodologie e alle questioni della filosofia del
linguaggio e della logica), insolita rispetto alla figura del teorico politico
così come tradizionalmente concepito in Italia, ha permesso alla sua
riflessione di spaziare anche negli ambiti dell'epistemologia e della
metafisica, indagandone le connessioni con l'ambito della filosofia morale e
politica. Veca da un impulso decisivo, nel dibattito filosofico italiano,
a temi quali il realismo, il problema della completezza nelle teorie
epistemiche e politiche, la giustizia globale e la sostenibilità. Studia Filosofia
a Milano, dove si laurea con una tesi in Filosofia teoretica, condotta sotto la
guida di Paci e Geymonat; assistente volontario, borsista CNR e assistente
incaricato presso la cattedra di Filosofia teoretica a Milano; professore incaricato
di Filosofiaa Calabria. -- è stato professore incaricato di Storia delle
istituzioni e delle strutture sociali presso la Facoltà di Lettere e filosofia
di Bologna. Professore incaricato, professore incaricato stabilizzato e
professore associato di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze
Politiche di Milano. -- è stato professore straordinario di Filosofia
politica presso la Facoltà di Lettere e filosofia di Firenze. Professore
di Filosofia politica presso la Facoltà di Scienze politiche a Pavia. vicepreside
della Facoltà di Scienze politiche a Pavia; president della Facoltà di Scienze
politiche dell'Pavia; membro del Comitato direttivo della Scuola Superiore IUSS
di Pavia. rettore del Collegio Universitario Giasone del Maino di Pavia. direttore
del Centro Inter-Dipartimentale di Studi e Ricerche in Filosofia sociale a Pavia;
prorettore per la didattica dell'Pavia; componente del Consiglio di
amministrazione della Fondazione Romagnosi di Pavia e del Comitato scientifico
dell’European Centre for Training and Research in Earthquake Engineering presso
l'Pavia; parte del Consiglio d'amministrazione dell'Istituto italiano di
scienze umane di Firenze; vicedirettore dell'Istituto Universitario di Studi Superiori
di Pavia. Coordinatore dei corsi ordinari dell'Istituto Universitario di Studi
Superiori di Pavia. Dal al è prorettore vicario dell'Istituto
Universitario di Studi Superiori di Pavia. Professore di Filosofia
politica presso l'Istituto Universitario di Studi Superiori di Pavia.
Conclusa la sua carriera accademica nel, Veca attualmente insegna Filosofia
politica nelle Classi di Scienze umane e Scienze sociali dell'Istituto
Universitario di Studi Superiori di Pavia. Nella sua lunga carriera Veca
ha tenuto seminari e cicli di lezioni all'Cambridge (Christ's), a San Paolo,
all'Campinas, a'Bogotà, all'Evora, alla Sorbonne, all'Grenoble, all'Istituto
Universitario Europeo. Ha svolto un'intensa attività di consulenza e direzione
editoriale. Ha assunto, grazie a un invito del prof. Giuseppe Del Bo, la
direzione scientifica della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli di Milano presidente
della Fondazione Feltrinelli, promuovendo lo sviluppo del suo Centro di Scienza
politica. Direttore degli "Annali" della Fondazione, Veca ha
impegnato l'istituzione in una ampia gamma di attività di ricerca,
documentazione e pubblicazione nell'ambito della teoria politica e sociale
contemporanea che perseguono lo scopo di coniugare la tradizione della ricerca
storico-sociale con l'innovazione dei metodi e degli esiti della teoria normativa
e descrittiva della politica. Ha coordinato le attività del Seminario annuale
di Filosofia politica, promosso dalla Feltrinelli in collaborazione con il
Centro Studi Politici "Paolo Farneti" di Torino e la Scuola Normale
Superiore di Pisa. Nel 2000 avvia il progetto della “Biblioteca europea” della
Fondazione Feltrinelli, di cui è attualmente direttore. Nel è stato designato Presidente onorario della
Fondazione Feltrinelli ed è direttore scientifico del suo Laboratorio Expo -- è
inoltre stato condirettore di Aut Aut con E. Paci e P. Rovatti. Ha diretto la
collana Readings per l'Università della Casa editrice Feltrinelli, di cui è
consulente per la saggistica nel campo della filosofia e della teoria politica
e sociale; consulente della saggistica de il Saggiatore, di cui ha diretto, con
Marco Mondadori, la collana Theoria. Fa parte o ha fatto parte del
comitato scientifico o di direzione di riviste quali "Rassegna italiana di
sociologia", "Teoria politica", "Biblioteca della
libertà", "Transizione", "Etica degli affari",
"Iride", "European Journal of Philosophy", "Filosofia
e questioni pubbliche", "Reset", "Quaderni di Scienza
politica", "Il Politico", "Rivista di filosofia",
“Italianieuropei”. È attualmente direttore de “Il giornale di Socrate al caffè.
Bimestrale di cultura e conversazione civile; curatore scientifico della Carta
di Milano per Expo. Ruoli ed incarichi Fa parte del Comitato direttivo di
"Politeia", Centro per la ricerca e la formazione in politica ed
etica diMilano, di cui è stato uno dei fondatori. Comitato etico
dell'IstitutoEuropeo di Oncologia di Milano e del Comitato etico dell'Istituto
Mondino di Pavia; Comitato scientifico della Fondazione Rosselli di Torino; coordinatore
del Comitato Scientifico dell’Associazione per la ricerca e l'insegnamento
della filosofia, parte del Consiglio direttivo nazionale della Società
Filosofica italiana. È stato componente del Consiglio nazionale presso il
Ministero dei Beni culturali e ambientali; presidente dell'Associazione “I
quattro cavalieri” che ha promosso le attività dell’ensemble cameristico “I
solisti di Pavia”, diretto da E. Dindo.Comitato generale Premi della Fondazione
Balzan “Premio” di Milano. presidente della Fondazione Campus di Lucca; direttore
delle Scuole di formazione politica dell'Associazione “Libertà e giustizia; presidente
della Fondazione Paolo GrassiLa voce della culturadi Milano; Presidente del
Comitato Generale Premi della Fondazione Balzan di Milano; membro del Comitato
dei Garanti della Scuola Galileiana di Studi Superiori di Padova.
Dal è socio corrispondente residente
della Classe di Scienze morali dell'Istituto lombardo di scienze e lettere; consigliere
della Fondazione del Centenario della BSI di Lugano. Dal è membro del Comitato Scientifico della
Fondazione Gualtiero Marchesi. Accademico corrispondente non residente
della Classe di Scienze Morali dell'Accademia delle Scienze dell'Istituto di
Bologna; designato dall'Pavia quale Garante dei diritti degli student; presidente
della Casa della Cultura di Milano. Dal
è socio corrispondente non residente dell'Accademia delle Scienze di
Torino. membro effettivo dell'Istituto Lombardo di Lettere e Scienze e
componente del Comitato dei Garanti del FAI. Premio Castiglioncellosezione
di filosofiaper il libro Dell'incertezza e gli è stata conferita, con decreto
del Presidente della Repubblica, la medaglia d'oro e il diploma di prima
classe, riservati ai Benemeriti della Scienza e della Cultura. Ha ricevuto il
premio dell'Accademia di Carrara per il libro La filosofia politica. premio per
la filosofia “Viaggio a Siracusa” per La priorità del male e l'offerta
filosofica; premio “Ponte per la cultura” della Fondazione Europea Guido
Venosta per il libro Etica e verità; medaglia d'oro di benemerenza civica dal Comune
di Milano. Nella filosofia di Veca sono individuabili tre fasi
distinte. La prima fase della sua ricerca è stata dedicata a questioni di
teoria della conoscenza o di epistemologia. Pubblica “Fondazione e modalità in
Kant” e numerosi saggi su problemi di filosofia della logica, della matematica
e della fisica in Whitehead, Frege, Cassirer e Quine. Il centro di interesse
scientifico di Veca si sposta sulle teorie di Marx in rapporto alle scienze
economiche, sociali e politiche, delineando una seconda fase i cui esiti sono
formulati in “Marx e la critica dell'economia politica” e, soprattutto, “Il programma
scientifico di Marx.” Si impegna in un programma di ricerca nell'ambito
della filosofia politica influenzato dalla prospettiva della teoria normativa
della politica. Dopo “Le mosse della ragione,” introduce la discussione sulla
giustizia con “La società giusta” ed elabora e sviluppa la sua prospettiva
teorica in “Questioni di giustizia” e “Una filosofia pubblica.” Veca dedica un
saggio divulgativo agli esiti di questa fase della sua ricerca, “L'altruismo.” Gli
sviluppi successivi della sua ricerca, orientata al problema dei rapporti fra
teoria normativa e teoria descrittiva della politica e incentrata sulla
questione del pluralismo come fatto e come valore per la teoria democratica,
sono rinvenibile in “Libertà e eguaglianza.” Una prospettiva filosofica in
Progetto Ottantanove, nin Etica e politica e, in particolare in “Cittadinanza:
riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione.” Veca lavora alla stesura
di tre meditazioni filosofiche intorno a questioni di verità, giustizia e
identità, in cui estende la gamma dei suoi interessi teorici rispetto ai lavori
degli anni Ottanta. Sviluppando una serie di idee originariamente presentate in
Questioni di vita e conversazioni filosofiche, gli esiti di questa ricerca sono
contenuti in “L’incertezza.” Pubblica “L'idea di giustizia da Platone ad oggi.”
Pubblica un saggio di filosofia sociale e politica, “La lealtà civile: un
messaggio nella bottiglia” e un saggio dedicato alla interpretazione e alla
ricostruzione della teoria politica normative, “La filosofia politica.” Pubblica
“La penultima parola e altri enigmi. Questioni di filosofia” in cui sono
approfonditi alcuni esiti di Dell'incertezza ed è affrontata, nella prima
parte, la questione meta-teorica della relazione fra l'attività filosofica e la
sua storia nel tempo. Pubblica “Il bello e gli oppressi: ll'idea di giustizia” in
cui sono presentate alcune idee di base per una teoria della giustizia globale.
Presenta la sua prospettiva filosofica in un saggio divulgativo, “Il giardino
delle idee: passi nel mondo della filosofia.” Pubblica “La priorità del male e
l'offerta filosofica, in cui sviluppa e approfondisce le questioni di una
teoria della giustizia globale e mette a fuoco, fra l'altro, le connessioni fra
l'offerta di filosofia politica e le circostanze e i soggetti di politica.
Pubblica “Le cose della vita: congetture, conversazioni e lezioni personali,” in
cui estende l'esame delle questioni di vita, inteso come tentativo di
autoritratto, e lo connette al problema dell'eredità intellettuale, nel senso
della dimensione storica del sapere filosofico. Pubblica “Dizionario
minimo. Per la convivenza democratica,” in cui esamina e discute alcuni temi
fondamentali per l'interpretazione e la valutazione della forma di vita
democratica, sulla base di una tesi sulla natura della libertà democratica.
Pubblica “Etica e verità” in cui sono raccolti saggi incentrati sui rapporti
fra la crescita dell'impresa scientifica e i nostri criteri di giudizio etico,
e Quattro lezioni sull'idea di incompletezza, in cui presenta i primi risultati
di una ricerca filosofica sull'idea di incompletezza, messa a fuoco in distinti
domini di applicazione, quali quello della interpretazione, della
giustificazione e della dimostrazione. Pubblica “Incompletezza,” in cui
espone gli esiti delle sue ricerche filosofiche cercando di esplicitarne la
coerenza e la connessione con l’incertezza. In “L'immaginazione filosofica”
sviluppa la tesi conclusive del contributo all'idea di incompletezza e sullo
sfondo di una definizione delle principali linee della propria ricerca
filosofica. In “Un'idea di laicità” propone un argomento a favore della
laicità delle istituzioni e delle scelte sociali basato su un'interpretazione
della natura della libertà democratica e del fatto del pluralismo. In “Non
c'è alternativa. Falso!” mette a fuoco, in una prospettiva filosofica, alcuni
aspetti rilevanti della crisi economica strutturale e dei rapporti fra
capitalismo e democrazia rappresentativa. In “La gran città del genere
umano” tratta temi differenti accomunati dalla prospettiva globale “degli occhi
del resto d'umanità”. In “La barca di Neurath” affronta questioni
epistemologiche, normative e meta-filosofiche sullo sfondo dell’incertezza e
dell'incompletezza; curatore del volume degli Annali della Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli, Laboratorio Expo. “Il senso della possibilità, dove
Veca, raccogliendo intuizioni sviluppate in quegli anni nelle lezioni presso la
Scuola Superiore IUSS di Pavia, espone il suo interesse per la
l'interpretazione filosofica delle modalità. In particolare, le questioni
metafisiche delle modalità (specie il confronto tra mondo attuale e mondi
possibili, esaminando le differenti posizioni di Kripke, Lewis, e Armstrong)
costituirebbero la chiave di volta filosofica a cui si riconducono le questioni
normative ed ontologiche relative all'epistemologia, all'etica e alla politica
esposte nel saggio sull’incompletezza e sull’incertezza. In particolare, la
distinzione tra mondi possibili e realtà modale, che fornirebbe una fondazione alla
compatibilità tra costruttivismo griceiano e realismo, proposta in chiusura,
può considerarsi l'apertura di una nuova fase del pensiero di Veca, stavolta di
stampo prettamente metafisico, e che si ricollega peraltro all'interesse per le
modalità centrale nella sua opera prima. Altre opere: “Fondazione e
modalità in Kant” (Milano, Il Saggiatore); “Marx e le critiche dell'economia”
(Milano, Il Saggiatore); “Il programma scientifico di Marx” (Milano, Il
Saggiatore); “Le mosse della ragione” (Milano, Il Saggiatore); “La società
giusta: argomenti per il contrattualismo” (Milano, Il Saggiatore); “Crisi della
democrazia e neo-contrattualismo” (Roma, Riuniti); “Questioni di giustizia”
(Parma, Pratiche); “Co-operare e competere” (Milano, Feltrinelli); “Una
filosofia pubblica” (Milano, Feltrinelli); “L'Altruismo” (Milano, Garzanti); “Etica
e politica” (Milano, Garzanti); “Progetto Ottantanove” (Milano, Il Saggiatore);
“Cittadinanza. Riflessioni filosofiche sull'idea di emancipazione” (Milano,
Feltrinelli); “Questioni di vita e conversazioni filosofiche” (Milano, BUR,
Biblioteca Universale Rizzoli); “Questioni di giustizia. Corso di filosofia politica.
Torino, Einaudi, Europa Universitas. Tre
saggi sull'impresa scientifica europea, Milano, Feltrinelli, Filosofia,
politica, società. Annali di etica pubblica, Roma, Donzelli, L'Idea di giustizia da Platone a Rawls, Roma,
Laterza, Dell'incertezza. Milano, Feltrinelli, La politica e l'amicizia,
Milano, Edizioni lavoro, Della lealtà civile: un messaggio nella bottiglia.
Milano, Feltrinelli, La penultima parola e altri enigmi. Roma-Bari, Laterza, La
filosofia politica. Roma, Laterza, La bellezza e gli oppressi: sull'idea di
giustizia. Milano, Feltrinelli, Il
giardino delle idee. Quattro passi nel mondo della filosofia. Milano,
Frassinelli, collana "I libri di Arnoldo Mosca Mondadori", La priorità del male e l'offerta filosofica” (Milano,
Feltrinelli); Le cose della vita. Congetture, conversazioni e lezioni
personali. Milano, BUR, Biblioteca Universale Rizzoli, Dizionario minimo. Le
parole della filosofia per una convivenza democratica. Milano, Frassinelli, Quattro
lezioni sull'idea di incompletezza. Milano, La Scuola di Pitagora); “Etica e
verità” Milano, Giampiero Casagrande editore, collana "Attualità e
studi", L'idea di incompletezza. Quattro lezioni. Milano, Feltrinelli, Sarabanda. Oratorio in tre tempi per voce
sola. Milano, Feltrinelli, Kant. Milano,
Book Time, Tolleranza. Le virtù civili.
Milano, ASMEPA, L'immaginazione
filosofica” (Milano, Feltrinelli); “Un'idea di laicità. Bologna, il
Mulino, Ragione, giustizia, filosofia, scritti
scelti, Antonella Besussi e Anna E. Galeotti. Milano, Feltrinelli, Omnia
Mutantur. La scoperta filosofica del pluralismo culturale (Milano, Marsilio,.
Non c'è alternativa. Falso! Roma, Laterza,. La gran città del genere umano. Milano,
Mursia,. La barca di Neurath. SPisa, Scuola Normale Superiore,. Laboratorio
Expo. Milano, Fondazione Giangiacomo
Feltrinelli,. Il giardino di Camilla. Milano, Mursia,.
Responsabilità-Uguaglianza-Sostenibilità. Tre parole-chiave per interpretare il
futuro (Bologna, Dehoniane); Il senso della possibilità” Milano, Feltrinelli);
“Le virtù cardinali: prudenza, temperanza, fortezza, giustizia” (Roma,
Laterza), A proposito di Marx. Milano, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,.
Quasi un diario. Socrate al caffè. Milano, Casagrande, “ Qualcosa di sinistra.
Idee per una politica progressista. Milano, Feltrinelli,. Libertà. Roma,
Treccani. Cura, introdotto la filosofia di Rawls, Nozick, Dahl, Easton, Nagel,
Williams, Parfit, Putnam, Walzer, Berlin, Sen, Goodman, Arrow, Regan, Elster, Passmore,
Pontara, Dunn, Larmore, MacIntyre, Harsanyi, Hempel, Finetti, Meade, Dworkin,
Axelrod, Moore, Hampshire, Pettit, Spence, scrittore britannico Scuola di Milano. Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Socrate
al Caffè, su socrate.apnetwork. Biografia. Pavia. Centro di filosofia sociale Scritti
Pavia. Centro di filosofia sociale la teoria della giustizia RAI Filosofia Presentazione del volume
Ragione, Giustizia, Filosofia. Scritti in onore. Salvatore Veca. Keywords:
altruism, Hampshire, Hart, Grice, giustizia, cooperare e competere, altruismo –
ragione – virtu capitali -- Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Veca: la massima dell’altruismo conversazionale” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732292349/in/dateposted-public/
Grice e Vecchio: il kantismo contro
il positivismo di neo-Trasimaco (Bologna). Essential Italian philosopher. Interessi
principali: Etica, filosofia del diritto, filosofia politica. Influenzato a Bobbio.
Vecchio, eminente italiana filosofo del diritto del 20esimo secolo. Tra gli
altri ha influenzato lBobbio. Famoso per il suo libro giustizia. -- è stato
professore a Ferrara, Sassari, Messina, Bologna e Roma. Rettore a Roma. Inizialmente
aderito al fascismo, come molti filosofi del diritto in Italia (anche se lui
stesso rimosso dal l'ideologia fascista nella fase iniziale). Ha perso la sua
cattedra per due volte e per ragioni opposte: per mano dei fascisti perché era
un Ebreo, per mano di anti-fascisti perché era accusato di simpatizzare con il
fascismo all'inizio della sua carriera. Reintegrato nell'insegnamento durante
la seconda guerra mondiale, lavora con il Secolo d'Italia e la rivista Pages
libero (pubblicazione regia di Vito Panucci). Fa parte del comitato
organizzatore di INSPE, un Istituto di ricerca che negli anni Cinquanta e
Sessanta si era opposto alla cultura marxista, la promozione di conferenze
internazionali e pubblicazioni. Fondatore e direttore del giornale
internazionale di Filosofia del Diritto. Considerato tra i maggiori interpreti
del kantismo. Criticato il positivismo, affermando che il concetto di ‘ius’ non
può essere derivata dall'osservazione dei fenomeni giuridici. A questo
proposito, le sue convinzioni concordarono con una vertenza che si stava
svolgendo in Germania tra Filosofia, Sociologia e legale Teoria generale che
sembrava di ridefinire il "filosofia del diritto" a cui Vecchio ha
attribuito questi tre compiti: compito
logica: costruire il concetto di ‘legge’ -- compito fenomenologica, che
consiste nello studio del diritto come fenomeno sociale. Compito ontologico,
che esamina la natura del ‘giusto’ -- o l'essenza
del diritto come – dovere -- dovrebbe essere. Opere: “Senso giuridico, La
filosofico Presupposti del concetto di legge, Il concetto di legge, Il concetto
di natura e il principio di diritto, Sui principi generali della legge,
Giurisprudenza, Lezioni Filosofia del
diritto, La crisi della scienza del diritto, Storia della Filosofia del
diritto, Mutevolezza ed Eternità della legge, Gli studi sul diritto. Del
Vecchio, Giorgio treccani "Principi generali del diritto.” Vechio:
essential Italian philosopher. Grice: “Note that it is DelVecchio.” DelVecchio.
Vecchio. Keywords: neo-Trasimaco, Hart, ius, kantismo, positivism, giustizia,
il giusto. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS – Luigi Speranza,
“Grice, Hart, e Vecchio: il kantianismo dell’ ‘ius.’” https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732516490/in/dateposted-public/
Grice e Vedovelli – filosofia (Roma). Essential Italian philosopher.
Filosofo. Rettore a Siena, assessore alla cultura del Comune di Siena. Laureato
in filosofia a Roma è Professore a Siena, dove ha assunto la carica di Rettore.
Precedentemente ha svolto attività di ricerca e di docenza a Heidelberg,
Calabria, Roma, e Pavia. I suoi settori
di ricerca si muovono nell'ambito della glossologia, la semiotica, la
sociolinguistica e la linguistica acquisizionale. Ha introdotto il concetto di
lingua immigrata. Le sue ricerche si concentrano sull'insegnamento e
apprendimento delle lingue in contesto migratorio. È autore di un commento al Quadro comune
europeo di riferimento per l'insegnamento delle lingue e co-autore della
ricerca Italiano, indagine motivazionale sui pubblici dell'italiano all'estero,
realizzata sotto la guida di Mauro. È
stato il fondatore e primo direttore della Certificazione di Italiano come
Lingua Straniera, e del Centro di Eccellenza della Ricerca Osservatorio
linguistico dell'italiano diffuso fra stranieri e delle lingue immigrate in
Italia, istituiti a Siena. Opere: “Lessico
di frequenza dell'italiano parlato” (Milano, IBMEtas, Italiano, I pubblici e le motivazioni
dell'italiano diffuso tra stranieri, Roma, Bulzoni, Guida all'italiano per
stranieri. La prospettiva del Quadro comune europeo per le lingue, Roma,
Carocci, L'italiano degli stranieri,
Roma, Carocci, Lingua in giallo. Analfabeti, criminali, sordomuti,
certificazioni di lingua straniera, Perugia, Guerra, Storia linguistica
dell'emigrazione italiana nel mondo, Roma, Carocci, Siena Certificazione CILS
Linguistica educativa Glottodidattica Semiotica
Registrazioni di Massimo Vedovelli, su RadioRadicale, Radio Radicale. Vedovelli.
Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice
e Vedovelli” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732504270/in/dateposted-public/
Grice e Vegetti – il platonismo
oxoniense di Pater – filosofia (Milano). Essential
Italian philosopher. Filosofo. Professore a Pavia. Si laurea a Pavia con una
tesi, “La storiografia diTucidide,” quale alunno del Collegio Ghislieri. Libero
docente e successivamente professore incaricato in Storia della filosofia
antica, fu Professore di questa disciplina a Pavia dove ricoprì più volte il
ruolo di direttore nel Dipartimento di Filosofia. Fu docente presso la Scuola Superiore IUSS di
Pavia e la Scuola Europea di Studi Avanzati dell'Università degli Studi Suor Orsola
Benincasa di Napoli. Membro del Collegium Politicum e socio dell'Accademia di
Scienze Morali e Politiche di Napoli, e dell'Istituto Lombardo Accademia di
Scienze e Lettere. Vegetti condivise il
lavoro intellettuale e l'impegno sociale con Finzi. Vegetti si dedicò alla
filosofia greco-romana, secondo l'insegnamento del suo maestro Geymonat. Fa studi
sulla medicina e sulla biologia da Ippocrate a Galeno. Fu il primo in Italia a impartire un corso di
storia della filosofia antica che prendesse in considerazione i riferimenti
alla storia della scienza, particolarmente in ambito greco-romano. Nella
ricerca della connessione fra scienze e filosofia, seguì la metodologia di
Geymonat. Il campo d'indagine approfondito da Vegetti consistette nello studio
degli aspetti etici e politici della filosofia, in particolare il platonismo,
il aristotelismo, e lo stoicismo, in rapporto con l'ambito sociale ed ideologico
della cultura greco-romana. Relativamente all'etica, che assimila l'ordine
stabilito dalla legge morale e politica con l'ordine naturale insito nel
kósmos, l'universo ordinato, Vegetti ritenne che si configurasse per la prima
volta nell' “Iliade” proseguendo poi nella riflessione orfica-pitagorica
sull'anima. Apprezzato per i suoi studi su Platone, Aristotele, Ippocrate,
Galeno e sull'etica. Opere: “Il coltello
e lo stilo” (Il Saggiatore, Milano); “Tra Edipo e Euclide” (Il Saggiatore,
Milano); “L'etica degli antichi” (Laterza, Roma-Bari); “La medicina platonica” (Il
Cardo, Venezia); “La Repubblica platonica” (Napoli, Bibliopolis); “Il
platonismo” (ed. Einaudi); “Socrate incontra Marx. Lo Straniero di Treviri, ed.
Guida; “Guida alla lettura della Repubblica di Platone, Laterza, Roma-Bari); “Un
paradigma in cielo. Platone politico da Aristotele al Novecento, ed. Carocci.
Vegetti collabora in: “Marxismo e società antica” (Feltrinelli, Milano); “Oralità,
scrittura, spettacolo” Boringhieri, Torino, Il sapere degli antichi, Boringhieri, Torino, L'esperienza
religiosa antica, Boringhieri, Torino (con Gabriele Giannantoni) La scienza
ellenistica, Bibliopolis, Napoli, Le opere psicologiche di Galeno, Bibliopolis,
Napoli, Nuove antichità, "Aut Aut", "Dialoghi con gli antichi",
Sankt Augustio. Ha tradotto Ippocrate,
Opere, M. Vegetti, UTET, Torino, II edizione, Aristotele, Opere biologiche, D.
Lanza e M. Vegetti, UTET, Torino, II edizione, Galeno, Opere, I. Garofalo e M.
Vegetti, UTET, Torino, Platone, Repubblica, M. Vegetti, Libri I-III,
Dipartimento di Filosofia dell'Pavia, "Platone, Repubblica",
M.Vegetti, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, Milano. “Nell'ombra di Theuth: dinamiche
della scrittura in Platone, in Sapere e scrittura in Grecia, M. Detienne,
Laterza, Roma- Bari); “Tra il sapere e la pratica: la medicina ellenistica” in
Storia del sapere medico occidentale M. Grmek, Laterza, Roma-Bari. “L' idea del
bene nella Repubblica di Platone, in "Discipline filosofiche", Passioni
antiche: l'io collerico, in Storia delle passioni S. Vegetti Finzi, Laterza,
Roma- Bari. Curato inoltre, per Zanichelli, “Filosofie e società.” Biografia su
Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche, su emsf.rai. S. Vegetti Finzi, A. Celli, Fare società, ed.
Einaudi Entrambi collaboratori della
rivista Iride delle edizioni del Mulino. Biografia su Enciclopedia multimediale
delle scienze filosofiche, su emsf.rai. 6. Filosofo studioso di Platone, su corriere. G. Curci, Intervista alla prof.ssa Gastaldi,
in ricordo del maestro Vegetti, su necrologie.laprovinciapavese.gelocal. Enciclopedia
Treccani alla voce "Galeno" Intervista Antonio Carioti, "Critico
il Platone di Reale, il marxismo non c'entra", intervista di Mario
Vegetti, Corriere della Sera, Opere su openMLOL, Horizons Unlimited srl. Opere
di Mario Vegetti,. Pubblicazioni su
Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de
l'Innovation. Registrazioni su RadioRadicale,
Radio Radicale. L'etica e la filosofia antica, su emsf.rai. La retorica e la
persuasione, su emsf.rai. La medicina greca. Aristotele. I pitagorici.
Socrate., su emsf.rai. L'etica in Platone e Aristotele, su emsf.rai. Mario
Vegetti: il primato del filosofo per Aristotele, sul RAI filosofia, su filosofia.rai. Mario
Vegetti. Vegetti. Keywords: ariskant, plathegel. -- Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS, -- Luigi Speranza, “Grice e Vegetti e il platonismo
oxoniense di Pater” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732247714/in/dateposted-public/
Velino – I velini – Luigi Speranza (Velia). Grice: “”A = A,” Parmenides says,” “Le donne
sono le donne,” “La guerra è la guerra.” Enough to irritate an Italian
neo-non-parmenideian“One of the most important Italian philosophers, if only
because Plato dedicated a dialogue to him!”Grice. --
Parmenide Parmènide di Elea (in greco antico: Παρμενίδης, Parmenídēs;
Elea. Filosofo antico -- autore del poema Sulla natura. Viene considerato
il fondatore dell'ontologia, con cui ha influenzato l'intera storia della
filosofia occidentale. Fu il filosofo dell'essere statico e immutabile, in
contrasto col divenire di Eraclito, secondo il quale viceversa «tutto cambia». A
lui si deve la nascita della scuola eleatica a cui appartenevano anche Zenone (o
Senone nella grafia antica) di Elea e Melisso di Samo. La rivalità tra
Parmenide ed Eraclito è stata reintrodotta negli odierni dibattiti sulla
concezione del tempo,[ e della fisica moderna. Nacque a Velia, in Ascea, da una
famiglia aristocratica. Della sua vita si hanno poche notizie. Secondo
Speusippo, nipote di Platone, e chiamato dai suoi concittadini a redigere le
leggi di Ascea. Secondo Sozione e discepolo del pitagorico Aminia. Per altri fu
probabilmente discepolo di Senofane di Colofone. Ad Ascea fonda inoltre una
scuola, insieme al suo discepolo prediletto Zenone. Platone nel Parmenide
riferisce di un viaggio che Parmenide intraprese alla volta di Atene, dove
conobbe Socrate col quale ebbe una vivace discussione. L'unica opera di
Parmenide è il poema in esametri intitolato Sulla natura, di cui alcune parti
sono citate da Simplicio in De coelo e nei suoi commenti alla Fisica
aristotelica, da Sesto Empirico e da altri scrittori antichi. Di “Sulla natura”
ci sono giunti ad oggi diciannove frammenti, alcuni dei quali allo stato di
puro stralcio, che comprendono un proemio e una trattazione in due parti: La
via della verità e La via dell'opinione. Di quest'ultima abbiamo solo pochi
versi. Εἰ δ' ἄγ' ἐγὼν ἐρέω, κόμισαι δὲ σὺ μῦθον ἀκούσας, αἵπερ ὁδοὶ μοῦναι
διζήσιός εἰσι νοῆσαι· ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι, Πειθοῦς ἐστι
κέλευθος - Ἀληθείῃ γὰρ ὀπηδεῖ - , ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι,
τὴν δή τοι φράζω παναπευθέα ἔμμεν ἀταρπόν· οὔτε γὰρ ἂν γνοίης τό γε μὴ ἐὸν - οὐ
γὰρ ἀνυστόν - οὔτε φράσαις. ... τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι. Orbene io
ti dirò, e tu ascolta accuratamente il discorso, quali sono le vie di ricerca
che sole sono da pensare: l'una che "è" e che non è possibile che non
sia, e questo è il sentiero della persuasione (infatti segue la verità);
l'altra che "non è" e che è necessario che non sia, e io ti dico che
questo è un sentiero del tutto inaccessibile. Infatti non potresti avere
cognizione di ciò che non è (poiché non è possibile), né potresti esprimerlo. Infatti
lo stesso è pensare ed essere. Sostiene che la molteplicità e i mutamenti del
mondo sono illusori, e afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'essere:
immutabile, ingenerato, finito, immortale, unico, omogeneo, immobile,
eterno. La narrazione si snoda intorno al percorso intellettuale del
filosofo che racconta il suo viaggio verso la dimora della dea della Giustizia la
quale lo condurrà al cuore inconcusso della ben rotonda verità. La dea, in
quanto tutrice dell'ordine cosmico, e vista in tal senso anche come garante
dell'ordine logico, cioè del corretto filosofare. La dea gli mostra la via
dell'opinione, che conduce all'apparenza e all'inganno, e la via della verità
che conduce alla sapienza e all'essere (τὸ εἶναι). Pur non specificando cosa
sia questo essere, è il che per primo ne mette a tema esplicitamente il
concetto. Su di esso egli esprime soltanto una lapidaria formula, la più antica
testimonianza in materia, secondo la quale l'essere è, e non può non essere. Il
non-essere non è, e non può essere -- ἡ μὲν ὅπως ἔστιν τε καὶ ὡς οὐκ ἔστι μὴ εἶναι
… ἡ δ' ὡς οὐκ ἔστιν τε καὶ ὡς χρεών ἐστι μὴ εἶναι -- è, e non è possibile che
non sia … non è, ed è necessario che non sia» -- fr. 2, vv 3;5 - Simplicio,
Phys. 116, 25. Proclo, Comm. al Tim.). Con queste parole intende affermare che
niente si crea dal niente (ex nihilo nihil fit), e nulla può essere distrutto
nel nulla. Già i primi filosofi avevano cercato l'origine (o ἀρχή, archè) della
mutevolezza dei fenomeni in un principio statico che potesse renderne ragione,
non riuscendo a spiegarsi il divenire. Ma i cambiamenti e le trasformazioni a
cui è soggetta la natura, tali per cui alcune realtà nascono, altre scompaiono,
non hanno semplicemente motivo di esistere, essendo pura illusione. La vera
natura del mondo, il vero essere della realtà, è statico e immobile. A tali
affermazioni giunge promuovendo per la prima volta un pensiero basato non più
su spiegazioni mitologiche del cosmo, ma su un metodo razionale, servendosi in
particolare della logica formale di non-contraddizione, da cui si traggono le
seguenti conclusion. L'essere è immobile perché se si muovesse sarebbe soggetto
al divenire, e quindi ora sarebbe, ora non sarebbe. L'essere è uno perché non
possono esserci due esseri: se uno è l'essere, l'altro non sarebbe il primo, e
sarebbe quindi non-essere. Allo stesso modo per cui, se A è l'essere, e B è
diverso da A, allora B non è: qualcosa che non sia Essere non può essere, per
definizione. L'Essere è eterno perché non può esserci un momento in cui non è
più, o non è ancora: se l'essere fosse solo per un certo periodo di tempo, a un
certo momento non sarebbe, e si cadrebbe in contraddizione. L'essere è dunque
ingenerato e immortale, poiché in caso contrario implicherebbe il non essere. La
nascita significa essere, maa anche non essere prima di nascere. La morte
significa non essere, ovvero essere solo fino a un certo momento. L'essere è
indivisibile, perché altrimenti richiederebbe la presenza del non-essere come
elemento separatore. L'essere risulta così vincolato dalla necessità (ἀνάγχη),
che è il suo limite ma al contempo il suo fondamento costitutivo. La
dominatrice necessità lo tiene nelle strettoie del limite che lo rinserra tutto
intorno; perché bisogna che l'essere non sia incompiuto. L'essere secondo
Parmenide: privo di imperfezioni e identico in ogni sua parte come una sfera paragona
l'Essere a una sfera perfetta, sempre uguale a se stessa nello spazio e nel
tempo, chiusa e finita (per gli antichi greci il finito era sinonimo di
perfezione). La sfera è infatti l'unico solido geometrico che non ha differenze
al suo interno, ed è uguale dovunque la si guardi; l'ipotesi collima
suggestivamente con la teoria della relatività di Einstein che dice: «Se
prendessimo un binocolo e lo puntassimo nello spazio, vedremmo una linea curva
chiusa all'infinito» in tutte le direzioni dello spazio, ovvero,
complessivamente, una sfera (per lo scienziato infatti l'universo è finito
sebbene illimitato, fatto di uno spazio tondo ripiegato su se stesso). Fuori
dell'essere non può esistere nulla, perché il non-essere, secondo logica, non
è, per sua stessa definizione. Il divenire attestato dai sensi, secondo cui gli
enti ora sono e ora non sono, è una mera illusione (che appare ma in realtà non
è). La vera conoscenza dunque non deriva dai sensi, ma nasce dalla ragione. Non
c'è nulla di errato nell'intelletto che prima non sia stato negli erranti
sensi» è la frase che d'ora in poi sarà attribuita a Parmenide. Il pensiero è
dunque la via maestra per cogliere la verità dell'Essere: «ed è lo stesso il
pensare e pensare che è. Giacché senza l'essere … non troverai il pensare», a
indicare come l'Essere si trovi nel pensiero. Pensare il nulla è difatti
impossibile, il pensiero è necessariamente pensiero dell'essere. Di
conseguenza, poiché è sempre l'essere a muovere il pensiero, la pensabilità di
qualcosa dimostra l'esistenza dell'oggetto pensato.Tale identità immediata di
essere e pensiero, a cui si giunge scartando tutte le impressioni e i falsi
concetti derivanti dai sensi, abbandonando ogni dinamismo del pensiero,
accomuna Parmenide alla dimensione mistica delle filosofie apofatiche
orientali, come il buddhismo, il taoismo e l'induismo. Una volta stabilito che
l'Essere è, e il non-essere non è, restava tuttavia da spiegare come nascesse
l'errore dei sensi, dato che nell'Essere non ci sono imperfezioni, e perché gli
uomini tendano a prestare fede al divenire attribuendo l'essere al non-essere.
Parmenide si limita ad affermare che gli uomini si lasciano guidare
dall'opinione (δόξα), anziché dalla verità, ossia giudicano la realtà in base
all'apparenza, secondo procedimenti illogici. L'errore in definitiva è una
semplice illusione, e dunque, in quanto non esiste, non si può trovargli una
ragione. Compito del filosofo è unicamente quello di rivelare la nuda verità
dell'Essere nascosta sotto la superficie degli inganni. Il tema sarà ripreso da
Platone che cercherà una soluzione al conflitto tra l'essere e il molteplice;
per sciogliere il dramma umano costituito dal senso greco del divenire (per cui
tutto muta) che si scontra con una ragione, altra dimensione fondamentale della
grecità, che è portata a negarlo, Platone concepirà il non-essere non più alla
maniera di Parmenide staticamente e assolutamente contrapposto all'essere, ma
come diverso dall'essere in senso relativo, nel tentativo di dare una
spiegazione razionale anche al tempo e al molteplice. Il rigore logico di
Parmenide gli valse inoltre l'appellativo di "venerando e terribile"
da parte di Platone. La fiducia di Parmenide in un sapere completamente dedotto
dalla ragione, e viceversa la sua totale sfiducia nei confronti dei sensi e di
una conoscenza empirica, fa di lui un filosofo profondamente
razionalista. Parmenide e la scuola di Elea Parmenide ne "La
scuola di Atene", affresco di Raffaello Sanzio Parmenide fu il fondatore
della scuola di Elea, dove ebbe vari discepoli, il più importante dei quali fu
Zenone. Il metodo usato dagli eleati era la dimostrazione per assurdo, con cui
confutavano le tesi degli avversari giungendo a dimostrare la verità
dell'Essere, nonché la falsità del divenire e delle impressioni dei sensi, per
una "impossibilità logica di pensare altrimenti".Stupiva i
contemporanei un ragionamento che scaturiva dalla radicale contrapposizione
essere/non-essere e da un'immediata conseguenza del principio di
non-contraddittorietà dell'essere e del pensiero, teorizzato in seguito da
Aristotele come evidenza prima e indimostrabile alla ragione senza la quale
diverrebbe impossibile qualsiasi conoscenza necessaria-filosofica, restando
solo il mondo dell'opinione. Parmenide e gli eleati si contrapponevano
soprattutto al pensiero di Eraclito, loro contemporaneo, filosofo del divenire
che basava la conoscenza interamente sui sensi. Nella prospettiva della storia
della filosofia, sarà quindi Hegel a concepire l'essere in maniera radicalmente
opposta a Parmenide. Anche l'atomismo democriteo intese contrapporsi alla
teoria eleatica dell'Essere (che aveva cercato una soluzione al problema
dell'archè negando alla radice un fondamento originario al divenire),
presupponendo gli atomi e uno spazio vuoto, diverso dagli atomi, in cui essi
potessero muoversi, ipotizzando in un certo senso una convivenza di essere e
non-essere. In seguito furono i sofisti a cercare di confutare il
pensiero degli eleati, opponendo al loro sapere certo e indubitabile (επιστήμη,
epistéme) sia il relativismo di Protagora, sia il nichilismo di Gorgia. Uno dei
maggiori problemi sollevati da Parmenide riguardava in particolare
l'impossibilità di oggettivare l'Essere, di darne un predicato, di sottrarlo
all'astrattezza formale con cui egli l'aveva enunciato, e che sembrava
contrastare con la pienezza totale del suo contenuto. Fu seguendo questa strada
che Platone, nel tentativo di risolvere il problema, approderà al mondo delle
idee. L'interpretazione della "doxa" Giovanni Reale ha elencato
le diverse interpretazioni contemporanee sullo statuto e il significato
dell'opinione ed il suo rapporto con la verità. Accanto ad una lettura che le
vede contrapporre radicalmente, ne esiste una diversa, che Reale appoggia,
secondo cui l'opinione (δόξα, doxa) non è da intendersi in Parmenide come
negazione assoluta della verità, ma come un modo improprio di accostarsi ad
essa. Non si tratterebbe cioè di puro non-essere, della via dell'errore
scartata a priori, ma di una terza possibilità in cui i fenomeni (δοκοῦντα,
dokùnta) sarebbero entità pensabili e quindi plausibili, se non altro come
manifestazioni esteriori del fondamento occulto e autentico dell'Essere. Nelle
parole della Dea, infatti, Parmenide è chiamato a conoscere anche «le opinioni
dei mortali, in cui non è certezza verace; eppure anche questo imparerai: come
l'esistenza delle apparenze sia necessario ammetta colui che in tutti i sensi
tutto indaga». Si tratta di un'interpretazione condivisa in varia misura anche
da Hans Schwabl, Mario Untersteiner, Giorgio Colli, Luigi Ruggiu, sebbene
respinta da altri, che farebbe di Parmenide un anticipatore della futura
ontologia platonica, mentre i suoi discepoli avrebbero invece mantenuto una
concezione più rigorosa dell'essere, quella tradizionalmente attribuita agli
eleati. Tra le filosofie volte al recupero del pensiero classico in chiave
attuale, in direzione del quale si sono mossi specialmente gli studi di Martin
Heidegger e di Gustavo Bontadini, l'opera di Emanuele Severino si segnala come
una parziale ripresa della dottrina di Parmenide, e viene perciò definita
«neoparmenidismo». In particolare nel suo scritto Ritornare a Parmenide,
Severino intende proporre un'originale reinterpretazione delle categorie
fondamentali del pensiero moderno alla luce della rigorosa logica dell'Eleate. Secondo
Platone in Parmenide, 127a-c. ^ Secondo la cronologia di Apollodoro di Atene
che colloca la sua ἀκμή (l'acmé, il quarantesimo anno dell'età, ritenuto dai
dossografi antichi il punto più alto della vita e dell'attività filosofica)
nella XLIX olimpiade, datata al 504-1 a.C. (Diogene Laerzio, IX, 23). Dopo che fu
scoperta in uno scavo ad Ascea un'erma acefala con l'iscrizione Πα[ρ]μενείδης
Πύρητος Οόλιάδης φυσικός (Parmenide figlio di Pirete medico degli Uliadai),
dove Parmenide viene cioè indicato come capo della scuola medica eleata degli
Ούλιάδαι, si ritrova in seguito la testa-ritratto con barba qui raffigurata,
con la base del collo adattata ad essere sovrapposta in un'erma del tipo di
quella precedentemente ritrovata con l'iscrizione citata. Altri ritengono
invece che questa scultura riproduca il busto del filosofo epicureo Metrodoro
di Lampsaco (M. G. Picozzi, Parmenide, Enciclopedia dell'arte antica Treccani).
Logos: rivista internazionale di
filosofia, Bartelli & Verando I paradossi di Zenone sul movimento vennero
enunciati proprio per argomentare la posizione filosofica di Parmenide. Luigi
Lugiato, L'uomo e il limite, Milano, FrancoAngeli, Secondo Platone in
Parmenide, op.cit. Diogene Laerzio, IX, 21. ^ Così Plutarco, Contro
Colote, 32, 1126 A. Fra questi Aristotele, (Metafisica A 5, 986b, 22) e Platone
(Sofista, 242d) e così anche Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, IX, 21. ^ I
presocratici, a cura di G. Giannantoni, Bari 19756. ^ Platone, Parmenide, 128
B. ^ Simplicio, De cœlo 556, 25. Simplicio, In Aristotelis Physica commentaria.
^ Sesto Empirico, Adversus mathematicos, libro VII. ^ Finito non da intendersi come imperfetto
perché per la mentalità antica il segno di perfezione è la compiutezza, il
finito. L'infinito vorrebbe dire che non è completo, che gli manca qualcosa
quindi imperfetto. Sul tema del viaggio in Parmenide si veda quest'intervista a
Luigi Ruggiu, tratta dall'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche. Fr.
1, v. 29, della raccolta I presocratici di Diels/Kranz. ^ Anna Jellamo, Il
cammino di Dike: l'idea di giustizia da Omero a Eschilo, Roma, Donzelli. Sull'ipotesi
che la dea della Giustizia fosse interpretata da Parmenide in un significato
nuovo, filosofico, cfr. Hermann Fränkel, Wege und Formen Frühgriechischen
Denkens. Literarische und Philosophiegeschichtliche Studien, München, Beck,
1960, p. 162 segg., per il quale essa veniva ora vista come dea della
«giustezza» o «esattezza» (dikaiosyne), preludio di quella platonica. Sulla
Dike "filosofica" cfr. anche Karl Deichgräber, Parmenides' Auffahrt
zur Göttin des Rechts, Untersuchungen zum Prooimion seines Lehrgedichts, 11,
Magonza. La nascita della parola "filosofia" è molto controversa, in
quanto ha diverse accezioni. Già anticamente, così come altri termini composti
col suffisso "philo-" (cfr. P. Hadot, Che cos'è la filosofia antica?,
Torino, Einaudi) essa indicava una passione, una tensione (φίλος, fìlos) verso
il sapere (σοφία, sofìa). Secondo Antonio Capizzi, tuttavia, Parmenide non era
un filosofo nel senso etimologico, in quanto più che al "sapere per il
sapere" propendeva per le applicazioni politiche del sapere, ma la
questione è tutt'altro che definitiva. Principio enunciato da Melisso e poi
reso in latino da Lucrezio, ma implicitamente presente nel frammento 8 di
Parmenide (cfr. Réginald Garrigou-Lagrange, La sintesi tomistica, Fede &
Cultura, 2015. ^ «Il principio di non-contraddizione, introdotto da Parmenide
per rivelare l'essere stesso, la verità essenziale, fu successivamente
impiegato come strumento del pensiero logicamente cogente per qualsiasi
affermazione esatta. Sorsero così la logica e la dialettica» (K. Jaspers, I
grandi filosofi, tr. it., Longanesi, Milano). ^ Fr. 8, v. 30-32, della raccolta
Diels/Kranz. ^ Albert Einstein si espresse tra l'altro in maniera
sorprendentemente simile a Parmenide, in quanto anch'egli tendeva a negare la discontinuità
del divenire e il suo svolgimento nel tempo. Secondo Popper, «grandi scienziati
come Boltzmann, Minkowski, Weyl, Schrödinger, Gödel e, soprattutto, Einstein
hanno concepito le cose in modo similare a Parmenide e si sono espressi in
termini singolarmente simili. La materia, secondo Einstein, si curverebbe su se
stessa, per cui l'universo sarebbe illimitato ma finito, simile ad una sfera, che
è illimitatamente percorribile anche se finita. Inoltre Einstein ritiene che
non abbia senso chiedersi che cosa esista fuori dell'universo» (Ernesto Riva,
Manuale di filosofia). Alexius Meinong, proprio come Parmenide, difese ad
esempio l'idea che anche «la montagna d'oro» (titolo di un romanzo
fantascientifico) sussista poiché se ne può parlare. Fr. 3, v. 1, Diels/Kranz. Sull'analogia
tra la posizione parmenidea e le filosofie dell'Oriente, cfr. Emanuele Severino.
Il Poema, le fonti, le interpretazioni, su filosofico.net. Cfr. anche
l'intervista al professor Emanuele Severino (Venezia, Museo Correr, Biblioteca
Marciana) in Parmenide su Emsf.rai.it. ^ Platone, Teeteto, 183e. ^ Un famoso
esempio si ha nelle aporie note come paradossi di Zenone. ^ Si veda La
filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico, di Eduard Zeller, trad. di R.
Mondolfo Eleati, a cura di Giovanni Reale, Firenze, La Nuova Italia, nuova
edizione a cura di Giuseppe Girgenti, Milano, Bompiani, 2011. ^ «Dunque,
Parmenide ha esposto un'"opinione plausibile", oltre a quella
fallace, e ha cercato, a suo modo, di dar conto dei fenomeni» (G. Reale, Storia
della filosofia antica, I, Vita e Pensiero, Milano). Fr. 1, vv. 31-33, trad. di
G. Reale. Hans Schwabl, Sein und Doxa bei Parmenides, «Wiener Studien», Mario
Untersteiner, La Doxa di Parmenide, in Parmenide. Testimonianze e frammenti,
Sansoni, Firenze Giorgio Colli, Physis kryptesthai philei, ed. dell'Ateneo,
Roma Luigi Ruggiu, Saggio introduttivo e
commentario filosofico, in Parmenide. Poema sulla natura: i frammenti e le
testimonianze indirette, Rusconi, Milano Di origine evidentemente iranica sarebbe il
dualismo luce-tenebre che per Parmenide sta alla base della dóxa, mentre
sarebbe addirittura di origine indiana il carattere puramente apparente da lui
attribuito al mondo sensibile (sostenuto dalla corrente Samkya delle Upanishad
nella famosa dottrina del "velo di Maya", ripresa da Arthur
Schopenhauer nel XIX secolo), e lo stesso viaggio del filosofo al cospetto
della dea, esposto nel proemio del Poema parmenideo, ricorderebbe i viaggi
degli sciamani asiatici (Martin Litchfield West, La filosofia greca arcaica e
l'Oriente, Il Mulino, Bologna, 1993). ^ In esso, tuttavia, Severino afferma
dapprima di aver compiuto il secondo grande "parmenicidio", dopo
quello di Platone: Parmenide svaluta e quindi annulla i fenomeni, ma questi
appaiono, quindi esistono e, se esistono, non divengono, ma tutti sono eterni.
In secondo luogo Severino usa la logica parmenidea per confutare l'etica e la
fede in Dio: poiché il divenire non esiste, non sarebbero possibili la libera
scelta morale e l'esistenza di un Creatore che tragga l'essere dal nulla,
creandolo ex nihilo. Bibliografia Fonti Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei
più celebri filosofi, Testo greco a fronte, a cura di Giovanni Reale con la
collaborazione di Giuseppe Girgenti e Ilaria Ramelli, Milano, Bompiani, 2005
Edizioni e traduzioni Pilo Albertelli, Gli Eleati: testimonianze e frammenti,
Bari, Laterza, 1938 Renzo Vitali, Parmenide d'Elea. Peri physeos, una ricostruzione
del Poema, Faenza, Lega, 1977 Giovanni Reale, Luigi Ruggiu, Parmenide. Poema
sulla natura, Milano, Rusconi, 1991 Giovanni Cerri, Parmenide. Poema sulla
natura, Milano, BUR, 1999 Albino Nolletti, Che cos'è l'Essere di Parmenide:
spiegazione di un enigma filosofico Testo greco a fronte, Teramo, La Nuova
Editrice, 2004 I presocratici. Prima traduzione integrale con testi originali a
fronte delle testimonianze e dei frammenti di Hermann Diels e Walther Kranz, a
cura di Giovanni Reale, Milano, Bompiani, 2006 Mario Untersteiner, Eleati.
Parmenide, Zenone, Melisso. Testimonianze E Frammenti Testo greco a fronte,
Milano, Bompiani, 2011 Studi Emanuele Severino, Ritornare a Parmenide [1964],
in Essenza del nichilismo, pp. 19–61, Paideia, Brescia 1972 Carlo Diano,
Parmenide in Studi e saggi di filosofia antica (successivamente ne Il pensiero
greco da Anassimandro agli Stoici, Bollati Boringhieri, 2007 e 2018) Luigi
Ruggiu, Parmenide, Venezia, Marsilio 1975 Antonio Capizzi, Introduzione a
Parmenide, Laterza, Roma-Bari 1975 Antonio Capizzi, La porta di Parmenide. Due
saggi per una nuova lettura del poema, Edizioni dell'Ateneo, Roma 1975 Guido
Calogero, Studi sull'eleatismo [Roma], La Nuova Italia, Firenze 1977 Edward
Hussey, I presocratici, trad. di L. Rampello, Mursia, Milano 1977 Klaus
Heinrich, Parmenide e Giona. Quattro studi sul rapporto tra filosofia e
mitologia, Guida, Napoli 1988 Giovanni Casertano, Parmenide il metodo la
scienza l'esperienza, Loffredo, Napoli Karl Popper, Il mondo di Parmenide. Alla
scoperta dell'illuminismo presocratico, Piemme, Casale Monferrato Martin
Heidegger, Parmenide, a cura di F. Volpi, Adelphi, Milano 1999 Hans-Georg
Gadamer, Scritti su Parmenide, a cura di G. Saviani, Filema, Napoli Giorgio
Colli, Gorgia e Parmenide. Lezioni Adelphi, Milano Néstor-Luis Cordero, By
Being, It is. The Thesis of Parmenides, Parmenides Publishing, Las Vegas Massimo
Pulpito, Parmenide e la negazione del tempo. Interpretazioni e problemi, LED,
Milano 2005 Andrea Sangiacomo, La sfida di Parmenide. Verso la Rinascenza, Il
Prato, Padova 2007 Michele Abbate, Parmenide e i neoplatonici. Dall'Essere
all'Uno e al di là dell'Uno, Edizioni dell'Orso, Alessandria Ugo di Toro,
L'enigma Parmenide. Poesia e filosofia nel proemio, Aracne, Roma 2010 Franco
Ferrari, Il migliore dei mondi impossibili. Parmenide e il cosmo dei
Presocratici, Aracne, Roma 2010 Massimo Donà, Parmenide. Dell'essere e del
nulla, Alboversorio, Milano Donato Sperduto, Il divenire dell'eterno, Aracne,
Roma. Dizionario di filosofia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2009.
Modifica su Wikidata Parmènide (filosofo), su sapere.it, De Agostini. Spiegazione
dell'enigma dell'Essere di Parmenide, su parmenide.info. Emanuele Severino. Il
Poema, le fonti, le interpretazioni, su filosofico.net. Emanuele Severino:
Parmenide, su raiscuola.rai.it. (EL) "Sull'Essere" recitato in greco
antico ricostruito, su podium-arts.com. (EN) Un'ampia lista degli studi
dedicati a Parmenide su parmenides.com. (EN) Parmenides and the Question of
Being in Greek Thought, su ontology.co. con una bibliografia annotata degli
studi recenti e delle edizioni critiche. Università di Stanford. efs.: H. P.
Grice, “Negation and privation,” “Lectures on negation,” Wiggins, “Grice and
Parmenides”. Parmenide. Keywords. Refs.: Luigi Speranza, “Il parmenideismo
italiano,” Luigi Speranza, "Grice e
Parmenide," per il Club Anglo-Italiano, The Swimming-Pool Library, Villa
Grice, Liguria, Italia.
Grice e Velia -- Zenone – i veliani – Luigi Speranza (Velia). Filosofo. f.
senofane, parmenide -- Velia -- (or as
Strawson would prefer, Zeno). Sometimes
spelt ‘Senone’ "Senone *loved* his native Velia. Vivid evidence of the cultural impact of Senone's arguments in Italia is
to be found in the interior of a red-figure drinking cup (Roma, Villa Giulia,
inv. 3591) discovered in the Etrurian city of Falerii. It depicts a heroic
figure racing nimbly ahead of a large tortoise and has every appearance of
being the first known ‘response’ to the Achilles (or Mercurio, Ermete) paradox.
“Was ‘Senone’ BORN in Velia?”that is the question!”Grice. Italian philosopher, as as such, or as
Grice prefers, ‘senone’ -- Zenos paradoxes. “Since Elea is in Italy, we can say
Zeno is Italian.”H. P. Grice. “Linguistic puzzles, in nature.” H. P. Grice. four paradoxes relating to space
and motion attributed to Zeno of Elea fifth century B.C.: the racetrack,
Achilles and the tortoise, the stadium, and the arrow. Zeno’s work is known to
us through secondary sources, in particular Aristotle. The racetrack paradox.
If a runner is to reach the end of the track, he must first complete an
infinite number of different journeys: getting to the midpoint, then to the
point midway between the midpoint and the end, then to the point midway between
this one and the end, and so on. But it is logically impossible for someone to
complete an infinite series of journeys. Therefore the runner cannot reach the
end of the track. Since it is irrelevant to the argument how far the end of the
track is it could be a foot or an inch
or a micron away this argument, if
sound, shows that all motion is impossible. Moving to any point will involve an
infinite number of journeys, and an infinite number of journeys cannot be
completed. The paradox of Achilles and the tortoise. Achilles can run much
faster than the tortoise, so when a race is arranged between them the tortoise
is given a lead. Zeno argued that Achilles can never catch up with the tortoise
no matter how fast he runs and no matter how long the race goes on. For the
first thing Achilles has to do is to get to the place from which the tortoise
started. But the tortoise, though slow, is unflagging: while Achilles was
occupied in making up his handicap, the tortoise has advanced a little farther.
So the next thing Achilles has to do is to get to the new place the tortoise
occupies. While he is doing this, the tortoise will have gone a little farther
still. However small the gap that remains, it will take Achilles some time to
cross it, and in that time the tortoise will have created another gap. So
however fast Achilles runs, all that the tortoise has to do, in order not to be
beaten, is not to stop. The stadium paradox. Imagine three equal cubes, A, B,
and C, with sides all of length l, arranged in a line stretching away from one.
A is moved perpendicularly out of line to the right by a distance equal to l.
At the same time, and at the same rate, C is moved perpendicularly out of line
to the left by a distance equal to l. The time it takes A to travel l/2
relative to B equals the time it takes A to travel to l relative to C. So, in
Aristotle’s words, “it follows, Zeno thinks, that half the time equals its
double” Physics 259b35. The arrow paradox. At any instant of time, the flying
arrow “occupies a space equal to itself.” That is, the arrow at an instant
cannot be moving, for motion takes a period of time, and a temporal instant is
conceived as a point, not itself having duration. It follows that the arrow is
at rest at every instant, and so does not move. What goes for arrows goes for
everything: nothing moves. Scholars disagree about what Zeno himself took his
paradoxes to show. There is no evidence that he offered any “solutions” to
them. One view is that they were part of a program to establish that
multiplicity is an illusion, and that reality is a seamless whole. The argument
could be reconstructed like this: if you allow that reality can be successively
divided into parts, you find yourself with these insupportable paradoxes; so
you must think of reality as a single indivisible One. Senza
le premesse di tale discussione e problematica si precisano chiaramente nei
finissimi argomenti di Zenone di Velia, diseepolo e difensore di Parmenide, in
cui si vede bene il taglio netto tra l'essere che è e in cui tutto si annulla,
e il mondo umano costruito dall'uomo stesso. All'inizio del “Parmenide” Platone
narra che una volta, durante le grandi Panatenee, Parmenide e Zenone vennero ad
Atene. Parmenide era allora molto innanzi negli anni, tutto bianco, ma
d'aspetto bello e nobile, e aveva circa sessantacinque anni. Zenone si
avvicinava allora ai quaranta anni, di grande statura e bell'uomo (Parmenide,
127b). Platone dice, poi, che in quell'occasione Zenone lesse un saggio che
scrive per difendere la tesi di Parmenide, ma k:he quel libro egli compose per
amor di polemica e che per giunta un tale glielo aveva sottratto, per cui,
Platone fa dire a Zenone. Nnon ebbi neppure il ternpo di pensare se fosse o no
il caso di darlo alla luce (128a). Platone, forse, per dare avvio alla sua
discussione, probabil-mente nei confronti dell'eleatismo megarico, si
riallaccia di proposito a Zenone e a Parmenide mettendoli in rapporto con Socrate,
allora giovanissimo, quel Socrate di cui poi i megarici furono discepoli. Può
darsi, dunque, che Platone forza la notizia di Zenone ad Atene insieme a
Parmenide, in un'epoca, il 455-450, in cui sembra difficile, per ragioni
cronologiche, che Parmenide sia potuto venire ad Atene, o avesse circa
sessantacinque anni. Nulla vieta, invece, di pensare che lui sia stato
effettivamente ad Atene, anche se in epoca diversa, e che sia nato tra il 500 e
il 490. Discepolo di Parmenide, Zenone nacque ad Elea nel 500/490. ·Platone
(Parmenide, 127b) narra che nel 452 circa Zenone, venuto con Parmenide ad
Atene, aveva circa quaranta anni. Tutte le fonti lo presentano come uomo
prestante e altamente intelligente, che prese attiva parte alla vita politica
della sua città, dove sarebbe eroicamente morto combattendo il tiranno Ncarco,
quando, preso da Nearco e torturato, per non parlare si spezza la lingua con i
denti, sputandola addosso al tiranno. Sembra che la struttura originaria del
saggio di Zenone (o dei suoi saggi) fosse antinomica, e che [Altro punto
sospetto è che Platone dice che il saggio che Zenone scrive e stato fatto
circolare senza il permesso dell'autore. Potrebbe questo essere indice che
Platone, in effetto, non espone la tesi vera di Zenone, anche se, nella
finzione del dialogo, lui stesso approvi, con qualche riserva, il sunto che dei
punti salienti dà Socrate. Platone, nel Parmenide tende a dimostrare
l'impossibilità di pensare l'essere di Parmenide che porta dietro di sé
l'altrettanta impossibilità di pensare i molti, onde, postici sul piano di
Parmenide, risulta impossibile il discorso, un qual- sivoglia giudizio. Non
interessa ora la soluzione di Platone e il suo tentativo di poter pensare l'essere
come dialetticità corrispondente alla dialetticità del pensiero, per cui si
rendeva possibile porre un tutto oggettivo. come ordine dialettico e misura su
cui scandire, attraverso la conoscenza di sé, lo stesso ordine politico. È
tuttavia importante sottolineare che nei confronti dell'uno di Parmenide e delle
opere di lui (che accettando l'ipotesi di Parmenide e anche accettando che
l'uno di Parmenide si può, all'estremo, ritenere assurdo, vuoi dimostrare che
altrettanto assurdo è porre unità accanto a unità, come i pitagorici, quando si
ritenga che queste siano realtà per sé e non puri nomi), la polemica di Platone
chiarifica quella che storicamente dev'essere stata l'aporia fondamentale in
cui doveva trovarsi il lettore del saggio di Zenone. In verità - abbietta
Zenone nel Parmenide di Platone - questo mio saggio vuol essere in certo modo
una difesa della dottrina di Parmenidc contro quelli che cercano di metterla in
ridicolo sostenendo che la tesi dell'esistenza dell'uno va incontro a molte
conseguenze ridiwlc c contraddittorie. Vuole confutare perciò questo mio saggio
quelli che asseriscono l'esistenza dei molti c render loro la pariglia e anche
di piu, cercando di mostrare che la loro ipotesi dell'esistenza dei. molti va
incontro a conseguenze ancor piu ridicole di quella dell'uno se si vuole andare
in fondo alla ricerca (l28c-d). In effetto qui Platone corregge la sua prima
affermazione che Zenone e Parmenide avessero detto la stessa cosa ("dite
su per giu la cosa medesima ": 128b}, e per i suoi intenti lascia cadere
la precisazione di Zenone. Ma ciò è fondamentale, perché, in genere, è con
questi abili accenni che Platone distingue quello che a lui importa da quello
che accantona, ma che corrisponde, quasi sempre, alla verità storica. Zenone,
quaranta fossero gli argomenti contro la tesi che sostiene il molteplice e il
moto. Platone che vede in lui il difensore dell"Uno di Parmenide, lo
chiamò il "palamede eleatico" (Fedro, 26ltl). ] dunque, sarebbe
parmenideo alla rovescia. Egli accetterebbe che l'uno tutto di Parmenide porti
alla finale contraddizione dell'impensabilità - proprio sulla via del pensiero
- dell'uno stesso. Solo che la facile critica dell'annullarsi dell'uno deve
tener presente che, ammessa la esistenza dei molti, di punti accanto a punti,
come enti reali, si cade nelle stesse contraddizioni di chi pone l'uno. Zenone
non dice mai cosa sia l'Essere. Zenone nega che posti i molti come esistenti,
sul piano logico i molti esistano, confermando cosi la tesi parmenidea che i
molti in quanto tali, in quanto definizioni, non sono che puri nomi. Ammessa,
dunque, pitagoricamente, l'esistenza di punti reali costituenti le cose,
bisogna necessariamente ammettere che ciascuna di tali unità in quanto punto ha
una grandezza, anche se minima, onde in ogni punto vi sono infiniti punti e
quindi ogni punto-unità sarà infinitamente grande; se il punto poi non ha
gradezza, poiché le cose si costituiscono come aventi grandezza per l'unione
dei punti, come sarà mai possibile che punti senza grandezza diano luogo a
grandezze? n punto dunque, se non ha grandezza, non è (fr. l, 2). Ancora:
ammesse piu cose costituite di punti, esse saranno ad un tempo in numero finito
e infi.t;lito, il che è contraddittorio: saranno in numero finito, perché non
possono essere piu o meno di quante sono; infinito perché tra l'una e l'altra
ve ne sarà un'altra ancora, e tra questa e l'altra un'altra ancora all'infinito
(fr. 3). Ancora: ammessa la molteplicità di cose reali per sé, bisogna
ammettere o che sono continue, onde la molteplicità si annulla nella
continuità, che, essendo divisibile all'infinito, è costituita di infiniti
punti a loro volta divisibili all'infinito, fino al nulla; oppure che ogni
cosa, limitando l'altra, occupa uno spazio e si distingue dal- l'altra per uno
spazio: ma allora ogni spazio in quanto luogo implica un altro luogo e cosi
all'infinito, sino all'unico luogo cioè l'uno, cioè il nulla (Aristotele,
Fisica, 209a-210b; Simplicio, Fisica, 140, 34, 562, 1). Entro questa linea
rientra anche il cosiddetto argomento del grano di miglio. Un grano o la
decimillesima parte di un grano di miglio fa rumore: ora se fra un grano di
miglio e un medimmo c'è proporzione, vi sarà proporzione anche tra i suoni, per
cui se un medimmo di miglio fa rumore lo farà anche un solo grano (Aristotele,
Fisica, 250a~ 19; Simplicio, Fisica, 1108, 18), ma ciò non avviene.
Evidentemente quest'ultimo argomento rientra nei termini dei primi. Se l'uno, o
la totalità, è impensabile irrelativamente, altrettanto impensabili sono i
molti qualora si pongano quali realtà accanto a realtà. Nessuna parte del
molteplice costituirà il limite ultimo e nessuna sarà senza una relazione con
un'altra" (fr. 1). Poiché i molti sono impensaolli, se non. determinati
come variazione di quantità di un CONTINUO, e poiché IL CONTINUO si può
rappresentare come retta all'infinito, fino al nulla, i molti, se posti come
realtà per sé, non sono. Cosi nell'ipotetica retta (nulla è pensabile se non in
quanto estensione ed estensione che si qualifica) altrettanto inconcepibile è
il moto, o meglio la possibilità dello spostamento e del passaggio da punto a
punto, ché, dato, ad esempio, un segmento AB, tra A e B posta una metà A',
necessariamente tra A e A', vi sarà una metà A" e cosi vita all'infinito –
eis apeiron -- (argomento della dicotomia, cioè della divisione in due: Aristotele,
Fisica, 233a, 239b, 263a; Simplido, Fisica, 1013; 4). Evidentemente non vi è
allora passaggio tra un ipotetico primo punto A e il punto della linea accanto
ad A, onde si può dire che Achille piè veloce" (in A) non raggiungerà mai
la tartarugà che sia un passo avanti (in A"), ché, in effetto,
logicamente, né l'uno né l'altra si muovono (argomento dell'Achille: cfr.
Aristotele, Fisica, 239b; Simplicio 1013, 31), tanto piu che la linea, essendo
costituita d'infiniti punti, è divisibile all'infinito, e quindi, all'infinito,
si annulla. Analogamente LA FRECCIA non raggiungerà mai il bersaglio, dovendo
percorrere l'infinito e rimanendo sempre ferma al punto di partenza (argomento
della freccia: cfr. Aristotele, Fisica, 239b; Simplicio, Fisica, 1015, 19; Filopono,
Fisica, 816, 30; Temistio, Fisica, 199, 4). Infine, dei presunti quaranta
argomenti con i quali Zenone avrebbe dimostrato la contraddittorietà in cui
pone o l'esperienza sensibile o la definizione dei dati che implicano la
molteplicità o il movimento, abbiamo l'argomento detto dello stadio.
Considerando in uno stadio un punto mobile che va ad una certa velocità, se lo
si considera rispetto ad un punto fermo andrà, ad esempio, a dieci chilometri
l'ora, se lo si considera invece rispetto a un altro punto mobile che vada alla
sua stessa velocità in senso opposto, quello stesso mobile va a venti
chilometri all'ora. Il quarto argomento - dice Aristotele - è quello delle due
serie di masse uguali che si muovono in senso contrario nello stadio, lungo
altre masse uguali, le une cioè a partire dalla fine dello stadio, le altre
dalla metà, con velocità uguale; la conseguenza è che la metà del tempo è
uguale al doppio (Fisica, 239b; cfr. anche Simplicio, Fisica, 1016, 9 sgg). I
celebri argomenti sul movimento, con cui, accettata la premessa che esiste il
moto, con ferrea consequenzialità, di deduzione in deduzione, si dimostra
come-sul piano logico, contraddicendosi, non si possa se non negare il moto
(onde, appunto, Aristotele, secondo Diogene Laerzio, VIII, 57, nel “Sofista”
andato perduto - ha potuto dire che lui e padre della DIALETTICA, come arte del
confutare), ci sono rimasti attraverso le discussioni e le critiche di
Aristotele. Non sappiamo, in effetto, se tali argomenti fossero proprii del suo
saggio, ché le fonti precedenti, ivi compreso Platone (che fa intravedere solo
gli argomenti contro l'esistenza della molteplicità), ne tacciono. Certo gli
argomenti sul movimento potevano essere conseguenza di quelli sulla pluralità,
che, portando a dimostrare l'intraducibilità della fisica in termini
logico-matematici, per l'impensabilità del CONTINUO SPAZIALE, portavano anche a
rendere impensabile il continuo temporale-spaziale su cui si determinano,
definendoli, i punti-geometrici, i cui rapporti di movimento divenivano
rapporti spaziali e, quindi, ancora una volta impensabili o contraddittori. La sua
polemica sembra quindi rivolta sia contro i punti- cose dei primi pitagorici (o
se si vuole contro la riduzione a numeri interi delle cose da parte dei primi
pitagorici), supponendo i numeri irrazionali, sia contro l'impossibilità di
ridurre le esperienze della vita, della mutevolezza, alla sfera della ragione e
dei numeri, senza perdere in puri nomi quella stessa vitalità. Le conseguenze
della discussione di Zenone, tenendo presenti certe posizioni a lui
contemporanee o immediatamente posteriori - lasciando da parte le implicazioni
che vi hanno veduto certi storici, riferendo le sue tesi ad alcune delle
concezioni della matematica e della fisica moderna, - sembrano potersi indicare
nei seguenti punti: l. impossibilità di ridurre la fisica in termini
matematici; 2. conseguente impossibilità di pensare, e quindi di definire, sia
l'essere come totalità, sia la molteplicità; 3. consapevolezza che ogni
ricostruzione matematica è valida, in quanto ipotetica e che altrettanto
ipotetica è ogni ricostruzione fisica. Sul piano storico si determinano cosi:
posizioni diverse, a seconda di quale aspetto della problematica, impostata da
Zenone, veniva approfondito. O si insistito sul continuo giungendo a risolvere
e ad annullare i molti (che restano come determinazioni valide su di un piano
puramente linguistico) nel continuo stesso, cioè nell'infinita unità (Me-
lisso); o si è risolto l'uno su di un piano puramente matematico, per cui l'uno
non è nessuno dei punti della serie, né il pari né il dispari, ma la
possibilità dell'uno e dell'altro, e che nell'opposizione-armonia dà luogo a
un'ipotesi logica che spiega un'ipotesi fisica (Crotone e Taranto); o si è
assunta l'ipotesi fisica del continuo divisibile all'infinito in infiniti punti
ognuno dei quali, infinito, ha in sé tutte le infinite possibilità, gl'infiniti
semi vitali, onde in ogni punto tutto è tutto (Anassagora); o si è fatta
l'ipotesi che gli infiniti punti, proprio perché infiniti e quindi escludenti
un passaggio dall'uno all'altro all'infinito costituiscono infiniti limiti,
d'onde una infinita serie di limiti, d'indivisibili (atomi) implicanti nel
limite una separazione, cioè un altro limite come vuoto (Leucippo, che fu
discepolo di Zenone, e Democrito). Infine, se da un lato la sua problematica portava
a impostare l'intelligibilità del reale non come afferrante la struttura in sé
del reale stesso, ma come ipotesi o fisica o matematica, dall'altro lato
portava, nella consapevolezza dell'impossibilità logica dell'Essere o del
divenire, della Verità, a rimanere sul piano dell'opinione c del discorso
umani, entro i termini dello stesso mondo dègli uomini e dei loro rapporti
(Protagora, Gorgia). Senone di Velia. Keywords: reductio ad absurdum,
alievo di Parmenide di Velia, scuola di Velia, scuola di Crotone, i veliati, i
veliani, Adorno. Refs.: H. P. Grice, “Zeno’s sophisma;” Luigi Speranza, "Senone e
Grice," “Grice e Zenone” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice,
Liguria, Italia. #velia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420384541306840 #griceevelia
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Grice e Venanzio – filosofia
italiana – Luigi Speranza -- Essentail Italian philosopher.
Filosofo. Luigi Carrer. Pietose esequie per lui
si celebrarono nella Basilica di San Marco, e il dolore apparve su tutti i
volti, qual era in tutti i cuori, solenne e profondo; ed il Municipio di
Venezia gli decretò sepoltura propria ed iscrizione monumentale nel comunale
cimiterio. Così quella feconda vita innanzi tempo si spense e la gloria
dell'estinto ormai più non dura che nella memoria delle sue virtù e nella
splendida bellezza delle sue opere. Sventura acerbissima! che privò la patria
di un cospicuo decoro e tolse alla italiana letteratura di cogliere il pieno
frutto dei nobili studj di un tanto scrittore, ed a questo di godere più a
lungo, dopo i sofferti infortunj, il meritato riposo e e ben conseguite
ricompense. (dal Comentario della vita e delle opere di Carrer, in Carrer,
Poesie (Le Monnier, Firenze). Sulla eccellenza dei prosatori. Chiunque alle
prime origini ed alle rarie vicende della italiana letteratura volga la mente,
scorgerà dì leggieri, che ogni epoca di essa è renduta dalle altre singolare da
pregi non solo segnalati in se stessi, ma eziandio ai progressi della
letteratura medesima in partìcolar modo accomodati; cosicché, mentre le altre
nazioni la maggior loro gloria in un solo secolo ripongono, la nostra può a
giusto diritto di molti egualmente vantarsi. Amore ardentissimo di patria, zelo
di libertà e quel senso squisito del bello che alla prima aurora della civiltà
corse a risvegliare gli animi per lungo sonno inoperosi, mossero i nostri padri
del trecento a fondare la lingua e la letteratura italiana; e tanta fu la
fiamma allora accesa nei petti sdegnosi dell'antica barbarie, che sursero ad un
tratto quei miracoli di sapere e d'ingegno, Dante, Petrarca, e Boccaccio; ai
quali tenne dietro la onorata comitiva dei Villani, dei Cavalca, dei Passavanti,
dei Compagni, e di parecchi illustri Volgarizzatori, dalle cui scritture la
purissima vena discorre dell'italiano favellare. E nella eccelsa carriera, dappertutto, ed
alla testa di tutti si mostra il Galileo; spirito che più che a decoro della sua
patria e del suo secolo parve nato a lume ed a stupore dell'universo. Ch'egli
pensò e previdde come Bacone, ma con alacrità inoltrossi pel sentiero che
quegli aveva soltanto additato; dubitò come Cartesio, ma alle opinioni rivocate
in dubbio non sostituì come quello vane chimere e sognate ipotesi; osservò e
scoprì come Newton; ma la progressione dei tempi riservò al filosofo inglese il
vanto di dare il suo nome al grande sistema per cui l'italiano aveva in gran
parte approntato i materiali. Imperciocchè dopo avere in terra stabilite le
leggi della caduta dei gravi, delle velocità, delle resistenze, delle percosse,
e dopo aver per così dire valutati i corpi in numero, peso e misura, colla
pupilla armata del telescopio da lui forse inventato e certamente perfezionato
speculò arditamente nel cielo, ed ivi con invitta forza stabilì l'impero del
sole ed il nostro mondo gli rese soggetto, vide valli e monti nella luna, vide
di nuove stelle risplendere il firmamento, e Giove che prima per solitaria via
moveva deserto fornì d'astri seguaci, ed il vaghissimo volto di Venere a
seconda dei tempi e delle vicende fece che in vari aspetti ai cupid'occhi si
mostrasse: felice! chè le opere ed i trovati mostrarono quanto in lui vi fosse
di divino, le sole sventure quanto di mortale. Il Dizionario della Crusca è il
solo da cui e precettori e discepoli trar possano norme e soccorsi, serbiamo
con ogni cura intatta la fede e la dignità di questo libro reverendo; e non
feriamone l'autorità coll'arme del ridicolo. Gli alti pensieri, lo stile
acconcio e severo e le scelte ed accresciute parole costituiscono le qualità
distintive delle prose dei buoni scrittori del seicento; per le quali la lingua
italiana giunse in quel secolo ad un vigore e ad un nerbo, che fra le splendide
pompe e le floride eleganze del secolo antecedente non aveva forse saputo
acquistare. A niuno inferiore e superiore a molti è Redi, e sia che il proprio
animo manifesti nella epistolare corrispondenza, sia che della inferma salute
de' suoi ammalati discorra, sia ch'espenga le sue gravissime osservazioni alla
istoria naturale pertinenti, sia che si applichi ad illustrare la patria
favella ed a risolverne le più sottili questioni, dagli altri di lunga mano si
distingue per la spontanea leggiadria con cui le scritture condisce senza
renderle affettate o leziose, per le grazie ingenue e festive di cui le sparge,
pel patrimonio prezioso di schiette e adequate parole di cui le arricchisce,
esoprattutto per certi ritorcimenti e per certe giudiziose piegature con cui
nuovi significati e vaghezza nuova alle voci radicali sa dare. Girolamo Venanzio, Sulla eccellenza dei
prosatori, in Memorie scientifiche e letterarie dell'Ateneo di Treviso, Andreola,
Treviso. Venanzio. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft, MS –
Luigi Speranza, “Grice e Venanzio” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51732463585/in/dateposted-public/
Grice e Vera – l’idealismo italiano – filosofia
italiana (Amelia). Essential Italian philosopher. Senatore
del Regno d'Italia Legislature XIII. Filosofo. Grice: “One of my favourite
unpublications is “Absolutes,” which took its inspiration from a little tract
by Vera which was especially influential on Flaubert, “Il problema
dell’assoluto.” Strawson remarked: “it was a boojum, you see!” -- Fu senatore
del Regno d'Italia nella XIII legislatura. Compì i suoi studi alla
Sapienza di Roma, terminandoli alla Sorbona di Parigi. Mostrò subito un immenso
talento per l'insegnamento, caratterizzato da lucidità di esposizione e genuino
spirito filosofico, reggendo dal 1839 al 1850 svariate cattedre in città
importanti della Francia e della Svizzera. Il colpo di Stato di Napoleone
III lo costrinse a rifugiarsi in Inghilterra a causa delle sue idee eterodosse.
Qui intraprese la stesura in francese dell’“Introduzione alla filosofia” di Hegel.
Tornò in Italia, riuscendo a diventare il più geniale e originale comunicatore
della filosofia di Hegel, insegnando storia della filosofia dapprima all'Accademia
di Milano, e poi, su invito di Francesco De Sanctis, a Napoli. Continuò a
intrattenere scambi fecondi con la Società Filosofica di Berlino e con gli
ambienti hegeliani tedeschi e francesi. Divenne socio nazionale dell'Accademia
dei Lincei. Fu suo fedelissimo allievo Mariano. E durante i suoi
studi con Cousin a Parigi che Vera arriva a conoscere la filosofia, risentendo
fortemente dell'hegelismo allora in voga, di cui divenne in Italia promotore
indiscusso. Si deve infatti a Vera il risveglio in Italia dell'interesse
per la filosofia idealista ed hegeliana in particolare, anche se egli godette
di maggior fortuna all'estero, mentre ebbe un influsso molto minore in patria
rispetto a quello esercitato ad esempio dai lavori di Spaventa. A differenza di
Spaventa, infatti, che reinterpretò la filosofia di Hegel in chiave critica,
Vera si mantenne sostanzialmente fedele al dettato ortodosso della dottrina
hegeliana. Nelle sue opere, che esaltano la capacità di Hegel nel
collegare ogni aspetto della realtà in un sistema organico, prevale l'attenzione
per il problema religioso. Vera interpreta l'idea logica hegeliana in senso
trascendente, come il concetto di ‘dio,’ venendo per questo accostato in certa
misura alla Destra Hegeliana in Germania, sebbene una tale lettura possa
apparire una forzatura. Centrale è il primato dell'idea, che si articola
nella storia come organismo spirituale, e per attingere la quale occorre
trascendere la natura. L'idea esiste bensì anche nelle piante e negli animali,
ma in maniera incosciente. Solo nell'essere umano – la persona -- essa giunge a
pensarsi come idea, divenendo in tal modo storia, e rendendo possibile anche il
progresso delle entità collettive di personi che sussistono come una nazione. Finché
una nazione vive nella sfera del suo essere sensibile e animale, essa non si
muove. Essa ripete ogni giorno la stessa vita e gli stessi eventi. Essa prova
sempre gli stessi bisogni. Che se non fosse possibile trascendere questa sfera,
la storia stessa non sarebbe possibile. Queste poche considerazioni ci spingono
adunque a riconoscere con più pieno convincimento che solo l'idea o l'assoluto
è il motore della nazione e dell'umanità, ovvero il principio determinante della
storia” (“Introduzione alla filosofia della storia, Le Monnier, Firenze). La
sua “Introduzione alla filosofia di Hegel” ha influenzato Flaubert nella
stesura di Bouvard e Pécuchet. In Italia invece è stato determinante per
aver stimolato, insieme a Spaventa, la nascita dell'idealismo con Croce e
Gentile. Il suo saggio filosofico più famoso è “Il problema dell'assoluto.”
Si dedica anche a tematiche giuridiche e politiche su Cavour con Libera Chiesa
in libero Stato, in cui attribuiva il ritardo del processo di rinnovamento
liberale in Italia alla mancanza, durante il suo Rinascimento, di una Riforma
luterana come quella d'oltralpe. Tesi in latin: “ Platonis, Aristotelis
et Hegelii: de medio termino doctrina. Quaestio philosophica. Opere: “Amore e filosofia:
orazione inaugurale nel solenne riaprimento dell'Accademia, Milano); “La pena
di morte” (Napoli); “Prolusioni alla storia della filosofia e alla filosofia della
storia” (Napoli); “Ricerche sulla scienza speculativa e sperimentale” (Napoli);
“La filosofia della storia” (Firenze); “Il Cavour e libera Chiesa in libero
Stato” (Napoli); “Problema dell'assoluto” (Napoli); “Platone e l'immortalità
dell'anima” (Napoli); “Saggi
filosofici” (Napoli). Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e
Lazzaronastrino per uniforme ordinaria Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio
e Lazzaro. Enciclopedia Italiana. Vera, su treccani. La Civiltà cattolica, Firenze, libraio L.
Manuelli). Sträter osserva in proposito che Augusto Vera «sembra la degna riproduzione
italo-francese di quel tipo a cui in Germania usiamo dare il nome di vecchi
hegeliani o anche di ortodossi di stretta osservanza» (cit. in Tortora, Le
filosofie italiane, de "Le
filosofie contemporanee", Università degli Studi Federico II di Napoli). La
rinascita hegeliana a Napoli, su eleaml.altervista.org. Lezioni di A. Vera, raccolte e pubblicate con
l'approvazione dell'autore da R. Mariano, cLe Monnier, Firenze, Revue Flaubert,
L'escatologia pitagorica nella tradizione occidentale, su rito simbolico. G. Cotroneo,
Filosofia e storiografia, Rubbettino Editore, R. Mariano, Introduzione alla filosofia della
storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore
da Raffaele Mariano, Firenze, Le Monnier, 1869 Giovanni Gentile, Augusto Vera e
l'ortodossismo hegeliano, in Le origini della filosofia contemporanea in Italia, Messina, Enciclopedia Italiana, Roma,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani, Armando Plebe, Spaventa e Vera,
Torino, Edizioni di Filosofia, Guido Oldrini, Gli hegeliani di Napoli. Augusto
Vera e la corrente ortodossa, Milano, Feltrinelli); T. Cricelli, Vera e la
filosofia hegeliana, Il Testo. Treccani Enciclopedie, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Vera, in
Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vera, su Senatori
d'Italia, Senato della Repubblica. Vita
e opere di Augusto Vera, su paolomalerba. Introduzione alla filosofia della
storia. Lezioni di A. Vera raccolte e pubblicate con l'approvazione dell'autore
da R. Mariano, Firenze Le Monnier. Augusto Vera. Vera. Keywords. Refs.: Luigi
Speranza, “Grice e Vera” – The Swimming-Pool Library. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701723999/in/photolist-2mPkhvE-2mLLZRD-2mLP9qE-2mLGod1-2mLLwjC-2mLGRht-2mKEyBA-CntuMM-kLb4Rq-hSTpSd
Grice e Vercellone – il bello e
l’estetico – filosofia italiana – Luigi Speranza (Torino). Essentail Italian
philosopher. Filosofo. La filosofia di Vercellone si svolge inizialmente
intorno all’ermeneutica e il concetto di ‘classico’ – as in English ‘classy’,
in Loeb’s classy library --. Anche il nichilismo. La sua “Introduzione al
nichilismo” edito da Laterza, Roma-Bari. Continuando a muoversi intorno al rapporto tra
estetica ed ermeneutica, il suo percorso filosofico verte in seguito su ambiti
decisivi: il rapporto tra temporalità
storica e coscienza estetica, la dispersione dell'estetico; il problema del
‘pulcer’ (‘il bello’) (“Oltre il bello” – Castiglioncello, Bologna, Il Mulino);
e il concetto di ‘immagine’. Soprattutto quest'ultima linea occupa le sue
ricerche orientate sull'idea di un “radicamento estetico”. Vercellone è Professore a Torino e direttore
del Centro Inter-Universitario Inter-Dipartimentale di Ricerca sulla Morfologia
dell’Udine (dal È stato Presidente dell’Associazione Italiana degli Studiosi di
Estetica) e Vice-Presidente della Società Italiana di Estetica. Collabora con
La Stampa. Altre opere: “Identità dell' ‘antico’ – (drawing from the antique”)
– il concetto di ‘classico’” (Torino,
Rosenberg & Sellier); “Apparenza e interpretazione” (Milano, Guerini e
Associati); “Pervasività dell’arte: Ermeneutica
ed “estetizzazione” del mondo della vita” (Milano, Guerini); “Nature del tempo.
Novalis e la forma poetica del romanticismo Tedesco” (Milano, Guerini); “Estetica
dell’Ottocento, Bologna, Il Mulino); “Storia dell’estetica moderna e
contemporanea (Bologna, Il Mulino); “Morfologie del Moderno” (Genova, Il
Melangolo); “Lineamenti di storia dell’estetica. La filosofia dell’arte da Kant
al XXI secolo” (Bologna, Il Mulino); “Pensare per immagini. Tra scienza e arte”
(Milano, Mondadori); “Le ragioni della forma, Milano-Udine, Mimesis); “Dopo la
morte dell'arte, Bologna, Il Mulino); “Il futuro dell'immagine, Bologna, Il
Mulino); “Simboli della fine, Bologna, Il Mulino. Morte dell'arte e rinascita dell'immagine.
Saggi in onore di Vercellone, Roma, Aracne. M. Perniola, Estetica italiana
contemporanea, Bompiani; D’Angelo, L’estetica italiana. Dal neoidealismo a
oggi, Laterza, E. Franzini, Immagini del moderno, in A. Bertinetto, G. Garelli,
Morte dell'arte e rinascita dell'immagine. Saggi in suo onore , Roma, Aracne. G. Vattimo, L'arte è morta, anzi no: è
"dopo", Repubblica,A. Bertinetto, G. Garelli, Morte dell'arte e
rinascita dell'immagine. Saggi in onore di Federico Vercellone. M. Belpoliti, “Tra bello e brutto non c'è più
differenza” La Stampa, R. Bodei, “Là dove rinasce il Bello” Il Sole 24 Ore, R.
Bodei, Salto nel vuoto dell'immagine, Il Sole 24 Ore, I. Mattazzi, Aprire lo
sguardo. Stili della visione in grado di agire sul reale, Il Manifesto; M.
Vallora, Nelle torri di Kiefer per trovare un senso in mezzo alle rovine, La
Stampa, Università degli Studi di Torino. Vercellone. Keywords: bello,
estetico, immagine. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Vercellone: l’estetico e il bello’ – The Swimming-Pool
Library, Villa Speranza, Liguria. https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731789298/in/dateposted-public/
Grice e Verdiglione – la congiura
degl’idioti -- filosofia
(Caulonia). Essential Italian philosopher. Filosofo. Grice: “I like
Verdiglione; my favourite: his “La congiura degli idioti” – I have used the
Greek root which Boezio translated as ‘proprium’ twice in my seminar on
implicature: the first to refer to ‘kick the bucket’ as a ‘recognised idiom’ –
idioma in Latin and idIoma, with stress on the i, in the Grecian; but more
importantly – since ‘recognised by who?’ – in the next session I referred to a
conversationalist using a one-off signaling which I referred to as a
‘signalling idiolect.’ Yes, Speranza and I can be pretty idiosyncratic!” -- Vincitore
di una borsa di studio nel Collegio Augustinianum, studia a Milano, dove si è
laureato con una tesi sulla filosofia semiotica di Pirandello. Formatosi con Lacan,
pubblica con le case editrici Marsilio, Rizzoli, Feltrinelli e Sugarco, con cui
collabora. Per quest'ultima dirige la collana "Bordi". Traduce la
raccolta di testi Scilicet di Lacan per Feltrinelli e il Seminario XXII. Con la
sua casa editrice, Spirali, pubblica testi come la traduzione del Malleus Maleficarum,
Il martello delle streghe, il manuale dell'Inquisizione per la caccia alle
streghe, e in seguito, sempre per le edizioni Spirali, pubblica alcuni testi di
Bruno, come “Le ombre delle idee” e “Cabala del cavallo pegaseo.” Traduce per
Feltrinelli libri che in Francia animano il dibattito in ambito culturale, come
il saggio di Irigaray Speculum. L'altra donna edito da Feltrinelli nella
traduzione di Muraro, il saggio di Mannoni Educazione impossibile. Introduce in
Italia Kristeva; incontra anche Oury, fondatore assieme a Guattari della
clinica La borde, di cui pubblica i libri Creazione e schizofrenia, Psicosi e
logica istituzionale. “Il collettivo”, Babele e la Pentecoste. La Borde e la
scrittura della psicosi, La psicosi e il tempo. Traduce sempre per Feltrinelli
l'edizione del libro di Jean-Goux, Freud, Marx: economia e simbolico. Fonda il
Movimento Freudiano e l'attività editoriale che si chiamerà Spirali Edizioni.
Con la casa editrice Spirali, pubblica autori come Daniel, Lévy, Glucksmann, Halter, Arrabal, Grillet.
Esce in edicola il primo numero del mensile Spirali. Giornale di cultura, a cui
segue l'edizione francese Spirales, Il Secondo Rinascimento. Verdiglione e il
Collettivo “Semiotica e psicanalisi” organizzano a Milano, in cinque sedi
differenti, il Congresso internazionale "Sessualità e politica"
seguito dai media italiani. Partecipano molte filosofi. Sempre con il
Collettivo “Semiotica e psicanalisi”, organizza il congresso “La follia”, che
si svolge in più sedi, tra cui il Palazzo dei Congressi e il Museo della
scienza e della tecnica. Il congresso è seguito dalla stampa di vari paesi.
Intanto, inventa la “cifre-matica,” la cosiddetta scienza della parola.
Nell'Enciclopedia Rizzoli Larousse viene così definita la cifrematica:
«dottrina della parabola intesa come ‘cifra’”.
Dottrina elaborata da Verdiglione e utilizzata all'interno di esperienze
di conversazione, lettura, ecc. Secondo la cifrematica ogni parabola può essere
analizzata secondo la sua logica idiomatica – cfr. Grice, “Idioma, not
language” -- o la sua qualità cifratica, come ‘cifrema.’ C’e logica idiomatica
della relazione, dello stigma, della funzione, della operazione, e della
dimensione). C’e tre 'strutture' (struttura sintattica, struttua frastica e struttura
pragmatica – o griceiana) secondo cui ogni expression – idioma -- può essere 'de-cifrata.’ E a Milano, su invito
di Verdiglione Ionesco. In un'assemblea di intellettuali e lettori, c’e un
convegno organizzato da lui, portando la testimonianza della sua vita e della
sua attività filosofica, documentata nel libro Una vita di poesia. La sua
Università internazionale del Secondo Rinascimento acquista dalla famiglia
Borromeo la Villa di Senago e il parco, lasciati in uno stato di abbandono per
oltre vent'anni. I nuovi proprietari decidono pertanto di avviare un primo
importante restauro che mira alla salvaguardia stessa del bene. Il restauro si
è protratto nel tempo, fedele a criteri conservativi, con la collaborazione di
ingegneri, esperti, architetti, tecnici, storici e filologi che hanno lavorato,
insieme, sotto la direzione della Soprintendenza ai beni Ambientali ed
Architettonici di Milano. L'attività editoriale prosegue quanto già avviato
e si indirizza soprattutto sulla dissidenza, in particolare romanzieri.
Pubblica libri di Bukovskij, Zinovev, Naghibin, Maksimov e molti altri.
L'interesse per la dissidenza lo porta a pubblicare saggisti come Suvorov, gli
ambasciatori russi in Italia Adamishin, Jurij, il teorico della perestrojka Jakovlev,
e l'ex ministro per l'energia e leader dell'opposizione di destra Nemtsov. Oltre
agli autori, pubblica dissidenti provenienti da tutto il pianeta. In questa
direzione sono stati organizzati i convegni internazionali Festival della
modernità che propongono, in ciascuna edizione, diverse tematiche
(scrittura, libertà, politica...). In questi anni prosegue il lungo
processo di restauro della Villa San Carlo Borromeo di Senago, restituendo
all'edificio la sua originaria bellezza e trasformandolo in un Palazzo del
turismo culturale e artistico, nella sede dell'Università internazionale del
Secondo Rinascimento e della casa editrice Spirali. In questi anni, la Villa è
sede di congressi, di corsi, di seminari, di riunioni di enti pubblici e
privati, italiani e stranieri, di un museo permanente e di un museo per grandi
mostre. Verdiglione ha totalizzato 10 anni e 6 mesi di carcere per reati
vari. È stato condannato a quattro anni e due mesi per truffa, tentata
estorsione e circonvenzione di incapace. Dopo un patteggiamento è stato
condannato a un anno e quattro mesi. Nel
è stato di nuovo condannato in primo grado a nove anni (e la moglie a
sette) per associazione a delinquere, frode fiscale, truffa alle banche e allo
Stato; in seguito la pena è stata ridotta a cinque anni. In tale occasione ha
causato sofferenze bancarie per 73,4 milioni: 18,3 sono in capo a Intesa
Sanpaolo, altri 25,9 milioni a Banca Etruria. Truffa, tentata estorsione e
circonvenzione di incapace Verdiglione è al centro di una serie di vicende
giudiziarie (Affaire Verdiglione) relative all'attività sua, della sua
Fondazione e dei suoi collaboratori. Viene condannato a quattro anni e due mesi
di reclusione per truffa, tentata estorsione e circonvenzione di incapace,
condanna che passa in giudicato. Intellettuali di vari paesi (tra cui Lévy,
Ionesco, Arrabal, Halter, Benamou, Henric, Bukovskij, Safouan, Xenakis,
Zinovev, Mathé, Lanzmann), acquistano una pagina del quotidiano francese Le
Monde in cui pubblicano e sottoscrivono un appello rivolto al Presidente della
Repubblica italiana e ai giudici milanesi, col quale denunciano un presunto
clima di "caccia alle streghe". Il caso Verdiglione secondo i
firmatari mette in discussione le nozioni di diritto, giustizia e libertà di
parola in Italia. Daniel, direttore del Nouvel Observateur, pubblica su la
Repubblica una lettera, intitolata "Difendo Verdiglione", rivolta al
direttore del quotidiano. Il Partito Radicale organizza un incontro
internazionale in piazza Montecitorio sul Verdiglione, a cui partecipano anche
importanti esponenti del "Comitato Internazionale per Verdiglione",
promosso da Moravia, Ionesco, Lévinas, Arrabal, Bukovskij, Lévy, Halter. La
Repubblica scrive che "dopo quello di Tortora ci sarà la sponsorizzazione
da parte del PR del caso giudiziario di Verdiglione”. Il programma satirico
Drive In lo fa conoscere anche al grande pubblico, attraverso la parodia del
"Dottor Vermilione, psicanalista santone" impersonato da Greggio. Il
caso Verdiglione è anche citato in relazione al disegno di legge per
l'abolizione del reato di circonvenzione d'incapace (articolo 643 del codice
penale). Dopo la condanna in Cassazione, la vicenda giudiziaria si conclude con
il rinvio a giudizio per i capi di imputazione stralciati in occasione del
primo procedimento giudiziario e con il definitivo patteggiamento a una pena di
un anno e 4 mesi e indennizzi di oltre 3 miliardi di lire a ex allievi. Nel
giugno si concludono le indagini della
Guardia di Finanza coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, Viene
indagato per evasione fiscale in relazione all'emissione di fatture false, e
appropriazione indebita. A seguito della richiesta avanzata dalla Procura di
Milano, due dimore storiche riconducibili al professore (tra cui la sopracitata
Villa San Carlo Borromeo di Senago) per ordinanza del Gip vengono poste sotto
sequestro preventivo, pur mantenendone la disponibilità. A meno di tre
settimane di distanza il Tribunale del Riesame di Milano annulla i decreti di
sequestro concessi dal GIP C. Mannocci al PM Bruna Albertini, e restituisce gli
immobili alle proprietà, in quanto non sussiste l'accusa di evasione fiscale.
Si tratterebbe invece di neutralità fiscale, in quanto l'IVA dovuta sarebbe
sempre stata pari a zero (in base alle conclusioni del giudice, sarebbero state
emesse fatturazioni fittiziema regolarmente pagatetra società facenti capo a
Verdiglione, allo scopo di ottenere crediti presso gli istituti finanziari,
potendo esibire bilanci dai quali risultano entrate ingenti, in realtà
fasulle). La giudice Laura Marchiondelli rinvia a giudizio Verdiglione
per associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale e truffa allo Stato. Nel
dicembre viene condannato a nove anni
per i reati di associazione a delinquere finalizzata a frode fiscale, truffa
alle banche e truffa allo Stato. Nel medesimo processo vengono emesse condanne
anche a carico della moglie Cristina Frua De Angeli e di due sue società,
intanto fallite. Viene altresì disposta la confisca, fino ad un valore
equivalente rispettivamente di 100 milioni e 10 milioni di euro, di beni come
la storica dimora trecentesca Villa San Carlo Borromeo a Senago con 10 ettari
di parco. La sentenza di secondo grado conferma la prima, nonostante che
Procuratore generale, nella sua requisitoria, abbia chiesto
"l'annullamento della sentenza di primo grado per assoluta
indeterminatezza e intrinseca contradditorietà delle accuse". La condanna
a cinque anni di reclusione diventa esecutiva. Nel pieno delle inchieste
giudiziarie, l'associazione da lui fondata viene definita setta dallo
psicoterapeuta infantile Claudio Foti. Analoga affermazione fu fatta da
Calefato, professoressa associata di sociolinguistica, che così si espresse in
un'intervista per un quotidiano locale in occasione dell'incontro con
Verdiglione organizzato a Bari da Ponzio, Professore di filosofia del
linguaggio, intitolato "La cifra del Levante". Musatti, considerato
il fondatore della psicanalisi italiana, provava una profonda avversione per
Verdiglione che etichettò come "“il magliaro di Caulonia” e come
"cialtrone". Verdiglione ha ospitato come relatori, nell'ambito di
alcuni congressi organizzati alla Villa San Carlo Borromeo, autori come Duesberg
(virologo statunitense, scopritore dei retrovirus) e Rasnick (biologo
statunitense) che negano l'esistenza dell'AIDS, sostenendo che gli ammalati di
tale morbo morissero in realtà sia a causa dell'assunzione di droghe sintetiche
fortemente immune-soppressive sia a causa delle cure che erano loro imposte
nella prima fase sperimentale, dove si ricorreva all'utilizzo di farmaci come
l'AZT, originariamente sintetizzato a scopo antineoplastico e poi abbandonato
per l'elevata tossicità. Opere: “Il carcere. La questione della parola,
Associazione Amici di Spirali, Ur-kommunismus.
La paura della parola, Associazione Amici di Spirali, La grammatica dello spirito. L'androgino
trinitario e la bilancia dell'orrore, Associazione Amici di Spirali, I padroni del nulla, Associazione Amici di
Spirali, L'Operazione guru, Associazione
Amici di Spirali, La rivoluzione
dell'imprenditore, Associazione Amici di Spirali, Il bilancio di guerra, Associazione Amici di
Spirali, In nome del nulla. L'accusa di
blasfemia, Associazione Amici di Spirali,
Il bilancio intellettuale dell'impresa, Associazione Amici di
Spirali, Parola mia, Spirali, La realtà intellettuale, Spirali, L'Affaire fiscale ovvero il dispensario del
tempo, Spirali, Scrittori, artisti,
Spirali, La libertà della parola, Spirali, La politica e la sua lingua,
Spirali, La nostra salute, Spirali, Il capitale della vita, Spirali, Master dell'art ambassador, Spirali, Master
del brainworker, Spirali, Master del cifrematico, Spirali, L'interlocutore, Spirali, Il Manifesto di
cifrematica, Spirali, La rivoluzione cifrematica, Spirali, Artisti, Spirali, Il
brainworking. La direzione intellettuale. La formazione dell'imprenditore. La
ristrutturazione delle aziende, Spirali, Edipo e Cristo. La nostra saga,
Spirali, La famiglia, l'impresa, la finanza, il capitalismo intellettuale,
Spirali, Venere e Maria. La fiaba originaria, Spirali,Machiavelli, Spirali/Vel,
Vinci, Spirali/Vel, La congiura degli idioti, -- cfr. Grice, “L’idioma
dell’idiota” -- Spirali/Vel, L'albero di San Vittore, Spirali, Lettera
all'eccellentissima corte di appello, Spirali, Quale accusa?, Spirali, Processo
alla parola, Spirali, Il giardino dell'automa, Spirali, Manifesto del secondo
rinascimento, Rizzoli, Spirali, La mia industria, Rizzoli Spirali, Dio, Spirali, La peste, Spirali, La
psicanalisi questa mia avventura, Marsilio, Spirali, La dissidenza freudiana,
Feltrinelli, Spirali. E. Roudinesco, Histoire de la psychanalyse en France, Paris:
Le Seuil (réédition Fayard ) dal sito web italiano per la filosofia. in. ildomenicale arretrati n. Domenicale miei
libri Scienze umane Sociologia e comunicazione Sollers-scrittore La-dissidenza-della-scrittura_Lacan
e altri, Scilicet: rivista dell'école freudienne de Paris, traduzione di
Armando Verdiglione, Feltrinelli, Milano, Jacques Lacan, Il seminario, in «Ornicar? Venezia. Heinrich
Institor (Krämer), J. Sprenger, A. Verdiglione, Il martello delle streghe. La
sessualità femminile nel "transfert" degli inquisitori, Spirali,
Milano, Giordano Bruno, Antonio Caiazza, Le ombre delle idee, Spirali, Milano, Giordano
Bruno, Carlo Sini, Cabala del cavallo pegaseo, Spirali, Milano, Maud Mannoni,
Educazione impossibile, Feltrinelli, Milano). Spirali pubblicherà le opere La
rivoluzione del linguaggio poetico. L'avanguardia, : Lautrémont e Mallarmé e
Poteri dell'orrore. Saggio sull'abiezione
Félix Guattari //spirali.com/books-of-Jean+Oury.php[collegamento
interrotto] Jean-Joseph Goux, Freud,
Marx: economia e simbolico, introduzione e cura di Armando Verdiglione, Milano,
Feltrinelli, atti del Convegno Sessualità e politica edito da Feltrinelli, 2000
partecipanti al Congresso di Psicanalisi con tema "Sessualità e
Politica", svoltosi a Milano"
Gilles Anquetil, "A Milan, le sage congrès de la folie", Les
Nouvelles Littéraires, Roger Dadoun, "A Milan F comme Folie", La
Quinzaine littéraire, Christian
Descamps, "A Milan au congrès de psychanalyse on a débattu (vivement) de
“Sexe et politique”", La Quinzaine littéraire, Congres v Milanu, “Razprave
problemi”, dicembre 1976 Robert
Maggiori, "La 'Jet Society' psychanalytique reunie a Milan",
Liberation, Italianistica » »
Cifrematica: di che cosa parliamo?
Enciclopedia Universale Rizzoli Larousse, Rizzoli, Milano, Luigi Mascheroni, il Giornale, Nicola Borzi,
Etruria perde 26 milioni nel crack Verdiglione, in Il Sole 24 ore, Verdiglione
affidato al servizi sociali, la Repubblica, in Archiviola Repubblica. "Pour Armando Verdiglione", Le
Monde, "Difendo Verdiglione", di Jean Daniel, direttore di Le Nouvel
Observateur pubblicato da la Repubblica, 1Caso verdiglione: martedi' 8 agosto,
all'hotel nazionale in piazza montecitorio, a partire dalle ore 11.45, incontro
internazionale sul tema: "il caso verdiglione". marco pann..., su radioradicale.
I radicali bocciano pannella, la Repubblica, in Archiviola Repubblica.//legislature.camera/_dati/leg10/lavori/stampati
Milano, 18 rinvii a giudizio per la vicenda verdiglione, Repubblica » Ricerca,
non profit, veridglione fa lo sponsor e le associazione danno forfeit, la
Repubblica, in Archiviola Repubblica. Gianfrancesco Turano, Verdiglione spa, in
Corriere Economia, Verdiglione, ovvero come sposare lo sponsor e viver
felici Corriere della Sera, su
milano.corriere. Archivio Corriere della
Sera, su archiviostorico.corriere. Corriere della Sera, su
archiviostorico.corriere. Frode fiscale,
9 anni a Verdiglione confiscati beni per 110 milioni, in Corriere della Sera. Lo
psicanalista Verdiglione dai fasti degli anni ‘80 al ritorno in carcere, su
milano.corriere. sito dell'associazione
diretta da Claudio Foti, 'Verdiglione fuori dall'Ateneo'la Repubblica, in
Archiviola Repubblica. Il chiaccierato Verdiglione, la Repubblica, in Archiviola
Repubblica. cesare musattiAnalisi laica, su Analisi laica. Italian guru, la
Repubblica, in Archiviola Repubblica. T. Szaz, La battaglia della salute,
Spirali. «L'Aids non è contagioso in nessun modo, non si trasmette né
attraverso rapporti eterosessuali né attraverso rapporti omosessuali e neanche
senza rapporti, non si trasmette in nessun modo; l'Hiv è un retrovirus che,
secondo Dusberg, è innocuo." "Muoiono per via della cura. È la cura,
che li ammazza."». Dizionario di
cifrematica, su dizionario di cifrematica. armandoverdiglione.com. Com: Recenti
Vicende, su tgcom.mediaset. Verdiglione. Keywords. Refs.: The H. P. Grice
Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Verdiglione e l’idioma dell’idiota”
– The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #verdiglione https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937483539596915 #griceeverdiglione
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Grice
e Vernia – i peripatetici – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Chieti). Grice: “I love Vernia, but then any Englishman would,
especially when learning that Saint Thomas (Aquino) made such a fuss about
him!” -- Essential Italian philosopher. Filosofo. Allievo a Padova di Pergola e
Thiene e successore di quest'ultimo, ebbe come collega Pomponazzi e tra i suoi
allievi Nifo e Pico. Seguace dell'ermetismo allora imperante a Padova, curò
un'edizione di Aristotele. Vernia sostenne l'unità dell'intelletto -- dottrina
poi abbandonata a causa di una condanna inflittagli dal vescovo di Padova),
l'autonomia della fisica rispetto alla meta-fisica, e la superiorità della
scienza della natura sulle scienze dell'uomo.
Opere: “Contra perversam Averrois opinionem de unitate intellectus et de
animae felicitate”; “De unitate intellectus et de animae felicitate”; “Expositio
in Posteriorum capitulum secundum in fine”; “Expositio in Posteriorum librum
priorem”; “Quaestio de gravibus et levibus”; “Quaestio de rationibus
seminalibus”; “Quaestio de unitate intellectus”; “Quaestio in De anima Ennio De Bellis, L’aristotelismo Firenze, Leo
S. Olschki editore, Treccani Enciclopedie Istituto dell'Enciclopedia
Italiana. Vernia. Keywords: i
parepatetici, i parepatetici padovani – i parepatetici di padova -- Refs.: The
H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi Speranza, “Grice e Vernia: viva
Aristotele!” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vernia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.5475762019102415 #griceevernia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731763313/in/photolist-2mPmNVF-2mLLWjU-2mLQ2ox-2mLKu2P-2mLNWGK-2mLLWmc-2mLLWjZ-2mLQ2pz-2mLKu2U-2mLQ2o7-2mLLWmn-2mLKu3f-2mLFoBp-2mLNWHM
Grice
e Veronelli – sadimo italiano – Filosoia italiana – Luigi Speranza (Milano).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Veronelli
viene ricordato come una delle figure centrali nella valorizzazione e nella
diffusione del patrimonio eno-gastronomico. Antesignano di espressioni e punti
di vista che poi sono entrati nell'uso comune e protagonista di caparbie
battaglie per la preservazione delle diversità nel campo della produzione
agricola e alimentare, attraverso la creazione delle “denominazioni comunali,”
le battaglie a fianco delle amministrazioni locali, l'appoggio ai produttori al
dettaglio. Veronelli assieme ad alcuni sommelier F.I.S.A.R. Era originario del
quartiere Isola di Milano. Dopo il R. Ginnasio Parini, compie studi di filosofia
a Milano, diventando assistente di Bariè. Si professa per tutta la vita di fede
anarchica, rifacendosi anche alle ultime lezioni tenute da Croce a Milano. Inizia
l'esperienza di editore, pubblicando tre riviste: I problemi del
socialismo Il pensiero Il gastronomo. Pubblica La questione sociale di Proudhon
e Historiettes, contes et fabliaux di De Sade; per quest'ultima viene
condannato, insieme a Manfredi (autore dei disegni, poi assolto), a tre mesi di
reclusione per il reato di pornografia. L’opera di De Sade sarà poi messa al
rogo nel cortile della procura di Varese. Subisce anche una condanna di sei
mesi di detenzione per aver istigato i contadini piemontesi alla rivolta, con
l'occupazione della stazione di Asti e dell'autostrada, per protestare contro
l'indifferenza della politica per i problemi dei contadini e dei piccoli produttori.
Diventa collaboratore de Il Giorno. L'attività giornalistica lo impegnerà,
e i suoi articoli, di stile aulico e provocatorio, ricchi di neologismi e
arcaismi, faranno scuola nel giornalismo eno-gastronomico e no. Tra le testate
cui ha collaborato vanno ricordate, oltre a Il Giorno: Corriere della Sera,
Class, Il Sommelier, Veronelli EV, Carta, Panorama, Epoca, Amica, Capital, Week
End, L'Espresso, Sorrisi e Canzoni TV, A Rivista Anarchica, Travel e Wine
Spectator, Decanter, Gran Riserva ed Enciclopedia del Vino, The European.
L'apparizione televisiva ne aumenta notevolmente la fama; in particolare A
tavola alle 7, in cui conduce il programma prima a fianco di Scala e di Orsini,
poi di Ave Ninchi, e il Viaggio Sentimentale nell'Italia dei Vini, dove realizza
l'aggiornamento, provocatorio e di denuncia, della viti-coltura italiana, con
inchieste, interviste, proposte che hanno scosso quel mondo. L'opera La
sua attività di ricerca e di approfondimento nel campo enogastronomico lo porta
alla pubblicazione di alcune opere fondamentali, anche di carattere
divulgativo. Da segnalare: I Vignaioli Storici, Cataloghi dei Vini d'Italia,
dei Vini del Mondo, degli Spumanti e degli Champagne, delle Acquaviti e degli
Oli extra-vergine, Alla ricerca dei cibi perduti, Il vino giusto, e la collana
Guide Veronelli all'Italia piacevole. Fondamentale anche la collaborazione con Carnacina,
maître e gastronomo celeberrimo e Guazzoni maître e sommelier. Ne nascono, ad
esempio, La cucina italiana e Il Carnacina. Fonda la seconda Veronelli
Editore "col puntuale obiettivo di approfondire la classificazione
dell'immenso patrimonio gastronomico italiano e contribuire ad accrescere la
conoscenza delle attrattive turistiche del paese più bello del mondo". La
casa editrice ha cessato l'attività a fine. Collabora con Derive\Approdi
scrivendo le prefazioni ad alcuni libri di carattere storico, politico e
gastronomico. L'intenso rapporto epistolare sulle pagine di Carta con Echaurren
costituisce un forte stimolo di riflessione sulle questioni legate alla Terra e
alla qualità della vita materiale per il movimento contro la globalizzazione. Isieme
ad alcuni centri sociali, tra cui La Chimica di Verona e il Leoncavallo di
Milano, al movimento Terra e libertà. Sempre di questi anni le battaglie per le
Denominazioni Comunali, una salvaguardia dell'origine di un prodotto; per il
prezzo-sorgente, cioè l'identificazione del prezzo di un prodotto alimentare
all'origine, per rendere evidenti eccessivi ricarichi nei passaggi dal
produttore al consumatore; per l'olio extra vergine d'oliva, contro le
prepotenze e il monopolio delle multinazionali e le ingiustizie della
legislazione per i piccoli olive-coltori. Di idee anarchiche, si è anche
interessato di questioni filosofiche, pubblicando anche articoli su A/Rivista
Anarchica e saggi. Le pubblicazioni hanno subito il segno dei suoi
interessi libertari, libertini, enogastronomici: Racconti, novelle e novelline
di de Sade (che gli procurerà una denuncia e la condanna al rogo dei libri, tra
gli ultimi roghi di libri avvenuti in Italia), le poesie di Pagliarani, la
rivista Il gastronomo e quella di filosofia Il pensiero, poi interessante per qualche
anno fu l'editore della rivista Problemi del socialismo, diretta da Basso. In
seguito mise un po' in disparte le questioni filosofiche per concentrarsi su
quelle più propriamente eno-gastronomiche e agricole. In A-Rivista Anarchica si
definisce Veronelli l'"anarchenologo" ritenendo che l'attività di
Veronelli vada inquadrata in un ambito libertario e contro l'attività delle
multinazionali agricole. Gli anarchici della Cellula Veronelli, con
l'intento di mostrare l'aspetto più propriamente politico di Veronelli, hanno
organizzato un incontro intitolato "Veronelli politico", a cui hanno
preso parte personalità del calibro di Mura, giornalista di La Repubblica, Ferrari
della Federazione Anarchica Reggiana (promotrice dell'evento biennale, ideato
nella sua prima edizione insieme allo stesso Veronelli, Le cucine del popolo) e
Tibaldi. Dagli anarchici è sempre stato considerato un compagno. Veronelli e un
libertario, un uomo colto, senza dogmi, senza ipocrisie, in perenne lotta
contro le armate schiaviste delle multinazionali. (Pagliaro, Umanità Nova, LMilano
gli attribuisce l'Ambrogino d'oro. Rassegna stampa. A-Rivista, Lettera i
giovani estremi Proudhon: La questione
sociale -- Veronelli politico. L'ultimo dei vini artigianali sarà sempre
migliore del primo dei vini industriali, perché avrà un'anima» (Veronelli in Il
canto della Terra). Il nostro
anarchenologo Un incontro inatteso Cellula Veronelli. eronelli politico. Circolo
Cucine del Popolo, l'addio, Bosana Salsa suprema. Luigi Veronelli. Veronelli.
Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft – Luigi Speranza, “Grice e
Veronelli: metafisica dell’amore” – The Swimming-Pool Library, Liguria. #veronelli https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937343586277577 #griceeveronelli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702914954/in/photolist-2mLNXjb-2mLLX2a-2mLLX1P-2mLFpeg-2mLQ2ZN
Verrecchia
(Vallerotonda). Essential Italian philosopher. Filosofo. Si
trasferì a Torino, dove studiò, laureandosi in filosofia. Trascorse un certo
periodo nel parco nazionale del Gran Paradiso, considerato come il più
formativo della sua vita. Lì poté contemplare in modo disinteressato i fenomeni
della natura. “Ho fatto tre università -- era solito dire -: quella vera e
propria, che non mi ha dato nulla o quasi; la collaborazione alle pagine dei
quotidiani come elzevirista, che mi ha costretto a leggere libri che altrimenti
non avrei mai letto; e infine l'università più utile in assoluto, vale a dire
il soggiorno nel Gran Paradiso a contatto con la natura". Frutto di quel
soggiorno è il saggio che contiene la sua filosofia, potentemente aforistica. I
manoscritti riaffiorati molto più tardi spiegano la tardività della sua pubblicazione,
avvenuta presso Fògolasi tratta del Diario del Gran Paradiso. Verrecchia visse
poi in Germania (soprattutto a Berlino) e fu per lunghi anni addetto culturale
all'Ambasciata d'Italia a Vienna; collaborò alle pagine culturali di giornali
italiani, tra cui Il Resto del Carlino, La Stampa, Il Giornale. Grazie alla sua
padronanza del tedesco, collaborò stranieri (Die Presse, Die Welt). Non parlava
volentieri della sua vita privata perché, diceva,"di un filosofo ciò che
interessa sono gli teorie e non le vicissitudini personali". Traduttore di
Lichtenberg, appassionato studioso di Bruno e Nietzsche, nel suo orizzonte
culturale, però, la figura che risalta di più è senz'altro quella di
Schopenhauer, da lui considerato a tutti gli effetti un maestro da tradurre e
continuare. Elementi caratteristici dei
suoi scritti sono l'irriducibile vena polemica e una sacra bilis, ma la sua
prosa spicca anche per chiarezza ed energia. La sua prosa insieme a quella di
Ceronetti, Sgalambro e Giamettaè stata giudicata la migliore prosa filosofica. Opere:
“L'eretico dello spirito” (Firenze: La Nuova Italia); “La catastrofe di
Nietzsche a Torino” (Torino: Einaudi), “La tragedia di Nietzsche a Torino: la catastrofe
del filosofo che sognava un superuomo al di là del bene e del male (Milano: Bompiani).
Incontri viennesi (Genova: Marietti), “Cieli d'Italia (Milano: Spirali/Vel), “Diario
del Gran Paradiso (Torino: Fogola, e ristampa), “Bruno: la falena dello spirito”
(Roma: Donzelli); Rapsodia viennese: luoghi e personaggi celebri della capitale
danubiana (Roma: Donzelli), Schopenhauer e la Vispa Teresa: l'Italia, le donne,
le avventure (Roma: Donzelli), Vagabondaggi culturali (Torino: Fogola); “La
stufa dell'Anticristo: altri vagabondaggi culturali (Torino: Fogola). Batracomachia di Bayeruth. Nietzschiani
contro wagneriani; Padova: il prato, Lettere Mercuriali (Torino: Fògola, ). “Il
cantore filosofo” (Firenze: `Clinamen); Il mastino del Parnaso. Elzeviri e
polemiche” Firenze: Clinamen. Saggi introduttivi, traduzioni e cure Viaggio in
Italia di Mommsen (Torino: Fogola).
Libretto di consolazione (Milano: Rizzoli); Le civiltà pre-colombiane (Milano:
Bompiani,). Colloqui (Milano: Rizzoli), poi: “Il filosofo che ride” (Milano:
Rizzoli), “Metafisica dell'amore sessuale: l'amore inganno della natura” (Milano:
Rizzoli, Sulla filosofia da Arthur
Schopenhauer (Milano: TEA); “Aforismi per una vita saggia” (Milano: Fabbri); “O
si pensa o si crede: sulla religione (Milano: Rizzoli); Lo scandaglio
dell'anima” (Milano: Rizzoli); “Breviario spiritual” (Torino: UTET, Articoli A
Bogotà c'è un erede di Montaigne. Tuttolibri de La Stampa, Allora bastava un
rospo per finire al rogo. Tuttolibri de La Stampa, Vittorio Mathieu, Tre giorni
in giallo. Tuttolibri de La Stampa, Risvolto di copertina della Rapsodia
viennese. Verrecchia, su
digilander.libero. Marco Lanterna, Verrecchia, venerando e terribile, Pulp
Libri, (ora in Marco Lanterna, Il caleidoscopio infelice. Note sulla letteratura
di fine libro, Clinamen, critica Marco Lanterna, Il caleidoscopio infelice.
Note sulla letteratura di fine libro, Clinamen,. Ugo Dotti, I vagabondaggi
culturali di Verrecchia, in rivista. Le case illustri, di Lisa Elena su
archivio.lastampa. 2 settembre. Addio al filosofo Anacleto Verrecchia, di
Luigia Sorrentino, su poesia.blog.rainews. L'Anticristo goloso, di M. Rota, su
piemontemese. Anacleto Verrecchia. Verrecchia. Keywords: la metafisica
dell’amore, Nietzsche a Torino, Bruno. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft
MS – Luigi Speranza, “Grice e Verrecchia: metafisica dell’amore” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #verrecchia https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6937294919615777 #griceeverrecchia https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51731465888/in/dateposted/
Grice
e Viano – va’ pensiero – il carattere della filosofia italiana – filosofia
italiana (Aosta). Esential Italian philosopher. Filosofo. Laureatosi in Filosofia a Torino
con Abbagnano, ha insegnato a Milano e Cagliari. Ha fatto infine ritorno, in
qualità di ordinario fuori ruolo di Storia della filosofia, all'ateneo
torinese. Ha fatto parte del Comitato Nazionale per la Bio-Etica, ed è stato
membro del direttivo della Rivista di filosofia e socio nazionale
dell'Accademia delle Scienze di Torino. Izgu insignito del premio
Feltrinelli per la Storia dela Filosofia. Di formazione illuminista, Viano
si è occupato di storia della filosofia antica. -- è autore di importanti studi
su Aristotele (“La logica di Aristotele”, Torino, Ed. Taylor) e l’empirismo (“Dal
razionalismo all'Illuminismo” (Einaudi, Torino); “Il pensiero politico”
(Laterza, Roma/Bari). Nel campo dell'etica, oltre a studi storici (“L'etica” –
Mondatori, Milano, “Teorie etiche”, Bollati Boringhieri, Torino), si è dedicato
a promuovere la costruzione di una bio-etica e a denunciare la timidezza dei
laici di fronte alle ingerenze del cristianesimo. Da Enrico Mistretta,
direttore editoriale della Laterza di Roma/Bari, gli fu affidata, la direzione di
una “Storia della filosofia.” Altre saggi: “La selva delle somiglianze: il
filosofo e il medico” (Torino, Einaudi); “Va' pensiero: il carattere della
filosofia italiana” (Torino, Einaud); “Filosofia italiana nel dopoguerra” (Bologna,
Il Mulino); “Etica pubblica” (Roma/Bari, Laterza); “Le città filosofiche: per
una geografia della cultura filosofica italiana” (Bologna, Il Mulino); “Le
imposture degli antichi e i miracoli dei moderni” (Torino, Einaudi); “Laici in ginocchio”
(Roma/Bari, Laterza); “Stagioni filosofiche: la filosofia del Novecento fra
Torino e l'Italia” (Bologna, Il Mulino); “La scintilla di Caino: storia della
coscienza e dei suoi usi” (Torino, Bollati Boringhieri). Profilo biografico sull’Accademia
Delle Scienze. Maurizio Mori, Torino ricorda Viano, su Torino. Cerimonia nell'Accademia
Nazionale dei Lincei, su Presidenza della Repubblica, Roma. Treccani Enciclopedie,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia
Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Registrazioni su RadioRadicale,
Radio Radicale. Biografia e testi
sull'Enciclopedia multimediale RAI delle scienze filosofiche Rassegna stampa
sul Sito Web Italiano per la Filosofia Recensione di "Le città
filosofiche" su Recensioni Filosofiche. Viano. Keywords: la filosofia
romana, il neo-tradizionalismo. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS –
Luigi Speranza, “Grice e Viano: il neo-tradizionalismo” – “Viano e la filosofia
romana” -- The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viano https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4796393697039254 #griceeviano
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Grice e Viazzi –
la bellezza della vita – filosofia italiana – Luigi Speranza (Gavi).
Essential Italian philosopher. Filosofo. Apprezzato teorico e studioso di
filosofia, Viazzi. Keywords: Vico. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS –
Luigi Speranza, “Grice e Viazzi” – “Il Vico di Grice e il Vico di Viazzi” --
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #viazzi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4583421495003143 #griceeviazzi https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701447102/in/photolist-2mLFqYo-2mLFqYd-2mLKwfB-2mLFqXS-2mLLYDD-2mLQ4KM-2mLFqZk-2mLLYEW-2mLLYEL-2mLFqZq-2mLKwfm-2mLFqZf-2mLQ4JK-2mLKwfX
Grice e Vico -- l’antichissima sapienza
degl'italici -- da rintracciare nelle origini della sua lingua – filosofia
italiana – Luigi Speranza (Napoli). “Si
potrebbe presentare la storia ulteriore del pensiero come un ricorso delle idee
del Vico” (Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista Vico, Laterza,
Bari) Giambattista Vico, filosofo. Molte delle notizie riguardanti la vita
di Vico sono tratte dalla sua Autobiografia, scritta sul modello letterario
delle Confessioni di di Agostino. Dall’autobiografia Vico cancella ogni riferimento
ai suoi interessi giovanili per le dottrine atomistiche e per il pensiero
cartesiano, che avevano cominciato a diffondersi a Napoli, ma vennero subito
repressi dalla censura delle autorità civili e religiose, che le consideravano
moralmente perniciose e contrari all'Indice dei libri proibiti. Nato a Napoli
da una famiglia di modesta estrazione sociale – il padre, Antonio Vico, era un
povero libraio, mentre la madre, Candida Masulla, era figlia di un lavorante di
carrozze – Vico fu un bambino molto vivace, ma, a causa di una caduta si
procurò una frattura al cranio che gli impedì di frequentare la scuola per tre
anni e che, pur non alterando le sue capacità mentali, quantunque “il cerusico
ne fe' tal presagio: che egli o ne morrebbe o arebbe sopravvissuto stolido,”
contribuì a sviluppare “una natura malinconica ed acre.” Ammesso agli studi di
grammatica presso il Collegio Massimo dei Gesuiti, li abbandonò intorno per
dedicarsi al privato approfondimento dei testi di Paolo Veneto, il quale,
tuttavia, rivelandosi superiore alle sue capacità, provoca l'allontanamento
dall'attività intellettuale per un anno e mezzo. Ripresa la via degli
studi, Vico si recò nuovamente dai gesuiti per seguire le lezioni di Ricci, ma,
rimasto ancora una volta insoddisfatto, si appartò nuovamente a vita privata
per affrontare la metafisica. Successivamente, per secondare il desiderio
paterno, Vico fu “applicato agli studi legali.” Frequentò per circa due mesi le
lezioni private di Verde, si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza, senza
tuttavia seguirne i corsi, e si cimentò, come di consueto, in privati studi di
diritto. Conseguita la laurea in a Salerno, si appassionò subito ai problemi
filosofici,, segno “di tutto lo studio che aveva egli da porre all'indagamento
de' princìpi del diritto universal.” Lapide nella casa natale di via San Biagio
dei Librai che recita, “in questa cameretta nacque il XXIII giugno MDCLXVIII
Giambattista Vico. Qui dimorò fino ai diciassette anni e nella sottoposta
piccola bottega del padre libraio usò passare le notti nello studio. Vigilia
giovanile della sua opera sublime. La città di Napoli pose.” Il periodo di
tempo intercorrente fu denominato dell' “autoperfezionamento.” Difatti,
nonostante l'Autobiografia riporti indietro la data d'inizio del suo magistero,
svolse attività di precettore dei figli del marchese Domenico Rocca presso il
castello di Vatolla nel Cilento e colà, usufruendo della grande biblioteca
padronale, ebbe modo di studiare il platonismo italiano (Ficino e Pico).
Approfondisce gli studi aristotelici, nonostante la dichiarata avversione per
Aristotele e la Scolastica. Legge le opere di Botero e di Bodin, scoprendo al
contempo Tacito (che diverrà un maestro cui s'ispirerà la sua filosofia) e la
sua “mente metafisica incomparabile con cui contempla l'uomo qual è.” Affronta
per un breve periodo studi di geometria e pubblica la canzone “Affetti di un
disperato,” d'ispirazione lucreziana. Erma del Vico Ritornato a Napoli
nell'autunno del 1695, all'età di ventisette anni, affetto dalla tisi, rientra
nella misera dimora paterna. A causa delle grosse difficoltà economiche, Vico è
costretto a tenere ripetizioni di retorica e grammatica. Durante l'anno 1696
pubblica un discorso proemiale a una crestomazia poetica dedicata alla partenza
di Francisco de Benavides, viceré spagnolo e conte di Santo Stefano. Compone
un'orazione funebre in memoria di Catalina de Aragón y Cardona, madre del nuovo
viceré, e nel dicembre del medesimo anno, tenta vanamente di ottenere un posto
di lavoro come segretario al Municipio di Napoli. Nel gennaio 1699 vince, con
striminzita maggioranza, il concorso per la cattedra di eloquenza e retorica
presso l'Università di Napoli, da cui non riuscì, con suo grande rammarico, a
passare a una di diritto. -- è aggregato all'Accademia Palatina fondata dal
viceré Luis Francisco de la Cerda y Aragón, duca di Medinaceli. Anche dopo la
nomina accademica per il mantenimento del padre e dei fratelli, totalmente
dipendenti da lui, deve aprire uno studio privato dove dà lezioni di retorica e
di grammatica elementare, e impegnarsi a lavorare su commissione alla stesura
di poesie, epigrafi, orazioni funebri, panegirici, ecc. Nel 1699 può
finalmente prendere in affitto in vicolo dei Giganti una casa di «tre camere,
sala, cucina, loggia e altre comodità, come rimessa e cantina» e prendere in
moglie la giovane donna, Teresa Caterina Destito dalla quale ebbe otto figli.
Da quel momento non avrà più la tranquillità necessaria per condurre gli studi,
ma proseguirà ugualmente le sue meditazioni «tra lo strepitio de' suoi
figlioli». A questo periodo risale, inoltre, la conoscenza col filosofo Paolo
Mattia Doria e l'incontro con il pensiero del Bacone. Il governo partenopeo gli
commissiona la scrittura del Principum neapolitanorum coniuratio e in una cena
a casa del Doria, espone le sue idee sulla filosofia della natura che lo
condurranno, fra il novembre e il dicembre del medesimo anno, alla composizione
del perduto Liber physicus. Pronunzia in latino le sei Orazioni inaugurali,
ossia le prolusioni all'anno accademico (che al tempo iniziava il 18 ottobre),
e, durante il 1708, se ne aggiunge una settima, più ampia e importante, recante
il titolo di De nostri temporis studiorum ratione, la quale si concentra molto
sul metodo degli studi giuridici, poiché sempre ha la mira a farsi merito con
l'università nella giurisprudenza per altra via che di leggerla ai giovinetti».
Nel De ratione, inoltre, è contenuta la critica al razionalismo cartesiano e
l'elogio dell'eloquenza, della retorica, della fantasia, nonché dell'«ingegno»
produttore di metafore. L'insieme delle prolusioni universitarie sono
rielaborate per essere raccolte in un unico volume mai pubblicato, dal titolo
di De studiorum finibus naturae humanae convenientibus. È aggregato, dal 1710,
all'Accademia dell'Arcadia e, nel novembre, pubblica il primo libro dell'opera
dedicata al Doria, De antiquissima italorum sapientia ex linguae latinae
originibus eruenda, recante il sottotitolo Liber primus sive metaphysicus.
Accanto al Liber metaphysicus l'opera vichiana avrebbe dovuto comprendere anche
il perduto Liber physicus e un mai composto Liber moralis. Un anonimo
recensisce l'opera nel Giornale de' letterati d'Italia, cui seguirà la Risposta
del Vico, accompagnata dal ristretto o ri-assunto del Liber
metaphysicus. Aseguito di nuove obiezioni prodotte dall'anonimo recensore,
replica con una Seconda risposta. Pubblica un trattatello perduto sulle febbri
ispirato alle bozze del Liber physicus, recante il titolo di De aequilibrio
corporis animantis, e, inoltre, si dedica alla stesura del De rebus gestis
Antonii Caraphaei, una biografia del maresciallo Antonio Carafa, che vedrà la
luce. Durante i lavori dell'opera biografica del maresciallo Carafa, Vico si
dedica alla rilettura del suo quarto «auttore», l'olandese Ugo Grozio, cui
dedicherà, nel 1716, un perduto commento al De iure belli ac pacis. La
produzione filosofica della maturità: dal Diritto universale alla Scienza
nuova Scienza nuova seconda. L'incontro di Vico con la filosofia di «Ugon
capo» ebbe un'importanza decisiva per il suo sviluppo intellettuale, poiché da
quel momento il suo interesse sarà completamente assorbito dai problemi
giuridici e storici. L'idea dell'esistenza di un'umanità ferina e primitiva,
dominata solamente dal senso e dalla fantasia, ed entro cui si producono gli
«ordini civili» divenne centrale in tutto il pensiero vichiano. Vide la luce
un'opera di filosofia del diritto, intitolata De uno universi iuris principio
et fine uno, seguita dallo scritto De constantia iurisprudentis, diviso in due
parti (De constantia philosophiae e De constantia philologiae), e che,
nonostante il titolo si riferisca alla tematica giuridica, è meno incentrato
sull'argomento rispetto al De uno. Benché le due opere si differenzino, segno
di un rapido sviluppo del pensiero vichiano, è d'uso considerarli, come invero
fece anche il Vico, insieme alle Notae aggiunte e le Sinopsi premesse al testo,
sotto l'unico titolo di Diritto universale. S'iscrisse al concorso per ottenere
la cattedra «matutina» di diritto civile presso l'Università di Napoli e
commenta un passo delle Quaestiones di Papiniano davanti a un collegio di
giudici, ma, con suo grande scorno, il posto fu assegnato a un tal Domenico
Gentile. Dopo la fama ottenuta dalla pubblicazione della Scienza Nuova, ottenne
dal re Carlo III, la carica di storiografo regio. Tanto nuova era la sua
dottrina che la cultura del tempo non poté apprezzarla: così che Vico rimase
appartato e quasi del tutto sconosciuto negli ambienti intellettuali, dovendosi
accontentare di una cattedra di secondaria importanza all'Università napoletana
che lo manteneva inoltre in tali ristrettezze economiche che per pubblicare il
suo capolavoro, la Scienza Nuova, dovette toglierne alcune parti in modo che
risultasse meno costoso per la stampa. Alle difficoltà economiche vissute per la
pubblicazione dell'opera sua, che inficiarono la sua notorietà nel seno
dell'Accademia partenopea, s'accompagna una prosa involuta, pertanto di
difficile penetrazione. Prima della Scienza Nuova Vico aveva scritto la
prolusione inaugurale De nostri temporis studiorum ratione, il De antiquissima
Italorum sapientia, ex linguae latinae originibus eruenda ("L'antichissima
sapienza delle popolazioni italiche, da rintracciare nelle origini della lingua
latina") a cui si devono aggiungere le due Risposte al "Giornale dei
letterati di Venezia" che aveva criticato il suo pensiero, il De uno
universi iuris principio et fine uno e il De costantia iurisprudentis. Nello
stesso anno della pubblicazione della Scienza Nuova, Vico, afflitto da
difficoltà e disgrazie familiari, incominciò a scrivere la sua Autobiografia
pubblicata a Venezia. Vengono pubblicati i Principj di una Scienza Nuova
intorno alla natura delle nazioni, più conosciuta con il titolo abbreviato di
Scienza Nuova. Alla "Scienza Nuova" lavora per tutto il corso della
sua vita, con un'edizione integralmente riscritta nel 1730 anche a seguito
delle critiche ricevute (cui aveva risposto nelle Vici Vindiciae) e, infine,
rivista completamente, senza grandi modifiche, per la terza edizione,
pubblicata pochi mesi dopo la sua morte da suo figlio Gennaro che lo aveva
sostituito nell'insegnamento accademico. La morte «[incominciarono a crescere]
quei malori che fin dai suoi più floridi anni l’avevano debilitato. Cominciò
adunque ad essere indebolito in tutto il sistema nervoso in guisa che a stento
poteva camminare e, quel che più lo affligea, era di vedersi ogni giorno
infiacchire la reminiscenza....Il fiaccato corpo del saggio vecchio andò in
seguito ogni giorno più a debilitarsi in guisa che aveva perduto quasi interamente
la memoria fino a dimenticare gli oggetti a sé più vicini ed a scambiare i nomi
delle cose più usuali...]» Affetto probabilmente dalla malattia di
Alzheimer, all'epoca non ancora descritta scientificamente, negli ultimi anni
non riconosceva più i suoi stessi figli e fu costretto ad allettarsi. Solo in
punto di morte riacquistò la coscienza come svegliandosi da un lungo sonno;
chiese i conforti religiosi e recitando i salmi di Davide morì. Per la
celebrazione delle esequie nacque un contrasto tra i confratelli della
congregazione di Santa Sofia, alla quale Vico era iscritto, e i professori
dell'Università di Napoli su chi dovesse tenere i fiocchi della coltre
mortuaria. Non giungendo ad un accordo il feretro, che era stato calato nel
cortile, fu abbandonato dei membri della Congregazione e fu riportato in casa.
Da lì finalmente, accompagnato dai colleghi dell'Università, fu sepolto nella
chiesa dei padri dell'oratorio detta dei Gerolamini in Via dei Tribunali.
Nell'ambiente culturale napoletano, molto interessato alle nuove dottrine
filosofiche, Vico ebbe modo di entrare in rapporto con il pensiero di Cartesio,
Hobbes, Gassendi, Malebranche e Leibniz anche se i suoi autori di riferimento
risalivano piuttosto alle dottrine neoplatoniche, rielaborate dalla filosofia
rinascimentale, aggiornate dalle moderne concezioni scientifiche di Bacone e Galilei
e del pensiero giusnaturalistico moderno di Grozio e Selden. Dal neostoicismo
cristiano di Malvezzi riprende l'intuizione che il corso storico sia retto da
una sua logica interna. Questa varietà di interessi farebbe pensare alla
formazione di un pensiero eclettico in Vico che invece giunse alla formulazione
di un'originale sintesi tra una razionalità sperimentatrice e la tradizione
platonica e religiosa. De antiquissima Italorum sapientia doveva
constare di tre parti: il Liber metaphysicus, che uscì senza l'appendice
riguardante la logica che, nella sua intenzione, avrebbe dovuto avere; il Liber
Physicus, che pubblica sotto forma di opuscolo col titolo De aequilibrio
corporis animantis, che andò smarrito, ma ampiamente riassunto nella Vita; e
infine il Liber moralis, di cui non abbozzò nemmeno il testo. Nel De
antiquissima Vico, considerando il linguaggio come oggettivazione del pensiero,
è convinto che dall'analisi etimologica di alcune parole latine si possano
rintracciare originarie forme del pensiero: applicando questo originale metodo,
risale ad un antico sapere filosofico delle primitive popolazioni italiche. Il
fulcro di queste arcaiche concezioni filosofiche è la convinzione antichissima
che Latinis verum et factum reciprocantur, seu, ut scholarum vulgus
loquitur, convertuntur. Per i Latini il vero e il fatto sono reciproci, ossia,
come afferma il volgo delle scuole, si scambiano di posto che cioè il criterio
e la regola del vero consiste nell'averlo fatto. Per cui possiamo dire ad
esempio di conoscere le proposizioni matematiche perché siamo noi a farle
tramite postulati, definizioni, ma non potremo mai dire di conoscere nello
stesso modo la natura perché non siamo noi ad averla creata. Conoscere
una cosa significa rintracciarne i principi primi, le cause, poiché, secondo
l'insegnamento aristotelico, veramente la scienza è «scire per causas» ma
questi elementi primi li possiede realmente solo chi li produce, «provare per
cause una cosa equivale a farla». Le obiezioni a Cartesio Il principio
del verum ipsum factum non era una nuova e originale scoperta di Vico ma era
già presente nell'occasionalismo, nel metodo baconiano che richiedeva
l'esperimento come verifica della verità, nel volontarismo scolastico che,
tramite la tradizione scotista, era presente nella cultura filosofica
napoletana del tempo di Vico. La tesi fondamentale di queste concezioni
filosofiche è che la piena verità di una cosa sia accessibile solo a colui che
tale cosa produce; il principio del verum-factum, proponendo la dimensione
fattiva del vero, ridimensiona le pretese conoscitive del razionalismo
cartesiano che inoltre giudica insufficiente come metodo per la conoscenza
della storia umana, che non può essere analizzata solo in astratto, perché essa
ha sempre un margine di imprevedibilità. Si serve, però, di quel principio
per avanzare in modo originale le sue obiezioni alla filosofia cartesiana
trionfante in quel periodo. Il cogito cartesiano infatti potrà darmi certezza
della mia esistenza ma questo non vuol dire conoscenza della natura del mio
essere, coscienza non è conoscenza: avrò coscienza di me ma non conoscenza
poiché non ho prodotto il mio essere ma l'ho solo riconosciuto. L'uomo può
dubitare se senta, se viva, se sia esteso, e infine in senso assoluto, se sia;
a sostegno della sua argomentazione escogita un certo genio ingannatore e
maligno...Ma è assolutamente impossibile che uno non sia conscio di pensare, e
che da tale coscienza non concluda con certezza che egli è. Pertanto Renato
Descartes svela che il primo vero è questo, Penso dunque sono. (Giambattista
Vico, De antiquissima Italorum sapientia in Opere filosofiche a cura di Paolo
Cristofolini, Firenze, Sansoni). Il criterio del metodo cartesiano
dell'evidenza procura dunque una conoscenza chiara e distinta, che però non è
scienza se non è capace di produrre ciò che conosce. In questa prospettiva,
dell'essere umano e della natura solo Dio, creatore di entrambi, possiede la
verità. Mentre quindi la mente umana procedendo astrattamente nelle sue
costruzioni, come accade per la matematica, la geometria crea una realtà che le
appartiene, essendo il risultato del suo operare, giungendo così a una verità
sicura, la stessa mente non arriva alle stesse certezze per quelle scienze di
cui non può costruire l'oggetto come accade per la meccanica, meno certa della
matematica, la fisica meno certa della meccanica, la morale meno certa della
fisica. «Noi dimostriamo le verità geometriche poiché le facciamo, e se
potessimo dimostrare le verità fisiche le potremmo anche fare.” Mente umana e
mente divina. I latini diceno che la mente è data, immessa negli uomini dagli
dei. È dunque ragionevole congetturare che gli autori di queste espressioni abbiano
pensato che le idee negli animi umani siano create e risvegliate da Dio. La
mente umana si manifesta pensando, ma è Dio che in me pensa, dunque in Dio
conosco la mia propria mente. Il valore di verità che l'uomo ricava dalle
scienze e dalle arti, i cui oggetti egli costruisce, è garantito dal fatto che
la mente umana, pur nella sua inferiorità, esplica un'attività che appartiene
in primo luogo a Dio. La mente dell'uomo è anch'essa creatrice nell'atto in cui
imita la mente, le idee, di Dio, partecipando metafisicamente ad esse.
L'ingegno Imitazione e partecipazione alla mente divina avvengono ad opera di
quella facoltà che Vico chiama ingegno che è «la facoltà propria del
conoscere...per cui l'uomo è capace di contemplare e di imitare le cose». L'ingegno
è lo strumento principe, e non l'applicazione delle regole del metodo
cartesiano, per il progresso, ad esempio, della fisica che si sviluppa proprio
attraverso gli esperimenti escogitati dall'ingegno secondo il criterio del vero
e del fatto. L'ingegno dimostra, inoltre, i limiti del conoscere umano e
la contemporanea presenza della verità divina che si rivela proprio attraverso
l'errore. Dio mai si allontana dalla nostra presenza, neppure quando erriamo,
poiché abbracciamo il falso sotto l'aspetto del vero e i mali sotto l'apparenza
dei beni; vediamo le cose finite e ci sentiamo noi stessi finiti, ma ciò
dimostra che siamo capaci di pensare l'infinito. Contro lo scetticismo, sostiene
che è proprio tramite l'errore che l'uomo giunge al sapere metafisico. Il
chiarore del vero metafisico è pari a quello della luce, che percepiamo
soltanto in relazione ai corpi opachi...Tale è lo splendore del vero metafisico
non circoscritto da limiti, né di forma discernibile, poiché è il principio
infinito di tutte le forme. Le cose fisiche sono quei corpi opachi, cioè
formati e limitati, nei quali vediamo la luce del vero metafisico. Il sapere
metafisico non è il sapere in assoluto: esso è superato dalla matematica e
dalle scienze ma, d'altro canto, «la metafisica è la fonte di ogni verità, che
da lei discende in tutte le altre scienze. Vi è dunque un primo vero,
comprensione di tutte le cause, originaria spiegazione causale di tutti gli
effetti; esso è infinito e di natura spirituale poiché è antecedente a tutti i
corpi e che quindi si identifica con Dio. In Lui sono presenti le forme, simili
alle idee platoniche, modelli della creazione divina. «Il primo vero è in
Dio, perché Dio è il primo facitore (primus Factor); codesto primo vero è
infinito, in quanto facitore di tutte le cose; è compiutissimo, poiché mette
dinanzi a Dio, in quanto li contiene, gli elementi estrinseci e intrinseci
delle cose. Se l'uomo non può considerarsi creatore della realtà naturale ma
piuttosto di tutte quelle astrazioni che rimandano ad essa come la matematica,
la stessa metafisica, vi è tuttavia un'attività creatrice che gli
appartiene questo mondo civile egli certamente è stato fatto dagli
uomini, onde se ne possono, perché se ne debbono, ritruovare i principi dentro
le modificazioni della nostra medesima mente umana. Scienza Nuova, terza ediz.,
libro I, sez. 3). L'uomo è dunque il creatore, attraverso la storia, della
civiltà umana. Nella storia l'uomo verifica il principio del verum ipsum factum
creando così una scienza nuova che avrà un valore di verità come la matematica.
Una scienza che ha per oggetto una realtà creata dall'uomo e quindi più vera e,
rispetto alle astrazioni matematiche, concreta. La storia rappresenta la
scienza delle cose fatte dall'uomo e, allo stesso tempo, la storia della stessa
mente umana che ha fatto quelle cose. Filosofia e "filologia" La
definizione dell'uomo, della sua mente non può prescindere dal suo sviluppo
storico se non si vuole ridurre tutto a un'astrazione. La concreta realtà
dell'uomo è comprensibile solo riportandola al suo divenire storico. È assurdo
credere, come fanno i cartesiani o i neoplatonici, che la ragione dell'uomo sia
una realtà assoluta, sciolta da ogni condizionamento storico. «La
filosofia contempla la ragione, onde viene la scienza del vero; la filologia
osserva l'autorità dell'umano arbitrio onde viene la coscienza del
certo...Questa medesima degnità (assioma) dimostra aver mancato per metà così i
filosofi che non accertarono le loro ragioni con l'autorità de'filologi, come i
filologi che non curarono d'avverare la loro autorità con la ragion dei
filosofi» (Giambattista Vico Ibidem Degnità X) Ma la filologia da sola
non basta, si ridurrebbe a una semplice raccolta di fatti che invece vanno
spiegati dalla filosofia. Tra filologia e filosofia vi deve essere un rapporto
di complementarità per cui si possa accertare il vero e inverare il
certo. Le leggi della 'scienza nuova' Compito della 'scienza nuova' sarà
quello di indagare la storia alla ricerca di quei principi costanti che, secondo
una concezione per certi versi platonizzante, fanno presupporre nell'azione
storica l'esistenza di leggi che ne siano a fondamento com'è per tutte le altre
scienze: «Poiché questo mondo di nazioni egli è stato fatto dagli uomini,
vediamo in quali cose hanno con perpetuità convenuto e tuttavia vi convengono
tutti gli uomini; poiché tali cose ne potranno dare i principi universali ed
eterni, quali devon essere d'ogni scienza, sopra i quali tutte sursero e tutte
vi si conservano le nazioni. La storia quindi, come tutte le scienze, presenta
delle leggi, dei principi universali, di un valore ideale di tipo platonico,
che si ripetono costantemente allo stesso modo e che costituiscono il punto di
riferimento per la nascita e il mantenimento delle nazioni. L'eterogenesi
dei fini e la Provvidenza storica Rifarsi alla mente umana per comprendere la
storia non è sufficiente: si vedrà, attraverso il corso degli avvenimenti
storici, che la stessa mente dell'uomo è guidata da un principio superiore ad
essa che la regola e la indirizza ai suoi fini che vanno al di là o contrastano
con quelli che gli uomini si propongono di conseguire; così accade che, mentre
l'umanità si dirige al perseguimento di intenti utilitaristici e individuali,
si realizzino invece obiettivi di progresso e di giustizia secondo il principio
della eterogenesi dei fini. «Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo
di nazioni...ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso
diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini
particolari ch'essi uomini si avevan proposti» (Giambattista Vico Ibidem,
Conclusione) La storia umana in quanto opera creatrice dell'uomo gli appartiene
per la conoscenza e per la guida degli eventi storici ma nel medesimo tempo lo
stesso uomo è guidato dalla Provvidenza che prepone alla storia divina. I
corsi storici Secondo Vico il metodo storico dovrà procedere attraverso
l'analisi delle lingue dei popoli antichi «poiché i parlari volgari debono
essere i testimoni più gravi degli antichi costumi de' popoli che si
celebrarono nel tempo ch'essi si formarono le lingue», e quindi tramite lo
studio del diritto, che è alla base dello sviluppo storico delle nazioni
civili. Questo metodo ha fatto identificare nella storia una legge
fondamentale del suo sviluppo che avviene evolvendosi in tre età: l'età
degli dei, «nella quale gli uomini gentili credettero vivere sotto divini
governi, e ogni cosa esser loro comandata con gli auspici e gli oracoli»; l'età
degli eroi dove si costituiscono repubbliche aristocratiche; l'età degli uomini
«nella quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana». I bestioni La
storia umana, secondo Vico, inizia con il diluvio universale, quando gli
uomini, giganti simili a primitivi "bestioni", vivevano vagando nelle
foreste in uno stato di completa anarchia. Questa condizione bestiale era
conseguenza del peccato originale, attenuata dall'intervento benevolo della
Provvidenza divina che immise, attraverso la paura dei fulmini, il timore degli
dei nelle genti che «scosse e destate da un terribile spavento d'una da essi
stessi finta e creduta divinità del cielo e di Giove, finalmente se ne
ristarono alquanti e si nascosero in certi luoghi; ove fermi con certe donne,
per lo timore dell'appresa divinità, al coverto, con congiungimenti carnali
religiosi e pudichi, celebrarono i matrimoni e fecero certi figlioli, e così
fondarono le famiglie. E con lo star quivi fermi lunga stagione e con le
sepolture degli antenati, si ritrovarono aver ivi fondati e divisi i primi
domini della terra» La civiltà L'uscita dallo stato di ferinità quindi
avviene: per la nascita della religione, nata dalla paura e sulla base
della quale vengono elaborate le prime leggi del vivere ordinato, per
l'istituzione delle nozze che danno stabilità al vivere umano con la formazione
della famiglia e per l'uso della sepoltura dei morti, segno della fede
nell'immortalità dell'anima che distingue l'uomo dalle bestie. Della prima età
sostiene di non poter scrivere molto poiché mancano documenti su cui basarsi:
infatti quei bestioni non conoscevano la scrittura e, poiché erano muti, si
esprimevano a segni o con suoni disarticolati. L'età degl’eroi ha inizio
dall'accomunarsi di genti che trovavano così reciproco aiuto e sostegno per la
sopravvivenza. Sorsero la città guidata dalle prime organizzazioni politiche
dei signori, gl’eroi che con la forza e in nome della ragion di stato,
conosciuta solo da loro, comandano su i servi che, quando rivendicano i propri
diritti, si ritrovarono contro i signori che, organizzati in ordini nobiliari,
danno vita allo stato aristo-cratico che caratterizza il secondo periodo della
storia umana. In questa seconda, dove predomina la fantasia, nasce il
linguaggio dai caratteri mitici e poetici. Infine la conquista dei diritti
civili da parte dei servi dà luogo alla età degl’uomini e alla formazione del stato
popolari (res pubblica) basato sul diritto umano dettato dalla ragione umana
tutta spiegata. Sorge quindi uno stato non necessariamente demo-cratico ma che
puo essere pure monarchico poiché l'essenziale è che rispetta la ragione
naturale, che eguaglia tutti. La legge delle tre età costituisce la storia
ideale eterna sopra la quale corrono in tempo le storie di nostra nazione. Il popolo
conforma il suo corso storico a questa legge che non è solo delle genti ma
anche di ogni singolo uomo che necessariamente si sviluppa passando dal
primitivo senso nell'infanzia, alla fantasia nella fanciullezza, e infine alla
ragione nell'età adulta. Gl’uomini prima sentono senza avvertire. Dappoi
avvertiscono con animo perturbato e commosso. Finalmente riflettono con mente
pura. Se nella storia pur tra le violenze, i disordini, appare un ordine e un
progressivo sviluppo ciò è dovuto all'azione della Provvidenza che immette
nell'agire dell'uomo un principio di verità che si presenta in modo diverso
nelle tre età. Nella prima età degl’eroi, il vero si presenta come certo gli
uomini che non sanno il vero delle cose procurano d'attenersi al certo, perché
non potendo soddisfare l'intelletto con la scienza, almeno la volontà riposi
sulla coscienza. Questa certezza non viene all'uomo attraverso una verità
rivelata ma da una constatazione di senso comune, condivisa da tutti, per cui
vi è un giudizio senz'alcuna riflessione, comunemente sentito da tutto un
ordine, da tutto un popolo, da tutta una nazione o da tutto il genere umano. Vi
è poi, nella seconda età della storia e dell'uomo, caratterizzata dalla
fantasia, un sapere tutto particolare che Vico definisce poetico. In questa età
nasce infatti il linguaggio non ancora razionale ma molto vicino alla poesia
che alle cose insensate dà senso e passione, ed è proprietà dei fanciulli di
prender cose inanimate tra le mani e, trastullandosi, favellarvi, come se
fussero, quelle, persone vive. Questa degnità filologica-filosofica ne appruova
che gli uomini del mondo fanciullo, per natura, furono sublimi poeti. Se
vogliamo quindi conoscere la storia del antico popoli romano dobbiamo rifarci
ai miti che hanno espresso nella loro cultura. Il mito infatti non è solo una
favola e neppure una verità presentata sotto le spoglie della fantasia ma è una
verità di per sé elaborata dagli antichi che, incapaci di esprimersi
razionalmente, si servano di universali fantastici che, sotto spoglie poetiche,
presentano modelli ideali universali. I antichi romani non definano zionalmente
la prudenza ma raccontarono di Enea, modello universale fantastico dell'uomo
prudente. Vico si dedica poi a definire la poesia che innanzitutto è
autonoma come forma espressiva differente dal linguaggio tradizionale. I tropi
della poesia come la metafora, la metonimia, la sineddoche ecc. sono stati
erroneamente ritenuti strumenti estetici di abbellimento del linguaggio
razionale di base. Invece, la poesia è una forma espressiva naturale e
originaria i cui tropi sono necessari modi di spiegarsi della nazione romana poetica.
La poesia ha una funzione rivelativa, custodisce le prime immaginate verità dei
primi uomini. La lingua romana non ha quindi un'origine convenzionale. Questo
presupporrebbe un uso tecnico. Ma la lingua romana sorge invece spontaneamente
come poesia. Poiché il linguaggio e i miti costituiscono la cultura originaria
e spontanea di tutto il popolo romano, arriva alla discoverta dell’epica, l'espressione
del patrimonio culturale comune di tutto il popolo romano. È comunque da
respingere la interpretazione platonica dell’epica come filosofia, -- l’epica e
fornita di una sublime sapienza riposte. Farsi intendere da volgo fiero e
selvaggio non è certamente opera d'ingegno addomesticato ed incivilito da
alcuna filosofia. Né da un animo da alcuna filosofia umanato ed impietosito
potrebbe nascer quella truculenza e fierezza di stile, con cui descrive tante,
sì varie e sanguinose battaglie, tante sì diverse e tutte in istravaganti guise
crudelissima spezie d'ammazzamenti, che particolarmente fanno tutta la
sublimità dell'epica romana. La sapienza antica ha per contenuto princìpi di
giustizia e ordine necessari per la formazione di popoli civili. Questi
contenuti si esprimono in modi diversi a seconda che siano formati dal senso o
dalla fantasia o dalla ragione. Questo vuol dire che la sapienza, la verità, si
manfesta in forme diverse storicamente ma che essa come verità eterna è al di
sopra della storia che di volta in volta la incarna. La verità della storia è
una verità metafisica nella storia. Nella storia si attua la mediazione tra
l'agire umano e quello divino: nel fare umano si manifesta il vero divino
e il vero umano si realizza tramite il fare divino: la provvidenza, legge
trascendente della storia, che opera attraverso e nonostante il libero arbitrio
dell'uomo. Questo non comporta una concezione necessitata del corso della
storia poiché è vero che la Provvidenza si serve degli strumenti umani, anche i
più rozzi e primitivi, per produrre un ordine ma tuttavia questo rimane nelle
mani dell'uomo, affidato alla sua libertà. La storia quindi non è determinata
come sostengono gli stoici e gli epicurei che niegano la provvedenza, quelli
facendosi strascinare dal fato, questi abbandonandosi al caso», ma si sviluppa
tenendo conto della libera volontà degli uomini che, come dimostrano i ricorsi,
possono anche farla regredire. Gli uomini prima sentono il necessario; dipoi
badano all'utile; appresso avvertiscono il comodo; più innanzi si dilettano nel
piacere; quindi si dissolvono nel lusso; e finalmente impazzano in istrapazzar
di sostanze. Scienza Nuova, Degnità. A questa dissoluzione delle nazioni pone
rimedio l'intervento della Provvidenza che talora non può impedire la
regressione nella barbarie, da cui si genererà un nuovo corso storico che
ripercorrerà, a un livello superiore, poiché dell'epoca passata è rimasta una
sia pur minima eredità, la strada precedente.Paradossalmente la criticità del
progresso storico appare proprio con l'età della ragione, quando cioè questa
invece dovrebbe assicurare e mantenere l'ordine civile. Accade infatti che la
tutela della Provvidenza che si è imposta agli uomini nei precedenti due stadi,
ora invece deve ricercare il consenso della «ragione tutta spiegata che si
sostituisce alla religione: Così ordenando la provvedenza: che non avendosi
appresso a fare più per sensi di religione (come si erano fatte innanzi) le
azioni virtuose, facesse la filosofia le virtù nella lor idea. La ragione
infatti, pur con la filosofia, custode della legge ideale del vivere civile,
con il suo libero giudizio, può tuttavia incorrere nell'errore o nello
scetticismo per cui «si diedero gli stolti dotti a calunniare la verità».
La ragione non crea la verità, poiché non può fare a meno dal senso e dalla
fantasia senza le quali appare astratta e vuota. Il fine della storia infatti
non è affidato alla sola ragione ma alla sintesi armonica di senso, fantasia e
razionalità. La ragione poi è ispirata dalla verità divina per cui la storia è
sì opera dell'uomo, ma la mente umana da sola non basta poiché occorre la
Provvidenza che indichi la verità. La filosofia è succeduta alla religione ma non
l'ha sostituita anzi essa deve custodirla: «Da tutto ciò che si è in
quest'opera ragionato, è da finalmente conchiudersi che questa Scienza porta
indivisibilmente seco lo studio della pietà, e che, se non siesi pio, non si
può daddovero esser saggio» (Giambattista Vico Scienza Nuova,
Conclusione) Il giudizio della filosofia posteriore «Predicavano la ragione
individuale, ed egli le opponeva la tradizione, la voce del genere umano. Gli
uomini popolari, i progressisti di quel tempo, sono Capua, Cornelio, Doria,
Calopreso, che stano con le idee nuove, con lo spirito del secolo. Lui era un
retrivo, con tanto di coda, come si direbbe oggi. La coltura europea e la
coltura italiana s'incontravano per la prima volta, l'una maestra, l'altra
ancella. Resiste. Era vanità di pedante? Era fierezza di grande uomo? Resiste a
Cartesio, a Malebranche, a Pascal, i cui Pensieri sono lumi sparsi, a Grozio, a
Puffendorfio, a Locke, il cui saggio era la metafisica del senso. Resiste, ma
li studia più che facessero i novatori. Resisteva come chi sente la sua forza e
non si lascia sopraffare. Accettava i problemi, combattea le soluzioni, e le
cercava per le vie sue, co' suoi metodi e coi suoi studi. Era la resistenza
della coltura italiana, che non si lasciava assorbire, e stava chiusa nel suo
passato, ma resistenza del genio, che cercando nel passato trovava il mondo
moderno. Era il retrivo che guardando indietro e andando per la sua via, si
trova da ultimo in prima fila, innanzi a tutti quelli che lo precedevano.
Questa era la resistenza del Vico. Era un moderno e si sentiva e si credeva
antico, e resistendo allo spirito nuovo, riceveva quello entro di sé.»
(Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, Morano, Napoli)
Fintanto che fu in vita la portata e la ricezione critica del suo pensiero
furono circoscritte quasi unicamente agli ambienti intellettuali della propria
città, trovando poi un ben più vasto seguito soltanto a quasi due secoli dalla
sua stessa morte, tra la seconda metà dell'Ottocento e il Novecento. Affermatasi
la fama del pensiero vichiano, esso fu conteso dalle più disparate correnti
filosofiche: dal pensiero cristiano (nonostante l'iniziale rifiuto), dagli
idealisti (dai quali fu proclamato precursore dell'immanentismo hegeliano), dai
positivisti e persino da diversi marxisti. Vico è ben più di un semplice
filosofo tanto che in certi momenti della sua travagliatissima fama fu
apprezzato prevalentemente per la sua filosofia del diritto, così come in altri
momenti fu celebrato precursore della sociologia, della psicologia dei popoli,
o come campione fra i maggiori della filosofia della storia, mentre veniva
ignorata la sua pur genialissima metafisica, che è ad un tempo il punto
d'arrivo e il presupposto logico di tutte le ricerche da lui condotte nei più
vari campi dell'operare umano». Il pensiero vichiano, le cui prime fonti
s'ispirano alla tradizione filosofica del Seicento che permeava l'ambiente
partenopeo della sua epoca, rappresenta un ponte fra la cultura secentesca e
quella settecentesca. Nonostante il Vico non sia caratterizzato dall'audacia
innovatrice illuminista, il suo pensiero raggiunse – come nota Abbagnano –
«alcuni risultati fondamentali» che lo connettono a pieno titolo al Settecento.
Tuttavia, non può tacersi il carattere conservatore della sua filosofia
politico-religiosa, generato dal turbamento di chi, «assistendo alla fine di un
mondo famigliare, non sa scoprire i segni del sorgere di un nuovo. Ciò è
dimostrato dalla giustapposizione del certo (ossia il peso dell'autorità della
tradizione) al vero (ossia lo sforzo innovatore della ragione) che è il segno
di una ricerca di equilibrio estranea al pensiero illuministico. A tali
conclusioni il pensiero vichiano fu condotto dalla limitatezza della sua
gnoseologia e dalla polemica contro il cartesianesimo, il quale professava, al
contrario, l'eliminazione di ogni limite gnoseologico. Opere: “Sei Orazioni
Inaugurali”: “De nostri temporis studiorum ratione”: “Orazione Inaugurale” “De
antiquissima Italorum sapientia ex linguae latinae originibus eruenda;
“Proemium”; “Liber metaphysicus”; “Risposte al giornale dei letterati Prima
risposta”; “Seconda risposta”; “Institutiones oratoriae”; “De universis Juris”;
“De universis juris uno principio et fine uno liber unus - include “De opera
proloquium”; “De constantia jurisprudentis liber alter”; “ Notae in duos
libros, alterum De uno universi juris principio et fine uno, alterum De
constantia jurisprudentis”; “Scienza nuova prima”; “Vici vindiciae”; “Vita di
Giambattista Vico scritta da se medesimo, (l'«Autobiografia» («Supplemento»)
Scienza nuova seconda, De mente heroic, Scienza nuova terza. Edizioni: Scritti
storici, Giambattista Vico, Scienza nuova, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza,Giambattista Vico, Scienza nuova seconda. 1, Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Giambattista Vico, Scienza nuova seconda. Scrittori d'Italia, Bari,
Laterza, Giambattista Vico, Opere a cura di Fausto Nicolini, Laterza, Bari,
Orazioni inaugurali, De studiorum rationum, De antiquissima Italorum sapientia,
Risposte al giornale dei letterati; IDiritto universale, Scienza nuova; Scienza
nuova, Autobiografia, Carteggio, Poesie varie; Scritti storici; Scritti vari e
pagine disperse; Poesie, Institutiones oratoriae. Giambattista Vico, Opere
filosofiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista Vico,
Opere giuridiche a cura di Paolo Cristofolini, Firenze, Sansoni. Giambattista
Vico, Institutiones oratoriae, testo critico, versione e commento a cura di
Giuliano Crifò, Napoli, Istituto Suor Orsola Benincasa. Bibliografia critica Il
pensiero vichiano rimase quasi del tutto ignorato dalla cultura europea del
XVIII secolo con una diffusione limitata nell'Italia meridionale. Ancora in età
romantica Vico era poco conosciuto anche se filosofi tedeschi come Johann
Gottfried Herder, chiamato il Vico tedesco, e Hegel presentano delle
somiglianze con la dottrina vichiana per quanto riguarda il ruolo della storia
nello sviluppo della filosofia. La filosofia di Vico comincia ad essere
conosciuta e apprezzata nel clima del romanticismo francese e italiano:
François-René de Chateaubriand e Joseph de Maistre ma, soprattutto Jules
Michelet, Principes de la philosophie de l'histoire, Parigi diffonde il
pensiero di Vico di cui apprezza la concezione della storia come sintesi di umano
e divino. Nella prima metà dell'Ottocento, Auguste Comte e Karl Marx
stimarono la filosofia della storia di Vico ma furono i filosofi italiani, come
Antonio Rosmini, e soprattutto Vincenzo Gioberti, che videro in lui un
maestro. N. Tommaseo, Vico e il suo secolo, rist. Torino 1930, mette in
evidenza la grande affinità del pensiero vichiano con quello di Gioberti.
Agostino Maria de Carlo, "Istituzione Filosofica secondo i Princìpj di
Giambattista Vico ad uso della gioventù studiosa" - Napoli - Tip. Cirillo
- Nuove interpretazioni basate sul principio vichiano del verum ipsum factum
considerano Vico un anticipatore del positivismo Giuseppe Ferrari, Il
genio di Vico, rist.Carabba, Lanciano Cattaneo, Sulla 'Scienza
Nuova' di Vico, Milano C. Cantoni, Vico, Torino); Siciliani, Sul rinnovamento
della filosofia positiva in Italia, Civelli Firenze. Recentemente, viene
rivalutato il legame stringente fra il filosofo e l'Illuminismo: A.
Donati, Giambattista Vico. Filosofo dell'Illuminismo, Aracne. Una spinta
decisiva all'apprezzamento e alla diffusione del pensiero vichiano come
anticipatore di Kant e dell'idealismo, si ebbe in Italia a cominciare dagli
studi di Bertrando Spaventa e De Sanctis iniziatori di quella corrente
dottrinale interpretativa che si ritrova soprattutto in Croce e G.
Gentile, Studi vichiani, Messina, rist. Sansoni Firenze che ne mette in luce le
ascendenze neoplatoniche e rinascimentali rifiutandone nel contempo
l'interpretazione positivista e interpretandone il verum ipsum factum in senso
idealistico. Una forzatura questa, secondo alcuni critici, ripresa da
Croce, La filosofia di Vico, Laterza, Bari che ebbe soprattutto il merito di
aver intuito in Vico una definizione dell'arte come attività autonoma dello
spirito e della visione storicistica dello sviluppo dello spirito da cui Croce
elimina ogni riferimento alla trascendenza della Provvidenza vichiana.
Un'accurata ricerca storica su Vico fu operata dal crociano F. Nicolini,
La giovinezza di Vico, Laterza, Bari, Fausto Nicolini, La religiosità di Vico,
Laterza, Bari, Fausto Nicolini, Commento storico alla seconda 'Scienza Nuova',
Roma, Fausto Nicolini, Saggi vichiani, Giannini, Napoli, Fausto
Nicolini, Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa,
Editore Osanna Venosa, Contrari all'interpretazione immanentistica della
Provvidenza vichiana sono gli studi di autori cattolici che ne mettono invece
in risalto la trascendenza: E. Chiocchietti, La filosofia di Vico, Vita e
Pensiero, Milano, F. Amerio, Introduzione allo studio di Vico, SEI, Torino, L.
Bellafiore, La dottrina della Provvidenza in Vico, Cedam, Bologna, A. Mano, Lo
storicismo di Vico, Napoli, F. Lanza, Saggi di poetica vichiana, Magenta,
Varese, Il dibattito tra le interpretazioni laiche e cattoliche su Vico si è attenuato
in periodi recenti dove lo studio del pensiero vichiano si è dedicato a
particolari aspetti della sua dottrina: G. Fassò, I «quattro auttori» del
Vico. Saggio sulla genesi della Scienza nuova, Milano, Giuffrè, non esistente.
G. Fassò, Vico e Grozio, Napoli, Guida, Maura Del Serra, Eredità e kenosi
tematica della "confessio" cristiana negli scritti autobiografici di
Vico, in Sapientia, sulla concezione della storia ad opera della quale avviene
la conciliazione tra immanenza e trascendenza del pensiero vichiano: A. R.
Caponigri, Tempo e idea, Pàtron, Bologna, sulla estetica vichiana gli studi più
notevoli sono quelli di G. A. Bianca, Il concetto di poesia in G. B.Vico,
D'Anna, Messina, G. Prestipino, "La teoria del mito e la modernità di Vico",
Annali della facoltà di Palermo, sugli aspetti giuridici e sociologici:Fabiani,
La filosofia dell'immaginazione in Vico e Malebranche, Firenze, B. Donati,
Nuovi studi sulla filosofia civile (Firenze); L. Bellafiore, Il diritto
naturale (Milano); D. Pasini, Diritto, società e stato in Vico, Jovene, Napoli,
V. Giannantonio, "Oltre Vico - L'identità del passato a Napoli e Milano (Carabba,
Lanciano); G. Leone, [rec. al vol. di] V. Giannantonio, "Oltre Vico -
L'identità del passato a Napoli e Milano” (Carabba. Lanciano, in Misure
Critiche, La Fenice Casa Editrice, Salerno, e in "Forum Italicum",
Wehle, Winfried: Sulle vette di una ragione abissale: Giovambattista Vico e
l'epopea di una 'Scienza Nuova'. In: Battistini, Andrea; Guaragnella, Pasquale
(ed.): Giambattista Vico e l'enciclopedia dei saperi. - Lecce: Pensa multimedia
(Mneme). B. Croce, La filosofia di Vico, Bari, Laterza,Maria Consiglia, Napoli,
Editoria clandestina e censura ecclesiastica a Napoli all'inizio del
Settecento, in Anna Maria Rao (a cura di), Editoria e cultura a Napoli, Napoli:
Liguori, Francesco Adorno, Tullio Gregory, Valerio Verra, Storia della
filosofia, vol. Editori Laterza, Giambattista Vico, La scienza nuova (a cura di
P. Rossi), Biblioteca Universale Rizzoli, Giambattista Vico, Giuseppe Ferrari,
La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Soc. Tip. de' Classici Italiani,
B.Cioffi ed altri, I filosofi e le idee, B. Mondadori, D. Armando, M. Sanna, Il
Contributo italiano alla storia del Pensiero – Politica, Enciclopedia Italiana Treccani Francesco
Adorno, Tullio Gregory, Valerio Verra, Storia della filosofia, Editori
Laterza); Guido Fassò, Storia della filosofia del diritto. II: L'età moderna,
Editori Laterza, Nicola Abbagnano, Storia della filosofia, Gruppo Editoriale
L'Espresso, Vico, La scienza nuova (Biblioteca Universale Rizzoli);
Vico, Principj di scienza nuova, di Giambattista Vico: d'intorno alla comune
natura delle nazioni, Volume 1, Francesco d'Amico, Fausto Nicolini,
Giambattista Vico nella vita domestica. La moglie, i figli, la casa, Editore
Osanna Venosa, Giambattista vico, Autobiografia, ed. Nicolini (Bompiani),
Milano, Vico, La scienza nuova (a cura di Paolo Rossi), Biblioteca Universale
Rizzoli, Ugo Grozio, Prolegomeni al diritto della guerra e della pace (a cura di
Guido Fassò), cMorano Editore, Giambattista Vico, La scienza nuova, Biblioteca
Universale Rizzoli); G. Liccardo, Storia irriverente di eroi, santi e tiranni
di Napoli. Vico che si era rivolto inutilmente per sovvenzionare la
stampa dell'opera prima al cardinale Orsini, poi a Papa Clemente XII, fu
costretto a vendere un anello per farla pubblicare. Vico scrisse in seguito
che, in fondo, l'accaduto era stato un bene poiché lo aveva spinto a riscrivere
l'opera in maniera più completa. (Cfr. M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia,
Torino Einaudi) M.Fubini, G.B.Vico. Autobiografia, Torino Einaudi La
prima redazione dell'opera, andata perduta, aveva il titolo di Scienza nuova in
forma negativa L'Autobiografia fu pubblicata postuma ampliata con una modifica di Vico. Rivista
di studi crociani, a cura della "Società napoletana di storia
patria", 1969. La fondazione "Giambattista Vico",
voluta da Gerardo Marotta, presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi
Filosofici, con sede nella Chiesa di San Biagio Maggiore di Napoli, si occupa
della promozione del pensiero vichiano e della gestione di alcuni siti vichiani
come il castello Vargas di Vatolla (Salerno) e la Chiesa di San Gennaro
all'Olmo in Napoli. Giambattista Vico, Principi di una scienza nuova
d'intorno alla comune natura delle nazioni, a cura di Giuseppe Ferrari, Società
tipografica de' Classici italiani, Milano. Silvestro Candela, L'unità e la
religiosità del pensiero di Giambattista Vico, Cenacolo Serafico, Inesatto è
altresì che il Vico terminasse di vivere a più di settantasei anni: per
contrario, mancò ai vivi nella notte e a settantacinque anni e sette mesi
precisi, in La Letteratura italiana: Storia e testi, Giambattista Vico,
Ricciardi. La storia di Vico, su napolitoday. Secondo notizie di stampa diffuse
resti della salma di Vico sarebbero stati recuperati nei sotterranei della
chiesa napoletana. (Vedi: Corriere del Giorno: Ritrovata la salma di
Giambattista Vico? I ricercatori vanno cauti Archiviato in Internet Archive.)
La notizia è stata comunque commentata con prudenza dagli esperti. La
scienza nuova, Biblioteca Universale Rizzoli. F. Nicolini, La giovinezza di
Vico: saggio biografico, Società editrice Il Mulino, Croce, Nuovi saggi sul
Seicento. Per una silloge di «pensieri» del Malvezzi, Politici e moralisti del
Seicento, ediz. Croce-Caramella, Bari, Laterza, 1930. Vico nel
perduto De equilibrio corporis animantis esponeva una concezione secondo cui
«...riponevo la natura delle cose nel moto per il quale, come se fossero
sottoposte alla forza di un cuneo, tutte le cose vengono spinte verso il centro
del loro stesso moto e, invece, sotto l'azione di una forza contraria, vengono
respinte verso l'esterno; e sostenni anche che tutte le cose vivono e muoiono
in virtù di sistole e diastole». Secondo un'ipotesi di Benedetto Croce e Fausto
Nicolini l'opera era stata concepita come appendice al Liber physicus e fu
donata in forma manoscritta al suo grande amico, il giurista Domenico Aulisio.
La trattazione di quella teoria di ispirazione cartesiana e presocratica venne
poi inserita più ampiamente nella Vita. Stefania De Toma, Ecco
l'origine delle scienze umane: aspetti retorici di una contesa intorno al De
antiquissima italorum sapienti, Bollettino del Centro di studi vichiani (Roma:
Edizioni di storia e letteratura). Opere, Sansoni, Firenze -- è
considerato da alcuni interpreti della sua filosofia come il primo
costruttivista. Infatti Vico sostiene che l'uomo può conoscere solo ciò che può
costruire, aggiungendo poi che in effetti solo Dio conosce veramente il mondo,
avendolo creato lui stesso. Il mondo quindi è esperienza vissuta e al suo
riguardo non vale per gli uomini alcuna pretesa di verità ontologica. (In Paul
Watzlawick, La realtà inventata, Milano, Feltrinelli) Per Vico la
filologia non è solo la scienza del linguaggio ma anche storia, usi e costumi,
religioni...ecc. dei popoli antichi. L'età degli dei nella quale gli uomini
gentili credettero vivere sotto divini governi, e ogni cosa esser loro
comandata con gli auspici e gli oracoli, che sono le più vecchie cose della
storia profana: l'età degli eroi, nella quale dappertutto essi regnarono in
repubbliche aristocratiche, per una certa da essi rifiutata differenza di
superior natura a quella de' lor plebei; e finalmente l'età degli uomini, nella
quale tutti si riconobbero esser uguali in natura umana, e perciò vi
celebrarono prima le repubbliche popolari e finalmente le monarchie, le quali
entrambe sono forma di governi umane» (G.Vico, Scienza Nuova, Idea
dell'Opera) G.Vico,Scienza Nuova, Idea dell'Opera Ibidem La
ragion di stato «non è naturalmente conosciuta da ogni uomo ma da pochi pratici
di governo» (Ibidem) Ibidem Degnità XXXVII. Sull'immaginazione nei
primitivi secondo la filosofia vichiana si veda: Paolo Fabiani, La filosofia
dell'immaginazione in Vico e Malebranche, La rivendicazione dell'assoluta
autonomia dell'arte e della poesia nei confronti delle altre attività
spirituali fu uno dei meriti che Benedetto Croce riconobbe al pensiero
vichiano. Vico critica tutt'insieme le tre dottrine della poesia come
esortatrice e mediatrice di verità intellettuali, come cosa di mero diletto, e
come esercitazione ingegnosa di cui si possa senza far danno fare a meno. La
poesia non è sapienza riposta, non presuppone logica intellettuale, non
contiene filosofemi: i filosofi che ritrovano queste cose nella poesia, ve le
hanno introdotte essi stessi senza avvedersene. La poesia non è nata per
capriccio, ma per necessità di natura. La poesia tanto poco è superflua ed
eliminabile, che senza di essa non sorge il pensiero: è la prima operazione
della mente umana» (Benedetto Croce, La filosofia di Giambattista
Vico) [qual era quello dei tempi d'Omero] G.Vico, Scienza
Nuova, Conclusione Nel senso di pietas, sentimento religioso. Giambattista
Vico, La scienza nuova (Biblioteca Universale Rizzoli). Croce Nicolini
Storicismo Filosofia della storia Filologia. su Treccani – Enciclopedie on
line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana.Giambattista Vico, in Dizionario di storia, Istituto
dell'Enciclopedia Italiana. Giambattista Vico, su sapere, De
Agostini.Giambattista Vico, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia
Britannica, Inc. Andrea Battistini, Giambattista Vico, in Dizionario biografico
degli italiani, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Alexander Bertland, La
Scienza nuova su letteratura italiana Opere*, su bibliotecaitaliana integrali
in più volumi dalla collana digitalizzata "Scrittori d'Italia"
Laterza Paolo Fabiani, La filosofia dell'immaginazione in Vico, su
academia.edu., Firenze, G. Pellegrino, 'La concezione della storia di Vico, su
centro studi la runa it. Centro di Studi Vichiani, su Consiglio nazionale delle
ricerche. Fondazione Giambattista Vico, su Fondazione gbvico org. Portale Vico,
su giambattistavico. u treccani., in Il contributo italiano alla storia del
Pensiero, Filosofia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vico, Principj
di una scienza nuova di Vico: d'intorno alla comune natura delle nazioni, Tip.
di A. Parenti. Italian philosopher. Grice:
“The Italians revere him so much that his emblem is on one of their stamps!”“It
would be as having Ryle on one of ours!” vico: He is so
beloved by the Italians “that they made a stamp of him.”Grice. cited by H. P.
Grice, “Vico and the origin of language.” Philosopher who founded modern
philosophy of history, philosophy of culture, and philosophy of mythology. He
was born and lived all his life in or near Naples, where he taught eloquence.
The Inquisition was a force in Naples throughout Vico’s lifetime. A turning
point in his career was his loss of the concourse for a chair of civil law.
Although a disappointment and an injustice, it enabled him to produce his major
philosophical work. He was appointed royal historiographer by Charles of
Bourbon. Vico’s major work is “La scienza nuova” completely revised
in a second, definitive version. He published three connected works on
jurisprudence, under the title Universal Law; one contains a sketch of his conception
of a “new science” of the historical life of nations. Vico’s principal works
preceding this are On the Study Methods of Our Time, comparing the ancients
with the moderns regarding human education, and On the Most Ancient Wisdom of
the Italians, attacking the Cartesian conception of metaphysics. His
Autobiography inaugurates the conception of modern intellectual autobiography.
Basic to Vico’s philosophy is his principle that “the true is the made” “verum
ipsum factum”, that what is true is convertible with what is made. This
principle is central in his conception of “science” scientia, scienza. A
science is possible only for those subjects in which such a conversion is
possible. There can be a science of mathematics, since mathematical truths are
such because we make them. Analogously, there can be a science of the civil
world of the historical life of nations. Since we make the things of the civil
world, it is possible for us to have a science of them. As the makers of our
own world, like God as the maker who makes by knowing and knows by making, we
can have knowledge per caussas through causes, from within. In the natural
sciences we can have only conscientia a kind of “consciousness”, not scientia,
because things in nature are not made by the knower. Vico’s “new science” is a
science of the principles whereby “men make history”; it is also a
demonstration of “what providence has wrought in history.” All nations rise and
fall in cycles within history corsi e ricorsi in a pattern governed by
providence. The world of nations or, in the Augustinian phrase Vico uses, “the
great city of the human race,” exhibits a pattern of three ages of “ideal
eternal history” storia ideale eterna. Every nation passes through an age of
gods when people think in terms of gods, an age of heroes when all virtues and
institutions are formed through the personalities of heroes, and an age of
humans when all sense of the divine is lost, life becomes luxurious and false,
and thought becomes abstract and ineffective; then the cycle must begin again.
In the first two ages all life and thought are governed by the primordial power
of “imagination” fantasia and the world is ordered through the power of humans
to form experience in terms of “imaginative universals” universali fantastici.
These two ages are governed by “poetic wisdom” sapienza poetica. At the basis
of Vico’s conception of history, society, and knowledge is a conception of
mythical thought as the origin of the human world. Fantasia is the original
power of the human mind through which the true and the made are converted to
create the myths and gods that are at the basis of any cycle of history.
Michelet was the primary supporter of Vico’s ideas in the nineteenth century;
he made them the basis of his own philosophy of history. Coleridge is the
principal disseminator of Vico’s views in England. James Joyce used the New
Science as a substructure for Finnegans Wake, making plays on Vico’s name,
beginning with one in Latin in the first sentence: “by a commodius vicus of
recirculation.” Croce revives Vico’s philosophical thought, wishing to conceive
Vico as the Hegel. Vico’s ideas have been the subject of analysis by
such prominent philosophical thinkers as Horkheimer and Berlin, by
anthropologists such as Edmund Leach, and by literary critics such as René
Wellek and Herbert Read. Refs.: S. N. Hampshire, “Vico,” in The New Yorker.
Luigi Speranza, “Vico alla Villa Grice.” H. P. Grice, “Vico and
language.” M. Danesi, Metaphor,
and the Origin of Language. Serious
scholars of Vico as well as glotto-geneticists will find much of value in this
excellent monograph. Vico Studies. A provocative, well-researched argument
which might find re-application in philosophy. Theological Book Review. Danesi
returns to Vico to create a persuasive, original account of the evolution and
development of the Italian language, one of the deep mysteries of Italians. Vico’s
reconstruction of the origin of language is described and evaluated in light of
Grice’s philosophical conversational pragmatics. Keywords: glotto-genesi, la
ricostruzione di Vico, The New Science Basic Notions. Language and the
Imagination: Vico’s Glottogenetic Scenario; Vico’s Approach; Reconstructing the
Primal Scene; After the Primal Scence; the dawn of communication: iconicita e mimesi,
hypotheses The Nature of Iconicity. Imagery, Iconicita e gesto. Iconic
Representation. Osmosis Hypothesis Ontogenesis From Percept al concetto. The
Metaphoricity Metaphor metafora; Metaphor and Concept-Formation Mentation,
Narrativity, e mito; the socio-biological-Computationist Viewpoint:A Vichian
Critique; The Vichian Scenario Revisited; Revisting the Genetic Perspective; computationism. Refs.: Luigi Speranza, “Vico e Grice,” Villa
Grice. #vico https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4421435234535104 #griceevico https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702533283/in/photolist-2mLLZRD-2mLM2Rf-2mLPa8B-2mLMbqp-2mLGod1-2mLM2RA-2mLM2Qy-2mLP36W-2mLKxtd-2mLKxqY-2mLLZPz-2mLP1aS-2mLP1am-2mLFu9X-2mLM2RF-2mLP37h-2mLQ7Zx-2mLLZPp-2mLQ5Z5-2mLFscR-2mLFuaU-2mLFucc-2mLKzoL-2mLKxsG-2mLQ81p-2mLP3bL-2mLP1cL-2mLP1dN-2mLM2Yz-2mLKzpc-2mLQ66x-2mLKxvh-2mLLZV6-2mLFugF-2mLQ895-2mLP3fU-2mLP3ad-2mLKzrS-2mLKzqE-2mLLZY7-2mLFucN-2mLQ86K-2mLP1eK-2mLQ61H-2mLLZUj-2mLLZZE-2mLKxwp-2mLFsi2-2mLFuiV-2mLP3eM
Grice
e Vieri – filosofia italiana – Luigi Speranza (Firenze) Essential Italian philosopher.
Filosofo. Di famiglia nobile. Insegna a Pisa. Platonico molto attivo. E
contestato dai colleghi per il suo vagheggiare un nuovo circolo dei platonici
improntato su Pico. Suo principale avversario e Borri. Saggi: “Liber in
quo a calumnijs detractorum philosophia defenditur, & eius praestantia
demonstrator” (Roma). Crusca. Vieri. Keywords. Refs.: The H. P. Grice Papers,
Bancroft; Luigi Speranza, “Grice e Vieri: la dialettica fiorentina”, The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vieri https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4597595683585724 #griceevieri https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702935444/in/photolist-2mLP4p2-2mLKAG2-2mLQ9gL-2mLQ9fU-2mLP4ps-2mLFvoA-2mLP4oW-2mLFvoF-2mKQL9s
Grice e Vigna – la regola d’oro conversazionale –
filosofia italiana – Luigi Speranza (Rosolini). Essential Italian
philosopher Filosofo. Studia Filosofia a Milano, legandosi in special modo
all'insegnamento di Bontadini e Severino. Con Severino si laurea, discutendo la
tesi, ‘La logica dell'astratto – generale -- e la logica del concreto –
particolare’” -- è Professore di Filosofia a Venezia, ma ha insegnato anche a
Milano. È stato, inoltre, il presidente della Società Italiana di Filosofia
Morale. Pensiero Si è occupato di neo-idealismo Italiano e di Aristotele.
Successivamente si è concentrato in maniera speciale sull'ontologia, proponendo
una ‘semantizzazione’ di ‘essere’ capace di risolvere la aporia del
parmenidismo di Severino, che in qualche modo grava anche sulla speculazione di
Bontadini. Questa ‘semantizzazione’ permette di leggere nel ‘divenire’ (x
divenne y) non l'annullamento dell'essere (‘x e y”), ma piuttosto quello
dell'ente. La differenza fondamentale è proprio quella che passa tra l'essere ‘assoluto’
che *non* diviene e l'ente finito che comincia e cessa di essere – cfr. Grice,
relative identity in Geach and Myro. Questa impostazione ha consentito di
raffinare ulteriormente il tema della mediazione metafisica che sfrutta e
compone la posizione necessaria della totalità dell'essere con la posizione
della totalità molteplice e mutabile dell'esperienza. Insieme alle
analisi di metafisica si sono svolte quelle di etica (bio-etica). L'etica è
intesa fondamentalmente come un’annalisi del desiderio o volere, il quale, a
sua volta, è fondamentalmente desiderio di un altro desiderio (meta-desiderio),
cioè poi di un altro essere umano – il co-conversazionalista B -- che ci
desideri e ci riconosca. L'etica e così ricondotta alle dinamiche delle relazioni
inter-soggettive, che si possono descrivere secondo tre modelli basilari. Il
primo modello è il modello griceiano – ariskantiano -- quello regolativo per
l'etica. E quello in cui le soggettività si riconoscono reciprocamente come
delle soggettività, e cioè come delle persone o degli esseri che pensano e
desiderano in modo trascendentale. Il secondo modello è quello trasgressivo.
Quello in cui le soggettività confliggono e cercano di dominare il soggetto che
hanno di fronte, trattandolo come un oggetto o istrumento -- o una cosa
manipolabile a loro piacimento. Il terzo modello, che si colloca a mezza strada
fra i due precedenti, è quello che Vigna definisce modello griceiano
‘oblativo,’ in cui mentre una delle due soggettività riconosce l'altra e si dispone
a trattare l'altra secondo la cura e il rispetto che le convengono, l'altra
soggettività non offre nessun riconoscimento e cerca di imporsi sulla
soggettività riconoscente come soggettività dominante. Questa impostazione
onto-etica si caratterizza per il tentativo di fondare la regolatività etica
del modello ariskantiano di Grice su argomentazioni che partono dal rilievo
irrefutabile della trascendentalità della persona, la quale si trova invece
contraddetta in tutte le situazioni di rapporto inter-soggettivo riconducibili
agli altri due modelli (razionalita istrumentale, e razionalita di
oppression). Le indagini di antropologia trascendentale completano e
chiudono questo percorso, ponendosi come il termine medio che stringe e salda
l'ontologia metafisica all'etica. Il concetto di ‘persona’ viene inteso alla
Grice e Strawson come sinergia del concetto di ‘sostanza’ e di quello di
relazione (la categoria della relazione di Aristotele, la relati, o il ‘pros
ti’. Sostanza (ousia, sub-stantia, essential) è classicamente
quello che permane e sta in sé. La relazione, invece, è qui il rapporto
intenzionale ad altro da sé. La persona è una sinergia di sostanza e relazione
perché è sia rapporto a se stesso sia rapporto all'altro da sé, in quanto è
essenzialmente una intenzionalità trascendentale, ovverosia un orizzonte
consistente di relazione all'altro da sé, secondo il corso illimitato del
desiderio che lo abita. Saggi: “La dialettica gentiliana” in “Giornale
critico della filosofia italiana”, Religione nella filosofia di Giovanni
Gentile, in “Giornale critico della filosofia italiana”, Gentile interprete di
Marx, in Enciclopedia. Il pensiero di Gentile, Istituto della
Enciclopedia Italiana, Roma, Ragione e religione (CELUC, Milano); “Filosofia e
marxismo” (CELUC, Milano); “Le origini del marxismo teorico in Italia. Il
dibattito tra Labriola, Croce, Gentile e Sorel sui rapporti tra marxismo e
filosofia (Città Nuova, Roma); “Antonio Gramsci. Il pensiero teorico e
politico. La "questione leninista"” (Città Nuova, Roma); “Invito al
pensiero di Aristotele” (Mursia, Milano), “Sostanza e relazione: una aporetica
della persona,” in L'idea di persona, V. Melchiorre, Vita e Pensiero, Milano);
“L'enigma del desiderio” (Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo); “La politica
e la speranza, Edizioni Lavoro, Roma); “Il frammento e l'Intero: -- il toto e
la parte -- indagini sul senso dell'essere e sulla stabilità del sapere,
Orthotes, Napoli-Salerno, Sul trascendentale come inter-soggettività
originaria, in “Le avventure del trascendentale,” A. Rigobello, Rosenberg &
Sellier, Torino); “Sulla verità e sul bene” (Petite Plaisance, Pistoia); “Etica
del desiderio come etica del riconoscimento” (Orthotes, Napoli). Sostanza e
relazione. Indagini di struttura sull'umano che ci è comune, 2 volumi,
Orthotes, Napoli-Salerno. Studi gentiliani, Orthotes, Napoli-Salerno.
Studi marxiani, Orthotes, Napoli-Salerno. Studi aristotelici, Orthotes,
Napoli-Salerno; La ragione e la dialettica. Studi su Marx e Volpe (Marsilio,
Venezia), “Teorie della felicità” II, Francisci, Abano Terme); “La qualità
dell'uomo. Filosofi e psicologi a confronto, Franco Angeli, Milano); “Dio e la
ragione, Marietti, Genova); “L'etica e il suo altro, Franco Angeli, Milano);
“Strutture del sapere filosofico” Il Cardo, Venezia, “La libertà del bene, Vita
e Pensiero, Milano, “Essere giusti con l'altro” (Rosenberg & Sellier,
Torino); Introduzione all'etica, Vita e Pensiero, Milano, Etica
trascendentale e intersoggettività, Vita e Pensiero, Milano, “Multiculturalismo
e identità” Vita e Pensiero, Milano; “La persona e i nomi dell'essere: sritti
di filosofia in onore di V. Melchiorre, Vita e Pensiero, Milano. Libertà,
giustizia e bene in una società plurale, Vita e Pensiero, Milano. Etiche e
politiche della post-modernità, Milano, Vita e Pensiero. “Etica del plurale:
giustizia, riconoscimento, responsabilità” (Vita e Pensiero, Milano); “Affetti
e legami” (Vita e Pensiero, Milano); “La regola d'oro come etica universale
(Vita e Pensiero, Milano (curato con S. Zanardo). Bontadini e la metafisica,
Vita e Pensiero, Milano, “Metafisica e violenza” Vita e Pensiero, Milano);
“Etica di frontiera. Nuove forme del bene e del male, Vita e Pensiero, Milano);
“Di un altro genere: etica al femminile, Vita e Pensiero, Milano. Giorgio La
Pira. Un san Francesco nel Novecento, AVE, Roma. Multiculturalismo e
interculturalità. L'etica in questione, Vita e Pensiero, Milano. “La vita
spettacolare. Questioni di etica, Orthotes, Napoli; Etica dell'economia. Idee
per una critica del riduzionismo economico, Orthotes, Napoli-Salerno;
Differenza di genere e differenza sessuale. Un problema di etica di frontiera,
Orthotes, Napoli-Salerno. Il dovere dell'ospitalità, Orthotes, Napoli-Salerno.
Dell'interpretazione di Gentile offerta da Vigna discutono, fra gli altri, M. Berlanda,
Gentile e l'ipoteca kantiana. Linee di formazione del primo attualismo, Vita e
Pensiero, Milano eBettineschi, Critica della prassi assoluta. Analisi
dell'idealismo gentiliano, Orthotes, Napoli. Ora si vedano anche Studi
gentiliani, Orthotes, Napoli-Salerno. Cfr. Studi marxiani, rthotes,
Napoli-Salerno. Cfr. gli scritti raccolti in C. Vigna, Studi
aristotelici, Orthotes, Napoli-Salerno. F. Saccardi, Semantizzazione
dell'essere e inferenza metempirica, inPagani, Debili postille. Lettere a
Vigna, Orthotes, Napoli, Cfr. anche L. Messinese, L'apparire del mondo. Dialogo
con Severino sulla "struttura originaria" del sapere, Mimesis,
Milano-Udine, "Vigna, invece, che pur si è formato alla scuola di
Bontadini e di Severino, non segue più i suoi maestri, perché ormai egli
ritiene che, se si accetta la “semantizzazione parmenidea” dell’essere, non si
può evitare di estendere gli attributi dell'essere assoluto agli enti, come
precisamente è avvenuto nello svolgimento del pensiero di Severino. L'errore,
però, prosegue Vigna, sta proprio in questo "aver trattato la questione
dell'essere come una questione di essenza". L'errore viene eliminato
convincendosi che la “semantizzazione” dell'essere coincide con la 'relazione’
di essenza ed esistenza': questo è il 'tratto comune' tra tutti gli
enti". Cfr. C. Vigna, Il frammento e l'Intero, Sulla
semantizzazione dell'essere. L'eredità speculativa di Bontadini, in “Bontadini
e la metafisica.” Si veda inoltre G. Solliani, “Dell'essere come essenza: per
una rivisitazione del problema a partire di Aquino, in Debili postille, Il
frammento e l'Intero, Cfr. anche Pagani, “Una rivisitazione della via del
divenire e A. Peratoner, Intorno alla conoscibilità di Dio, la ragione, la
fede, in Debili postille, Si veda poi A. Barzaghi, Percorsi di
rigorizzazione della teologia naturale nella filosofia neo-classica milanese,
in Rivista di filosofia neo-scolastica. Cfr. Vigna, Etica del desiderio umano
(in nuce), in Introduzione all'etica, Aporetica dei rapporti intersoggettivi e
sua risoluzione, in Etica trascendentale e inter-soggettività, Si
veda anche il saggio di R. Fanciullacci, “Dell'inter-soggettività e del
riconoscimento. in Debili postille, Cfr. C. Vigna, Sul trascendentale come
inter-soggettività originaria. Inoltre: G. Venuti, La cura dell’altro come
regola d'oro. Lettera aperta a Vigna, e S. Zanardo, Sul dono della differenza,
in Debili postille, Per una discussione complessiva del pensiero di Vigna si
vedano i saggi contenuti inPagani Debili postille. Lettere a Vigna,
Orthotes, Napoli. “Sostanza e relazione: una aporetica della persona.” Si può
vedere ancheBettineschi, Finità e infinità della soggettività. Lettera aperta a
Vigna, inBettineschi, “Intenzionalità e riconoscimento: scritti di etica e
antropologia trascendentale” Orthotes, Napoli. Bergamo festival: l'intuizione,
su youtube.com. Malato o persona?, su youtube.com. L'etica, su youtube.com.
Treccani. Intervista a Vigna: la filosofia morale, su youtube.com. Claudio
Tugnoli, Carmelo Vigna: il desiderio come orizzonte trascendentale, su
mondodomani.org. Venezia, su unive Bollettino della Società filosofica italiana,
Centro di Etica Generale e Applicata, su centro di etica. Centro
Inter-universitario per gli Studi sull’Etica, su venus.unive. Società Italiana
di Filosofia Morale, su sifm. Intervento su La Pira, su avvenire. Attualismo,
problematicismo, metafisica, su filosofia. La politica e il sacro, su
inschibboleth.org. Carmelo Vigna. Vigna. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers,
Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Vigna: la regola d’oro conversazionale” –
The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vigna https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.6936758636336072 #griceevigna
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702936944/in/photolist-2mLP4Rj-2mKPWrs
Grice e Vignoli – etologia filosofica – della legge
fondamentale dell’intelligenza nel regno animale – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Rosignano Marittimo). Essential Italian
philosopher. Filosofo. Grice: “I spent quite some time observing a species of
pirot: the squarrel – mainly I was in search of what Vignoli calls ‘la legge
fondamentale dell’intelligenza nel regno animale” – his ‘saggio,’ he says, is
in ‘psicologia comparata,’ but since it is vintage, I might well refer to is as
‘philosophical ethology’!” -- Si trasferì a Milano. Docente di antropologia
presso la Reale Accademia di Scienze e Lettere, divenne direttore del Museo di storia
naturale. I suoi scritti apparvero su Il
Politecnico e sulla Rivista di filosofia scientifica. Due sue opere ebbero
risonanza: “Della legge fondamentale dell'intelligenza nel regno animale:
saggio di psicologia comparata” -- e “Mito e scienza”. Tito Vignoli. Vignoli.
Keywords: squirrel, squarrel, psicologia comparata, etologica filosofica, una
legge della intelligenza degl’animali – mito e scienza – mitos e logos –
animale, legge, legge della psicologia, psicologia comparata, etologia
comparata, evoluzione. Refs.: The H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi
Speranza, “Grice e Vignoli” – “La etologia filosofica di Grice e Vignoli” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vignoli #https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4572874082724551 #griceevignoli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701466892/in/photolist-2mLFwRA-2mLP5X7-2mLP5XH-2mLKCa2-2mLQaMX-2mLM5Bv-2mLFwQo-2mLFwQi-2mLM5BF-2mKEy89
Grice Vinadio: la prassi ed il valore – filosofia
italiana (Torino). Grice: “Of course,
Vinadio is bound to be a good dialectician, since Italian neo-idealists take Hegel’s
Dialektik – or colloquenza, as the count prefers – much more seriously than the
most Hegelian of Oxonians! (And I don’t mean Bradley!”) -- Grice: “I like Vinadio; but then I’m English
and we like an earl!” – “My favourite of his tracts is the one about dialettica
which he understood just as Plato did, only better!” -- Felice Balbo di
Venadio, conte di Venadio, vide, “Il conte di Vinadio” --. Filosofo.
Considerato una delle voci più significative della filosofia italiana e un
intellettuale impegnato in un vasto progetto di ri-fondazione della politica nell'immediato
secondo dopoguerra. Nacque da Enrico Balbo di Vinadio e da Ada Tapparo, in via
Bogino 8, nella casa che era stata del conte Cesare Balbo, ministro di casa
Savoia. Dopo la laurea, partecipa alla seconda guerra mondiale prima come
sottufficiale degll’apini, poi come membro della resistenza. Come consulente di
Einaudi cura una collana di filosofia. Nominato cattedratico di filosofia a
Roma. Si raccolse attorno a lui un
piccolo gruppo di filosofi per discutere sulla crisi dei valori nella società e
sui modi di superarla mediante l'impegno sociale. Il suo impegno trova
espressione inoltre con i contributi alle riviste Cultura e realtà e Terza
generazione. Vicino alle organizzazioni della sinistra e al Partito
Comunista. Comprende come il mutamento centrale
della società e avvenuto nel rapporto tra lavoro umano e tecnica. Assunto
all'IRI presso il Servizio problemi del lavoro. Si interessa di formazione del
personale. Nominato direttore del Centro IRI per lo studio delle funzioni direttive
aziendali. Saggi: “L'uomo senza miti”; “Il laboratorio dell'uomo”; “Studi in
memoria di Gioele Solari dei discepoli” (Torino, Ramella); “La sfida storica
del comunismo al Cristianesimo e le sue conseguenze filosofiche” (Il Mulino); “Idee
per una filosofia dello sviluppo umano” (Torino, Boringhieri). Opere, Torino,
Boringhieri, “Essere e progresso”; “Lezioni di etica” (Roma, Lavoro); “Lettere
a Ludovica”; Archinto. Giulia Boringhieri, “Per un umanesimo scientifico.
Storia di libri, di mio padre e di noi” (Torino, Einaudi); D. Cavalieri,
Scienza economica e umanesimo positivo. la critica della ragione economica” (Milano,
Angeli); G. Tassani, La Terza Generazione. Tra Stato e Rivoluzione” (Roma,
Lavoro); G.Tassani, “Lezioni di etica” (Roma, Lavoro); G. Invitto, “Una
filosofia pragmatica dello sviluppo” (Il Mulino, Bologna); G. Invitto, “Di
fronte a fenomenologia ed esistenzialismo” (Adriatica Salentina, Lecce); G.
Invitto, “Una questione aperta, "Italia contemporanea", Dizionario
storico del movimento cattolico in Italia: I protagonisti” (Marietti, Torino); A.
Grotti (Boringhieri, Torino); A. Grotti, “Un altro futuro è possible” (Egeria);
V. Possenti, “La filosofia dell'essere”, Vita e Pensiero, Milano; “Tra
filosofia e società” (Angeli, Milano); Giovanni Invitto, Felice Balbo. Il
superamento delle ideologie, Roma, Edizioni Studium); N. Ricci, Cattolici e
marxismo. Filosofia e politica” (Milano, Angeli); Dal marxismo ad economia umana”
(Brescia, Morcelliana); “La prassi e il valore. La filosofia dell'essere” (Roma,
Aracne); “Il cristianesimo nella sfida della “modernità” su storia e futuro” --
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Filosofi italiani del XX secoloInsegnanti italiani Professore. Felice
Balbo Vinadio. Vinadio. Keywords. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS – Luigi
Speranza, “Grice e Vinadio: being, value – and colloquenza!” – The
Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vinadio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.5203073483037938 #griceevinadio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702943109/in/photolist-2mLKCRN-2mLKCRH-2mLP6Ez-2mLQbpJ-2mLP6Eu-2mLP6FB-2mLQbqL-2mLQbpD-2mLM6j7-2mLFxuV-2mLM6ht-2mLM6jc
Grice
e Vio – le categorie d’Aristotele – un senso, un’analogia -- filosofia italiana
– Luigi Speranza (Gaeta). Essential Italian
philosopher. Grice: “While the typical Englishman is more interested in the
fact that Vio never thought that Henry VIII divorced Aragon, I prefer his
commentary on the ‘prae-dicamentum’ of Aristotle, via ‘Porfirio’!” -- Grice was
irritated that when ‘vio’ became a saint, the Italians list them under ‘c’. Tommaso De Vio, O.P. cardinale di Santa
Romana Chiesa. Il cardinale Tommaso De Vio riceve Martin Lutero, Template-Cardinal.
svg Incarichi ricoperti Maestro generale dell'Ordine dei
Predicatori Cardinale presbitero di San Sisto Arcivescovo metropolita di
Palermo Arcivescovo-vescovo di Gaeta.
Cardinale presbitero di Santa Prassede Ordinato presbitero Nominato arcivescovo
da Leone X Consacrato arcivescovo dal Niccolò Fieschi, Creato cardinale da Leone
X. Religioso domenicano, generale dell'Ordine: teologo e diplomatico
pontificio. Incontro tra Lutero e Vio in
una stampa d'epoca. Figlio di Francesco De Vio e Isabella de Sieri, entra tra i
frati domenicani del monastero di Gaeta, dove assunse il nome di Tommaso, e
prosegue i suoi studi in filosofia a Napoli, Bologna e Padova. Insegna a Pavia
e Roma. Acquisce una considerevole fama in seguito ad un pubblico dibattito con
Pico a Ferrara. Generale dell'Ordine e consigliere dei papi. Dimostra grande
zelo nel difendere i diritti papali contro il concilio di Pisa, polemizzando
contro Almain in una serie di articoli messe al bando dalla Sorbona e bruciati per
ordine di Luigi XII. Leone X lo crea cardinale, e fatto arcivescovo di Palermo.
Arcivescovo di Gaeta. Inviato in Germania come legato apostolico per
partecipare alla dieta di Augusta, si adopera con profitto per l'elezione di
Carlo V d'Asburgo ad Imperatore del Sacro Romano Impero (prevalendo sull'altro
concorrente Francesco I), e lì cerca di arginare la nascente riforma
protestante di Lutero. Fece rientro in Roma senza essere riuscito a convincere Lutero
ad abbandonare i suoi propositi di riforma, e aiuta il papa nell'estensione
della bolla Exsurge Domine rivolta a contrastare il dilagare della riforma luterana.
Oganizza la resistenza contro i Turchi. Venne fatto prigioniero durante il
Sacco di Roma dai Lanzichenecchi, inviati da Carlo V per punire Clemente VII
per il tradimento della parola datagli, poi venne liberato. Pronuncia la
sentenza definitiva di validità del matrimonio di Enrico VIII e Caterina
d'Aragona, rifiutando il divorzio al sovrano inglese. Accanto alla
produzione teologica, secondo la linee della scuola tomista, Vio si distinque anche
come esegeta. Supple alla sua ignoranza dell'ebraico, consultando esperti
rabbinici e grazie alla sua familiarità con il testo greco. Pubblica un
commentario della Bibbia. La sua enfasi sulla ricerca del SIGNIFICATO
letterario del testo lo pone alle origini della moderna tradizione esegetica
cattolica. Saggi: “Summula Caietani”; “Opuscula omnia”; “Commentaria
super tractatum De ente et essentia Thomae de Aquino”; “De nominum analogia”; “Commentaria
in III libros Aristotelis De anima”; “Auctoritas Pape et Concilii siue Ecclesie
comparata” (Silber); “Oratio in secunda sessione Concilii Lateranensis” (Beplin);
“Apologia de comparata auctoritate pape et ecclesie”; “De divina institutione
Pontificatus Romani Pontificis”; “Jentacula N.T., expositio literalis sexaginta
quatuor notabilium sententiarum Novi Test.” (Roma); “Summula Caietani”; “Opuscula
omnia” (Giunta); Francesco senese De Franceschi); “In Porphyrii Isagogen ad
Praedicamenta Aristotelis”; “Opera omnia”; “Scripta philosophica”; “De nominum
analogia”; “De conceptu entis”; “De comparatione auctoritatis papae”; “Apologia”.
G. Allaria, Tommaso De Vio: cardinale Gaetano, Gaeta, La Poligrafica, Roma; Treccani
– Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Enciclopedia Italiana,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana; Dizionario biografico degli italiani,
Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Conferenza Episcopale Italiana. ALCUIN,
Università di Ratisbona. He wrote extensively on
freewill, and had a colourful dispute with, of all people, Calvinwell
represented in a painting Grice adored. Shropshire borrowed his proof for the immortality of the soul from
Cajetan -- Tommaso de Vio, prelate and theologian. Born in Gaeta from which he
took his name, he entered the Dominican order and studied philosophy and
theology at Naples, Bologna, and Padua. He became a cardinal. During the
following two years he traveled to G.y, where he engaged in a theological
controversy with Luther. His major work is a Commentary on St. Thomas’ Summa of
Theology 1508, which promoted a renewal of interest in Scholastic and Thomistic
philosophy during the sixteenth century. In agreement with Aquinas, Cajetan
places the origin of human knowledge in sense perception. In contrast with
Aquinas, he denies that the immortality of the soul and the existence of God as
our creator can be proved. Cajetan’s work in logic was based on traditional
Aristotelian syllogistic logic but is original in its discussion of the notion
of analogy. Cajetan distinguishes three types: analogy of inequality, analogy
of attribution, and analogy of proportion. Whereas he rejected the first two
types as improper, he regarded the last as the basic type of analogy and
appealed to it in explaining how humans come to know God and how analogical
reasoning applied to God and God’s creatures avoids being equivocal. Gaetano. Cajetanus.
Caietanus Vio. Cajetano Vio. Caetano Vio. Gaetano Vio. Al secolo: Giacomo De
Vio. Jacopo De Vio. Tommaso De Vio. Cardinal Caetano. Cardinal Gaetano. Tommaso
De Vio da Gaeta, detto il Gaetano. Vio. Keywords: analogia, commentary on Porphyry
on Aristotle’s categories, the example of ‘healthy’ – Grice, “Focal unity”,
“Aristotle on the multiplicity of ‘being’” – ‘healthy’ – an animal is healthy –
various types of analogy. Unfortunately, the Germans focus more on his the
saint’s fight with Luther!” Refs.: Luigi Speranza, “Grice e de Vio” – Luigi Speranza,
“Grice e Vio: Le categorie” -- The Swimming-Pool Library, Villa Grice, Liguria,
Italia. #vio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4420382827973678 #griceevio https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703156585/in/photolist-2mLQc9e-2mLKDFo-2mLKDE1-2mLKDEG-2mLKDFD-2mLKDDK-2mLFyhm-2mLP7qc-2mLKDES-2mLQc8c-2mLP7qx-2mLFyio-2mLKDEm-2mLQc8H-2mLFygK-2mLM74J-2mLM72u-2mLQdrQ-2mLP9qE-2mLFBT9-2mKNvpt-2mKxbL6-2mKfD5h-2mKk5pG-2mKh56j-E4u3XA-QwGRg8-Qwzjnt-26SLQJq-Dnva4y-CYyfnZ-CzwVom-DpPBNr-CzzzWQ-CzDRZT-DnpMHh-CzGjJa-D5XFWd-D5YaQE-D5Wmju-CYzKFB-DpPAPn-DnpvF7-DpMLQZ-Dx59M4-CzzbaG-DpKKeB-DpMFX2-D5S2Z1-DnuNE7
Grice e Virno – una popolazione di due -- filosofia ed
azione – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). Essential Italian philosopher. Grice: “Virno, like me, is a
semiotician.” Filosofo. Di orientamento operaista, docente di
filosofia a Roma. Tra i principali esponenti dell'organizzazione della sinistra
extraparlamentare Potere Operaio, il suo nome ricorse nelle cronache dei
cosiddetti "anni di piombo" in Italia. Fu arrestato e detenuto in
prigione per diversi anni sino alla sua definitiva assoluzione. Nel corso della
detenzione elaborò il suo pensiero che trovò espressione nella rivista Luogo
comune. «Democrazia è il fucile in spalla agli operai», slogan attribuito
a Potere Operaio «Mi sono formato politicamente a Genova, dove la mia famiglia
viveva e io facevo liceo. Genova era esposta all’influenza di Torino, dove vi
furono le prime occupazioni nel ’67; quindi nell’estate di quell’anno si
mobilitarono gli studenti medi (più vivaci di quelli universitari, che invece
erano in contatto con le organizzazioni tradizionai dei partiti, UGI e via
dicendo). Come studenti medi fondammo dunque il Sindacato degli Studenti,
che fece i primi scioperi su tematiche già sessantottesche, la lotta
all’autoritarismo, solidarietà con gli studenti greci dopo il golpe dei
colonnelli e quant’altro... nell’autunno sempre per un trasferimento della
famiglia, sono venuto ad abitare a Roma, e di lì a non molto ho preso contatti
e rapporti con il gruppo che sarebbe diventato Potere Operaio, che allora
sostanzialmente nella capitale era il gruppo delle facoltà scientifiche...
Entro in Potere operaio dopo gli episodi cruciali della primavera a
Torino.» Lavora a Milano come insegnante all'Alfa Romeo di Arese e
all'Innocenti, organizzando anche azioni collettive nelle fabbriche sino alla
dissoluzione di Potere operaio nel Presenta la sua tesi di laurea sul concetto
di lavoro e la teoria della coscienza di Adorno e partecipa attivamente alle
manifestazioni ad opera dei lavoratori precari e di altri emarginati. Fonda
Metropoli organo ideologico del movimento politico. Nell'ambito
dell'inchiesta giudiziaria nota come "7 aprile", la redazione della
rivista viene accusata di appartenere in blocco all'organizzazione eversiva
«costituita in più bande armate variamente denominate». «siamo arrestati
io, Castellano, Maesano e Pace (che però sfugge all’arresto, di nuovo, giuro,
non per sagacia). Noi siamo arrestati, poi ci fanno confluire, ritroviamo gli altri
nel cortile di Rebibbia, nel braccio speciale, stiamo un po’ di mesi lì, poi
c’è la diaspora, cioè il Ministero ordina di mandare ognuno di questi detenuti
in un carcere speciale diverso, perché ovviamente, tramite avvocati, visite,
benché ci fosse il regime di braccio speciale, quello era diventato una specie
di luogo in cui si elaboravano documenti, lettere a giornali, si faceva
campagna politica, c’erano state delle lotte interne. Quindi, c’è la
diaspora, io vado a Novara, Oreste va a Cuneo, quell’altro va a Favignana,
quell’altro ancora da un’altra parte. Comincia questo giro negli speciali, e ci
ritroviamo non tutti ma in parte nel carcere di Palmi, carcere per soli
politici o per detenuti comuni completamente politicizzati, una specie di
“Kesh”. Là dentro c’e una situazione curiosa, anche molto spettacolare, perché
si incontrano assolutamente tutti. Infatti, per un primo periodo con i compagni
delle BR o con Alunni o quelli dei NAP, si pensò anche di approfittare di
questa situazione per avviare una discussione larga, di carattere
"costituente": però, il problema è che anche lì c’è il fatto che i
più spregiudicati di loro, come Curcio, erano d’accordo, avevano capito di aver
perso l’essenziale, cioè il cambio di paradigma, cioè il fatto che i giovani
operai erano non più riconducibili, altri invece no. Riassumendo in breve, la
mia detenzione fu un anno, poi due anni liberi in cui curai la serie continua
di Metropoli nell’81, due anni ancora di carcere, condanna a 12 anni in primo
grado, un anno di arresti domiciliari... l’assoluzione (insieme a tanti altri
imputati) du la conferma. La travagliata esperienza politica e esistenziale di
questi anni sarà trasfusa da Virno nella pubblicazione di Luogo Comune una
rivista dedicata all'analisi della vita nella situazione sociale del
"postfordismo". Lascia il lavoro di editore della rivista per
insegnare filosofia a Urbino e filosofia del linguaggio, semiotica ed etica
della comunicazione a Calabria da dove si trasferisce a Roma. Convinto della
necessità di un nuovo linguaggio della politica che chiarisca le trasformazioni
economiche, sociali e culturali che da più di un decennio caratterizzano le
società occidentali, introduce nella “Grammatica della moltitudine” una
riflessione sul contrasto tra i termini di popolo e moltitudine che generano
una accesa polemica teorico-filosofica. Quando avvenne la formazione degli
stati nazionali fu l’espressione “popolo” a prevalere. Virno si domanda se non
sia venuto il tempo di restaurare l'altro concetto della moltitudine. La
multitude è quell'insieme di persone che nell'azione politica e in quella
economica, pur agendo collettivamente non perdono il senso della propria
individualità, resistendo sempre alla riduzione a unica massa informe com'è nel
termine di "popolo". La moltitudine è dunque la base delle libertà
civili. In contrapposto, moltitudine e una pluralità che non si
sintetizza nell'uno, il più grave pericolo per l'autorità dello Stato che esercita
il «supremo imperio». Dopo i secoli del “popolo” e quindi dello Stato
(Stato-nazione, Stato centralizzato ecc.), torna infine a manifestarsi la
polarità contrapposta, abrogata agli albori della modernità. La moltitudine
come ultimo grido della teoria sociale, politica e filosofica? Forse.” Opere:
“L'idea di mondo: intelletto pubblico e uso della vita” (Editore: Quodlibet);
“Saggio sulla negazione: per una antropologia linguistica” (Editore: Bollati
Boringhieri); “E così via, all'infinito: Logica e antropologia” (Boringhieri),
“Motto di spirito e azione innovative: per una logica del cambiamento”
(Boringhieri); “Quando il verbo si fa carne: linguaggio e natura umana” (Boringhieri);
“Scienze sociali e natura umana -- facoltà di linguaggio, invariante biologico,
rapporti di produzione” (Rubbettino); “Grammatica della moltitudine. Per una
analisi delle forme di vita contemporanee” (Editore: DeriveApprodi); “Esercizi
di esodo. Linguaggio e azione politica” (Ombre Corte); “Il ricordo del presente.
Saggio sul tempo storico” (Editore: Bollati Boringhieri); “Parole con parole: poteri
e limiti del linguaggio” (Donzelli); “Mondanità. L'idea di «Mondo» tra
esperienza sensibile e sfera pubblica” (Manifestolibri); “Convenzione e materialism”
(Theoria). Roma Tre Intervista, Hecceitas.
Questo termine è entrato nel linguaggio corrente per indicare un insieme di
caratteristiche economiche, sociali e istituzionali del nostro presente,
avvertite pessimisticamente come profondamente diverse rispetto al nostro
recente passato e in genere come molto negativamente mutate. Fordismo e
postfordismo. Qualche dubbio su alcune certezze della sinistra italiana. Protagonisti.
Grammatica della moltitudine. Per una analisi delle forme di vita contemporanee”
(DeriveApprodi); “Anni di piombo: potere operaio"; Lessico postfordista:
dizionario di idee della mutazione. Feltinelli, sito "Filosofico.net".
Virno. Keywords: due e moltitudine,
linguaggio e azione, linguaggio, base biologica, invariante biologica, rappori
di produzioni, natura umana, el verbo fatto carne. Refs.: H. P. Grice Papers,
Bancroft MS. Luigi Speranza, “Grice e Virno”; “Grice e Virno: la conversazione:
una popolazione di due!” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria #virno https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635750753103550 #griceevirno https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701474357/in/photolist-2mLFz6k-2mLFz5y-2mLKErr-2mLM7N9-2mLFz5i-2mLQcSt-2mLKErw-2mLFz6f-2mLM7PB-2mLM7Pb-2mLKEsD-2mLKEsy-2mLM7NE-2mLQcQV-2mLQcRM-2mLKErg-2mLP87x-2mLP88e-2mLQcR6-2mLQcR1-2mLP88Q-2mLFz5P-2mLKErB-2mLFz41-2mLFz4b-2mKJTNA
Grice e Viroli: res pubblica – filosofia italiana –
Luigi Speranza (Forlì). Essential Italian philosopher.Actually
“Viroli-Cavalieri”? Grice, “I shall be fighting soon.” “The loyalty for one’s
country is not based on evidence.”Maurizio Viroli
(Forlì), filosofo. Durante il settennato di Carlo Azeglio Ciampi ha servito la
Presidenza della Repubblica Italiana. Attualmente è Professore a a Lugano. I
suoi campi di ricerca sono la Filosofia politica e la Storia del Pensiero
politico. I suoi autori di riferimento sono Machiavelli, Rousseau, Mazzini,
Croce, Carlo Rosselli e Nello Rosselli. La sua ricerca si basa sul metodo
contestualista di Quentin Skinner a cui ha apportato alcune innovazioni. Il
suoi riferimenti politico-ideali sono il Repubblicanesimo e l'Azionismo (Partito
d'Azione). Alle numerose pubblicazioni scientifiche affianca l'attività di
saggista e quella di editorialista. Collabora e ha collaborato ad alcune
testate giornalistiche, tra cui La Stampa, il Sole 24 ORE e Il Fatto Quotidiano.
Maurizio Viroli ha frequentato il Liceo scientifico statale Fulcieri Paulucci
di Calboli di Forlì. Come egli stesso racconta nel libro L'autunno della
Repubblica, per mantenersi agli studi ha lavorato fin da giovanissimo come
garzone di bottega, come cameriere d'albergo e come operaio presso lo
zuccherificio della sua città. Di quegli anni dice:" [...] quando ero
bambino abitavo a Forlì con i miei genitori, in via Archimede Mellini, in un
appartamento angusto e freddissimo, riscaldato soltanto da una stufa a gas
tenuta, per la nostra povertà, sempre con la fiammella azzurrognola al
minimo." Al termine degli studi liceali si è iscritto alla facoltà
di Lettere e Filosofia dell'Bologna. Nel 1976 si è laureato magna cum laude in
Filosofia con una tesi dal titolo Metodo e Sistema in Engels. Svolve il
Servizio di leva a Casarsa della Delizia, in Friuli-Venezia Giulia. Il
ritorno alla vita civile è stato all'insegna del precariato. Percepiva un
piccolo salario organizzando convegni e lavorando come redattore alla rivista
Problemi della transizione presso Istituto Gramsci di Bologna. è stato
ammesso al dottorato di ricerca presso l'Istituto Universitario Europeo di
Firenze. Di fronte alla commissione composta dai Maihofer, Skinner, Bobbio,
Cranston, e Moulakisha, ha discusso la tesi “La società bene ordinata” pubblicata
per Il Mulino. Ha perfezionato la sua formazione svolgendo attività di ricercar.
Insegna comunicazione politica alla Svizzera. Dirige il Laboratorio di Studi
civili, Svizzera italiana. Finanziamento del Fondo Svizzero per la
Ricerca Scientifica con il progetto di ricerca che prevede l'impegno di un
folto gruppo di ricercatori. I suoi interessi di studio ruotano intorno
alla Filosofia politica e alla Storia del Pensiero politico. Studia il
Repubblicanesimo nella sua accezione classica da Machiavelli a Rousseau e in
quella contemporanea. Si occupa di religione e politica, di retorica classica,
libertà e tirannide, di patriottismo e nazionalismo, di etica civile, di
diritti e doveri. Pone particolare attenzione ai fondamenti della convivenza
civile. I suoi periodi storici di riferimento sono il Rinascimento, il
Risorgimento e l'Antifascismo. I suoi autori di riferimento sono Machiavelli,
Rousseau, Mazzini, Croce, Carlo e Nello Rosselli. Come impegno civile si
occupa di Educazione civica e della difesa e dell'attuazione della Costituzione
della Repubblica Italiana. Ha collaborato con la Direzione Generale
dell'Ufficio Scolastico Regionale per le Marche a progetti di Educazione alla
Cittadinanza. Fonda il Master in Civic Education presso l'associazione Ethica
di Asti. Co0ordinato e diretto progetti di Educazione civica per la Fondazione
per la Scuola della Compagnia di San Paolo. Dirige un progetto a San Marino.
Dirige il progetto Lezioni di Casa Cervi-Scuola di Etica civile presso Casa
Cervi. Ha preso parte attivamente alle campagne referendarie svoltesi in
occasione del referendum costituzionale, contro la riforma proposta dal
centro-destra, e del referendum costituzionale del, contro la cosiddetta riforma
costituzionale Renzi-Boschi. Ha collezionato inviti e incarichi di
insegnamento presso prestigiose istituzioni culturali. Insegna a Pisa, Trento,
Molise, Ferrara, Catania ed Urbino. Collabora con Milano e la Scuola Superiore
della Pubblica Amministrazione, Scuola superiore di polizia, Fondazione per la
Scuola della Compagnia di San Paolo, il Collegio Carlo Alberto e l'Associazione
Nazionale Comuni Italiani, la Fondazione Alcide Cervi presso Casa Cervi. Spiega
la le sua posizione politica. Non sono soltanto uno studioso del
repubblicanesimo, mi sento repubblicano. Amo il princìpio della reppublica e
cerco di applicarli nella vita e nell’analisi dei fatti politici e sociali. Più
oltre, in riferimento a Ciampi racconta. La prima volta che lo incontro provo la
sensazione di trovarmi di fronte ad un uomo di straordinaria energia morale,
l’esempio vero della migliore cultura del Risorgimento e dell’azionismo.
Rammento ancora le parole che mi dice dopo aver ascoltato con attenzione la mia
considerazione sul significato del concetto di amor di patria. Quello che lei
dice l’ho sempre sentito e vissuto nella mia coscienza. Fu allora che realizzai
che io sono prima uno studioso di repubblicanesimo e poi un repubblicano. Ciampi
è repubblicano nell’intimo della coscienza: repubblicano e azionista. Anzi,
credo, repubblicano perché azionista. Anche l'anti-fascismo é rilevante nel suo
patrimonio ideale. Trovo in Croce, Rosselli, Parri, Rossi, Calamandrei per
citare soltanto i nomi più noti non solo idee e argomenti in perfetta sintonia
con il mio anti-fascismo assoluto e intransigente, ma anche e soprattutto le
più convincenti riflessioni sulle ragioni della fragilità della libertà
italiana. Il patriottismo”si oppone al nazionalismo, anzi, ne è l'antidoto.
Ancora ne “L'Autunno della Repubblica” si legge a proposito del “Per amore
della patria”. n Italia abbiamo una tradizione di patriottismo di straordinario
valore morale e politico, la migliore che io conosca. Mi riferisco in primo luogo
al patriottismo di Mazzini, fondato sul principio che la patria non è il
territorio bensì un principio di libertà, e al patriottismo degli anti-fascisti
di “Giustizia e Libertà”, concordi nell’affermare che la nostra patria coincide
con il mondo morale delle persone libere non e poi idea tanto peregrina
sostenere che il patriottismo repubblicano e il mezzo più efficace per
combattere la marea del nazionalismo che cominciav a montare. Credo sia troppo
tardi”. Infine, ci spiega il suo relativismo. Sulle questioni etiche sono stato
sempre un convinto relativista, con comprensibile scandalo di molti. Se il
dovere esiste soltanto là dove la coscienza morale personale lo riconosce come
tale, segue necessariamente che ci sono persone che riconoscono quali loro
doveri determinati princìpi, altre che riconoscono quali loro doveri princìpi
diversi, se non del tutto opposti. Il pluralismo e il contrasto dei doveri sono
sotto gli occhi di tutti. Ad alcuni il dovere indica il servizio e la pratica
della carità, ad altri la pura e semplice affermazione di sé stessi, anche a
costo di usare altri esseri umani come mezzi. La ragione, tante volte invocata
quale guida sicura all’agire umano, non detta i fini ma solo i mezzi. Lo spiega
in modo esemplare un filosofo morale completamente dimenticato, Juvalta. La ragione
per sé non comanda nulla. Né l’egoismo né l’altruismo. Né la giustizia. La
ragione cerca, e mostra, se le riesce, i mezzi che servono a conservar la vita
a chi la vuol conservare, a distruggerla a chi la vuol distruggere. La ragione
addita ai pietosi le vie della pietà, ai giusti le vie della giustizia, e le
vie del proprio tornaconto agli uomini senza scrupoli. Ma l’egoismo non è per
sé più ‘razionale’ dell’altruismo, né il regresso più razionale del progresso.
Né la conservazione dell’individuo più razionale di quella della specie. Né
l’utile proprio più razionale che l’utile della collettività. Razionale non e
il fine, ma la relazione del mezzo al fine. Ed è così ragionevole che dia la
vita per un’idea chi pregia più l’idea che la vita, come che taccia la verità
per un ciondolo chi ama più i ciondoli che la verità. Consulente della
Presidenza della Repubblica Italiana per le attività culturali durante il
settennato di Ciampi. Collabora con la Presidenza della Camera dei Deputati
durante la presidenza di Violante. Coordinatore del Comitato Nazionale per la
Valorizzazione della Cultura della Repubblica presso il Ministero
dell'Interno. Presidente dell'Associazione Mazziniana. Ufficiale
dell'Ordine al merito della Repubblica italiananastrino per uniforme ordinaria;
Ufficiale dell'Ordine al merito della Repubblica italiana di iniziativa del
Presidente della Repubblica» Saggi: “Nazionalisti e patrioti” (Roma-Bari,
Laterza); “Etica del servizio e etica del commando” (Napoli, Scientifica); “L’autunno
della repubblica” (Roma, Laterza); “La redenzione dell’Italia: sul principe” (Roma,
Laterza); “Il sorriso di Machiavelli” (Roma, Laterza); “Scegliere il principe:
i consigli di Machiavelli al cittadino elettore” (Roma, Laterza); “L’Intransigente”
(Roma, Laterza); “Le parole del cittadino” (Roma, Laterza); “La libertà dei
servi” (Roma, Laterza); “Lo scrittore di ricami” (Reggio Emilia, Diabasis); “Come
se Dio ci fosse: religione e libertà nella storia d’Italia” (Torino, Einaudi);
“Machiavelli filosofo della libertà” (Roma, Castelvecchi); “L’Italia dei doveri”
(Milano, Rizzoli); “Il dio di Machiavelli e il problema morale dell’Italia” (Roma,
Laterza); “Dialogo intorno alla repubblica” (Roma, Laterza); “Il sorriso di Machiavelli”
(Roma, Laterza); “Per Amor alla Patria: patriottismo e nazionalismo nella
storia” (Roma, Laterza); “Dalla politica alla ragion di stato” (Roma, Donzelli);
“L’etica laica di Juvalta” (Milano, Angeli); “La civiltà statuale’, in
Francesco Di Donato Cultura civica e civiltà statuale, Bologna, Il
Mulino. ‘Libertà e profezia in Machiavelli’, Machiavelli e i confini del
potere” (Milano, Mimesis); “La passione civile e la scienza politica di
Sartori’, Protagonisti sempre. Un secolo di storia visto con gli occhi dei ragazzi,
Reggio Emilia, Imprimatur ‘Prefazione’, in Carlo Mosca, Il prefetto e l’unità
nazionale, Napoli, Editoriale Scientifica. ‘Skinner’, ‘God’ and ‘Macaulay’, Enciclopedia
machiavelliana” Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Vita di
Machiavelli” (Roma, Castelvecchi); “La tradizione del Risorgimento” (Roma,
Castelvecchi); “Se è libero bisogna che creda”; “Cinque variazioni sul credere”
(Torino, Abele); “L’attualità del principe”; “Il principe e il suo tempo” (Roma,
Complesso del Vittoriano, Salone centrale, Roma, Istituto della Enciclopedia
Italiana); “La moralità della Resistenza: l’esperienza del partigiano Bosco” (Benevento,
Associazione Terre dei Gambacorta); “Dalla patria allo Stato. Una biografia
intellettuale di Spaventa” (Roma, Laterza); “‘La costituzione repubblicana: un
manuale di educazione civica’, in Lessico civico: teorie e pratiche della
cittadinanza, Reggio Emilia, Diabasis); “Le origini meridiane del
repubblicanesimo’, Ethos repubblicano e pensiero meridiano” (Reggio Emilia,
Diabasis); “La dimensione religiosa del risorgimento -- Cristiani d’Italia.
Chiese, società, stato” (Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana); “La
libertà politica è un bene fragile’, Lettera internazionale. Rivista trimestrale
europea); “Ragione e passioni nell’educazione civica -- Questioni civiche.
Forme, simboli e confini della cittadinanza” (Reggio Emilia, Diabasis); “La
Costituzione: il pilastro di cristallo” (Napoli, Pitagora); Machiavelli, il
carcere, Il Principe’, in Gli anni di Firenze, Roma-Bari,. in La
Costituzione ieri e oggi. Roma, Atti dei Convegni Lincei Roma, Bardi); “Etica e
diritto: la forza intelligente per sconfiggere la violenza’ in Regione
Piemonte, Piano regionale per la prevenzione della violenza contro le donne e
per il sostegno alle vittime. ‘Religione e libertà nella Democratie en
Amérique’, Fra libertà e democrazia: l’eredità di Tocqueville e J. S. Mill,
Milano, Franco Angeli. ‘Una nuova utopia della libertà’, Quaderni del
Circolo Rosselli, ‘Machiavelli’s Realism’, Constellations, ‘Religione”; “Tutte
le ragioni del liberalismo’, Dove Ratzinger sbaglia”; “Machiavelli oratore”; “Machiavelli
senza i Medici, scrittura del potere, potere della scrittura. Atti del convegno
di Losanna (Roma, Salerno); ‘Due concetti di religione civile’, in Maurizio
RidolfiRituali civili: storie nazionali e memorie pubbliche nell’Europa
contemporanea, Roma, Gangemi. ‘Patriottismo e rinascita civile’, Aspenia,
in Mazzini, Scritti politici” (Torino,
UTET); “Che cos’è l’uomo? Raccolta di giovani pensieri, Senigallia, MIUR, Le
Marche); “Repubblicanesimo”; “Dizionario di Politica” (Torino, UTET); “Libertà
democratica, libertà repubblicana e libertà socialista”; “Repubblicanesimo
democrazia socialismo delle libertà”; “Incroci” per una rinnovata cultura
politica” (Milano, Angeli); “Il lavoro nobilita l’uomo e l’impresa’, Impegno. Mensile
di cultura sociale”; “Della lontananza’, La saggezza del vivere. Tracce di
etica” (Reggio Emilia, Diabasis); “Repubblicanesimo e Costituzione della Repubblica’
Almanacco della Repubblica: storia d’Italia attraverso le tradizioni, le
istituzioni e le simbologie repubblicane, Milano, Bruno Mondadori.
‘Europa contro america?’, Il pensiero mazziniano, ‘Dio nella costituzione’, Il
pensiero mazziniano, Con Norberto Bobbio, ‘Sul rientro dei savoia’, Il pensiero
mazziniano, ‘Scrivere la costituziuone. L’esempio della storia americana’, Il
pensiero mazziniano”; “Il despota e il tiranno si sono fatti furbi’, Il
pensiero mazziniano, ‘Il repubblicanesimo di Machiavelli”; ‘Le ragioni di un
dibattito’, Politica e cultura nelle repubbliche italiane dal Medioevo all’età
moderna: Firenze, Genova, Lucca, Siena, Venezia. Atti del convegno (Siena),
Roma, Istituto Storico Italiano per l’età moderna e contemporanea. ‘Giù le
mani da Carlo Cattaneo’, Il pensiero mazziniano, ‘Questioni attorno al
repubblicanesimo”; “Il pensiero mazziniano”;
“Repubblicanesimo, liberalismo e comunitarismo”; Filosofia e questioni pubbliche;
“Machiavelli’, Il pensiero politico. Idee, teorie, dottrine. Età moderna” (Torino,
UTET); “La repubblica romana’, Il pensiero mazziniano, ‘Repubblicanesimo’, ‘La sinistra non scordi la Patria’, Il
pensiero mazziniano, ‘I guerrieri di
Dio: chi sono i theoconservatori che scendono in lotta contro aborto, eutanasia
e gay’, La Stampa, ‘L’arcipelago
progressista: l’orgogliosa cultura liberal, fra battaglie per le minoranze,
ambientalismo e progetti per riprendere il New Deal’, La Stampa, “Discussione
americana e caso italiano”; “Piccole patrie, grande mondo” (Roma, Donzelli); “Il
significato storico della nascita del concetto di ragion di stato’, Aristotelismo
politico e ragion di Stato. Atti del Convegno a Torino” (Firenze, Olschki); “Patrioti
o Traditori?”; “L’Indice”; “Il ritorno della nazione’, I democratici,
‘L’etica politica ciceroniana e il suo significato moderno’, Nuova Civiltà
delle Macchine, ‘La cattiva retorica dell’autonomia della politica’, Il Mulino,
‘Nazionalismo e patriottismo’, Il Mulino); “Una filosofia civile tra comunitari
e liberali’, Ragioni Critiche, ‘Introduction’, in Quentin Skinner, Le
origini del pensiero politico moderno” (Bologna, Il Mulino); “L’Indice”; “Machiavelli
e Rousseau: i dilemmi della politica republicana”; “Teoria Politica, ‘“Revisionisti”
e “ortodossi” nella storia delle idee politiche”, Rivista di filosofia); “Dovere
morale e pluralismo etico in Juvalta’, Rivista di Storia della Filosofia); “La
“Morale dei Positivisti” e l’etica del socialismo’, L’età del positivismo” (Bologna,
Il Mulino); “Il Marxismo e l’ideologia del socialismo italiano’, Despotismo e
cittadini’, Transizione, Juvalta e la teoria della giustizia, Rivista di
filosofia, ‘Labriola “filosofo del
socialismo”’, Giornale critico della filosofia italiana, ‘Aspetti della
recezione di Engels in Italia. Tra socialismo scientifico e crisi del marxismo”;
“L’Antidühring: affermazione e deformazione del marxismo? Annale V della
Fondazione Issoco” (Milano, Angeli); “Il problema dell’etica razionale in
Juvalta’, “Studi sulla cultura filosofica italiana” (Bologna, CLUEB); “Etica e
marxismo. A proposito di una recente discussione’, Problemi della Transizione”;
“Socialismo e cultura, 'Studi Storici”; “Il dialogo fra Engels e Labriola”; “Critica
marxista”; “Nella crisi del positivismo: la ricerca teorica del divenire sociale”
(Giornale critico della filosofia italiana); “Filosofia e politica nell’Engels di
Mondolfo’, Pensiero antico e pensiero modern” (Bologna, Cappelli); “Wellness.
Storia e cultura del vivere bene” (Milano, Sperling & Kupfer); “Libertà
politica e virtù civile”; “Significati e percorsi del repubblicanesimo classico”
(Torino, Agnelli); “Lezioni per la repubblica: la festa è tornata in città” (Reggio
Emilia, Diabasis); “Ascesa e declino delle repubbliche” (Urbino, Quattro Venti);
“L'Autunno della Repubblica” (Laterza); “Per Amore della patria. Patriottismo e
nazionalismo nella storia” (Laterza); Quirinale: maurizioviroli. blogspot.com. issuu.com/edizioni-in-magazine/docs/forli Enciclopedia
multimediale delle scienze filosofiche della RAI profilo biografico da Ethica Forum profilo
dall'Università della Svizzera italiana Nello Ajello, Quanti servi in giro per
l'Italia, recensione a La libertà dei servi, la Repubblica, La libertà dei
servi, Associazione Labini; “La libertà dei servi; L'intransigente, da
Fahrenheit del Radio Tre. Viroli. Keywords: ragion di stato, repubblica,
repubblicanismo, la repubblica romana, la morte della repubblica romana,
l’assassinio di Giulio Cesare, Catone Uticense, la repubblica romana, del re
Romo alla repubblica romana, il ratto di Lucrezia – republicanism e principato,
la repubblica romana, il gusto per l’antico; quasi-contratto, il sorriso di
Macchiavelli. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft MS, Luigi Speranza, “Grice e
Viroli: Contrattualismo e quasi-contrattualismo” – Luigi Speranza: “Il sorriso
di Viroli: Grice e Machiavelli ironista” -- The Swimming-Pool Library, Villa
Speranza, Liguria. #viroli https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4635626396449319 #griceeviroli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51703160970/in/photolist-2mLQdrQ-2mLKEZA-2mLP8Gf-2mLP8FU-2mLP8Fo-2mLQdqn-2mLP8Ft-2mLKEYZ-2mLKEYJ-2mLP8FD-2mLM8nR-2mLQdq7-2mLP8Em-2mLFzzg-2mLM8nL-2mLFzzb-2mLP8Ew-2mLKEXX-2mjy7tc-9j8mNo-LRNoHP-KQPArj-eSWyTf-m4tXnB-8FhbQe-La6pSW-a7WyTW-LhNq3u-2m8rhHv-7pgDo7-nB25oQ-m1aKcY-m1aNRS-m1a1Lp-3f6Qug-7pcaqn-odWMRT-7BKxYV-7BPmmC-7BPmd3-7BPkZG-7BPkwC-7BPkmA-7BKy7a-7BKxRH-7BKxsp-7BKxbz-7BKzTv-7BPmQN-7BKzKD
Grice e Vittielo – filosofia italiana – Luigi Speranza (Napoli). “Come la lingua degl’eroi
divide gl’eroi dagl’uomini, così la lingua volgare divide i filologi dai
filosofi. La lingua volgare, comune a ogni uomo, non riusce a descrivere la
natura e le proprietà delle cose, sorge la scissione tra i filosofi che si
dettero ad investigare sulla natura delle cose, e i filologi che invece
investigano sulle origini delle parole. Così la filosofia e la filologia che sono
nate tutte e due dalla lingua degl’eroi, vennero ad essere divise dalla lingua
volgare o commone. Essential Italian
philosopher. Filosofo. Insegna a Salerno. Studioso di
Vico, dell'idealismo e del pensiero di Nietzsche e Heidegger in rapporto con la
filosofia romana, elabora una teoria ermeneutica, una ‘topo-logia,’ fondata su
una re-interpretazione del concetto di spazio come orizzonte trascendentale
dell'operare umano. Gli sviluppi della topologia riguardano in particolare la
genealogia della communicazione. Affronta più volte la fede da un punto di
vista laico. Fonda “Paradosso.” Collabora a “Filosofia” (Laterza) e a numerose
altre riviste specialistiche del settore filosofico, tra cui “aut aut.” Dirige “Il
pensiero”. Collabora all'Annuario Filosofia e all'Annuario sulla Religione.
Pubblica in Teoria, ed altre ancora. Svolge un'intensa attività pubblicistica
su quotidiani e periodici. Ha tenuto cicli di conferenze e seminari. Saggi:“Filosofia
della pratica e dottrina politica in Croce” (Napoli); “Etica e liberalismo in
Croce” (Napoli); “Il carattere discorsivo del conoscere” (Napoli); “Antoni
interprete di Croce” (Napoli, Storiografia e storia nel pensiero di Croce,
Libreria Scientifica, Napoli, “Sentimento e relazione nell’empirismo” (Napoli);
Storiografia e storia in Croce, Napoli, “Il nulla e la fondazione della storicità”
(Argalia, Urbino); “Dialettica ed ermeneutica” (Guida, Napoli); “Utopia del nichilismo,
Guida, Napoli); “Studi Heideggeriani” (Roma); “Ethos ed eros” (ESI, Napoli);
“Logica e storia in Hegel” (Napoli); “Il problema del cominciamento, Guida,
Napoli; “Hegel e la comprensione della modernità”; “Topologia del moderno,
Marietti, Genova, “La voce riflessa”; “Logica ed etica della contraddizione” Lanfranchi,
Milano, Elogio dello spazio. Ermeneutica
e topologia, Bompiani, Milano, Cristianesimo senza redenzione, Laterza,
Roma-Bari, Non dividere il sì dal no. Tra filosofia e letteratura” (Laterza,
Roma); “Filosofia teoretica: le domande fondamentali: percorsi e
interpretazioni, Milano, “La favola di Cadmo” (Laterza, Roma); “Vico e la topologia”
(Cronopio, Napoli); “La vita e il suo oltre: sulla morte” (Roma); “Il Dio
possibile, esperienze di cristianesimo” (Città Nuova, Roma); “Hegel in Italia”
(Milano); “Dire Dio in segreto” (Roma); Cristianesimo e nichilismo:
Dostoevskij-Heidegger, Morcelliana, Brescia Estetica e ascesi, Modena, E pose
la tenda in mezzo a noi, AlboVersorio, Il Decalogo. Ricordati di Santificare le
feste; I tempi della poesia. Ieri/oggi” (Mimesis, Milano); “Dipingere Dio” (AlboVersorio);
“Vico. Storia, linguaggio, natura, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma); “Ripensare
il cristianesimo-De Europa, Ananke); “Oblio e memoria del sacro, Moretti &
Vitali, Bergamo, “Grammatiche del pensiero: dalla kenosi dell'io alla logica
della seconda persona” (ETS, Celan), Heidegger (Mimesis, I comandamenti. Non dire falsa testimonianza,
Il Mulino, L'ethos della topologia. Un
itinerario di pensiero” (Lettere, Firenze); Paolo e l'Europa. Cristianesimo e
filosofia” (Città Nuova, Roma); “L'immagine infranta,” Linguaggio e mondo in Vico”
(Bompiani, Milano);“Vico: tra storia e natura,” in aut aut); “Complessità e
aporie del moderno, in Filosofia politica; “Dall'ermeneutica alla topologia, in
aut aut; “Goethe interprete della modernità” in aut aut; “Per amicizia: Epochè
e metafora”; in aut aut, Sentire le Radici, la Terra stessa, in aut aut; “Zanzotto,
ovvero: la poesia come genealogia della parola in aut aut; “Redaelli, Il nodo
dei nodi; L'esercizio del pensiero in Vattimo, Vitiello, Sini, ETS, Pisa, Luoghi
del pensare” (Mimesis, Milano); Enciclopedia multimediale delle scienze
filosofiche di RAI Educational;"Filosofia". Vittielo. Keywords: la
lingua dell’eroe, la lingua degl’eroi, Lazio, lazini, italiano, volgare,
Lucrezio, confronto vichiano, vicho contro vico, la lingua eroica di Vico. Vico,
semiotica. Refs.: H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza, “Grice e
Vittielo” – “Topologia semiotica di Vico” – “Il Vico di Vittielo” – “Vico e il
segno infranto”, The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #vittielo https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634892216522737 #griceevittielo https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702954709/in/photolist-2mLKGro-2mLKGqm-2mLPa8B-2mLKGp9-2mLQeUV-2mLFB8r-2mLFB8G-2mLKGp4-2mLM9QF-2mLQeUj-2mLFB8B-2mLM9QL-2mLPa9d-2mLPa7E-2mLM9R2-2mLPa7V-2mLKGoN-2mLQeVS-2mLM9Pt-2mLQeVm-2mLKGqS-2mLPa9P-2mLPa8r-2mLFB7V-2mLKGq6-2mLKGqg-2mKQh7E-2mKSowv-2mKNUs2
Grice e Volpe: logica come scienza storica – filosofia
Italian – Luigi Speranza (Imola). Essential
Italian philosopher. Filosofo. Si laurea in filosofia
con Mondolfo a Bologna, insegnando dapprima presso il liceo Galvani a Bologna e
il liceo Alighieri a Ravenna, e a Messina. Legato inizialmente alla
tradizione di Gentile, si dedica a questioni strettamente teoretiche e
storico-filosofiche, attestandosi infine su posizioni fortemente
anti-idealistiche. Approda così attraverso la ri-valutazione dell'empirismo e
dell’umanesimo, mantenendo un'impostazione fondamentalmente
dialettico-materialistica in costante confronto critico e polemico soprattutto
con la dialettica hegeliana e l'idealismo post-hegeliano, ma anche con le
correnti positivistiche semiotica, e con l'esistenzialismo. Questa svolta,
testimoniata dal Discorso sull'ineguaglianza, lo conduce a un sempre maggiore
interesse per i problemi della filosofia politica e dell'etica, considerati
comunque in stretto rapporto con le questioni semiotiche. Non abbandona
comunque i propri interessi storico-filosofici. Tra i saggi quello che, oltre
ad aver avuto più ampia diffusione, rappresenta il più perspicuo esempio della sua
capacità di di muoversi con piena consapevolezza critica tra i piani teoretico,
storico e politico, è senz'altro il saggio “Rousseau e Marx.” Il concetto di “libertà”
(cf. Grice, “Freedom”) è perfettamente integrabile con la dottrina di Rousseau,
il quale quindi non sarebbe da considerarsi né tra i teorici della rivoluzione
borghese né tra i nostalgici di una società parcellizzata in piccolissime unità
cittadine, ma tra i più attuali preconizzatori della società egualitaria. Un
altro dei punti nodali del pensiero di Volpe è il tentativo di elaborare una
teoria estetica rigorosamente materialista. Sottolinea il ruolo delle
caratteristiche strutturali e del processo sociale di produzione della ‘espressione’
nella formazione del giudizio estetico e in forte polemica con la dottrina
dell'intuizione di Croce -- da lui considerata in continuità con la tradizione
romantica e misticheggiante, elabora il concetto di gusto come principale fonte
del giudizio estetico. Presenta nella filosofia italiana una posizione contro-corrente.
Saggi:“L'idealismo dell'atto e il problema delle categorie” (Bologna,
Zanichelli); “Le origini e la formazione della dialettica hegeliana”; “Hegel romantico
e mistico” (Firenze, Monnier); “Il misticismo speculativo di Eckhart” (Bologna,
Cappelli); “La filosofia dell'esperienza” (Firenze, Sansoni); “Espressione”
(Bologna, Meridiani); “Il principio di contraddizione e il concetto di sostanza
prima in Aristotele: contributo a una critica dei pensieri logici” (Bologna, Azzoguidi);
“Crisi dell'estetica romantica” (Messina, Anna); “Critica dei principi logici”
(Messina, D'Anna); “Discorso sull'ineguaglianza. Con due saggi sull'etica
dell'esistenzialismo” (Roma, Ciuni); “Emancipazione e tras-mutazione dei valori”
(Messina, Ferrara); “Libertà: saggio di una critica della ragion pura pratica”
(Messina, Ferrara); Studi sulla dialettica mistificata”; “Lo stato moderno
rappresentativo” (Bologna, UPEB); “Umanesimo”; “Studi e documenti sulla
dialettica materialistica, Bologna, Zuffi, “Logica come scienza positive”, Messina-Firenze,
D'Anna, Eckhart o della filosofia mistica, Roma, Edizioni di storia e
letteratura, Poetica del Cinquecento. La poetica aristotelica nei commenti
essenziali degli ultimi umanisti italiani con annotazioni e un saggio introduttivo,
Bari, Laterza, Il verosimile filmico e altri scritti di Estetica, Roma,
Edizioni Film critica, Roma, La nuova
sinistra, Rousseau e Marx e altri saggi di critica materialistica, Roma, Editori
Riuniti, “Critica del gusto” (Milano, Feltrinelli, Chiave della dialettica
storica, Roma, Samonà e Savelli, Umanesimo ed emancipazione, Milano, Sugar, Critica
dell'ideologia contemporanea. Saggi di teoria dialettica, Roma, Editori Riuniti,
Schizzo di una storia del gusto, Roma, Editori Riuniti, Opere, Ignazio
Ambrogio, Roma, Editori Riuniti, Carlo Violi, La Libra, Messina); Dizionario biografico
degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia
Italiana, Treccani Enciclopedie, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Volpe.
Keywords: critica del gusto per l’antico, il gusto per gl’antichi degl’antichi,
chiave della dialettica storica, la logica come storia. Refs.: H. P. Grice, The H. P. Grice Papers, Bancroft;
Luigi Speranza, “Grice e Volpe: l’espressione” – The Swimming-Pool Library,
Liguria. #volpe https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4630968216915137 #griceevolpe https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701483802/in/photolist-2mLFBT9-2mLMavd-2mLFBRL-2mLFBT4-2mLKH9W-2mLKH9A-2mLMaxs-2mLQfFV-2mLMaxx-2mLKH9F-2mLPaVy-2mLKH9f-2mLKH8J-2mLFBSH-2mLR8fW-2mKTk4n-2mKQba4-2mKP3yh-RcWNwE-2ceLjKb-2dkLH9H-Rfq5Uo-2dpr57R-2ceMC3W-Rfq5Qf-2bX5TFt-2cisBSE-2bX6L2P-2chQVNm-2dgf1BA-RgAsYs-2dgf1Bq-2dkLH9x-2c1bzrc-2bX6L42-RgAsXW-2djXGNh-PC87FB-2mKSfUg-2mKQaRt-2mKJFw1-2doQtst-2c1bzqF-PzCr2z-2chg4Z9-2dgekHJ-2bX5TH2-2chg4ZE-RcWNwj-2ceLjK1
Grice e Volpi – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Vicenza). Essential Italian
philosopher. Filosofo. “Wild clarity” in Heidegger! Professore
a Padova. Borsista della Fondazione Alexander von Humboldt di Bonn, membro
dell'Institut International de Philosophie di Parigi, dell'Istituto veneto di
scienze, lettere ed arti e dell'Accademia Olimpica di Vicenza, fu insignito dei
premi "Montecchio" e "Nietzsche.” Tra le sue numerose
pubblicazioni: “Heidegger e Brentano”; “La rinascita della filosofia pratica in
Germania”; “Heidegger e Aristotele”; “Il nichilismo”; “Guida a Heidegger”; “I
prossimi Titani. Conversazioni con Jünger (con Antonio Gnoli), Dizionario delle
opere filosofiche, “Il Dio degli acidi” Conversazioni con Albert Hofmann (con
A. Gnoli), “L'ultimo sciamano” Conversazioni heideggeriane (con A. Gnoli),
Storia della filosofia dall'antichità a oggi con Enrico Berti. Per
Adelphi curò opere di Schopenhauer, Heidegger e Carl Schmitt. Collaborò al
quotidiano "La Repubblica". Mentre
e in sella alla sua bicicletta a San Germano dei Berici, e investito da un'auto
e cadde in coma irreversibile. Muore il giorno successivo. Commemorato dal
preside Paolo Bettiolo assieme a tutto il corpo docente di Padova. Istituto
veneto di scienze, lettere ed arti
Lorenzo Parolin, Commozione al Bo per l'addio a Volpi Il Giornale di Vicenza.
“Heidegger e Brentano”; “L'aristotelismo e il problema dell'univocità
dell'essere in Heidegger” (Cedam, Padova); “La rinascita della filosofia
pratica” Francisci, Albano/Padova, in Filosofia pratica e scienza politica, Francisci,
Abano/Padova); “Heidegger e Aristotele” (Daphne, Padova); “Il concetto di
decadenza divina; "Filosofia politica", Il nichilismo” (Laterza, Roma);
Guida a Heidegger” (Laterza, Roma); “Hegel e i suoi critici” (Laterza, Roma);“Interprete
del pensiero contemporaneo, Atti dell'incontro internazionale di studio,
Padova, Vicenza, Accademia Olimpica, Atti dell'Incontro internazionale, Lavarone,
Comune di Lavarone;“Il pudore” (Brescia, Morcelliana). Opere su Istituto veneto
di scienze, lettere ed arti. Essere, tempo, esistenza, Associazione Asia, sul
valore e la funzione della filosofia, e sul significato e lo statuto di Essere
e tempo di Heidegger. Volpi. Keywords: dizionario dell’opere filosofico:
Lucrezio, Cicerone, Vico, Croce, Gentile… -- multiplicity of being in Aristotele, univocita dell’essere;
equivocita dell’essere. H. P. Grice, The Grice Papers, Bancroft, MS. Luigi
Speranza, “Grice e Volpi: l’univocita dell’esere” – The Swimming-Pool Library,
Villa Speranza, Liguria. #volpi https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4616557315022894 #griceevolpi https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51702568823/in/photolist-2mLMbqp-2mLKJ4G-2mLQgDG-2mLFCKu-2mLMbpn-2mLMbqK-2mLFCJc-2mLPbQe-2mLPbPY-2mLKJ5d-2mLQgED-2mLGn6X-2mLGnHy-2mLR1o4-2mLPVec-2mLPVeH-2mLR1Xf-2mLR1Z4-2mLMUwi-2mLMUxq-2mLMUwd-2mLPVdA-2mLPVQh-2mLPVeh-2mLMVaT-2mLMV9R-2mLGnG6-2mLMVas-2mLGnHi-2mLLsUg-2mLPVR4-2mLGnHd-2mLGnJA-2mLLshQ-2mLGn7D-2mLLsUM-2mLLsUb-2mLLsUm-2mLR1nn-2mLMUw3-2mLLshp-2mLR1Yn-2mLPVR9-2mLGn6S-2mLPVQn-2mLGnJF-2mLLshK-2mLR1Yh-2mLGn7y-2mLR1Ys
Grice e Volpicelli – corpi e corpi -- filosofia fascista -- filosofia italiana – Luigi
Speranza – la filosofia italiana nel veintenno fascista -- (Roma). Grice:
“While Volpicelli does use ‘spirito,’ he means ‘breath of air,’ since he is
ultimately a naturalist, like I am.” Essential Italian philosopher. Grice: “I
read with intereset his early “Nature and spirit.” At that time at Oxford,
there was not much of an Oxford spirit, so it spirited me.” Filosofo. Prese parte come sotto-tenente alla grande guerra.
Si laurea in filosofia sotto Gentile. Insegna a Urbino, Pisa, e Roma. Teorico
del corporativismo integrale. Direttore di "Nuovi studi" e "Archivio
di studi corporative.” Saggi:“Natura e spirito”; “L'educazione politica
dell'Italia”; “I presupposti scientifici dell'ordinamento corporativo”; “Corporativismo
e scienza giuridica”; “La certezza del diritto e la crisi odierna”; “Dizionario
di Filosofia G.Franchi, “Per una teoria
dell'auto-governo” (ESI, Napoli); “Il contributo italiano alla storia del
Pensiero: Diritto, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, su Treccani Enciclopedie
Istituto dell'Enciclopedia Italiana. Volpicelli. Keywords: natura, spirito,
corpi e corpi, corporazione. H. P. Grice Papers, Bancroft. Luigi Speranza,
“Grice e Volpicelli: il naturalismo,” Luigi Speranza: Grice e Volpicelli:
natura e naturalismo” – The Swimming-Pool Library, Villa Speranza, Liguria. #volpicelli
https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634705286541430 #griceevolpicelli https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701631262/in/photolist-2mLGn6X-2mLGnHy-2mLR1o4-2mLPVec-2mLPVeH-2mLMUxq-2mLMUwi-2mLR1Z4-2mLPVQh-2mLR1Xf-2mLMUwd-2mLPVeh-2mLPVdA-2mLPVR4-2mLGnHi-2mLLshQ-2mLMVaT-2mLR1Ys-2mLPVdv-2mLMVas-2mLLsUb-2mLLsUm-2mLLsiw-2mLGnG6-2mLLshV-2mLPVes-2mLGnHd-2mLPVR9-2mLR1Yh-2mLLsUM-2mLR1nn-2mLGn7y-2mLGnJF-2mLGn6S-2mLPVQn-2mLMUwP-2mLLshK-2mLMUw3-2mLLshp-2mLR1Yn-2mKSnRx
Grice e
Voltaggio – p v ~p – fondamenti della logica – filosofia italiana – Luigi
Speranza (Palermo). Essential Italian
philosopher. Grice: “I enjoyed “What Leibniz actually saidand not just
implicated.” “He also clarified Husserl to me.” Filosofo. Si laurea
a Roma sotto Antoni. Insegna a Roma, Mogadiscio e Macerata. Già cappo-ridattore
di “Sapere,” collabora con Il manifesto, Lettera Internazionale (di cui è socio
fondatore), Apeiron, Janus e Medical. Consulente scientifico della Fondazione
Sigma Tau di Roma e dell'Istituto Psiconanalitico per le Ricerche Sociali,
membro del seminario di Filosofia di Senigallia. Saggi: “Fondamenti di logica”
(Milano, Comunità), “La funzione critica” (Roma); “Che cosa ha veramente detto
Leibniz” (Roma, Ubaldini); “Scienza” (Milano, Comunità), “I filosofi e la
storia” (Milano, Principato); “L'arte della guarigione nelle culture umane” Torino,
Bollati Boringhieri); “Il medico nel bosco, Roma, Di Renzo); “La medicina come
scienza filosofica” (Lezioni Italiane), Roma, Laterza; Italia Mediterranea. “I
flussi migratori nelle principali città rivierasche” (Roma, Edup); “Antigone
tradita. Una contraddizione della modernità: libertà e Stato nazionale (Roma, Internazionali
Riuniti); “I paradossi dell'infinito” (Milano, Feltrinelli); “Epistemologia e
politica della ricerca” (Roma, Armando; “L'evoluzione di un evoluzionista” Roma,
Armando; “La conoscenza inespressa” (Roma), Armando; “L'ora della
socio-biologia” (Roma, Armando); “L'arte della ricerca scientifica” (Roma,
Armando; “Il potere: processi e strutture: un'analisi dall'interno” (Roma, Armando);“Progresso
e razionalita della scienza” G. Radnitzky, Gunnar Andersson; traduzione e premessa (Armando, Roma; D. Verene:
“Vico: La Scienza della fantasia” Armando, Roma; “L'intelligenza scientifica:
un'indagine sull'immaginazione creatrice dello scienziato” (Roma, Armando); “Filosofi
per la pace” Roma, Editori Riuniti; Galeno: Trattato sulla bile nera, FV,Torino,
Aragno. Voltaggio. Keywords: Vico, “la scienza della fantasia” fundamenti della
logica – fundamenti della logica di voltaggio – veramente detto Vico –
veramente impiegato Vico --. Refs.: Luigi Speranza, “Voltaggio: what Leibniz
implicatedas explicated by Grice.” H. P. Grice, “Voltaggio,” BANC MSS 90/135 c.
Luigi Speranza, “Grice e Voltaggio,” The Swimming-Pool Library, Villa Speranza,
Liguria #voltaggio https://www.facebook.com/media/set/?vanity=j.l.speranza&set=a.4634606856551273 #griceevoltaggio
https://www.flickr.com/photos/102162703@N02/51701632912/in/photolist-2mLQZRC-2mLGod1-2mLMVBV-2mLPWir-2mLLtoN-2mLPWig-2mLR2s3-2mLPWim-2mKJMD1
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